Grammatica Giapponese

April 12, 2017 | Author: Paolo Eddolo Cappuccini | Category: N/A
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Particelle

Wa

Tema Contrasto (spesso in frasi negative)

Ga

Soggetto Particella congiuntiva → avversativa (ma, mentre) o premessa (e, poi)

O

C oggetto C di moto per luogo (con verbo di moto) (heya o deru → uscire dalla stanza)

No

C di specificazione, possesso Apposizione (shachou no Fujiwara → il presidente Fujiwara) Soggetto della proposizione relativa (come Ga) Nominalizza una frase (generalmente può sostituire Koto, Mono e Hito) → zenbu hitori de suru no wa taihen da (fare tutto da solo è difficile)

Mo

Anche (nel caso sostituisce Wa e Ga, può essere aggiunta ad altre particelle) Nemmeno (+ negazione) Persino (dopo un numerale)

Ka

Domanda (obbligatorio nella forma -masu) O/oppure Incertezza (atsui sei ka karada ga darui → forse a causa del caldo, mi sento fiacco) ...ka...ka... (otona ka ko ka wakaranai → non si sa se è adulto o bambino) Terzo anno: Doko e iku ka wakaranai (non so dove andare). Kanojo ni itsu mata au ka, kiita (chiesi quando la incontrerò di nuovo).

De

C di mezzo C di stato in luogo (V. dinamici) Causa, motivo (ame de okureta → era in ritardo a causa della pioggia) C di prezzo Modo o maniera in cui si svolge (oogoe de naku → piangere ad alta voce) Tempo necessario per compiere l'azione (mikka de kaita → l'ha scritto in 3 giorni) All'età di (sanjussai de sensei ni natta → è diventato insegnante a 30 anni)

Ni

C di moto a luogo (evidenzia la destinazione) C di stato in luogo (V. statici → iru, aru...) C di termine (in casi come chichi e no tegami non si utilizza mai “ni no”) C d'agente e di causa efficiente C di tempo (tempo determinato in cui si svolge un'azione) Scopo: Ren'youkei + Ni + Verbo di moto (tabe ni iku → vado a mangiare), Tsutsumu no ni kami o tsukau → uso la carta per avvolgerlo Specifica o limita il significato di un aggettivo (umi ni chikai → è vicino al mare) E' usato prima di certi verbi e aggettivi: noru, au, naru, han suru, kagiru, kakeru, kan suru, katsu, makeru, tsuzuku, yoru, yakusu Terzo anno: Ni totte (per...) → kono furui shashin wa, hoka no hito ni totte wa tsumaranai mono ka mo shirenai ga, watashi ni totte wa taisetsu na mono da.

E

C di moto a luogo (evidenzia la direzione)

A causa di Perché/siccome Kara Provenienza/origine: C di moto da luogo V.Te + kara: dopo che Made Fino a (luogo, tempo, grado) = (terzo anno) ni kakete (a/fino a , a riguardo)

Made ni: entro Rafforzativo con un'affermazione (okusan made kita → persino la moglie è venuta) Rentaikei + made: finché non... Yori

Per il comparativo (più di) Da (nelle lettere), a partire da (koko yori minami wa kiken desu → a sud di qui è pericoloso).

Node

Poiché, siccome → è più oggettivo e cortese di Kara. Non si utilizza in una frase con una richiesta, un'imperativo, un desiderativo...

To

C di compagnia (indica il partner) Con alcuni verbi: kekkon suru, naru, au, soudan suru, kenka suru, yakusoku suru, wakareru Enumerativo esauriente (e... e...) Pensiero o citazione diretta o indiretta TO IU: chiamato, si chiama, cosiddetto Rentaikei + To: quando, appena (conseguenza logica e naturale)

Ya

Enumerativo ineusariente (e... e... spesso seguito da “Nado” → eccetera)

Shi

Enumerativo: e... inoltre... (può seguire verbi e aggettivi)

Toka

Enumerativo ineusariente: e... e... (Incertezza: un certo... (Flavia toka iu hito ga kita → è venuta una certa Flavia))

Noni Nonostante, benché, sebbene Shika (con verbo negativo) che, tranne che Solo, soltanto (limitativo): Aria san dake ga ryokou ni ikanakatta (solo Aria non è andata in viaggio). Niku dake o irete kusadai (metti solo carne). Anata ni dake itta (l'ho detto solo a te). Watashi no kirai na no wa, sashimi dake da (non mi piace solo il sashimi). (terzo V.Tai + dake: quanto vuoi (tabetai dake tabenasai → mangia quanto desideri) anno) … dake de (wa) naku (non solo... ma anche...): tomodachi dake de naku, shiranai hito ni mo Dake shinsetsu ni shite agenasai (comportanti in modo gentile non solo con gli amici, ma anche con le persone che non conosci) + shika (enfatico): Kare wa tomodachi dake ni shika hanasanai → non parla che agli amici Koso Proprio. (Kochira-koso arigatou: letteralmente “sono io a dover ringraziare”) Sae Demo

Persino, neanche (kare ni sae iwanakatta → non l'ho detto neanche a lui) Biiru sae umakeba → purché la birra sia buona Requisito minimo, finché (okane sae areba → finché hai i soldi) Rafforzativo: persino, neanche (a seconda del verbo) Attenuativo: ...o simile/altro (koohii demo nomou? → beviamo caffè o altro?)

Hodo Tanto quanto Gurai Numerale + gurai: circa Tanto... quanto (kare gurai se ga takai → alto quanto lui) Kurai Almeno (ame gurai agenasai → almeno le caramelle compragliele; spesso cosa da poco) Goro Intorno a (goji goro → intorno alle 5) Un periodo (kodomo no koro → quando ero bambino) Koro (terzo Per volta: 10-nin no gakusei ga 5-fun zutsu hanasu to, 50-fun kakaru. anno) Ciascuno: kodomo-tachi ni kono okashi o futatsu zutsu ageyou. Zutsu Sukoshi-zutsu: un po' per volta. →

Ke(re)do(mo): nelle varianti Kedo, keredo (+mo rafforzativo: kedomo, keredomo) → simile alle funzioni di Ga come particella avversativa (ma più accentuate) → ma, però.

