Il Libro del Piacere - Spare, Austin Osman

May 7, 2017 | Author: Prajñāsattva | Category: N/A
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Austin Osman Spare (Snow Hill, 30 dicembre 1886 – Londra, 15 maggio 1956)...

Description

AUSTIN OSMAN SPARE

IL LIBRO DEL PIACERE (SELF-LOVE) LA PSICOLOGIA DELL'ESTASI

A L L ’INSEGNA

DI

ISHTAR

EDIZIONI LIBRARIE FRANCO SPINARDI

AUSTIN O SMAN SPARE

IL LIBRO DEL PIACERE (SELF-LOVE) LA PSICOLOGIA DELL'ESTASI A cura di Dario Spada

A L L ’I NS EGNA

DI

ISHTAR

EDIZIONI LIBRARIE FRANCO SPINARDI

T ito lo o rigin ale dell'o p era: T H E BO O K O F PL E A SU R E (SE LF-LO V E ) T H E P SIC O L O G Y O F E C ST A SY ( London, 1909-1913) T raduzione di C aterin a Porcheddu

I edizione maggio 1993 D i questo lib ro sono state stam p ate 666 copie, o ltre a 50 copie fuori com m ercio. Q uesto è l ’esem plare

IL L IB R O DEL PIA C E R E © C op yrigh t 1993 A L L ’IN SE G N A DI IS H T A R E dizioni L ib rarie Franco S p in ard i Via M . A m ari 7/7 - 10127 Torino T u tti i d iritti sono riserv ati. N essuna parte di questo lib ro può essere rip ro d o tta, ad a tta ta , trad o tta o d iffusa con q u alsiasi mezzo, perio dici, m icrofilm , catalo gh i V PC o altro , senza il perm esso scritto d e ll’E ditore. Fotocom posizione: Repro 3, Torino Stam pa: S tam patre, Torino M aggio 1993

INDICE

Ringraziamenti ...............................................................................

pag. VII

Nota biografica ............................................................................. pag. IX Il sistema magico di A. O. Spare ............................................. pag.

3

Nota del traduttore ...................................................................... pag.

9

Introduzione .................................................................................. pag.

10

Definizioni ...................................................................................... pag.

13

Religioni e dottrine diverse come mezzo di piacere ............ pag.

14

Il fruitore della religione ............................................................ pag.

22

Soliloquio sulla divinità .............................................................. pag.

27

La posizione della morte ............................................................ pag.

35

I nebulosi nemici nati dall’inattivo autoipnotismo .............. pag.

41

Prefazione all’amore di sé .......................................................... pag.

47

L ’amore di sé come dottrina e virtù morale ......................... pag.

53

La dottrina dell’eterno amore di sé ........................................ pag.

59

Il rituale e la dottrina completa della magia ......................... pag.

63

Note sulla differenza dell’ossessione magica (Genio) e la follia

pag.

69

Sigilli ................................................................................................ pag.

73

Il subconscio .................................................................................. pag.

77

Sigilli: credenza con protezione ................................................ pag.

81

Il disegno automatico come mezzo per l’arte ....................... pag.

89

Su me stesso .................................................................................. pag.

94 V

RINGRAZIAMENTI

Desideriamo ringraziare Mr. Kenneth Grant che, in qualità di esecutore testamentario di Austin Osman Spare, detiene i diritti di tutte le sue opere e che ci ha gentilmente concesso l’autorizzazione per la traduzione e la pubblicazione di questo libro in lingua italiana. Di Kenneth Grant ricordiamo il suo Images & Oracles o f A . O. Spare, edito nel 1975 da Frederick Muller Ltd & Samuel Weiser di New York, che viene ristampato in questi mesi. Questo studio biografico del Grant, già ampiamente citato come l’unico libro di riferimento su quest’artista, unico nel suo genere, viene completato da una raccolta di aforismi od “ oracoli” tratti dal Grimorio di Zos — scritto magico mai pubblicato — e da più di 50 disegni, molti dei quali mai apparsi prima. I Lettori interessati possono scrivere all’editore: Frederick Muller, Random Century House, 20, Vauxhall Bridge Road, LO N D O N SW1V 2SA (England). Un ringraziamento doveroso anche ai signori Claudio Sacchi e Guido Kosting, del Gruppo Culturale Primordia, per la preziosa collaborazione e l’aiuto prestato.

NOTA BIOGRAFICA

Austin Osman Spare nasce a Londra nella casa dei suoi genitori al 10 di Bloomfield Place, King Street, nel quartiere di Snow Hill, il 30 dicem­ bre 1886; tuttavia la sua nascita viene registrata solamente il 15 gennaio 1887. Il certificato segnala sua madre come Elisa Anna Spare, nata Osman, e suo padre come Philip Newton Spare, di professione poliziotto. Il piccolo Austin è il terzo di cinque figli, con due fratelli maggiori e due sorelle minori e questo costringerà ben presto i suoi genitori a tra­ sferirsi in Kennington, a sud di Londra, in una abitazione più modesta. Sua madre, sin troppo presa dalle incombenze domestiche, non ha molto tempo da dedicare al piccolo Austin, che cresce un po’ trascurato anche se ben presto dimostra di essere un bimbo vivace e intelligente. Partico­ larmente versato per la matematica e per le materie artistiche, si iscrive alla scuola serale di Lambeth, dove riceve la sua prima educazione arti­ stica. Nel 1902 vince il premio nazionale di matematica per un trattato di geometria solida, ma poco dopo abbandona la scuola — deve contribuire al magro bilancio familiare — e comincia a lavorare, con un certo pro­ fitto, presso la fabbrica di vetri colorati dei signori Powell. Le sue deli­ cate composizioni rivelano l’ottimismo della giovinezza incontaminata dalla grottesca fantasia che, più tardi, avrebbe ossessionato la sua opera. Mentre lavorava dai Powell, Spare fu raccomandato per una borsa di studio al Royal College of Arts di South Kensington, che vinse; la critica ai suoi lavori apparsa sulla rivista The Studio è assai lusinghiera: « I suoi disegni di composizione figurata a colori appartengono praticamente al regno delle stampe colorate, e come tali sono assolutamente i migliori del loro genere...». Spare si guadagnò così un posto al Royal Col­ lege e una borsa di studio di quaranta sterline. Nel frattempo il giovane artista aveva già avuto modo di sperimen­ tare una qualche forma di esperienza mistica, particolarmente tra il 1903 e il 1904, e aveva preso a frequentare ambienti londinesi legati all’oc­ cultismo. Nel febbraio 1905 pubblica a proprie spese il volume Earth Inferno, ispirato, in parte, all’opera di Dante. James Guthrie, fondatore del Pear Tree Press, lo descrive così: «Il libro di Spare è una cosa caotica ma fon-

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damentale, piena di arte significativa e di concezioni ancora più pregnanti. Un tema così importante può rimanere soltanto cosparso di frammenti, ciascuno, come la mitica Sfinge, un enigma irrisolto, esistente nella mente in mezzo a una confusione di insolito pensiero.» Osman intanto era diventato un bel giovane dai lineamenti mar­ cati, molto conteso dalle ragazze anche se la sua fama di cultore di cose insolite e di magia — tutte cose favorite, sembra, dalla sua frequenta­ zione con una donna molto più anziana di lui, la signora Paterson, discen­ dente da una vecchia generazione di streghe di Salem — contribuiva a circondare la sua figura di un’aureola sinistra; tanto più che i suoi com­ pagni di studi lo evitavano deliberatamente e lo accusavano di consu­ mare droghe (cosa peraltro vera). Suo padre, che vedeva in lui una promessa per il futuro, portò un disegno — un ex-libris eseguito in bianco e nero nel 1901 — alla Royal Academy. Il disegno fu accettato e, per via del fatto che Austin era il più giovane espositore dell’Accademia, molti artisti e scrittori, tra i quali J. Singer Sargent e G. B. Shaw, si complimentarono con lui. In un certo qual senso, la strada artistica di Spare era ormai tracciata. Il 1907 è un anno molto importante per lui. Pickford Waller, dise­ gnatore e artista di un certo spessore, ricco e buon scopritore di talenti, diviene il suo “ padrino” e manager, e per parecchio tempo lo sostiene finanziariamente offrendogli parecchio lavoro: illustrazioni per libri e rivi­ ste, ex-libris e disegni vari per numerosi editori. Questo sodalizio durerà per almeno venti anni. Sempre nel 1907 esce il secondo libro di Spare, The B ook o f Satyrs, stampato privatamente con una bella presentazione di James Guthrie. Nel medesimo tempo, una sua mostra nel West End in cui erano esposti 114 disegni suscitava una certa apprensione nella stampa. «Forse la scusa principale per la natura dei disegni e degli schizzi che il signor Spare mette in mostra alla galleria Bruton — appare sul G lo b e del 30 ottobre 1907 — è che si tratta di un artista molto giovane e per conseguenza è affetto da quell’inclinazione per ciò che è orribile e anormale, che come altre malattie infantili se ne va via dopo che si raggiunge la maturità». Niente era più sbagliato, almeno nel caso di Spare, che già se ne era andato a vivere con una donna molto più anziana di lui. Ma l ’Observer del 3 novem­ bre calca la mano ancora di più: «Il signor Spare si mostra ora al pub-

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blico, alla galleria Bruton, con un’ampia collezione dei suoi disegni ed alcuni quadri che dovrebbe richiamare nello stesso tempo l’interesse dei suoi colleghi artisti e dei patologi, perché l’arte del signor Spare è anor­ male, malsana, selvaggiamente fantastica e incomprensibile, e per giunta di tipo che può far esitare il padre di famiglia a condurre sua moglie e sua figlia a questa galleria...». Ma più oltre arriva anche qualche lode: «...T uttavia, per quanto siano repulsive le sue opere posseggono un ele­ mento di straordinaria bellezza. In realtà questo giovane è quasi senza pari per quanto riguarda la potenza e l’espressività del suo sguardo». Altre recensioni apparvero sul World, e sul Sunday Times. Non dobbiamo peraltro dimenticare che s’era in piena epoca edwardiana e che il rigido moralismo vittoriano, con il suo bigottismo insulso, aveva contribuito non poco a frenare e a comprimere gli slanci e l’ardore di gran parte della società e di molti dei suoi spiriti più liberi. Tuttavia, a differenza di altri suoi contemporanei, Spare non si lasciò mai condi­ zionare né influenzare in questo senso, ma espresse sempre liberamente le sue convinzioni e il suo modo di pensare e di agire, per quanto biz­ zarri fossero. Non scese mai a compromessi con alcuno e questa intima coerenza, alla fine, lo portò alla rovina economica. Comunque, nel 1907, egli era sicuramente un giovane ammirato e coccolato da molti critici e da gran parte della buona società. Espose in prestigiose gallerie del West End e tutte le sue mostre furono ampiamente recensite con un misto di lodi e di totale condanna. Spare, egocentrico al massimo e totalmente pieno di sé, se ne curava ben poco e continuava la sua vita sempre più orientato verso l’occulto e la stregoneria. Uno dei suoi più convinti estimatori, Ralph Straus, notissimo cri­ tico e bibliofilo, gli scrive un articolo che appare in un numero speciale del periodico Book Lovers's Magazine con tanto di intervista. Nel conte­ sto del pezzo si parlava di tortura e di fate, di sangue e di lupi mannari, di magia e di religione. Era il 1909, e in quell’anno Spare si iscrive all’or­ dine magico di Aleister Crowley «Astrum Argenteum», ma il sodalizio tra i due dura ben poco. Con ogni probabilità, la personalità dell '“ uomo più malvagio del mondo” urtava sensibilmente con l ’ego smisurato del giovane artista. Nel 1911 Spare si sposò con Lily Gertrude Shaw, una ex ballerina di rivista. Il matrimonio venne officiato il 4 settembre, ma durò solo qualXI

che anno. Intanto andava prendendo forma un’altra sua opera, questo B o o k o f Pleasure concepito nel 1909 ma dato alle stampe solo nel 1913, sempre privatamente (le malelingue sostennero, non sappiamo se a torto o a ragione, che Spare trovò i soldi per la stampa del libro pescando a piene mani dai risparmi della moglie). Nel 1915, John Lane, che gli aveva già commissionato del lavoro, lo convinse a dar vita ad un trimestrale Form, rivista di arti varie che seguiva la scia del fortunato Y ellow B ook di Beardsley. Il primo numero uscì nell’aprile del 1916 ed ebbe una buona accoglienza, più di critica che di lettori a dire il vero. Tra i collaboratori vi erano eminenze della cultura come W. B. Yeats, che inviò otto poesie, Charles Ricketts e Frank Brangwyn, un fedele amico di Spare. Purtroppo c’era la guerra e Spare dovette arruolarsi nel Medicai Corps della Royal Army. Della rivista uscì solo un secondo numero, nell’aprile del 1917, poi dovette cessare le pub­ blicazioni fino al 1921, quando lo stesso Spare ne riesumò la testata chia­ mando nuovi collaboratori come Paul Nash, Robert Gibbings, Claud Lovat Fraser, Laura Knight e il solito Frank Brangwyn. Di questa nuova edizione ne uscirono tre numeri, l’ultimo dei quali nel gennaio 1922. Sul­ l’ultimo numero vi era la recensione del libro The Focus o f L ife, sempre di Spare, uscito l’anno prima per i tipi della Morland Press. Nel 1922 l’artista diviene condirettore del periodico The Golden H ind, un trimestrale pubblicato da Chapman & Hall. A questa nuova pubblicazione collaborano personalità del calibro di Robert Graves, Jack B. Yeats, Alan Odle e Harry Clarke. La rivista doveva durare per due anni, fino al 1924, poi fu costretta a chiudere per mancanza di fondi. All’età di 37 anni, Spare ha dei disturbi psicologici, forse una crisi di identità, ed è probabilmente da questo fatto che maturò il suo libro più caustico e “ maledetto” , The Anatema o f Zos — A Sermon to thè Hypocrites, edito privatamente nel 1927. In quelle pagine, che lo stesso Spare dirà dettate da un demonio (anzi, dal demonio per eccellenza, Satana stesso!), c’è tutta una violenta requisitoria contro l’ipocrita e bigotta società dei suoi contemporanei — la “ cricca di M ayfair” , come soleva definirla — e vien da pensare che l’amarezza e lo sconforto che s’erano impadroniti del pittore fossero stati originati dal rifiuto che i benpen­ santi avevano verso le sue opere e il suo bizzarro e inquieto stile di vita, unito al suo temperamento proletario e anticonformista. Negli anni

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seguenti Spare cambiò continuamente ateliers, cercandoli nei sobborghi londinesi a sud del Tamigi. Lavorò all’Elephant & Castle, a Brough e a Brixton dipingendo come soggetti i vagabondi, gli alcolizzati, le pro­ stitute e i freaks. Per venticinque anni condusse una vita appartata, lavo­ rando sodo; le sue mostre occasionali avevano sempre un discreto suc­ cesso, anche se i dipinti venivano venduti a prezzi irrisori. Al termine del secondo conflitto mondiale un suo amico di vecchia data, Dennis Bardens, gli organizzò una mostra all’Archer Gallery che ebbe un notevole successo, e per un certo periodo il nome di Osman Spare tornò alla ribalta, anche se l’artista, convalescente per una ferita causa­ tagli da un bombardamento su Londra durante la guerra, aveva tempo­ raneamente perso l’uso delle braccia. Purtroppo, le sue condizioni di salute si aggravarono con il passare dei mesi; i postumi della ferita e le misere condizioni nelle quali era stato costretto a vivere negli ultimi anni gli avevano seriamente minato il fisico. La sua odissea si chiude il 15 maggio 1956. Ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico, non sopravvive all’operazione. Possiamo concludere questa breve nota biografica riportando un lapi­ dario giudizio su di lui del suo amico James Guthrie, espresso in una let­ tera scritta a Sybil Waller in data gennaio 1943: «Q uesto pezzo di carta mi fa venire in mente Spare, un uomo col quale era impossibile lavorare. Probabilmente se ne ricorda, intelligente in modo imbarazzante, villano senza princìp i...». D. S .

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IL LIBRO DEL PIACERE

IL SISTEMA MAGICO DI A. O. SPARE

Il giudizio che Mario Praz, nel suo libro «L a Carne, la Morte e il D ia­ volo nella letteratura romantica», dà di Austin Osman Spare, definen­ dolo, assieme al mago inglese Aleister Crowley, “ un occultista satanico” , è del tutto fuorviante e riduttivo. Questo perché se da una parte è vero che i soggetti dei suoi disegni sembrano scaturire da una mente perversa e depravata, è anche altrettanto assodato che dietro alle illustrazioni sim­ boliche di Spare vi è un vero e proprio «sistem a magico», la cui operati­ vità è però resa assai problematica per la difficoltà intrinseca di deci­ frarne il “ codice” di accesso. Austin Osman Spare è uno dei pochissimi autori moderni che ha intrapreso l’esplorazione dei confusi meandri dell’universo-inconscio per mezzo di diversi linguaggi criptici e, anche se i suoi scritti risultano difficilmente accessibili ai più per l’oscurità dei concetti espressi e per i contorsionismi verbali che rendono il lèssico con­ fuso, vale sicuramente la pena di attingervi con animo sereno e scevro di fuorvianti pregiudizi. Il sistema operativo spareano si fonda su alcuni principi estetico­ psicologici che possiamo fissare nei seguenti punti: a — il concetto di Self-love b — il concetto di Zos-Kia c — l’Alfabeto del Desiderio d — la sigillazione. Per Self-love ha da intendersi “ Amore di Sé” , ovverosia l’Ego ele­ vato al massimo grado che deve pervadere la coscienza e la mente sem­ pre e comunque. Non solo, secondo Spare il Self-love è anche “ autoa­ more” o “ autoerotismo” o ancora estasi autotelica. Il concetto, meglio sarebbe dire il Culto di Zos-Kia, si rifà alle vecchie filosofie orientali potendosi infatti identificare il Zos come l’insieme del corpo inteso nel suo complesso (quando vi si riferisce, Spare indica come tale non solo il corpo fisico ma anche la mente e l’anima) e il Kia come l' Atm an degli induisti, il Sé Cosmico (Dio). L ’Alfabeto del Desiderio è il mezzo per addivenire all’unione cosmica riattivando quella corrente che nell’uomo si è innaturalmente interrotta a causa delle inibizioni e delle costrizioni operate da duemila anni di civiltà

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(dogmi, religioni, imposizioni e condizionamenti, ecc.). Questo Alfabeto è il vero sistema magico e risulta composto dai Sigilli che permettono, se opportunamente utilizzati, di rompere la corazza che separa la mente cosciente dal subconscio e di raggiungere le grandi riserve di energia che vi si trovano onde usarle per i propri scopi. Il metodo per “ risvegliare” questi atavismi primordiali, come vedremo, si avvale di numerose possibilità pratiche, quali l’utilizzo di sostanze stupefacenti, l’autoipnosi, l’esaurimento psicofisico, l’attività sessuale,1 e altri. Spare prediligeva quest’ultima possibilità, ma il suo concetto di Nuova Sessualità rivolta come un guanto il principio este­ tico del bello: le partner dell’atto sessuale magico non andavano cercate fra donne belle e giovani ma, all’opposto, il canone estetico andava verso l’esatto contrario: vecchie megere e repellenti mostri, freaks e nani erma­ froditi. Spare sosteneva che «Colui che trasmuta ciò che è tradizional­ mente brutto in un alto valore estetico, avrà nuovi piaceri al di là del timore». Abbiamo detto che alla base dell’Alfabeto del Desiderio vi sono le lettere-sigilli che lo compongono e che costituiscono il fulcro sul quale si appoggia tutto il sistema magico spareano. La creazione dei Sigilli è dunque di importanza fondamentale e vale la pena spendervi qualche parola. Un Sigillo è un simbolo dietro al quale si cela una forza o un arche­ tipo,2 e possiamo paragonarlo a una chiave che permette di avere libero accesso a quella parte dell’universo (subconscio) con la quale la mente cosciente non ha un contatto diretto. Queste sfere di conoscenza (che in magia operativa prendono il nome di Aethyr ) sono ovviamente il mondo superiore e, aumentando la conoscenza e il dominio degli Aethyr, l’indi­ viduo può agire anche nel microcosmo, estendendo il suo controllo sul mondo inferiore — questo — in cui vive. Vi sono diversi modi per entrare in contatto con gli Aethyr (citiamo ad esempio i simboli degli Arcani Maggiori dei Tarocchi, i simboli orientali dei Tattwa, gli esagrammi dell’Yi King) e i Sigilli ideati da Spare risul­ tano essere efficaci allo scopo, anche se non bisogna sottovalutare il rischio 1 C fr. Magia sessuale — Lilith, la Dea Nera, A ll’Insegna di Ish tar, T orino, 1992. 2 C fr. “ a rc h etip i” in Le Legioni di Shaytan, vol . I, A ll’Insegna di Ish tar, T orino, 1990.

