Jacques Prevert - Poesie
May 10, 2017 | Author: HULIOSMELLA | Category: N/A
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Jacques Prevert - Poesie...
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La presente scelta comprende poesie tratte dalle seguenti raccolte: Paroles (1946) Spectacle (1951) La pluie et le beau temps (1955) Histoires, et d'autres histoires (1963) Traduzioni dal francese di Maurizio Cucchi e Giovanni Raboni © Editions Gallimard, Paris © Ugo Guanda Editore S.p.A. Edizione Cartiere del Garda S.p.A.
LA VOCAZIONE DELLA GIOIA
Niente affatto semplice l'esame dell'opera di Jacques Prévert per chiunque non ami affrontare la poesia senza il conforto delle confessioni sfuggite all'autore, dei programmi di lavoro, delle poetiche implicite o esplicite. Ma non più docile essa si offre a chi tenti di coglierla in un tono, di fissarne le costanti espressive e insomma di arrischiare una definizione di quella che si direbbe o che si vorrebbe fosse la poesia di Prévert e che è di volta in volta una dubbia punta di patetico, una polemica effimera negli effetti quanto è violenta nello scatto iniziale, un solletico di musica da quattro soldi sul corpo costituito della Poesia, o infine un filo di grama primavera sulle macerie di una città. Certo, udendo canticchiare su facili note un'operazione come quella di mettere il caffè nella tazza, il latte nella tazza di caffè, lo zucchero nel caffelatte e di bere quel che ne risulta, non avremmo supposto di ritrovarla in breve luce poetica nel volume Paroles. « Je suis comme je suis » - dice di rincalzo la poesia di Prévert, destinata ad apparirci come una folta, variatissima collezione di dischi caratteristici su cui porre le mani secondo il capriccio e l'umore di ognuno. In quanto allo stringerne le radici, mi pare che il discorso finisca con lo spostarsi inevitabilmente dall'ambito della produzione e dei risultati alla figura persino biografica e vivente, al personaggio Jacques Prévert, al singolare e nuovo tipo di uomo-poeta ch'egli propone alla « polis »: nuovo, anzitutto, nel senso del costume, nell'immagine sommaria, nella raffigurazione spicciola in cui il gusto medio dei lettori vede da un'epoca all'altra incarnarsi la poesia in un uomo della folla. Questa nuova incarnazione non riproduce in nulla, s'impegna anzi a non essere quella del poeta-vate o del poeta-eroe o, ancora, del poeta-professore, esteta ed umanista. Ê giunta alla popolarità per vie traverse rispetto al cammino usuale della poesia verso il pubblico: tanto traverse e inusitate da
far apparire il suo titolare come il solo poeta davvero popolare, nel senso dubbio della popolarità, dei nostri tempi. A braccetto, poniamo, con Duke Ellington, Jean Gabin, e Maurice Chevalier. Compagnia che Prévert probabilmente non sdegnerebbe, a conforto di qualche timorato e austero spirito cui ancora mancava di annoverare tra i segni di perdizione di questo secolo negro, di calciatori trattati come nababbi, di folle deliranti per costoro, quello decisivo della presenza d'un poeta da music-hall. Non capita spesso, del resto, di veder coesistere in un solo individuo un poeta, un uomo di cinema, un autore di parole per canzoni di voga. Apparirebbe diversa la figura di Prévert se non si sapesse delle attività collaterali? Un fatto è certo: che spesso, forse nei casi migliori, le sue parole chiamano se non la musica, una certa musica, sia pure la musica di Kosma; che il taglio e la successione di tante sue immagini, le battute di cui s'infiora tanta parte dei suoi versi richiamano i films di Carné e la tecnica di... Jacques Prévert sceneggiatore e dialogatore di quei films. Quasi si stenta a credere che un Paul Valéry vedesse ancora la luce del sole negli anni in cui Prévert veniva componendo e pubblicando qua e là le poesie che poi raccolse in Paroles, tale è il senso di reciproca estraneità, quasi di epoche, mondi, civiltà diverse. Sì, era passata l'ubbriacatura surrealista e Prévert vi aveva a suo modo partecipato... ma poi (diciamolo con le parole d'un suo titolo) il concerto non era riuscito: « Compagnons des mauvais jours / Je vous souhaite une bonne nuit / Ht je m'en vais... Dormez / Rêvez / Moi je m'en vais ». Che l'esperienza sia stata consumata basta a spiegare come "la fille de Minos et de Pasiphaé" - già talismano esemplificativo, pezza d'appoggio della poesia pura - figuri in uno di quegli inverosimili elenchi o inventari o cortei o gremitissimi banchetti di cui Prévert si compiace d'essere il fantasioso e amaro regista, tra un generale in pensione e un decorato della Legione d'Onore, in mezzo al ciarpame d'un mondo giunto a un evidente stato di decomposizione a furia d'essere ingiusto ridicolo e assurdo. D'altra parte anche Prévert ha i suoi insostituibili talismani, di quelli che non sarebbe mai il caso di tradurre perché tradotti perderebbero la propria qualità e sfaccettatura: Un vieillard en or avec une montre en deuil Une reine de peine avec un homme d'Angleterre... Un hussard de la farce avec un dindon de la mort...
e si potrebbe continuare l'elencazione. Dove il trattamento della materia, fondato sullo scambio dei rispettivi complementi tra i termini elencati, risulta più chiaro nell'esemplificazione diretta del fenomeno che non dalla descrizione (ed è un po' sempre così per Prévert) e dall'analisi critica del fenomeno stesso. Senonché tali oggetti e simboli prévertiani, lungi dal mirare allo splendore dell'assoluto, concorrono all'effetto di quel che è stato definito il suo umorismo nero: vere gemme nella mota sociale, e di essa impastate, frammenti scabrosi tendenti ad articolarsi in satira e invettiva, in quella critica della poesia per usare l'espressione di un altro poeta, Eluard - che è al tempo stesso critica da parte della poesia e critica alla poesia stessa e che nasce da una critica analoga alla società, ai suoi costumi, mentalità, istituzioni. Anticonformista dichiarato, per istinto e per educazione surrealista, Prévert si presenta dunque come tale sotto un duplice aspetto: non per nulla la sua prima raccolta si apre con le « parole », presto celebri, di una Tentative de description d'un dîner de têtes à Paris-France: Ceux qui pieusement... Ceux qui copieusement... Ceux qui tricolerent Ceux qui inaugurent Ceux qui croient Ceux qui croient croire Ceux qui croa-croa
Se ci si fermasse a questo aspetto insistendo sui molti analoghi esempi, si potrebbe quasi ritagliare dall'opera di Prévert l'immagine d'una poesia che genericamente verrebbe detta socialmente impegnata, facile a passare sotto qualche etichetta realista. Ma rivolgiamoci alle fonti autorizzate. Ci sentiremo dire che Prévert è in questo senso, e dunque in tutti i sensi, un equivoco, dato dal fatto di parlare un linguaggio popolare su temi di demoralizzazione piccolo-borghese; che non ci troviamo di fronte a una autentica poesia popolare, bensì a un divertimento che ne affetta i modi, nelle ambigue e pittoresche forme destinate a piacere alla borghesia. Né l'interessato mostra d'adontarsi di tale accusa o di voler sconfessare questo aspetto dell'opera propria: « Le dompteur a mis sa tête / dans la gueule du lion / moi / j'ai mis seulement deux doigts / dans le gosier du Beau Monde / Et il n'a pas eu le temps / de me mordre / Tout simplement / il a vomi en hurlant / un peu de cette bile d'or / à
laquelle il tient tant / Pour réuissir ce tour / utile et amusant / se laver les doigts / soigneusement / dans une pinte de bon sang / Chacun son cirque ». Ma a che porta tutto ciò? A concludere che Prévert non è il poeta che a prima vista parrebbe. Qualcuno potrà dolersene come d'una buona occasione sprecata, ma il disappunto di questo o di quel direttore spirituale della poesia (ce ne sono tanti in circolazione e così candidamente disinteressati per giunta...) non fa ancora testo, per fortuna, in materia di giudizio sulla poesia stessa. Respinto su questo lato, Prévert stenta a trovar grazia nel settore per cui la poesia rimane un fatto di linguaggio. « La sua parola - osservano alcuni - manca di densità poetica, rimane pratica e quotidiana ». Se mai i suoi detrattori, per quanto diverse e persino opposte siano le posizioni da cui rispettivamente muovono, troveranno l'accordo su un punto: nell'affermare cioè che questi sono tempi in cui il solo modo d'amare la poesia è quello di odiarla; che essa non può esistere se non distruggendosi. Su questa china Prévert soccombe al gioco ch'egli stesso ha inventato e il discorso sulla sua poesia cede il posto o addirittura scade d'interesse di fronte al dibattito tra i suoi critici. Eccolo ridotto a sintomo e caso. E anche questo, che il discorso si sposti dal poeta Prévert al caso Prévert, è segno fatale dei tempi. Sicché, chi abbia la malinconia di voler riportarsi al nucleo espresso, cioè alla poesia di Prévert, provi a riprendere dal mucchio di codesti suoi dischi « parlati » la sin troppo famosa Pêche à la baleine: si sentirà sospinto verso la zona della favola un tantino gratuita, e la supposta coincidenza o interdipendenza tra l'anticonformismo sociale e l'anticonformismo letterario di Prévert si fa problematica, tende a sbandare verso il secondo aspetto. Il fatto è che in Prévert le prime parti sono sempre tenute dall'estro. Che è vario e instabile, come ognun sa, illuso di cogliere il moto della vita all'interno della poesia, senza camuffamenti né trasposizioni o trasfigurazioni. Chiedersi come sia possibile la coesistenza in lui della vena satirica e polemica con quella della canzone sentimentale o ancora della favola e dell'elegia significa pretendere ch'egli sia diverso da quello che è, volerne alterata o limitata la vena. « Taluni pensano - scrive Gaétan Picon - che Prévert non sia un vero poeta, nel senso che non ci sarebbe in lui né elaborazione del linguaggio, né trasfigurazione dell'universo. Ma ciò significa soltanto, in fin dei conti, che Prévert non è un poeta come gli altri - e ne conferma dunque l'importanza ». Il discorso non è nuovo, sbuca puntualmente dall'atto di morte.
vera o presunta, col quale di tanto in tanto si afferma consumato un certo ciclo della poesia. Prévert insomma avrebbe rinnovato l'aria, immesso l'aria della strada nei corridoi bui e grevi del museo poetico. « La sua - dice ancora Picon è una dizione più che uno stile... parla a seconda della parola che gli sale alla bocca... scrive come si parla camminando ». Anche da noi (Sergio Solmi, Carlo Bo, Nelo Risi, più recentemente Eugenio Montale e, a lungo, sui rapporti tra cinema e poesia in Prévert, Glauco Viazzi) anche da noi, s'è discorso, con una cautela favorita dalla distanza, amica del senso prospettico, del « parlato » di Prévert, dell'antipoesia di Prévert, della poesia parlata di Prévert. Facile è l'operazione di verifica dei suoi meccanismi: uso del tutto naturale dell'argot (ma è la naturalézza della poesia?), composizioni a scatole cinesi, giochi di parole e doppi sensi cavati dal cuore di arbitrarie etimologie, falsi proverbi, esilaranti sentenze. L'effetto disgregatore, dissociatore, implicitamente polemico, anche nel senso dell'accennata particolare critica della poesia, è incontestabile,. Eppure già si è visto come quest'opera d'apparenza sovvertitrice abbia reso alla poesia - ferma restando ogni riserva sui modi e sulla natura del successo - una affabilità e una facoltà di divenire familiare quale da tempo essa non conosceva in così alto grado. La perplessità nasce appunto da questa apparente contraddizione. Se siamo costretti a tener conto di Prévert per quanto s'è divertito a distruggere, diventa poi arduo dire non solo che cosa egli abbia costruito, ma addirittura per quali vie e a quale profondità egli abbia una eco in noi. Tra il sintomo Prévert, il caso Prévert di cui si parlava or ora e il personaggio Prévert di cui si diceva all'inizio resta sempre un largo intervallo, lo spazio vacante per una figura poetica che ci sfugge da una lirica all'altra; né bastano a colmarlo i pezzi smontati di questa sua tecnica dell'espediente e dell'improvvisazione. Davvero l'interesse ricade sul personaggio: come dire, in questo caso, su un ambiente e una atmosfera cui la figura umana è nettamente condizionata. Che si leva e alita sull'opera sua, che si fa supporre da sparse immagini, senza mai farsi cogliere pienamente. Debolmente vive, vien fatto di dire, allo stato d'impressione visiva, per baleni radi e incerti, come il volto femminile in questa Paris at night: Trois allumettes une à une allumées dans la nuit La première pour voir ton visage tout entier La seconde pour voir tes yeux La dernière pour voir ta bouche
Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela En te serrant dans mes bras.
E, sparpagliati nel corso dell'opera, il bacio nel mattino d'inverno al Parc Montsouris, a Parigi, sulla terra, che è un astro, e Barbara nella pioggia di Brest, e ancora una volta i ponti di Parigi, la celebrazione di Parigi rinnovata dalle generazioni, nei modi di ognuna. I più caldi estimatori di Prévert hanno visto in lui il poeta dell 'événement e addirittura del fait divers. Ma che altro aveva dato, tra altre cose, quel Guillaume Apollinaire a cui anche i ciechi vedono quanto deve il poeta di Paroles e di Histoires? E qui soprattutto sarebbe storicamente interessante osservare come la gioia apollinairiana, la febbrile scoperta di Parigi e della modernità si sia riversata sull'opera di Prévert, attraverso le rovine del surrealismo, parzialmente alterandosi in una sorta di furia disgregatrice e irridente. Un oiseau chante ne sais où c'est je crois ton âme qui veille
aveva cantato Apollinaire. E aggiungeva d'esserne incantato notte e giorno, domeniche e settimane. Prévert riprende il motivo e lo sfigura. Vedere, in Histoires, la lirica Les chansons les plus courtes... L'oiseau qui chante dans ma tête Et me répète que je t'aime Et me répète que tu m'aimes L'oiseau au fastidieux refrain Je le tuerai demain matin.
Per quanto distorta, impacciata dagli empêcheurs de danser en rond, la gioia resta la vocazione di Prévert. Senonché l'empito di essa, fuorviato da innumerevoli ostacoli, sembra esaurirsi nel farsi largo, si fissa nella smorfia dei suoi disoccupati, dei suoi vagabondi. O guizza rada in simboli elementari ed approssimativi - fiori, bambini, aiuole, belle ragazze, sole, il vero sole, le vrai soleil - e subito s'estenua o scade in musichette sentimentali. Questa parrebbe essere, in definitiva, la base, seppure vagamente figurata, metaforica, d'ogni altro suo spunto e motivo. Ma non ci è veramente offerta da un vigore compatto e inequivocabile, la si ricava per accostamento di contenuti. Sicché per non trovare Prévert a volte troppo banale, occorre rimettersi nel carosello del suo estro, concedersi alle volubili,
effimere accensioni, divertirsi con lui. E forse in quest'ambito della gioia e della sua impossibilità su quello sfondo e in quel clima è da cercare la sua vera occasione sprecata. 1952
(Dal volume Letture per gentile concessione.)
Vittorio Sereni
preliminari,
Liviana
Editrice
in
Padova,
1973.
Il gioiosamente dissacrante Prévert ha questo di bello in più, a rileggerlo oggi: che senza averlo voluto o saputo a suo tempo con la sua vivacità dissacra la dissacrazione salita in onore negli anni successivi, in tanti un po' dovunque premessa d'obbligo al fare poesia, poetica condizionata e condizionante e perciò monotona e monocroma nei suoi argomenti e nelle sue applicazioni. C'è poi da chiedersi se non fosse alquanto esoso il piglio con cui si cercava di mettere alle corde la sua generosità nel lontano '52. La vera occasione sprecata... Strana pretesa! Questo gaspilleur delle proprie risorse naturali, questo dispensatore di sorpresa e di ilarità, sorprende ed è irresistibilmente comunicativo, a luci spente e musiche svanite, ancora oggi: come ai loro bei tempi Chaplin e René Clair. Alla generosità della largizione corrisponde un senso di gratitudine nel lettore - o meglio dello spettatore - il quale sempre meno si preoccupa, oggi, di stabilire quanto valgono queste pagine e nemmeno di sapere come e di che cosa sono fatte, di accertare i debiti letterari e la posizione del loro autore nella comunità; quanto piuttosto accoglie, in un'aria di libertà e sollievo, ciò che esse ancora gli danno o suggeriscono o evocano. E infine: com'è che ne risulta stranamente più viva e più vivida, in confronto ad allora e al modo con cui fu vissuta, l'immagine di un'età tramontata, scomparsa al punto di averne perso, noi, la memoria? Tanto che la rilettura assume, per certi aspetti almeno, il senso di un'ammenda che andava pagata. 1979
V. S.
NOTA BIOGRAFICA
1900 Jacques Prévert nasce a Neuilly-sur-Seine, il bretone e madre originaria dell'Alvernia. diversi anni della sua infanzia, e il carattere bretoni eserciteranno una grande influenza sulla sua opera.
4 In e
febbraio, da padre Bretagna trascorre le tradizioni popolari
1915 Dopo aver frequentato la scuola da vivere facendo mestieri diversi; Rennes.
a Parigi comincia a guadagnarsi lavora al « Bazar » di rue de
1920 Inizia il servizio militare, prima a Luneville, dove conosce il pittore dada Yves Tanguy, poi, come caporale, a Costantinopoli, dove fa propaganda antimilitarista e stringe amicizia con Marcel Duhamel. Di ritorno a Parigi abiterà insieme ai due amici e col fratello Pierre, regista, in una casa aperta a tutti e a tutto (jazz, alcoolici, cultura delle più diverse origini), in rue du Châteaux, a Montparnasse. 1925 I suoi rapporti con gli artisti surrealisti si fanno sempre più stretti. Frequenta la casa di André Breton, in rue La Fontaine, e vengono spesso in rue du Châteaux Louis Aragon, Benjamin Péret, Robert Desnos, Michel Leiris, Raymond Queneau e lo stesso Breton, con cui Prévert manterrà sempre ottimi rapporti, nonostante la crisi e i dissensi verificatisi all'interno del movimento surrealista nel 1929. 1930-1931 La rivista « Bifur » pubblica il suo primo testo: Souvenir de famille ou l'ange gardéchiourme. L'anno seguente, sulla rivista « Commerce », dove lavora come redattore Giuseppe Ungaretti, esce il Tentative de description d'un dîner de têtes à Paris-France; recita in un film di Allegret, Pomme de terre. 1932-1936 Partecipa intensamente alla vita culturale parigina. vamente al teatro, e scrive testi messi in scena dalla compagnia
Si
dedica
atti-
del «Groupe d'Octobre», della Federazione Teatro Operaio, che intende promuovere un teatro sociale. La bataille de Fontenoy viene rappresentata a Mosca, durante l'Olimpiade Internazionale del Teatro Operaio del 1933, e vince il primo premio; anche Prévert, autore del testo, prende parte alla recita. Lavora anche nel cinema, e scrive soggetto e sceneggiatura di L'affaire est dans le sac, diretto dal fratello Pierre, e, nel 1933, di Le crime de Monsieur Lange, di Jean Renoir. Nello stesso anno pubblica, sulla rivista « Soutes », Le crosse en l'air, e su « Les Cahiers G. L. M.», nell'anno successivo, Événements. Scrive i testi delle sue prime canzoni che, musicate da Joseph Kosma, verranno interpretate da cantanti famosi come Juliette Greco, Yves Montand, Mouloudji e Les Frères Jacques. 1938 Ê a Hollywood per continuare la sua attività nel campo cinematografico. Scrive il soggetto per un film dell'amico Marcel Carné, a cui l'anno prima aveva fornito il copione di Drôle de drame (Lo strano dramma del Dr. Molineaux), il celebre Quai des brumes (Porto delle nebbie) interpretato da Jean Gabin. 1939-1945 Durante gli anni della guerra, scrive, per la regia di ChristianJacque e Pierre Laroche, Disparus de Saint-Agil, per Carné Le jour se lève (Alba tragica) e Les portes de la nuit, per Carné e Laroche Les visiteurs du soir (L'amore e il diavolo), per Jean Grémillon Remorques e Lumière d'été, per il fratello Pierre Adieu e Léonard, per Eli Lotar Aubervilliers, continuando la sua attività cinematografica. Di questi anni è anche il capolavoro uscito dalla collaborazione Prévert-Carné, Les enfants du paradis, con Jean-Louis Barrault. Nel 1944, su «Les Cahiers d'Art», escono Promenade de Picasso e Lanterne magique de Picasso. 1945-1947 Riprende la sua attività teatrale, con la rappresentazione del balletto Le rendez-vous, cui collabora anche Pablo Picasso. Escono due raccolte di poesie, Histoires e la celebre Paroles, che ebbe subito un successo notevolissimo. Lavora alla sceneggiatura di alcuni film, tra cui La bergère et le ramoneur di Paul Grimault, Nôtre Dame de Paris di Jean Delannoy e La fleur de l'age, rimasto incompiuto, che segnò la fine della collaborazione con Carné. Scrive testi per bambini, alcuni dei quali, realizzati dal fratello, vengono rappresentati in televisione. Si sposa e nasce la prima figlia, Michelle. 1948-1951 Precipita sul marciapiede degli Champs-Elysées, cadendo da una finestra degli uffici della radio e resta in coma diverse settimane. Va poi in convalescenza con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove resta alcuni anni. Scrive un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte, e pubblica una nuova edizione del suo best-seller Paroles, la raccolta lirica Spectacle e Le Grand Bal du Printemps.
Esce una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps. Ritorna definitivamente a Parigi, dove si dedica soprattutto ad una nuova attività artistica, quella dei collages, che due anni dopo esporrà alla galleria Maeght. 1963 Pubblica
un
nuovo
volume
di
poesie,
Histoires,
et
d'autres
histoires.
1966 Esce Fatras, con 57 suoi collages. Negli anni successivi si stabilisce nella sua proprietà di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, dove, colpito da una grave malattia, conduce vita ritirata, ricevendo solo le visite dei suoi amici più cari, Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri. 1977 L'11 aprile muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.
