Il Nome Della Rosa

February 20, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Il nome della rosa Eco, edito per la prima volta un romanzo scritto da Umberto Eco, nel 1980 1980.. Dopo aver scritto moltissimi saggi, Eco decise di scrivere il suo primo romanzo, dopo alcuni anni di meticolosa preparazione, preparazione, cimentandosi in un genere Il nome della rosa  è

deduttivo.. abbastanza difficile come il giallo, giallo, in particolare con il sottogenere deduttivo L'opera è ambientata nel Medioevo e viene presentata come il manoscritto di un anziano frate che ha trascritto un'avventura vissuta da novizio, novizio, molti decenni addietro, in compagnia del suo maestro presso un  un  monastero  monastero benedettino dell'Italia settentrionale. La narrazione, suddivisa in sette giornate, scandite dai ritmi della vita vita   monastica,, vede protagonisti Guglielmo da Baskerville monastica Baskerville,, frate francescano, e il novizio Adso da Melk, Melk, il narratore della storia. Dal romanzo è stato tratto nel 1986 un film omonimo per la regia di Jean-Jacques Annaud.. Annaud È la fine di novembre del 1327. 1327. Guglielmo e Adso si recano in un monastero benedettino di regola cluniacense sperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Molto Michele,, sul monte probabilmente Eco ha preso spunto dalla Sacra di San Michele Pirchiriano,, all'inizio della Val di Susa, Pirchiriano Susa, zona che conosceva bene, anche perché nell'infanzia e nell'adolescenza trascorreva periodi estivi nella zona, presso parenti. Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i francescani - sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell' dell'imperatore Ludovico Avignone. I due monaci e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone. (Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio benedettino) si stanno recando in questo luogo perché Guglielmo è stato incaricato dall'imperatore di partecipare al congresso quale sostenitore delle tesi pauperistiche. Allo stesso tempo l'abate, preoccupato che l'inspiegabile morte di un confratello durante una bufera di neve possa far saltare i lavori del convegno e far ricadere la colpa su di lui, confida nelle capacità inquisitorie di Guglielmo affinché faccia luce sul tragico omicidio, cui i monaci - tra l'altro - attribuiscono misteriose cause soprannaturali. Nel monastero circolano infatti numerose credenze circa la venuta dell'Anticristo dell'Anticristo.. Nonostante la quasi totale libertà di movimento concessa all'ex-inquisitore all'ex-inquisitore,, altre morti violente si susseguono e sembrano tutte ruotare attorno alla biblioteca, biblioteca, vanto del monastero (costruita come un intricato labirinto a cui hanno accesso solo il bibliotecario e il suo aiutante) e ad un misterioso manoscritto greco. La situazione è

 

eretici   complicata dall'arrivo dell'inquisitore dell'inquisitore Bernardo Gui e dalla scoperta di due eretici della setta dei dolciniani , profughi presso l'ordine dei benedettini (il cellario e il suo amico semianalfabeta): così, in un'atmosfera inquietante, alternando lunghe digressioni storico-filosofiche, storico-filosofiche, ragionamenti investigatori e avvincenti scene d'azione, Guglielmo e Adso si avvicinano alla verità penetrando nel labirinto della biblioteca scoprendo il luogo è custodito il manoscritto copia rimasta dele secondo libro della dove Poetica di Aristotele Aristotele), ), che trattafatale della (l'ultima commedia e riso.. Alla fine, l'assassino (il vecchio Jorge) divora le pagine avvelenate del del riso testo in modo che più nessuno possa leggerle. Nel tentativo di fermarlo, Guglielmo e Adso generano un incendio che nessuno riuscirà a fermare e che divorerà l’intera abbazia. Adso e il suo maestro partiranno infine da quelle macerie, in cui il giovane tornerà anni dopo, trovando la solitudine più totale, in quello stesso luogo che era stato teatro di omicidi e intrighi, veleni e scoperte. Il punto centrale del romanzo sta nel fatto che se è ppossibile ossibile ridere di tutto - come affermato nella Poetica di Aristotele - è possibile ridere di Dio, contrapponendo al dogmatismo la ragione umana e portando al relativismo e alla caduta della religione (un tema classico dalla rivoluzione francese in poi). Il relativismo insegna che il bene e il male sono difficilmente riconducibili a verità assolute, in quanto troppo spesso celati in contesti apparentemente opposti. In altre parole, il bene si può nascondere anche in una realtà del tutto intesa al male e viceversa. Jorge, infatti, è lucidissimo nel suo proposito di salvare l'umanità dalla pericolosa riscoperta del libro di Aristotele ("possiamo ridere di Dio? Il mondo precipiterebbe nel caos" ); ); egli ne intuisce il pericolo ed è lui a provocare la catena di omicidi per impedire la conoscenza del messaggio proibito. Ma proprio l'eccessivo amor di Dio e della sua verità lo porta a compiere un'opera diabolica. In tema di citazioni e ammiccamenti ammiccamenti più o meno nascosti (di cui il romanzo è disseminato dall'inizio alla fine) è abbastanza palese che tanto il nome di questo personaggio (Jorge da Burgos), quanto il trinomio cecità/biblioteca/labirinto a lui collegato, costituiscano un'allusione allo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Borges. Una curiosità legata al titolo del romanzo, è (parzialmente) svelata alla fine del libro, dove l'ormai vecchio narratore Adso da Melk conclude il suo racconto con un'espressione latina:"Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus " (la rosa primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi). Si tratta di un messaggio che - come prima detto - porta a riflettere affinché non si presuma di essere depositari della verità, in quanto questa sarà sempre contestabile se non addirittura risibile. Ma vi traspare anche il senso che l'esperienza, dopo che è stata

 

vissuta , può solo e deve venire raccontata .

« Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio que tenemus. »

Personaggi [modifica] modifica]

Eco, Il nome della rosa, Ultimo Folio , 1980) (Umberto Eco,

Protagonisti ▪ ▪

Adso da Melk (voce narrante), novizio benedettino al seguito di Guglielmo. Baskerville, francescano, già inquisitore, Guglielmo da Baskerville, inquisitore, in visita presso il monastero dove si svolge la vicenda. Monaci dell'Abbazia



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Abbone, abate del monastero; è l'unico, insieme al bibliotecario e al suo aiutante, a conoscere i segreti della biblioteca. biblioteca. Otranto,, miniatore ucciso nel primo delitto. Adelmo da Otranto Alinardo da Grottaferrata, Grottaferrata, il più anziano dei monaci e per il suo comportamento considerato da tutti un pazzo ma si rivela utile alla risoluzione della vicenda. Aymaro da Alessandria, Alessandria, trascrittore italiano. Bencio da Uppsala Uppsala,, giovane scandinavo trascrittore di testi di retorica e nuovo aiuto-bibliotecario. Arundel,, aiuto bibliotecario dell'abbazia. Berengario da Arundel Jorge da Burgos, Burgos, anziano cieco, profondo conoscitore dei segreti del monastero e in passato bibliotecario. È il responsabile della catena di omicidi. Malachia da Hildesheim, Hildesheim, bibliotecario. Nicola da Morimondo, Morimondo, vetraio. Remigio da Varagine Varagine,, cellario ex-dolciniano ex-dolciniano.. Salvatore, ex-eretico ex-eretico dolciniano, amico di Remigio; parla una lingua mista di latino e volgare. volgare. Severino da Sant'Emmerano, Sant'Emmerano, erborista. erborista. Casale,, francescano  francescano spirituale spirituale.. Ubertino da Casale Venanzio da Salvemec, Salvemec, traduttore dal greco e dall'arabo dall'arabo,, conoscitore dell'antica Grecia e devoto di Aristotele. Aristotele. Personaggi minori

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Magnus da Iona, Iona, trascrittore. Patrizio da Clonmacnois, Clonmacnois, trascrittore.

 

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Rabano da Toledo, Toledo, trascrittore. Waldo da Hereford, Hereford, trascrittore. Contadina del villaggio, il cui nome è taciuto; è l'unica donna con la quale Adso prova l'esperienza sessuale. Delegazione pontificia

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Bernardo Gui , inquisitore dell'ordine dell'ordine domenicano. domenicano. Poggetto, cardinale a capo della delegazione pontificia. Bertrando del Poggetto, pontificia. Delegazione imperiale (minoriti)

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Berengario Talloni. Michele da Cesena, dell'ordine dei frati minori e capo della delegazione Cesena, generale dell'ordine imperiale.

Interpretazione dei personaggi

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I personaggi, anche quelli minori, si offrono ad una doppia (alle volte tripla) lettura; alcuni sono di fantasia e altri realmente esistiti. Fra' Guglielmo, oltre ad un medievale Sherlock Holmes, Holmes, ricorda anche in maniera Occam,, maestro del metodo palese il filosofo francescano inglese Guglielmo di Occam deduttivo;; peraltro, nelle citazioni l'autore inventa una fittizia discendenza deduttivo discepolare di fra' Guglielmo da Ruggero Bacone, Bacone, anch'egli filosofo d'Oltremanica tardo-medievale. Infine, il paese di provenienza di Guglielmo si richiama a Il mastino dei Baskerville di Conan Doyle Doyle,, autore dello stesso Sherlock Holmes. Allo stesso modo Adso ricorda Watson, il non meno celebre aiutante di Holmes, ed entrambi sono narratori in prima persona dei fatti. Alcuni epiteti di Jorge da Burgos sono direttamente tratti dagli strali lanciati dal doctor mellifluus  Bernardo di Chiaravalle

contro l'origine diabolica del riso. Il personaggio, peraltro, appare una riuscita caricatura di Jorge Luis Borges Borges:: ciò non soltanto per la comune cecità e per p er l'evidente assonanza dei nomi, ma anche per la diretta discendenza borgesiana dell'immagine della biblioteca come specchio del mondo e persino della planimetria poligonale con cui la biblioteca dell'abbazia è disegnata (cfr. La biblioteca di Babele). Babele). L'ex dolciniano Salvatore - ed il suo grido "Penitenziagite!", con cui accoglie i nuovi venuti all'abbazia - ci riporta alle lotte intestine della chiesa medievale, alle volte anche sanguinose, tra i vescovi cattolici e il movimento degli spirituali, portato Novara. avanti dai seguaci di fra' Dolcino da Novara. Altri sono personaggi storicamente vissuti come il domenicano Bernardo Gui, Gui,

 

