I Fratelli Grimm - Fiabe Illustrate (PDF)

January 3, 2018 | Author: nicola | Category: Snow White, Brothers Grimm, Grimms' Fairy Tales, Fairy Tales, Nature
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fiabe...

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Le più belle

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I TRE PORCELLINI C'erano una volta...tre porcellini che avevano lasciato il paph e la mamma per girare il mondo. Per tutta rest@te vagabondarono per boschi e W pianure giocando e divertendosi. Nessuno era più allegro di lom e riuscivano facilmente a fare amicizia con tutti. Dappertutto erano ospitati con piacere, ma quando cominci6 la cattiva stagione, Si accorsero che tutti tornavano alle lOm occupazioni abituali in previsione dell'inverno. AMv6 l'autunno con le prime pioggee i tre porcellini cominciarono a sentire il bisogno di una casa. A malincuore si accorsero che il periodo degli svaghi era finito e che occorreva lavorare come gli altri per non trovarsi in inverno senza un tetto, al freddo e sotto l'acqua. Tennero consiglio sul da farsi, ma ognuno di loro prese delle decisioni diverse: il più pigro dei tre decise di costruirsi una capanna di paglia. 'In un giorno sarà pronta" disse soddisfattoai fratelli. Ma gli altri scossero la testa: 'l! troppo fraglle", dissero disapprovando, ma lui non li ascoltb.

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Il secondo porcellino, meno pigm dell'altm. andb a cercarsi delle assi di legno ben stagionate e: 'Pim, pum, pam" con delle mbuste martellate le inchiodb fra di loro in due giorni. Ma la casetta di legno non trod l'approvazione del term norcellino. che sentenziò: Won si pub fare una casa in questo modo. Ci vogliono tempo, ro per costruire qualcosa che resista al vento, ma sopramilo ci difenda dal lupo." Passarono i orcellino più saggio cresceva lentamente, piano manone. Isuoi fratelli andavano ogni tanto a o ridendo: 'PerchB lavori tanto? Non vuoi venire a cocciuto, il porcellino muratore rifiutava. 'Prima finirà la rB essere solida e robusta, e solo dopo verrà a giocare. udente come voi. Ride bene chi ride uitimol" ~

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Fu ilpiu saggio dei tre porcellini ad accorgersi che nei paraggi un gmsso lupo aveva lasciato delle tram. Allarmati, si rifugiarono in casa. Dopo un po' il lupo arrivò e fissò con occhi toM la casetta di paglia del porcellino più pigm. Vieni fuori che devo parlarlil" ordinb illupo, gih con l'acquolina in bocca. "Preferisca siare qui", rispose con un fil di voc8 I'altm. T i farb uscire iol" urlò il lupo inferocitoe, gonfiato il petto, inspirò piu aria che poi& Poi, con tutta la forra dei suoi polmoni. soiiib sulla casena: la paglia ammucchiata dall'ingenuo porcellino sui fragili sostegni non resse alla folata tremenda. Rimirendo iutto soddisfatto gli effettidella sua prodezza, il lupo non si awide che il porcellino. sgusciato dalla paglia caduta, stava correndo a

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Questa volta il lupo rimase un po' perplesso. perch6 la casetta gli sembrava più solida delle aiire. Infatti soiiib una volta, poi un'altra, poi un'aitra ancora, ma invano. La casetta era sempre fl e i tre porcellini lo auardavano un oo'oiù rassicurati. Soossato da tutti auesti tentativi. il iupo pensb di d'astuzia. Li vicino c'era una scala: si arrambicb sul tetto per esaminare il camino. Le sue mosse perb non erano sfuggite al porcellinopiu saggio che ordinb subito: 'Accendete il fuoco, pretiol" Il lupo, infilate le lunghe zampe nella bocca del camino. rimase un DO' incerto se lasciarsi scivolare neli'apeftura nera. Non era un'entrata facile, ma le voci dei A tre porcellini che salivano dal baso non facevano che aumentare il suo appetito. 'Non ne posso più dalla famel Proverb a scenderei" E si lascib cadere giu. Ma I'anerraggio fu piuttostocaldo, anzi, troppo caldo. La belva si ritrovb nel fuoco, intontita dal colpo della

