ICH Protesi Ginocchio

January 5, 2019 | Author: peccadotto | Category: Knee, Osteoarthritis, Surgery, Clinical Medicine, Medical Specialties
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Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico

HUMANITAS EDUCATIONAL 

CHIRURGIA PROTESICA  DEL GINOCCHIO Unità Operativa di Chirurgia Protesica  Pr otesica  prof. L. Spotorno

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I

l ginocchio è al centro dell’unità morfo-funzionale adibita alla  deambulazione. Il dolore cronico a questa articolazione e la sua rigidità possono impedire a volte lo svolgimento della più comune attività  quotidiana, ad esempio camminare. La perdita della normale congruenza delle superfici articolari attraverso la degenerazione della cartilagine causa la comparsa  di dolore seguito da progressivo deficit funzionale. Questa condizione è chiamata gonartrosi. Vi sono forme primitive e secondarie a deformità scheletriche, fratture, osteonecrosi, infezioni, artriti infiammatori infiammatorie. e. La gonartrosi gonar trosi primitiva ha come substrato substrato due condiz condizioni ioni parafisiologiche come il ginocchio varo ed il ginocchio valgo. Il ginocchio varo può essere accompagnato da flessione; il ginocchio valgo da  iperestensione con lassità legamentosa. Questi due paramorfismi si differenziano per l’orientamento reciproco tra femore e tibia. L’entità L’e ntità del varismo o del valgismo va lgismo (misurabile in gradi) insieme ad alcuni fattori quali il peso corporeo, l’attività lavorativa, l’età, l’osteoporosi, determina l’evoluzione della patologia.

Rappresentazione di di gi ginocchio co con protesi

Radiografia di di gi ginocchio co con protesi

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 Articolazione normale e protesi

Un’articolazione è Un’articolazione paragonabile ad un giunto meccanico che permette a  due superfici ossee rivestite da cartilagine di scorrere l’una sull’altra. Il ginocchio consente soprattutto il movimento di flessoestensione e, quando è flesso, la rotazione sull’asse sull’asse longitudinale della gamba. Le caratteristiche dell’articolazione del ginocchio sono la grande stabilità in estensione completa e la grande mobilitàà a partire mobilit par tire da un determinato grado di flessione. fless ione. La protesi Ginocchio malato sostituisce sostitu isce la superficie articolare degenerata del femore, della tibia e, se indicata, della  rotula nel rispetto della stabilità meccanica. L’impianto di una protesi corregge l’asse meccanico per la quota  dovuta alla deformità intra-legamentosa. Le deformità  extra-articolari extra-ar ticolari possono essere corr corrette ette attraverso l’osteotomia  metafisaria, se la degenerazione articolare non è avanzata.

Preoperatorio

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Postoperatorio

 Esempi di osteotomia metafisaria

La sostituzione delle superfici articolari appare semplice, ma  molta ricerca è stata fatta per arrivare all’attuale stato dell’arte. Il successo di una protesi non dipende solo dalla funzione meccanica, ma anche dalla sua l’integrazione con l’osso e la  funzionalità dei muscoli. Questi ultimi infatti hanno un ruolo fondamentale nel raggiungimento del risultato ed il chirurgo, il fisiatra e il paziente devono tenerne conto.

La scelta  dell de lla a pro prote tesi si

Sulla base dell’esame clinico e radiografico, il chirurgo valuta la  necessità dell’intervento in funzione della patologia, dell’età e delle aspettative del paziente. I dati raccolti orientano nella scelta  del tipo di protesi più indicata al caso specifico.  Tra le soluzioni possibili, protesi totali (femoro-rotulea e femoro-tibiale)e, quando è interessato da patologia solo un compartim com partiment ento, o, protesi monocompar monocompartimentali timentali (unicondilare ed emi emitib tibial iale) e).. Le componenti femorale e tibiale sono costituite da leghe metalliche (Cromo-Cobalto-Molibdeno o Titanio), mentre la  componente rotulea, quando impiantata, e l’interfaccia tra femore e tibia sono costituite da polietilene ad alto peso molecolare.

