Introduzione Alla Sociolinguistica(1)

March 24, 2017 | Author: matlomatto | Category: N/A
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INTRODUZIONE ALLA SOCIOLINGUISTICA PARTE PRIMA Trovare modelli di condizionamento delle varianti fonologiche da parte i parametri sociali (età,sesso,classe,grado di socializzazione). Studiare il peso che tali fattori sociali hanno sui cambiamenti e sulle scelte linguistiche : in base a quale dinamiche avvengono i cambiamenti linguistici come possono crearsi condizioni favorevoli a tali cambiamenti Saggi di Labov e Milroy-Milroy.

PARTE SECONDA Studio dell’interazione dialogica: parlante come attore della situazione comunicativa  elementi e atteggiamenti con cui i parlanti si riferiscono alla loro posizione nel gruppo. Passaggio dalla micro-sociolinguistica alla macro-sociolinguistica : dalla spiegazione dei fatti linguistici attraverso fattori sociali all’interpretazione dei fatti sociali.

PARTE TERZA Esaminare le condizioni di sopravvivenza delle lingue. Difesa delle minoranze etnolinguistiche dall’assimilazione causata dalla globalizzazione. (sociolinguistica globale).

Le nuove condizioni di contesto Le nuove forme di potere internazionale e il ruolo giocato dalle strutture e dai sistemi di informazione e comunicazione internazionale. Analisi delle condizioni politiche e sociali in cui si trovano le moderne democrazie occidentali, per capire come le strutture della comunicazione determinano le modalità di percezione del nuovo assetto sociale (immigrazione,comunità multietniche,integrazione religiosa e culturale). Nuove forme di potere internazionale Come la democrazia internazionale controlla gli organi di informazione (codificazione messaggi, manipolazione capacità recettive del pubblico). Con la globalizzazione si sta realizzando un regime internazionale, l’Impero, inteso come un ordinamento politico globale. E’ avvenuto il passaggio da una società disciplinare ad una società del controllo. 1) Società disciplinare - organismi e apparati predisposti alla salvaguardia delle regole - prescrizione di comportamenti regolari e divieto di quelli trasgressivi 2) Società del controllo Il potere è esercitato con i sistemi di informazione e di comunicazione. Sistema del biopotere: forma di potere che regola il sociale dall’interno. Ha lo scopo di assorbire le individualità dei soggetti e affermare una dimensione internazionale in cui si è dominati politicamente e culturalmente. L’Impero è la cornice in cui si inserisce la pratica del biopotere, oltre alla gestione dei processi e dei sistemi informativi e comunicativi.  La retorica e la pratica del discorso politico sostituiscono l’apparato istituzionale. Nascita del lavoro immateriale, ovvero la produzione di beni immateriali (servizi, comunicazione, conoscenza). Il capitale si identifica con la conoscenza, in quanto nel nuovo modello produttivo, comunicazione e informazione rappresentano la produzione stessa. La comunicazione organizza il processo della globalizzazione grazie al discorso sociale prodotto da chi possiede gli organi di distribuzione e di controllo dell’informazione. Si arriva ad uno stato di dominio fondato sui sistemi di comunicazione internazionale in cui le pratiche discorsive producono e mantengono le nuove forme di soggettività sociale. Nasce il concetto di cittadinanza universale fondato sulla creazione di reti di relazioni comunicative che tendono ad annullare le identità. Il discorso sociale all’interno del regime biopolitico, è controllato con le tecniche di disinformazione sui fatti.

La costruzione del consenso e manipolazione dell’opinione pubblica: consenso senza consenso. Esistenza di un doppio livello tra atti e comunicazione. I governanti agiscono sulla costruzione del discorso che orienta l’opinione pubblica; cittadini come spettatori e non attore della scena politica. Armi comunicative delle società democratiche: manipolazione dell’opinione  informazione che produce fatti (es guerra) consenso senza consenso : strappare un consenso di espressione e non d’opinione. I governi separano l’informazione dall’azione, si cerca di strappare l’espressione del consenso senza rendere consapevoli i governati di certi fatti.

Correttezza politica del linguaggio Tema riproposto nelle democrazie occidentali: la correttezza politica del linguaggio governa i modi di informare, parlare e scrivere per il pubblico. Politically Correct Attenzione nell’esprimere concetti delicati (razzismo,ecc..). Modelli espressivi e linguistici che rispettano i canoni lessicali (esclusione di termini tabù, ecc..) Controllo su parole e comportamenti che possono apparire offensivi verso certi gruppi sociali. L’esercizio di questo ordine di diritti si realizza su due piani: - tutela e protezione delle minoranze come oggetto dell’atto verbale piano dell’espressione portatrice del punto di vista minoritario su temi di interesse generale Con lo scopo di : evitare l’uso di espressioni verbali che paiono discriminatorie. Effettuare una selezione specifica di termini corretti Eliminare dal linguaggio corrente e dagli organi di informazione, le espressioni offensive e lesive.

