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November 13, 2017 | Author: warmbeer | Category: Mahayana, Lotus Sutra, Buddhahood, Gautama Buddha, China
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IL SUTRA DEL LOTO

esperia

Sin dalla sua apparizione in Cina nel III secolo d.C., il Sutra del Loto è stato considerato una delle più importanti scritture del canone buddista Mahayana. Oggetto di intensa venerazione per generazioni di credenti in Cina, Corea, Giappone e altre regioni dell'Asia Orientale, è stato studiato e commentato per secoli e ha influenzato profondamente la cultura e la letteratura cinese e giapponese. Concepito come una rappresentazione di proporzioni grandiose, il Sutra del Loto descrive eventi che si svolgono in un ambito cosmico completamente al di là della concezione tradizionale di spazio e tempo. Il testo espone complessi concetti religiosi in termini molto concreti e afferma che vi è una sola via all'illuminazione, quella del bodhisattva, e che la vita del Budda non conosce limiti rispetto allo spazio e al tempo. Ricco di splendide immagini letterarie, parabole meravigliose e innumerevoli rivelazioni relative all'accessibilità universale dello stato di Budda, il Sutra del Loto ha recato saggezza e conforto a milioni di seguaci nel corso di secoli. Come osserva Burton Watson, "il Sutra del Loro non è tanto un'opera integrale quanto una raccolta di testi religiosi, un'antologia di sermoni, racconti e istruzioni per i devoti, rivolti a individui che vivono ciascuno in particolari circostanze. Anche in virtù di questo fatto nel corso dei secoli ha continuato a godere di una fama ineguagliata e ha permeato profondamente le culture con cui è venuto in contatto." Burton Watson è uno dei massimi esperti di lingue orientali, antiche in particolare cinese È professore di Lingue e cultura Asiatiche alla Columbia University e attualmente vive in Giappone. Le sue più recenti traduzioni pubblicate dalla Columbia University Press sono "The Columbia Book of Chinese Poetry”, “ Il Sutra del Loto” e Letters of Nichiren” una raccolta di scritti di Nichiren Daishonin.

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INDICE Introduzione del traduttore

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Nota del traduttore

pagina 20

IL SUTRA DEL LOTO 1 . Introduzione

pagina 26

2. Espedienti

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3. Parabola e similitudine

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4. Fede e comprensione

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5. La parabola delle erbe medicinali

pagina 121

6. Predizioni

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7. La parabola della città fantasma

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8. Predizione dell'illuminazione a 500 discepoli

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9. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani pagina--I0. Il maestro della Legge

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11. L’apparizione della torre preziosa

pagina 190

12. Devadatta

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13, Esortazione alla devozione

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14. Pratiche pacifiche

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15. Emergere dalla terra

pagina 231

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16. Durata della vita del Tathagata

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17. Distinzioni dei benefici

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18, I benefici di chi risponde con gioia

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19. I benefici del maestro della Legge

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20. Il bodhisattva Mai Sprezzante

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21. Poteri sovrannaturali del Tathagata

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22. Affidamento

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23.Precedenti vicende del bodhisattva Re della Medicina

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24. Il bodhisattva Suono Meraviglioso

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25. Il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo pagina --26. Dharani

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27.Precedenti vicende del Re Ornamento Meraviglioso

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28Gli incoraggiamenti del bodhisattva Virtù Universale

pagina 334

Glossario pagina Indice analitico pagina

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IL SUTRA DEL LOTO Introduzione Il Sutra del Loto è una delle scritture più importanti e autorevoli nell'ambito dei testi sacri del Buddismo Mahayana. Rispettato dalla maggior parte delle scuole Mahayana, nel corso dei secoli è stato oggetto di particolare venerazione da parte dei credenti buddisti in Cina, Corea, Giappone e in altre regioni dell'Asia orientale.Non siamo in grado di sapere né quando né dove sia sfato scritto, né in quale lingua. Probabilmente fu composto dapprima in qualche dialetto indiano o dell'Asia centrale e in seguito tradotto in sanscrito per conferirgli maggiore dignità. Tutto quello che possiamo affermare con certezza in merito all'epoca in cui fu scritto è che esisteva già nel 255 d.C., allorché fu completata la prima traduzione in cinese. Successivamente il Sutra del Loto fu tradotto in cinese diverse altre volte, ma solo grazie alla versione completata nel 406 dal monaco Kumarajiva, originario dell'Asia centrale, divenne molto conosciuto e letto in Cina e nei paesi soggetti all'influenza culturale cinese. Questa versione è generalmente riconosciuta come la più autorevole e felice sotto il profilo linguistico; la presente traduzione si basa su questa versione cinese. In anni recenti diversi testi sanscriti dei Sutra dei Loto, intitolati Saddharma-pundarika Sutra, ovvero Sutra del Loto della legge Meravigliosa, sono stati scoperti in Nepal, Asia centrale e Kashmir. In alcuni casi si tratterebbe di copie eseguite nell'XI secolo o più tarde; in altri è possibile farle risalire addirittura al V o VI secolo. Queste versioni sanscrite in alcuni passi differiscono notevolmente dalla traduzione di Kumarajiva e spesso utilizzano espressioni linguistiche molto ridondanti. La cosa farebbe supporre che il testo su cui Kumarajiva si basò fosse più antico e probabilmente il più vicino all’originale.Il sutra del Loto. come abbiamo appena detto, fu ben presto tradotto non solo in cinese, ma anche in tibetano e succesivamente,in:hsihsia,mongolo,manciù,coreano,egiapponese.Negl i ultimi anni sono state pubblicate diverse traduzioni in inglese e in altre lingue europee; ormai il Sutra del Loto appartiene al novero delle principali opere della letteratura mondiale.

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IL BUDDISMO DELLE ORIGINI Gautama, conosciuto anche come il Buddia Shakvamuni, il fondatore del Buddismo, visse in India, probabilmente intorno al VI/V secolo a.C. Sebbene sia difficile descrivere in dettaglio, le sue dottrine, gli studiosi hanno individuato alcuni principi rappresentativi del suo insegnamento. Le più famose, probabilmente sono le cosiddette quattro nobili verità, delle quali si parla più volte nel Sutra del Loto. La prima insegna che l'esistenza nel mondo di saha, il mondo nel quale viviamo, è caratterizzata dalla sofferenza. La sofferenza, a sua volta, è causata dai desideri (seconda verità). Sradicando i desideri l'individuo può liberarsi dalla sofferenza e raggiungere uno stato di pace e illuminazione, chiamato sovente nirvana (terza verità). Per ottenere questo scopo octorreseguire una disciplina, nota come ottuplice sentiero (quarta verità). Questo sentiero è un insieme di principi morali che raccomandano di coltivare rette visioni, retto pensiero, rette parole, rette azioni, un retto modo di vivere, retti sforzi, retta concentrazione e retta meditazione. Un'altra dottrina cui viene fatto cenno nel Sutra del Loto è quella dei dodici anelli della catena causale (oppure dell'origine dipendente), che mette in risalto, anello dopo anello, la relazione causale che intertorretra ignoranza e sofferenza. Scopo della dottrina, come nel caso delle quattro nobili verità, è quello di risvegliare l'individuo alla vera essenza della realtà e aiutarlo a liberarsi dall'ignoranza e dalla sofferenza. Per perseguire la severa disciplina necessaria alla liberazione dalla sofferenza era assolutamente indispensabile abbandonare la vita secolare e divenire membri dell'Ordine buddista, che comprendeva sia monaci sia monache. Solo in questa condizione, priva di legami familiari e preoccupazioni connesse alla vita quotidiana, era possibile, vivendo in povertà e in castità, dedicarsi allo studio e alla disciplina col sostegno delle offerte dei laici. I seguaci laici potevano acquisire dei meriti assistendo i membri dell'Ordine, osservando precise regole di condotta morale e rispettando alcune

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pratiche devote (ad esempio, l'omaggio agli stupa, o torri commemorative, in cui venivano conservate le reliquie del Budda). Tuttavia si riteneva che essi avrebbero dovuto attendere le esistenze future prima di sperare di liberarsi completamente dalla sofferenza. Occorre notare che il Buddhismo assorbi la credenza nel karma dal pensiero indiano più antico. Secondo questo principio tutte le azioni morali compiute, da una persona sia buone sia cattive, producono nella sua vita determinati effetti che non si manifestano necessariamente nell'immediata ma possono richiedere un certo lasso di tempo. Secondo la visione indiana, gli esseri viventi passano attraverso un ciclo infinito di nascite e morti e gli effetti negativi di un'azione malvagia compiuta in una vita possono essere differiti a un'esistenza successiva, ma inevitabilmente si manifesteranno, prima o poi. Ne segue che solo sforzandosi di compiere azioni positive nell'esistenza presente si possono evitare sofferenze ancora maggiori nelle vite future. II Buddismo negò sempre con decisione l'esistenza di un'anima individuale o di un'identità personale che trapassi da una vita alla successiva: il solo fatto di pensare che esista stimola ulteriori desideri. Tuttavia accolse il principio della rinascita o della trasmigrazione, insegnando che le circostanze e l'ambiente in cui un essere rinasce sono determinate dalle azioni positive e negative compiute da quell'essere nelle esistenze precedenti. Questo, fra l'altro, implicava che un individuo non fosse costretto a lottare per la propria salvezza in una singola esistenza, ma che potesse agire per gradi successivi; compiendo azioni moralmente buone e atti di devozione sarebbe potuto rinascere in circostanze più favorevoli in futuro, elevando cosi gradualmente il proprio livello spirituale. L'insieme dei principi e delle pratiche descritti finora sono spesso indicati col termine di Buddismo Hinayana. Tuttavia Hinayana (piccolo veicolo) è un termine dispregiativo utilizzato per indicare il Buddismo delle origini da un gruppo che a sua volta si autodefiniva Mahayana, il "grande veicolo", e che riteneva le proprie dottrine superiori a quelle delle prime forme di Buddismo. Attenendosi allo spirito della tolleranza religiosa e della reciproca comprensione, gli studiosi moderni evitano di utilizzare il termine

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Hínayana, preferendo riferirsi al Buddismo delle origini con i termini "Theravada" o "insegnamenti degli anziani", termini usati dalle scuole attualmente esistenti. Questa forma di Buddismo oggi è diffusa soprattutto in Sri Lanka, Birmania, Thailandia, Cambogia e Laos. Il movimento Mahayana sembra che abbia mosso i primi passi in India intorno al I o al II secolo d.C. In parte si trattò probabilmente di una reazione alla grande enfasi attribuita alla vita monastica, caratteristica del Buddismo delle origini, e contro le aride speculazioni metafisiche e psicologiche che contraddistinguevano la precedente filosofia buddista. Il suo obiettivo era quello di aprire la vita religiosa a una più larga parte della popolazione e di attribuire un ruolo maggiore ai credenti laici, rendendo più attraenti e immediatamente accessibili gli insegnamenti. Nel Buddismo delle prime generazioni scopo fondamentale della pratica religiosa era raggiungere lo stato di arhat (perfetto), ovvero colui che "non ha più nulla da apprendere" ed è libero dal ciclo delle rinascite negli stati inferiori dell'esistenza. Ma anche per raggiungere questa condizione si riteneva che occorresse un impegno instancabile per molte esistenze. Il Buddismo Mahayana, invece, indirizzò immediatamente i suoi seguaci, uomini e donne, verso il supremo stadio di illuminazione, lo stato di Buddità. In questo processo di crescita spirituale sarebbero stati di grande aiuto i cosiddetti bodhisattva, esseri dotati di immensa compassione che, oltre a coltivare la propria illuminazione, si sforzavano di aiutare gli altri a fare lo stesso. Il Buddismo delle origini descrisse spesso il Budda Shakyamuni come un individuo che era stato bodhisattva nelle esistenze passate, allorché stava ancora avanzando verso L'illuminazione. Ma nei testi Mahayana, come il Sutra del Loto, i bodhisattva sono rappresentati in numero illimitato, capaci di vedere e di aver cura di ognuno, sempre pronti a soccorrere senza esitazione coloro che si appellano a loro con fede sincera. Questa grande rilevanza attribuita al ruolo del bodhisattva è, in effetti, uno dei tratti che differenzia maggiormente il pensiero Mahayana dalle precedenti forme di Buddismo.

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Sembra che inizialmente i fautori di queste nuove credenze Mahayana vivessero in molti casi negli stessi monasteri in cui vivevano i seguaci degli insegnamenti più antichi e che fondassero le loro pratiche religiose sul culto delle reliquie del Budda conservate negli stupa o torri commemorative. Ma di tanto in tanto si verificavano dei veri e propri contrasti dottrinali e col tempo i due gruppi si separarono. Risulta che le dottrine Mahayana abbiano esercitato un'influenza determinante nell'India nord-occidentale, da dove si sarebbero diffuse nell'Asia centrale e in Cina. Di conseguenza il Buddismo cinese è stato fin dall'inizio essenzialmente Mahayana; questa versione Mahayana della fede nei secoli si diffuse in Corea, in Giappone e in Vietnam, dove continua a esistere ancora oggi.

IL MONDO DEL SUTRA DEL LOTO II Sutra del Loto descrive eventi che si verificano in un universo di vaste dimensioni, un mondo che sotto molti punti di vista riflette la cosmologia indiana tradizionale. Ne darò una breve descrizione, a beneficio di coloro che non hanno alcuna familiarità con essa. Si riteneva che il mondo in cui noi viviamo fosse costituito da quattro continenti che circondavano una gigantesca montagna centrale, il Monte Sumeru. Noi viviamo nel continente situato a sud, chiamato Jambudvipa, il continente "degli alberi di jambu". Al di fuori del nostro mondo ne esistono innumerevoli altri, sparsi in tutte le direzioni, alcuni simili al nostro nella struttura, governati da vari Budda. Tutti questi mondi, compreso il nostro, sono soggetti a un incessante ciclo di formazione, stabilità, declino e disintegrazione, un processo che si svolge nel corso di innumerevoli kalpa o eoni. Gli esseri viventi comuni che vivono nel nostro mondo attuale rientrano in sei categorie, cioé vivono in uno dei sei regni dell'esistenza strutturati gerarchicamente secondo il loro grado di desiderabilità. Al livello inferiore vi sono coloro che vivono nel mondo di inferno. Questi esseri, a causa di azioni malvagie compiute in passato, sono costretti a soffrire per determinati periodi di tempo nei vari tipi di inferni situati al di sotto della terra; il più terribile di tutti è il cosiddetto inferno

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Avichi, l'inferno della sofferenza incessante. Al livello immediatamente superiore si trovano gli spiriti affamati, esseri tormentati da una fame insaziabile e da desideri irrefrenabili. Viene poi il mondo delle bestie o degli esseri dominati dagli istinti animaleschi, sopra al quale si trova il regno degli asura, demoni che nella mitologia indiana sono rappresentati come continuamente impegnati in furiose battaglie. Questi primi tre o quattro stati rappresentano i cosiddetti "cattivi sentieri", gli stati dell'esistenza più infimi, dolorosi e indesiderabili. Al quinto livello si trova il regno degli esseri umani, seguito dal sesto, quello degli esseri celesti o dei. Anche gli dei, sebbene vivano in condizioni di gran lunga più felici degli esseri degli altri mondi, sono destinati a morire prima o poi. Quale che sia il regno di appartenenza, tutti gli esseri dei sei mondi ripetono il ciclo senza fine della morte e della rinascita, muovendosi da uno all'altro dei sei stati a seconda delle azioni positive o negative compiute, ma senza poterlo interrompere. II Buddismo Mahayana aggiunge a questi primi sei altri quattro mondi, i cosiddetti "nobili mondi", che rappresentano la vita illuminata. Il settimo mondo è quello degli shravaka, "gli ascoltatori della voce". Questo termine, che viene utilizzato di frequente nel Sutra del Loto, si riferiva in origine ai discepoli del Budda, ovvero a coloro che erano entrati a far parte dell'Ordine buddista e che avevano appreso direttamente dal Budda le dottrine e le pratiche. In seguito indicò i monaci e le monache che seguivano gli insegnamenti del Buddismo delle origini, come le quatiro riobili verità, e si sforzavano di conseguire lo stato di arhat. Una volta raggiunta quella condizione, essi interrompevano i propri sforzi, convinti di aver raggiunto la massima condizione cui potessero aspirare. Al di sopra di essi vi sono i pratyekabuddha, "coloro che raggiungono l'illuminazione da soli", esseri che hanno compreso la verità grazie ai propri sforzi, ma che non fanno nulla per insegnare agli altri la via dell'illuminazione né si prodigano in loro aiuto. Il nono stadio è quello dei bodhisattva, di cui si è già parlato. Essi, mossi dalla compassione decidono di rinviare l'ingresso nel mondo della Buddità e continuano a vivere nel mondo di saha per alleviare le sofferenze altrui. Il decimo e supremo livello è quello dei Budda,

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lo stato della Buddità. Secondo il Buddismo Mahayana tutti gli esseri viventi dovrebbero sforzarsi di raggiungere questa condizione, che è alla loro portata, purché essi non si contentino di perseguire scopi inferiori e continuino ad avere fede nel Budda e negli insegnamenti contenuti nelle scritture sacre. Prima di passare a un esame delle dottrine specifiche del Suira del Loto, octorresottolineare un altro aspetto caratteristico del Buddismo Mahayana, sebbene si tratti di un concetto particolarmente complesso e difficile da illustrare in sintesi. È il concetto del vuoto (shunyata), che riveste un ruolo essenziale nel sistema filosofico Mahayana. II concetto, frequentemente espresso in inglese con il termine "nondualismo", è estremamente difficile da comprendere o da intuire, dato che la mente è costantemente impegnata a compiere distinzioni e il non-dualismo costituisce proprio il rifiuto o il trascendimento di tutte le distinzioni. II mondo percepito attraverso i sensi, il mondo fenomenico che noi conosciamo, nel Buddismo delle origini era descritto come "vuoto", perché si insegnava che tutti i fenomeni hanno origine da cause e condizioni, sono in costante divenire e sono destinati a mutare e a scomparire col passare dei tempo. Si riteneva inoltre che essi fossero "vuoti" nel senso che non possedevano caratteristiche inerenti o permanenti che permettessero di rappresentarli, dato che erano soggetti a un costante processo di trasformazione. Ma nel pensiero Mahayana, divenne usuale sottolineare non tanto gli aspetti negativi della dottrina del "vuoto", quanto le sue implicazioni positive. Se tutti i fenomeni sono caratterizzati dalla vacuità, allora il "vuoto" deve costituire la natura propria e immutabile dell'esistenza; pertanto il mondo assoluto e immutabile deve essere tutt'uno con il mondo fenomenico. Tutte le distinzioni mentali e fisiche che noi percepiamo o concepiamo con la nostra mente devono essere parte di una singola unità che le compenetra. II concetto di "vuoto" o non-dualismo condusse i filosofi Mahayana ad asserire che il samsara, il mondo della sofferenza e del ciclo di nascita e morte, è in definitiva identico al mondo del nirvana e che i desideri terreni sono illuminazione.

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LE PRINCIPALI DOTTRINE DEL SUTRA DEL LOTO La traduzione di Kumarajiva del Sutra del Sutra del Loto, nella forma giunta sino a noi, è costituita da ventotto capitoli. Quasi tutti i capitoli sono composti parte in prosa e parte in versi. L'uso dei versi aveva la funzione di rendere più facile ai discepoli memorizzare e ricordare le dottrine ed è probabile che i gatha, i brani in versi, siano stati scritti per primi. In seguito, mentre il testo del Sutra si evolveva verso la sua forma finale, vennero aggiunti i brani in prosa che incorporavano i versi in un continuum narrativo. Nella presente versione del testo le sezioni in versi di solito ripetono ciò che è stato affermato nel precedente brano in prosa. Come in quasi tutti i sutra, il Sutra del Loto si apre con le parole di Ananda, uno dei discepoli più vicini a Shakyamuni, il quale afferma: «Cosi io ho udito». Lo stesso Ananda, che è stato sempre presente alle prediche in cui il Budda esponeva il Dharma, ovvero la dottrina, subito dopo passa a descrivere le circostanze in cui Shakyamuni, sul monte Gridhrakuta (il Picco dell'Aquila) nei pressi della città di Rajagriha, predicò il Sutra del Loto. Le frasi iniziali descrivono circostanze storicamente reali e plausibili, di un luogo situate, nei pressi di una città dell'India settentrionale in cui è molto probabile che Shakyamuni abbia predicato nel VI o nel V secolo a.C. Ma non appena Ananda si accinge a riferire dell'incredibile numero e della varietà di esseri umani, non umani e celesti che si sono riuniti per ascoltare il sermone del Bocca, ci rendiamo conte che abbiamo lasciato il mondo reale alle nostre spalle. Questo è un primo elemento da prendere in considerazione leggendo il Sutra del Loto. Lo scenario, il vasto uditorio, i drammatici eventi che si verificano nella parte conclusiva, appartengono a una dimensione che trascende completamente i nostri concetti di tempo, di spazio e di possibilità. Più volte ci vengono riferiti eventi che si verificarono in un passato infinitamente remoto, innumerevoli kalpa fa, e si parla di esseri viventi o di mondi numerosi come i granelli di sabbia di milioni e miliardi di fiumi Gange. In realtà questi numeri non sono altro che pseudo-numeri, valori simbolici,

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con i quali il Budda intende farci comprendere l'impossibilità di misurare ciò che è incommensurabile. Essi non hanno tanto lo scopo di fomire informazioni statistiche, quanto di spingere la mente a mettere in discussione e abbandonare le tradizionali concezioni di spazio e di tempo. Infatti, nel regno del vuoto, il tempo e lo spazio cosi come li concepiamo non hanno alcun significato. Ogni luogo equivale a un qualsiasi altro e ora, allora, sempre o mai sono la stessa cosa. Dopo una successione di eventi straordinari che sottolineano la dimensione cosmica del dramma che sta per essere rappresentato, il Budda inizia la sua predicazione. II primo punto importante che egli desidera trasmettere ai discepoli è che esiste un solo veicolo, o un solo sentiero, che conduce alla salvezza, ovvero al conseguimento della Buddità. il precedenza, nel corso delle sue predicazioni, aveva descritto tre sentieri per il credente, che ha chiamato i tre veicoli. Il primo era quello dello shravaka, l'ascoltatore della voce, che conduce allo stato di arhat. Il secondo era quello del pratyekabudda, colui che ottiene l'illuminazione da sé e solo per se stesso; il terzo era quello del bodhisattva. Tuttavia, afferma ora il Budda, questi tre veicoli devono essere scartati e tutti gli esseri devono aspirare alla Buddità, il solo e unico veicolo che conduce alla vera illuminazione e alla perfetta comprensione, condizione questa che nel Sutra del Loto viene definita con un'espressione sanscrita piuttosto ardita, anuttara-samyaksambodhi. Alla domanda del perché, se esiste un solo veicolo e una sola verità, il Budda abbia insegnato in precedenza ai discepoli la dottrina dei tre veicoli, egli replica affermando che allora essi non erano ancora pronti ad accettare e a capire la verità suprema. Pertanto ha dovuto ricorrere a quello che lui stesso definisce un espediente opportuno, per guidarli a una verità superiore. Per spiegare questo punto utilizza la celebre parabola della casa che brucia. La prima lezione che il sutra intende trasmetterci, dunque, è che le dottrine impartite dal Budda dopo oltre quarant'anni di predicazione, secondo la testimonianza del sutra stesso, rappresentano il massimo livello della verità, la summa del

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messaggio del Budda, e quindi sostituiscono le sue precedenti affermazioni, dotate esclusivamente di valore provvisorio. In alcuni testi Mahayana Shariputra e altri discepoli stretti del Budda, che rappresentano la tipologia del discepolo Theravada, vengono ridicolizzati e ritratti come personaggi di cui prendersi gioco. Ma l'atmosfera che prevale nel Sutra del Loto è caratterizzata dalla compassione e in questo testo gli shravaka, gli ascoltatori della voce, rispondono con comprensione e gratitudine alle parole del Budda. A sua volta il Budda concede a ciascuno di essi la predizione del conseguimento della Buddità in un'esistenza futura e in vari casi descrive il tipo di terra del Budda che a loro toccherà di governare. L'atmosfera di gioia e di rivelazione domina anche i capitoli seguenti, mentre il Budda continua a nominare persone che conseguiranno certamente la Buddità in futuro. La schiera di monache che prende parte all'assemblea, guidata da Mahaprajapati, zia di Shakyamuni, e da colei che era stata moglie del Budda in gioventù. Yashodara, a un certo punto mostra segni di apprensione, in quanto i loro nonni non sono stati pronunciati, ma il Budda le rassicura dicendo che anche loro sono incluse nelle sue predizioni di conseguimento della Buddità. Tutti i monaci e le monache citati finora, discepoli diretti del Budda Shakyamuni, avevano svolto con diligenza la propria pratica religiosa, attenti a seguire rigorosamente le regole morali; non sorprende quindi il fatto che i loro sforzi debbano in futuro essere coronati dal successo. Quello che sorprende veramente è invece la profezia pronunciata nel dodicesimo capitolo e riferita a Devadatta, il cui nome dà il titolo al capitolo. Nelle biografie del Budda Shakyamuni Devadatta è descritto come suo discepolo e cugino. Dopo un grande zelo iniziale, a un certo punto, divenuto invidioso del Budda, mise in atto diversi tentativi per ucciderlo e cercò anche di fomentare una divisione all'interno dell'Ordine buddista. A causa di questi crimini, considerati tra i più gravi agli occhi del Buddismo, Devadatta sarebbe sprofondato vivo nell'inferno. Tuttavia, nel dodicesimo capitolo del Sutra del Loto, Shakyamuni rivela che in un'esistenza passata anche questo simbolo vivente del male era stato un buon amico e un maestro del

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Budda, cui aveva mostrato la via dell'illuminazione; egli quindi predice che in un'era a venire anche Devadatta diverrà sicuramente un Budda. Da questo apprendiamo che anche le persone più malvagie possono aspirare alla salvezza e che nel regno del non -dualismo bene e male non sono due estremi eternamente opposti che si escludono reciprocamente come avevamo sempre pensato. Il capitolo Devadatta contiene anche un altro evento di eguale rilevanza. A un certo punto il bodhisattva Manjushri racconta di aver predicato il Sutra del Loto nel palazzo del re dei naga, sul fondo del mare. Octorrefar presente che i naga, ovvero i draghi, erano una delle otto categorie di esseri non umani che proteggono il Buddismo. Venerati nell'antica religione popolare indiana, furono accolti tra le divinità del Buddismo. Nelle scritture essi sono spesso rappresentati nell'atto di tributare il proprio omaggio al Budda, desiderosi di apprenderne le dottrine. Al bodhisattva Manjushri viene chiesto se qualcuno dei presenti abbia ottenuto l'illuminazione ed egli spiega che la figlia del re drago Sagara, una fanciulla di appena otto anni, aveva dimostrato piena padronanza di tutti gli insegnamenti. L'interlocutore di Manjushri esprime tutto il proprio scetticismo al riguardo, affermando, fra l'altro, che lo stesso Shakyamuni aveva dovuto seguire le pratiche religiose per molti eoni prima di poter ottenere l'illuminazione. A questo punto la fanciulla appare in persona e, davanti all'assemblea colta da profonda stupore, compie diverse azioni a dimostrazione del fatto che ha raggiunto il massimo livello di comprensione e può conseguire la Buddità "in un istante". Negli insegnamenti buddisti precedenti si era sempre sottolineato il tatto che le donne fossero fortemente limitate nelle loro pratiche religiose da cinque ostacoli, uno dei quali era il non poter sperare di conseguire l'illuminazione. Ma tutte queste affermazioni sono inequivocabilmente refutate nel Sutra del Loto. La fanciulla è un drago, un essere non umano, è di sesso femminile e ha appena compiuto otto anni; nonostante tutto ciò raggiunge lo scopo supremo nel breve volgere di un istante. Ancora una volta il Sutra del Loto rivela che le sue dottrine rivoluzionarie si situano in una

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dimensione che trascende le insignificanti distinzioni di sesso o di specie, di istanti o di eoni. Queste fauste rivelazioni concernenti l'accessibilità universale dello stato di Budda, che occupano i capitoli centrali del sutra, costituiscono il secondo messaggio essenziale dell'opera. Il terzo viene comunicato nel sedicesimo capitolo. Nel quindicesimo si narra di un'enorme moltitudine di bodhisattva che emergono dalla terra in modo miracoloso, pronti ad assumersi il compito di trasmettere e proteggere gli insegnamenti del Budda. Quando viene chiesto a Shakyamuni chi siano questi bodhisattva egli risponde che sono persone istruite e guidate da lui stesso all'illuminazione. Chiaramente l'interlocutore domanda come Shakyamuni abbia potuto istruire e convertire una simile moltitudine di discepoli in soli quarant'anni di predicazione. Nel sedicesimo capitolo Shakyamuni fornisce la risposta a questo interrogativo. Il Budda, afferma, è un essere eterno, sempre presente nel mondo, costantemente preoccupato della salvezza di tutti gli esseri viventi. Egli ha conseguito l'illuminazione in un passato incredibilmente lontano e da allora non ha mai cessato di vivere nel mondo. Talvolta egli dà l'impressione di entrare nel nirvana e in altre occasioni di apparire nuovamente nel mondo. Ma egli lo fa solo per evitare che gli esseri viventi diano per scontata la sua esistenza e che il loro desiderio di raggiungere l'illuminazione si affievolisca. La sua apparente scomparsa non è altro che un espediente utilizzato per incoraggiare i discepoli nei loro sforzi, uno dei tanti mezzi che egli adotta per trasmettere le sue dottrine a individui dotati di natura e capacità diverse, in modo che ognuno possa trarre profitto dai suoi insegnamenti. Da questa affermazione nonamo che nel Sutra del Loto il Budda, che in precedenza era rappresentato come una figura storicamente definita, viene ora concepito come un essere che trascende qualsiasi limite spaziotemporale, come un eterno principio di verità e di compassione, che esiste in ogni luogo e all'interno di tutti gli esseri. Questi sono dunque i principali insegnamenti del Sutra del Loto, concetti che costituiscono il fondamento del Buddismo Mahayana. Nel testo sono spesso spiegati in forma splendida e profondamente persuasiva, soprattutto grazie all'impiego di alcune celeberrime

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parabole. Ma non ci si deve accostare al Sutra del Loto aspettandosi di trovarvi un'esposizione metodica di un sistema filosofico. Alcuni dei principi essenziali del Buddismo sono soltanto accennati di sfuggita, come se si ritenesse che il lettore ne sia già al corrente, mentre alcune fra le dottrine più rivoluzionarie non sono esposte in maniera metodica né sostenute da argomentazioni dettagliate; davanti a esse il lettore ha piuttosto la sensazione di un'improvvisa rivelazione divina. Il testo, con le sue lunghe liste di personaggi, i numeri astronomici, il linguaggio ricco di formule fisse e di frequenti ripetizioni, le parabole colorite, ha nel suo insieme l'effetto di un incantesimo e più che all'intelletto fa appello alle emozioni. È importante ricordare che nei primi secoli della tradizione buddista non era usanza trasmettere gli insegnamenti in forma scritta, ma oralmente; le dottrine quindi venivano affidate alla memoria, secondo l'uso delle religioni indiane arcaiche. Si riteneva che questa fosse la via da seguire, il modo rispettoso di trasmettere gli insegnamenti e di assicurarsi che non venissero rivelati a persone non qualificate e non degne di esserne messe a parte. Il linguaggio denso di formule, i brani di riepilogo in versi e le ripetizioni servivano ad aiutare il discepolo nello sforzo mnemonico e con il passaggio alla forma scritta divennero elementi stilistici tipici delle scritture buddiste. Proprio agli inizi del sutra il Budda ammonisce che la saggezza di tutti i Budda è estremamente profonda e difficile da comprendere e questo ammonimento viene frequentemente ripetuto nei capitoli successivi. Il Sutra del Loto a volte dice che il sutra stesso sta per essere predicato, mentre in altri passi dice che è già stato predicato e ne descrive i risultati; in altre occasioni, infine, il sutra fornisce delle istruzioni su come deve essere predicato o elenca in dettaglio i meriti che saranno conseguiti da coloro che tributeranno il dovuto omaggio al testo. Ma il lettore potrebbe trovarsi in difficoltà se, al termine della lettura, si chiedesse quale dei suoi capitoli fosse inteso come il Sutra del Loto vero e proprio. Un commentatore ha descritto il sutra come un testo «riferito a un discorso che non viene mai pronunciato, ... una lunghissima prefazione scritta per un libro che non esiste.» nota1-

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XVIII. Tutto questo deriva dal fatto che secondo il Buddismo Mahayana la verità suprema dell'insegnamento buddista non può essere assolutamente espressa a parole, dal momento che queste creano immediatamente delle distinzioni che violano l'unità del "vuoto". Quello che il sutra può fare, quindi, è parlare girando intorno, lasciando in mezzo un buco al cui interno si trova la verità.Naturalmente in ambito religioso esistono altri approcci alla verità che non siano le parole o il discorso logico. Il sutra quindi esorta gli individui ad accostarsi alla saggezza dei Budda seguendo la via della fede e della pratica religiosa. La profonda influenza che il Sutra del Loto ha esercitato sulla vita culturale e religiosa dei paesi dell'Asia orientale è sicuramente dovuta sia alla sua funzione di guida per la pratica devozionale sia ai principi filosofici che insegna. Ci spinge ad agire vivendo per cosi dire le parole del sutra col corpo e la mente, piuttosto che limitarci a leggerne il testo, indicandoci cosi il percorso verso la comprensione del suo significato. In diverse occasioni il seguace riceve l'ingiunzione di «accettare e sostenere, leggere, recitare, copiare e insegnare» il sutra ad altre persone; nello stesso tempo vengono descritti sia i meriti illimitati che verranno accumulati grazie a queste azioni sia gli effetti negativi delle offese al sutra e alle sue pratiche. Inoltre il credente viene incoraggiato a fare offerte ai Budda e ai bodhisattva, agli stupa o torri commemorative e ai membri dell'Ordine monastico. I fiori, l'incenso, la musica e i canti religiosi sono le offerte menzionate più di frequente nel testo, mentre nel caso dei membri dell'Ordine si fa riferimento anche a mezzi di sostentamento quotidiano (cibo, vesti, coperte). nota1-XVIII George J. Tanabe, Jr. e Willa Jane Tanabe (curatori): The Lotus Sutra in Japanese Culture, Honolulu, University of Hawaii Press, 1989, 2 del capitolo introduttivo. L'oro, l'argento, le gemme e altri beni preziosi sono citati fra le possibili offerte, ma proprio in ragione del fatto che questa cosa avvantaggerebbe le persone abbienti, il sutra sottolinea fin dall'inizio l'importanza dello spirito con cui l'offerta viene fatta

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piuttosto che l'offerta in sé. Anche una torre di sabbia costruita da un bambino per gioco, se offerta con lo spirito giusto, può essere accolta dal Budda e portare a una ricompensa per il devoto. Octorreanche sottolineare che i sacrifici di animali, che nella tradizione vedica rivestivano un grande significato, nel Buddismo vengono aborriti. È vero che in un capitolo del Sutra del Loto si legge il racconto di un bodhisattva che diede fuoco al proprio corpo come forma di sacrificio, ma il brano è chiaramente da leggersi come una metafora. Nonostante ciò, in epoche successive alcuni seguaci, nell'intento di emulare l'esempio del bodhisattva in questione, hanno tragicamente interpretato il brano in senso letterale. Tra i capitoli più famosi e influenti per il loro contenuto devozionale vi sono quelli conclusivi, che ritraggono vari bodhisattva dotati di particolari virtù protettive nei confronti dei credenti. Notevole è il capitolo venticinquesimo in cui si parla del bodhlisattva Avalokiteshvara, Percettore dei Suoni del Mondo, conosciuto in Cina come Kuan-yin e come Kannon in Giappone. Il capitolo narra in termini molto concreti i meravigliosi modi in cui il bodhisattva è in grado di proteggere persone di qualsiasi livello e ceto sociale, da re e alti dignitari fino a mercanti in viaggio o a criminali in catene. Ai fine di rendere il suo insegnamento, e quindi il suo aiuto, facilmente accessibile a tutti gli esseri viventi, il bodhisattva ha la possibilità di assumere trentatré forme diverse ed è quindi in grado di assumere le sembianze di tutti gli esseri che invocano il suo ausilio, siano uomini o donne, persone abbienti o umili, esseri umani e non. Grazie al testo di questo e di altri capitoli simili, che sono stati recitati con fervore da innumerevoli seguaci nel corso dei secoli, il sutra ha arrecato conforto e speranza a ogni ceto sociale. Per la sua importanza in quanto espressione essenziale del pensiero Mahayana, il suo carattere di opera religiosa e per le celebri parabole e le scene drammatiche, il Sutra del Loto, come abbiamo già sottolineato, ha esercitato un'enorme influenza sulla cultura dell'Asia orientale. I commentari dedicati al Sutra del Loto superano in quantità qualsiasi altra scrittura della tradizione buddista. Alcuni capolavori della letteratura cinese e giapponese,

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quali Il sogno della camera rossa e La storia di Genji, sono ispirati dalle sue immagini e dai suoi principi; inoltre il Sutra del Loto ha fornito spesso degli spunti per l'espressione dell'arte religiosa nei paesi citati. Nel caso del Sutra del Loto non ci troviamo dinanzi a un'opera integrale quanto piuttosto a una raccolta di testi religiosi, a un'antologia di sermoni, racconti e precetti devozionali, capaci di rivolgersi con particolare efficacia a persone e circostanze sempre diverse a seconda dei casi. Questa è senza dubbio una delle ragioni che spiegano il durevole e vasto consenso che ha incontrato nel corso dei secoli in tutte le culture ove è stato introdotto. La traduzione attuale viene offerta ai lettori nella speranza che possano apprezzare il vigore e il fascino del Sutra del Loto e che, fra tutte le sue profonde idee religiose e le fantastiche metafore, possano trovare qualcosa che catturi il loro spirito. Burton Watson

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NOTA DEL TRADUTTORE

Il presente lavoro, come dovrebbe risultare chiaro dalla lettura dell'introduzione, è indirizzato a un pubblico che non possiede alcuna particolare conoscenza della tradizione buddista o della letteratura asiatica. I nomi e i termini sanscriti, per esempio, sono trascritti in una forma leggermente diversa dallo standard utilizzato nei testi specialistici, una forma che dovrebbe facilitare la corretta pronuncia dei termini. Il glossario riporta alcune informazioni essenziali su nomi di persona, di luoghi e sui termini tecnici che compaiono di frequente nel testo. La traduzione, si spera, non si limiterà a far conoscere i concetti filosofici per cui l'opera è divenuta tanto famosa, ma dovrebbe anche offrire una pur relativa immagine del valore letterario del sutra. In ogni caso si è scelto di utilizzare un linguaggio relativamente moderno. Non è stato fatto alcun tentativo, come si può riscontrare in altre traduzioni di scritture buddiste, di conferire al testo un tono "religioso" con l'impiego di forme arcaiche che potessero ricordare il linguaggio biblico. Nonostante la somiglianza che è stata spesso messa in evidenza tra una delle parabole del sutra e il Nuovo Testamento, ovvero la parabola del figliol prodigo, il Sutra del Loto, specialmente per ciò che riguarda i principi filosofici, risulta alquanto distante dal mondo della Bibbia. Qualcuno si potrebbe anche chiedere la ragione per cui, dato che il Sutra del Loto è un'opera della tradizione buddista indiana, in questa sede venga presentata una traduzione della versione cinese di Kumarajiva invece delle versioni sanscrite. In primo luogo, come ho già ricordato nell'introduzione, sebbene noi non sappiamo in quale lingua il sutra sia stato composto originariamente, è abbastanza sicuro che non fosse in sanscrito; per cui le versioni sanscrite si discostano già dal testo originale. Inoltre, nessuna delle versioni sanscrite giunte a noi è più antica di quella cinese di Kumarajiva, che risale al 406 d.C., e tutte differiscono da essa in modo abbastanza rilevante. La traduzione

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di Kumarajiva rappresenta la versione più antica e quindi più vicina all'originale. Ma il fattore più importante è che il testo cinese di Kumarajiva è la versione in cui il Sutra del Loto è stato conosciuto e letto nel corso dei secoli in tutti i paesi dell'Asia orientale. Il Buddismo in india si estinse molto tempo fa e le versioni sanscrite del sutra furono a lungo ritenute perdute; solo recentemente, a distanza di parecchi secoli, sono state riscoperte. Ai nostri giorni solo pochissimi studiosi leggono il Sutra del Loto in versione sanscrita, mentre il testo di Kumarajiva è conosciuto e recitato ogni giorno da milioni di persone, monaci e laici, in tutto l'Estremo Oriente. Il linguaggio e le immagini della traduzione cinese sono quelli che hanno plasmato la vita e il pensiero religioso dei popoli in quelle regioni del mondo, influenzando la loro arte e la loro letteratura. Partendo da queste premesse, si è ritenuto pienamente giustificato il fatto di pubblicare la traduzione di questa versione tuttora viva e vitale. Per i lettori che non conoscono l'interessante biografia di Kumarajiva, si può ricordare che egli visse dal 344 al 413 ed era nato nel piccolo stato di Kucha, nell'Asia centrale. Il padre, di origine indiana, apparteneva a una famiglia nobile e negli ultimi anni della sua vita divenne monaco buddista. La madre era sorella minore del sovrano di Kucha. Il fanciullo fece ben presto il suo ingresso nell'Ordine buddista, viaggiando a lungo in tutta l'India insieme alla madre, che nel frattempo si era fatta monaca. Acquisita una profonda conoscenza delle scritture e degli insegnamenti buddisti, fece ritorno alla sua terra natale, dove si dedicò alla propagazione del Buddismo Mahayana. Col tempo la sua fama di dotto raggiunse la Cina e L'imperatore cinese, spinto dal desiderio di avere presso di sé una figura tanto autorevole, ordinò a uno dei suoi generali di invadere lo stato di Kucha e di condurre Kumarajiva nella capitale Ch'ang-an. A causa di un cambiamento della dinastia regnante, Kumarajiva rimase prigioniero per alcuni anni a Liang-chou, nella regione di Kansu, e giunse a Ch'ang-an solo nel 401. Là, con il sostegno del sovrano, si impegnò in uno strenuo programma di traduzione, producendo in rapida successione una serie di autorevoli versioni cinesi di sutra e trattati buddisti, in tutto trentacinque opere, tra cui il Sutra

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del Loto. Nel suo lavoro poté avvalersi della collaborazione di una folta schiera di discepoli e monaci cinesi, che confrontavano la sua traduzione con le precedenti versioni, discutevano con lui il significato dei testi e lo aiutavano a perfezionarne la formulazione. Questa è indubbiamente una ragione che spiega perché la traduzione del Sutra del Loto compiuta da Kumarajiva sia di gran lunga superiore alle altre versioni cinesi e abbia conosciuto la fama di cui si è già parlato. Il presente lavoro è nato da un incontro che avvenne a Tokyo nel dicembre del 1973 tra me e Daisaku Ikeda, presidente dei movimento buddista Soka Gakkai Internazionale. Allorché il presidente Ikeda venne a sapere che gran parte del mio lavoro di traduttore era da opere della letteratura classica cinese, mi disse: «Allora lei deve tradurre una nuova versione inglese del Sutra del Loto di Kumarajival» Il progetto mi piacque sin dall'inizio e, nonostante siano trascorsi diversi anni prima che potessi accingermi al lavoro, sono profondamente grato per aver avuto l'opportunità di confrontarmi con un'opera di fama imperitura. La traduzione è stata realizzata con l'aiuto dei Nichiren Shoshu International Center di Tokyo, una struttura che dipende dalla Soka Gakkai. Il testo di riferimento è quello cinese affiancato dall'adattamento alla sintassi e alla grammatica giapponese (yomikudashi) pubblicato dalla Soka Gakkai a Tokyo nel 1961, nel volume Myoho renge kyo narabi ni kaiketsu. Il testo della versione cinese di Kumarajiva è stato ormai definito da tempo e le discordanze sono di scarsa rilevanza. Vorrei qui esprimere tutta la mia gratitudine per le molte persone aderenti alla Soka Gakkai Internazionale e al Nichiren Shoshu International Center per il supporto che mi hanno offerto. I collaboratori non si sono limitati a un accurato riscontro del mio lavoro, ma in diverse occasioni mi hanno aiutato con preziosi consigli a risolvere problemi interpretativi alquanto complessi. A questo proposito vorrei fare alcuni esempi che possono far capire l'entità dei problemi di interpretazione del testo. Il cinese classico, la lingua utilizzata da Kumarajiva, è estremamente sintetico nello stile, quindi spesso ambiguo semanticamente e sintatticamente, e lascia aperte diverse ipotesi risolutive. Ad

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esempio, è facile capire dove inizia un discorso diretto, ma spesso è difficile determinare esattamente dove finisca. In genere i verbi hanno il soggetto sottinteso e quindi alcuni passi possono essere tradotti in diversi modi tutti altrettanto plausibili. Ci sono casi in cui non è chiaro il tempo di una forma verbale; in altri non si è certi se un nome sia singolare o plurale. Tutto questo vale a maggior ragione per i brani in versi, là ove la lingua è stata forzata o compressa per ragioni metriche; talvolta, queste situazioni, non si può individuare il significato del passo se non ricorrendo al parallelo brano in prosa. A causa di questi problemi e ambiguità ricorrenti non si verificherà mai il caso che due traduttori dal cinese offrano la stessa versione di un brano. Nella maggior parte dei casi ciò non vuol dire che un traduttore abbia ragione e l'altro abbia torto, ma semplicemente che sono state fatte delle diverse scelte interpretative. Nella traduzione attuale ho cercato di rendere il testo cinese nella accezione ormai accolta tradizionalmente in Cina e in Giappone. Per questa ragione ho preso in attenta considerazione la lettura yomikudashi contenuta nel libro citato più sopra, che riordina gli ideogrammi cinesi in modo che si conformino alla sintassi giapponese. Questa lettura si basa sull'interpretazione del testo seguita da Nichiren (1222 - 1282), monaco giapponese che fondò una scuola buddista oggi conosciuta come Buddismo di Nichiren e che tenne lezioni sul Sutra del Loto ai suoi discepoli e seguaci laici nel corso di tutta la sua vita. A sua volta, la sua interpretazione si basa sui commentari al Sutra del Loto del grande studioso cinese Chih-i (538 - 597), fondatore della scuola buddista T'ien-t'ai. Si deve osservare che nei suoi scritti Chih-i elaborò un sistema interpretativo estremamente complesso e sofisticato, per mezzo del quale cercò di mettere in luce il significato più profondo del sutra e chiarirne la posizione e l'importanza nell'ambito dell'intero corpus delle scritture buddiste. Questo sistema fu ulteriormente rielaborato e raffinato nei commentari alle opere di Chih-i, compilati dai suoi discepoli e seguaci della scuola T'ien-t'ai. Al giorno d'oggi, per comprendere perfettamente il modo in cui il Sutra del Loto è stato interpretato nelle scuole buddiste dell'Asia

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orientale, occorrerebbe padroneggiare le idee e la terminologia di questo sistema interpretativo. Ma la sola descrizione di tutto il sistema richiederebbe altrettanto spazio quanto la traduzione stessa e non faciliterebbe certo l'approccio diretto e personale del lettore all'opera. Ho fatto alcuni riferimenti al sistema interpretativo di Chih-i nel glossario e nell'introduzione, cercando tuttavia di concentrarmi sulle dottrine e sui temi menzionati esplicitamente nel sutra. Per tornare alla traduzione, il problema più intricato da risolvere è stato quello del significato da attribuire alla parola cinese fa, che traduce a sua volta il termine sanscrito dharma. Talvolta, nella versione cinese, la parola fa sembra riferita alla verità insegnata dal Buddismo, oppure alla dottrina nel suo insieme: in questi casi è stata tradotta utilizzando il termine dharma o "la legge". Ma ci sono casi in cui fa è preceduto dalla parola chu, che rende il termine plurale; in questo caso tradurre semplicemente "le leggi" significherebbe attribuire al testo un tono giuridico e quindi si è optato per "dottrine" o "insegnamenti". La parola dharma in sanscrito può anche significare "cosa" o "fenomeno", uno degli elementi che costituiscono l'esistenza, e ci sono brani in cui questo significato è chiaramente intuibile nel testo cinese. Una delle frasi più note nella traduzione cinese del Sutra del Loto è chu-fa shih-hsiang (shoho jisso in giapponese), che compare nel secondo capitolo e che nella presente versione è stata tradotta come "la vera entità di tutti i fenomeni". Ci sono infine casi in cui fa sembra riferirsi semplicemente a una regola, a un metodo, ed è stato reso di conseguenza. È spiacevole compiere questo genere di distinzioni che non esistono nell'originale, ma adottare sempre il termine dharma per tradurre la parola fa avrebbe comportato una forma molto discutibile e non avrebbe in ogni caso aiutato a risolvere i problemi interpretativi. Pertanto ho deciso di tradurre tale termine secondo il contesto, assumendomene la responsabilità, e forse non sempre ho fatto la scelta migliore. I lettori possono essere comunque certi che ognuno di questi casi è stato valutato con estrema attenzione.

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BIBLIOGRAFIA DELLE TRADUZIONI INTEGRALI DEL SUTRA DEL LOTO IN LINGUA INGLESE The Saddharmapundarika, The Lotus of the True Law, trad. da Jan Hendrik Kern, Sacred Books of the East, vol. 21, Oxford, Clarendon Press, 1884. Si tratta della prima traduzione in lingua inglese, condotta su una versione sanscrita che il traduttore data al 1039. The Sutra of the Lotus FLotoer of the Wonderful Law, trad. da Senchu Murano, Tokyo, Nichiren Shu Headquarters, 1974. È una traduzione della versione cinese di Kumarajiva. Breve introduzione, glossario molto ricco, particolarmente utile ai lettori che conoscono la pronuncia giapponese di nomi propri e termini specifici buddisti. The Threefold Lotus Sutra: The Sutra of Innumerable Meanings; The Sutra of the Lotus FLotoer of the Wonderful Law; The Sutra of Meditation on the bodhisattva Universal Virtue, trad. Da Bunnô Katô, Yoshirô Tamura e Kojiro Miyasaka. Tokyo: Kosei, 1975. Anche questa è una traduzione della versione cinese di Kumarajiva, che presenta anche due altri brevi sutra che, sin dai tempi di Chih-i sono stati considerati come introduzione e poscritto al Sutra del Loto. Breve introduzione e glossario abbastanza ampio. Scripture of the Lotus Blossom of the Fine Dharma, trad. da Leon Hurvitz, New York, Columbia University Press, 1976, traduzione della versione di Kumarajiva. Contiene una prefazione, un glossario e un'ampia raccolta di passi tradotti da una versione sanscrita per evidenziare le differenze sostanziali tra la versione cinese e quella sanscrita. Una preziosissima opera per specialisti. The Lotus Sutra: The White Lotus of the Marvelous Law, trad. da Tsugunari Kubo e Akira Yuyama. Tokyo-Berkeley: Bukkyo Dendo Kyokai, 1991. Traduzione del testo di Kumarajiva. Breve introduzione del traduttore, glossario sanscrito e bibliografia scelta.

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I . INTRODUZIONE

Così io ho udito: Una volta il Budda si trovava sul Monte Gridhrakuta nei pressi di Rajagriha. Era accompagnato da una moltitudine di dodicimila eccellenti monaci, tutti arhat che avevano già sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio terreno; che avevano ottenuto ciò che andava a loro vantaggio e posto fine ai legami dell'esistenza e avevano conseguito la libertà della mente. I loro nomi erano Ajnata Kaundinya, Mahakashyapa, Uruvilvakashyapa, Gayakashyapa, Nadikashyapa, Shariputra, Grande Maudgalyayaria, Mahakatyayana, Aniruddha, Kapphina, Gavampati, Revara, Pilindavatsa Bakkula, Mahakaushthila, Nanda, Sundarananda, Purna Maitrayaniputra, Subhuti, Ananda e Rahula. Al pari di questi, erano tutti grandi arhat, ben non agli altri. Vi erano poi duemila persone, alcune in fase di apprendimento, altre già istruite. C'era la monaca Mahaprajapati con le sue seimila seguaci. C'era la madre diRahula, la monaca Yashodara con le sue seguaci.C'erano bodhisattva e mahasattva in numero di ottantamila, nessuno dei quali aveva mai interrotto la ricerca dell'anuttara-samyaksambodhi. Avevano tutti conseguito le dharani, si deliziavano nella predicazione, erano eloquenti e facevano girare la ruota della Legge che non conosce regresso. Avevano fatto offerte a innumerevoli centinaia e migliaia di Budda; in presenza di molteplici Budda avevano piantato numerose radici di virtù, erano stati costantemente lodati dai Budda, si erano esercitati nella compassione, erano capaci di accedere alla saggezza del Budda, avendo completamente penetrato la grande saggezza e raggiunto l'altra sponda. La loro fama si era diffusa per incommensurabili mondi ed erano in grado di salvare innumerevoli centinaia di migliaia di esseri viventi.

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I loro nomi erano bodhisattva Manjushri, bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, bodhisattva Grande Autorità, bodhisattva Diligenza Costante, bodhisattva Senza Riposo, bodhisattva Palmo Ingioiellato, bodhisattva Re della Medicina, bodhisattva Donatore Coraggioso, bodhisattva Luna Ingioiellata, bodhisattva Lure Lunare, bodhisattva Luna Piena, bodhisattva Grande Forza, bodhisattva Forza Immensa, bodhisattva Trascendente il Triplice Mondo, bodhisattva Bhadrapala, bodhisattva Maitreya, bodhisattva Cumulo di Gioielli e bodhisattva Condottiero. Bodhisattva e mahasattva pari a questi, in numero di ottantamila, partecipavano all'incontro. A quel tempo era presente anche Shakra Devanam Indra con il suo seguito di ventimila figli del cielo, Vi erano anche i figli del cielo Luna Rara, Fragranza Diffusa, Preziosa Luce, e i Quattro Grandi Re Celesti, insieme ai loro seguaci, diecimila figli del cielo. Erano presenti i figli del cielo Libertà e Grande Libertà e i loro seguaci, trentamila figli del cielo, Erano presenti il re Brahma, signore del mondo di saha, il grande Brahma Shikhin, e il grande Brahma Luce Splendente, insieme ai loro seguaci, dodicimila figli del cielo. Vi erano otto re draghi: il re drago Nanda, il re drago Upananda, il re drago Sagara, il re drago Vasuki, il re drago Takshaka, il re drago Anavatapta, il re drago Manasvin e il re drago Utpalaka, ciascuno con parecchie centinaia di migliaia di seguaci. Vi erano quattro re kimnara: il re kimnara Legge, il re kimnara Legge Meravigliosa, il re kimnara Grande Legge, e il re kimnara Sostegno della Legge, ciascuno con diverse centinaia di migliaia di seguaci. Vi erano quattro re gandharva: il re gandharva Piacevole, il re gandharva Suono Piacevole, il re gandharva Bello e il re gandharva Bel Suono, ciascuno con varie centinaia di migliaia di seguaci. Vi erano quattro re asura: il re asura Balin, il re asura Kharaskandha, il re asura Vemachitrin e il re asura Rahu, ognuno con diverse centinaia di migliaia di seguaci. Vi erano quattro re garuda: il re garuda Grande Maestà, il re garuda Grande Corpo, il re garuda Grande Pienezza, e il re garuda Così Vuole, ciascuno con molte centinaia di migliaia di seguaci. E vi era il re Ajatashatru, figlio di Vaidehi, con molte centinaia di migliaia di seguaci. Ciascuno di loro, dopo essersi inchinato ai piedi del Budda in segno di obbedienza, si ritirò e prese posto a un lato.

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A quel tempo l'Onorato dal Mondo, attorniato dalle quattro categorie di credenti, ricevette offerte e segni di rispetto e fu onorato e lodato. E per il bene dei bodhisattva espose il sutra del Grande Veicolo intitolato Innumerevoli Significati, una Legge per istruire i bodhisattva, custodita nei cuore dai Budda. Allorché il Budda ebbe terminato di predicare questo serra si sedette con le gambe incrociate nella posizione del loto ed entrò nella samadhi Origine degli innumerevoli significati, immoto nel corpo e nella mente. Allora piovvero dal cielo fiori di mandarava, di grande mandarava, di manjushaka e di grande manjushaka, che si sparsero sopra il Budda e la grande assemblea; in ogni luogo il mondo di Budda si scosse tremando in sei modi diversi. A quel tempo i monaci, le monache, i laici e le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani dell'assemblea e anche i re minori e i saggi re che girano la ruota - tutti coloro che erano riuniti nella grande assemblea -avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto, gioirono profondamente congiunsero le mani devotamente e guardarono il Budda. A quel tempo il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di candidi capelli tra le sue sopracciglia - uno dei suoi segni caratteristici illuminando diciottomila mondi verso oriente. Non vi era luogo che la luce non penetrasse, in basso fino all'inferno Avichi e in alto fino al cielo Akanishtha. Da questo mondo si potevano scorgere in tutte le altre terre gli esseri viventi dei sei sentieri. Allo stesso modo si potevano vedere i Budda presenti in quelle altre terre e udire gli insegnamenti dei sutra che quei Budda stavano esponendo. Contemporaneamente si potevano vedere i monaci e le monache, i laici e le laiche, che avevano portato a termine le pratiche religiose e avevano raggiunto la via. E si potevano anche vedere i bodhisattva e i mahasattva che in seguito a varie cause e condizioni e vari tipi di fede e comprensione, in varie forme e aspetti, stavano completando la via del bodhisattva. E si potevano pure scorgere i Budda entrati nel parinirvana e vedere le torri adornate con i sette tesori erette per le loro spoglie dopo l'ingresso dei Budda nel parinirvana.

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A quel tempo al bodhisattva Maitreya venne questo pensiero: "Adesso l'Onorato dal Mondo ha manifestato questi segni miracolosi, Ma qual è la causa di questi presagi portentosi? Adesso il Budda, l'Onorato dal Mondo, è entrato nella samadhi. È raro assistere a un evento così misterioso. Chi potrei interrogare a tale riguardo? Chi può darmi una risposta?" E ancora pensò : "Questo Manjushri, figlio di un re del Dharma, ha già personalmente assistito e fatto offerte a un incommensurabile numero di Budda nel passato. Di certo deve aver visto questi rari presagi. Adesso lo domanderò a lui," In quel momento i monaci, le monache, i laici, le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli spiriti e tutti gli altri ebbero questo pensiero: "Questo raggio luminoso emanato dal Budda, questi segni di poteri sovrannaturali - chi potremmo interrogare in proposito?" A quel tempo il bodhisattva Maitreya desiderò risolvere i propri dubbi al riguardo. Inoltre egli poteva vedere ciò che era nella mente delle quattro categorie di credenti, i monaci, le monache, i laici, le laiche, e così pure degli esseri celesti, dei draghi, degli spiriti e degli altri esseri che componevano l'assemblea. Così interrogò Manjushri chiedendo: «Qual è la causa di tali presagi portentosi, di questi segni di poteri sovrannaturali, di questa emissione di un grande raggio splendente che illumina le diciottomila terre orientali e ci permette di scorgere in quei luoghi tutti i maestosi mondi di Budda?» Poi il bodhisattva Maitreya, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Manjushri, perché dal candido ciuffo tra le sopracciglia del nostro maestro e guida risplende tutto intorno questa grande luce? Perché. piovono fiori di mandarava e di manjushaka e brezze odorose di sandalo deliziano i cuori della moltitudine? A causa di ciò tutta la terra è adorna e purificata, e questo mondo si scuote tremando in sei modi diversi.

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In questo momento le quattro categorie di credenti sono colme di delizia e di felicità e gioiscono nel corpo e nella mente per aver ottenuto una cosa senza precedenti. Il raggio luminoso emanato dalle sopracciglia rischiara la regione orientale e diciottomila terre sono tutte del colore dell'oro. Dall'inferno Avichi fino alla sommità dell'esistente, attraverso tutti i mondi, gli esseri che vivono nei sei sentieri, il regno cui tendono con le loro nascite e morti, le loro azioni buone e cattive e la retribuzione buona o cattiva che ne ricevono, tutto questo si può vedere da qui. Possiamo vedere anche i Budda, quei saggi sovrani, quei leoni, esporre e predicare sutra sottili, meravigliosi e supremi. Le loro voci chiare e pure risuonano soavi e gentili mentre istruiscono innumerevoli milioni di bodhisattva. Le loro voci di brahma, profonde e meravigliose, deliziano coloro che li ascoltano. Ciascuno nel proprio mondo predica la Legge corretta e, per mezzo di varie cause e condizioni e innumerevoli similitudini, illustra la Legge del Budda e guida all'illuminazione gli esseri viventi. Se una persona è angosciata detestando la vecchiaia, la malattia e la morte, a lei i Budda predicano il nirvana spiegando come possa por fine a ogni pena. Se una persona ha la fortuna

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di aver fatto offerte ai Budda, ed è decisa a cercare una Legge superiore, i Budda espongono la via del pratyekabuddha. Se vi sono figli del Budda che si dedicano a varie pratiche religiose ricercando l'insuperata saggezza, i Budda predicano la via della purezza. Manjushri, io ho vissuto qui e in tal modo ho visto e ascoltato cose che si contano a migliaia di milioni. Pur essendo così numerose, ne parlerò ora in breve. Vedo in queste terre bodhisattva numerosi come le sabbie del Gange, che, secondo varie cause e condizioni, ricercano la via del Budda. Alcuni offrono elemosine, oro, corallo, argento, perle, gioielli mani, conchiglie, agate, diamanti e altre rarità, servi e serve, carrozze e palanchini ingioiellati. Porgono lieti questi doni in offerta alla via del Budda, desiderosi di ottenere il veicolo che è il supremo nel triplice mondo ed è lodato dai Budda. Oppure vedo alcuni bodhisattva che offrono carrozze ingioiellate con doppia pariglia, con sponde e tende fiorite a ornarne i lati e il tetto. Ancora vedo bodhisattva che offrono la loro carne, mani e piedi, o le mogli e i figli, in cerca della via suprema.

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Vedo anche bodhtsattva che donano con gioia teste, occhi, corpi e arti, ricercando la saggezza del Budda. Manjushri, vedo re andare in visita al luogo del Budda per interroga rio sulla via suprema. Lasciano le loro terre felici, i palazzi le ancelle e gli attendenti si radono barba e capelli e indossano le vesti del Dhartna. Oppure vedo bodhisattva divenuti monaci, vivere in solitudine e in quiete, che si deliziano a recitare i sutra. Ancora, vedo bodhisattva che si esercitano con coraggio e diligenza, che si addentrano nel profondo delle montagne con la mente rivolta alla via del Budda. Li vedo allontanarsi dai desideri, dimorare costantemente nel vuoto e nella quiete, immergersi in profonda meditazione fino a ottenere i cinque poteri sovrannaturali. E vedo bodhisattva assorti in meditazione a mani giunte, che con mille, diecimila versi lodano il re delle dottrine. Ancora, vedo bodhisattva di profonda saggezza e fermi propositi, che sanno come interrogare i Budda e accettano e si conformano a tutto ciò che odono. Vedo figli del Budda esperti sia nella meditazione sia nella saggezza, che si avvalgono di innumerevoli similitudini per esporre la Legge all'assemblea, che gioiosamente predicano la Legge

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convertendo i bodhisativa, che sconfiggono le legioni del demone percuotendo il tamburo del Dharma. E vedo bodhisattva perfettamente immoti e silenziosi che, pur onorati dagli esseri celesti e dai draghi, non se ne rallegrano. E vedo bodhisattva, che vivono nelle foreste ed emanano luce, salvare chi soffre nell'inferno facendolo accedere alla via del Budda. Vedo figli del Budda che, senza mai cedere al sonno, continuano a vagare per la foresta cercando con diligenza la via del Budda. Vedo coloro che osservano i precetti con una condotta senza pecche, puri come gioielli e come gemme, ricercare in tal n'odo la via del Budda. Vedo figli del Budda intenti a esercitare la pazienza, sopportare le ingiurie e i colpi di persone estremamente arroganti, disposti a tollerare tutto questo per ricercare la via del Budda. Vedo bodhisattva, che rifuggono da frivolezze e risate e dai compagni stolti, stringere amicizia con persone sagge, disperdere la confusione della mente, ordinare i loro pensieri per monti e foreste e per un milione, mille o diecimila anni cercare in tal modo la via del Budda, Oppure vedo bodhisattva con cibi e bevande deliziose e cento tipi di pozioni curative da offrire al Budda e ai suoi monaci;

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con vesti raffinate e abiti preziosi dal costo di migliaia o decine di migliaia, o vesti senza prezzo da offrire al Budda e ai suoi monaci; con mille, diecimila, un milione di varietà di dimore preziose in legno di sandalo e grande quantità di splendidi drappi da letto, da offrire al Budda e ai suoi monaci; con giardini e boschetti immacolati con fiori e frutta a profusione, purissime sorgenti e laghetti ove bagnarsi da offrire al Budda e ai suoi monaci. Offerte di tal sorta, di diversa e meravigliosa varietà, le donano con gioia e senza rimpianto nella ricerca della via suprema. Vi sono poi bodhisattva che espongono la Legge della serena estinzione e impartiscono vari tipi di insegnamenti a innumerevoli esseri viventi. Oppure vedo bodhisattva percepire la natura dei fenomeni priva di dualità, come lo spazio vuoto. Vedo figli del Budda con la mente spoglia di artaccamenti, usare tale saggezza meravigliosa per ricercare la via suprema. Manjushri, vi sono anche bodhisattva i quali, dopo l'estinzione del Budda, fanno offerte alle sue reliquie. Vedo figli del Budda erigere torri in sua memoria pari in numero alle sabbie del Gange e ornarne ogni terra; meravigliose e sublimi torri ingioiellate,

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alte cinquemila yojana, larghe e profonde esattamente duemila yojana, ognuna ornata di mille pennoni e bandiere, con drappeggi tempestati di gemme simili a gocce di rugiada e campane preziose che risuonano armoniosamente. Là esseri celesti, draghi, spiriti, esseri umani e non umani, fanno continue offerte di incenso, fiori e musica. Manjushri, questi figli del Budda per venerare le reliquie adornano le torri commemorative in modo tale che ogni terra, così com'è, diventa straordinariamente splendida e piacevole, come il re celeste della vegetazione allo sbocciare e allo schiudersi dei fiori. Quando il Budda emana il raggio di luce, io e gli altri riuniti in assemblea possiamo vedere queste terre con tutte le loro svariate meraviglie. I poteri sovrannaturali dei Budda e la loro saggezza sono veramente rari: con un solo raggio di pura luce i Budda illuminano terre innumerevoli. lo e gli altri abbiamo visto questo e abbiamo ottenuto una cosa senza precedenti. Figlio del Budda, Manjushri, ti imploro di lenire i dubbi dell'assemblea. Le quattro categorie di credenti sollevano lo sguardo in lieta aspettativa. rivolti a te e a me. Perché l'Onorato dal Mondo emette questo raggio lucente? Figlio del Budda, dacci ora una risposta,

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placa i nostri dubbi e rendici felici! Quali copiosi benefici sorgeranno da questo raggio splendente? Sicuramente il Budda intende esporre la meravigliosa Legge che ottenne quando sedette nel luogo dell'illuminazione. Egli deve avere delle predizioni da conferire. Ci ha mostrato le terre del Budda, pure e adorne di molteplici tesori, e noi abbiamo visto i loro Budda: ciò non accade per futili ragioni. Manjushri, tu lo devi sapere. Le quattro categorie di credenti, i draghi e gli spiriti volgono lo sguardo a te, domandandosi quale spiegazione ne darai. A quel tempo Manjushri disse al bodhisattva e mahasattva Maitreya e agli altri grandi uomini: «Uomini devoti, credo che il Budda, l'Onorato dal Mondo, voglia ora esporre la grande Legge, far cadere la pioggia della grande Legge, soffiare nel corno della grande Legge, percuotere il tamburo della grande Legge, chiarire il significato della grande Legge. Uomini devoti, io ho già visto tali fausti portenti provocati da Budda del passato. Anch'essi emisero un raggio di luce come questo e quindi esposero la grande Legge. Perciò sappiate che, dopo aver mostrato questa luce, ora il Budda presente farà lo stesso. Egli desidera che tutti gli esseri viventi possano udire e comprendere la Legge difficile da credere per tutto il mondo. Per questo ha manifestato questo fausto portento. «Uomini devoti, una volta, in un tempo remoto, un incommensurabile, infinito, inconcepibile numero di asamkhya kalpa nel passato, viveva un Budda chiamato Splendore del Sole e della Luna, Tathagata, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo, che esponeva la Legge corretta. La sua esposizione era buona all'inizio, buona nel mezzo, buona alla fine. Il significato era profondo e molto vasto, le parole

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efficaci e mirabili. Era puro e senza pecche, completo, pulito e immacolato, e recava i segni della pratica di brahma. «A beneficio di chi cercava di diventare un ascoltatore della voce, rispondeva esponendo la Legge delle quattro nobili verità, così che potesse trascendere nascita, vecchiaia, malattia e morte e ottenere il nirvana. A beneficio di chi cercava di diventare pratyekabuddha rispondeva esponendo la Legge della dodecupla catena di causalità. A beneficio dei bodhisattva rispondeva esponendo le sei paramita, facendo loro ottenere l'anuttara-samyak-sambhodi e acquisire la saggezza onnicomprensiva. «Vi fu poi un altro Budda, anch'egli chiamato Splendore del Sole e della Luna, e poi ancora un altro Budda anche lui chiamato Splendore del Sole e della Luna. Vi furono ventimila Budda, tutti con il medesimo nome, tutti chiamati Splendore del Sole e della Luna. E tutti avevano il medesimo cognome Bharadvaja. Maitreya, sappi che tutti, dal primo Budda fino all'ultimo, avevano lo stesso appellativo; rotti erano chiamati Splendore del Sole e della Luna. Erano degni di tutti i dieci epiteti e la Legge che esponevano era buona all'inizio, nel mezzo e alla fine. «lultimo Budda, quando non aveva ancora abbandonato la vita familiare, aveva collie figli otto principi. Ti primo era chiamato Dotato di Intenzione, il secondo Buona Intenzione, il terzo Immensa Intenzione, il quarto Preziosa Intenzione, il quinto Accresciuta Intenzione, il sesto Intenzione Scevra di Dubbi, il settimo Echeggiante Intenzione, e l'ottavo Intenzione della Legge. Acquisivano senza sforzo dignità e virtù e ciascuno governava un regno di quattro continenti. «Allorché questi principi udirono che il padre aveva abbandonato la vita familiare e aveva conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi, misero tutti da parte il proprio rango principesco e lo seguirono abbandonando la vita familiare. Aspirando al Grande Veicolo, si esercitarono costantemente nelle pure pratiche di brahma e divennero tutti maestri della Legge. Avevano già piantato buone radici seguendo mille, diecimila Budda. «Allora il Budda Splendore del Sole e della Luna predicò il sutra del Grande Veicolo intitolato Innumerevoli Significati, una Legge atta a istruire i bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda. Quando ebbe

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terminato di esporre il sutra, sedette a gambe incrociare al centro della grande assemblea ed entrò nella samadhi Origine degli innumerevoli significati, immoto nel corpo e nella mente. Allora dal cielo piovvero fiori di mandarava, di grande mandarava, di manjushaka e di grande manjushaka, che si sparsero sopra il Budda e la grande assemblea, e per ogni dove il mondo del Budda si scosse tremando in sei modi diversi, «A quel tempo i monaci, le monache, i laici e le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara e mahoraga, gli esseri umani e non umani dell'assemblea e anche i re minori e i saggi re che girano la ruota - tutti coloro che erano riuniti in questa grande assemblea - avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto. colmi di gioia, devotamente giunsero le mani e guardarono verso il Budda. «A quel tempo il Tathagata emise un raggio di luce dalla candida ciocca che aveva tra le sopracciglia, uno dei suoi segni caratteristici, e illuminò diciottomila terre di Budda verso oriente. Non vi era luogo che la luce non penetrasse, proprio come ora avete visto illuminarsi le terre di Budda. «Sappi, Maitreya, che vi erano allora nell'assemblea venti milioni di bodhisattva gioiosi e desiderosi di udire la Legge. Quando questi bodhisattva videro il raggio di luce che illuminava le terre di Budda in ogni luogo, una cosa senza precedenti, desiderarono conoscere le cause e le condizioni che avevano dato origine a quella luce. «Viveva a quel tempo un bodhisattva di nome Luce Meravigliosa, che aveva ottocento discepoli. Allora il Budda Splendore del Sole e della Luna si destò dalla samadhi e, in onore del bodhisattva Luce Meravigliosa, espose il sutra del Grande Veicolo chiamato il Loro della Legge Meravigliosa, una Legge atta a istruire i bodhisattva, una Legge custodita nel cuore dai Budda. Il Budda rimase assiso senza levarsi per sessanta piccoli kalpa, e anche gli ascoltatori riuniti allora in assemblea restarono lì seduti per sessanta piccoli kalpa, immoti nel corpo e nello spirito. E ciò nonostante parve loro di aver ascoltato il Budda predicare per un tempo non più lungo della durata di un pasto. Tra tutti gli esseri riuniti in assemblea non vi era nessuno che provasse il minimo senso di stanchezza nel corpo o nello spirito.

