Il Sermone sul Monte - La chiave del successo nella vita

April 8, 2019 | Author: Sara Leila E Didi | Category: Jesus, Miracle, Truth, Homo Sapiens, Prayer
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Il Sermone sul Monte La Preghiera del Signore - Una analisi EMMET FOX...

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Il Sermone Sul Monte La Chiave del Successo nella Vita E La Preghiera del Signore Una Interpretazione

Emmet Fox

Ai Miei Studenti in Gran Bretagna ed America Che Sono Stati l'Ispirazione e l'Incoraggiamento Dietro A Questo Libro

Prefazione QUESTO libro è l'essenza distillata di anni di studio biblico e metafisico, e delle numerose conferenze che ho tenuto. Sarebbe stato più semplice scriverlo lungo il doppio di quanto è ora. Il mio scopo, però, è donare al lettore un manuale pratico per lo sviluppo spirituale, e con questo fine in mente ho condensato l'argomento il più possibile perché, come sanno tutti gli studenti, la concisione dell'espressione è il massimo aiuto nella padronanza di qualsiasi argomento. Non pensate di poter assimilare tutto quel che contiene in una o due letture. Esso deve essere letto più e più volte finché non avrete compreso a fondo la prospettiva del tutto nuova sulla vita e la scala di valori assolutamente nuova che il Sermone Sul Monte presenta all'umanità. Soltanto allora vivrete la Nuova Nascita. Lo studio della Bibbia non è diverso dalla ricerca dei diamanti in Sudafrica. All'inizio gli uomini trovarono alcuni diamanti nell'argilla gialla e furono felicissimi della loro fortuna, anche quando ritennero che questi sarebbero stati tutto quello che avrebbero trovato. Poi, scavando più a fondo, si imbatterono nell'argilla blu e, con loro sbalordimento, scoprirono in un giorno tante pietre preziose quante ne avevano trovate prima in un anno, e quella che prima era sembrata una ricchezza svanì diventando insignificante di fronte alle nuove ricchezze. Nella vostra esplorazione della Verità della Bibbia cercate di non essere soddisfatti dall'argilla gialla di alcune scoperte spirituali, ma continuate verso l'argilla blu che sta sotto. La Bibbia, però, è diversa dalla miniera di diamanti per il fatto sublime che sotto l'argilla blu ci sono ancora altri strati, sempre più ricchi, che aspettano il tocco della percezione spirituale — ancora e ancora, fino all'Infinito. Mentre leggi la Bibbia devi costantemente affermare che la Saggezza Divina ti illumina. Questo è il modo di ottenere l'ispirazione diretta. Ho seguito una moderna convenzione comune tra gli scrittori di libri di metafisica, scrivendo in maiuscolo alcune parole che indicano gli aspetti o gli attributi di Dio.

Capitolo 1

Cosa insegnò Gesù? GESÙ Cristo è probabilmente la figura più importante che sia mai apparsa nella storia dell'umanità. Non importa come lo consideri, devi ammetterlo. Questo è vero sia che scegliate di chiamarlo Dio o uomo, e, se uomo, se scegliete di considerarlo il più grande Profeta e Maestro del mondo o semplicemente un pazzo animato da buone intenzioni che trovò il dolore, il fallimento e la rovina dopo una breve e tempestosa carriera pubblica. Comunque lo consideri, resta il fatto che la vita e la morte di Gesù, e gli insegnamenti a lui attribuiti, hanno influenzato il corso della storia dell'uomo più di quelli di qualsiasi altro uomo che sia mai vissuto; più di Alessandro, o Cesare, o Carlomagno, o Napoleone, o Washington. Un numero superiore di persone sono influenzate dalle sue dottrine, o almeno dalle dottrine che oggi gli sono attribuite; un maggior numero di libri che lo riguardano è scritto, letto e comprato; un numero superiore di discorsi è pronunciato (chiamateli sermoni) a proposito di lui che riguardo tutti gli altri nomi citati messi insieme. Essere stato l'ispirazione religiosa dell'intera razza europea nei due millenni nei quali quella razza ha dominato e dato forma ai destini del mondo intero, culturalmente e socialmente, così come politicamente, e nel periodo in cui l'intera superficie della Terra fu infine scoperta e occupata, e nei suoi ampi confini modellata dalla civiltà; questo, da solo, gli dà diritto alla posizione predominante nell'importanza a livello mondiale. Quindi difficilmente ci può essere un'impresa più importante dell'indagine sulla questione relativa a ciò che davvero Gesù rappresentò. Cosa insegnò Gesù? Cosa davvero desiderò che credessimo e facessimo? Quali furono gli obiettivi che egli davvero teneva a cuore? E in quale misura egli riuscì davvero a raggiungere questi obiettivi, durante la sua vita e nella sua morte? In che misura la religione o il movimento chiamato Cristianesimo, nella forma in cui è esistito negli ultimi 19 secoli, ha davvero espresso o rappresentato le sue idee? In che misura l'odierno Cristianesimo presenta il suo messaggio al mondo? Se ora egli dovesse tornare, cosa direbbe delle sedicenti nazioni cristiane in generale e delle Chiese cristiane in particolare — degli anglicani, dei battisti, dei cattolici, dei greci ortodossi, dei metodisti, dei presbiteriani, dei quaccheri, dei salvazionisti, degli avventisti del Settimo Giorno, o degli Unitari, tanto per citarli in ordine alfabetico? Che cosa insegnò Gesù? Questa è la domanda alla quale mi sono prefisso di rispondere in questo libro. Mi propongo di mostrare che il messaggio che Gesù portò ha un valore unico perché è la Verità, e la sola perfetta affermazione della Verità della natura di Dio e dell'uomo, e della vita; e del rapporto che esiste tra di essi. E, molto al di là di questo, scopriremo che il suo insegnamento non è un mero resoconto astratto dell’universo, che sarebbe poco più che di interesse accademico, ma che esso costituisce un metodo pratico per lo sviluppo dell’anima, e per dare forma alle nostre vite e ai nostri destini nelle cose che davvero desideriamo essi siano. Gesù ci spiega quale sia la natura di Dio e quale sia la nostra stessa natura; ci racconta il significato della vita e della morte, ci illustra perché noi commettiamo degli errori, perché siamo inclini alla tentazione, perché ci ammaliamo, ci impoveriamo e

invecchiamo; e, cosa più importante tra tutta, ci spiega come tutti questi mali possono essere superati e in che modo possiamo portare salute, felicità e vera prosperità nelle nostre vite e nelle vite degli altri, se anch'essi davvero le desiderano. La prima cosa che dobbiamo capire è un fatto di fondamentale importanza, perché significa staccarsi da tutte le convinzioni pregresse ordinarie dell'ortodossia. Il fatto è che Gesù non insegnò affatto la teologia. Il suo insegnamento è interamente spirituale o metafisico. Il Cristianesimo storico, sfortunatamente, si è largamente occupato delle questioni teologiche e dottrinali che, strano a dirsi, non hanno alcuna controparte nell'insegnamento del Vangelo. Scoprire che tutte le dottrine e le teologie delle chiese sono invenzioni umane costruite dai rispettivi autori seguendo la propria stessa mentalità, e imposte alla Bibbia dall'esterno, sconvolgerà molte persone buone. Però è così. Non esiste assolutamente alcun sistema di teologia della dottrina nella Bibbia; semplicemente non c'è. Persone degne che sentivano il bisogno di qualche spiegazione intellettuale della vita, e credevano anche che la Bibbia fosse una rivelazione di Dio all'uomo, giunsero alla conclusione naturale che l'uno deve essere dentro l'altra, e poi, più o meno inconsapevolmente, hanno proceduto a fabbricare la cosa che volevano trovare. Essi non possedevano la chiave spirituale o metafisica. Non si trovavano su quella che è chiamata la Base Spirituale, e di conseguenza cercarono una spiegazione della vita puramente intellettuale o tridimensionale — e non può esistere una spiegazione di questo genere. La vera spiegazione della vita dell'uomo sta solo nel fatto che egli è essenzialmente spirituale ed eterno, e che questo mondo, e la vita che intellettualmente conosciamo non è altro, per così dire, di una sezione trasversale della verità intera che lo riguarda, e una sezione trasversale di una qualsiasi cosa — da un macchinario a un cavallo — non può mai fornire nemmeno una spiegazione parziale dell'intero. Scorgendo un piccolo angolo dell'universo, e anche quello con gli occhi aperti soltanto a metà, e lavorando da un punto di vista esclusivamente antropocentrico e geocentrico, gli uomini hanno costruito delle favole assurde e decisamente orribili su un Dio limitato e simile all'uomo, che ha condotto il suo universo in modo molto simile a come un principe piuttosto ignorante e barbaro potrebbe condurre gli affari di un piccolo regno orientale. A questo essere è stata attribuita ogni sorta di debolezza umana, come la vanità, la volubilità, e il disprezzo. Poi fu costruita una leggenda inverosimile e molto inconsistente che riguardava il peccato originale, l'espiazione vicaria per mezzo del sangue, il castigo infinito per delle trasgressioni finite e, in alcuni casi, fu aggiunta una dottrina indicibilmente orribile della predestinazione al tormento eterno, o alla beatitudine eterna. Ora, nessuna teoria di questo tipo è insegnata nella Bibbia. Se lo scopo della Bibbia fosse stato quello di insegnarla, essa la avrebbe esposta in modo diretto in un capitolo o nell'altro, ma non è così. Il “Progetto di Salvezza” che figurava in modo così prominente nei sermoni evangelici e nei libri di teologia di una generazione passata è del tutto ignoto alla Bibbia così come lo è al Corano. Non vi è mai stata questa organizzazione nell'universo, e la Bibbia non la insegna affatto. Ciò che è accaduto è che certi oscuri testi della genesi, alcune frasi prese qua e là dalle lettere di Paolo, e uno o due versetti isolati da altre parti delle Scritture sono stati estrapolati e messi insieme dai teologi per produrre il tipo di insegnamento che a loro sembrava dovesse trovarsi nella Bibbia. Gesù non seppe nulla di tutto questo. Egli non è altro che una Pollyanna, come si dice, o un ottimista a buon mercato. Egli ci avverte, non una sola volta ma spesso, che l'ostinazione nel peccato può portare con sé un castigo molto, molto severo, e che un uomo che abbandona l'integrità della sua anima

— anche se guadagnasse il mondo intero — è un tragico folle. Ma egli insegna che siamo puniti soltanto per — e in realtà puniti dai — nostri stessi errori, e insegna che ogni uomo o o donna, per quanto immerso nel peccato e nell'impurità, ha sempre l'accesso diretto ad un Dio-Padre amoroso ed onnipotente, che lo perdonerà e gli darà la Sua forza per permettergli di ritrovarsi, e fino a settanta volte sette, se necessario. Gesù è stato tristemente frainteso e rappresentato in modo sbagliato anche in altre direzioni. Ad esempio nel suo insegnamento non esiste assolutamente alcun mandato per l'istituzione di alcuna forma di Clericalismo, di alcuna gerarchia di funzionari, di un sistema o rituale. Egli non autorizzò una cosa del genere, e infatti il tono generale della sua mentalità è nettamente antiecclesiastico. Nel corso di tutta la sua vita pubblica egli fu in guerra contro gli ecclesiastici e altri funzionari della religione del suo paese. Essi prima lo ostacolarono e poi lo perseguitarono, con un istinti perfettamente sano di conservazione — sentivano istintivamente che la Verità, così come egli la insegnava, era l'inizio della fine per loro — e infine lo fecero mettere a morte. Egli ignorò completamente le loro rivendicazioni dell'autorità quali rappresentanti di Dio, e mostrò soltanto impazienza e disprezzo per i loro rituali e le loro cerimonie. Sembra che la natura umana sia molto incline a credere a ciò in cui vuol credere, invece di intraprendere l'opera di indagare realmente nelle Scritture con una mente aperta. Uomini perfettamente sinceri, ad esempio, si sono autonominati leader cristiani, con i titoli più imponenti e pretenziosi, e poi hanno indossato vesti elaborate e sfarzose per impressionare meglio gli uomini, nonostante il loro Maestro, con le parole più chiare, avesse ordinato ai propri seguaci che non dovevano fare nulla del genere. “Ma non fatevi chiamare Rabbi: perché uno è il vostro maestro, il Cristo; e voi siete tutti fratelli” (Matt. 23:8). Ed egli denunciò i Farisei definendoli ipocriti perché “amano i seggi dei capi” e “impongono carichi pesanti, onerosi da portare” con ogni sorta di regole e regolamenti. Gesù, come scopriremo in seguito, si prefisse in particolare di scoraggiare l'enfasi posta sulle osservanze esteriori; e sicuramente su leggi e regolamenti ferrei di ogni tipo. Ciò su cui insistette era un certo spirito nella propria condotta, ed egli fu attento a insegnare soltanto i principi, sapendo che quando lo spirito è giusto, i dettagli penseranno a se stessi, e che, di fatto, “la lettera uccide, ma lo spirito dà la vita”, come si vedeva palesemente nel triste esempio dei Farisei. Tuttavia, nonostante questo la storia del Cristianesimo ortodosso è largamente costituita da tentativi di imporre agli uomini ogni sorta di osservanza esteriore. Un caso eclatante a questo riguardo è il tentativo attuato dai Puritani di imporre il Sabato veterotestamentario ai Cristiani, anche se la legge relativa al Sabato era un'ordinanza esclusivamente ebraica, e le feroci sanzioni che comportava la sua inosservanza si applicavano unicamente alla profanazione del Sabato; e nonostante Gesù abbia scoraggiato l'osservanza superstiziosa del Sabato, dicendo che il Sabato era stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il Sabato, e si sia prefisso di fare tutto quello che voleva fare in quel giorno. Egli indica chiaramente, in tutto il suo insegnamento, che è giunto il momento in cui l'uomo deve rendere ogni singolo giorno un Sabato spirituale, conoscendo e facendo tutte le cose in luce spirituale. È ovvio che, anche se il sabato ebraico era vincolante per i cristiani, poi, dal momento che essi non lo osservano, rispettando la Domenica, essi incorreranno comunque in tutte le conseguenze del mancato rispetto del Sabato. Molti cristiani moderni, tuttavia, si rendono conto che non esiste un sistema di teologia nella Bibbia a meno che non si voglia mettercelo deliberatamente, e hanno praticamente rinunciato del tutto alla teologia, ma ancora si aggrappano al Cristianesimo perché sentono intuitivamente che è la Verità. Non c'è davvero alcuna giustificazione logica al

loro atteggiamento, in quanto essi non possiedono la Chiave Spirituale che, sola, rende intelligibile l'insegnamento di Gesù, e quindi si sforzano di razionalizzare il loro atteggiamento in vari modi. Questo è il dilemma dell'uomo che no n ha né la fede cieca dell'ortodossia né l'interpretazione spirituale del Cristianesimo Scientifico a sostenerlo. Egli non ha, per sostenersi, alcunché che non appartenga all'antico unitario. Se non rifiuta completamente i miracoli, è quantomeno molto a disagio nei confronti di essi. Lo imbarazzano e desidererebbe che non fossero affatto presenti nella Bibbia, e nel suo cuore sarebbe felice di sbarazzarsene. Una “Vita di Gesù” pubblicata di recente da un famoso ecclesiastico illustra chiaramente quanto sia falsa questa posizione. Nel suo libro egli ammette che Gesù può aver guarito alcune persone, o averle aiutate a guarire, ma si ferma lì. Egli spiega, eliminandoli, tutti gli altri miracoli. Essi erano le solite leggende di fantasia incentrate intorno a tutte le grandi figure storiche, pensa. Sul lago, ad esempio, i discepoli erano del tutto terrorizzati, finché non pensarono a Gesù, e quel pensiero calmò i loro timori. Questo fu successivamente esagerato, diventando una storia assurda secondo cui egli era giunto a loro di persona camminando sull'acqua. Un'altra volta, sembra, egli riformò un peccatore, resuscitandolo dalla tomba del peccato, e questa storia fu espansa, molti anni dopo, diventando una leggenda ridicola secondo cui egli aveva veramente resuscitato un morto. Ancora, una notte Gesù pregò con fervore, così apparve davvero felice e radioso, e Pietro, che si era addormentato, si svegliò di soprassalto, e anni dopo raccontò una storia confusa sull'aver creduto di avere visto Mosè là — abbastanza per la Trasfigurazione. Eccetera eccetera. Ora, si deve estendere ogni solidarietà alle memorie speciali di un uomo affascinato dalla bellezza e dal mistero dei Vangeli, ma che, in assenza della Chiave Spirituale, sembra vedere che il suo buonsenso e tutte le conoscenze scientifiche del genere umano sono calpestati da tante cose contenute in questi Vangeli. Ma, semplicemente, così non funziona. Se i miracoli non sono avvenuti, il resto della storia dei Vangeli perde ogni vero significato. Se Gesù non li credette possibili, e non si fosse messo a farli — mai, è vero, per farsi vedere, ma sempre costantemente e ripetutamente — se egli non credette e non insegnò molte cose in palese contraddizione rispetto alla filosofia razionalistica del 18° e 19° secolo, allora il messaggio del Vangelo sarebbe caotico, contraddittorio e privo di ogni significato. Non possiamo sfuggire al dilemma dicendo che a Gesù non interessavano le credenze del momento e le superstizioni del suo tempo, che le diede passivamente più o meno per scontate, perché ciò che davvero gli interessava era il carattere. Questa è un'argomentazione debole, perché il carattere deve comprendere una reazione sia intelligente che vitale a tutto tondo verso la vita. Il carattere deve comprendere alcune credenze e convinzioni definite sulle cose che davvero contano. Ma i miracoli sono accaduti. Tutte le azioni legate a Gesù nei quattro Vangeli sono avvenute, e anche molte altre, “che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. Gesù stesso giustificò quello che la gente pensò essere uno strano e meraviglioso insegnamento dalle opere egli fu in grado di fare, e andò oltre e disse, riferendosi a coloro che studiano e praticano il suo insegnamento: “anche chi crede in me compirà le opere che io compio, e ne farà di più grandi”. Ora, dopotutto, cos'è un miracolo? Chi nega la possibilità dei miracoli affermando che l'universo è un sistema perfetto di legge ed ordine al cui funzionamento non vi possono essere eccezioni ha perfettamente ragione. Ma la spiegazione è che il mondo del quale siamo normalmente consapevoli, e con le cui leggi la maggior parte delle persone ha

familiarità, è soltanto un frammento dell'intero universo come davvero è; e che esiste una cosa come l'appellarsi da una legge inferiore ad una superiore — da una espressione minore ad una più grande. Ora, l'attrazione dalla legge inferiore a quella superiore non è realmente un'infrazione della legge, perché la possibilità di tale attrazione fa parte della costituzione maggiore dell'universo, e quindi, nel senso di una vera infrazione della legge, i miracoli sono impossibili. Però, nel senso in cui tutte le regole e le limitazioni ordinarie del piano fisico possono essere accantonate o disabilitate da una comprensione che si è elevata al di sopra di esse, i miracoli, nel senso colloquiale del termine, possono succedere, e succedono. Presumiamo, per ipotesi, che un certo Lunedì i vostri affari siano in uno stato tale che, umanamente parlando, talune conseguenze certamente ne deriveranno prima della fine della settimana. Possono essere conseguenze legali, forse di natura davvero sgradevole, che seguono una sentenza dei tribunali, o possono essere certe conseguenze fisiche nel corpo umano. Un medico competente può decidere che un intervento pericoloso sarà assolutamente necessario, o addirittura può sentire che il suo dovere è quello di dire che non c'è la possibilità di recupero da parte del paziente. Ora, se una persona eleva la propria consapevolezza al di sopra delle limitazioni del piano fisico legato a tale problema — e questa è soltanto una descrizione scientifica di ciò che viene comunemente chiamata preghiera — allora le condizioni in quel piano cambieranno e, in qualche modo del tutto imprevisto e normalmente impossibile, la tragedia legale scomparirà, e, lo si noti, a vantaggio di tutte le parti, oppure il paziente guarirà invece di dover subire l'operazione o di dover morire. In altre parole i miracoli, nel senso comune della parola, possono accadere, e accadono, a seguito della preghiera. La preghiera cambia le cose. La preghiera fa accadere delle cose diverse da quelle che sarebbero successe se essa non fosse stata fatta. Non importa in quale genere di difficoltà vi troviate. Non importa quali sono state le cause che vi ci hanno portato. Una preghiera sufficiente vi farà uscire dalla vostra difficoltà se soltanto sarete abbastanza costanti nel vostro appello a Dio. La preghiera, però, è sia una scienza che un'arte, ed è stato all'insegnamento di questa scienza e questa arte che Gesù ha dedicato gran parte del suo ministero. I miracoli del Vangelo sono avvenuti perché Gesù possedeva la comprensione spirituale che gli dava un potere maggiore di chiunque altro, prima o dopo di lui. Un altro tentativo di interpretare i Vangeli deve essere preso in considerazione. Tolstoy si sforzò di presentare il Sermone del Monte come una guida pratica per la vita, interpretando letteralmente i suoi precetti, prendendoli per buoni e ignorando l'interpretazione spirituale, della quale non era informato, ed escludendo il Piano dello Spirito, nel quale non credeva. Scartando l'intera Bibbia tranne i quattro Vangeli e ignorando tutti i miracoli egli fece un tentativo eroico ma futile di combinare Cristianesimo e materialismo; e, ovviamente, fallì. Il suo vero posto nella storia si rivela essere non quello del fondatore di un nuovo movimento religioso, ma quello dell'uomo il cui anarchismo pratico, promulgato con tutto il fuoco del genio, ha aperto la strada alla Rivoluzione bolscevica, come Rousseau aveva aperto la strada alla Rivoluzione Francese. È la Chiave Spirituale che apre il mistero dell'insegnamento biblico in generale, e quello dei Vangeli in particolare. È la Chiave Spirituale che spiega i miracoli e mostra che essi furono eseguiti per dimostrarci che anche noi possiamo fare miracoli, e così superare il peccato, la malattia e la limitazione. Con questa chiave possiamo permetterci di scartare l'ispirazione verbale e ogni letteralismo superstizioso, e tuttavia capire che la Bibbia è davvero il più prezioso e il più autentico di tutti i beni dell'uomo.

Esternamente, la Bibbia è una raccolta di documenti ispirati scritti da uomini di tutti i tipi, in ogni sorta di circostanze, e nel corso di centinaia di anni di tempo. I documenti, nella forma in cui li abbiamo, sono raramente originali, ma redazioni e raccolte di vecchi frammenti, e i nomi degli scrittori reali sono raramente noti con certezza. Questo, tuttavia, non pregiudica l'obiettivo spirituale della Bibbia in minima misura, è infatti del tutto irrilevante. Il libro, così come lo abbiamo, è un serbatoio inesauribile di Verità Spirituale, redatto sotto l'ispirazione Divina, e il vero percorso attraverso il quale esso ha raggiunto la sua forma attuale non ha importanza. Il nome dello scrittore di un capitolo particolare in realtà non ha importanza più di quanto non ne avrebbe il nome del suo amanuense, se ne avesse utilizzato uno. La Saggezza Divina è l'autore, e questo è tutto quel che ci riguarda. Quella che viene chiamata la Critica Superiore si occupa unicamente degli aspetti esterni, perdendo completamente il contenuto spirituale delle Scritture, e dal punto di vista spirituale non ha alcuna rilevanza. La storia, la biografia, la lirica e altre forme poetiche sono vari mezzi attraverso i quali il messaggio spirituale viene comunicato nella Bibbia e, più di tutto, la parabola è usata per comunicare la verità spirituale e metafisica. In alcuni casi quella che non fu mai intesa essere altro che una parabola fu, ad un certo momento, interpretata come una affermazione letterale di fatto, e questo ha spesso fatto sembrare che la Bibbia insegnasse cose opposte al buonsenso. La storia di Adamo ed Eva e del Giardino dell'Eden è un esempio calzante. Intesa correttamente, questa è forse la parabola più straordinaria di tutte; il suo autore non volle ma che essa fosse scambiata per storia, ma le persone dalla mentalità letteralista la interpretarono in tal modo, con ogni sorta di assurda conseguenza. La Chiave Spirituale della Bibbia ci libera da tutte queste difficoltà, dilemmi e apparenti incongruenze. Essa ci salva allo stesso modo dalle false posizioni del Ritualismo, dell'Evangelismo e di quello che è chiamato Liberalismo, perché ci dà la Verità. E la Verità si rivela essere nientemeno che lo straordinario ma innegabile fatto che il mondo esterno — sia esso il corpo biologico, le cose comuni della vita, i venti e la pioggia, le nubi, la stessa Terra — è riconducibile al pensiero dell'uomo, e che egli ha il dominio su di esso, una volta che lo sa. Il mondo esterno, lungi dall'essere la prigione delle circostanze che, comunemente, si ritiene sia, in realtà non ha un suo carattere, buono o cattivo. Esso ha soltanto il carattere che noi gli attribuiamo per mezzo del nostro stesso pensiero. Esso è naturalmente plastico nei confronti del nostro pensiero, ed è così, che lo sappiamo o meno, e lo vogliamo oppure no. Tutto il giorno i pensieri che occupano la vostra mente, il vostro Posto Segreto, come lo chiama Gesù, modellano il vostro destino in bene o in male; di fatto, la verità è che l'intera esperienza della nostra vita non è che l'espressione esteriore di un pensiero interno. Ora possiamo scegliere il genere di pensieri che formuliamo. Sarà un po' difficile spezzare una cattiva abitudine di pensiero, ma si può fare. Possiamo scegliere in quale modo penseremo — in realtà scegliamo sempre — e quindi le nostre vite sono solo il risultato del tipo di pensieri che scegliamo di possedere, e quindi vi è perfetta giustizia nell'universo. Nessuna sofferenza per il peccato originale di un altro uomo, ma raccogliere un raccolto che noi stessi abbiamo seminato. Abbiamo il libero arbitrio, ma il nostro libero arbitrio sta nella nostra scelta dei pensieri. Questo è essenzialmente ciò che Gesù insegnò. Come vedremo, è il messaggio che sta alla base dell'intera Bibbia, ma non è espresso con chiarezza omogenea in tutta essa. Nella prima parte del libro, nel complesso, esso non brilla che fiocamente, come la luce di una

lampada molto coperta, ma con il passare del tempo, un velo dopo l'altro è rimosso e la luce risplende sempre più brillante finché, nell'insegnamento di Gesù Cristo, si riversa chiara e libera. La verità non cambia mai, ma quel che noi dobbiamo affrontare su questo piano è la comprensione della Verità da parte dell'uomo e, nel tempo storico, questa è migliorata stabilmente e costantemente. Infatti quello che chiamiamo progresso non è che l'espressione esteriore corrispondente all'idea di Dio, in costante miglioramento, propria dell'uomo. Gesù Cristo riassunse questa Verità, la insegnò costantemente e integralmente, e soprattutto la dimostrò nella propria persona. la maggior parte di noi è ora in grado di scorgere intellettualmente l'idea di quel che ciò deve significare nella sua pienezza, e molto di quel che deve inevitabilmente conseguire da una sua comprensione competente. Ma quel che possiamo dimostrare è una cosa molto diversa. Accettare la Verità è il grande primo passo, ma non finché non l'abbiamo dimostrato facendola nostra. Gesù dimostrò ogni cosa che insegnò, fino al superamento della morte in quella che chiamiamo Resurrezione. Per motivi che non posso descrivere qui succede che ogni volta che superate la difficoltà per mezzo della preghiera aiutate l'intera razza umana, passata, presente e futura, in generale, e la aiutate a superare quel tipo di difficoltà in particolare. Gesù, superando ogni sorta di limitazione alla quale l'umanità è soggetta, e in particolare superando la morte svolse un'opera di valore unico ed incalcolabile per la razza, e riceve quindi giustamente il titolo di Salvatore del mondo. In quello che ritenne il momento opportuno nel suo ministero pubblico decise di riassumere il tutto in una serie di conferenze che si estesero probabilmente nell'arco di diversi giorni e parlando probabilmente due o tre volte al giorno. Questa disposizione è stata paragonata da qualcuno e non impropriamente ad una sorta di scuola estiva così come le abbiamo oggi. Egli colse questa opportunità di riassumere il messaggio, di mettere i puntini sulle i e i trattini sulle t, per modo di dire. Un certo numero di presenti, naturalmente, prese appunti, e in seguito questi appunti furono revisionati diventando quello che conosciamo come Sermone sul Monte. Gli autori dei quattro Vangeli scelsero ognuno il materiale per la sua monografia in conformità al proprio scopo, ed è Matteo che ci fornisce la versione più completa ed attentamente arrangiata del discorso. La sua esposizione del Sermone sul Monte è una codifica quasi perfetta della religione di Gesù Cristo, e quindi l'ho scelta quale testo per questo libro. Essa comprende l'essenziale. E' pratica e personale. E' definita, specifica e tuttavia ampiamente illuminante. Quando il vero significato delle istruzioni viene colto, è necessario soltanto iniziare a metterle in pratica fedelmente per ottenere risultati immediati. La potenza e l'ampiezza di questi risultati dipenderà unicamente dalla sincerità e dalla precisione con le quali esse sono applicate. Questa è una cosa che ogni individuo deve sistemare da sé. “Nessun uomo può salvare l'anima del proprio fratello o pagare il debito del proprio fratello”. Possiamo e dobbiamo aiutarci a vicenda in occasioni speciali, ma nella lunga corsa ognuno deve imparare a fare il proprio lavoro, e a non “peccare” più, altrimenti gli succederà qualcosa di peggio. Se davvero desideri cambiare la tua vita, se davvero vuoi cambiare te stesso — per diventare una persona completamente diversa agli occhi di Dio e dell'uomo — se davvero vuoi la salute e la serenità, e lo sviluppo spirituale, allora Gesù, nel suo Sermone sul Monte, ti ha mostrato chiaramente come si deve fare. Il compito non è semplice, ma sappiamo che è possibile svolgerlo, perché ci sono quelli che lo hanno fatto — ma c'è un prezzo da pagare, e il prezzo è mettere davvero in pratica questi principi in ogni angolo

della tua vita, e in ogni transazione quotidiana, che tu lo voglia o meno, e in particolare proprio quando non vorresti farlo. Se sei pronto a pagare il prezzo, a rompere davvero ed autenticamente con il vecchio uomo, e ad iniziare la creazione del nuovo, lo studio del grande Sermone sarà certamente per te la Montagna della Liberazione.

Capitolo 2

Le Beatitudini Ed egli, vedendo le folle, salì sul monte e, come si fu seduto, i suoi discepoli gli si accostarono, Allora egli, aperta la bocca, li ammaestrava, dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati coloro che fanno cordoglio, perché saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Beati coloro che sono affamati e assetati di rettitudine, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio. Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi. (MATTEO 5) IL Sermone sul Monte inizia con le Otto Beatitudini. Questa, ovviamente, è una delle parti più conosciute della Bibbia. Perfino le persone la cui conoscenza delle Scritture è limitata ad alcuni dei capitoli più familiari conoscono sicuramente le Beatitudini. Essi non le comprendono quasi mai, purtroppo, e di regola le considerano un consiglio di perfezione, senza alcuna reale applicazione nella vita di tutti i giorni. Ma questo soltanto perché ad essi manca la Chiave Spirituale. Le Beatitudini sono in realtà un poema in prosa di otto versetti che è completo in sé e costituisce quel che è praticamente un riassunto generale dell'intero insegnamento cristiano. Si tratta di una sinossi spirituale più che letteraria, che riassume lo spirito dell'insegnamento piuttosto che la lettera. Un sunto generale come questo è molto caratteristica dell'antico metodo orientale di approcciare un insegnamento religioso e filosofico, e naturalmente ricorda l'Ottuplice Sentiero del Buddismo, i Dieci Comandamenti di Mosè e altri simili raggruppamenti compatti di idee. Gesù si interessò esclusivamente dell'insegnamento di principi generali, e questi principi generali hanno sempre avuto a che fare con degli stati mentali, perché egli sapeva che se i propri stati mentali sono giusti, anche tutto il resto deve essere giusto, mentre, se questi sono sbagliati, nient'altro può essere giusto. A differenza degli altri grandi maestri religiosi, egli non ci dà istruzioni dettagliate su ciò che dobbiamo fare o non fare, non ci dice né di mangiare né di bere, o di non mangiare o bere certe cose, o di effettuare le varie osservanze rituali in certi momenti e stagioni. Senza dubbio l'intera corrente del suo insegnamento è antiritualistica e antiformalista. Egli ebbe sempre poca pazienza con

la classe sacerdotale ebraica e la sua teoria della salvezza per mezzo delle osservanze al Tempio. “È giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre... Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. I Farisei, con il loro spaventoso codice di dettagliate osservanze esteriori, erano le uniche persone verso le quali egli fu veramente intollerante. Un Fariseo coscienzioso di quei giorni — e la maggioranza di essi fu estremamente coscienziosa, nella loro prospettiva — aveva un numero enorme di dettagli esteriori da soddisfare ogni giorno prima di poter sentire di aver soddisfatto le richieste di Dio. Un moderno rabbino ha stimato il numero di questi dettagli in non meno di seicento, e, com'è ovvio che nessun essere umano potrebbe davvero attuare nella pratica una cosa del genere, il risultato naturale sarebbe che la vittima, consapevole di aver mancato al complimento dei propri doveri, debba necessariamente operare con una cronica sensazione di peccato. Ora, ritenerti peccaminoso è, ai fini pratici, essere peccaminoso, con tutte le conseguenze che seguono tale condizione. La politica di Gesù contrasta con questo in quanto il suo obiettivo è svezzare completamente il cuore dall'affidamento alle cose esteriori, per la piacevole gratificazione o per la salvezza spirituale, e inculcare un atteggiamento mentale del tutto nuovo; e questa politica è esposta graficamente nelle Beatitudini.

Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli Qui, proprio all'inizio, dobbiamo tener conto di un aspetto di grande importanza pratica per lo studio della Bibbia, cioè che essa è scritta in un linguaggio peculiare suo proprio, e che i termini e le espressioni, e a volte vere parole, vengono utilizzate nella Bibbia con un senso che è nettamente diverso da quello dell'uso quotidiano. Questo a prescindere dal fatto, del quale dobbiamo anche essere alla ricerca, che certe parole inglesi hanno cambiato di significato da quando la Bibbia è stata tradotta. La Bibbia, in realtà, è un libro di testo di metafisica, un manuale per la crescita dell'anima, e osserva tutte le questioni da questo punto di vista. Non si potrà sottolineare abbastanza questo punto. Per questo motivo essa ha la visione più ampia di ogni argomento. Vede le cose nel loro rapporto con l'anima umana e usa molti termini comuni in un senso molto più ampio di quello ad essi attribuito dall'uso comune. Ad esempio, la parola “pane” nella Bibbia significa non semplicemente un qualsiasi genere di cibo materiale, che è l'interpretazione più ampia data ad essa nella letteratura generale, ma tutte le cose delle quali l'uomo ha bisogno — tutte le cose materiali, come gli abiti, un rifugio, il denaro, l'istruzione, la compagnia e principalmente la realizzazione spirituale. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. “Io sono il pane della vita”. “Se non mangiate questo pane…”. Un altro esempio è la parola “prosperità”. Nel senso scritturale, “prosperità” e “prosperare” significano molto di più dell'acquisizione di possessi materiali. In realtà indicano il successo nella preghiera. Dal punto di vista dell'anima, il successo nella preghiera è il solo tipo di prosperità che valga la pena avere: e se le nostre preghiere hanno successo, naturalmente avremo tutte le cose materiali delle quali abbiamo bisogno. Una certa quantità di beni materiali è essenziale su questo piano, ovviamente, ma la ricchezza materiale in realtà è la cosa meno importante nella vita, e la Bibbia implica questo attribuendo alla parola “prospero” il suo vero significato.