Basi (verbi a sinistra: esempi con taberu e iku per ichidan e godan; aggettivi in I a destra: esempi con nai) Mizenkei (negativa, non compiuto) tabe-, ikanakuRen'youkei (collegamento...)

tabe-, iki-, (-te)

naku-

Rentaikei (attributiva, finale)

taberu, iku, (-ta)

nai

Izenkei (condizionale)

tabere-, ike-

nakere-

Meireikei (imperativa)

tabero, ike

-

Forme e tempi verbali Non passato: azioni generali, futuro, azioni abituali. Passato → TA Forma piana. Forma in -masu: cortese, Ren'youkei + masu che viene coniugato (volitiva: -mashou). Nelle subordinate si utilizza la forma piana. L'azione che si svolge nel momento e quella continuata si rendono con V.Te + Iru. L'imperfetto e l'azione continuata nel passato con V.Te + Ita. • Se il verbo è duraturo abbiamo un'azione continuata: tabete iru (sto mangiando,mangio). • Se il verbo è momentaneo diventa uno stato: denki ga tsuite iru (la luce è accesa). Iku → itte iru (andare in un posto e stare ancora lì) /= iku tochuu (stare andando,essere di strada). Frasi wa-ga: wa è il punto di riferimento, ga una parte di quel punto: • Watashi wa imouto ga hitori iru. • Kare wa nihongo ga wakaru. • Kanojo wa kami ga nagai. • Watashi wa ryokou ga suki da. Plurale: a seconda dei casi col sostantivo ripetuto o aggiunta di suffissi come -tachi (“gruppo di...”) e -ra. Sapere/conoscere: Wakaru → capire, afferrare un concetto, sapere. Wakarai → non sapere, non capire. Wakatte iru → lo so (già). Wakatta → aver capito. Shiru → sapere, conoscere. Shitte iru → sapere, conoscere (adesso). Shiranai → non lo conosco per niente (per questo è preferibile usare Wakaranai che lascia aperti spiragli di discorso). Combinazioni Ren'youkei + • -dasu: tirar fuori, cominciare a. • -hajimeru: iniziare a. • -owaru: finire di. • -tsuzukeru: continuare a. • ni iku/kuru (es. mukae ni iku/kuru): andare a... • -kata: modo in cui... • -au: … a vicenda • -altri verbi... • (terzo anno) -sugiru: eccedere, andare oltre (ushida san wa tabako o sugiru you desu). Si può usare anche dopo gli aggettivi. • (terzo anno) -nikui: difficile da... (ushida san to wa hanashinikui desu). E' un agg. in “i”. • (terzo anno) -yasui: facile da. (youfuku wa ugokiyasui). E' un agg. in “i”. • (terzo anno) -nareru: abituarsi a (kono jisho wa furui ga, tsukainarete iru kara, atarashii no wa iranai). Passivo → Mizenkei + rareru/reru (rispettivamente ichidan e godan, anche nei prossimi esempi) • Soggetto dell'azione passiva con Ni. Se è l'autore di qualcosa si usa Ni Yotte.



Può essere usato quando si vuole esprimere il senso di danno o fastidio arrecato ad una persona (kare wa ame ni furareta). • Alcuni passivi assumono significati particolari: (yoku) yomarete iru/shirarete iru. • Il passivo di Suru e Sareru. Causativo → Mizenkei + saseru/seru • Soggetto dell'azione con O. Se nella frase ce ne sta già uno di O si usa Ni. • Idea generale di causare/produrre/indurre o permettere/lasciare. • Il senso di “far fare” è di forzatura. • Es. Ikasete kudasai → mi faccia andare (mi lasci andare). • Alcuni verbi si traducono come causativi (nigasu → far scappare, tobasu → far volare). • Il causativo di Suru è Saseru. Causativo passivo → Mizenkei + saserareru/sareru (essere fatto...) Potenziale → + rareru/eru (taberareru(non confodere col passivo)/ikeru → poter mangiare/poter andare) • I verbi Mieru e Kikoeru sono a parte (essere visibile/essere udibile) • V.Te /Agg.Ku + Mieru: sembrare... (anche se non è così). • → (terzo anno) you ni mieru/kikoeru (a vederlo/ad ascoltarlo sembra): ame no oto ga ongaku no you ni kikoeru (ad ascoltarlo il rumore della pioggia sembra musica). Kono kanji wa, fukuzatsu de, marude (proprio/come) mushi no you ni mieru (questo kanji è complicato, a vederlo sembra come un insetto). • Il potenziale di Suru è Dekiru (=can inglese). N + ga dekiru → Piano ga dekiru. Oyogu koto ga dekiru. Benkyou dekiru. • Dekita ha anche il senso di “essere pronto” (bangohan ga dekita). • (terzo anno) Dekite iru di “essere fatto di” (kono sen'i wa gurasu de dekite iru → questa fibra è fatta di vetro). Desiderio → Ren'youkei + Tai • Si può aggiungere “to omotte/itte iru”: è obbligatorio se non è la prima persona per attenuare. Nelle domande non è necessario. • Si può utilizzare l'agg. in “i” con i sostantivi → Hoshii: N ga hoshii (desidero N). • (terzo anno) V.Te + hoshii: utilizzato per “volere che altri facciano” → Watashi wa Ushida san ni mo kaigi ni dete hoshii, to omotte imasu (vorrei che anche Ushida partecipasse alla riunione). Atarakisuginaide hoshii to omoimasu (vorrei che non lavorassero troppo). • Per indicare un desiderio visibile si può aggiungere -garu nella forma V.Te+iru: Hoshi-gatte iru / (Ren'youkei + ta + gatte iru). -tagaru e -hoshigaru (Rentaikei) indicano un desiderio abituale, quasi insistente. • -garu, più in generale per i sentimenti visibili, può indicare anche un sentimento abituale e naturale (kowai+garu → kowagaru: aver paura di quel qualcosa). Intenzione → Tsumori (intenzione vicina all'azione); Yotei (programma stabilito). Essendo sostantivi si collegano al verbo e direttamente e al sostantivo con la particella No. Esortativo → you/ou (tabeyou/ikou → mangiamo/andiamo) • Volitivo: tegami o kakou (+ omotte iru) → scriverò una lettera. • Volitivo/favore: genki o tsukeyou ka? → accendo la luce? • Volitivo + to shita: stavo per, ho provato a → shukudai o shiyou to shita ga, dekinakatta. (*) V.Te: • • • • •

Collegare frasi. Ordine temporale delle azioni. Causale (densha ni noriokurete chikoku shita → ho fatto tardi perché ho perso il treno). Può essere seguito da altri verbi per significati particolari. (terzo anno) Descrivere il modo in cui avviene l'azione della frase successiva (aruite kaeru). Kotae ga wakaranakute, komatte iru (ho problemi non sapendo la risposta).

