Il Segreto Per Esprimere Il Meglio Di Te 9788862280822 577670

August 27, 2017 | Author: Cavaliere Rosso | Category: Thought, Spirit, Mind, Science, Philosophical Science
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Gentile Lettrice, Gentile Lettore, come hai potuto constatare, per leggere e stampare questo eBook non abbiamo inserito nessun particolare codice. In questo modo abbiamo voluto rendere il più facile possibile la fruizione del testo, sia che decidi di leggerlo direttamente da un monitor oppure stamparlo. Come vedrai scorrendo il testo, abbiamo inoltre scelto di personalizzare l'eBook indicando per ogni pagina i tuoi dati, in modo da rendere ancora più unico e solo Tuo l'intero eBook.

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...e Buona Lettura!!! Lo staff Gruppo Editoriale Macro - area eBook -

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Prentice Mulford

Il segreto per esprimere il meglio di te

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Il file acquistato può essere visualizzato a scorrimento testo per una lettura a video, oppure adattato a doppia facciata per la stampa su cartaceo. Il file trasmesso è immodificabile, ogni alterazione dei contenuti è illegale. coordinamento Laura Mazzolini copertina Matteo Venturi (adattamento: Editing snc) I edizione eBook: 2009 ISBN: 978-88-6228-082-2 © 2009 BIS Edizioni

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www.bisedizioni.it Copia dell’opera è stata depositata per la tutela del diritto d’autore, a norma delle vigenti leggi.

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INDICE

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Presentazione ..........................................................5 Dio ........................................................................10 I viaggi durante il sonno........................................12 Dove si viaggia quando si sogna ..........................28 L’arte di dimenticare ............................................43 Come nascono i pensieri ......................................58 La legge del successo ............................................71 Come mantenere la nostra forza............................89 Osservate i gigli ..................................................102 L’arte dello studio ..............................................110 Relazioni utili e dannose ....................................125 La schiavitù della paura ......................................136 Cosa sono i doni dello spirito..............................145 Il processo della reincarnazione..........................158 La reincarnazione universale nella natura ..........169 L'autore................................................................181

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rentice Mulford è ancora conosciuto e letto pochissimo in Italia nonostante sia stato uno dei pionieri del nuovo pensiero. I suoi saggi più noti sono quelli pubblicati negli Stati Uniti d’America in una serie di sei volumetti intitolata The White Cross Library. Durante il corso della sua vita questi divennero rapidamente famosi sulle due sponde dell’Atlantico, ma la loro pubblicazione periodica terminò a causa della morte inaspettata e prematura dell’autore. Prentice Mulford nacque il 5 aprile del 1834 a Sag Harbor, Long Island, USA, ed è descritto come “il più strano degli uomini”. Aveva previsto l’aereo e la radio, aveva profetizzato la telepatia e aveva cercato di praticarla. All’età di 22 anni andò a Jamestown, in California, dove lavorò nelle miniere d’oro, fece il cuoco, l’insegnante e il predicatore, e fu un acuto osservatore della natura umana. Fece fortuna non con l’oro, ma con i suoi articoli e i suoi inte-

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ressanti e originali libri. Era un’istituzione nei circoli letterari nel 1860, che includevano Mark Twain, Harte e altri artisti bohémien. Scrisse dozzine di storielle umoristiche per l’Overland Monthly, Golden Era e altri giornali locali in California. Egli era essenzialmente un giornalista, un giornalista americano. Finì per fare lo scrittore non tanto per ambizioni letterarie quanto per il piacere che scoprì nello scrivere i propri pensieri. Non era un uomo che leggeva e aveva una media istruzione, ma era una persona che pensava molto e l’attività della scrittura lo aiutava a pensare in modo più chiaro. Nel 1865 si interessò a fenomeni mentali/spirituali e visse in una vecchia baleniera che viaggiava per la baia di San Francisco. Dopo un viaggio all’estero, Prentice Mulford trascorse i successivi 17 anni da eremita nelle paludi di Passaic, nel New Jersey. Fu lì che scrisse le sue migliori opere sulle leggi mentali/spirituali, tra cui The White Cross Library, in cui tratta in particolare le correnti-pensiero e come usarle, cercando di definire “un sistema per dimostrare che si possono ottenere risultati in tutte le attività o in tutte le arti attraverso la forza del pensiero e del potere silenzioso della mente”. A lui si deve il merito di essere stato il precursore di un nuovo pensiero, quello che oggi sta influen-

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zando molte persone in tutto il mondo e ha avuto eco negli scritti di molti che lo hanno seguito. Fu un insegnante saggio e nessun dogmatismo appare nelle sue parole: “Nella vita spirituale, ogni essere umano è uno scopritore e non bisogna prendersela se non si è creduti. È vostro interesse andare avanti lo stesso, trovare altro e aumentare la vostra felicità individuale”. Il suo pensiero può sembrare irreale dato che, nel tentativo di penetrare il mistero che circonda l’uomo, dà corpo a una filosofia molto particolare e ricca di suggerimenti illuminanti. Questi non ci dicono niente di nuovo, ma affermano cose note in modo diverso e ci rinfrescano le idee, oltre a fornirci informazioni. Gran parte del suo pensiero ha un tocco di stravaganza che non è affatto spiacevole e contiene una parte di verità. All’età di 57 anni Mulford decise di ritornare a Sag Harbor, dove morì serenamente e in solitudine, apparentemente senza nessuna malattia, nella sua barca mentre navigava. Dopo essere stato sepolto senza pietra tombale per trent’anni, il suo corpo fu deposto nel cimitero di Oakland, a Sag Harbor. La grossa pietra sulla sua tomba porta l’iscrizione “I pensieri sono cose”.

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Questa breve raccolta di saggi, tratta dalla serie The White Cross Library, può essere un mezzo per far conoscere e apprezzare Prentice Mulford.

Anna Maria Cipriani

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Prentice Mulford (1834-1891) ne e Il pioniere del nuovoppensiero parti

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DIO

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l Potere Supremo e la Saggezza governano l’Universo. La mente Suprema è incommensurabile e pervade lo spazio infinito. La Saggezza Suprema, il Potere e l’Intelligenza sono in ogni cosa che esiste, dall’atomo al pianeta. Il Potere Supremo e la Saggezza sono molto più che essere in ogni cosa. La Mente Suprema è ogni cosa, ogni atomo della montagna, del mare, degli alberi, degli animali, degli uomini, delle donne. La Suprema Saggezza non può essere capita dall’uomo o dagli esseri superiori a lui, ma questi riceverà con piacere il pensiero Supremo e la Saggezza e li lascerà operare attraverso di lui per la felicità, non preoccupandosi di penetrare il loro mistero. Il Potere Supremo ci tiene sotto la sua custodia, come pure i soli e i sistemi infiniti dei mondi nello spazio. Nel divenire consapevoli di questa sublime saggezza senza fine, impareremo sempre più a chie-

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dere di attirarla a noi, farne una parte di noi stessi e quindi a rinnovarci. Questo significherà una salute sempre perfetta, un potere più grande per godere di tutto ciò che esiste; un passaggio graduale verso uno stato più elevato dell’essere e uno sviluppo di poteri che noi ora non ci rendiamo conto di possedere. Noi siamo le parti limitate, ma sempre in crescita, e le espressioni del Supremo Tutto Senza Fine. È destino di tutti vedere, alla fine, la relazione con il Supremo, e anche capire che il dritto e angusto sentiero verso una felicità sempre crescente consiste in ook B e o una perfetta fiducia e dipendenza dal Supremo,stper e Quche tutta la saggezza simmetrica a tutto tondo noi non possiamo individualmente emanare. Chiediamo quotidianamente di avere fede, perché questa è il potere di credere e di vedere che tutte le cose sono parti dello Spirito Infinito di Dio, che hanno la bontà o Dio in loro e che tutte le cose, quando sono da noi riconosciute come parti di Dio, devono senz’altro lavorare per il nostro bene.

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I VIAGGI DURANTE IL SONNO

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uando il nostro corpo si trova in quello stato che chiamiamo sonno, noi “viaggiamo”. Il vero Io non è nel corpo, esso è un organismo invisibile chiamato “spirito”. Lo spirito ha dei sensi proprio come quelli del corpo, ma questi sono di livello più elevato, perché lo spirito può vedere forme e sentire voci che si trovano molto lontane dal corpo. Lo spirito non risiede nel corpo e non vi è mai stato totalmente, ma agisce su questo e lo utilizza come strumento. È un potere che può farsi sentire anche a una distanza assai lontana dal corpo. Metà della nostra vita è per noi una lacuna, è il periodo in cui il nostro spirito di notte lascia il corpo, viaggiando in regioni lontane e visitando persone che non conosceremo mai in carne e ossa. Il sogno è un processo di auto-mesmerismo1 compiuto inconscia-

1 Il mesmerismo (o magnetoterapia), dal nome del medico F.A. Mesmer (1734-1815) che aveva teorizzato la presenza di una energia utilizzabile a fini terapeutici sia nei mi-nerali che negli esseri viventi,è sinonimo di magnetismoanimale [N.d.T.].

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mente. Proprio come l’operatore mesmerico fa passare volontariamente un individuo allo stato di non coscienza, così ogni sera ci mettiamo, o piuttosto mettiamo il nostro corpo, in uno stato di insensibilità. L’attività dell’operatore mesmerico consiste nel portare lo spirito al di fuori del corpo del paziente. Conduce il pensiero del soggetto verso un centro, simile a una moneta tenuta nel palmo della mano: lo spirito del soggetto, così concentrato, si trova in una condizione in cui l’operatore può facilmente impressionarlo attraverso la sua volontà. Quindi ordina allo spirito della persona di uscire dal corpo. Fatto questo, egli riversa il suo pensiero su tale corpo perché questo è ormai diventato come una casa abbandonata dal proprietario. L’operatore può allora prendere possesso di quel corpo con il potere del proprio pensiero. Non è affatto il soggetto che vede, sente o percepisce secondo la volontà dell’operatore: è lo spirito o il pensiero dell’operatore stesso, esercitato in un altro corpo, lasciato temporaneamente libero dallo spirito che lo occupava in precedenza.

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Il pensiero è una sostanza, come l’aria o come ogni altro elemento invisibile che la chimica ci fa conoscere. La sua forza ha numerosi e svariati gradi. Una mente potente equivale a una volontà ferma. Alcune persone sono così deboli nel pensiero, in confronto a quello dell’operatore esperto, che a questo non possono resistere. Altre che possiedono un pensiero più potente, possono sottomettersi volontariamente al suo controllo. Se resistete con il pensiero, nessuno potrà impadronirsi di voi e se vi accorgete che state per essere sopraffatti, chiamate una potenza superiore in vostro aiuto. Quando “andiamo a dormire” lo spirito, a causa della fatica giornaliera, si è disperso lontano dal corpo; restandogli poca forza, il corpo cade nello stato di trance del sonno. Come l’operatore mesmerico fa uscire lo spirito dal corpo del soggetto, così il nostro spirito si ritira dal nostro corpo, stanco dei numerosi sforzi compiuti durante il giorno. Il nostro corpo non è il nostro vero Io. La forza che lo muove secondo la nostra volontà è lo spirito, che è un organismo invisibile, totalmente distinto e separato dal corpo. Lo spirito (il vero Io) usa il corpo come il falegname usa il martello o qualunque altro strumento per fare un lavoro.

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È lo spirito che di sera è stanco, esausto e non può più usare con vigore il corpo. Questo in realtà è forte come sempre, come il martello del falegname che ha la stessa forza anche quando il braccio del falegname è troppo debole per utilizzarlo. Lo spirito di sera è debole perché le sue forze pensanti sono state mandate in molte direzioni diverse e non può più riunirle. Ogni pensiero è una di queste forze e una parte del nostro spirito. Ogni pensiero, espresso o no, è una cosa, una sostanza reale, anche se invisibile, come l’acqua o il metallo. Tutti i pensieri, anche quelli non espressi, sono qualcosa che va alla persona, alla cosa o alla località verso i quali sono diretti. Il nostro spirito, quindi, si è sparso in migliaia, forse anche in milioni di direzioni diverse. Quando pensiamo, operiamo. Ogni pensiero rappresenta un’emissione di forza. Emettendo forza per sedici-diciotto ore, di sera non ne resta al corpo una quantità sufficiente. Il corpo cade quindi in uno stato di insensibilità che noi chiamiamo sonno. Durante questo stato lo spirito raccoglie le sue forze disperse, con i pensieri proiettati lontano, e ritorna nel corpo con i suoi poteri nuovamente concentrati e in piena forza e ne prende di nuovo possesso. È come se, riuniti in un solo fiume, molti piccoli ruscelli che scor-

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rono in direzioni diverse acquistassero la potenza che fa girare la ruota del mulino. Se potessimo ricondurre immediatamente il nostro spirito al centro riunendo le sue forze disperse, ritorneremmo freschi e forti in tanti minuti quante sono le ore che ci vogliono per riposarci. Questo segreto era conosciuto da Napoleone I e lo sostenne nei momenti di crisi durante le sue campagne dormendo poche ore eBdi sonno, quando aveva bisogno di avere a sua dispooo sizione k ail massimo delle energie. Questo è un potere pp possiamo acquisire con l’allenamento. che tutti noi a Innanzituttortibisogna en mettere il corpo in uno stato e possibile, di riposo più completo arrestando tutti i moa:o vimenti fisici involontari, come svadondolare le membra, ldo Tutti questi motamburellare con le dita o con i piedi. see, peggio, travimenti involontari disperdono la forza rra scinano inconsciamente a delle abitudini che osono difficili da eliminare. È necessario anche arrestare l’involontario lavorio della mente, il divagare dei pensieri in tutte le direzioni – persone, cose, piani e progetti –; anche le inutili preoccupazioni per cose più o meno importanti devono cessare. La mente deve essere, per alcuni minuti, chiara e serena il più possibile. Sarà di grande aiuto la forte concentrazione del pensiero sull’espressione “rientrare in se stesso” oppure sull’im-

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magine mentale del nostro spirito, che con i suoi sottili filamenti elettrici ha raggiunto le persone, i luoghi e le cose lontano da noi ed è stato richiamato indietro e concentrato in un fuoco per ottenere un tale scopo. Tutto ciò che noi immaginiamo è una realtà spirituale. Qualsiasi piano o progetto, visto in modo chiaro con il pensiero, si compone di una sostanza pensante che è tanto reale quanto il legno, la pietra, il ferro o qualunque altro materiale nel quale questo piano o progetto possa in seguito incarnarsi e rendersi visibile agli occhi del corpo, ottenendo risultati sul piano fisico. Se, per esempio, un uomo pensa di uccidere, egli emette realmente nell’aria un elemento di delitto: emana da se stesso un piano per uccidere così reale come se fosse scritto sulla carta; il suo pensiero è assorbito dagli altri e così questo progetto di uccidere è assorbito da altre menti e le incita, se non al delitto, almeno alla violenza. Se una persona pensa continuamente alla malattia, emanerà da sé l’elemento della malattia; se pensa alla salute, alla forza e alla gioia, emanerà costruzioni di pensiero che determineranno in sé e negli altri salute e forza. Un uomo emana nei suoi pensieri ciò di cui egli (il suo spirito) è principalmente fatto: “L’uomo è ciò che pensa”. Il nostro spirito è un fascio di pensieri; ciò che noi pensiamo di più, quello è il no-

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stro spirito. Immaginiamo, quindi, di riunire tutti quei filamenti sparsi in molti luoghi e diverse cose. I pensieri che noi emaniamo in un solo minuto non potrebbero essere trascritti in un’ora. Bisogna ricondurli verso un centro per avere richiamata e riconcentrata la nostra forza, per poterla poi dirigere dove più ci piace. Quando gli occhi o lo spirito sono fissi su un semplice oggetto che non assorbe molte energie, per esempio un punto nel muro, il pensiero positivo o i filamenti sono concentrati in un unico punto. Il fissarsi su un oggetto qualunque allenta questi filamenti dal loro punto di unione, più o meno distante. Prima di questo allentamento, lo spirito è simile a una mano con le dita distese, mentre successivamente, quando il pensiero è concentrato, è simile a un pugno chiuso e serrato. Quando il pensiero è diretto verso un punto qualsiasi, è emessa una forza che si accresce quando questo è concentrato e lontano da ogni divagazione. L’adepto indiano è in grado, dopo una certa pratica mentale, di mandare il suo spirito fuori dal corpo. Rimane a esso collegato per mezzo di una sottile e invisibile corrente di vita, conosciuta nella Bibbia come “filo d’argento”. Quando questo filo si spezza, il corpo e lo spirito sono completamente separati e il corpo perisce. L’adepto si lascia seppellire vivo; del

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riso è seminato sulla sua tomba, dei suggelli sono stati messi sulla sua bara e la tomba è sorvegliata accuratamente. Rimane così per settimane e, quando è dissotterrato, egli “ritorna alla vita”. L’uomo reale non è mai stato sepolto, perché soltanto il suo corpo, in uno stato di trance auto-indotto, era stato sepolto. Tra il corpo e lo spirito, forse distanti l’uno dall’altro diverse miglia, il sottile cordone spirituale ha sostenuto la vita del corpo, o piuttosto ha trasmesso solo ciò che è necessario per impedire la decomposizione. Quando il corpo si dissotterra, lo spirito vi fa ritorno e ne riprende pieno possesso. L’adepto può fare con il suo corpo quello che l’operatore mesmerico fa con il paziente, con la differenza che egli fa uscire il proprio spirito, mentre l’operatore fa uscire lo spirito del soggetto. L’adepto, prima di far uscire il suo spirito, svuota la sua mente così come fa l’operatore prima di scacciare lo spirito dal corpo del paziente, inducendo la mente di quest’ultimo nello stesso stato. In altre parole, egli ferma le forze resistenti del pensiero della persona facendo convergere tutto il suo pensiero verso un centro. Durante il sonno lo spirito può abbandonare e il sto u Q corpo e vagare in altri luoghi e questo avviene frequentemente. Corpo e spirito sono uniti dal suddetto

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cordone, fatto di un elemento molto sottile che può arrivare fino a grandi distanze, ed è come un filo elettrico che si espande e si contrae collegando lo spirito con lo strumento con il quale esso opera: il corpo. Questo potere che lo spirito ha di lasciare il corpo spiega il fenomeno di persone che sono state viste contemporaneamente in due posti, anche molto distanti tra loro. È lo spirito visto da un occhio chiaroveggente; è il “doppio”, il doppel ganger dei tedeschi, il wraith degli scozzesi, il “corpo astrale” degli occultisti. Lo spirito può essere molto lontano dal corpo anche appena prima del suo decesso. È solo la somministrazione debole della vita, fatta grazie al cordone che li tiene uniti, che provoca le cosiddette angosce volontarie della dissoluzione. Ma queste non sono così penose come sembrano e l’Io vero può anche non rendersi conto di quello che avviene sul letto di morte. Esso può recarsi presso una persona anche lontana, dalla quale è molto attratto. In questo modo si spiega il mistero delle apparizioni viste da amici lontani di persone della cui morte, avvenuta nel momento di tali apparizioni, sono venuti a conoscenza mesi dopo. Talvolta avviene che delle persone, durante alcuni periodi di malattia, cadano in uno stato in cui lo spiri-

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to lascia il corpo, ma senza interrompere il legame con la vita. La catalessi in cui cade il corpo è scambiata per vera morte e l’individuo viene sotterrato vivo. Lo spirito è però costretto a ritornare nel suo corpo nella bara e il cordone della vita si può rompere solo dopo questo ritorno. Il nostro essere reale emana continuamente, con ogni pensiero, un sottile raggio o filamento che rappresenta la nostra vita, forza e vitalità e raggiunge l’oggetto, il luogo o la persona verso cui esso è diretto, sia essa alla distanza di un metro o di migliaia di chilometri dal corpo. Il pensiero è la forza reale. Quando solleviamo un peso, dirigiamo il nostro pensiero verso il muscolo che effettua questa azione; più il carico è pesante, più vi concentriamo la forza pensante. Se, nel sollevare il peso, una parte del nostro pensiero si rivolge verso un’altra direzione – ad esempio se qualcuno ci rivolge la parola o se qualcosa ci spaventa o ci infastidisce –, una parte della nostra forza o pensiero ci abbandona per andare verso l’oggetto che ha portato via una parte della nostra attenzione. Sono la mente, il pensiero, lo spirito che fanno agire il muscolo per sollevare il peso, proprio come usiamo una corda per tirare un carico. Non si può fare nessun la-

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voro senza intelligenza. L’intelligenza, il pensiero, la mente e lo spirito significano all’incirca la stessa cosa. Non ha importanza se, per comunicare la forza, lo spirito concentrato sia vicino o lontano dal corpo. Nel momento in cui riuniscono le forze (pensieri), siano essi lontani o vicini dal corpo, la sua potenza si afferma, e quando riprende possesso del corpo e lo sveglia, è in grado di usare il corpo nella pienezza delle sue forze. Ma lo spirito può rimanere disperso per tutta la notte; può non essere in grado in qualunque momento di riunire le proprie forze. Può vivere, così come fanno molti, con il pensiero sempre in anticipo rispetto all’atto che compie o che sta per compiere. Così, mentre fa camminare il corpo, manda la sua forza (il suo pensiero) nel luogo in cui si sta affrettando – ad esempio quando, mentre con il corpo scrive, pensa a qualche altra cosa. Quando lo spirito vagabonda in questo modo, manda delle forze in tutte le direzioni. Tale stato mentale, queste emissioni di pensieri, questo spreco inutile di forza, diventa infine una tale abitudine inveterata che lo spirito può perdere tutto il potere di riunire le sue forze. In questo stato, non raccoglie nessuna forza né durante il giorno, né durante la notte. L’insonnia deriva dalla difficoltà dello spirito a concentrarsi e a riunire le forze. La pazzia viene dal-

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la totale incapacità dello spirito di centralizzare i propri pensieri. La cura permanente per guarire l’insonnia deve iniziare durante il giorno. Bisogna innanzi tutto indurre il nostro spirito a dirigere il pensiero sull’atto che si sta compiendo. Per esempio, se ci stiamo legando le scarpe, allora pensiamo a quello che stiamo facendo e a nient’altro. In tal modo ci si può concentrare e riunire le forze; se al contrario mentre ci leghiamo le scarpe pensiamo all’acquisto che dovremmo fare tra breve, perderemo inutilmente metà della nostra forza. In realtà stiamo cercando di fare due cose alla volta e non facciamo bene né una né l’altra, disperdendo il nostro spirito su altrettante cose quante ne pensiamo. Così, mentre ci allacciamo le scarpe, continueremo nell’abitudine di disperdere le nostre forze fino a che questa diventa involontaria. Noi aumentiamo sempre più la difficoltà del nostro spirito a rientrare con forza nel suo corpo il mattino o di abbandonarlo la sera. Non si può avere un sonno salutare se lo spirito non si ritira dal corpo. L’insonnia significa semplicemente che il nostro spirito non può lasciare il corpo. Se cadiamo nell’abitudine pericolosa di vagare con la mente, il nostro spirito divagherà nel momento di lasciare il corpo durante la notte tanto quanto lo fa nel-

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l’usarlo durante il giorno; oppure, se siamo in una disposizione litigiosa, lo spirito combatterà, si azzufferà, odierà tutta la notte, e così ritornerà nel corpo senza più forze da utilizzare, perché tutto il combattere, anche solo con il pensiero, richiede l’impiego della forza. È per questa ragione che è pericoloso e malsano lasciare che “il sole tramonti sulla nostra collera”, cioè avere in mente, nel momento di chiudere gli occhi per dormire, il ricordo di persone aborrite ed essere impegnati a mandare loro pensieri di odio. Lo spirito, dopo aver lasciato il corpo, seguirà lo stesso sentimento. Odiare significa semplicemente spendere la forza per ridurre se stessi, ovvero il nostro spirito, in pezzi, perché l’odio è una forza distruttiva. La benevolenza verso tutti invece è costruttiva: ci fa diventare sempre più forti e attira a noi elementi salutari e costruttivi provenienti da tutti coloro con i quali entriamo in contatto. Se si potessero vedere gli elementi positivi che fluiscono da queste persone a noi, la loro simpatia nei nostri confronti, questi elementi ci sembrerebbero come dei sottili ruscelli di vita che alimentano la nostra. Al contrario, se potessimo vedere gli elementi di odio che possiamo stimolare negli altri, vedremmo fluire verso di noi i raggi scuri di una sostanza velenosa e pericolosa.

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Mandando un pensiero di odio alla persona detestata, non si fa altro che aumentare la forza e la potenza di questo elemento, perché questi due elementi opposti e pericolosi si incontrano e si mescolano, agiscono e reagiscono su coloro che li hanno emessi, richiedendo continuamente rifornimenti di forza fresca per mantenere il combattimento, fino a che entrambi si esauriscono. L’interesse personale dovrebbe suggerire di non odiare nessuno. Questo sentimento di odio indebolisce il corpo ed è causa di malattia. Nessun cinico, brontolone e nessun malinconico gode di buona salute, i loro pensieri acidi li avvelenano. Le malattie di cui soffrono si originano nella loro mente, che è malata, e questo fa ammalare conseguentemente il corpo. Tutte le malattie nascono in questo modo. Bisogna guarire lo spirito, cambiare lo stato mentale, sostituire il modo di essere sgradevole verso gli altri con un modo gradevole per mettersi sulla strada della guarigione dalla malattia. Quando lo spirito non genera pensieri di litigio, di odio, di tristezza, di scoraggiamento, né pensieri comunque spiacevoli, il corpo non si ammala. Possiamo opporre con successo il nostro pensiero benevolo all’odio e ai cattivi pensieri degli altri. La benevolenza quale elemento-pensiero è più potente

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Cfr. Matteo, 5, 44, Luca, 6, 35 [N.d.T.].

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del pensiero di odio e può stornarlo. Le “battute maligne”, anche solamente pensate, sono reali e colpiscono le persone contro le quali sono dirette e le fanno ammalare. Il precetto di Cristo: “Fate del bene a coloro che vi odiano”2 è basato su questa legge. Questo significa che i pensieri sono cose reali e che il pensiero del bene può sempre avere il sopravvento su quello del male. Con il termine “potere” qui si intende il potere in senso letterale, come quello della forza usata per sollevare un tavolo o una sedia. Il fatto che qualsiasi pensiero, emozione, sentimento di misericordia, di pazienza, di amore, ecc., sia un elemento reale come ogni cosa tangibile è la pietra miliare della base scientifica della religione. Quelli che noi chiamiamo sogni sono delle realtà. Lo spirito di notte esce dal corpo incontra persone e si reca in luoghi dove forse non è mai stato con il corpo. Al risveglio, ci si ricorda poco di ciò che si è visto, i ricordi sono confusi perché la memoria del corpo può trattenere solo una piccola parte di quello che la memoria dello spirito afferra. Ci sono due memorie; una adatta alla vita del corpo, l’altra a quella dello spirito. Se fin dalla prima infanzia si avesse conoscenza della

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vita dello spirito e della sua potenza e se tutto ciò fosse riconosciuto come una realtà, la memoria dello spirito sarebbe allenata sufficientemente per ricordare la propria vita e richiamarla totalmente alla memoria nel momento del risveglio del corpo. Siccome ci è stato insegnato a considerare il nostro spirito come un mito, consideriamo un mito anche la sua memoria. Se dall’infanzia s’insegnasse a una persona a mettere in dubbio l’evidenza dei suoi sensi, questi si affievolirebbero fino a scomparire. Se, ad esempio, a un bambino piccolo si raccontasse deliberatamente per anni che non si possono vedere né il cielo, né le case, né i campi, né gli oggetti familiari e non si permettesse a nessuno di rompere tale illusione, allora la vista di quel bambino, come pure il suo giudizio, sarebbero seriamente danneggiati. Similmente, ci viene insegnato a negare tutti i sensi e i poteri del nostro spirito, cioè le nostre facoltà reali delle quali i sensi del corpo non sono che una debole controparte. In sostanza, ci si insegna che noi non siamo che dei corpi materiali; che sarebbe come dire che il falegname non è altro che il martello che usa. Se in un cosiddetto sogno vediamo una persona morta alcuni anni prima, vediamo semplicemente una persona il cui corpo, essendosi consumato, non potrebbe servirle più su questo piano di vita.