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oggettivo che ne può derivare allo sperimentatore sprovveduto: quando non si riesce a padroneggiare la moltitudine delle corrispondenze e le varie successioni che affiorano alla mente conscia, subentra il caos e, facil­ mente, si va incontro a fenomeni di ossessione3 o, molto peggio, di vera e propria possessione. Dunque, l’elemento essenziale per conseguire questo contatto è la comunicazione con la mente che siamo soliti definire “ incosciente” . Giova a questo punto ricordare che Spare era convinto che un’intelligenza occulta dipingesse e disegnasse sovente per lui. Egli praticava spesso la scrittura automatica e uno dei suoi “ Spiriti-Guida” era un certo Aquila Nera, più propriamente uno spirito familiare del quale aveva fatto anche un singo­ lare ritratto. I suoi frequenti contatti psichici con abitanti di regni invi­ sibili e sovradimensionali gli permisero di sviluppare un mezzo grafico per penetrare nei recessi più riposti del subconscio, ed egli era convinto che per rendere questo mezzo davvero efficace ciascun individuo avrebbe dovuto autosvilupparsi ed evolversi creandosi i propri Sigilli. Per questo motivo compose uno speciale mazzo di carte chiamato «Arena di Anon», ciascuna delle quali aveva un proprio emblema tratto dall’Alfabeto del Desiderio. Una volta visualizzata la carta e l’emblema disegnato, questo veniva “ dinamizzato” stimolando il subconscio. In questo modo si for­ mavano nella mente dell’operatore tutte le immagini corrispondenti a quel simbolo, come anelli di una stessa catena in una logica sequenza. Abbiamo già detto che ogni Sigillo è intensamente personale. E quello che un Sigillo rappresenta per un individuo, non necessariamente può essere utilizzato da un’altra persona per lo stesso scopo. Quindi è buona regola che ciascuno si crei da sé i propri Sigilli. Questi possono essere formati per mezzo della scrittura automatica — metodo privile­ giato da Spare — che però non significa solamente scrivere con carta e matita fino a che la mente conscia abbandona il controllo facendo affio­ rare gli psichismi dell’inconscio. Occorre invece, primariamente, una sorta di ipnosi (autoipnosi) che escluda totalmente ogni interferenza della mente razionale (molto utili anche esercizi di meditazione). Il periodo migliore per creare i Sigilli è sicuramente quello stato tra il non ancora sonno e non più veglia, quando stiamo per addormentarci o per risvegliarci. 3 C fr. Magia del X X I secolo, A ll’Insegna d i Ish tar, T orino, 1991.

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Una volta creato il Sigillo è possibile usare diversi sistemi per “ cari­ carlo” e per “ lanciarlo” nel subconscio. L ’aspetto essenziale in questa operazione è l’eliminazione totale del raziocinio. In altre parole è neces­ sario “ dimenticare” il desiderio celato dietro al sigillo durante l’atto di magia. Per questo motivo Spare consigliava di creare numerosi Sigilli per altrettanti desideri, e di mescolarli poi insieme lasciandoli da parte per un certo periodo: riprendendoli in seguito ci si sarà dimenticati qual è il desiderio celato dietro a ognuno di essi. Nel linguaggio velato di Spare: «Quando la mente è confusa, la capacità di raggiungere l’impossibile si rende manifesta; da quel semplicissimo stato di “ Né-Né” (“ Niente di Niente” ), l’Ego diviene l’osservatore silenzioso e si rende conto di tutto, il Perché e il Come del desiderio sono contenuti entro lo stato mistico di Né-Né e il buon senso dimostra che è lo stato del lattante, originale». Questo stato, nel quale la coscienza è negata, è identificato da Spare come «L a Posizione della M orte».

Come si carica il Sigillo I metodi principali per caricare un Sigillo sono i seguenti. 1 — Autoipnosi 2 — Orgasmo sessuale 3 — Stato di veglia 4 — Assunzione di droghe, alcol 5 — Stato di esaurimento psico-fisico 6 — Esaltazione della coscienza per mezzo della musica 7 — Ripetizione di mantra4 8 — Soppressione di ogni stimolo sensoriale. Di nuova sperimentazione può considerarsi l’ultimo punto, che si avvale di una strumentazione, una “ vasca” dove ondeggia un liquido tie­ pido e salato contenuto in un serbatoio di fluttuazioni. In questo modo si ottiene l’eliminazione totale degli stimoli sensoriali. Anche le moderne tecniche di realtà virtuale possono essere utilizzate per questo scopo. 4 C fr. Le Legioni di Shayta n, A ll’Insegna di Ish tar, T orino, 1990.

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Spare si avvaleva di sostanze stupefacenti che assumeva a periodi più o meno regolari — pratica derivata quasi certamente dalle sue fre­ quentazioni con l’« Astrum Argenteum» di A. Crowley, e da una sua natu­ rale predisposizione alle droghe. Ma la sua attenzione era rivolta specifi­ camente al sesso. L ’uso di questo mezzo per caricare i sigilli è conosciuto anche con il nome di magia sessuale5 e ha tradizioni antichissime. Con questo sistema, la nostra personalità, la mente cosciente, si incontra al momento culminante dell’atto (orgasmo) con il trascendente al di là del livello mondano. Il Sigillo viene fortemente immaginato nella mente cosciente, come un annesso alla volontà, ed è alfine liberato al momento culminante dell’orgasmo quando il conscio si dissolve in uno stato di estasi: in questa maniera, l’energia che si libera “ porta” il sigillo negli Aethyr. Il fulcro di questa celebrazione orgiastica del sesso è, per Spare, il Sabba delle Streghe. « L ’iper-erotismo provocato da questa isteria su larga scala non è solo sadomasochismo, ma può essere, e spesso è così, sostituito dalla simulazione. Prima della cerimonia ogni partecipante svolge il compito assegnatogli, che solitamente si risolve in una promiscuità cao­ tica, mentre gli iniziati sono addestrati individualmente e sostengono un ruolo passivo. Dopo la completa sazietà sessuale, ottenuta con ogni mezzo concepibile, sopraggiunge una sorta di stato allucinatorio esteriorizzato dal desiderio predeterminato che, nella sua realtà, è magia. «L a volontà, o energia nervosa, per creare tensione deve assolutamente essere repressa ed essere liberata solo al momento dell’estasi. In quel preciso istante, guarda nella visione immediata, e anche oltre, nell’Eone, fino a quando non vibrerai nell’unità dello spazio.» Della cerimonia del Sabba, Spare diceva che essa era sempre segreta, celebrata in comunità e a date regolari. Per tutti i motivi già menzionati si tratta di una pratica blasfema e contraria alla religione. Secondo l’etica cristiana, infatti, l’amore verso Dio e il prossimo sono i due assiomi del credere. Viceversa, la magia spareana non si pone il problema: Dio è l’uomo e pertanto ogni sforzo deve volgere al conseguimento dell'Amore di Sé. Nel credo di Spare è implicito il rifiuto di Dio poiché è attraverso la conoscenza, e non la fede, che è possibile aumentare la libertà del­ l’individuo. 5 C fr. Magia sessuale — Lilith, la Dea Nera, A ll’Insegn a d i Ish tar, Torino, 1992.

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La conoscenza, nel comune senso in cui intendiamo questa parola, non è la mera osservazione della naturalezza di ogni cosa, ma implica una attiva e costante partecipazione nella sua esistenza. È quindi l’individuo-Essere che crea continuamente l’universo, ed è nel mondo degli Aethyr-Archetipi dove è il “ Perpetuo Divenire” e l’Eterno Andare. In questo modo la ricerca della conoscenza richiede una partecipazione attiva negli Aethyr. L ’uomo nella sua incarnazione fisica è diviso in se stesso, è incom­ pleto. Il processo di unificazione (o, meglio, riunificazione), avviene quando si stabilisce un ponte comune tra mente razionale e subconscio e ciò lo si può ottenere con la tecnica della sigillazione di Spare, con la quale si entra di diritto nel “ Totale Divenire” e si arriva a Sapere e a Creare tutto ciò che si percepisce. La via proposta da Spare è una strada — è fin troppo ovvio sottoli­ nearlo — estremamente pericolosa e densa di insidie. Crowley stesso, affermò che Spare era diventato un “ fratello nero” a causa del suo egoi­ stico culto dell’Amore di Sé. E, in effetti, la magia “ nera” 6 altro non è se non il culto dell’Ego posto come supremo valore di vita. Il mago nero non si preoccupa affatto degli ostacoli che si frappongono sul suo cammino: pur di arrivare al suo scopo, è disposto a tutto e le sue facoltà psicofisiche sono totalmente orientate verso il conseguimento della sua meta. Certamente la discesa negli Abissi del subconscio è una discesa all’in­ ferno, dove si agitano le potenze distruttive e incontrollate del Caos, e solo il più temerario dei maghi può osare di affrontare le forze oscure che vengono evocate nella mente conscia durante queste pratiche stre­ goniche.7 Un fallimento potrebbe significare l’invasamento o la pazzia, la possessione o la dissociazione della mente e della personalità. Gli incauti sono avvisati e, non essendo questo un trattato di magia pratica, si mette in guardia il lettore dal voler praticare le tecniche descritte senza una adeguata preparazione.

6 C fr. Le Legioni di Sahyta n, vol . I, pag. 18. 7 Su questo aggettiv o , come sul già citato Sabba delle Stregh e, cfr. pag. 204 di Fronde dell’Antico Noce — Ricettario di Potere e Libertà, A ll’Insegna d i Ish tar, T orino, 1992.

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NOTA DEL TRADUTTORE

Tradurre in lingua italiana un qualsiasi lavoro di A. O. Spare è impresa che presenta serie difficoltà, sia per i termini desueti utilizzati spesso dall’Autore, sia per l’uso “ disinvolto” dei vari periodi che a volte non rispettano le regole della grammatica. In più, tutto il lavoro spareano è costellato da doppi sensi e da parole — sospetto appositamente scelte — che hanno più di un significato e che rendono estremamente difficol­ toso il lessico. Per questi motivi il testo ha avuto una traduzione integrale il più fedele possibile all’originale, cosa che, se da un lato nulla toglie e nulla aggiunge all’opera, dall’ altro — e il Lettore se ne accorgerà ben presto — rende il tutto molto ostico e di difficile comprensione. Debbo inoltre avvisare che l’uso delle lineette di separazione, che solitamente nell’in­ glese moderno servono a illustrare meglio quanto è stato esposto in pre­ cedenza, nel nostro caso non corrispondono a simile finalità ma, al con­ trario, sembrano essere state inserite volontariamente per aggiungere concetti e assunti ancora più contorti e inintelligibili. Con ciò, lo scritto di Spare è tutt’altro che godibile e facile. Il primo impulso, dopo aver scorso le prime pagine, è quello di chiudere il libro con un moto di stizza. Non solo per la sicumera, la tracotanza e l’esaspe­ rato Ego con cui l’Autore spiega il suo insegnamento, ma anche per l’oggettiva difficoltà dei discorsi incoerenti e astrusi che ne illustrano i concetti. Stante queste premesse si capirà l’ingrato compito cui mi sono sot­ toposta e, visto il risultato, c’è poco da esserne soddisfatti. Tuttavia ho cercato di fare del mio meglio cercando una aderenza con lo spirito del testo aiutata, in questo, anche dal curatore. C.P.

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INTRODUZIONE

L ’opera d ’arte che amiamo è quella che, per usare una frase di Mrs. Mountstuart di Meredith, ha un contorno vago, ed è creata per venire appresa, non sezionata. Spiegazioni, etichette, vengono da noi a ragione degnate di poca fede, ma dopo il nostro primo compiacimento, è inte­ ressante esaminare gli scopi e i metodi dell’artista, ed apprezzare le idee che ci sono dietro. Con il suo primo libro di illustrazioni, il caotico e meraviglioso Heart Inferno , del 1905, Austin Osman Spare ci ha dato delle spiegazioni che, anche se non aggiungono materialmente qualcosa al nostro piacere nella vitalità dei disegni, ben difficilmente potrebbero essere da essi separate, ed hanno aumentato il nostro interesse per la personalità del loro crea­ tore. Il suo secondo libro, A B ook o f Satyrs, del 1907, si basava su affer­ mazioni pittoriche, e sebbene un progresso nella tecnica fosse evidente e la concezione più matura, questo libro non era così completamente sod­ disfacente come il primo. Dalla pubblicazione di questi volumi ad ora, l’opera di Spare è progredita, le migliori e più incisive qualità si sono fuse ed aggiunte l’una all’altra, con il risultato che sono stati prodotti disegni come “ La Posizione della Morte” (frontespizio). A questo riguardo non può essere fuori luogo una citazione dalle mie note pubblicate nel­ l'A rt News del 15 novembre 1911 su una delle più importanti delle sue ultime mostre — quella alla Baillie Gallery di Bruton Street a Londra, alla fine del 1911: « L ’uomo che volesse dar forma ai nostri pensieri vaghi e che sugge­ risse e simbolizzasse per noi idee astratte con mezzi pittorici, dovrebbe affrontare il suo compito con un bagaglio tecnico assai completo o aspet­ tarsi un disastro e un tonfo sin dall’inizio, e se guardando questi disegni a matita tendiamo a risentirci di una così sfrenata prodigalità di inven­ zioni in quella che a prima vista appare come un’affermazione incoerente, dovremmo guardare il disegno a Penna “ La Psicologia dell’Estasi (che qui è “ La Posizione della Morte” ) e lì vedrà un’opera completa, un’o­ pera da cui, eliminando il superfluo, emerge una vitalità così controllata e concentrata, tale da soddisfare immediatamente, anche se possiamo essere sconcertati dal significato, la cui opera ci rivelerà alcuni dei suoi

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segreti. Ritorniamo ora alla maggioranza dei disegni: non dovremmo essere lieti di avere l’opportunità di vedere la nascita dell’idea pittorica? Non dovremmo compiacerci di queste formule mutuate da altre, queste linee che guizzano sulla carta come fiamme? Possiamo rimproverare a Spare una sola cosa — di averci dato troppo, e che noi non siamo stati capaci di assimilarlo!» Ora egli viene in nostro aiuto con questo libro magico, i cui disegni possono essere considerati come spiegazione del testo — il suo credo — e mentre alcuni possono essere interessanti principalmente alle sue rive­ lazioni sui processi della mente dell’artista, altri, proprio grazie a queste rivelazioni possono vedere se stessi come sono, e possono davvero essere tentati di seguire il suo cammino verso una vita più gioiosa, verso quel Piacere (Amore di Sé) che dà il titolo a questo libro, e che può essere interpretato come L ’Estasi della Completa Autorealizzazione. Aggiungo una parola di ringraziamento all’autore-artista per la sua gentilezza e disponibilità nel darmi l’opportunità di scrivere questa breve nota, e con la speranza che questo libro contribuisca a far apprezzare ancora di più le sue opere, cedo la parola al mio amico. Settembre 1913 Ernest H .R . Collings

N O TA. Preparando questo libro per la pubblicazione, si sono rese necessarie alcune modifiche all’ultimo momento. Di conseguenza, l’in­ troduzione e il ritratto di Daniel Phaer sono state omesse, assieme ad alcuni capitoli successivi e le illustrazioni relative, e gli emblematici ritratti di Ernest H. R. Collings. Questi potranno apparire in seguito in una edi­ zione più completa. Devo esprimere i miei ringraziamenti ad Ernest H. R. Collings per aver corretto le bozze di questa edizione. A. O . S . - Settembre 1913

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La P osizione d ella M o rte

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DEFINIZIONI

Le parole Dio, religioni, fede, etica, donna, ecc. (essendo forme di fede) sono usate per esporre differenti “ modi” per controllare ed esprimere il desiderio: un’idea di unità per mezzo del timore in una forma o un’al­ tra che deve significare schiavitù — i limiti immaginati — , estesa tra­ mite la scienza che aggiunge a caro prezzo qualcosa alla nostra statura: e niente altro. KIA: l’assoluta libertà che, essendo libera, è abbastanza potente da essere “ realtà” e libera in ogni momento: quindi non è potenziale o manifesta (eccetto nella sua immediata possibilità) con idee di libertà o “ mezzi” , ma con un Ego libero di riceverlo, non avendo preconcetti al riguardo e non credendoci. Meno se ne parla (del Kia), meno esso è oscuro. Ricordatevi che l’evoluzione insegna per mezzo di terribili puni­ zioni, che il concepimento è la realtà ultima ma non l’ultima libertà del­ l’evoluzione. Virtù: Arte Pura. Vizio: Paura, credenza, fede, controllo, scienza e simili. Amore di sé: uno stato o condizione mentale causato dall’emozione del riso che diventa principio che permette l’apprezzamento dell’Ego o l’associazione universale permettendo l’inclusione prima del concepimento. Ispirazione: quello stato di vacuità prodotto dall'esaurimento del desiderio grazie a dei mezzi di dissipazione quando lo stato d ’animo cor­ risponde alla natura del desiderio, per esempio quando la mente è preoc­ cupata perché questo desiderio non viene esaudito e cerca sollievo. Impa­ dronendosi di questo stato d ’animo e vivendolo, la vacuità risultante è sensibile alla sottile suggestione del Sigillo.

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RELIGIONI E DOTTRINE DIVERSE COME MEZZO DI PIACERE

Libertà e potere A cos’altro bisogna credere se non al Sé? Ed il Sé è la negazione della completezza intesa come realtà. Nessun uomo ha mai visto il Sé. Noi siamo ciò che crediamo e ciò che implica per un processo di tempo nel concepimento; la creazione è causata da questa schiavitù alla formula. Le azioni sono l’espressione di idee derivanti dalla fede; essendo inerenti, esse sono oscure, la loro azione è indiretta, e facilmente ingannano l’in­ trospezione. I risultati dell’azione sono duplici: Paradiso e Inferno; la loro Unità o Nullità (Purgatorio o Indifferenza). In Paradiso c’è il desi­ derio per le Donne. Ma in realtà sono un’unica cosa. Il saggio ricerca­ tore del piacere, avendo compreso che sono “ gradi differenti del deside­ rio” e mai desiderabili, abbandona sia la Virtù che il Vizio e diventa un Kiaista. Cavalcando lo squalo del suo desiderio attraversa l’oceano del principio duale e si impegna nell’Amore del Sé.

Le religioni sono la proiezione dell’incapacità, le fantasie della paura, la vernice della superstizione, che il paradosso è verità,8 mentre spesso è l’abbellimento dell'imbecillità. Come virtù nell’idea per potenziare il piacere a buon mercato, rimettete i vostri peccati e scusateli — è solo un cerimoniale, l’espressione del servilismo verso la paura dominante. Si! Ciò che avete ordinato nella vostra religiosità è proprio la vostra tor­ tura, per quanto immaginaria. La prospettiva non è piacevole; voi l’avete insegnato a voi stessi, è diventato innato e a ciò il vostro corpo è sensibile.