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atiaccarono 11 pelo ispldo, le coda soprattutto

na f ~ h d p m ae la belva che gemeva e ululava dal spegnersi la coda In fiamme E scapp4 piu veloce c a m Trallalhl TrallelBI Il lupo nero

el porcellino saggio si misero anche

ete, andiamo a glocarel"

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LUPO E I SETTE CAPRET 7-t

Cera una volta... una capra che abitava in una bella casetta con i suoi seite figli La madre doveva spesso assentarsi per andare a fare la spesa e anche quel giorno. prima di recarsi al mercato. fece le solite raccomandazioni 'Non dovete aprire a nessuno Ricordatevi che il lupo

c a m gira nei mntorni: B nero, cm delle brutte zampacce e un vocione

burbero. Se dovesse bussare, tenete la Dorta ben chiusa!" Mamma capra aveva ragione, perch6 piopno mentre raccontava a una vicina le Sue paure, il lupo che si era travestitoda contadina ascoltava .navmln - li.. vicmo ..-...-..Rane --..-, bene!" diase questi fra s6, 'Se la capra va al mercato, andrb a fare una visitina in casa sua. per mangiarmi i caprenini'. Cercando di non dare nell'occhio. arrivb fino alla casetta della capra e qui urlò col suo vocione: "Aorite. apriiel Sono la mamma; Sono appena tornata dal mercato Apritein Icapre81nel sentire il

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ricordarono i consigli della mamma e da dietro la porta la dissero al lupo: 7 abbiamo riconosciuto! Tu sei il lupo1 mamma ha una m i n a genule e dolce. non un mione brutto me il tuo. Vattene via. non ti apriremo mail" quanto il lupo picchiasse furibondo per farsi aprire. i capretti, e se impauriti, non SI lasciarono convincere: la porta restb chiusa. lupo allora corse dal pasticcere, dove si fece dare una grossa torta nto miele, sperando con ddolcirsi la voce. ena l'ebbe inghioiiita,

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iuiiiciin"ci,

sto! ~ p rripetb. i ~ 4 ,reni questa wlia rimasero h i : la voce assomigliava o a quella della mamma e

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stayano per aprire quando il capretto nero, non convinto, disse: 'Facci vedere la tua zampetta, mamma!" Il lupo senza riflettere alzò la zampa e i capretti, nei vedere la zampaccia nera e pelosa, capirono che dall'altre parte della porta Cera di nuovo il lupo. T u non sei la nostra mamme. con quelle zarnpacce nere! Vanene via. bruno lupo!" urlarono. Anche questa volta, nonostante le insisienze della belva, la porta rimase chiusa. Il lupo corse allora al mulino e, trovato un sacco di farina bianca, vi caccib dentro le zampe finch6 queste non divennero completamente bianche.'Questa volta riuscirò a ingannarli. Uhmrnrn, ho gia I'acquolina in bocca1Che fame! È una setomana che non mangio, ho la pancia vuota e i pantaloni larghil" pensava. Tutti quei bei capretti teneri, li manderb giù in un sol boccone!" e bussb di nuovo alla porta. 'Aprite, aprite1Sono la mamma! Sono appena tornata dal mercato!" La voce assomigliava a quella della mamma, ma i capreni sospettosi chiesero subito: 'Facci vedere le zarnpetta, mammal"

Il lupo pronto alzb la zampa tutta bianca e i capretti, ormai convinti, Che spavento1 La grossa bocca dai denti aguzzi ringhiava feroce, mentre le zampe dagli unghion! crudeli cercavano la preda Icaprem scappavano atternti in tutte le direzioni, uno si rifugib sotto il tavolo, un altro sotto il letto, un altm nella credenza e un altm, nonostante la stufa fosse ancora tiepida, cercb scampo nel forno, un altm ancora si nascoue in un barile e uno in una cesta Il