Essere povero di spirito non significa minimamente la cosa che oggi definiamo “vile”. Essere povero in spirito significa essersi vuotati di ogni desiderio di esercitare la propria volontà e, cosa altrettanto importante, aver rinunciato a tutte le opinioni preconcette nella cordiale ricerca di Dio. Significa essere disposto ad accantonare le tue attuali abitudini di pensiero, le tue attuali opinioni e pregiudizi, il tuo attuale stile di vita, se necessario; disfarsi concretamente di qualsiasi cosa possa frapporsi sulla via della tua scoperta di Dio. Uno dei passi più tristi di tutta la letteratura è la storia del Giovane Ricco, che perse una delle grandi opportunità della storia, e “se ne andò afflitto, perché aveva molti beni”. Questa, in realtà, è la storia del genere umano in generale. Noi rifiutiamo la salvezza che Gesù ci offre — la nostra possibilità di trovare Dio — perché “abbiamo molti beni” assolutamente non perché siamo molto ricchi in termini di denaro, perché sicuramente la maggior parte delle persone non lo sono, ma perché abbiamo molti beni nella sfera delle idee preconcette — la fiducia nel nostro giudizio e nelle idee che succede ci siano familiari, l'orgoglio spirituale, nato dalla distinzione accademica, l'attaccamento sentimentale o materiale alle istituzioni e alle organizzazioni, abitudini di vita alle quali non abbiamo desiderio di rinunciare; la preoccupazione per il rispetto da parte degli uomini, o forse il timore della derisione pubblica, oppure un interesse personale per l'onore e la distinzione terrena. E questi averi ci tengono incatenati alla roccia della sofferenza che è il nostro esilio da Dio. Il Giovane Ricco è una delle figure più tragiche della storia, non perché casualmente fosse ricco, perché di per sé la ricchezza non è buona né cattiva, ma perché il suo cuore era reso schiavo da quell'amore per il denaro che Paolo ci dice essere la radice di ogni male. Avrebbe potuto essere un multimilionario in oro e argento, e finché il suo cuore non si fosse basato solo su quello sarebbe stato libero, proprio come il più povero mendicante, di entrare nel Regno dei Cieli. La sua fiducia, però, era nelle sue ricchezze, e questo chiuse la porta. Perché il Messaggio di Cristo non fu ricevuto con acclamazione dagli Ecclesiastici di Gerusalemme? Perché essi avevano grandi possedimenti — possedimenti di cultura rabbinica, possedimenti di onore e di importanza pubblici, incarichi di autorità come insegnanti ufficiali della religione — e avrebbero dovuto sacrificare questi averi per accettare l'insegnamento spirituale. La folla umile e non istruita che ascoltò il Maestro fu felice di non avere questi possedimenti che la tentassero e la allontanassero dalla Verità. Perché è stato nei tempi moderni, in cui lo stesso semplice Messaggio di Cristo sull'immanenza e sulla disponibilità di Dio, e sulla Luce Interiore che brucia in eterno nell'anima dell'uomo, è riapparso nel mondo ed è stato ancora una volta accolto felicemente, per la maggior parte, dai semplici e dagli illetterati? Perché nei tempi moderni, quando lo stesso semplice Messaggio di Cristo dell'immanenza e della disponibilità di Dio, e della luce interiore che brucia per sempre nell'anima dell'uomo, ancora una volta, ha fatto la sua comparsa nel mondo, per la maggior parte esso è stato ricevuto volentieri tra i semplici e gli illetterati? Perché non sono stati i Vescovi, i Decani, i Moderatori, i Ministri e i Presbiteri a darlo al mondo? Perché non è stato Oxford, o Cambridge o Harvard, o Heidelberg, il grande centro di trasmissione di questa conoscenza, la più importante di tutte? E di nuovo la risposta è: perché avevano grandi possedimenti, grandi averi di orgoglio intellettuale e spirituale, grandi averi di autocompiacimento ed arroganza, grandi averi di dedizione accademica e di prestigio sociale.

I poveri in spirito non soffrono di alcuno di questi imbarazzi, o perché non ne hanno mai avuti, o perché li hanno superati sulla marea della comprensione spirituale. Si sono sbarazzati dell'amore per il denaro e per la proprietà, della paura della pubblica opinione e della disapprovazione di parenti o amici. Non sono più intimiditi dall'autorità umana, per quanto prestigiosa. Non sono più arroganti nelle loro opinioni. Sono giunti a vedere che le credenze a loro più care possono essere state — e probabilmente erano — errate, e che tutte le loro idee e opinioni sulla vita possono essere false e aver bisogno di essere rimodellate. Sono pronti a ricominciare dall'inizio e a reimparare la vita da capo.

Beati coloro che fanno cordoglio, perché saranno consolati. Il cordoglio o la tristezza non è di per sé una bella cosa, perché la Volontà di Dio è che ognuno debba sperimentare la felicità e un gioioso successo. Gesù disse: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”. Tuttavia, la difficoltà e la sofferenza sono spesso estremamente utili, perché molte persone non si preoccupano di conoscere la verità fino a quando non sono spinte a farlo dal dolore e dal fallimento. La tristezza diventa una cosa relativamente buona. Presto o tardi ogni essere umano dovrà scoprire la Verità su Dio, e a prendere contatto diretto con Lui. Dovrà acquisire la comprensione della Verità, che lo renderà libero, una volta per tutte, dalle nostre limitazioni tridimensionali e e dai loro concomitanti — il peccato, la malattia e la morte. Ma la maggior parte delle persone non intraprende la ricerca di Dio con tutto il cuore se non guidato ad essa da problemi di qualche tipo. Non c'è davvero alcun bisogno che l'uomo abbia dei problemi, perché se soltanto cercherà Dio per primo, il problema verrà mai. Egli ha sempre la scelta di imparare dallo sviluppo spirituale o di imparare dall'esperienza dolorosa, ed è colpa sua se fa la seconda scelta. Di norma è solo quando la salute è compromessa, e i mezzi medici normali non sono riusciti a permettere il sollievo, che le persone si accingono seriamente a acquisire quella comprensione spirituale del corpo come vera incarnazione della Vita Divina, che è la nostra unica garanzia di superare la malattia e, infine, la morte. Eppure, se la gente si rivolgesse a Dio e acquisisse qualcosa di questa comprensione, mentre la sua salute è ancora buona, non avrebbe affatto bisogno di essere malata. Anche in questo caso, è di solito solo quando la gente avverte il morso della povertà in modo molto acuto, cioè, quando le normali fonti di approvvigionamento materiali sono prosciugate, che si rivolge a Dio come ultima risorsa e impara la lezione che il Potere Divino è davvero la Fonte dell'approvvigionamento dell'uomo, e tutti gli agenti materiali non sono che i canali. Ora questo insegnamento deve essere appreso e accuratamente realizzato prima che l'uomo possa passare ad esperienze superiori o più ampie di quella attuale. Nella Casa del nostro Padre ci sono molte dimore, ma la chiave dei palazzi più alti è sempre l'acquisizione del completo dominio su quella in cui siamo. È quindi per noi davvero una benedizione essere obbligati ad affrontare la domanda sulla provvidenza il prima possibile. Se le persone ricche ora, mentre sono ancora prospere, riconoscono Dio come la loro vera Fonte, e pregano regolarmente per una comprensione spirituale ancora superiore su questo punto, non avrebbero affatto bisogno di soffrire la povertà o difficoltà economiche. Nello stesso tempo, devono stare attenti a usare bene le loro risorse presenti, non accaparrando ricchezze in modo egoistico, ma riconoscendo che Dio è il proprietario, e che essi sono i Suoi gestori o fiduciari. Il comando del denaro

comporta una responsabilità che non si può eludere. Dovete spenderlo con saggezza, o subirne le conseguenze. Questo principio generale si applica a tutti i nostri problemi, non solo fisici o difficoltà economiche, ma tutti gli altri mali dei quali la carne è erede. I problemi familiari, i litigi e gli allontanamenti, il peccato e il rimorso, e tutto il resto, non avverranno affatto se cercheremo innanzitutto il Regno di Dio e la Corretta Comprensione, ma se non lo faremo, allora essi dovranno venire, e per noi questo lutto sarà una benedizione sotto mentite spoglie, perché attraverso di esso saremo “confortati”. E con conforto la Bibbia intende l'esperienza della Presenza di Dio, che è la fine di ogni lutto. Le chiese ortodosse hanno insegnato troppo spesso un Cristo crocifisso che ha fine sulla croce, ma la Bibbia ci dà il Cristo Risorto Trionfante.

Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Superficialmente, questa Beatitudine sembra avere scarsissimo significato, e quello che c'è sembra essere palesemente contraddetto dai fatti evidenti della vita quotidiana. Nessuna persona sensibile, osservando il mondo o studiando la storia, potrebbe accettare sinceramente questo detto per quello che è, e la maggior parte dei Cristiani l'ha messo in pratica con un sentimento di rimpianto: non c'è dubbio sul modo in cui le cose dovrebbero essere, ma in realtà certamente non è così che sono. Ma questo atteggiamento non funzionerà. Presto o tardi l'anima raggiunge un punto in cui le evasioni e le sofisticherie devono essere scartate una volta per tutte, e il fatto della vita deve essere affrontato proprio a qualsiasi costo. Ora, o Gesù credeva in ciò che diceva, o no, e o sapeva cosa stava parlando, oppure no. E quindi se queste parole non vanno prese seriamente siamo condotti alla posizione che nessun cristiano si preoccuperà di accettare — che o Gesù diceva qualcosa in cui non credeva davvero, come fa la gente priva di scrupoli, oppure diceva delle cose senza senso. Dobbiamo affrontare questa situazione proprio all'inizio del nostro studio di questo Sermone sul Monte. O Gesù va preso sul serio o no, nel qual caso il suo insegnamento deve essere scartato del tutto e gli uomini devono smetterla di definirsi Cristiani. Omaggiare a parole il suo nome, dire che il Cristianesimo è la Verità ispirata da Dio, vantarsi di essere cristiani e poi tacitamente evitare nella pratica tutte le implicazioni definite del suo insegnamento è ipocrisia e debolezza del tipo più totalmente mortale. O Gesù è una guida attendibile oppure non lo è. Se ci si deve fidare di lui, allora facciamogli il favore di ritenere che egli credette in quel che diceva, e che conoscesse benissimo l'arte di vivere. Il problemi e le sofferenze che l'umanità subisce sono dovute, in realtà, al fatto stesso che il nostro modo di vivere è così opposto alla Verità che le cose che egli insegnò, e le cose che disse, ci sembrano a primo acchito folli e insane. Il fatto è che, quando viene compreso nel modo corretto, si scopre che l'insegnamento di Gesù non soltanto è vero ma anche estremamente praticabile; sicuramente si tratta della più praticabile delle dottrine. Scopriamo allora che egli non fu un sognatore sentimentale, non un semplice distributore di banalità vuote, ma l’inflessibile realista che solo un grande mistico può essere, e tutta l’essenza del suo insegnamento, della sua applicazione pratica è riassunta in questo testo. Questa Beatitudine è tra i cinque o sei versetti più importanti della Bibbia. Quando padroneggiate il significato spirituale di questo testo possedete il Segreto del Dominio — il segreto per superare ogni sorta di difficoltà. Esso è letteralmente la Chiave della

Vita. È il Messaggio di Gesù Cristo ridotto ad una sola frase. Questo detto gnostico è, in realtà, la Pietra Filosofale dell'Alchimista che trasforma il metallo vile della limitazione e del travaglio nell'oro dell'“agio” o autentica armonia. Ci accorgiamo che ci sono due parole polari nel testo — “mansueti” e “terra”. Entrambe sono usate in un senso particolare e molto tecnico, e devono essere svelate prima che lo straordinario significato che sta alla loro base possa essere scoperto. Innanzitutto la parola “terra” nella Bibbia non indica semplicemente questo globo terrestre. Significa, in realtà, manifestazione. La manifestazione, o espressione, è il risultato di una causa. Una causa deve essere espressa o manifestata prima che ne sappiamo qualcosa e, al contrario, ogni espressione o manifestazione deve avere una causa. Ora, nella Metasifica Divina, e in particolare nel Sermone sul Monte, si apprende che ogni nesso di causalità è mentale, e che il tuo corpo e tutte le cose che hanno attinenza con te — la tua casa, i tuoi affari, tutta la tua esperienza — non sono altro che la manifestazione dei tuoi medesimi stati mentali. Il fatto che tu sia del tutto inconsapevole della maggior parte dei tuoi stati mentali non ha un significato, perché essi sono lì, tuttavia, nella tua mente subconscia, sebbene tu ora ti sia dimenticato di essi, o non ne sia mai stato consapevole. In altre parole la tua “terra” significa la tua intera esperienza esteriore, ed “ereditare la terra” significa avere il dominio su quella esperienza esteriore; ossia avere il potere di portare le tue condizioni di vita all'armonia e al vero successo. “Tutta la terra sarà riempita della gloria del Signore”, “La sua anima dimorerà nell'agio, e il suo seme (preghiere) erediterà la terra”, “Il Signore regna, gioisca la terra”. Così quando vediamo che la Bibbia parla della terra — possedere la terra, governare la terra, rendere gloriosa la terra ecc. — essa si riferisce alle condizioni delle nostre vite, dalla salute del nostro corpo all'infuori, fino al punto più lontano delle nostre cose. Quindi questo testo si accinge a dirci come possiamo possedere, o governare, essere padroni delle nostre vite e dei nostri destini. Vediamo ora come si deve fare. La Beatitudine dice che il dominio, cioè, il potere sulle condizioni della nostra vita, deve essere ottenuto in un certo modo, e nel modo più inaspettato di tutti — con niente di meno che la mansuetudine. Il fatto è, però, che questa parola, “mansuetudine”, è usata anch'essa in modo specifico e tecnico. Il suo vero significato non ha nulla in comune con il significato che oggi ha nell'inglese moderno. In realtà ci sono alcune caratteristiche più spiacevoli, nella natura umana, rispetto a quella che oggi è connotata dal termine “mansuetudine”. Per un lettore moderno, il “mansueto” suggerisce una creatura dallo spirito mediocre, priva sia di coraggio che di rispetto per se stesso, inutile per sé e per gli altri, che striscia sulla faccia della terra come un verme e probabilmente anche ipocrita e meschino. Ricorda il servile Uriah Heep di Dickens al peggio, e nella migliore delle ipotesi uno degli oppressi, spezzati e moralmente derelitti dello stesso autore. Ma Dickens presenta sempre questi personaggi per avvertimento o ridicolo, e mai per emulazione. Il lettore moderno, con queste connotazioni della parola in mente, arriva al Discorso della Montagna e rifiuta l'insegnamento che esso dà, perché, qui sulla soglia, gli viene detto che il dominio è per i mansueti, ed egli non può accettare questa dottrina. Il vero significato della parola “mansueto” nella Bibbia è un atteggiamento mentale per il quale non esiste alcuna altra parola, ed è questo atteggiamento mentale ad essere il segreto della “prosperità” o successo nella preghiera. È una combinazione di apertura mentale, fede in Dio e comprensione che la Volontà di Dio per noi è sempre qualcosa di gioioso, interessante e vitale, e molto meglio di qualsiasi cosa che possiamo pensare per

noi stessi. Questo stato mentale include anche una perfetta volontà di consentire a questa Volontà di Dio di realizzarsi in qualsiasi modo la Saggezza Divina ritenga essere il migliore, invece che in qualche modo specifico che abbiamo scelto per noi stessi. Questo atteggiamento mentale, complesso nell'analisi ma di per sé semplice, è la Chiave del Dominio o la dimostrazione del successo. Nella parlata comune non c'è un termine che lo descriva, perché la cosa non esiste tranne che per coloro che si trovano sulla Base Spirituale dell'insegnamento di Gesù Cristo; ma se desideriamo ereditare la terra dobbiamo assolutamente acquisire questa “mansuetudine”. Mosè, che ebbe uno straordinario successo con la preghiera — superò il concetto di vecchiaia fino a manifestare il corpo di un giovane nella prima fase della vita quando, secondo il calendario, aveva 120 anni, e poi trascese completamente la matteria, o “si smaterializzò” senza morire — fu conosciuto principalmente per questa qualità — “mansueto come Mosè”. Mosè, ricordiamo, oltre ad aver dato una dimostrazione personale compì un'opera straordinaria per tutto il suo popolo, facendolo uscire dalla schiavitù egiziana nonostante incredibili difficoltà (perché il riuscito Esodo fu la “dimostrazione” di Mosè e delle poche anime progredite che lo aiutavano) ed influenzando tutto il successivo corso della storia con il proprio insegnamento e le proprie azioni. Mosè aveva una mente aperta, pronta a ricevere l'insegnamento di cose nuove e di nuovi modi di pensare e di agire. Egli non rifiutò la nuova rivelazione perché era nuova e rivoluzionaria, come avrebbe fatto la maggioranza dei suoi compiaciuti colleghi della Gerarchia Egiziana. Non fu, in principio almeno, esente da gravi difetti di carattere, ma era troppo grande per l'orgoglio intellettuale o spirituale, e quindi a poco a poco superò sopra questi difetti, mentre la nuova verità agiva nella sua anima. Mosè accuratamente intese che conformarsi rigorosamente alla volontà di Dio, lungi dal comportare la perdita di ogni bene, non poteva che significare una vita più fine, migliore e più splendida. Egli, quindi, non lo considerò un sacrificio, perché sapeva che era la più alta forma di glorificazione di se stesso, nel vero e straordinario senso della parola. L'autoglorificazione dell'egoista è la vanità meschina che porta infine all'umiliazione. La vera autoglorificazione, la glorificazione che è davvero gloriosa, è la glorificazione di Dio — “Il Padre che è in me, Egli compie le opere”, “Io in Te e Tu in Me”. Mosè ebbe una straordinaria comprensione del potere della Parola pronunciata di richiamare il bene, che è fede scientifica. Egli fu uno degli uomini “più mansueti” che siano mai vissuti, e nessuno, tranne il nostro salvatore, ha ereditato la terra in misura maggiore. C'è un meraviglioso detto orientale secondo cui “La mansuetudine obbliga Dio Stesso”.

Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. “Giustizia” è un'altra delle grandi Parole Chiave della Bibbia, una di quelle chiavi che il lettore deve possedere se vuole capire il vero significato del libro. Come “terra”, “mansueto” e “consolazione” è un termine tecnico usato in un senso specifico e definito. Giustizia, nella Bibbia, significa non semplicemente giusta condotta, ma giusto pensiero su tutti gli argomenti, in ogni aspetto della vita. Studiando il Sermone sul Monte scopriremo che ogni sua frase ripete la grande verità che le cose esterne non sono che l'espressione (ex-presso, o premuto fuori) o la raffigurazione esteriore dei nostri pensieri e delle nostre credenze interiori, che noi abbiamo il dominio o il potere sui nostri pensieri di pensare come vogliamo, e quindi, indirettamente, costruiamo o roviniamo le nostre vite con il modo in cui pensiamo. Gesù ci dice costantemente, in questi discorsi, che noi non abbiamo un potere diretto sulle cose esterne, perché queste

cose esterne non sono che conseguenze o, se vi va, quadri risultati di quel che accade nel Luogo Segreto. Se ci fosse possibile condizionare i fattori esterni direttamente, senza modificare il nostro pensiero, significherebbe che potremmo pensare una cosa e produrne un'altra, e questo sarebbe contrario alla Legge dell'Universo. Certamente è proprio questo stesso concetto a costituire la fallacia fondamentale che sta alla base di tutti i problemi dell'uomo — tutte le malattie e il peccato, ogni lotta e povertà, e addirittura la morte stessa. La grande Legge dell'Universo, tuttavia, è solo questa: che quello che pensi nella tua mente si verificherà nella tua esperienza. Come dentro, così fuori. Non puoi pensare una cosa e produrne un'altra. Se vuoi controllare le tue circostanze per ottenere l'armonia e la felicità devi prima controllare i tuoi pensieri per l'armonia e la felicità, poi le cose esterne seguiranno. Se vuoi la salute devi per prima cosa pensare salute, e ricorda, pensare salute non significa semplicemente pensare ad un corpo sano, per quanto questo sia importante, ma significa anche pensare pace e appagamento, e gentilezza verso tutti, perché, come vedremo più avanti nel Sermone, l'emozione distruttiva è una delle cause primarie di malattia. Se vuoi lo sviluppo spirituale e la crescita nella conoscenza di Dio devi pensare dei pensieri spirituali — pensieri di Dio — e dedicare la tua attenzione, che è la tua vita, a Dio invece che alle limitazioni. Se vuoi la prosperità materiale devi prima avere dei pensieri di prosperità, e poi crearti l'abitudine di farlo, perché la cosa che mantiene la gente povera è la pura abitudine ai pensieri di povertà. Se vuoi una compagnia congeniale, se vuoi essere amato, devi prima pensare pensieri d'amore e di gentilezza. Il simile genera il simile è un altro modo di affermare la Grande Legge, che significa che come un uomo semina nei propri pensieri non visti così raccoglierà in ciò che è visto. “Tutte le cose agiscono insieme per il bene per coloro che amano il bene”, e amare in bene significa occuparsi con pensieri positivi. Quando le persone si risvegliano alla conoscenza di queste grandi verità, naturalmente cercano di iniziare ad applicarle nella propria vita. Realizzando infine l'importanza vitale della “rettitudine” o il pensiero di pensieri armoniosi, esse, da persone sensibili, cominciano subito a cercare di mettere ordine in casa propria. Il principio coinvolto è perfettamente semplice, ma sfortunatamente la sua applicazione è tutt'altro che semplice. Perché dovrebbe esserlo? La risposta si trova nella straordinaria potenza dell'abitudine, e le abitudini di pensiero sono allo stesso tempo quelle del tipo più sottile e le più difficili da rompere. In confronto è facile rompere un'abitudine materiale se si intende davvero farlo, perché l'azione sul piano materiale è molto più lenta e più tangibile di quella sul piano mentale. Trattando con le abitudini di pensiero, tuttavia, non possiamo, per dire, metterci da parte e avere una visione relativamente distaccata come possiamo fare nella contemplazione delle nostre azioni. I nostri pensieri scorrono attraverso lo stadio della coscienza in un flusso ininterrotto, e così rapidamente che solo la vigilanza incessante può affrontarli. Ancora una volta, il teatro delle proprie azioni è l'area della sua presenza immediata. Posso agire soltanto dove sono. Posso dare ordini per lettera o telefono, oppure posso premere un pulsante e produrre risultati a distanza, ma comunque la mia azione accade dove sono, e in questo momento. Nel pensiero, al contrario, posso spaziare su tutta l'area della mia vita, tra cui tutte le persone delle quali sono stato o sono in qualche modo interessato, e posso volare lontano nel passato o nel futuro con la stessa facilità. Vediamo perciò quanto più grande sia l'obiettivo di raggiungere un pensiero armonioso a tutto tondo, o la vera rettitudine, di quanto questo appaia a prima vista.

Per questo motivo molte persone si scoraggiano e indulgono in una grande quantità di autocondanna, perché non cambiano molto rapidamente l'intera corrente di pensiero su tutta l'area della loro vita — distruggere il vecchio Adamo, come dice Paolo — in brevissimo tempo. Questo, naturalmente, è un errore capitale e, per inciso, essendo l'autocondanna un pensiero essenzialmente negativo, e quindi non retto, tende a produrre ancora più problemi, nel vecchio circolo vizioso. Se non progredisci alla velocità che desideri il rimedio è essere ancora più attento ad avere dei pensieri armoniosi. Non soffermarti sui tuoi errori o sulla lentezza dei progressi, ma rivendica la Presenza di Dio con te, tanto più, a dispetto della suggestione scoraggiante. Richiedi la Sapienza. Chiedi la Potenza, o la prosperità nella preghiera. Fai un inventario mentale o una recensione della tua vita, e vedi se non stai ancora pensando in modo sbagliato in qualche settore o nell'altro della tua mente. C'è qualche linea sbagliata di condotta che stai ancora seguendo? C'è qualcuno che non hai ancora perdonato? Stai indulgendo in qualche tipo di odio o disprezzo politico, razziale o religioso settario? Questo sicuramente si nasconde sotto una cappa di ipocrisia, se c'è. Se è così strappa la cappa e sbarazzati della cosa negativa, perché è veleno nella tua vita. E' rimasto qualche genere di gelosia nel tuo cuore? — Può essere personale o professionale. Questa cosa odiosa è molto più comune di quanto si ammetterebbe prontamente nella buona società. Se è lì, taglialo fuori ad ogni costo. Ci sono dei rimpianti sentimentali, o aspirazioni senza scopo all'impossibile? Se è così rifletti che, in quanto essere immortale, avendo il Figlio di Dio il dominio spirituale, nessuna cosa buona è fuori dalla tua portata, qui e ora. Non sprecare più tempo lagnandoti per ciò che è tutto finito, ma rendi il presente e il futuro una splendida realizzazione del desiderio del tuo cuore. C'è rimorso per gli errori del passato ormai andato? Ricorda allora che il rimorso, distinto dal pentimento, è soltanto una forma di orgoglio spirituale. Arrovellarsi in esso, come fanno certe persone, è tradimento dell'amore e del perdono di Dio, che dice: “Ecco, oggi è il giorno della salvezza”, “Ecco, Io rendo nuove tutte le cose”. In questa Beatitudine, Gesù ci dice di non scoraggiarci, perché noi non superiamo tutto in una volta, perché il nostro progresso sembra essere lento. Se non stiamo facendo alcun progresso allora possiamo non pregare nel modo giusto, e spetta a noi scoprire perché, esaminando la nostra vita, e pregando per la saggezza e la guida. Certamente dobbiamo pregare costantemente per avere la saggezza e la guida e per l'azione viva dello Spirito Santo su di noi, affinché la qualità delle nostre preghiere — la nostra prosperità — possa costantemente aumentare. Ma se ci muoviamo, se le cose migliorano, anche se può non essere velocemente, non abbiamo motivo di scoraggiarci. Abbiamo solo bisogno di agire costantemente, e ammesso di essere davvero concentrati sui nostri sforzi, ammesso cioè di essere davvero affamati ed assetati di rettitudine, allora, quantomeno, saremo saziati. Non può accadere che una ricerca intensa della verità e della rettitudine nella quale si persevera non debba essere coronata dal successo. Dio non viene deriso né Egli deride i Suoi figli.

Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Questo è un breve sunto della Legge della Vita che Gesù sviluppa in seguito in modo più completo nel Sermone (Matt. 7: 1–5). Così com'è, la Beatitudine richiede ben pochi commenti, perché le parole impiegate comunicano il senso comune che ancora diamo loro nella vita quotidiana, e l'affermazione, nel modo in cui è formulata, è chiara ed

evidente nel suo significato, così come la legge in questione è semplice e inflessibile nella sua azione. Il punto che il Cristiano Scientifico deve notare è che, come al solito, la rilevanza vitale del principio coperto in questa Beatitudine sta nella sua applicazione nella sfera del pensiero. La cosa che conta davvero è che tu sia misericordioso nel tuo pensiero. Le azioni gentili accoppiate con pensieri cattivi sono ipocrisia, dettata dalla paura, o desiderio di gloria, o da qualche motivo di questo tipo. Sono false e non benedicono né il donatore né il ricevente. D'altra parte, il vero pensiero sul tuo simile lo benedice spiritualmente, mentalmente e materialmente, e benedice anche te. Cerchiamo di essere misericordiosi nei nostri giudizi mentali su nostro fratello, perché, in verità, tutti siamo uno, e più profondamente gli sembra di sbagliare, più urgente è la necessità per noi di aiutarlo con il pensiero giusto, e così gli rendiamo più facile liberarsi. Tu — siccome comprendi il potere dell'Idea Spirituale, la Verità di Cristo — hai una responsabilità che altri non hanno; cerca di non sfuggirle. Quando la sua inadempienza ti diviene nota, ricorda che il Cristo in lui sta chiedendo aiuto a te che sei illuminato — quindi sii misericordioso. Perché a fatti e in verità tutti siamo uno, parti componenti della veste vivente di Dio, tu stesso in ultima analisi, riceverai lo stesso trattamento che hai riservato agli altri, riceverai lo stesso aiuto misericordioso nell'ora del bisogno da quelli che sono più lontano lungo il percorso rispetto a te. Soprattutto è vero che, liberando gli altri dal peso della tua condanna, ti è possibile assolvere te stesso dall'autocondanna.

Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Questo è uno di quei meravigliosi detti gnostici in cui la Bibbia è davvero ricca. Si tratta niente di meno che di un riassunto in poche parole di tutta la filosofia della religione. Come al solito, nelle Scritture, le parole sono usate in senso tecnico e coprono un significato molto più ampio di quello che attribuiamo a loro nella vita di tutti i giorni. Iniziamo riflettendo su quale sia la promessa in questa Beatitudine. Nientemeno che vedere Dio. Ora sappiamo, ovviamente, che Dio non ha una forma corporea, e quindi non c'è possibilità di “vederLo” nel senso materiale ordinario in cui una persona può vedere un essere umano o un oggetto. Se si potesse vedere Dio in questo modo, Egli dovrebbe essere limitato, e, quindi, non Dio. “Vedere”, nel senso a cui ci si riferisce qui, significa percezione spirituale, e la percezione spirituale significa esattamente la capacità di apprendere la vera natura dell'essere che, purtroppo, ci manca. Viviamo nel mondo di Dio ma non sappiamo affatto com'è. Il Paradiso si trova tutto intorno a noi — non è una località lontano lontano nel cielo, ma tutto intorno a noi adesso — ma poiché ci manca la percezione spirituale non possiamo riconoscerlo, vale a dire, non siamo in grado di viverlo, e, quindi, per quanto ci riguarda, possiamo dire di essere chiusi fuori dal Paradiso. Abbiamo un contatto con un suo minuscolo frammento, e chiamiamo quel piccolo frammento universo, ma anche quel poco lo vediamo, per la maggior parte, tutto deformato. Paradiso è il nome religioso della Presenza di Dio, e il Paradiso è infinito, ma la nostra forma mentis ci porta a modellare la nostra esperienza in tre sole dimensioni. Il Paradiso è Eternità, ma quel che conosciamo qui lo conosciamo soltanto serialmente, in una sequenza chiamata “tempo”, che non ci consente mai di comprendere un'esperienza nella sua interezza. Dio è Mente Divina, e in quella Mente non vi sono assolutamente limitazioni o restrizioni, tuttavia vediamo che ogni cosa è distribuita in quello che è chiamato “spazio”, o distanziata — una restrizione artificiale

che inibisce continuamente il costante raggruppamento della nostra esperienza, richiesto dal nostro pensiero creativo. Il Paradiso è il regno dello Spirito, la Sostanza; senza età, discordia o decadimento, un regno di bontà eterna, e tuttavia, per la nostra visione distorta, ogni cosa invecchia, decade, si usura; nascere solo per morire, sbocciare soltanto per dissolversi. Siamo in una posizione molto simile a quella di un daltonico in uno splendido giardino fiorito. Tutti intorno a lui vi sono colori sgargianti, ma egli ne è del tutto ignaro e vede solo neri, bianchi e grigi. Se ipotizziamo che egli sia anche privo del senso dell'odorato, vedremo che una piccolissima parte della gloria del giardino esiste per lui. Tuttavia, è tutta là, se soltanto potesse percepirla. Questa limitazione che è dentro di noi è conosciuta nella teologia come la “Caduta dell'Uomo” e nasce dal nostro uso del libero arbitrio in opposizione alla Volontà di Dio. “Dio ha creato l'uomo retto, ma egli ha cercato molte cose inventate”. Il nostro compito è quello di superare questi limiti il più rapidamente possibile, fino ad arrivare al punto in cui siamo in grado di conoscere le cose per come sono veramente — vivere il Paradiso così com'è. È questo che si intende con “vedere Dio”, e vederlo “faccia a faccia”. Vedere Dio è imparare la Verità per com'è realmente, e questa è libertà infinita e perfetta beatitudine. In questa straordinaria Beatitudine ci viene detto esattamente in che modo questo compito supremo deve essere portato a termine, e chi sono quelli che lo faranno. Essi sono i puri di cuore. Ancora una volta dobbiamo capire che qui le parole “puro” e “purezza” devono essere interpretate in senso molto più ampio di quello comunemente loro attribuito. Purezza, nella Bibbia, significa molto di più di purezza fisica — per quanto questo sia indispensabile. Nel suo significato pieno e completo, purezza è riconoscere Dio soltanto come la sola vera Causa, e il solo vero Potere esistente. È quello che viene chiamato, in un altro punto del Sermone, “il solo occhio”, ed è la Chiave Maestra della vita. È nientemeno del segreto della fuga da ogni malattia, problema e limitazione; il superamento o l'inversione, in breve, della Caduta dell'Uomo. E così il nostro testo può benissimo essere parafrasato in qualcosa di questo genere: “Beati sono coloro che riconoscono Dio come la sola vera Causa, e la sola vera Presenza, e l'unico vero Potere, non semplicemente in modo teoretico o formale, ma nella pratica, e specificamente, e sinceramente, in tutti i loro pensieri, parole e azioni, e non soltanto in alcune parti delle loro vite, ma in ogni angolo delle loro vite e della loro mentalità, non sottraendoGli alcunché, ma portando la propria volontà, in ogni minimo particolare, in perfetta armonia con la Sua Volontà — perché essi supereranno ogni limitazione di tempo, spazio, materia e mente carnale, e realizzeranno e godranno la Presenza di Dio per sempre”. Notiamo quanto una parafrasi di una verità biblica suoni sempre goffa dopo l'incomparabile grazia e concisione del testo ispirato. È buona cosa che ognuno, ogni tanto, parafrasi nel proprio linguaggio i testi più familiari delle Scritture, perché questo lo aiuterà a chiarirsi nella mente esattamente quale significato dia al testo. Spesso servirà ad attirare la sua attenzione ai significati importanti che, fino a quel momento, ha trascurato. Notate che Gesù parla dei puri di cuore. La parola “cuore”, nella Bibbia, normalmente significa quella parte della mentalità dell'uomo che la psicologia moderna conosce con il nome di “mente subconscia”. Ciò è estremamente importante, perché non è sufficiente per noi per accettare la Verità solo con la mente conscia. In quella fase è ancora una mera opinione. È solo dopo che essa è accettata dalla mente subconscia, e quindi assimilata nell'intera mentalità, che può fare la differenza nel carattere o nella

vita di qualcuno. “Come un uomo pensa nel suo cuore, così egli è”. “Tieni il tuo cuore con la massima diligenza, poiché da esso provengono le cose della vita”. La maggior parte delle persone, e quelle colte soprattutto, hanno ogni genere di conoscenza che non incide o migliora affatto la loro vita pratica. I medici sanno tutto dell'igiene, ma nonostante questo spesso vivono in modo malsano, e i filosofi, che conoscono la sapienza accumulata nei secoli, e assentono alla maggior parte di essa, continuano a fare cose sciocche e stupide nella loro vita personale, e sono infelici e frustrati di conseguenza. Ora, la conoscenza come questa è solo un'opinione, o conoscenza di testa, come alcuni lo chiamano. Essa deve diventare la conoscenza di cuore, o essere incorporata nel subconscio, prima che possa davvero cambiare una persona. Gli psicologi moderni, nei loro sforzi intesi a “rieducare il subconscio”, hanno l'idea giusta, anche se non hanno ancora scoperto il vero metodo per farlo, che è grazie alla preghiera scientifica, o la Pratica della Presenza di Dio. Gesù, naturalmente, capì a fondo tutto questo, e questo è il motivo per cui egli sottolinea il fatto che dobbiamo essere puri di cuore.

Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio. Qui riceviamo un inestimabile insegnamento pratico nell'arte della preghiera — e la preghiera, ricordate, è il nostro solo mezzo per ritornare alla nostra comunione con Dio. Per il lettore occasionale questa Beatitudine potrebbe sembrare una mera generalizzazione religiosa convenzionale, anche una banalità sentenziosa del genere troppo spesso preferito dalle persone che sono ansiose di essere edificanti senza avere nulla di particolare da dire. È un dato di fatto, la preghiera è l'unica vera azione nel pieno senso della parola, perché la preghiera è l'unica cosa che cambia il carattere di una persona. Un cambiamento di carattere, o un cambiamento di anima, è un vero e proprio cambiamento. Quando questo tipo di cambiamento avviene diventi una persona diversa e, quindi, per il resto della tua vita ti comporti in un modo diverso dal modo in cui hai precedentemente agito, e in cui avresti continuato ad agire se non avessi pregato. In altre parole, diventi un uomo diverso. La misura della differenza può essere solo molto lieve per ogni volta che preghi: tuttavia c'è, perché non puoi pregare senza renderti in qualche misura diverso. Se dovessi ottenere una forte realizzazione della Presenza di Dio con te, questa opererebbe un grande e drammatico cambiamento nel tuo carattere, così che, in un batter d'occhio, la tua prospettiva, le tue abitudini, la tua intera vita, di fatto, cambierebbe completamente sotto ogni aspetto. Si conoscono molti casi di questo tipo, sia in Oriente che in Occidente; i veri casi di quella che era chiamata “conversione” sono esempi di questo genere. Siccome il cambiamento provocato dalla preghiera è radicale, Gesù si riferisce ad esso come all'essere “rinati”. Poiché ti rende un uomo diverso, è come se davvero fossi nato di nuovo. La parola “preghiera” deve essere interpretata come comprendente qualsiasi forma di comunione, o tentata comunione, con Dio, vocale o puramente mentale. Essa comprende sia la preghiera affermativa che quella di invocazione, ognuna delle quali è un bene nel proprio ambito, la meditazione, e la più alta di tutte le forme di preghiera, che è la contemplazione. In assenza della preghiera, tutto ciò che puoi fare è quello di esprimere il carattere che hai, in qualsiasi circostanza ti trovi. Questo è talmente vero che la maggior parte dei tuoi amici sarebbero pronti a prevedere in anticipo quello che sarà il tuo comportamento nei vari tipi di crisi che possono sorgere. La preghiera, modificando il tuo carattere, rende possibile una nuova reazione.