Alcuni lodano l’idea della Fede. Credere di essere degli Dei (o qua­ lunque altra cosa) li renderebbe tali — provando con tutto ciò che fanno, 8 C he Dio è sem pre in P aradiso o che l ’ O nnipotente inco ncep ibile em ana la sua conce­ zione o negazione — com m ette suicid io , ecc.

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di essere pieni della loro mancanza di fede. È meglio ammettere l’inca­ pacità o l’insignificanza, piuttosto che rafforzarla con la fede; poiché il superficiale “ protegge” , ma non cambia ciò che è vitale. Quindi rifiu­ tate il primo a favore del secondo. La loro formula è l’inganno ed essi stessi sono ingannati, il contrario del loro proposito. La Fede è nega­ zione, o la metafora dell’idiozia, quindi fallisce sempre. Per rendere la loro schiavitù più sicura, i Governi costringono i loro schiavi ad ingoz­ zarsi di religione, riuscendovi sempre; quelli che vi sfuggono sono pochi, perciò il loro onore è maggiore. Quando la loro fede perisce, il “ Sé” occu­ perà il primo posto che gli spetta. Altri, meno stolti, cancellano dalla loro memoria il fatto che Dio è una loro creazione, e come tale più sog­ getta a legge. Q uest’anelito alla fede è poi così desiderabile? Personal­ mente ancora non ho visto un uomo che non sia già Dio. Altri ancora, e sono i più saggi, non sanno dirvi cos’è esattamente la “ fede” , o come credere a ciò che sfida le leggi della natura e le credenze già esistenti. Certamente non è dicendo “ Io credo” che l’arte è da tempo stata perduta. Essi sono ancora più soggetti allo sgomento e alla disperazione non appena aprono le loro bocche piene di ragione; senza potere e infe­ lici, tranne quando diffondono la propria confusione, per ottenere forza devono adottare i dogmi e un manierismo che escludono la possibilità... Tramite l’illuminazione della loro conoscenza essi peggiorano i propri talenti. Non li abbiamo visti corrompersi in ragione delle loro interpre­ tazioni? Davvero l’uomo non può credere per fede o per guadagno, e nemmeno può spiegare il suo sapere a meno che non nasca da una nuova legge. Essendo ogni cosa, che necessità abbiamo di immaginare che non siamo? Siate la vostra mistica. Altri credono alla preghiera... Non hanno ancora imparato che chie­ dendo si ottiene un rifiuto? Che ciò sia la base del vostro Vangelo. O voi che vivete le vite degli altri! A meno che il desiderio sia inconscio, non verrà esaudito, non in questa vita. Allora è davvero meglio il sonno della preghiera. La quiescenza è desiderio celato, una forma di “ non chie­ dere” , con essa la donna ottiene molto dall’uomo. Utilizzate la preghiera (se proprio dovete pregare) come mezzo di sfinimento, e con esso realiz­ zerete il vostro desiderio. Alcuni fanno molto per dimostrare la somiglianza delle religioni più

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disparate; per certo io in questo modo provo la possibilità di una illu­ sione fondamentale; ma che essi non intuiscono mai — di questo Ukase essi sono la beffa, poiché essi troppo se ne rammaricano! Essi soffrono per mezzo di un conflitto in modo maggiore del non-illuminato. Ciò che identificano come loro illusione o paura, essi chiamano verità. Essi non vedono mai questa somiglianza e la quintessenza delle religioni, la pro­ pria povertà d ’immaginazione e la funzione di palliativo della religione. È meglio dimostrare l’essenziale differenza delle religioni. È bene cono­ scere i vari mezzi; non è forse il loro scopo governare e ingannare? Allora è certo che, per il raggiungimento del trascendentale, Dio e la religione non dovrebbero occupare alcun posto. Alcuni lodano la cosiddetta verità ma le assegnano molti e svariati contenitori, dimenticando la sua dipendenza ne provano il supporto e il paradosso, la canzone di esperienza e illusione. Il paradosso non è “ la verità” , ma la virtù che tutto può essere vero per un po’ . Di quello che costituisce il paradosso la sua implicazione (“ non necessaria” ), di quello farò la base del mio insegnamento. Determiniamo quello che si può deli­ berare, “ la verità” non può essere divisa, ma solo l’Amore di Sé non può essere negato, ed è tale quando è paradossale, in ogni circostanza, ed è per questo che esso solo è la verità, completo, senza bisogno di accessori. Altri lodano la Magia Cerimoniale, e si crede che provino una grande Estasi. I nostri manicomi sono pieni, la scena è sovraffollata! È simbo­ lizzando che diventiamo il simbolizzato? Se mi incoronassi Re, sarei forse Re? Sarei piuttosto oggetto di disgusto o di pietà. Questi Maghi, la cui insincerità è la loro salvezza, non sono che i dandies disoccupati dei bor­ delli. La Magia è unicamente la propria capacità di attrarre senza chie­ dere, cerimonia che è spontanea, senza affettazione, la cui dottrina è la negazione della loro. Li conosco bene, e conosco bene il credo della loro dottrina, che insegna il timore della loro stessa luce. Vampiri, essi sono uguali ai pidocchi con il loro fascino. Le loro pratiche provano la loro incapacità, non possiedono la magia necessaria ad intensificare ciò che è normale, la gioia di un bambino o di una persona sana, niente che evo­ chi il loro piacere e nessuna saggezza da loro stessi. I loro metodi deri­ vano da un pantano dell’immaginazione e da un caos di condizioni, la loro conoscenza è ottenuta con una decenza minore di quella con cui la

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iena si procura il cibo. Io affermo che sono meno liberi e non raggiun­ gono la soddisfazione del più ignobile degli animali. Condannati da se stessi nella loro disgustosa grassezza, nella loro mancanza di potere, e senza neppure la magia del fascino personale e della bellezza, offendono con il loro cattivo gusto e il mercanteggiare onde avere pubblicità. La libertà dell’energia non si ottiene asservendola, né il grande potere colla sua disintegrazione. Non è vero forse che la nostra energia (o materia cerebrale) è già imbrigliata e divisa, che noi non siamo capaci non pren­ dendo nemmeno in considerazione di essere magici? Alcuni credono che ogni cosa sia simbolica e possa essere inscritta e che si possa spiegare l’occulto, ma non sanno di che cosa? (grandi verità spirituali?). Così discutono una metafora, confondendo con accortezza l’ovvio che sviluppa la verità nascosta. Questa corpulenza inutile, per quanto solenne, non è dunque disgustosa? (L’elefante è eccessivamente grande, ma estremamente potente; il maiale, sebbene odioso, non causa il disprezzo del nostro buon gusto). Se un uomo non è un eroe agli occhi del suo servo, ancor meno può rimaner un mistico agli occhi dei curiosi; la somiglianza induce all’imitazione. Abbellite i vostri motivi, per quanto, di fatto, siano discutibili, dopo aver dimostrato la vostra onestà. La verità, per quanto semplice, non ha mai bisogno di un motivo di confusione per essere oscura. Il suo puro simbolismo abbraccia tutte le possibilità come disegno mistico. Prendete posizione sul buon senso e includerete la verità che non può mentire; nessuna disputa ha ancora avuto il sopravvento. La perfetta proporzione non richiede cambiamenti e ciò che è inutile perisce. Essi rigettano tutto il simbolismo moderno9 e raggiungono molto presto il limite dell’assurdo. Non tenendo conto del cambiamento10 è — a volte — la natura arbitraria del simbolismo o l’occasione di una fol­ lia preservata, con la loro adozione della tradizione senza una Scienza, come se interpretassero il presente, il loro simbolismo è caotico e total-

9 T u tti m ezzi d i locom ozione, m acchin ari, govern i, istitu z io n i, e ogni cosa m oderna è sim bolism o v ita le d ei n ostri processi m en tali, ecc. 10 II simbolo della giustizia noto ai Rom ani non è simbolico del divino, o della nostra giu ­ stiz ia, perlom eno non n ecessariam en te. L a v ita lità non è esattam en te com e l ’acqua — e noi non siam o alberi; p iù sim ili a noi, e che può in cid en talm en te includ ere d egli alberi ogni vo lta che disim p ara — m olto più ovvia attu alm en te nel nostro modo d i lavorare.

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mente privo di senso. Non conoscendo la versione iniziale riescono a proiettare la loro pochezza tramite questa confusione, come se spiegas­ sero gli antichi simboli. I bambini sono più saggi. Questo conglomerato di antichità corrotta raccolta con la smania della cupidigia — è davvero l’occasione per avere carità? Dimenticando le idee meschine, imparate la tradizione migliore osservando le vostre funzioni e quelle moderne senza venirne influenzati. Alcuni lodano la fede in un codice morale dottri­ nale che naturalmente e in continuazione trasgrediscono senza mai otte­ nere il loro scopo. Con la giusta natura riescono piuttosto bene a governare se stessi e sono più sani, ragionevoli e soddisfatti di sé. Ciò si può chiamare la negazione della mia dottrina, essi ritengono che sia una passabile soddi­ sfazione, mentre la mia è completa. Si fermi qui chi non è abbastanza forte per la grande opera. Nella libertà potrebbe perdersi. E così spie­ gate senza paura le vostre ali, o voi umili! Altri dicono che il sapere è Eterno, è l’eterna illusione dell’apprendere — l’Ukase di imparare ciò che già sappiamo. Ci chiediamo direttamente “ come” induciamo la stupidità e senza questa concezione che cos’è che non potremmo sapere e compiere? Altri sono per la concentrazione, non ci libererà, la mente che concepisce la legge è una schiavitù. A que­ sto punto avrete bisogno di deconcentrazione. La dissociazione da tutte le idee tranne una non è liberazione ma esaudimento immaginativo, o la furia della creazione. Altri ancora pensano che tutte le cose siano l’ema­ nazione dello Spirito Divino, come i raggi che partono dal sole; è per questo che c’è bisogno di emancipazione? In verità le cose sono necessa­ rie a seconda delle loro concezione e fede. Allora distruggiamo o cam­ biamo idea, e svuotiamo la fede. Queste e molte altre dottrine sono da me dichiarate come quelle che perpetuano il peccato di illusione. Tutte e ciascuna dipendono da un’implicazione disordinata che oscura e che si è tuttavia evoluta dalla dualità della coscienza per il loro godimento. Per paura di dover vomi­ tare sangue se dovessero vedere i frutti delle loro azioni e dei loro pia­ ceri. Credendo così in dottrine ampiamente diverse, essi appartengono a quel principio duale e sono necessariamente parassiti l’uno dell’altro. Come i farmaci e il bisturi del chirurgo, al massimo rimuovono la causa fondamentale (la legge). «O h, Dio, tu sei l’ambiente stagnante». Tutto

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è ciarlataneria: le religioni la cui essenza dipende dai loro insuccessi sono così piene di miseria e confusione, hanno solo moltiplicato le discussioni, così sono piene di discussioni come sono malvagie, così ingombre di cose non essenziali, essendo così vuote di ogni libero piacere in questa vita o in un’altra, che io non posso sostenere le loro dottrine. Il loro criterio di godimento — la morte! Sarebbe meglio che un uomo le rinnegasse tutte e abbracciasse il proprio invincibile proposito. Non può andare oltre. E questa è la sua unica liberazione. Grazie ad essa può cercare dove vuole il suo piacere e trovare soddisfazione.

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La Seconda Posizione d ella M o rte

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L ’A scensione d e ll’Ego di e stasi in estasi

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IL FRUITORE DELLA RELIGIONE

Il Kia nelle sue Manifestazioni Trascendentali Concepibili Non ha bisogno di nome, per designarlo l’ho chiamato Kia — non oso rivendicarlo come appartenente a me. Il Kia che può essere espresso attra­ verso idee concepibili non è il Kia eterno, che consuma ogni fede — ma è l’archetipo del “ Sé” , la schiavitù della mortalità. Cercando di descri­ ver" l o” , sto scrivendo quello che può essere — ma non di solito — chia­ mato il “ Libro delle bugie” .11 L ’eterodossia di ciò che può essere origi­ nato — una “ vista” radente che trasmette in qualche modo tramite l’incidentale che la verità è da qualche parte. Il Kia può essere vagamente espresso a parole, è il “ Né-Né” ,12 l '“ Io” immodificato nella sensazione di ogni presenza, l’illuminazione simbolicamente trascritta nell’alfabeto sacro, e di cui scriverò più oltre. La sua emanazione è la sua intensità ma non necessarietà, è sempre esistito e sempre esisterà, il quantum ver­ gine — grazie alla sua esuberanza abbiamo raggiunto l’esistenza. Chi osa dire dove, come e quando è ad esso collegato? Con il travaglio del tempo il dubbioso abita il suo limite. Non essendo collegato, ma permettendo ogni cosa, elude i concetti, tuttavia è la quintessenza del concepimento così come permea il piacere nel suo significato. Antecedente al cielo e alla terra nel suo aspetto che trascende questi ma non l’intelligenza, può essere considerato il principio sessuale primordiale, l’idea del piacere nel­ l’amore per se stessi. Solo colui il quale ha raggiunto la posizione della morte può apprendere questa nuova sessualità, e il suo amore onnipo­ tente viene soddisfatto. Colui che è sempre servile nei confronti della fede, sempre ostacolato dal desiderio, è con questo identificato e può vedere solo le sue infinite ramificazioni nell’insoddisfazione.13 Causa originaria di se stessa e di tutte le cose, ma non assomigliando a nulla, questa sessualità, nella sua primitiva semplicità, comprende l’eterno. Il tempo non lo ha cambiato, per cui io lo chiamo nuovo. Questo principio

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sessuale ancestrale e l’idea del sé sono una sola cosa, questa identicità è la sua richiesta assillante e le sue infinite possibilità, la dualità primor­ diale, il mistero dei misteri, la Sfinge alle porte della spiritualità. Tutte le idee concepibili iniziano e hanno termine come la luce nella sua emo­ zione, l’estasi che la creazione dell’idea del sé induce. L ’idea è unità tramite la formula del sé, la sua necessità nella realtà come continuità, l’interrogativo di tutte le cose, tutto questo universo visibile e invisibile ha avuto origine da esso. Come l’unità concepì la dua­ lità, generò la trinità, generò il tetragrammaton. Essendo la dualità unità, è il tempo, il complesso del concepimento, l’eterno riflusso alla primor­ diale realtà nella libertà -— essendo la trinità di dualità, è i sei sensi, i cinque aspetti del sesso — proiettandosi come ambiente per l’assimila­ zione di se stesso nella negazione, come completa sessualità. Essendo un tetragrammaton di dualità è dodecaforme nel suo assetto, il complesso umano, e può essere considerato come i dodici comandamenti del cre­ dente. Esso immagina l’eterno decimale, la sua molteplicità abbraccia l’eternità da cui derivano le molteplici forme che costituiscono l’esistenza. Vitalizzata dal soffio dell’amore per il sé, la vita è conscia della persona. Essendo il Sé la sua forza opposta, alternativamente è conflitto, armo­ nia, vita e morte. Questi quattro principi sono un tutt’uno — la conce­ zione considerata come il “ Sé” completo o la coscienza — che perciò può essere fuso o simbolizzato così: che è triplice ed ha quattro direzioni.

. Una forma composta da due,

La Legge Trascendentale, La Legge e il Testamento del “ Nuovo” La legge del Kia è il suo proprio arbitro, oltre lo stato di necessità, chi può afferrare il Kia senza nome? Ovvio ma inintelligibile, senza forma, il suo disegno è eccellentissimo. Il suo desiderio è la sua sovrabbondanza, chi può stabilire il suo misterioso proposito? Tramite il nostro sapere diventa più oscuro, più remoto e la nostra fede — opacità. Senza attributo, io non conosco il suo nome. Per quanto è libero non ha bisogno di sovranità! (I Regni sono

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i loro stessi saccheggiatori). Senza lignaggio, chi osa rivendicare paren­ tela? Senza virtù, com’è piacevole nella sua etica l’amore per se stessi! Com’è potente nella sua asserzione di “ Non ce n’è bisogno — non importa” ! L ’amore per se stessi in prospettiva completa, serve il suo pro­ prio desiderio invincibile di estasi. La beatitudine suprema che simula opposizione è la sua controparte. Non soffre alcuna ferita, né travaglio. Non è autoattraente e indipendente? Certamente non possiamo chiamarlo equilibrio. Se solo potessimo imitare la sua legge, tutta la creazione senza un ordine si unirebbe per servire i nostri estremi propositi nel piacere e nell’armonia. Il Kia che trascende la concezione, è invariato e inesau­ ribile, non vi è alcun bisogno di illuminazione per vederlo. Se apriamo la bocca per parlarne, non è di lui che parliamo, ma della nostra dualità, per quanto possa essere potente nella sua primitiva semplicità! Il Kia senza concezione produce il suo rendez-vous come la pienezza della creazione. La più potente energia è senza rivendicazione e senza essere piccola può apparire la più infima delle cose. Poiché la possediamo senza chiedere, essendo gratuita, è l’unica cosa libera. Senza distinzione, non ha favo­ riti ma nutre se stessa. In timore tutta la creazione tributa omaggio ma non esalta la sua etica, cosicché tutto perisce miseramente. Noi ci for­ miamo del potere che con essa otteniamo, ed essa agisce da padrona,14 mai la causa di emancipazione. Cosicché io modello per sempre il Kia dal “ sé” , senza somiglianza, ma che può essere considerato verità. Da questa consultazione ha ori­ gine la schiavitù, non saremo mai liberi tramite l’intelligenza. La legge del Kia è il suo proposito in ogni tempo originale, indeterminato, le sue emanazioni sono senza cambiamento, si materializzano attraverso la nostra concezione e sono di quella dualità, l’uomo prende la sua legge da questa rifrazione, le sue idee-realtà. Con cosa equilibra la sua estasi? Misura per misura tramite dolore intenso, tristezza e miseria. Con che cosa la sua ribellione? Di necessità schiavitù! La dualità è la legge, comprensione tramite sofferenza, si collega e si oppone con unità di tempo. È difficile ottenere l’estasi per una qualunque lunghezza di tempo, e per essa si sof­ fre atrocemente. 14 T ram ite decin e di incarn azio ni, il nostro successivo “ sé ” d eriv a d agli a ttrib u ti d i cui dotiam o il Dio, l’E go astratto , il nostro m ale. D iscenden ti di noi stessi, siam o il con flitto di qu el che neghiam o e asseriam o del K ia.

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Vari gradi di miseria alternati con ventate di piacere e di emozioni meno ansiose, sembrerebbero la condizione di coscienza ed esistenza. La Dualità in una forma o nell’altra è coscienza, in quanto è esistenza. L ’illusione del tempo è grandezza, entità, ecc.; il limite del mondo. Il principio duale è la quintessenza di ogni esperienza, nessuna ramifica­ zione ha allargato la sua semplicità primigenia, ma è solo la sua ripeti­ zione, modificazione, o complessità, la sua evoluzione non è mai com­ pleta. Non può andare oltre l’esperienza del sé — così ritorna e si unisce via via, sempre in un anti-climax. Retrocedendo sempre verso la sua sem­ plicità originaria, tramite infinite complicazioni avviene la sua evoluzione. Mai nessuno capirà il “ Perché” tramite i suoi procedimenti. Sappi che essa è l’illusione che comprende il sapere di tutta l’esistenza. Come il più vecchio, che non diventa più saggio, può essere considerata la madre di tutte le cose. Quindi ritieni tutta l’esperienza un’illusione, e la legge della dualità. Come lo spazio pervade un oggetto sia internamente che esternamente, similmente entro ed oltre questo cosmo in continua evo­ luzione c’è questo principio senza pari.