Ubertino da Casale e Michele da Cesena, Cesena, tutti primi attori della disputa francescana XXII   tra conventuali e spirituali del periodo del papato avignonese di papa Giovanni XXII e dell'impero di Ludovico il Bavaro. Bavaro. Il nome di Remigio da Varagine, ex dolciniano, può essere ricondotto al frate domenicano Jacopo da Varagine, Varagine, scrittore in latino, che deve la sua fama ad una santi,, tra le quali spicca la Legenda aurea , una versione della raccolta di vite di santi leggenda della Vera Croce, Croce, ripresa tra l'altro anche da Piero della Francesca per il

Fonti di ispirazione [modifica] È d'obbligo menzionare qui che il romanzo storico con ambientazione medievale L'ordalia. era stato riscoperto da poco in Italia da Italo Alighiero Chiusano, Chiusano, col suo L'ordalia. Le diverse similarità (ambientazione temporale, genere inteso come romanzo di formazione, e scelta dei personaggi principali, un novizio e il suo maestro, un saggio monaco più anziano), e la notorietà che L'ordalia aveva nel 1979, che un esperto di letteratura come Umberto Eco difficilmente ignorava, fanno ritenere L'ordalia con molte probabilità una delle principali p rincipali fonti di ispirazione de Il nome  della rosa  [4].

giorno (ore canoniche nel romanzo di Eco) è un prestito dal celeberrimo romanzo Ulisse di James Joyce Joyce.. Per ambientare il suo romanzo, Eco si è ispirato alla Sacra di San Michele, Michele, abbazia benedettina monumento simbolo del Piemonte. Piemonte.[5][6]

Titolo [modifica modifica]] Il titolo provvisorio del libro, durante la stesura, era L'abbazia del delitto , poi Eco aveva pensato anche al titolo Adso da Melk (ma poi considerò che nella letteratura italiana - a differenza di quella inglese - i libri aventi per titolo il nome del protagonista non hanno mai avuto fortuna), per approdare infine al titolo Il nome  della Rosa tratto dal motto nominalista che chiude il romanzo: stat rosa pristina  nomine, nomina nuda tenemus ("La rosa primigenia [ormai] esiste [soltanto] in quanto nome: noi possediamo nudi nomi" - nel senso che, come sostenuto dai nominalisti, non possiamo cogliere l'essenza delle cose - diversamente da quanto sostenuto da Aristotele e dalla dottrina cattolica di san Tommaso d'Aquino d'Aquino). ). Il titolo inoltre rimanda implicitamente ad alcuni dei temi centrali dell'opera: la frase stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus ricorda anche il fatto che di tutte le

cose alla fine non resta che un puro nome, un segno, un ricordo. Così è per la

 

biblioteca e i suoi libri distrutti dal fuoco, ad esempio, e per tutto un mondo, quello conosciuto dal giovane Adso, destinato a scomparire nel tempo. Ma in realtà tutta la vicenda narrata è un continuo ricercare segni, "libri che parlano di altri libri", come suggerisce lo stesso Eco nelle "Postille al Nome della Rosa" [7], le parole e i "nomi" attorno cui ruota tutto il complesso di indagini, lotte, rapporti di forza, conflitti politici e culturali [8].

Indice dei capitoli [modifica modifica]]

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Naturalmente un manoscritto Prologo Primo giorno prima. dove si arriva ai piedi dell'abbazia e Guglielmo dà prova di grande acume terza. dove Guglielmo ha una istruttiva conversazione con l'Abate sesta. dove Adso ammira il portale della chiesa e Guglielmo ritrova Ubertino da Casale verso nona. dove Guglielmo ha un dialogo dottissimo con Severino erborista dopo nona. dove si visita lo scriptorium e si conoscono molti studiosi, copisti e rubricatori nonché un vegliardo cieco che attende l'Anticristo vespri. dove si visita il resto dell'abbazia, Guglielmo trae alcune conclusioni sulla morte di Adelmo, si parla col fratello vetraio di vetri per leggere e di fantasmi per chi vuol leggere troppo compieta. dove Guglielmo e Adso godono della lieta ospitalità dell'Abate e della corrucciata conversazione di Jorge Secondo giorno mattutino. dove poche ore di mistica felicità sono interrotte da un sanguinosissim sanguinosissimoo evento prima. dove Bencio da Upsala confida alcune cose, altre ne confida Berengario da Arundel e Adso apprende cosa sia la vera penitenza terza. dove si assiste a una rissa r issa tra persone volgari, Aymaro da Alessandria fa alcune allusioni e Adso medita sulla santità e sullo sterco del demonio. Poi Guglielmo e Adso tornano nello scriptorium, Guglielmo vede qualcosa d'interessante, ha una terza conversazione sulla liceità del riso, ma in definitiva non può guardare dove vorrebbe sesta. dove Bencio fa una strano racconto da cui si apprendono cose poco edificanti sulla vita dell'abbazia

 

nona. dove l'Abate si mostra fiero delle ricchezze della sua abbazia e timoroso degli eretici, e alla fine Adso dubita di aver fatto male ad andare per il mondo dopo vespri. dove, malgrado il capitolo sia breve, il vegliardo Alinardo dice cose assai interessanti sul labirinto e sul modo di entrarvi compieta. dove si entra nell'Edificio, si scopre un visitatore misterioso, si trova un





messaggio conper segni negromante, scompare, appenaètrovato, un libro che poi saràsegreto ricercato moltidaaltri capitoli, néeultima vicissitudine il furto delle preziose lenti di Guglielmo notte. dove si penetra finalmente nel labirinto, si hanno strane visioni e, come accade nei labirinti, ci si perde Terzo giorno da laudi a prima. dove si trova un panno sporco di sangue nella cella di Berengario scomparso, ed è tutto terza. dove Adso nello scriptorium riflette sulla storia del suo ordine o rdine e sul destino dei libri sesta. dove Adso riceve le confidenze di Salvatore, che non si possono riassumere in poche parole, ma che gli ispirano molte preoccupate meditazioni nona. dove Guglielmo parla ad Adso del gran fiume ereticale, della funzione dei semplici nella chiesa, dei suoi dubbi sulla conoscibilità delle leggi generali, e quasi per inciso racconta come ha decifrato i segni negromantici lasciati da Venanzio vespri. dove si parla ancora con l'Abate,Guglielmo ha alcune idee mirabolanti per decifrare l'enigma del labirinto, e ci riesce r iesce nel modo più ragionevole. Poi si mangia il casio in pastelletto dopo compieta. dove Ubertino racconta ad Adso la storia di fra' Dolcino, altre storie Adso rievoca o legge in biblioteca per conto suo, e poi gli accade di avere un incontro con una fanciulla bella e terribile come un esercito schierato a battaglia notte. dove Adso sconvolto si confessa con Guglielmo e medita sulla funzione della donna nel piano della creazione, poi però scopre il cadavere di un uomo Quarto giorno laudi. dove Guglielmo e Severino esaminano il cadavere di Berengario, scoprono che ha la lingua nera, cosa singolare per un annegato.poi discutono di veleni dolorosissimi e di un furto remoto prima. dove Guglielmo induce prima Salvatore e poi il cellario a confessare il loro passato, Severino ritrova le lenti rubate, Nicola porta quelle nuove e Guglielmo con sei occhi va a decifrare il manoscritto di Venanzio terza. dove Adso si dibatte nei pentimenti d'amore, poi arriva Guglielmo col testo di

 

Venanzio, che continua a rimanere indecifrabile anche dopo esser stato decifrato sesta. dove Adso va a cercar tartufi e trova i minoriti in arrivo, questi colloquiano a lungo con Guglielmo e Ubertino e si apprendono cose molto tristi su Giovanni XXII nona. dove arrivano il cardinale del Poggetto, Bernardo Gui e gli altri uomini di Avignone, e poi ciascuno fa cose diverse





vespri. dove Alinardo sembra dare informazioni preziose e Guglielmo rivela il suo metodo per arrivare a una verità probabile attraverso una serie di sicuri errori compieta. dove Salvatore parla di una magìa portentosa dopo compieta. dove si visita di nuovo il labirinto, si arriva alla soglia del finis Africae ma non ci si può entrare perché non si sa cosa siano il primo e il settimo dei quattro, e infine Adso ha una ricaduta, peraltro assai dotta, nella sua malattia d'amore notte. dove Salvatore si fa miseramente scoprire da Bernardo Gui, la ragazza amata da Adso viene presa come strega e tutti vanno a letto più infelici e preoccupati di prima Quinto giorno prima. dove ha luogo una fraterna discussione sulla povertà di Gesù terza. dove Severino parla a Guglielmo di uno strano libro e Guglielmo parla ai legati di una strana concezione del governo temporale sesta. dove si trova Severino assassinato e non si trova più il libro che lui aveva trovato nona. dove si amministra la giustizia e si ha la imbarazzante impressione che tutti abbiano torto vespri. dove Ubertino si da alla fuga, Bencio incomincia a osservare le leggi e Guglielmo fa alcune riflessioni sui vari tipi di lussuria incontrati quel giorno compieta. dove si ascolta un sermone sulla venuta dell'Anticristo e Adso scopre il potere dei nomi propri Sesto giorno mattutino. dove i principi sederunt, e Malachia stramazza al suolo laudi. dove viene eletto un nuovo cellario ma non un nuovo bibliotecario prima. dove Nicola racconta tante cose, mentre si visita la cripta del tesoro terza. dove Adso, ascoltando il "Dies irae", ha un sogno o visione che dir si voglia dopo terza. dove Guglielmo spiega ad Adso il suo sogno sesta.misterioso dove si ricostruisce la storia dei bibliotecari e si ha qualche notizia in più sul libro nona. dove l'Abate si rifiuta di ascoltare Guglielmo, parla del linguaggio delle

 



gemme e manifesta il desiderio che non si indaghi più su quelle tristi vicende tra vespro e compieta. dove in breve si racconta di lunghe ore di smarrimento dopo compieta. dove, quasi per caso, Guglielmo scopre il segreto per entrare nel finis Africae Settimo giorno notte. dove, a riassumere le rivelazioni prodigiose di cui qui si parla, il titolo dovrebbe essere lungo quanto il capitolo, il che è contrario alte consuetudini notte. dove avviene l'ecpirosi e a causa della troppa virtù prevalgono le forze dell'inferno Ultimo folio

Il nome della rosa   LETTURA STRUTTURALE

1 COORDINATE SPAZIALI TEMPORALI ← ←

Il racconto si svolge in un'abbazia benedettina di cui non è noto il nome, gli unici dati che conosciamo ci dicono che si trova sulla dorsale appenninica dell'Italia settentrionale non lontano dal mare.

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I fatti narrati hanno inizio una mattina di fine novembre nell'anno 1327 e hanno la durata di sette giorni; ciascuna giornata è a sua volta suddivisa secondo le ore liturgiche.

