Geografia
April 27, 2017 | Author: Andrea9921 | Category: N/A
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GEOGRAFIA Letteralmente la parola geografia significa scrittura della terra e nasce come una scienza descrittiva che si occupa principalmente di luoghi e ambiente in generale. Ne esistono diverse tipologie: - geografia classica (descrizione e misurazione) - geografia umana (culturale, urbana e politica) - geografia economica (produzione umana) - geografia fisica Tutte queste tipologie si occupano di spazio, ovvero di tutto ciò che ci sta attorno, esso serve a dare una posizione fisica ad oggetti, strutture o elementi naturali (nelle carte attraverso le coordinate geografiche). A ridosso del '900 la geografia muta e passa dall'essere solo geografia classica, ovvero descrizione e misurazione di luoghi e ambienti ad essere umana, economica, fisica ecc. Spazio e geografia Il problema principale della geografia è la rappresentazione dello spazio; tale rappresentazione viene attuata attraverso le carte geografiche o mappe. Un altro problema è la questione delle relazioni spaziali, ovvero la localizzazione di oggetti e di fenomeni nello spazio. Esiste una sorta di relatività che riguarda la geografia: di fatto viene considerata una scienza oggettiva, ma da un certo punto di vista può essere ritenuta anche soggettiva, parlando ad esempio di distanze -> 10 km sono pochi o tanti? Bisogna allora porre dei modelli spaziali, per comunicare in maniera consona e uguale, delle misure, a tutti. Vi sono diversi modelli spaziali: -modello di Von Thunen (Deutschland) (1783-1850), attuato in ambito agricolo (fine 700). Egli voleva esprimere come in agricoltura fosse possibile la costruzione di campi agricoli per ottimizzare costi e livello di produzione. - modello della "localizzazione industriale" di Alfred Weber, utilizzato per localizzare il settore industriale. esso si riduce a 3 fattori: trasporti, manodopera e agglomerazione. Detroit (USA) si è sviluppata così. -modello di Christaller-Losch: lo spazio urbano e il suo sviluppo ( superficie, produzione..) Qualsiasi tipo di modello spaziale ha dei limiti, a partire dal generale presupposto di considerare sempre lo spazio e l'ambiente in condizioni ottimali, se non perfette che
nella realtà sono inesistenti. NATURA E DETERMINISMO Ratzel (1844-1904), geografo tedesco, teorizzò il determinismo geografico, ovvero la caratterizzazione dell'individuo a seconda del luogo da cui proviene (influenza dello spazio da cui l'essere è circondato), si dice spesso che chi abita a Nord, in località soggette a temperature rigide, abbia un carattere freddo e distaccato. si parla di antropogeografia (Anthropogeographie 1882-1891) . movimenti dell'uomo e dipendenza dal territorio . influenza della natura sugli individui e sui popoli . limiti del concetto SPAZIO E SVILUPPO - Il Nord e il Sud del mondo: sviluppo e sottosviluppo -la teoria degli stadi di sviluppo di Rostow (1916-2003) -limiti e critiche della teoria di Rostow - Nord e Sud - centro e periferia - la teoria della dipendenza e la relazione centro- periferia Le varie dinamiche di sviluppo differenziano le tipologie di stato. Storicamente i paesi a Nord del mondo sono dominanti, avendo un elevato livello di sviluppo interno, che ha permesso loro anche l'affermazione in campo coloniale. Secondo Rostow esistono diverse fasi nello sviluppo di una società ( rurale, industriale, sviluppo del terziario). tale teoria è molto discutibile, poiché è basata principalmente su studi effettuati sui paesi occidentali (stati uniti). Oggi come oggi però gli USA potrebbero saltare la seconda fase e giungere direttamente alla terza. Si parla poi spesso di netta separazione e distinzione fra centro e periferia. Il centro richiama, attrae, monopolizza e domina la scena. Nell'ottica mondiale questo rapporto è paragonabile a quello nord-sud, anche se la realtà è ben diversa (la periferia è la sede reale della produzione), mentre il centro è solitamente la sede culturale di una città. Nasce da qui la teoria delle dipendenze, negli anni 50 del '900. Studiata da scienziati brasiliani, per spiegare il ristagno economico del Sud America; le cause di tale ristagno sono dovute a fattori interni, ma soprattutto a quelli esterni -> esigenze economichee industriali (materie prime, prodotti nazionali..) di nazioni limitrofe e non, che limitano lo sviluppo del paese preso in causa, occupando a pieno tempi e spazi di sviluppo.
RAPPRESENTARE LO SPAZIO La Trahison des images ( il tradimento delle immagini) Ciò che viene riportato su una carta geografica è sempre una rappresentazione, con o
senza distorsioni, della realtà, un'immagine o una proiezione. Le carte spesso comportano delle distorsioni, anche e soprattutto per ragioni ideologiche. Esistono molti generi differenti di carte geografiche; alcune rappresentano la situazione fisica, altre quella politica, altre ancora lo sviluppo industriale o l'uso delle risorse idriche. Le carte geografiche dell'epoca coloniale presentano delle distorsioni dal punto di vista ideologico; ad esempio l'Europa veniva disegnata in maniera tale, da sembrare molto più vasta e grande dell'Africa. Lezione 26-02 Abbiamo visto come la geografia serve per rappresentare lo spazio e come la geografia tenda a ridurre la realtà attraverso lavori spaziali. L uomo per noi è al centro del discorso. Cosa si intende per territorio? Sappiamo che gli animali fanno il loro terriorio. Quando l uomo si confronta con lo spazio, quello che ne viene fuori è proprio il territorio. Territorio è uno spazio posseduto e un francese ci dice che il territorio è uno spazio con dei limiti, con dei confini. Abbiamo due definizioni di territorio, di cui la prima secondo De Matteis: 1- un territorio non è una semplice area geografica, non è una cosa, ma un insieme di relazioni. Non ci da la definizione di territorio, non ci dice cosa è ma ci dice cosa non è. Non ci dice chi è in gioco e quali relazioni ci sono. È una definizione degli anni 60. Abbiamo poi la seconda definizione del 2010 però di Magnaghi: 2- Il territorio non esiste in natura, esso è l esito dinamico e stratificato di consecutivi cicli di civilizzazione, un complesso sistema di relazioni fra comunità insediate e le loro culture e ambiente di cui il paesaggio antropizzato costituisce l esito sensibile. Il territorio è un soggetto vivente ad alta complessitá composto la luoghi o regioni dotate di identità, carattere, struttura. Cosa ci dice qua rispetto a De Matteis? Inserisce innanzitutto la componente temporale, che è diversa da quella spaziale perché lo spazio è preesistente lo spazio è già dato. Quello che manca nella definizione di De Matteis è presente nella seconda. Il territorio è un paesaggio quindi antropizzato, un paesaggio è quello che abbiamo davanti agli occhi e questo è il risultato della relazione uomo ambiente. È l incontro tra le culture e la natura. Dalle culture nel senso anche della storia. C è una terza definizione ed è una delle più accreditate, ed è del 1981. Questa definizione è di un geopolitico francese di nome Rafastail. La geopolitica è quella materia che studia le relazioni tra i vari territori, tra i vari enti. Ci dice ''il territorio è generato a partire dallo spazio. È il risultato di un azione condotta dell attore sintagmatico a qualsiasi livello appropriandosi completamente della
rappresentazione dello spazio.'' Ci dice quindi che il territorio è generato dallo spazio, deriva da esso. Cosa vuol dire sintagmatico? È un concetto creato dall autore. Quando un individuo crea territorio a qualsiasi livello diventa attore sintagmatico. A qualsiasi livello vuol dire che si può fare territorio a qualsiasi scala: territoriale, familiare, cittadina fino ad arrivare a scala globale. Non pensiamo che gli attori sono solo individui, possono benissimo essere anche un impresa, un paese, uno stato. Quando gli stati vogliono conquistare risorse di altri stati cercano di conquistare territorio. Cosa viene fuori? Che per definire il territorio noi parliamo di uomo e ambiente. L uomo crea territorio, l individuo in quanto società lo crea. Vediamo come li creiamo. Rafaisteil ha lavorato tantissimo oer cercare quali sono gli elementi di partenza e le dinamiche in gioco. Vediamo la territorializzazione, ovvero il processo di costruzione del territorio attraverso relazioni sociali rilevanti a livello spaziale, gli elementi in gioco (attori), strategie e mediatori. Gli attori abbiamo detto che può essere una famiglia, uno stato, una regione. Quando parliamo di strategie, gli attori devono raggiungere degli scopi, devono attuare delle strategie che dipendono da certi elementi, i mediatori. Cos è una stegia? Mettiamo che l Italia vuole attuare una politica di salvaguardia dell agricoltura italiana, salvaguardia sia dell agricoltura in quanto risorsa alimentare, sia in quanto risorsa di estetica perché l agricoltura è un patrimonio, ha un valore in se estetico. L italia vuole attuare questa politica e quindi coss fa? Finanziamenti all agricoltura, sussidio agli agricoltori, creare un quadro legislativo adatto a tutto questo. Gli attori in tutto questo sono lo stato, gli agricoltori e chi riceve la strategia. Abbiamo poi i mediatori, elementi di cui dispongo per attuare la strategia, le informazioni. Quando noi abbiamo un obiettivo e lo vogliamo raggiungere, lo facciamo tramite le informazioni che abbiamo. Ci sono due tipi di informazione: funzionale e regolatrice. È funzionale quando serve a raggiungere lo scopo nell immediato: io contadino so che se semimo in un determinato periodo dell anno ottengo una resa maggiore e allora farò cosi. La seconda ci permette di replicare quello che vogliamo raggiungere. Noi abbiamo uno scop, abbiamo un progetto e pensiamo al futuro, non pensiamo di realizzarlo ora. Per fare questo appunto abbiamo bisogno di informazioni regolatrici. Esempio: pensiamo al disastro di Katrina del 2005. Abbiamo la città allagata, argini che si rompono e un sacco di morti. Si sapeva benissimo che gli argini non avrebbero retto e non soo intervenuti e il risultato è quello visto. L informazione regolatrice quindi che ci permette di portare avanti il nostro progetto è che gli argini non reggono e su questo si fa il progetto. Questi sono gli elementi che sono in gioco secondo Rafaistel. Abbiamo visto chi è in gioco, Rafaistel poi aggiunge due termini nuovi: viteritorializzazione e riteriterializzazione. Cosa vuol dire? Innanzitutto ricostruire il territorio, cioè ricostruire il territorio su uno già esistente attraverso cambiamenti sociale che portano a delle modifiche del terrirorio. In seguito l uomo attraverso tutti i precedenti di mediatori, strategie rifà il territorio dandogli una forma, uno scopo. Questo procedimento però lo facciamo su un territorio che esiste già. Questo discorso non si
può fare per lo spazio perché lo spazio è quello che ci è dato, il territorio lo costruiamo noi. Vediamo il passaggio dal fodismo al post fodismo. Cosa vuol dire? Il fodismo è il sistema produttivo che tente a massimizzare tutti i risultati, il lavoratore è un lavoratore stanardizzato, il prodotto è standardizzato, produzione di massa. Il tutto comporta lo sviluppo di un paese di un certo tipo e il lavoratore di un certo tipo. Quindi capiamo che è un duscorso che interessa un intera regione. Passare da fodismo a post fodismo interessa lo stato e la società. In questo caso si incide sul territorio. Pensiamo alla Cina come sta cambiando, come sta cambiando il territorio cinese. Ci sono due scale: locale e globale. L individuo si può considerare attore di un territorio come cittadino ma anche attore globale, che interessa tutto il pianeta. Questo è tutto il processo che porta l uomo a fare territorio. Il territorio quindi è la relazione tra l uomo e l ambiente. Ma come fa l uomo quindi a fare territorio? Vediamo quindi la territorializzazione, un processo che secondo un geologo, Turco, è diviso in tre fasi. Denominazione, reificazione e strutturazione. Denominazione è la presa simbolica el territorio da parte dell attore in questione. Io per fare territorio e quimdi per attuare la territorializzazione devo farlo in primo luogo a livello simbolico, a livello astratto. Qual è dunque la prima cosa da fare? Dare un nome cosicché si possa riconoscere, trasmettere e comunicare l oggetto in questione. Dobbiamo dargli un nome, una forma astratta. Secondo Turco questo è il primo passaggio. Abbiamo quindi una serie di denominazioni: - diretta: la denominazione è immediata (guardiamo il Monte Bianco e lo disegnamo come un triangolo bianco per la neve); - riflessa: riprende il nome, l attributo dell oggetto in questione (Ponte Longo) - simbolica: ci vuole riprendere qualcosa di simbolico (Los Angeles dal suo nome città degli angeli e quindi della bontà, Brasilia è nata proprio per far capitale al Brasile); - performativa: nomi che derivano da una scelta collettiva, quando una comunità decide insieme che nome dare ad una determinata cosa. Questa è la prima fase secondo Turco che serve per fare terrotorio e quindi territorializzazione. Vediamo la seconda fase, la reificazione. Vuol dire che una volta che ci siamo appropriati politicamente della superfici, del erritorio, dobbiamo edificarlo con case, servizi, industrie e dare quindi una forma attraverso strutture fisiche. È la presa in possesso dello spazio. Terzo passaggio è la strutturazione. Dobbiamo interagire con tutto quello che abbiamo fatto. Io uomo, una volta che ho costruito, devo interagire. Devo dare un ordinamento, una forma intellettuale e non solo fisica. Creo un quadro di leggi sul quale la comunità si muove e tutto questo va a riflettersi sul territorio fisico. Questi sono due interpretazioni di due geografi uno francese e uno italiano di come l uomo fa territorio. Non c è n è una giusta o sbagliata, esistono solo interpretazioni.