Il discorso è l’oggetto dell’analisi e allo stesso tempo il soggetto dei singoli atti di comunicazione sociale. L’analisi passa dall’atto linguistico al livello del comportamento sociale e politico. Il discorso ha la funzione di strumento di controllo delle strategie di esercizio del potere sociale e politico che passano attraverso i canali della comunicazione sociale. Diffusione di modelli di opinione pubblica e di consenso su temi delicati.

CAPITOLO 1

LA VARIAZIONE

Labov e lo studio della centralizzazione della a in dittonghi ai / au a Martha’s Vineyard. (1963) L’isola di Martha’s Vineyard Divisa in due parti: zona alta(zona agricola con pochi villaggi) e zona bassa (maggiormente abitata). Sono presenti quattro etnie: inglesi, portoghesi, indiani nativi e un gruppo misto(inglese,francocanadese,irlandese,tedesco). Il linguaggio tipico è l’anglo-americano  i tratti sintattici arcaici stanno scomparendo. Una variabile linguistica viene presa in considerazione in base a tre caratteristiche: elemento frequente elemento strutturale (unità funzionali) distribuzione stratificata del tratto (diverse classi di età) Il mutamento consiste in uno spostamento della posizione fonetica dei primi elementi dei dittonghi ai/au. L’articolazione delle vocali cambia in base al diverso modo di graduare: apertura/chiusura: lingua distante dal palato o lingua vicina al palato anteriorità/posteriorità: lingua nella parte anteriore del palato, lingua nella parte posteriore arrotondamento/non arrotondamento: labbra arrotondate, labbra distese. Processo di centralizzazione di a : la a viene pronunciata in un punto più vicino al palato. Per studiare il tasso di centralizzazione di ai/au è stata progettata un’intervista che fornisse numerosi esempi di ai/au: 40 soggetti dell’isola alta e 29 dell’isola alta Soggetti che operano nel settore della pesca, agricoltura, edilizia, servizi, studenti. Soggetti inglesi, portoghesi, indiani. Risultati: la centralizzazione varia con la fascia di età del parlante (progressione età=incremento)

Spiegazioni della crescita della centralizzazione Premessa 1- Non si può comprendere lo sviluppo di un mutamento linguistico al di fuori della vita sociale della comunità nella quale si realizza. I fatti linguistici sono correlati a fattori extralinguistici: analisi dei fattori sociali che hanno un’incidenza sul processo linguistico. (età, aree, gruppi etnici). Premessa 2 - Il mutamento si genera in un punto centrale della gerarchia sociale, ma è promosso da gruppo sociale di status più elevato. La centralizzazione è favorita nelle aree rurali dell’isola alta piuttosto che nelle aree dell’isola bassa. L’alto tasso di centralizzazione di ai/au è strettamente correlato ad espressioni di forte resistenza nei confronti dell’incursioni del popolo delle vacanze; la crescente dipendenza dai commerci stagionali viene percepita come una minaccia all’indipendenza personale degli abitanti discendenti dalle antiche famiglie dell’isola.

La pronuncia centralizzata di a nei dittonghi si stava diffondendo come indicatore di appartenenza identitaria dei residenti. le differenze fonetiche diventano più forti quanto più il gruppo lotta per la propria identità la centralizzazione è più elevata nell’isola alta che in quella bassa le persone che hanno intenzione di lasciare l’isola presentano il fenomeno in maniera scarsa, mentre coloro che vogliono restare sull’isola mostrano una forte tendenza alla centralizzazione. Il significato di questo tratto fonetico è “essere nativo dell’isola” e rappresenta l’orientamento positivo verso Martha’s Vineyard. Significato sociale  difesa dello status di nativi il membro della comunità legato alla tradizione si volge alle passate generazioni per trovare i propri valori. La centralizzazione ha avuto inizio tra i pescatori, il gruppo che più si oppone alle incursione dei turisti; i pescatori sono considerati un gruppo di riferimento per la loro indipendenza e per la loro forte opposizione di valori. 1- Un tratto linguistico utilizzato da un gruppo A è marcato rispetto a un dialetto standard 2- Il gruppo A è adottato come gruppo di riferimento dal gruppo B; il tratto viene adottato come degno di identità sociale in risposta a pressioni da forze esterne.