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i sono i sensi del corpo e i sensi dello spirito. Lo pp a spirito è un’organizzazione distinta dal corpo: ok oco ha occhi, orecchie, tatto, palato, ecc. I suoi eB rispetto chi possono vedere diecimila volte piùto lontano s sono infinitaagli occhi del corpo e anche gli altriesensi u Q usiamo normalmente mente superiori. I sensi che noi sono di molto inferiori a questi. L’occhio del corpo, a confronto con quello dello spirito, è una semplice cruna dell’ago. I sensi del corpo sono grossolani rispetto a quelli dello spirito, perché devono servire in un piano di vita più materiale: in una miniera di carbone è più adatto indossare un indumento da minatore che abiti di seta o di velluto. Il nostro corpo, con i suoi sensi materiali, è destinato a questo piano di vita più grossolano. Esiste, malgrado ciò, una possibilità di scivolare fuori del vestito grossolano (il corpo) per un breve periodo e di raggiungere un livello di vita superiore e più bello. Noi già possediamo un occhio chiaroveggente e un orecchio chiaro-udente, ma non sono aperti. L’occhio

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chiaroveggente è chiuso come quello di alcuni animali nella loro prima infanzia. In alcune persone è aperto prematuramente rispetto agli altri sensi spirituali, e questa è da considerare una maturità anticipata. L’occhio chiaroveggente è l’occhio spirituale; è un occhio che sta alla fine di un pensiero. Se siete chiaroveggenti e dirigete il vostro pensiero su Londra, voi mandate lì contemporaneamente il vostro occhio. L’orecchio chiaro-udente, invece, segue il pensiero. La chiaroveggenza e la chiaroudenza non sono doni speciali che possiedono particolari persone: tutti noi ne possediamo il germe. I nostri sensi spirituali sono stati menomati dalla nascita a causa della mancanza di esercizio e sono quindi “fuori uso”. La sera, quando abbandoniamo il nostro corpo, avvertiamo uno stato di smarrimento, di vertigine, in cui vediamo senza vedere, sentiamo senza sentire, siamo come storditi da una scossa o da un colpo improvviso. In questo momento, l’occhio spirituale può vedere, ma esso non conserva nessun ricordo di ciò che ha visto. In un tale stato è possibile ricordare solo vagamente una folla di visi intorno a noi: questo è tutto. In una condizione quasi identica a questa si trova lo spirito quando lascia il corpo, come un bambino lasciato fuori della porta. Andiamo dove ci porta un vago de-

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siderio capriccioso lasciando i sensi fisici della vista, dell’udito e del tatto nel corpo; questi sono completamente inesperti a farci da guida perché per tutta la vita ci è stato insegnato a negare la loro esistenza. Insegnare a un bambino, fin dalla prima infanzia, a non credere nell’udire o nel vedere condurrà a un impedimento della sua vista e del suo udito. Il bambino impara gradualmente a usare i sensi del suo corpo in modo corretto, infatti non ha nessuna idea della distanza. Cerca di afferrare quello che è lontano da lui immaginando che sia sufficientemente vicino a sé. Cadrebbe da un precipizio se lasciato a se stesso. Impara, inoltre, per mezzo delle sue esperienze dolorose, a non toccare carboni ardenti o un ferro infuocato. Sono necessari anni per educarlo a fare un uso appropriato dei suoi sensi fisici. Il nostro spirito ha i suoi propri sensi, che non sono riconosciuti e sono lasciati inutilizzati negli anni. In quello stato chiamato sonno, noi non vediamo con l’occhio del corpo, come non udiamo con l’orecchio fisico, ma vediamo con l’occhio spirituale e ascoltiamo con l’orecchio spirituale. Siamo letteralmente perduti quando nell’addormentarci entriamo nella nostra vita spirituale, dove brancoliamo come un bambino con i suoi sensi fisici inesper-

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ti. Dei nuovi sensi, conserviamo, l’idea che noi abbiamo di quelli del corpo appena abbandonato e ci trasciniamo con l’impressione di vivere ancora nel vestito (corpo) che indossavamo durante il giorno; apprezziamo e giudichiamo tutto quello che vediamo o sentiamo con i nostri sensi inferiori (fisici), dei quali però non ci serviamo in quel momento. La notte, abbandonando il corpo, entriamo in un piano spirituale di vita, ma non ce ne rendiamo conto perché usiamo i sensi spirituali come usiamo quelli corporali, assomigliando così all’individuo che utilizza una gruccia quando ha due robuste gambe che hanno solo bisogno di essere utilizzate per farlo diventare un buon camminatore. Un individuo senza uno scopo né una meta nella vita diventa ben presto di intelligenza inferiore e, per similitudine, il nostro io spirituale si trova nella stessa condizione. Esso è spesso attorniato da altri spiriti senza scopo e che non sanno che fare di se stessi. La narrativa non ha mai neppure osato immaginare gli scenari che si realizzano ogni notte. Migliaia e migliaia di esseri ciechi, liberati temporaneamente dal proprio corpo, errano, vanno tastoni ovunque, passeggiano nelle case, nelle strade, nei campi vicini o lontani. Essi non sono mai né addormentati, né svegli; vaga-

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bondano come in un sogno che però non è un sogno. Qualche volta l’occhio si apre un po’ e allora vedono un conoscente o uno straniero, una scena familiare o sconosciuta, ma questo riconoscimento non è sempre soddisfacente, perché inconsciamente ci è stato insegnato a non credere nella realtà di ciò che vediamo durante quello stato. Per questo motivo non l’ammettiamo come realtà, e ciò che lo spirito rifiuta permanentemente non può essere conservato dalla memoria. È un fatto ben accertato che alcune persone, dopo la morte del proprio corpo, pensano ancora di averlo e possono rimanere in quello stato per anni. Essi vanno e vengono, mangiano, dormono e vivono in questo piano di esistenza che, nonostante sia invisibile, è tutto intorno a noi; perché tutto quello che noi vediamo, ascoltiamo, tocchiamo, prendiamo e assaggiamo in questa vita ha il corrispettivo spirituale e può essere usato esattamente come quaggiù. In Natura non esistono transizioni violente di nessun genere e le persone che muoiono nel piano fisico non entrano in nessuna condizione gloriosa di esistenza a meno che non abbiano già vissuto tale esistenza con il pensiero. Essi vanno dove i loro pensieri giornalieri li richiamano, gli amici li accolgono come ospiti nella loro casa, ma sono soltanto ospiti e non possono rimanere in questi cir-

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coli se non vi appartengono con lo spirito. Se i loro pensieri sono inferiori, essi devono, dopo un certo periodo di tempo, ritornare nell’ordine spirituale nel quale vivevano quando lasciarono il corpo e non possono costruire cominciando da questo stato. Noi stessi dobbiamo costruire “la nostra casa nel cielo”, quindi è più vantaggioso cominciare a costruirla qui, coscientemente, che iniziare dopo la perdita del corpo. La legge della natura vuole che ognuno di noi la costruisca da sé, e non perché individui capaci e saggi che si possono incontrare in ogni stadio avanzato dell’esistenza affermano che sia necessario farlo. Tutti questi esseri che vivono al di là di ogni nostro potere di comprensione hanno costruito e costruiscono tuttora “il loro tempio” (se stessi). Quello che ci richiedono è di costruire anche noi la nostra abitazione e farlo con la stessa gioia, perché questa è semplicemente la costruzione della nostra felicità individuale in proporzioni più grandi, più estese e sempre crescenti. Il nostro primo errore nel passare dallo stato di veglia a quello conosciuto con il nome di sonno consiste nel credere che ci muoviamo ancora con il corpo fisico. Bisogna distruggere questa convinzione errata e fissare bene in mente, prima di addormentarci, che, se ci accadrà di svegliarci nel mezzo di un sogno, noi

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non stiamo usando il corpo fisico, e sarà inoltre necessario pensare a noi stessi come uno spirito o piuttosto come un invisibile organismo motore che usa il nostro corpo durante il giorno. L’ultimo pensiero che avremo prima di addormentarci sarà molto probabilmente quello che rimarrà con noi prima di lasciare il corpo; se questo è intenso, lo ritroveremo mischiato a ciò che noi chiamiamo “i nostri sogni” e sarà il filo conduttore che porterà al riconoscimento del nostro vero sé quando saremo fuori del corpo. Bisogna tenere bene in mente l’idea della realtà del nostro vero essere; questo aiuterà moltissimo gli amici invisibili dell’altra vita a riavvicinarci e a svegliarci alla conoscenza del nostro vero io. Gli ordini di spiriti più saggi e più potenti, che possono comunicarci il loro pensiero durante il giorno o mentre usiamo il corpo, possono non essere in grado di farlo durante la vostra uscita da esso a causa del motivo sopra menzionato. Perciò, invece di elevarci in un regno spirituale più sereno, scendiamo di notte a uno inferiore causato dalla cecità e dalla forza dell’abitudine. Noi possiamo, mentre siamo nel corpo, allenarci a coltivare pensieri nobili ed elevati, ma di notte, essendo stati educati in parte alla scuola dei sensi fisici, non possiamo portare questa istruzione con noi perché ci

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serviamo degli occhi e degli orecchi spirituali pensando che siano invece corporali. Il filo conduttore che permette ai nostri potenti amici invisibili di avvicinarsi a noi quando lasciamo il corpo e di svegliarci alla vita spirituale è questo: raffigurare noi stessi sotto forma di spirito, ossia un’entità distinta dal corpo. Un pensiero è una cosa reale come un filo telegrafico; è questo che ci terrà uniti a loro, perché essi non rimarranno con noi in modo permanente in questo grossolano piano di vita. Essi potrebbero, ma preferiscono condurci nelle loro dimore, nei loro regni dove tutto è più bello e magico di quello che la penna o il pennello potranno realizzare nel mondo al quale apparteniamo ora. Rievocare il ricordo di ciò durante il giorno, quando lo spirito è prigioniero del corpo, significherebbe portare sulla terra la vita celeste. Bisogna tentare di abbandonare i piaceri materiali per realizzare e vivere le gioie superiori, perché ogni rinuncia ha il solo scopo di ottenere il distacco dai piaceri transitori, che lasciano in noi una pena durevole, per conseguire una gioia infinita. Se, prima di addormentarci, persistiamo nel fissare nel nostro spirito l’idea che noi non ci serviamo più dei sensi del corpo, dopo un certo periodo di tempo diventeremo coscienti di quello che ora chiamiamo sogno e

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ci sorprenderemo a pensare: “Ciò è reale come il mio corpo o come ciò che succede quando sono sveglio, mi trovo soltanto in uno stato diverso”. La vita dello spirito, lontana dal corpo durante la notte, molte volte ciQesaurisce invece di ristorarci. ue inconsciamente da correnPossiamo essere trascinati st o persone o scene riputi inferiori di pensiero verso eB che, entrato nel fiugnanti, come un bambino ignaro o me, è trascinato lontano dal luogoodove k tocca con il piede da una corrente più forte. Non asapendo pp che il pensiero si muove in correnti e che il pensiero ar inferiore o cattivo è più potente vicino alla terra, etinon e conoscendo inoltre le nostre forze e i nostri sensi nspirie a: tuali, nel momento in cui lasciamo il corpo noi siamo os deboli come un lattante. va Se potessimo andare verso le regioni superiori del ld o pensiero, se potessimo attraversare la corrente dei pense sieri oscuri e rozzi che ci circondano ovunque, ci ritrorra veremmo in un luogo meraviglioso, dallo scenario sublime e incantato, pieno di fiori, dove la luce del sole risplende. Lì potremmo unirci alle persone che più desideriamo vedere e alle quali apparteniamo nello spirito. Riposeremmo in un piacevole languore che ci permetterebbe di contemplare scene dal fascino indescrivibile; saremmo infine coscienti della vita. Al mattino,

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ritorneremmo nel nostro corpo con questa nuova vita. La notte di gioia sarebbe stata allo stesso tempo un riposo per il pensiero e un salutare stimolo vitale per il nostro corpo. I nostri sensi spirituali si aprirebbero in questa elevata atmosfera-pensiero e così saremmo liberi per sempre dalla schiavitù notturna. I nostri contatti con le regioni superiori diventerebbero permanenti, per poter poi ritornarvi nei momenti in cui ci sentiamo sopraffatti dai pensieri rozzi intorno a noi, per trovarvi delle forze nuove. Ogni luogo di ritrovo, ogni riunione dove si incontrano parassiti più o meno sotto l’influenza di uno stimolo, ogni posto, indipendentemente dal suo scopo convenzionale, se vi si mente o si imbroglia, diventano una fonte di pensieri bassi che sgorgano invisibili ma reali, come l’acqua da una sorgente. In ogni grande città, vi sono migliaia di queste sorgenti di pensieri pessimi, vicine le une alle altre. Sono simili non a correnti rapide e vivaci, ma piuttosto a un letto di fango fetido dal quale si è inzaccherati e lentamente trascinati. Ogni gruppo di persone pettegole, ciarliere, divulgatrici di scandali, è una sorgente di pensieri cattivi, così come una famiglia dove regnano disordine, occhiate severe, parole ingiuriose, irascibilità e stizza. La cosiddetta “buona società” può contribuire, come le

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persone che stanno nei gradi bassi della scala sociale, all’emissione di questa corrente di pensieri inferiori. Lo spirito più puro non può vivere in una simile ambientazione senza rimanerne colpito sfavorevolmente. Occorre una tensione costante di forza per resistervi. Si finisce per trovarsi mischiati, avviluppati, accecati dalla sua oscurità, sopraffatti dal peso che apporta. Avrete potuto notare come ci si sente liberi quando si abbandona la città per andare in campagna. Le montagne sono più pure della pianura a causa della legge di gravità. I pensieri bassi scendono nei luoghi inferiori come tutte le sostanze pesanti, rozze e grossolane. Sfortunatamente il commercio, l’attività industriale e la manifattura richiedono di costruire città vicino ai fiumi o in riva al mare. Nelle civiltà future più elevate come scopo principale si ricercherà la perfezione degli uomini e delle donne, come pure i piaceri veri e permanenti. Le città, allora, saranno costruite sulle colline o sulle montagne, cosicché tutte le emanazioni nocive scorreranno via velocemente. Con una grande quantità di elementi invisibili dannosi intorno a noi, potremo avere la necessità di formare gruppi di persone con aspirazioni pure le quali, Que unendosi frequentemente in una conversazione o in una sto e comunione Bo silenziosa, genereranno una corrente di

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pensiero più pura. Maggiore sarà la partecipazione a formare questa unione, più potere avrà ogni individuo del gruppo nell’avere forza sufficiente per respingere la prevalente potenza distruttiva che ci circonda. Questo gruppo di individui formerà una catena di connessione con la regione più alta, più potente e più pura di pensiero; più la partecipazione a questa connessione sarà attiva, più potente diventerà la catena. La corrente di pensieri emessa da un ristretto gruppo di persone sempre d’accordo e ben unite ha un valore enorme, inestimabile. È la forza più potente, poiché è una parte del pensiero degli spiriti saggi e benefici che saranno attratti dal cenacolo e verranno in aiuto, appena manifestiamo loro il desiderio. Questa corrente purificherà la nostra mente, renderà più forte il corpo, distruggerà la malattia e suggerirà nuove idee e progetti riguardanti ogni genere di attività legittima. Tutto ciò dimostrerà quanto l’assorbimento inconsapevole, l’accecamento o la confusione delle correnti basse di pensiero che ci circondano, ci allontanano dal successo, mantenendoci a un livello basso di vita, e come accettiamo certe condizioni di vita come una necessità che invece potremmo evitare se la nostra intelligenza fosse più potente e più nitida.

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Assorbiamo la timidezza delle altre persone come pure l’inerzia e la mancanza di energia; i periodi di sfiducia non sono altro che il risultato dell’assorbimento di questo elemento inferiore. Non ci rendiamo conto di quanto ciechi siamo e quanto potremmo essere diversi se vedessimo più chiaramente quello che ci danneggia. La generazione di pensieri nobili e puri emessi in comune e il desiderio del bene universale purificano la mente, accrescono l’energia, preservano dall’errore e dagli intoppi, migliorano la salute e danno una forza che attirerà a voi tutti i beni materiali. Questo è il senso della frase: “Ricercate anzitutto il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. Questi beni arriveranno in più perché la forza creata in noi stessi durante queste riunioni fraterne e familiari è come una calamita potente che attira tutte le cose che la saggezza afferma essere profittevoli. Il “Nuovo Mondo” scoperto da Cristoforo Colombo è niente se paragonato a ciò che si apre davanti alla nostra soglia di notte e nella quale possiamo inconsciamente entrare. Noi guardiamo con gli occhi del corpo le nostre stanze, le strade, i campi, pensando che tra noi e le mura, le case, le foreste o le montagne non ci sia niente, ma solo “l’aria vuota”, quando in realtà

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quello spazio è pieno di forme, persone e immagini invisibili di ciò che ci circonda. Le visioni prodotte dall’uso dell’oppio e dell’hashish sono delle realtà perché permettono allo spirito di staccarsi più completamente dal corpo. Lo spirito riceve una forza artificiale dagli elementi estratti dal papavero o dalla canapa indiana che gli permette di viaggiare lontano ed è stimolato ad andare oltre i limiti abituali di notte nel sonno. Può visitare regioni più elevate e sublimi e scoprire delle meraviglie mai realizzate sulla terra, ma in questo modo penetra in elementi troppo sottili che non può trattenere né portare indietro nel corpo. Rientra quindi in sé privo di forza. Da questo dipendono la reazione e la miseria del fumatore di oppio, quando l’effetto della droga è finito. Saremmo anche noi nella stessa condizione se degli spiriti superiori ci trascinassero, come hanno il potere di fare, nei loro domini prima che ci arrivassimo noi attraverso la nostra crescita spirituale. Gli elementi che noi assorbiremmo sarebbero troppo sottili da utilizzare sul nostro piano di vita attuale. Nonostante ciò, un’aspirazione continua può rendere lo spirito adatto a ricevere questi elementi. Molti uomini e molte donne nella storia, che sono più numerosi di quanto si sappia, si sono risvegliati alla vita spirituale mentre possedevano ancora il cor-

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po. Paolo [di Tarso] racconta di essere stato “rapito al terzo cielo e di avervi visto delle cose indicibili”. Swedenborg era in relazione continua con questo mondo. Ve ne sono stati molti altri durante le varie epoche, ma essi sono stati discreti abbastanza da tenere per sé la loro conoscenza: le loro storie non sarebbero state credute nel loro tempo e il raccontarle avrebbe comportato risultati spiacevoli. Il tempo dei segreti è trascorso; ora ci sono spiriti intelligenti a sufficienza in grado di capire queste verità. Questi sono degli spiriti incarnati con una parziale conoscenza di queste verità che le riconosceranno quando saranno affermate arditamente. È trascorso il tempo in cui il materialismo respingeva le verità spirituali; si sta aprendo ora un’era in cui la verità spirituale si affermerà da sé e trionferà sul materialismo. Non importa quanto piccolo sia il gruppo di persone che riconoscono e mettono in pratica queste verità. La cruna di un ago può rivelare un immenso paesaggio. Il punto di contatto in cui la corda è legata alla barca e che la tirerà fuori dal canale è di pochi cenQuesto timetri, ma questi sono sufficienti. Così, il relativo piccolo numero di coloro che riceveranno queste cose sarà la forza che trascinerà molti.

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ella chimica del futuro il pensiero sarà riconosciuto come una sostanza reale proprio come gli acidi, gli ossidi e tutte le altre sostanze chimiche conosciute oggi. Non c’è nessuna differenza tra ciò che noi chiamiamo spirito e la materia. Entrambi sono elementi o sostanze che si mischiano tra loro in modo impercettibile. In realtà il mondo materiale non è altro che la forma visibile di elementi più sottili che noi chiamiamo spirituali. Il nostro pensiero invisibile e non espresso emana da noi un elemento e una forza reale che possiamo vedere come un ruscello d’acqua o come la corrente di elettricità che invece non vediamo. Questo si mischia al pensiero degli altri e da questa combinazione nascono nuove qualità di pensiero, come nella chimica la combinazione di certe sostanze ne produce delle nuove. Quando emettiamo pensieri di preoccupazioni, di affanno, di odio o di dolore mettiamo all’opera delle forze nocive per il corpo e per lo spirito. La facoltà di dimen-

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ticare implica quella di scacciare i pensieri spiacenti e ingiuriosi e di sostituirli con un elemento positivo che possa edificare invece che distruggere. La natura dei pensieri che noi emettiamo influisce in modo favorevole o sfavorevole sulle nostre cose e influenza gli altri a nostro favore oppure contro di noi. È una forza sentita da altri in modo piacevole o spiacevole e ispira in loro fiducia o sfiducia. Lo stato mentale prevalente, ossia il carattere del pensiero, forma il corpo e i suoi lineamenti, ci rende brutti o piacevoli, attraenti o ripugnanti. Il pensiero modella i nostri gesti, i nostri modi, la nostra andatura; il più piccolo movimento di un muscolo ha uno stato mentale, un pensiero dietro di sé. Una mente determinata ha sempre un portamento deciso, perché lo spirito di determinazione fortifica ogni muscolo. Al contrario, una mente debole, mutevole, vacillante produce un’andatura barcollante, agitata, incerta. Guardiamo persone scontente, malinconiche, cupe e sgarbate e vedremo sui loro volti le prove dell’azione di questa forza silenziosa dei loro pensieri spiacevoli, che forgiano le loro espressioni. Questi individui non sono mai in buona salute poiché questa forza agisce su di loro come veleno, procurando varie forme di malattia. Un pensiero costantemente diretto verso uno sco-

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po, specialmente se questo scopo riguarda la felicità degli altri come la nostra, riempirà di forza ogni nervo del corpo. È un egoismo saggio quello di lavorare per il beneficio degli altri oltre che per il proprio, perché siamo tutti uniti nello spirito. Noi siamo delle forze che agiscono e reagiscono le une sulle altre, nel bene e nel male, attraverso ciò che noi in modo ignorante chiamiamo “lo spazio vuoto”. Sono dei nervi invisibili che uniscono, gli uni agli altri, gli uomini e gli esseri. In questo senso ogni forma di vita è collegata. Noi siamo tutti “membri di un corpo”. Un cattivo pensiero o una cattiva azione è una pulsazione di dolore che vibra attraverso miriadi di organismi. Un pensiero amorevole e una buona azione producono l’effetto contrario. È quindi una legge della natura e della scienza quella per cui non possiamo fare il vero bene agli altri senza farlo anche a noi stessi. Piangere la perdita, sia di un amico che di un bene qualsiasi, indebolisce lo spirito e il corpo, inoltre non è di nessun aiuto al compianto amico, ma è abbastanza doloroso per lui poiché il nostro pensiero triste lo raggiunge e anche se è passato in un altro piano di esistenza sarà per lui fonte di dolore. Un’ora di lamentele, di irritazione o di paura, manifesta o silenziosa, consuma molta forza nel renderci in-

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sopportabili agli altri e forse nel farci dei nemici. Essa nuoce alle nostre attività, direttamente o indirettamente. Sguardi scontrosi e parole sgarbate allontanano da noi le persone. Il cattivo umore e l’odio esauriscono il nostro spirito. La forza spesa in questo modo potrebbe essere utilizzata per darci conforto e piacere. Essere in grado, quindi, di allontanare o dimenticare un pensiero o una forza nociva è il mezzo più sicuro per rendere robusto il corpo e purificare la mente. La forza del corpo e la chiarezza intellettuale producono il successo nelle imprese. Questo dà potenza allo spirito e le forze del nostro spirito agiscono sugli altri i cui corpi sono distanti migliaia di chilometri, e ciò a nostro vantaggio o a nostro svantaggio, perché esiste una forza che appartiene a tutti noi, distinta da quella del corpo, e che agisce continuamente. È indispensabile che questa sia in attività in ogni momento, che sia il corpo sveglio o addormentato. Questa forza, usata in modo incosciente, con ignoranza e quindi poco saggiamente, ci fa precipitare negli abissi della miseria e dell’errore. Usata in modo saggio e intelligente, ci porterà ogni immaginabile bene. Questa forza è il nostro pensiero. Ogni nostro pensiero è di vitale importanza per la salute e per il successo. Tutti quelli che noi generalmente chiamiamo

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successi reali non lo sono, perché una fortuna ottenuta a detrimento della salute non è un vero successo. Ogni persona si comporta, generalmente in modo inconscio, secondo il carattere o la natura dei suoi pensieri e ciò non può essere cambiato in breve tempo. Possiamo aver allenato inconsciamente la nostra mente ad avere pensieri cattivi; possiamo non aver mai compreso che rimuginare su un insuccesso e tormentarci è una perdita, e che agitarci per paura che questa o quella cosa potrebbero non andare secondo i nostri desideri, crea una forza distruttrice che ci toglie la forza, comporta delle malattie, ci rende inadatti agli affari, ci causa una perdita di denaro e può anche allontanare gli amici. Imparare a dimenticare è tanto utile e necessario quanto imparare a ricordare. Durante la giornata noi pensiamo a molte cose alle quali sarebbe molto più profittevole non pensare affatto. La capacità di dimenticare consiste nell’allontanare la forza invisibile (il pensiero) che ci nuoce e cambiarla in una forza (o ordine di pensieri) da cui trarre beneficio. Domandate in modo imperativo e persistente una qualsiasi qualità del carattere della quale voi mancate: pazienza, decisione, giudizio, coraggio, fiducia o precisione e attirerete a voi queste qualità, poiché queste so-

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no elementi reali che appartengono a una chimica sottilissima della natura ancora sconosciuta. La persona scoraggiata, disperata e lamentosa ha inconsciamente chiesto scoraggiamento e disperazione e quindi l’ottiene perché questo è il risultato del suo inconsapevole allenamento al male. La mente è un “magnete” perché attira a sé ogni pensiero sul quale si fissa o a cui solo aspira. Se permettiamo alla paura di trascinarci, allora avremo sempre più paura. Se smettiamo di resisterle e apriamo la porta completamente per invitarla a entrare, ciò vuol dire che abbiamo chiesto la paura. Al contrario, se fissiamo la mente sull’idea del coraggio, diventeremo più coraggiosi perché il coraggio è quello che abbiamo chiesto. Non c’è alcun limite alla natura invisibile nel fornirci queste qualità spirituali. Nelle parole: “Chiedete e vi sarà dato” Cristo vuol significare che qualsiasi mente può, chiedendo, attirare a sé tutto quello di cui ha bisogno. Domandate in modo saggio e il meglio vi sarà concesso. Ogni minuto di domanda saggia ci porta un accrescimento di potere e tale accrescimento non è mai perduto. È uno sforzo verso un guadagno duraturo che

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possiamo fare in ogni momento. Ciò di cui tutti abbiamo bisogno è più potere per ottenere risultati, costruire la nostra fortuna, per rendere tutto ciò che ci circonda confortevole per noi e per i nostri amici. Noi non possiamo alimentare gli altri se non abbiamo per noi stessi abbastanza per non morire di fame. Tale potere differisce da quello che consiste nel ricordarsi delle opinioni altrui o tenere a mente gli eventi e i fatti letti sui libri. Qualsiasi successo ottenuto è compiuto per mezzo di una forza spirituale invisibile che è emanata da una mente, operante su altre menti vicine o lontane; una forza tanto reale quanto quella che usa il nostro braccio per sollevare una pietra. Un uomo, anche se ignorante, può emettere dalla sua mente una forza che tocchi e influenzi molte altre persone vicine o lontane e gli permetta in questo modo di aumentare la sua fortuna, mentre lo scienziato può vivere di stenti nonostante la sua erudizione. L’intelletto non è una borsa dove mettere i fatti, ma è un potere attivo che deve dare risultati. Lo scrivere libri non è altro che un frammento del lavoro dell’intelligenza. I più grandi filosofi prima pianificarono e solo in seguito agirono. Fu così per Cristoforo Colombo, Napoleone, Fulton, Morse, Edison e molti altri che non solo spiegarono come muovere il mondo, ma lo fecero essi stessi.