La mamma intanto era tornata dal mercato e quando da lontano si accorse che la porla ara semi aperta, corse affannata col cuore in gola e un terribile presentimento. Purimppo era successo quello che lei temeva tanto: il l u ~ o era

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entra10 in casa e aveva mangiato tuni i suo1 figlioletti. Piangendo disperata si abbandonb su una sedia. ma mentre la porticinddella pendola si apri e il capretto nero corse verso di lei. 'Mamma, mammal" piangeva il capretto, "Che spavento! E venuto il lupo e credo che abbia mangiato Mtil" "Rovem figlio mio, purtmppo sei rimasta solo tu! Quella bestiaccia ha mangiato tutti i tuoi fratellil" Di fl a poco mamma e figlio uscirono dalla casa per andare in giardino e fl vicino la capra sentl un fischio sibilante: qualcuno russava tumorosamente. Era il lupo ingordo che, dopo aver mangiato i capreni, riposava di un sonno profondo per il pasto troppo abbondante. Svelta la capra ebbe un'idea e disse al figlio: "Coni a prendermi ago. filo e fohici!" E in un baleno taglib la pancia del lupo. Come sperava, il lupo ingordo aveva lnghioniio inten tuili i capretti. che erano ancora vivi dentro la pancia. A uno a i o i z i i Osalvi dal ventre della bestiaccia. "Svelti. svelti! Non fate rumore, allontanateviprima che si svegli!

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h, andate a prendermi tanti sassi pesanb e portatemeli qui!" La pancia i del lupo fu riempita di ciottoli e poi ricucita Piu W I il lupo SI sveglib con una gran sete 'Che pancia pesante m1sento1 Ho mangiato tmppol T m quei cspmml" Awicinatosi al itume per bere, appesant#to dalla pancia piena di sassi,

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apretti tornarono felici nella loro casetta

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LE AWENTURE DI MIGNOLINO

Cera una volta... un gigante che aveva litigato con un maao molto avido a Drouosito di untesoro da soartire.il aiaante. alla (ne della discussione. minaccib l'altro: " ~ ~ r e schiaccia; 'i - col .h o - mio&% m ---volessil Vattene vlal' Il mago si allontanb, ma quando fu ben distante dal dito minaccioso del gigante lancib le sua terribile vendetla "Abracadabral Sia fatto il sortilegio1 Il figlio che tua moalie asDetta non sarà mal più grande del mio mignololn Quando Mianolino nacaue i aenitori erano~ disoerati. -r - ~ a ~ c a v a nvederlo oi a a t&rlo, e per parlargli dovevano sussurrare per non assordarlo. Mignolino alla compagnia dei genitort, cosi diversi da lui. preferiva giocare con i piccoli abitanti che DoDolavano il aiardino. Si diverliva a cavalcare la chiocciola e a ballare con le coccineiie ed ara felice in auesto mondo minuscolo. Un bnitto aiorno ebbe la malaugurata idea di andare a trovare un ranocch:~, ; ; ;-o us era appena salito su una foglia che gli faceva da barchetta quando un grosso luccio in agguato lo inghiotll in un sol boccone. Ma anche al luccio il destino aveva riservato una sorte tremenda: poco dopo abboccb all'esca di un pescatore al sew'zio del Re e in men che

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'idea: "Ne farò un paggio reale1 Piccolo ponte levatoio suonando la tromba, tutti grideranno al uoco tutti batterono a lungo le mani, il Re per primo. Fu