Milroy – Milroy 1985

Indagine sui cambiamenti vocalici a Belfast

Tipo di studio Specificare come le lingua passano da uno stato A ad uno stato B in relazione alla struttura sociale. Il mutamento si diffonde nella comunità secondo modalità determinate da fattori extralinguistici (età,sesso,status sociale,collocazione geografica parlante). Weinreich, Labov, Herzog: le innovazioni linguistiche si muovono sistematicamente nello spazio (sociale,geografico e storico), e il compito di spiegare il mutamento deve essere ripartito in cinque aree principali: Restrizioni universali  tra i mutamenti possibili, quelli che avvengono rispondono a tendenze comuni? Transizione  gli stadi intermedi che si possono osservare, i momenti di diffusione (passaggio dalle forme conservative a quelle innovative). Inserimento  qual è il rapporto tra fattori linguistici ed extralinguistici che interagiscono. Valutazione  con quale atteggiamento e con quali pregiudizi/stigmi viene giudicato e percepito il mutamento? Attuazione  quali i motivi per cui un mutamento si verifica in un certo momento e in una determinata lingua e non in un’altra? Impostazione metodologica : metodo comparativo  sottoporre a comparazione la lingua di individui o i gruppi diversi. I mutamenti vengono spiegati ad un micro livello. (spiegazione dei fatti linguistici attraverso fattori sociali). L’osservazione del mutamento si limita a comparazioni basate su: età sesso del parlante appartenenza ad un gruppo Lo studio delle motivazioni sociali costituisce una parte importante di ogni possibile spiegazione del mutamento, in quanto non sono le lingue a cambiare, ma sono i parlanti che innovano. Il mutamento linguistico deve originarsi nei parlanti e non nelle lingue. Rete sociale  Insieme di persone che si conoscono e che hanno contatti; insieme di persone con cui un Io intrattiene dei rapporti comunicativi. Innovazione del parlante  Mutamento Innovazione : atto di uno o più parlanti Mutamento : riflesso di un’innovazione nel sistema linguistico Origine e diffusione delle innovazioni del parlante: 1. un’innovazione può non diffondersi al di là del parlante stesso. 2. un’innovazione può diffondersi in una comunità in cui egli abbia rapporti e può non andare oltre di essa. 3. a partire da una comunità con cui il parlante abbia dei rapporti, può diffondersi in altre comunità. 4. Alcune innovazioni possono non essere accettate dalla comunità e quindi non conducono ad un mutamento.

Il grado di integrazione di un parlante è un’ulteriore variante che può incidere sulla probabilità che un parlante sia linguisticamente innovativo. Più sono stretti i legami di un individuo con la rete della comunità, tanto maggiori sono le probabilità che egli si avvicini alle norme della varietà locale. L’allentarsi di una struttura a rete sarà associata a mutamento linguistico. Posterizzazione di a un tasso di posterizzazione di a, tra le donne, è associato ad un alto livello di integrazione nella rete. Gli uomini tendono a selezionare varianti basse (conservative), conseguenza del loro alto livello di integrazione nella comunità. Il mutamento è portato avanti dalle persone per le quali la vocale ha minore significatività in quanto marca di rete; queste persone sono i principali innovatori nell’ambito delle loro comunità. 1) Una rete molto densa è vista come una forza conservativa che resiste alle pressioni del mutamento provenienti dall’esterno. 2) I legami più deboli sono quelli più esposti alle pressioni del mutamento. I parlanti privi di legami di rete forti, o debolmente legati a gruppi compatti, sono innovatori linguistici. I legami deboli e le innovazioni La forza di un legame è data dalla combinazione tra la quantità di tempo, intensità emotiva, grado di intimità. Legame debole e legame forte : amico e conoscente. I legami forti sono presenti all’interno di gruppi piccoli. Soltanto i legami deboli costituiscono dei ponti tra gruppi coesi. Se A passa gran parte del tempo con B, è probabile che lo porterà a contatto con gli individui C,D,E che facevano parte della rete B. Le reti A e B hanno minore probabilità di sovrapporsi se hanno legami deboli; i legami tra gruppi compatti sono deboli tra gli individui che ne fanno parte e sono ponti importanti per la diffusione delle innovazione. Attraverso legami deboli è possibile raggiungere più individui che non mediante legami forti; l’innovazione scambiata attraverso legami forti tende a non essere innovativa. I soggetti mobili che intrattengono molti legami deboli si collocano in posizione marginale in un gruppo coeso, ma nello stesso tempo in una posizione favorevole per diffondere un’innovazione. (es. ceto mercantile). Le innovazioni vengono trasmesse da un gruppo ad un altro da persone che hanno legami deboli con entrambi i gruppi.

Gli innovatori, che sono marginali rispetto al gruppo, introducono innovazioni per i primi attuatori che sono figure centrali all’interno del gruppo; l’innovazione sarà trasmessa per mezzo di legami deboli e no attraverso legami forti. I primi attuatori dell’innovazione sono membri centrali del gruppo che hanno legami forti con esso e si conformano alle sue norme. Gli innovatori sono persone debolmente legate al gruppo e che presentano una maggiore disponibilità nei confronti di influssi esterni; sono persone marginali rispetto al gruppo con legami molto deboli con altri gruppi.

Le persone che hanno legami forti con il gruppo non sono sensibili a pressioni esterne. L’innovazione quindi, si trasmetterà attraverso legami deboli e non attraverso legami forti. I legami deboli sono più numerosi di quelli forti e alcuni di loro svolgono la funzione di ponte verso il gruppo dal quale si diffonde l’innovazione. Le donne di Clonard che lavorano in un grande magazzino, sono in una posizione favorevole per adottare innovazioni; gli incontri connessi a legami deboli con parlanti aventi la a posteriorizzata che trasmettono l’innovazione sono più numerosi degli incontri con legami forti che non presentano tale tratto fonetico.

