F. Serafini - L'Emanazione Bioenergetica Dei Fiori Di Bach (Fitoterapia, Omeopatia)

January 7, 2019 | Author: Chiara Baldini | Category: Bach Flower Remedies, Major Depressive Disorder, Panic Attack, Pharmaceutical Drug, Psychiatry
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naturopatia...

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

F. Serafini

L’emanazione  bioenergetica 

Medico chirurgo, Odontoiatra, Floriterapeuta; via del Molinello, 78; Senigallia Ancona. Specialista presso l’ospedale A.Celli; Cagli (PS) e presso l’ospedale S. Famiglia; Novafeltria (PS).

dei fiori di Bach  e la sua azione sulla saliva  RIASSUNTO: La saliva è veicolo di terapia per le essenze di Bach; perché non ritenerla anche “veicolo” di dia gnosi? Questo è stato il presupposto che mi ha indotto a testare la medesima e trarne una valutazione valutazione clinica. L’emanazione bioenergetica proveniente dalle strutture viventi può essere resa visibile con fotografie ad alta frequenza (METODO (METODO KIRLIAN; RUSSIA, 1939); tale metodo costituisce la base di molte indagini diagnostiche della attuale “soft therapy”. Il procedimento a SANDWICH (ideato dallo scrivente) consente di prendere in esame immagini stabili e riproducibili. Con esso, di volta in volta, si mette in evidenza l’emanazione bioenergetica della sola saliva, nonché dei rimedi ad essa associati e dunque della loro risonanza in armonia o in disarmonia. Le strutture energetiche dei preparati appaiono sotto forma di immagini in varie forme circolari complete o spezzate, sottili o marcate, grazie alle quali è possibile trarre conclusioni cliniche. L’analisi L’analisi dei risultati ottenuti con la tecnica KBSS (Kirlian-Bach-Serafini-Saliva) si avvale della valutazione di 3000 foto test, previa ortodossia. L’immagine energetica ottenibile con essa abbraccia l’intera dinamica dell’economia fisica, psichica e spirituale (Fig. 1).

PAROLE CHIAVE: Metodo Kirlian, fiori di Bach, metodo diagnostico KBSS, Saliva

SUMMARY:  Saliva

is a carrier of therapy for Bach’s essences; why shouldn’t we consider it a “carrier” for diagnosis too? This statement led me to test saliva, in order to make a clinical evaluation of it. The bio-energetic emanation coming from the living things can be reproduced through high frequency photos (KIRLIAN’S METHOD; RUSSIA 1939). This method is the basis for many diagnostic inquiries of the  modern “soft therapy” therapy”.. The SANDWICH process (conceived by the Author) allows the analysis of permanent, reproducible images. Through this method it is  possible to point out the bio-energeti bio-energeticc emanation of saliva, of the associated remedies and, therefore, of their resonance in harmony or  not. The energetic structures of the compounds appear in the form of various circular images -complete or interrupted, thin or boldthrough which it is possible to draw clinical conclusions. The analysis of the KBSS technique (Kirlian-Bach-Serafini-Saliva) is based on the evaluation of 3. 000 photo-tests, after orthodoxy. The energetic image embraces the whole dynamic of physics, psychic and spiritual life (Fig. 1).  Kirlian’ s method, Bach’  Bach’ s flowers, diagnostic method  KEY WORDS:  Kirlian’   KBSS, Saliva  Fig. 1

N° 1 - Giug Giugno no 1999 1999

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A.M.I.F. L’energia è uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato. Questa è la formula di EINSTEIN che ha rivoluzionato la fisica e che permette di affermare l’equivalenza tra materia ed energia. Le attività umane determinano e si avvalgono di campi elettrici e magnetici di bassa frequenza e intensità, che dunque sono necessari per la vita in quanto collegati al bilancio energetico di tutte le cellule. Oltre certi limiti di intensità e frequenza analoghi campi danno invece origine ad onde negative, capaci di determinare alterazioni funzionali ed organiche. È un’antica credenza dell’umanità l’esistenza di un involucro di irradiazione (LUMINESCENZA) che circonda il corpo umano, invisibile nella maggior parte delle normali condizioni di vita. Noi siamo costituiti da “sostanza” elettromagnetica. Le particelle elettromagnetiche che costituiscono tutto l’universo permangono in un continuo avvicendarsi di ARMONIA e DISARMONIA: tutto questo provoca continue variazioni di ENTROPIA. Walter John Kilner era un medico del THOMAS HOSPITAL HOSPITAL di Londra, direttore di uno dei primi reparti di radiologia (1870); scoprì che poteva vedere la LUMINESCENZA emanata dall’uomo guardandolo attraverso una lente-lastra di vetro colorata con DICIANATO.

E=mc

2 moltiplicata

VARIAZIONI DI OSCILLAZIONE

VARIAZIONI DELLA MATERIA

CENTRO DI COMANDO RITMO RIT MO SIN SINCR CRONI ONIZZ ZZA ATO

SUII DUE SU DUE DIV DIVER ERSI SI VER VERSA SANTI NTI

Fig. 3 - Variazioni Variazioni di oscillazione = variazione dello stato mate-  riale.

CONCETTO DI NORMALITÀ ENERGETICA ENERGIA - OSCILLAZIONE - SOSTANZA - CELLULA

Informazione energetica

Reazione cellulare

Oscillazione normale

Sostanza normale

Oscillazione alterata

Sostanza alterata

Stato morboso

Malattia

Fig. 4 - Effetto corona normale, nell ’  u ’uomo.   omo.

STATO LATENTE DI MALATTIA

STATO DI MALATTIA CONCLAMATA

BIOFOTONI (Dr. POPP) (Mondo dei quanti della non materia da cui essa si origina)

Fig. 2.1 - Concetto di normalit à   energetica. à energetica. SCHEMA DI OSCILLAZIONE - INFORMAZIONE

STADIO DI SVILUPPO ASINTOMATICO

STADIO SINTOMATICO

ENERGIA = INFORMAZIONE

CENTRO DI COMANDO E RILEVAZIONE MATERIA = UTILIZZO  

DELL'INFORMAZIONE

Fig. 2.2 - Rappresentazione grafica del concetto di utilizzo ma-  teriale di un ’  ’informazione i nformazione energetica.

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Fig. 5 - Stato latente di malattia.

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A.M.I.F. L’energia è uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato. Questa è la formula di EINSTEIN che ha rivoluzionato la fisica e che permette di affermare l’equivalenza tra materia ed energia. Le attività umane determinano e si avvalgono di campi elettrici e magnetici di bassa frequenza e intensità, che dunque sono necessari per la vita in quanto collegati al bilancio energetico di tutte le cellule. Oltre certi limiti di intensità e frequenza analoghi campi danno invece origine ad onde negative, capaci di determinare alterazioni funzionali ed organiche. È un’antica credenza dell’umanità l’esistenza di un involucro di irradiazione (LUMINESCENZA) che circonda il corpo umano, invisibile nella maggior parte delle normali condizioni di vita. Noi siamo costituiti da “sostanza” elettromagnetica. Le particelle elettromagnetiche che costituiscono tutto l’universo permangono in un continuo avvicendarsi di ARMONIA e DISARMONIA: tutto questo provoca continue variazioni di ENTROPIA. Walter John Kilner era un medico del THOMAS HOSPITAL HOSPITAL di Londra, direttore di uno dei primi reparti di radiologia (1870); scoprì che poteva vedere la LUMINESCENZA emanata dall’uomo guardandolo attraverso una lente-lastra di vetro colorata con DICIANATO.

E=mc

2 moltiplicata

VARIAZIONI DI OSCILLAZIONE

VARIAZIONI DELLA MATERIA

CENTRO DI COMANDO RITMO RIT MO SIN SINCR CRONI ONIZZ ZZA ATO

SUII DUE SU DUE DIV DIVER ERSI SI VER VERSA SANTI NTI

Fig. 3 - Variazioni Variazioni di oscillazione = variazione dello stato mate-  riale.

CONCETTO DI NORMALITÀ ENERGETICA ENERGIA - OSCILLAZIONE - SOSTANZA - CELLULA

Informazione energetica

Reazione cellulare

Oscillazione normale

Sostanza normale

Oscillazione alterata

Sostanza alterata

Stato morboso

Malattia

Fig. 4 - Effetto corona normale, nell ’  u ’uomo.   omo.

STATO LATENTE DI MALATTIA

STATO DI MALATTIA CONCLAMATA

BIOFOTONI (Dr. POPP) (Mondo dei quanti della non materia da cui essa si origina)

Fig. 2.1 - Concetto di normalit à   energetica. à energetica. SCHEMA DI OSCILLAZIONE - INFORMAZIONE

STADIO DI SVILUPPO ASINTOMATICO

STADIO SINTOMATICO

ENERGIA = INFORMAZIONE

CENTRO DI COMANDO E RILEVAZIONE MATERIA = UTILIZZO  

DELL'INFORMAZIONE

Fig. 2.2 - Rappresentazione grafica del concetto di utilizzo ma-  teriale di un ’  ’informazione i nformazione energetica.

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Fig. 5 - Stato latente di malattia.

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A.M.I.F.

INTESTINO TENUE -

TRIPLICE RISCALDATORE -

DEG. VASALE VASALE - SISTEMA

DEG. NERVOSA -

CUORE

PSICHE

CARDIO CIRCOLATORIO

INTEST. CRASSO

  N A   I  V A   Z  O   E  S  SV       G  R D    A    I   B   L  V      A  G A    O    U    L  A    H    I    N   

I     P    

O    P    A  R    F     A  T    I     S     I     I    R    O   I    D   T   I R  RO    E    I 

D E  D  

T IMO 

ILEO Z O  ON   A T IR O  OI  D E  E  C O  OR   RO    N O   AR I E  V E  EN   T R  RI  C O  OL   O 

PANCREAS

 E  R E N  S U R

E         P        I        F         I        S         I       

 I    P   O  T    A  L    A   M  O

RISPETTARE IL COLLEGAMENTO ORIZZONTALE DIAGONALE ALLA DEG VASALE

  O  A  I  O   O  L UTERO   O  V  S  T  I  C PROSTATA   T  E

ZONA DI STASI LINFATICA LINFA TICA MAMMELLA POLMONE BRONCHI

SUPPORTO MERIDIANI ORIZZONTALI ZONA TESTA

COLONNA DEL FLUSSO SANGUIGNO CAPO-PIEDE

 H I O  O C C

Z O  N A T   O R  AC  E  LINFA 2 RE  TR EN T  VE ZONA V

 E  M B  GA  NA   E  Z O

RISPETTARE IL COLLEGAMENTO ORIZZONTALE DIAGONALE ALLA DEG VASALE

A    M             E L    I D         L     A      E L    U     O         N      L N     L         I     A      P      N G    L    O         S      I A         P T         O      S O         L      L     A     O      M      E      D      T      I      S      M      I      S C ERV IC AL E

 L E  R SA  D O

COLON DISCENDENTE

C  O     R  E S  I  G   L O     B A   M      E M   N     O      L   L O       A R     I  D   E          R E   T         C T         A   V A   I O          S  S S   E   R  G  A   N A   Z O

  E  D   P  I   N A   Z  O

   E    D    I    R  O    I    T

   S  O    N    R    E    L  O   V    S   O   A   C    R    T

  N A   N   L  E   L  O  I  C A   L  E    T   C A   C  O   R    V  I    V  E   R   C  E

  L  E   L  E   E   T A  S A   N  O  R  O   I O   R   N A  P   F  R   R A   E  O   P A  S E         U   N T        C       E        A  S  E  O   L  5 4 3 2  1   M       L        N   E  L O       L       S  E  S C   6 U        A I       D       L       M     7 E      

T        O              8 N       S             8 I             7 L      L      A      

 1  

  2   3

   4

    6   5

E       E      

 O R E N F E R I O  IN A I  LA  E L L MA S C NG E O  IN  I  R A  FA  F  O AN E L L  C O A T I C  FA N F  IN  L I

Fig. 6 - Effetti corona dei polpastrelli della mano sinistra e relativa decodifica.

Kilner scoprì, inoltre, che la stanchezza, la malattia, l ’umore potevano alterare l’estensione ed il colore della irradiazione. Anche il magnetismo, l ’elettricità e l ’ipnosi alteravano l’immagine individuale. Nel 1940 un tecnico-fisico russo, Semyon Kirlian, assieme alla moglie Valentina, osserv ò dei minuti lampi di luce sulla pelle dei pazienti sottoposti ad ELETTROTERAPIA. Invent ò un’apparecchiatura che riproducesse questo effetto e fiss ò il risultato su carta fotografica. Una delle considerazioni pi ù importanti fu che ogni persona produce uno schema energetico particolare. particolare. I coniugi Kirlian concepirono dunque la “ELETTROFOTO-

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GRAFIA AD ALTA ALTA FREQUENZA FREQU ENZA”, che permetteva di osservare la LUMINESCENZA ENERGETICA emanata dall ’uomo inserito in un campo elettrico senza che vi fosse pericolo per l ’organismo. La loro ipotesi fondamentale si basava sulla seguente riflessione: se la bioenergia dell ’uomo é  portatrice di informazioni, (Fig. 2.1) allora un flusso energetico armonico normale deve avere come conseguenza funzioni cellulari armoniche normali. ARMONIA = BENESSERE Tra le funzioni energetiche e quelle cellulari c ’è un ritmo di oscillazione sincrono. (Fig. 2.2).

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A.M.I.F.

RIASSUNTO FENOMENI FONDAMENTALI EFFETTO CORONA DISARMONICO DECODIFICA Gradienza disarmonica

1. Deficit = insufficienza nell ’organo o nel sistema.

2. Fenomeni puntiformi = infiammazione, intossicazione. Comportamento reattivo dell’intero sistema

3. Degenerazione con o senza luminescenza = indice di degenerazione di organo o sistemica. Blocco d’informazione e rigidità del sistema

Fig. 7 - Esempi di decodifica dell ’e  ffetto corona.

Nel caso che si modifichi, per una ragione qualsiasi, l’informazione in entrata e si perda cos ì il ritmo precedente di pulsazione, questo deve far mutare, di conseguenza, la funzione cellulare. Poiché la legge della POLARIT À è sempre valida, le variazioni cellulari non possono rimanere senza conseguenze per il contenuto dell’informazione bioenergetica in uscita. Attraverso questo concetto si pu ò accertare che la DISARMONIA = MALATTIA = DIAGNOSI

é già  energeticamente esistente e visibile fotograficamente molto tempo prima che il paziente la percepisca. Da ci ò nasce anche l’ipotesi che l’energia porti con s é l’informazione e che le cellule utilizzino queste informazioni indifferentemente dal fatto che si tratti di impulsi negativi o positivi (Fig. 3 e 5). Questa struttura dell’informazione polare dell ’uomo è il punto di partenza di tutte le osservazioni ad alta frequenza (KIRLIAN), ed è stato il presupposto scientifico che mi ha portato all’esperimento con la saliva-fiori di BACH, i quali fiori, necessariamente, riuniscono il concetto di armonia spirituale a quello di armonia biofisica.

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Fig. 8 - Esempio topografico da “ Kramer ”.  I numeri si  riferiscono, ognuno, ad un rimedio floreale; per la decodifica  si rimanda al lavoro dell ’A   utore.

SPIEGAZIONE MACCHINA KIRLIAN La macchina KIRLIAN è una macchina fotografica speciale ad alto voltaggio (10.000 Volts) e basso amperaggio (0.01 Ampere), quindi non pericolosa. Funziona sul principio della differenza di potenziale che si costituisce tra il polo positivo = CONDENSATORE e il polo negativo = MANI-SALIVA, interrotti da un dielettrico isolante ovvero la lastra di plexiglass che si usa come appoggio. La forza di attrazione dovuta alla grande differenza di potenziale, produce un effetto FOTONICO (attrito tra gli elettroni e l ’aria) che è luminescente e quindi fotografabile. Le particelle captate funzionano da informatrici della situazione soggettiva. La scarica a corona di scintille che si ottiene, annerisce la lastra fotografica attraverso il fenomeno di irradiazione che si definisce come effetto CORONA. (L’effetto corona é fisso per il ferro e dinamico per l ’uomo) (Fig. 4). Il fisico tedesco PETER MANDEL ha condotto uno studio sugli effetti corona emessi dalla punta delle dita dell ’uomo (METODO CLASSICO USO KIRLIAN) e li ha codificati in base ai punti TING usati dal Dr. VOLL con alcune modifiche (Fig. 6). Spesso è il caso che spinge l ’uomo verso nuove direzioni. Usavo la FOTOCAMERA KIRLIAN secondo il METODO CLASSICO quando Cristiana, una delle mie assistenti, macchiò  con uno starnuto una lastra fotografica che poi fu sviluppata e da l ì iniziò la storia.

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A.M.I.F. Negli anni è stato interpretato un elevato numero di foto su carta impressionabile a colori e in bianco e nero; il tutto per più di 3.000 casi. La saliva è il veicolo di terapia per le essenze di BACH; perché non ritenerla “veicolo” di diagnosi? Questo é  il presupposto che mi ha indotto a testare la medesima e a trarne una valutazione clinica. Il test KBSS (Kirlian-Bach-Serafini-Saliva) si realizza raccogliendo in un contenitore la saliva del paziente (al di fuori di interferenze elettromagnetiche); la si dispone in 39 pozzetti su un film trasparente graduato e su ogni goccia di saliva si pone una goccia di ognuno dei fiori di Bach in diluizione d’uso lasciando un pozzetto, definibile “di controllo”, senza reattivo-Bach. Si dispone il film su carta impressionabile e si sviluppa una foto Kirlian. Per la diagnosi non è importante la temperatura della sala stampa o l ’esatta concentrazione dei bagni di sviluppo e fissaggio. Lo sviluppo evidenzia effetti corona di cui ho fatto uno schema di DECODIFICA: dalla massima disarmonia alla massima armonia-dissolvenza (Fig. 7).

TECNICA SANDWICH KBSS: MATERIALI – FIG. 9: Macchina Kirlian/Brandy/Acqua/BicchierePipetta/una delle 38 boccette di diluizione d ’uso. – FIG. 10: Set fiori di Bach. – FIG. 11: Sala e liquidi di stampa. – FIG. 12: Macchina Kirlian con carta impressionabile bianco-nero/film pellicola con 39 gocce di saliva sulle quali sono stati apposti uno ad uno i 38 fiori di Bach; una goccia di saliva é di controllo, senza reattivo-Bach. – FIG. 13a: Lastra impressionata in bianco e nero riferita a “modulo diagnostico di Signora Titti aa. 50 ”, con le varie luminescenze ottenute (effetti corona), dalla massima armonia (Scleranthus) alla massima disarmonia (Agrimony) (Fig. 13a e 13b).

Fig. 9 

Fig. 10 

Fig. 11

CASO CLINICO Con la tecnica a SANDWICH KBSS si mette in evidenza l ’emanazione bioenergetica della saliva, dei rimedi, della loro risonanza in armonia o in disarmonia. Partendo dall ’effetto corona basale, della saliva senza nessun reagente, le diversificate strutture energetiche dei preparati appaiono sotto forma di immagini stabili e riproducibili, in varie forme circolari, grazie alle quali é oggi possibile trarre delle conclusioni cliniche. L’armonizzazione avvenuta, ovvero la diminuzione dell’ENTROPIA del sistema, si manifesta con una trasparenza-dissolvenza dell’immagine ottenuta in precedenza. Una disarmonia iniziale pu ò essere considerata premessa per una futura armonizzazione e il grado di disarmonia

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Fig. 12 

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A.M.I.F. determina la GERARCHIZZAZIONE; questo costituisce il SISTEMA DI DECODIFICA. Tutte le tecniche empiriche finora adottate possono fornire informazioni solo sui fiori necessari in quel dato momento; con la tecnica KBSS si pu ò costituire una scala analogica “a gradiente”  di tutto il campo psico-energetico (GERARCHIZZAZIONE), dal momento che viene preso in considerazione tutto il campo dei 38 FIORI. La tecnica KBSS abbinata alla clinica mette dunque in evidenza che tutti i gradi di disarmonia sono sinonimo di crisi di coscienza, proporzionalmente. Mettendo insieme gli studi di MANDEL sulla Kirlian, KRAMER sulla topografia (Fig. 8) e di SERAFINI sull ’armonia energetica salivare si riesce a fare diagnosi di localizzazione

e di predisposizione fisica alla maggior perdita energetica e si può conoscere più facilmente la condizione spirituale del paziente. Esiste uno studio condotto con il procedimento COLOR  PLATE dal ricercatore ingegnere e fisico tedesco PIETER  KNAPP, utilizzato oggi in numerose universit à come punto di partenza di svariate ricerche, che è una evoluzione del procedimento fotografico ad alta frequenza. Lo studio è  stato realizzato utilizzando il siero sanguigno del paziente; è riportato da Mechthild SCHEFFER. Con ciò  si evidenzia che sia il medico, sia ognuno dei mezzi di cui dispone (qualunque essi siano) sono solo strumenti che servono a riportare il malato nell ’ordine della legge universale.  BIBLIOGRAFIA:

Fig. 13a - Modulo diagnostico (Sig.ra Titti, anni 50).

1. “Aura. La fotografia Kirlian. “ - Brian Snellgrove - Tecniche Nuove 2. “Metodo originale della floriterapia di Bach”  - Mechthild Scheffer Tecniche Nuove 3. “Nuove terapie con i fiori di Bach”  - Dietmar Kramer - Ed. Mediterranee 4. “Concetti scientifici delle bioenergie” - Gubbiotti - Guna Ed. 5. “Bioenergia: dimostrazione raggiunta” - Gubbiotti - Guna Ed. 6. “Il potere di guarigione dei suoni” - J. Goldman - Ed. Punto d ’incontro 7. “Cromoterapia” - Theo Gimbel - Tecniche Nuove 8. “Corpo senza età mente senza tempo. La nuova filosofia della giovinezza 9. interiore” - Deepak Chopra - Ed. Paperbach 10. “9* Gli archetipi e l ’inconscio collettivo”  - Carl G. Jung - Bollati Boringhieri

Disarmonia

Armonia

La saliva Fig. 13b - Modulo diagnostico (Sig.ra Titti, anni 50). Ingrandimento.

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

S. Calzolari

Valutazione sull’opportunità  della floriterapia di Bach  applicata all’età pediatrica 

Medico chirurgo, Pediatra; Floriterapeuta ed esperta in Medicina Bioenergetica; via J.F. Kennedy, 81; San Lazzaro di Savena (BO).

RIASSUNTO: Viene presentato in questa Sede uno studio che ha lo scopo di definire le indicazioni alla florite-

rapia in età pediatrica e di valutare in tale ambito l’efficacia del trattamento con fiori di Bach nelle diverse fasce d’età. Si rivolge quindi alla classe medica per fornire una valida e sicura proposta terapeutica nell’esercizio di un’attività professionale già complessa. Il lavoro è stato condotto su un campione di 417 bambini, ammessi allo studio secondo criteri definiti (vedi materiali e metodi), divisi per fasce d’età dai 0 ai 14 anni, individuando per ciascuna di esse i gruppi di patologie significative per frequenza, importanza clinica e valenza socio-familiare. Lo studio si è svolto nell’arco di tre anni complessivamente (1995-1998). Ogni caso è stato seguito secondo i criteri della floriterapia tradizionale, con controlli a scadenza fissa (4 settimane) presso lo studio medico pediatrico e con aggiornamenti settimanali del diario anonimo consegnato all’inizio della terapia al genitore referente(vedi descrizione diario). In tutti i casi sono stati somministrati rimedi floreali in gocce “originali Bach”alla posologia standard di 4 gocce per 4 volte al dì, per os, definendo in ogni singolo caso gli orari di assunzione in rapporto alle abitudini di vita del bambino. La durata del singolo trattamento è risultata compresa nell’intervallo esteso da un minimo di tre mesi ad un massimo di otto mesi, mai comunque verificandosi la necessità di interrompere il trattamento per motivazioni inerenti alla compliance dei genitori e/o del bambino. I risultati del lavoro consentono senz’altro al pediatra di considerare il trattamento con fiori di Bach come una valida scelta terapeutica; la floriterapia permette di affrontare soprattutto il disagio psico-emozionale del bambino, che si manifesta in modo tanto diverso nelle fasce di età considerate. Proprio poiché tale componente è parte integrante delle più frequenti patologie trattate dal pediatra si può concludere che la floriterapia, se condotta nel rispetto delle sue indicazioni e metodi, può avere un’ottima influenza anche sul sintomo clinico quale espressione della componente più strettamente fisica della malattia, oltre che sulla sfera psichica per eccellenza. Data l’ottima compliance del trattamento da parte non soltanto del bambino ma anche dei genitori e del contesto familiare allargato, si anticipa fin d’ora che la floriterapia può identificarsi certamente come una eccellente metodica per affrontare le problematiche del nucleo sociale di base e per favorire quindi uno sviluppo più armonico non solo dell’individuo ma anche della società.

PAROLE CHIAVE: Floriterapia, Bioenergetica, Terapia d ’ambiente, et à pediatrica SUMMARY: We have studied a group of 417 children from 0 to 14 years old along a period of three years. By this it has been possible to define the indications for treatment whit Bach’s Flowers in paediatric age; we have found  some specific reactions according with different ages and with different bioenergetic types. We have studied the applications of bioenergetic inputs of Bach’s Flowers in the familiar ambient and we have veri fied an optimal success of therapy. The original approach of Bach’s Flowers therapy in bioenergetic types defines an important progress for the future of this method. KEY WORDS:  Flower Therapy, Bioenenergetics, Therapy of environment, paediatric age

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A.M.I.F.

Q

uesto studio è stato condotto dal medico specialista pediatra su una popolazione di bambini, scelta secondo i seguenti criteri:

CRITERI DI AMMISSIONE ALLO STUDIO: A - età compresa tra 0 e 14 anni B - medio stato socio - culturale della famiglia C - motivo diagnostico terapeutico significativo D - possibilità reale di seguire il bambino con metodo E - durata minima della terapia: 3 mesi  Punto A - L’osservazione rigida di tali criteri ha permesso di studiare le diverse fasce di et à, rispettando e sottolineando le peculiarità psico – energetiche di ciascuna di esse.  Punto B - Si è tenuto conto inoltre dello stato socioculturale dei nuclei familiari per poter garantire una uniformità di interpretazione da parte dei genitori e dei parenti sul significato della terapia intrapresa, in modo da non creare eventuali malintesi e da garantire la collaborazione necessaria tra la famiglia e il pediatra.  Punto C - Preme sottolineare che sono stati ammessi allo studio soltanto quei casi che sono stati supportati da una primitiva e reale richiesta d ’aiuto da parte dei genitori , e cio è quei casi in cui il disturbo risultava sia per frequenza che per intensità motivo di preoccupazione per la famiglia. Il rispetto di tale criterio permettere di escludere fattori di persuasione o suggestione da parte del medico sull ’ambiente, che potrebbero inficiare i risultati.  Punti D e E - Infine si reputa necessario poter raccogliere le garanzie della famiglia sulla corretta conduzione del piano terapeutico a domicilio e sulla più aperta collaborazione per la frequenza al colloquio. Seguendo tali premesse in nessun caso si è stati costretti ad  interrompere la terapia con fiori di Bach per inadeguata com pliance da parte del paziente e/o del nucleo famigliare. (totale compliance personale e ambientale: 100% dei casi)

DURATA DELLO STUDIO: 3 ANNI (DIC. 95 – DIC. 98) NUMERO DEI CASI AMMESSI ALLO STUDIO: 417, di cui a) 0 – 2 anni b) 2 – 6 anni c) 6 – 10 anni d) 10 – 14 anni

64 143 158 52

(15,3%) (34,3%) (37,9%) (12,5%)

N.B: 301 casi , corrispondenti al 72,2%, sono compresi nella fascia b e c che rappresenta l ’età  pediatrica in senso stretto.

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METODI PIANO DI STUDIO: comprende una prima visita ed una serie di controlli a distanza di un mese, circa, l ’uno dall’altro; fino a risoluzione clinica. PRIMA VISITA – il bambino viene sottoposto a visita pediatrica, durante la quale viene fatta una valutazione clinica globale, apprezzando lo stato attuale di salute. – viene altresì  eseguito un check up kinesiologico (valutazioni sul piano strutturale, biochimico, mentale), utilizzando laddove necessario (non collaborazione del paziente) la tecnica del “sostituto”. – il colloquio con il/i genitore/i (o di chi ne fa le veci) verte soprattutto a chiarire l’atteggiamento psichico del bambino e a definirne la personalit à. Il colloquio viene condotto secondo le indicazioni tradizionali della floriterapia e cio è: a. verifica dell’empatia medico - paziente b. atteggiamento del medico di neutralit à e ascolto c. percezione degli stati d’animo attuali d. gerarchizzazione degli stati d ’animo percepiti e. prescrizione di max sei fiori di Bach in base ai criteri precedenti – Viene individuato il “genitore referente ” (più  spesso la madre), il quale avr à il compito di seguire la floriterapia a domicilio e di aggiornare il “diario”: a questi vengono quindi spiegate correttamente le modalit à da seguire. – Viene valutato l ’ambiente in cui il bambino vive abitualmente e considerate le dinamiche bioenergetiche di massima che lo caratterizzano ( diagnosi bioenergetica d ’ambiente ). – Ogni caso viene “di massima ”, inquadrato in uno stato di personalit à  secondo i criteri della bioenergetica di Lowen-Reich, che prevede cinque biotipi (schizoide, orale, psicopatico, masochista, rigido). – Il 50% dei casi viene “a caso” selezionato per lo studio sui fiori di ambiente .

CONTROLLI MENSILI – il bambino viene sottoposto a visita pediatrica , durante la quale si apprezzano le eventuali variazioni della sintomatologia. – viene ripetuto il chech up kinesiologico, volto a valutare il grado di riequilibrio psicofisico di volta in volta raggiunto, con particolare attenzione alla valutazione del cd “arco temporale ”. – si valutano le annotazioni riportate sul diario e se ne discute insieme al genitore referente, per poter instaurare un nuovo ciclo di floriterapia.

N° 1 - Giugno 1999

A.M.I.F. DIARIO ANONIMO

RISULTATI NELLA PRIMA INFANZIA (0 – 2 ANNI):

a cura del pediatra SESSO - ETÀ DIAGNOSI CLINICA ATTUALE (sintomo “guida”, che ha motivato la richiesta di intervento pediatrico) ANAMNESI PERSONALE COMPOSIZIONE NUCLEO FAMILIARE AMBIENTAZIONE SOCIO-CULTURALE PROFILO PSICHICO PROFILO BIOENERGETICO sec. Lowen Tipo schizoide Tipo orale Tipo psicopatico Tipo masochista Tipo rigido PIANO TERAPEUTICO: FIORI IN VIA DI SOMMINISTRAZIONE FIORI “D’AMBIENTE” Gruppo random a cura del genitore referente EVENTUALI DEVIAZIONI DAL PIANO TERAPEUTICO PER  FREQUENZA O QUALITA’ VARIAZIONI DEL SINTOMO PER INTENSITA’ E FREQUENZA COMPARSA DI ALTRI SINTOMI SITUAZIONE PSICHICA PREVALENTE

a. incidenza di cd. “crisi di coscienza” praticamente nulla (minor grado di strutturazione energetica) b. tempi di reazione tra un ciclo e l’altro < 1 mese (maggiore velocità di metabolizzazione energetica) c. impossibilità di scindere rimedi type e rimedi mood (vedi punto a) d. durata medio-min e medio-max efficace per la scomparsa del sintomo quasi sovrapponibile (ca 3 mesi) (> capacità di risposta allo stimolo energetico – vedi a e b) e. aspetto bioenergetico: prevalenza di biotipi schizoidi e orali (conferma dei dati bioenergetici di Lowen) Risultati globali delle schede di valutazione finale del nucleo famigliare su 64 casi: O ottimi B buoni I insufficienti

22 (34%) 37 (58%) 5 ( 8%)

RISULTATI COMPARATI GRUPPO F.B. –  GRUPPO F.B.A (AMBIENTE): GRUPPO 0-2 ANNI F.B.

GRUPPO 0-2 ANNI F.B.A

32 CASI

32 CASI

O – 2 ( 6 %) B – 25 (78%) I – 5 (16%)

O – 30 (94%) B – 2 ( 6%) I – 0 ( 0%)

ATTEGGIAMENTO SOCIALE REAZIONI DELL’AMBIENTE

MATERIALI FIORI DI BACH SOMMINISTRATI: ORIGINALS BACH FLOWERS (GUNA) I fiori di Bach sono stati utilizzati sempre in diluizione “classica” e cio è: 2 gocce (4 gocce per Rescue Remedy) di ciascun fiore diluito in cc 30 di acqua oligominerale naturale con aggiunta di 2 cucchiaini di brandy. Posologia standard: 4 gocce 4 volte al d ì, da assumersi lontano dai pasti , con l ’obbligo di assunzione al risveglio e al momento dell’addormentamento. La preparazione dei fiori diluiti è  stata curata personalmente dal farmacista in stretta collaborazione col medico.

N° 1 - Giugno 1999

Gruppo F.B. 0-2 anni 6%

16%

78%

Gruppo F.B.A 0-2 anni 0% 6% 94%

Insufficienti

Buoni

Ottimi

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A.M.I.F. RISULTATI NELLA SECONDA INFANZIA (2 – 6 anni):

RISULTATI NELLA TERZA INFANZIA (6 - 10 ANNI):

a. minima incidenza di “crisi di coscienza”: 5% (5% tra i 4 e i 6 anni: iniziano i processi di strutturazione delle difese energetiche)

a. aumento della percentuale delle “crisi di coscienza ” (>15%)

b. tempo di reazione tra un ciclo e l ’altro 25%) (uguale o superiore rispetto all’età adulta: tale osservazione sottolinea il dato di grande reattivit à energetica dell ’epoca puberale, con importanti rimaneggiamenti psicosomatici) b. tempo di reazione tra un ciclo e l ’altro > 1 mese (forte riduzione della velocit à di metabolizzazione energetica dovuta a blocchi energeticamente molto forti) c. durata medio-min. efficace per la scomparsa del sintomo < 3 mesi, durata medio max efficace > 8 mesi d. aspetto bioenergetico: prevalenza biotipo rigido Risultati globali delle schede di valutazione finale del nucleo famigliare su 52 casi: O ottimi B buoni I insufficienti

2 ( 4%) 38 (73%) 12 (23%)

RISULTATI COMPARATI GRUPPO F.B. –  GRUPPO F.B.A (AMBIENTE): GRUPPO 10-14 ANNI F.B.

GRUPPO 10-14 ANNI F.B.A

26 CASI

26 CASI

O – 0 ( 0%) B – 16 (62%) I – 10 (38%)

O – 5 (19%) B – 19 (73%) I – 2 ( 8%)

CONCLUSIONI Possiamo senz’altro concludere questo studio con alcune importanti osservazioni riassuntive: a. la floriterapia rappresenta un valido approccio terapeutico alla componente psico-emozionale delle più  frequenti e pressanti problematiche dell ’età pediatrica; b. nell’età pediatrica, ancor pi ù che nell’adulto, è necessario (e qualificante) che i fiori di Bach vengano somministrati secondo precisi criteri e nel rispetto delle linee guida attualmente definibili in base all ’esperienza acquisita, instaurando un regime di piena collaborazione tra medico pediatra, piccolo paziente e famigliari; c. la risposta terapeutica è  particolarmente pronta e significativa nel lattante e nel bambino , nei quali le strutture bioenergetiche sono ancora altamente permeabili e le personalità  psico-emotive non sono cristallizzate in sistemi specifici come nell ’adulto; d. nei problemi dell’adolescente , laddove le frequenze vibrazionali dei fiori di Bach incontrano i turbolenti e caotici flussi energetici propri di questa et à, possono essere utilizzati al meglio come supporto al lavoro degli psicologi; e. l’inquadramento dei soggetti nelle biotipologie permette un approfondimento diagnostico della personalit à del bambino e quindi di ottimizzare il programma della floriterapia e migliorare i risultati conseguibili; f. l’utilizzo mirato dei fiori di ambiente migliora sensibilmente in ogni fascia di et à i risultati della floriterapia individuale; esso permette di ristabilire un equilibrio delle forze energetiche che definiscono l ’ambiente di convivenza e contribuisce perciò a recuperare valori fondamentali nello sviluppo delle personalità umane.

Gruppo F.B. 10-14 anni 0%

38%

62%

Gruppo F.B.A 10-14 anni 19%

8% 73%

Insufficienti

N° 1 - Giugno 1999

Buoni

Ottimi

La floriterapia rappresenta per il pediatra, nei limiti della sua applicazione, una scelta terapeutica giusta, secondo criteri di efficacia, affidabilità, maneggevolezza, ma anche per i costi contenuti e l ’ ottima compliance generale.

I fiori di Bach offrono soprattutto al pediatra una grande opportunit à  per aumentare la qualit à  della professione medica e un motivo in pi ù di gratificazione personale, per essere garante non soltanto dello stato attuale della salute dei suoi piccoli pazienti, ma anche delle giuste basi bioenergetiche sulle quali si formano le personalit à psichiche e quindi gli adulti del futuro.

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A.M.I.F.

PAURA  STRUTTURA DI DIFESA  PERSONALITÀ BIOENERGETICA PROCESSO DI SEPARAZIONE DAL SÉ PAVOR PRIMUM (esperienza di partenza)

MOMENTO EVOLUTIVO

PERSONALITÀ

Aggressione diretta

epoca pre- o peri- o postnatale

schizoide

Abbandono e deprivazione Tradimento Invasione e controllo Rifiuto

epoca neonatale e del lattante età del bambino fase infantile dell’autonomia sviluppo puberale

orale psicopatica masochista rigida

TIPO DI DIFESA E CONSEGUENZE SUL PIANO ENERGETICO DIFESA SCHIZOIDE DIFESA ORALE DIFESA PSICOPATICA DIFESA MASOCHISTA DIFESA RIGIDA

abbandono del corpo suzione di vitalità altrui controllo sugli altri repressione, dipendenza orgoglio, chiusura, finzione

debolezza fisica, astenia scarse energie proprie energia forte ma incostante energia debole, inconsapevole energia forte ma non autentica Crisi esistenziali

PERSONALITÀ E MECCANISMI DI DIFESA ATTUATI – “a porcospino”, ritirata, uscita dal corpo – suzione, negazione verbale, isteria – “uncino”, “gancio mentale”, isteria – rimuginare silenzioso, provocazione (frecciate verbali),“tentacoli” – ostentazione, isolamento entro i confini

SCHIZOIDE ORALE PSICOPATICA MASOCHISTA RIGIDO

PERSONALIT À SCHIZOIDE AGGRESSIONE ———— TERRORE ESISTENZIALE ———— ABBANDONO DEL CORPO – Abbandono del piano fisico, con passaggio a piani di esistenza mentali e spirituali (prevalenza di energie “alte”: soggetti molto creativi). – Indebolimento energetico del piano fisico: astenie, ipotensione, estremit à fredde, magrezza, vacuità dello sguardo, atteggiamento assente, mancanza di coordinazione spazio-temporale , squilibri cervello destro-sinistro, accelerazione temporale).

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA SCHIZOIDE: Paure aspecifiche, fobie di persecuzione Difficoltà di concentrazione e apprendimento, superficialità Influenzabilità estrema Basso range di tolleranza allo stress, scarsa energia vitale Ansietà e impazienza

 ASPEN  CHESTNUT BUD CENTAURY  OLIVE   IMPATIENS 

FIORI DI BACH COSTITUZIONALI PER IL TIPO SCHIZOIDE: CLEMATIS 

FIORI DI “AMBIENTE ”: STAR OF BETHLEHEM  VINE 

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N° 1 - Giugno 1999

A.M.I.F. PERSONALIT À ORALE ABBANDONO ———— PAURA DELLA DEPRIVAZIONE ———— SUCCHIARE ENERGIA ALTRUI – Il soggetto impara a sostentarsi appoggiandosi agli altri; la personalit à non sviluppa autonomia e l’individuo rimane energeticamente infantile (non fa mai da solo ma induce gli altri a servirlo con mezzi seducenti e ricattatori). – I livelli energetici sono bassi per difetto di metabolizzazione delle energie (aspetto fisico ipotonico, flaccidit à, addome prominente, atteggiamento pigro, voce fievole e piagnucolosa , sguardo “aspiratore ”).

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA ORALE: Paura e fobie (fino all ’isteria) (solitudine, abbandono, malattia, povert à…) Ansia (bisogno degli altri-dipendenza) Pigrizia Apatia – depressione

 RED CHESTNUT

WILD ROSE 

FIORI COSTITUZIONALI DEL TIPO ORALE: CHICORY   HEATHER VERVAIN 

FIORI DI “AMBIENTE ”: WILLOW • GORSE 

PERSONALITÀ PSICOPATICA TRADIMENTO ———— PAURA DI ESSERE TRADITO ———— CONTROLLO ASSOLUTO (di provare dolore) – Il soggetto controlla l’ambiente circostante direttamente ( aggressivit à, rabbia, prepotenza, imposizione diretta) oppure indirettamente(con bugie, lusinghe, seduzioni e ricatti). Se non ci riesce pu ò esplodere in crisi isteriche violente. – L’energia è forte ma incostante e crolla sotto stress . Questo soggetto controlla persino se stesso e si impedisce di amare, per cui può manifestare disturbi sessuali, enuresi, balbuzie, svenimenti ecc …, quali espressioni dei blocchi energetici)

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA PSICOPATICA: Paura di perdere il controllo Prepotenza, violenza verbale, imposizione Ipercritici, intolleranti, bugiardi Incapaci di perdonare e di perdere Diffidente, geloso Crisi depressive profonde (crollo energetico) Impossibilità di proiettarsi nel futuro

CHERRY PLUM 

SWEET CHESTNUT 

FIORI COSTITUZIONALI DEL TIPO PSICOPATICO: VINE • BEECH • HOLLY • WILLOW 

FIORI DI “AMBIENTE ”: SCLERANTHUS 

Il bambino non può operare la giusta scelta tra i genitori perch é è usato da uno dei due per scopi interni alla coppia. Si deve rafforzare la DECISIONE nell ’ambiente.

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A.M.I.F. PERSONALIT À MASOCHISTA CONTROLLO ———— PAURA DELL’INVASIONE ———— REMISSIONE E REPRESSIONE – Il soggetto impara a reprimere ogni iniziativa e la personalit à rimane inespressa.Ama la libert à ma teme di conseguirla. – L’energia è debole e compressa nel nucleo interno: l’individuo l’avverte come forza in ebollizione e questo senso si traduce in rabbia repressa e nascosta.L’individuo è arrendevole, insicuro, rassegnato.

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA MASOCHISTA: Paura e frustrazione Remissivit à e senso di inferiorit à Autopunizione e colpa Insicurezza

MIMULUS 

CERATO SCLERANTHUS  WILD OAT 

Rimpianto Depressione senza speranza Atteggiamenti conservatotri Reazione di silenzio e provocazione verbale Fantasie sessuali inespresse

 HONEYSUCKLE  GORSE  WALNUT  WHITE CHESTNUT 

FIORI COSTITUZIONALI PER IL TIPO MASOCHISTA:  LARCH • CRAB APPLE • PINE FIORI DI “AMBIENTE ”: CHICORY

• RED CHESTNUT 

PERSONALITÀ RIGIDA RIFIUTO ———— ORGOGLIO ———— NEGAZIONE DEL SÉ – Il soggetto nega il contatto energetico tra il suo nucleo e l ’ambiente esterno. Rifiuta di riconoscere il proprio S É e crea un IO totalmente falso . Tale IO è perfetto secondo i criteri del mondo. – Il soggetto mantiene una struttura complessa che impone un grosso lavoro energetico. – Vive bene sotto stress, utilizzando le energie di volont à e pensiero, ma negando ogni emozione. – Possibili crisi esistenziali e attacchi di panico quando la maschera cade.

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA RIGIDA: Paura della morte e attacchi di panico Rigidità fisica e mentale Perfezionismo e ricerca di alti ideali Senso del dovere esasperato Maschera sociale Stanchezza, contratture, cefalea, stress   Noia Crisi esistenziali e depressione

FIORI COSTITUZIONALI PER IL TIPO RIGIDO:

 ROCK ROSE 

 ELM 

HORNBEAM  MUSTARD WATER VIOLET • ROCK WATER • OAK • AGRIMONY 

FIORI DI “AMBIENTE”: CRAB APPLE

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• HOLLY 

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F. R. Tolentino

Floriterapia e  servizi psichiatrici 

Medico chirurgo, specialista in Psichiatria; Psicoterapeuta e Floriterapeuta. Centro Psicosociale di Rho; via B. d’Este, 28 - Rho (MI)

RIASSUNTO: Questa mia relazione vuole essere una carrellata di problematiche sorte utilizzando la Floriterapia di Bach in Psichiatria, nel contesto del Centro Psicosociale di un servizio Psichiatrico Ospedaliero. Darò per scontata la conoscenza della Floriterapia e del suo scopritore. Partirò dalle motivazioni che ci hanno portato alla sua scelta ed utilizzo, per arrivare alle caratteristiche individuali ed antropologiche dell’utenza a cui si rivolge, accennando alla “promozione biologica” imperante. Verranno considerati i rapporti con la diagnosi psichiatrica, le indicazioni, controindicazioni e limiti nell’utilizzo di questo strumento, con particolare attenzione ai pazienti psichiatrici più gravi ed al problema delle coterapie: Floriterapia, psicofarmacoterapia e psicoterapia in varia combinazione. Vedremo quali Rimedi vengono usati più frequentemente ed in quali occasioni. Accenneremo a problematiche legate alla peculiarità del contesto sia nei rapporti con l’utente che con l’ente ospedaliero, alle prospettive di sviluppo, alle difficoltà e prospettive inerenti la metodologia della ricerca e la validazione dell’efficacia. Verranno considerati gli aspetti specifici che assume in Floriterapia la relazione medico-paziente, sviluppando il concetto di “Oggetto Transizionale” e “Psicoterapia floreale breve”. Allargando il discorso esamineremo il risveglio dell’interesse per le Medicine Complementari a livello di Organizzazione Mondiale per la Sanità, di Comunità Europea, dei Servizi Sanitari di alcuni paesi, come la Svizzera, e l’Italia con l’interesse mostrato da ospedali, istituzioni ed Ordini Professionali. Ricorderemo le esperienze pilota con la Floriterapia a Trieste e Mendrisio. Per chi volesse approfondire seguirà una bibliografia ed un’indicazione Internet. PAROLE CHIAVE: Floriterapia, Servizi Psichiatrici, Relazione Terapeutica, Medicine Complementari

SUMMARY: This work presents the problems that can occur by using Bach’s flower therapy in the Psycho-Social  Centre of a psychiatric hospital. The flower therapy and its discoverer are well known, therefore I would like to explain the reasons why I chose it, describing the individual and anthropologic characters of the patients who need  it, and introducing the concept of “biological promotion”. We will consider its relationship with the psychiatric diagnosis, the indications, the contraindications and the limits of this method, taking into particular account the most serious psychiatric situations and the problem of the associated therapies: flower therapy, therapy with psychodrugs and psychotherapy in different combinations. We will  discuss about the most frequently used remedies in the different pathologies, looking into the problems that can occur in each situation both with the patient and the hospital. We will discuss about the perspectives of develop ment, the difficulties regarding the research methods and the validation of its effectiveness. The specific aspects of  the relationship between doctor and patient are here considered too, and the concept of “transitional object” and  “brief flower psychotherapy” is developed. In this discussion we also mention the growing interest for the alternative methods inside the World Health Organisation, the European Community and the Health Organisation of some Countries such as Switzerland and Italy, and the interest demonstrated by hospitals, institutions and professional  categories. We remind to the pioneeristic experiences with flower therapy in Trieste and Mendrisio. In order to get   more information on the subject some bibliographic and internet references are given.

KEY WORDS:  Key words Flower therapy, psychiatric services, therapeutical relation, alternative medicine

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A.M.I.F. ettete dei fiori nei vostri cannoni...” Qualcuno di Voi ricorderà queste parole, cantate con voce roca dall’Equipe84, nei ruggenti anni ‘60. È quel che ho fatto insieme ad una mia collega psichiatra, Maria Balzola (autrice di un importante libro sull’argomento: “I Fiori della mente” edito dalla Bollati-Boringhieri), inserendo la Floriterapia di Bach tra le potenti armi in dotazione alla Psichiatria. Una freccia delicata ma appuntita in più al nostro arco. Oggi con Voi vorrei partire da questa esperienza per fare delle riflessioni; porre delle domande più che suggerire delle risposte. Darò per scontata la conoscenza della Floriterapia e del suo scopritore. I Rimedi di Bach sono arrivati nella mia pratica clinica come una folgorazione. Vedevo crescere in me il disagio nel trattare solo farmacologicamente i casi di “piccola psichiatria”; avevo l’impressione di prendere a cannonate nel loro volo delle farfalle, l ’intervento pareva sproporzionato, poten-

“M

zialmente dannoso, per i possibili effetti collaterali. Avvertivo il rischio di reificare il disagio senza comprenderlo, connotandolo come malattia, risolvendo cosi forse i sintomi, ma cronicizzando i problemi, che rimanevano inaffrontati. Il farmaco può  favorire la delega e la deresponsabilizzazione, essere un alibi per prendere le distanze. La mia esperienza infatti nasce in un Centro Psicosociale di un Servizio di Salute Mentale in provincia di Milano, un servizio ambulatoriale che risponde ai bisogni di salute psichica di circa . 100 000 persone. Vi giungono con una richiesta di aiuto, insieme a persone con disturbi affettivi e psicotici gravi, sempre più utenti con una sintomatologia nevrotica, con disturbi di personalità o reazioni di adattamento agli eventi della vita. Queste patologie minori costituiscono ormai il 50% del carico ambulatoriale; il nuovo accesso al servizio nel 1997 vedeva 235 utenti di questo tipo contro 110 con patologie gravi. A questa nuova utenza i servizi psichiatrici pubblici, nati in Italia con il processo di chiusura degli ospedali psichiatrici, con l’obiettivo dichiarato di trattare sul territorio i casi gravi, paiono impreparati; disponendo spesso di risorse limitate, soprattutto nel campo dell’intervento psicologico. D’altronde, come nota acutamente dal punto di vista antropologico F. Dei sulla rivista I Fogli di Oriss, stiamo assistendo nel campo della salute ad un vario grado di intreccio e compenetrazione fra pratiche “alternative “ ed ufficiali in una “compresenza di saperi....secondo criteri non tanto di coerenza epistemologica quanto di razionalit à  pratica degli interventi ” (op. cit. pag. 30-31). Questa “mutazione sociologica” dell’utenza si riflette anche nel nostro centro con una richiesta di aiuto che sempre più rifiuta a priori la prescrizione di farmaci di sintesi, o richiede interventi diversi, alla ricerca di un ’approccio olistico e personalizzato, di cui sentirsi parte attiva e responsabile. Sono persone per cui non vi è  spesso indicazione, per mancanza di motivazione o povert à di capacit à di elaborazione psicologica, ad un ’intervento psicoterapeutico.

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Come rovescio della medaglia possiamo sottolineare la “promozione biologica ” in atto nei media e tra i professionisti, volta a creare nel pubblico una cultura in cui il disagio psichico viene presentato per lo pi ù come malattia biologica da trattare il più  precocemente possibile, con farmaci adatti e sempre più innovativi da parte del medico specialista. Nascono così la “pillola della felicit à”, la “pillola dell’amore”  ed a breve la “pillola della timidezza ”, medicalizzando aree importanti della nostra vita il cui buon funzionamento emotivo va assicurato farmacologicamente. Secondo questi principi sono stati proposti corsi di formazione gratuita sulla Depressione a medici psichiatri sotto i 30 anni, considerando i pi ù anziani forse ormai refrattari a questa impostazione. In analogia voglio segnalarvi il rischio dell ’utilizzo sintomatico degli stessi Rimedi di Bach, come di altri farmaci tratti dalle medicine complementari. Si sostituisce all ’ascolto empatico e partecipe della persona una sorta di automatismo diagnostico-terapeutico che lega la timidezza all ’utilizzo di Mimulus, la sfiducia in S é all’utilizzo di Larch, e cosi via. Ci ò può succedere quando le prime esperienze di prescrizione ed autoprescrizione siano frutto di una superficiale lettura. L’utilizzo delle classificazioni psichiatriche obiettivanti (come il DSM 4 americano, o l ’ICD 10 europeo) comportano a mio avviso lo stesso rischio di inscatolare il fluire delle tumultuose acque di un ruscello. Nella mia esperienza è per ò egualmente vero che alcune scelte paiono ricorrere pi ù frequentemente. Uso spesso Holly, Star of Bethelem, Honeysuckle, Walnut e Pine nelle difficolt à di elaborazione di un lutto; Rock Rose, Cherry Plum, Mimulus, Larch o Gentian nelle Fobie, nelle crisi d’Ansia o negli Attacchi di Panico. L’effetto pare esplicarsi in questi casi sulla riduzione in intensit à  e frequenza delle crisi acute o sull ’ansia anticipatoria. Nella quasi totalit à dei casi ho riscontrato, curiosamente, in modo indipendente dalla variazione della sintomatologia, una sorta di maggior ottimismo, uno sblocco emotivo, un mutamento del punto di vista con recupero delle risorse interiori. L’utilizzo della Floriterapia determina inoltre una maggior adesione al trattamento (una fidelizzazione maggiore del cliente potremmo dire). Confrontando infatti tra i pazienti nevrotici archiviati all ’inizio del ’99 due gruppi: “dimessi per conclusione del trattamento” (26 casi ) ed: “interruzioni dopo il primo colloquio ” (27 casi), vediamo come nel primo gruppo vi erano 18 utenti che assumevano Rimedi (gli altri erano solo in trattamento psicofarmacologico), nel secondo gruppo, 7. Nel nostro centro sono stati trattati circa 150 casi negli ultimi tre anni. Ho trovato la Floriterapia utile per: – Disturbi d’Ansia, Fobie, Attacchi di Panico, Depressioni lievi e moderate. – Reazioni psicologiche avverse alla malattia somatica. – In alcuni casi selezionati di patologie psichiatriche gravi (schizofrenie e disturbi affettivi primari), per lo pi ù in cote-

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A.M.I.F. rapie con psicofarmaci, puntando a risultati parziali o diversi da quelli ottenibili con la farmacoterapia convenzionale. – Patologie somatiche su base funzionale. – In problematiche adolescenziali. – Le reazioni emotive presenti nei familiari dei nostri utenti. – Persone normali con difficoltà  transitorie o reattive ad eventi della vita stressanti. – Professionisti impegnati in relazioni di aiuto (compresi medici e psicoterapeuti)in caso di difficolt à  emozionali con i loro utenti, o sindrome da Burn Out. Le difficoltà  o gli insuccessi si sono riscontrati invece tra: – Chi non voglia per vantaggio secondario od altro mettere in gioco equilibri raggiunti od investire nel cambiamento. – Chi abbia scarse capacit à  di elaborazione psicologica o persista in una posizione di passivit à, regressione o delega massiccia al terapeuta, con attese di tipo magico onnipotente. – Le persone che in modo dichiarato o meno rifiutino questo strumento. – Le persone con patologie psichiatriche gravi o di lunga data, soprattutto quando trattate da tempo con psicofarmaci. – Chi presenti un disturbo profondo della personalità. In questo caso i risultati con i Rimedi Floreali paiono pi ù superficiali e pu ò rendersi necessario un invio in psicoterapia, ammesso che ve ne sia per altri aspetti l ’indicazione. Come psichiatra peraltro non ho esperienza nel trattare direttamente le patologie somatiche. La peculiarità del mio contesto di lavoro in cui gli utenti giungono raramente con una richiesta specifica, ma esprimono genericamente un disagio; la necessit à di tener conto della cornice istituzionale, oltre a considerazioni cliniche, mi portano spesso ad impegnarmi in coterapie . È stato inoltre elaborato “ad hoc” un modulo cartaceo per il consenso informato al trattamento che tiene conto dell ’utilizzo della Floriterapia. Nelle coterapie utilizzo contemporaneamente od in successione Fiori di Bach e farmaci di sintesi, od invio l ’utente ad una consultazione psicologica. Qualora la persona stia già assumendo psicofarmaci (il mio infatti è per lo più un intervento specialistico di secondo livello) non ne sconsiglio subito la sospensione o la riduzione, che non terrebbe conto quanto meno della dipendenza psicologica, rimandandola a quando il farmaco risulter à meno necessario. Utilizzo spesso il Rescue per l ’effetto ansiolitico, sostituendo con questo le benzodiazepine, con modalit à di assunzione regolare, o meglio al bisogno in caso di acuzie; talvolta lo utilizzo come preparazione ad una Floriterapia di fondo. Una prescrizione farmacologica si rende necessaria in caso di gravit à dei disturbi, per necessit à  di ottenere effetti più  certi e rapidi, qualora la sofferenza sia troppo intensa. Nel prescrivere farmaci e Rimedi contemporaneamente, cerco di chiarire con l ’utente caratteristiche, obiettivi, effetti

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attesi di ciascun intervento. Spesso i Rimedi sono utili nella fase di svezzamento da farmaci, per superare i timori legati alla dipendenza o per la sintomatologia di ritorno alla sospensione del farmaco. Quando non abbiano dato un risultato apprezzabile, li sospendo per proseguire, se è necessario, con la sola terapia farmacologica. L’intreccio Rimedi-Psicoterapia è più complesso, rivolgendosi entrambi gli interventi alla sfera emozionale. Qualora la Floriterapia non dia risultati sufficienti, come spesso avviene nel caso di problematiche profonde, è utile, come gi à ho sottolineato, inviare la persona ad uno psicoterapeuta. Risulta utile invece nel trattare le problematiche intercorrenti o residue di un trattamento psicoterapeutico, facilitando nel corso di questo la mobilizzazione dei vissuti emotivi. Nel contesto della Floriterapia, la relazione medicopaziente acquista caratteristiche peculiari. L’asimmetria del rapporti è  infatti ridotta, il paziente diviene, responsabilizzandosi, co-terapeuta, acquisendo un ruolo pi ù attivo. Nel terapeuta che ascolta e risuona empaticamente si attiva il paziente interno, in modo simile nel paziente viene attivato il medico interno, la capacit à cioè di holding, di prendersi cura di S é  stesso. La griglia di lettura connessa alla Floriterapia si struttura come una rete mentale capace di cogliere, comprendere e trasformare i fenomeni emotivi. Il negativo contiene gi à in sé per Bach il suo polo positivo. Tale impostazione trasformativa incrementa sia nel paziente, che diviene cliente, che nel terapeuta le attese positive, importanti predittori e fonte di buon esito degli interventi, in una sorta di profezia che si autodetermina. Il boccettino dei Rimedi aggiunge una dimensione in pi ù nella relazione, divenendo un “oggetto transizionale ” che permette di strutturare un ’area di gioco terapeutico “intermedia tra ci ò  che è  percepito e ci ò  che è  concepito” (Winnicot, op cit) È  un oggetto dotato contemporaneamente di propriet à farmacologiche e di un messaggio psicologico, che mobilita affetti e pensiero. Conier ò poi il termine di “Psicoterapia Floreale Breve ”, in analogia con la “Psicoterapia Dinamica Breve ”; una metodologia terapeutica particolare in cui, specificando all ’utente le ragioni che hanno portato a quella specifica scelta di Rimedi, si attua una sorta di focalizzazione dei conflitti, (analoga alla scelta del focus nella Psicoterapia Dinamica), che innesca, anche in assenza di interpretazioni psicodinamiche, un ’acquisizione di consapevolezza, e quindi una sorta di elaborazione. Diverse scelte comportano cos ì nel tempo focus differenti. Come in Psicoterapia Dinamica Breve gli incontri terapeutici risultano inoltre ridotti nel numero e pi ù  diluiti nel tempo, la passivit à e la regressione disincentivate. Le Medicine Complementari (M.C.) da alcuni anni trovano interesse e riconoscimento sempre maggiori in ambito istituzionale. Ricordiamo l’invito dell’O.M.S. nel 1983 ad utilizzare le M.C. nei programmi di cure primarie e la pubblicazione a

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A.M.I.F. cura dell’O.M.S. Il ruolo delle Medicine tradizionali nel sistema sanitario” tra cui sono inseriti i Rimedi Floreali. (op. cit.) La Comunità Europea ha lanciato un ’indagine conoscitiva (progetto Cost B4) e promulgato nel ’97 una direttiva sullo “Status delle medicine non convenzionali ”, avviandone il riconoscimento e promuovendo la ricerca nel campo. Nei vari paesi membri, tra cui l ’Italia, come ha ricordato il ministro Bindi nel recente convegno organizzato dal gruppo consigliare dei Verdi e dalla Regione Toscana, sono sorte cos ì delle commissioni di studio ed intervento sulle problematiche inerenti le M.C. In Svizzera è stata approvata nel 1998 una legge federale (legge Dreyfuss) che stanzia fondi per la ricerca, mettendo per un periodo sperimentale di cinque anni ai fini della rimborsabilità  assicurativa, sullo stesso piano della medicina ufficiale, l ’Omeopatia, la Fitoterapia, la Medicina Cinese, la Med. Antroposofica e la Med. Neurale. Anche in Italia si stanno muovendo il Parlamento, in cui giacciono alcune proposte di legge, gli Ordini dei Medici (l’Ordine dei Medici di Milano ha organizzato nell ’ottobre del ’98 un convegno sull’argomento), alcune Regioni. Tra queste spicca la Regione Toscana con il Piano Sanitario per il triennio ‘96-’98. Sono poi stati istituiti negli ultimi anni servizi ospedalieri di Omeopatia (Lucca, Siena), Fitoterapia (Empoli), Medicina Cinese ed Agopuntura (Firenze, Como, Prato, Empoli, Milano), Schiatsu ( Osp. Sacco di Milano). Per quanto riguarda pi ù specificatamente la Floriterapia, possiamo ricordare l’esperienza pilota del Servizio Psichiatrico di Trieste ove viene usata nei Centri di Salute Mentale di Barcola ed Aurisina (dott.ssa P. Ridente). Sempre nell’ambito del disagio psichico, negli anni scorsi, con l’impegno di varie figure professionali, è stato uno degli interventi terapeutici fondamentali in un centro diurno rivolto nell’ambito del disagio psichico, ad un ’utenza specificatamente femminile: il Centro Donna Trieste. Dal 1993 la Floriterapia viene anche usata sempre a Trieste, insieme alla Fitoterapia ed altri interventi, dal Servizio per le Tossicodipendenze. In Svizzera nella clinica psichiatrica cantonale di Mendrisio sono stati usati per anni i Rimedi Floreali (dott.ssa J. Motta) tuttora pare vengano utilizzati in alcune cliniche psichiatriche convenzionate, come è  stato riferito dall’interessante convegno del novembre ’98 a Mendrisio dall’allettante titolo: “Terapie complementari od alternative in Psichiatria: una sfida?, un diritto? ”  organizzato dalla Fondazione Pro Mente Sana di Zurigo, convegno in cui ho tenuto insieme alla dott.ssa Balzola un seminario sui Fiori di Bach (Tolentino R., op. cit.). Spendiamo ora due parole sul problema della ricerca cli-

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nica. Se nella ricerca di base sul meccanismo d ’azione qualcosa si sta muovendo (si vedano gli studi di Rossi e Setti a Pavia), gli studi clinici controllati volti alla validazione dell ’efficacia, si limitano per la Floriterapia, a quanto mi risulti, a qualche modesto studio osservazionale. In Omeopatia, come ricorda il prof. Bellavite dell ’osservatorio per le M.C. dell ’Universit à di Verona, si possono invece rintracciare in letteratura pi ù di 250 lavori di ricerca clinica, di cui 50 in doppio cieco; per l ’Agopuntura vi sono nella banca dati Med. Line pi ù di 5.000 voci. La difficolt à si situa a livello del campionamento dei gruppi, della standardizzazione dei trattamenti, dell ’uso delle metodiche di cieco e doppio cieco, in un ambito in cui la personalizzazione del trattamento e la relazione terapeutica hanno un ruolo fondamentale. Stiamo studiando con le cattedre di clinica psichiatrica e di psicoterapia dell ’Universit à di Milano la possibilit à di adattare alla Floriterapia un protocollo tratto dalla ricerca sugli esiti in Psicoterapia, che presti attenzione al miglioramento della qualità della vita. Segnalo infine agli appassionati di Internet, il sito w.e.b. dell’Osservatorio per le M.C. dell ’Istituto di Chimica e Microscopia Clinica dell’Universit à  degli Studi di Verona (http://chimclin.univr.it/omc.) ove possono essere rintracciati una lista di siti web interessanti per le M.C. ed un ’ampia bibliografia. Vi lascio cos ì  con l’invito a navigare nel vasto arcipelago delle medicine naturali, alla ricerca di qualche piccola, ma preziosa, isoletta fiorita.  BIBLIOGRAFIA:

Balzola M.A: I fiori della Mente, I Rimedi di Bach nella pratica clinica, Bollati Boringhieri ed. Milano 1997. Dei F.: Medicine Alternative: il senso del male nella postmodernit à, in I Fogli di Oriss, n° 5,1998. Di Stefano M : L’Omeopatia entra in ospedale, in Medicina Naturale, Gennaio 1999, ed. Tecniche Nuove Milano Fissi S. Fiori di Bach Principio di corrispondenza e nosografia psichiatrica. in La Medicina Biologica, Gennaio-Marzo 1998, Guna ed. Pastorino M L.: Introduzione ai Rimedi Floreali di Bach, Nuova Ipsa ed. Palermo 1989. Rossi M. Setti M. : Fiori di Bach, influenze selettive e diversificate in sistemi chimico-fisici, primi risultati in Medicina Biologica, vol 3, 1997. Guna ed. Scheffer M. e Starl W.D.: Le Piante della Psiche, Nuova Ipsa ed. Palermo 1994. Tolentino R :Terapie complementari in psichiatria, convegno a Mendrisio. In Medicina Naturale anno 9 n°1, ed. Tecniche Nuove Milano. World Health Organization, Geneva : Traditional Medicine and Health Care Coverage, Banneman Burton, Ch’en editors W:H:O: Geneva 1989. (tradotto in : Il ruolo delle Medicine Tradizionali nel sistema sanitario. Valutazioni scientifiche ed antropologiche. Red ed., Como 1984.) Winnicot D.W. Gioco e Realt à, Armando ed, Roma 1974.