Una versione avverbiale negativa si può ottenere tramite Mizenkei + zu ni (senza... -re). Caso particolare: suru → sezu. Altri V.Te + ... • V.Te + kara: dopo che. • V.Te + iru: azione continuata, stato (con verbo momentaneo). • (terzo anno) V.Te + aru : con verbi transitivi indica lo stato risultante di un'azione volontaria senza citare l'agente → fuutou ni juusho ga kaite aru (sulla lettera c'è scritto l'indirizzo → qualcuno l'ha scritto). Koko ni nan to kaite aru? (che c'è scritto qui?). • (terzo anno) V.Te + oku : compiere l'azione e lasciarla nello stato risultante / compiere un'azione in preparazione di un evento futuro (ryokou no mae ni, hotel o yoyaku shite oku). • V.Te + miru: provare a. • V.Te + shimau: finire completamente / evento negativo/dannaso. • V.Te + iku: fare l'azione allontanandosi / graduale allontanarsi dell'azione nel tempo o nello spazio → processo graduale di cambiamento. • V.Te + kuru: andare a fare l'azione e tornare indietro / graduale avvicinarsi dell'”azione” nel tempo o nello spazio → processo graduale di cambiamento. • V.Te + yokatta: meno male che.... (V.Te + ii: va bene...). • Mada... V.negativo in forma in Te + inai: ancora non... (sono hon wa mada yonde inai). V.Te + Mo / N + Demo: • Anche se, benché. • Preceduto da un pronome interrogativo : qualsiasi, per quanto (natsu wa doko e itte mo konde iru → ovunque vai in estate, è affollato). • Permesso → si aggiunge “ii”/kamawanai/yoroshii: koko ni suwatte mo ii desu ka? • Non occorre/non è necessario → V.nakute + mo ii/kamawanai; oppure: Rentaikei + Hitsuyou wa nai (non c'è bisogno di) → Hitsuyou: agg.na,essere necessario. Dovere → Mizenkei + nakereba/nakute wa (naranai-ikenai-dame da): dover... • Divieto → V.Te + wa (naranai-ikenai-dame da): non devi, non puoi... • Naranai, ikenai e dame da, di per sé indicano il non andare bene. • Varianti colloquiali di nakereba/nakute wa: nakerya, nakya, nakucha. Imperativo → ro/e (tabero/ike → mangia/vai) • Imperativo più diretto di tutti. • Al negativo Rentaikei + na (taberu na/iku na → non mangiare/non andare). Imperativo (meno brusco) → Ren'youkei + Nasai Richiesta → V.Te + Kudasai • Al negativo Mizenkei + Naide Kudasai. Congiunzione di sostantivi: • To: elenco completo (l'ultimo sostantivo non ha To). • Ya: elenco incompleto (spesso alla fine Nado → eccetera). • Ka: elenco disgiuntivo (o... o...). • Espressione più colloquiale che implica “tante cose come” → Toka (anche dopo i verbi). Congiunzione tra verbi, aggettivi e copule: • (terzo anno) Ren'youkei: collega frasi, non evidenzia particolari relazioni, anche se presenti. • V.Te: (vedi prima *). • Rentaikei + Shi: ha il senso di “inoltre”, “per di più”. “Mo” è spesso usato in questa forma: chikoku ni umi mo aru shi, yama mo aru. • V.tari → elencazione ineusariente, “fare cose come”, “fare questo, quello o altro”. Nel caso di “V.tari... V.nakattari suru” con lo stesso verbo implica l'alternanza, “a volte questo, a volte no”. L'ultimo tari è seguito da Suru. Con un solo -tari nella frase si implica che oltre a quell'azione se



ne fanno altre. … Ka, dou ka (o stesso V/Agg. al negativo o V/Agg. opposto) + verbo (wakaranai, o altro).

Congiunzione temporale: • [Rentaikei/N + no] + mae, ato, toki (+ particella): Ro-ma ni kuru toki, denwa shite kudasai (venendo, prima di venire, quando vieni). Ro-ma ni kita toki, denwa shite kudasai (dopo essere arrivato). • Ren'youkei + nagara: mentre (con verbi dinamici). • … To... V.Te ita: ka-ten o akeru to, soto wa yuki ga futte ita. • V.Te iru uchi ni: finché, mentre (shabette iru uchi ni, youji (impegni) o wasurete shimatta). (terzo anno) ...uchi ni, ...V.Te kita: mentre... ho.../si è fatto... → hajime ni hen na hito da to omotte ita ga, iro iro hanashite iru uchi ni, ii hito da to iu koto ga wakatte kita. Terebi o mite iru uchi ni, nemuku natte kita (mentre guardavo la televisione mi è preso sonno). (terzo anno) ...uchi ni: wakai uchi ni iro iro na koto o keiken shite oita hou ga ii (finché si è giovani è meglio sperimentare svariate cose). “Asa-hayaku shizuka na uchi ni kouen no naka o ashitte isshuu shimashou” (“Finché è ancora mattina presto e tranquillo facciamo un giro di corsa dentro il parco”).Kuraku naranai uchi ni, ie e kaeritai (voglio rincasare finché non si è fatto buio) • V.Te iru + Aida (ni): intervallo di tempo. • V.Te iru + tokoro da: sto facendo proprio adesso. • (terzo anno) ...tabi (ni): quando/ogni volta → kaze ga fuku tabi ni, fune ga jouge ni yureta (ogni volta che ha soffiato il vento, la nave oscillava su e giù). • (terzo anno) Vpresente + tokoro da: sto per (ima, tobikomu tokoro da; sto per saltare adesso). Yo-ji no densha wa mou demashita ka? Iie, ima deru tokoro desu yo. • (terzo anno) Vpassato + tokoro da: ima ikkyoku utatta tokoro da (ho appena cantato una canzone). Esperienza... → • (Soggetto wa) … Vpassato + koto ga aru: jitensha ni notta koto ga aru. • Vpresente + koto ga aru: a volte fa, capita spesso (venezia e iku koto ga yoku aru). • (terzo anno) -koto ga ooi (succede spesso che): watashi wa nichiyoubi wa ie de nete iru koto ga ooi (succede spesso che io le domeniche dorma stia a casa a dormire). Watashi wa jibun de ryouri o tsukuru yori mo soto de shokuji o suru koto no hou ga ooi (piuttosto che cucinare da me spesso vado a mangiare fuori). Aspettativa piuttosto fondata → Hazu: deve essere/dovrebbe essere/è previsto che. (Sicurezza soggettiva → frase + ni chigai nai / ni kimatte iru (non c'è dubbio, senz'altro...)). Congettura poco fondata → ka mo shirenai. Si mette a fine frase. La copula “Da” nel caso viene omessa. Congettura con qualche fondamento: • Rashii (osservazione sul momento o sentito dire esterno).E' un agg. in i. → (terzo anno) N + Rashii aggettivizzatore (essere tipico di, -ile): Anata rashii (è tipico tuo/è da te); Haru-rashii (primaverile); Onna-rashii (femminile). • Sou (osservazione del parlante, soprattutto riguardo l'aspetto fisico, congettura su un evento prossimo grazie ad un'osservazione o un esperienza diretta). E' un agg. in Na: − Mazusou na niku (la carne che sembra cattiva). − Ureshisou ni hanasu (parlare con aria felice). − “Ii” diventa Yosasou; Nai diventa Nasasou. − Con verbi potenziali → sembra possa... − Zenbu oboeraresou mo nai. − Ame ga furisou da. − Arashi de fune ga furisou ni natta. Sou si può anche solo aggiungere alla Rentaikei per rendere “sentito dire”: tenki yohou ni yoru to, ashita wa ame ga furu sou da → stando alle previsioni del tempo, domani piove. • You (congettura su fondamento, coinvolge la partecipazione psicologica a differenza di rashii;