Inglese / Islandese Il mutamento linguistico è lento se le popolazioni interessate sono ben consolidate e legate da vincoli forti, mentre è rapido se esistono legami deboli tra queste popolazioni. L’islandese e l’inglese evidenziano un contrasto nella velocità del cambiamento e nel grado di variazione: l’inglese è cambiato radicalmente, mentre l’islandese è cambiato poco. 1) Distanza tra le zone abitate Il centro dell’Islanda è ghiacciato e gli insediamenti sono dispersi nelle zone costiere; se l’isolamento geografico fosse l’elemento più importante ci dovremmo aspettare una forte diversificazione tra i dialetti dell’islandese. In queste condizioni le varietà linguistiche si diffonderebbero rapidamente. Al contrario, comunità separate da ampi spazi mantengono le stesse forme linguistiche perché i legami tra di esse sono stretti. Il lento andamento dei cambiamenti insorti nella lingua non è dovuto alla distanza tra le zone abitate, ma dal fatto che le comunità erano fondate sul mantenimento di forti legami di rete. La conservatività dell’islandese e la mancanza di variazione in questa lingua è attribuita all’importanza data al mantenimento di forti reti di parentela e amicizia su lunghe distanze e attraverso più generazioni. Impostazione di norme linguistiche sui suoi membri: nonostante gli ostacoli rappresentati dalla distanza, la lingua non presenta variazioni. Per quanto riguarda l’inglese, la causa degli sviluppi nella lingua è attribuita alla struttura stratificata della società, ovvero la creazione della distanza sociale tra i diversi settori della popolazioni. (distanza sociale = legami deboli = mutamento linguistico). Un elemento che contribuì alla rottura dei legami forti e allo sviluppo di quelli deboli, fu la crescita del prestigio e della popolazione di Londra. L’immigrazione verso la grande città proveniva dalle Midlands e questo comportò un cambiamento del dialetto che assunse tratti tipici di queste terre. Tra i due paesi esiste un contrasto tra condizioni sociali che favoriscono i legami deboli e condizioni che preservano quelli forti; i legami forti sono stati indeboliti dalla mobilità geografica. La società islandese si basava sulle reti sociali forti che dimostrarono una forte coesione sia nel mantenimento delle norme sociali che di quelle linguistiche. Il contatto fra lingue e culture diverse non porta al mutamento; è necessario che si indeboliscano i rapporti interni alle reti.

SOCIOLINGUISTICA E PARLANTI La sociologia del linguaggio studia i rapporti tra società e sistemi linguistici globalmente intesi. Analisi delle caratteristiche funzionale delle lingue in relazione alle dinamiche di carattere sociologico che ne condizionano l’uso o la diffusione o l’abbandono. 1- Tema del contatto tra lingue : i sistemi linguistici si scontrano sul piano culturale, funzionale e politico. 2- Tema del mantenimento, perdita o sostituzione della lingua : abbandono delle lingue minoritarie minacciate dalle grandi lingue ufficiali che tendono a monopolizzare la comunicazione su scala globale. 3- Tema dell’educazione e della pianificazione linguistica : stabilire regole di convivenza tra etnie e culture diverse in diversi contesti sociali e politici.

Breton e la sociologia del linguaggio I sociologi del linguaggio devono promuovere politiche linguistiche per salvaguardare le specificità locali nell’era della globalizzazione. Premesse • Le politiche linguistiche attuate dai governi dei singoli stati sono guidate da interessi politicoeconomici e favoriscono la lingua del gruppo etnico più forte. • Le lingue sono una delle componenti dell’identità individuale e collettiva. • I sistemi linguistici locali devono essere mantenuti in vita e protetti per garantire i processi di sviluppo e crescita.

La lingua non è un semplice mezzo di comunicazione, è anche l’espressione di una specifica cultura La lingua è l’espressione di una comunità linguistica ed è portatrice della sua esperienza, trasmessa e arricchita da una generazione all’altra. Le lingue sono dei simboli dei popoli, che le amano tendono a mantenerle, ma sono anche strumenti di dominazione e supremazia su altri popoli. Lingua = patrimonio culturale. Pianificazione linguistica: la decisione di usare o promuovere una lingua è sempre dettata dalla volontà di alcuni gruppi (maggioranze etniche), che tendono ad estendere e rafforzare la lingua che usano a spese delle altre. La pianificazione linguistica è lo sviluppo di una cultura invece che un'altra. Pianificazione = strumento politico. Sistemi di comunicazione: schermi per nascondere l’apparato politico Il successo delle lingue è determinato dal sostegno che ricevono da parte di Stati, popolazioni e istituzioni culturali, economiche; il loro successo è dipeso più dai sistemi politici che da quelli di comunicazione. Le scelte linguistiche obbediscono ad un potere politico: Stati nazione indipendenti scelgono quali lingue debbono o non debbono essere lingue di Stato. Quale lingua di Stato scegliere? Quale lingua di minoranza consentire?