N° 1 - Giugno 1999

ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

M. Iannelli

Un setting per la  Floriterapia di Bach 

Medico chirurgo, Psicologo clinico; Psicoterapeuta (psicoterapia psicoanalitica), Floriterapeuta. Via Veiano, 50 - Roma.

RIASSUNTO: La Floriterapia di Bach, nel suo uso più “nobile”, agevola potentemente un percorso che porta ad una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie modalità di relazione con l’ambiente, ad una attivazione delle proprie virtù ed, in ultima analisi, ad una migliore qualità della vita; ciò avviene tramite una relazione terapeuta paziente che deve essere necessariamente modulata e regolamentata: tali regole e parametri costituiscono dunque il “setting” della relazione terapeutica inteso come contenitore, scenario e direzionalità del percorso.

PAROLE CHIAVE: “setting”, “relazione terapeutica”, floriterapia di Bach SUMMARY: The therapy with Bach Flower Remedies, in its more “noble” use, is a strong help in the course that  takes to a more self consciouness and of the proper relations modality with the ambient, an attivation of own virtues and, in the last analysis, to a better quality life; this happen through a relationship therapeut-patient, that must  be necessarly modulated and regulated: these rules and parameters build the “setting” of the therapeutic relationship looked like container, scenery and direction of the therapeutic course.

KEY WORDS: “ setting” , therapeutic relationship, therapy with Bach flower remedies li eredi di Freud non sono i fumosi ideologi che adoperano spettacolarmente la psicoanalisi come una gomma americana ma i terapeuti che, con pazienza, aiutano qualcuno a vivere un po’ meglio”.

“G

Claudio Magris nel libro  “Danubio”, Garzanti editore.

Scorcio del Danubio in Ungheria.

N° 1 - Giugno 1999

I rimedi floreali di Bach possono essere assunti dal paziente o nella forma cosiddetta pura, cio è  direttamente dallo “STOCK BOTTLES” oppure tramite la classica diluizione. Le 2 possibilit à sono a volte utilmente complementari, ma hanno effetti spesso notevolmente diversi l ’una dall’altra. I fiori di Bach nella forma diluita svolgono una indubbia funzione di efficaci e profondi attivatori, catalizzatori e promotori di una serie di processi virtuosi che possono essere sintetizzabili nel concetto di “aumento della consapevolezza i s é”. Alla luce del modello Biopsicosintetico proposto da Roberto Assagioli, possiamo ipotizzare che i rimedi floreali diluiti agiscano sulla emozionalit à individuale ed archetipale della persona. (Vedi fig. 1). Possiamo, infatti, ritenere che essi, prescritti sulla base di stati emozionali negativi attuali, aumentino la potenza di quelle “stelle”  che lo psichiatra toscano, immagina essere presenti in un luogo denominato Inconscio Superiore; questa costellazione è  formata da “astri” i cui nomi sono audacia, coraggio, comprensione, bont à, volontà, ecc. ecc.; cio è una costellazione formata da una serie di energie positive le quali, in alcuni casi possono essere bloccate o indebolite da interferenze determinate da complessi conflittuali o da sovrastrutture nozionistiche e/o subculturali. È lecito presupporre che aumentando le qualit à positive si creano condizioni che permettono una cascata di eventi che mettono in moto un circolo virtuoso.

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A.M.I.F.

PSICOSINTESI DI ROBERTO ASSAGIOLI 6 - IO E SÉ   SUPERIORE

73 - INCONSCIO   SUPERIORE 2 - INCONSCIO   MEDIO

5 - IO E SÉ   COSCIENTE 4 - CAMPO DI COSCIENZA 1 - INCONSCIO   INFERIORE

Fig. 1

CIRCOLO VIRTUOSO EMOZIONI POSITIVE PENSIERI POSITIVI PRODUZIONE DI ...

FEED BACK POSITIVO

AZIONI POSITIVE

AUMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA

Fig. 2 

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I N C O N S C I O C O L L E T T I V O

Il sentirci più  dotati di capacit à  positive ci permette di accedere al cosiddetto inconscio medio e a quello inferiore e, quindi, di far piano piano riemerge alla coscienza i contenuti conflittuali e complessuali rimossi sia nella loro componente di pensiero che in quella emozionale. Si liberano così energie che, invece di essere utilizzate per “tenere a bada ” il rimosso, vengono messe al servizio di un io che diventa cos ì sempre pi ù forte, consapevole e collegato con l’io e sé  superiore, cioè  con gli aspetti pi ù  genuini, profondi e solari della persona. L’emozionalità, quindi, si positivizza, il pensiero pu ò e deve fare altrettanto; cio è  si cominciano a produrre azioni positive che apportano a loro volta forza e positivit à alle emozioni e ad il pensiero. (Vedi fig. 2). Si attiva cos ì attraverso la consapevolezza quel circolo virtuoso che gradualmente, fisiologicamente e profondamente struttura un io forte in quanto consapevole ed attivo, un io sempre più  efficace e valido coordinatore al servizio delle strategie esistenziali del vero s é. In ultima analisi si percorre una strada che porta ad un evidente e sostanziale miglioramento della qualit à  della vita. La persona si sente disintossicata emozionalmente, si libera da antichi lacciuoli ed impedimenti, nuove energie si mettono al servizio di progetti realistici ed entusiasmanti. Nuove idee, nuove possibilit à, nuove prospettive ampliano i gradi di visuale della persona, nuove ottiche permettono di vedere la realt à da più prospettive, tutto diventa pi ù chiaro, più  semplice e pi ù  congruo a sé  stessi, diminuiscono le penosità e le pesantezze. Che tutto ci ò descritto avvenga e che sia catalizzato indiscutibilmente dalle diluizioni dei rimedi floreali è chiaramente sotto gli occhi dei 2 protagonisti del percorso e cio è il terapeuta ed il paziente: l ’aumento in termini quantitativi e qualitativi (a volte impressionante) dei ricordi onirici, il riaffiorare di contenuti cognitivi ed emozionali ormai da tempo sepolti, lo scoprirsi, quasi improvvisamente, dotati di qualit à e capacità a volte semplicemente intraviste o frustrate a volte del tutto misconosciute, rappresentano alcuni degli aspetti visibili in maniera incontrovertibile di quello che nei momenti più intensi assume la corposit à di una “crisi di consapevolezza”. Essa è la visibile e percepibile manifestazione epifenomenale della ristrutturazione, armonizzazione ed evoluzione della personalità del paziente. Tale percorso, più o meno lungo più o meno gioioso e/o doloroso avviene necessariamente tramite, anche, ad una relazione terapeuta - paziente. Ciò che nella vita quotidiana fa di un incontro una relazione è un insieme di regole implicite ed esplicite, ci ò che nella fattispecie fa di un incontro una relazione terapeutica è un insieme di regole che costituisce un corretto “setting”.

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A.M.I.F. IL SETTING

CIRCOLO VIRTUOSO

È ciò che da forma, posizione, direzionalità, I dizionari di lingua inglese ed americana danno numerose traduzioni della parola setting, esse hanno in comune, comunque, alcuni concetti che possono essere utili per poter chiarificarci in parte su che cosa è  il setting terapeutico e quale è la sua funzione. Questi concetti sono relativi a ci ò che dà forma, posizione, direzionalità, scenario, ambientazione, contenimento ad un qualcosa che scorre e procede. Possiamo quindi definire nel nostro caso il setting come una strutturazione di un campo nel quale scorre e procede un processo terapeutico. (Vedi fig. 3). Come, per esempio, qualsiasi esperimento scientifico ha bisogno di un campo strutturato da variabili e condizioni per poter avere luogo e significativit à, così il setting viene a rappresentare il campo strutturato all’interno del quale ha luogo un percorso terapeutico in genere e floriterapeutico nello specifico. È  il campo strutturato che permette alla relazione terapeutica di attivarsi nei suoi aspetti pi ù concreti e in quelli pi ù impalpabili ma a maggior ragione importanti quali l ’empatia e l’accoglienza, e quindi l ’alleanza terapeutica, la neutralit à e quindi la libertà  del paziente, la possibilit à di una relazione adulta. (Vedi fig. 4). Come negli esperimenti scientifici gli strumenti consciamente usati e le variabili consciamente introdotte permettono di fare osservazioni significative cos ì  regole e parametri regolamentati che costituiscono il campo strutturato della relazione terapeutica permettono di dare significativ à a ciò che succede consentendo al paziente di acquisire consapevolezza di sé. È quindi la strutturazione del campo che da significativit à al comportamento della coppia paziente - terapeuta. Ed è, quindi, la strutturazione del campo che impedisce il rischio che gli interventi del terapeuta siano l ’espressione di un totale e sterile soggettivismo.(Vedi fig. 5). Il setting con le sue regole ufficiali e condivise è paragonabile ad uno “scenario e scacchiera 1” cioè un sistema artificioso che assume il ruolo ed il significato di rappresentante delle regole del mondo reale. Il sistema delle regole di funzionamento del soggetto paziente, derivanti dalla sua storia, dalla sua personalit à e dalle sue problematiche è paragonabile ad una sorta di “scenario e scacchiera 2 ”. Il setting è, inoltre, attivatore di uno “scenario e scacchiera 3” cio è della relazione terapeutica duale. Il sistema specifico delle regole del soggetto (lo scenario e la scacchiera 2) si può estrinsecare e confrontare in e con un ambito protetto e controllato (scenario e scacchiera 1) con grosse possibilità di presa di consapevolezza, in quanto lo “scenario e scacchiera 3” cio è la relazione terapeutica è connotata da un “alto voltaggio ” emotivo.

N° 1 - Giugno 1999

scenario, ambientazione, contenimento ad un qualcosa che procede CONCETTO DI SETTING TERAPEUTICO

Una strutturazione del campo nel quale scorre e procede un processo terapeutico Fig. 3 

Il setting permette alla relazione terapeutica di attivarsi nei suoi aspetti più concreti ma anche in quelli più impalpabili quali: l'empatia, l'accoglienza, l'alleanza terapeutica, la neutralità, la libertà del paziente, il livello adulto della relazione

Fig. 4 

SETTING: ATTIVAZIONE DI CONSAPEVOLEZZA

Il setting con le sue regole ufficiali e condivise è paragonabile ad uno "scenario a scacchiera 1", cioè un sistema artificioso che assume il ruolo ed il significato di rappresentante delle regole del mondo reale. "Scenario a scacchiera 2":

sistema di regole del soggetto - paziente derivanti dalla sua storia, dalla sua personalità, dalle sue problematiche. Setting, quindi, attivatore di uno "scenario e scacchiera 3" cioè della relazione terapeutica duale. Il sistema specifico delle regole del soggetto ("scenario e scacchiera 2") si può estrinsecare e confrontare in e con un ambito protetto e controllato ("scenario e scacchiera 1") con grosse possibilità di presa di consapevolezza in quanto la relazione terapeutica duale è caratterizzata da un "alto voltaggio" emotivo. Fig. 5 

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A.M.I.F.

PRINCIPALI VARIABILI IN GIOCO

CARATTERISTICHE AUSPICABILI

PER LA STRUTTURAZIONE

DI UN SETTING IN FLORITERAPIA

DI UN SETTING IN FLORITERAPIA

A. Flessibilità a) retroterra culturale e scientifico del terapeuta

B. Olisticità

b) domanda e caratteristiche del paziente

D. Umanizzazione

c) ambito terapeutico (studio privato, studio convenzionato o struttura pubblica)

Ma una volta individuato esso deve essere

C. Personalizzazione

1) Stabile 2) Definito

d) specificità d'azione dell'uso dei rimedi floreali di Bach nella forma diluita

Fig. 6 

3) Condiviso 4) Garantito dal terapetua Fig. 7 

VARIABILI IN “GIOCO” PER LA STRUTTURAZIONE DI UN SETTING IN FLORITERAPIA

L’aumento dei ricordi onirici, il riaffiorare di contenuti cogni-  tivi ed emozionali, lo scoprirsi dotati di qualità e capacità, l’ac-  centuarsi di stati emozionali negativi sono alcuni degli aspetti  della “CRISI DI CONSAPEVOLEZZA”.

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Le variabili che portano alla strutturazione di un setting in floriterapia sono numerose e complesse. (Vedi fig. 6). Esse sono relative al retroterra, culturale e scientifico del terapeuta (per esempio impostazione psicodinamica, cognitivista, umanistico esistenziale, bioenergetica, eventuale integrazione di farmaci omeopatici, omotossicologici e quant ’altro). Altre variabili derivano dalla domanda e dalle caratteristiche del paziente . Queste ultime sono relative al suo livello di funzionamento dell’io, ai suoi obiettivi, alle sue possibilit à economiche, temporali, al suo livello culturale, alle caratteristiche specifiche di orario di lavoro. Altre, ancora, sono determinate dal luogo della terapia per esempio studio privato, studio convenzionato o struttura pubblica. La variabile introdotta dall ’assunzione della diluizione dei Rimedi Floreali di Bach , risulta essere di enorme importanza nella strutturazione del setting. Proprio in virt ù della loro funzione di catalizzatori, che esplicano la loro azione completa nel giro di un periodo che va secondo l ’esperienza dai 25 a 30 giorni, essi possono influenzare molto il parametro relativo alla frequenza dei colloqui terapeutici. L’esperienza ci suggerisce che si pu ò fare un ottimo lavoro anche con sedute con frequenza circa mensile. Si comprende chiaramente come ci ò  rappresenti un notevole risparmio in termini finanziari e di tempo per il paziente.

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A.M.I.F. L’uso dei fiori di Bach diluiti associati a volte con l ’uso dei Rimedi Puri, inoltre, aiuta a rendere ancora pi ù flessibile il setting alla luce dei bisogni reali e del qui ed ora del paziente. Possiamo quindi affermare che i fiori di Bach rappresentano un ulteriore potente mezzo per attuare una medicina in genere, ed un setting in particolare, che tenga sempre pi ù presenti concetti quali flessibilità , olisticit à , umanizzazione e personalizzazione . (Vedi fig. 7). Una medicina (e quindi un setting) che sia sempre di pi ù al servizio e “su misura” della persona disagiata e sofferente e sempre meno predeterminata da dogmi, schemi teorici rigidi, preconfezionati e pregiudizievoli. (Una medicina umana anche nel senso che renda il paziente il protagonista principale del suo percorso terapeutico).

Il setting, inoltre deve essere condiviso; un setting, infatti esistente solo nella mente del terapeuta o imposto sarebbe solo un “nonsense” fuorviante. La definizione e la condivisione si attuano nel comunicare alla fine del colloquio o dei colloqui preliminari chiaramente le regole da parte del terapeuta con una conseguente accettazione da parte del paziente. Possiamo, infatti, dire che per giocare bene occorre che i giocatori conoscano le regole del gioco e che le accettino. Anche se, paradossalmente, le regole servono ad evidenziare aspetti strutturali del paziente proprio nel suo stile non solo di accettazione ma anche di trasgressione di esse. Il terapeuta, infine, pur essendo protagonista anch ’esso della relazione dove deve svolgere la funzione di garante del “mantenimento ” del setting operando come “io adulto”.

CARATTERISTICHE BASILARI DI UN SETTING IN FLORITERAPIA

REGOLE E PARAMETRI DA REGOLAMENTARE NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA

L’alto livello di personalizzazione, di flessibilit à e diversificazione del setting deve essere accompagnato dalla irrinunciabile presenza di alcune caratteristiche essenziali che tutti i setting devono possedere. Il setting, infatti, deve essere stabile, definito, condiviso, garantito dal terapeuta (vedi fig. 7) . Il setting con le sue regole e parametri una volta individuato deve rimanere stabile per tutto il corso della terapia; sono infatti sconsigliabili cambiamenti in corso d ’opera. Esso deve essere ben definito in quanto elementi non chiaramente definiti non sono strutturanti e quindi non hanno la capacità di presentare i dati della relazione terapeutica nella loro incontrovertibilit à.

Alcune regole del setting, derivano direttamente dal retroterra culturale del terapeuta (vedi fig. 8). Per esempio, un terapeuta potrebbe usare nell ’ambito di un iter floriterapeutico la regola delle libere associazioni di chiaro stampo psicoanalitico. Un aspetto da evidenziare è quello specifico della assunzione del composto diluito dei fiori di Bach da assumere al dosaggio standard di 4 gocce 4 volte al giorno. Tale aspetto, pur non facendo parte in senso stretto del “setting”, assume una importanza del tutto peculiare. Da una parte possiamo accennare, per esempio, all ’aspetto dell’assunzione dei rimeCARATTERISTICHE AUSPICABILI

REGOLE DEL SETTING

DI UN SETTING IN FLORITERAPIA

A. Il luogo della terapia

A) Derivano dal retroterra culturale e scientifico del terapeuta

B. La durata dell'incontro C. La frequenza delle sedute

Per esempio la regola delle libere associazioni di chiaro psicoanalitico

D. La posizione del terapeuta e del paziente E. Le assenze

B) Specificità derivanti dalla assunzione dei rimedi floreali di Bach diluiti ed al dosaggio standard di 4 gocce 4 volte al giono

Fig. 8

N° 1 - Giugno 1999

F. Le interruzioni G. L'onorario del terapeuta H. Altre ed eventuali (il Tu/Lei l'accettazione dei regali, le telefonate, i contatti con i familiari)

Fig. 9

 

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A.M.I.F. di come metaforica continuazione del rapporto con il terapeuta durante il periodo che intercorre tra gli incontri, oppure come “oggetto transizionale”, aspetti questi che meriterebbero un approfondimento in altre occasioni. Dall’altra parte, è  molto interessante osservare lo stile comportamentale ed emozionale del paziente rispetto alla “regola” delle 4 gocce 4 volte al giorno ”. Altri aspetti della relazione costituiscono parametri che vanno regolamentati; essi sono il luogo della terapia, la durata dell’incontro, la frequenza delle sedute, la posizione del terapeuta e del paziente, le assenze, le interruzioni, e l ’onorario del terapeuta. (Vedi fig. 9).  Il luogo: esso è la stanza dove avvengono gli incontri, è una degli elementi spazio temporali del setting come luogo ritagliato per poter permettere una riflessione su se stessi e per avviare un processo di cambiamento. La stanza degli incontri deve essere sufficientemente spaziosa, confortevolmente arredata con calore e sobriet à. Essa deve ritagliare uno spazio protetto che sia privo di interferenze acustiche o di altro tipo e che garantisca la “privacy”  del paziente. La stanza deve essere sempre la stessa per ciascun paziente; è, ovviamente concepibile la fisiologica possibilit à da parte del terapeuta di trasferire in un altro studio la sua attivit à, ma questa è una evenienza che si pu ò attuare normalmente ogni 2 o 3 anni.  La durata dell ’incontro: è un altro aspetto spazio temporale rilevante. È bene far durare gi incontri tra 50 e 55 minuti, lasciandosi uno spazio tra un paziente ed un altro. Da evitare prolungamenti, anche su richiesta.  La frequenza delle sedute: questo rappresenta un parametro dipendente dalle caratteristiche del paziente e del terapeuta ed è fortemente condizionato dall ’uso dei fiori di Bach. L’esperienza, come gi à  riportato, ci permette di affermare che si può fare un buon lavoro con una frequenza mensile.  La posizione del terapeuta e del paziente: in floriterapia appare consigliabile il vis a vis senza l ’interposizione della scrivania. Questa posizione sottolinea e favorisce l ’aspetto interazionale e relazionale dell ’incontro e permette al terapeuta di osservare la globalit à  della comunicazione del paziente cogliendo gli aspetti non verbale e paraverbali di essa. Ovviamente sono possibili variabili derivanti dalla particolare impostazione culturale e tecnica del terapeuta (vedi per esempio il lettino nel caso della psicoanalisi o le manovre tipiche della analisi bioenergetica).  Le assenze: la questione assenze è estremamente delicata; essa va regolamentata. Il principio di base che deve vigere è che l’ora fissata dalla quale il paziente si assenta deve essere comunque pagata. Nel caso di lunghe malattie è possibile proporre interruzioni e anche nel caso di lunghe partenze per motivi di studio o di lavoro. Gli incontri mancati per responsabilit à del terapeuta ovviamente non vanno pagati. Per quanto riguarda gli eventuali recuperi sar à  bene farli richiedere dal paziente in caso di sua assenza o proporli direttamente in caso di assenza del terapeuta.

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 Le interruzioni: quelle dovute a vacanze del terapeuta che corrispondono generalmente ai periodi di Pasqua, natalizi, ed estivi devono essere preventivamente comunicate al paziente, altrimenti potrebbero essere una variabile improvvisa vissuta malamente dal paziente. Se le ferie del terapeuta e del paziente non corrispondono perfettamente sar à bene rispettare la esigenza del paziente a costo di prolungare i periodi di interruzione.  L’onorario del terapeuta: anche questo è un problema delicato. Esso riguarda da una parte l ’ovvio e concreto bisogno del terapeuta di sostentamento e ripagamento rispetto al proprio impegno, dall ’altra parte l ’aspetto terapeutico del pagare. Il paziente deve pagare ragionevolmente (anche in relazione a quanto pu ò  permettersi) in quanto tale parametro rappresenta un elemento importante nella terapia. Esso, infatti, fa cogliere al paziente l ’importanza, il valore, l’aspetto di investimento del lavoro che sta svolgendo. Il pagamento aiuta, inoltre, il paziente a porsi in una posizione “paritaria ” e chiara nei confronti del terapeuta. Inoltre, un onorario, di un certo peso è uno stimolo, affinchè, il lavoro intrapreso non sia interminabile. Ovviamente questo parametro risulta sempre pi ù spesso condizionato e modificato da situazioni in cui entra in gioco un terzo elemento quale l ’istituzione pubblica ed eventuali assicurazioni private. Questa introduzione di una terza componente dovr à essere presa ovviamente in considerazione per poter comprendere come assume significativit à nell’ambito della relazione terapeutica. Ci sono, infine, altre questioni che meritano di essere prese in considerazione è che riguardano il Tu / Lei, l ’accettazione dei regali, le telefonate, i contatti con i familiari. Queste, questioni anche esse delicate, sono da valutare da caso a caso e riguardano anche lo stile personale del terapeuta. È importante tener presente che nel momento in cui esse si presentano devono essere regolamentate ai fini di una definizione della relazione.  BIBLIOGRAFIA:

1. Giovetti P. “Roberto Assagioli, La vita e l ’opera del fondatore della psicosintesi”, Edizioni mediterranee, Roma, 1995. 2. Liotti C.- La Rosa G.”Possibilità e limiti del concordar regole in psicoterapia”. Psicobiettivo rivista quadrimestrale di psicoterapie a confronto maggio agosto 1991 anno undicesimo numero due: 11-20, Editrice CEDIS Roma. 3. Minolli M.,“Studi di psicoterapia psicoanalitica ”, Edizioni Centro Diffusione Psicologia, Genova, 1993 4. Paolelli E., “Floriterapia” di Bach (VHS) Edizioni Guna, Milano 1997. 5. Pastorino M.L., “Introduzione ai rimedi floreali di Bach ”, Editore IPSA, Palermo, 1989. 6. Scano G.P., “Il metodo della psicoterapia psiconalitica ” in Psicoterapia Psicoanalitica: verso una rifondazione, Gianpaolo Scano, Antonio Mastroianni e Govanni Cadeddu Edizioni Franco Angeli, Milano 1995. 7. Scavo A., “Il setting psicoanalitico”. Psicobiettivo rivista quadrimestrale di psicoterapie a confronto, maggio agosto 1991 anno undicesimo numero due 21-30, Edizione Cedis, Roma.

N° 1 - Giugno 1999

ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

M. Saponaro

La comunicazione  non verbale  in floriterapia 

Medico chirurgo, specialista in Ginecologia; specialista in Agopuntura e Medicina Psicosomatica; Floriterapeuta. Via Chisimaio, 9 - Roma.

RIASSUNTO: Utilizzando gli strumenti di osservazione che ci vengono dati dallo studio della comunicazione umana, il lavoro propone una serie di analogie e osservazioni sulle diverse tipologie caratteriali dei fiori di Bach. Tenendo conto della sensorialità prevalentemente utilizzata, si distinguono i soggetti visivi, auditivi e cenestesici: se si osservano le “modalità di comunicazione col mondo esterno” che hanno i fiori di Bach, si possono osservare molte analogie. Tutto questo può essere uno strumento validissimo per un approccio migliore al paziente e per una dia gnosi più corretta ed immediata, mediante l’osservazione della comunicazione non verbale. In questo modo ci sono i presupposti per una strategia terapeutica più incisiva e per la modalità più efficace di presentare la terapia al paziente. Il lavoro quindi si propone di descrivere la “comunicazione” come strumento importante della pratica clinica e quotidiana del floriterapeuta. Si mostra inoltre come questo linguaggio si evidenzi nelle diverse somatizzazioni ginecologiche e sessuali in modo molto simbolico e specifico.

PAROLE CHIAVE:

SUMMARY:  In my report I am proposing a range of analogies and notes on the different behaviour typologies of Bach’s flowers, using the observation instruments given by the research on human communication. According to the mainly used sensorial organs, we can distinguish three kind o subjects: visual, auditory and coenaesthetic subjects. Observing the Bach’s flower way of communicating with the outer world, we can see many analogies. The observation of non-verbal communication can be a very good instrument to improve the approach to patients and to  make more correct and quick diagnoses. Thus we have the premises for a sharper therapeutic strategy and for a more effective way of introducing therapy to patients. The aim of my report is therefore that of describing “communication” as an important tool for the everyday clinical practice of flower-therapeutists.  It is shown, further more, that in different gynaecological and sexual somatizations this kind of language is evident  in a very symbolic and specific way.

KEY WORDS:  o pensato di affrontare quest’argomento della comunicazione, e in particolare di quella non verbale, perché lo ritengo un aspetto essenziale nel colloquio col paziente, sia come strumento diagnostico sia come strategia terapeutica. Il paziente cercherà di spiegare i suoi disturbi ed i suoi malesseri, e lo farà tanto meglio quanto più sarà la sua consapevolezza, ma la maggior parte dei suoi messaggi e delle sue richieste passeranno attraverso un linguaggio non verbale di cui è importante tenere conto. Il mondo è comunicazione, e se l’uomo è una realtà UNICA, una dimensione olistica, tutto ciò che comunicherà lo farà con questa modalità. E se l’esperienza clinica e intuitiva del terapeuta è già importante, può essere comunque interessante avvalersi

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degli studi recenti della scienza della comunicazione, con gli imput che essa ci offre. Nella vita, come s’impara qualunque cosa, anche la comunicazione è una tecnica d’apprendimento. Ogni fiore in fondo rappresenta una “frequenza psicologica”, una modalità comunicativa, una tipologia comportamentale e come tale, può presentare degli aspetti comuni con gli studi che già abbiamo. Secondo tali ricerche la comunicazione umana è rappresentata in generale da: PAROLE 7% TONALITÀ 38% FISIOLOGIA 55% • • •

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COMUNICAZIONE PAROLE:

TONALITÀ

7%

38%

FISIOLOGIA 55%

predicati verbali parole chiavi espressioni usuali tono timbro tempo volume postura gestualità respiro battito palpebre espressioni facciali

Come si può vedere, la comunicazione verbale rappresenta una quota molto piccola e si riferisce ai predicati verbali usati, alle parole chiavi e alle espressioni usuali. Per Tonalit à (38%) ci si riferisce alla voce e in particolare al Tono (grado di elevazione), al Tempo (parlare lentamente o velocemente), al Timbro (cioè la qualità) e al Volume (tono basso o alto). Nella quota maggiore, la Fisiologia (55%), sono rappresentate essenzialmente la postura, la gestualit à, il tipo di respiro, il battito delle palpebre e le espressioni facciali. Un paziente Impatiens nel colloquio si lamenter à del tempo che gli manca per fare tutte le cose, l ’ansia data dall’orologio e dalle attese, l ’irritabilità per la lentezza dei suoi collaboratori, la fretta di guarire. Ma col suo linguaggio analogico non verbale, che rappresenta ben il 93% del suo colloquio, comunicherà molte cose nelle altre modalità. Entrerà nello studio guardando l’orologio o chiedendoci se far à in tempo a finire per un impegno successivo, la postura è inquieta e si muove spesso sulla sedia, guarda spesso l’orologio, tamburella con le dita sul tavolo muovendo continuamente la punta delle scarpe. Ci racconta la sua vita in cinque minuti arrivando subito al punto del problema; la velocit à della voce è elevata ed anche i movimenti degli occhi. Mentre parla di qualcosa, con la mente e con gli occhi sta gi à nella prossima cosa che farà dopo la visita. Il respiro è veloce ed anche i suoi movimenti, il timbro della voce deciso, spesso irritabile. Poi ci saranno le patologie a comunicare il senso del suo disagio interiore: insonnia, contratture muscolari, eiaculazione precoce, ipersecrezione gastrica, bulimia, polimenorrea, tachicardia. Anche il suo corpo quindi tende a velocizzarsi, con un aumento delle funzionalità, del metabolismo, delle secrezioni endocrine: tutto il suo mondo parla la stessa frequenza. Il terapeuta in questo modo percepir à imput di diversa natura ma con i quali decifrare facilmente il messaggio che il paziente desidera dare, anche quando le parole non dovessero essere congruenti al suo atteggiamento. Allo stesso modo un Mimulus durante il colloquio ci par-

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lerà delle sue paure concrete, delle sue fobie o delle sue ipocondrie, della difficolt à ad interagire col mondo esterno. Avr à spesso paura delle terapie date e dei suoi possibili effetti collaterali, anche di quelli dei fiori. Ma ancora prima tutto il suo atteggiamento ci far à  capire il suo disagio. Spesso entrer à nello studio con le spalle lievemente alzate, a m ò di difesa, guardandosi a destra e a sinistra con tono un po ’ guardingo. L’espressione del viso esprime timore, anche nei nostri confronti, arrossisce molto spesso, ci saluta con la punta della mano, le dita sudate e un po ’ tremanti. Guarda la sedia prima di sedersi ed anche tutto l ’ambiente dello studio, per rassicurarsi che non ci siano “pericoli”. Abbassa spesso lo sguardo quando viene guardato, il tono della voce è basso e incerto. Spesso veste di nero: secondo la medicina cinese è il colore che corrisponde al rene, l ’organo collegato alla paura. La postura è racchiusa, il torace leggermente incavato all ’interno con le braccia e le spalle che si chiudono un po ’ verso il davanti. A volte il paziente Mimulus è balbuziente o in ogni modo tende ad incespicare nelle parole. Insomma tutto il suo mondo è un sistema chiuso, timoroso dell ’ambiente esterno visibile. Anche la semplice osservazione della mimica facciale e delle rughe può  essere un elemento importante per la diagnosi: Agrimony solitamente ha un viso tirato, sorridente anche in modo forzato, con l ’espressione che cambia assecondando l’interlocutore per rendersi gradito e con le rughe nasogeniene molto pronunciate. White Chestnut ha la fronte corrugata, con le rughe verticali tra le due sopracciglia molto accentuate; tende spesso a guardare in basso a sinistra mentre parla, come spiegher ò  meglio pi ù  avanti. Heather avr à spesso le lacrime agli occhi appena comincer à  a parlare di sé, mentre Willow avr à le labbra poste a m ò di broncio con le rughe verticali un po ’ accentuate intorno alla bocca. Beech invece terrà spesso gli occhi leggermente socchiusi come se volesse mirare qualcosa da lontano o radiografare la realt à circostante. Le rughe agli angoli esterni degli occhi sono pi ù evidenti, spesso è miope e comunque cercher à di squadrarci dall’alto in basso appena ci saluter à. Il viso di Wild Rose non ci esprimer à  niente, né sofferenza né  gioia né  rabbia: poche rughe o movimenti, tutto è fermo, come la sua vita in cui non c’è pi ù niente da fare. Gli occhi sono quasi immobili, lontani, la bocca si apre per parlare senza muovere gli altri muscoli della faccia. Sicuramente anche la postura e la posizione della schiena saranno un’impronta importante nell ’immagine che il paziente dà di sé. La colonna è segno di forza e di flessibilità: un equilibrio complesso che un eccesso di debolezza o di rigidità possono alterare e ripercuotersi sulla postura. Non a caso i modi di dire si riferiscono a certi simbolismi: ci sono le persone “bloccate”, “striscianti”, “senza midollo”, “tutte di un pezzo”, “che sono girate male ” o “portano il mondo sulle spalle”. Anche qui i diversi linguaggi floreali possono evidenziare dei segni ben precisi. Di solito tutte le personalit à rigide (con se stesse o con gli altri) tenderanno a portare la

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A.M.I.F. schiena molto diritta, quasi orgogliosa, come i Water Violet, i Vine, i Rock Water. Naturalmente questa rigidit à interna si esprimerà anche in dolori articolari, lombalgie e lombosciatalgie. Oak tender à  a curvare la parte alta della colonna accentuando la cifosi dorsale, per la sua attitudine a farsi carico dei problemi altrui e a portare il peso del mondo sulle spalle. Anche Centaury, succube della volontà  altrui, esprimerà una certa tendenza a curvare le spalle, in segno di sconfitta (insieme ai sintomi di stanchezza e ipotensione). SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI SENSORIALI

Parlando di comunicazione in modo pi ù  approfondito, non possiamo tralasciare quelle che sono le modalit à sensoriali che tutti gli uomini utilizzano per interagire con l ’esterno. Sto parlando dei cinque sensi, attraverso i quali possiamo percepire e relazionarci col mondo: vista, udito, tatto, odorato, gusto. Spesso in ciascuna persona c ’è una prevalenza d’utilizzo di una di queste modalit à ed è per questo che gli studi sulla comunicazione suddividono le persone in tre categorie: VISIVE (vista) AUDITIVE (udito) CENESTESICHE (tatto, gusto, odorato) • • •

C’è poi un sottogruppo chiamato degli AUDITIVI INTERNI, coloro cioè  che parlano molto con se stessi e sono molto riflessivi (come i White Chestnut). Ognuno di questi gruppi presenta delle caratteristiche verbali, posturali e di comportamento ben precise, che ora vedremo bene per collegarci poi allo studio delle personalit à floreali. Le persone visive hanno una respirazione piuttosto alta, all’altezza delle spalle, siedono in modo eretto, camminano spediti utilizzando soprattutto la punta delle scarpe. “Sanno dove andare”, osservano e ricordano tutti i particolari che vedono, sapendoli poi descrivere nei minimi dettagli. Sono precisi, pignoli, ben organizzati, ordinati, attenti alle apparenze. Ben vestiti, eleganti, magri, controllati, amano organizzare, disegnare progetti, ma delegano ad altri la realizzazione pratica. Sanno guardare avanti ma non assaporano il presente; non amano farsi toccare, c ’è uno spazio invisibile intorno a loro che è bene non invadere. In amore sono attenti, premurosi, ma poco affettuosi. Si interessano ad un progetto o ad una terapia se “si presenta bene ”. Parlano in modo “fotografico ”, con predicati verbali ed espressioni che ricordano molto il mondo fotografico: vedere, guardare, apparire, immaginare, mettere a fuoco, rivelare, mostrare, mi viene un flash, una luce negli occhi, un progetto mirato, ecc. Di solito lavorano come architetto, stilista, parrucchiere, chirurgo plastico, ottico, oculista, fotografo, truccatore. Le persone auditive invece hanno una respirazione a met à del petto, sono molto sensibili ai suoni, imparano ascoltando

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(mentre i visivi lo fanno per immagini), hanno una voce molto musicale, amano la musica e parlare per ore al telefono; amano ascoltare ed ascoltarsi. Amano sentirsi dire ci ò che devono fare e con la tonalit à giusta della voce. Di solito parlano con un linguaggio musicale: udire, ascoltare, armonizzarsi, sintonizzarsi, dire, accordarsi, ecc. Le persone cenestesiche sono molto lente, hanno una respirazione bassa, addominale, camminano disattenti usando soprattutto il tacco della scarpa. Vestono sempre in modo casual, comodo, con scarpe da ginnastica. Non importa cosa faranno domani, quali sono i progetti futuri, si perdono nel vivere completamente il presente. Memorizzano facendo le cose praticamente e di solito riescono a fare tutto molto bene con le mani: aggiustano tutto, sono artigiani o dei bravi massaggiatori. Amano toccare ed essere toccati, amano le coccole, la vicinanza, sono molto sensibili all ’ambiente esterno. Essendo buongustai, mangiano bene e molto, tendono ad essere obesi e comunque amano godere la vita in ogni attimo. Riconoscono le persone anche dall ’odore o comunque sono molto sensibili ai profumi. Si interessano ad un programma o ad una terapia se la considerano giusta. Parlano sempre con un linguaggio pratico e materiale (a volte un po ’ sguaiato): sentire, toccare, entrare in contatto, soffrire, toccare il fondo, sentire un pugno allo stomaco, sentire sciogliersi le membra, ecc. Le persone auditive interne parlano spesso tra sé e sé, a volte muovono le labbra quando sono da soli per parlare in silenzio, si interessano ad una terapia se questa “ha un senso”. Anche il movimento degli occhi presenta un punto d ’osservazione diagnostico interessante, in quanto esso dipende dal tipo d’informazione che si va a “prendere” dal deposito della memoria mentale prima di esprimerla. Cos ì se la persona parla di ricordi visivi gi à vissuti (ad es. il colore di una stanza già vista) per un attimo gli occhi andranno in alto a sinistra, mentre per le immagini visive mai viste (ad es. immaginare una stanza bianca se fosse tutta rossa) gli occhi andranno in alto a destra. Per i ricordi auditivi ricordati invece gli occhi andranno alla stessa altezza a sinistra mentre per quelli costruiti andranno a destra. Se la persona guarda in basso a sinistra è in un atteggiamento auditivo interno (vale a dire in dialogo con se stessa), mentre se guarda in basso a destra sta pensando alle proprie sensazioni, è  praticamente

SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI SENSORIALI VISIVO:

vista

AUDITIVO:

udito

CENESTESICO: tatto, odorato, gusto

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SCHEDA DEL MODELLO DELL'OCCHIO COSTRUITO

VISIVO COSTRUITO UDITIVO COSTRUITO CENESTESICO (sensazioni)

in stato cenestesico. E ’ bene ricordare che se la persona è mancina i lati di solito sono invertiti.E ’ ovvio che le persone preferibilmente visive, che vivono tutto con immagini, (anche le loro malattie sono descritte cos ì), avranno tendenzialmente gli occhi rivolti in alto: sono per es. i Clematis, con il loro mondo immaginativo, fatto di sogni. Le persone cenestesiche invece, avranno di solito gli occhi rivolti in basso, specie a destra: sono gli ipocondriaci, che ci descriveranno minuziosamente tutti i loro disturbi, come Heather o Chicory. Anche i depressi (Gentian, Gorse, Mustard) avranno sempre gli occhi rivolti in basso, in loro manca completamente la componente visiva, non hanno progetti, non hanno futuro, l’attenzione è completamente rivolta a se stessi e alle loro sensazioni. White Chestnut ci parler à  sempre con gli occhi rivolti a sinistra in basso, per “prendere” le informazioni dalla sede del suo dialogo interno. E’  ovvio che quando parliamo di categorie sensoriali ci riferiamo a delle tendenza relative, ognuno di noi ha in s è tutte le potenzialit à  comunicative, solo che pu ò  presentare delle preferenze. Nella vita sono importanti tutte e tre, sia per vivere al massimo delle proprie possibilit à, sia per comunicare con tutti. E se questo è importante per i pazienti, lo è anche per il terapeuta: un medico perfetto in realt à dovrebbe essere 33%, 33%, 33% …… E’ importante fare i progetti ma lo è anche vivere il presente nei suoi attimi irripetibili, vedere lontano ma anche realizzare direttamente ci ò che si vuole fare, ecc. Da tutto ci ò che abbiamo detto nasce quindi il senso di questo studio: se l’osservazione non verbale del paziente ci aiuter à  a comprendere il suo mondo pi ù  facilmente e profondamente (anche quando quello che esprime non è conforme a ciò che fa o quando i suoi racconti sono vaghi e incerti), nelle stesso tempo abbiamo le indicazioni pi ù  giuste per sapere come relazionarci con lui e come gestire le strategie terapeutiche. Nella floriterapia a mio avviso, è molto importante il rapporto terapeuta paziente ed anche il modo di presentare la

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RICORDATO

VISIVO RICORDATO UDITIVO RICORDATO DIALOGO INTERNO (parla tra se)

terapia al paziente, senza togliere niente alle meravigliose capacità curative che i rimedi hanno gi à in sé. Nel rapporto con un paziente visivo ad es. sar à importante il nostro aspetto come il nostro linguaggio, ma è  altrettanto importante rispettare il suo spazio intorno senza invaderlo: un atteggiamento subito forzatamente confidenziale potrebbe far fuggire un Water Violet o un Rock Water, mentre un paziente Heather chieder à subito di darci del tu e sar à subito contento se riceve una pacca sulle spalle o una buona stretta di mano. E’ importante non usare un tono di voce alto con un Aspen o con un Mimulus che potrebbe spaventarli, mentre una voce armoniosa entrerà immediatamente nel mondo di un Clematis o di un White Chestnut. Ad un paziente visivo non importerà  sapere il sapore del rimedio ma qual è l’obiettivo della terapia, dove lo porter à, quali possono essere i risultati che pu ò aspettarsi. (“Se la terapia ti appare positiva, possiamo focalizzarci su l’obiettivo da raggiungere con i fiori scelti per te ”). Per un auditivo sar à importante saper che i rimedi floreali si sintonizzano con le sue frequenze e le armonizzano, potenziando la “musica” che c’è in loro (“Se tutto ciò ti suona positivo, la terapia aiuter à ad ascoltarti di pi ù”). Ad un paziente cenestesico sar à importante fargli vedere praticamente come si fa ad assumere le gocce, fargli provare il sapore, spiegargli i possibili effetti terapeutici sui suoi disturbi psicosomatici (“La terapia curer à in modo concreto i disturbi che senti”). Anche tutti i consigli terapeutici che potremo dare insieme ai rimedi floreali possono tenere conto di queste considerazioni generali. Sar à importante far crescere la componente cenestesica ad un paziente Aspen o Clematis consigliandogli ad esempio del giardinaggio, o ad un rigido come Rock Water o Water Violet di ballare, nuotare o fare ginnastica posturale. Ad un depresso come Gentian o Mustard si pu ò consigliare di camminare guardando in alto oppure di osservare e descrivere su un ’agenda tutti i particolari della propria strada. Quando un paziente depresso riuscir à  a trovare un progetto su cui lavorare, sarà già sulla via di guarigione.

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A.M.I.F. Su questa scia può quindi derivare tutta una serie di considerazioni e strategie terapeutiche che potranno aiutare e coadiuvare l’effetto terapeutico che gi à i fiori possiedono in modo straordinario. Come ginecologa mi trovo quotidianamente ad affrontare soprattutto problematiche femminili e sessuali, in quanto strettamente collegate. Si pu ò immaginare quanto mondo di emozioni e di esperienze si possa nascondere dietro queste problematiche: pensate al significato della maternit à  nella donna moderna, all ’importanza dei ruoli maschili e femminili, ai conflitti legati ai grossi cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni, alla svalutazione del ruolo simbolico delle mestruazioni a favore di una donna sempre in carriera ed efficiente. E ’  ovvio che qui le patologie presentate sono un linguaggio non verbale assolutamente simbolico di tutte queste problematiche e nella sessualit à  sono evidenziate nel modo più naturale. In questo campo, infatti, le parole hanno un percorso breve, col corpo è difficile barare e tutti i malesseri vengono al pettine, con una simbologia ben precisa. Ad es. Cherry Plum, che teme soprattutto di lasciarsi andare, sarà un rimedio cardine per l ’anorgasmia femminile (dove la sessualità è meno manifesta e prevale la difficolt à ad abbandonarsi realmente). Larch invece sar à fondamentale soprattutto per l’impotenza maschile dove prevale l ’ansia da prestazione. L’eiaculazione precoce si manifester à  soprattutto nel Cherry Plum e nell ’Impatiens, mentre Rock Water e Water Violet avranno difficolt à con le manifestazioni di affetto e con le tenerezze. Mimulus è naturalmente timido e avr à problemi con l’approccio, mentre Aspen soffrir à spesso del timore di questa gran cosa sconosciuta che è l’orgasmo. White Chestnut non riuscir à a staccare la spina nemmeno in questi momenti e anticiper à con la mente i futuri fallimenti,

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mentre Beech sarà così intollerante col partner da avere sempre da ridire su tutto ci ò che fa e in casi particolari potr à provocarsi allergie o sterilit à da anticorpi verso gli spermatozoi del partner. Holly sarà mal disposto ad un atteggiamento di amore ed accoglienza e nelle donne provoca spesso vaginiti recidivanti e infiammazioni croniche come segno di conflitto. Naturalmente Crab Apple in questi casi sar à associato al precedente rimedio. Chicory si sentir à sempre un po’ sfruttato o abbandonato, anche quando ci ò  non avviene realmente: l’amarezza nelle donne si somatizzer à  spesso in disturbi ginecologici: alterazioni mestruali, vulviti, emorragie, ecc. Impatiens e Crab Apple, infine, si mostrano molto efficaci nei pruriti genitali recidivanti, sine causa. CONCLUSIONI

Come abbiamo visto, la comunicazione non verbale pu ò dare molti spunti diagnostici e terapeutici nella terapia floreale, ma questo studio non vuole togliere niente all ’importanza dell’esperienza clinica ed intuitiva di cui ciascun terapeuta dispone; come non vuole assolutamente sottovalutare quell’aspetto “magico ” che c’è nell’irripetibilità e originalit à di ciascun incontro umano. Probabilmente la comunicazione avviene anche a molti altri livelli di cui non siamo sempre consapevoli, ma la saggezza dei fiori di Bach sa sempre comunque aprire “le porte più nascoste” del nostro animo e comunicare con la “magia che c’è in noi”. Una magia che è la nostra capacit à insita di autoguarire, di comprendere, di trasformarci, di cambiare, di ricominciare sempre, comunque, lungo il nostro vero ed unico cammino.

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALEA.M.I.F.

E. Sposato

Metodo originale  di diagnostica  e terapia  con i fiori di Bach 

Medico chirurgo, Floriterapeuta. Viale Romagna, 58 Milano.

RIASSUNTO: Partendo dal presupposto che il Dr. Bach era un medico e che il suo scopo era quello di curare le malattie fisiche agendo sulle emozioni, e, avvalendomi delle osservazioni di due studiosi di floriterapia (Kramer e Wild), ho potuto elaborare un metodo di cura, con le essenze floreali, che mi ha permesso di ottenere risultati insperati in ambiti fino ad oggi riconosciuti unicamente patrimonio della medicina farmacologica od omeopatica. Grazie alla mia posizione di medico di famiglia ho potuto applicare la floriterapia alle patologie che comunemente sfuggono ai floriterapeuti. Ho pertanto potuto raccogliere in circa due anni una casistica di oltre cento pazienti trattati per patologie respiratorie, dermatologiche, ginecologiche, urinarie, pediatriche, neurologiche, neoplastiche (effetto coadiuvante e antalgico), ortopedico-reumatologiche. Oltre alle patologie di carattere spiccatamente psicoemozionale. Tutti i trattamenti si basano sull’unicità della persona e sulle sue caratteristiche emozionali riconosciute come ori gine della malattia che l’affliggeva. Non sono state usate altre essenze al di fuori delle trentotto originali prodotte dal centro Bach. In nessun caso vi erano in atto trattamenti concomitanti, di tipo farmacologico, omeopatico o altro.

PAROLE CHIAVE: floriterapia e malattie fisiche, metodo originale di diagnosi e terapia floreale, floriterapia medica

SUMMARY:  Starting from the assumption that Dr.Bach was a physician and that his aim was to treat physical  illnesses working on emotions, and availing myself of the observations of two scholars of floritherapy (Kramer and  Wild), I succeeded in devising a therapeutic method with the flower essences that has enabled me to get unhoped-for results in domains that up to now where thought to be reserved to the pharmacologic or homeophatic medicine. Thank’s to my status of practictioner, I have been able to use floritherapy for diseases that usually a floritherapist  is not asked to treat. That is why, in about two years, I could gather a case record of more than one hundred patients, treated for various illnesses: respiratory, dermatologic, gynecologic, urinary, pediatric, neurologic, neoplastic (adjuvant and antalgic effect), orthopedic-rheumatologic. Besides all the markedly psycoemotional diseases. All the treatments are based on the uniqueness of the person and on the emotional characteristics acknowledged as the cause of the illness.

KEY WORDS:  floritherapy and physical illnesses, original diagnostic and therapeutic method in floritheraphy, medical floritherapy

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A.M.I.F. l lavoro svolto in questi ultimi due anni con la Floriterapia di Bach mi ha permesso di effettuare alcune osservazioni e ottenere risultati che posso considerare al di là delle mie aspettative di medico allopatico. Ritengo ora giunto il momento di portare a conoscenza dei colleghi, ma non solo, le acquisizioni al fine di promuovere un utilizzo su scala sempre più vasta di questa medicina assolutamente dolce ed efficacissima. Il metodo che ho elaborato ultimamente si basa sulle scoperte del Dr. Bach e sullo sviluppo di queste da parte di Kramer e Wild. Per quanto riguarda le scoperte del Dr. Bach, queste sono ormai diffuse in tutto il mondo e per un valido approfondimento si consiglia la lettura dei testi citati in bibliografia. Per quanto riguarda il sistema scoperto da Kramer e Wild, esso si fonda sul riconoscimento topografico sulla superficie del corpo umano delle zone emozionali corrispondenti e sulla loro associazione con i 38 fiori di Bach. Il sistema usato da questi due studiosi si basa sulla osservazione dell’aura del corpo umano e la lettura del loro lavoro chiarirà in modo esauriente le domande circa la procedura e i metodi. Mio compito è quello di rendere noto il sistema di terapia che ho scoperto e che si basa su una rielaborazione operativa del metodo di valutazione usato da Kramer e Wild. La differenza essenziale tra il sistema da me elaborato e quello dei due studiosi citati è che non ho utilizzato l’aura come strumento di valutazione e conferma, ho usato più semplicemente come guida solo la sensibilità del paziente e la capacità della pelle di percepire variazioni termiche sia come raffreddamento che come riscaldamento. Ho avuto modo di valutare personalmente la corretta correlazione fatta da Kramer e Wild tra zone cutanee e fiori, e ho avuto modo di verificare come dolori localizzati in zone delimitate del nostro organismo, rispondano molto bene al trattamento con i fiori designati come corrispondenti. Nella mia casistica ho un caso di dolore neoplastico resistente ai farmaci antidolorifici non morfinici, un caso d’emicrania incoercibile con corteo sintomatico associato, stato d’ansia e insonnia e disturbi da alterato equilibrio ormonale in una paziente affetta da adenoma ipofisario, due casi di dolore da metastasi di Cancro prostatico e di Cancro intestinale. La risposta in questi casi è andata oltre le più rosee aspettative. Il primo paziente citato continua a condurre una vita autonoma e può proseguire le cure allopatiche in atto, giovandosi sia dell’effetto “antidolorifico” dei fiori sia della loro capacità terapeutica. Dal momento dell’inizio del trattamento con i fiori, il paziente ha notevolmente migliorato le sue condizioni di vita e la fase discendente si è arrestata, inoltre la malattia che non rispondeva a trattamenti chemioterapici e immunostimolanti si è fermata, grazie ad una nuova terapia, e ha iniziato a dare segni di regressione iniziale. Il paziente è tuttora in trattamento e sempre con associazione di terapia topica e sistemica.

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La paziente affetta da adenoma ipofisario, era già stata sottoposta ad un primo intervento neuro-chirurgico e ne aveva in programma un secondo a poca distanza dal nostro primo incontro. Era stata posta, inoltre, in terapia con cortisonici e ormoni tiroidei. In questo caso la sintomatologia è scomparsa dopo la prima seduta, l’intervento in programma è stato sospeso su decisione del neurochirurgo e questo accadeva circa un anno fa. Il trattamento ormonale sostitutivo è stato sospeso dopo la seconda seduta e la paziente non ha manifestato alcun disturbo. Ella è rientrata da alcuni mesi nel suo paese d’origine; le ultime notizie ricevute affermavano che è in pieno benessere e non sarà operata. Non solo su queste situazioni la floriterapia topica ha dato risultati stupefacenti. Ho potuto trattare due casi di parotite iniziale, con regressione spettacolare del dolore e del gonfiore sia delle ghiandole sia dei linfonodi satelliti nel giro di 15/20 minuti. Stati febbrili di tipo influenzale sono scomparsi a poche ore di distanza dal trattamento, dopo che erano già notevolmente migliorati a fine seduta (30-60 minuti circa). Attacchi di sinusite febbrile dolorosi sono regrediti nell’arco di 30 minuti, con scomparsa della rinite, della febbre e del dolore. Molti altri sono i trattamenti che ho messo in atto e di cui ho fornito, insieme agli esempi già citati, la casistica dettagliata, nel mio libro “La medicina Ritrovata” Ed. Xenia Milano 1998. La valutazione dell’efficacia dei fiori si basa, come già accennato, sulle sensazioni soggettive della persona in trattamento e del terapeuta. Nei casi in cui non ci sia un dolore specifico su cui lavorare, il sistema topico aiuta a confermare i fiori che si sono evidenziati durante il colloquio e a individuarne altri sfuggiti al colloquio. Il sistema si basa sul posizionamento d’impacchi di fiori singoli in diluizione (4 gocce in 200 cc d’acqua) sulle zone cutanee corrispondenti. Il trattamento va eseguito con la persona supina e quindi prona, per valutare nella loro totalità le zone emozionali. Quello che accade posizionando l’impacco è questo: •



la persona avverte solo il fresco di breve durata dovuto alla temperatura dell’impacco. La risposta è negativa, l’emozione testata o non è presente tra i blocchi emozionali o non è lavorabile al momento. la persona avverte un freddo molto intenso, a volte alcuni sobbalzano per il gelo profondo che avvertono. Questo significa che l’emozione è attiva e lavorabile, il fiore ha agganciato il blocco e sta sciogliendolo, il freddo può permanere o regredire, se regredisce rapidamente, significa che il blocco è stato agganciato solo transitoriamente, in questo caso è il terapeuta che deve scegliere se attendere o metterlo in elaborazione, si tratta di un blocco secondario.