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Qualsiasi piano, scopo o disegno che riguarda un affare o un’invenzione è la costruzione reale di un invisibile elemento-pensiero e questa struttura è anche una calamita poiché, non appena il piano o lo scopo è ultimato, inizia a attirare a sé delle forze costruttive. Perseverate nel vostro piano o scopo e queste forze verranno sempre più vicine, diventeranno sempre più forti e porteranno a risultati sempre più favorevoli. Abbandonate invece il vostro progetto, e fermerete l’arrivo di queste forze, distruggendo inoltre altrettanta forza attrattiva invisibile in precedenza raccolta; il successo di qualsiasi impresa dipende dall’applicazione di questa legge. Una decisione persistente è una forza attrattiva reale che attira costantemente sullo scopo da raggiungere aiuti sempre più numerosi per raggiungerlo. Quando il nostro corpo è nello stato chiamato sonno, queste forze (i nostri pensieri) sono ancora in attività, operano su altre menti. Se, prima di addormentarci, il nostro ultimo pensiero è di preoccupazione, ansia o odio per qualcuno, esso ci procurerà dei cattivi risultati. Se, al contrario, abbiamo un pensiero di speranza, di gioia, di fiducia e di pace con tutti gli uomini, sarà allora una forza più potente e lavorerà per farci ottenere dei buoni risultati. Se il sole tramonterà sulla nostra collera, il nostro pensie-

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ro arrabbiato agirà sui pensieri simili degli altri mentre noi dormiamo, arrecandoci soltanto danno. Non è quindi una necessità quella di coltivare il potere di dimenticare ciò che desideriamo, cosicché la corrente del nostro pensiero che attira il male sia trasportata verso una corrente che attrae il bene, mentre il nostro corpo riposa? Nella nostra epoca migliaia e migliaia di persone non pensano mai a controllare la natura dei loro pensieri. Essi lasciano semplicemente andare la loro mente alla deriva. Quando un pensiero li tormenta, non dicono mai: “Non voglio più pensarci”. Inconsciamente chiedono ciò che per loro è nocivo e il loro corpo si ammala sotto l’azione dei pensieri ai quali si abbandona. Nel momento in cui ci rendiamo conto del male causato da un cattivo pensiero, acquisteremo il potere di scacciare questo pensiero, e nel fare questo noi guadagneremo sempre più forza di resistenza. “Resistete al demonio”, dice Cristo, “ed egli si allontanerà da voi”. Non ci sono altri demoni che le forze cattive della mente, le quali sono terribilmente potenti nell’affliggerci e tormentarci. Ogni modo di pensare cattivo o triste è un demone che può farci ammalare, perdere amici e denaro. Questo simboleggia il godimento dei beni, senza i quali non possiamo essere al

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meglio delle nostre forze. Il peccato dell’“amore per il denaro” sta nel preferire quest’ultimo alle cose necessarie che esso può procurare. Per avere il più grande successo in un affare qualunque, per fare dei grandi progressi in un’arte qualsiasi, per favorire una causa, è assolutamente necessario che in certi intervalli di tempo dimentichiamo completamente tutto ciò che si riferisce a quest’affare, arte o causa, allo scopo di far riposare la nostra mente e poter riunire forze nuove per un rinnovato sforzo. Riesaminare costantemente lo stesso progetto, studio o speculazione, pensare sempre a quello che dovremmo o non dovremmo, significa sprecare questa forza sulla ruota di un mulino che gira a vuoto. In tal modo ci ripetiamo più volte sempre le stesse cose. La persona che è incline a pensare allo stesso oggetto, a parlarne continuamente, a non dimenticarlo mai, che è incapace di seguire una conversazione generale e che non si interessa a ciò che avviene intorno a essa e preferisce tacere se non può parlare dell’argomento dei suoi pensieri, corre il pericolo di diventare monomaniaca. Il monomaniaco è colui che, avendo fatta sua un’idea, dopo averla assimilata cerca, forse inconsciamente, di imporla agli altri. Non abbandona mai e in nessun

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momento la sua teoria e non riesce ad adattarsi al pensiero degli altri. Per questa ragione perde la capacità di dimenticare, di allontanare dalla sua mente l’unico pensiero assillante e vi si invischia sempre più. Le persone che gli stanno vicino sentono sgradevolmente il suo pensiero fisso, perché il pensiero di una persona è percepito dagli altri attraverso un senso che non ha ancora un nome. Nell’esercizio di questo senso sta il mistero delle “impressioni” che abbiamo all’inizio di una persona. Noi emaniamo continuamente nell’aria una corrente mentale che influisce positivamente o negativamente sugli altri, secondo la qualità e acutezza dei loro sensi. Siamo toccati nella stessa maniera dal pensiero degli altri, siano essi vicini o lontani. È in tal modo che noi parliamo agli altri quando la nostra lingua è muta, ci facciamo amare oppure odiare rimanendo da soli nella nostra stanza. Un monomaniaco diventa spesso un martire, o pensa di esserlo. Il martirio non è una necessità assoluta, a eccezione dell’ignoranza, perché è quest’ultima che crea la necessità. Il martirio implica sempre una mancanza di giudizio e di tatto nel presentare un principio nuovo al mondo. Se lo analizziamo, troveremo nel martirio la determinazione di inculcare nelle persone un’idea qualsiasi sotto una forma offensiva e antagonistica.

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Le persone di grande abilità, a forza di avere un’idea dominante, sono finite con l’esserne catturati. L’antagonismo che suscitano negli altri era già prima presente nella loro immaginazione. “Non sono venuto per portare la pace” disse Cristo, “ma la guerra”. Nella storia del mondo è arrivato il momento di rinfoderare la spada. Ci sono molte persone buone che prendono inconsciamente la spada per inculcare le idee che credono migliori. Vi è la spada spirituale delle grandi riforme, la spada del disprezzo degli altri che non adottano le nostre abitudini. Ogni pensiero discorde è una spada che chiama verso di noi la spada. Ogni pensiero emesso è subito controbilanciato da uno dello stesso tipo. Il regno futuro della pace sarà costruito riconciliando le differenze, facendoci amici i nemici, mettendo in luce il bene che è nelle persone anziché il male che hanno in loro stessi, scoraggiando il pettegolezzo e le maldicenze e conversazioni più profittevoli e più gradevoli, provando inoltre con l’esempio che esistono leggi ancora sconosciute che possono dare salute, felicità e fortuna senza nuocere agli altri. Il sostenitore di questo regno andrà, con un sorriso di vera amicizia, incontro ai malati che sono sempre i maggiori peccatori. La creatura, uomo o donna, la più

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ripugnante, la più ipocrita e velenosa, ha bisogno della nostra pietà e dell’aiuto di tutti noi poiché quell’uomo o quella donna, emettendo cattivi pensieri, attira a sé dell’angoscia e del dolore. La persona che nutre sentimenti cattivi verso un’altra dalla quale ha ricevuto un insulto, un’offesa, un’ingiustizia qualsiasi o un danno, trattiene dentro di sé questi sentimenti per ore e anche per giorni interi. Alla fine finisce per stancarsene, ma non può più scacciarli ed essi fanno ammalare la sua mente e il suo corpo. Questo avviene perché l’individuo ha attirato su di sé i pensieri ostili dell’altra persona, la quale pensa di noi ciò che noi pensiamo di lei, e ci manda correnti di pensiero ostili. In questo modo diamo e riceviamo colpi di una forza invisibile e, se questa guerra silenziosa si prolunga per settimane, entrambi gli avversari saranno danneggiati. Questa lotta di forze e volontà opposte avviene senza posa tutto intorno a noi e l’aria ne è piena. Sforzarsi di dimenticare i nemici e mandare loro solo pensieri di amicizia è un gesto che ci protegge quanto mettere la mano per ripararsi da un colpo. Persistere nel pensiero benevolo allontana le cattive intenzioni e le rende innocue. L’ingiunzione di Cristo di fare del bene ai nostri nemici è fondata su una legge naturale che egli sostiene. Questo significa che il buon pensiero ha una

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forza più grande che impedirà e allontanerà i cattivi effetti del pensiero negativo. Chiedete l’oblio quando non potete fare a meno di non pensare a una persona o a una cosa che vi reca angoscia, tormento oppure collera, poiché domandare è uno stato mentale che mette in moto delle forze che porteranno il risultato voluto. La domanda è la base scientifica della preghiera. Non supplicate, domandate solo con persistenza la vostra parte di forza e per mezzo di questa potrete orientare la vostra mente verso ogni desiderio. Non ci sono limiti alla potenza acquisita coltivando la nostra forza-pensiero; essa ci preserva da tutti i dolori derivanti dalla sfortuna, dalla perdita di amici e da situazioni sgradevoli nella vita. Questa capacità è l’attitudine della mente più favorevole a ottenere fortuna e amici, perché una mente potente scaccia i pensieri fastidiosi, faticosi, pesanti;Q li u dimentica e si esto e interessa a qualche altra cosa. La mente debole in-o B ok dugia nei pensieri di preoccupazione che la snervano e la schiavizzano. Quando temiamo una disgrazia (che forse non verrà mai) il nostro corpo si indebolisce, l’energia si paralizza. Possiamo, invece, attraverso una domanda costante, tirar fuori da dentro di noi la capacità di gettare via ogni paura, ogni timore

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o stato mentale miserevole. Questa è la suprema via al successo. Chiedetela, ed essa aumenterà sempre di più, finché non avrete più paura. Un uomo o una donna senza paura possono compiere cose meravigliose. Il fatto che finora nessun individuo abbia conquistato totalmente questa facoltà non è una prova che ciò non sia possibile da fare. Cose nuove avvengono ogni giorno nel mondo. Trent’anni fa, se qualcuno avesse affermato che una voce umana poteva farsi sentire da New York a Philadelphia, sarebbe stato considerato un pazzo. Oggi la meraviglia del telefono è cosa quotidiana. Le facoltà ancora sconosciute del nostro pensiero faranno cose più prodigiose del telefono. Le persone che riuscissero a coltivarle potrebbero compiere meraviglie che la fantasia non ha osato o non osa rivelare al mondo.

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ome dalla combinazione di elementi chimici scaturiscono nuove sostanze, dall’unione di sostanze pensiero che provengono da menti diverse e che si mescolano nascono dei pensieri nuovi. Il carattere e la qualità dei nostri pensieri sono offuscati e, fino a un certo punto, cambiati da ogni persona con la quale noi entriamo in contatto, perché i pensieri degli altri si mischiano con i nostri formando una combinazione nuova. Per esserci intrattenuti ieri con A, siamo diversi che se avessimo scambiato opinioni con B, perché abbiamo innestato in noi un riflesso della natura di A e della qualità del suo pensiero. Se frequentiamo persone infime e degradate, i pensieri che nasceranno nella nostra mente attraverso l’unione con i loro, nonostante i più grandi sforzi e le più grandi aspirazioni, saranno appesantiti e quindi trascinati in basso dalle loro grossolanità. È in questo modo che “le cattive compagnie corrompono le buone maniere”. Al contrario, se i vostri compagni sono raf-

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finati, puri, elevati, il pensiero che nasce dallo stare insieme a loro è elevato, puro, nobile e potente. La frequentazione di esseri infimi e impuri fa diminuire la potenza del pensiero. Quello che indebolisce la mente, indebolisce anche il corpo e fa diminuire il potere che hanno i nostri pensieri di conseguire risultati lontano dal corpo. Se il contatto tra una mente generosa e aperta con una bassa, ignobile e vile è costante, la forza della mente generosa e quindi superiore può esaurirsi nello sforzo di respingere i pensieri di quella inferiore. Migliaia di nature raffinate sono, oggi, ammalate fisicamente perché il loro spirito è saturo dei pensieri bassi e Ques grossolani loro circostanti. to e Un pensiero nuovo, una nuova idea, portano forza Book al corpo e allo spirito. In futuro l’approfondita conoscenza delle leggi del pensiero (quella grande forza silenziosa della natura) darà allo spirito la capacità di usare il suo corpo con una coscienza piena e sempre crescente delle sue facoltà mentali e fisiche. Il corpo di molte persone s’indebolisce e perde il vigore nel pensare continuamente gli stessi pensieri. Il pensiero è il cibo dello spirito come il pane è il cibo del corpo. Il pensiero vecchio è una vecchia sostanza fuori uso che non può nutrire opportunamente lo spirito. Se

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lo spirito è affamato, il corpo ne soffre, diventa un fossile semi-animato. Se lo spirito è sufficientemente forte da imporre le sue richieste, il corpo soffrirà di irrequietezza, di ansia e di altre forme di disagio corporale. Oggi migliaia di persone soffrono per questo motivo. Il loro spirito è in pena, perché la loro educazione mondana, o piuttosto quella parte dello spirito educato quasi involontariamente a conformarsi alle opinioni e alla vita dell’ambiente circostante, resiste all’intuizione e alle suppliche del loro spirito, che essi spesso reputano capricci e chimere. Un pensiero nuovo è un rinnovamento di vita. Una nuova idea, piano o scopo ci riempiono di speranza e vigore. Il segreto della vita eterna e della felicità è andare sempre verso quello che è nuovo, “dimenticare il passato e incamminarsi verso l’avvenire”. L’eternità e lo spazio infinito sono sorgenti inesauribili e sempre nuove. La senilità arriva se ci guardiamo sempre indietro e viviamo nel passato. Noi non abbiamo niente a che fare con la persona che eravamo un anno fa, possiamo solo trarre vantaggio dall’esperienza fatta. Quella persona è morta. Il “noi” di oggi è un individuo diverso e nuovo. Il “noi” del prossimo anno sarà ancora diverso e più nuovo. “Io muoio ogni giorno”, dice Paolo: con questa affermazione intende dire che alcuni pensieri di ieri,

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oggi sono morti, gettati via come vecchi indumenti che si sostituiscono. Quando il nostro spirito cresce sano, ci liberiamo per sempre di una parte del nostro essere alla fine di ogni giorno; questa parte è morta, è un pensiero morto che non ci serve più perché usarlo significherebbe farci del male. Lo rigettiamo, così come il nostro corpo elimina giornalmente una porzione di carne morta. La persona che ha pensieri sempre freschi vedrà aprirsi davanti ai suoi occhi un mondo nuovo ogni giorno. La felicità non dipende tanto dai luoghi in cui ci possiamo trovare quanto dall’aumento dei pensieri nuovi che abbiamo. Così una persona può trovare la felicità anche in una cella, mentre le persone chiuse a idee nuove possono sentirsi miserabili in palazzi sontuosi. Siamo, in questo modo, sulla via verso l’affrancamento quasi assoluto dal mondo fisico. Indipendenza significa potere. Finché siamo in qualche modo dipendenti da un’altra persona, da un cibo, da una droga, da uno stimolante o da qualsiasi altra cosa, noi siamo schiavi. Il continuo fluire di nuove idee è la strada che ci conduce fuori del carcere della povertà materiale spirituale. Si può essere ricchi in questo mondo di beni materiali, eppure molto poveri nel non essere capaci di goderseli. Non

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si può rimanere poveri a lungo nel senso mondano, se si è spiritualmente ricchi. Ma la ricchezza spirituale non chiede che di godere del presente e non si accumula nelle casse delle banche. L’afflusso giornaliero di nuovi pensieri apporta un nuovo potere e coloro che giornalmente ricevono questa nuova forza conducono con successo le loro imprese. La forza silenziosa del nostro spirito mantiene la sua influenza costante sugli altri che, in modo cosciente o meno, cooperano con noi. Nei regni superiori dello spirito ci sono persone che sono sempre allegre, gioiose e fiduciose del successo e della felicità futura: si sono elevate fino alla Legge suprema e la sperimentano, per queste persone “la fede si trasforma in vittoria”. Sanno che, mantenendo lo spirito in un certo stato e controllando i propri pensieri, arriverà un afflusso costante di felicità e forza, perché la forza e la felicità stanno insieme, così come sono uniti il peccato e la debolezza. Queste persone sanno anche che i loro progetti, se seguono la Legge, avranno successo. Di conseguenza, la vita per loro è una successione costante di vittorie. La loro fede nei trionfi è certa quanto lo è quella che tutti noi abbiamo rispetto al fatto che il fuoco brucia e che l’acqua spegne il fuoco.

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Noi possiamo, per mezzo del desiderio ardente e Qucon persistente, connetterci spirito e ottenere esquesto to e la strada sforuna nuova forza; possiamo sgomberare Boo kl’irritabilità zandoci di scacciare l’invidia, la tristezza, app artèie e ogni pensiero impuro. Qualunque pensiero nocivo ne impuro e sporco, e ci impedisce di elevarci a un livello superiore di spirito dove possiamo percepire i pensieri in modo reale: così come ora vediamo una pietra, le altre persone ci appariranno coperte di spazzatura oppure di fiori. Un grande poeta, un artista, uno scrittore o un qualsiasi altro lavoratore in ogni settore può essere grato dei suoi successi a questa capacità medianica. Un uomo può essere piccolo, meschino, insignificante, vile, schiavo di disordinate passioni, eppure può manifestare, allo stesso tempo, i sentimenti più elevati. Una piccola parte dell’intelletto di quest’uomo corrisponde a questi sentimenti; mentre i suoi difetti, le sue passioni e i suoi vizi prevalgono nettamente. Egli si libra a sublimi altezze in certi stati d’animo particolari, mentre durante la vita quotidiana è soltanto un piccolo uomo. Ci sono stati poeti i cui sentimenti si sono mostrati quasi contraddittori: alcune volte esprimevano purezza, altre volte il contrario. La loro vita è stata volgare, rozza e servile.

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Queste nature sono usate in momenti opportuni da alti livelli di intelligenze invisibili per esprimere il loro pensiero. Per un’intelligenza colma di visioni della grandezza e della bellezza delle possibilità della vita, è un’assoluta necessità dare espressione al proprio pensiero. Questa necessità è una legge di natura. Tali menti sono come sorgenti imprigionate che esplodono per necessità. Colui che è ricco di pensieri li emetterà tutte le volte che ne avrà occasione. È come un albero sovraccarico di frutti maturi; quando il frutto è maturo, bisogna che si distacchi dal ramo: quando il pensiero è maturo, bisogna che si manifesti. Se non c’è nessuno vicino a noi per ascoltarlo, bisogna andare dove può essere ascoltato, e ciò per l’auto-conservazione. Non si può custodire dentro di sé un dono, un talento, una verità, una capacità di fare bene qualcosa. Lo spirito, man mano che accresce la sua ricchezza di pensiero, diventa oppresso dal peso di tale ricchezza e cerca in ogni modo di esternarla. Nel fare ciò, può trovare un organismo sensitivo sul piano terrestre della vita e può comunicargli il suo pensiero, oppure, attraverso una certa cooperazione, un numero di tali intelligenze possono unirsi, dirigersi verso l’individuo e avvolgerlo con l’atmosfera del loro pensiero. Questo agirà sull’individuo come stimolante e lo solleverà net-

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tamente al di sopra del suo livello abituale. Mentre ciò accade, egli vede ogni cosa alla luce di una vita più pura e più elevata rispetto a quella delle persone che lo circondano. In questa condizione, un sentimento di grado superiore si imprime nella sua intelligenza, che lo assorbe e risente della sua influenza potente. Esso la inebria e la intossica, perché è uno stimolante la cui influenza sull’individuo è proporzionata alla raffinatezza del suo organismo, alla sua impressionabilità e recettività. Questa eccitazione non è altro che “l’influenza magnetica” e questo è il segreto dell’attrazione che una persona esercita su un’altra. La persona attratta, mentre è vicina alla persona che la attrae, è stimolata dal suo pensiero e lo assorbe. In questa condizione mentale un poeta può esprimere il pensiero che gli è trasmesso, secondo il suo gusto o preferenza, per quanto riguarda il ritmo e l’armonia; oppure il poema gli può essere dettato. Fu in queste condizioni mentali generate dalle cause sopra descritte che delle importanti opere furono scritte o delle invenzioni furono concepite. Artisti e scultori possono avere tali ispirazioni; similmente, generali sono stati sollecitati e aiutati nelle operazioni militari. Nel mondo degli affari e della finanza la stessa legge è al lavoro e opera a ogni livello, sia in alto

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che in basso. Non esiste nessuna grande opera, realizzata su qualsiasi piano di vita, e non c’è nessuno sforzo intellettuale, nessuna grande invenzione che avvenga da parte di uno spirito senza l’aiuto di altri spiriti, perché noi tutti siamo parte di un unico tutto, siamo tutti parte dello stesso corpo e non possiamo fare niente senza cooperazione. La persona che, nella sua semplicità, crede di poter fare tutto da sé, è ignorante. Il poeta che compone sotto l’ispirazione di una o più intelligenze può lasciare dietro di sé un nome celebre, pur non meritando la reputazione acquisita. I suoi scritti sono il risultato del pensiero di un insieme di intelligenze invisibili concentrato su di lui. Queste scaricarono su di lui i loro pensieri allo scopo di alleggerirsi e poter salire più in alto per assorbire idee più nuove e più sottili. Così come se noi comunichiamo i nostri pensieri e le nostre idee ad altri, ne riceviamo di nuovi. Se esitiamo, impediamo a noi stessi l’assorbimento di nuovi pensieri. Colui che serve da intermediario tra le forze dell’universo da trasmettere e gli altri, deve stare attento a che niente impedisca il libero passaggio del nuovo pensiero che si manifesta in lui. Nel momento in cui ritiene che una qualsiasi verità, piano, progetto o invenzione gli appartenga in modo esclusivo, tale comunicazione si arresta.

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Il trattenere per sé rende poveri, sotto tutti gli aspetti. Se diamo liberamente, incrementiamo la ricchezza e l’abbondanza di beni e possiamo facilmente ottenere ciò che basta per attirare gli aiuti materiali necessari. Il testo “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” è basato su un fatto scientifico dell’invisibile regno del pensiero. In alcune persone l’idea è organizzata; esse creano il pensiero e lo assorbono. Sono coloro che cercano di essere all’altezza dei loro più elevati ideali e della più grande varietà di vita e di occupazione. L’individuo che vede la necessità di fare questo, attira a sé tutto ciò che c’è di meglio di cui appropriarsi nell’universo. Egli assorbe lo spirito da ogni parte e poi lo emette nuovamente, colorato dalla sua individualità. Una persona così è simile a uno specchio riflettente, tinto da un colore particolare; la luce che vi si riflette rimanda i raggi dello stesso colore: la luce è lo spirito e il globo o riflettore rappresenta l’individuo attraverso il quale risplende la luce. L’olio delle nostre lampade proviene dalla stessa fonte. La luce di una serie di lampade può essere di diversi colori; così, in una serie di individui, sebbene alimentati dallo stesso spirito, ognuno riflette la luce secondo il prisma della sua individualità.

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Possiamo diventare creativi e originali assorbendo uno spirito qualunque e dandogli un’impronta originale. Quando guardiamo il metodo di un attore o di un artista, noi assorbiamo il suo pensiero, ma non saremo più semplici copiatori del suo metodo perché il suo pensiero, combinato con il nostro, produce un’operazione chimica di elementi invisibili da cui risulta un nuovo elemento, cioè il nostro originale pensiero. Più il nostro pensiero e le nostre intenzioni sono pure, meno egoistico sarà lo scopo, maggiore sarà la rapidità di tale combinazione, e più originale e bello sarà il nostro pensiero. Così nascono i pensieri. Le qualità di giustizia e di altruismo sono esse stesse gli elementi e i fattori scientifici di questa nascita. Lo spirito egoistico si accontenta di prendere in prestito, si appropria del pensiero o dell’idea di un’altra persona senza riconoscere il legittimo autore: per questo rimarrà sempre uno che prende in prestito. Ma non ci saranno sempre persone dalle quali prendere in prestito. Dovrà arrivare, in questa vita o nell’altra, un tempo in cui tale spirito sarà lasciato alle sue sole risorse. A quel punto egli si troverà nella miseria, perché l’abitudine di prendere in prestito l’avrà reso impotente e si accorgerà che questa abitudine impedisce l’assimilazione chimica e la nascita

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dell’elemento nuovo o, in altre parole, la nascita di un’idea originalmente riflessa. Egli si è semplicemente impadronito del bene di un’altra persona e l’ha spacciato per suo; non un fabbricante quindi, ma uno sfruttatore del lavoro degli altri. Ha poca importanza se egli in questo modo assorbe e utilizza l’idea come se fosse la propria, proveniente da intelligenze i cui corpi sono visibili o invisibili: rimarrà sempre un debitore e ciò diminuisce la sua capacità di ottenere il proprio particolare riflesso di luce individuale. Se degli spiriti, trovato un individuo sensibile, gli comunicassero continuamente il loro pensiero rendendolo loro interprete abituale, facendolo parlare e scrivere incessantemente, potrebbero cagionargli un grave danno. Poco importa quanto elevato o utile sia il loro pensiero: questo travasare continuamente le idee a una sola intelligenza crea l’abitudine e il desiderio di non fare altro che raccontare, scrivere o fare sempre la stessa cosa, provocando uno sviluppo disarmonico di una sola capacità a danno delle altre. L’equilibrio dello spirito e l’armonia delle facoltà indispensabili alla produzione dell’originalità devono provenire anche dalla partecipazione a tutti i possibili generi di vita, così come da uno scopo puro e altruistico. È necessario in-

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trattenersi e simpatizzare con tutti i tipi di persone, tutte le occupazioni e tutte le professioni per caratterizzare le proprie concezioni con la più grande originalità. In questo modo diventeremo, con uno scopo disinteressato, non un miscuglio di pezzi presi in prestito da tutti coloro con i quali siamo stati in contatto, bensì un mosaico nel quale ogni idea, presa da altri e trapiantata nella nostra, ha un’individualità sua propria.