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invece ignolino, di scappare, quando vide sfoderb Il gatto, lo spillone d'oro gridando al topo

che cavalcava: "All'attaccoi All'attaccol" Il aam. Dunzecchiam olh volte dailaiinuiwla soada. k~ggivergognosamente. non era riuscito a vendicarsi. il gatto pensò di usare i'astuzia. Finoando di trovarsi lì oer caso. as& il Re quando &deva daUo scabne e miagolando sussurrb: 'Maesth. attenzione! Qualcuno attenta alla vostra vital" E raccontb una terribile bugia: "Mignolino vi vuole amknere wn le cicute. Cho scoperto mentre ne coglieva le foolie in oiardino e i'ho sentito mormo&e questa orrenda minaccia." Il Re, che gih una volta era rimasto a lungo a letto w n un terribile mal di Dancia per aver mangiato tmppe ciliege. wnvinto invece di essere stato avvelenato. chiamb Mignolino. li gatto raiiorzb la sua accusa estraendo da sotto le oualdraooa del topo bianw una foglia di cicuta che lui stesso aveva naswsto Il pow prima. Mignolino li per li non ebbe la presenza di spirito di replicare alle accuse e il Re, seduta stante, ordinb che fosse imprigionato. Data la statura, la sua prigione fu una pendola. Passavano le ore e i giorni e per

Cera una volta un mugnaio che tuai sapevano essere un gran fanfarone Egi infait~sosteneva che II suo mulino era I piu grande di tutti, la sua casa la piu pultta del vinaggio, la sua farina la PIU bianca di tutto il regno LE sue spacconate erano talmente esagerate che giunsem Persino alle orecchie del Re Cosi un giorno che, con tutto li suo corteo, sua maest8 passava di Il, lo volle conoscere Il mugnaio gli presentb la figlie e non seppe resistere all'idea di racwntare un'akra fandonia 'Sire, guardate mia hglia. $ la fanciulla più bella del reame!"

II re, dubbioso. guardb la ragsza. e rimase In assoluto silenzio. per nulla scoraggiato, il mugnaio continub: ' ...e poi 6 m0kO intelligenteed 6 bravissima in tunoi" 11 re tacque ancora. 11 mugnaio, che assolutamente voleva impressionarlo. non trovb di meglio che inventare: 'Pensate che mia fili6 capace di i i i r e la paglia e la trasiorma in Om!" Il Re. abbasianza seccato, questa volta rispose da par suo: 24

'Be !nissimo, la meiierb subito alla prova! Se tramuterh la pa~liain oro s a k riwmoensata. altdménti morirhi" E ordinb alle guardie di wndurre la ragazza al castello Il Re chiuse la fanciulla in una stanza con un mucchio di paglia e le ordinò: 'Trasformala tutta in oro entro domani!" La oovera raaazza. rimasta sola. sclppib a piangere disperata 'Padre mio, m che guaio mi hai cacciata!" disse singhiozzando, = quando, a un tratto, apparve dal nulla un piccolo gnomo tuno vestito w n una iunoa barba bianca che le disse "Se ti aiuterò a

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sfruttare la situazione a prop~~vantaggio

"Sei siaia molto brava. ma b manderò altra paglia perch6 mi serve dell'ah filo d'omlp La ragazza, che non poteva svelare la stona dello gnom, si disperò più di pnma. ma nel corso della notte comparve ancora una volta lo gnomo "Cosa mi dai" chiese alla ragazza"se ti aiuto ancora?" 'Cunica cosa chi mi resta B questo anello anbco Ti prego, accettalo e aiutami, altrimenti la mia sorte 6 segnatal" Tutto acmdde come la n& precedente e la mamna dopo il Re poté contare felice in quanii roccheiii d'om era siata trasformata la paglia La fanciulla, dopo aver compiuto quel prodigio. gli sembrava adesso molto piu graziosa di pnma La li& a lungo in viso e poi ebbe un'idea 'Filerai un'ultima volta della paglia per me e, se anche questa volta riuscirai a tramutarla in oro, io ti sposeròi" le disse

suo aiuto! Come riuscir6 a. salvami da questa situazione?" La poverina era disperata e pianse Mta la sera, finch6 a notte fonda anivb nuovamente lo gnomo: "Sonotornato ancora per aiutarti. Ma questa volta wsa mi darai in cambio?"

