Grebennikov_CSE_002
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Viktor Stephanovich Grebennikov - Cavity Structural Effect...
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Proteus Research Institute Biotechnology Division – Alpha Core
VIKTOR STEPHANOVICH GREBENNIKOV CAVITY STRUCTURAL EFFECT
Analisi sugli studi e scoperte di Viktor Stephanovich Grebennikov, relativamente all’Effetto di Cavità Strutturale e possibili applicazioni anti-G.
Report #002 Versione # 00018 15/11/2008
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Anti-G VSG prosegue il suo racconto, riportando degli estratti dal suo diario. A seguito di un fortunato episodio, l’entomologo scoprì un effetto anti-g naturale causato dalle elitre di un particolare insetto. Vedremo in seguito maggiori dettagli in merito, ora poniamo l’attenzione su alcuni particolari: Tutti questi indizi portano a credere che il dispositivo fosse in grado di generare un qualche campo di forza tale da creare una bolla di spazio differente. L’idea è bizzarra, ma è lo stesso VSG a suggerirci questa possibilità, nell’immagine tratta dal suo diario. La stessa immagine può aiutarci a capire il funzionamento del suo dispositivo. Si possono notare dei raggi divergenti fuoriuscire dalla base della piattaforma. Più avanti vedremo come questi raggi sembrano essere vortici di aria ionizzata. La forma a clessidra del campo di forza suggerisce però che il CSE sia proiettato anche verso l’alto, con una strozzatura in corrispondenza della piattaforma. Probabilmente il CSE veniva emesso verso l’alto e verso il basso. Questo spiega i diversi malanni che affliggevano VSG nell’ultimo periodo della sua vita, e che lui riteneva causati dall’uso prolungato della sua piattaforma. A questo proposito è da notare che VSG ipotizzava la creazione di un nuovo dispositivo, di forma triangolare e studiato in modo tale da non esporre il pilota alle radiazioni. In alto ho riportato un dipinto fatto proprio da VSG. È da notare la somiglianza con il TR3B, un prototipo di aereo anti-g di fabbricazione statunitense. Tornando al campo di forza, c’è da considerare questo: è da verificare se un emettitore di CSE generi anche un controcampo CSE nella direzione opposta. Credo che in generale il CSE si manifesti in forma di vortici. La mia idea è che un emettitore CSE generi una coppia di vortici divergenti in direzioni diametralmente opposte e rotanti in senso opposto. La strozzatura in corrispondenza della piattaforma è secondo me una delle ragioni per cui la gente vede qualcosa in corrispondenza della posizione della piattaforma. Se la strozzatura non ci fosse e la nuova zona di spazio avesse una forma sferica invece che a clessidra, la piattaforma sarebbe completamente invisibile.
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VSG afferma di non percepire attrito con l’aria, mentre la sua piattaforma vola alla velocità di circa 25 km al minuto (parliamo di 1500 km l’ora…), questo rafforza l’idea del campo di forza che ritaglia una zona di spazio differente. Vediamo adesso un particolare inquietante: Inquietante perché questo aspetto della faccenda esclude la possibilità di impiegare questa tecnologia per tutti, come già anticipato precedentemente. Da riflettere sul perché gli effetti collaterali con l’orologio si manifestavano particolarmente al momento del decollo. Probabilmente gli sfasamenti temporali non si verificano all’atto del volo in sé, ma solo nel momento in cui si “apre una breccia” nello spazio. Lo studio comparato e approfondito di tutto il lavoro di VSG potrebbe portare alla comprensione di molte cose… Ci sono diversi fattori di cui tener conto in questo studio, lo spazio, il tempo, campi elettromagnetici, e dulcis in fundo anche il sole sembra avere un ruolo determinante. Leggiamo infatti che: VSG dirà più avanti che i temporali sono grandi emanatori di CSE, a causa della struttura “micro cellulare” che si viene a creare quando una moltitudine di gocce d’acqua staziona nell’atmosfera. Per questo, dice VSG, molti esseri umani sono portati a non uscire e starsene a casa anche quando un temporale è lontano. L’organismo percepisce il CSE e reagisce inconsciamente cercando un riparo. Inoltre è evidente dalle fotografie che la piattaforma utilizza la corrente elettrica, e questo potrebbe esporre il pilota al rischio di trovarsi sulla traiettoria di un fulmine attirato dall’eventuale campo elettrico. Il particolare da valutare è il fatto che è quasi impossibile volare in inverno e non a causa del freddo. Aggiungiamo a questo un altro particolare, il fatto che la piattaforma tende a spostarsi in direzione aleatoria nella fase ascensionale, il più delle volte opposta a quella del sole. Cosa cambia tra estate e inverno, in relazione al sole? Cambia l’inclinazione dell’asse terrestre. Forse la piattaforma riesce a interagire con una qualche radiazione solare che d’estate (con i raggi solari più diretti) è maggiore che non in inverno. Lo spostamento in fase di decollo forse è causato dal fatto che, ritagliando uno spazio differente
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e di fatto uscendo al di fuori del raggio d’azione della spinta gravitazionale, il pianeta prosegue nella sua rotazione lasciando per così dire indietro il gravitoplano. Diamo un’occhiata al dispositivo…
Il design è di una semplicità apparentemente disarmante. Abbiamo parti in legno e in metallo, un interruttore, un altimetro e dei led.