Una volta che abbiamo costruito il territorio va organizzato perché se no non ha utilità. Cosa vuol dire organizzare un territorio? Facciamo un discorso sull agricoltura. L agricoltura a tetti aperti la troviamo molto dappertutto nell europa occidentale e la caratteristica di questo tipo di agricoltura è quella che i campi non sono separati tra di loro, non sono recintati. Tuttavia hanno la stessa proprietà e questo perchè? Alla base c è il fatto che questi campi, questa forma di territorio nasce perché il terreno è poco fertile e quindi da una situazione di crisi come faccio a risolverla? Chiedo aiuto alla comunità, in quanto problemi comuni allora soluzioni comuni. Anche se ci sono due tipi di colture, il terreno è lo stesso e quindi si deve risolvere tutti insieme. Altro tipo di struttura è il Bucage, il campo qui è diviso e ognuno si fa i problemi suoi. Prima c era forza si collettività e qui no, probabilmente percheil terreno è più fertile. Infine abbiamo il paesaggio mediterraneo che troviamo in Liguria o Campania. Sono terrazzamenti agricoli: quando il terreno è troppo in pendenza si formano degli scalini dove gli scalini fatti in muretto a secco sono posti in modo per cui la pendenza non sia più un problema per la coltivazione. Ovviamente questo discorso lo possiamo fare anche per l industria, perché è composta ds persone fisiche. Si parla di polo industriale quando si parla di una regione, il distretto industriale è quell area della città in cui c è industria. Centro industriale invece è qualcosa di più grande. Abbiamo visto come facciamo territorio attraverso i processi e gli elementi. Abbiamo visto gli autori. È un discorso che si può quindi fare a scale da quella locale a quella mondiale. Bisogna darsi un quadro di regole quando si fa un ambiente perché bisogna avere un sfondamento su cui muoversi. Mancano però le basi politiche. Abbiamo una definizione: ''La governance, individua l esercizio dell attività politica, edonomica, ed amministrativa nella gestione degli affari di un paese ad ogni livello. Comprende complessi meccanismi, processi ed istituzioni attraverso le quali i cittadini e i gruppi articolano i loro interessi, mediano le differenze ed esercitano i loro diritti e obblighi legali. Per questo esso include lo Stato e le sue articolazioni periferiche, nonché le istituzioni locali.'' Cosa vuol dire? Che quando parliamo di governance parliamo di sovranità. La sovranità è il diritto di una comunità a spesercitare una forma di controllo e di scelta in base ai suoi interessi sul suo territorio. Esempio di sovranità: significa che io, popolo, decido cosa fare senza essere soggetto alle leggi dei mercati globali. Questo succede soprattutto nei paesi poveri in cui la gente decide di vendere i propri prodotti al mercato. Si può anche riacquistare una sovranità persa riprendendo il controllo del territorio. Tutto quello che ruota intorno all interesse dell individuo e della societa in questione fa parte della governance. Lo Stato è l entità piu importante con tutte le sue articolazioni, comuni, ecc.. La governance include il cittadino, il pubblico e anche il suo interesse. Uno scenziato francese dice che la società civile è protagonista di tutto. Ci dice che la governance implica il costruire un consenso organizzato che include diversi attori per
ottenere obbiettivi comuni che interesssano la comunità. Il ruolo dei singoli attori in questione qual è? Qual è il contributo che questi attori possono dare alla causa, al discorso? Infine ci dice che bisogna progettate non solo er il presente ma bisogna anche progettare in prospettiva. Questo è il centro del discorso della gestione del territorio. La governance territoriale agisce attraverso dei principi che stanno alla base dimtutto questo: quando c è da prendere una decisione, questa va presa al livello più basso possibile. Cosa significa cio? Che bisogna interrogare in primo luogo il quartiere, la città, la provincia fino ad arrivare allo Stato. Ma se possibile bisogna interrogare a livello più basso e quindi la società civile che conosce il problema, che sa quali sono le problematiche, le possibili soluzioni, gli attori in gioco. Qual è il problema fondamentale peró? La conscenza del problema vero e proprio. Lezione 27-02 Maltus e stato il primo che ci ha detto che le risorse naturali non sarebbero state infinite ma prima o poi sarebbero finite. Nel 1972 un comitato scientifico di NY pubblica un rapporto che ci dice che la pressione demografica e lo sviluppo industriale porteranno al collasso ecomomico perché l ambiente non riesce a supportare il nostro stile di vita. Questo è un po il quadro generale delle risorse naturali, di come utilizziamo l ambiente, di come sia quest ultimo qualcosa di finito. Di solito si sfrutta sempre per ricavarne qualcosa, ci sono persone nel sud america che sfruttano la natura in maniera piú delicata rispetto alla nostra, ma noi abbiamo bisogno delle risorse naturali. Purtroppo il sistema economico che abbiamo noi ci impone un uso eccessivo di queste fonti naturali. Il petrolio ad esempio è una delle risorse non rinnovabili maggiore. Vediamo che l arabia saudita, primo paese produttore di petroli, tra 70 anni finirà il suo petrolio. Bisogna trovare un alternativa. Non si vuole fare allarmismo, ma si vuole mettere in chiaro la situazione. La risorsa rinnovabile ha un ciclo di riproduzione, come il legno che ha bisogno di un certo periodo di tempo per rinmovarsi, invece altre non hanno proprio il tempo di farlo. Ad esempio lo sta diventando il legno della foresta amazzonica, in soli 40 anni la deforestazione è aumentata a dismisura. Un centro abitato come Rondonia, Brasile, che basa la sua economia sul verde, di certo non trova in questa soluzione una delle megliori per svilupparsi. Parlare di disastri ambientali incide tantissimo su di noi e su tutte le altre specie animali. Moltissime specie sono andate perse a causa di questi processi di disboscamento ma questo è inevitabile, pensiamo quindi a quante specie abbiamo perso! Il lago Powell a Las Vegas è diminuito tantissimo e le cause sono: primo perché l acqua viene prelevata per le cittadine vicine; secondo a causa del surriscaldamento globale. Il lago d Aral nell est è un caso particolare. Cosa è successo? Nel dopoguerra il regime sovietico impone un piano di cultura intensiva, soprattutto cotone in questo territorio
arido. Il lago è salato, non esce l acqua in quanto il lago non ha estuari. Cosa decide il governo? Di creare canali per far uscire l acqua per irrigare i campi di cotone nati da poco e tutto questo viene giustificato con l errorre della natura, perché noi abbiamo bisogno di acqua. Tutto è stato voluto, volevamo ridurre il lago ad una palude per creare terreno per fare il riso. Tutto quindi è voluto e cosa succede? Che nel 1982 si cessano attività di pesca nel lago per chi viveva di pesca, succede che per installare la coltivazione di riso si usano molti pesticidi e cosa succede d altro? Che tutto il vento porta la terra avvelenata nelle zone limitrofe e tutte le zone saranno cosi inabitabili e impraticabili dal punto di vista politico. Ci saranno problemi politici perché li c era una base militare che faceva esperimenti su armi chimiche. Ma perché la situazione è ancora cosi? Perchéin primis le coltivazioni di cotone vicine impiegano 5 volte il numero della manodopera rispetto alla manodopera del settore della pesca, e poi perché sono stati trovati giacimenti di gas e sono stati stipulati dei contratti privati tra aziende per usare il terreno e quindi usare il gas. Si puo porre rimedio a questa situazione ma non è economicamente vantaggioso e quindi non lo fanno. Questo per dire che i disastri naturali dipendono da fenomeni naturali e quindi che non dipendono da noi, ma noi non siamo attori passivi di tutto questo. Abbiamo parlato ieri di Katrina, evento evitabile perché si sapeva finissimo che gli argini non avrebbero tenuto ma economicamente non era vantaggioso. Quindi noi non siamo attori passivi della natura e pensare che la natura ci sovrasti o che noi abbiami il diritto di controllarla è sbagliato. È un rapporto che ci deve essere tra questi due elementi. Esiste un margine di prevedibilità sull avvenimento, possiamo in qualche modo prevedere che una cosa accada o no. Questo è il rischio: moltiplicazione tra la probabilità che una cosa avvenga per la vulnerabilità moltiplicato ancora per gli elementi a rischio. Un elemento è vulnerabile, fragile perché non l abbiamo rafforzato. In Giappone, paese soggetto a terremoti, la vulnerabilità degli edifici è bassa. Il calcolo di questi due elementu dá il rischio. L uomo non è quindi un elemento passivo. Una giornalista, Klein, pubblica un articolo chiamato Shok Economy in cui ci dice che i governi sfruttano i momenti di crisi politica. Fa un sacco di esempi e ci dice che poco dopo lo tsunami del 2006, il governo di Sri Lanka ha detto che ora quella terra diventerà terra di turismo dopo ciò che è successo. Ci dice inoltre che queste situazioni portano panico collettivo nella situazione e i governi questo panico lo usano per attuare certe politiche perché noi siamo fragili. Un altra volta, noi non siamo attori passivi. Per concludere il discorso ci sono tre parole chiave: previsione, prevenzione e educazione. Un francese, Serge Latouches, ci dice che lo sviluppo economico e la crescita economica non sono possibili perché abbiamo uno stile di vita sbagliato e allora ci dice che decrescere non e il contrario di crescere, ma significa di ridurre. Ridurre cosa? Ridurre le risorse ma il tutto e utopico perché noi siamo abituati a tutto ciò che abbiamo
e tornare indietro non si riuscirebbe. Noi creiamo questo discorso utopico. Il tutto dipende da noi, dalle nostre urgenze. Prevenire ed educare sono fondamentali. Desertificazione. Parleremo ora di degrado ambientale: tutti quei problemi relativi all ambiente che hanno origine dall uomo e che hanno il piu delle volte carattere locale. È difficile intervenire su larga scala, la desertificazione è un problema di tutto il pianeta, soprattutto in Africa. Si tratta della riduzione della copertura vegetale in favore del deserto. Porta sicuramente a molti problemi come anche la disabitazione nel deserto a causa dell avanzamento del deserto. Cosa comporta? Molti problemi. Cosa fa la gente del villaggio nel deserto? Si sposta in città per opportunità ecomomiche o di lavoro e questo vuol dire esodo della campagna e quindi il lavoro agricolo diminuisce. Si attuano allora piani di riforestazione. Lo scopo é quello di combattere la diforestazione impiantando specie autoctone per rinvigorire la vegetazione locale. Intorno a tutto questo c è un processo di educazione della gente del posto che ha una conoscenza e una sensibilità maggiore. Cos è l'erosione del suolo? Significa che vento e piogge e tutti altri agenti atmosferici erodono il terreno privandolo soprattutto in suoerficie dei sali minerali esseziali alla crescita dei prodotti e tutto questo impedisce tutta una serie di coltivazioni e di resa agricola. Come si contrasta questo processo? Tramite barriere anti erosive: barriere fatte di massi locali posizionati intorno alle curve di livello (curve immaginarie che seguono l andamento del terreno, curve seguite dall acqua). Questa è la pratica locale che era scomparsa nell ultimo secolo e ripresa poi negli ultimi 20 anni per contrastare questo problema. Queste barriere non servono a molto ma alcuni studi dicono che recentemente la cosa potrebbe aver funzionato. Siamo comunque in una zona dove le cose vengono passate oralmente e ora non esiste un perché la cosa sia stata abbandonata. Forse per questione di pesantezza di massi per cui è difficile fare le dighette. Altra soluziome potrebbe essere la fossa di compostaggio: fossa riempiti di rifiuti organici che aiutano a fertilizzzare il terreno ed è anche un bel metodo per smaltire rifiuti. I risultati sono che i fertilizzanti di questo tipo hanno aumentato ls resa dei prodotti agricoli. Vengono costruiti anche i forni migliorati sulla base di forni in solo legno. È importante per la cottura avere questo tipo di apparecchio ma ovviamente la legna serve, e ne serve molta e poi non era poi cosi conveniente fabbricare dei forni in legno datonche il legno brucia. Quindi questi forni vengono rimpiazzati da forni rivestiti in metallo, cosi da limitare il consumo della legna .