 Esempio di protesi totale e di protesi monocompartimentale monocompar timentale

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La Comunità Europea vigila sulla qualità e biocompatibilità dei materiali impiegati. La scelta del tipo di protesi varia in funzione dell’età, della deformità, della qualità dell’osso, ed è comunque sempre affidata all’esperienza del chirurgo. Le variabili che contribuiscono ad un buon risultato risultat o sono di ordine biologico, meccanico e di tecnica chirurgica.

pre-op

36 m. f.up

 Risultato di protesi totale

La buona premessa biologica e meccanico tribologica  consentono risultati duraturi nel tempo in percentuali molto elevate. La protesi è modulare, cioè formata da vari componenti assemblati in modo tale che la l a rottura od usura di uno di essi non implichi la sostituzione dell’intero impianto, fatta eccezione per casi rari.

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Prima  dell’intervento

Il buon esito dell’intervento chirurgico non dipende solo dall’atto operatorio: prima è necessaria un’attenta valutazione clinica da parte del medico di famiglia, il quale ha il compito di correggere le condizioni sfavorevoli come ad esempio un eccesso ponderale, il diabete, le affezioni cardiocircolator cardioci rcolatorie ie e vascolari. È molto importante bonificare bonificare eventuali focolai di infezioni, come ascessi dentari, cistiti, cistit i, ecc., che potrebbero influenzare il successo dell’impianto. Nel caso poi di patologie vascolari note è necessaria una visita  specialistica accompagnata da esami strumentali come ecodoppler agli arti inferiori o ad altri distretti. È importante mantenere tonica la muscolatura degli arti inferiori al fine di facilitare il recupero dopo l’intervento attraverso una  costante attività fisica. In caso di intenso dolore, è consigliabile usare usar e bastoni canadesi ed antinfiammatori per evitare l’allettamento e l’ipotrofia  muscolare. L’autoprelievo o emodiluizione del sangue del paziente da  operare è preferibile alla emotrasfusione, qualora se ne presentino le condizioni per età e valori ematochimici. Esistono rischi generici e specifici legati all’intervento chirurgico, che variano a seconda dell’età e delle condizioni generali e locali. loca li. Il rischio globale è dello dello 0,3% circa, circa, ed è comprensivo delle infezioni e del rischio tromboembolico. Per ridurre al minimo il rischio tromboembolico il paziente  viene sottoposto dal giorno dell’intervento a terapia  anticoagulante e deve indossare calze elastiche a compressione graduale per un adeguato periodo di tempo. Le infezioni vengono scongiurate con un’adeguata profilassi antibiotica. L’igiene L’igiene personale è determinante: infatti la maggior  partee dei microbi potenzialmente pericolosi part pericolosi (saprofiti opportunisti) sono già sulla cute del soggetto. È quindi importante impor tante curare particolarmente part icolarmente l’igiene (numerosi bagni o docce) ed al momento del ricovero indossare biancheria pulita. Nella sfortunata eventualità di una complicanza infettiva, è possibile risolvere il problema con una terapia antibiotica o con revisioni in uno o due tempi. L’incompatibilità all’impianto è rara e può essere testata  preventivamente tramite prove allergologiche. Quello che comunemente viene chiamato “rigetto” è per p er lo più un’infezione.

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L’intervento

Prima dell’intervento viene studiata la radiografia ed effettuata la  pianificazione preoperatoria. In questa fase il chirurgo sceglie in modo definitivo la protesi.

 Esempio di studio preoperatorio

L’intervento viene praticato normalmente in anestesia  peridurale, ma a seconda dei casi l’anestesista può scegliere una  soluzione diversa. La tecnica chirurgica si avvale anche, in casi selezionati, dell’uso del navigatore e della tecnica mini-invasiva, con piccoli tagli cutanei e massimo rispetto dei muscoli.

Dopo l’inter l’intervent vento o

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L’intervento è seguito da una breve degenza in ospedale (in media dieci giorni). Durante i primi due giorni a letto in posizione supina vengono eseguiti esercizi di mobilizzazion mobilizzazionee passiva ed attiva. Se necessario, il paziente può stare in posizione eretta più precocemente (un giorno). gior no). Nella fase postoperatoria è importante un relativo isolamento del soggetto per evitare il rischio di infezioni: sono quindi utili visite programmate e rare dei parenti.