BIBLIOGRAFIA
Opere C'est à Saint-Paul-de-Vence, (componimento che fa da prefazione al volume Souvenirs du Présent di André Verdet), La Nouvelle Edition, 'Paris, 1945. Paroles, Gallimard, Paris, 1946. Le cheval de Trois, (comprendente anche versi di André Verdet e André Virel), Le Portulan, Paris, 1946. Histoires, (in collaborazione con André Verdet), Le Pré aux Clercs, Paris, 1946. Poèmes, Tisné, Paris, 1946. Contes pour enfants pas sages, Le Pré aux Clercs, Paris, 1947. Des Bêtes..., Gallimard, Paris, 1950. Spectacle, Gallimard, Paris, 1951. Vignette pour les vignerons, Flaize, Paris, 1951. Le Grand Bal du Printemps, La Guilde du Livre, Lausanne, 1951. Charmes de Londres, éd. Clairefontaine, Lausanne, 1952. Guignol, La Guilde du Livre, Lausanne, 1952. Tour de Chant, éd. Clairefontaine, Lausanne, 1953. La pluie et le beau temps, Gallimard, Paris, 1955. L'univers de Klee, Berggruen, Paris, 1955. Mirò, (in collaborazione con G. Ribemont-Dessaignes), Maeght, Paris, 1956. Images, (con prefazione di René Bertelé), Maeght, Paris, 1957. Portraits de Picasso, Muggiani, Milano, 1959. Gravures sur le zinc, in «Bistrots», Souillac-Mulhuse, 1960. Histoires, et d'autres histoires, Gallimard, Paris, 1963. Les Halles, (con fotografie di Romain Urhausen), éd. des Deux Mondes, Paris, 1963. Les Chiens ont soif, (in collaborazione con Max Ernst), Au Point des Arts, Paris, 1964. Cinq Peintres et un Sculpteur, (in collaborazione con G. Fromager), Paris, 1965. Fatras, con 57 collages dell'autore, Gallimard, Paris, 1966. Varengeville, Maeght, Paris, 1968. Imaginaires, con collages dell'autore, Skira, Paris, 1970. Choses et autres, Gallimard, Paris, 1972. Traduzioni Italiane Poesie, a cura di Gian Domenico Giagni, Guanda, Parma, 1960. Storie e altre storie, a cura di Ivos Margoni, Feltrinelli, Milano, 1965. Il Prévert di Prévert, a cura di Ivos Margoni e Franca Madonia, Feltrinelli, Milano, 1967.
Immenso e rosso, a cura di Ivos Margoni e Franca Madonia, Feltrinelli, Milano, 1967. Fatras, traduzione di Luigi Tundo, prefazione di Luciano Bianciardi, Guanda, Parma, 1968. Poesie, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1971. Parole, Canzoni, Poesie, a cura di Ivos Margoni e Franca Madonia, Feltrinelli, Milano, 1971. Poesie inedite e segrete, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1972. Poesie, Pièces, Canzoni, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1974. Canto di primavera, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1976. Canto d'amore, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1977. Poesie d'amore e di contestazione, a cura di Bruno Cagli, Newton Compton, Roma, 1977. Poesie, traduzione di Gian Domenico Giagni, introduzione di Giovanni Raboni, Guanda, Milano, 1977. Bibliografia critica essenziale Bataille, G., in « Critique », agosto-settembre 1946. Bergens, A., Jacques Prévert, Éditions Universitaires, 1969. Bosquet, A., in « Le Monde », 13 aprile 1977. Breton, A., in Anthologie de l'humour noir, J. J. Pauvert, Paris, 1966 trad. it. Antologia dello humour nero, Einaudi, Torino, 1970.) Douglas, D. M.-Girard, D. J., Jacques Prévert, London, 1961. Gros, L. G., in Poètes Contemporains, Cahiers du Sud, Paris, 1951. Guillot, G., Les Prévert, Seghers, Paris, 1966. Nadeau, M., in Littérature présente, Corréa, Paris, 1952. Picon, G., in Panorama de la nouvelle littérature française, Gallimard, Paris, 1960. Queval, J., Jacques Prévert, Mercure de France, Paris, 1955. Rousselot, A., in Panorama critique des nouveaux poètes français contemporains, Seghers, Paris, 1952. Contributi italiani Bo, C., in Nuova poesia francese, Guanda, Parma, 1952. Bo, C., in Della lettura e altri saggi, Vallecchi, Firenze, 1953. Giagni, G. D., in «Sipario», marzo 1958. Lugli, V., Prévert, Ponge, Michaux, in « Palatina », Parma, lugliosettembre 1959. Maietti, A., in Peccato e Grazia nella Letteratura e nel Cinema francese, Barzio s.d. 1970. Risi, N., in « La Rassegna d'Italia », gennaio 1949. Sereni, V., in « Aut A u t », novembre 1952. Solmi, S., in La salute di Montaigne e altri scritti di letteratura francese, Ricciardi, Milano-Napoli, 1952. Ricordiamo, inoltre, le prefazioni alle raccolte di Prévert tradotte in italiano, dovute a Luciano Bianciardi, Bruno Cagli, nico Giagni, Ivos Margoni e Giovanni Raboni.
Gian
Dome-
INDICE
LA VOCAZIONE DELLA GIOIA
di Vittorio Sereni
NOTA BIOGRAFICA BIBLIOGRAFIA POESIE Confession publique Histoire du cheval La belle saison Alicante J'en ai vu plusieurs... Pour toi mon amour Pater noster Rue de Seine Le retour au pays Familiale L'effort humain Cet amour L'orgue de Barbarie Page d'écriture Déjeuner du matin Le désespoir est assis sur un banc Chanson de l'oiseleur Pour faire le portrait d'un oiseau Sables mouvants Le droit chemin Le grand homme La brouette ou les grandes in ventions Les belles familles Quartier libre Chanson Composition française L'éclipsé Premier jour Le message Chez la fleuriste Dimanche Le jardin Paris at night Le bouquet
Confessione pubblica Storia del cavallo La bella stagione Alicante Ne ho visti parecchi Per te amore mio Pater noster Rue de Seine Il ritorno al paese In famiglia Lo sforzo umano Questo amore L'organo di Barberia Esercizio di scrittura Prima colazione La disperazione è seduta su una panchina Canzone dell'uccellatore Per fare il ritratto di un uccello Sabbie mobili La retta via Il grand'uomo La carriola o le grandi invenzioni Le belle famiglie Libera uscita Canzone Composizione francese L'eclisse Primo giorno Il messaggio Dalla fioraia Domenica Il giardino Paris at night Il mazzo di fiori
Barbara Inventaire La gloire Il ne faut pas... Le discours sur la paix Le temps perdu Le combat avec l'ange Place du Carrousel Cortège Les quatre cents coups du diable Sa représentation d'adieu Éteignez les lumières Cas de conscience Rue de Rivoli La guerre Pour rire en société Par le temps qui court En été comme en hiver Il a tourné autour de moi Les enfants qui s'aiment Sang et plumes Narcisse Entendez-vous, gens du Viet-Nam
Barbara Inventario La gloria Non bisogna... Il discorso sulla pace Il tempo perso Lotta con l'angelo Place du Carrousel Corteo I quattrocento colpi del diavolo La sua rappresentazione d'addio Spegnete le luci Caso di coscienza Rue de Rivoli La guerra Per ridere in società Con i tempi che corrono D'estate come d'inverno Mi ha girato intorno 1 ragazzi che si amano Sangue e piume Narciso Ascoltate gente del Viet-Nam
L'orage et l'éclaircie La rivière Les amoureux trahis Cadeau d'oiseau QuandMaintenant j'ai grandi Chanson pour vous La visite au musée L'amour à la robote Où je vais, d'où je viens A quoi rêvais-tu? Tant de forêts... L'enfant de mon vivant Chanson du mois de mai Le lunch Le météore Fiesta Le bonheur des uns Le grand homme et l'ange gardien On frappe Les chansons les plus courtes... Le gardien du phare aime trop les oiseaux Quand tu dors ... Et voilà
Il temporale e la schiarita Il fiume Gli innamorati traditi Il regalo dell'uccello Quando... Adesso sono cresciuto Canzone per voi La visita al museo L'amor meccanico Dove vado, da dove vengo A che pensavi? Tante foreste... Il fanciullo di quand'ero vivo Canzone del mese di maggio Il lunch La meteora Fiesta Gioia per gli uni Il grand'uomo e l'angelo custode Bussano Le più corte canzonili guardiano del faro ama troppo gli uccelli Quando dormi ...Et voilà
POESIE
CONFESSION PUBLIQUE (Loto critique)
Nous avons tout mélangé c'est un fait Nous avons profité du jour de la Pentecôte pour accrocher les œufs de Pâques de la Saint-Barthélemy dans l'arbre de Noël du Quatorze Juillet Cela a fait mauvais effet Les œufs étaient trop rouges La colombe s'est sauvée Nous avons tout mélangé c'est un fait Les jours avec les années les désirs avec les regrets et le lait avec le café Dans le mois de Marie paraît-il le plus beau nous avons placé le Vendredi treize et le Grand Dimanche des Chameaux le jour de la mort de Louis XVI l'Année terrible l'Heure du berger et cinq minutes d'arrêt buffet Et nous avons ajouté sans rime ni raisons sans ruines ni maisons sans usines et sans prisons la grande semaine des quarante heures et celle des quatre jeudis Et une minute de vacarme s'il vous plaît Une minute de cris de joie de chansons de rires et de bruits et de longues nuits pour dormir en hiver avec des heures supplémentaires pour rêver qu'on est en été et de longs jours pour faire l'amour et des rivières pour nous baigner grands soleils pour nous sécher Nous avons perdu notre temps c'est un fait mais c'était un si mauvais temps Nous avons avancé la pendule nous avons arraché les feuilles mortes du calendrier
Mais nous n'avons pas sonné aux portes c'est un fait Nous avons seulement glissé sur la rampe de l'escalier Nous avons parlé de jardins suspendus vous en étiez déjà aux forteresses volantes et vous allez plus vite pour raser une ville que le petit barbier pour raser son village un dimanche matin Ruines en vingt-quatre heures le teinturier lui-même en meurt Comment voulez-vous qu'on prenne le deuil. Août 1940, Jurançon
CONFESSIONE PUBBLICA (Tombola critica)
Abbiamo fatto d'ogni erba un fascio diciamocelo pure Abbiamo approfittato della Pentecoste per appendere le uova di pasqua di San Bartolomeo all'albero di natale del Quattordici luglio La cosa non è piaciuta Le uova erano troppo rosse La colomba è scappata Abbiamo fatto d'ogni erba un fascio diciamocelo pure mischiando i giorni con gli anni i desideri coi rimpianti il latte col caffè Nel mese di Maria che è dicono il più bello abbiamo piazzato il Venerdì tredici e la Superdomenica dei Cammelli il giorno della morte di Luigi XVI l'Anno del terrore l'Ora del pastorello e cinque minuti di sosta ristoro E senza buone ragioni senza belle magioni senza allegre prigioni ci abbiamo aggiunto la settimana lunga delle quaranta ore e quella dei quattro giovedì Senza contare, se non vi dispiace, un minuto di buona confusione Un minuto di grida di gioia di canzoni di risate e di rumori e lunghe notti per dormire d'inverno con qualche ora in più per sognare che è estate e lunghi giorni per far l'amore e fiumi per fare il bagno e gran sole per asciugarci Abbiamo dilapidato il nostro tempo diciamocelo pure ma era un tempo così schifoso Abbiamo spostato in avanti le lancette dell'orologio strappato le foglie morte al calendario
Però alle porte non abbiam suonato diciamocelo pure Ci siamo limitati a scivolare sulla rampa di scale e a sussurrare di giardini pensili mentre per voi era già questione di fortezze volanti ci mettete meno voi a radere una città che un barbiere di paese a radere il suo paese la domenica mattina Rovine garantite in ventiquattro ore anche il tintore ci resta Come potete pretendere che ci vestiamo a lutto. Agosto 1940, Jurançon
HISTOIRE DU CHEVAL
Braves gens écoutez ma complainte écoutez l'histoire de ma vie c'est un orphelin qui vous parle qui vous raconte ses petits ennuis hue donc... Un jour un général ou bien c'était une nuit un général eut donc deux chevaux tués sous lui ces deux chevaux c'étaient hue doncque la vie est amère c'étaient mon pauvre père et puis ma pauvre mère qui s'étaient cachés sous le lit sous le lit du général qui qui s'était chaché à l'arrière dans une petite ville du Midi. Le général parlait parlait tout seul la nuit parlait en général de ses petits ennuis et c'est comme ça que mon père et c'est comme ça que ma mère hue donc... une nuit sont morts d'ennui. Pour moi la vie de famille était déjà finie sortant de la table de nuit au grand galop je m'enfuis je m'enfuis vers la grande ville où tout brille et tout luit en moto j'arrive à Sabi en Paro
excusez-moi je parle cheval un matin j'arrive à Paris en sabots je demande à voir le lion le roi des animaux je reçois un coup de brancard sur le coin du naseau car il y avait la guerre la guerre qui continuait on me colle des œillères me v'ià mobilisé et comme il y avait la guerre la guerre qui continuait la vie devenait chère les vivres diminuaient et plus ils diminuaient plus les gens me regardaient avec un drôle de regard et les dents qui claquaient ils m'appellaient beefsteak je croyais que c'était de l'anglais hue donc... tous ceux qu'étaient vivants et qui me caressaient attendaient que j'sois mort pour pouvoir me bouffer. Une nuit dans l'écurie une nuit où je dormais j'entends un drôle de bruit une voix que je connais c'était le vieux général le vieux général qui revenait qui revenait comme un revenant avec un vieux commandant et ils croyaient que je dormais et ils parlaient très doucement Assez assez de riz à l'eau nous voulons manger de l'animau y a qu'à lui mettre dans son avoine des aiguilles de phono. Alors mon sang ne fit qu'un tour comme un tour de chevaux de bois
et sortant de l'écurie je m'enfuis dans les bois. Maintenant la guerre est finie et le vieux général est mort est mort dans son lit mort de sa belle mort mais moi je suis vivant et c'est le principal bonsoir bonne nuit bon appétit mon général.
STORIA DEL CAVALLO
Brava gente ascoltate il mio lamento ascoltate la storia della mia vita è un orfano che vi parla che vi racconta i suoi piccoli guai su, vai! Un generale un giorno o meglio una notte un generale ebbe dunque due cavalli uccisi sotto di lui questi due cavalli erano su, vai! come è amara la vita erano il mio povero padre e la mia povera madre che si erano nascosti sotto il letto sotto il letto del generale che che si era nascosto nelle retrovie in una cittadina del Mezzogiorno. Il generale parlava parlava da solo di notte parlava in generale delle sue piccole noie ed è così che mio padre ed è così che mia madre su, vai! una notte sono morti di noia. Per me la vita di famiglia era già finita uscendo dal comodino al gran galoppo me la filo me la filo verso la grande città dove tutto brilla e tutto riluce in moto arrivo a Zarigi in Poccoli
scusatemi parlo cavallo un mattino arrivo a Parigi in zoccoli chiedo di poter vedere un leone il re degli animali mi arriva un colpo di stanga proprio su una frogia poiché c'era la guerra la guerra che continuava mi attaccano i paraocchi eccomi dunque mobilitato e siccome c'era la guerra la guerra che continuava la vita diventava cara diminuivano i viveri e più diminuivano più la gente mi guardava con uno sguardo strano mentre battevano i denti mi chiamavano beefsteak credevo fosse inglese su, vai! tutti quelli che erano vivi e che mi accarezzavano volevano vedermi morto per abbuffarsi di me dritto, vai! Una notte in scuderia una notte che io dormivo mi capita di sentire un rumore strano una voce conosciuta quella del vecchio generale il vecchio generale che tornava con un vecchio comandante e credevano che dormissi e parlavano piano piano Ne abbiamo abbastanza di riso in bianco vogliamo mangiare un po' di carne basterà che gli mettiamo nell'avena qualche puntina di grammofono. Allora il sangue mi fece un tuffo come la corsa di un cavallo di legno
e uscendo dalla stalla me la diedi a gambe nel bosco. La guerra adesso è finita ed è morto il vecchio generale è morto nel suo letto morto della sua bella morte ma io sono ancora vivo ed è ciò che conta buonasera buonanotte buon appetito generale.
LA BELLE SAISON
A jeun perdue glacée Toute seule sans un sou Une fille de seize ans Immobile debout Place de la Concorde A midi le Quinze Août.
LA BELLA STAGIONE
A digiuno sperduta assiderata Tutta sola senza un soldo Ferma in piedi una ragazza Età sedici anni In Place de la Concorde Il quindici agosto a mezzogiorno.
ALICANTE
Une orange sur la table Ta robe sur le tapis Et toi dans mon lit Doux présent du présent Fraîcheur de la nuit Chaleur de ma vie.
ALICANTE
Un'arancia sulla tavola il tuo vestito sul tappeto E nel mio letto tu Dolce presente del presente Freschezza della notte Calore della mia vita.
J'EN AI VU PLUSIEURS...
J'en ai vu un qui s'était assis sur le chapeau d'un autre il était pâle il tremblait il attendait quelque chose... n'importe quoi... la guerre... la fin du monde... il lui était absolument impossible de faire un geste ou de parler et l'autre l'autre qui cherchait "son" chapeau était plus pâle encore et lui aussi tremblait et se répétait sans cesse: mon chapeau... mon chapeau... et il avait envie de pleurer. J'en ai vu un qui lisait les journaux j'en ai vu un qui saluait le drapeau j'en ai vu un qui était habillé de noir il avait une montre une chaîne de montre un porte-monnaie la légion d'honneur et un pince-nez. J'en ai vu un qui tirait son enfant par la main et qui criait... j'en ai vu un avec un chien j'en ai vu un avec une canne à épée j'en ai vu un qui pleurait j'en ai vu un qui entrait dans une église j'en ai vu un autre qui en sortait...
NE HO VISTI PARECCHI...
Ne ho visto uno seduto sul cappello d'un altro era pallido tremava aspettava qualcosa... una cosa qualsiasi... la guerra... la fine del mondo... gli era assolutamente impossibile fare un gesto o parlare e quell'altro quell'altro che cercava il "suo" cappello era ancora più pallido e tremava anche lui e non la smetteva di dire: il mio cappello... il mio cappello... e aveva voglia di mettersi a piangere Ne ho visto uno che leggeva i giornali ne ho visto uno fare il saluto alla bandiera ne ho visto uno con la giacca nera aveva un orologio una catena d'orologio un portamonete la légion d'onore e un pince-nez. Ne ho visto uno trascinare il figlio per mano gridando... ne ho visto uno con un cane ne ho visto uno con un bastone animato ne ho visto uno piangere ne ho visto uno entrare in una chiesa ne ho visto uno uscire dalla chiesa...
POUR TOI MON AMOUR
Je suis allé au marché aux oiseaux Et j'ai acheté des oiseaux Pour toi mon amour Je suis allé au marché aux fleurs Et j'ai acheté des fleurs Pour toi mon amour. Je suis allé au marché à la ferraille Et j'ai acheté des chaînes De lourdes chaînes Pour toi mon amour Et puis je suis allé au marché aux esclaves Et je t'ai cherchée Mais je ne t'ai pas trouvée mon amour.
PER TE AMORE MIO
Sono andato al mercato degli uccelli E ho comprato degli uccelli Per te amore mio Sono andato al mercato dei fiori E ho comprato dei fiori Per te amore mio Sono andato al mercato dei rottami E ho comprato catene Pesanti catene Per te amore mio Poi sono andato al mercato degli schiavi E ti ho cercata Ma senza trovarti amore mio.
PATER NOSTER
Notre Père qui êtes aux cieux Restez-y Et nous nous resterons sur la terre Qui est quelquefois si jolie Avec ses mystères de New York Et puis ses mystères de Paris Qui valent bien celui de la Trinité Avec son petit canal de l'Ourcq Sa grande muraille de Chine Sa rivière de Morlaix Ses bêtises de Cambrai Avec son Océan Pacifique Et ses deux bassins aux Tuileries Avec ses bons enfants et ses mauvais sujets Avec toutes les merveilles du monde Qui sont là Simplement sur la terre Offertes à tout le monde Éparpillées Émerveillées elles-mêmes d'être de telles merveilles Et qui n'osent se l'avouer Comme une jolie fille nue qui n'ose se montrer Avec les épouvantables malheurs du monde Qui sont légion Avec leurs légionnaires Avec leurs tortionnaires Avec les maîtres de ce monde Les maîtres avec leurs prêtres leurs traîtres et leurs reîtres Avec les saisons Avec les années Avec les jolies filles et avec les vieux cons Avec la paille de la misère pourrissant dans l'acier des canons.
PATER NOSTER
Padre nostro che sei nei cieli Restaci pure Quanto a noi resteremo sulla terra Che a volte è così bella Con tutti i suoi misteri di New York Seguiti dai misteri di Parigi Che valgon bene quello della Santa Trinità Con il suo piccolo canale dell'Ourcq E la sua Grande Muraglia della Cina Il suo fiume di Morlaix E le sue caramelle di Cambrai Con il suo Oceano Pacifico E le sue vasche delle Tuileries Con i suoi buoni bambini e i suoi cattivi soggetti Con tutte le meravigliose meraviglie del mondo Che se ne stanno Molto semplicemente sulla terra Offerte a tutti quanti Sparpagliate Meravigliate anch'esse d'essere delle tali meraviglie Tanto che non ardiscono confessarlo a se stesse Come una bella ragazza nuda che di mostrarsi non ha ardire E con tutte le orribili sofferenze del mondo Che son legione Con i loro legionari Con i loro reziari Con i signori e padroni del mondo Ciascun padrone con i suoi predicatori i suoi traditori i suoi predatori Con le stagioni Con gli anni Con le belle ragazze e i poveri coglioni Con la paglia della miseria che marcisce nell'acciaio dei cannoni.
RUE DE SEINE
Rue de Seine dix heures et demie le soir au coin d'une autre rue un homme titube... un homme jeune avec un chapeau un imperméable une femme le secoue... elle le secoue et elle lui parle et il secoue la tête son chapeau est tout de travers et le chapeau de la femme s'apprête à tomber en arrière ils sont très pâles tous les deux l'homme certainement a envie de partir... de disparaître... de mourirmais la femme a une furieuse envie de vivre et sa voix sa voix qui chuchote on ne peut pas ne pas l'entendre c'est une plainteun ordre... un cri... tellement avide cette voix... et triste et vivante... un nouveau-né malade qui grelotte sur une tombe dans un cimetière l'hiver... le cri d'un être les doigts pris dans la portière... une chanson une phrase toujours la même une phrase
répétée... sans arrêt sans réponse— l'homme la regarde ses yeux tournent il fait des gestes avec les bras comme un noyé et la phrase revient rue de Seine au coin d'une autre rue la femme continue sans se lasser... continue sa question inquiète plaie impossible à panser Pierre dis-moi la vérité Pierre dis-moi la vérité je veux tout savoir dis-moi la vérité... le chapeau de la femme tombe Pierre je veux tout savoir dis-moi la véritéquestion stupide et grandiose Pierre ne sait que répondre il est perdu celui qui s'appelle Pierre... il a un sourire que peut-être il voudrait tendre et répète Voyons calme-toi tu es folle mais il ne croit pas si bien dire mais il ne voit pas il ne peut pas voir comment sa bouche d'homme est tordue par son sourire... il étouffe le monde se couche sur lui et l'étouffé il est prisonnier coincé par ses promesses... on lui demande des comptes... en face de lui... une machine à compter une machine à écrire des lettres d'amour une machine à souffrir le saisit— s'accroche à luiPierre dis-moi la vérité.