SPAZIO: ciò che ci sta attorno; la geografia lo rende organico e leggibile attraverso le carte geografiche. TERRITORIO: il termine deriva dallo spazio, è qualcosa che ha un confine. AMBIENTE: problematiche ambientali su scala globale. PAESAGGIO: segno sul territorio. LEZIONE 20/02/13 SPAZIO Quello che si offre a tutte le attività umane. Lo spazio è l’argomento principe dello studio della geografia; la geografia nasce come scienza per descrivere quello che c’è attorno. Si disinteressa all’uomo e si occupa solo dello spazio fisico; col passare dei secoli l’uomo ha bisogno di dare dei numeri a tutto ciò che ha attorno quindi inizia a fare delle misurazioni. Ciò sfocia nel nozionismo, semplice conoscenza di dati e termini senza avere conoscenza vera e precisa dell’argomento. La svolta che vede l’uomo al centro della disciplina avviene a metà del ‘900, quando si rifiuta l’idea che il territorio sia un prodotto fatto di semplici determinanti ma che anche l’uomo ne abbia a che vedere, che sia l’uomo a crearlo. C’è bisogno quindi di attingere a discipline come l’economia, sociologia, antropologia, fisica... E’ così che nascono i vari tipi di geografia: urbana, politica, fisica, economica, culturale... La geografia economica è un caso a parte: prassi vuole che non sia considerata come geografia umana. Essa si occupa delle dinamiche di produzione dando una valenza spaziale (come i territori hanno a che fare con la produzione). Queste geografie hanno in comune il fatto di lavorare sullo spazio; l’uomo infatti agisce sullo spazio. Uno dei principali problemi è quello di rappresentare lo spazio; si utilizzano quindi le carte geografiche. Lo spazio può servire a localizzare elementi o fenomeni, serve a dare una posizione (nelle carte attraverso le coordinate geografiche). Un oggetto nello spazio ha valore assoluto quando vi si fa riferimento con delle coordinate. Quando si paragonano due elementi nello spazio si ha il valore relativo. Essendo la geografia una scienza, essa ha bisogno di spiegare assiomi e teorie: questo avviene attraverso modelli (rappresentazioni che imitano caratteristiche e proprietà di un oggetto/fenomeno). In geografia i modelli principali sono: Modello di Von Thunen; siamo a fine ‘700 e lui aveva un appezzamento di terra ed osservandolo ha deciso di creare un modello per descrivere come impostare un campo agricolo per ottimizzare i costi (IMMAGINE nero: città, bianca: beni facilmente deperibili, verde: legno, giallo; beni meno deperibili, rosso: agricoltura) Modello della “localizzazione industriale” di Alfred Weber; siamo a fine ‘800 ed egli
cerca un modello per localizzare il settore delle industrie e lo fa in base a tre criteri, bisogna infatti ridurre tre fattori: i trasporti, il costo della manodopera, la agglomerazione (tanto più un’industria è vicino al centro urbano, tanto più sarà vantaggioso dal punto di vista economico) Modello di Christaller; serve a spiegare lo sviluppo di una città, di un centro urbano e cerca di spiegare i rapporti che questo centro urbano tende a creare con i centri vicini rapporti di gerarchia. Christaller dice che il centro urbano nel tempo REG21 (in realtà i modelli di per sé sono riduttivi, vanno sempre integrati con spiegazioni di tipo storico, sociale...) Quando l’uomo è stato messo al centro del discorso geografico (nel ‘900 avanzato) si è cercato di capire che relazione l’uomo avesse con l’ambiente circostante; Ratzel (geologo tedesco) sostenne che l’uomo fosse il prodotto dell’ambiente in cui nasce e in cui vive (teoria della “antropogeografia”). In primo luogo l’uomo si forma in base al clima in cui vive. Questa corrente è guidata da Vidal de La Blache. SPAZIO E SVILUPPO Lo sviluppo ha a che fare con lo spazio, le dinamiche dello sviluppo portano delle differenze tra i vari paesi; tendenzialmente si associa ai paesi del nord lo sviluppo e ai paesi del sud del sottosviluppo. Necessità dei paesi del nord di affermare la loro superiorità nei confronti degli altri paesi. - “Teoria degli stasi di sviluppo” in cui Rostow afferma che una società si sviluppa secondo tre fasi: situazione arcaica con popolazione agricola, industrializzazione economica, terziarizzazione. (la seconda fase può essere saltata) Quando ci si riferisce a Nord/Sud si tende a parlare di Centro e Periferia; il Centro rappresenterebbe il Nord, mentre la Periferia, che è profondamente legata al Nord, rappresenterebbe i paesi del sud. Da qui nasce la “teoria delle dipendenze”: nasce grazie a scienziati sudamericani negli anni ’50 per l’esigenza di spiegare il ristagno economico del Sud America. Questa teoria dice che le cause del restagno sono sia interne ma anche esterne perché questi paesi dipendono, a livello economico e produttivo, da paesi più sviluppati.
LA CARTOGRAFIA “La proiezione di Mercatore” nasce per scopi commerciali ma crea delle distorsioni, dà infatti maggiore rilievo ai paesi sviluppati (le carte hanno spesso anche significato ideologico). “La proiezione di Peters” riproduce esattamente le proporzioni della superficie dei paese, nasce come risposta alla carta di Mercatore.
“Carta popolazione mondiale”, ovviamente India e Cina sono rappresentate molto più grandi, è comunque una carta veritiera. “Carta uso dell’acqua”, “Carta insufficienza di cibo”. IL TERRITORIO Quando l’uomo si confronta con lo spazio, emerge il territorio. Il territorio non è una semplice area geografica, una pura entità materiale. Non è una cosa, ma un insieme di relazioni (Dematteis). Il territorio non esiste in natura: esso è un esito dinamico e stratificato di successivi cicli di civilizzazione; è un complesso sistema di relazioni fra comunità insediate (e loro culture) e ambiente, di cui il paesaggio antropizzato costituisce l’esito sensibile e l’identità percepibile. In questa accezione il territorio è un organismo vivente ad alta complessità, prodotta dall’incontro fra eventi culturali e natura, composto da luoghi (o regioni) dotate di identità, storia, carattere, struttura di lungo periodo (Magnaghi). Il territorio è generato a partire dallo spazio, è il risultato di un’azione condotta da un attore sintagmatico (attore che realizza un programma) a qualsiasi livello. Appropriandosi concretamente o astrattamente (per esempio, mediante la rappresentazione) di uno spazio, l’attore “territorializza” lo spazio (Raffestin). Gli elementi per definire il territorio sono: uomo e ambiente. LA TERRITORIALIZZAZIONE: Processo di costruzione del territorio attraverso le relazioni sociali rilevanti a livello spaziale. Gli elementi della territorializzazione: Attori Strategie Mediatori (elementi di cui si dispone per attuare la strategia, informazioni funzionali o regolatrici) Il processo di costruzione del territorio: Denominazione, Reificazione, Strutturazione. (Angelo Turco) Denominazione: l’appropriazione simbolica (astratta) da parte dell’attore in questione Diamo un nome. Referenziale Diretta (Costa Smeralda, Monte Bianco), Riflessa (Pontelongo), Simbolica (Los Angeles, Brasilia), Performativa (Settimo Milanese, Quarto Oggiaro). Reificazione: dopo esserci appropriati simbolicamente del territorio dobbiamo costruirlo con strutture fisiche (case, parchi, ecc). Strutturazione: dobbiamo interagire con ciò che abbiamo costruito, dobbiamo viverci e darci delle regole a livello politico (ordinamento, forma intellettuale).