Il grande elemento essenziale per il successo nella preghiera — per ottenere quel senso della Presenza di Dio che è il segreto per guarire sé stessi e anche gli altri; per ottenere l'ispirazione, che è il respiro dell'anima, per acquisire lo sviluppo spirituale — è ottenere, in prima istanza, un qualche grado di autentica pace della mente. Questa autentica pace interiore dell'anima fu nota ai mistici come serenità, ed essi non si stancano mai di dirci che la serenità è il grande passaporto per la presenza di Dio — il mare liscio come vetro che circonda il Grande Trono Bianco. Questo non significa che non sia possibile superare anche le difficoltà più serie con la preghiera senza avere alcuna serenità, perché è certamente possibile. Di fatto più grande è il problema in cui ci si trova meno serenità si potrà avere, e la serenità stessa si può ottenere soltanto per mezzo della preghiera, con il perdono degli altri e di se stessi. Ma si deve avere la serenità prima di poter fare del progresso spirituale, ed è alla serenità, quella fondamentale tranquillità dell'anima, che Gesù si riferisce con la parola “pace” — la pace che supera ogni comprensione umana. Gli operatori di pace dei quali questa Beatitudine parla sono coloro che creano o producono questa autentica pace, o serenità, nelle proprie anime, perché sono loro che superano la limitazione, e diventano, concretamente e non semplicemente in potenza, i figli di Dio. Questo stato mentale è l'obiettivo al quale Gesù mira in tutte le istruzioni che ci dà nel Sermone sul Monte e altrove. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace… non siate afflitti e non abbiate paura”. Finché c'è la paura, o il risentimento, o dei problemi nel vostro cuore, vale a dire, fino a quando tu manca la serenità, o la pace, non ti è possibile ottenere molto. Un certo grado di serenità è essenziale per il raggiungimento di una vera concentrazione. Ovviamente essere un operatore di pace nel comune senso di ricomporre le diatribe di altre persone è una cosa eccellente, però, come sanno le persone pratiche, è un ruolo difficilissimo da interpretare. Interferendo nei conflitti altrui è molto più facile peggiorare le cose che migliorarle. Quasi certamente l'opinione personale rientrerà nei tuoi sforzi, e l'opinione personale sarà con ogni probabilità sbagliata. Se riesci a fare in modo che entrambe le persone interessate adottino una nuova visione della questione nella controversia, questo, ovviamente, va bene, ma, in caso contrario, se ti limiti a portare ad un compromesso in cui essi acconsentono ad accettare per motivi di interesse egoistico o come risultato di un qualche tipo di coercizione, allora il problema è solo stato rattoppato in superficie, e non c'è vera pace, perché non sono, entrambi, soddisfatti e indulgenti. Quando capirai il potere della preghiera potrai davvero guarire molte dispute in modo autentico, probabilmente senza parlare affatto. Il pensiero silenzioso del Potere Globale dell'Amore e della Saggezza farà sì che ogni problema si dissolva in modo quasi impercettibile. Poi, qualsiasi disposizione sia la migliore per tutte le parti nel lungo periodo si realizzerà sotto l'influenza della Parola pronunciata così, in silenzio.

Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi. Considerando ciò che conosciamo del carattere essenziale della dottrina di Gesù, che la volontà di Dio per noi è l'armonia, la pace e la gioia, e che queste cose si raggiungono coltivando pensieri giusti, o la “giustizia”, questa è un'affermazione davvero

sorprendente. Gesù ci dice più e più volte che è soddisfazione del nostro Padre darci il Regno, e che il modo in cui dobbiamo riceverlo è coltivando la serenità, o pace dell'anima. Egli dice che gli operatori di pace che fanno questo, pregando in “mansuetudine”, otterranno prosperità, erediteranno la terra, avranno il proprio cordoglio trasformato in gioia, e che, di fatto, qualsiasi cosa chiederanno al Padre nel modo stabilito dal suo insegnamento, Egli lo concederà. Tuttavia ci viene detto che è una benedizione essere perseguitati in conseguenza del nostro corretto pensiero, o “giustizia”, perché con questo mezzo trionferemo; che essere umiliati ed accusati è causa di gioia e contentezza, e che i Profeti e i grandi Illuminati subirono anch'essi queste cose. Tutto questo è davvero molto sorprendente, ed è perfettamente corretto, solo dobbiamo capire che la fonte di tutta questa persecuzione non è altro che noi stessi. Nessun persecutore esterno, ma solo la parte peggiore di noi stessi. Quando sentiamo che la giustizia, o il pensiero corretto, è molto difficile — quando siamo fortemente tentati di formulare pensieri sbagliati su qualche situazione o qualche persona, o su noi stessi, di dare spazio alla paura, alla rabbia o allo sconforto — allora siamo perseguitati a causa della giustizia, e questa è per noi una condizione estremamente fortunata o benedetta, perché è in questi momenti che progrediamo davvero. Ogni trattamento spirituale o di preghiera scientifica comporta un braccio di ferro con il nostro sé inferiore, che vuole concedersi la vecchia abitudine di pensiero, e, in effetti, ci perseguita e ci insulta — se vogliamo mettere la cosa drammaticamente, al modo orientale. Tutti i grandi Profeti ed Illuminati della razza che alla fine vinsero, lo fecero da soli mediante tali lotte contro se stessi, quando furono perseguitati dalla loro natura inferiore, o il Vecchio Adamo. Gesù stesso, “che fu tentato in ogni rispetto come lo siamo noi”, dovette incontrare questa “persecuzione” più di una volta, specialmente nel Giardino del Gethsemani, e per qualche momento sulla stessa Croce. Ora, poiché queste lotte contro il sé inferiore, prima o poi, vanno combattute, prima sono finite meglio è, e quindi, parlando in termini relativi, esse sono grandi benedizioni. Nota bene che non vi è alcuna virtù o vantaggio nell'essere perseguitati o disturbati da altre persone. Nulla può giungere nella nostra esperienza se non trova in noi qualcosa con il quale è intonato, quindi avere problemi o difficoltà è soltanto un segno che la nostra stessa mentalità deve chiarirsi; perché ciò che vedi in ogni momento non è che un tuo concetto. Vi è a questo punto un grave pericolo per le persone deboli, o vane, o ipocrite. Siccome gli altri non le trattano esattamente come vorrebbero essere trattate, siccome non ottengono la considerazione che probabilmente non meritano, sono spesso inclini a sostenere di essere “perseguitate” per la propria superiorità spirituale, e si danno arie assurde per questo motivo. Questa è una patetica fallacia. A seguito della grande Legge della Vita di cui l'intero Sermone sul Monte è una esposizione, possiamo ottenere solo ciò che ci appartiene in ogni momento, e nessuno può impedirci di ottenerlo, e così tutte le persecuzioni e gli ostacoli provengono assolutamente dall'interno. Nonostante la tradizione sentimentale che si aggrappa al riguardo, non c'è virtù nel martirio. Se il martire avesse posseduto una sufficiente conoscenza della Verità, non sarebbe stato necessario per lui subire tale esperienza. Gesù non fu un “martire”. Avrebbe potuto salvarsi in qualsiasi momento, se avesse desiderato evitare la crocifissione. Era necessario che qualcuno trionfasse sulla morte, dopo essere davvero deceduto, per rendere possibile la dimostrazione per noi. Ma egli scelse deliberatamente di svolgere una certa opera per noi a modo suo, e non fu martirizzato. Non dobbiamo in

alcun modo svalutare lo splendido coraggio e l'eroico sacrificio di sé dei martiri di ogni tempo, ma dobbiamo constatare che la loro comprensione era incompleta, oppure essi non sarebbero stati martirizzati. Se fissi l'attenzione sul martirio, considerandolo, come tanti hanno fatto, il sommo bene — come per ogni cosa sulla quale si concentri l'attenzione — tenderai a condurlo a te. Mentre possiamo benissimo invidiare le vette morali e spirituali che essi raggiunsero, sappiamo che se i martiri avessero “amato” abbastanza i loro nemici — amandoli, cioè, nel senso scientifico di conoscere la Verità su di loro — allora il persecutore romano, perfino lo stesso Nerone, avrebbe aperto le porte della loro prigione, e il fanatico dell'Inquisizione sarebbe giunto a riconsiderare la propria causa.

Capitolo 3

Come l’Uomo Pensa Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte. Né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. (MATTEO 5) IN questo straordinario passo Gesù si rivolge a coloro che si sono risvegliati alla comprensione della schiavitù materiale e hanno acquisito una qualche comprensione spirituale della natura dell'Essere. Vale a dire, egli si rivolge a coloro che comprendono il significato della Totalità di Dio o il Bene, e l'impotenza del male di fronte alla Verità. Egli descrive queste persone come il sale della terra e la luce del mondo, e certamente questo non è chiedere troppo per chi comprende la Verità, e chi davvero vive la vita che ad essa corrisponde. È possibile, e in realtà fin troppo facile, accettare questi principi vitali come veri, amare la bellezza in essi e tuttavia non metterli costantemente in pratica nella propria vita, ma questo è un atteggiamento pericoloso, perché, in tal caso, il sale perderebbe il suo sapore, e non servirebbe a nulla se non ad essere gettato via e calpestato sotto i piedi. Se comprendi ed accetti gli insegnamenti di Gesù, e se compi ogni sforzo per metterli in pratica in ogni settore della tua vita quotidiana, se cerchi sistematicamente di distruggere in te stesso tutto ciò che sai che non dovrebbe esserci, cose come l'egoismo, l'orgoglio, la vanità, la sensualità, l'ipocrisia, l'autocommiserazione, il risentimento, la condanna ecc. — senza alimentarli o nutrirli cedendo ad essi ma lasciandoli morire di fame rifiutando loro l'espressione, se estendi il giusto pensiero ad ogni persona o cosa entro la tua conoscenza, specialmente verso le persone e le cose che non ti piacciono, allora sei degno di essere chiamato il sale della terra. Se vivi davvero questa vita non importa assolutamente quali possano essere le tue attuali circostanze o contro quali difficoltà tu debba lottare, trionferai su tutte — farai la tua dimostrazione. E non soltanto darai la tua dimostrazione nel più breve tempo possibile, ma sarai, e in un senso molto positivo e letterale, una guarigione e un'influenza illuminante su tutti coloro che ti circondano, e un dono per l'intera razza umana. Sarai un dono per gli uomini e le donne in luoghi e tempi lontani, uomini e donne di cui non hai mai sentito parlare e che mai sentiranno parlare di te — una luce del mondo, concretamente, per quanto questo possa sembrare sorprendente e straordinario. La condizione della tua anima è sempre espressa nelle tue condizioni esterne e nella influenza immateriale che irradi in generale. Esiste una Legge Cosmica secondo la quale nessuna cosa può negare in modo definitivo la propria natura. Emerson disse: “Quello

che sei grida così forte che non riesco a sentire quello che dici”. Nella Bibbia la “città” rappresenta sempre la coscienza, e la “collina” o “montagna” significa sempre la preghiera o l'attività spirituale. “Solleverò i miei occhi alle colline dalle quali giunge il mio aiuto”, “Se il Signore non difende la città, il guardiano veglia invano”. L'anima che è costruita sulla preghiera non può essere nascosta, essa risplende brillante nella vita che essa vive. Parla da sé, ma nel completo silenzio, e compie molto del proprio migliore operato in modo inconsapevole. La sua semplice presenza guarisce e benedice tutto ciò che la circonda senza uno sforzo particolare. Non cercare mai di imporre ad altre persone l'accettazione della Verità Spirituale. Invece fai in modo che essi siano impressionati in modo così favorevole dalla tua vita e dalla tua condotta, e dalla pace che tu irradi, così che essi accorreranno da te di propria volontà, implorandoti di dare loro la cosa stupenda che tu hai. “Io (la Verità di Cristo) se fossi svelato attirerei a me tutti gli uomini”. Fare questo è rendere davvero la tua anima la città su una collina che non può essere nascosta perché è la Città d'Oro, la Città di Dio. Questo serve a far risplendere la tua luce, a glorificazione di tuo Padre che è nei Cieli. Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli. (Matteo 5) Il vero Cristianesimo è un'influenza del tutto positiva. Esso entra nella vita di un uomo per ingrandirla e arricchirla, per renderla più piena e più ampia e migliore, mai per limitarla. Non si può perdere tutto ciò che valga la pena avere acquisendo una conoscenza della Verità. Il sacrificio deve esserci, ma è solo il sacrificio delle cose senza le quali si è più felici — nulla che valga davvero la pena avere. Molte persone hanno l'idea che ottenere una migliore conoscenza di Dio significhi abbandonare cose che si pentiranno di aver perso. Una ragazza disse: “Voglio affrontare la religione più avanti, quando sarò vecchia, ma prima voglio divertirmi un po'”. Questo, però, è non avere capito affatto. Le cose che devono essere sacrificate sono l'egoismo, la paura, e la fede nella necessaria limitazione di qualsiasi tipo. Soprattutto, si deve sacrificare la convinzione che non vi è alcun potere o resistenza nel male, a parte il potere che noi stessi gli conferiamo credendo in esso. Avvicinarsi a Dio non avrebbe causato a questa ragazza la perdita di alcun godimento, ma piuttosto ella avrebbe guadagnato enormemente in felicità. È ben vero che, mentre la sua coscienza cambiava ella avrebbe probabilmente trovato che certe forme di caccia al piacere non la attraevano più. Questo probabilmente sarebbe successo, ma ci sarebbe stato un ampio risarcimento, nella nuova luce che sarebbe stata gettata su ogni fase della sua vita, e nei meravigliosi nuovi aspetti che il mondo avrebbe cominciato a indossare per lei. Solo cose che non vale la pena avere sarebbero scomparse sotto l'azione della Verità.

Se, d'altra parte, qualcuno fosse così pazzo da supporre che la conoscenza della Verità dell'Essere potrebbe porlo “al di sopra” della legge morale, nel senso di autorizzarlo ad infrangerla, scoprirebbe rapidamente di aver fatto un tragico errore. Maggiore è la conoscenza spirituale che si possiede, più severo è il castigo che la persona attira su di sé con ogni infrazione della legge morale. Il cristiano non può permettersi di essere meno attento degli altri nel rispettare l'intero codice morale in ogni angolo della sua vita; al contrario, egli deve essere molto più attento delle altre persone. Senza dubbio ogni vera comprensione spirituale deve necessariamente essere accompagnata da un netto miglioramento morale. Una accettazione teorica della lettera della Verità potrebbe essere accompagnata da noncuranza morale (con grave pericolo per il delinquente), ma è assolutamente impossibile fare qualsiasi vero progresso spirituale se non si cerca onestamente di fare del proprio meglio per vivere la vita. E' assolutamente impossibile separare la vera conoscenza spirituale dal retto comportamento. Un “punto” (la iota greca) significa “yod”, la lettera più piccola dell'alfabeto ebraico. Il “trattino” (in realtà “piccolo corno”) è una di quelle piccole sporgenze o proiezioni che distinguono una lettera ebraica da un'altra. Il pensiero è che non si deve rispettare unicamente la lettera della legge morale, ma anche i dettagli più minuti della lettera. Dobbiamo esemplificare non soltanto la moralità comune ma i più elevati standard dell'onore. Gli Scribi e i Farisei, nonostante i loro difetti, furono per la maggior parte degli uomini degni che condussero una vita strettamente morale secondo la loro prospettiva. Purtroppo, avevano solo la lettera della legge, ma di solito rispettavano quella lettera nella sua interezza, rigorosamente, facendo il loro dovere così come ritenevano che esso fosse. Le loro colpe furono le debolezze fatali del formalista religioso di ogni luogo — l'orgoglio spirituale e l'ipocrisia. Essi furono inconsapevoli in maniera sublime di queste colpe — quella è la malevolenza mortale dei mali dell'anima — e si impegnarono ad adempiere alla legge così come la interpretavano. Gesù lo sapeva e diede loro merito per questo, e qui egli avverte i propri seguaci che a meno che la loro condotta pratica non sia, in ogni riguardo, buona quanto quella di queste persone, o anche migliore, non devono ritenere di progredire spiritualmente. La realizzazione spirituale ed i più elevati standard di condotta devono andare di pari passo. A meno che non ci siano entrambi, non vi è alcuno di essi. Man mano che cresci nel vero potere e nella comprensione spirituale, effettivamente scoprirai che molte regole e regolamenti esterni diventeranno inutili, ma questo avverrà perché li avrai veramente superati, e mai, mai, perché sei caduto sotto di loro. Questo punto del tuo sviluppo, in cui la tua comprensione della Verità ti permette di fare a meno di alcuni puntelli e normative esterne, è la Maggiore Età Spirituale. Quando davvero non sei più spiritualmente un minore, smetterai di aver bisogno di alcune delle osservanze esteriori che in precedenza sembravano indispensabili, ma la tua vita risultante sarà più pura, più vera, più libera e meno egoista di quanto non fosse prima, e quella è la prova. Facciamo un semplice esempio: Alcune persone ritengono che in una certa fase del loro progresso i loro processi mentali diventano così ordinati e precisi che, con un po' di trattamento, essi possono attraversare la loro giornata di lavoro, mantenere tutti i loro appuntamenti, e effettuare tutti i loro compiti senza preoccuparsi di consultare l'orologio o senza aver bisogno di portare un orologio. Ora, a volte è accaduto che uno dei loro amici, sapendolo e desiderando emularli, abbia fatto il semplice passo di lasciare il proprio orologio a casa e di ignorare l'orologio, con il risultato di essere in ritardo a tutti i propri appuntamenti e turbando così la propria giornata lavorativa e anche quella di

altre persone delle cui esigenze non si è preoccupato di curarsi. Quando lo studente è spiritualmente pronto a liberarsi del proprio orologio si troverà a fare la cosa giusta al momento giusto senza affatto pensare all'orologio, mentre quando deve prendere provvedimenti particolari per ignorare l'orologio e poi si ritrova in ritardo agli appuntamento è una prova che non è ancora pronto a dare quella specifica dimostrazione. La cosa giusta per questa persona è portare un orologio, lavorare seguendo uno scadenzario e dedicare le proprie attenzioni alle cose che importano davvero, come guarire se stesso ed altri, sconfiggere il peccato, adoperarsi per ottenere la conoscenza e la saggezza ecc. Così è per i più grandi problemi della vita. Questa Maggiore Età Spirituale non può essere velocizzata o imposta, ma deve apparire nel suo momento opportuno, quando la coscienza è pronta, proprio come la fioritura di un bulbo può essere soltanto il risultato di una crescita naturale. Devi dimostrare dove ti trovi. Questo sia l'obiettivo dinanzi ai tuoi occhi, e scrivilo sullo stipite del tuo cuore — devi dimostrare dove ti trovi. Cercare di dare dimostrazioni al di là della tua comprensione non è spirituale. Lo sviluppo spirituale è una questione di crescita, e chi crede non creerà stupidamente la fretta. Concentra appassionatamente la tua attenzione sulle cose spirituali, e nel contempo fai tutto ciò che deve essere fatto nel modo normale; e senza cercare consapevolmente di affrettare le cose sarai stupito di scoprire il ritmo al quale la tua anima si è affrettata. Per fare un semplice esempio: Ipotizziamo che in un incidente stradale tu scopra che un uomo si è reciso un'arteria e che il sangue sta fuoriuscendo. Il decorso normale delle cose è che, a meno che il sanguinamento non sia interrotto, la vittima morirà entro qualche minuto. Ora, qual è l'atteggiamento spirituale da tenere in questo caso? Beh, è semplicissimo. Non appena hai capito quello che è successo devi volgere l'altra guancia conoscendo la Verità dell'Onnipresenza di Dio. Se questo ti è sufficientemente chiaro, come lo sarebbe stato a Gesù, per esempio, l'arteria recisa sarebbe immediatamente guarita e non vi sarebbe nient'altro da fare. Con ogni probabilità, però, la tua comprensione non sarà sufficientemente chiara per questo, e quindi — dimostrando dove sei — dovrai fare i soliti passi per salvare la vita dell'uomo improvvisando un laccio emostatico, o quella che sia la procedura adeguata. O ancora, supponiamo che un bambino cada nel canale accanto al quale stai passando. Ancora una volta l'azione appropriata sarebbe “pronunciare la Parola”, e ancora una volta, se avrai sufficiente Potere Spirituale, quel bimbo sarà visto immediatamente in salvo, ma se così non è, allora — dimostrando dove ti trovi — dovrai procedere a salvarlo nel modo migliore, morendo, se dovesse essere necessario, e pregando mentre agisci. Ma, che dire dell'uomo che è cosciente di una notevole imperfezione morale, forse l'abitudine al peccato grave, ed è allo stesso tempo sinceramente desideroso di una crescita spirituale? Deve abbandonare la ricerca della conoscenza spirituale, finché non ha prima riformato la sua condotta? Assolutamente no. Di fatto, qualsiasi tentativo di migliorarsi moralmente senza una crescita spirituale è destinato al fallimento. Un uomo — per usare la frase di Lincoln — non può alzarsi da terra tirando il tirante dei suoi stivali più di quanto un peccatore non possa riformarsi per mezzo del proprio impegno personale. L'unico risultato del fare affidamento su di sé, in questi casi, sarà un ripetuto fallimento, il conseguente scoraggiamento, e probabilmente la disperazione finale di fare il bene. L'unica cosa che una persona deve fare è pregare regolarmente, soprattutto al momento effettivo della tentazione, e gettare la responsabilità del successo su Dio. Egli deve continuare in questo modo, non importa quante volte fallisce, e se continua a pregare, e specialmente se prega in modo scientifico, prestissimo scoprirà che il potere

del male è stato spezzato ed egli è libero da quello specifico peccato. Pregare scientificamente è continuare ad affermare che Dio lo sta aiutando, che la tentazione non ha alcun potere contro di lui, e affermare costantemente che la sua stessa vera natura è spirituale e perfetta. Questo è davvero molto più potente dell'invocare semplicemente l'aiuto di Dio. In questo modo, la rigenerazione morale e il dispiegamento spirituale andranno di pari passo. La vista cristiana non esige il nostro possesso della perfezione del carattere, altrimenti chi di noi potrebbe viverla? Quel che essa richiede è un impegno onesto ed autentico per raggiungere quella perfezione. Voi avete udito che fu detto agli antichi: "Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale"; Ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello: “Raca” sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: “Pazzo!” sarà condannato alla geenna del fuoco. Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, Lascia lì la tua offerta davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta. (Matteo 5) La Vecchia Legge, trattando di fatto con uno stato di consapevolezza precedente e meno sviluppato, si occupava necessariamente delle cose esterne, poiché l'evoluzione visibile dell'uomo va dall'esterno all'interno, così come la sua crescita spirituale fondamentale va dall'interno all'esterno. Egli inizia dedicando la propria attenzione esclusivamente ai fattori esterni, pensando di trovare in essi la Causa così come l'effetto; ma mentre progredisce gli si palesa gradualmente la verità: le cose esteriori non sono che il prodotto finito, il risultato di cause ed eventi interiori; e quando ha raggiunto questo stadio ha iniziato nettamente la ricerca di Dio. Così la Vecchia Legge si interessava, almeno nella lettera, quasi del tutto delle osservanze esterne, ed era soddisfatta se queste erano state rispettate. Essa diceva: “Non uccidere”, e se l'uomo non uccideva aveva rispettato la legge, a prescindere da quanto avesse potuto desiderare di commettere l'omicidio o da quanto fortemente odiasse ancora il suo nemico. Essa diceva: “Non rubare”, e se l'uomo non si appropriava dei beni del suo prossimo si riteneva che avesse rispettato la legge, indipendentemente dal modo in cui si sentiva a tale proposito. Gesù giunse per far progredire la razza umana verso il grande passo successivo, il passo più importante di tutti, che può senz'altro essere il passo finale nel superamento di tutte le nostre limitazioni, se soltanto potessimo capire chiaramente ciò che quel passo implica, e compierlo. Il cuore del Sermone del Monte, che è esso stesso l'essenza del messaggio cristiano, è l'insistenza sulla necessità di questo stesso passo — la comprensione del fatto che la conformità esteriore, per quanto assolutamente essenziale, da sola non è più sufficiente, ma ora dobbiamo “diventare maggiorenni” spiritualmente, non dobbiamo semplicemente conformarci in apparenza alle regole esteriori, ma cambiare anche l'uomo interiore. La Vecchia Legge diceva: “Non uccidere”, ma Gesù dice che anche il semplice desiderio di uccidere, anzi, l'essere adirato contro il proprio fratello basta a tenerti fuori dal Regno dei Cieli, ed ovviamente è così. Quando i popoli barbari e primitivi poterono essere persuasi a non uccidere coloro che li avevano offesi, ma a sviluppare un autocontrollo sufficiente a gestire la propria ira, le cose cambiarono. La dimostrazione spirituale esige

che l'ira stessa sia superata. Semplicemente non è possibile ottenere alcuna esperienza di Dio della quale valga la pena parlare, o esercitare un grande potere spirituale in termini di guarigione, a meno che e fino a quando non vi siate sbarazzati del risentimento e della condanna che riguardano il vostro fratello uomo. Finché non sarete pronti a sbarazzarvi di questo genere di cose, le vostre preghiere avranno uno scarsissimo effetto. Si può arditamente dire che nella preghiera, più c'è amore, più c'è potere, ed è per questo che la gente dalla percezione spirituale sviluppata si preoccupa costantemente di mantenersi libera dai pensieri di critica e di condanna. Sanno di poter avere o la propria dimostrazione o la propria indignazione, ma non possono avere entrambe, quindi non perdono tempo a provarci. L'indignazione, il risentimento, il desiderio di punire le altre persone o di vederle punite, il desiderio di “ottenere dell'altro”, la sensazione di "Gli sta bene" — tutte queste cose formano una barriera abbastanza impenetrabile al potere o progresso spirituale. Gesù, drammatizzando la cosa con lo stile orientale, dice che se stai portando un dono all'altare e ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te devi posare il tuo dono senza cercare di offrirlo, andartene e fare pace con tuo fratello; e dopo, quando lo avrai fatto, la tua offerta sarà accettabile. Come tutti sappiamo, era abitudine portare doni di vario genere al Tempio, da tori e mucche alle colombe alle offerte di incenso, oppure, se era più conveniente, offrire del denaro equivalente a queste cose. Ora sotto la Nuova Legge, o dispensazione cristiana, il nostro altare è la nostra consapevolezza e le nostre offerte sono le nostre preghiere e il mondo in cui trattiamo gli altri. I nostri “sacrifici ardenti” sono i pensieri sbagliati che distruggiamo o bruciamo nel trattamento spirituale. E quindi Gesù dice che quando stiamo per pregare, o ricordare che formuliamo dei pensieri sbagliati, o sentimenti duri verso il nostro fratello, a prescindere da chi egli sia, dobbiamo fermarci e guarirci finché non ci saremo liberati da questo senso di ostilità, e finché non avremo ancora una volta ripristinato la veste senza cuciture della nostra integrità spirituale. Gesù costruisce questo straordinario insegnamento, ancora una volta, con lo stile orientale, usando una serie di passi — tre, in questo caso. Innanzitutto egli diche che chi è adirato con il proprio fratello sarà in pericolo; secondariamente, che essere davvero o seriamente ostili — potremmo dire, con sentimenti vendicativi — verso un'altra persona è essere in grave pericolo; e infine che avere un'opinione così bassa di una creatura come noi fino a permetterci di considerarla, per così dire, inaccettabile, è escluderci ogni speranza di frutto spirituale finché restiamo in questo stato mentale. Chiamare un uomo “pazzo” in questo senso significa che riteniamo che da lui non ci si possa aspettare alcun bene, e fare questo è portare su noi stessi conseguenze molto gravi. Si noti attentamente che la Versione Autorizzata della Bibbia, o Versione del Re Giacomo, che è di gran lunga la migliore tra tutte le edizioni per gli scopi spirituali, commette qui un grave errore, che è stato corretto nella versione Riveduta. Essa fa dire a Gesù: “Chiunque si adira contro il proprio fratello senza un motivo”, che è una palese assurdità. Nessuna persona normale si adira senza quella che ritiene essere una causa, per quanto la motivazione che egli individua possa essere trascurabile o irrilevante. Quel che Gesù disse, ovviamente, fu che chiunque sia adirato contro il proprio fratello, in ogni circostanza, è in pericolo. Fa presto amichevole accordo con il tuo avversario mentre sei ancora per via con lui, affinché il tuo avversario non ti consegni in mano al giudice e il giudice in mano alle guardie, e tu non venga messo in prigione.

Io ti dico in verità che di là non uscirai, finché tu non abbia pagato l'ultimo centesimo. (Matteo 5) Questo paragrafo ha la massima importanza pratica; Gesù qui sottolinea l'istruzione contenuta nel suo ordine di “vigilare e pregare”. È sempre molto più facile superare una difficoltà se la si affronta subito, alla sua prima comparsa, di quanto non sarà dopo che il problema ha avuto un po' di tempo per affermarsi nella tua mentalità — per scavare e infilarsi dentro, come dicono i soldati. I soldati sanno che finché le truppe sono in marcia sul terreno scoperto non è difficile per il nemico disperderle ed annientarle, ma una volta che esse scavano nella terra e si trincerano diventano estremamente difficili da eliminare. Lo stesso accade al male. Quando esso si palesa alla tua attenzione devi scacciarlo immediatamente, ripudiarlo, rifiutare di accettarlo, e — affermando silenziosamente la Verità — non dargli la possibilità di trincerarsi. Se fai questo, scoprirai che esso avrà scarso o nullo potere su di te. Questa procedura comporta una lotta e può sembrare per un po' che il nemico stia guadagnando terreno, ma, a condizione che tu lo abbia affrontato in fin dall'inizio egli al momento giusto scomparirà e tu sarai vittorioso. D'altro canto, accettando l'errore e pensandoci, tu lo incorpori nella tua mentalità, e se continui a farlo abbastanza a lungo può essere davvero difficilissimo sbarazzartene. La maggior parte di noi lo capisce a proprio scapito. Riteniamo sia relativamente facile, una volta che abbiamo imparato a pregare scientificamente, superare le nuove difficoltà man mano che si presentano, ma le più vecchie, delle quali abbiamo fortificato le posizioni con un'accettazione di lungo corso, sono difficili da sfrattare. Gesù, secondo la sua solita abitudine che aveva quando voleva sottolineare un punto particolarmente importante, usò una rappresentazione grafica tratta dalla vita quotidiana della gente che lo circondava. In quei tempi la legge che riguardava i debitori era estremamente severa. Quando un uomo si trovava indebitato gli conveniva vivamente venire a patti con il suo creditore con qualsiasi mezzo accettabile, e il più rapidamente possibile. Ancora oggi è molto importante che il debitore faccia in modo di non finire in tribunale se è possibile — perché ci sono cose tipo i costi. Questi sono aggiunti al debito originale, e più la causa dura più si accumulano le tariffe degli avvocati, le quote del giudizio e le spese di vario genere, tutte accumulate sul debito in sé. Sicuramente ci sono dei casi in cui i costi coinvolti dai procedimenti legali superano il debito originale in sé. Lo stesso accade con le varie difficoltà che si presentano nella vita quotidiana. La difficoltà originale così come è apparsa la prima volta in genere si moltiplica molte volte grazie ai nostri pensieri sbagliati che la riguardano, e noi non siamo liberi finché non viene cancellato l'intero debito. Venendo a patti subito con l'avversario, ossia, correggendo immediatamente il nostro pensiero relativo al problema, non incorriamo in “costi” e la transazione resta semplice. Supponiamo che tu starnutisca. Se dici: “Ecco, adesso ho preso di nuovo il raffreddore, ora sono nei guai!” e poi continui, come fa spesso la gente, a indugiare sul pensiero di aver preso il raffreddore e su tutti i vari inconvenienti che probabilmente ne conseguiranno, dai al problema la possibilità di seppellirsi nella tua mentalità. Spesso la gente continua meditando sulle malattie in generale e sul raffreddore in particolare. Penseranno ai giorni precedenti per scoprire quando hanno preso il raffreddore, e decideranno, con notevole soddisfazione, che esso deve essere dovuto a quella finestra aperta Martedì, o all'essere stato seduto il Mercoledì accato ad un amico che già aveva il

raffreddore, ecc. Forse, poi, continuano a pensare a diversi cosiddetti rimedi che, però, hanno in passato scoperto essere inutili. Molto spesso essi finiscono addirittura per fare ipotesi su quanto tempo il raffreddore imminente probabilmente durerà, di solito decidendo un tempo definito come dieci giorni o due settimane, che, per un motivo per l'altro, essi credono sia la durata naturale di un raffreddore. In certi casi vanno anche oltre, avendo costruito un'abitudine di associare alcuni disturbi secondari al raffreddore vero e proprio, come la bronchite, una sordità temporanea, problemi di stomaco o cose del genere. Ora abbiamo visto che questo è il modo di far accadere tutte queste cose, e quindi naturalmente ne consegue che, nell'ordine giusto, esse fanno la propria comparsa come stabilito. Se questa persona ha una qualche conoscenza generale della Verità, dopo aver pensato in questo modo per un po' di tempo, inizierà a guarirsi spiritualmente meglio che può. Entro questo momento avrà amplificato il suo errore così saldamente, avrà consentito ad esso di trincerarsi in lui, che la gestione del suo raffreddore sarà una cosa abbastanza difficile. Se nel momento stesso in cui l'errore si è presentato alla sua coscienza — se, cioè, nel primo momento in cui la possibilità di aver preso il raffreddore gli è sovvenuta, starnutendo o rabbrividendo — egli l'avesse immediatamente respinto, avesse affermato il proprio dominio ed affermato la Verità, quello sarebbe stato l'ultimo episodio, o quantomeno il tutto si sarebbe risolto nello spazio di qualche ora. Esattamente la stessa regola vale per qualsiasi altra forma di errore di pensiero. I problemi di lavoro o di famiglia devono essere trattati esattamente nello stesso modo. Supponiamo che, aprendo la posta del mattino, tu trovi delle cattive notizie relative agli affari. Può essere che tu trovi un avviso che ti informa che la banca nella quale la maggior parte del tuo denaro, o tutto, è depositato, è fallita. Ancora una volta, la cosa normale, in questi casi, è accettare il peggio e indugiare su di esso quasi indefinitamente. Molta gente, in questo caso, si saturerebbe con il pensiero della rovina, pensandoci per tutto il giorno e, probabilmente, anche per tutta la notte, e discutendolo in tutti i dettagli con altre persone, e provando ogni genere di problema e difficoltà nella quale può incorrere quale risultato dell'evento. In più, in molti casi vi sarà un amaro risentimento e una condanna nei confronti delle persone — operatori della banca, ecc. — che sarebbero ritenute responsabili. Ora, anche una minuscola conoscenza del potere scatenante dei nostri pensieri ci mostra quale inevitabilmente debba essere il risultato di tutto questo. Deve essere quello di aumentare e moltiplicare il problema, e rendere sempre più difficile sfuggire da esso. Ovviamente, in questo caso, uno studioso dell'insegnamento di Gesù Cristo prima o poi inizierà a scacciare tutti questi pensieri dalla propria mentalità, sostituendo ad essi la propria conoscenza della vera Legge dell'Essere. Può darsi, tuttavia, che essendo stato preso alla sprovvista dalla rapidità e dalla gravità del colpo, ci vorrà un po' di tempo prima di che egli cominci a gestire il problema alla luce della Verità, ed è questo ritardo che aumenterà la sua difficoltà di molte volte. La cosa giusta da fare, secondo Gesù, è: non appena egli viene a conoscenza della brutta notizia, rivolgersi a Dio — il suo vero sostegno — per rifiutare di accettare il suggerimento del problema come per lui vincolante; e scacciare letteralmente ed immediatamente dalla sua coscienza il pensiero del pericolo e della perdita, insieme alla paura e al risentimento che lo accompagnano. Se fa questo, operando costantemente finché la pace della sua mente è ripristinata, egli si troverà al sicuro, fuori dalla sua difficoltà. In un modo o nell'altro il problema sparirà e i suoi averi saranno ripristinati. La banca si riprenderà alla svelta — e non vi è nessun motivo per cui le preghiere di una persona non debbano salvare la banca e i beni di

migliaia di persone — oppure, se per qualche motivo questo non fosse possibile, egli scoprirà che una somma di denaro uguale o maggiore di quella persa in banca gli giungerà da un'altra e probabilmente abbastanza inattesa direzione. “Chi invoca il nome del Signore sarà salvato”. Lo stesso principio, ovviamente, si applicherà nello stesso modo ad ogni altro genere di problema, dal momento che l'armonia universale è la vera Legge dell'Essere. Una discussione, una lite o un'incomprensione deve essere gestita nello stesso modo, sin dal primo momento in cui ne diventi consapevole. «Voi avete udito che fu detto: “Non commettere adulterio”. Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. (Matteo 5) In questo indimenticabile paragrafo, Gesù sottolinea la Verità Maestra, così totalmente fondamentale e tuttavia così insospettabile per il mondo in generale, che quel che conta davvero è il pensiero. Le persone sono sempre state abituate a supporre che, finché le loro azioni si conformano alla legge, esse hanno fatto tutto quello che si può ragionevolmente aspettare da loro, e che i loro pensieri e sentimenti hanno scarsa importanza, e che in ogni caso questi sono esclusivamente affari loro. Ma ora sappiamo che ogni atto esteriore non è che il seguito di un pensiero, e che il tipo di pensiero al quale permettiamo di diventare abituale, prima o poi trova espressione sul piano dell'azione. Comprendiamo ora, alla luce del Cristianesimo Scientifico, che i pensieri sono letteralmente delle cose, e che la nostra scelta di condotta sta proprio nella scelta del tipo di pensiero al quale permettiamo di occupare il palcoscenico della nostra mente. In altre parole, abbiamo scoperto che un pensiero sbagliato è un atto distruttivo tanto quanto lo è un'azione sbagliata. La conseguenza logica di questo fatto innegabile è molto sorprendente. Ciò significa che se intrattieni dei pensieri avidi che riguardano il denaro del tuo prossimo, sei un ladro nel cuore, anche se puoi non aver ancora messo la mano nel sacco, e se continui a intrattenere tali pensieri, è solo una questione di tempo prima che tu lo derubi. Se nutri intenzionalmente l'odio sei un assassino nel cuore, anche se le tue mani possono non essersi mosse per uccidere. L'adultero nel cuore corrompe la propria anima, anche se il suo pensiero impuro non viene mai espresso sul piano materiale. La lussuria, la gelosia, la vendetta covate nella propria mente hanno il consenso dell'anima, e questo consenso dell'anima è la malevolenza del peccato, sia che i corrispondenti atti siano già materializzati oppure no. “Custodisci il tuo cuore con ogni diligenza, perché da esso provengono tutte le cose della vita”.