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Con gran gioia del mugnaio fanfarone, il matrimonio. nonostante tutto, riusd b y e . Il Re e la Regina erano moiio felici e lo furono ancora di più quando nacque un bel maschietto. Ormai la Regina aveva dimenticato le passate disawenture, finche un terribile giorno improvvisamente ricomparve lo gnomo:'Sono venuto a prendere tuo figlio, ricordi il patto che avevamo fatto?"

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li t e m giorno era ormai giunto. e a corte tutti aspettavano w n ansia I'arnvo dello gnomo, che impmwisamentecomparve dal n n o l n i p I d od o 'Rumpelstiltskinl" A questa pamla un lampo wlpl lo gnomo, che scamparve in una nube di fumo La Regina wrse felice ad abbracciare il figlioletto e gli disse "Ormal sei salvo1 Nessuno pot* piu portarti viai"

BIANCANEVE E I SETTE NANI

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C'era una volta... in un orande castello. la fiolia di un Principe, che cre& feltce. nonostaite la P matrigna fosse gelosa di lei. La fanciulla era molto bella. azzurri gli occhi e neri i lunghi capelli. Aveva una carnagione bianca e delicata e per questo la chiamavano Biancaneve. Tutti oensavano che sarebbe diventata bellissima. La matrigna. anche se cattiva. era a sua volta moltc bella e uno specchio magico. che ogni giorno lei interrogava, lo confermava. Alla domanda: , Soecchio. sDecchio delle mie brame. chi è la Dih bdla del rea'me?", invariabilmentela risposta era: Tu. mia Regina!" Ma un brutto giorno si sentì risp0ndere:'I-a più bella del reame è Biancaneve!" La donna andb su tune le fune e. fuori di s6 dalla gelosia. Densb a come liberarsi dalla nvale Chiamb un servo fidato con la promessa d* una ricompensa. lo convinse e portare Biancaneve lontano dal castello. nella foresta Qui. non visto. avrebbe dovuto ucciderfa. Il servo avido, atìraito dal premio, accettò e portò con sé la povera fanciulla ignara di tutto. Ma una volta giunto sul luogo dove doveva compiere il delitìo, non ne ebbe il coraggio e, lasciando Biancaneve seduta vicino a un albero. con una scusa si allontanb. Biancaneve rimase sola. Venne la notte e 11 servo non tornava. Biancanwe comincib a piangere disperata. h c o m t e r a in mezzo al buio foresta. Le sembrava che ni parte occhi terribili la ro. sentiva intorno a sb rumori che la ino di paura. Vinta dalla

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t8610 B apparecchiatoper seite.' Al piano superiore trovà una stanza w n seiie leitinimiti ordinati. Scesa in cucina, Biancaneve ebbe un'idsa:'Preparerb loro .,_i__l_----L_

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u oro favoo e la casa tutta pulita e raswttate:'' di sopra e, rannicchiaiasu un leitino,trwamno a il loro capo la toccb delicatamente: b la sua triste storia e grossi lucciwni comparvero i seile nani finch0, soffiandosi rumomsamente il naso,

uno di loro, p r o p o s e v h e qnome degli altri:'Resta con noi!" urlatono allora tutti e si misero a ballare felici 'Ewiva. iq-%ve. li suono della fisarmonica e i canti m p a g n i a richiamarono la curiosità degli abitanti detto a Biancanwe:"Puoi vivere qui e occuparti ntre noi siamo nella miniera. Se la tua matrigna ndonarti nella foresta, non preoccuparti, noi ti O bene e ti proteggeremo!" ulla, commossa, accettò l'ospitalità e il giorno dopo i me ogni manina, si recarono al lavoro raccomandando Biancaneve di non aprire a nessun estraneo. tanto il servo, che era tornato al castello. aveva portato alla atrigna il cuore di un cerbiatto, dicendo che era quello di ancaneve per avere il premio. La donna soddisfatta aveva ato lo specchio, ma questo la deluse subito: bella del reame ancora Biancaneveche vive nella , nella casetta dei sene nani!" a era andata su tutte le furie: re a tutti i costi!" si mise a urlare e, dopo essersi *- -cchia i--'-*'--.-'-l--* una balla mela rossa