impressioni soggettive). E' un agg. in Na: − Kare wa kanari yopparatte iru you da. − Akai you da → sembra rosso (magari si è lontani dall'oggetto). (terzo anno) YOU→ i suoi altri utilizzi comprendono: • Congiunzione: affinché, in modo che → Kaze o hikanai you ni seetaa o kinasai, mettiti un golf per non prendere un raffreddore. Isshuukan ni sankai oyogu you ni shite iru. Kono you ni (in questo modo). Con You lo scopo è indiretto, ci possono essere soggetti diversi e l'azione della subordinata supera il controllo del soggetto o è percepito come tale. Heya ga kirei ni katadukete aru ne. Hai, itsumo okyaku ga kite mo ii you ni, katadukete aru n da. • Desiderio, (2) richiesta, consiglio, (1) preghiera → (1) shiken ni ukaru you ni... (2) Watashi wa sensei ni jugyou-chuu, nihongo de hanasu you ni iwareta. • Similitudine: dorobou wa tobu you ni nigete itta (il ladro è scapatto via come volando). Kujira no you na kumo (una nuvola a forma di balena). Koori no you ni tsumetai te (una mano gelata come il ghiaccio). Kodomo no you ni suru na (non fare come i bambini). Maria san wa uta ga jouzu de, kashu no you da. Maria san wa kashu no you na koe o shite iru (Maria ha la voce come quella di una cantante). - La sua versione colloquiale è Mitai (agg. in na/suffisso). • A no you na B (B come A). Scopo → a parte le funzioni indirette di You ci stanno: • Tame: scopo preciso di un'azione diretta. Il soggetto della subordinata è uguale a quello della principale e le loro azioni devono essere realizzabili con la volontà o percepite come tali. - (terzo anno) “tame (ni)” causale (a causa di, fatto oggettivo): ooyuki no tame ni, densha ga okureta (a causa della nevicata il treno ha ritardato). Sono tame (ni): per questo motivo. - (terzo anno) “... . -no wa, sono tame de aru (la cosa che.../è per quel motivo): Ooame ga futta. Kawa no mizu ga afureta no wa sono tame de aru (Ha diluviato. E' per questo motivo che l'acqua del fiume ha straripato). Benkyou sezu ni asonde bakari ita (non ho fatto altro che divertirmi senza studiare). Shiken no seiseki ga warukatta no wa sono tame de aru. • No ni: usato per casi generali, indicazioni pratiche e non per scopi precisi di azioni precise: kore wa pan o tsukuru no ni tsukau (questo si usa per fare il pane). Hon o kaku no ni jikan ga kakaru (ci vuole tempo per scrivere un libro ). Per... (all'inizio): Rentaikei + ni wa → nihon e iku ni wa okane ga kakaru (per andare...). (Okage(de)→grazie a,per merito di un evento favorevole. Sei(de)→per colpa di,a causa di un inconveniente) Ko/so/a/do: ogni sillaba diventa un particolare pronome/aggettivo con l'aggiunta di un suffisso. Di regola “ko” indica qualcosa vicino alla prima persona, “so” ad un'altra, “a” distanti da entrambi e “do” generalizza il significato, di solito con valore interrogativo. + RE (pronome dimostrativo) + NO (aggettivo dimostrativo) Kore: questo Sore: quello Are: quello (laggiù), quella cosa Dore: quale (fra più cose)?

Kono x: questo x Sono x: quel x Ano x: quel x (laggiù) Dono x: quale x?

+ CHIRA (direzione) Kochira: questa direzione/persona/parte Sochira: laggiù Achira: là Dochira: quale (dei due)?, (chi?)

+ CCHI (simile a -chira) Kocchi: questa direzione/persona/parte Socchi: quel posto Acchi: laggiù Docchi: quale via?

+ KO (luogo) Koko: qui, questo posto Soko: lì, quel posto Asoko: laggiù, quel posto lì Doko: dove? + U (maniera) Kou: questo modo Sou: così, (veramente) Dou: come? in che modo? (che mi dici di...)

+ NATA (simile a -chira) Anata: tu, caro (moglie al marito) Donata: chi? (tipo al telefono “donata desu ka?”; più formale di “Dare”) + NNA (di questo tipo) Konna x: una x del genere (questa) Sonna x: una x del genere (quella) Anna x: una x del genere (quella lì) Donna x: x di che tipo?