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l successo in un affare o in una qualsiasi impresa dipende dell’operare di una legge: nulla succede per caso. Nel funzionamento delle leggi della natura non ci sono mai né il caso né la fortuna. Anche la caduta, considerata accidentale, di una pietra dalla montagna è il risultato di forze che hanno agito su quella pietra per innumerevoli epoche. L’essere umano e le sue vicende non sono il risultato del caso più di quanto non lo sia un albero nella sua primissima fase di crescita. L’uomo è il prodotto degli elementi che operano attraverso il funzionamento di una legge. Egli può, quando l’ha scoperta, fare di se stesso qualsiasi cosa gli piaccia. Il vostro pensiero, non il corpo, è il vostro vero sé. È una sostanza invisibile, reale come l’aria, l’acqua o il metallo. Esso agisce separatamente dal corpo, va da voi verso gli altri, vicini e lontani; agisce su di loro muovendoli e influenzandoli. Ciò avviene sia se il corpo dorme, sia se è sveglio.

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Questo è il vostro vero potere. Imparate il suo funzionamento, come mantenerlo, usarlo e controllarlo; svolgerete allora delle attività più remunerative e realizzerete più in un’ora di quanto potete fare attualmente in una settimana. È possibile aumentare questa forza con l’esercizio. Questa e solo questa fu la base dei miracoli e del potere occulto nei tempi antichi. Il vostro stato d’animo predominante o umore ha, più di ogni altra cosa, un’influenza preponderante sul successo o sul fallimento di una qualunque impresa. La vostra mente è quella sostanza-pensiero che si è accumulata durante le innumerevoli epoche nella successione di molte esistenze fisiche. La mente è una calamita che ha il potere di attrarre il pensiero e di rimandarlo fuori. Noi non creiamo i nostri pensieri, li riceviamo soltanto e li percepiamo nel momento in cui arrivano. Secondo il tipo di pensieri di cui noi riempiamo quella calamita che è la nostra mente o ci disponiamo a riceverli, questa attrarrà a noi gran parte di questi stessi pensieri. Se, quindi, nutriamo principalmente pensieri di determinazione, speranza, allegria, energia, forza, potere, giustizia, gentilezza, ordine e precisione, attireremo e riceveremo in numero sempre più grande tali elementi-pensiero.

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Questi sono gli elementi del successo. Le qualità dell’elemento-pensiero sono reali come ciò che vediamo o sentiamo. Più a lungo lasciate la calamita in questa direzione, più aumenterà la sua possibilità di attirare a sé elementi simili. Qualsiasi pensiero voi elaboriate o riceviate emana da voi una forza invisibile che agisce sugli altri. Il vostro personale pensiero è ora nell’aria, agendo e attraendo a voi lo stesso tipo di pensiero di altri individui che non avete forse mai conosciuto. Le persone che incontrerete in futuro, che saranno in grado di aiutarvi oppure di danneggiarvi, sono quelle i cui pensieri, che sono usciti dai loro corpi, hanno già incontrato e si sono mischiati con i vostri. Quell’attrazione tende a portarvi fisicamente insieme. Vi porterà sicuramente insieme sotto qualche forma d’esistenza. Quando un determinato pensiero ne incontra un altro e vi si unisce per raggiungere uno stesso scopo, il potere di successo che possiede è raddoppiato per via di questa stessa unione, che siano usati per questo pensiero i corpi, la mente o lo spirito lì vicino o lontano migliaia di miglia. Ma se voi, per la maggior parte del tempo, avete pensieri di scoraggiamento o di rabbia, oppure che derivano da qualsiasi forma di cattivo

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umore, state mandando a centinaia e migliaia di chilometri dal vostro corpo questo elemento-pensiero di scoraggiamento, di disperazione o di rabbia, che costituisce letteralmente una parte del vostro sé nascosto. Esso attira, incontra e si mischia con lo stesso elemento-pensiero spedito da altri, e allo stesso modo attira voi a loro, vostri compagni di miseria. Vi arrecate quindi reciprocamente danno alla salute e alla fortuna. Un pensiero ne attira un altro dello stesso tipo. Tenete fisso nella mente un qualsiasi pensiero, riguardante per esempio la salute o la forza, e attrarrete a voi sempre di più l’elemento-pensiero di salute e di forza. Tenete in mente l’idea di forza, di intraprendenza, di stimolo e attirerete a voi l’elemento che vi darà la forza, lo stimolo e l’intraprendenza. Così, se vi trovate in uno stato d’animo fiducioso, determinato e sereno avendo un certo scopo speciale in vista, basato sul diritto e sulla giustizia, il potere silenzioso più forte del vostro pensiero attirerà a voi le persone la cui cooperazione vi è necessaria. Viceversa, se il vostro scopo non è basato sul diritto e sulla giustizia, il potere silenzioso della voo stra mente si muoverà lo stesso, ma non otterràuriest Q sultati così vantaggiosi per voi rispetto al pensiero basato sull’idea più elevata di giustizia.

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Se volete ottenere ciò attraverso la falsità e la furbizia, potete farlo. Attrarrete, secondo la stessa legge e lo stesso metodo, pensieri di falsità e di disonestà prima dei corpi che li hanno emessi. Lavorerete, quindi, con la disonestà presente nel corpo. La mente disonesta si riunisce in gregge attraverso una legge naturale. I disonesti sono sicuri che alla fine si feriQ modo. ranno l’un l’altro in qualche u Un pensiero, sia buono oecattivo, è una cosa, un st o elemento nascosto ma reale come un e albero, un fiore, un prato. Esso esiste già prima cheBlo oopercepiate e che lo riceviate, perché la vostra mente lokattira attraaplo penverso il suo umore o stato d’animo. Quando pa di sate, voi lo mettete di nuovo in grado di agire, r muovere o di influenzare gli altri individui; matieil n pensiero che proferite o mormorate nella riservatezza e a: della vostra stanza ha sugli altri un’azione più forte di os va quella che avrebbe se vi limitaste a meditarlo. Se due ld o più persone parlano senza polemica o disaccordo o su uno scopo comune in una qualsiasi impresa, emets tono un volume di forza proporzionatamente più grande, che lavora su altre menti che si occupano di tale questione. Se invece queste persone non sono d’accordo, si arrabbiano e discutono fra loro, la forza da loro emessa è dannosa per l’impresa comune. Se



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parlano, invece, in modo pacifico, mettendo da parte le preferenze individuali o i pregiudizi di ognuno per raggiungere lo stesso scopo, il pensiero e la forza che essi generano sono costruttivi e agiscono favorevolmente sia lontano che vicino sulle menti altrui per far progredire quell’impresa. Ogni volta che voi pensate, influenzate in bene o in male il vostro destino, ogni volta che parlate con gli altri, producete una forza ancora più grande per acquisire o per perdere la salute, gli amici e la fortuna. Ogni vostro pensiero, silenzioso o parlato, ha un valore autentico. Se ricevete o formulate il pensiero di non poter riuscire in un’impresa, quel pensiero esce fuori da voi, incontra e attira un altro scoraggiato e demoralizzato pensiero “non posso”, vi porta sempre più vicino a persone che non hanno speranze e che sono afflitte, danneggiando così la vostra salute e le vostre facoltà attive, e vi porta infine in contatto personale con gente che sarà d’aiuto per la rovina reciproca. State dando forma alla vostra forza-pensiero per il non-successo. Potete usare questo potere per portare a voi risultati buoni oppure cattivi; così come potete usare una locomotiva per portarvi in viaggio o usarla per farvi schiacciare buttandovi sotto.

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Qualsiasi progetto o schema di attività nella quale la vostra mente è concentrata in modo persistente e con la determinazione di riuscire, è una costruzionepensiero non visibile che attira a voi forze ausiliarie. Per “forze ausiliarie” si intende, per prima cosa, la fecondità sempre crescente della mente nel produrre nuovi piani per mandare avanti la vostra attività; secondariamente, l’attrazione a voi delle persone più capaci ad aiutarvi nei vostri progetti. Non sprecate il vostro potere nel cercare queste forze con il vostro corpo. Lasciate che la mente silenziosa e persistente faccia il lavoro. Lo farà se voi perseverate nel mantenere sempre lo stesso stato mentale. Non è un potere nuovo, benché possa essere nuovo a molti di noi. È costantemente, anche se inconsciamente, esercitato da noi per il bene o per il male, perché il nostro corpo non è il solo potere con il quale dobbiamo lavorare. Esso è semplicemente lo strumento usato dalla nostra mente o dal nostro spirito. La mente, l’io invisibile, utilizza il corpo per tagliare un albero o per altri lavori manuali esattamente come il braccio adopera l’accetta. Ma una tale forza (il pensiero), quando non usa il corpo, è al lavoro altrove con un potere più grande. Pensare con determinazione – a quello e a nient’altro – creerà un potere che di certo agirà e produrrà dei

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risultati sicuri come il martinetto che, posto sotto l’edificio più pesante, produrrà un movimento di elevazione. Il potere creato con la vostra mente e con le forze nascoste lavorerà durante il sonno e vi porterà nuovi stratagemmi, piani e metodi per portare avanti il vostro obiettivo. Quando li otterrete, vi porteranno ad agire, perché non riuscirete più a stare fermi nel momento in cui si percepisce un’idea che è possibile realizzare immediatamente: tale idea è per voi un potere. Non si può stancare il proprio corpo fino al punto di non avere più forza per ricevere le idee che si presenteranno. Ogni attività di successo è basata su un afflusso continuo di nuove idee, piani, progetti, stratagemmi. Il vostro spirito e il vostro pensiero agiscono e lavorano sugli altri mentre il vostro corpo dorme. Questo può avvenire mentre anche i loro corpi dormono. Se siete arrabbiati o scoraggiati quando andate a dormire, il vostro invisibile io nel lasciare il corpo sarà probabilmente attratto da qualche altra natura arrabbiata o scoraggiata. Migliore è il vostro stato d’animo Quesla notte quando lasciate il corpo ed entrate durante to eB nell’altro piano diovita, ok amigliore sarà il pensiero o la paquell’esistenza persona che incontreretepin che vi rtiene a agevolerà nel vostro scopo. Se non avete:onessuno svald o scopo, incontrerete probabilmente qualcuno che co-

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me voi non ne ha. Non avere nessuno scopo particolare nella vita, ma semplicemente lasciarsi trasportare dalla corrente, significa non avere nessun punto sul quale focalizzare e concentrare il vostro poterepensiero. Se questo non è concentrato, ma disperso, legato a una cosa oggi e a un’altra domani, sarete insoddisfatti, depressi e infelici. Se la vostra mente è infelice, non potrete mai essere in buona salute. Il vostro spirito è sempre attivo, che il corpo sia sveglio o addormentato. Agisce, però, in modo considerevole anche su coloro dai quali è attratto quando il vostro corpo dorme; è quindi meno distratto dalle speranze, dalle paure, dai pregiudizi e dalle abitudini della vita del corpo. Se avete uno scopo all’orizzonte, sarebbe quindi meglio non concentrare troppo intensamente i vostri pensieri su certe persone che ritenete possano cooperare con voi, perché lo spirito, quando è fuori del corpo, ha un campo d’azione ben più vasto e una nitidezza di vedute maggiore rispetto a quando usate il vostro corpo. Potete concentrare oltremisura la sua forza, e questa influenza il corpo, più su una persona meno adatta a voi che su un’altra o su un pensiero verso il quale essa sarebbe invece attratta se fosse tenuta lontana dal corpo. In tal caso, la sua forza è orientata in due direzioni quando invece dovrebbe es-

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serlo solo in una. Parlare dei vostri progetti o dei vostri affari produce una forza che può essere sia favorevole che contraria a voi. Un piano o un’idea chiara attraverso la quale ci si può procurare del denaro rappresenta una forza. Un piano confuso rappresenta una forza minore e più imperfetta. Una nuova invenzione è una nuova forza. Parlare di affari con coloro che vi sono veramente amici senza ombra di invidia o di rancore aggiunge il loro pensiero, la loro forza alla vostra per rendere i piani più chiari. La solidarietà è una forza. La buona volontà di ogni persona è una sostanza reale e vivente che fluisce a voi ogni volta che quella persona vi pensa. Essa possiede un valore commerciale. La malevolenza è anche un elemento che emana la persona che la crea e che lavora a vostro sfavore, sebbene quella persona non parli né agisca fisicamente contro di voi. La potete sconfiggere emettendo contro di lei un elemento-pensiero di amicizia. Il pensiero positivo verso gli altri è l’elemento nascosto più forte che può allontanare la cattiveria (debolezza). Visto il funzionamento di quella legge, è pericoloso farsi dei nemici, e non ha importanza quanto giusta sia la causa. Raccontare i propri interessi non significa soltanto dirlo a persone che poi lo diranno ad altre, ma vuol

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dire anche spargere nell’aria i vostri segreti e i vostri piani. Questi andranno a finire nelle menti di altre persone e potrete scoprire che i vostri piani saranno stati usati dagli altri prima che da voi. L’aria è letteralmente piena dei cosiddetti segreti che si annunciano alle persone sotto forma di sospetti e impressioni. Qualunque riunione turbolenta, ogni lite familiare o qualunque disaccordo tra due persone emettono nell’aria un’onda distruttrice e perniciosa di una sostanza che influenza in modo spiacevole le menti di persone a migliaia di chilometri di distanza. Il pensiero proveniente da un centro di turbolenza forma così un’onda, una corrente. Se siete arrabbiati per qualche sciocchezza, voi disponete la mente nell’atteggiamento di una calamita che attira e lascia entrare questa corrente-pensiero dannosa. La vostra rabbia, stizza o irritabilità, causate all’inizio da una banalità, sono costantemente alimentate da queste correnti. Per avere un sollievo, dovete quindi volgere la vostra mente verso un ordine di pensieri più piacevoli. Tale pratica vi darà sempre più forza e vi renderà più semplice cambiare il carattere dell’elemento-pensiero che giunge a voi. Quando l’interesse, la compassione e la buona volontà s’incontrano in un gruppo di persone che si

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scambiano opinioni su un certo argomento, da quelle stesse persone proviene un’onda di sostanza-pensiero che colpisce altre menti, sveglia o rinnova l’interesse in quell’argomento particolare in proporzione alla loro sensibilità o capacità ricettiva. Qualunque pensiero nuovo, che giunge a voi improvvisamente, arriva perché da qualche parte se n’è parlato o ha creato agitazione. L’onda così determinata agisce sotto forma di un elemento invisibile, esattamente come le onde di un’acqua tranquilla nella quale è stato gettato un sasso. Queste onde si diffondono ugualmente dal punto di conversazione e continueranno a spargersi in ogni direzione, colpendo altre menti fino a quando è mantenuta l’agitazione dei discorsi nel luogo dove si tengono. In un certo senso, nessun pensiero è originale. La stessa idea, o parti o anche sfumature di questa, possono fluttuare in un migliaio di menti in un’ora attraverso poche persone che ne discutono. Parlare con altri in modo amichevole di un miglioramento tecnologico, di una nuova invenzione o di una nuova idea per il bene dell’uomo, grazie alla sostanza-pensiero spedita così lontano da voi, risveglierà il desiderio e l’interesse per l’argomento discusso. Più saranno le persone interessate a qualcosa, più ne verranno per aiutarvi o per acquistare il vostro prodotto.

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Qualsiasi conversazione discreta che si riferisca a un progetto, a un piano, a uno scopo, qualsiasi determinazione perseverante, rappresentano un vero e proprio investimento di forza spesa per attirare a voi la cosa desiderata. Se impiegate una tale quantità di forza per esempio per tre mesi e poi vi scoraggiate e vi arrendete, abbandonate un edificio che è in via di costruzione e che possiede un grande potere di attrazione. Forse voi non vedete dove questa forza opera, ma nondimeno essa è al lavoro portandovi le persone compassionevoli o chi vuole proprio quello che voi volete offrire. Le liti, la collera e l’impazienza emettono una silenziosa forza distruttrice. Le discussioni amichevoli e l’esposizione pacifica di un’opinione individuale producono, invece, una silenziosa forza costruttrice. Se la vostra mente si concentra con persistenza sul desiderio di intrattenersi con le persone migliori con le quali parlare e di averle in aiuto, esse verranno da voi attraverso quella potente forza di attrazione del pensiero. Proprio lo stato di spirito che avrete più desiderato verrà a voi. Se non fate troppo caso ai princìpi di morale e di onestà, questa legge attrarrà coloro che non sono molto cauti in fatto di onestà. Ci sarà sempre la richiesta per cose migliori in ogni campo, un’arte sempre più perfetta o un servizio~

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migliore di quello precedente, perciò, quando siete sicuri che la vostra opera è la migliore, allora, producetela. Il talento nell’arte o nell’invenzione è una cosa, la capacità di manifestare quell’arte e quell’invenzione è un’altra. Per avere successo, dovete averli entrambi. Il mondo paga meglio chi produce. Centinaia di inventori e di artisti falliranno se non coltiveranno la scienza del presentare se stessi al mondo. Potete imparare questa scienza da voi stessi. Si acquisirà col vedere voi stessi con gli occhi della mente, presentandosi davanti agli altri con coraggio, onestà, lealtà e rendendosi piacevoli. Più farete questo con l’immaginazione e più sarete in grado di farlo realmente. Ciò che avviene nel pensiero è realtà. Quello che si è vissuto di più con il pensiero si realizza sempre. Dopo un certo periodo di questo esercizio mentale, sentirete di avere più forza, coraggio, tatto, abilità e desiderio di mischiarvi con ogni tipo di persone per prendere nel mondo quello che vi appartiene di diritto. La povertà dipende in gran parte dall’isolamento volontario e dalla paura di assumersi delle responsabilità. Se con la vostra immaginazione vi vedete sempre diffidente, timido e timoroso, grazie alla stessa legge lo diventerete. Invertite questo processo di cura mentale silenziosa, vedetevi coraggiosi. Potete ricostruire~

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voi stessi raggiungendo l’ideale più elevato per mezzo di questo processo del pensiero silenzioso. Non potete ottenere il successo e fare soldi se rimanete appartati. Non si può fare affari solo per lettera o per procura. Voi dovete, a un certo punto, mostrarvi agli altri. Quando il vostro spirito porta il vostro corpo davanti a un’altra persona, questo porta con sé lo strumento che permetterà al vostro spirito di emettere su quella persona la più grande quantità possibile di forza-pensiero. Il pensiero, essendo sostanza o forza, può essere accumulato nella mente in enormi quantità che è in grado di far agire per noi oppure contro di noi. Pensare sempre alle difficoltà e ai problemi in un’impresa significa fare della vostra mente una calamita che attirerà solo difficoltà, prima con il pensiero e poi nella realtà. Questa è un’abitudine inveterata, assai difficile da eliminare. Quando in una circostanza qualsiasi si presenta una difficoltà, non vi è che una cosa da fare: dirigere la vostra mente come una calamita in una direzione dalla quale possano venire forza, idee e piani per superare quella difficoltà. Se avete dei problemi con una persona e se pensate continuamente al suo comportamento ingiusto nei vostri confronti irritandovi e lamentandovi, voi state alimentando con il pensiero la

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questione esistente; in questo modo sciupate in lagnanze, rimproveri e cattivo umore, tacitamente o apertamente, la stessa forza che potreste utilizzare invece per liberarvi di questo dispiacere. È esattamente in virtù dello stesso principio che la forza usata da un muratore per costruire un muro può essere usata per demolirlo. Se concedete al corpo tutto il riposo di cui ha bisogno, la vostra forza mentale agirà da vicino e da lontano con più potenza, i vostri progetti saranno Qu più profondi e, qualora fossero realizzati, produrrebe bero risultati più soddisfacenti. Se il corpo è sempresto estenuato, la maggior parte della forza dello spirito dovrà essere usata per sostenerlo o, in altre parole, a tenerlo in vita. Non ha importanza se vi stancate volontariamente oppure se siete costretti a farlo per guadagnarvi da vivere: il risultato è lo stesso. Se desiderate più tempo per riposarvi, domandatelo in modo persistente. Un’occasione alla fine si presenterà mediante la quale potete guadagnare abbastanza da vivere evitando al corpo di lavorare per molte ore ogni giorno. Arriverà attraverso quella legge misteriosa e quel potere d’attrazione che concede a tutti, secondo la forza dei loro desideri e della persistenza. Voi potete, attraverso la stessa forza (il desiderio persistente), attirarvi velocemente del male come del

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bene. Quello che desiderate adesso con ardore può trasformarsi in male; ma se desiderate o domandate la saggezza che fa conoscere ciò che deve procurare il bene duraturo, otterrete, in virtù di questa legge, la facoltà di vedere quello che è realmente più vantaggioso per voi. Desiderate in modo persistente “una mente limpida” e otterrete una mente limpida. Quando arriva un’opportunità che vi concede tre o quattro ore al giorno di tempo libero, non vi affannate con sforzi aggiuntivi a guadagnare di più. Questa opportunità è forse il primo passo verso una nuova via. Concedetevi un po’ di riposo e non temete di divertirvi. La vostra mente sarà così di nuovo pronta per generare piani per il successo futuro, e man mano che questi progetti nasceranno, sarete stimolati a realizzarli con le vostre forze. Una situazione stabile e un buono stipendio non sono la via che conduce al successo duraturo e crescente. Voi non siete che una vite nella grande macchina commerciale e quando sarete fuori uso, sarete rimpiazzati da una vite nuova. Se, per quanto riguarda gli affari, siete in cima per il vostro talento, mentre siete in basso quanto al guadagno, ciò avviene perché, nonostante la vostra competenza, non riuscite a ottenere la giusta ricompensa del vostro lavoro. Dovete aspirare a dirigere un’impresa basata sulla vostra

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capacità, e non dovete essere contenti di farla amministrare da altri che, approfittando della vostra bravura, presentano al pubblico il prodotto del vostro lavoro incamerando molti dei vostri profitti. Dovete adoperare tutto il vostro potere del pensiero per presentare al pubblico voi stessi e il vostro lavoro. Per ottenere un maggiore successo, dovete dirigere un’impresa o almeno una parte di questa ed esserne l’unico padrone, senza interferenze o impedimenti da parte di altri. Soltanto la responsabilità può manifestare la vostra piena potenza e la felicità che ne risulta; altrimenti, sarete come un semplice impiegato, sottoposto alle richieste di un padrone o sottomesso alle condizioni stabilite da coloro per i quali siete obbligati a lavorare. Vedrete le vostre migliori idee portate avanti in modo imperfetto perché voi stessi non potete controllare la loro realizzazione.

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no dei mezzi più importanti per mantenere e aumentare la forza fisica e quella mentale sta nell’abituare la mente e il corpo a fare solo una cosa alla volta; in altre parole, mettere tutto il pensiero che è necessario per compiere un atto in quell’atto stesso e mettere da parte tutti gli altri pensieri che non si riferiscono a questo atto. Il corpo non è altro che una macchina usata dalla mente; se questo è debole, per supportarlo può essere ampiamente usato il potere del nostro pensiero, anche se l’operazione può essere infruttuosa. La mente è, quindi, come un operaio che cerca di portare avanti il suo lavoro con uno strumento difettoso. Alla fine, questo strumento può rendere inutile e distruggere la capacità dell’operaio. La forza mentale e fisica è la pietra fondamentale di ogni gioia e successo. La debolezza del corpo non ci fa gioire di nulla. I nostri corpi sono dei serbatoi di forza, e mangiare e dormire sono mezzi per riempirli

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di quella forza; in altre parole, per riempirli della forza del pensiero. Quando siamo pieni, possiamo godere di una passeggiata, di un affare o dei nostri sforzi, di ogni genere. Quello che è per tutti consigliabile sapere è come trattenere la maggior parte di questa forza e, se possibile, aumentarla, perché essa ha un valore commerciale e un corpo debole e stanco non è adatto né agli “affari”, né al piacere. Tutti gli affari vanno meglio quando è un piacere svolgerli. Un vecchio detto filosofico afferma: “Ciò che fai, fallo con tutto il potere che hai”. Non il potere spasmodico della furia o della collera, questo non è per nulla un potere, ma una perdita di forza. Questo detto vuole affermare che ogni gesto della nostra vita, anche i più banali, come allacciarsi le scarpe, scrivere a:os una Que lettera sto o temperare matita, devono fat-valdo rtieneessere k appa eBoouna ti con metodo, precisione, esattezza e cura, in breve con tutta la nostra capacità di concentrazione. Quando ero appena un ragazzo, mentre scavavo per la prima volta con i cercatori d’oro in California, un anziano minatore mi disse: “Ragazzo, stai facendo troppa fatica, dovresti mettere più attenzione in quella vanga”. Riflettendo su questa osservazione, mi resi conto che il mio lavoro di scavo richiedeva una cooperazione della mente e dei muscoli: la mente per guidare i

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muscoli, la mente per mettere il badile dove questo poteva prendere più terra con minore impiego di forza, la mente per gettare la terra fuori dal solco, e delle parti di pensiero, direi quasi infinitesimali, nel movimento di ogni muscolo durante il lavoro. Scoprii che più pensiero io mettevo nella vanga, meglio potevo vangare e, più leggero il lavoro diventava, più mi piaceva e più a lungo potevo continuarlo. Mi rendevo conto che quando i miei pensieri si dirigevano in altre cose (non importa quali), subito impiegavo meno forza e avevo meno piacere nello scavare, di conseguenza quel lavoro diventava un compito noioso. Ogni pensiero è una cosa fatta di una sostanza invisibile. Il pensare impiega una certa quantità delle nostre forze corporali. Queste forze sono usate anche nei momenti cosiddetti “di pigrizia”; se, mentre si compie un gesto fisico, noi pensiamo a un’altra cosa, allora sperperiamo la nostra forza e il nostro pensiero. Prima di raccogliere uno spillo dal pavimento, noi emaniamo con il pensiero una sostanza, il progetto di raccogliere quello spillo. Questo progetto è la forza. Noi dirigiamo questa forza sul nostro corpo, che ne è lo strumento, e non dobbiamo mischiare tale piano con un altro progetto per fare un’altra cosa, mentre la nostra mano raccoglie da terra lo spillo. Se ciò avviene, noi mandere-

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mo la nostra forza (o per lo meno proviamo a mandarla) contemporaneamente in due direzioni e confonderemo il piano e la forza di un atto con il piano e la forza di un altro atto. Ogni atto o pensiero impaziente, anche se piccoli gesti, ci costano uno spreco di forza senza profitto alcuno. Se, talvolta, quando ci sentiamo stanchi di camminare mentre il nostro cervello è stato impegnato in sogni a occhi aperti, in affanni, in progetti durante la via, proviamo a scacciare tutti questi pensieri e, se riusciamo a mettere tutta la nostra mente, tutta l’attenzione e la forza nelle nostre gambe, saremo sorpresi nel sentire il vigore ritornare e la stanchezza abbandonarci. Ogni gesto fisico costa un pensiero, ed ogni pensiero è un dispendio di forza; ogni passo che facciamo implica un piano per dirigerlo, dal momento che ogni progetto implica una spesa di pensiero che significa una spesa di forza. Se mentre camminiamo pensiamo ad altre cose, noi mandiamo della forza in entrambe le direzioni. Credete che un acrobata potrebbe così facilmente salire su una corda se non impiegasse, in quel gesto, tutta la sua intelligenza oltre che la sua forza? Oppure, un oratore potrebbe parlare in modo entusiastico al suo uditorio, per esempio, girando una macina? Eppure, non ci sovraccarichiamo inconsciamente in molte si-

