Iniziazione Alle Acque Vibrazionali (Ita - Nocentini, Fabio - Copia

March 25, 2017 | Author: Paolo Ramozzi | Category: N/A
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COPERTINA

Iniziazione alle Acque vibrazionali Fabio Nocentini – Federico Jeantet

Copyright Iniziazione alle Acque vibrazionali di Fabio Nocentini e Federico Jeantet

ISBN 978-88-272-2403-8 I edizione digitale © Copyright 2013 by Edizioni Mediterranee Via Flaminia, 109 - 00196 Roma www.edizionimediterranee.net Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

Gli autori Fabio Nocentini, naturopata e scrittore, si è formato con una laurea in materie letterarie e frequentando poi numerosi corsi sulle discipline olistiche e sulle terapie naturali. Ha approfondito in particolare argomenti come radiestesia, test kinesiologici, rimedi erboristici e vibrazionali. Ha pubblicato libri per le Edizioni Mediterranee, la Giunti Demetra e la Flora srl. Tiene corsi a Firenze e altrove. [email protected]

Federico Jeantet – Randhir Singh, diplomatosi alla A.MI. University come operatore in tecniche bionaturali, tra le quali riflessologia plantare e pranopratica, ha poi integrato le sue conoscenze occupandosi anche di rimedi vibrazionali. Oltre a tenere incontri individuali nelle suddette discipline, conduce seminari dedicati all’utilizzo delle campane tibetane e lezioni di yoga kundalini, come insegnato da Yogi Bhajan. [email protected]

Ringraziamenti Si ringraziano per avere reperito alcune acque e per aver partecipato ai test: Mauro Aresu e Arianna Mendo dell’Associazione Uomo Natura Energia di Palau (Olbia-Tempio). [email protected] Laura Ceccherini, naturopata, diplomatasi alla SIMO – Scuola Italiana di Medicina Olistica discutendo una tesi sulle acque vibrazionali; tiene corsi e consulenze a Firenze. [email protected] Roberto Garzella, ricercatore medico: presso il Centro di Ricerca Medica Heliopolis di Pisa da lui diretto si effettuano trattamenti di idrocolonterapia con un sistema innovativo, terapie con onde soniche e altri interventi in vari campi. [email protected] Luca Gramaccia, operatore shiatsu e studioso di rimedi naturali, svolge le proprie attività in Umbria. [email protected] Luciano Pederzoli, ingegnere di Firenze, si occupa di ricerche nei campi della biopsicocibernetica e dell’archeologia

psichica. [email protected] Claudia Unisoni, esperta di ecologia e prodotti biologici: presso il negozio Insoliti Tessuti di Firenze sono disponibili le 50 acque vibrazionali presentate in questo libro; inoltre abbigliamento in fibre naturali (canapa, bambù, cotone e altre), sementi biologiche e articoli per il benessere. [email protected]

Dedica Questo libro è dedicato ai nostri spiriti guida, Richard e Muah

1. La memoria dell’acqua

Gli studi del ricercatore giapponese Masaru Emoto hanno dimostrato una cosa che era già empiricamente conosciuta, soprattutto da chi si interessa di rimedi omeopatici, floreali e simili: cioè che l’acqua è capace di memorizzare le informazioni energetiche da cui viene investita. Emoto, come spiega nei suoi libri, tradotti anche in italiano (vedi Bibliografia), ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d’acqua. Esponendo l’acqua a parole scritte o pronunciate, a musica, preghiere e altre fonti d’informazione, l’acqua risponde ghiacciando in cristalli armoniosi e regolari, che esprimono bellezza ed equilibrio, in presenza di vibrazioni positive, mentre crea strutture amorfe, disordinate e sgradevoli in presenza di vibrazioni negative. Ad esempio, le parole “Amore” o “Gratitudine”, le frasi “Ti amo” e “Ti ringrazio”, esprimendo un’energia emozionale positiva, creano strutture regolari e piacevoli, alla stessa maniera di gran parte della musica classica che venga fatta “ascoltare” a bottiglie d’acqua; al contrario parole ed espressioni come “Odio”, “Sei uno stupido”, “Mi fai schifo”, cariche di energia emozionale negativa, cristallizzano in qualcosa di brutto, come se si trattasse di fango o di una struttura caotica e minacciosa. Anche l’acqua degli acquedotti cittadini, congelata e fotografata, mostra un livello di vitalità molto inferiore

all’acqua proveniente dalle sorgenti di montagna o da quelle che scaturiscono in luoghi incontaminati. I cristalli che si formano in questi casi sono costituiti da strutture irregolari, prive di chiarezza e di armonia, al contrario dei cristalli ottenuti da acque reperibili in natura, soprattutto in luoghi sacri o dove sono presenti energie particolari. Secondo la fisica quantistica la materia si compenetra con l’energia, tanto che tutto ciò che esiste è composto da vibrazione e informazione. Inoltre l’energia precede la materia e la crea; pertanto per qualunque forma materiale (che si tratti di un essere vivente come di un oggetto inanimato) è sempre presente una sorgente energetica a essa legata, responsabile di quella forma materiale. Anche una parola o una frase scritta su un biglietto di carta, così come un’immagine, porta con sé un’informazione energetica: la differenza tra frasi scritte e immagini e parole dette a voce o brani musicali consiste nel fatto che le vibrazioni e le informazioni contenute nella scrittura e nelle immagini si basano su frequenze non udibili. Ma l’acqua è in grado di recepire ugualmente tali frequenze: un biglietto o un’immagine applicate a un bicchiere pieno di acqua influenzano il liquido lasciandovi tracce specifiche di quell’informazione. L’acqua comunica con noi attraverso la formazione di innumerevoli tipi di cristalli, secondo il messaggio che vuole trasmetterci; e noi, studiando tali cristalli, abbiamo la possibilità di elevare la nostra consapevolezza. Emoto ha effettuato anche esperimenti a distanza, allo scopo di dimostrare che il pensiero è in grado di influenzare l’acqua. Ad esempio si è messo d’accordo con circa 500 amici e

conoscenti, in tutto il Giappone, stabilendo una data e un’ora in cui ciascun partecipante all’esperimento doveva inviare mentalmente, concentrandosi, la propria energia vitale (il chi, o il prana) a un flaconcino di acqua poggiato sulla scrivania di Emoto. L’acqua contenuta nel flaconcino è stata congelata e fotografata prima e dopo l’esperimento, e naturalmente si è notata una notevole differenza nei cristalli: influenzata da un così ampio gruppo di persone, l’acqua ha prodotto forme geometriche regolari. Emoto decise allora di procedere con un’altro test. Riunì circa 300 persone una mattina all’alba intorno a un lago giapponese chiamato Biwa, da molti anni inquinato a causa di alghe che ne ricoprivano quasi tutta la superficie e che d’estate emanavano cattivo odore; mentre il sole sorgeva, il gruppo inviò al lago preghiere e invocazioni di purificazione, e in effetti le alghe diminuirono vertiginosamente a partire dal giorno successivo, per poi tornare a ricrescere dopo qualche mese. Emoto commentò il fatto facendo notare che se invece di 300 persone il gruppo fosse stato formato da 30.000 o 300.000 individui, probabilmente il risultato sarebbe stato duraturo, e le alghe sarebbero scomparse definitivamente. L’acqua assume dunque una particolare importanza per noi, considerando inoltre che il nostro pianeta, la Terra, è coperto di acqua per circa il 70% della sua superficie, e che il corpo umano è composto dello stesso liquido più o meno per la stessa percentuale. L’acqua è il simbolo della vita: le sue caratteristiche e l’energia che essa trasporta non possono essere trascurate da coloro che hanno a cuore il benessere

personale e quello del pianeta. Conoscere e rispettare l’acqua significa conoscere e rispettare noi stessi e le leggi che regolano la nostra sopravvivenza.

2. Le acque vibrazionali e come agiscono

Le acque vibrazionali sono acque particolari che, analogamente ai rimedi omeopatici, floreali e a quelli ricavati dai cristalli, contengono un’informazione energetica capace di produrre effetti terapeutici. Alcune di queste sono reperibili in chiese o in santuari di antica fondazione, altre sgorgano in luoghi carichi di energia, altre ancora sono state prodotte da vari ricercatori secondo procedimenti diversi. Infatti, affinché si produca un’acqua vibrazionale entrano in gioco vari fattori: la qualità dell’acqua che scaturisce naturalmente da una sorgente; l’energia del luogo; l’intenzione umana, soprattutto espressa attraverso la meditazione e la preghiera; il fatto che il luogo in cui sgorga l’acqua sia da secoli meta di adorazione religiosa, di pellegrinaggi e simili; la presenza, in prossimità dell’acqua, di reliquie o di altri oggetti aventi un’alta irradiazione energetica; l’abitudine di celebrare funzioni religiose vicino all’acqua in questione; l’utilizzo di cristalli (cioè minerali), di elementi naturali o di congegni particolari per caricare l’acqua. Inoltre abbiamo potuto riscontrare che, in termini di effetti terapeutici, quando un’acqua fuoriesce da una sorgente naturale, oltre ad avere qualche traccia delle caratteristiche del luogo e del tipo di adorazione (se si tratta di un luogo sacro) molto spesso sembra anche essere adatta al carattere e alle problematiche della gente che abita in quel posto. Quando invece si tratta di un’acqua creata da un ricercatore, essa rispecchia alcune caratteristiche personali di

colui che l’ha prodotta. Poiché, come abbiamo detto in precedenza, l’acqua ha una sua memoria e viene influenzata da ciò con cui entra in contatto, si capisce come sia possibile creare acque vibrazionali anche per proprio conto, se si sa come agire e se si possiedono strumenti di verifica. Si leggano ad esempio le schede dell’acqua di Santa Maria della Salute e della Tibet 2A, riportate più avanti. Al di là dell’effetto terapeutico, la caratteristica comune a tutte le acque vibrazionali è quella di non imputridire, e quindi di non risentire di germi o batteri: si conservano a tempo indeterminato senza bisogno di aggiungere alcun tipo di conservante. Inoltre sono tutte riproducibili per semplice contatto con acqua di buona qualità e mediante l’uso del decagono regolare, come spiegato nel capitolo 5. Le acque sono tuttavia disturbate dai campi elettromagnetici, i quali riescono a inattivarle per periodi più o meno lunghi: trattandosi di rimedi vibrazionali, cioè ciascuno portatore di una frequenza specifica, è ovvio che sia così. Il campo elettromagnetico, o una particolare fonte di energia, interferisce con il modello energetico dell’acqua vibrazionale alterandolo: è come se l’acqua venisse messa in tilt e non riuscisse più a trasmettere la sua vibrazione caratteristica. In certe circostanze l’acqua riprende la vibrazione che le è propria dopo alcune ore che è stata allontanata dal campo elettromagnetico, ma talvolta si potrebbero produrre alterazioni permanenti. Quindi è una regola tassativa quella di mantenere le acque vibrazionali lontane da simili interferenze. In tale ottica bisogna quindi evitare di porre i rimedi energetici

nel frigorifero, anche durante la stagione calda: nessuna paura, essi non andranno a male a causa del calore ambientale. Un’acqua vibrazionale per essere tale, cioè per avere proprietà terapeutiche e conservarsi a tempo indeterminato senza andare a male (come qualsiasi rimedio omeopatico), deve avere come minimo una frequenza energetica di 13.50014.000 UB sulla scala di Bovis: le acque cominciano a essere vibrazionali a partire da questo valore. Se il livello energetico è inferiore l’acqua dopo un po’ di tempo perde le sue proprietà e si corrompe. Il fisico francese Alfred Bovis (1871-1947), con la collaborazione dell’ingegnere André Simoneton, compì studi sulle vibrazioni energetiche, arrivando a creare il cosiddetto “biometro Bovis”, ancora oggi comunemente utilizzato in radiestesia. Il biometro rappresenta una scala di misurazione per verificare ad esempio: l’intensità delle radiazioni terrestri nell’ambiente o nel punto che si vuole esaminare; la radiazione vitale degli esseri viventi; l’energia dell’acqua, dei cibi, dei rimedi e degli oggetti. L’intensità delle radiazioni viene espressa in Unità Bovis (ogni UB corrisponde a un ångstrom, unità di misura della lunghezza d’onda utilizzata in fisica). Ponendo il pendolino sul grafico adeguato e concentrandosi sulla domanda si ottiene la lettura energetica del soggetto esaminato: naturalmente a patto che si abbiano doti di radiestesia e si riescano a compiere letture attendibili. La scala Bovis parte da 6500 UB per indicare il valore neutro (ciò che ha irradiazione energetica inferiore rappresenta qualcosa di indebolito, o di vibrazione negativa), e può

arrivare a valori altissimi, in quanto non c’è un limite: non sappiamo infatti quali tipi di energie possono esistere nell’universo, o in altre dimensioni.

Esempio di biometro Bovis per letture da 0 a 10.000 UB

Interpretazione delle letture effettuate con la scala Bovis * 0-2000 UB: zona di forte perturbazione energetica, gravi malattie, sostanza fortemente tossica. Ad esempio il nodo di Hartmann si colloca intorno alle 2000 UB. * 2000-6500 UB: zona di disturbo dannosa per l’organismo, carenza di energia vitale, probabili malattie, sostanza tossica o poco salutare. * 6500 UB: alore neutro. * 6500-10.000 UB: zona di radiazione ottimale, piena vitalità, sostanza positiva.