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«Allorché il Budda Splendore del Sole e della Luna ebbe terminato di esporre questo sutra per un periodo pari a sessanta piccoli kalpa, si rivolse ai Brahma, ai demoni, agli shramana e ai brahmani, come pure agli dei, agli uomini e agli astira che componevano l'assemblea, con queste parole: "Stanotte, a mezzanotte, il Tathagata entrerà nel nirvana senza residui." «Si trovava allora in quel luogo un bodhisattva chiamato Scrigno di Virtù. Il Budda Splendore del Sole e della Luna gli conferì una profezia, che annunciò ai monaci: 'Questo bodhisattva Scrigno di Virtù sarà il prossimo a diventare un Budda. Egli verrà chiamato Puro Corpo. tathagata, arhat, saniyak-sambuddha." «Dopo che il Budda ebbe finito di annunciare questa profezia, a mezzanotte entrò nel nirvana senza residui. Dopo la sua dipartita, il bodhisattva Luce Meravigliosa espose il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa per un periodo di ottanta piccoli kalpa spiegandolo agli altri. Ciascuno degli otto figli del Budda Splendore del Sole e della Luna riconobbe Luce Meravigliosa come proprio maestro, Luce Meravigliosa li istruì e li converti, facendo sorgere in loro la ferma determinazione di raggiungere l'anuttara-samyak-sambodhi. Quei nobili figli fecero offerte a innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, e infine conseguirono tutti la via del Budda. L’ultimo a divenire Budda si chiamava Fiaccola Ardente. «Tra gli ottocento discepoli di Luce Meravigliosa ve ne era uno chiamato Cercatore di Fama. Egli era avido di guadagno e di appoggi e, sebbene leggesse e recitasse numerosi sutra, non era in grado di comprenderli e in gran parte li dimenticava. Per questo veniva chiamato Cercatore di Fama, Tuttavia, dato che quest'uomo aveva oltre a ciò piantato svariate buone radici, fu in grado di incontrare innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, fare loro offerte, riverirli, onorarli e lodarli. «Maitreya, sappi questo: il bodhisattva Luce Meravigliosa che viveva allora potrebbe esserti sconosciuto? Altri non era che io. E il bodhisattva Cercatore di Fama eri tu. «Vedendo questi presagi prodigiosi, osservo che non differiscono da ciò che vidi allora. Perciò suppongo che il Tathagata stia per esporre il

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sutra del Grande Veicolo, chiamato Loto della Legge Meravigliosa, una Legge atta a istruire i bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda.» A quel tempo Manjushri, desiderando ribadire le sue parole di fronte alla grande assemblea, si espresse in versi dicendo: Ricordo che in un'epoca passata, incommensurabili, innumerevoli kalpa or sono, viveva un Budda tenuto in sommo onore dagli uomini, chiamato Splendore del Sole e della Luna. Questo Onorato dal Mondo esponeva la Legge, salvando innumerevoli esseri viventi e incommensurabili milioni di bodhisattva, facendoli accedere alla saggezza del Budda, Gli otto principi generati da questo Budda prima di abbandonare la vita familiare, vedendo che il grande saggio aveva lasciato la sua famiglia, fecero lo stesso e intrapresero le pratiche di brahma. A quel tempo il Budda espose il Grande Veicolo, un sutra chiamato Innumerevoli Significati, e nel mezzo di una vasta assemblea a beneficio della gente stabilì grandi distinzioni, Quando il Budda ebbe finito di esporre questo sutra, sedette nel seggio della Legge a gambe incrociate, nella samadhi chiamata Origine degli innumerevoli significati. Piovvero dal cielo fiori di mandarava, celesti tamburi suonarono da soli ed esseri celesti, draghi e spiriti fecero offerte al più onorato tra gli uomini. Tutte le terre di Budda si scossero per improvviso gran tremore. Il Budda emise un raggio dalle sopracciglia, mostrando segni che si vedono di rado. La luce illuminò nella regione orientale diciottomila terre di Budda, mostrando come tutti gli esseri viventi ricevessero nella nascita e nella morte la retribuzione per

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le azioni passate. Si vedevano queste terre di Budda, ornate di numerosi gioielli, risplendere dei bagliori di lapislazzuli e cristalli perché illuminate dalla luce del Budda. Si potevano anche vedere gli dei e gli uomini, spiriti, draghi e molti yaksha, gandharva e kimnara, ognuno fare offerte al proprio Budda. Si potevano anche vedete i Tathagata che ottengono naturalmente la via del Budda, il corpo del colore di auree cime, eretti, imponenti. assai sottili e meravigliosi. Era come se in mezzo a puri lapislazzuli, fossero apparse statue di oro puro. Gli Onorati dal Mondo in una grande assemblea esposero i principi della profonda Legge. In una terra del Budda dopo l'altra gli ascoltatori della voce in infinite schiere, illuminati dalla luce del Budda, divennero visibili con le loro grandi assemblee. Vi erano anche monaci che vivevano nelle foreste e si esercitavano a osservare i puri precetti come se custodissero una gemma lucente. Si potevano anche vedere bodhisattva praticare leleniosina, la pazienza e così via, numerosi come le sabbie del Gange, sempre in virtù della luce del Budda. Si potevano anche vedere bodhisattva raccolti in profonde pratiche meditative, immoti e quieti nel corpo e nella mente, ricercare in tal modo la via suprema. Si potevano vedere bodhisattva consapevoli che i fenomeni sono destinati all'estinzione, intento ognuno nella propria terra a predicare la Legge e ricercare la via del Budda.

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A quel tempo le quattro categorie di credenti, vedendo il Budda Splendore del Sole e della Luna manifestare i suoi i nimensi poteri sovrannaturali gioirono tutti nel loro cuore, e ciascuno chiese al suo vicino cosa causasse tali eventi. Colui che è onorato dagli dei e dagli uomini si destò proprio allora dalla samadhi e così lodò il bodhisattva Luce Meravigliosa: "Tu sei l'occhio del mondo, in te ognuno può credere e aver fede, tu puoi onorare e sostenere il tesoro del Dharma. La Legge che io espongo tu solo puoi testimoniarla. " L'Onorato dal Mondo, dopo aver pronunciato queste parole di lode rallegrando Luce Meravigliosa, espose il Sutra del Loto per sessanta interi piccoli kalpa. Mai sorse dal suo seggio, e la suprema e meravigliosa Legge da lui esposta fu accettata e sostenuta integralmente dal maestro del Dharma Luce Meravigliosa. Dopo che il Budda ebbe predicato la Legge del Loto, facendo gioire tutta l'assemblea, proprio in quello stesso giorno annunciò all'uditorio di esseri celesti e umani: "Ho già esposto per voi il significato della vera entità di tutti i fenomeni. Ora, al giungere della mezzanotte, entrerò nel nirvana. Esercitatevi diligentemente e liberatevi dalla negligenza e dalla pigrizia. È assai difficile incontrare un Budda, ne potete incontrare uno ogni milione di kalpa." I figli dell'Onorato dal Mondo, udendo che il Budda sarebbe entrato nel nirvana, furono colti da dolore e angoscia,

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sorpresi che il Budda dovesse estinguersi così presto. Il nobile saggio,re della Legge, rincuorò e confortò la folla sterminata dicendo: "Quando sarò entrato nei nirvana non dovrete avere nessuna preoccupazione o timore! Il bodhisattva Scrigno di Virtù ha già pienamente compreso nel suo cuore la vera entità senza illusioni. Sarà lui il prossimo a divenire Budda: si chiamerà Corpo Puro e anch'egli salverà innumerevoli moltitudini." Quella notte il Budda entrò nel nirvana come fuoco che si estingue quando la legna è consumata. Divisero e ripartirono le sue reliquie ed eressero un numero incredibile di torri; monaci e monache numerosi come le sabbie del Gange praticarono con raddoppiato zelo, ricercando in tal modo la suprema via, Questo maestro del Dharma, Luce Meravigliosa, sostenne e onorò il tesoro del Dharma del Budda per la durata di ottanta piccoli kalpa, diffondendo ampiamente il Sutra del Loto. Quegli orto nobili figli convertiti da Luce Meravigliosa si attennero fermamente alla via suprema, e poterono perciò incontrare innumerevoli Budda. Dopo aver tributato offerte a questi Budda li seguirono nella pratica della grande via e uno dopo l'altro poterono diventare Budda, ciascuno concedendo la predizione al successore. L'ultimo a divenire essere celeste tra esseri celesti fu chiamato Budda Fiaccola Ardente. Come guida e maestro di veggenti salvò moltitudini innumerevoli. Questo maestro del Dharma Luce Meravigliosa aveva a quel tempo un discepolo

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la cui mente era dominata da pigrizia, da avidità di fama e di profitto. Insaziabilmente ricercava fama e profitto frequentando spesso gente della sua e di altre famiglie. Gettò al vento ciò che aveva appreso, lo trascurò, lo dimenticò, non lo comprese. Proprio per questo venne chiamato Cercatore di Fama. Ma egli aveva anche compiuto molte buone azioni e a causa di ciò poté incontrare innumerevoli Budda. Fece offerte ai Budda e li segui nella pratica della grande via realizzando tutte le sei parainita, e ora ha incontrato il leone degli Shakya. Diverrà quindi un Budda che avrà nome Maitreya e salverà in ogni dove gli esseri viventi in numero al di là di ogni calcolo. Dopo l'estinzione di quel Budda, quell'uomo pigro ora sei tu, e quel maestro del Dharma, Luce Meravigliosa ora sono io. lo vidi il Budda Torcia Splendente (Splendore del Sole e della Luna) manifestare in passato un prodigioso presagio come questo. E così so che ora il Budda presente sta per esporre il Sutra del Loto. Adesso i segni sono uguali ai prodigiosi auspici passati; questo è un abile espediente impiegato dai Budda. Ora il Budda emette questo raggio luminoso aiutando a rivelare il significato della vera entità dei fenomeni. Gli esseri umani ora verranno per conoscerlo: giungiamo tutti le mani e attendiamo. Il Budda farà piovere la pioggia della Legge per soddisfare tutti coloro che cercano la via

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Voi che cercate i tre veicoli, se avete dubbi e rimpianti il Budda li risolverà per voi ponendovi fine, così che nulla rimanga.

II. ESPEDIENTI

A quel tempo l'Onorato dal Mondo sorse ce dalla samadhi e, rivolto a Shariputra, disse: «La saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile. L’accesso a questa saggezza è difficile da comprendere e difficile da varcare. Nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyeka-buddha è in grado di comprenderla. «Qual è la ragione di ciò? Un Budda ha assistito centinaia, migliaia decine di migliaia, milioni, un numero infinito di Budda e ha portato a termine innumerevoli pratiche religiose. Si è esercitato con coraggio e diligenza e il suo nome è universalmente noto. Ha percepito la Legge profonda e finora mai conosciuta e la espone in modo appropriato alle circostanze; eppure la sua intenzione è difficile da comprendere. «Shariputra, da quando ho conseguito la Buddità ho esposto ampiamente i miei insegnamenti servendomi di varie cause e parabole e con innumerevoli espedienti ho guidato gli esseri umani inducendoli a rinunciare ai loro attaccamenti. Per quale motivo? Perché il Tathagata è completamente dotato sia 30 degli espedienti sia della paramita della saggezza. «Shariputra, la saggezza del Tathagata è vasta e profonda. Egli è dotato di infinita [compassione] e di illimitata [eloquenza], di potere, coraggio, concentrazione, emancipazione e samadhi; inoltre è penetrato profondamente nell'infinito e si è risvegliato alla Legge finora mai conosciuta. «Shariputra, il Tathagata sa come operare diversi gradi di distinzione fra gli insegnamenti e li predica con abilità. Le sue parole sono soavi e gentili e rallegrano il cuore delle moltitudini. «Ricapitolando, Shariputra, il Budda ha pienamente realizzato la Legge infinita, incommensurabile, senza precedenti.

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«Ora basta, Shariputra, altro non dirò, perché la Legge cui si è risvegliato il Budda è la più rara e la più difficile da comprendere. La vera entità di tutti i fenomeni può essere compresa e condivisa solo tra Budda. Questa realtà consiste di: aspetto, natura, entità, potere, azione, causa [internal, relazione, effetto [latente], retribuzione e della loro coerenza dall'inizio alla fine.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Leroe del mondo è insondabile. Nessuno tra gli esseri celesti, tra la gente del mondo o tra tutti gli esseri viventi, può comprendere il Budda il potere del Budda, il suo coraggio, l'emancipazione. le samadhi e tutti gli altri attributi del Budda nessuno li può valutare o sondare. In passato, sotto la guida di innumerevoli Budda, egli ha pienamente acquisito e praticato varie vie, dottrine profonde, sottili e meravigliose, difficili da vedere e difficili da comprendere. Per innumerevoli milioni di kalpa egli ha praticato queste vie, finché nel luogo dell'illuminazione ha conseguito il frutto. Io ho già potuto vedere e conoscere perfettamente questa grande retribuzione, il significato delle varie nature e forme. Io e gli altri Budda delle dieci direzioni ora possiamo comprendere queste cose. Questa Legge non può essere descritta, di fronte a essa le parole cadono silenziose. Tra tutti gli altri esseri viventi non vi è nessuno che possa comprenderla eccetto i numerosi bodhisattva che hanno sviluppato il potere di una salda fede. I numerosi discepoli del Budda che in passato hanno fatto offerte ai Budda,

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hanno già sradicato ogni illusione e ora dimorano nella loro ultima incarnazione. Ma neppure persone come loro hanno il potere necessario. Se anche il mondo intero fosse pieno di uomini pari a Shariputra, se anche unissero le loro facoltà fino a stillare il cervello non potrebbero sondare la saggezza del Budda. Se anche le dieci direzioni fossero piene di uomini pari a Shariputra o agli altri discepoli, se anche riempissero le terre nelle dieci direzioni e unissero le loro facoltà fino a stillare il cervello, ancora non riuscirebbero a comprenderla. Se dei pratyekabuddha di acuta intelligenza, privi di illusioni, nella loro ultima incarnazione, riempissero i mondi nelle dieci direzioni, numerosi come bambù in un boschetto, se anche si riunissero insieme con un'unica mente per un milione o per innumerevoli kalpa, sperando di penetrare la vera saggezza del Budda, non riuscirebbero a comprenderne che una minima parte. Se dei bodhisattva che hanno da poco intrapreso il cammino porgessero offerte a innumerevoli Budda, fossero completamente padroni del significato delle varie dottrine, in grado anche di predicare la Legge con efficacia, e, come piante di riso e di canapa, di bambù o di canna, riempissero le terre nelle dieci direzioni; se con la stessa mente, con la loro meravigliosa conoscenza, per un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange, riunissero tutti quanti i loro pensieri e le loro facoltà non riuscirebbero a comprendere la saggezza del Budda. Se dei bodhisattva nello stadio di non regressione, numerosi come le sabbie del Gange,

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si riunissero con unica mente in riflessione e ricerca, ancora non riuscirebbero a comprenderla. Inoltre, Sharipitra, ti annuncio che questa profonda, sottile e meravigliosa Legge, priva di falle, al di là della comprensione, ora io l'ho pienamente realizzata. lo solo comprendo le sue caratteristiche, e così i Budda delle dieci direzioni. Sappi, Shariputra, che le parole dei vari Budda non differiscono mai. Verso la Legge esposta dai Budda, devi coltivare il grande potere della fede. L’Onorato dal Mondo ha esposto a luogo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità. Io annunzio questo a tutti gli ascoltatori della voce e a coloro che cercano il veicolo dei pratyekabuddha: li ho messi in condizione di liberarsi dai legami della sofferenza e di raggiungere il nirvana. Il Budda, con il potere degli espedienti, ha mostrato loro l'insegnamento dei tre veicoli distogliendo gli esseri viventi da questo o quell attaccamento e permettendo loro di ottenere la liberazione. A quel tempo nella grande assemblea vi erano ascoltatori della voce, arhat che avevano sradicato le loro illusioni, Ajnata Kaundinya e altri in numero di milleduecento persone. C'erano monaci, monache, laici e laiche che nutrivano il desiderio di diventare ascoltatori della voce o pratyekabuddha. In ognuno di loro sorse questo pensiero: Ora, per quale ragione l'Onorato dal Mondo loda con tanto fervore gli espedienti e afferma che la Legge percepita dal Budda è profonda e difficile da comprendere, che è molto difficile comprendere il significato delle sue parole, che nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di farlo? Se il Budda predicasse un'unica dottrina di emancipazione. anche noi saremmo in grado di percepire questa Legge e conseguire il nirvana. Noi non riusciamo ad afferrare il significato di ciò che sta dicendo in questo momento."

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A quel tempo Shariputra comprese i dubbi che erano nella mente delle quattro categorie di credenti e che neanche lui aveva risolto. Pertanto si rivolse al Budda e disse: «Onorato dal Mondo, quali cause e quali condizioni ti inducono a lodare coli tanto fervore gli espedienti, i più alti stratagemmi del Budda, la profonda, sottile e meravigliosa Legge che è così difficile da capire? Fin dal lontano passato non ho mai udito un Budda predicare in questo modo. Adesso tutte e quattro le categorie di credenti nutrono dubbi. Noi imploriamo l'Onorato dal Mondo di spiegare queste cose. Per quale ragione l'Onorato dal Mondo elogia così ardentemente questa Legge profonda, sottile, meravigliosa e difficile da comprendere?» A quel tempo Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Sole di saggezza, grande venerabile saggio, dopo tanto tempo ora tu esponi questa Legge. Tu stesso dichiari di aver ottenuto il potere, il coraggio, le samadhi, la concentrazione, l'emancipazione e la Legge che trascende la comprensione. Su questa Legge percepita nel luogo dell'illuminazione nessuno è in grado di interrogarti. "La mia intenzione è difficile da sondare e nessuno è in grado di pormi delle domande." Nessuno fa domande, eppure tu predichi spontaneamente, lodando il cammino su cui procedi. È una saggezza assai sottile e meravigliosa quella che tutti i Budda conseguono. Gli arhat senza più illusioni e quelli che ricercano il nirvana ora sono caduti tutti nella rete del dubbio e si chiedono per quale ragione il Budda predichi ciò. Quelli che mirano a diventare pratyekabuddha, i monaci e le monache, gli dèi, i draghi e gli spiriti, insieme ai gandharva e a tutti gli altri, si guardano l'un l'altro perplessi, e alzano lo sguardo al più onorato tra gli esseri con due

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gambe. Qual è il significato di tutto questo? Io imploro il Budda di spiegarcelo. Il Budda ha detto che nella moltitudine di ascoltatori della voce io sono il primo, tuttavia ora, con la mia sola saggezza, non riesco a risolvere questi dubbi e perplessità. No effettivamente già raggiunto la Legge suprema, o sono ancora nel cammino della pratica? I figli nati dalla bocca del Budda congiungono i palmi, guardano in alto e attendono. Noi ti implori amo di emettere suoni sottili e meravigliosi e di spiegarci adesso qual è la verità. Gli dei, i draghi, gli spiriti e gli altri, numerosi come le sabbie del Gange, i bodhisattva che aspirano a divenire Budda, in una grande moltitudine di ottantamila, e i saggi re che fanno girare la ruota, giunti da diecimila milioni di terre, lutti a mani giunte e con animo reverente, desiderano udire l'insegnamento della perfetta via. A quel tempo il Budda si rivolse a Shariputra e disse: «Basta! Basta! Non c'è bisogno di dire altro. Se ne parlo adesso, gli dèi e gli uomini di tutti i mondi resteranno attoniti e dubbiosi.» Shariputra ancora una volta si rivolse al Budda e disse: «Onorato dal Mondo, ti imploriamo di predicare! Ti imploriamo di predicare! Per quale motivo? In questa assemblea di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di esseri viventi, tutti nel passato hanno visto i Budda: le loro facoltà sono vigorose e acute e la loro saggezza è luminosa. Se ascoltano l'insegnamento del Budda, saranno capaci di una fede riverente.» A quel tempo Shariputra. desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Re del Dharma, degno di sommo onore,

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parla, ti supplichiamo, parla senza riserve! In questa assemblea vi sono innumerevoli esseri che possono credere rispettosamente. Il Budda disse un'altra volta: «Basta, Shariputra! Se ne parlo adesso, tutti gli dèi, gli uomini e gli asura presenti in tutti i mondi resteranno attoniti e dubbiosi, I monaci dominati dall'arroganza cadrebbero in un abisso profondo.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo ripeté ciò che aveva detto in versi: Basta! Basta! Non c'è bisogno di parlare! La mia Legge è meravigliosa e difficile da comprendere. Coloro che sono dominati dall'arroganza, quando la udranno, non niostreranno mai una fede riverente. A quel tempo Shariputra si rivolse ancora una volta al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, ti imploriamo di predicate! Ti imploriamo di predicare! In questa assemblea ci sono adesso centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di persone come me. Di era in era noi abbiamo già assistito i Budda e ne siamo stati istruiti. Persone come queste sono certamente capaci di nutrire una fede riverente. Per tutta la lunga notte essi riposeranno in pace e godranno di molti benefici.» A quel tempo Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Sommo onore tra gli esseri con due gambe, ti imploriamo di esporre questa Legge suprema. Io che sono considerato il più anziano figlio del Budda, ti chiedo di favorirci predicando le distinzioni. Gli innu inerevoli membri di questa assemblea possono nutrire una fede riverente in questa Legge. I Budda li hanno già istruiti e convertiti in questo modo era dopo era. Tutti con unica mente e le mani giunte desiderano ascoltare e ricevete le parole del Budda. To e gli altri mille e duecento del nostro gruppo, così come tutti coloro che aspirano a divenire Budda ti supplichiamo, per il bene di questa assemblea, di favorirci predicando per noi le distinzioni. Quando avremo ascoltato questa Legge, saremo colini di grande gioia.

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A quel tempo l'Onorato dal Mondo disse a Sharipurta: «Per tre volte hai posto la tua fervida richiesta. Che altro potrei fare se non predicate? Adesso devi ascoltare attentamente e riflettere con attenzione. Per il tuo bene ora analizzerò e spiegherò la questione» Non appena l'Onorato dal Mondo ebbe pronunciato queste parole circa cinquemila tra monaci, monache, laici e laiche presenti nell'assemblea si alzarono dai loro seggi, si inchinarono davanti al Budda e si ritirarono. Quale fu la ragione di ciò? Queste persone avevano molteplici e profonde radici di colpa e inoltre erano dominate dall'arroganza. Credevano di avere conseguito ciò che non avevano conseguito, credevano di avere compreso ciò che non avevano compreso. A causa di questa loro manchevolezza non rimasero dov'erano. L'Onorato dal Mondo restò in silenzio né cercò di trattenerli. Allora il Budda disse a Shariputra: «Adesso questa mia assemblea è libera dai rami e dalle foglie ed è composta unicamente di individui risoluti e sinceri. Shariputra, è bene che queste persone estremamente arroganti si siano ritirate. Adesso ascoltate attentamente e io predicherò per voi.» Shariputra disse: «Così sia, Onorato dal Mondo. Siamo impazienti di ascoltare!» Il Budda disse a Shariputra: «Una legge meravigliosa come questa è predicata dai Budda, dai Tathagata, soltanto in certe epoche. Ma come la fioritura dell'udumbara, queste epoche ricorrono assai di rado. Shariputra, tu e gli altri dovete credermi. Le parole che i Budda predicano non sono false. «Shariputra, i Budda espongono la Legge in modo appropriato alle circostanze, ma il significato è difficile da comprendere. Per quale ragione? Perché noi impieghiamo un numero infinito di espedienti, esaminando le cause e le condizioni e avvalendoci di parabole e similitudini per esporre gli insegnamenti. Questa Legge non è qualcosa che possa essere compreso attraverso la riflessione o l'analisi. Soltanto i Budda possono comprenderla. Per quale ragione? Perché i Budda, gli Onorati dal Mondo, appaiono nel mondo per un'unica grande ragione. Shariputra, che cosa intendo quando affermo

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che i Budda, gli Onorati dal Mondo, appaiono nel mondo per un'unica grande ragione? «I Budda, gli Onorati dal Mondo, desiderano aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi, per consentire loro di ottenere la purezza; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano risvegliare gli esseri viventi alla saggezza del Budda; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano indurre gli esseri viventi a imboccare il sentiero della saggezza del Budda; per questa ragione appaiono nel mondo. Shariputra, questa è l'unica grande ragione per cui i Budda appaiono nel mondo,» Il Budda disse a Shariputra: «I Budda, i Tathagata, semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva. Tutte le loro azioni mirano sempre allo stesso scopo. Essi desiderano semplicemente mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi e risvegliarli a essa. «Shariputra, i Tathagata usano soltanto il veicolo del Budda per predicare la Legge agli esseri viventi. Essi non hanno nessun altro veicolo, né un secondo né un terzo. nota1-39 Shariputra, la Legge predicata da tutti i Budda delle dieci direzioni è sempre questa. «Shariputra, i Budda del passato hanno utilizzato un numero infinito di espedienti, varie cause e condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi, Queste dottrine sono esposte tutte in nome dell'unico veicolo del Budda. Gli esseri viventi, ascoltando te dottrine dei Budda, alta fine sono tutti in grado di ottenere la saggezza onnicomprensiva. «Shariputra, quando i Budda del futuro appariranno nel mondo, anch'essi utilizzeranno un numero infinito di espedienti, varie cause, condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine saranno esposte tutte in nome dell'unico veicolo del Budda. Tutti gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine potranno ottenere la saggezza onnicomprensiva. nota1-39 O forse il significato è: "Essi non hanno nessun altro veicolo, non due veicoli né tre". Il cinese permette entrambe le

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interpretazioni; le scuole buddiste cinesi non hanno trovato un accordo su quale interpretazione seguire. . «Shariputra, i Budda, gli Onorati dal Mondo che esistono nel momento presente in infinite centinaia, migliaia decine di migliaia e milioni di terre di Budda nelle dieci direzioni, beneficano e recano pace e felicità agli esseri viventi in larga misura. Anche questi Budda usano un numero infinito di espedienti, varie cause e condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine sono esposte tutte in nome dell'unico veicolo del Budda. E. tutti gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine potranno conseguire la saggezza onnicomprensiva. «Shariputra, questi Budda semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva. Lo fanno perché desiderano mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi. Lo fanno perché desiderano usare la saggezza del Budda per illuminare gli esseri viventi, Lo fanno perché desiderano far imboccare agli esseri viventi il sentiero della saggezza del Budda. «Shariputra, adesso anch'io farò lo stesso. So che gli esseri viventi nutrono vari desideri e attaccamenti che sono profondamente radicati nelle loro menti. Prendendo atto di questa loro natura, userò varie cause e condizioni, parabole e similitudini e, con il potere degli espedienti, esporrò loro la Legge. Shariputra, faccio questo in modo che tutti possano conseguire l'unico veicolo del Budda e la saggezza onnicomprensiva. «Shariputra, nei mondi delle dieci direzioni non ci sono due veicoli né tanto meno tre! Shariputra, i Budda appaiono nei mondi corrotti dalle cinque impurità. Queste sono: la cosiddetta impurità dell'epoca, l'impurità del desiderio, l'impurità degli esseri viventi, l'impurità delle concezioni e l'impurità della durata della vita, «Shariputra, quando l'epoca è impura e i tempi sono caotici, gravi sono le contaminazioni degli esseri viventi: avidi e gelosi, essi piantano cattive radici. A causa di ciò i Budda, utilizzando il potere degli espedienti, operano delle distinzioni all'interno dell'unico veicolo del Budda e lo insegnano come se fossero tre veicoli.

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«Shariputra, se qualcuno tra i miei discepoli dovesse vantarsi di essere un arhat o un pratyekabuddha e tuttavia non prestasse attenzione o non comprendesse che i Budda, i Tathagata, semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva, allora costui non sarebbe mio discepolo, non sarebbe né un arhat né un pratyekabuddha. «Inoltre, Shariputra, se vi fossero monaci o monache che affermano di avere già ottenuto la condizione di arhat e di vivere la loro ultima incarnazione, che credono di aver raggiunto il nirvana definitivo, e perciò non intendono più ricercare l’anuttara-samyak-sambodhi, sappi che queste sono tutte persone estremamente arroganti. Perché dico questo? Perché è impensabile che monaci che hanno veramente raggiunto lo stato di arhat non abbiano creduto in questa Legge. Lunica eccezione sarebbe il periodo successivo alla scomparsa del Budda, quando non vi sono più Budda presenti nel mondo. Perché questo? Perché dopo la scomparsa del Budda sarà difficile trovare persone in grado di abbracciare, recitare e comprendere il significato di sutra come questo. Ma se tali persone incontreranno un altro Budda, allora potranno ottenere la perfetta comprensione di questa Legge. «Shariputra, tu e gli altri dovete credere devotamente nelle parole del Budda e accertarle. Le parole dei Budda, dei Tathagata, non sono false. Non c'è nessun altro veicolo, c'è solo l'unico veicolo del Budda,» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Esistono monaci e monache che si comportano con estrema arroganza, laici pieni di presunzione laiche che mancano di fede. Tra le quattro categorie di credenti, quelli di questo tipo ammontano a cinquemila, Non sanno vedere i propri errori, sono negligenti nell'osservanza dei precetti, attaccati ai loro difetti, non disposti a cambiare. Ma queste persone di modesta saggezza si sono già allontanate:

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la feccia di questa assemblea si è allontanata dal cospetto dell'autorità del Budda. Costoro erano persone di scarsi meriti e virtù, incapaci di accettare questa Legge. Questa assemblea è adesso libera da rami e foglie, è composta solo da individui risoluti e sinceri. Shariputra, ascolta con attenzione, perché la Legge che i Budda hanno conseguito essi la predicano per il bene degli esseri viventi attraverso il potere di espedienti innumerevoli. i pensieri presenti nella mente degli esseri viventi, i diversi sentieri che seguono, i loro vari desideri, le loro nature, le buone e cattive azioni compiute nelle esistenze precedenti: di tutto ciò il Budda è a conoscenza. Quindi si serve di cause, similitudini e parabole, discorsi che incarnano il potere degli espedienti, per renderli tutti felici. A volte predica sutra, versi, racconti di vite precedenti dei discepoli, racconti di vite precedenti del Budda, di cose inaudite. Altre volte predica riferendo cause e condizioni, usando similitudini, parabole, brani poetici o discorsi, Per quelli di modeste capacità, che si compiacciono di una piccola Legge e si aggrappano avidamente alla nascita e alla morte, che, malgrado gli innumerevoli Budda, non praticano la via profonda e meravigliosa, ma sono confusi a causa di numerose inquietudini, per loro io predico il nirvana. Escogitando questi espedienti, li induco a entrare nella saggezza del Budda. Fino a ora non vi ho mai detto che avreste certamente conseguito la via del Budda. Il motivo per cui fino a ora non l'ho detto è che il tempo di insegnare così non era ancora venuto.

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Ma adesso è il momento giusto in cui devo insegnare risolutamente il Grande Veicolo. Uso questi nove stratagemmi, adattandoli agli esseri viventi quando predico, ma il mio obiettivo fondamentale è di guidarli al Grande Veicolo ed è per questo che predico questo sutra. Esistono figli del Budda dalla mente pura, garbati e di capacità acute, che sotto innumerevoli Budda hanno praticato la via profonda e meravigliosa. Per questi figli del Budda predico questo sutra del Grande Veicolo. E predico che queste persone in un'esistenza futura conseguiranno la via del Budda. Poiché nella profondità della loro mente pensano al Budda, e praticano osservando i puri precetti, udendo che sicuramente otterranno la Buddità, una grande gioia pervaderà i loro corpi. Il Budda conosce la loro mente e la loro pratica e quindi predica per loro il Grande Veicolo. Se gli ascoltatori della voce e i bodhisattva ascoltano la Legge che espongo, non appena avranno udito un solo verso, senza dubbio conseguiranno tutti la Buddità. Nelle terre del Budda delle dieci direzioni esiste solo la Legge dell'unico veicolo, non ce ne sono due, non ce ne sono tre. salvo quando il Budda la predica in tal modo come espediente, impiegando nomi e termini provvisori per guidare gli esseri viventi ed esporre loro la saggezza del Budda. I Budda appaiono nel mondo unicamente per questa ragione, che è vera; le altre due non sono la verità.

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Non si servono mai del Piccolo Veicolo per salvare gli esseri viventi e portarli sull'altra sponda. Il Budda stesso dimora nel Grande Veicolo; adorno dei poteri di meditazione e di saggezza che accompagnano la Legge da lui ottenuta, se ne serve per salvare gli esseri viventi. Egli stesso testimonia la via insuperata, il Grande Veicolo, la Legge in cui tutte le cose sono uguali. Se impiegassi il Piccolo Veicolo per convertire anche una sola persona, sarei colpevole di avarizia, ma tale cosa sarebbe impossibile. Se una persona crederà e prenderà rifugio nel Budda, il Tathagata non la ingannerà mai, né mai manifesterà avidità o gelosia, perché ha estirpato il male fra i fenomeni. Quindi, in tutte le dieci direzioni solo il Budda è senza paura. Adorno il mio corpo con le caratteristiche speciali e diffondo la mia luce sul mondo. Sono onorato da innumerevoli moltitudini e per loro insegno l'emblema della realtà delle cose. Sappi, Shariputra, che all'inizio ho fatto il voto di rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi, e quello in cui ho sperato a lungo ora si è realizzato. Ho convertito tutti gli esseri viventi e li ho farti entrare tutti nella via del Budda. Se, incontrando gli esseri viventi, insegnassi loro in ogni caso la via del Budda, quelli senza saggezza resterebbero confusi e nel loro sconcerto non accetterebbero il mio insegnamento, Io so che tali esseri viventi

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non hanno mai coltivato buone radici in passato, ma sono rimasti ostinatamente attaccati ai cinque desideri e il loro folle attaccamento ha generato afflizione. I loro desideri sono la causa per cui cadono nei tre cattivi sentieri, ruotando per i sei regni dell'esistenza e sopportando ogni sorta di sofferenza e dolore, Dalla minuscola forma concepita nel ventre, esistenza dopo esistenza, costantemente crescono e maturano come persone di scarsi meriti e virtù, afflitte e turbate da molteplici sofferenze, Si perdono nella densa foresta delle opinioni errate, dibattendo su cosa esista e cosa non esista, e alla fine rimangono attaccati a tali idee, abbracciandole tutte e sessantadue nota2-46. Profondamente attaccati a dottrine false e vuote, si aggrappano fermamente a esse, incapaci di metterle da parte. Arroganti e presuntuosi, servili e subdoli, insinceri, per mille, diecimila, un milione di kalpa non udranno il nome del Budda né udranno la Legge corretta: tale gente è difficile da salvare. Per questi motivi, Shariputra, ho stabilito per il loro bene un espediente, insegnando il sentiero che pone fine a tutte le sofferenze e mostrando loro il nirvana. Ma sebbene io predichi il nirvana, questa non è la vera estinzione, Tutti i fenomeni, fin dal loro apparire, portano in sé costantemente i segni dell'estinzione. Dopo che i figli del Budda avranno praticato questa via, in un'esistenza futura, potranno diventare dei Budda

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nota2-46. Sessantadue possibili concezioni che sorgono dalle due concezioni secondo cui vi è l’esistenza e vi è la non esistenza. Il termine è spesso usato per indicare tutte le opinioni non buddiste diffuse al tempo di Shakyamuni. lo ho impiegato il potere degli espedienti per rivelare e dimostrare la dottrina dei tre veicoli, ma ciascuno degli Onorati dal Mondo, predica la via dell'unico veicolo. Adesso, davanti a questa grande assemblea, devo far svanire tutti i dubbi e le perplessità. Non esiste discrepanza nelle parole dei Budda, esiste soltanto un unico veicolo, neppure due. Per innumerevoli kalpa nel passato, innunierevoli Budda ora estinti, centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, - il loro numero è impossibile da calcolare anche tali Onorati dal Mondo, utilizzando varie cause, similitudini e parabole, il potere di innumerevoli espedienti, hanno esposto le caratteristiche di vari insegnamenti. Questi Onorati dal Mondo hanno predicato tutti la dottrina dell'unico veicolo, convertendo innumerevoli esseri viventi e facendoli entrare nel sentiero della Buddità E questi grandi nobili saggi, consapevoli di ciò che bramano nel profondo della mente gli esseri celesti, gli esseri umani e le altre creature di tutti i mondi, hanno impiegato ancora altri espedienti per poter rivelare la più sublime verità, Se ci sono esseri viventi che hanno incontrato questi Budda del passato e hanno dato ascolto alla loro Legge, fatto elemosine osservato i precetti, mostrato tolleranza, e sono stati assidui praticando meditazione e saggezza e coltivando varie forme di meriti e virtù, allora persone come queste

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Dopo l'estinzione dei Budda, hanno tutte guadagnato la via del Budda. se le persone sono d'animo gentile e buono, allora esseri viventi come questi hanno tutti guadagnato la via del Budda. Dopo l'estinzione dei Budda, coloro che fanno offerte alle reliquie, innalzando diecimila o un milione di torri, usando oro, argento e cristallo, conchiglie e agate, cornalina, lapislazzuli e perle per purificarle e abbellirle in ogni arte; coloro che erigono torri in tal maniera o costruiscono dei templi mortuari in pietra o in legno di sandalo, di aloe, di aquilaria o di altri tipi di legname, oppure di mattoni, tegole, argilla o terra; coloro che nel mezzo dei vasti campi ammassano la terra per farne un tumulo per i Budda, anche se sono bambini che per gioco accumulano la sabbia per farne una torre al Budda, persone come queste hanno tutte guadagnato la via del Budda. Le persone che in onore del Budda foggiano e costruiscono immagini, intagliandole con i vari segni distintivi, hanno tutte guadagnato la via del Budda. O se creano degli oggetti coi sette tipi di gioielli, di rame rosso o bianco, peltro, piombo, latta, ferro, legno o argilla, oppure usano lacca o resina per abbellire e foggiare le immagini del Budda, persone come queste hanno tutte guadagnato la via del Budda. Se impiegano pigmenti per dipingere immagini del Budda

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dotate dei cento segni di fortuna, sia che lo facciano personalmente o che lo facciano fare da altri, allora hanno tutte guadagnato la via del Budda. Anche se dei bambini giocando usassero un filo d'erba, un pezzetto di legno o un pennello o persino un'unghia per disegnare un'immagine del Budda, persone come queste pian piano accumuleranno meriti e svilupperanno una mente di grande compassione: esse hanno tutte guadagnato la via del Budda. Semplicemente convertendo i bodhisattva portano salvezza e libertà a innumerevoli moltitudini. E se una persona, alla presenza di torri commemorative, di immagini ingioiellate e figure dipinte, fa delle offerte con animo reverente, di fiori, incenso, bandiere o baldacchini; o se impiega persone per far musica, battendo tamburi o suonando corni o conchiglie, suonando pifferi, flauti, cetre, arpe, liuti, piatti e gong, e se tutte queste note meravigliose fossero donate come offerta; o se una persona con niente gioiosa canta una canzone in lode delle virtù del Budda, anche se solo una piccola nota, allora chi fa queste cose ha guadagnato la via del Budda. Se qualcuno con animo confuso o distratto porta anche un solo fiore e l'offre a un'immagine dipinta, col tempo incontrerà infiniti Budda. Se una persona s'inchina o fa una riverenza, o semplicemente congiunge le mani. o anche solleva una mano sola, oppure fa appena un lieve cenno col capo,

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se ci fosse fatto in offerta a un'immagine, allora col tempo incontrerà infiniti Budda. E se lui stesso raggiungerà la via suprema e porterà salvezza a innumerevoli moltitudini, entrerà nel nirvana senza residui, come fuoco che si estingue all'esaurirsi della legna. Se persone dalla mente confusa o distratta entrano in una torre commemorativa ed esclamano anche una sola volta:' Salve, Budda! allora hanno tutte guadagnato la via del Budda. Se dai Budda del passato, quando erano in questo mondo o dopo la loro estinzione, qualcuno udì questa Legge, allora ha ottenuto la via del Budda, Gli Onorati dal Mondo del futuro, il cui numero sarà incalcolabile, questi Tathagata impiegheranno anch'essi gli espedienti per esporre la Legge, e tutti questi Tathagata, tramite innumerevoli espedienti, recheranno salvezza e liberazione agli esseri viventi così che possano entrare nella perfetta saggezza del Budda. Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità. Il voto originario dei Budda era che la via del Budda, da loro stessi praticata, fosse condivisa universalmente fra gli esseri viventi in modo che anch'essi potessero guadagnare la stessa via. I Budda delle epoche future, sebbene predichino centinaia, migliaia, milioni, un numero infinito di dottrine, in verità fanno questo solo in nome dell'unico veicolo. I Budda, i più onorati fra gli esseri con due gambe, sanno che i fenomeni non hanno una natura fissa e

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costante,che i semi della Buddita germogliano tramite la causalità, per questa ragione predicano l'unico veicolo. Ma che questi fenomeni siano parte di una Legge immutabile, che le caratteristiche del mondo siano costanti e immutabili,tutto ciò hanno compreso nel luogo dell'illuminazione e come guide e maestri predicano gli espedienti. I Budda attualmente esistenti nelle dieci direzioni, cui fanno offerte gli esseri celesti e umani, e che, numerosi come le sabbie del Gange, sono apparsi nel mondo per recare pace e conforto agli esseri viventi, anch'essi espongono la Legge in questo modo. Comprendendo la verità fondamentale dell'estinzione, impiegano il potere degli espedienti e, sebbene indichino vari sentieri differenti, in verità lo fanno solo in nome del veicolo del Budda. Essi conoscono le azioni degli esseri viventi, i pensieri riposti nel profondo della loro mente, le azioni da loro compiute nel passato, i loro desideri, la loro natura, il potere dei loro sforzi, se le loro capacita sono acute o limitate e, impiegando varie cause e condizioni, similitudini, parabole e altre parole e frasi, predicano con gli espedienti appropriati. Anch'io ora faccio così: per portare pace e conforto agli esseri viventi utilizzo varie dottrine differenti per disseminare la via del Budda. Con il potere della mia saggezza percepisco la natura e i desideri degli esseri viventi e, servendomi di espedienti, predico queste dottrine facendo ottenere a tutti gli esseri viventi gioia e felicità. Sappi, Shariputra, che, guardando le cose con l'occhio del Budda, vedo gli esseri viventi nei sei sentieri, poveri e afflitti, sprovvisti di meriti e di saggezza, avviarsi sull'impervio sentiero della nascita e della morte

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continuando a soffrire senza tregua; li vedo profondamente attaccati ai cinque desideri, come uno yak innamorato della sua coda; tanto abbagliati dall'avidità e dall'infatuazione, che come ciechi non riescono a vedere nulla. Non ricercano il Budda con la sua grande potenza né la Legge che può porre fine alle loro sofferenze, ma si addentrano profondamente in concezioni erronee, sperando di parare la sofferenza con sofferenze ancora maggiori. Per il bene di questi esseri viventi faccio scaturire dal mio cuore una grande compassione. La prima volta che sedetti nel luogo dell'illuminazione contemplai l'albero e vi camminai intorno, per un tempo pari a tre volte sette giorni considerai le cose in tal maniera, La saggezza che ho ottenuto, pensai, è sottile, meravigliosa e suprema. Ma gli esseri viventi, ottusi nelle loro facoltà, sono dediti al piacere e accecati dalla stupidità. Con persone di questo tipo che cosa posso dire, in che modo posso salvarle? A quel tempo i re Brabma, il dio celeste Shakra,i quattro re celesti che proteggono il mondo e il re celeste Grande Libertà insieme agli altri esseri celesti e alle loro centinaia, migliaia, decine di migliaia di seguaci, con reverenza giunsero le mani e si inchinarono pregandomi di mettere in moto la ruota della Legge. Immediatamente pensai dentro di me che se avessi magnificato soltanto il veicolo del Budda gli esseri viventi sprofondati nella sofferenza sarebbero stati incapaci di credere in questa Legge. E poiché avrebbero respinto la Legge e rifiutato di credervi, sarebbero caduti nei tre cattivi sentieri.

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Meglio sarebbe allora non predicare affatto la Legge ed entrare subito nel nirvana. Così i miei pensieri si volsero ai Budda del passato e al potere degli espedienti che avevano usato, e pensai che la via che avevo raggiunto dovesse anch'essa essere esposta come tre veicoli. Quando ebbi pensato così, apparvero tutti i Budda delle dieci direzioni e mi confortarono e mi istruirono con voci di brahma. Ben fatto, Shakyamuni!" dissero. “Suprema guida e maestro, tu hai conseguito la Legge insuperata. Ma, seguendo l'esempio di torri gli altri Budda, oserai il potere degli espedienti. Anche noi tutti abbiamo conseguito la più meravigliosa, la suprema Legge, ma per il bene degli esseri viventi operiamo delle distinzioni e predichiamo i tre veicoli. Persone di modesra saggezza si compiacciono di una piccola Legge, incapaci di credere che loro stesse possano diventare Budda. Perciò utilizziamo mezzi ed espedienti, facendo distinzioni e predicando diversi obiettivi. Ma se anche predichiamo i tre veicoli, lo facciamo soltanto per istruire i bodhisattva.” Sappi, Shariputra, che quando udii questi santi leoni e le loro voci profonde, pure. sottili e meravigliose, esultai di gioia e gridai: "Salve, Budda!" Poi pensai dentro di me: ho fatto la mia venuta in questo mondo impuro e malvagio, e così come hanno predicato questi Budda, anch'io devo agire seguendo il loro esempio. Dopo aver riflettuto in tal modo sulla questione. mi avviai subito verso Varanasi. I segni dell'estinzione presenti in tutti i fenomeni

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non possono essere spiegati a parole; perciò adoperai il potere degli espedienti per predicare ai cinque asceti, o definii ciò "mettere in moto la ruota della Legge" e anche riguardo ai termini" nirvana", “ arhat", "Dharma" e "samgha', impiegai queste parole per operare delle distinzioni, "Da infiniti kalpa nel passato ho esaltato e insegnato la Legge del nirvana, ponendo fine alle prolungate sofferenze di nascita e morte." Questo è ciò che insegnavo di solito. Sappi, Shariputra che quando guardai i figli del Budda, ne vidi innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni che avevano deciso di ricercare la via del Budda, ciascuno con animo rispettoso e reverente, tutti convenuti al luogo del Budda, persone che in passato avevano ascoltato altri Budda e udito la Legge predicata tramite espedienti. Immediatamente mi venne un pensiero: la ragione per cui il Tatliagata è apparso è perché possa predicare la saggezza del Budda. Adesso è il tempo giusto per farlo. Sappi, Shariputra, che le persone di limitare capacità e scarsa saggezza, attaccate alle apparenze, orgogliose e arroganti, sono incapaci di credere in questa Legge. Adesso io, felice e senza paura in mezzo ai bodhisattva, mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema. Allorché i bodhisattva udranno questa Legge, saranno liberati dai grovigli del dubbio. Tutti i milleduecento arhat otterranno anch'essi la Buddità. Seguendo lo stesso metodo impiegato dai Budda delle

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tre esistenze per esporre la Legge, io ora farò lo stesso e predicherò una Legge scevra di distinzioni. I Budda appaiono nel mondo in tempi lontani tra loro ed è raro incontrarli. E perfino quando appaiono nel mondo, è difficile che predichino questa Legge. Per incalcolabili, innumerevoli kalpa è raro che uno possa udire questa Legge, e una persona capace di ascoltare questa Legge è altrettanto rara. È come il fiore di udumbara: tutto il mondo lo ama e vi si delizia, gli esseri celesti e umani lo considerano cosa rara, ma esso appare solo una volta in molte, molte ere. Se una persona ascolta questa Legge, ne gioisce e la loda, anche se ne pronuncia una sola parola, avrà fatto offerte a tutti i Budda delle tre esistenze. Ma una tale persona si trova assai di rado, è più rara del fiore di udumbara. Tu non devi nutrire dubbi. Io, che sono il re delle dottrine, faccio questo annuncio all'intera assemblea. Io impiego solo la via dell'unico veicolo per istruire e convertire i bodhisattva, io non ho ascoltatori della voce come discepoli. Shariputra, e voi ascoltatori della voce e bodhisattva, sappiate che questa meravigliosa Legge è il segreto dei Budda. In questo mondo corrotto dalle cinque impurità, coloro che se ne compiacciono e si attaccano soltanto ai desideri, esseri viventi simili a costoro alla fine non cercheranno mai la via del Budda.

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Quando persone malvagie nelle epoche a venire udranno il Budda esporre l'unico veicolo, ne saranno confuse, non vi crederanno nè lo accetteranno, rifiuteranno la Legge e cadranno nei cattivi sentieri. Ma quando ci saranno esseri modesti e puri che hanno deciso di ricercare la via dei Budda, allora per il bene di costoro si dovrà ampiamente lodare la via dell'unico veicolo. Sappi. Shariputra, che questa è la Legge dei Budda. Utilizzando diecimila, un milione di espedienti, essi espongono la Legge nel modo più appropriato. Quelli che non sono esperti in tali cose non riescono a capirlo. Ma tu e gli altri ormai sapete che i Budda, i maestri dei mondo, si servono di appropriati espedienti. Voi non avrete più dubbi né. perplessità ma, con l'animo colmo di gioia, saprete che voi stessi conseguirete la Buddità.

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III. PARABOLA E SIMILITUDINIE A quel tempo la mente di Shariputra danzò di gioia. Egli si alzò immediatamente, giunse le mani, guardò con reverenza il viso dell'Onorato dal Mondo e disse al Budda: «Ora, udendo dall'Onorato dal Mondo questa voce della Legge, il mio cuore ha esultato di gioia. Sento di aver ottenuto qualcosa che mai in precedenza avevo pensato di poter ottenere. Perché dico questo? Perché in passato, allorché udivo una Legge come questa insegnata dal Budda e vedevo come ai bodhisattva venisse predetto l'ottenimento della Buddità, io e gli altri ci sentivamo sempre esclusi. Eravamo tutti profondamente rattristati al pensiero che mai avremmo raggiunto l'incommensurabile intuito del Tathagata. «Onorato dal Mondo, sono vissuto a lungo nelle foreste montane o in solitudine tra i boschi; a volte sedendo, alter volte vagando qua e là, mi sono sempre chiesto: "Dato che io e tutti gli altri siamo entrati nella natura della Legge, perché il Tathagata si serve della Legge del Piccolo Veicolo per condurci alla salvezza?" «Ma è colpa nostra, non dell'Onorato dal Mondo. Perché dico ciò? Se noi avessimo atteso il momento in cui il vero mezzo per il raggiungimento dell'anuttara-samyak-sambodhi fosse stato predicato, avremmo sicuramente ottenuto la liberazione per mezzo del Grande Veicolo. Ma noi non siamo stati capaci di comprendere che il Budda stava utilizzando un espediente e stava predicando in accordo con le circostanze. Così, nel momento in cui udimmo la Legge del Budda, credemmo immediatamente in essa e la facemmo nostra, ricenendo di aver raggiunto la piena comprensione. «Onorato dal Mondo, da lungo tempo, giorno e notte senza tregua, mi sono tormentato con questo pensiero. Ma ora ho udito dal Budda ciò che non avevo mai udito prima, una

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Legge che mai nel passato è stata conosciuta, e questo ha posto fine a tutti i miei dubbi e rimpianti. Il mio corpo e la mia mente sono sereni e provo una meravigliosa sensazione di pace e sicurezza. Oggi finalmente ho capito di essere davvero figlio del Budda, nato dalla bocca del Budda, nato dalla conversione alla Legge, e di poter condividere la Legge del Budda » Allora Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Quando ho udito il suono di questa Legge ho conseguito una cosa senza precedenti. La mia mente a provato una profonda gioia e ho sciolto i lacci della rete del dubbio. Già nel passato avevo ascoltato gli insegnamenti del Budda e il Grande Veicolo non mi era stato negato. E assai raro udire la voce del Budda, che può liberare gli esseri viventi dall'angoscia. Avevo già sradicato ogni illusione, ma udendolo mi sono liberato anche dall'ansia. Sono vissuto nelle vallate montane o tra gli alberi delle foreste, talvolta seduto, talvolta errante, e ho pensato di continuo a questo fatto. Oh! Per quanto tempo mi sono tormentato! "Perché sono stato ingannato?" mi chiedevo. "Anch'io e gli altri siamo figli del Budda e abbiamo avuto accesso alla Legge priva di difetti; eppure, per tutte le epoche a venire non saremo mai in grado di esporre la via suprema. Il corpo aureo, i trentadue segni, i dieci poteri, le varie forme di emancipazione: sebbene siano tutte espressione di un'unica Legge, non potremo mai condividerle. Le ottanta caratteristiche meravigliose, le diciotto proprietà esclusive e gli altri meriti di questo genere

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non sono alla nostra portata!" Vagavo da solo all'intorno e vedevo il Budda seduto nella grande assemblea: la sua fama permeava le dieci direzioni arrecando benefici agli esseri viventi per ogni dove, e dentro di me pensavo: Io sono privato di tali benefici! Oh! Quanto sono stato ingannato! Giorno e notte, costantemente, ogni volta che vi riflettevo, desideravo chiedere all'Onorato dal Mondo se io fossi veramente escluso o no. Vedendo l'Onorato dal Mondo intento a lodate i bodhisattva, giorno e notte, senza sosta, rimuginavo su tutto questo. Ma ora, ascoltando la voce del Budda, capisco che egli predica la Legge nel modo più appropriato; una dottrina senza errori, di difficile comprensione, per guidare le persone al luogo dell'illuminazione. In precedenza mi ero aggrappato a visioni erronee, comportandomi come un maestro brahmano, Ma l'Onorato dal Mondo, conoscendo la mia mente, sradicò i miei errori predicando il nirvana. Allora fui liberato delle mie visioni erronee e arrivai a comprendere la Legge del vuoto. A quel tempo credetti dentro di me di aver raggiunto lo stadio dell'estinzione, ma ora mi accorgo che quella non era la vera estinzione. Se verrà un tempo in cui potrò divenire un Budda, allora possiederò i trentadue segni e gli dei, gli uomini e gli yaksha, i draghi. gli spiriti e chiunque altro mi riveriranno. Quando giungerà quel giorno, potrò dire che finalmente tutto è annientato senza residui!

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Al cospetto della grande assemblea il Budda ha dichiarato che diverrò un Budda. Quando ho udito il suono di questa Legge tutti i miei dubbi e r i rnpi ann sono svaniti. Sulle prime, udendo le parole del Budda, la mia mente fu attraversata da grande stupore e dubbio. Pensai: "Che sia un demone che finge di essere il Budda e cerca di turbare e confondere la mia mente?" Ma il Budda, ricorrendo a varie cause, similitudini e parabole, si è espresso con eloquenza. La sua mente era calma come il mare e ascoltandolo ho sentito dissolversi la rete dei dubbi. Il Budda disse che nelle epoche passate gli innumerevoli Budda estinti dimoravano serenamente fra gli espedienti e che tutti predicavano questa Legge. I Budda del presente e del futuro, il cui numero è impossibile calcolare, faranno anch'essi uso di espedienti nel predicare questa medesima Legge. Così l'attuale Onorato dal Mondo dopo la nascita e il distacco dalla famiglia, dopo aver conseguito la via e aver messo in moto la ruota della Legge, parimenti si avvale di espedienti nella sua predicazione. L'Onorato dal Mondo predica la vera via. Papiyas non sarebbe in grado di farlo. So quindi per certo che non è un demone che si spaccia per un Budda. Ma dato che ero caduto nella rete dei dubbi, ho creduto che tutto questo fosse opera del demone, Ora odo il suono delicato e gentile del Budda, profondo, sottile e meraviglioso, che si diffonde lontano; udendolo predicare la pura Legge la mia mente si riempie di immensa gioia. Cessano per sempre i miei dubbi e i miei rimpianti,

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e dimorerò saldo nella vera saggezza. Sono sicuro che diverrò un Budda, riverito dagli esseri celesti e umani, metterò in moto la ruota della Legge suprema, istruendo e convertendo i bodhisattva A quel tempo il Budda disse a Shariputra: «Ora, al cospetto di questa grande assemblea di dei e uomini, di shramana, di brahmani e molti altri, dico questo. Nel passato, sotto ventimila milioni di Budda, per amore della Legge suprema ti ho costantemente istruito e ti ho convertito. E tu, per tutta la lunga notte, mi hai seguito e hai accolto le mie istruzioni. Poiché ho fatto uso di espedienti per guidarti, tu sei nato nella mia Legge. «Shariputra, nel passato ti ho insegnato ad aspirare alla via del Budda e a far voto di conseguirla. Ma ora tu hai dimenticato tutto ciò e pensi invece di aver già raggiunto l'estinzione. Adesso, dato che desidero richiamarti alla memoria la via cui in origine ti votasti, sto predicando a beneficio degli ascoltatori della voce questo sutra del Grande Veicolo chiamato il Loto della Legge Meravigliosa, una Legge atta a istruire i bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda. «Shariputra, in epoche a venire, dopo che sarà trascorso un numero illimitato, incalcolabile, inconcepibile di kalpa, tu farai offerte a migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, e onorerai e sosterrai la Legge corretta. Realizzerai ogni aspetto della via del bodhisattva e sarai in grado di divenire un Budda che si chiamerà Tathagata Fiore Splendente. degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. «Il tuo regno si chiamerà Senza Macchia, la terra sarà dolce e pianeggiante, pura e adorna di bellezze, pacifica, generosa e felice. Là fioriranno esseri celesti e umani. Il suolo sarà di lapislazzuli, le sue vie si incroceranno nelle otto direzioni, e i suoi confini saranno segnati da corde d'oro. Lungo ogni strada cresceranno filari di alberi ornati di sette gioielli, che fioriranno e fruttificheranno di continuo. E questo Tathagata Fiore Splendente utilizzerà i tre veicoli per istruire e convertire gli esseri viventi.

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«Shariputra, quando questo Budda farà il suo avvento, sebbene non si tratti di un'epoca malvagia, a causa del suo voto originale predicherà la Legge per mezzo dei tre veicoli, Il suo kalpa si chiamerà Ornato di Grandi Tesori. Perché si chiamerà Ornato di Grandi Tesori? Perché in quella terra i bodhisattva saranno considerati un grande tesoro. Questi bodhisattva saranno in numero infinito, illimitato, inconcepibile, al di là di ogni capacità di immaginazione o di parabole e similitudini. Senza il potere della saggezza del Budda è impossibile calcolare quanti saranno. Ogni volta che questi bodhisattva muoveranno un passo in qualche direzione, i loro piedi poggeranno su un tappeto di fiori preziosi. «Non saranno bodhisattva che hanno appena concepito il desiderio dell'illuminazione, ma si saranno tutti dedicati da lungo tempo a piantare radici di virtù. Sorto innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda avranno svolto diligentemente le pratiche di brahma e saranno stati lodati in eterno dai Budda. Avranno coltivato con costanza la saggezza del Budda, avranno acquisito i poteri sovrannaturali e compreso la via di accesso di tutte le dottrine. Avranno una personalità integra, priva di doppiezza, risoluta nel pensiero e nelle intenzioni. I bodhisattva di questo genere abbonderanno in quella terra. «Shariputra, la durata della vita del Budda Fiore Spendente sarà di dodici piccoli kalpa, senza tenere conto del periodo durante il quale egli sarà un principe e non sarà ancoradivenuto un Budda. Gli abitanti della sua terra vivranno per otto piccoli kalpa. Quando il Tathagata Fiore Splendente sarà vissuto per dodici piccoli kalpa, annuncerà con una profezia che il bodhisattva Assoluta Fermezza otterrà l’anuttarasamyak-sambodhi. Dirà ai monaci: "Il bodhisattva Assoluta Fermezza sarà il prossimo a divenire Budda. Il suo nome sarà Piede Fiorito che Cammina Sicuro, Tathagata, arhat, samyak-sambuddha. La sua terra di Budda sarà identica alla mia." «Shariputra, dopo l'estinzione del Budda Fiore Splendente. l'era della Legge corretta durerà trentadue piccoli kalpa e l'era della Legge formale durerà per altri trentadue piccoli kalpa.» Allora l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Shariputra, nelle epoche a venire

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tu diventerai un Budda, dotato di saggezza universale, venerabile, chiamato Fiore Splendente e salverai infinite moltitudini. Farai offerte a innumerevoli Budda, sarai dotato di tutte le pratiche dei bodhisattva, dei dieci poteri e di tutti gli altri benefici, e realizzerai la via suprema. Dopo che saranno trascorsi innumerevoli kalpa, il tuo kalpa si chiamerà Ornato di Grandi Tesori. La tua terra si chiamerà Senza Macchia, sarà pura, libera da ogni macchia. Il suolo sarà ricoperto di lapislazzuli, le strade delimitate da corde d'oro, gli alberi, ornati di sette gioielli in una sinfonia di colori, saranno sempre carichi di fiori e frutti. I bodhisattva di quel regno saranno sempre risoluti nel pensiero e nelle intenzioni. Tutti saranno dotati di poteri sovrannaturali e di paramita e, sotto innumerevoli Budda, tutti percorreranno con diligenza la via del bodhisattva. Questi grandi uomini saranno convertiti dal Budda Fiore Splendente. Quando quei Budda era ancora un principe abbandonò il suo paese rinunciando a tutte le glorie terrene e, nella sua incarnazione finale, lasciò la famiglia e conseguì la via del Budda. Il Budda Fiore Splendente continuerà a esistere per dodici piccoli kalpa. Gli abitanti della sua terra vivranno per otto piccoli kalpa. Dopo l'estinzione di quel Budda la Legge corretta si protrarrà nel mondo per trentadue piccoli kalpa salvando gli esseri viventi per ogni dove.

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Quando la Legge corretta si sarà estinta, la Legge formale subentrerà per trentadue kalpa. Le reliquie del Budda saranno distribuite ovunque e gli esseri celesti e umani le venereranno con offerte. Il Budda Fiore Splendente agirà nel modo che ho descritto. Questo essere sommo tra tutti gli esseri con due gambe sarà primo senza eguali. E quel Budda sarai proprio tu, rallegrati e considerati fortunato. A quel tempo, allorché le quattro categorie di credenti, i monaci, le monache, i laici e le laiche, e gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara, i mahoraga e gli altri esseri presenti nella grande assemblea videro Shariputra ricevere dal Budda la predizione che avrebbe conseguito l'anuttarasamyak-sambodhi, provarono una grande gioia ed esultarono senza fine. Si liberarono tutti della sopravveste che indossavano e la offrirono al Budda. Anche Shakra Devanam Indra, il re Brahma e i numerosi figli del cielo offrirono al Budda le loro vesti celesti, i celesti fiori di mandara e di grande mandara. Le vesti celesti sparse intorno rimasero sospese nell'aria e presero a ruotare su se stesse. Gli esseri celesti suonarono tutti insieme nel cielo cento, mille, diecimila varietà di musiche, provocarono una pioggia di fiori celesti e dissero: «In passato a Varanasi il Budda mise in moto per la prima volta la ruota della Legge. Ora sta facendo girare di nuovo la ruota della Legge suprema, che non ha eguali!» A quel tempo i figli del cielo, desiderando ribadire le proprie parole, si espressero in versi dicendo: In passato a Varanasi hai messo in moto la ruota della Legge delle quattro nobili verità e, operando distinzioni, hai predicato che tutte le cose, costituite di cinque aggregati, sono soggette a nascita e morte. Ora fai girare la ruota della Legge meravigliosa e ineguagliabile. Questa Legge è molto difficile e complessa,

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pochi sono in grado di credervi Da lungo tempo noi abbiamo udito predicare l'Onorato dal Mondo, ma mai abbiamo udito una Legge profonda, meravigliosa, suprema come questa. Poiché l'Onorato dal Mondo predica questa Legge, tutti noi la accogliamo con gioia. Shariputra con la sua grande saggezza ha ora ricevuto questa venerabile predizione. Anche noi, allo stesso modo, sicuramente potremo conseguire la Buddità, il sommo, insuperato scopo in tutti i mondi. É difficile scandagliare la via del Budda, ma tu ti avvali di espedienti per esporla nel modo più appropriato. Le azioni meritorie da noi compiute in questa e nelle passate esistenze e i benefici che otterremo vedendo il Budda, tutto questo consacreremo alla via del Budda. A quel tempo Shariputra disse al Budda: «Onorato dal Mondo,ora non ho più dubbi nè Mondo, ora non ho più dubbi né rimpianti. Ho ricevuto personalmente dal Budda la predizione che otterrò l'anuttara-samyak-sambodhi. Qui vi sono milleduecento persone le cui menti sono libere; in passato sono rimaste nello stadio di apprendimento e il Budda le ha istruite con assiduità e le ha convertite dicendo loro: "La mia Legge può liberarvi dalla nascita, dall'invecchiamento, dalla malattia e dalla morte e vi permette di raggiungere infine il nirvana." Queste persone, alcune già istruite, altre non ancora completamente istruite, essendosi liberate dell'idea di ‘io’ e anche dei concetti di esistenza e non esistenza, credevano di aver raggiunto il nirvana. Ma ora odono l'Onorato dal Mondo parlare di cose che non hanno mai udito e sono dubbiose e perplesse. «Molto bene, Onorato dal Mondo. A beneficio delle quattro categorie di credenti, ti prego di illustrare le cause e le condizioni che permetteranno loro di liberarsi da ogni dubbio e perplessità.»

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A quel tempo il Budda disse a Shariputra: «Non ti ho già detto in precedenza che, allorché i Budda, gli Onorati dal Mondo, citano diverse cause e condizioni e fanno uso di similitudini, di parabole e di altre espressioni avvalendosi di espedienti per predicare la Legge, fanno tutto questo mirando all'anuttara-samyak-sambodhi? Qualsiasi cosa essi predichino serve a convertire i bodhisattva. «Inoltre, Shariputra, io stesso farò uso adesso di una parabola per chiarire maggiormente questa dottrina. Questo perché, grazie alle parabole, coloro che sono saggi possono capire. «Shariputra, immagina che in una città di una qualche nazione sia vissuto un uomo molto ricco. Egli era già in età avanzata e le sue ricchezze andavano al di là di ogni immaginazione. Possedeva molte terre, palazzi e servitori. La sua dimora era grande ma in pessimo stato e aveva un solo accesso. In essa viveva un enorme numero di persone, cento, duecento, forse addirittura cinquecento. I saloni e le stanze erano vecchi e cadenti, i muri crepati, i pilastri marci alla base, le travature deformate e incurvate. «A quel tempo scoppiò improvvisamente un incendio che si propagò rapidamente per tutto l'edificio. I figli dell'uomo ricco, dieci, venti, forse trenta, si trovavano all'interno del palazzo. Vedendo le alte lingue di fuoco che si levavano da ogni parte, il ricco si allarmò e provò una grande paura; dentro di sé pensò: "Potrei mettermi in salvo attraversando la porta in fiamme ma i miei figli sono all'interno del palazzo che sta bruciando, tutti intenti nei loro giochi; ignari e inconsapevoli, non sono allarmati né impauriti. Il fuoco sta per chiudere loro ogni via di scampo, sofferenza e dolore incombono, ma essi non hanno la minima sensazione di pericolo e non cercano di scappare!" «Shariputra, l'uomo pensò: "Io sono forte nel corpo e nelle braccia. Forse potrei avvolgerli in un abito o farli adagiare su una panca e trasportarli fuori dalla casa." Ma poi ebbe un altro pensiero: "Tuttavia la casa ha una sola via d'accesso, piccola e stretta. I miei figli sono molto giovani e ancora non capiscono. Tutti intenti nei loro giochi, sono talmente presi che rischiano di bruciare tra le fiamme. Devo spiegare loro il mio allarme e la mia paura. Il palazzo è già in fiamme: devo farli venir fuori in fretta, devo evitare che brucino nell'incendio!"