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la persona avverte un freddo pi ù o meno intenso, che si mantiene costante per un periodo piuttosto lungo, a volte per tutta la seduta. È  fondamentale lavorare su questa emozione. È un blocco primario. la persona non avverte nulla a contatto con l ’impacco, solo successivamente e progressivamente si evidenzia un freddo, più o meno intenso, che permane. Anche questo è un blocco primario. a volte, seguendo l ’istinto, si può  identificare un ’essenza che evoca un freddo persistente anche in zone che non sarebbero di sua competenza. In questo caso ci troviamo di fronte a un blocco costituzionale, è un pilastro della personalità  del paziente. Deve essere messo in lavorazione per primo.



in alcuni casi la persona avverte una sensazione di freddo in zone in cui non sono presenti impacchi. Se ponendo l’impacco corrispondente si ha la permanenza del freddo o la sua accentuazione, siamo di fronte ad un blocco primario.



la persona avverte la comparsa di un peso, la sensazione permane per un po ’ di tempo attenuandosi fino a scomparire, è da considerare un blocco primario.



la persona avverte un dolore, accade soprattutto in presenza di alcune patologie, questo raggiunge un culmine e poi si scioglie di colpo lasciando una sensazione di benessere. Si tratta di un blocco primario. In un caso di cisti ovarica il controllo ecografico successivo al trattamento in studio pi ù  una settimana di trattamento a domicilio con alcune creme a base di fiori, ha mostrato la scomparsa del reperto patologico. Il dolore si era presentato solo durante i primi minuti della seduta.

Nel cocktail sono da inserire solo le essenze corrispondenti a blocchi costituzionali, se individuati, e a blocchi primari. I blocchi secondari sono da valutare caso per caso. Se si ha la certezza che una essenza sia importantissima per il miglioramento del paziente, anche se la prova cutanea ha dato esito negativo, si pu ò decidere di inserirla. È  bene avvisare però il paziente che potrebbe andare incontro alla crisi di coscienza, o ad eventuali somatizzazioni. È accaduto di osservare che alcune garze aderiscono alla pelle e a fine trattamento bisogna “scollarle”. Questo può succedere quando la sensazione provata dalla persona era di freddo molto intenso o di pressione, alcune persone riferiscono di aver avvertito come una forza che tirava la garza verso l’interno. Dal punto di vista pratico, è  molto utile far testare al paziente con la sua mano, il calore che si libera sopra la garza, che è in evidente contrasto con il freddo intenso che

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sta provando sulla pelle. Se si trattasse di un semplice effetto d’evaporazione il fresco dovrebbe essere percepito sia sulla pelle sia sul palmo della mano visto che l ’espansione dovuta al vapore acqueo dovrebbe determinare una riduzione della temperatura per la legge fisica che regola la decompressione dei gas (com’è  noto un gas che viene compresso sviluppa calore e un gas che viene decompresso subisce un abbassamento di temperatura; è il principio che permette ai frigoriferi di funzionare). Ora, il contrasto tra queste due differenti percezioni della temperatura pu ò solo essere spiegato come liberazione d’energia da un lato e percezione d ’energia bloccata dall’altro. Più semplicemente l ’emozione bloccata in noi può essere paragonata ad un fluido ghiacciato che viene, grazie all’impacco, portato a “consapevolezza ” somatica (il freddo sulla pelle). Dall’altra parte l ’impacco libera l ’energia del fiore che si traduce in calore per i sensori della nostra mano. L’effetto permane invariato anche tenendo la mano sul punto per più tempo e non si presenta su tutti gli impacchi, ma solo su quelli attivi. Grazie a questa semplice osservazione è possibile valutare l ’attivit à effettiva del fiore e decidere il suo utilizzo. I pazienti possono restare perplessi per il freddo che avvertono sulla pelle, pertanto è bene spiegare che il freddo che sentono proviene dal loro profondo. E ’ come se l’anima, il sole interiore che splende in ognuno di noi, fosse avvolta da nubi ghiacciate, che le impediscono di irradiare la sua luce e il suo calore. Gli impacchi richiamano a livello cutaneo queste nubi, allontanandole dal nostro centro, e iniziano a dissolverle, liberando l’enorme quantità  di energia bloccata in loro. Questo significa liberare l ’anima da interferenze che, per troppo tempo, le hanno impedito di esprimersi. Si possono recuperare, in tal modo, grosse quantità di energia propria, o liberarsi di grossi blocchi energetici di origine esterna, che, parassitando la persona, le sottraevano forza. Altro aspetto importante, da sottolineare, è che il percepire questi blocchi non deve essere visto come la scoperta delle proprie debolezze, ma piuttosto come la scoperta di riserve energetiche, che pur essendo da sempre a nostra disposizione, non sapevamo come usare, e, nel caso di blocchi non nostri, come pesi che, per troppo tempo, abbiamo accettato di portare sulle nostre spalle, e di cui finalmente possiamo liberarci. Altro esempio che ritengo molto valido per comprendere in che modo agiscono i fiori è questo: immaginiamo di essere una nave, in navigazione verso il nostro destino. Ora immaginiamo che alle fiancate di questa nave siano agganciati grossi blocchi di ghiaccio, alcuni costituiti da nostro “carburante” fuoriuscito dai serbatoi, altri costituiti da carburante perso da altre navi, che si è  attaccato al nostro scafo durante la navigazione. Non bisogna essere esperti marinai per capire che una nave in queste condizioni ha grandi difficolt à  di manovra, ma non solo, per tenere la rotta, deve manovrare il timone in modo approssimativo e faticoso. I fiori molto semplicemen-

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A.M.I.F. te sciolgono i blocchi, promuovendo il recupero del nostro carburante, e l’allontanamento del carburante non nostro, che smettono così di interferire nella nostra vita. Liberandoci progressivamente dei blocchi che ostacolavano la navigazione, la nostra nave sar à più agile, pi ù forte e anche le eventuali tempeste che dovremo superare, non ci troveranno appesantiti e fragili. Molto raramente è successo che il paziente non riuscisse a sentire con la sua mano il calore che era avvertito da me o da qualche parente presente al trattamento. Questo dato non modifica la validit à del fiore in uso, solo ci comunica ulteriori informazioni sulla capacit à di percepirsi che ha la persona. Normalmente pi ù la sensazione di freddo sulla pelle del corpo è intensa, pi ù è intensa la sensazione di calore che si avverte sul palmo della mano. Quando ho iniziato la mia sperimentazione, lasciavo la mia mano a contatto con l ’impacco anche per uno o due minuti, anche perch é  mi sorprendeva percepire un calore così intenso mentre la persona percepiva sulla sua pelle un freddo molto grande o mentre il dolore che la stava affliggendo un attimo prima si stava dissolvendo. E ’ un’abitudine che ho perso perché alcune volte è capitato che il dolore, che stava regredendo nel paziente, si presentasse nella zona corrispondente del mio corpo. Questa situazione era gi à nota a Kramer e Wild che, infat-

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ti, nel loro libro avvisano di non praticare frizioni ad altri con la soluzione base dei flaconcini (unica eccezione Walnut sulle cicatrici), poich é questo comporta il rischio di attivare su di sé il dolore che si sta togliendo al paziente. Su tale aspetto posso affermare che, avendo provato ci ò sulla mia persona, sconsiglio a mia volta di frizionare direttamente o di lasciare la mano sull ’impacco oltre i 10-15 secondi utili a confermare la sensazione che si avverte. La spiegazione che ho dato di questo fatto, è che probabilmente il blocco energetico, che determina dolore nel paziente, è presente anche nel terapeuta e pertanto il contatto ne determina l ’attivazione. Questo perch é non sempre il contatto prolungato con una parte dolente in trattamento determina il crearsi del dolore nella zona corrispondente del terapeuta o in altre parti, mentre pazienti diversi, con blocchi somatizzati identici, hanno attivato su di me il dolore nella stessa sede dopo contatto prolungato della mano sull’impacco. Certo anche quest ’informazione può essere utile; il terapeuta scopre un suo blocco, che non conosceva, e può metterlo in trattamento, ma non è un metodo di ricerca personale che mi sento di adottare e tantomeno di consigliare. La valutazione energetica con la propria mano non è necessaria per la scelta delle essenze da utilizzare. La scelta, infatti, viene guidata dalla percezione dei blocchi da parte del paziente.

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALEA.M.I.F. P. Montenero

I rimedi floreali di Bach  nella disassuefazione  dalle benzodiazepine 

Medico chirurgo, specialista in Neurologia,Floriterapeuta. Aiuto ospedale S. Giovanni Battista Via L.E. Morselli - Roma

RIASSUNTO: Tranquillanti minori, come le benzodiazepine, sopprimono sintomi come l’ansia e l’insonnia, che rappresentano solo i segnali di un più profondo e sempre più diffuso malessere. Vengono esposti i presupposti ed i criteri d’uso della floriterapia di Bach come mezzo di disassuefazione dai suddetti farmaci. La relazione medico-paziente più che quella medico-malattia e la relazione fiore-stato d’animo più che quella farmaco-sintomo si sono rivelate condizioni essenziali per il superamento di quella dipendenza. PAROLE CHIAVE: dipendenza da farmaci, dipendenza da benzodiazepine, floriterapia di Bach SUMMARY:  Sedatives, as benzodiazepines, usually abolish symptoms such as anxiety and insomnia that represent only the signals of a deeper and spreading malaise. The rationale and guidelines of Bach’s floritherapy in benzodiazepines addiction are discussed in this paper. Overcoming of this addiction seems to be related to the doctor-patient more than the doctor-illness relationship end  to the flower-mood than the drug-symptom relationship. KEY WORDS: benzodiazepines addiction, floreal remedies

Q

uanto seguirà rappresenta la sintesi metodologica di un esperienza, tuttora in corso, sulle possibilità offerte dalla floriterapia del dott. Bach nella disassuefazione dall’uso abituale dei tranquillanti minori più impiegati, cioè dalle benzodiazepine. Esporremo i presupposti e le linee guida di questo approccio. Diciamo subito che i risultati sono incoraggianti e tali da farci proseguire su questa strada. Sappiamo da dove deriva l’uso crescente di ansiolitici ed ipnotici, usati talora anche come antidepressivi. Dice Umberto Galimberti: “Abbiamo sviluppato un tempo con una freccia che tende all’infinito e questo mette ansia. All’impianto dell’angoscia contribuisce la perdita di controllo sull’esistente ed il fatto che la Natura entri nel gioco delle mutazioni. lo stesso non sono più “ciò che sta”. La parola “soggetto” vuol dire “ciò che sta sotto” ben fermo. Adesso anche il soggetto si trova in uno stato di precarietà e sorge l’angoscia”. Sappiamo anche che l’uso dei farmaci, nei paesi occidentali, origina non solo dall’esigenza di attenuare, nel più breve tempo possibile e tout court, una sofferenza, un disagio, ma anche dalla sempre più diffusa indisponibilità a tollerare

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momenti di instabilità e di incertezza, vale a dire momenti di crisi, situazionale o esistenziale, che, se accolti come “occasioni”, più che contrastati come sintomi, potrebbero rappresentare un punto di partenza verso un cambiamento ed un superamento del malessere. Il fatto è che lo stato d’ansia o l’insonnia invece di essere utilizzati come segnali di una più generale disarmonia, che andrebbe riconosciuta e modificata, vengono individuati come i responsabili della sofferenza e, come tali, da sopprimere, magari sviluppando dipendenza da quegli strumenti farmacologici che consentono una tale soppressione. Bach sostiene che “tutta la vera conoscenza viene solo dall’interno di noi stessi, in silenziosa comunicazione con la nostra anima”. Queste sono sue parole e indicano un possibile percorso. Viceversa una personalità dipendente dal farmaco, finchè è dipendente, difficilmente riuscirà ad avviare una simile trasformazione. Che cosa significa tuttavia dipendenza? La dipendenza è solo caratteristica della specie umana?

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A.M.I.F. Scrive Isabella Lattes su La Stampa del 14 ottobre 1998.

“Per garantirsi una disinfestazione gratuita e perfettamente ecocompatibile dell ’orto, dell’aia, del giardino qualche furbo contadino cerca di attirare in casa un riccio, gran predatore di topi, scarafaggi e simili, facendogli assaggiare un po’ di vino. Ma il riccio non è l’unico animale che abbia un debole per l’alcool. Gli fanno compagnia ben ventotto specie di mammiferi, tra i quali i procioni lavatori, le capre, le pecore, le mucche, i maiali, le renne e gli elefanti. E non basta. I babbuini hanno invece un debole per il te ’, il caff è, i liquori in genere. Le renne e 1 conigli mangiano con la massima disinvoltura i funghi velenosi senza risentire alcun danno. Molti animali selvatici sono addirittura tossicomani. Le droghe le trovano già  belle e pronte in natura: I ’hashish nelle infiorescenze della canapa Indiana, la cocaina nelle foglie della coca, l ’oppio nel frutti del papavero sonnifero, allucinogeni vari in altre piante. Così si drogano, si ubriacano, si intossicano. Secondo la tesi dello psicologo Ronald K. Siegel dell’Universit à di California, gli animali si ubriacherebbero o si drogherebbero intenzionalmente, per lenire le sofferenze e lo stress della vita quotidiana, proprio come fanno gli umani affetti da etilismo, tossicodipendenti o farmacodipendenti. In generale rispetto all ’atteggiamento di dipendenza, possiamo riconoscere alcuni aspetti di fondo. Dipendere deriva dal lat. DE PENDERE, essere appeso, attaccato. Nell’essere umano la prima situazione di dipendenza sperimentata è quella dell’epoca infantile in cui l ’assolvimento dei propri bisogni di sopravvivenza e di calore affettivo non può che avvenire dall ’esterno. Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia avviene attraverso una sempre maggiore differenziazione e individuazione. Tratti di dipendenza possono sopravvivere marginalmente nell’adulto e, in alcuni casi, divenire uno degli elementi strutturanti la personalit à. La personalità  dipendente infatti si caratterizza per un costante bisogno di approvazione esterna, richiesta di aiuto e paura della separazione. Tali persone non hanno fiducia nelle proprie capacit à, evitano di prendere delle iniziative e tendono a delegare la responsabilit à delle scelte e se ne sono costretti necessitano di rassicurazione continua. Pur di mantenere un legame di accudimento e supporto possono adottare un atteggiamento sottomesso evitando di incorrere in contrasti che potrebbero causare loro disapprovazione o allontanare gli altri da s é. Le critiche vengono interpretate come disapprovazione e ulteriore conferma della propria incapacit à. Stabiliscono relazioni affettive intense cercando di mantenerle anche a spese di enormi sacrifici e quando incorrono in separazioni hanno reazioni catastrofiche a causa dell ’esagerato timore di prendersi cura

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di sé. Se interrompono una relazione hanno bisogno di stringerne al più  presto una nuova altrettanto intensa poich é la loro fantasia è quella di non poter funzionare in assenza di una forte legame che dia soccorso e accudimento. Pessimismo, dubbi, ansia di fronte alle decisioni, difficolt à a tollerare ed elaborate le separazioni sono i correlati comportamentali del disturbo dipendente di personalit à. La modalità relazionale sopra descritta quale il costante rivolgersi ad altri per essere aiutato, guidato e sostenuto pu ò essere stabilito con il farmaco che provvidenzialmente giunge in soccorso per un disturbante fardello sintomatico. Il farmaco infatti acquisisce, nell ’economia psichica, il significato di un oggetto buono capace di fornire supporto esterno ad un sé inidoneo a soccorrersi. Inoltre il farmaco rimanendo un agente esterno garantisce uno status quo interno evitando quei sommovimenti che 1 ’elaborazione psichica dei conflitti comporterebbe e portando ad un armistizio o perlomeno ad una tollerabile convivenza con i sintomi. Qualunque percorso verso la disassuefazione pertanto deve tener conto delle intime collusioni che la persona ha stabilito con il farmaco. E un tale percorso prende origine dalle motivazioni che hanno condotto alla decisione della sospensione e dalla chiarezza che a tale decisione, spesso indotta dall’esterno, corrisponda una reale adesione. Se all’inizio dell’assunzione il farmaco era stato investito di magiche attese risolutive, in questa fase si attivano anticipazioni catastrofiche circa il riemergere dei sintomi e l ’incapacità a fronteggiarli con le proprie uniche forze. Ne deriva un costante stato d’allerta, uno scrutare i segni della “caduta”, un’attesa che finisce essa stessa per rafforzare l ’ansia e il bisogno del farmaco che la allievi. Questo stato di cose fa sperimentare regressivamente al paziente il momento precedente all’assunzione del farmaco in cui si trovava in balia del sintomo e non potendo ricorrere ad esso sposterà l’attenzione sul terapeuta. Non è  difficile incorrere in pazienti che telefonano alle ore pi ù impensate perché in preda al panico e alla ricerca di rassicurazioni, che sciorinano in pochi minuti costellazioni sintomatiche nuove e gi à conosciute. Appare indispensabile nel corso della disassuefazione portare l ’attenzione del paziente sulla dipendenza e la minaccia che l’autonomia e le separazioni comportano al corso della propria esistenza. Tutto ciò  si riflette sullo stato d ’animo del paziente che guida la scelta dei rimedi floriterapici. Le benzodiazepine vengono assorbite immodificate dal tratto gastrointestinale. L’assorbimento, livelli di picco, e inizio d ’azione sono più  rapidi per diazepam, lorazepam, alprazolam, triazolam ed estazolam. Picco plasmatico tra 1 e 3 ore. Le benzodiazepine differiscono per l ’emivita, per la latenza di inizio degli effetti ansiolitici e per la potenza.

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A.M.I.F. Per quale motivo è stata prescritta una benzodiazepina? Le benzodiazepine possono impiegarsi come: – sedativi (riducono l’eccitazione, inattivit à diurna, calmano) – ansiolitici (riducono l’ansia patologica) – ipnotici (favoriscono l’inizio e il mantenimento del sonno) – miorilassanti

Si impiegano inoltre per: – crisi di panico – crisi convulsive

Secondo alcuni autori le benzodiazepine agiscono come sedativi a basse dosi, come ansiolitici a dosi moderate e come ipnotici ad alte dosi. La specificit à d’azione, e quindi degli effetti, dipende da specifici recettori. Le benzodiazepine si legano a siti specifici sui recettori dell’acido gamma-aminobutirrico e competono con il DBI (diazepam bending inhibitor): aumentano pertanto l ’affinità del recettore del GABA per il GABA. L’uso di questi farmaci induce fenomeni di tollereranza, dipendenza, astinenza

Tolleranza: aumento delle dosi per mantenere la remissione clinica dei sintomi. Dipendenza: interessa circa il 15% di coloro che assumono il farmaco da uno, due mesi ed il 50% di coloro che lo assumono da sei mesi (Salzman 1990); la percentuale sale al 90% per i trattamenti molto prolungati (particolare difficolt à nella riduzione dell ’alprazolam) con le benzodiazepine a breve durata d’azione, si può verificare aumento dell ’ansia il giorno successive all’assunzione del farmaco. Astinenza: più elevata è la dose, pi ù breve è l’emivita, pi ù gravi sono i sintomi di astinenza.  Sintomi da astinenza di comune osservazione (sindrome da astinenza da benzodiazepine) ansia, irritabilità, insonnia, affaticamento, cefalea, crampi, tremore, sudorazione, vertigini, difficolt à  di concentrazione, nausea, depressione, depersonalizzazione, aumento percezioni sensoriali (odorato, vista, gusto, tatto), percezione anormale o sensazione di movimento. (PP Roy-Byrne, D. Hommer) I pazienti trattati con la floriterapia seguivano una terapia con benzodiazepine per vari motivi (DSM IV).

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I pazienti presentavano:

1) Disturbo d’ansia generalizzato (DAG) preoccupazione eccessiva per problemi per i quali non vi è una realistica ragione di preoccupazione; apprensione come prima risposta agii eventi della giornata da ci ò deriva: – incapacità a rilassarsi e riposare – affaticabilit à – difficoltà a concentrarsi – irritabilit à – tensione muscolare – insonnia solitamente l’esordio di un DAG avviene prima dei venti anni di età 2) Somatizzazioni personalità narcisistiche con intensa reazione aggressive anche per minime frustrazioni; difficolt à  nei contatti sociali e nel lavoro. Sintomi fisici cardiovascolari: palpitazioni, tachicardia sinusale, extrasistolia atriale, costrizione toracica, senso di soffocamento, possibile ipertensione arteriosa da iperattivazione simpatica cronica. Sintomi gastroenterici: dispepsia funzionale, colon irritabile, ulcera peptica, m. di Crohn, colite ulcerosa. Sintomi respiratori: sospiri, asma bronchiale, allergia. Sintomi genito-urinari. Stato depressivo mascherato. Le somatizzazioni rappresentano modalit à  comunicative con bisogni di attenzione e di dipendenza e conseguente frustrazione e aggressività in caso di rifiuto. 3) Fobie Animali, es. cani, gatti. Situazioni, es. spazi chiusi, aperti. Società, es. interazioni sociali e situazioni in cui si è protagonisti. 4) Attacchi di panico Rapida insorgenza di disagio, paura accompagnati da tachicardia, palpitazioni, vertigini, sudorazione, tremori, respiro affannoso, difficolt à di deglutizione, paura di morire, oppressione toracica, paura di impazzire, nausea, paura di perdere il controllo, paura di nuovi episodi, ansia anticipatoria. Impulso a fuggire. La relazione tra l’attacco di panico e la situazione scatenante di solito rappresenta una risposta appresa, ad es. senso di soffocamento. La richiesta di ridurre/eliminare la dipendenza dal farmaco era derivata da decisioni autonome dei pazienti accompagnate o meno da sollecitazioni di congiunti. I pazienti inoltre avevano manifestato l ’intenzione generica di rivolgersi a

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A.M.I.F. medicine non convenzionali o naturali, ma non erano esplicitamente orientati alla floriterapia. Il metodo di Bach è stato pertanto proposto e spiegato dal medico. La progressiva constatazione da parte dei pazienti di trovarsi in un setting terapeutico ove veniva dato spazio pi ù alla persona che ai sintomi di cui era portatrice, ha rappresentato una condizione essenziale per le variazioni degli stati di coscienza, sollecitate dall ’energia dei rimedi floreali. Abbiamo seguito le seguenti linee guida, che vengono sinteticamente esposte.  LINEE GUIDA:

Riduzione graduale del farmaco: – benzodiazepine a breve durata d’azione possono essere sospese in alcuni giorni – benzodiazepine a durata intermedia in alcune settimane – benzodiazepine a lunga durata d’azione in oltre tre settimane.

Spiegare che le benzodiazepine prescritte in passato agiscono sui sintomi dovuti all’ansia, non sulle cause dell ’ansia, mentre la floriterapia agisce sugli stati d ’animo cause ed effetti dell ’ansia. Spiegare che nel metodo di Bach è importante individuare quegli stati d ’animo che coesistono con i sintomi per i quali erano state prescritte benzodiazepine. Per rompere la dipendenza, favorire l ’attenzione circa la non fissità e la dinamica degli stati d ’animo. Focalizzare sulla situazione attuale e favorire condizioni in cui possano emergere pensieri, emozioni, paure etc., che il paziente lega alla graduale sospensione delle benzodiazepine: in questa fase il paziente va “condotto per mano”. Sostegno del paziente con valorizzazione dei risultati anche con constatazioni che la riduzione progressiva del farmaco e la contemporanea assunzione dei rimedi di Bach non ha comportato nessun effetto disastroso n é  incontrollabile, né ricadute.

 La floriterapia agisce sugli stati d’animo causa ed effetto dell’ansia. La scelta del fiori è effettuata sugli specifici stati  d’animo che emergono nella relazione terapeutica. – apprensione “costituzionale”: Aspen; – riluttanza a riconoscere connessioni tra disturbi lamentati (es. insonnia, tensioni, somatizzazioni etc.) e preoccupazioni di fondo ed apprensioni: Agrimony; – preoccupazione circa il proprio stato di salute: Mimulus, Aspen; – richiesta di attenzione, se frustrati ed aggressivi: Chicory; – “benzodiazepina d’urgenza”: Rescue Remedy; – paura di “non farcela”: Larch;

Rimedi di fondo per lo stato di dipendenza: – per superare le abitudini: Walnut; – per mascherare l ’inquietudine interne dimostrandosi apparentemente euforico: Agrimony; – per l’allontanamento dalla realt à: Clematis; – per tonificare il corpo e l ’anima: Olive; – Per aumentare l’energia: Hornbeam; Nel Disturbo d’Ansia Generalizzata: – se presente insonnia: Agrimony; – se incapacità a rilassarsi: Impatiens; – se fatica per tortura mentale: White Chestnut; – se fatica per grande dispendio energetico: Olive; – se la fatica diventa scoraggiamento: Elm; – se la tensione muscolare favorisce posture scorrette in “chiusura” con ipercifosi, spalle anteposte: Oak; Nelle somatizzazioni: – interessamento del Sistema Cardiovascolare: Beech; – ipertensione: Vine; – sintomi mioarticolari: Impatiens, Vervain, WaterViolet; Nelle fobie: Mimulus, Aspen; Nel panico: Rock Rose, Cherry Plum; – per rompere la relazione strutturata fra l ’attacco di panico e la situazione scatenante: Chestnut Bud; – quando si è molto raccolti in se stessi: Heather; – per i comportamenti rassegnati quali cedimento ad una “malattia ” cronica: Wild Rose;

È stata posta particolare attenzione agli stati d ’animo che I tempi di disassuefazione sono individuali e flessibili. Non considerare come “passo indietro”, compromettente l’esito del trattamento, l ’eventuale rallentamento nello scalare le dosi o il ripristino della maggior dose precedente, ove necessario.

si sono instaurati durante la riduzione graduate delle benzodiazepine: la prescrizione del rimedi floreali rimane individuale e personalizzata come un abito su misura. Si sono manifestati: 

Disincentivare comportamenti di rassegnazione.

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incertezza, dubbio, instabilit à  decisionale. Dice Bach: “L’instabilit à farà posto alla determinazione se ci si abitua

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A.M.I.F. a prendere delle risoluzioni ed a passare all ’azione senza indietreggiare dalle decisioni prese ”; 

si tratta spesso di una incertezza derivata dalla sfiducia, non dall’idea che ispira la decisione di disassuefarsi. Si teme la propria debolezza (Larch) in una fase di possibili cambiamenti (Walnut);



di fronte a qualche fallimento che peraltro si teme, si determina demoralizzazione e perdita di fiducia ( Gentian).

Prima di concludere, una considerazione. L’ansia non dovrebbe essere soppressa in maniera indiscriminata. Essa è evidentemente sorta come una difesa per riuscire ad evitare situazioni pericolose in natura. Uno studio condotto presso l’Universit à di Louisville nel 1992, e riportato recentemente su Le Scienze, ha permesso di valutare gli effetti benefici della paura nei guppy, pesciolini di piccole dimensioni. Questi pesci sono stati raggruppati in tre diverse categorie timidi, normali e coraggiosi, in funzione della loro reazione davanti ad un pesce persico. I timidi si nascondevano, i normali fuggivano e i coraggiosi cercavano di non farsi intimidire. Ogni gruppo di pesci veniva poi lasciato in una vasca insieme ad un pesce persico. Dopo 60 ore il 40% dei guppy timidi era sopravvissuto, il 15% di quelli normali e nessuno dei pesciolini coraggiosi.

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In conclusione, come scrive E. Bach: “È lo stato emotivo del malato che ci guider à nella scelta del o dei rimedi necessari. Le erbe guaritrici sono quelle che sono state dotate del potere di aiutarci a conservare la nostra personalit à. La cura di domani porter à essenzialmente quattro qualit à al paziente. Per prima la pace, per seconda la speranza, per terza la gioia e per quarta la fiducia. Forse la pi ù  grande lezione di vita è apprendere che cos’è la libert à. Libertà dalle circostanze, dall’ambiente, da altre personalit à, e soprattutto da noi stessi: perché fino a che noi non siamo liberi, non saremo pienamente capaci di donare e di servire il nostro fratello uomo. Ci sono due cose essenziali che il guaritore deve sempre tenere a mente quando sta per aiutare un paziente: la prima è incoraggiare la sua individualità e la seconda è insegnargli a guardare al futuro ”.  BIBLIOGRAFIA:

– American Psychiatric Association: Diagnostic end statistical manual IV - Washington 1994 – Salzman C. APA Task Force on Benzodiazepine Dependency Benzodiazepine Dependence: Toxicity and Abuse Washington APA 1990 – Bach E. “Libera te stesso” Macro edizioni 1992 – Bach E. “Essere se stessi ” Macro edizioni 1995 – Bach E. “Guarire con i fiori” Ipsa editore – Roy-Byrne PP, Hommer D. “Benzodiazepine withdrawal: Overwiew and inplications for t he treatment of an xiety. Am J Med 84:1041, 1988

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F. A. D’Auria

I fiori di Bach  come ausilio nelle terapie  ambulatoriali antalgiche 

Medico chirurgo, specialista in Anestesia e Rianimazione ed Idrologia; Floriterapeuta. Responsabile dell’ambulatorio della terapia del dolore del Presidio Ospedaliero “S. Ambrogio”. Via E. Fagnani, 5 – Mortara (PV).

N. Pezza

Medico chirurgo, specialista in Geratria; Floriterapeuta. Responsabile geriatra della casa di riposo “G. Delfinoni, via Palazzo, 20 - Casorate Primo (PV) e della “Casa di Riposo”, via per Cassinetto 25, Abbiategrasso, (MI).

RIASSUNTO: Il dolore accompagna e difende la vita dell’uomo; intendiamo riferirci alla sua componente patologica mai disgiunta da quella di “campanello d’allarme” della patologia stessa e dunque definibile come probiotica nonostante tutto. Dal momento che possiamo parlare, in campo algico, in modo così sfumato, in modo così compenetrante tra le diverse accezioni del dolore, ne è del tutto evidente una suddivisione definitoria che lo ripartisce al seguente modo: – dolore superficiale; – dolore profondo; – dolore neurologico; – dolore psicologico. In ognuno di questi “comparti definitori”, o categorie della sofferenza, sono già contenuti, in modo evolutivo, od anatomico, o più semplicemente anatomofisiologico, gli addentellati con tutti gli altri, e dunque con un ’unica accezione che ben può essere definita come psico-somatica. Da qui la motivazione iniziale, i tentativi ed infine la certezza dell ’utilizzo della floriterapia nell’ambito del quotidiano lavoro di assistenza ed intervento in ambulatorio ospedaliero di terapia del dolore. In poche parole, dando per scontati l ’utilizzo e l’efficacia dei fiori di Bach (secondo la nostra esperienza terapeutica) in ambito psicopatologico, abbiamo inteso estenderne l’utilizzo alle manifestazioni somatiche direttamente collegate, o comunque facenti parte di una costellazione sintomatologica comune e ricorrente, con il suddetto campo della “sofferenza di pensiero”. I risultati sono stati sempre incoraggianti e talora, persino inaspettatamente, ottimali. Tra quelli che, più di altri, sono ormai diventati prodotti di una pratica pi ù o meno routinaria ci sentiamo di segnalare i seguenti: – nello stress, in persone presentanti una altalenante patologia algica cervicale, con l ’utilizzo di Cerato; – nella presenza di dolori localizzati nella regione pubica, con Red Chestnut; – in caso di dolori e bruciori in zona pelvica, con Mimulus; – nei dolori nevralgici da Herpes zoster, con Rescue Remedy; – nelle algie lombosacrali con Crab Apple; – nelle componenti dolorose fibromialgiche, con Gentian; – nell’innalzamento della soglia del dolore in senso lato, con Impatients. Naturalmente non possiamo, qui, riportare tutti i casi individuali trattati con uno specifico “mixer” di fiori di Bach piuttosto che con un altro, altrettanto personale. Vale però la pena di citare le nosologie che più frequentemente hanno potuto trovare un buono od un ottimo riscontro terapeutico con impie go di un pool di fiori di Bach (di solito da due a quattro, come massimo): cefalee, contratture dolorose del tronco o degli arti, dolore gonartrosico-sinovitico poco sensibile agli antidolorifici tradizionali, manifestazioni dolorose ricorrenti collegate a patologie dermiche quali psoriasi ed eczema atopico, dolori mestruali. Altrettanto impossibile è il cercare di fornire una “lista” di tutti i casi che hanno fruito della somministrazione “non canonica” (non prevista o prevedibile a norma di manuale) di uno o più  rimedi floreali; ossia delle piccole emergenze dolorose personali risolte con l ’intuito del momento od, ancor meglio, dopo test Kinesiologico o della localizzazione corporea di Wild – Kramer. Va da sé che queste ultime modalit à di individuazione terapeutica delle essenze floreali si prestano particolarmente bene proprio in caso di impiego in ambito somatico, seppur collegabile a disarmonie psicologiche. Qualora l’ambito mentale sia l’unico, e di più grave aspetto, da affrontare, il colloquio clinico specialistico, il più circostanziato ed approfondito possibile, rimane la migliore possibilit à di scelta per l’utilizzo dei rimedi floreali del Dr. Bach.

PAROLE CHIAVE: Fiori di Bach, psicosomatica, terapia antalgica

SUMMARY:  In this work we wanted to give some indications about the antalgic treatment with Bach’s flower therapy. Of course this

was done in association (whenever considered necessary) to the traditional therapies realised in a hospital surgery. We started considering the  multiform and multicomponential phenomenon of pain as a derived component which, in its turn, affects the psychological aspect. By considering the varied field of the “mental pain” from the holistic point of view, we had the possibility to better the global therapeutical results both from the somatic and from the inner point of view. Whenever there is no purely psychosomatic manifestation, the flower therapy can be useful in order to raise the tolerability to the disease and to better the “status” of the patient inside his own life condition.

KEY WORDS:  Bach Flowers, psychosomatics, antalgic therapy

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A.M.I.F. n Italia le persone che soffrono di dolore cronico sono circa 30 milioni. Dato l’imponente numero di persone coinvolte, questa tematica viene sempre più trattata da periodici, quotidiani, trasmissioni radiofoniche e televisive. L’ampliarsi dell’informazione sulla possibilità di cura e guarigione delle sindromi algiche porta ad una crescente richiesta assistenziale che ha permesso il sorgere in molti ospedali, ambulatori di terapia del dolore. Il dolore comunemente non è più considerato un “campanello d’allarme”, ma un problema che va affrontato sempre, e al più presto, poiché esiste una morbilità funzionale e psicologica causata dalla sofferenza. Vedi Fig. 1.

I 30 milioni di persone in Italia soffrono di dolore cronico

Fig. 1 - Casistica.

Rete di modulazione del dolore

Fig. 2 - Rappresentazione schematica delle vie di trasmissione, di modulazione e di percezione del dolore.

60

La presa di coscienza delle informazioni nocicettive che nascono nei recettori periferici eccitati da stimoli dannosi o potenzialmente tali, esogeni e/o endogeni viaggia attraverso i neuroni del corno posteriore del midollo spinale per giungere a livello corticale, in cui avviene l’integrazione delle informazioni nocicettive stesse. Negli ultimi anni, lo studio della componente psicologica del dolore si è evoluto verso la formulazione di modelli integrati, ma la relazione tra personalità e sofferenza è tuttora controversa. È certo che il dolore intenso, costante e continuo nel tempo, crea nell’individuo uno stato d’ansia e angoscia fino a turbe gravi della sfera emotiva per la lentezza e l’incertezza di un’eventuale guarigione. Il quadro psicopatologico che viene a crearsi costituisce a sua volta un feedback di rinforzo al dolore cronico. Gli eventi mentali possono interagire con eventi fisici nell’attivazione del sistema algico, ma come ciò avvenga è ancora un enigma. Attualmente le teorie dominanti sono: quella “dualista”, che considera il cervello e la mente come entità separate, ma che si influenzano a vicenda; e quella “unicista”, in cui il cervello e la mente sono la stessa cosa. La concezione “dualista” si rifà al modello filosofico di Karl Popper, in cui la nocicezione diventa dolore solo attraverso la comunicazione tra cervello e mente. L’unicismo invece, si riferisce al concetto dell’integrazione del segnale biologico introdotto da Charles Sherrington all’inizio di questo secolo, sostenendo che la cellula nervosa isolata, non è in grado di esprimersi; solo unendosi ad altri neuroni ha la possibilità di trasmettere e ricevere segnali e diventare intelligente. Il dolore è un’esperienza sensoriale particolare nella quale è importante distinguere la nocicezione dal dolore. L’individuo percepisce il dolore solo quando l’informazione nocicettiva dai nuclei talamici viene integrata nelle aree corticali e limbiche e se non vengono attivati i circuiti neuronali della coscienza non si avrà dolore. Vedi Fig. 2. Dunque non dobbiamo pensare al corpo e alle sue funzioni solo in termini fisico-dinamici; bisogna cercare di considerare l’uomo un’unità bio-psichica, non solo corpo, ma un

A.M.I.F. insieme di pensieri, emozioni e tendenze, guidati da un Io cosciente. Vedi Fig. 3. Il corpo non può essere scisso dalla psiche, altrettanto non può essere separato dal suo ambiente naturale. Necessita del suo habitat da cui ricevere gli stimoli, le informazioni, i messaggi che vengono codificati, trasmessi, modulati e percepiti a livello del sistema nervoso periferico e centrale. Il rimedio floreale avendo una vera funzione regolatrice ed equilibratrice a livello psichico diventa un valido aiuto in qualsiasi patologia acuta o cronica in cui vi è un interessamento della sfera psichica. Vedi Fig. 4. Entriamo nel vivo dell ’argomento e consideriamo l’uomo con i suoi acciacchi e le sue problematiche, che colpiscono parti ben definite della struttura corporea. I  fiori di Bach possono essere inseriti come coadiuvanti in qualsiasi terapia algica. Alcune volte sono sufficienti da soli per avere una risoluzione del dolore; questo succede, quando i dolori sono l ’effetto di una psiche alterata. Consideriamo l’individuo Cerato sottoposto ad uno stress continuo ed assillante, in cui si scatena una cervicalgia associata a cefalea per l ’ansia e la tensione dovute al continuo stress. Vedi Fig. 5. Cerato è  un individuo che di solito dubita della propria capacità di riuscita e si sente inferiore. Nella fase di “stress” o di “sollecitudine” vi è una compromissione dell’apparato epatobiliare. Il metamero di proiezione della patologia epatobiliare è la zona sottoscapolare destra che corrisponde anche alla zona di Cerato nella mappatura floreale del Kraumer. Quando le cervicalgie epatobiliare hanno il metamero sottoscapolare molto dolente alla digitopressione, il Cerato può essere utilizzato per alleviare la sintomatologia algica. Il Cerato può  essere associato ad Oak (come miorilassante) o a Gorse (come grande rivitalizzante del corpo) rispettivamente nella contrattura del muscolo trapezio superiore destro e sinistro. Spesso si presentano all’osservazione donne che manifestano una sindrome ansiosa per i familiari o parenti in senso lato con dolori a livello della sinfisi pubica che si irradiano verso l’articolazione coxo-femorale. Pu ò essere utile in questi casi somministrare Red Chestnut (che libera da una rigidit à di fondo) associato a  Scleranthus e  Rock Rose (come rimedi miorilassanti) per l ’articolazione coxo-femorale destra oppure associato a Rock Water (come rimedio antiblocco) per l ’articolazione coxo-femorale di sinistra. Vedi Fig. 6. Se i dolori, invece, che irradiarsi verso l ’articolazione coxofemorale si irradiano nella zona pelvica con una sensazione di dolore urente, a  Red Chestnut  si consiglia associare Mimulus (per alleviare la stessa paura del dolore cronico). Vedi Fig. 7.

L'uomo è un'unità bio-psichica Emozioni

Io - Cosciente

Pensieri

Tendenze

Corpo

Fig. 3 - L’uomo – un insieme, un’unità biopsichica.

Modello bio-psicosociale

Corpo

Psiche

Ambiente naturale

Fig. 4 - L’influsso dell’uomo sull’ambiente… e viceversa.

Oak (miorilassante efficace nelle contratture del m. trapezio sup dx)

Cerato Mancanza di fiducia di sà stessi in cerca di consigli

Uomo epatobiliare

Cervicalgia

Gorse (rivitalizzante efficace nelle contratture del m. trapezio sup sx)

Nella mappatura di Kramer la localizzazione del Cerato è

L'area sottoscapolare cefalea

Ansia e tensione stress

Dolore alla digitopressione

Fig. 5 – Cerato e le cervicalgie.

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A.M.I.F.

Red Chestnut

Red Chestnut

+

(libera da una rigidità di fondo)

(libera da una rigidità di fondo)

+

+ Scleranthus e Rock Rose

Apprensione per gli altri si aspettano sempre il peggio

Sinfisi pubica Componente auto - persecutoria Artic. coxo femorale dx

Fig. 6 - Red Chestnut e l ’a  rticolazione coxo-femorale.

Rimedio antiblocco

(allevia la paura del dolore cronico)

(antiblocco)

(miorilassanti)

Algie

Rock Water

+ Mimulus

Rock Water

Gonalgia dx

Algie

Algie

Sinfisi pubica

Sinfisi pubica

Artic. cox femorale sx

Zona pelvica con sensazione dolorosa urente

Fig. 7 –  Red Chestnut e le algie pelviche.

Cherry Plum

Crab Apple

(controlla il dolore)

Rock Rose Autorepressivi, rigidità morale desiderio di essere da esempio

Depurativo della mente e del corpo

(anti-blocco)

Aiuta nei grandi cambiamenti

Colonna vertebrale

Gonalgia sx

Walnut

sacro - coccigodinia

Riduce rigidità e/o contratture

Fig. 8 –  Rock Water e Walnut nelle gonalgie.

Fig. 9 –  Colonna vertebrale e Crab Apple.

Nella gonalgia, insieme ai classici farmaci di riferimento possiamo utilizzare rispettivamente  Rock Water (essendo un rimedio antiblocco a destra) e Walnut (per la sua capacità di intervenire nell’alleviare lo stato di rigidit à e/o la contrattura a sinistra). Vedi Fig. 8.

Nel tratto del rachide dorsale si è prescritto con successo Wild Rose (con azione rivitalizzante), Genzian (con azione antitensiva), Star of Bethlehem (come antishock per eccellenza) e Mimulus, Centaury (che sono rimedi floreali per tutti quelli facilmente tendono a flettere la colonna dorsale). In tutti i casi appena riportati pu ò  essere impiegato, per una maggior capacit à di contenimento del dolore Impatients (che migliora il livello di soglia soggettivo del dolore). Vedi Fig. 11.

Nel trattamento antalgico della colonna possiamo considerare l’utilizzo di Crab Apple (per l’evidente legame di riferimento alla zona in oggetto) nelle algie lombo-sacrali e/o coccigodinie, ad esso pu ò essere associato Cherry Plum (temperante la esasperazione algica, derivante dalla struttura interessata dalla patologia) e Rock Rose (come antiblocco). Vedi Fig. 9. Nell’irradiazione del dolore dal coccige verso il rachide lombare si consiglia l ’aggiunta di  Pine (che favorisce il corretto assetto posturale) e Wild Oat (che aiuta a sopportare lo sforzo di carico sulla lordosi lombare). Vedi Fig. 10.

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Nella fibromialgia un valido aiuto dato da Gentian (per la sua azione antitensiva). Nelle componenti nevralgiche dipendenti da riacutizzazioni erpetiche abbiamo ripetutamente sperimentato la bont à di utilizzo di  Rescue Remedy (per l’insorgenza repentina e violenta del dolore). Se la localizzazione erpetica circonda l ’occhio destro bisogna associare Chicory (per l’attivit à ansiolitica), mentre Walnut (per l’attività antispastica); se invece cir-

N° 1 - Giugno 1999

A.M.I.F. conda l’occhio sinistro Oak (per indurre una minor rigidit à nella zona colpita) e  Sweet Chestnut  (come benzodiazepina dei fiori di Bach). Per una localizzazione erpetica a livello costale destro si consiglia  Holly (perché il dolore all’epicondrio destro è collegato ad un forte stato di amarezza); se invece la localizzazione è  a livello costale sinistro ci possiamo avvalere dell’aiuto di Vervain (elettivo in caso di tensione fisica e/o strappi muscolari e/o fascicolazioni muscolari) e Gorse (essendo il grande rivitalizzante corporeo con un ’azione efficace anche in caso di attacco virale. Vedi Fig. 12. Infine, nei dolori mestruali in cui la componente affettiva ed emotiva gioca un ruolo fondamentale il “mixer floreale” più  utilizzato è  stato Crab Apple (per coloro che avvertono una sensazione di “sporco” con grande senso di vergogna), Chicory (per la dipendenza emotiva), Centaury (per la dipendenza da qualcuno), Rock Rose (per lo stato d ’ansia e per la

Crab Apple

Pine (ripristina corretto assetto posturale)

paura che il ciclo si blocchi),  Sweet Chestnut  (per la sensazione di abbandono e dunque di solitudine), Beech (per coloro che considerano il periodo come momento di debolezza) e  Pine (nel caso in cui vi sia un senso di colpa scusandosi ripetutamente). Vedi Fig. 13. Concludo, che è impossibile cercare di fornire una “lista” di tutti i casi che hanno fruito della somministrazione “non canonica”  di uno o più  rimedi floreali; ossia delle piccole emergenze dolorose personali risolte con l ’intuito del momento o ancor meglio, dopo test Kinesiologico o della localizzazione corporea di Wild – Kramer. Va da sé  che queste ultime modalit à  di individuazione terapeutica si prestano bene in caso di impiego in ambito somatico seppur collegabili ad una predominante componente di disarmonia psicologica e rimane a mio avviso la migliore possibilità di utilizzo dei rimedi floreali del Dr. Bach.

Crab Apple

Wild Rose (rivitalizzazione)

Gentian

Wild Oat

Depurativo della mente e del corpo

(aiuta a sopportare lo sforzo di carico sulla lordosi lombare)

Coccigodinia

(antitensivo)

Star of Bethlehm

Depurativo della mente e del corpo

(antishock)

Mimulus e Centaury (per coloro che tendono a flettere la colonna dorsale)

Colonna vertebrale

solo nel caso di dolore irradiato

Impatients

Dorsologia

(migliora il livello soglia deldolore)

Lombalgia

Figura 10 –  Crab Apple, Pine, Wild Oat nelle algie sacro-cocci-  go-lombari.

Rescue Remedy

Chicory (attività ansiolitica)

(Controllo del dolore acuto)

Fig. 11 –  Nel rachiede dorsale Crab Apple e le sue associazioni.

Crab Apple (migliora la sensazione di vergogna e di "sporco")

Chicory (aiuta la dipendenza emotiva)

Walnut (attività antispastica)

Oak

Occhio dx

(miorilassante)

Occhio sx

Costale sx

Holly (mitiga lo stato di amarezza)

Gorse (utile nelle tensione (rivitalizzante) fisica, e/o strappi muscolari e/o fascicolazione)

Fig. 12 –   Rescue Remedy, con le associazioni, nelle nevralgie  erpetiche.

N° 1 - Giugno 1999

(migliora la sensazione d'abbandono)

(la benzodiazepina dei Fiori di Bach)

Costale dx

Vervain

Sweet Chestnut

Dismenorree

Sweet Chestnut

Nevralgie erpetiche

Rock Rose

(per superare l'ansia del ciclo stesso)

Pine Beech (per coloro che considerano il periodo mestruale come una debolezza)

Centaury

(per chi si scusa e vive il periodo con senso di colpa)

(Per la sensazione di dipendenza e di oppressione)

Figura - 13 - Dismenoree e loro fiori.

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ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

E. Paolelli

Floriterapia  ed Omotossicologia:  una sintesi per il futuro  Flowertherapy and Homotoxicology: a synthesis for the future RIASSUNTO: Il presente lavoro chiarisce come la Mente, struttura che governa i processi di coscienza, interagisca con il biologismo del cervello, che a sua volta è influenzato dal biochimismo del corpo. L’equilibrio funzionale di questo dinamico fluire può essere terapeuticamente sollecitato sia dai Fiori di Bach che dai Rimedi Omotossicologici. L’esatta comprensione del meccanismo funzionale di regolazione psico-somato-energetico chiarisce, di volta in volta, l’operatività del medico nella corretta sintesi terapeutica.

PAROLE CHIAVE: MENTE, CERVELLO, SOMA, FIORI DI BACH, OMOTOSSICOLOGIA SUMMARY:  In this study we discuss the link among mind, brain and body and how they are strictly connected. The correct comprehension of this linkage indicates how to operate in the right direction using Bach Flower  Remedies and Homotoxicology in a therapeutic synergy.

KEY WORDS: MIND, BRAIN, BODY, BACH FLOWERS, HOMOTOXICOLOGY  ir John C. Eccles, premio Nobel per la Neurofisiologia, dopo aver studiato per tutta la vita il funzionamento del cervello, è arrivato alla conclusione che questa struttura funziona come strumento della “Mente”. Alla stessa conclusione sono pervenuti C.G. Jung, R. Assagioli, R. Gerber, nonché gli psichiatri R. Moody e B. Weiss, per citare soltanto alcuni degli studiosi che sostengono tesi contrarie a quelle neurofisiologiche proprie della cul-

S

tura dominante. A volte, nell’analisi di questa diatriba, si è sfociato in opposti estremismi: da una parte coloro che vedono nella intricata interconnessione neuronale la base della Mente (R. L. Montalcini), dell’altra coloro che interpretano la Mente oltre il cervello, ma ad esso strettamente collegata ( J. C. Eccles). In realtà  una attivit à  psichica superiore non pu ò  essere pensata senza l ’esistenza della coscienza, intendendosi per coscienza la minima struttura di un “IO”  che riconosce se stesso diverso dall’altro da sé, in grado di esercitare un minimo di controllo su di s é. Recenti studi riconoscono questo nucleo di coscienza anche nella psiche degli animali superiori. Tuttavia l ’essere umano è l’unico ad avere una rappresentazione in pi ù: la

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

capacit à creativa e critica che ha reso possibile l’evoluzione della specie. Distinguiamo, quindi, un io soggettivo di pura marca neuropsicologica da un io cosciente creativo e critico. L’attivit à  mentale umana è perlopiù di tipo conservativobiologico, tesa, cioè, alla difesa dell ’io soggettivo dalle aggressioni esterne. Tale attivit à è  quasi completamente coordinata dalla MENTE BIOLOGICA-NEURONALE. Le attivit à superiori, invece, in particolare il pensiero critico e creativo, sono appannaggio dell’io cosciente, struttura sicuramente distinta dalla mente biologica, ma, come esposto di seguito, ad essa strettamente interconnessa. Benjamin Libet, della California University, ha scoperto che il cervello impiega 500 millisecondi per elaborare la realtà in modo conscio, mentre gli bastano 150 millisecondi per l’individuazione sensoriale senza consapevolezza, cioè  per vedere cose non interessanti, che non vengono registrate. Il processo di prendere coscienza, quindi, crea un lievissimo ed impercettibile ritardo tra quello che vediamo e sentiamo e quello che sappiamo di aver visto e sentito. Cosa avviene in questo lasso di tempo?

3

A.M.I.F. Secondo Rodolfo Llinas, direttore del Dipartimento di Fisiologia e Biofisica della New York University, entrano nella coscienza-consapevolezza solo quelle informazioni che le cellule nervose corticali ritrasmettono al talamo in modo sincrono, sintonizzandosi tutte sulla stessa frequenza d ’onda: una modulazione intorno ai 40 Hertz. Il rumore di fondo continuo delle altre cellule, trasmesso su altre lunghezze d ’onda, resta, invece, escluso dalla coscienza. Secondo Llinas la raccolta di queste informazioni è fatta da un anello di cellule: il nucleo intralaminare del talamo . Qui ha origine un treno

d’impulsi nervosi, che, simile ad un fascio radar, fa il giro completo del cervello ogni 12,5 millisecondi. Ogni giro esplica il recruitment  (reclutamento) di tutte le informazioni, presenti nelle diverse aree specializzate del cervello: corteccia visiva, sensitiva, uditiva, ecc, sono sincronizzate dalla Mente sulla stessa lunghezza d’onda (~ 40 Hertz). La coscienza, quindi, non è un luogo fisico, ma un tempo e una frequenza che accordano le diverse sensazioni all’unisono tra loro (Fig. 1). Ma se la MENTE come fonte di riflessione critica e creativa non è  identificabile con il CERVELLO BIOLOGICO, che rapporto c’è tra MENTE e CERVELLO, visto che sia l ’io soggettivo-biologico che l’io cosciente-creativo, utilizzano nella vita quotidiana il cervello per interagire con il mondo esterno?. La modalità più semplice per rispondere a questa domanda è il paragone con il Computer. Il CERVELLO con la sua struttura organico-biologica è assimilabile all ’HARDWARE di un calcolatore, in cui si immettono i dati provenienti dagli organi di senso e dal mesenchima, ed in cui il frutto dell’elaborazione della mente, viene tradotto in fisicità, per l’OUTPUT finale. La MENTE è invece il PROGRAMMA DI ELABORAZIONE DATI interposto al TerminaleCervello è cioè l’UNITÀ  CENTRALE-ELETTROMAGNETICA DELL’INTERO CALCOLATORE (SOFTWARE) (Fig. 2). Lo stato di salute dell ’individuo è uno stato particolare che può essere mantenuto solo con un enorme dispendio ener-

Fig. 1

Io superiore Conflitto psichico

Focolaio di Hamer

SOFTWARE=PSICHE (Programmatore)

PSICHE Io Biologico

HARDWARE=CERVELLO (Ordinatore)

CERVELLO

Accoppiamento PERIFERICO NEUROUMORALE (matrice/vie nervose afferenti/biofotoni) Manifestazione organica

Accoppiamento CENTRALE NEUROUMORALE (biofotoni/ipotalamo/ipofisi/  vie nervose efferenti/matrice)

ROBOT=SOMA

SOMA

Fig. 2

4

Fig. 3

 

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

A.M.I.F. getico, con la formazione di strutture dissipative (Clusters), lontano dall’equilibrio termodinamico, in un sistema aperto. È  necessario un flusso di informazioni costante che renda possibile l’altissimo grado di ordine dinamico dei tessuti (negentropia). Circa 1018 reazioni metaboliche organiche al secondo richiedono un trasferimento veloce e preciso di informazioni all’intero organismo. Secondo il biofisico Popp, nessuna molecola, enzima, ormone o neurotrasmettitore è in grado di fare ciò: solo i fotoni sono in grado di garantire questo coordinamento in maniera ordinata, ultraveloce ed olografica. In accordo anche con il pensiero di Rubbia (Premio Nobel, 1984), la materia è quindi subordinata ai processi energetici di natura elettromagnetica, che gestiscono lo stato di organizzazione dei tessuti. È  impensabile il raggiungimento di tale coordinamento nell ’intero organismo tramite la sola rete neuronale. Possiamo quindi ragionevolmente supporre che accanto ad un CERVELLO NEURONALE, esista un CERVELLO ELETTROMAGNETICO (PSICHE), in grado di elaborare informazioni con una velocit à e sensibilit à estremamente superiori al cervello biologico. In tale struttura elettromagnetica coesiste sia l’io biologico che l’io superiore, cioè l’io creativo-riflessivo. Tale struttura utilizza il cervello biologico-neuronale e da esso ricava percezioni e sensazioni che poi elabora e traduce in coscienza, senso della vita e dell ’essere, nonché in strategie di superamento e trascendenza. Ogni mutamento di carattere somatico influenza tale struttura elettromagnetica che definiamo “PSICHE”; così uno stressore nella struttura psico-elettromagnetica si tradurrà, attraverso la mediazione del cervello biologico-neuroendocrino, sull’intero organismo (Fig. 3). Il rapporto tra mente e corpo è così  stretto, diretto ed immediato, che uno shock psichico produce contemporaneamente una perturbazione nella mente elettromagnetica, nel cervello biologico (focolaio di Hamer: Fig. 4) e in un organo periferico controllato da quella area encefalica (Fig. 5). Movimenti impercettibili di masse microscopiche che costituiscono i microtubuli delle cellule, sarebbero responsabili, secondo R. Penrose dell ’Oxford University, di quest ’attività quantistica integrata e risonante. Altre strutture oscillatorie presenti nel mesenchima interstiziale, nella glia cerebrale e nell’acqua semicristallina dell ’intero organismo, mediano questa comunicazione ( J. Benveniste, E. Del Giudice, H. Heine). Se mente e corpo sono, quindi, così strettamente interconessi, i fattori psichici possono scatenare malattie somatiche, ma anche intossicazioni croniche a carico di organi periferici o della matrice intestiziale del cervello e possono acuire o generare disturbi psicologici. A mero titolo esemplificativo vengono riportati i fattori pi ù comunemente chiamati in causa nel circuito di regolazione psico-somato-energetico (Fig. 6).

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Fig. 4 

LIVELLO PSICO-EMOTIVO CONFLITTO PSICHICO

Focolaio di Hamer (fenomeni elettrici, elettromagnetici, stimoli chimici, endocrini, umorali)

CERVELLO

stimoli elettrici, stimoli elettromagnetici, effetti radar, superconduzione, reazione neurovegetativa e endocrina.

Sintomo o malattia

SOMA

Fig. 5 

5

A.M.I.F.

Io superiore PSICHE Io Biologico CERVELLO Conflittualità psicologiche irrisolte e profonde, datanti da tempo

Modulazione periferica (matrice interstiziale/  vie nervose afferenti/ biofotoni)

Modulazione centrale

COSTITUZIONE MIASMATICA

(biofotoni/ipotalamo/  ipofisi/vie nervose efferenti/matrice)

SOMA Carico tossinico cronico: Alimentazione, allergeni, disbiosi, tossine ambientali, metalli pesanti, farmaci, virus, batteri, campi di disturbo cronico, geopatie, microonde, ecc.

Fig. 6  Causa scatenante acuta, sia fisica che psichica

Fattori psichici

C o nf l i 

tt  ualità  c ro n ic a

iv o/spiri t ua l e

e m ot 

Fattori fisico-biologici C a ri   c  o  t ossino  c ro n i c o

Patologia acuta

 M  i    s   c  u  r   o  a  m d   p  e  e  l    n  l    a  s   a  c z  a  i    o  p  n  a  e  c  i    t    à     d   i  

C ostituzione

Fig. 7: Rapporto tra i fattori acuti e cronici nella genesi  dei disturbi psicofisici.

6

Su tali fattori incide in maniera acuta l ’ultimo evento stressante che diventa causa scatenante della patologia acuta che porta spesso il paziente alla consultazione (Fig. 7). Il compito fondamentale del medico è quello di stabilire in quale punto di questo complesso NETWORK sia opportuno inserirsi. Trattiamo la causa scatenante acuta che fa traboccare il calice, provvediamo a svuotare il calice dalle cause di fondo o facciamo entrambe le cose? L’esperienza clinica, la preparazione e l ’intuito ci guideranno nella soluzione di questa complessa questione. Di certo abbiamo a disposizione un complesso strategico e terapeutico in grado di agire su molti dei fattori coinvolti, che attraverso reciproci feedbacks, interagiscono tra di loro. L’individuazione della tendenza patologica familiare, genetica ed ereditaria è  di fondamentale importanza poich é si può intervenire su di essa con una terapia miasmatico-costituzionale, utilizzando i Fiori di Bach Costituzionali (Rimedi Type) oppure i Rimedi Omeopatici ad Alta Diluizione. Il “Cervello Elettromagnetico ” è  molto suscettibile alle informazioni coerenti in grado di modificare l ’entropia del sistema. Queste informazioni possono essere apportate in maniera determinante dai Fiori di Bach costituzionali (R. Type) e di momento (R. Mood). I Fiori, sintonizzando l ’individuo sul proprio ritmo di base, lo aiutano ad entrare in contatto con il proprio S È e a prefiggersi obbiettivi pi ù  coerenti con il proprio progetto esistenziale. I Fiori ci ripuliscono dagli schemi esterni condizionanti che sin dalla prima infanzia ci hanno diretto e spesso “castrato”. Così ripuliti siamo in grado di affrontare la vita con pi ù energia, determinazione e scopi precisi. Non sempre, però, saremo in grado, solo con queste informazioni elettromagnetiche, di correggere i nostri disturbi. Spesso, infatti, TOSSINE-CHIAVI bloccate nel mesenchima o ALTERAZIONI ENZIMATICO CELLULARI, impediranno una corretta estrinsecazione del potere curativo dei Rimedi Floreali. In questi casi occorrerà ripristinare il corretto biologismo organico ricorrendo all’Omeopatia omotossicologica. L’Omotossicologia, grazie alle sue formulazioni terapeutiche fatte di sostanze drenanti omeopatiche a bassa diluizione, di catalizzatori biologici, di organoterapici, di nosodi, ecc., è infatti in grado di attivare quei processi di “pulizia” del mesenchima interstiziale cerebrale ed extracerebrale, nonché di rigenerare quegli enzimi cellulari, spesso bloccati nelle situazioni croniche di una certa entità. In conclusione, alla luce di quanto esposto, vediamo in particolare nella interazione terapeutica di Omotossicologia e Floriterapia un utile strumento per il medico del futuro, che sappia coniugare ed esprimere nel proprio lavoro quotidiano questa duplice polarità di approccio mente/corpo, corpo/mente, focalizzando, di volta in volta, l ’intervento somatico o psicologico, essendo sempre ben cosciente della sua interrelazione e reciprocità. 