L ’O cchio d e ll’estasi

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E m anazione dell’E go

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SOLILOQUIO SULLA DIVINITÀ

Chi ha mai pensato così? Qualcosa sta causando Dolore e qualcosa intensifica l’Agonia: non potrebbe essere causato dall’idea latente della Suprema Felicità? E questa eterna aspettativa, questo ammasso di ornamento sulla putrefazione, questo pen­ siero continuo — coincide con la vanità che precede la morte? O squal­ lido pensiero della più morbosa melanconia — come posso divorarti ed avere salva la mia Anima? È stato sempre risposto: «Rendi omaggio a chi è dovuto; il Medico è il Signore dell’esistenza!» Questa superstizione della medicina — non è l’essenza della codardia, l’agente della Morte?

Non è strano che nessuno si ricordi di essere morto? Avete mai visto il Sole? — Se lo avete visto allora non avete mai visto nulla di morto — a differenza di quanto credete! Chi è più morto, “ voi” o questo cada­ vere? Chi di voi due ha il maggior grado di consapevolezza? Giudicando solamente dall’espressione — chi di voi due sembra godere di più della vita? Non può questa fede nella morte essere la “ volontà” che ricerca la “ morte” per vostra soddisfazione, ma che non può darvi altro che sonno, decadimento, cambiamento — inferno? Questo costante sonnam­ bulismo è l'“ insoddisfacente” .

Voi non credete in Dio e nei fantasmi perché non li avete mai visti? Come! Non avete mai visto i fantasmi beffardi delle vostre credenze? — La Bolgia Ridente della vostra umiltà o Mammona — le vostre Idee grottesche del “ Sé” ? Si, le vostre proprie facoltà e le vostre bugie più coraggiose sono Dei! Chi è l’uccisore dei vostri Dei — se non un Dio! Non ci sono prove che voi siate esistiti già? Che scusa! Nessuno è ritornato per dircelo? Che avvocato incriminante! Voi siete quello che eravate — cambiati in qualche modo forse? Voi siete il caso Prima Facie del fatto che vi siete reincarnati forse in qualcosa? I “ Forse” sono possi-

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bili! Potete agire differentemente da come fate? Non mi stancherò mai di asserire che fate continuamente in modo diverso!

Qual è la “ bruttezza” che offende? È la vaga consapevolezza che dovrete cambiare la vostra opinione — che state facendo sbocciare ciò che portate dentro? Ricordate sempre quello che avete dimenticato: domani potrebbe essere la resa dei conti — del credere per forza quello che avete rifiutato di credere? Ora, se oggi è ieri in tutto tranne che nelle appa­ renze — allora domani anche è oggi — il giorno del disfacimento! Ogni giorno questo universo viene distrutto, ecco perché voi siete consci! Non vi è né Vita né Morte? Queste idee non dovrebbero far così ridere.

Non vi è dualismo? Voi siete consapevoli della allegra farfalla che osservate e siete coscienti di essere “ voi stessi” ; la farfalla è consapevole di essere “ se stessa” e come tale è una consapevolezza altrettanto buona come la vostra, cioè, di essere “ voi stessi” . Quindi questa consapevolezza di “ voi stessi” che entrambi sentite è lo stesso “ voi stessi” ? Perciò, voi siete un Tutt’uno — il più grande mistero è la cosa più semplice del mondo da capire! Come potreste essere consapevoli di quello che non siete? Potreste mai credere diversamente? In questo modo, se fate del male a una farfalla, fate del male a voi stessi; ma la vostra convinzione di non farvi del male vi protegge dalla sofferenza — per un po’ di tempo! Questa convinzione si logora e voi siete profondamente feriti. Fate pure quello che volete — la convinzione è sempre ricorrente. Il desiderio ingloba qualunque cosa, per cui dovete necessariamente credere in ogni cosa — se mai cre­ derete. Si direbbe che la convinzione escluda il buon senso.

Non vi è alcun dubbio al riguardo — questa consapevolezza di “ Te” e “ Me” è sgradita ma sempre pronta a torturarci. Eppure “ non deve essere così” in ogni senso! Non è forse una questione di paura? Avete paura di

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entrare in una tana di tigri? (E vi assicuro che è una questione di giustizia (innata e acquisita) — se vi entrate volontariamente o se si venite spinti, e se ne usciti vivi o no!). Tuttavia ogni giorno entrate senza paura in tane abitate da creature più terribili delle tigri e ne uscite indenni. Perché?

L Allegoria Grandi scienziati stanno dimostrando le proprietà mortali dei microbi che hanno scoperto di essere da noi inalati, e che secondo le loro regole dovrebbero essere in grado di distruggerci; allora dovremmo essere già morti? Abbiate fede! Le regole della scienza sono assolutamente esatte, non disilludono il dubbio! La nostra maggiore familiarità — “ questo impulso verso la conoscenza” certamente ci condurrà alla malattia e alla morte che essi danno! E ci daranno anche in cambio i loro poteri di distru­ zione! Per distruggere chi? Le questioni verranno sistemate! È questo il valore della volontà? Questa “ Volontà di potere” — come è preserva­ trice della vita! Come è piacevole! O nobilissimi esploratori! O voi scien­ ziati — continuate a scoprire un pozzo senza fondo! Quando siete impre­ gnati di scienza — il lampo farà rimbombare l’assassinio? Nascerà una nuova speranza? Nuove creature per il circo? (il concetto di) divinità deve evolversi sempre nella sua inerzia per tramutarsi nel suo esatto contrario — perché lo contiene! Il maestro deve essere il dolente scolaro della propria stupidità? L ’idea di Dio implica sempre l’oblio della supremazia e "della devozione. Quindi deve essere sostituita con la paura, eh? Non vi è nessun Ateo, nessuno è libero dall’autobiografia, non vi è alcun intrepido edonista? Il concetto è l’assenza della sua indiscutibile realtà o la realtà inte­ riore! Quando il concetto è testimonianza dell’oblio — può essere per voi la possibilità della sua realtà? Quando la preghiera — (voi pregate sempre) — si è tramutata nella sua bestemmia maiuscola — siete abba­ stanza avvincente per essere ascoltato — il vostro desiderio viene appa­ gato! Che salto mortale dell’umiltà!

Se Dio è proiettato come padrone della paura o come l’intimo abita­ tore dell’amore, noi siamo Dei per sempre, ecco perché la divinità è sem­

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pre potenziale. La sua generazione costante, l’eterno indugio — è vita. Questa invidia del Padrone o Creatore — l’estrema speranza di tenergli dietro nel suo comportamento è anche esistenza e la “ perdita della vita” !

Non vi è nessun fatto scientifico, esso implica sempre il suo oppo­ sto con eguale fatto, questo è il “ fatto” . Ecco perché mai preoccuparsi di trovare qualcosa come fatto? Questa vana speranza di provare la fina­ lità è la morte stessa, e così perché ingannare il desiderio? Avete dimo­ strato (per mezzo della matematica!) che il sole dista da voi tanti milioni di miglia — adesso migliorerete la sua efficienza! La natura — quell’im­ pulso all’antitesi delle vostre verità — ben presto proverà (per mezzo della matematica e ogni volta che vorrete) che il sole non esiste affatto! O se volete — proverà in modo conclusivo che il sole è milioni di milioni di miglia più lontano o milioni di miglia più vicino di quel che una volta pensavate! O mirabile pensatore! Questi fatti e molti altri sono già noti alla farfalla, al pidocchio, agli insetti e forse a voi? Quali sensi sono più esatti — i vostri o quelli della mosca? Adotterete alla fine la loro visione — i loro pensieri e la loro saggezza — voi eravate fatti così una volta? Ora siete ugualmente tali ma non li avete risvegliati — sarete nuova­ mente uguali in potere! Progresso straordinario! Che lodevoli risultati! Assolutamente inesorabile! Il progresso dovrebbe essere esaminato molto da vicino e ciò che avete ottenuto col vantaggio della scienza. Un pensiero per la prospettiva — voi siete sempre quello che desi­ derate maggiormente — ciò che sarà! Il vostro desiderio è di vivere secondo il vostro desiderio, e questo lo state già realizzando! Nobilis­ simo sentimento! — voi siete già “ quello” — il soddisfatto, l’appagato — proprio quello che ci vuole! Ne siete inebriato! Non vi è illusione ma consapevolezza! Questa consapevolezza è sempre il monumento che sorridendo commemora “ se realmente avete goduto la vita” !

Il Dio del “ Volere” è il comando al quale obbedire, la cui giustizia è temuta da ognuno — è una Spada — ciò che meritate per l’obbedienza!

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Il “ Volere” è l’ordine di credere, il vostro volere è ciò che voi avete cre­ duto, desiderando fermamente per voi la fede! Voi pensate quando esso ne ha voglia! Il volere è complicazione, il mezzo dei mezzi. Che questa volontà si consideri libera o no — al di là della volontà e della fede vi è l’amore di Sé — non conosco un nome migliore. Esso è libero di cre­ dere ciò che abbia a che fare col credere. La “ Verità” non è difficile da capire! La verità non ha volere — il volere non ha verità! La verità è “ volere mai creduto” — esso non ha verità! “ il Possibile” — è l’im­ mediata certezza — ! Questa Sfinge ossessionante ci insegna il valore del “ volere tutto” ? Allora non vi è rischio più pericoloso della Cono­ scenza Assoluta — se poca è pericolosa — che dire dell’Onniscenza? L ’as­ soluto potere non ha accessori!

La scienza è il maledetto dubbio del possibile, sì, di ciò che esiste! Non potete concepire nessuna impossibilità! Nulla è impossibile, voi siete l’impossibile! Il dubbio è l’indugio - il tempo — ma come castigo! Niente è più vero di ogni altra cosa! Ciò che voi non siete — avete mai risposto sinceramente?

Voi tiranneggiate voi stessi, così dimenticate sempre quello che ricor­ date; voi resistete agli oggetti sensibili e mostrate resistenza alle facoltà credendovi o no. Queste facoltà sono tanto numerose quanto gli atomi che voi non avete ancora visto, e sono così infinite come il numero uno — esse nascono a volontà. Voi ne adottate un po’ alla volta — sapete che voi esprimete attraverso di essi — se voi semplicemente comprende­ ste la vostra grammatica quelle cose che voi non riconoscete parlano più forte delle vostre parole! Io non crederei alla saggezza dell’Onnipotente. La credenza è la propria tentatrice a credere diversamente; voi non potete credere alla libertà, ma potete essere liberati dal credere? E nem­ meno potete credere alla “ Verità” ma non dovete compromettervi. Il modo di vivere non è per “ mezzo” — queste dottrine — le mie dottrine anche se permettono al fedele autonominato di emulare la mia realizza­ zione — possa io sempre arrossire! L ’uomo dei dolori è il Maestro! Io ho insegnato — insegnerei di nuovo a me o a te? Nemmeno per un dono

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celeste! L ’insegnamento eguaglia l’apprendimento — eguaglia il costante apprendimento! Onnipotente è colui che non ha mai imparato e potente è il bambino — esso ha soltanto il potere di assimilare! Il più scorretto degli sciocchi ora chiede — “ Come possiamo sfug­ gire alle inevitabili evoluzioni della concezione — poiché tutto genera continuamente nuove cose” ? La mia risposta permetterà tutti i mezzi, tutti gli uomini, tutte le condizioni. Ascolta o Dio, che sei, e tuttavia saresti Dio. Quando la mente è confusa, la capacità di raggiungere l’im­ possibile si rende manifesta; da quel semplicissimo stato di “ Né-Né” , l’Ego diviene l’osservatore silenzioso e si rende conto di tutto. Il Perché e il Come del desiderio è contenuto entro lo stato mistico del “ Né-Né” e il buon senso dimostra che è lo stato del lattante, originale! Per quanto rozzo io possa essere, tuttavia tutte le mie idee ne sono derivate (e anche tutte le vostre, amico mio) ma io sono stato sempre un fannullone — un vecchio peccatore che vorrebbe vedere gli altri onnipotenti davanti a sé.

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La Posizione d ella M orte

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LA POSIZIONE DELLA MORTE

Le idee del Sé in conflitto non possono essere soppresse per mezzo della resistenza, esse sono una realtà — né la Morte né l’astuzia le hanno sopraf­ fatte ma è il loro rafforzamento di energia. I morti sono rinati e giac­ ciono di nuovo nel grembo della coscienza. Permettere la maturità signi­ fica predicare il disfacimento — mentre per mezzo della non-resistenza vi è retrogressione alla primitiva semplicità e il passaggio all’originale e all’unità senza l’idea. Da quell’idea nasce la formula della non-resistenza. “ Non importa, fa quel che a te garba” . Il concetto di “ io non sono” deve necessariamente seguire il con­ cetto di “ io sono” , a causa della sua grammatica, come in questa valle di lacrime la notte segue al giorno. Il riconoscimento del dolore come tale, implica l’idea del piacere, e così avviene per tutte le idee. Tramite questo dualismo lasciate che ricordi di ridere in ogni momento, ricono­ scere tutte le cose, non resistere a niente; allora non vi è conflitto, incom­ patibilità o costrizione come tali.

Superare il concetto per mezzo di un lucido simbolismo L ’Uomo comprende la Donna, io li trascendo per mezzo dell’E r­ mafrodito, questo a sua volta implica un eunuco:15 tutte queste condi­ zioni io le trascendo per mezzo del principio del “ N é” , tuttavia sebbene un “ N é” sia vago, il fatto di concepirlo dimostra la sua palpabilità e a sua volta implica un diverso “ N é” .16 Ma il principio “ Né-Né” di que­ sti due, è lo stato in cui la mente è passata al di là del concetto, non può essere controbilanciato, dal momento che implica solo se stesso. Il principio “ Io ” ha raggiunto lo stato di “ Non importa-Non deve essere” e non è collegato alla forma. Tranne e al di là di esso, non ve n’è altro, perciò esso solo è completo ed eterno. Indistruttibile, esso ha 15 Privo d i sesso. 16 E ssendo essi d u ali, presentano u n ’analo gia con c erti principi sessuali p rim itiv i d ella n atu ra. Sono p o rtati o ltre n e ll’alfabeto sacro, essendo troppo astru si da sp iegare con parole e gram m atica ortodossi.

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il potere di distruggere — perciò esso solo è verità libertà ed esistenza. Attraverso di esso viene l’immunità da ogni dolore, perciò lo spirito del­ l’estasi. Rinunciando ad ogni cosa nei modi dimostrati, rifugiatevi in esso. Certamente, in lui è la dimora del Kia? Una volta che questo sia stato raggiunto (anche simbolicamente), esso è la nostra liberazione incondi­ zionata dalla dualità e dal tempo — credete a questo. La fede libera da tutte le idee tranne il piacere, il Karma attraverso la legge (dispiacere) rapidamente si esaurisce. In quel momento al di là dal tempo una nuova legge può incarnarsi, senza la punizione del dolore, ogni desiderio esau­ dito, egli, l’Ego, essendo diventato colui che gratifica secondo la sua legge. La nuova legge sarà il Mistero della mistica non controbilanciata del “ Non importa-Non deve essere” , non vi è costrizione, “ Fa come ti garba” è il suo credo.17 In quel giorno vi può essere deliberazione senza soggezione e ciò che volete credere può essere vero. “ Egli” 18 si compiace di questa imi­ tazione, la verità rivelata a me da ogni sistema di governo ma è egli stesso non-governato. Kia la suprema felicità: questa è la gloriosa scienza del compiacere se stesso per mezzo di un nuovo accordo, l’arte dell’amore di sé tramite la consapevolezza, la psicologia dell’estasi tramite la nonresistenza.

Rituale e Dottrina Giacere pigramente sul dorso, mentre il corpo esprime l’emozione dello sbadigliare, sospirando mentre si fantastica sorridendo, questa è l’idea della posizione. Dimenticando il tempo con le cose che erano essenziali, riflettendo sulla loro mancanza di significato, il momento è al di là del tempo, e la sua virtù si è manifestata. Stando ritti sulla punta dei piedi con le braccia rigide trattenute all’indietro per mezzo delle mani, strette, e sforzandosi al massimo, il collo teso, respirando profondamente e fin­ ché le vertigini-sensazioni vengano a ondate, da esaurimento e capacità.

17 La creden za che lo tta sem pre per o tten ere negazione-pienezza vien e risp arm iata d al­ l ’essere tratte n u ta in questo. 18 “ E g li” , l’E g o , che ora d iv en ta “ l ’A sso lu to ” .

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Guardandovi nello specchio finché la vostra immagine si confonde e voi non sapete più chi è a guardare, chiudete gli occhi (questo di solito avviene involontariamente) e visualizzate. La luce (sempre una X in curiosa evoluzione) che si vede, dovrebbe essere continuamente tratte­ nuta senza mai lasciarla andare, finché lo sforzo è dimenticato, e questo dà un senso di immensità (che vede una piccola forma), i cui limiti non potete raggiungere. Questo si deve fare prima di sperimentare ciò che precede. L ’emozione che si prova è la conoscenza che ti dice il perché. La Posizione della Morte è la sua inevitabilità accelerata, attraverso di essa noi sfuggiamo al nostro continuo decadimento — per mezzo del suo legame l’Ego è trascinato come una foglia nella tempesta — nella velocità dell’indeterminabile, ciò che è sempre lì lì per avvenire diventa la sua verità. Le cose che sono evidenti di per se stesse non sono più oscure, come secondo il proprio volere si compiace, sappiate questo essere la sua negazione di ogni fede vivendola, la fine della qualità della consa­ pevolezza. Della fede, uno stato di morte positivo, tutto il resto, come il sonno, uno stato negativo. Esso è il corpo morto di tutto ciò che noi crediamo, e risveglierà un morto cadavere. L ’Ego, in obbedienza alla legge cerca il riposo nel sonno e nella morte. Conoscete la Posizione della Morte e la sua realtà nell’annullamento della legge — l’ascensione dalla dua­ lità. In quel giorno di lamenti senza lacrime l’universo sarà ridotto in cenere... ma esso sfugge al giudizio! E cosa accadrà dell’ “ Io” , uomo infe­ licissimo! In quella libertà non vi è compulsione, che cosa oso dire di più a voi? Piuttosto vorrei peccare parecchio anziché compromettermi. Ci sono molti esercizi preliminari, innumerevoli quanto i peccati, futili in sé ma capaci di indicare dei mezzi ultimi. La Posizione della Morte nella riduzione di ogni concetto (peccato) al “ Né-Né” , finché il deside­ rio è la soddisfazione col fare quello che volete. Tramite ciò e non altra cosa avviene l’inerzia della fede; il ristabilimento della nuova socialità e il sempre originario amore di sé nella libertà sono raggiunti. Il vuoto primordiale (o fede) non è possibile con l’esercizio della concentrazione della mente sulla negazione di tutte le cose immaginabili, l’identità del­ l’unità e dualità, del caos e uniformità, ecc. ecc., ma facendolo adesso e non alla fine, vedete e sentite senza necessità di un opposto, ma tra­ mite il suo correlativo. Vedete la luce senza ombra, ma per mezzo del suo colore come contrasto, attraverso l’evocazione dell’emozione del riso,

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al momento dell’estasi nell’unione, e per mezzo della pratica finché quel­ l’emozione è instancabile e penetrante. La legge della reazione è scon­ fitta dall’inclusione. Se egli dovesse godere di cento piaceri contempora­ neamente, per quanto grande sia la sua estasi, egli nulla perderebbe, ma un grande accrescimento avrebbe luogo. Che egli lo pratichi ogni giorno, di conseguenza, finché giunge al centro del desiderio. Egli ha imitato il grande scopo. In questo modo, tutte le emozioni dovrebbero trovare un influsso che ne bilancia un altro al tempo dell’emanazione, fino a quando diventano uno solo. Quindi, tenendo lontano fede e seme dalla concezione, essi diventano semplici e cosmici. Per mezzo della sua illu­ minazione non vi è nulla che non si possa spiegare. Certamente io trovo soddisfazione nell’estasi. Ora vi ho detto un segreto di grande rilievo, l’ho conosciuto fin dall’infanzia. Anche assiduamente, sforzandosi per raggiungere il vuoto del credere, si è cosmici abbastanza per dimorare nell’intimo degli altri e goderne. Fra gli uomini, sono pochi quelli che sanno veramente in cosa credono o che desiderano, lasciate che cominci, chi lo sa? con l’indivi­ duare la sua fede, finché non vedo il suo volere. Esistenti come duali, essi sono identici nel desiderio, a causa della loro dualità non vi è con­ trollo, perché volontà e fede sono sempre in contrasto, e ciascuno vor­ rebbe regolare l’altro secondo i propri fini, e alla fine nessuno vince poi­ ché la gioia è un travestimento del dolore. Che egli li riunisca.