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tuazioni, girando quella macina nel pensare una cosa mentre ne facciamo un’altra? Se, nel salire una collina, guardiamo costantemente la cima con impazienza, saremo ben presto stanchi: se, con l’immaginazione ci troviamo vicino alla sommità, mentre il nostro corpo è ancora in basso, noi mandiamo a quella cima la forza del nostro pensiero, lasciandone poca al nostro povero corpo, che si trascinerà con fatica. Se, invece, manteniamo tutta quella forza nel corpo, se la concentriamo in ogni passo, saliremo più facilmente, perché la nostra forza si sarà concentrata in quella parte del corpo (le gambe) che ne ha più bisogno. Quando ci concentriamo in ogni nostra azione, la rendiamo più semplice, ricavando un certo piacere nel compierla, e dimentichiamo tutti i nostri problemi, che sono causati dall’impaziente desiderio di trovarsi in cima alla montagna. Questa è una legge valida per ogni cosa nella vita. Non desideriamo forse di poter dimenticare i nostri affanni, le nostre delusioni e le nostre sensazioni di perdita attraverso la concentrazione di tutti i nostri pensieri su qualche altra cosa e facendoci assorbire tanto da dimenticare ogni altra cosa? Questa è una possibilità della mente che si può realizzare con la concentrazione o, in altre parole, con il mettere la nostra capacità mentale nel fare le cose cosiddette banali, e ogni secondo

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speso in tale pratica ci avvicina al risultato desiderato. Ogni sforzo ci apporta il suo atomo di guadagno in aumento di forza. Quest’atomo guadagnato non va mai perduto, perché lo utilizzeremo per impedire che la mente divaghi su altre cose durante il lavoro. Per quanto tempo possiamo concentrare il nostro pensiero su una cosa alla volta? Possiamo fare tre nodi in uno spago e mettere tutti i nostri pensieri nell’azione di legare questi tre nodi, impedendo ad altri pensieri di intervenire? Potrete forse dire: “Posso benissimo fare un nodo e pensare a molte altre cose nel frattempo”. Certamente è possibile, ma potete fare dei nodi e pensare solo a essi? Oppure la vostra mente ha talmente acquisito l’abitudine a occuparsi di una decina di cose diverse in un minuto che avete perso la capacità di focalizzarla su una singola cosa per dieci secondi consecutivi? Non pensate che tutto questo sia banale. Allenate la vostra mente a concentrarsi su un solo gesto impedendo che il pensiero divaghi su altre cose, e vi abituerete a utilizzare al massimo la vostra intelligenza sul discorso quando parlerete, sulla vostra abilità quando lavorerete con le mani, sulla vostra voce quando canterete, sulle vostre dita quando richiederete da loro qualche lavoro delicato e su tutte le fun-

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zioni del vostro essere quando avrete l’occasione di esercitarlo. Forse penserete: “Questo è solo un altro modo per dire ‘Fate attenzione!’”. È vero. Eppure, non sono molti coloro che sanno come fare attenzione o essere accurati. Non vediamo ogni giorno persone la cui mente, mentre si affrettano lungo la strada, progetta, lavora, si affanna e va ben lontano da loro? Quelle persone si chiedono meravigliati il motivo delle loro dimenticanze, dei loro errori o perché molti piccoli particolari del loro lavoro le stancano. Questo è un tema di filosofia pratica. Se, per esempio, l’indomani dovete avere un importante colloquio di lavoro con una persona scaltra, abile, dalla forte volontà, che conosce metodi e tattiche che vi sorprendono, vi confondono, vi ingannano e vi spaventano, non avete bisogno di ogni possibile atomo di forza per competere con lei? Se coltiviamo questo potere di focalizzare tutta la nostra forza su un singolo atto, coltiviamo anche la facoltà di trasportare tutta la nostra intelligenza da un soggetto a un altro. Questo significa, allora, che possiamo distogliere la nostra mente da una noiosa preoccupazione e coinvolgerla nel piacere di un’attività gioiosa, dimenticando le afflizioni. Il dolore, la

 perdita, la delusione e lo scoraggiamento deprimono e uccidono molte persone. Noi, generalmente, diciamo a coloro che sono così afflitti: “Non pensare più a quello o a questo”, ma dovremmo dire loro come distogliere i loro pensieri dai fastidi. I bambini dall’intelligenza scarsa e gli idioti mancano della capacità di afferrare con le mani. In alcune scuole particolari si insegna a questi bambini ad afferrare con entrambe le mani una barra posta al di sopra della loro testa e a spingersi verso l’alto sul dorso lungo un piano inclinato. Occorrono molte settimane di esercizio prima che essi riescano a farlo. La mente debole non ha nessun potere di mettere tutto il suo pensiero o forza sulla mano e di fare una cosa alla volta, e questa impotenza si osserva a un grado più o meno elevato in tutti i cervelli dalla scarsa intelligenza. Ogni gesto di impazienza, non importa quanto sia piccolo, costa un dispendio inulte di forza fisica e mentale, come quando, per esempio, ci ostiniamo a voler sciogliere un nodo troppo complicato oppure ci gettiamo contro una porta chiusa e vogliamo far saltare la serratura perché non si apre subito. Se giro una macina con un braccio, dopo un certo periodo di tempo esaurisco la forza di una serie di muscoli. Se smet-

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to di girare con il braccio e la faccio girare con un pedale, i muscoli delle braccia si possono riposare. Questi, ricevendo nuovamente della forza, possono in seguito, senza fatica, continuare a lavorare. Una simile legge governa il lavoro mentale. Se siamo assorbiti da un programma particolare o da un progetto, se ce ne occupiamo continuamente, non possiamo fare a meno di pensare sempre a questo. Di che cosa abbiamo bisogno? In questo caso, abbiamo bisogno di riposare il cervello e possiamo farlo in un solo modo: volgendo la nostra attenzione, per un certo periodo di tempo, su qualche altra cosa. Avrete certamente notato che, quando siete molto stanchi, se avete potuto trascorrere un’ora piacevole in conversazione con un vostro amico, vi siete riposati meglio che se foste rimasti soli? Questa conversazione vi ha fatto riacquistare la forza. Eppure, c’è stato un dispendio di forza da parte vostra, dal momento che tutto il vostro pensiero è stato, per un certo periodo di tempo, occupato a seguire la conversazione. In tal modo, il nostro organismo si riposa e si restaura da sé. Bisogna dare riposo a una delle sue facoltà quando è stanca, e subito ricomincia l’opera di ricostruzione con materiali più solidi e migliori. La conversazione ci ha dato la possibilità di far cambiare direzione ai pensieri. Ma possiamo fare la

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stessa cosa, quando si presenta l’occasione, senza il soccorso degli altri? Possiamo spostare tutto il complesso dei nostri pensieri da un argomento all’altro? Possiamo abbandonare il pensiero, ad esempio, della costruzione della nostra casa mentre temperiamo una matita? Possiamo fare questa operazione per un minuto senza pensare a nient’altro? Se possiamo fare ciò, abbiamo fatto grandi passi verso il dominio della concentrazione. Se possiamo fare questo, siamo allora possessori del più grande potere dell’universo, che non solo ci renderà sempre più felici, ma migliorerà la qualità della nostra attività. Comandiamo la nostra mente. Nessuno comanda veramente gli altri se non regna su se stesso. Se, in una qualsiasi condizione di affanno, riuscite a mettere tutti i vostri pensieri sull’atto dell’appuntare uno spillo, per quel minuto sarete liberi dai vostri dolori e avrete guadagnato un atomo del potere di concentrazione. Siamo ora sulla strada del dominio assoluto sulle nostre menti e sul nostro umore. In molte persone, purtroppo, è quest’ultimo che domina la mente. Esse sono come banderuole che girano a ogni brezza del vento. Non siamo sicuri di riuscire a mantenere il buon umore e l’allegria per un’ora, perché può cambiare in ogni momento in scoraggiamento, abbatti-

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mento o irritazione a causa di qualcosa di spiacevole, per la parola sgarbata di un amico o addirittura per un pensiero passeggero. Migliaia di persone si rallegrerebbero di poter dimenticare le cose spiacevoli, i problemi di cuore o di altro genere che indeboliscono il corpo e l’anima. Un pensiero agitato è un’acqua torbida: bisogna pulire quell’acqua. L’agitazione, l’ansia e l’indecisione ci conducono letteralmente alla morte della nostra forza. Per poter dimenticare, è necessario volgere il pensiero su qualcosa di più allegro, affinché quella perdita si arresti e noi recuperiamo la nostra forza. Riassumiamo i vantaggi della pratica della concentrazione:

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1° Quando un chiodo è messo con molta cura e precisione, è certo che terrà. 2° Nel compiere questa operazione, avete lasciato riposare altre capacità, che potranno poi lavorare meglio. Potevate segare un’asse a metà, se mentre fissavate il chiodo non avete pensato all’asse. Se, segando, pensate soltanto alla sega, taglierete meglio l’abito che dovrete fare dopo; ma segare e pensare a come usare le forbici dopo, oppure tagliare la stoffa e pensare alla sega, significa aprire la porta all’errore e al disappunto.

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3° Concentrando tutta la forza necessaria per piantare un chiodo, segare o cucire per dieci secondi, avrete aumentato il potere di concentrazione. 4° Questo ha aumentato la vostra capacità di provare piacere nel compiere atti fisici o mentali. Mettere la mente nei muscoli porta piacere nell’esercizio muscolare: questo è il segreto della grazia, della destrezza e dell’agilità nei movimenti. La ballerina o il ballerino più grazioso è colei o colui che mette tutti i suoi pensieri sui muscoli necessari alla danza per dimenticare qualunque cosa e rimanere assorto nell’atto e nell’espressione del sentimento o nell’emozione che vi sono connessi.

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Mediante questi esercizi possiamo aumentare continuamente il nostro potere mentale, la nostra volontà. Diciamo che il nostro amore universale è il massimo della felicità, ma questo amore universale non deve estendersi alle cose e agli atti come alle persone? Come potremo acquisire il potere della concentrazione in qualsiasi gesto se, dopo anni trascorsi nell’abitudine inconscia e dannosa della distrazione, ci sembra di aver perso completamente tale facoltà? Pensate a intervalli regolari alla parola “concentrazione”, perché questa è il simbolo di un pensiero. Se

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mettete la vostra mente, anche per pochi secondi, su questo pensiero, vi mettete in relazione con la corrente universale di concentrazione e di pensiero costruttivo, e attirerete a voi l’elemento di cui avete bisogno. Ogni atomo di concentrazione che vi arriva è una pietra che si aggiunge all’edificio che state costruendo. Non sarà mai persa, anche se ci vorrà molto tempo prima che possiate vedere la vostra costruzione. “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”. Potete fare una richiesta vantaggiosa in un secondo e i secondi impiegati sono i più proficui. Se anche questi secondi non vi procureranno il diamante intero, ma solo la polvere del diamante, è di questa polvere che è composto il gioiello.

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orrei fare un sermone sul testo: “Osservate i gigli dei campi”. Non una predica di minaccia o di ammonimento, ma di speranza, perché il mondo ne ha bisogno. Siamo sconfortati principalmente perché in passato ci hanno parlato troppo della nostra cattiveria e di quello che di negativo sarebbe successo nel perseverare in questa, mentre poco ci è stato detto sulle parti di bontà e di potere che sono presenti in noi. Ci è stato ampiamente dato un cattivo concetto di noi stessi e le persone che hanno un cattivo concetto di sé, sicuramente possono fare del male. La Scrittura sostiene: “L’uomo è ciò che pensa”. È quando un uomo ha poca considerazione di sé, che va a ubriacarsi o a commettere qualche azione meschina. Al contrario, è quando un uomo ha considerazione di sé che si tiene lontano da azioni cattive e avvilenti. Ogni uomo e ogni donna possiedono più poteri di quelli che hanno mai sognato di avere e,

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quando essi sapranno come adoperarli, si allontaneranno dal male per dirigersi verso il bene. Un giglio, o qualunque altra pianta, crescono e si abbelliscono secondo le leggi dell’universo come l’uomo e la donna che sono cresciuti, per epoche innumerevoli, secondo le stesse leggi dei gigli. È un grande errore supporre che ogni essere umano sia il risultato di una sola vita, perché noi tutti abbiamo probabilmente vissuto in varie forme di vita. Il nostro punto di partenza riguardo alla nostra esistenza materiale è forse da ricercare in fondo al mare, o nei ghiacciai, o nel fuoco, in un germe che ha dormito forse centinaia di secoli all’interno di qualche montagna. Ci siamo Queevoluti in una forma o nell’altra, acquisendo satogni sempre, un po’ più d’intelligenza o ecambiamento, B e un po’ più di forza siamo arrivaoofino k alp punto in cuipropria. ti. Il giglio ha una vita eaun’intelligenza par tieopinione Potete non condividere la mia ne a e io me lo aspetto. Molte persone credono che l’intelligenza :osv rialdo guardi solo gli esseri umani, e ogni cosa che le assomiglia negli animali o nelle piante la chiamiamo “istinto”. Io penso che l’intelligenza sia diffusa ovunque, come l’aria, solo che in alcune forme di vita è presente in quantità maggiore che in altre. In questa terra è l’uomo che ne ha di più, e l’intelligenza del-

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l’uomo noi la chiamiamo pensiero. Il pensiero è una sostanza rarefatta e molto potente, invisibile e impercettibile ai nostri sensi esterni. Più un individuo ne possiede e più c’è vita in lui o in lei. Normalmente i pensatori vivono più a lungo degli altri. Per “pensatori” non intendo quelle persone che stanno sempre sui libri, perché molti di loro non pensano affatto con la loro testa e vivono del pensiero degli altri, ma chi ha sempre idee originali e nuove. Questo tipo di vita o di pensiero – essendo questi termini convertibili – rigenera il corpo e l’anima. Il giglio ha abbastanza intelligenza da svilupparsi dal germe sepolto sotto terra, quando il sole lo sollecita. Così l’uomo ha (o dovrebbe avere) la stessa intelligenza per uscire di casa quando è bel tempo e assorbire la vita e la forza che gli manda il sole. Quelli che non fanno questo e rimangono al chiuso per la maggior parte del tempo sono pallidi come le foglie di una pianta che cresce in cantina. Anche il giglio ha abbastanza buon senso da crescere al sole e, se lo mettiamo in una stanza, si girerà dalla parte della luce. Ciò accade semplicemente perché desidera la luce, sa che gli è necessaria e si volge verso di lei perché sente che gli è salutare. Noi cerchiamo il cibo per la stessa ragione, solo che chiamiamo la nostra azione “ri-

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sultato dell’intelligenza”, mentre quella delle piante la chiamiamo istinto. Ma c’è differenza? Se il giglio ci supera in una cosa, anche se ha meno vita e intelligenza di noi, è perché non si preoccupa del domani. Non si sovraccarica, prende dall’acqua, dall’aria, dalla luce del sole o da qualsiasi altro elemento quello che gli serve per il momento presente o per il giorno, e nient’altro. Non lavora per accumulare una quantità ne e i in più di acqua, aria o luce del sole per il domani, rt tea p mendo di rimanerne senza, come facciamopnoi che ci a garantirci kper diamo da fare nell’accumulare denaro o o facesse allo dalla povertà che temiamo. SeeilBgiglio stesso modo, consumerebbe stotutte le sue forze e non e diventerebbe mai il giglio Qu perfetto che sorpassa in splendore Salomone e tutta la sua gloria. Il tessuto del giglio, della rosa o di ogni altro fiore, sono di una bellezza, di una finezza e di una delicatezza che vanno oltre ogni cosa che l’arte umana può produrre. Essi sono di una bellezza vivente per tutto il tempo che durano. I nostri bei merletti e le nostre sete sono di una bellezza relativamente morta, perché cominciano ad appassire non appena sono finiti. La bellezza del giglio aumenta senza sosta fino al massimo del suo sviluppo. È impossibile trovare una stoffa che sia splendente più domani che oggi,

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anche se non dura che pochi giorni. Se il giglio, con la sua limitata intelligenza, si preoccupasse e si affliggesse per timore che il sole non si sollevi il giorno dopo o che l’acqua o il denaro possano mancare, diventerebbe un fiore avvizzito prima di crescere. Spenderebbe tutta la sua forza nella preoccupazione di assicurarsi i beni a lui necessari. Se un’intelligenza qualsiasi si preoccupa in tale maniera dei suoi futuri bisogni, allontanerà da sé il potere di attirarsi quello che le serve per la sua crescita, la sua salute, la sua forza e la sua prosperità del momento. Tutto questo lo intendo nel suo vero senso, senza metafore o allegorie. La piccola intelligenza del giglio o, se più vi piace, la sua forza mentale, non si sovraccarica di preoccupazioni per il domani, ma attira a sé gli elementi di cui ha bisogno per il momento. Questi bisogni del presente sono i soli bisogni reali. La mattina abbiamo bisogno della colazione, ma non della colazione del giorno seguente. Eppure, nove su dieci di noi si preoccupano, direttamente o indirettamente, della colazione di domani, sottraendo in questo modo a se stessi tutta la forza necessaria per godere, digerire e assimilare la colazione dell’oggi. Allo stesso modo in cui il giglio leggero tranquillamente attira a sé il potere di crescere e di abbellir-

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si con la bellezza che lo circonda, l’essere umano quando è sereno attira a sé mille volte di più ciò che gli è necessario per portare avanti i suoi piani e raggiungere la felicità. Perdiamo questo potere dal momento in cui cominciamo a roderci. Qualsiasi uomo d’affari sa che, se la sua mente può fissarsi su un piano e scacciare tutto il resto, si trova nelle migliori condizioni. Ogni artista sa che le sue opere migliori si realizzano quando la sua mente è completamente focalizzata e assorbita nel lavoro del momento. Sarà allora in grado di utilizzare tutte le sue facoltà e, ciò che è ancora meglio, egli attirerà a sé nuove forze, che resteranno per sempre di sua proprietà. Vi sento dire: “Non posso fare a meno di preoccuparmi, di infastidirmi. I tempi sono difficili, la paga è bassa, il costo della vita aumenta sempre di più, la famiglia cresce e bisogna alloggiarla, vestirla, e io ci penso ogni giorno e ogni notte. Voi dite di non preoccuparmi, ma ciò è un nonsenso”. Vedete, ho cercato di dar voce alle vostre obiezioni. MaQil nonues senso è dire che non si può smettere di preoccuparsi, t almeno per il presente. Quanto al risultato di ciò, o non calcolate la perdita di forze a causa delle inquietudini, il danno che questo arreca alla salute, l’indebolimento dell’intelligenza, l’invecchiamento del

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corpo e, peggio ancora, la perdita del vostro potere mentale attrattivo che, se agisse liberamente, potrebbe darvi il più grande potere momentaneo. Un uomo può gustare solo un pranzo alla volta, sebbene possa avere denaro a sufficienza da pagarne mille. Se ci troviamo in mezzo a una folla presa dal panico, saremo costretti a seguire la corrente e rimanerne forse schiacciati. La vita, come è vissuta ora da migliaia di persone, dà l’immagine di una folla terrorizzata dalla paura del futuro. Qualsiasi paura è una perdita di forza. Non voglio dire che le persone dovrebbero smettere di preoccuparsi. Non c’è nel mio vocabolario la parola “dovrebbe”. La gente non può fare a meno di preoccuparsi, perché l’abitudine è nata con noi e generazioni di nostri antenati si sono affannati prima di noi. Ma prendersi pensiero del domani è una causa d’indebolimento. La legge è senza pietà e continua la sua azione: utilizziamola, allora. Ma come? Pensiamo alla speranza, invece che alla disperazione; pensiamo al successo, invece che al fallimento. Come è sicuro che l’universo è governato da una legge fissa e immutabile, è altrettanto certo che, se pensiamo cose felici, le attiriamo a noi: se pensiamo cose tristi, tagliamo i fili invisibili delle cose felici e prendiamo immediatamente contatto con la corrente dei pensieri tri-

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sti. Forse direte che tutto questo è semplice e puerile, ma che cosa è “una cosa semplice”? Il germogliare di un seme è una piccola cosa, ma nessuno ne conosce la vera causa, si sa soltanto che se si mette sotto terra, con un po’ di calore e di umidità, questo germoglierà. Il coperchio caduto da una teiera messa sul fuoco fece venire in mente a Watts la prima idea sulla potenza del vapore. Trovò, in questo modo, la prima applicazione di questa forza che è il calore. Ma c’è un’altra forza dietro al calore. Quale? Non si sa. Che semplicità! Che cosa c’è nel mondo di più semplice?

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siste un’arte dello studio. Da giovani ci è stato detto di studiare, ma non ci è stato mai detto come studiare convenientemente o, in altri termini, come acquistare delle idee. Affidando alla propria memoria parole, frasi e regole, non si acquistano delle idee. Questo significa memorizzare, coltivare semplicemente la memoria utilizzandola, esercitandola e allenando la parte dell’intelletto che impara a ricordare i suoni. Se affidate alla memoria una grande quantità di parole e di frasi, non fate altro che sottoporre a sollecitazione eccessiva una facoltà del nostro spirito, caricandola di un peso che dovrà portare. Se deste un nome a ogni trama del vostro tappeto e se credeste vostro dovere ricordare ognuno dal suo nome, avreste mai il tempo o la forza di pensare ad altre cose? Le parole non sono idee, sono semplicemente i segni per mezzo dei quali, grazie all’intermediazione dei sensi della vista e dell’udito, una parola stampata o pronunciata può rappresentare un’idea dello spirito.

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Una parola o una frase densa di significato per una persona possono significare nulla per un’altra. Più vi sono cose da ricordare, che affidiamo alla memoria, più il fardello che pesa su questa facoltà aumenta. Quante “cose da fare” ci possiamo ricordare facilmente uscendo di casa la mattina? Il pensiero di decine di faccende da sbrigare ci affanna, ci molesta e ci confonde. Così accade ai bambini con il nostro sistema di istruzione. Essi vengono sovraccaricati da migliaia di “fatti” e gli si dice che “può essere loro utile conoscerli”. È come se volessimo insegnare a una persona a sparare sovraccaricandola di fucili: noi possiamo portare fucili sulle spalle per tutta la vita, senza mai diventare un tiratore scelto. La memoria è utile solo a trattenere quello che afferra lo spirito. Nessun libro potrà mai insegnare a qualsiasi uomo come guidare una barca. Egli deve creare da sé la propria istruzione. Quando nella pratica avrà imparato, dopo ripetuti fallimenti, che il timone deve essere tenuto costantemente in una certa posizione per controbilanciare la forza del vento contro la vela, allora la sua memoria ricorderà ciò che gli avrà insegnato l’esperienza. Affidarsi alla memoria per ricordare le istruzioni teoriche su quello che si deve fare non aiuterà. Al contrario, nello sforzo di ricordare, la

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sua mente si fisserà su una frase, invece che su ciò che ha in mano, e così il suo apprendimento ritarderà, invece di avanzare. Il ricordo di quello che la memoria ritiene per mezzo dell’esercizio ci insegnerà a guidare, a sparare, a vogare, a nuotare, a pattinare, a ballare, a dipingere, a intagliare, a tessere, a cucire, ecc. Ma non si impara niente se ci viene insegnata la teoria prima della pratica. Avete forse imparato a ballare confidando prima nella vostra memoria, imparando le regole che guideranno i vostri passi e provando a ricordarle e a seguirle? Sicuramente no, ma avrete ricevuto l’idea da una persona che lo sa fare. Avete assorbito l’idea o pensiero. Con questo pensiero in mente, il vostro Io invisibile ha progressivamente insegnato al corpo a muoversi concordemente con il piano mentale. La persona che vuole imparare velocemente qualcosa, deve prima di tutto imparare a mettersi in uno stato mentale che è quello della serenità e del riposo. È esattamente il contrario dello stato d’animo nel quale stanno i bambini quando “studiano” la loro lezione. “Studiare” intensamente o di fretta è un vano tentativo di forzare la memoria a fare un certo lavoro in un certo tempo. Per imparare un’arte qualsiasi bisogna farlo nel proprio modo, vale a dire secondo quello che la nostra ispi-

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razione suggerisce. Non tenete conto di ciò che altri dicono sulla necessità di essere “ben ferrati” su certe regole che dovranno esservi insegnate da altri. È vero che bisogna essere “ben ferrati”, ma solo in quello che il nostro spirito ci può insegnare meglio e più velocemente. Lo spirito detta da sé le sue regole. Lasciato a se stesso creerà dei metodi nuovi e originali. Non furono delle regole già pronte a istruire Shakespeare, Byron, Burns o Napoleone, perché costoro trovarono in loro stessi la forza interna rivelatrice dei metodi. Quando dei risultati sorprendenti sono raggiunti, gli uomini gridano al “genio”, e quindi si mettono subito all’opera per elaborare, con il metodo adottato da questo genio, una serie nuova di catene da imporre poi a tutti quelli che seguiranno quell’arte, ignorando che un genio può servirsi di un metodo come noi ci serviamo di una stampella, che si butta via quando ormai non serve più, per prendere qualche cosa di meglio. I metodi utilizzati dal genio non sono mai gli stessi. Napoleone rivoluzionò l’arte militare; il suo spirito era tale per cui avrebbe potuto rivoluzionare la sua stessa tattica. Solo il genio può vedere la follia nel seguire sempre lo stesso tracciato, anche quando si fosse stati autori di quel tracciato. Non siate troppo ansiosi di imparare un’arte, una scienza o un’impresa come vorreste. Non inquietatevi

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se fallite un tentativo dietro l’altro. Se vi sentite in uno stato d’animo troppo frettoloso e irritato, fermatevi, perché quello è lo stato d’animo più contrario allo studio, in quanto stanca e esaurisce. Si può imparare qualsiasi cosa se la mente vi si applica costantemente, ma è necessario aspettare in tranquillità; l’arte verrà da sé. Se per quindici minuti o mezz’ora al giorno ci sediamo con dei colori e una tela e proviamo a dipingere, se abbiamo un reale desiderio di imparare, ben presto vedremo cieli, montagne e foreste prodotte dalle alternanze di luci e ombre, man mano che gli strati di colore si succedono. Una rocca accidentata scaturirà all’improvviso da un colpo di pennello e ci sarà suggerito come rappresentare un tronco d’albero con poche linee diritte o curve. Una chiazza di blu sarà uno stagno o un lago e sul bordo alcuni segni verdi rappresenteranno i ramoscelli. Prima ancora di accorgercene, si presenterà un panorama più bello ai nostri occhi, nonostante la sua rozzezza, del più grande artista, perché questa è la nostra creazione, nostro figlio. Questo è il fondamento dell’arte, è così che ha avuto origine, è in tal modo che è cresciuta. Una combinazione apparentemente fortuita di luci, ombre e colori suggerì ad alcune menti l’idea di rappresentare le cose familiari su una superficie piatta. Da