Capitolo 4

Non resistete al male Se dunque il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nel fuoco infernale tutto il tuo corpo. E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nel fuoco infernale tutto il tuo corpo. (MATTEO 5) L'INTEGRITÀ dell'anima è la sola cosa che conta. Non abbiamo altro problema che farlo accadere, nessun bisogno tranne che di ottenerlo, perché, avendo questo, abbiamo tutto. E quindi Gesù, nel suo insegnamento, si preoccupa quasi esclusivamente di imprimere in noi il fatto travolgente della sua importanza, e di istruirci sul modo in cui dobbiamo farlo. Egli insiste che nessun sacrificio può positivamente essere troppo grande per assicurare l'integrità della propria anima. Qualsiasi, qualsiasi cosa che si frapponga sulla via verso questo traguardo deve essere abbandonata. Costi quel che costi, qualsiasi cosa serva, l'integrità dell'anima deve essere protetta, perché tutte le altre cose — il comportamento, la salute, la prosperità, la vita stessa — ne conseguono. Meglio sacrificare il tuo stesso occhio, dice, o tagliare la tua mano, se è necessario, così che la tua anima possa ottenere la chiarezza di intendimento che è la salvezza. Non importa quale sia la cosa che può frapporsi tra noi e il nostro autentico contatto con Dio — essa deve andarsene. Può trattarsi di un peccato, può essere un vecchio rancore rimasto non perdonato, può essere brutale avidità per le cose di questo mondo, ma qualsiasi cosa sia, se ne deve andare. Cose come queste, però, sono così ovvie che almeno il trasgressore ne è sicuramente conscio; sono le cose come l'amore per se stessi e suo fratello, la presunzione, l'orgoglio spirituale e così via, che sono più difficili da individuare e da combattere per l'anima — ma questo deve essere fatto. A volte succede che la pratica di una determinata professione, o l'associazione con certe persone, o l'essere membri di un particolare ente è quel che si frappone sulla nostra via, e se così è non dobbiamo esitare: il prezzo deve essere pagato. Fu detto: “Chiunque ripudia sua moglie le dia l'atto di ripudio”. Ma io vi dico: chiunque manda via sua moglie, salvo che per motivo di fornicazione, la fa diventare adultera e chiunque sposa colei che è mandata via commette adulterio. (Matteo 5) Ci viene detto che in quei giorni i divorzi erano concessi dalla legge rabbinica per i più motivi futili. Le persone sposate che non stavano bene insieme come avrebbero voluto,

erano fin troppo inclini a fuggire da quel problema ottenendo una dissoluzione facile, per poi tentare la fortuna con qualcun altro. Ora comprendiamo che in questo modo non è possibile ottenere alcuna felicità permanente. Finché fuggi dal tuo problema continuerai ad incontrarlo, in una nuova forma, ad ogni svolta della strada. La soluzione scientifica è andare incontro alla tua difficoltà dove sei, per mezzo del trattamento spirituale o preghiera scientifica. Questo vale per i problemi che riguardano il matrimonio tanto quanto, se non di più, per i problemi di altra natura. Poiché nessuno di noi è perfetto, e il denunciante è certo di avere le proprie colpe non meno del delinquente, lui o lei dovrebbe sforzarsi, qualora possa eventualmente essere fatto, di rendere l'attuale matrimonio un successo persistente conoscendo la Verità Spirituale su entrambe le parti. Se il partner offeso vedrà tenacemente la Verità di Cristo che riguarda l'altro, allora, in quasi ogni caso il risultato sarà una soluzione felice. Ho conosciuto molti casi in cui matrimoni sul punto di sciogliersi sono stati salvati in questo modo, con i risultati più soddisfacenti. Una donna disse, dopo alcuni mesi in cui aveva trattato spiritualmente il proprio problema: “L'uomo dal quale stavo per divorziare è scomparso, e l'uomo che avevo sposato è tornato. Siamo di nuovo perfettamente felici”. Proprio come, correndo da un'attività lavorativa ad un'altra, o da una casa all'altra, senza prima aver prodotto un cambiamento nella consapevolezza, ci troviamo solo a ripetere le vecchie condizioni in modo un po' diverso, così, di norma, le persone che divorziano liberamente, tentando un matrimonio dopo l'altro, facilmente restano insoddisfatti come hanno iniziato. La regola generale nella Verità è: combatti il tuo problema lì dove sei, con la preghiera. Tuttavia, c'è un limite a ciò che ci si può attendere che un uomo o una donna sopporti nel matrimonio, e in casi eccezionali, senza dubbio, il male minore è una dissoluzione, ma questa dovrebbe essere solo l'ultima risorsa. Gesù, lo sappiamo, si astenne sempre da norme e regolamenti costrittivi per i dettagli della nostra condotta, sapendo che se i nostri principi erano giusti, cose del genere si sarebbero aggiustate da sole, senza alcun fallimento, e possiamo essere certi che, con la sua gestione estremamente pratica e di buon senso dei problemi umani, egli avrebbe emesso la decisione più saggia e misericordiosa, in ogni caso specifico. La donna colta in adulterio, ad esempio, che sarebbe stata assolutamente lapidata sotto la legge di Mosè, ancora in vigore all'epoca, fu da lui perdonata e congedata in pace, a dispetto della Scrittura scritta. In ogni caso, chi nutre dei dubbi sulla propria condotta al riguardo hanno un rimedio semplice — essi devo applicarsi per ottenere la guida nella propria condotta. Devono affermare che la Saggezza Divina illumina la loro comprensione e dirige le loro azioni al riguardo, ed evitare di intraprendere qualsiasi passo finché non trovano una chiara guida nella loro coscienza. La regola generale vale ancora per tutte le condizioni della vita: Non cercate di divorziare o di amputare la disarmonia, ma lasciate che si dissolva da sola quale effetto del trattamento. Quel che fu fatto dalla donna che disse che l'uomo che aveva sposato era ritornato, ed ella ritiene che la sua dimostrazione sia perfetta. Avete anche udito che fu detto agli antichi: “Non giurare il falso; da' al Signore quello che gli hai promesso con giuramento”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re.

Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: "Sì, sì; no, no"; poiché il di più viene dal maligno. (Matteo 5) Non giurate affatto è uno dei punti cardinali nell'insegnamento di Gesù. Significa, in breve, che non devi formulare dei voti. Non devi ipotecare il tuo futuro comportamento in anticipo, impegnarti a fare o ad astenersi dal fare qualcosa domani, o il prossimo anno, o tra 30 anni. Non devi assolutamente cercare di determinare la tua condotta, o quello in cui credi, per il domani, quando ancora sei nell'oggi — perché “ad ogni giorno basta il suo male”. È una parte assolutamente fondamentale del suo insegnamento che tu cerchi costantemente un contatto ispirante diretto con Dio, tu mantenga sempre un canale aperto perché lo Spirito Santo riversi nella manifestazione per mezzo di te. Ora, se decidi in anticipo quello che farai o non farai, crederai o non crederai, sarai o non sarai, domani, l'anno prossimo o per il resto della tua vita — e specialmente quando cristallizzi questa determinazione per mezzo di un atto solenne della volontà quale è un voto — non ti lasci aperto all'azione del Paracleto, ma, grazie a quella stessa azione, Lo chiudi fuori. Se devi ricevere la guida di Dio, la Saggezza Divina, è assolutamente essenziale che tu abbia una mente aperta, perché molto spesso succede che la parte della saggezza non sia concorde con i tuoi sentimenti o opinioni attuali. Ma se hai fatto un voto o una promessa che riguarda la tua anima, non sei più neutrale, e se non sei neutrale l'azione dello Spirito Santo non può aver luogo. Questo, in realtà, non è che il peccato contro lo Spirito Santo del quale parla la Bibbia, che ha causato un grande terrore nei cuori sensibili, e a proposito del quale sembra esserci un grave errore di comprensione. Qual è il peccato contro lo Spirito Santo? Il peccato contro lo Spirito Santo è qualsiasi azione da parte tua che impedisca all'attività dello Spirito Santo di aver luogo nella tua anima; qualsiasi azione che ti escluda dall'azione sempre nuova ed energizzante di Dio, che è in sé vita spirituale. La sanzione per questo errore è la stagnazione spirituale e, dal momento che l'unico rimedio in questo caso consiste nell'azione diretta dello Spirito Santo, e questo errore di per sé tende ad impedire che l'azione stessa abbia luogo, consegue una condizione di stallo viziosa. Ora, è evidente che questa condizione necessariamente permane finché l'errore persiste, e quindi, in questo senso, il peccato è imperdonabile. Il problema non può essere risolto in alcun modo fino a quando la vittima non sia disposta a cambiare il proprio atteggiamento. I sintomi di questa malattia sono la stagnazione spirituale, e il fallimento a tutto tondo a dimostrare, e questi sono solo troppo spesso accompagnati da una grande ipocrisia e dall'orgoglio spirituale. Certo, Gesù non volle dire che tu non debba impegnarti in impegni ordinari d'affari, come ad esempio prendendo in locazione di una casa, ponendo la firma di un accordo per alcuni servizi, entrando in una società, e così via. Né significa che il giuramento ordinario somministrato in un tribunale di diritto sia inammissibile. Queste cose sono questioni di convenienza legale per la transazione di affari tra uomo e uomo, e sono giuste e necessarie in una società ordinata. Il Sermone sul Monte, come abbiamo visto, è un trattato della vita spirituale, perché la vita spirituale controlla tutto il resto. Chi comprende l'insegnamento spirituale di Gesù e lo pratica non rischierà di mancare ad accordi onorati. Sarà un affittuario ideale, un socio in affari desiderabile e un testimone attendibile in tribunale. Molte chiese richiedono che i propri ministri, al momento dell'ordinazione — e normalmente quando sono ancora menti molto giovani e immature — promettano

solennemente, o formulino un voto, se lo desiderano, che, in tutta la loro vita futura, continueranno a credere nelle dottrine della propria specifica setta; e questo era ciò che Gesù desiderava specificamente prevenire. Se una persona prega ogni giorno, come dovrebbe, per l'illuminazione e la guida, è certo che egli non continuerà ad avere le stesse idee man mano che invecchia, ma egli continuerà a rivederle, allargarle ed espanderle. Morirà quotidianamente, come l'uomo che è, per rinascere più grande, più saggio e migliore domani. Altri movimenti religiosi richiedono anche ai loro membri privati di accettare un qualche tipo di Libro delle Regole o istruzioni scritte per la loro guida perpetua, ma una cosa del genere è del tutto mortale, perché spegne automaticamente l'azione dello Spirito Santo. A questo riguardo alcune delle chiese più giovani ed aggiornate sono tristemente non spirituali tanto quanto lo sono quelle più vecchie. Devi essere sempre perfettamente libero in ogni momento di condurre gli affari della tua anima nel modo in cui la Saggezza Divina può guidarti; pregare o non pregare, pregare in questo o in quel modo, e per questo o quello scopo, leggere o non leggere dei libri, frequentare o non frequentare una chiesa o degli incontri, così come puoi sentirti guidato a fare. Nello stesso spirito mortale, alcuni insegnanti vietano ai loro studenti di leggere libri religiosi che non siano quelli della loro scuola. Questo è un crimine così orrendo contro la vita stessa dell'anima che non ci sono parole che possano caratterizzarlo in modo adeguato. Complessivamente, l'applicazione più importante di questa ingiunzione contro la formulazione di regole categoriche riguarda le nostre preghiere. Molte persone hanno stabilito delle regole rigide per l'esecuzione delle proprie preghiere o devozioni personali, ma queste, prima o poi, ne distruggeranno sicuramente lo spirito. La gente dice: “Inizio sempre con il Padre Nostro” o un certo Salmo, o con qualcos'altro. Altri dicono: “Io inizio ogni trattamento in questo modo”. Tutto questo è un errore. Devi sempre pregare nel modo in cui ti senti guidato a fare dallo Spirito Santo nella tua anima al momento. È la preghiera spontanea, il pensiero che ti viene “dato” al momento, ad avere il potere. Un pensiero che ti viene “dato” in questo modo ha un potere di dimostrare dieci volte maggiore di quella che scegli coscientemente da te. Ricorda però che sono solo le regole rigide a dover essere evitate. È una cosa buona avere un qualche genere di programma di preghiera su cui basarsi quando non si presenta nulla di meglio, e infatti la maggior parte dei principianti avrà bisogno di un programma per qualche tempo. Il punto fondamentale è che devi essere sempre pronto ad abbandonarlo all'improvviso, sotto la guida dello Spirito. A volte la gente si trova in una condizione in cui le loro preghiere non sembrano portare alcun risultato, e questo è molto spesso dovuto al fatto che essi si sono fossilizzati su forme fisse. Se questo accade, cercate mentalmente l'ispirazione e poi usate il primo pensiero che vi sovviene, oppure cercate di immergervi in un punto casuale della Bibbia. In questa sezione ci insegna inoltre che non dobbiamo impegnarci a produrre particolari eventi o condizioni, o soluzioni particolari per i nostri problemi — quello che viene chiamato tecnicamente “delineare”. Quando ti trovi in difficoltà devi pregare per avere l'armonia e la libertà, e aspettarti di ottenerle, ma non devi cercare di scegliere la disposizione esatta che si produrrà, o il corso che le cose prenderanno. Se decidi con grande fermezza che otterrai una cosa specifica, se hai una certa mentalità potresti ottenerla, ma questo esercizio di volontà quasi certamente ti metterà in difficoltà — otterrai quel che volevi a modo tuo e poi te ne pentirai amaramente.

Si, si e no, no rappresentano quelle che nella preghiera scientifica sono chiamate rispettivamente l'Affermazione e la Negazione. Queste sono l'Affermazione della Verità e l'Armonia, e l'Onnipresenza di Dio nella Realtà, e la negazione di ogni potere nell'errore e nella limitazione. Voi avete udito che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; E a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle. (Matteo 5) Gesù è il più rivoluzionario di tutti gli insegnanti. Egli rivolta il mondo a testa in giù per coloro che accettano il suo insegnamento. Una volta che hai accettato il messaggio di Gesù Cristo, nulla è più lo stesso. Tutti i valori cambiano radicalmente. Le cose per ottenere le quali ci si impegnava, spendendo tempo ed energia, non sembrano più degne di essere possedute, mentre si scopre che altre cose accanto alle quali si passava degnandole appena di uno sguardo sono le sole che importano davvero. In confronto a Gesù, si vede ora che tutti i cosiddetti rivoluzionari, radicali e riformatori della storia hanno appena graffiato la superficie — riarrangiando cose esterne prive di importanza — mentre Gesù andò alla radice delle cose e la attaccò. L’Antica Legge, ideata per mantenere un certo grado di ordine, per quanto rozzo e immediato, in un popolo barbaro — perché qualsiasi tipo di legge è meglio dell'anarchia — aveva detto occhio per occhio e dente per dente. Qualsiasi cosa l'uomo avesse fatto all'uomo doveva lui stesso subirla come castigo. Se uccideva un altro uomo, la legge uccideva lui. Se cavava un occhio ad un uomo, il suo veniva cavato dai funzionari della giustizia. In qualsiasi misura avesse mutilato o ferito un altro, l'avrebbe subita lui stesso, e questo codice è stato meglio di niente, e forse non fu male come inizio. Per le persone barbare, incapaci di apprezzare l'idea astratta di giustizia, incapaci di guardare avanti oltre la passione del momento, senza immaginazione che consentisse di capire una sanzione non ovvia, questo, senza dubbio, nella maggior parte dei casi, ha fornito un controllo efficace su di un istinto primitivo. Poi, con il passare del tempo e la graduale trasformazione della barbarie in una civiltà consolidata, questo codice primitivo fu lentamente modificato dall'opinione pubblica in qualcosa di almeno meno palesemente brutale. Questo fu quel che avvenne per quanto riguarda la giustizia pubblica. Nella vita privata, l'antico codice continuava a far presa nei cuori e nelle menti degli uomini, anche se essi non perpetravano più concreti atti di violenza, e non è esagerato dire che esso ha continuato a fare presa fino ad oggi. Il desiderio di “volere dell'altro”, di prendersi la rivincita, di pareggiare i conti in un modo o nell'altro quando siamo stati feriti o abbiamo subito un'ingiustizia, o siamo stati testimoni di cose che non approviamo, è ancora con tutti noi — e resterà con noi fino al momento in cui prenderemo noi stessi in mano e lo distruggeremo. “La vendetta — disse Bacone — è una sorta di giustizia selvaggia”, e l'uomo naturale con la naturale sete di giustizia (perché la vera giustizia fa parte dell'Armonia Divina, e tutti gli uomini, in ogni fase, sembrano sempre avere un qualche concetto intuitivo dell'Armonia Spirituale Divina che sta dietro alle apparenze) sente che

il modo appropriato di ripristinare un equilibrio è quello ovvio di ripagare il delinquente con la sua stessa moneta. Ma è proprio questo l'errore mortale che sta alla radice di tutti i conflitti, pubblici e privati, nel mondo. Si tratta della causa diretta delle guerre internazionali, delle faide familiari e dei litigi personali, e, come impareremo nello studio del Cristianesimo Scientifico, è la causa di gran parte, se non della maggior parte, dei nostri problemi di salute e delle altre nostre difficoltà. Ora, Gesù ribalta questo concetto e dice che quando una persona ti fa del male, invece di cercare di vendicarti o di ripagarlo con la sua stessa moneta, devi fare esattamente l'opposto — devi perdonarla e lasciarla andare. Non importa quale possa essere la provocazione, e non importa quante volte sia ripetuta, tu devi farlo. Devi scioglierlo e lasciarlo andare, perché soltanto così puoi essere liberato tu stesso — quindi solo così puoi possedere la tua anima. Restituire il male per il male, rispondere alla violenza con la violenza e all'odio con l'odio è iniziare un circolo vizioso al quale non c'è fine che non sia logorare la tua vita e quella di tuo fratello. “L'odio non cessa con l'odio” disse la Luce dell'Asia, enunciando questa grande Verità Cosmica molti secoli fa, e la Luce del Mondo la mise alla prima linea del suo insegnamento perché è la pietra angolare della salvezza dell'uomo. Questa dottrina del “non resistete al male” è il grande segreto metafisico. Per il mondo — quelli che non capiscono — suona come un suicidio morale, la più debole resa all'aggressione: ma alla luce della rivelazione di Gesù Cristo è considerata una strategia superba. Resisti ad una situazione e le dai un potere contro di te; offri una non-resistenza mentale ed essa si sgretola dinnanzi a te. Gesù, come abbiamo visto, è il Maestro Metafisico, che si occupa solo degli stati di coscienza, dei pensieri e delle credenze che gli uomini accettano, perché queste sono le cose che contano, le cose che sono causali. Egli non dà le istruzioni per i dettagli della condotta esteriore, e così i riferimenti qui presenti relativi alla citazione in giudizio, alla tunica e al mantello, al credito e al debito, a porgere l'altra guancia, sono indicativi e simbolici di stati mentali, e devono essere interpretati in senso stretto, letterale. Questa affermazione non è in alcun modo un tentativo di eludere o sorvolare su un testo difficile. Non possiamo troppo spesso ricordarci che, se il pensiero è giusto, l'atto non può essere sbagliato, e che un mero atto intrapreso per un motivo esterno è può essere sbagliato quanto giusto in ogni caso particolare, perché semplicemente non esistono delle norme generali per la giusta condotta. Nessun insegnante potrebbe mai dire che un determinato atto deve essere necessariamente giusto in qualunque momento, perché il gioco delle circostanze nella vita umana è troppo irrimediabilmente complicato per qualsiasi previsione di questo genere. Chiunque abbia la minima esperienza del mondo sa, per esempio, che prestare denaro indiscriminatamente a tutti coloro che possono chiederlo non è certamente una cosa saggia, sicuramente non è una cosa di giustizia elementare sia verso se stessi o verso coloro che possono dipendere da noi, e infliggerebbe, nella maggior parte dei casi, un danno reale invece di un vantaggio all'aspirante debitore. Quanto al volgere l'altra guancia, letteralmente, quando si viene colpiti, questo procedimento alla fine, con ogni probabilità, non farebbe altro che nuocere ad entrambe le parti; e dobbiamo notare in particolare che Gesù stesso, quando venne colpito nella stanza di Pilato, non lo fece; al contrario egli affrontò i suoi nemici con grande dignità. Questo ordine riguardante il volgere l'altra guancia si riferisce al cambiare pensiero quando ci si trova di fronte all'errore, cambiare dall'errore alla Verità — e di regola funziona magicamente.

Se quando una persona si comporta male, invece di pensare al problema, tu, sposterai immediatamente la tua attenzione dall'umano al Divino, e ti concentrerai su Dio, o sulla Vera Anima Spirituale della persona in questione, scoprirai — se lo farai davvero — che la sua condotta cambierà immediatamente. Questo è il segreto che consente di trattare con persone difficili, e Gesù lo comprese completamente. Se la gente crea problemi devi solo cambiare il tuo pensiero su di loro e anch'essi cambieranno, perché il tuo stesso concetto è quello che tu vedi. Questa è la vera vendetta. È stato provato migliaia e migliaia, forse milioni di volte, e, quando attuato correttamente, non fallisce mai. Spesso è molto divertente vederlo agire come in modo preciso. Se qualcuno entra nella stanza a casa o in ufficio o negozio, o in qualsiasi altro luogo, con l'aspetto di chi intende creare dei problemi, prova semplicemente a passare la tua attenzione direttamente al Divino, invece di affrontarlo in modo aggressivo per rispondere alla difficoltà o di rifuggire per evitarlo, secondo il tuo temperamento. Sarai divertito e soddisfatto di vedere la rabbia svanire dal viso del soggetto (il che significa che esso è svanito anche dal suo cuore ) e una espressione piuttosto diversa prenderà il suo posto. Può risultare utile all'inizio distogliere lo sguardo da lui, mentre tu dai a te stesso questo “trattamento”, ma con un po' di pratica sarai in grado, per così dire, di guardare attraverso di lui fino alla Verità dell’Essere. Una signora era disturbata da due uomini impegnati in qualche riparazione fuori dalla sua finestra, i quali, non avvedutisi della sua vicinanza, parlavano con un linguaggio molto scurrile. Per un momento un'ondata di rabbia e disprezzo per loro si sollevò nella sua mente ma, ricordando questo testo, ella concentrò immediatamente la sua attenzione sulla Presenza Divina che sapeva trovarsi in ognuno di essi — così come in tutti gli uomini. Ella salutò il Cristo che dimorava in loro, per usare la nostra espressione moderna; all’istante il linguaggio offensivo cessò. Ella disse che fu come se fosse stato reciso con un coltello. Ella deve aver avuto una buona realizzazione, e in quel caso è sicuro che entrambi gli uomini ricevettero una sostanziale elevazione spirituale, e possono addirittura essere stati guariti in modo permanente dall’uso di un linguaggio impuro. Tutti quelli, tra noi, che hanno operato nella Verità per un qualsiasi periodo di tempo possono citare numerosi casi simili di armonia ripristinata improvvisamente da questo semplice metodo di Gesù — quello di “porgere l’altra guancia”. Io stesso ho visto vari casi in cui degli uomini, e in due occasioni dei bambini, si stavano malmenando, e non appena uno spettatore “porse l’altra guancia” in questo modo, la zuffa cessò come per magia. Gli animali rispondono a questo trattamento anche più facilmente di quanto non facciano gli esseri umani. Ho visto due episodi in cui dei cani si picchiavano selvaggiamente, e ogni sforzo di separarli era fallito, quando la comprensione della Presenza dell’amore di Dio in tutte le Sue creature ripristinò la pace. In un caso ci vollero vari minuti di lavoro, nell’altro fu praticamente istantaneo. A volte ti capiterà di trovarti in compagnia di persone la cui conversazione è molto negativa, in cui malattie e problemi sono descritti ed affrontati molto a lungo, o forse sono fatti commenti poco caritatevoli nei confronti di persone assenti. Per vari motivi ti può essere difficile ritirarti, e se così è, il tuo dovere è chiaro — devi “porgere l’altra guancia” mentalmente e quindi aiutare sia coloro che parlano sia le loro vittime. Lasciagli anche il mantello e fanne con lui due sono espressioni drammatiche che sottolineano ancor di più il principio della non resistenza del pensiero a condizioni apparentemente negative. Incontra l’atteggiamento del prossimo con simpatia, per quanto eventualmente puoi, concedi ogni punto che non sia assolutamente essenziale, e

riscatta il resto con il Pensiero Vero o Cristo. Mai arrendersi all’errore, naturalmente. Ma è il peccato, e non il peccatore, a dover essere condannato. Voi avete udito che fu detto: “Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, Affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto? (Matteo 5) Amate i vostri nemici, pregate per coloro che vi perseguitano, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per chi vi disprezza e vi perseguita. “L’odio non cessa con l’odio”, qui è di nuovo lo stesso tema; ora Gesù espone questa verità fondamentale in modo così esplicito e semplice che nemmeno il bambino più piccolo può fraintenderlo. Invece di odiare chi sembra essere il tuo nemico, come l’istinto più vile spinge l’uomo a fare, devi amarlo. Agli insulti devi rispondere con le benedizioni, e devi ricompensare l’odio con il bene. Per coloro che effettivamente vi perseguitano, dovete pregare, assolutamente e in modo specifico. Gesù lo dice, chiaramente e direttamente, e quindi, al fine di incontrare tutti al livello più semplice della comprensione, egli aggiunge: “Se restituite amore all’amore, cosa c’è di straordinario in questo?”. Nulla, ovviamente, perché chiunque lo farebbe. Se volete davvero progredire dovrete fare molto di più. Dovrete sbarazzarvi di ogni senso di risentimento e ostilità. Dovrete cambiare il vostro stato mentale finché sarete consapevoli soltanto dell’armonia e della pace che sono in voi, e avrete un senso di buona volontà positiva verso tutti. Questa non è semplicemente la migliore politica pratica, ma, per le ragioni su cui si fonda l’intero Sermone sul Monte, è l’unica politica con cui è possibile fare qualche progresso. La stessa salute fisica, per esempio, non è alla lunga possibile senza il perdono e la buona volontà verso tutti, e anche il vostro benessere materiale scompare alla fine, a meno che la vostra anima non sia libera dall’inimicizia e dalla condanna. Infatti, tale libertà è il requisito primario per qualsiasi progresso spirituale, e chiunque abbia del senso spirituale lo riconosce facilmente, una volta che questo gli è stato fatto notare. Coloro che hanno una certa comprensione di quella che viene chiamata l’Idea Spirituale trovano qui una splendida lezione sul trattamento spirituale pratico, o preghiera scientifica. Molto semplicemente, l’Ideale Spirituale è la comprensione del fatto fondamentale che il bene è permanente, onnipresente e onnipotente, e il male, una credenza temporanea, inconsistente, senza una sua fisionomia, che viene distrutta dalla preghiera scientifica. Quindi quello che può essere chiamato il segreto del trattamento spirituale non è combattere contro l’errore, cosa che dà ad esso solo ulteriore vita e potere, ma distruggerlo sottraendo ad esso quella stessa energia di fede che dà ad esso il suo corpo. La sola esistenza che ha è quella che tu gli dai animandolo con il tuo pensiero. Ritiralo — ed esso svanisce nel nulla. Hai portato all’esistenza l'errore con il tuo pensiero, consapevolmente o, più spesso, inconsapevolmente. Ora non pensarlo più. È sempre il tuo pensiero che importa. Senza dubbio, come dice Shakespeare: “Non c'è nulla di buono o di cattivo, ma è il pensiero a renderlo tale”. Ora la paura, l'odio e il risentimento sono idee fortemente caricate di emozioni, e quando sono aggiunte ad una

difficoltà la ricaricano di una vita nuova e vigorosa, e la rendono ancor più difficile da superare. Ancora una volta, la mera vita nel pensiero di una difficoltà le dona nuova vita. Ripensare a vecchie doglianze, pensare a quanto male si sia comportata una persona a un certo punto e ricordare i dettagli ha l'effetto di far rivivere ciò che stava tranquillamente svanendo perché ignorato. Con una nuova difficoltà, di qualsiasi genere, è l'accoglienza che mentalmente dai ad essa e l'atteggiamento che adotti verso di essa nel tuo pensiero che determina nella totalità il suo effetto su di te. È questo che importa. Ciò che conta per te, veramente, non sono le persone, o le cose, o le condizioni in se stesse, ma i pensieri e le credenze che tu hai a loro riguardo. Non è la condotta degli altri, ma i tuoi pensieri che ti formano o ti rovinano. Tu scrivi la tua stessa storia per domani e per il prossimo anno con i pensieri che hai oggi. Modelli il destino della tua stessa vita giorno per giorno, completamente, nel modo in cui reagisci mentalmente all'esperienza, man mano che essa ti giunge. La reazione giusta è la suprema arte della vita, e Gesù compresse il segreto di quell'arte in una frase quando disse: Non resistete al male. Non resistete al male, interpretato in senso spirituale, è il grande segreto del successo nella vita. Una comprensione esatta di questo comandamento ti guiderà fuori dalla Terra d'Egitto e fuori dalla Casa della Schiavitù; rigenererà il tuo corpo, libererà la tua anima, e in breve ricostruirà la tua vita da cima a fondo. Non appena resisti mentalmente ad una circostanza indesiderabile oppure non voluta, in quel modo le doni ulteriore potere — potere che essa userà contro di te, e tu avrai sprecato le tue risorse in quella stessa misura. Che tu debba incontrare una fisico, o di una personale, o di una difficoltà negli affari non devi, come la gente di solito fa, scagliarti contro di essa mentalmente, o addirittura stare caparbiamente in mezzo alla strada dicendo: “Non passerai” ma, osservare la regola principale di Gesù, e non resistere al male. Astenetevi dal resistere mentalmente al problema, ossia, rifiutatevi di permettere alla sostanza della vostra anima di nutrirsi di essa. Percepite mentalmente la Presenza di Dio, come l'avvertireste se si infilasse all'improvviso in una stanza buia. Mantenete il vostro pensiero fermamente su quella Presenza che è con voi, così com'è anche nella persona o nel luogo in cui il male si è presentato; ossia, porgete l'altra guancia. Se lo farete, il problema, qualsiasi esso sia, la situazione indesiderata o le difficoltà che qualcuno sta creando spariranno nel nulla da cui nascono e ti lasceranno stare. Questo è il vero metodo spirituale dell'amare il tuo nemico. L'Amore è Dio, e di conseguenza è assolutamente onnipotente. Questa è l'applicazione scientifica dell'Amore, contro il quale nulla può resistere. Esso distrugge la condizione negativa, e se una persona è coinvolta, esso libera sia lei che te. Ma restituire l'odio all'odio, l'insulto all'insulto, o la paura all'aggressione ha l'effetto di amplificare il problema, in modo simile a come un suono fievole è moltiplicato in volume da un amplificatore. Rispondere all'odio con l'Amore, nel modo scientifico, è la Via del Cristo Regale verso la libertà. È il metodo perfetto di autodifesa in ogni circostanza. Ti rende assolutamente invulnerabile ad ogni genere di aggressione. Se qualcuno si rende odioso nei tuoi confronti non resistergli con il pensiero. Non resistete al male; realizzate il Cristo che Dimora nel vostro “nemico” e tutto andrà bene. Egli smetterà di crearvi dei problemi, e cambierà atteggiamento oppure sparirà del tutto dalla vostra vita, oltre a ricevere dei benefici spirituali dalla vostra azione. Se ricevete delle cattive notizie non resistete ad esse con il pensiero. Realizzate la natura immutabile e l'infinita armonia del Bene che è sempre a disposizione, in ogni punto dell'esistenza, e tutto andrà a posto. Se siete infelici nel vostro lavoro, a casa, non resistete mentalmente a

queste condizioni e non indulgete nelle lagnanze o nell'autocommiserazione, o in recriminazioni di qualche tipo. Queste azioni rinforzeranno soltanto quella specifica incarnazione dell'errore, quindi, non resistete al male. Sentite mentalmente la Presenza dello Spirito Divino, tutto intorno a voi, esso afferma la sua realtà e afferma che voi avete il dominio su tutte le condizioni, quando pronunciate la Parola: nel nome di Io sono Colui che Sono, e presto sarete liberi. Amare i vostri nemici in modo scientifico è anche la chiave alla salute del corpo, senza la quale è impossibile possedere quest'ultimo. Il segreto del benessere del corpo sta nella comprensione della Vita Divina e dell'Amore Divino. Ogni miglioramento fisico consegue a questo, non lo precede. Oggi si parla molto dell'influenza delle ghiandole sulla salute del nostro corpo, ma le nostre stesse ghiandole sono tutte governate interamente dalle nostre emozioni, e quindi il modo di correggere e regolare le ghiandole è per mezzo della coltivazione dei giusti sentimenti. Ovviamente questo deve essere fatto includendo i sentimenti inconsci, e si può fare unicamente per mezzo del trattamento. Siate quindi perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste.

(Matteo 5)

Questo comando di Gesù è una delle cose più tremende di tutta la Bibbia. Considera attentamente che cosa è che egli sta dicendo. Ci sta comandando di essere perfetti, come Dio stesso è perfetto, e, siccome sappiamo che Gesù non comanderà l'impossibile, ha qui dato la sua autorità alla dottrina secondo cui è possibile per l'uomo diventare divinamente perfetto. E, ancor di più, egli la presenta come una cosa che dovrà davvero essere fatta. E, inoltre, la sta presentando come una cosa che dovrà essere effettivamente fatta. Vediamo, dunque, da questo che l'uomo non può essere il figlio miserabile, senza speranza, diseredato, della perdizione, come la teologia lo ha troppo spesso rappresentato, ma che Egli è anche la progenie di Dio — Padre Nostro che è in Cielo — e potenzialmente Divino e perfetto. Come dice Gesù, citando l'antica scrittura: “Io dico, voi siete dei, e tutti voi figli dell'Altissimo”. Aggiunse poi, per enfasi: “E la scrittura non può essere infranta”. Ora, se siamo veramente figli di Dio, capaci di perfezione eterna e senza difetti, non ci può essere alcun potere reale nel male, neanche nel peccato, per tenerci sempre in schiavitù. Vale a dire, con il giusto metodo di lavoro, può essere solo una questione di tempo prima che assumiamo la nostra vera condizione di salvezza spirituale, così ora non perdiamo altro tempo prima di iniziare la nostra marcia verso l'alto. Ora — in questo stesso momento, se non lo abbiamo già fatto — alziamoci, come il figliol prodigo tra la pula della materialità e della limitazione, e gridiamo, con ogni fiducia negli insegnamenti e nelle promesse di Gesù: “Mi alzerò e andrò da mio Padre”. Coloro che possono essere scoraggiati da un senso della loro stessa indegnità, di mancanza di comprensione, e sentirsi “molto lontani” devono ricordare che tutti i Grandi Maestri Spirituali hanno concordato che esiste una cosa come “conquistare il Regno dei Cieli grazie a una tempesta”.