P roiezione

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L a visione di illum in azio ne del Sé

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I NEBULOSI NEMICI NATI DALL’INATTIVO AUTOIPNOTISMO

La fiducia naturale è l’intuizione che costringe a credere, attraverso ciò che si è sperimentato che ha un certo effetto e che a turno predomina; ogni cosa si deve associare per mezzo della sua emozione definita, sti­ molata da quelle in armonia; quelle discordanti perdono di forza e di per­ suasione e inibiscono. Così, per opera propria il credere è limitato e deter­ minato per voi. La maggioranza delle nostre azioni si può seguire fino a un desiderio subconscio (per la libertà) in conflitto con l’abitudine, obbe­ dienza a un fatalismo inerente che pesa su azioni “ buone” o “ cattive” già commesse (nell’esistenza precedente) contro una moralità salvaguar­ d ata19 la cui reazione è espressa come spontaneità, mancanza di inten­ zionalità, autonomia, ciò che è deliberato, ecc. secondo come si presenta l’occasione. Il resto è dovuto a una dottrina morale tradizionale-conflit­ tuale che è divenuta costituzionale (in parte adattata per governare e misu­ rare il tempo da questa reazione). Nella sua origine, una idea di ciò che allora era considerato giustamente buono e cattivo... per identificare il piacere per mezzo di un arbitrario compromesso, astensione ed esaudi­ mento del desiderio temuto, assimilati dall’inganno della sua divina ori­ gine, i suoi principi sono ricompensa per l’obbedienza, castigo per la tra­ sgressione, entrambe essendo valide per sempre (in questo mondo e nell’altro). Questo codice morale è una caricatura drammatizzata della facoltà di concepire, ma non è mai così perfetta o semplice in quanto lascia spazio per cambiamenti in ogni senso, così si dissocia dall’evolu­ zione, eccetera; e questa separazione perde ogni utilità e necessariamente, per la propria preservazione e per la simpatia desiderata, dà origine a contraddizioni o a una complicazione per creare rapporti. Col trasgre­ dire ai suoi comandi, la disonestà ci mostra la sua iniquità per nostra giustificazione; oppure noi simultaneamente creiamo una scusa o un motivo per il peccato per mezzo di una distorsione del codice morale che consente qualche incongruenza. Di solito conservando pochi peccati imperdonabili e una legge non scritta. Questa confessione negativa è un finto razionalismo che consente scuse accidentali... un processo di autoin­ ganno per soddisfarvi e persuadervi sommariamente di essere nel giu­ 19 La m o ralità fon dam en tale o tim ore di disp iacere.

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sto. Chi fra di noi ha un’altra scusa se non l’amore di sé? Noi non creiamo o confessiamo una moralità che è conveniente, che si presta alla crescita e rimane semplice, che consente trasgressioni senza scusa o condizione. Sarebbe saggio o ragionevole fare così, comunque stiano le cose nella vostra mente. La natura alla fine nega ciò che afferma: per la perma­ nente associazione con lo stesso codice morale noi aiutiamo il desiderio a trasgredire. Il desiderio di queste cose ne è vietato, più restrizioni fate più peccate, ma il desiderio egualmente desidera preservarsi dall’istinto morale, così il desiderio è in conflitto con se stesso (e abbastanza debol­ mente). Non abbiate paura, il Toro della terra da molto tempo non ha più avuto nulla da fare con la vostra sporca coscienza, con le vostre sta­ gnanti idee di moralità. Soltanto il microbo sembrerebbe senza paura!

La complessità del credere Conosci te stesso. La natura del credere eguaglia tutte le vere possi­ bilità, in definitiva, per mezzo dell’identificazione attraverso la cultura con un’idea del tempo, così ciò che non è tempestivo non è vero, e ciò che non è vero è una predizione. Il pensiero di una cosa implica la possi­ bilità di un’altra idea come contrastante ma non dissociata, il credere è rendere “ Uno” più confacente. La condizione del credere è la negazione o limite imposto alla capacità della vitalità. Credere, in ogni modo, è una tale concentrazione e istruzione per escludere le implicazioni adottando un’ipotesi o una fede che riflette senza preoccupazioni o ingannevolmente razionalizza ciò che si è respinto. La verità non è la verità della formula. Il centro del credere è l’amore per se stesso, che irradia l’ambiente per l’appagamento ma ne permette la distorsione per simulare la nega­ zione, una ambizione di progredire verso il desiderio di sé, ma non si può andare più avanti del centro, così uno moltiplica (crede) per essere meno consapevole di ciò che è fondamentale. Ora questo rifiuto di credere ciò che si crede ed esattamente come si crede, è la prima condizione per tutti coloro che provano desiderio in qualsivoglia senso; l’uomo innamorato necessariamente diventa un bugiardo autoipnotizzato dai suoi morbosi abbellimenti. Voi conoscete

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i risultati... Voi potete soltanto “ credere veramente” una sola cosa, tut­ tavia la sua completezza è essenziale (poiché la verità sembra ucci­ dere),20 così ciò che si è immaginato va avanti per sempre. L ’immagi­ nazione apprende che l’idea è la sua coercizione. Per spiegare il perché della credenza (o di ogni altra cosa), dobbiamo trascendere il suo scisma. Per mezzo della completa coscienza di come il sé ama si trova il mezzo. Poiché noi imitiamo questa legge di dualità in tutti i nostri procedimenti del credere, ciò non è così semplice come sembra. Chi ha trasgredito la legge della concezione? Chi non ha paura? Pure a causa di questo pec­ cato, ma è ciò che produce conoscenza che determina lo scettico. Costrin­ gere garbatamente o aspettarsi di essere delusi al momento del desiderio è il mezzo di localizzare il suo inganno, una consapevolezza che da sola offre la possibilità di indagine. Oltre di esso vi è qualcosa di arbitrario, colui che temporeggia, chi decreta la legge tramite la “ ragione” , il quale non fa altro che condannare le conseguenze all’insuccesso. La ragione è credere, credere è timore delle proprie capacità, la convinzione che voi non siete nemmeno tutte le meraviglie della natura, e meno che mai la possibilità di essere il creatore. E indugio... Il credere merita a ragione il terribile odio della vitalità. Credere non è libertà. Il credere crea la propria necessaria esperienza, il progresso germina nella retrogressione. Considerate che la realtà sia da qualche parte e il vostro credere può essere troppo piccolo perché essa vi possa abitare. O voi che avete tanta fede in Dio, siatene assorbiti per mezzo dell’adorazione del sé! Ah! Uomo sciocco, adora colui che è glorioso nella libertà. Quando la morte si avvi­ cina, la fede in Dio e il desiderio della donna non vi salveranno, qual è la loro utilità quando l’inaridimento e la putrefazione hanno inizio e il corpo è un oggetto di disgusto? E a che servono la conoscenza e la carità quando si conosce la realtà? Sfodera la spada del sé; le idee del­ l’Onnipotente dovrebbero essere costantemente annientate e bisogne­ rebbe indagare sulla rettitudine. Se qualcuno studierà un po’ la sua vera natura, sarà su di lui che il “ sé” investigherà con la sua straordinaria condotta. Può imporre qua­ lunque cosa senza offendere. Come le tendenze del più lussurioso ces­ sano davanti alla pubblicità e alla morte, così fanno la morale e la fede davanti alla perfetta pubblicità. Una vaga idea della verità nasce dalla 20 E uccide v eram en te quando è tem uta.

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purezza dell’amore: quando il desiderio è senza paura, quando non desi­ dera il possesso. Quando il pensiero è appagato dalla visione. Il fuoco che è tutto piacere viene lasciato libero secondo il suo volere, egli è attra­ zione, l’idolo delle donne. Quando il principio del credere è privo di fede come privo di possedere idee di Dio, è indistruttibile. Soltanto quando non vi è timore in nessuna forma, vi è realizzazione dell’identità con la realtà (libertà). Per loro non vi è alcun pericolo nella negligenza, non essen­ doci alcuna discriminazione. Per colui che è consapevole della minima differenza, vi è timore. Fino a quando vi è percezione di senso di colpa o cattiva coscienza, vi è dolore che nasce: non vi è libertà. Colui che crede a tutto ciò che percepisce o immagina, cade in peccato. Credendo senza provare turbamento, dimenticando le idee dell’interno e dell’e­ sterno, egli considera ogni cosa come sé, ed è la consapevolezza della non-resistenza, non ha orizzonte: è libero. Nel vedere gli occhi stel­ lanti e le bocche di rosa, il seno e i fianchi delle belle donne, voi ne siete presi d ’amore, ma se voi temete, considerate continuamente che esse sono soltanto la carne bruciata e le ossa di voi stessi dopo la tortura. Lo spa­ zio fra l’eterno e il “ sé” , non è una dottrina morale? Non credendo a tutto ciò che uno crede e assiduamente credendo senza ansietà (per mezzo del procedimento Né-Né), il principio diventa semplice e abbastanza cosmico per includere ciò che voi sempre desiderate, e siete libero di cre­ dere ciò che era impossibile. Il desiderio è così potente, non chiede per­ messi e non soffre conseguenze, se non l’estasi del suo possesso, contro di esso nulla può prevalere, si riduce in cenere come celluloide gettata nella fornace — la vecchia follia del promettere cose per conto di un imma­ ginario “ altro” . A portata di mano vi è la libertà del Cielo, la Via, la Verità, la Luce e nessuno possa dire questo di se stesso, eccetto per me, nella Verità io solo sono “ Sé” , la mia volontà incondizionata, è magica. Coloro che hanno vissuto molto secondo la loro natura, saranno in qualche modo al corrente di una tale sensazione, per quanto mediocre possa essere.

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V isione attrav erso il senso del tatto

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PREFAZIONE ALL’AMORE DI SÉ

Siamo onesti! Tu sei “ ciò” , supremamente libero, estremamente desi­ derabile, al di là del desiderio, indisturbato dalle sei cose che intorpidi­ scono. La sessualità opera, così la Morte può mietere a suo piacere, le fuggevoli fantasie dei sensi sono pericolose a causa della rettitudine alla quale avete imparato ad obbedire e per mezzo della quale controllarle. Il fuoco dell’inferno perché voi “ avete concepito” ; e finirà di far male quando voi identificherete l’Ego con tutte le possibilità delle sue qua­ lità, credendo secondo il processo del Né-Né. Voi siete fuoco — e pur tuttavia siete scottati! Poiché avete voluto credere (diversamente o no non c’è differenza); il ciclo del credere va avanti e sempre costringe, così un giorno voi dovrete credere diversamente e il fuoco non farà più male, siete salvi? Ci sono altre possibilità di farvi male?

In quello stato che non è, non vi è coscienza in alcun senso che tu sei “ ciò” (Kia), che è superbo, oltre i limiti della definizione: non vi è ten­ tazione di libertà, “ esso” non fu la causa dell’evoluzione. Quindi “ esso” è al di là del tempo, e della consapevolezza o in-consapevolezza, tutto o nulla, ecc. questo lo so tramite il “ Né-Né” che automaticamente è al di là di ogni concezione, sempre libero in ogni senso. Forse “ esso” non fu la causa e può non essere oscuro per mezzo di continui ripensamenti, e percepito vagamente con l’aiuto dell’innocenza — ma chi mai capisce significati così semplici? “ E sso” non viene mai percepito, essendo l’im­ percettibile Estasi del Né-Né — sempre presente ma nascosto per esau­ rimento attraverso il ciclo dell'Unità. La certezza della consapevolezza è sempre l’incertezza di ciò che è percepito o sperimentato, in qualun­ que stato possa essere, il dubbio costante che implica timore, pena e deca­ dimento, e così viola la causa dell’evoluzione, l’eterna incompletezza.

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Ascolta, o desiderio! Quanto a virulenza, il desiderio spirituale è altrettanto fatale quanto quello sensuale. L ’aspirazione verso il “ supremo” è una rete di desideri mortali causa della codardia al loro interno, ergo qualche sapere insoddisfatto che attende l’utilizzazione per permettere le sue evoluzioni. Non vi è saggezza finale — non vi è desidero finale. Come può finire ogni cosa? Oggi è finito mai? Queste cose sono l 'indeterminabilità! Una persona desidera cose di questo mondo — ma dov’è la diffe­ renza col desiderare la “ suprema felicità” ? Chi è il più egoista? Chi vi è più vicino? Chi rallegra maggiormente il creatore? E siete sicuri dei vostri desideri? Siete voi il Creatore o solamente voi stessi, mentre amo­ rosamente immaginate le vostre capacità? Tutti questi desideri, per quanto potenti, un giorno li incarnerete — si, li fotograferete. Queste cose esistono già — ben presto avrete foto­ grafie spirituali (genuine) — ma non con l’apparecchio fotografico che usate abitualmente. Il pioniere è sempre il vecchio sciocco. Una rifles­ sione: alcuni spiriti sono già stati fotografati — i microbi.

Siete sempre liberi da quel che si desidera? Il credere è eterno desiderio! Il desiderio è la propria crudeltà, l’incatenamento della mano alla fatica in qualche mondo — non conosciuto; niente è morto per sempre e nessun pensiero muore, il padrone diventa lo schiavo — la posizione viene scambiata; avete creduto a ciò per molto tempo, è nella carne delle vostre generazioni con il Giudice più spietato! Il disprezzo di tutte le vostre riforme o l’inversione dei vostri lavori!

Questa costante maledizione e bestemmia — il sollievo non è più nella conoscenza di un nascente e spietato padrone? Non sono i nostri corpi tutti macchiati del suo sangue? Il mondo non è sempre sanguinoso? Non sono i nostri piaceri altro che riposo per bere il sangue della strage? O Bugiardi inveterati, voi non conoscete ancora la menzogna, potrebbe essere la Verità!

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L ’Ego è desiderio, così ogni cosa è in estrema analisi desiderata e indesiderabile, il desiderio è sempre presagio preliminare di terribile insod­ disfazione, nascosta dalla sua onnipresente vanagloria. Il millennio verrà e rapidamente andrà via. Gli uomini saranno più grandi degli Dei che mai abbiano concepito — ci sarà insoddisfazione maggiore. Siete sem­ pre ciò che eravate ma potete esserlo in forma diversa!

Una persona o una nazione, per quanto vana o contenta, cade imme­ diatamente in desideri ignoti e inevitabili, che la consumano a poco a poco, attraverso queste condizioni — qualsiasi condizione! La mente diventa ferma nel desiderio per mezzo del desiderio come dedizione, ma quando si realizza è eternamente desiderabile? (O anche per un periodo di un milione di anni?). In cielo i tuoi piedi saranno inca­ tenati! Quindi rimuovete l’idea che il desiderio sia puro o impuro o abbia completamento — rimuovetelo per mezzo del “ Né-Né” . Anche quando il desiderio è quello dell’esaurimento del desiderio tramite il “ Né-Né” o per la sua realizzazione in una moglie — è sempre desiderio — è evo­ luzione infinita. Perciò rimuovete il desiderio in qualunque forma col “ Né-Né” . Rimuovete l’illusione che vi sia Spirito e non Spirito (quest’i­ dea non ha mai dato dei risultati giovevoli). Rimuovete ogni concetto allo stesso modo. Fin quando rimane la nozione che vi sia “ schiavitù obbligatoria” in questo mondo o anche nei sogni, vi è una tale schiavitù. Rimuovete il concetto di Libertà e Schiavitù in qualsiasi mondo o stato con la medi­ tazione della Libertà nella Libertà per mezzo del “ Né-Né” . Perché sappiamo questo: — Il Vampirismo è abbastanza bene docu­ mentato — anche a causa della valida supposizione che ogni volta che dal sangue viene succhiato ciò avviene per opera del vampiro — senza tener conto dei pipistrelli nella probabilità che ciò sia fatto da un essere divino o umano! Quindi Kializzate il desiderio col “ Né-Né” , l’eccellentissima for­ mula molto al di là dell’appagamento — il vuoto che tutto circonda, che riduce “ tutto” al buon senso, e su cui si regge questo universo. Quindi non credete a niente di questo Libro per mezzo del “ Né-

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N é” , e scacciate il concetto del “ Né-Né” , e credete che esso sia “ non necessario” o la conclusione del fare come si vuole, perché “ non deve essere, non importa” . Si crede questo “ per sempre” , come la Verità del “ Volere” , non la cosa creduta, poiché il mezzo per un fine significa evoluzione verso infiniti mezzi. In quella notevolissima semplicità non vi è né principio né fine, della saggezza o di qualunque cosa, così come può mettersi in relazione con la concezione e l’intelligenza?