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qui nacque l’idea della prospettiva e della rappresentazione in tal modo dei solidi e delle distanze, e ogni principiante deve fare quello che fece il primo pittore e seguirne le tracce. Così avviene per tutte le arti. Più la mente è lasciata libera di seguire il suo insegnamento, la sua intuizione, la guida dello spirito, e più grande sarà la sua ispirazione. Se si seguono le regole fatte da altri, ci saranno allora imitatori e copisti. Una regola imposta a un allievo, dalla quale non deve discostarsi, è una catena, un argine che farà da impedimento nel nuovo territorio del pensiero e dell’investigazione. Lo stato d’animo più adatto allo studio, cioè per scoprire dei metodi e per poterli ricordare, è quello della calma più perfetta che si possa avere. Non bisogna avere fretta né eccitazione. Se vi rallegrate più del necessario di un successo improvviso o di una scoperta lungamente attesa, fate attenzione, perché potreste perdere temporaneamente il frutto del vostro lavoro. Non ci deve essere nessun movimento improvviso del corpo o della mente, nessuna impazienza precoce nelle particolarità necessarie. Se uno strumento si spezza, si deve spostare una sedia o gettare la vostra penna, agite come se fosse la sola cosa daQfare in tutta la giornata, mantenete il corpo il più ues in uno stato di calma. Siate apatici, piuttopossibile to

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sto che frettolosi o agitati, perché quando il corpo è in questo stato di riposo, allora esso è nello stato più favorevole possibile per essere usato come migliore strumento dello spirito, ed è sotto il governo della mente, che è il vero essere, l’invisibile Io. Quando il corpo e la mente sono in questo stato, quando tutte le facoltà sono sospese eccetto quelle concentrate sull’opera o quando la mente si trova in uno stato recettivo, lo spirito lavora molto meglio. Esso in questo modo può raggiungere, impadronirsi e condurre l’idea, l’effetto, il metodo e i mezzi di manifestare questa concezione. Quanto più il corpo è calmo e la mente tranquilla, tanto prima si troverà il modo di realizzare ciò che si desidera entrando in rapporto con delle correnti spirituali più elevate e più sottili, e ricevere così il sapere e l’ispirazione. La vostra mente sarà come un lago tranquillo e chiaro. Voi imparate ogni giorno, spesso quando non ci pensate, come per esempio quando passeggiate tranquillamente nella strada, guardando i visi delle persone e interessandovi ai loro modi. Imparate, in questo modo, a conoscere i diversi tipi della natura umana. Uomini e donne sono per voi dei libri aperti che potete aprire e leggere. Imparate a riconoscere in un istante, con un colpo d’occhio, i loro sentimenti e il

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loro temperamento. Potete, involontariamente, classificare gli uomini e le donne e ordinarli nella vostra mente secondo il tipo. Un determinato esemplare serve da modello a mille altri, a una serie intera. Studiate così la natura umana, e la sua conoscenza può avere un valore monetario. Quando vi sarete perfezionati, potrete dire in cinque secondi se vi potete fidare di una persona. La fiducia nelle persone è la pietra angolare di ogni successo. Anche i ladri devono fidarsi dei loro soci per riuscire nelle imprese. Napoleone I realizzò il suo grande successo per mezzo di questa conoscenza intuitiva e dell’esperienza degli uomini che gli permetteva di capire per che cosa erano meglio adatti. Il Cristo scelse i suoi dodici discepoli tra i più adatti a ricevere il suo insegnamento e a insegnarlo ad altri attraverso lasstessa errao o d l a v intuizione. L’intuizione è l’insegnamento che ricea:os e n e i t r a viamo dal maestro interiore che risiede in ognuno di k applibero o o B noi. Lasciamolo e domandiamo all’infinito e o Quest Spirito di saggezza una guida, e così i suggerimenti e il genio nasceranno in noi. Il genio riconosce i diamanti nella sabbia, e negli uomini le qualità che hanno per raggiungere il successo, siano essi poveri, colti o ignoranti. Talvolta il genio non conosce la grammatica della lingua che parla, eppure muove le

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montagne, costruisce le città e circonda il pianeta di reti ferroviarie. La persona colta può scrivere e parlare in modo elegante, ma non essere in grado di spostare una topaia, e guadagnerà uno stipendio insufficiente in un ufficio come semplice impiegato al servizio di un genio poco istruito, ma più attivo e fecondo che dieci scienziati. Lo stato di riposo, di serenità e di calma è quello in cui lo spirito ha fatto le sue più belle scoperte e riceve le idee e le aspirazioni. L’occhio ansioso che scruta l’orizzonte non percepisce la vela lontana sul mare così bene come chi invece non la cerca. Il nome di una persona, che momentaneamente noi non ricordiamo, raramente ritorna alla nostra memoria quando ci sforziamo di ricordarlo, ma è solo quando non ci pensiamo più che ci ritorna in mente. Questo sforzo della memoria causa un’inconscia fatica muscolare perché mettiamo il nostro cervello in movimento mandandogli del sangue e questo è un ostacolo per lo spirito. Più tranquillo è lasciato ciò che appartiene al corpo, più forza si aggiunge allo spirito. Questo ha i suoi propri sensi, che sono completamente distinti da quelli corporali della vista, dell’udito, dell’odorato, del gusto e del tatto. Essi sono più sottili, più potenti e vanno più lontano. I sensi interni o spirituali

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possono, una volta allenati, uscire dal loro stato di latenza ed entrare in comunicazione con gli stessi sensi di un’altra persona il cui corpo è a Londra o a Pechino. Quotidianamente, forse a tutte le ore del giorno, noi comunichiamo con questo spirito per mezzo dei sensi interni, che non si curano affatto delle distanze più di quanto noi ci curiamo di questa parola. Nella vita quotidiana, in ogni circostanza abbiamo prova dell’utilità di non stancare troppo il corpo. L’uomo che ha più successo negli affari è quello che ha la testa libera, che ha imparato intuitivamente a non stancare il corpo affinché il suo spirito lavori. Questa stessa persona forse ignora di possedere uno spirito, una facoltà che dal suo corpo si estende e gli porta dei progetti, dei piani e delle idee utili al suo lavoro. Nessun’altra facoltà, fuorché quella spirituale, potrebbe essere utilizzata a questo scopo. La legge spirituale opera ugualmente per gli interessi materiali e per quelli spirituali, ma sono le menti superiori, quando vengono a conoscenza dell’esistenza di questa forza, a servirsene con intelligenza, e per questo avranno sempre a loro disposizione la potenza più grande, il pensiero più sottile, il genio più elevato. Lo sforzo riuscito in qualunque fase della vita deriva dall’esercizio di questo potere che consiste nel “la-

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sciarsi condurre dallo spirito”. Se vi smarrite, troverete la strada più velocemente andando adagio e mantenendo lo spirito concentrato, invece di correre rapidamente di qua e di là senza scopo o oggetto. Il cacciatore esperto si mette in questo stato mentale quando cammina a passo lento tra i boschi; mentre l’inesperto, folle di eccitazione, percorre chilometri di territorio senza vedere la selvaggina. In entrambi i casi, quando il corpo è ridotto in uno stato di apatia, una facoltà interna si sveglia, entra in attività e fa ritrovare la strada se vi siete persi, o la selvaggina al cacciatore. Il precetto: “Lasciarsi condurre dallo spirito” trova applicazione in tutti i gradi spirituali e nel loro oggetto. Talvolta, senza saperne il motivo, ci troviamo in uno stato di spirito contento, soddisfatto. Camminiamo spensieratamente, senza fretta, senza nessun desiderio irraggiungibile, sentendoci in pace con il mondo intero. Abbiamo dimenticato i nostri nemici, i nostri guai, le nostre ansie; è in questo stato che possiamo godere meglio dei boschi, del cielo e di quello che ci circonda e siamo meglio disposti a studiarlo. In questo momento certe cose che ci erano sempre sfuggite ci colpiscono. Il nostro spirito calmo e tranquillo, riceve costantemente impressioni gradevoli e vivide. È allora che desideriamo che un tale stato dello spirito

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possa durare per sempre, ma questo dipende da noi. Questo stato proviene dalla concentrazione dello spirito, che si focalizza in uno stato di riposo, tiene le sue forze in riserva e lascia passare solo quello che è necessario al movimento del corpo. Quando ci troviamo in questo stato, noi assorbiamo il pensiero, e assorbire il pensiero significa assorbire la forza durevole. Ma se, durante l’atto di assorbimento, qualche cosa ci disturba o ci sollecita, questo potere cessa immediatamente. Il nostro spirito smette di ricevere idee e si chiude a qualunque comunicazione, mettendosi in uno stato combattivo, e va allora diritto verso alla cosa che lo disturba o lo sollecita. Quando diciamo “esso va”, intendiamo dire che il nostro pensiero si dirige letteralmente verso il posto e l’oggetto o la persona che ci turba. È sia la forza del corpo che quella della mente che fuggono insieme dal nostro corpo, e noi cessiamo d’imparare. Il riposo e la serenità mentale sono condizioni indispensabili per imparare, e da ciò dipende un apporto continuo di forza. Noi possiamo allenarci a realizzare questo stato di riposo fino al punto in cui sarà divenuto abituale e ci accompagnerà anche nelle ore di lavoro. Questo è lo stato di spirito adatto allo studio, al lavoro, al godimento. Queste tre cose in realtà do-

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vrebbero essere una soltanto: il godimento. Senza questo stato, niente può essere veramente goduto. È così che noi edifichiamo e le nostre forze invisibili si accumulano per dispiegare la loro potenza su una certa cosa in un certo momento. Se, essendo in questo stato, ci troviamo alla presenza di un uomo ricco e orgoglioso che vorrebbe schiacciarci con un’occhiata, noi saremo più forti di lui. Egli sentirà il nostro potere prima che noi parliamo. Questo è lo stato mentale necessario negli affari per non essere sopraffatti dalla volontà più forte della parte avversaria. Gli uomini d’affari sono dei magnetizzatori commerciali, il loro potere di controllo è simile a quello delle persone di spettacolo. Non lo si riconosce sotto questa forma, ma ciò nonostante è messo in opera da loro inconsciamente. È questo lo stato in cui lo spirito diventa simile a una calamita. Come queste forze si concentrano, si accresce la loro potenza di attrazione, e si accrescerà sempre di più con l’esercizio. Più idee voi attirate e più acquistate forza, così i progetti e i piani vengono a noi. Le nostre facoltà interne si affinano e si organizzano in modo tale che potranno produrre ciò che desiderano. Il nostro spirito così concentrato è una potenza, sia di resistenza che di attrazione.

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Il problema che hanno molti studenti è quello di voler imparare troppo in fretta. Noi conosciamo molto poco la facoltà che realmente ci procura quello che acquisiamo; quella facoltà che si prolunga da noi mentre le altre rimangono temporaneamente sospese, per apportarci non solo delle idee nuove ma anche per insegnarci anche come portarle avanti. Un’invenzione viene in mente mentre ci si trova nello stato di spirito descritto e non quando ci si dà da fare per trovarla. Con una penna o con una matita disegneremo un cerchio più perfetto di quello che otterremmo se ci mettessimo a farlo con grande ardore. Quando siamo liberi dall’ansia, il nostro vero potere ha l’opportunità di agire. Questo è il potere dello spirito. Sarà colui che getta i suoi pensieri di successi o fallimenti ai venti, che molto probabilmente riuscirà a compiere un atto coraggioso laddove altri indietreggerebbero oppure tenterebbero con paura. Il timore del fallimento sarebbe la causa dell’insuccesso. Il miglior pilota, di fronte a una difficoltà in volo, è quello che ha la capacità di dimenticare tutti i pericoli e di vedere solo gli ostacoli. Il suo spirito allora è cosciente, e la coscienza è la facoltà di possedere e controllare il corpo, il suo strumento. La mancanza di questa consapevolezza implica che uno spirito educato male, l’Io reale,

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immagini di non essere che il corpo del quale esso si serve. Sarebbe come se un carpentiere si ritenesse una sega o un martello. La coscienza deve dimenticare tutto del corpo e pensare a farne il miglior uso possibile, nello stesso modo in cui il carpentiere, mentre sega un’asse, non pensa alla sua sega in continuazione, ma soltanto al lavoro che sta facendo.

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l pensiero, essendo una sostanza invisibile, è assorbito da tutti. Se assorbiamo il pensiero di un’altra persona, questo si mischia con il nostro e allora, in tutto o in parte, noi penseremo i pensieri di quella persona e, in una certa misura, vedremo, sentiremo, giudicheremo come lui e avremo le sue stesse opinioni. Saremo sotto la sua influenza, non completamente noi stessi, ma in parte l’altra persona. Siamo di fronte a una forza magnetica che agisce su di noi come quella dell’operatore mesmerico sul suo soggetto. Se frequentiamo sempre la stessa persona e raramente stiamo da soli, attingeremo costantemente ai pensieri di quella persona. Nel caso in cui costui sia più evoluto di noi, ne trarremo beneficio, ma se non lo fosse noi saremmo danneggiati. I nostri gusti, la nostra cultura e i nostri giudizi assumeranno la colorazione dei pensieri della persona di livello inferiore che frequentiamo. È in questo senso che le cattive compagnie sono corruttrici.

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Essere legato fortemente a una persona meno evoluta di noi ci condiziona al punto che crediamo che le opinioni che enunciamo siano nostre, mentre non lo sono completamente. Se per un periodo cessiamo tale intimità, vedremo ritornare le nostre vecchie idee e opinioni, perché siamo lontani dall’influenza del pensiero di quella persona. Passare tutto il proprio tempo in compagnia di gente triste e depressa, oppure irritabile, cinica o scettica, è malsano. Per quanto fiduciosi, decisi e coraggiosi possiamo essere, noi assorbiremo sempre una parte della loro titubanza e della loro viltà. Ci sarà una nube sul nostro giudizio e avremo pensieri di timore o di indecisione che metteranno alla prova il nostro coraggio e la nostra risolutezza. Qualunque sia la cattiva qualità del pensiero di una persona, in misura minore o maggiore, ci infesterà. Non saremo mai influenzati o controllati dal pensiero di un’altra persona, se desideriamo intensamente di non esserlo, perché questo desiderio è una preghiera. La preghiera è la richiesta del nostro spirito di essere libero da tutto quello che intralcia il suo potere e la sua felicità. Potere e felicità indicano la stessa cosa. Potere significa la capacità di stare lontano da ciò che ci turba e significa anche mante-

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nere la mente in stato di felicità. Quando avremo Que raggiunto questo potere, saremo noi a governare la nostra mente, e non viceversa. Allora ogni cosa sul piano materiale si manifesterà e verrà a noi in conformità con il nostro stato mentale. La legge sulla corrispondenza tra il piano materiale e quello spirituale è meravigliosamente esatta nel suo funzionamento. Le persone dominate da pensieri tristi attirano a loro cose tristi, quelle che sono sempre scoraggiate non riescono mai nelle cose che fanno e vivono solo come peso sugli altri. La speranza, la fiducia e l’allegria attirano sempre gli elementi di successo. Lo stato in cui è tenuto il giardino di una casa mostrerà lo stato d’animo in cui si trova il suo proprietario. Una donna, con il vestito che indossa, mostrerà attraverso questo il suo stato d’animo. Una persona sciatta renderà nota la sua trascuratezza e mancanza di criterio. Gli stracci e la sporcizia sono sempre nella mente prima di manifestarsi sul corpo. Il pensiero attira e cristallizza l’elemento visibile corrispondente intorno a noi, come il pezzo di rame immerso in una soluzione attira a sé le particelle in sospensione nel liquido. Una mente sempre ottimista, fiduciosa, coraggiosa e determinata attira a sé tutto quello che è favorevole al suo scopo.

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Se pensiamo a cose corrotte, mettiamo la corruzione nel nostro corpo. Avremo dei foruncoli, delle eruzioni oppure delle malattie causate dal sangue cattivo, perché il sangue è guastato dall’impurità dello spirito. Lo spirito è la vita del sangue, è il nostro pensiero: quello che pensiamo, lo fabbrichiamo nel nostro spirito. I pensieri impuri o corrotti sono molto più che pensieri licenziosi, sono pensieri di bruttezza, di odio, di disprezzo degli altri, di guadagno a ogni costo, di ansietà, di scoraggiamento, di debolezza, di disperazione e di malinconia che appesantiscono lo spirito e tutto quello che opprime l’animo danneggerà il corpo. Lamentarsi continuamente della perdita di un amico ci abbatte quanto le cosiddette pratiche immorali. Il danno cagionato al corpo è altrettanto grande e costituisce esso stesso un peccato. Le persone che si affliggono sono delle vere e proprie “peccatrici”, esse creano uno spirito triste. Materializzano il loro umore e lo trasformano in abitudine, che è poi difficile da eliminare. Tutto questo logora il corpo e alla fine lo uccide. Queste persone sono, quindi, colpevoli come la vittima di qualche disgustosa malattia causata dal vizio. Ogni abitudine che danneggia il corpo è un vizio. È vero, ci sono malattie più rispettabili di altre. Infatti, la

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consunzione suona meglio del delirio tremens, ma entrambe uccidono il corpo perché entrambe violano la legge, ed entrambe rappresentano il prezzo da pagare per tale violazione. Ogni nostro pensiero ha un valore reale. La forza fisica, la forza mentale, il successo negli affari e il piacere che la nostra compagnia arreca agli altri dipendono dalla natura dei nostri pensieri, perché ogni nostro pensiero è una parte di noi stessi ed è sentita dagli altri come tale. Non c’è bisogno di parlare per essere un compagno gradevole, perché le persone vicine a noi sentiranno il nostro incanto se i nostri pensieri saranno gradevoli. Nello stesso modo percepiranno i nostri pensieri spiacevoli. Il magnetismo di una persona sono i suoi pensieri, e il potere magnetico è semplicemente il pensiero percepito dagli altri. Se il nostro pensiero è debole, triste, geloso, cinico, esso è respingente. Se, al contrario, è allegro, ottimista e pieno di un desiderio profondo di fare il maggior bene possibile a quelli che ci circondano, anche solo per un minuto esso è attrattivo. Stare troppo a contatto con una persona dai pensieri bassi può diminuire il nostro pensiero naturale di attrazione. Porteremo con noi una parte del suo pensiero egoista, cinico e triste ovunque andiamo.

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Lo emetteremo insieme con il nostro e sarà avvertito come una combinazione spiacevole. Il nostro valore e il nostro prestigio dipendono molto più da quello che pensiamo che da quelloQ che u diciamo. Se i nostri pensieri sono puri, luminosi, fi-es duciosi e coraggiosi, noi rappresentiamo un vero va- to eB lore dovunque andiamo e le persone saranno sempre oo felici di vederci. Come noi (i nostri pensieri) arriviak ap mo in un luogo, apportiamo agli altri un piacere, ma pa anche un potere e una forza, i nostri pensieri aiutano r gli altri a rafforzare il loro corpo, e si sentono meglio quando ci vedono. Siamo come una fonte di salute e piacere ovunque andiamo, possiamo calmare l’essere più contrario e sfidare il temperamento più scontroso. Se diciamo a noi stessi: “Mi rifiuto di vedere ogni persona come un nemico”, non avremo nemici. Se parliamo di “avere nemici” pensando a certe persone, noi di queste persone faremo dei nemici, perché – siatene certi – essi sentono il nostro pensiero. Questa è una sostanza che si propaga da noi verso di loro e li colpisce spiacevolmente. Se invece pensiamo: “Non sono tuo nemico e non voglio esserti sgradevole, voglio amarti meglio di quanto ho fatto finora”, essi sentiranno questo pensiero e non potranno resistere al suo potere. Il pensiero buono è



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sempre più forte di quello cattivo. Questa è una legge di Natura. La pietra angolare dell’attrazione di una persona è espressa in queste parole: “Desidero esservi utile il più possibile, voglio aiutarvi nella vostra salute e nei vostri affari perché voi abbiate la situazione che si conviene e la posizione in cui poter mettere a frutto i vostri talenti”. Se questo pensiero è sincero, ha un immenso potere e ne attirerà sempre di più, perché la buona volontà di ogni persona è un piccolo ruscello di vita che arricchisce il nostro che, benché invisibile, è reale come le cose che noi vediamo. La benevolenza degli altri è un pensiero costruttivo che ci aiuta, è buono per il corpo, ci rende il sangue più puro, i muscoli più forti e le forme più armoniose: è il vero elisir della vita. Se persistiamo nei nostri buoni pensieri verso tutti, li collegheremo con il più alto e potente ordine dell’elemento “pensiero”. Riceveremo vibrazioni da un mondo più elevato, irrealizzabile quaggiù, ma dove si lavora incessantemente, dove gli abitanti hanno il potere degli dei, le cui creazioni spontanee vanno oltre i nostri sogni più arditi. Se ci connettiamo con questo mondo, riceveremo il suo potente pensiero e saremo assolutamente protetti da tutti i nemici.

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Questo non tieè un mito, dipende dallo stesso sister ma di leggi pain virtù del quale il sole riscalda, il vento p soffia,ala marea sale, i germi crescono. In qualunque stato oknoi poniamo il nostro animo, il nostro spirito rio una sostanza invisibile corrispondente. È una eBceve o legge tanto spirituale quanto chimica. La chimica non st rimane confinata agli elementi che possiamo vedere, e u perché gli elementi che non vediamo con gli occhi Q del corpo superano di migliaia di volte il numero di quelli che vediamo. L’ingiunzione di Cristo: “Fate il bene a quelli che vi odiano” è basata su un fatto scientifico e su una legge naturale. Fare del bene significa attirarsi tutti gli elementi di potere e di bontà. Fare del male, al contrario, è attirare su di sé elementi di distruzione. Quando i nostri occhi sono aperti alla verità, ci preserviamo da qualunque pensiero cattivo. Coloro che vivono di odio, muoiono per l’odio, cioè “Colui che di spada ferisce, di spada perisce”. Ogni pensiero cattivo è come una spada tesa verso la persona alla quale quel pensiero è diretto. Cristo controllò gli elementi con il potere del suo pensiero, collegandosi con il più potente e più elevato mondo del pensiero. Il pensiero, essendo sostanza, quando è molto potente può concentrarsi tanto da rendersi visibile nella forma fisica. Furono il pensie-

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ro di Cristo e il potere così esercitato la causa del miracolo dei pani e dei pesci e di tutti gli altri miracoli. Si racconta che quando una donna toccò il bordo della veste di Cristo per essere da lui salvata, egli disse: “Chi mi ha toccato? Ho sentito che una forza è uscita da me”. Questa era una donna piena di cattivi pensieri, e Cristo immediatamente ha avvertito di esserne stato contaminato, e i cattivi pensieri gli causarono la momentanea perdita del potere di controllare gli elementi. Lo spirito di Cristo era così puro e sensibile da avvertire immediatamente il contatto con ogni ordine di pensiero cattivo. La facoltà di sentire la natura altrui è in rapporto con la vostra liberazione dai pensieri cattivi. Purità significa potere. Lo spirito più raffinato proviene dal pensiero più puro ed è il più potente. Cristo avvertì subito la natura cattiva della donna e gli effetti che producevano in lui, ma conoscendo le leggi si liberò dal malvagio con il più potente pensiero di benevolenza nei suoi confronti. Se fosse stato costretto a rimanere in contatto con lei per molto più tempo, non sarebbe potuto rimanere

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indenne dalle conseguenze causate dai cattivi pensieri della donna. Se il nostro pensiero è superiore, ci saranno molte persone che ne beneficeranno stando a contatto con noi, ricevendo una piccola quantità dei nostri pensieri. Essi ci daranno in cambio i loro pensieri inferiori, e noi li assorbiremo in larga misura. È come dare oro e ricevere in cambio del piombo. Noi riceveremo molto più piombo rispetto al bisogno che ne abbiamo, mentre essi riceveranno molto più oro di quanto riescano ad assorbire. In questo modo, entrambe le parti saranno danneggiate. Dobbiamo, quindi, associarci con coloro il cui pensiero è largamente apprezzato e utilizzato; così ne beneficeremo noi e i nostri associati mentalmente e fisicamente. Se il nostro pensiero, benché superiore, procura a certe persone un piacere momentaneo, questo sarà loro di poca utilità. Se queste persone migliorano molto lentamente attraverso il pensiero assorbito da noi, non possiamo affrontare una relazione intima con loro. Esse sono lontane da noi spiritualmente. Se la nostra compagnia le fa progredire rapidamente, se accettano la verità che diamo loro e se cercano di conformare a questa le loro azioni, allora possia-

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mo restare in associazione con loro. Se tali persone migliorano rapidamente, genereranno una qualità di vita o di pensiero che è loro, e questa sarà assorbita come un cibo e come forza per noi. Allora avremo dato e ricevuto con vantaggio. Se vostro è il pensiero superiore, può darsi che gli altri abbiano bisogno di assimilare quello che abbiamo dato loro. Allora bisogna separarsi e tornare di nuovo insieme per donarsi reciprocamente elementi nuovi di pensiero raccolti altrove. Non vi è una separazione eterna per quelli che educano il loro spirito con gli stessi elementi di pensiero. Essi stanno sempre più vicini arricchendosi reciprocamente, e se si separano lo fanno con la certezza di incontrarsi di nuovo ritrovandosi nell’altro, e la legge, che all’inizio era forse sembrata loro dura e crudele, appare invece come una sorgente di pace e di felicità.

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ar eppure la più sconosciuta forma a più comune ti di schiavitù eènquella governata dai nostri pene facciamo il nostro dovere sieri. Se sul lavoro a: os siamo coscienziosi e per guadagnarci lo stipendio, va turbati dalla pauonesti, tuttavia siamo continuamente ld al nostro datore di ra di non dare piena soddisfazione o lavoro. Viviamo nella paura perpetuasedi venire alla rerra di sentirsa dei conti e quindi essere licenziati, oppure ci costretti a continuare questa lotta dentroonoi stessi. La ragione di questi pensieri sgradevoli è che qualche altra mente sta agendo su di noi. Qualche persona ci è ostile e noi sentiamo i suoi pensieri. Non è sicuramente una nostra “opinione”. Ci sono molte persone, oggi, che vivono sotto il controllo di menti indecise e che da loro dipendono. Costoro possono dare a questa mente indecisa molte delle loro ispirazioni, invenzioni, stratagemmi e fertilità di pensiero, e lo fanno inconsciamente perché, vale la

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pena ripeterlo, “Il pensiero è una sostanza ed è assorbito da una mente all’altra”. La persona, così guidata, può avere una mente superiore e può essere indispensabile al volubile, ingiusto e tirannico datore di lavoro. Se portato via, quel datore di lavoro sentirà che un puntello gli è stato tolto. Eppure quella mente superiore può continuare anno dopo anno a lavorare in schiavitù. Non ci sono catene più pesanti di queste. Intralciano lo spirito e in questo modo noi non facciamo il nostro lavoro, non portiamo avanti un nostro disegno. Stiamo invece cercando di lavorare per l’altro quando l’altra persona non ha una chiara idea del lavoro che vuole fare per sé. Questo è uno dei più alti prezzi da pagare per la dipendenza. Se nella nostra vita non abbiamo altri obiettivi che quello di servire o assistere qualcuno dietro pagamento, questo sarà il prezzo che dovremo pagare. Troveremo certamente meno costoso e meno doloroso iniziare qualche attività per conto nostro, non importa quanto piccola sia, e saremo chiamati ad assumerci delle responsabilità. Se abbiamo paura di fare questo, saremo sempre schiavi. Se siamo la mente della nostra attività, chiediamo il giusto prezzo. Di che cosa abbiamo paura? Se togliamo la men-

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te, il nostro lavoro andrebbe avanti con successo? Se ci sentiamo derubati, siamo ugualmente colpevoli insieme a chi ci ha derubato. Lavorare e vivere con la paura di finire in un ospizio per poveri significa già stare in un ospizio per poveri. Non ci sentiremmo poveri se vivessimo veramente in un posto simile. Vivere in una costante condizione di paura danneggia la mente e il corpo. Qualsiasi problema che turba la mente danneggia sicuramente, in un modo o nell’altro, anche il corpo. Non riusciremo ad avere pensieri lucidi se viviamo nella schiavitù della paura. Se finiamo sotto il controllo di una mente indecisa, evasiva e voltagabbana, assorbiremo i suoi pensieri e diverremo noi stessi indecisi, evasivi e voltagabbana. Influiremo sulle persone che verranno da noi per ricevere ordini nel lavoro, così come siamo stati influenzati noi stessi. Se il nostro datore di lavoro non sa esattamente cosa vuole, allo stesso modo, noi non sapremo ciò che vogliamo dagli altri. Coloro che sono alle nostre dipendenze sono influenzati da noi ed essi ugualmente influenzeranno gli altri con i quali avranno contatti. Se il capo di un’organizzazione o di un movimento è un po’ strambo o incerto, ci sarà incertezza e insoddisfazione lungo tutta la scala gerarchica.