La sosta su un punto o in un ambiente dove si registra un’intensità superiore alle 10.000 UB può essere positiva per un breve periodo (magari con l’intento di effettuare una terapia, oppure durante la preghiera, la meditazione e simili), ma non è consigliabile prolungarla per molte ore continuative, poiché si verrebbe investiti da radiazioni eccessivamente stimolanti. Infatti, più si sale oltre le 10.000 UB e più si va verso vibrazioni particolari, che agiscono sulle emozioni, sulla mente e su altri livelli energetici. Tornando alle acque vibrazionali, dobbiamo precisare che in certi casi è stato necessario riportare i livelli energetici di alcune di esse ai loro massimi, poiché le acque in questione ci erano arrivate dentro contenitori di plastica. Come si sa questo materiale artificiale abbassa sempre la vibrazione di ciò con cui entra in contatto; pertanto l’acqua conservata nella plastica era certamente indebolita nel suo potenziale terapeutico. Ad esempio abbiamo reperito in boccettine di plastica l’acqua di Boa Vontade, del fiume Giordano, del Gange, di Santa María de Guadalupe, di Santa Lucia e altre. Per valorizzare l’acqua in questione l’abbiamo versata in un bicchiere di vetro chiaro senza decorazioni di alcun tipo (né colori, né disegni, né nervature o altro in rilievo): migliori sono i bicchieri a calice o a coppa, con o senza gambo, che abbiano una forma armonica; vanno bene tuttavia anche semplici bicchieri da cucina, purché di vetro bianco, liscio e

senza ornamenti o fregi. Quindi è stato applicato su un lato del bicchiere un biglietto rivolto verso l’interno con la scritta “Acqua di … [nome dell’acqua, ad esempio fiume Giordano, Santa Lucia, ecc.], … [località da cui l’acqua proviene, ad esempio Venezia]”. Il biglietto può essere scritto a mano, in lettere minuscole o maiuscole ma in maniera chiara, utilizzando una penna o un pennarello nero e carta bianca senza righe né quadretti; oppure si può ricorrere a un analogo biglietto stampato al computer. Il testo deve essere sempre inserito dentro un rettangolo nero, in modo da “racchiudere e concentrare” l’informazione rappresentata dal biglietto. Ecco alcuni esempi di biglietti:

È buona norma mettere il nome in lingua originale del luogo da cui proviene l’acqua, o della chiesa (ad esempio: “Acqua di Notre-Dame de la Guérison, Courmayeur”), oppure il nome tradotto accreditato. Se si tratta di acqua di Santa María de Guadalupe, a parte la necessità di prestare attenzione all’ortografia spagnola, come città di provenienza possiamo scrivere sia Ciudad du Mexico sia Città del Messico, poiché questa seconda forma è quella comunemente affermatasi come traduzione in italiano.

Non sarebbe invece corretto apporre la scritta “Acqua della Madonna della Guarigione, Courmayeur”, perché il santuario non è conosciuto con questo nome, quindi si tratterebbe di una traduzione arbitraria. Se si possiede anche un’immagine sacra o qualcosa di simile, che sia riferibile solamente a quell’acqua vibrazionale senza possibilità di errore, si può aggiungere l’immagine sull’altro lato del bicchiere, rivolta verso l’acqua, oppure sotto il bicchiere, se la base dello stesso è sufficientemente ampia. Può trattarsi di un santino, di una cartolina presa nella chiesa o nel luogo sacro, di una fotografia della fonte da cui scaturisce l’acqua, e simili. Tutto ciò per fare in modo che l’acqua legga le informazioni che la riguardano e riporti così il suo livello energetico al valore massimo che essa ha nel luogo in cui sgorga. Se l’acqua vibrazionale disponibile è scarsa (pensiamo a una boccettina minuscola come viene venduta talvolta), possiamo triplicarne la quantità aggiungendo acqua Humana Amorosa (reperibile in tutte le farmacie) nel bicchiere insieme all’acqua vibrazionale di partenza: si consiglia comunque di fare in modo che l’acqua vibrazionale sia almeno 1/3 del contenuto del bicchiere, e non meno. Talvolta è necessario aggiungere un po’ di acqua Humana Amorosa per permettere al livello dell’acqua nel bicchiere di raggiungere il punto in cui è applicato il biglietto, o per far sì che l’acqua possa vedere l’intero santino o l’immagine equivalente. Una volta che il bicchiere è pronto, si applica sulla sommità dello stesso un po’ di pellicola di plastica trasparente, di quella utilizzata per avvolgere i cibi: ciò allo scopo di

proteggere l’acqua dalla polvere. Il bicchiere viene quindi collocato sul decagono regolare, in un luogo tranquillo lontano da campi elettromagnetici, e mantenuto in posizione per almeno 24 ore consecutive (volendo anche per un tempo più lungo). Il decagono regolare (vedi capitolo 5) è una figura geometrica capace di potenziare ciò che viene messo al suo interno: in altre parole, il decagono genera un’onda di forma che innalza e rafforza la vibrazione propria di qualsiasi cosa, in particolare dei rimedi energetici. Trascorse le 24 ore, si toglie il bicchiere dal decagono e si può imbottigliare l’acqua vibrazionale in flaconcini di vetro scuro con contagocce: adesso possiamo essere sicuri che il potenziale terapeutico del rimedio è stato riportato al suo massimo. Quando vengono assunte per bocca le acque vibrazionali lavorano in prevalenza a partire dal corpo fisico: l’energia dell’acqua viene recepita dall’organismo inizialmente attraverso il corpo fisico, e successivamente l’informazione si trasferisce nel campo energetico individuale (quindi nei corpi sottili e nei chakra). Se le acque vengono invece nebulizzate sui chakra, l’azione terapeutica avviene direttamente sul chakra interessato, su tutti i livelli del chakra in questione nei corpi sottili, ma relativamente al chakra. Per agire su altri strati dell’aura lontani rispetto a un chakra bisogna nebulizzare l’acqua più volte nel punto in cui si vuole intervenire. Queste acque agiscono principalmente su persone polarizzate sulla fase energetica Acqua della medicina tradizionale cinese, che comprende come si sa tutta una serie

di implicazioni fisiche, emotive e mentali, e che contempla come organi di riferimento la coppia costituita da reni e vescica urinaria, oltre all’apparato genitale, i capelli, le orecchie, le ossa e i denti. Ciò significa che le persone che hanno squilibri sulla fase energetica Acqua sono più sensibili all’effetto terapeutico delle acque vibrazionali, così come coloro che, pur non essendo particolarmente disturbati su tale loggia energetica, hanno comunque caratteristiche psicofisiche molto forti in relazione a essa. Anche gli individui non polarizzati in modo caratteristico sulla loggia Acqua possono comunque beneficiare delle proprietà terapeutiche delle acque vibrazionali. Un’altra indicazione relativa ai soggetti che meglio rispondono ai trattamenti con le acque vibrazionali ci viene dall’astrologia: se nel tema natale o nella rivoluzione solare (quest’ultima calcolata secondo la dottrina astrologica occidentale per un determinato anno, da compleanno a compleanno) si evidenziano dominanti d’Acqua (Acqua intesa come elemento astrologico secondo la concezione occidentale), è chiaro che la persona in questione sarà più sensibile di altre alla terapia con le acque vibrazionali. Come dominanti d’Acqua si considerano i tre pianeti d’Acqua: Luna, Nettuno e Plutone; i Segni zodiacali Cancro, Scorpione e Pesci; le Case astrologiche IV, VIII e XII. Inoltre la presenza di accumuli di pianeti (almeno 4 pianeti, cioè lo “stellium”) in una delle tre Case suddette, oppure uno o più dei tre pianeti d’Acqua strettamente congiunti a uno o più dei quattro angoli del Cielo (Ascendente, Medio Cielo, Discendente, Fondo del

Cielo), o ancora uno o più dei tre pianeti suddetti forti per collocazione nel proprio Segno zodiacale o nella propria Casa (Luna in Cancro e in Casa IV, Nettuno in Pesci e in Casa XII, Plutone in Scorpione e in Casa VIII). Le modalità di utilizzo delle acque vibrazionali sono numerose: le spieghiamo in dettaglio nel capitolo 4. Parliamo adesso dei livelli dell’aura, in quanto nella scheda descrittiva di ciascuna acqua sono riportate varie informazioni: dai chakra ai corpi sottili su cui l’acqua agisce, dai meridiani alle analogie con i fiori di Bach. Riguardo ai chakra e ai meridiani chi lo desidera potrà informarsi meglio su questi argomenti consultando testi specialistici; riguardo ai corpi sottili, o livelli dell’aura, ci sembra opportuno entrare nel merito, in quanto abbiamo avuto modo di compiere alcune osservazioni che interessano anche le acque vibrazionali. Seguiamo la classificazione dei livelli dell’aura adottata da Barbara Brennan, autrice di libri quali Mani di Luce e Luce Emergente (citati in Bibliografia), che prevede 7 corpi sottili. Secondo le nostre ricerche tale classificazione è attendibile, tuttavia abbiamo motivo di credere che esista anche l’8° livello del campo energetico umano, cioè il corpo hosir spiegato più avanti. Corrispondenze tra l’irradiazione energetica secondo la scala Bovis e i corpi sottili dell’uomo(aura)

* 6500-13.500 UB: corpo eterico (1° livello dell’aura) * 13.500-21.500 UB: corpo emotivo (2° livello

dell’aura) * 21.500-30.500 UB: corpo mentale (3° livello dell’aura) * 30.500-40.500 UB: corpo astrale (4° livello dell’aura) * 40.500-51.500 UB: corpo eterico matrice (5° livello dell’aura) * 51.500-63.500 UB: corpo celestiale (6° livello dell’aura) * 63.500-76.500 UB: corpo causale (7° livello dell’aura) * 76.500-90.500 UB: corpo hosir (8° e ultimo livello dell’aura) Questi valori sono fissi e riguardano l’aura di tutti gli uomini e di tutte le donne presenti sul pianeta Terra, indipendentemente dal livello evolutivo individuale (cultura, religione, stato sociale del singolo e così via), nel senso che i livelli dell’aura di ciascuno corrispondono agli intervalli di Unità Bovis sotto riportati. Il corpo fisico, la materia, corrispondono all’intervallo compreso a partire da poche UB fino a 6500: alcuni virus e batteri si situano intorno a 10 UB. Diamo di seguito alcuni cenni sui corpi sottili.

1° livello dell’aura. Corpo eterico. 6500-13.500 UB

Risuona in particolare con il 1° chakra. L’etere è lo stato intermedio fra materia ed energia e questo primo strato sporge dal corpo fisico di pochi centimetri (fino a un massimo di 5). È un doppione del corpo fisico e lo riproduce fedelmente, anche per quanto riguarda gli organi interni e tutte le parti anatomiche. Appare come un insieme di linee di luce scintillanti, il cui colore può variare dall’azzurro pallido al grigio: in persone delicate e sensibili, il corpo eterico assume più propriamente i toni dell’azzurro, mentre in individui robusti e atletici rivela una colorazione grigia. Il corpo eterico dà la struttura al corpo fisico e riflette tutti i processi fisiologici che avvengono in quest’ultimo; dato che funge da supporto della conformazione fisica dell’individuo, il 1° livello dell’aura contiene tutte le informazioni sulla realtà materiale propria di quell’individuo. La terapia su questo livello agisce su disturbi di lieve entità, soprattutto su squilibri fisiologici e funzionali. 2° livello dell’aura. Corpo emotivo. 13.50-21.500 UB

Risuona in particolare con il 2° chakra. Riguarda emozioni, sensazioni, sentimenti, paure e capacità di provare piacere; sporge dal corpo fisico da 2,5 a 7,5 centimetri. Al contrario del corpo eterico, il corpo emotivo non riproduce fedelmente il corpo fisico, ma è costituito da addensamenti fluidi di colori in movimento. Le tinte che vi si osservano comprendono tutti

e sette i colori dell’iride, e variano da scure a brillanti in relazione alle emozioni del soggetto, alla sua chiarezza nei sentimenti o al grado di confusione che lo caratterizza. I sette chakra di questo livello dell’aura hanno, nell’ordine, i colori propri di ciascun vortice. Analogamente al 2° chakra, questo corpo registra le informazioni del lato emotivo della personalità. Si formano in questa sede tutti gli squilibri che hanno a che fare con le emozioni. 3° livello dell’aura. Corpo mentale. 21.500-30.500 UB

Risuona in particolare con il 3° chakra. Sporge dal corpo fisico da 7,5 a 20 centimetri. Poiché questo livello riguarda le attività intellettuali e le funzioni mentali, il suo colore dominante è il giallo in varie tonalità. Nel caso di un soggetto impegnato in occupazioni mentali, il giallo si accentua in corrispondenza della testa e delle spalle. I pensieri di qualsiasi tipo che condizionano l’individuo sono rilevabili dall’analisi di questo corpo, nel quale si riversano anche altri addensamenti di colore provenienti dal corpo emotivo: tali addensamenti rappresentano le emozioni connesse con idee e pensieri specifici. Se un’idea è chiara e ben delineata, i colori delle emozioni a essa associati saranno vivaci e luminosi, altrimenti si noteranno tinte opache e scure. Le disarmonie energetiche presenti in questo livello sono collegate alla mente razionale e ai pensieri coscienti. 4° livello dell’aura. Corpo astrale. 30.500-40.500 UB

Risuona in particolare con il 4° chakra. Anche questo livello si distingue per la presenza di colori, generalmente più intensi e splendenti di quelli del corpo emotivo, spesso attraversati da bagliori verdi e rosa. Nel corpo astrale, che si estende per 1530 centimetri a partire dal corpo fisico, si osserva lo scambio energetico tra le persone: se due soggetti sono profondamente uniti da un rapporto d’amore, i loro corpi astrali appaiono collegati da flussi energetici sotto forma di cordoni dalla tinta rosata. Infatti questo corpo riguarda tutte le esperienze di tipo affettivo da cui l’individuo può venire attraversato: se il cuore è chiuso nel risentimento, nell’odio e in simili atteggiamenti negativi, i colori del corpo astrale saranno scuri, spenti, privi delle sfumature di verde e rosa. Quando una relazione sentimentale o un’amicizia si spezza, i flussi energetici che collegano le aure di due persone si interrompono più o meno contemporaneamente. È necessario operare su questo corpo per correggere gli squilibri legati all’amore e all’affettività, alla gioia (o alla mancanza di gioia) nell’affrontare le situazioni di vita. 5° livello dell’aura. Corpo eterico matrice. 40.500-51.500 UB