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A.M.I.F.

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Per riferimento bibliografico: PAOLELLI E. - Floriterapia ed Omotossicologia: una sintesi per il futuro. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N° 2, 2000, pagg. 3-7. Indirizzo dell’Autore: Prof. Ermanno Paolelli  –  Titolare della Cattedra di Psichiatria Biologica c/o Facoltà di Medicina dell’Università delle Scienze Umane e Tecnologiche. L.U.de. S., Lugano (CH). –  Docente di Psichiatria Biologica c/o Scuola di Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate e al Corso di Perfezionamento sui Prodotti di Origine Naturale c/o l’Università della Calabria. –  Fondatore e Presidente A.M.I.F. Indirizzo: Via Varthema, 34 - 40137 Bologna Tel. 051/441020 Marzo 2000

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P. Montenero

La relazione medico  paziente e la narrazione  della malattia in Floriterapia  Patient-doctor relationship and the disease narration in Flowertherapy

RIASSUNTO: La prescrizione dei Fiori di Bach si effettua sugli stati d'animo del paziente: stati d'animo che emer gono nel setting terapeutico ove la relazione medico-paziente rappresenta il luogo e lo strumento di quella espressione. In tal senso è necessario che il terapeuta non invada quel campo e che il paziente sia condotto verso quella scoperta. La narrazione della malattia rappresenta la trama che attribuisce significati ed evidenzia stati emozionali.

PAROLE CHIAVE: RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE, SETTING TERAPEUTICO SUMMARY: The Bach Flowers remedies prescription focuses on the patient’s emotional state: emotional states emerging during the therapeutic setting in which the relationship between the doctor and the patient represents the  place and the instrument of that expression. Thus, it is essential that the therapeutist does not invade that space and the patient is conducted towards that discovery. The plot of the illness is revealed through its telling; the plot   gives meanings and highlights the emotional states.

KEY WORDS:  PATIENT-DOCTOR RELATIONSHIP, THERAPEUTIC SETTING

I

l punto di partenza nella relazione medico - paziente, come nell’incontro fra individui che non si conoscono, è rappresentato da una condizione di separazione ed oscurità.

Tale separazione può essere ricomposta attraverso un atto di comprensione riunificato. • Ciò significa che quanto è estraneo e separato può essere riportato ad unit à. Nella relazione si verifica un processo trasformazionale in cui ogni evento non è riferibile all ’uno o all’altro dei componenti il sistema, ma al sistema stesso che li comprende e li assume. Il nesso fra soggetto e oggetto non è un nesso ricercante (il medico) e ricercato (il paziente), ma è quello fra due partners di un dialogo in cui lo sforzo conoscitivo è ipso facto lo sforzo pratico (interesse) per instaurare una comunicazione: uno sforzo, quindi, non solo di conoscenza ma di comunicazione . Lo stato d’animo del paziente viene presentificato, nel senso di attualizzato, raccontato, espresso all ’interno della

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relazione “rapporto medico–paziente”. È necessaria, tuttavia, una riflessione sui termini “relazione” e “rapporto ”. La parola relazione può rimandare ad una condizione di quiete senza conflitti, di equilibrio equiprobabile; ad un collegamento fra parti, cos ì  compenetrate ed amalgamate, da farci ritenere impossibile una loro specificazione. È un campo energetico potente alla cui espressione e svolgimento gli individui possono opporsi e resistere. Viceversa con la parola rapporto ipotizziamo che la divisione delle parti sia possibile, senza rimanenze.

CONTRASTO FRA DUE PRINCIPI 1. Uno-tutto indistinto, immobile e indeterminato (relazione) 2. Dualit à che implica distinzione e mobilit à delle parti (rapporto) Il rapporto medico-paziente rappresenta un campo di forze ove convergono-interagiscono modi di essere (del medico e del paziente).

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A.M.I.F. FASE INIZIALE  Il terapeuta:









tolleranza della scarsa comprensione e di avvertire uno stato di impotenza. Attendere il rilevante ed il significativo (senza ricordi o conoscenze acquisite: l ’errore sarebbe quello di imporre al paziente l ’autoinganno di una comprensione prematura). Evitare sistemi autoprotettivi non essendo in grado di decifrare i messaggi del paziente. Mantenere una visione binoculare (dati chiari ed oscuri) (Bion, 1972).

 Spazio potenziale reale ed illusorio Ideale per esperienze prive di interferenze da parte del terapeuta Io che osserva Io che esperisce

Terapeuta • • • •

Nozioni teoriche Informazione sul lavoro degli altri Colleghi Esperienze cliniche Formazione

Diventare terapeuta implica un processo che “ inizia, va avanti e non è mai concluso”  (Bion, 1972)

Esperienza passata

Esperienza attuale

È uno stato mentale ed emozionale continuo L’area di intersezione appartiene ad entrambi gli insiemi (Matte Blanco, 1981)

FASE SUCCESSIVA

Setting in Floriterapia Per riconoscere lo/gli stato/i emozionale/i negativo/i del paziente (la nota dominante) è necessaria una comprensione empatica.

Il terapeuta non riconosce elementi importanti a causa dei propri ostacoli

Ostacoli: - proiezione: si attribuiscono all ’altro elementi propri - introiezione: ci si impadronisce delle caratteristiche altrui

Empatia •



 Esperienza clinica di scoperta: le ipotesi iniziali non vengono confermate n é da elementi successivi né da informazioni gi à emerse Medico: Possibili errori

{

ruolo standard





attitudine variabile Adattamento ad ogni singolo caso

eccesso

eccesso

rigidit à

flessibilit à priva di regole

Capacit à  di condividere ci ò  che accade agli altri, non come qualcosa di simile alla propria esperienza, ma come se capitasse al terapeuta. Provare, pensare emozioni come se si partecipasse alle esperienze del paziente. Considerare in maniera simultanea il proprio punto di vista e quello del paziente con attenzione distribuita (separazione dell’io). Rispettare e proteggere l ’individualità  del paziente, senza super-imporre la propria.

}

Alternative fra stati d’animo

Possibile triade di accudimento

MEDICO

PAZIENTE

SUPERVISORE

quale configurazione scegliere? A

B

Possibili errori coercitivi 

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A.M.I.F. Per una qualsiasi scelta da parte del terapeuta è necessario un ascolto non focalizzato. Solo in un secondo momento l’attenzione potr à concentrarsi sui problemi focali che sono ancora emersi.

La diagnosi non dovrebbe essere una “espressione oracolare”. Nessuno è in grado di far crescere un altro individuo, può solo inibire o favorire un processo. Il medico dovrebbe individuare i fattori che facilitano o interrompono un simile processo.

Contenimento: necessit à di una persona disponibile a prestare aiuto per emozioni e sentimenti che si riversano sugli altri. Il vissuto del paziente è di essere in balia di tali impulsi. Il terapeuta è presente per essere “scoperto”

 Il processo terapeutico diventa una creazione del paziente Verso il già noto

Il paziente necessita di un “periodo di esitazione” (Winnicott, 1972) che è  uno spazio emotivo, ove possono avvenire scoperte. Gli eventi si comprendono dopo che sono accaduti

Le domande senza risposta rappresentano un buon inizio Il terapeuta non conosce le risposte e deve saper aspettare: è il paziente, e solo il paziente, a possedere le risposte.

Il paziente guida il terapeuta Verso ciò che deve scoprire e comprendere

 Seguire il paziente,  non guidarlo Non spiegare ma scoprire , insieme al paziente Certezze del terapeuta: Aspettative su di s é Collusione fra ricerca di certezze da parte del paziente ed atteggiamento del terapeuta che vuole apparire in grado di offrire tali certezze. • •

La via della conoscenza, se legata a troppe certezze, favorisce una presa di coscienza intellettualizzata e non efficace.

“Rinuncia alla tua memoria ed al tempo futuro del tuo desiderio; dimenticali entrambi, ci ò che già sai è ci ò che vuoi, per lasciare spazio ad una nuova idea. Un pensiero, una idea che nessuno rivendica pu ò aggirarsi per la stanza, alla ricerca di un luogo ospitale. Forse è una delle tue, sembra sorgere dal tuo intimo; o emergere al di fuori di te stesso, dal paziente ” (Bion, 1972)

“Invece di cercare una luce brillante, intelligente, perspicace, per sostenerci di fronte a problemi oscuri, dovremmo, penso, far diminuire la luce – portare un penetrante raggio di tenebra; l ’inverso di un riflettore … il buio sarebbe così  assoluto da creare un vuoto luminoso, reale. Cosicché, se mai esisteva un oggetto, per quanto indistinto, risalterebbe con chiarezza ed una luce molto flebile diverrebbe visibile, nell ’oscurità totale” (Bion, 1972)

 La presa di coscienza non si propone, si scopre Keats affermava che la grandezza di Shakespeare consisteva nell’essere riuscito a tollerare una “capacità negativa”. Bion (1972) sostiene che l ’effetto del contenimento è quello di un prisma in grado di scomporre la luce nelle varie tonalità  dello spettro cromatico attraverso il sentimento, il pensiero, le capacit à organizzative, l ’azione e lo stesso silenzio del terapeuta. Il paziente vive il contenimento come uno spazio ove si possa verificare non tanto una riduzione del sintomo, ma piuttosto la scoperta, magari per la prima volta, della propria possibilità o capacità  di sostenere, senza manovre di esitamento, le difficolt à della vita. Un terapeuta che voglia evitare di essere interpretato come “oggetto invasivo ”  dovrebbe restare in attesa che emerga, secondo i tempi del paziente, un certo tipo di rapporto e possibilità di comprensione. Il clinico dirige l’attenzione consapevole di “non sapere” mai abbastanza. Il clinico dovrebbe arrivare a “metà strada”.

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La Floriterapia ha il suo punto di avvio negli stati negativi Il paziente chiede aiuto a chi? Perch é? Come? Esiste una narrazione del paziente Esiste una lettura dinamica (in cui si focalizza una storia ed una evoluzione) da parte del terapeuta. Trama narrativa Parti slegate - frammenti forma

filo

significato

ordine Il senso sta nell’attribuire un senso

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A.M.I.F. La narrazione della malattia è una esperienza rappresentata e raccontata ove attivit à  ed eventi sono presentati in ordine significativo e coerente. L’empatia del terapeuta (senza identificazione) rappresenta il “basso continuo” che attenua il rischio di: Omissioni   Sopravalutazioni   Rifiuti  • • •

Nella narrazione del paziente si collegano in senso immaginativo esperienze per evitare la dissoluzione. Si sostituisce una configurazione ad una successione. Qual è la relazione fra storia ed esperienza? Attraverso le domande del terapeuta il racconto pu ò essere collocato in un nuovo contesto e può  rivelare nuove dimensioni dell ’esperienza. Nei momenti di crisi e di rottura appare una indeterminatezza assoluta: il terapeuta “lettore ”  riceve e compone il messaggio del testo significato



interazione fra LETTORE e TESTO (non solo testo, non solo lettore)

“approssimarsi all’ineffabile ed all ’indicibile, non per svelarlo o dispiegarlo nella diacronia del discorso ma per sollecitarlo a produrre e conservarlo nell’involucro sincronico del sentire”.



 BIBLIOGRAFIA:

1. BION W.R. - Apprendere dall’esperienza. ed. Armando, 1972. 2. CHIAZZA L. - Corpo affetto e linguaggio. ed. Loescher, 1981. 3. MATTE BLANCO I. - Saggio sulla bi-logica. ed. Einaudi, 1981. 4. WINNICOTT D.W. - Sviluppo affettivo e ambiente. ed. Armando, 1972. 5. WINNICOTT D.W. - Gioco e realt à. ed. Armando, 1974.

Per riferimento bibliografico: MONTENERO P. - La relazione medico–paziente e la narrazione della malattia in Floriterapia. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N°2, 2000, pagg. 8-11. Indirizzo dell’Autore: Dr. Paolo Montenero  Specialista in Neurologia Ospedale San Giovanni Battista Via L.E. Morselli - I-00148 Roma Marzo 2000

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M. Iannelli

“Crisi di coscienza”  in Floriterapia:  aspetti teorici e gestione  di una “buona occasione”  “Crisis of consciousness” in Flowertherapy: theoretical aspects and management of a “good opportunity”

RIASSUNTO: Le diluizioni dei Rimedi Floreali di Bach svolgono un’indubbia funzione di attivazione efficace e profonda, catalizzano e promuovono un insieme di processi, sintetizzabili nel concetto di un aumento della conoscenza, della consapevolezza e della coscienza di sé; ciò comporta, inevitabilmente, l’attraversamento di momenti e passaggi “critici”. L’aumento, a volte “spettacolare” dei ricordi onirici, sia a livello quantitativo che qualitativo, il riaffiorare di contenuti cognitivi ed emozionali, la sc operta di qualità personali fino a quel momento ignorate o frustrate, la rivisitazione di eventi e situazioni passate, il progetto di un futuro diverso, il cambiamento delle modalità di relazione con gli altri e se stessi, rappresentano alcuni degli aspetti più evidenti di tali processi. I momenti più intensi di questi eventi possono spesso caratterizzarsi con un’accentuazione di stati emozionali negativi, che ven gono classicamente indicati come “crisi di coscienza”. Tale avvenimento viene definito dettagliatamente alla luce del concetto di crisi, così come è espresso nella lingua cinese e alla luce dei concetti di conoscenza, consapevolezza e coscienza. L’Autore presenta l’approccio clinico alla “crisi di coscienza” e descrive come essa, se ben gestita e modulata, rappresenti un momento cruciale ed un’ottima opportunità di cambiamento per il paziente. Vengono illustrati alcuni esempi di “crisi di coscienza” e la loro gestione.

PAROLE CHIAVE: CRISI DI COSCIENZA, FLORITERAPIA DI BACH SUMMARY:  Bach Flower Remedies dilutions undoubtedly have a function of effective and deep activation, catalysing and promoting many processes that can be summarized in the concept of an increase of the knowledge and self consciousness. This leads to “critical” moments and passages. The sometimes “spectacular” increase, either quantitative or qualitative of oniric memories, the appearance of cognitive and emotional contents, the discovery of   personal qualities ignored or frustated till that moment, the review of past events and situations, to guess and plan a better future, the changing of the modality of relation with the people and with themselves, represent some of the emerging aspects of these processes. The most intense moments are characterised by an emphasis of emotional negative states classically defined as “crisis of consciousness”. These events are defined in detailed manner with reference to the concept of crisis, as expressed in Chinese, and with reference to the differentiation with the concepts of  knowledge and self consciousness. The ”crisis of consciousness” is examined in the clinic praxis. If well managed and   modulated, in the sphere of a therapeutic relation, the “crisis of consciouness” represents a focal moment and an optimal opportunity of change for the patient. The Author presents some exemples of “crisis of consciouness”and  their management.

KEY WORDS: CRISIS OF CONSCIOUSNESS, BACH FLOWERTHERAPY 

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A.M.I.F. “Abbiamo accumulato tante ferite e se non ne siamo consapevoli tutte le nostre azioni diventano reazioni a quelle ferite. Nella conoscenza di sé c’è la fine del dolore e , quindi, l’inizio della saggezza.”  J. Krishnamurti 

Introduzione L’obiettivo finale di chi opera nel campo della salute è quello di aiutare il paziente ad intraprendere e portare avanti un percorso che lo conduca, sostanzialmente, a migliorare la propria qualità di vita. Tale percorso, come vedremo, per essere realmente fruttuoso, deve determinare necessariamente una maggiore conoscenza, consapevolezza e coscienza di sé. I rimedi floreali di Bach si sono ormai indiscutibilmente dimostrati, in forma diluita, ottimi attivatori, promotori e propulsori di tale percorso. Coscienza, conoscenza e consapevolezza di sé sono, quindi, la “conditio sine qua non” del cambiamento, il cui percorso passa attraverso momenti critici. In Floriterapia di

Crisi di coscienza  in Floriterapia





Non è un ”effetto collaterale” È paragonabile a: • “aggravamento” in omeopatia • “vicariazione regressiva” in omotossicologia • “crisi di eliminazione” in digiuno-terapia Fig. 1

La parola crisi deriva dal greco “krisis” che indica un processo di svolta che avviene in tempi brevi. Il pittogramma cinese Weiji che indica l’idea di crisi è composto da due ideogrammi: •Wei xian sottolinea l’aspetto pericoloso della crisi • Jihui ne indica l’aspetto di opportunità e di buona occasione

.

Fig. 2 

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Bach si parla di “crisi di coscienza ”; tale concetto, che verr à esaminato dettagliatamente, è  costituito da un insieme di fenomeni che, date le loro caratteristiche temporali, quantitative e di significativit à, sono una delle maggiori evidenze e testimonianze della profonda azione dei rimedi floreali di Bach in forma diluita. Possiamo affermare fin da ora che la “crisi di coscienza ” non ha nulla a che vedere con il fenomeno dell’“effetto collaterale ” ma è, al contrario, avvicinabile ad eventi che si osservano in altre metodiche terapeutiche biologiche ed olistiche: l ’“aggravamento” in omeopatia, la “vicariazione regressiva ”  in omotossicologia, la “crisi di eliminazione ” in digiuno-terapia (Fig. 1).

Descrizione fenomenologica della “crisi di coscienza” in Floriterapia La maggior parte dei floriterapeuti hanno osservato (e alcuni descritto) fenomeni che si inquadrano nel concetto di “crisi di coscienza”. Un aspetto essenziale è  rappresentato dall’accentuazione ed intensificazione di stati emozionali negativi. Il soggetto pu ò, ad esempio, sentire e manifestare rabbia, irritazione o sensazioni di frustrazione, paura ecc.. Possono riemergere ricordi del passato con contenuti emotivi e cognitivi negativi. Produzione e ricordo di sogni penosi, (incubi) possono aumentare. In alcuni casi sono descritte anche reazioni molto simili a quelle che si presentano in omotossicologia: starnuti, eruzioni cutanee, diarrea ecc., ma la “crisi di coscienza”, propriamente detta, è un qualcosa di molto più complesso di quanto descritto, in quanto costituisce sia il punto di arrivo di un percorso effettuato che il punto di partenza per nuove conquiste. Esamineremo, dettagliatamente l ’argomento in esame, a partire proprio dal concetto di crisi.

Crisi: rottura di un equilibrio, svolta, buona occasione di cambiamento evolutivo La parola crisi, derivante dal greco “krisis” indica un processo di svolta, di mutamento, di rottura che avviene in tempi brevi, con intensit à  e con conseguenze positive o negative. Un ulteriore ed utilissimo apporto per la comprensione del concetto di crisi ci viene dalla lingua cinese. Il pittogramma cinese Weiji che indica l ’idea di crisi è composto da due ideogrammi: in uno, Wei xian, è sottolineato l’aspetto di pericolo, nell ’altro,  Jihui , è  indicato il concetto di opportunit à e di buona occasione. Il pittogramma ci indica, quindi, le due principali connotazioni e possibilit à  di una situazione di crisi: da una parte l ’aspetto di disagio e di sofferenza, ma soprattutto quello del pericolo di uno sbocco negativo, dall ’altra l’aspetto di crisi come buona occasione di evoluzione e di cambiamento, da non lasciarsi sfuggire (Fig. 2).

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A.M.I.F. Dopo una crisi nulla rimane immutato: una sua cattiva gestione farà imboccare al sistema una china pericolosa, che lo porterà, quanto meno, ad un livello qualitativamente pi ù basso rispetto al periodo precedente; oppure, la crisi sar à gestita bene e ci ò porterà il sistema ad intraprendere una via evolutiva, che lo condurrà  ad un livello qualitativamente superiore. La crisi può essere perciò considerata un passaggio fisiologico indispensabile per la crescita evolutiva di un sistema, ma anche un passaggio fondamentale nell ’ambito di un percorso terapeutico il cui obbiettivo è l’agevolazione del superamento di un equilibrio instabile, precario, limitante, disfunzionale e non quello di una irrealistica ed illogica “restitutio ad integrum ”. Quanto detto è valido non solo per il sistema uomo, ma anche per macro-sistemi sociali. economici, ecc. Pu ò essere utile, a titolo esemplificativo, accennare a quello che è successo in Svizzera. La Svizzera, negli anni Cinquanta, produceva l’ottanta per cento degli orologi venduti nel mondo. Questa supremazia, che era uno dei fiori all ’occhiello dell’intera Confederazione, cominci ò ad essere minacciata all ’inizio degli anni ’60. Fu l’inizio di una crisi drammatica e velocissima, che ridusse la quota di mercato degli orologi svizzeri al 10%. Ciò ebbe, ovviamente, ripercussioni negative non solo sul livello economico della popolazione direttamente interessata, ma anche sull’intero sistema “Svizzera”. Tale crisi era motivata dal fatto che le industrie americane e dell ’est asiatico (soprattutto giapponesi), cominciarono a produrre orologi con tecnologie innovative e a costi pi ù ridotti. Esse adottarono, inoltre, strategie di mercato vincenti, utilizzando al meglio un contesto amministrativo pubblico, finanziario e scientifico che, per la sua qualit à, fu a sua volta propulsivo. Quindi buone leggi, servizi pubblici efficienti, una ricerca scientifica avanzata e disponibilit à di risorse finanziarie favorirono enormemente gli sforzi nello specifico settore degli orologi, creando una sinergia eccezionale. La Svizzera entr ò allora in una situazione decisamente “pericolosa”, poiché la crisi del settore ebbe ripercussioni a catena su tutto il sistema. Dopo anni di dominio incontrastato, dovuto alla mancanza di competizione, gli orologiai svizzeri si trovarono di fronte ad un bivio: accettare una sconfitta definitiva, con ripercussioni decisamente negative su tutto il sistema, o abbandonare un atteggiamento prudente, conservatore e rigido ed una visuale limitata, dando nuovo impulso alla produttività. Essi e l’intera Svizzera s ì “rimboccarono le maniche”  trasformando questa crisi “pericolosa”  in una buona occasione di rinascita e di crescita. Seguendo questa seconda strada gli svizzeri uscirono dalla stagnazione e dalla crisi sviluppando la ricerca, adeguando l ’intera amministrazione pubblica ed il sistema finanziario, creando, cos ì, un contesto più  favorevole non solo per l ’industria degli orologi ma per l’intero sistema. Le industrie mutarono le strategie di mercato e cominciarono a produrre da una parte orologi di altissimo prestigio e valore e dall ’altra orologi a basso prezzo che assumevano il significato di accessorio dell ’abbigliamento.

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Ciò non solo ebbe come conseguenza positiva una riappropriazione di consistenti quote di mercato dell ’industria orologiaia ma anche il miglioramento delle infrastrutture, di cui si giovò l’intera società. La vicenda degli orologi svizzeri è la dimostrazione concreta del concetto cinese di crisi. Una controprova è data da un ’altra vicenda, che mostra l ’altra faccia della medaglia. L’Argentina, prima e durante la seconda guerra mondiale, era una delle pi ù grandi potenze economiche; a fronte di un cambiamento del mercato della carne, il sistema Argentina entrò in crisi. La crisi non fu compresa, non attiv ò una reazione positiva e, quindi, il Paese entr ò in una deriva sociale ed economica ancora pesantemente in atto.

Conoscenza, consapevolezza e coscienza: elementi e fasi di un processo di autocoscienza Per una migliore comprensione dell’argomento trattato, ritengo utile fare chiarezza sui concetti di conoscenza, coscienza e consapevolezza. La parola conoscenza deriva dal latino “nosco” che vuol dire “apprendo”  e che deriva, a sua volta, dalla radice sanscrita “ jna” che significa “indicare”; quindi il concetto di conoscenza si riferisce in buona sostanza ad una capacit à cognitiva e cio è alla possibilità di apprendere un qualcosa che è indicato, proposto e notificato alla mente. La parola coscienza, propriamente detta, deriva dal latino “scire” e da parole sanscrite che hanno il senso di “discernere” e “discriminare l’uno dall’altro”. Quindi, grazie alla capacità di conoscere, l’oggetto si porge alla mente e si pone in essa: la mente, a sua volta, illumina l ’oggetto conosciuto discriminandolo e stabilendone l ’identità. Consapevolezza, infine, deriva dal latino “sà pere” che con valore intransitivo vuol dire “avere sapore”  e con valore transitivo assume il significato di “assaporare”. L’io, nel processo di consapevolezza, prende coscienza della partecipazione della totalit à uomo all’operazione di discriminazione e di comprensione dell’oggetto conosciuto, per cui indica l ’integrazione e l ’unificazione di tutte le potenzialit à psicofisiche umane investite dal processo coscienziale (Fig. 3). A questo punto è  evidente che tale processo si articola nella “conoscenza”, che ci notifica l ’esistenza dell’oggetto; nella “coscienza propriamente detta ”  che ci discrimina l ’identit à dell’oggetto; nella “consapevolezza ” che ci dà il possesso definitivo, saporoso, vivo e globale dell ’oggetto. Autocoscienza ed autoconsapevolezza sono percezione, conoscenza (connotazione), presa di coscienza (discriminazione), consapevolezza (assaporare) che qualcosa è connotato, discriminato, significato, assaporato da noi stessi e in noi stessi (Fig. 4). Autocoscienza e autoconsapevolezza sono capacit à tipicamente umane che hanno conseguenze eccezionali, non ultima la capacit à di identificarsi e di empatizzare.

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A.M.I.F.

• La parola conoscenza deriva dal latino “nosco”  che vuol dire “apprendo” e che deriva, a sua volta, dalla radice sanscrita “  jna ” ”  che significa “indicare”; il concetto di conoscenza si riferisce, in buona sostanza, ad una capacità cognitiva, cioè alla possibilità di apprendere un qualcosa che è indicato, proposto e notificato alla mente. • La parola coscienza coscienza,, propriamente detta deriva dal latino scire ”  “ scire  ”  e da parole sanscrite che hanno il senso di “discernere” e “discriminare l’uno dall’altro”. Quindi, grazie alla capacità di conoscere l’oggetto si porge alla mente e si pone in essa: la mente, a sua volta, illumina l’oggetto conosciuto discriminandolo, stabilendone l’identità. p  ere ”  ”  che, con • consapevolezza , infine, deriva dal latino “ s sà à  pere  valore intransitivo, vuol dire “avere sapore” e con valore transitivo assume il significato di “assaporare”. Fig. 3 

• Il processo coscienziale si articola nella “conoscenza” che ci notifica l’esistenza dell’oggetto, nella “coscienza propriamente detta” che discrimina l’identità dell’oggetto, nella “consapevolezza” che offre il possesso definitivo, saporoso, vivo e globale dell’oggetto. • Autocoscienza ed autoconsapevolezza sono un percepire, un conoscere (un connotare), un prendere coscienza (discriminare), un vivere la consapevolezza che qualcosa è connotato, discriminato, significato, assaporato assaporato da noi stessi e in noi stessi. Fig. 4 

Genesi dell Autocoscienza ’

1 Nascita L’organismo è già caratterizzato dalla specie di appartenenza, dal patrimonio ereditario e dalla sua specifica costituzione. 2 0-7 mesi Inizia il processo di “soggettualizzazione”  attraverso una serie di esperienze che hanno per oggetto il corpo. 3 8-15 mesi Il bambino continua a svilupparsi attraverso esperienze basate su condivisione, intesa e sintonizzazione. E ’  presente la “coscienza diretta”. 4 15-18 mesi Emerge l’autocoscienza ed il bisogno di conferma e convalida da parte dell ’oggetto significativo esterno. Fig. 5 

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Genesi dell’ dell’autocoscienza nel sistema uomo

La nascita è  il momento zero dello sviluppo dell’uomo e della sua autocoscienza. Alla nascita, l ’uomo è sostanzialmente definibile come un organismo gi à caratterizzato dalla specie di appartenenza, dal patrimonio ereditario e dalla sua specifica costituzione. Esso comincia immediatamente un processo di individualizzazione, entrando attivamente in relazione con l’ambiente ambiente.. Possiamo ipotizzare che al momento zero non esista l’io–soggetto, ma solo bisogni e fusione con l’oggetto d’amore. Sin dalla nascita, il soggetto evolve grazie ad una serie di esperienze, che hanno per oggetto il corpo. cor po. Verso Verso il settimo s ettimo mese ci troviamo gi à di fronte ad un sistema dotato di senso della unitarietà, di capacit à di percezione di confini, di affettività e di senso del tempo. Il bambino continua a “svilupparsi” attraverso esperienze basate su condivisione, intesa e sintonizzazione con i punti di riferimento fondamentali (Fig. 5). Possiamo affermare che la maturazione dell ’Io–soggetto non sia basata su una sorta di innatismo, non sia il risultato passivo di stimoli provenienti dall ’ambiente esterno o provenienti da pulsioni interne ma si attui progressivamente attraverso un’esperienza relazionale, dialettica, che d à  luogo a strutture definibili come “modalità” acquisite, stabili ed estensibili ai pi ù diversi campi. Potremmo gi à definire l’Io–soggetto come un insieme organizzato di strutture (Fig. 6). In questa fase si concretizza quella che definiamo la coscienza diretta: essa è sostanzialmente una coscienza che implica la possibilit à  di cogliere gli aspetti oggettuali del corpo, degli oggetti, delle azioni e delle sensazioni- emozioni. La coscienza diretta è, quindi, semplicemente percezione e conoscenza. È tra i quindici ed i diciotto mesi che si viene a formare un aspetto importantissimo del soggetto, cio è l’identità, attraverso il progressivo emergere della coscienza riflessa o autocoscienza. Questo tipo di coscienza, come abbiamo gi à in parte visto, è coscienza di essere coscienza, sapere di sapere, è riflessività introspettiva, è capacità di appropriarsi delle proprie azioni, di riconoscerle, è capacità di attribuire significati soggettivi. L’autocoscienza è capacità  di avere coscienza dell’oggetto, coscienza del soggetto e coscienza dei legami dati dai significati soggettuali che collegano oggetto e soggetto. Tramite l ’autocoscienz autocoscienzaa siamo in grado di separare il fatto oggettivo dal significato soggettuale che esso assume per noi. Il soggetto è un sistema aperto in grado di autoorganizzarsi, dal momento in cui è autocosciente, che attinge significati da s é stesso e dal suo esperire. Questo passaggio critico intorno ai quindici –  diciotto mesi può  essere chiarito molto bene con un esempio: un bambino che viene accarezzato amorevolmente dalla madre attribuisce a questa azione, grazie alla coscienza diretta, un significato oggettivo di piacevolezza, ma nel momento in cui all’età di 15-18 mesi emerge l ’autocoscienza, a ciò che pre-

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A.M.I.F. cedentemente era rappresentato da una semplice piacevolezza, attribuisce il significato di “essere amato”, in quanto la coscienza riflessa dà un significato soggettivo al legame esistente tra se stesso come oggetto delle carezze e la madre come soggetto che accarezza. Quindi, l ’attuarsi dell'autocoscienza porta come conseguenza all’identità: si comincia ad avere la capacit à di cogliere la propria immagine riflessa e ciò ha un potere identificatorio; identificatorio; ci ò è seguito da un secondo importantissimo importanti ssimo stadio che è quello dell’appropriazione stabile della propria immagine mediante conferma, convalida e riconoscimento da parte dell ’oggetto significativo esterno.

L’evoluzione e la maturazione dell’individuo non è basata solo sull’innatismo, non è il risultato passivo di stimoli provenienti dall’ambiente esterno o da pulsioni interne ma è, soprattutto, il risultato di esperienze relazionali. relazionali .

Genesi della patologia: attivazione delle difese e fuga nell’ nell ’inconscio Quando il processo evolutivo del bambino si svolge in un clima “emotivo” sufficientem sufficientemente ente buono, caratterizz caratterizzato ato cio è da relazioni basate su condivisione condivisione,, intesa, sintonizzazione e riconoscimento di identit à, se, in altri termini, si è creato un clima “emotivo”  in cui è  presente empatia, accettazione, rispetto, coerenza di messaggi ed, in ultima analisi, amore, ci saranno ottime probabilità che il soggetto possa entrare in un buon processo dialettico con se stesso e con i referenti esterni; ciò sarà  foriero di ottime possibilit à  evolutive, che si sostanzieranno con uno stato di benessere (Fig. 7). Al contrario, se tutto ci ò non avviene o avviene solo parzialmente, il soggetto sarà costretto a mettere in atto, a partire da quelle che sono le sue ferite, una serie di adattamenti e reazioni inconsce. Si struttura, così, quello che possiamo definire autocoscienza. a. I conte“l’inconscio dinamico”, in antitesi all ’autocoscienz nuti di questo “inconscio dinamico” sono costituiti da quegli aspetti giudicati inconciliabili e incompatibili con l ’immagine che il soggetto sceglie di avere di se stesso a livello autocosciente, da un ’identit à, ma anche, e soprattutto, da quell ’insieme variegato e complesso di tattiche e strategie difensive e di modalit à  rigide di lettura della realt à  (Fig. 8). Alcuni esempi sono dati da compensazioni autoidealizzanti, dall ’evitamento di situazioni che possono riattivare il dolore delle ferite, dalla ricerca continua di accettazione, dalla rabbia e dalla voglia distruttiva nei confronti di ci ò che risuona come frustrazione. Tutto ciò, probabilmente, è una reazione a situazioni che vengono lette come particolarmente minacciose rispetto alla propria sopravvivenza e che attivano una profonda angoscia. Si tratta di reazioni e risposte molto articolate da parte di un sistema estremamente complesso, ma allo stesso tempo con un u n alto livello di fragilit à. L’uomo, infatti, è caratterizzato, come specie, dal fatto di nascere come “prole inetta ” e, quindi, mosso dal bisogno di relazioni significative e rassicuranti. Maggiore è l ’influsso dell’inconscio dinamico, pi ù grande sarà la disfunzionalit à del sistema, in quanto sar à caratterizzato dall’attuarsi di modalit à e stili d ’interazion interazionee con la realtà e con se stessi, da rigidit à, automatismo, conflittualit à, dog-

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Fig. 6 

Se il processo evolutivo del bambino si è svolto in un “clima emotivo” sufficientemente buono, buono, caratterizzato da empatia, accettazione, rispetto, coerenza di messaggi, ed in ultima ultima analisi amore , ci saranno molte probabilit à che l’individuo attui un proficuo processo dialettico con se stesso e con l’ambiente con buone possibilità  di ulteriori evoluzioni e stato di benessere. “



Fig. 7 

Nascita dell

inconscio dinamico

’ “



Se questo processo non avviene, il soggetto sar à  costretto a mettere in atto, a causa delle proprie ferite, angosce e paure, una serie di adattamenti e reazioni inconsce: 1 TA TATTICHE TTICHE E STRATEGIE STRATEGIE DIFENSIVE 2 MODALITÀ RIGIDE DI LETTURA DELLA REALT À 3 NEGAZIONE DI QUEGLI QUEGLI ASPETTI GIUDICA GIUDICATI TI INCONCILIABILI E INCOMPATIBILI CON L’IMMAGINE CHE IL SOGGETTO SCEGLIE DI AVERE DI SÉ A LIVELLO AUTOCOSCIENTE Fig. 8 

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A.M.I.F. matismo, stasi, chiusura autarchica e coazione a ripetere, in ogni occasione significativa: una sorta di copione sempre uguale (Fig. 9). Tutto ciò si concretizz concretizzaa in ultima analisi, nello “star male” poiché l’individuo si allontana dalla parte pi ù  sana di sé (quella che Edward Bach definiva vero s é), vittima di interferenze esterne ed autointerferenze. Diventa un sistema che si autointossica e che è particolarmente permeabile alle intossicazioni provenienti dall ’esterno (osservandolo da un punto di vista omotossicologico), che si ossida e si acidifica (in un ottica biochimica), che si distorce “architettonicamente ” (in un ottica di tipo strutturale e posturale), in ultima analisi un sistema che tende all ’entropia (Fig. 10). Alcuni esempi tratti dalla realt à possono risultare chiarificatori: una paziente ha vissuto il rapporto con la madre in un “clima” implicito che l ’ha portata a strutturarsi sinteticamensinteticamente in questo modo: “se non sono e non faccio quello che pre-



Maggiore è l’influsso dell’inconscio dinamico, dinamico, più  grande sarà la disfunzionalit à del sistema in quanto sar à caratterizzato dall’attuarsi di modalit à  e stili di interazione con la realtà e con sé stessi caratterizzati da: RIGIDITÀ AUTOMATISMO DOGMATISMO STASI CHIUSURA AUTARCHICA coazione a ripetere in ogni occasione significativa una sorta di “copione sempre uguale ”. Fig. 9 

Più l inconscio dinamico è pervasivo, più l’individuo: ’

A) SUBISCE INTERFERENZE ESTERNE E PRODUCE AUTOINTERFERENZE (OTTICA DI EDWARD BACH) B) SI AUTOINTOSSICA ED È PERMEABILE ALLE INTOSSIC INTOSSICAAZIONI AMBIENTALI (OTTICA OMOTOSSICOLOGICA) C) SI OSSIDA E SI ACIDIFICA (OTTICA BIOCHIMICA) D) SI DISTORCE “ARCHITETTONICAMENTE ” (OTTICA (OTTIC A STRUTTURALE E POSTURALE) E) SI SQUILIBRA (OTTICA P.N.E.I.) AUMENTA IL PROPRIO LIVELLO DI ENTROPIA F) AUMENTA (OTTICA BIOFISICA) Fig. 10 

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sumo che vogliano (mia madre e gli altri) non sono amabile e quindi sono abbandonabil abbandonabilee ”. La paziente si è quindi attrezzata e strutturata inconsciamente inconsciamente sin da piccola a far fronte a questo pericolo diventando una “Centaury Centaury”” che deve fare sempre contenti gli altri altrimenti scatta il terrore dell ’abbandono. Questa modalità è così rigida e pervasiva che si attua in qualsiasi situazione, al punto che la paziente fa trovare la casa pulita ed in ordine alla sua collaboratrice famigliare, per paura di essere da lei abbandonata. Un altro esempio è caratterizzato dalla negazione inconscia di tutto ci ò che risuona come “negativo e brutto ”. Una donna, tipicamente “Agrimony Agrimony””, per far fronte al terribile clima emotivo vissuto nella famiglia di origine e alle situazioni traumatiche vissute durante la seconda guerra mondiale, si era strutturata sostanzialmente sul meccanismo della negazione e sulla fuga nella idealizzazione, creandosi un’immagine del tutto irrealistica della propria famiglia di origine, instaurando, così, anche con la figlia, un rapporto basato sulla negazione dei conflitti e sul “tutto va bene ”. Questa persona riteneva, cos ì  facendo, di essere stata un’ottima madre e non riusciva a spiegarsi la rabbia ed il malessere della figlia. Un terzo esempio è relativo al fatto che possiamo precocemente infilarci una sorta di occhiali attraverso i quali dare una lettura dogmatica della realt à a partire dalla “teoria di riferimento” che ci si è costruiti. Un paziente che si è sentito non considerato dalle figure di accudimento ha strutturato una visione di s é come persona, appunto, non “considerabile”. Ciò  lo ha portato a leggere “narcisisticamente”, Holly””) sospettosamente e rabbiosamente (vedi il rimedio “Holly come significato di non considerazione il fatto che la fidanzata fosse andata a ritirare un referto medico facendosi accompagnare da un ’amica piuttosto che da lui, non riuscendo a comprendere le vere motivazioni della fidanzata, poiché obnubilato dal dolore. Si potrebbe continuare all ’infinito con gli esempi: ognuno di noi, a partire dalle proprie angosce, attua strategie, tattiche e letture della realtà assolutamente personali; quanto pi ù queste sono inconsce e, quindi, assolutistiche, rigide ed automatiche, tanto più sono invalidanti e dolorose per sé e per gli altri.





Autocoscienza: fattore terapeutico; ruolo dei Fiori di Bach In base a quanto finora detto, possiamo affermare che, alla base dello “star male”  ci sono una serie di elementi inconsci. È ovvio che il percorso terapeutico, terapeutico, qualunque esso sia, ha una vera efficacia nel momento in cui fornisce al sistema una serie di informazioni che permettono di fare luce sulle zone d’ombra (Fig. 11). Riteniamo che questo sia il vero obiettivo di un buon terapeuta, nel momento in cui si impegna a seguire il paziente in un suo percorso esistenziale. Il provocare una scarica catarti-

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A.M.I.F. ca, la semplice rievocazione del ricordo, nella speranza ingenuamente illuministica che ci ò possa apportare cambiamento, sono vie percorse entrambe con scarso successo da Freud; il semplice fare ricorso ad un ’empatia e ad un “maternage” riparativo appaiono modalit à a volte utili, sicuramente insufficienti, per determinare quelle ristrutturazioni che permetteranno all’individuo di star meglio in maniera stabile e continuativa. Il percorso terapeutico deve restituire il pi ù possibile alla coscienza del paziente le paure, le angosce, le strategie, le tattiche, le difese, i dogmi che il soggetto ha costruito su se stesso e sul mondo e che lo portano quindi ad osservare la realtà e ad interagire con essa in modo schematico, rigido ed unilaterale; occorre restituire alla luce dell ’autoconsapevolezza le motivazioni per cui tutto ci ò è nato e si è strutturato, le ferite cicatrizzate e quelle ancora aperte e dolenti. Gli aspetti della propria identit à ritenuti inaccettabili ed inconciliabili devono essere utilmente integrati e possibilmente trasformati in nuove fonti di energia e di qualit à positive. Tutto questo pu ò avvenire, per esempio, attraverso la pratica dell ’interpretazione o attraverso tecniche e metodi congeniali al paziente e derivanti dal retroterra culturale del terapeuta. Questo processo di coscientizzazione è un grande processo di liberazione, poiché  non solo rende tutto ci ò  che era inconscio meno pervasivo, ma rende altres ì possibile intravedere nuove soluzioni e prospettive esistenziali. Questo processo rende, a sua volta, possibile non solo una liberazione da antichi blocchi e vincoli, ma anche una riattivazione di tutto quell’insieme di qualit à  positive ipotizzate da Roberto Assagioli come componenti essenziali dell’inconscio superiore. Tutto ciò permette in ultima analisi alla persona di riconquistare parzialmente o interamente quel territorio fertile e fecondo che Edward Bach ha chiamato “vero sé” (Fig. 12). Questo percorso evolutivo deve attuarsi neces sariamente, nell’ambito di una relazione terapeuta–paziente, regolamentato e strutturato in un setting che è il contenitore “ad hoc” per l’attivazione e la conseguente coscientizzazione delle modalità  strutturali del paziente. Questo percorso di cambiamento pu ò, ovviamente, non presentarsi agevole in quanto tutte le strutture inconsce sono delle soluzioni disfunzionali, (ma pur sempre soluzioni) che hanno dato al paziente, sia pure precariamente, un certo senso di sicurezza ed identit à e gli hanno permesso di evitare “guai” ancor peggiori, di vivere anche in maniera disagevole, trovando comunque un proprio assestamento. Il paziente opporr à, quasi inevitabilmente, una sorta di resistenza al cambiamento. Avrà bisogno di tempo per creare spazio dentro di sé, per consapevolizzare, per accettarsi. Ecco, quindi, che entra in gioco la grande ed importante funzione dei Fiori di Bach, testimoniata in maniera evidente dalla “crisi di coscienza”. Essi possono essere considerati come degli attivatori e dei catalizzatori del percorso di autocoscienza. Riescono ad entrare nel sistema ed a svolgere tali funzioni

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L’autocoscienza è il FATTORE TERAPEUTICO PRIMARIO. I Rimedi floreali di Bach si sono dimostrati catalizzatori di un percorso terapeutico poich é  addolciscono le resistenze ed attivano le qualit à positive.

“crisi di La coscienza” è l’epifenomeno evidente di tale azione. Fig. 11

VERO SE



PERCORSO TERAPEUTICO (FLORITERAPIA DI BACH) AUMENTO DI COSCIENZA

Fig. 12 

(addolcendo le resistenze ed attivando le qualit à) attraverso delle “serrature”, estremamente specifiche, ma anche facilmente identificabili, quali gli stati emozionali negativi attuali del paziente. La cosiddetta crisi di coscienza rappresenta il fenomeno più visibile di tale attivit à.

Gestione della crisi di coscienza: esempi dalla prassi Analizziamo, infine, una serie di situazioni tratte dalla personale esperienza, relativa a pazienti in et à adulta; tali esempi possono essere considerati come fruttuose “crisi di coscienza ”; vedremo quale sia il loro percorso e la loro gestione più opportuna secondo l ’Autore. Innanzi tutto premettiamo che esse si sono presentate nell ’ambito di trattamenti prolungati e, spesso, anche in terapie pi ù  brevi. Il paziente, in ogni caso, è stato informato sulla possibilit à di tale evenienza e ci ò  rappresenta, senza dubbio, il primo passo di una corretta gestione. L’informazione deve essere il più possibile completa ma, nello stesso tempo, non allarmistica. Ci ò  tranquillizza preventivamente il paziente e in un contesto più generale, invita all ’autosservazione. Ovviamente “le crisi di coscienza ” assumono connotazioni assolutamente personali: possiamo, senza dubbio, proporre alcune considerazioni generali.

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A.M.I.F. In una prima fase della terapia, esse si manifestano molto spesso con l’accentuazione di stati emozionali negativi specifici o con l ’accentuazione di stati che vengono genericamente riferiti come ansiosi e/o depressivi. In molti casi vengono osservati, gi à in questa prima fase, aumenti di ricordi onirici molto significativi in termini qualitativi e quantitativi. Queste “crisi di coscienza” in senso lato sono di conforto al terapeuta, nel senso che sono da considerarsi una sorta di controprova della corretta scelta del rimedio. Nel primo periodo appare estremamente opportuno non accelerare il percorso terapeutico e, quindi, si è, talora, dimostrato proficuo interrompere la somministrazione della diluizione ed eventualmente utilizzare rimedi nella forma “stock bottle”, in particolare Rescue Remedy. Quelle che l’Autore definisce “crisi di coscienza”, nel senso pieno del termine, generalmente si osservano quando la terapia è  stata intrapresa da un tempo sufficientemente lungo, oppure gi à nelle fasi iniziali di una terapia, in individui con un buon livello di consapevolezza e/o una buona flessibilit à. Si tratta, senza dubbio, di momenti cruciali, connotati da ottimi livelli di intuizione e di autoconsapevolezza, in cui si raccolgono i frutti del lavoro fatto fino a quel momento e da cui si pu ò ripartire, per continuare il percorso e per gettare altri semi, ad un livello pi ù alto e più profondo. I pazienti comunicano, solitamente, “la crisi” nelle fasi iniziali dell ’incontro; le comunicazioni avvengono in un clima ad alto voltaggio emotivo: ci ò è percepibile, soprattutto grazie ai messaggi non verbali e paraverbali che appaiono molto significativi e che, spesso, indicano, la sofferenza, la rabbia, l’amarezza, la desolazione provati in seguito all ’autoconsapevolezza acquisita, accompagnate per ò da un senso di sollievo per la chiarezza conquistata e per la concreta speranza che ciò rappresenta l ’inizio di importanti cambiamenti. “ siate

capitani della vostra anima; siate maestri del vostro  destino ” 

“ Soffrite a causa di voi stessi ”.  Ma se riesci a ” liberare te stes- 

so ”   e ad “ essere te stesso ”   alla fine “ guarisci te stesso ”.  Fig. 13 

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Vediamo qualche esempio di frasi pronunciate da pazienti in occasione di comunicazione di “crisi di coscienza ”: 

Donna di 26 anni al dodicesimo colloquio: “Agrimony mi ha massacrata questo mese; ho capito quante maschere ho portato per tutta la vita con l ’obiettivo di farmi accettare e per coprire le mie emozioni. Ora riesco a sentire quanto mi sento sola, vulnerabile e quanta paura ho di essere abbandonata.”



Donna di 42 anni al settimo colloquio: “Mentre ero in automobile, improvvisamente, mi è  venuta in mente l’immagine di una fanciulla contenta e felice in mezzo alla natura. Ho provato per un attimo molta serenit à e contentezza; poi, mi è esplosa una grande rabbia. Avevo una grande voglia di urlare. Sono arrabbiatissima con me stessa e con mio marito, forse perch é  ho confrontato quella fanciulla con ci ò che sono stata e che sono ancora oggi.”



Donna di 57 anni (estremamente credente e praticante) al sedicesimo colloquio: “Non sono mai stata una vera cristiana; il mio è stato solo un simulacro di cristianit à, sono stata un “bancomat” vivente; non deve pi ù succedere.”



Donna di 42 anni all’undicesimo colloquio (sulla base di un sogno particolarmente significativo): “Sono arrabbiata con me stessa adesso che ho capito, grazie a questo sogno, che tutte le mie scelte nella mia vita sono avvenute sulla base di un senso di colpa da espiare.”

Altri esempi potrebbero essere altrettanto efficaci ed è quindi il caso di fare considerazioni generali. Abbiamo gi à visto come questi momenti critici di “illuminazione”  siano accompagnati da una notevole attivit à onirica e da flussi e cambiamenti emozionali notevoli. Ma ci ò  che si osserva è che, se il terapeuta svolge un buon lavoro per agevolare il paziente a raccogliere i frutti della crisi, il paziente comincia, nella concretezza della vita quotidiana, a svolgere azioni positive relative al rispetto e al riconoscimento di se stesso e delle proprie qualit à. Ciò  attiva e libera energie che hanno riverberi positivi nel lavoro e nello studio, nelle relazioni affettive e sociali in genere. Si passa, quindi, da un circolo vizioso ad un “circolo virtuoso” che porta, sia pure gradualmente e con alti e bassi, ad un sostanziale miglioramento della qualità  di vita. I Rimedi floreali di Bach ci mostrano, quindi, sulla base di quanto detto, un ’inequivocabile efficacia e l’intero sistema terapeutico di Bach si connota come medicina dell’autoconsapevolezza e dell’autoresponsabilità. Ciò è, d’altra parte, ben indicato dai titoli delle sue principali opere che ci risuonano come precise indicazioni ed affettuosi inviti: “Soffrite a causa di voi stessi ”, ma se riesci a “liberare te stesso” e quindi a “essere te stesso” alla fine “guarisci te stesso” (Fig. 13). 

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  LETTERATURA:

1. ANGELA P. - Quark economia. Garzanti Ed., Milano, 1986. 2. BACH E. - Essere se stessi. Macro Edizioni, San Martino in Sarsina (Fo),1995. 3. BACH E. - Guarire con i fiori, Ipsa Edizioni, Palermo, 1981. 4. BACH E. - Libera te stesso, Macro Edizioni, San Martino in Sarsina (FO), 1992. 5. BÀLZOLA M. A. - I fiori della mente, Bollati Boringhieri editore, Torino 1997. 6. BELLAVITE P. - Biodinamica. Basi fisiopatologiche e tracce di metodo per una Medicina integrata. Tecniche Nuove, Milano, 1998. 7. GALOPPINI A. - La dimensione coscienza. Atti del 13° Congresso nazionale di Psicosintesi “Il destino della coscienza ”, Bolzano, 1990. 8. GIOVETTI P. - Roberto Assagioli. La vita e l’opera del fondatore della Psicosintesi. Edizioni Mediterranee, Roma, 1995. 9. IANNELLI M. - Un setting per la Floriterapia di Bach. La Medicina Biologica, supplemento al n ° 2 Aprile Giugno 1999, pagg. 39-44. 10. MAGNANO S. - Il segreto di Igea. Guida pratica al digiuno autogestito. Edizioni associazione igienista italiana-Manca, Genova, 1993. 11. MELUCCI A. - La medicina tra mito della guarigione e capacità di prendersi cura. La Medicina Biologica, n °2 Aprile –Giugno 1999, pagg.5-8. 12. MINOLLI M. - Studi di psicoterapia psicoanalitica. Edizioni Centro Diffusione Psicologia, Genova, 1993. 13. PAOLELLI E. - Floriterapia di Bach. (VHS) Guna editore, Milano, 1997. 14. PASTORINO M.L. - Introduzione ai rimedi floreali di Bach. Ipsa editore , Palermo 1989. 15. PASTORINO M.L. - La medicina di Bach: una medicina della coscienza. La Medicina Biologica, n °3 Luglio - Settembre 1997, pagg.49-53. 16. SCHEFFER M. - Metodo originale della floriterapia di Bach - Edizioni Tecniche Nuove, Milano1995. 17. SCHEFFER M. - Terapia con i Fiori di Bach. Ipsa editore, Palermo, 1990. 18. SCHEFFER M. - Uso pratico del Fiori di Bach. Edizioni Tea Pratica, Milano 1996. 19. SITZIA G. - Conoscere la Medicina Omotossicologica. Guna editore, Milano, 1996.

Per riferimento bibliografico: IANNELLI M. –  “Crisi di coscienza” in Floriterapia: aspetti teorici e gestione di una “buona occasione”. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N °2, 2000, pagg.12-20. Indirizzo dell’Autore: Dr. Michele Iannelli  –  Specialista in Psicologia Clinica, Psicoterapeuta –  Docente A.I.O.T. e A.M.I.F. –  Membro dell'Esecutivo dell’A.M.I.F. Indirizzo: Via Veiano, 50 - 00189 Roma Marzo 2000

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C. Marchi

L’utilizzo dei Fiori  di Bach nell’ambito  di una psicoterapia breve  ad indirizzo transazionale  Bach Flower Therapy in a short psychotherapy based on the Transactional Analysis

RIASSUNTO: Il metodo S.A.I. prende in considerazione un solo sintomo o problema psicologico. Il suo scopo consiste nella re-strutturazione della personalità individuale, attraverso l’uso di tecniche relazionali e la successiva rielaborazione del vissuto immaginativo. Con il metodo S.A.I. possono essere trattate sia le relazioni sociali che i conflitti ed i dolori personali nell’ambito del rapporto medico-paziente; è inoltre possibile aiutare e rafforzare la consapevolezza individuale e l’autonomia di sviluppo di risorse e di potenzialità positive. Il principio teorico del metodo S.A.I. è quello caratteristico dell’Analisi Transazionale, che vede la personalità strutturata su tre cardini ben precisi, denominati Stati dell’Io, che sono una serie di comportamenti osservabili e riconducibili al processo evolutivo della psiche dell’individuo. Altro punto focale della terapia sono i messaggi di copione, che sono il risultato del processo educativo e degli approcci affettivi subiti e vissuti dall’individuo nei primi sette anni di vita. Questi messaggi sono poi determinanti per sviluppare nell’individuo adulto sentimenti di autostima o disistima che lo conducono ad assumere comportamenti che possono portare ad una vita normale oppure ad elaborare nevrosi più o meno gravi. Su questo impianto teorico ho costruito un approccio terapeutico che ha come obiettivo quello di spezzare la catena simbiotica  genitore/figlio che è alla base di un comportamento psicologicamente errato. La Floriterapia di Bach è uno strumento prezioso nel trovare il percorso ideale a seconda del disturbo riscontrato. L’approccio al paziente e al suo disturbo è compiuto attraverso colloqui e particolari tecniche di rilassamento rappresentate da un insieme equilibrato di tecniche eriksoniane, training auto geno e tecniche yoga, che vengono via via adattate al paziente. In particolare i Fiori di Bach fungono da mediatore nell’approccio agli Stati dell’Io in quanto sono regolarizzatori e catalizzatori dei conflitti intrapsichici permettendo al terapeuta e al paziente una loro rielaborazione corretta in un ambiente psichico a basso livello di disturbo.

PAROLE CHIAVE: ANALISI TRANSAZIONALE, METODO S.A.I., STATI DELL’IO, FIORI DI BACH, ERIKSON, JUNG, PSICOLOGIA ORIENTALE

SUMMARY: The S.A.I. method considers only one symptom or psychological problem. Its aim consists in the re structuring of the individual personality using relational techniques and the elaborating of the experienced imaginary. With the S.A.I.  method, both social relations and personal clashes or pains can be treated in the relation between therapist and patient; we can also support and strengthen individual consciousness in order to develop the resources and positive potentiality. The theoretic  principle of the S.A.I. method is the typical one of the Transactional Analysis, that is the human personality based on three important points, the states of ego. These are some behaviours that are observed and take again in the evolutive process of the individual. Another important step of the S.A.I. therapy is the script message, the result of the educational process and the affective approaches the person lived and suffered in the first seven years of life. These messages can develop, in adult people, feelings of self-estimation or negative self-confidence, thus leading to normal life or to more or less neuroses of different seriousness. On this theoretic basis, the Author built a therapeutic approach, whose target is to crash the symbiotic bond between  parents and children, which is the base of altered psychological behaviours. The Bach Flower Therapy is a precious tool to find  the best way to manage various problems. The approach to the patient and his problems is carried on with talks and particular relaxing techniques, that are a balanced mixing of Erikson techniques, autogenous training and yoga techniques. In particular,  Bach Flower Remedies act as intermediary in the approach to the States of Ego, since they regulate and catalyse clashes or pains, allowing therapist and patient to draw up them in a correct way.

KEY WORDS: TRANSACTIONAL ANALISYS, S.A.I. METHOD, STATES OF THE EGO, BACH FLOWER REMEDIES, ERIKSON,  JUNG, ORIENTAL PSYCHOLOGY.