RUE DE SEINE
Rue de Seine: le dieci e mezza di sera là, sull'angolo, c'è un uomo che barcolla... è un giovane ha un cappello un impermeabile una donna lo scuote... lo scuote gli parla lui scuote la testa con quel cappello tutto storto mentre il cappello di lei sta per cadere indietro... certo sono ben pallidi tutti e due e l'uomo ha una gran voglia di scappare di sparire nel nulla... morire... ma la donna ha una furiosa voglia di vivere e la sua voce voce che bisbiglia non si può fare a meno di sentirla è un lamento... un ordine... un grido... talmente avida quella voce... è triste, viva... un neonato malato che batte i denti su una tomba in un cimitero, d'inverno... un uomo le dita schiacciate nella portiera e grida... una canzone una frase sempre la stessa una frase
ripetuta senza sosta senza risposta... lui l'osserva e i suoi occhi girano, ruotano, fa certi gesti con le braccia, annaspa come un affogato e quella frase torna rue de Seine: all'angolo la donna continua instancabile... continua a domandare inquieta una ferita che non guarisce Pierre dimmi la verità Pierre dimmi la verità voglio sapere... sapere tutto dimmi la verità le cade il cappello... Pierre voglio sapere tutto dimmi la verità domanda stupida e grandiosa Pierre non sa cosa rispondere è perduto l'uomo il cui nome è Pierre ha sulle labbra un sorriso che vorrebbe tenero e ripete... Insomma calmati... sei pazza ma non sa quanto è vero non vede, non s'accorge che un sorriso storpia la sua bocca soffoca il mondo intero gli si adagia sopra lo soffoca è prigioniero intrappolato dalle sue promesse... e gli si chiedono i conti... lì davanti in faccia... una calcolatrice o una macchina per scrivere lettere d'amore una macchina per soffrire lo afferra si aggrappa a lui Pierre dimmi la verità.
LE RETOUR AU PAYS
C'est un Breton qui revient au pays natal Après avoir fait plusieurs mauvais coups Il se promène devant les fabriques à Douarnenez Il ne reconnaît personne Personne ne le reconnaît Il est très triste. Il entre dans une crêperie pour manger des crêpes Mais il ne peut pas en manger Il a quelque chose qui les empêche de passer Il paye Il sort Il allume une cigarette Mais il ne peut pas la fumer. Il y a quelque chose Quelque chose dans sa tête Quelque chose de mauvais Il est de plus en plus triste Et soudain il se met à se souvenir: Quelqu'un lui a dit quand il était petit « Tu finiras sur l'échafaud » Et pendant des années Il n'a jamais osé rien faire Pas même traverser la rue Pas même partir sur la mer Rien absolument rien. Il se souvient. Celui qui avait tout prédit c'est l'oncle Grésillard L'oncle Grésillard qui portait malheur à tout le monde La vache! Et le Breton pense à sa sœur Qui travaille à Vaugirard
A son frère mort à la guerre Pense à toutes les choses qu'il a vues Toutes les choses qu'il a faites. La tristesse se serre contre lui Il essaie une nouvelle fois D'allumer une cigarette Mais il n'a pas envie de fumer Alors il décide d'aller voir l'oncle Grésillard. Il y va Il ouvre la porte L'oncle ne le reconnaît pas Mais lui le reconnaît Et il lui dit: « Bonjour oncle Grésillard » Et puis il lui tord le cou. Et il finit sur l'échafaud à Quimper. Après avoir mangé deux douzaines de crêpes Et fumé une cigarette.
IL RITORNO AL PAESE
È un Bretone che torna al paese natale Dopo che ne ha fatte di tutti i colori Va su e giù davanti alle fabbriche a Douarnenez E non riconosce nessuno Nessuno riconosce lui È molto triste Entra in una crêperie e ordina delle crêpes Ma non ce la fa a mangiarle Qualcosa gli impedisce di mandarle giù Paga Se ne va Accende una sigaretta Ma non ce la fa a fumarla C'è qualcosa Qualcosa nella sua testa Qualcosa che non va È triste, sempre più triste E di colpo gli torna in mente Di qualcuno che aveva detto da bambino « Finirai sulla forca » E in tanti anni Non ha avuto il coraggio Di far niente Nemmeno attraversare la strada Prendere il mare e andarsene Niente, niente del tutto Si ricorda... lo zio Grésillard Ê lui quello che aveva predetto tutto Lo zio Grésillard il grande iettatore Quel porco! Il bretone pensa a sua sorella Che lavora a Vaugirard
A suo fratello morto in guerra A tutto quello che ha visto Che ha fatto La tristezza si accanisce, lo opprime Prova ancora ad accendere una sigaretta Ma non ha voglia di fumare Così decide per lo zio Grésillard: Lo andrà a trovare Ci va Apre la porta Lo zio non lo riconosce Ma lui lo riconosce Lo saluta: Buongiorno Zio Grésillard E poi gli tira il collo. E finisce sulla forca a Quimper Dopo aver mangiato due dozzine di crêpes, Fumato una sigaretta.
FAMILIALE
La mère fait du tricot Le fils fait la guerre Elle trouve ça tout naturel la mère Et le père qu'est-ce qu'il fait le père? Il fait des affaires Sa femme fait du tricot Son fils la guerre Lui des affaires Il trouve ça tout naturel le père Et le fils et le fils Qu'est-ce qu'il trouve le fils? Il ne trouve rien absolument rien le fils Le fils sa mère fait du tricot son père des affaires lui la guerre Quand il aura fini la guerre Il fera des affaires avec son père La guerre continue la mère continue elle tricote Le père continue il fait des affaires Le fils est tué il ne continue plus Le père et la mère vont au cimetière Ils trouvent ça tout naturel le père et la mère La vie continue la vie avec le tricot la guerre les affaires Les affaires la guerre le tricot la guerre Les affaires les affaires et les affaires La vie avec le cimetière.
IN FAMIGLIA
La madre fa la maglia Il figlio fa la guerra Lei la madre lo trova del tutto naturale E il padre invece il padre cosa fa? Lui fa gli affari Sua moglie fa la maglia Suo figlio fa la guerra Lui il padre fa gli affari E lo trova del tutto naturale E il figlio Il figlio lui cosa ne pensa? Niente non pensa proprio niente il figlio La madre fa la maglia il padre fa gli affari lui fa la guerra Quando l'avrà finita Farà gli affari con suo padre La guerra continua la madre continua con la maglia Il padre continua con gli affari Il figlio muore ammazzato e non continua La madre e il padre vanno al cimitero Trovano questo del tutto naturale padre e madre La vita continua con la sua maglia la sua guerra i suoi affari Affari e guerra maglia e guerra Affari affari affari La vita continua con il suo cimitero.
L'EFFORT HUMAIN
L'effort humain n'est pas ce beau jeune homme souriant debout sur sa jambe de plâtre ou de pierre et donnant grâce aux puérils artifices du statuaire l'imbécile illusion de la joie de la danse et de la jubilation évoquant avec l'autre jambe en l'air la douceur du retour à la maison Non l'effort humain ne porte pas un petit enfant sur l'épaule droite un autre sur la tête et un troisième sur l'épaule gauche avec les outils en bandoulière et la jeune femme heureuse accrochée à son bras L'effort humain porte un bandage herniaire et les cicatrices des combats livrés par la classe ouvrière contre un monde absurde et sans lois L'effort humain n'a pas de vraie maison il sent l'odeur de son travail et il est touché aux poumons son salaire est maigre ses enfants aussi il travaille comme un nègre et le nègre travaille comme lui L'effort humain n'a pas de savoir-vivre l'effort humain n'a pas l'âge de raison l'effort humain a l'âge des casernes l'âge des bagnes et des prisons l'âge des églises et des usines
l'âge des canons et lui qui a planté partout toutes les vignes et accordé tous les violons il se nourrit de mauvais rêves et il se saoule avec le mauvais vin de la résignation et comme un grand écureuil ivre sans arrêt il tourne en rond dans un univers hostile poussiéreux et bas de plafond et il forge sans cesse la chaîne la terrifiante chaîne où tout s'enchaîne la misère le profit le travail la tuerie la tristesse le malheur l'insomnie et l'ennui la terrifiante chaîne d'or de charbon de fer et d'acier de mâchefer et de poussier passée autour du cou d'un monde désemparé la misérable chaîne où viennent s'accrocher les breloques divines les reliques sacrées les croix d'honneur les croix gammées les ouistitis porte-bonheur les médailles des vieux serviteurs les colifichets du malheur et la grande pièce de musée le grand portrait équestre le grand portrait en pied le grand portrait de face de profil à cloche-pied le grand portrait doré le grand portrait du grand divinateur le grand portrait du grand empereur le grand portrait du grand penseur du grand sauteur du grand moralisateur du cligne et triste farceur la tête du grand emmerdeur la tête de l'agressif pacificateur la tête policière du grand libérateur la tête d'Adolf Hitler la tête de monsieur Thiers
la tête du dictateur la tête du fusilleur de n'importe quel pays de n'importe quelle couleur la tête odieuse la tête malheureuse la tête à claques la tête à massacre la tête de la peur.
LO SFORZO UMANO
Lo sforzo umano non è un bel giovanotto sorridente dritto sulla sua gamba di gesso o di sasso e che offre grazie ai puerili artifici dell'artista la stupida illusione della gioia della danza e del giubilo evocante con l'altra gamba in aria la dolcezza del ritornare a casa No lo sforzo umano non ha un bambino sulla spalla destra un secondo sul capo e un terzo sulla spalla sinistra con a tracolla i suoi arnesi e la giovane moglie contenta aggrappata al braccio Lo sforzo umano ha un cinto erniario le cicatrici delle lotte operaie contro un mondo assurdo e senza leggi Lo sforzo umano non ha una vera casa ha addosso l'odore del suo lavoro i polmoni sono guasti il suo salario è magro come i suoi bambini lavora come un negro e il negro lavora come lui Lo sforzo umano è maleducato lo sforzo umano non ha l'età della ragione lo sforzo umano ha l'età delle caserme dei lavori forzati e delle galere l'età delle chiese e delle officine
e quella dei cannoni e lui che tutte le vigne ha piantato dappertutto e accordato tutti i violini si nutre di brutti sogni si ubriaca del cattivo vino della rassegnazione e come un grosso scoiattolo sbronzo senza sosta va avanti e indietro dentro un universo ostile polveroso, basso di soffitto e forgia senza tregua la catena la terrificante catena che tutto incatena la miseria il profitto il lavoro il massacro la tristezza la sfortuna l'insonnia la noia la terrificante catena d'oro di carbone di ferro d'acciaio di scorie e polvere di carbone fatta passare attorno ai collo di un mondo sperduto disorientato la miserabile catena alla quale si aggrappano i ciondoli divini le sacre reliquie le croci al merito, le croci uncinate gli uistitì porta fortuna le medaglie dei vecchi servitori i gingilli del malocchio e il gran puzzo del museo il gran ritratto equestre il gran ritratto a figura intera il gran ritratto di faccia di profilo su un solo piede il gran ritratto dorato il gran ritratto del grande indovino il gran ritratto del grande imperatore il gran ritratto del grande pensatore del grande saltatore del grande moralizzatore del degno e triste mattacchione la testa del grande rompiballe la testa dell'aggressivo pacificatore la testa poliziotta del gran liberatore la testa di Adolf Hitler la testa di Thiers
la testa del dittatore la testa del fucilatore di un paese qualunque di un colore qualunque la testa odiosa la testa disgraziata la testa di rapa la testa del massacro la testa della paura.
CET AMOUR
Cet amour Si violent Si fragile Si tendre Si désespéré Cet amour Beau comme le jour Et mauvais comme le temps Quand le temps est mauvais Cet amour si vrai Cet amour si beau Si heureux Si joyeux Et si dérisoire Tremblant de peur comme un enfant dans le noir Et si sûr de lui Comme un homme tranquille au milieu de la nuit Cet amour qui faisait peur aux autres Qui les faisait parler Qui les faisait blêmir Cet amour guetté Parce que nous les guettions Traqué blessé piétiné achevé nié oublié Parce que nous l'avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié Cet amour tout entier Si vivant encore Et tout ensoleillé C'est le tien C'est le mien Celui qui a été Cette chose toujours nouvelle
Et qui n'a pas changé Aussi vraie qu'une plante Aussi tremblante qu'un oiseau Aussi chaude aussi vivante que l'été Nous pouvons tous les deux Aller et revenir Nous pouvons oublier Et puis nous rendormir Nous réveiller souffrir vieillir Nous endormir encore Rêver à la mort Nous éveiller sourire et rire Et rajeunir Notre amour reste là Têtu comme une bourrique Vivant comme le désir Cruel comme la mémoire Bête comme les regrets Tendre comme le souvenir Froid comme le marbre Beau comme le jour Fragile comme un enfant Il nous regarde en souriant Et il nous parle sans rien dire Et moi je l'écoute en tremblant Et je crie Je crie pour toi Je crie pour moi Je te supplie Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s'aiment Et qui se sont aimés Oui je lui crie Pour toi pour moi et pour tous les autres Que je ne connais pas Reste là Là où tu es Là où tu étais autrefois Reste là Ne bouge pas Ne t'en va pas Nous qui sommes aimés Nous t'avons oublié
Toi ne nous oublie pas Nous n'avions que toi sur la terre Ne nous laisse pas devenir froids Beaucoup plus loin toujours Et n'importe où Donne-nous signe de vie Beaucoup plus tard au coin d'un bois Dans la forêt de la mémoire Surgis soudain Tends-nous la main Et sauve-nous.
QUESTO AMORE
Questo amore Così violento Così fragile Così tenero Così disperato Questo amore Bello come il giorno Cattivo come il tempo Quando il tempo è cattivo Questo amore così vero Questo amore così bello Così felice Così gioioso Così irrisorio Tremante di paura come un bambino quando è buio Così sicuro di sé Come un uomo tranquillo nel cuore della notte Questo amore che faceva paura Agli altri E li faceva parlare e impallidire Questo amore tenuto d'occhio Perché noi lo tenevamo d'occhio Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato Questo amore tutt'intero Così vivo ancora E baciato dal sole È il tuo amore È il mio amore E quel che è stato Questa cosa sempre nuova
Che non è mai cambiata Vera come una pianta Tremante come un uccello Calda viva come l'estate Sia tu che io possiamo Andare e tornare possiamo Dimenticare E poi riaddormentarci Svegliarci soffrire invecchiare Addormentarci ancora Sognarci della morte Ringiovanire E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove Testardo come un mulo Vivo come il desiderio Crudele come la memoria Stupido come i rimpianti Tenero come il ricordo Saldo come il marmo Bello come il giorno Fragile come un bambino Ci guarda sorridendo Ci parla senza dire E io l'ascolto tremando E grido Grido per te Grido per me Ti supplico Per te per me per tutti quelli che si E che si sono amati Oh sì gli grido Per te per me per tutti gli altri Che non conosco Resta dove sei Non andartene via Resta dov'eri un tempo Resta dove sei Non muoverti Non te ne andare Noi che siamo amati noi t'abbiamo Dimenticato
Tu non dimenticarci Non avevamo che te sulla terra Non lasciarci morire assiderati Lontano sempre più lontano Dove tu vuoi Dacci un segno di vita Più tardi, più tardi, di notte Nella foresta del ricordo Sorgi improvvisa Tendici la mano Portaci in salvo.
L'ORGUE DE BARBARIE
Moi je joue du piano disait l'un moi je joue du violon disait l'autre moi de la harpe moi du banjo moi du violoncelle moi du biniou... moi de la flûte et moi de la crécelle. Et les uns et les autres parlaient parlaient parlaient de ce qu'ils jouaient. On n'entendait pas la musique tout le monde parlait parlait parlait personne ne jouait mais dans un coin un homme se taisait: « Et de quel instrument jouez-vous Monsieur qui vous taisez et qui ne dites rien? » lui demandèrent les musiciens. « Moi je joue de l'orgue de Barbarie et je joue du couteau aussi » dit l'homme qui jusqu'ici n'avait absolument rien dit et puis il s'avança le couteau à la main et il tua tous les musiciens et il joua de l'orgue de Barbarie et sa musique était si vraie et si vivante et si jolie que la petite fille du maître de la maison sortit de dessous le piano où elle était couchée endormie par ennui et elle dit: « Moi je jouais au cerceau
à la balle au chasseur je jouais à la marelle je jouais avec un seau je jouais avec une pelle je jouais au papa et à la maman je jouais à chat perché je jouais avec mes poupées je jouais avec une ombrelle je jouais avec mon petit frère avec ma petite sœur je jouais au gendarme et au voleur mais c'est fini fini fini je veux jouer à l'assassin je veux jouer de l'orgue de Barbarie. » Et l'homme prit la petite fille par la main et ils s'en allèrent dans les villes dans les maisons dans les jardins et puis ils tuèrent le plus de monde possible après quoi ils se marièrent et ils eurent beaucoup d'enfants. Mais l'aîné apprit le piano le second le violon le troisième la harpe le quatrième la crécelle le cinquième le violoncelle et puis ils se mirent à parler parler parler parler parler on n'entendit plus la musique et tout fut à recommencer!
L'ORGANO DI BARBERIA
Io suono il piano uno diceva E io il violino l'altro diceva Io l'arpa io il banjo io il violoncello io flauto... io cornamusa... io raganella... Gli uni e gli altri parlavano parlavano parlavano di quello che suonavano. Non si sentiva musica tutti quanti parlavano parlavano parlavano più nessuno suonava ma in un angolo un uomo stava zitto: « E voi mio signore che strumento suonate voi che state lì zitto e non parlate? » « Io suono l'organo di Barberia e me la cavo anche col coltello » disse l'uomo che fino a quel momento non aveva fiatato e poi si fece avanti con il coltello in mano e ammazzò tutti i musicanti e suonò l'organo di Barberia e così vera musica era la sua e così viva e bella che la bambinetta del padrone di casa uscì da sotto il piano dove per noia giaceva addormentata e disse: « Io giocavo col cerchio
a palla prigioniera giocavo al mondo giocavo col secchiello e la paletta giocavo ai genitori giocavo a nascondino giocavo con la bambola giocavo con l'ombrello con il mio fratellino con la mia sorellina giocavo a guardia e ladro ma adesso basta adesso basta adesso voglio giocare all'assassino adesso voglio suonare l'organo di Barberia. » E l'uomo prese per mano la bambina e andarono per case per città per giardini ammazzando tutta la gente che potevano ammazzare dopo di che si sposarono e fecero tanti bambini senonché il primo studiò piano il secondo violino il terzo arpa il quarto raganella il quinto violoncello e poi cominciarono a parlare a parlare la musica non si sentiva più e tutto quanto andò a ricominciare!
PAGE D'ÉCRITURE
Deux et deux quatre quatre et quatre huit huit et huit font seize... Répétez! dit le maître Deux et deux quatre quatre et quatre huit huit et huit font seize. Mais voilà l'oiseau-lyre qui passe dans le ciel l'enfant le voit l'enfant l'entend l'enfant l'appelle: Sauve-moi joue avec moi oiseau! Alors l'oiseau descend et joue avec l'enfant Deux et deux quatre... Répétez! dit le maître et l'enfant joue l'oiseau joue avec lui... Quatre et quatre huit huit et huit font seize et seize et seize qu'est-ce qu'ils font? Ils ne font rien seize et seize et surtout pas trente-deux de toute façon et ils s'en vont. Et l'enfant a caché l'oiseau dans son pupitre et tous les enfants entendent sa chanson
et tous les enfants entendent la musique et huit et huit à leur tour s'en vont et quatre et quatre et deux et deux à leur tour fichent le camp et un et un ne font ni une ni deux un à un s'en vont également. Et l'oiseau-lyre joue et l'enfant chante et le professeur crie: Quand vous aurez fini de faire le pitre! Mais tous les autres enfants écoutent la musique et les murs de la classe s'écroulent tranquillement. Et les vitres redeviennent sable l'encre redevient eau les pupitres redeviennent arbres la craie redevient falaise le porte-plume redevient oiseau.
ESERCIZIO DI SCRITTURA
Due più due quattro quattro più quattro otto otto più otto sedici... Ripetete! dice il maestro Due più due quattro quattro più quattro otto otto più otto sedici. Ma ecco che nel cielo passa l'uccello-lira il bambino lo vede il bambino lo sente il bambino lo chiama: Aiuto, vieni a giocare con me uccello! E l'uccello viene giù e gioca col bambino Due più due quattro... Ripetete! Dice il maestro e il bambino gioca e gioca l'uccello con lui.. Quattro più quattro otto otto più otto sedici e sedici più sedici che fa? Non fa un bel niente sedici più sedici soprattutto non fa in nessun caso trentadue e così pianta tutto e se ne va. E il bambino ha nascosto l'uccello nel suo banco e tutti i bambini l'ascoltano cantare
e tutti i bambini ascoltano la musica e otto più otto se ne va anche lui e quattro più quattro e due più due se ne vanno anche loro e uno più uno non ci mette né uno né due e a sua volta sparisce E l'uccello-lira suona e il bambino canta e il professore grida: Quando la smetterai di fare il pagliaccio! Ma tutti gli altri bambini ascoltano la musica e i muri della classe crollano buoni buoni. E i vetri ridiventano sabbia l'inchiostro ridiventa acqua i banchi ridiventano alberi il gesso ridiventa falesia il portapenna ridiventa uccello.
DÉJEUNER DU MATIN
Il a mis le café Dans la tasse Il a mis le lait Dans la tasse de café Il a mis le sucre Dans le café au lait Avec la petite cuiller Il a tourné Il a bu le café au lait Et il a reposé la tasse Sans me parler Il a allumé Une cigarette Il a fait des ronds Avec la fumée Il a mis les cendres Dans le cendrier Sans me parler Sans me regarder Il s'est levé Il a mis Son chapeau sur sa tête Il a mis Son manteau de pluie Parce qu'il pleuvait Et il est parti Sous la pluie Sans une parole Sans me regarder Et moi j'ai pris Ma tête dans ma main Et j'ai pleuré.