Risuona in particolare con il 5° chakra. Questo corpo viene ch iamat o matrice poiché riflette tutto ciò che esiste nell’individuo sul piano fisico, come se fosse un modello, una specie di negativo fotografico. Esso si diffonde a partire dal corpo fisico per 45-60 centimetri, e contiene la configurazione originaria del corpo eterico: se quest’ultimo si altera a causa di un trauma o di una malattia, è possibile agire sul corpo eterico

matrice per sostenere il processo di rigenerazione. Rappresenta l’archivio della nostra esistenza. Le forme e le strutture che appaiono nel 5° livello dell’aura sono costituite da linee trasparenti su uno sfondo di colore blu cobalto. Le patologie profonde, degenerative, che affliggono il corpo fisico, insieme ai problemi di comunicazione e di espressione di sé hanno spesso come radice squilibri energetici presenti in questo livello. 6° livello dell’aura. Corpo celestiale. 51.500-63.500 UB

Risuona in particolare con il 6° chakra. Ci si riferisce di solito al corpo celestiale come a un corpo emotivo trasposto sul livello spirituale. Si colloca in un intervallo che va da 70 a 90 centimetri rispetto al corpo fisico. È percepibile come un insieme di tinte delicate, molto luminose e attraversate da raggi argentei, dorati e madreperlacei. Mediante le qualità di questo livello dell’aura sono possibili le pratiche di meditazione che conducono all’elevazione della coscienza individuale. Esso contiene tutte quelle verità di cui ciascuno di noi è alla ricerca, e come tale rappresenta la dimensione in cui ottenere l’accrescimento della conoscenza. Inoltre, similmente al 6° chakra, il corpo celestiale può essere interessato da interventi che non necessitano della vicinanza fisica di due soggetti, come la telepatia e la guarigione a distanza. Tra le esperienze che vengono riflesse da questo corpo troviamo anche le forme di misticismo volte a condurre l’uomo all’estasi spirituale. Si deve operare su questo livello nel caso di gravi problemi mentali, incapacità di vedere correttamente

la realtà, eccesso di razionalità. 7° livello dell’aura. Corpo causale. 63.500-76.500 UB

Risuona in particolare con il 7° chakra. Viene chiamato anche corpo ketherico, termine che deriva dall’ebraico kether, cioè “corona”. Rappresenta il livello mentale del piano spirituale; sporge dal corpo fisico da 75 a 100 centimetri. Attraverso questo corpo sperimentiamo la trascendenza e l’unione con l’Assoluto. È un campo di energia dalle vibrazioni estremamente alte: la fascia esterna, a forma di guscio d’uovo, contiene informazioni sulle vite precedenti, mentre la zona sottostante, inglobando gli strati dell’aura dal 1° al 6°, si riferisce all’incarnazione attuale. Il colore dominante è l’oro: esso appare sia in filamenti minuscoli, che racchiudono i livelli precedenti dell’aura come in una rete, sia come tonalità di luce dorata legate ai chakra e alle conformazioni del corpo fisico. Il 7° è il livello che sembra dotato di maggiore resistenza; vi è inscritto il programma dell’incarnazione presente, inoltre ospita gli spiriti guida. Poiché questo corpo è collegato al karma, risulta piuttosto difficile influenzarlo terapeuticamente. 8° livello dell’aura. Corpo hosir. 76.500-90.500 UB

È la matrice individuale da cui si origina la singola entità: corrisponde cioè al frammento spirituale di partenza che persegue la propria evoluzione. In questo corpo sono inscritte tutte le situazioni relative al singolo, positive o negative che

siano; le informazioni qui raccolte vengono via via completate attraverso le varie incarnazioni, i cicli evolutivi e le esperienze condotte nell’aldilà o su altri piani di realtà. Le conoscenze e i percorsi evolutivi riuniti nel 7° livello dell’aura si riversano poi nell’8° e ultimo livello. Sembra che il corpo hosir sia suddiviso in 3 livelli, caratteristica questa che potrebbe confermare alcune concezioni indiane, come quella del raja yoga, secondo cui esisterebbero 10 livelli dell’aura. Il primo livello del corpo hosir contiene tutte le azioni, i pensieri, le esperienze, i comportamenti sia positivi sia negativi che si riferiscono a quella persona specifica: questi dati sono qui registrati come nella memoria di un computer. Il secondo livello riguarda l’abbandono di tutte le emozioni, le riflessioni, le passioni, i pensieri (tipici della mente razionale o relativi al campo degli istinti), in modo che si possa successivamente accedere ad azioni di tipo spirituale, cioè condotte su un piano più alto. Infine, il terzo livello dovrebbe servire come collegamento con Dio, o come ricongiungimento con la nostra origine. Il corpo hosir non può essere influenzato da terapie di alcun genere, tuttavia la preghiera e la meditazione possono contribuire ad armonizzarlo. Il nome hosir è stato ottenuto mediante radiestesia e test kinesiologici utilizzando un quadrante con le lettere dell’alfabeto.

I 7 livelli dell’aura e i 7 chakra principali

I primi tre corpi fanno parte del piano fisico, in quanto metabolizzano le energie collegate alla materia, alla fisicità; il corpo astrale, fungendo da cerniera di passaggio tra piano fisico e piano spirituale, rappresenta la zona dell’aura dove le energie di tipo materiale vengono trasformate in energie di tipo spirituale; infine, il compito dei corpi 5°, 6° e 7° è quello di gestire la vita spirituale dell’individuo. I livelli aurici dal 4° al 7° si collocano al di là del mondo fisico, e come tali riguardano altri stati di realtà: sintonizzandosi su questi livelli possono essere percepite varie entità prive di corpo fisico, come ad esempio gli spiriti guida. Secondo le nostre indagini alla morte del corpo fisico di un individuo i corpi sottili dal 1° al 6° compreso si disgregano e quindi spariscono, mentre rimangono ben presenti nella dimensione ultraterrena il corpo causale e il corpo hosir. L’anima dell’individuo, stando a quanto abbiamo potuto

comprendere, dovrebbe coincidere con il corpo causale, mentre lo spirito sarebbe rappresentato dal corpo hosir. Nel caso di terapie dei chakra effettuate utilizzando le acque o altri rimedi vibrazionali (essenze di cristalli, rimedi omeopatici e floreali e via dicendo), abbiamo rilevato quanto segue: 1. L’azione terapeutica raggiunge il livello del chakra dove è presente la disarmonia che il rimedio è in grado di trattare senza bisogno di applicare direttamente il rimedio a distanza rispetto al corpo fisico, cioè nella fascia del campo energetico individuale dove si situa il chakra in questione. Basta mantenere in posizione il rimedio (applicato su un dischetto di ovatta qualora si tratti di un liquido), sul punto preciso del corpo fisico corrispondente al chakra da trattare, e l’effetto energetico si esplica nel livello dove è necessario: è come se la vibrazione terapeutica risalisse il chakra per intervenire sul livello di quel chakra (dal 1° al 7°, o anche su più di un livello) dove è richiesta. 2 . Non esiste una correlazione particolare tra l’azione di un’acqua vibrazionale sui chakra con i quali è più in risonanza (elencati per ciascuna acqua nella scheda relativa) e l’azione della stessa acqua sul livello dell’aura che le corrisponde. In altre parole, l’azione su un chakra può interessare il chakra nel suo insieme su tutti i livelli dell’aura, dal 1° al 7°, ma solo limitatamente al chakra in questione; mentre l’effetto dell’acqua su un preciso corpo

sottile può avvenire al di fuori dei chakra presenti in quel corpo, esplicandosi in altre zone di quel livello dell’aura. Per trattare più specificamente zone dell’aura che non siano comprese in un determinato chakra bisogna nebulizzare numerose volte l’acqua o il rimedio in questione sul punto preciso dell’aura dove si vuole agire. Nella nostra esperienza ciascun tipo di terapia naturale (omeopatia, rimedi floreali, riflessologia, agopuntura, acque vibrazionali e via dicendo) agisce su uno o più livelli dell’aura: quindi ciascun tipo di terapia può essere appropriata o non appropriata per una specifica persona e per i suoi problemi. Bisogna infatti vedere dove si collocano, a livello energetico, le radici dei disturbi psicofisici di un soggetto, e come tale soggetto risponde a una terapia piuttosto che a un’altra: tutte le discipline terapeutiche sono rispettabili e ciascuna ha un proprio potenziale, ma nessuna può sostituirsi alle altre e diventare universale, altrimenti avremmo da tempo constatato la sparizione di alcune di esse e il prevalere di quelle che riescono a risolvere in maniera ottimale i problemi della maggioranza delle persone. I sintomi patologici che interessano il corpo fisico rappresentano l’ultimo stadio di manifestazione, in senso verticale, di squilibri formatisi nel campo energetico individuale, o aura: il conflitto o la disarmonia si verifica dapprima a livello energetico e, se non viene risolto, precipita nella materia (cioè nel corpo fisico) creando sintomi di malattia. L’energia precede la materia e la crea: dunque, se la radice di un disturbo si colloca ad esempio nel 5° livello dell’aura, il corpo eterico matrice, è evidente che

una terapia che agisce solo sul corpo emotivo non potrà produrre grandi risultati. Per ottenere la massima efficacia terapeutica è quindi necessario ricercare, caso per caso, le 3-4 terapie principali necessarie per quella persona e per i suoi squilibri: nessuna terapia è adatta a tutti indistintamente, nessuna agisce in qualsiasi circostanza e in qualsiasi patologia. Questo concetto riguarda anche le acque vibrazionali: esse sono interessanti e possono dare ottimi risultati, ma non devono essere considerate miracolose e non si deve credere che rappresentino la soluzione giusta per ogni tipo di problema. Com’è possibile allora individuare le terapie più idonee? Bisogna avvalersi di sistemi sensitivi o empirici, capaci tuttavia di dare risposte affidabili. Al di là delle tecniche sensitive in senso stretto, come la chiaroveggenza o vista psichica, il contatto con gli spiriti guida e le altre capacità medianiche, due discipline interessanti e alla portata di tutti sono la radiestesia e i test kinesiologici (vedi capitolo 3). Utilizzando queste tecniche per prima cosa si individuano su un apposito quadrante le 3-4 terapie più idonee a trattare il caso: per velocizzare la ricerca si adopera il pendolino e si scrivono su un pezzo di carta le terapie in ordine di importanza. Quindi si mette il biglietto in mano alla persona e si procede a una verifica mediante test muscolare. Se si ottiene la conferma che le 3-4 terapie individuate sono quelle giuste, il passo successivo è di vedere se il terapeuta conosce e padroneggia tutte le terapie che sono risultate, o almeno alcune di esse. Nel caso affermativo, avvalendosi sempre della radiestesia o anche

solamente dei test muscolari, il terapeuta ricerca i rimedi, i prodotti o i trattamenti più appropriati appartenenti alle varie discipline terapeutiche; nel caso che invece le terapie individuate non siano praticate dal terapeuta, bisognerà indirizzare la persona ad altri operatori, eventualmente testandone i nominativi per scoprire il più idoneo tra essi. Facciamo un esempio pratico e consideriamo che al signor X escano come terapie più efficaci per trattare i suoi disturbi: 1. rimedi ayurvedici; 2. essenze di cristalli; 3. agopuntura; 4. rimedi floreali. Se il terapeuta conosce i rimedi ayurvedici, prosegue utilizzando una lista o un prontuario di tali rimedi e, mediante il test kinesiologico, individua i più appropriati con le relative posologie; lo stesso dicasi per le essenze di cristalli e per i rimedi floreali. Ponendo il caso che il terapeuta non sia abilitato a effettuare l’agopuntura, suggerirà al signor X di rivolgersi a un medico agopuntore, proponendo eventualmente di testare, tra vari nominativi, il medico più congeniale rispetto alle esigenze del signor X. Nella nostra opinione questo metodo è molto efficace e produce risultati profondi, al contrario dell’applicazione di una o due terapie tout-court, a qualunque persona e a qualunque problema, inseguendo l’illusione che “tutto” funzioni su “tutti” indistintamente. Inoltre, in questa maniera viene anche stimolata la collaborazione tra terapeuti specializzati in discipline differenti, e si responsabilizza la persona inducendola ad acquisire una visione più ampia del significato della sua malattia. Concludiamo con una tabella in cui riportiamo, secondo

quanto è risultato dalle nostre indagini, le correlazioni tra le principali terapie naturali e i livelli dell’aura su cui ciascuna di esse agisce. Le acque vibrazionali non compaiono in questa tabella perché l’azione dipende dal tipo di acqua, quindi abbiamo segnalato la correlazione nella scheda descrittiva di ciascuna. In particolare abbiamo osservato che la maggioranza delle acque lavora sui livelli emotivo e mentale: poche acque sono in grado di influenzare i livelli superiori, ma non è detto che nel mondo non ne esistano altre rispetto a quelle da noi studiate e descritte in questo libro, oppure che non sia possibile crearle. Il lettore è dunque invitato a compiere ricerche e a sperimentare per proprio conto: certamente non resterà deluso avventurandosi in un campo così affascinante.