ele. grazie!" ribatt6 a sua volta. molto buone e dolci!" continuò la voce suadente dietm ' e a nessuno!" insistette la fanciulla, che non nsigli dei suoi amici. messo di non aprire a estranei, è giusto che tu iancaneve socchiuse la porta per accettare il regalo. 'Ecco. timi! Senti come sono buone queste mele!" Biancaneve addento il frutto, ma dopo il primo morso cadde svenuta: il terribile veleno che pmvccava paralisi e morte apparente agi subito. La rnatrgna. ghignando soddisfatta, si allontanb mentre la povera lanciulla diventava semore ~ i Dallida. u Ma un crudele destino attendeva a can .a matngna: nel riaiiraversaredi corsa la palude, mise un p ede n la 3 e cadde nelle sabbie mobili. Nessuno accorse alle sue

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invocazioni di soccorso ed mmparve senza lasciar t Intanto nella miniera il più vecchio dei nani aveva uno strano presentimento. Preoccupato senza sapere

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tone temporaiel torse Biancaneve avrà oaura. disse e ch o a gran ì , corna,

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Plangend morsa e ca i disperati. v e K n o

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un fiore. Ma una sera trokroio uno strani&

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nto, il bacio del Principe annullò il maleficio e. fm 10

&re la casetta nel bosco.

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I NANI MAGICI 1 1

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Cera una volta... un povero ciabaiiino. che viveva miseramente perch6 la visia indebolitagli impediva di lavorare come prima. Una sera se ne andb a letto sconfortato, lasciandoa mets la ri~arazionedi un Daio di scaroe L i mattina dopo lmvb il lavom terminato ma, sapendo di non aver molta memoria, non diede importanza alle cosa. Durante il giorno preparò I'ocmrrente per fare un nuovo paio di scarpe a un ricco cliente. 'Domattina. auando ci sarà Diù luce. mi metterò al lavoro!" si disse. Ma la mattina dopo, con sua &nde sorpresa, al posto del cuoio che a w lasciato sul tavolo trovb un bllisaimo paio di scarpe. Piu tardi il cliente

p w b di lì per sapere a che punto era il lavoro e, vedendo ie m r o e aih Dronte e faiie wsì b e n , soddisfatto Daab al ciebamno tidoppio del prezzo fissato. Il calzolado, confuso, si chiese che wsa stesse succedendo. La sera lascib di nuovo sul tavolo il cuoio per un nuovo paio di scarpe. e la mattina la scena si ri~et6.Le scame erano n. lucide perfette. Anche queste furono subito vendute a "'n prezzo piU alto. Poich6 ogni sera ormai il ciabattino lasciava I'occorrente per il suo misterioso aiutante, e la mattina trovava un paio di scarpe nuove e

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"Aspettiamo la none! Poi restiamo nascosti rits!" Fu cosi che, senza essere visti, iabaitino e, sveiii e precisi, in quanm naneni, wpero solo da logori vestiti.

forse ne faranno di più!"