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Da notare che c’è un interruttore nel manubrio della piattaforma, ma VSG preme comunque un pulsante all’atto del decollo.
Ecco un particolare della replica in plastica presente nel museo di AgroEconomia vicino Novosibirsk. Si nota l’interruttore generale (1) e il pulsante premuto all’atto del decollo (2). Possiamo inoltre vedere la targhetta messa da VSG proprio sulla parte frontale del suo capolavoro. Notiamo la lettera “g” sormontata da una freccetta verso l’alto. Il riferimento a Grebennikov e alla direzione verso l’alto è più che evidente. Da riflettere invece sull’insetto raffigurato, sono certo che sia la decorazione dell’addome che le 3 lettere in fondo al simbolo potrebbo contribuire con la loro parte di rivelazione… Grebennikov afferma di aver costruito il suo dispositivo utilizzando una scatola contenente un microscopio, con le pareti spesse 8 mm, così che quando le due metà della scatola erano richiuse, il tutto poteva essere facilmente scambiato per una scatola da pittore.
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In questa immagine possiamo vedere in sovraimpressione una ricostruzione in 3D della parte in cui il manubrio si agganciava. Tra gli altri comandi era presente un pedale che aveva la funzione di far frenare il gravitoplano. Non mi è stato possibile reperire delle fotografie della piattaforma vista dal basso, per capire cosa ci fosse all’interno di quella cassetta di 40 x 50 cm. Lo stesso VSG però ci ha lasciato diversi indizi con i suoi dipinti. Infatti nel capitolo V del suo libro, Grebennikov ritrae dal basso la sua piattaforma, durante il primo volo sperimentale, che lo portò a sorvolare un’area industriale a causa del malfunzionamento della sezione destra del dispositivo.
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VSG si riferisce spesso nel suo libro a dei filtri gravitazionali a forma di ventaglio, contenenti le microcelle responsabili del CSE necessario a creare una zona di spazio differente. Possiamo notare come VSG si sia preoccupato di evidenziare i numerosi raggi di aria ionizzata che fuoriescono con moto divergente (vortice?) dai fori nei pannelli filtranti. Interessante particolare: il colore dei raggi. Nella foto in alto l’artista ci ha tenuto a utilizzare solo il verde e il violetto. Mi chiedo: è un particolare rivelatore del valore delle lunghezze d’onda utilizzate? Sappiamo da Grebennikov che il campo CSE responsabile della creazione di una zona di spazio
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differente è proiettato verso l’alto ed è divergente. Questi fasci di aria ionizzata invece sono proiettati verso il basso e anche questi sono divergenti. Non posso fare a meno di chiedermi se siano stati intenzionalmente creati due distinti campi CSE oppure se il campo proiettato verso il basso non sia un “sottoprodotto” dell’attività generale della piattaforma. È se invece stiamo parlando di campi torsionali orientati l’uno contro l’altro? Per spiegare il perché di questa perplessità riporto alcune immagini relative a delle foto Kirlian di piramidi o strutture a celle multiple piramidali. É nettamente visibile l’emanazione proiettata dai vertici delle piramidi. Nel particolare della foto in basso è possibile vedere un’emissione energetica a doppia elica, simile alla struttura del DNA. In questo caso l’apice della piramide era realizzato in rame, ed era collegato con una bobina di Tesla posta al suo interno.