Bisogna quindi organizzare il territorio: IN AGRICOLTURA: Openfields: campi non recintati appartenenti a più proprietari, questi si hanno quando il territorio è poco fertile, quando c’è crisi si chiede aiuto alla collettività. Bocage: campi divisi (dal francese), idea completamente diversa, assenza dell’idea forte di collettività, territorio più fertile. Paesaggio mediterraneo: terrazzamenti agricoli, intervento sul territorio quando è troppo in pendenza creando degli scalini. NELL’INDUSTRIA: Centri industriali, distretti industriali, poli industriali. LA GOVERNANCE TERRITORIALE La governance individua l’esercizio dell’autorità politica, economica ed amministrativa nella gestione degli affari di un Paese ad ogni livello. Comprende i complessi meccanismi, processi ed istituzioni attraverso le quali i cittadini e i gruppi articolano i loro interessi, mediano le loro differenze ed esercitano i loro diritti ed obblighi legali. Per questo essa include lo Stato e le sue articolazioni periferiche nonché le istituzioni locali, ma li trascende includendo anche il settore privato e la società civile. (United Nations Development Programm) Il concetto di Governance implica: Un approccio di tipo bottom-up e non top-down Costruire un consenso organizzato che include differenti attori al fine di definire obiettivi comuni Definire e concordare il contributo dei diversi attori sugli obiettivi predefiniti Concordare su una visione futura del territorio AMBIENTE Il problema delle risorse ambientali, analisi delle immagini. I disastri naturali. Rifiuti, degrado e possibili risposte. Lo sviluppo sostenibile. L’uomo fa parte della natura o è superiore? - Tradizionalmente la cultura occidentale (e anche cristiana) dice che l’uomo è superiore e deve controllare e dominare la natura tramite la scienza. Il primo momento in cui questa visione viene messa in discussione è quando viene pubblicata “L’origine della specie” di Darwin; appare il concetto di selezione naturale sostenuto anche dalle scienze economiche. Per affrontare questo discorso, il primo che metterà in relazione il discorso economico con quello ambientale è Maltus, il quale dice che i limiti dello sviluppo economico sono
i vincoli economici prima o poi, per una crescita demografica insostenibile, l’offerta non riuscirà più a sostenere la domanda, ci sarà quindi un collasso. Nel 1972 un comitato scientifico (a Boston) pubblica un rapporto che dice come la pressione demografica e lo sviluppo industriale porteranno al collasso economico perché l’ambiente non è in grado di sostenere il nostro stile di vita. Si inizia ad imporre il problema delle risorse ambientali: il sistema economico attuale ci impone un uso eccessivo di queste risorse. [Il legno che noi usiamo, sebbene fonte rinnovabile, è usato talmente in modo massiccio da non avere il tempo di riformarsi Deforestazione] Dovrebbe esserci uno scambio con la natura, non mero sfruttamento; bisogna saper gestire le situazioni. Disastri naturali: Rischio: Probabilità x Elementi a rischio x Vulnerabilità Disastri Naturali: Vajont*, Seveso*, L’Aquila Shock Economy* (Klein), impatto selettivo dei disastri naturali: Katrina, tsunami Previsione, Prevenzione, Educazione. *Disastro naturale del 1963. Si vuole costruire una diga ma vi sono continui cedimenti del suolo (piccole frane), tuttavia il ministero e le università decidono di non fermare i lavori. Pochi anni dopo una frana con una base di 2km riversa i suoi sedimenti nella diga creando un’onda di circa 250 metri che si riversa su tutta la valle 2000 morti. PARLIAMO DI VOLONTA’ POLITICA. *Un’azienda produce profumi e la popolazione si lamenta degli odori e dell’inquinamento dei fiumi, nel 1976 esplode una turbina provocando una fuoriuscita di diossina. Questa diossina viene portata dal vento verso Seveso e ancora oggi la popolazione ha problemi di salute. *Articolo che sostiene che i governi attuali utilizzano i momenti di panico collettivo per attuare politiche che altrimenti non si sarebbe riusciti a proporre e applicare. L’uomo non è un attore passivo. Serge Latouche propone un nuovo modo per confrontarsi con l’ambiente: la Decrescita. Latouche dice che la crescita economica allo stato attuale non è sostenibile poiché abbiamo uno stile di vita sbagliato; decresce significa ridurre: ridurre l’utilizzo di alcune risorse. [PARCO DELLE CAVE, MILANO] DEGRADO AMBIENTALE: Tutte quelle problematiche relative all’ambiente che hanno il più delle volte origine a causa dell’uomo ed hanno origine locale. Desertificazione: riduzione della copertura vegetale del terreno che comporta
l’avanzamento del deserto. Una soluzione potrebbe esse una Riforestazione. Erosione del suolo contrastabile con delle barriere antierosive (pietre posizionate vicino alle curve di livello del terreno). Fosse di compostaggio: agisce e fertilizza il terreno, diventa un fertilizzante naturale aiuta a risolvere il problema dei rifiuti. I forni migliorati (Foyer): risposta per l’uso eccessivo della legna; i forni, invece di essere fatti con la legna, sono prodotti in argilla o in cemento. SCORIE, DEGRADO AMBIENTALE E ALCUNE POSSIBILI RISPOSTE Buco dell’ozono Effetto serra: aumento dei gas serra che innalzano la temperatura terrestre Inquinamento dell’acqua: l’inquinamento è dovuto alle industrie, all’aumento demografico, alla concentrazione degli uomini in centri urbani Disastro di Seveso: 1976, esplosione in una fabbrica di profumi che sprigionò tossine dannose per l’uomo Rifiuti radioattivi: radioattività di scorie che dura per moltissimi anni SVILUPPO SOSTENIBILE Una definizione: il Rapporto Brundtlan (1987) “Sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni di soddisfare i propri bisogni”. Summit di Rio 1992 esame dei sistemi di produzione, energie alternative e combustibili fossili, studio dei sistemi di trasporto, problema scarsità dell’acqua. Politiche ambientali: Nimby vs top-down, partecipazione, sussidiarietà. Sviluppo e post-sviluppo. “Agenda21”: linee guida di materia ambientali per il XXI secolo Trattato di Kyoto: trattato più importante in materia ambientale (1997). Propone di ridurre le emissioni di gas serra del 5% per ogni paese firmatario (entro il 2012). Il trattato entra in vigore nel 2005, poiché la Russia entrerà a farne parte solo nel 2004. (Gli USA, sebbene producano il 30% dei gas serra, non hanno mai aderito poiché economicamente ciò non porterebbe alcun vantaggio). Il protocollo funziona attraverso dei meccanismi flessibili, i quali dicono che non è necessario lavorare sul proprio territorio ma un paese può proporre un progetto a scopo benefico in un altro paese (in cambio si ottengono dei crediti). È possibile inoltre acquistare e vendere crediti. AMBIENTE: Condizioni che circondano l’umanità, dove per condizioni si intendono le interazioni tra fattori biologici e fisici, tra fattori naturali e artificiali.
PAESAGGIO: “l’insieme della realtà visibile che riveste o compone uno spazio più o meno grande, intorno a noi: cioè una realtà materiale che si sostanza in forme, in fattezze visibili, rivestite di colori, e non di rado si esprime anche in suoni e odori”. (Lucio Gambi) Il paesaggio geografico: (Sestini) “il paesaggio è la complessa combinazione di oggetti legati fra loro da mutui rapporti funzionali, sì da costruire una unità organica”. La critica esistenzialista: (Dardel) “il pesaggio è un insieme: una convergenza, un momento vissuto”. La critica strutturalista: (Gambi) “gli elementi paesistici (...) sono, di quel mondo, le fattezze esterne, appariscenti ai sensi fisici. Ma a un esame più oculato queste fattezze risultano come parti di complessi ben più rilevanti; e in realtà si legano strettamente, inscindibilmente con molti fenomeni che non lasciano riflessi nella topografia, e sono la conseguenza di accadimenti o di istituzioni o di strutture umane che solo in minima parte riescono a colpire i sensi”. Gambi dice che gli elementi culturali spesso non sono tangibili, ovvero sono elementi che formano la struttura del paesaggio ma noi non li vediamo perché appartengono alla cultura di una società. -Il paesaggio non ci dice niente sui rapporti tra i villaggi e i centri urbani vicini (che però sono fondamentali). -Alcuni elementi del paesaggio a volte non emergono. IL PAESAGGIO COME PATRIMONIO Legge 1497/39 “Protezione delle bellezze naturali” La critica alla concezione estetica del paesaggio Normativa (Galasso) 431/85 viene fatta una distinzione degli elementi da tutelare in base alla morfologia; obbliga tutte le regione a fare una lista delle proprie bellezze e a dire come comportarsi per la tutela di queste. Convenzione sul paesaggio (2000): “elemento chiave del benessere individuale e sociale (...) la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascuno” Codice dei beni culturali e del paesaggio (2004-) IL PAESAGGIO: REALTA’ O FINZIONE? “Immaginare una città attraverso l’organizzazione di spazi spettacolari divenne un mezzo per attirare capitale e persone (del tipo giusto) in un periodo in cui erano più intense la concorrenza tra le città e l’imprenditorialità urbana”. (D. Harvey, La crisi
della modernità, 2010) (Vedi la riproduzione di Venezia a Las Vegas) SECONDO MODULO IL VIAGGIO Uno dei fattori chiave della globalizzazione è la riduzione del tempo di comunicazione, di diffusione delle informazioni e della ricezione. La letteratura di viaggio (genere autonomo) ci dice molte cose: spiega come fosse il paesaggio negli anni passati Motivo di interesse è capire le conoscenze della geografia in un dato momento. Si introduce la branca della Geografia della percezione: Robert Downes dice che è importante percepire il territorio e comprendere con che modalità ci viene trasmesso. [Il rischio è che quando qualcosa non è chiaro si dà la colpa al fatto che ognuno possa vederlo come vuole] A favore di Downes vengono proprio questi resoconti (letteratura) di viaggio. L’Italia diventa meta del viaggio per le sue bellezze, inizia a formarsi l’idea del Bel Paese; si aprono passi alpini e altre comunicazioni che si sviluppano tra i paesi. La classe media sarà così facilitata nella mobilità. Theobald Walsh nel 1821 compie un viaggio in Italia; punto di arrivo è Milano. Il risultato è un’immagine pessima degli italiani (bellissima del paese), trova gli italiani brutti, falsi e grezzi ed in più sostiene che non meritiamo questa natura perché non siamo in grado di capirla e apprezzarla. Walsh è un giornalista che è vissuto per la maggior parte della sua vita in Francia, ma si sa che non avesse competenze tecniche in fatto di paesaggio; si forma su autori che hanno una visione negativa dell’Italia e degli italiani. Considera importante il discorso dell’influenza del clima sulla formazione del carattere e della personalità di un uomo. Quindi adatta quello che vede all’immagine che lui già ha per legittimare e rafforzare il pensiero che lui ha già codificato nella sua testa. Chateau Vieux fa un viaggio in Italia nel 1812; è un agronomo ed ha una forte formazione per quel che riguarda la capacità di analisi di un territorio rurale. Destinazione finale è la Campania, attraverserà tutta la costa; comincia il suo resoconto di viaggio dicendo di voler abbandonare ogni tipo di idee che già avesse nei confronti dell’Italia e degli italiani. Nella sua analisi divide il paesaggio italiano in 3 zone (in base a caratteristiche agricole): La pianura Padana (Giardino d’Europa) La Liguria (terrazzamenti)
Costa Toscana (giudicata negativamente in quanto paludosa) Ciò ci fa capire come lui che fosse un agronomo e che avesse conoscenze tecniche riesca ad analizzare il paesaggio in modo diverso rispetto a Walsh. Inoltre comprende il grande lavoro che è stato fatto dall’uomo per coltivare la terra; mette quindi in relazione l’uomo/società e l’ambiente. Quando parla della Campania dice che è una terra splendida ma i suoi abitanti sono pigri; si reca a verificare e sostiene che la terra è talmente fertile che la gente è invogliata ad andare in quel territorio, ciò però crea sovrappopolazione è quindi vero, ma è così a causa della sovrappopolazione, non per la pigrizia in sé. Atteggiamento psicologico: Atteggiamento che porta l’autore a privilegiare certi aspetti del territorio piuttosto che altri. (un cuoco, per esempio, privilegerà ciò che riguarda la cucina) Tra i criteri interni è importante tenere presente le fonti usate dall’autore: sono veritiere? Come sono state assemblate? Quanto sono state approfondite? Importante è anche l’atteggiamento dell’autore nei confronti del paesaggio (psicologico/naturalistico/estetico). Tra i criteri esterni dobbiamo confrontare quest’opera con altre opere dello stesso periodo per vedere se ci sono differenza (o verificare cosa pensassero gli autori contemporanei di quello stesso autore). I non luogo sono quegli spazi impersonali, che non contengono esperienze di vita. Sono strutture di passaggio (come l’aeroporto). Lezione 19-03 CINA: La fertilità è dovuta all’abbondare di piogge, possibilità di riso tutto l’anno. Popolamento antichissimo. ZONA OCCIDENTALE: dalla Gran Bretagna fino alla polonia, importante livello industriale, di conseguenza dallo sviluppo del commercio, favorito dall’accumulo di ricchezze. In Egitto tutta la popolazione risiede nella valle del Nilo, viene occupato solo il 3 % del territorio, quindi bisogna capitre le dinamiche che modificano la popolazione per capire la densità; i problemi che influiscono sono: la natalità_ dipende da più fattori: i fattori culturali vanno ad incidere, ad esempio le grandi religioni come cristianesimo ed islamismo sono le più incitatrici, è quasi un dogma quello di procreare, questo comporta un alto numero di figli; fattori economici, un contadino con la propria proprietà che deve dividere i propri appezzamenti tra i figli, ovviamente la classe media fa meno figli della classe bassa perché vede la possibilità di un’ascesa e i figli sono considerati un ostacolo. In ultimo i fattori politici. Tutti questi fattori hanno ridotto drasticamente la popolazione. I paesi in via di sviluppo sono quelli che hanno la natalità più alta.