PRIMA COLAZIONE
Lui ha messo Il caffè nella tazza Lui ha messo Il latte nel caffè Lui ha messo Lo zucchero nel caffelatte Ha girato Il cucchiaino Ha bevuto il caffelatte Ha posato la tazza Senza parlarmi S'è acceso Una sigaretta Ha fatto Dei cerchi di fumo Ha messo la cenere Nel portacenere Senza parlarmi Senza guardarmi S'è alzato S'è messo Sulla testa il cappello S'è messo L'impermeabile Perché pioveva E se n'è andato Sotto la pioggia Senza parlare Senza guardarmi E io mi son presa La testa fra le mani E ho pianto.
LE DESESPOIR EST ASSIS SUR UN BANC
Dans un square sur un banc Il y a un homme qui vous appelle quand on passe Il a des binocles un vieux costume gris Il fume un petit ninas il est assis Et il vous appelle quand on passe Ou simplement il vous fait signe Il ne faut pas le regarder Il ne faut pas l'écouter Il faut passer Faire comme si on ne le voyait pas Comme si on ne l'entendait pas Il faut passer presser le pas Si vous le regardez Si vous l'écoutez Il vous fait signe et rien personne Ne peut vous empêcher d'aller vous asseoir près de lui Alors il vous regarde et sourit Et vous souffrez atrocement Et l'homme continue de sourire Et vous souriez du même sourire Exactement Plus vous souriez plus vous souffrez Atrocement Plus vous souffrez plus vous souriez Irrémédiablement Et vous restez là Assis figé Souriant sur le banc Des enfants jouent tout près de vous Des passants passent Tranquillement Des oiseaux s'envolent
Quittant un arbre Pour un autre Et vous restez là Sur le banc Et vous savez vous savez Que jamais plus vous ne jouerez Comme ces enfants Vous savez que jamais plus vous ne passerez Tranquillement Comme ces passants Que jamais plus vous ne vous envolerez Quittant un arbre pour un autre Comme ces oiseaux.
LA DISPERAZIONE È SEDUTA SU UNA PANCHINA
In un giardinetto su una panchina C'è un tale che vi chiama se passate Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio Fuma un piccolo sigaro è seduto E vi chiama se passate O più timidamente vi fa un cenno Non bisogna guardarlo Non bisogna ascoltarlo Ma tirar dritto Fingere di non vederlo Fingere di non averlo neppure sentito Passare via frettolosi Perché se lo guardate O se gli date retta Vi fa un suo cenno e niente nessuno Vi può impedire di sedergli accanto Allora vi guarda in faccia vi sorride Facendovi soffrire atrocemente E lui continua il suo sorriso E voi stessi sorridete esattamente Di quel sorriso Più sorridete e più soffrite Atrocemente E più soffrite più sorridete Irrimediabilmente Restando fìssi là Come congelati Sorridendo sulla panchina Bambini giocano a due passi da voi Passanti passano Tranquillamente Uccelli volano
Volano via da un albero Si posano su un altro E voi restate là Sulla panchina E già sapete bene Che non potrete più Giocare come quei bambini Sapete che non potrete più Passare come quei passanti Tranquillamente Né che mai più potrete volar via Lasciando un albero per l'altro Come quegli uccelli.
CHANSON DE L'OISELEUR
L'oiseau qui vole si doucement L'oiseau rouge et tiède comme le sang L'oiseau si tendre l'oiseau moqueur L'oiseau qui soudain prend peui L'oiseau qui soudain se cogne L'oiseau qui voudrait s'enfuir L'oiseau seul et affolé L'oiseau qui voudrait vivre L'oiseau qui voudrait chanter L'oiseau qui voudrait crier L'oiseau rouge et tiède comme le sang L'oiseau qui vole si doucement C'est ton cœur jolie enfant Ton cœur qui bat de l'aile si tristement Contre ton sein si dur si blanc.
CANZONE DELL'UCCELLATORE
L'uccello che vola così dolcemente L'uccello rosso e tiepido come il sangue L'uccello tenero l'uccello canzonatore L'uccello che d'un tratto s'impaurisce L'uccello che d'un tratto sbatte in L'uccello che vorrebbe nascondersi L'uccello solo e sconvolto L'uccello che vorrebbe vivere L'uccello che vorrebbe cantare L'uccello che vorrebbe gridare L'uccello rosso e tiepido come il sangue L'uccello che vola così dolcemente È il tuo cuore grazioso fanciullo Il tuo cuore che batte così triste le sue ali Contro il tuo petto così duro e bianco.
POUR FAIRE LE PORTRAIT D'UN OISEAU
a Eisa Henriquez
Peindre d'abord une cage avec une porte ouverte peindre ensuite quelque chose de joli quelque chose de simple quelque chose de beau quelque chose d'utile pour l'oiseau placer ensuite la toile contre un arbre dans un jardin dans un bois ou dans une forêt se cacher derrière l'arbre sans rien dire sans bouger... Parfois l'oiseau arrive vite mais il peut aussi bien mettre de longues années avant de se décider Ne pas se décourager attendre attendre s'il le faut pendant des années la vitesse ou la lenteur de l'arrivée de l'oiseau n'ayant aucun rapport avec la réussite du tableau Quand l'oiseau arrive s'il arrive observer le plus profond silence attendre que l'oiseau entre dans la cage et quand il est entré fermer doucement la porte avec le pinceau puis effacer un à un tous les barreaux
en ayant soin de ne toucher aucune des plumes de l'oiseau Faire ensuite le portrait de l'arbre en choisissant la plus belle de ses branches pour l'oiseau peindre aussi le vert feuillage et la fraîcheur du vent la poussière du soleil et le bruit des bêtes de l'herbe dans la chaleur de l'été et puis attendre que l'oiseau se décide à chanter Si l'oiseau ne chante pas c'est mauvais signe signe que le tableau est mauvais mais s'il chante c'est bon signe signe que vous pouvez signer Alors vous arrachez tout doucement une des plumes de l'oiseau et vous écrivez votre nom dans un coin du tableau.
PER FARE IL RITRATTO DI UN UCCELLO
a Elsa Henriquez
Per prima cosa dipingere una gabbia che abbia la porta aperta quindi dipingere qualcosa di grazioso qualcosa che sia semplice qualcosa che sia bello qualcosa d'utile per l'uccello mettere poi la tela contro un albero in un giardino in un bosco o in una foresta nascondersi dietro quell'albero senza dir niente e senza muoversi... Talvolta l'uccello arriva svelto ma può anche metterci anni e anni prima che si decida Non scoraggiarsi aspettare aspettare se occorre anche per anni la rapidità o la lentezza d'arrivo dell'uccello non ha nulla a che fare con la riuscita del quadro Quando l'uccello arriva se arriva osservare il silenzio più assoluto aspettare che l'uccello entri nella gabbia e quando l'avrà fatto richiudere dolcemente la porta col pennello e poi cancellare una per una tutte le sbarre
avendo cura di non toccare le piume dell'uccello Fare a questo punto il ritratto dell'albero scegliendo il suo ramo più bello per l'uccello dipingere allora il fogliame verde e la freschezza del vento il pulviscolo del sole il rumore degli insetti nascosti nell'erba nella calura estiva poi aspettare che l'uccello abbia voglia di mettersi a cantare Ma se non canta è un gran brutto segno è segno che il quadro è venuto male ma se canta è invece buon segno segno che il lavoro va firmato E qui voi strapperete con gran dolcezza a quell'uccello una sua piuma e scriverete il vostro nome in un angolo del quadro.
SABLES MOUVANTS
Démons et merveilles Vents et marées Au loin déjà la mer s'est retirée Et toi Comme une algue doucement caressée par le vent Dans les sables du lit tu remues en rêvant Démons et merveilles Vents et marées Au loin déjà la mer s'est retirée Mais dans tes yeux entr'ouverts Deux petites vagues sont restées Démons et merveilles Vents et marées Deux petites vagues pour me noyer.
SABBIE MOBILI
Demoni e meraviglie Venti e maree Lontano di già si è ritirato il mare E tu Come alga dolcemente accarezzata dal vento Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando Demoni e meraviglie Venti e maree Lontano di già si è ritirato il mare Ma nei tuoi occhi socchiusi Due piccole onde son rimaste Demoni e meraviglie Venti e maree Due piccole onde per annegarmi.
LE DROIT CHEMIN
A chaque kilomètre chaque année des vieillards au front borné indiquent aux enfants la route d'un geste de ciment armé.
LA RETTA VIA
Tutti i chilometri tutti gli anni c'è qualche vecchio con la fronte esigua che mostra ai ragazzi la strada alzando il braccio di cemento armato.
LE GRAND HOMME
Chez un tailleur de pierre où je l'ai rencontré il faisait prendre ses mesures pour la postérité.
IL GRAND'UOMO
Da un sarto marmista dove un giorno l'ho visto lui si faceva prendere le misure per la posterità.
LA BROUETTE OU LES GRANDES INVENTIONS
Le paon fait la roue le hasard fait le reste Dieu s'assoit dedans et l'hommes le pousse
LA CARRIOLA O LE GRANDI INVENZIONI
Fa la ruota il pavone ed il caso fa il resto Dio si siede dentro e l'uomo lo spinge.
LES BELLES FAMILLES
Louis I Louis II Louis III Louis IV Louis V Louis VI Louis VII Louis VIII Louis IX Louis X (dit le Hutin) Louis XI Louis XII Louis XIII Louis XIV Louis XV Louis XVI Louis XVIII et plus personne plus rien... Qu'est-ce que c'est que ces gens-là qui ne sont pas foutus de compter jusqu'à vingt?
LE BELLE FAMIGLIE
Luigi I Luigi II Luigi III Luigi IV Luigi V Luigi VI Luigi VII Luigi VIII Luigi IX Luigi X (detto l'Attaccabrighe) Luigi XI Luigi XII Luigi XIII Luigi XIV Luigi XV Luigi XVI Luigi XVIII e più nessuno più niente... Ma che gente è mai questa che non ce l'ha fatta a contare fino a venti?
QUARTIER LIBRE
J'ai mis mon képi dans la cage et je suis sorti avec l'oiseau sur la tête Alors on ne salue plus a demandé le commandant Non on ne salue plus a répondu l'oiseau Ah bon excusez-moi je croyais qu'on saluait a dit le commandant Vous êtes tout excusé tout le monde peut se tromper a dit l'oiseau.
LIBERA USCITA
Ho messo il képi nella gabbia e sono uscito con l'uccello sulla testa E allora non si saluta più ha chiesto il comandante No non si saluta più ha risposto l'uccello Ah bene chiedo scusa credevo usasse salutare ha detto il comandante Siete scusato scusatissimo chiunque può sbagliarsi ha concluso l'uccello.
CHANSON
Quel j'our sommes-nous Nous sommes tous les jours Mon amie Nous sommes toute la vie Mon amour Nous nous aimons et nous vivons Nous vivons et nous nous aimons Et nous ne savons pas ce que c'est que la vie Et nous ne savons pas ce que c'est que le jour Et nous ne savons pas ce que c'est que l'amour.
CANZONE
Che giorno è Ê tutti i giorni Amica mia È tutta la vita Amore mio Noi ci amiamo noi viviamo Noi viviamo noi ci amiamo E non sappiamo cosa sia la vita Cosa sia il giorno E non sappiamo cosa sia l'amore.
COMPOSITION FRANÇAISE
Tout jeune Napoléon était très maigre et officier d'artillerie plus tard il devint empereur alors il prit du ventre et beaucoup de pays et le jour où il mourut il avait encore du ventre mais il était devenu plus petit.
COMPOSIZIONE FRANCESE
Giovanissimo Napoleone era assai magro e ufficiale d'artiglieria divenne più tardi imperatore mise su pancia e conquistò nazioni e il giorno che morì aveva ancora una bella pancia ma era diventato più piccolo.
L'ÉCLIPSÉ
Louis XIV qu'on appelait aussi le Roi Soleil était souvent assis sur une chaise percée vers la fin de son règne une nuit où il faisait très sombre le Roi Soleil se leva de son lit alla s'asseoir sur sa chaise et disparut.
L'ECLISSE
Luigi XIV che è anche conosciuto come Re Sole era spesso seduto sulla sua seggetta verso la fine del suo regno una notte davvero buia il Re Sole si alzò dal letto prese posto su quella sedia e sparì.
PREMIER JOUR
Des draps blancs dans une armoire Des draps rouges dans un lit Un enfant dans sa mère Sa mère dans les douleurs Le père dans le couloir Le couloir dans la maison La maison dans la ville La ville dans la nuit La mort dans un cri Et l'enfant dans la vie.
PRIMO GIORNO
Lenzuola bianche in un armadio Lenzuola rosse in un letto Un figlio in una madre La madre nei dolori Il padre davanti alla stanza La stanza nella casa La casa nella città La città nella notte La morte in un grido E il figlio nella vita.
LE MESSAGE
La porte que quelqu'un a ouverte La porte que quelqu'un a refermée La chaise où quelqu'un s'est assis Le chat que quelqu'un a caressé Le fruit que quelqu'un a mordu La lettre que quelqu'un a lue La chaise que quelqu'un a renversée La porte que quelqu'un a ouverte La - route où quelqu'un court encore Le bois que quelqu'un traverse La rivière où quelqu'un se jette L'hôpital où quelqu'un est mort.
IL MESSAGGIO
La porta che uno ha aperto La porta che uno ha richiuso La sedia su cui uno s'è seduto Il gatto che uno ha accarezzato Il frutto che uno ha morso La lettera che uno ha letto La sedia che uno ha rovesciato La porta che uno ha aperto La strada dove uno sta correndo Il bosco che uno attraversa Il fiume dove uno si butta L'ospedale dove uno è morto.
CHEZ LA FLEURISTE
Un homme entre chez une fleuriste et choisit des fleurs la fleuriste enveloppe les fleurs l'homme met la main à sa poche pour chercher l'argent l'argent pour payer les fleurs mais il met en même temps subitement la main sur son cœur et il tombe En même temps qu'il tombe l'argent roule à terre et puis les fleurs tombent en même temps que l'homme en même temps que l'argent et la fleuriste reste là avec l'argent qui roule avec les fleurs qui s'abîment avec l'homme qui meurt évidemment tout cela est très triste et il faut qu'elle fasse quelque chose la fleuriste mais elle ne sait pas comment s'y prendre elle ne sait pas par quel bout commencer Il y a tant de choses à faire avec cet homme qui meurt ces fleurs qui s'abîment et cet argent cet argent qui roule qui n'arrête pas de rouler.
DALLA FIORAIA
Un uomo entra in un negozio di fiori e sceglie dei fiori la fioraia avvolge i fiori l'uomo mette la mano nella tasca per cercare il denaro cerca denaro per pagare i fiori ma intanto all'improvviso porta la mano al cuore e cade E mentre sta cadendo rotola a terra il denaro e mentre l'uomo cade mentre il denaro cade cadono i fiori e la fioraia è lì mentre il denaro rotola i fiori piombano a terra e l'uomo muore ah tutto questo è triste molto triste dovrebbe fare qualcosa la fiorista ma non sa cosa né come non sa da che parte cominciare Cose da fare ce n'è tante con quell'uomo che muore quei fiori che piombano a terra e quel denaro quel denaro che rotola che non finisce più di rotolare.
DIMANCHE
Entre les rangées d'arbres de l'avenue des Gobelins Une statue de marbre me conduit par la main Aujourd'hui c'est dimanche les cinémas sont pleins Les oiseaux dans les branches regardent les humains Et la statue m'embrasse mais personne ne nous voit Sauf un enfant aveugle qui nous montre du doigt.
DOMENICA
Tra le file di piante di avenue des Gobelins Una statua di marmo mi conduce per mano È domenica i cinema son tutti esauriti Dai rami gli uccelli contemplano gli umani La statua mi bacia ma nessuno ci fa caso Tranne un ragazzo cieco che ci mostra col dito.
LE JARDIN
Des milliers et des milliers d'années Ne sauraient suffire Pour dire La petite seconde d'éternité Où tu m'as embrassé Où je t'ai embrassée Un matin dans la lumière de l'hiver Au parc Montsouris à Paris A Paris Sur la terre La terre qui est un astre.
IL GIARDINO
Mille anni e poi mille Non possono bastare Per dire La microeternità Di quando m'hai baciato Di quando t'ho baciata Un mattino nella luce dell'inverno Al Parc Montsouris a Parigi A Parigi Sulla terra Sulla terra che è un astro.
PARIS AT NIGHT
Trois allumettes une à une allumées dans la nuit La première pour voir ton visage tout entier La seconde pour voir tes yeux La dernière pour voir ta bouche Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela En te serrant dans mes bras.
PARIS AT NIGHT
Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte Il primo per vederti tutto il viso Il secondo per vederti gli occhi L'ultimo per vedere la tua bocca E tutto il buio per ricordarmi queste cose Mentre ti stringo fra le braccia.
LE BOUQUET
Que faites-vous là petite fille Avec ces fleurs fraîchement coupées Que faites-vous là jeune fille Avec ces fleurs ces fleurs séchées Que faites-vous là jolie femme Avec ces fleurs qui se fanent Que faites-vous là vieille femme Avec ces fleurs qui meurent J'attends le vainqueur.
IL MAZZO DI FIORI
Che fai laggiù bambina Con quei fiori appena colti Che fai laggiù ragazza Con quei fiori seccati fiori Che fai laggiù bella donna Con quei fiori che appassiscono Che fai laggiù già vecchia Con quei fiori che muoiono Aspetto il vincitore.
BARBARA
Rappelle-toi Barbara Il pleuvait sans cesse sur Brest ce jour-là Et tu marchais souriante Épanouie ravie ruisselante Sous la pluie Rappelle-toi Barbara Il pleuvait sans cesse sur Brest Et je t'ai croisée rue de Siam Tu souriais Et moi je souriais de même Rappelle-toi Barbara Toi que je ne connaissais pas Toi qui ne me connaissais pas Rappelle-toi Rappelle-toi quand même ce jour-là N'oublie pas Un homme sous un porche s'abritait Et il a crié ton nom Barbara Et tu as couru vers lui sous la pluie Ruisselante ravie épanouie Et tu t'es jetée dans ses bras Rappelle-toi cela Barbara Et ne m'en veux pas si je te tutoie Je dis tu à tous ceux que j'aime Même si je ne les ai vus qu'une seule fois Je dis tu à tous ceux qui s'aiment Même si je ne les connais pas Rappelle-toi Barbara N'oublie pas Cette pluie sage et heureuse Sur ton visage heureux
Sur cette ville heureuse Cette pluie sur la mer Sur l'arsenal Sur le bateau d'Ouessant Oh Barbara Quelle connerie la guerre Qu'es-tu devenue maintenant Sous cette pluie de fer De feu d'acier de sang Et celui qui te serrait dans ses bras Amoureusement Est-il mort disparu ou bien encore vivant Oh Barbara Il pleut sans cesse sur Brest Comme il pleuvait avant Mais çe n'est plus pareil et tout est abîmé C'est une pluie de deuil terrible et désolée Ce n'est même plus l'orage De fer d'acier de sang Tout simplement des nuages Qui crèvent comme des chiens Des chiens qui disparaissent Au fil de l'eau sur Brest Et vont pourrir au loin Au loin très loin de Brest Dont il ne reste rien.
BARBARA
Ricordati Barbara Pioveva senza tregua quel giorno su Brest E tu camminavi sorridente Raggiante rapita grondante Sotto la pioggia Ricordati Barbara Pioveva senza tregua su Brest E t'ho incontrata in rue de Siam Tu sorridevi E sorridevo anch'io Ricordati Barbara Tu che io non conoscevo Tu che non mi conoscevi Ricordati Ricordati comunque di quel giorno Non dimenticare Un uomo si riparava sotto un portico Ed ha gridato il tuo nome Barbara E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia Grondante rapita raggiante Gettandoti tra le sue braccia Ricordati di questo Barbara E non volermene se ti do del tu Io dico tu a tutti quelli che amo Anche se non li ho visti che una sola volta Io dico tu a tutti quelli che si amano Anche se non li conosco Ricordati Barbara Non dimenticare Questa pioggia buona e felice Sul tuo viso felice
Su questa città felice Questa pioggia sul mare Sull'arsenale Sul battello d'Ouessant Oh Barbara Che cazzata la guerra E cosa sei diventata adesso Sotto questa pioggia di ferro Di fuoco acciaio sangue E lui che ti stringeva fra le braccia Amorosamente È forse morto disperso o invece Vive ancora Oh Barbara Piove senza tregua su Brest Come pioveva prima Ma non è più così e tutto si è guastato Ê una pioggia di morte desolata e crudele Non è nemmeno più bufera Di ferro acciaio sangue Ma solamente nuvole Che schiattano come cani Come cani che spariscono Seguendo la corrente su Brest E scappano lontano a imputridire Lontano lontano da Brest Dove non c'è più niente.
INVENTAIRE
Une pierre deux maisons trois ruines quatre fossoyeurs un jardin des fleurs un raton laveur une douzaine d'huîtres un citron un pain un rayon de soleil une lame de fond six musiciens une porte avec son paillasson un monsieur décoré de la légion d'honneur un autre raton laveur un sculpteur qui sculpte des Napoléon la fleur qu'on appelle souci deux amoureux sur un grand lit un receveur des contributions une chaise trois dindons un ecclésiastique un furoncle une guêpe un rein flottant une écurie de courses un fils indigne deux frères dominicains trois sauterelles un strapontin deux filles de joie un oncle Cyprien une Mater dolorosa trois papas gâteau deux chèvres de Monsieur Seguin un talon Louis XV
un fauteuil Louis XVI un buffet Henri II deux buffets Henri III trois buffets Henri IV un tiroir dépareillé une pelote de ficelle deux épingles de sûreté un monsieur âgé une Victoire de Samothrace un comptable deux aides-comptables un homme du monde deux chirurgiens trois végétariens un cannibale une expédition coloniale un cheval entier une demi-pinte de bon sang une mouche tsé-tsé un homard à l'américaine un jardin à la française deux pommes à l'anglaise un face-à-main un valet de pied un orphelin un poumon d'acier un jour de gloire une semaine de bonté un mois de Marie une année terrible une minute de silence une seconde d'inattention et... cinq ou six ratons laveurs un petit garçon qui entre à l'école en pleurant un petit garçon qui sort de l'école en riant une fourmi deux pierres à briquet dix-sept éléphants un juge d'instruction en vacances assis sur un pliant un paysage avec beaucoup d'herbe verte dedans une vache un taureau deux belles amours trois grandes orgues un veau marengo un soleil d'Austerlitz un siphon d'eau de Seltz un vin blanc citron un Petit Poucet un grand pardon un calvaire de pierre une échelle de corde deux sœurs latines trois dimensions douze apôtres mille et une nuits trente-deux positions six parties du monde cinq
points cardinaux dix ans de bons et loyaux services sept péchés capitaux deux doigts de la main dix gouttes avant chaque repas trente jours de prison dont quinze de cellule cinq minutes d'entr'acte et... plusieurs ratons laveurs.