Il disegno posto a destra invece è tratto sempre dal V capitolo del libro di Grebennikov. Già questo dimostra che lo scienziato era ben consapevole di questo tipo di emissioni. Un particolare: nella stessa foto abbiamo un’emissione dal vertice della piramide, ma abbiamo anche qualcos’altro al centro. L’etimologia del termine piramide significa appunto “fuoco nel mezzo”. Cosa accadrebbe utilizzando quindi diverse intelaiature piramidali poste una all’interno dell’altra ma con rotazioni progressive di 30°?
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Per ipotizzare qualcosa relativamente al funzionamento della piattaforma volante, dobbiamo considerare per un attimo alcune applicazioni ed esperimenti sul CSE suggeriti dallo stesso Grebennikov alla fine del V capitolo. L’immagine a sinistra è un disegno di VSG relativo a un non meglio identificato “Scettro di Toth”. Come vedremo quando affronteremo il tema dell’insetto scoperto da Grebennikov, le conoscenze dell’antico egitto non gli erano estranee. Leggiamo nel V capitolo del libro di VSG: Il legno, se è asciutto, non conduce l’elettricità, e il cavo della spirale dovrebbe essere isolato perchè lo strumento produca i suoi effetti. Non posso fare a meno di notare il doppio campo divergente che si sviluppa lungo l’asse perpendicolare alla superficie della spirale stessa. Il legno dunque… Qui mi riallaccio agli studi di un altro eminente scienziato russo, il Dr. Kozyrev. Nel libro “Divine Cosmos – Convergence Volume III”, di David Wildcock, paragrafo 1.15, leggiamo: Il legno quindi, nel momento in cui per un motivo x perde peso, ci mette più tempo a riacquistare il peso originario rispetto ad altri materiali. Grebennikov consiglia a chiunque voglia cimentarsi nella costruzione di
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dispositivi volanti basati su questa tecnologia, di costruirli molto solidi. Eppure invece di una solida piattaforma di metallo, la fabbrica in legno. Non è un caso… Lui stesso afferma che il legno e la carta sono i migliori materiali per costruire emettitori di CSE. Domanda spontanea: se questa tecnologia non era sconosciuta nel passato remoto della storia dell’uomo (come ad esempio nell’antico Egitto), è per questo che non ci sono pervenuti esemplari dei loro dispositivi? Altro particolare: i test di Kozyrev, nella produzione di campi torsionali, sembra avessero la massima percentuale di successo in inverno, mentre in primavera ed estate non c’era verso di far funzionare le cose. La ragione addotta da Kozyrev era che il calore è una delle fonti che può portare alla generazione di campi torsionali, e il maggior calore ambientale in primavera ed estate era un ostacolo. Al contrario Grebennikov, come abbiamo visto prima, afferma che non è possibile volare con la sua macchina in inverno (e non a causa del freddo). I due scienziati sono forse in antitesi? No, affatto. I loro lavori interagiscono con la medesima forza, ma Grebennikov, a differenza di Kozyrev aveva trovato un modo per utilizzarla a proprio vantaggio. Un altro piccolo particolare (non di poco conto per chi ha orecchie…). Studiando per anni Alchimia tradizionale operativa di laboratorio, ho avuto modo di apprendere che uno dei lavori più importanti è la realizzazione di una sostanza/matrice che sia in grado di imbrigliare e accumulare in sé una particolare emanazione/radiazione che fluisce nell’Universo. La “coincidenza” con il nostro discorso però vuole che questa emanazione, pur raggiungendo il nostro pianeta costantemente, è però utilizzabile a livello pratico solo in un arco di tempo ben determinato, che ha inizio tra marzo/aprile e prosegue fino alla fine di settembre circa. Etere, Prana, Akasha, Orgone, Chi, Ki, Spiritus Mundi, Quantum Medium… stiamo parlando della stessa cosa? E se la risposta è sì, perché allora Kozyrev, nell’ultimo periodo della sua vita usava indifferentemente il termine Quantum Medium e… Tempo? Tornando allo scettro di Thoth, mi chiedo allora se questo strumento possa essere opportunamente modificato per produrre un’emissione maggiore. Immaginiamo una serie di piccole spirali di questo tipo, realizzate con filo di