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A.M.I.F. urante la mia attività di psicoterapeuta ho potuto riscontrare come i vari modelli d’approccio proposti dalle varie Scuole di pensiero non fossero in grado di soddisfare appieno le varie esigenze che si presentavano durante la cura dei pazienti. Avevo, inoltre, maturato la necessità di elaborare un metodo che mi fosse più consono e che mi permettesse quindi di sviluppare completamente la professionalità accumulata in anni di esercizio della professione. Completava il quadro la necessità sempre crescente da parte dei pazienti di ottenere risultati in tempi brevi o, in

D

ogni caso, accettabili e che non fossero paragonabili agli anni dell’approccio psicoanalitico. La risposta a queste mie esigenze è venuta da una rivisitazione delle tecniche classiche dell ’Analisi Transazionale alla luce del pensiero Junghiano e di alcune personali ricerche sui sistemi psicologici radicati nei modelli di pensiero filosofico orientale, indiano in particolare. All’inizio cominciai ad utilizzare modelli e tecniche in modo destrutturato a seconda dei casi che mi si presentavano, avvalendomi delle pi ù svariate modalit à d’approccio, che andavano dalle tecniche di training autogeno all ’ipnosi eriksoniana con qualche “incursione” nelle tecniche yoga, in particolare quelle legate alla respirazione. Fin dall’inizio mi resi conto che tutto questo mi permetteva di raggiungere i seguenti risultati: diminuzione dei tempi di cura, risultati pi ù evidenti a breve termine, maggiore stabilità del soggetto nel periodo successivo alla terapia, diminuzione del rapporto di dipendenza te-rapeuta/paziente. Nell’ambito di questo percorso professionale ho avuto modo di riscontrare come le modalit à  sociali spingessero sempre di più l’individuo verso l ’utilizzo di mezzi chimici, (ansiolitici e antidepressivi), per la risoluzione delle proprie problematiche interiori. Nasceva quindi in me l ’esigenza di

G= stato dell'io genitore B = stato dell'io bambino A = stato dell'io adulto/regolatore delle funzioni psichiche individuali P = personalità/insieme dei stati dell'io

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trovare uno strumento che fosse in grado di sostituire il farmaco e che potesse fornire al paziente un simbolo fisico su cui riversare i propri bisogni. La sostituzione del farmaco etico si era rivelata necessaria nel processo di disintossicazione e disassuefazione, dalle benzodiazepine in particolare. La metodica terapeutica dei Fiori di Bach rappresenta, un aiuto più che valido all ’attivit à dello psiscoterapeuta. Infatti Edward Bach, nei suoi scritti, parla di guaritori spirituali ed individua la malattia come una sorta di conflitto intrapsichico tra Anima, Mente e Corpo fisico. Nessuno pi ù di uno psicoterapeuta pu ò essere in grado di utilizzare appieno le formidabili potenzialit à del sistema. Secondo la mia opinione, lo psicoterapeuta è  un erede diretto della medicina della parola, che in Cina occupava il più alto scalino della scienza medica e che i Buddhisti hanno perfezionato al punto da riuscire a fare a meno delle tecniche chirurgiche e che ha portato i Rishi Vedici ad elaborare la sofisticatissima tecnica dei mantra, cos ì  utile nella cura di determinate tipologie nevrotiche. Lo psicoterapeuta è  veramente il medico dell ’anima che, attraverso la risoluzione dei conflitti, pu ò  portare il paziente a quella sorta di equilibrio che lo rende immune nei confronti delle malattie. È in questo contesto di pensiero che ho iniziato, prima di tutto, a testare i Fiori su me stesso, per poi arrivare a consigliarne l’utilizzo ai miei pazienti, con risultati che sono veramente andati al di l à  delle mie pi ù  rosee aspettative, permettendomi di trattare casi a cui mai mi sarei avvicinato in precedenza. Ho così progettato e reso operativo un modello terapeutico che combina il metodo Bach con nuove tecniche: ne è nato il Metodo per lo Sviluppo Armonico dell’Individuo o Metodo S.A.I. che illustrerò qui di seguito. Il Metodo S.A.I., avvalendosi di un approccio psicodinamico, ha come punto focale un solo sintomo o problema. Il suo obiettivo consiste nella ristrutturazione dei messaggi di copione, utilizzando, tra gli strumenti terapeutici, tecniche di rilassamento con relativa rielaborazione di vissuti immaginativi. Il metodo consente di trattare sia gli aspetti relazionali che intrapsichici dei conflitti e delle sofferenze dell ’individuo all’interno della relazione terapeuta - paziente e mira a sostenere e rafforzare la consapevolezza e l’autonomia dell’individuo per svilupparne le risorse e le potenzialit à positive. Il principio teorico su cui si basa il metodo è quello tipico dell’Analisi Transazionale che vede la personalit à  strutturata su tre cardini ben precisi, denominati Stati dell ’IO, che sono una serie di comportamenti osservabili e riconducibili al processo evolutivo della psiche dell ’individuo. Altro punto focale della terapia sono i messaggi di copione, che sono il risultato del processo educativo e degli approcci affettivi subiti e vissuti dall ’individuo nei primi sette anni di vita. Questi messaggi sono poi determinanti per svi-

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depressione

6

attacchi di panico

6

difficoltà di relazione

6

problemi del rapporto di coppia

3

problemi scolastici

3 2

fobie preparazione al parto

1

vaginismo

1

insonnia

1

allergia

1 0

1

2

luppare nell’individuo adulto sentimenti di autostima o disistima, che lo conducono ad assumere comportamenti che possono portare ad una vita normale oppure ad elaborare nevrosi più o meno gravi. Su questo impianto teorico ho costruito un ’approccio terapeutico che ha come obiettivo quello di spezzare la catena simbiotica genitore/figlio, che è  alla base di un comportamento psicologicamente errato. La Floriterapia di Bach è un prezioso strumento per trovare il percorso ideale a seconda del disturbo riscontrato. L’approccio al paziente e al suo disturbo è compiuto attraverso colloqui e particolari tecniche di rilassamento che sono un insieme equilibrato di tecniche eriksoniane, training autogeno e tecniche yoga, che vengono via via adattate al paziente. In particolare i Fiori di Bach fungono da mediatore nell’approccio agli Stati dell ’Io in quanto sono regolarizzatori e catalizzatori dei conflitti intrapsichici permettendo al terapeuta e al paziente una loro corretta rielaborazione in un ambiente psichico a basso livello di disturbo. Gli ambiti clinici particolarmente indicati per l ’applicazione del metodo riguardano: stati depressivi, stati ansiosi e crisi di panico, sintomatologie psicosomatiche e problematiche relazionali. Il metodo prevede, inoltre, interventi mirati per la preparazione al parto indolore e per la gestione del paziente in casi di interventi odontoiatrici ed interventi chirurgici in anestesia locale. Nell’ambito del presente studio è stato selezionato un campione di 30 soggetti, trattati durante il biennio 1998-1999. Le patologie trattate sono cos ì suddivise (Tab.1):  casi di depressione  casi di attacchi di panico ripetuti  casi di difficolt à di relazione  casi di problemi del rapporto di coppia  casi di problemi legati all ’ambiente scolastico

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3

 

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5

6

7

 casi di fobie  caso di preparazione al parto  caso di vaginismo  caso di insonnia  caso di allergia. Le professioni e il grado di scolarizzazione dei pazienti trattati sono così suddivise (Figg. 1,2): scolarità media inferiore  diploma  impiegati  studenti  laurea  altro . L’età dei pazienti è compresa tra i 14 e i 60 anni. Di 30 casi trattati (Fig. 3) 20 hanno avuto esito positivo, mentre 10 pazienti hanno interrotto la terapia per le seguenti ragioni:  per ragioni economiche  per mancanza di motivazione  per mancata accettazione del piano terapeutico  trasferimenti in altra localit à. I numeri presi in considerazione evidenziano che solo il 18% dei pazienti ha abbandonato la terapia per problemi inerenti ad essa. Questo successo è  stato possibile grazie all ’utilizzo del sistema terapeutico denominato Floriterapia di Bach, che è un supporto al processo psicoterapeutico ed uno strumento di riequilibrio degli stati d ’animo del paziente, cos ì da permettere allo psicoterapeuta un approccio pi ù mirato, profondo e veloce. Inoltre i Fiori sono utilizzati anche come cammino simbolico verso la riappropriazione della propria autonomia decisionale. Nell’ambito di quest ’approccio i Fiori sono stati, talvolta, utilizzati come sostituto delle benzodiazepine e di altri farmaci di tipo etico; naturalmente quando ci ò è  avvenuto il lavoro è stato gestito in collaborazione con un medico che ha coordinato sia le prescrizioni che il dosaggio dei farmaci.

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A.M.I.F. L’approccio terapeutico si è  svolto secondo le seguenti modalità: nella prima seduta veniva stipulato, tra terapeuta e paziente, il contratto (metodo mutuato completamente dall’Analisi Transazionale) per definire le modalit à di costituzione, gestione e risoluzione del rapporto terapeutico. Le clausole contrattuali riguardavano: il “perché” (motivazione e obiettivo), il “cosa” (oggetto del contratto), il “quanto” (durata e costo), il “quando” (frequenze) e il “come” (modalità terapeutiche e di contratto). l’utilizzo dei Fiori viene proposto nell ’ambito del “come” spiegando in modo assolutamente chiaro il loro ruolo di supporto. •

PROFESSIONI studenti 10%

altro 37%

impiegati 50%



Non è mai stata stilata una ricetta per la somministrazione dei Fiori, ne è stata mai proposta ai pazienti l ’assunzione diretta di alcuna miscela. È stato invece spiegato quali Fiori fossero indicati per migliorare lo stato di disagio. A seguito di queste precisazioni i pazienti si sono recati, autonomamente, in farmacia a farsi preparare la miscela che ritenevano pi ù idonea. Durante il colloquio sono state suggerite anche le modalità di assunzione. Così agendo si conseguono due importanti risultati:

TASSO DI SCOLARIZZAZIONE laurea 5%

1. il paziente inizia ad acquistare autonomia nella gestione del proprio disagio psicologico, 2. inizia ad appropriarsi del metodo Bach.

scuola media inferiore 50%

diploma 45%

ESITO 10%

7%

10%

66%

7%

esito buono

trasferimento in altre località

sedute interrotte per ragioni economiche

sedute interrotte per mancanza di motivazioni alla terapia

non accettazione del piano terapeutico

L’approccio contrattuale è utile perché permette di ridurre la dipendenza terapeuta - paziente. Nell’Analisi Transazionale il terapeuta dispiega una notevole “ potenza” e d à al soggetto “ protezione” e “ permessi” (le 3P della terapia). I Fiori di Bach lo aiutano nello sviluppo della potenza e protezione: il paziente infatti proietta su di essi i bisogni relativi a queste 2 P. L’efficacia delle miscele di Fiori è stata verificata durante le sedute settimanali. Nella totalit à dei casi non vi è mai stato il rifiuto dell’utilizzo dei Fiori: al contrario il metodo è stato vissuto in modo estremamente positivo. I pazienti, infatti, non solo hanno avuto la netta percezione di una propria trasformazione caratteriale con remissione dei sintomi, ma si sono anche trovati in possesso di strumenti psicologici e “fisici” (i Fiori) che li hanno aiutati nel proprio processo di sviluppo successivo alla terapia stessa. Nell ’ambito dei casi trattati sono state utilizzate le pi ù  svariate combinazioni di fiori (comunque mai più di sette per volta). Durante l’osservazione del campione analizzato ho potuto rendermi conto che i Fiori sono realmente un valido aiuto (per il paziente ed il terapeuta), che va ben al di l à di quello che potrebbe essere definito un semplice effetto placebo. Cito a questo scopo tre casi che mi sembrano esaustivi di quanto affermato: un caso di insonnia un caso di vaginismo un caso di depressione. • • •

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A.M.I.F. Nel caso di insonnia il paziente, di anni 21, si era recato presso il mio studio (lamentando insonnia che ormai perdurava da circa 3 anni) con i seguenti sintomi: difficolt à a addormentarsi, continui risvegli notturni. L’insonnia era insorta dopo uno shock subito all ’interno dell’ambiente familiare. Durante la prima seduta il paziente aveva convenuto che l ’utilizzo dei fiori poteva aiutarlo; si procur ò una miscela composta da Star of Bethlehem , White Chestnut , Aspen e Mimulus. Dopo circa tre giorni mi avvis ò telefonicamente che finalmente, con evidente sollievo, era riuscito a dormire per 4 ore consecutive; al secondo incontro, avvenuto circa 10 gg. dopo il primo, mi conferm ò che le 4 ore di sonno erano rimaste stabili per tutte le notti. Questo successo iniziale dei Fiori mi ha permesso di arrivare alla risoluzione del disturbo nell ’arco di 10 sedute; a distanza di circa 1 anno il paziente dorme tranquillamente circa 8-9 ore per notte senza dover ricorrere a nessun altro aiuto particolare.

  LETTERATURA:

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.

BERNE E. - A che gioco giochiamo, Bompiani Ed.,1972. CAMPANINI M.E. - Curatevi con i Fiori di Bach, Fabbri Ed.,1997. JUNG C. G. - La saggezza orientale, Boringhieri Ed.,1983. KLEIN M. - L’autonalisi transazionale, Casa Editrice Astrolabio, 1980. MARCHI C. - Ho visto la luce, Ed. Mother Sai, 1996. MUSATTI C. L. - Trattato di Psicoanalisi, Boringhieri Ed., 1983. PAOLELLI E. - Le qualità della mente, Tecniche Nuove Ed., 1999. PAPERT S. - Mindostorms, EMME edizioni, 1980. SANDWEISS S.H. - L’uomo santo e lo Psichiatra, Ed. Milesi, 1980. SCHEFFER M. - Uso pratico dei Fiori di Bach, TEA Pratica, 1998. SCHNEIDER P. - Psicologia Medica, Feltrinelli Ed., 1988.

Il caso di vaginismo è relativo ad una paziente di anni 30 inviatami dal suo medico curante; lamentava dolori e bruciori durante l’atto sessuale e non si era riusciti a trovare nessuna causa organica per questa patologia. Gi à al primo colloquio risultò evidente uno stato di tensione con il proprio partner a causa di un presunto tradimento avvenuto circa 3 anni prima. La paziente non aveva mai esplicitato chiaramente il proprio stato di disagio continuando ad avere un comportamento apparentemente normale. La miscela dei Fiori pi ù indicata (dal colloquio) fu: Agrimony , Holly, Rock Water, Crab Apple, Cherry Plum e Aspen. La paziente inizi ò subito l’assunzione della miscela. Alla seconda seduta, avvenuta circa a 3 settimane di distanza dalla prima, mi rifer ì  che i disturbi erano diminuiti nella misura del 40/45%. Grazie all’azione combinata dei Fiori e psicoterapia il caso è  stato risolto in 12 sedute (circa 4 mesi di terapia). Il caso di depressione è  relativo ad una signora di 48 anni che è venuta alla mia osservazione dopo aver presenziato ad una conferenza personalmente tenuta sui Fiori di Bach. La paziente presentava una depressione di tipo reattivo, con fantasie di autodistruzione e problemi somatici di varia natura. Opponeva un netto rifiuto all ’assunzione di farmaci allopatici, temendo di sviluppare una dipendenza. Nell’ambito della strutturazione del contratto terapeutico, convenne che l ’uso dei Fiori poteva fare al suo caso e in prima battuta emerse che la combinazione pi ù idonea era: Gentian, Wild Rose, Olive, Hornbeam . Dopo circa 2 settimane si erano gi à ottenuti notevoli miglioramenti, in particolare per i problemi di tipo somatico. Il percorso terapeutico si è svolto nell’ambito di 24 sedute (circa 7 mesi) arrivando alla completa remissione della depressione con notevole miglioramento della qualit à di vita. A distanza di circa 6 mesi, la paziente non lamentava pi ù  problemi di sorta e viaggiava felice con Rescue Remedy in borsetta. 

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Per riferimento bibliografico: MARCHI C. - L’utilizzo dei fiori di Bach nell’ambito di una psicoterapia breve ad indirizzo transazionale. Atti del 2 ° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N°2, 2000, pagg. 21-25. Indirizzo dell’Autore: Dr. Carlo Marchi 

–  Psicologo Via Italia 16 I-13051 Biella Marzo 2000

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M. Saponaro

Rimedi floreali  nei disturbi femminili  Flower remedies in women diseases

RIASSUNTO: Questo lavoro contiene una serie di considerazioni sul lavoro svolto negli ultimi anni, in qualità

di ginecologa e floriterapeuta, su un campione di 200 donne, dai 20 ai 50 anni. Le principali sintomatologie presentate sono: alterazioni mestruali, sindrome menopausale, flogosi dell’apparato genitale, problematiche sessuali. Vengono prese in considerazione le principali scelte diagnostiche ed i rimedi più affini ad ogni singola problematica. I grandi cambiamenti che la donna ha vissuto negli ultimi decenni hanno spostato l’ago dei conflitti verso alcune tematiche scottanti: il rapporto tra lavoro e famiglia, la convivenza in un ambiente lavorativo spesso competitivo ed aggressivo, il conflitto di ruoli sessuali all’interno della coppia, la ricerca di uno specifico femminile. I fiori rappresentano un grosso strumento di cambiamento per la donna (i risultati clinici lo dimostrano) e possono evidenziare le maggiori potenzialità positive: una maggiore indipendenza affettiva dalla famiglia e dai figli, la realizzazione di un amore meno condizionato e meno condizionante, una gestione più diretta della propria componente aggressiva, una accettazione maggiore della propria ciclicità e dei propri ritmi. Rimedi come Chicory, Holly, Scleranthus, Rock Water, Crab Apple sono i principali aiuti che la Floriterapia può offrire per affrontare queste tematiche. Nelle patologie sfinteriali e sessuali sarà molto più importante Cherry Plum, per aiutare le donne ad abbandonarsi e a lasciar accadere, mentre White Chestnut armonizzerà la parte mentale predominante e bloccante. La chiave di tutti questi processi di crescita resta comunque l’amore e i fiori sanno bene come trovarla….

PAROLE CHIAVE: FEMMINILITÀ, SESSUALITÀ, CICLICITÀ, ACCOGLIENZA, FLORITERAPIA

SUMMARY: My research includes a series of considerations on the work that, in these last years, I have been carrying out as a gynaecologist and flower-therapeutist in a group of two hundred women, aged from 20 to 50. The  main symptomatologies are: menstrual disorders, menopause syndrome, phlogosis of the genital apparatus, sexual  troubles. The main diagnostic choices and the most appropiate remedies to each single problem are taken into account. The great changes that women have undergone in the last decades, have shifted the subject of the conflicts towards several burning topics: the relation between job and family; living in a competitive and aggressive work milieu; the conflict of sexual parts inside the couple; the pursuit of sweet and welcoming features even though often vague. The  flowers are a great mean of change for women (clinical results prove it) and can stress their main positive potentialities: an increased affective independence from family and children; the realization of a less conditioned and less conditioning love; a more direct management of one’s own aggressive feature; a wider acceptance of one’s own cyclicity and rhythms. Remedies as Chicory, Holly, Scleranthus, Rock Water and Crab Apple are the main ones that flower therapy can offer to face these problems. In sphincteral and sexual pathologies Cherry Plum is much more important: it helps women to let themselves go and leave things to happen. Whereas, White Chestnut helps the harmoni zation of the predominant and blocking mental part. Anyway, the key of all these growth processes is love, and   flowers know how to find it…

KEY WORDS: WOMANLINESS, SEXUALITY, CYCLICITY, WELCOME, FLOWERTHERAPY 

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A.M.I.F. ssendo floriterapeuta e ginecologa da molti anni, l’esperienza clinica quotidiana più importante che ho vissuto con i rimedi floreali è stata, ovviamente, nel campo delle problematiche femminili: le alterazioni mestruali, i conflitti con la maternità, i problemi sessuali che spesso sottostanno a molte somatizzazioni, ecc. Quando si affrontano le valutazioni di un lavoro clinico, il rischio frequente è di cadere in considerazioni statistiche, protocolli standard, percentuali oggettivabili. Ma nella floriterapia questi parametri sono difficili da evidenziare ed il colloquio diagnostico resta un momento speciale, uno scambio irripetibile ed un approccio personalizzato ad ogni singola esperienza di vita. Questo lavoro, perciò, vuole rappresentare solo un piccolo contributo di esperienza, una considerazione a posteriori sul lavoro clinico svolto in questi ultimi anni, con le problematiche più importanti e le scelte diagnostiche più frequenti. È stato scelto un campione di 200 donne, di età compresa tra 20 e 50 anni. La durata media della terapia è stata di quattro mesi, con una visita di controllo mensile. I sintomi

principali scelti sono stati: sindrome menopausale, alterazioni mestruali, flogosi dell’apparato genitale, problematiche sessuali. I Rimedi floreali sono stati associati ad altre tecniche terapeutiche naturali, come la fitoterapia, la gemmoterapia e alcuni rimedi floreali californiani e francesi. In questo approccio globale, la Floriterapia di Bach assume, comunque, un ruolo determinante, in quanto unica tecnica in grado di agire realmente sui conflitti psicologici di fondo e quindi sull’asse psico-neuro-ormonale che porta al processo di somatizzazione. Già da diversi anni gli studi moderni di psiconeuroimmunologia ci dimostrano come tutte le diverse esperienze emotive quotidiane possano influire (tramite il collegamento limbico-ipotalamico) sul nostro apparato endocrino. Non è insolito ad es. osservare lunghi periodi di amenorrea dopo un lutto importante o emorragie mestruali dopo una separazione affettiva. L’uso della Floriterapia permette inoltre di avere risultati pi ù  stabili nel tempo e con un benessere globale della paziente, che non è costituito solo dall’assenza del sintomo ma anche da uno stato di serenit à  e armonia con la propria femminilit à. Negli ultimi

CAMPIONE DI 200 DONNE

decenni la donna ha vissuto cambiamenti importanti nel proprio stile di vita e nei ruoli, ma questo non ha comportato sempre un miglioramento della qualit à esistenziale. I conflitti tra carriera e maternit à, la convivenza con un mondo del lavoro competitivo ed esigente, la necessit à  di armonizzare gli impegni esterni con quelli familiari, il sovvertimento dei ruoli all’interno della coppia, sono solo alcuni dei problemi più attuali. La conseguenza è la ricerca di un ’identità, di uno specifico femminile ancora da scoprire completamente, che rispetti le valenze specifiche innate (come la dolcezza, il rispetto delle ciclicit à  ormonali, il bisogno di intimit à, la capacità di abbandonarsi, anche nel rapporto sessuale) ma anche le esigenze attuali di un mondo “che non aspetta” e la presenza di un compagno a volte confuso e timoroso. Si deve inoltre sottolineare la tendenza a medicalizzare sempre più alcune fasi fisiologiche della donna come la gravidanza e la menopausa. E se questo pu ò essere un segno di una positiva attenzione verso la propria salute, pu ò diventare anche fonte di maggiore preoccupazione per le malattie, di atteggiamenti ipocondriaci, se non addirittura di un tentativo di richiamo, con la malattia stessa, di attenzioni altrimenti non evocabili: da qui l ’uso molto frequente dei rimedi Chicory e Heather nella maggior parte delle pazienti ed anche nelle diverse fasi della vita. Il ruolo materno (con i figli ed anche col partner!) condizionato e condizionante riporta costantemente al confronto quasi karmico delle donne con quello che è l’amore disinteressato e generoso. Purtroppo uno dei sentimenti predominanti nei diversi casi clinici è il senso del tradimento, dell ’abbandono, di fare molto per i figli e la famiglia e di non essere ricambiate: molte emorragie e alterazioni mestruali vengono trattate con Chicory, (anche in menopausa, quando i figli crescono ed escono dall ’ambito familiare) che resta un rimedio cardine per ritrovare la propria indipendenza affettiva e per ridarla ai propri cari.

E

• DAI 20 AI 50 ANNI • CASI CLINICI DAL 1995 AL 2000 • DURATA MEDIA DELLA TERAPIA: 4 MESI • UN COLLOQUIO AL MESE • SINTOMI LAMENTATI: • DISTURBI MESTRUALI • SINDROME MENOPAUSALE • PROBLEMI DI MATERNITÀ • FLOGOSI DELL’APPARATO GENITALE • PROBLEMATICHE SESSUALI ASSOCIAZIONI TERAPEUTICHE FITOPREPARATI

EMMENAGOGHI FITOESTROGENI REGOLARIZZANTI ORMONALI

GEMMOTERAPIA

ESTRATTI DI PIETRE PREZIOSE

FLORITERAPIA

RIMEDI CALIFORNIANI RIMEDI FRANCESI

RUOLO DELLA FLORITERAPIA DI BACH

• RISOLUZIONE DEI CONFLITTI DI BASE • AZIONE SPECIFICA SULL’ASSE PSICO-NEURO-ORMONALE • BENESSERE GLOBALE DELLA PAZIENTE • STABILIZZAZIONE DEI RISULTATI CLINICI

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A.M.I.F. Tutti questi processi avvengono spesso in un conflitto sempre presente con la componente aggressiva, nota dolente delle problematiche femminili. Per antonomasia l ’aggressività  presenta connotazioni maschili e prevale quindi l ’abitudine alla sopportazione, col risultato di molte patologie epatiche e flogistiche.

Flogosi Spesso le flogosi dell ’apparato genitale (dove l ’infiammazione è il “simbolo” di una lotta inespressa) nascondono conflitti col partner, il rifiuto inespresso della relazione. Il rimedio Holly, in questi casi, è fondamentale, insieme a Beech, per l’intolleranza verso l’altro. Anche molte allergie sono il linguaggio di ben altre intolleranze, vedi alcuni eczemi in zona perineale (come nel caso di una paziente, insorto dopo aver saputo della relazione extraconiugale del marito) o la sterilità da incompatibilit à con lo sperma del coniuge. In tutti questi casi Walnut rafforza l’azione protettiva ed antiallergica della terapia, mentre Crab Apple resta il rimedio cardine per tutte le patologie infettive e flogistiche (eliminando anche quel senso di sporcizia e di contagiosit à che accompagna tutte le vaginiti e la leucorrea). Quando la flogosi coinvolge anche la vescica con disturbi legati allo sfintere, con impellenza ad urinare e disuria, entra in gioco un altro fattore importante: la difficolt à e la sofferenza a lasciarsi andare (somatizzata spesso a livello sfinteriale). Si impone quindi il rimedio Cherry Plum. Non a caso ci sono le cistalgie post-coitali, quasi a rappresentare la difficolt à ad abbandonarsi al piacere sessuale, a lasciarsi andare (come a “lasciar passare” l’urina).

Alterazioni mestruali La donna vive in un costante ritmo ormonale, lunare, che ne rappresenta la funzione riproduttiva e la caratterizza. In qualche modo la donna è immersa in questo ritmo, è costretta a sottomettersi ad esso; Dethlefsen afferma che questo è l’aspetto centrale della femminilit à ed è  collegata alla sua capacità di donarsi: col sangue la donna offre una parte di s é e della propria energia. Ma è proprio la non accettazione della propria femminilit à che sta alla base della maggior parte dei disturbi mestruali. Una societ à consumistica e competitiva, i tempi sempre ristretti, l ’esigenza di prestazioni professionali elevate e “alla pari”, la pubblicit à  degli assorbenti “speciali ” che nascondono il più  possibile “certi momenti”, portano a negare queste funzioni, considerate come limitanti. Scleranthus, fiore dell’alternanza e della ciclicit à, è il rimedio caratteristico per tutte le sintomatologie cicliche, fondamentale per trattare tutti i disturbi legati al ciclo mestruale, le alterazioni della frequenza, la dismenorrea, i sintomi pre e post mestruali, la sindrome pre-mestruale, ecc., Rock Water

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CAMBIAMENTI PSICOSOCIALI • RUOLO PROFESSIONALE

• VITA DI COPPIA

• MATERNITÀ

• MEDICALIZZAZIONE

• IDENTITÀ SESSUALE

CONFLITTI DI BASE FEMMINILITA’ COME QUALITA’ YIN (Accoglienza , dolcezza, nutrimento, abbandono) CONFLITTO CON LE VALENZE AGGRESSIVE (Patologie epatiche, flogosi) AMORE INCONDIZIONATO (Rapporto con i figli, vita di coppia) INDIPENDENZA AFFETTIVA (Solitudine, rapporto con la famiglia)

FLOGOSI DELL’APPARATO GENITALE CRAB APPLE

CHERRY PLUM

HOLLY

WALNUT

BEECH

invece, nella sua rigidit à  esasperata con se stessa, in quello sforzo continuo di essere perfetta, non “lascia passare niente” ed è  incline in modo particolare all ’amenorrea. Pensate ad esempio a certe donne meticolose, perfezioniste, con alto senso delle prestazioni, che lavorano e studiano, eccessivamente rigorose pur di raggiungere certi traguardi: puntualmente amenorroiche, quasi ad indicare lo spazio inesistente lasciato alla propria intimit à e femminilit à. Non a caso anche diversi casi di anoressiche, tipicamente rigide nel proprio progetto autodistruttivo, presentano spesso la scomparsa delle mestruazioni (condizionata anche dal conflitto con l ’immagine materna). Chicory resta comunque uno dei rimedi pi ù  frequenti ed usati: spesso dopo la fine di una relazione affettiva o in momenti di crisi della coppia, vissuti con amarezza e senso di abbandono, si presentano diversi disturbi, specie emorragie, polimenorrea e spotting. Crab Apple sarà importante da usare quando questi spotting ed emorragie sono vissuti come qualcosa di “sporco” o “che sporca”, mentre Chestnut Bud verrà  utilizzato per tutte quelle sindromi che non si curano facilmente e tendono a ripetersi senza motivo.

Menopausa La crescente medicalizzazione ed un certo tipo di informazione fanno vivere questo momento come uno dei momenti

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A.M.I.F.

ALTERAZIONI MESTRUALI SCLERANTHUS

CHICORY

ROCK WATER

CRAB APPLE

IMPATIENS

CHESTNUT BUD

SESSUALITÀ CHERRY PLUM

PINE

WHITE CHESTNUT

ROCK WATER

BEECH

ASPEN

HOLLY

CHICORY

CRAB APPLE

AGRIMONY

MENOPAUSA WALNUT

WILD OAT

CRAB APPLE

HONEYSUCKLE

CHICORY

PSICONEUROIMMUNOLOGIA

IMPRESSIONI INTERNE IMPRESSIONI ESTERNE SISTEMA LIMBICO IPOTALAMO IPOFISI SNA SNV GONADI DIGESTIVO MUSCOLI SURRENE RESPIRATORIO ORG. SENSO TIROIDE CIRCOLATORIO TIMO SESSUALE PANCREAS SURRENE (MIDOLL.) PARATIROIDI

più drammatici della vita femminile: la paura di invecchiare, di non essere più una donna normale, di non essere pi ù  seducente. Walnut aiuta ad accettare alcuni cambiamenti fisiologici come naturali, Crab Apple migliora l’accettazione del proprio corpo ed Honeysuckle aiuta a non avere rimpianti per una giovinezza che non ritorna e a guardare ad altre prospettive. È interessante come certi psicosomatisti guardino alle caldane come ad un segno simbolico di eccitazione sessuale, una sessualità che si vuole dimostrare a se stessi di vivere ancora (come lo spotting in menopausa che simboleggia un ulteriore mestuazione). Spesso in questa fase di grosso cambiamento la donna deve cercare di ritrovare altre attivit à, altri punti di riferimento. I figli crescono, evadono dall ’ambiente familiare e Chicory può aiutare ad accettare questo distacco con serenit à mentre Wild Oat chiarisce meglio i ruoli potenziali futuri.

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Sessualit à Qualunque sia la fase della vita considerata, l ’aspetto della sessualità  e il suo vissuto questi elementi sottointendono sempre tutte le sintomatologie osservate. Se nel maschio prevale la difficolt à e il timore della prestazione, nella femmina è più  importante la reale capacit à  di abbandonarsi e di lasciarsi andare. Il suo vissuto, infatti, è molto più nascosto, più interiorizzato e spesso anche pi ù mentale, più ragionato. Cherry Plum è il rimedio principale che si usa per le anorgasmie, oltre che per le cistalgie post-coitali e la dispareunia. A questo rimedio si associa spesso White Chestnut , per rilassare la mente durante la relazione intima, non pensare in modo ossessivo e potersi cos ì  abbandonare. Purtroppo un'educazione moralistica trasmette a volte un ’immagine castrante del piacere sessuale: il sesso vissuto come colpa o peccato necessiterà di Pine mentre la paura del contagio o il senso di essere sporcati richiamerà l’utilizzo di Crab Apple. Anche gli individui Rock Water hanno problemi a lasciarsi andare e abbandonare la rigidit à con se stessi, cos ì come Aspen avrà paura dell’orgasmo. Non bisogna, comunque, mai trascurare i conflitti di coppia, che quando non chiariti procurano spesso problemi sessuali. In questo caso Beech e Holly migliorano la tolleranza e la voglia di stare insieme mentre, in questo contesto, Agrimony porterà  ad una maggiore volont à  di risolvere i conflitti senza mentire o nascondere le proprie esigenze.

Conclusioni Nel complesso i Rimedi floriterapeutici rappresentano un valido strumento per la salute femminile e per una ricerca interiore che negli ultimi anni si sta approfondendo sempre più. Forse la chiave di questa crescita resta l ’amore e i Fiori di solito riescono a trovarla… Starà alla donna avere il coraggio di usarla per ritrovare se stessa. 

Per riferimento bibliografico: SAPONARO M. - Rimedi floreali nei disturbi femminili. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N °2, 2000, pagg. 26-29. Indirizzo dell’Autore: Dr.ssa Marcella Saponaro  –  Specialista in Ginecologia Indirizzo: Via Chisimaio 9 - I-00199 Roma Marzo 2000

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R. Tolentino

Floriterapia  e psicofarmaci  Flowertherapy and psychodrugs

RIASSUNTO:

Dopo una breve introduzione, l’Autore espone alcune riflessioni a partire da due casi clinici esemplificativi.

PAROLE CHIAVE:

PSICHIATRIA, RIMEDI DI BACH, PSICOFARMACI, CASI CLINICI

SUMMARY:  The

Author focuses on two case reports, after a short presentation of the subject.

KEY WORDS:  PSYCHIATRY, BACH REMEDIES,  PSYCHODRUGS, CASE REPORTS 

Introduzione L’Autore affronta, in questo lavoro, un argomento complesso e controverso, ossia l’associazione tra psicofarmaci e fiori di Bach soprattutto nel caso di assunzione contemporanea, più che nell’eventualità, forse più frequente, in cui la somministrazione degli psicofarmaci preceda quella dei fiori. Data la sua attivit à professionale come psichiatra presso l’ambulatorio di una A.S.L., l ’Autore entra spesso in contatto con pazienti gi à sottoposti a una terapia farmacologica per intensità della sofferenza e gravit à  della sintomatologia presentata. Il problema pi ù generale delle co-terapie è già stato trattato dall’Autore nella sua relazione al I° Congresso A.M.I.F. (1999): “Floriterapia e Servizi Psichiatrici ” (op. cit.). Campo controverso. Se è  vero che la maggior parte dei terapeuti appare perplessa di fronte a questa associazione, pensando vi sia un esaurimento delle capacit à  di reazione, una modificazione irreversibile e cronica del campo energetico dell’individuo, vi sono invece alcuni Autori che non lo escludono, anzi paiono incoraggiarlo. M.Scheffer sostiene: “I   Fiori di Bach sono compatibili con ogni medicamento... anche con gli psicofarmaci... che vengono sospesi progressivamente  per desiderio del paziente stesso.” (M.Scheffer, Terapia con i Fiori di Bach, op. cit. pag. 227).

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M.L. Pastorino scrive: “ L’esperienza dimostra che tutti i quadri psichiatrici possono essere trattati con i fiori, sebbene non in tutti i casi si possono usare come unica medicina.” Ed ancora: “anche nelle psicosi i fiori agiscono, ma essendo questi casi il prodotto di un ’alterazione molto profonda della  personalit à  bisogna accompagnarli con altre medicine. Sebbene possiamo pensare che in tali casi sia troppo tardi per agire sul campo energetico, conviene utilizzarli, perch é   possono modificare l'atteggiamento del paziente verso la sua malattia, ed a volte possono arrivare ad arrestarla." (M.L. Pastorino, op. cit. pag. 221). Il problema che l’Autore si pone si può  riassumere, semplificando, nella domanda: quanto dell'uno e quanto dell'altro?; quale effetto specifico, cioè, sia correlabile all'uno od all'altro intervento, come e se sia possibile differenziarli e quale sia il prodotto dell'interazione fra i due diversi strumenti. Nell'arco degli anni alcuni casi clinici emblematici si sono presentati all ’osservazione dell’Autore: la vita di Francesco e del Sig. T., presentate in questa sede, possono gettare una qualche luce sull'argomento. 

Francesco

Francesco è un ragazzo di circa trenta anni, alto, magro, con capelli castani acconciati lateralmente in una curiosa onda, un filo di barba, gli occhi di un nero intenso, perennemente fissi altrove. Il suo medico di fiducia gli suggerisce una visita specialistica con una diagnosi di "confusione mentale"; anni prima ha avuto un episodio psicotico da mania di persecuzione, in seguito al quale fu ricoverato in Reparto Psichiatrico. Non ne parla volentieri. Riconosce uno stato di confusione mentale che imputa alla sospensione delle sigarette, minimizzando; colpisce il contrasto tra il suo sforzo di assentarsi mentalmente e la presenza implacabile, molto accentuata, di una balbuzie che interrompe ripetutamente le sue parole, come onda su di uno scoglio. Ha lavorato alcuni anni come impiegato; attualmente è disoccupato, vive con i genitori anziani (il padre soffre di una poliartrite invalidante che necessita assistenza continua). Da anni ha rinunciato ad ogni relazione sociale, rintanandosi in casa; vive bene cos ì, non si fa domande. Data la scarsa consapevolezza della propria malattia, nel tentativo di tro-

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A.M.I.F. vare una base comune da cui partire, (un "contratto terapeutico"), medico e paziente decidono che il ritiro in casa e la difficoltà di relazione con gli altri ragazzi, sar à il problema su cui centrare maggiormente l'intervento. Ha già  iniziato una terapia psicofarmacologica con Aloperidolo a basso dosaggio, che non viene sospesa. Nei mesi successivi seguono altre visite: il paziente è ben disposto, parla genericamente della propria timidezza, della necessità di assistere i familiari, della passione per la pallavolo; il terapeuta lo mette in contatto con un gruppo di operatori del Centro di Riabilitazione attivo presso la A.S.L.. Viene inserito in un'attivit à  sportiva per riabituarsi a stare con gli altri giovani. Emerge, nel frattempo, un'insolita dolcezza, un'ingenuit à, una capacità non comune di farsi benvolere, che desta un moto di simpatia. La sua unica richiesta è quella di trovare un nuovo lavoro. Dopo sei mesi circa di piccoli e costanti miglioramenti si presenta una nuova crisi. Ha sospeso i farmaci neurolettici; corre per strada con affanno sentendosi addosso gli occhi di tutti, socchiude le persiane della cameretta scrutando i passanti prima di uscire, sente oggetti e persone familiari come estranei ed inquietanti, ode con sorpresa parole minacciose provenire dal muro, avvertendo nuovamente quel penoso senso di “confusione in testa”, come una nebbia invernale. Usando la nebbia come approccio, il medico convince Francesco a ricominciare ad assumere farmaci neurolettici ed ansiolitici, senza per ò  capire che cosa l'abbia fatto naufragare nuovamente. Pare ripetersi, forse, quanto successo anni prima, quando qualcosa si era “inceppato ”, portandolo a rifugiarsi nel suo piccolo mondo. Si riprende nel giro di poche settimane: i suoi occhi intensi guardano ora nuovamente intorno a s é, tranquilli; la balbuzie non è più uno sforzo che gli congestiona il volto. Continua con le attivit à sportive; gli incontri riprendono pacati, senza impennate. A questo punto, il terapeuta propone a Francesco i Rimedi di Bach, oltre alle terapie farmacologiche, che ormai assume regolarmente con l’intento di provare ad incidere sulla sua timidezza, sulla difficolt à  di espressione che si concretizza nella balbuzie, sulla sua necessit à difensiva di ritirarsi socialmente. Fino a quel momento i tentativi dell ’Autore di usare i Rimedi di Bach in co-terapie di casi gravi (schizofrenie o psicosi affettive), non avevano sortito particolare effetto, poich è si trattava, soprattutto, di persone ammalate da molti anni e che assumevano psicofarmaci da tempo. Su queste, i Rimedi sembravano non lasciare traccia. Dopo due mesi circa in cui ha proseguito la stessa terapia farmacologica assumendo contestualmente i Rimedi, inizia a presentare delle riflessioni di una qualit à  nuova, suscitando nel terapeuta emozione e sorpresa. Francesco sente la propria mente "aprirsi", come se avesse "riacquistato la vista" (secondo le sue stesse parole), come se avvertisse con chia-

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rezza desideri ed emozioni proprie ed altrui, la propria timidezza che lo porta a ritrarsi, il senso di vuoto per ci ò che gli manca: un lavoro, un’automobile, una relazione con una donna... Prova sentimenti di esclusione, rabbia, invidia, inadeguatezza, di cui diviene consapevole; tutto ci ò viene da lui vissuto con infantile stupore, come una scoperta, una "stranezza" che suscita reazioni contrastanti. Riusciamo a rispondere ad almeno uno dei suoi desideri: gli viene assegnata una Borsa Lavoro di poche ore al giorno presso una Cooperativa di Servizi. Nei mesi successivi quando ci incontriamo mi parla della sua concreta esperienza di lavoro, ed ancora della "stranezza", descritta come "risveglio" da un mondo di incantamenti, in cui prima si muoveva automaticamente, fluttuando " più con il corpo che con la testa" . Questa consapevolezza lo porterà poi ad una sorta di "bilancio dei trenta anni" con chiare tinte depressive; decido con lui di sospendere i Rimedi dopo sei mesi di floriterapia, proseguendo con i soli psicofarmaci. Una critica adeguata delle proprie condizioni, legata al venir meno delle difese patologiche, indice, quindi, di un avviato processo di guarigione, pu ò  esprimersi con intensi vissuti depressivi di mancanza e perdita, con la necessit à di elaborare il Lutto di tutto ci ò che, per la patologia, non si è potuto avere. Nel caso di Francesco l ’Autore ha ipotizzato che tale dolorosa consapevolezza fosse legata all'uso dei Rimedi, e per lui, in quel momento del suo percorso, fosse pi ù utile contrastarne lo sviluppo. Infatti la reazione avuta si diluisce e sfuma, Francesco ritrova una maggiore serenit à; ma continua per mesi a parlare della sua sensazione di riuscire a "far funzionare i pistoni del cervello". Una discussione avuta in quel periodo ha riguardato la distanza fra l'onnipotenza del pensiero e ci ò che si riesce ad esprimere con le parole, oppure il "tradimento ", la scoperta cioè della possibilit à di fare il tifo per una squadra di calcio pur apprezzando il bel gioco di un'altra, di poter essere fidanzato o sposato con una donna e rivolgere sguardi ed attenzioni ad un'altra. L'acquisita consapevolezza, porter à però  Francesco un anno dopo la sospensione dei Rimedi, ad un epilogo potenzialmente drammatico. I familiari allarmati avvisano che Francesco, ritirato lo stipendio, si è allontanato in automobile, e da alcuni giorni non dà più notizie di s é. Inizia un'affannosa ricerca, segnata da angoscia e preoccupazione; si teme di trovarlo senza vita in una roggia. Ma non sar à così. Francesco, finiti i soldi, si fa trovare dagli Operatori di una comunit à  vicina. Non vuole però più rientrare a casa, rivendicando in modo acritico una propria vita indipendente: è stanco di dover pensare alla casa ed accudire il padre. Sembra un ragazzino battagliero affacciatosi alla soglia dell'adolescenza; la testa tra le nuvole, grandi sogni, aspirazioni condivisibili, un curioso effetto di comicit à e tenerezza

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A.M.I.F. dovuto alla balbuzie. Durante un periodo di ricovero si riesce a ricondurlo ad un compromesso con la sua realt à; rientra a casa, trova supporto nella sorella. Sente però i suoi pensieri turbinare veloci, fuori dal controllo, si sente s ente ancora sfruttato. È in questo periodo che un nuovo ciclo di Floriterapia lo aiuta a rilassare la mente, a trovare un equilibrio nuovo pi ù realistico con se stesso, a riallacciare relazioni, a riprendere il lavoro, aumentando l ’impegno. Nei mesi successivi si acquieterà, frenando le sollecitazioni all'indipendenza, soddisfatto del suo lavoro, dello sgravio ottenuto dal carico familiare, dell'attivit à  sportiva che prosegue, dell'eloquio che ormai, diminuita la balbuzie, appare pi ù sciolto. L’Autore lo osserva allontanarsi con lieve zoppia, portando con sé, per la paralisi a frigore del nervo popliteo, il ricordo di quelle gelide notti di novembre, passate in macchina a contemplare le stelle. L’Autore aggiunge a motivo della propria meraviglia, una riflessione. Questo è un caso in cui sono stati attuati diversi interventi terapeutici, ma come è possibile, stabilire un ragionevole rapporto fra i Fiori della Mente e questo schiudersi di Francesco ? L’Autore può  solo affermare che nella propria esperienza professionale più che ventennale, raramente ha assistito, in casi di analoga patologia, trattata con le usuali terapie farmacologiche e riabilitative, riabilitative, ad un tale "aprirsi della mente".



Il Sig. T.

Il Sig. T. è stato visitato dieci volte nell'arco di un anno e, per un follow up, dopo sei mesi dall ’ultimo incontro. Si interessa di Floriterapia e giunge alla mia attenzione chiedendo aiuto per un problema, insorto in giovane et à, che lo accompagna da pi ù di quaranta anni. La diagnosi è "nevrosi fobico - ossessiva." La richiesta è molto particolare. Chiede di sperimentare i Rimedi per aiutarlo a "vivere meglio", modificando quegli aspetti patologici di fondo della sua personalit à, sopravvissuti a molti interventi terapeutici, con cui ha ormai trovato una precaria convivenza. È un uomo di notevole levatura morale ed intellettuale,, ex dirigente in pensione di una Multinazionale intellettuale Multinazionale.. Si presenta come una persona di acuta intelligenza e capaà cit   introspettiva, ha modi cortesi, affabili, misurati. Veste impeccabilmente in grigio od in blu, porta talvolta una cravatta fantasia, ha tre figli ormai grandi ed a breve nascer à il primo nipotino. Il proprio padre, di solidi principi morali, lo ha educato alla scuola del dovere e dell'impegno; la madre invece è  morta quando il Sig. T. frequentava le scuole elementari. In epoche diverse della sua vita si è  sottoposto a terapia psicoanalitica, ha assunto vari tipi di farmaci ansiolitici ed antidepressivi: pi ù  recentemente gli è  stato somministrato

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Iperico e si è  sottoposto a sedute di agopuntura. Da trenta anni presenta saltuarie crisi di panico, uno stato di ansia che si esprime spesso con dei vaghi disturbi cardiaci (ogni accertamento clinico è sempre risultato negativo) e una gastrite erosiva che si riacutizza nei periodi di stress . Un senso di insicurezza e paura di tipo fobico, che si concretizzano nella difficolt à  di prendere i mezzi pubblici, preceduta da un'intensa ansia anticipatoria, lo hanno portato ad organizzarsi negli anni una rete di puntelli, costituita da familiari accompagnatori, percorsi conosciuti, abitudini di vita prevedibili e regolari, senza eccessi. A tutto ciò si accompagna una modalità ossessiva di pensiero, il dubbio perpetuo, la ruminazione mentale incessante di piccoli malesseri, litigi condominiali, difficolt à  di lavoro, riflessioni sul senso e la qualit à della propria vita. Mi colpisce come si descriva, con delicatezza, come una persona "timida", inesistente, poliedrica; una sorta di "poeta mancato", in contrasto con l'immagine che mi aveva dato di persona realizzata e sicura di s è. L’Autore sceglie i Rimedi Star of Bethlehem, Mimulus, White Chestnut  e Rock Rose; aggiunge delle indicazioni sul modo di impiego di Rescue Remedy, per eventuali crisi acute di ansia. Le visite si susseguono ad intervalli irregolari e la prescrizione dei Rimedi viene man mano modificata. Il Sig. T. riferisce un iniziale peggioramento, con la ricomparsa di frequenti crisi di ansia, affrontate utilizzando il Rescue Remedy, ma anche incrementando leggermente la terapia farmacologica ansiolitica ed assumendo nuovamente Iperico. La situazione va poi migliorando, con l ’aggiunta di una sensazione di benessere nuova, un maggiore ottimismo. ottimismo. Nel periodo di peggioramento ha avvertito vaghe angosce, venute come da un "lontano passato", ha un anomalo ed inquietante aumento dell ’attivit à onirica, che ricorda pi ù nitidamente, sogni in cui compare per lo pi ù la figura del padre all'epoca della sua morte. Questo incremento quantitativo e qualitativo dei sogni rimarrà una sua peculiarità costante, come se nel loro contenuto e nella sua trasformazione, questi esprimessero, in parallelo all'evoluzione della sintomatologia sintomatologia clinica, una sorta di elaborazione delle problematiche profonde. L’Autore non ha mai eseguito interventi di tipo psicoterapico, n è ha interpretatoo i sogni, sottolineandone solo i contenuti. pretat A volte nel prescrivere i Rimedi, l ’Autore ha chiarito le ragioni della scelta di ciascuno, "rinforza "rinforzandoli", ndoli", cos ì nel focalizzare l'attenzione sul conflitto che rappresentava il bersaglio della terapia. Spesso, come nel caso del Sig. T., il paziente, davanti all'incalzaree dell'angoscia, è portato ad assumere contempoall'incalzar raneamente rimedi di ogni tipo, e ci ò pare comprensibile ed inevitabile. Rende per ò più difficile distinguere a quale di questi (od all'insieme di questi) sia correlabile uno specifico effetto clinico. Considerata la reazione di peggioramento avuta dopo la prima prescrizione, l’Autore si vorrebbe attestare su Fiori

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A.M.I.F. diversi, ad azione pi ù superficiale; il Sig. T. invece chiede, per nulla spaventato, di mantenere un "alto profilo" di intervento terapeutico, puntando ad un'azione pi ù incisiva, anche a rischio di eventuali reazioni avverse. Ha in seguito alcune crisi di panico, vaghe paure del contagio, della magia, un'accentuazione del rimuginio ossessivo. Si reca in vacanza in Francia dove la qualit à della sua vita risulta insolitamente buona; sospende, cos ì, ansiolitici ed Iperico. Al rientro però si ripresenta puntualmente il problema dei mezzi pubblici. A questo punto i Rimedi costituiscono l’unica terapia in atto. A fine Settembre... Settembre... il colpo di scena: il suo medico di base gli prescrive un antidepressivo serotoninergico (forse per fargli vincere la paura del tram!). Ne discutiamo l'opportunit à, chiede di proseguire con farmaci e Rimedi: l ’Autore decide, perciò, di fare buon viso a cattivo gioco. Da qui sorge forse la sfida dell’Autore di arrivare a comprendere "quanto dell'uno e quanto dell'altro", il tentativo, cioè, di differenziare, almeno in parte, gli effetti dei Rimedi da quelli degli psicofarmaci somministrati contemporaneamente. contemporaneamente. È lo stesso Sig. T. a suggerire alcune delle riflessioni contenute in questo lavoro. Per alcuni incontri la navigazione procede fra due sponde. La difficoltà con i mezzi pubblici (e il relativ relativoo rifiuto di servirsene) prosegue invariata, senza che il Sig. T. se ne preoccupi eccessivamente. I vissuti di inadeguatezza e colpa paiono ridotti, appare pi ù  tranquillo, come se accettasse maggiormente i propri limiti. Mi chiarisce come in lui la Floriterapia agisca "sugli stati d'animo, ma non sia efficace per le fobie". Anche i pensieri volti al padre ed alla sua infanzia paiono farsi meno frequenti e pregnanti. Usa con beneficio Rescue Remedy quando la necessità  quotidiana lo espone a crisi di ansia acuta. Nei mesi successivi avvengono due svolte; i sogni non sono pi ù incentrati sui familiari, ma compare un tema ricorrente: un compito da eseguire. Questa “missione” fino a quel momento era puntualmenpuntualmente destinata all'insuccesso (non trovava un documento, non riusciva a raggiungere una persona…); ora, invece, con suo stupore,, riesce nel sogno a portare a termine il compito. stupore In uno di questi sogni ad esempio ha varcato la porta dell'Inferno, cercando di leggere sull'architrave di questa i versi di Dante senza riuscirvi; ma la scena muta, ne è fuori, e legge nitidamente voltandosi indietro: "Per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente …" Tale sensazione di riuscire si estende a poco a poco alla vita diurna. In un secondo tempo (passato il periodo di latenza necessario all'effetto del farmaco?), anche la sintomatologia fobica inizia a migliorare: non ha pi ù  attacchi acuti d'ansia nelle situazioni critiche, riuscendo a prendere i mezzi pubblici quando necessario. Nel contempo ha iniziato a non avvertire pi ù la necessità di assumere regolarmente i Rimedi, dimenticandosene dimenticandosene spesso; decide insieme al medico cos ì una graduale sospensione. sospensione.

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A distanza di sei mesi, non ha pi ù  avuto crisi di panico, disturbi gastrointestinali o precordialgie. Usa i mezzi pubblici con oculatezza, non ha pi ù  assunto ansiolitici, ma prosegue ancora con 1/2 cp. di antidepressivo a giorni alterni. Ha sospeso i Rimedi da alcuni mesi, senza conseguenze negative apprezzabili, n é  avuto più  necessità  del Rescue Remedy. Permane la fiducia e l'accettazione di s è, un minor coinvolgimento emotivo, un senso di benessere nuovo. Si allontana per andare col Metr ò a trovare il nipote nato da poco.

Conclusioni Quali conclusioni possono essere tratte da queste due storie molto diverse? Francesco ha una patologia profonda della personalit à, di tipo psicotico. L'assunzione dei Rimedi lo porta ad una consapevolezza del sé  non comune, difficilmente suscitata secondo l ’esperienza dell’Autore, in casi analoghi, dalla terapia farmacologica. Pare "riacquistare la vista", percepire chiaramente le proprie emozioni confrontandole dolorosamente con la realt à, fatta di mancanze e limitazioni sociali e personali. La crisi da risveglio che seguir à, con la sua fuga velleitaria, pare incarnare questo scontro con le proprie limitazioni, soprattuttoo come risorse della personalità di base. soprattutt Il problema pare analogo a quello che talvolta si incontra con l'utilizzo dei nuovi farmaci antipsicotici, indicati per la sintomatologia negativa. In assenza di opportunit à  questo eventuale "risveglio" non si tradurr à automaticamente in una migliore qualità di vita. Francesco comunque introduce ad un'osservazione che emergerà in tutta la sua evidenza con il Sig. T.. Potrebbe essere chiamata la Teoria del Doppio Binario . La Floriterapia può  modificare profondamente i vissuti della persona verso di S é e verso la propria malattia, favorire un minore coinvolgimento, una sorta di distacco, di maggiore obiettivit à, una modalità positiva, ottimistica di pensiero. Percezione ed attese che possono modificare il decorso della patologia. L'effetto diretto sulla sintomatologia clinica risulta, invece, legato soprattutto al farmaco. Questo ha azione pi ù rapida e sicura, pare utile e necessario, non essendo (spesso) sufficiente la Floriterapia per quanto riguarda questo specifico aspetto. L'associazione fra i due strumenti, quindi, non soltanto copre entrambe le facce della stessa medaglia, ma risulta sinergica, influendo sulla modificazione dell'atteggiamento, del punto di vista della sintomatologia e viceversa. Entrambi gli aspetti concorrono, poi, ad un migliorame miglioramennto della qualit à globale della vita, vero obiettivo finale di ogni terapia.

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A.M.I.F. Un effetto pi ù specifico della floriterapia invece è sicuramente l'incremento dell'attivit à  onirica. Tale incremento, relativamente frequente, è "indice di una mobilizzazione  profonda della della psiche… psiche…" (M.L. Pastorino, op. cit. pag. 122) in cui "il Rimedio floreale agisce come input, permettendo un'evoluzione del contesto anche in assenza di un'elabora un'elaborazione zione consa pevole di tale tale processo." (M.A. Balzola, op.cit. pag.118). L'assunzione di psicofarmaci non influenza in alcun modo la produzione onirica, anzi a volte, inibendo il sonno REM, tende a bloccarla. Il materiale emergente nel sogno pu ò essere o meno utilizzato per un'elaborazione psicoterapeutica, psicoterapeutica, ed é esprime di per s , come nel caso del Sig. T. una trasformazione profonda. Per concludere si può  considerare come la prescrizione del rimedio naturale, per molti pazienti, sia indice di una maggior attenzione, di una presa in carico pi ù completa da parte del terapeuta, cos ì come l'utilizzo dello psicofarmaco significhi per alcuni una maggior consapevolezza da parte del terapeuta della verit à ed importanza della sofferenza sottostante alla sintomatologia. Di fatto, l'approccio all ’individuo, tipico della Floriterapia contagia e modifica le modalit à relazionali di prescrizione del farmaco. “Nel terapeuta che ascolta e risuona empaticamente, empaticam ente, si attiva il paziente interno; similmente, nel paziente viene attivato il medico interno, la capacit à cio cioèè di holding emotivo, di prendersi cura di se stesso" (R. Tolentino, op. cit.). Lo stesso psicofarmaco si inserisce in una dimensione di maggiore responsabilità ed attivit à del paziente, che diviene così co-terapeuta; viene utilizzato nell' ambito di "una griglia di lettura condivisa che si struttura come rete mentale capace di cogliere, comprendere e trasformare i fenomeni emotivi." (R.Tolentino, op.cit. pag. 37). 

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BIBLIOGRAFIA

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Per riferimento bibliografico: TOLENTINO R. - Floriterapia e psicofarmaci. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N°2, 2000, pagg. 30-34. Indirizzo dell’Autore: Dr. Ruben Tolentino  –  Psichiatra, Psicoterapeuta –  c/o Centro Psicosociale di Rho (MI) Indirizzo: Via Beatrice D’Este, 28 - I-20017 Rho (MI) Febbraio 2000

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A. Cignetti

Il“sistema”denti emozioni:  la medicina odontoiatrica  e la Floriterapia di Bach  The teeth-emotional “system”: dentistry and Bach Flower Therapy

RIASSUNTO: Dopo aver osservato centinaia di pazienti sofferenti da varie patologie odontoiatriche e posturali ed aver valutato le origini di tali disturbi sia meccanici che biochimici, l’Autore mette in evidenza un intervento sulla natura emozionale delle disfunzioni, oltre che clinico strumentale, rilevando una serie di riscontri che lo portano a formulare una mappa empirica di collegamenti fra denti, ATM ed emozioni. Il trattamento clinico (riabilitazione odontoiatrica e mandibolo-posturale), la Floriterapia di Bach, le tecniche riabilitative meccaniche e psicologiche sono di valido aiuto diagnostico e terapeutico.

PAROLE CHIAVE: MEDICINA ODONTOIATRICA, ATM, DENTI, POSTURA, EMOZIONI, FLORITERAPIA DI BACH SUMMARY: After visiting hundred of patients with different kind of dentistry and postural pathologies and evaluation of the origin of these pathologies, mechanical and biochimical, the Author underlines the approach on the emotional nature of these dysfunctions, besides the clinical approach. A long series of comparisons led the Author to create a map on the relationships between the teeth, the TMJ and the emotions. The clinical treatment of dentistry and  TMJ postural rehabilitation, the use of Bach Flower Remedies and different types of mechanical and psychological  rehabilitative techniques, are certainly a great help for the definition of the diagnosis and therapy.

KEY WORDS:  DENTISTRY, TMJ, TEETH, POSTURE, EMOTIONS, BACH FLOWER REMEDIES 

odontoiatria sta vivendo attualmente un nuovo fervore con ricerche mirate alla valutazione di possibili danni iatrogeni a livello locale e sugli organi associati secondo le corrispondenze del Dott. VOLL. Questi danni sono già conosciuti a chi pratica l’Omotossicologia, l’Omeopatia, l’E.A.V. e la Medicina Biologica. Nasce così, di fatto, una nuova specialità: LA MEDICINA ODONTOIATRICA. L’indirizzo di ricerca si fonda sul concetto OLISTICO nella valutazione diagnostica. Esiste il malato e non la malattia, allargando i confini della propria competenza ai rapporti che i denti hanno con tutto l’organismo e viceversa, essendo l’uomo un “sistema aperto”. Materiali, ATM, denti, postura ed emozioni diventano materia di studio  prima

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e di terapia successivamente. Secondo la nostra esperienza professionale su centinaia di pazienti abbiamo riscontrato che la parte emozionale gioca un ruolo importante sia sulla struttura stomatognatica che sulla postura. Secondo la nostra esperienza (dieci anni)

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abbiamo impostato una ricerca che ci ha portato a formulare una mappa empirica di correlazione DENTE-EMOZIONI con un riscontro sorprendente ed un ampliamento della valutazione del soggetto con la possibilit à  di ottimizzare l ’intervento ed eventualmente affidare l ’assistito ad altra competenza specialistica. Regola questa gi à ampiamente verificata nella nostra pratica di posturologia. Questa esperienza ha fornito lo spunto per i primi interrogativi. Come mai un dente si “ammala ”  in assenza di elementi chimico fisici? Perch é proprio quello e non altri? Perché  si associa il dente con il controlaterale, oppure: solo a dx piuttosto che a sn, ed ancora perch é sopra a dx e sotto a sn? L’articolazione temporo mandibolare alterata, a quali stimoli risponde? In alcuni casi le risposte sono già conosciute, vedi lo stress quotidiano divenuto ormai cronico, eventi luttuosi, traumi fisici prolungati, tensioni che, scaricandosi attraverso il digri-

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A.M.I.F. emotivamente ed è molto sofferente, è di grande aiuto massaggiare dolcemente la zona della radice da trattare con il rimedio selezionato secondo la Mappa Denti Emozioni (Figg. 1-2). È utile somministrare nello spazio sotto linguale alcune gocce dello stesso rimedio, prima ancora di trattare la zona con anestesia. Abbiamo notato che il terreno emozionale coinvolto comprende zone edentule, segno di un ricordo profondo. Assumendo lo stesso rimedio, l ’operatore rimane immune dall ’eventuale coinvolgimento emozionale del paziente sia per le rimozioni di manufatti protesici che di otturazioni. Il materiale contribuisce, con le proprie tossine, ad un ’informazione emozionale del vissuto che si lega con la postura. Una riabilitazione dell ’articolazione temporo mandibolare non può essere presa in considerazione senza aver formulato una diagnosi emozionale e psichica del paziente.