t'eraTunavolta... un boscaiolo di nome Taddeo, che sembrava poco sveglio e un po' tonto, ma era di animo gentile. Mandato dal padre a tagliare gli alberi di un bosco molto lontano, si accorse che le piante erano una specie a lui sconosciuta e che la sua ascia riusciva a tagliare il loro tronco durissimo con grande fatica. Sudato per gli inutili sforzi, si sedene ai piedi di un albero per mangiare, quando da dietro un cespuglio, un buiio ometto dalla barba bianca gli chiese un po'di cibo. Taddeo, gentile, divise con lui pane e formaggio e insieme finirono allegramente anche il fiasco di vino. 'Fra tutti coloro che hanno cercato di tagliare questi alberi, sei il solo a essere stato buono con me!" disse I'omeno alleoro farfuoliando forse Der il t r o ~ w vino. 'Meriti una i che tutti gli altri C

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Taddeo continuava a dormire, ma di li a pow si svegli6 si meravigli6 nel vedere le tre sorelle wnfuse e vergognose per fra di loro attaccate all'oca. Come faremo adesso a liberarci?'

e catena. Al passaggio di Taddeo e del suo seguito, tutti strade si riempironodi folla schiamazzante. Vicino al ra il castello del Re. Era un Re moito pdente e ricw, ma

HANSEL E GRETEL Cera una volta... un povero taglialegnache viveva nella miseria più nera. Abitava in una piccola casa nella foresta insieme ai suoi due figli Hansel e Gretel. La sua seconda moglie maltrattava spesso i due bambini e continuava a ripetere al marito:'ln questa casa il cibo non basta per tutti. ci sono troppa bocche da sfamare! Dovremo liberarci dei due marmocchil" E cercava continuamente di convincerlo ad abbandonare i due figli nella foresta: 'Dovresti lasciarli lontano, lontano da casa. in modo che non tmvino più la strada del ritorno. Qualcuno potrebbe trovarli e sfamarli al posto nostml" Il povetuomo, awilito, non sapeva m a fare. Hansel. che una sera aveva sentito sorellina Gretel: "Non preoccuparti, casa anche se ci lasceranno soli nella foresta!"

i nascosto, si riempì le tasche di sassolini bianchi e poi ie wntinub a insistere più delle aRre volte perch6 il nasse i figli, finch6 all'alba i tre partirono verso il inoitravano nel fono, Hansel ogni tanto lasciava cadere n sasolino bianco che risaltava sul suolo della foresta. i due ragazzi si trovarono soli: il padre aveva tmvato di abbandonarli e w n una scusa si era allontanato. ' taglialegna non era anwra tornato a riprendere i angeva disperata e anche Hansel era spaventato, ma rlo a vedere e rincuorava la sorella: 'Non piangere.

fidah di me! Ti orometto che ti riporterà e casa. anche se nostro padre non toma a prendercil' Fortunatamente quella notte c'era luna piena e Hansel aspettb che fosse alta nel cielo, finché la sua luce fredda non filtrb attraverso gli alberi. 'Dammi la mano adesso, vedrai che riusciremo a tornare a casal" Isassolini bianchi. illuminati dalla luna. spiccavano nel buio. e seguendoli ritrovarono la strada. Senza svegliare i genitori entrarono in casa da una finestra semi ape e si infilarono a letto stanchi e infreddoliti,ma di nuovo tranquilli.

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di rabbia, ma non poteva farlo vedere ai due ragazzi e si rinchiuse eseguito bene i suoi ordini. Il padre, debole di carattere, protestava combattuto com'era fra la vergogna che provava per quello che aveva fatto e la paura di disobbedire alla moglie crudele. La matrigna per tutto il giorno chiuse a chiave Hansel e Gretel nella loro stanza. Un po'd'acqua e un tozzo di pane secco furono la misera cena per i due bambini. Durante la none, marito e moglie continuarono a Ilgare e all'alba il