minor spessore certo, ma comunque proporzionate rispetto al progetto suggerito da VSG. Montate in serie su delle lamine rettangolari lunghe e strette disposte a ventaglio… È questo lo stratagemma utilizzato da VSG per creare la sua piattaforma? Ci sarebbe da indagare anche per determinare se lo strumento funziona anche quando non è impugnato da nessuno. Questo per determinare se l’origine di quest’energia proviene da chi utilizza lo strumento oppure ha un’altra fonte. Nel progetto la forma dell’impugnatura e della spirale piccola sono studiate per far scorrere l’energia in avanti, verso la spirale grande. Il generatore è forse la serie di 13 scanalature? Se così fosse, tenendo in mente le emissioni delle piramidi viste prima, potremmo pensare che il flusso viene generato dalle cavità delle 13 scanalature, dirigendosi verso il centro dell’impugnatura, dove si trovano gli apici (inversi) delle fenditure. Da qui il flusso viene convogliato verso il cavo che attraversa l’impugnatura, e da questo scorre verso la spirale grande. Se così fosse saremmo in presenza di un dispositivo che genera dal nulla un flusso attraverso un cavo metallico. Siamo in presenza del punto di collegamento tra il CSE e l’energia elettrica? Dopotutto Grebennikov accenna spesso al CSE come ad una emissione di elettroni. È questo il significato delle strutture raffigurate nei bassorilievi del Tempio di Hator a Dendera?
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Osservando il bassorilievo alla luce di quanto emerso dagli studi di Grebennikov è difficile non pensare che raffiguri una specie di lampada… Questo spiegherebbe la presenza di dipinti all’interno di monumenti funerari le cui camere non sono raggiunte dalla luce solare, e nelle quali non si sono mai trovate tracce di fuliggine che potesse essere ricondotta all’uso di torce.
Torniamo al libro di Grebennikov: Questo concorda perfettamente con l’ipotesi che la piattaforma generi un campo di forza verso l’alto, VSG lo dice apertamente. Dalle analisi e dalle ricerche svolte in Russia (dove sono state costruiti diversi dispositivi volanti basati sullo stesso principio di quello di VSG), emerge che il principio utilizzato è la generazione di campi torsionali (axion fields). In alcuni casi vengono utilizzate delle griglie elettrificate sovrapposte, studiate con geometrie specifiche, in altri casi il campo torsionale è creato applicando un forte campo elettrico ad un generatore di CSE, il cui effetto diviene non solo chiaramente percettibile, ma si trasforma in un vero e proprio uragano. Altro particolare che emerge dagli esperimenti svolti in russia: sembra che il circuito elettrico abbia la sola funzione di “starter” per la generazione dei vortici, in alcuni casi ho letto dell’uso di un dispositivo piezoelettrico come quello di alcuni accendisigari. Se la geometria è giusta e il vortice prende vita, inizia ad autoalimentarsi con gli ioni presenti naturalmente nell’atmosfera. Insomma un dispositivo in grado di volare, che non produce scorie, e si autoalimenta. Nel Vimanikashastra (una sorta di manuale di aeronautica in sanscrito risalente a qualche migliaio di anni fa) vengono descritti i Vimana, delle navi volanti. Di esse leggiamo “l’energia è tratta dall’aria, in maniera molto semplice e senza alcun costo… un vascello costruito con questa tecnologia potrebbe volare per un tempo indefinito, precipitando solo quando le sue parti fossero ormai consumate dal tempo”. Certo i Vimana erano ben più grandi della piattaforma di VSG, anche su più piani, ma il principio utilizzato doveva essere simile. Leggiamo come i Vimana potessero essere velocissimi, rendersi invisibili, divenire pesanti
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come montagne, e non siamo tanto lontani dal dispositivo di VSG, da lui stesso definito “fragile e fatto in casa, ma capace di sviluppare la spinta verticale di almeno 100 kg e una velocità orizzontale di 30-40 km/min”. La percezione dell’orizzonte che curva rapidamente ci da un’idea dell’elevata velocità di ascesa della piattaforma. Riporto un’immagine del possibile design del dispositivo, così da rendere più chiare le idee.