Capitolo 5 Un Tesoro Nei Cieli Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, Perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. (MATTEO 6) IL cuore di questa parte del Sermone è contenuta nei versetti 6 e 7, in particolare nella frase: Prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. La dottrina del “Luogo Segreto” e della sua importanza come centro di controllo del “Regno” è il fattore essenziale dell’insegnamento di Gesù Cristo. L'uomo è il sovrano di un regno, anche se nella maggior parte dei casi non lo sa. Questo regno è niente di meno che il mondo della sua stessa vita ed esperienza. La Bibbia è piena di storie di re e dei loro regni, di re saggi e re sciocchi; di re malvagi e di re giusti, di re vittoriosi e re sconfitti, dell'ascesa e della caduta di regni per ogni sorta di motivo. Gesù, nel suo insegnamento in parabole, prenderà spesso la stessa idea e la userà come similitudine. “C'era un grande re…” inizia spesso. Ora, ognuno di questi re è davvero l'Uomo Qualunque, studiato nei vari aspetti della sua prospettiva mentale. La Bibbia è il libro dell'Uomo Qualunque. È principalmente un libro di testo di metafisica, un manuale per lo sviluppo dell'anima, e tutto ciò che nella Bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse, è davvero legato a tale sviluppo, vale a dire, il risveglio spirituale dell'individuo. Tu e i tuoi problemi siete analizzati da ogni angolazione possibile, e le lezioni fondamentali della Verità Spirituale sono presentate in ogni sorta di modo diverso per soddisfare ogni condizione, esigenza, e quasi ogni stato d'animo della natura umana. A volte sei un re, a volte sei un pescatore, a volte un giardiniere, un tessitore, un vasaio, un commerciante, un sommo sacerdote, un Comandante degli Eserciti o un mendicante. È un re, il sovrano assoluto del suo regno, che il Sermone sul Monte ti considera, perché questa, dopo tutto, è la più completa di tutte le similitudini. Quando conosci la Verità

dell'Essere, sei, letteralmente e non solo in senso retorico, il monarca assoluto della tua vita. Fai le tue proprie condizioni e puoi disfarle. Tu fai e disfi la tua salute. Attiri verso di te certi tipi di persone e certe condizioni — e altre ne respingi. Attiri a te ricchezze o povertà, e la pace della mente o la paura — il tutto in conformità al modo in cui tu governi il tuo regno. Ovviamente il mondo non lo sa. Esso ritiene che le condizioni della propria vita siano costituite in larga misura da circostanze esterne e da altre persone. Esso ritiene che una persona sia sempre soggetta ad incidenti imprevisti e inaspettati di un tipo o un altro, uno dei quali può seriamente creare disagio o addirittura rovinare completamente il suo schema di vita. Ma la Verità dell'Essere è proprio il contrario di tutto questo, e, dal momento che l'uomo ha quasi sempre creduto alla versione falsa, non possiamo meravigliarci del fatto che la storia sia stata così piena di errori e di sofferenze e difficoltà. Nulla tranne sfortuna e confusione può seguire lo sforzo di condurre un'attività basandosi su falsi principi, o dedurre un filone di ragionamento partendo da una serie di premesse errate — e questo, naturalmente, è ciò che è accaduto. L'uomo ha sofferto perché è stato ingannato riguardo alla natura della vita e di se stesso, e per questo Gesù — il Salvatore del Mondo — ha detto: “Conoscete la Verità, e la Verità vi renderà liberi”. Per questo egli trascorse gli anni della sua vita pubblica insegnando e spiegando la Verità, parlandoci di Dio e dell'uomo e insegnandoci come vivere. Se è vero, e lo è, che i nostri problemi nascono dal nostro modo sbagliato di pensare, nel presente e nel passato, si può ben chiedere, considerando il sublime livello di consapevolezza che Gesù aveva raggiunto: Perché, di tanto in tanto, egli dovette affrontare delle difficoltà — in particolar modo il suo terribile conflitto contro la paura nel Getsemani, e la sua morte sulla croce? La risposta è che il caso di Gesù era molto diverso da quello di chiunque altro, perché egli soffrì, non per il suo modo di pensare sbagliato, ma per il nostro. Grazie al suo alto grado di comprensione, egli avrebbe potuto facilmente andarsene e trascendere in silenzio, senza alcuna sofferenza, come Mosè ed Elia, per esempio, avevano fatto prima di lui. Ma egli scelse deliberatamente di intraprendere il suo compito terribile, per aiutare l'umanità, ed egli è quindi giustamente chiamato il Salvatore del Mondo. Veniamo ora ad analizzare questo regno un po' più nei dettagli, e scopriamo che il Palazzo del Re, la sede del governo, per così dire, non è altro che la tua consapevolezza — la tua stessa mentalità. Questo è il tuo privatissimo camerino, e gli affari condotti qui sono il turbinio dei pensieri che in continuazione ti attraversano la mente. Il “Luogo Segreto dell'Altissimo”, così lo chiama il salmista, ed è segreto perché nessuno tranne te sa cosa va là dentro. C'è riservatezza e c'è dominio. Tu hai il potere di pensare i pensieri che ti piacciono. Puoi scegliere quali pensieri accetterai e quali rifiuterai. Là sei il padrone. Qualsiasi pensiero tu scelga di intrattenere sarà immediatamente espresso nel mondo fisico esterno sotto forma di cose e di eventi — ma questa è la tua prospettiva. Avendo pensato taluni pensieri non hai il potere di cambiare le conseguenze esterne di questi pensieri. La tua scelta sta nel pensarli o non pensarli, in prima istanza. Se non desideri che qualche conseguenza ti giunga, quel che puoi fare è astenerti dal pensarle in primo luogo, o dal pensare il tipo di pensieri che infine si concluderà con esse. Se non vuoi che un motore si avvii non aprire la valvola; se non vuoi che un campanello suoni non premere il bottone, e quindi, se capisci davvero questo principio fondamentale, d'ora in poi sorveglierai il tuo pensiero abituale con la massima cura. Dal momento che è vero che il genere di pensieri che nella coscienza (il Luogo Segreto) stanno attualmente per essere espressi nella tua vita esteriore, nel tuo corpo e negli

affari, non penserai di avere pensieri disarmonici più di quanto potresti pensare di mangiare o bere qualcosa che sicuramente ti farà molto male. Ricorda che tutto ciò su cui la mente si sofferma prima o poi giungerà nella tua esperienza. Non ne consegue assolutamente che la cosa specifica alla quale hai pensato sarà esattamente ciò che succederà — anche se a volte succede. Ad esempio, se pensi molto alla malattia tendi a minare la tua salute; se pensi molto alla povertà e alla depressione tendi a portare la povertà su di te, e se pensi ai problemi, alle lotte e alla disonestà li attirerai. La cosa che davvero accadrà in ogni La cosa reale che si verifica in ogni caso non sarà comunemente la riproduzione esatta di una particolare linea di pensiero, ma piuttosto la risultante dell'azione combinata di quel tipo di pensiero e del tuo atteggiamento mentale in generale. Pensare al sentirsi male o alla malattia è solo uno dei due fattori che producono le malattie del corpo, e normalmente è il meno importante. L'altro e più importante fattore è l'avere emozioni negative o distruttive, anche se il fatto sembra essere compreso molto poco perfino tra gli studiosi di metafisica. Esso è però così importante che è semplicemente impossibile insistere eccessivamente sul fatto che la maggior parte delle malattie del corpo sono causate dal fatto che il paziente consente a delle emozioni distruttive di avere un posto nella sua mente. Non si ripeterà mai abbastanza spesso che nutrire dei sentimenti di ansia, risentimento, gelosia, disprezzo eccetera danneggerà certamente la tua salute in un modo o nell'altro, e molto probabilmente la danneggerà in modo molto grave. Ricorda che la questione della giustificazione o altro di questi sentimenti non si pone affatto. Non ha nulla a che vedere con i risultati, perché il tutto è una questione di legge naturale. Una donna disse: “Ho il diritto di essere arrabbiata”, intendendo dire che era stata vittima di un trattamento davvero terribile, e di conseguenza aveva una sorta di licenza o permesso speciale per avere sentimenti di ira, con le loro conseguenze naturali sul corpo che seguirono. Questo è ovviamente assurdo. Nessuno concede questo permesso, e se si potesse fare — se le leggi generali potessero essere accantonate in casi speciali — avremmo non un universo, ma un caos. Se premi il bottone, non importa per quale motivo, buono o cattivo — per salvare la vita a un uomo oppure per ucciderlo — il campanello elettrico suonerà, perché questa è la legge dell'elettricità. Se hai bevuto inavvertitamente un veleno mortale morirai, o quantomeno danneggerai gravemente il tuo corpo, perché la legge è questa. Puoi aver ritenuto, sbagliando, che fosse un liquido innocuo, ma questo non farà differenza perché la legge non tiene in considerazione le intenzioni. Per lo stesso motivo, avere delle emozioni negative è imporre dei problemi — in primo luogo problemi fisici, e anche problemi in generale — in modo del tutto indipendente da qualsiasi apparente giustificazione che puoi credere di avere. Una volta mi imbattei in un vecchio sermone che fu pronunciato a Londra durante la Rivoluzione Francese. L'autore, che aveva una visione estremamente superficiale del Vangelo, disse, riferendosi al Sermone del Monte: “Certamente è giustificabile odiare l'Arci-Macellaio, Robespierre, ed esecrare l'assassino di Bristol”. Questa sentenza illustra perfettamente la fallacia sulla quale riflettevamo. Nutrire odio è ipso facto coinvolgerti in taluni risultati spiacevoli e, per quanto ti riguarda, non farà la minima differenza se tu attribuisci l'etichetta di “Robespierre”, “Tom”, “Dick” o “Harry” all'emozione in questione. La domanda se l'uomo Robespierre sia in realtà stato un demone oppure un angelo della luce non ha assolutamente niente a che fare con la questione. Indulgere in un senso di esecrazione di qualcuno (anche indipendentemente da ogni questione di merito, o in altro modo, nell'oggetto della tua condanna) porterà

certamente su di te un problema proporzionato all'intensità del sentimento che provi, e al numero di volte o di minuti che vi dedichi. Nessun Cristiano Scientifico considera mai “giustificabile” l'odio o l'esecrazione, in alcuna circostanza, ma qualsiasi possa essere la tua opinione al riguardo, le sue conseguenze pratiche su di te non si discutono. Puoi nello stesso modo ingerire in due sorsi una dose di acido prussico e pensare di proteggerti dicendo: “Questo è per Robespierre, e questo è per l'assassino di Bristol”. Difficilmente avrai un dubbio su chi riceverà i benefici del veleno. È molto significativo che Gesù debba definire la tua coscienza il “Luogo Segreto”. Egli, come al solito, desidera imprimere in noi la verità secondo cui è l'interiore a causare l'esteriore, e non l'esteriore a produrre la condizione dell'interiore. Né una cosa esteriore causa un'altra cosa esteriore. Causa ed effetto vanno da dentro a fuori. Questa Legge Maestra onnicomprensiva non è difficile da comprendere in teoria, una volta che è stata enunciata in modo chiaro. In pratica, tuttavia, è estremamente difficile non perderla di vista negli alti e bassi della vita di tutti i giorni. Siamo costituiti in modo da poter dare la nostra attenzione cosciente ad una sola cosa alla volta, e quando non partecipiamo deliberatamente al rispetto di questa legge, quando l'interesse in quello che stiamo facendo o dicendo monopolizza la nostra attenzione, il nostro pensiero e le nostre abitudini preconcette sicuramente determineranno il tenore del nostro pensiero. Dimentichiamo costantemente nella pratica la Legge Maestra finché non ci impegnamo nel suo rispetto con la massima cura. Nel frattempo, finché continueremo ad infrangere la legge, sebbene per dimenticanza, continueremo ad incorrere nel castigo. Da questo è palese che nulla vale, nulla ha un vero significato tranne un cambiamento di politica nel Luogo Segreto. Pensa nel modo corretto, e presto o tardi fuori tutto andrà bene. Accontentati del cambiamento nelle osservanze esteriori, senza cambiare anche i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, e non solo sprecherai il tuo tempo, ma facilmente ti cullerai in un falso senso di sicurezza e vivrai nel paradiso dei pazzi. Inoltre, con ogni probabilità cadrai nel peccato di ipocrisia. Da tempo immemorabile l'uomo ha accarezzato l'illusione patetica che agli atti esteriori, che sono così facili, si possa far prendere il posto di un mutamento interiore del pensiero e del sentimento, che è così difficile. È molto facile acquistare e indossare abiti cerimoniali, ripetere insieme le preghiere a memoria in determinati momenti, utilizzare forme stereotipate di devozione, assistere alle funzioni religiose nei termini prescritti — e lasciare invariato il cuore. Ci vuole soltanto un attimo per allacciare i filatteri dei Farisei, ma la purificazione dei cuore richiede ore e anni di preghiera fervente e di autodisciplina. Un distinto quacchero qualche anno fa disse: “Nella mia giovinezza abbiamo interrotto l'uso del tipico costume quacchero e taluni altri usi perché abbiamo capito che le persone che erano lungi dall'interessarsi davvero ai nostri ideali quaccheri si univano ugualmente a noi per le agevolazioni sull'istruzione che potevano ottenere con grande facilità per i loro figli, e anche per altri vantaggi derivanti dall'essere nostri membri. Era facile atteggiarsi ad ‘Amico’, acquistare ed indossare una giacca senza bottoni o colletto, e intercalare la conversazione con una particolarità grammaticale pur lasciando il carattere del tutto intonso”. I Quaccheri non sono gli unici che dovettero affrontare questo problema. Questo pericolo, in realtà, fu la roccia contro la quale, infine, il Puritanesimo naufragò. I Puritani, alla fine, giunsero ad insistere sulla conformità esteriore ad ogni elemento non essenziale, stabilendo pene civili e a volte penali alla loro trascuratezza. Perfino in questioni su cui non si può applicare alcuno statuto si capì che un certo contegno, uno stile nell'abbigliamento, l'uso liberale di una fraseologia artificiale, pratiche quali dare ai

propri figli stravaganti nomi dell'Antico Testamento, sarebbero stati altrettanti passaporti per la preferenza nella vita civile, ecclesiastica e, spesso, commerciale — come se queste inezie possano avere di per sé un valore spirituale, e non fossero in realtà il modo più facile per creare una via facile verso l'orgoglio spirituale e la palese ipocrisia. È innegabile che la spiritualizzazione del pensiero, in pratica, conduca certamente lo studente a semplificare il suo modo di vivere, perché moltissime cose che in precedenza sembravamo importanti ora si scoprono non importanti e non interessanti. È inoltre innegabile che egli gradualmente si trova ad incontrare persone diverse, leggere libri diversi, trascorrere il suo tempo in modo diverso, e che la qualità della sua conversazione cambia anch'essa. “Le cose antiche sono morte”. “Ecco, io rendo nuove tutte le cose”. Queste cose seguono il cambiamento del cuore, non possono mai precederlo. Ora vediamo quanto sia vano il tentativo folle di ottenere popolarità o di coltivare l'opinione positiva di altre persone, sotto l'influenza dell'impressione che questa cosa possa procurarci qualche vantaggio. Chi ha ascoltato il Sermone del Monte ha spesso visto che gli elementi più umili tra i Farisei compivano opere buone nel modo più esibizionista per ottenere la reputazione di eccezionalmente ortodossi e santi, e probabilmente con un'impressione confusa di compiere dei progressi anche nel proprio benessere spirituale. Gesù ha analizzato e smascherato quel genere di fallacia una volta per tutte in questa sezione. Egli dice che l'applauso che segue gli atti esteriore è l'unica ricompensa che questi comportano, e che dei risultati degni si otterranno soltanto nel Luogo Segreto della Coscienza, dove, se preghiamo (scientificamente) il nostro Padre nel segreto, Egli ci ricompenserà pubblicamente con una autentica dimostrazione. Qui Gesù sottolinea anche la necessità di mantenere “vive” le nostre preghiere. Ripetere semplicemente e meccanicamente una frase, come fa un pappagallo (ripetizioni vane) non serve proprio a niente. Quando prega, la persona deve costantemente “sentire”, rendersi recettiva (non negativa ma recettiva) nei confronti dell'ispirazione Divina. Non vi è alcuna obiezione al ripetere costantemente una frase che è d'aiuto, anche senza rendersene assolutamente conto, ammesso che questo non diventi meccanico; Gesù stesso ripeté le proprie parole tre volte nel momento del suo disperato bisogno nel giardino (Matt. 26:44). Se ti capita di avere la sensazione di essere “impantanato” nelle tue preghiere, fermati, vattene e fai qualcos'altro, e riprendi poi in seguito, a mente fresca. Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Non dobbiamo creare il bene, perché esso esiste eternamente nel fatto dell'Onnipresenza di Dio. Tuttavia dobbiamo renderlo manifesto per mezzo della nostra personale realizzazione della Verità. Questo testo non significa che non dobbiamo pregare per bisogni particolari o problemi specifici. Alcune persone lo hanno interpretato nel senso che noi dobbiamo operare soltanto per l'armonia generale, ma questo non è esatto. Se tratti solo per ottenere l'armonia generale, i risultati del tuo lavoro si diffonderanno in ogni settore della tua vita, e il miglioramento in un dettaglio particolare potrà essere così piccolo da risultare trascurabile. Il percorso adatto è concentrare le tue preghiere su qualsiasi cosa tu desideri dimostrare al momento. Noi non preghiamo per una cosa come oggetto in sé, è vero; ma quando viviamo una carenza, che sia, diciamo, il denaro, o una posizione, o un amico, trattiamo noi stessi — l'anima — per ciò che riguarda tale senso di carenza, e quando abbiamo pregato abbastanza per correggere la nostra comprensione di quel punto, la cosa di cui necessitiamo apparirà come una prova che l'opera è stata compiuta. Soddisfa il senso di

carenza dentro di te con un senso di Amore Divino, e la cosa che manca apparirà nella tua vita per conto suo. Quando dici le tue preghiere non avere paura di essere troppo definito, preciso e professionale. Gesù stesso fu tutte queste cose. Nessuno fu mai meno vago o indefinito di lui. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Perché tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli. Amen. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. (Matteo 6) Questa, la più grande tra tutte le preghiere, che noi chiamiamo comunemente la Preghiera del Signore, è di fatto un superbo sunto dell'intero insegnamento di Gesù Cristo, in una forma ineguagliata per brevità e completezza. In realtà essa non è nientemeno che un profilo completo della metafisica cristiana, e, poiché l'autore ne ha già parlato considerevolmente in una brochure intitolata “The Lord’s Prayer” non c'è bisogno di affrontare nuovamente qui lo stesso argomento. Basta dire che in questi pochi versetti essa definisce la natura di Dio e dell'uomo e spiega il vero rapporto tra di essi, ci dice cosa è davvero l'universo e fornisce un metodo per un veloce sviluppo spirituale per coloro che lo usano ogni giorno in modo intelligente. Si noti, in particolare, quanto fortemente Gesù insista sulla necessità del perdono se vogliamo compiere un qualche progresso spirituale. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente. (Matteo 6) Il digiuno era l'usanza generale tra la gente di quei giorni, e Gesù lo dà per scontato. Il digiuno, così come lo interpretiamo nel Cristianesimo Scientifico, è l'astensione da certi pensieri, principalmente pensieri negativi o errati, ovviamente; ma in alcuni casi è necessario, se vuoi una dimostrazione, astenerti dal pensare del tutto ad un particolare problema. Ci sono alcuni problemi, di solito quelli sui quali state rimuginando eccessivamente, che escono o sono superati “solo con la preghiera e il digiuno”. In questo caso è meglio dare al problema una cura definitiva e finale, e poi a lasciar perdere, per un po' di tempo, oppure consegnarlo materialmente a qualcun altro che lo gestisca per voi, dopo di che voi manterrete i vostri pensieri completamente lontani da esso.

Il digiuno fisico è stato a volte giudicato utile nel superamento di un problema, specialmente di quella che è chiamata una difficoltà “cronica”, quando è accompagnato, ovviamente, dal trattamento spirituale. Questo è dovuto principalmente all'alto grado di concentrazione che si accompagna al digiuno fisico. Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; Accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Matteo 6) Dopo aver affrontato la natura del Luogo Segreto, e stabilito la Preghiera, o Realizzazione Divina, quale Chiave della Vita, Gesù prosegue evidenziando talune conseguenze che conseguono a tutto questo, con l'obiettivo di mostrarci in quale modo dobbiamo, il più rapidamente possibile, rimodellare le nostre vite in conformità alla nuova base. Ad esempio, ora che comprendiamo che il piano materiale è soltanto pensiero oggettivato dobbiamo capire la follia del raccogliere, o cercare di raccogliere, grandi somme di denaro o bene, o proprietà materiali di qualsiasi tipo. Se la tua coscienza è corretta, ossia, se hai una buona comprensione di Dio quale Fonte amorevole dei tuoi sconfinati doni, sarai sempre in grado di dimostrare, a prescindere dal denaro o dai beni di cui avrai bisogno, dal luogo in cui ti trovi o da quali siano le tue condizioni. Non puoi volere nulla quando comprendi davvero che nella Mente Divina la domanda e l'offerta sono una cosa sola. E, al contrario, finché non capisci questo non sarai mai al sicuro dal desiderio. Puoi certamente acquisire una quota molto ampia dei beni del mondo, in termini di conto bancario, accumuli e bond, proprietà immobiliari o qualsiasi altra cosa; ma finché non avrai ottenuto una comprensione spirituale sufficiente queste cose, con ogni probabilità, prima o poi metteranno le ali e voleranno via. In realtà non c'è modo di poter avere la sicurezza senza la comprensione spirituale. Le banche “più sicure” possono fallire, e falliscono; in borsa succedono catastrofi impreviste; le miniere e i pozzi di petrolio possono esaurirsi o essere distrutti da un cataclisma naturale; una nuova invenzione può facilmente mandarne in rovina una vecchia; l'apertura o la chiusura di una stazione ferroviaria, o l'apertura di una nuova attività da qualche altra parte, può rovinare il valore della tua proprietà immobiliare; per non parlare dell'effetto imprevedibile di sollevazioni politiche inaspettate su ogni sorta di proprietà. In breve, è una perdita di tempo attribuire eccessiva importanza alla raccolta di beni materiali, che sono così vulnerabili ai cambiamenti e al caso, “alle tarme e alla ruggine”e ai ladri. Se una buona parte del tempo e dell'attenzione che la maggior parte delle persone dedicano alla ricerca dei beni materiali fosse da queste dedicata alla preghiera scientifica e alla meditazione, il cambiamento nella consapevolezza che seguirebbe li porrebbe oltre ogni possibilità di soffrire a seguito di uno qualsiasi di questi rischi.

Se avessi una sufficiente comprensione spirituale dell'offerta i tuoi investimenti probabilmente non andrebbero male, ma se lo facessero, le tue perdite sarebbero immediatamente rimpiazzate in qualche altro modo, e prima che tu abbia a patirne. Se, diciamo, la banca in cui il tuo capitale era depositato dovesse interrompere i pagamenti il Lunedì, allora, probabilmente prima della fine della settimana, una somma di denaro equivalente, o almeno tutto quello di cui puoi aver bisogno, ti giungerebbe da qualche altra parte — se avessi una comprensione spirituale sufficiente. In ogni caso, il proprietario di una coscienza di prosperità non può essere impoverito, né, nello stesso modo, il possessore di una coscienza di povertà può essere arricchito in modo permanente. Nel lungo periodo, nessuno può trattenere ciò che non gli appartiene per diritto di coscienza, né essere privato di ciò che è veramente suo per lo stesso titolo supremo. Quindi farai bene a non accumulare tesori sulla terra, ma piuttosto ad accumulare un tesoro in cielo; ossia, la comprensione della Legge Spirituale. Se cerchi cose esteriori, temporanee e mutabili per la tua felicità o sicurezza, non metti Dio al primo posto. Se metti Dio al primo posto nella tua vita non ti troverai a impegnarti con un'indebita ansia per alcunché, perché là dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore. Perseguendo lo stesso filone di idee in modo più dettagliato, Gesù prosegue dicendo che coloro che sono sulla nuova base devono essere liberi da ogni sorta di angosce meschine e particolari inquietanti che continuano ad affliggere coloro che non lo sono. Le questioni dietetiche, per esempio, si sistemeranno da sole, se si sta pensando correttamente. Un seguace della nuova vita non ha bisogno di guardare ogni boccone che si mette in bocca, finché mangiare diventa un peso. Egli mangia naturalmente e spontaneamente il cibo normale che gli si presenta, sapendo che il suo abituale pensiero corretto si prenderà cura anche della sua dieta. Se fosse stato abituato a mangiare più di quanto era bene per lui, il fatto che ora egli preghi quotidianamente per ottenere la saggezza e la guida in generale lo porterebbe a mangiare meno, o se non avesse mangiato abbastanza allora la preghiera scientifica lo farebbe mangiare di più, finché non fosse raggiunta la giusta quantità. Lo stesso principio si applica a tutti i dettagli della vita quotidiana. Se preghi per te stesso nel modo giusto ogni giorno scoprirà che le cose della vita di minore importanza andranno gradualmente a posto per conto loro, senza alcun problema da parte tua. Confronta questo con il solito metodo di cercare di ottenere ogni cosa organizzando separatamente un migliaio di dettagli insignificanti, e apprezzerai in quale modo straordinario la nuova base ti liberi. Se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce. Questo è il sunto di tutta la Verità. Davvero, se dunque l'occhio è chiaro, tutto il corpo dell'esperienza sarà nella luce. L'occhio simboleggia la percezione spirituale. Qualsiasi cosa a cui tu dedichi la tua attenzione è la cosa che governa la tua vita. L'attenzione è la chiave. Il tuo libero arbitrio sta nel dirigere la tua attenzione. Qualsiasi sia la cosa alla quale dirigi con determinazione la tua attenzione entrerà nella tua vita e la dominerà. Se non dirigi coerentemente la tua attenzione su nulla in particolare — e molte persone non lo fanno — allora niente di particolare entrerà nella tua vita, tranne l'incertezza e l'apprensione; sarai come un tronco alla deriva. Se dirigi la tua attenzione al mondo esteriore della manifestazione, che, per sua natura, si sposta e cambia in continuazione, sei destinato ad avere infelicità, povertà e cattiva salute; mentre se dirigi la tua attenzione a Dio, se per te la Gloria di Dio è al primo posto, ed esprimere la Sua Volontà diventa la regola della tua

vita, allora il tuo occhio è chiaro e tutto il tuo corpo, o la tua incarnazione, sarà piena di luce. Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona. Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete o di che cosa berrete; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita? E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Ora se Dio veste in questa maniera l'erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?”. Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. (Matteo 6) Molti cristiani hanno accettato teoreticamente questi fatti, ma sono stati meno che apatici quando si è giunti alla loro applicazione pratica, e questo vacillare li ha posti nella massa di difficoltà che sempre consegue all'incoerenza e alla debolezza. Si è scoperto che coloro che sono completamente sulla base materiale hanno, nel complesso, tempi migliori, perché quantomeno vivono in conformità con il meglio di ciò che sanno, e partecipano al gioco così come lo conoscono. Cercare di trovarsi a volte su una base e a volte sull'altra è cercare di servire due padroni. E ovviamente questo non si può fare. Voi non potete servire Dio e Mammona. L'uomo è essenzialmente spirituale, l'immagine e la somiglianza di Dio, e perciò egli è fatto per la Base Spirituale, e non può davvero avere successo in alcuna altra. Gli uccelli del cielo e i gigli del campo forniscono una lezione sorprendente per l'uomo nel loro completo adeguamento alle leggi del loro rispettivi piani. Essi esprimono accuratamente le proprie vere nature, vivono la loro vita essendo perfettamente se stessi, e senza conoscere nulla di simile alla preoccupazione e all'ansia che ordiscono tante vite umane. I gigli di cui si parla sono i bei papaveri selvatici d'Oriente, e chi ha visto un campo di papaveri che ballano e ondeggiano nella brezza apprezzerà il senso di relax e di libertà e di gioia che Gesù aveva in mente in quanto nostro vero diritto di nascita. Ovviamente, egli non intendeva dire che tu, quale essere umano, devi copiare letteralmente le vite o i metodi degli uccelli o dei fiori, perché sulla scala della creazione ti trovi in una posizione infinitamente più alta di loro. L'insegnamento è che devi

adattarti completamente al tuo elemento come essi fanno al loro. Il tuo vero elemento è la Presenza di Dio. Agostino disse: “Tu ci hai creati per Te, e i nostri cuori sono inquieti finché non riposano in Te”. Quando l'uomo accetta la Verità che in Dio egli vive, e si muove, e ha il proprio essere, completamente e senza discutere, come gli uccelli e i fiori accettano la verità della loro condizione, egli dimostrerà facilmente e completamente, come fanno loro. Se qualcuno fosse così sciocco da interpretare letteralmente queste belle similitudini, invece che spiritualmente, e dovesse, diciamo, sdraiarsi in un campo tra i papaveri in attesa che Dio compia un miracolo spettacolare per suo conto, imparerebbe rapidamente dall'esperienza che questo non è il modo giusto. Possedendo facoltà infinitamente al di sopra dei vegetale o regni animale, egli emulerà davvero la saggezza e la gloria di questi essendo incessantemente attivo nel proprio regno, quello della preghiera e della meditazione. La Base Spirituale non significa laissez faire: significa attività intensificata, ma sul piano spirituale, distinto da quello materiale. Questo è l'unico modo in cui si può dire che una persona ricerchi innanzitutto il Regno dei Cieli, e tutte le cose necessarie seguiranno ad esso. Se sei molto preoccupato e confuso o molto scoraggiato, quello è il momento di sdraiarti mentalmente tra i papaveri, e leggere la Bibbia o pregare delicatamente ma con insistenza fino a quando succede qualcosa, o qualcosa dentro di te o qualcosa nel quadro esterno. Questo non è laissez faire, perché stai pregando. Una donna di Londra, la cui vita sembrava essere diventata un disperato groviglio che significa rovina completa, fu da me persuasa ad abbandonare mentalmente l'intero fardello e “lasciare accadere il peggio”, mentre lei trascorse due o tre giorni sfogliando la Bibbia e pregando per la pace e la felicità. Tutto si sistemò, come per magia, nel giro di una settimana, senza che lei dovesse fare alcuna azione materiale. Il modo normale di ottenere le cose di cui si ha bisogno è seguire un'attività economica utile o una professione della quale si deve essere felici e soddisfatti, facendo un buon lavoro e ricevendo per esso un compenso liberale. La preghiera scientifica metterà chiunque in questa posizione se egli già non la possiede, e poi, se egli pregherà ogni giorno come dovrebbe, realizzando il suo vero posto e chiedendo delle opportunità per rendere servizio, la sua attuale posizione, qualsiasi essa sia, continuerà a migliorare con il passare del tempo. Ovviamente questo non significa che si debba necessariamente “darsi agli affari”, come si dice. La donna che si prende cura delle cose del suo nucleo familiare è utile, come cittadino, esattamente come chiunque altro sulla terra; e molte persone i cui redditi privati li pongono al di là della necessità di guadagnare conducono vite della massima utilità sviluppando la letteratura e l'arte, e con altre attività. Quel che è certo è che nessuno, sulla Base Spirituale, condurrà la vita di un ozioso, per quanto denaro possa avere. Si sente di tanto in tanto di casi curiosi di persone che sostengono di essere talmente spirituali da non sentirsi chiamate a guadagnarsi da vivere. Ci si aspetta che qualcun altro, un parente, o un amico, che non è troppo spirituale per andare al lavoro, le mantenga nell'ozio. Ma questo atteggiamento della mente parla da sé. Se la vostra comprensione della metafisica è sufficiente per permettervi di fare a meno del lavoro ordinario, vi troverete forniti automaticamente e in modo indipendente e rispettabile di una buona vita. Questo non può valere per le persone che sono in debito verso altre o vivono da parassiti. Se davvero desiderate tentare l'esperimento di "uscire" sul potere della Parola, fatelo con ogni mezzo, ma assicuratevi che il vostro farlo sia autentico. L'unico modo per fare questo esperimento in un modo autentico è quello di lasciare che

sia “dimostrare o morire di fame”. Se stai cercando in segreto che qualcuno venga a salvarti non dipendi davvero dalla Parola. Ogni Cristiano Scientifico ha diritto ad una ragionevole prosperità, che significa il sufficiente per vivere in un comfort decente ed in ragionevole sicurezza. Finché non potrai dimostrare autenticamente questo grazie al solo potere della Parola dovrai usare il tuo trattamento per trovare una posizione e fare di questa un successo. Gesù ci dice, in questa sezione, che formulando un pensiero non possiamo aggiungere un cubito alla nostra statura. Questo è un altro modo ancora di affermare la grande verità che egli dichiara in moltissimi modi; ossia che dobbiamo essere rinati. Finché rimani l'uomo che sei non puoi semplicemente pensare, essere o fare nulla tranne quello che sei (perché, ovviamente, fai sempre quello che sei); puoi “arrivare ovunque”, come si dice, soltanto diventando un uomo diverso, e puoi fare questo soltanto ottenendo una qualche realizzazione della Presenza di Dio. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo male. (Matteo 6) Nella preghiera scientifica lavoriamo di solito al tempo presente. L'intera idea di preghiera scientifica è adattare la propria coscienza, e questo deve necessariamente essere fatto nel presente — “Ecco, ora è il tempo accettato. Ecco, ora è il giorno della salvezza”. Quando ti si presenta un problema che riguarda il tuo futuro — ad esempio, ipotizziamo che tu debba sostenere un esame tra sei mesi, o fare un viaggio che temi, forse la prossima settimana — la cosa giusta è pregare per esso ora, al presente. Non attendere che giunga il momento, ma lavora ora su di esso: ossia, lavora sulla tua coscienza a tale riguardo, e al presente. Non cercare di fatto di rimandare il tuo trattamento. Non puoi farlo e avere successo. L'evento può essere futuro, ma il fatto stesso che tu ci pensi significa che esso è presente nella tua coscienza, e dal momento che il pensiero è presente, può e deve essere affrontato al presente. Nello stesso modo puoi trattare eventi passati, e devi farlo se ancora ti preoccupano, trattandoli al presente — perché il loro pensiero è presente. Tratta eventi e passati e futuri allo stesso modo come se l'episodio accadesse nel momento presente. Ricorda che Dio è al di fuori di quello che noi chiamiamo tempo, e la splendida azione di guarigione della Sua Santa Presenza è applicabile ad una data come ad un'altra. Ricorda sempre che l'unico pensiero di cui hai bisogno di preoccuparti è quello presente. Il pensiero di ieri o dell'anno scorso non importa ora, perché se puoi rettificare il pensiero presente questo sistemerà ogni cosa qui e ora. Il modo migliore per prepararsi al domani è rendere serena ed armoniosa la coscienza dell'oggi. Tutte le altre cose buone conseguiranno. Non scavare mai nella tua mente per cercare problemi per cui pregare o trattare. Affronta con fede quelli che si presentano alla tua attenzione, e ci si prenderà cura delle cose nascoste. Nello stesso spirito, il Cristianesimo Scientifico scoraggia una eccessiva considerazione riguardante il piano successivo e le condizioni successive alla morte. Preoccupazioni di questo tipo sono troppo spesso soltanto un volo dalle realtà di questa vita e dei problemi

quotidiani che devono essere affrontati e risolti qui — non evitati o, che è la stessa cosa, rimandati nel pensiero. Dobbiamo soffermarci sulla vita e non sulla morte, e concentrarci sul fare la nostra dimostrazione qui e ora.