la mortalità_ non è uguale per tutti esistono delle disuguaglianze: dipende dal livello sanitario e dalle condizioni igieniche di un paese. Nell’800 lo sviluppo della medicina mette un freno importantissimo alla mortalità, specialmente quella infantile, tuttavia storicamente questo sviluppo e miglioramento delle condizioni igieniche non sono state eque: prima fase in cui la mortalità prende qualsiasi tipo di categoria, ma con le medicine sono soprattutto all’inizio per l’élite, quindi la mortalità va a colpire la classe povera. Altro fattore sono le condizioni di lavoro, che in questo periodo, per esempio in una periferia, gli immigrati e chi ne aveva davvero bisogno accettavano lavori senza sicurezza, con condizioni impensabili e con salari bassissimi: la forbice tra ricchi e poveri aumentava sempre di più. Svolta con le lotte sindacali che si battevano per migliori condizioni di lavoro. Nei paesi in via di sviluppo dove la grande maggioranza della popolazione ha problemi ha recuperare medicine questo aumenta la mortalità, compensata dall’alta natalità. geografia della popolazione studia le dinamiche tra mortalità e natalità: tutte le analisi prendono nome di ANALISI DEMOGRAFICHE. Prima fase_ in cui la natalità e mortalità sono altissime, questo porta ad una crescita bassa, anzi bassissima. Seconda fase_ quella centrale, in cui abbiamo un calo della mortalità, dovuto al miglioramento delle condizioni igieniche e alla scoperta di medicine, ma non ad un calo della natalità, quindi aumento della popolazione, oggi si parla di esplosione demografica. Terza fase_ corrisponde ai paesi più ricchi, calo della natalità e calo della mortalità, si raggiungerà più o meno un equilibrio pericoloso: vuol dire che la crescita è bassissima, in certi casi drammaticamente bassa, l’Italia è il paese più vecchio del mondo, crescita praticamente zero (0,2%) una persona su 4 è vecchia in Italia, questo a livello sociale può voler dire produzione del paese bassa, sono i giovani che portano avanti la produzione di un paese, l’età avanzata di un paese va ad incidere sull’economia. L’Anziano non investe ma mette via il proprio capitale, capitale quindi perso. La crescita demografica mondiale è buona (1,2 %) anche se in realtà sta diminuendo (prima 2 %): tra gli anni 30 e gli anni 70 la popolazione è raddoppiata, aumento pazzesco, insostenibile. Altri fattori influenzano la popolazione: Immigrazioni_ non è un fenomeno nuovo, oggi è semplicemente facilitato dai trasporti, le immigrazioni esistono da sempre, la globalizzazione è un fenomeno antichissimo, ora è solo più accelerata. Per gli Stati Uniti hanno più peso le immigrazioni/emigrazioni, che la natalità e mortalità. 2 tipi di emigrazioni: Volontarie_ individuo decide liberamente di spostarsi, sotto questa definizione dovrebbero esserci anche le emigrazioni dettate da condizioni esistenti (come i cubani per problemi politici e ambientali, o le guerre)
Forzate_ quelle imposte con la forza, la più importante della storia è la tratta degli schiavi (tra i 12 e i 30 milioni) tra l’Africa e le Americhe come forza lavoro per le piantagioni; a livello sociale questo ha comportato che per anni nel paese d’arrivo le donne nere sono state molto meno degli uomini, di conseguenza squilibrio della nuova società immigrata, squilibrio che ha impiegato generazioni per tornare alla normalità, questo ha comportato processi mentali di disadattamento; totale distruzione di comunità nel paese di partenza perché venivano portati via i giovani. Queste emigrazioni influiscono molto sul paese: pensiamo alle città con la nascita di quartieri di immigrati, questo vuol dire tensioni sociali di un certo tipo perché prima quel quartiere era abitato da qualcun altro. Questo vuol dire che il mercato, i prezzi di un quartiere subiranno delle modifiche: il valore scenderà e ancora una volta vuol dire che in quel quartiere andranno ad abitare delle classi più povere. È importante capire come le immigrazioni vadano a generare un impatto ambientale sul territorio, discorso che possiamo estender anche alle campagne: pensiamo a come queste siano state modificate dall’arrivo di immigrati, questi sono quelli che svolgono quei lavori che noi non vogliamo fare, un grosso problema è che queste persone hanno un’immagine del paese d’arrivo completamente sbagliate e allora sono disposti a tutto, questo modifica il mercato del lavoro. Impatto quindi ad alto raggio: sia a livello urbano che sociale. L’ingresso di immigrati è molto elevato e va ad incidere molto sulla popolazione. Dato che tutto questo va ad incidere sulla popolazione ed altri fattori, è definito mobilità permanente. Una forma diversa di mobilità è il turismo che però non va ad incidere sulla popolazione: il turismo nasce nell’800, nasce solo per pochi classi d’élite. Il concetto che va a pari passo con il turismo è il tempo libero: concetto abbastanza recente, ancora di più se la estendiamo alle varie classi della popolazione. Turismo_ è quel complesso, quella serie di manifestazioni ed eventi relative al viaggio,, con lo scopo di istruzione o di piacere. Turista_ è quell’individuo che decide di viaggiare per un ambiente diverso dal proprio naturale, che va da una notte o un anno, con motivazioni di istruzione o piacere. Dal 2011_ il turismo è l’insieme di tutte quelle manifestazioni di eventi, relative al viaggio, che hanno uno scopo di piacere o di istruzione. Allora il turista è l’individuo che decide di viaggiare lontano dal proprio paese per andare in un altro paese per un periodo minimo di 24 ore massimo di un anno sempre per scopi di piacere o di istruzione. Spesso superficialmente diamo al turismo un’accezione negativa, esistono città in cui questo sentimento è fortissimo, come ad esempio Venezia, perché il turismo porta anche molte esternalità negative: Venezia è una città con una popolazione bassissima, ma è una delle città con più turisti al mondo, questo ha comportato il caro degli immobili, con conseguenze sul mercato in generale, questo ha un effetto negativo sulla popolazione di Venezia incidendo sulle dinamiche demografiche, Venezia perde ogni anno circa 1000
persone. Effetto molto negativo del turismo, molto evidente su una città: pensiamo ad un piccolo villaggio del Salento che oggi vive sul turismo, se una persona non volesse dedicarsi a quest’attività dovrebbe per forza emigrare, anche in questo caso il turismo va ad incidere sulla demografia di una città. Il Salento è considerata oggi una meta giovane, questo fa si che si crei un’immagine collettiva in qualche modo falsa, perché il Salento non è solo quello per cui è conosciuta, e molti salentini si lamentano, in questo caso la popolazione locale ha una percezione negativa del turismo. L’immagine che si va a creare di una paese si consolida nel tempo ed è difficilissimo cancellarla dal pensiero degli individui, tralasciando tutti degli altri aspetti positivi del territorio. In questi casi si va a formare il turismo alternativo che tende a riscoprire tali aspetti persi nell’immaginario collettivi, che vengono riproposti. Altri aspetti negativi possono essere la fine di certe attività: ci si concentra così tanto sul turismo che genera economia che si perdono altre attività che sono state per anni alla base della cultura del luogo e il turismo di massa gioca moltissimo su questo discorso: la standardizzazione di certi luoghi sono alla base del turismo di massa, di conseguenza alla base della proposta che ci viene fatta. Benefici che può portare il turismo: Economia. Popolazione_ può generare posti di lavoro, ad esempio in un piccolo paese con una particolare attrazione. Con conseguenze sui trasporti con nuove forme di pendolarismo. Genera la valorizzazione di determinate regioni che magari stanno morendo. Riscoperta di attività. Aumento del lavoro per i giovani che lavorano in questo settore (turismo) Benefici per l’agricoltura, perché se un paese è famoso per i suoi prodotti culinari, questo incide sull’agricoltura che viene stimolata per generare turismo di questo tipo Il turismo coinvolge un vasto numero di attori ed è un fenomeno molto complesso, proprio perché bisogna andare ad analizzare tantissimi fattori e tantissime variabili. Oggi, bene o male, tutti possono fare il turismo, perché si sono abbassati i costi, ovviamente con forme diverse, tutto questo rientra nel periodo della globalizzazione che stiamo vivendo. LEZIONE 20/03 + 10/04 (SANTAGOSTINI-BINI-BOTTA-IANNACCARO) “Le ricchezze dell’Africa” nasce intorno al 2000 con l’intento di conoscere meglio questo paese. L’Africa è carica di stereotipi che complicano il nostro rapporto con questo paese; un punto per il gruppo di ricerca è stato il cercare di andare dentro a quelle realtà per decodificare quelle ricchezze che sembrano invisibili a causa degli stereotipi stessi. Sud Africa: Nel 2013 sono passati 100 anni dall’emanazione di una legge (“Land Act”) che tentava di regolare l’acquisizione della terra della popolazione nera, ma solo il 7%
della terra poteva appartenere alla popolazione nera. Nel 1991 il “Land act” è stato abrogato e nel ’96 si inizia un progetto di ridistribuzione delle terre. Noi di solito consideriamo l’Africa come un continente isolato, mentre sarebbe utile proporre un’immagine dell’Africa come uno degli elementi di uno sguardo che deve essere globale; la storia dell’Africa inizia ben prima dell’avvento della schiavitù. L’Africa è per noi eccezionale: è strana, è esotica, è il paese della povertà e altri stereotipi. Dobbiamo però imparare a guardare l’Africa non come un paese a cui manca qualcosa rispetto all’Europa, ma come paese che possiede le proprie ricchezze. La ricchezza della letteratura è quella di dare la possibilità di formazione di sé, di conoscenza e di apertura verso l’altro; qualche volta permette di trovare un modo inedito di guardare la realtà. Le letterature africane francofone sono letterature relativamente giovani; il congresso di Berlino del 1885 fa sì che le potenze europee disegnino una cartina dell’Africa. Nel congresso l’Africa viene posta in maniera eurocentrica. Le lingue africane non avevano una tradizione scritta ma solo orale, con l’arrivo dei francesi i bambini vengono mandate nelle scuole francesi dove studiano in base al loro modello. Ancora oggi i bambini hanno un insegnamento francese quando in realtà nessun africano ha come lingua madre il francese, si tratta quindi di una lingua veicolare. Nella letteratura orale c’è la possibilità di avere una risposta immediata da parte del pubblico; 26/03/2013 La mobilità ha messo in discussione il concetto di luogo e di cultura, due concetti che noi tendenzialmente consideriamo chiusi, definiti. Il luogo è un tal luogo, la cultura è una cultura data. Le forme della mobilità di oggi hanno modificato questi due concetti: Il concetto di luogo è molto complicato perché porta in sé il carattere soggettivo dell’individuo, il luogo è personale, ognuno di noi ha i suoi luoghi. Il luogo è identitario, dato da elementi spirituali, materiali, culturali il luogo forma quindi la nostra identità. Inoltre un luogo porta con sé una storia, ci ricorda le nostre origini. Il luogo è anche relazionabile, ovvero le relazioni che noi creiamo sono diverse a seconda del luogo in cui nascono e si sviluppano. Auge nasce in Francia, si forma studiando le società africane, applica questo tipo di analisi alla società contemporanea per analizzarla, attraverso questo all’inizio degli anni ’90 produce la teoria dei non luoghi, che ancora oggi è al centro del dibattito. Prima di tutto Auge fa un quadro della società di oggi: siamo in una società sovramoderna, alla fine del XX secolo viviamo in una società dove tutto è collocabile in un contesto globale, significa che tutto dipende ed è influenzato dalla globalizzazione, lo stesso individuo ne è influenzato, attraverso la teoria dei 3 eccessi:
Tempo ridotto, oggi abbiamo tantissime informazioni, manifestazioni da decodificare, ma il tempo per elaborarle è rimasto lo stesso del passato, questo ci porta a relazionarci in una maniera difficile con la realtà. Spazio, grazie soprattutto ai mezzi di trasporto e di comunicazione le distanze si sono ridotte. IO, noi non ci basiamo più sull’aiuto reciproco e sulla collettività ma siamo portati a risolvere i problemi da soli, siamo un mondo a discapito della collettività. Questi 3 fattori caratterizzano un po’ la nostra epoca. Questo tipo di società sta decostruendo il concetto fortissimo di luogo, oggi si contrappongono i non luoghi: tutti quegli spazi di transito dell’uomo, spazi che rappresentano la precarietà di questa società, spazi che non hanno storia o identità, non si possono considerare luoghi. Noi all’interno di un centro commerciale perdiamo completamente il nostro significato: siamo dei numeri, quando facciamo la fila, quando usufruiamo del servizio, quando paghiamo, quando mostriamo un documento… Sono luoghi standardizzati in tutto il mondo: sono spazi diversi in un unico centro. Auge dice che questo va bene perché ci da sicurezza, in fondo sono luoghi democratici, l’accesso è libero e gratuito, basta rispettare una piccola serie di regole, che sono quasi sempre le stesse bene o male. Quindi c’è una differenza enorme tra uno spazio di questo tipo e lo spazio antropologico di cui abbiamo parlato prima. Questi spazi sono il segno della società di oggi e nascono proprio per la forma che la mobilità che la società contemporanea ha assunto. Una critica forte che si può fare ad Auge: lui rischia di non dare giusto peso al carattere personale di un luogo, perché se io lavoro in un centro commerciale per 2 anni, quel centro farà parte della mia vita, certo non avrà la sua storia, ma farà parte della mia. I non luoghi non possono essere considerati come esempi estremi della deriva della società di oggi, non sono situazioni fuori dalla realtà: ad esempio in America il centro commerciale più grande del mondo muove circa 40 milioni di visite all’anno, cifra spaventosa, vuol dire che ci sono tour operator che organizzano viaggi apposta ecc; questi fenomeni non possono essere sottovalutati, perché cambiano la società di oggi. Il manuale ci dice che il luogo non è un concetto chiuso ma aperto: stesso discorso per la cultura; e lo fa attraverso una serie di esempi, come ad esempio il discorso sulle immigrazioni, poi inizia a dire che il luogo ha un suo carattere personale, poi ci dice come il luogo (proprio per questa sua apertura e accessibilità) può generare conflitti. Una critica a Auge: lui rischia di non dare il giusto peso al carattere personale di ogni luogo; se io lavoro in un centro commerciale per 2 anni, esso farà parte della mia storia/esistenza. GEOGRAFIA DELE LINGUE
Gli studiosi che si occupano della geografia delle lingue non si occupano delle lingue in sé, ma bensì dei processi che legano la lingua al territorio. La lingua crea conflitti (vedi in Norvegia Bokmål/Nynorsk); una lingua riveste un potere politico e culturale ma bisogna rendersi conto che come la cultura è qualcosa di vivo, anche la lingua ha necessità di farlo. È necessario classificare le lingue: I dialetti sono le divergenze regionali di una lingua (una modificazione regionale di una lingua standard) È’ necessario capire da quale famiglia linguistica e gruppo linguistico deriva una certa lingua (es. Indoeuropeo lingue Romanze Italiano) Le lingue europee sono interessanti per l’immediata correlazione e identità tra stato nazionale e lingua nazionale. ANALISI DEI CAMBIAMENTI FONETICI: studio, analisi a ritroso del lessico di una lingua. Dal lessico di una lingua attuale si risale alla lingua che sta all’origine. (“Latte” “Lacte”) Nel XIX secolo Jacob Grimm disse che questo tipo di studio comporta dei cambiamenti fonetici ma che questi, soprattutto quelli delle consonanti, sono prevedibili e quindi possiamo ricostruire la parola da cui esse provengono. Processo di convergenza: contatto con un’altra lingua e un altro popolo e tale contatto porta all’assorbimento di certi termini da parte di una delle due lingue. Processo di sostituzione. Inizialmente si pensava che l’Indoeuropeo (Teoria della conquista) si fosse diffusa a partire di una regione a Nord del Mar Nero. Il punto di origine dell’Indoeuropeo aveva un’agricoltura molto florida, una popolazione molto numerosa e che viaggiava molto (diffondendo la lingua). GEOGRAFIA DELLLO SVILUPPO Ci riferiamo a delle entità spaziali: regioni, città, continenti. Definire uno spazio più o meno sviluppato è un’azione azzardata: si deve trovare un confronto, un’alternativa, un elemento da paragonare riuscendo a capire cosa o no sia sviluppato. Definendo lo sviluppo definisco il sottosviluppo. Inizialmente lo sviluppo nell’800 era un concetto legato all’idea di progresso data dalle idee illuministe e all’idea di crescita economica data dalle idee dell’economia classica. Quindi progresso e crescita che fanno pensare subito allo sviluppo come qualcosa da acquisire. Per un organismo vivente si intende sviluppo tutte le potenzialità che un organismo deve liberare per raggiungere una forma naturale e completa. Se cerchiamo di adattare ciò a un paese o una città, realizziamo che tale entità è
composta da più fattori (culturali, ambientali...) tutti questi fattori devono assumere una forma completa e naturale. Lo stesso processo che porta alla definizione di “sviluppo” ha portato al sottosviluppo: alcuni paesi hanno legittimato la loro posizione rispetto agli altri. Tutto questo discorso trova nuove forme e viene consolidato in termini politici durante il colonialismo; in circa 80 anni si sviluppano rapporti di potere e dipendenza tra Nord e Sud, tra continenti e tra nazioni. Tutto questo discorso trova una forma legittimata a livello politico e militare: in questo periodo si definiscono i confini, stabiliti a tavolino, si rafforzano rapporti economici tra paesi, si definiscono sfere di influenza. Secondo i paesi sviluppati, lo sviluppo significa portare benessere, migliorare le condizioni di vita dei paesi sottosviluppati attraverso quei processi per cui le condizioni di vita occidentale hanno raggiunto lo standard dell’epoca, ovvero attraverso l’industrializzazione. La prima volta in cui si parlò di “sottosviluppo” fu nel 1949 durante il discorso di insediamento alla Casa Bianca del presidente degli USA Truman. Il suo messaggio esprime: Certi paesi detengono di tecnologie e di progresso Tali paesi sono in una posizione di vantaggio Discorso umanitario I rapporti che si vengono a formare trovano anche una forma teorica ben definita: “teoria degli stadi” un paese raggiunge lo sviluppo attraverso alcune fasi: Da società tradizionale attraverso l’agricoltura Industrializzazione massiccia Dominio del settore terziario dei servizi “Teoria delle dipendenze”: le decisioni vengono prese dai paesi sviluppati e i paesi sottosviluppati subiscono queste decisioni solo come produttori di materie prime, loro forniscono il benessere dei paesi sviluppati, in questo modo quelli sviluppati sono dipendenti dai sottosviluppati. La svolta si ha all’inizio degli anni ’70 con la crisi del petrolio: tale crisi pone una serie di dinamiche economiche complicate, pone il reale problema dello sviluppo ossia l’indebitamento, il quale viene considerato alla base del sottosviluppo, ancora peggiori sono gli interessi del debito. Situazione paradossale: ci si rende conto che certi paesi non potranno mai ripagare il debito, ma nonostante questo si continua a finanziare il paese perché se non riuscisse a pagare fallirebbe facendo perdere un enorme capitale al paese che ha prestato. Negli anni ’80 si capisce che c’è bisogno di intervenire: bisogna migliorare le strutture interne economiche di un problema affinché tali paesi possano accedere al credito (“Piani Protocolli” ricatto).
Ciò è stato pianificato dalla Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Tali riforme portano solamente a catastrofi. Lezione 16/04 Tali riforme non portano a niente, anzi portano a catastrofi: portano alla totale distruzione delle economie di questi paesi, nel momento in cui io taglio il settore pubblico a chi va in mano questo settore? Al privato, ad investitori esteri, quindi i soldi arrivano dall’estero, questo comporta che in un sistema d mercato globale appena c’è una crisi l’investimento può essere ritirato, una volta ritirato il paese muore. Si assiste in questo periodo alla affermazione a livello mondiale di nuove entità che tendono ad occuparsi del sottosviluppo: organizzazioni non governative. Nascono cooperazioni a livello nazionali, il problema del sottosviluppo comincia ad interessare alla società civile. Di positivo c’è che teoricamente la società civile ha meno interessi rispetto alla banca o il fondo, queste società si dovrebbero muovere su logiche neutre, ma non sempre è così. Ma ora siamo in una fase dove non si distingue più sviluppo e non, si tende a pensare che siano 2 facce della stessa medaglia: le logiche che stanno dietro alla cooperazione sono logiche per alcuni versi positivi per altri perverse e pericolose: basti pensare ad un paese che da 20 anni assiste ad orde di espatriati che vanno regolarmente ad aiutare, nel momento in cui io vado in un villaggio del Ghana, il bambino mi concepisce come bianco che porta benessere e sviluppo, questo organismo lo abbiamo a tutti i livelli. A livello spaziale in una città, attraverso la cooperazione, succede che si formano le comunità ghetto_ si creano in una città in cui tutto è protetto, dove vige la sicurezza interna e l’insicurezza esterna. Ho interi quartieri in cui abitano i bianchi che fanno cooperazioni, questo ridisegna anche la geografia urbana e tutto questo va ad incidere su un paese. La tendenza è quella di agire attraverso lo sviluppo locale_ quei principi di valorizzazione dei saperi locali di ogni paese, agendo su quei saperi e su quelle peculiarità integrando il paese nel globale: perché parlare di sviluppo locale può essere pericoloso perché perdo di vista ciò che accade fuori, che può essere molto importante. Altro binomio che rientra in questo discorso: PERIFERIA-CENTRO Centro_ storicamente è stata l’Europa, ora si considerano Europa e Stati Uniti, insomma quei paesi che hanno influenza economica e culturale, che creano la periferia Periferia_ dipende dal centro, tutti quei paesi che non sono il centro formano la periferia, i 2 terzi della popolazione mondiale Tra periferia e centro oggi non è più così, c’è un rapporto di riflessività tra questi 2 elementi, uno crea l’altro, la globalizzazione ha aperto un sacco di nuovi canali ai paesi periferici creando questa nuova definizione, inserendoli in un contesto globale. Il rapporto tra tutti questi binomi è cambiato: ci sono altri paesi che si sono inseriti in questo contesto, non solo nell’economia, la periferia entra nel centro e viceversa. Nel momento in cui il mercato è talmente globale, siamo tutti interessati dalla crisi.