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«Dopo aver riflettuto così, attuò il suo piano chiamando i figli: "Voialtri, uscite immediatamente!" Tuttavia, sebbene il padre con compassione cercasse di persuaderli con belle parole, i figli erano presi dai loro giochi e non gli prestavano ascolto. Non erano affatto impauriti e non intendevano lasciare la casa. Inoltre non sapevano nemmeno cosa fosse il fuoco, cosa fosse il palazzo, cosa fosse il pericolo. Continuavano a scorrazzare qua e là giocando; guardavano il padre, ma non prestavano ascolto alle sue parole. «A quel tempo il ricco pensò: "La casa è già avvolta dalle fiamme di questo incendio gigantesco; se io e i miei figli non usciamo subito, moriremo tutti. Devo escogitare qualche espediente che permetta ai bambini di sfuggire al pericolo incombente." «Il padre conosceva bene i propri figli e sapeva quali giocattoli e oggetti rari piacevano ai bambini e quali li divertivano. Così disse loro: "I giocattoli che preferite sono rari e difficili da trovare. Se non ne approfittate quando capita l'occasione,sicuramente ve ne pentirete. Per esempio, fuori dal cancello ci sono dei carri trainati da capre, dei carri trainati da cervi e dei carri trainati da buoi coi quali potete giocare. Quindi uscite immediatamente dal palazzo in fiamme e vi darò tutto quello che volete." «A quel tempo. quando i figli ebbero udito il padre descrivere quei rari giochi, che erano proprio quelli che avevano sempre desiderato, si entusiasmarono e, urtandosi e spingendosi, si precipitarono lutti fuori dal palazzo in fiamme, «Allora il ricco, vedendo che i figli erano tutti in salvo, seduti all'aperto al centro di una piazza, e non correvano più alcun pericolo, si sentì sollevato e il suo cuore esultò di gioia. Allora ciascuno dei figli disse al padre: "I giochi che ci hai promesso poco fa, carri trainati da capre, da cervi e da buoi, per favore, possiamo averli ora?" «Shariputra,a quel tempo l'uomo diede a ciascuno dei suoi figli un identico grande carro. I carri erano alti, spaziosi e ornati di molti gioielli. Avevano delle sponde tutto intorno, dai quattro lati pendevano campanelli ed erano coperti da tende con preziose decorazioni. I bordi erano decorati da corde ingioiellate e da frange fiorite, mentre il pavimento era rivestito da uno strato di tappeti sui quali posavano cuscini vermigli. Ciascun carro era trainato da un grande bue bianco dal manto puro e lucido, bellissimo d'aspetto e

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molto forte, capace di trainare il carro alla velocità del vento senza farlo traballare. Inoltre ogni carro era seguito e protetto da numerosi staffieri e servitori. «Quale la ragione di tutto questo? L’uomo era di una ricchezza senza limiti e possedeva moltissimi forzieri colmi fino a traboccare. Egli pensò dentro di sé: “I miei possedimenti sono illimitati. Non sarebbe giusto dare a uno dei miei figli un carro di qualità inferiore. Questi fanciulli sono tutti figlimiei e io li amo con assoluta imparzialità. Possiedo un enorme numero di grandi carri adorni di sette tipi di gemme; perciò devo darne uno a ciascuno dei miei figli senza fare discriminazioni. Perché? Se anche distribuissi queste mie ricchezze alla gente di tutto il paese, esse non si esaurirebbero; ancor meno potrei esaurirle distribuendole ai miei figli!" «A quel tempo i figli salirono ognuno sul proprio carro: avevano ricevuto una cosa che non avevano mai posseduto in precedenza, qualcosa che non avevano mai sperato di avere. Shariputra, cosa ne pensi? Quest'uomo benestante, distribuendo imparzialmente a ciascuno dei suoi figli un identico carro adorno di rari gioielli, può essere accusato di menzogna? » Shariputra disse: «No. Onorato dal Mondo. Il ricco di cui parli offrì semplicemente ai figli la possibilità di scampare al pericolo dell'incendio e di aver salva la vita. Egli non può essere accusato di menzogna. Perché dico questo? Perché se i figli fossero riusciti a preservare la loro vita, già questo sarebbe equivalso a ottenere un bellissimo gioco. Per di più, grazie a un espediente, riuscirono a salvarsi dalla casa in fiamme! Onorato dal Mondo, anche se il ricco non avesse donato ai suoi figli neanche un piccolo carro, non sarebbe comunque colpevole di menzogna. Perché? Perché sin dal principio aveva deciso di ricorrere a un espediente per salvare i figli. Usare uno stratagemma simile non è un inganno. A maggior ragione poi se l'uomo, ben sapendo che le sue ricchezze erano illimitate, aveva deciso di arricchire e beneficare i figli donando a ciascuno di loro un grande carro.» Il Budda disse a Shariputra: «Molto bene, molto bene. E proprio così come hai detto. Shariputra, il Tathagata agisce proprio così. Egli è come un padre per il mondo intero. Le sue paure, le preoccupazioni e le ansie., l'ignoranza e i malintesi sono cessati da lungo tempo senza

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lasciare traccia. Egli è riuscito ad acquisire un'acuta capacità d'intuizione, potere e libertà dalla paura; ha conseguito grandi poteri sovrannaturali e il potere della saggezza. Dotato di espedienti e della paramita della saggezza, la sua profonda compassione è costante e inesauribile; egli cerca in ogni momento di individuare ciò che è bene e che arrecherà benefici a tutti. «Egli è nato nel triplice mondo, una casa in fiamme, un vecchio edificio in rovina, per salvare gli esseri viventi dall'incendio della nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte, dalle ansie, dalle sofferenze, dalla stupidità, dall'incomprensione e dai tre veleni, per istruirli e convertirli mettendoli in grado di conseguire l'anuttarasamyak-sambodhi. «Egli vede gli esseri viventi arsi dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla malattia e dalla morte, dalle angosce e dalle sofferenze, li vede subire molti dolori a causa dei cinque desideri e della brama di ricchezza e di profitto. Non solo, a causa dell'avidità, dell'attaccamento ai desideri e degli sforzi che devono compiere, essi affrontano moltissime sofferenze nell'esistenza presente e in seguito subiscono una penosa rinascita nell'inferno o come animali o come spiriti affamati. Tuttavia, se anche rinascono nel regno celeste o nel regno degli esseri umani, c'è la sofferenza della miseria e del bisogno, il dolore di separarsi da coloro che amano, il dolore di incontrare coloro che detestano - tutti questi tipi di sofferenza. «Eppure gli esseri viventi, mentre annegano in mezzo a tutto ciò, si trastullano e si divertono inconsapevoli incoscienti e senza alcun timore. Non provano alcuna ripugnanza né cercano di fuggire. Nella casa che brucia, che è il triplice mondo, essi corrono in lungo e in largo e, sebbene affrontino grandi tormenti, non ne sono turbati. «Shariputra, quando il Budda vede questo, pensa dentro di sé: "Io sono il padre di tutti gli esseri viventi e devo liberarli dalle loro sofferenze; devo offrire loro la gioia della saggezza incommensurabile e illimitata del Budda in modo che ne possano godere." «Shariputra, il Tathagata pensa anche un'altra cosa: "Se facessi soltanto uso dei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza, se mettessi da parte gli espedienti e, a beneficio degli esseri viventi, lodassi la capacità di intuizione del Tathagata, i suoi poteri, la sua

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libertà dalla paura, essi non riuscirebbero a ottenere la salvezza. Perché? Perché questi esseri viventi non sono ancora sfuggiti alla nascita, alla vecchiaia, alla malattia e alla morte, ai tormenti e alle sofferenze, ma ardono nella casa in fiamme del triplice mondo, Come potrebbero comprendere la saggezza del Budda? «Shariputra, sebbene l'uomo ricco fosse molto forte di corpo e di braccia, egli non si avvalse della sua forza, Scelse di utilizzare un abile espediente e fu in grado di salvare i figli dal pericolo dell'incendio; inoltre donò a ciascuno di essi un grande carro adorno di rari gioielli. Il Tathagata agisce nello stesso modo. Sebbene sia dotato di potere e sia libero dalla paura, non se ne serve. Si avvale unicamente della saggezza e degli espedienti per liberare gli esseri viventi dalla casa in fiamme del triplice mondo, illustrando loro i tre veicoli, quello degli ascoltatori della voce, quello dei pratyekabuddha e quello del Budda. «Egli dice loro: "Non dovete essere contenti di stare in questa casa in fiamme del triplice mondo Non siate avidi delle sue immagini, di suoni, profumi, sapori e sensazii, grossolani e falsi. Se vi aggrappate a essi e vi abituate ad amarli, finirete arsi dalle fiamme. Dovete venire subito fuori dal triplice mondo, così da ottenere i tre veicoli, quello degli ascoltatori della voce, quello dei pratyekabuddha e quello del Budda. Vi prometto che li otterrete e non mancherò di tener fede alla promessa. Dovete solamente impegnarvi con diligenza." «Il Tathagata fa uso di questo espediente per persuadere gli esseri viventi. E dice loro: "Sappiate che queste dottrine dei tre veicoli sono lodate dai saggi. Esse sono libere, prive di contraddizioni. Non avete bisogno di cercarne altre da cui dipendere. Salite su questi tre veicoli, piantate radici non illusorie, acquisite poteri, consapevolezza, via, meditazione, emancipazione, samadhi, e gioitene. Godrete la beatitudine di pace e sicurezza illimitate." «Shariputra, se vi sono esseri viventi dotati per natura di saggezza, che servono il Budda, l'Onorato dal Mondo, ascoltano la Legge, vi credono, la accettano e compiono sforzi sinceri desiderando fuggire rapidamente dal triplice mondo e raggiungere il nirvana, essi saranno chiamati [coloro che seguono] il veicolo degli

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ascoltatori della voce. Essi sono come i figli che fuggirono dalla casa in fiamme sperando di ottenere i carri trainati da capre. «Se vi sono esseri viventi che servono il Budda, l'Onorato dal Mondo, ascoltano la Legge, vi credono, la accettano e si sforzano diligentemente ricercando la saggezza che sgorga autonomamente, traendone solitaria gioia e soddisfazione, capaci di comprendere profondamente le cause e le condizioni di tutti i fenomeni, essi saranno chiamati [coloro che seguono] il veicolo dei pratyekabuddha. Essi sono come i figli che fuggirono dalla casa in fiamme sperando di ottenere i carri trainati da cervi. «Se vi sono esseri viventi che servono il Budda, l'Onorato dal Mondo, ascoltano la Legge, vi credono, la accettano, e si sforzano diligentemente nella ricerca di una saggezza onnicomprensiva, la saggezza del Budda, la saggezza che sorge autonomamente, la saggezza senza maestri, l'intuizione del Tathagata, i poteri e la libertà dalla paura, che provano pietà e consolano innumerevoli esseri viventi, che beneficano esseri celesti e umani salvandoli tutti, essi saranno chiamati [coloro che seguono] il Grande Veicolo. Poiché i bodhisattva ricercano questo veicolo, sono chiamati mahasattva. Essi sono come i figli che fuggirono dalla casa in fiamme sperando di ottenere i carri trainati da buoi. «Shariputra, l'uomo ricco, vedendo che tutti i suoi figli erano usciti sani e salvi dalla casa in fiamme e non correvano più alcun pericolo, si ricordò che le sue ricchezze erano illimitate e donò a ciaseuno dei suoi figli un grande carro. Lo stesso fa il Tathagata. Egli ì padre di tutti gli esseri viventi. Quando vede che innumerevoli migliaia di milioni di esseri viventi, grazie agli insegnan,enti del Budda, possono sfuggire Ale sofferenze del triplice mondo, alla strada terribile e pericolosa, e gioire del nirvana, egli, il Tathagata, pensa: "Io sono dotato di saggezza sconfinata e senza limiti, di potere, di libertà dalla paura, possiedo il forziere della Legge dei Budda. Questi esseri viventi sono tutti figli miei. Io darò a ciascuno di loro in eguale misura il Grande Veicolo, così che non vi sarà chi otterrà l'estinzione da solo, ma tutti potranno ottenerla tramite l'estinzione del Tathagata." «Egli dunque regala a tutti gli esseri viventi che sono sfuggiti al triplice mondo la meditazione, l'emancipazione e gli altri magnifici

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doni dei Budda. Questi doni hanno tutti le medesime caratteristiche o peculiarità, sono lodati dai saggi e sono capaci di produrre un piacere puro, meraviglioso e supremo. «Shariputra, l'uomo ricco si avvalse dei tre tipi di carri per attirare i figli, ma in seguito diede a ognuno di essi un grande carro adorno di gioielli, il più sicuro, il più comodo in assoluto. Ma nonostante questo, il ricco non fu colpevole di falsità. Il Tathagata fa lo stesso e neanche lui mente. Dapprima predica i tre veicoli per attirare e indirizzare gli esseri viventi, ma in seguito, per salvarli, adotta soltanto il Grande Veicolo. Perché? Il Tathagata possiede saggezza senza limiti, potere, libertà dalla paura, il forziere della Legge. Egli è in grado di offrire a tutti gli esseri viventi la Legge del Grande Veicolo. Ma non tutti sono in grado di riceverla. «Sappi, Shariputra, che questa è la ragione per cui i Budda si avvalgono del potere degli espedienti. E facendo questo essi compiono delle distinzioni nel veicolo del Budda e lo predicano come se fossero tre.» Il Budda, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Immaginate un uomo ricco che possedeva un grande palazzo. La casa era molto vecchia, ridotta in pessimo stato, decrepita. I saloni, molto alti, erano pericolanti, le basi dei pilastri erano marce, travi e controtravi erano incrinate e incurvate, le fondamenta e le scale si sgretolavano. Profonde crepe si aprivano nelle pareti e l'intonaco si staccava ovunque, La copertura del tetto mancava o era in rovina e le estremità dei cornicioni erano cadute al suolo. Lo steccato circostante era piegato o crollato in più puntie cumuli di macerie erano ammassati qua e là. Nel palazzo vivevano circa cinquecento persone. Nibbi, gufi, falchi, aquile, corvi, gazze, colombi, piccioni, lucertole, serpenti, vipere, scorpioni, scolopendre e millepiedi, scarafaggi e tritoni,

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donnole, procioni, topi, ratti, orde di creature maligne scorrazzavano in lungo e in largo. Vi erano luoghi che puzzavano per gli escrementi ammassati a mucchi, dimora di stercorari e altre creature. Volpi, lupi e sciacalli frugavano fra i rifiuti rosicchiando e lacerando corpi morti, sparpagliando ovunque ossa e carni. A causa di ciò frotte di cani si avventavano sul posto per addentare qualcosa, spinti dalla fame e dalla paura, frugando ogni luogo in cerca di cibo, lottando, azzuffandosi, digrignando i denti, ringhiando e ululando. Il palazzo era terribile, spaventoso, tanto mutato era il suo aspetto. In ogni angolo vi erano torme di gnomi e folletti, yaksha e spiriti maligni che si nutrono di carne umana o di creature velenose. Gli uccelli rapaci e le belve covavano, figliavano e nutrivano la prole; ognuno nascondeva e proteggeva i propri piccoli, ma gli yaksha rivaleggiavano tra loro nella fretta di impadronirsene per divorarli. E quando avevano mangiato a sazietà i loro cuori malvagi divenivano ancor più feroci; il rumore delle loro zuffe e lotte era veramente tremendo. I demoni kumbhanda, appollaiati su cumuli di terra o saltando uno o due piedi al di sopra del suolo, vagavano in ozio qua e là divertendosi a loro capriccio. Talvolta ghermivano un cane con due delle loro zampe

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e lo sbattevano fino a che non aveva più la forza di latrare; oppure gli piantavano gli artigli nel collo, divertendosi nel vederlo terrorizzato. Ij C'erano anche demoni di alta statura, nudi, neri ed emaciati, che vivevano sempre li ed ernettevano urla orrende strepitando in cerca di cibo. Alcuni demoni avevano invece la gola stretta come un ago, mentre altri avevano la cesta di bue; taluni si nutrivano di carne umana, altri divoravano cani. Avevano i capelli simili a un groviglio di erbacce, erano crudeli e feroci; spinti dalla fame e dalla sete si scagliavano in ogni direzione urlando e ululando. Gli yaksha, gli spiriti affamati, i molti generi di uccelli rapaci e di belve scorrazzavano per ogni dove in cerca di cibo, sporgendosi dalle finestre della casa. Tali erano i pericoli presenti nel palazzo, minacciosi e spaventosi oltre ogni immaginazione. Questa casa, vecchia e cadente, apparteneva a un uomo che si era recato in un luogo vicino; non era partito da molto tempo quando un incendio scoppiò improvvisamente nella casa. In un lampo le fiamme si levarono imponenti da ogni lato. Le travi di colmo, i pilastri, le travi dei soffitti si fracassarono con un boato, si ruppero in due e caddero giù a pezzi mentre muri e pareti divisorie crollavano.

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I vari demoni e gli spiriti levarono alti gemiti, i falchi, le aquile e gli altri uccelli, i demoni kumbhanda, erano rotti atterriti, terrorizzati e non sapevano come fuggire. Gli animali feroci e le creature velenose si nascosero nei covi e nelle tane, mentre i demoni pishacha, che pure vivevano nel palazzo, poiché avevano accumulato scarsa fortuna, si trovarono imprigionati dalle fiamme e cominciarono a combattere tra di loro bevendo sangue e inghiottendo carne. Gli sciacalli e i loro simili a questo punto erano già morti e le belve di taglia maggiore se ne disputavano le spoglie. Vortici di fumo nauseabondo fluttuavano invadendo tutta la casa. Le scolopendre e i millepiedi. i serpenti velenosi e altri rettili, scottati dai fuoco, fuggivano in fretta dai nascondigli, ma poi cadevano preda dei demoni kumbhanda che li divoravano. Inoltre gli spiriti famelici, con le fiamme all'altezza della testa, affamati, assetati, incapaci di resistere al calore, correvano all'impazzata in preda al panico. Tale era lo stato della casa, danni irreparabili, la rovina del fuoco, molti mali, non uno soltanto, vi gravavano sopra. In quel momento il padrone del palazzo si trovava fuori dal cancello, allorché udì qualcuno dire:

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"Qualche istante fa i tuoi figli sono entrati nel palazzo Per giocare. Sono molto giovani e incapaci di comprendere; ora saranno completamente assorbiti dai loro giochi." Udito ciò, il ricco corse allarmato dentro il palazzo che, bruciava, deciso a salvare i figli e a impedire che morissero tra le fiamme. Incitò i figli a dargli retta, parlando loro dei molti pericoli. degli spiriti maligni e delle creature velenose, del fuoco che si stava diffondendo ovunque, delle molte. sofferenze che si sarebbero susseguite senza fine; vi erano serpenti velenosi, lucertole, vipere, molti demoni yaksha e kumbhanda, sciacalli, volpi, cani, falchi, aquile, nibbi e gufi, scarafaggi e altri insetti simili, tutti tormentati da farne e sete, di cui bisogna aver paura. I figli non potevano restare in un luogo tanto pericoloso, tanto più sotto la minaccia dell'incendio. Ma i figli non capivano e, sebbene udissero gli ammonimenti del padre, continuavano incuranti a divertirsi senza smettere di giocare. A quel tempo il ricco pensò dentro di sé: "I miei figli si comportano così causandomi pena e angoscia. Adesso la casa non offre la minima gioia; tuttavia i miei bambini, assorti nei giochi, rifiutano di seguire i miei consigli

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e rischiano di morire tra le fiamme!'' Allora pensò di escogitare qualche espediente e disse ai figli: "Ho molti tipi di giocattoli rari e meravigliosi, splendidi carri adorni di gioielli, carri trainati da capre, carri trainati da cervi, carri trainati da grandi buoi. Ora sono là, fuori dal cancello, uscite a vederli! Ho fatto questi carri appositamente per voi. Potrete scegliere quello che preferite e giocarci quanto volete!" Quando i figli ebbero udito la descrizione dei carri, corsero fuori dalla casa all'istante facendo a gara tra loro, e furono presto all'aperto, liberi da rischi e pericoli. Allorché il ricco ebbe visto che i suoi figli erano usciti dalla casa in fiamme e si trovavano fuori, si sedette su un trono leonino e si congratulò dicendo: "Ora sono felice e contento. Ho faticato molto per crescere i miei figli. Sono fanciulli ignari e sconsiderati, che sono entrati in quel palazzo pericoloso, pieno di creature velenose e di folletti spaventosi. Le fiamme ruggenti dell'incendio si sono levate in ogni angolo della casa, ma loro non riuscivano a staccarsi dai loro giochi. Ma ora li ho tratti in salvo,

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facendoli sfuggire al pericolo. È questa la ragione, buona gente, per cui mi sento felice e contento." A quel tempo i figli, vedendo il padre seduto comodamente, si riunirono intorno a lui e gli dissero: "Per favore, dacci i tre tipi di carri ingioiellati che ci hai promesso poco fa. Hai detto che se fossimo usciti dalla casa ci avresti donato tre tipi di carri e che noi avremmo potuto scegliere quello che volevamo. Ora è il momento di darci quello che ci hai promesso. " L'uomo era veramente molto ricco e aveva molti magazzini. Con oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata e altri materiali preziosi egli fabbricò grandi carri ornati e decorati in modo meraviglioso; da ogni lato erano circondati da sponde da cui pendevano dei campanelli. Vi erano corde d'oro intrecciate in coppia, fili di perle distesi sul baldacchino e frange di fiori dorati pendenti da tutti i lati. Decorazioni multicolori attorniavano e cingevano i carri, veli e morbide sete servivano da cuscini; bellissimo feltro di splendida fattura, che valeva migliaia o milioni, bianco, lucente e puro era steso sul pavimento. Grandi buoi bianchi,

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lucidi, robusti, di gran vigore, bellissimi d'aspetto, Ilerano aggiogati a ogni carro ingioiellato e molti staffieri e servitori li accompagnavano e proteggevano. L’uomo donò a ciascuno dei suoi figli uno di questi carri meravigliosi. Allora i figli danzarono di gioia e salirono sui carri ingioiellati dirigendosi in tutte le direzioni, gioendo e divertendosi liberamente e senza alcun ostacolo. Ti dico questo, Shariputra: io sono come l'uomo ricco. Io, il più venerabile tra i saggi, sono il padre di questo mondo e tutti gli esseri viventi sono miei figli. Ma essi sono profondamente aggrappati ai piaceri terreni e nelle loro menti non alberga saggezza Non vi è salvezza nel triplice mondo; esso è come una casa in fiamme, pieno di innumerevoli sofferenze, un luogo che incute timore, assediato di continuo dai dolori e dai tormenti della nascita, della vecchiaia, della malattia e della morte, che, come roghi, ardono impetuosamente senza mai cessare. Il Tathagata ha già abbandonato la casa in fiamme del triplice mondo e vive nella quiete serena, nella sicurezza della foresta e della pianura. Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio e gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli.

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Questo luogo adesso è pieno di dolore e sofferenza. lo sono l'unica persona che può salvarli e proteggerli. ma, benché io li istruisca e li ammonisca, essi non accettano i miei insegnamenti perché, contaminati dai desideri, sono sommersi dall'ingordigia e dagli attaccamenti. Così mi avvalgo di un espediente: illustro loro i tre veicoli, facendo sì che gli esseri viventi capiscano le sofferenze del triplice mondo. Poi mostro loro la via della liberazione dal mondo. Se questi miei figli lo decidono fermamente nel loro cuore, possono acquisire le tre comprensioni e i sei poteri sovrannaturali, possono divenire dei pratyekabuddha o dei bodhisattva che non regrediscono più. Ti dico, Shariputra, che, a beneficio degli esseri viventi, io utilizzo parabole e similitudini per esporre l'unico veicolo del Budda. Se tu e tutti gli altri sarete in grado di credere nelle mie parole e di accettane, allora è certo che tutti voi otterrete la via del Budda. Questo veicolo è sottile, splendido, assolutamente puro; in tutto l'universo non conosce uguali. Il Budda ne gioisce e lo apprezza e tutti gli esseri viventi dovrebbero cantarne le lodi, fargli offerte e tributargli rispetto. In esso vi sono innumerevoli migliaia di milioni

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di poteri, emancipazione, meditazioni, saggezze, e altri attributi del Budda. Se i suoi figli ottengono questo veicolo, esso permetterà loro di provare costante diletto, giorno e notte, per kalpa innumerevoli, di unirsi ai bodhisattva e alla moltitudine degli ascoltatori della voce, che salgono su questo veicolo adorno di gioielli e procedono direttamente verso l'illuminazione. Per questi motivi, anche cercando attentamente nelle dieci direzioni, non si troverebbe nessun altro veicolo se non quello che il Budda predica come espediente. Ti dico, Shariputra, che tu e gli altri siete tutti miei figli e io sono il padre di voi tutti. Per parecchi kalpa siete rimasti avvolti dalle fiamme di molteplici sofferenze, ma io vi salverò tutti e vi farò sfuggire al triplice mondo. Sebbene in precedenza io vi abbia detto che avevate conseguito l'estinzione, si trattava solo della fine del ciclo di nascita e morte: non era vera estinzione. Quello che octorreadesso è che voi acquisiate la saggezza del Budda. Se vi sono dei bodhisattva qui, in questa assemblea, fate ascoltare loro la vera Legge dei Budda con un unico pensiero in mente. Sebbene i Budda, gli Onorati dal Mondo, impieghino degli espedienti, gli esseri viventi che essi convertono

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sono tutti bodhisattva. Se vi sono persone di scarsa saggezza, profondamente aggrappate all'amore e al desiderio, per costoro il Budda predica la verità del dolore. Allora gli esseri viventi proveranno gioia, perché avranno ottenuto ciò che mai avevano avuto. La verità del dolore predicata dal Budda è vera e non cambia mai. Se vi sono esseri viventi che non coniprendono l'origine del dolore, che sono aggrappati alle cause del dolore e non riescono a staccarsene per un solo istante, per costoro il Budda si avvale di espedienti per predicare la via. Riguardo alla causa del dolore, esso origina dall'avidità e dal desiderio. Se avidità e desideri vengono annientati, [il dolore] non avrà più luogo ove risiedere. L'annientamento del dolore, questa è la terza verità Per realizzare questa verità, la verità dell'annientamento, s i pratica la via. Quando qualcuno si libera dalle catene del dolore, si dice che ha conseguito l'emancipazione. In quale modo è possibile conseguire l'emancipazione? Separarsi dalle falsità e dall'illusione: solo questo è emancipazione. Ma se una persona non si è realmente emancipata da ogni cosa, allora il Budda dirà che non ha conseguito la vera estinzione, perché tale persona non ha ancora conseguito la via suprema. Il mio scopo non è cercare di portarli all'estinzione. Io sono il re del Dharma,

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libero di agire a mio piacimento nella Legge. Donare pace e sicurezza agli esseri viventi: questa è la ragione del mio avvento nel mondo. lo ti dico, Shariputra, predico questo mio sigillo del Dharma per arrecare beneficio al mondo. Non devi trasmetterlo incautamente ovunque ti accada di recarci. Se vi è qualcuno che lo ascolta, risponde con gioia e lo accetta con gratitudine, sappi che quella persona è un avivartika. Se vi è qualcuno che crede e accetta la Legge di questo sutra, quella persona ha già incontrato i Budda nel passato, ha fatto loro rispettose offerte e ha ascoltato questa Legge. Se vi 'e qualcuno in grado di credere in ciò che tu predichi, allora quella persona ha visto me, e ha visto anche te e gli altri monaci e i bodhisattva. Questo Sutra del Loto è predicato per le persone di profonda saggezza. Se persone di modeste capacità lo odono, rimarranno perplesse e non riusciranno a capirlo. Per quanto riguarda gli ascoltatori della voce e i pratyefabuddha, in questo sutra ci sono cose che vanno al di là dei loro poteri. Tu stesso, Shariputra, nel caso di questo sutra sei riuscito ad accedervi solo grazie alla fede. A maggior ragione gli altri ascoltatori della voce. Gli altri ascoltatori della voce

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è grazie alla fede nelle parole del Budda che possono seguire con osservanza questo sutra, non in virtù di una loro particolare saggezza. Inoltre, Shariputra, non devi predicare questo sutra alle persone che sono arroganti o pigre, oppure assorbire in una propria concezione dell'io. Coloro che hanno la modesta intelligenza delle persone comuni e che sono aggrappati tenacemente ai cinque desideri non sono in grado di capirlo quando lo ascoltano. Non predicarlo a queste persone. Chi non riesce ad avere fede e invece offende questo sutra, distruggerà immediatamente tutti i semi per divenire Budda in questo mondo. Porse aggrotterà torvo la fronte e nutrirà dubbi e perplessità. Ascolta, ti dirò a quali punizioni dovrà sottostare tale individuo. Sia che il Buddaviva nel mondo sia che già si sia estinto, se qualcuno dovesse offendere un sutra come questo, oppure se, vedendo coloro che leggono, recitano, copiano e sostengono questo sutra, li dovesse disprezzare, odiare, invidiare, o provare rancore nei loro confronti, le punizioni cui dovrà sottostare, ascolta, ti dirò quali saranno. Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell'inferno Avichi e sarà confinato là per un intero kalpa; quando il kalpa sarà trascorso, rinascerà nuovamente lì. Egli ripeterà questo ciclo per kalpa innumerevoli. Se anche riuscisse a uscire dall'inferno

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cadrà nel regno degli animali, diventerà un cane o tino sciacallo; il suo corpo sarà scarno e malconcio, nerastro, ricoperto di croste e piaghe, oggetto di scherno per gli uomini. O ancora, egli sarà odiato e disprezzato dagli altri, continuamente tormentato da fame e sete; il suo corpo sarà pelle e ossa, in vita sempre soggetto a difficoltà e tormenti, e in morte sepolto sotto ciottoli e pietre. Egli soffrirà queste punizioni per aver distrutto i semi della Buddità. Se dovesse divenire un cammello o rinascere in forma di asino, il suo corpo sarà continuamente gravato da pesanti fardelli e assaggerà di frequente il bastone o lo staffile. I suoi unici pensieri saranno l'acqua e l'erba e non potrà capire nient'altro. Queste sono le punizioni che patirà per aver offeso questo sutra. Altrimenti rinascerà come uno sciacallo che scende verso un villaggio, col corpo ricoperto di piaghe e croste, con un occhio solo, bastonato e percosso dai bambini, sottoposto a continui tormenti, talvolta fino a morirne. Dopo che sarà morto rinascerà di nuovo in forma di serpente, dal corpo lungo cinquecento yojana, sordo, ottuso, privo di zampe, costretto a strisciare sul ventre, punzecchiato e morso da insetti e parassiti, tormentato notte e giorno

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senza un istante di tregua. Queste sono le punizioni che patirà per aver offeso questo sutra. Se dovesse diventare un essere umano, sarà dotato di scarsissime facoltà, sarà basso, brutto, incurvato, zoppo, cieco, sordo, gobbo. Le persone non crederanno a quello che dirà, il suo alito sarà sempre fetido; posseduto da demoni, povero, di umile condizione, subordinato agli altri, afflitto da molti disturbi, magro e sparuto, senza nessuno su cui contare. Lui si affezionerà agli altri, ma nessuno si curerà di lui; se anche dovesse riuscire a ottenere qualcosa, la perderà immediatamente o se ne dimenticherà. Se praticherà l'arte medica e curerà con le sue terapie una malattia, i suoi pazienti contrarranno subito altri mali oppure moriranno. Nel caso in cui cada malato, non troverà nessuno che voglia assisterlo e curarlo; e se anche dovesse prendere le medicine adatte, non farebbe altro che peggiorare la sua condizione. Se altri dovessero aggredirlo, verrà rapinato e spogliato di ogni avere. Le sue colpe sarebbero tanto gravi che disastri inattesi si abbatterebbero su di lui. Un peccatore come questo non vedrà mai il Budda, il re di tutti i saggi, predicare la Legge, insegnarla e convertire. Un peccatore come questo nascerà sempre in grande miseria,

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sarà folle, sordo, avrà la mente confusa, e non potrà mai udire la Legge. Per kalpa innumerevoli, numerosi quanto le sabbie del Gange, rinascerà sordomuto, menomato nelle facoltà mentali, abiterà sempre nell'inferno sguazzandoci come fosse un giardino, e guarderà a tutti i cattivi sentieri dell'esistenza come fossero la sua dimora. Cammello, asino, maiale, cane, queste saranno le forme che assumerà. Queste sono le punizioni che patirà per aver offeso questo sutra. Se dovesse diventare un essere umano, sarà sordo, cieco, stupido. La povertà, il bisogno, tutti i segni della miseria saranno il suo ornamento; vesciche, diabete, piaghe, croste, ulcere e altre simili malattie saranno i suoi vestiti. Il suo corpo puzzerà, sozzo e impuro. Aggrappato a una propria concezione dell'io sarà sempre collerico e odiato dagli altri; bruciante di desideri licenziosi, non sarà migliore di una bestia. Queste sono le punizioni che patirà per aver offeso questo sutra. Io ti dico, Shariputra, che se dovessi descrivere 'e punizioni in cui incorrono coloro che offendono questo sutra, potrei proseguire per un intero kalpa senza giungere alla fine. Per questa ragione ti dico chiaramente

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di non predicare questo sutra alle persone prive di saggezza. Ma se vi sono persone di grandi capacità, sagge e comprensive, istruite e dotate di buona memoria, che ricercano la via del Budda, a questo tipo di persone è permesso predicare questo sutra. Se vi sono persone che hanno visto centinaia, migliaia, milioni di Budda, che hanno piantato moIre buone radici e sono veramente ferme e determinate, a questo tipo di persone è permesso predicare questo sutra. Se vi sono persone diligenti, che coltivano costantemente la compassione senza risparmiarsi, a questo tipo di persone è permesso predicare questo sutra. Se vi sono persone rispettose, riverenti, con in mente un unico scopo, che si separano dalla folla degli stolti e si ritirano a vivere tra le montagne, a questo tipo di persone è permesso predicare questo sutra. Di più, Shariputra: se vedi qualcuno che allontana i cattivi amici e cerca la compagnia di buoni amici, a questo tipo di persona è permesso predicare questo sutra. Se vedi un figlio del Budda che osserva i precetti, limpido, immacolato, come una gemma pura e splendente, che cerca il sutra del Grande Veicolo, a questo tipo di persona è permesso predicare questo sutra.

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Se una persona non conosce la collera, è di natura integra e gentile sempre compassionevole verso gli esseri viventi, rispettosa e riverente verso i Budda, a questo tipo di persona è permesso predicare questo sutra. Ancora: se un figlio del Budda nel mezzo di una grande assemblea, con mente pura dovesse utilizzare diverse cause e condizioni, parabole, similitudini e varie altre mecafore per predicare la Legge senza impedimenti, a questo tipo di persona è permesso predicare questo sutra. Se vi fossero dei monaci i quali, in nome della saggezza onnicomprensiva, cercano la Legge in ogni direzione, congiungono le mani con gratitudine e desiderano abbracciare soltanto il sutra del Grande Veicolo, non accettando un solo verso degli altri sutra, a questo tipo di persone è permesso predicare questo sutra. Se una persona di mente sincera ricerca questo sutra come se fosse alla ricerca delle reliquie del Budda, e, avendolo trovato, lo accetta con gratitudine, senza la minima intenzione di cercare altri sutra e senza pensare per un solo istante alle scritture non buddiste, a questo tipo di persona è permesso predicare questo sutra. Ti dico, Shariputra, se dovessi descrivere rune le caratteristiche di coloro che cercano la via del Budda,

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potrei proseguire per un intero kalpa senza giungere alla fine. Persone quali quelle che ho descritto sono in grado di credere e di capire. A loro, perciò, dovresti predicare il Sutri del Loto della Legge Meravigliosa.

IV. FEDE E COMPRENSIONE

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A quel tempo, allorché gli uomini di innata saggezza Subhuti, Mahakatyayana, Mahakashyapa e Mahamaudgalyayana ebbero udito dal Budda una Legge mai udita prima, ed ebbero udito l'Onorato dal Mondo predire l'ottenimento dell'anuttara-samyaksambodhi a Shariputra, i loro cuori si commossero come raramente accade ed esultarono di gioia. Immediatamente si alzarono dai loro seggi, si sistemarono le vesti denudandosi la spalla destra e si prostrarono poggiando il ginocchio destro al suolo. Unanimi giunsero le mani, si chinarono rispettosamente e, levando uno sguardo reverenziale verso il volto dell'Onorato dal Mondo, dissero al Budda: «Siamo qui a capo del gruppo dei monaci, tutti ormai in età avanzata. Avendo già raggiunto il nirvana, credevamo che non avremmo potuto progredire oltre e quindi non abbiamo cercato di conseguire l'anuttara-samyaksambodhi. «É trascorso molto tempo da quando l'Onorato dal Mondo ha cominciato a predicare la Legge. Per tutto quel tempo siamo rimasti seduti sui nostri scanni, col corpo affaticato e inerte, meditando unicamente sui concetti di vuoto e di assenza di forma e di azione. Ma la nostra mente non ha mai provato gioia per i piaceri trascendentali della Legge del bodhisattva o per la purificazione delle terre del Budda e la salvezza di tutti gli esseri viventi. Per quale ragione? Perché l'Onorato dal Mondo ci aveva offerto la possibilità di trascendere il triplice mondo e di ottenere l'illuminazione del nirvana. «Noi siamo ormai in età avanzata e, sentendo parlare di questa anuttara-samyaksambodhi con la quale il Budda istruisce e converte i bodhisattva, le nostre menti non hanno provato alcuna sensazione di gioia o di entusiasmo. Ora, tuttavia, al cospetto del Budda abbiamo sentito che questo ascoltatore della voce ha ricevuto la predizione che in futuro otterrà l'anuttara-samyaksambodhi e il nostro cuore ne è estremamente felice. Abbiamo ottenuto una cosa senza precedenti. D'improvviso abbiamo potuto ascoltare una Legge che è molto raro incontrare, una cosa assolutamente inattesa, e ci consideriamo veramente

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fortunati. Abbiamo ricevuto un grandissimo beneficio, abbiamo ottenuto un gioiello inestimabile senza cercarlo. «Onorato dal Mondo, avremmo piacere di illustrare ciò che intendiamo con una parabola. Immaginiamo un uomo che in gioventù abbia abbandonato il padre e sia fuggito per vivere in luoghi lontani per molto tempo, dieci, venti, forse addirittura cinquant'anni. Divenuto col passare degli anni sempre più povero e indigente, vagava in ogni direzione alla ricerca di cibo e di vesti. Dopo un incessante e remoto girovagare gli capitò per caso di volgere i suoi passi in direzione della sua terra natia. «Nel frattempo il padre aveva condotto senza successo ricerche sul figlio e si era trasferito in una certa città. La famiglia del padre era molto ricca: egli possedeva moltissimi beni e tesori. Oro, argento, lapislazzuli, corallo, ambra e collane di cristallo rienrpivano i suoi forzieri fino all'orlo. Sotto di sé aveva parecchi staffieri e servitori, attendenti e maggiordomi; inoltre possedeva elefanti, cavalli, carri, buoi e un numero illimitato di capre. Si dedicava a proficui affari in patria e nelle terre confinanti e intratteneva rapporti anche con moltissimi mercanti e venditori ambulanti. «A quel tempo il figlio, ridotto in miseria, vagando di villaggio in villaggio attraverso diverse regioni e città, capitò infine nella città in cui viveva il padre. Questi non aveva smesso di pensare al figlio per un solo istante, sebbene il figlio si fosse allontanato da lui da almeno cinquant'anni; tuttavia, non ne aveva mai fatto parola con nessuno. Il padre si limitava a pensare al figlio con il cuore colmo di dolore e nostalgia. Egli ormai si sentiva in là con gli anni, vecchio, decrepito. Era proprietario di immense ricchezze e possedimenti: oro, argento e rari tesori riempivano i suoi forzieri fino all'orlo, ma non aveva un figlio e, quando un giorno fosse morto, le ricchezze e le proprietà sarebbero andate disperse perché non vi era nessuno cui lasciarle. «Per questa ragione egli continuvava a pensare intensamente al figlio; lo tormentava questo pensiero: "Se solo potessi ritrovare mio figlio e affidare a lui le mie ricchezze e i miei possedimenti, finalmente mi sentirei sereno e in pace con me stesso e non avrei più alcuna preoccupazione."

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«Onorato dal Mondo, a quel tempo il figlio ridotto in miseria passava da un mestiere all'altro finché giunse per caso davanti alla casa del padre. Si soffermò a un lato del cancello e osservò da lontano il padre che sedeva su un trono di leone con le gambe distese su un poggiapiedi ingioiellato, circondato da brahmani, nobili e famigli in atteggiamento deferente. Il suo corpo era adornato da fili di perle che valevano migliaia o decine di migliaia; dipendenti, staffieri e servitori lo assistevano con bianchi ventagli a destra e a sinistra. Era protetto da un baldacchino ingioiellato da cui pendevano ornamenti fioriti; il terreno era cosparso di acqua profumata e petali di fiori rari erano sparpagliati intorno. Qua e là erano disposti oggetti preziosi che gli venivano mostrati e messi da parte, consegnati e accettati. Tali erano gli ornamenti, gli emblemi, le prerogative e i segni che contraddistinguevano questa persona. «Quando il figlio ridotto in miseria ebbe visto quale fosse il potere e l'autorità di cui godeva il padre, provò una sensazione di timore reverenziale e si rammaricò di essersi avvicinato a tale luogo. Dentro di sé gli sovvenne questo pensiero: "Deve trattarsi di un re o di una persona di rango simile a quello di un re. Questo non è certo un posto in cui io possa sperare di ottenere un lavoro e guadagnarmi da vivere. E meglio che vada in qualche povero villaggio, dove è più facile trovare un impiego lavorando sodo e procurarsi cibo e vesti. Se rimango qui un altro po', potrei essere preso e costretto a fare il servitore!" Come ebbe riflettuto in questo modo, si allontanò in tutta fretta. «A quel tempo il vecchio benestante, assiso sul suo trono di leone, notando il figlio lo riconobbe immediatamente e il suo cuore si riempì di grande gioia. Subito pensò: "Ecco, finalmente ho qualcuno cui affidare i proprietà! Il mio unico pensiero fino a ora è stato quello di ritrovare mio figlio, ma non c'è stato modo di realizzarlo. Ora eccolo comparirmi dinanzi da solo, proprio come avevo sempre desiderato. Io ormai ho raggiunto un'età veneranda, ma continuo a preoccuparmi di ciò che accadrà alle mie ricchezze." «Subito inviò un suo uomo dietro al figlio, ordinando che glielo riconducesse il più presto possibile. Allora il messaggero si

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precipitò di corsa all'inseguimento del figlio e lo catturò. Il figlio ridotto in miseria, sorpreso e pieno di timore, si mise a gridare protestando: "Non ho fatto niente di male! Perché vengo catturato?" Ma il messaggero del padre strinse ancor più saldamente la presa e lo trascinò a forza verso la dimora. «A quel tempo il figlio pensò: "Non ho commesso alcun crimine e tuttavia vengo fatto prigioniero. Sicuramente sarò messo a morte!" Era terrorizzato come non mai e cadde a terra svenendo per la disperazione. «II padre, osservando la scena da una certa distanza, mandò a dire al messaggero: "Non ho alcun bisogno di quest'uomo. Non costringerlo a venire qui; spruzzagli piuttosto dell'acqua fresca in viso in modo che si riprenda, ma non dirgli più nulla." «Per quale motivo il padre fece questo? Perché sapeva che suo figlio, di modeste pretese e senza ambizioni, difficilmente avrebbe accettato il suo rango elevato e le sue ricchezze. Aveva capito subito che quello era suo figlio, ma avvalendosi di un accorgimento si astenne dal dire ad alcuno: "Questo è mio figlio". «Il messaggero si rivolse al figlio dicendo: "Ora ti lascio libero; va' dove meglio credi." Il figlio ridotto in miseria si rallegrò, avendo ottenuto ciò che non si aspettava, e si alzò da terra per andarsene in un povero villaggio alla ricerca di cibo e di vesti. «A quel tempo l'uomo ricco, volendo attirare il figlio di nuovo presso di sé, decise di ricorrere a un espediente e inviò due persone in incognito, due individui di aspetto scarno e rozzo. "Andate a cercare quel pover'uomo e avvicinatelo in modo casuale. Ditegli che conoscete un posto in cui potrà guadagnare una paga doppia di quella attuale. Se accetta, portatelo qui e affidategli un lavoro. Se chiede di quale lavoro si tratti, ditegli che dovrà spalare il letame e che voi due lavorerete insieme a lui." «I due messaggeri si allontanarono subito in cerca del pover'uomo e quando lo ebbero trovato gli dissero ciò che era stato loro ordinato di dire. Allora il figlio ridotto in miseria chiese un anticipo della paga, poi andò con gli altri due uomini ad aiutarli a spalare il letame.

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«Nel momento in cui il padre vide il figlio, provò una profonda pietà e si chiese che cosa potesse fare per lui. Qualche giorno dopo, mentre guardava fuori dalla finestra, vide il figlio in lontananza, il corpo scarno e macilento, sporco di letame, sozzo, sudato e malconcio. Il padre si tolse immediatamente le collane, gli abiti raffinati e gli altri ornamenti e indossò degli abiti cenciosi e sporchi. Si cosparse di sozzura, afferrò con la destra un utensile per spalare il letame e con fare brusco apostrofò gli altri lavoranti: "Continuate a lavorare, pelandroni!" Con questo espediente ebbe modo di avvicinare il figlio. «In seguito si rivolse a lui dicendogli: "Ehi tu, giovane! Devi continuare a lavorare qua e non devi più andartene. Ti aumenterò la paga e ti darò qualsiasi strumento ti serva per lavorare. Ti darò riso, farina, sale, aceto e non dovrai più preoccuparti di nulla. Ho un vecchio servitore che potrei mettere a tua disposizione quando ne avrai bisogno. Puoi stare tranquillo. Sarò come un padre per te e non avrai più preoccupazioni. Perché dico questo? Perché io ormai sono in là con gli anni, mentre tu sei ancora giovane e vigoroso. Ti ho osservato lavorare, tu non fai il furbo: non sei sfaticato né imprechi con rabbia e risentimento. Mi sembra che tu non abbia neanche uno dei difetti di tutti gli altri miei lavoranti. Quindi, d'ora inpoi, sarai tale e quale a un figlio." Così il ricco scelse un nome che assegnò all'uomo, proprio come se fosse suo figlio. «Da parte sua il figlio ridotto in miseria, sebbene provasse piacere per quel trattamento, continuava a ritenersi una persona di umile condizione alle dipendenze di altri. Quindi il ricco lo tenne presso di sé a spalare letame per i seguenti vent'anni. Trascorso quel periodo di tempo, il figlio cominciò a capire che godeva della massima fiducia e che poteva recarsi ovunque a suo piacimento; tuttavia continuava a vivere nello stesso posto. «Onorato dal Mondo, a quel tempo il vecchio ricco si ammalò e capì che sarebbe morto di lì a poco. Allora si rivolse al figlio povero e gli disse: "Io possiedo enormi quantità di oro, argento e rarissimi tesori che riempiono i miei forzieri fino all'orlo. Tu ti prenderai cura di tutti i miei beni controllando le entrate e le uscite. Questo è ciò che ho stabilito e desidero che tu

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esegua il mio volere. Perché dico questo? Perché d'ora in avanti tu e io dovremo agire come se fossimo una sola persona. Quindi cerca di fare del tuo meglio in modo che non si verifichino errori o ammanchi." «A quel tempo il figlio ridotto in miseria, avendo ricevuto queste istruzioni, si assunse il compito di vigilare su tutte le ricchezze del padre, l'oro, l'argento, i molti tesori e i vari forzieri; tuttavia mai una volta gli venne in mente di appropriarsi nemmeno di qualcosa del valore equivalente a un solo pasto. Continuò a vivere come aveva fatto fino ad allora, incapace di pensare a se stesso se non come a una persona umile e di bassa estrazione. «Trascorso un certo lasso di tempo, il padre intuì che il figlio a poco a poco era diventato più sicuro di sé, aveva allargato la sua mente e svìluppato una grande volontà, che cominciava a vergognarsi della precedente bassa opinione che aveva avuto di se stesso. Sentendo che la sua fine si avvicinava, ordinò al figlio di organizzare un incontro con tutti i parenti, in presenza del sovrano, degli alti dignitari, dei nobili e di tutte le persone del palazzo. Quando tutti furono riuniti, fece questa dichiarazione: "Signori, sappiate che questo è mio figlio, carne della mia carne. Egli mi abbandonò quando vivevamo nella tal città e per più di cinquant'anni è andato girovagando, affrontando difficoltà e sofferenze. Il suo nome è tal dei tali, mentre il mio è talaltro. In passato, quando vivevo ancora nella mia città natale, ero molto preoccupato per la sua sorte e partii alla sua ricerca. Dopo un certo tempo, me lo sono visto comparire davanti all'improvviso. Questo è veramente mio figlio e io sono davvero suo padre. Ora sappiate che tutti i miei averi, le mie ricchezze e le mie proprietà in futuro apparterranno a questo mio figlio. Egli è perfettamente al corrente di tutti gli affari precedenti relativi alle entrate e alle uscite." «Onorato dal Mondo, quando il figlio ridotto in miseria ebbe udito queste parole del padre, provò una gioia profonda, dato che aveva ottenuto quello che mai aveva avuto prima. Subito ebbe questo pensiero: "Non mi è mai passato per la testa di desiderare o di cercare questi beni. Eppure tutte queste ricchezze sono venute a me spontaneamente!"

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«Onorato dal Mondo, il vecchio con le sue immense ricchezze non è altri che il Tathagata e tutti noi siamo i figli del Budda. Il Tathagata ci ripete di continuo che noi siamo suoi figli. Tuttavia, a causa delle tre sofferenze, Onorato dal Mondo, nel ciclo di nascita e di morte sopportiamo tremendi tormenti e, poiché siamo illusi e ignoranti, proviamo piacere nel seguire dottrine inferiori. Ma oggi l'Onorato dal Mondo ci ha fatto riflettere profondamente, ci ha fatto mettere da parte tali dottrine e le vuote discussioni.«Siamo stati diligenti e ci siamo sforzati su questo percorso fino a che non abbiamo raggiunto il nirvana, l'equivalente della paga di una giornata. E, una volta che l'abbiamo raggiunto, i nostri cuori si sono riempiti di immensa gioia, perché questa meta ci sembrava sufficiente. Dentro di noi ci siamo subito detti: "Dato che siamo stati diligenti e ci siamo sforzati nella Legge buddista, abbiamo ottenuto questa grande e profonda comprensione." «Tuttavia l'Onorato dal Mondo, sapendo in precedenza che le nostre menti si aggrappano a desideri indegni e apprezzano le dottrine inferiori, ci perdona e ci lascia fare e, senza cercare di spiegare, dice: "Voi arriverete a possedere la penetrante visione del Tathagata, la vostra parte del tesoro!" L’Onorato dal Mondo ha utilizzato il potere degli espedienti e ci ha predicato la saggezza del Tathagata in modo che, dando ascolto al Budda, raggiungessimo il nirvana, la paga di una giornata. Poiché noi ritenevamo che si trattasse di un ottimo risultato, non avevamo nessuno stimolo a ricercare il Grande Veicolo. «Inoltre, sebbene avessimo illustrato e descritto la saggezza del Budda a beneficio dei bodhisattva, non abbiamo mai aspirato a conseguirla per noi. Perché diciamo ciò? Perché il Budda, sapendo che le nostre menti apprezzano le dottrine inferiori, utilizzando il potere degli espedienti ha predicato in una forma che fosse adatta a noi. Così noi non sapevamo di essere in effetti figli del Budda. Ma ora finalmente ne siamo consapevoli. «L'Onorato dal Mondo non è mai avaro della saggezza del Budda. Perché diciamo questo? Fin dalle epoche - passate siamo sempre stati davvero i figli del Budda, ma non abbiamo fatto altro che apprezzare dottrine inferiori. Se avessimo avuto una

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mente capace di apprezzare quelle superiori, il Budda avrebbe predicato per noi la Legge del Grande Veicolo. «Ora, in questo sutra, il Budda espone soltanto l'unico veicolo. Anche in passato, quando in presenza dei bodhisattva disprezzò gli ascoltatori della voce in quanto seguivano una dottrina inferiore, il Budda stava di fatto utilizzando il Grande Veicolo per istruirci e convertirci. Perciò diciamo che, sebbene sia una cosa che in origine non abbiamo desiderato né cercato, ora il grande tesoro del re del Dharma è venuto a noi spontaneamente. Si tratta di una cosa che i figli del Budda hanno diritto di acquisire e in questo momento l'hanno acquisita.» A quel tempo Mahakashyapa, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Oggi abbiamo udito la voce del Budda che istruisce ed esultiamo di gioia, perché abbiamo ottenuto ciò che mai avevamo avuto. Il Budda dichiara che gli ascoltatori della voce potranno ottenere la Buddità. Questo cumulo di gioielli inestimabili è venuto a noi senza bisogno di cercarlo. È come il caso di un ragazzo il quale, ancora giovane e ignorante, abbandonò il padre e fuggì per recarsi in terre remote vagando da un paese all'altro per oltre cinquant'anni. Il padre angosciato lo cercò per ogni dove finché, sfinito dalle vane ricerche, si fermò in una certa città. Là fece costruire un palazzo ove poter indulgere ai cinque desideri. La sua casa era ampia e lussuosa, piena di oro, argento, madreperla, agate, perle e lapislazzuli,

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di elefanti, cavalli, buoi e capre, diportantine,dicarri, di campi coltivati, di servitori, attendenti e altre persone in gran numero. Egli si dedicava ad affari vantaggiosi in città e nei luoghi vicini e aveva alle sue dipendenze mercanti e venditori ambulanti. Migliaia; decine di migliaia, milioni di persone lo circondavano e lo riverivano; egli godeva del favore e della considerazione costante del sovrano. I ministri e le famiglie al potere, tutti lo onoravano e moltissimi erano coloro che per una ragione o per l'altra gli si accalcavano intorno. Tali erano l'immenso prestigio, il grande potere e l'influenza di cui godeva. Ma sentendo avanzare l'età della vecchiaia si ricordò del figlio con sempre maggiore angoscia: notte e giorno non pensava ad altro. "Si avvicina il momento della mia morte. Più di cinquant'anni sono trascorsi da quando duello sciocco ragazzo mi ha lasciato. I miei forzieri traboccano di ricchezze... Che ne sarà dei miei averi?" Nel frattempo il figlio ridotto in miseria vagava alla ricerca di cibo e di vesti, facendo la spola da un villaggio all'altro, da un paese all'altro, talvolta riuscendo a procurarsi qualcosa, altre volte restando a mani vuote, scarno e affamato, il corpo ricoperto di piaghe e di infezioni, Vagando di luogo in luogo egli giunse un giorno alla città ove viveva il padre

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e, cambiando spesso lavoro, capitò davanti al palazzo paterno. A quel tempo l'uomo ricco aveva fatto innalzare un grande baldacchino ingioiellato all'interno del suo giardino e sedeva su un trono di leone, circondato dai suoi servitori e da molti attendenti e guardiani. Alcuni calcolavano l'oro, l'argento e gli oggetti preziosi o riportavano sui registri le entrate e le spese. Il figliolo impoverito, osservando quanto illustre e distinto fosse il padre, immaginò che fosse il re del paese o persona di egual rango. Allarmato e meravigliato, si chiese per quale ragione fosse finito lì. Segretamente cominciò a pensare: "Se indugio nei paraggi troppo a lungo forse sarò catturato e costretto a lavorare come schiavo." Come gli sovvenne questo pensiero corse via da quel luogo alla ricerca di un povero villaggio dove sperare in un lavoro retribuito. L'uomo ricco intanto, assiso sul suo trono di leone, vide da lontano il figlio e tacitamente lo riconobbe, Inviò subito un messaggero che lo raggiungesse in fretta e lo riconducesse a lui. Il figlio ridotto in miseria, gridando dal terrore, si gettò a rerra disperato. "Quest'uomo mi ha catturato; di certo vorrà mettermi a morte! Possibile che la mia ricerca di cibo e vesti mi abbia condotto a questa fine?"

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L'uomo ricco sapeva che il figlio era ignorante e privo di rispetto per se "Non crederà mai alle mie parole, non crederà mai che sia suo padre." Così decise di impiegare un accorgimento e inviò altri uomini presso il figlio: uno guercio, un altro rozzo e malandato, ambedue di aspetto dimesso, dicendo loro: "Parlaregli e ditegli che avrà un lavoro, dovrà spalare letame e spazzatura, e avrà una paga doppia di quella consueta." Quando il figlio ridotto in miseria udì queste parole ne fu felice; ritornò con i messaggeri e cominciò a spalare letame e a pulire le sale della casa. Dalla finestra il ricco osservava il figlio di continuo riflettendo su quanto fosse stolto e privo di rispetto per sé da essere soddisfatto di quel mestiere servile. In alcune occasioni l'uomo ricco indossava abiti sporchi e malconci, afferrava un utensile per spalare il letame e si recava presso il figlio, avvalendosi di questo espediente per avvicinarlo e incoraggiarlo a lavorare sodo. "Ti ho aumentato la paga e ti ho fornito l'olio con cui ungerti i piedi. Farò in modo che tu abbia cibo e bevande in Abbondanza, un giaciglio e coperte spesse e calde." In altre occasioni lo redarguiva: "Devi lavorare sodo!" Oppure, con tono gentile diceva: "Sei come un figlio per me!" Il ricco, che era saggio,

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a poco a poco permise al figlio di accedere liberamente alla casa. Trascorsi vent'anni, gli affidò gli affari di famiglia, mostrandogli l'oro, l'argento, le perle, i cristalli e tutti gli altri beni che vendeva o comprava, in modo che il figlio sapesse tutto in proposito; il figlio tuttavia continuava a vivere fuori dal palazzo e dormiva in una capanna di paglia, poiché si considerava povero e pensava: "Niente di tutto questo mi appartiene." II padre capì che la mentalità del figlio gradualmente si era aperta e, desiderando tramandargli i suoi beni e averi, riunì tutti i parenti, il sovrano, gli alti dignitari, i nobili e tutti i famigli. Al cospetto di questa grande assemblea dichiarò: "Questo è mio figlio che mi lasciò in gioventù e andò errando per oltre cinquant'anni. Da quando l'ho ritrovato sono trascorsi più di vent'anni. Tanto tempo fa, nella città tal dei tali, allorché perdetti mio figlio, mi misi in viaggio per cercarlo finché un giorno non sono giunto in questa città. Tutto ciò che possiedo, il mio palazzo e la n,ia gente, lo affido interamente a lui: ne faccia ciò che desidera." Il figlio pensò a quanto era stato povero in passato, umile e privo di rispetto per sé, ma ora aveva ricevuto dal padre questo enorme lascito di tesori preziosi, oltre al palazzo paterno

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e a tutti gli altri beni e averi. Il suo cuore si riempì di grande gioia, perché aveva ottenuto ciò che non si era mai aspettato. Anche il Budda agisce così. Egli conosce la nostra inclinazione per le cose infime e pertanto non ci ha mai detto: “Voi conseguirete la Buddità," Invece ci ha insegnato a liberarci da tutte le illusioni, a praticare il Piccolo Veicolo e divenire discepoli ascoltatori della voce. In seguito il Budda ci ha ordinato di predicare la via suprema e di spiegare che coloro che la praticano potranno conseguire la Buddità. Noi abbiamo ricevuto l'insegnamento del Budda e, a beneficio dei grandi bodhisattva, ci siamo serviti di cause e condizioni, di diverse similitudini e parabole, di una grande varietà di parole e frasi per esporre la via insuperata. Quando i figli del Budda tramite noi odono la Legge, cominciano a riflettere giorno e notte e cercano di praticarla con diligenza e assiduità. Allora il Budda concede loro una predizione: ''In un'esistenza futura voi conseguirete la Buddità," I vari Budda espongono la verità del segreto tesoro della Legge a esclusivo beneficio dei bodhisattva; a beneficio nostro non illustrano i veri principi. E il caso del figlio ridotto in miseria che riuscì a ricongiungersi al padre.

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Sebbene fosse a conoscenza di tutti i beni del padre, non ci teneva affatto a possederli. Così, sebbene noi descrivessimo il tesoro della Legge del Budda, non abbiamo mai desiderato di ottenerlo per noi e in questo senso i casi sono simili. Abbiamo cercato di sradicare ciò che era dentro di noi credendo che fosse sufficiente. Avevamo capito solo questo aspetto e non sapevamo niente degli altri. Sebbene avessimo sentito parlare di purificazione delle terre dei Budda, di istruire e convertire gli esseri viventi, non ne abbiamo mai provato gioia. Perché questo? Perché tutti i fenomeni sono uniformemente vuoti, tranquilli, senza nascita e senza estinzione, né grandi né piccoli, privi di difetti e di azione. Quando una persona pensa in questo modo, non può provare gioia né piacere. Per tutta la lunga notte, per la saggezza del Budda noi non abbiamo nutrito né avidità né attaccamento e neppure alcun desiderio di possederla. Riguardo alla Legge credevamo di possederne l'essenza. Per tutta la lunga notte abbiamo praticato la Legge del vuoto liberandoci dai triplice mondo e dal suo fardello di ansie e sofferenze. Siamo vissuti nella nostra ultima esistenza nel nirvana con residui. Tramite l'insegnamento del Budda, abbiamo conseguito una via che non era vana e, nel fare questo, abbiamo ripagato

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il debito di riconoscenza verso il Budda. Sebbene noi predicassimo la Legge del bodhisattva a beneficio dei figli dei Budda, incoraggiandoli a ricercare la via del Budda, tuttavia noi non abbiamo mai andato a quella Legge. Fummo abbandonati dalla nostra guida e maestro perché egli aveva osservato ciò che era nella nostra mente. All'inizio non ci ha mai incoraggiato né parlato del vero beneficio. Egli ha agito come il ricco consapevole delle modeste ambizioni del figlio, che fece uso di un espediente per aprire e plasmare la mente del figlio così da potergli poi affidare le sue ricchezze e i suoi tesori. Anche il Budda è così: ritorrea insoliti modi di agire. Sapendo che alcuni sono attirati da cose insignificanti, egli si avvale del potere degli espedienti per plasmare e temprare le loro menti, e solo allora insegna la grande saggezza. Oggi noi abbiamo ottenuto ciò che mai avevamo avuto prima; ciò che prima era insperato è venuto a noi spontaneamente. Noi siamo come il figlio ridotto in miseria che ottenne un tesoro inestimabile, Onorato dal Mondo, ora abbiamo conseguito la via, conseguito il frutto; grazie alla Legge che non ha difetti siamo venuti in possesso dell'occhio incontaminato, Per tutta la lunga notte abbiamo osservato i puri precetti del Budda e oggi per la prima volta

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abbiamo gustato il frutto della ricompensa. Nella Legge del re del Dharma per molto tempo ci siamo dedicati alle pratiche di brahma; ora abbiamo raggiunto la condizione priva di illusioni, il grande frutto che non ha eguali. Ora siamo diventati veri ascoltatori della voce, perché facciamo nostra la voce della via del Budda e la faremo udire a tutti. Ora siamo diventati veri arhat, e ovunque fra gli dei e gli uomini, i demoni e i Brahma di svariati mondi noi siamo degni di ricevere offerte. L'Onorato dal Mondo nella sua grande benevolenza si avvale di una cosa rara; pieno di pietà e compassione insegna e converte arrecando beneficio a noi tutti, Chi mai potrebbe ripagare il debito anche nel corso di innumerevoli milioni di kalpa? Se anche offrissimo mani e piedi, chinassimo il capo in segno di obbedienza e offrissimo doni di ogni tipo, nessuno di noi potrebbe ripagarlo. Sc anche lo sollevassimo al di sopra delle nostre teste, lo portassimo sulle spalle per un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange e lo riverissimo con tutto il nostro cuore; se venissimo a lui con cibi raffinati, con innumerevoli abiti ingioiellati, con giacigli di finissima fattura, diversi tipi di bevande e medicine, con sculture in sandalo testa di bue e con tutti i tipi di pietre preziose; se costruissimo delle torri in suo onore

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e cospargessimo il suolo di stoffe preziose; se anche facessimo tutto ciò in segno di gratitudine per un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange, ancora non saremmo in grado di ripagarlo. I Budda possiedono rari, illimitati, incommensurabili, inconcepibile poteri sovrannaturali. Liberi dalle illusioni, liberi di agire, questi re delle dottrine le espongono con pazienza a beneficio delle persone umili e modeste; per i comuni mortali attaccati alle apparenze predicano nel modo più appropriato alle circostanze. Rispetto alla Legge, i Budda sono in grado di agire in assoluta libertà. Essi comprendono i vari desideri e le gioie degli esseri viventi, così come gli obiettivi e le facoltà di ognuno e, adattandosi alle loro capacità, utilizzano innumerevoli esempi per esporre loro la Legge. Utilizzando le buone radici create dagli esseri viventi nelle esistenze passate, sapendo quali sono mature e quali non lo sono ancora, essi fanno diverse valutazioni, operano distinzioni, e predicano la via dell'unico veicolo nel modo più appropriato, come se fossero tre.

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V. LA PARABOLA DELLE ERBE MEDICINALI A quel tempo l'Onorato dal Mondo disse a Mahakashyapa e agli altri discepoli maggiori: «Eccellente, eccellente, Kashyapa. Hai fornito un'ottima descrizione delle vere virtù del Tathagata. È proprio come hai detto, Il Tathagata possiede effettivamente illimitate, incommensurabili, asamkhya virtù e, anche se tu e gli altri vi sforzaste di descriverle per innumerevoli milioni di kalpa, non sareste mai in grado di completare la descrizione. «Sappi, Kashyapa, che il Tathagata è il re delle dottrine. Niente di ciò che predica è falso. Tutte le svariate dottrine egli le espone avvalendosi di saggi espedienti. Perciò tutte le sue dottrine giungono al livello della saggezza onnicomprensiva. Il Tathagata conosce il fine cui tendono tutte le dottrine. Comprende il funzionamento recondito della mente degli esseri viventi e ne penetra i segreti fino in fondo e senza difficoltà. Riguardo alle dottrine, egli è pienamente illuminato e manifesta agli esseri viventi la totalità della sua saggezza. «Kashyapa, è come nel caso delle piante e degli alberi,della boscaglia e dei cespugli, delle erbe medicinali, che si sviluppano in grande varietà, ciascuna con un nome e caratteristiche proprie, crescendo sulle colline e lungo i fiumi nelle valli, nei diversi terreni di migliaia di milioni di mondi. Fitte nubi vi si addensano sopra, coprendo completamente le migliaia di milioni di mondi e in un solo istante li avvolgono. L'umidità penetra in tutte le piante, negli alberi, nella boscaglia e nei cespugli, così come nelle erbe medicinali, nelle radici, nei fusti, negli steli e nelle foglie di piccola dimensione, nelle radici, nei fusti, negli steli e nelle foglie di media dimensione, nelle radici, nei fusti, negli steli e nelle foglie di grande dimensione. Ciascuna pianta, grande o piccola, riceve la sua parte secondo le sue dimensioni grandi, medie o piccole che siano. La pioggia, cadendo da una coltre di nubi, si adatta a ciascuna specie e le consente di germogliare e maturare, di fiorire e fruttificare. Sebbene tutte queste piante e questi alberi crescano sullo stesso terreno e siano bagnate dalla stessa pioggia, ognuna è differente dalle altre. «Kashyapa, sappi che il Tathagata si comporta nello stesso modo. Egli appare nel mondo come una grande nube che si solleva. La sua voce sonora giunge a tutti gli dei, gli uomini e gli asura del mondo

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intero, come una nube gigantesca che ricopre migliaia di milioni di terre diverse. In mezzo alla grande assemblea egli pronuncia queste parole: "Io sono il Tathagata, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente., maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Farò traghetrare coloro che non hanno ancora traghettato, libererò coloro che non si sono ancora liberati, farò riposare coloro che non hanno ancora raggiunto il riposo, farò ottenete il nirvana a coloro che ancora non l'hanno ottenuto. Io comprendo le circostanze autentiche di questa esistenza e di quelle future. Sono colui che sa tutte le cose, vede tutte le cose, capisce la via, apre la via e predica la via. Voi, esseri celesti e umani, asura, e altri esseri, dovete venire qui a me in modo che possa farvi udire il Dharma!" «A quel tempo innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di specie di esseri viventi si radunano nel luogo ove è il Budda per ascoltare il Dharma, Il Tathagata osserva se le capacità di questi esseri viventi sono sviluppate o ottuse, se essi si sforzano con diligenza o sono pigri. Poi, in relazione a ciò che ognuno è in grado di udire, predica loro la Legge in un'innumerevole varietà di modi, così che ciascuno ne gioisca e possa trarne immensi benefici, «Allorché questi esseri viventi avranno udito la Legge, godranno di pace e sicurezza nell'esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive, quando gioiranno della via e saranno di nuovo in grado di ascoltare la Legge. Avendo udito la Legge, saranno liberi da ogni ostacolo e impedimento e si eserciteranno con tutte le loro forze nelle varie dottrine così da entrare gradualmente nella via. È come la pioggia che cade dalla grande nube su tutte le piante, gli alberi, la boscaglia, i cespugli e le erbe medicinali. Ognuna di esse, a seconda della propria specie e natura, riceve per intero la propria dose di umidità e può germogliare e crescere, «La Legge predicata dal Tathagata ha una sola forma. Ha un solo aroma, vale a dire la forma dell'emancipazione, la forma della separazione e la forma dell'estinzione, che in definitiva si riassumono nella saggezza onnicomprensiva. Quando gli esseri viventi ascoltano la Legge del Tathagata, anche se essi la abbracciano, la leggono, la recitano e la praticano alla lettera, non si rendono conto dei benefici

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che stanno ottenendo grazie a essa. Perché questo? Perché solo il Tathagata è in grado di capire la specie, la forma, la sostanza e la natura di questi esseri viventi. Egli sa su cosa riflettono, cosa pensano, cosa praticano. Egli sa come vi riflettono, come ci pensano e come praticano. Egli sa su quale Legge riflettono, su quale Legge meditano, quale Legge praticano, tramite quale Legge conseguono la Legge. «Gli esseri vivono in una grande varietà di ambienti, ma solo il Tathagata vede le circostanze autentiche e le comprende chiaramente, senza difficoltà. È come nel caso delle piante, degli alberi, della boscaglia, dei cespugli e delle erbe medicinali, che non hanno consapevolezza della propria natura superiore, media o inferiore. Ma il Tathagata sa che questa Legge ha una forma unica, un unico aroma, vale a dire la forma dell'emancipazione, la forma della separazione, la forma dell'estinzione, la forma del nirvana definitivo, della costante serena estinzione, che in definitiva si risolve nella vacuità. Il Budda capisce tutto questo. Ma poiché vede i desideri che alloggiano nelle menti degli esseri viventi, egli li guida e li protegge e per questa ragione non espone loro immediatamente la saggezza onnicomprensiva. «Tu e gli altri, Kashyapa, è cosa rarissima che siate riusciti a comprendere che il Tathagata predica la Legge in modo appropriato alle circostanze, a nutrire fede in essa e ad accettarla. Perché dico queste cose? Perché il fatto che i Budda, gli onorati dal Mondo, predichino la Legge in modo appropriato alle circostanze è cosa molto difficile da capire, difficile da recepire.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Il re del Dharma, distruttore dell’essere, quando appare nel mondo si adatta ai desideri degli esseri viventi predicando la Legge in svariati modi. Il Tathagata, degno di onore e rispetto, possiede una saggezza profonda e molto vasta. A lungo ha taciuto l'essenziale, non ha avuto fretta di parlarne immediatamente. Chi è saggio, se ne sente parlare, riesce a credervi e a capirlo;

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ma chi non è saggio nutrirà dubbi e perplessità e rimarrà per tutto il tempo nell'errore. Per questa ragione, Kashyapa, egli adatta la predicazione alla capacità delle persone e, approfittando di varie cause, le mette in grado di acquisire una visione corretta. Kashyapa, sappi che è come una grande nube che si solleva sul mondo e lo avvolge completamente. Questa nube benefica è satura di umidità, i lampi balenano e rilucono, il rombo del tuono si riverbera in ogni direzione, facendo gioire la moltitudine. I raggi del sole vengono offuscati e nascosti, la terra viene avvolta da limpida frescura; nembi oscuri scendono e si distendono: li puoi quasi toccare con mano. La pioggia cade uniformemente, scendendo da tutti e quattro i lati. Cade scrosciando senza restrizione raggiungendo ogni angolo della terra, sia le forre sia le valli montane e i corsi d'acqua, fino ai luoghi remoti e inaccessibili in cui crescono piante, arbusti, erbe medicinali alberi grandi e piccoli, centinaia di cereali, piantine di riso, di canna da zucchero, di vite. La pioggia le bagna tutte, ognuna riceve per intero la sua parte d'acqua. Il terreno inaridito viene irrorato ovunque e le erbe e gli alberi crescono rigogliosi. Quella che cade dalla nube è acqua di un solo aroma, ma le piante e gli alberi, la boscaglia e i cespugli, ognuno riceve la dose appropriata di umidità. Tutti i vari alberi,

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siano essi superiori, medi o inferiori, assumono ciò di cui necessitano secondo le dimensioni e tutti possono germogliare e crescere. La radice, il fusto, lo stelo, la foglia, lo splendore e il colore del fiore e del frutto, un'unica pioggia li ricopre rendendo tutta la vegetazione fresca e lucente. Benché vari la grandezza del loro corpo, la forma e la natura, l'umidità che ricevono è la stessa, ma ciascuna si sviluppa e fiorisce a modo proprio. Quando appare nel mondo il Budda è così, paragonabile a una grande nube che tutto ricopre per ogni dove. Apparso nel mondo a beneficio degli esseri viventi, egli opera distinzioni nell'esporre la verità di tutti i fenomeni. Il grande saggio, l'Onorato dal Mondo, al cospetto degli esseri celesti e umani, in mezzo a tutti gli esseri, pronuncia queste parole: "Io sono il Tathagata, il più degno di onore tra gli esseri con due gambe. Appaio nel mondo come un'immensa nube che sparge la sua pioggia su tutti gli esseri viventi aridi e rinsecchiti, così che tutti possano liberarsi dalle sofferenze e ottenere la gioia della pace e della sicurezza, le gioie di questo mondo e la gioia del nirvana. Voi tutti, esseri celesti e umani di questa assemblea, ascoltate attentamente! Ognuno di voi venga qui intorno e osservi l'Onorate senza pari!

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Io sono l'Onorato dal Mondo, nessuno può rivaleggiare con me. Sono apparso in questo mondo per apportare pace e sicurezza agli esseri viventi e, a beneficio di questa grande assemblea, predico la dolce rugiada della pura Legge. Questa Legge ha un unico aroma, quello dell'emancipazione e del nirvana. Con un solo suono meraviglioso illustro e svelo il suo significato; di continuo creo le cause e le condizioni per il Grande Veicolo. Considero tutti universalmente uguali, non prediligo questo o quello, non provo amore per uno e odio per un altro. Sono privo di brame e di attaccamenti, non conosco limiti né ostacoli. In ogni momento, per tutti gli esseri predico la Legge imparzialmente; così come agirei in favore di un singolo, allo stesso modo agisco per numerose persone. Espongo la Legge e la predico di continuo, non ho mai fatto altro; venendo, andando, seduto o in piedi, fino all'ultimo mai mi sono stancato o scoraggiato. Arreco al mondo piena soddisfazione, come la pioggia che diffonde ovunque la sua umidità. Esseri eminenti o infitni, superiori o inferiori, osservanti o violatori dei precetti, persone dal contegno perfetto o dal contegno riprovevole, persone con concezioni corrette o con concezioni erronee, di intelligenza acuta o modesta, io faccio cadere la pioggia del Dharma egualmente su tutti senza rilassatezza o negligenza alcuna''.

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Quando gli esseri viventi odono la mia Legge la recepiscono in rapporto al loro potere, ognuno vivendo nel proprio ambiente, Alcuni vivono nel regno degli dèi e degli uomini, dei re saggi che fanno girare la ruota, di Shakra, di Brahma e di altri re: costoro sono come le erbe medicinali inferiori. Alcuni comprendono la Legge priva di difetti, riescono a ottenere il nirvana, ad acquisire i sei poteri sovrannaturali e in particolare ad acquisire le tre comprensioni; oppure vivono soli tra le foreste montane praticando assiduamente la meditazione e conseguono l'illuminazione dei pratyekabuddha: costoro sono come le erbe medicinali di medio livello. Altri ancora ricercano la dimora dell'Onorato dal Mondo, e, convinti di poter diventare dei Budda, si sforzano con diligenza e praticano la meditazione: costoro sono come le erbe medicinali superiori. Vi sono poi i figli del Budda che si dedicano esclusivamente alla via del Budda coltivando assiduamente la compassione e la benevolenza, sapendo che anche loro otterranno la Buddità, sicuri e senza il minimo dubbio: io chiamo costoro i piccoli alberi. Coloro che dimorano serenamente nei loro poteri sovrannaturali e fanno girare la ruota della non regressione salvando innumerevoli milioni, centinaia di migliaia di esseri viventi: i bodhisattva di questo tipo io li chiamo grandi alberi, La predicazione del Budda è imparziale come una pioggia che ha un unico aroma, tuttavia, a seconda della natura degli esseri viventi.

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varia il modo in cui viene recepita, proprio come le diverse piante e gli alberi assumono l'acqua ognuno in maniera differente. Il Budda usa questa parabola come un espediente per svelare ed esporre l'argomento e con diverse parole e frasi espone l'unica Legge, ma, rispetto alla saggezza del Budda, questo non è che una goccia dell'oceano. Io faccio cadere la pioggia del Dharma bagnando il mondo intero, e questo Dharma dall'unico aroma viene praticato da ciascuno secondo le capacità individuali. Accade come ai boschi e ai cespugli, alle erbe medicinali e agli alberi i quali, secondo che siano grandi o piccoli, crescono a poco a poco lussureggianti. La Legge dei Budda ha sempre un solo aroma, e consente ai molti mondi di godere ovunque della massima soddisfazione; praticandola per gradi, passo dopo passo, tutti gli esseri possono ottenere i frutti della via. Gli ascoltatori della voce e i pratyekabuddha che vivono nelle foreste montane trascorrono la loro ultima esistenza udendo la Legge e ottenendone i frutti: potremmo definirli erbe medicinali che crescono ciascuna alla sua maniera. I bodhisattva di saggezza decisa e risoluta, che comprendono senza errore il triplice mondo, che ricercano il veicolo supremo, possiamo chianiarli piccoli alberi che stanno crescendo e sviluppandosi. Ci sono poi quelli immersi in meditazione,

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che hanno sviluppato i poteri sovrannaturali, i quali, udendo della vacuità di tutti i fenomeni, ne gioiscono nella loro mente ed emettendo innumerevoli raggi di luce salvano gli esseri viventi: chiamiamo costoro i grandi alberi che sono cresciuti e si sono sviluppati. In questo modo, Kashyapa, la Legge predicata dal Budda è paragonabile a una grande nube che, carica di pioggia di un solo aroma, bagna i fiori umani in modo che ciascuno possa dare il suo frutto. Kashyapa, sappi che, per mezzo di svariate cause e condizioni, di diversi generi di similitudini e parabole, io mostro e rivelo la via del Budda. Questo è un espediente di cui io mi avvalgo e la stessa cosa vale per tutti gli altri Budda. Ora predico la somma verità per te e per gli altri: nessuno, nella moltitudine degli ascoltatori della voce, è entrato nello stadio dell'estinzione. Voi state praticando la via del bodhisattva e, avanzando gradualmente nella pratica e nell'apprendimento, certamente conseguirete tutti la Buddità.

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VI. PREDIZIONI

A quel tempo l'Onorato dal Mondo, finito di recitare i versi, fece un annuncio alla grande assemblea con queste parole: «Questo mio discepolo, Mahakashyapa, nelle esistenze future potrà accedere al cospetto di tremila miliardi di Budda, Onorati dal Mondo, fare loro offerte, riverirli, onorarli, lodarli e diffondere le innumerevoli grandi dottrine dei Budda. Nella sua incarnazione finale sarà in grado di diventare un Budda e si chiamerà Tathagata Fulgida Luce, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo, La sua terra si chiamerà Luminosa Virtù e il suo kalpa Grande Ornamento. La durata della vita di questo Budda sarà di dodici piccoli kalpa. L'era della sua Legge corretta durerà nel mondo venti piccoli kalpa e venti piccoli kalpa l'era della Legge formale, «Il suo regno sarà adornato in maniera meravigliosa, libero da qualsiasi male o contaminazione, privo di cocci o pietrisco, spine o rovi o della sozzura delle latrine. La terra sarà dolce e pianeggiante, priva di rilievi e di avvallamenti, di colline e di burroni. Il suolo sarà di lapislazzuli, con filari di alberi carichi di gioielli e funi d'oro ai bordi delle strade. Tutto intorno saranno sparsi fiori preziosi e ovunque sarà puro e limpido. I bodhisattva di quel reame ammonteranno a innumerevoli miliardi e parimenti incalcolabile sarà il numero degli ascoltatori della voce. Il demone non vi opererà e, pur vivendo là con la sua gente, proteggerà la Legge del Budda.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Questo annuncio ai monaci: se con l'occhio del Budda osservo Kashyapa qui di fronte a me, vedo che in un'esistenza futura, dopo che saranno trascorsi kalpa innumerevoli, egli conseguirà la Buddità. Nelle vite future egli farà offerte e adirà al cospetto

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di tremila miliardi di Budda, Onorati dal Mondo. Ricercando la saggezza del Budda egli svolgerà con cura tutte le pratiche di brahma e farà offerte agli eccelsi, ai più degni d'onore tra gli esseri con due gambe. Dopo aver fatto questo, dopo aver coltivato insuperabili forme di saggezza, nella sua incarnazione finale diverrà Budda. La sua terra sarà pura e limpida, il suolo di lapislazzuli. Molti alberi carichi di gioielli si allineeranno ai lati delle strade e funi d'oro ne delimiteranno i bordi; coloro che vedranno questo spettacolo ne gioiranno. Costantemente si diffonderà nell'aria un gradevole profumo e cumuli di fiori rari saranno sparsi ovunque, insieme a molti altri ornamenti rari e fantastici. La terra sarà piana e dolce priva di rilievi e avvallamenti. La moltitudine di bodhisattva sarà superiore a ogni capacità di calcolo, le loro menti saranno miti e gentili. Avranno acquisito grandi poteri sovrannaturali e sosterranno e abbracceranno le scritture del grande veicolo dei Budda. La moltitudine di ascoltatori della voce, figli del re del Dharma, nella loro ultima incarnazione priva di illusioni, sarà incalcolabile e, anche utilizzando l'occhio celeste, sarà impossibile determinare il loro numero. La vita di questo Budda durerà dodici piccoli kalpa.