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Il tempo della vicenda è dichiarato esplicitamente dall'autore mentre riguardo al luogo la collocazione del monastero va dedotta da alcuni elementi presenti nel testo, che peraltro non ci forniscono l'esatta ubicazione di esso.

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La maggior parte degli ambienti dell'abbazia viene descritta in modo preciso e dettagliato così come appare ad Adso, che riporta anche le diverse emozioni che essi suscitano in lui.   All' All'in iniz izio io del del ra racc ccon onto to tr trov ovia iamo mo una una dell dellee desc descri rizi zion onii più più sign signifific icat ativ ive: e: qu quel ella la

 

dell'abbazia. Essa si trovava sopra un monte ed era circondata da una cinta di mura, dell'abbazia. l'unico varco era un portale da cui partiva un viale, alla sua sinistra si estendeva una vast va staa zona zona di orti orti e il giar giardi dino no bota botani nico co,, in into torn rnoo ai baln balnea ea,, al all'l'os ospe peda dale le e all'erboristeria. Sul fondo si ergeva l'Edificio, di forma quadrangolare con quattro torrioni eptagonali. Al centro si trovava la Chiesa alla cui destra si estendevano alcune costruzioni che le stavano a ridosso: la casa dell'abate, il dormitorio e la casa dei pellegrini. Sul lato destro, al di là di una vasta spianata c'erano una serie di quartieri colonici, stalle, mulini, frantoi, granai e cantine. L'intero complesso era orientato secondo precisi dettami architettonici. Un ambiente interno descritto con precisione è lo scriptorium: questo occupava l'in l'inte tero ro seco second ndoo pian pianoo dell dell'E 'Edi dififici cio. o. Le volt volte, e, sost sosten enut utee da ro robu bust stii pila pilast stri, ri, racchiudevano uno spazio soffuso di bellissima luce che entrava da tre enormi finestre per ogni lato maggiore, venticinque minori e otto alte e strette che si aprivano sul pozzo interno. L'abbondanza di finestre faceva sì che ci fosse una luce continua e diffusa che attraverso vetrate non colorate manteneva la sua purezza. I posti più luminosi erano riservati agli antiquari, ai rubricatori e ai copisti. In tutto c'erano quaranta tavoli, ognuno con tutto l'occorrente per miniare e copiare: corni da inchiostro, penne fini, pietra pomice, regoli per tracciare linee e un leggio. Un'altra descrizione descrizione importante è quella che riguarda lo scenario che appare ad Adso quando questi torna sul luogo dove sorgeva l'abbazia: delle grandi e magnifiche costruzioni che adornavano quel luogo erano rimaste sparse rovine. L'edera aveva ricoperto i brandelli di muro e le colonne; erbe selvatiche invadevano il terreno. Del portale della Chiesa erano rimaste solo poche vestigia corrose di muffa, il timpano era rotto a metà. L'Edificio sembrava stare ancora in piedi, ma al suo interno ogni cosa era distrutta, il tetto era aperto da grandi squarci. Tutto ciò che non era verde di muschio era ancora nero dal fumo di tanti anni prima.  

2 PERSONAGGI ▪ ▪

I protagonisti della vicenda sono Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk, che vengono aiutati da Severino l'erborista, Nicola il fabbro e inizialmente Bencio da Upsala e Abbone. Questi sono opposti al vecchio Jorge, il cui aiutante è Malachia. L'oggetto del desiderio è rappresentato dal desiderio di scoprire chi è il responsabile della morte di vari monaci; questa indagine porta anche alla ricerca di un manoscritto protetto accuratamente, le cui pagine sono avvelenate; esso è un volume che raccoglie un testo arabo, uno siriano, una interpretazione o trascrizione della Coena Cypriani del riso. e l'unica copia del II libro della poetica di Aristotele, che trattava della liceità



 



La maggior parte dei personaggi viene inizialmente introdotta da una breve descrizione fisica; successivamente vengono caratterizzati meglio tramite il loro comportamento e le loro azioni. Ci troviamo quindi in presenza di una combinazione di tecniche narrative. Fa eccezione naturalmente Adso, di cui è presente solo una descrizione indiretta.

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Guglielmo da Baskerville Baskervill e è un uomo alto e magro; ha occhi acuti e penetranti con sopracciglia folte e bionde, naso affilato e viso allungato e coperto di lentiggini. Ha circa cinquanta anni, ma nonostante questo si muove con inesauribile agilità Di tanto in tanto passa svariate ore disteso in cella con un’espressione assente negli occhi, tanto da sembrare sotto l'effetto di qualche droga. Egli appartiene all'ordine dei francescani e ,dopo essere stato per molti anni inquisitore è stato inviato dall'imperatore a fare da mediatore fra il Papato, l'Impero e l'ordine francescano. Come tutti gli intellettuali dell'epoca è in possesso di un sapere enciclopedico, è quindi dotto e sapiente e ciò gli conferisce la facoltà di affrontare ogni situazione con la giusta sagacità e prontezza nell'agire, a cui unisce un grande spirito d'osservazione e un eccellente acume intellettuale, come dimostra nel ricostruire il labirinto della biblioteca da fuori. Fra i personaggi dell'epoca ammira soprattutto Guglielmo d'Occam e Ruggero Bacone, da quest'ultimo trae un interessamento alla tecnologia e alle nuove scoperte che insieme a curiosità e desiderio di imparare sempre qualcosa di nuovo formano un carattere dinamico, insolito per la staticità mentale del Medioevo. Dal punto di vista simbolico Guglielmo rappresenta la voglia di conoscere e la razionalità.  Adso da Melk, di origini tedesche, è la voce narrante della storia. Durante gli avvenimenti è ancora un giovane ma li racconta quando ha ormai raggiunto un'età avanzata. Egli è un novizio benedettino ed è stato affidato a Guglielmo per avere un maestro che lo istruisca. È molto giovane e per questo ancora ingenuo e inesperto, ma allo stesso tempo voglioso di apprendere dal suo maestro che ammira profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto. Adso rappresenta l'inesperienza e attraverso le sue domande dà indicazioni ai lettori meno colti.Jorge da Burgos, come già Guglielmo, è descritto con precisione nel testo; è il più vecchio dei monaci eccetto Alinardo, è cieco ma si muove e parla come se avesse il bene della vista. Il peso degli anni lo ha reso curvo e gli ha reso bianchi i capelli e il viso; tuttavia la sua voce è ancora maestosa. Spesso appare improvvisamente, come se vedesse bene; passa molto tempo nello scriptorium dispensando consigli ai monaci, i quali lo stimano molto e sovente si rivolgono a lui. Col passare degli anni ha acquisito influenza come ed importanza nell'abbazia, fu luiper a far eleggereanni. Abbone abateileriso e Malachia bibliotecario manovrandoli quaranta Jorgecome disprezza gli esseri umani che ridono perché' essi si prendono beffe della divinità e si

 

allontanano dalla realtà. Per questo s'impone di tenere segreto il II libro della poetica di Aristotele che giustifica e apprezza il riso; egli causa molti dei delitti che sconvolgono l'abbazia, cospargendo le pagine di quel testo con un potente veleno. Di questo personaggio appare un giudizio estremamente negativo in quanto rappresenta una religiosità irrazionale e dogmatica.Abbone è abate dell'ordine benedettino; si occupa di guidare sia spiritualmente sia materialmente la vita all'interno dell'abbazia ed è lui a concedere la possibilità di consultare i libri della biblioteca. Ma a volte non riesce a tenere in pugno la situazione tanto che chiede aiuto a Guglielmo per scoprire il motivo delle morti misteriose; per tanti anni segue la volontà di Jorge e quando tenta di ribellarsi viene ucciso da questo che lo rinchiude in un passaggio segreto. Abbone possiede una cultura molto ampia e prova piacere a darne sfoggio come risulta chiaro quando parla delle pietre preziose; apprezza le ricchezze materiali e aspira all'ammirazione di tutti verso la "sua" abbazia, è inoltre una persona conservatrice che non ama le novità. Abbone è simbolo dell'amore per i beni materiali.Bernardo Gui è un frate domenicano impegnato come inquisitore. Ha circa sessanta anni, è esile ma diritto e ha due occhi grigi e freddi che colpiscono  Adso. È una persona intelligente e acuta, ma non ricerca la vera giustizia bensì vuol trovare dei colpevoli per rafforzare la potenza della sua carica.Malachia da Hildesheim è bibliotecario dell'abbazia, l'unico che ha accesso in queste stanze e conosce i vari passaggi segreti. È alto e magro, con membra grandi e sgraziate, ha occhi intensi e volto pallido e avvolto nelle vesti nere col cappuccio alzato incute inquietudine. Sembra melanconico, severo e pensoso ma in realtà è molto semplice; successivamente Adso capisce che è manovrato da Jorge, il quale involontariamente causa la sua morte.Salvatore è un monaco ma assomiglia più a un vagabondo per la sua tonaca sporca e lacera. Ha la testa rasata e sopracciglia dense e incolte, gli occhi sono rotondi con piccole pupille e la bocca ampia e sgraziata contiene denti neri e aguzzi. È di origini semplici e ha un passato doloroso e irregolare, avendo girovagato per tutta l'Italia fino a unirsi alle bande di fra Dolcino. È quindi un uomo ignorante e rozzo senza un compito all'interno dell'abbazia, procura ragazze al cellario e per questo viene catturato da Bernardo Gui.Remigio è il cellario dell'abbazia, cioè colui che si occupa È un uomo pingue aspetto volgaredell'amministrazione ma gioviale, canutoeedell'approvvigionamento. piccolo ma ancora robusto e veloce. La sua e di religiosità non è molto forte, infatti aveva aderito a un movimento eretico e commette peccati di lussuria, per questo è processato e condannato da Gui.Severino da Sant'Emmerano è il padre erborista, che si occupa dei balnea, dell'ospedale e degli orti. Ha raccolto molte erbe e piante medicinali e fornisce a Malachia sostanze che provocano visioni, la sua cultura nel campo dell’erboristeria è molto ampia. Cerca sempre di aiutare Guglielmo e infatti è l'unico che trovato il libro non lo apre immediatamente ma avverte i protagonisti.Nicola da Morimondo è il maestro vetraio dell'abbazia e si occupa delle fucine, è molto utile a Guglielmo nel ricostruirgli le sue lenti, è una persona affidabile e infatti viene nominato cellario dopo la cattura di Remigio.Alinardo da Grottaferrata è il più vecchio dei monaci. Trascorre gran parte delle le pianteun’ottima e in Chiesa e vieneedconsiderato da tutti uno pazzo,sue magiornate in veritàtra conserva memoria è utile a Guglielmo per sciocco il ritrovamento del passaggio che porta alla biblioteca.Ubertino da Casale era un frate