Fig. 1

gnamento notturno, determinano uno spostamento dell ’elemento dentario. Di conseguenza si spiega perch è un aggiustamento muscolare a distanza dissipi la tensione in generale. Lo spostamento dei denti interessa l ’A.T.M. con aggiustamenti posturali continui. Ciò che ci ha incuriosito è: perché durante questi periodi si sposta più a dx che a Sn o viceversa? Crediamo che lo spostamento del dente di fatto sposti anche la percezione di s é  e del proprio spazio corporeo. Stiamo parlando della struttura che VOLL definisce ODONTONE con le correlazioni e collegamenti conseguenti. Abbiamo approntato una cartella-intervista con le affezioni odontoiatriche associate. Le risposte pervenute con questo ausilio sono indicate nella mappa delle correlazioni. Con questa codificazione empirica si possono “leggere ” le impronte delle emozioni vissute dal soggetto, come sono state incise sugli elementi dentari, vere e proprie stimmate del mal vissuto. Inizia un percorso a ritroso nel tempo con fatti ed eventi accaduti, per un ’ulteriore ricerca diagnostico emozionale. La postura che rappresenta l ’individuo nella sua interezza non può  essere separata dalla posizione dentale, sia come aspetto meccanico che emozionale. Si allarga così  la visione (concentrata sul cavo orale) a tutto l’organismo. Si deve porre molta attenzione alla valutazione dello stato generale dei denti (otturazioni, denti mancanti, denti spostati, residui dentari, ecc.) e a dove è situata la lesione. Terapeuticamente è  di grande aiuto la Floriterapia di Bach. Prima di intervenire sul dente con le sue informazioni emozionali, quando il soggetto è  fortemente coinvolto

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Uso dei Fiori di Bach in medicina odontoiatrica Dalla Fig. 1 possiamo avere un indirizzo non verbale dei fiori da somministrare, pi ù centrato sulla problematica emozionale. Ad esempio: se dobbiamo intervenire su un sesto inferiore, essendo esso in relazione con la rappresentazione di uno dei genitori (PAURA), la scelta del rimedio è: ROCK ROSE se dovremo intervenire meccanicamente, per estrazioni, interventi chirurgici ecc.. MIMULUS per ablazioni di tartaro, piccoli interventi non traumatici. ASPEN per chi non dorme la notte prima dell'incontro con l’odontoiatra, ecc.. CHERRY PLUM per le devitalizzazioni, i trattamenti canalari, ecc.. RED CHESTNUT per chi accompagna alla visita odontoiatrica i figli trasmettendo la propria paura, ecc. È da prendere in considerazione anche il sesso dell'operatore: se il sesto interessato appartiene ad un individuo dello stesso sesso del genitore, pu ò aumentare la paura. •









Caso posturo-emozionale trattato con riabilitazione, fiori di Bach e trattamento psicologico Una giovane donna di 34 anni con problemi odontoiatrici, gnatologici, posturali e con sindrome algico disfunzionale correlata a tutto il rachide, afflitta da una scoliosi di media gravità, viene alla nostra osservazione per un inquadramento diagnostico. L'esame gnatologico mostra un ’alterazione dell'ATM, l'allineamento dei denti secondo le curve di SPEE è alterato, la zona dei molari superiori ed inferiori è  fortemente compromessa da devitalizzazioni e carie. L'esame posturale mostra

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A.M.I.F. un evidente disallineamento dei cingoli scapolari e pelvici con appoggio plantare scorretto. Al riscontro con la modifica degli appoggi dentari e quindi mandibolare, vi è  notevole miglioramento posturale. Somministrando RESCUE REMEDY, la postura migliora ulteriormente. La diagnosi è: sindrome disfunzionale dell'ATM di natura meccanico emozionale con correlazione a tutto il rachide, problemi posturali di natura mista, (ascendenti e discendenti). Non era possibile in quel momento definire l ’esatta eziologia.

È  stata intrapresa una terapia meccanica con presidi masticatori. Poiché  il riscontro delle STIMMATE sui denti segnalavano una sofferenza emozionale attiva, del mal vissuto famigliare con il padre, abbiamo somministrato STAR  OF BETHLEHEM per lo shock e WALNUT per il cambiamento. Inoltre: ARNICA MONTANA 200CH una volta settimana per tre somministrazioni, per le modificazioni sul soma. Con l'avanzamento della terapia si è osservato un cambiamento della paziente sia sotto l'aspetto posturale che emotivo. Gli “aggiustamenti” di somministrazione dei rimedi floriterapici hanno seguito le diagnosi pro tempore dai denti e dal soma.

Mappa Denti Emozioni  C I G N E T T I  

Nella parte SINISTRA, c ’è  il rapporto con se stessi  quindi con il genitore  dello stesso sesso.

Nella parte DESTRA abbiamo la rappresentazione dell ’ altro sesso: la parte  destra di un maschio rappresenta la parte  femminile che un uomo ha incontrato  nella vita, la madre in particolare, e successivamente la fidanzata, la moglie, ecc.; mentre per la femmina rappresenta  il rapporto con il padre, con il marito e  con l ’ uomo in genere.

Incisivi  Sono in relazione alla PAURA, soprattutto gli incisivi inferiori abrasi.

Canini  Sono in relazione alla RABBIA: CANINO Superiore - riferimento a se stesso  CANINO Inferiore - riferimento alla famiglia di nascita.

Quarti e Quinti  Sono legati alla polarit à   dell ’ individuo:  QUARTO Superiore - rappresenta la vita attuale  QUARTO Inferiore - rappresenta la vita remota 

Sesti  Sono collegati ad eventi traumatici avuti con genitori  o con persone maschili o femminili intorno a sei anni. È  un elemento molto importante CONNESSO A SE STESSI. SESTO Superiore - se stesso padre o madre  SESTO Inferiore - padre o madre 

Settimi  Sono in relazione con lo sviluppo intorno ai 14 anni (l ’8   0%).

Ottavi  Sono in relazione al ventunesimo anno di et à  e con il sistema immunitario; i cinesi dicevano che il sistema immunitario è  perfetto quando i denti del giudizio sono in posizione ed in relazione tra loro 

Fig. 2 

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Fig. 3 

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Per l ’e  ccessiva cura del benessere altrui 

Per la depressione e disperazione  • • • • • • • •

LARCH  per chi manca di fiducia in s é  stesso. P INE  per chi si accusa da solo, chi si sente colpevole. E LM  per chi ha molte capacit à  e frequentemente forti responsabilit à.  S WEET  C HESTNUT  per quando ci si trova in un momento di massima  disperazione e sconforto. S TAR OF B ETHLEHEM per schock, dolore, strapazzi; per chi ha bisogno  di consolazione e conforto. W ILLOW  per chi soffre con amarezza e risentimento anche una pic-  cola avversit à;  coloro che colpevolizzano gli altri e sono egoisti. O AK  forte, fedele, paziente, responsabile, l ’i ndividuo che sopporta forti dolori senza manifestarlo. C RAB APPLE  il rimedio che purifica, per chi si sente in un certo senso  sporco, contaminato.









Per insufficiente interesse alle circostanze • •

• •



• •

C LEMATIS  per persone sognatrici, assenti, senza concentrazione e  vitalit à,  persone quiete senza un vero interesse per il presente. H ONEYSUCK  per la nostalgia, per quelli che vivono molto nel passa-  to, amori passati, felicit à,  infelicit à,  lamenti, successi o insuccessi:  vivono con le proprie memorie. W ILD  R OSE  per la rassegnazione, per chi si arrende, per il fatalista, per “ chi si lascia andare ”.  O LIVE per chi soffre di forte esaurimento fisico e mentale, non ha pi ù  forza, dopo lunghe malattie, superlavoro o preoccupazioni. Quando si è  esausti fisicamente e mentalmente. W HITE  C HESTNUT  quando vi è  un continuo ripetersi degli stessi pen-  sieri, continuo mormorio interno, preoccupazioni, confusione men-  tale. I sintomi sono: astenia, insonnia, confusione, depressione, pensieri di colpevolezza, cefalea. M USTARD  per la depressione, senza apparentemente motivo, melan-  conia. La gioia e la serenit à   vengono cancellate. C HESTNUT  B UD  per coloro che non riescono ad imparare dall ’e  spe-  rienza e perseverano nel commettere gli stessi errori. Possono esse-  re trascurati, scoordinati, lenti nell ’a  pprendere, disattenti e a volte  danno l ’i mpressione di essere mentalmente ritardati.



Per la solitudine  •





Per la paura  •









R OCK  R OSE  per il pronto soccorso, malattia improvvisa o incidente, per forti paure, terrore, panico, isterismo. I sintomi possono essere:  paralisi, perdita di coscienza, improvvisa sordit à   o cecit à , freddo, tremolio, perdita di controllo. M IMULUS  per la paura dell ’a  mbiente esterno, del dolore, di inciden-  ti, dell ’a  cqua, del buio, della malattia, della morte, di essere soli. I  sintomi possono essere: balbuzie, facilit à   ad arrossire, problemi ai  seni nasali (naso che cola/occhi), controversie, timidezza. C HERRY  P LUM  per la disperazione, impulsi improvvisi, esaurimento  nervoso, paura suicida, ossessiva. I sintomi possono essere: pallore, occhi sbarrati, agitazione, continuo questionare. E ’  come una gan-  grena mentale. Molto crudele verso s é  stesso. ASPEN  per paure psicologiche di origine ignota, apprensione improv-  visa, paura di un potere o di una forza invisibile, paura di dormire, dei sogni. I sintomi possono essere: cefalea, dolore oculare, sudo-  razioni, tremolii, svenimenti improvvisi. R ED  C HESTNUT  per chi è  ansioso per gli altri, per chi anticipa i guai, si preoccupa per i problemi altrui, per chi proietta le ansiet à. 

C HICORY  per coloro in grado di donare un sincero amore ma che in  fase negativa diventa possessivo. Il loro egoismo e autocommisera-  zione li fa essere troppo preoccupati delle relazioni proprie verso gli  altri. Possono diventare critici, ansiosi, noiosi, in cerca di attenzio-  ne. Desiderano avere i propri cari vicino per indirizzare le proprie  azioni. “ Mammoni ”,  sono bambini in cerca di attenzioni. V ERVAIN : persone piene di forza, entusiaste, che dominano e accen-  trano. I sintomi possono essere: tensione fisica, strappi muscolari, cefalea, stanchezza oculare, sovreccitazione. V INE : persone capaci, sicure di s é  tendenti ad usare la propria auto-  rit à   per ottenere potere e dominio sugli altri. Possono essere arro-  ganti, ambiziose, rigide, severe, violente, crudeli. Richiedono ubbe-  dienza. Soffrono di estrema tensione, durezza fisica, problemi lom-  bari, ipertensione. B EECH  per chi è  critico, insoddisfatto, intollerante, irritabile, si sente  sempre in errore. Esige precisione, ordine e disciplina. Persone arro-  ganti che compiangono gli altri, pronti al giudizio. I sintomi si mani-  festano verso la zona superiore del torace, rigidit à  in regione man-  dibolare, arti superiori e mani. R OCK  W ATER :  persone molto severe che si negano a se stesse, hanno  forti convinzioni di ci ò   che è   giusto. Alla ricerca della perfezione, sono bloccate dall ’e  ccessivo sforzo per di raggiungerla. Sono persone  eccessivamente preoccupate della dieta, dell ’a  more, della moralit à. 

W ATER  V IOLET  per chi desidera stare da solo; sono riservati, orgoglio-  si, quieti ed appartati, evitano le liti, introversi, tolleranti, non inter-  ferenti. Possono soffrire di rigidit à   fisica e tensione poich é,  spesso, la loro  energia è  bloccata. I MPATIENS  per quelle persone impazienti che non sopportano legami, preferiscono lavorare da soli al proprio ritmo, irritabili, impulsivi, impetuosi, attivi e intelligenti, inclini agli incidenti. I sintomi posso-  no includere: improvvisi dolori, crampi, tensione muscolare lomba-  re, cervicale, alla mandibola, indigestione. H EATHER  persone che desiderano l ’a  ttenzione degli altri, molto  comunicative, non sopportano la solitudine, piene di paure, vivono  con l ’e  nergia degli altri. Accentratori, si mettono sempre a fianco  degli altri, mancano di interesse verso gli altri, ipocondriaci.

Per la eccessiva sensibilit à  •







AGRIMONY persone che appaiono felici, gioviali ma nascondono tor-  menti mentali e preoccupazioni. Senza pace, cercano emozioni e  attivit à  per superare i problemi. Ricorrono spesso a droghe o alcol. Evitano le discussioni, ma sono tese e nervose. Quando sono  ammalati sono allegri. C ENTAURY  persone timide, quiete, gentili, convenzionali, ansiose di  piacere, servili. Sono legate ad una persona dalla personalit à  pi ù  spiccata. I sintomi possono manifestarsi sulle spalle o sul dorso, viso  pallido con occhiaie, stanno sedute inclinate. W ALNUT  per chi necessita di protezione quando la vita è   attraversa-  ta da grandi cambiamenti: dentizione, pubert à , una nuova scuo-  la/carriera/lavoro, significativo cambiamento mentale, emotivo o  fisico. H OLLY  per qualsiasi stato fortemente negativo: odio, gelosia, amarez-  za, desiderio di possesso, furia, sospetto, vendetta, astio, violenza, cattivo temperamento, disprezzo, irritazione, egoismo, frustazione.

I Fiori di Bach in Medicina Ortodontoiatrica.

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A.M.I.F. Si è giunti nel tempo alla vera problematica emozionale vissuta dalla paziente: una violenza vissuta in tenera et à, e mai sopita, che aveva bloccato prima, e distorto poi, il suo corpo, la sua masticazione, il gusto stesso della vita. Sono intervenuti altri Colleghi,specialisti della parte emozionale,con terapie volte a far rivivere alla stessa, le situazioni emotive con regressioni della memoria vigile, per liberarla da questo enorme peso. Nel frattempo la terapia riabilitativa meccanica odontoiatrica posturale è proseguita con successo con l’ausilio delle terapie emozionali, Floriterapiche di Bach, Omeopatiche ed Omotossicologiche. In Fig. 3 sono evidenti i risultati raggiunti con la soddisfazione di tutti: la sintomatologia si è ridotta del 70% nei primi tre mesi, per poi attenuarsi completamente.

  LETTERATURA:

1. BRICOT B. – La Riprogrammazione Posturale Globale. Sauramps Medical Ed., 1996. 2. CIGNETTI A. – Postura e performance sportiva: rapporti tra disfunzione dell’ATM ed algie del rachide. Valutazioni ed approccio terapeutico. La Med. Biol. 3, 1997, pagg. 72-76. 3. LOWEN A. – Arrendersi al Corpo. Astrolabio Ed., 1994 4. LOWEN A. – Amore sesso e cuore. Astrolabio Ed., 1988 5. LOWEN A. – La spiritualità del corpo. Astrolabio Ed., 1990 6. SCHEFFER M., STORL W. D.– Le piante per la psiche. Ipsa Ed., 1991 7. RICCIARDI P.M. – Biocibernetica dello Stress. Guna Ed., Milano 1995 8. RICCIARDI P.M., CIGNETTI A. – Posturologia Olistica. Marrapese Ed., 1997

Per riferimento bibliografico: CIGNETTI A. - Il “sistema” denti emozioni: la medicina odontoiatrica e la Floriterapia di Bach. Atti del 2° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N°2, 2000, pagg. 35-39. Indirizzo dell’Autore:

Conclusioni Possiamo senza dubbio affermare che questo caso si è avvalso di una “lettura” ampia e completa, con l'ausilio di questa prima Mappa di correlazione denti emozioni, della medicina odontoiatrica e della Floriterapia di Bach. La Floriterapia, l'Omeopatia, l'Omotossicologia, la Kinesiologia, l'E.A.V., l'Allopatia, sono il giusto riscontro per una buona diagnosi prima ed una buona terapia dopo,considerando che siamo solo alla PREISTORIA DEL FUTURO. 

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Dr. Alessandro Cignetti  –  Specialista in Odontoiatria –  Consulente ufficiale della Federazione Nazionale di Canottaggio –  Docente A.I.O.T. Indirizzo: Vicolo del Borghetto, 20 - 00187 Roma e-mail: [email protected] Marzo 2000

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P.M. Ricciardi

Le tecniche  di biorisonanza:  Fiori di Bach e rachide  Bioresonance techniques: Bach Flowers and rachis

RIASSUNTO: Il lavoro affronta il problema dell’informazione elettromagnetica come segnale biologico in grado di modificare la postura. Sono stati testati colori, suoni e le corrispondenti frequenze dei fiori di Bach per l’applicazione su determinate zone del rachide e delle articolazioni.

PAROLE CHIAVE: FIORI DI BACH, COLORI, NOTE MUSICALI, POSTURA, SCHEMA CORPOREO, CONTROLLO A FEEDBACK, FEEDPOWER

SUMMARY:  The Author investigates electromagnetic information as a biologic signal, able to affect posture. Colours, sounds and the correspondent Bach Flowers’ frequencies were tested for application on particular zones of  the rachis and of the joints.

KEY WORDS:  BACH FLOWERS, COLOURS, MUSICAL NOTES, POSTURE, BODY SCHEMES, FEEDBACK CONTROL, FEEDPOWER

i definisce organismo vivente un sistema in grado di mantenere stabile la propria morfologia e costanti le proprietà generali, grazie ad un continuo flusso di materiali, di energia ed informazioni. Le informazioni genetiche consentono la sintesi delle proteine e sono legate alla trasmissione, da una generazione all’altra, degli acidi nucleici; le informazioni endogene e quelle ambientali servono al mantenimento della omeostasi dinamica (l’Uomo è un sistema aperto). La prima cellula era già un sistema autoregolantesi, con la membrana polarizzata, con un metabolismo proprio, con la capacità di crescere e riprodursi e di comunicare attraverso le onde elettromagnetiche con le altre cellule. La nascita della cibernetica, nel 1948, intesa come scienza dei metodi di comunicazione e di controllo, comuni a macchine e ad esseri viventi, è riuscita a cambiare il modo statico di intendere la biologia. Nel feedback (retroazione) negativo il sistema diventa stabile perch é  un singolo elemento della catena esercita un controllo sul successivo attraverso una azione inversamente proporzionale a quella che su di esso esercita l’elemento precedente. L’Uomo è  sottoposto a molteplici oscillazioni elettromagnetiche provenienti dal Cosmo, dalla Terra e da quelle pro-

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vocate dal progresso tecnologico come i telefoni cellulari, le onde radio televisive, i satelliti, ecc. Ogni essere vivente emette oscillazioni EM di diversa intensità-frequenza e durata che si propagano con la velocità della luce e che informano costantemente il cervello sulla situazione periferica, contribuendo al mantenimento della omeostasi dinamica dell’organismo stesso. L’Uomo è un sistema aperto che subisce l’influenza dell’alimentazione, delle radiazioni, del buco dell ’ozono, dell’acqua e dello smog. Gli altri mezzi di informazione (vie nervose, neurotrasmettitori, sinapsi, ecc.) sono più  lenti delle onde EM. Quando le frequenze EM diventano incoerenti e disarmoniche si producono le malattie. Studi di Fisici come Popp, Ageno, Del Giudice hanno dimostrato come nei sistemi coerenti si ha lo stato di salute, che i cinesi, migliaia di anni or sono, hanno chiamato armonia del Qi. La Terra compie un giro al giorno su se stessa ed un giro all’anno intorno al Sole: è circondata da uno strato di gas di 1000 km; nello strato inferiore della troposfera è possibile la vita per la presenza di ossigeno ed altri elementi . Il pianeta Terra è un enorme condensatore: il polo positivo è rappresentato dal Cosmo stesso. Questo condensatore si sca•

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A.M.I.F. a 88-108 Mhz (radio FM) penetrano fino a 4 cm nel cervello e cristallino a 175-216 Mhz (banda UHF televisiva) interessano l’età evolutiva a 614-854 Mhz (banda V televisiva) penetrano nel cervello a 2450 Mhz-2,5 Ghz (radar, satelliti TV, forni a microonde) danneggiano le cellule del sangue e gli occhi a 10-100 Ghz (forni industriali, satelliti) danneggiano il sangue e il tessuto adiposo. Nel 1985 Mikolajczyck (Polonia) ha verificato che su 100 donne in gravidanza lavoratrici sui terminali sono avvenuti 36 aborti. L’OMS nel 1985 fa riferimento alle protezioni dalle radiazioni non ionizzanti per i lavoratori ai terminali video. Nel 1988 Goldhaber ha riscontrato anomalie genetiche negli operatori ai terminali per pi ù di 5 ore settimanali. Nel 1988 Modan fa riferimento ai tumori cerebrali in s oggetti esposti ai campi magnetici. Milham ha evidenziato recentemente un incremento delle leucemie in radioamatori. Sono state consigliate distanze di 2-3 metri dai cavi elettrici, lampade al neon, radio, televisioni, radiosveglie; si dovrebbe stare a debita distanza dagli orologi al quarzo e dai forni a microonde. Wolkrot, esperto della Siemens, ha affermato che ci sarebbero almeno 6.000.000 di ricoveri in pi ù  nel 1990 in Germania (10% della popolazione) per danni da radiazioni elettromagnetiche. Dal 1975 al 1990 l’emissione di radioonde è  aumentata del 300%. Sono aumentati i seguenti sintomi: dolori articolari tumori turbe psichiche problemi cariocircolatori malattie autoimmuni malattie allergiche intolleranze alimentari turbe del sonno cefalee astenia e malessere generale anomalie posturali. Studiosi dei campi elettromagnetici come Ludwig, Morell, Scott, Morley, Voll, Schmidt, Pflaum, Schimmel, Popp, Prigogine ed altri hanno evidenziato l ’importanza in biologia dei campi elettromagnetici ed hanno, negli ultimi anni, creato apparecchiature in grado di testare ed agire terapeuticamente con le frequenze elettromagnetiche deboli. La validità della concezione empirica cinese (di oltre 3000 anni) è  stata verificata dagli studi di Pischinger, Reckeweg, Kelner, Bossy e presso l’Istituto Boltzmann (Vienna). Nasce così  negli anni ´50 l’organometria funzionale di Voll con scopi diagnostici e terapeutici. A questa, negli anni ´60 -´70 fa seguito la BFD di Schmidt e Pflaumm, oggi molto diffusa in Australia, e alla fine degli •

Goethe affermava che il colore è figlio di

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due forze cosmiche (LUCE - BUIO). Rosso + Giallo = Arancione Giallo + Blu = Verde Blu + Rosso = Viola Lunghezza d'onda (lambda): Rosso = 620nm - Giallo = 550nm Arancione = 590nm - Verde = 510nm Blu = 475nm - Indaco = 450nm Viola = 425nm.

• Secondo la Biofisica i colori primari sono il verde, il rosso ed il blu (perché se li sovrapponiamo otteniamo il bianco).

• Nell’Arte Figurativa i colori primari sono il rosso, il giallo ed il blu poiché mescolandoli tra di loro si ottengono tutti i colori.

rica continuamente è viene ricaricato dai temporali che sono circa 2000 al secondo. Dopo l’inquinamento dei cibi, dell’aria, dell’acqua stiamo vivendo, oggi, l’inquinamento elettromagnetico legato ai cavi elettrici, ai ponti radio, alle antenne emittenti, ai radar, ecc. che vanno a disturbare le onde armoniche necessarie alla salute. Le costruzioni in cemento armato (gabbie Faraday) hanno aggravato il fenomeno formando una barriera contro le onde armoniche positive naturali. Dopo gli ormai accertati danni legati alla radioattività, sono oggi in espansione i danni legati alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti. Nel 1935 Haveline annotava i disturbi pi ù frequenti legati allo smog elettromagnetico come astenia, ipotonia muscolare, cefalee, alcalosi ematica, difetto di concentrazione e disturbi della memoria, irritabilità, ecc.: gli organi più colpiti sembrano essere l’intestino, la pelle, i polmoni, il pancreas ed i reni. L’EPA (agenzia ufficiale USA per la protezione ambientale), nel giugno del 1990, ha pubblicato il catalogo dei campi magnetici disturbanti come le linee ad alta tensione, gli impianti domestici, le onde radiotelevisive, ecc. Depris ha elencato gli effetti biologici a seconda della lunghezza d’onda: a 25-30 Mhz (usate dai radioamatori, CB) penetrano nell’osso, nel cervello, nel midollo spinale e nel cristallino •

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A.M.I.F. anni ´70 il Vegatest di Schimmel ed il MORA (terapia di Morell e Rasche). Mentre la Medicina Allopatica pone in risalto i danni morfofunzionali dei vari organi con le relative alterazioni cellulari, queste tecniche pongono al centro del proprio studio le modificazioni elettromagnetiche ovvero la diagnostica funzionale, considerando che i danni funzionali precedono, se non trattati, i danni organici. Il ponte che unisce questi due concetti è l’Omotossicologia di Reckeweg. L’energia che si produce in ogni processo chimico può  essere testata con la misurazione, attraverso dei microamperometri, del potenziale elettromagnetico, essendo l’elettricità  una manifestazione energetica (Kofler). Tra i buoni conduttori bisogna ricordare la linfa. I cinesi identificarono nei Meridiani le vie linfatiche dove circolava, alla velocità  della luce, l’energia elettromagnetica (comunicazione senza fili). Attraverso un ohmometro è possibile, letteralmente, misurare tale energia. Recenti ricerche dell’Istituto Boltzmann di Vienna hanno dimostrato come il potenziale elettrico dei punti agopunturistici sia diverso dagli altri punti dell ’epidermide. L’EAV di Voll ci consente, attraverso le misurazioni dei punti, di valutare se una malattia si trovi nella fase umorale o cellulare secondo Reckeweg. Ogni essere vivente riceve ed emette delle oscillazioni EM di diversa intensità, frequenza e durata oltre che di forma d’onda, propagandosi alla velocità  della luce, informando l’intero organismo del proprio stato fisico attuale, in maniera che il cervello, attraverso le onde EM, possa intervenire con delle risposte appropriate per il mantenimento della omeostasi dinamica. Quando il punto di agopuntura è in condizioni di equilibrio ha una forza elettromotrice di 0,87 Volt, una resistivit à di 95 K Ω ed una intensità di 10 µA, che si deve opporre a quella erogata dal puntale di misurazione: produrrà un valore stazionario riportato nelle unità di misura in 50 US. Poiché la corrente di misura è positiva e viene applicata ad un punto di agopuntura elettricamente negativo, dato che cariche di segno opposto si annullano, per avere un valore stabile, la forza elettromotrice del punto deve essere alimentata continuamente dall'organo che vi corrisponde da un punto di vista elettromagnetico. Quando ci ò non accade si produce la caduta dell’indice, ovvero una diminuzione, talvolta notevole, del valore sulla scala del punto misurato. Grazie a queste osservazioni Morell ipotizzò che i farmaci emettessero delle radiazioni elettromagnetiche, comportandosi come onde radio; pensò quindi alla possibilità di captarle, modularle, trasmetterle ed immetterle nel circuito di misurazione del paziente. Nel 1974 l’ing. Rasche costruì il primo ricetrasmettitore delle frequenze dei farmaci (TSE =Test Sender Empf änger). Ciò  servì a spiegare scientificamente quello che Voll aveva intuito molti anni prima, ossia il

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test dei farmaci. La differenza tra farmaci omeopatici ed allopatici, alla luce di questi fatti, sta principalmente nel fatto che i prodotti omeopatici al di sopra del numero di Avogadro (D23) agirebbero solo attraverso le frequenze elettromagnetiche mentre gli allopatici, costituiti da molecole agirebbero, oltre che per via EM, anche per via biochimica. Non potendo testare con un oscilloscopio tali frequenze, a causa dei rumori di fondo, Brugemann coniò il termine di energie ultrafini ovvero biologicamente efficaci e documentabili (attualmente non ancora misurabili). Vennero usati filtri elettronici che consentivano il passaggio solo di determinate frequenze. D’altra parte se un pianoforte ed una tromba suonano la stessa nota musicale (ad es. un LA che ha una frequenza di 440 Hz) si riesce facilmente a riconoscere lo strumento da cui la nota è stata prodotta. Ciò vale anche per i diversi farmaci che hanno la stessa frequenza ma sono diversi negli effetti. Morell ideò così il MORA, strumento in grado di ricevere i segnali EM del corpo attraverso degli elettrodi di superficie, modificandoli e restituendoli modificati al corpo stesso con altri elettrodi. Le frequenze armoniche vengono fatte passare direttamente, mentre quelle disarmoniche, patologiche, vengono invertite. Le frequenze armoniche sono quelle le cui semifasi sono uguali per forma e ampiezza, sinusoidali al di sopra e al di sotto della linea di base. Il MORA serve a cancellare le frequenze patologiche EM del paziente ostacolando più o meno gravemente i meccanismi di autoregolazione. Con queste tecniche è  possibile testare, oltre agli organi stressati, anche le intolleranze alimentari, lo stress geopatico ed i campi di disturbo focali, spesso responsabili dei blocchi energetici registrabili con le tecniche di biorisonanza. Negli anni ´20 a Chicago nacque l’Ecologia Clinica ad opera di Randolph che aveva osservato come l ’esclusione di alcuni cibi dalla dieta comportasse un miglioramento di determinate patologie. Grazie alle tecniche di biorisonanza, oggi è possibile testare i cibi ed osservare l’eventuale caduta dell’indice come positività  allergica o ipersensibilizzante; attraverso la sospensione per due-tre mesi degli alimenti incriminati e la terapia MORA di desensibilizzazione è possibile sbloccare la situazione anomala o patologica.

Le tre coppie base sono legate ai foglietti embrionari:

• Rosso/Verde • Giallo/Viola • Blu/Arancione

Do/Fa Re/Si Sol/Mi

MESODERMA ENDODERMA ECTODERMA

• Per la Psicologia i colori primari sono : il Rosso - il Giallo - il Verde - il Blu - il Bianco il Nero (test di Luscher)

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A.M.I.F. La British Nutritional Foundation suggerisce la seguente classificazione: Reazioni acute IgE mediate (orticaria, ecc) Reazioni farmacologiche [insonnia da caffeina (che inibisce la colinesterasi)] Reazioni da conservanti e coloranti Intolleranza a determinati cibi (allergie mascherate) e dipendenze alimentari. La geobiologia nata trenta anni or sono studia le influenze esercitate dalle rediazioni EM cosmotelluriche sugli esseri viventi e sulle piante. Per geopatia si intendono tutte le influenze elettromagnetiche in grado di scatenare malattie, provenienti dai campi di forza (falde acquifere) e dai campi EM terrestri (rete Hartmann e Curry). Tutti i materiali emettono radiazioni EM. Oggi alla radiazioni naturali (atmospherics o spherics) si aggiungono quelle artificiali (tecnics) con interferenze per gli esseri viventi. • •

• •

Il rachide cervicale è diviso in tre ottave e con i colori che vanno dal Viola verso il Rosso. Al di sopra del Viola c’è l’ultravioletto e al di sotto del Rosso l’infrarosso (bacino - perineo).

Gli studi di Carpenter hanno confermato i rischi delle esposizioni ai campi elettromagnetici (EM) nei confronti dei tumori solidi e delle leucemie. Walling ha definito i radicali liberi come molecole, atomi e ioni paramagnetici. La ricerca sull’esistenza dei radicali liberi risale a Koch e Gomberg. E’ stato dimostrato un aumento dei radicali liberi in soggetti esposti a lungo alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, oltre che a quelle ionizzanti. Il problema che da alcuni anni viene affrontato da molti ricercatori e che risulta essere determinante, se risolto, è quello del rapporto dose-effetto. Dai dati di Wertheimer, Leeper e Savitz non si evince come un aumento delle radiazioni EM possa provocare pi ù danni al sistema immunitario rispetto a dosi basse. Secondo noi non bisogna trascurare il rapporto tra intensità, frequenza e durata del segnale EM dannoso per il nostro organismo in quanto attiverebbero la reazione di Selye dello stress con danno finale sul sistema immunitario ed aumento dei radicali liberi. L’unità di misurazione dell’assorbimento elettromagnetico è il SAR (Specific Absorption Rate) che per un uomo di corporatura media è stato fissato in 70 megahertz (MHz). Ricordiamo che le onde elettromagnetiche si dividono secondo la frequenza in: Microonde –  da 300 Megahertz a 300 GigaHertz (radar, forni, installazioni TV, satelliti) Radiofrequenze – da 300 MHz a 1 MHz (trasmissioni radiotelevisive, radionavigazione, controllo del traffico aereo) Radiazioni a bassa frequenza da 50 a 60 Hz (elettrodotti, elettrodomestici) Ultrasuoni –  onde non udibili per l’altissima frequenza (ecografia) Gli inglesi chiamano NIR (Non Ionizing Radiations) tutte le radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, che comunque, nel tempo, produrranno gli stessi danni delle pi ù note radiazioni ionizzanti. Recentemente, ad esempio, è  stato dimostrato il danno degli ultrasuoni sulle cellule per la formazione delle bolle di gas nei liquidi investiti dal fascio di ultrasuoni e loro successiva esplosione (cavitazione). L’acqua rappresenta più del 75% della composizione corporea. Pertanto siamo fiduciosi, per l’immediato futuro, che lo Stato riesca ad evitare le prevedibili forzature di Enti che dovranno schermare le emittenti EM e riesca a varare una legge simile a quella di altri Paesi Europei ed Usa. Si dovrebbe evitare la solita disposizione di legge affrettata (pertanto incompleta) che creerebbe ulteriori difficoltà applicative e di controllo tenendo in considerazione i danni da radiazioni EM ionizzanti e non ionizzanti, in espansione esponenziale negli ultimi venti anni, sulla salute e sul benessere dei cittadini e, di conseguenza, sui costi sociali. Bisogna ricordare che nell’Universo il rapporto materiaenergia è di uno ad un miliardesimo (Popp) ovvero ci sono un miliardo di quanti di energia in pi ù rispetto alla materia. •

atlante Viola/Si epistrofeo Indaco/La 3C Celeste/Sol 4C Verde/Fa 5C Arancio/Mi 6C Giallo/Re 7C Rosso/Do

L’UOMO È UNA MACCHINA EM SENSIBILE AI COLORI ED AI SUONI. VERTEBRE: 1D

2D 3D 4D 5D 6D 7D 8D 9D 10D 11D 12D 1L 2L

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Viola/Si Indaco/La Azzurro/Sol Verde/Fa Arancio/Mi Giallo/Re Rosso/Do Viola/Si Indaco/La Azzurro/Sol Arancio/Mi Giallo/Re Rosso/Do Viola/Si







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A.M.I.F. Intorno agli esseri viventi abbiamo un campo di biofotoni, che si possono misurare anche a distanza di metri: Del Bianco in Canada è riuscito a misurare questo campo, diviso in frequenze basse radio-Tv, infrarossi, luce visibile fino alle frequenze gamma. Ogni essere vivente, a determinate temperature, possiede un proprio livello di radiazione ultrafine e questo vale anche per le pietre, i metalli con i loro picchi di risonanza. L’acqua è il principale costituente dell’organismo umano ed è  una molecola che forma un angolo di 104,5° tra gli atomi di idrogeno e quello di ossigeno collegati dalle forze di Coulomb mentre si attirano tra di loro (idrogeno positivoossigeno negativo) con un legame (forze di Wan der Waals e ponti idrogeno) secondo Eisemberg-Kauzmann. I Clusters di acqua sono un insieme di molecole d’acqua. Con tecnica spettroscopica è  stato visto che a 100° 100 molecole di acqua formano i clusters (mentre a 37 ° ce ne vogliono 400). Esistono delle superfici nodali dette Kinks, come nel ferro, dove mancano i poli elettrici ma sono presenti quelli magnetici, con pareti divisorie di Bloch. Le molecole di acqua ruotano tra di loro in maniera differente ma proporzionale alla radice quadrata del numero delle molecole: così su 400 molecole (radice quadrata = 20) avremo un legame 20 volte maggiore. L’acqua è costituita da una parte liquida disordinata e da una parte cristallino-liquida ordinata. Così  non soltanto la tintura madre e le diverse diluizioni omeopatiche risuonano in maniera caratteristica con picchi maggiori tanto più  elevata è  la potenza, ma anche, come ha dimostrato Smith, con determinati segnali elettromagnetici (disponendo il soggetto alla distanza di circa 1 metro da una antenna ricevente) utilizzando diverse frequenze, dalle più basse alle più elevate. Ponendo una rete metallica tra il soggetto ed il generatore, not ò che quando la larghezza delle maglie era inferiore alla lunghezza d’onda, il dispositivo funzionava come una gabbia Faraday e quindi non lasciava passare il segnale. Il limite deve essere compreso tra il millimetro ed il centimetro: al di sotto di questi valori non succedeva nulla mentre al di sopra si producevano gli effetti. Ogni soggetto presenta, alla luce di questi esperimenti, una propria caratteristica frequenza in scala logaritmica con uno spettro individuale: questo fenomeno era noto da tempo agli omeopati ortodossi ed eterodossi. Il problema della misurazione di queste frequenze ultrafini sono i rumori di fondo anche se Froehlich di Liverpool, utilizzando i superconduttori, è riuscito ad eliminare questi rumori. Il nostro ambiente è irradiato continuamente dalla rete elettrica di 50 Hz che è un vero e proprio segnale disturbante. Secondo Charon, fisico dell’Università  di Parigi, anche il singolo elettrone è in grado di captare e mantenere l’informazione elettromagnetica.

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• Oak = rigidità nucale - tensione al m. trapezio - vertigini - eroismo - eccessivo senso del dovere - rigidit à - stanchezza per eccesso di lavoro.

• Beech = ATM - mandibola - ipercritico intollerante - pregiudizi.

• Rock Water = mialgie - artralgie scapolo-omerali - fanatismo - eccesso di autodisciplina.

• Chicory = arto sup - gonalgia - alluce valgo - è il fiore dell’amore materno - narcisismo pregiudizi - ricatti morali - avarizia possessività.

• Vervain = lombalgia - calma interiore fanatismo - polemico - entusiasta - impulsivo - fiero di se stesso. Per avere un effetto terapeutico o tossico si deve creare una risonanza; Popp ha dimostrato come i processi metabolici vengano codificati nel DNA e controllati da impulsi di fotoni e fononi. La doppia elica funzionerebbe come una ricetrasmittente di oscillazioni elettromagnetiche coerenti. L’oscillazione di base del DNA è di 702 nm=rosso=Do, che viene stimolata dalle frequenze ambientali come la rotazione terrestre o il cibo o l’impiego delle moderne tecnologie (Tv, frigorifero, luce al neon, forni a micro-onde, telefoni cellulari, ecc.). Quando gli organi non riescono a smaltire le tossine si servono dei sistemi ausiliari intesi come valvole di sfogo: avremo così per il fegato il tessuto adiposo, per i polmoni il tessuto connettivo, per il cuore la circolazione, per l ’intestino tenue l’endocrino, per la vescica le allergie, per la bile le articolazioni, per lo stomaco i nervi, per il pancreas i nervi, per l’intestino crasso la pelle. Il campo elettromagnetico produce due effetti sugli esseri viventi: il primo è la forza Lorentz su cariche mosse (ioni presenti nel sangue o nei vasi linfatici) con spostamento di carica nei tessuti ed effetti sulla polarizzazione delle membrane cellulari; l’ossigeno, essendo paramagnetico, viene attratto dai campi magnetici, con aumento della ossigenazione tissutale. Il secondo effetto è costituito dall’induzione come nei motori elettrici e nelle dinamo con formazione di una corrente pulsante e formazione di micropotenziali che agiscono

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• Rock Rose = dolori diffusi - terrore - angoscia. • Gentian = dolori alle piccole articolazioni pessimismo - scetticismo - depressione reattiva.

• Rescue Remedy [composto da cinque essenze floreali = riequilibrante il sistema nervoso (Cherry Plum - Clematis - Impatiens - Rock Rose - Star of Bethlehem)] = traumi morali e fisici.

• Centaury = mialgie diffuse - soggetto

suggestionabile - mancanza di volont à masochismo - sottomissione.

• Impatiens = dolore cervicale - difficolt à a mantenere i rapporti - fretta interiore intollerante ai ritardi - irritabilità.

• Agrimony = dolori articolari diffusi - fuga dai conflitti - allegria. a livello delle sinapsi (che operano come i transistors) e a livello del sistema neurovegetativo: una sommazione di questi micropotenziali può determinare un potenziale d’azione e generare un impulso nervoso. Il ritmo base dell’onda terrestre di Schumann (risonanza tra il globo terrestre e la sfera ionica) coincide con la frequenza dell’ippocampo (7,8 Hz) in tutti i mammiferi: questa è l’unica onda cerebrale regolare, mentre tutte le altre oscillano entro parametri minimi e massimi (onde alfa, beta, gamma, teta). La differenza tra l’elettrostimolazione transcutanea e l’Acuscope terapia ripolarizzante consiste nel fatto che, mentre nella prima la stimolazione si effettua con un treno di impulsi elettrici in grado di inserirsi e di sopraffare gli impulsi nocicettivi, per l’Acuscope l’obiettivo è  quello di riequilibrare i potenziali di membrana cellulare e, di conseguenza, il movimento ionico intra ed extracellulare. La tecnologia utilizzata si avvale di un microprocessore di tipo PAL (Programmable Array Logic). L’algoritmo di calcolo interpreta il modello matematico di un circuito parallelo equivalente dove si riflettono le caratteristiche dei fluidi extra ed intra cellulari oltre alle capacità dielettriche delle membrane cellulari. Si riesce a creare un loop macchina-paziente a biofeedback in grado di modificare i parametri elettronici della terapia con una rapida ripolarizzazione delle membrane cellulari e, di conseguenza, si produce un riequilibrio ionico.

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Attraverso i sensori posti sulle zone patologiche si valuta la bioimpedenza cutanea che viene poi elaborata dal computer per una scelta rapida del tipo di stimolazione elettrica adeguata e necessaria. L’Acuscope è stato progettato negli USA nel 1974 da ricercatori della NASA con la collaborazione della Stanford University: è un equilibratore dei potenziali elettrici cellulari che agiscono sul dolore senza interferire con il messaggio elettromagnetico neuronale. L’emissione di corrente alternata a bassa frequenza e microamperaggio viene gestita automaticamente in base al segnale biologico trasmesso dai sensori allo strumento. Si stabilisce un rapporto continuo di lettura-risposta tra i tessuti del paziente ed il computer (loop di input-output della cibernetica). L’assenza di controindicazioni, la stabilità della risposta e la rapidità della terapia (bastano poche sedute di pochi minuti l’una) con risultati che superano l’85% di positività secondo la nostra esperienza (oltre quindici anni) ci porta a continuare lo studio di questa metodica antalgica. Abbiamo inoltre scoperto casualmente che, utilizzando i sensori dei piedi e del collo, in stimolazione automatica per venti minuti, con una decina di sedute siamo riusciti a modificare la postura dei soggetti trattati valutata attraverso una pedana computerizzata (Expace 2) con notevoli variazioni rispetto ai parametri di partenza. Un’altra possibilità è  quella di utilizzare il MORA con determinate frequenze sempre con elettrodi posti in regione cervicale e sotto la pianta dei piedi. Si possono utilizzare, inoltre, tecniche di biorisonanza ultrafine. Le frequenze elettromagnetiche dei Fiori di Bach vengono utilizzate nella terapia di riprogrammazione posturale. I Fiori di Bach sono dei rimedi liquidi concentrati dei 38 fiori scoperti da Edward Bach; tali rimedi sono infusioni naturali in acqua di fonte e brandy di fiori selvatici che crescono spontaneamente in Inghilterra, eccetto Cerato (fiore originario del Tibet), Vine (fiore di vite proveniente dalla Svizzera), Olive (fiore d’ulivo di origine italiana) e Rock Water che è acqua di una sorgente locale. I fiori agirebbero sul riequilibrio delle emozioni e dello stato mentale intervenendo sul campo energetico ad elevata frequenza.  Kramer ha diviso i fiori in dodici gruppi con una mappatura precisa delle zone cutanee corrispondenti (fiori interiori ed esteriori).  Delgado (1966) affermava che gli stimoli emozionali possono nascere nella memoria, nell’ambiente, nei circuiti neuronali attivati da fenomeni chimici o elettromagnetici. Così potremo utilizzare alcuni fiori per i problemi posturali e per i dolori ossei, articolari, muscolari, tendinei o per le proiezioni metameriche. Cervicalgie=Water Violet; Articolazioni dolenti = Pine; • •

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A.M.I.F. Rigidità articolare = Rock Water; Problemi dell’ATM = Agrimony e White Chestnut; Rigidità del rachide in toto = Water Violet - Rock Water; Traumi = Star of Bethlehem; Contratture muscolari e crampi = Cherry plum-HollyOak-Impatiens; Gengivite = Rescue-Crab apple; Mal di denti = Agrimony; Tensione alle spalle = Rock Water-Elm; Algie in regione dorsale = Oak; Mandibola e braccio = Beech; Algie in regione lombare = Vervain – Vine; Dolori migranti = Scleranthus; Dolori ai glutei = Sweet chestnut; Mancanza di equilibrio = Scleranthus; Sciatalgie = Vervain-Chicory; Dolori alle mani = Chicory; Gomito = Elm; Strappi muscolari = Beech; Tensione muscolare = Impatiens; Vista = Clematis. Il Rosso/Do/Centaury è il più penetrante ma a bassa energia; contrariamente si comporta il Viola/Si/Agrimony. Il Marrone è il La minore/Rescue Remedy; il Bianco riflette tutti i colori = rumore/Crab Apple; il Nero assorbe tutti i colori = silenzio/Vervain; l’Azzurro/Sol-magg/Mustard; il Blu/Sol/Wild Oat; l’Indaco/La/ Chestnut Bud; il Verde/Fa/Vervain; l’Arancione/Mi/Mimulus; il Giallo/Re/Gorse; il Giallo scuro/Re minone/Vine. Le funzioni: strutturale-posturale, biofisica-biochimica, mentale–spirituale concorrono in ugual misura allo stato di salute (equilibrio dinamico-cibernetico). I meridiani della coppia Arancione/Mi—Blu/Sol sono quello del Cuore-Maestro del Cuore e Intestino Crasso-Pancreas. Quelli della coppia Rosso/Do—Verde/Fa sono l’Intestino Tenue-Vescica e il Rene-Polmone. Quelli dellla coppia Giallo/Re—Viola/Si sono quelli dell’Endocrino-Colecisti e Fegato-Stomaco. La terapia con i suoni - luci colorate associata ai Fiori di Bach è una terapia del profondo che non trascura la componente spirituale – mistica dell’Uomo. I sintomi devono essere interpretati dinamicamente senza schemi fissi cercando di individuare la relazione mutevole degli stati disarmonici con le diverse espressioni patologiche evitando l’aspetto esclusivamente meccanicistico, cercando quello olistico senza lasciare in secondo piano il percorso che la coscienza di se stessi deve fare per crescere.  •

  LETTERATURA:

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1. CIGNETTI A., RICCIARDI P.M. – Posturologia olistica. Marrapese Ed., Roma, 1998. 2. FERRARI M. – Manuale di Cromopuntura, ed Zuccari, 1999. 3. GELB H.–  Come sconfiggere il dolore senza farmaci, ed Marrapese, 1999. 4. PAOLELLI E. – Le qualità dei fiori di Bach nelle affermazioni positive. La Med Biol. Aprile-Giugno 1995, pagg. 38-39. 5. PAOLELLI E. – Floriterapia di Bach. VHS, Guna Ed., Milano, 1996. 6. PAOLELLI E. – Le qualità dell’anima. Tecniche Nuove Ed., Milano, 1999. 7. RICCIARDI P.M. – Biocibernetica dello stress. Guna Ed., Milano 1994. 8. RICCIARDI P.M. – Biocibernetica dell’informazione. Guna Ed., Milano 1995. 9. RICCIARDI P.M. – Musica è …. Ed Someco, 1998. 10. VALSECCHI R. – Repertorio ragionato dei fiori di Bach, ed CSG, 1999.

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Per riferimento bibliografico: RICCIARDI P.M. –  Le tecniche di biorisonanza: Fiori di Bach e rachide. Atti del 2 ° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N°2, 2000, pagg. 40-46.

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Indirizzo dell’Autore: Prof. Pasquale Maurizio Ricciardi  –  Specialista in Ortopedia-Traumatologia –  Specialista in Medicina dello Sport –  Docente di Fisiologia del movimento e in Neurofisiologia posturale c/o II Universit à di Roma –   Preside Facoltà di Scienze Motorie c/o Università L.U.de.S. (Svizzera) –  Direttore Scuola di Specializzazione in OmeopatiaOmotossicologia c/o Facolt à di Medicina Universit à degli Studi Umanistici e Tecnologici, Lugano. Viale della Grande Muraglia 154 - 00144 ROMA Tel. 0652200659 - fax 065017713 Email [email protected] Marzo 2000

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S. Calzolari

Riequilibrio posturale  con Fiori di Bach:  patterns posturostabilometrici  degli stati d’animo negativi  Postural rebalancing with Bach Flower Therapy: posturostabilometric patterns of psycological diseases

RIASSUNTO: Le deviazioni posturali sono espressione di alterazioni strutturali, che sono altamente influenzate dagli stati d’animo negativi del paziente. La posturostabilometria computerizzata è una metodica di indagine strumentale atta allo studio delle problematiche posturali per individuare i rimedi di correzione. Le osservazioni cliniche e strumentali, oggetto di questo studio, hanno evidenziato l’importanza dei fiori di Bach per riportare la struttura muscolo-scheletrica alla fisiologica condizione di equilibrio. Tali osservazioni sottolineano la forte correlazione tra stati d’animo negativi del paziente e deviazioni posturali ed indicano nei fiori di Bach strumenti irrinunciabili di riequilibrio psicofisico.

PAROLE CHIAVE: ESAME POSTUROSTABILOMETRICO, FIORI DI BACH, DEVIAZIONI POSTURALI SUMMARY:  Postural imbalances are related with structural deviations, connected with psycological diseases.  Posturo stabilometric evaluation can give proper observations about postural imbalances and can help the phisician, searching the optimal therapy. Clinical and technological findings show the fondamental role of Bach Flower Therapy in structural rebalancing.

KEY WORDS:  POSTURISTABILOMETRIC TEST, BACH FLOWERS, POSTURAL IMBALANCES 

Premesse Selezione dei pazienti Sono stati ammessi allo studio 250 pazienti, di età compresa tra 10 e 55 anni. La durata dello studio è stata di un anno. Il medico è stato consultato dal paziente per problematiche psico-emozionali, lamentando sintomi di natura psicosomatica. Per ogni paziente sono state escluse: – problematiche strutturali rilevanti, sia di natura discendente che ascendente, – intolleranze alimentari, – disturbi di lateralità cervello destro-sinistro (condizione kinesiologica di “switch” ). 

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Per ogni paziente sono state verificate: – “compliance” nei confronti dell’esame posturostabilometrico, – possibilità di ripetere l’esame (durata media della valutazione per singolo paziente: 1ora).

Materiali e metodi Per i tests della serie di esame sono state utilizzate le essenze Original Bach Flowers (GUNA), somministrate per os, direttamente sulla lingua del paziente, un minuto prima dell’inizializzazione della pedana posturostabilometrica (momento iniziale dell’esame per ogni singolo paziente). Per ogni paziente è stata testata una serie di max 5 fiori di Bach per esame. Ad ogni singola valutazione, nell’ambito della serie, il 

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A.M.I.F.

250 pazienti (10-55 anni) SPOSTAMENTO DEL BARICENTRO GENERALE (B.G.) 70/250 = 28% B.G. ARRETRATO 36/70 = 52% B.G. AVANZATO 24/70 = 34% B.G. ERRANTE 10/70 = 14% SBANDIERAMENTO DEI BARICENTRI LATERALI 64/250 = 26% DISTRIBUZIONE DEI CARICHI 116/250 = 46% AREA DI OSCILLAZIONE DEL BARICENTRO “GOMITOLO” VARIANZA

250/250 250/250

ESAME POSTUROSTABILOMETRICO SERIE DI ESAME: 1 TEST DI BASE + 5 TESTS CON F.B. DURATA DEL TEST: 51 SECONDI INTERVALLO TRA I TESTS DELLA SERIE D’ESAME: 3 MINUTI (CROSS-CRAWL) DURATA DELL’ESAME: 1 ORA

MATERIALI Fiori di Bach originali (kit 38 + RR) BACH FLOWER REMEDIES (GUNA) Stazione elettronica computerizzata di rilevazione posturometrica e stabilometrica PEDANA POSTUROSTABILOMETRICA LIZARD

Fig. 1

paziente era invitato a risciacquare accuratamente il cavo orale con acqua naturale e il successivo rimedio veniva somministrato dopo una pausa di tre minuti, durante la quale il paziente, sceso dalla pedana, eseguiva una piccola marcia in loco (cross-crawl) per riportare l’assetto posturale alle condizioni di partenza. I criteri con cui sono stati somministrati i fiori di Bach nella serie di esame si riferiscono all’indicazione degli stati d’animo negativi del soggetto, significativi nella sua vita al momento dell’osservazione clinica. Per l’esecuzione dell’esame posturostabilometrico è stata utilizzata la pedana posturostabilometrica Lizard interfacciata a PC. Gli aspetti posturostabilometrici considerati sono stati (Fig.1): 1. SPOSTAMENTO DEL BARICENTRO • baricentro arretrato (Fig.2) • baricentro avanzato (Fig.3) • baricentro “errante” (Fig.4) 2. SBANDIERAMENTO DEI BARICENTRI LATERALI (Fig.5) 3. DISTRIBUZIONE DEI CARICHI POSTURALI (Fig.6) 4. AREE DI OSCILLAZIONE DEL BARICENTRO “GOMITOLO” (Fig.7) 5. VARIANZA (Fig.8) Per ogni singola seduta l’esame posturostabilometrico comprende, per ogni paziente: – valutazione di base – max cinque valutazioni con fiori di Bach durata media per singolo paziente: 1ora

BARICENTRO GENERALE ARRETRATO 36/70 (52%)

BARICENTRO GENERALE AVANZATO 24/70 (34%)

PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI – Andamento del B.G.: spostamento negativo del baricentro generale lungo l’asse delle y – Istogramma: max percentuale di oscillazioni del B.G. compattata sull’asse delle y – Andamento dei carichi: alleggerimento dei carichi nelle celle anteriori; tendenza al sovraccarico laterale e/o latero-posteriore

PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI – Andamento del B.G.: spostamento positivo del baricentro generale lungo l’asse delle y – Istogramma: max percentuale di oscillazione compattata sull’asse delle y – Andamento dei carichi: alleggerimento dei carichi nelle celle posteriori; tendenza al sovraccarico laterale e/o latero-anteriore

STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI paura  17/36 48% dubbio e inferiorità  11/36 32% trauma  5/36 12% panico  3/36 8%

STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI ansia d ’ anticipazione temporale  11/24 (soggetti distonici, personalità schizoidi)

Mimulus Gentian, Larch Star of B., Honeysuckle, Pine Rock Rose

45%

Impatiens

ansia d ’ anticipazione energetica  9/24 36% (sindromi di disadattamento, personalità psicopatiche)

Vervain

OSSERVAZIONI I F.B. riportano il B.G. fino al punto di equilibrio, imprimendo alla struttura una spinta in avanti. Durante il tempo di esecuzione del test si possono evidenziare picchi di oscillazione del B.G. lungo l’asse delle y in senso positivo (superamento del punto di equilibrio ). I baricentri laterali seguono generalmente lo spostamento del B.G. Nel caso di blocchi energetici (Star of B.) uno o entrambi i baricentri laterali possono rimanere fissati nella loro posizione, senza seguire il B.G., oppure possono oscillare indipendentemente (fenomeno dello“sbandieramento”).

ansia da rimaneggiamento interiore 

Agrimony

CONCLUSIONI MIMULUS, GENTIAN, STAR OF B. e ROCK ROSE riequilibrano strutture energeticamente correlate ad un regime di RISPARMIO ENERGETICO.

CONCLUSIONI IMPATIENS, VERVAIN e AGRIMONY riequilibrano strutture energeticamente correlate ad un regime di DISPENDIO ENERGETICO.

Fig. 2 

48

4/24

19%

OSSERVAZIONI I F.B.riportano il B.G. fino al punto di equilibrio, imprimendo alla struttura una spinta all’indietro. Durante il tempo di esecuzione del test si possono notare picchi di oscillazione del B.G. lungo l’asse delle y in senso negativo (superamento del punto di equilibrio). I baricentri laterali seguono consensualmente lo spostamento del B.G.

Fig. 3 

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

A.M.I.F.

BARICENTRO GENERALE ERRANTE 10/70 (14%) PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI Il B.G. descrive oscillazioni: a. prevalentemente lungo l’asse delle y (senso A/P) oscillazione in senso A/P b. prevalentemente lungo l’asse delle x (senso laterale) oscillazioni in senso laterale c. in senso rotatorio (orario o antiorario) oscillazioni in rotazione indefinita

a. oscillazioni in senso A/P Le oscillazioni lungo l’asse delle y descrivono picchi percentuali massimi intorno al punto 0 di equilibrio. La tendenza di oscillazioneè più frequentemente orientata verso il lato negativo (tendenza all’arretramento).

STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI scarsa aderenza alla realt à  Clematis (soggetti schizoidi con tendenza alla paura) superficialit à  Chestnut Bud proiezione nel passato  Honeysuckle OSSERVAZIONI I F.B. stabilizzano il B.G. attorno al punto di equilibrio, allineando il patrimonio energetico rispetto alla funzione temporale. CONCLUSIONI CLEMATIS concentra l’energia disponibile e la organizza nel tempo attuale, fungendo da CATALIZZATORE ENERGETICO TEMPORALE, riarmonizzando la struttura.

b. oscillazioni in senso laterale

SBANDIERAMENTO DEI BARICENTRI LATERALI

64/250 (26%)

PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI – Fissità monolaterale di un B.L. – Oscillazioni reiterate a diversa velocità del B.L. controlaterale. STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI Tutti quelli in grado di produrre un blocco nella struttura energetica. S bandieramento a bassa velocit à :  correlato a trauma profondo e strutturato (maggiore inerzia del sistema energetico) nucleo energetico congelato

Star of B. Pine

Sbandieramento ad alta velocit à :  correlato a sentimenti negativi (minore inerzia del sistema energetico) nucleo energetico compresso

Holly Wild Oat Cherry Plum

OSSERVAZIONI I rimedi floreali impattano il nucleo energetico bloccato, che nei sistemi energetici strutturati è congelato, mentre nei sistemi caotici è compresso. La maggiore “resistenza” del primo sistema consente uno sblocco lento e graduale, mentre la minore inerzia del secondo sistema consente uno sblocco rapido. CONCLUSIONI STAR OF B., PINE, CHERRY PLUM, HOLLY, WILD OAT sono attivi quali chiavi di SBLOCCO ENERGETICO.

Fig. 5 

Il B.G. descrive oscillazioni laterali lungo l’asse delle x.

STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI incertezza  indecisione 

DISTRIBUZIONE DEI CARICHI

OSSERVAZIONI I F.B.stabilizzano il B.G. attorno al punto di equilibrio, allineando il patrimonio energetico secondo la funzione spaziale. CONCLUSIONI CERATO e SCLERANTHUS selezionano l’energia disponibile secondo il criterio spaziale di lateralità. Secondo tale principio le funzioni precipue degli emisferi cerebrali destro e sinistro concorrono armonicamente all’espressione della funzione cerebrale globale. CERATO e SCLERANTHUS agiscono come STABILIZZATORI DI LATERALITA’, riequilibrando le funzioni cervello destro-cervello sinistro, ottimizzando il loro impatto sulla struttura.

c. oscillazioni in rotazione indefinita Il B.G. descrive oscillazioni in senso rotatorio attorno al punto d’equilibrio, distanziandosene in senso orario o antiorario.

STATI D’ANIMO NEGATIVI ASSOCIATI disorientamento  influenzabilit à,  instabilit à 

116/250 (46%)

Cerato Scleranthus

Wild oat Centaury

PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI – Differenze di carico dx/sn significative > 5% del peso corporeo. – Baricentro generale lateralizzato (a dx o a sn) rispetto al punto di equilibrio. – distanza tra baricentro generale e baricentri laterali tendenzialmente accorciata (rispetto ad uno dei baricentri laterali). – Distribuzione parcellare dei carichi: prevalentemente sulle celle anteriori 28/116 (24%) Correlato con stato d’animo negativo Ansia  Chicory, Walnut prevalentemente sulle celle ant/lat. 53/116 (46%) Correlato con stato d’animo negativo Rigidit à  Vine, Rock Water, Oak prevalentemente sulle celle posteriori  35/116 (30%) Correlato con stato d’animo negativo Paure  Star of B., Cherry Plum, Mimulus, Rock Rose

OSSERVAZIONI I F.B. stabilizzano il B.G. attorno al punto di equilibrio, riorganizzando l’energia rispetto allo spazio indeterminato.

OSSERVAZIONI I rimedi floreali ridistribuiscono i carichi posturali, intervenendo sulla contrattura muscolare responsabile dello scarico posturale patologico sulla articolazione tibio-tarsica. L’impatto sulla componente fisica è molto forte e pronto.