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La sua Legge corretta durerà nel mondo venti piccoli kalpa e venti piccoli kalpa la sua Legge formale. [Onorato dal Mondo Fulgida Luce sarà come l'ho descritto. A quel tempo Maha-Maudgalyayana. Subhuti e Maha-Katyayana, fremendo commossi, devotamente giunsero le mani e fissarono l'Onorato dal Mondo senza distogliere lo sguardo un solo istante. A una voce si espressero in versi dicendo: Eroe grande e valoroso, Onorato dal Mondo, re del Dharma degli Shakya, dato che hai pietà di noi concedici la voce del Budda! Poiché comprendi l'intimità delle nostre menti, se ci concederai la predizione della Buddità sarà come se fossimo bagnati da una dolce rugiada che elimina il calore e arreca sollievo. Supponi che una persona giunta da una terra in cui regna la fame, si imbatta nel banchetto di un grande re. Nel suo cuore dominerebbero ancora il dubbio e la paura e all'inizio non oserebbe toccar cibo; ma, se il re in persona glielo concedesse, certamente si arrischierebbe a mangiare. Noi ci troviamo in questa condizione e, ogni volta che ripensiamo agli errori del Piccolo Veicolo. non sappiamo che fare per ottenere la suprema saggezza del Budda. Sebbene udiamo la voce del Budda dire che conseguiremo la Buddità, nei nostri cuori ancora dominano il dubbio e la paura, come la persona che non si azzardava a toccare il cibo. Ma ora, se ci sarà concessa la predizione del Budda, otterremo subito la gioia e la pace della mente. Eroe grande e valoroso, Onorato dal Mondo,

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il tuo desiderio costante è dare sollievo al mondo. Ti imploriamo di concederci tale predizione, così come inviteresti un affamato a mangiare. A quel tempo l'Onorato dal Mondo, intuendo i pensieri presenti nella mente dei maggiori discepoli, fece questo annuncio ai monaci: «Subhuti nelle esistenze future adirà al cospetto di trecentodiecimila milioni di nayuta di Budda, farà loro offerte e tributerà rispetto, reverenza e lodi. Svolgerà con costanza le pratiche di brahma e compirà il cammino del bodhisattva; nella sua incarnazione finale sarà in grado di ottenere la Buddità. Il suo nome sarà Tathagata Forma Rara, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Il suo kalpa si chiamerà Ricco di Gioielli e il suo regno si chiamerà Nato da un Gioiello. La terra sarà dolce e pianeggiante, tutta di cristallo, e sarà adornata di alberi carichi di gioielli, priva di rilievi e di avvallamenti, di pietrisco, di spine e della sozzura delle latrine. Fiori preziosi ricopriranno il suolo e tutto sarà limpido e puro. Le persone del suo regno abiteranno su terrazze ingioiellate, in pregevoli torri e in splendidi padiglioni. I discepoli ascoltatori della voce saranno innumerevoli, illimitati al di là di ogni calcolo o paragone. La moltitudine dei bodhisattva ammonterà a migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta. La durata della vita di questo Budda sarà di dodici piccoli kalpa, la sua Legge corretta durerà venti piccoli kalpa e venti piccoli kalpa la Legge formale, Questo Budda vivrà sempre sospeso nell'aria, predicando la Legge alle moltitudini e salvando innumerevoli bodhisattva e ascoltatori della voce.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Moltitudine di monaci, questo ora vi annuncio; ascoltate voi tutti quello che dirò con grande attenzione. Il mio discepolo maggiore Subhuti

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è destinato a divenire un Budda il cui nome sarà Forma Rara. Egli farà offerte a innumerevoli decine di migliaia e milioni di Budda, Seguendo le pratiche dei Budda egli completerà gtadualtnente la grande via e nella sua incarnazione finale acquisirà i trentadue segni. Sarà maestoso, eccezionale, meraviglioso come una montagna ricoperta di gemme. La sua terra di Budda sarà eccelsa per ornamenti e purezza; nessuno di coloro che la vedranno potrà fare a meno di amarla e deliziarsene. Là quel Budda salverà incalcolabili moltitudini. Nella Legge di quel Budda vi saranno molti bodhisattva, tutti dotati di acute facoltà, che faranno girare la ruota della non regressione. Quella terra sarà sempre adorna di bodhisattva. La moltitudine degli ascoltatori della voce sarà impossibile da calcolare, e tutti acquisiranno le tre comprensioni ed eserciteranno i sei poteri sovrannaturali. Vivranno nelle otto emancipazioni e saranno dotati di grande autorità e virtù. Durante la predicazione della Legge di quel Budda, si assisterà a innumerevoli poteri sovrannaturali e a trasformazioni di natura mirabile. Gli esseri celesti e umani in numero pari alle sabbie del Gange, giungendo le mani ascolteranno e riceveranno le parole del Budda. La durata della vita di quel Budda sarà di dodici piccoli kalpa,

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la sua Legge corretta durerà nel mondo venti piccoli kalpa e venti piccoli kalpa la Legge formale. A quel tempo l'Onorato dal Mondo parlò nuovamente alla moltitudine dei monaci: «Ora vi dico questo. Maha-Katyayana nelle esistenze future farà varie offerte e servirà ottomila milioni di Budda, tributando loro onore e rispetto. Dopo che questi Budda si saranno estinti, egli farà erigere per ciascuno una torre commemorativa alta mille yojana, lunga e larga esattamente cinquecento yojana. Sarà composta di sette materiali preziosi incastonati, oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perle e cornalina. Davanti alle torri commemorative verranno offerti moltissimi fiori, collane, incenso in pasta e in polvere, incenso da bruciare, baldacchini di seta, stendardi e gonfaloni. Quando tutto questo sarà avvenuto, egli nuovamente presenterà le sue offerte a ventimila milioni di Budda e ripeterà l'intera sequenza. «Quando avrà finito di fare offerte a tutti i Budda, completerà la via del bodhisattva e diverrà un Budda chiamato Tathagata Aurea Luce di Jambunada, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. «La sua terra sarà dolce e pianeggiante, il suolo sarà fatto di cristallo, adorno di alberi ingioiellati, con funi d'oro a segnare i bordi delle strade. Fiori stupendi copriranno il terreno e ogni luogo sarà pulito e puro: tutti coloro che la vedranno se ne rallegreranno. Là non esisteranno i quattro cattivi sentieri dell'esistenza, l'inferno, i regni degli spiriti affamati, degli animali e degli asura. Vi saranno moltissimi esseri celesti e umani e moltitudini di ascoltatori della voce e di bodhisattva, in innumerevoli decine di migliaia di milioni, adorneranno quella terra. La durata della vita di quel Budda sarà di dodici piccoli kalpa, l'era della Legge corretta durerà nel mondo venti piccoli kalpa e venti piccoli kalpa quella della Legge formale.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Moltitudine dei monaci,

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ascoltate attentamente, dato che in ciò che dico non vi è nulla che si allontani dalla verità. Katyayana porgerà diversi generi di oggetti raffinati e meravigliosi come offerta ai Budda. Dopo che i Budda si saranno estinti, farà erigere torri ornate di sette tipi di gioielli e offrirà fiori e incenso come tributo alle loro reliquie. Nella sua incarnazione finale egli otterrà la saggezza del Budda e conseguirà l'illuminazione imparziale e corretra. La sua terra sarà pura e pulita; salverà innumerevoli decine di migliaia di milioni di esseri viventi e riceverà offerte dalle dieci direzioni. Nessuno sarà in grado di eguagliare lo splendore di questo Budda. Il suo nome sarà Aurea Luce di Jambu. Bodhisattva e ascoltatori della voce che hanno eliminato ogni forma di esistenza in numero incalcolabile adorneranno la sua terra. A quel tempo l'Onorato dal Mondo parlò nuovamente alla grande assemblea: «Ora vi dico questo. Maha-Maudga-lyayana nelle esistenze future presenterà varie offerte a ottomila Budda, tributando loro onore e rispetto. Dopo che questi Budda saranno estinti, farà erigere per ciascuno di essi una torre commemorativa alta mille yojana, lunga e larga esattamente cinquecento yojana. Sarà composta di sette materiali preziosi incastonati, oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perle e cornalina. Davanti alle torri verranno offerti moltissimi fiori, collane, incenso in pasta e in polvere, incenso da bruciare, baldacchini di seta, stendardi e gonfaloni. Quando tutto

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questo sarà avvenuto, egli nuovamente presenterà offerte a duecentodiecimila milioni di Budda e ripeterà l'intera sequenza. «Quindi diventerà un Budda, chiamato Tathagata Fragranza di Sandalo Tamalapatra, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda Onorato dal Mondo. Il suo kalpa sarà chiamato Traboccante di Gioia e Delizia della Mente sarà il nome del suo regno. La sua terra sarà dolce e pianeggiante, il suolo sarà di cristallo, adornato da alberi ingioiellati, cosparso ovunque di perle e fiori, e ogni luogo sarà puro e pulito: tutti coloro che la vedranno ne gioiranno. Vi saranno moltissimi esseri celesti e umani e i bodhisattva e gli ascoltatori della voce saranno presenti in numero incalcolabile. La durata della vita di quel Budda sarà di ventiquattro piccoli kalpa, l'era della Legge corretta durerà nel mondo quaranta piccoli kalpa e quaranta piccoli kalpa quella della Legge formale.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Questo mio discepolo, Maha-Maudgalyavana, quando avrà abbandonato il suo corpo attuale, sarà in grado di vedere ottomila, duecentodiecimila milioni di Budda, Onorati dal Mondo, e per coltivare la via del Budda tributerà loro offerte, onore e rispetto. Egli svolgerà costantemente le pratiche di brahma là ove dimorano questi Budda e sosterrà e abbraccerà la Legge del Budda per innumerevoli kalpa. Dopo l'estinzione di questi Budda erigerà torri adornate coi sette tipi di gioielli, con pinnacoli d'oro per segnare il luogo a distanza, mentre fiori, incenso e musica saranno presentati in offerta alle torri commemorative dei Budda.

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Passo dopo passo egli porterà a termine tutti i doveri della via del bodhisattva e, nella terra denominata Delizia della Mente potrà divenire Budda, con il nome Fragranza di Sandalo Tamalapatra. La durata della vita di questo Budda sarà di ventiquattro piccoli kalpa. Egli esporrà costantemente la via del Budda, a beneficio degli dei e degli uomini. Ascoltatori della voce, numerosi quanto le sabbie del Gange, dotati delle tre comprensioni e dei sei poteri sovrannaturali, daranno prova di grande autorità e virtù. Vi saranno innumerevoli bodhisattva saldi nella volontà e diligenti negli sforzi, e, per quanto riguarda la saggezza del Budda, non vi sarà nessuno che regredisca. Dopo l'estinzione di questo Budda la sua Legge corretta durerà, quaranta piccoli kalpa, e lo stesso varrà per la Legge formale. Miei cari discepoli, pienamente dotati di dignità e virtù, in numero di cinquecento, ognuno di voi riceverà un'analoga predizione: in una esistenza futura tutti voi potrete conseguire la Buddità. In merito alle cause e alle condizioni delle esistenze passate, che riguardano me e voi, ve ne parlerò adesso Ascoltata con attenzione.

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VII. LA PARABOLA DELLA CITTÁ FANTASMA

Il Budda fece questo annuncia ai monaci: «Una volta in passato, un incommensurabile, illimitato, inconcepibile numero di asamkhya kalpa or sono, visse un Budda chiamato Tathagata Grande Saggezza Universale, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. La sua terra si chiamava Ben Costituita e il suo kalpa aveva nome Grande Forma. «Ora, o monaci, dall'estinzione di quel Budda è trascorso un tempo molto esteso, molto lungo. Supponete, per esempio, che qualcuno prenda tutti i pezzi di terra di migliaia di milioni di mondi e li frantumi riducendoli a polvere di inchiostro; e che, dopo aver attraversato mille mondi a oriente, lasci cadere una particella di polvere di inchiostro non più grande di un granello di polvere. E che lasci cadere un altro granello di polvere quando ha attraversato altri mille mondi. Immaginate che egli proceda così finché non abbia terminato di gettare tutti i granelli di inchiostro ottenuti dalla terra. Qual è la vostra opinione? Pensate che, a proposito di quelle terre, i maestri del calcolo o i loro discepoli sarebbero capaci di determinare il numero di mondi attraversati nel corso del procedimento?» «Sarebbe impossibile. Onorato dal Mondo,» «Ora, monaci, immaginate che qualcuno prenda la terra di tutti i mondi che quell'individuo ha attraversato, sia quelli su cui ha fatto cadere una particella di polvere, sia quelli su cui non l'ha fatta cadere, e la riduca tutta in polvere. E immaginate che una particella di polvere rappresenti un kalpa. I kalpa trascorsi da quando quel Budda si è estinto sarebbero comunque superiori al numero delle particelle di polvere, incommensurabili, illimitati, centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya kalpa. Ma, poiché io mi avvalgo del potere del Tathagata per vedere e conoscere, quando osservo quel tempo remoto mi appare come se fosse oggi.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:

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Ricordo che in passato, un numero incommensurabile, illimitato di kalpa or sono, visse un Budda, il più onorato tra gli esseri con due gambe, chiamato Grande Saggezza Universale. Se una persona avesse il potere di sbriciolare la terra di migliaia di milioni di mondi, se macinasse ogni particella di terra fino a ridurla in polvere di inchiostro e lasciasse cadere una particella di polvere ogni volta che ha attraversato mille mondi, e continuasse in questa maniera fino a esaurimento delle particelle; e se qualcuno prendesse tutta la terra dei mondi attraversati, che vi sia stata fatta cadere la particella o no, e di nuovo riducesse in polvere tutta la terra, considerando che ogni granello di polvere rappresenti un kalpa, il numero dei minuscoli granelli di polvere sarebbe inferiore al numero di kalpa trascorsi da quando visse quel Budda. Da quando quel Budda si è estinto è trascorso un tale incommensurabile numero di kalpa. Il Tathagata con la sua illimitata saggezza conosce il momento in cui quel Budda si estinse, i suoi ascoltatori della voce e bodhisattva, come se stesse assistendo a quell'estinzione in questo istante. Voi, monaci, sappiate che la saggezza del Budda è pura, sottile, meravigliosa, priva di difetti, priva di impedimenti, vasta e capace di penetrare innumerevoli kalpa. Il Budda annunciò ai monaci: «Il Budda Grande Saggezza Universale ha una durata di vita pari a cinquecentoquarantamila milioni di nayuta di kalpa. Questo Budda inizialmente si sedette nel luogo

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dell'illuminazione e, dopo aver sbaragliato le armate del demone, era sul punto di conseguire l'anutara-samyak-sambodhi, ma le dottrine dei Budda non gli si erano ancora manifestate. Questa situazione si protrasse per un piccolo kalpa e ancora per dieci piccoli kalpa; il Budda scava seduto a gambe incrociate, immobile nel corpo e nella mente, ma le dottrine dei Budda ancora non gli si erano manifestate. «A quel tempo gli dèi del cielo Trayastrimsha avevano già approntato per il Budda, sotto un albero di bodhi, un trono di leone che misurava un yojana di altezza, desiderando che il Budda sedesse lì una volta che avesse ottenuto l'anuttara-samyak-sambodhi. Nello stesso momento in cui il Budda vi si assise, i re Brahma fecero piovere una moltitudine di fiori celesti, che coprirono il terreno circostante per cento yojana. Di tanto in tanto spirava un vento soave che portava via i fiori appassiti, al posto dei quali ne cadevano di nuovi. Tutto questo proseguì senza interruzione, come un'offerta rivolta al Budda, per dieci piccoli kalpa. I fiori continuarono a cadere fino al momento in cui egli si estinse. I quattro re celesti, come loro offerta al Budda, percossero i tamburi celesti, mentre gli altri esseri celesti suonarono i loro strumenti; tutto questo per dieci piccoli kalpa. Questa situazione perdurò fintanto che il Budda non si estinse. «Ora, o monaci, il Budda Grande Saggezza Universale attese dieci piccoli kalpa prima che le dottrine dei Budda finalmente gli si rivelassero e fosse in grado di conseguire l'anuttara-samyaksambodhi. Prima che questo Budda lasciasse la sua vita secolare, aveva generato sedici figli, il primo dei quali si chiamava Accumulo di Saggezza. Ognuno di questi figli possedeva diversi oggetti rari e giocattoli di vario tipo, ma quando ebbero udito che il loro padre aveva raggiunto l'anuttara-samyak-sambodhi, tutti li gettarono via e si recarono nel luogo in cui si trovava il Budda. Le loro madri li seguirono in lacrime. «Il loro nonno, un re saggio che faceva girare la ruota, accompagnato da cento ministri di alto rango come pure da centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di sudditi, con il suo seguito si unì ai figli e li seguì al luogo della pratica: desiderio di tutti era di avvicinarsi al Tathagata Grande Saggezza Universale, tributargli offerte, onore, rispetto e lode. Una volta giunti, si inchinarono ai suoi piedi fino a toccare il terreno con la testa. Dopo aver girato intorno al Budda,

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giunsero le mani devotamente, alzarono lo sguardo con reverenza verso l'Onorato dal Mondo e recitarono questi versi di lode: L'Onorato dal Mondo, dotato di grande autorità e virtù, per salvare gli esseri viventi ha impiegato innumerevoli milioni di anni ed è infine riuscito a divenire un Budda. Bend Tutti tuoi voti sono ora esauditi, non vi è fortuna maggiore! E veramente cosa rara incontrare l'Onorato dal Mondo; dieci piccoli kalpa sono trascorsi da quando si è seduto al suo posto. Il corpo, le mani e i piedi rimangono fermi, senza un mimimo moto, la sua niente, sempre calma e serena, non conosce agitazione o disordine. Alla fine egli consegue la tranquillità eterna e l'estinzione riposando nella Legge senza difetti. Ora, osservando l'Onorato dal Mondo in tranquillità, che ha compiuto la via del Budda, noi ottenianio benefici eccelsi; con grande gioia lo lodiamo e ci rallegriamo con lui. Gli esseri viventi affrontano di continuo sofferenze e dolori, sono ottenebrati, privi di maestro e di guida; non sanno che vi è una via per porre termine alle sofferenze,non sanno come cercare l'emancipazione. Per tutta la lunga notte seguono sempre più i cattivi sentieri mentre diminuisce il numero di esseri celesti; dall'oscurità passano all'oscurità e non una sola volta odono il nome del Budda. Ora, tuttavia, il Budda ha conseguito lo stato supremo, la tranquillità della Legge senza difetti! Noi, insieme agli esseri celesti e umani, otteniamo adesso il sommo beneficio. Per questa ragione chiniamo la testa e dedichiamo la vita al più venerabile degli uomini.

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A quel tempo i sedici principi, dopo aver lodato il Budda con questi versi, invitarono l'Onorato dal Mondo a mettere in moto la ruota della Legge pronunciando tutti insieme queste parole: «Onorato dal Mondo, esponi la Legge. Così facendo arrecherai tranquillità, benessere e benefici a una grande quantità di dèi e di uomini.» Essi ripeterono la loro richiesta in versi dicendo: Eroe del mondo senza pari, adorno di cento segni di fortuna, tu che hai conseguito la saggezza suprema. ti preghiamo di predicare a beneficio del mondo intero. Salva e libera noi e tutti gli altri esseri viventi. Opera le distinzioni, illuminaci e consentici di ottenere la saggezza Se noi diveniamo Budda, lo stesso varrà per tutti gli esseri viventi. Onorato dal Mondo, tu conosci i pensieri che gli esseri viventi custodiscono nelle profondità della mente. Tu conosci i sentieri che percorrono e la forza della loro saggezza, i piaceri, le fortune che hanno coltivato, le azioni compiute nelle esistenze passate. Onorato dal Mondo, tu già conosci tutto questo: ora devi mettere in moto la ruota insuperata. Il Budda annunciò ai monaci: «Allorché il Budda Grande Saggezza Universaleconseguì Universale conseguì l'anuttara-samyak-sambodhi, cinquecentodiecimila milioni di terre del Budda in ognuna delle dieci direzioni tremarono e furono scosse in sei modi diversi. I luoghi oscuri e remoti di quelle terre, ove mai riescono a penetrare la luce del sole o quella della luna, furono illuminati a giorno e gli esseri viventi furono in grado di vedersi gli uni con gli altri. Tutti esclamarono: Come è possibile che in questo luogo siano apparsi improvvisamente altri esseri viventi?" «Anche i palazzi dei vari esseri celesti in quelle terre e i palazzi di Brahma tremarono e furono scossi in sei modi diversi e una grande luce si irradiò per ogni dove, illuminando tutti i mondi e superando per intensità persino la luce dei cieli! A quel tempo nei

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cinquecentodiecimila milioni di terre della regione orientale i palazzi di Brahma rifulsero di una luce due volte piè intensa del solito e ciascuno dei re Brahma pensò: "Ora il palazzo rifulge di una luce più intensa che mai. Quale può essere la ragione di questo fenomeno?" «A quel tempo i re Brahma si incontrarono per discutere la questione. Fra di essi vi era un grande re Bralinia chiamato Salvezza di Tutti il quale, a nome della moltitudine di re Brahma, parlò in versi dicendo: I nostri palazzi rifulgono di una luminosità mai vista prima. Qual è la causa di ciò? Ognuno di noi cerca una risposta. È forse perché è nata una divinità dotata di grandi virtù, o forse perché un Budda è apparso nel mondo che questa grande luce radiosa si irradia ovunque nelle dieci direzioni? «A quel tempo i re Brahma dei cinquecentodiecimila milioni di terre, recando con sé i loro palazzi e prendendo ciascuno il proprio mantello riempito di fiori celesti, intrapresero tutti insieme il viaggio verso la regione occidentale per osservare colà i segni. Essi videro il Tathagata Grande Saggezza Universale nel luogo dell'illuminazione, assiso su un trono di leone sotto un albero di bodhi, circondato da esseri celesti, re dei draghi, gandharva, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani intenti a riverirlo. E videro i sedici principi che imploravano il Budda di mettere in moto la ruota della Legge. «I re Brahma si inchinarono di fronte al Budda fino a toccare il suolo con la testa, volteggiarono intorno a lui per centomila volte e, presi i fiori celesti, li sparsero sul Budda. I fiori che disseminarono formarono un cumulo alto quanto il Monte Sumeru. Essi li donarono come offerra anche all'albero di bodhi del Budda. Questo albero era alto dieci yojana. Quando ebbero terminato di offrire i fiori, ciascuno prese il proprio palazzo e lo offrì al Budda, pronunciando queste parole: "Ci auguriamo che tu ci conceda conforto e benefici. Ti preghiamo di accettare questi palazzi che ti doniamo e di dimorarvi." «A quel tempo i re Brahma, alla presenza del Budda, con unica mente e unica voce, recitarono questi versi di lode: Onorato dal Mondo che tanto di rado appari, così difficile da incontrare,

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dotato di incommensurabili benefici, capace di salvare ogni essere, grande maestro degli esseri celesti e umani, tu hai compassione del mondo. Gli esseri viventi nelle dieci direzioni tutti ricevono ovunque benefici. Nei cinquecentodiecimila milioni di terre da cui proveniamo, abbiamo rinunciato alla gioia della meditazione profonda pur di fare offerte al Budda. Grazie alla fortuna accumulata nelle esistenze precedenti, i nostri palazzi sono riccamente adornati. Ora li offriamo all'Onorato dal Mondo, implorandolo di essere tanto cortese da accettarli. «A quel tempo, quando i re Brahma ebbero finito di lodare il Budda parlando in versi, ognuno di essi pronunciò queste parole: Imploriamo l'Onorato dal Mondo di mettere in moto la ruota della Legge, di salvare gli esseri viventi e di dischiudere la via del nirvana!" «Poi i re Brahma, con unica mente e unica voce, si espressero in versi dicendo: Eroe del mondo, il più onorato tra gli esseri con due gambe, ti preghiamo di esporre la Legge. Con il potere della tua profonda benevolenza e compassione salva gli esseri viventi tormentati dal dolore e dalla sofferenza! «A quel tempo il Tathagata Grande Saggezza Universale tacitamente acconsentì. Ora, monaci, nei cinquecentodiecimila milioni di terre in direzione sudorientale i re Brahma osservarono che i loro palazzi rifulgevano di una luce brillante come mai si era vista in passato. Esultando di gioia e sperimentando uno stato d'animo vissuto assai raramente, si riunirono per discutere insieme la questione. «A quel tempo fra i membri dell'assemblea vi era grande re Brahma, chiamato Grande Compassione, il quale, a nome della moltitudine di re Brahma, si espresse in versi dicendo:

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Quale causa agisce per rendere manifesto tin tale segno? I nostri palazzi rifulgono di una luminosità mai vista prima. E forse perché è nata una divinità dotata di grande virtù, o forse perché un Budda è apparso nel mondo? Non abbiamo mai visto un talc segno e ne cerchiamo ardentemente la ragione. A costo di attraversare mille, diecimila, un milione di terre, insieme ricercheremo la causa di questa luce. Probabilmente la causa è l'avvento di un Budda nel mondo per salvare gli esseri viventi che soffrono. «A quel tempo i re Brahma dei cinquecentodiecimila milioni di terre, recando con sé i loro palazzi e prendendo ciascuno il proprio mantello riempito di fiori celesti, intrapresero tutti insieme il viaggio verso la regione nord occidentale per osservare colà i segni. Essi videro il Tathagata Grande Saggezza Universale nel luogo dell'illuminazione, assiso su un trono di leone sotto un albero di bodhi, circondato da esseri celesti, re dei draghi, gandharva, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani intenti a riverirlo. E videro i sedici principi che imploravano il Budda di mettere in moto la ruota della Legge. «Immediatamente i re Brahma si inchinarono di fronte al Budda fino a toccare suolo con la testa, volteggiarono intorno a lui per centomila volte e, presi i fiori celesti, li sparsero sul Budda. I fiori che disseminarono formarono un cumulo alto quanto il Monte Sumeru. Essi li donarono come offerta anche all'albero di bodhi del Budda. Quando ebbero terminato di offrire i fiori, ciascuno prese il proprio palazzo e lo offrì al Budda, pronunciando queste parole: "Ci auguriamo che tu ci conceda conforto e benefici. Ti preghiamo di accettare questi palazzi che ti doniamo e di dimorarvi." «A quel tempo i re Brahma, alla presenza del Budda, con unica niente e unica voce, recitarono questi versi di lode: Signore saggio, essere saggio tra gli altri esseri celesti, la cui voce è uguale a quella dell'uccello kalavinka,

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che provi pietà e rechi conforto agli esseri viventi, noi ora ti onoriamo e ti riveriamo. È cosa rara incontrare l'Onorato dal Mondo, che appare una sola volta nel corso di ere lunghissime. Centottanta kalpa sono trascorsi invano senza un Budda, i tre cattivi sentieri sono dilagati ovunque e la moltitudine di esseri celesti si è ridotta di numero. Ora il Budda è apparso nei mondo per essere l'occhio degli esseri viventi Il mondo intero correrà a lui ed egli salverà e proteggerà tutti. Sarà un padre per gli esseri viventi arrecando loro conforto e benefici. Noi, grazie alla fortuna delle esistenze passate, possiamo ora incontrare l'Onorato dal Mondo. «A quel tempo, quando i re Brahma ebbero finito di lodare il Budda parlando in versi, ognuno di essi pronunciò queste parole: "Imploriamo l'Onorato dal Mondo di aver compassione di tutti noi, di mettere in moto la ruota della Legge e di salvare gli esseri viventi»' «Poi i re Brahma, con unica mente e unica voce, si espressero in versi dicendo: Grande saggio, metti in moto la ruota della Legge, rivela le caratteristiche degli insegnamenti, salva gli esseri viventi tormentati dalla sofferenza e consenti loro di ottenere la somma gioia. Quando gli esseri viventi udranno questi Legge avranno raggiunto la via o rinasceranno in cielo: diminuiranno coloro che vivono nei cattivi sentieri, mentre aumenteranno coloro che perseverano nel bene. «A quel tempo il Tathagata Grande Saggezza Universale tacitamente acconsentì. Ora, monaci, nei cinque.centodiecimila milioni di terre della regione meridionale i re Brahma osservarono che i loro palazzi rifulgevano di una luce brillante che mai si era vista in passato. Esultando di gioia e sperimentando uno stato d'animo vissuto assai raramente, essi si riunirono per discutere insieme la questione e dissero:

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Qual è la ragione per cui i nostri palazzi irradiano una luce tanto brillante?" «Fra i membri dell'assemblea vi era un grande re Brahma, chiamato Legge Meravigliosa, il quale, a nome della moltitudine di re Brahma, si espresse in versi dicendo: I nostri palazzi rifulgono di una luce insolita. Ciò non può accadere senza una ragione: è meglio che noi cerchiamo di conoscerla. Per centinaia e migliaia di kalpa in passato segni come questi non si sono trial visti. Forse è nata qualche divinità dotata di grandi virtù, o forse un Budda è apparso nel mondo. «A quel tempo i re Brahma dei cinquecentodiecimila milioni di terre, recando con sé i loro palazzi e prendendo ciascuno il proprio mantello riempito di fiori celesti, intrapresero tutti insieme il viaggio verso la regione settentrionale per osservare colà i segni. Essi videro il Tathagata Grande Saggezza Universale nel luogo dell'illuminazione, assiso su un trono di leone sotto un albero di bodhi, circondato da esseri celesti, re dei draghi, gandharva, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani intenti a riverirlo. E videro i sedici principi che imploravano il Budda di mettere in moto la ruota della Legge. «Immediatamente i re Brahma si inchinarono davanti al Budda fino a toccare il suolo con la resta, volteggiarono intorno a lui centomila volte e, presi i fiori celesti, li sparsero sul Budda. I fiori che disseminarono formarono un cumulo alto quanto il Monte Sumeru. Essi li donarono come offerta anche all'albero di bodhi del Budda. Quando ebbero terminato di offrire i fiori, ciascuno prese il proprio palazzo e lo offrì al Budda, pronunciando queste parole: "Ci auguriamo che tu ci conceda conforto e benefici. Ti preghiamo di accettare questi palazzi che ti doniamo e di dimorarvi." «A quel tempo i re Brahma, alla presenza del Budda, con unica mente e unica voce, recitarono questi versi di lode: Onorato dal Mondo, così difficile da incontrare, annientatore dei desideri terreni, centotrenta kalpa sono trascorsi: finalmente ora possiamo vederti.

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Gli esseri viventi affamati e assetati si saziano con la pioggia del Dharma. Un essere che mai si è visto in passato, dotato di immensa saggezza. simile al fiore udumbara oggi alfine appare direttamente al nostro cospetto. I nostri palazzi risplendono, meravigliosamente illuminati dalla tua luce. Onorato dal Mondo, con la tua grande benevolenza, ti preghiamo di accettarli. «A quel tempo, quando i re Brahma ebbero finito di lodare il Budda parlando in versi, ognuno di essi pronunciò queste parole: Imploriamo l'Onorato dal Mondo di mettere in moto la ruota della Legge così che gli esseri celesti, i demoni, i re Brahma, gli shramana e i brahmani di tutto il mondo godano di pace e tranquillità e ottengano la salvezza." «A quel tempo i re Brahma, con unica mente e unica voce, recitarono versi di lode dicendo:Imploriamo il più venerabile tra gli esseri celesti e umani di mettere in moto la ruota della Legge suprema. Percuoti il grande tamburo del Dharma, soffia nel grande corno del Dharma, fà cadere tutto intorno la grande pioggia del Dharma per la salvezza di innumerevoli esseri viventi! A te rivolgiamo la nostra fede e le nostre suppliche: risuoni la tua voce ampia e profonda!«A quel tempo il Tathagata Grande Saggezza Universale tacitamente acconsentì. Nella regione sudoccidentale, e così pure nella regione inferiore, si verificò una simile serie di eventi. «A quel tempo nella regione superiore i re Brahma di cinquecentodiecimila milioni di terre osservarono che i palazzi in cui vivevano rifulgevano di una luce che mai si era vista in passato. Esultando di gioia e sperimentando uno stato d'animo vissuto assai raramente, essi si riunirono per discutere insieme la questione e dissero: Qual è la ragione per cui i nostri palazzi sono pervasi da una luce tanto brillante?" «Nel loro gruppo c'era un grande re Brahma chiamato Shikhin il quale, a nome della moltitudine di re Brahma, si espresse in versi dicendo: Ora per quale motivo i nostri palazzi

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brillano e rifulgono di tale solennità e virtù, adorni come mai furono prima? Un segno meraviglioso di questo tipo non è mai stato visto né udito in passato. Forse è nata una divinità dotata di grandi virtù, o forse un Budda è apparso nel mondo. «A quel tempo i re Brahma dei cinquecentodiecimila milioni di terre, recando con sé i loro palazzi e prendendo ciascuno il proprio mantello riempito di fiori celesti, intrapresero tutti insieme il viaggio verso la regione inferiore per osservare colà i segni. Essi videro il Tathagata Grande Saggezza Universale nel luogo dell'illuminzione, assiso su un trono di leone sotto un albero di bodhi, circondato da esseri celesti, re dei draghi, gandharva, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani intenti a riverirlo. E videro i sedici principi che imploravano il Budda di mettere in moto la ruota della Legge. «A quel tempo i re Brahma si inchinarono davanti al Budda fino a toccare il suolo con la testa, volteggiarono intorno a lui centomila volte e, presi i fiori celesti, li sparsero sul Budda. I fiori che disseminarono formarono un cumulo alto quanto il Monte Sumeru. Essi li donarono come offerta anche all'albero di bodhi del Budda. Quando ebbero terminato di offrire i fiori, ciascuno prese il proprio palazzo e lo offrì al Budda, pronunciando queste parole: "Ci auguriamo che tu ci conceda conforto e benefici. Ti preghiamo di accettare questi palazzi che ti doniamo e di dimorarvi." «A quel tempo i re Brahma, alla presenza del Budda, con unica mente e unica voce, recitarono questi versi di lode: Che cosa stupenda poter vedere i Budda, esseri saggi e venerabili che salvano il mondo, capaci di riscattare e liberare gli esseri viventi dall'inferno del triplice mondo! O venerabile tra gli dèi e gli uomini, sommo saggio, tu hai compassione di tutte le creature che sbocciano alla vita, tu puoi aprire i cancelli della dolce rugiada e portare tutti alla salvezza.

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Nel passato innumerevoli kalpa sono trascorsi invano senza un solo Budda. Nel tempo in cui il Budda non era ancora apparso le dieci direzioni erano sempre immerse nell'oscurità. Gli esseri dimoranti nei tre cattivi sentieri erano aumentati e fioriva il regno degli asura; la moltitudine di esseri celesti si era ridotta e molti, morendo, cadevano nei cattivi sentieri. Poiché nessuno poteva frequentare il Budda e udire la Legge, la gente continuava a seguire vie sbagliate, la forza fisica e la saggezza diminuivano e svanivano. A causa delle loro azioni peccaminose avevano perso ogni gioia e persino l'idea della gioia. Seguivano dottrine eretiche e non avevano cognizione di regole o di buone usanze. Non potendo essere convertiti dal Budda cadevano di continuo nei cattivi sentieri. Ma ora in, Budda, che sei l'occhio del mondo, dopo tutto questo tempo finalmente sei apparso. Per recare conforto e pietà agli esseri viventi sei apparso nel mondo. Hai trasceso il mondo per conseguire l'illuminazione corretta; siamo colmi di gioia e ammirazione. Noi e tutti gli altri riuniti in assemblea gioiamo, deliziandoci di ciò che mai abbiamo conosciuto prima. I nostri palazzi risplendono in modo meraviglioso illuminati dalla tua luce. Ora noi li offriamo all'Onorato dal Mondo, sperando che egli abbia pietà e li voglia accettare. Ci auguriamo che i meriti ottenuti grazie a questi doni possano estendersi in lungo e in largo a tutti, così che noi e gli altri esseri viventi

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possiamo conseguire tutti insieme la via del Budda. «A quel tempo, dopo che i cinquecentodiecimila milioni di re Brahma ebbero recitato questi versi di lode, ciascuno di loro si rivolse al Budda dicendo: "Imploriamo l'Onorato dal Mondo di mettere in moto la ruota della Legge, recando a molti pace e tranquillità, a molti salvezza." Poi i re Brahma si espressero in versi dicendo: Onorato dal Mondo, metti in moto la ruota della Legge, batti il tamburo del Dharma di dolce rugiada, salva gli esseri viventi segnati dalla sofferenza, dischiudi e mostraci la via del nirvana! Ti imploriamo di accogliere le nostre suppliche e di aver pietà di noi; con la tua grande, sottile e meravigliosa voce, predica la Legge che hai praticato per kalpa innumerevoli. «A quel tempo il Tathagata Grande Saggezza Universale, dopo aver ricevuto le suppliche dei re Brahma delle dieci direzioni e dei sedici principi, immediatamente mise in moto per tre volte la ruota a dodici raggi della Legge. Non uno degli shramana, dei brahmani, degli esseri celesti, dei demoni, dei Brahma, né nessun altro essere nel mondo sarebbe stato in grado di compiere tale azione. Egli disse: "Ecco il dolore, ecco l'origine del dolore, ecco l'annientamentodeldolore,eccoilsentierocheconduce all'annientamento del dolore." «Quindi espose dettagliatamente la Legge della catena di causalità dai dodici anelli: l'ignoranza causa l'azione, l'azione causa la coscienza, la coscienza causa il nome e la forma, il nome e la forma causano i sei organi di senso, i sei sensi causano il contatto, il contatto causa la sensazione, la sensazione causa il desiderio, il desiderio causa l'attaccamento, l'attaccamento causa l'esistenza, l'esistenza causa la nascita, la nascita causa l'invecchiamento e la morte, la preoccupazione, il dolore, la sofferenza e l'angoscia. Se viene rimossa l'ignoranza, l'azione sarà rimossa. Se viene rimossa l'azione, la coscienza sarà rimossa. Se viene rimossa la coscienza, il nome e la forma saranno rimossi. Se vengono rimossi il nome e la forma, i sei organi di senso saranno rimossi. Se vengono rimossi i sei organi di senso, il contatto sarà rimosso. Se viene rimosso il contatto, la

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sensazione sarà rimossa. Se viene rimossa la sensazione, il desiderio sarà rimosso. Se viene rimosso il desiderio, l'attaccamento sarà rimosso. Se viene rimosso l'atraccamenro, l'esistenza sarà rimossa. Se viene rimossa l'esistenza, la nascita sarà rimossa, Se viene rimossa la nascita, l'invecchiamento e la morte, la preoccupazione, il dolore, la sofferenza e l'angoscia saranno rimossi. «Allorché il Budda, al cospetto della grande assemblea di dèi e di uomini ebbe esposto questa Legge, seicentodiecimila milioni di nayuta di persone, poiché avevano sciolto il legame con il mondo dei fenomeni e poiché la loro mente si era liberata dalle illusioni, conseguirono tutti la pratica della meditazione profonda e meravigliosa, le tre comprensioni, i sei poteri sovrannaturali e le otto emancipazioni. Allorché ebbe esposto la seconda, la terza e la quarta Legge, esseri viventi pari a diecimila miliardi di nayuta di sabbie del Gange, avendo parimenti sciolto il legame con il mondo dei fenomeni, riuscirono a liberare la loro mente dalle illusioni. Da quel momento la moltitudine degli ascoltatori della voce divenne immensa, illimitata, impossibile da contare. «A quel tempo tutti i sedici principi, che erano ancora giovani, lasciarono le loro famiglie e divennero shramanera. Le loro capacità erano acute e penetranti, la loro saggezza brillante e vasta. Già in passato essi avevano fatto offerte a seicentodiecimila milioni di Budda, avevano completato in modo impeccabile le pratiche di brahma e si erano sforzati di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi. Tutti insieme si rivolsero al Budda dicendo: "Onorato dal Mondo, queste innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di virtuosi ascoltatori della voce hanno già conseguito l'obiettivo. Onorato dal Mondo, ora è opportuno che tu predichi per la nostra salvezza la Legge dell'anuttara-samyak-sambodhi, così che noi, una volta udita, possiamo unirci a praticarla e studiarla. Onorato dal Mondo, noi tutti desideriamo conseguire la saggezza del Tathagata. Questo è il desiderio che nutriamo in fondo al cuore, come il Budda stesso sa." «A quel tempo gli ottantamila milioni di persone presenti nell'assemblea, guidati dal saggio re che fa girare la ruota, vedendo che i sedici principi avevano lasciato le famiglie per intraprendere la vita religiosa, desiderarono seguirne l'esempio. Il saggio re diede loro il permesso di farlo.

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«Allora il Budda, rispondendo alle richieste degli shramanera, fece trascorrere un periodo di ventimila kalpa; infine, al cospetto delle quattro categorie di credenti, predicò il sutra del Grande Veicolo intitolato Loto della Legge Meravigliosa, una Legge per istruire i bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda. Dopo che ebbe predicato il sutra, i sedici shramanera, mirando all'anuttara-samyak-sambodhi, tuttiinsieme lo accettarono credendo in esso, lo intonarono, lo declamarono, lo penetrarono e lo compresero perfettamente. Quando il Budda predicò questo sutra, tutti i sedici bodhisattva shramanera presero fede in esso e lo accettarono e anche in mezzo alla moltitudine degli ascoltatori della voce vi furono taluni che credettero in esso e lo compresero. Ma le altre migliaia, decine di miliardi di esseri viventi furono colti da dubbi e perplessità. «Il Budda predicò questo sutra per un periodo di ottantamila kalpa, senza un momento di riposo. Dopo aver predicato questo sutra, entrò in una sala tranquilla e rimase assorto in meditazione per un periodo di ottantaquattromila kalpa. «Allora i sedici bodhisattva shramanera, sapendo che il Budda si era ritirato in una sala immerso in tranquilla meditazione, salirono ognuno su un seggio del Dharma e similmente, per un periodo di ottontaquattromila kalpa, a beneficio delle quattro categorie di credenti, esposero ampiamente le distinzioni descritte nel Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. In tal modo ognuno di loro poté salvare uno dopo l'altro esseri viventi in numero pari a seicentodiecimila milioni di nayuta di sabbie del Gange, istruendoli e arrecando loro gioia e benefici, facendo volgere la loro mente all'anuttara-samyak-sambodhi. «Il Budda Grande Saggezza Universale, dopo che furono trascorsi ottantaquattromila kalpa, si destò dalla samadhi e si avvicinò al seggio del Dharma. Sedendosi serenamente, si rivolse a tutta l'assemblea dicendo: "Questi sedici bodhisattva sono shramanera che è raro incontrare; le loro capacità sono acute e penetranti, la loro saggezza brillante e vasta, in passato essi hanno già fatto offerte a innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda. Insieme a questi Budda hanno portato a termine con assiduità le pratiche di brahma, hanno accolto e abbracciato la saggezza del Budda e l'hanno esposta agli esseri viventi, in modo che potessero entrarvi. Ora voi

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tutti dovete creare forti legami con loro e fare loro delle offerte. Perché? Perché se uno di voi, ascoltatori della voce, pratyekabuddha o bodhisattva, avrà fede nel sutra insegnato da questi sedici bodhisattva, lo accetterà e lo abbraccerà senza mai disprezzarlo, allora riuscirà a conseguire l'anuttara-samyak-sanibodhi, la saggezza del Tathagata."» Il Budda, rivolgendosi ai monaci, disse: «Questi sedici bodhisattva hanno sempre desiderato predicare questo Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. Gli esseri viventi convertiti da ciascuno di questi bodhisattva sono pari in numero a seicentodiecimila milioni di nayuta di sabbie del Gange. Esistenza dopo esistenza questi esseri viventi sono rinati insieme a quel bodhisattva, lo hanno ascoltato esporre la Legge, hanno avuto fede in essa e l'hanno compresa. Per questa ragione hanno potuto incontrare quarantamila milioni di Budda, Onorati dal Mondo, e non hanno mai smesso di farlo fino all'epoca presente. «O monaci, adesso vi dirò questo. Questi discepoli del Budda, questi sedici shramanera, ora hanno conseguito tutti l'anuttara-samyaksambodhi. In questo momento stanno predicando la Legge nelle terre delle dieci direzioni, con un seguito di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva e ascoltatori della voce. Due di questi shramanera sono divenuti Budda nella regione orientale: uno si chiama Akshobhya e vive nella Terra della Gioia, l'altro si chiama Picco Sumeru. Due sono i Budda della regione sudorientale: uno si chiama Voce Leonina, l'altro Aspetto Leonino. Due sono i Budda della regione meridionale: uno si chiama Dimora nel Vuoto, l'altro Eterna Estinzione, Due sono i Budda della regione sud occidentale: uno si chiama Aspetto Imperiale, l'altro Aspetto di Brahma. Due sono i Budda della regione occidentale: uno si chiama Amitayus, l'altro Colui che Salva Tutti dalle Sofferenze del Mondo. Due sono i Budda della regione nord occidentale: uno si chiama Potere Sovrannaturale Fragranza di Sandalo Tamalapatra, l'altro Aspetto di Sumeru. Due sono i Budda della regione settentrionale: uno si chiama Nube di Libertà, l'altro Re Nube di Libertà. Dei due Budda della regione nord orientale, il primo si chiama Colui che Annienta Tutte le Paure del Mondo. Il sedicesimo sono io, il Budda Shakyamuni, che in questa terra di saha ho conseguito l'anuttarasamyak-sambodhi.

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«Monaci, quando io e questi altri eravamo shramanera, ognuno di noi istruì e convertì esseri viventi in numero pari a incalcolabili centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di sabbie del Gange. Essi udirono la Legge da noi e conseguirono l'anuttara-samyak-sambodhi. Alcuni di questi esseri viventi si trovano ora nello stadio di ascoltatori della voce. Ma noi li abbiamo istruiti costantemente sull'anuttara-samyaksambodhi e tali persone, per mezzo di questa Legge, potranno accedere gradualmente alla via del Budda. Perché dico questo? Perché è difficile credere nella saggezza del Tathagata, è difficile comprenderla. Gli esseri viventi pari a innumerevoli sabbie del Gange, che furono convertiti a quel tempo, siete voi, o monaci, e nelle epoche future dopo la mia estinzione saranno miei discepoli ascoltatori della voce. «Dopo la mia estinzione, ci saranno altri discepoli che non udranno questo sutra e non lo comprenderanno, né saranno a conoscenza delle pratiche dei bodhisattva; ma essi, grazie ai meriti che saranno stati capaci di accumulare, concepiranno un'idea dell'estinzione e accederanno a ciò che crederanno essere il nirvana. A quel tempo io sarò Budda in un'altra terra e sarò conosciuto con un nome diverso. Quei discepoli, benché si siano formati solo un'idea dell'estinzione e abbiano avuto accesso a ciò che credono il nirvana, cercheranno la saggezza del Budda in quell'altra terra e riusciranno a udire questo sutra. Infatti solo grazie al veicolo del Budda è possibile conseguire l'estinzione. Non c'è nessun altro veicolo, eccettuate le dottrine che il Tathagata predica come un espediente. «Monaci, se il Tathagata percepisce che è giunto il tempo di entrare nel nirvana e che i membri dell'assemblea sono puri e limpidi, saldi nella fede e capaci di comprensione, padroni della Legge del vuoto e profondamente assorti nella pratica della meditazione, allora egli convocherà l'assemblea di bodhisattva e di ascoltatori della voce e predicherà questo sutra per loro. Nel mondo non ci sono due veicoli per mezzo dei quali si possa conseguire l'estinzione. Vi è soltanto l'unico veicolo del Budda per conseguire l'estinzione, uno soltanto. «Sappiate o monaci, che il Tathagata, cori suoi espedienti, percepisce profondamente la natura degli esseri viventi. Egli sa quanto le loro menti si compiacciano di dottrine inferiori e quanto profondamente siano attaccati ai cinque desideri. Di conseguenza per loro egli predica

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il nirvana, in modo tale che queste persone, udendolo, possano credere in esso e accettarlo. «Supponiamo che, in un luogo deserto e selvaggio, veramente spaventoso, vi sia una strada lunga cinquecento yojana, ardua e pericolosa. E supponiamo che vi sia un nomeroso gruppo di persone che voglia percorrere questa strada per raggiungere un luogo in cui sono custoditi preziosi tesori. Essi hanno una guida, dotata di vasti saggezza e acuta comprensione, che è perfettamente a proprio agio su questa strada ripida, conosce la disposizione dei passaggi e delle strettoie ed è preparata a condurre il gruppo di persone e ad accompagnarle lungo questo irto cammino. «Il gruppo che egli guida, dopo aver percorso un certo tratto di strada, comincia a scoraggiarsi e lo interpella dicendo: "Siamo completamente esausti e pure spaventati. Non ce la facciamo a proseguire oltre. Dato che resta ancora una lunga distanza da percorrere, ora preferiremmo tornare indietro." «La guida, un uomo dotato di molte risorse, pensa dentro di sé: "Che peccato che rinuncino ai molti rari tesori che stanno cercando e ora desiderino tornare indietro!" Dopo aver così riflettuto, ritorreal potere degli espedienti e, quando avevano già percorso trecento yojana lungo la difficile via, fa apparire per incanto una città. Egli dice al gruppo: "Non abbiate paura! Non dovete tornare indietro, perché ora c'è una grande città ove potrete fermarvi per riposare e fare ciò che più vi piace. Se entrerete in questa città, vi troverete a vostro agio e vi sentirete tranquilli. Più tardi, se ve la sentirete di proseguire fino al luogo dei tesori, potrete lasciare la città." «Allora i membri del gruppo, completamente sfiniti, provano un'immensa gioia e apprezzando la fortuna inaspettata esclamano: "Finalmente potremo allontanarci da questa strada terribile e trovare un po' di quiete e serenità!" Le persone del gruppo allora si affrettano ed entrano nella città dove, essendo al sicuro dalle difficoltà, si sentono completamente serene e a loro agio. «A quel tempo la guida, intuendo che le persone si sono riposate e non sono più stanche e spaventate, fa svanire la città fantasma e dice al gruppo: "Ora dovete ripartire. Il luogo dei tesori non è lontano. La grande città di poco fa non era altro che liti miraggio che ho evocato per farvi riposare."

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«Monaci, il Tathagata è in una situazione simile. Adesso si sta comportando per voi come quella guida. Egli sa che la brutta strada della nascita, della morte e dei desideri terreni è ripida, erta, difficile, lunga, smisurata, ma deve essere percorsa, deve essere superata. Se gli esseri viventi udissero soltanto dell'unico veicolo del Budda, non desidererebbero vedere il Budda, né vorrebbero avvicinano; invece penserebbero subito dentro di sé: “La via del Budda è lunga, smisurata; octorresforzarsi con diligenza e affrontare difficoltà per lungo tempo prima di poter conseguire il successo!" «Il Budda sa che le menti degli esseri viventi sono timorose, deboli e meschine; così, avvalendosi del potere degli espedienti, egli predica due nirvana per offrire un luogo di riposo lungo il cammino. Ma se gli esseri viventi indugiano in questi due stadi, allora il Tathagata dice loro: Non avete ancora compreso ciò che deve essere fatto, Lo stadio in cui avete scelto di rimanere è vicino alla saggezza del Budda, ma dovete ponderare e riflettere oltre. Questo nirvana che avete conseguito non è quello vero. Semplicemente il Tathagata, utilizzando il potere degli espedienti, predica il veicolo del Budda operando delle distinzioni, come se fossero tre." «Il Budda è come quella guida che, per offrire un luogo di riposo, fa apparire d'incanto una grande città e, quando percepisce che i viaggiatori si sono riposati, dice loro: Il luogo ove si trovano i tesori è molto vicino. Questa città non è reale, è solo un miraggio che ho evocato d'incanto."» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Il Budda Grande Saggezza Universale sedette nel luogo dell'illuminazione per dieci kalpa, ma la Legge del Budda non gli si manifestava ed egli non poteva conseguire la via del Budda. L'assemblea delle divinità celesti, dei re draghi, degli asura e degli altri esseri faceva piovere continuamente fiori celesti come offerta a quel Budda. Gli esseri celesti percuotevano i loro tamburi suonando ogni sorta di musica. Un vento soave soffiava via i fiori essiccati

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mentre fiori freschi e belli piovevano dal cielo, Quando furono trascorsi dieci piccoli kalpa, finalmente egli poté conseguite la via del Budda. Gli esseri celesti e la gente del mondo nei loro cuori sentirono una grande esultanza. I sedici figli di quel Budda, accompagnati dai loro seguaci, mille, diecimila milioni, riuniti intorno, vennero tutti al luogo del Budda, si inchinarono ai piedi del Budda fino a toccare il suolo col capo e lo implorarono di mettere in moto la ruota della Legge, dicendo: "O Sacro Leone, fa' cadere abbondante la pioggia del Dharm a su di noi e su tutti gli altri!" E molto difficile incontrare l'Onorato dal Mondo; solo una volta in un tempo lunghissimo fa il suo avvento. Per portare l'illuminazione ai molti esseri egli scuote e smuove le regioni tutto intorno. Nei mondi della regione orientale in cinquecentodiecimila milioni di terre i palazzi dei re Brahma brillarono di una luce che mai si era vista in passato. Quando i re Brahma ebbero visto questo segno, si illossero in cerca del luogo del Budda spargendo fiori come offerta e offrendo nello stesso tempo i loro palazzi, implorarono il Budda di mettere in moto la ruota della Legge declamando versi di lode, Il Budda sapeva che il tempo non era ancora giunto e, sebbene essi lo implorassero, rimase seduto in silenzio. Nelle altre tre direzioni e nelle quattro direzioni intermedie,

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nella direzione superiore e in quella inferiore avvenne lo stesso: i re Brahma sparsero fiori offrirono i loro palazzi e implorarono il Budda di mettere in moto la ruota della Legge dicendo: "È molto difficile incontrare l'Onorato dal Mondo. Noi ti preghiamo, nella tua grande pietà e compassione, di aprire completamente i cancelli della dolce rugiada e di mettere in moto la ruota della Legge suprema." L'Onorato dal Mondo, la cui saggezza è incommensurabile, accolse le richieste della moltitudine e per loro espose diverse dottrine, le quattro nobili verità, la dodecupla catena di causalità, spiegando che dall'ignoranza all'invecchiamento e alla morte tutto esiste a causa della nascita e dicendo: "Riguardo a tali errori e sofferenze questo è quello che dovete comprendere." Quando egli espose questa Legge seicentodiecimila milioni di milioni di esseri furono in grado di por fine alle loro sofferenze e conseguirono tutti lo stato di arhat. Quando predicò la Legge per la seconda volta, una moltitudine pari alle sabbie di mille o diecimila Gange sciolse il legame col mondo fenomenico e tutti furono in grado di divenire arhat. In seguito, coloro che conseguirono la via furono in numero incalcolabile; si potrebbe continuare a contarli per dieci miliardi di kalpa senza riuscire a stimarne il numero. A quel tempo i sedici principi lasciarono le loro famiglie e divennero shramanera. Tutti insieme pregarono il Budda di esporre la Legge del Grande Veicolo dicendo:

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"Noi e i nostri seguaci sicuramente conseguiremo tutti la via del Budda: desideriamo ottenere il purissimo occhio di saggezza, che l'Onorato dal Mondo possiede. " Il Budda comprese la mente dei giovani e le azioni che avevano compiuto nelle esistenze passate, e, impiegando innumerevoli cause e condizioni. diverse similitudini e parabole, predicò le sei paramita, i vari poteri sovrannaturali, e, distinguendo la vera Legge, la via praticata dai bodhisattva, predicò questo Sutra del Loto in versi numerosi come le sabbie del Gange. Quando il Budda ebbe concluso la predicazione del sutra si immerse in meditazione in una sala tranquilla, sedendo in un luogo con mente concentrata per ottantaquattromila kalpa. Gli shramanera sapevano che il Budda non si sarebbe risvegliato dalla meditazione; così, rivolgendosi alla moltitudine di innumerevoli milioni, predicarono la saggezza suprema del Budda, ognuno sedendo su un seggio del Dharma e insegnando questo sutra del Grande Veicolo. E dopo che il Budda fu entrato nella serena tranquillità essi continuarono a predicarlo convertendo gli altri alla Legge. Gli esseri viventi salvati da ognuno di questi shramanera in numero erano pari alle sabbie di seicentomila milioni di fiumi Gange. Dopo l'estinzione di quel Budda le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri.

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Questi sedici shramanera, avendo portato a termine la via del Budda, in questo momento dimorano nelle dieci direzioni, là ove ognuno ha conseguito l'illuminazione corretta. Le persone che udirono la Legge a quel tempo sono tutte nel luogo ove vive uno di questi Budda, mentre quelli rimasti nello stadio di ascoltatori della voce vengono istruiti per gradi sulla via del Budda, lo stesso facevo parte dei sedici e ho predicato per voi in passato. Per questa ragione impiegherò un espediente per guidarvi nella ricerca della saggezza del Budda. Per queste cause e condizioni precedenti ora predico il Sutra del Loto. Vi farò accedere alla via del Budda; fare attenzione e non abbiate paura! Immaginate che vi sia una strada brutta e pericolosa in una terra remota e desolata, infestata da bestie feroci; un luogo inoltre senza erba né acqua, un luogo temuto dalla gente. Un gruppo di innumerevoli migliaia e decine di migliaia desiderava percorrere questa strada erta, ma il cammino era lungo, smisurato, si estendeva per cinquecento yojana. A quel tempo vi era una guida molto esperta, dotata di saggezza, di grande comprensione e di niente risoluta, in grado di salvare persone esposte a molte difficoltà. I membri del gruppo, stanchi e scoraggiati, dissero alla guida: "Siamo esausti per la fatica; a questo punto preferiamo tornare indietro." La guida pensò dentro di sé: ‘Queste persone mi fanno pena! Perché vogliono tornare indietro, rinunciando a raggiungere i molti tesori?'

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Allora egli pensò a un espediente e decise di avvalersi dei suoi poteri sovrannaturali. Fece apparire d'incanto una città cinta di mura e ne adornò i palazzi, circondandoli di giardini e boschetti, ruscelli di acqua corrente, stagni e laghetti, con doppi cancelli, alte torri e padiglioni popolati da uomini e donne. Non appena ebbe creato questa illusione, confortò il gruppo dicendo: Non abbiate paura, potete entrare in questa città e ristorarvi quanto volete." Quando le persone entrarono nella città, i loro cuori traboccarono di gioia. Tutti provarono un senso di pace e tranquillità, e dicevano fra sé che erano in salvo. Quando la guida ebbe visto che si erano riposati, radunò tutti quanti e disse loro: "Ora dobbiamo andare avanti, questa non è altro che una città fantasma. Ho capito che eravate allo stremo delle forze e volevate interrompere il viaggio a metà strada. Allora mi sono avvalso del potere degli espedienti per far apparire temporaneamente questa città. Adesso dovete andare avanti diligentemente e raggiungere tutti insieme il luogo ove si trova il tesoro”. Anch'io faccio la stessa cosa agendo come guida di tutti gli esseri. Vedo che coloro che ricercano la via a metà del viaggio si scoraggiano e non riescono a superare l'erto cammino della nascita e della morte e dei desideri terreni; quindi utilizzo il potere degli espedienti e predico il nirvana per offrire un conforto, dicendo: "Le vostre sofferenze sono finite, avete portato a termine tutto quello che vi era da fare."

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Quando capisco che hanno raggiunto il nirvana e hanno tutti conseguito lo stadio di arhat, allora convoco la grande assemblea e predico loro la vera Legge. I Budda, tramite il potere degli espedienti, compiono distinzioni e predicano tre veicoli, ma vi è soltanto l'unico veicolo del Budda; espongono i due nirvana per offrire un luogo di ristoro. Ora vi spiego la verità: ciò che avete conseguito non è l'estinzione. Nella ricerca della saggezza onnicomprensiva del Budda dovete impegnarvi con grande diligenza. Se ottenete l'illuminazione alla Legge del Budda, la saggezza onnicomprensiva e i dieci poteri e manifestate i trentadue segni quella sarà la vera estinzione. I Budda, agendo come guide, predicano il nirvana per offrire un riposo. Ma quando percepiscono che vi siete riposati, allora vi guidano verso la saggezza del Budda.

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VIII. PREDIZIONE DELL’ILLUMINAZIONE A CINQUECENTO DISCEPOLI

A quel tempo Purna Maitrayaniputra, udendo che il Budda predica la Legge con l'ausilio della saggezza e degli espedienti in modo appropriato alle circostanze e udendo la predizione che i discepoli maggiori avrebbero conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi; udendo parlare delle cause e condizioni delle esistenze precedenti e udendo che i Budda possiedono grande libertà e poteri sovrannaturali, ottenne ciò che non aveva mai conosciuto prima; la sua mente fu purificata ed esultò di gioia. Immediatamente si alzò dal suo posto, avanzò portandosi di fronte al Budda e si inchinò ai suoi piedi fino a toccare il suolo con il capo. Poi si tirò da parte, alzò lo sguardo reverente verso l'Onorato dal Mondo senza distoglierlo un solo istante, e dentro di sé pensò: "L’Onorato dal Mondo è davvero straordinario! Molto insolito è il suo modo di agire! Adattandosi alle diverse nature della gente di questo mondo e avvalendosi degli espedienti e della saggezza, egli predica la Legge per tutti, distogliendo gli esseri viventi dall'avidità e dall'attaccamento a questa o a quella cosa. Le virtù del Budda sono indescrivibili a parole. Solo il Budda, L'Onorato dal Mondo, può conoscere i desideri che custodiamo da sempre in fondo al cuore.' A quel tempo il Budda disse ai monaci: «Vedete questo discepolo Purna Maitrayaniputra? Io l'ho sempre lodato come il migliore fra coloro che predicano la Legge. E ho sempre lodato anche i suoi molti meriti, la sua diligenza nel proteggere, sostenere, aiutare a proclamare la mia Legge, la sua bravura nell'istruire, beneficare e rallegrare le quattro categorie di credenti, la perfezione con cui comprende la Legge corretta del Budda, quanto arricchisca di benefici coloro che seguono le sue pratiche di brahma. Se si esclude il Tathagata, non c'è nessuno che possa esporre in modo così eloquente le sue teorie. «Ma non dovete pensare che Purna sia in grado di proteggere, sostenere e aiutare a proclama re soltanto la mia Legge. Anche sorto novanta milioni di Budda del passato egli protesse, sostenne e aiutò a proclamare la Legge corretta dei Budda. Similmente, egli fu il migliore fra tutti coloro che a quel tempo predicarono la Legge.

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«Inoltre, egli ha compreso chiaramente e perfettamente la Legge del vuoto predicata dai vari Budda, ha raggiunto i quattro tipi di conoscenza illimitata ed è sempre in grado di predicare la Legge in maniera pura e limpida, libero da dubbi e perplessità. Dotato di tutti i poteri sovrannaturali di un bodhisattva, per tutta la durata della vita ha svolto con costanza le pratiche di brahma, di modo che le persone viventi all'epoca di quel particolare Budda hanno pensato: "Ecco un vero ascoltatore della voce!" «E Purna, impiegando gli espedienti, ha arrecato benefici a innumerevoli centinaia e migliaia di esseri viventi e ha convertito innumerevoli asamkhya di persone, indirizzandole verso l'anuttarasamyak-sambodhi. Per purificare le terre dei Budda, egli si dedica con assiduità all'opera del Budda istruendo e convertendo gli esseri viventi. «Monaci, Purna è stato il migliore fra coloro che predicarono la Legge al tempo dei sette Budda ed è anche il migliore fra coloro che predicano la Legge ora, in mia presenza. Parimenti sarà il migliore fra coloro che predicheranno la Legge al tempo dei Budda futuri che appariranno nell'attuale Kalpa di Saggezza e proteggerà, sosterrà e aiuterà a proclamare la Legge del Budda in ogni circostanza. Anche in futuro proteggerà, sosterrà e aiuterà a proclamare la Legge di innumerevoli, incalcolabili Budda, istruendo, convertendo, arricchendo un numero infinito di esseri viventi e indirizzandoli verso l’anuttara-samyak-sambodhi. Per purificare le terre dei Budda si impegnerà con costanza e diligenza, istruendo e convertendo gli esseri viventi. «A poco a poco diverrà perfettamente padrone della via del bodhisattva e, quando sarà trascorso un incommensurabile asamkyha di kalpa, qui, nella terra in cui dimora, egli conseguirà l'anuttarasamyak-sambodhi. Sarà chiamato Tathagata Fulgida Legge, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. «La sua terra di Budda comprenderà migliaia di milioni di mondi, numerosi quanto le sabbie del Gange. Il suolo, fatto di sette gioielli, sarà piano come il palmo della mano, senza colline o crinali né gole o

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burroni. La terra sarà piena di terrazze e di torri costruite con i sette gioielli e i palazzi celesti saranno tanto vicini l'un l'altro nel cielo, che gli esseri umani e quelli celesti potranno comunicare guardandosi reciprocamente. Là non vi saranno i cattivi sentieri né vi sarà alcuna donna. Gli esseri viventi nasceranno per trasformazione e non nutriranno desideri lascivi. Essi possiederanno grandi poteri sovrannaturali, i loro corpi emetteranno raggi luminosi e saranno in grado di volare a loro piacimento. Saranno di intenzioni e pensieri risoluti, diligenti e saggi, e tutti allo stesso modo saranno dotati di un alone dorato e dei trentadue segni. Tutti gli esseri viventi di quella terra si nutriranno regolarmente di due cibi, la gioia del Dharma il primo, il piacere della meditazione l'altro. lì vi saranno incalcolabili asamkhya. migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di bodhisattva che godranno di grandi poteri sovrannaturali e dei quattro tipi di conoscenza illimitata e saranno abili nell'istruire e convertire le diverse varietà di esseri viventi. Il numero degli ascoltatori della voce, al di là di ogni capacità di calcolo, sarà impossibile da determinare. Tutti saranno pienamente dorati dei sei poteri sovrannaturali, delle tre comprensioni e delle otto emancipazioni. «La tetta di questo Budda sarà adornata e resa perfetta da tali innumerevoli virtù il kalpa si chiamerà Tesoro Fulgido e la terra si chiamerà Buona e Pura. La durata della vita del Budda sarà di un incommensurabile asamkhya di kalpa, la sua Legge durerà molto a lungo e, dopo che il Budda si sarà estinto, in tutta la terra verranno erette in suo onore delle torri adornate con i sette gioielli.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Voi monaci, ascoltate attentamente! La via seguita dai figli del Budda, ben istruiti sugli espedienti, è meravigliosa, al di là di ogni immaginazione. Essi sanno che gli esseri si compiacciono di una piccola Legge, timorosi di una grande saggezza. Perciò i bodhisattva si comportano come ascoltatori della voce o pratyekabuddha, avvalendosi di innumerevoli espedienti

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per convertire i diversi tipi di esseri viventi. Essi si dichiarano ascoltatori della voce e, dicendo di essere molto lontani dalla via del Budda, conducono all'emancipazione innumerevoli moltitudini, permettendo a tutti di realizzare lo scopo. Sebbene le moltitudini siano di modeste aspirazioni e indolenti, a poco a poco vengono condotte al conseguimento della Buddità. Interiormente, in segreto, agiscono da bodhisattva, ma esteriormente appaiono ascoltatori della voce. Sembra che riducano i desideri in odio a nascita e morte, ma in verità stanno purificando le terre del Budda. Al cospetto delle moltitudini sembrano preda dei tre veleni o manifestare i segni di visioni eretiche. Così i miei discepoli fanno uso di espedienti per salvare gli esseri viventi. Se dovessi descrivere tutti i modi diversi, le loro varie manifestazioni per convertite gli altri, gli esseri viventi, udendomi, resterebbero pieni di dubbi e perplessità. Ora questo Purna in passato praticò la via con diligenza, seguendo migliaia di milioni di Budda, proclamando e proteggendo la Legge di quei Budda. Per ricercare la saggezza suprema si recò là ove erano i Budda e divenne una guida per i discepoli, persona di ampia conoscenza e saggezza. Non mostrava alcun timore mentre predicava ed era capace di rallegrare l'assemblea. Non era mai stanco o scoraggiato nello svolgere il lavoro dei Budda. Aveva già acquisito grandi poteri sovrannaturali e possedeva i quattro illimitati tipi di conoscenza. Sapeva se le capacità della moltitudine erano ottuse o

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acute e predicava costantemente la pura Legge. Esponeva principi come questi istruendo una moltitudine di migliaia di milioni, facendo accedere ogni essere alla Legge del Grande Veicolo e purificando personalmente le terre dei Budda. Anche in futuro egli porgerà offerte a innumerevoli, incalcolabili Budda, proteggendo, aiutando a proclamare la loro Legge corretta e purificando egli stesso 'e terre dei Budda; impiegando costantemente diversi espedienti, predicando senza paura la Legge, salverà moltitudini inimmaginabili rendendole consapevoli della saggezza onnicomprensiva. Egli farà offerte ai Tathagata, proteggendo e difendendo il prezioso forziere della Legge. E in seguito diverrà un Budda noto con il nome di Fulgida Legge. La sua terra sarà chiamata Buona e Pura e sarà composta di sette gioielli. Il kalpa sarà chiamato Tesoro Brillante. La moltitudine dei bodhisattva sarà numerosa, ammonterà a innumerevoli milioni; tutti, in possesso di grandi poteri sovrannaturali, dotati di dignità, virtù e forza, riempiranno tutta la terra. Anche gli ascoltatori della voce saranno innumerevoli; dotati delle tre comprensioni e delle otto emancipazioni, avranno conseguito i quattro tipi illimitati di conoscenza: questi saranno i monaci dell'ordine. Tutti gli esseri viventi di quella terra saranno esenti da desideri lascivi. Essi nasceranno in modo puro, per trasformazione,

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i corpi adorni di tutti i segni caratteristici. Cibandosi della gioia del Dharma e del piacere della meditazione, non avranno desiderio di alcun altro cibo. Là non vi saranno donne e nessuno dei cattivi sentieri dell'esistenza. Il monaco Purna ha acquisito tutti questi benefici al massimo grado e otterrà questa pura terra con una moltitudine di esseri degni e saggi. Dei fatti innumerevoli relativi a questa terra ne ho parlato soltanto brevemente. A quel tempo i milleduecento arhat, liberi nella mente, pensarono fra loro: "Possiamo gioire, perché abbiamo ottenuto ciò che mai avevamo avuto prima. Se l'Onorato dal Mondo desse a ciascuno di noi una predizione di illuminazione come quella che ha concesso ai discepoli maggiori, non sarebbe forse questo un motivo di gioia?" Il Budda, sapendo che questo era il pensiero che albergava nelle loro menti, disse a Mahakashyapa: «Ora concederò una predizione a ciascuno dei milleduecento arhat che si trovano al mio cospetto: essi conseguiranno l'anuttara-samyak-sambodhi. In questa assemblea vi è uno dei miei discepoli maggiori, il monaco Kaundinya. Egli farà offerte a sessantaduemila milioni di Budda e in seguito diverrà un Budda. Il suo nome sarà Tathagata Splendore Universale, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Cinquecento arhat, tra cui Uruvilvakashyapa, Gayakashyapa, Nadikashyapa, Kalodayin, Udayin, Aniruddha, Revata, Kapphina, Bakkula, Chunda, Svagata e altri, tutti conseguiranno l'anuttara-samyak-sambodhi. Avranno tutti lo stesso nome, Splendore Universale.» L’Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Il monaco Kaundinya vedrà Budda innumerevoli e dopo che saranno trascorsi asamkhya kalpa

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conseguirà infine l'illuminazione corretta e imparziale. Egli emetterà di continuo una grande luce brillante, sarà dotato di poteri sovrannaturali, il suo nome sarà conosciuto nelle dieci direzioni rispettato da tutti. Egli predicherà costantemente la suprema via: per questo si chiamerà Splendore Universale. Il suo reame sarà puro e limpido, i suoi bodhisattva coraggiosi e arditi. Saliranno tutti sulle torri meravigliose, viaggeranno nelle terre delle dieci direzioni allo scopo di offrire oggetti inestimabili in dono ai vari Budda. Dopo che avranno tributato queste offerte, le loro menti si riempiranno di grande gioia ed essi torneranno all'istante ai luoghi natii: tali saranno i loro poteri sovrannaturali. La vita di questo Budda durerà sessantamila kalpa, la sua Legge corretta durerà il doppio di quel tempo, la sua Legge formale il quadruplo, e quando la sua Legge si estinguerà, dèi e uomini ne saranno afflitti. I cinquecento monaci diverranno Budda uno dopo l'altro; avranno tutti lo stesso nome, Splendore Universale. Ciascuno concederà una predizione al proprio successore: "Dopo la mia estinzione, tu. tal dei tali, diventerai un Budda. Il mondo che tu convertirai sarà come il mio attuale." Gli ornamenti e la purezza delle loro terre, i loro svariati poteri sovrannaturali, i loro bodhisattva e ascoltatori della voce, la loro Legge corretta e la loro Legge formale, il numero di kalpa delle loro vite, tutto sarà come ho appena descritto. Kashyapa, ora conosci il futuro

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di questi cinquecento la cui niente è libera. Anche la moltitudine degli altri ascoltatori della voce conoscerà la stessa sorte. A coloro che non si trovano presenti in questa assemblea, devi spiegare e predicare tutto questo. A quel tempo i cinquecento arhat in presenza del Budda, avendo ricevuto la predizione dell'illuminazione, esultarono di gioia. immediatamente si alzarono dal loro posto, avanzarono portandosi di fronte al Budda e si inchinarono ai piedi del Budda fino a toccare il suolo con il capo. Essi deplorarono il loro errore e si rimproverarono dicendo: «Onorato dal Mondo, noi eravamo soliti pensare di aver già raggiunto l'estinzione definitiva. Ma ora capiamo di essere stati privi di saggezza. Perché? Perché, sebbene fossimo in grado di conseguire la saggezza del Tathagata, ci siamo accontentati di una saggezza insignificante. «Onorato dal Mondo, è come nel caso di un uomo che si recò a casa di un caro amico e che, dopo essersi ubriacato con il vino, si addormentò. A quel tempo l'amico doveva allontanarsi per un incarico ufficiale. Preso un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell'amico e lo lasciò andandosene. L’uomo dormiva ubriaco e non si accorse di nulla. Quando si risvegliò, si mise in viaggio verso altri paesi. Per procurarsi cibo e vesti dovette darsi da fare con tutte le sue energie e con diligenza, affrontando enormi difficoltà e cavandosela con quel poco che poté racimolare, «In seguito l'amico lo incontrò per caso e disse: Che cosa assurda, vecchio mio! Come mai ti sei ridotto così per procurarti da mangiare e vestire? in passato mi volli assicurare che tu potessi vivere agiatamente e soddisfare i cinque desideri; così in quel dato giorno di quel mese di quell'anno, presi un gioiello inestitnabile e lo cucii nella fodera del tuo abito. Deve trovarsi ancora lì adesso. Ma tu non ne sapevi nulla e ti sei affaticato e tormentato cercando di guadagnarti da vivere. Che cosa insensata! Ora devi prendere il gioiello e barattarlo con dei beni. Allora potrai avere in ogni momento tutto ciò che desideri e non sperimenterai mai più la miseria o il bisogno." «Il Budda è come questo amico. Quando era ancora un bodhisattva ci ha istruito e ci ha convertito, ispirando in noi la volontà di ricercare la saggezza onnicomprensiva. Ma col tempo abbiamo dimenticato tutto

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e siamo diventati inconsapevoli e ignoranti. Avendo ottenuto la via degli arhat, ritenevamo di aver conseguito l'estinzione. Incontrando difficoltà nel provvedere alla nostra sussistenza, ce la siamo cavata per così dire con quel poco che riuscivamo a racimolare. Tuttavia non abbiamo ancora perduto il desiderio della saggezza onnicomprensiva. E ora l'Onorato dal Mondo ci risveglia e ci rende consapevoli dicendo queste parole: "Monaci, ciò che avete ottenuto non è l'estinzione definitiva. Per lungo tempo vi ho fatto coltivare le buone radici della Buddirà e, come espediente, vi ho mostrato i segni esteriori del nirvana, ma voi avete creduto di aver veramente raggiunto il nirvana." «Onorato dal Mondo, adesso abbiamo capito. In effetti noi siamo bodhisattva e abbiamo ascoltato la predizione che conseguiremo l'anuttara-samyak-sambodhi. Per questa ragione ci sentiamo colmi di gioia, avendo ottenuto ciò che mai ci saremmo aspettati.» A quel tempo Ajnata Kaundinya e gli altri, desiderando ribadire il loro pensiero, si espressero in versi dicendo: Abbiamo udito il suono di questa predizione che ci assicura benessere e tranquillità senza uguali; ci rallegriamo avendo ottenuto ciò che mai avevamo avuto prima e ci inchiniamo al Budda immensamente saggio. Ora, in presenza dell'Onorato dal Mondo, deploriamo le nostre colpe e i nostri errori. Dell'incommensurabile tesoro del Budda abbiamo ottenuto solo una piccola parte del nirvana e, come persone ignoranti e stupide, abbiamo pensato che fosse sufficiente. Siamo come un uomo povero e miserando che si recò a casa di un caro amico. La casa era molto sontuosa e gli furono serviti vassoi di leccornie. L’amico prese un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell'uomo povero, e se ne andò senza dire una parola; l'uomo, che stava dormendo, non si accorse di nulla. Al suo risveglio vagò qua e là in diversi paesi in cerca di cibo e vesti per mantenersi in vita,

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incontrando molte difficoltà nel guadagnarsi da vivere. Se la cavò con quel poco che riuscì a trovare disperando di poter avere qualcosa di meglio, ignaro del fatto che nella fodera della sua veste custodiva un gioiello inestimabile. In seguito l'amico che gli aveva donato il gioiello, incontrò per caso l'uomo povero e, dopo averlo rimproverato aspramente, gli mostrò il gioiello cucito nella veste. Quando l'uomo povero vide il gioiello, il suo cuore si riempì di grande gioia perché era ricco e poteva disporre di beni e ricchezze sufficienti a soddisfare i cinque desideri. Noi siamo come quell'uomo. Per tutta la lunga notte l'Onorato dal Mondo nella sua compassione ci ha costantemente istruito, inducendoci a coltivare l'aspirazione suprema. Ma poiché siamo privi di saggezza siamo inconsapevoli di ciò, ignari. Avendo ottenuto una piccola parte del nirvana, ci sentiamo soddisfatti e non cerchiamo altro. Ma ora il Budda ci risveglia e ci dice: "Questa non è autentica estinzione. Quando avrete raggiunto la saggezza suprema del Budda, quella sarà la vera estinzione!" Ora abbiamo udito dal Budda queste predizioni, le descrizioni degli ornamenti e come ognuno a sua volta concederà la predizione al suo successore e siamo colmi di gioia nel corpo e nella mente

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IX. PREDIZIONI CONFERITE AI NOVIZI E AI DISCEPOLI ANZIANI

A quel tempo Ananda e Rahula pensarono fra sé: “Ogni volta che meditiamo, consideriamo questa gioia proveremmo nel ricevere la predizione dell'illuminazione!" Alzatisi dai loro posti, avanzarono disponendosi di fronte al Budda e si inchinarono ai suoi piedi fino a toccare il suolo con il capo. Entrambi si rivolsero al Budda con queste parole: «Onorato dal Mondo, anche noi vorremmo condividere ciò! Abbiamo riposto piena fiducia unicamente nel Tathagata e godiamo di una buona reputazione tra gli dei, gli uomini e gli asura di tutto il mondo. Ananda serve costantemente il Budda e sostiene e protegge il forziere del Dharma, mentre Rahula è il figlio del Budda, Se il Budda ci predicesse l'ottenimento dell'anuttara-samyak-sambodhi, si realizzerebbe ogni nostro desiderio e insieme verrebbero soddisfatte le aspirazioni della moltitudine.» Duemila ascoltatori della voce, monaci sia già istruiti sia non ancora istruiti, si alzarono tutti dai loro posti, scoprirono la spalla destra e si disposero di fronte al Budda; giunsero devotamente le mani e mirando reverenti l'Onorato dal Mondo, ribadirono il desiderio espresso da Ananda e Rahula; quindi si fecero da parte. A quel tempo il Budda disse ad Ananda: «In una prossima vita diverrai un Budda col nome di Tathagata Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Farai offerte a sessantadue milioni di Budda, custodirai e proteggerai i loro forzieri del Dharma; infine conseguirai l'anuttara-samyak-sambodhi. Istruirai e convertirai bodhisattva numerosi quanto ventimila volte dieci miliardi di granelli di sabbia del Gange e li condurrai all'anuttarasamyak-sambodhi. La tua terra sarà chiamata Vessillo di Vittoria Perenne, il suolo sarà immacolato e puro, fatto di lapislazzuli. Il kalpa sarà denominato Suono Meraviglioso Ovunque Echeggiante, La

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durata della vita di quel Budda sarà di incommensurabili migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di kalpa: anche se gli uomini si mettessero a calcolare e contare per migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di kalpa, non riuscirebbero mai ad accertarne il reale numero. La Legge corretta durerà nel mondo il doppio della durata della vita del Budda e la Legge formale persisterà per un tempo doppio di quello della Legge corretta- Ananda, questo Budda Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti verrà lodato anche da tutti i Tathagata delle dieci direzioni, innumerevoli come migliaia, decine di migliaia, milioni di sabbie del Gange, i quali ne elogeranno i meriti,» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Monaci, a voi dico che Ananda, protettore della Legge, farà offerte ai Budda e in seguito otterrà l'illuminazione corretta. Il suo nome sarà Budda Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti. La sua terra, pura e immacolata, sarà chiamata Vessillo di Vittoria Perenne. Istruirà e convertirà bodhisattva numerosi come le sabbie del Gange. Questo Budda possiederà grande dignità e virtù, la sua fama si diffonderà nelle dieci direzioni. La durata della sua vita sarà incommensurabile poiché egli ha compassione degli esseri viventi. La sua Legge corretta durerà il doppio della sua vita, il quadruplo la sua Legge formale. Numerosi come le sabbie del Gange saranno gli innumerevoli esseri viventi che per mezzo della Legge del Budda pianteranno le cause e le condizioni della via del Budda.