 

francescano spirituale che si era trovato in contrasto col Papa riguardo a questioni sulla povertà del clero e per questo e stato accolto dai benedettini. All'arrivo della delegazione papale è costretto a fuggire. È un vecchio dal volto liscio, la testa senza capelli, grandi occhi celesti, pelle candida e bocca sottile tanto da sembrare un fanciulla avvizzita.Bencio da Upsala è un giovane monaco scandinavo, studia retorica, in lui si agitano fremiti d'indipendenza e accetta con faticai vincoli riguardanti la biblioteca. Inizialmente aiuta Guglielmo nell'indagine rivelandogli la relazione tra Berengario e Adelmo ma successivamente, venendogli offerto il posto di aiuto bibliotecario, ha un atteggiamento di chiusura nei confronti del francescano. Berengario da Arundel è l'aiuto bibliotecario, è giovane, dal volto pallido e dal corpo bianco e molle. Soffre di convulsioni e spesso la notte fa bagni tiepidi. Successivamente Guglielmo scopre che ha commesso un peccato carnale con Adelmo e ha usato la possibilità di accedere alla biblioteca per procurarsi merce di scambi, ciò gli costa la vita quando decide di leggere lui stesso il misterioso libro.Venanzio da Selvemec è un traduttore dal greco e dall'arabo, che apprezza molto Aristotele. Viene trovato ucciso la mattina del secondo giorno in un orcio pieno di sangue suino. ▪



Tutti i personaggi sono per lo più statici. Ognuno ha infatti una precisa funzione all'interno del romanzo e mantiene intatte le proprie idee senza introdurvi cambiamenti. Tutti infatti, da Jorge ad Abbone, sono convinti di possedere l'unica verità. Fa eccezione Adso che si pone in un atteggiamento diverso, egli è infatti disponibile a imparare e a mettere in discussione le proprie idee; grazie a questo matura molto col passare dei giorni ricevendo insegnamenti e esaminando meglio argomenti religiosi (ad esempio le eresie), in generale impara a non fermarsi alle impressioni esteriori.  

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IL NARRATORE E IL NARRATARIO

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Il narratore è interno alla storia ed è autodiegetico in quanto è uno dei protagonisti: si tratta infatti di Adso da Melk che, già vecchio, racconta un episodio della sua giovinezza.

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 Adso è l'unico narratore, è presente quasi sempre una focalizzazione interna in quanto gli avvenimenti vengono analizzai dal punto di vista dell'Adso diciottenne; solo a volte interviene l'Adso ottantenne per spiegare alcune situazioni.







Il("lascio narratario è esterno alla storia in quanto Adso si rivolge alle generazioni future questi fogli a quelli che verranno").

 



Si può rilevare uno sdoppiamento nel narratore: l'Adso agens che vive l'esperienza e l'Adso scrittore che la trascrive: solo quest'ultimo è onnisciente in quanto conosce già l'esito dell'indagine e dell'incontro delle delegazioni e comprende comportamenti e azioni che l'Adso giovane non si spiegava.

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Il narratore conosce più fatti e pensieri degli altri personaggi in quanto narra gli avvenimenti quando sono terminati.

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Le tecniche utilizzate maggiormente sono il discorso raccontato per le descrizioni, quello diretto per i molti dialoghi riportati e il discorso indiretto per le situazione raccontate da Adso. A volte ci sono personaggi che riflettono o raccontano episodi, in questo caso è presente il monologo.  

LA CATENA CRONOLOGICA

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Gli avvenimenti non sono narrati nell'ordine fabula in quanto l'intera catena di omicidi è ricostruita solo al termine della vicenda così come nel corso del romanzo appaiono nuovi elementi sul passato di alcuni monaci (Jorge, Remigio, Salvatore...).

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Tutto il romanzo si presenta come un grande flashback in quanto è il ricordo di un'esperienza vissuta in gioventù da Adso. All'interno di questa sono presenti altri flashback, alcuni sono necessari per spiegare la catena di omicidi, altri raccontano di avvenimenti all'abbazia, come racconto di Salvatore e il ricordo della morte diesterni frate Michele. Ogni tantoadèesempio presenteilanche qualche anticipazione come quella riguardante l'esito del viaggio in Francia di Michele da Cesena.

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Il punto culminante della vicenda è individuabile nella sera del sesto giorno in cui Guglielmo è ad un passo dal risolvere il mistero; nonostante l'abate gli abbia tolto l'incarico di investigare, Guglielmo con Adso penetra in biblioteca e riesce a dare la soluzione dell'enigma che consente loro di entrare nel Finis Africae.

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SITUAZIONE INIZIALE: Guglielmo e Adso arrivano all'abbazia inviati dall'imperatore per partecipare ad un aincontro tra di frati e unadel delegazione papale. Al loro arrivo Abbone chiede Guglielmo farfrancescani luce sulla morte giovane monaco  Adelmo, il cui corpo è stato ritrovato in un precipizio.

 







EVENTO COMPLICANTE: Accadono molti fatti strani nell'abbazia e vengono uccisi  Venanzio, Berengario, Severino e Malachia. SVILUPPO DELL'AZIONE: Guglielmo interroga molti monaci e penetra in biblioteca riuscendo ad intuire quasi per intero la verità. Intanto vengono arrestati e condannati Salvatore e Remigio e ha luogo l'incontro tra le due delegazioni che termina con esito negativo.CONCLUSIONE: I due protagonisti riescono ad entrare nel Finis Africae e qui trovano Jorge e il libro misterioso. Finalmente si riesce a ricostruire la verità e a trovare il colpevole ma Jorge tenta di nascondere il libro e riesce a distruggerlo scatenando un incendio che presto si estende a tutta l'abbazia. Dopo vani tentativi di spegnere le fiamme tutti abbandonano il monastero che arde per tre giorni e tre notti. Per quanto riguarda la durata spesso il tempo della storia e quello del racconto coincidono , ci sono quindi molte scene. Si possono trovare però anche alcune pause in cui interviene l'Adso ottantenne che spiega alcune cose, è il caso ad esempio del resoconto sulla lotta fra frati spirituali e curia papale che ci viene presentato quando appare Ubertino. Dal punto di vista dell'ordine invece spesso il discorso descrive fatti avvenuti in precedenza, ci sono quindi anacronie.  

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STILE

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La varietà di linguaggio più usata è quella formale. Quando però il narratore riporta discorsi diretti è presente un linguaggio che cambia a seconda della cultura e del grado di istruzione di chi parla; esso va da quello colto di Abbone a quello gergale di Salvatore.

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Il suono assume importanza nella scelta delle parole soprattutto in presenza di descrizioni, i suoni delle parole aiutano infatti a intuire l'effetto e l'atmosfera che i vari luoghi suscitano.

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Nel testo sono presenti arcaismi, termini insoliti, frasi interamente in latino e anche nel dialetto tedesco parlato da Adso. Spesso c'è una forte presenza di aggettivazione. Sono presenti alcune parole chiave che ricorrono spesso nel testo : libro , riso , Finis  Africae , eresie e biblioteca.





Spesso nel testo si trova il linguaggio figurato,allegorico, soprattutto cui di ogni elemento viene evidenziato il significato ciònelle non descrizioni stupisce in in quanto nel Medioevo ogni cosa era costruita secondo significati religiosi e simbolici e ogni

 

elemento aveva un diverso significato. L'intera narrazione dell'indagine può essere intesa come metafora della ricerca filosofica della verità. ▪ ▪



L'autore adatta il tono al contenuto del romanzo e poiché vengono narrate morti, raggiri e lotte il tono predominante è drammatico e referenziale. Solo a volte esso diviene ironico quando sottolinea situazioni paradossali, ad esempio quando Guglielmo dice di aver visto il cranio di Giovanni Battista all'età di 12 anni.   LETTURA SOCIOLOGICA

1 IL TEMA O I TEMI ▪ ▪

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Il tema centrale dell'opera è rappresentato dallo svolgersi delle indagini di Guglielmo e Adso riguardanti una serie di omicidi di monaci che Hanno turbato la tranquillità dell'abbazia. Questa indagine allegoricamente simboleggia la ricerca di una verità assoluta a cui tende la filosofia , una ricerca condotta con razionalità e logica. Sono presenti molti temi minori: uno tratta dei contrasti all'interno dei vari ordini religiosi sulla povertà del clero, esso è approfondito in una pausa iniziale e nel resoconto dell'incontro tra i rappresentati del papato e quelli dei francescani. Altro tema di una certa importanza è quello riguardante le eresie che in quegli anni nascevano numerose; è presente in alcune spiegazioni ricevute da Adso, nel ricordo di lui della condanna di un fraticello e nelle confessioni di Salvatore e Remigio. Ogni dotta conversazione fra i vari monaci ( ad esempio sul riso ) ci introduce un tema diverso.

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I temi minori sono dichiarati esplicitamente dai personaggi della storia, i quali spesso esprimono anche le proprie opinioni.

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L'opera è stata scritta tra il 1978 e il 1980.

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Il romanzo può attirare diverse categorie di lettori: si può essere attratti dalla trama e dai colpi di scena, dalle discussioni e dai dibattiti filosofici o dalla fedele ambientazione nel medioevo.

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Lo stesso Umberto Eco ha dichiarato di aver scritto questo libro " per semplice gusto fabulatorio " e " perché glie ne è venuta voglia " , quindi solo perché ama scrivere;

 

afferma anche che è consolazione di uno scrittore il fatto che si possa scrivere per puro amore di scrittura . ▪

Il libro ha avuto un grande successo internazionale, è stato tradotto in molte lingue ed è rimasto a lungo in testa alle classifiche di vendita italiane. Dalla storia è anche stato tratto un film. "Il nome della rosa" di Umberto Eco Umberto Eco

Umberto Eco, Eco, filosofo d'arte italiana e scrittore. Lui è il fondatore della cultura semiotica. Il suo romanzo "Il nome della rosa" rosa" è noto ad un grande pubblico. Eco è nato il 5 Gennaio 1932 ad Alessandria. Dopo lo studio dal 1954 al 1959 ha prestato servizio in una nota società radiofonica statale (RTI). Inoltre lavorava anche come docente per l'l'estetica estetica   all'università di Torino (1956-1964), dopo due anni all'università a Milano. Nel 1966 diventa professore per la comunicazione visiva a Firenze. Durante la sua attività a Firenze presentò le sue relazioni con i relativi titoli: La struttura assente (1968), che nel 1976 la presentò nella versione aggiornata con il seguente titolo: Trattato di semiotica generale che ha persino tradotto in tedesco. Dopo che Eco nel 1969 ha insegnato per due anni al politecnico milanese, diventò nel 1971 professore di semiotica a Bologna e ha conosciuto tanti professori delle università americane. Con i suoi studi teoretici sulla estetica estetica   medioevale, della storia degli spettri e della analisi dei segni e del significato si fece noto nel circolo accademico ed anche nel mondo. La sua popolarità in Italia l'ha ricevuta dai articoli apparsi in importanti giornali e settimanali. Nel mondo m ondo e molto conosciuto per i suoi due romani popolarissimi, cioè dal romanzo Il nome della rosa (1981), che si rivelò una storia con il protagonista nei ruolo di un detective che si svolge in un monastero nell'anno 1327. L'altro romano molto noto si intitola Il pendolo di Foucault (1988), un romano irreale su un gruppo di intellettuali. Sul romanzo Il nome della rosa è stato prodotto un film (1986) con la regia di Jean-Jacques Annaud, Annaud, noto regista francese.