INVENTARIO
Una pietra due case tre ruderi quattro becchini un giardino dei fiori un orsetto lavatore una dozzina d'ostriche un limone un pane un raggio di sole un'onda di fondo sei musicisti una porta col suo zerbino un signore decorato con la légion d'onore un altro orsetto lavatore uno scultore che scolpisce Napoleoni un fiore chiamato fiorrancio un esattore delle tasse una sedia tre tacchini un ecclesiastico un foruncolo una vespa un rene mobile una scuderia di corse un figlio indegno due frati domenicani tre cavallette uno strapuntino due puttane uno zio Cipriano una Mater dolorosa tre padri come zucchero due capre di Monsieur Seguin un tacco Luigi XV
una poltrona Luigi XVI un buffé Enrico II due buffé Enrico III tre buffé Enrico IV un cassetto scompagnato un gomitolo di spago una spilla da balia un anziano signore una Vittoria di Samotracia un contabile due aiutocontabili un uomo di mondo due chirurghi tre vegetariani un cannibale una spedizione coloniale un cavallo intiero una mezza pinta di buon sangue una mosca tse-tse un gambero all'americana un giardino alla francese due mele all'inglese un occhialetto un domestico un orfanello un polmone di acciaio un giorno di gloria una settimana di bontà un mese di Maria un'annata terribile un minuto di silenzio un secondo di disattenzione e... cinque o sei orsetti lavatori un ragazzino che entra a scuola piangendo un ragazzino che esce da scuola ridendo una formica due pietrine per l'accendino un paesaggio con tanta erba verde una mucca un toro due amori belli tre grandi organi un vitello alla marengo un sole d'Austerlitz un sifone di Seltz un vino bianco limone un Pollicino una solenne processione un calvario di pietra una scala di corda due sorelle latine tre dimensioni dodici apostoli mille e una notte trentadue posizioni sei parti del mondo cinque punti
cardinali dieci anni di buono e onesto servizio sette peccati capitali due dita della mano dieci gocce prima dei pasti trenta giorni di prigione di cui quindici di isolamento cinque minuti d'intervallo e... molti orsetti lavatori.
LA GLOIRE
Coiffée d'un diadème d'épines Et des éperons plein les talons Toute nue sous son manteau d'hermine La femme à barbe entre au salon Je suis la grandeur d'âme Je donne des leçons de diction Des leçons de prédication de claudication de prédiction de malédiction de persécution de soustraction de multiplication de bénédiction de crucifixion de moralisation de mobilisation de distinction de mutilation d'autodestruction et d'imitation de Notre-Seigneur Jésus-Christ avec le programme complet de la soirée et la photographie de tous les grands hommes qui ont joué dans la pièce et en prime je donne la clef des singes publiée sous la haute direction d'un célèbre anthropopithèque national Et aussi le manuel du parfait gradé Le Kamasoutra expurgé Et la liste complète et officielle De tous les lots non réclamés Et aussi un catéchisme de persévérance Et douze bouteilles d'eau minérale Avec la petite clef spéciale Qui sert à les déboucher.
LA GLORIA
Sul capo un diadema di spine E coi talloni ingombri di speroni Nuda sotto il mantello d'ermellino La donna barbuta entra in salotto Io sono la grandezza d'animo E do lezioni di dizione Lezioni di predicazione di claudicazione di predizione di maledizione di persecuzione di sottrazione di moltiplicazione di benedizione di crocefissione di moralizzazione di mobilitazione di distinzione di mutilazione d'autodistruzione e d'imitazione di Nostro Signore Gesù Cristo col programma completo della serata e la fotografia di tutti i grand'uomini che hanno recitato la commedia e in premio regalo la chiave delle scimmie pubblicate sotto l'alta direzione di un celebre antropopiteco nazionale E anche il manuale del graduato perfetto Il Kamasutra espurgato E la lista completa e ufficiale Di tutti i lotti non reclamati E anche un catechismo di perseveranza E dodici bottiglie d'acqua minerale Con una piccola chiave speciale Che serve a poterle stappare.
IL NE FAUT PAS...
Il ne faut pas laisser les intellectuels jouer avec les allumettes Parce que Messieurs quand on le laisse seul Le monde mental Messssieurs N'est pas du tout brillant Et sitôt qu'il est seul Travaille arbitrairement S'érigeant pour soi-même Et soi-disant généreusement en l'honneur des travailleurs du bâtiment Un auto-monument Répétons-le Messsssieurs Quand on le laisse seul Le monde mental Ment Monumentalement.
NON BISOGNA...
Non bisogna lasciar giocare gli intellettuali con i fiammiferi Perché Signori miei se lo si lascia solo Il gran mondo mentale miei Sssignori Non è per niente allegro E non appena è solo Lavora arbitrariamente Innalzando tutto per sé Con tante chiacchiere generose sul lavoro dei muratori Un auto-monumento Ripetiamolo dunque miei Ssssignori Se lo si lascia solo Il mondo mentale Mente Monumentalmente.
LE DISCOURS SUR LA PAIX
Vers la fin d'un discours extrêmement important le grand homme d'État trébuchant sur une belle phrase creuse tombe dedans et désemparé la bouche grande ouverte haletant montre les dents et la carie dentaire de ses pacifiques raisonnements met à vif le nerf de la guerre la délicate question d'argent.
IL DISCORSO SULLA PACE
Verso la fine di un discorso estremamente importante il grande statista incespicando davanti al vuoto di una bella frase ci casca dentro e smarrito con la bocca spalancata ansimante mostra i denti e la carie dentaria dei suoi pacifici ragionamenti mette a nudo il nervo della guerra la delicata questione di denaro.
LE TEMPS PERDU
Devant la porte de l'usine le travailleur soudain s'arrête le beau temps l'a tiré par la veste et comme il se retourne et regarde le soleil tout rouge tout rond souriant dans son ciel de plomb il cligne de l'œil familièrement Dis donc camarade Soleil tu ne trouves pas que c'est plutôt con de donner une journée pareille à un patron?
IL TEMPO PERSO
Sulla porta dell'officina d'improvviso si ferma l'operaio la bella giornata l'ha tirato per la giacca e non appena volta lo sguardo per osservare il sole tutto rosso tutto tondo sorridente nel suo cielo di piombo fa l'occhiolino familiarmente Dimmi dunque compagno Sole davvero non ti sembra che sia un po' da coglione regalare una giornata come questa ad un padrone?
LE COMBAT AVEC L'ANGE
A J.-B. Brunius
N'y va pas tout est combine d'avance le match est truqué et quand il apparaîtra sur le ring environné d'éclairs de magnésium ils entonneront à tue-tête le Te Deum et avant même que tu te sois levé de ta chaise ils te sonneront les cloches à toute volée ils te jetteront à la figure l'éponge sacrée et tu n'auras pas le temps de lui voler dans les plumes ils se jetteront sur toi et il te frappera au-dessous de la ceinture et tu t'écrouleras les bras stupidement en croix dans la sciure et jamais plus tu ne pourras faire l'amour.
LOTTA CON L'ANGELO
A J.-B. Brunita
Non ci andare è già tutto deciso combinato è un match truccato e quando farà la sua comparsa sul ring salutato dai flash intoneranno a squarciagola il Te Deum e ancora non ti sarai alzato dal tuo angolo che ti faranno sentire campane a distesa ti butteranno in faccia la spugna sacra e ancora non gli sarai volato tra le piume che ti saranno addosso e lui ti colpirà sotto la cintura facendoti crollare le braccia ridicolmente in croce nella segatura e mai più ti riuscirà di far l'amore.
PLACE DU CARROUSEL
Place du Carrousel vers la fin d'un beau jour d'été le sang d'un cheval accidenté et dételé ruisselait sur le pavé Et le cheval était là debout immobile sur trois pieds Et l'autre pied blessé blessé et arraché pendait Tout à côté debout immobile il y avait aussi le cocher et puis la voiture elle aussi immobile inutile comme une horloge cassée Et le cheval se taisait le cheval ne se plaignait pas le cheval ne hennissait pas il était là il attendait et il était si beau si triste si simple et si raisonnable qu'il n'était pas possible de retenir ses larmes. Oh jardins perdus fontaines oubliées prairies ensoleillées
oh douleur splendeur et mystère de l'adversité sang et lueurs beauté frappée Fraternité.
PLACE DU CARROUSEL
Place du Carrousel pressappoco al tramonto di un bel giorno d'estate il sangue d'un cavallo investito ferito abbandonato scorreva sul selciato E il cavallo era là ritto immobile su tre piedi E l'altro piede ferito ferito lacerato penzolava di fianco ritto immobile e c'era lì anche il cocchiere e anche la carrozza era lì ferma immobile inutile come una pendola guasta E il cavallo era muto il cavallo non si lamentava il cavallo non nitriva neppure restava là aspettava era molto bello, triste, semplice così ragionevole che non potevi trattenere il pianto. Oh giardini perduti fontane dimenticate distese di prati nel sole
oh dolore misterioso splendore di ogni avversità sangue e chiarori bellezza offesa colpita Fraternità.
CORTÈGE
Un vieillard en or avec une montre en deuil Une reine de peine avec un homme d'Angleterre Et des travailleurs de la paix avec des gardiens de la mer Un hussard de la farce avec un dindon de la mort Un serpent à café avec un moulin à lunettes Un chasseur de corde avec un danseur de têtes Un maréchal d'écume avec une pipe en retraite Un chiard en habit noir avec un gentleman au maillot Un compositeur de potence avec un gibier de musique Un ramasseur de conscience avec un directeur de mégots Un repasseur de Coligny avec un amiral de ciseaux Une petite sœur du Bengale avec un tigre de Saint-Vincentde Paul Un professeur de porcelaine avec un raccommodeur de philosophie Un contrôleur de la Table Ronde avec des chevaliers de la Compagnie du Gaz de Paris Un canard à Sainte-Hélène avec un Napoléon à l'orange Un conservateur de Samothrace avec une Victoire de cimetière Un remorqueur de famille nombreuse avec un père de haute mer Un membre de la prostate avec une hypertrophie de l'Académie française Un gros cheval in partibus avec un grand évêque de cirque Un contrôleur à la croix de bois avec un petit chanteur d'autobus Un chirurgien terrible avec un enfant dentiste Et le général des huîtres avec un ouvreur de Jésuites.
CORTEO
Un vecchio d'oro con l'orologio in lutto Una regina di pena con un uomo d'Inghilterra E dei lavoratori della pace con dei tutori del mare Un ussaro della compagnia con lo zimbello della morte Un serpente da caffé e un macinino con gli occhiali Un cacciatore sulla corda con un funambolo di teste Un maresciallo di schiuma con una pipa a riposo Un neonato in smoking con un gentleman in fasce Un compositore da forca con un pendaglio di musica Un raccattatore di coscienza con un direttore di cicche Un arrotino di Coligny con un ammiraglio di forbici Una suorina del Bengala con una tigre di San Vincenzo da Paola Un professore di porcellane con un aggiustatore di filosofia Un controllore della Tavola Rotonda con cavalieri della compagnia del gas Un'anitra a Sant'Elena con un Napoleone all'arancio Un guardiano di Samotracia con una Vittoria di cimiteri Un rimorchiatore di famiglia numerosa con un padre d'alto mare Un membro della prostata con un'ipertrofia dell'Accademia francese Un grosso cavallo in partibus con un grande vescovo da circo Un controllore di sagrestia con un piccolo cantore d'autobus Un chirurgo pestifero con un bambino dentista E il generale delle ostriche con un apritore di Gesuiti.
LES QUATRE CENTS COUPS DU DIABLE
Le rideau est baissé L'orchestre joue une musique maléfique Un grand air de Démonologie On entend frapper les trois coups Puis le quatrième coup Puis le cinquième coup Puis le sixième coup Puis le septième coup Puis le huitième coup Puis le neuvième coup Puis... le dixième coup...
etc... etc... etc... etc... etc... Au quatre centième coup le diable apparaît et salue.
LE RIDEAU TOMBE
I QUATTROCENTO COLPI DEL DIAVOLO
A sipario abbassato L'orchestra suona una musica malefica Un'aria grande di Demonologia Si sentono battere i tre colpi Poi il quarto colpo Poi il quinto colpo Poi il sesto colpo Poi il settimo colpo Poi l'ottavo colpo Poi il nono colpo Poi... il decimo colpo
ecc... ecc... ecc... ecc... ecc... Al quattrocentesimo colpo il diavolo appare e saluta.
CALA IL SIPARIO
SA REPRÉSENTATION D'ADIEU
Le public le salue et comme un maquillage qui tourne sur le visage d'une trop vieille actrice son masque placide et extatique coule en rigoles de chaux-carton-pâte Et le rideau théâtral de l'expression du masque se déchire aux mythes laissant apparaître le poussiéreux décor mental planté sur les charniers d'innombrables plaies cérébrales maquillées en cicatrices honorables et les nerfs à vif de sa petite tête de nœud de vipère simulant le frétillement d'un regard Mais les petites ficelles optiques du grand sermon lacrymal depuis déjà des millénaires ont craqué et l'oculaire et le binoculaire se regardent sans rien voir et sans rien regarder sans même loucher Et tous les spectateurs assis sur leur fauteuil dansent en claquant des mains et sans bouger des pieds Et le très trop vieux acteur pousse alors sur la scène aidé des héritiers des auteurs des pièces depuis si longtemps déjà jouées Son Fils
qui présente à nouveau son numéro de PRESTIDIGITATEUR
Et maigre et nu comme le fakir Tarah-Bey vêtu d'un slip unique il se met lui-même en croix et se plante au beau milieu d'un décor représentant le paysage de l'enfance et de l'adolescence paysage intitulé exemplairement Paysage de l'innocence CHŒUR DES FIGURANTS TRANSFIGURANTS ET CONFIGURANTS
Aux innocents les mains pleines Ils tendent les mains on les coupe Et nous nous levons cette coupe à la Gloire du Seigneur... Le fils étant fatigué une descente de croix a lieu avec enthousiasme et consternation générale Et cependant qu'on distribue dans la salle des foulards de la Sainte Farce que les spectateurs s'arrachent à prix d'or un transfigurant prend la place de son Seigneur et présente le numéro célèbre IMITATION DE J.-C.
Gros succès Et le transfigurant à tête de jeune mauvais triste fouetteur mal fouetté menace d'un doigt invinciblement tremblotant les quelques enfants amenés là par mégarde par leurs parents Et si vous vous touchez les uns les autres malgré les avertissements du Ciel et du sixième et ex-aequo neuvième commandement Je me crucifie encore pour vous
à cause de vous et contre vous Et vous ne l'aurez pas volé bande de mauvais garnements... Les acclamations redoublent Les parents applaudissent en giflant et fessant les enfants Le rideau se baisse les parents remontent les enfantines culottes raccrochent ceintures et bretelles une sonnette se met à sonner Grand malaise c'est la sonnette de l'entracte de contrition Un grand Régisseur arrive muni d'un grand Gabre et d'un petit Soupillon Il agite ses instruments et tout le monde sauf les rares enfants est tout à coup très content LE RÉGISSEUR
Je n'arrive ici que pour vous faire patienter et attendant la suite du spectacle qui ne va pas ques lignes du « Catéchisme à l'usage des France avec récits et exercices de réflexion André Tardy 15 Rue Joyeuse et s'inclinant Quand on a une bonne cave il faut donner ses sources Et il commence sa lecture accompagné d'un chœur en céleste sourdine
vous lire en tarder quelDiocèses de » (Éditions Bourges)
IVe Chapitre: Dieu existe. Avez-vous remarqué que le soleil paraît changer de place dans la journée? A midi, il est au-dessus de nous, le soir il est couché, on dirait qu'il tourne autour de la terre. En réalité c'est la terre qui tourne autour du soleil à une vitesse de plus de 100.000 kilomètres à l'heure, et sur elle-même en vingt-quatre heures!
Les
milliards d'astres qui composent l'univers sont en perpétuel MOUVEMENT. Ils se déplacent et se croisent ainsi depuis des siècles, à des vitesses vertigineuses; ils suivent toujours la même courbe. Tout est si bien organisé que les savants calculent, avec grande précision, la date des éclipses, c'est-à-dire, l'instant où un astre est caché par un autre. N'avez-vous pas remarqué également avec quelle régularité les saisons se suivent? Après l'hiver, le printemps; après le printemps, l'été; après l'été, l'automne. L'Univers est réglé comme une horloge. Cet univers a-t-il toujours existé? Non, il y eut un temps où il n'y avait pas d'hommes, pas d'animaux, pas de plantes, pas de terre, pas de soleil... Alors, qui a fait tout cela et organisé ce bel ORDRE? Seul, quelqu'un de très INTELLIGENT et de très PUISSANT. Comment s'appelle-t-il? Il s'appelle DIEU. Les spectateurs qui somnolaient soudain se réveillent un peu. LES SPECTATEURS
Bravo Dieu! bravo Dieu! bravo Dieu! Dieu apparaît encore une fois alors avec son fils Et le Saint-Esprit souffleur et en grand acteur se retire en saluant comme un auteur Le rideau tombe LE RÉGISSEUR
Et maintenant Mesdames et Messieurs quelque chose de léger Un petit opéra comique mais un peu triste par instants avec grand orchestre symphonique et petits couplets édifiants L'ÉMASCULÉE CONCEPTION OU QUI AIME BIEN CHÂTRE BIEN
Le rideau se lève se baisse et se relève comme un jupon cependant qu'on entend l'orchestre qui attaque Froufrous et fions fions Mais le spectacle est alors astucieusement et admirablement interrompu avec toutes les affolantes apparences de la brusquerie la plus désolante et la plus inattendue Le régisseur entre en scène livide et affolé vêtu d'un très sévère costume de Nietzsche assez usagé mais fort bien coupé Et avec la voix bouleversée d'un ordonnateur des Pompes Funèbres qui n'aurait pas été encore atteint par l'indifférence et la déformation professionnelle... LE RÉGISSEUR
Dieu est mort! Déplorable incident... La séance est terminée... Et pendant que les spectateurs pas tellement surpris de cette vieille et fâcheuse nouvelle se demandent simplement si il faut la prendre au tragique ou au sérieux la Troupe du plus Great Circus in the world et Ailleurs démonte rapidement les décors et s'en va sans oublier la caisse vers d'autres régions pour donner de nouvelles représentations Et chacun dans le cortège occupe sa place respective les Etoiles dans leur charriot céleste les Grands Rôles dans leurs charrettes fantômes et leurs carrosses du Saint-Sacrement les Machinistes et les Transfigurants dans leurs wagons quarante hommes et chevaux en long Et les Quatre Cavaliers de l'Apocalypse trottent triomphalement en tête avec tambours de la Dernière des guerres et trompettes du Dernier des derniers jugements derniers. RIDEAU
LA SUA RAPPRESENTAZIONE D'ADDIO
Il pubblico lo saluta e come il trucco che si disfa sul viso di un'attrice troppo vecchia la sua maschera estatica e placida cola in rigagnoli di calcepesta e il sipario teatrale dell'espressione della maschera si strappa ai miti lasciando apparire la polverosa scena mentale piazzata sui carnai d'innumerevoli piaghe cerebrali truccate da onorevoli cicatrici e i nervi scoperti della sua testina di nodo di vipera simulante il guizzo di uno sguardo Ma le cordicelle ottiche del gran sermone lacrimale già da millenni ormai hanno scricchiolato e l'oculare e il binoculare si guardano senza vedere niente senza guardare niente senza nemmeno guardare zoppo E tutti gli spettatori seduti sulle poltrone ballano e battono le mani ma senza muovere i piedi E il molto troppo vecchio attore spinge allora sulla scena aiutato dagli eredi degli autori di commedie da così tanto tempo già messe in scena Suo Figlio
che di nuovo presenta il suo numero di PRESTIDIGITATORE
E magro e nudo come il fachiro Tarah-Bey vestito soltanto di uno slip si mette da se stesso in croce e si piazza nel bel mezzo di una scena che rappresenta il paesaggio dell'infanzia e dell'adolescenza paesaggio intitolato esemplarmente Paesaggio dell'innocenza CORO DEI FIGURANTI TRASFIGURANTI E CONFÌGURANTI
Agli innocenti a piene mani essi tendono le mani gliele tagliano E noi noi alziamo questa coppa alla Gloria del Signore... Poiché il figlio era stanco ebbe luogo una discesa dalla croce con entusiasmo e costernazione generale E intanto che si distribuiscono in sala dei foulard della Santa Farsa che gli spettatori si contendono a peso d'oro un trasfigurante prende il posto del suo Signore e presenta il celebre numero IMITAZIONE DI C.
Gran successo E il trasfigurante dalla faccia di giovinastro fustigatore mal fustigato minaccia con un dito invincibilmente tremolante quei pochi fanciulli portati là per sbaglio dai genitori E se vi toccate gli uni con gli altri malgrado gli avvertimenti del Cielo e del sesto ed ex-aequo nono comandamento Io mi crocifìggo ancora per voi
a causa di voi e contro di voi E voi non l'avrete meritato banda di ragazzacci Raddoppiano le acclamazioni I genitori applaudono mentre schiaffeggiano e sculacciano i bambini Cala il sipario i genitori si tirano su le braghette riagganciano cinture e bretelle un campanello si mette a scampanellare ma che pena è il campanello fra un atto e l'altro di contrizione Arriva un gran direttore di scena munito di una grand'Abola e di un piccolo Sciaspersorio agita i suoi strumenti e tutti quanti salvo i pochi bambini presenti sono di colpo molto contenti IL DIRETTORE DI SCENA
Vengo qui solo per farvi portare pazienza e leggervi aspettando il seguito dello spettacolo che certo non tarderà qualche riga del « Catechismo ad uso delle Diocesi di Francia con racconti ed esercizi e riflessioni » (Edizioni André Tardy 15 Rue Joyeuse Bourges) e facendo un inchino Quando si ha una buona cantina bisogna dichiarare l'origine Comincia la sua lettura accompagnata da un coro in sordina celestiale IV Capitolo: Dio esiste Avete notato che il sole sembra cambiare posizione durante la giornata? A mezzogiorno, è sopra di noi, la sera si va a coricare, si direbbe che gira attorno alla terra. In realtà è la terra che gira attorno al sole a una velocità di oltre 100.000 chilometri all'ora, e su se stessa in ventiquattro ore!