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con una scusa, lasciando

do la notte calò, si accorsero con terrore che le briciole non

'Ho paura!" piangeva Gretel disperata, 'Ho fame. ho freddo e voglio tornare a casa!" 'Non aver paura, ci sono qui io a proteggerti!" cercava di consolarla Hansel. tremando perb anche lui nel vedere ombre paurose e occhi minacciosi nel buio intorno a loro I due fratellini rimasero tutta la notte ai piedi di un grosso albero, abbracciati per riscaldarsi. Quando spuntb ralba cominciarono a vagare nel bosco. cercando un

a poco la loro speranza svaniva: si erano perni. ntinuarono a camminare, finch6 lutto a un tratto, in ola radura, si trovarono davanti a una straordinaria 6 ciomolalol"disse Hansel staccando un pezzo di intonaco

zucchero filatol" esclamò Gretel assaggiandone un altro si rnisem a mangiare pezzi di dolce che si a bocca piena Gretel, che non aveva mai sua ad assaggiare tante ghioitonerie. remo più di quil" rispose Hansel divorando un peno di prendere un po'di biscotto dalla porta. quando questa :suarda, guarda come sono golosi questi ire una vecchietta dallo sguardo periido. paural" continub la vecchia. Hansel e Gretel, la casa di zucchero era di una strega se ne serviva per attirare vittime innocenti.

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Hansel e Gretel erano proprio caoitati in un bmtto wsto... " ~ kmagrolino i e denutrito!" disse la vecchia serrando il catenaccio della gabbia in cui aveva rinchius~ Hansel. 7 ingrasserà per bene e Doi ti manaerà!n 'E tu mi &virai nelle faccende di casa. Poi mangerb anche te!" minaccib la strega rivolta e Gretel Ma la vecchia 6rtunatamente ci vedeva DOW e Gretel unse col burro l'suoi occhiali perchb ci vedesse ancora meno. 'Fammi sentire il tuo ditino!' chiedeva ogni giorno la vecchia ad Hansel attraverso le sbarre. per vedere se era ingrassato. Ma questi si era fatto dare dalla sorella un ossicino di pollo e, quandc la strega si awicinava. porgeva quello invea, del dito. La veahte brontolava: 'Sei ancora tmpl maaro! Ma auando ingksserai?' FinchB un giorl si stancb di aspettare. "Prepara il forno!" ordinb a Gretel, "Oggi faremo un bell'arrosto di bambino!" Dopo un po' la strega impaziente e aiiamata continuò: 'Va' a vedere se il forno B gih caldo abbastanza Gretel tornb piagnucolando: 'Non sono capace di sentire quando B caldo!" La strega arrabbiata urlò: 'Buona a nulla! Vengo io a 3 pmntol" sentire se il '----

ia affacciata allo sportello controllavase il fomo n tutta la sua forza la spinse dentro e chiuse rro. Finalmente la strega aveva avuto cib che da o a liberare il fratello e insieme tornarono al forno e la porta fosse sempre chiusa, anzi per essere più al chiavistello un grosso lucchetto. Poi rimasero angiare piano piano un po'di casetta, finch6 cose della strega trovarono, dentro un grosso uova un cofanetto pieno di monete d'oro. Wrmai la strega hio di cenere nel forno!" disse Hansel, "e questo tesoro quindi un grosso cesto pieno di provvistee tornarono r cercare la Ma di casa. furono più fortunati e al secondo giorno videro venir loro casa ritrovata, il padre in lacrime. "La vostra mattigna te con me, figli miei!" o abbracciarono: 'Promeili che non ci lascerai mei più, ixva Gretel con le braccia intorno al collo del padre. il cofanetto: 'Guarda papi! Siamo ricchi, non dovrai Vissero felici e contenti.

I, dopo averne-rlempito un bel sacco, lo avevano raggio delle capre e della mucca

i, con la pancia gonfia

eavano davanti a lei

miva profondamente

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-Più tardi la porta della casetta si apri di nuovo. spinta da sette becchi impazienti,e sette wrvi rumomsi sedettero intorno al tavolo: 'Ma qualcuno ha mangiato la nostra minestral" disse uno, guardando la tazza sporca. "Chi vuoi che venga quassù?l" rispose un altro.

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nati a essere soli e per sempre su queste montagnel"

erebbe anch~ ""I"

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