Trama

Questo romanzo scritto da Umberto Eco fu pubblicato nell'ottobre nel 1980 e racconta gli eventi accaduti in un'abbazia nell'arco della settimana. Nel prologo, Adso, il narratore, si presenta, dà informazioni sul periodo storico della sua giovinezza, e infine descrive la figura di Guglielmo da Baskerville (il dotto francescano inglese al cui servizio era stato posto), impegnato, nel novembre 1327, in una difficile missione, per ricomporre i contrasti che oppongono, il nome della povertà della chiesa, i francescani minorati ai fedeli del papa Giovanni XXII, in un periodo in cui dilagano i movimenti ereticali Nel luogo in cui

 

avvengono gli incontri tra le due delegazioni religiose, ovvero ai piedi della roccia su cui sorge l'abbazia, Guglielmo da prova della sua capacità di osservazione: Fa ritrovare infatti il cavallo dell'abate, sfuggito ai monaci limitandosi a decifrare i segni lasciati nella fuga. Nell'abazia, Adso e Gugliemo visitano i luoghi più significativi e in particolare lo scriptorium, il luogo in cui vengono copiati e illustrati i manoscritti antichi, e la biblioteca dalla struttura labirintica in cui l'accesso era consentito solo al bibliotecario, e li faranno la la conoscenza dei protagonisti della vicenda: Umbertino da Casale, L'abate Umbertin da Casale, L'erborista Severino, Il bibliotecario Malachia, alcuni giovani traduttori e scribi, il cellario Remigio che era l'addetto alle provviste, il servo Salvatore, e infine un vecchissimo monaco cieco, Jorge da Burgos che non era altro che l'ex bibliotecario. Ma soprattutto vengono a sapere della recentissima e misteriosa morte del giovane Adelmo da Otranto, espertissimo minatore; Guglielmo è incaricato di indagare le cause. Il secondo giorno si apre con un efferato delitto: Dalla vasca dove è raccolto il sangue dei maiali si intravede un cadavere, che dopo essere identificato, si scopre essere il corpo di Venazio da Salvemec, un sapiente di "cose greche". Guglielmo indaga anche sulla nuova morte e, interrogando Bencio approposito di libri e dei componimenti peccaminosi del giovani monaci, l'attenzione del giovane si rivolge sempre di più alla biblioteca e alla sua struttura, scoperto un passaggio segreto, decide di accedervi. I due, entrati nel labirinto rischiano di perdersi a causa di visioni fantastiche. Il terzo giorno si apre con la scomparsa di Benengario. Mentre lo si cerca inutilmente, Adso ha modo di conoscere il grande fiume ereticale e, da Ubertino, apprende la storia di Fra' Dolcino: Il capo carismatico dell'eresia. Entrato da solo in biblioteca il novizio ne fugge spaventato ma per incontrare nella grande cucina dell'abbazia una splendida fanciulla una ragazza del villaggio, che lo conquista ae lo avvia a piaceri dell'amore. È Guglielmo a ritirarlo, in sovrastano:Proprio una sua parola spinge Gugliemo ai palnea,dove scopre in una vasca piena d'acqua acqua,, il corpo di Berengario. Il quarto giorno è dominato dall'orrore per l'annegato; Ma Gugliemo dopo un'attento esame del cadavere, Propende con l'erborista Severino, per un avvelenamento. Mentre si scoprono i legami con gli eretici di Remigio e di Salvatore, arrivano all'abbazia i rappresentanti dei minori e del Papa. Gugliemo non rinuncia a trovare nel labirinto, ma ancora una volta il segreto è impenetrabile a causa del buio della notte, e Salvatore è sorpreso ad amoreggiare davanti alla cucina con la ragazza amata da Adoso, subito imprigionata con l'accusa di essere una strega. L'attenzione nel quinto giorno sembra essere soprattutto polarizzata dalle due legazioni e delle loro dotte disquisizioni Sulla povertà di Gesù e sul potere temporale della Chiesa; Ma di nuovo un delitto riporta ogni interesse ai ministeri dell'abbazia. Dopo aver parlato a Gugliemo di uno strano libro, Severino viene scoperto con la testa spaccata. Trovato al suo fianco, il cellario è accusato dell'assassinio, nonostante la sua protestata innocenza; La giustizia nell'abbazia è ormai amministrata dai legati del Papa, e, mentre Umbertino da Casale preferisce la fuga, un sermone di Jorge da Burgos ammonisce tutti sulla prossima venuta dell'Anticristo. Alle prime luci dell'alba del sesto giorno, stramazza al suolo il bibliotecario Malachia. È la quinta morte misteriosa. Gugliemo si accorge che, come la lingua di Berengario, anche i

 

polastrelli delle prime tre dita della mano destra di Malachia sono scuri. È il segno del veleno. Decide dunque di non desistere dalle ricerche, nonostante il diferso parere dell'abate e dei legati papali, e quindi di allargare le indagini al passato dell'abbazia e soprattutto agli ex bibliotecari. Scopre infine il segreto per entrare nella parte più nascosta del labirinto, la dove i misteri possono sciogliersi. Nella notte tra il sesto e il settimo giorno, Gugliemo e Adso ritornano nella biblioteca. Mentre vi arrivano arrivano sentono i vagiti di una persona agitarsi moribonda chiuso in un intercapedine nella parete, ormai in preda al soffocamento, il sesto morto poi, si rivelerà essere proprio l'abate stesso. Nel punto più interno trovano invece il vecchio Jorge da Burgos. Il mistero si svela: Nella biblioteca è conservato il secondo libro della poetica di Aristotale, ma Jeorge lo ha sempre tenuto nascosto, impedendone assolutamente assolutamente la lettura di esso. Il libro era dedicato al riso, e avrebbe potuto insegnare che "liberarsi dalla paura del diavolo è sapienza". Per questo il vecchio ne aveva cosparso le pagine di un potentissimo veleno. Jorge è ora sconfitto, ma non si da per vinto. Tenta di distruggere lui stesso il volume inghiottendone le pagine avvelenate, e nella mischia che segue,appicca il fuoco alla biblioteca. Esso sarà il settimo morto. Va così perduto definitivamente il secondo libro della Poetica. Il romanzo si conclude con un ultimo folio:Informa che l'intera abbazia, cui le fiamme si sono estese, sono state arse per "tre giorni e tre notti" ma Adso e Gugliemo hanno già ripreso la loro strada,e presto si separeranno per mai più rivedersi.

Jacques Saunière, direttore del Louvre, ha un inaspettato incontro notturno con un proiettile (gentilmente fornito da un killer albino alto due metri appartenente all'Opus Dei) che gli trapassa lo stomaco. Prima di morire dissanguato nel salone principale del suo museo, l'anziano direttore deve riuscire a passare a qualcuno un terribile segreto che potrebbe cambiare la storia dell'umanità intera. CAPITOLO 1 Robert Langdon, professore americano di simbologia religiosa, viene svegliato nel cuore della notte da una telefonata del portinaio del suo hotel (il Ritz di Parigi, tanto per farvi capire perché i professori italiani tendono a cercare lavoro all'estero). Portinaio: "Qui è la portineria, Monsieur, c'è una persona che chiede di lei. Insiste che è urgente" RL: "posso sapere chi è?" Portinaio: "in teoria si, però non glielo dico perché altrimenti il lettore smetterebbe di fremere di curiosità e si annoierebbe" RL "capisco" (riappende il telefono) Dopo pochi secondi appare il tenente Collet della polizia parigina bussa alla porta di RL, lo informa della morte di Saulniere, gli mostra la foto del cadavere in posa plastica e tutto pasticciato col sangue e lo invita ad andare con lui al Louvre per aiutarlo nelle indagini. CAPITOLO 3 Lo spazio-tempo viene alterato in modo da rendere necessario un intero capitolo di riflessioni e divagazioni per andare dal Ritz al Louvre, che stanno a poche centinaia di metri l'uno dall'altro. CAPITOLO 4 La piramide PROLOGO

del Louvreera è costruita con 666 lastre6 di vetro, quindi Mitterand un satanista. L'Ispettore Fache CAPITOLO porta finalmente RL sulla scena del delitto. La Grande

 