CONCLUSIONI WILD OAT E CENTAURY imprimono una direzione di organizzazione e fungono da CATALIZZATORI DIREZIONALI nell’organizzazione energetica della struttura.

CONCLUSIONI I fiori di Bach (c.s.) svolgono un’azione DECONTRATTURANTE sulla struttura muscolo-scheletrica.

Fig. 4 

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Fig. 6 

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A.M.I.F.

AREE DI OSCILLAZIONE DEL BARICENTRO (“GOMITOLI”) PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI I “gomitoli” descrivono lo spazio percorso dal baricentro (o dai baricentri) nell’intervallo di tempo corrispondente all’esecuzione del test posturostabilometrico. Le aree di oscillazione possono essere: Nei sistemi energetici “espansivi” Impatiens ampie (aree aperte)  Vervain (alta varianza) Holly Heather Chicory Nei sistemi energetici “contrattivi” Water Violet ridotte (aree chiuse)  Rock Water (normovarianti) Cherry Plum Crab Apple Beech Vine Oak Pine Rock Rose Nei sistemi energetici ipotonici Mustard ridotte (aree chiuse) Wild Rose (a bassa varianza) OSSERVAZIONI • Le aree aperte sono correlate a sistemi energetici tendenzialmente espansivi e ad alto consumo energetico. I rimedi floreali determinano un contenimento energetico. • Le aree chiuse sono correlate a sistemi energetici ad alta carica energetica in assetto contrattivo , oppure a sistemi energetici a bassa carica. I rimedi floreali determinano una decontrazione energetica nel primo caso, un rinforzo energetico nel secondo caso. CONCLUSIONI Nei sistemi posturali con aree aperte (sistemi energetici espansivi) i fiori di Bach sono chiavi di CONTENIMENTO ENERGETICO. Nei sistemi posturali con aree chiuse in assetto contrattivo (sistemi energetici contrattivi) i fiori di Bach sono chiavi di DECONTRAZIONE ENERGETICA. Nei sistemi posturali ad area chiusa legati ad una bassa carica energetica i fiori di Bach sono chiavi di RINFORZO ENERGETICO.

Fig. 7 

Lo studio presentato ha avuto la durata di un anno ed è tuttora in corso l’ampliamento osservazionale per quanto si riferisce al postulato 3 (vedi dopo).

Finalt à Questo studio è frutto dell’osservazione clinico-strumentale delle applicazioni possibili della floriterapia tradizionale al lato strutturale del cosiddetto “triangolo della salute”. si POSTULA che: 1. Gli stati d’animo negativi influiscano nel tempo sulla struttura muscolo-scheletrica del soggetto 2. correggendo tempestivamente tale influenza psichica si possano limitare e prevenire le alterazioni strutturali ed i sintomi ad esse associati 3. i fiori di Bach possono essere utilizzati per guidare uno sviluppo armonico. 

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VARIANZA PATTERNS POSTURO-STABILOMETRICI Esprime la variazione di velocità  dello spostamento del baricentro nello spazio (area o “gomitolo”) nel tempo convenzionale di un test posturostabilometrico. È un parametro correlato ad una valutazione inerziale del sistema energetico. Può indicare: – grado di stabilità del sistema energetico – resistenza dello stesso agli stressori sistemi posturali ad alta varianza 

Impatiens Centaury Vervain Aspen Sweet C.

sistemi posturali a bassa varianza 

Wild Rose Mustard Gorse

OSSERVAZIONI E CONCLUSIONI • Le aree aperte sono correlate a sistemi energetici tendenzialmente espansivi e ad alto consumo energetico. I rimedi floreali determinano un contenimento energetico. • Le aree chiuse sono correlate a sistemi energetici ad alta carica energetica in assetto contrattivo , oppure a sistemi energetici a bassa carica. I rimedi floreali determinano una decontrazione energetica nel primo caso, un rinforzo energetico nel secondo caso. CONCLUSIONI I sistemi posturali ad alta varianza sono instabili e stressabili. I rimedi floreali svolgono un’azione ANTISTRESS, stabilizzando il sistema ed aumentando il range di tolleranza. I sistemi posturali a bassa varianza sono stabili e difficilmente influenzabili da stressori esterni, compresi i fattori terapeutici. I rimedi floreali agiscono da STIMOLANTI ENERGETICI richiamando il sistema adrenergico.

Fig. 8 

Per riferimento bibliografico: CALZOLARI S. - Riequilibrio posturale con Fiori di Bach: patterns posturostabilometrici degli stati d’animo negativi. Atti del 2° Congesso A.M.I.F. La Med. Biol. Suppl. al N ° 2, 2000, pagg. 47-50. Indirizzo dell’Autore: Dr.ssa Silvia Calzolari  –  Specialista in Pediatria Indirizzo: Via Kennedy, 81 - 40068 San Lazzaro di Savena (Bologna) Marzo 2000

ATTI DEL II CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Osservazione empatica e ascolto riflessivo del  colloquio clinico

C. Serina

Emphatic observation and active listening during  a clinical conversation RIASSUNTO: Nell’approccio terapeutico classico il “sintomo” viene affrontato come un “male” da inseguire ed estirpare dall’individuo. Per comprendere il significato simbolico del sintomo è necessario assumere un atteggiamento olistico e considerare lo stato psicologico del paziente. Il sintomo, letto come tentativo di comunicare un disagio, una sofferenza, può essere considerato un processo evolutivo che non trova spazio per esprimersi all’interno dei codici di vita del paziente. Il terapeuta diventa il catalizzatore dell’evoluzione del paziente e questo implica che egli riconosca il suo coinvolgimento emotivo e lo consideri elemento di conoscenza di sè e dell’altro, in un processo di distinzione di sè dall’altro. L’atteggiamento riflessivo, sviluppato nel corso della terapia, consente di superare la visione giudicante e di concepirsi in un cammino di evoluzione dove a vecchie norme di vita se ne sostituiscono nuove, più vicine alla verità del “sentire”. In questa diversa prospettiva, nel colloquio, la comprensione dello stato emotivo del paziente permette di individuare il fiore che può aiutarlo a superare la sofferenza e il disagio. La terapia e la prescrizione con i Fiori di Bach nasce dunque spontanea dall’ascolto della melodia dell’altro in noi, in un continuum che va dall’essere che vibra all’armonia del fiore, dalla vibrazione del fiore all’armonia dell’essere. PAROLE CHIAVE: PSICHE-CORPO, VISIONE OLISTICA, SIGNIFICATO SIMBOLICO DEL SINTOMO, PROCESSO EVOLUTIVO, ATTEGGIAMENTO RIFLESSIVO, OSSERVAZIONE EMPATICA  SUMMARY : In the classic therapeutic approach the “symptom” is treated as a “trouble” to be chased and removed. To better understand the symbolic meaning of the symptom we need to keep an holistic attitude and consider the whole psycho-  logical state of the patient. The symptom, “read” as an attempt of the mind to communicate a discomfort and a generalised state  of pain, can be considered as a process of evolution which cannot find any other means of expression within the present life codes  of the patient. The therapist should become the catalyst of the evolution of the patient and this implies that he sees and considers his own emo-  tional involvement as an element of the self-knowledge and of the knowledge of the other in a process of distinction from the self   and the other.

This active thoughtful attitude developed by the therapist during the therapeutic sessions allows to overcome a simple judging  view while facilitating the personal evolution towards new life laws closer to the truth of the “feeling”. In this way it becomes easier, during the therapeutic session, to better perceive the patient’s emotional state and thus select the flo-  wer that can be more suitable for him to overcome any pain and discomfort . The therapy and the prescription of Bach Flowers should therefore rise in a natural way from the active listening of the melody  of the “other” within us, during a continuum that goes from the person that vibrates to the harmony of the flower and then from  the flower vibration back to the harmony of the person. KEY WORDS: PSYCHE AND BODY, HOLISTIC ATTITUDE, SYMBOLIC MEANING OF THE SYMPTOM, EVO-  LUTIVE PROCESS, THOUGHTFUL ATTITUDE, EMPATHIC OBSERVATION 

1- Caratteristiche del colloquio “classico” medico/pa-  ziente:  la gerarchia dei ruoli, diagnosi come individuazione del  sintomo, la cura della malattia attraverso l’ intervento  diretto sul sintomo. Utilità e limiti. 

Quando consideriamo l’incontro fra psicoterapeuta o medico e paziente, immediatamente il nostro immaginario riproduce un’immagine dove il paziente è seduto o sdraiato, passivo, in attesa che l’altro si occupi di lui e scopra di che male soffre, prescrivendogli infine il trattamento per elimina-

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re il male. Il paziente attende che il terapeuta scopra ciò che vi è in lui e che lui non sa. In questo senso si perpetua una separazione che il paziente accetta perchè impara a considerarsi carente nella conoscenza del proprio corpo oppure in balia di virus, batteri, parassiti… Egli non opera un ascolto, una riflessione, perchè non sa  creare alcuna interazione, alcun collegamento con il proprio essere. Vive se stesso come “qualcosa” che macchinosamente macina, metabolizza, secerne, si muove.All’improvviso qualche parte inizia a funzionare male, aggredita magari da qualche entità microscopica, e l’individuo soffre. Chi sa cosa avviene al suo corpo?  Anche il medico impara a ricercare per difendere il suo paziente dall’aggressione dei “mali”. In questa prospettiva, il paziente non viene considerato come una totalità, come colui che pensa, che si emoziona, che sogna, che interagisce con il mondo esterno e con le proprie “impostazioni” di vita, bensì come colui che non ha molto a  che fare con il suo corpo, con ciò che accade al suo organismo, alla sua mente, al suo spirito. Per sintetizzare, possiamo dire che nella medicina classica  si tende ad affrontare il “sintomo” come un “male” da inseguire ed estirpare dall’individuo. Il sintomo diventa un estraneo, proveniente dall’esterno. Non si vede un rapporto tra l’individuo e il sintomo. Il sintomo è legato all’organo, in una visione particolaristica. L’organo è legato al corpo, insieme di parti che sono separate dalla mente.Il terapeuta in questa prospettiva individua il sintomo, lo definisce attraverso la diagnosi. Tramite la terapia  cerca di colpirlo e di eliminarlo. L’osservazione del terapeuta  è in funzione del sintomo e non dell’insieme delle emozioni e dei vissuti del paziente. Il terapeuta e il paziente sono due entità ben distinte e gerarchicamente collocate: il paziente malato porta in sé il male e può solo essere carico di negatività e impotenza, ignaro e non partecipe del processo di guarigione... come del resto non lo è stato del processo che lo ha portato ad ammalarsi. Il terapeuta in queso caso si costituisce solo come colui che ha il potere di individuare la malattia e di sconfiggerla. Questo è l’immaginario psicologico che si viene a creare di conseguenza: la separazione che è presente fra mente e corpo è riproposta nella separazione tra bene/medico/terapia e male/paziente/malattia, in un “gioco di potere” da parte del primo e di impotenza da parte del secondo.

1.1- Interazione tra individuo, mondo interiore e  mondo esterno  

E’ necessario cambiare i presupposti di partenza e osservare con nuova attenzione l’insieme “terapeuta - paziente” come una totalità. Riflettere su come la psiche influenza il corpo e viceversa, e su come l’individuo interagisca con il mondo circostante attraverso le sensazioni, le emozioni, i pensieri, la  cultura, le abitudini, l’alimentazione. Se abbiamo paura, possiamo osservare le modificazioni dell’organismo (e dell’organo) in conseguenza a questo stato

d’animo oppure, da un sintomo, possiamo risalire ad un’emozione, ad un pensiero ricorrente che lo determinano o lo influenzano. Inoltre, l’organo chiamato in causa non è isolato, ma interagisce con altri organi e sottolineo ancora, interagisce con la mente, con le emozioni del soggetto. Emozioni anch’esse non isolate, ma che nascono e seguono un percorso nell’individuo. Quest’ultimo, come un “elaboratore di dati”, è impegnato continuamente nello “scambio” e nella codificazione dell’esperienza attuale e di quella già memorizzata nella  sua mente. E’ quindi necessario modificare il rapporto medico paziente e inserirlo all’interno di un “mandala” dove non vi è l’uno senza l’altro, dove le due funzioni si compenetrino e dove il medico sia anche identificato empaticamente con il malato e, viceversa, anche il malato sia “medico di se stesso”, attraverso l’energia dell’ascolto e dell’osservazione che si mettono in atto nel momento del colloquio empatico. In questa prospettiva, è importante che il terapeuta impari ad essere attento ed in ascolto di se stesso, dei suoi vissuti, attraverso l’autoosservazione finalizzata ad evitare il rischio di scivolare in un insieme indistinto di processi di identificazione e proiezione, dove non vi sia più distinzione di funzioni, e a garantire l’accesso alla possibilità di ciascuno. “[...] Osservare il fenomeno mentre accade significa, prima  di tutto, focalizzare le emozioni ed i vissuti all’interno del campo visivo che comprende individuo ed esperienza. [...] Osservarsi, quindi, significa creare una distanza tra sé e sé; tra  sé, il fenomeno esterno e quello che accade dentro di sé nel contatto con il fenomeno. [...] Nell’esperienza osservativo-riflessiva di ascolto siamo aperti ad un legame positivo con il nuovo, ed è proprio l’atteggiamento ‘ingenuo’ e disponibile dell’osservatore a creare lo spazio necessario affinché il nuovo si manifesti, libero inizialmente dal giudizio concettualizzante. Nell’atteggiamento concettualizzante, invece, siamo di fronte ad un ‘atto valutativo’ che intende in modo immediato e automatico definire il reale sulla base dei codici acquisiti [...]. Solo nel momento in cui l’osservatore promuove in sé una nuova funzione mentale, che chiameremo ‘percezione riflessiva’, riesce a portare l’evento verso la conoscenza di sé, al di là delle categorie della propria mente.” (1). In una prospettiva che prevede il contatto fra cura e malattia, medico e paziente, è fondamentale accogliere il concetto che mente e corpo vivono in mutuo interscambio, si influenzano a vicenda e sono in rapporto con il mondo circostante. Per questo, nel colloquio, la comprensione dello stato emotivo del paziente, permette di individuare il fiore che può aiutarlo a superare la sua sofferenza, il suo disagio. E’ inoltre importante comprendere il significato che ha, per il paziente, l’essersi ammalato in una determinata parte del corpo. Per comprendere il significato del sintomo, oltre a conoscerlo inserito nell’insieme esistenziale dell’individuo, è necessario compiere un successivo passaggio all’interno del pensiero simbolico. Si tratta di comprendere il significato simbolico che sintomo e organo acquistano inseriti nell’insieme dell‘individuo, esaminando quali sono le funzioni che l’organo esplica, quali  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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i collegamenti e le influenze con gli organi vicini. Tale interpretazione implica la considerazione dello stato d’animo dell’individuo, dell’immaginario che ha di sé e che viene espresso attraverso gli organi del suo corpo così come attraverso i suoi comportamenti, il modo di esprimersi, le sue abitudini, ecc... E’ interessante osservare quanti modi di dire nel gergo popolare fanno riferimento al corpo e alle sue funzioni: “Mi sono fatto venire un fegato così!” - “Mi farai morire di crepacuore!” - “Hai fegato ad affrontare questa situazione...” - “Tu mi togli il respiro!” - “Questa situazione proprio non la digerisco” - “Mi costa sangue fare questo lavoro”, etc.... Nella  nostra mente quindi esiste la capacità di rappresentare nell’organo uno stato d’animo, l’interazione con la vita e con il lavoro. In psicologia il significato simbolico attribuito ai diversi organi del corpo è molto importante ed è collegato alle emozioni e agli stati d’animo, a loro volta risultanti dal rapporto tra l’individuo e i suoi codici ed aspettative. Quindi, per comprendere l’insieme mente-corpo-emozioni-immaginario, dobbiamo riflettere sui significati che la  mente attribuisce simbolicamente ad una emozione e, successivamente, al corpo, oltre ad ascoltare i messaggi che il corpo invia alla mente che ripropongono un particolare stato emotivo e riattivano altri concetti di sé. Il sintomo, in questa prospettiva, viene letto come il tentativo che il paziente compie per comunicare a se stesso e al mondo circostante un disagio, una sofferenza, che rimane espressa sul piano fisico anche se ha radice nel piano psicologico inconscio. E, viceversa, il piano psicologico comunica  attraverso il linguaggio del corpo la sua condizione. Essere e malessere sono i messaggi psicofisici che ci porteranno a comprendere un disegno esistenziale ampio, legato all’individuo, alla sua storia e alle tappe che deve compiere. L’osservazione e l’ascolto, durante gli anni di lavoro, mi hanno fatto capire quanto il sintomo sia portatore di disagio, ma anche di un processo evolutivo che non trova spazio per esprimersi all’interno dei codici di vita del paziente. “[…] E’ come se ogni realtà avesse bisogno di riconoscere e di sapere dove si trova per poi sapere dove andare. E l’osservatore è il catalizzatore di questo orientamento per l’evoluzione. Si conosce mentre sperimenta l’altro e conosce l’altro mentre sperimenta se stesso.” (1). Così il terapeuta diventa catalizzatore di un’evoluzione che il paziente compie a partire dal suo sintomo. Attraverso l’assunzione del fiore il paziente si “apre” stimolando la trasformazione dell’atteggiamento rigido, alla frequenza della conoscenza di sé. “[…] Fare lo psicoterapeuta significa aiutare l’essere umano a conoscersi più a fondo, accompagnando il proprio e l’altrui divenire e ciò presuppone per lo psicoterapeuta la  conoscenza di sè oltre alla competenza tecnica e professionale. Attraverso l’intervento osservativo su di sè e sull’altro lo psicologo, semplicemente nella sua posizione di osservatore, può favorire la trasformazione del limite che spesso imprigiona la creatività dell’individuo e ne causa il malessere.” (1).  Anche al terapeuta si rivela un’occasione di evoluzione: cre-

scere insieme al crescere della conoscenza che si svolge nell’incontro con il suo paziente. Egli, infatti, attraverso il suo racconto, grazie alla nostra  indagine “umana” ci farà “sentire” dove è presente la sofferenza. Naturalmente questo implica una grande padronanza della  tecnica del colloquio e anche della capacità introspettiva, per ottenere una visione lucida dell’incontro.

2- Caratteristiche del colloquio clinico empatico:  l’empatia come momento conoscitivo che inizia con l’atto  del guardare. 

Un colloquio clinico volto a comprendere a fondo il paziente implica una predisposizione all’ascolto empatico. La relazione empatica è un momento imprescindibile dell’osservazione, sia essa terapeutica o meno, perché osservare è partecipare, vivere insieme all’altro ciò che l’altro è e fa. Il livello di relazione empatica fra osservatore e dato osservato, e la consapevolezza delle corrispondenze, permettono all’individuo e al dato di essere maggiormente conosciuti e vissuti. Il momento empatico della condivisione è quello in cui si dà il più intenso passaggio di energia fra due campi osservativi in collegamento, che nel caso del colloquio sono il terapeuta e il paziente. “[…] l’osservazione non (è) prerogativa dell’osservatore, non (è) mai a senso unico, ma piuttosto un’esperienza biunivoca, multipla e contemporanea a quanti sono i soggetti in gioco […] Ciò che distingue l’osservatore “puro” dall’osservatoreosservato è solo la consapevolezza del ruolo e dello scopo che il primo darà all’esperienza. Forse non vi sono altre differenze. L’empatia è sperimentata da entrambi. La si può rimuovere, negare, ma non è possibile evitarla. Conviene esserne consapevoli […] L’elaborazione e l’analisi conoscitiva dell’esperienza avvengono successivamente al movimento empatico. Nell’ottica  dell’osservazione evolutiva l’identificazione empatica è il presupposto per l’accoglimento dell’esperienza da cui poi separarsi attraverso la funzione riflessiva […] […] Il duplice progetto conoscitivo dell’osservazione terapeutico-evolutiva ritaglia una figura di osservatore molto articolata e complessa, che mette in gioco il soggetto a più livelli, nella sua emotività, nei suoi valori e nella sua struttura intellettuale e razionale. Lo stesso vale per l’oggetto osservato […] L’osservazione è momento di crescita per l’osservatore e parallelamente una possibilità di evoluzione per il fenomeno […].” (1). La consapevolezza che l’empatia è il primo passaggio della  conoscenza e della terapia deve essere accompagnata dalla  consapevolezza che ci dobbiamo poi distaccare da vissuto che il paziente ci ha trasmesso e coglierne l’immagine di insieme, come se si stesse compiendo un volo in cui abbiamo una prospettiva globale del panorama che stiamo vedendo. Il nostro scopo è cogliere dove il flusso dell’essere ha subito delle strozzature e liberare i canali; aggiungere la vibrazione del fiore che attiva quella funzione psicologica necessaria, dopo aver colto quale particolare visione ha il paziente di sé

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che non gli permette di portare a compimento i suoi impulsi evolutivi. Perché questo avvenga bisogna che il terapeuta osservi, con una partecipazione silenziosa e attiva, che non cerchi di riportare i dati che il paziente fornisce a conoscenze già note, ad esperienze già concettualmente assimilate. Il terapeuta può sentirsi a disagio per questo e non reggere la tensione che prova quando non si sente adeguato al suo ruolo, quando, più che intervenire, deve ascoltare e anche “dubitare”. “[…] Se decidiamo di rimanere in contatto con la realtà  senza definirla, proviamo generalmente una sensazione di disorientamento. I concetti hanno un valore […] relativo al contesto culturale ed epocale, quindi mutano come le culture nel tempo e nella  spazio. Tuttavia noi attribuiamo al concetto un potere conoscitivo assoluto […]. Sospendere l’atteggiamento concettuale significa […] vivere il momento di disorientamento per accedere a nuove possibilità di riorganizzazione dell’esperienza. Il malessere dell’anima è spesso legato alla rigidità dei concetti della persona che bloccano il fluire della vita […]. La  sospensione del concetto […] è la possibilità […] di sbloccare una situazione legata a concetti di vita ormai inadeguati […]. La terapia trova in questa possibilità il suo significato più autentico. Se uno psicologo non riesce ad osservare e descrivere una  situazione, ma la concettualizza, non può aiutare il paziente a  liberarsi dalle proprie concettualizzazioni […].” (1). In quel momento anche per il terapeuta è necessario distaccarsi dalle proprie emozioni e vedere il suo coinvolgimento emotivo come qualcosa che produce conoscenza di sé e dell’altro in un processo di distinzione di sé dall’altro. Così come deve accettare il paziente, il terapeuta deve accettare di vedere se stesso e il proprio filtro di lettura, non identificarsi né con sé né con l’altro, per trovare la comprensione in una posizione di massima ricettività.  Anche il paziente viene chiamato all’osservazione e all’ascolto di sé quando viene posto di fronte alle tavole colorate del kit “Le qualità dell’anima” del Dott. Paolelli. 3 - L’atteggiamento giudicante, un’insidia che il tera-   peuta incontra nel suo percorso  

Ognuno di noi ha dei preconcetti e dei concetti costruiti nella propria esperienza di vita che condizionano nella valutazione delle situazioni e nell’interpretazione che ad esse viene data. Giudicare non è conoscere. Il paziente può essere per noi fastidioso o mostrare aspetti che vanno a urtare con i nostri parametri di giudizio, le nostre categorie morali o concettuali, le nostre aspettative. In questo caso rischiamo di voler indurre il paziente ad agire seguendo le nostre idee. E viceversa, il paziente ha dei concetti di terapeuta che possono portarlo a essere giudicante e a proiettare sul terapeuta svalutazioni o valorizzazioni arbitrarie, non obiettive. L’ascolto prevede lo sviluppo della capacità di conteni-

mento dell’atteggiamento giudicante. La terapia come processo prevede anche di cogliere quali sono i limiti, le difficoltà e gli errori che influenzano il paziente nel corso della sua condotta di vita.  Accettare di vedersi in questi aspetti negativi non è facile e, se prevale un atteggiamento persecutorio, dopo quello giudicante, diviene addirittura impossibile riuscire a vedersi, ad accettare “ciò che non va”. Il difetto e l’errore vengono iscritti nella sfera delle “cose brutte”, delle “cose sbagliate” e sia il paziente che il terapeuta  possono vivere sensi di colpa, rifiuti di se stesso, disistima e avere comportamenti e pensieri punitivi. L’atteggiamento giudicante ostacola la possibilità di comprensione di sé.

4- La consapevolezza del terapeuta: attivazione della   funzione riflessiva  L’incontro e l’analisi dei propri vissuti per una più ampia  conoscenza dell’altro  

Il sintomo può quindi essere letto come scelta inconsapevole dell’individuo che non si permette di cogliere delle smagliature nella sua condotta di vita, di vedere dei difetti o di avere delle insoddisfazioni e preferisce, inconsciamente, avere un malanno fisico, che lo libera da colpe e dalle svalutazioni e che gli consente di realizzare, sempre in modo inconscio, un cambiamento nella sua vita. Immaginiamo un uomo che è sempre stato convinto che il suo ruolo stia nella realizzazione professionale e che ad un certo punto provi, a livello inconscio, una caduta d’interesse per questa sua attività. Non sarà certo nella situazione di accettare un simile vissuto! Penserà di non poter cambiare il suo modo di essere e si giudicherà male, un debole o uno sfaticato o un irresponsabile. E se anche egli fosse consapevole della legittimità di modificare la sua vita, le pressioni dell’ambiente esterno potrebbero essere così forti da non fargli trovare una via d’uscita. In entrambi i casi scatterà in lui una difesa inconscia, tenterà così di rimuovere il conflitto interiore. A seconda del livello di tensione evolutiva potrà trovare la soluzione in un malanno fisico e fermarsi, gestendo la rigidità del suo giudice interiore che gli vieta di trasgredire la sua legge! Naturalmente di queste “leggi” ne siamo tutti permeati: regole di vita, modi di essere e di pensare, credenze che divengono il nostro codice, vigilato dal super-io giudicante. L’atteggiamento riflessivo consente di superare questa  visione e di concepirsi parte di un cammino di evoluzione dove a vecchie norme di vita se ne sostituiscono nuove, che realizzino la verità del nostro sentire più profondo. “[…] negli individui con una storia personale carica di sofferenza, gli automatismi di tipo difensivo sono più marcati e più difficili da fermare. […] la risposta condizionata automatica […] porta con sè una tendenza alla ripetitività che ha lo scopo di isolare e incapsulare il nucleo sofferente. La funzione riflessiva […] avvicina l’individuo ai suoi  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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aspetti più profondi […] Se l’individuo […] ha un atteggiamento giudicante molto severo, non sarà facile per lui soffermarsi sulle proprie risposte per capire ciò che sta vivendo, ricercando e accettando tutto ciò che può scoprire di sè: sentimenti, emozioni, difficoltà, eventuali errori o intuizioni intelligenti. […] Purtroppo, parallelamente all’idea del difetto, in molti casi si scatena un atteggiamento persecutorio-svalutante nei propri confronti. […] Accorgersi invece che il vero difetto si nasconde nel potere distruttivo della funzione giudicante del super-io, è un ulteriore passo avanti che l’individuo può compiere verso la  possibilità “riflessiva” e creativa per sè. Infatti, se le risposte sono soprattutto difensive e protettive rispetto ai concetti ideali di bene e male, il soggetto si preclude la possibilità di conoscere veramente se stesso, restando intrappolato nella necessità di giudicarsi o di difendersi dal giudizio. […] Bisogna lasciare agire la parte libera che esiste, seppure in modo latente in ognuno di noi […] per muoversi verso una “vera soluzione salvifica”. […] La parte libera si può permettere di incontrare il disagio perchè da esso trae conoscenza e spunti per la risposta  creativa. In questa prospettiva le risposte creative risolvono anche il bisogno di affermare il proprio valore. Certamente non come fine ma come ulteriore crescita nel rapporto con sé.” (1). 

5 - Conclusione 

 Accostarsi alla vita e a quel particolare aspetto della vita  che è l’insieme terapeuta-paziente con empatia, comprensione dei vissuti emotivi, atteggiamento osservativo e riflessione, implica il cambiamento di un immaginario ben preciso della  relazione fra uomo e ambiente a cui è correlato un relativo sentimento. Ho trattato l’argomento nell’opera già citata, a  pagina 55 e 56, di cui riporto alcuni passi: “[...] Sin dall’infanzia egli (l’individuo) viene educato a  sovrapporre ad un fatto un concetto, e questa abitudine lo separa dal mondo, proprio perché egli deve concettualizzarlo. In questa modalità conoscitiva “tradizionale”, “categoriale”, la realtà viene concepita come qualcosa di esterno all’individuo […]. La realtà percepita viene fermata dall’individuo ad una  certa distanza da sé ed è sempre l’individuo che assume il compito di muoversi verso di essa con lo scopo di conferirgli una forma. […] In questo modo […] ha la sensazione di padroneggiare ogni realtà e, nel rendere la conoscenza uno strumento di dominio, esorcizza la paura inconscia della potenza della  natura […]. Il concetto di natura ricca, potente, “creata per”, ha alimentato la sovrapposizione tra l’idea di sostentamento e quella di consumo. Ciò ha comportato l’identificazione del soggetto con il ruolo di padrone-consumatore-distruttivo. […] Si tratta di un atteggiamento deterministico che ha lo scopo di portare il soggetto a conservarsi pieno attraverso

l’appropriazione dell’esterno. Tale posizione svela la presenza inconscia nell’individuo di un’idea di vuoto interiore, di miseria e povertà. Soddisfare il bisogno di pienezza diviene per l’individuo il senso del suo esserci nel mondo, esserci confuso con l’appropriarsi. […] Questo atteggiamento nei confronti della natura è speculare alle forme del pensiero che categorizza l’esperienza, dove l’individuo applica sul fenomeno lo stesso monopolio, assumendo la stessa posizione di dominio. Una nuova crescita della coscienza sta conducendo oggi l’individuo ad una modificazione della sua posizione da  “regnante”. La scoperta della limitatezza delle risorse naturali implica di necessità l’interazione rigenerativa uomo-natura. Questo nuovo modo di relazionarsi trova il suo corretto sviluppo solo contemporaneamente all’accrescimento della  conoscenza di sé, riflessa nella natura stessa. In questa seconda posizione, nel “sentimento di appartenenza”, l’uomo instaura con la natura una relazione di reciprocità, un rapporto in cui soggetto e oggetto sono volti intercambiabili della medesima realtà. L’individuo scopre così la propria natura selvaggia, primitiva, carica di ricchezze, non si confonde con l’identità esclusivamente categoriale, ma riconosce in sé un potenziale altro. […] Questa seconda modalità prospetta un rapporto in cui l’uomo interagisca con la natura, il soggetto con l’oggetto, l’osservatore con il fenomeno. I due mondi allora si incontrano, si ascoltano, entrano in rapporto e per questo si modificano e nella modificazione reciproca si conoscono, trasformando il modello concettuale di base della relazione.” In questa nuova prospettiva la terapia e la prescrizione con i Fiori di Bach nasce spontanea dall’ascolto della melodia dell’altro in noi, in un continuum che va dall’essere che vibra  all’armonia del fiore, dalla vibrazione del fiore all’armonia  dell’essere.  (1) SERINA C. – L’universo riflesso. Viaggio nell’occhio virtuale dell’osservatore. FrancoAngeli Editore, 1998.

Per riferimento bibliografico: SERINA C. – Osservazione empatica e ascolto riflessivo nel colloquio clinico. Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Dr.ssa Clara Serina 

- Presidente C.R.E.d.E.S. – Centro Ricerche Evolutive dell’Essere di Milano Via Palermo, 16 20121 Milano Marzo 2001

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Floriterapia di Bach e psicodiagnostica Rorschach: una possibilità di dialogo

M. Lupardini

Bach’s flowertherapy and Rorschach’s psychodiagnostics: a dialogue opportunity  RIASSUNTO: La Floriterapia di Bach agisce sugli stati emozionali di persone ed animali, riequilibrandoli, e sulle pro-

prietà vitali delle piante. Intervenendo in tal senso la Floriterapia viene a configurarsi come un sistema medico nel quale l’”atto curativo” consisterà primariamente nel correggere lo squilibrio emozionale di base del soggetto, permettendogli di esprimere appieno le sue potenzialità e caratteristiche personali. Attualmente, grazie alle recenti metodiche (Kirlian, E.A.V., Posturostabilometria, Kinesiologia applicata, ecc.), la modifica dello stato energetico indotto dal sistema di Bach è ampiamente dimostrata; ciò che risulta difficile conoscere, è cosa obiettivamente si verifica nell’individuo che gli consente di orientare in maniera funzionale le proprie esigenze personali, i comportamenti, le sensazioni, le emozioni e le modalità di interazione con l’ambiente. Uno strumento che ci viene in aiuto nel valutare quanto sopra ricordato, è il Test delle Macchie creato dallo psichiatra svizzero H.Rorschach (1921). Nel presente lavoro è stato somministrato al paziente, in fase di valutazi one diagnostica ed all’inizio del trattamento Floriterapeutico, il Test di Rorschach e dopo 6 (sei) mesi di terapia, è stata effettuata la  reiterazione della prova utilizzando le Tavole Parallele alle Macchie di Rorschach (Parisi-Pes 1989). Questa seconda somministrazione è servita, soprattutto, come termine di confronto per rilevare eventuali modifiche strutturali e dinamiche della  personalità, indotte dal sistema di Bach. La reiterazione ha permesso di rilevare quale “strada” l’individuo avesse percorso per trovare il suo personale equilibrio. Oltre a ciò, la tecnica d’indagine della personalità di H. Rorschach consente al terapeuta  di orientare il suo intervento, valutarne l’efficacia e prevedere possibili “crisi di coscienza” che possono verificarsi. PAROLE CHIAVE: FLORITERAPIA DI BACH, TEST PSICODIAGNOSTICO RORSCHACH, CAMBIAMEN-

TI STRUTTURALI E DINAMICI DELLA PERSONALITÀ INDOTTI DAL SISTEMA DI BACH.

SUMMARY: Bach’s Flowertherapy operates in the emotional moods of human beings, animals and in the vital properties  of plants. The action of Dr. Bach’s treatment system, thanks to recent diagnostic methods (Kirlian, E.A.V., Posturostabilometry,  Applied Kinesiology, etc.), has been widely proved; it is difficult to know what objectively develops in an human being that allows  to tend in a functional way to personal needs of behaviours, feelings, emotions and formalities of interaction with the environ-  ment. An instrument which helps us to evaluate what I underlined previously is the Test by the Swiss Psychiatrist H. Rorschach  (1921). Rorschach’s Test allowed to notice, in this case, which way the Human Being has covered to find his personal balance. Furthermore, Rorschach’s Test allowed the therapist to tend his intervention, to consider its effectiveness and to forecast possible  conscience crises that could happen. KEY WORDS: BACH’S FLOWERTHERAPY, RORSCHACH’S TEST, STRUCTURAL AND DYNAMIC CHANGES  OF PERSONALITY CAUSED BY BACH’S FLOWERTHERAPY 

Premessa  Il nome di “Rimedi Floreali di Bach”, come è noto, viene dato alla serie di 38 essenze floreali e non, provenienti dalla  regione del Galles, Inghilterra, le cui proprietà diagnosticocurative furono individuate, analizzate e quindi rese di domi-

nio pubblico da un medico gallese di nome Edward Bach a  cavallo tra gli anni 1925-1935. Questi preparati, agiscono sugli stati emozionali di persone ed animali e sulle proprietà vitali delle piante formando un sistema medico il cui assunto di base, come definito da Bach stesso, afferma che la malattia altro non è che il risultato di uno squilibrio emozionale e che, perdurando tale stato, pas ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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sando, cioè, da uno stato di acuzie ad uno stato di cronicità, si produce la malattia nel corpo fisico. L’intervento curativo sarà, di conseguenza, un intervento sulle cause e non sugli effetti, ovvero interverrà nel correggere lo squilibrio emozionale di base del soggetto permettendogli di esprimere le sue potenzialità e caratteristiche personali.  Attualmente è complesso definire in termini descrittivi e psicologici come e fino a che punto i Fiori di Bach agiscano nel ripristinare l’omeostasi energetica dell’individuo. Questo in quanto le recenti metodiche diagnostiche (Kirlian, E.A.V., posturostabilometria, kinesiologia applicata, ecc.) hanno dimostrato la fondatezza dell’efficacia di questa interazione senza tuttavia fornire delle indicazioni utili sul meccanismo intimo e profondo che produce questa trasformazione. Difatti, la modifica di uno stato energetico indotto dalla  floriterapia è ormai questione assodata e di puntuale identificazione con le tecniche sopra ricordate; ciò che risulta difficile è conoscere cosa obiettivamente si verifica all’interno dell’individuo che gli consente di modificare ed orientare in maniera funzionale le proprie esigenze personali, i comportamenti, le sensazioni, le emozioni e per ultimo le modalità di interazione con l’ambiente circostante. Uno strumento che può venirci in aiuto nel descrivere meglio l’”iter d’intervento” delle essenze del dott. Bach è il Test delle Macchie ideato dallo psichiatra svizzero Hermann Rorschach, che ne rese pubblica la tecnica nel 1921 in un libro intitolato “ Psichodiagnostik. Metodo e risultati di un’espe-  rienza diagnostica di percezione (Interpretazione libera di forme  casuali) ”. Questo libro costituisce ancora la base del metodo e nessuna introduzione sistematica, per buona che sia, nessun trattato, potrebbero rimpiazzarlo. Lo Psicodiagnostico Rorschach può essere definito, infatti, come un test di esame e di ricerca ed è ciò che gli conferisce possibilità di applicazione straordinariamente ricche di significato. Come test d’esame, può essere impiegato quando si desideri ottenere, in un tempo relativamente breve, un’immagine della struttura caratterologica di un individuo. Volgendo l’attenzione alle possibilità di applicazione del Rorschach per la ricerca si può dire, a ragion veduta, di essere ancora lontani dall’aver utilizzato interamente le molteplici risorse che il metodo ci offre. In particolare deve tenersi bene a mente che il metodo Rorschach (Silveira 1964) rappresenta, in succinto ma specificatamente, l’insieme degli stimoli ambientali che giungono di continuo alla nostra percezione e riassume mirabilmente la realtà esterna; le Tavole sono paragonabili agli stimoli emotivi e cognitivi determinati dall’ambiente, nel senso che, come descrive il Binder (1933), “durante l’esperimento il soggetto percorre una vasta scala di veri  sentimenti i quali sono meno intensi di quelli provocati dalla  vita reale, ma si svolgono con uguale naturalezza e spontaneità ”. Ne segue che le reazioni del soggetto a tali Tavole costituiscono un buon indice del suo modo di reagire alle stimolazioni della realtà esterna. La prova è perciò in grado di rilevare le differenti disposizioni intellettive ed affettive dei soggetti, lasciandone comprendere i molteplici dinamismi. In quest’ottica, l’utilizzo del test in fase diagnostica e la reiterazione

dello stesso attraverso l’utilizzo delle Tavole Parallele (ParisiPes) dopo un trattamento floriterapeutico della durata di 6 (sei) mesi, consente di rendere visibile quanto di “dinamico” e “funzionale” sia avvenuto nell’individuo. L’impiego delle Tavole Parallele è stato necessario per evitare che la memorizzazione degli stimoli delle Tavole e le conseguenti risposte potessero interferire sulle interpretazioni date dai soggetti al re-test.

Materiali e metodo 

2.1 Materiali

- Le Tavole Rorschach Una serie di 10 (dieci) Macchie.

- Le Tavole di Localizzazione

Sono state utilizzate per la sommaria localizzazione delle interpretazioni man mano che il soggetto le fornisce nel corso della prova. In queste tavole sono già evidenziate e numerate progressivamente le aree più frequentemente interpretate.

- Le Tavole Nere

Sono una riproduzione in bianco e nero (realizzata fotograficamente) delle cinque Tavole colorate (Tavv. II, III, VIII, IX, X). Esse risultano utili durante l’Inchiesta per indagare, nei casi dubbi, se la componente cromestesica abbia concorso alla genesi della risposta e se siano accertate l’influenza  cromatica, la rispettiva incidenza della forma e del colore sulla  risposta formulata.

- Le Tavole Achiaroscurali

Sono una riproduzione in grigio uniforme, anche in questo caso realizzata fotograficamente, di tutte e dieci le Tavole Rorschach. Permettono di chiarire durante l’Inchiesta, nei casi dubbi, l’effettiva incidenza del chiaroscuro nella genesi dell’interpretazione

- Le Tavole Parallele

Una serie di 10 (dieci) Macchie Parallele (Parisi-Pes 1989). Il principio che sottende il concetto di Tavole Parallele è che esse possano proporre una serie di stimoli percettivi ed emotivi analoghi, “paralleli” appunto, a quelli che sono determinati dalle Tavole Rorschach. Un buon Parallelo, infatti, è quello che rispetta i principi formali fondamentali, nonché la  particolare “atmosfera” di ciascuna tavola. Per questo lavoro sono state utilizzate le Tavole Parallele alla Macchie di Rorschach (Parisi – Pes 1989).

- Fiori di Bach

Essenze Original Bach Flowers 

2.2. Metodo

Nel presente lavoro, per brevità di tempo, viene descritto un singolo caso dei 5 (cinque) analizzati dove per ognuno di essi sono state effettuate, come sopra ricordato, due somministrazioni. Di queste, la prima riguarda la valutazione diagnostica all’inizio del trattamento con la floriterapia. La  seconda somministrazione è stata eseguita, utilizzando le Tavole Parallele (Parisi-Pes), per una verifica del trattamento,

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dopo un periodo di 6 (sei) mesi circa, ritenuto sufficiente a  creare dei cambiamenti significativi nell’equilibrio psichico del soggetto. La seconda somministrazione, quindi, è stata  utilizzata soprattutto come termine di confronto rispetto alla  precedente, per rilevare eventuali modifiche strutturali e dinamiche della personalità indotte dal sistema di Bach. L’elemento più consistente dei criteri di codifica proposti da Rorschach riguarda le caratteristiche formali delle risposte, in linea con l’interesse dell’autore per lo studio della percezione. Le categorie analizzate per la codifica delle risposte sono: • la Localizzazione o Modo di Comprensione riguarda l’area della Tavola cui si riferisce una data risposta; • la Determinante riguarda gli elementi della tavola che inducono alla formulazione della risposta; • il Contenuto si riferisce al contenuto esplicito della risposta; • la Frequenza  è in relazione a statistiche nazionali dalle quali si desume se si tratta di una riposta data frequentemente, oppure di una risposta che non rientra in tale media oppure di una risposta raramente formulata; • le Manifestazioni Particolari si riferiscono a caratteristiche delle risposte non contemplate nelle quattro precedenti categorie di siglatura, ma che hanno un significato psicodiagnostico che è opportuno rilevare. Il metodo di somministrazione del Rorschach da noi adottato è quello in uso presso la Scuola Romana Rorschach, fondata a Roma dal Prof. Carlo Rizzo (1895-1983) nel 1938. Per la terapia con i Fiori di Bach sono state utilizzate le essenze Original Bach Flowers in dosaggio standard (4gtt. 4 volte al dì in diluizione). La frequenza con la quale i pazienti venivano visitati (eventualmente veniva modificata la combinazione) è stata a  cadenza mensile. 

a)

f)

paziente si è rivolta alla Floriterapia in quanto si trova in un periodo particolarmente critico della sua vita. Sposata all’età di 25 anni, riferisce che attualmente si trova in una “condizione di disorientamento ” da ormai qualche mese. Lo collega al fatto di aver perso il lavoro e di non esser più riuscita a trovarne un altro. Per meglio dire la paziente “ sente che potrebbe fare tante cose nella  vita e che invece fino ad adesso non è riuscita a realizzare  nulla ”. In questo periodo si è iscritta a diversi corsi (Ballo, Lingue) per riuscire a trovare “ finalmente ciò che   più le piace e si sente portata a fare ”. Oltre a ciò manifesta anche esplicitamente un profonda senso d’invidia  “nei confronti delle colleghe che ancora lavorano e che  hanno trovato la loro strada ” per lei invece non è così. Pur avendo tentato varie strade adesso sta male, si sente depressa, triste, perché “ non meritava una così gran sfor-  tuna…non è mai capitata l’occasione giusta per mettersi  realmente in mostra…se fosse per me tutto sarebbe diverso  ma se non conosci nessuno in questo mondo sei buttata   fuori….” si “sente distrutta ”. Come da lei steso affermato, inoltre, i rapporti coniugali non vanno per il meglio infatti “non vengo capita da mio marito che mi dice “ma  hai tutto… cosa ti manca…una figlia, un marito che ha  un bel lavoro, perché devi per forza lavorare se non ti  serve?…E’ sempre così: io gli parlo dei miei progetti, dei  miei pensieri, delle mie aspettative; io ho bisogno di par-  largli di queste cose ma lui mi dice sempre le stesse cose.. anche le mie amiche poi, è un momento che ho bisogno di  discutere con loro ma loro dopo un po’ mi lasciano…”. g) h)

I Caso

Quando è iniziato il trattamento con le essenze di Bach: Gennaio 2000. Prima combinazione di fiori di Bach e somministrazione del test di Rorschach: - Wild Oat (“senso di smarrimento ”); - Holly  (invidia provata nel vedere le colleghe di lavoro

“realizzate nella loro attività ”); - Heather (“ho bisogno di parlare delle mie cose, le mie  esperienze, le mie aspettative, i miei progetti… ma sem-  brano tutti sfuggirmi ”); - Willow  (senso di amarezza “ non è giusto che sia così,  perché gli altri sono così fortunati ed io no?…”)

Paziente: F.R. 30 anni / F / Sposata da 5 (cinque) anni/

Una figlia di 3 (tre) anni/ Attualmente disoccupata da  circa un anno ha svolto la professione di Segretaria  d’Azienda presso Istituti Privati. Non ricoverata durante il trattamento. b)  Anamnesi essenziale: Normale sviluppo neurologico e psichico, riferisce C.E.I., padre e madre in a.b.s., marito in a.b.s.. c) Patologie essenziali:  Asma Bronchiale di riferita natura  allergica. d) Diagnosi secondo il DSM IV:  Asse I: Disturbi Clinici - F 41.1 Disturbo d’ansia  generalizzata (300.02) F 34.1 Disturbo distimico (300.4)  Asse II: Disturbi di personalità --- Asse III: Condizioni Mediche Generali - --- Asse IV: Problemi Psicosociali ed ambientali – difficoltà  nei rapporti coniugali (“non vengo capita”).  Asse V: 60 e) Terapia precedente: nessuna.

Perché è stata utilizzata la floriterapia di Bach: La 

Contemporaneamente sono state prescritte altre medicine o terapie?: No i) Decorso:  j.1) Seconda visita a distanza di un mese (Febbraio 2000)  j.1a) Prime reazioni: h)

- miglioramento, immediatamente dopo aver assunto la  preparazione dei F.d.B. di una patologia cronica (sinusite cronica); - sensazione di “star meglio in generale”.

 j.1b) Risultati parziali: - oggettivi: migliorato, controllo dello stato ansioso. - soggettivi: gestione adeguata del senso d’invidia nei confronti delle colleghe (“ forse è anche vero che si sono  meritate ciò che hanno… ”), maggior dialogo “interno” (“in effetti forse io rompo un po’ nel cercarle sempre e nel   ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 parlare solo dei miei affari…”), presenza di una visione quasi “sognante” del passato (“ certo che una volta era  meglio…quando tutto era più semplice…mi piacerebbe  tornare nel passato anche se non si può… ”).

 j.1c) Seconda combinazione di fiori di Bach: - Wild Oat (“non so quale strada prendere… ”); - Holly  (permane il senso d’invidia in “ chi è riuscito a   fare qualcosa nella vita ”); ”); - Willow  (senso di amarezza “non è giusto che sia così,  perché gli altri sono così fortunati ed io no?…”) - Honeysuckle (nostalgia del passato “ una volta era  meglio c’erano c’erano meno problemi e tutto filava liscio… ”)  j.2) Terza visita a distanza di un mese e mezzo dalla seconda (30 Marzo 2000) Sostanzialmente il quadro non risulta modificato seppure la paziente riferisce di sentirsi meglio in generale.  j.2a) Terza combinazione di fiori di Bach (invariata rispetto alla seconda combinazione) combinazione):: - Wild Oat (“non so quale strada prendere… ”); - Holly  (permane il senso d’invidia in “ chi è riuscito a   fare qualcosa nella vita ”); ”); - Willow  (senso di amarezza “non è giusto che sia così,  perché gli altri sono così fortunati ed io no?…”) - Honeysuckle (nostalgia del passato “ una volta era  meglio c’erano c’erano meno problemi e tutto filava liscio… ”)  j.3) Quarta visita a distanza di un mese dalla terza  (Aprile 2000) La paziente riferisce di aver avvertito che quello che le stava succedendo forse non aveva molto più senso o meglio “ho cominciato a ragionare su quello che ho fatto  nella mia vita… ho cercato, cercato ma ho concluso   poco…”. Sono stata “malino questo mese, ho pianto ma   paradossalmentee in questi ultimi giorni sto meglio…ho   paradossalment capito che tante cose non si possono fare e soprattutto biso-   gna vedere se poi ne sono capace ”. ”. Con gli altri va meglio po’ in disparte è venuta da me una  “un giorno che stavo un po’ mia amica e si è messa a parlare…sa che le dico, dottore, ho quasi provato piacere a starla ad ascoltare ”. ”. E’ migliorata nei rapporti con gli altri anche se riferisce un senso di difficoltà e di scoraggiamento per essersi accorta che forse non ce la farà ad aprire una palestra  con un’amica. Pur se stimolata non sembrano esser presente spunti di amarezza e di ingiustizia.  j.3a) Quarta combinazione di Fiori di Bach - Wild Oat (“ho cominciato a ragionare sulla mia vita ma  ancora la cosa non è ben chiara… ”); - Gentian (“ho concluso poco…” “mi sento scoraggiata ho  dei dubbi se ce la farò…”); - Honeysuckle (nostalgia del passato “ tempo fa tutti que-  sti problemi non c’erano… ” era sicuramente diverso e  meglio…”)  j.4) Quinta visita a distanza di un mese e mezzo dalla quarta (Giugno 2000) e somministrazione delle Tavole

Parallele Rorschach

Inizia la visita ringraziando il dottore “ non posso dire  certo che questo periodo sia stato una passeggiata ”. La  paziente riferisce di “ aver avvertito che quello che mi 

stava succedendo forse non aveva molto più senso o meglio  le tante idee che avevo per la testa mi facevano stare solo in  confusione e non capivo più niente…me la prendevo con   gli altri che non avevano nessuna colpa e questo non mi   portava a nulla… prender prenderee consapevolezza mi è costato,  però mi ha fatto fare anche qualcosa di importante: ho   finalmente aperto una palestra di yoga (costa meno l’at-  trezzatura) con la mia amica e devo dire che sta andando  bene ”. ”. Devo dire che mi sento realmente meglio… speria-  mo che continui così ”. ”. I suoi rapporti con gli altri e con il marito sono migliorati “rompo di meno…” e soprattutto non sente più quell’ansia quella tensione che le impediva di ragionare e di trovare una sua strada.

 j.4a) Quinta combinazione di Fiori di Bach - Wild Oat (“senso di smarrimento…”); - Gentian (“ho concluso poco…” “speriamo che adesso  quello che ho fatto funzioni… ”); k) Giudizio finale, commento o altro: La paziente attualmente, a distanza di un anno, continua a prendere le essenze di Bach, che ormai considera  il suo oracolo, perché ha paura di smetterle. Consiglio di  Walnut alnut (Febbraio 2001). aggiungere  W

Discussione 

I Somministrazione del test di Rorschach  Area cognitiva 

I dati relativi all’esame della realtà indicano una buona  conoscenza del pensiero comune. Esso però riassume maggiormente le caratteristiche di un adeguamento passivo, in quanto risultano carenti gli elementi di elaborazione, di ricerca, di confronto personale con la realtà, sui quali si basa e soprattutto si costruisce la vera conoscenza. Il soggetto presenta una facilità d’espressione alcune volte non accompagnata da una riflessione adeguata e ponderata del reale. Complessivamente le funzioni sovradeterminate dell’Io risultano evolute ma tendenzialmente stereotipate. Nella paziente emerge capacità di sintesi, in particolare, nelle relazioni e/o nei costrutti più semplici che la porta a dei livelli di aspirazione eccessivamente elevati rispetto alle potenzialità possedute. Nel contempo sono evidenti segni d’opposizione, di critica, di aggressività rivolti in maggior misura verso l’esterno, verso gli altri. La capacità di analisi, espressa con le modalità sopra ricordate fa sì che essa sia  difficilmentee utilizzata a fini pratici e ne venga tratto pieno benedifficilment ficio: questo la rende incerta negli obiettivi, con diversi interessi mal orientati, discontinua nella concentrazione e nella produzione. Tende a rifugiarsi più facilmente in un mondo fantastico, adeguandosi solo superficialmente alla realtà che la circonda. N.R.: 21. R+%:76. F+%:81. R+-%: 29. F+-%8. F%:62. G%:59. D:28%. Dim:8%. G+%(R):48. G+%(G):78. H+A/Hd+Ad:11/4. Tipo di Comprensione: G**- Dim. M/m:2/8. G/M:12.75/2. Varietà dei contenuti:7. V:9.50. V%:45. O%:17. O+%21. Indice di Realtà:7. RI/RII Metà  8/9. R+%(I)/R+%(II) Metà:88/61.

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I Somministrazione del test delle macchie di Rorschach Quadro riassuntivo dello specchio dei computi



II Somministrazione delle tavole parallele alle macchie di Rorschach (Circa sei mesi dopo l’inizio della terapia) Quadro riassuntivo dello specchio dei computi

AREA COGNITIVA

T. racc. R: 22’ R: 21 Tipo di Comprensione

T. totale: 132’ T.m.Lat. 6 R+: 16 R+%: 76 G** – Dim

Successione: INVERSA F%: 62 G+% (R): 48 G/M: 12.75 / 2

0 F+%: 81 G+% (G): 78 M / m: 2 / 8

T.m.R. 19 R+ - %: 29

(Calcolato sulla pecentuale)

(0 / 2) F+ - %: 8 GO+%: H+A / Hd+Ad 11 / 4 H% estesa: 19 A%: 52 H% estesa + A% estesa 71

H%:14 H%+A%: 66

AREA COGNITIVA

Varietà di Contenuti 1° 1°: 7 1°+2°: 11 11 V: 09.50 V%: 45 O: 3.50 O% 17 Indice di Realtà: 7

V (O+)%: O+: 0.75

T. racc. R: 42’ R: 41 Tipo di Comp Co mpre rens nsio ion ne

T. totale: 98’ R+: 35

(V) (O+)% O+%: 21

T.m.R. 53 R+ - %: 21

G* – (D (D) – Dim(C im(Caalc lcol olaato sulla pecentuale)

Successione: SCIOLTA F%: 61 G+% (R): 41 G/M: 20.75 / 6 A% estesa: 52

T.m.Lat. 29 R+%: 81

6.25 F+%: 87 G+% (G): 83 M / m: 6 / 7

H%+A%: 51

(5 / 8) F+ - %: 17 GO+%: H+A / Hd+Ad 22 / 3

H%estesa + A%estesa

57

Varietà di Cont Co nten enut utii 1°: 1°: 11 1°+2 1°+2°: °: 22 V: 13.50 V%: 31 O: 5.50 O% 21 Indice di Realtà: 8

AREA AFFETTIVA

V (O+)%: O+: 1.50

(V) (O+)% O+%: 25

AREA AFFETTIVA

T. V. I.

2 / 4.50

Prevalenza extratensiva

T. V. I.

6 / 10

Dilatato con prevalenza extratensiva

t. v. i.

8 / 3.50

Introversivo

t. v. i.

7/7

Dilatato Ambieguale

I. Affettività

RN 1.10 RC R VIII + IX + X x 100: 24

I. Affettività

RN 0.56 RC R VIII + IX + X x 100: 36

R

Qualità degli affetti

I. Impulsività

I. Autocontrollo

Cose Vive/Cose Mo Morte

P N S

R 5 1

II + III VIII+IX+X M + FC CF + C 14 / 7

Qualità degli affetti

1

5/3

I. Impulsività

I. Autocontrollo

Cose Vive/Cose Mo Morte

P N S

6 5

II + III VIII+IX+X

0.80

M + FC CF + C

10 / 6

21 / 11 11

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 Area affettiva 

L’affettività oscilla tra una dipendenza infantile e simbiotica ed espressioni incontrollate dell’affettività. E’ presente una  accentuata propensione ai rapporti affettivi che si manifesta  nel desiderio di un contatto sociale più vivo, anche se poco realizzato per sentimenti di impulsività ed egocentrismo. A  questo si associa una immaturità della vita interiore con modalità comportamentali, relazionali e di gestione degli affetti regressive. Esiste sì una buona componente fantastica  ed immaginativa, ma rimasta infantile. Difficoltosa appare una rappresentazione del Sé e dell’Oggetto chiara e coerente. Si nota una certa difficoltà del soggetto a trovare strumenti adeguati per esprimere i propri bisogni ed anche le proprie ambizioni. Ciò crea un disagio interiore che si manifesta sotto forma di tendenza all’umore depresso, oppositività, ansia, ambivalenza affettiva. Soprattutto crea una scissione tra il comportamentoo esteriore sicuramente collaborativo ed accocomportament gliente e la realtà interna molto conflittuale, aggressiva e difficilmente arrendevole. Oltre agli indici formali, tale modalità si evidenzia attraverso le differenti caratteristiche che distinguono alcune Tavole da altre: ad esempio la Tavola X, considerata la Tavola familiare, con l’unica risposta con “ vedo  un paesaggio di mare, i granchi, le maschere da sub, le conchi-   glie tutto è colorato è bello, è carino, una una cosa d’armonia ”, ”, indica una disponibilità al contatto affettivo seppur mediato da  un adattamento formale ed una tendenza ad esprimersi in modo impersonale per uso eccessivo dei processi difensivi (rimozione principalmente) messi in atto. La Tavola IX, quella considerata dell’inconscio, mostra con le sue risposte “ Un   fontana con il getto dell’acqua dell’acqua al centro, piccolo, piccolo, non grande, poi  poi  un quadro, un paesaggio al centro del quale si affacciano gli  occhi e che ti guardano, g uardano, un acquerello  acquerello ”, ”, mostra invece l’ansia, la  preoccupazione, la difficoltà nello stabilire dei confini tra  mondo interno e mondo esterno. La paziente esprime pulsioni primitive. Dall’analisi dell’intero protocollo emerge che quest’ultime si riferiscono ad una modalità psichica orientata  all’uso del processo primario in senso di immediatezza nell’esprimere le proprie emozioni. Difficilmente tali emozioni riescono ad essere orientate sull’oggetto, in quanto è rilevabile una non perfetta sintonia con l’ambiente che viene vissuto, a volte, come invadente e certamente non tranquillizzante e che, pertanto, richiede una repressione sia conscia che inconscia della propria naturale tendenza. La conseguenza di quanto sopra descritto procura al soggetto elementi d’impulsività  quando l’autocontrollo ampiamente usato dalla paziente viene meno. T.V.I.: 2/4.5. t.v.i.: 8 /3.5. M/m: 2/8. FC: 3. CF: 3. C: 0. F©+: 4. FC’n: 0. CnF: 1. H%+A%: 66. H%: 14. Cose Vive/Cose Morte: 14/7. Indice di Autocontrollo: 5/3. Indice di Impulsività: 1. Indice di Affettività: 1.10;24. Choc Sex  Tav.VI; Choc CO Tav.VIII; Choc al Nero Tav.IV; Choc al Vuoto Tav.VII; Manifestazioni Particolari riferite alla Tavole 2CZ e 2CI; Manifestazioni Particolari riferite alle Risposte 2RO; 1Di; 1IP; 1CO; 1F1. In estrema sintesi, le caratteristiche psicologiche del soggetto sono le seguenti:

• esame di realtà buono, ma con poca elaborazione personale e presenza di stereotipia; • funzioni sovradeterminate dell’Io sufficientemente evolute; • adeguamento passivo, difficoltà di concentrazione, attenzione, discontinu discontinuità; ità; • disponibili disponibilità tà affettiva e relazionale ma con modalità infantili; • eccessive ambizioni rispetto alle reali potenzialità; • ambivalenza e conflittualità nelle relazioni oggettuali interiorizzate; • ideale dell’Io dominante; • ansia ed insicurezz insicurezzaa nell’affrontare il contesto reale; • impulsività. 