Esempio di quadrante per individuare la giusta terapia

Azione delle principali terapie naturali sui livelli dell’aura

* Acque termali: 1° livello. * Agopuntura: 1° e 2° livello. * Campane di cristallo: nella maggioranza dei casi agiscono sul 1° livello; secondo le capacità dell’operatore e in relazione a come vengono suonate possono agire anche sul 2° livello. * Campane tibetane: in generale l’azione è sul 3° livello; secondo l’operatore e le sue capacità, possono

produrre effetti anche sul 4° livello. * Chiropratica: 1° livello. * Cristalli (minerali): le pietre applicate sul corpo agiscono generalmente sul 4° e 5° livello; le essenze ricavate dai cristalli solo sul 4° livello. * Cromopuntura (applicazioni di luci colorate sui punti di agopuntura): 1° e 2° livello. * Cromoterapia (applicazione di luci colorate su parti del corpo o sui chakra): 1° livello. * Dieta, alimentazione controllata: 1° livello. * Fisioterapia: 1° livello. * Fitoterapia: i rimedi fitoterapici preparati secondo le procedure occidentali (soprattutto di scuola francese, come tinture madri, gemmoderivati M.G. 1 DH, estratti secchi in compresse e capsule con polveri micronizzate) agiscono tutti solo sul 1° livello. * Litoterapia dechelatrice: i rimedi di scuola francese preparati da rocce e minerali alla 8 DH agiscono sul 2° livello. * Massaggio in genere: il massaggio rilassante in stile occidentale lavora solo sul 1° livello. * Massaggio ayurvedico: se viene eseguito con oli e altre sostanze, secondo l’antica tradizione indiana, può agire sui livelli dal 1° al 6° compresi, in relazione alle tecniche adottate e alle capacità dell’operatore. * Meditazione: secondo come viene eseguita e con

quali metodi, può agire sui livelli dal 4° al 7° compresi. * Moxa: 1° e 2° livello. * Musicoterapia: 2° e 3° livello. * Oli essenziali: 2° e 3° livello. * Oligoterapia catalitica: gli oligoelementi lavorano sui livelli 3° e 4°. * Omeopatia: l’argomento è complesso, poiché entrano in gioco le varie potenze e i sistemi utilizzati per preparare i rimedi. L’omeopatia unicista (un rimedio singolo) e la complessista (più rimedi miscelati insieme) agiscono alla stessa maniera, in quanto la miscela di più sostanze genera un rimedio unico con una sua energia specifica. Le potenze decimali fino alla 30 DH agiscono sul 1° livello; la 200 DH sul 2° livello; la 1.000 DH sul 3° livello; la 10.000 DH sul 4° livello. Le potenze centesimali fino alla 9 CH lavorano sul 1° e 2° livello; la 15 CH sul 3° livello; la 30 CH sul 4° livello; la 200 CH sul 5° livello; la 1.000 CH sul 6° livello; la 10.000 CH sul 7° livello. * Osteopatia: 1° livello. * Pranoterapia: può agire su tutti e 7 i corpi sottili secondo come viene effettuata e secondo il tipo di operatore (le capacità di quest’ultimo, il suo livello evolutivo). * Rebirthing: 2° e 3° livello. * Reiki: 1° livello. * Riflessologia plantare e palmare: 1° livello. * Rimedi ayurvedici di tipo comune (generalmente

reperibili in Italia): 1° e 4° livello. * Rimedi ayurvedici di tipo particolare (generalmente non reperibili in Italia): 1°, 4° e 5° livello. * Rimedi floreali: 2° e 3° livello. * Shiatsu: 1° e 2° livello. * Tai Chi: 1° e 2° livello. * Terapia con onde soniche (effettuata con la speciale apparecchiatura biomedicale brevettata da Roberto Garzella, ): 2° livello. * Terapia craniosacrale: 1° e 2° livello. * Training autogeno: 2° livello. * Ultrasuoni: 1° e 5° livello. * Vitamine, integratori: 1° livello. * Yoga: può agire su tutti e 7 i livelli secondo il tipo di yoga, la scuola, i metodi e via dicendo. Come si può notare, la maggioranza delle terapie qui esaminate agisce sui livelli inferiori dell’aura, dal 1° al 3°. Poche discipline riescono a influenzare i corpi sottili dal 4° in su; riguardo al 7° livello è ancora più difficile ottenere risultati terapeutici, anche perché si tratta del corpo sottile in cui è inscritto il karma individuale.

3. Il protocollo di studio

Lo studio volto a individuare le proprietà di ciascuna acqua vibrazionale è stato condotto mediante tecniche di radiestesia e attraverso i test kinesiologici, cioè i test di risposta muscolare. Grazie anche alla collaborazione di alcuni colleghi naturopati e di persone conoscitrici di queste discipline, per prima cosa abbiamo individuato con i test kinesiologici per ciascuna acqua l’energia prevalente (yang o yin), le Unità Bovis, il corrispondente livello dell’aura, i chakra e i meridiani principali della medicina tradizionale cinese interessati dall’azione del rimedio, e infine le analogie con i rimedi floreali di Bach. Da questo primo insieme di informazioni siamo quindi risaliti, con domande mirate e testate una per una, alle indicazioni emotive e mentali, alle indicazioni fisiche e agli utilizzi particolari. Ci siamo serviti di tavole radiestesiche recanti gli organi e gli apparati del corpo umano, e di altre tavole con indicazioni su vari tipi di disturbi fisici e di squilibri emotivo-mentali. Ciascuna affermazione è stata ricontrollata più volte utilizzando strumenti radiestesici come il pendolino e il biotensor, e poi procedendo a ulteriori conferme con i test muscolari. Una volta steso il profilo completo dell’acqua, la pagina con tutte le informazioni è stata ritestata varie volte su persone ignare, mediante test kinesiologici, per vedere se veniva confermata ogni singola frase o se c’erano correzioni da apportare.

Diamo adesso alcuni cenni sulla radiestesia e sui test kinesiologici, così da permettere di comprendere meglio le tecniche adottate. La radiestesia è un’antichissima disciplina sensitiva che permette di ottenere risposte attraverso le oscillazioni di un pendolo o di una bacchetta: è molto probabile che venisse utilizzata già nelle antiche civiltà, come quella egizia e cinese, poiché sono stati ritrovati reperti figurativi che mostrano persone con in mano simili strumenti. Sembra che il termine radiestesia sia stato coniato dall’abate francese Alexis Bouly (1865-1958) sul finire dell’Ottocento, e verrà ufficializzato nel 1929, in Francia, con la nascita dell’Association des Amis de la Radiesthésie: esso deriva dall’unione del latino radius, “raggio”, con il greco áisthesis, “sensibilità”: dunque significa “sensibilità ai raggi, alle radiazioni”. Secondo questa definizione l’operatore entra in contatto con le radiazioni emesse dagli oggetti, dalle situazioni, dalle persone e dagli ambienti, visualizzando le proprie percezioni per mezzo di strumenti come quelli citati. Al di là del fatto che gli oggetti, i luoghi e le persone emettano vibrazioni – poiché tutto nell’universo è riconducibile a qualche forma di energia – il pendolino e gli altri strumenti analoghi funzionano come un’antenna dell’operatore, un’estensione del corpo capace di sintonizzarsi sulla domanda e ottenere la risposta attraverso quelle doti di percezione extrasensoriale che ciascuno di noi possiede. La mano che regge il pendolino va soggetta a micromovimenti, a vibrazioni impercettibili che influenzano lo strumento determinandone l’oscillazione, e ciò in risposta alla

concentrazione mentale sulla domanda che viene espressa. Rilassandosi, creando il vuoto mentale e concentrandosi poi sulla domanda, lo strumento comincia a oscillare secondo il codice personale di risposta e indica un “sì” o un “no”, oppure si muove su un grafico contenente varie risposte segnalando quella giusta. La rabdomanzia, ancora oggi utilizzata talvolta nelle campagne per trovare l’acqua, è la stessa disciplina, solo che il nome deriva dall’uso di una forcella a Y (rhábdos in greco significa “bacchetta”), ricavata solitamente da un ramo di salice o di nocciolo. Oggi si usa di solito il biotensor, una bacchetta di metallo costruita appositamente per la radiestesia. Poiché la radiestesia comporta sempre un margine di errore, riconducibile a scarsa concentrazione, stanchezza, pregiudizi personali sull’oggetto della ricerca e via dicendo, abbiamo affiancato a questa disciplina il metodo dei test kinesiologici, in modo da avere un riscontro sui risultati ottenuti. I test di risposta muscolare sono una derivazione della kinesiologia, disciplina che nasce ufficialmente intorno al 1960 negli USA per opera di un chiropratico, George Goodheart, anche se conoscenze analoghe erano presenti nelle antiche culture come quella cinese. Attraverso una serie di test specifici si studia la resistenza muscolare in relazione agli organi del corpo umano: poiché a ogni muscolo del corpo è abbinato un organo, la kinesiologia risale alla condizione dell’organo valutando la maggiore o minore resistenza del muscolo a esso collegato. Viene impiegata sia per individuare squilibri, sia per armonizzare l’organismo. Il test kinesiologico permette di comunicare con il corpo senza l’interferenza della

mente, così da avere risposte precise. Se correttamente eseguito è altamente attendibile per stabilire la compatibilità di un rimedio, un prodotto, una sostanza qualunque con l’organismo, per ricercare le intolleranze alimentari, per comprendere addirittura quali cosmetici o gioielli siano più appropriati alla persona in oggetto e per individuare disarmonie in varie parti del corpo.

Quadrante dei meridiani

Pendolino e biotensor

Quadrante dei chakra

Il test viene sempre condotto da una persona su un’altra, non è possibile autotestarsi (o perlomeno è più difficile eseguire un autotest: tale pratica richiede maggiore sensibilità e presenta un più ampio margine di errore). Se una coppia di operatori è affiatata e in armonia, questa metodica può venire utilizzata anche per scoprire informazioni relative a sostanze estranee rispetto alle persone che formano la coppia di operatori. Cioè si può analizzare un prodotto senza che l’azione o l’efficacia di quest’ultimo siano riferite direttamente alla persona che si presta a ricevere il test: in tal caso si scivola nella sensitività, in quanto una delle due persone formanti la coppia funge da antenna e, rilassandosi, capta la risposta attraverso un “sesto senso”, quindi visualizza tale risposta mediante la reazione muscolare; l’altra persona funge da operatore attivo, il quale pone domande servendosi del compagno come di un pendolo. Il corpo umano è sensibile anche alla voce e alle domande così poste: la persona che

svolge la funzione di antenna tiene in mano la boccetta contenente l’acqua vibrazionale da indagare, mentre l’altra persona pone la domanda (la boccetta viene anche poggiata sulle tavole radiestesiche, ad esempio quella delle Unità Bovis, quella dei chakra principali, dei meridiani e così via) e chiede al compagno di stringere le dita della mano o di irrigidire il braccio (secondo il tipo di test adottato). La reazione muscolare di forza, di tenuta delle dita o di irrigidimento del braccio (le dita messe ad anello non si separano, il braccio a 90° non si abbassa) corrisponde alla risposta affermativa, al “sì”; viceversa, se il muscolo perde forza e si indebolisce (le dita si aprono, il braccio cede), viene evidenziata una risposta negativa, corrispondente al “no”. In questa maniera, padroneggiando la tecnica e armandosi di pazienza, aiutandosi con tavole e grafici adeguati, è possibile indagare le proprietà di un’acqua vibrazionale come di qualsiasi altra sostanza.

Il test kinesiologico delle dita

Il test kinesiologico del braccio

4. Le numerose possibilità di utilizzo

È possibile beneficiare delle acque vibrazionali in vari modi. Citiamo i principali, ma non escludiamo che possano esisterne altri. Secondo la nostra esperienza, raramente è opportuno miscelare insieme acque vibrazionali diverse, poiché la miscela che si ottiene rappresenta qualcosa di differente rispetto alle proprietà terapeutiche delle singole acque. Se necessario, è invece più appropriato assumere 2-3 acque diverse, ciascuna separatamente e in momenti diversi della giornata, così da mantenere intatto il potenziale terapeutico di ciascuna di esse; se tuttavia si intuisce che sia utile miscelarle insieme, si può procedere in tal senso. — Assunzione orale Si tratta del metodo più importante, capace di produrre effetti profondi e duraturi come nel caso degli altri rimedi vibrazionali per uso interno (omeopatici o similari): a patto che l’acqua prescelta sia davvero quella giusta per la persona in questione. Un dettaglio da non trascurare riguarda la modalità di assunzione, poiché quest’ultima influenza l’effetto dell’acqua e produce sfumature diverse nei risultati. Le diluizioni sono importanti, e ciascuna lavora su livelli diversi. Al momento di prendere il rimedio la bocca deve essere pulita, esente da odori o sapori forti: quindi si consiglia di non assumere contemporaneamente cibo, caffè, liquori, caramelle,

aromi di vario tipo (neanche l’aroma particolarmente forte di un dentifricio). Non è necessario seguire una dieta specifica o eliminare certi alimenti, basta non assumerli contemporaneamente al rimedio per non pregiudicare l’efficacia di quest’ultimo a causa di vibrazioni “anomale” presenti nell’ambiente della bocca. Per esempio, se si è appena mangiata una caramella alla menta, conviene sciacquarsi bene la bocca e aspettare 10-15 minuti prima di prendere l’acqua vibrazionale. Come già specificato nel capitolo 2 si ricordi infine di conservare i rimedi, qualunque essi siano (acque vibrazionali, rimedi floreali, prodotti omeopatici o fitoterapici), lontano da campi elettromagnetici. Vediamo adesso le varie modalità di assunzione orale. 1 . Assunzione dell’acqua pura, non diluita. Si intende l’acqua così come sgorga dal luogo specifico o secondo come è stata realizzata. In questo caso l’azione terapeutica avviene più propriamente su casi acuti, su squilibri legati al momento, che si verificano a livello superficiale e non investono strati profondi della personalità o del corpo fisico. Si assume solitamente almeno mezzo contagocce di rimedio 3-4 volte al giorno, o anche più frequentemente, fintanto che non si nota l’attenuazione dei sintomi. In presenza di un disturbo acuto che si sta manifestando da poco tempo (qualche ora), l’assunzione del rimedio avviene ogni 10 minuti circa, in modo da ottenere effetti evidenti al più presto possibile. Mezzo contagocce di acqua è necessario come quantità

minima per bagnare bene la bocca e trasmettere l’informazione: è anche buona norma trattenere in bocca il liquido per alcuni secondi prima di deglutirlo. 2. Diluizione in un flaconcino di vetro scuro. Si utilizzano flaconcini da 30, 50 o 100 ml, provvisti di contagocce. Alcune gocce dell’acqua vibrazionale vengono stillate dentro uno di questi flaconcini pieno di acqua di buona qualità (come la Humana Amorosa, o le altre indicate nel capitolo 5); si agita bene e si può cominciare l’assunzione. Il flaconcino così preparato non deve essere collocato sul decagono regolare, perché altrimenti si otterrebbe un potenziamento della soluzione, che non corrisponderebbe più alla diluizione voluta. Generalmente le diluizioni che escono più spesso, individuate mediante i test kinesiologici eseguiti sulle persone interessate, sono quelle nel flaconcino da 30 ml: le diluizioni su 50 ml e 100 ml sono meno frequenti. Il numero delle gocce di acqua vibrazionale da stillare nel flaconcino dovrebbe essere testato caso per caso: tuttavia, nella maggioranza delle situazioni, il numero di gocce va da 4 a 10 per tutte e tre le tipologie di diluizione. Il flaconcino preparato con questo sistema lavora su squilibri che si collocano in una dimensione intermedia tra il caso acuto e il caso cronico. 3 . Diluizione in un bicchiere. La procedura è analoga a quella descritta sopra per il flaconcino: in un normale bicchiere da cucina, di vetro, pieno di acqua di buona qualità,