Galleria è illuminata solo da una tenue luce rossastra, mentre l'illuminazione principale viene lasciata spenta per permettere allo scrittore di tirare in lungo con le descrizioni e i dialoghi e impedire al RL di vedere il corpo dell'anziano JS prima di un adeguato crescendo di tensione. Finalmente il cadavere fa la sua comparsa in scena e scopriamo così che, prima di morire, JS è andato dall'altra parte della Galleria, si è spogliato completamente e si è disegnato un pentacolo intorno all'ombelico. CAPITOLO 8 Prima di fare questo però JS ha usato un pennarello speciale per tracciare sul pavimento alcune scritte visibili solo ai raggi ultravioletti, e più precisamente: 1) un enorme cerchio dentro al quale si è poi sdraiato a gambe e braccia spalancate per fare l'imitazione dell' Uomo Vitruviano di Da Vinci 2) le scritte "13-3-2-21-1-1-8-5", "O, draconian devil", "Oh, lame saint", "PS, trova Robert Langdon" Questo ovviamente non può che significare una cosa: ossia che la Chiesa sta cercando di distruggere il femminino sacro e che JS faceva parte della Wicca, teneva un blog, era vegetariano e aveva una sfrenata passione per i gatti. CAPITOLO 9-16 Arriva sulla scena del delitto anche Sophie Neveu che, come dice il nome stesso, è la nipote di JS e anche, casualmente, agente di polizia nella sezione di crittologia. Scopriamo che: 1) RL è pesantemente sospettato dell'omicidio, viene tenuto sotto stretta sorveglianza, ha una microspia nella tasca della giacca. 2) "13-3-2-21-1-1-8-5" è l'anagramma di "1-1-2-3-5-8-13-21" 3) I messaggi segreti di JS non erano destinati alla Polizia, ma alla propria adorata nipotina Sophie. Infatti la sua posizione da Uomo Vitruviano serviva proprio per attirare la sua attenzione, visto che probabilmente vedere la foto del proprio nonno morto e sdraiato tutto nudo nel Louvre con un pentacolo disegnato sul petto non SN decide di aiutare RLl'avrebbe a fuggire incuriosita dal Louvre. abbastanza. CAPITOLO 17-18-19-20-21-2223-24-25-26 SN e RL passano un bel po' di tempo nascosti nelle toilettes del Louvre, mentre l'Ispettore Fache insegue una saponetta per le vie di Parigi, pensando che si tratti di RL. Cercando di non annegare nel mare di divagazioni più o meno noiose e banali sui tarocchi, i pentacoli, le proporzioni divine, Leonardo, la Gioconda e gli anagrammi, il lettore scopre che JS era a capo di un'importante setta segreta e che la sua nipotina Sophie l'aveva visto fare una cosa così terribile, così terribilissima, ma così talmente terribilissima che non la potrà rivelare fino al capitolo 74. CAPITOLO 27 Fache arresta la saponetta e la costringe a confessare di essere RL, poi chiama i poliziotti che sono rimasti al Louvre e gli intima di entrare nella Grande Galleria e di arrestare anche SN. CAPITOLO 28 RL e SN

 

risolvono infine gli anagrammi di cui al Capitolo 8, si recano davanti al quadro della Mona Lisa (il cui nome richiama ancora una volta al simbolismo femminile, come qualunque veneto potrebbe confermare) e vi trovano un nuovo indovinello di JS: "So dark the con of a man".Il riferimento al femminino sacro è ovvio ed evidente, visto che "con" è il nome francese di quello che in veneto viene chiamato "mona". I nostri due eroi non riescono però a capire cosa possa significare esattamente la frase "così oscura è la figa di un uomo", e mentre meditano sul da farsi vengono raggiunti da uno dei poliziotti presenti all'interno del Louvre che gli punta la pistola e gli intima di fermarsi. CAPITOLO 30 SN minaccia il poliziotto brandendo un quadro di Leonardo (più rocks", ", in cui la precisamente il celebre "Madonna "Madonna on the rocks Vergine prepara un cocktail all'angelo Uriele), si fa consegnare la pistola e scappa insieme a RL e tenendo in pugno una misteriosa chiave che il nonno aveva nascosto dietro al quadro. Ovviamente il nome del quadro era la soluzione del difficilissimo indovinello sulla figa oscura. CAPITOLO 32 RL e SN scappano a bordo di una Smart. La polizia appostata intorno al Louvre scambia la macchina per una saponetta a quattro ruote e la lascia passare. CAPITOLO 35 RL e SN fingono di comperare un biglietto del treno ma in realtà prendono un taxi per andare ad aprire la cassetta di sicurezza il cui indirizzo è stato scritto dall'infaticabile JS su retro della chiave misteriosa usando l'ormai celebre pennarellone ad inchiostro invisibile. Ovviamente SN ha in tasca una torcia a luce ultravioletta e può quindi leggere il messaggio lasciatole dal nonno. CAPITOLO 37 Per arrivare all'indirizzo scritto sulla chiave occorre attraversare il Bois de Boulogne, celebre luogo in cui si celebra la fusione tra il femminino e il mascolino. Durante l'attraversamento del parco travone mostra l'uccello alsanto Professore in preda alloun shock, inizia a delirare sul Graal,che, i Templari e il Priorato di Sion. CAPITOLO 38 Il tassista, terrorizzato dai deliri di RL decide di chiamare la polizia. SN, essendo della Polizia, si affretta a rispondere puntandogli la pistola alla tempia e intimandogli di scendere dal taxi. CAPITOLO 40-41-42-43-44-45 I due fuggiaschi arrivano all'indirizzo indicato sulla chiave, che si rivela essere la sede di una filiale della Banca di Zurigo, infilano la chiave, digitano la sequenza di Fibonacci, recuperano il contenuto della cassetta (che, contrariamente alle aspettative, non è il Graal) e, con la complicità del direttore della banca, passano sotto al naso della polizia nascosti dentro ad un furgone portavalori. CAPITOLO 46-47-48 La scatola misteriosa non è il Graal, ma contiene qualcosa che può dare preziose indicazioni sul suo ritrovamento, a

 

patto che si riesca a indovinare la misteriosa parola di cinque lettere che la farà aprire. Il Graal comunque non è una coppa ma qualcos'altro di molto più importante che è così sconvolgente che la sua vera natura non verrà rivelata fino al capitolo 60CAPITOLO 49 Il banchiere svizzero cambia idea, minaccia con una pistola SN e RL e si fa consegnare la scatola, poi si fa dare una sportellata in faccia e si accascia al suolo. I due avventurieri scappano con il furgone portavalori alla ricerca di aiuto. CAPITOLO 51-52-53-54 L'aiuto cercato è quello di Sir Leigh Teabing, storico inglese che abita in un gigantesco castello nella zona di Versailles e maggior esperto mondiale di Graal e dintorni. Il fatto che sia immensamente ricco e che abiti in un castello pieno di ogni sorta di opera d'arte preziosissima implicherebbe ovviamente il fatto che sia circondato da un sistema di sorveglianza di prim'ordine e che ci siano guardiani armati tutt'intorno al parco. Però questo intralcerebbe il normale svolgimento della storia, quindi Sir LT vive con la sola compagnia del fedele maggiordomo Rémy. CAPITOLO 55 Il Graal non è un vero calice, ma qualcosa che è adatto a contenere qualcosa di molto prezioso. CAPITOLO 56 Il Graal è quello che la Chiesa cerca in ogni modo di demonizzare e di mettere sotto una cattiva luce. Il Graal è quello che i cavalieri cercavano in ogni modo di ottenere e che i Trovatori cantavano nelle loro poesie. Il Graal è... La polizia circonda la casa di Sir LT, nella quale è appena entrato il killer albino gigante del capitolo 1. CAPITOLO 60 Il Graal è Maria Maddalena, che ha la funzione di calice per il Santissimo Sperma di Gesù Cristo. I Templari hanno recuperato un tot di documentazione sulla vita matrimoniale di Gesù e sulla sua discendenza e l'hanno usata CAPITOLO 57

per ricattare la Chiesa, che però poi si è incazzata e li ha sterminati tutti. Al Priorato di Sion, custode del Graal, piace la vagina, mentre alla Chiesa non piace. piace . I Merovingi erano tutti figli di Gesù. CAPITOLO 61 RL inizia a delirare pesantemente. "Il flauto magico parla del Graal!" "Leonardo parla del Graal!" "Botticelli parla del Graal!". Poi guarda il suo orologio di Topolino ed esclama: "Anche Topolino parla del Graal! Walt Disney era un massone! Biancaneve è Maria Maddalena! La mela avvelenata è una vagina! La sirenetta ha un blog!" CAPITOLO 62-63-64-65-66-67 Il Killer albino dell'Opus Dei entra in azione per recuperare la scatola misteriosa e si fa prontamente abbattere dall'anziano e poliomielitico professore inglese. La Compagnia del Graal fugge su un fuoristrada, portandosi dietro il gigante albino legato ed imbavagliato. CAPITOLO 68 RL, SN, Sir LT, il maggiordomo francese Rémy e il gigante albino Silas salgono

 

sull'aereo privato dello storico inglese e partono per Londra, sfuggendo così alla polizia francese. CAPITOLO 71 Nascosta sotto la scatola c'è una misteriosa iscrizione apparentemente incomprensibile. Sembrerebbe una specie di corsivo scritto all'incontrario, simile alla scrittura usata da Leonardo Da Vinci nei suoi appunti. I due esperti di simbologia iniziano ad accapigliarsi per cercare di decidere di che misteriosa lingua si tratti: "sembra una lingua semitica, ma non riesco a vedere i nekkudot!" "probabilmente è una traslitterazione sefardita!" "Io direi piuttosto che sembra un commentario di rashi, oppure uno STa''M delle corone!". Dopodiché interviene Sophie, che guarda le scritte ed esclama "hey, ma è inglese scritto al contrario con la grafia di Da Vinci!". CAPITOLO 72 La scritta misteriosa è l'ennesimo indovinello del mefistofelico JS: "Un'antica parola di saggezza libera questo rotolo e ci aiuta a mantenere unita la famiglia di Lei, dispersa. Una pietra venerata dai templari è la chiave e Atbash ti rivelerà la verità" Inizia la discussione tra esperti: RL "sono pentametri giambici! Yin e Yang! Il pentacolo di Venere! L'eterno femminino sacro!" Sir LT "e per di più sono in inglese!" RL "Dobbiamo trovare una parola di saggezza!" Sir LT "Atbash!" CAPITOLO 74 Davanti a tutti questi misteri misteriosi e incomprensibili, Sophie decide di raccontare il terribile segreto che da dieci anni turba il suo cuore. SN: "un giorno sono andata a casa del nonno e c'erano delle persone mascherate che intonavano inni misteriosi" RL: "evidentemente una qualche cerimonia del Priorato di Sion, di cui tuo nonno era Gran Maestro." SN: "e al centro della folla osannante c'era mio nonno che faceva sesso con una donna" RL: "stava senza dubbio celebrando l'Hieros Gamos, l'antico rituale di unione mistica con i Sacro Femminino. ma che cosa è successo poi? tiera ha un turbato?" SL: "la donna che faceva sesso conche miocosa nonno po' sovrappeso" RL: "Santo cielo, ma è terribile! Una donna sovrappeso! Posso capire che questo ti abbia sconvolto così profondamente" SL: "..." RL: "la notizia mi sconvolge talmente tanto da non farmi notare l'assurdità del fatto che il Gran Maestro segreto di una setta segretissima che custodisce un segreto supersegretissimo organizzi le orgette a casa sua." SL: "e che non lasci nessuno alla porta di casa per controllare che nessuna nipotina curiosa venga a sbirciare" RL: "già, hai ragione. ma d'altronde questo libro è tutto pieno di misteri insondabili, non sarà certo questo piccolo dettaglio a turbare il lettore" CAPITOLO 75-76-77-78 Finita la parentesi pettegolosa, i protagonisti del libro ricominciano a cercare la soluzione all'enigma che gli permetterà di trovare il Graal. RL: "Un'antica parola di saggezza di 5 lettere...