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A quel tempo nell'assemblea ottomila bodhisattva, che solo da poco avevano preso la decisione di conseguire l'illuminazione, pensarono fra sé: Non abbiamo mai sentito di un solo grande bodhisattva che ricevesse una tale predizione. Per quale motivo dovrebbero riceverla gli ascoltatori della voce?" A quel tempo l'Onorato dal Mondo, che conosceva i pensieri celati nella mente di questi bodhisattva, disse loro: «Uomini devoti, quando Ananda e io ci trovavamo al cospetto del Budda Re del Vuoto, prendemmo contemporaneamente la determinazione di conseguire l’anuttara-samyak-sambodhi. Ananda costantemente si compiaceva di una vasta conoscenza [della Legge, mentre io costantemente compivo sforzi diligenti. Perciò io sono già riuscito a conseguire l’anuttara-samyak-sambodhi, mentre Ananda sostiene e protegge la mia Legge. Allo stesso modo proteggerà i forzieri del Dharma dei Budda futuri e istruirà, convertirà e guiderà al successo una moltitudine di bodhisattva. Questo fu il suo voto originale ed è per questo motivo che ha ricevuto la predizione.» Quando Ananda al cospetto del Budda udì la predizione a lui rivolta e la descrizione della magnificenza della sua terra, tutto quello che si era prefisso fu realizzato e la sua mente si riempì di una grande gioia, poiché aveva ottenuto ciò che mai aveva avuto prima. Immediatamente si ricordò dei forzieri del Dharma di innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda del passato e poté comprenderli perfettamente senza alcuna difficoltà, come se li avesse appena ascoltati. Si ricordò inoltre del suo voto originale. A quel tempo Ananda si espresse in versi dicendo: L’Onorato dal Mondo, che è molto raro incontrare, mi ha fatto ricordare il passato, la Legge di Budda innumerevoli, come se io l'avessi udita solo oggi. Ora non ho più dubbi e nella via del Budda dinioro a mio agio. Come espediente agisco da servitore, sostegno e custode della Legge dei Budda, A quel tempo il Budda disse a Rahula: «In una prossima esistenza tu diverrai un Budda col nome di Tathagata Che

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Cammina su Sette Preziosi Fiori, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Farai offerte a Budda e a Tathagata numerosi quanto le particelle di polvere di dieci mondi. Ogni volta sarai sempre il figlio maggiore di quei Budda, così come ora sei mio figlio. Gli ornamenti della terra del Budda Che Cammina su Sette Preziosi Fiori, il numero di kalpa della durata della sua vita, dei discepoli che convertirà, della sua Legge corretta e formale non saranno differenti da quelli del Tathagata Re di Saggezza e Potere Illimitato Come i Mari e i Monti. Tu sarai il maggiore tra i figli di quel Budda e in seguito conseguirai l’anuttara-samyaksambodhi.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo; Quando ero principe ereditario, Rahula era il mio figlio maggiore. Ora che ho raggiunto la via del Budda egli riceve il Dharma ed è mio figlio nel Dharma, Nelle esistenze a venire vedrà innumerevoli milioni di Budda. Come figlio maggiore di tutti loro, ricercherà unicamente la via del Budda. Le azioni segrete di Rahula solo io ho il potere di conoscerle. Egli si manifesta come il maggiore dei miei figli così si mostra a tutti gli esseri viventi. Con innumerevoli milioni, migliaia, decine di migliaia di benefici incalcolabili dimora sicuro nella Legge del Budda e in tal modo ricerca la via suprema. A quel tempo l'Onorato dal Mondo osservò i duemila novizi e discepoli anziani dalla mente paziente e gentile, serenamente immacolati e puri, che devotamente rivolgevano lo sguardo verso il Rudda. Il Budda disse ad Ananda: «Vedi questi duemila novizi e discepoli anziani?»

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«Sì, li vedo,» «Ananda, queste persone faranno offerte a Budda e a Tathagata in numero pari alle particelle di polvere di cinquanta mondi, onorandoli e riverendoli, proteggendo e sostenendo i loro forzieri del Dharma. Nella loro esistenza finale riusciranno tutti insieme a divenire Budda nelle terre delle dieci direzioni. Avranno tutti un'identica designazione e si chiameranno Tathagata Vessillo Ingioiellato, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani Budda, Onorato dal Mondo. La durata della loro vita sarà di un kalpa, lo splendore delle loro terre, gli ascoltatori della voce e i bodhisattva, la Legge corretta e quella formale saranno uguali per tutti.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: A questi duemila ascoltatori della voce che ora sono al mio cospetto, a ognuno di loro io predicò che in un'esistenza futura diventeranno Budda. I Budda ai quali offriranno doni saranno numerosi come le particelle di polvere già descritte Daranno protezione e sostegno ai forzieri del Dharma, per poi ottenere l'illuminazione corretta. Ognuno avrà una terra in una delle dieci direzioni e avranno tutti lo stesso nome e gli stessi appellativi. Tutti nello stesso istante siederanno nel luogo dell'illuminazione e otterranno la prova della saggezza suprema. Tutti si chiameranno Vessillo Ingioiellato, le loro terre e i discepoli, la Legge corretta e formale saranno le stesse, senza alcuna differenza. Tutti useranno i poteri sovrannaturali per salvare gli esseri viventi nelle dieci direzioni. La loro fama si diffonderà per ogni dove

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e infine entreranno nel nirvana. A quel tempo i duemila discepoli anziani e novizi, udita la predizione del Budda, esultarono di gioia e si espressero in versi dicendo: Onorato dal Mondo, splendido lume di saggezza, udiamo la tua voce concedere questa predizione e i nostri cuori sono colmi di gioia come fossimo immersi nella dolce rugiada

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X. IL MAESTRO DELLA LEGGE

A quel tempo l'Onorato dal Mondo si rivolse al bodhisattva Re della Medicina, e tramite lui agli ottantamila grandi uomini, dicendo: «Re della Medicina, vedi in questa grande assemblea innumerevoli esseri celesti, re draghi, yaksha, gandharva, asura, garuda, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani, così come monaci, monache, laici e laiche, alcuni che aspirano a diventare ascoltatori della voce, altri che aspirano alla condizione di pratyekahudda, o che ricercano la via del Budda? Ebbene, a tutti costoro che al cospetto del Budda ascoltano un verso o una frase del Sutra del Loto della Legge Meravigliosa e nella mente ne gioiscono anche solo per un istante, io predico il conseguimento dell'anuttarasamyak-sambodhi. » Il Budda disse a Re della Medicina: «Inoltre, se dopo l'estinzione del Tathagata qualcuno ascolterà il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, anche solo un verso o una frase, e nella mente ne gioirà anche solo per un istante, anche a lui predico il conseguimento dell'anuttara-samyak-sanibodhi. E ancora, se ci saranno persone che abbracciano, leggono, recitano, diffondono e copiano il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa anche un solo verso, e nutrono per questo sutra lo stesso rispetto che nutrono per il Budda, offrendo fiori, incenso, collane, incenso in polvere, in pasta e da bruciare, drappi di seta, stendardi e vessilli, indumenti e musica, e giungono le mani in segno di riverenza allora, Re della Medicina, sappi che tali persone hanno già offerto doni a centomila milioni di Budda; sotto quei Budda hanno adempiuto il loro grande voto e, mossi da compassione per gli esseri viventi, sono nati in questo mondo umano. «Re della Medicina, se qualcuno domandasse quali esseri viventi potranno conseguire la Buddità in un'epoca futura, tu dovrai rivelargli che tutte queste persone conseguiranno sicuramente la Buddità in un'epoca futura. Per quale motivo? Perché se uomini e donne devoti abbracciano, leggono, recitano, diffondono e copiano il Sutra del Loto, anche solo una frase, offrono svariati doni al sutra, fiori, incenso, collane, incenso in polvere, in pasta e da bruciare, drappi di

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seta, stendardi e vessilli, indumenti e musica, e giungono le mani in segno di riverenza, allora queste persone saranno venerate e onorate da tutto il mondo. Si offriranno loro doni come si offrono al Tathagata. Sappi che queste persone sono grandi bodhisattva che hanno conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi. Mossi da compassione per gli esseri viventi, essi hanno fatto voto di nascere laddove possono propagate ampiamente, facendo distinzioni, il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. Questo è ancor più vero per coloro che sono in grado di abbracciare l'intero sutra e offrirgli svariati doni. «Re della Medicina, sappi che queste persone hanno rinunciato volontariamente alla ricompensa che hanno meritato per le loro azioni pure e, nell'epoca successiva alla mia estinzione, mosse da compassione per gli esseri viventi, sono nate in questo mondo malvagio per poter propagare ampiamente questo sutra. Se dopo la mia morte uno fra questi uomini o donne devoti sarà in grado di trasmettere segretamente il Sutra del Loto a una sola persona, anche solo una frase, allora sappi che egli o ella è l'inviato del Tathagata. É stato inviato dal Tathagata a proseguire la sua opera. Questo è ancor più vero per coloro che espongono il sutra a una grande moltitudine. «Re della Medicina, se una persona malvagia con malanimo comparisse davanti al Budda, lo maledicesse e lo ingiuriasse ininterrottamente per un intero kalpa, la sua offesa sarebbe ancora alquanto lieve. Ma se una persona pronunciasse una sola parola malvagia per maledire o diffamare i laici, i monaci o le monache che leggono e recitano il Sutra del Loto, la sua offesa sarebbe molto grave. «Re della Medicina, sappi che chi legge e recita il Sutra del Loto si adorna con gli stessi ornamenti del Budda ed è portato sulle spalle dal Tathagata. Ovunque vada, bisognerebbe accoglierlo con inchini, con le mani giunte devotamente, con reverenza, rispetto, lode e offerte di fiori, incenso, collane, incenso in polvere, in pasta e da bruciare, drappi di seta, stendardi e vessilli, indumenti, ogni genere di delizie e musica. Gli si dovrebbero offrire i doni più splendidi che possano essere offerti a qualcuno. Si dovrebbero spargere su di lui i tesori del cielo e offrire in dono tutti i tesori celesti. Perché dico questo? Perché queste persone diffondono la Legge con grande gioia. E se qualcuno li

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ascolta anche solo per un attimo, conseguirà immediatamente l'anuttara-samyak-sambodhi.» A quel tempo l'onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se desideri dimorare nella via del Budda e ottenere la saggezza che sgorga di per sé, devi essere costante e diligente nel porgere offerte a coloro che abbracciano il Sutra del Loto. Se nutri il desiderio di ottenere rapidamente la saggezza onnicomprensiva, devi abbracciare questo sutra e nel contempo fare offerte a coloro che lo fanno. Se vi è qualcuno capace di abbracciare il Surra del Loto della Legge Meravigliosa, sappi che tale persona è un inviato del Budda, che nutre compassione per gli esseri viventi. Coloro che sono in grado di abbracciare il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa hanno rinunciato al loro diritto sulla pura terra e, per compassione degli esseri viventi, sono nati qui. Sappi che tali persone liberamente hanno scelto il luogo dove nascere hanno scelto di nascere in questo mondo malvagio per potervi diffondere la Legge suprema. Fiori celestiali e incenso, indumenti ornati di tesori celesti, tutti i meravigliosi tesori del cielo, devi offrirli in dono a coloro che predicano la Legge. Se nel mondo malvagio che seguirà la mia estinzione vi saranno persone capaci di abbracciare questo sutra, giungi le mani in segno di rispetto e offri loro doni come faresti per l'Onorato dal Mondo.

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Le delizie più squisite, ogni cosa dolce e gustosa, insieme a vari tipi di indumenti, devi porgere in dono a questi figli del Budda nella speranza di udirli predicare anche solo un momento. Se vi sarà qualcuno che in un'epoca futura accetterà e abbraccerà questo sutra, costui è un mio inviato, mandato tra la gente a completare l'opera del Tathagata. Se per un intero kalpa qualcuno nutrisse del malanimo e ingiuriasse il Budda con espressione irata, costui commetterebbe un'offesa immensamente grave. Ma se qualcuno insultasse anche solo per un istante coloro che leggono, recitano e abbracciano questo Sutra del Loto, la sua offesa sarebbe di gran lunga peggiore. Se qualcuno ricerca la via del Budda e per un kalpa, giunte le mani al mio cospetto, recita innumerevoli versi di lode, in virtù delle lodi rivolte al Budda egli otterrà immensi benefici. Ma se qualcuno loda sostenitori di questo sutra, ancora maggiore sarà la sua fortuna. Offri dunque ai seguaci di questo sutra per un lasso di ottanta milioni di kalpa, doni di forme e suoni sublimi, gradevoli da odorare, gustare e toccare. Se avrai fatto offerte in questo modo

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e avrai udito l'insegnamento anche per un solo istante, allora sperimenterai gioia e fortuna e dirai: Ho ottenuto un grande beneficio!" Re della Medicina, questo ora ti dico, ho predicato diversi sutra, e fra questi il Sutra del Loto è il supremo! A quel tempo il Budda si rivolse ancora una volta ai bodhisattva e mahasattva Re della Medicina, con queste parole: «Ho predicato un numero incalcolabile di sutra, migliaia, decine di migliaia, milioni. Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherà, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da comprendere. Re della Medicina, questo sutra racchiude il segreto tesoro dei Budda. Non deve essere diffuso o trasmesso avventatamente ad altri; è stato protetto dai Budda, gli Onorati dal Mondo, e dai tempi passati fino a oggi non è stato mai rivelato apertamente. E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa? «Re della Medicina, sappi che dopo l'estinzione del Tathagata, se vi saranno persone in grado di copiare, sostenere, leggere e recitare questo sutra, fargli offerte e insegnano ad altri, il Tathagata le avvolgerà con il suo manto ed esse saranno sempre protette e ricordate dai Budda che ora si trovano in altri luoghi. Tali persone possiedono il potere di una grande fede, il potere dell'aspirazione, il potere delle buone radici. Sappi che esse dimorano nello stesso luogo del Tathagata e che questi carezza la loro testa con la mano. «Re della Medicina, in qualunque luogo questo sutra venga predicato, dovunque venga letto, dovunque venga recitato, dovunque venga copiato, dovunque esista un rotolo di esso, in ognuno di tali luoghi bisognerebbe erigere torri ornate dalle sette gemme e costruirle molto alte, maestose e riccamente decorate. Non è necessario che là vengano conservare le reliquie del Budda. Per quale motivo? Perché in tali torti è già presente l'intero corpo del Budda. Si dovrebbero quindi offrire in dono a queste torri ogni genere di fiori, incenso, collane, drappi di

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sera, stendardi e vessilli, musica e inni e si dovrebbero tributate loro rispetto, onore e lode. Se le persone, vedendo queste torri, si inchinano rispettosamente e fanno offerte, sappi che si stanno avvicinando all’anuttara-samyak-sambodhi. «Re della Medicina, sebbene molte persone, che abbiano o no abbandonato la famiglia, pratichino la via del bodhisattva, se non sono desiderose di vedere, ascoltare, leggere, recitare, copiare, abbracciare e fare offerte al Sutra del Loto, sappi che tali persone in realtà non stanno ancora praticando la via del bodhisattva in modo appropriato. Ma le persone che possono ascoltare questo sutra sono in grado di praticare la via del bodhisattva in modo appropriato. Se tra gli esseri viventi che ricercano la via del Budda vi è chi vede o ascolta questo Sutra del Loto e che, dopo averlo udito, vi crede, lo comprende e lo abbraccia, sappi che costui si sta avvicinando all'anuttarasamyak-sambodhi. «Re della Medicina, immagina un uomo che bruci di sete e brami dell'acqua. Su un altopiano elevato inizia a scavate una buca alla sua ricerca. Vedendo la tetra secca, capisce che l'acqua è ancora molto lontana; tuttavia non risparmia gli sforzi e pian piano vede il terreno diventate senipre più umido, fino a che arriva al fango. Ora è determinato ad andare avanti, perché sa con certezza che si sta avvicinando all'acqua. «Questo è altrettanto vero quando si intraprende la via del bodhisattva. Fintanto che una persona non ha udito, non ha compreso e non ha ancora potuto praticare questo Sacra del Loto, sappi che quella persona è ancora molto lontana dall'anuttara-samyak-sambodhi. Ma se è in grado di ascoltare, comprendere, ponderare e praticare il sutra, allora sappi che si sta avvicinando all'anuttara-samyaksambodhi. Per quale motivo? Perché tutti i bodhisattva che conseguono l'anuttara-samyak-sambodhi vi riescono in ogni caso grazie a questo sutra. Questo sutra spalanca la porta degli espedienti e mostra la forma della vera realtà. Il tesoro del Sutra del Loto è nascosto in profondità e molto lontano, dove nessuno può raggiungerlo. Ma ora il Budda lo apre istruendo, convertendo e guidando i bodhisattva al successo. «Re della Medicina, se vi sono bodhisattva che nell'udire questo Sutra del Loto reagiscono con sorpresa, dubbio e timore. sappi che sono

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bodhisattva che hanno intrapreso da poco il loro cammino. E se vi sono ascoltatori della voce i quali, nell'udire questo sutra, reagiscono con sorpresa, dubbio e timore, sappi che essi sono persone di grande arroganza. «Re della Medicina, se vi sono uomini e donne devoti i quali, dopo l'estinzione del Tathagata, desiderano predicare questo Sutra del Loto alle quattro categorie di credenti, in che modo dovrebbero spiegarlo? Questi uomini e donne devoti dovrebbero entrare nella stanza del Tathagata, indossare la veste del Tathagata, sedere sul seggio del Tathagata ed esporre ampiamente il sutra a beneficio delle quattro categorie di credenti. «La stanza del Tathagata è una mente che prova grande pietà e compassione verso tutti gli esseri viventi. La veste del Tathagata è una mente gentile e paziente. Il seggio del Tathagata è la vacuità di tutti i fenomeni. Essi devono sedersi lì a proprio agio, e poi diffondere ampiamente, senza negligenza, il Sutra del Loto per il bene dei bodhisattva e delle quattro categorie di credenti. «Re della Medicina, io invierò in altre terre delle persone evocate prodigiosamente che radunino le folle per ascoltare la Legge. E allo stesso modo invierò anche monaci, monache, laici e laiche evocati prodigiosamente per ascoltare la predicazione della Legge. Queste persone apparse prodigiosamente ascolteranno la Legge, vi crederanno e l'accetteranno conformandosi a essa senza violarla. Se i predicatori della Legge risiedono in un luogo deserto e isolato, invierò un gran numero di esseri celesti, draghi, spiriti, gandharva, asura e altri per ascoltarli predicare la Legge. Anche se io mi trovassi in un'altra terra, farò in modo che i predicatori della Legge di tanto in tanto vedano il mio corpo. Se dovessero dimenticare una frase del sacra, apparirà per suggerirla in modo che possano recitare il testo correttamente e per intero.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se desideri liberarti dall'indolenza e dalla pigrizia, devi ascoltare questo sutra. É difficile avere l'occasione di udire questo sutra e ugualmente difficile è credervi e accettarlo. Se una persona assetata ha bisogno di acqua,

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può scavare una buca su un altopiano, ma finché continua a vedere che il terreno è secco capisce che l'acqua è ancora lontana. Ma pian piano vede il terreno farsi umido e fangoso e allora comprende che certamente l'acqua è vicina. Re della Medicina, sappi che anche le persone sono proprio così: se non ascoltano il Sutra del Loto, saranno sempre lontane dalla saggezza del Budda. Ma se ascoltano questo profondo sutra che definisce la Legge per gli ascoltatori della voce, se ascoltano questo re dei sutra e, dopo averlo ascoltato, meditano attentamente, sappi che tali persone sono vicine alla saggezza del Budda. Una persona che espone questo sutra deve entrare nella stanza del Tathagata, indossare la veste del "Tathagata, sedere sul seggio del Tathagata, e, stando nell'assemblea senza timore, predicare diffusamente operando le distinzioni. Grande pietà e compassione sono la stanza, gentilezza e pazienza sono la veste, vacuità di tutti i fenomeni è il seggio: dimorando in. esse esponga la Legge. Se, mentre sta predicando questo sutra, qualcuno lo ingiuria e lo insulta, lo attacca con spade e bastoni, o con tegole e pietre, pensi al Budda e sia paziente. In un migliaio, decine di migliaia, milioni di terre renderò manifesto il mio corpo puro e duraturo e per innumerevoli milioni di kalpa esporrò la Legge per gli esseri viventi. Se dopo la mia estinzione vi saranno persone in grado di esporre questo sutra, invierò le quattro categorie di credenti

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evocati magicamente, monaci e monache, uomini e: donne dalla fede pura, a fare offerte ai maestri della Legge. Essi guideranno gli esseri viventi, li riuniranno e faranno sì che ascoltino la Legge. Se qualcuno ha in animo di nuocere ai predicatori con spade e bastoni o con tegole e pietre, invierò persone evocate con un prodigio che li proteggano e li difendano. Se chi espone la Legge si trova da solo in un luogo deserto e appartato, nel silenzio, ove non si ode suono di voce umana, legge e recita questo sutra, a quel tempo manifesterò per lui il mio corpo puro e radioso. Se dovesse dimenticare una parola o una frase, gliela suggerirò io così che ottenga una completa comprensione. Se persone dotate di queste virtù istruiscono le quattro categorie di credenti, o leggono e recitano questo sutra in un luogo deserto, farò in modo che tutti possano vedere il mio corpo. Se i predicatori si trovano in un luogo isolato e deserto, invierò esseri celesti, re draghi, yaksha, spiriti e altr,i per formare un'assemblea che ascolti la Legge. Tali persone si rallegreranno nell'esporre la Legge, compiendo le distinzioni senza incontrare ostacoli. Poiché i Budda li proteggono e hanno cura di loro, essi potranno arrecare gioia alla grande assemblea. Se una persona sta vicino ai maestri della Legge, conseguirà rapidamente la via del bodhisattva. Se studia seguendo questi maestri, vedrà Budda in numero pari alle sabbie del Gange.

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XI. L’APPARIZIONE DELLA TORRE PREZIOSA

A quel tempo al cospetto del Budda apparve una torre decorata di sette tesori, alta cinquecento yojana, larga e profonda duecentocinquanta, che, emersa dalla terra, si librava sospesa nell'aria. Era adornata con oggetti preziosi di ogni genere; cinquemila balaustre, mille, diecimila nicchie e innumerevoli vessilli e stendardi la decoravano. Ghirlande di gemme, dieci miliardi di campanelli ingioiellati pendevano da essa; un profumo di sandalo tamalapatra emanava dai quattro lati e pervadeva il mondo intero. Gli stendardi e i drappi erano fatti di sette tesori, oro, argento, lapislazzuli, madreperla, agata, perla e cornalina, e raggiungevano i palazzi dei Quattro Re Celesti. Gli dei del cielo Trayastrimsha fecero piovere fiori celesti di mandarava come offerta alla torre preziosa e altri esseri celesti, draghi, yaksha, gandharva, asura, garuda, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani, una moltitudine di migliaia, decine di migliaia, milioni di esseri offrirono ogni genere di fiori, incenso, collane, stendardi, drappi e musica in omaggio alla torre preziosa in segno di reverenza, onore e lode. A quel tempo dalla torre preziosa si udì una voce possente pronunciare parole di lode: «Eccellente, eccellente! Shakyamuni, Onorato dal Mondo, tu puoi predicare alla grande assemblea il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, la grande saggezza imparziale, la Legge per istruire i bodhisattva, custodita e serbata nel cuore dai Budda! E come dici, proprio come dici tu. Shakyamuni, Onorato dal Mondo, tutto ciò che hai esposto è la verità!» A quel tempo le quattro categorie di credenti videro la grande torre preziosa sospesa nell'aria e udirono la voce emessa dal suo interno. Tutti sperimentarono la gioia della Legge, meravigliati per questo prodigio senza precedenti. Si alzarono dai loro posti e congiunsero le mani in segno di rispetto; quindi si fecero da parte. A quel tempo c'era un bodhisattva e mahasattva che si chiamava Grande Gioia della Predicazione il quale, compresi i dubbi che turbavano le menti degli dei e degli uomini, degli asura e degli altri

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esseri di tutto il mondo, chiese al Budda: «Onorato dal Mondo, per quale ragione questa torre preziosa è emersa dalla terra? E perché si ode questa voce dal suo interno?» Allora il Budda disse: «Bodhisattva Grande Gioia della Predicazione, nella torre preziosa si trova l'intero corpo di un Tathagata. Molto tempo fa, innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di mondi a oriente, in una terra chiamata Purezza Preziosa, viveva un Budda chiamato Molti Tesori. Quando questo Budda stava ancora portando a termine la via del bodhisattva, fece un voto solenne dichiarando: “Dopo che sarò diventato Budda e mi sarò estinto, se nelle terre delle dieci direzioni vi sarà un luogo in cui sia predicato il Sutra del Loto, allora la mia torre funeraria emergerà e apparirà in quel luogo, affinché io possa ascoltare il sutra, rendergli testimonianza e lodarne la superiorità". «Quando quel Budda ebbe completato la via dei Budda e fu sul punto di estinguersi, in mezzo a una vasta assemblea di dèi e di uomini disse ai monaci: "Dopo la mia estinzione, se qualcuno vorrà fare offerte al mio intero corpo, dovrà erigere una gran torre." Quel Budda, in virtù dei suoi poteri sovrannaturali e del suo voto, assicura che in tutti i mondi delle dieci direzioni, non importa dove, se vi è qualcuno che predica il Sutra del Loto, senza dubbio questa torre preziosa emergerà e apparirà al suo cospetto; il suo intero corpo si troverà all'interno e proferirà parole di lode, esclamando: "Eccellente, eccellente!" «Grande Gioia della Predicazione, poiché il Tathagata Molti Tesori ha udito predicare il Sutra del Loto, ora la sua torre è emersa dalla terra ed egli pronuncia parole di lode, esclamando: "Eccellente, eccellente!"» Allora il bodhisattva Grande Gioia della Predicazione, conoscendo i poteri sovrannaturali del Tathagata, si rivolse al Budda con queste parole: «Onorato dal Mondo, desideriamo vedere il corpo di questo Budda.» Il Budda così rispose al bodhisattva e mahasattva Grande Gioia della Predicazione: «Il Budda Molti Tesori ha fatto un voto solenne proclamando: "Quando la mia torre preziosa apparirà al cospetto di uno dei Budda per poter ascoltare il Sutra del Loto, se qualcuno desidera che io mostri il mio corpo alle quattro categorie di credenti, allora fate ritornare tutti i vari Budda, che sono emanazioni di quel

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Budda e che predicano la Legge nei mondi delle dieci direzioni, e riuniteli attorno a quel Budda in un unico luogo. Solo quando ciò sarà avvenuto, il mio corpo diverrà visibile." Grande Gioia della Predicazione, ora radunerò tutti i Budda che sono emanazioni del mio corpo e che stanno predicando la Legge nei mondi delle dieci direzioni,» Grande Gioia della Predicazione disse al Budda: «Onorato dal Mondo, io e gli altri vorremmo vedere anche questi Budda che sono emanazioni dell'Onorato dal Mondo per rendere loro omaggio e fare offerte.» Allora il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di capelli bianchi [tra le sue sopracciglia] e rese immediatamente visibili nella regione orientale i Budda di cinquecentodiecimila milioni di nayuta di terre, numerose come le sabbie del Gange. Il suolo di queste terre era cristallino e alberi carichi di gioielli e vesti preziose le adornavano. Innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva le popolavano, e dappertutto erano stese su di loro tende preziose, ricoperte da un reticolo di fili intrecciati di gioielli. I Budda predicavano in queste terre le varie dottrine della Legge con voci maestose e meravigliose e si potevano vedere innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva che dimoravano in quei mondi e predicavano la Legge per le moltitudini. Lo stesso accadeva nelle regioni meridionali, occidentali e settentrionali, nelle quattro direzioni intermedie, in quella superiore e in quella inferiore; ovunque brillasse il raggio emesso dalla ciocca di capelli bianchi, segno distintivo del Budda, si verificava lo stesso portento. A quel tempo ognuno dei Budda delle dieci direzioni si rivolse al proprio seguito di bodhisattva, dicendo: «Uomini devoti, ora devo recarmi nel mondo di saha, nel luogo dove si trova il Budda Shakyamuni, e fare offerte alla torre preziosa del Tathagata Molti Tesori.» A questo punto il mondo di saha si trasformò immediaramente in un luogo di immacolata purezza. Il suolo era di lapislazzuli, alberi carichi di gioielli l'adornavano e corde d'oro delimitavano le otto vie principali. Non c'erano villaggi, paesi o città, grandi mari o fiumi, montagne, ruscelli o foreste. Dell'incenso estremamente raffinato bruciava e fiori di mandarava ricoprivano il terreno tutt'intorno. Reti e

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tendaggi preziosi si dispiegavano dall'alto e da essi pendevano campanelli ingioiellati. Vi si trovavano riuniti soltanto i membri di questa assemblea, poiché tutti gli altri esseri, celesti e umani, erano stati trasferiti in un'altra regione. A quel tempo i Budda, ognuno assistito da un grande bodhisattva, giunsero nel mondo di saha e presero posizione sotto un albero ingioiellato. Ogni pianta era alta cinquecento yojana e ricca di rami, foglie, fiori e frutti nelle dovute proporzioni. Sotto tutti gli alberi ingioiellati vi erano troni di leone alti cinque yojana, anch'essi decorati con grandi gemme. A quel tempo ciascun Budda prese posto su uno scranno sedendo a gambe incrociate. In questo modo nei mille milioni di mondi tutti i seggi furono occupati, ma le emanazioni del Budda Shakyamuni, provenienti anche soltanto da una direzione, non conoscevano fine. Allora il Budda Shakyamuni, desiderando far spazio a tutti i Budda, emanazioni del suo corpo, trasformò altri duecentodiecimila milioni di nayuta di terre in ciascuna delle otto direzioni, rendendole tutte inunacolate e pure, senza inferni, spiriti affamati, animali o asura. Inoltre trasferì in un'altra regione tutti gli dei e gli uomini. Anche in queste terre così trasformate il suolo era di lapislazzuli. Le adornavano alberi ingioiellati, ciascuno alto cinquecento yojana e ricco di rami, foglie, fiori e frutti nelle dovute proporzioni. Sotto vi si trovavano i preziosi troni di leone, alti cinque yojana e ornati da vari tipi di gioielli. Non vi erano grandi mari o fiumi, né maestose catene montuose come i Monti Muchilinda, Mahamuchilinda, i Monti della Corona Ferrea, i Grandi Monti della Corona Ferrea, o il Monte Sumeru. l'intera area non era che un'unica terra del Budda, una regione splendente di gemme, dolce e pianeggiante. Ovunque c'erano tende ornate con intrecci di festoni scintillanti, stendardi e drappi che pendevano qua e là; dell'incenso estremamente raffinato ardeva e preziosi fiori celesti ricoprivano il terreno tutt'intorno. Il Budda Shakyamuni, allo scopo di far sedere tutti i Budda che stavano giungendo, trasformò altri duecentodiecimila milioni di nayuta di terre in ciascuna delle otto direzioni, rendendole tutte immacolate e pure, senza inferni, spiriti affamati, animali o asura. Inoltre, trasferì in un'altra regione tutti gli dèi e gli uomini. Anche in queste terre così trasformate il suolo era di lapislazzuli. Le

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adornavano alberi ingioiellati, ciascuno alto cinquecento yojana e ricco di rami, foglie, fiori e frutti nelle dovute proporzioni. Sotto vi si trovavano i preziosi troni di leone, alti cinque yojana e ornati da vari gioielli. Non vi erano grandi mari o fiumi, né maestose catene montuose come i Monti Muchilinda, Mahainuchilinda, i Monti della Corona Ferrea, i Grandi Monti della Corona Ferrea, o il Monte Sumeru. L'intera area non era che un'unica terra del Budda, una regione splendente di gemme, dolce e pianeggiante. Ovunque c'erano tende ornate con intrecci di festoni scintillanti, stendardi e drappi che pendevano qua e lì; incenso estremamente raffinato ardeva e preziosi fiori celesti ricoprivano il terreno tutt'intorno. A quel tempo i Budda emanazioni del Budda Shakyamuni provenienti dalla regione orientale, che predicavano la Legge in terre numerose quanto le sabbie del Gange, centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuca, si erano riuniti colà. A poco a poco giunsero tutti i Budda dalle dieci direzioni e si riunirono seduti nelle otto direzioni. Così i quatrrocentodiecimila milioni di nayura di terre di ogni direzione si riempirono di Budda, Tathagata. A questo punto i Budda, ognuno seduto su un trono di leone sotto uno degli alberi ingioiellati, inviarono i propri emissari a rendere omaggio al Budda Shakyamuni. Ogni Budda porse al proprio attendente una manciata di fiori preziosi e disse: «Uomo devoto, recati presso il Monte Gridhrakuta, nel luogo dove si trova il Budda Shakyamuni, e parlagli così come ora ti dirò. Dirai: "Non soffri di malattie, non sei afflitto da preoccupazioni? Stai bene e sei felice nello spirito e nel corpo? E i bodhisattva e gli ascoltatori della voce stanno tutti bene e in pace?" Quindi prenderai questi fiori preziosi e li spargerai sui Budda come offerta, e dirai: "Il Budda di cui sono l'inviato vorrebbe assistere all'apertura di questa torre preziosa."» Tutti i Budda inviarono i loro emissari affinché parlassero in questo modo. A quel tempo il Budda Shakyamuni vide i Budda, sue emanazioni, tutti riuniti e seduti ognuno su un trono di leone e li udì esprimere il desiderio di assistere all'apertura della torre preziosa. Immediatamente si alzò dal suo seggio e si librò a mezz'aria. Tutte le quattro categorie di credenti si alzarono, congiunsero le mani e rivolsero lo sguardo al Budda con mente devota,

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Il Budda Shakyamuni, con le dita della mano destra, aprì la porta della torre dei sette tesori. Si udì un forte suono provenire dall'interno, come quando viene tolto il catenaccio della grande porta di una città, e subito tutti i membri dell'assemblea videro il Tathagata Molti Tesori seduto su un trono di leone dentro la torre preziosa, il corpo integro e intatto, seduto come se fosse immerso in meditazione. Lo udirono dire: «Eccellente, eccellente, Budda Shakyamuni Hai predicato vigorosamente questo Sutra del Loto. Sono venuto qui per ascoltare questo sutra.» A quel tempo le quattro categorie di credenti, nel vedere questo Budda, estinto da innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa, che parlava in questo modo, meravigliati da ciò che non avevano mai visto prima, presero i mazzi dei preziosi fiori celesti e li sparsero sopra il Budda Molti Tesori e sopra il Budda Shakyamuni. Allora il Budda Molti Tesori offrì la metà del suo trono nella torre preziosa al Budda Shakyamuni, dicendo: «Budda Shakyamuni, siediti qui!» Immediatamente il Budda Shakyamuni entrò nella torre e occupò metà del trono, sedendo a gambe incrociate. A quel tempo, vedendo i due Tathagata seduti a gambe incrociate sul trono di leone nella torre dei sette tesori, i membri della grande assemblea pensarono: "Questi Budda sono assisi molto in alto e lontano! Oh, se solo i Tathagata volessero impiegare i loro poteri sovrannaturali affinché anche noi ci uniamo a loro lassù in aria!" Immediatamente il Budda Shakyamuni usò i suoi poteri sovrannaturali per sollevare nell'aria tutti i membri della grande assemblea. Con voce sonora si rivolse alle quattro categorie di credenti dicendo: «Chi è capace di predicare diffusamente il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa in questo mondo di saha? Ora è giunto il momento di farlo perché tra breve il Tathagata entrerà nel nirvana. Il Budda desidera affidare questo Sutra del Loto della Legge Meravigliosa a qualcuno affinché possa essere preservato,» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Questo santo signore, questo Onorato dal Mondo, sebbene si sia estinto da molto tempo, è ancora assiso nella torre preziosa e viene qui per amore della Legge.

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Voi, gente, perché non vi impegnate anche voi per amore della Legge? Questo Budda si è estinto un numero infinito di kalpa or sono, ma si reca in diversi luoghi ad ascoltare la Legge perché tali occasioni capitano assai raramente. Questo Budda in origine fece un voto, dicendo: "Dopo la mia estinzione, ovunque io risieda, in qualsiasi luogo, il mio scopo costante sarà udire la Legge!" Inoltre queste emanazioni del mio corpo, Budda innumerevoli come le sabbie del Gange, sono venuti desiderando udire la Legge e vedere il Tathagata Molti Tesori che è passato nell'estinzione. Ciascuno di loro ha abbandonato la sua splendida terra e la schiera dei suoi seguaci, dei e uomini, draghi e spiriti, e tutte le loro offerte, giungendo in questo luogo per assicurare che la Legge duri a lungo nel tempo. Per far sedere questi Budda ho adoperato i poteri sovrannaturali, rimuovendo incalcolabili moltitudini, rendendo le terre pure e perfette e conducendo ognuno di questi Budda ai piedi di un albero ingioiellato, adorno come i fiori di loto adornano uno stagno limpido e fresco. Sotto gli alberi ingioiellati vi sono i troni di leone i Budda siedono su di essi, adornandoli con il loro splendore, come un'immensa torcia che brucia nell'oscurità della notte.

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I loro corpi emanano un meraviglioso profumo d'incenso che pervade le terre nelle dieci direzioni. Gli esseri viventi avvolti da questo aroma, sono incapaci di frenare la gioia, come un vento impetuoso che agita i rami di piccoli alberi. Tramite questo espediente si assicurano che la Legge duri a lungo nel tempo. Così mi rivolgo alla grande assemblea: dopo la mia estinzione, chi darà protezione e sostegno, chi leggerà e reciterà questo sutra? Ora, al cospetto del Budda, si faccia innanzi e pronunci il suo voto! Questo Budda Molti Tesori, benché si sia estinto da molto tempo, in virtù del suo grande voto ruggisce come un leone. Il Tathagata Molti Tesori, io stesso, le emanazioni del Budda, tutti qui riuniti, sappiamo che questo è il nostro scopo. Tra voi, figli del Budda, chi proteggerà la Legge? Che costui pronunci il voto solenne di assicurare la sua perpetuazione! Colui che è capace di custodire la Legge di questo sutra, così facendo, fa offerte a me e a Molti Tesori. Il Budda Molti Tesori che dimora nella sua torre preziosa si muove di continuo in tutte le dieci direzioni per amore di questo sutra. Colui che protegge questo sutra fa ugualmente offerte alle emanazioni del Budda qui giunte,

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che adornano e rendono splendidi tutti i vari mondi, Chi predica questo sutra potrà vedere me, il Tathagata Molti Tesori e le emanazioni del Budda. Tutti voi, uomini devoti, considerate con grande attenzione! Questo è un compito difficile: è opportuno che voi pronunciate un voto solenne. Gli altri sutra sono numerosi come le sabbie del Gange, ma, anche se voi li esponeste, non sarebbe un'impresa difficile. Anche se afferraste il Monte Sumeru e lo scagliaste oltre innumerevoli terre del Budda, anche questo non sarebbe difficile. Se usaste il dito del piede per spostare mille milioni di mondi e calciarli lontano verso terre remote, neanche questo sarebbe difficile, Se stando nel cielo Vertice dell'Essere predicaste per il bene delle moltitudini innumerevoli altri sutra, neanche questo sarebbe difficile. Ma se dopo l'estinzione del Budda, in un'era malvagia, predicherete questo sutra, ciò sarà davvero difficile! Se vi fosse una persona capace di prendere in mano il cielo e di andare in giro portandolo con sé, ciò non sarebbe difficile. Ma dopo la mia estinzione trascrivere e abbracciare questo sutra oppure farlo trascrivere da altri,

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ciò sarà davvero difficile. Se qualcuno prendesse l'immenso globo terrestre, l'appoggiasse su un'unghia del piede e con questo ascendesse al cielo di Brahma, ciò non sarebbe difficile. Ma se dopo l'estinzione del Budda, in un'era malvagia, qualcuno leggera questo sutra anche solo per poco, ciò sarà davvero difficile! Se, allorché arde l'incendio alla fine del kalpa, qualcuno potesse caricarsi dell'erba secca sulla schiena e passare nel fuoco senza bruciare ciò non sarebbe difficile. Ma se dopo la mia estinzione vi sarà chi abbraccia questo sutra e lo espone anche solo a una persona, ciò sarà davvero difficile! Se qualcuno abbracciasse questo forziere delle ottantaquattromila dottrine. delle dodici sezioni dei sutra, e le esponesse agli altri facendo acquisire agli ascoltatori i sei poteri sovrannaturali, se qualcuno fosse in grado di farlo, ciò non sarebbe difficile. Ma se dopo la mia estinzione qualcuno potrà ascoltare, accettare questo sutra e porre domande sul suo significato, ciò sarà davvero difficile! Se qualcuno esponesse la Legge, permettendo a migliaia, decine di migliaia, milioni, a un numero immenso di esseri viventi, pari alle sabbie del Gange, di divenire degli arhat dotati dei sei poteri sovrannaturali, seppure potesse conferire tali benefici,

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ciò non sarebbe difficile. Ma se dopo la mia estinzione qualcuno onorerà e abbraccerà un sutra come questo, ciò sarà davvero difficile! Per amore della via del Budda in un numero infinito di terre dal principio fino a questo momento ho predicato ampiamente molti sutra, ma fra tutti questo sutra è il supremo. Chi lo sostiene, starà sostenendo il corpo del Budda. Tra voi tutti, uomini devoti, dopo la mia estinzione, chi potrà accettare e sostenere, leggere e recitare questo sutra? Ora, al cospetto del Budda, costui venga innanzi e pronunci il suo voto! Questo sutra è difficile da sostenere; se qualcuno potrà sostenerlo anche solo per breve t empo, certo io ne gioirò e così faranno tutti gli altri Budda. Chi è in grado di fare questo si guadagna la stima dei Budda. Questo si intende per valore, questo si intende per diligenza. Questo si chiama osservare i precetti e praticare la dhuta. In tal modo egli conseguirà l'insuperata via del Budda. E se nelle generazioni future qualcuno leggera e sosterrà questo sutra, costui sarà un vero figlio del Budda, che abiterà in una terra immacolata e buona. Se dopo l'estinzione del Budda

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qualcuno potrà capire il significato di questo sutra, costui sarà l'occhio del mondo per gli dèi e per gli uomini. Se in quell'era tremenda qualcuno predicherà questo sutra anche per un solo istante, costui sarà degno di ricevere offerte da tutti gli dèi e dagli uomini.

XII. DEVADATTA

A quel tempo il Budda si rivolse ai bodhisattva, agli esseri celesti e umani e alle quattro categorie di credenti, e disse: «Per innumerevoli kalpa nel passato ho ricercato il Sutra del Loto senza mai recedere. Durante tutti questi kalpa sono apparso costantemente come un

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sovrano che faceva voto di ricercare la suprema bodhi. La sua mente non vacillava mai né si lasciava sviare. Spinto dal desiderio di adempiere le sei paramita, egli si dedicava assiduamente alla pratica delle offerte senza mai risparmiarsi, sia che donasse elefanti o cavalli, i sette oggetti rari, regioni, città, moglie, figli, serve e servitori, o addirittura la testa, gli occhi, il midollo, il cervello, la sua stessa carne e gli arti. Non lesinava neppure il proprio essere e la propria vita. A quell'epoca la durati della vita umana era estremamente lunga. Ma per amore della Legge questo re abbandonò il regno e il trono, affidò il governo al principe ereditario, fece suonare i tamburi ed emise proclami alla ricerca della Legge nelle quattro direzioni: "Chi può spiegarmi il Grande Veicolo? lo mi prenderò cura di lui e finché vivrò sarò il suo servitore!" «A quel tempo era presente un veggente che, recatosi dal re, così gli parlò: "Io possiedo un testo del Grande Veicolo, chiamato Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. Se tu non mancherai mai di ubbidirmi, lo esporrò per te." «Appena ebbe udito queste parole del veggente, il re si mise a danzare dalla gioia. Subito si accompagnò a lui, provvedendo a tutto ciò di cui aveva bisogno: raccoglieva frutta, attingeva acqua, raccattava la legna, preparava i pasti e, senza mai risparmiarsi nel corpo e nella mente, offriva persino il suo corpo come giaciglio e sedile. Per amore della Legge egli servì in questo modo il veggente per mille anni, lavorando instancabilmente e prendendosi cura del veggente affinché non gli mancasse mai nulla.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Io ricordo quei kalpa del passato quando, al fine di ricercare la grande Legge, benché fossi il sovrano di un regno terreno, non desideravo soddisfare i cinque desideri ma suonai la campana e gridai nelle quattro direzioni: "Chi possiede la grande Legge? Se me la esporrà e me la spiegherà, sarò suo schiavo e suo servitore!" A quel tempo si trovava lì un veggente chiamato Asita

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che venne e annunciò a questo grande re: "Io possiedo una Legge meravigliosa e insondabile, raramente conosciuta nel mondo. Se vorrai dedicarti alla pratica religiosa io la esporrò per te." Quando il re ebbe udito le parole del veggente il suo cuore si riempì di immensa gioia. Subito si accompagnò al veggente rifornendolo di qualsiasi cosa avesse bisogno; raccoglieva legna, frutti, riso selvatico, porgendoli al momento giusto sempre con rispetto. Poiché nei suoi pensieri vi era la Legge meravigliosa, mai vacillò nel corpo e nella mente. Per amore degli esseri viventi ovunque ricercò assiduamente la grande Legge, non curandosi mai di se stesso né di soddisfare i cinque desideri. Perciò il sovrano di un grande regno con un'assidua ricerca poté apprendere questa Legge e alla fine conseguì la Buddità, come ora spiegherò a voi. Il Budda disse ai monaci: «Il re di quel tempo ero io e il veggente era l'uomo che ora è Devadatta. Poiché Devadatta mi fu buon amico, potei completare le sei paramita e acquisire pietà, compassione, gioia e serenità, i trentadue segni, le ottanta caratteristiche, il colorito aureo con sfumature purpuree, i dieci poteri, i quattro tipi di coraggio, i quattro metodi per convertire le persone, le diciotto specifiche proprietà, i poteri sovrannaturali e il potere della via. Il fatto che io abbia raggiunto l'illuminazione imparziale e corretta e possa salvare un gran numero di esseri viventi lo devo unicamente a Devadatta, che fu un buon amico.» Quindi il Budda si rivolse alle quattro categorie di credenti: «Dopo che saranno passati innumerevoli kalpa, Devadatta conseguirà la Buddità. Egli sarà chiamato Tathagata Re del Cielo, degno di

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offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri umani e celesti, Budda, Onorato dal Mondo. Il suo mondo sarà chiamato Via del Cielo e a quel tempo il Budda Re del Cielo dimorerà nel mondo per venti kalpa medi, predicando ampiamente la Legge meravigliosa a beneficio degli esseri viventi. Esseri viventi numerosi come le sabbie del Gange otterranno ii frutto della condizione di arhat. Un numero infinito di esseri viventi svilupperà il desiderio di diventare pratyekabudda ed esseri viventi numerosi come le sabbie del Gange svilupperanno il desiderio della via suprema, raggiungeranno la verità della nonrinascita e lo stadio della non-regressione. Dopo che il Budda Re del Cielo sarà entrato nel parinirvana, la sua Legge corretta durerà nel mondo per venti kalpa medi. Le reliquie del suo intero corpo saranno conservate in una torre fatta di sette tesori, alta sessanta yojana e larga e profonda quaranta. Tutti gli dèi e gli uomini porgeranno fiori d'ogni tipo, incenso in polvere, incenso in pasta e da bruciare, indumenti, collane, stendardi e vessilli, baldacchini ornati di gemme, musica e canti di lode, per offrirli con ossequio alla torre meravigliosa ornata di sette gioielli. Innumerevoli esseri viventi otterranno il frutto della condizione di arhat, esseri viventi senza numero si illuminecome pratyekabudda e un numero inimmaginabile di esseri viventi aspirerà alla bodhi e raggiungerà lo stadio della non-regressione.» Il Budda disse ai monaci: «in epoche future se uomini o donne devoti, udendo il capitolo Devadatta del Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, crederanno in esso e lo riveriranno con cuore puro, senza dubbi né perplessità, essi non cadranno mai nell'inferno, nel regno degli spiriti affamati o in quello degli animali, ma nasceranno alla presenza dei Budda delle dieci direzioni, e ovunque nasceranno potranno sempre udire questo sutra, Se nasceranno tra gli esseri celesti o umani godranno immensamente di meravigliosi piaceri; se nasceranno alla presenza di un Budda, nasceranno per trasformazione da fiori di loto,» A quel tempo vi era un bodhisattva seguace dell'Onorato dal Mondo Molti Tesori, proviente dalla regione inferiore e il cui nome era Accumulo di Saggezza. Egli domandò al Budda Molti Tesori: «Possiamo ritornare nelle nostre terre di origine?»

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TI Budda Shakyamuni rispose ad Accumulo di Saggezza: «Uomo devoto, aspetta ancora un momento. Qui c'è un bodhisattva di nome Manjushri che dovresti incontrare. Discuti e dibatti con lui della Legge meravigliosa e poi potrai ritornare alla tua terra.» A quel tempo Manjushri sedeva su un fiore di loto dai mille petali, grande come la ruota di un carro, e anche i bodhisattva venuti con lui sedevano su fiori di loto ingioiellati. Manjushri era emerso in modo naturale dal palazzo del re drago Sagara nel profondo dell'oceano e stava sospeso nell'aria. Procedendo verso il sacro Picco dell'Aquila discese dal fiore di loro e, comparso alla presenza dei Budda, chinò il capo e rese omaggio ai piedi dei due Onorati dal Mondo. Dopo aver concluso queste manifestazioni di rispetto, si recò presso Accumulo di Saggezza e scambiò con lui i saluti, per poi farsi da parte e sedersi da un lato, Il bodhisattva Accumulo di Saggezza interrogò Manjushri chiedendo: «Quando stavi nel palazzo del re drago quanti esseri viventi hai convertito?» Manjushri rispose: «Un numero immenso, impossibile da calcolare. Le parole non possono esprimerlo, la mente non può concepirlo. Aspetta un momento e ne avrai la prova.» Prima che avesse finito di parlare, innumerevoli bodhisattva, seduti su fiori di loto ingioiellati, emersero dall'oceano procedendo verso il sacro Picco dell'Aquila dove rimasero sospesi nell'aria. Questi bodhisattva erano stati tutti convertiti e salvati da Manjushri. Essi avevano portato a termine tutte le pratiche del bodhisattva e avevano discusso insieme ed esposto le sei paramita. Quelli che erano stati ascoltatori della voce, stando sospesi nell'aria, esposero le pratiche degli ascoltatori della voce, ma ora tutti stavano praticando il principio di vacuità del Grande Veicolo. Manjushri disse ad Accumulo di Saggezza: «Ciò che vedi è il risultato dell'opera di insegnamento e conversione da me intrapresa nell'oceano,» A quel tempo Accumulo di Saggezza recitò questi versi di lode: Con grande saggezza e virtù, coraggio e vigore hai convertito e salvato innumerevoli esseri. Ora i presenti a questa grande assemblea compreso me stesso, li hanno visti. Tu esponi il principio della vera entità,

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riveli la Legge dell'unico veicolo, guidando diffusamente molti esseri e facendo loro conseguire rapidamente la bodhi. Manjushri disse: «Quando dimoravo nell'oceano ho sempre esposto solo il Sutra del Loto della Legge Meravigliosi.» Allora il bodhisattva Accumulo di Saggezza gli chiese: «Questo sutra è molto profondo, ineffabile e meraviglioso, un tesoro tra tutti i sutra, una vera rarità nel mondo. Ci sono degli esseri viventi che, attraverso una pratica diligente e assidua di questo sutra, sono stati in grado di conseguire rapidamente la Buddità ?» Manjushri così rispose: «C'è la figlia del re drago Sagara, che ha appena compiuto otto anni. La sua saggezza è penetrante ed ella è capace di conoscere il karma derivato dalle azioni degli esseri viventi. Padroneggia perfettamente le dharani, ha potuto accettare e abbracciare il forziere dei profondi segreti predicati dai Budda, si è immersa in profonda meditazione, ha compreso interamente le dottrine, nello spazio di un attimo ha concepito il desiderio della bodhi e raggiunto il livello della non-regressione. Non ci sono limiti alla sua eloquenza ed ella prova compassione per gli esseri viventi come fossero suoi figli. Pienamente dotata di virtù, i pensieri che concepisce e le parole con cui li esprime sono meravigliosi, onnicomprensivi e solenni. Gentile, compassionevole, benevola, dolce, ha un carattere sensibile e nobile, capace di conseguire la bodhi.» Il bodhisattva Accumulo di Saggezza disse: «Quando osservo il Tathagata Shakyamuni, mi rendo conto che per innumerevoli kalpa egli ha portato avanti severe e difficili pratiche, accumulando meriti e virtù, cercando la via del bodhisattva senza mai riposare. Osservo che in mille milioni di mondi non c'è un solo luogo, fosse anche piccolo come un seme di senape, in cui questo bodhisattva non abbia sacrificato il corpo e la vita a beneficio degli esseri viventi. Solo dopo aver fatto tutto questo, è stato in grado di completare la via della bodhi. Non posso credere che questa fanciulla nello spazio di un istante abbia effettivamente potuto conseguire la corretta illuminazione.»

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Prima che avesse finito di parlare, la figlia del re drago apparve improvvisamente dinanzi al Budda, chinò il capo in segno di rispetto e si ritirò da parte recitando questi versi di lode: Egli percepisce i segni della colpa e della fortuna e illumina ovunque le dieci direzioni. Il suo ineffabile corpo del Dharma, puro e meraviglioso, è dotato dei trentadue segni; le ottanta caratteristiche adornano il suo corpo del Dharma. Dèi e uomini lo osservano con timore, draghi e spiriti tutti lo onorano e lo rispettano; tra tutti gli esseri viventi non vi è nessuno che non lo riverisca. Udendo i suoi insegnamenti, io ho conseguito la bodhi: il Budda soltanto può esserne testimone. lo espongo le dottrine del Grande Veicolo per riscattare gli esseri viventi dalla sofferenza. A quel tempo Shariputra disse alla fanciulla drago: «Tu presumi di aver raggiunto la via suprema in così breve tempo. Ma questo è davvero difficile da credere. Per quale motivo? Perché il corpo di una donna, impuro e corrotto, non può essere un vaso della Legge. Come hai potuto conseguire la suprema bodhi? La via verso la Buddità è lunga e si inoltra lontano. Solo dopo aver trascorso innumerevoli kalpa praticando le austerità, accumulando azioni, osservando tutte le paramita, si può alla fine ottenere la realizzazione. Per di più una donna è soggetta ai cinque ostacoli: primo, non può diventare un re celeste Brahma. Secondo, non può diventare il re Shakra. Terzo, non può diventare un re dei demoni. Quarto, non può diventare un re saggio che gira la ruota. Quinto, non può diventare un Budda. Come potrebbe dunque una donna come te essere in grado di conseguire la Buddità così rapidamente?» A quel tempo la fanciulla drago porse al Budda un gioiello che aveva, prezioso come mille milioni di mondi; il Budda lo accettò immediatamente. La fanciulla drago disse al bodhisattva Accumulo di Saggezza e al venerabile Shariputra: «Ho offerto questo prezioso

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gioiello e l'Onorato dal Mondo l'ha accettato: ciò non è forse accaduto rapidamente?» Essi risposero: «Sì, davvero rapidamente!» La fanciulla continuò: «Avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità. Sarà cosa persino più rapida!» A quel tempo i membri dell'assemblea videro la fanciulla drago trasformarsi nello spazio di un istante in un uomo e portare a compimento tutte le pratiche di un bodhisattva; quindi la videro recarsi verso il Mondo Immacolato del sud, prendere posto su un loto ingioiellato e conseguire l'illuminazione imparziale e corretta. Con i trentadue segni e le ottanta caratteristiche egli espose la Legge meravigliosa per tutti gli esseri viventi, ovunque nelle dieci direzioni. A quel tempo nel mondo di saha i bodhisattva, gli ascoltatori della voce, le divinità, i draghi e altri fra gli orto tipi di guardiani, esseri umani e non umani, tutti videro da lontano la fanciulla drago diventare un Budda e predicare la Legge agli dèi e agli uomini nell'assemblea di quel tempo. I loro cuori si colmarono di grande gioia e tutti tributarono da lontano reverente rispetto. Innumerevoli esseri viventi, ascoltando la Legge, la compresero e furono in grado di conseguire lo stadio della non-regressione. Innumerevoli esseri viventi ricevettero la predizione del conseguimento della via. Il Mondo Immacolato si scosse e tremò in sei modi diversi. Tremila esseri del mondo di saba rimasero al livello della non-regressione. Tremila esseri concepirono il desiderio della bodhi e fu loro predetta l'illuminazione. Il bodhisattva Accumulo di Saggezza, Shariputra e tutti gli altri membri dell'assemblea tacitamente credettero a queste cose e le accettarono.

XIII. ESORTAZIONE ALLA DEVOZIONE

A quel tempo il bodhisattva e mahasattva Re della Medicina, insieme al bodhisattva e mahasattva Grande Gioia della Predicazione e a ventimila bodhisattva loro seguaci che li accompagnavano, al cospetto del Budda pronunciarono tutti questo voto «Preghiamo

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l'Onorato dal Mondo di non avere ulteriori preoccupazioni. Dopo l'estinzione del Budda, noi onoreremo, abbracceremo, leggeremo, reciteremo e predicheremo questo sutra. Gli esseri viventi dell'epoca malvagia che verrà avranno radici sempre meno buone. Molti saranno estremamente arroganti e avidi di offerte e vantaggi materiali, accrescendo così le cattive radici, e si allontaneranno più che mai dall'emancipazione. Ma, anche se potrà essere difficile istruirli e convertirli, noi, risvegliando tutto il potere di una grande pazienza, leggeremo e reciteremo questo sutra, lo abbracceremo, lo predicheremo, lo copieremo e gli faremo molte offerte senza lesinare il corpo o la vita.» A quel tempo i cinquecento arhat che nell'assemblea avevano ricevuto la predizione dell'illuminazione dissero al Budda; «Onorato dal Mondo, anche noi pronunceremo un voto. Noi predicheremo diffusamente questo sutra in altre terre.» Vi erano anche le ottomila persone, alcune ancora novizie, altre già istruite, che avevano ricevuto la predizione dell'illuminazione. Alzandosi dai loro seggi, giunsero le mani e, volgendosi al Budda, pronunciarono questo voto; «Onorato dal Mondo, anche noi predicheremo diffusamente questo sutra in altre terre. Perché? Perché in questo mondo di saha le persone sono corrotte e dedite al male, estremamente arroganti, con scarse virtù, irascibili, impure, servili, infide e i loro cuori non sono sinceri.» A quel tempo la zia materna del Budda, la monaca Mahaprajapati, e le seimila monache che la accompagnavano, alcune ancora novizie, altre già istruite, si alzarono dai loro seggi, giunsero le mani e mirarono devotamente in alto verso il volto dell'Onorato, senza distogliere lo sguardo per un solo istante. A quel tempo l'Onorato dal Mondo disse a Gautami nota1«Perché osservi il Tathagata con espressione perplessa? Forse nel tuo cuore ti stai preoccupando del fatto che ho omesso il tuo nome fra coloro ai quali ho predetto il conseguimento del l'anuttara-samyaksambodhi? Ma Gautami, in precedenza ho già fatto una predizione generale destinata a tutti gli ascoltatori della voce. Se ora vuoi conoscere la predizione che ti riguarda, sappi che in epoche a venire, nel corso della Legge di sessantottomila milioni di Budda, tu sarai una

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grande maestra della Legge e le seimila monache, ancora novizie o già istruite, ti accompagneranno come maestre della Legge. In questo modo tu potrai perfezionare passo dopo passo la via del bodhisattva fino a che diverrai un Budda col nome di Tathagata Gioia per gli Occhi di Tutti gli Esseri, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Gautami, questo Budda Gioia per gli Occhi di Tutti gli Esseri predirà ai seimila bodhisattva che uno dopo l'altro otterranno l'anuttara-samyaksambodhi » A quel tempo la madre di Rahula, la monaca Yashodara, pensò dentro di sé; "L'Onorato dal Mondo, nel suo conferimento delle profezie, ha omesso soltanto il mio nome!" Il Budda disse a Yashodara; In epoche future, nel corso della Legge di centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, tu completerai la pratica dei bodhisattva, sarai un grande maestro della Legge e realizzerai gradualmente la via del Budda. Allora, in una buona terra, diverrai un Budda chiamato Tathagata Dotato di Mille, Diecimila Segni Splendenti, degno di offerte, perfettamenete illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. La durata della vita di questo Budda sarà di innumerevoli asamkhya kalpa.» A quel tempo la monaca Mahaprajapati, la monaca Yashodara e le loro seguaci si sentirono colme di immensa gioia, avendo ottenuto ciò che mai avevano avuto prima. nota1-250 Gautami è un altro nome della monaca Mahaprajapati Immediatamente, al cospetto del Budda, si espressero in versi dicendo: Onorato dal Mondo, guida e maestro, tu rechi tranquillità agli esseri celesti e umani. Abbiamo udito queste predizioni e le nostre menti sono serene e soddisfatte.

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Le monache, dopo aver recitato questi versi, dissero al Budda: «Onorato da Mondo, anche noi potremo recarci in altre terre e regioni per propagare ampiamente questo sutra.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo osservò gli ottocentomila milioni di nayuta di bodhisattva e mahasattva. Tutti questi bodkisattva avevano raggiunto lo stadio di avivartika, avevano messo in moto la ruota della Legge che non regredisce e avevano ottenuto le dharani. Alzatisi dai loro seggi, avanzarono al cospetto del Budda e, giungendo devotamente le mani, pensarono dentro di sé: "Se l'Onorato dal Mondo ci ordinasse di abbracciare e predicare questo sutra, noi lo faremmo seguendo le istruzioni del Budda e propagheremmo questa Legge." Inoltre pensarono: "Ma il Budda ora tace e non ci dà quest'ordine, Che cosa dobbiamo fare?" A quel tempo i bodhisattva, obbedendo rispettosamente al volere del Budda, ma desiderando nello stesso tempo adempiere il loro voto originale, avanzarono al cospetto del Budda ed emettendo il ruggito del leone, pronunciarono un voto dicendo: «Onorato dal Mondo, dopo l'estinzione del Tathagata noi viaggeremo in qua e in là, avanti e indietro in tutti i mondi delle dieci direzioni, in modo da permettere agli esseri viventi di copiare questo sutra, di riceverlo, abbrcciarlo, leggerlo, recitarlo, di comprenderne e spiegarne i principi, di praticano secondo la Legge e di custodirlo correttamente nei loro pensieri. Tutto questo sarà fatto grazie al potere del Budda. Noi preghiamo l'Onorato dal Mondo, in qualunque regione si trovi di vegliarci e proteggerci da lontano.» A quel tempo i bodhisattva unendo le loro voci, si espressero in versi dicendo: Noi ti preghiamo di non preoccuparti. Dopo l'estinzione del Budda in un'epoca di paura e male noi predicheremo in lungo e in largo. Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, ma noi sopporteremo tutte queste offese. In quell'epoca malvagia ci saranno monaci di saggezza perversa, adulatori e sleali,

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che pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi. Oppure vi saranno monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati, che pretenderanno di praticare la vera via e guarderanno con disprezzo il genere umano. Avidi di vantaggi materiali e sostegni, predicheranno la Legge ai laici vestiti di abiti bianchi e saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali. Questi uomini con intenti maligni, costantemente preoccupati delle questioni mondane, usurperanno il nome di eremiti delle foreste e godranno nel denunciare le nostre mancanze lanciando accuse come queste: Questi monaci sono avidi di vantaggi e sostegni e perciò predicano dottrine non buddiste, compilano scritture apocrife per ingannare la gente del mondo. Sperando di guadagnarsi fama e onori essi operano distinzioni quando predicano questo sutra." Cercando costantemente di diffamarci nelle grandi assemblee, si rivolgeranno ai sovrani, agli alti dignitari, ai brahmani e ai capifamiglia, come pure agli altri monaci, calunniandoci e parlando male di noi; diranno: "Questi sono uomini dalle visioni distorte che predicano dottrine non buddiste!" Ma dato che noi riveriamo il Budda sopporteremo tutti questi mali. Se anche ci diranno con scherno: "Voialtri Budda!" noi sopporteremo e accetteremo

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tutte queste parole arroganti e sprezzanti. In un kalpa turbolento, in un'epoca malvagia, saranno molte le cose di cui aver paura. Demoni malvagi si impossesseranno di altre persone per farci maledire, ingiuriare, coprire di disonore. Ma noi, fidandoci rispettosamente del Budda, Indosseremo l'armatura della perseveranza. Al fine di predicare questo sutra, sopporteremo tutte queste difficoltà. Senza curarci dei nostri corpi o delle nostre vite, avremo a cuore solo la via suprema. In epoche a venire proteggeremo e sosterremo quello che il Budda ci ha affidato. Questo deve sapere l'Onorato dal Mondo. I monaci corrotti di quell'era turbolenta, non comprendendo gli espedienti usati dal Budda per predicare la Legge nel modo più appropriato, con sguardo arcigno ci copriranno di insulti; saremo esiliati più e più volte in luoghi molto lontani da torri e templi. Tutti questi diversi mali, tenendo a niente gli ordini del Budda, noi li sopporteremo. Se nei villaggi e nelle città vi sono persone che ricercano la Legge, noi andremo ovunque si trovino e predicheremo la Legge che il Budda ci ha affidato. Saremo gli inviati dell'onorato dal Mondo e affronteremo le moltitudini senza paura. Predicheremo abilmente la Legge, perché desideriamo che il Budda riposi tranquillo. In presenza dell'Onorato dal Mondo e dei Budda che si sono riuniti dalle dieci direzioni pronunciamo questo voto. Il Budda deve conoscere le intenzioni dei nostri cuori.