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miliardi d'astri che compongono l'universo sono in perpetuo MOVIMENTO Si spostano e s'incrociano così ormai da secoli, correndo vertiginosamente; seguono sempre la stessa curva. E tutto è così bene organizzato che i sapienti calcolano, con precisione estrema, la data delle eclissi, cioè, l'istante in cui un astro viene nascosto da un altro. Non avete inoltre notato con quale regolarità le stagioni si susseguono? Dopo l'inverno, la primavera; dopo la primavera, l'estate; dopo l'estate, l'autunno. L'Universo è regolato come un orologio. E sempre esistito questo Universo? No, c'è stato un tempo in cui non c'erano uomini, né animali, né piante, terra o sole... Allora, chi ha fatto tutto questo e chi ha organizzato questo bell'ordine? Solo qualcuno molto INTELLIGENTE, molto POTENTE. E come si chiama? Si chiama DIO. Gli spettatori che sonnecchiavano di colpo si risvegliano poco.
un
GLI SPETTATORI
Bravo, Dio! bravo, Dio! bravo, Dio! Dio appare una volta ancora con suo figlio e lo Spirito Santo suggeritore e da grande attore si ritira salutando come un attore Cala il sipario IL DIRETTORE DI SCENA
E ora Signore e Signori qualcosa di leggero Una piccola opera comica ma ogni tanto triste con grande orchestra sinfonica e brevi tirate edificanti L'EVIRATA CONCEZIONE
ovvero CHI AMA BENE CASTRA BENE
Il sipario si alza si abbassa e si rialza come una gonna mentre si sente l'orchestra che attacca Frufru e flon flon Ma lo spettacolo è allora astutamente e mirabilmente interrotto con tutte le inquietanti apparenze della più desolante e più inattesa rudezza Il direttore di scena entra in scena livido e sconvolto vestito da Nietzsche con un severissimo abito molto usato ma molto ben tagliato E con la voce scossa di un impresario di Pompe funebri non ancora toccato dall'indifferenza e dalla deformazione professionale... IL DIRETTORE DI SCENA
Dio è morto! Deplorevole incidente... Lo spettacolo è finito... E mentre gli spettatori non troppo sorpresi da questa vecchia e spiacevole notizia si chiedono semplicemente se occorra prenderla sul tragico o sul serio la troupe del più Great Circus in the World e Altrove smonta rapidamente le scene e se ne va senza dimenticare la cassa verso altre regioni per dare nuove rappresentazioni E ognuno nel corteo occupa il suo rispettivo posto le Stelle nel loro carro celeste i Grandi Ruoli nei loro carretti fantasma e le loro carrozze del Santo Sacramento i Macchinisti e i Trasfiguranti nei loro vagoni quaranta uomini e cavalli in fila E i Quattro Cavalieri dell'Apocalisse trottano trionfalmente in testa coi tamburi dell'Ultima delle Guerre e le trombe dell'Ultimo degli ultimi giudizi ultimi. SIPARIO
ÉTEIGNEZ LES LUMIÈRES
Deux hirondelles dans la lumière au-dessus de la porte et debout dans leur nid remuent à peine la tête en écoutant la nuit Et la nuit est toute blanche Et la lune noire de monde grouillante de sélénites Un bonhomme de neige affolé frappe à la porte de cette lune Éteignez les lumières deux amants font l'amour sur la place des Victoires Éteignez les lumières ou le monde va les voir Je marchais au hasard je suis tombé sur eux elle a baissé sa jupe il a fermé les yeux mais ses deux yeux à elle c'étaient deux pierres à feu Deux hirondelles dans la lumière au-dessus de leur porte et debout dans leur nid remuent à peine la tête en écoutant la nuit.
SPEGNETE LE LUCI
Due rondini nella luce proprio sopra la porta e impettite nel nido muovono appena la testa ascoltano la notte E la notte come è bianca e la luna nera di gente formicolante di seleniti Un pupazzo di neve ha perso la testa bussa alla porta di questa luna Spegnete le luci 1O tutti li vedranno Camminavo alla ventura sono andato a sbatterci contro lei ha fatto scivolare la sottana lui ha chiuso gli occhi ma pietre focaie erano 2I due begli occhi di lei Due rondini nella luce proprio sopra la porta e impettite nel nido muovono appena la testa: ascoltano la notte.
CAS DE CONSCIENCE
Une femme est seule en Dans la pénombre, un mente son cas.
scène avec chœur de
éclairages adéquats. psychologues com-
LE CHŒUR
Pauvre femme adultère valétudinaire velléitaire et dépensière par-dessus le marché Pauvre femme qui croit soudain que son mari sait tout et qui blêmit ccmme l'eau qu'une goutte de vin en un instant rougit Pauvre femme perdue perdue comme une horloge au fond d'une malle à la consigne dans une gare et qui ne sait plus où elle en est et qui sonne au hasard midi et demi six heures un quart histoire de gagner un peu de temps Et pourtant tout est simple l'homme n'a rien deviné du tout C'est un homme comme tant d'autres et bête comme beaucoup Mais il a reçu une lettre où tout était expliqué Et il fait maintenant de grands gestes comme on fait au théâtre peur gagner lui aussi un peu de temps avant de faire ce qu'il n'a pas tellement envie de faire mais qu'il fera parce qu'il faut bien le faire puisque c'est ce qui se fait en pareil cas
Et l'instant est tragique tragique au plus haut point et extrêmement déchirant On ne tue pas comme ça de but en blanc la femme avec laquelle on a dormi longtemps Et le belluaire (Cette pièce de théâtre se passant dans une ménagerie) s'assoit sur le rebord de la caisse où sommeillent les pythons Et il pense très simplement à un tas de choses qui n'ont aucun rapport avec la situation Et sa femme le regarde tremblante en face de lui comme la flamme d'une bougie dans le vent de la nuit ou tout simplement tremblante comme une dame en hiver qui attend l'autobus sous la pluie Un tatou ne cesse de tourner autour d'eux dans la sciure mouillée Le dompteur le suit machinalement des yeux Pauvre Auguste Comme d'autres voient l'avenir dans le marc de café lui dans la sciure mouillée voit surgir son passé Et comme les pythons déroulent leurs anneaux doucement dans leur caisse de bois lentement dans la tête d'Auguste les jours et les semaines les mois et les années déroulent lentement leurs souvenirs et leurs regrets... Mais le malheureux dentiste éclate soudain en sanglots... Et pourquoi le malheureux dentiste malheureux encore ça se comprend mais dentiste on se demande vraiment Peut-être tout simplement parce que ce qui arrive à un dompteur pourrait tout aussi bien arriver à un dentiste ou à un aviateur ou à un grand artiste Devant l'adversité tous les hommes sont frères Enfin ne compliquons pas les choses à plaisir Puisqu'il s'agit d'un dompteur remettons le dompteur là où il était tout à l'heure assis sur la caisse aux pythons
avec debout en face de lui sa femme tremblante comme la flamme tremblante d'une bougie ou comme une dame qui attend l'autobus sous la pluie ou bien comme une Méduse tremblant à marée basse sur une plage la nuit et qui lit dans le regard borné d'Auguste qu'elle n'a jamais aimé toute la triste trame de ce qui va se passer. LA FEMME
Cela tient du prodige il a tout deviné Que le ciel nous protège il va m'assassiner! Le rideau tombe et se relève sur le ciel qui l'a protégée. Auguste ne l'assassine pas et nous apprenons le pourquoi de cette fin heureuse et qui s'imposait, au cours des trois actes qui suivent: un acte bref, un acte gratuit et un acte manqué. LE RIDEAU TOMBE DÉFINITIVEMENT
CASO DI COSCIENZA
Una donna nata. Nella il suo caso.
è sola sulla penombra, un
scena coro
convenientemente illumidi psicologi commenta
IL CORO
Pevera donna adultera valetudinaria velleitaria e per giunta spendacciona Povera donna che d'un tratto crede che suo marito sappia tutto e impallidisce come l'acqua che una goccia di vino in un istante tinge di rosso Povera donna perduta perduta come un orologio in fondo al baule in un deposito bagagli alla stazione e che non sa più dove si trova e suona a caso mezzogiorno e mezzo le sei e un quarto tanto per guadagnare un po' di tempo E tuttavia tutto è così semplice l'uomo non ha indovinato proprio niente È un uomo come tanti altri e stupido come molti Ma ha ricevuto una lettera nella quale tutto era spiegato E fa ora certi grandi gesti come si fanno a teatro anche lui per guadagnare tempo prima di fare quello che non ha troppa voglia di fare ma che farà perché bisogna comunque farlo perché è così che si fa in casi del genere
Ed è tragico l'istante tragico al più alto grado e assai straziante Non si uccide poi così di punto in bianco la donna con la quale si è dormito tanto tempo E il domatore (Questo lavoro teatrale si svolge infatti in un serraglio) siede sul bordo della cassa dove dormicchiano i pitoni E pensa molto semplicemente a un mucchio di cose che non hanno alcun rapporto con la situazione E sua moglie lo guarda e trema davanti a lui come la fiamma d'una candela nel vento della notte o più semplicemente tremante come una signora che d'inverno aspetta l'autobus sotto la pioggia Un armadillo non la smette di girargli attorno nella segatura bagnata il domatore lo segue macchinalmente con gli occhi Povero Augusto Come altri vedono l'avvenire nel fondo del caffé lui nella segatura bagnata vede sorgere il suo passato E come i pitoni svolgono i loro anelli dolcemente nella loro cassa di legno lentamente nella testa di Augusto i giorni e le settimane i mesi e gli anni sciolgono lentamente i loro ricordi e i loro rimpianti... Ma il dentista sventurato scoppia in singhiozzi improvvisi... E perché poi il dentista sventurato sventurato ancora lo si capisce ma dentista vorrei proprio saperlo Forse soltanto perché ciò che succede a un domatore potrebbe anche succedere a un dentista o a un aviatore o a un grande artista Davanti all'avversità gli uomini sono fratelli Ma infine non complichiamo le cose tanto per complicarle Poiché si tratta di un domatore rimettiamo il domatore dov'era poco fa seduto sulla cassa dei pitoni
mentre in piedi davanti a lui sua moglie trema come la fiamma tremante di una o come una signora che aspetta l'autobus sotto la o ancora come una Medusa tremante nella bassa marea su una spiaggia di notte e legge nello sguardo ottuso di Augusto che non ha mai amato
candela pioggia
tutta la triste trama di ciò che accadrà LA DONNA
Tutto ciò ha qualcosa di prodigioso Che il cielo ci protegga sta per assassinarmi!
ha
Cala il sipario e si risolleva sul cielo Augusto non l'uccide e noi sapremo il lieto fine che si imponeva, nel corso guenti: un atto breve, un atto gratuito cato. IL SIPARIO CALA DEFINITIVAMENTE
indovinato
tutto
che l'ha protetta. perché di questo dei tre atti see un atto man-
RUE DE RIVOLI
Rue de Rivoli devant le Bazar de l'Hôtel de ville un abominable sergent de ville pousse une voiture d'enfant avec un gros chien mort dedans Et derrière eux courent des rats des villes et des rats des champs Ils s'en vont tous vers la Bastille le flic sanglotant les rats longeant les murs et le chien se vidant Vacances voyages divertissements Banale tragédie d'un jour entre les jours fait divers petit événement Modeste héros d'une aventure caniculaire le flic a une tête de pauvre pomme de terre arrachée trop tôt à cette terre Il a des pieds d'une tristesse infinie La misère convenable s'est assise sur sa face en relevant ses jupes et sans payer sa place Il a un furoncle sur son énorme cou la mort dans l'âme et un rapport au cul Le brigadier a couché avec sa femme alors il a vengé son honneur à coups de pied dans le ventre d'un clochard arrêté
comme c'est l'usage sur la voie publique Et le clochard est tombé borgne Et lui. le malheureux à qui pourtant on avait porté préjudice a été blâmé Il en a perdu son képi et risque d'attraper une insolation Sa tension est forte Un gros caillot de sang monte et redescend comme un ludion Il a aussi cassé ses trois meubles il a frappé sa femme et éventré son chien Et maintenant il s'en va comme le Juif errant Pourtant il est antisémite il ne s'en est jamais caché Où s'en va-t-il Dieu seul le sait Lui qui a créé toutes choses et en particulier les grandes Écoles de guerre d'où l'on sort Officier de paix.
RUE DE RIVOLI
Rue de Rivoli davanti al Bazar del Municipio un abominevole vigile urbano spinge una carrozzina con dentro un grosso cane morto E dietro a loro corrono topi di città e topi di campagna E se ne vanno insieme verso la Bastiglia il poliziotto che singhiozza i topi che rasentano i muri e il cane che si svuota Vacanze viaggi divertimenti Banale tragedia di un giorno tra gli altri cronaca piccolo evento Modesto eroe di una canicolare avventura il poliziotto ha una testa da povera patata cavata troppo presto da terra Ha piedi di una infinita tristezza La miseria decorosa si è seduta sulla sua faccia sollevando la gonna e senza pagare il biglietto Ha un foruncolo sull'enorme collo la morte nell'anima e un rapporto al culo Il brigadiere ha dormito con la moglie ha vendicato a calci il proprio onore nel ventre di un barbone arrestato
come è d'uso sulla pubblica via E il barbone è caduto orbo E lui il disgraziato benché gli avessero recato pregiudizio è stato biasimato Ha perduto il suo kepi e rischia di buscarsi un'insolazione La sua tensione è forte Un grosso grumo di sangue sale e scende come un ludione Ha rotto persino i suoi tre mobili e ha picchiato sua moglie ha sventrato il suo cane E adesso se ne va come l'Ebreo errante Tuttavia è antisemita non ne ha mai fatto mistero E dove se ne va Dio solo sa Lui che ha creato ogni cosa e in particolare le grandi Scuole di guerra dalle quali si esce Ufficiali di pace.
LA GUERRE
Vous déboisez imbéciles vous déboisez Tous les jeunes arbres avec la vieille hache vous les enlevez Vous déboisez imbéciles vous déboisez Et les vieux arbres avec leurs vieilles racines leurs vieux dentiers vous les gardez Et vous accrochez une pancarte Arbres du bien et du mal Arbres de la Victoire Arbres de la Liberté Et la forêt déserte pue le vieux bois crevé et les oiseaux s'en vont et vous restez là à chanter Vous restez là imbéciles à chanter et à défiler.
LA GUERRA
Voi disboscate imbecilli voi disboscate Tutti gli alberi giovani con la vecchia accetta voi li fate fuori Disboscate imbecilli voi disboscate E gli alberi vecchi con le loro vecchie radici le loro vecchie dentiere li proteggete con cura E ci attaccate ima scritta Alberi del bene e del male Alberi della Vittoria Alberi della Libertà E la foresta spoglia impesta il vecchio bosco crepato e scappano via gli uccelli e voi restate là a cantare restate là da bravi imbecilli a cantare e a sfilare in parata.
POUR RIRE EN SOCIÉTÉ
Le dompteur a mis sa tête dans la gueule du lion moi j'ai mis seulement deux doigts dans le gosier du Beau Monde Et il n'a pas eu le temps de me mordre Tout simplement il a vomi en hurlant un peu de cette bile d'or à laquelle il tient tant Pour réussir ce tour utile et amusant Se laver les doigts soigneusement dans une pinte de bon sang Chacun son cirque.
PER RIDERE IN SOCIETÀ
Il domatore ha ficcato la sua testa nelle fauci del leone quanto a me ho ficcato nient'altro che due dita nella strozza dell'Alta società che non ha avuto tempo di mordermi Molto semplicemente ha vomitato urlando un po' di quella bile d'oro che tiene così cara Per riuscire bene in questo esercizio utile e divertente lavarsi le due dita molto accuratamente in una pinta di buon sangue A ciascuno il suo circo.
PAR LE TEMPS QUI COURT
Il faudrait trouver l'historien le sociologue le philosophe le pédagogue le métaphysicien qui aurait logiquement simplement scientifiquement économiquement vu prédit entrevu ou aperçu HISTORIQUEMENT
En En En En En En En En En En En En En En En
1750 1780 1793 1815 1830 1848 1870 1871 1900 1914 1918 1936 1940 1944 1951
ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce ce
qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui qui
se se se se se se se se se se se se se se se
passerait en 1780 passerait en 1793 passerait en 1815 passerait en 1830 passerait en 1848 passerait en 1870 passerait en 1871 passerait en 1900 passerait en 1914 passerait en 1918 passerait en 1936 passerait en 1940 passerait en 1944 passerait en 1950 passera en 1970 et 1971
Et ceci simplement concernant une des régions où beaucoup parmi nous vivent actuellement.
CON I TEMPI CHE CORRONO
Bisognerebbe trovare lo storico il sociologo il filosofo il pedagogista il metafisico che avesse logicamente semplicemente scientificamente economicamente visto predetto intravisto o scorto STORICAMENTE
Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel Nel
1750 1780 1793 1815 1830 1848 1870 1871 1900 1914 1918 1936 1940 1944 1951
ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò ciò
che che che che che che che che che che che che che che che
sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel sarebbe accaduto nel
E tutto ciò limitatamente a una delle regioni in cui molti di noi vivono attualmente.
1780 1793 1815 1830 1848 1870 1871 1900 1914 1918 1936 1940 1944 1950 1970 e 1971
EN ÉTÉ COMME EN HIVER
En été comme en hiver dans la boue dans la poussière couché sur de vieux journaux l'homme dont les souliers prennent l'eau regarde au loin les bateaux. Près de lui un imbécile un monsieur qui a de quoi tristement pêche à la ligne Il ne sait pas trop pourquoi il voit passer un chaland et la nostalgie le prend Il voudrait partir aussi très loin au fil de l'eau et vivre une nouvelle vie avec un ventre moins gros. En été comme en hiver dans la boue dans la poussière couché sur de vieux journaux l'homme dont les souliers prennent l'eau regarde au loin les bateaux. Le brave pêcheur à la ligne sans poissons rentre chez lui Il ouvre une boîte de sardines et puis se met à pleurer Il comprend qu'il va mourir et qu'il n'a jamais aimé Sa femme le considère et sourit d'un air pincé
C'est une très triste mégère une grenouille de bénitier. En été comme en hiver dans la boue dans la poussière couché sur de vieux journaux l'homme dont les souliers prennent l'eau regarde au loin les bateaux. Il sait bien que les chalands sont de grands taudis flottants et que la baisse des salaires fait que les belles marinières et leurs pauvres mariniers promènent sur les rivières toute une cargaison d'enfants abîmés par la misère en été comme en hiver et par n'importe quel temps.
D'ESTATE COME D'INVERNO
D'estate come d'inverno dentro il fango dentro la polvere addormentato su giornali vecchi l'uomo le cui scarpe fanno acqua guarda i battelli in lontananza Vicino a lui un imbecille un signore pieno di soldi pesca tristemente con la lenza e non capisce bene perché se vede passare una chiatta la nostalgia lo prende Certo vorrebbe partire andare lontano sul filo dell'acqua e vivere in un'altra vita meno grasso con meno pancia. D'estate come d'inverno dentro il fango dentro la polvere addormentato su giornali vecchi l'uomo le cui scarpe fanno acqua guarda i battelli in lontananza. Il bravo pescatore rientra ma senza un pesce a casa sua Apre una scatola di sardine e subito scoppia a piangere Sa che dovrà morire e che non ha mai amato La moglie gli dà un'occhiata e distaccata gli sorride
È una bieca megera una ranocchia d'acquasantiera. D'estate come d'inverno dentro il fango dentro la polvere addormentato su vecchi giornali l'uomo le cui scarpe fanno acqua guarda i battelli in lontananza. Sa perfettamente che le chiatte sono soltanto baracche galleggianti e che per il calo delle paghe le belle marinare e i loro poveri marinai vanno a spasso per i fiumi con tutto un carico dì figli rovinati dalla miseria d'estate come d'inverno col bello come col brutto tempo.
IL A TOURNÉ AUTOUR DE MOI
Il a tourné autour de moi pendant des mois des jours des heures et il a posé la main sur mon sein en m'appellant son petit cœur Et il m'a arraché une promesse comme on arrache une fleur à la terra Et il a gardé cette promesse dans sa tête comme on garde une fleur dans une serre J'ai oublié ma promesse et la fleur tout de suite a fané Et les yeux lui sont sortis de la tête il m'a regardée de travers et il m'a injuriée Un autre est venu qui ne m'a rien demandé mais il m'a regardée toute entière Déjà pour lui j'étais nue de la tête aux pieds et quand il m'a déshabillée je me suis laissée faire Et je ne savais pas qui c'était.
MI HA GIRATO INTORNO
Mi ha girato intorno per mesi giorni ore e m'ha posato la mano sul seno dicendomi cuoricino E m'ha strappato una promessa come si strappa un fiore dalla terra E dentro la sua testa ha custodito la promessa come si tiene un fiore in una serra Ho scordato la promessa e subito il fiore è appassito E aveva gli occhi fuori dalla testa e m'ha guardato storto e m'ha insultata Un altro è venuto e non m'ha chiesto niente ma mi ha guardata dalla testa ai piedi E già per lui ero nuda dai piedi alla testa e quando mi ha spogliata mi son lasciata fare E non sapevo niente di lui.
LES ENFANTS QUI S'AIMENT
Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout Contre les portes de la nuit Et les passants qui passent les désignent du doigt Mais les enfants qui s'aiment Ne sont là pour personne Et c'est seulement leur ombre Qui tremble dans la nuit Excitant la rage des passants Leur rage leur mépris leurs rires et leur envie Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne Il sont ailleurs bien plus loin que la nuit Bien plus haut que le jour Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour.
I RAGAZZI CHE SI AMANO
I ragazzi che si amano si baciano In piedi contro le porte della notte I passanti che passano se li segnano a dito Ma i ragazzi che si amano Non ci sono per nessuno E se qualcosa trema nella notte Non sono loro ma la loro ombra Per far rabbia ai passanti Per far rabbia disprezzo invidia riso I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno Sono altrove lontano più lontano della notte Più in alto del giorno Nella luce accecante del loro primo amore.
SANG ET PLUMES
Alouette du souvenir c'est ton sang qui coule et non pas le mien Alouette du souvenir j'ai serré mon poing Alouette du souvenir oiseau mort joli tu n'aurais pas dû venir manger dans ma main les graines de l'oubli.