Si forma uno stato multilingue come momento di transizione, ovvero in cui si completi un’assimilazione graduale delle minoranze. Quindi non per preservare la cultura delle minoranze, ma per facilitarne l’inserimento nel gruppo etnolinguistico prevalente. Esistono due modelli di politica linguistica: 1) Stato monoetnico e monolingue 2) Stato multietnico e multilingue

Lo Stato nazione monolingue (modello europeo) Diverse nazioni erano originariamente comunità etniche con un’unica lingua comune, che aspiravano a creare uno Stato che coprisse la loro area linguistica. Una lingua, una nazione, uno Stato. Esiste quindi la fondamentale tendenza di qualunque comunità linguistica ad unirsi e a promuovere la lingua come il simbolo della propria esistenza. Molte nazioni come la Francia e la Gran Bretagna, dopo la loro unificazione, hanno dovuto combattere per imporre la supremazia della lingua di stato su comunità entolinguistiche marginali. Queste minoranze linguistiche sono state trattate come ostacoli all’unità della nazione; qualsiasi lingua che non fosse quella di Stato veniva condannata. Questa politica ebbe successo contro le piccole unità linguistiche isolate, private di ogni possibilità di espressione della propria lingua. Nelle americhe fu adottata la politica monolingue del Melting-pot: la lingua coloniale diventa la lingua ufficiale; la lingua autoctona è sovrastata dalla vecchia lingua coloniale. Lo Stato-nazione asiatico La maggior parte degli Stati asiatici, come la Mongolia, Giappone e la Corea, non hanno minoranze autoctone e sono fondati su un unico nucleo etnolinguistico. (stati monolingui) Stati come l’Afghanistan, l’Iran, la Turchia, sono fondati su una sola comunità etnica principale che non attribuisce molta importanza alle minoranze. Nascita della pluralità Dalla fine del modello imperiale di coabitazione di lingue e popoli, si è verificata la nascita del moderno stato multilingue. Molte regioni sono state trasformate in comunità aventi diritto al libero uso e alla promozione della loro lingua. Nasce un accordo tra il potere centrale e i poteri periferici per decidere la posizione della lingua nazionale di Stato e quella delle regioni. gallese e gaelico hanno ottenuto un posto nelle scuole. in Francia, sono state riconosciute come lingue di studio e insegnamento le sette lingue regionali. In Canada e nel sud America sono state riconosciute le popolazioni indiane.

Il modello multilingue indiano

L’India rappresenta il modello di multilinguismo con le 18 lingue ufficiali. Il successo di questo modello è stato favorito grazie ad un accordo tra le popolazioni coinvolte e nessuna comunità si è trovata nella posizioni di assoggettare ad una dominazione linguistica le minoranze. Il modello Russo Tentativo di creare una pluralità etnolinguistica. Esistevano numerosissimo etnie presenti nell’impero zarista e asburgico: i marxisti chiedevano di concedere l’autonomia ai popoli i bolscevichi (Lenin) insistevano sull’autonomia territoriale i marxisti austriaci rivendicavano l’autonomia culturale personale Con la fine dei due imperi, nacquero diversi Stati-nazione che poterono sopravvivere territorialmente grazie ad un atteggiamento diverso del potere sovietico: riconoscimento all’esistenza per tutte le nazionalità. Concessione di patrie autonome Possibilità di sviluppare lingue e culture autonome. La Russia fu però incapace di mantenere unite le diverse popolazioni. Questo perché, l’intera struttura fu edificata con strumenti autoritari e non democratici, e concetti come autonomia, libero sviluppo, scelta della lingua, rimasero delle illusioni. Fu decisa una nuova delimitazione territoriale: nelle lingue etniche confluirono terminologie di matrice russa il russo rimase la lingua unica dell’esercito, dell’amministrazione, dell’educazione. Stato unitario multinazionale cinese Il sistema politico della Repubblica Popolare Cinese si fondava sulla riconosciuta differenziazione della popolazione in diverse nazionalità. Si formarono regioni e distretti che possedevano un’autonomia nazionale, situati nei distretti cinesi. Il processo di dare un sistema grafico alle lingue minoritarie fu interrotto: l’unica lingua insegnata nelle scuole è il cinese le lingue minoritarie non vengono studiate Lo scopo della pianificazione linguistica è quello di condurre tutti all’uso del cinese. Biodiversità culturale Le politiche linguistiche che introducono sistemi multilingui, mirano soltanto a conferire una funzione transitoria alle lingue regionali o native locali perché favoriscano l’accesso alle lingue nazionali e consentano l’assimilazione di intere popolazioni a gruppi etnici che hanno la supremazia. La politica non si preoccupa di preservare una lingua e quindi una cultura. La lingua viene vista come risorsa umana e bisogna quindi cercare di preservarne l’eredità culturale e favorirne lo sviluppo. Difesa della biodiversità: i linguisti e chi si occupa della pianificazione linguistica, non devono essere servitori delle culture dominanti ma dovrebbero aiutare le popolazioni locali a mantenere in vita il proprio sistema e trovare una via allo sviluppo per preservare la biodiversità della cultura umana.