Personalmente non sono molto d’accordo su quest’interpretazione, in quanto manca lo strato di micro celle sulla parete superiore, ma la figura rende l’idea dei filtri gravitazionali a ventaglio. Considerando un uomo adulto, un bimbo di 4 anni, e il peso del dispositivo, andiamo oltre i 100 kg. Parliamo di un effetto molto potente.
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Altri particolari importanti: Ecco l’immagine di uno dei frammenti del velivolo schiantatosi a Dalnegorsk: Importante questo suggerimento di VSG. Durante uno dei primi test effettuati in russia, sottoponendo una struttura micro cellulare ad un forte campo elettrico, e facendola interagire con una griglia elettrificata ad alto potenziale, si manifestarono gli effetti descritti da Grebennikov (fosfeni, sapore metallico in bocca, invisibilità degli oggetti inseriti nel campo, malfunzionamento di televisori e dispositivi elettrici in un vasto raggio). Il vero problema si manifestò quando una delle griglie fu spostata prima di spegnere il circuito e far cessare l’effetto, per cui il gruppo con le micro celle iniziò a vibrare per quindi esplodere in minuscoli frammenti senza più forma. Quindi rinnovo il consiglio di VSG a quanti si vorranno cimentare: non si è mai troppo prudenti, specie con i campi torsionali. Rami spezzati come colpiti da un fulmine…
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Anche una cintura di sicurezza dunque, VSG pensava proprio a tutto. Quel che interessa a noi invece è altro: da questa frase comprendiamo come, nella cavità della piattaforma ci siano due cose ben distinte: 1) I blocchi di filtri gravitazionali con struttura a micro celle; 2) I regolatori di campo; I regolatori di campo sono i 4 ventagli, leggiamo infatti che: Se la piattaforma potesse aprire varchi nel terreno normalmente, non potrebbe mai decollare, ma scenderebbe direttamente nelle profondità della terra. È probabile invece che Grebennikov sia sceso ad alta velocità (caduta libera) dando, per così dire, “gas” al dispositivo in prossimità dello schianto, praticamente quasi all’ultimo momento, per frenare. A quanto pare la velocità sviluppata dalla caduta e la “robustezza” del campo di forza della piattaforma, hanno aperto un varco nel terreno. Quindi lo stesso campo di forza che rende immune il dispositivo dalla spinta gravitazionale agisce proprio come uno scudo protettivo. Stiamo parlando di 1500 km orari… Prima di chiudere il capitolo dedicato alla piattaforma, do un breve accenno ad un altro misterioso dispositivo creato da Grebennikov.
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Il cono. Pur avendo altre immagini migliori, ossia fotografie della replica presente nel museo di Agroecologia vicino Novosibirsk, preferisco usare la foto pubblicata nel libro di VSG. Ho ragione di credere che la copia presente nel museo non sia affatto una riproduzione dell’originale, ma un falso differente, messo lì proprio per depistare. Penso che la replica presente nel museo di Novosibirsk sia un falso perché non contiene una struttura ad alveare artificiale, ma una serie di coni concentrici di polietilene e alluminio. E poi, chi si è dato tanto da fare per far sparire la parte bassa della replica della piattaforma di VSG, non avrebbe avuto ragione di lasciare in giro un altro dispositivo costruito con la stessa tecnologia. Riporto comunque un disegno per i curiosi, è stato realizzato sulla base del modello presente nel museo di Agroecologia vicino Novosibirsk:
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Due coni quindi, puntati uno contro l’altro e con un riempimento di micro celle. Inoltre una novità: tre magneti nella parte posteriore. Forse questi magneti avevano la funzione di convogliare un flusso all’interno della base del cono.
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