+ NNA NI (versione avverbiale di +nna) Konna ni: così, in questo modo / Sonna ni: così tanto, in quel modo / Anna ni: fino a quel punto, così tanto / Donna ni: come..., quanto... Altri interrogativi oltre a dore, dochira, doko, dou: nan/nani, dare, itsu, nando, ikutsu, ikura (= dono gurai), naze, doushite, oikutsu (= nan sai), ikaga, dou yatte. Si aggiunge ad alcuni Ka, Mo e Demo per nuovi significati → (il tempo del verbo li può variare): • Dore-mo (entrambi, ognuno, tutti), dore-demo (qualsiasi). • Dochira-mo (entrambi, ognuno, tutti). • Doko-mo (d'appertutto), doko-ka (da qualche parte), doko-demo (da qualsiasi parte). • Dou-mo (grazie, molto, in qualche modo...), dou-ka (perfavore, in un modo o nell'altro), doudemo (in qualsiasi modo...). • Nani-mo (niente), nani-ka (qualcosa), nan-demo (a tutti i costi, ogni cosa). • Dare-mo (tutti, nessuno (col verbo negativo), dare-ka (qualcuno), dare-demo (qualsiasi). • Itsu-mo (sempre, mai (col verbo negativo), itsu-ka (qualche volta, un giorno), itsu-demo (a qualsiasi orario, tutte le volte, sempre, mai (col verbo negativo)). Itsu-mo-yori (più sel solito). • Nando-mo (per tante volte, spesso), nando-ka (molte volte), nando-demo (qualsiasi numero di volte). • Ikutsu-ka (alcuni, pochi). • Ikura-ka (un po', in parte, qualcosa). • Naze-ka (in qualche modo, per qualche motivo, senza sapere perché). • Doushite-mo (a tutti i costi, non importa cosa, dopotutto). Particelle possono essere aggiunte, a volte in mezzo → doko ni mo inai (non è da nessuna parte). Copula: • • • • •

Forma piana: Da, Datta, De / De wa (JA) nai, De wa nakatta, De wa nakute. Forma cortese: Desu, Deshita, deshite / De wa arimasen, De wa arimasen deshita. Nella lingua scritta o in situazioni particolari → Da = De aru. Quando “DA” è seguita dalla particella No (nominalizzatrice) o Noni diventa “NA”. Questo accade perchè Da è una Shuushikei (base finale) che va cambiata nella relativa Rentaikei. La volitiva (piana e cortese) è darou/deshou → si usa alla fine della frase (pure dopo un verbo) per dare un tono di supposizione, dubbio, futuro, preoccupazione, probabilità o domanda retorica.

NO DA (nel parlato colloquiale “No” diventa “N”): forma omettibile che nominalizza tutta la preposizione riportando non solo il fatto oggettivo, ma anche il giudizio del parlante • Carattere assertivo, il parlante indica come una preposizione è unita semanticamente ad altre → come causa-effetto, premessa-conseguenza. • Aggiunta di un'informazione, una spiegazione o il motivo di qualcosa. • Può avere valore di “richiesta di una conferma”/enfasi (spesso con altre particelle, es. + Yo). • “No desu ga” può addolcire il tono di una ragione o indicare una premessa. • In un'interrogativa è “no da” è obbligatorio quando la domanda è basata su quello che si è visto

• •

o si sta vedendo; non quando si vuole chiedere se l'azione del verbo sia vera o no, ma quando è corretta la supposizione fatta su dove, quando, perché, con chi... (spesso sottointende sorpresa, sospetto o rimprovero). Nella domanda con un interrogativo si usa supponendo che l'interlocutore conosca la risposta e si chiede solo di dirla, si implica “so che tu lo sai”.

Suru: fare → • Ni suru: valore di decisione. • (terzo anno) To shite → “come un...”, “in qualità di...”. • (To shite wa → “essendo un..”/“come una...”. To shite mo → “anche assumendo...”). • Rentaikei + koto ni suru: decidere di fare (V.Ta + koto ni suru: fare finta di aver fatto). • Rentaikei + you ni suru: fare in modo che. • Avere un malanno: nodo ga itakute, zutsuu ga suru (ho maldidenti per il maldigola). • Sentire con i 5 sensi: dareka no sakebu koe ga suru (si sente la voce urlante di qualcuno). • (terzo anno) “o shite iru” nel senso di “avere forma/colore/look”: kirei na koe o shite iru (avere una bella voce). Naru: diventare → • viene preceduto dalle particelle Ni o To. • Rentaikei + koto ni natta: è stato deciso che... (è qualcun altro, non importa da chi). • (Rentaikei + koto ni naru: ne consegue che..., se ne deduce che...). • Rentaikei (spesso un potenziale) + you ni natta: essere arrivati al punto di poter... Discorso diretto: riportato fra le virgolette + to iu/to omou (e affini verbi di comunicazione/opinione/sospetto) Discorso indiretto: senza virgolette + to iu/to omou/to itte iru/to omotte iru/(simili...) • Il discorso indiretto è in forma piana, generalmente si eliminano le eventuali particelle finali, si adatta la frase come in italiano ed eventuali imperativi e richieste generalmente si traspongono nell'imperativo più diretto (ro/e). • Usare to omotte iru/itte iru per la prima persona implica che lo si pensa/dice già da tempo. • Se il soggetto è la terza persona si usa “to itte iru”/“to omotte iru”. • (terzo anno) Le interrogative usano “Ka” seguito dal verbo (kiku, wakaranai, shitte iru?...) : Maria san ni itsu mata utau ka, kiita (ho chiesto a Maria quando avrebbe cantato di nuovo). La copula “DA” si deve omettere (come accadeva aggiungendo “ka mo shirenai”). • La frase interrogativa con “to omoimasu ka?” è rivolta alla seconda persona. TO IU → • A wa B to iu/to yobarete iru (A si chiama/è chiamato B). B to iu A (A che si chiama B). • X to iimasu (mi chiamo X). • … to iu (koto, hanashi, iken, kangae...) → il fatto che..., la notizia secondo la quale..., l'opinione che... • La versione colloquiale di “to iu” (o a volte anche solo di “to”) è “TTE”. • Ryuugaku to iu no (←kotoba) wa dou iu imi desu ka? (che significa ryuugaku?). Gaikoku de benkyou suru to iu imi desu (significa studiare all'estero). • Kore wa nan to yomu n desu ka? (questo come si legge?). Condizionali/congiuntivi/ipotesi → • -Passato(TA)RA: indica un'azione che precede quella nella principale. Generalmente è seguita da un'opinione, richiesta, volontà o congettura del parlante. Si può usare per “quando un evento sarà avvenuto”, “se per caso/se succedesse”, nelle espressioni di consiglio “-tara dou da?”. E' usato spesso (come nara) nel contesto specifico e personale che succede una sola volta. Spesso si può tradurre con “quando”. Watashi dattara... (se fossi io...). • Nara: esprime una proposizione condizionale su un evento considerando il caso in cui sia certo. Il soggetto di nara di solito è una prima o una seconda persona e la frase successiva generalmente esprime un giudizio, volontà, opinione. L'azione della principale può essere avvenuta sia prima