LINGUISTICA SOCIALE

Nuovo tipo di indagine: analisi critica del discorso sociale discriminatorio. Studio della discriminazione etnico-sociale, realizzata sul piano del linguaggio e della comunicazione. Analisi di materiali linguistici con lo scopo di evidenziare le tecniche di manipolazione e controllo dell’opinione pubblica, le strategie di occultamento e distorsione dell’informazione da parte degli organi che esercitano il potere politico. (es. immagine dello straniero) Postulati: 1. Il linguaggio è l’elemento centrale dell’organizzazione democratica e il libero scambio di punti di vista è fondamentale per una società democratica. 2. I processi discorsivi informano il cittadino e ne orientano le opinioni. Due livelli di analisi: 1. critica socio-diagnostica  analisi e interpretazione delle pratiche comunicative, inserite nella cornice storica che le ha prodotte. Smascherare il carattere manipolativo e portare alla luce gli interessi degli emittenti. 2. critica prospettiva  proposta di azioni di intervento sulle pratiche comunicative. Formulazione di proposte di intervento per il miglioramento della comunicazione istituzionale. Il modello socio-discorsivo presenta dei concetti chiave: Testo  prodotto di un’azione linguistica Genere  modo di utilizzare il linguaggio in connessione con un particolare tipo di attività sociale Campi di azione  cornici di contesto della società (procedure emanazione leggi, ecc..) Pratiche discorsive e strumenti per: convincere  ottenere il consenso razionale persuadere  influenzare e modificare la percezione della collettività, sopprimendo le capacità critiche. Le pratiche discorsive su cui si fondano questi tipi di discorsi sono: Costruttive  i discorsi possono costruire soggetti collettivi (identità nazionali) Conservative o giustificative  conservazione delle identità nazionali. Trasformative  cambiamento delle identità nazionali. Distruttive  distruzione delle identità nazionali. Si sono diffusi discorsi sui stranieri fondati sul pregiudizio, creando dei stereotipi: Straniero = estraneo con caratteristiche estranee alla società Straniero = estraneo minaccioso per l’identità nazionale

Dopo aver stabilito i contenuti o gli argomenti di uno specifico discorso con componenti razziste, vengono analizzate le strategie discorsive. Strategie discorsive: pianificazione delle pratiche linguistiche con lo scopo di ottenere un particolare obiettivo sociale, politico, linguistico. 1) Referenziali  rappresentare gli attori sociali interni o esterni al gruppo; elementi linguistici che permettono di categorizzare l’appartenenza dell’individuo alla classe. Fase edificante dell’opinione. 2) Predicazionali  etichettare gli attori sociali e assegnare loro degli attributi (identificazione sociale). Creare un’opinione sui soggetti (es predicare una qualità). Creare giudizi di opinione sui soggetti di cui si predica. 3) Argomentative  giustificano i giudizi negativi (attribuzioni positive o negative tali che l’esclusione politica e sociale di certe persone è giustificata) 4) Messa in prospettiva  scelta di un punto di vista (i parlanti esprimono il loro punto di vista nel discorso, collocandolo nella descrizione di enunciati discriminanti). 5) Intensificazione  accentuano la valenza degli enunciati razzisti… (intensificano qualitativamente la presentazioni discorsiva). La forma più semplice di discriminazione linguistica è rappresentata dall’identificazione linguistica di persone o gruppi di persone mediante appellativi offensivi e umilianti : antroponimi. (Nigger, Jud, Zigeuner)

Critica, discorso e contesto Approcci d’analisi del discorso 1. Approccio socio-psicologico  analisi del discorso improntato a pregiudizio; funzione sociale del pregiudizio e il suo manifestarsi sotto forma di stereotipo. 2. Approccio socio-cognitivo  analisi delle strategie discorsive utilizzate per attuare la discriminazione. 3. Approccio interdiscorsivo  raccolta della documentazione relativa al razzismo e alla discriminazione; proposta di strategie che possano combattere la diffusione di questi atteggiamenti. 4. Approccio costruttivista  interdipendenza tra le pratiche discorsive razziste e un determinato assetto sociale; Il discorso razzista nasce da specifiche condizioni storico-sociali che si consolidano o si modificano attraverso le pratiche discorsive. Pregiudizi come strumenti sociocoesivi. Nel discorso si manifestano sotto forma di stereotipi: “rigida impronta“, “idee ripetute in maniera identica dalle masse“. Approccio storico-discorsivo  Integrare nel discorso il sapere disponibile sulle fonti storiche nelle queli gli eventi discorsivi si inseriscono. Analizza la dimensione storica delle azioni discorsive, esplorando i modi in cui i generi di discorso particolari sono soggetti a mutamento diacronico. L'approccio storico discorsivo percepisce la lingua, sia scritta, sia parlata, come una forma di pratica sociale. Teoria critica Critica immanente del testo o del discorso che mira ha rilevare le incoerenze e i paradossi nelle strutture del testo o del discorso. Critica socio-diagnostica  mira a demistificare il carattere persuasivo e manipolativo delle pratiche discorsive. Da un’analisi di tipo testuale all’inserimento in un quadro più ampio di relazioni di carattere politico e sociale. Le pratiche discorsive sono viste come forme di pratica sociale. Critica prospettiva  pratica per contribuire alla trasformazione e al miglioramento della comunicazione. Tale critica sociale si pone contro la discriminazione sociale, la repressione, l’esclusione e lo sfruttamento a favore del riconoscimento sociale. L’ambientazione sociale influenza la forma e il contenuto del discorso; il discorso influenza i processi e le azioni sociali. Per studiare l’interconnessione che lega le pratiche e le strutture discorsive alle pratiche e strutture sociali, si utilizza il principio della triangolazione (Cicorel): combiniamo vari approcci interdisciplinare per studiare un fenomeno discorsivo. Per spiegare la costruzione discorsiva di gruppi collettivi quali le razze, l’approccio interdisciplinare combina la prospettiva storica, sociopolitica e linguistica. Livelli di analisi: Testo linguistico, il singolo enunciato (coerenza tematica e sintattica, particolarità lessicali). Relazione intertestuale tre enunciati Variabili sociali e extralinguistiche e contesto situazionale. Contesto sociopolitico e storico nel quale si inseriscono le pratiche discorsive. L’approccio storico-discorsivo è stato elaborato in due studi.