si stillano 4-10 gocce dell’acqua vibrazionale prescelta, e si sorseggia il liquido in 5-6 volte tenendo ogni sorsata un po’ in bocca prima di inghiottirla. Di solito si assumono 2-3 bicchieri al giorno, in momenti diversi della giornata. Questa modalità agisce prevalentemente su casi cronici, o su situazioni da tempo irrisolte che, pur non essendosi cronicizzate del tutto, si stanno radicando nel corpo fisico e danno origine a sintomi specifici. Il metodo del bicchiere si colloca a metà strada tra la diluizione nel flaconcino e quella nella bottiglia, nel senso che agisce su casi più profondi rispetto al flaconcino, ma meno radicati rispetto alla bottiglia. 4 . Diluizione in bottiglie di varia capacità. È preferibile ricorrere a bottiglie di vetro, poiché come sappiamo i contenitori di plastica abbassano la qualità energetica di ciò che vi viene conservato. Nella maggioranza dei casi si usa la classica bottiglia di acqua Humana Amorosa, della capacità di un litro, venduta in farmacia: si stilla nella bottiglia il numero di gocce di acqua vibrazionale messo in luce dai test, oppure si ricorre a un numero di gocce compreso tra 4 e 16, meno gocce si mettono e più si agisce su problemi cronici, di vecchia data, profondi e radicati. In rare occasioni potrebbe essere necessario ricorrere a bottiglie da mezzo litro o da un litro e mezzo, e poiché difficilmente si trovano in commercio bottiglie di vetro di tali capacità, si utilizzeranno quelle di plastica, avendo però cura di riempirle di acqua Humana Amorosa o di altra acqua equivalente. Secondo la quantità di acqua contenuta nella bottiglia, la diluizione lavora su livelli

energetici differenti. In ogni caso, il metodo della bottiglia è il più adatto per cominciare la terapia riguardo a situazioni vecchie: dopo qualche tempo, mano a mano che la persona si riequilibra, si passa a diluizioni in minori quantità di acqua (bicchiere, flaconcino), fino a sperimentare l’assunzione dell’acqua vibrazionale pura. Ciò perché, migliorando la situazione problematica per effetto del rimedio, la persona viene riportata indietro verso la fase iniziale dello squilibrio. Utilizzando la bottiglia si assumono 2-3 bicchieri di miscela al giorno, sorseggiando ciascun bicchiere a più riprese come indicato sopra per il metodo del bicchiere. Non è necessario esaurire l’intera bottiglia in giornata: essa può durare alcuni giorni, una volta consumata si riprepara la diluizione e si prosegue. — Applicazione locale su zone del corpo Nel caso di disturbi che riguardano aree corporee le acque possono essere applicate direttamente sull’area interessata. Nella scheda descrittiva di ciascuna acqua vengono indicati, alla voce Utilizzi particolari, i trattamenti più appropriati, per esempio per problemi dermatologici, dolori muscolari e così via. Di solito si ricorre all’acqua pura, non diluita, nebulizzandola o spandendola a gocce; ma si possono realizzare anche impacchi. Per l’impacco conviene stillare 10-12 gocce di rimedio in circa 50 ml di acqua di buona qualità a temperatura ambiente, in una ciotolina di vetro; quindi si bagna nella miscela una garza di cotone o un batuffolo di ovatta e si applica sulla zona

da trattare, tenendo in posizione per almeno 15-20 minuti. Si può quindi proseguire preparando un nuovo impacco, così da trattare la zona interessata 3-4 volte al giorno, in maniera consecutiva o in momenti diversi. Il tipo e la durata del trattamento dipendono dalle caratteristiche del disturbo: nei casi acuti è meglio effettuare applicazioni brevi e ripetute molto frequentemente (anche 7-8 volte al giorno o più), nei casi cronici si procede lentamente e di solito sono sufficienti 2 applicazioni al giorno, per un lungo periodo. Un altro sistema prevede di utilizzare argilla ventilata, acquistabile in farmacia ed erboristeria, soprattutto quando bisogna “asciugare, assorbire, drenare” le tossine (eruzioni cutanee, gonfiori, traumi e simili). Si prepara un impasto in quantità necessaria a coprire tutta la zona da trattare, unendo una sufficiente quantità di acqua vibrazionale pura all’argilla in una ciotolina di vetro e mescolando con un cucchiaio o con un bastoncino di vetro, plastica, legno, ceramica (non utilizzare strumenti di metallo: meglio di tutto è il vetro, ad esempio una pipetta contagocce). L’impasto deve essere fluido ma non troppo liquido; lo si stende sull’area interessata e lo si lascia asciugare, quindi lo si rimuove con acqua o con una spugnetta bagnata. Eventualmente si prosegue con altre applicazioni in maniera analoga a quanto detto per gli impacchi. In aggiunta a questi metodi possiamo sperimentarne altri, tenendo presente che non si possono usare oli vegetali poiché l’acqua non si miscela con l’olio. Le creme base neutre, cioè prive di principi attivi, potrebbero risultare utili come veicolo,

ma l’acqua vibrazionale applicata direttamente o in impacco dà risultati migliori. Un vettore che funziona bene è il gel elettroconduttivo per apparecchiature di analisi medica (ecografie e simili): a base acquosa, ipoallergenico e idrosolubile, si compra in farmacia a prezzo modico ed è il vettore ideale per i rimedi vibrazionali (oltre che per le acque lo consigliamo per diluire gli oli essenziali, i fiori, le essenze di cristalli, i prodotti omeopatici). — Collirio Generalmente si può utilizzare l’acqua vibrazionale pura, oppure si crea una diluizione stillandone 2 gocce in 10 ml di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9 %, reperibile in farmacia). Il collirio verrà applicato 2-3 volte al giorno, o anche più frequentemente, fino alla risoluzione dei disturbi. Naturalmente si tenga presente che non sempre il solo collirio è in grado di curare completamente una patologia: potrebbero essere necessarie altre terapie, diverse dalle acque vibrazionali, o l’assunzione orale dell’acqua in questione. — Sciacqui e gargarismi, instillazioni nelle orecchie e nel naso Alcune acque che agiscono su disturbi di denti, gengive, gola, vie respiratorie e orecchie si prestano a questi interventi, come specificato nelle schede descrittive. Si utilizza l’acqua vibrazionale pura nei casi acuti, una diluizione nei disturbi cronici. Se lo squilibrio è in fase acuta si ripete il trattamento

4-5 volte al giorno; se lo squilibrio è cronico si aggiungono a un bicchiere d’acqua di buona qualità (o a circa 50 ml di acqua veicolante) 10-12 gocce del rimedio necessario e si effettuano le applicazioni 2 volte al giorno. — Lavaggi e clisteri I lavaggi e i clisteri si fanno con modalità analoghe al punto precedente. La quantità di gocce per la diluizione è la stessa indicata sopra: circa 10-12 gocce di rimedio in 50 ml di acqua di buona qualità. — Bagni, pediluvi e maniluvi Talvolta, anche allo scopo di rafforzare l’effetto dell’acqua vibrazionale assunta per bocca, può essere utile ricorrere a questi metodi. Per il bagno in vasca si prepara uno strato di acqua di 2-3 centimetri e si stillano, lungo tutta la lunghezza della vasca, 30-40 gocce dell’acqua vibrazionale scelta; quindi si mescola bene lo strato di acqua con movimenti rotatori della mano in senso orario, per permettere all’informazione energetica di diffondersi. Si aggiunge altra acqua e si stillano ancora 30-40 gocce di rimedio, mescolando come detto prima; si finisce di riempire la vasca e si mescola per l’ultima volta. A questo punto ci si immerge e ci si rilassa, aspettando almeno 10-15 minuti prima di utilizzare saponi o bagnoschiuma. Per il pediluvio e il maniluvio si procede in maniera analoga al bagno, ma è sufficiente un numero minore di gocce di acqua

vibrazionale, dato che la quantità di acqua veicolante è ridotta: possono bastare 10-15 gocce da aggiungere al bidè, al lavandino o a una bacinella, in 2 volte (quindi un totale di 2030 gocce), sempre mescolando bene con movimenti rotatori della mano in senso orario. Bagni, pediluvi e maniluvi non esplicano di solito effetti profondi, quindi devono essere considerati dei coadiuvanti. — Applicazione sui meridiani I meridiani principali della medicina tradizionale cinese (e il meridiano straordinario Du Mai per quanto riguarda alcune acque) possono essere trattati con le acque vibrazionali: per ognuna di esse abbiamo infatti segnalato, nella scheda relativa, i meridiani su cui agisce. Non è detto che ciascuna acqua lavori esclusivamente sui meridiani indicati; tuttavia quelli che citiamo caso per caso sono i più appropriati nella maggioranza delle persone. Il meridiano da trattare non deve essere inteso come insieme di punti di agopuntura, cioè in linea generale non si applica l’acqua vibrazionale sui punti specifici di quel meridiano, a meno che l’operatore non sia in grado di testare se il rimedio va bene per quell’agopunto. Più frequentemente si eseguono massaggi, spugnature e digitopressioni con l’acqua appropriata lungo tutto il percorso del meridiano, in modo da stimolare il fluire dell’energia. Di solito per questo tipo di trattamento si utilizza sempre l’acqua vibrazionale pura, non diluita: ad esempio è possibile bagnare un garza, un piccolo pezzo di cotone, un batuffolo di ovatta o una spugna naturale (non sintetica) con il rimedio

prescelto ed effettuare massaggi e pressioni sulla pelle seguendo l’andamento del meridiano che si intende stimolare. Oppure si stillano gocce di acqua vibrazionale in più volte e si esegue la digitopressione trattando l’intero meridiano. — Armonizzazione dei chakra e dell’aura È questo un interessante campo di impiego delle acque vibrazionali, soprattutto per coloro che si occupano di pranoterapia, reiki, cromoterapia, aromaterapia sottile e altre discipline mirate a influenzare il campo energetico individuale. Come abbiamo già affermato nel capitolo 2, non è necessario applicare l’acqua vibrazionale a distanza dal corpo fisico per intervenire sui livelli superiori di un chakra, poiché l’informazione raggiunge da sola il distretto energetico che deve essere armonizzato. Per trattare i chakra si procede con due sistemi, anche in maniera contemporanea nel caso di sedute di rilassamento condotte a questo scopo. La persona si stende e l’operatore le applica sul corpo, nel punto corrispondente al chakra da trattare, un dischetto di ovatta con 7-8 gocce dell’acqua vibrazionale appropriata per quel chakra: è importante posizionare il dischetto quanto più precisamente possibile sul punto in cui il chakra in questione si collega al corpo fisico; e naturalmente si dovrebbe essere sicuri che l’acqua vibrazionale scelta per armonizzare quel centro energetico sia davvero la più indicata. Per intervenire sui chakra situati sulla parte posteriore del corpo bisogna che la persona si stenda sul ventre, e i dischetti di ovatta verranno collocati sui punti corrispondenti. Non è necessario spogliarsi:

i dischetti si applicano sui vestiti, anche se è bene evitare i tessuti sintetici e le cerniere lampo (soprattutto se queste ultime se si trovano sulla linea mediana del corpo), perché potrebbero creare interferenze. Durante la seduta di rilassamento l’operatore può ricorrere alla pranoterapia, al reiki o ad altre tecniche che lavorano sul campo energetico, in maniera da potenziare l’effetto delle acque vibrazionali. Inoltre è possibile preparare varie boccette spray contenenti le acque adatte al soggetto, e spruzzare ciascun rimedio sul chakra relativo, più volte durante la seduta, anche a distanza dal corpo fisico allo scopo di raggiungere direttamente i livelli superiori di quel centro energetico. Questo secondo sistema della nebulizzazione può essere impiegato per effettuare autotrattamenti, più volte durante la giornata. Per trattare le zone dell’aura non comprese in un determinato chakra bisogna nebulizzare varie volte, anche per qualche settimana, l’acqua in questione sul punto preciso dell’aura dove si vuole intervenire. Riguardo ai chakra maggiormente interessati dall’azione di ciascuna acqua e segnalati nella relativa scheda, bisogna specificare che, come avviene per i meridiani, l’azione di un’acqua vibrazionale potrebbe estendersi anche ad altri chakra oltre quelli che indichiamo; tuttavia i centri energetici elencati volta per volta sono quelli più probabili. — Purificazione degli ambienti La purificazione degli ambienti si effettua solitamente in quattro modi diversi, sempre utilizzando acqua vibrazionale

pura, non diluita. Il primo sistema consiste nel procurarsi un nebulizzatore di vetro (è sempre meglio non utilizzare contenitori di plastica), cioè un flaconcino con tappo spray come quelli da profumi, o gli appositi flaconcini di vetro scuro venduti in farmacia. Per prima cosa si riempie la boccetta in questione dell’acqua più indicata per il tipo di purificazione da effettuare, oppure si riproduce l’acqua necessaria direttamente dentro a questa boccetta spray (vedi capitolo 5); quindi si spruzza l’acqua nell’ambiente varie volte, cercando di diffonderla nell’aria accuratamente, coprendo per quanto possibile le varie zone del luogo. Il secondo metodo prevede di nebulizzare l’acqua su tutti gli oggetti, i mobili e gli arredi contenuti nell’ambiente, in modo da intervenire anche su ciò che occupa il luogo da ripulire. La terza possibilità è quella di collocare 4 ciotoline piene dell’acqua vibrazionale adeguata nei 4 angoli dell’ambiente, una ciotolina in ciascun angolo, lasciando evaporare l’acqua in maniera naturale. Quando la ciotolina è vuota, o quasi, si riaggiunge altra acqua e si prosegue. Non è necessario mettere una grande quantità di acqua, può bastare anche un recipiente della capacità di 10 ml: l’importante è che la ciotolina o il recipiente sia di vetro, e bisogna riempirlo nuovamente di acqua vibrazionale non diluita via via che questa evapora. Se i 4 angoli dell’ambiente non sono facilmente raggiungibili per la presenza di mobili o di altri impedimenti, può essere sufficiente posizionare una ciotola più grande al centro della stanza, e procedere come detto sopra. Riguardo a questa