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L a P osizione d el pollice n ella mano

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L ’AMORE DI SÉ COME DOTTRINA E VIRTÙ MORALE

Il criterio dell’azione è la libertà di movimento, l’opportunità dell’espres­ sione, la capacità di piacere. Il valore di una dottrina morale consiste nella sua libertà di trasgressione. Considero la semplicità preziosissima. Non sono forse le cose più semplici del mondo le più perfette, pure, inno­ centi e sommamente meravigliose per le loro proprietà? Da qui deriva la fonte della saggezza. La saggezza è esattamente felicità. Compiacen­ domi dell’amore — necessariamente senza scusa. Non è questa la perfe­ zione? Le azioni apparirebbero imperscrutabili e incomprensibili, se esse mostrassero conformità al grande proposito. Sono pochi coloro che pos­ sono giungere a questo! Chi non ha vergogna? L ’estasi nella soddisfa­ zione è il grande scopo. Libertà dalla necessità della legge, realizzazione tramite il desiderio stesso, è la meta suprema. La legge dipende da due: due è rigoglio, milioni... La legge è complicata. Il secondo non agitò, il primo non determinò, né fu costretto o proferito. Il caso nel divertimento non è profezia; da esso abbiamo acquisito abilità sufficiente a determi­ nare... Preparatevi all’Eterno, ritornate alla semplicità e siete liberi. Quale uomo può dare senza impulso? Solo colui il quale ha una completa ses­ sualità. La suprema bontà è nutrimento per se stessa. Cosa includeremo come Sé? La perfetta carità acquisisce, quindi giova a tutte le cose senza dare. Quale uomo può avere fede senza timore? Solo colui che non ha doveri da compiere. Quando la fede perisce, allora il dovere verso le dot­ trine morali viene meno, noi siamo senza peccati e rimaniamo per sem­ pre in amore che tutto divora. Quale uomo può sapere con certezza? Solo colui che ha eliminato la necessità di apprendere. Quando gli insegnanti vengono meno, che senso ha apprendere da loro? I saggi non sono pole­ mici, e non hanno dogmi da esporre... Piuttosto sono silenziosi come neo­ nati che vengono nutriti. Quale maestro può mostrare la fonte della sag­ gezza? È perché so senza aver appreso che conosco la fonte e posso dare lezioni senza insegnare. Il sapere non è altro che l’escremento dell’espe­ rienza: l’esperienza è la sua stessa ripetizione. Il vero maestro non instilla conoscenza ma mostra la sua esuberanza. Mantenendo chiara la sua visione lo dirige o lo conduce come un bimbo all’essenziale. Avendogli mostrato la fonte della saggezza, si ritira prima che si manifestino sentimento o

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gratitudine, lasciandolo fertilizzare come più gradisce. Non è questa la via del Cielo? Colui che si fida della propria riserva di genio, non ha cono­ scenza della sua estensione e porta a termine con facilità, ma immediata­ mente dubita, l’ignoranza lo ossessiona. Il dubbio fertilizza nel suolo ver­ gine. Non è più intrepido ma codardo verso le difficoltà, la sua dottrina è timore. La differenza fra il genio e l’ignoranza è un grado di timore. L ’inizio della saggezza è la paura della preveggenza — la ricezione della conoscenza nell’apprendimento. I bambini dubitano, e detestano appren­ dere. Ma come! Persino l’affettazione del coraggio porta alla bravura! La differenza fra il bene e il male è una questione di profondità. Qual è a voi più vicino: l’amore di sé e la sua immoralità o l’amore e la morale? Non conscio di ciò che si merita — il compagno del Cielo, e costante gioia nella saggezza è la capacità di direzione. Dalla autoglorificazione, dall’autoesaltazione, sorgiamo superiori all’incapacità del timore allar­ mante; lo schernitore alla distruzione dell’umiltà in pentimento. Questo “ amore di sé” che non dà, ma è felice di ricevere, è la vera opportunità per la liberazione dalla cupidigia, dal divertimento militante del Cielo. Colui che subordina gli istinti animali alla ragione, perde rapidamente controllo. Non è vero che gli animali che vediamo al circo sono ammae­ strati con la tortura, e gli animali allevati con amore non uccidono il loro padrone. Il saggio accetta e nutre tutte le cose ma non agisce come un padrone. Solo quando le passioni sono regolate da un ambiente estraneo diventano pericolose. Il controllo si ottiene lasciando che le cose elabo­ rino la loro salvezza — non appena noi interferiamo ci identifichiamo e diventiamo soggetti al loro desiderio. Quando l’Ego vede l’amore di sé — vi è pace — esso diviene il veggente. Appena desideriamo abbiamo perduto tutto; noi “ siamo” ciò che desideriamo, quindi non otteniamo mai. Non desiderate nulla, e non vi è nulla che non realizzerete. Deside­ ratelo per completezza, l’emozione inerente che è “ tutta felicità” , tutta saggezza, in armonia costante. Ma appena crediamo, noi diventiamo bugiardi — e ci identifichiamo con il dolore, eppure piacere e dolore sono tutt’uno. Quindi non credete a niente, e voi sarete ritornati ad una sem­ plicità che la fanciullezza non ha ancora raggiunto. Lo stolto chiede: come mai? — Dal momento che dobbiamo credere nel dolore e nel piacere. Ora, se potessimo sperimentarli simultaneamente (dolore e piacere) e atte­ nerci a un principio che predomina, che permette la vibrazione dell’Ego

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sopra di essi, non avremmo raggiunto l’estasi? Ora il credere è l’ “ E go” , tuttavia lo separa dal Cielo, come il vostro corpo vi separa da quello di un altro... Quindi, conservando la fede nel “ non necessario” (quando concepisce) l’Ego è libero. L ’emozione del riso è complemento, le soffe­ renze iniziali — e quindi rendendo queste emozioni uno “ stato mentale” nel momento di unità21 egli percepisce dolore e piacere, li esperimenta contemporaneamente e per mezzo della “ non necessità” del suo credere, la sua concezione trascende questo mondo e raggiunge l’estasi assoluta. Non vi è posto in cui il dolore o la morte possano entrare. L ’Idea di Dio è il peccato primordiale, tutte le religioni sono cat­ tive. L ’amore di sé è la sua unica legge, che non può essere infranta impu­ nemente essendo l’unica energia che non è servile, servendo il suo inces­ sante proposito. Senza dubbio è tutto ciò che ci è rimasto senza peccato? In verità, è l’unica cosa di cui osiamo essere coscienti. Colui il quale fa veramente quel che gli pare è senza virtù, e soddisferà tutti. L ’odio, la gelosia, l’assassinio, eccetera, sono condizioni dell’amore, cosi come la virtù, la cupidigia, l’egoismo, il suicidio, eccetera sono condizioni del non fare quel che si vuole. Non c’è peccato più disgustoso dell’amore, per­ ché l’essenza propria della bramosia è la madre di tutti i peccati, ed è per questo che ha il maggior numero di devoti. Solo l’amore di sé è puro e senza connotazione. Colui che ama interamente se stesso produce solamente amore di sé. In questo è inesorabile, ma non offende come gli altri uomini. Egli è affine al gran proposito, le sue azioni spiegate per lui visto il bene nel suo male, senza sapere, ciascuno soddisfatto della sua volontà. Non si uniscono forse giornalmente il Cielo e la Terra in omaggio spontaneo a questo volere di amore di sé? Nessun uomo può mostrare maggiore amore di sé che rinunciando a tutto quello in cui crede. Perché valuto questo amore di sé più di ogni altra cosa? Non è perché io possa essere libero di credere nel male, ma non ho pensato che qualunque cosa mi può far male? Tutto è amore si sé, le genti del mondo, se solo lo sapessero, sono i suoi devoti. La mia nuova legge è il grande indizio per la vita. Se il mondo lo potesse capire, una volta scartati i tessuti decomposti segui­ rebbero diligentemente la via dei loro cuori, non ci sarebbe un ulteriore 21 D el sesso; a d ire il vero, di ogni cosa.

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desiderio di unità... Provate a immaginare che cosa ciò implichi. Possa l’idea di Dio perire e con essa le donne; non mi hanno forse entrambe fatto apparire buffonesco? Che non ci sia errore, la purezza e l’innocenza sono semplicità, la felicità è saggezza. Ciò che è semplice non ha dualità.

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Il Sé n ell’estasi

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LA DOTTRINA D ELL’ETERNO AMORE DI SÉ

Ora è spiegato l’amore di sé. È la realizzazione del credere. Il “ Sé” è il “ Né-Né” senza alcuna omissione, indissolubile, al di là di una posses­ sione precedente; la dissociazione della concezione per mezzo del pro­ prio invincibile amore è l’unica vera, sicura e libera. Il desiderio, volere e credere che cessano di esistere come separati. Attrazione, repulsione e controllo autoesercitato divengono l’unità originale, inerti nel piacere. Non vi è dualità. Non vi è desiderio di unità. In quel momento esso (il principio duale) rimane nella sua condizione immutata. Il credere non più soggetto al concepire grazie al concepimento del “ sé” come tale tra­ mite l’amore. In altre occasioni, esso22 crea un centro, diventa il pro­ prio ambiente, identificato con le sue ramificazioni con la concezione creata, con l’obbedienza alla legge e l’insaziabile desiderio dell’unità, nella misura in cui la dualità è unità . L ’obbedienza alla legge è l’odio del Cielo. Soltanto l’amore di sé è l’eterno compiacimento universale, tra­ mite la meditazione su questo splendido sé che è la gioia mistica. In quel momento di felicità, egli corrisponde pienamente alla sua immaginazione, in quel giorno qual è la sua felicità! Un poderoso innocente, al di là del peccato, senza alcun dolore! Controbilanciato da una emozione! Una rifra­ zione della sua estasi è tutto ciò di cui è consapevole come esterno.23 Il suo vuoto causa una doppia rifrazione, “ Egli” , di per sé radioso, s’illu­ mina nell’Ego. Al di là della legge e ospite della festa dei “ Supersensualisti” . Egli ha potere sulla vita e sulla morte.24 A parte questo, non è immune da autoaccusa, in realtà egli ha messo in libertà tutti i guai della terra, la strage che viene dal fulmine. L ’amore di sé che impedisce alla mente di concentrarsi, è identità senza forma, non è pensiero come tale; la legge e le influenze esterne controllate non hanno effetto. Quando quella rinuncia a tutto il credere riflette solamente il suo significato, allora 22 Esso, il “ N é-N é” , em ana come un tetragram m aton d i re la tiv i i cui sessi si evolvono tram ite la loro riflessione cruciform e, la cui id en tità è elusiva. C olla loro fusione producono l’un ità (d u alità), acquisiscono la concezione. Progenerando tram ite sud d ivisio ne com prendono l ’e te r­ n ità, nelle loro m o ltep lici ram ificazio n i è la legge. 23 C ioè il suo arcobaleno. 24 Q uesta è la prova. C h i d u b ita so tto m etterebb e se stesso.

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c’è purezza di visione, innocenza di tatto, ergo, amore di sé. Davvero, davvero, gli uomini sono nati, soffrono e muoiono per mezzo di ciò che credono. L ’eiaculazione è morte. L ’amore di sé è salvezza e vita. L ’uomo, per ottenere il piacere a sua scelta, toglie qualcosa al desi­ derio, il suo desiderio è desiderio parziale, diventa quasi duplice (con­ flitto), la sua energia non è mai piena. Non avendo un punto focale, egli si illude sulla sua forza e raggiunge una pura e semplice misura di piacere dal suo corpo. Nel successo quanto è pesante la sua condanna! Il piacere diventa illusione. Per triste necessità “ il suo mezzo” , egli è legato alle sue cause ed effetti, e diventa un olocausto sul rogo del sentimento. Que­ sto amore di sé è l’unica energia piena, tutto il resto non fa che avvol­ gere l’insoddisfazione, l’ipotesi di desiderio che ottenebra. L ’uomo, nella sua sofferenza delle illusioni e dei desideri insoddi­ sfatti, fugge volando verso religioni differenti, e va in cerca di un nuovo inganno, di un ipnotico, di un palliativo da cui ricava nuove sofferenze fino all’esaurimento. Il prezzo della cura sono nuove illusioni, maggior confusione, un ambiente ancora più stagnante. Avendo studiato tutte le vie e i mezzi per raggiungere il piacere, e dopo aver meditato su di loro sempre più a lungo, questo amore di sé mi è risultato essere l’unico libero, vero e pieno, nulla di più salutare, puro e completo. Non ci si può sbagliare: quando per mezzo di questo ogni esperienza è certamente nota, ogni cosa è straordinariamente bella e supremamente amabile, che bisogno vi è di altri mezzi? Come il vino e l’ubriaco, ogni cosa gli si dovrebbe sacrificare. Quest’amore di sé è ora da me dichiarato come il mezzo di evolvere milioni di idee per il piacere senza amore o i suoi sino­ nimi, rimorso, malattia, vecchiaia, morte. Il Simposio del sé e dell’amore. Oh, Uomo Saggio, fa come vuoi.

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La concentrazione d el pollice

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R ub are il fuoco d al C ielo

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IL RITUALE E LA DOTTRINA COMPLETA DELLA MAGIA

Estasi nell’ossessione dell’amore di Sé Carissimi, ora spiegherò la sola vera e sicura formula, quella che distrugge l’oscurità del Mondo, il più segreto fra tutti i segreti, che sia segreto per colui che vorrebbe raggiungere, che copra qualsiasi periodo di tempo, in dipendenza della sua concezione. Non vi è qualifica,25 nessun rituale o cerimonia. La sua stessa esistenza simbolizza tutto ciò che è necessario alla perfezione. Più enfaticamente, non vi è bisogno di ripetizione o di debole imitazione. Siete vivi! La Magia, la riduzione di proprietà alla semplicità, rendendole tramutabili per utilizzarle di nuovo secondo ogni direzione, senza capitalizzazione, portando frutto parecchie volte. Sap­ piate che la deliberazione, la superconsapevolezza e la concentrazione sono la sua resistenza e la sua capacità di denuncia, l’ultimo ed estremo acquisto dell’idiozia. Se per proprio scopo o potere, il compimento del desiderio è il suo proposito, egli lo terminerebbe per mezzo della magia. Che aspetti un desiderio analogo di intensità,26 allora egli sacrifica que­ sto desiderio (o il suo compimento) al desiderio iniziale, in questo modo diventa organico, il quantum. Egli non ha raggiunto la libertà della legge.27 Perciò aspetti che una credenza venga sottratta, quel periodo in cui la disillusione è avvenuta.28 In verità la sua delusione è la sua sal­ vezza. “ Questa entità libera del credere” e il suo desiderio sono uniti dal suo proposito tramite l’uso dei Sigilli o lettere sacre. Proiettando la consapevolezza in una parte, dato che la sensazione non è molteplice, viene intensificata. Con l’astensione del desiderio, eccetto nel suo oggetto, ciò viene raggiunto (in un momento psicologico che si determina da sé).

25 Essendo il mezzo la sem p licità è com parativam en te libero d i fare le sue proprie qu a­ lifich e e d iffico ltà, cioè i ritir i m agici sono assurdi e provano im m ed iatam en te la sua incap acità: la non esisten za d i ciò che si p refigge d i p ro vare. E gli pone im m ed iatam en te lim iti e servitù. 26 Solo un d esid erio n atu rale. 27 Q uesta è un a form ula b reve p er coloro i quali la credenza nella legge è piena, sono pro­ p rie ta ri d i case che seguono i propri d esid eri. L a form ula può serv ire per qu alsiasi scopo. 28 Illustrazio n e: la p erd ita d i fid u cia in un amico o in una un ion e che non soddisfa le asp ettative.

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Con la non-resistenza (involontario pensiero e azione), l’ansia e l’apprensione del non compimento, che sono transitorie, non trovano uno stato permanente, egli desidera ogni cosa. L ’ansietà sfida il proposito, lo trattiene e mette a rischio il desiderio. Il desiderio consapevole non è attraente. La mente tranquilla e messa a fuoco, non disturbata da imma­ gini esterne, non distorce le impressioni dei sensi,29 ma amplifica il desi­ derio esistente, e lo unisce all’oggetto in segreto.

Gettare l’ombra Poiché l’Ego non è totalmente privo di memoria, che Egli trattenga e visualizzi la forma del Sigillo, è il suo calice, il mezzo di vacuità e incar­ nazione. Tramite la deliberazione di un’emozione analoga, in quel momento Egli conferisce autorità alla legge (reazione). Egli è miracoloso, non essendo conosciuto l’equilibrio in questo mondo imitato (raggiunto). Qualunque altra consapevolezza, essendo annullata con sicurezza, poi­ ché il veicolo è abbastanza forte per l’estasi, è al di là dell’essere ferito. Ora lasciamo che egli immagini che abbia luogo un’unione tra se stessi (l’unione mistica dell’Ego e dell’Assoluto). Il nettare emesso, che egli lo beva lentamente, più volte.30 Dopo questa esperienza incredibile, la sua passione è indescrivibile, non c’è nulla che egli desideri in questo mondo, a meno che lui lo voglia. Questa è la ragione per cui la gente non mi capisce. L ’estasi nelle sue emozioni genera ogni cosa. Sappiamo che esso è il nettare della vita, il “ Syllubub” del Sole e della Luna. In verità egli ruba il fuoco dal Cielo: il più grande atto di coraggio del mondo. La deliberazione egocentrica, tranne che nella rifrazione — in questo caso il riso — dell’Estasi, è smascheramento e morte, diventando una ossessione dominante, poiché il controllo è stato dato ad una precedente esperienza, ed è superconscio di ciò attraverso la libertà che viene momen­ taneamente trovata, libertà dalla sua legge primitiva, in tal modo genera doppia personalità (Pazzia). 25 Non vi è allucin azion e; fin ireb b e in realizzazio ne fantasio sa. 30 Se d iv en ta una sensazione fisica, che im m agini il corpo di u n ’altra persona — egli ha quel sigillo solam ente per em ergenza. Q uesto, sebbene non sia il suo proposito o rigin ario , lo troverà strao rdin ariam en te piacevole.

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In questo modo non vi è desiderio oltre il compimento, nessun risul­ tato troppo meraviglioso, secondo la portata di ciò che si crede libe­ ramente.31 Uomini di scarso piacere e intraprendenza, dimentichi dei vostri propositi, che trovate da ridire su tutto, avari, peccaminosi, che non potete vivere senza donne o gioire senza sofferenza, paurosi, incostanti, amma­ lati, avvizziti, servili, crudeli, ingannati e menzogneri, i peggiori degli uomini! Sappiate, o Signore, o amato Sé, Vi ho parlato ora di quella segre­ tissima taverna dove va la passione quando la gioventù è passata, dove ogni uomo può bere il nettare dell’estasi che benefica tutti ed è gratuita. Il più gradevole nutrimento che non fa male a nessuno.

31 Può essere realizzato localizzando il desiderio in un senso, quindi con qu esta form ula, usando l ’orecchio come veicolo, si sente la più trascendentale delle musiche mai concepite, essendo le voci e l ’arm onia d i ogni esisten za um ana e an im ale con cep ib ile, e così via d i seguito per ogni altro senso.

Le O ssessioni che si incarnano

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L ’Istan te d e ll’O ssessione

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NOTE SULLA DIFFERENZA DELL’OSSESSIONE MAGICA (GENIO) E LA FOLLIA L ’ossessione magica è quello stato in cui la mente è illuminata dall’atti­ vità subconscia evocata volontariamente tramite una formula quando vogliamo, per l’ispirazione. È la condizione del Genio. Un’altra ossessione è quella del “ cieco che guida un altro cieco” , causata dal quietismo, meglio conosciuto come medianità, un’apertura al di fuori dell’Ego a (ciò che è detta) qualsiasi influenza esterna, ele­ mentali, o energia disincarnata. Una consapevolezza trasmutata che è resi­ stenza alla “ vera” attività subconscia, essendo una follia volontaria, un sonnambulismo dell’Ego con “ nessuna forma” o controllo che la guidi: perciò le sue emanazioni sono suggestioni ottuse, e ricordi dell’infanzia. L ’ossessione conosciuta o a cui ci si riferisce come follia, è un’espe­ rienza dissociata dalla personalità (Ego) attraverso qualche forma di rifiuto. È subcristallina, e non può essere permanentemente legata al subcosciente, non avendo completato o consumato se stessa con la realizza­ zione. A seconda del suo grado di intensità e resistenza mostrate in un momento o in un altro, l’Ego ha o meno conoscenza dell’ossessione; la sua espressione è sempre autonoma, separata dal controllo personale, dal potere di direzione e di collocazione nel tempo. La concentrazione deter­ mina la dissociazione. L ’entusiasmo per un oggetto che cerca completa­ mento tramite l’identificazione, sacrifica tutto il resto, o dimentica deli­ beratamente. La sua separazione dall’Ego (in quanto essa diventa eguale, o di volume maggiore dal resto della consapevolezza, causa suddivisione o “ doppia personalità” ), è causata dalla sua stessa intensità o da uno shock di resistenza determinato da qualche incompatibilità del desiderato o del desiderio. La concentrazione è un desiderio insoddisfatto, un conflitto che non può mai essere soddisfatto, a causa dei suoi mezzi. Quando l’Ego, non sembrando conoscere o non conoscendo i mezzi di esaudimento, cerca il suo rifiuto, la sua repressione, esaudimento immaginario, o trasmuta­ zione per sfuggire alle sue preoccupazioni. Nessuno di questi è l’annientamento del desiderio o dell’ossessione, ma la sua separazione o l’occultamento del resto dell’Ego, la sua esistenza prematura subconscia. È trattenuto lì solo quando qualche forma di resi-

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stenza è attiva; quando la resistenza è inattiva, il controllo viene dato all’ossessione predominante, permettendo l’incarnazione nell’Ego e il suo travolgimento, che deve vivere e compiere la sua esperienza emotiva. La Malattia e la Follia (tutte le malattie sono follia) hanno origine quando l’energia disincarnata non ha una funzione vitale. È questa energia che viene utilizzata per la vitalizzazione dei Sigilli.