1) Studio della discriminazione razziale contro gli immigrati dalla Romania in Austria. I dibattiti e le interviste politiche si spostavano da posizioni di compassione nei confronti dei rumeni, a posizioni giustificative del rifiuto di assorbire i integrare i profughi rumeni. 2) Studio sull’analisi delle relazioni che intercorrono tra la costruzione discorsiva dell’appartenenza alla stessa nazione e la costruzione discorsiva che conduce invece all’esclusione sociale di specifici gruppi esterni. Come viene costruito nel discorso il profilo delle comunità, e quali strategie discorsive usino argomentazioni per accentuare le differenze rispetto ad altre collettività nazionali. Risultati: gli enunciati discriminatori e razzisti erano presenti nelle conversazioni ordinarie in situazioni più ufficiali, questi discorsi erano sotto forma di allusioni ed evocazioni implicite.

Il discorso di Haider Haider è il capo del partito austriaco della libertà. Grasser, capo della provincia austriaca, in seguito all’emanazione di una direttiva, invitava Haider ad includere un regolamento in base al quale i progetti per le opere pubbliche dovevano essere realizzati esclusivamente da lavoratori indigeni o dell’Unione Europea. (pratica esclusionista) Da questo discorso è evidente la posizione assunta da Haider nei confronti dei lavoratori stranieri. Secondo lui infatti, gli stranieri sottraggono lavoro ai lavoratori edili austriaci. Haider utilizza diverse strategie referenziali per rappresentare negativamente “l’altro”, con attribuzioni e predicazioni dirette.

Attori sociali Noi Il socialista(capo dei costruttori) L’imprenditore edile Gli stranieri I neri africani

Tre mosse strategiche 1. Presentazione politica del partito Il “noi” si riferisce al partito e non a lui in particolare. 2. Svalutazione del capo della corporazione dei lavoratori (Haselsteiner) (socialista capitalista che sfrutta la manodopera) 3. Presentazione negativa di Haselsteiner La responsabilità dei sentimenti negativi verso gli stranieri viene gettata su Haselsteiner, piuttosto che su coloro che provano sentimenti razzisti.

L’attributo “nero” ha la funzione di intensificazione; si forma quindi un discorso razzista in quanto viene presentata una gerarchia discriminatoria, che separa il gruppo di stranieri da quello degli austriaci. “Perfino i neri africani”  intensificazione razzista; mettere in evidenza la differenza tra gli austriaci e gli stranieri. Razzismo differenzialista Lavoratore edile austriaco  sineddoche  austriaci bianchi = individuo Come portavoce del gruppo dei lavoratori edili austriaci, Haider chiede comprensione per i sentimenti che provano verso i gruppi di lavoratori stranieri; secondo lui, gli stranieri rubano posti di lavoro agli austriaci.

Regole conduzione disputa • • • • • • • • • •

Libertà discussione Fornire motivazioni Corretti riferimenti Attenersi ai fatti Corretto riferimento alle premesse implicite Rispetto punti partenza Uso argomenti plausibili Validità logica Accettazione risultati discussione Chiarezza espressione e correttezza interpretazione

Regole conversazione • Principio della Quantità si riferisce alla quantità di informazione che dev’essere fornita e comprende le seguenti massime: • 1. Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto • 2. Non dare un contributo più informativo di quanto sia richiesto. • Principio della Qualità "Cerca di dare un contributo che sia vero" • 1. Non dire ciò che ritieni falso. • 2. Non dire ciò per cui non hai prove adeguate. • Principio della Relazione - "Sii pertinente". • Principio della Modalità, che si riferisce alla maniera in cui è stato detto. • 1. Evita oscurità d'espressione. • 2. Evita ambiguità. • 3. Sii conciso. • 4. Sii ordinato.»