SANGUE E PIUME
Allodola del ricordo è il tuo sangue che cola non il mio Allodola del ricordo ho stretto forte il pugno Allodola del ricordo uccello morto gentile non dovevi venire a mangiarmi nella mano i chicchi dell'oblio.
NARCISSE
Narcisse se baigne nu De jolies filles nues viennent le voir Narcisse sort de l'eau s'approche d'elles et s'aperçoit qu'il n'est plus tout à fait le même Quelque chose en lui a changé Il se caresse de la main étonné de donner sans le vouloir ni le savoir comme un jeune cheval entier les preuves de sa naissante virilité Et retourne dans l'eau plus ébloui que gêné Et regarde les filles puis dans l'eau à mi-corps se regarde encore Et voit par un phénomène de réfraction un bâton brisé Il se noie déçu enfantinement désespéré.
NARCISO
Nudo si bagna Narciso e fanciulle graziose vengono a vederlo Narciso esce dall'acqua le avvicina e s'accorge di non essere più come prima Di lui qualcosa è mutato S'accarezza con la mano meravigliato di mostrare senza volere senza sapere come un giovane stallone le prove della sua virilità che nasce Torna nell'acqua più abbagliato che impacciato E guarda le fanciulle e mezzo immerso nell'acqua ancora si guarda E per un fenomeno di rifrazione vede un bastone spezzato Così s'annega infantile deluso disperato.
ENTENDEZ-VOUS, GENS DU VIET-NAM
Entendez-vous Entendez-vous gens du Viet-Nam entendez-vous dans vos campagnes dans vos rizières dans vos montagnes... Oui nous les entendons Ces êtres inférieurs architectes danseurs pêcheurs et mineurs jardiniers et sculpteurs tisserands ou chasseurs paysans et pasteurs artisans et dockers coolies navigateurs Ces êtres inférieurs ne savaient haïr que la haine ne méprisaient que le mépris Ces êtres inférieurs ne craignaient guère la mort tant ils aimaient l'amour tant ils vivaient la vie et leur vie quelquefois était belle comme le jour et le sang de la lune courait sur les rizières et le jour lui aussi était beau comme la nuit Il y avait aussi la faim et la misère les très mauvaises fièvres et le trop dur labeur Mais le jour était beau comme la nuit le soleil fou dansait dans les yeux des jeunes filles et la nuit était belle comme le jour la lune folle aussi dansait seule sur la mer la misère se faisait une beauté pour l'amour
Et les enfants en fête malgré les Mauvais Temps jouaient avec les bêtes en pourchassant le vent Mais il y avait aussi et venant de très loin les Monopolitains ceux de la Métropole et de l'appât du gain Négociants trafiquants notables résidents avec les légionnaires les expéditionnaires et les concessionnaires et les hauts commissaires Et puis les missionnaires et les confessionnaires venus là pour soigner leurs frères inférieurs venus pour les guérir de l'amour de la vie cette vieille et folle honteuse maladie Et cela depuis fort longtemps bien avant la mort de Louis XVI bien avant l'exploitation et l'exportation de la Marseillaise Et la misère était cotée en Bourse sous le couvert et dans les plis et replis du pavillon tricolore Et puis une dernière fois ce fut encore la Grande Guerre ses nouvelles financières et ses hauts faits divers Comme elle était Mondiale des Français déclassés caïds du Viet-Nam avec les chefs du gang de l'empire du Milieu se partageaient déjà comme baron en foire les morceaux du gâteau des lambeaux de pays avec l'assentiment de S. M. Bao-Daï Soudain sont emportés dans les rapides de l'Histoire leurs bateaux de papier-monnaie et comme dans les livres de classe importés de la Métropole on proclame au Viet-Nam les Droits de l'homme Quoi ces gens qui crient famine sous prétexte qu'ils n'ont pas grand-chose à manger et qui s'ils étaient mieux nourris crieraient encore que c'est mauvais
nous savons trop bien qui les mène et où on veut les emmener Et les Grands Planteurs d'Hévéas les Seigneurs de la Banque d'Indochine et les Grands Charbonniers du Tonkin en appellent sans plus tarder à la Quatrième République empirique apostolique et néo-démocratique Alors la fille aînée de l'Église son sang ne fait qu'un tour Un pauvre capucin et grand amiral des Galères arrive à fond de train par la mer et après avoir fait les sommations d'usage Ceci est mon corps expéditionnaire Ceci est votre sang à coups de droit canon il sermonne Haiphong des anges exterminateurs accomplissent leur mission et déciment la population Simple petit carnage présages dans le ciel sévère mais salutaire leçon Et vogue la galère après avoir bien joué son beau rôle dans l'Histoire l'Amiral se retire dans sa capucinière en dédaignant la gloire Et le temps fait semblant seulement de passer le temps du halte-là reste là l'arme au pied le temps des cerisiers en fluers arrachés à la terre et volatilisés Et malgré d'inquiétantes menaces de paix les gens du trafic des piastres fêtent toutes les fêtes et sans en oublier et l'on réveillonne à Noël comme au bon vieux pays à Saigon à Hanoï et l'on fête l'Armistice et la Libération comme le Quatorze Juillet la prise de la Bastille sans façon
Cependant que très loin on allume des lampions des lampions au napalm sur de pauvres paillotes et des femmes et des hommes des enfants du Viet-Nam dorment les yeux grands ouverts sur la terre brûlée et c'est comme Oradour c'est comme Madagascar et comme Guernica et c'est en plus modeste tout comme Hiroshima Et le temps reste là sur le qui-vive le temps du Halte-là le temps du désespoir et de la connerie noire Et la grande main-d'œuvre jaune caresse tristement ses rizières ses forêts ses cutils et ses champs son bétail affamé Des voix chantent Nous n'aimions pas notre misère mais avec elle nous pouvions lutter et quand parfois elle touchait terre sur cette pauvre terre nous pouvions respirer Vous qu'en avez-vous fait Elle était lourde notre misère vous le saviez vous en avez déjà tiré plus que son pesant d'or Fous que vous êtes que voulez-vous encore Aux voix de la main-œuvre jaune répondait une voix d'or une voix menaçante et radiodiffusée et la main-d'œuvre se serrait la mort mécanique avançait Sourdes mais claires des voix chantaient Si la petite main-d'œuvre jaune et la très grande main d'or blanc coudes sur table et poings serrés se rencontraient
elle ne tiendrait pas longtemps en l'air la blême menotte d'acier tachée de sang caillé Longtemps en l'air c'est une façon de parler Et la, voix d'or hurlait sur un ton aphonique délicat cultivé Feu à volonté Et les hommes de main d'or recrutés et parqués et fraîchement débarqués venant rétablir l'Ordre mitraillaient incendiaient Mais la main-d'œuvre jaune elle aussi se mé-ca-ni-sait Tristes et graves mais résignées des voix chantaient Que voulez-vous on nous attaque à la machine se défendre à la main ne serait pas civilisé on nous traiterait encore de sauvages et d'arriérés on nous blâmerait Et l'empereur Bao-Daï partait « en permission » sur la Côte d'Azur C'est comme cela que les journaux annonçaient ses visites fébriles et affairées Là-bas sur le théâtre des Opérations Bancaires le corps expéditionnaire n'avait plus les mêmes succès et dans de merveilleux décors
tombaient les pauvres figurants de la mort Seuls les gens du trafic des piastres criaient bis et applaudissaient Ici on criait Encore ailleurs on criait Assez plus loin on criait La Paix et des messieurs du meilleur monde fort discrètement s'éclipsaient Tout cela n'était pas une petite affaire les grandes compagnies internationales des Monopolitains alertaient leurs meilleurs experts leurs plus subtils tacticiens L un d'eux un trépidant infatigable petit mégalomane d'une étourdissante et opiniâtre médiocrité et qui s'était couvert de gloire fiduciaire pendant la seconde guerre mondiale sur la route coupée du fer dans la plaie atterrit en coup de vent au Viet-Nam Et en moins de temps qu'il ne mit un peu plus tard à l'écrire trouva la solution de cet interminable conflit Pour arrêter ou améliorer la regrettable et nécessaire guerre du Viet-Nam, il suffit, c'est tellement simple, de mettre le Viet-Nam dans la guerre. Et résumant cette solution en un slogan d'une indéniable efficacité Virilité rapidité il reprend l'avion non sans avoir donné de très judicieuses précisions Des Français et des Vietnamiens se faisaient tuer pour protéger la vie et la fortune des gens qui entassaient d'immenses richesses pour ne parler que de Chinois de Saigon et de Vietnamiens d'Hanoi, et tout cela aux frais du contribuable français. Dès lors, une seule solution: créer une armée proprement vietnamienne assez puissante pour rétablir l'ordre puisque c'est au Viet-Nam (Tonkin, Annam, Cochinchine), pays
de vingtcinq millions d'habitants, que se fait la guerre. C'est par la création de cette armée nationale que le peuple vietnamien prenda pleinement conscience de son indépendance. Il faut que cette guerre, où se jouent l'indépendance du VietNam, les libertés et la fortune de ses citoyens, soit considérée par lui comme sa guerre. Il faut que ses élites cessent d'être « attentistes, » soucieuses de ne pas se compromettre dans l'hypothèse d'une victoire des communistes. Il faut que ce soit une guerre faite par le Viet-Nam avec l'aide de la France, et non une guerre faite par la France avec l'aide du VietNam. C'est d'abord un état d'esprit à créer, celui que ce vieux lion qu'est le président Syngman Rhee a su créer en Corée. Et se sont des réformes profondes à faire. Pourquoi gardez-vous en prison et depuis déjà plusieurs années un marin qui s'appelle Henry Martin?
ASCOLTATE GENTE DEL VIETNAM,
Ascoltate Ascoltate gente del Vietnam Ascoltate nelle vostre campagne nelle vostre risaie nelle vostre montagne... Sì, li ascoltiamo Questi esseri inferiori architetti danzatori pescatori e minatori giardinieri e scultori tessitori o cacciatori contadini e pastori artigiani e dockers coolies navigatori Questi esseri inferiori non sapevano odiare che l'odio non disprezzavano che il disprezzo Questi esseri inferiori non avevano alcun timore della morte tanto amavano l'amore tanto vivevano la vita e la loro vita era talvolta bella come il giorno e il sangue della luna correva sulle risaie e persino il giorno era bello come la notte C'era anche la fame e la miseria le febbri terribili il lavoro troppo duro Ma il giorno era bello come la notte il sole danzava folle negli occhi delle fanciulle e la notte era bella come il giorno la luna anch'essa folle danzava solitaria sul mare La miseria si faceva bellezza per l'amore
E i ragazzi in festa malgrado i Tempi Duri giocavano con le bestie dando la caccia al vento Ma c'erano anche venuti da lontano i Monopolitani quelli della Metropoli attratti dal guadagno Negozianti trafficanti notabili residenti con i legionari gli spedizionieri e i concessionari e gli alti commissari E ancora i missionari e i confessionari venuti per curare i fratelli inferiori venuti per guarire l'amore della vita questa vecchia folle vergognosa malattia E ciò dopo molto tempo assai prima della morte di Luigi XVÏ assai prima dello sfruttamento e dell'esportazione della Marsigliese E la miseria era quotata in Borsa sotto la protezione nelle pieghe e fra le pieghe della bandiera tricolore E poi un'ultima volta ci fu ancora la Grande Guerra le sue notizie finanziarie e i suoi alti fatti di cronaca Siccome era Mondiale certi Francesi declassati a cadì del Vietnam con i capi banda dell'Impero di Mezzo si dividevano già come il mercante in fiera qualche boccone della torta i brandelli del paese con l'assenso di S. M. Bao Dai Improvvisamente sono trascinati fra le rapide della Storia le loro navi di cartamoneta e come nei libri di scuola importati dalla Metropoli si proclamano in Vietnam i Diritti dell'uomo E come questa gente che piange miseria col pretesto di non avere gran che da mangiare E se fosse meglio nutrita ancora griderebbe che è uno schifo
sappiamo fin troppo bene chi la guida e dove vuole farla arrivare E i Grandi Piantatori di Hevea i Signori della Banca d'Indocina e i Grandi Carbonai del Tonchino facendo appello senza indugio alla Quarta Repubblica empirica apostolica e neodemocratica Allora la primogenita della Chiesa il suo sangue fa un tuffo Un povero cappuccino e grande ammiraglio di Galere arriva per mare a tutta velocità e dopo aver fatto le ingiunzioni d'uso Questo è il mio corpo di spedizione Questo il vostro sangue a colpi di diritto canonico fa un sermone a Haiphong degli angeli sterminatori portano a compimento la loro missione e decimano la popolazione Piccola semplice carneficina presagi nel cielo severa ma salutare lezione E navighi la galera E vada come deve andare dopo che ha svolto il suo bel ruolo nella Storia l'Ammiraglio si ritira nel convento disdegnando la gloria E il tempo fa solo finta di passare il tempo dell'alto-là resta là l'arma ai piedi il tempo dei ciliegi in fiore strappati alla terra e spariti in volo E malgrado le inquietanti minacce della pace I trafficanti di piastre festeggiano ogni festa senza dimenticarsene e fanno il cenone di Natale come al buon vecchio paese a Saigon a Hanoi e festeggiano l'Armistizio e la Liberazione come il Quattordici luglio la presa della Bastiglia senza storie
Mentre molto lontano si accendono i lampioni lampioni al napalm su povere capanne e donne uomini e bambini del Vietnam dormono con gli occhi spalancati sulla terra bruciata è come Oradour è come Madagascar come Guernica è più in piccolo come Hiroshima E il tempo resta là sul chi vive il tempo dell'Alto-là il tempo della disperazione dell'imbecillità più nera E la grande manodopera gialla accarezza tristemente le sue risaie le sue foreste i suoi utensili e i suoi campi il suo bestiame affamato Alcune voci cantano Non amavamo la nostra miseria ma con lei potevamo lottare e quando talvolta andava a terra su questa povera terra potevamo respirare Voi che cosa ne avete fatto Era pesante la nostra miseria voi lo sapevate già ne avete ricavato più che il suo peso d'oro Pazzi che siete cosa volete ancora Alle voci della manodopera gialla rispondeva una voce dorata una voce minacciosa radiodiffusa e la manodopera si stringeva la morte meccanica avanzava Sorde ma chiare voci cantavano Se la piccola manodopera gialla e la grandissima mano d'oro bianca gomiti sul tavolo pugni serrati si incontrassero
essa non resterebbe a lungo in aria la pallida manina d'acciaio macchiata di sangue raggrumato Tanto tempo in è un modo di parlare
aria
E la voce d'oro urlava su un tono afonico delicato coltivato Fuoco a volontà E gli uomini dalla mano d'oro reclutati e ammucchiati e di fresco sbarcati venuti a ristabilire l'Ordine mitragliavano incendiavano Ma la manodopera gialla lei pure si mec-ca-niz-za-va Tristi e gravi ma rassegnate voci cantavano Che mai volete ci attaccano a macchina difendersi a mano non sarebbe cosa civile ci tratterebbero ancora da selvaggi e da arretrati ci farebbero rimproveri E l'imperatore Bao Dai andava « in licenza » sulla Costa Azzurra È così che i giornali annunciavano le sue visite febbrili e indaffarate Laggiù sul teatro delle Operazioni Bancarie il corpo di spedizione non aveva più i medesimi successi ed entro scenari meravigliosi
crollavano le misere comparse della morte Solo i trafficanti di piastre gridavano bis e applaudivano Qui si gridava Ancora altrove si gridava Basta più lontano si gridava Pace e dei signori del miglior mondo assai discretamente si eclissavano Tutto ciò non era cosa da poco le grandi compagnie internazionali dei Monopolitani mettevano in allarme i loro più validi esperti i loro tattici più sottili Uno di loro un trepidante infaticabile piccolo megalomane d'una assordante e cocciuta mediocrità E che s'era coperto di gloria fiduciaria durante la seconda guerra mondiale sulla strada tagliata dal ferro nella piaga atterrò in un baleno nel Vietnam E in un tempo minore di quanto ne avrebbe poi impiegato a scriverla trovò la soluzione di questo interminabile conflitto Per arrestare o migliorare la spiacevole e necessaria guerra del Vietnam, occorre, è così semplice, mettere il Vietnam in guerra. E riassumendo questa soluzione in uno slogan d'innegabile efficacia Virilità rapidità riprende l'aereo non senza aver dato assai giudiziose precisazioni Dei Francesi e dei Vietnamiti si facevano per proteggere la vita e la fortuna di tutti quelli mulavano ricchezze immense, per non parlare che di Saigon e dei Vietnamiti di Hanoi, e tutto ciò a contribuente francese. A questo punto una sola soluzione: creare propriamente vietnamita potente quanto basti per l'ordine, poiché è nel Vietnam (Tonchino, Annam, Cocin-
ammazzare che accudei Cinesi spese del un'armata ristabilire
cina), paese di venticinque milioni di abitanti, che si fa la guerra. È attraverso la creazione di questa armata nazionale che il popolo vietnamita prenderà piena coscienza della sua indipendenza. Occorre che questa guerra, nella quale si giocano l'indipendenza del Vietnam, le libertà e le sorti dei suoi cittadini, sia dal Vietnam stesso considerata come una guerra sua. Occorre che le sue élites cessino d'essere « attendiste », timorose di non compromettersi nell'ipotesi di una vittoria dei comunisti. Occorre che sia una guerra fatta dal Vietnam con l'aiuto della Francia, e non una guerra fatta dalla Francia con l'aiuto del Vietnam. È innanzitutto una mentalità che va creata, quella che quel vecchio leone del presidente Syngman Rhee ha saputo creare in Corea. Ci sono profonde riforme da fare. Perché tenete in prigione e già da molti anni un marinaio che si chiama Henry Martin? 1952
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L'ORAGE ET L'ÉCLAIRCIE
Un chien fou dans les couloirs d'une maison de santé cherche son maître mort depuis l'été dernier Un arbre ou une pendule un oiseau un couteau une mauvaise nouvelle une bonne nouvelle Ton visage d'enfant comme une crème terrible tout à coup s'est figé Ton sourire comme une roue dentée s'est mis à tourner perdu crispé escamoté Et l'eau merveilleuse de tes yeux verts et gris s'est tarie La foudre la petite foudre noire de la haine de la détresse et du savoir a lui pour moi Signal de toute la terre visage en tous sens retourné message du désespoir de la lucidité Et puis soudain plus rien rien d'autre que ton visage ingénu enfantin tout seul comme un volcan éteint Et puis la fatigue l'indifférence la gentillesse et l'espoir de dormir et même le courage de sourire.
IL TEMPORALE E LA SCHIARITA
Un cane matto nei corridoi di una casa di cura cerca il padrone morto l'estate scorsa !
Un albero o una pendola un uccello un coltello una brutta notizia una buona notizia Il tuo volto di bimbo come una crema schifosa si è rappreso di colpo Il tuo sorriso come una ruota dentata ha preso a girare perduto contratto sparito e la stupenda acqua dei tuoi occhi verdi e grigi si è inaridita La folgore la piccola nera folgore dell'odio dell'infelicità e del sapere ha luccicato per me segnale di tutta la terra viso rivolto da tutte le parti messaggio della disperazione della lucidità E d'improvviso poi nient'altro nient'altro che il tuo ingenuo volto bambino solo come un vulcano spento E poi la stanchezza l'indifferenza la dolcezza e la speranza di dormire e persino il coraggio di sorridere.
LA RIVIÈRE
Tes jeunes seins brillaient sous la lune mais il a jeté le caillou glacé la froide pierre de la jalousie sur le reflet de ta beauté qui dansait nue sur la rivière dans la splendeur de l'été.
IL FIUME
I tuoi giovani seni brillavano alla luna ma lui ha buttato il gelido sasso la fredda pietra della gelosia sul riflesso della tua bellezza che danzava nuda sul fiume nello splendore dell'estate.
LES AMOUREUX TRAHIS
Moi j'avais une lampe et toi la lumière Qui a vendu la mèche?
GLI INNAMORATI TRADITI
Io avevo una lampada a olio tu la luce chi ha venduto il lucignolo?
CADEAU D'OISEAU
Un très vieux perroquet vint lui porter ses graines de tournesol et le soleil entra dans sa prison d'enfant.
IL REGALO DELL'UCCELLO
Un vecchio, vecchio pappagallo gli portò i suoi semi di girasole e nella sua prigione di fanciullo entrò il sole.
QUAND...
Quand le lionceau déjeune la lionne rajeunit Quand le feu réclame sa part la terre rougit Quand la mort lui parle de l'amour la vie frémit Quand la vie lui parle de la mort l'amour sourit.
QUANDO...
Quando il leoncino fa colazione la leonessa ridiventa giovane Quando il fuoco reclama la sua parte la terra, avvampa Quando la morte le parla dell'amore ha un fremito la vita Quando la vita gli parla della morte ha un sorriso l'amore.
MAINTENANT J'AI GRANDI
Enfant j'ai vécu drôlement le fou rire tous les jours le fou rire vraiment et puis une tristesse tellement triste quelquefois les deux en même temps Alors je me croyais désespéré Tout simplement je n'avais pas d'espoir je n'avais rien d'autre que d'être vivant j'étais intact j'étais content et j'étais triste mais jamais je ne faisais semblant je n'avais rien d'autre que d'être vivant Secouer la tête pour dire non secouer la tête pour ne pas laisser entrer les idées des gens Secouer la tête pour dire non et sourire pour dire oui oui aux choses et aux êtres aux êtres et aux choses à regarder à caresser à aimer à prendre ou à laisser J'étais comme j'étais sans mentalité Et quand j'avais besoin d'idées pour me tenir compagnie je les appelais Et elles venaient et je disais oui à celles qui me plaisaient les autres je les jetais
Maintenant j'ai grandi les idées aussi mais ce sont toujours de grandes idées de belles idées d'idéales idées Et je leur ris toujours au nez Mais elles m'attendent pour se venger et me manger un jour où je serai très fatigué Mais moi au coin d'un bois je les attends aussi et je leur tranche la gorge je leur coupe l'appétit.
ADESSO SONO CRESCIUTO
Da bambino mi sono proprio divertito tanto ridere tanto ridere per niente e subito dopo una tristezza opprimente e talvolta tutt'e due contemporaneamente Allora mi credevo disperato invece mi mancava soltanto la speranza non avevo nient'altro che esser vivo ed ero intatto ero contento ed ero triste ma non fingevo mai non avevo nient'altro che esser vivo Scuotere il capo per dire di no scuotere il capo per non farci entrare le idee della gente scuotere il capo per dire di no e sorridere invece per dire di sì sì alle cose e agli esseri agli esseri alle cose da guardare carezzare da amare da prendere o lasciare Ero così com'ero senza opinioni nella testa E se avevo bisogno di idee che mi tenessero compagnia io le chiamavo e subito venivano e io dicevo sì a quelle più belle e le altre le buttavo via
Adesso sono cresciuto e le idee anche ma sono sempre grandi idee belle idee idee ideali e io gli rido sempre in faccia però loro mi aspettano per vendicarsi e per mangiarmi quel giorno che mi troveranno troppo stanco Ma io all'angolo di un bosco le sto aspettando anch'io e gli taglierò la gola gli farò passare l'appetito.