Prima era il centro a creare la periferia ora la periferia agisce col centro. Tutto questo discorso ha ridisegnato la cartina geografica del Mondo: l’Europa è stata spezzettata, alcuni paesi sono diventati centro (come Spagna, Portogallo) altri invece l’hanno persa (come i paesi dell’est Europa), nascita dello sviluppo di paesi come Brasile, India ecc. questa è stata un po’ la novità introdotta da quei piani di aggiustamento strutturale che hanno rovinato le economie, giustamente la forbice è stata proprio marcata. Quando si parlava all’inizio di globalizzazione si pensava che fosse la soluzione, perché avrebbe permesso l’uso frutto della tecnologia a tutti, non solo, l’apertura del commercio per far accedere ai mercati alimentari, ma così non è stato, ancora una volta chi è stato ai vertici della globalizzazione lo sa e l’ha ammesso. Della globalizzazione non è tutto da buttare, ha in se dei caratteri che bisogna imparare e sviluppare, ma bisogna riformare le cose a livello politico. Dobbiamo misurare questi due concetti (sviluppo e sottosviluppo) per confrontarli, sono stati creati degli indicatori: Il debito PIL che è il ricavo che ho da qualunque elemento sottraendo quello che ho speso per acquisirlo, però il PIL ha dei difetti: non tiene conto di esternalità negative, ad esempio i mezzi pubblici rientrano nel PIL perché creano economia ma non si tiene conto del tempo e la fatica che si spendono per prendere i mezzi. I paesi che producono petrolio come la Libia però la ricchezza è nelle mani di pochissimi, così come l’istruzione e la sanità. ISU che è l’indice di sviluppo umano, tiene conto del PIL, del livello di istruzione del paese e sanità, intesa come speranza di vita (longevità della popolazione) Quando parliamo di sviluppo parliamo di sviluppo sociale, culturale economico e ambientale, il procedimento è quello di sintetizzare e circoscrivere le distanze tra paesi attraverso una cifra. La geografia dello sviluppo di occupa di questo: di capire il perché c’è una situazione in alcuni paesi e un’altra in altri, di valutare i rapporti di potere tra i paesi, cosa ha prodotto un certo sviluppo e non e l’utopia è cercare un po’ la soluzione a tutto questo. È pericoloso usare termini delicati come sviluppo e sottosviluppo che sono serviti a legittimare certe posizioni, concetti che sono stati definiti perché sono stati definiti in base ai rapporti di potere mondiali. Lezione 17/04 E’ difficile parlare di geografia dell’alimentazione (in Italia non esiste nemmeno); è difficile perché è un argomento vastissimo. L’alimentazione non è solo il cibo che mangiamo o le tecniche di coltivazione: l’alimentazione interessa un’ampia gamma come l’accesso e il diritto al cibo e all’acqua. L’alimentazione va a incidere su tutti quegli aspetti come il paesaggio (vedi terrazzamenti di ulivi e viti in Liguria o le risaie in Lombardia); anche a livello spaziale è evidente (un sistema agrario si struttura sul territorio e lo rende riconoscibile
all’estraneo. Dobbiamo pensare che non esiste alcun tipo di sviluppo senza delle politiche adeguate sull’alimentazione; la questione alimentare è al centro del dibattito da relativamente poco tempo, ora si è capito che non c’è sviluppo senza un discorso alimentare strutturale serio. Vi sono due politiche fondamentali: Politiche agricole: tutta la produzione alimentare all’interno di un paese Politiche alimentari: ciò che contraddistingue un determinato paese. Si fa riferimento al cibo a livello quantitativo e qualitativo. Entrambe rientrano in politiche di sviluppo alimentare. Questo discorso è attraversato in modo trasversale dal discorso della distribuzione (che interessa entrambe le politiche). In Italia abbiamo un organo che si occupa di entrambe le politiche. La mancanza di cibo, la fame, non è obbligatoria: non pensiamo che i paesi con forte carenze alimentari siano così a causa dell’ambiente in cui vivono. La fame a volte è una scelta data da politiche sbagliate; storicamente è stato spesso così. L’Africa negli anni ’60 non era un paese importatore di derrate alimentari, aveva una forte autosufficienza alimentare oggi importa circa il 25% del proprio bisogno alimentare. Negli anni ’50, durante le decolonizzazioni, la politica principale utilizzata (anche dall’Africa) è quella dell’autosufficienza alimentare, ossia riuscire attraverso le proprie risorse interne a soddisfare ogni tipo di domanda. Il problema è che in certi paesi questo diventa slogan delle élite politiche (es. africane, dove c’è molta corruzione) e si diventa dipendenti dall’ambiente, perché se arriva un anno di particolare siccità non si è in grado di soddisfare la politica di scambi. Si comincia quindi a parlare di sicurezza alimentare: garantire l’accesso al cibo alla popolazione intera, garantire un certo tipo di produzione e uno standard qualitativo degli alimenti. Si arriva però a quelle politiche di aggiustamento strutturale che rovinano completamente le economie locali e nazionali, generando (a livello alimentare) grandissimi problemi. “Sovranità alimentare”: viene proposta in Sud America (dal movimento “Via Campesina”) una forma di politica che dia il diritto ai popoli e ad una nazione di scegliere che cosa fare per la propria produzione agricola, il tutto cercando di mantenere una particolare attenzione verso l’ambiente, salvaguardando il piccolo contadino un’agricoltura che salvaguardia l’ambiente è equa a livello sociale perché le distanze sociali vengono livellate. ( popolo di Seattle) Come affrontare il problema della fame? Negli anni ’60 si inizia a parlare di sicurezza alimentare e a livello mondiale entriamo
nel periodo della “Rivoluzione verde”, periodo di sviluppo tecnologico dei sistemi agrari e che vede l’uso massiccio di fertilizzanti. L’agricoltura tradizionale si divide in agricoltura intensiva (tende a massimizzare la produzione, ciò però comporta un grande sfruttamento del terreno ) ed estensiva (è attenta al discorso ambientale ma ha una resa minore). La rivoluzione verde ha provocato un passaggio dall’agricoltura estensiva ad intensiva causando però gravi problemi ambientali e sociali, in quanto il numero dei contadini diminuisce poiché la produzione non permette una grande concorrenza. Ora siamo in una fase di “Seconda rivoluzione verde”, ovvero quella data dagli OGM per affrontare il problema alimentare. Gli attori principali nel sistema alimentare mondiale sono 4: I Paesi (in quanto attuano politiche) AUDO e organizzazioni sovranazionali (orientano le politiche) Le multinazionali I Produttori/contadini e i Consumatori Se si accetta di entrare in un sistema di libero mercato, nel momento in cui avviene una crisi (ambientale, alimentare o economica) a livello mondiale tutti ne risentono in modo violento si crea quindi una dipendenza dal mercato. L’Europa si è formata così e non accetta che altri paesi, come l’Africa, facciano lo stesso. Recentemente (2008) sono stati proposti nuovi accordi tra Europa e Africa e per la prima volta i paesi dell’Africa hanno detto no.
Lezione 23/04 ALIMENTAZIONE La crisi nasce nel 2008 quando i prezzi dei cereali esplodono, rincaro dei prezzi del riso e del grano pazzesco (grano + 80%, grano +20%, per alcune qualità +150%), ovviamente le popolazioni più svantaggiate hanno più conseguenze negative ne consegue un rincaro dei prezzi dei derivati primari e secondari (necessitano l’utilizzo dei cereali per arrivare alla produzione, come carni latte e uova ecc) di queste materie prime. Aumento quindi generalizzato dei prezzi degli alimenti che va a toccare tutta la popolazione, questo arriva in contemporanea alla crisi finanziaria americana che ha portato alla crisi economica mondiale, non è un caso questa concomitanza. CAUSE Cause strutturali_ riduzione delle scorte dei cereali a livello mondiale, motivi non molto chiari, si diminuiscono le scorte e quindi si alza il prezzo, Cause ambientali_ diminuzione dei raccolti e ancora una volta questo incide sulla quantità Aspettativa dell’aumento della domanda_ di Cina, Brasile e ?? la popolazione
privilegiata aumenta l’acquisto e può avere così più potere, quando si alza la domanda il prezzo cala e si assesta in un lungo periodo, ma all’inizio si alzano i prezzi Riduzione degli investimenti nell’agricoltura dei grandi finanziatori_ che in realtà è iniziata molto prima, meno investimenti nel settore agricolo più si alza il prezzo perché aumenta il costo Aumento del prezzo di produzione e del costo del trasporto_ dovuto all’aumento del costo del petrolio, per produrre e trasportare la materia aumento delle spese Riduzione delle terre arabili_ le terre da destinare all’agricoltura stanno sempre più diminuendo per i problemi ambientali, ma non solo, molte terre stanno subendo il problema degli bio-carburi (carburanti che vengono prodotti dai cereali –mais, grano, canna da zucchero- che hanno un impatto ambientale minore e sono scorte rinnovabili ma il problema è che stiamo togliendo terre da destinare al cibo e al nutrimento per il carburante) Queste sono un po’ le cause ufficiali riconosciute dalla FAO (organo delle nazioni unite che si occupa di cibo e agricoltura, occupandosi di proporre politiche agricole, ogni anno fa stime della situazione mondiale e successivamente attua politiche locali e globali), riconoscendone principalmente 2: Biocarburanti Aumento della domanda dei paesi in via di sviluppo Tutte le politiche sbagliate degli anni 90 e prima hanno causato a lungo andare questa situazione. Abbiamo quindi una situazione ben precedente, una crisi che deriva da un ventennio di politiche sbagliate. Per capire un po’ cos’è successo basti pensare al volume dei soldi che sono stati versati negli anni nel mercato agricolo, in 8 anni 150 miliardi di dollari, che comportano processi di speculazione, questo ci fa capire che dove c’è un investimento mondiale simile e poi una crisi finanziaria e agricola sempre mondiale, una correlazione c’è. Contemporaneamente abbiamo delle cifre: più di un miliardo di persone che soffrono la fame, quindi un sesto della popolazione mondiale; cifre spese in campo sanitario da destinare alle malattie che derivano da problemi alimentari (circa 30 milioni di dollari l’anno); abbiamo uno spreco generalizzato degli alimenti, in Gran Bretagna il 30% degli alimenti viene buttato ancora nuovo; il costo che gli sprechi possono avere sull’ambiente, il 30 % dei cambiamenti ambientali sono dovuti dallo spreco alimentare, ad esempio per via dei rifiuti, come gli imballaggi, oppure per i trasporti per importare alimenti che non possono essere prodotti tutto l’anno, oppure ancora perché un terzo delle terre destinate all’agricoltura non sono destinate in realtà all’agricoltura ma all’allevamento di carne che è dannoso, pensare al numero di foreste che vengono abbattute per lasciar posto ai pascoli. La sovranità alimentare è una linea guida (non una politica) che mira proprio ad affrontare tutti questi tipi di problemi, in 2 modi: Affrontando le istituzioni