ciotola, basta riempirla con circa 50 ml di acqua vibrazionale pura. Infine si può ricorrere a una piccola fontana da ambienti, di quelle elettriche con una pompa automatica per il riciclo continuo dell’acqua: tali fontane sono reperibili nei negozi di arredamento o di oggettistica (specialmente quelli dedicati ad argomenti come il feng shui), su Internet e altrove. La fontana che fa scorrere continuamente acqua vibrazionale rappresenta probabilmente il metodo più incisivo. È opportuno continuare la purificazione per diversi giorni, o anche per settimane: i risultati migliori si ottengono se si adopera più di un sistema contemporaneamente. Tutto dipende dalle caratteristiche del luogo da purificare, dalla sua ampiezza e dall’intensità delle vibrazioni negative lì presenti. Le acque vibrazionali nei trattamenti di riflessologia plantare la riflessologia plantare è un interessante campo di studio per quanto riguarda le acque vibrazionali: infatti attraverso l’applicazione delle acque appropriate sui punti riflessi dei piedi (e volendo anche delle mani) si potenzia l’efficacia terapeutica del massaggio zonale. Per ciascun soggetto sarebbe opportuno testare l’acqua o le acque migliori da spruzzare varie volte su tutta la superficie dei piedi durante il massaggio: come sappiamo ogni persona è un caso a sè e risuona con certe frequenze piuttosto che con altre. in ogni modo un riflessologo esperto, leggendo le schede descrittive dei rimedi, saprà intuire quali acque sperimentare in ogni circostanza anche senza ricorrere ai test radiestesici o kinesiologici. L’eventualità dell’aggravamento terapeutico Quando si assumono rimedi vibrazionali come le acque, le essenze

floreali e di cristalli, i prodotti omeopatici, è bene essere preparati all’eventualità del cosiddetto “aggravamento terapeutico”. Nei giorni successivi all’inizio della cura certi soggetti possono risentire di una riacutizzazione dei sintomi e delle problematiche di cui soffrono: tale apparente aggravamento non deve spaventare, ma anzi va interpretato come un segnale positivo della reazione dell’organismo alla terapia. Esso indica che sul piano sottile, a cui fa riscontro sul piano fisico la malattia, si stanno armonizzando le vibrazioni alterate ed è in corso sia un drenaggio delle tossine accumulate sia una stimolazione delle capacità di autoguarigione: è come se l’organismo fosse spinto ad accelerare la patologia di cui soffre in modo da liberarsene completamente. Se, dunque, dopo qualche giorno che si sta assumendo un’acqua vibrazionale, si prova una sensazione di malessere generalizzato o si presenta un peggioramento dei sintomi, possiamo essere sicuri che il rimedio ha cominciato a entrare in azione. Di solito è consigliabile sforzarsi di continuare l’assunzione dell’acqua in questione, in quanto l’apparente peggioramento è destinato a scomparire, di norma, nel giro di pochi giorni. Se tuttavia il malessere fosse troppo accentuato e non si avesse la volontà di sopportarlo, si può diminuire la normale frequenza di assunzione giornaliera, per poi riportarla a pieno regime quando ci si sente meglio; oppure si sospende completamente l’assunzione del rimedio per un giorno o due, in modo da concedere all’organismo il tempo necessario per intraprendere il cambiamento verso cui l’acqua vibrazionale lo sta stimolando. In ogni modo, durante l’aggravamento terapeutico, si dovrà più che altro cercare di accettare il fenomeno con una disposizione mentale serena, dedicando maggior tempo al riposo ed evitando di ostacolare il processo in corso. L’aggravamento terapeutico, chiamato anche “crisi di guarigione”, può manifestarsi con uno o più dei sintomi seguenti, ma se lo stato generale di salute del soggetto è tendenzialmente buono, i sintomi saranno deboli: sensazione generale di stanchezza; dolori vari, indolenzimento muscolare; febbre leggera; aumento della sudorazione; eruzioni cutanee; odori corporei insoliti; temporanea diminuzione del

desiderio e dell’energia sessuale; irregolarità mestruali; sintomi emotivi come irritabilità, rabbia, tristezza, ansia, paura; problemi di stomaco; diarrea o altri squilibri intestinali; disturbi momentanei del sonno, incubi, sogni agitati.

5. Modalità di riproduzione delle acque e di altri rimedi

Le acque vibrazionali e i rimedi energetici in genere possono essere riprodotti perfettamente facendo ricorso al metodo che qui spieghiamo. Ciò significa che se siamo in possesso di un rimedio vibrazionale, è possibile ottenere un duplicato di esso esattamente corrispondente all’originale trasferendo nell’acqua l’informazione sottile trasmessa dal rimedio in questione. Il rimedio così ottenuto si conserva a tempo indeterminato senza bisogno di aggiungere alcol o altri conservanti, e mantiene inalterata la propria efficacia terapeutica, purché non venga disturbato da campi elettromagnetici o da altre forme di energia. Per tale ragione è sconsigliato riporre in frigorifero i rimedi vibrazionali, anche durante la stagione calda: il calore dell’ambiente non è in grado di corrompere un rimedio energetico che sia tale, mentre il frigorifero, apparecchiatura in cui passa corrente elettrica, ne altera l’informazione sottile. Per riprodurre perfettamente un’acqua vibrazionale è necessario aggiungere a un’acqua di buona qualità (detta “acqua veicolante”) almeno 6 gocce dell’acqua vibrazionale ogni 10 ml di acqua veicolante. Se si aggiungono meno di 6 gocce ogni 10 ml si riproduce sì l’acqua vibrazionale di partenza, ma con un’intensità energetica minore rispetto all’originale: in pratica, si ottiene una diluizione. Lo stesso

discorso vale per la riproduzione di molti rimedi vibrazionali, come ad esempio i rimedi omeopatici di qualunque tipo, le essenze floreali e quelle ricavate dai cristalli. In ogni caso conviene sempre testare (tramite radiestesia e test kinesiologici) se quel particolare rimedio è perfettamente riproducibile con il sistema qui segnalato. Non sono ad esempio duplicabili in questo modo le tinture madri fitoterapiche, i gemmoderivati, i rimedi ayurvedici e molti altri prodotti che contengono molecole di piante o minerali, o che sono stati realizzati attraverso procedimenti chimici o alchemici. Come acqua veicolante si consiglia di utilizzare l’acqua Humana Amorosa reperibile in farmacia; altre acque che possono andare bene sono la Lauretana, la Lete, la Panna e la Sangemini, tutte e quattro rigorosamente in bottiglia di vetro. Conviene evitare acque veicolanti di cui non si è sicuri, seppur contenute in bottiglie di vetro: le cinque suggerite sopra sono state testate appositamente per questo scopo. Naturalmente l’acqua del rubinetto non è consigliabile: se si usa un’acqua veicolante di basso livello energetico non si ottiene un duplicato di acqua vibrazionale fedele al 100% all’originale.

Il decagono regolare

Una volta che si è in possesso dell’acqua veicolante appropriata, ecco come procedere. — In un flaconcino da 30 ml: riempire quasi del tutto il flaconcino di acqua Humana Amorosa, quindi aggiungere come minimo 18 gocce dell’acqua che si intende riprodurre. — In un flaconcino da 50 ml: riempire quasi del tutto il flaconcino di acqua Humana Amorosa, quindi aggiungere come minimo 30 gocce dell’acqua che si intende riprodurre. — In un flaconcino da 100 ml: riempire quasi del tutto il flaconcino di acqua Humana Amorosa, quindi aggiungere come minimo 60 gocce dell’acqua che si intende riprodurre.

Se il contagocce utilizzato per stillare le gocce del rimedio che vogliamo riprodurre è molto piccolo, bisogna raddoppiare o triplicare il numero di gocce da aggiungere all’acqua veicolante. Pensiamo ad esempio ai flaconcini da 10 ml contenenti i rimedi floreali, di Bach o di altro tipo, comunemente venduti: la goccia che esce da quel contagocce è piccolissima, quindi in 30 ml di acqua veicolante conviene stillare 36-54 gocce del rimedio originale, e comportarsi in maniera proporzionale se si riproduce il rimedio in 50 o in 100 ml. La goccia alla quale ci riferiamo indicando le quantità minime di cui sopra (18-30-60) è quella che esce dalla pipetta di un normale flaconcino di vetro scuro da 30 ml venduto in farmacia. Una volta stillate le gocce in numero sufficiente è necessario agitare bene il flaconcino per diverse volte ed etichettarlo con il nome dell’acqua riprodotta (o del rimedio vibrazionale). Il flaconcino così ottenuto deve essere collocato per almeno 8 ore consecutive al centro del decagono regolare, in un luogo tranquillo lontano da campi elettromagnetici (cellulari, elettrodomestici, computer, prese e spine della corrente, lampade elettriche: almeno 1-2 metri di distanza). Bisogna inoltre evitare che il decagono con sopra il rimedio in corso di riproduzione si trovi nelle vicinanze di altre forme di energia che potrebbero alterare il procedimento: ad esempio, cristalli (cioè minerali), boccette contenenti rimedi vibrazionali di vario tipo, piastrine vitalizzanti, strumenti musicali i quali vengano suonati a breve distanza (come le campane tibetane),

e così via. Il decagono può essere conservato dentro una busta di plastica trasparente (come quelle in cui si inseriscono i fogli A4) e il flaconcino collocato sopra la plastica. Trascorso il tempo necessario, si toglie il flaconcino dal decagono ed è possibile utilizzare l’acqua. Abbiamo già accennato che il decagono regolare emana un’onda di forma capace di potenziare la sostanza che viene messa al suo interno: non trasforma tale sostanza in qualche altra cosa, ma semplicemente ne innalza il livello energetico caratteristico. Quindi questa figura geometrica è di aiuto per far sì che l’acqua riprodotta diventi identica all’originale; ma essa può essere utilizzata anche per potenziare i cibi e le medicine o i rimedi di qualunque tipo, semplicemente collocandoli nel centro e lasciandoveli per un tempo minimo di 8 ore consecutive. Il decagono deve essere sufficientemente grande, almeno della dimensione di un foglio A4, ma volendo anche più grande, poiché una figura piccola possiede minore potenza. È poi importante che il disegno sia ben tracciato, senza irregolarità, attenuazioni d’intensità o sbavature. Il decagono deve sempre essere di colore nero, stampato su carta o cartoncino bianchi, senza ombreggiature, righe, puntini o altro che possano creare interferenze. Potete utilizzare la figura riportata nella pagina 44, ingrandendola mediante una fotocopia di alta qualità. Si possono collocare sul decagono più boccette (un massimo di 4-5, anche secondo le dimensioni delle boccette e del decagono), avendo cura di posizionarle tutte nella zona

centrale, cioè lasciando un buon margine di spazio tra il perimetro del decagono e le boccette stesse. Inoltre bisogna avere cura di sistemare i flaconcini in maniera armonica e geometrica, più o meno alla stessa distanza l’uno dall’altro, evitando di dare l’impressione di qualcosa di sgraziato.

6. Schede descrittive di 50 acque vibrazionali

Le 50 acque studiate sono quelle che siamo riusciti a reperire in mesi di impegno, sia acquistandole, sia procurandocele personalmente nei luoghi di origine o ricevendole da persone che le possedevano. Due di queste sono state prodotte da noi, come si può leggere più avanti; le altre 48 sgorgano naturalmente in siti di vario tipo. Certamente ne esistono moltissime altre, in Italia come all’estero, per non parlare poi della possibilità di crearle personalmente ricorrendo a svariati sistemi. L’analisi delle acque che qui presentiamo rappresenta un punto di partenza verso un viaggio aperto, che potrà essere ampliato e completato da chiunque abbia interesse in questo tipo di ricerca. Per ciascuna acqua, oltre alla descrizione delle proprietà terapeutiche, suddivise in emotive e mentali e in fisiche, diamo altre informazioni, come specificato sotto. Quando esistono, vengono segnalati anche gli utilizzi particolari. Energia prevalente: si riferisce alla concezione cinese secondo la quale ogni cosa ha una prevalenza di energia maschile (yang) oppure femminile (yin). Unità Bovis: valore di irradiazione energetica secondo il biometro di Alfred Bovis (vedi capitolo 2).

Livello dell’aura: livello del campo energetico umano, secondo la concezione dei 7 livelli ripresa anche da Barbara Brennan, su cui l’acqua agisce (vedi capitolo 2). Chakra: i chakra principali interessati dall’azione dell’acqua. Meridiani principali MTC: i meridiani principali della medicina tradizionale cinese sui quali si esplica particolarmente l’effetto dell’acqua. Analogia con i fiori di Bach: similitudine delle proprietà dell’acqua con i rimedi floreali creati da Edward Bach. Le acque vibrazionali aromatiche È possibile creare rimedi personalizzati unendo insieme acque vibrazionali e oli essenziali. anche in questo campo c’è da sbizzarrirsi, in quanto gli oli essenziali disponibili sul mercato sono numerosi, e le acque vibrazionali possono essere reperite o scoperte più o meno facilmente. all’informazione trasmessa dall’acqua si aggiunge quella dell’olio essenziale, in modo da ottenere una frequenza terapeutica che non agisce come la semplice somma delle proprietà dei due ingredienti di partenza, ma che comunque si avvicina a essi. ovviamente sarebbe poi necessario saper appurare quali indicazioni terapeutiche possiede il nuovo rimedio così creato. In un flaconcino di vetro scuro da 30 ml, pulito e con tappo provvisto di contagocce, si stillano 10-12 gocce di alcol alimentare a 90° (utilizzato comunemente per preparare liquori e reperibile nei supermercati), quindi 12-15 gocce dell’olio essenziale prescelto; si agita bene, si riempie il flaconcino con l’acqua vibrazionale desiderata (pura e al 100% di potenza, cioè non una diluizione), si agita ancora e

il rimedio è pronto. la miscela può essere presa per bocca (a gocce, senza eccedere e con cautela), applicata localmente, nebulizzata sull’aura e sui chakra. Come oli essenziali si consigliano quelli con il marchio Primavera, prodotti dalla ditta Flora di lorenzana, Pisa (). Si tratta infatti di essenze aromatiche di alta qualità e per uso alimentare; il catalogo comprende più di 150 oli diversi.