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R ealizzazione d el K arm a

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SIGILLI

La Psicologia del Credere Se la “ Suprema Fede” rimane sconosciuta, credere è inutile. Se la “ verità” non è stata ancora accertata, lo studio della conoscenza non è produt­ tivo. Anche se “ esse” fossero conosciute, il loro studio è inutile. Noi non siamo l’oggetto per mezzo della percezione, ma diventandolo. Chiu­ dere le porte del buon senso non è d ’aiuto. In verità io porrò i fonda­ menti del mio insegnamento sul buon senso. Altrimenti come posso far comprendere quello che voglio dire ai sordi, la visione ai ciechi e la mia emozione ai morti? In un labirinto di metafore e di parole l’intuizione si perde, perciò senza il loro sforzo si deve apprendere la verità intorno a se stessi soltanto da chi è il solo a conoscere la verità... voi stessi. A che serve la saggezza della verginità a chi è stato stuprato dal seduttore, l’ignoranza? A che servono le scienze o qualsiasi conoscenza tranne che come medicina? I tesori nascosti non vengono alla luce semplicemente parlandone, né scavando con le mani nella strada maestra. Anche con gli strumenti adatti e l’esatta conoscenza dei luoghi, non può essere altro che l’acquisizione di quanto possedevate da molto tempo. Vi è un gran dubbio riguardo al posto in cui si nasconde, tranne che gli strati della vostra esperienza e le atmosfere della vostra credenza. La domanda pertinente posta da “ T e” dovrebbe essere formulata da coloro che desiderano in qualche modo la genialità. La mia risposta come il possente germe è d ’accordo con l’universo, semplice e piena di profondo significato e per un certo tempo estremamente discutibile secondo le vostre idee del bene e della bellezza. Ascolta attentamente, o aspirante tutto bramoso di informazione, la mia risposta, perché col vivere il suo significato tu sarai veramente liberato dalla schiavitù dell’i­ gnoranza costituzionale. Tu devi viverlo per conto tuo, non posso viverlo per te. La principale causa del genio è la realizzazione dell'‘Io” per mezzo di un’emozione che consenta la fulminea assimilazione di ciò che si per­ cepisce. Q uest’emozione è immorale in quanto consente la libera asso­ ciazione della conoscenza senza gli accessori della fede, la sua condizione

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è perciò l’ignoranza dell’ “ Io sono” e “ Io non sono” , con la distrazione come credenza. Il suo stato più elevato è il “ Né-Né” , l’ “ Io” libero o atmosferico. Vi ricordate nella vostra giovinezza il pensiero “ che questo mondo è uno strano posto” , nell’emozione quando sentite “ perché” — riguardo al fatto che questa vita è uno sviluppo ragionevole? Quale era la causa di questo e del vostro sbrigativo allontanarlo dalla vostra mente? Ancora la sensazione che l’oggetto più comune è meravigliosamente strano e la vaga emozione di correlazione fra le cose incompatibili fra loro (ragioni esaurienti spesso lo contemplano, ma lo scusano sempre); la curiosità e la commozione con una più intensa associazione con le meraviglie del creato; che cosa vi impedisce dal continuare a investigare su cosa sia esat­ tamente una “ sorpresa” ? C os’è che vi fa credere di più in Dio che in un combattimento di cani? Eppure voi temete i cani più di Dio! Dov’è la differenza tra voi che siete soffocati da allarmante pietà e l’innocenza di un bambino? Forse è in queste cose la causa dell’ignoranza. Il credere è la caduta dell’Assoluto. A che cosa crederete? La verità cerca la sua propria negazione. Gli aspetti differenti non sono la verità, né sono indispensabili alla verità. Delle sue emanazioni — quale dovrete strangolare sul nascere? Siete illegittimo? Voi credete nel giusto e nel­ l’ingiusto — quale punizione stabilirete? Potete fuggire all’impellente “ M ust” (obbligo)? Chi può sfuggire alla noia senza cambiamento? Chi può rimanere solo e contento? Quale uomo tra voi è abbastanza ricco e libero da sorpassare il suo «S é»? La vostra credenza oscura il lignag­ gio. L ’ambizione è meschinità — il vostro ambiente abituale. Ricordate, il tempo è una immaginazione non deliberata di quel che è stato speri­ mentato. Ciò che si può dire esperienza primitiva era il suo completa­ mento, quindi non si finisce mai di imparare. Quello che imparerete domani è determinato da quel che avrete fatto — la lezione completata di ieri. Non imparare mai oggi quello che potete fare domani è chiamato perdita, ma è un furto al tempo, alla moralità e al ringiovanimento. Ripe­ tete questo indugio continuamente fino a raggiungere la spontaneità, una possibilità di salvezza. La ricerca dell’apprendimento (del credere) è la grottesca incubatrice della stupidaggine. Se voi poteste veramente credere, noi dovremmo renderci conto della virtù di questo. Non siamo liberi di credere... per quanto lo pos­

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siamo desiderare, poiché abbiamo idee contrastanti da esaurire prima. I Sigilli32 sono l’arte del credere; la mia invenzione per rendere organico il credere e perciò vera credenza. Quando per mezzo del desiderio di credere — è necessariamente incompatibile con una fede esistente e non si realizza attraverso l’inibizione della fede organica — la negazione del desiderio, la fede non muove le montagne, non fino a quando è stata rimossa. Supponendo che io desideri di essere grande (senza contare che lo sono già), aver “ fede” e credere che io lo sono non mi rende grande — anche se io dovessi sostenere questa pretesa fino alla fine... poiché è insincerità cerimoniale, l’affermazione della mia incapacità. Io sono inca­ pace, perché questa è la vera credenza ed è organica. Credere diversamente è soltanto affettazione. Perciò l’immaginazione o “ fede” che io sono grande, è una credenza superficiale. La reazione e il diniego, cau­ sati dalla conturbante effervescenza dell’incapacità organica. Il diniego e la fede non la cambia o l’annichilisce, ma la rafforza e conserva. Perciò la credenza, per essere vera, deve essere organica e subconscia. Il desi­ derio di essere grande può divenire organico soltanto in un tempo di vuoto e dandogli la forma (al Sigillo). Quando si è consci della forma del Sigillo (in qualunque momento tranne quello Magico), ciò dovrebbe venir represso, un deliberato tentativo di dimenticarlo, in questo modo diventa attivo e domina nel periodo inconscio, la sua forma lo nutre e gli per­ mette di rimanere congiunto al subconscio e di diventare organico, quando questo viene compiuto, è la sua realtà e realizzazione. Egli diventa il suo concetto di grandezza. Così la credenza diventa vera e vitale, lottando contro di essa con­ sapevolmente e dandole forma. Non con lo sforzo della fede. Il credere si esaurisce per mezzo della confessione e della non resistenza, vale a dire della consapevolezza. Credete di non credere, e gradualmente otter­ rete la sua esistenza. Poiché l’essere al momento giusto dipende dalla vostra moralità, datela ai poveri. Se l’ambizione potesse soltanto saperlo — diventare incapace è tanto difficile quanto lo è diventare grande. Sono scambievoli come realizzazione ed egualmente soddisfacenti. 32 II lettore potrà approfondire l ’argom ento “ sig illi” consultando le seguenti opere, pub­ b licate d a A ll’Insegna d i Ishtar: Le Legioni di Shaytan (vol. I, II); Fronde dell'Antico Noce; Con­ g re ssi cum daemone; Magia del X X I secolo; Magia sessuale — Lilith, la Dea Nera; Il Fuoco magico — Rituale delle candele; Lunario magico 1990, 1993.

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G li A b itato ri d elle P orte d ella M em o ria S ilenzio sa

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IL SUBCONSCIO

Tutti i geni hanno un subconscio attivo, e meno si accorgono del fatto, maggiori sono le loro realizzazioni. Il subconscio è utilizzato dal deside­ rio che lo raggiunge. Così la consapevolezza non dovrebbe contenere il “ gran” desiderio una volta che l’Ego ha voluto: e dovrebbe essere pieno di falsa ambizione per qualcosa di diverso, non viceversa, poiché da qual­ che parte si nasconde l’inevitabile sanzione della vita: certamente non si tratterà di un inglorioso inganno? Il genio, come l’eroismo, è una fac­ cenda di coraggio — dovete dimenticare la paura, o l’incapacità in qual­ che modo... quindi la sua espressione è sempre spontanea. Com’è sem­ plice raggiungere il genio — voi conoscete i mezzi; chi farà il primo passo? L ’apprendimento del “ come” è l’eterno “ perché” — rimasto senza rispo­ sta! Un genio è tale perché non sa come o perché.

Il deposito delle memorie con una porta sempre aperta Sappiate che il subconscio è un riassunto di ogni esperienza e sag­ gezza, incarnazioni precedenti come uomini, animali, uccelli, vita vege­ tale e altro, tutto ciò che è esistito e sempre esisterà. Ciascuna di esse è uno strato del progresso di evoluzione. Naturalmente, per questo motivo, più giù scendiamo in questi strati, più antiche saranno le forme di vita a cui arriviamo; l’ultima è l’onnipotente semplicità. E se riusciamo a risve­ gliarle, acquisteremo le loro proprietà e la nostra realizzazione sarà cor­ rispondente. Poiché si tratta di esperienze passate da molto tempo, devono essere evocate da una suggestione estremamente vaga, che può operare soltanto quando la mente è insolitamente tranquilla e semplice. Avere la loro saggezza non vuol dire che i loro corpi sono necessari — il corpo si modifica in relazione ai “ mezzi” (noi viaggiamo più in fretta del leo­ pardo che va a caccia, ma non abbiamo il suo corpo), quando esso è il mezzo cambia di conseguenza, ora, se osserviamo la natura, le prime forme di vita sono meravigliose per le loro proprietà, adattamento, ecc. La loro forza è enorme, e alcune sono indistruttibili. Non importa in quale sia

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il desiderio, esso è sempre il suo compimento. Un microbo ha la capacità di distruggere il mondo (e lo farebbe certamente, se si interessasse di noi). Se lo dovete fare a pezzi, le parti mutilate ricrescerebbero. Così, evocando e diventando ossessionati, o illuminati da queste esistenze, noi assumiamo le loro proprietà magiche o la conoscenza di ciò che hanno raggiunto. Questo è quello che succede sempre (tutto accade sempre) seb­ bene molto lentamente, lottando per la conoscenza noi la respingiamo, la mente lavora meglio con un semplice nutrimento.

La chiave della profezia La legge dell’evoluzione è la retrogressione delle funzioni che rego­ lano il progresso delle funzioni, cioè, più mirabili sono le nostre realizza­ zioni più bassa è nella bilancia della vita la funzione che le governa. La nostra conoscenza del volo è determinata dal desiderio che produce l’at­ tività del nostro uccello. Karmi. Il nostro desiderio raggiunge direttamente lo strato che appartiene a quelle esistenze che possono “ volare” senz’ali — così noi voleremo senza macchine. Questa attività subcon­ scia è la “ capacità” , la “ conoscenza” ; qualunque altra cosa acquistiamo ha un valore negativo o fertilizzante. La virtù dell’imparare e acquistare conoscenza con i mezzi ordinari si trova nella sua preoccupazione e delu­ sione, di quel grado che produce esaurimento: per mezzo di ciò il desi­ derio potrebbe accidentalmente raggiungere la reale sede della conoscenza, vale a dire il subconscio. L ’ispirazione avviene sempre in un momento di vuoto, e la maggior parte delle grandi scoperte — accidentali, di solito determinate dall’esaurimento della mente. La mia formula e i Sigilli per l’attività subcosciente sono i mezzi dell’ispirazione, capacità e genio, e i mezzi per accelerare l’evoluzione. Sono economia di energia e metodo di apprendimento con gioia. Un pipistrello dapprima sviluppa le ali e di un tipo particolare, perché il suo desiderio è abbastanza organico da rag­ giungere il subconscio. Se il suo desiderio di volare fosse stato cosciente, avrebbe dovuto aspettare finché avrebbe potuto farlo con gli stessi nostri mezzi, vale a dire per mezzo di macchine. Ogni genio ha un’ipotesi di studio (di solito naturale) con l’aspetto di un hobby che serve a restrin­ gere e a occupare la mente cosciente per impedirle ogni interferenza con

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l’espressione spontanea. La matematica del grande Leonardo gli serviva per “ ingannarlo” , come un’ipotesi di questo genere (e come Sigillo). Le nostre esistenze sono piene del Simbolismo di questi Karma predomi­ nanti da cui siamo dominati. Tutti gli ornamenti e i vestiti inutili sono di questo genere (piacciono alla gente perché ci identificano) e sono il mezzo di localizzarli (i Karma). Il simbolismo di incoronare re un uomo, è che egli, somigliando a Dio (sulla terra) ha raggiunto lo strato più basso del suo subconscio — o se volete quegli organismi unicellulari che pre­ dominano nel governare le sue funzioni. (Naturalmente questi re inco­ ronati non sono mai tali, essi sono il simbolo della “ speranza” , non della realtà). Perché la natura floreale e le pietre preziose del disegno della corona sono in relazione ai primi principi. Re è colui che ha raggiunto il principio duale nella sua semplicità, la prima esperienza che è tutta esperienza... non ha bisogno di corone e di regni. Per mezzo dei Sigilli e del conseguimento del vuoto, qualsiasi pas­ sata incarnazione, esperienza, ecc. può essere evocata fino alla consape­ volezza. Ciò può avvenire anche nel sonno in forma di sogni, ma questo è molto difficile. Il vuoto totale è difficile e pericoloso per coloro che sono governati dalla moralità, dai complessi, cioè per coloro i quali la credenza non è interamente amore di sé. Perciò questa necessità di Sigilli. Sappiate che ogni rituale, cerimonia, condizione, in quanto arbi­ trarie (dovete farne a modo vostro) generano ostacoli e confusione; la loro origine era destinata al divertimento e più tardi allo scopo di impe­ dire ad altri di conoscere la verità e di generare l’ignoranza; e come accade sempre i loro gran sacerdoti erano essi stessi più ingannati. Chi inganna un altro inganna molto di più se stesso. Perciò riconoscete i Ciarlatani per la loro predilezione per abiti ricchi, cerimonie, rituali, isolamento magico, condizioni assurde ed altre stupidaggini troppo numerose per essere riferite. La loro intera dottrina è una ostentazione presuntuosa, una codardia in cerca di fama; secondo i loro principi tutto è superfluo, e la loro sconfitta è assicurata. Perciò ne deriva che coloro che hanno qualche abilità naturale la perdono stupidamente seguendo il loro inse­ gnamento. Essi possono soltanto essere dogmatici, ed inculcare e molti­ plicare ciò che è interamente superficiale. Se io fossi un insegnante non mi comporterei come un maestro, come uno che ne sa di più, l’alunno non potrebbe aspirare ad essere un discepolo. Assimilando lentamente

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non si renderebbe conto di quanto apprende, non ripeterebbe il fatale errore, senza paura giungerebbe alla realizzazione con facilità. L ’unico insegnamento possibile come imparare con le proprie forze, e come uti­ lizzare la sua ignoranza e i suoi sbagli. Non oscurando la sua visione e il suo proponimento con l’esattezza.

M an ifestazio n e del K arm a

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SIGILLI: CREDENZA CON PROTEZIONE

Ossessione magica Spiegherò adesso la loro creazione e l’uso; non vi è alcuna difficoltà in esso, per quanto tutto ciò è puro e semplice33 ho inventato ciò per amore dei miei stolti devoti. Ogni desiderio sia per il Piacere, la Cono­ scenza o il Potere che non può trovare un’espressione “ naturale” , per mezzo dei Sigilli e della loro formula può realizzarsi a partire dal sub­ conscio. I sigilli sono il mezzo per guidare e unire la credenza parzial­ mente libera34 con un desiderio organico, come si può formularlo e trat­ tenerlo finché il suo scopo raggiunga il Sé subconscio, e il suo modo di reincarnarsi nell’Ego. Qualunque pensiero si può esprimere per mezzo di una figura che sia veramente in relazione al desiderio. I sigilli sono monogrammi di pen­ siero per governare l’energia (tutta l’araldica, le insegne nobiliari, i mono­ grammi, sono Sigilli e Karma che essi governano), in relazione ai Karma; un mezzo matematico per simboleggiare il desiderio e dargli una forma che ha la virtù di evitare qualsiasi pensiero e associazione su quel deside­ rio particolare (nel momento magico), sfuggendo alla scoperta dell’Ego, cosicché esso non restringa un tale desiderio o lo riferisca alle proprie immagini, memorie e preoccupazioni transitorie, ma gli permette il libero passaggio al subconscio. I Sigilli si fanno combinando le lettere dell’alfabeto semplificato.

33 P er m ezzo d i questo sistem a voi sap rete esattam en te ciò con cui (credete) il vostro S igillo deve m ettersi in relazione. Se usate queste form e stupidam ente, potreste facilm ente “ evo­ c are ” esattam en te qu el che non vo lete — la M ad re d ella fo llia o qu el che sem pre accade, n ien te del tutto . Essendo questo l ’unico sistem a, qu alsiasi risu ltato non o tten u to p er m ezzo di esso è acciden tale. In o ltre non v i è bisogno che v i v e stiate come un mago, che co stru iate tem pli, che vi p ro cu riate pergam ene verg in i, sangue d i capra n era, ecc. ecc. (Ecco, scritta ottant’anni fa, una verità che certamente darà fastidio, oggi, agli pseudo “ esperti” in magia e “demonologia” , ai furbac­ chioni dell'occulto sempre pronti a strappare le penne agli ingenui, imbastendo pseudo “cerimonie nere” (sic) a l modico prezzo di qualche milione a colpo, ai pontefici massimi dei riti “salomonici” (sic) e/o “egiziani” offerti “ chiavi in m ano” , e via discorrendo; il tutto, è naturale, con risultati — per il portafogli dei sopra citati sprovveduti — semplicemente obbrobriosi. E poi la gente si lamenta dell’inefficacia della magia moderna...). 34 C red en za lib e ra od en erg ia, cioè un d esid erio d elu d en te non ancora ossessione.

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Illustrazione33 della parola “ Donna” in forma di Sigillo è oppure

o ancora

La parola “ Tigre”

oppure

“ Cappello” è “ Vieni” è “ Esso” è oppure Ecc. Ecc.36 L ’idea è quella di avere una forma semplice che si può facilmente visualizzare a volontà e non ha una relazione pittorica troppo evidente con il desiderio. Il vero metodo ha una virtù molto più grande che non si può spiegare in breve poiché è il segreto della forma di pensiero, come gradi di successione e di quel che c’è esattamente in un nome. Adesso abbiamo stabilito come si deve fare un Sigillo e di quali virtù è dotato. In verità, ciò che una persona crede per mezzo dei Sigilli è la verità e si realizza sempre. Questo sistema di Sigilli è credibile prendendolo come hobby in un periodo di grande delusione o dolore. Per mezzo dei Sigilli, io ho dotato di saggezza i folli, reso folli i saggi, dando salute ai malati e ai deboli, dando malattia ai forti, ecc. Ora se per qualche ragione voi desideraste la forza di una tigre in forma di sigillo, questo sarebbe: questo mio desiderio di ottenere la forza di una tigre

Combinato in un solo Sigillo

oppure

35 Vi sono sei tipi di sigilli im p iegati in questo libro, ciascuno corrispondente a diversi strati. Il metodo m ostrato qui è illustrativo e dà l ’idea fondam entale di tu tti loro, da cui ciascuno può far derivare il proprio sistem a. Le condizioni, ecc. della necessità di conseguenza si evolvono; inoltre una persona ha m aggiori poteri di creazione e di originalità con lim itati mezzi d i espressione. 36 Q uesti S ig illi, o vviam en te, sono “ c o stru iti” con le parole inglesi corrisp on denti. Ad esem pio, per “ Esso” (it in inglese) un eventuale Sigillo in italiano sarà diverso anche se la sostanza non cam bia. (N. d. C.)