 Premere la gamba contro il  letto e contrarre i muscoli della coscia

 Muovere su e giù la caviglia, il piede e le dita

 Piegare il ginocchio con il  tallone che striscia sul letto

Stringere le natiche per  alcuni secondi e rilassare  Esempi di comuni esercizi da iniziare dal momento dell’intervento

In seconda/terza giornata si rimuovono i drenaggi ed il paziente inizia la deambulazione assistita con due bastoni canadesi e un carico variabile a seconda delle indicazioni del chirurgo. In casi particolari (ad esempio revisioni o interventi complicati) al paziente non sarà  concesso il carico per periodi da  programmare con l’équipe. Per la ripresa della deambulazione è importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni dei medici e dei terapisti riguardo il carico e l’uso di ausilii. Si raccomanda raccomanda l’uso l’uso di scarpe di gomma. Sono sconsigliate le stampelle con appoggio ascellare.

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Dimissioni

 Al momento della dimissione viene consegnato dal chirurgo un documento contenente le informazioni relative alla protesi impiantata, insieme ai consigli per una corretta riabilitazione ed una specifica fisioterapia.

Finalmente a casa 

Dopo la dimissione il paziente gode generalmente di un’autonomia funzionale sufficiente ad assolvere le comuni azioni quotidiane, compresa la possibilità di deambulare e salire le scale, avvalendosi semplicemente di due bastoni canadesi. ca nadesi. Il proseguimento della fisioterapia in modo autonomo secondo le istruzioni ricevute ed eventualmente con un fisioterapista è utile per ridurre la rigidità articolare, recuperare la motilità ed un buon tono muscolare.

 Esempi di esercizi per il rinforzo muscolare e per il recupero dell’articolarità

Esercizi di rinforzo muscolare

Contrarre i muscoli della coscia e sollevare la gamba di 10-20 cm. Mantenerla sollevata per 4-6 secondi.  Abbassarla lentamente e ripetere l’esercizio dieci volte. Esercizi per il recupero dell’articolarità 

Sollevare lentamente il piede. Abbassarlo il più possibile. Ripetere dieci volte.

È necessario fare attenzione a tutti gli ostacoli come tappeti, cera, animali domestici, cavi elettrici. Le scarpe devono essere chiuse, con suola anti-sdrucciolo e con tacco basso. Attenzione a non scivolare in bagno utilizzando tappetini in gomma e maniglie di appoggio. Presso i negozi specializzati è possibile trovare appositi sedili da posizionare nelle vasche da bagno per facilitare la seduta.

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COME SALIRE LE SCALE *

* In grigio scuro la gamba operata 

 In avanti la gamba non operata, poi la gamba operata, operata, con le stampelle COME SCENDERE LE SCALE *

* In grigio scuro la gamba operata 

 Prima la gamba operata, poi la gamba gamba non operata, con le stampelle

COME SALIRE SULLA CYCLETTE

Regolare l’altezza della sella in modo che il movimento dell’arto dell’a rto non incontri incontri difficoltà o resiste resistenza. nza. Inizialmente Inizialmente è opportuno farsi aiutare da un familiare nel salire e scendere dalla cyclette. COME INDOSSAR INDOSSARE E CALZE E SCARPE

La manovra può presentare difficoltà di esecuzione quindi si consiglia inizialmente di ricorrere all’aiuto di un familiare, oppure di utilizzare un apposito ausilio acquistabile presso negozi ortopedici. COME USARE L’AUTOMOBILE

Non vi sono particolari restrizioni. E’ consentita la guida  dell’automobile quando si è recuperata un’adeguata motilità  articolare.

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POSIZIONI SESSUALI CONSENTITE *

* È evidenziata la gamba operata  POSIZIONI SESSUALI DA EVIT EVITARE ARE *

* È evidenziata la gamba operata 

Come preser preservare vare la protesi

• Non aumentare di peso • Non portare pesi eccessivi • Presentarsi ai controlli periodici dello specialista  • Condurre una vita attiva, eseguendo gli esercizi insegnati dal fisioterapista, facendo passeggiate, praticando nuoto, cyclette, bicicletta  • Prevenire qualsiasi forma di infezione con appropriata terapia  antibiotica (cistite, ascessi dentali, ecc.). Il portatore di artroprotesi deve eseguire visite periodiche di controllo clinico e radiografico (RX ginocchio in carico + assiale di rotula) secondo il seguente protocollo: Prima visita  Seconda visita   Terza visita  Quarta visita  Successive visite Dopo 10 anni