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XIV. PRATICHE PACIFICHE

A quel tempo Manjushri, principe del Dharma, bodhisattva e mahasattva, disse al Budda: «Onorato dal Mondo, questi bodhisattva devono affrontare un compito molto difficile. Poiché riveriscono il

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Budda e gli ubbidiscono, hanno pronunciato il grande voto di proteggere, sostenere, leggere, recitare e predicare il Sutra del Loto nell'era malvagia che seguirà. Onorato dal Mondo, come dovrebbero comportarsi i bodhisattva e i mahasattva per predicare questo sutra nell'era malvagia che seguirà?» Il Budda disse a Manjushri: «Se questi bodhisattva e mahasattva desiderano predicare questo sutra nell'era malvagia che seguirà, dovranno attenersi a quattro regole. Per prima cosa devono attenersi alle pratiche e alle frequentazioni appropriate ai bodhisattva, in modo da poter esporre questo sutra per il bene degli esseri viventi. Manjushri, che cosa intendo quando parlo di pratiche di un bodhisattva o di un mahasattva? Se un bodhisattva o un mahasattva si basa sulla perseveranza, è gentile e affabile, mai violento né interiormente turbato; se rispetto ai fenomeni non compie alcuna azione, ma osserva la vera entità dei fenomeni senza agire od operare distinzioni, queste le chiamo pratiche di un bodhisattva o di un mahasattva. «Per ciò che riguarda le frequentazioni loro appropriate, un bodhisattva o un mahasattva non deve frequentare intimamente governanti, principi, ministri o alti funzionari. Non deve frequentare intimamente i non buddisti, i brahmani o i giainisti, né coloro che scrivono opere letterarie secolari o libri che sostengono eresie; né deve frequentare intimamente i Lokayata o gli anti-Lokayata. nota1258 Egli non deve dedicarsi a passatempi brutali, al pugilato o alla lotta, né frequentare attori o altre persone dedite a vari generi di intrattenimenti illusori, i chandala, le persone che allevano maiali, pecore, pollame o cani, le persone che cacciano, pescano o praticano altre attività malvagie. nota1-258 I Lekayara al tempo di Shakyamuri erano sostenitori di una dottrina materialistica.Gli anti-Locayata li avversavano e cercavano di confutarne le dottrine. Nel caso che tali persone vadano da lui, allora egli potrà predicare la Legge per loro, ma senza aspettarsi nulla in cambio. Inoltre non deve frequentare monaci, monache, laici e laiche che cercano di diventare ascoltatori della voce né discutere con loro o recarsi a visitarli. Non deve restare con loro nella stessa stanza o nel luogo dove fanno esercizi o nella sala delle lezioni né deve partecipare alle loro attività.

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Nel caso che qualcuno di costoro dovesse recarsi da lui, gli potrà predicare la Legge in modo appropriato alla circostanza, ma senza aspettarsi nulla in cambio. «Manjushri, il bodhisattva o il mahasattva, quando predica la Legge alle donne, deve farlo in modo da non far sorgere in loro dei desideri né deve provare piacere nel vederle. Se deve entrare nella casa di un'altra persona, non dovrà chiacchierare con le fanciulle, con le donne non sposate o con le vedove. Egli non dovrà nemmeno accostarsi ai cinque tipi di uomini privi di virilità.nota2-259 né intrattenere con loro rapporti troppo stretti. Non deve entrare da solo in casa di un'altra persona. Se per qualche ragione fosse obbligato a farlo, concentri tutta la sua mente sul Budda. Se deve predicare la Legge per una donna, non mostri i denti sorridendo né lasci vedere il torace; non deve avere alcun rapporto intimo con lei, neanche per amore della Legge, tantomeno per qualsiasi altro scopo. «Egli non deve provare piacere a educare discepoli adolescenti, shramanera o bambini, e non deve gradire di condividere con loro lo stesso maestro. Egli deve sempre preferire il sedere in meditazione in un luogo tranquillo imparando a placare la mente. Manjushri, queste sono le cose a cui deve accostarsi prima di tutto. «Poi il bodhisattva o il mahasattva dovrebbe considerare tutti i fenomeni come vuoti, riconoscendo in ciò la loro vera entità. Essi non si capovolgono, non si muovono, non regrediscono, non ruotano. Sono come lo spazio vuoto, privi di natura propria, al di là della portata delle parole. Essi non nascono, non emergono, non sorgono. Sono privi di nome, privi di forma, privi di vera essenza. Sono privi di volume, privi di limiti, privi di ostacoli, privi di barriere. Soltanto in virtù di cause e di condizioni essi esistono, vengono a essere capovolti e a nascere. nota2-259 Uomini che sono impotenti o soffrono di alri generi di disfunzioni sessuali. Perciò dico che egli si dovrebbe sempre compiacere di considerare i fenomeni in questo modo. Questa è la seconda cosa cui devono accostarsi i bodhisattva e i mahasattva. » A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:

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Se vi sono bodhisattva che nell'era malvagia che seguirà desiderano con cuore impavido predicare questo sutra, questi sono i luoghi in cui dovrebbero entrare e le persone che dovrebbero frequentare. In ogni circostanza evitate i governanti e i principi dei regni, i ministri e gli alti funzionari, coloro che si dedicano a passatempi violenti, i chandala, i non buddisti e i brahmani. Non frequentate persone estremamente arroganti o coloro che aderiscono ostinatamente al Piccolo Veicolo e sono istruiti nei tre forzieri nota3Monaci che violano i precetti, arhat tali soltanto di nome, monache che si compiacciono di facezie e risate, credenti laiche profondamente aggrappate ai cinque desideri o che cercano un accesso immediato all'estinzione: tutti costoro non devono essere frequentati. Se tali persone, con cuore sincero, si recano nel luogo del bodhisattva per udire la via del Budda, allora il bodhisattva, senza timore ma senza nutrire aspettative, predichi loro la Legge. Le vedove, le donne non sposate e i diversi tipi di uomini privi di virilità, non devono essere frequentati né trattari con intimità. Non frequenti neppure i macellai o i tagliatori di carne,

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chi caccia gli animali o pesca i pesci, chi uccide o fa del male per trarne guadagno. Venditori ambulanti di carne, o coloro che mettono in mostra le donne e ne vendono i favori: persone come queste non devono essere frequentate. Coloro che si dedicano a giochi brutali, alla lotta o ad altri generi di divertimenti, donne di natura lasciva: nessuno di loro deve essere frequentato. Non si rechi mai da solo in un luogo chiuso per predicare la Legge a una donna. Allorché predica la Legge, non lasci spazio alle facezie e alle risate. Se entra in un villaggio in cerca di cibo, porti con sé un altro monaco; se non vi è nessun monaco nei paraggi, si concentri unicamente sul Budda. Queste sono ciò che io chiamo pratiche e frequentazioni appropriate. Facendo attenzione a queste due regole, si può predicare in modo pacifico. Non dibatta di dottrine superiori, medie e inferiori, di dottrine del condizionato o dell'incondizionato, del reale e dell'irreale. Inoltre non faccia distinzioni dicendo: «Questo è un uomo, questa è una donna.» Non cerchi di afferrare i fenomeni, di capirli o di vederli. Queste sono ciò che io chiamo le pratiche del bodhisattva. Tutti i fenomeni sono vuoti, privi di essenza, senza un substrato permanente, privi di origine o di estinzione.

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Questa io chiamo la posizione cui aderisce la persona saggia. Dal disordine derivano le distinzioni, che i fenomeni esistono, che non esistono, che sono reali, che sono irreali, che nascono, che non nascono. Accomodatevi in un ambiente tranquillo, imparate a placare la vostra mente, rimanete quieti, immobili, come il Monte Sumeru. Contemplate tutti i fenomeni privi di essenza, come uno spazio vuoto, quasi fossero privi di stabilità e solidità, non nati, non sorgenti, non in movimento, non in regressione, costantemente dimoranti in un'unica forma: questo è ciò cui bisogna avvicinarsi. Se dopo la mia estinzione i monaci seguiranno queste pratiche e queste frequentazioni, allora, quando predicheranno questo sutra, saranno privi di timore e timidezza. Se il bodhisattva talvolta entrerà in una stanza tranquilla e con il corretto atteggiamento mentale osserverà i fenomeni secondo la dottrina, e in seguito, destandosi dalla meditazione, per il bene del governante, dei principi, dei ministri e del popolo, dei brahmani e degli altri rivelerà, propagherà, esporrà, e predicherà questo sutra, allora la sua mente sarà serena, libera da timore e timidezza. Manjushri,

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tutto questo io chiamo il primo gruppo di regole cui deve conformarsi il bodhisattva in modo che in epoche future possa predicare il Sutra del Loto. «Inoltre, Manjushri, dopo l'estinzione del Tathagata, chi desidera predicare questo sutra nell'epoca del declino della Legge deve seguire queste pratiche pacifiche. Quando apre la bocca per insegnare o quando legge il sutra, non si compiaccia di parlare degli errori di altre persone o delle scritture. Non mostri disprezzo per altri maestri della Legge, non parli dei pregi o dei difetti altrui. Riguardo agli ascoltatori della voce, non faccia il loro nome quando ne enumera le mancanze o ne loda le qualità. Non permetta che la sua mente sia colma di odio o di risentimento. Dato che egli sa coltivare una tale mente serena, chi lo ascolta non si opporrà alle sue idee. Se gli verranno poste domande difficili, egli non deve replicare con la Legge del Piccolo Veicolo; tratti le questioni solo mediante il Grande Veicolo, così che le persone siano in grado di acquisire la saggezza onnicomprensiva.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Il bodhisattva deve sempre compiacersi di predicare la Legge in modo pacato. Su un terreno puro e pulito stenda la sua stuoia, unga il suo corpo d'olio, lavi via la polvere e le impurità, indossi una veste nuova e pulita e si purifichi sia internamente sia esternamente. Sedendo confortevolmenre sul seggio del Dharma, predichi la Legge secondo le domande. Se vi fossero dei monaci o delle monache, dei laici, delle laiche, sovrani e principi, ufficiali, gentiluomini e persone comuni, egli predichi per loro con espressione dolce le dottrine sottili e meravigliose.

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Se gli vengono poste domande difficili, risponda in accordo con le dottrine, si avvalga di cause e condizioni, similitudini e parabole per predicare e compiere le distinzioni; tramite questi espedienti farà sì che gli ascoltatori anelino all'illuminazione, accrescano a poco a poco i loro meriti ed entrino nella via del Budda. Rimuova da sé ogni idea di pigrizia, tutti i pensieri di negligenza e comodità, si liberi da preoccupazioni e affanni e predichi la Legge con mente compassionevole. Esponga costantemente, giorno e notte, l'insegnamento della via suprema, e, utilizzando varie cause e condizioni, innumerevoli similitudini e parabole. lo riveli agli esseri viventi così che provino gioia. Le vesti e il giaciglio, il cibo, le bevande, le medicine, rispetto a queste cose non nutra aspettative, ma concentri la sua mente sulle ragioni per cui predica la Legge: il desiderio di conseguire la via del Budda e di far sì che i membri dell'assemblea facciano altrettanto, Ciò recherà loro un grande profitto, un'offerta di pace. Se dopo la mia estinzione, vi saranno monaci capaci di esporre questo Sutra del Loto della Legge Meravigliosa, le loro menti saranno libere da gelosia e collera, da tutte le preoccupazioni e dagli ostacoli. Nessuno potrà tormentarli, né maledirli o insultarli. Essi non conosceranno la paura,

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né attacchi con spade e bastoni né mai saranno banditi, perché dimorano nella pazienza. Le persone sagge saranno capaci di coltivare la loro mente in questo modo e potranno dimorare in pace proprio come ho descritto. I benefici di tali persone sono al di là di ogni enumerazione, similitudine o parabola; migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa non basterebbero a descriverli, «Inoltre Manjushri, se un bodhisattva o mahasattva nell'era ultima che seguirà, allorché la Legge sarà sul punto di perire, accetta e abbraccia, legge e recita questo sutra, non dovrà nutrire in cuore gelosia, adulazione o inganno. Egli non dovrà disprezzare od offendere coloro che studiano la via del Budda né mettere in luce i loro limiti. «Se vi saranno monaci, monache, laici o laiche che cercano di diventare ascoltatori della voce, che cercano di diventare pratyekabuddha o ricercano la via dei bodhisattva, non bisogna turbarli causando in loro dubbi e rimpianti col dire. "Siete molto lontani dalla via e alla fine non riuscirete mai a conseguire la saggezza onnicomprensiva. Perché? Perché siete persone autoindulgenti e ostinate e che trascurano la via!" «Inoltre, non deve mai impegnarsi in dibattiti frivoli, sulle diverse dottrine né disputare o litigare in merito a esse. Nei confronti di tutti gli esseri viventi, egli deve sempre pensare a loro con grande compassione. Nei confronti dei Tathagata, deve pensare a loro come a padri premurosi. Nei confronti dei bodhisattva, deve pensare a loro come a grand maestri. Verso i grandi bodhisattva delle dieci direzioni deve tenere in ogni momento un atteggiamento serio tributando loro rispetto e obbedienza. Deve predicare la Legge a tutti esseri viventi in modo equanime. Il fatto che una persona si conformi alla Legge non significa dover modificare la durata della predicazione. Anche di fronte a coloro che mostrano profondo amore per la Legge, non si dovrebbe predicare a lungo.

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«Manjushri, se nell'era ultima che seguirà, allorché la Legge sarà sul punto di perire, vi saranno bodhisattva e mahasattva che coltivano questo terzo gruppo di pratiche pacifi allora, quando predicheranno questa Legge, saranno liberi ansie e confusione e troveranno buoni discepoli insieme ai quali leggere e recitare questo sutra. Essi raduneranno intorno a sé un vasto seguito di persone desiderose di ascoltare e assentire. Dopo che l'avranno ascoltato, esse l'abbracceranno dopo che l'avranno abbracciato, lo reciteranno; dopo che l’avranno recitato, lo predicheranno; e dopo che l'avranno predicaro, lo copieranno o lo faranno copiare ad altri, offriranno doni ai rotoli del sutra, trattandoli con reverenza, rispetto lode.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se desiderate predicare questo sutra, dovete liberarvi da gelosia, odio, arroganza, da una mente adulatrice, subdola, falsa e mantenere assiduamente una condotta retta e onesta. Non guardate gli altri con disprezzo né discutete in modo superficiale della dottrina. Non causate dubbi e rimpianti negli altri dicendo: Non diverrai mai un Budda!" Quando un figlio del Budda predica la Legge, è sempre gentile e molto paziente, prova pietà e compassione per tutti e non è mai indolente o negligente. I grandi bodhisattva delle dieci direzioni praticano la via mossi dalla compassione per la moltitudine. Bisogna imparare a rispettarli e riverirli dicendo: 'Questi sono i miei grandi maestri!" Rispetto ai Budda, agli Onorati dal Mondo, imparate a pensare a loro come a padri ineguagliabili. Liberate la mente dall'orgoglio e dall'arroganza e predicate la Legge senza ostacoli. Tale è il terzo gruppo di regole: le persone sagge dovrebbero proteggerle e rispettarle. Seguendo fedelmente queste pratiche pacifiche

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saranno rispettate da innumerevoli moltitudini. «Manjushri, nell'era che seguirà, allorché la Legge sarà sul punto di perire, i bodhisattva e i mahasattva che accettano e abbracciano il Sutra del Loto dovranno nutrire una profonda compassione per i credenti, sia che vivano in famiglia sia che l'abbiano abbandonata, e dovranno parimenti nutrire una profonda compassione per coloro che non sono ancora bodhisattva, pensando dentro di sé: "Queste persone hanno commesso un grave errore. Sebbene il Tathagata predichi la Legge con espedienti in modo appropriato alle circostanze, essi non ascoltano, non conoscono, non si rendono conto, non domandano, non credono, non capiscono. Ma anche se queste persone non domandano, non credono e non capiscono questo sutra, allorché avrò conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi, dovunque io mi trovi, mi avvarrò dei miei poteri sovrannaturali e del potere della saggezza per avvicinarle a me e farle dimorare in questa Legge." «Manjushri, dopo l'estinzione del Tathagata, i bodhisattva e mahasattva che riusciranno a coltivare questo quarto gruppo di regole non commetteranno errori nella predicazione della Legge. Monaci, monache, laici, laiche, governanti, principi, grandi ministri, persone comuni, brahmani e capifamiglia porgeranno loro continuamente offerte, li riveriranno, li rispetteranno e li loderanno. Le divinità, per ascoltare la Legge, li seguiranno ininterrottamente dal cielo e avranno cura di loro. Se si troveranno in un villaggio o in una città, in un luogo isolato e deserto o in una foresta, e delle persone li avvicineranno per porre loro domande difficili, gli esseri celesti giorno e notte li proteggeranno e li difenderanno per amore della Legge e faranno gioire tutti gli ascoltatori. Perché? Perché questo sutra è protetto dai poteri sovrannaturali di tutti i Budda del passato, del presente e del futuro. «Manjushri, anche in un incalcolabile numero di terre non è possibile udire il nome di questo Sutra del Loto né tanto meno è possibile vederlo, accettano e abbracciarlo, leggerlo e recitarlo. Manjushri, immagina per esempio che un potente e saggio che fa girare la ruota desideri sottomettere con la forza altri paesi, ma che i sovrani minori si rifiutino di sottomettersi ai suoi voleri. Allora il re che fa girare la ruora raduna le sue numerose truppe e si prepara a lanciare l'attacco.

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Se il re vede che una delle sue armate si distingue in battaglia, ne prova un immenso piacere e subito ricompensa i soldati secondo i loro meriti: concede loro campi, case, territori, città, abiti e ornamenti, o dona loro vari oggetti preziosi, oro, argento, lapislazzuli madreperla, agata. corallo o ambra, oppure dona elefanti, cavalli, carri, schiavi, schiave e altri servitori. Egli tuttavia non dona a nessuno lo splendido gioiello che porta in cima al capo. Perché? Perché quello è un gioiello che può stare soltanto sulla testa del re e, se lui lo cedesse, provocherebbe certamente costernazione e allarme fra i suoi sudditi. «Manjushri, il Tathagata fa lo stesso. Egli usa il potere della meditazione e della saggezza per conquistare le terre del Dharma e diventare re del triplice mondo. Ma i re demoni rifiutano di obbedire e di sottomettersi. I saggi e valenti comandanti delle armate del Tathagata li affrontano in battaglia e, allorché uno dei soldati del Budda si mette in evidenza, il Budda ne gioisce in cuor suo e predica diversi sutra alle quattro categorie di credenti, facendo nascere gioia nei loro cuori. Egli dona loro meditazione, emancipazione, radici libere da illusioni, poteri e altri tesori della Legge. Egli fa anche dono della città del nirvana e dice che essi hanno conseguito l'estinzione, guidandone le menti e facendoli gioire tutti. Ma non predica loro il Sutra del Loto. «Manjushri, quando il re che fa girare la ruota vede che uno dei suoi soldati si è distinto in modo assoluramennte grandioso, il suo cuore ne gioisce a tal punto che egli prende il gioiello incredibilmente prezioso, che ha custodito nella crocchia in cima al capo per tanto tempo e che non è mai stato donato incautamente a nessuno, e lo affida a quell'uomo. La stessa cosa fa il Tathagata. Nel triplice mondo egli agisce come il grande Re del Dharma. Egli utilizza la Legge per istruire e convertire tutti gli esseri viventi e osserva le sue armate sagge e valenti ingaggiare battaglia con i demoni delle cinque componenti, i demoni dei desideri terreni e il demone della morte. E quando essi si sono guadagnati distinzione e merito annientando i tre veleni, emergendo dal triplice mondo e distruggendo i lacci dei demoni, a quel tempo il Tathagata è ricolmo di immensa gioia. Questo Sutra del Loto può far conseguire agli esseri viventi la saggezza onnicomprensiva. Nel mondo dovrà fronteggiare

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molta ostilità e sarà difficile credervi. Non è stato predicato finora, ma io adesso lo predico. «Manjushri, questo Sutra del Loco è il supremo tra tutti quelli che sono stati predicati dai Tathagata. Tra tutti quelli che sono stati predicati è il più profondo. E viene esposto per ultimo, nello stesso modo in cui il potente re in ultimo donò lo splendido gioiello che aveva custodito per tanto tempo. «Manjushri, questo Sutra del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i sutra gli spetta il posto più alto. Per tutta la lunga notte io l'ho custodito e protetto e non l'ho mai propagato incautamente. Tuttavia, oggi per la prima volta lo espongo a vostro beneficio.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Praticate assiduamente la pazienza, abbiate pietà di tutti gli esseri e fate del vostro meglio per esporre e predicare il sutra lodato dal Budda. Nell'era ultima che seguirà, verso le persone che abbracceranno questo sutra, sia che vivano in famiglia sia che l'abbiano lasciata, verso le persone che non sono bodhisattva, dovete nutrire pietà e compassione dicendo: "Se non ascoltano e non credono in questo sutra stanno commettendo un grave errore. Guadagnando la via del Budda io utilizzerò vari espedienti predicherò la Legge per loro, facendoli dimorare in essa." Immaginate un potente re che fa girare la ruota. I suoi soldati si sono distinti in battaglia ed egli li ricompensa con diversi doni, elefanti, cavalli, carri, ornamenti per la persona, campi e case,

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territori e città; oppure dona loro abiti, diversi oggetti preziosi, schiavi e schiave, ricchezze e beni, distribuendo tutto ciò con piacere. Ma se vi è qualcuno prode e coraggioso, capace di compiere un'impresa difficile, il re allora rimuove il gioiello dalla crocchia sul suo capo e lo dona all'uomo. Così si comporta il Tathagata. Egli è il re della dottrina, che possiede il grande potere della perseveranza e il prezioso forziere della saggezza, e per la sua grande pietà e compassione converte le generazioni con la Legge. Egli osserva tutte le persone colpite da sofferenze e angosce, che cercano di ottenere l'emancipazione lottando contro i demoni, e, per il bene di questi esseri viventi, espone diverse dottrine; utilizzando grandi espedienti, predica questi Quando capisce che gli esseri viventi grazie a essi hanno sviluppato le proprie capacità, allora, all'ultimo momento, a loro beneficio predica questo Sutra del Loto, proprio come il re che si scioglie la crocchia e dona il suo splendente gioiello. Questo sutra deve essere onorato come il sommo tra tutti i sutra. Io lo proteggo e lo custodisco costantemente, non lo rivelo incautamente. Ma questo è il momento adatto per esporlo a voi. Dopo la mia estinzione, se qualcuno ricercherà la via del Budda e vorrà riuscire a esporre

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pacificamente questo sutra, dovrà seguire rigorosamente le quattro regole che ho descritto. Chiunque legga questo sutra sarà sempre libero da angosce e preoccupazioni, come pure sarà esente da malattie e dolori; la sua espressione sarà fresca e splendente. Non nascerà in miseria, in umili o cattive circostanze. Gli esseri viventi saranno lieti di vederlo e lo venereranno come un saggio e un santo. I giovani figli del cielo lo assisteranno e lo serviranno. Spade e bastoni non lo toccheranno e il veleno non avrà il potere di nuocergli. Se la gente parlerà male di lui e lo ingiurierà, le loro bocche verranno serrate e fermate. Andrà per ogni dove senza paura come il re leone. La sua saggezza brillerà con lo splendore del sole; anche nei sogni egli vedrà solo cose meravigliose. Vedrà i Tathagata assisi su troni di leone, circondati da moltitudini di monaci, mentre predicano la Legge. Egli vedrà draghi, spiriti, asura e altri, numerosi come le sabbie del Gange, che giungono le mani con reverenza. Vedrà se stesso in quel luogo predicare la Legge per loro. Ancora, egli vedrà i Budda dal corpo dorato emettere raggi innumerevoli che illuminano tutte le cose,

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e con voce di Brahrna esporre le dottrine. Per le quattro categorie di credenti il Budda predicherà la Legge suprema, ed egli vedrà se stesso tra coloro che giungono le mani e lodano il Budda. Egli ascolterà la Legge, ne gioirà e tributerà offerte. Otterrà le dharani e la prova della saggezza che non regredisce. Quando il Budda avrà percepito che la sua mente è penetrata profondamente nella via del Budda, allora gli conferirà la predizione che conseguirà la suprema, corretta illuminazione. Tu, uomo devoto, in un'epoca a venire conseguirai una saggezza incommensurabile, la grande via del Budda. La tua terra sarà adorna e pura, incomparabilmente vasta e immensa, e le quattro categorie di credenti ascolteranno la Legge giungendo le mani." Ancora vedrà se stesso in mezzo a montagne e foreste praticate la buona Legge, comprendere la vera entità di tutti i fenomeni, entrare in profonda meditazione e vedere i Budda delle dieci direzioni. Budda dal colorito aureo, adorni dei cento segni di fortuna, persone intente ad ascoltare la Legge e a predicarla alle genti: tali saranno sempre i bei sogni che farà. E sognerà di essere un re che, rinunciando ai suoi beni e ai suoi servitori, ai magnifici squisiti oggetti dei cinque desideri, si ritira nel luogo dell'illuminazione

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e sotto l'albero di bodhi prende posto su un trono di leone; trascorsi sette giorni nella ricerca della via, ottiene infine la saggezza dei Budda. Avendo realizzato la via suprema, egli si alza e, mettendo in moto la ruota della Legge, predica la Legge per le quattro categorie di credenti. Per migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa predica la Legge meravigliosa priva di errori salvando innumerevoli esseri viventi. Infine entrerà nel nirvana come il fumo che svanisce quando si spegne una lampada. Chi predicherà questa Legge suprema nell'era malvagia che seguirà otterrà grandi benefici, immensi come quelli che sono stati descritti fin qui.

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XV. EMERGERE DALLA TERRA

A quel tempo i bodhisattva e i mahasattva giunti dalle terre delle altre direzioni, superiori in numero alle sabbie di otto Gange, si alzarono in mezzo alla grande assemblea, giunsero le mani, si inchinarono in segno di reverenza e dissero al Budda: «Onorato dal Mondo, se nelle epoche dopo l'estinzione del Budda ci consentirai di proteggere, recitare, copiare e fare offerte con diligenza e sincerità a questo sutra nel mondo di saha, noi lo diffonderemo ampiamente da un capo all'altro della terra!» Allora il Budda disse ai bodhisattva e ai mahasattva: «Desistete, uomini devoti! Non c'è bisogno che voi proteggiate questo sutra. Perché? Perché in questo mio mondo di saha ci sono bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le sabbie di sessantamila Gange, ciascuno con un seguito uguale alle sabbie di sessantantila Gange. Dopo la mia estinzione queste persone sapranno proteggere, leggere, recitare e predicare diffusamente questo sutra.» Quando il Budda ebbe pronunciato queste parole, il suolo di migliaia di milioni di paesi del mondo di saha tremò e si aprì; nello stesso istante ne emersero innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva e mahasattva. I corpi di questi bodhisattva, di un colorito aureo, presentavano i trentadue segni e rifulgevano di un fulgore immenso. Fino ad allora avevano dimorato nello spazio vuoto al di sotto del mondo di saha, ma quando questi bodhisattva udirono la voce del Budda Shakyamuni, emersero dal basso. Ciascuno di questi bodhisattva era a capo di un grande moltitudine, ciascuno guidava un seguito pari in numero alle sabbie di sessantamila Gange. Inoltre, c'erano quelli con un seguito pari alle sabbie di cinquantamila, quarantamila, trentamila, ventimila, diecimila Gange; quelli il cui seguito era pari alle sabbie di un Gange, di mezzo Gange, di un quarto di Gange, o piccolo quanto un millesimo, un decimillesimo, un milionesimo di nayuta di Gange; oppure quelli con mille, diecimila, un milione di nayuta, o anche un milione di miriadi o mille miriadi, cento miriadi, o appena una miriade di seguaci, o con solo mille, cento, dieci seguaci; oppure

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quelli che recavano con sé solo cinque, quattro, tre, due o un solo discepolo e quelli che vennero da soli, in quanto preferivano praticare in solitudine. Il loro numero era incalcolabile, illimitato, impossibile da comprendere mediante il calcolo o similitudini e parabole. Dopo che questi bodhisattva furono emersi dalla terra, ciascuno di loro si diresse verso la torre meravigliosa adorna di sette tesori sospesa nel cielo, là uve si trovavano il Tathagata Molti Tesori e il Budda Shakyamuni. Appena l'ebbero raggiunta, si volsero verso i due Onorati dal Mondo, chinarono la testa e fecero segno di riverenza ai loro piedi. Poi ognuno rese omaggio a tutti i Budda assisi sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati. Dopo aver girato intorno a loro tre volte verso destra, giunsero le mani in segno di rispetto, li lodarono nei vari modi usati dai bodhisativa per esprimere apprezzamento, quindi, alzando lo sguardo gioioso verso i due Onorati dal Mondo, si fecero da parte. Mentre questi bodhisattva e mahasattva emersi dalla terra lodavano i Budda nei vari modi usati dai bodhisattva, trascorse un periodo di cinquanta piccoli kalpa. In quel tempo il Budda Shakyamuni rimase seduto in silenzio e anche le quattro categorie di credenti rimasero in silenzio per cinquanta piccoli kalpa, ma, in virtù dei poteri sovrannaturali del Budda, ai membri della grande assemblea tutto sembrò durare soltanto mezza giornata. A quel tempo le quattro categorie di credenti, sempre in virtù dei poteri sovrannaturali del Budda, videro questi bodhisattva che riempivano il cielo al di sopra di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di terre. Fra questi bodhisattva vi erano quattro guide. Il primo si chiamava Pratiche Superiori, il secondo si chiamava Pratiche Illimitate, il terzo si chiamava Pratiche Pure, il quarto si chiamava Pratiche Salde, Questi quattro bodhisattva erano le guide supreme, i maestri dell'intero gruppo. Al cospetto della grande assemblea ciascuno di loro giunse le mani, guardò verso il Budda Shakyamuni e chiese: «Onorato dal Mondo, sono pochi i tuoi mali? Sono poche le tue preoccupazioni? Le tue pratiche procedono opportunamente? Coloro che ti proponi di salvare recepiscono prontamente le istruzioni? Lo sforzo non affatica l'Onorato dal Mondo?»

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A quel tempo i quattro grandi bodhisattva si espressero in versi dicendo: L'Onorato dal Mondo è a proprio agio, con poche malattie e poche preoccupazioni? Istruisce e converte gli esseri viventi senza stancarsi ed esaurirsi? E gli esseri viventi recepiscono prontamente l'insegnamento o no? A causa di ciò l'Onorato dal Mondo non si sta forse affaticando? Allora, in mezzo alla grande assemblea di bodhisattva, l'Onorato dal Mondo pronunciò queste parole: «E così, proprio così, uomini devoti! Il Tathagata sta bene, ha poche malattie e poche preoccupazioni. Gli esseri viventi vengono convertiti e salvati prontamente e io non sono affaticato, Perché? Perché era dopo era in passato gli esseri viventi hanno ricevuto costantemente la mia istruzione. Inoltre hanno fatto offerte e riverito i Budda del passato piantando diverse buone radici. Così, quando questi esseri mi vedono per la prima volta e ascoltano la mia predicazione, tutti vi credono immediatamente, l'accettano e accedono alla saggezza del Tathagata, coli l'eccezione di coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il Piccolo Veicolo. Ma ora anche a queste persone farò ascoltare questo sutra e le farò accedere alla saggezza del Budda.» A quel tempo i [quattro] grandi bodhisattva si espressero in versi e dissero: Eccellente, eccellente grande eroe, Onorato dal Mondo! Gli esseri viventi si convertono prontamente e vengono salvati. Possono fare domande sulla profondissima saggezza del Budda e, avendo ascoltato, credono e la comprendono. Noi ne siamo profondamente felici.

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A quel tempo l'Onorato dal Mondo lodò i grandi bodhisattva che guidavano il gruppo dicendo: «Eccellente, eccellente, uomini devoti! Voi sapete come gioire per il Tathagata. A quei tempo il bodhisattva Maitreya e la moltitudine di bodhisattva pari alle sabbie di ottomila Gange pensarono tutti dentro di sé: "Mai in passato abbiamo visto o sentito parlare di una moltitudine di bodhisattva e mahasattva come questi che sono emersi dalla terra e ora si trovano al cospetto dell'Onorato dal Mondo con le mani giunte, facendo offerte e chiedendo notizie del Tathagata." A quel tempo il bodhisattva e mahasattva Maitreya, conoscendo il pensiero che albergava nella mente dei bodhisattva numerosi come le sabbie di ottomila Gange, e desiderando anche sciogliere i propri dubbi, giunse le mani, si volse al Budda e pose questa domanda in versi: Innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni, una vasta schiera di bodhisattva quale mai fu vista in passato: io imploro il più onorevole tra gli esseri con due gambe di spiegare da dove vengano costoro, quali cause e condizioni li hanno fatti riunire! Possenti nel corpo, dotati di poteri sovrannaturali, di saggezza insondabile, risoluti nella volontà e nel pensiero, dotati di grande capacità di tolleranza, sono il genere di persone che gli esseri viventi amano vedere: da dove sono venuti? Ciascuno di questi bodhisattva reca con sé un seguito il cui numero è incalcolabile, come le sabbie del Gange. Alcuni di questi grandi bodhisattva guidano seguaci pari alle sabbie di sessantamila Gange. E questa enorme moltitudine ricerca unanime la via del Budda.

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Questi grandi maestri in numero pari alle sabbie di sessantamila Gange giungono insieme per fare offerte al Budda, per proteggere e sostenere questo sutra. Ancora più numerosi sono quelli con seguaci pari alle sabbie di cinquantamila Gange, pari alle sabbie di quarantamila, trentamila, ventimila, diecimila, di mille, cento, o alle sabbie di un Gange, di mezzo Gange, di un terzo, di un quarto, o di un decimillesimo di milione quelli con mille, diecimila nayuta, diecimila, un milione o mezzo milione di discepoli sono ancor più numerosi. Quelli con un milione o diecimila seguaci, mille o cento, cinquanta o dieci, tre, due o uno, o quelli che sono giunti senza seguaci preferendo la solitudine, venuti tutti qui dove si trova il Budda, sono ancora più numerosi dei precedenti. Se uno usasse un abaco per calcolare il numero di questa moltitudine, neanche in un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange potrebbe mai giungere a calcolarne il totale. A questa schiera di bodhisattva, con la loro grande dignità, virtù, diligenza, chi predicò la Legge, chi li istruì, li convertì e li portò a questa condizione? Sotto la guida di chi per la prima volta ricercarono l'illuminazione, la Legge di quale Budda lodano e proclamano?

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Quale sutra abbracciano e praticano, a quale via del Budda si applicano? Questi bodhisattva possiedono poteri sovrannaturali e una grande saggezza. La terra nelle quattro direzioni trema e si schiude ed essi emergono dalle sue viscere. Onorato dal Mondo, in tutte le epoche passate mai ho visto qualcosa di simile! Ti imploro di dirmi da dove siano venuti, il nome della loro terra. Io ho viaggiato di continuo di terra in terra ma non ho mai visto una cosa simile! In tutta questa moltitudine non c'è una sola persona che io conosca. Improvvisamente essi sono emersi dalla terra: ti prego di spiegarne la causa. I membri di questa grande assemblea. le innumerevoli centinaia, migliaia, i milioni di bodhisattva, tutti adesso desiderano conoscere queste cose. Sulle cause che hanno determinato l'origine e la fine di questa moltitudine di bodhisattva, Onorato dal Mondo dalle innumerevoli virtù, ti preghiamo di dissipare i dubbi dell'assemblea. A quel tempo i Budda, emanazioni del Budda Shakyamuni, giunti da innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di terre nelle altre direzioni, sedevano a gambe incrociate sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati nelle otto direzioni. Tutti gli attendenti di questi Budda avevano visto la grande moltitudine di bodhisattva emersi dalla terra nelle quattro direzioni di migliaia di milioni di mondi e che ora erano sospesi nell'aria; ciascuno chiese al proprio Budda: «Onorato dal Mondo, da dove proviene questa enorme moltitudine di innumerevoli, sconfinati asamkhya di bodhisattva? » Allora ciascuno dei Budda si rivolse ai propri attendenti e disse: «Uomini devoti, attendete un istante. C'è un bodhisattva e mahasattva di nome Maitreya, che ha ricevuto una profezia dal Budda

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Shakyamuni secondo cui egli sarà il prossimo Budda. Egli ha già posto una domanda al riguardo e ora il Budda sta per rispondergli. Cogliete l'occasione per ascoltare ciò che dirà.» A quel tempo il Budda Shakyamuni disse al bodhisattva Maitreya: «Eccellente, eccellente, Ajita, che tu interroghi il Budda in merito a questa importante questione. Voi tutti con unica mente dovete indossare l'armatura della diligenza ed essere risoluti nell'intenzione! Il Tathagata vuole rivelare e proclamare la saggezza dei Budda, i poteri sovrannaturali che i Budda esercitano liberamente, la potenza dei Budda simile a un leone all'attacco, il fiero e possente potere dei Budda.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Applicate la mente con diligenza poiché desidero spiegare la questione. Non abbiate dubbi o perplessità: è difficile sondare la saggezza del Budda. Ora dovete far scaturire il potere della fede, ed esercitare la pazienza e la bontà. Una Legge che mai fu udita in passato adesso potrà essere udita. Ora recherò a voi agio e sollievo: non abbiate dubbi o timori. Il Budda non pronuncia altro che parole veritiere, la sua saggezza non può essere misurata. Questa Legge suprema che ha conquistato è davvero profonda, impossibile da sondare. Ora egli la esporrà: ascoltate attentamente. A quel tempo l'Onorato dal Mondo, dopo aver pronunciato questi versi, si rivolse al bodhisattva Maitreya: «Ora vi parlerò di questa grande moltitudine. Ajita, questi bodhisattva e mahasattva che sono emersi dalla terra in numero di incalcolabili, innumerevoli asamkhya e che tu non hai mai visto in passato, allorché ho conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi in questo mondo di saha, o li ho convertiti e li ho guidati, ho allenato le loro menti e ho fatto nascere in loro il desiderio della via. Questi bodhisattva hanno tutti dimorato

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nello spazio vuoto al di sotto del mondo di saha. Essi leggono, recitano, comprendono le varie scritture, meditano su di esse compiendo distinzioni e le custodiscono nella mente in maniera corretta. «Ajita, questi uomini devoti non amano fare lunghi discorsi alle moltitudini. A loro piace restare costantemente in un luogo tranquillo esercitandosi con diligenza, senza sosta. Né essi si soffermano tra gli dèi e gli uomini, ma gioiscono costantemente della saggezza profonda e sono liberi da qualsiasi ostacolo. Essi gioiscono costantemente della Legge dei Budda, ricercando con assiduità unicamente la saggezza suprema. A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Sappi, Ajita, che questi grandi bodhisattva per kalpa innumerevoli hanno praticato la saggezza del Budda. Sono stati tutti convertiti da me; io ho risvegliato in loro il desiderio della grande via. Sono figli miei, che dimorano in questo mondo svolgendo continuamente le pratiche dhuta. Prediligono on luogo quieto, rifuggono l'agitazione e la confusione delle grandi assemblee, non amano fare lunghi discorsi. Così questi figli studiano e praticano la Legge della mia via. E allo scopo di ricercare la via del Budda, giorno e notte si applicano sempre con diligenza in questo mondo di saha, dimorando nel vuoto al di sotto di esso. Con salda forza di volontà e concentrazione ricercano la saggezza con costanza e diligenza,

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espongono varie dottrine meravigliose e le loro menti sono libere dalla paura. Allorché mi trovavo nella città di Gaya seduto sotto l'albero della bodhi, ho conseguito la somma, corretta illuminazione e ho messo in moto la ruota della Legge suprema. In seguito li ho istruiti e convertiti facendo nascere in loro l'aspirazione alla via. Ora dimorano tutti nello stadio della nonregressione, e ciascuno col tempo diventerà un Budda. Quelle che pronuncio adesso sono parole vere: credete in esse con tutto il cuore! Sin dal lontano, remoto passato ho istruito e convertito questa moltitudine. A quel tempo il bodhisattva e mahasattva Maitreya, così come gli altri innumerevoli bodhisattva, furono assaliti da dubbi e perplessità. Erano confusi per questo evento senza precedenti e pensavano dentro di sé: "Com'è possibile che l'Onorato dal Mondo abbia istruito e convertito in così breve lasso di tempo una quantità innumerevole, sconfinati asamkhya di grandi bodhisattva come costoro e li abbia condotti a dimorare nell'anuttara-samyak-sambodhi?” Quindi Maitreya disse al Budda: «Onorato dal Mondo, quando il Tathagata era principe ereditario, lasciò il palazzo degli Shakya e, seduto nel luogo dell'illuminazione non lontano dalla città di Gaya, conseguì l'anuttara-samyak-sambodhi. Sono trascorsi circa quarant'anni da quel momento. Onorato dal Mondo, com'è possibile che in un periodo tanto breve tu abbia svolto un così grande lavoro come Budda? E in virtù dei grandi poteri del Budda o forse delle virtù del Budda che hai potuto istruire e convertire tale innumerevole quantità di grandi bodhisattva e hai fatto conseguire loro l'anuttarasamyak-sambodhi? Onorato dal Mondo, una moltitudine di grandi bodhisattva pari a questa, anche se una persona impiegasse mille, diecimila, un milione di kalpa, non finirebbe mai di contarla e di conoscerne i limiti! Sin dal remoto passato, sotto innumerevoli Budda essi devono aver piantato buone radici, completato la via del bodhisattva ed essersi esercitati assiduamente nelle pratiche brahma.

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Onorato dal Mondo, è molto difficile per il mondo credere a una cosa simile! «Immagina, per esempio, che un venticinquenne, dalla carnagione rosea e i capelli neri, indichi una persona di cent'anni e dica: "Questo è mio figlio!" Oppure che l'uomo di cent'anni indichi il giovane dicendo: "Questo è mio padre, che mi ha generato e allevato!" Sarebbe cosa ben difficile da credere e lo stesso vale per ciò che dice il Budda. «In effetti non è trascorso molto tempo da quando tu hai conseguito la via. Ma questa enorme moltitudine di bodhisattva si è già esercitata diligentemente e sinceramente per amore della via del Budda per innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa. Essi sono entrati, emersi e hanno dimorato in innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di samadhi, hanno acquisito grandi poteri sovrannaturali, hanno svolto per lunghissimo tempo le pratiche brahma e passo dopo passo hanno potuto imparare tutte le buone dottrine; diventando abili nelle domande e nelle risposte, sono un tesoro fra gli uomini estremamente raro in tutti i mondi. E oggi, Onorato dal Mondo, tu ci dici che, dal momento in cui hai conseguito la via del Budda, hai fatto sorgere in queste persone per la prima volta l'aspirazione a conseguire l'illuminazione, le hai istruite, le hai convertite e guidate, le hai condotte all' anuttara-samyak-sambodhi! «Onorato dal Mondo, non è poi trascorso molto tempo da quando hai conseguito la Buddità; nondimeno sei stato capace di compiere questa grande impresa meritoria. Noi abbiamo fede nel Budda, crediamo che egli predichi in modo appropriato alle circostanze, che le sue parole non siano mai false e che la sapienza del Budda sia penetrante e onnicomprensiva. Tuttavia, nel periodo successivo all'estinzione del Budda, se dei bodhisattva che hanno appena cominciato ad andare all'illuminazione dovessero udire queste parole, essi potrebbero non credere in esse né accettarle ed essere portati a commettere il peccato di rifiutare la Legge. Quindi, Onorato dal Mondo, ti preghiamo di chiarire ogni cosa, in modo da poterci liberare dai dubbi; nelle epoche future, quando altri uomini devoti udranno queste parole, che non abbiano dubbi in proposito!» A quel tempo il bodhisattva Maitreya, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:

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In passato il Budda lasciò la reggia degli Shakya, abbandonò la famiglia e, vicino a Gaya, sedette sotto l'albero della bodhi. Poco tempo è trascorso da allora, eppure questi figli del Budda sono un numero incalcolabile! Già da tempo hanno praticato la via del Budda e dimorano nei poteri sovrannaturali e nel potere della saggezza; hanno abilmente appreso la via del bodhisattva e come il fiore di loto nell'acqua non sono contaminati dalle questioni mondane. Emergendo dalla terra manifestano tutti una mente reverente e rispettosa e si ergono al cospetto dell'Onorato dal Mondo. È cosa difficile da concepire: com'è possibile credere a ciò? Il Budda ha conseguito la via solo di recente, eppure sono moltissimi coloro che ha aiutato a realizzare lo scopo! Ti preghiamo di dissolvere i dubbi dell'assemblea, di compiere distinzioni e spiegare la verità. É come se un giovane che ha appena compiuto i venticinque anni indicasse un centenario dal volto rugoso e con i capelli bianchi e dicesse: "Io l'ho generato!" È come se il vecchio replicasse: Questo è mio padre!" Il padre giovane, il figlio vecchio: nessuno al mondo potrebbe crederci. Onorato dal Mondo, il tuo caso è simile. Hai conseguito la via solo di recente. Questi bodhisattva, di salda volontà, non sono né incerti né immaturi. Per kalpa innumerevoli

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hanno praticato la via del bodhisattva. Abili nel rispondere a difficili domande, le loro menti non conoscono la paura. Hanno coltivato con assiduità la perseveranza, sono fieri di dignità e di virtù. Vengono lodati dai Budda delle dieci direzioni come esperti nel predicare distinzioni. Non desiderano stare nella folla e prediligono sempre lo stato di meditazione; per ricercare a via del Budda hanno dimorato nello spazio al di sotto della terra. Questo abbiamo appreso dal Budda e non abbiamo dubbi in proposito. Tuttavia, a beneficio delle epoche future, imploriamo il Budda di spiegare perché si possa comprendere. Se nei confronti di questo sutra uno dovesse nutrire dubbi e mancasse di credere, cadrebbe all'istante nei cattivi sentieri. Perciò ora ti preghiamo di spiegare. Questi bodhisattva innumerevoli: come hai potuto in così breve tempo istruirli, far sorgere in loro l'aspirazione e condurli a dimorare nello stadio della non-regressione?

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XVI. DURATA DELLA VITA DEL TATHAGATA

A quel tempo il Budda parlò ai bodhisattva e a tutta la moltitudine: «Uomini devoti, dovete credere alle parole veritiere del Tathagata e comprenderle.» Nuovamente disse alla moltitudine: «Dovete credere alle parole veritiere del Tathagata e comprenderle.» Ancora una volta disse alla moltitudine: «Dovete credere alle parole veritiere del Tathagata e comprenderle.» Allora i bodhisattva e la moltitudine, con Maitreya in testa, giunsero le mani e si rivolsero al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, ti imploriamo di spiegare. Noi crederemo alle parole del Budda e le accetteremo» Ripeterono questa frase tre volte; poi dissero di nuovo: «Ti imploriamo di spiegare. Noi crederemo alle parole del Budda e le accetteremo.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, vedendo che i bodhisattva avevano ripetuto per tre e più volte la loro richiesta, disse loro: «Ascoltate attentamente il segreto e i poteri sovrannaturali del Tathagata. Gli dei, gli uomini e gli asura di tutti i mondi credono che l'attuale Budda Shakyamuni, dopo aver lasciato il palazzo degli Shakya, si sia seduto nei luogo dell'illuminazione non lontano dalla città di Gaya e là abbia conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi. Invece, uomini devoti, sono trascorsi innumerevoli, infinite centinaia di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando ho realmente conseguito la Buddità. «Immaginate che qualcuno riduca in polvere cinquecento, mille, diecimila, un milione, nayuta, asamkhya di mille milioni di mondi, e che poi, muovendo verso oriente, lasci cadere una particella di polvere ogni volta che abbia superato cinquecento, mille, diecimila, un milione, nayuta, asamkhya di mondi. Immaginate che prosegua nel suo cammino verso oriente in questo modo fino a quando non abbia esaurito tutte le particelle di polvere. Uomini devoti, qual è la vostra opinione? É possibile calcolare o anche solo concepire il numero di tutti questi mondi?» Il bodhisattva Maitreya e gli altri risposero al Budda: «Onorato dal Mondo, questi mondi sono incommensurabili, illimitati; non è possibile calcolarne il numero né la mente ha la capacità di

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concepirlo. Perfino gli ascoltatori della voce e i pratyekabuddha con la loro saggezza libera da illusioni non sono in grado di immaginare o comprendere quanti possano essere. Sebbene ci troviamo nello stadio di avivartika, non siamo in grado di comprendete questa cosa. Onorato dal Mondo, questi mondi sono incalcolabili, sono infiniti.» A quel tempo il Budda disse alla moltitudine di grandi bodhisattva: «Uomini devoti, ora devo annunciarvi chiaramente questo. Immaginate che tutti questi mondi, sia quelli che hanno ricevuto una particella di polvere sia quelli che non l'hanno ricevuta, vengano a loro volta ridotti in polvere. Supponete che ogni particella rappresenti un kalpa. Il tempo trascorso da quando io ho conseguito la Buddirà supera questo numero di cento, mille, diecimila, un milione, nayuta, asamkhya di kalpa. «Da allora ho sempre dimorato qui nel mondo di saha, predicando la Legge, istruendo e convertendo. Inoltre ho anche guidato e beneficato gli esseri viventi di centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, nayuta, asamkhlya di altre terre. «Uomini devoti, durante tutto questo tempo ho parlato del Budda Fiaccola Ardente e di altri, spiegando anche che entrarono nel nirvana. Tutte queste cose le ho narrate come espedienti e operando distinzioni. «Uomini devoti, quando gli esseri viventi vengono a me, io percepisco con l'occhio del Budda se la loro fede e le loro altre facoltà sono acute o deboli; quindi, secondo le loro capacità di salvezza, appaio in luoghi diversi predicando con nomi differenti e dico quanto durerà la mia vita. Talvolta, quando compaio, dico che entrerò nel nirvana e, utilizzando diversi espedienti, espongo la Legge mistica e meravigliosa, facendo nascere una gran gioia nel cuore delle persone. «Uomini devoti, il Tathagata, vedendo che tra gli esseri viventi vi sono individui con scarse virtù e molte impurità che aspirano a una piccola Legge, a beneficio di tali persone racconta di aver lasciato la famiglia in gioventù e di aver conseguito Vi nutrara-samyaksambodhi, Ma in verità il tempo trascorso da quando ho conseguito la Buddità è estremamente lungo, come vi ho già detto. Io faccio uso di questo espediente semplicemente per istruire e convertire gli esseri viventi e per farli accedere alla via del Budda. Per questo ho parlato in questo modo.

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«Uomini devoti, i sutra esposti dal Tathagata hanno tutti lo scopo di salvare ed emancipare gli esseri viventi. Talvolta parlo di me stesso, talvolta di altri; talvolta presento me stesso, talvolta altri; talvolta mostro le mie azioni, talvolta quelle di altri. Tutto ciò che predico è vero, non falso. «Perché faccio questo? Il Tathagata percepisce il vero aspetto del triplice mondo esattamente com'è. Non vi è nascita né morte, non vi è esistenza in questo mondo né estinzione. Non è reale né illusorio, non è così né diverso. Non è così come viene percepito da coloro che vi dimorano. Il Tathagata vede chiaramente tutte queste cose, senza il minimo errore. «Poiché gli esseri viventi hanno nature diverse, desideri diversi, diversi comportamenti e diversi modi di pensare e di giudicare, desiderando che piantino buone radici, ho predicato diverse dottrine e ho utilizzato una grande varietà di cause e condizioni, similitudini, parabole e frasi. Io non ho tralasciato l'opera del Budda nemmeno per un solo istante. «Così, da quando ho conseguito la Buddità a oggi, è trascorso un tempo estremamente lungo. La mia vita dura da un incalcolabile numero di asamkhya di kalpa e durante tutto questo periodo io sono sempre vissuto qui e la mia vita non si è mai estinta. Uomini devoti, in origine ho praticato la via del bodhisattva e la durata della vita che ho acquisito allora non si è ancora esaurita; anzi, durerà per un periodo di tempo doppio di quello trascorso fino a ora. 'Tuttavia, adesso, sebbene io effettivamente non mi estingua, annuncio la mia estinzione. Questo è solo un espediente usato dal Tathagata per istruire e convertire gli esseri viventi. «Perché faccio questo? Perché se il Budda rimanesse a lungo nel mondo le persone di scarse virtù non sarebbero in grado di piantare buone radici e, vivendo in miseria e in povertà, svilupperebbero l'attaccamento ai cinque desideri e cadrebbero preda di pensieri e immagini illusorie. Se vedessero che il Tathagata è sempre presente nel mondo e non conosce estinzione, diverrebbero arroganti ed egoiste, oppure si scoraggerebbero e diverrebbero negligenti. Non potrebbero capire quanto sia difficile incontrare il Budda e non si avvicinerebbero a lui con rispetto e deferenza.

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«Perciò, utilizzando un espediente, il Tathagata afferma: "Monaci, sappiate che è raro vivere in un'epoca in cui un Budda appare nel mondo." Perché dice questo? Perché alle persone di scarsa virtù può accadere di trascorrere centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa durante i quali alcuni potrebbero avere l'occasione di vedere il Budda e altri non lo vedrebbero mai. Per questa ragione dico loro: "Monaci, è raro riuscire a vedere il Tathagata." Quando gli esseri viventi odono queste parole, sicuramente comprendono quanto sia difficile incontrare il Budda, Nel loro cuore nutriranno l'ardente desiderio di vedere il Budda, e allora pianteranno buone radici. Pertanto il Tathagata, sebbene in realtà non si estingua, annuncia la propria estinzione. «Uomini devoti, tutti i Budda e i Tathagata predicano la Legge in questo modo per salvare gli esseri viventi e quindi ciò che dicono è vero, mai falso. «Per esempio, immaginate un bravo medico, saggio ed esperto, che sa preparare le medicine per curare qualsiasi malattia. Egli ha molti figli, forse dieci, venti o anche cento. Un giorno si reca lontano in un altro paese per occuparsi di certi affari. Dopo che si è allontanato, i figli bevono un veleno che li fa spasimare dal dolore e li fa cadere a terra agonizzanti. «A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono. Vedendo il padre che è tornato da lontano, tutti i figli si rallegrano, si inginocchiano e lo implorano: "Quanto siamo felici che tu sia tornato sano e salvo. Siamo stati stupidi e per errore abbiamo bevuto del veleno, Ti preghiamo di curarci e di farci vivere ancora!" «Il padre, vedendo i figli così sofferenti, segue varie ricette: raccoglie buone erbe medicinali, tutte perfette nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole, le macina, le setaccia e le miscela insieme. Ne dà una dose ai figli dicendo loro: "Questa è una medicina molto efficace, perfetta nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole. Prendetela e sarete presto guariti dai vostri dolori e liberi da qualsiasi malattia." «I figli che non hanno perso il senno capiscono che si tratta di una buona medicina, sopraffina per colore e aroma, la prendono e guariscono subito dai loro mali. Coloro che invece non sono più in sé sono egualmente felici di vedere il padre che è tornato e lo implorano

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di curarli, ma quando viene data loro la medicina, rifiutano di prenderla. Perché? Perché il veleno è penetrato profondamente ed essi hanno perduto il senno. Così, benché la medicina sia di colore e aroma eccellenti, essi non credono che sia buona. «Tra sé e sé il padre pensa: "Poveri figli miei! A causa del veleno che hanno ingerito le loro menti sono completamente annebbiate. Sono felici di vedermi e mi chiedono di curarli, tuttavia rifiutano di prendere questa ottima medicina. Occorre che escogiti qualche espediente per indurli a berla." Così dice ai figli: "Sappiate che ormai sono vecchio ed esausto e l'ora della mia morte è giunta. Adesso lascerò qui questa buona medicina. Prendetela, e non temete che non vi guarisca." Dopo aver dato queste istruzioni, si reca in un altro paese da cui invia un messaggero che annuncia: "Vostro padre è morto." «Allora i figli, sentendo che il padre è morto abbandonandoli, provano un immenso dolore e pensano: "Se nostro padre fosse vivo, avrebbe pietà di noi e ci proteggerebbe. Ma ora egli ci ha lasciato ed è morto in qualche terra lontana. Siamo orfani senza difese e non abbiamo nessuno su cui contare." «Tormentati di continuo da questi pensieri, alla fine i figli ritornano in sé e capiscono che in effetti la medicina è ottima per colore, aroma e sapore; così la bevono e guariscono da tutti i dolori causati dal veleno. Il padre, udendo che i figli sono guariti, torna immediatamente a casa e riappare davanti a loro, «Uomini devoti, qual è la vostra opinione? Si può affermare che questo bravo medico sia colpevole di menzogna?» «No, Onorato dal Mondo.» Il Budda disse: «Lo stesso vale per me. Sono trascorsi innumerevoli, infinite centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, nayuta di asamkhya di kalpa da quando ho conseguito la Buddità. Ma a beneficio degli esseri viventi io utilizzo il potere degli espedienti e annuncio la mia estinzione. Date le circostanze, tuttavia, nessuno può dire che io sia colpevole di falsità o di menzogna.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Da quando ho conseguito la Buddità il numero di kalpa che sono trascorsi è incalcolabile: centinaia, migliaia, miriadi,

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milioni, miliardi, asamkhya. Io ho predicato costantemente la Legge, istruendo e convertendo innumerevoli milioni di esseri viventi, facendoli entrare nella via del Budda; tutto questo per kalpa innumerevoli. Per salvare gli esseri viventi, uso l'espediente di mostrare il mio nirvana ma in verità non mi estinguo. Sono sempre qui a predicare la Legge. Sono sempre qui, ma grazie ai miei poteri sovrannaturali faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano, neanche quando sono vicino. Quando le moltitudini vedono la mia estinzione, per ogni dove fanno offerte alle mie reliquie. Tutti nutrono pensieri nostalgici e i loro cuori anelano vedermi. Quando gli esseri viventi diventano devoti credenti, dall'animo retto e sincero, e desiderano con tutto il cuore vedere il Budda anche a costo della vita, allora io e l'assemblea dei monaci appariamo insieme sul sacro Picco dell'Aquila. Allora io dico loro che sono sempre qui, che non mi estinguo mai, ma che, in virtù del potere degli espedienti, a volte sembra che io sia morto, a volte no dico anche che se vi sono esseri viventi in altre terre, rispettosi e sinceri nel loro desiderio di credere, allora io predico la Legge suprema anche presso di loro. Ma voi non avete mai udito queste mie parole, così pensate che io scompaia. Quando osservo gli esseri viventi

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li vedo annegare in un mare di sofferenze; perciò non mi mostro, facendo scaturire il loro desiderio. Poi, quando i loro cuori bramano la mia venuta, faccio il mio avvento e predico la Legge per loro. Questi sono i miei poteri sovrannaturali. Per asamkhya kalpa sono sempre vissuto sul sacro Picco dell'Aquila e in diversi altri luoghi. Quando gli esseri viventi assistono alla fine di un kalpa e tutto arde in un grande fuoco questa, la mia terra, rimane salva e illesa, costantemente popolata di dei e di uomini. Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi sono adornati di gemme di varia natura Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio. Gli dèi suonano tamburi celesti creando un'incessante sinfonia di suoni. Boccioli di mandarava piovono dal cielo posandosi sul Budda e sulla moltitudine. La mia pura terra non viene distrutta, eppure gli uomini la vedono consumarsi nel fuoco: ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque. Questi esseri viventi con molte colpe, per il karma creato dalle loro azioni malvagie, trascorrono asamkhya kalpa senza udire il nome dei tre tesori. Ma coloro che praticano vie meritorie, che sono gentili, miti, onesti e retti, tutti loro mi vedranno qui, in persona, intento a predicare la Legge. In certe occasioni io spiego a questa moltitudine che la durata della vita del Budda è incalcolabile,

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e a coloro che vedono il Budda solo dopo molto tempo spiego quanto sia difficile incontrare il Budda. Tale è il potere della mia saggezza: la sua luce risplende senza limiti. Ho conseguito questa vita che dura da infiniti kalpa come risultato di una lunga pratica. Voi, che siete dotati di saggezza, non dubitate di ciò! Abbandonate ogni dubbio una volta per tutte, poiché le parole del Budda sono vere, non false. Egli è come l'abile medico, che usa uno stratagemma per curare i figli usciti di senno. Sebbene sia vivo, diffonde la nonzia della sua morte, ma nessuno può accusarlo di menzogna. Io sono il padre di questo mondo che salva coloro che sono afflitti e soffrono. Dato che le persone comuni sono illuse, sebbene io viva, faccio credete di essere estinto. Questo perché, se mi vedessero costantemente, nelle loro menti sorgerebbero arroganza ed egoismo. Liberi da ogni freno, si abbandonerebbero ai cinque desideri e cadrebbero nei cattivi sentieri. Io so sempre chi sta praticando la via e chi non lo sta facendo, e, in risposta al loro bisogno di salvezza, predico per loro diverse dottrine. Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?

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XVII. DISTINZIONE DEI BENEFICI A quel tempo, dopo che la grande assemblea ebbe udito il Budda affermare che la sua vita durava un grandissimo numero di kalpa, innumerevoli, infiniti asamkhya di esseri viventi ottennero una gran quantità di preziosi benefici. A quel tempo l'Onorato dal Mondo disse al bodhisattva mahasattva Maitreya: «Ajita, quando ho descritto che la durata della vita del Tathagata dura un lasso di tempo così straordinariamente lungo, esseri viventi numerosi come le sabbie di sei milioni ottocentomila, miliardi, nayuta di Gange hanno percepito la verità della non nascita [e non morte di tutti i fenomeni]. E bodhisattva e mahasattva in numero mille volte maggiore hanno ottenuto la dharani che permette di ricordare tutto ciò che odono. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di un intero mondo hanno ottenuto l'eloquenza che consente loro di predicare in modo piacevole e senza impedimenti. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di un intero mondo hanno ottenuto la dharani che pertnetre loro di ricordare centinaia, migliaia decine di migliaia, milioni, nnumerevoli ripetizioni degli insegnamenti. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di tremila grandi mondi sono divenuti capaci di far girare la ruota della Legge che non regredisce. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di duemila mondi medi sono divenuti capaci di far girare la pura ruota della Legge. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di mille piccoli mondi hanno ottenuto la certezza di conseguire l'anuttara-samyak-samhodhi dopo otto rinascite. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di quattro mondi costituiti da quattro continenti hanno ottenuto la certezza di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi dopo quattro rinascite. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di tre mondi costituiti da quattro continenti hanno ottenuto la certezza di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi dopo tre rinascite. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di polvere di due mondi costituiti da quattro continenti hanno ottenuto la certezza di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi dopo due rinascite. E bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le particelle di

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polvere di un mondo costituito da quattro continenti hanno ottenuto la certezza di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi dopo una rinascita. Negli esseri viventi numerosi quanto le particelle di polvere di otto mondi è scaturita l'aspirazione all'anuttara-samyak-sambodhi.» Allorché il Budda annunciò che questi bodhisattva e mahasattva avevano ottenuto i grandi benefici della Legge, dal cielo piovvero fiori di mandarava e di grande mandarava che si depositarono sulle innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda seduti sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati; e si sparsero anche sul Budda Shakyamuni e sul Tathagata Molti Tesori estinto da moltissimo tempo. ambedue seduti su troni di leone nella torre dei sette tesori. I fiori si sparsero anche su tutti i grandi bodhisattva e sulle quattro categorie di credenti. Inoltre piovve dal cielo una polvere finissima di sandalo e aloe e nell'aria i tamburi celesti risuonarono spontaneamente emettendo meravigliosi suoni profondi e riecheggianti a grande distanza. Piovvero anche vesti celesti di mille varietà, ornate di diverse collane, collane di perle, collane di gemme mani e collane di gemme che soddisfano i desideri, che si sparsero per ogni dove nelle nove direzioni. In incensieri incastonati di gioielli ardevano incensi preziosissimi, la cui fragranza permeava spontaneamente ogni luogo, un'offerta rivolta alla grande assemblea. Al di sopra di ciascun Budda apparvero bodhisattva che reggevano stendardi e baldacchini, in file che si dispiegavano verso l'alto fino al cielo di Brahma, Questi bodhisattva con le loro voci meravigliose cantavano innumerevoli inni di lode ai Budda. A quel tempo il bodhisartva Maitreya si alzò dal suo seggio, si scoprì la spalla destra e, giungendo le mani, si pose di fronte al Budda e parlò in versi: Il Budda predica una Legge che s'incontra di rado, che mai fu udita dal passato fino a oggi. L'Onorato dal Mondo possiede grandi poteri e la durata della sua vita non può essere misurata. Gli innumerevoli figli del Budda, udendo l'Onorato dal Mondo compiere distinzioni e descrivere i benefici della Legge che tutti otterranno, sentono i loro corpi pervasi di gioia.

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Taluni si trovano nello stadio di non-regressione, altri hanno ottenuto le dharani, altri possono parlare piacevolmente e senza impedimenti oppure ricordare insegnamenti ripetuti diecimila, un milione di volte. Bodhisattya, numerosi come le particelle di polvere di mille grandi mondi, potranno far girare la ruota della Legge che lion regredisce. Bodhisattva, numerosi come le particelle di polvere di mille mondi medi, potranno far girare la pura ruota della Legge. Bodhisattva, numerosi come le particelle di polvere di mille piccoli mondi, acquistano la certezza che, dopo altre otto rinascite, porteranno a compimento la via del Budda. Bodhisattva, numerosi come le particelle di polvere di quattro, tre, due mondi costituiti da quattro continenti, dopo un corrispondente numero di rinascite, diventeranno Budda. Bodhisattva, numerosi come le particelle di polvere di un mondo costituito da quattro continenti, dopo appena una rinascita conseguiranno la saggezza onnicomprensiva. Tali esseri viventi, udendo della lunga durata della vita del Budda, ottengono i puri frutti della retribuzione, incalcolabili e liberi da illusioni. Inoltre esseri viventi, numerosi come le particelle di polvere di otto mondi, udendo il Budda descrivere la durata della sua vita, hanno risvegliato l'aspirazione alla suprema via. L'Onorato dal Mondo predica una Legge

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infinita, insondabile, e coloro che ne beneficiano sono moltissimi, senza limiti quanto il cielo sconfinato. Piovono celesti fiori di mandarava e di grande mandarava: Shakra e Brahma numerosi quanto le sabbie del Gange arrivano da innumerevoli terre di Budda. Piove legno di sandalo e aloe in una miscela di polvere finissima e, come uccelli che piombano in volo dal cielo, si spargono ovunque in offerta ai Budda. Nell'aria i tamburi celesti emettono spontaneamente suoni meravigliosi vesti celesti a migliaia, decine di migliaia, milioni scendono volteggiando e svolazzando negli splendidi incensieri incastonati di gioielli ardono incensi preziosissimi che spontaneamente emanano ovunque il loro profumo, in offerta a tutti i Tathagata. La moltitudine dei grandi bodhisattva regge stendardi e tendaggi adorni dei sette tesori, di diecimila, un milione di varietà, alti, meravigliosi, in file ordinate che si spingono fino al cielo di Brahma, Davanti a ogni Budda sventolano stendardi e pennoni magnifici, mentre in migliaia, decine di migliaia di versi risuonano le lodi dei Tathagata. Tutte queste cose non erano mai slate viste in passato. Udendo che la vita del Budda è incommensurabile, tutti gli esseri sono colmi di gioia. Nelle dieci direzioni si ode il nome del Budda che diffusamente reca beneficio agli esseri viventi; tutti acquisiscono le buone radici che li aiuteranno a rivolgere la mente alla via suprema.

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A quel tempo il Budda disse al bodhisattva e mahasatvva Maitreya: «Ajita, gli esseri viventi che hanno udito che la durata della vita del Budda è tanto lunga e sono in grado di credere e comprendere ciò anche per un solo momento, otterranno benefici illimitati. Immaginate uomini e donne devoti che, per amore dell'anuttara-samyaksambodhi, praticano per un periodo di ottocentomila milioni di nayuta di kalpa le cinque paramita - le paramita di dana (donazione), shila (osservanza dei precetti) kshanti (tolleranza) virya (assiduità) e dhyana (meditazione), rimanendo esclusa la paramita di prajna - i benefici che essi otterranno non sono paragonabili a quelli descritti prima, non ammonteranno alla centesima o alla millesima parte, neppure alla centesima, milionesima, decimillesima milionesima parte. Conoscerli va al di là delle capacità di calcolo e di qualsiasi similitudine o parabola. È assolutaniente impensabile che uomini devoti i quali hanno ottenuto tali benefici regrediscano senza riuscire a raggiungere l'obiettivo dell'anuttarasamyak-sambodhi.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se qualcuno, cercando la saggezza del Budda, per un periodo di ottocentomila milioni di nayuta di kalpa praticasse le cinque paramita e durante tutti quei kalpa offrisse ai Budda, ai pratyekabuddha, ai discepoli e alla moltitudine di bodhisattva, cibi e bevande rari e prelibati, bellissimi ornamenti, stuoie e coperte per i letti, o erigesse monasteri in sandalo contornati da giardini e boschetti; se distribuisse ogni genere di offerte, tutte pregevoli e meravigliose, e facesse questo per l'intero numero di kalpa per esprimere la propria devozione alla via del Budda e se inoltre osservasse i precetti

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con purezza e senza omissioni, e cercasse la via suprema lodata dai Budda e se praticasse la tolleranza, conservando un atteggiamento sottomesso e paziente anche quando viene colpito da svariati mali, senza permettere alla mente di distrarsi o farsi sviare; se, quando altri, sicuri di aver acquisito la Legge, pieni di arroganza e presunzione, lo trattano con disprezzo e lo tormentano, egli fosse in grado di resistere pazientemente; se si impegnasse diligentemente, sempre fermo nell'intento e nel pensiero, per innumerevoli milioni di kalpa con niente assorta, mai neghittoso né fiacco, e per kalpa senza numero dimorasse in un luogo tranquillo e solitario; se si esercitasse seduto o camminando, senza cedere al sonno e controllando costantemente la mente, e se, come risultato di tali azioni, fosse in grado di raggiungere stati di meditazione, e per ottanta milioni e diecimila kalpa rimanesse calmo, con la mente mai turbata; e se, mantenendo la felicità di questa concentrazione, cercasse la via suprema dicendo: "Otterrò la saggezza onnicomprensiva ed esaurirò tutti gli stati di meditazione!”; se questa persona per cento, mille, diecimila, un milione di kalpa riuscisse a compiere le pratiche meritorie che ho descritto, tuttavia otterrà benefici inferiori rispetto agli uomini e alle donne devoti

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che mi sentono descrivere la durata della mia vita e credono in essa anche per un solo istante. Se una persona è assolutamente libera da dubbi e perplessità, se nel profondo della sua mente crede per un solo istante, tali saranno i suoi benefici. Questi bodhisattva che hanno praticato la via per kalpa innumerevoli quando mi sentono descrivere la durata della mia vita sono in grado di credere e accettare ciò che dico. Queste persone accetteranno con gratitudine questo sutra e diranno: “È nostro desiderio avvalerci nelle epoche future delle nostre lunghe vite per salvare gli esseri viventi. Proprio come oggi l'Onorato dal Mondo, il re degli Shakya, ruggisce come un leone nel luogo dell'illuminazione, predicando senza paura la Legge, così possiamo noi, nelle epoche a venire, onorati e riveriti da tutti, assisi nei luogo dell'illuminazione, descrivere allo stesso modo la durata della nostra vita. " Se vi sono persone dalla mente profonda, pure, oneste e rette, le quali, udendo molte cose, possono ricordarle tutte, che comprendono il significato delle parole del Budda, allora tali persone non nutriranno dubbi [sulla durata della mia vita]. «inoltre, Ajita, se qualcuno, udendo della lunga durata della vita del Budda, è in grado di comprendere il significato delle sue parole, i benefici che tale persona acquisirà saranno senza limite né misura e risveglieranno in lui la saggezza suprema del Tathagata. Quanto maggiori saranno allora se una persona ascolta per esteso questo sutra o lo fa ascoltare ad altri, lo abbraccia o lo fa abbracciare ad altri, lo copia personalmente o lo fa copiare ad altri, offre fiori, incenso,

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collane, vessilli, stendardi, baldacchini di seta, lampade a olio fragrante o a burro raffinato come offerta ai rotoli del sutra. I meriti di tale persona saranno incommensurabili, illimitati, tali da ispirare in lui la saggezza onnicomprensiva. «Ajita, se uomini e donne devoti, udendomi descrivere la lunghissima durata della mia vita, nel profondo della loro mente credono e comprendono, essi vedranno il Budda dimorare costantemente sul Monte Gridhrakuta, intento a predicare la Legge, circondato dai grandi bodhisattva e dalla moltitudine degli ascoltatori della voce. Essi vedranno anche questo mondo di saha, il suo suolo di lapislazzuli piano e ben ordinato, l'oro Jambunada che ne delimita le Otto vie maggiori, i filari di alberi ingioiellati, le terrazze, le torri e i punti di osservazione ornati di gioielli e la moltitudine di bodhisattva che vi risiede. Se vi sono persone capaci di vedere tali cose, sappi che questo è segno della loro profonda fede e comprensione. «Inoltre, se dopo l'estinzione del Tathagata vi saranno persone che ascoltano questo sutra e non lo insultano, ma anzi ne gioiscono nei loro cuori, sappi che questo è segno che esse hanno già avuto una fede e una comprensione profonde. A maggior ragione nel caso di persone che leggono, recitano e abbracciano questo sutra! Tali persone in effetti ricevono il Tathagata sulla loro testa, «Ajita, non c'è bisogno che questi uomini e donne devoti erigano torri e templi per amor mio o costruiscano monasteri e facciano i quattro tipi di offerte alla comunità dei monaci. Per quale motivo? Perché questi uomini e donne devoti ricevendo, abbracciando, leggendo e recitando questo sutra hanno già eretto torri, costruito monasteri e fatto offerte alla comunità dei monaci. Si sappia che essi hanno eretto torri ornate con i sette gioielli per le reliquie del Budda, larghe alla base e via via sempre più affusolate, che si innalzano fino al cielo di Brahma, imbandierate e ornate con una moltitudine di campane incastonate di gioielli, circondate da fiori, incenso, collane incenso in polvere, in pasta e da bruciare, molti tipi di tamburi, strumenti musicali, flauti, arpe, e varie forme di danza e di intrattenimento, con voci meravigliose che intonano inni di lode. È come se essi avessero già fatto offerte per innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa.