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Ora, per virtù di questo Sigillo siete in grado di mandare il vostro desiderio nel subconscio (che contiene tutta la forza); quando questo è accaduto si ha la realizzazione del desiderio, essendosi manifestata la cono­ scenza e il potere necessari. In primo luogo, ogni consapevolezza (tranne quella del Sigillo) deve essere annullata; non confondete questo con la concentrazione — voi semplicemente concepite il Sigillo in qualsiasi momento cominciate a pensare.37 Il vuoto è ottenuto con lo svuotare la mente e il corpo in un modo o in un altro. Un mezzo personale o tradi­ zionale è ugualmente valido e, poiché dipende dal temperamento, sce­ gliete i più piacevoli; questi dovrebbero essere i preferiti: i Mantra e le Posizioni, le Donne e il Vino, il Tennis e i Solitari, oppure camminare e concentrarsi sul Sigillo. Nessuno di questi è necessario per colui che (anche simbolicamente) ha raggiunto per un momento, per mezzo del “ NéN é” , il principio duale (Concezione): il suo Ego si è liberato dalla bre­ vità. Se il Sigillo è trasformato in ossessione dalla continua comprensione, la sua realizzazione può avvenire in ogni momento sotto forma di ispira­ zione. Ciò avviene rivolgendo la mente al Sigillo quando si è estremamente preoccupati — il momento dell’esaurimento è il momento della realizzazione. Al momento dell'esaurimento o del vuoto, trattenete soltanto la Forma del Sigillo e visualizzatela — a poco a poco essa diventa vaga, poi svanisce e il successo è assicurato. Quando l’Ego concepisce solamente il Sigillo e non è capace di concepire niente di diverso da esso, tutta l’ener­ gia è messa a fuoco attraverso di esso, il desiderio di identificazione lo conduce allo stato corrispondente di subconscio, la sua destinazione. Poi­ ché il Sigillo è un veicolo, risponde allo scopo di proteggere la consape­ volezza dalla diretta manifestazione dell’ossessione (non riconosciuta con­ sapevolmente), si evita il conflitto con qualsiasi idea incompatibile, non raggiunge nemmeno una personalità separata. Essa (l’ossessione) o viene gradualmente assimilata e diventa organica, o ritorna alla sua sede origi­ nale, essendo stato raggiunto il suo scopo di illuminazione. Per questo 37 Q uesta non è la p assività m ed ian ica che apre la m ente alle influen ze esterne o a ll’e ­ n ergia inco rp orea, d i solito avendo uno scopo m igliore d ei tav o lin i a tre gam b e. C i sono m olti modi di raggiu ngere il vuoto: io riferisco il più sem plice. Non c ’è bisogno di cro cifission e. Le droghe sono in u tili. Il fum o e la p ig rizia sono le più d iffic ili.

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la mente, per mezzo dei Sigilli, in dipendenza dell’intensità del deside­ rio è illuminata od ossessionata (conoscenza o potere), da quel karma par­ ticolare (lo strato subconscio per mezzo del quale si guadagna una parti­ colare esistenza e conoscenza) relativo al desiderio, ma non da una memoria o esperienza recente. La conoscenza si ottiene per mezzo della sensazione, che risulta dall’unità del desiderio e del karma. Il potere dalla sua “ attuale” rivitalizzazione e resurrezione. Questa conoscenza lascia il suo strato in compagnia dell’energia o del desiderio che ritorna all’Ego. Sfugge alla resistenza dell’Ego asso­ ciandosi con immagini simili, memorie o esperienze relative (ricevute in questa vita) che la mente contiene, e si cristallizza secondo il loro simbo­ lismo. Perciò la maggior parte dell'illuminazione è simbolica e di conse­ guenza deve essere tradotta.

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SIMBOLISMO

Sappiate che i simboli sono il modo di riassumere la conoscenza per la sua ritenzione subconscia,38 dove essa raggiunge la saggezza cercando analogie da tutte le osservazioni. Così, un simbolo opera e acquista cono­ scenza dalla “ consapevolezza” , il Sigillo dal “ subconscio” . Come avviene per i Sigilli, essi determinano l’ignoranza dell’Ego, ma danno all’Ego un flusso di conoscenza da se stesso (il Simbolo). Tutte le idee conosciute raggiunte per mezzo dei Sigilli dovrebbero essere rivestite in vero sim­ bolismo (come verrà illustrato in seguito) per designare e stimolare la pro­ pria saggezza. Il simbolismo è anche un modo di accelerare ed esaurire una cre­ denza vivendola invece di reprimerla, per scelta piuttosto che per neces­ sità espia fino in fondo.39 Il simbolismo è un mezzo vitale e facile di esprimere la conoscenza, visione o sensazione subconscia che è difficile o impossibile esprimere semplicemente in poche parole. Il simbolismo nella sua natura o è arbitrario o rappresentazione vera ridotta a semplicità pittorica analoga, quando di genere astratto. In senso illustrato: l’Uomo simbolizzato col metodo arbitrario oppure qualsiasi altra cosa. Questo metodo è pura­ potrebbe essere mente fittizio e non risponde ad alcuno scopo tranne nello sforzo di ricor­ dare, ma un po’ per volta, nel raggiungere la semplicità, include qualche vera rappresentazione di ciò che simbolizza, poiché l’economia lo con­ duce all’utilità. In tal modo

diventa

e

in seguito. Con l’altro metodo, vale

a dire con la pura rappresentazione pittorica, “ Uomo” in simbolo è

o

38 C ioè la m em oria o p arte subconscia d ella consapevolezza. 39 T u tto l ’accatton aggio, auto punizio ne, sacrificio, non sono altro che te n ta tiv i d i sfug­ gire alla legge d i reazio ne o K arm a, e sim bolizzando la le ttu ra d i queste legge, essi sperano in tal modo d i strap p are questo p otere alla N atura. I fach iri, i m en d ican ti, sim bolizzando in realtà quelle spiacevoli in carn azio n i (causate da un a punizione) per scelta invece che p er n ecessità, c re­ dendo d i sfuggire con questo m etodo a m ali u lterio ri, perciò sacrificano e adorano com e d iv in ità le loro azio n i passate.

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più semplicemente

o semplicemente fallico sarebbe

oppure . Così entrambi i metodi a poco a poco arrivano allo stesso simbolo come rappresentazione scritta. Con uno è una questione di tempo, prima che possa essere di qualche utilità. Per simboleggiare un concetto astratto, come ad esempio: “ le passioni si controllano meglio con l’inno­ cenza (non resistenza)” , noi ricorriamo alle analogie riconosciute; cioè le “ passioni” potrebbero essere rappresentate con una “ tigre” , “ inno­ cenza” da un “ fanciullo” , di conseguenza noi facciamo un simbolo di un fanciullo con una tigre. Con questa semplice chiave non vi è simboli­ smo tradizionale degno di questo nome che non possa essere interpre­ tato, o conoscenza presente che non possa essere espressa. Inoltre, in virtù del Simbolismo, l’immaginazione degli altri può essere stimolata in modo che sviluppino la propria saggezza una volta che operino su sem­ plici direttive. La base di ogni Simbolismo (vale a dire l’involontario) è espressione della conoscenza subconscia che sia sfruttata o meno, a seconda delle necessità. Gli Egiziani erano una razza subconscia. Artistica, in quanto opposta alla nostra, scientifica. Per loro il Darwinismo non era un teoria nuova, erano già in possesso della conoscenza vitale che l’uomo si era evoluto dagli animali, dalle forme più basse di vita. Essi esprimevano questa cono­ scenza in un solo grande Simbolo, la Sfinge40 (di qui la sua importanza), che è figurativamente l’Uomo che si evolve dall’esistenza animale. I loro numerosi Dei, tutti parzialmente animali (Uccello, Pesce, ecc.) dimostrano la completezza di tale conoscenza, ma per i figli del Nilo non era neces­ sario portarla avanti come facciamo noi: essi sapevano ciò che per loro era fondamentale e importante. La cosmogonia dei loro Dei è prova della loro conoscenza dell’ordine dell’evoluzione, dei suoi processi derivanti dall’organismo semplice. Così pure la conoscenza della teoria planetaria, di quella atomica, ecc. Infatti, la loro semplice base abbraccia tutte le possibilità della nostra Scienza. Essi sapevano di possedere ancora le facoltà rudimentali di tutte le esistenze, che erano parzialmente sotto il loro controllo. Così i loro Karma passati divennero Dei; forze buone

40 Cfr. un’opera essenziale: Toni Ceron, Sfinge, Grande Piramide, Alchimia Interiore, Edi­ zioni All’Insegna di Ishtar, Torino, 1993. 86

e cattive dovevano essere placate. Da questo è derivata ogni dottrina morale. Così, tutti gli Dei sono vissuti (essendo noi stessi) sulla terra, e quando sono morti la loro esperienza o Karma governò gradualmente le nostre azioni: fino a tal punto noi siamo soggetti alla volontà di questi Dei. Questo spiega il fatalismo. Questa è la chiave al mistero della Sfinge.

L ’arte fornisce tutto il materiale che la Scienza sfrutta. La formula viene dopo l’ispirazione.

C orpo-Pensiero e il suo S igillo

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L a posizione d ella M o rte in azione

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IL DISEGNO AUTOMATICO COME MEZZO PER L ’ARTE

L’Arte come “ non dovrebbe essere” - La religione vitale La virtù dell’arte è che può contraddire (qualsiasi legge della) Scienza, per essere Arte non è necessario che sia fedele alla scienza. Essa ci dice che la composizione, l’equilibrio, la proporzione si possono ottenere per mezzo di qualsiasi principio o esagerazione, così tende alla libertà in una deliberazione che già esiste. Se doveste dire che un certo principio è cat­ tivo come Arte (o come composizione, colore, ecc.) questa sarebbe sem­ plicemente l’occasione di essere originali, e voi potreste fare un’Arte magnifica utilizzando soltanto il principio proibito o cattivo. La sola legge dell'Arte è la propria spontaneità. Il suo piacere è la sua libertà. Il suo desiderio, come mistico puro e semplice, non ha idea di Divinità potenziale. L ’ornamento è il suo credo e l’allegoria vitale la sua fede. Essendo la “ Moralità Libera” essa non conosce il peccato — perciò senza alcun dubbio l’Arte è “ Tutto” ciò che osiamo esprimere senza alcuna scusa. Così, ciò che non è Arte è Scienza o Fotografia morale, (la vera) Arte, essendo ispirazione, è formula (simbolica) della Scienza che non ammette. L ’Arte dà dei suggerimenti, cosi è il mezzo migliore per apportare saggezza — il suo stesso suggerimento fa pensare alla libertà. L ’Arte è quella bellezza che può nascere da qualunque cosa, ma non da una for­ mula di equilibrio o proporzione di bellezza in sé. La bruttezza è ciò che la formula non consente: perciò non vi è mai bellezza senza bruttezza che viene trasfigurata dalla propria abbondanza. L ’Arte è l’applicazione istintiva (alle osservazioni o sensazioni) della conoscenza latente nel sub­ conscio. L ’Arte cattiva (fondamentalmente debole, come nella composizione), si manifesta quando una legge, codice o manierismo (sempre qualcosa di appreso) non permette la spontaneità (dimenticando la necessaria negli­ genza). L ’Arte soltanto è Saggezza Eterna; ciò che non è Arte perisce, perisce rapidamente. L ’Arte è l’amore subconscio di tutte le cose. L ’ap­ prendimento cesserà e la realtà sarà conosciuta quando avverrà che ogni uomo sia un Artista.

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Il disegno automatico Il Disegno Automatico è un mezzo vitale per esprimere ciò che vi è dietro la vostra mente (l’uomo dei sogni),41 ed è un mezzo rapido e facile per cominciare ad essere coraggiosamente originale — pian piano si evolve nella desiderata espressione spontanea, e la tranquillità onni­ sciente è assicurata. Il Disegno Automatico si ottiene dalla Formula del Sigillo semplifi­ cata (rendete prima organico il desiderio di disegnare) ed è un modo per acquistare l’attività subconscia espressa in maniera grafica: è il più facile dei Fenomeni Fisici. La mano deve essere esercitata per mezzo di una continua pratica a lavorare liberamente e spontaneamente. Esercitatevi a tracciare queste e altre forme semplici rapidamente e senza interruzione:

e così via, e con una varietà di direzioni e di forme, fin quando le compi­ rete senza una guida cosciente. Allora lasciate che la mano disegni per conto proprio, vale a dire scribacchiando (una continua riga in evolu­ zione che non ritorna alle sue origini, tramite continui ripensamenti, nuovi movimenti, vale a dire una linea danzante; non la ribellione o l’infanzia dell’apprendimento come in un mantra o in una vertiginosa spirale) con la minima deliberazione possibile.

Pian piano si evolve come forma, stile e significato. Quando la mente è assente, un grande successo è assicurato. G uar­ dare il pollice alla luce di un raggio di luna fin quando non diventi opale­ scente e suggerisca un fantastico riflesso di voi stesso, è un mezzo per 41 G li ab itan ti della Soglia della Subcoscienza, nella loro sofferenza: letteralm en te la con­ sapevolezza o m o ralità v iva. Per cui tu tto il disegno autom atico al principio è sen tim en tale o morboso: la loro p lau sib ilità non deve essere tem uta, a ltrim en ti esp rim erete n ien te d i m eglio del vostro disp iacere.

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ottenere gran perfezione: si raggiungono risultati straordinari. I disegni sono simbolici nel loro significato o sapere. Per determinare ciò che volete disegnare, come un Karma particolare o la vostra idea di un Cavallo, fate quel Sigillo e concentratevi su di esso. In questo modo tutte le incarnazioni passate possono essere espresse; tutte le creazioni viste senza il minimo sforzo. I disegni automatici sono anche il mezzo di visualizzare le sensa­ zioni in modo simbolico, la maggior parte in questo libro sono di questo genere e rappresentano il mio primo tentativo (intorno al 1900). C ’è anche il modo di predire le ultime reazioni deducendole dalle azioni passate. Il Disegno Automatico è una cura per la pazzia, perché porta alla luce il sentimento ferito, permettendo alla consapevolezza di riconoscere ciò che è ossessionante, e così il controllo della ragione ricomincia da capo.

Nota sulle lettere sacre Le lettere sacre proteggono la credenza dell’Ego, cosicché la cre­ denza torna continuamente al subcosciente, finché la sua pienezza infrange la resistenza. Il suo significato perde d ’intelligenza, ma si capisce attra­ verso l’emozione. Ogni lettera nel suo aspetto grafico si riferisce a un principio di Sesso e le sue modifiche come completamento. In numero di ventidue, le lettere sacre corrispondono a una prima causa. Ciascuna è analoga a una idea del desiderio, e nel complesso sono una cosmogonia simbolica, così la terza lettera è , il principio duale o la facoltà di concepire. Conoscendo la prima lettera, ci si familiarizza con l’intero alfabeto e con le migliaia che esse implicano. Esse sono la conoscenza del deside­ rio, comprendono un sistema positivo di grammatica che permette un’e­ spressione semplice e non conflittuale, e la lettura di princìpi difficili e complessi, idee che al presente sfuggono alla concezione.

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E stasi del Karma di un uccello

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La Posizione d ella M o rte: La S en sazio n e p relim in are sim b o lizzata

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SU ME STESSO

Nel concepire non hai dato segno di vita. Rivendicandoti un lavoro di valore creativo, non vale la pena di essere mantenuto, nulla è soddisfa­ cente; la tua realizzazione dovrebbe essere l’inibizione di tutto? Tramite l’autocancellazione apparirebbe la realtà. Questo Sé, com’è vuoto! Quant’è prolifico d ’incompletezza! Nell’autonegazione è il suo stimolo a simulare la realtà... sempre più cose vengono fuori — queste brutte nebbie d ’illusione dovute ai genitori, causa dell’odio del Cielo! Ecco per­ ché io temo di credere in Dio, la subordinazione ha un attributo, una idea del Sé non è libera di amore! Probabilmente Onnipotente è colui che è ignaro dell’idea di Dio. Ora possa la fierezza della mia unità essere il “ tuo” silenzio, e per me non più una indagine o una fatica per abbracciare il mio dubbio. Tutta­ via l’umanità eternamente dubita, cerca delle scappatoie, e per ogni pia­ cere paga fin quando diventa milionaria: la punizione sarà proporzionata alla valutazione della sua capitalizzazione, ecco il motivo della paura! Chi è ricco di cose senza valore, per ingannare la sua coscienza finge umiltà, parla di se stesso come “ povero” , dei suoi possessi come “ fardelli” o di piccola entità! Che conforto può dare la verità nel giorno della stanca attesa e vigilanza, la lotta ininterrotta, l’imprigionamento, la ruota della tortura, gli orrori di ogni tormento concepibile? Quando egli vi si abitua perde il senso della realtà, e non più dis­ suaso creerà di nuovo Dio e le miserie? O follia del mondo, rinnega la tua fede, rinuncia a questo Dio dallo scettro bagnato di sangue, e pèntiti. Il completamento della follia è l’inizio della fanciullezza, ma non vi è limite al sapere. Fu quello che si perse che trovò la via subito. Fin dalla fanciullezza non ho mai rinnegato il mio invincibile proposito. O silente osservatore, tu occhio insonne dell’Universo, veglia sul principio di tutte le mie idee! L ’infelicità del mondo sembrerebbe eterna, mentre io, nel mezzo, come un bimbo che non sorride ancora, sono penetrabile nella purezza (dell’Amore del Sé) — ma non oso rivendicare il suo servi­ zio! Io ho un continuo bisogno di realizzarmi, per quanto io sia povero il mio appagamento è al di là della vostra comprensione. Come creatore di opinioni, temo di difendere un argomento, o di compromettermi cre-

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dendo alle mie dottrine in quanto tali... Possano essere i loro critici! Timo­ roso della conoscenza, possa la mia fede essere il sì, l’ignoranza! Dal mio coraggio nel credere a religioni, dottrine, credenze, così io possiederò il gioiello della verità. Così prudente sono io, negando contemporanea­ mente quello che affermo e tenendomi forte alla “ non-necessità” , per mezzo della sostituzione dei paradossi, senza antecedenti, spontaneo, io ritorno all’Assoluto, controllo la mia ebbrezza e sorveglio la reazione del Karma. Come è facile la Via! Sembrerebbe come se non si dovesse dir nulla, ma tutto si dovesse tacere! Possano le mie parole essere poche e piene di significato! Ahimè, la futilità dell’idea di Dio non ha ancora raggiunto il suo limite, tutti gli uomini sono bugiardi e sembrano darsi da fare per raggiungere la follia come il suo punto più alto, mentre io sono come chi è prematuramente invecchiato, mentre la ragione barcolla sul suo trono, rimango sano di mente, in castità positiva, non riconoscendo alcuna coscienza, alcuna morale — vergine nella singolarità del proposito.

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Le Legioni di Shaytan (vol. I) di Ottavio Adriano Spinelli Fronte dell’Antico Noce di Laura Vatta e Ottavio Adriano Spinelli Autoiniziazione alla Magia naturale di Roberto Rinaldi Magia del XXI secolo di Mauro D ’Angelo Smettere di fumare con Gastrologia di Franco Spinardi Manuale delle ore magiche di Roberto Rinaldi Il Fuoco magico - Rituale delle candele di Franco Spinardi Le meravigliose facoltà latenti dell'uomo di Luciano Marchesi Longitudini di 4.464 Comuni Italiani a cura di Franco Spinardi Lunario magico 1992 (anno VII) di Franco Spinardi Magia sessuale - Lilith, la Dea Nera di Mauro D ’Angelo Congressus cum daemone di Astaroth Apocalisse di Giovanni di Gioia Progeris L’arte di realizzare se stessi di Yoritomo-Tashi Magnetismo personale di Franco Spinardi

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Il libro del piacere di A.O. Spare Sfinge, Grande Piramide, Alchimia interiore di Toni Ceron Le Legioni di Shaytan (vol. II) di Ottavio Adriano Spinelli

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