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1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno ogni 2 anni controlli annuali

E’ importante seguire questo protocollo per prevenire l’insorgenza di eventuali disturbi a carico dell’articolazione sostituita.  Attraverso il controllo radiografico letto in sequenza e confrontando le lastre precedenti si possono identificare i segni precoci riguardo il composito osso-protesi. La diagnosi precoce consente di individuare eventuali problemi. Spesso, quando il paziente portatore di protesi si rivolge allo specialista per disturbi clinici, la situazione ossea è già  compromessa e quindi anche il quadro radiografico. È dunque importante che il paziente si sottoponga ai controlli clinici portando sempre con sé la documentazione radiografica  completa .

In conclusione

Oggi la sostituzione protesica si può proporre come intervento di elezione per la risoluzione della maggior parte della patologia  artrosica del ginocchio. L’intervento di artroprotesi consente una rapida e pressoché completa ripresa funzionale; già dopo 3 giorni dall’intervento il paziente può iniziare la deambulazione e nell’arco nell’ar co di 3 mesi è solitamente in grado di riprendere una discreta attività  lavorativa. Il recupero completo, con possibilità di dedicarsi ad attività  fisiche impegnative, avviene di solito in 6-9 mesi. m esi.

Nota: Il presente opuscolo ha carattere puramente informativo.

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Come raggiungere l’Istituto Clinico Humanitas

IN AUTOMOBILE

Da Milano centro

Sempre dritto da Porta Ticinese: C.so San Gottardo, Via Meda,  Via Montegani, Via dei Missaglia. Quindi seguire le indicazioni “Istituto Clinico Humanitas”, oppure “Basiglio - Milano 3”. Dalle autostrade

Da tutte le uscite autostradali seguire le indicazioni Tangenziale Ovest. Una volta imboccata uscire a Ticinese/Rozzano. Dopo lo stop dello svincolo che immette sulla statale dei Giovi (ss35), svoltare a destra. Al semaforo ancora a destra in Via M. Amiata  che diventa Via Isonzo, quindi ancora a destra seguendo le indicazioni “Istituto Clinico Humanitas”. Da Malpensa 

Prendere l’Autostrada A8 in direzione Milano. Imboccare la   Tangenziale Ovest e uscire a Ticinese/Rozzano. Proseguire seguendo le indicazioni riportate nel paragrafo “dalle autostrade”. Da Linate

Imboccare la Tangenziale Est in direzione Genova, immettersi nella Tangenziale Ovest e uscire a Ticinese/Rozzano. Proseguire seguendo le indicazioni riportate nel paragrafo “dalle autostrade”. Dalla Stazione Centrale

Prendere la Circonvallazione interna (“dei Bastioni”) fino a  Porta Ticinese, proseguire seguendo le indicazioni riportate nel paragrafo “da Milano centro”. CON I MEZZI PUBBLICI

 Autobus AMP da e per Milano (da MM2 Famagosta Fama gosta - linea verde)

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 A cura della 

Unità Operativa di Chirurgia protesica  dell’anca e del ginocchio Responsabile: Prof. Lorenzo Spotorno

Ortopedia: aree specialistiche in Humanitas

Unità Operativa di Ortopedia generale Responsabile: Prof. Valerio Sansone

Unità Operativa di Chirurgia artroscopica  della spalla  Responsabile: Dott. Alessandro Castagna 

Unità Operativa di Chirurgia della mano Responsabile: Dott. Alberto Lazzerini

Unità Operativa di Ortopedia pediatrica  Responsabile: Prof. Nicola Portinaro

Unità Operativa di Traumatologia  Responsabile: Dott. Marco Berlusconi

Istituto Clinico Humanitas Istituto di Ricovero e Cura  a Carattere Scientifico

 Via Manzoni, 56 - 20089 Rozzano (MI) Informazioni Servizio Clienti  Tel. 02.8224.6205 Prenotazioni Linea Solventi  Tel. 02.8224.8224 Segreteria Medica   Tel. 02.8224.3232 Fax 02.8224.3292 Direzione Medico Sanitaria  Dott. Norberto Silvestri  www.humanitas.it 

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