CHANSON POUR VOUS A Florence
Cheveux noirs cheveux noirs caressés par les vagues cheveux noirs cheveux noirs décoiffés par le vent Le brouillard de septembre flotte derrière les arbres le soleil est un citron vert Et la Misère dans sa voiture vide traînée par trois enfants trop blonds traverse les décombres et s'en va vers la mer Cheveux noirs cheveux noirs caressés par les vagues cheveux noirs cheveux noirs décoiffés par le vent Avec ses tonneaux de fer ses débris de ciment armé comme un chien mort les pattes en l'air le radeau de l'Amirauté gît immobile sur les galets Cheveux noirs cheveux noirs décoiffés par les vagues cheveux noirs cheveux noirs caressés par le vent Soleil citron vert emporté par le temps la voix de la sirène est une voix d'enfant.
CANZONE PER VOI
A Florence
Capelli neri capelli neri accarezzati dalle onde capelli neri capelli neri spettinati dal vento La nebbia di settembre si muove dietro gli alberi il sole è un limone acerbo E la miseria nella sua vettura vuota trascinata da tre bambini troppo biondi attraversa le macerie e scende verso il mare Capelli neri capelli neri accarezzati dalle onde Capelli neri capelli neri spettinati dal vento Con le sue botti di ferro i suoi frantumi di cemento armato simile a un cane morto zampe all'aria se ne sta immobile sulla ghiaia della spiaggia la zattera dell'Ammiragliato Capelli neri capelli neri accarezzati dalle onde Capelli neri capelli neri spettinati dal vento Sole limone acerbo trascinato dal tempo è una voce di bambino la voce della sirena.
LA VISITE AU MUSÉE
Au musée de cire du Souvenir vous prenez la galerie des projets avortés le couloir des velléités l'escalier des faux désirs et vous tombez dans la trappe des regrets Là vous pouvez graver sur les murs avec le petit couteau-souvenir acheté à l'entrée les graffiti du malentendu Mais au-dessus de la salle des Bienfaits Perdus les yeux bandés le funambule Amour danse sur la corde raide du bonheur à peine entrevu du bonheur jamais oublié Et la musique de son cirque tourne son disque rayé usé exténué mais ravi et le disque tourne comme une lune sanglante et endeuillée radieuse vivante souriante ensoleillée merveilleuse et émerveillée Musique du peuple des oiseaux musique des oiseaux du peuple Visiteurs n'écoutez pas cette musique sans l'entendre ne prêtez pas seulement l'oreille à cette musique à ce bruit donnez-la-lui Elle vous la rendra au centuple un beau jour ou un autre jour la musique du peuple des oiseaux de l'amour.
LA VISITA AL MUSEO
AI museo di cera del Ricordo imboccate la galleria dei progetti abortiti il corridoio delle velleità la scala dei falsi desideri e poi cadete nella trappola dei rimpianti Là potete incidere sui muri col coltellino ricordo comprato all'entrata i graffiti del malinteso Ma sopra la sala dei Benefici perduti il funambolo Amore dagli occhi bendati danza sulla corda tesa della felicità solo intravista della felicità mai più dimenticata E la musica del suo circo gira il suo disco rigato consumato estenuato ma rapito e il disco gira come una luna insanguinata addolorata radiosa palpitante sorridente soleggiata meravigliosa meravigliata Musica del popolo degli uccelli musica degli uccelli del popolo Visitatori non ascoltate senza capirla questa musica non date solo in prestito l'orecchio a questa musica a questo rumore ma offriteglielo in dono Ve lo renderà un bel giorno o un altro giorno centuplicato
L'AMOUR A LA ROBOTE
Un homme écrit à la machine une lettre d'amour et la machine répond à l'homme et à la main et à la piace de la destinataire Elle est tellement perfectionnée la machine la machine à laver les chèques et les lettres d'amour Et l'homme confortablement installé dans sa machine à habiter lit à la machine à lire la réponse de la machine à écrire Et dans sa machine à rêver avec sa machine à calculer il achète ime machine à faire l'amour Et dans sa machine à réaliser les rêves il fait l'amour à la machine à écrire à la machine à faire l'amour Et la machine le trompe avec un machin un machin à mourir de rire.
L'AMOR MECCANICO
Un uomo scrive a macchina una lettera d'amore e la macchina risponde all'uomo e alla mano come se fosse la destinataria È talmente perfezionata quella macchina lavatrice di assegni e di lettere d'amore E l'uomo confortevolmente installato nella sua macchina per abitare legge alla sua macchina da leggere la risposta della macchina da scrivere E nella sua macchina per sognare con la sua macchina çalcolatrice compra una macchina per fare l'amore E nella sua macchina per realizzare i sogni fa l'amore alla macchina da scrivere con la macchina per fare all'amore E la macchina lo tradisce con un macinino un macinino da morir dal ridere.
OÙ JE VAIS, D'OÙ JE VIENS
Où je vais, d'où je viens, Pourquoi je suis trempée. Voyons, ça se voit bien. Il pleut. La pluie, c'est de la pluie. Je vais dessous, et puis, Et puis c'est tout. Passez votre chemin Comme je passe le mien. C'est pour mon plaisir Que je patauge dans la boue. La pluie, ça me fait rire. Je ris de tout et de tout et de tout. Si vous avez la larme facile Rentrez plutôt chez vous, Pleurez plutôt sur vous, Mais laissez-moi, Laissez-moi, laissez-moi, laissez-moi, laissez-moi. Je ne veux pas entendre le son de votre voix, Passez votre chemin Comme je passe le mien. Le seul homme que j'aimais, c'est vous qui l'avez tué, matraqué, piétiné... achevé. J'ai vu son sang couler, couler dans le ruisseau, dans le ruisseau. Passez votre chemin comme je passe le mien. L'homme que j'aimais
est mort, la tête dans la boue. Ce que j'peux vous haïr, vous haïr... c'est fou... c'est fou... c'est fou. Et vous vous attendrissez sur moi, vous êtes trop bons pour moi, beaucoup trop bons, croyez-moi. Vous êtes trop bons... bons comme le ratier est bon pour le rat... mais un jour... un jour viendra où le rat vous mordra... Passez votre chemin, hommes bons... hommes de bien.
DOVE VADO, DA DOVE VENGO
Dove vado, da dove vengo, Perché sono bagnata. Andiamo, non è difficile capirlo. Sta piovendo. La pioggia è pioggia. 10Io ci cammino sotto - e poi, E poi nient'altro. Andate per la vostra strada Come io per la mia. Perché sguazzo nel fango? Perché mi piace. E la pioggia, la pioggia mi fa ridere. Rido di tutto, tutto, tutto. Se avete le lacrime in tasca E meglio che torniate a casa, E meglio che piangiate su voi stessi, Ma lasciatemi stare, Lasciatemi stare, lasciatemi, lasciatemi. 11Il suono della vostra voce non lo voglio sentire. Andate per la vostra strada come io per la mia. Il solo uomo che amavo Siete stati voi a ucciderlo, A prenderlo a manganellate, a camminargli sopra... A dargli il colpo di grazia. Ho visto scorrere il suo sangue, Scorrere nel rigagnolo, nel Rigagnolo. Andate per la vostra strada Come io per la mia. L'uomo che amavo
È morto, la testa nel fango. Ah quanto posso odiarvi, Odiarvi... è folle... è incredibile. E voi vi impietosite, Voi siete buoni, troppo buoni con me, Eh sì credetemi, troppo, troppo buoni. Buoni... buoni come l'ammazzatopi con i topi... Ma un gio no... un bel giorno il topino vi morderà... Andate, anaate per la vostra strada, Uomini buoni, uomini per bene.
A QUOI RÊVAIS-TU?
Vêtue puis revêtue à quoi rêvais-tu dévêtue Je laissais mon vison au vestiaire et nous partions dans le désert Nous vivions d'amour et d'eau fraîche nous nous aimions dans la misère nous mangions notre linge sale en famine et sur la nappe de sable noir tintait la vaisselle du soleil Nous nous aimions dans la misère nous vivions d'amour et d'eau fraîche j'étais ta nue propriété.
A CHE PENSAVI?
Prima vestita poi rivestita a che pensavi svestita Lasciavo il mio visone al guardaroba e andavamo nel deserto Vivevamo d'amore e d'acqua fresca Ci amavamo in povertà mangiavamo i nostri panni sporchi in famità e sulla tovaglia di sabbia nera tintinnavano le stoviglie del sole Ci amavamo in povertà vivevamo d'amore e d'acqua fresca io ero la tua nuda proprietà.
TANT DE FORÊTS.,
Tant de forêts arrachées à la terre et massacrées achevées rotativées Tant de forêts sacrifiées pour la pâte à papier des milliards de journaux attirant annuellement l'attention des lecteurs sur les dangers du déboisement des bois et des forêts.
TANTE FORESTE...
Tante foreste strappate alla terra massacrate finite rotati vizzate Tante foreste sacrificate per fornire la carta ai miliardi di giornali che ogni anno attirano l'attenzione dei lettori sui rischi del disboscamento.
L'ENFANT DE MON VIVANT
Dans la plus fastueuse des misères mon père ma mère apprirent à vivre à cet enfant à vivre comme on rêve et jusqu'à ce que mort s'ensuive naturellement Sa voix de rares pleurs et de rires fréquents sa voix me parle encore sa voix mourante et gaie intacte et saccagée Je ne puis le garder je ne puis le chasser ce gentil revenant Comment donner le coup de grâce à ce camarade charmant qui me regarde dans la glace et de loin me fait des grimaces pour me faire marrer drôlement et qui m'apprit à faire l'amour maladroitement éperdument L'enfant de mon vivant sa voix de pluie et de beau temps chante toujours son chant lunaire ensoleillé son chant vulgaire envié et méprisé son chant terre à terre étoilé Non je ne serai jamais leur homme puisque leur homme est un roseau pensant non jamais je ne deviendrai cette plante carnivore qui tue son dieu et le dévore et vous invite à déjeuner et puis si vous refusez vous accuse de manger du curé
Et j'écoute en souriant l'enfant de mon vivant l'enfant heureux aimé et je le vois danser danser avec ma fille avant de s'en aller là où il doit aller.
IL FANCIULLO DI QUAND'ERO VIVO
Nella più fastosa delle miserie mio padre mia madre insegnarono a vivere a me fanciullo spontaneamente a vivere come si sogna fino a che morte non sopraggiunga naturalmente La sua voce di rari pianti e di risa frequenti la sua voce mi parla ancora la sua voce morente e gaia intatta e devastata Non posso tenerlo con me ma non posso scacciarlo questo gentile fantasma Come infliggere il colpo fatale all'incantevole compagno che dallo specchio mi sta a guardare che di lontano mi fa le boccacce per farmi divertire buffamente che m'insegnò a fare l'amore maldestramente perdutamente Fanciullo di quand'ero vivo la sua voce di bello e brutto tempo canta sempre il suo canto lunare assolato il suo canto volgare invidiato disprezzato il suo canto terra terra stellato No io non sarò mai il loro uomo perché quell'uomo è una canna pensante non diventerò mai questa pianta carnivora che uccide il suo dio e lo divora che ti invita a pranzo e se poi rifiuti ti accusa di essere un mangiapreti
Ascolto sorridente il fanciullo di quand'ero vivo il felice amato fanciullo e lo vedo ballare ballare con mia figlia prima di andare via di andare là dove deve andare.
CHANSON DU MOIS DE MAI
L'âne le roi et moi Nous serons morts demain L'âne de faim Le roi d'ennui Et moi d'amour Un doigt de craie Sur l'ardoise des jours Trace nos noms Et le vent dans les peupliers Nous nomme Ane Roi Homme Soleil de Chiffon noir Déjà nos noms sont effacés Eau fraîche des Herbages Sables des Sabliers Rose du Rosier rouge Chemin des Écoliers L'âne le roi et moi Nous serons morts demain L'âne de faim Le roi d'ennui Et moi d'amour Au mois de mai La vie est une cerise La mort est un noyau L'amour un cerisier.
CANZONE DEL MESE DI MAGGIO
L'asino il re e io Saremo morti domani Di fame l'asino Di noia il re E io d'amore Un dito di gesso Sull'ardesia dei giorni Traccia i nostri nomi E il vento tra i pioppi Ci chiama Asino Re Uomo Sole di Straccio nero Già i nostri nomi son cancellati Acqua fresca di Pascolo Sabbia di Clessidra Rosa di rosso Rosaio Strada più lunga di tutte le strade L'asino il re e io Saremo morti domani Di fame l'asino Di noia il re E d'amore io Nel mese di maggio La vita è una ciliegia È un nocciolo la morte Un ciliegio l'amore.
LE LUNCH
Le maître d'hôtel noir est pendu après la suspension Il a osé jeter un regard dans le décolleté de la maîtresse de maison.
IL LUNCH
Il maggiordomo nero, licenziato, si è subito impiccato. Aveva sbirciato - deplorevole disinvoltura la padrona di casa dentro la scollatura.
LE METEORE
Entre les barreaux des locaux disciplinaires une orange passe comme un éclair et tombe dans la tinette comme une pierre Et le prisonnier tout éclaboussé de merde resplendit tout illuminé de joie Elle ne m'a pas oublié Elle pense toujours à moi.
LA METEORA
Tra una sbarra e l'altra del luogo di detenzione un'arancia s'infila come un fulmine e nel pitale piomba come una pietra E il prigioniero tutto schizzato di merda risplende illuminato in pieno dalla gioia Lei di me non s'è scordata Lei pensa sempre a me.
FIESTA
Et les verres étaient vides et la bouteille brisée Et le lit était grand ouvert et la porte fermée Et toutes les étoiles de verre du bonheur et de la beauté resplendissaient dans la poussière de la chambre mal balayée Et j'étais ivre mort et j'étais feu de joie et toi ivre vivante toute nue dans mes bras.
FIESTA
E i bicchieri erano vuoti e la bottiglia in pezzi E il letto spalancato e la porta sprangata E tutte le stelle di vetro della bellezza e della gioia risplendevano nella polvere della camera spazzata male Ed io ubriaco morto ero un fuoco di gioia e tu ubriaca viva nuda nelle mie braccia.
LE BONHEUR DES UNS
Poissons amis aimés Amants de ceux qui furent péchés en si grande quantité Vous avez assisté à cette calamité A cette chose horrible A cette chose affreuse A ce tremblement de terre La pêche miraculeuse Poissons amis aimés Amants de ceux qui furent péchés en si grande quantité De ceux qui furent péchés ébouillantés mangés Poissons... poissons... poissons... Comme vous avez dû rire Le jour de la crucifixion.
GIOIA PER GLI UNI
Amici amati amanti Di quelli che in sì gran copia sono stati pescati Voi avete assistito, o pesci, a quel disastro immane A quella cosa orribile A quel fatto terribile A quel vero e proprio terremoto Della pesca miracolosa Amici amanti amati Di quelli che in sì gran copia sono stati pescati Pescati e poi lessati e poi mangiati O pesci pesci pesci che risate Avete dovuto farvi Il giorno della sua crocifissione.
LE GRAND HOMME ET L'ANGE GARDIEN
Vous resterez là Sentinelle A la porte du bordel Et vous garderez Mon Sérieux Moi je monte avec ces dames Il faut bien rigoler un peu!
IL GRAND'UOMO E L'ANGELO CUSTODE
Rimarrai là Sentinella Sulla porta del bordello E dovrai sorvegliare O mio gran Serio Me che salgo con quelle signore Bisogna pure divertirsi un po'!
ON FRAPPE
Qui est là Personne C'est simplement mon cœur qui bat Qui bat très fort A cause de toi Mais dehors La petite main de bronze sur la porte de bois Ne bouge pas Ne remue pas Ne remue pas seulement le petit bout du doigt.
BUSSANO
Chi è Nessuno Ê solo il mio cuore che batte Che batte troppo forte Per causa tua Ma di fuori La piccola mano bronzea sulla porta di legno Non si sposta Non si muove Non muove neanche la punta del dito.
LES CHANSONS LES PLUS COURTES...
L'oiseau qui chante dans ma tête Et me répète que je t'aime Et me répète que tu m'aimes L'oiseau au fastidieux refrain Je le tuerai demain matin.
LE PIU' CORTE CANZONI...
L'uccello che mi canta nella testa e mi ripete che t'amo e mi ripete che m'ami l'uccello dal noioso ritornello l'accopperò domattina.
LE GARDIEN DU PHARE AIME TROP LES OISEAUX
Des oiseaux par milliers volent vers les feux par milliers ils tombent par milliers ils se cognent par milliers aveuglés par milliers assommés par milliers ils meurent Le gardien ne peut supporter des choses pareilles les oiseaux il les aime trop alors il dit Tant pis je m'en fous! Et il éteint tout Au loin un cargo fait naufrage un cargo venant des îles un cargo chargé d'oiseaux des milliers d'oiseaux des îles des milliers d'oiseaux noyés.
IL GUARDIANO DEL FARO AMA TROPPO GLI UCCELLI
Uccelli a migliaia volano verso le luci a migliaia cadono a migliaia s'urtano a migliaia accecati a migliaia colpiti a migliaia muoiono Il guardiano non può sopportare cose di questo genere agli uccelli vuole troppo bene e allora dice Tanto peggio me ne frego E spegne tutto Naufraga lontano un cargo un cargo che viene dalle isole un cargo carico d'uccelli migliaia d'uccelli delle isole migliaia d'uccelli annegati.
QUAND TU DORS
Toi tu dors la nuit moi j'ai de l'insomnie je te vois dormir ça me fait souffrir Tes yeux fermés ton grand corps allongé c'est drôle mais ça me fait pleurer et soudain voilà que tu ris tu ris aux éclats en dormant où donc es-tu en ce moment où donc es-tu parti vraiment peut-être avec une autre femme très loin dans un autre pays et qu'avec elle c'est de moi que tu ris Toi tu dors la nuit moi j'ai de l'insomnie je te vois dormir ça me fait souffrir Lorsque tu dors je ne sais pas si tu m'aimes t'es tout près mais si loin quand même je suis toute nue serrée contre toi mais c'est comme si j'étais pas là j'entends pourtant ton cœur qui bat je ne sais pas s'il bat pour moi je ne sais rien je ne sais plus je voudrais qu'il ne batte plus ton cœur si jamais un jour tu ne m'aimais plus Toi tu rêves la nuit moi j'ai de l'insomnie
je te vois rêver ça me fait pleurer Toutes les nuits je pleure toute la nuit et toi tu rêves et tu souris mais cela ne peut plus durer une nuit sûrement je te tuerai tes rêves alors seront finis et comme je me tuerai aussi finie aussi mon insomnie nos deux cadavres réunis dormiront ensemble dans notre grand lit Toi tu rêves la nuit moi j'ai de l'insomnie je te vois rêver ça me fait pleurer Voilà le jour et soudain tu t'éveilles et c'est à moi que tu souris tu souris avec le soleil et je ne pense plus à la nuit tu dis les mots toujours pareils « As-tu passé une bonne nuit » et je réponds comme la veille « Oui mon chéri j'ai bien dormi et j'ai rêvé de toi comme chaque nuit. »
QUANDO DORMI
Tu di notte dormi e io invece ho l'insonnia io ti vedo dormire questo mi fa soffrire Hai gli occhi chiusi il lungo corpo disteso È buffo ma tutto questo mi fa piangere poi d'improvviso eccoti sorridere ridi di gusto mentre dormi ma dove sei in quel momento per dove sei partito mi domando magari con un'altra donna molto lontano e in un altro paese per ridere di me insieme a lei. Tu di notte dormi e io invece ho l'insonnia io ti vedo dormire questo mi fa soffrire Quando tu dormi non so se mi ami sei qui con me eppure sei distante io tutta nuda mi sto aggrappando a te ma è come se io fossi lontana eppure sento il tuo cuore che batte ma non so se batte per me non so più niente non ne so più niente vorrei che il tuo cuore non battesse più se un giorno tu non dovessi più amarmi Tu di notte dormi e io invece ho l'insonnia
io ti vedo dormire questo mi fa soffrire Tutte le notti io piango tutta la notte e tu sogni e tu sorridi ma tutto ciò non può durare certo una notte io ti ucciderò e i tuoi sogni allora finiranno e poiché anch'io mi ucciderò anche la mia insonnia potrà avere fine e i nostri due cadaveri di nuovo assieme dormiranno nel letto nuziale Tu di notte sogni e io invece ho l'insonnia io ti vedo sognare e questo mi fa piangere Ecco il giorno e subito ti svegli e proprio a me sorridi sorridi con il sole e io non penso più alla notte dici quelle parole sempre quelle « Hai passato una buona notte » e io come sempre rispondo « Sì mio caro ho dormito bene e ti ho sognato come ogni notte. »
...ET VOILÀ
Un marin a quitté la mer son bateau a quitté le port et le roi a quitté la reine un avare a quitté son or ...et voilà Une veuve a quitté le deuil une folle a quitté l'asile et ton sourire a quitté mes lèvres ...et voilà Tu me quitteras tu me quitteras tu me quitteras tu me reviendras tu m'épouseras tu m'épouseras Le couteau épouse la plaie l'arc-en-ciel épouse la pluie le sourire épouse les larmes les caresses épousent les menaces Et le feu épouse la glace et la mort épouse la vie comme la vie épouse l'amour Tu m'épouseras Tu m'épouseras Tu m'épouseras.
...et voilà
...ET VOILÀ
Un marinaio ha lasciato il mare il suo battello ha lasciato il porto e il re ha lasciato la regina un avaro ha lasciato il suo oro ...et voilà una vedova che lascia il suo lutto una pazza che lascia il manicomio e il tuo sorriso che lascia le mie labbra ...et voilà Tu mi lascerai tu mi lascerai tu mi lascerai tu tornerai a me tu mi sposerai tu mi sposerai Il coltello sposa la piaga l'arcobaleno sposa la pioggia il sorriso sposa le lacrime le carezze sposano le minacce E il fuoco sposa il ghiaccio e la morte sposa la vita come la vita sposa l'amore Tu mi sposerai tu mi sposerai tu mi sposerai.
...et voilà
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