1. Acqua Alfashol Scoperta da Fabio Nocentini e Federico Jeantet nell’ottobre 2009 a Firenze, utilizzando le consuete tecniche di radiestesia e test kinesiologici. Abbiamo analizzato la cartina topografica della città domandando se esistesse un’acqua vibrazionale, con proprietà diverse rispetto alle acque già in nostro possesso, e se quest’acqua fosse facilmente reperibile: ottenendo risposta affermativa, abbiamo proseguito a testare le varie zone di Firenze finché è risultato il giardino di un palazzo nei pressi di piazza Indipendenza. Ci siamo recati sul posto e abbiamo notato in un angolo del giardino un tubo di gomma, di quelli da irrigazione, infilato direttamente nel terreno: il tubo attingeva a una vena d’acqua sotterranea, e i test hanno riconfermato che si trattava dell’acqua in questione. Secondo le nostre indagini si tratta di un’acqua legata a rituali di massoneria, effettuati seguendo il rito francese: nelle vicinanze della vena d’acqua c’è un ambiente (all’interno di un palazzo) dove si tengono tuttora questi rituali, e l’acqua

sotterranea ne rimane influenzata in maniera positiva. Il nome “Alfashol” è stato ricavato tramite radiestesia e test kinesiologici utilizzando una tavola con le lettere dell’alfabeto: alfa è la prima lettera dell’alfabeto greco, sho è una lettera del medesimo alfabeto aggiunta in tempi successivi per tradurre dalla lingua battriana, la l finale è solamente eufonica, cioè serve a migliorare il suono della parola. Il battriano era una lingua iranica nord-orientale, parlata nella regione della Battria in Asia Centrale (Afghanistan settentrionale) probabilmente prima dell’invasione di Alessandro Magno nel 323 a.C. circa. Poiché alfa si riferisce simbolicamente all’inizio e sho a qualcosa di antico, quest’acqua ha la capacità di portare qualcosa di nuovo nelle cose antiche, cioè un rinnovamento pur mantenendosi nell’ambito della tradizione. Energia prevalente: yang Unità Bovis: circa 41.000 Livello dell’aura: 5°, corpo eterico matrice Chakra: 5° e 6° Meridiani principali MTC: intestino crasso e vescica urinaria Analogia con i fiori di Bach: Pine, Wild Rose e Willow

Indicazioni emotive e mentali. Tendenza alla frustrazione a causa di delusioni, desideri insoddisfatti, speranze inappagate. Persone soggette a forme di tristezza: queste ultime possono derivare anche da problemi di lavoro (i soggetti sensibili all’acqua Alfashol hanno difficoltà a vedere cose positive nel loro futuro e quindi si sentono rallentati nell’andare avanti). Sensi di colpa, apatia, inclinazione a lamentarsi. Difficoltà di comunicazione. Scarsa forza vitale, scarsa vivacità negli atteggiamenti. L’acqua in questione stimola una diversa visione delle situazioni e dà nuovi impulsi nell’interazione con gli altri; è di aiuto a coloro che non sanno esprimere le proprie potenzialità. Indicazioni fisiche. Problemi ossei, dello scheletro, soprattutto legati a un’insufficiente assimilazione del calcio (ad esempio: osteoporosi). Disturbi dell’apparato genitale maschile (orchite, patologie della prostata, scarsa produzione di sperma). Patologie renali (renella). Difficoltà respiratorie, soprattutto bronchite e laringite. Infiammazioni di ureteri e vescica urinaria. Squilibri dell’ipofisi. Utilizzi particolari. Per la purificazione degli ambienti, in particolare in luoghi tristi, lugubri, anche dove è appena morto qualcuno: è un’acqua che porta luce e rinnovamento. Applicazione locale sull’apparato genitale maschile per i disturbi indicati sopra. Pagine

Internet: ,



2. Acqua di Banneux

Banneux è un piccolo villaggio delle Ardenne, in Belgio, distante poco più di 20 chilometri dalla città di Liegi. È sede di un santuario mariano dove sgorga l’acqua omonima. La Madonna di Banneux, detta “Vergine dei Poveri”, sarebbe apparsa varie volte, a partire dal 15 gennaio 1933, a una bambina di circa 12 anni, Mariette Beco. Energia prevalente: yin Unità Bovis: circa 15.000 Livello dell’aura: 2°, corpo emotivo Chakra: 2° e 4°

Meridiani principali MTC: intestino tenue e stomaco Analogia con i fiori di Bach: Olive e Rock Water Indicazioni emotive e mentali. È adatta a persone che non vogliono accettare e integrare qualcosa, come ad esempio un’esperienza di vita: pertanto tali soggetti si chiudono a ciò che arriva dall’esterno esprimendo un rifiuto. L’acqua di Banneux aiuta ad accogliere serenamente le circostanze sgradevoli e a sorridere di più. Aumenta il livello di sensibilità affettiva e attenua i sentimenti di odio; agisce su persone affettivamente bloccate, che hanno il cuore chiuso a causa di esperienze sfortunate, di traumi subiti in passato (traumi fisici ed emotivo-psicologici). Indicata nel caso di forti paure ad affrontare persone, situazioni, esperienze. Indicazioni fisiche. Agisce in alcuni disturbi dello stomaco e negli squilibri dell’assimilazione degli alimenti. Pagine Internet:

3. Acqua di Boa Vontade

Il Templo da Boa Vontade si trova a Brasilia, capitale del Brasile: significa “Tempio della Buona Volontà” ed è stato

fondato e inaugurato nel 1989 da José de Paiva Netto. Quest’ultimo è uno scrittore, giornalista, compositore e poeta originario di Rio de Janeiro, il quale ha creato il Templo come punto di riferimento ecumenico allo scopo di favorire la comunione tra l’Umanità della Terra e l’Umanità del Cielo: per questo è conosciuto anche come “Tempio degli Spiriti Luminosi o delle Anime Benedette”. All’interno del tempio sono presenti varie sale per meditazione, lavori energetici e spirituali, riunioni e lezioni. È presente anche una sorgente dalla quale proviene l’acqua in oggetto. Energia prevalente: yin Unità Bovis: circa 39.000 Livello dell’aura: 4°, corpo astrale Chakra: 6° e 7° Meridiani principali MTC: fegato, cuore e triplice riscaldatore Analogia con i fiori di Bach: Holly e Red Chestnut Indicazioni emotive e mentali. Favorisce la meditazione e l’introspezione; stimola la chiaroveggenza e l’intuizione. Adatta a persone che possiedono doti di sensitività, introspezione o creatività artistica, ma che non riescono a

esprimere bene tali doti a causa di atteggiamenti troppo yang (quindi si tratta di solito di soggetti ansiosi, ipereccitati). Da tenere presente negli artisti in crisi di ispirazione, caratterizzati da comportamenti privi di senso della misura. Può essere utile negli individui indifferenti o poco elastici rispetto ad argomenti come religione, trascendenza, spiritualità; in coloro che sono troppo concentrati sulle cose terrene, sulle situazioni materiali e sugli affetti, mentre avrebbero bisogno di prendere in considerazione anche le esperienze spirituali orientandosi su livelli energetici più alti. In generale l’acqua di Boa Vontade è in risonanza con persone passionali, interessate ai rapporti affettivi, le quali, a causa di blocchi dovuti a un eccesso di fuoco (fuoco inteso come fase energetica della medicina tradizionale cinese), di ansia, di emotività, si rivelano incapaci di esprimere correttamente simili lati della personalità. Eccesso di dinamismo, impulsività e calore: gente che parte in quarta, spesso senza riflettere. Talvolta si tratta di soggetti ansiosi per il benessere dei propri cari sul tipo di Red Chestnut, ma, a differenza del rimedio di Bach, chi ha bisogno di quest’acqua può essere ansioso anche per faccende personali e per cose che riguardano il proprio corpo o la propria salute. Indicazioni fisiche. Disturbi dell’udito, a un orecchio o a entrambi; in certi casi, livelli più o meno gravi di sordità. Problemi di vista: cataratta, infiammazioni oculari, congiuntivite, orzaioli. Vari tipi di cefalea. Disturbi ai muscoli facciali, tensioni alle mascelle. Squilibri dell’ipofisi e

dell’epifisi. Patologie dell’apparato cardiocircolatorio, soprattutto problemi alle coronarie e rischio di trombosi. Può favorire la depurazione del sangue. Utilizzi particolari. Per la purificazione degli ambienti, in particolare allo scopo di creare un’atmosfera adatta alla meditazione e alle pratiche sensitive, oppure per aumentare il livello di spiritualità e di sensibilità in luoghi frequentati da individui materialisti. Inoltre come acqua da ambienti può essere impiegata per favorire l’ispirazione e la creatività artistica. Applicazione locale per numerosi disturbi elencati nelle indicazioni fisiche (orecchie, occhi, mal di testa, muscoli facciali e così via). Utilizzabile come collirio, per instillazione nelle orecchie, per impacchi e lavaggi. Pagine Internet: ,

4. Acqua del santuario di Caravaggio

Il santuario mariano di Caravaggio si trova nel Comune omonimo, in provincia di Bergamo. È dedicato a Santa Maria del Fonte che, secondo la tradizione cattolica, apparve in tale località il 26 maggio 1432, di fronte alla giovane contadina

Giannetta de’ Vacchi. L’erezione dell’attuale santuario, fortemente voluto dall’arcivescovo Carlo Borromeo, iniziò nel 1575 dietro progetto dell’architetto Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini. La costruzione si protrasse fino ai primi decenni del XVIII secolo, alternando fasi di sviluppo a lunghi intervalli, e furono effettuate numerose modifiche, anche se di poco conto, rispetto al progetto originario del Pellegrini. Energia prevalente: yin Unità Bovis: circa 21.000 Livello dell’aura: 2°, corpo emotivo Chakra: 3° e 5° Meridiani principali MTC: fegato e milza-pancreas Analogia con i fiori di Bach: Elm e Oak Indicazioni emotive e mentali. È un’acqua adatta a persone troppo impegnate nel lavoro o in altre attività pratiche: soggetti eccitati, iperattivi, che hanno bisogno di calmarsi e di ridurre gli impegni lavorativi o le occupazioni quotidiane. Aiuta a ricentrarsi in modo da tralasciare certi comportamenti esagerati e potersi dedicare ad altre cose (magari più rilassanti) che altrimenti non verrebbero prese in considerazione. Si rivolge a soggetti testardi, determinati, i quali pur sentendosi

stanchi non vogliono cedere e continuano nel lavoro o nelle loro attività, fintanto che si manifesta un crollo psicofisico. Il motto potrebbe essere: “Mi spezzo ma non mi piego”: a lungo andare si verifica una crisi e allora si vorrebbe mollare tutto, fuggire dagli impegni. È pertanto un rimedio dello stress mascherato, cioè non apertamente riconosciuto. Ideale anche per gli artisti e per le persone creative in genere che attraversano un periodo improntato alla mancanza di ispirazione: l’acqua del santuario di Caravaggio porta nuove idee e fa tornare la sensibilità per creare qualcosa di diverso. Indicazioni fisiche. Mal di schiena, dolori alla colonna vertebrale. Iperfunzionamento del fegato, deficit della milzapancreas. Cattiva depurazione dell’organismo come problema di fegato. Epatite B. Cirrosi epatica. Squilibri delle paratiroidi. Calore nello stomaco, bruciori gastrici, disturbi digestivi. Ulcere gastriche. Utilizzi particolari. Purificazione degli ambienti di qualunque tipo (ma soprattutto industrie, luoghi di lavoro), caratterizzati da un eccesso di attività, di dinamismo, dove la gente lavora troppo ed è stressata o eccitata. Applicazione locale e impacchi con acqua pura o diluita per dolori alla schiena. Pagine Internet:

5. Acqua di Collevalenza

Il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza si trova presso Todi, in provincia di Perugia. La sua costruzione si deve a madre Speranza (1893-1983), una religiosa spagnola le cui spoglie riposano nella cripta del santuario. Madre Speranza giunse a Collevalenza nel 1951 e fondò la cappella dell’Amore Misericordioso, che fu poi eretta a santuario nel 1959. Nel santuario, insieme al Crocifisso, si venera la Madonna con il titolo di “Maria Mediatrice”. Papa Giovanni Paolo II visitò il santuario nel 1981 e lo insignì del titolo di Basilica Minore.