che dopo l'azione di nara. • Izenkei + BA: l'azione nella principale succede spesso dopo quella con -BA. -BA non ha tempo verbale, ma si può riferire anche al passato dove spesso indica un'azione abituale. Può essere utilizzato nelle frasi che esprimono fenomeni generali che si possono ripetere come conseguenze naturali o logiche. → (terzo anno) “...wa, … -nakereba, ...-nai” (a meno che... non puoi...): kono eiga, tokubetsu na kippu ga nakereba, mirarenai (questo film, a meno che non hai un biglietto speciale, non lo puoi vedere). Gaikoku ryokou wa, nagai yasumi de nakereba (verbo essere), dekinai. • TO: è seguito da una conseguenza naturale o logica, a volte anche abituale (ma più oggettivo di -BA). Spesso è tradotto più con “quando” che con “se”. I verbi sono al presente. - Kono hon o yondara kashite agemasu (quando avrò finito di leggere questo libro te lo presterò). - Kono hon o yomu nara kashite agemasu (se vuoi leggere questo libro te lo presterò). - Switch o hinereba radio ga tsuku (se giri la manopola la radio si accende). - Switch o hinereba radio ga tsuita (se avessi girato la manopola la radio si sarebbe accesa). - Switch o hinettara radio ga tsuita (quando girai la manopola la radio si accese). Ipotesi vera e propria → quando le espressioni in ba, nara, tara e to vengono precedute da avverbi come moshi (se) si traducono con "se" (Es. con -BA: moshi ie ni ireba... se sta a casa.... Con tara: se per caso non venisse, cosa farai?. Con nara: se vai anche in India, comprami un regalo. Con to: se per caso si rompe il vetro, ti farai male). Ipotesi irreale → con -BA: motto yasukereba, ano dress o kau noni (se fosse meno caro, comprerei quel vestito). Con tara: se tutti avessero lavorato meglio, avremmo finito prima. Con nara: se non fosse domani, potrei andare alla riunione. Si può esprimere anche un semplice desiderio o una vaga speranza realizzabili solo con l'intervento esterno (vorrei.../sarebbe bello se...): Italia e iketara ii noni. Ashita ii tenki nara ii n desu ga. Espressioni di consiglio → con i suddetti + ii (va bene) o ikenai o dame da (non va bene) con diverse sfumature a seconda: - Koko ni namae o kakeba ii → consiglio. Una volta svolta l'azione si è finito, basta quello. - Kaku nara ii → se almeno fai questo a me va bene/accetto. - Kaku to ii. Kaitara ii. Hino e wa dou ittara ii deshou ka? → semplici consigli. Tara si può usare anche nell'interrogativa o negativa: "-tara dou desu ka?" (perché non fai...?); "-tara ikenai / -tara dame da" (non va bene se fai...). Comparazione → • Milano wa Roma yori samui. • Chikatetsu no hou ga basu yori hayai. • Nihongo dewa bunpou ga ichiban muzukashii. • (terzo anno) Espressioni come “nihon no ichiban...” si possono abbreviare in “nihon-ichi...”: Fuji-san wa nihon-ichi takai yama da (il monte Fuji è la montagna più alta del Giappone). Consiglio (è meglio fare/non fare...) → • Hayaku neta hou ga ii desu yo. • Hayaku nenai hou ga ii desu yo. Preferenza → • B yori A no hou ga suki da (mi piace più A di B). Suki indica un piacere durevole (come Kirai il contrario). • Dire “suki datta” implica che adesso non è più vero, quindi, per una preferenza momentanea, si utilizza “yokatta, omoshirokatta, ki ni itta”: watashi wa kono eiga ga ki ni itta. Aggettivi → • In “i”: già coniugati, desu si aggiunge solo per rendere la forma cortese. Nel coniugarlo la “i” diventa “ku”. Lasciarlo nella forma in -ku crea l'avverbio. Si legano ad altri aggettivi con la forma in TE (terzo anno → oppure semplicemente con la forma abbreviata in -ku). Esistono tre suffissi al posto della “i” che possono modificare l'aggettivo: -SA (quantifica, misurabile), -MI (quantifica, qualità astratta). -GE (sensanzione).



In “na”: hanno bisogno della copula. Si legano ai sostantivi con Na e ad altri aggettivi con la forma in TE della copula (De). L'avverbio si crea aggiungendo Ni. • Aggettivo in forma avverbiale + naru indica il diventare in quel modo. • (terzo anno) Aggettivo in forma avverbiale + suru indica il rendere in quel modo. Suto-bu (stufa) o tsukete, heya o atatakaku shimasu. Dare → S wa N ni O o ageru/kureru/yaru Ageru Io a uchi/soto Uchi a uchi/soto Soto a soto Kureru

Soto a io/uchi

Yaru

Uchi a io

Dare ad un inferiore o un animale La versione umile di ageru è “Sasshiageru”: S (io o uchi), N (soto, superiore). La versione onorifica di kureru è “Kudasaru”: S (soto, superiore), N (io o uchi).

Ricevere → S wa N ni O o morau Morau Io da uchi/soto

Uchi da uchi/soto

Soto da soto

La versione umile di morau è “Itadaku”: S riceve qualcosa da un superiore N. Questi verbi possono essere preceduti dalla forma in TE dei verbi quando qualcuno fa o riceve un beneficio, sia tangibile che non, da un'altra persona. I soggetti spesso si possono omettere perché chiari. Haisha san wa watashi no ha o naoshite kureta. Watashi wa haisha san ni ha o naoshite moratta. Numeri cardinali → serie cinese e giapponese. Ordinali: si creano aggiungendo alla serie cinese uno o più di questi prefissi/suffissi: dai-, -ban, -me. Contatori → tsu, ban, sai, ji, fun, satsu, kai, shuukan, nen, dai, hon, mai, do, nensei, soku, nin... (altri). Numeri di telefono → con serie cinese, prefisso seguito da No. Orario (serie cinese con i contatori -ji e -fun, più i vari cambiamenti fonetici). Gogo/gozen. Giorni della settimana (-youbi). Calendario → si aggiunge il contatore di giorno “-Ka” → Es. mikka = “il terzo del mese” o “tre giorni”. Fino a 10 si utilizza la serie giapponese (con cambiamenti fonetici), poi la cinese col suffisso “-Nichi”. Il primo del mese si dice Tsuitachi (“un giorno” invece Ichinichi), il venti del mese Hatsuka. Altro:

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Nazionalità: -jin, no kata. Vestirsi (kiku, kakeru, motsu, kaburu, haku). Prefissi: mai- (ogni); rai- (prossimo); sen- (scorso); kon- (questo); ma- (rafforzativo, vero). (terzo anno) Suffissi: -sha (mestiere) → gijutsu (tecnologia) + sha → gijutsu-sha (ingegnere); -teki (aggettivazione (in “na”)) → kisoku (legge, regola) + teki → kisoku-teki (sistematico); -hi (spesa → gaku-hi, spese di studio); -chin (noleggio → ya-chin; affitto); -dai (costo → heyadai, costo/affitto della stanza); -ryou (tassa; jugyou-ryou, tasse scolastiche). Sostantivi di posizione nello spazio: di solito nella forma “luogo no S (ni/de)” : mae, ushiro, ue, shita, yoko, tonari, aida, chikaku, soba, mawari, migi, hidari, hen, hoka, kawari, soto, mukou, aida, naka (dentro; la lettura on chuu è un suffisso che intende “durante” mentre la lettura on juu è un suffisso che intende “attraverso”). Sostantivi temporali → asa, ban, kyou, ashita, asatte, ototoi, kinou, kesa, hiru, ima, kyonen, saki (sakki), ato (la lettura on “go” evidenzia “da lì a più tardi”), yuugata, yuube... Dare indicazioni (massugu, -gawa, kado...). Sostantivi dei familiari.

Terzo anno (altro) KEIGO (le relazioni di superiorità variano a seconda della situazione e dell'interlocutore) Sonkeigo (forma onorifica) Kenjougo (forma umile) Quando chi parla vuole/deve esprimere rispetto verso chi Chi parla esprime rispetto degradandosi (quindi gli è superiore. è sempre la prima persona/uchi). I verbi che esprimono l'azione o lo stato della persona rispettata: O + V.Ren'youkei + ni narimasu GO + V.sost.cinese + nasaimasu → go-anshin nasaimasu

I verbi riferiti alla prima persona/uchi che mostra rispetto verso un'altra persona: O + V.Ren'youkei + shimasu GO + V.sost.cinese + itashimasu

Si può rendere l'onorifico anche col passivo, ma solo quando non crea confusione fra le forme: Kinou no kaigi (meeting) ni deraremashita ka?

Mi chiamo... To iimasu → To moushimasu X to moushimasu.

La richiesta: O + V.Ren'youkei + kudasai → o-machi-kudasai. GO + V.sost.cinese + kudasai → go-chuui kudasai.

Io/uchi umile do ad una persona che rispetto: Al posto di ageru si usa Sasshiageru. Hon o sashiagemasu. Io/uchi umile rivevo qualcosa da una “: Al posto di morau si usa Itadaku. Sensei ni nihongo o oshiete itadakimashita. “V.causativo in forma in Te + itadakimasu” (“lasci che mi permetta di...): ashita wa yasumasete itadakimasu (mi permetta di riposare/prendermi una vancanza domani).

Un superiore da ad un inferiore: Al posto di kureru si usa Kudasaru. Otousama ga kono kamera o kudasaimashita. Sensei ga setsumei shite kudasaimashita. Gli aggettivi riferiti al superiore: O + aggettivo → sensei wa karate ga o-suki desu. •



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Esempi: O-kari shita zasshi o o-kaeshi shimasu. Arigatou gozaimashita (le restituisco la rivista che mi ha prestato. La ringrazio). A, sore wa kaeshite itadakanakute kekkou desu. Sashiagemasu (ah, quella va bene anche anche se non me la restituisce. Gliela regalo). Shujin o kukou e mukae ni itte kudasaru sou desu ne (ho sentito che lei andrà a prendere mio marito all'aereoporto). Hai, watakushi ga o-mukae ni mairumasu (sì andrò a prenderlo io). Nella forma umile si tende ad evitare “V.Te + sashiageru” (può suonare come “le sto facendo un favore”). Quindi per esempio invece di “ocha o irete sashiagemasu” si usa la forma umile normale “ocha o o-ire shimasu” (“le faccio un the”). I prefissi O- (+kun yomi) e GO- (+on yomi) rendono onorifici gli elementi a cui sono apposti. Utilizzare parole del registro elevato ed espressioni più cortesi. Es. al posto di ii/yoi usare yoroshii.

Alcuni verbi hanno la loro forma onorifica e umile che viene usata al posto delle forme verbali suscritte: Verbi Sonkeigo Kenjougo Desu

de irassharu

(de gozaru)

Taberu Nomu

meshiagaru

itadaku

Miru

go-ran ni naru

haiken suru

Iu

ossharu

mousu, moushiageru

Suru

nasaru

itasu

Iru

irassharu, oide ni naru

oru

Kuru Iku

irassharu, oide ni naru

mairu

Shitte iru

go-zonji da

Neru

o-yasumi ni naru

Kureru

kudasaru

Ageru

sashiageru

Morau

itadaku

Au (incontrare)