 

Sophie, come si dice 'saggezza' in greco?" SL: "Non saprei." Sir LT: "Non si dice 'SOFIA'?" RL: "Uhm, lasciami pensare...no, nessun Gran Maestro userebbe il nome della propria nipote come password per un segreto così importante e delicato. Dev'essere qualcosa di più difficile" Sir LT: "La pietra venerata dai Templari... non potrebbe essere Bafometto?" RL: "Si, mi sembra un'ottima intuizione. Adesso prendiamo la parola "Bafometto", scriviamola in ebraico, invertiamo l'alfabeto ebraico e riscriviamola di nuovo, poi sostituiamo il Vav con la 'o', la 'Sh' con la 'S' e la 'Ph' con la 'F'. Cosa otteniamo?" SN: "SOFIA" RL: "evviva! abbiamo trovato la soluzione! ci abbiamo messo 4 capitoli, ma ne valeva la pena!"CAPITOLO 79-80-81 L'aereo di Sir LT atterra in un piccolo aeroporto nelle vicinanze di Londra, dove viene accolto dalla polizia Britannica pronta ad arrestare i due ricercati e a prendersi cura del loro prigioniero albino. Ma i nostri eroi sono troppo scaltri per farsi fregare da un bobby qualunque, così riescono a saltare giù dall'aereo e a rifugiarsi nella limousine del ricco storico inglese, senza che nessuno si accorga di nulla. Il tutto, ovviamente, trascinando il corpo del killer albino gigante. Un'altra anomalia spazio-temporale consente loro di "nascondersi" nello spazio tra i sedili posteriori e quelli anteriori della Jaguar di Sir LT senza che la polizia veda nulla. CAPITOLO 82 Il nuovo enigma da risolvere nella caccia al tesoro che ha come premio il Graal è questo: "A Londra giace un Cavaliere sepolto da un Papa. Il frutto del suo lavoro ha incontrato una collera santa tu cerchi la sfera che dovrebbe essere sulla sua tomba parla di carne rosata e di ventre inseminato" RL: "abbiamo già fatto la battuta sul fatto che i 'Sir' inglesi siano cavalieri, come i Cavalieri Templari?" SN: "si, certo, a pagina 258, prima di andare da Sir LT" RL: "abbiamo già parlato del fattodi che Sir Isaac Newton era un Gran Maestro del Priorato Sion?" SN: "a pagina 383" RL: "abbiamo fatto riferimento più e più volte alle dispute tra Chiesa e Scienza, con particolare riferimento all'astronomia?" SN: "ma si, abbiamo anche ambientato una parte della storia all'Osservatorio Astronomico della Specola Vaticana".RL: "l'enigma in versi parla di un frutto che ha causato l'ira di Dio, di qualcosa di tondo, di carne rosata e di semi al suo interno." SN: "e noi stiamo cercando una parola inglese di 5 lettere..." RL: "una parola inglese che abbia a che fare con un frutto rotondo e dalla polpa rosata che causa l'ira divina, legata in qualche modo a un 'cavaliere' sepolto a Londra" SN: "io non riesco davvero a capire di cosa possa trattarsi." RL: "già. Puttana Eva se mi viene in mente qualcosa." Sir LT: "siete due fessi. La poesia in pentametri giambici (il pentacolo! Venere! La Rosa!

 

Leonardo da Vinci! Maddalena! Il Graal!) parla evidentemente di un cavaliere templare che è stato sepolto nella Chiesa del Tempio, costruita dai templari stessi a Londra. dobbiamo trovare qualcosa che dovrebbe essere sulla sua tomba ma che invece non c'è" CAPITOLO 83-84-85-86 Mentre i tre Sbirulini del Graal cercano il messaggio nascosto sulle tombe, il Maggiordono Rémy si rivela essere un servitore del malvagio e misterioso "Maestro", cioé di colui che ha ingaggiato l'albino Silas per accoppare il Gran Maestro del Priorato di Sion e i suoi tre assistenti in modo da farsi rivelare il nascondiglio del Graal. Il Maestro è ingabolato con l'Opus Dei, che a sua volta è ingabolato con il Vaticano e tutti cercano di trovare il Graal per farlo sparire definitivamente nel nulla. A quanto traspare nei capitoli precedenti, anche l'ispettore francese Fache è implicato nella faccenda. Rémy e Silas fanno irruzione nel Tempio a pistole spianate e si fanno consegnare il misterioso cilindro contenente le indicazioni per trovare il Graal e rapiscono Sir LT. La situazione appare disperata.CAPITOLO 92 Ma ecco che a RL viene un'idea geniale per risolvere il mistero del cavaliere sepolto a Londra: cercare su Internet! Ed ecco che, a furia di risultati utili solo a nuove divagazioni da parte dell'autore (Wagner, Parsifal, i Tarocchi, Artù) i nostri eroi riescono a capire che la filastrocca parla di Sir Isaac Newton. CAPITOLO 97 RL e SN si recano all'abbazia di Westminster per cercare di capire quale sia questo misterioso oggetto tondeggiante che non è stato messo sulla tomba di Newton. RL: "Che tomba originale!" SN: "Già. Originale. Peccato che non si riesca a trovare la soluzione dell'enigma." RL: "Peccato... originale... frutto tondo... Non mi viene in mente niente!" CAPITOLO 98 Il Malvagio Maestro, dopo aver eliminato Rémy nel capitolo 94, si mostra finalmente di questa epopea di simboli di allegorie. ai Si protagonisti tratta nientepopodimeno che di.... (rulloe di tamburi) Si tratta di Sir LT, che la sa troppo lunga e che è da anni che cerca in tutti i modi di arrivare al Graal e che ha deciso di mettere in mezzo anche quei poveri ingenuotti del Vaticano e dell'Opus Dei per riuscire a raggiungere i suoi loschi fini. Dopo aver ucciso il Gran Maestro e i suoi tre Siniscalchi (unici al mondo a conoscere il segreto del Graal) e senza aver ottenuto nulla da questi efferati omicidi, ha deciso di seguire Sophie e Robert per vedere se riusciva a farli fessi all'ultimo secondo. Questa rivelazione ovviamente toglie ogni minimo brandello di logica agli eventi delle 470 pagine precedenti, ma chissenefrega.CAPITOLO 99 Puntando la pistola contro di loro, Sir LT spiega che Nonno Saunière avrebbe dovuto rivelare al mondo il segreto del Graal per sputtanare il Vaticano, ma che non l'aveva fatto

 

per paura che la Chiesa gli accoppasse la nipotina a cui aveva già ucciso i genitori in un finto incidente stradale. Quindi, in definitiva, meritava di morire. CAPITOLO 101 RL, mentre guarda fuori dalla finestra in cerca di ispirazione, vede un enorme albero di mele e per un attimo ha la bizzarra sensazione che i suoi rami gli sussurrino la soluzione all'enigma. Sforzandosi di capire le parole della natura, RL inizia a percepire qualcosa, ma quando si accorge che il melo gli sta urlando "coglione! coglione!" smette di prestargli attenzione. "un coglione è tondo, pieno di seme e di carne rosata. ma non è un simbolo femminile, e poi non so come si dica 'coglione' in inglese" riflette amaramente RL mentre Sir LT punta la pistola contro SN. La situazione è tesa. Lo storico inglese cerca di convincere il professore americano ad aiutarlo nella ricerca. Sir LT: "Unisciti a me, figliolo: insieme io e te domineremo il mondo" RL: "Non mi interessa dominare il mondo. E comunque non ho alcuna intenzione di abbracciare il lato oscuro della Forza." Sir LT: "Ma così facendo fai un favore alla Chiesa! Pensa a quanti danni ha fatto la Chiesa in questi duemila anni: l'inquisizione, la repressione sessuale, l'annullamento del valore della donna, le molestie ai chierichetti, i film di Don Camillo..." RL: "Stai per convincermi, ma non cederò alle tue lusinghe perché sono quasi 500 pagine che ci provo con SN e continuo a fare riferimenti obliqui alla sessualità e all'accoppiamento senza ottenere alcun risultato se non quello di passare per un professore arrapato che vede vagine in ogni dove. Non posso lasciare perdere proprio ora che mi dai la possibilità di fare l'eroe e di salvarle la vita!". Così dicendo, RL scaglia in aria il contenitore che protegge la pergamena che contiene il segreto del Graal. Sir LT, scaltro come una volpe, si lancia per afferrarlo al volo ma, essendo paralitico, si sfracella a terra contenitore stesso che l'urto rilascia uninsieme liquidoal magico che distruggerà laper pergamena. RL si impossessa della pistola e, facendosi beffe dei Sir LT gli mostra la pergamena che ha precedentemente estratto dal suo nascondiglio grazie alla sua superiore intelligenza che gli ha consentito di trovare la parola magica che apriva questo importante scrigno. Sulle note di "cogli la prima mela" il lettore fissa stupito la scritta "APPLE", soluzione del concorso per il migliore aspirante templare del millennio. Bill Gates, che ha speso un fottiliardo di dollari per comperare il Codice Hammer per imparare a leggere al contrario, si rammarica molto della cosa e denuncia immediatamente Leonardo da Vinci per concorrenza sleale. CAPITOLO 104-105 Tutto è bene quello che finisce bene. La pergamena conteneva l'ennesimo indovinello in pentametri, la soluzione è nascosta a Rosslyn, vicino ad

 

Edinburgo, in un antico tempio dei templari. Qui Sophie trova il suo fratello segreto e la sua nonna segreta e scopre di essere discendente diretta di Gesù Cristo e Maddalena. Si scopre inoltre che la Stella di David rappresenta in realtà un pene e una vagina e che gli studiosi di simbologia sono un pochettino monotematici. EPILOGO Il vero mistero inesplicabile è il fatto che questo libro abbia venduto così tante copie, mentre Martin Mystère non lo compera più quasi nessuno. Secondo me è colpa di Java.