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Non potremo mai soddisfare una persona simile, perché egli stesso non è mai soddisfatto. Se non riusciamo a scoprire che cosa si vuole da noi diciamolo, ma non cerchiamo di fare qualcosa per quelli che non sanno essi stessi che cosa bisogna fare. Seguiamo i nostri piani. Se vediamo una buona ragione in ogni passo che facciamo o in ogni dettaglio, anche se banale, non concediamoci discutendone a fondo con altri. Il regno della mente è pieno di tiranni. Essi vogliono avere la meglio su di noi, semplicemente per amore del potere. Molto probabilmente non ne sono neppure coscienti. In certa misura, tutti noi potremmo essere simili a tiranni. Possiamo chiedere con profitto informazioni a molte persone, ma possiamo chiedere con sicurezza l’opinione, specialmente riguardo ai nostri scopi, a poche persone. Quelle più premurose, riguardose e giuste sono quelle più attente a dare giudizi e faranno molta attenzione nel dirci che ciò che stanno dicendo non è altro che la loro opinione. Gli enunciati dogmatici sono pieni di ignoranza, di presunzione e di ingiustizia. Non confondiamo Qu l’arroganza con l’informazione. Se lo facciamo,e assorbiremo quei stosaremo goverpensieri arroganti e quei pregiudizi;

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nati da quella mente e portati ad abbandonare quello che per noi era vantaggioso. Se sentiamo di essere superiori e ci permettiamo di essere governati dagli altri o di essere influenzati in qualche modo da una mente inferiore, stiamo impedendo il nostro successo. Disturbiamo i piani di quelle intelligenze invisibili, che possono fare molto per noi, mettendo in moto delle forze contrarie a esse. Nel fare questo, le obblighiamo a smettere di aiutarci. Esse non lavoreranno più per noi, se vedono il nostro lavoro gettato via. Nel momento in cui permettiamo al pensiero di una persona di influenzarci contro le nostre convinzioni, sentimenti o intuizioni, allora perdiamo il nostro pensiero migliore perché in parte penseremo con la mente di quella persona, infangando così il nostro limpido intelletto con un ruscello torbido. La persona che ci condiziona ha un invisibile seguito di menti come la nostra. Quando, forse inconsciamente, noi le cediamo i nostri pensieri, facciamo entrare tutti i suoi seguaci, che ci influenzeranno e ci condizioneranno. Peggio ancora, faranno da ostacolo ai nostri consiglieri invisibili, perché questi ultimi possono essere facilmente mandati via e il loro potere per noi diventerà limitato. Tale potere dipende, appunto,

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dall’attitudine della nostra mente verso di loro. Se noi, desiderando di essere noi stessi, chiediamo il migliore e il più saggio consiglio, in questo sforzo lo riceveremo. Manteniamo sempre questa richiesta, perché questa allontanerà ogni invisibile pensiero inferiore. I nostri più elevati amici invisibili possono e vogliono aiutarci nello sforzo di essere noi stessi, ma non possono farlo se noi assorbiamo oggi il pensiero di qualche mente inferiore, e forse domani il pensiero inferiore di qualcun altro. È come se oggi volessimo costruire una nave, e domani una semplice chiatta; eppure è questa la condizione di molte menti impressionabili che, inconsapevolmente lusingate o governate dal pensiero di altri, oggi seguono un piano e domani un altro. Questo eBook ap In una riunione tra amici non ci esprimeremo supartiene un’opinione che non condividiamo per paura di perdere un amico. Finché avremo questa paura che ci impedisce di parlare, saremo sotto il dominio della mente del nostro amico. In questo modo, noi teniamo in considerazione più l’amico che la verità, e barattiamo quest’ultima con la sua benevolenza. Non saremo mai liberi e indipendenti. Forse inconsciamente quella persona ci governa, eppure, nel fare questo, egli non ci rispetta né ci apprezza per essere sotto il

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suo dominio, perché nella natura umana c’è un amore innato e un rispetto per tutto ciò che è libero. La paura indebolisce lo spirito e fa ammalare il corpo, ed è ovunque: paura del bisogno, dell’opinione pubblica o di quella privata, paura che quello che si ha oggi può non essere più nostro domani, paura della malattia, della morte, ecc. La paura è divenuta un’abitudine. I pensieri basati sulla paura sono ovunque e sono gettati su di noi da ogni direzione. La paura fa diventare tiranni e rende l’impietoso padrone un creditore inesorabile. “Ho paura”, dice l’uomo milionario, “che se non pretendo gli affitti, io non possa più godere nell’ammassare denaro, che non mi dà nessun bene se non il pensiero di possederlo”. “Temo”, dice il suo agente, “che se non obbedisco agli ordini del mio padrone e non riscuoto i suoi soldi, io non possa vivere”. L’agente ha la paura che l’uomo ricco gli ha gettato attraverso il pensiero, ed egli lo ha assorbito. Pensa con la paura che sta nella mente dell’uomo ricco. L’agente deve riscuotere il denaro dall’editore o dal sacerdote, ai quali consegna la paura che gli è stata trasmessa. Questi ultimi sono contagiati. “Non posso stampare questo”, dice l’editore. “Non posso tenere questo sermone”, dice il sacerdote, “perché le persone mi abbandoneranno, e dove troverò il denaro per

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pagare l’affitto?”. Questo pensiero di paura e di sostanza invisibile è reale come ogni altro elemento in natura. In questo modo, la paura fluisce dalla mente dell’uomo ricco fino al povero affittuario nella soffitta o nello scantinato, e finisce con il ladro. “Ho paura”, egli dice, “di morire di fame”. Mette la mano direttamente nella tasca del vicino e tira fuori delle banconote. Non c’è nessuna differenza, eccetto il metodo, tra questo gesto e quello di dominare uno spirito. “Ho paura”, dice qualcuno che comincia a imparare un’arte, “della critica degli altri riguardo al mio metodo imperfetto. Temo il ridicolo”. Siamo, in questo modo, governati da loro. Avanzeremo velocemente soltanto se non teniamo in nessuna considerazione cosa essi dicono. La cosa migliore è liberarsi della paura, perché è la fonte della povertà nel benessere economico e nella salute. Vivere nel timore costante, nel continuo servilismo e nella paura di ogni cosa, che sia la perdita dell’amore, del denaro, della posizione sociale o della situazione economica, significa perdere ciò che temiamo. Ci aiuta pagare un debito per paura del creditore, quando nel nostro portafoglio non c’è un soldo? Ci aiuta guadagnarci da vivere per avere sempre la paura del bisogno? Ci è d’aiuto alla salute avere paura della malattia? No. Ci indebolisce in ogni modo.

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Come possiamo liberarci della paura e governare la nostra mente difendendola dalla paura degli altri? Attacchiamo, nella mente, tutto ciò che temiamo. Vediamoci calmi in quello che chiamiamo immaginazione, sfidiamo quello che temiamo, sia esso un uomo o una donna, un debito o una situazione scomoda. Quello che ci prefiguriamo nella nostra mente è realtà, e questo pensiero ci darà forza. Chiediamo per noi più coraggio, domandiamolo, preghiamo per averlo e il coraggio verrà sempre di più a noi e, una volta arrivato, non ci lascerà mai più.

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nifestazioni sono innumerevoli. Questa forza muove la brezza, gli oceani, le valanghe e la terra nella sua orbita. Fa germogliare il seme e crescere le piante, colora con tinte inimitabili i fiori e le piume degli uccelli e dà potere alle loro ali; agisce sull’istinto degli animali e ha la sua maggiore affermazione nell’uomo, perché in lui c’è la maggiore concentrazione di questa forza. In altri ordini di esseri invisibili questa forza è concentrata in una serie di quantità e di qualità, in modo tale per cui questi esseri sono tanto lontani dall’uomo quanto questo è al di sopra del mollusco. Quando le cose vanno male, quando i debiti ci opprimono e gli amici scompaiono, un dono spirituale ci fa mantenere la mente in uno stato d’animo ottimistico e allegro, come se il successo ci agevolasse. Se abbiamo un tale dono o, in altre parole, se riusciamo a mantenere questo stato d’animo nonostante le avver-

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sità, noi comandiamo il successo e questo deve accadere. La forza silenziosa della nostra mente è avvertita da altre menti risolute, le quali si interessano e lavorano per noi, sia che il nostro corpo dorma o che sia sveglio. Quando manteniamo uno stato d’animo di fiducia e di determinazione, ci colleghiamo spiritualmente con tutte le altre menti fiduciose, determinate e lanciate. Diventiamo parte di tali menti dando loro la nostra forza e ricevendo la loro in cambio, e con esse ci muoveremo verso il successo. La perspicacia negli affari è un dono spirituale, un potere; essa implica una certa facoltà profetica negli affari, che ci suggerisce quando e che cosa comprare e quando vendere. Implica, inoltre, la conoscenza della natura umana e la percezione intuitiva, a colpo d’occhio, dell’onestà e della disonestà; un senso che afferra il pensiero degli altri e che ci avvisa se è buono o cattivo, come il tatto insegna se una superficie è ruvida o liscia. È un potere spirituale che negli affari insegna a economizzare il tempo e l’energia e a fare tanto lavoro in un’ora quanto altri ne farebbero in un giorno. Ogni grande successo negli affari si ottiene per mezzo di un potere spirituale, e questo è utilizzato in tutti gli scopi da raggiungere ed è il solo usato.

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La spiritualità non si trova nei sogni, né vivendo tra le nuvole, né è data da un viso pallido e un’aria languida, come se le cose terrene non dovessero essere prese in seria considerazione. La spiritualità è la più grande acutezza dell’intelletto, la più grande previdenza, la maggiore quantità di potere e l’utilizzazione più saggia di questo potere da parte di chi ce l’ha. Significa la più grande capacità di governo, esercitato sia nel piccolo regno della casa che nel più vasto impero di una nazione. I doni spirituali comprendono tutti i talenti, tutti i poteri e tutti i metodi per usare questi poteri. Esistono molti doni spirituali che, a prima vista, non sembrano tali; così è un dono spirituale conoscere tutte le proprietà terapeutiche delle piante, delle radici e delle erbe. Tutta la natura materiale è un’espressione di intelligenza e di forza; ogni pianta ha una qualità particolare di questa forza che, applicata giudiziosamente, può aiutare un individuo e a n e i t r a cacciare la malattia. pp ook a di aspetti B Tutte le cose fisichetosono l’espressione e s uedello relativamente Q bassi spirito e quindi hanno una forma limitata. Perciò, quando un rimedio materiale è applicato, è soprattutto nel potere della nostra mente che dobbiamo porre la fiducia per allontanare le ma-

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lattie dal nostro corpo. Generalmente ci copriamo contro il freddo, ma se crediamo nel potere della mente di resistere alle basse temperature possiamo indossare abiti meno pesanti rispetto alla media delle persone. Se crediamo in questo potere della mente, lo spirito lo può raggiungere grado per grado. Se credo che una medicina aiuti la forza interna a guarire il mio corpo, aggiungo alla mia la sua particolare forza spirituale, ed è quindi meglio prenderla. Ma non bisogna, per questa ragione, precipitarci a prendere pillole o sostanze stimolanti al primo segno di debolezza o di sofferenza, piuttosto si dovrà per prima cosa fare appello alla propria forza mentale e solo successivamente appoggiarsi ai trattamenti. Il dono della cura con il pensiero è un dono spirituale e tutti noi lo possediamo in ragione della purezza, della gaiezza, della determinazione, del vigore e della buona volontà verso gli altri della nostra attività mentale. Un tale pensiero, mandato a una persona malata, è un elemento reale e ha il potere di dare forza a quella persona e allontanare da essa le malattie. Se diamo forza traendola da una fonte così salutare che è il pensiero sano, elimineremo la malattia o il malessere del corpo. Il nostro pensiero salutare, aiutato dal pensiero salutare altrui, è una sostanza reale che ha il potere di sanare qualsiasi organo che si sia ammala-

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to, infiammato o esaurito per la mancanza di un qualche elemento a esso necessario. Ogni dolore è dovuto all’assenza di un elemento di vita nella parte malata, dove il sangue può non fluire normalmente e ristagnare. Questo è ciò che noi chiamiamo infiammazione. Il sangue non è la vera vita del corpo, ma solo il conduttore della vita reale e invisibile o dello spirito e, quando questo esprime una volontà, il conduttore o messaggero non ha il potere di viaggiare. Esso si raccoglie in qualche posto e lo sforzo dello spirito di guidarlo fuori dal quel luogo o a quell’organo causa malessere o dolore. Il pensiero sano può far rivivere e dare forza a un corpo malato ed è per questo motivo che, se siete malati, vi sentirete molto meglio dopo la visita di una persona allegra e vigorosa: essa vi ha portato un elemento mentale della vita. Se, prima di sedersi vicino al suo letto, gli amici del malato cercassero di avere pensieri di forza, di speranza e di allegria, se essi avessero chiara in mente l’idea che lo spirito del malato è forte e che il suo dolore non è che lo sforzo dello spirito che lotta per riprendere il possesso completo del suo strumento che è il corpo, essi aiuterebbero efficacemente lo spirito del malato mandando elementi reali di forza per far guarire il corpo. In questo

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modo essi userebbero il loro potere spirituale per aiutare un altro spirito nel cercare di riparare un corpo danneggiato. Se, invece, le persone vicine al letto del malato sono tristi, abbattute e scoraggiate, inviano allo spirito che lotta pensieri di abbattimento e rendono più pesante il suo lavoro. Se tutti gli amici, vicini e lontani, alla notizia che la malattia è incurabile si comportassero in questo modo, utilizzerebbero il loro potere spirituale in modo errato. Il dono di curare può e dovrebbe essere usato insieme agli altri. Se, in caso di un corpo sopraffatto da una grave malattia, invece che di aspettativa di morte, tutte le menti dirigessero su quella persona una corrente di pensieri di speranza, di vigore e densi di aspettativa di vita e del desiderio, quando lo spirito controlli di nuovo il corpo, di imparare la causa della malattia e di stare in guardia perché non avvenga di nuovo, allora ci sarebbero vite più lunghe, maggior vigore della mente e la vita del corpo sarebbe così lunga che il mondo attualmente neppure si sogna. Sarà la “preghiera della fede” che salverà il malato, vale a dire la fede nel potere di una certa qualità del pensiero che porta la forza e ripara il corpo ammalato e, attraverso l’elemento invisibile del pensiero reale, lo riporta alla guarigione. Questo è il pote-

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re di Dio o dello spirito infinito del bene che opera in noi e attraverso di noi per curare noi stessi e gli altri. Questo potere deve essere accumulato da noi tutti in questa o in qualche altra esistenza al fine di poter riparare i nostri corpi, di tenerli liberi dal dolore e sempre pieni di vita, di rendere sana la nostra mente come il nostro corpo, di liberarci dallo scoraggiamento, dalla tristezza, dalla depressione o da ogni altra forma di malattia mentale. Tutto ciò si trova nel detto “Dio asciugherà le lacrime dai nostri occhi”. Il mondo si sta rendendo conto di questo; la scienza medica fa sempre meno uso di droghe rispetto al passato, perché l’uomo è più saggio di quanto si renda conto e si sta lentamente avvicinando agli elementi invisibili o spirituali della Natura. Ci sono due tipi di dottori: uno nutre le malattie del paziente, l’altro il suo corpo; uno mantiene la malattia viva, l’altro rende vivo il corpo; uno tiene la malattia nel corpo, l’altro la manda fuori di esso. Entrambi i dottori operano con il potere spirituale sul paziente, ma in modi diversi e con diversi risultati. Questo è un potere spirituale o un dono per cui, quando abbiamo formato un piano o uno scopo nella nostra mente, questa lo trattiene e fa sì che noi non siamo influenzati, persuasi, tentati, derisi o ridi-

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colizzati dagli altri. Se siamo decisi a diventare qualcuno nell’arte o nel commercio, questa decisione ci sosterrà. L’uomo o la donna che vogliono raggiungere il successo, devono sempre vivere, muoversi, pensare e agire come se avessero già raggiunto il successo, o non lo raggiungeranno mai. I veri re e le vere regine nell’impero della mente hanno una così alta opinione di sé e valutano se stessi così bene che le altre persone, avvertendo questi pensieri di autoapprezzamento, porteranno loro il rispetto che gli è dovuto. Ciò avverrà attraverso la forza silenziosa della mente, più che attraverso l’uso del corpo, che deve essere usato solo quando la forza spirituale ha individuato la cosa giusta, il tempo giusto e il luogo giusto in cui usarlo, come il falegname usa la sega quando ha misurato e deciso che cosa tagliare con essa. Se egli segasse le tavole in modo indiscriminato, sprecherebbe tutto il legno e non costruirebbe niente. È proprio quello che tante persone fanno con il loro corpo: impiegano tutta la forza che hanno agitandosi per piccole cose e quando la laboriosità di un’intera mattina ha portato a eliminare tutta la polvere dagli angoli della casa e hanno strofinato i tegami, si sono afflitte per un’ora perché la lettera che stavano aspettando non è arrivata; passata un’ora a

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cercare in una scrivania piena di carte un’altra lettera, che cosa hanno raggiunto oltre che sprecare la propria forza o potere spirituale per niente? Noi dobbiamo essere quello che maggiormente stiamo vivendo nel pensiero, dal momento che è quest’ultimo che attira a noi e rende concreta la materia corrispondente. Se nella mente umiliamo noi stessi di fronte al talento di un’altra persona, intimoriti dalla sua pretenziosità, mettiamo le più grandi barriere. Guardiamo sempre alle cose migliori che il mondo ci può dare come se queste fossero già nostre, perché possiamo ottenerle con i nostri guadagni avendo sufficiente fede nella legge spirituale o nella condizione mentale che è la sola forza veramente valida per ottenerle. Non è sbagliato possedere e godere delle cose migliori di questa terra, è necessario e benefico, e tutti i gusti più raffinati dovrebbero avere quello che chiedono, ma ci sono metodi giusti e metodi ingiusti per ottenerli. In altre parole, ci sono metodi saggi e metodi imprudenti per ottenere ciò di cui noi abbiamo bisogno. Ingiustizia è solo un altro termine per indicare l’ignoranza o la mancanza di saggezza. Non cadiamo giù da un precipizio durante la luce del giorno, è più facile che ci accada di notte con il buio. Allo stesso modo, non commetteremo nessun atto se ci rendiamo



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chiaramente conto che questo ci arrecherebbe dei problemi oppure che sarebbe controproducente. Non è di nessun beneficio, ma solo un danno, vivere in una baracca, indossare abiti logori, mangiare cibo scadente o essere costretto a vivere tra gente volgare e ignorante. Cristo non predicò mai che vivere in povertà fosse un dovere, ma disse di vendere tutti i beni e donarli ai poveri, e nel fare questo egli presupponeva la fede nella coltivazione di quello stato mentale o ordine di pensieri che ci porteranno tutte le cose di cui noi abbiamo bisogno. In sostanza egli disse: “Cercate innanzitutto di mettere la vostra mente, finché potete, in corrispondenza e in rapporto con Dio o con la forza infinita del bene; quando fate questo, giungerà a voi la vostra parte, sempre crescente del potere spirituale, che vi porterà casa e terre”. Non vedo nessun motivo per cui non dovrebbero essere incluse le case, le automobili, i vestiti e tutto ciò che fa piacere ai sensi. Lo splendore materiale non degrada la persona. Se così fosse, ci danneggerebbe guardare uno stupendo tramonto. Se voi siete tutt’uno con Dio o con l’infinito, siete in linea

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con il più elevato potere spirituale. Non potete essere quindi poveri in nessun senso, non più di quanto Dio è povero. Questo potere infinito, quando diligentemente perseguito, dona “buoni doni” a coloro che lo cercano, e i “buoni doni” non sono pane ammuffito, né abiti logori, né case sgangherate. La profezia è anche un dono spirituale e molte persone lo possiedono senza metterlo in attività. Il vostro spirito, il vostro io superiore ha il potere di darvi l’intuizione sui metodi più adatti per dirigere i vostri affari. Talvolta ci avverte al primo incontro con una persona, se questa ha un carattere da cui noi dobbiamo guardaci. Ognuno potrebbe essere profeta per se stesso, se il fare profezie non fosse qualcosa da disprezzare e se l’insegnante interiore, così spesso soffocato che non ne sentiamo quasi più la voce, potesse guidarci nella giusta via tanto da attribuirgli tutti gli onori, invece che ad altri che ci direzionerebbero male. La nostra mente o spirito vive in anticipo sulla vita materiale. Con la sua sensibilità più sottile può con particolare rapidità agire, vivere e vedere in un piano superiore quello che faremo successivamente, nel corso futuro della nostra vita, perché il mondo invisibile è tanto reale quanto il mondo fisico, che è

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una copia esatta del mondo del pensiero dove si trovano gli ideali di ogni individuo. Ogni avvenimento fisico e visibile, prodotto dal vostro modo di vedere, è preceduto da un avvenimento simile nel mondo spirituale ed è l’occhio spirituale della profezia che vede quest’avvenimento nel suo piano. È possibile vedere tanto bene per un altro quanto per se stessi. Questa è la ragione per cui talvolta, nel fare una cosa, abbiamo all’improvviso un flash di pensieri, come se altrove, in un altro tempo, avessimo fatto la stessa cosa in circostanze identiche. Stiamo compiendo nel mondo fisico quello che abbiamo già fatto in quello spirituale. Se riteniamo che le profezie del nostro spirito siano immaginazioni o se pensiamo che siano dettate dall’opinione altrui, ciò non impedirà che si realizzino in futuro e, se non in questa, in qualche altra esistenza fisica, ma possiamo rallentarle. Potete ritardare la vostra futura inevitabile felicità per molte cause, ma non potrete distruggerla. Il “noi” di oggi può usare un altro corpo tra centinaia di anni, ed esso avrà sicuramente più potere di quello di oggi. Verrà il tempo in cui ogni spirito raggiungerà un certo potere che gli permetterà di guardare velocemente o richiamare le sue esistenze passate, da quelle più basse fino all’attuale, e veder-

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le tutte come una vita soltanto, con i diversi corpi che sono stati usati in queste vite come fosse una serie di abiti che indossiamo in questa vita terrena. Tutte le cose e tutti gli eventi non hanno la loro origine in questo mondo, ma in quello spirituale. Le cose materiali non sono che ombre di quelle spirituali. È questo mondo spirituale che dà la vita a tutto, che sostiene tutto, come il sole che ci manda il calore necessario alla vita, alle piante, agli animali e agli uomini. Come il sole si è progressivamente raffinato attraverso i secoli per modellare alle creature delle forme sempre più belle, così la forza spirituale che agisce sul nostro pianeta diventa sempre più sottile e sempre più potente.

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soggetta alla sua volontà, facendole vedere quello che desidera che essa veda, facendole gustare i sapori che le indica, facendole sentire di essere ciò che questa vuole che sia, è il filo conduttore e la pietra angolare per comprendere il mistero della reincarnazione. Per mezzo di questa uno spirito è introdotto in un altro organismo terreno, in completo oblio riguardo alle sue passate esistenze o identità, proprio come il soggetto sotto il controllo dell’ipnotizzatore è dimentico del suo sé individuale e della sua esistenza. Un essere mortale può ipnotizzare un’entità spirituale e ciò può avvenire inconsciamente. Se una donna, prima e dopo il concepimento, si sofferma spesso con i pensieri su un qualche tratto di carattere ideale o materiale, può attirare a sé un’entità spirituale che possiede tale qualità. Non vi sono ideali in senso terreno, perché

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un ideale rappresenta sempre qualche tipo vivente nel mondo dello spirito. Il carattere più elevato che siamo capaci di concepire ha sempre un qualche rappresentante nel mondo invisibile, ma anche la vostra attuale più elevata concezione può essere relativamente imperfetta. Quindi il nostro eroe, il nostro ideale, l’essere reale attirato a noi dai piani superfisici può essere imperfetto, ma la nostra stessa incompletezza ci rende ciechi ai suoi difetti. Un tale spirito, attirato da una donna prima del parto, può essere quello di qualche persona che era stata importante durante la vita terrena, di un poeta, di un filosofo, di un guerriero, di un uomo di stato o di un grande artista. Questo spirito può essere molto infelice e cercare riposo, ma non trovarlo, e può, a causa della sua imperfezione, essere incapace di avvicinarsi a quelle persone che gli furono care nella vita precedente. Sulla terra degli spiriti possono giungere apparentemente in stretta associazione. Così, molto può essere inflitto da uno e sopportato dall’altro. Un lato della natura del marito può essere duro, insensibile, irriflessivo e tirannico, mentre la moglie può, al contrario, essere gentile, premurosa, paziente. Nella vita dello spirito marito e moglie non possono unirsi di nuovo finché i difetti da una parte o dall’altra non siano stati sanati.