Andando ad interessarsi della produzione più debole, agricoltori e contadini Sovranità (diritto di un popolo alla propria produzione, decidere quali politiche alimentari avere nel proprio paese, se destinare la propria produzione al mercato interna o esterna). Paesi importanti come Venezuela, Ecuador ecc che fanno riferimento a questo tipo di modello, la FAO stessa dice che la sovranità alimentare non deve essere considerata un’utopia, le deve essere riconosciuta un peso politico. Proposta che interessa quasi un miliardo di persone, nelle istituzioni abbiamo una forte presenza, l’Unione Europea sta vagliano adesso un modello basato sulla sovranità alimentare. Abbiamo tutto il discorso che va ad interessare produttori e consumatori: tornare ad investire su piccola e media impresa, ovvero quelle piccole aziende in grado di produrre e ad andare ad interessare il mercato dell’agricoltura; rendere più equo il mercato offrendo sussidi ai contadini. La fame del mondo non è data per mancanza di cibo ma è nata per una mal distribuzione di alimenti, la sovranità alimentare dice proprio questo. Attraverso politiche meglio attuate bisogna distribuire meglio il cibo, non si fa un discorso contro il commercio, anzi ci si rende conto del commercio internazionale però bisogna farlo con logica e senso. Non si tratta di fare una rivoluzione strutturale, ma parlare di importazioni ed esportazioni, di politiche proibizionistiche, di apertura al mercato, di sussidi alle piccole imprese e ai contadini, ecco questo ha senso. Le multinazionali hanno un sistema di lavoro con un fine, che è quello del capitale, non che gli altri non lo abbiano, è che loro hanno sostanzialmente questo, con cause disastrose sull’ambiente. Abbiamo politiche aiutate dalle multinazionali, più o meno discutibili ad esempio il LANDTRAPPING (?) intere multinazionali o interi paesi (come Cina) acquistano terreno (pezzi dello stato) da destinare alla propria agricoltura, per vendere ai paesi sottosviluppati. Il mercato è in mano di pochi ad esempio il commercio mondiale di agricoltura è in mano a 6 imprese multinazionali, tutto il mercato dei pesticidi è in mano a 5/6 multinazionali (ecc) concentrazione del potere i mano a pochissime imprese che sono le stesse che in qualche modo orientano le scelte, avendo potere fortissimo sul mercato. Il prezzo della multinazionale è più basso di quello delle piccole imprese, quindi queste sono destinate a chiudere. Basti pensare al Burquina Faso che produceva il 70% di cotone, poi è arrivata una multinazionale americana che ha immesso sul mercato il cotone OGM con un prezzo molto più basso con cui il Burquina Faso non può concorrere concorrenza sleale. Discorso ambientale dietro_ una produzione agricola di questo tipo (sovranità alimentare) è per sua natura impostata e basata sul rispetto dell’ambiente, ma non per buonismo, ma perché ne fa una sua qualità. La grande produzione di massa ha un’altra ottica dietro. In Africa per problemi ambientali e degrado del terreno il 40 % dei terreni non vengono
utilizzati. Ci vuole una volontà politica dietro per agevolare tutto questo, perché non tutti possono sapere, ad esempio c’è il gruppo di acquisto solidale: un quartiere si mette insieme e si compra direttamente dal produttori prodotti biologici, di stagione (quindi Km 0), questa potrebbe essere una proposta interessante. In tutto questo, molto interessante a livello politico è che per la prima volta una proposta di questo tipo, che può andare ad incidere sulle strutture economiche e sociali di un paese, deriva dalla popolazione civile e non dalle istituzioni. Squilibri che esistono tra nord e sud, l’alimentazione è proprio l’anello più importante, la cosa che crea più disuguaglianze a livello sociale, perché senza un accesso equo garantito tra tutte le classi sociali non esiste sviluppo. Quando parliamo di sviluppo bisogna sempre tenere a mente il discorso dell’alimentazione che risulta ultra-complesso per la miriade di fattori che influiscono. Questa è un po’ la caratteristica dello sviluppo: bisogna affrontare problemi economici, sociali e ambientali. 2 fenomeni importantissimi sono: URBANIZZAZIONE_ sviluppo urbano, della città, oggi la maggior parte della popolazione umana vive in città, la tendenza nei centri soprattutto nel nord a vivere fuori dalle città, nel sud senso opposto, esodo rurale, fuga dalle campagne per andare a vivere in città, perché ha attrazione economica che la campagna non ha, più possibilità di lavoro, comodità ecc. Spesso sono state adottate logiche non adatte: le città del terzo mondo si sviluppano secondo dinamiche completamente differenti dalle nostre, soprattutto perché sono più recenti, alla base c’è l’informale (hanno un’espansione spaziale spontanea e autonoma, qualora lo stato non interviene abbiamo l’individuo che si adopera, espansione quindi disorganizzata quasi anarchica, informale perché non rientrano nelle dinamiche sociali come PIL e cose simili, sono culture che vivono su questa informalità, ed è una differenza profonda da quello che noi intendiamo per sviluppo urbano). Il settore privato in questi paesi è molto forte: nel senso che dove non arriva il pubblico, succede che ci si adopera, ad esempio il servizio di taxi è fortissimo e importantissimo perché non esiste il servizio pubblico. L’errore delle nostre politiche di sviluppo è stato quello di adattare le nostre politiche a questi contesti e questo è sbagliato a livello etico e materiale. INDUSTRIALIZZAZIONE_ avvenuta in 2 fasi Internazionalizzazione: si aprono i mercati, l’industria come sede rimane nel proprio paese ma apre le sue reti internazionali, le merci però sono proprie Periodo coloniale: uso di risorse, tecnologie, sapienze provenienti dall’esterno, forza lavoro esterna, quindi decentralizzazione dell’industria, la base rimane magari qui in Italia ma uso la manodopera esterna perché ha un prezzo più basso, le multinazionali agiscono in questo modo
Lezione 24/04 RAPPORTO TRA SVILUPPO E AMBIENTE Po’ sembrare un rapporto banale ma parlando di sviluppo e sottosviluppo c’è sotto una fortissima componente teorica composta a sua volta dal rapporto che l’uomo ha instaurato con l’ambiente. Il rapporto uomo ambiente si rivede nelle relazioni sviluppo/sottosviluppo/ambiente. Paolo Faggi affronta questo tema proprio cercando di porre in evidenza tutta la questione teorica; Faggi utilizza nel suo metodo di ricerca i concetti di Angelo Turco (Territorializzazione, Deterritorializzazione, Riterritorializzazione). Un fiume non è solo un’entità fisica ma viene utilizzato anche come risorsa e quindi diventa parte del territorio: da materia diventa risorsa. In questo modo integriamo la materia nella nostra società; tutte le società hanno bisogno di riprodursi e ciò avviene attraverso due strategie: Strategia ingegneristica: in caso di crisi ambientale la popolazione cerca di attuare strategie che riducano il rischio di una crisi ambientale Strategia resiliente: si rende passiva alla crisi ma ne minimizza gli effetti, quindi la crisi ambientale diventa un’esperienza da cui imparare. Una strategia non esclude l’altra e spesso vengono utilizzate entrambe (in caso di crisi ambientali). Faggi identifica altre due percorsi, uno più rigido e un più flessibile. Nel primo caso si tenta di dominare il territorio mentre nel secondo si tende ad adattarsi; in ambedue le strategie troviamo sia la strategia ingegneristica sia quella resiliente. L’ambiente in sé assume un ruolo periferico: spesso quando si attuano interventi sull’ambiente non si tiene conto delle sue peculiarità (nei paesi in via di sviluppo le società tendono ad affrontare questo discorso in un’ottica di sostenibilità). In tutto questo discorso l’ambiente non è ma passivo ma ha delle funzioni periferiche: produce risorse primarie (vedi periodo del colonialismo), genera manodopera a basso costo, [REG22] Gli ambienti del sottosviluppo sono gli ambienti della fascia tropicale (dal Messico fino alla punta sud del Brasile); in questi paesi è la presenza o meno di acqua che decide. La natura in caso di crisi può tornare alla situazione di partenza (Persistenza dello stato di equilibrio) oppure adattarsi costantemente alla situazione di stress. (A un periodo di siccità prolungato, al primo acquazzone il terreno riprende forza riadattamento alla situazione di stress). Questa debolezza intrinseca viene sfruttata come punto di forza dai fenomeni esterni, esogeni. Negli ambienti umidi (Amazzoni, Cina sud orientale) le precipitazioni sono maggiori ed
il terreno è più ricco di acqua; questa ricchezza però è il loro limite e di fronte ad una situazione di stress ambientale è difficile che si adattino. Gli ambienti del sottosviluppo hanno sempre seguito un’attenzione seguendo anche gli interessi economici; il centro geografico del sottosviluppo si è spostato negli anni seguendo un discorso economico. Nel secondo dopo guerra siamo in pieno periodo coloniale e ciò porta un’attenzione verso gli ambienti Africani e agli ambienti aridi; la scarsità di questi ambienti viene vista come causa del degrado ambientale e l’ambiente che più rappresenta la scarsità è il deserto Africa. Le tecniche che vengono proposte sono le tecniche di produzione, per aumentare la produzione; importanti sono le caratteristiche fisiche di questo ambiente e si creano infiniti studi sull’incapacità produttiva dell’ambiente africano (ogni ricerca mira ad aumentare la produttività. La nazione che più investe in questo è la Francia). C’è quindi una nuova attenzione all’ambiente. Nella fase del colonialismo le risposte che si vogliono dare alle funzioni dell’ambiente sono: ridefinire certe logiche e quadri legislativi. Tute queste certezze vengono minate dalla crisi petrolifera del ’73 che crea una condizione economica di totale incertezza; queste certezza sono minate anche dalla presa di coscienza che certe tecnologie non hanno funzionato e la disparità tra Nord e Sud del mondo è addirittura aumentata. Questa incertezza si traduce sul piano filosofico con il superamento del “determinismo ambientale”: l’ambiente è attivo, influenza l’uomo e gli risponde, nasce il neoambientalismo. Il centro geografico degli ambienti che rappresentano il sottosviluppo si sposta in quegli ambienti che possono produrre capitali, ovvero il Sud America. Nel ‘77 si ha il trattato sulla conservazioni delle foreste, mentre nel ’92 avviene il “Summit” di Rio. Tutte queste nuove concezioni si concretizzano con “l’ipotesi Gaia” (i fattori fisici globali non dipendono da fattori fisici propri, ma si muovono in concordanza con la società umana). Dal Sud America negli anni ’90 assistiamo alla crescita della Cina e dell’Asia e quindi l’attenzione si sposta lì (nel mondo occidentale cresce la paura che questi paesi possano sovrastare il resto dell’Europa). Ai giorni nostri osserviamo dei fenomeni relativamente recenti come l’esplosione demografica (che provoca la fuga dalle campagne) e ciò porta una grande pressione nei confronti dell’ambiente e per questo il degrado ambientale è visibile soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Lezione 30/04 La donna in un certo senso invogliava anche la conquista; la donna africana per esempio
rappresentava la povertà, ma porta anche allo sviluppo dell’idea di “venere nera” con la quale era possibile realizzare dei tabù Nasce l’idea di Africa come paese del piacere dei sensi. L’estremo di questo discorso si ha attraverso una mostra di vere e proprie persone; nel 1874 in Germania (un mercante di animali selvatici) decide di importare dei Lapponi e mostrarli al pubblico. Ha molto successo e 2 anni dopo verrò ripetuta la stessa cosa con degli africani, ci sarà ancora più scandalo a causa del colore diverso della pelle. Il successo è così grande da espandersi in tutta Europa. Quando si capisce quando mostrare delle persone possa essere remunerativo, a Parigi nascono degli appositi giardini zoologici. Vedere persone in gabbia di origine Africana fa sì che gli occidentali inizino a vedere questa popolazione come selvaggia e debole. Inoltre la donna nera diventa un merce, che può essere anche acquistata come schiava; la donna nera creava l’immagine di un ambiente esterno e culturalmente arretrato. Le immagini hanno contribuito a formare una certa idea di sottosviluppo, ma oggi in realtà non siamo così lontani dall’utilizzo delle immagini per definire cosa è sottosviluppato. Utilizzare le immagini per definire sottosviluppo, ambiente e il suo sviluppo e le persone che ne fanno parte.
Lezione 07/05 LO SVILUPPO LOCALE Il ritorno della dimensione locale dalle politiche top-down alle politiche bottom-up. Sussidiarietà: “ogni funzione deve essere attribuita a livello decisionale efficiente più basso all’interno del sistema gerarchico considerato”. I rischi della dimensione locale: competenze e risorse, localismo, local trap.
INFORMAZIONI RIGUARDO ALL’ESAME: Il prof non ama le domande puntuali, preferisci dei discorsi. Affronta temi ad ampio respiro, non gli interessano più di tanto le date (ma dobbiamo saper contestualizzare un evento). Consiglio: utilizzare anche un manuale di storia
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