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«Ajita, se dopo la mia estinzione vi saranno coloro che ascoltano questo sutra e sono in grado di accettarlo e di sostenerlo, copiarlo personalmente o farlo copiare, allora si sappia che essi hanno già eretto monasteri, hanno già usato il sandalo rosso per costruire trentadue saloni alti come otto alberi di tala, sontuosi, spaziosi e meravigliosamente adorni, in grado di accogliere centinaia e migliaia di monaci. Giardini, boschetti, stagni, laghetti, prati per gli esercizi, grotte per la meditazione, abiti, cibi, bevande, stuoie, medicine e altri generi di conforto vi abbondano; questi alloggi per i monaci e questi saloni assommano a centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni; in effetti ammontano a una cifra incommensurabile. Tutto ciò viene offerto al mio cospetto come dono per me e per la comunità dei monaci, «Così dico: se dopo l'estinzione del Tathagata ci saranno persone che accettano, sostengono, leggono e recitano questo sutra o lo predicano agli altri, che lo copiano personalmente o lo fanno copiare, che fanno offerte ai rotoli del sutra, non c'è bisogno che essi erigano torri o templi, che costruiscano monasteri o che facciano offerte alla comunità di monaci. E tanto meno [ne hanno bisogno] coloro che, oltre ad abbracciare questo sutra, fanno offerte, osservano i precetti, praticano la tolleranza, la diligenza, la concentrazione e la saggezza! Le loro virtù saranno al di sopra di tutto. incommensurabili, senza limite, come è incommensurabile il cielo sconfinato a oriente, a occidente, a settentrione e a meridione, nelle quattro direzioni intermedie, sopra e sotto. Anche i loro benefici saranno illimitati e sconfinati e queste persone conseguiranno rapidamente la saggezza onnicomprensiva. «Se una persona legge, recita, accetta e sostiene questo sutra o io predica ad altri; se lo copia personalmente o lo fa copiare; e se può erigere torri, costruire monasteri e offrire doni e lodi alla comunità degli ascoltatori della voce; se in centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di modi loda i meriti dei bodhisattva; se per amore degli altri si serve di varie cause e condizioni e rispetta i principi nell'esporre e predicare questo Sutra del Loto; se osserva i precetti con animo puro e frequenta persone gentili e miti; se è tollerante e priva di collera, risoluta nell'intenzione e nei pensiero; se tiene sempre in gran conto la pratica di sedere in meditazione e consegue tutti gli stati di

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profonda meditazione; se è diligente e coraggiosa e padroneggia tutte le dottrine; se ha ben sviluppato facoltà e saggezza ed è capace di rispondere a domande difficili - Ajita, se dopo la mia estinzione vi saranno uomini e donne devoti che accettano, sostengono, leggono e recitano questo sutra e possiedono tutti questi meriti, sappi che essi sono già giunti al luogo dell'illuminazione e, mentre siedono sotto l'albero della via, si stanno avvicinando all'anuttara-samyaksambodhi. Ajita, ovunque queste persone siedano o rimangano erette o camminino in cerchio esercitandosi, là dovrebbe essere eretta una torre e tutti gli dèi e gli uomini dovrebbero farvi offerte proprio come farebbero alla torre del Budda.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo; Se dopo la mia estinzione qualcuno potrà onorare e sostenere questo sutra, i suoi benefici saranno incommensurabili, come quelli che ho descritto. È come se avesse già tributato ogni genere di offerta, avesse eretto una torre per le reliquie del Budda adornata con i sette tesori e munita di un pilastro centrale alto e robusto che si assottiglia a poco a poco innalzandosi al cielo di Brahma. Campane ingioiellate a migliaia, decine di migliaia, milioni si muovono al vento, emettendo suoni meravigliosi. È come se per kalpa innumerevoli egli offrisse a questa torre fiori, incenso, vari tipi di collane, vesti celesti e strumenti musicali di ogni tipo, olio profumato e lampade a burro raffinato che illuminano costantemente tutta l'area circostante. Se nell'era malvagia dell'ultimo Giorno della Legge

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qualcuno sarà in grado di sostenere questo sutra, sarà come se avesse fatto tutte le offerte descritte in precedenza. Se qualcuno sarà in grado di sostenere questo sutra, sarà come se, alla presenza del Budda, utilizzasse legno di sandalo testa di bue per costruire e offrire monasteri, oppure trentadue saloni alti come otto alberi di tala; o come se offrisse tutti i generi di cibi prelibati, abiti magnifici e stuoie e coperte, alloggi per centinaia e migliaia di persone, giardini, boschetti, stagni e laghetti, campi per gli esercizi e grotte per la meditazione, tutto ciò finemente ornato in svariati modi. Se qualcuno che crede e comprende, accetta, sostiene, legge, recita e copia questo sutra o lo fa copiare da altri, oppure offre doni ai rotoli del sutra, cospargendoli di fiori, incenso e polvere d'incenso; oppure brucia costantemente olio fragrante estratto dai fiori sumana, champaka o atimuktaka; se offre tali doni guadagnerà meriti incalcolabili, illimitati come il cielo sconfinato, e anche i suoi benefici saranno senza limiti. Ancora maggiori saranno se sosterrà questo sutra e nello stesso tempo tributerà offerte, osserverà i precetti, sarà tollerante, si rallegrerà della meditazione, senza mai cedere alla collera o alla maldicenza. Se una persona venera le torri commemorative, si umilia al cospetto dei monaci,

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tiene lontana da sé l'arroganza, riflette continuamente sulla saggezza, non si arrabbia se gli vengono poste domande difficili ma risponde gentilmente con una spiegazione, se è in grado di svolgere queste pratiche, i suoi meriti saranno al di là di ogni misura. Se vedi un maestro della Legge che ha coltivato tali virtù, dovresti cospargerlo di fiori celesti, rivestire il suo corpo di vesti celesti, chinare il capo ai suoi piedi in segno di saluto e nella mente immaginare di vedere il Budda. Dovresti anche pensare dentro di te: “Tra non molto si recherà nel luogo dell'illuminazione e conseguirà lo stato di non-azione libero da illusioni, recherà enormi benefici agli dèi e agli uomini!" Nel luogo in cui risiede una simile persona, là ove cammina, siede o giace, oppure declama un singolo verso [di questo sutra] là devi erigere una torre adornata in modo consono e splendido e tributare a essa vari tipi di offerte. Quando un figlio del Budda dimora in tali luoghi, significa che il Budda li accetta e li usa, e sta lì costantemente camminando, sedendo o giacendo.

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XVIII. I BENEFICI DI CHI RISPONDE CON GIOIA

A quel tempo il bodhisattva e mahasattva Maitreya disse al Budda: «Onorato dal Mondo, gli uomini e le donne devoti che, udendo questo Sutra del Loto, lo accettano con gioia, quali e quanti benefici otterranno?» Quindi parlò in versi e disse: Dopo l'estinzione dell'Onorato dal Mondo, coloro che ascoltando questo sutra sono in grado di rispondere con gioia, quali e quanti benefici otterranno? A quel tempo il Budda disse al bodhisattva e mahasattva Maitreya: «Ajita, immagina, dopo l'estinzione del Tathagata, monaci, monache, laici e laiche, o altre persone sagge, giovani o anziane che, dopo aver udito questo sutra, lo accettano con gioia e, allontanandosi dall'assemblea del Dharma, si recano altrove, per esempio in un monastero, in un luogo isolato e tranquillo, in una città, in una comunità, in una borgata o un villaggio, e là espongono, secondo la propria capacità, ciò che hanno udito a beneficio dei genitori e dei parenti, degli amici e dei conoscenti. E immagina che questi, dopo aver udito, rispondano con gioia e a loro volta si impegnino a trasmettere l'insegnamento ad altri. E che queste altre persone, dopo aver udito, rispondano con gioia e trasmettano l'insegnamento e che la trasmissione continui da uno all'altro fino a raggiungere la cinquantesima persona. «Ajita, adesso ti descriverò i benefici ottenuti da questa cinquantesima persona, uomo o donna devoti, che accetta con gioia: ascolta con attenzione. Immagina tutti gli esseri nei sei sentieri dell'esistenza di quattrocentodiecimila milioni di asamkhya di mondi, tutti e quattro i generi di esseri viventi: quelli che nascono dall'uovo, quelli che nascono dall'utero, quelli che nascono dall'umidità e quelli che nascono per trasformazione; quelli che hanno forma, quelli che non hanno forma, quelli dotati di pensiero, quelli privi di pensiero, quelli che non sono dotati di pensiero, quelli che non sono privi di pensiero; quelli senza zampe, quelli a due zampe, a quattro zampe o con molte zampe. E immagina che, in mezzo a questo enorme numero

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di esseri viventi, giunga una persona che ricerca la felicità e. che, in risposta ai diversi desideri, elargisca a tutti questi esseri viventi ciò che soddisfa i loro desideri. Ciascuno di questi esseri viventi riceve oro, argento, lapislazzuli, conchiglie, agate, corallo, ambra e altre meravigliose gemme preziose; oppure riceve elefanti, cavalli, carri, palazzi e torri ornate dei sette tesori, in quantità sufficiente a riempire un intero Jambudvipa. Questo grande filantropo, dopo aver distribuito doni in questo modo per ottanta interi anni, a un certo punto pensa: "Ho distribuito a questi esseri viventi le cose che procurano piacere in risposta ai loro svariati desideri. Ma ormai questi esseri viventi sono vecchi e decrepiti. Hanno superato gli ottant'anni, i loro capelli sono bianchi, i loro volti rugosi, e tra non molto moriranno. Ora devo servirmi della Legge del Budda per istruirli e guidarli." «Subito riunisce tutti gli esseri viventi e propaga la Legge fra loro, istruendoli, beneficandoli e rallegrandoli. In un istante sono tutti in grado di raggiungere la via degli srotaapanna, la via dei sakridagamin, la via degli anagamin e la via degli arhat, di estinguere tutte le illusioni e di entrare in profonda meditazione. Tutti ottengono la libertà e le otto emancipazioni. Qual è la tua opinione? Ritieni che i meriti ottenuti da questo grande filantropo siano molti o no?» Maitreya disse al Budda: «Onorato dal Mondo, i meriti di quest'uomo sono davvero moltissimi, incommensurabili, illimitati. Anche se il filantropo si fosse limitato a distribuire agli esseri viventi solo oggetti di piacere, i suoi meriti sarebbero comunque incommensurabili. E quanto maggiori saranno quando egli consente loro di cogliere i frutti dello stato di arhat!» Il Budda disse a Maitreya: «Ora ti spiegherò chiaramente la questione. Quest'uomo distribuì tutti gli oggetti che soddisfano i loro desideri agli esseri viventi dei sei sentieri dell'esistenza di quattrocentodiecimila milioni di asamkhya di mondi e rese anche loro possibile cogliere i frutti dello stato di arhat. Ma i benefici che egli ottiene non eguagliano quelli della cinquantesima persona che ode anche un solo verso del Sutra del Loto e risponde con gioia. Non sono pari nemmeno a un centesimo, a un millesimo, a una parte su cento, mille, diecimila, un milione. Fare il paragone è invero cosa che va al di là delle capacità di calcolo e di qualsiasi parabola o similitudine.

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«Ajita, i benefici ottenuti anche dalla cinquantesima persona che ascolta il Sutra del Loto quando gli viene trasmesso e risponde con gioia assommano a incommensurabili, incalcolabili asamkhya. Quanto maggiori allora saranno quelli della prima persona che, udendo il sutra nell'assemblea, risponde con gioia! I suoi benefici sono ancora maggiori, un numero incommensurabile, infinito di asamkhya; in effetti sono impossibili da calcolare. «Inoltre, Ajita, immagina che una persona visiti un monastero per amore di questo sutra e, seduto o in piedi, lo ascolti anche per un solo momento e lo accetti. Come risultato del merito così ottenuto, quando rinascerà nell'esistenza successiva, potrà godere di bellissimi, meravigliosi elefanti, dei migliori cavalli, di carri e palanchini ornati di rari tesori e potrà ascendere ai palazzi celesti. Oppure immagina che una persona sia seduta nel luogo ove viene esposta la Legge e, quando appare un'altra persona, la inviti a sedere e ad ascoltare, le offra di dividere il suo seggio e la persuada a sedersi. I meriti ottenuti da questa persona saranno tali che quando rinascerà otterrà il posto dove siede Shakra, dove siede il re Brahma o dove siede un re saggio che fa girare la ruota. «Ajita, immagina una persona che si rivolga a un'altra dicendo: "Conosco un sutra che si chiama Sutra del Loto. Andiamo insieme ad ascoltarlo." E immagina che l'altra persona, ricevuto l'invito, vada e ascolti il sutra anche per un solo momento. I meriti della prima persona saranno tali che quando rinascerà si troverà nello stesso luogo dei bodhisattva che hanno ottenuto le dharani. Svilupperà grandi facoltà e saggezza. Per cento, mille, diecimila ere non sarà muto. La sua bocca non emanerà cattivo odore. La sua lingua non sarà mai malata e neppure la sua bocca. I suoi denti non saranno cariati o anneriti, né gialli o radi, non ne mancheranno, non cadranno né saranno storti o incurvati. Le sue labbra non saranno cadenti o arricciate, ruvide o screpolate, piagate, deformi o contorre, troppo spesse, troppo grandi, nere o macchiate o sgradevoli per una qualche ragione. Il suo naso non sarà troppo largo, piatto, storto o adunco. Il suo viso non sarà scuro, né lungo e sottile o incavato e storto. Non avrà un solo lineamento sgradevole a vedersi. Le sue labbra, la lingua e i denti saranno ben proporzionati. Il suo naso sarà affilato e alto, il viso rotondo e pieno, le sopracciglia alte e lunghe, la

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fronte ampia, liscia e ben fatta; egli sarà dotato di tutte le caratteristiche di un essere umano. In ogni esistenza in cui rinascerà vedrà il Budda, udrà la sua Legge e avrà fede nei suoi insegnamenti. «Ajita, osserva! Tanto grande è il merito che si guadagna anche soltanto incoraggiando una persona ad andare ad ascoltare la Legge. Quanto maggiori saranno allora i meriti di chi ascolta con mente concentrata, predica, legge e recita il sutra e in una grande assemblea compie distinzioni a beneficio della gente e pratica come insegna il sutra!» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se qualcuno nell'assemblea del Dharma è in grado di ascoltare questo sutra, anche solo un singolo verso, e con gioia lo predica ad altri e in questo modo l'insegnamento viene trasmesso fino a raggiungere la cinquantesima persona, i benefici ottenuti da quest'ultima persona saranno pari a quelli che ora descriverò. Immaginate un grande benefattore che distribuisca beni a moltitudini innumerevoli, e che lo faccia per ottanta interi anni, esaudendo i desideri di ogni persona. Osservando i segni della vecchiaia e del decadimento, i capelli bianchi e i volti rugosi, i denti mancanti, l'aspetto smagrito, pensa: "La loro morte non è lontana ora devo istruirli, affinché possano cogliere i frutti della via!" Immediatamente, avvalendosi a loro beneficio di un espediente, predica la vera Legge del nirvana: "Niente in questo mondo è durevole o stabile, ogni cosa è simile a una bolla, a schiuma, a un miraggio. Perciò voi tutti dovete affrettarvi a ripudiare tutto ciò e a distaccarvene!" Quando le persone odono questa Legge, riescono a diventare arhat

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dotati dei sei poteri sovrannaturali, dei tre tipi di comprensione e delle otto emancipazioni. Ma la cinquantesima persona che ascolta un verso [del Sutra del Loto] e ne gioisce ottiene benefici di gran lunga maggiori, che non possono essere descritti con similitudini o parabole. E se colui che ha ricevuto l'insegnamento ottiene benefici incommensurabili. quanto maggiori saranno quelli di chi, nell'assemblea del Dharma, ascolta per primo il sutra e risponde con gioia. Immaginate che qualcuno incoraggi un'altra persona, invitandola ad andare ad ascoltare il Loto, dicendo: "Questo sutra è profondo e meraviglioso, è raro incontrano anche in mille o diecimila kalpa!" E immaginate che la persona invitata vada ad ascoltare, anche se solo per un momento. I benefici ottenuti come ricompensa dalla prima persona li descriverò ora in dettaglio: vita dopo vita, non avrà malattie della bocca, denti mancanti, ingialliti o anneriti, labbra non grosse, incurvate o deformi, nessun lineamento repellente, la lingua non sarà asciutta, nera o troppo corta; il naso sarà affilato, lungo e diritto, la fronte spaziosa, liscia e ben fatta, il viso e gli occhi ben allineati ed espressivi, del tipo che la gente ammira, l'alito privo di cattivo odore, un aroma di fiori utpala esalerà continuamente dalla sua bocca.

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Immagina che una persona si rechi in un monastero espressamente per ascoltare il Sutra del Loto e che lo ascolti con gioia anche solo per un istante: ora descriverò i suoi benefici. Nelle esistenze a venire, fra esseri celesti e umani, otterrà meravigliosi elefanti, cavalli, carri, palanchini ornati di rari gioielli, e ascenderà ai palazzi celesti. Se nel luogo in cui viene esposta la Legge una persona incoraggia un'altra a sedere e ad ascoltare il sutra, in virtù dei meriti acquisiti otterrà il seggio di Shakra, di Brahma e di un re che gira la ruota. Quanto maggiori saranno se uno lo ascolta con mente concentrata, lo espone, ne chiarisce il significato, e lo pratica come il sutra insegna: i benefici di questa persona non conoscono limiti.

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XIX. I BENEFICI DEL MAESTRO DELLA LEGGE

A quel tempo il Budda disse al bodhisattva e mahasattva Diligenza Costante: «Se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo Sutra del Loto, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, tali persone otterranno gli ottocento benefici dell'occhio, i milleduecento benefici dell'orecchio, gli ottocento benefici del naso, i milleduecento benefici della lingua, gli ottocento benefici del corpo e milleduecento benefici della mente. Grazie a questi benefici adorneranno i sei organi di senso rendendoli puri. «Questi uomini e donne devoti, con i puri occhi naturali che hanno ricevuto dai genitori alla nascita, vedranno tutto ciò che esiste all'interno e al di fuori delle migliaia di milioni di mondi: le montagne e le foreste, i fiumi e i mari, giù in basso fino all'inferno Avichi e su in alto fino alla Sommità dell'Essere Vedranno gli esseri viventi che vi abitano; inoltre vedranno e comprenderanno tutte le cause e le condizioni create dalle loro azioni e le nascite che li attendono come frutto della retribuzione di docile azioni.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se nella grande assemblea qualcuno, senza paura, predica questo Sutra del Loto, ascoltate i benefici che riceverà! Tale persona otterrà gli ottocento mirabili benefici degli occhi. Come effetto di questi ornamenti i suoi occhi diverranno perfettamente puri. Con gli occhi ricevuti alla nascita dai genitori vedrà tutti i tremila mondi, le parti interne ed esterne, il loro Monte Meru, il Sumeru, le Montagne della Corona di Ferro e tutte le altre montagne e foreste, le acque dei grandi oceani, i fiumi e i ruscelli,

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giù in basso fino all'inferno Avichi, su in alto fino al cielo della Sommità dell'Essere. E là in mezzo vedrà tutti gli esseri viventi. Sebbene non abbia ancora ottenuto gli occhi celesti, tale sarà il potere dei suoi occhi naturali. «Inoltre, Diligenza Costante, se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo Sutra del Loto, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, essi otterranno milleduecento benefici dell'orecchio con i quali purificheranno le orecchie così da poter udire tutte le varietà di parole e suoni all'interno e all'esterno delle migliaia di milioni di mondi, giù in basso fino all'inferno Avichi e su in alto fino alla Sommità dell'Essere. Suoni di elefanti, di cavalli, di buoi, di carri; suoni di pianto, di lamento; suoni di conchiglie, di tamburi, di campane, di campanelli; suoni di risate, di discorsi, voci di uomini, voci di donne, voci di ragazzi, voci di ragazze; la voce della Legge, la voce che non è la Legge, voci tristi, voci allegre, voci di comuni mortali, voci di saggi, voci felici, voci infelici, voci di esseri celesti, voci di draghi, voci di yaksha, voci di gandharva, voci di asura, voci di garuda, voci di Kimnara, voci di maboraga; il suono del fuoco, il suono dell'acqua, il suono del vento; il suono degli abitanti dell'inferno, voci di bestie, voci di spiriti affamati, voci di monaci, voci di monache, voci di ascoltatori della voce, voci di pratyekabuddha, voci di bodhisattva e voci di Budda. In breve, sebbene la persona non abbia ancora ottenuto le orecchie celesti, con le orecchie pure e naturali che ha ricevuto alla nascita dai genitori sarà in grado di udire e comprendere tutte le voci all'interno e all'esterno delle migliaia di milioni di mondi. E sebbene possa così distinguere tutti i vari e diversi tipi di suoni e di voci, ciò non danneggerà le sue facoltà uditive.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi: Con le orecchie ricevute alla nascita dai genitori pure e prive di difetti o contaminazioni, con queste orecchie ordinarie si potranno udire i suoni dei tremila mondi, suoni di elefanti, cavalli, carri e buoi,

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suoni di campane, campanelli, conchiglie, tamburi, suoni di arpe e liuti, suoni di flauti e pifferi; il suono di un canto puro e bello lo si potrà udire senza nutrirvi attaccamento. Le innumerevoli varietà di voci umane potrà udirle e comprenderle tutte, E ancora potrà udire le voci degli esseri celesti, suoni di canti sottili e meravigliosi; e si potranno udire voci di uomini e donne, voci di fanciulli e fanciulle. In mezzo alle colline, ai fiumi e alle profonde vallate la voce del kalavinka, del jivakajivaka e di altri uccelli: udrà tutti questi suoni, Dalle tormentate moltitudini dell'inferno le urla delle loro sofferenze, i gemiti degli spiriti famelici tormentati da fame e sete nella loro ricerca di cibo e acqua, degli asura che vivono sulle spiagge del grande oceano allorché discorrono tra loro o emettono forti grida: colui che predica la Legge potrà dimorare sicuro in mezzo a tutto questo, udendo queste molte voci da lontano senza mai danneggiare le facoltà uditive. Nei mondi delle dieci direzioni quando animali e uccelli si chiamano a vicenda, questa persona che predica la Legge ode tutto ciò dal luogo in cui si trova. Nel cielo di Brahma e sopra di esso, il cielo del Suono Leggero, il cielo di Somma Purezza, e su fino al cielo della Sommità dell'Essere,

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i suoni delle voci che parlano là, il maestro della Legge, pur vivendo qui, potrà udirli tutti. Tutta la moltitudine dei monaci e tutte le monache, sia che leggano o recitino le scritture o che le predichino per il bene di altri: il maestro della Legge, pur vivendo qui, potrà udirli tutti. E quando vi sono bodhisattva che leggono e recitano il sutra o lo predicano per il bene di altri o scelgono dei brani e ne spiegano il significato, i suoni delle loro voci egli potrà udirli tutti. Quando i Budda, grandi saggi e venerabili, istruiscono e convertono gli esseri viventi in mezzo alla grande assemblea, esponendo e predicando la Legge sottile e meravigliosa, colui che sostiene il Sutra del Loto potrà udirli tutti. Tutti i suoni all'interno e al di fuori delle migliaia di milioni di mondi, giù in basso fino all'inferno Avichi, su in alto fino al cielo della Sommità dell'Essere: egli potrà udire tutti questi suoni senza mai danneggiare le facoltà uditive. Poiché queste facoltà delle sue orecchie sono tanto acute, egli potrà distinguere e comprendere tutti questi suoni. Colui che sostiene il Sutra del Loto, sebbene non abbia ancora ottenuto le orecchie celesti, usando soltanto le orecchie con cui è nato, godrà già di tali benefici.

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«Inoltre, Diligenza Costante, se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo sutra, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, essi otterranno ottocento benefici del naso, grazie ai quali purificheranno la facoltà dell'olfatto e saranno in grado di distinguere tutte le diverse varietà di profumi in alto e in basso, nelle parti interne ed esterne delle migliaia di milioni di mondi: il profumo dei fiori sumana, dei fiori jatika, dei fiori mallika, dei fiori champaka, dei fiori patala, dei fiori di loto rosso, dei fiori di loto blu, dei fiori di loto bianchi, il profumo degli alberi in fiore, degli alberi da frutta, del sandalo, dell'aloe, del tamalapatra e del tagara, di mille, diecimila miscele di incensi, di incensi in polvere, in tavolette o in pasta. Chi sostiene questo sutra, pur dimorando qui, sarà in grado di distinguere tutti questi profumi. «Inoltre saprà distinguere e identificare gli odori degli esseri viventi, degli elefanti, dei cavalli, dei buoi, delle pecore e così via, l'odore di un uomo, di una donna, di un fanciullo, di una fanciulla, e gli odori delle piante, degli alberi, dei cespugli e delle foreste. Vicini o lontani che siano, egli saprà riconoscere tutti questi odori e distinguerli l'uno dall'altro senza errori. «Chi sostiene questo sutra, sebbene viva qui, saprà anche distinguere gli odori dei diversi cieli sopra di lui. L’aroma degli alberi parijataka e kovidara, dei fiori di mandarava, dei fiori di grande mandarava, dei fiori di manjushaka, dei fiori di grande manjushaka, di sandalo, di aloe, delle diverse varietà di incensi in polvere e dell'incenso fatto con una miscela di fiori: di profumi celesti di questo tipo e dei profumi da cui questi sono derivati o miscelati, non ve ne sarà nessuno che egli non saprà distinguere e identificare. Egli saprà anche distinguere l'aroma dei corpi degli esseri celesti. Il profumo che emana Shakra Devanam Indra quando nel suo sontuoso palazzo si trastulla o soddisfa i cinque desideri o il profumo che emana allorché si trova nella Sala della Legge Meravigliosa e predica la Legge per gli esseri celesti di Trayastrimsha o il profumo che emana quando cammina per diletto nei suoi giardini, così come il profumo dei corpi degli altri esseri celesti maschi e femmine: tutti questi egli li saprà distinguere anche da lontano. «Così, estendendo le sue facoltà fino al cielo di Brahma e anche più in alto, fino al cielo della Sommità dell'Essere, distinguerà i profumi di

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tutti i corpi degli esseri celesti, e distinguerà anche gli incensi bruciati dagli esseri celesti. E anche il profumo degli ascoltatori della voce, dei pratyekabuddha dei bodhisattva e dei corpi dei Budda: tutti questi li riconoscerà anche da lontano e saprà dove si trovino questi esseri. Tuttavia, sebbene egli sappia distinguere tutti questi aromi, le sue facoltà olfattive non saranno danneggiate o disturbate. Se egli desiderasse descrivere le differenze dei profumi a qualche altra persona, le ricorderà senza errore.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: La purezza del naso di questa persona sarà tale che da un capo all'altro del mondo sarà in grado di sentire e identificare ogni tipo di odore, gradevole o cattivo, fiori di sumana e jatika, di tamalapatra e sandalo, il profumo dell'aloe e della cassia, il profumo di diversi fiori e frutti. Riconoscerà il profumo degli esseri viventi, l'odore degli uomini e delle donne. Pur dimorando lontano, il predicatore della Legge, sentendone l'odore, saprà dove si trovano, Potenti re che fanno girare la ruota, re minori che fanno girare la ruota e i loro figli, i loro ministri e i servitori di palazzo: riconoscendone l'odore, saprà dove si trovano. Gemme preziose che ornano il corpo, forzieri di tesori celati sotto terra, dame ingioiellate dei re che fanno girare la ruota: ne riconoscerà l'odore e saprà dove si trovano, Paramenti che ornano i corpi delle persone, abiti e collane, i vari profumi che si applicano: riconoscendoli saprà dove si trova chi li indossa. Se gli esseri celesti camminano o siedono, se si divertono o compiono magiche trasformazioni,

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il sostenitore del Loto distinguendo il loro odore saprà tutto ciò. Dal profumo dei vari fiori e frutti e dall'aroma del burro raffinato il sostenitore del sutra, pur vivendo qui, saprà dove ognuno di essi si trovi. Nel profondo delle montagne, in luoghi erti dove sbocciano i fiori di sandalo e vivono gli esseri viventi: riconoscendone l'odore egli saprà tutto ciò. Esseri viventi sulle Montagne della Corona di Ferro, nei grandi oceani o sulla terraferma: il sostenitore del sutra distinguendone l'odore sa dove si trovi ciascuno. Quando asura maschi e femmine e i loro seguaci combattono tra loro o si divertono, egli, riconoscendone l'odore, saprà tutto ciò. Nelle ampie pianure, in luoghi angusti, leoni, elefanti, tigri, lupi, bufali e bufali indiani: riconoscendo i loro odori saprà dove siano. Quando una donna è gravida e nessuno sa predire se il figlio sarà maschio o femmina, se mancherà di normali facoltà o sarà inumano, riconoscendo l'odore saprà tutto ciò. E grazie al potere di riconoscere gli odori saprà quando una donna è rimasta incinta, se la gravidanza avrà buon esito o no, se ella partorirà senza problemi un figlio sano. Grazie al potere di riconoscere gli odori conoscerà i pensieri di uomini e donne, se le loro menti sono avide, stupide o colleriche, e saprà se stanno praticando bene. Mucchi di tesori nascosti sorto terra,

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oro, argento e gioielli posti in vasi di bronzo: riconoscendo l'odore potrà dire dove si trovino. Vari tipi di collane il cui valore non può essere stimato: dall'odore saprà se siano o no oggetti preziosi, da dove provengano e dove si trovino adesso. Fiori nell'alto dei cieli mandarava, manjushaka, alberi parijataka: distinguendo il loro profumo, li riconoscerà. I palazzi nell'alto dei cieli, distinti nei livelli superiore, medio e inferiore, adorni di numerosi fiori preziosi: distinguendo il loro profumo, li riconoscerà. I giardini celesti e i boschetti, le sontuose dimore, gli osservatori, la Sala della Legge Meravigliosa, e coloro che vi si deliziano: distinguendo il loro profumo, li riconoscerà. Gli esseri celesti mentre ascoltano la Legge o si abbandonano ai cinque desideri andando e venendo, camminando, seduti o sdraiati: distinguendo il loro profumo, li riconoscerà. Le vesti indossate dalle dee ornate di amabili fiori e profumi quando volteggiano felici, distinguendone il profumo, le riconoscerà. Così, estendendo le sue facoltà in alto verso il cielo di Brahma, distinguendone il profumo, riconoscerà tutti coloro che si immergono in meditazione o se ne destano. Nei cieli Suono Leggero e Somma Purezza su in allo fino al cielo Sommità dell'Essere, chi vi è appena asceso e chi ne discende: distinguendone il profumo, li riconoscerà.

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La moltitudine di monaci sempre diligenti nella Legge, sia che siedano o che camminino intorno, che leggano o recitino il sutra, o che sotto gli alberi della foresta si concentrino in medicazione: il sostenitore del sutra riconosce il loro odore e sa dove si trovi ciascuno. Bodhisattva di volontà ferma e risoluta, assisi in meditazione, intenti a leggere i sutra o a predicare agli altri la Legge: distinguendone il profumo, li riconoscerà. Gli Onorati dal Mondo presenti in ogni direzione, riveriti e rispettati da tutti, che, mossi da pietà per la moltitudine, predicano la Legge: distinguendone il profumo, li riconoscerà. Esseri viventi che in presenza del Budda ascoltano il sutra e ne gioiscono, che praticano come prescrive la Legge: distinguendone il profumo, li riconoscerà. Sebbene non abbia ancora, come un bodhisattva, acquisito l'olfatto senza errore della Legge, il sostenitore del sutra ancor prima acquisirà un olfatto con tutte le caratteristiche descritte. «Inoltre, Diligenza Costante, se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo sutra, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, essi otterranno i milleduecento benefici della lingua. Le cose che hanno un sapore gradevole o pessimo buono o cattivo, le cose che hanno sapore amaro o astringente, a contatto con la lingua di questa persona si trasformeranno tutte assumendo un gusto ottimo, gradevole quanto la dolce rugiada celeste; non ve ne sarà alcuna che non sia gradevole. «Se, dotato di queste facoltà della lingua, si impegnerà a spiegare e predicare in mezzo alla moltitudine emetterà una voce profonda e

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meravigliosa, capace di toccare il cuore e di produrre gioia e piacere in tutti coloro che ascoltano. I figli e le figlie del cielo, Shakra, Brahma e gli altri esseri celesti, quando odono il suono della sua voce profonda e meravigliosa predicare esponendo gli argomenti punto per punto, si radunano tutti per ascoltare. Anche i draghi e le figlie dei draghi, gli yaksha e le figlie degli yaksha, i gandharva e le figlie dei gandharva, gli asura e le figlie degli asura, i garuda e le figlie dei garuda, i kimnara e le figlie dei kimnara, i mahoraga e le figlie dei mahoraga si riuniranno tutti per ascoltare la Legge, lo riveriranno e gli faranno offerte. Monaci, monache, laici e laiche, sovrani, principi, ministri con il loro seguito, piccoli e grandi re che fanno girare la ruota con i loro sette tesori e migliaia di figli e il loro seguito interno ed esterno, saliranno nei loro palazzi e si riuniranno per ascoltare la Legge. «Dato che questo bodhisattva è tanto abile nella predicazione della Legge, i Brahmani, i capifamiglia e tutti gli abitanti del paese lo seguiranno per tutta la vita, lo serviranno e gli tributeranno offerte, Gli ascoltatori della voce, i pratyekabuddha, i bodhisattva e i Budda gioiranno costantemente nel vederlo. Ovunque questa persona si trovi, i Budda si volgeranno nella sua direzione quando predicano la Legge ed egli sarà in grado di abbracciare e sostenere tutte le dottrine del Budda. Inoltre potrà emettere il profondo e meraviglioso suono della Legge.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Le facoltà della lingua di costui saranno tanto Pure, che egli non sentirà mai alcun gusto sgradevole e tutto ciò che mangerà diverrà come dolce rugiada. Con la sua voce pura, profonda e meravigliosa predicherà la Legge alla grande assemblea, avvalendosi di cause, condizioni e similitudini per istruire e guidare le menti degli esseri viventi. Tutti coloro che lo udranno gioiranno e gli offriranno i doni più preziosi. Esseri celesti, draghi, yaksha, e così gli asura e tutti gli altri

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gli si avvicineranno con mente rispettosa e si riuniranno per ascoltare la Legge. Se questo predicatore della Legge vorrà usare la sua voce meravigliosa per riempire i tremila mondi, potrà farlo a suo piacimento. Grandi e piccoli re che fanno girare la ruota e le loro migliaia di figli e seguaci giungeranno le mani rispettosamente e verranno assiduamente per udire e ricevere la Legge. Esseri celesti, draghi, yaksha, rakshasa e pishacha anch'essi, con menti gioiose, saranno sempre felici di venire a portare offerte. Il re celeste Brahma, il re dei demoni, gli dei Libertà e Grande Libertà tutta la moltitudine di esseri celesti verranno costantemente là ove egli si trova. I Budda e i loro discepoli, udendolo predicare la Legge, lo terranno sempre in mente e lo proteggeranno e a volte appariranno per lui. «Inoltre, Diligenza Costante, se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo sutra, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, essi otterranno ottocento benefici del corpo. Otterranno corpi puri, come i puri lapislazzuli, tali da deliziare la vista degli esseri viventi. Grazie alla purezza dei loro corpi, quando gli esseri viventi delle migliaia di milioni di mondi nascono o muoiono, sia in regioni superiori sia in regioni inferiori, sia in circostanze favorevoli sia contrarie, sia in luoghi buoni sia cattivi, essi si rifletteranno tutti [in questi corpi]. i re delle Montagne della Corona di Ferro, delle Montagne della Grande Corona di Ferro, del Monte Meru e del Mahameru, come pure gli esseri viventi che si trovano nel mezzo, vi si rifletteranno tutti. Giù fino all'inferno Avichi, su fino alla Sommità dell'Essere, tutte le regioni e gli esseri viventi vi si rifletteranno. Gli ascoltatori della voce, i pratyekabuddha, i

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bodhisattva, i Budda che predicano la Legge: le forme e le sagome di tutti costoro si rifletteranno nei loro corpi.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Se una persona sostiene il Sutra del Loto il suo corpo diverrà purissimo, come puro lapislazzuli: tutti gli esseri viventi gioiranno nel vederlo. E sarà come uno specchio puro e splendente in cui si riflettono tutte le forme e le immagini. Il bodhisattva nel suo corpo puro vedrà tutto ciò che vi è nel mondo; lui solo vedrà chiaramente ciò che non è visibile ad altri. Nei tremila mondi la massa delle creature, dèi, uomini, asura, abitanti dell'inferno, spiriti, animali: le loro forme e immagini, si rifletteranno tutte nel suo corpo. I palazzi dei diversi cieli su lino alla Sommità dell'Essere, le Montagne della Corona di Ferro, i Monti Meru e Mahameru, i grandi mari e le altre acque: tutto si rifletterà nel suo corpo. I Budda e gli ascoltatori della voce, i figli dei Budda e i bodhisattva, da soli o che predicano la Legge alla moltitudine, tutti si rifletteranno. Sebbene questa persona non abbia ancora acquisito il perfetto e meraviglioso corpo del Dharma, grazie alla purezza del suo corpo naturale tutte le cose si rifletteranno in esso. «Inoltre, Diligenza Costante, se uomini o donne devoti accettano e sostengono questo sutra, se lo leggono, lo recitano, lo spiegano e lo predicano o lo trascrivono, essi otterranno i milleduecento benefici

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della mente. Grazie alla purezza delle loro facoltà mentali, udendo anche un solo vers o una frase [del sutra] avranno una perfetta conoscenza di un innumerevole e illimitato numero di principi. E una volta che avranno compreso questi principi, saranno in grado di predicare su quella sola frase o quel solo verso per un mese, per quattro mesi, o per un anno intero e le dottrine che essi predicheranno saranno conformi al significato dei principi e mai contrarie alla vera realtà. «Se capitasse loro di esporre qualche testo del mondo secolare o di parlare di questioni di governo o di cose legate alla salute e alle condizioni di vita, saranno sempre in accordo con la Legge corretta. A proposito degli esseri viventi nei sei regni dell'esistenza che dimorano nelle migliaia di milioni di mondi, essi comprenderanno come funzionino le loro menti, come agiscano, quali vane teorie essi coltivino. «Così, sebbene non abbiano ancora acquisito la saggezza priva di difetti, la purezza delle loro menti sarà tale che i loro pensieri, le loro valutazioni, le loro supposizioni e le parole che pronunciano, tutto sarà sempre espressione della Legge del Budda; non si discosterà mai dalla verità e si conformerà a ciò che era stato predicato nei sutra dei Budda precedenti.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: Le menti di queste persone saranno pure, limpide, acute, prive di difetti e contaminazioni. Grazie a queste meravigliose facoltà mentali esse comprenderanno la Legge superiore, media e inferiore. Udendo anche un singolo verso comprenderanno perfettamente innumerevoli principi e potranno predicarli gradualmente in accordo con la Legge, per un mese, quattro mesi, un anno. Tutti gli esseri viventi all'interno o al di fuori di questo mondo, gli esseri celesti, i draghi, gli umani, gli yaksha, gli spiriti, coloro che si trovano nei sei regni dell'esistenza e tutti i loro diversi pensieri:

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come ricompensa per aver sostenuto il Sutra del Loto, esse conosceranno tutto ciò in un istante! Gli innumerevoli Budda delle dieci direzioni, ornati dei cento segni di fortuna, che predicano la Legge per amore degli esseri viventi: udendola, esse potranno abbracciarla e sostenerla. Mediteranno su innumerevoli principi, predicheranno la Legge in un incalcolabile numero di modi, tuttavia, dall'inizio alla fine, non commetteranno dimenticanze né errori, perché sostengono il Sutra del Loto. Conoscendo le caratteristiche di tutti i fenomeni, ne discerneranno la successione secondo i principi, e padroneggiando nomi e parole esporranno e spiegheranno le cose come le hanno comprese. Ciò che queste persone predicano è la Legge di Budda precedenti, e, poiché esse espongono questa Legge, non provano alcun timore davanti all'assemblea. Tale è la purezza delle facoltà mentali di chi sostiene il Sutra del Loto. Sebbene non si siano ancora liberate dalle illusioni, avranno già tali caratteristiche. Fintanto che queste persone sosterranno questo Sutra, dimoreranno sicure in una terra rara, da tutti gli esseri viventi apprezzate, amate e rispettate, capaci di impiegare mille, diecimila varietà di parole adatte e opportune per compiere distinzioni, esporre e predicare: questo perché sostengono il Sutra del Loto.

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XX. IL BODHISATTVA MAI SPREZZANTE

A quel tempo il Budda disse al bodhisattva e mahasattva Dotato di Grande Autorità: «Sappi ora che chi insulta, calunnia o parla male di un monaco, una monaca, un laico o una laica che sostiene il Sutra del Loro, soffrirà di severe retribuzioni per la sua colpa, come ho già spiegato. Ho anche già spiegato i benefici che ottengono coloro che sostengono il sutra, in particolare la purificazione degli occhi, delle orecchie, del naso, della lingua, del corpo e della mente. «Dotato di Grande Autorità, molto tempo fa, un numero sconfinato, illimitato, inconcepibile di asamkhya di kalpa, c'era un Budda chiamato Tathagata Re Suono Maestoso, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Il suo kalpa si chiamava Libero dal Declino e la sua terra si chiamava Grande Compimento. «Questo Budda Re Suono Maestoso durante l'epoca in cui visse predicò la Legge agli dei, agli uomini e agli asura, A coloro che aspiravano a diventare ascoltatori della voce rispondeva predicando la Legge delle quattro nobili verità, in modo che potessero trascendere la nascita, l' invecchiamento la malattia e la morte e infine conseguire il nirvana. A coloro che aspiravano a diventare pratyekabuddha rispondeva predicando la Legge della dodecupla catena di causalità. Per condurre i bodhisattva all'anuttara-samyak-sambodhi, rispondeva predicando la Legge delle sei paramita così che potessero conseguire la saggezza del Budda. «Dotato di Grande Autorità, la vita di questo Budda Re Suono Maestoso aveva una durata di kalpa pari a quattrocentomila milioni di nayuta di sabbie del Gange. La sua Legge corretta durò nel mondo tanti kalpa quante sono le particelle di polvere in un Jambudvipa. La sua Legge formale durò nel mondo tanti kalpa quante sono le particelle di polvere nei quattro continenti. Dopo che questo Budda ebbe terminato di recare grandi benefici agli esseri viventi, si estinse. «Dopo che la sua Legge corretta e la sua Legge formale giunsero al termine, in quella stessa terra apparve un altro Budda. Anch'egli si

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chiamava Tathagata Re Suono Maestoso, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Questo processo continuò finché uno dopo l'altro non furono apparsi ventimila milioni di Budda, tutti con lo stesso nome, «Dopo l'estinzione dell'originale Tathagata Re Suono Maestoso e dopo il compimento della sua Legge corretta, nel periodo della Legge formale c'erano monaci estremamente arroganti che godevano di grande autorità e potere. A quel tempo vi era un bodhisattva, il monaco chiamato Mai Sprezzante. Ora, Dotato di Grande Autorità, per quale ragione si chiamava Mai Sprezzante? Questo monaco, qualsiasi persona gli capitasse di incontrare, fosse un monaco, una monaca, un laico o una laica, si inchinava rispettosamente davanti a tutti costoro e pronunciava parole di lode, dicendo: "Nutro per voi un profondo rispetto; non oserei mai trattarvi con disprezzo o arroganza. Perché? Perché voi tutti state praticando la via del bodhisattva e conseguirete certamente la Buddità," «Questo monaco non si dedicava a leggere o a declamare le scritture, ma se ne andava in giro semplicemente inchinandosi davanti alla gente. Se gli accadeva di vedere da lontano persone appartenenti alle quattro categorie di credenti, si avvicinava di proposito, si inchinava e li lodava dicendo: "Non oserei mai disprezzarvi, perché voi tutti conseguirete certamente la Buddità!" «Tra le quattro categorie di credenti ve ne erano alcuni, collerici e dalla mente impura, che parlavano male di lui e lo insultavano dicendo: "Da dove viene questo monaco ignorante che pretende di dichiarare che non ci disprezza e ci predice che conseguiremo la Buddità? Non sappiamo che farcene delle sue predizioni false e irresponsabili" «Trascorsero così molti anni, durante i quali questo monaco subì di continuo maledizioni e ingiurie. Tuttavia egli non si lasciava prendere dalla collera e ripeteva ogni volta le stesse parole: "Voi conseguirete certamente la Buddità!" Quando parlava così alcuni del gruppo afferravano dei bastoni, delle tegole o delle pietre per colpirlo e percuoterlo. Lui allora correva via e da lontano continuava a esclamare ad alta voce: "Non oserei mai disprezzarvi, perché voi tutti

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certamente conseguirete la Buddità!" E dato che ripeteva sempre queste parole, i monaci, le monache, i laici e le laiche arroganti lo soprannominarono Mai Sprezzante. «Quando questo monaco fu sul punto di morire, udì dall'alto del ciclo ventimila, diecimila, un milione di versi del Sutra del Loto, che in precedenza era stato predicato dal Budda Re Suono Maestoso, e fu in grado di accettarli e sostenerli tutti. Immediatamente ottenne la purezza della vista, dell'udito, dell'olfatto, del gusto, del corpo e della mente che ho descritto prima. Avendo ottenuto la purezza dei sei sensi, la durata della sua vita si allungò di duecentodiecimila milioni di nayuta di anni ed egli andò in lungo e in largo predicando diffusamente il Sutra del Loto per la gente. «A quel tempo, allorché le quattro categorie di credenti arroganti, i monaci, le monache, i laici e le laiche che lo avevano deriso e lo avevano soprannominato Mai Sprezzante, videro che egli aveva ottenuto grandi poteri sovrannaturali, il potere di predicare in modo gradevole ed eloquente, il potere di una profonda bontà e serenità, e udirono la sua predicazione, presero fede in lui e volontariamente si fecero suoi fedeli seguaci. «Questo bodhisattva convertì una moltitudine di migliaia, decine di migliaia, un milione, facendoli dimorare nella condizione dell'anuttara-samyak-sambodhi. Dopo che la sua vita fu giunta al termine, egli poté incontrare duemila milioni di Budda, tutti chiamati Splendore del Sole e della Luna e durante la loro Legge predicò questo Sutra del Loto. Grazie alle cause e alle condizioni così formate, egli poté anche incontrare duemila milioni di Budda chiamati tutti con lo stesso nome Re Lampada Libera delle Nuvole. Durante la Legge di questi Budda egli accettò, sostenne, lesse, recitò e predicò questo sutra per le quattro categorie di credenti. Per questa ragione poté ottenere la purificazione dei suoi occhi naturali e altrettanto pure divennero le facoltà dell'udito, dell'olfatto, del gusto, del corpo e della mente. Egli predicò la Legge davanti alle quattro categorie di credenti senza il minimo timore. «Dotato di Grande Autorità, questo bodhisattva e mahasattva Mai Sprezzante poté così porgere offerte a un vasto numero di Budda, riverirli, onorarli e lodarli. Dopo aver piantato queste buone radici, successivamente riuscì a incontrare mille, diecimila, un milione di

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Budda e, durante la Legge di questi Budda, predicò questo sutra, ottenendo meriti che gli permisero di conseguire la Buddità. «Dotato di Grande Autorità, che ne pensi? Il bodhisattva Mai Sprezzante che visse in quell'epoca - potrebbe esserti sconosciuto? In effetti non è altri che me stesso! Se nelle mie vite precedenti non avessi accettato, sostenuto, letto e recitato questo sutra, e non lo avessi predicato agli altri, non sarei mai stato in grado di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi tanto rapidamente. Poiché sotto quei Budda precedenti io accettai, sostenni, lessi e recitai questo sutra e lo predicai agli altri, sono stato in grado di conseguire rapidamente l'anuttara-samyak-sambodhi. «Dotato di Grande Autorità, le quattro categorie di credenti di quel tempo, monaci, monache, laici e laiche, poiché con la mente sconvolta dalla collera mi disprezzarono e denigrarono, non poterono incontrare un Budda, ascoltare la Legge o vedere la comunità dei monaci per duecento milioni di kalpa. Per mille kalpa subirono le grandi sofferenze dell'inferno Avichi. Dopo aver finito di espiare le loro offese, incontrarono nuovamente il bodhisattva Mai Sprezzante, che li istruì sull'anuttara-samyak-sambodhi. «Dotato di Grande Autorità, che ne pensi? Le quattro categorie di credenti che a quel tempo disprezzarono continuamente questo bodhisattva - potrebbero esserti sconosciute? Esse si trovano ora in questa assemblea: Bhadrapala e il seguito di cinquecento bodhisattva; Luna Leonina e il suo seguito di cinquecento monache; Pensiero del Budda e il suo seguito di cinquecento laici elle hanno raggiunto tutti la condizione da cui non regrediranno mai più nella loro ricerca dell 'anuttara-samyak-sambodhi! «Dotato di Grande Autorità, sappi che questo Sutra del Loto reca molti benefici ai bodhisattva e ai mahasattva, facendoli giungere all'anuttara-samyak-sambodhi. Per questa ragione, dopo l'estinzione del Tathagata, i bodhisattva e i mahasattva dovrebbero sempre accettare, sostenere, leggere, recitare, spiegare, predicare e trascrivere questo sutra.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo: In passato ci fu un Budda chiamato Re Suono Maestoso,

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dotato di poteri e di saggezza sconfinati, guida e maestro di tutti. Dèi e uomini, draghi, spiriti si univano nel tributargli offerte. Dopo l'estinzione di questo Budda, quando anche la sua Legge era sul punto di estinguersi, visse un bodhisattva chiamato Mai Sprezzante. Le quattro categorie di credenti a quel tempo studiavano e aderivano alla Legge. Il bodhisattva Mai Sprezzante si recava dove essi erano e diceva loro: "Non vi disprezzerò mai, poiché state praticando la via; voi tutti diverrete Budda!" Quando le persone lo udivano, lo schernivano, lo maledicevano e lo insultavano, ma il bodhisattva Mai Sprezzante sopportava tutto con pazienza. Quando le sue colpe furono espiate e la sua vita stava per giungere alla fine, egli poté udire questo sutra e le sue sei facoltà vennero purificate. Grazie ai suoi poteri sovrannaturali la durata della sua vita si allungò e, a beneficio degli altri, predicò questo sutra in lungo e in largo. Tutti coloro che seguivano la Legge furono istruiti e convertiti da questo bodhisattva, che permise loro di vivere nella via del Budda. Quando la vita di Mai Sprezzante finì, egli incontrò innumerevoli Budda e, poiché aveva predicato questo sutra, poté ottenere felicità illimitata.

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A poco a poco acquisì meriti e completò rapidamente la via del Budda. Mai Sprezzante che visse a quei tempo altri non era che me. Le quattro categorie di credenti che allora aderivano alla Legge e udirono Mai Sprezzante dire: "Voi diverrete Budda!" e che, grazie alle cause così formate, incontrarono Budda innumerevoli sono un gruppo di cinquecento bodhisateva, presenti in questa assemblea, e sono anche le quattro categorie di credenti, gli uomini e le donne di fede pura che adesso, al mio cospetto, ascoltano la Legge. Nelle esistenze precedenti io incoraggiai queste persone ad ascoltare e ad accettare questo sutra, la suprema Legge, lo rivelai istruendo le persone e facendole dimorare nel nirvana. Così, era dopo era, accettarono e sostennero scritture come questa. Diecimila milioni di milioni di kalpa, un periodo di tempo inimmaginabile trascorrerà prima che finalmente qualcuno possa udire questo Sutra del Loto. Diecimila milioni di milioni di kalpa, un periodo di tempo inimmaginabile trascorrerà prima che i Budda, gli Onorati dal Mondo, predichino questo sutra. Perciò coloro che lo praticano, dopo l'estinzione del Budda, se odono un sutra come questo, non nutrano il minimo dubbio o perplessità, ma con tutto il cuore

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predichino questo sutra in lungo e in largo, per incontrare i Budda era dopo era e completare rapidamente la via del Budda.

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XXI. POTERI SOVRANNNATURALI DEL TATHAGATA A quel tempo i bodhisattva e i mahasattva che erano emersi dalla terra numerosi come particelle di polvere di mille mondi, tutti, al cospetto del Budda, giunsero le mani devotamente, guardarono in alto con reverenza verso il volto dell'Onorato dal Mondo e dissero al Budda: «Onorato dal Mondo, dopo l'estinzione del Budda, nelle terre ove sono presenti le emanazioni dell'Onorato dal Mondo e nel luogo in cui il Budda si è estinto noi predicheremo sicuramente questo sutra in ogni direzione, Perché? Perché anche noi desideriamo ottenere questa grande Legge, vera e pura, accettarla, sostenerla, leggerla, recitarla, predicarla, trascriverla e farle offerte,» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, alla presenza di Manjushri e degli altri innumerevoli bodhisattva e mahasattva, centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, che vivevano da tempo remoto nel mondo di saha, e dei monaci, delle monache, dei laici, delle laiche, degli esseri celesti, dei draghi, degli yaksha, dei gandharva, degli asura, dei garuda, dei kimnara, dei mahoraga, degli esseri umani e non umani, alla presenza di tutti costoro manifestò i suoi grandi poteri sovrannaturali. Estese in alto la sua lunga e larga lingua fino a raggiungere il cielo di Brahma e da ogni poro emise innumerevoli raggi di ogni colore, che illuminarono tutti i mondi nelle dieci direzioni. Gli altri Budda seduti sui troni di leone sotto i numerosi alberi ingioiellati, fecero lo stesso: estesero le lunghe e larghe lingue ed emisero innumerevoli raggi di luce. Mentre il Budda Shakyamuni e gli altri Budda sotto gli alberi ingioiellati manifestavano i loro poteri sovrannaturali, trascorsero centomila anni. Dopo che ebbero ritratto la lingua, tossirono all'unisono e fecero schioccare le dita. Questi due suoni si diffusero in tutti i mondi di Budda nelle dieci direzioni e in ognuno la terra tremò, scuotendosi in sei modi diversi. Gli esseri viventi che erano in questi mondi, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani, grazie ai poteri sovrannaturali del Budda, videro nel mondo di saha innumerevoli, illimitate centinaia, migliaia, miriadi, milioni di Budda seduti su troni di leone sotto alberi ingioiellati e videro anche il Budda Shakyamuni seduto accanto al

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Tathagata Molti Tesori sul trono di leone nella torre preziosa. Inoltre essi videro innumerevoli, illimitate centinaia, migliaia, miriadi, milioni di bodhisattva e mahasattva e le quattro categorie di credenti che circondavano riverenti il Budda Shakyamuni. Quando ebbero visto queste cose, furono colmi di grande gioia, avendo ottenuto di assistere a un evento senza precedenti. A quel tempo gli esseri celesti nell'alto del cielo gridarono con voci possenti: «Al di là di queste innumerevoli, illimitate centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di mondi c'è una terra chiamata saha: vi risiede un Budda chiamato Shakyamuni. Ora egli sta predicando a beneficio dei bodhisattva e dei mahasattva un sutra del Grande Veicolo chiamato il Loto della Legge Meravigliosa, una Legge per istruire i bodhisattva, una Legge protetta e custodita nel cuore dai Budda. Dovete rallegrarvi dal profondo del cuore, rendere omaggio e fare offerte al Budda Shakyamuni!» Allorché i diversi esseri viventi udirono le voci nel cielo, giunsero le mani, volsero lo sguardo verso il mondo di saha e pronunciarono queste parole: «Salve, Budda Shakyamuni! Salve, Budda Shakyamuni!» Poi presero diverse varietà di fiori, incenso, collane, stendardi e baldacchini, come pure gioielli rari e altri oggetti meravigliosi che ornavano le loro persone, e tutti insieme li gettarono lontano verso il mondo di saha. Gli oggetti così sparsi si riversarono dalle dieci direzioni come nuvole che si accumulano. Indi si trasformarono in una renda ingioiellata che ricoprì completamente la zona ove si trovavano i Budda. Allora i mondi nelle dieci direzioni comunicarono tra loro senza interruzione come se fossero un'unica terra del Budda. A quel tempo il Budda si rivolse a Pratiche Superiori e agli altri bodhisattva della grande assemblea dicendo: «I poteri sovrannaturali dei Budda, come avete visto, sono incommensurabili, illimitati, inimmaginabili. Se con i miei poteri sovrannaturali, per innumerevoli, illimitate centinaia, migliaia, miriadi, milioni di asamkhya di kalpa, descrivessi i meriti di questo sutra allo scopo di assicurarne la trasmissione. non potrei mai arrivare alla fine. Per spiegare in breve, tutte le dottrine possedute dal Tathagata, tutti i poteri di cui il Tathagata si avvale liberamente, tutti i segreti tesori fondamentali del

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Tathagata, tutte le più profonde questioni del Tathagata, tutto questo è dichiarato, rivelato e chiaramente spiegato in questo sutra. «Per questa ragione, dopo l'estinzione del Tathagata, voi con tutto il cuore dovete accettarlo, sostenerlo, leggerlo, recitarlo, esporlo, predicarlo, trascriverlo e praticarlo come ho insegnato. In una qualsiasi delle diverse terre, ovunque vi siano coloro che accettano, sostengono, leggono, recitano, espongono, predicano e trascrivono o praticano come ho insegnato, e ovunque i rotoli dei sutra vengano custoditi, sia in un giardino, in una foresta, sotto un albero, in un monastero, nella dimora di laici vestiti di bianco, nei palazzi, in vallate montane, sia in luoghi selvaggi e deserti, in uno qualsiasi di questi luoghi bisognerebbe erigere torri e fare offerte. Perché? Sappiate che tali posti sono i luoghi della pratica religiosa. In tali luoghi i Budda hanno conseguito l'anuttara-samyak-sambodhi, in tali luoghi i Budda hanno messo in moto la ruota della Legge, in tali luoghi i Budda sono entrati nel parinirvana.» A quel tempo l'Onorato dal Mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo; I Budda, salvatori del mondo, dimorano nei loro grandi poteri sovrannaturali e, al fine di recare gioia agli esseri viventi, manifestano incalcolabili poteri sovrannaturali, Le loro lingue si ingono fino al cielo di Brahma, i loro corpi emettono raggi di luce innumerevoli. Per amore di coloro che ricercano la via del Budda mostrano queste cose che raramente si vedono. Il suono dei Budda che tossiscono, il suono delle loro dita che schioccano, viene udito in tutte le terre delle dieci direzioni e il suolo in tutte quelle terre sobbalza in sei modi. Poiché, dopo l'estinzione del Budda, vi sarà chi potrà sostenere questo sutra, i Budda ne gioiscono e manifestano incalcolabili poteri sovrannaturali. Poiché desiderano affidare questo sutra, lodano ed esaltano la persona che lo abbraccia e lo

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sostiene, e anche se lo facessero per kalpa innumerevoli non potrebbero esaurirne le lodi. I benefici ottenuti da tale persona sono illimitati e inesauribili, pari al cielo sconfinato nelle dieci direzioni al quale nessuno può opporre un limite. Chi è in grado di sostenere questo sutra in effetti mi ha già visto e così ha già visto il Budda Molti Tesori e i Budda che sono emanazioni del mio corpo. Ed egli mi vede anche oggi intento a istruire e convertire i bodhisattva. Chi è in grado di sostenere questo sutra è causa di enorme gioia per me, per le mie emanazioni e per il Budda Molti Tesori che è già estinto. I Budda presenti delle dieci direzioni, quelli delle epoche passate e future: egli vedrà anche costoro, farà loro delle offerte e sarà causa di enorme gioia anche per loro. segreti fondamentali della Legge conseguita dai Budda seduti nel luogo dell'illuminazione: chi è in grado di sostenere questo sutra li otterrà anch'egli ben presto. chi è in grado di sostenere questo sutra proverà piacere nell'esporre senza sosta i principi delle diverse dottrine, i loro nomi e le frasi, come il vento nei cielo aperto che si muove per ogni dove senza ostacolo. Dopo l'estinzione del Tathagata, questa persona conoscerà i sutra predicati dal Budda, le loro cause e condizioni, la sequenza corretta, e li predicherà fedelmente in accordo con i

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principi. Come la luce del sole e della luna può fugare oscurità e tenebre, così questa persona, mentre passa nel mondo, può liberare gli esseri viventi dall'oscurità, e condurre numeri sconfinati di bodhisattva a dimorare finalmente nell'unico veicolo. Perciò una persona saggia, udendo quanto profondi siano i benefici che si possono ottenere, dopo la mia estinzione dovrebbe abbracciare e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda.

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XXII. AFFIDAMENTO

A quel tempo il Budda Shakyamuni si alzò dal suo trono del Dharma e, manifestando i suoi poteri sovrannaturali, posò la mano destra sul capo degli innumerevoli bodhisattva e mahasattva pronunciando queste parole: «Per innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di kalpa ho praticato questa Legge dell'anuttara-samyak-sambodhi così difficile da conseguire. Ora l'affido a voi. Dovete propagare devotamente questa Legge e far sì che i suoi benefici si diffondano dappertutto.» Per tre volte egli passò la mano sul capo dei bodhisattva e dei mahasattva pronunciando queste parole: «Per innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di kalpa ho praticato questa Legge dell'anuttara-samyak-sambodhi così difficile da conseguire. Ora l'affido a voi. Dovere accettare, sostenere, leggere, recitare e propagare diffusamente questa Legge. così che ovunque tutti gli esseri viventi la odano e la comprendano. Perché? Perché il Tathagata è profondamente compassionevole e non risparmia la propria vita; perciò senza paura può concedere agli esseri viventi la saggezza del Budda, la saggezza del Tathagata, la sua saggezza che esiste di per sé. Il Tathagata è un grande dispensatore di doni per tutti gli esseri viventi. Da parte vostra dovete studiare e seguire la Legge del Tathagata, senza lesinare voi stessi. In epoche future, se vi saranno uomini o donne devoti che avranno fede nella saggezza del Tathagata, predicate ed esponete questo Sutra del Loto per loro, così che possano ascoltarlo e comprenderlo. In questo modo potrete far loro conseguire la saggezza del Budda. Se vi saranno esseri viventi che non vi credono e non l'accettano, utilizzate qualcuna delle altre profonde dottrine del Tathagata per istruirli, beneficarli e rallegrarli. Se farete tutto questo, allora avrete ripagato il debito di gratitudine che avete nei confronti dei Budda,» Quando i bodhisattva e i mahasattva ebbero udito il Budda pronunciate queste parole, sentirono tutti una grande gioia pervadere i loro corpi. Con rispetto ancora maggiore si inchinarono, piegarono il capo, giunsero le mani e, rivolti al Budda, esclamarono all'unisono: «Porteremo rispettosamente a compimento tutte queste cose, secondo

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il volere dell'Onorato dal Mondo. Preghiamo l'Onorato dal Mondo di non preoccuparsi al riguardo.» La moltitudine di bodhisattva e mahasattva ripeté queste parole tre volte, esclamando all'unisono: «Porteremo rispettosamente a compimento tutte queste cose, secondo l'ordine dell'Onorato dal Mondo. Perciò preghiamo l'Onorato dal Mondo di non preoccuparsi.» A quel tempo il Budda Shakyamuni fece tornare i Budda emanazioni del suo corpo, che erano giunti dalle dieci direzioni, alle loro terre d'origine dicendo: «Ciascuno di questi Budda può andare a suo piacimento. Anche la torre del Budda Molti Tesori ritorni dove stava prima.» Quando pronunciò queste parole, gli innumerevoli Budda, emanazioni delle dieci direzioni, seduti su troni di leone sotto alberi ingioiellati, così come il Budda Molti Tesori, insieme a Pratiche Superiori e alla grande moltitudine di illimitati asamkhya di bodhisattva, Shariputra e gli altri ascoltatori della voce, le quattro categorie di credenti, gli dèi e gli uomini, gli asura e gli altri esseri in tutti i mondi, udendo ciò che il Budda aveva detto, provarono una grande gioia.

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XXIII. PRECEDENTI VICENDE DEL BODHISATTVA RE DELLA MEDICINA

A quel tempo il bodhisattva Fiore Sovrano della Costellazione parlò al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, perché il bodhisattva Re della Medicina va e viene in questo mondo di saha? Onorato dal Mondo, il bodhisattva Re della Medicina ha portato a compimento alcune centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di pratiche difficili, di pratiche austere. Bene, Onorato dal Mondo, ti prego di darci una breve spiegazione. Gli esseri celesti, gli dei, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani, i bodhisattva che sono giunti da altre terre e la moltitudine di ascoltatori della voce saranno tutti lieti di ascoltarti.» A quel tempo il Budda si rivolse al bodhisattva Fiore Sovrano della Costellazione dicendo «Molti kalpa or sono, innumerevoli come le sabbie del Gange, visse un Budda chiamato Tathagata Pura e Splendente Virtù di Sole e Luna, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Questo Budda aveva ottanta milioni di grandi bodhisattva e mahasattva e una moltitudine di ascoltatori della voce pari alle sabbie di settantadue Gange. La durata della vita di questo Budda era di quarantaduemila kalpa e uguale era la durata della vita dei bodhisattva. Nella sua terra non c'erano donne, abitanti dell'inferno, spiriti affamati, bestie o asura e nessun tipo di afflizione. Il suolo era piano come il palmo di una mano, fatto di lapislazzuli e adorno di alberi ingioiellati. Era ricoperto da drappi ingioiellati e vi erano stendardi di fiori preziosi; urne e incensieri riccamente decorati riempivano tutta la terra. C'erano dei palchi ornati con i sette tesori, per ognuno dei quali c'era un albero posto alla distanza di un tiro d'arco dal palco. Sotto tutti questi alberi ingioiellati sedevano bodhisattva e ascoltatori della voce mentre su ogni palco ingioiellato stavano centinaia di milioni di dèi che

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suonavano strumenti celesti e cantavano inni di lode in omaggio al Budda. «A quel tempo per il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri, gli altri numerosi bodhisattva e la moltitudine di ascoltatori della voce il Budda predicò il Sutra del Loto. Questo bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri si dedicava con gioia alle pratiche austere. Durante la Legge predicata dal Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna si impegnò con diligenza e viaggiò per ogni dove ricercando unicamente la Buddità per un periodo di dodicimila anni. Dopo quel periodo fu in grado di ottenere la samadhi in cui si manifestano tutte le forme fisiche. Avendo ottenuto questa samadhi, il suo cuore si colmò di grande gioia ed egli pensò fra sé: "L'ottenimento della samadhi in cui si manifestano tutte le forme fisiche è dovuto interamente al fatto di aver udito il Sutra del Loto. Ora devo fare un'offerta al Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna e al Sutra del Loto!" «Immediatamente entrò nella samadhi e dal mezzo del cielo fece piovere fiori di mandarava e di grande mandarava e finissime particelle di legno di sandalo nero; cadendo come pioggia, essi riempirono tutto il cielo quasi fossero nubi. Egli fece anche piovere l'incenso del sandalo che cresce sulle spiagge meridionali. Sei tael di questo incenso valgono quanto il mondo di saha, Pece tutti questi doni come offerta al Budda. «Quando ebbe finito di porgere la sua offerta, si destò dalla samadhi e pensò dentro di sé: "Sebbene io mi sia avvalso dei miei poteri sovrannaturali per fare questa offerta al Budda, non è cosa tanto meritevole quanto l'offerta del mio corpo." «Quindi inghiottì diverse sostanze aromatiche, sandalo, kunduruka, turushka, prikka, aloe e gomma d'ambra e bevve anche olio essenziale di champaka e di altri fiori, per ben milleduecento anni. Quindi cosparse il corpo di olio profumato alla presenza del Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna, avvolse il proprio corpo in una preziosa veste celestiale, si unse il capo di olio profumato e, facendo appello ai suoi poteri sovrannaturali, si diede fuoco. Il bagliore si diffuse a grande distanza illuminando un numero di mondi pari alle sabbie di ottanta milioni di Gange. I Budda di questi mondi tutti insieme lo lodarono dicendo: 'Eccellente, eccellente, uomo devoto!

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Questa sì che è autentica dedizione! Questo è ciò che chiamiamo una vera offerta del Dharma al Tathagata. Si possono offrire fiori, incenso, ghirlande, incenso da bruciare, incenso in polvere o in pasta, stendardi e baldacchini di sete celesti insieme all'incenso di sandalo che cresce sulle spiagge meridionali, ma l'offerta di varie cose come queste non può eguagliare il tuo dono! Si può far dono di regni e città, della moglie e dei figli, ma non è possibile eguagliare il tuo dono! Uomo devoto, questo è ciò che si chiama il dono supremo. Fra tutte le offerte questa è la più preziosa, perché è l'offerta del Dharma ai Tathagata!" «Dopo aver pronunciato queste parole, tutti rimasero in silenzio. Il corpo del bodhisattva arse per milleduecento anni e, quando fu trascorso tutto questo tempo, si estinse completamente. «Il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri, dopo aver fatto questa offerta del Dharma e aver terminato la sua vita, rinacque nella terra del Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna, nella famiglia del re Pura Virtù. Sedendo a gambe incrociate nacque improvvisamente per trasformazione e subito, a beneficio del padre, si espresse in versi dicendo: Sappi, o grande re, che vagando in un'altra dimora ottenni immediatamente la samadhi di manifestare tutte le forme fisiche. Ho portato a termine i miei sforzi con grande diligenza e ho abbandonato il corpo che amavo. «Quando ebbe finito di declamare questi versi, disse al padre: "Il Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna è presente anche in questo momento, in precedenza io feci un'offerta a questo Budda e ottenni la dharani che mi consente di capire le parole di tutti gli esseri viventi. Inoltre ho udito questo Sutra del Loto con le sue otto centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta, kankara, vivara, akshobhya di versi. nota1-379

nota1-379 Kankara, estremamente grandi

vivara

e

akshobhya

esprimoni

numeri

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Grande re, ancora una volta devo fare un'offerta a questo Budda." «Dopo aver detto questo si sedette su un palco fatto di sette tesori, si sollevò in aria fino all'altezza di sette alberi di tala e, giunto nel luogo in cui si trovava il Budda, chinò il capo al suolo in segno di rispetto davanti ai piedi del Budda, unì le dieci unghie delle dita e pronunciò questi versi in lode del Budda: Che aspetto tanto raro e meraviglioso: i suoi raggi splendenti illuminano le dieci direzioni! In passato ti feci un'offerta e ora mi avvicino ancora una volta. «A quel tempo, dopo aver pronunciato queste parole, il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri disse al Budda: "Onorato dal Mondo, l'Onorato dal Mondo è tuttora presente nel mondo?" «Allora il Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna disse al bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri: "Uomo devoto, è giunto il tempo del mio nirvana. É giunto il tempo dell'estinzione. Puoi procurarmi un comodo giaciglio, poiché questa notte sarà il mio parinirvana." «Inoltre ordinò al bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri: "Uomo devoto, ora affido a te questa Legge del Budda. Ti affido inoltre i bodhisattva, i grandi discepoli e la Legge dell'anuttarasamyak-sambodhi, le migliaia di milioni di mondi ornati dei sette gioielli con i loro alberi ingioiellati e i palchi decorati e gli esseri celesti che li servono e li assistono: tutto questo trasmetto a te. Ti affido anche le reliquie del mio corpo che resteranno dopo che sarò estinto. Devi distribuirle in ogni dove e provvedere alle offerte in ogni direzione. Dovrai far erigere migliaia di torri [per custodirle] «Il Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna, dopo aver dato questi ordini al bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri, quella notte, nell'ultima vigilia della notte, entrò nel nirvana. «A quel tempo il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri, vedendo estinguersi il Budda, si turbò e si addolorò profondamente. Spinto dal grande amore per il Budda, preparò immediatamente una pira di sandalo di spiaggia e. offrendola in dono al corpo del Budda, lo cremò. Quando il fuoco si spense, raccolse le reliquie, apprestò

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ottantaquattromila urne ingioiellate e costruì ottantaquattromila torri alte quanto i tre mondi, con un pilastro centrale da cui pendevano drappi e stendardi e una moltitudine di preziose campane. «A quel tempo il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri pensò nuovamente dentro di sé: "Sebbene io abbia fatto tutte queste offerte, la mia mente non è ancora soddisfatta. Devo fare qualche altra offerta alle reliquie." «Quindi si rivolse agli altri bodhisattva e ai grandi discepoli, agli esseri celesti, ai draghi, agli yaksha e a tutti gli altri membri dell'assemblea, dicendo: Prestate la massima attenzione. Ora farò un'offerta alle reliquie del Budda Virtù Pura e Splendente di Sole e Luna." « Immediatamente dopo aver pronunciato queste parole, al cospetto delle ottantaquattromila torri fece l'offerta di dare fuoco alle sue braccia, ornate dei cento segni di fortuna, che arsero per settantaduemila anni. In questo modo risvegliò nelle innumerevoli moltitudini che. aspiravano a diventare ascoltatori della voce e in innumerevoli asamklya di persone il desiderio dell'anuttara-samyaksambodhi e permise loro di ottenere la samadhi di manifestare tutte le forme fisiche. «A quel tempo i bodhisattva, gli uomini, gli dèi, gli asura e tutti gli altri, vedendo che il bodhisattva si era arso le braccia, si addolorarono e dissero rattristati: "Questo bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri è il nostro maestro che ci sta istruendo e convertendo. Ora che ha bruciato le sue braccia, il suo corpo non è più integro!" «A quel tempo, in mezzo alla grande assemblea, il bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri fece questo voto: "Ho gettato via le mie braccia. Sicuramente conseguirò l'aureo corpo di un Budda. Se tutto questo è vero e non falso, possano le mie due braccia tornare a essere come prima!" «Quando ebbe finito di pronunciare questo voto, le sue braccia riapparvero naturalmente, proprio come erano in precedenza. Ciò avvenne perché i meriti e la saggezza di questo bodhisattva erano profondi e molteplici. A quel tempo le migliaia di milioni di mondi si scossero tremando in sei modi diversi, fiori preziosi piovvero dal cielo e tutti gli uomini e gli dei ottennero ciò che mai avevano avuto prima.»