Energia prevalente: yin Unità Bovis: circa 17.000 Livello dell’aura: 2°, corpo emotivo Chakra: 2° Meridiani principali MTC: intestino crasso

Analogia con i fiori di Bach: Star of Bethlehem come rimedio singolo; Crab Apple, Olive e Walnut considerati come rimedio unico. I test hanno indicato che questi ultimi tre fiori, se miscelati insieme in parti uguali, generano un quarto tipo di rimedio a cui si riferisce l’energia di quest’acqua: il rimedio così ottenuto non ha niente a che vedere con i tre fiori singoli, ma è qualcosa che si avvicina molto a Star of Bethlehem, e agisce soprattutto su forme di stanchezza psicofisica legate all’incapacità di smaltire cose vecchie. Indicazioni emotive e mentali. Per persone che trattengono le emozioni (cioè non le esprimono) e sono caratterizzate da una stasi energetica che investe sia il corpo fisico sia il campo energetico. Si tratta spesso di individui che non si concedono un gioco interiore ed esteriore di emozioni, il quale sarebbe utile per scoprire le situazioni, gli aspetti, i comportamenti che dovrebbero essere eliminati dal proprio vissuto o dalla propria personalità. Coloro che sono in risonanza con quest’acqua avrebbero bisogno di liberarsi di qualcosa ma non lo fanno, e rimangono dunque immobilizzati. Il rimedio aiuta a sciogliere i traumi irrisolti dell’infanzia, ma agisce anche su traumi di altro genere, vecchi o recenti che siano. È poi utile per intervenire in soggetti dalla sessualità bloccata, mortificata, non vissuta: induce a rilassarsi in tutto ciò che riguarda il sesso, a esprimere liberamente la propria energia sessuale e a provare maggior piacere. L’acqua di Collevalenza si rivolge anche a chi ha difficoltà a gioire, a lasciarsi andare per paura di perdere il controllo. Altre indicazioni sono: diffidenza, paura

di essere ingannati e di subire raggiri; stanchezza psicofisica legata all’incapacità di eliminare situazioni vecchie; tendenza a trascinarsi nei soliti problemi senza risolverli. Indicazioni fisiche. Disturbi della fertilità maschile e femminile. Patologie dell’apparato genitale maschile e femminile: orchite, infezioni varie, malattie veneree, presenza di parassiti, infiammazione dell’uretra, irregolarità mestruali, fibromi uterini, cistite. Squilibri dei reni: infezioni, calcoli, deficit del jing renale. Problemi vari aventi come oggetto la vescica urinaria: polipi, incontinenza, enuresi. Infiammazione degli ureteri. Disturbi dell’intestino crasso: stitichezza, colite, emorroidi. Utilizzi particolari. Per purificare gli ambienti caratterizzati in particolar modo da repressione sessuale, soffocamento del piacere fisico o negatività relative al sesso: può trattarsi di collegi, monasteri e via dicendo, ma anche di ambienti domestici o di altro tipo. Induce ad avere un atteggiamento più rilassato riguardo alla sessualità in qualsiasi luogo, qualora il rimedio venga spruzzato nell’aria o lasciato evaporare in maniera continuativa. In applicazione locale si usa sulla pelle nelle zone segnalate in precedenza per i disturbi fisici; utile anche per lavande dell’apparato genitale maschile e femminile. Pagine Internet:

6. Acqua di Delfi

Realizzata dal Center of the Sun di Sedona, Arizona, grazie a ricercatori americani che si sono recati in vari luoghi sacri allo scopo di produrre essenze vibrazionali. Il tempio di Delfi, situato sulle pendici del Monte Parnaso, in Grecia, era famoso nell’antichità come sede dell’oracolo del dio Apollo. Centro abitato già in età micenea (XI-X secolo a.C.), Delfi mostra le prime tracce di culto a partire dall’VIII secolo a.C. L’acqua è stata ottenuta dalla sacra sorgente che scorre in una profonda gola tra le due rupi Fedriadi, per poi sgorgare da un’antica fontana risalente agli inizi del VI secolo a.C. Alla sacralità del luogo e della sorgente si è aggiunta la meditazione per rafforzare le proprietà dell’acqua. Produttore dell’essenza: Center of the Sun, Aluna Joy Yaxk’in, PO Box 1988, Sedona, AZ 86339, USA. Nome originale dell’essenza: Delphi – The Oracle Essence. Energia prevalente: yang Unità Bovis: circa 28.000 Livello dell’aura: 3°, corpo mentale Chakra: 3° e 5°

Meridiani principali MTC: milza-pancreas Analogia con i fiori di Bach: Cerato Indicazioni emotive e mentali. L’acqua di Delfi è l’acqua della fratellanza universale: spinge le persone a essere più unite, in modo da poter affrontare insieme tematiche di vario genere. È indicata per creare armonia in un gruppo, in un team di lavoro o in famiglia, soprattutto quando i membri del gruppo tendono a non collaborare gli uni con gli altri, o mantengono un certo distacco (anche emotivo) rispetto alle esigenze del gruppo e dei singoli componenti. Può essere utilizzata in una classe di studenti o in una equipe di ricerca per armonizzare le varie energie: in tal modo ciascun componente avrà la possibilità di esprimere al meglio i propri talenti e di eccellere per le proprie caratteristiche, dando così il maggior contributo personale in relazione al progetto collettivo. Il rimedio aumenta l’autostima, migliora la sicurezza di sé e induce un’intima serenità. Poiché attenua l’ansia, è consigliabile anche negli attacchi di panico e in certe fobie, come ad esempio la claustrofobia. Indicazioni fisiche. Elimina l’aria e i gas dall’apparato digerente. Agisce sui polmoni favorendo la dilatazione degli alveoli polmonari e quindi aumentando la capacità di respirazione. Rafforza il sistema immunitario, riducendo in particolare la possibilità di andare soggetti a malattie virali.

Antibatterico da utilizzare su tagli e ferite. Esplica effetti terapeutici nel caso di eruzioni cutanee, dermatiti e altri sintomi fisici, causati da ansia e stress, che possono investire varie parti del corpo. Utilizzi particolari. Per le sue proprietà antisettiche può essere nebulizzata sugli impianti sanitari pubblici (ad esempio nelle toilette di bar, ristoranti, scuole, uffici). Esplica un’azione rasserenante sugli animali domestici che tendono a sporcare l’abitazione lasciando escrementi dappertutto, così da correggere questo problema che di solito è imputabile a disturbi ansiosi. Inoltre è da tenere presente nei soggetti (generalmente bambini) affetti da enuresi. Pagine Internet: ,

7. Acqua di Efeso

Efeso fu un importante centro commerciale dell’antichità, e dal 129 a.C. divenne capitale della provincia romana di Asia. Le sue rovine sono situate in Anatolia, sulla costa dell’odierna Turchia. Secondo la tradizione cristiana, dopo la morte e la resurrezione di Gesù, San Giovanni e Maria Vergine si rifugiarono a Efeso: i verbali del Concilio di Efeso asseriscono che la Vergine abitò in una casa edificata su un’altura (oggi chiamata “Monte dell’Usignolo”) e vi rimase fino al-l’anno 46 d.C., quando a 64 anni d’età fu chiamata in Cielo. L’ubicazione di tale casa fu presto dimenticata, anche perché nella zona non era molto diffuso il Cristianesimo. Anna Katharina Emmerick (1774-1824), una suora tedesca malata e incapace di camminare, ebbe una visione e indicò il luogo dove la Vergine avrebbe trascorso gli ultimi anni. Dopo l’interessamento di altri personaggi, sulla fine del XIX secolo si accettò che la rivelazione della Emmerick era esatta. Si deve in particolare a papa Paolo VI e a papa Giovanni Paolo II l’aver confermato che quella è la casa dove abitò la Madonna: i due pontefici si recarono infatti a Efeso e pregarono all’interno dell’edificio, e la stessa cosa ha fatto in tempi più recenti papa Benedetto XVI. La casa è tuttora esistente e meta di pellegrinaggi; la sorgente d’acqua si trova lì nei pressi.

Energia prevalente: yang Unità Bovis: circa 33.000 Livello dell’aura: 4°, corpo astrale Chakra: 4°, 5° e 7° Meridiani principali MTC: polmoni e vescica urinaria Analogia con i fiori di Bach: Honeysuckle, Hornbeam e Impatiens Indicazioni emotive e mentali. Può essere considerata come il rimedio del “guerriero”, cioè di colui che combatte contro problemi e avversità senza mai fermarsi: è l’oasi nel deserto nella quale riposarsi e rigenerarsi. Adatta a soggetti iperattivi che tendono a mettere i loro bisogni primari all’ultimo posto, occupandosi principalmente delle necessità delle persone che li circondano. L’acqua di Efeso permette all’individuo di recuperare tranquillità, di rallentare il ritmo e di prendersi le dovute pause di riposo, senza per questo sentirsi in colpa. Induce una maggiore consapevolezza riguardo ai bisogni personali e a ciò che sarebbe opportuno fare per favorire il proprio benessere. Le persone in risonanza con quest’acqua tendono a considerare il loro contributo indispensabile: si tratta di solito di individui carismatici (o che pensano di esserlo), i quali

fanno da calamita sugli altri, lasciandosi investire dalle richieste o dalle problematiche altrui e sentendosi in dovere di consigliare, svolgere un ruolo guida o soprintendere alle attività svolte dalla gente del proprio entourage. Un simile atteggiamento li porta piano piano a esaurirsi sul piano psicofisico, ma grazie all’acqua di Efeso queste persone possono trovare il giusto equilibrio così da evitare il rischio di stress e logoramento delle energie. Infatti il rimedio induce a vedere gli altri in maniera differente e favorisce lo sviluppo delle capacità di relazione, in modo che si riesca a infondere alle persone che ci circondano (parenti, amici o collaboratori) coraggio e fiducia in se stesse. La persona “Efeso” imparerà dunque a stimolare gli altri a svolgere per proprio conto certe attività o certi impegni senza che vi sia sempre necessità di qualcuno che sorveglia e controlla: in sintesi, questo tipo di persona diverrà più propensa a delegare alcuni compiti agli altri, e sarà capace di istruire compagni o familiari affinché questi acquistino competenza nelle cose da fare senza dover chiedere sempre suggerimenti o supervisioni. Indicazioni fisiche. Squilibri della tiroide. Permette di bruciare i grassi e può essere di aiuto in caso di diete dimagranti. Attacchi di asma nervosa, disturbi alle vie respiratorie (ristagno di muco). Da utilizzare in soggetti a rischio di infarto, purché il temperamento corrisponda almeno parzialmente a quanto detto sopra; può essere utile anche dopo un infarto. Problemi alle coronarie. Mal di testa. Epilessia. Per ripulire il sangue dalle tossine.

Utilizzi particolari. Per la purificazione degli ambienti, soprattutto in relazione a una persona che tende a soprintendere a tutto, come la personalità descritta nelle indicazioni emotive e mentali. Oppure quando nel luogo in questione sono presenti forme di machismo, o di dominazione benevola degli altri (ad esempio in caserme, collegi, carceri). Può servire anche per eliminare le energie disarmoniche in ambienti nei quali c’è una forte concorrenza tra due o più frequentatori. Pagine Internet: vari siti, tra cui ,

8. Acqua di Fatima

Proviene dal famoso santuario mariano situato in Portogallo, edificato tra il 1928 e il 1951. Secondo il racconto di tre

piccoli pastori, i fratelli Francisco (9 anni) e Giacinta Marto (7 anni) e la cugina Lucia dos Santos (10 anni), a partire dal 13 maggio 1917 la Madonna sarebbe apparsa loro varie volte. Energia prevalente: yang Unità Bovis: circa 18.000 Livello dell’aura: 2°, corpo emotivo Chakra: 3°, 4° e 6° Meridiani principali MTC: milza-pancreas Analogia con i fiori di Bach: Willow Indicazioni emotive e mentali. Lavora sulla sottocorteccia cerebrale, quella parte del cervello che presiede alle funzioni di collegamento tra il sistema nervoso centrale e le parti periferiche del corpo. L’acqua di Fatima è correlata alla sensazione di sentirsi a proprio agio o a disagio; dona capacità ricettive, maggiore fiducia e comprensione delle situazioni di vita. Mitiga l’ansia e rende più tranquilli e soddisfatti; aiuta ad avvicinarsi al mondo spirituale. Agisce contro tristezza, delusione e tendenza al vittimismo. Indicazioni fisiche. Regola le funzioni digestive ed endocrine (tranne quelle surrenaliche); rafforza il sistema immunitario.

Appropriata per disturbi di stomaco e di milza-pancreas. Può essere utile in caso di febbre e nell’influenza. Utilizzi particolari. Applicata sul 6° chakra anteriore e posteriore (nebulizzata o direttamente alcune gocce spandendole un po’) può favorire le doti sensitive: ad esempio durante meditazione, visualizzazioni, radiestesia, medianità e simili. In alcune persone, per lo stesso scopo, può essere utile applicarla anche sul 3° chakra (anteriore o posteriore, o tutti e due). Naturalmente possono servire almeno 3-4 applicazioni consecutive prima di intraprendere la pratica sensitiva. Pagine Internet: ,

9. Acqua della Fonte delle Fate

La Fonte di Vallepiatta, detta “delle Fate”, è una grande fontana pubblica che si trova in provincia di Siena, sulla strada che porta alla frazione di San Lucchese (Co-mune di

Poggibonsi). Si tratta dell’unico reperto architettonico appartenente a Poggio Bonizio oggi conservatosi: la fonte era infatti inserita in una cittadella fortificata, costruita dai Senesi a controllo della via Francigena e in funzione antifiorentina. Risalente agli inizi del XIII secolo, fu riscoperta nel 1803, dopo che era stata interrata nel 1484 con la costruzione della Fortezza del Sangallo; completamente restaurata alcuni anni fa, è caratterizzata da una sorta di portico con sei arcate doppie a sesto acuto, all’interno del quale si trovano le vasche per la raccolta delle acque, le quali vengono in parte alimentate dal grande impluvio sovrastante mediante una lunga serie di gallerie e cunicoli. Oggi la fonte, situata in un parco archeologico-ambientale, è inserita negli itinerari dei borghi e dei castelli della zona.

Energia prevalente: yin Unità Bovis: circa 22.000 Livello dell’aura: 3°, corpo mentale Chakra: 3° e 5° Meridiani principali MTC: vescicola biliare, polmoni e reni Analogia con i fiori di Bach: Vervain e White Chestnut

Indicazioni emotive e mentali. Insegna a gestire meglio le situazioni, a essere più opportuni, ad assumere un atteggiamento idoneo ai vari casi. Aiuta a rimanere distaccati dalle circostanze e a riconoscerle e comprenderle con maggiore lucidità: dona direzione e sicurezza. È adatta a soggetti ipereccitati e disorientati, a persone chiuse, introverse, che non si esprimono bene e temono di fare brutta figura, a chi pensa di non essere ben compreso dagli altri. Esplica azione antidepressiva e agisce soprattutto su varie forme di tristezza; indicata nella paura di non essere all’altezza e di intraprendere relazioni in generale. Aumenta il senso del potere personale; favorisce l’autostima; potenzia la creatività. Indicazioni fisiche. Problemi alle vie biliari: agisce come fluidificante della bile. Disturbi alle vie aeree superiori: soprattutto raffreddore, formazione di muco, sinusite. Debolezza dei reni: l’acqua della Fonte delle Fate è in grado di innalzare l’energia di questi organi. Utilizzi particolari. Purificazione degli ambienti: luoghi dove ristagnano tensioni e squilibri nei rapporti tra le persone, a causa di insicurezza, eccitazione e incapacità di esprimersi correttamente. Instillazioni nasali nel caso di raffreddore, presenza di muco, sinusite. Nebulizzazioni sulla zona dei reni (anche senza bisogno di spogliarsi, direttamente sui vestiti) per aumentarne l’energia. Pagine Internet: vari siti, tra cui

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