Capitolo 6

Il giudizio con il quale giudicate Non giudicate, affinché non siate giudicati; Perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. (MATTEO 7) QUESTA sezione del Sermone sul Monte è composta da cinque brevi versetti, e solo un centinaio circa di parole, e tuttavia non è affatto eccessivo dire che al suo stato attuale è il documento più impressionante mai presentato all'umanità. In questi cinque versetti ci viene detto di più sulla natura dell'uomo e sul significato della vita, e l'importanza del comportamento, e l'arte di vivere, e il segreto della felicità e del successo, e il modo di uscire dai problemi, e l'approccio a Dio, e l'emancipazione dell'anima, e la salvezza del mondo, di quanto tutti i filosofi e i teologi e i saggi messi insieme ci abbiano insegnato — perché essa spiega la Grande Legge. È di gran lunga più importante che ad un uomo, e ancora di più che ad un bambino, sia insegnato il significato di questi cinque versetti di quanto sia per lui imparare qualsiasi altra cosa che venga insegnata nelle scuole o nelle università. In un qualsiasi corso di studi ordinario non c'è nulla da scoprire, non c'è nulla da imparare in alcuna biblioteca, o in qualsiasi laboratorio che sia importante la milionesima parte dell'informazione qui contenuta. Se fosse possibile giustificare l'espressione fanatica “Bruciate tutti gli altri libri, perché è tutto in questo” sarebbe in riferimento a queste parole. Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Se capisse per un solo momento il significato di queste parole, e credesse davvero che siano vere, l'uomo medio rivoluzionerebbe tutta la sua vita da cima a fondo, rivolterebbe la propria condotta e questo lo cambierebbe così tanto che, in un lasso di tempo relativamente breve, i suoi amici più intimi lo riconoscerebbero a stento. Fosse egli il Primo Ministro del Consiglio o l'uomo della strada, questa comprensione gli metterebbe il mondo sottosopra, e, poiché la cosa è infettiva oltre misura, metterebbe il mondo sottosopra anche per molti, molti altri. A più riprese restiamo sbalorditi, rileggendo questo Sermone sul Monte a mente fresca, scoprendo quanto, nella pratica, le sue affermazioni più impegnative siano state completamente e silenziosamente ignorate dalla maggior parte del mondo cristiano. Se non si sapesse con certezza che queste parole vengono costantemente ascoltate in pubblico, e lette in privato, da milioni e milioni di cristiani di ogni sorta, non si riuscirebbe a credere che questo sia possibile, perché le verità che esse insegnano

sembrano essere l'ultima considerazione ad influenzare le motivazioni delle persone nella vita di tutti i giorni e nel comportamento — e tuttavia esse esprimono la semplice ed ineludibile Legge della Vita. Il fatto puro e semplice è secondo la Legge della Vita, nello stesso modo in cui pensiamo, parliamo e ci comportiamo nei confronti degli altri, così gli altri penseranno, parleranno e agiranno nei nostri confronti. Qualsiasi comportamento mettiamo in atto, siamo inevitabilmente legati a riceverlo. Qualsiasi cosa facciamo agli altri, presto o tardi, sarà fatta a noi da qualcuno, in qualche luogo. Il bene che facciamo agli altri lo riceveremo nuovamente in misura analoga, e nello stesso modo il male che facciamo agli altri lo riceveremo anch'esso. Questo non significa assolutamente che le stesse persone che trattiamo bene oppure male saranno le stesse persone che restituiranno l'azione. Ciò non succede quasi mai, ma quello che succede è che, in qualche altro momento o luogo, spesso lontano e molto tempo dopo, qualcun altro che non sa assolutamente nulla dell'azione precedente, tuttavia ce la ripagherà completamente. Per ogni parola sgarbata che dici ad un'altra persona, o a proposito di essa, una parola sgarbata sarà detta a te o su di te. Per ogni volta che tradisci sarai tradito. Per ogni volta che inganno sarai ingannato. Per ogni menzogna che pronuncerai, ti mentiranno. Ogni volta che trascuri un dovere o sfuggi ad una responsabilità, o abusi dell'autorità su altre persone, fai qualcosa per cui, inevitabilmente, dovrai pagare subendo tu stesso un'offesa analoga. Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Ora, non è ovvio che se le persone comprendessero che è letteralmente vero, questo avrebbe la più profonda influenza sul loro comportamento? Questa comprensione non permetterebbe, in pratica, di far diminuire i crimini ed elevare il livello morale della comunità più di quanto facciano tutte le leggi mai approvate dai parlamenti, o tutti i castighi formali impartiti dai giudici e dai magistrati? Le persone sono molto portate a pensare, specialmente quando sono fortemente tentate, di poter probabilmente sfuggire alla legge della terra, seminare il poliziotto o sfuggire dalle grinfie dell'autorità in qualche altro modo. Esse sperano che gli individui le perdoneranno, o che altrimenti non avranno la capacità di vendicare le loro azioni, o che prima o poi la cosa sarà dimenticata, o, ancora meglio, che non saranno mai scoperte. Se però capissero che la legge del castigo è una Legge Cosmica, impersonale e immutabile come la legge di gravità, che non considera le persone né rispetta le istituzioni, senza rancore ma senza pietà, ci penserebbero due volte prima di trattare ingiustamente altre persone. La legge di gravità non dorme mai, non è mai in festa né abbassa la guardia, non è mai stanca, non è compassionevole né vendicativa, e nessuno si sognerebbe mai di sfuggire ad essa, di convincerla, corromperla oppure intimidirla. Le persone la accettano come inevitabile ed ineludibile, e conformano ad essa, di conseguenza, il proprio comportamento — e la legge del castigo è proprio come la legge di gravità. L'acqua trova prima o poi il proprio livello, e il trattamento che abbiamo riservato agli altri alla fine ritorna e viene riservato a noi. Alcuni cristiani, sentendo spiegare la legge del castigo, hanno obiettato dicendo che questo è Buddismo o Induismo e non Cristianesimo. Ora, è verissimo che questa legge è insegnata dai buddisti e dagli induisti, e questo viene fatto con saggezza — perché è la legge della natura. È vero anche che la legge viene compresa meglio nei paesi orientali che tra di noi, ma questo non ne fa un bene proprio degli orientali. Significa semplicemente che la chiese cristiane ortodosse hanno semplicemente trascurato di rendere chiara alla gente una parte importante dell'insegnamento cristiano.

A quelli che dicono che è non-cristiano rispondo con una domanda: Il Vangelo di Matteo è un documento cristiano o no? Gesù era un cristiano o un buddista? La dottrina può piacervi o meno, e se volete potete cercare di ignorarla, ma non potete negare che Gesù Cristo la insegnò, e nel modo più diretto ed enfatico, quando disse: Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Una stupenda descrizione della Legge è stata scritta per gli anglofoni da Sir Edwin Arnold in La Canzone Celeste(The Song Celestial): Non sarà disprezzata da nessuno; Chi la ostacola perde, e chi la serve guadagna; Il bene nascosto essa paga con la pace e la beatitudine, Il male nascosto con dolori. Grazie a questa, il coltello dell'assassino si è accoltellato; Il giudice ingiusto ha perduto il suo difensore; La lingua falsa condanna la sua menzogna; il ladro strisciante E che ruba con destrezza, alla restituzione. La si vede ovunque e segna ogni cosa: Fate il bene — esso ricompensa! Fate un torto — Il castigo eguale deve essere fatto, Anche se il Dharma può procrastinare a lungo. Ora vediamo che avremmo fatto meglio a non fare a nessun altro nulla che non avremmo voluto fosse fatto a noi, perché ciò è quel che succederà. Questo succede in modo particolare quando ci comportiamo male verso qualcuno su cui abbiamo potere. Ma è una legge povera che non opera in entrambi i sensi, e quindi è ugualmente vero che per ogni cosa che fai, per ogni parola gentile che pronunci, nello stesso modo, in qualche momento, otterrai un equivalente. Le persone si lamentano spesso dell'ingratitudine da parte di quelli a cui hanno fatto dei favori, e troppo spesso questo è vero; ma questa lamentela evidenza un atteggiamento falso della mente che è importante correggere. Quando ti senti ferito perché qualcuno è stato ingrato per la tua bontà, questo dimostra che tu cercavi la gratitudine, e questo è un grave errore. Il vero motivo per aiutare un'altra persona è che è nostro dovere aiutare gli altri finché possiamo farlo saggiamente; o perché questo è un'espressione di amore. Ovviamente l'amore non cercherà un quid pro quo, e fare il proprio dovere dovrebbe essere in sé stesso la propria ricompensa, ricordando, se vogliamo, che in qualche altro modo l'azione sarà sicuramente riconosciuta. Il fatto stesso che una persona cerchi la gratitudine significa che sta mettendo l'altra persona in una condizione di obbligo, e quella persona, probabilmente, nel subconscio se ne accorgerà e ne risentirà pesantemente, poiché una cosa di questo genere è molto ripugnante per la natura umana. Fai la tua buona azione e poi prosegui senza aspettarti né desiderare un riconoscimento personale. Non è un pensiero bellissimo e incoraggiante che tutte le preghiere che hai recitato nella tua vita e tutte le buone azioni e parole gentili delle quali sei stato responsabile siano ancora con te, e che nulla possa mai portarle via? Certamente le nostre preghiere, le nostre parole e gli atti di gentilezza nei confronti degli altri sono le uniche cose che conserviamo, perché il resto è destinato a sparire. Gli errori di pensiero, di parola ed

azione sono compiuti e soddisfatti sotto la Legge, ma il bene continua per sempre, immutato e incorrotto dal tempo. Gli studiosi del Cristianesimo Scientifico che comprendono il potere del pensiero capiranno che è qui, nel regno del pensiero, che la Legge trova la sua vera applicazione, e vedranno che l'unica cosa che importa, alla fine, è mantenere corretti i propri pensieri nei confronti delle altre persone — come quelli su se stessi. Il pensiero corretto su Dio e il pensiero corretto sugli altri uomini, e il pensiero corretto su se stessi; quello è la Legge e i Profeti. Sapendo che il Dominio si trova nel Luogo Segreto, è nel Luogo Segreto che essi concentreranno la loro attenzione rispettando il comandamento — non giudicate. La Regola Aurea nel Cristianesimo Scientifico è: Pensa degli altri quello che vorresti che essi pensassero di te. Alla luce della conoscenza che adesso possediamo l'osservanza di questa regola diventa un dovere molto solenne, ma indubbiamente più di questo è un vitale debito d'onore. Un debito d'onore è un obbligo che non può essere istituito per legge, ma il suo ottemperamento dipende dall'onore e dal rispetto di sé proprio del debitore, e, analogamente, poiché nessuno può sapere o dimostrare in che modo pensiamo, non siamo responsabili dei nostri pensieri verso alcun tribunale tranne quello più alto di tutti — il Tribunale che non commette mai errori, e alle cui decisioni non si sfugge mai. Avendo ora ottenuto una comprensione di quello che la Grande Legge è e del modo in cui essa agisce, così come è stato straordinariamente riassunto da Gesù in questa sezione, lo studente è in grado di intraprendere il prossimo grande passo e capire come è possibile elevarsi addirittura sopra la stessa Grande Legge, nel nome del CRISTO. Nella Bibbia il termine “Cristo” non coincide con Gesù l'individuo. È un termine tecnico che può essere brevemente definito come la Verità Spirituale Assoluta relativa ad una cosa. Ora, conoscere questa Verità su una persona, o condizione, o circostanza guarisce immediatamente quella persona, condizione o circostanza nella misura in cui tale Verità è realizzata dal pensatore. Questa è l'essenza della guarigione spirituale, e perciò vediamo che, nel senso più ampio e indipendentemente dall'opera speciale e ineguagliata che fu per noi compiuta da Gesù stesso, è vero che il Cristo viene nel mondo per redimerlo e salvarlo. Ogni volta che il Cristo (ossia, la Vera Idea su qualcosa) è elevata nel pensiero da qualcuno, la guarigione consegue — guarigione fisica, o guarigione morale, o addirittura guarigione intellettuale, a seconda del caso. La guarigione intellettuale consisterà nel rendere una persona ottusa o stupida brillante e intelligente. Gli alunni che sono indietro con la scuola rispondono magicamente a questo trattamento. È necessario invocare l'Intelligenza Divina per essi e realizzare che Dio è l'anima dell'uomo. La malattia e il peccato, la povertà e la confusione, la debolezza di carattere spariscono tutte sotto il potere del Cristo Guaritore. Non fa differenza quanto profondamente radicato possa essere il problema, la realizzazione da parte di qualcuno del Cristo o Verità Spirituale che sta dietro all'apparenza lo guarirà. Non vi è alcuna eccezione a questo. Perché il Cristo non è altro che l'azione diretta di Dio Stesso, l'Autoconoscenza dello Spirito, esso supera tutto il resto. La legge superiore dello Spirito sovrascrive o soppianta tutte le leggi inferiori dei piani fisico e mentale. Questo, come abbiamo visto nel primo capitolo, non significa che le leggi del piano fisico o mentale siano infrante. Significa che l'uomo, a causa del suo essenziale Sé Divino, ha il potere di elevarsi al di sopra di questi domini nella dimensione infinita dello Spirito, nella quale queste leggi non lo condizionano più. Egli non ha infranto le loro leggi, ma si è avventurato al di là di esse. Una similitudine molto inadeguata può essere trovata nel caso del palloncino che si solleva velocemente dal terreno,

apparentemente sconfiggendo la legge di gravità, non appena viene gonfiato. Qui sembra che la legge di gravità sia infranta, ma ovviamente non viene infranta, al contrario, del tutto realizzata da questa azione; tuttavia l'esperienza normale della vita ordinaria in realtà è rovesciata. Ora la legge del Karma, che non rispetta le persone e non dimentica nulla, è una legge che in realtà riguarda soltanto la materia e la mente; non è una legge per lo Spirito. Nello Spirito tutto è bene perfetto ed eterno, immutabile. Qui non c'è un Karma cattivo da raccogliere perché nulla si può seminare, e quindi quando l'uomo, per mezzo di quella che noi chiamiamo preghiera, meditazione o trattamento, trasferisce la sua attenzione al dominio dello Spirito, egli giunge — in tale misura — sotto la Legge del Bene perfetto, e il Karma è spazzato via. Perciò, l'uomo ha la scelta tra il Karma e il Cristo. Questa è la migliore notizia che sia mai giunta all'umanità, e per questo motivo è chiamata la buona novella, o buone notizie, o il Vangelo, perché questo è il significato di questa parola. Questa è la carta della libertà dell'uomo, il suo dominio su tutte le cose quale Immagine o Somiglianza di Dio. Egli ha la propria scelta. Può restare nella regione limitata della materia e della mente, nel qual caso è legato stretto alla ruota del Karma, oppure, per mezzo della preghiera, può fare appello al Regno dello Spirito — ossia il Cristo — ed essere libero. Ma egli ha la scelta — Cristo o Karma, e CRISTO È SIGNORE DEL KARMA. In Oriente, dove il Karma è così ben compreso, non possiedono il messaggio cristiano del Cristo, e quindi si trovano in una situazione decisamente disperata. Tuttavia noi, che comprendiamo correttamente il Vangelo del Cristo, possiamo essere liberi. In altre parole, il Karma si rivela inesorabile soltanto finché non preghi. Non appena preghi inizi ad elevarti al di sopra del Karma; ossia inizi a spazzare via le conseguenze spiacevoli degli errori passati. Per ogni errore devi subire le conseguenze, che noi chiamiamo essere puniti, o spazzarle via con la preghiera scientifica — la Pratica della Presenza di Dio. Hai la grande scelta — Cristo o Karma. Questo significa che qualsiasi errore, stupidità, addirittura odioso peccato può essere espunto dal Libro della Vita, con tutto il castigo o la sofferenza che naturalmente ne derivano? Si, significa nientemeno che questo. Non c'è male che il Cristo Guaritore non distruggerà. Dio ama così tanto il mondo da manifestare il Suo unico Potere del Cristo, così che chiunque lo scelga non perirà per la propria debolezza o fragilità, ma avrà la salvezza eterna. Inutile dire che non si deve ritenere che le conseguenze di un errore debbano essere evitate a buon mercato da una preghiera meccanica. Sicuramente non è così. Nessuna preghiera superficiale, ma una realizzazione di Dio sufficiente ad alterare fondamentalmente il carattere del peccatore, è richiesta per spazzare via il castigo che, altrimenti, deve conseguire al peccato. Quando una preghiera o un trattamento sufficiente è stato effettuato in modo che il peccatore divenga un uomo cambiato e non desideri nemmeno ripetere il proprio peccato, allora egli è salvato, e poi i peccati sono rimessi, perché Cristo è il Signore del Karma.

Capitolo 7

Dai loro frutti Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino. (MATTEO 7) L'INTELLIGENZA è una parte essenziale del messaggio cristiano come lo è l'amore. Dio è amore, ma Dio è anche intelligenza infinita, e a meno che queste due qualità non siano bilanciate nella nostra vita non otterremo la saggezza; perché la saggezza è l'unione perfetta dell'intelligenza e dell'amore. L'amore senza l'intelligenza può fare molto male non preventivato — un esempio calzante è il bambino viziato — e l'intelligenza senza l'amore può finire in abile crudeltà. Ogni autentica attività cristiana esprimerà saggezza, perché lo zelo senza la discrezione è proverbialmente dannoso. Accade spesso che quando le persone, all'inizio, entrano in possesso di una conoscenza della Verità, e sono forse liberate da qualche difficoltà opprimente, sono così piene di gioia da correre in giro a riversare la loro scoperta sugli altri, indiscriminatamente, e, probabilmente, ad esortarli ad accettare anch'essi la Verità. È del tutto comprensibile che tutto questo avvenga, perché l'amore aspira a condividere il suo bene, ma, tuttavia, è molto poco saggio. Il fatto è che l'accettazione della Verità implica, come abbiamo visto, la demolizione di tutte le vecchie norme, e, dopo tutto, questa è una cosa straordinaria da aspettarsi da chiunque, e può accadere, in ogni caso, solo quando le persone sono spiritualmente pronte per il cambiamento. Se un uomo è spiritualmente pronto, sarà lieto di accettare la Verità, se essa gli è presentata in qualche modo in grado di conquistarlo; se egli non è pronto, nessun tipo di discussione intellettuale o argomento lo renderà tale. Non fare mai affidamento sul tuo giudizio per dire chi è pronto per la Verità e chi non lo è, ma affidati per la guida all'ispirazione dello Spirito Santo. La maggior parte di noi ha avuto l'esperienza, quando abbiamo realizzato l'Idea Spirituale e che cosa essa significa, di individuare alcuni dei nostri amici che, ci siamo sentiti sicuri, ne sarebbero stati entusiasti, solo per scoprire che, in molti casi, essi si sono rifiutati assolutamente di accettarla. D'altro canto molte persone che noi, nella nostra stoltezza, abbiamo scelto di considerare non spirituali (poiché non sembravano spirituali) la hanno accettata felicemente e hanno avuto grazie ad essa un grande successo. Se preghi regolarmente ogni giorno per avere la saggezza, l'intelligenza e nuove opportunità di servizio, le persone giuste saranno condotte a te o tu sarai portato a loro, e sarà fornita un'occasione adatta perché sia presentato l'argomento. Se quando sei in compagnia di qualcuno hai il dubbio se affrontare o meno il tema della Verità, non farlo, ma prega invece per ottenere la guida, e lascia la questione all'azione di Dio. A volte non succede nulla, non si presenta alcuna opportunità adatta mentre sei insieme al tuo amico, e quello significa che il tempo non è maturo e parlando non si sarebbe prodotto alcun bene. Molto spesso, però, nella conversazione si apre una breccia evidente, dopo che è stato fatto il trattamento, oppure si verifica un evento esterno che fornisce un'apertura per l'introduzione del tema, e io ho visto alcuni risvegli molto sorprendenti e piacevoli accadere in questo modo.

Soprattutto, sii cauto e non forzare il tema della la Verità sulle persone con le quali devi vivere e lavorare, soprattutto in casa. È facile che tu ti renda soltanto un fastidio costante, imponendo le tue idee alle persone che non possono apprezzarle, perché non sono pronte. Poiché i membri della tua famiglia e i tuoi colleghi di lavoro devono vederti in una luce molto positiva, e tu devi farlo con loro, una politica del genere farebbe nascere un forte attrito e perfino sentimenti negativi. Cerca di comprendere che, in assenza del tuo personale risveglio, essi non possono vedere le cose come lo fai tu, e che quindi vedono qualcos'altro. Inoltre potresti non essere molto abile nell'esporre le tue idee nel modo migliore. Ricorda infine che coloro ai quali sei strettamente legato analizzeranno costantemente il tuo comportamento, conosceranno bene molti dei tuoi difetti e delle tue debolezze, e se parli troppo e senza una grande saggezza dell'illuminazione spirituale, cercheranno sicuramente una grande dimostrazione che inizialmente potresti essere in grado di fare, e dovranno essere molto superiore alle persone medie se, a volte, non ti evidenzieranno delle discrepanze nei momenti meno opportuni — se sarai stato troppo aggressivo. In altre parole, la parola d'ordine, qui, è: “affrettati lentamente”. Avere ottenuto la reputazione di essere eccentrico o noioso non può agevolare affatto la diffusione della Verità. Il modo più veloce per diffonderla è viverla tu stesso. Poi le persone noteranno il cambiamento in te, e quando vedranno il miglioramento della salute e della prosperità nella tua vita, e la felicità splendere sul tuo viso, arriveranno di loro volontà implorandoti di condividere il tuo segreto. Non dovranno essere esortati a bere le acque della vita. Quando desideri presentare la Verità ad una persona in particolare, oppure ad un gruppo di persone, il modo adatto è prepararti con uno speciale trattamento quotidiano per vari giorni, o meglio ancora per una o due settimane prima. Opera per ottenere l'Intelligenza, l'Amore (per superare l'impazienza e aiutarti ad affrontare il ridicolo o l'apparente cattiveria), e, soprattutto, la Saggezza che, come abbiamo visto, è la giusta unione delle altre due. Afferma che l'azione di Dio ti farà dire la cosa giusta quando arriverà il momento, e che essa donerà al tuo ascoltatore o ascoltatori le stesse caratteristiche. Non permetterti di dare alcuna importanza a quello che potrà risultare il concreto risultato della discussione. Dì la Verità e lasciala. Sarai spesso sbalordito dai risultati che otterrai seguendo alcuni giorni di preparazione spirituale di questo tipo. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; Perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Matteo 7) Questo è lo straordinario passo nel quale Gesù enuncia la verità primaria della Paternità di Dio. Questa verità può essere definita primaria poiché è il fondamento sul quale è costruita tutta la struttura della religione. Finché gli uomini non capiranno il significato della Paternità di Dio, e qualcosa di ciò che essa implica, difficilmente potranno ottenere un'esperienza religiosa soddisfacente. Finché gli uomini hanno creduto che ci fossero

molti dei, una solida esperienza religiosa non è stata possibile, perché ogni autentica esperienza religiosa è una ricerca dell'unione consapevole con l'Uno. I molti dei devono necessariamente essere dei della limitazione, e poiché essi furono, necessariamente, rappresentati in conflitto tra di loro, solo un pensiero caotico poteva conseguire da una tale fede. Coloro che avevano superato quell'idea per arrivare al concetto dell'Uno o Vero Dio tuttavia pensavano a Lui quasi universalmente come ad una sorta di re-tiranno orientale, o sultano, che possiede e governa gli uomini con un bastone di ferro, in modo molto simile a come ci si può aspettare che proceda un capriccioso tiranno umano. Il Dio di molti degli autori dell'Antico Testamento è un despota molto geloso, vendicativo e crudele; un sultano che è quasi impossibile compiacere, implacabile nella sua ira, spesso indiscriminato nella sua vendetta. Egli sembra non avere in comune con l'umanità più di quanto gli uomini abbiano in comune con gli animali; in realtà, molto meno, perché capiamo di condividere molte delle limitazioni delle creature più elementari in una comune suscettibilità alla sofferenza, alla fame e alla morte. Questa visione di Dio orientale-sultano era in realtà la visione propria da molti zelanti cristiani ortodossi fino a tempi molto recenti, si ricordi, e negava all'uomo qualsivoglia punto in comune con Dio. Un arguto scrittore moderno ha paragonato questo dio a un certo milionario inglese che mantiene uno zoo privato nei pressi di Londra, come proprio hobby personale. Esso è fornito di una serie di creature che esistono solo per l'interesse e il piacere del loro proprietario. Egli visita il suo serraglio di tanto in tanto (e agisce senza dubbio secondo il parere di un esperto) e ordina che certi animali siano eliminati, altri trasferiti in gabbie più ampie, e altri ancora, forse, trattati in questo o nell'altro modo. Egli, ovviamente, non ha alcuna comunione spirituale con loro. Essi sono semplicemente molti giocattoli animati che esistono per il suo intrattenimento. Questa non è assolutamente una descrizione esagerata delle idee proprie dei Fondamentalisti, ad esempio. In questo passo Gesù cala l'ascia una volta per tutte sulla radice di questa orribile superstizione per coloro che leggeranno la propria Bibbia con una mente aperta. Egli dice qui, nettamente e chiaramente — e sottolinea le proprie parole nel modo più circostanziato — che il vero rapporto tra Dio è l'uomo è quello tra un genitore ed un figlio. Qui Dio smette di essere il potentato distante che si rapporta con schiavi striscianti, e diviene il Padre amoroso di noi, i suoi figli. È estremamente difficile comprendere l'importanza a lungo raggio che questa dichiarazione riveste per la vita dell'anima. Se leggerai e rileggerai questa sezione che parla della Paternità di Dio ogni giorno per settimane scoprirai che, da sola, essa risponde a moltissimi tuoi problemi religiosi. Oso dire che resterai considerevolmente sorpreso dal grande numero di domande sconcertanti a cui essa risponderà una volta per tutte. L'insegnamento di Gesù relativo alla Paternità di Dio fu originale ed unico. Nell'Antico Testamento Dio non è mai indicato come “Padre”. Laddove sono fatti dei riferimenti alla Sua Paternità, Egli è indicato come il padre del popolo, e non degli individui. Sicuramente fu questo il motivo per cui Gesù fece della dichiarazione della Paternità di Dio la frase iniziale di quella che definiamo la “Preghiera del Signore”. Essa spiega, ad esempio, la straordinaria affermazione fatta nella Genesi, che l'uomo è l'immagine e la somiglianza di Dio. È assiomatico, ovviamente, che la progenie debba essere della stessa natura e della stessa specie del genitore; e quindi, se Dio è l'uomo sono sicuramente Padre e figlio l'uomo — nonostante tutte le sue attuali limitazioni, e nonostante apparentemente sia tutto il contrario — deve anch'egli essere essenzialmente divino e suscettibile di infinita crescita, miglioramento e sviluppo nella strada in salita della divinità. Ossia, mano a

mano che la vera natura dell'uomo — il suo carattere spirituale — si dispiega, cioè mentre egli ne diviene progressivamente sempre più consapevole, egli si espanderà nella consapevolezza spirituale finché non avrà trasceso tutti i confini dell'immaginazione umana; sempre più avanti. È in riferimento a questo, il nostro glorioso destino, che, come abbiamo visto, Gesù stesso dice altrove, citando le antiche scritture: “Io ho detto: Voi siete dei, siete tutti figli dell'Altissimo”. Egli poi sottolineò questo unto aggiungendo, in modo significativo: “E la scrittura non può essere annullata”. Quindi, in questo passo siamo liberati una volta per tutte dall'ultimo anello dell'ultima catena che ci lega ad un destino limitato e degradato. Noi siamo i figli di Dio, e se siamo figli, quindi figli e coeredi di Gesù Cristo, come dice Paolo, e come figli di Dio, noi siamo gli eredi della proprietà del nostro Padre, non estranei, o servi pagati, tanto meno schiavi posseduti come beni. Siamo figli della casa e un giorno godremo della nostra eredità. Nel momento presente ci troviamo pieni di limiti e di disabilità perché non siamo spiritualmente altro che bambini — minori. I bambini sono irresponsabili, carenti in saggezza ed esperienza, e devono essere tenuti sotto controllo, così che i loro errori non comportino gravi conseguenze per loro stessi. Ma non appena raggiunge la maggiore età spirituale, allora, come abbiamo visto in precedenza, l'uomo rivendica i propri diritti e li ottiene. “L'erede, finché è un bambino, non differisce in alcunché da un servo, anche se fosse il Signore di tutti, ma è sotto tutori e governatori”, ma quando la pienezza del temo è giunta egli si risveglia alla Verità e ottiene la maggiore età spirituale. Egli capisce che è la Voce di Dio Stesso a trovarsi nel suo cuore, e che lo fa gridare: “Abba, Padre”. Poi, infine, egli sa di essere il figlio di un grande Re, e che tutto ciò che suo padre ha è a suo uso, si tratti di salute, beni, opportunità, bellezza, gioia o qualsiasi altro dei pensieri di Dio. La cosa più maliziosa nella vita è la lentezza dell'uomo, anzi possiamo dire la sua riluttanza, a percepire il proprio dominio. Dio ci ha dato il dominio su tutte le cose, ma ci facciamo piccoli come i bambini spaventati per non ammetterlo, anche se tale ammissione è l'unica via di fuga per noi. L'umanità è spesso come un fuggitivo che siede al posto di guida di un'automobile pronta a portarlo in salvo, ma che non può indursi, per il nervosismo, ad afferrare i comandi e avviare la macchina. Egli siede in essa mezzo immobilizzato dal terrore, gettando uno sguardo sopra la propria spalla, domandandosi se i suoi inseguitori lo prenderanno e cosa succederà se lo faranno. Potrebbe fuggire e mettersi in salvo in qualsiasi momento, ma non lo farà, o non oserà. Gesù, che conosceva il cuore dell'uomo come nessun altro l'ha mai conosciuto, prima o dopo di lui, comprese la nostra difficoltà e la nostra debolezza a questo riguardo, e con la sua impareggiabile magia di parole vive, il suo potere di esporre una verità fondamentale in un modo così semplice, diretto e puntuale, tale che perfino un bambino non potrebbe non capirla, ci ordina: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. È impossibile immaginare la cosa affermata in modo più definito e convincente che in queste parole. Semplicemente non vi sono parole in alcuna lingua che possano essere più chiare o più nette, e tuttavia, per la maggior parte, i cristiani le ignorano tranquillamente oppure non danno credito al loro significato, finché esse restano completamente prive di senso. Ora, come ho già indicato in precedenza, siamo obbligati a credere che Gesù intendesse ciò che diceva, oppure che non lo fece; e poiché difficilmente possiamo credere che non l'abbia fatto, o che potesse dire scempiaggini perché voleva essere ascoltato, siamo obbligati ad accettare queste parole per vere — e, senza dubbio, dov'è lo spazio per rifuggirle?

Chiedete e riceverete. Non è la Magna Charta della libertà personale di ogni uomo, donna e bambino sulla terra? Non è questo il decreto di emancipazione degli schiavi, di ogni genere di schiavitù, fisica, mentale o spirituale? Quale spazio lascia questo alla cosiddetta virtù cristiana della rassegnazione, così spesso predicata? Il fatto è, ovviamente, che la rassegnazione non è affatto una virtù. Al contrario, la rassegnazione è un peccato. Quello che comunemente nobilitiamo con il bel nome di rassegnazione è in realtà un misto malsano di codardia e indolenza. Non abbiamo alcun motivo di essere rassegnati a una disarmonia di alcun tipo, perché la disarmonia non può essere la volontà di Dio. Non abbiamo alcun interesse ad accettare la cattiva salute, o la povertà, o il peccato, o la lotta, o l'infelicità, o il rimorso, con rassegnazione. Non abbiamo il diritto di accettare niente di meno che la libertà e l'armonia e la gioia, perché solo con queste cose glorifichiamo Dio, ed esprimiamo la Sua Santa Volontà, che è la nostra raison d’être. È il nostro dovere più sacro, per fedeltà a Dio Stesso, non accettare niente di meno che la felicità a tutto tondo e il successo, e non dobbiamo seguire i desideri e le istruzioni di Gesù, se accettiamo di meno. Dobbiamo pregare e meditare, e riorganizzare la nostra vita secondo il suo insegnamento, continuamente e instancabilmente fino a quando il nostro obiettivo è raggiunto. Che questo conseguimento, che la nostra vittoria su ogni condizione negativa, non è solo possibile, ma ci è sicuramente promessa , trova la sua prova in queste parole gloriose, il vessillo della libertà per l'uomo: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti. (Matteo 7) Questo è il sublime precetto che noi chiamiamo la Regola Aurea. Qui Gesù ripete la Grande Legge in un sunto conciso. Questa ripetizione segue la sua straordinaria affermazione della Paternità di Dio. La spiegazione sottostante all'esistenza della Grande Legge è il fatto metafisico che noi, fondamentalmente, siamo uno — tutte parti della Grande Mente. Poiché, in ultima analisi, siamo uno, fare del male a qualcun altro, in realtà, è fare male a noi stessi, e aiutare qualcuno, in realtà, è aiutare se stessi. La Paternità di Dio ci obbliga ad accettare la fratellanza dell'uomo e, spiritualmente, la fratellanza è unità. La comprensione di questa grande verità racchiude in sé ogni altra conoscenza religiosa e, nella fraseologia antica, è la legge e i profeti. Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano. (Matteo 7) C'è solo un modo sotto il sole da cui l'uomo può raggiungere l'armonia, cioè, la salute, la prosperità, la pace della mente — la salvezza, nel vero senso della parola — ed è producendo un cambiamento in meglio, radicale e permanente, della propria coscienza. Questo è l'unico modo unico, non c'è altro. Per innumerevoli generazioni l'umanità ha cercato in ogni altro modo concepibile di ottenere il proprio bene. Innumerevoli schemi sono stati progettati per realizzare la felicità apportando modifiche di qualche

tipo nelle condizioni esterne dell'uomo, lasciando intatta la qualità della sua mentalità, e il risultato è stato sempre lo stesso — il fallimento. Ora siamo in grado di vedere perché deve essere così, che succede perché la natura stessa del nostro essere è tale che solo per mezzo di un cambiamento nella coscienza che le condizioni esterne possono essere davvero modificate. Questo cambiamento nella coscienza è la porta stretta della quale qui Gesù parla, e, egli dice, il numero di coloro che la trovano è relativamente esiguo. Oggi quel numero sta aumentando con grande velocità, anche se indubbiamente è ancora relativamente piccolo, ma al tempo in cui Gesù parlò era ancora molto più piccolo. Questa dottrina secondo la quale ciò che importa è la propria coscienza, perché il tuo concetto è quello che tu vedi, è definita da Gesù la Via della Vita, ed egli dice che tutte le altre dottrine non sono altro che una via ampia verso la distruzione o la delusione. Ora, perché, apparentemente, l'uomo dovrebbe essere così restio a cambiare la propria coscienza? Perché egli sembra preferire di tentare quasi ogni altro metodo, per quanto arduo o addirittura implausibile possa essere? Nel corso della storia è stato tentato ogni altro metodo concepibile per produrre la salvezza dell'umanità, e ovviamente tutti sono falliti, come sappiamo è inevitabile che debba essere; e tuttavia l'uomo raramente prova la via “stretta” finché non è condotto individualmente ad essa da una pressione irresistibile. La risposta è che, come abbiamo già visto, il cambiamento della propria coscienza è un lavoro davvero duro, che richiede una vigilanza costante ed incessante, e una rottura delle abitudini mentali che, per qualche tempo, è sicuramente molto problematica. L'uomo naturale è pigro, tende sempre a seguire la linea della minore resistenza e quindi, in questo come in questioni minori, non scende ai principi fondamentali finché non è obbligato a farlo. La Via della Vita, la porta stretta, però, vale molto di più di qualsiasi problema o sforzo possa comportare. Su questa strada le ricompense non sono temporanee ma permanenti, ogni miglio guadagnato è guadagnato per tutta l'eternità. Certamente il cambiamento della propria coscienza è, in verità, l'unica cosa in assoluto che valga la pena fare. Un confronto tratto dalla vita quotidiana aiuterà a spiegare questo punto: ipotizziamo che un uomo riesca a togliere una macchia dalla sua giacca; tale azione gli darà beneficio finché l'indumento è in uso, diciamo qualche mese. Supponiamo, d'altro canto, che egli sviluppi una capacità del corpo, diciamo la sua capacità respiratoria, con esercizi fisici adatti; il miglioramento qui ottenuto resterà con lui per il resto della sua vita fisica, forse 50 o 60 anni, ed è per quel solo motivo una cosa più importante da fare, a prescindere perfino dagli effetti a raggio molto più ampio sulla sua vita dell'operazione stessa. Ora, se egli attua un cambiamento qualitativo nella sua coscienza, che è ciò che accade con la preghiera o il trattamento, allora non soltanto l'effetto di quel mutamento è avvertito in ogni fase e settore della sua vita, ma è con lui per tutta l'eternità, perché egli non potrà mai perderlo. I ladri non possono entrare e rubare. Non appena otterrai la consapevolezza spirituale scoprirai che tutte le cose, senza dubbio, agiscono insieme per il bene per coloro che amano il Bene, o Dio. Sperimenterai perfetta salute, prosperità abbondante e completa e totale felicità. La tua salute sarà così buona che il semplice vivere sarà in sé una gioia inesprimibile. Il corpo, non più il fardello da portare in giro, come molte persone lo considerano, sarà forte come se fosse dotato di scarpe alate. La tua prosperità sarà tale che non avrai bisogno di prendere affatto in considerazione la questione economica. Avrai sempre tutto ciò che è necessario per attuare qualsiasi tuo piano. Il mondo si rivelerà essere pieno di persone affascinanti fin troppo ansiose di aiutarti in ogni modo. Altri verranno nella tua vita solo per il bene.