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Il Budda disse al bodhisattva Fiore Sovrano della Costellazione: «Che ne pensi? Potrebbe esserti sconosciuto questo bodhisattva Visto con Gioia da Tutti gli Esseri? In effetti non si tratta di altri che del qui presente bodhisattva Re della Medicina! In questo modo egli sacrificò il suo corpo offrendolo per innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di volte. «Fiore Sovrano della Costellazione, coloro che hanno preso la decisione di conseguire l'anuttara-samyak-sambodhi farebbero bene a bruciare un dito della mano o del piede come offerta alle torri del Budda. Ciò vale di più che offrire il proprio regno e le città, la moglie e i figli, o le montagne, le foreste, i fiumi e i laghi delle terre di migliaia di milioni di mondi con tutti i loro tesori. Se anche una persona offrisse al Budda, ai grandi bodhisattva, ai pratyekabuddha e agli arhat migliaia di milioni di mondi colmi di sette tesori, i meriti che otterrebbe non possono eguagliare quelli che si ottengono accettando e sostenendo questo Sutra del Loto, anche se soltanto una strofa di quattro versi Quest'ultima cosa è la fonte massima di benefici. «Per esempio, Fiore Sovrano della Costellazione, fra tutti i fiumi, i torrenti e gli altri corsi d'acqua, l'oceano è il supremo. Lo stesso vale per questo Sutra del Loto, il più profondo e il più grande sutra predicato dai Tathagata. Allo stesso modo, proprio come tra le Montagne di Terra, le Montagne Nere, le Montagne della Piccola Corona di Ferro, le Montagne della Grande Corona di Ferro e le Montagne dei Dieci Tesori, il Monte Sumeru è il supremo, così è per questo Sutra del Loto. É il supremo fra tutti i sutra. E proprio come fra tutte le stelle e gli astri, la luna, figlia del cielo, è suprema, così è per questo Sutra del Loto. Fra tutte le migliaia, le decine di migliaia, i milioni di insegnamenti dei sutra, esso brilla di luce senza pari. E così come il sole, figlio del cielo, può fugare qualsiasi oscurità, similmente anche questo sutra è in grado di disperdere l'oscurità di tutti i mali. «Allo stesso modo in cui, tra tutti i sovrani minori, un saggio re che fa girare la ruota è il supremo, così questo sutra è degno del massimo onore rispetto ai molti altri. Così come il nobile Shakra fra i trentatré esseri celesti è il re, similmente questo sutra è il re di tutti i sutra. E così come il grande re celeste Brahma è il padre di tutti gli esseri viventi, similmente questo sutra è il padre di tutti i saggi e i santi, di

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coloro che stanno ancora apprendendo, di coloro che hanno terminato di apprendere e di coloro che aspirano a diventare bodhisattva. E così come fra tutti i comuni mortali gli srotaapanna, i sakridagamin, gli anagamin, gli arhat e i pratyekabuddha sono i supremi, così questo sutra è il sommo fra tutti gli insegnamenti dei sutra predicati da tutti i Tathagata, predicati da tutti i bodhisattva o predicati da tutti gli ascoltatori della voce. Una persona che è in grado di abbracciare e sostenere questo sutra, allo stesso modo, è la prima fra tutti gli esseri viventi. Come i bodhisattva sono i primi fra tutti gli ascoltatori della voce e i pratyekabuddha, così questo sutra è il primo fra tutti i sutra. Come il Budda è il re delle dottrine, così questo sutra è il re dei sutra. «Fiore Sovrano della Costellazione, questo sutra può salvare tutti gli esseri viventi. Questo sutra può liberare gli esseri viventi dalle sofferenze e dai tormenti. Questo sutra può arrecare grandi benefici a tutti gli esseri viventi ed esaudirne i desideri, proprio come una fresca e limpida fonte può soddisfare tutti coloro che sono assetati. E come un fuoco per chi ha freddo, una veste per chi è nudo, come una carovana di mercanti che trova una guida, un bambino che trova la madre, qualcuno che trova una barca per attraversare l'acqua, un ammalato che trova un medico, come chi trova una lampada nell'oscurità, un povero che trova un tesoro, un popolo che trova un sovrano, un mercante in viaggio che trova la via per il mare, è come una torcia che fa svanire l'oscurità. Tale è il Sutra del Loto. Può liberare gli esseri viventi da tutti i disagi, tutte le malattie e le sofferenze. Può sciogliere i vincoli della nascita e della morte. «Se una persona riesce a udire questo Sutra del Loto, se lo copia personalmente o lo fa copiare da altri, i benefici che ne otterrà saranno tali che neppure la saggezza del Budda potrebbe mai finire di calcolarne la portata. Se uno copia i rotoli di questo sutra e gli rende omaggio con fiori, incenso, ghirlande, incenso da ardere, incenso in polvere o in pasta, stendardi, baldacchini, vesti e diversi tipi di lampade, a olio, a burro raffinato, a oli aromatici, a olio di champaka, a olio di sumana, a olio di patala, a olio di varshika, o lampade a olio di navamalika, i benefici che otterrà saranno ugualmente innumerevoli.

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«Fiore Sovrano della Costellazione, anche chi ascolta questo capitolo sulle Vicende Precedenti del Bodhisattva Re della Medicina, otterrà benefici illimitati e immensi. Se una donna ascolta questo capitolo sulle Vicende Precedenti del Bodhisattva Re della Medicina ed è in grado di accettarlo e sostenerlo, quella sarà la sua ultima apparizione in un corpo femminile e mai più nascerà in quella forma. «Se, nell'ultimo periodo di cinquecento anni dopo l'estinzione del Tathagata, vi sarà una donna che ascolti questo sutra e lo pratichi come insegna il sutra, quando la sua vita qui sulla terra giungerà al termine, ella raggiungerà immediatamente il mondo di Pace e Felicità dove dimora il Budda Amitayus circondato dall'assemblea di grandi bodhisattva e là nascerà seduta su un trono ingioiellato al centro di un bocciolo di loto. Egli nota2-384 non conoscerà più i tormenti dell'avidità, del desiderio, della collera, della rabbia, della stupidità o dell'ignoranza, né i tormenti causati dall'arroganza, dall'invidia o da altre impurità. Otterrà i poteri sovrannaturali del bodhisattva e la verità dell'assenza di nascita di tutti i fenomeni, Avendo ottenuto questa verità, le sue facoltà della vista diverranno chiare e pure e, grazie a questa facoltà visiva chiara e pura, egli vedrà Budda e Tathagata in numero pari alle sabbie di settecentododicimila milioni di nayuta di Gange. «A quel tempo i Budda si uniranno nel lodarlo da lontano e diranno: "Eccellente, eccellente, uomo devoto! Nella Legge di Shakyamuni sei stato in grado di accettare, sostenere, leggere, recitare e meditare su questo sutra e di predicarlo agli altri. La fortuna che hai accumulato è incommensurabile e illimitata. Non potrà essere bruciata dal fuoco né spazzata via dall'acqua. I tuoi meriti sono tali che neanche un migliaio di Budda, parlando tutti insieme, riuscirebbero a descriverli per intero. Ora sei riuscito a distruggere tutti i demoni e i ladri, ad annientare l'armata della nascita e della morte e a sconfiggere tutti gli altri nemici.

nota2-384 Il testo chiarisce pù avanti che la donna è rinata come maschio.

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«"Uomo devoto, cento, mille Budda con i loro poteri sovrannaturali si riuniranno per difenderti e proteggerti. Fra gli uomini e gli dèi di tutti i mondi, non ci sarà nessuno pari a te. Con la sola eccezione del Tathagata, non ci sarà nessuno tra gli ascoltatori della voce, i pratyekabuddha o i bodhisattva che potrà eguagliarti in saggezza e capacità di meditare!" «Fiore Sovrano della Costellazione, tali saranno i benefici e il potere della saggezza ottenuti con successo da questo bodhisattva. «Se qualcuno, udendo questo capitolo sulle Vicende Precedenti del Bodhisattva Re della Medicina, potrà accoglierlo con gioia e lodarne l'eccellenza, allora nell'esistenza presente la bocca di quella persona emetterà costantemente il profumo del fiore di loto blu e i pori del suo corpo il profumo del sandalo testa di bue. I suoi benefici saranno pari a ciò che ho già descritto. «Per questa ragione, Fiore Sovrano della Costellazione, ti affido questo capitolo sulle Vicende Precedenti del Bodhisattva Re della Medicina. Dopo la mia estinzione, nell'ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa e non permettere mai che [la sua diffusione] sia interrotta, né dovrai permettere ai demoni malvagi, alla gente demoniaca, agli esseri celesti, ai draghi, agli yaksha o ai demoni kumbhanda di prendere il sopravvento! «Fiore Sovrano della Costellazione dovrai usare i tuoi poteri sovrannaturali per custodire e proteggere questo sutra. Perché? Perché questo sutra offre la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa. Se una persona che soffre per una malattia può ascoltare questo sutra, la sua malattia svanirà ed egli non conoscerà né vecchiaia né morte. «Fiore Sovrano della Costellazione, se vedrai qualcuno che accetta e sostiene questo sutra, dovrai prendere dei boccioli di loto blu, profumarli con incenso in polvere e cospargerli su di lui come offerta e quando li avrai cosparsi, pensa dentro di te: "Fra non molto questa persona raccoglierà delle erbe, le disporrà per farne un sedile nel luogo dell'illuminazione e sconfiggerà le armate del demone. Poi suonerà il corno della Legge, percuoterà il tamburo della grande

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Legge e libererà tutti gli esseri viventi dal mare dell'invecchiamento, della malattia e della morte!" «Per questo motivo, quando coloro che ricercano la via del Budda vedono qualcuno che accetta e sostiene questo sutra, devono provare per lui questo sentimento di rispetto e reverenza.» Quando il Budda predicò questo capitolo sulle Precedenti Vicende del Bodhisattva Re della Medicina ottantaquattromila bodhisattva ottennero la dharani che consentiva loro di comprendere le parole di tutti gli esseri viventi. Il Tathagata Molti Tesori dal centro della sua torre preziosa lodò il bodhisattva Fiore Sovrano della Costellazione dicendo: «Eccellente, eccellente, Fiore Sovrano della Costellazione. Sei riuscito ad acquisire meriti inimmaginabili; quindi hai potuto interrogare il Budda Shakyamuni su questo argomento, recando vantaggio a un numero sconfinato di esseri viventi.»

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XXIV. IL BODHISATTVA SUONO MERAVIGLIOSO

A quel tempo il Budda Shakyamuni emanò un raggio di luce dalla protuberanza carnosa [sulla sommità della testa], uno dei segni distintivi di un grande uomo, ed emanò anche un raggio di luce dalla ciocca di capelli bianchi fra le sopracciglia, illuminando i mondi di Budda nella direzione orientale in numero pari alle sabbie di centottantamila milioni di nayuta di Gange. Al di là di questi numerosi mondi ve n'era uno chiamato Ornato di Pura Luce. In questo regno c'era un Budda chiamato Tathagata Saggezza Regale della Costellazione del Puro Fiore, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, Onorato dal Mondo. Era circondato e riverito da un'immensa, illimitata moltitudine di bodhisattva ai quali egli predicava la Legge. Il raggio di luce provenience dalla ciocca bianca del Budda Shakyamuni illuminò l'intera terra. A quel tempo nella terra Ornata di Pura Luce vi era un bodhisattva chiamato Suono Meraviglioso che da molto tempo aveva coltivato numerose radici di virtù, facendo offerte e assistendo innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda. Egli aveva acquisito la più profonda saggezza, conseguendo la samadhi del meraviglioso vessillo, la samadhi del fiore del Dharma, la samadhi della pura virtù, la samadhi delle attività del Re della Costellazione, la samadhi incondizionata, la samadhi del sigillo della saggezza, la samadhi che permette di comprendere i linguaggi di tutti gli esseri viventi, la samadhi che riunisce tutti i meriti, la samadhi pura, la samadhi del gioco magico, la samadhi della torcia della saggezza, la samadhi della solennità regale, la samadhi del puro bagliore di luce, la samadhi del puro tesoro, la samadhi incondivisa, la samadhi della rivoluzione del sole. Egli aveva ottenuto tutte queste grandi samadhi pari in numero alle sabbie di cento, mille, diecimila, un milione di Gange.

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Quando la luce emessa dal Budda Shakyamuni illuminò il suo corpo, egli si rivolse immediatamente al Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore dicendo: «Onorato dal Mondo, devo recarmi nel mondo di saha per incontrare, rendere omaggio e fare offerte al Budda Shakyamuni, e per vedere il Bodhisattva Manjushri, principe del Dharma, il Bodhisattva Re della Medicina, il Bodhisattva Donatore Coraggioso, il Bodhisattva Fiore Sovrano della Costellazione, il Bodhisattva Volontà di Pratiche Superiori, il Bodhisattva Solennità Regale e il Bodhisattva Signore della Medicina,» A quel tempo il Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore disse al bodhisattva Suono Meraviglioso: «Non devi guardare quella terra con disprezzo e non devi averne una bassa opinione. Uomo devoto, il mondo di saha è irregolare, alto in certe parti, basso in altre, e pieno di terriccio, pietre, montagne e lordume. Il Budda è di statura modesta e altrettanto bassi sono i numerosi bodhisattva, mentre il tuo corpo è alto quarantaduemila yojana e il mio è alto sei milioni e ottocentomila yojana. Il tuo corpo è perfetto per proporzione di forme, dotato di centinaia, migliaia, decine di migliaia di benefici e di una radiosità meravigliosa. Perciò, recandoti là, non devi guardare quella terra con disprezzo né avere una bassa opinione del Budda e dei bodhisattva di quella terra» Il bodhisattva Suono Meraviglioso disse al Budda: «Onorato dal Mondo, il mio presente viaggio verso il mondo di saha è interamente dovuto al potere del Tathagata, un gioco magico del Tathagata, è un ornamento ai meriti e alla saggezza del Tathagata» Quindi il bodhisattva Suono Meraviglioso, rimanendo seduto sul suo seggio col corpo immobile, entrò nella samadhi e, grazie al potere della samadhi, in un luogo non molto distante dal seggio del Dharma sul Monte Gridhrakuta, creò una massa preziosa di ottantaquattromila fiori di loto. I loro steli erano di oro Jambunada, le foglie d'argento, gli stami di diamante e i calici di gemme kimshuka. A quel tempo il principe del Dharma Manjushri, vedendo questi fiori di loto, si rivolse al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, quali cause hanno provocato l'apparizione di questo segno propizio? Qui ci sono diverse decine di migliaia di fiori di loto, con steli d'oro Jambunada, foglie d'argento, stami di diamante e calici di gemme kimshuka!»

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A quel tempo il Budda Shakyamuni disse a Manjushri: «Il bodhisattva e mahasattva Suono Meraviglioso desidera venire dalla terra del Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore con il suo seguito di ottantaquattromila bodhisattva nel mondo di saha a porgermi offerte, assistermi e rendermi omaggio. Egli desidera anche ascoltare e fare offerte al Sutra del Loto.» Manjushri disse al Budda: «Onorato dal Mondo, quali buone radici ha piantato questo bodhisattva, quali meriti ha coltivato, per poter esercitare poteri sovrannaturali tanto grandi? Quale samadhi pratica? Ti prego di spiegarci il nome di questa samadhi, perché anche noi vorremmo praticarla con diligenza. Praticando questa samadhi, potremo osservare l'aspetto e la dimensione di questo bodhisattva, il suo atteggiamento e la sua condotta. Imploriamo l'Onorato dal Mondo di usare i suoi poteri sovrannaturali per condurre qui questo bodhisattva e permetterci di vederlo!» A quel tempo il Budda Shakyamuni disse a Manjushri: «Il Tathagata Molti Tesori, estinto tanto tempo fa, manifesterà la sua forma per voi.» Allora il Budda Molti Tesori disse a quel bodhisattva [Suono Meraviglioso]: «Vieni, uomo devoto. Il principe del Dharma Manjushri desidera vedere il tuo corpo.» Allora il bodhisattva Suono Meraviglioso scomparve dalla sua terra e, accompagnato da ottantaquattromila bodhisattva, apparve qui [nel mondo di saha]. Le terre che attraversò nel suo viaggio tremarono scuotendosi in sei modi diversi e su tutte piovvero fiori di loto ornati dai sette gioielli mentre centinaia e migliaia di strumenti musicali celesti risuonavano spontaneamente senza essere stati toccati. Gli occhi di questo bodhisattva erano grandi e larghi come le foglie del loto blu e cento, mille, diecimila lune unite insieme non potevano eguagliare la perfezione del suo volto. Il suo corpo era del colore dell'oro puro, ornato di innumerevoli centinaia e migliaia di virtù. La sua maestà rifulgeva e la sua luce splendeva il suo corpo era dotato di tutti i segni caratteristici ed era forte come Narayana. Prendendo posto su un palco ornato di sette tesori, si sollevò nell'aria all'altezza di sette alberi tala dal suolo. Poi, circondato dal seguito di bodhisattva che lo riverivano, viaggiò fino al Monte Gridhrakuta in questo mondo di saha. Quando arrivò colà, discese dal palco dei sette

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tesori. Recando una ghirlanda che valeva centinaia e migliaia, si avvicinò al luogo ove si trovava il Budda Shakyamuni, rese omaggio al Budda chinando il capo al suolo, offrì la ghirlanda e si rivolse al Budda con queste parole: «Onorato dal Mondo, il Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore desidera avere notizie dell'Onorato dal Mondo. Sono poche le malattie, poche le tue preoccupazioni? Puoi vivere comodamente a tuo piacimento? Puoi muoverti a tuo agio? I quattro elementi sono in te armoniosamente equilibrati? Puoi affrontare le vicende del mondo? É facile salvare gli esseri viventi? Non sono eccessivamente avidi, collerici, stupidi, invidiosi, avari e arroganti? Non mancano di pietà filiale? Non sono irriguardosi verso gli shramana e non hanno credenze distorte e altri mali? Riescono a controllare le loro cinque emozioni? Onorato dal Mondo, gli esseri viventi sono in grado di affrontare e sconfiggere l'ostilità dei demoni? Il Tathagata Molti Tesori, estinto tanto tempo fa, è apparso nella sua torre dai sette tesori per ascoltare la Legge? Il Budda desidera inoltre avere notizie del Tathagata Molti Tesori, se è sereno e a suo agio, con poche preoccupazioni, se sopporta con pazienza di rimanere qui a lungo. Onorato dal Mondo, vorrei vedere il corpo del Budda Molti Tesori. Imploro l'Onorato dal Mondo di lasciarmelo vedere!» A quel tempo il Budda Shakyamuni disse al Budda Molti Tesori: «Il bodhisattva Suono Meraviglioso desidera vederti.» Allora il Budda Molti Tesori si rivolse a Suono Meraviglioso dicendo: «Eccellente, eccellente! Sei venuto qui per porgere offerte al Budda Shakyamuni, ascoltare il Sutra del Loro e incontrare Manjushri e gli altri» A quel tempo il bodhisattva Fiore di Virtù chiese al Budda: «Onorato dal Mondo questo bodhisattva Suono Meraviglioso quali buone radici ha piantato, quali meriti ha coltivato per possedere questi poteri sovrannaturali?» Il Budda rispose al bodhisattva Fiore di Virtù: «in epoche passate c'era un Budda chiamato Re del Suono della Nuvola Tonante, tathagata, arhat, samyak-sambuddha. La sua terra si chiamava Apparizione di Tutti i Mondi e il suo kalpa era chiamato Vista Gioiosa. Per dodicimila anni il bodhisattva Suono Meraviglioso utilizzò centomila tipi di strumenti musicali per porgere un'offerta al

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Budda Re del Suono della Nuvola Tonante e gli offrì anche ottantaquattromila vasi votivi ornati con i sette tesori. Come retribuzione per queste azioni ora è rinato nella terra del Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore e possiede questi poteri sovrannaturali. «Fiore di Virtù, che ne pensi? Il bodhisattva Suono Meraviglioso che a quel tempo fece offerte di musica al Budda Re del Suono della Nuvola Tonante e gli donò dei vasi ingioiellati potrebbe esserti sconosciuto? In effetti egli non è altri che il bodhisattva e mahasattva Suono Meraviglioso che ora è qui! «Fiore di Virtù, questo bodhisattva Suono Meraviglioso ha già fatto offerte e ha assistito uno sconfinato numero di Budda. Da lungo tempo ha piantato le radici di virtù e ha incontrato centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di Budda, pari in numero alle sabbie del Gange. «Fiore di Virtù, tu vedi solo il corpo del bodhisattva Suono Meraviglioso che ora è qui. Ma questo bodhisattva si manifesta in corpi vari e diversi e predica questo sutra a beneficio degli esseri viventi in luoghi vari e diversi. Talvolta appare come Re Brahma, a volte come il nobile Shakra, a volte come l'essere celeste Libertà, a volte come l'essere celeste Grande Libertà, a volte come grande condottiero del cielo, a volte come ii re celeste Vaishravana, a volte come un re saggio che fa girare la ruota, a volte come uno dei re minori, a volte come un uomo ricco, a volte come un capofamiglia, a volte come primo ministro, a volte come un Brahmano, a volte come monaco o monaca, credente laico o credente laica, a volte come moglie di un uomo ricco o di un capofamiglia, a volte come moglie di un primo ministro, a volte come moglie di un Brahmano, a volte come un fanciullo o una fanciulla, a volte come un essere celeste, un drago, uno yaksha, un gandharva, un asura, un garuda, un kimnara, un mahoraga, un essere umano o non umano, e così predica questo sutra. Gli abitanti dell'inferno, gli spiriti affamati, gli animali e tutti gli esseri che si trovano in difficoltà possono essere salvati da lui. Inoltre, per coloro che vivono nel gineceo del palazzo reale, egli si trasforma in una donna e predica questo sutra. «Fiore di Virtù, il bodhisattva Suono Meraviglioso può salvare e proteggere i diversi esseri viventi del mondo di saha. Questo

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bodhisattva Suono Meraviglioso, con tali svariate trasformazioni, si manifesta in forme differenti in questo mondo di saha e predica questo sutra a beneficio degli esseri viventi; ma i suoi poteri sovrannaturali, le sue trasformazioni e la sua saggezza non ne sono intaccate né diminuiscono. Questo bodhisattva con diversi tipi di saggezza illumina il mondo di saha facendo acquisire a ciascun essere vivente la comprensione appropriata; fa la stessa cosa in tutti gli altri mondi delle dieci direzioni, che sono numerosi quanto le sabbie del Gange. «Se ciò che occorre per portare la salvezza è l'aspetto di un ascoltatore della voce, egli si manifesta nella forma di un ascoltatore della voce e predica la Legge. Se è l'aspetto di un pratyekabuddha che può recare la salvezza, egli si manifesta nell'aspetto di un pratyekabuddha per predicare la Legge. Se è l'aspetto di un bodhisattva che può recare la salvezza, egli si manifesta nell'aspetto di un bodhisattva per predicare la Legge. Se è l'aspetto di un Budda che può recare la salvezza, egli manifesta immediatamente l'aspetto di un Budda per predicare la Legge. Così egli manifesta vari aspetti differenti, secondo ciò che è più appropriato per la salvezza. Inoltre, se può recare la salvezza attraverso l'estinzione, egli manifesta la sua estinzione. «Fiore di Virtù, tanto grandi sono i poteri sovrannaturali e il potere della saggezza acquisiti dal bodhisattva e mahasattva Suono Meraviglioso!» A quel tempo il bodhisattva Fiore di Virtù chiese al Budda: «Onorato dal Mondo, questo bodhisattva Suono Meraviglioso ha piantato molto profondamente le radici del bene. Onorato dal Mondo, in quale samadhi che gli consente di compiere tutte queste trasformazioni e manifestazioni per salvare gli esseri viventi dimora questo bodhisattva?» Il Budda rispose al bodhisattva Fiore di Virtù: «Uomo devoto, questa samadhi si chiama Manifestare Tutte le Forme, Questo bodhisattva Suono Meraviglioso, dimorando in questa samadhi, è capace di arricchire e beneficare innumerevoli esseri viventi.» Quando [il Budda] ebbe predicato questo capitolo sul bodhisattva Suono Meraviglioso, tutte le ottantaquattromila persone che erano venute insieme al bodhisattva Suono Meraviglioso acquisirono questa

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samadhi che avrebbe loro consentito di manifestare ogni tipo di corpo, e gli innumerevoli bodhisattva nel mondo di saha acquisirono la stessa samadhi e dharani. A quel tempo il bodhisattva e mahasattva Suono Meraviglioso, avendo finito di porgere le offerte al Budda Shakyamuni e alla torre del Budda Molti Tesori, fece ritorno alla sua terra d'origine. Le terre che attraversò nel suo cammino tremarono scuotendosi in sei modi diversi, piovvero fiori di loto ingioiellati e risuonarono centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di diversi generi di musica. Dopo che egli fu giunto nella sua terra d'origine, circondato dai suoi ottantaquattromila bodhisattva, si recò nel luogo del Budda Saggezza del Re della Costellazione del Puro Fiore e si rivolse al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, ho visitato il mondo di saha, arricchendo e beneficando gli esseri viventi; ho visto il Budda Shakyamuni e la Torre del Budda Molti Tesori e ho offerto loro doni e rispetto. Ho anche visto il Bodhisattva Manjushri, principe del Dharma, e così il Bodhisattva Re della Medicina, il Bodhisattva Ottenere il Potere dello Zelo e della Diligenza, il Bodhisattva Donatore Coraggioso e gli altri. Ho anche reso possibile a questi ottantaquattromila bodhisattva l'ottenimento della samadhi che consentirà loro di manifestare tutti i tipi di corpo.» Quando [il Budda] ebbe predicato questo capitolo sulla venuta e sulla dipartita del bodhisattva Suono Meraviglioso, quarantaduemila figli del cielo ottennero la verità dell'assenza di nascita di tutti i fenomeni e il Bodhisattva Fiore di Virtù ottenne la samadhi del fiore del Dharma.

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XXV. IL BODHISATTVA PERCETTORE DEI SUONI DEL MONDO

A quel tempo il bodhisattva Volontà Inesauribile si alzò dal suo seggio, si Scoprì la spalla destra, giunse le mani e, rivolto al Budda, pronunciò queste parole: «Onorato dal Mondo, questo bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, per quale motivo è chiamato Percettore dei Suoni del Mondo?» Il Budda rispose al bodhisattva Volontà Inesauribile: «Uomo devoto, immagina che vi siano centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di esseri viventi afflitti da varie tribolazioni e sofferenze. Se sentono parlare di questo bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e invocano il suo nome con tutto il cuore, egli percepirà all'istante la loro voce ed essi saranno liberati dalle tribolazioni. «Se qualcuno, aggrappandosi al nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, entrasse in un grande fuoco, in virtù dell'autorità e del potere sovrannaturale di questo bodhisattva, le fiamme non potrebbero bruciarlo. Se qualcuno fosse travolto da una grande piena e invocasse il suo nome, si troverebbe immediatamente in un luogo dove tocca terra. «Immagina che cento, mille, diecimila, un milione di esseri viventi si avventurino nel grande mare alla ricerca di oro, argento, lapislazzuli, madreperle, agate, coralli, ambra, perle e altri gioielli. E immagina che un vento impetuoso spinga la loro nave fuori rotta conducendola alla terra del demoni rakshasa. Se anche una sola fra queste persone invocasse il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, allora tutte quelle persone verrebbero liberate dal pericolo dei rakshasa. Per questo motivo egli si chiama Percettore dei Suoni del Mondo. «Se qualcuno, di fronte all'imminente minaccia di aggressione, invoca il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, le spade e i bastoni branditi dagli assalitori verranno subito frantumati in tanti pezzi ed egli sarà salvo. «Anche se un numero di yaksha e rakshasa tale da riempire migliaia di milioni di mondi tentasse di assalire e tormentare qualcuno, se

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questi demoni malvagi lo udranno invocare il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, non saranno più neppure in grado di vederlo con i loro occhi maligni né tantomeno di fargli del male. «Immagina qualcuno che, colpevole o non colpevole, si trovi rinchiuso in una cella, imprigionato in ceppi e catene. Se invoca il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, le sue catene si spezzeranno ed egli riacquisterà subito la libertà. «Immagina che, in un luogo infestato dai banditi più spietati delle migliaia di milioni di mondi, vi sia un capo carovana alla guida di un convoglio di mercanti che trasporta preziosi tesori lungo una strada erta e pericolosa e che un solo uomo gridi queste parole: "Uomini devoti, non abbiate paura! Dovete soltanto invocare devotamente il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo. Questo bodhisattva può dare coraggio agli esseri viventi. Se invocate il suo nome, sarete liberati da questi banditi spietati!" Udendo ciò tutti i mercanti gridano all'unisono: "Salve, bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo!" Grazie a questa invocazione, essi possono essere liberati. Volontà Inesauribile, tanto grandi sono l'autorità e il potere sovrannaturale del bodhisattva e mahasattva Percettore dei Suoni del Mondo! «Gli esseri viventi dominati da numerose passioni e desideri, pensino sempre con reverenza al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, e potranno liberarsi dai loro desideri. Se sono dominati da grande collera, pensino sempre con reverenza al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e potranno liberarsi dalla loro collera. Se sono profondamente ignoranti e stolti, pensino sempre con reverenza al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e potranno liberarsi dalla loro stupidità. «Volontà Inesauribile, il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo possiede grande autorità e poteri sovrannaturali, come ho descritto, e può conferire molti benefici. Per questa ragione gli esseri viventi dovrebbero sempre custodire nella mente il suo nome. «Se una donna desidera generare un figlio maschio, dovrebbe tributare rispetto e offerte al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo; potrà così dare alla luce un figlio dotato di meriti, virtù e saggezza. Se invece desidera generare una figlia, darà alla luce una

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bambina dotata di grazia e avvenenza, una fanciulla che in passato ha piantato radici di virtù ed è amata e rispettata da tutti. «Volontà Inesauribile, il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo ha il potere di fare tutto questo. Se gli esseri viventi dimostrano rispetto e reverenza al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, la loro fortuna non sarà transitoria né vana. Perciò gli esseri viventi dovrebbero abbracciare e invocare il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo. «Volontà Inesauribile, immagina che qualcuno abbracci e invochi i nomi di tanti bodhisattva quante sono le sabbie di sessantadue milioni di Gange e che, finché il suo corpo esiste nella forma presente, offra loro doni in forma di cibo, bevande, indumenti, stuoie e medicine. Che ne pensi? Credi che quest'uomo o questa donna devota otterrà molti benefici o no?» Volontà Inesauribile replicò: «Ne otterrà moltissimi, Onorato dal Mondo.» Il Budda disse: «Immagina anche che qualcuno abbracci il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e che per una sola volta gli tributi offerte e reverenza. La fortuna accumulata da queste due persone sarebbe assolutamente uguale, senza alcuna differenza. Non si esaurirebbe nel corso di cento, mille, diecimila, un milione di kalpa. Volontà Inesauribile, se qualcuno abbraccia il nome del bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, guadagnerà incommensurabile, infinita fortuna!» Il bodhisattva Volontà Inesauribile chiese al Budda: «Onorato dal Mondo, come può andare e venire in questo mondo di saha il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo? In che modo predica la Legge a beneficio degli esseri viventi? Come si applica nel suo caso il potere degli espedienti?» Il Budda rispose al bodhisattva Volontà Inesauribile: «Uomo devoto, se vi sono esseri viventi sulla terra che hanno bisogno di qualcuno con il corpo di un Budda per essere salvati, il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo si manifesta immediatamente con il corpo di un Budda e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di qualcuno con il corpo di un pratyekabuddha per essere salvati, immediatamente egli manifesta il corpo di un pratyekabuddha e predica loro la Legge. Se hanno

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bisogno di un ascoltatore della voce per essere salvati, egli diviene immediatamente un ascoltatore della voce e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno del Re Brahma per essere salvati, egli diviene immediatamente il Re Brahma e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno del nobile Shakra per essere salvati, egli diviene immediatamente il nobile Shakra e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno del dio Libertà per essere salvati, egli diviene immediatamente il dio Libertà e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno del dio Grande Libertà per essere salvati, egli diviene immediatamente il dio Grande Libertà e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un grande condottiero celeste per essere salvati, egli diviene immediatamente un grande condottiero celeste e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di Vaishravana per essere salvati, egli diviene immediatamente Vaishravana e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un sovrano minore per essere salvati, egli diviene immediatamente un sovrano minore e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un uomo ricco per essere salvati, egli diviene immediatamente un uomo ricco e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un capofamiglia per essere salvati, egli diviene immediatamente un capofamiglia e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un primo ministro per essere salvati, egli diviene immediatamente un primo ministro e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un Brahmano per essere salvati, egli diviene immediatamente un Brahmano e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un monaco, una monaca, un credente laico o una credente laica per essere salvati, egli diviene immediatamente un monaco, una monaca, un credente laico o una credente laica e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno della moglie di un uomo ricco, di un capofamiglia, di un primo ministro o di un Brahmano per essere salvati, egli diviene immediatamente la moglie di uno di costoro e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un fanciullo o di una fanciulla per essere salvati, egli diviene immediatamente un fanciullo o una fanciulla e predica loro la Legge. Se essi hanno bisogno di un essere celeste, un drago, uno yaksha, un gandharva, un asura, un garuda, un kimnara, un mahoraga, un essere umano o non umano per essere salvati, egli diviene immediatamente ognuno di questi esseri e predica la Legge per loro. Se essi hanno bisogno di un dio che regge il

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vajra per essere salvati, egli diviene immediatamente un dio che regge il vajra e predica loro la Legge. «Volontà Inesauribile, questo bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo ha ottenuto tali benefici e, assumendo una gran varietà di forme differenti, vaga per le terre salvando gli esseri viventi. Per questa ragione tu e gli altri dovete fare offerte devotamente al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo. Questo bodhisattva e mahasattva Percettore dei Suoni del Mondo può donare il coraggio a coloro che si trovano in circostanze terribili, pressanti o difficili. Per questa ragione nel mondo di saha egli è chiamato Dispensatore di Coraggio.» Il bodhisattva Volontà Inesauribile disse al Budda: «Onorato dal Mondo, ora devo fare un'offerta al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo.» Quindi si tolse dal collo una collana adorna di numerose gemme preziose, che valeva centinaia o migliaia di tael d'oro e la offrì [al bodhisattva] dicendo: «Signore, ti prego di accettare questa preziosa collana di gemme come dono nel Dharma.» Ma il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo si rifiutò di accettarla.volontà inesauribile si rivolse nuovamente al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e disse: «Signore, in virtù della compassione che nutri per noi, ti prego di accettare questa collana.» Allora il Budda disse al bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo: «In virtù della compassione per questo bodhisattva Volontà Inesauribile e per le quattro categorie di credenti, per gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i gatuda, i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani, accetta questa collana,» Quindi il bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, nutrendo compassione per le quattro categorie di credenti, per gli esseri celesti, i draghi, gli esseri umani e non umani e tutti gli altri, accettò la collana, la divise in due parti e ne offrì una al Budda Shakyamuni e l'altra alla torre del Budda Molti Tesori. [Il Budda disse:] «Volontà Inesauribile, sono questi i generi di poteri sovrannaturali liberamente esercitati dal bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo nel corso del suo andare e venire per il mondo di saha.»

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A quel tempo il bodhisattva Volontà Inesauribile pose questa domanda in versi: Onorato dal Mondo, ricco di segni meravigliosi, ora ti chiederò di nuovo: "Per quale ragione quel figlio del Budda si chiama Percettore dei Suoni del Mondo?" L’Onorato dotato di segni meravigliosi replicò a Volontà Inesauribile in versi, Ascolta le azioni del Percettore dei Suoni, come sappia rispondere in ogni quartiere del mondo. 406 II suo solenne giuramento è profondo come l'oceano; i kalpa trascorrono, ma rimane insondabile. Egli ha servito molte migliaia e milioni di Budda e ha formulato un voto grande e puro. Lo descriverò per te in breve: se ascolti il suo nome, guardi il suo corpo, e lo tieni a mente, non trascorri il tempo invano, poiché egli è in grado di annullare i dolori dell'esistenza. Immagina che qualcuno intenda farti del male spingendoti in una grande voragine in fiamme. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e la voragine infuocata si trasformerà in uno stagno! Se dovessi andare alla deriva nel vasto oceano, minacciato da draghi, pesci e da diversi demoni, pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e i flutti e le onde non potranno sommergerti. immagina di trovarti sulla vetta del Monte Sumeru e che qualcuno ti spinga giù. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e ti librerai sospeso nell'aria come il sole.

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Immagina di essere inseguito da uomini malvagi che vogliono farti precipitare dalla montagna di diamante. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni ed essi non potranno torcerti un capello. Immagina di essere circondato da nemici spietati. ognuno dei quali brandisce un pugnale per colpirti. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e subito tutti diventeranno benevolenti. Immagina di essere nei guai con la legge del re, condannato, sul punto di perdere la vita. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e la spada del boia si frantumerà in mille pezzi. Immagina di trovarti rinchiuso in una cella, con mani e piedi legati da ceppi e catene. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni ed essi cadranno, lasciandoti libero! Immagina che con malefici ed erbe velenose qualcuno cerchi di farti del male. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e le maledizioni ricadranno su chi le aveva lanciate. Immagina di imbatterti in malvagi rakshasa, draghi velenosi e demoni. Pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e nessuno di essi si azzarderà a nuocerti. Se animali feroci dovessero circondarti, e atterrirti con zanne affilate e artigli aguzzi, pensa al potere di quel Percettore dei Suoni ed essi batteranno in ritirata in ogni direzione. Se lucertole, serpenti, vipere, scorpioni ti minacciassero col fiato velenoso che brucia come il fuoco, pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e, udendo la tua voce, fuggiranno da soli. Se le nubi tuonano e il fulmine colpisce, se grandina o cade una pioggia torrenziale,

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pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e all'istante tutto cesserà. Se gli esseri viventi sono bersagliati da disgrazie e pericoli, e sono schiacciati da innumerevoli sofferenze, il potere della meravigliosa saggezza di Percettore dei Suoni può salvarli dalle sofferenze del mondo. Dotato di poteri sovrannaturali, egli pratica largamente l'espediente della saggezza. Per tutte le terre nelle dieci direzioni non vi è luogo in cui non si manifesti, In tutti i cattivi sentieri dell'esistenza, nei regni dell'inferno, degli spiriti affamati o degli animali, le sofferenze di nascita, vecchiaia, malattia e morte: tutte le fa svanire a poco a poco. Lui con il suo sguardo vero, sguardo puro, sguardo di grande saggezza onnicomprensiva, sguardo di pietà, sguardo di compassione: sempre lo imploriamo, sempre miriamo a lui. La sua pura luce senza macchia è un sole di saggezza che disperde ogni oscurità. Egli può domare il vento e il fuoco della sfortuna e recare ovunque nel mondo la luce I suoi precetti compassionevoli sono come un tuono, la meraviglia del suo cuore pietoso è come una grande nube. Egli fa cadere la dolce rugiada, la pioggia del Dharma, che spegne le fiamme dei desideri terreni. Affrontando i giudici in un processo, trovandoti atterrito in mezzo a un esercito, pensa al potere di quel Percettore dei Suoni e l'odio in tutte le sue forme verrà bandito. Suono meraviglioso, Percettore dei Suoni del

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Mondo, suono di Brahma. suono della marea: essi sovrastano gli altri suoni del mondo; perciò pensa sempre a essi e non nutrire mai dubbi nei tuoi pensieri! Il puro e saggio Percettore dei Suoni del Mondo, nel dolore, in pericolo di morte, può offrire aiuto e sostegno. Dotato di tutte le virtù, vede con occhi compassionevoli gli esseri viventi. É sconfinato il mare delle sue benedizioni: perciò inchinati davanti a lui Allora il bodhisattva Reggitore della Terra si alzò dal suo seggio, si avvicinò al Budda e disse: «Onorato dal Mondo, se vi sono esseri viventi che ascoltano questo capitolo sul bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, sulla libertà del suo agire, sulla capacità di manifestare universalmente i suoi poteri sovrannaturali, essi sappiano che non sono pochi i benefici che riceveranno!» Quando il Budda predicò questo capitolo sul bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, una moltitudine di ottantaquattromila persone nell'assemblea concepì la decisione di conseguire l'ineguagliata anutrara-samyak-sambodhi.

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XXVI. DHARANI A quel tempo il bodhisattva Re della Medicina si alzò dal suo seggio, si scoprì la spalla destra, giunse le mani e si rivolse al Budda dicendo: «Onorato dal Mondo, gli uomini e le donne devoti che accettano e sostengono il Sutra del Loto, che lo leggono e lo recitano, che ne penetrano il significato o copiano i rotoli del sutra, quali e quanti meriti otterranno?» Il Budda rispose a Re della Medicina: «Se uomini o donne devoti fanno offerte a un numero di Budda pari alle sabbie di ottocentodiecimila milioni di nayuta di Gange, che cosa ne pensi? I loro meriti saranno sicuramente grandi, non è vero?» «immensi, Onorato dal Mondo» Il Budda disse: «Se uomini o donne devoti accettano e sostengono anche soltanto una quartina di questo sutra, se la leggono e la recitano, ne comprendono i principi e la praticano come insegna il sutra, i benefici che otterranno saranno moltissimi.» Allora il bodhisattva Re della Medicina disse al Budda: «Onorato dal Mondo, ora affiderò a coloro che predicano la Legge alcune formule

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dharani, che li difenderanno e li proteggeranno.» Indi pronunciò queste formule: anye manye mane mamane chitte charite shame shamitavi shante mukte muktatame same avishame sama same kshaye akshaye akshine shante shame dharani alokabhashepratyavekshani nivishte abhyantaranivishte atyantaparishuddhi ukkule mukkule arade parade shukakshi asamasame buddhavilokite dharmaparikshite samghanirghosliani bhayabhayashodhani mantre mantrakshayate rute rutakaushalye akshaye akshayavanataya abalo amanyanataya «Onorato dal Mondo, queste formule magiche dharani sono pronunciate da un numero di Budda pari alle sabbie di sessantadue milioni di Gange. Chi attacca o ferisce i maestri della Legge, attacca o ferisce questi Budda!» Allora il Budda Shakyamuni lodò il bodhisattva Re della Medicina: «Eccellente, eccellente, Re della Medicina! Poiché hai compassione per i maestri della Legge e li proteggi, tu esponi queste dharani che recheranno grandi benefici agli esseri viventi.» A quel tempo il bodhisattva Donatore Coraggioso disse al Budda: «Onorato dal Mondo, anch'io pronuncerò alcune dharani per proteggere coloro che leggono, recitano, accettano e sostengono il Sutra del Loto. Se un maestro della Legge apprende queste dharani, anche se gli yaksha, i rakshasa, i putana. i kritya, i kumbhanda o gli spiriti affamati cercheranno di scoprire i suoi punti deboli per trarne vantaggio, essi non ci riusciranno.» Indi, alla presenza del Budda pronuncio queste formule: jvale mahajvale ukke mukke ade adavati nritye nrityavati ittini vittini chittini nrityani nrityavati

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«Onorato dal Mondo, queste formule magiche dharani, sono pronunciate da un numero di Budda pari alle sabbie del Gange e tutti le accettano con gioia. Chi attacca o ferisce questi maestri della Legge, attacca o ferisce questi Budda!» Allora il re celeste Vaishravana, protettore del mondo, disse al Budda: «Onorato dal Mondo, anch'io penso con compassione agli esseri viventi e proteggo questi maestri della Legge; perciò pronuncerò le seguenti dharani.» Indi pronunciò queste formule: atte natte nunatte anado nadi kunadi «Onorato dal Mondo, con queste formule magiche io proteggo i maestri della Legge. Io stesso proteggerò anche coloro che proteggono questo sutra, assicurandomi che non subiscano declino o danni nello spazio di cento yojana.» A quel tempo il re celeste Sostegno della Nazione, che si trovava nell'assemblea con un seguito di migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di gandharva che lo circondavano e lo riverivano, si avvicinò al luogo in cui si trovava il Budda, giunse le mani e disse al Budda: «Onorato dal Mondo, anch'io utilizzerò alcune formule magiche dharani, per proteggere coloro che sostengono il Sutra del Loto.» Indi pronunciò queste formule: agane gane gauri gandhari chandali matangi janguli vrusani agasti «Onorato dal Mondo, queste formule magiche dharani sono pronunciate da quarantadue milioni di Budda. Chi attacca o ferisce questi maestri della Legge, attacca o ferisce questi Budda!» A quel tempo c'erano le figlie dei demoni rakshasa, la prima chiamata Lamba, la seconda Vilamba, la terza Denti Storti, la quarta Denti Fioriti, la quinta Denti Neri, la sesta Molti Capelli, la settima Insaziabile, l'ottava Indossatrice della Collana, la nona Kunti e la decima Ladra dello Spirito Vitale degli Esseri Viventi. Queste dieci rakshasa, insieme alla Madre delle Fanciulle Demoni, alla sua prole e ai suoi servitori, si avvicinarono tutte al luogo ove si trovava il Budda e parlarono all'unisono dicendo: «Onorato dal Mondo, anche noi

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desideriamo proteggere coloro che leggono, recitano, accettano e sostengono il Sutra del Loto e vogliamo evitare che subiscano declino o danni. Se qualcuno cercherà di scoprire i punti deboli di questi maestri della Legge e di trarne vantaggio, glielo impediremo.» Indi, alla presenza del Budda, pronunciarono queste formule: itime itime itime itime itime nime nime mine nime nime ruhe ruhe ruhe ruhe stahe stahe stahe stuhe stuhe «Piuttosto montino sulle nostre teste, ma non molestinoi maestri della Legge! Né yaksha, rakshasa, spiriti affamati, putana, krirya, vetada, skanda nota1-415, umaraka, apasmaraka, yaksha kritya o kritya umani; né febbri che durano un giorno, due giorni, tre giorni, quattro giorni, sette giorni o febbri continue; sia che assuma la forma di uomo, di donna, di farinciullo o di fanciulla, niente potrà mai molestarli, nemmeno in sogno!» Indi, alla presenza del Budda, si espressero in versi dicendo: A chiunque ignora i nostri incantesimi e tormenta i predicatori della Legge, si spacchi la testa in sette pezzi come i rami dell'albero arjaka. Il suo crimine è pari a quello di chi uccide padre e madre, di chi spreme olio, di chi imbroglia gli altri con pesi e misure, di chi provoca uno scisma nell'ordine dei monaci, Chi commette un crimine contro i maestri della Legge riceverà la stessa punizione. Dopo che le figlie dei rakshasa ebbero pronunciato questi versi, dissero al Budda: «Onorato dal Mondo, faremo uso dei nostri corpi per proteggere coloro che accettano, sostengono, leggono, recitano e praticano questo sutra. Faremo in modo che essi ottengano pace e serenità, liberandoli dal declino e da qualsiasi danno e annullando l'effetto di qualsiasi erba velenosa.» Il Budda disse alle figlie dei rakshasa: «Eccellente, eccellente! Se voi proteggerete coloro che accettano e sostengono anche soltanto it nome

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del Sutra del Loto, il vostro merito sarà immenso. Quanto maggiore sarà se proteggerete coloro che lo accettano e lo sostengono nella sua interezza, offrono doni ai rotoli del sutra, fiori, incenso, collane, incenso in polvere, in pasta e da bruciare, stendardi, baldacchini, musica, e accendono diversi tipi di lampade, lampade a burro raffinato, lampade a olio, lampade con diversi olii fragranti, olio di fiori sumana, olio di fiori champaka, olio di fiori varshika, olio di fiori urpala, centinaia e migliaia di varietà di offerte simili! Kunti, tu e i tuoi servitori dovete proteggere i maestri della Legge!» Quando [il Buddaj ebbe predicato questo capitolo Dharani, sessantottomila persone acquisirono la verità dell'assenza di nascita. nota1-415 Questa ricostruzione del termine sanscrito dalla trascrizione cinese è approssimativa

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XXVII. PRECEDENTI VICENDE DEL RE ORNAMENTO MERAVIGLIOSO A quel tempo il Budda si rivolse alla grande assemblea dicendo: «In un'epoca passata, un immenso, illimitato, inconcepibile numero di asamkhya di kalpa or sono, viveva un Budda chiamato Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono, tathagata, arhat, samyak-sambuddha, La sua terra si chiamava Ornamento Splendente di Luce e il suo kalpa Visto con Gioia. Durante la Legge di questo Budda c'era un re che si chiamava Ornamento Meraviglioso. La sposa del re si chiamava Pura Virtù. Egli aveva due figli, uno chiamato Puro Tesoro, l'altro Puro Occhio. Questi due figli possedevano grandi poteri sovrannaturali, meriti, virtù e saggezza, e per lungo tempo avevano praticato la via dei bodhisattva, cioè la paramita dana, la paramita shila, la paramita virya, la pararnita dhyana, la paramita prajna, la pararnita degli espedienti, la pietà, la compassione, la gioia, l'imperturbabilità come pure i trentasette ausiliii alla via. nota1-419. Ogni pratica era stata da loro pienamente acquisita e completata. Inoltre avevano acquisito le samadhi del bodhisattva, ovvero la pura samadhi; la samadhi del sole, della luna e della costellazione; la samadhi della pura luce; la samadhi del puro colore; la samadhi della pura illuminazione; la samadhi del lungo ornamento; la samadhi del tesoro della grande dignità e della virtù, ed erano pienamente padroni di tutte queste samadhi. «A quel tempo quel Budda, desiderando convertire il re Ornamento Meraviglioso, e anche per compassione degli esseri viventi, predicò il Sutra del Loto. I due figli del re, Puro Tesoro e Puro Occhio, andarono là ove si trovava la loro madre, giunsero le mani e le unghie delle dieci dita e le dissero: Preghiamo nostra madre di recarsi a visitare il luogo in cui è il Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono. Anche noi lo serviamo e gli stiamo vicini tributandogli rispetto e offerte. Perché? Perché questo Budda sta predicando il Sutra del Loto a una moltitudine di esseri celesti e umani ed è giusto ascoltarlo e accettano." nota1-419 Trentasette modi di pensare e agire che conducono all'illuminazione

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«La madre rispose ai figli: "Vostro padre ha fede in dottrine non buddiste ed è profondamente legato alla Legge brahmanica. Andate da vostro padre; parlategli di ciò e persuadetelo a venire con voi." «Puro Tesoro e Puro Occhio unirono i palmi delle mani e le dieci dita e dissero alla madre: “Noi siamo figli del re del Dharma, eppure siamo nati in una famiglia che segue concezioni erronee!" «La madre disse ai figli: Fate bene a preoccuparvi di vostro padre. Mostrategli qualche prodigio sovrannaturale. Quando lo vedrà, la sua mente ne sarà certamente purificata ed egli ci consentirà di recarci nel luogo del Budda." «I due figli, preoccupati per il padre, si sollevarono in aria fino all'altezza di sette alberi di tala ed eseguirono diversi prodigi sovrannaturali, camminando, stando eretti, seduti o sdraiati a mezzana; fecero sgorgare acqua dalla parte superiore del corpo e sprigionare fuoco dalla parte inferiore del corpo; fecero sgorgare acqua dalla parte inferiore del corpo e sprigionare fuoco dalla parte superiore. Ingrandirono il corpo fino a riempire tutto il cielo e poi ritornarono a essere piccoli; dopo essere tornati piccoli, ridiventarono grandi; svanirono in mezzo al cielo e ricomparvero improvvisamente al suolo. Si immersero nella terra come se fosse acqua e camminarono sull'acqua come se fosse terra. Manifestarono questi diversi prodigi sovrannaturali per purificare la mente del loro regale padre in modo da indurlo a credere e a comprendere. «A quel tempo, quando il padre vide i figli che manifestavano poteri sovrannaturali di tale natura, la sua mente si colmò di grande gioia per questa esperienza senza precedenti; egli giunse le mani e, rivolto ai figli, disse: "Chi è il vostro maestro? Di chi siete discepoli?" «I due figli risposero: Grande re, il Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono in questo momento siede sul trono del Dharma sotto l'albero di bodhi ornato di sette gioielli e, in mezzo a una moltitudine di esseri celesti e umani di tutto il mondo, sta esponendo diffusamente il Sutra del Loto. É lui il nostro maestro e noi siamo suoi discepoli." «Il padre disse ai figli: "Ora vorrei recarmi là a vedere il vostro maestro. Venite con me." «Così i due figli discesero dal cielo, si recarono ove si trovava la loro madre, giunsero le mani e dissero alla madre:

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"Il nostro regale padre ora è pronto a credere e a comprendere. Egli è pienamente in grado di concepire il desiderio dell'anuttara.-samyaksambodhi. Noi abbiamo finito di svolgere l'opera del Budda a beneficio di nostro padre. Preghiamo nostra madre di consentirci di abbandonare la vita secolare e di praticare la via sotto quel Budda." «Allora i due figli, desiderando ribadire le loro parole, si espressero in versi, chiedendo alla madre: Preghiamo nostra madre che ci consenta di lasciare la famiglia e divenire shramana. È molto difficile incontrare un Budda: noi seguiremo questo Budda e impareremo da lui. Raro è il fiore di udumbara, più raro ancora è incontrare un Budda, sfuggire alle difficoltà è altrettanto difficile: ti preghiamo di permetterci di lasciare la famiglia. «La loro madre rispose: "Vi consentirà di lasciare la vita secolare. Perché? Perché è difficile incontrare il Budda." «I due figli allora si rivolsero al padre e alla madre e dissero: "Eccellente, o padre e madre! Noi vi preghiamo di recarvi a tempo debito là ove si trova il Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono, di servirlo personalmente e di fargli delle offerte. Perché? Perché incontrare il Budda è altrettanto difficile quanto imbattersi in un fiore di udumbara. Oppure è altrettanto difficile quanto per una tartaruga con un solo occhio trovare un ceppo di legno forato che galleggia. Noi, grazie alla grande fortuna derivata dalle esistenze passate, siamo nati in un'epoca in cui è possibile incontrare la Legge del Budda. Per questo motivo nostro padre e nostra madre dovrebbero consentirci di lasciare la vita secolare. Perché? Perché è difficile incontrare i Budda ed è cosa ardua anche imbattersi nel tempo adatto." «A quel tempo tutte le ottantaquattromila dame del gineceo del re Ornamento Meraviglioso poterono accettare e sostenere il Sutra del Loto. Il bodhisattva Puro Occhio da molto tempo era padrone della samadhi del fiore del Dharma, mentre il bodhisattva Puro Tesoro, già da alcune centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa nel passato, era padrone della samadhi che permette di sfuggire ai cattivi

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sentieri dell'esistenza, perché egli aveva desiderato liberare gli esseri viventi dai cattivi sentieri. La moglie del re aveva ottenuto la samadhi dell'assemblea dei Budda ed era in grado di comprendere il tesoro segreto dei Budda. I suoi due figli, utilizzando il potere degli espedienti, erano riusciti a convertire il loro padre, portandolo alla fede e alla comprensione della Legge del Budda e a gioirne. «Al che il re Ornamento Meraviglioso, accompagnato dalle schiere di ministri e servitori, dalla regina Pura Virtù con tutte le dame di corte e le ancelle dei ginecei, dai due figli del re con i loro quarantaduemila servitori, tutti insieme si diressero là ove era il Budda. Arrivati, in segno di rispetto chinarono il capo fino al suolo davanti ai suoi piedi, girarono per tre volte in cerchio intorno al Budda, poi si ritirarono da una parte. «A quel tempo il Budda predicò la Legge per il re, istruendolo e arrecandogli gioia e benefici. Il re ne fu straordinariamente felice. «Allora il re Ornamento Meraviglioso e la sua regina si tolsero dal collo le loro collane di perle che valevano centinaia e migliaia e le lanciarono sopra il Budda. A mezzana le collane si trasformarono in un palco ingioiellato con quattro pilastri. Sul palco vi era un grande giaciglio ingioiellato, ricoperto di centinaia, migliaia, decine di migliaia di drappi celesti. Seduto su di essi, a gambe incrociate, c'era un Budda che emetteva una luce brillante. «A quel tempo il re Ornamento Meraviglioso pensò dentro di sé; "Il corpo del Budda è veramente raro, maestoso e straodinario, il suo aspetto è il più raffinato e misterioso!" Allora il Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono parlò alle quattro categorie di credenti: "Vedete il re Ornamento Meraviglioso che si trova qui davanti a me a mani giunte? Durante la mia Legge questo re diverrà un monaco e praticherà con diligenza la Legge che dà accesso alla via del Budda. Egli potrà divenire un Budda. Il suo nome sarà Re dell'Albero di Sal; la sua terra si chiamerà Grande Luce e il suo kalpa sarà denominato Grande Nobile Re. Questo Budda Re dell'Albero di Sal avrà un'immensa moltitudine di bodhisattva come pure un immenso stuolo di ascoltatori della voce. La sua terra sarà piana e dolce. Tali saranno i suoi benefici."

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«Immediatamente il re affidò il regno al fratello più giovane e, insieme alla regina, ai due figli e a tutti i loro servitori, durante la Legge di quel Budda rinunciò alla vita secolare per praticare la via. «Dopo che il re ebbe lasciato la vita secolare, si impegnò con assiduità e zelo per ottantaquattromila anni, praticando il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa. Quando questo periodo fu trascorso, egli acquisì la samadhi dell'ornamento di tutti i puri meriti. Librandosi in aria all'altezza di sette alberi di tala, si rivolse al Budda e disse: "Onorato dal Mondo, questi miei due figli hanno già svolto l'opera del Budda e mediante le trasformazioni sovrannaturali hanno distolto la mia mente dalle false dottrine, consentendomi di dimorare sicuro nella Legge del Budda e di vedere l'Onorato dal Mondo. Questi due figli sono stati dei buoni amici per me. Hanno desiderato risvegliare le buone radici delle mie esistenze passate per arricchirmi e beneficarmi: per questa ragione sono nati nella mia famiglia." «A quel tempo il Budda Saggezza del Fiore Sovrano della Costellazione Suono del Tuono disse al re Ornamento Meraviglioso: “É proprio così, proprio così. É come hai detto. Se uomini e donne devoti hanno piantato delle buone radici e come effetto, esistenza dopo esistenza, riescono ad avere dei buoni amici, allora questi buoni amici possono svolgere l'opera del Budda, istruendoli, arrecando loro gioia e benefici, e facendoli entrare nell'anuttara-samyak-sambodhi. Grande re, sappi che i buoni amici sono grandi cause e condizioni. Infatti, guidando e convertendo, consentono di vedere il Budda e di sviluppare il desiderio dell'anuttara-samyak-sambodhi. Grande re, vedi questi due figli? Questi due figli hanno già fatto offerte e assistito con reverenza un numero di Budda pari alle sabbie di sessantacinque centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di Gange; sotto quei Budda hanno abbracciato il Sutra del Loto e, avendo compassione degli esseri viventi che abbracciano concezioni erronee, li hanno fatti dimorare nelle concezioni corrette." «Il re Ornamento Meraviglioso allora discese dall'aria e disse al Budda: "Onorato dal Mondo, il Tathagata è un essere davvero raro! In virtù dei suoi meriti e della sua saggezza la protuberanza sulla cima del capo illumina radiosamente ogni cosa, I suoi occhi sono lunghi, grandi, di colore blu profondo. La ciocca di capelli fra le sopracciglia, una delle sue caratteristiche, è bianca come luna adamantina. I suoi

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denti sono candidi, regolari, non radi e scintillanti. Le sue labbra sono vermiglie e belle come il frutto bimba." «A quel tempo il re Ornamento Meraviglioso, dopo aver così lodato le innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, i milioni di meriti del Budda, alla presenza del Tathagata giunse le mani devotamente e si rivolse ancora una volta al Budda: "Onorato dal Mondo, una cosa di tale natura non è mai stata conosciuta finora! La Legge del Tathagata è perfettamente dotata di benefici incredibilmente sublimi e meravigliosi. Laddove i suoi insegnamenti e i suoi precetti vengono osservati, regnerà la tranquillità e la bontà. Da ora in poi non seguirò più i capricci della mia mente, né darò adito a concezioni erronee o all'arroganza, alla collera o ad altri cattivi pensieri." «Quando ebbe pronunciato queste parole si inchinò davanti al Budda e si allontanò.» Il Budda disse alla grande assemblea: «Qual è la vostra opinione? Credete forse che il re Ornamento Meraviglioso sia una persona a voi sconosciuta? In effetti egli non è altri che il qui presente bodhisattva Fiore di Virtù. Mentre la regina Pura Virtù è il bodhisattva Segni dell'Ornamento Splendente di Luce che si trova qui al cospetto del Budda. Mosso dalla pietà e dalla compassione per il re Ornamento Meraviglioso e per i suoi servitori, egli è nato fra loro. I due figli del Budda sono i bodhisattva qui presenti Re della Medicina e Medicina Superiore. «Questi bodhisattva Re della Medicina e Medicina Superiore sono già riusciti ad acquisire benefici grandi come questi e, al cospetto di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, hanno piantato numerose radici di virtù e acquisito immensi meriti. Se vi sono persone che hanno familiarità con i nomi di questi due bodhisattva, gli dèi e gli uomini di tutto il mondo sicuramente tributeranno loro il dovuto rispetto.» Quando il Budda predicò questo capitolo sulle precedenti vicende del re Ornamento Meraviglioso, ottantaquattromila persone si liberarono dalle impurità e conseguirono il puro occhio del Dharma in relazione a tutti i fenomeni.

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XXVIII. GLI INCORAGGIAMENTI DEL BODHISATTVA VIRTÙ UNIVERSALE

A quel tempo il bodhisattva Virtù Universale, famoso per i poteri sovrannaturali liberamente esercitati, per la dignità e la virtù, accompagnato da grandi bodhisattva in numero incommensurabile, illimitato, indescrivibile, giunse da oriente. Le terre che attraversò tremarono e si scossero una a una, mentre dall'alto piovevano fiori di loto ingioiellati e risuonavano innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di musiche diverse. Inoltre era circondato da una moltitudine di esseri celesti senza numero, draghi, yaksha, gandharva, asura, garuda, kimnara, mahoraga, esseri umani e non umani, ognuno dei quali manifestava dignità, virtù e poteri sovrannaturali, Quando [il bodhisattva Virtù Universale] giunse sul Monte Gridhrakuta nel mondo di saha, chinò il capo verso il suolo in segno di rispetto per il Budda Shakyamuni, girò in cerchio intorno a lui da destra per sette volte e poi disse al Budda: «Onorato dal Mondo, mentre mi trovavo nella terra del Budda Supremo Re di Dignità e Virtù Ingioiellate houdito da lontano che in questo mondo di saha veniva predicato il Sutra del Loto. Insieme a questa moltitudine di innumerevoli, illimitate centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva sono venuto qui per ascoltarlo e riceverlo. Prego l'Onorato dal Mondo di predicarlo per noi. Ma come potranno ricevere questo Sutra del Loto gli uomini e le donne devoti dopo l'estinzione, del Tathagata?» Il Budda disse al bodhisattva Virtù Universale: «Se dopo l'estinzione del Tathagata uomini e donne devoti soddisferanno quattro condizioni, potranno ricevere questo Sutra del Loto. La prima condizione è che devono essere protetti e ricordati dai Budda. La seconda è che devono piantare radici di virtù. La terza è che devono entrare nello stadio in cui sono certi dell'illuminazione. La quarta è che devono risvegliare il desiderio di salvare tutti gli esseri viventi. Se, dopo l'estinzione del

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Tathagata, uomini e donne devoti soddisferanno queste quattro condizioni, riceveranno sicuramente questo sutra.» A quel tempo il bodhisattva Virtù Universale disse al Budda: «Onorato dal Mondo, se nell'epoca corrotta e malvagia dell'ultimo periodo di cinquecento anni vi sarà chi accetterà e sosterrà questo sutra, io lo proteggerò e lo difenderò, lo libererò dal declino e dai pericoli, farò in modo che ottenga la pace e la tranquillità e mi assicurerò che nessuno possa scoprire i suoi punti deboli e approfittarne. Nessun demone, né figli di demoni, figlie di demoni, né qualcuno posseduto dal demone, nessuno yaksha, rakshasa, kumbhanda, pishacha, kritya, putana, vetada o qualsiasi altro essere che tormenta gli umani potrà approfittarsi di lui. «Se quella persona leggerà e reciterà questo sutra sia camminando sia stando in piedi, allora io monterò sul mio regale elefante bianco con sei zanne e, insieme alla moltitudine di grandi bodhisattva mi recherò da lui. Mi mostrerò personalmente, farò offerte, lo proteggerò e difenderò, conforterò la sua mente. Perché così facendo anch'io faccio un'offerta al Sutra del Loto. Se quella persona mediterà su questo sutra stando seduta, allora io monterò sul mio regale elefante bianco e apparirò davanti a lui. Se quella persona dimenticherà anche una sola frase o un verso del Sutra del Loto, io glielo suggerirò e mi unirò a lui nella lettura e nella recitazione, di modo che raggiunga la piena comprensione. A quel tempo la persona che accetta, sostiene, legge e recita il Sutra del Loto riuscirà a vedere il mio corpo, si sentirà colma di grande gioia e si applicherà con diligenza ancora maggiore. Grazie al fatto di avermi visto, acquisirà immediatamente samadhi e dharani. Queste sono chiamate la dharani della ripetizione, la dharani di cento, mille, diecimila, un milione di ripetizioni e la dharani dell'espediente del suono del Dharma. Egli acquisirà dharani di tale natura. «Onorato dal Mondo, in quell'epoca lontana, nell'era corrotta e malvagia dell'ultimo periodo di cinquecento anni, qualora monaci e monache, laici e laiche che ricercano, accettano, sostengono, leggono, recitano e ricopiano questo Sutra del Loto desiderino praticarlo, dovranno dedicarsi completamente per un periodo di ventun giorni. Quando saranno trascorsi i ventun giorni, io monterò sul mio elefante

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bianco con sei zanne e, circondato da innumerevoli bodhisattva, con questo corpo che tutti gli esseri viventi amano vedere, apparirò davanti alla persona e predicherò la Legge per lei, istruendola, beneficandola e rendendola felice. Gli affiderò anche le formule dharani. E grazie al fatto di aver appreso queste formule, nessun essere non umano potrà fargli del male né potrà essere confuso o sviato dalle donne. Io stesso lo proteggerò in ogni momento. Perciò ti prego, Onorato dal Mondo, consentimi di pronunciare queste dharani,» Indi, alla presenza del Budda, pronunciò queste formule: adande dandapati dandavarte dandakushale dandasudhare sudhare sudharapati buddhapashyane sarvadharani-avartani sarvabhashyavartani su-avartani samghaparikshani samghanirghatani asamge samgapagate triadhvasamgatulya arate-prapte sarvasamgasamatikrante sarvadharmasuparikshite sarvasattvarutakaushalyanugate simhavikridite «Onorato dal Mondo, se un badhisattva sarà in grado di ascoltare queste dharani, sappia che ciò è dovuto al potere sovrannaturale di Virtù Universale, Quando il Surra del Loto sarà propagato in tutto Jambudvipa, se vi sarà chi lo accetta e lo sostiene, costui dovrà pensare dentro di sé: "Tutto questo dipende dall'autorità e dal potere sovrannaturale di Virtù Universale!" Se vi sarà qualcuno che accetta, sostiene, legge e recita questo sutra, lo memorizza correttamente, ne comprende i principi e lo pratica come insegna il sutra, sappia che sta svolgendo le pratiche di Virtù Universale. Sotto incalcolabili, illimitati Budda avrà piantato profonde radici di virtù. Le mani dei Tathagata gli carezzeranno affettuosamente la testa. «Se si limiterà a copiare il sutra, quando la sua vita sarà giunta al termine rinascerà nel cielo Trayastrimsha. A quel tempo ottantaquattromila dee celesti, suonando varie musiche, gli andranno incontro per accoglierlo. Egli indosserà una corona ornata con i sette gioielli e si divertirà e delizierà circondato dalle damigelle d'onore, Quanto più sarà vero tutto questo per chi accetterà, sosterrà, leggerà e reciterà il sutra, lo memorizzerà correttamente, ne comprenderà i principi e lo praticherà come il sutra insegna. Se vi sono persone che

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accettano, sostengono, leggono e recitano il sutra e ne comprendono i principi, quando la loro vita giungerà al termine, esse saranno accolte dalle mani di mille Budda che le libereranno da ogni paura e impediranno loro di cadere nei cattivi sentieri dell'esistenza. Esse si avvieranno immediatamente nel cielo Tushita, ove si trova il bodhisattva Maitreya. Il bodhisattva Maitreya è dotato dei trentadue segni, è circondato da una moltitudine di grandi bodhisattva e ha un seguito di centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di dee celesti: quelle persone rinasceranno in mezzo a loro. Questi saranno i benefici e i vantaggi di cui godranno. «Quindi, le persone sagge dovrebbero personalmente copiare devotamente il sutra o farlo copiare da altri, dovrebbero accettarlo, sostenerlo, leggerlo e recitarlo, memonizzarlo correttamente e praticarlo come insegna il sutra. Onorato dal Mondo, ora utilizzerò i miei poteri sovrannaturali per custodire e proteggere questo sutra. E, dopo l'estinzione del Tathagata, farò in modo che sia propagato in tutto Jambudvipa e che non abbia mai fine.» A quel tempo il Budda Shakyamuni espresse queste parole di lode; «Eccellente, eccellente, Virtù Universale! Tu sai proteggere e assistere questo sutra e fai ottenere agli esseri viventi pace, felicità e vantaggi. Hai già acquisito meriti inconcepibili e una profonda e grande compassione. Sin dal lontano passato hai aspirato all'anuttarasamyak-sambodhi e hai formulato il voto di impiegare i tuoi poteri sovrannaturali per custodire e proteggere questo sutra. Io userò i miei poteri sovrannaturali per custodire e proteggere coloro che accetteranno e sosterranno il nome del bodhisattva Virtù Universale. «Virtù Universale, se vi sono persone che accettano, sostengono, leggono e recitano questo Sutra del Loto, lo memorizzano correttamente, lo praticano e lo ricopiano, sappi che queste persone hanno visto il Budda Shakyamuni. E come se avessero udito questo sutra dalla bocca del Budda. Sappi che tali persone hanno fatto offerte al Budda Shakyamuni. Sappi che il Budda le ha lodate per la loro eccellenza. Sappi che le teste di queste persone sono state accarezzate dal Budda Shakyamuni. Sappi che queste persone sono state avvolte nella veste del Budda Shakyamuni. «Non saranno più avide di piaceri mondani, non proveranno alcun interesse per le scritture o per i commenti dei non buddisti. Non

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proveranno alcun piacere nel frequentare tali persone, né coloro che svolgono mestieri malvagi quali i macellai, gli allevatori di maiali, di pecore, di galline, di cani, i cacciatori o i ruffiani che vendono i favori delle donne. Queste persone saranno oneste e sincere nella mente e nell'intenzione, rette nella memoria, e potranno godere di felicità e benefici. Non saranno afflitte dai tre veleni, dalla gelosia, dall'orgoglio, dalla presunzione o dall'arroganza. Avranno pochi desideri, si accontenteranno facilmente e sapranno portare a termine le pratiche di Virtù Universale. «Virtù Universale, dopo l'estinzione del Tathagata, nell'ultimo periodo di cinquecento anni, se vedrai qualcuno che accetta, sostiene, legge e recita il Sutra del Loto dovrai pensare dentro di te: "Fra non molto questa persona si recherà nel luogo dell'illuminazione, sconfiggerà le armate del demone e conseguirà l'anuttara-samyak-sambodhi. Metterà in moto la ruota del Dharma, percuoterà il tamburo del Dharma, suonerà il corno del Dharma e farà piovere la pioggia del Dharma. É persona degna di sedere sul trono di leone del Dharma, in mezzo alla grande assemblea di esseri celesti e umani." «Virtù Universale, nelle epoche future, coloro che accetteranno, sosterranno, leggeranno e reciteranno questo sutra, non saranno più avidi di vesti, di giacigli, di cibi e bevande, o di altre necessità della vita quotidiana. I loro desideri saranno appagati e nell'esistenza presente saranno ricompensati con la fortuna. Se qualcuno li disprezzerà o li deriderà dicendo: "Siete dei poveri idioti! É inutile svolgere queste pratiche: alla fine non ne caverete nulla!", Come punizione per la sua offesa questa persona nascerà senza occhi esistenza dopo esistenza. Ma chi farà loro offerte e li loderà., nell'esistenza presente otterrà una ricompensa visibile per queste azioni. «Se qualcuno vedrà una persona che accetta e sostiene questo sutra e cercherà di rivelare le sue colpe o i suoi errori, sia che dica il vero sia che dica il falso, nell'esistenza presente si ammalerà di lebbra bianca. Se qualcuno disprezzerà o deriderà quella persona, esistenza dopo esistenza gli mancheranno i denti o gli cresceranno molto radi, avrà delle labbra orrende, il naso piatto, mani e piedi deformi, occhi strabici. Il suo corpo emanerà un odore

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nauseabondo, sarà coperto di piaghe maligne da cui coleranno sangue e pus, soffrirà di idropisia, di asma e di altre gravi malattie. Perciò, Virtù Universale, se vedrai una persona che accetta e sostiene questo sutra, dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda.» Quando venne predicato questo capitolo Incoraggiamenti del bodhisattva Virtù Universale, bodhisattva in quantità innumerevole e illimitata come le sabbie del Gange,ottennero le dharani che consentirono loro di ricordare centinaia, migliaia,decine di migliaia, milioni di ripetizioni degli insegnamenti; bodhisattva in numero pari alle particelle di polvere di migliaia di milioni di mondi completarono la via di Virtù Universale. Quando il Budda predicò questo sutra, Virtù Universale e gli altri bodhisattva, Shariputra e gli altri ascoltatori della voce, e così gli esseri celesti, i draghi, gli esseri umani e non umani, tutti i componenti della grande assemblea, si sentirono colmi di grande gioia. Accettando e sostenendo le parole del Budda, essi si inchinarono rispettosamente e si accomiatarono.

FINE

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