o-me ni kakaru

Kiku (shitsumon suru) (o-taku e) iku

ukagau (o-taku e) ukagau

Kudasaru, ossharu, nasaru e gozaru in Ren'youkei fanno rispettivamente kudasai-, osshai-, nasai-, gozai-. Terzo anno (altre forme) Così come: Rentaikei + toori (ni) / N + no toori (ni) → terebi de mita toori ni ryouri shite mita. Sensei no iu toori ni shinasai (fai come dice l'insegnante). Proprio come: (Choudo (esattamente)) N ni ataru (corrispondere) → seiyou de wa, hachi-gatsu wa choudo kekkonshiki no ooi jiki ni ataru (nei paesi occidentali, agosto corrisponde esattamente alla stagione con un gran numero di cerimonie nuziali). Chuugoku ni wa, nihongo no joshi ni ataru mono ga nai (nel cinese non ci sono elementi che corrispondono alle particelle del giapponese). Se paragonato a/paragonando: to kuraberu to / to kurabete → sengetsu to kuraberu to, kono goro wa daibu atatakakunatta (se si paragonato al mese scorso, questo periodo si è fatto abbastanza mite). • Ni kurabete → “paragonato a”. A seconda di: N ni yotte (chigau) → hana no hiraku hi wa chihou ni yotte chigau (il giorno in cui i fiori si aprono è diverso a seconda della località). Hito ni yotte kangae-kata ga iro iro da (a seconda della persona ci sono vari modi di pensare). Verificare: kaigi wa (tashika) san-ji han kara deshita ne (la riunione è/era alle 3 e mezza vero?). Tashika → di certo, se non mi sbaglio, se ricordo bene. Se: Amari... –to: amari takusan taberu to, onaka ga itaku narimasu yo (se mangi tanto avrai maldipancia). Inoltre: Sono ue / -ue ni → kyou wa ame ga futte iru. Sono ue, kaze mo fuite iru / Kyou wa ame ga futte iru ue ni, kaze mo fuite iru. Kono hen wa shizuka na ue ni, keshiki mo kirei de, sumu no ni ii tokoro da. Ma/tuttavia: Tokoro ga → purezento o moratta no de, sugu akete mita. Tokoro ga, naka ni nanimo haitte inakatta (poiché ho ricevuto un regalo ho provato ad aprirlo subito. Tuttavia, all'interno non c'era niente). Per lo più → • Hotondo (quasi tutti): watashi no shougakkou de wa, hotondo no sensei wa josei datta. • Daitai (una buona parte): setsumei o kiite, daitai no koto wa wakatta. • Takusan (molti): su-pa- ni wa takusan no shinamono ga oite (posizionare/mettere) aru. • Taitei (di solito/in genere): taitei no ie de reizouko ga tsukawarete iru. - Zuibun (molto/tanto/estremamente), daibu (abbastanza). Solamente: Tatta → kono ringo wa yasui. Mittsu de tatta 200 en da (queste mele sono economiche. Tre sono solo 200 yen). Kyou wa tatta 500 en shika motte inai (oggi ho nient'altro che 500 yen). Pieno/tanto: N de ippai / N ippai (ni)... → kono densha wa hito de ippai da (questo treno è pieno di persone). Tansu no naka wa youfuku de ippai ni natte iru (l'interno dei cassetti è rimpieto di vestiti occidentali). Niwa ippai ni, hana o ueta (per tutto il giardino sono spuntati i fiori). Niwa ni ippai hana o ueta (nel giardino sono spuntati tanti fiori). Ueno kouen wa pinku no hana de ippai ni naru (il parco di Ueno si riempirà di fiori rosa). … No wa, … Koto: quello che... è... → Ishida san no komaru no wa, itsumo chikoku suru koto da (quello che preoccupa Ishida è di arrivare sempre in ritardo).

… Ten wa, ...Koto: un punto è che → jitensha ni benri na ten wa, semai michi demo hashireru koto da. … No wa, (-te kara) da: il fatto... è dopo/è → nihon de sake o nonde mo ii no wa, 20-sai ni natte kara da (il poter bere sake in Giappone è dopo aver compiuto 20 anni). Watashi ga hajimete Fuji-san o mita no wa, shinkansen de Kyouto e iku tochuu datta (la prima volta che ho visto il monte Fuji, stavo andando a Kyouto con lo shinkasen). (… to iu) shinpai (kiken) ga aru/dete kuru: c'è la preoccupazione (il pericolo) → ame no hi ni unten suru to, jiko o okosu shinpai ga aru (guidando nei giorni di pioggia c'è la preoccupazione che capitano incindenti). Taifuu ga kono chihou (area) ni kuru to iu shinpai ga dete kita. Più fai una cosa più...: • “Agg” nara “lo stesso di prima al presente” hodo → Koe wa kirei nara kirei na hodo ii desu (più la voce è bella meglio è). • “V.Izenkei+ba” “verbo di prima al presente” hodo → Kangaereba kangaeru hodo wakaranai (più ci penso più non capisco). Kono ishi migakeba migaku hodo kirei ni naru (migaku:lucidare). Forma implicita → (non è mai “ni no”, ma e no) • N made no N: kore wa Kyouto made no shinkasen no kippu desu. • N kara no N: saikin wa gaikoku kara no tegami ga fuete (aumentare) kita. • N e no N: shourai wa tsuki e no ryokou ga genjitsu (reale) no mono ni naru ka mo shirenai (in futuro i viaggi sulla luna potrebbero diventare realtà). • N to no N: gaikoku to no nagai sensou ga owatta (la lunga battaglia col paese straniero è finita). • N de no N: daigaku de no benkyou ga mou-sugu hajimaru (lo studio all'uni comincerà a breve). – GA: ani ga ryokou suru → ani no ryokou. – O: kanji o benkyou suru → kanji no benkyou. Kanojo o ai suru → kanojo e no ai. – NI: haha ni purezento o suru → haha e no purezento. Daidokoro ni isu ga aru → daidokoro no isu. -TO... → • -To iu koto da (la cosa/la notizia) → nyu-su ni yoru to, kotoshi no fuyu wa amari samuku naranai to iu koto da (stando alle news, l'inverno di quest'anno non sarà molto freddo). Mae ni hon de yonda no da ga, katai conkuri-to no ue de bakari asobu no wa, kodomo-tachi no ashi ni yokunai to iu koto da (l'ho letto una volta su un libro, che il giocare solamente sopra il cemento armato non fa bene ai piedi/gambe dei bambini). • -To no koto da (dice/dicono) → ani no tegami de wa, kotoshi no o-bon no yasumi ni inaka ni kaeru to no koto da (nella lettera di mio fratello dice che nelle vacanze dello Obon di quest'anno ritornerà in campagna). • -To iwarete iru (si di che) → nihon de wa, juku ni ikanakereba, ii daigaku ni hairenai to iwarete iru ga, hontou darou ka (si dice che in Giappone se non si va ai doposcuola privati non si potrà entrare in delle buone università, ma sarà vero?). Prova, dimostrazione, testimonianza, evidenza + Ni: come → • Kaimono o tetsudatte kureta no de, o-rei ni hana o ageta (per avermi aiutata con la spesa le ho regalo dei fiori come ringraziamento). • “Kinen ni issho ni shashin o torimashou” (“facciamoci una foto insieme come ricordo”). • Okane o uketotta shouko ni sain o shita (ho firmato come prova che ho ricevuto il denaro). Altro (alcune regole dalle fotocopie dei kanji): – N + O + Rei ni: prende N come esempio. – Nari ni: adatto, proprio di (usato per opinioni). – Ren'youkei + ni sezu: non basta, senza limitarsi a. – Wake... nai: non significa (necessariamente) che.

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