LA SOCIOLINGUISTICA Si inizia a parlare della lingua come condizione sociale. La sociolinguistica è un ramo della linguistica che studia la variazione linguistica secondo diversi livelli, legati al contesto sociale in cui si trovano i parlanti di una determinata lingua. Si occupa quindi dell’uso della lingua, di come le strutture astratte si comportano quando sono intercalate nella realtà sociale. Studia le dimensioni sociali della lingua, ovvero i macro e i micro fenomeni linguistici che abbiano rilevanza sociale. E’ una disciplina funzionale, ovvero assume il principio che la variazione è sempre in funzione di qualcos’altro. (x diventa y in funzione di z) La lingua può variare a seconda: Caratteristiche parlante (età, sesso, ceto sociale) Atto comunicativo (formale, ufficiale, privato) Tre definizioni di sociolinguistica 1) Studio scientifico del linguaggio umano in tutte le sue manifestazioni, svolto mediante osservazioni. 2) Studia la massa infinita di usi linguistici. 3) Ramo delle scienze umane che si occupa di che cosa sono e di come funzionano le lingue. Le unità di analisi della sociolinguistica 1. Comunità  Insieme delle persone che usano una stessa lingua, ma che condividono anche il territorio, le norme e le regole per la produzione del linguaggio. 2. Repertorio  Insieme delle risorse linguistiche di una comunità. 3. Varietà  Insieme dei tratti linguistici congruenti che co-occorrono con tratti sociali. 4. Competenza comunicativa  Capacità di padroneggiare il repertorio. 5. Situazione comunicativa  Insieme delle circostanze concrete. 6. Dominio comunicativo  Classi di situazioni con stesse caratteristiche (famiglia,lavoro). 7. Strato e gruppo sociale  Insiemi caratterizzati da tratti socio-economici e culturali. 8. Rete sociale  Insieme di relazioni 9. Prestigio  proprietà di valenza positiva. 10. Atteggiamento  Stato mentale fatto di giudizi e pregiudizi nei confronti del modo di parlare e comunicare. E’ la disponibilità che manifestiamo nei confronti del diverso. Giudizio basato su uno stereotipo imposto dalla società. Principi generali della sociolinguistica 1) Sistema lingua la lingua non è osservabile le lingue sono varie la lingua è plurifunzionale 2) Parlante – Utilizza più di una varietà e usa la lingua come strumento identitario Il parlante possiede due tipi di linguaggio: Idioletto (individuale) Socioletto (sociale)

L’oggetto primario della sociolinguistica è l’agire comunicativo e il suo variare in relazione a fattori extralinguistici. La sociolinguistica studia i fenomeni di contatto tra lingue i quali generano : Bilinguismo (il parlante adotta 2 lingue) Diglossia (i parlanti utilizzano due codici ma non indifferentemente) Fenomeni di contatto sul piano sintagmatico: Code switching: commutazione di codice da parte di un parlante bilingue che nel passare da A a B adotta sintassi e lessico dell’uno e dell’altro. - Code mixing: mescolanza di codici all’interno di uno stesso enunciato La lingua è un sistema di segni e di regole con cui si costruiscono messaggi: -

Indici Segnali Icone Simboli Segni

Gli obiettivi della linguistica sono: Specificare la natura del linguaggio Identificarne le regole Descriverne e spiegarne i cambiamenti

Quante sono le lingue Si contano in base a: somiglianza lessicale somiglianza sintattica in base alla realtà d’uso sociolinguistica Come classificarle: 1) Tipologia morfologica - isolanti (rapporto morfema/parola 1:1) - agglutinanti (3:1) - flessive (2:1) - polisintetiche (N:1) 2) Tipologia Sintattica (ordine costituenti) - SOV (latino) - SVO - VSO - VOS - OVS - OSV

Ferdinand de Saussure – La lingua come “Fait social” La linguistica non ha per oggetto il linguaggio ma quella sua parte essenziale che è la lingua. I Dualismo Lingua  momento sociale del linguaggio. Parola  momento individuale del linguaggio, modo in cui il soggetto utilizza il codice Lingua. II Dualismo Linguistica sincronica  studia come la lingua si presenta in un certo momento Linguistica diacronica  studia la lingua nel suo sviluppo temporale Deve essere privilegiato lo studio della dimensione sincronica in quanto essendo la lingua un insieme di valori determinato dallo stato momentaneo dei suoi termini. Per comprendere il valore attuale di una dato termine, non è necessario aver compreso la sua natura. III Dualismo Piano paradigmatico  asse sul quel si dispongono linearmente gli elementi linguistici Piano sintagmatico  magazzino di memoria dal quale selezioniamo gli elementi linguistici.

Bernstein Codice ristretto  Povero di sfumature e di articolazione sintattica; appartiene a una bassa classe sociale. Codice elaborato  Modo di esprimersi ricco di articolazione semantica e sintattica. Fattori di condizionamento 1 – Status sociale: High class, middle class, working class 2 – Tipi di famiglia: posizionali o orientate verso l’individuo

Communication = Orientation to meanings / class Il tipo di codice di comunicazione è collegato all’orientamento nel mondo dei significati e la capacità di classificare il mondo e trovare delle cornici dove collocare gli eventi.

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