Ti troverai occupato con le attività più piacevoli e interessanti del tipo più ampiamente utile. Tutta la tua energia e tutte le tue facoltà troveranno pieno spazio di espressione e, in breve, svilupperai la “personalità completamente integrata e pienamente espressa” sognata dalla psicologia moderna. Chi non ha intravisto il segreto del Messaggio di Cristo può considerare tutto questo nient'altro che una splendida visione, “troppo bello per essere vero”, ma è proprio l'essenza del Messaggio di Cristo che nulla è troppo bello per essere vero, perché l'Amore e il Potere di Dio sono veri. È proprio questa stessa credenza che la completa armonia è troppo bella per essere vera, in realtà, ad impedirci di ottenerla. In quanto esseri mentali, noi facciamo le leggi sotto cui viviamo, e dobbiamo vivere secondo le leggi che creiamo. Un tragico errore che viene spesso commesso dalle persone religiose ortodosse è quello di assumere che la volontà di Dio per loro è destinata a essere qualcosa di molto noioso e poco invitante, se non decisamente sgradevole. Consapevolmente o meno essi vedono Dio come un tiranno crudele, o un genitore puritano severo. Troppo spesso le loro preghiere ammontano virtualmente a qualcosa di questo genere: “Per favore, Dio, dammi questo e quest'altro beneficio, di cui ho disperatamente bisogno — ma non penso che lo farai, perché non penserai che vada bene per me”. Superfluo dire che una preghiera di questo genere riceve una risposta, poiché tutte le preghiere ricevono una risposta, secondo la fede del soggetto; ossia il beneficio non viene concesso. La verità è che la Volontà di Dio per noi significa sempre maggiore libertà, maggiore espressione di sé, esperienza più ampia, nuova e brillante; miglior salute, maggiore prosperità, maggiori opportunità di servizio agli altri — vita più abbondante. Se sei malato o in povertà, oppure obbligato a fare un lavoro che non ami, se sei solo, o se devi avere a che fare con persone che non ti soddisfano puoi essere certo che non stai esprimendo la Volontà di Dio, e poiché non stai esprimendo la Sua Volontà è naturale che tu viva la disarmonia; ed è ugualmente vero che quando esprimerai la Sua volontà, l'armonia arriverà. Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. (Matteo 7) C'è un modo infallibile in cui l'uomo può scoprire la vera verità su Dio e sulla vita, e su se stesso? C'è un modo in cui può accertarsi autonomamente quale è la vera religione, e quale non lo è? Quali tra le chiese sono autentiche e quali sono false? Quali libri o insegnanti insegnano la verità, e quali insegnano l'errore? Quanti onesti cercatori della verità, confusi e preoccupati dalla babele di teologie contrastanti e sette rissose, hanno desiderato con tutto il cuore qualche semplice test per mezzo del quale il ricercatore onesto potrebbe scoprire da solo quello che la Verità è veramente?

C'è un solo cristiano sincero che non si sforzerebbe ardentemente di seguire i desideri di Gesù Cristo, se solo riuscisse a scoprire quali sono? Gli viene detto da persone di ogni tipo e da ogni sorta di chiese che solo loro rappresentano il vero insegnamento, e che che egli ignorerà le loro dottrine e la loro disciplina a suo rischio e pericolo, e tuttavia tutte sono d'accordo tra loro su punti vitali, sia della teoria che della pratica, e ognuna di esse è individualmente piena di incongruenze. Se l'uomo in realtà fosse lasciato senza una semplice prova pratica della verità religiosa, si troverebbe sicuramente in una triste condizione, ma fortunatamente non è così. Gesù, il più profondo, e allo stesso tempo il più semplice e pratico maestro che il mondo abbia mai conosciuto, ha sopperito a questa esigenza, e ci ha dato una prova del tutto semplice e universalmente applicabile della Verità. Si tratta di un test che ogni uomo o donna di qualsiasi tipo, in qualsiasi luogo, può facilmente applicare da sé. È semplice e diretto come la prova del fuoco per l'oro. Si tratta della semplice domanda — Funziona? Questo test è così incredibilmente semplice che le persone più intelligenti lo hanno ignorato come se non valesse la pena considerarlo, dimenticando che tutte le grandi cose elementari della vita sono semplici. Eppure, proprio questo è il banco di prova fondamentale per la Verità — funziona? — perché la verità funziona sempre. La Verità guarisce sempre. Una storia vera si rivela sempre coerente quando viene analizzata in modo approfondito, mentre la menzogna più plausibile crollerà in qualche punto se viene analizzata a sufficienza. La verità guarisce il corpo, purifica l'anima, riforma il peccatore, risolve i problemi, pacifica la lotta. Da questo consegue che, secondo Gesù, l'insegnamento che è vero si dimostrerà automaticamente con una dimostrazione pratica. “Essi scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, afferreranno i serpenti, berranno ogni cosa velenosa senza conseguenze e imporranno le mani sui malati, ed essi si riprenderanno”. L'insegnamento falso, al contrario, per quanto possa essere presentato in modo attrattivo, a prescindere da quanto prestigio sociale o accademico può essere ad esso legato, non riuscirà a fare tutte queste cose, o nessuna di esse; e, non superando il test, deve essere condannato. I suoi propositori sono falsi Profeti abbigliati nelle vesti da pecore della vera religione, ma, anche se normalmente sono perfettamente sinceri nelle loro affermazioni e pretese, tuttavia si frappongono tra il cercatore e la Verità che salva, e sono quindi, nonostante le loro buone intenzioni, lupi spirituali. Li riconoscerete dai loro frutti. Ora che capiamo chiaramente che una dimostrazione riuscita è la prova, e la sola prova, della vera comprensione, non abbiamo più scuse per allontanarci dalla Via. Il nostro progresso sulla via, per un motivo o per l'altro, può essere relativamente lento, ma almeno riusciremo a restare sulla Via. Sapremo sempre quando abbiamo lasciato la Via, poiché la dimostrazione cesserà. Per la maggioranza della gente sarà particolarmente difficile dimostrare in certe direzioni, mentre avranno poche difficoltà in altre. Bisogna aspettarselo, e significa che c'è bisogno di lavorare ancora più in certe direzioni che in altre. Se però non ottieni nessuna vera dimostrazione, in alcuna direzione, significa che hai lasciato la Via e non preghi più nel modo corretto; e devi immediatamente tornare indietro, affermando che l'Intelligenza Divina ti ispira e che tu esprimi la Verità. Se lo fai non farai alcun male, anche se il periodo improduttivo sembra durare parecchio, e imparerai molto. Ma se, al contrario, ti comporterai come i Farisei e, invece di ammettere sinceramente il tuo errore continuerai ad indulgere nell'ipocrisia e nell'orgoglio spirituale, allora ti aspetta un brutto periodo. Se, come alcuni sviati, dici qualcosa come: “Io non dimostro, ma non desidero farlo perché sono troppo spirituale, sono al di sopra della dimostrazione, sono troppo avanti per quel genere di cosa” o forse, “Io dimostro in

modi che non potete vedere” allora non soltanto dici delle cose senza senso, ma fai qualcosa di molto simile alla bestemmia della stessa Saggezza Divina — e cos'è questo, se non peccato verso lo Spirito Santo? Una persona non cerca le dimostrazioni come finalità in se stesse, ma cerca di conoscere la Verità come fine di per sé, e poiché la Legge è che non appena si acquisisce una vera comprensione il quadro esterno migliora in modo automatico, quel cambiamento nel quadro esterno diviene la prova visibile del cambiamento avvenuto interiormente — “un segno esteriore e visibile di una grazia interiore e spirituale” — e perciò veniamo a sapere, senza possibilità di errore, dove ci troviamo. Il quadro esteriore è come la spia che dice quello che succede dentro un boiler. Il vero motivo che deve spingere a desiderare le dimostrazioni è che esse sono la prova della comprensione. Non esiste la comprensione non dimostrata. Come dentro, così fuori; come fuori, così dentro. Se vuoi sapere in quale posizione spirituale ti trovi davvero guarda il tuo ambiente, iniziando dal corpo. Non può esservi nulla nell'anima che, prima o poi, non sia dimostrato all'esterno, e non può esserci nulla all'esterno che non trovi una qualche corrispondenza all'interno. Che sia la messa alla prova da parte della tua stessa anima, o il testo di un insegnante, o quello di un libro o di una chiesa, quel test è sempre semplice, diretto ed infallibile. Funziona? Quali sono i frutti? Li riconoscerete dai loro frutti. Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demoni e fatto in nome tuo molte opere potenti? Allora dichiarerò loro: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori! (Matteo 7) L'umanità è lenta a capire che semplicemente non vi è via di salvezza tranne che per mezzo del cambiamento della propria coscienza, il che significa tentare di fare coerentemente la Volontà di Dio in ogni settore della vita. Siamo tutti desiderosi di fare la Sua volontà, qualche volta e in alcune cose, ma finché non c'è un allineamento completo sia nelle cose grandi che in quelle piccole — di fatto, una dedizione completa e integrale di se stessi — non può esserci una dimostrazione completa. Finché consentiamo ad una cosa secondaria di interporsi tra noi e la cosa Primaria non vi è piena salvezza. “Non c'è casa per l'anima in cui dimora l'ombra di una falsità” disse George Meredith. Questo pericolo è straordinariamente subdolo. Non appena lo abbiamo di fronte e lo abbiamo padroneggiato in una direzione, esso sembra attaccarci in un'altra. Richiede nientemeno di una vigilanza incessante e un coraggio quasi eroico. Questo non è mai vero più che nella vita dell'anima: il prezzo della libertà è la vigilanza eterna. Non dobbiamo permettere ad alcun genere di considerazione, istituzione o organizzazione, o ad alcun libro, uomo o donna, di interporsi tra noi e la nostra ricerca diretta di Dio. Se ci affidiamo a cose diverse dalla nostra comprensione della Verità il nostro lavoro cesserà di essere fruttuoso. Se ci affidiamo indebitamente a qualcun altro, ad un maestro o ad un guaritore in particolare, ad esempio, egli ci farà sicuramente fallire, anche se probabilmente non per colpa sua. Non sarà raggiungibile quando più ne avremo bisogno, o per qualche altra ragione non sarà disponibile nel nostro momento del bisogno. Lo

stesso principio vale quando le persone si permettono di diventare schiave di condizioni particolari. Una donna disse: “Posso trattare me stessa solo quando sono nella biblioteca del nostro centro locale, l'atmosfera, là, è splendida”. Il momento giunse, e non molto tempo dopo, quando suo marito fu trasferito dal governo in una postazione centrafricana dove ella dovette affrontare una crisi, a migliaia di miglia da una biblioteca, e più di cento miglia da qualsiasi altra donna bianca. Allora ella fu riportata alla sua vera conoscenza della Verità e, ovviamente, fece un grande progresso nella comprensione. È tuo dovere ottenere tutto l'aiuto che puoi avere dai libri e dai maestri, e così via; ma a meno che tu non ti basi davvero sulla tua comprensione ti limiterai ad urlare “Signore, Signore”, e a fingere di profetizzare in Suo nome mentre essenzialmente “non Lo conoscerai”: sarà in pratica come se Egli non ti conoscesse. Non vi è ingresso nel Regno dei Cieli in questo modo. Per la millesima volta lo diciamo: devi guadagnarti la salvezza con un lavoro duro ed autentico sulla tua coscienza, per realizzare Dio. Molte persone esitano a liberarsi da una chiesa ortodossa che in realtà hanno superato per il disturbo pratico, o semplicemente sentimentale, di rompere una tradizione familiare; ma “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”. Ancora, molte persone sembrano ritenere possibile mettere insieme sufficiente energia e coraggio per rompere con la chiesa ortodossa, solo per sistemarsi ancora una volta, quasi inerti, in una delle chiese più liberali o in un centro o organizzazione spirituale, nel quale sembrano riaddormentarsi, con l'impressione di avere ora, alfine, scoperto la Verità e di non aver bisogno di affrontare ulteriori problemi. Come se non fosse proprio lo stesso vecchio errore commesso dai pionieri e dai fondatori di tutte le stesse chiese ortodosse, che ebbero tutte origine come eresie di riforma. Cosa ottieni liberandoti da una organizzazione se ti limiti a cedere la tua libertà appena ritrovata ad un'altra? In altri casi le persone hanno sviluppato una devozione personale a qualche maestro indipendente che ha fatto in modo che il loro giudizio sia interamente condizionato dal suo. Altre ancora hanno un libro di testo preferito che, di fatto (ma non ufficialmente), considerano infallibile. Ora, l'unica cosa infallibile nota all'uomo è la semplice prova della Verità che Gesù ci ha dato — Li riconoscerete dai loro frutti. Dovresti sfruttare volentieri gli insegnamenti utili, ovunque tu possa ottenerli, frequentare le chiese o incontri che ti aiutano; ascoltare oratori, e leggere libri che ti ispirano a trovare te stesso, ma non cedere a nessuno il tuo giudizio spirituale. Ringrazia coloro che ti hanno aiutato, e riconosci il bene ricevuto, ma sii sempre pronto a passare alla fase successiva. Ricorda che la Verità dell'Essere si occupa dell'infinito, il Principio impersonale della Vita, e non si presta allo sfruttamento di particolari personalità o organizzazioni. Non devi un atomo di lealtà a nessuno e a nulla nell'universo, tranne che al tuo Cristo Interiore, la tua integrità spirituale. Se il semplice arruolarti tra i membri di qualche gruppo organizzato fosse una garanzia di comprensione spirituale, la nostra salvezza sarebbe una questione molto più semplice di quanto sia. Sfortunatamente il problema è molto più complicato. I centri, le chiese, le scuole hanno tutti uno scopo utile nel fornire la trama materiale per la distribuzione della corretta conoscenza, attraverso conferenze, libri e così via, ma il lavoro vero e proprio deve essere fatto nella coscienza individuale. Affermare più di questo per le cose esteriori è ristabilire la superstizione. Se quando arriva il momento della prova cerchiamo di appoggiarci all'essere membri di una chiesa o alla nostra devozione alla personalità di un maestro, oppure alla perfetta conoscenza letterale di un qualsiasi libro di testo la Voce della Verità proclamerà di non averci mai conosciuto, e dovremo proseguire senza la nostra dimostrazione.

Poiché la vita ed il carattere dell'uomo hanno così tante sfaccettature, la Bibbia approccia ogni problema da varie angolazioni. Questa parte del Sermone insegna anche un altro insegnamento molto importante, cioè che l'unico vero modo di fare qualcosa è per mezzo della Pratica della Presenza di Dio. Questo è l'unico modo in cui è possibile ottenere risultati permanenti. Cambiamenti temporanei delle condizioni possono essere ottenuti grazie alla forza di volontà, ma sono solo temporanei, e prima o poi qualsiasi cosa sembri essere stato ottenuto in questo modo sparirà di nuovo, lasciando le cose peggio di com'erano prima. Un grande patrimonio, ad esempio, può essere costruito con la sola forza di volontà, ma il denaro così acquisito prima o poi mette le ali e vola via di nuovo, lasciando le sue vittime deluse più povere che mai. Questa persona non conosce la Verità dell'Essere, quindi essa non lo conosce e non può aiutarlo. Affermato in modo drammatico, nel modo Orientale, questo diventa: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori! Quando una persona ha commesso errori come questi, la cosa che deve fare è smettere immediatamente di cercare di agire senza Dio; a quel punto il suo errore sarà perdonato, perché tutti gli errori lo sono, non appena ci pentiamo di essi. Poi, egli deve immediatamente iniziare ad agire per ottenere le cose sulla Base Spirituale, dichiarando Dio la sua fonte e comprendendo la generosità di Dio come propria. Così costruirà una vera coscienza di prosperità, e quando questo sarà fatto non potrà mai essere impoverito. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande. (Matteo 7) Il Sermone si conclude con uno di quegli esempi che, per semplicità, immediatezza e forza illustrativa non hanno pari fuori dall'insegnamento di Gesù. Nessuno che abbia letto questa parabola delle due case potrà mai dimenticarla. Essa ci ammonisce ancora una volta contro il precetto privo della pratica, del pericolo mortale che corrono coloro che conoscono la Verità, o almeno sono al corrente della sua esistenza, e non cercano anche, onestamente, meglio che possono, di metterla in pratica. Si può quasi dire: meglio non aver sentito mai parlare della Verità che conoscerla e non cercare di viverla. Uno dei simboli più antichi ed importanti dell'anima umana è quello di un edificio, a volte una casa e a volte un Tempio che l'uomo è impegnato a costruire. L'Uomo Costruttore è un personaggio familiare della Tradizione Occulta quanto l'Uomo Pastore, o l'Uomo Pescatore, o l'Uomo Re, come lo troviamo in una sezione precedente. La prima cosa che il costruttore di una casa deve fare è scegliere una base solida, perché senza di quella non importa quanto abilmente e coscienziosamente venga fatta la costruzione, essa crollerà sotto la prima tempesta seria che passa. Gesù, ricordiamo, fu allevato nella casa e nella bottega di un carpentiere che, a quel tempo e in quel luogo, sarebbe stato anche un costruttore, come accade spesso anche in luoghi lontani tra di noi, e questo esempio è quello che gli sovverrebbe immediatamente. Sulle sabbie mobili del deserto è

impossibile costruire alcunché, quindi là la gente deve vivere nelle tende. Quando l'orientale vuole mettere su una struttura permanente cerca una roccia e costruisce su di essa. Ora, la Roccia è uno dei termini biblici che indicano il Cristo, e l'implicazione è davvero ovvia. La verità del Cristo è l'unico fondamento sul quale possiamo costruire il Tempio dell'anima rigenerata in sicurezza. È l'unica cosa esistente che è assolutamente vera, non varia né si sposta mai — la stessa ieri, oggi e per sempre. Poggiando su questa base saremo sicuri quando i venti, le piogge e i diluvi dell'errore, della paura, del dubbio e dell'autoaccusa battono su di noi, e non hanno mai battuto così forte, perché abbiamo la base sulla Roccia. Ma finché dipendiamo da qualcosa di inferiore alla Roccia — sulla forza di volontà, sulla cosiddetta sicurezza materiale, sulla buona volontà altrui o sulle nostre stesse risorse personali — su qualcosa di diverso da Dio, in realtà stiamo costruendo sulla sabbia, e la nostra rovina sarà grande. Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo insegnamento, Perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. (Matteo 7) In questo paragrafo conclusivo ci viene detto molto semplicemente che la folla fu stupita dalla sua dottrina. È sempre così. Il messaggio di Gesù Cristo è completamente rivoluzionario. Esso rovescia tutti i modelli e tutti i metodi, non solo del “mondo” ma di tutta la stessa religione convenzionale o ortodossa, perché volge il nostro sguardo dall'esterno all'interno, e dall'uomo e dalle sue opere a Dio. Egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. La massima gloria della Base Spirituale è che tu inizi a sapere. Quando hai ottenuto la più piccola autentica dimostrazione per mezzo della preghiera scientifica hai vissuto qualcosa che non ti lascerà mai. Hai il testimone della Verità dentro te stesso. Non sei più dipendente dalle parole di qualcun altro; conosci te stesso, e questa è l'unica autorità che valga la pena avere. Gesù ebbe questa autorità e la dimostrò compiendo le opere. Nel capitolo successivo di Matteo apprendiamo che, subito dopo l'ultimo discorso di questo Sermone del Monte, sulla via del ritorno in città, egli guarì all'istante un lebbroso. Questo dimostrò che le sue dottrine non furono mera teoria, e lo dimostrò con una vendetta. Gesù contattò direttamente Dio e, là dove parlò, pronunciò la Parola della Verità.

Parte 2:

La Preghiera del Signore Un’interpretazione

Prega bene chi ama bene, Sia uomo, uccello e animale; Prega meglio chi ama meglio Tutte le cose, sia grandi che piccole: Per il caro Dio che ci ama, Egli fa e ama ogni cosa. COLERIDGE

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Vega il tuo regno. Sia fatta la tua volontà come in terra così in cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. E perdonaci le nostre mancanze, come noi perdoniamo chi commette mancanze contro di noi. E non indurci in tentazione, ma liberaci dal male. Perché tuo è il regno, tua la potenza, e la gloria nei secoli nei secoli. Amen.

La Preghiera del Signore LA Preghiera del Signore è il più importante tra tutti i documenti cristiani. Essa fu attentamente composta da Gesù tenendo a mente alcuni scopi molto chiari. Per questo, di tutti gli insegnamenti, è di gran lunga il più noto e in assoluto il più citato. Esso è senza dubbio il solo comune denominatore di tutte le chiese cristiane. Ognuna di esse, senza eccezione, usa la Preghiera del Signore; è forse l'unico terreno su cui tutte esse si incontrano. Ad ogni bambino cristiano viene insegnata la Preghiera del Signore, ed ogni cristiano che prega la recita quasi ogni giorno. Il suo uso pratico probabilmente supera quello di tutte le altre preghiere messe insieme. Senza dubbio chiunque cerchi di seguire la Via a cui Gesù guidò deve prefiggersi di usare la Preghiera del Signore, e di usarla in modo intelligente ogni giorno. Per farlo dobbiamo capire che la Preghiera è un tutto organico costruito in modo attento. Molte persone sferragliano attraverso di essa come pappagalli, dimentichi del monito che Gesù ci ha dato contro le ripetizioni vane, e, naturalmente, nessuno trae alcun profitto da questo genere di cose. La Grande Preghiera è una formula compatta per lo sviluppo dell'anima. È stata progettata con la massima cura per lo scopo specifico, in modo che chi la usa regolarmente, con comprensione, sperimenterà un reale cambiamento dell'anima. L'unico progresso è questo cambiamento, che è ciò che la Bibbia chiama rinascere. È il cambiamento dell'anima che conta. La mera acquisizione di conoscenza nuova ricevuta intellettualmente non produce nessun cambiamento nell'anima. La preghiera del Signore è stata appositamente progettata per produrre questo cambiamento, e quando viene regolarmente utilizzata lo fa sempre. Più si analizza la Preghiera del Signore più si trova magnifica la sua costruzione. Essa soddisfa i desideri di ognuno esattamente al suo livello. Essa non solo fornisce un rapido sviluppo spirituale per coloro che sono sufficientemente avanzati da essere pronti, ma nel suo significato superficiale essa dà alle persone dalla mente più semplice e perfino a quelle dalla mente più materiale esattamente ciò di cui hanno bisogno al momento, se usano la Preghiera in modo sincero. Questa preghiera, la più grande di tutte, è stata progettata tenendo a mente ancora un altro scopo, importante tanto quanto gli altri. Gesù previde che, con il passare dei secoli, al suo semplice, primitivo insegnamento si sarebbe gradualmente sovrapposta ogni sorta di cose esterne che, in realtà non avrebbero avuto alcunché a che fare con esso. Egli previde che uomini che non lo avevano mai conosciuto, basandosi molto sinceramente, senza dubbio, sui propri limitati intelletti, avrebbero costruito teologie e sistemi dottrinali, oscurando la diretta semplicità del messaggio spirituale, erigendo concretamente un muro tra Dio e l'uomo. Egli progettò la sua Preghiera in modo tale che essa sarebbe passata sana e salva attraverso quelle epoche senza essere alterata. Egli la organizzò con consumata abilità, in modo che non potesse essere contorta o distorta, o adattata ad un qualsiasi sistema artificiale, in modo che, in realtà, essa avrebbe portato l'intero Messaggio di Cristo al proprio interno, e tuttavia non avrebbe avuto in superficie nulla che potesse attirare l'attenzione delle persone irrequiete, manipolatrici. Così è emerso che, attraverso tutti i cambiamenti e le probabilità della storia cristiana, questa preghiera è giunta fino a noi incorrotta e incontaminata.

La prima cosa che notiamo è che la Preghiera è naturalmente costituita da sette frasi. Questo è molto caratteristico della tradizione Orientale. Sette è il simbolo della completezza individuale, della perfezione dell'anima individuale, così come il numero dodici, nella stessa convenzione, rappresenta la completezza del gruppo. A fini pratici troviamo spesso aggiunta un'ottava frase — “Tuo è il regno, tua è la potenza e la gloria” — ma, sebbene sia di per sé un'affermazione eccellente, in realtà non fa parte della Preghiera. Le sette frasi sono assemblate con la massima cura, in perfetto ordine e sequenza, e contengono ogni cosa che sia necessaria al nutrimento dell'anima. Esaminiamo la prima frase:

Padre Nostro QUESTA ssemplice affermazione, in sé costituisce un sistema di teologia definito e completo. Essa stabilisce in modo chiaro e distinto la natura e il carattere di Dio. Riassume la Verità dell'Essere. Dice tutto quello che l'uomo deve sapere su Dio, su se stesso e sul suo prossimo. Qualsiasi cosa sia aggiunta a questo può essere solo un commento, e con ogni probabilità complicherà ed adombrerà il vero significato del testo. Oliver Wendell Holmes disse: “La mia religione è riassunta nelle prime due parole della Preghiera del Signore”, e la maggior parte di noi si troverà completamente d'accordo con lui. Nota l'affermazione semplice, netta e definita — “Padre Nostro”. In questa frase Gesù stabilisce una volta per tutte che il rapporto tra Dio e l'uomo è quello di padre e figlio. Questo esclude ogni possibilità che la Divinità possa essere il tiranno implacabile e crudele spesso raffigurato dalla teologia. Gesù dice definitivamente che il rapporto è quello di padre e figlio, non quello di un despota orientale che si rapporta con schiavi striscianti, ma genitore e figlio. Ora sappiamo tutti benissimo che gli uomini e le donne, per quanto possano avere delle mancanze sotto altri aspetti, fanno quasi sempre del loro meglio per i loro figli. Purtroppo, i genitori crudeli e malvagi si trovano, ma sono così eccezionali da costituire un paragrafo per i giornali. La stragrande maggioranza degli uomini e delle donne sono al loro meglio nel trattare con i loro figli. Parlando della stessa verità altrove, Gesù disse: “Se voi, che siete così pieni di male, tuttavia fate del vostro meglio per i vostri figli, quanto di più farà Dio, che è completamente buono, per voi?” e quindi inizia la sua Preghiera stabilendo il carattere di Dio come quello del Padre perfetto che si rapporta con i Suoi figli. Si noti che questa clausola che fissa la natura di Dio, allo stesso tempo fissa la natura dell'uomo, perché se l'uomo è figlio di Dio, egli deve partecipare alla natura di Dio, dal momento che la natura della prole è sempre simile a quello del genitore. Si tratta di una legge cosmica secondo la quale il simile genera il simile. Non è possibile che un cespuglio di rose produca gigli, o che una mucca dia alla luce un puledro. La prole è e deve essere della stessa natura, del genitore, e così, poiché Dio è Spirito Divino, l'uomo deve essere essenzialmente anch'esso Spirito Divino, qualunque cosa le apparenze possano dire facendo presumere il contrario. Fermiamoci qui un momento e cerchiamo di capire quale immenso passo avanti abbiamo fatto nel riconoscere l'insegnamento di Gesù su questo punto. Non vedete che, in un soffio, esso ha spazzato via il 99% dell'antica teologia, con il suo Dio vendicatore, i suoi eletti, gli individui favoriti, il suo fuoco infernale eterno e tutto il resto dell'orribile armamentario dell'immaginazione umana malata e terrorizzata. Dio esiste — e il Dio Eterno, Onnipotente, Onnipresente è l'amorevole Padre dell'umanità. Se mediterai su questo fatto, fino a quando non avrai un certo grado di comprensione di ciò che significa veramente, la maggior parte delle tue difficoltà e disturbi fisici scompariranno, perché sono radicati e fondati nella paura. La causa fondamentale di tutti problemi è la paura. Se solo tu potessi realizzare in qualche modo che la Saggezza Onnipotente è il tuo Padre vivente e amorevole , la maggior parte delle tue paure sparirebbe. Se potessi rendertene completamente conto, ogni cosa negativa nella tua vita svanirebbe, e tu dimostreresti la perfezione in ogni fase. Ora capisci l'obiettivo che Gesù aveva in mente quando ha messo per prima questa frase.

Vediamo subito dopo che la Preghiera dice non “Padre mio” ma “Padre nostro”, e questo indica senza possibilità di errore la verità della fratellanza degli uomini. Essa impone alla nostra attenzione, proprio all'inizio, il fatto che tutti gli uomini senza dubbio sono fratelli, i figli di un solo Padre; e che “non c'è qui né giudeo né greco, né schiavo né libero, né eletto né non eletto” perché tutti gli uomini sono fratelli. Qui Gesù, arrivando al secondo punto, pone fine a ogni stupidità relativa a una “razza eletta”, sulla superiorità spirituale di un gruppo di esseri umani rispetto ad un altro gruppo. Egli toglie l'illusione che i membri di un popolo, di una razza o di un territorio, gruppo, classe o colore siano, agli occhi di Dio, superiori a qualsiasi altro gruppo. Una credenza nella superiorità del proprio particolare gruppo, o “gregge”, come lo chiamano gli psicologi, è un'illusione alla quale l'umanità è molto portata, ma nell'insegnamento di Gesù essa non trova posto. Egli insegna che la cosa che dà una posizione all'uomo è la condizione spirituale della sua anima individuale, e che finché egli si trova sul sentiero spirituale non importa affatto a quale gruppo egli appartenga o non appartenga. Il punto finale è il comando implicito che noi dobbiamo pregare non solo per noi stessi ma per tutta l'umanità. Ogni studioso della Verità deve avere il pensiero della Verità dell'Essere per l'intera razza umana almeno per un momento ogni giorno, poiché nessuno di noi vive per se stesso né muore per se stesso; perché di fatto, e in realtà, noi tutti siamo — e in un modo molto più letterale di quanto gli uomini siano consapevoli — membra di un solo Corpo. Ora iniziamo a vedere che quelle semplici parole, “Padre nostro”, contengono molto, molto di più di quanto appaia in superficie. Per quanto appaiano semplici — si potrebbe quasi dire innocenti — Gesù ha nascosto in esse un esplosivo spirituale che, alla fine, distruggerà ogni sistema creato dall'uomo che tiene in schiavitù la razza umana.

Che sei nei Cieli DOPO aver chiaramente stabilito la Paternità di Dio e la fratellanza degli uomini, Gesù prosegue ampliando le informazioni sulla natura di Dio e descrivendo i fatti fondamentali dell'esistenza. Dopo aver mostrato che Dio e l'uomo sono genitore e figlio, continua delineando la funzione di ognuno di essi nel grande schema delle cose. Spiega che è natura di Dio essere in cielo, perché Dio è Causa, e l'uomo è manifestazione. La causa non può essere espressione, e l'espressione non può essere causa, e dobbiamo stare attenti a non confondere le due cose. Qui il cielo rappresenta Dio o la Causa, perché nella fraseologia religiosa il cielo è il termine che indica la Presenza di Dio. In metafisica esso è chiamato l'Assoluto, perché è il regno del Puro Essere Incondizionato, delle idee archetipiche. La parola “terra” significa manifestazione, e la funzione dell'uomo è quella di manifestare o esprimere Dio, o Causa. In altre parole, Dio è la Causa Infinita e Perfetta di tutte le cose, ma la Causa deve essere espressa, e Dio si esprime per mezzo dell'uomo. Il destino dell'uomo è esprimere Dio in ogni sorta di modo glorioso e straordinario. Riscontriamo alcune di queste espressioni come cose che lo circondano: innanzitutto il suo corpo materiale, che è davvero solo la parte più intima della sua incarnazione, poi la sua casa, il suo lavoro, i suoi passatempi, in breve, la sua espressione globale. Esprimere significa pressare verso l'esterno, o portare alla vista ciò che già esiste implicitamente. Ogni caratteristica della tua vita è, in realtà, una manifestazione o espressione di qualcosa nella tua anima. Alcuni di questi punti possono, di primo acchito, sembrare un po' astratti, ma siccome sono i malintesi riguardanti il rapporto tra Dio e l'uomo a condurre a tutte le nostre difficoltà, vale la pena comprendere correttamente quel rapporto. Cercare di avere la manifestazione senza la Causa è ateismo e materialismo, e noi sappiamo dove essi conducono. Cercare di avere la Causa senza la manifestazione conduce l'uomo a ritenere di essere un Dio personale, e comunemente questo finisce nella megalomania e in una sorta di paralisi dell'espressione. La cosa importante che è necessario capire è che Dio è in cielo e l'uomo sulla terra, e che ognuno ha il proprio ruolo nello schema delle cose. Sebbene siano Uno, non sono la stessa cosa. Gesù determina con attenzione questo punto quando dice: “Padre nostro che sei nei cieli”.

Sia santificato il Tuo Nome NELLA Bibbia come altrove, il “nome” una cosa significa la natura essenziale o il carattere di quella cosa, perciò quando ci viene detto qual è il nome di Dio ci viene detto qual è la Sua natura, e il Suo nome o natura, dice Gesù, è “santificato”. Ora, che significa la parola “santificato”? Bene, se risali alla derivazione in inglese antico scoprirai un fatto davvero straordinario e significativo. La parola “santificato” ha lo stesso significato di “santo”, “intero”, “salubre” e“guarire” o “guarito”, perciò vediamo che la natura di Dio non è semplicemente degna della nostra venerazione, ma è completa e perfetta — completamente buona. Da questo derivano alcune conseguenze molto notevoli. Abbiamo concordato che un effetto deve essere simile, nella sua natura, alla propria causa, e quindi, poiché la natura di Dio è santificata, ogni cosa che consegue da quella Causa deve anch'essa essere santificata o perfetta. Esattamente come un cespuglio di rose non può produrre gigli, così Dio non può causare o mandare altro che bene perfetto. Come dice la Bibbia: “La stessa fonte non può dare origine sia ad acqua dolce che amara”. Da questo segue che Dio non può, come a volte la gente pensa, inviare malattie, problemi o incidenti — tantomeno la morte — perché queste cose non sono simili alla Sua natura. “Sia santificato il tuo nome” significa: “La tua natura è del tutto buona, e Tu sei l'autore soltanto del bene perfetto”. Con occhi troppo puri per fissare il male, e non possono osservare l'iniquità. Se pensi che Dio ti abbia mandato qualcuna delle tue difficoltà, non importa per quale buona ragione, stai dando potere ai tuoi problemi, e questo rende molto difficile sbarazzarti di essi.

Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà come in Terra così in Cielo L'UOMO, essendo manifestazione o espressione di Dio, ha di fronte un destino illimitato. Il suo compito è esprimere, in forma concreta e definita, le idee astratte che Dio gli fornisce, e per farlo deve avere il potere creativo. Se non avesse potere creativo, egli sarebbe semplicemente una macchina attraverso la quale Dio agisce — un automa. Ma l'uomo non è un automa, è una coscienza individualizzata. Dio si individualizza in un numero infinito di punti focali di coscienza, ognuno molto diverso; e quindi ognuno è un modo distinto di conoscere l'universo, ognuno un'esperienza distinta. Nota attentamente che la parola “individuo” significa indiviso. La coscienza di ognuno è distinta da Dio e da tutte le altre, e tuttavia nessuna è separata. Come può essere? Com'è possibile che due cose siano una e tuttavia non la stessa cosa? La risposta è che nella materia, che è finita, non possono, ma nello Spirito, che è infinito, possono. Con la nostra attuale coscienza, limitata e tridimensionale, non possiamo vederlo, ma intuitivamente possiamo capirlo per mezzo della preghiera. Se Dio non si individualizzasse ci sarebbe solo un'esperienza, di fatto ci sono tanti universi quanti sono gli individui che li formano grazie al pensiero. “Venga il Tuo regno” significa che è nostro dovere essere sempre occupati ad aiutare a stabilire il Regno di Dio sulla Terra. Ossia, il nostro compito è portare un numero sempre maggiore di idee di Dio nella manifestazione concreta su questo piano. Noi siamo qui per questo. L'antico detto: “Dio ha un progetto per ogni uomo, e ne ha uno per te” è del tutto corretto. Dio ha dei piani gloriosi e straordinari per ognuno di noi, Egli ha progettato una splendida carriera, piena di interessi, vita e gioia per ciascuno, e se le nostre vite sono noiose, ristrette o squallide quella non è colpa Sua, ma nostra. Se solo scoprissi la cosa che Dio vuole che tu faccia, e la facessi, ti accorgerai che tutte le porte ti si apriranno, tutti gli ostacoli sul percorso si scioglieranno, sarai acclamato come un brillante successo, sarai ricompensato più generosamente dal punto di vista monetario, e sarai gloriosamente felice. C'è un vero posto nella vita per ognuno di noi, all'ottenimento del quale saremo completamente felici e perfettamente al sicuro. D'altro canto, finché non troveremo il nostro vero posto non saremo mai felici o sicuri, non importa quali altre cose potremo avere. Il nostro vero posto è quello in cui possiamo portare il Regno di Dio alla manifestazione e dire davvero: “Venga il tuo regno”. Abbiamo visto che l'uomo sceglie troppo spesso di usare il suo libero arbitrio in modo negativo. Egli si permette di pensare erroneamente, egoisticamente, e questo modo di pensare sbagliato porta su di lui tutti i suoi problemi. Invece di capire che è la sua natura essenziale esprimere Dio, occuparsi sempre delle cose del Padre suo, egli cerca di impostare le cose per proprio conto. Tutti i nostri problemi nascono proprio da questa follia. Noi abusiamo del nostro libero arbitrio, cercando di agire separati da Dio, e il risultato molto naturale è tutta la malattia, il peccato, i problemi e la morte che troviamo sul piano fisico. Non dobbiamo cercare nemmeno per un istante di vivere per conto nostro, o di fare progetti o accordi senza fare riferimento a Dio, o ritenere di poter essere felici o avere successo se perseguiamo un fine diverso dal fare la Sua Volontà. Qualsiasi possa essere il nostro desiderio, che sia qualcosa che riguarda il nostro lavoro quotidiano, il nostro dovere a casa o i nostri rapporti con le altre persone, o progetti privati per impiegare il nostro tempo, se cerchiamo di servire noi stessi invece di Dio

stiamo ordinando problemi, delusioni e infelicità, nonostante le prove sembrino indicare il contrario. Mentre se scegliamo quella che, attraverso la preghiera, sappiamo essere la Sua Volontà, allora ci assicuriamo il successo finale, la libertà e la gioia, a prescindere dal sacrificio e dall'autodisciplina che al momento questo può richiedere. Il nostro compito è portare la portare il più velocemente possibile la nostra intera natura in conformità con la Volontà di Dio, per mezzo della preghiera costante e di una sorveglianza incessante ma non ansiosa. “Le nostre volontà sono nostre per farle Tue”. “Nella Sua Volontà è la nostra pace”, disse Dante, e la Divina Commedia è in realtà uno studio degli stati fondamentali della coscienza. L'Inferno rappresenta lo stato dell'anima che si sforza di vivere senza Dio, il Paradiso rappresenta lo stato dell'anima che ha raggiunto la sua unità consapevole con la Volontà Divina e il Purgatorio la condizione dell'anima che si sforza di passare da uno stato all'altro. Fu questo sublime conflitto dell'anima che fece scaturire del cuore del grande Agostino il grido: “Tu ci hai creati per Te, e i nostri cuori sono inquieti finché non riposano in Te”.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano POICHÉ siamo i figli di un Padre amorevole abbiamo il diritto di aspettarci che Dio ci fornisca pienamente di ogni cosa di cui necessitiamo. I bambini ritengono naturalmente e spontaneamente che i loro genitori umani sopperiscano a tutti i loro bisogni, e nello stesso modo dobbiamo guardare a Dio affinché soddisfi i nostri. Se lo facciamo, in fede e comprensione, non cercheremo mai invano. È volontà di Dio che tutti noi dovremmo condurre una vita sana e felice, piena di esperienza gioiosa, che dovremmo svilupparci liberamente e costantemente, di giorno in giorno e di settimana in settimana, mentre i nostri percorsi si sviluppano sempre di più fino al giorno perfetto. A tal fine abbiamo bisogno di cose come il cibo, il vestiario, l'alloggio, i mezzi di trasporto, i libri, e così via, soprattutto, abbiamo bisogno di libertà, e nella preghiera tutte queste cose sono incluse nella voce pane. Il pane, cioè, non significa unicamente il cibo in generale, ma tutte le cose delle quali l'uomo ha bisogno per una vita sana, felice, libera ed armoniosa. Ma per ottenere queste cose dobbiamo chiederle, non necessariamente in dettaglio, ma dobbiamo chiederle, e dobbiamo riconoscere Dio, e Dio soltanto, come la Fonte e la sorgente di ogni nostro bene. Una carenza di qualche tipo è sempre riconducibile al fatto che abbiamo richiesto ciò di cui avevamo bisogno ad una fonte secondaria invece che a Dio Stesso, l'Autore della vita e Colui che la dona. Le persone ritengono che le cose che ricevono provengano da certi investimenti, o da un'attività economica, o forse da un datore di lavoro, mentre questi sono semplicemente i canali attraverso cui queste giungono, essendo Dio la fonte. Il numero di possibili canali è infinito, la Fonte è Una. Lo specifico canale attraverso il quale ottieni ciò che ti serve molto probabilmente cambierà, perché il cambiamento è la Legge Cosmica della manifestazione. La stagnazione, in realtà, è la morte, ma finché comprendi che la Fonte delle tue cose è il solo immutabile Spirito tutto va bene. La scomparsa di un canale sarà solo il segnale dell'apertura di un altro. D'altro canto, se, come fa la maggior parte della gente, consideri lo specifico canale come la fonte, allora quando questo fallisce, come molto probabilmente farà, sarai perduto, perché credi che la fonte si sia prosciugata — e ai fini pratici, sul piano fisico le cose sono come pensiamo siano. Un uomo, per esempio, pensa al suo impiego come alla fonte del suo reddito, e per qualche motivo lo perde. Il suo datore di lavoro cessa l'attività, o riduce il personale, o hanno un diverbio. Ora, siccome egli crede che la sua posizione sia la fonte del suo reddito, la perdita della posizione naturalmente significa la perdita del reddito, e quindi egli deve iniziare a cercare un altro lavoro, e forse deve cercare a lungo, nel frattempo ritrovandosi senza rifornimento apparente. Se quest'uomo avesse compreso, attraverso un regolare Trattamento quotidiano, che Dio era la sua fonte, e che il suo lavoro era solo il particolare canale attraverso il quale esso giungeva, allora alla chiusura di quel canale ne avrebbe trovato un altro, probabilmente migliore, aprirsi immediatamente. Se la sua fede fosse stata in Dio come sua fonte, allora poiché Dio non può cambiare o fallire o svanire, le sue sostanze sarebbero giunte da qualche parte, e avrebbero formato il proprio canale nel modo più semplice, qualsiasi esso fosse stato. Esattamente nello stesso modo, il proprietario di un'attività può trovarsi obbligato a chiudere per qualche causa fuori dal suo controllo, o uno il cui reddito dipende da azioni o obbligazioni può improvvisamente scoprire che la fonte si è prosciugata, a causa di eventi imprevisti sul titolo di mercato, o per qualche catastrofe a una fabbrica o a una miniera. Se egli considera l'attività o l'investimento come la sua fonte di reddito crederà

che la sua fonte sia crollata e di conseguenza si sentirà perduto; mentre se egli si affiderà a Dio sarà relativamente indifferente al canale, e quindi tale canale sarà facilmente sostituito da uno nuovo. In breve, dobbiamo allenarci a guardare a Dio, la Causa, per tutto ciò che ci necessita, e poi il canale, che è una questione del tutto secondaria, penserà a se stesso. Nel suo significato interiore e più importante, il nostro pane quotidiano significa la realizzazione della Presenza di Dio — un autentico senso che Dio esiste non solo in modo nominale, ma come la grande realtà; il senso che Egli è presente con noi e il sentimento che, poiché Egli è Dio, buono, onnipotente, saggio e amorevole, non abbiamo nulla da temere; che Egli ci darà tutto ciò che abbiamo bisogno di avere, ci insegnerà tutto quello che dobbiamo conoscere e guiderà i nostri passi, così che non commetteremo errori. Questo è Emanuele, o Dio con noi, e ricorda che questo significa un qualche grado di autentica realizzazione, ossia una qualche esperienza nella coscienza, e non soltanto un riconoscimento teoretico di questo fatto; non semplicemente parlare di Dio, per quanto splendidamente si possa parlare, o pensare a Lui, ma un qualche grado di autentica esperienza. Dobbiamo iniziare pensando a Dio, ma questo porterà alla realizzazione, che è il pane quotidiano o manna. Questo è il succo di tutto il discorso. La realizzazione, che è esperienza, è la cosa che conta. È la realizzazione che segna il progresso dell'anima. È la realizzazione che garantisce la dimostrazione. È la realizzazione, distinta dalla semplice teorizzazione e dalle belle parole, ad essere la sostanza delle cose sperate, la prova di cose non viste. Questo è il Pane della Vita, la manna nascosta, e quando uno la ha, ha tutte le cose in atto e in verità. Gesù si riferisce varie volte a questa esperienza come al pane, perché essa è il nutrimento dell'anima, così come il cibo materiale è il nutrimento del corpo fisico. Dotata di questo cibo, l'anima cresce e si rafforza, sviluppandosi gradualmente fino alla statura adulta. Senza di esso, privata del proprio nutrimento essenziale, essa è naturalmente rachitica e zoppa. L'errore comune, naturalmente, è quello di supporre che un riconoscimento formale di Dio sia sufficiente, o che parlare di cose divine, forse parlando in modo molto poetico, sia lo stesso che possederle, ma questo è esattamente uguale a supporre che guardando un vassoio di cibo, o discutendo della composizione chimica di varie derrate alimentari, sia la stessa cosa che consumare concretamente un pasto. È questo errore ad essere responsabile del fatto che la gente a volte prega per una cosa per anni senza alcun risultato tangibile. Se la preghiera è una forza non può essere possibile pregare senza che accada qualcosa. Una realizzazione non può essere ottenuta a comando; essa deve giungere spontaneamente come risultato di una preghiera quotidiana regolare. Cercare la realizzazione grazie alla forza di volontà è il modo più sicuro per non averla. Prega regolarmente e con calma — ricorda che in ogni lavoro mentale, lo sforzo o la fatica sconfigge se stessa — poi, forse quando meno te lo aspetterai, come un ladro nella notte, la realizzazione arriverà. Nel frattempo è bene sapere che ogni genere di difficoltà pratica può essere superato con la preghiera sincera, senza alcuna realizzazione. Persone che hanno ben agito hanno detto di aver avuto alcune delle loro migliori dimostrazioni senza alcuna realizzazione della quale valga la pena parlare, ma mentre è, ovviamente, un meraviglioso dono superare tali difficoltà particolari, noi non raggiungere il senso di sicurezza e benessere a cui abbiamo diritto finché non avremo vissuto la realizzazione. Un'altra ragione per cui il simbolo del cibo o del pane per l'esperienza della Presenza di Dio è così efficace è che l'atto di mangiare cibo è essenzialmente una cosa che deve

essere fatta per se stessi. Nessuna persona può assimilare cibo per un'altra. Uno può assumere dei servi per fare ogni sorta di altre cose per lui, ma c'è una cosa che si deve fare positivamente per sé, e che è quella di mangiare il proprio cibo. Allo stesso modo, la realizzazione della Presenza di Dio è una cosa che nessun altro può avere per noi. Possiamo e dobbiamo aiutarci vicendevolmente nel superamento di specifiche difficoltà — “Portare gli uni il fardello degli altri” — ma la realizzazione (o far diventare reale) della Presenza di Dio, la “sostanza” e la “prova” si possono avere, nella natura delle cose, soltanto di prima mano. Parlando del “pane della vita, Emanuele”, Gesù lo chiama il nostro pane quotidiano. Il motivo di questo è davvero fondamentale — il nostro contatto con Dio deve essere vivo. È il nostro atteggiamento momentaneo verso Dio a governare il nostro essere. “Ecco, ora è il momento accettato; ecco, ora è il giorno della salvezza”. La cosa più inutile al mondo è cercare di vivere su una realizzazione del passato. La cosa che dà significato alla tua vita spirituale è la tua realizzazione di Dio qui e ora. La realizzazione di oggi, non importa quanto debole e povero possa sembrare ha un milione di volte più il potere di aiutarti che la realizzazione più vivida di ieri. Sii grato per l'esperienza di ieri, sapendo che è con te per sempre nel cambiamento di coscienza che l'ha determinata, ma non ti appoggiare su di essa nemmeno per un solo istante per la necessità di oggi. Spirito Divino è, e non cambia con il flusso e riflusso dell'apprensione umana. La manna nel deserto ne è il prototipo veterotestamentario. Agli uomini che vagavano nel deserto fu detto che sarebbe stata loro fornita quotidianamente la manna dal cielo, e che ognuno avrebbe ricevuto in abbondanza per i proprio bisogni, ma non avrebbero dovuto per nessun motivo metterla da parte per il giorno successivo. Non avrebbero dovuto per nessuna ragione cercare di vivere in base al cibo di ieri, e quando, nonostante la regola, alcuni di essi tentarono di farlo, il risultato fu la pestilenza o la morte. Lo stesso vale per noi. Quando cerchiamo di vivere in base alla realizzazione di ieri, cerchiamo in realtà di vivere nel passato, e vivere nel passato è morte. L'arte di vivere è vivere nel momento presente, e rendere perfetto quel momento il più possibile con la realizzazione del fatto che siamo gli strumenti e l'espressione di Dio Stesso. Il modo migliore di prepararci al domani è rendere l'oggi tutto quello che deve essere.

Capitolo 14

Perdona a Noi Le Nostre Mancanze, Come Noi Perdoniamo Chi Commette Mancanze Contro di Noi QUESTA frase è il punto di svolta della Preghiera. È la chiave strategica dell'intero Trattamento. Notiamo qui che Gesù ha disposto questa meravigliosa Preghiera in modo che essa copra completamente l'intero campo del dispiegarsi delle nostre anime, e nel modo più conciso ed espressivo. Essa non omette nulla che sia essenziale alla nostra salvezza, e tuttavia, è così compatta che non c'è un pensiero o una parola di troppo. Ogni idea va a posto con estrema armonia ed in perfetta sequenza. Qualsiasi cosa in più sarebbe ridondanza, qualcosa di meno sarebbe incompletezza, e a questo punto essa affronta il fattore strategico del perdono. Dopo averci detto cos'è Dio, cos'è l'uomo, come funziona l'universo, come dobbiamo svolgere il nostro compito — la salvezza dell'umanità e delle nostre stesse anime — egli spiega poi qual è il nostro vero nutrimento o provvista, e il modo in cui possiamo ottenerlo, e ora egli giunge al perdono dei peccati. Il perdono dei peccati è il problema centrale della vita. Il peccato è un senso di separazione da Dio, ed è la grande tragedia dell'esperienza umana. Ovviamente, esso ha le proprie radici nell'egoismo. È essenzialmente un tentativo di ottenere un qualche presunto bene al quale, per giustizia, non abbiamo diritto. Si tratta di un senso di esistenza personale isolata, autoreferenziata, mentre la Verità dell'Essere è che tutto è Uno. I nostri veri io sono una cosa sola con Dio, indivisi da Lui, che esprimono le Sue idee, testimoniano la Sua natura — il Pensiero dinamico di quella Mente. Siccome tutti siamo uno con il grande Intero del quale siamo, spiritualmente, una parte, ne consegue che siamo uno con tutti gli uomini. Solo perché in Lui viviamo, ci muoviamo e abbiamo il nostro essere, tutti siamo, in senso assoluto, essenzialmente uno. Il male, il peccato, la caduta dell'uomo è essenzialmente il tentativo di negare questa Verità nei nostri pensieri. Cerchiamo di vivere separati da Dio. Cerchiamo di fare a meno di Lui. Ci comportiamo come se avessimo una vita per conto nostro, come menti separate, come se potessimo avere dei progetti, degli scopi e degli interessi separati dai Suoi. Tutto questo, se fosse vero, significherebbe che l'esistenza non è una ed armoniosa, ma un caos di competizione e conflitto. Significherebbe che siamo del tutto separati dall'altro uomo, e possiamo ferirlo, derubarlo, fargli del male o addirittura distruggerlo senza arrecare alcun danno a noi stessi, e concretamente, più prendiamo da altre persone, più dovremmo avere per noi stessi. Significherebbe che più abbiamo considerato i nostri interessi, e più indifferenti siamo stati verso il benessere degli altri, migliori dovremmo essere. Ovviamente, e naturalmente, ne conseguirebbe che gli altri guadagnerebbero a trattarci nello stesso modo, e che, nello stesso modo, possiamo attenderci che molti di essi lo facciano. Ora, se fosse vero significherebbe che l'intero universo è solo una giungla, e che prima o poi esso è destinato ad autodistruggersi con la sua insita debolezza ed anarchia. Ma, ovviamente, non è vero, e qui sta la gioia della vita. Senza dubbio, molte persone agiscono come se credessero che questo è vero, e molte più, che sarebbero terribilmente sconvolte se messe faccia a faccia con tale frase a sangue

freddo, hanno tuttavia una vaga sensazione che quello deve essere davvero il modo in cui vanno le cose, anche se loro stesso sono al di sopra dell'agire consapevolmente in conformità con tale concetto. Ora, questa è la vera base del peccato, del risentimento, della condanna, della gelosia, del rimorso e di tutta la negativa nidiata che percorre quella via. Questa fede nell'esistenza indipendente e separata è il padre dei peccati, e ora, prima di poter proseguire, dobbiamo recidere questa cosa negativa una volta per tutte. Gesù lo sapeva, e con questo preciso fine in mente inserì in questo punto critico un'affermazione attentamente preparata che avrebbe compreso il nostro fine e il suo, senza l'ombra della possibilità di non riuscire. Egli inserì quella che era nientemeno che una clausola vincolante. Stilò una dichiarazione che ci avrebbe obbligati, senza immaginabile possibilità di fuga, evasione, riserva mentale o sotterfugio di alcun tipo, ad eseguire il grande sacramento del perdono in tutta la sua pienezza e con il suo potere a lungo raggio. Mentre ripetiamo in modo intelligente la Grande Preghiera, riflettendo su quello che diciamo e attribuendo ad esso un significato, siamo improvvisamente, per così dire, afferrati e stretti come in una morsa, così che dobbiamo affrontare questo problema — e non c'è via di fuga. Dobbiamo estendere, positivamente e nettamente, il perdono a chiunque sia possibile che dobbiamo il perdono, cioè su chiunque pensiamo possa averci fatto in qualche modo del male. Gesù non lascia margine per sorvolare su questa cosa fondamentale. Egli ha costruito la sua Preghiera con più abilità di un legislatore mostrato nell'atto di regolamentare un'azione. L'ha escogitata in modo che, una volta che la nostra attenzione è stata attirata su questa questione, noi siamo inevitabilmente obbligati a perdonare i nostri nemici in modo sincero e in verità, oppure a non ripetere mai più quella preghiera. È sicuro dire che nessuno che legga questo con comprensione sarà mai più in grado di utilizzare la Preghiera del Signore a meno che e fino a che non abbia perdonato. Se ora tenti di ripetere senza perdonare, puoi tranquillamente prevedere che non sarai in grado di finirla. Questo grande punto centrale ti si pianterà in gola. Notate che Gesù non dice: “Perdonami le mie mancanze e io cercherò di perdonare gli altri” o “Vedrò se si può fare”, o “Perdonerò in generale, con alcune eccezioni”. Egli ci obbliga a dichiarare che abbiamo davvero perdonato, e perdonato tutti, e fa in modo che la nostra richiesta di essere perdonati dipenda da quello. Chi, allora, ha abbastanza grazia da recitare le proprie preghiere e non agogna il perdono o la cancellazione dei propri errori e colpe? Chi sarebbe così folle da sforzarsi di cercare il Regno di Dio senza desiderare di essere sollevato dal proprio senso di colpa? Nessuno, possiamo credere. E quindi vediamo che siamo intrappolati nella posizione inevitabile in cui non possiamo chiedere il nostro rilascio senza aver rilasciato il nostro fratello. Il perdono degli altri è il vestibolo del Paradiso, e Gesù lo sapeva, e ci ha portato alla sua porta. Devi perdonare tutti coloro che ti hanno fatto del male, se vuoi essere perdonato, che è il sunto dell'intera questione. Devi liberarti di ogni risentimento e di condanna degli altri, e, non ultimo, dell'autocondanna e del rimorso. Devi perdonare gli altri, e dopo aver interrotto i tuoi errori, devi accettare il perdono di Dio per loro, o non puoi fare alcun progresso. Devi perdonare te stesso, ma non puoi perdonare te stesso con sincerità prima di aver perdonato gli altri per primi. Dopo aver i perdonato gli altri, devi essere disposto a perdonare anche te stesso, perché rifiutare di perdonare se stessi è solo orgoglio spirituale. “E con quel peccato caddero gli angeli”. Non possiamo chiarirci abbastanza questo punto: dobbiamo perdonare. Ci sono poche persone al mondo che, in un momento o nell'altro, sono state ferite, ferite davvero, da qualcun altro, o sono state

deluse, o ferite fisicamente, ingannate o sviate. Queste cose affondano nella memoria, dove normalmente producono ferite infiammate e purulente, e c'è un solo rimedio — devono essere estirpate e gettate via. E l'unico modo di farlo è con il perdono. Certo, niente al mondo è più facile che perdonare le persone che non ci hanno fatto molto male. Nulla è più facile che superare il pensiero di una perdita insignificante. Chiunque sarà disposto a farlo, ma ciò che la Legge dell'Essere esige da noi è che noi perdoniamo non solo queste inezie, ma proprio le cose che sono così difficile perdonare che in un primo momento sembra proprio impossibile farlo. Il cuore disperato grida: “È chiedere troppo. Quella cosa significava troppo per me. È impossibile. Non posso perdonarlo”. Ma la Preghiera del Signore fa in modo che il nostro perdono da Dio, che significa la nostra fuga dalla colpa e dalla limitazione, dipenda proprio da questa cosa. Non c'è fuga da questo, e quindi perdono deve essere, non importa quanto profondamente siamo stati feriti o quanto terribilmente abbiamo sofferto. Deve essere fatto. Se le tue preghiere non ottengono risposta, setaccia la tua coscienza e vedi se c'è qualcuno che devi ancora perdonare. Scopri se non c'è una vecchia cosa a proposito della quale nutri molto risentimento. Cerca e vedi se non stai concretamente covando un rancore (può essere in qualche modo travestito da ipocrisia) contro qualche individuo, o gruppo di persone, nazione, razza, classe sociale, qualche movimento religioso che forse disapprovi, un partito politico o altro. Se lo stai facendo, allora hai un atto di perdono da eseguire e quando questo è fatto, probabilmente farai la tua dimostrazione. Se non puoi perdonare, al momento, dovrai aspettare la tua dimostrazione finché puoi, e dovrai anche rinviare la conclusione del tuo punto della Preghiera del Signore, o metterti nella posizione di non desiderare il perdono di Dio. Liberare gli altri significa liberare te stesso, perché il risentimento, in realtà, è una forma di attaccamento. Si tratta di una Verità Cosmica; servono due persone per fare un prigioniero: il prigioniero e un carceriere. Non esiste essere prigioniero per conto proprio. Ogni prigioniero deve avere un carceriere, e un carceriere è prigioniero del proprio incarico. Quando nutri del risentimento nei confronti di qualcuno, sei legato a quella persona da un legame cosmico, una vera e propria, forte catena mentale. Sei legato da un legame cosmico al la cosa che odi. L'unica persona che, forse in tutto il mondo, meno ti piace è proprio quella a cui ti colleghi con un gancio che è più forte dell'acciaio. È questo ciò che desideri? È questa la condizione in cui desideri di continuare a vivere? Ricorda, appartieni a quella cosa al la quale sei legato nel pensiero, e una volta o l'altra, se tale legame dura, l'oggetto del tuo risentimento sarà attratti di nuovo nella tua vita, forse per procurare ulteriore caos. Pensi di potertelo permettere ? Naturalmente, nessuno può permettersi una cosa del genere, e così la strada è libera. È necessario tagliare tutti questi legami, con un atto chiaro e spirituale di perdono. Tu lo devi slegare e lasciarlo andare. Con il perdono ti liberi; salvi la tua anima. E poiché la legge dell'amore funziona allo stesso modo per tutti e per ciascuno, aiuti a salvare anche la sua anima, rendendo così molto più facile per lui diventare ciò che dovrebbe essere. Ma come, in nome di tutto ciò che è saggio e buono, l'atto magico del perdono deve essere realizzato, quando siamo stati così profondamente feriti che, anche se abbiamo a lungo desiderato con tutto il cuore di poter perdonare, l'abbiamo comunque trovato impossibile, quando abbiamo cercato e cercato di perdonare, ma abbiamo trovato il compito superiore a noi? La tecnica del perdono è sufficientemente semplice, e non molto difficile da gestire quando hai capito come. L'unica cosa che è essenziale è la volontà di perdonare.

Ammesso che tu desideri perdonare chi ti ha offeso, la parte maggiore del lavoro è già fatta. Le persone hanno sempre reso un tale spauracchio il perdono perché hanno avuto l'impressione errata che a perdonare una persona significa che dovete costringervi a farvela piacere. Fortunatamente non è affatto così — non ci viene chiesto di apprezzare nessuno che non ci piaccia spontaneamente, e indubbiamente è decisamente impossibile farci piacere la gente a comando. Non puoi apprezzare a comando più di quanto non possa tenere in pugno i venti, e se ti sforzi di obbligarti a farlo finirai a non amare o ad odiare il colpevole più che mai. La gente era solita a pensare che quando una persona l'aveva ferita molto, era suo dovere, da buoni cristiani, quello di alimentare, per così dire, un sentimento di simpatia per lui, e dal momento che una cosa del genere è del tutto impossibile, ha subito una grande dose di angoscia, e si è conclusa, necessariamente, con il fallimento, e un senso conseguente di peccaminosità. Non siamo obbligati ad amare nessuno, ma abbiamo l'obbligo vincolante di amare tutti; l'amore, o la carità, come la chiama la Bibbia, significa un sentimento di buona volontà impersonale. Questo non ha nulla a che fare direttamente con i sentimenti, sebbene sia sempre seguito, presto o tardi, da un meraviglioso sentimento di pace e felicità. Il metodo del perdono è questo: Isolati e calmati. Ripeti una preghiera o trattamento che ti piace, o leggi un capitolo della Bibbia. Poi dici con calma: “Perdono X (dicendo il nome della persona) completamente e liberamente; lo libero e lo lascio andare. Perdono completamente tutta la cosa in questione. Per quanto mi riguarda è finita per sempre. Getto il fardello del rancore sul Cristo che è in me. Egli è libero ora, e anch'io sono libero. Gli auguro ogni bene in ogni fase della sua vita. Quell'episodio è finito. La Verità del Cristo ci ha liberato entrambi. Ringrazio Dio”. Poi svegliati e occupati delle tue cose. Non ripetere per nessun motivo questo atto di perdono, perché l'hai fatto una volta per tutte, e farlo una seconda volta significherebbe ripudiare tacitamente il tuo operato. In seguito, quando il ricordo del colpevole o dell'offesa si presenta alla tua mente, benedici brevemente il reo e accantona quel pensiero. Fallo, non importa quante volte il pensiero possa ritornare. Dopo qualche giorno esso ritornerà con sempre minore frequenza, finché non te ne dimenticherai completamente. Poi, forse dopo un intervallo più o meno lungo, il vecchio problema può ritornare in mente ancora una volta, ma scoprirai che ogni amarezza e risentimento sono scomparsi, e che siete entrambi liberi, con la perfetta libertà dei figli di Dio. Il tuo perdono è completo. Sperimenterai una gioia straordinaria nella realizzazione della dimostrazione. Tutti dovrebbero praticare il perdono generale, quotidianamente, come cosa ordinaria. Quando reciti le tue preghiere quotidiane fai un'amnistia generale, perdonando chiunque possa averti fatto del male in qualche modo, e non scendere in nessun caso nei particolari. Dì semplicemente: “Perdono tutti liberamente”. Poi, nel corso della giornata, se il pensiero del dolore o del risentimento si presenta, benedici brevemente chi ti ha offeso e accantona il pensiero. Il risultato di questa politica sarà che, molto presto, ti troverai libero da ogni risentimento e condanna, e l'effetto sulla tua felicità, sulla salute del tuo corpo e sulla tua vita in generale sarà non meno che rivoluzionario.

Capitolo 15

Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male QUESTA frase ha causato, probabilmente, più problemi di ogni altra parte della Preghiera. Per molte persone serie è stato come un ostacolo vero e proprio. Esse sentono, a ragione, che Dio non potrebbe indurre nessuno in tentazione o al male, in alcun caso, e quindi queste parole non suonano vere. Per questo motivo è stato fatto un certo numero di tentativi di riformulare il testo. La gente ha sentito che Gesù non avrebbe potuto dire ciò che si riporta abbia detto, e quindi cerca qualche fraseggio che — pensa — sarebbe più in conformità con il tono generale del suo insegnamento. Sono stati fatti degli sforzi eroici per strappare all'originale greco qualcosa di diverso. Tutto questo, però, non è necessario. La preghiera nella forma in cui l'abbiamo in inglese rende perfettamente il corretto senso del vero significato interiore. Ricorda che la Preghiera del Signore si estende su tutta la vita spirituale. Sebbene la forma sia abbreviata , si tratta comunque di un manuale completo per lo sviluppo dell 'anima, e Gesù conosceva fin troppo bene i pericoli sottili e le difficoltà che possono affliggere (e affliggono) l'anima una volta che le fasi preliminari dello sviluppo spirituale sono state superate. Siccome non sperimentano tali difficoltà, coloro che ancora si trovano ad uno stadio relativamente iniziale dello sviluppo sono portati a saltare alla conclusione che questa frase sia superflua, ma non è così. I fatti sono questi — più preghi, più tempo trascorri in meditazione e nel trattamento spirituale, più diventi sensibile. E se trascorri molto tempo lavorando sulla tua anima nel modo giusto diventerai molto sensibile. Questo è eccellente, ma come ogni cosa nell'universo funziona in entrambe le direzioni. Più sensibile e spirituale diventi, più potenti ed efficaci sono le tue preghiere, migliore è la guarigione che attui e progredisci rapidamente. Ma per lo stesso motivo diventi anche suscettibile a forme di tentazione che semplicemente non affliggono coloro che si trovano ad una fase precedente. Scoprirai anche che per le colpe comuni, perfino le cose che molti uomini e donne al mondo considerano di scarsa importanza, sarai punito severamente, e questo è bene, oerché ti mantiene concentrato sul tuo obiettivo. Le trasgressioni apparentemente minori, le “piccole volpi che rovinano le vigne” danneggerebbero il nostro potere spirituale se non fossero affrontate immediatamente. Nessuno a questo livello sarà tentato di rubare un portafoglio o di svaligiare una casa, ma questo non implica in alcun modo che non si avranno difficoltà, e a causa della loro finezza, che non dovremo affrontare anche delle difficoltà maggiori. Come abbiamo anticipato, nuove e potenti tentazioni ci attendono sul sentiero, sempre pronte a scagliarci giù se non stiamo attenti — tentazioni di agire per la propria gloria, e per l'esaltazione di sé invece che per Dio, per onori e riconoscimenti personali, anche per il guadagno materiale; tentazioni di consentire alle preferenze personali di dominare nei consigli quando è un sacro dovere occuparsi di tutti gli uomini in perfetta imparzialità. Al di sopra e oltre tutti gli altri peccati, il peccato mortale dell'orgoglio spirituale, davvero “la malattia ultima della mente nobile” occhieggia su questa strada. Molte anime belle che hanno trionfalmente superato tutte le altre prove sono decadute in una condizione di superiorità e ipocrisia che si è abbattuta come un sipario

di acciaio tra loro e Dio. Una grande conoscenza comporta una grande responsabilità. Una grande responsabilità tradita porta con sé un terribile castigo. Noblesse oblige è eminentemente vero nelle cose spirituali. La propria conoscenza della Verità, per quanto piccola possa essere, è un impegno sacro per l'umanità che non deve essere violato. Mentre non dovremmo mai fare l'errore di gettare le nostre perle ai porci né quello di sollecitare la Verità in luoghi dove non è benvenuta tuttavia dobbiamo fare tutto quello che è saggiamente possibile per diffondere la vera conoscenza di Dio tra gli uomini, che nessuno di “questi piccoli” debba restare affamato per colpa del nostro egoismo o della nostra trascuratezza. “Nutrite i miei agnelli, nutrite il mio gregge”. Gli antichi scrittori dell'occulto furono così vividamente sensibili a questi pericoli che, con il loro istinto di drammatizzazione, parlavano dell'anima come messa alla prova da varie prove mentre percorre la strada verso l'alto. Era come se il viaggiatore fosse stato fermato a vari cancelli o caselli e testata da qualche prova ardua per stabilire se fosse pronta ad avanzare ulteriormente. Se riusciva a superare la prova, dicevano, gli era permesso di continuare la sua strada con la benedizione di chi lo aveva sfidato. Se però non riusciva a sopravvivere all'ordalia gli era impedito di andare oltre. Ora, alcune anime meno esperte, desiderose di un rapido progresso, hanno avventatamente desiderato di essere sottoposte immediatamente a tutti i tipi di prove, e si sono anche guardate intorno, cercando delle difficoltà da superare, come se la propria personalità non presenti già abbastanza materiale da affrontare per qualsiasi uomo o donna. Dimenticando l'insegnamento della ordalia del nostro Signore nel deserto, dimenticando l'ordine “Non tenterai il Signore tuo Dio”, esse hanno fatto virtualmente questa stessa cosa, con tristi risultati. E quindi Gesù ha inserito questa clausola, nella quale preghiamo di poter non dovere affrontare alcuna cosa che sia eccessiva per noi, all'attuale livello di comprensione. E se siamo saggi e lavoriamo ogni giorno, come dovremmo, per ottenere la saggezza, la comprensione, la purezza e la guida dello Spirito Santo non ci troveremo mai in alcuna difficoltà per liberarci della quale non possediamo la comprensione necessaria. Nulla vi farà del male, in nessun caso. Ecco, io sono con voi sempre.

Capitolo 16

Tuo è il Regno, E la Potenza e la Gloria per sempre QUESTO è un favoloso detto gnostico che riassume la verità essenziale dell'Onnipresenza e Globalità di Dio. Significa che Dio è indubbiamente Tutto in Tutto, l'attore, l'azione e l'atto, e, si può dire, anche lo spettatore. Il Regno, in questo senso, significa tutta la creazione, su ogni piano, perché quella è la Presenza di Dio — Dio come manifestazione o espressione. La Potenza, ovviamente, è la Potenza di Dio. Sappiamo che Dio è l'unico potere, e quindi, quando agiamo, come quando preghiamo, in realtà è Dio che lo fa per mezzo di no. Proprio come il pianista produce la sua musica per mezzo, o attraverso, le sue dita, così l'umanità può essere immaginata come le dita di Dio. Sua è la Potenza. Se, quando preghi, hai il pensiero che in realtà è Dio che agisce per mezzo di te, le tue preghiere ne guadagneranno immensamente in efficienza. Dì:“Dio mi ispira”. Se, quando hai una cosa normale da fare, hai il pensiero: “L'Intelligenza Divina ora agisce per mezzo di me” eseguirai gli ordini più difficili con un successo sorprendente. L'incredibile cambiamento che avviene in noi quando realizziamo gradatamente ciò che l'Onnipresenza di Dio significa in realtà, trasfigura ogni fase delle nostre vite, trasformando la tristezza in gioia, la vecchiaia in gioventù, e la monotonia in luce e vita. Questa è la gloria — e la gloria che giunge a noi, ovviamente, è anche di Dio. E la beatitudine che conosciamo in quella esperienza è ancora Dio Stesso, che conosce quella beatitudine per mezzo di noi.

NEGLI anni recenti, la Preghiera del Signore è spesso stata riscritta in forma affermativa. In questo stile, ad esempio, la frase “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà” diventa “Il tuo regno viene, la tua volontà è fatta”. Tutte queste parafrasi sono interessanti e suggestive, ma la loro importanza non è fondamentale. La forma affermativa della preghiera dovrebbe essere usata per tutti gli atti di guarigione, ma è solo una forma di preghiera. Gesù usa molte spesso la forma invocativa, anche se non sempre, e l'uso frequente di questa forma è essenziale alla crescita dell'anima. Non deve essere confusa con la preghiera supplicatoria, in cui il soggetto implora Dio e si lamenta con lui come uno schiavo che supplica il suo padrone. Ciò è sempre sbagliato. La più nobile tra tutte le forme di preghiera è la vera contemplazione, nella quale il pensiero e il pensante diventano uno. Questa è l'unità del mistico, ma è raramente vissuta nelle prime fasi. Prega nel modo che ti viene più semplice, qualsiasi esso sia, perché il modo più facile è il migliore.

Venite a me tutti voi che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia.

Quando attraversi le acque, Io sarò con te; e attraverso i fiumi, essi non tracimeranno: quando cammini nel fuoco non sarai bruciato, né la fiamma si accenderà su di te.

Informazioni sull’Autore EMMET FOX (1886–1951) fu uno scienziato, filosofo e maestro spirituale che tenne numerose conferenze sul suo metodo per toccare il regno del potere infinito. Gli altri suoi libri comprendono Alter Your Life and Power Through Constructive Thinking. Visita www.AuthorTracker.com per avere informazioni esclusive sul tuo autore preferito in HarperCollins.

Altri libri di Emmet Fox Alter Your Life Around the Year With Emmet Fox Diagrams for Living Emmet Fox Treasury Find and Use Your Inner Power Make Your Life Worthwhile Power Through Constructive Thinking Stake Your Claim The Ten Commandments

Copyright THE SERMON ON THE MOUNT: The Key to Success in Life. Copyright © 1934, 1935, 1938 by Emmet Fox. Copyright © renewed 1966 by Kathleen Whelan. All rights reserved. THE LORD’S PRAYER: An Interpretation. Copyright © 1932, 1938 by Emmet Fox. Copyright © renewed 1966 by Kathleen Whelan. All rights reserved under International and PanAmerican Copyright Conventions. By payment of the required fees, you have been granted the non-exclusive, non-transferable right to access and read the text of this ebook on-screen. No part of this text may be reproduced, transmitted, down-loaded, decompiled, reverse engineered, or stored in or introduced into any information storage and retrieval system, in any form or by any means, whether electronic or mechanical, now known or hereinafter invented, without the express written permission of HarperCollins e-books. Library of Congress Cataloging-in-Publication Data Fox, Emmet. The sermon on the mount: a general introduction to scientific Christianity in the form of a spiritual key to Matthew V, VI, and VII / Emmet Fox. p. cm. ISBN 0-06-062862-6 1. Sermon on the mount. 1. Title. BT380.F6 1989 226'.906—dc20 89-45350 EPub Edition © March 2010 ISBN: 978-0-06-201067-4 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

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