acques Saunière, famoso curatore del Louvre, viene brutalmente colpito durante una notte all’interno dello stesso museo parigino. In un ultimo gesto disperato, l’uomo di settantasei anni, si aggrappa ad un dipinto di Caravaggio e fa scattare l’allarme. La pesante saracinesca saracinesca di ferro viene immediatamente giù, bloccando l’ingresso al suo inseguitore. Gli ultimi minuti di vita, Saunière li impiega per togliersi i vestiti, distendersi sul pavimento e disporsi come il celeberrimo disegno di Leonardo Da Vinci, l’uomo di Vitruvio. Quando giungono i primi soccorritori si trovano davanti ad una scena agghiacciante: vicino al corpo nudo senza vita alcuni numeri e un nome: Robert Robert Langdon.Così ha inizio il thriller dai risvolti esoterici che ha suscitato numerosissime numerosissime polemiche e che è diventato un fenomeno editoriale tradotto in quarantaquattro lingue e con oltre quaranta milioni di copie vendute. L’idea di fondo della storia è che la chiave del segreto del Graal, che la Chiesa si è prodigata a nascondere attraverso “la più grande opera di insabbiamento della storia”, sia da ricercare nell’allusivo linguaggio della pittura. Tra realtà e fantasia Dan Brown riesce a rapire e a coinvolgere, costruendo una trama incalzante e avvincente grazie all’utilizzo dei simbolismi della religione e dell’arte. Molti studiosi hanno criticato questo libro a causa delle senza dubbio imprecise ricostruzioni storiche, documentali e artistiche. Ed anche molti critici hanno sostenuto che le idee principali del libro siano state tratte da opere precedenti precedenti e meno famose. Una di queste è il saggio Il Santo Graal di Michael Baigent e Richard Leigh i quali hanno perfino citato Dan Brown in tribunale per plagio. La controversia giudiziaria si è conclusa a favore di Brown, Il codice da Vinci 

stabilendo pur riprendendo alcuni dell’opera due storici,che non è stato copiato. Una curiosità: forse unoelementi dei personaggi del dei romanzo, lo storico Leigh Teabing, è stato scelto utilizzando il cognome di Richard Leigh e l’anagramma del cognome di Michael Baigent. Io credo che tutte le critiche, anche quelle più aspre, siano motivate dal desiderio di contestarne il contenuto, dall’enorme diffusione che il libro ha avuto e dall’importanza della Chiesa e del Cristianesimo. E credo inoltre che, mentre siano assolutamente comprensibili quelle che provengono dal mondo cattolico a causa del riaccendersi del dibattito sull’attendibilità dei vangeli, non lo siano invece quelle degli altri studiosi o presunti tali. Il Codici da Vinci è solo una storia, non un libro di storia; è un romanzo in cui finzione fi nzione e realtà possono più o meno intrecciarsi a seconda della fantasia, della capacità narrativa, della volontà di stupire e far parlare di sé dell’autore, non un saggio con la presunzione di portare alla luce verità storiche e di documentare avvenimenti accaduti duemila anni duemila fa.diSidire è scatenata una per caccia all’errore senza precedenti. E’ veramente il caso “Tanto rumore nulla”. E’ un bel libro, scorrevole e intrigante al punto giusto, può farti

 

trascorrere qualche ora piacevole e forse può portare a qualche riflessione più o meno profonda. Cosa volere di più? Moltissimi lo hanno letto; chi non lo ha fatto non si lasci condizionare troppo dai commenti negativi o al contrario entusiastici. Ognuno si faccia una personalissima opinione. Un libro è proprio questo: uno stimolo al ragionamento e alla riflessione; a volte divertimento, evasione e svago. Lo si legga e lo si prenda per quello che è: una storia.

Costretta dalla ragion di stato ad abbandonare il convento rimase suora nel cuore per  sempre. Così è presentata negli immortali versi di Dante che la beatifica nel cielo della luna , il luogo dove stanno gli spiriti mancanti, m ancanti, anche se non per colpa loro. Il romanzo di Carla Maria Russo comincia proprio dal momento in cui Costanza, che è in convento da molti anni, viene richiamata di nuovo a corte perché deve sposare il figlio dell'imperatore Federico Barbarossa per poter salvare l'integrità del regno dei Normanni di Sicilia e Napoli, privo di un erede autorevole ed esposto alle mire espansionistiche del papa e dell'imperatore stesso. Costanza ha superato la trentina, ma si spera possa avere un erede che riunisca nella sua persona le due corone e blocchi il tentativo del papa di fare intervenire in Italia il re di Francia. Costanza è bellissima e, nello svilupparsi della trama incalzante e resa dalla scrittrice con un linguaggio fresco ed efficace, scopriamo che non è refrattaria al mondo come ce la presenta Dante Dante.. Il motivo per cui si è fatta suora sembra più il desiderio di sfuggire alle voglie del fratellastro e perché nutre un amore impossibile per un aristocratico di rango inferiore. Costretta dal nipote a divenire regina di Sicilia chiede a Dio un segno del suo volere. Non vuole essere considerata spergiura come le sibila in faccia il messo del papa che sarà il suo peggiore nemico. Come regina parte per Milano dove incontrerà Enrico il suo sposo. Federico vuole che le nozze si celebrino nella città lombarda per sottolineare la riconciliazione con i comuni della Lega Lombarda, una volta suoi acerrimi nemici. E' il primo di alcuni lunghi viaggi che sarà costretta a fare nella sua vita di sovrana. Il matrimonio è un legame infelice perché il giovane principe la tratta come una donna da poco, le rifaccia continuamente la sua età avanzata e la sua sterilità. La morte di Federico peggiora la situazione perché il nuovo imperatore si muove con ferocia e incapacità nei confronti dei sudditi normanni e fa scoppiare una rivolta capitanata da Tancredi, nipote di Costanza e ben visto dal papa. Costanza viene in Italia col marito che la disprezza pubblicamente, ma è attratto dalle sue grazie mature e non la vuole lasciare in Germania Germania.. Con uno stratagemma la donna è rapita dal nipote e per un po' vive a Palermo, formalmente prigioniera di Tancredi che si è proclamato re di Sicilia, ma in realtà riverita r iverita e stimata da tutti come la vera regina. r egina. Ritornata sotto il controllo del marito è costretta a tornare in Germania dove finalmente

 

resta incinta. Enrico, tornato in Italia per domare con ferocia la rivolta, non crede alla sua futura maternità e la tratta da spergiura. Costanza riparte per l'Italia l' Italia e a Iesi dà alla luce un figlio maschio(il futuro Federico II) che lei chiama Costantino perché lo vorrebbe tutto per  sé: è il segno che Dio le ha finalmente inviato! Bellissima la scena del parto con le donne del paese che l'aiutano e la proteggono. Ma Enrico la costringe a raggiungerla in Sicilia perché ha scoperto una sua lettera inviata al vecchio spasimante e l'accusa di tradimento. Per fortuna il giovane sovrano muore e Costanza con uno stratagemma riprende il figlio che lascerà orfano all'età di tre anni nelle mani del suo nemico che, però, come emissario del papa è l'unico che lo può proteggere. Il romanzo si conclude con Federico che prende il potere a 14 anni dopo aver trascorso gli anni della sua infanzia in una Palermo tollerante abitata da siciliani, normanni normanni,, arabi e ebrei ebrei.. Il pregio del libro sta nella capacità della scrittrice di utilizzare i documenti storici con sostanziale rispetto e solo di tanto in tanto concedersi qualche licenza poetica per rendere più umana e più affascinante questa grande donna del nostro lontano Medioevo Medioevo..

Costanza, figlia del defunto re di Sicilia, S icilia, Ruggero II, trentatreenne, unica discendente degli Altavilla, a diciassette di ciassette anni, entra in convento, a Palermo, con la vocazione, per  diventare suora di clausura. Per salvare il regno dei Normanni di Sicilia e di Napoli, esposto alle mire espansionistiche del Papa e dell’Imperatore stesso, Guglielmo II, re di Sicilia, in punto di morte, indica la zia Costanza come erede e obbliga i cavalieri a giurarle fedeltà. “La vecchia monaca” deve sacrificarsi: viene convinta a rinunciare ai voti, per andare in moglie al futuro imperatore Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, con il dovere di mettere al mondo un erede maschio, per assicurare la successione.Pur tra dubbi, angoscia e tormenti, sostenuta solo dalla preghiera, Costanza accetta per salvare il regno. Il futuro Imperatore, un giovane brutale e insolente, è contrariato dalla decisione del padre: non vuole sposare una donna che potrebbe essere sua madre e in più cercare di metterla incinta, ma, gli dice ili l padre, è solo una questione di stato: Costanza è una regina regi na che diventerà un giorno imperatrice, lui deve solo metterla incinta, e, una volta assolto il suo compito, può anche più.Quando, il giorno g iorno nozze, che si celebrano a Milano,non nel degnarla 1186, Enrico vede perperò, la prima volta delle la promessa sposa, rimane inebetito: Costanza è bellissima, è alta e snella, ha un portamento regale e sembra una giovinetta. Nello stesso tempo è spaventato: lui che credeva di dominare “la brutta b rutta vecchia”, si accorge di essere dominato da quella splendida donna che ha un portamento regale naturale, mentre lui si sente goffo, in i n quanto più basso di lei, lei , e sporco (tra l’altro, non si è lavato neanche il giorno delle nozze, come al solito). Per  un attimo è anche terrorizzato: lei lo troverà ripugnante e goffo? Tanto peggio per lei: avrebbe dovuto assoggettarsi ugualmente a lui e sottostare ai suoi desideri. Questa Q uesta cinica riflessione riesce a calmarlo. La vita coniugale non è facile: tra Sicilia e Germania, Enrico che è un uomo particolare e zotico, zoti co, il figlio che n non on arriva mai, … ma ecco che sei anni dopo, Costanza rimane incinta e lo sa mentre il marito è in Sicilia. Come fare a convincerlo che aspetta un bambino? Lui non n on ci spera neanche più; infatti ha quasi quarant’anni, troppo vecchia per mettere al mondo un figlio.La figli o.La distanza tra Germania e Sicilia è tanta, il viaggio sarebbe pericoloso per lei anche per  il freddo intenso che dovrebbe affrontare; ma l’imperatore l’i mperatore potrebbe non riconoscere

 

come legittimo erede suo figlio; e infatti Enrico - quando il messo gli dà la notizia non ci crede , pensa p ensa che sia una menzogna per raggirarlo e mettere sul trono un pupillo della consorte…Costanza prende una decisione: deve assolutamente andare in Sicilia e mostrare all'imperatore che è incinta, ne va del trono del figlio.Così fa… ma il viaggio è lungo, fa molto freddo (si è in inverno) e il corteo si deve fermare più spesso del previsto,… la gravidanza avanza inesorabilmente,… il bambino può nascere da un momento all’altro... Sono arrivati solo a Jesi, nelle Marche. Che fare? Sono costretti fermarsi, il bambino sta per venire alla a lla luce… Costanza ha un'idea geniale: dà ordine di piantare una grande tenda nella piazza principale, poi fa invitare le donne del paese ad andare da lei a darle coraggio e aiuto… Quasi tutte le donne di Jesi, in fila, entrano nella tenda dove lei sta partorendo, ognuna le dice una parola di conforto…tutte la possono vedere… e poi testimoniare che quel bambino è uscito da lei… Diventerà Federico II.

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