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Gli spiriti non possono essere in una stretta e permanente unione se la loro affinità non è reale, e questa non può essere presunta. La donna che pensa spesso a qualche entità spirituale, attira a sé tale entità e le dà il solo riposo che può trovare. Come chiunque, preferisce stare dove si è più apprezzati e ammirati o dove ci si può sentire come a casa propria: così precisamente avviene con le entità spirituali. Quando con la mente ci intratteniamo sulle caratteristiche di qualche spirito con ammirazione e rispetto, quando leggiamo la loro vita soffermandoci sulle loro gesta o le loro affermazioni e siamo eccitati da queste, spesso siamo alla reale presenza di questa entità spirituale. Siccome noi le mandiamo il nostro pensiero o il nostro spirito, essa ci manda di ritorno il suo; la concentrazione di questo spirito sul nostro e l’avvicinarsi a noi rendendosi presente saranno proporzionati alla nostra ammirazione. Lo spirito attirato da una donna nel periodo di cui abbiamo parlato, incapace di trovare altro riposo, sia pure inconsciamente può essere ipnotizzato da una tale concentrazione di interesse e può attaccarsi a lei in modo permanente ed essere incapace di allontanarsene. Esso arriva, alla fine, a vedere attraverso gli occhi di lei e a udire attraverso le sue orecchie. Le opinioni di lui

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vengono sempre più sviate e venate dalle opinioni di lei fino al punto in cui egli cessa di averne delle proprie. Questa condizione mentale, provocata in uno spirito, può essere osservata intorno a noi in grado maggiore o minore. Migliaia di esseri umani perdono la loro individualità a causa dell’influenza Qu degli altri. Inconsciaesaltrui, mente, essi pensano con la mente to e hanno le opinioni altrui, vedono con gli occhi altrui. IlBcontrollo maook gnetico non è altro che il controllo del pensiero. a p Stare a stretto contatto con una persona, facendopdiar pendere la propria felicità interamente dall’associazio- tien e ne con questa non avendo altre conoscenze, significa correre il rischio del magnetismo, ossia il dominio del pensiero da parte di questa persona; in altre parole, di pensare i suoi pensieri e di avere le sue opinioni invece che le nostre. Un tale controllo può essere esercitato dall’altro in modo consapevole o inconsapevole. Possiamo prevenire questo pericolo avendo una varietà di relazioni e con periodi di solitudine durante i quali possiamo “ritrovare noi stessi”. Così assorbita nella donna, la mente dello spirito è sospinta verso ciò che maggiormente occupa l’attenzione della madre, e questo sarà il bambino che la donna darà alla luce, o in altre parole, il nuovo organismo che si sta formando dentro di lei. Esso diviene unito a

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lei da un legame spirituale; infatti, la donna ha inconsciamente guadagnato un completo dominio magnetico su quell’entità spirituale mettendola in uno stato di sonno magnetico nel quale egli ha già dimenticato se stesso e la sua passata esistenza, diventando in un certo senso parte della donna, agendo e pensando secondo il suo volere. Essa è quindi unita da un legame spirituale al feto che si sta formando, perché l’aspirazione della madre può essere per un figlio simile al suo ideale e il costante flusso del suo pensiero verso tale desiderio forma appunto questo legame spirituale. Un flusso di pensiero è un flusso di sostanza altrettanto reale quanto qualunque altra cosa che vediamo e sentiamo. Un flusso di pensiero tra noi e un’altra persona è un legame invisibile che ci unisce a lei, qualunque sia la distanza che ci separa. Il corpo del bambino nasce, quindi, con uno spirito realmente magnetizzato avvinto a lui – lo spirito non è dentro il corpo del bambino perché nessuno spirito è veramente racchiuso in un corpo umano –, il suo nucleo è lì, ma uno spirito è un organismo che si estende molto al di fuori del corpo: esso è ovunque egli mandi il suo pensiero. Mandate, in un momento di raccoglimento, tutto il vostro pensiero in qualche luogo e la maggior parte del vostro vero essere sarà in quel posto.

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Il nostro corpo è un organismo distinto dallo spirito, B o è semplicemente lo strumento usato dallo spirito nello ok apdell’esistenza. stato terreno Lo spirito, per adattarsi alle par t i esigenze della vita terrena, ene ha bisogno di un mezzo tera:una reno allo stesso modo in cui osvpersona, scendendo in una miniera di carbone, avrà bisogno ald d’indossare un o s sottile e devestito pesante adatto, anziché uno di stoffa erra licata. In questo senso, il corpo è una protezione odello spirito nella sua vita terrena. Lo spirito che perde il suo corpo fisico prima di aver raggiunto un certo livello di conoscenza, soffre molto per tale perdita perché il corpo spirituale, costretto a rimanere in prossimità della terra a causa della sua immaturità (come molti sono costretti a fare), può sentire e soffrire intensamente a causa dei pensieri dei mortali che lo circondano. È “sensitivo” a un grado che può difficilmente essere raggiunto sulla terra. Le persone molto impressionabili, che avvertono la piacevole o la spiacevole presenza di altri esseri a seconda della natura di questi, possono comprendere come degli spiriti deboli, attratti da certe persone alla cui attrazione non possono resistere, possono essere destinati a soffrire. Il corpo, con tutti i suoi mali derivanti dall’ignoranza delle leggi spirituali, è ancora una protezione per il nostro spirito immaturo contro il potere dei cattivi pensieri. È semplicemente un nuovo corpo

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che la madre fornisce a uso di uno spirito, eppure questo corpo ha una certa vita propria che è analoga a quella delle piante. Come un albero, esso ha la sua gioventù, la sua maturità e la sua vecchiaia. Se lo spirito possedesse sufficiente conoscenza, potrebbe arrestare la decadenza e conservare il suo strumento tanto a lungo quanto gli piace, e non solo in una condizione di maturità, ma di crescente vigore. Lo spirito potrebbe fare questo mandando se stesso (ossia il suo pensiero) nelle regioni della vita spirituale più elevata, ed è per mezzo di questa linea o raggio di pensieri che funzionerebbe come anello di congiunzione e attirerebbe a sé elementi vitalizzanti. Un nome per questo procedimento è “aspirazione”. In altre parole è il desiderio, la preghiera o la richiesta per ottenere le cose più elevate e migliori. Questa azione mentale è basata su una legge altrettanto scientifica quanto quella dell’attrazione magnetica o della gravitazione e consiste nell’invio reale di una parte del nostro vero essere (lo spirito) in un luogo dove esso può prendere fresche provviste di vita. Il pensiero che noi mandiamo verso l’alto è una cosa reale e invisibile, come un filo del telegrafo che è un vero conduttore di vita, ed è inoltre il filo per mezzo del quale noi possiamo ricevere messaggi e conoscenza di metodi per l’incremento della vita e del potere.

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Lo spirito così congiunto a un nuovo corpo non è un “nuovo essere”, è lo stesso spirito che ha un nuovo strumento di lavoro, ma è ancora uno spirito, in un certo senso ancora addormentato. Il potere mentale della madre non abbandona il nuovo corpicino dopo che è venuto al mondo, dunque questo è influenzato dal pensiero materno, dai suoi errori di pensiero e anche da quelli prodotti dall’ignoranza di pensiero di chi sta vicino alla madre, cioè di coloro che sono a essa associati, perché il magnetismo o la forza-pensiero di parecchie persone focalizzato su un’altra è proporzionalmente maggiore di quello di una mente sola. Mentre il corpo è ancora giovane lo spirito può farne scarso uso, perché vi è in lui solo un frammento del vecchio spirito. Quando il piccolo grida per la fame o per qualche altra cosa che lo disturba è come se voi pungeste o pizzicaste il corpo di una persona adulta che dorme. In esso c’è ancora abbastanza animazione o spirito lasciato nel corpo del dormiente per protestare con un grido o con un movimento simile a quelli che fa il bambino quando piange. In realtà, durante un sonno sano e profondo, il nostro spirito o il nostro vero sé non è con il nostro corpo, ma è al di fuori di questo e vaga lontano, vede altri spiriti in altri luoghi e rimane connesso al corpo per mezzo di un anello di congiunzione.

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Lo spirito, unito al nuovo corpo durante il periodo chiamato infanzia, è ancora magnetizzato: esso non è il suo sé reale e non può avvantaggiarsi dell’esperienza acquisita in passato perché questa è eclissata dalla volontà degli operatori. Uno spirito fortemente segnato, che è passato attraverso molte reincarnazioni, con il crescere comincerà a manifestare qualche tratto del suo vero sé e a protestare contro molte opinioni di coloro che gli sono accanto. Avrà molti pensieri che imparerà presto a non comunicare agli altri per non essere chiamato “visionario”. Questi pensieri, infatti, sono visionari, ma sono visioni reali perché sono i suggerimenti dell’anima, il protendersi del vero sé, dello spirito, verso ciò che è vero, a dispetto degli impedimenti frapposti dall’influenza del pensiero che gli fluttua intorno. Il corpo nuovo dato allo spirito può essere imperfetto. Come i semi di piante deboli producono altre piante di qualità inferiore, così sono i corpi che nascono imperfetti. L’influenza del pensiero di quelli accanto a esso può aggravare una tale imperfezione; se i genitori pensano sempre con angoscia al male del loro figlio, alimentano in lui la malattia. Una madre che non pensa ad altro che ai suoi malanni, lascerà questi in eredità al figlio. Lo spirito è spesso magnetizzato dalla convinzione di avere lo stomaco malato, i pol-

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moni deboli ecc. Il genitore che pensa sempre al piacere dell’alcool, trasmette in questo modo al bambino la tendenza all’alcool, anche se egli non ne beve una goccia. Questa è la vera causa di ciò che chiamiamo “malattie ereditarie”, le quali non sono eredità del corpo, ma scaturiscono dal pensiero dominante di chi è intorno a noi mentre siamo giovani. Se i genitori imparassero, anche se afflitti da qualche male, a combattere la tendenza a pensare sempre alla malattia e rivolgessero la loro mente alla salute e alla forza, guarirebbero gradualmente se stessi e lascerebbero ai loro figli un’eredità di salute nonostante le imperfezioni fisiche dalla nascita, che sono il risultato dei pensieri della madre o delle persone che le stanno accanto. Così lo spirito, provvisto di un corpo nuovo, può ritornare nel mondo a fare le sue esperienze, appesantito fin dall’inizio da un nuovo carico di errori, e rimanere addormentato e insensibile ai poteri avuti nella recente vita passata. Condannato alla schiavitù dell’influenza dei pensieri intorno a lui, abituato a tale influenza fino a rimanere incatenato a questo solco di pensieri, ammaestrato a identificarsi con il suo corpo, educato a denigrare ogni potere spirituale e a considerare lo spirito, ossia se stesso, come un nonsenso, maledetto da appe-

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titi forse gettati su di lui dalle menti altrui nel modo suddetto, anche lo spirito e il genio di Napoleone, di Byron o di Shakespeare sarebbero potuti essere trascinati da un misero corpo, ammalato e dissipato: un vagabondo che vive un triste sogno. Questo sogno può continuare attraverso successive reincarnazioni a meno che non si cada sotto l’influenza di qualche spirito che conosce la verità. Il risveglio alla conoscenza e alla realizzazione di questa verità può essere molto difficile, perché il processo della cattiva educazione subita è vasto e complicato. Molte sono le false idee nutrite, grande è la tendenza ad allontanarsi dalla verità in tutto ciò che pensate, forte è il potere del pensiero delle persone intorno a voi che vi collocarono in una falsa corrente di pensiero. Così ignari delle leggi reali delle forze della natura, così increduli delle verità che qui si tenta di esporre, che deve sembrare assolutamente favoloso credere che quello che considerate il vostro sé reale non è affatto il vostro vero sé, allo stesso modo in cui un vostro braccio amputato non è l’intero vostro corpo.

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utte le forme di vita sono il risultato di una serie continua di reincarnazioni in quello che noi chiamiamo materia, cioè in quella forma più grossolana dello spirito organizzata in modo da divenire visibile all’occhio fisico. Gli animali che vediamo oggi sono reincarnazioni di quelli del passato. Negare che lo spirito ha una forma di intelligenza significa negarlo a tutte le forme, uomo incluso. Ogni animale riappare in una serie di nascite e ognuna di queste dà allo spirito una nuova forma, la quale porta sempre con sé un leggero miglioramento rispetto alla precedente. Il progresso, il miglioramento e il cambiamento continuo da una forma grossolana a un organismo più fine non riguardano soltanto l’uomo. Nell’epoca preistorica vivevano bestie gigantesche, uccelli, rettili e pesci dalle forme goffe, le cui ossa oggi provano la loro esistenza. Questi furono i pesanti progenitori delle razze attuali degli animali. Lo spirito di un mammut che visse in tempi preistori-

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ci può oggi vivere nell’elefante o nel cavallo selvaggio; si tratta di uno spirito più raffinato, che usa un corpo più piccolo e di qualità più elevata e più agile: è il risultato di una tendenza inconscia che si riscontra in tutte le forme di vita, che diventano migliori e più raffinate. Quando lo spirito di un goffo e pigro rettile o di un mammut usava il suo corpo, aveva sempre il desiderio di un organismo o di uno strumento che gli permettesse di muoversi con maggiore libertà. Sicuramente sentiva il peso delle sue tonnellate di carne e di ossa come un impedimento. Quando quello spirito aveva consumato un corpo e ne aveva trovato un altro, il desiderio rimaneva ancora, e ha quindi continuamente modellato il nuovo corpo secondo la volontà dominante dello spirito. Naturalmente questa trasformazione è molto lenta, se teniamo conto del nostro modo di calcolare il tempo, ma il tempo non ha valore nello sviluppo di un pianeta e di quello che nasce su questo. La reincarnazione rende gli animali addestrati dall’uomo più intelligenti e più adatti all’uso che egli ne vuole fare. Lo spirito del cane allenato all’acqua, in una nuova nascita, tratterrà il risultato dell’abilità e dell’allenamento ricevuto dal suo padrone nell’esistenza precedente. Se il desiderio del cane era quello

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di eccellere della corsa, il suo corpo nuovo sarà forgiato in modo da essere più agile. Il processo di reincarnazione negli animali è simile a quello nell’uomo. Lo spirito che ha abbandonato un corpo è attirato da un essere nel quale un nuovo organismo si sta formando e, quando il feto comincia a differenziarsi dal corpo materno, s’impossessa dello spirito. Questo possesso diventa sempre più completo, mano a mano che il corpo cresce, e va verso la maturità, mentre diminuisce dopo averla raggiunta. Il gioco e l’allegria dell’infanzia e della giovinezza scaturiscono dalla gioia e dall’euforia dello spirito che ha trovato un corpo nuovo, così come voi vi sentite meglio in un vestito nuovo che in uno vecchio. Il vestito vecchio è pieno dei vostri pensieri, perché essi sono una sostanza che si attacca e penetra in tutto ciò che sta vicino a chi pensa. L’animale passa da una rinascita all’altra attraverso periodi che, paragonati a quelli che abbracciano la storia nota all’uomo, sono una semplice goccia d’acqua nell’oceano. Alla fine esso raggiunge un punto in cui la rinascita della sua stessa specie cessa. Lo spirito è attratto da un organismo più fine e più complesso nel quale è incorporato e di cui diventa parte, e questo nuovo organismo dello spirito è l’uomo.

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Nell’età preistorica gli istinti dell’uomo erano di poco al di sopra di quelli degli animali selvaggi. In realtà, egli era un animale con più abilità nell’arte di uccidere. Il suo intelletto si era sviluppato fino al punto di rendersi conto che un bastone e una pietra acuminata potevano essere adoperati per uccidere gli animali. In quello stadio, una madre poteva attirare lo spirito di qualche animale selvaggio più intelligente e progredito. Questo spirito perdeva la sua identità di quadrupede e rinasceva nel corpo di un uomo o di una donna. Poteva non essere il solo spirito a reincarnarsi in un nuovo essere, lo spirito principale poteva essere quello di qualche uomo o di qualche donna il cui corpo era morto. Le supposte favole delle antiche mitologie riguardanti esseri metà uomini e metà bestie, come i centauri o le sirene, hanno le loro origini in questa verità. La nostra razza si è sviluppata da quella animale e da forme più grossolane di vita. Nelle epoche primitive tutte le forme di vita erano più grossolane rispetto al presente; come queste si sono sviluppate, l’uomo ha attirato e assorbito lo spirito di quelle più raffinate. Lo spirito di un animale può veramente rinascere nel corpo di un uomo o di una donna e le sue caratteristiche preminenti si mostreranno in quell’uomo o in

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quella donna. Ricordate che, per quanto riguarda la forma e la dimensione, lo spirito di un cavallo non ha bisogno di essere come un cavallo materializzato in carne e sangue. Lo spirito prende possesso di una massa di materia e la plasma in armonia con il suo più forte desiderio e con la sua intelligenza. Un’anaconda ha una tenue scintilla d’intelligenza che si risveglia soltanto quando ha il desiderio di inghiottire e di digerire. Queste basse forme di vita come i rettili o i pesci non sono ancora risvegliati nemmeno dall’affetto per i loro nati. Il rettile come spirito o intelletto è solo un vegetale semovente, perché lo spirito appartiene anche a quel regno. Gli alberi hanno una vita loro: sono gregari e vivono in comunità e lo spirito dell’albero vecchio rianima quello nuovo. Anche nel regno vegetale si trova il desiderio inconscio di affinamento e di raggiungere sempre migliori forme di vita, ed è per questo che l’intero regno vegetale è oggi più fine di quello delle età primitive, quando alberi e piante, benché di dimensioni gigantesche, erano più rozzi nelle fibre, in corrispondenza con la vita animale che li circondava. La vera evoluzione è quella dello spirito che, attraverso epoche successive, si reincarna e a ogni reincarnazione aggiunge a se stesso una nuova qualità.

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La “sopravvivenza del più adatto” implica che le migliori qualità così faticosamente acquisite debbano sopravvivere, mentre quelle più basse, più grossolane e più selvagge siano destinate a diminuire gradualmente e a sparire. Le migliori qualità di tutte le forme di vita sono raccolte nell’uomo. Egli ha acquistato o assorbito il coraggio dal leone, l’astuzia dalla volpe, la rapacità dall’avvoltoio e dall’aquila. Il volto esprime segni del carattere dello spirito. L’uomo inconsciamente lo riconosce quando, nel descrivere un individuo, usa i termini “volpino”, “lupino” ecc. Nessun animale, preso nel suo stato selvaggio o naturale e allenato dall’uomo in successive rinascite per suo uso, è realmente progredito come animale, perché è migliorato solo per l’uso o per il piacere dell’uomo. Un animale sovraccarico di grasso, come si può vedere in qualche fiera, è deprivato della sua forza e della sua agilità. Lo sviluppo eccessivo del grasso è dannoso all’animale. L’addomesticamento dei polli e di altri animali è artificiale e li rende totalmente dipendenti dall’uomo per il loro sostentamento; sono quindi incapaci di provvedere a se stessi, come invece sono in grado di fare quando si trovavano nelle loro condizioni naturali. L’oca e l’anatra, dall’andatura titubante, attraverso le generazioni in cattività hanno quasi perdu-

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to la capacità di volare. Gli uccelli e gli altri animali hanno il diritto di avere i poteri che la natura aveva loro concesso, ma noi li priviamo di questi poteri per amore della loro carne, delle loro uova o per qualche altro uso che possiamo fare di loro. Lo spirito degli animali addomesticati è assorbito da quello dell’uomo, ma con questo noi assorbiamo lo spirito di schiavitù, di sottomissione, di impotenza. Assorbiamo un prodotto spirituale innaturale, forzato e artificiale, tingiamo il nostro spirito di queste qualità e il male che facciamo agli animali ritorna a noi. La natura rifiuta di perpetuare condizioni artificiali o forzate in ogni genere di vita. Più elevato e più fine è l’allevamento, maggiori cure sono necessarie per il sostentamento di mammiferi, di uccelli e di vegetali. Gli animali superiori allevati dall’uomo richiedono stalle calde e cibo più accurato rispetto a quello dei cosiddetti animali inferiori. Il cavallo selvatico delle praterie della California si sostiene da sé e compie un duro lavoro, mentre un nostro cavallo si esaurirebbe. Arriva, alla fine, un punto dove l’allevamento artificiale non può andare, il tipo artificiale diventa sempre più delicato e richiede sempre più cure. Se le cure dell’allevamento sono abbandonate e l’animale può sopravvivere, esso ritorna in poche gene-

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razioni al tipo originale selvatico, come si può vedere nel coniglio che, se lasciato in libertà, riprenderà in tre o quattro generazioni il colore grigio della sua specie selvatica e diventerà più forte di quelli bianchi. L’uomo non può migliorare la natura perché questa conosce meglio di noi quello che è bene per le sue creature. Lasciamo libero lo spirito ai suoi impulsi, alla sua direzione, ed esso farà cose buone. Quando noi ci intromettiamo nella sua opera, la pasticciamo. Tutti i frumenti, frutti e vegetali coltivati dall’uomo sono tipi naturali catturati e schiavizzati da lui, sono tutti allevati in condizioni forzate. Essi, per il loro sviluppo, dipendono dalle cure dell’uomo; se le togliamo, essi non possono sostenersi come fanno invece le piante selvatiche o i progenitori dell’attuale grano, delle nostre patate, delle mele, delle ciliege e degli altri vegetali allo stato naturale. Nel consumare questi prodotti, l’uomo assorbe anche il loro spirito di dipendenza, di schiavitù e di una condizione innaturale, e tutto questo tende a rallentare lo sviluppo dei nostri poteri spirituali. Tutti i vegetali coltivati crescono, come gli animali allevati artificialmente, molto più soggetti alle malattie rispetto a quelli della stessa specie che crescono allo stato naturale. Se sono trascurate dall’uomo, scompaiono oppure ritornano al tipo originale.

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Voi potete chiedere: come avrebbe potuto vivere l’uomo senza coltivare il frumento, la frutta, i vegetali e allevare animali? La risposta è che l’uomo non è un corpo, ma uno spirito che usa il corpo. Se questo spirito avesse potuto svilupparsi liberamente, esso avrebbe trovato altri e migliori mezzi per nutrire e rafforzare il corpo di quelli ora usati. Sarebbe stato raggiunto un più alto potere spirituale, atto a materializzare gli elementi dal cibo e da ogni fragranza di cibo desiderato, come fece Gesù quando nutrì le moltitudini. Quando, molti secoli fa, l’uomo nella sua cecità ebbe timore di affidarsi allo spirito e ripose completamente la sua fiducia nella materia, nella carne e nel grano coltivato artificialmente per nutrirsi, egli si tagliò fuori dalla sua più alta e migliore vita, dalla felicità e dalla vita dello spirito. L’albero della conoscenza nel giardino dell’Eden e l’effetto dannoso del suo frutto su Adamo ed Eva non è una favola. Il Paradiso Terrestre era la nostra terra nelle sue condizioni naturali e Adamo ed Eva erano i progenitori della nostra razza bianca, portati su questa terra da un potere superiore. Essi possedevano un’intelligenza superiore a quella delle razze nere che esistevano allora. Il potere che li portò qui voleva che queste due persone si sostenessero usando le loro fa-

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coltà spirituali, nutrendosi di frutti selvatici per assorbire solo lo spirito naturale e più potente di tali piante, e tale potere non desiderava che fosse schiavizzata nessuna forma di spirito incorporato in qualsiasi organismo materiale, né che si corrompesse questo spirito con processi forzati e artificiali. L’albero della conoscenza comportava che vi fossero vie e mezzi per ottenere questi sviluppi artificiali che non era un bene per loro conoscere. La Suprema Saggezza voleva che essi apprendessero a usare i loro poteri spirituali, così come essa voleva e ancora vuole che anche noi lo facciamo. Questi poteri avrebbero apportato loro molto più bene di quelli materiali, così come possono apportarne anche a noi. Le facoltà dello spirito, se coltivate e sviluppate, possono darci la capacità di abbandonare temporaneamente il corpo, attraversare vasti spazi, visitare altri continenti e renderci indipendenti dagli attuali mezzi di locomozione. Non ci sarebbe bisogno di trasportare merci o prodotti da un paese all’altro, se in pochi secondi potessimo portare il nostro corpo spirituale in quei paesi. Per mezzo di questo potere, noi potremmo ricavare qualunque cibo desiderato dagli elementi che ci circondano, rendendo inutile la coltivazione del suolo e ogni coltura forzata o artificiale di animali e di vegetali.

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Adamo ed Eva commisero l’errore di non confidare in questo potere. La conoscenza a loro proibita era di sapere che il sostentamento della vita dei loro corpi si poteva ottenere con questi stati artificiali di piante e di animali, per mezzo della cattura di organismi naturali e del loro innaturale sviluppo in cattività, uccidendo o faQu cendo di un animale e di una pianta ciò che la natura est nono intendeva che fosse fatto, rinnovando la vita del eB ookcon la vita innaturale di un altro corpo. corpo umano apilpfrutto dell’albero della conoscen“Se mangerete arti disse loro il Potere Suza, voi certamente morirete”, ene premo. Essi mangiarono e assorbirono a:o il pensiero di sva sorgente, questa conoscenza proveniente da qualche ldointorno a probabilmente dalle razze inferiori che erano ser loro, e catturarono animali selvaggi, con l’allevamento rao artificiale ne fecero creature come la natura non intendeva che dovessero essere, e lo stesso fecero con le piante. Seguì l’uccisione di questi animali e il nutrirsi con i loro corpi e con il loro sangue. È ripetuto due volte nei primi capitoli della Genesi: “Non mangiate carne che abbia ancora la vita sua, cioè il sangue”.

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Nel Paradiso Terrestre gli animali non temevano l’uomo: non c’era bisogno di addomesticarli. Anche oggi gli animali selvatici possono essere ammansiti con la gentilezza e con la dolcezza persistente. Ma con la cattura, la caccia e l’uccisione, gli uccelli e gli altri animali hanno imparato a temere l’uomo, e così l’Eden è finito. La paura impiantata nell’animale si trasmette nuovamente all’uomo che ne mangia la carne. È così per ogni altra qualità innaturale e distorta che proviene da uno sviluppo artificiale; noi assorbiamo elementi di timore e di debolezza da tutto ciò che per il suo sviluppo dipende interamente dalle cure dell’uomo. Adamo ed Eva fallirono a causa della loro incapacità di comprendere e di confidare nelle leggi dello spirito, affidandosi soltanto al materiale; ma il materiale è temporaneo, mentre lo spirituale è permanente. Ciò che vediamo, che sia un albero, un animale o ogni forma di materia, è tenuto insieme dallo spirito. Questa è la forza di coesione che tiene insieme la materia. Confidare nelle cose materiali e nelle sue leggi significa credere nel motore che trascina il treno, più che nel macchinista che lo guida. Il motore rappresenta il mondo materiale, il macchinista rappresenta lo spirito che lo muove e che lo controlla.

L'autore Prentice Mulford, dotato di una fortissima personalità e dalla mente straordinariamente aperta, è stato uno dei precursori del "nuovo pensiero": ha previsto l'aereo e la radio, e ha trattato della telepatia, praticandola lui stesso. Acuto osservatore della natura umana, Mulford ha avuto una vita intensa e avventurosa: fece parte dei pionieri americani della nuova frontiera, lavorò nelle miniere d'oro, fece il cuoco, l'insegnante, il predicatore e infine fece fortuna con i suoi articoli e i suoi libri affascinanti e originali. Mulford fu un'istituzione nei circoli letterari nel 1860 che includevano Mark Twain, Harte e i boemiani. A lui si deve il merito di essere stato insieme ad altri come Ralph Waldo Emerson, Henri Wood, Thomas Troward, Ella Wheeler Wilcox, il precursore del "nuovo pensiero" conosciuto anche come scienza della mente che sta influenzando oggi molte persone in tutto il mondo e ha avuto eco negli scritti di autori come Norman Vincent Peale, Deepak Chopra, Wayne W. Dyer, Louise L. Hay, Marianne Williamson e Gary Zukav.

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