II Somministrazione delle tavole parallele al test di Rorschach  Area cognitiva 

Il confronto fra i due test della paziente mette in evidenza  un percorso evolutivo in atto. Relativamente alle funzioni autonome dell’Io, rimangono confermati i valori positivi del test precedente. Gli aspetti disfunzionali risultano, invece modificati, nel senso di un significativo miglioramento. Il senso di realtà rispecchia un’aderenza più armonica e completa al mondo esterno. Gli obiettivi sono diventati adesso più chiari e personali. Il soggetto ha acquisito un’autonomia interiore, ha maggiore consapevolezza e capacità introspettive. La diminuzione dell’isolamento fantastico a favore di una  maggiore e più realistica visione del reale consente al soggetto di progettare un futuro forse meno dipinto ma sicuramente più realistico. Sono presenti delle Manifestazioni particolari quali Confabulazioni e Contaminazioni di primo livello, ossia non slegate dal reale. L’aumento rispetto al primo Test deriva in parte dalla maggiore produzione delle risposte, ma soprattutto può venir considerato come una manifestazione maggiormente integrata di quel mondo inconscio, dapprima tenuto nascosto, in disparte. Questo mondo esternalizzato si pone in maniera meno patologica in quanto finalmente si riesce ad esprimerlo, ed una sua analisi permette di trasformarlo in ricchezza creativa ed aumentare nel soggetto la propria consapevolezza. Sono ridotte le tracce di un umore tendenzialmente depressivo presente nella I prova. II Somministrazi Somministrazione one N.R.: 42. R+%: 81. F+%:87. R+-%: 21. F+-%17. F%: 61. G%: 49. D: 43%. Dim: 6%. G+%(R): 41. G+%(G): 83. H+A/Hd+Ad: 22/3. Tipo di Comprensione: G* - (D) - Dim. M/m: 6/7. G/M: 20.5/6. Varietà dei contenuti: 11. V: 13.50. V%: 31. O%: 21. O+%1.50. Indice di Realtà: 8. RI/RII Metà 17/14. R+%(I)/R+%(II) Metà: 95/55. Manifestazioni Particolari di I e II livello: Autorif., Conf., Cont.

 ATTI DE DEL L III CONGR CONGRESSONAZI ESSONAZIONA ONALE A.M.I.F. F.

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 Area affettiva 

L’elemento più rilevante di tutto il protocollo è dato dall’aumento dei valori del T.V.I. e del t.v.i. adesso entrambi dilatati. Ciò è indicativo di una evoluzione psichica profonda e coinvolgente tutta la personalità; questo in quanto viene a toccare sia l’aspetto introspettivo, come capacità acquisita di indagine e consapevolezza, sia l’aspetto relazionale e di espressione dell’affettività, ponendo in evidenza il potenziale psichico del soggetto. Difatti il T.V.I., riflette l’attitudine fondamentale della persona di fronte a sé stessa ed al mondo esterno nella situazione attuale, dato che le risposte M indicano il nucleo centrale dello spirito (con le diverse possibilità di raziocinio ed autocontrollo), mentre le risposte legate al colore corrispondono alle reazioni più o meno calde nei confronti dell’ambiente. Il t.v.i., invece, corrisponde al potenziale, alle tendenze più o meno consce dell’individuo. L’affettività, così come si palesa adesso, rimane ancora immatura ma nei confronti con l’altro test si evidenzia una maggior armonia tra le tendenze e le aspirazioni profonde e la loro realizzazione. Il soggetto tende ancora a dare molto spazio ai propri bisogni in modo egocentrico ed a volte impulsivo. In confronto alla prova precedente vi sono state delle variazioni nel senso di una maggiore visione realistica  dei bisogni. E’ migliorato il contatto sociale basato su dati di concretezza. Rispetto al test precedente le relazioni oggettuali interiorizzate sono più evolute e meno ambivalenti. La maggiore espansione esperienziale ha portato il soggetto a migliorare i propri vissuti relazionali, offrendogli la possibilità di interiorizzazioni positive, di confronto e di chiarificazione. Sono soprattutto diminuiti, anche se ancor presenti in maniera non trascurabile, le idealizzazioni e gli atteggiamenti stereotipati e passivi. L’espansione degli interessi sociali ed ambientali, unita  all’ottima conoscenza del pensiero comune, portano anche al costituirsi della costanza di realtà. Permane ancora un disequilibrio nell’integrazione tra l’impiego dell’accresciuta capacità riflessiva con la propria componente inconscia che tende ad emergere in maniera, a volte, troppo immediata. II Somministrazione T.V.I.: 6/10 t.v.i.: 7/7. M/m: 6/7. FC: 5. CF: 3. C: 3. F©+: 1. FC’n: 6. CnF: 1. H%+A%: 51. H%: 21. Cose Vive/Cose Morte: 21/11. Indice di Autocontrollo: 10/6. Indice di Impulsività: 0.80. Indice di Affettività: 0.56;36. Choc Sex  Tav.VI; Choc CO Tav.VIII; Choc al Nero Tav.IV; Manifestazioni Particolari soprattutto di I e II livello. In estrema sintesi le caratteristiche psicologiche del soggetto sono le seguenti: • funzioni dell’Io evolute e complete; • funzioni sovradeterminate dell’Io evolute; • capacità introversiva e di contatto sociale; • affettività ricca, differenziata, piuttosto egocentrica; • difficoltà nell’integrazione tra il processo primario e secondario; • ansia presente ma espressa, per lo più, in condizioni conflittuali.

Conclusioni Scopo di questo studio è stato quello di trovare una metodica che mettesse in evidenza quali fossero le variazioni e soprattutto indicasse quale “strada” l’individuo, grazie ala  Floriterapia, percorresse per trovare o ritrovare un personale equilibrio. Ci è venuta in questo senso in aiuto la Tecnica di Indagine della Personalità ideata da H. Rorschach che, oltre a  mostrare sia la quantità che la qualità del cambiamento avvenuto nella persona, ha permesso di stabilire cosa si fosse modificato nella vita psichica della paziente tanto da farle affermare di “sentirsi meglio ” e di “esser riuscita a trovare, sep-   pur momentaneamente una strada da percorrere ”. In particolare il percorso è stato delineato da: - miglior modo di affrontare la realtà in quanto il soggetto è riuscito a vedere, a capire ed a riflettere non su una visione parziale del contesto ma sulla sua interezza; - riduzione della carica aggressiva e impulsiva dovuta ad una  maggior integrazione degli affetti, mediati da una maggior capacità introspettiva; - interesse concreto, e non finalizzato esclusivamente alla  soddisfazione dei propri bisogni, nei confronti degli altri e dell’ambiente; - risposte consone ed adeguate alle stimolazioni ambientali attraverso una visione del mondo non più pedante e stereotipata; - miglior consapevolezza e presa di coscienza delle proprie potenzialità, anche se ancora legate, a volte, a fenomeni di eccessivo slancio verso una condizione difficilmente raggiungibile. Dobbiamo inoltre aggiungere che il test delle macchie, oltre ad essere un ottimo descrittore di quanto di dinamico succede nell’individuo sottoposto a Floriterapia, permette al terapeuta di: - orientare il suo intervento terapeutico e valutarne l’efficacia; - prevedere delle possibili “crisi di coscienza” e quindi creare le migliori condizioni per gestirle. In ultima analisi mi sembra di poter concludere, anche sulla base della mia modesta esperienza derivata dall’analisi dei casi studiati e da altre ricerche attualmente in corso, che la Floriterapia e la Psicodiagnostica Rorschach vengono ad integrarsi tra di loro sinergicamente, consentendo al medico ed allo psicologo di avere consapevolezza dell’intervento terapeutico da lui prescritto ed attuato ed osservare il paziente nel raggiungimento del suo obiettivo che è, in ultima analisi, un miglioramento in termini personali e sociali della qualità  della vita. E’ interessante e al contempo stimolante per una riflessione, che lascio a questa gentilissima platea, notare il parallelismo che avvicina queste due eminenti ed illuminate figure di medici : • il periodo in cui vissero (E.Bach 1886 -1936 H. Rorschach 1884 – 1922); • l’interesse prioritario per l’essere umano nella sua globalità, o ancor meglio, quella che noi oggi diremo visione oli ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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stica dell’individuo; • l’interesse, lo studio e l’approfondimento di strumenti d’indagine, tecniche terapeutiche, interventi farmacologici innovativi e derivanti dalla tradizione utili per il benessere dei pazienti (psicoanalisi, nuove terapie farmacologiche, lo studio dell’omeopatia ecc.); • la morte avvenuta prematuramente dopo aver portato a  termine “l’opera o la missione su questo mondo” per la  quale, forse, erano venuti; • aver avuto appena il presentimento di quale incredibile successo, in futuro, le loro opere avrebbero avuto. 



BIBLIOGRAFIA 

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Per riferimento bibliografico: LUPARDINI M. – Floriterapia di Bach e Psicodiagnostica  Rorschach: una possibilità di dialogo. Atti del 3° Congresso  A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Dr. Maurizio Lupardini  - Medico Chirurgo - Specialista in Psichiatria - Psicoterapeuta - Psicodiagnosta Via Santovetti, 88 00046 Grottaferrata (Roma) Marzo 2001

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Utilizzo locale dei  rimedi floreali di Bach

E. Paolelli

Topic use of Bach flower remedies

RIASSUNTO: L’articolo presenta una nuova modalità di utilizzo dei Rimedi Floreali di Bach in forma locale. Partendo dall’individuazione del Principio Transpersonale, genio del rimedio di ciascun fiore, l’autore utilizza queste informazioni nella  prescrizione sia su sintomi mentali che emotivi e fisici. In particolare, a livello fisico, viene proposta una tabella di utilizzo in cui è specificata per ciascun fiore la modalità di trattamento attraverso l’uso di oli da massaggio, bagni, bendaggi, frizioni. PAROLE CHIAVE: FIORI DI BACH, PRINCIPIO TRANSPERSONALE, USO LOCALE SUMMARY: In this paper we discuss a new topic use of Bach Flower Remedies. For each Flower we find the Transpersonal  Principle and then we use this principle to prescribe according to mental and emotional as well as physical and local symptoms. Here we find a table showing the topic use of Bach Flower Remedies through bath and massage. KEY WORDS: BACH FLOWER REMEDY, TRANSPERSONAL PRINCIPLE, TOPIC USE 

“Ho visitato un uomo di 21 anni che, installando dei cavi  elettrici, ha subito accidentalmente una scarica elettrica. Quattro giorni dopo l’incidente la mano destra era molto gonfia  … con gravi ustioni… la mano non aveva alcun tipo di perce-  zione e in un certo senso era praticamente morta… Immediatamente gli è stato somministrato Clematis interna-  mente, per ridare vita alla mano, aggiungendo Impatiens lozio-  ne, perché agisse come balsamo sulle ferite… La mano ha comin-  ciato a tornare in vita e a riprendere sensibilità, quindi a far  sentire il dolore … Aggiungo per via orale Impatiens per il dolo-  re e anche Agrimony per lo stato mentale… Due dita tremava-  no e si contorcevano spasmodicamente … si aggiunge quindi  oralmente Gentian per una lieve depressione e Scleranthus per  l’instabilità delle dita; in particolare, il pollice risulta parzial-  mente bloccato. Gli viene somministrato Vervain internamente  aggiungendolo anche alla lozione per combattere la rigidità…  gli viene somministrato Vervain anche per una certa rigidità  rimanente e viene applicato Impatiens sulle bende qualora le ter-  minazioni nervose esposte provocassero dolore… ”

Questo caso descritto da E. Bach negli anni Trenta è di estremo interesse perché in esso il maestro utilizza insieme fiori dedotti dallo stato mentale con fiori prescritti seguendo le manifestazioni e le conseguenze fisiche in atto nel paziente. In più, viene prescritto un utilizzo locale dei rimedi e ciò è di estremo interesse, in quanto già ai suoi tempi, Bach pensa  che l’utilizzo locale dei rimedi possa apportare un utile contributo alla terapia in atto. Nel corso degli anni E. Bach, mosso da motivazioni idealistiche e spirituali, tenderà sempre più a semplificare il suo pensiero affinché diventi fruibile da parte di un vasto pubbli-

co composto, a quell’epoca, da gente molto semplice. Sappiamo oggi che molti studi importanti furono distrutti da Bach per questo motivo ed inoltre la sua polemica con l’Ordine dei Medici Inglese e la sua voglia di avvalersi di operatori e collaboratori non professionisti, che non potevano toccare il paziente né praticare bendaggi e frizioni, lo portò, in una fase successiva del suo lavoro, a privilegiare sempre di più l’aspetto intuitivo e mentale per la prescrizione dei rimedi. Vero è che la mente rappresenta la parte più sensibile del nostro corpo e quindi il luogo in cui si possono riscontrare primariamente i segnali di disarmonia energetica, che col tempo coinvolgeranno l’intero organismo. Vero è che, però, la  nostra intelligenza vitale ci offre anche altri segni per decodificare il disaccordo e questi segni possono essere anche fisici. “Non è casuale la parte del corpo coinvolta ma è anch’essa sot-  toposta alla legge di causa-effetto e costituisce quindi un aiuto  importante per effettuare la diagnosi ” (E. Bach).

Ma qual è l’informazione che la mente e il corpo ci mostrano affinché noi, nella logica del pensiero di Bach, possiamo intervenire con la corretta terapia? L’informazione che ci viene proposta alla decodifica è la  disarmonia che la mente ed il corpo colgono nella distorsione di un Principio Transpersonale presente in natura e che, a causa del nostro libero arbitrio, viene calpestato. Questo Principio Universale calpestato, distorto, questa legge di armonia negata si chiama : Amore, Tolleranza, Umiltà, Fiducia, Perdono. Il sottoscritto, per la prima volta in Italia, nel 1995, definì come Qualità dell’Anima le informazioni transpersonali sottese ai Rimedi Floreali di Bach (Fig.1).  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 Altri autori hanno definito queste Qualità : Archetipi, Idee Se è vero che il contenuto del Principio Tranpersonale si Platoniche, Principio Universale, Principio Isomorfico, esprime in tutti i regni, con opportune metodiche di rilevaPrincipio Transpersonale, Genio del Rimedio (Fig.2). zione, anche il regno minerale dovrà in qualche modo espriMa che cos’è un Principio Universale? mere la presenza di Clematis, quando un minerale entra in E’ una legge presente nell’Universo prima ancora della sua  relazione col fiore . manifestazione. L’esperienza condotta dal Dr. Rossi e dal Dr. Setti al L’Entità Intelligente che ci ha creato regge la  Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università di Pavia e Manifestazione informando in Essa dei principi, delle leggi. riportata negli Atti del nostro I Congresso Nazionale Tali principi esprimono la loro intelligenza in tutto il Creato  A.M.I.F. ci dimostra che i fillosilicati posti in sospensione e rappresentano la Legge, cioè l’atto d’amore più grande che acquosa flocculano in maniera diversa a seconda dei Rimedi il Creatore possa donare alle sue creature. Floreali aggiunti alla sospensione, ed in particolare con  Attraverso questa Legge la creatura evolve la sua coscienza  Clematis il modello di flocculazione si adatta meglio alle conalla comprensione dell’Unità e nel servire questa Legge com- dizioni sperimentali presenti. pie la sua Divinità. Se quindi Clematis esprime come Qualità la Presenza a  Capite quindi che il Principio non è inerente alla forma  tutti i livelli, non avrò bisogno di uno stato d’animo di assenparticolare di essere umano, il Principio Transpersonale è un za per prescriverlo, ma potrò aggiungere Clematis in cocktail concetto, un’idea, uno schema che precede la Manifestazione con altri fiori, costituzionali o di momento, tutte le volte in ma che, nel momento in cui si materializza, diventa mente, cui il paziente mostra alla mia osservazione dei fenomeni fisiemozione, informazione fisica e cellulare: umana, animale, ci di assenza: una parte del corpo “addormentata” in seguito minerale o vegetale. ad un accidente neurologico, circolatorio, una zona corporea  Lo stesso Principio che informa un minerale o una pianta  che ha perso la sua sensibilità. può parlare anche alla coscienza dell’uomo o degli animali. Questo modo di prescrivere il rimedio indipendentemenLo stesso Principio che informa la coscienza di un uomo può te dall’aspetto emozionale viene definito prescrizione sulla  colloquiare con la coscienza di una pianta. base del Principio Transpersonale letto nel paziente. E’ una  Solo se ammettiamo l’esistenza di un’informazione intelli- modalità di prescrizione presente in Bach, come è stato evigente che è veicolabile nei vari regni: umano, animale, vege- denziato all’inizio di questo lavoro e più volte espresso tra le tale e minerale senza perdere coerenza ed in maniera trasver- righe negli scritti del maestro. La stessa formulazione del sale, possiamo capire come può l’intelligenza di un fiore cura- Rescue Remedy è una formulazione su base tranpersonalere sia la psiche che il corpo di un uomo. universale.  Accade così che Clematis, che esprime il Principio Dal 1995, anno di definizione delle Qualità dell’Anima, Transpersonale della Presenza in contrapposizione molte indagini sono state condotte parallelamente da me e da  all’Assenza, possa essere utilmente prescritto sia per curare altri ricercatori. In particolare, la Scuola Indiana, situazioni di assenza mentale che emotiva o fisica. Sudamericana e Spagnola hanno approfondito questa tematiIn particolare, a livello fisico Clematis è stato validamente ca e sicuramente il Dr. D.S. Vohra con il Dr. C. Sánchez ed utilizzato oltre che nel trattamento della lipotimia e coma, il Dr. R. Orozco hanno estremamente contribuito alla divulanche nella cura del Morbo di Alzheimer e nella Sindrome di gazione di tale modo di pensare. Ringrazio pubblicamente Down. Ma Clematis apporta energia curativa necessaria a stiquesti autori che sento a me molto vicini e spero di poter molare i meccanismi di rigenerazione cellulare anche in un insieme proseguire in questo cammino di conoscenza. corpo, tessuto od organo che in qualche modo si è “addorSe quindi il Principio Transpersonale ci permette di utilizmentato” per una deficienza circolatoria, neurologica, acci- zare il Fiore in maniera diversa, perché non usarlo localmendentale. te sotto forma di unguento? L’A.M.I.F. ha sempre insistito nei suoi corsi sull’opportunità di utilizzare i Rimedi anche in forma locale attraverso  ARCHETIPO lozioni, unguenti, vaporizzazioni, bagni terapeutici. = IDEA PLATONICA Molto è stato da me consigliato nell’arco di questi anni sul= l’uso locale dei Rimedi, in particolare nelle aree di somatizzaQUALITA’ DELL’ANIMA zione: il groppo alla gola, la palpitazione, il respiro bloccato, = lo stomaco congesto e così via. Infine, negli anni ’90 è apparPRINCIPIO UNIVERSALE so Krämer con la sua teoria delle aree cutanee che riprendeva  = gli studi del Dr. Calligaris, e i diversi terapeuti, tra cui alcuni PRINCIPIO TRANSPERSONALE brillanti soci della nostra Associazione, hanno prodotto ricer= che ed esperienze bellissime utilizzando localmente i Rimedi, PRINCIPIO ISOMORFICO nelle specifiche aree riflesse, indicate da un’opportuna mappa  = e tipiche di ciascun fiore (Fig.-2-3-4). GENIO DEL RIMEDIO Nel contempo kinesiologi ed agopuntori hanno approfondito i rapporti tra la pelle ed i circuiti riverberanti interni utiFig.1 lizzando i rimedi sui punti di riflesso e di agopuntura.  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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Heather

Questa zona si estende dal terzo spazio intercostale al sesto. Inizia, sulla parte sinistra del petto, due dita a lato della linea mediana immaginaria e si estende in larghezza due dita.

Fig.2 UTILIZZO LOCALE SECONDO KRAMER

Tronco davanti

Fig.3 UTILIZZO LOCALE SECONDO KRAMER

Tronco dietro

Fig.4 UTILIZZO LOCALE SECONDO KRAMER

Spesso però questi studi, pur ammirevoli nel loro rigore scientifico, hanno avuto la pecca della poca semplicità, data la complessità clinica della loro traduzione pratica. Con la scoperta delle Qualità dell’Anima invece abbiamo, a  mio avviso, aperto una frontiera importante per l’utilizzo locale dei Rimedi. Se quindi Vervain indica il principio della Moderazione, perché non usarlo sotto forma di crema, lozione o compressa su di una infiammazione acuta? Se Beech esprime la Tolleranza, perché non usarlo per os nelle intolleranze alimentari e localmente sotto forma di unguento nelle allergie cutanee acute e sotto forma di collirio e gocce endonasali nelle pollinosi? Seguendo questa strada e con un po’ di confronto si potranno scoprire sicuramente tantissime applicazioni locali e generali del Principio Transpersonale in terapia. In accordo con gli studi di R. Orozco posso segnalare che, anche nella mia personale esperienza più che decennale, ho riscontrato notevole giovamento nell’utilizzo locale di Elm (Sostegno/Sollievo) nei dolori acuti incontenibili, Larch nell’incapacità funzionale o motoria, Agrimony nel prurito, Crab  Apple nelle infezioni, Olive nelle astenie, Rock Water nella rigidità, Star of Bethlehem nei traumi e nelle ulcere, Vine nelle cisti.  A mero titolo esemplificativo nella tabella di seguito proposta (Tab. 1) vengono segnalati i principali usi locali del Principio Transpersonale in terapia.  A seconda dei casi e tenendo presente sia il problema che il tipo di tegumento o mucosa su cui si opera, si opterà di volta in volta per il bagno terapeutico, l’olio da massaggio, la compressa, il bendaggio, il collirio, le gocce endonasali, gli aerosol. Purtroppo, non per tutti i fiori c’è la stessa esperienza nell’uso locale del principio transpersonale.  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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Per alcuni di essi: Star of Bethlehem, Impatiens, Olive, Clematis, Beech, Vervain e Crab Apple, l’esperienza è abbastanza condivisa e consolidata. Per altri siamo ancora in una fase avanzata di studio e di confronto. Lo scopo di questa relazione vuole anche essere un’esplicita  richiesta di coinvolgimento del lettore affinché si attivino in noi l’entusiasmo e il fuoco interiore, che, se ispirati, sono il vero motore della ricerca, sia scientifica che personale. Umiltà, Pazienza, Fiducia, Audacia e Condivisione facciano della nostra Associazione un polo di ricerca , per il bene nostro e dei nostri pazienti. 

ELM

Sopraffazione Straripamento Resa

Decongestionante Sollievo dal Dolore Acuto Incoercibile: Dentale, Auricolare, Osteoarticolare, Nevralgico, ecc. Coliche: Renali, Epatiche, Mestruali, ecc.

GENTIAN

Sfiducia

Antiastenico Riabilitazione Motoria

GORSE

Disperazione

Antidepressivo Coadiuvante di tutte le Malattie Croniche caratterizzate da Assenza di Risposta

HEATHER

Egocentrismo

Dolore Congestione Stanchezza

HOLLY

Rabbia

Dolore Irritazione Infiammazione Prurito

HONEYSUCKLE

Ancoraggio Nostalgia

Terapie Corporee Contratture Muscolari Dolore

Svogliatezza

Varici Venose Tonificante Locale in caso di Lassità Legamentose, Distorsioni, Lussazioni Sessuologia

IMPATIENS

Accellerazione

Rilassante Antidolorifico Moderato Tachicardia-Tachipnea Spasmi Digestivi Ipercinesie

LARCH

Incapacità Impotenza

Riabilitazione Neurovascolare

MIMULUS

Timidezza Fragilità Fobie

Ansiolitico Rilassante Balbuzie Somatizzazioni da Fragilità Emotiva

MUSTARD

Depressione

Depressione Sindromi Endocrine Insonnia

OAK

Rigidità

Rigidità Osteoarticolari in particolare del Tratto Cervicale Prevenzione dello Stress Convalescenza

OLIVE

Esaurimento vitale

Ricostituente Fisico Antiastenico

PINE

Senso di colpa Autolesionismo

Coadiuvante nelle Malattie Autoimmuni o con Componente Autolesionista: Psoriasi, Cancro, A.I.D.S., Sclerosi Multipla, ecc. Coadiuvante nel Trattamento delle Malattie Congenite

RED CHESTNUT

Investimento energetico esterno Pessimismo

Antiastenico Rilassante Insonnia

Tab.1 APPLICAZIONE DEL FIORE

DISARMONIA

PRINCIPIO TRANSPERSONALE

AGRIMONY

Tormento Tortura fisica

Mal di denti Ulcera Prurito Ascessi Punture d’insetti

ASPEN

Invasione energetica Protezione Scudo energetico

BEECH

Intolleranza

Allergia

CENTAURY

Debolezza Sottomissione

Rinvigorente fisico Insufficienza Venosa Cronica

CERATO

Insicurezza Dispersione energetica

Dolori Migranti

CHERRY PLUM

Incontinenza degli Sfinteri Eiaculazione Precoce Frigidità Enuresi Notturna Perdita di controllo Problemi Mestruali Disturbi Digestivi Aritmie Tic Singhiozzo M. di Parkinson e Alzheimer

CHESTNUT BUD

CHICORY

CLEMATIS

CRAB APPLE

Mancanza di apprendimento

Malttie Croniche Malattie Cicliche (associato a Scleranthus)

Ritenzione Congestione

Somatizzazioni Cardiache e Ginecologiche Ritenzione di Liquidi Stitichezza Ritardo Mestruale Emicrania Allergia

Assenza

Perdita di Coscienza Lipotimia Stordimento Malattie Neurologiche con Perdita di Sensibilità Riabilitazione

Inquinamento

Antisettico Depurazione Drenaggio

HORNBEAM

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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ROCK ROSE

ROCK WATER

SCLERANTHUS

STAR OF BETHLEHEM

Panico

Paralisi Isteriche Blocchi Digestivi Somatizzazioni di Forti Paure Tremori Tachicardia

Rigidità statica

Sclerosi (fluidificante) Patologie Articolari Croniche Yin: Artrosi, Anchilosi, ecc. Coadiuvante nel trattamento dei tumori benigni: cisti, miomi, ecc. Tendenza alla Cristallizzazione: Litiasi Renali, Epatica, ecc.

Instabilità

Dolori Ciclici di tipo Colico: Mestruali, Digestivi, Renali, Epatici, ecc. Manifestazioni Stagionali o Cicliche: Emicrania, Ulcera, Allergia, ecc. Riabilitazione Psicomotoria Problemi di Lateralità

Blocco energetico Traumi

Riabilitazione Post Traumatica Blocchi Muscolari Coliche Problemi Ginecologici Cicatrizzante

SWEET CHESTNUT Angoscia

Coadiuvante nell’infarto e nelle Grosse Somatizzazioni dell’Angoscia Rigidità Dinamiche Yang: Dolori irradianti a distanza, Infiammazioni, ecc. Analgesico Rilassante

VERVAIN

Eccesso Espressione esagerata

VINE

Ammorbidente Durezza Centrifuga Drenaggio Perdita Cura Locale di: Foruncoli, di Compassione Ascessi, Cisti infiammate, Fistole

WALNUT

WALTER VIOLET

Ipersensibilità Influenzabilità

Protettivo Adattogeno Emostatico Coadiuvante nelle patologie da Isolamento: Sclerosi Multipla, Paralisi, ecc.

Orgoglio Isolamento

Rigidità Statiche Yin: Artrite, Artrosi, ecc. Coadiuvante nelle patologie da Isolamento: Sclerosi Multipla, Paralisi, ecc.

Coazione a WHITE CHESTNUT ripetere

WILD OAT

Disorientamento Dispersione

Tic Tosse Irritante Tachicardia Singhiozzo Patologie Croniche Rilassante Antinsonnia Antidepressivo Astenia da iperattività Catalizzatore nelle Patologie Croniche

WILD ROSE

WILLOW



Abulia Ipofunzione

Vitalizzante Atrofia Muscolare Deficit Circolatorio Patologie Yin

Rancore

Infiammazione Cronica Dolore Articolare Cronico Dermatiti Croniche Coadiuvante nella Psoriasi

BIBLIOGRAFIA 

1. ASSAGIOLI R. - Psicosintesi per l’Armonia della Vita, Astrolabio, Roma, 1993. 2. BACH E. - Tutte le Opere, Macro Edizioni, Diagaro di Cesena, 2000. 3. BARNARD J. & M. - The Healing Herbs of Edward Bach, Bach Educational Programme. Hereford, Inghilterra, 1988. 4. CALLIGARIS G. - La Fabbrica dei Sentimenti sul Corpo dell’Uomo. Aquarius, Palermo, 1986. 5. CHANCELLOR P. - I Fiori di Bach. Armenia, Milano, 1991. 6. KAMINSKI P., KATZ R. - Flower Essence Repertory, Flower Essence Society. Nevada City, California, 1987. 7. KAMINSKI P., KATZ R. - Affirmations, The Messages of the Flowers in Transformative Words for the Soul. Flower Essence Society, Nevada City, California, 1994. 8. KRÄMER D. - Nuove terapie con i fiori di Bach. Edizioni Mediterranee, Roma, 1995. 9. OROZCO R. - Flores de Bach. Manual para Terapeutas Avanzados. Indigo, Barcellona, 1996. 10. OROZCO R. - Nuovi Orizzonti con i Fiori di Bach. Edizioni Centro di Benessere Psicofisico, Rivarolo (TO), 1999. 11. PAOLELLI E. - Le qualità dei Fiori di Bach nelle affermazioni positive. La Med. Biol., n. 2, pagg. 38-39, Guna Editore, Milano, 1995. 12. PAOLELLI E. - Floriterapia di Bach, VHS. Guna Editore, Milano, 1996. 13. PAOLELLI E. - Le qualità dell’Anima. Tecniche Nuove, Milano, 1999. 14. PAOLELLI E. - Utilizzo attivo dei Rimedi Floreali attraverso l’uso dei Colori e delle Affermazioni Positive. Atti del I Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al n. 2, 1999, pagg. 5-7, Guna Editore, Milano, 1999. 15. PAOLELLI E. - Floriterapia e Omotossicologia: Una sintesi per il futuro. Atti del II Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al n. 2, 2000, pagg. 3-7, Guna  Editore, Milano, 2000. 16. ROSSI M., SETTI M. - I Fiori di Bach tra adattamento ed attivazione. Atti del I Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al n. 2, 1999, pagg. 8-20, Guna  Editore, Milano, 1999. 17. SCHEFFER M. - Le piante per la Psiche. Nuova IPSA, Palermo, 1994. 18. VOHRA D.S. - Bach Flower Remedies. B. Jain Publishers, Delhi, India, 1992. 19. VOHRA D.S. - My Clinical Experiences in Bach Flower Remedies. B. Jain Publishers, Delhi, India, 1997.

Per riferimento bibliografico: PAOLELLI E. – Utilizzo locale dei rimedi floreali di Bach.  Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Prof. Ermanno Paolelli  - Titolare della Cattedra di Psichiatria Biologica  Facoltà di Medicina  Università di Scienze Umane e Tecnologiche L.U.de.S. di Lugano ( Svizzera ) - Fondatore e Presidente dell’A.M.I.F. Via Varthema, 34 40137 Bologna  Marzo 2001

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

I fiori di Bach e la patologia dell’albero respiratorio

G. Muratori

Bach flowers and respiratory tract pathologies RIASSUNTO: E’ possibile, mediante l’utilizzo di sistemi di interpretazione e dei Fiori di Bach, trattare patologie di organi ed apparati, senza, però, trascurare le turbe emozionali che le generano. Cominciai a trattare patologie dell’albero respiratorio quando consultai le tavole di Kraemer, e notai che l’area al centro del torace (Punto agopunturale 17 VC) e l’area attorno alle terza vertebra dorsale (punti agopunturali 13 BL) corrispondevano ad un unico fiore, Centaury. Ne dedussi che una crema con Centaury avrebbe potuto avere un’azione di stimolo di quei punti agopunturali. Successivamente è stata elaborata una terapia della rinite ed otite seguendo le aree di Kraemer del volto. Infine, con il metodo ideato dal dott. Ricardo Orozco, metodo detto “transpersonale o isomorfico”, e stata elaborata un crema  per le affezioni della gola. La prima crema per le affezioni polmonari è poi stata rielaborata e completata. I risultati clinici sono sempre stati molto soddisfacenti e di grande interesse. PAROLE CHIAVE: RINITE, SINUSITE, OTITE, LARINGITE, BRONCHITE, FIORI DI BACH, TAVOLE DI KRAEMER, METODO TRANSPERSONALE SUMMARY: It is possible to plan a therapy of respiratory tract diseases through the use of Bach flowers, in a different way  compared to the classic oral assumption. Using creams treated with flower essences, following the tables of Kraemer and the method called “tranpersonal” discovered by  the Spanish doctor Ricardo Orozco, we have obtained good results. KEY WORDS: RINITIS, OTITIS, LARIGITIS, BRONCHITIS, BACH FLOWERTHERAPY, TABLES OF KRAEMER, TRANSPERSONAL METHOD 

N

egli anni 1930 – 1936 il dott. Edward Bach mise a punto il suo noto sistema floreale. Poco prima di morire, appena terminato il suo straordinario lavoro, affermò che il sistema era completo. Da anni è presentato ed utilizzato come un potente, valido sistema terapeutico per trattare le turbe emozionali. Tale campo terapeutico si avvicina molto, quasi coincide con la materia di intervento della psichiatria. Limitare i fiori a questo campo è ridurre oltremodo le loro possibilità terapeutiche e non essere fedeli alle ultime volontà  di Edward Bach . E’ vero, quindi, o che i Fiori di Bach trattano le turbe emozionali, ma è anche vero che è difficile trovare malattie che non hanno all’origine turbe emozionali. Se poi, come me, qualcuno ritiene che l’azione dei Fiori si esplichi soprattutto a livello del corpo mentale o astrale, sarà  d’accordo nell’affermare che la malattia interessa prima il corpo mentale, poi il corpo eterico, ed infine il corpo fisico. Già in molti interventi del congresso dello scorso ann , si è visto come in campo Ortopedico-Fisioterapico ed in campo Odontoiatrico, molte condizioni patologiche si possono correggere e migliorare solo con l’ uso dei fiori.

Il problema è trovare chiavi di interpretazione e di impostazione terapeutica della malattia. Nello scegliere i Fiori che illustrerò in grado di trattare malattie dell’albero respiratorio, mi sono avvalso delle seguenti guide: - Le tavole di Kraemer e Wild - Il metodo transpersonale o isomorfico del Dr. Ricardo Orozco. Prima di addentrarmi nell’intervento, preciso almeno quattro concetti basilari: 1) Che ho consultato le tavole di Kraemer. Chiunque può farlo ed avvalersi di questo metodo acquistando i noti volumi in libreria. Questo non è, e lo dico per rispetto all’Autore ed ai suoi referenti in Italia, il metodo che lui chiama “le Nuove Terapie”. E’ solo una minima parte e, secondo quanto dice l’Autore, molto superficiale; all’evidenza clinica, tuttavia, i risultati sono molto buoni. 2) Che quello che descriverò è un orientamento terapeutico e non una terapia locale “standardizzata”, ottimo per risolvere sintomi, ma utilizzato da solo è incompleto. Deve essere accompagnato da una terapia generale. In questo intervento

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darò indicazioni utili anche per la terapia generale, che non sostituiranno, comunque, il colloquio personalizzato con il paziente. 3) Che posso dire che il sistema funziona, ma non posso spiegare con esattezza come e perché. 4) Che la teoria vorrebbe che queste terapie fossero applicate a condizioni acute. Questa teoria è giusta e va allargata anche alla riacutizzazione di forme croniche. Queste si ripeteranno sempre più raramente, e nei periodi di quiescenza è obbligatoria una terapia di fondo.

Prescritta anche una terapia di base, il giovane, indirizzato anche da me, ha compiuto una serie di scelte giuste al momento giusto, che l’hanno portato ad una completa  regressione di tutti i segni radiologici della presenza del male. Il ragazzo, dalla fine del 1999, è in buona salute. Con l’andare del tempo, poi, le ricerche proseguirono con il trattamento del laringe. In questo momento, quindi, siamo in grado di proporre per la patologia dell’albero respiratorio una serie di composizioni semplici ed efficaci, valide per tutta la famiglia, dal neonato al nonno e prive di effetti collaterali.

L’ Origine Devo molto, in termini di incoraggiamento, all’amico e collega Dr. Ezio Sposato, autore del bellissimo testo “La  medicina Ritrovata”, che contattai dopo avere letto il suo intervento al 1° congresso A.M.I.F. di Milano nel 1999. Interessato al suo test diagnostico, mi avvicinai anche alle tavole di Kraemer, ed un giorno che riuscimmo ad incontrarci, gli feci notare un particolare “da agopuntore”: che le aree attorno ai punti 13 BL e 17 CV corrispondevano ad un unico fiore, Centaury. Poiché il punto di agopuntura è un’area ove la conducibilità elettrica della cute è maggiore rispetto a quella delle aree circostanti e si può stimolare con aghi, moxa, mesoterapia, laser, digito pressione, ci siamo chiesti perché non provare con un fiore corrispondente all’area. Questi punti hanno come funzione la tonificazione del Qi di polmone, e l’apertura della cavità toracica dai catarri; indicazioni, quindi, di bronchiti, tracheo bronchiti, tosse con catarro, ecc.. Abbiamo cominciato, prima con cautela, e poi sempre con maggiore determinazione. E’ stato per entrambi un buon ed incoraggiante successo. Poco più tardi, una mia paziente mi chiese se potevo trattare, con una terapia naturale, diversa dall’Omeopatia, che già aveva  provato, un problema che riguardava suo figlio: apnee notturne. Per il problema, documentato da riprese con videocamera, era  indicato l’intervento di adenoidectomia e rimozione dei turbinati. Seguendo le tavole di Kraemer, preparai una soluzione fisiologica con i fiori e la feci applicare nelle narici.  Anche in questo caso, il risultato fu incoraggiante: le apnee diminuirono sensibilmente, l’operazione non è stata eseguita, lo specialista Otorinolaringoiatra, che ha in cura il bambino, ha riscontrato un netto miglioramento. Nello stesso momento, ad un mio paziente, un simpatico ragazzo di 26 anni, fu diagnosticata alla Tc una metastasi mediastinica di melanoma; sei mesi prima, per lo stesso motivo, aveva subito lo svuotamento della cavità ascellare . Il sintomo prevalente era la tosse, secca, stizzosa e incontrollabile. A tutto ciò si associava una comprensibile angustia, sua e dei famigliari, per la prognosi infausta, di cui erano pienamente consapevoli. Cominciai il trattamento locale con Centaury per la tosse. Trattai anche le cicatrici in cavità ascellare, e la cicatrice della regione ove tempo prima era stato asportato il nevo cutaneo. Ciò ha condotto al miglioramento di tutta la sintomatologia.

UTILIZZO LOCALE SECONDO KRAMER



Da Kraemer e Wild - nuove terapie con i fiori di Bach - modificato 1- Agrimony 28- Scleranthus 34- Water Violet 2- Aspen 29- Star of Bethleem 35- White Chestnut 3- Beech 30- Sweet Chestnut 36- Wild Oat 4- Centaury 31- Vervain 37- Wild Rose 5- Cerato 32- Vine 38- Willow 6- Cherry plum 33- Walnut 7- Chestnut Bud d    a  v   8- Cicory a  n   t  i    9- Clematis 10- Crab Apple 11- Elm 12- Gentian 13- Gorse 14- Heather 15- Holly 16- Honeysucle 17- Hornbeam 18- Impatiens 19- Larch 20- Mimulus 21- Mustard 22- Oak 23- Olive 24- Pine 25- Red Chestnut 26- Rock Rose 27- Rock Water

UTILIZZO LOCALE SECONDO KRAMER

Da Kraemer e Wild - nuove terapie con i fiori di Bach - modificato 1- Agrimony 25- Red Chestnut 2- Aspen 26- Rock Rose 3- Beech 27- Rock Water 4- Centaury 28- Scleranthus 5- Cerato 29- Star of Bethleem 6- Cherry plum 7- Chestnut Bud 8- Cicory 9- Clematis 10- Crab Apple 11- Elm 12- Gentian 13- Gorse 14- Heather 15- Holly 16- Honeysucle 17- Hornbeam 18- Impatiens 19- Larch 20- Mimulus 21- Mustard 22- Oak 23- Olive   Testa 24- Pine davanti

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Parte prima 

Orientamento base: Nella crema quindi 2 gtt. di:

RINOSINUSITE ACUTA E CRONICA, RINITI CRONICHE RIACUTIZZATE, ADENOIDITI, OTITI

CRAB APPLE  VERVAIN WATER VIOLET

Orientamento base: in 30 cc di soluzione fisiologica

 ASPEN  AGRIMONY OAK

HOLLY  CLEMATIS PINE

Di ognuno due gocce, applicare alcune gocce in ogni narice.  Agrimony tratta il senso di tortura, fastidio, irritazione. Holly ha un ‘attività antiinfiammatoria, utilizzabile nelle irritazioni forti, nei pruriti.

Questi fiori ricalcano le aree di Kraemer. Secondo Orozco, inoltre:  Aspen tratta “ le paure di cose vaghe ed indefinite”. La Medicina Cinese classica riferisce, molto correttamente, che la febbre da raffreddamento insorge, con brivido, freddolosità e paura del freddo. Ho provato a credere che Populus Tremula trattasse i tremori, i brividi di freddo che comportano anche la paura del freddo. Così, un giorno che stava per venirmi l’influenza ed aumentavano brivido e temperatura, provai ad assumere  Aspen: il brivido cessò ed incominciò la sudorazione. Ciò è avvenuto anche in altri pazienti. Credo si possa attribuire ad Aspen il potere di trattare i brividi proprio come espressione fisica della paura del freddo. Nel caso si sospetti o si sia certi dell’origine allergica della  rinite, si può aggiungere Beech, che tratta appunto le allergie e le intolleranze.

Sono fiori corrispondenti alle aree di Kraemer, ma sono conformi anche ai principi transpersonali secondo cui: Crab Apple ha la funzione di trattare le impurità  Vervain è il fiore del fuoco dinamico che si espande, dell’infiammazione acuta, dell’aumento della vascolarizzazione. Water Violet è il fiore degli orgogliosi, di quelli che non comunicano, quelli che faticano a parlare, come gli afoni.

Questa è una mia interpretazione. 

Parte terza  IL POLMONE

La causa di tutti i nostri affanni è l’e-   goismo ed il sentimento di divisione, che spariscono nel momento in cui  amore e conoscenza della grande  Unità divengono parte della nostra  natura  Edward Bach Guarisci te stesso cap. VIII  Prima di descrivere la terapia del polmone, preferisco soffermarmi sulla sua funzione emozionale, che verte su tre termini. CONTATTO



Parte seconda 

RITMO SCAMBIO

LARINGITI E TONSILLITI ACUTE, RIACUTIZZAZIONE DELLE FORME CRONICHE

Mi avvalgo di questo sistema per preparare le creme ad uso locale. Crema base al Cetomacrogol Formula di 1000 g. Vaselina bianca FU Paraffina liquida FU Alcool cetilstearico Cetostearil – 1000 Acqua depurata FU Olio di silicone FU Glicerolo FU Metile p-ossibenzoato sodico FU Propile p-ossibenzoato FU

g. 100 g. 100 g. 72 g. 18 g. 650 g. 10 g. 50 g. 0,75 g. 0,25

Questa crema base si mette in un vasetto da 30 g. e si aggiungono 2 gocce di stok bottle. Poi si mescola con una bacchetta di vetro o di plastica e la crema terapeutica è pronta.

Quelli che indicherò sono i fiori utili per una terapia generale, sempre salvo diverse interpretazioni dello stato emozionale.

Contatto Tramite l’organo polmone siamo tutti accomunati fino al sangue da un unico mezzo: l’aria. Ovvero, in un ambiente, attraverso il solo mezzo dell’aria e grazie all’anatomia ed alla fisiologia del polmone, il sangue di ogni persona viene “messo a contatto”. Non a caso, anche nella medicina tradizionale Cinese, all’organo polmone è correlata la pelle, organo di contatto più materiale. Infine, la voce viene prodotta con delle vibrazioni di aria. L’uomo, quindi, stabilisce un contatto attivo, un contatto vocale coi suoi simili modulando l’emissione di aria.

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Il contatto genera due principi opposti: uno positivo, amore; uno negativo, avversità. Fonte di patologia sarà l’avversità od il rifiuto dell’amore. Motivo di scelta di Holly , che riequilibra verso l’amore i sentimenti di odio, gelosia, invidia, vendetta, sospetto. Beech, il fiore che “induce a tolleranza, indulgenza, a  comprendere meglio le vie imboccate da altri.”  Water Violet: anche questo fiore, sulla falsariga di quanto affermato precedentemente, è proprio di caratteri che si isolano, che rifiutano il contatto.

cioè una ritenzione di aria: l’assumere senza dare. Una forma di egoismo, ancor più paradossale in quanto quello che viene ritenuto è l’aria cattiva, malsana. Orozco attribuisce il fenomeno della ritenzione e della  congestione al carattere transpersonale del fiore Chicory . Chicory dà amore, ma ne vuole indietro, il suo amore non è incondizionato, presenta, perciò, il germe dell’egoismo e del ricatto. Un altro fiore che cura il carattere di quelli che “trattengono” a sé è Red Chestnut. Classificato nel primo capitolo, quello delle paure, è proprio di quelli che sono ansiosi per i loro cari perché li ritengono ancora dipendenti da sé. Considerazioni diverse Fin dagli studi di Patologia Clinica abbiamo appreso la  “triade di Wirchow”: il quadro patologico che caratterizza  le malattie ostruttive del polmone: Edema , Flogosi, Broncospasmo 

Mi trovo, spesso, a prescrivere questo fiore in molte persone sofferenti di affezioni cutanee e che sembrano dire “non mi toccare”.

Ritmo La corretta fisiologia polmonare è il processo “ritmico” per eccellenza perché percettibile ed anche parzialmente controllabile con la volontà. Consiste in un atto di prendere ed in un atto di rendere, è l’atto che genera movimento energetico, che genera  armonia ed amore. Il ritmo, per sua natura, comporta l’alternarsi di azioni opposte: • Dare e Ricevere • Dilatazione e concentrazione • Tensione e distensione • Inspirazione ed espirazione • Diastole e Sistole • Contatto e repulsione • Libertà e limitazione Tutto ciò fa parte dell’armonia dell’ universo, ma il limite umano porta a pensare che una parte del fenomeno ritmico sia positiva, l’altra negativa. Nascono, così, il dualismo è la polarità patologici. Nasce l’idea che il male sia l’altro con tutti i motivi di odio, risentimento, invidia.  Ancora una volta, si rende necessario Holly , per ricondurre tutto a quella “grande Unità” che fa sparire ogni affanno, compreso quello respiratorio. Holly riconduce alla corretta integrazione dei contrari, riconduce l’odio all’amore.

Scambio La funzione del polmone è, infine, quella dello “scambio” con l’acquisizione di ossigeno e la cessione di anidride carbonica. La disfunzione polmonare è soprattutto “ostruttiva”,

• Edema: Chicory ritenzione di acqua • Flogosi: Vervain • Broncospasmo: Impatiens e Star of Bethleem.

La tosse Sintomo frequente e fastidioso, è determinata: - da una irritazione in più punti anatomici che stimolano il riflesso tussigeno, indicazione  Agrimony  ed è un fenomeno incontrollabile, trattabile con Cherry Plum. 

La prima crema ad uso locale a base di Centaury è stata  completata con  Agrimony  Cherry Plum  Vervain Impatiens Star of Bethleem, applicare al centro del torace e in corrispondenza delle prime vertebre dorsali. La crema, in questo caso, a maggior ragione tratta i sintomi, in particolare la tosse in caso di bronchite acuta o bronchite cronica riacutizzata. E’ necessaria anche una terapia generale. Per questa terapia ho fornito una serie di fiori, indicativi nel trattarne la patogenesi emozionale: I fiori Chicory ,  Vervain, Beech, fanno parte del settimo gruppo “preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri”, così chiamati perchè Edward Bach era un cuore gentile. Insieme con Vine e Rock Water, in questo gruppo ven ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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gono descritti caratteri forti, espansivi come pregio, ma  insopportabili ed opprimenti come difetto. In un tratto della sua opera Edward Bach affermava che la causa delle difficoltà respiratorie era nel volere opprimere il prossimo.  Anche questo è un’indicazione per analizzare il carattere dei pazienti polmonari.  Anche se questo lavoro è allo stadio iniziale, mi ha dato molte soddisfazioni e spero che le dia a tutti i colleghi che si apprestano a provare. Non mi stancherò mai di ribadire l’importanza della  visita, del colloquio e dell’analisi del carattere e della personalità del paziente.  

BIBLIOGRAFIA 

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Per riferimento bibliografico: MURATORI G. – I fiori di Bach e la patologia dell’albero respiratorio. Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Prof. Gabriele Muratori  - Specialista in Medicina dello Sport - Specialista in Igiene e Medicina Preventiva  Borgo Madonna Rossa, 19 Savignano sul Rubicone (FO) Marzo 2001

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F. S. Calzolari

Fiori di Bach nella bioenergetica diatesico-costituzionale: la floriterapia come sintesi tra tradizione e attualità in bioenergetica Bach flowers in diathetic-costitutional bioenergetics: flowertherapy as a synthesis between old and recent discoveries in the bioenergetics field 

RIASSUNTO: Questo lavoro vuole sottolineare il ruolo dei fiori di Bach nella bioenergetica dei diversi tipi biologici umani e indicare il loro utilizzo in rapporto alla diatesi e costituzione del soggetto.

PAROLE CHIAVE: FIORI DI BACH, FLORITERAPIA DI AMBIENTE, MEDICINA FUNZIONALE, OLIGOELEMENTI, BIOENERGETICA  SUMMARY: This study shows the role of Bach’s flowers in the bioenergetic system of biological human types and indicates  their correct use through the study of diathetic-constitutional factors of patients. KEY WORDS: “BACH FLOWERS, ENVIROMENT FLORITERAPY, FUNCTIONAL MEDICINE, OLIGOELE-  MENTS, BIOENERGETICS 

Biotipi energetici e fiori di Bach La pediatria offre la possibilità di studiare i biotipi energetici al loro esordio e nella loro più limpida e chiara  fenomenologia. Più avanti negli anni, quando il bambino sarà diventato un ragazzo e poi un adulto, non sarà più possibile, se non in rari casi osservare il biotipo “puro”, cioè con caratteristiche energetiche ben definite, perché ogni individuo tenderà a divenire un mosaico energetico. Ogni personalità bioenergetica ha un suo motivo d’essere ed ognuna di esse riconosce un “pavor primum”, cioè una prima esperienza negativa di vita che in un dato momento dell’evoluzione personale imprime al sistema  energetico un’impronta di base verso uno sviluppo anomalo lontano dall’equilibrio. Così, ad esempio, l’abbandono del neonato è quell’esperienza traumatizzante che lo fa soffrire profondamente per la prima volta nella sua vita, facendogli vivere la paura  di essere lasciato solo e senza nutrimento, dunque in pericolo di morte.

Tutte le capacità energetiche del soggetto verranno utilizzate fondamentalmente allo scopo di sopravvivere, appoggiandosi agli altri e sfruttandoli per ottenere il sostentamento necessario. Si è così definito il biotipo orale. Gli atteggiamenti, i pensieri, le forme mentali del soggetto saranno per tutta la sua esistenza improntate a  riscattare questo diritto di vivere. Davanti al riproporsi degli eventi “pavor primumsimili” le personalità bioenergetiche instaureranno meccanismi di difesa squisitamente energetici, che avranno però pronta ripercussione sul comportamento, sulla  componente strutturale con caratteristiche posturali tipiche di ogni personalità, sulla forma mentale e sulle capacità intellettive, sul terreno biologico e sulle reazioni biochimiche. Per la corrente moderna di corenergetica, facente capo al Dr.John Pierrakos, il pavor primum ha radici profonde e insondabili nel tempo precedente alla nascita dell’individuo, richiamando concetti propri delle più antiche culture (vite precedenti, karma…).  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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SISTEMI BIOENERGETICI NEL BIOTIPO SCHIZOIDE  YANG

FUOCO

SISTEMI BIOENERGETICI NEL BIOTIPO ORALE

IMPATIENS

TERRA LEGNO  ASPEN 

FUOCO

CHICORY 

TERRA

LEGNO

CLEMATIS

RED

CHESTNUT BUD

CHESTNUT 

HEATHER

METALLO CERATO METALLO CENTAURY 

 ACQUA

 YIN

 ACQUA

OLIVE 

Il trauma separa lo yin (energie fisiche) dallo yang(energie spirituali) Interrompendo il flusso energetico principale Acqua – Fuoco (SHAO-YIN).

L’abbandono è alla base della debolezza della personalità orale, che non può sostentarsi da sola. La carica energetica è più bassa rispetto ad un tipo ideale e il ciclo di generazione è rallentato. La bassa carica energetica è presupposto della DIATESI IPOSTENICA del biotipo orale. POST

La dissociazione energetica è presupposto della DIATESI DISTONICA del biotipo schizoide.

Nel sistema dei chakra la già scarsa carica energetica tende a distribuirsi alla parte anteriore dei chakra, connessa con le valenze emozionali.

Nel sistema dei chakra il trauma procura il blocco energetico tra il 3° e il 4° livello, dissociando il piano fisico dal piano spirituale. Il biotipo schizoide è caratterizzato da prevalenza delle funzioni mentali e spirituali, associata a scarsa adesione alla realtà.

FLORITERAPIA DIATESICO-AMBIENTALE PROGRAMMA DI RIEQUILIBRIO PER IL BIOTIPO SCHIZOIDE Cocktail di biotipo CLEMATIS  ASPEN CHESTNUT BUD CENTAURY  OLIVE IMPATIENS + Manganese/Cobalto  ASSUNZIONE PER OS: PER IMMERSIONE: PER APPLICAZIONE LOCALE:

4-6 VOLTE AL DI’ A DI’ ALTERNI UTILIZZARE IL FIORE COSTITUZIONALE CLEMATIS SUL 3° C. (PLESSO SOLARE)

Cocktail d’ambiente

da somministrare ai contatti e da vaporizzare nell’ambiente Fattore traumatico  Ambiente terrorizzante  Ambiente violento

STAR OF BETHLEHEM ROCK ROSE VINE

WILD ROSE 

Il biotipo è caratterizzato da scarsa vitalità, debole volontà ed eccessiva emozionalità.  ANT

FLORITERAPIA DIATESICO-AMBIENTALE PROGRAMMA DI RIEQUILIBRIO PER IL BIOTIPO ORALE Cocktail di biotipo RED CHESTNUT CHICORY  HEATHER CERATO Manganese/Rame

WILD ROSE +

 ASSUNZIONE PER OS: 3-4 VOLTE AL DI’ PER IMMERSIONE: 1 VOLTA AL DI’ PER APPLICAZIONE LOCALE: MASSAGGIARE IL FIORE COSTITUZIONALE CHICORY SUL 4° C. (PLESSO CARDIACO) E IL FIORE DI  VITALITA’ WILD ROSE COME TONICO SUL CHAKRA SACRALE (CERNIERA LOMBO-SACRALE).

Cocktail d’ambiente

Da somministrare ai contatti e da vaporizzare nell’ambiente  Ambiente iperprotettivo  Ambiente di deprivazione/abbandono  Ambiente di abbandono/irresponsabilità  Ambiente instabile

CHICORY  GORSE CLEMATIS WALNUT

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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SISTEMI BIOENERGETICI NEL BIOTIPO PSICOPATICO FUOCO

SISTEMI BIOENERGETICI NEL BIOTIPO MASOCHISTA

VERVAIN 

FUOCO TERRA

LEGNO

 AGRIMONY 

BEECH 

HOLLY 

TERRA WILLOW 

LEGNO METALLO

CHERRY 

MIMULUS

SCLERANTHUS

PLUM 

METALLO LARCH 

 ACQUA SWEET CHESTNUT 

 ACQUA

Il tradimento determina la crisi di relazione. La crisi energetica del legno si trasferisce al fuoco e alla terra, imprimendo a tutti i movimenti energetici un andamento critico. La “crisi” è il presupposto energetico di base per lo sviluppo della DIATESI DA DISADATTAMENTO del soggetto psicopatico.

La repressione induce una compressione dell’energia di espressione a livello della loggia metallo e conseguente controinibizione del fuoco. Lo sbilanciamento dell’asse energetico principale (SHAO YIN) a favore dell’acqua è alla base della superinibizione della terra da parte del legno. Tutti i movimenti energetici sono lenti per blocco del sistema. Ciò è alla base della DIATESI ASTENICA del biotipo.

POST Nel sistema dei chakra le energie sono deviate, con prevalenza delle funzioni volitive e conseguente rafforzamento del SUPER IO. Se la crisi di relazione si verifica sul trasferimento energetico 2°-3° c. si definisce un biotipo con caratteri misti psicopatico-orali; se si verifica sul trasferimento 3°-4° c. si definisce un biotipo misto psicopatico-rigido.

GENTIAN 

POST

Nel sistema dei chakra il blocco energetico avviene al passaggio 4°-5° c. il cortocircuito concentra l’energia posteriormente, congelandola. 4°-5° c.

2°-3°C. TIPO ACCATTIVANTE 3°-4°C TIPO SOPRAFFATTORE

 ANT

 ANT

FLORITERAPIA DIATESICO-AMBIENTALE PROGRAMMA DI RIEQUILIBRIO PER IL BIOTIPO PSICOPATICO Cocktail di biotipo CHERRY PLUM HOLLY   VERVAIN BEECH SCLERANTHUS

Zinco

SWEET CHESTNUT +

PROGRAMMA DI RIEQUILIBRIO PER IL BIOTIPO MASOCHISTA Cocktail di biotipo  AGRIMONY  MIMULUS WILLOW LARCH GENTIAN + Oro/Argento/Rame

 ASSUNZIONE

 ASSUNZIONE

PER OS: 4-5 VOLTE AL DI’ PER IMMERSIONE: 1-2 VOLTE AL DI’ PER APPLICAZIONE LOCALE: APPLICARE IL FIORE COSTITUZIONALE BEECH SUL PLESSO SOLARE E IL FIORE DI DISTENSIONE CHERRY PLUM CON AMPIO MASSAGGIO TRA LE SCAPOLE.

PER OS: 6-8 VOLTE AL DI’ PER IMMERSIONE: 1 VOLTA AL DI’ LA SERA PER APPLICAZIONE LOCALE: MASSAGGIARE IL FIORE COSTITUZIONALE LARCH SULLA GOLA E TRA LE BOZZE FRONTALI. MASSAGGIARE IL FIORE DI RISOLUZIONE STAR OF BETHLEHEM. LUNGO IL RACHIDE.

Cocktail d’ambiente

Cocktail d’ambiente

 Ambienti di indecisione/ambiguità SCLERANTHUS  Ambienti possessivi CHICORY   Ambienti di promiscuità CRAB APPLE

 Ambiente colpevolista  Ambiente moralista Stasi energetica ambientale

da somministrare ai contatti e da vaporizzare nell’ambiente

da somministrare ai contatti e da vaporizzare nell’ambiente PINE CRAB APPLE STAR OF BETHLEHEM

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SISTEMI BIOENERGETICI NEL BIOTIPO RIGIDO FUOCO

TERRA ROCK WATER

LEGNO METALLO WATER VIOLET 

 ACQUA OAK - MUSTARD Ciclo di generazione Ciclo di inibizione Lo squilibrio tra i cicli biologici fisiologici crea il presupposto per il processo di “sovrasaturazione” del campo energetico. Ciò è alla base della DIATESI IPERREATTIVA del biotipo rigido e dei cortocircuiti energetici responsabili dei deep da distress prolungato.

4° 2°

STRUTTURA DI DIFESA

Blocco e inversione del flusso energetico nel sistema sovrasaturo (sistema chakra). Dirottamento energetico ai centri posteriori. con prevalenza delle funzioni volitive. Cortocircuito fondamentale tra 2°e 4°c. Evidente tendenza del sistema alla chiusura enegetica globale.

PAVOR PRIMUM MOMENTO Esperienza di partenza EVOLUTIVO epoca pre- o perio postnatale

 Abbandono e deprivazione

epoca neonatale e del lattante

orale

Tradimento

età del bambino

psicopatica

Invasione e controllo

fase infantile dell’autonomia

masochista

Rifiuto

sviluppo puberale

rigida

ROCK ROSE WATER VIOLET ROCK WATER  VINE MUSTARD OAK + Manganese  ASSUNZIONE PER OS: 4 VOLTE AL DI’ PER IMMERSIONE: 1 VOLTA AL DI’ PER APPLICAZIONE LOCALE: MASSAGGIARE IL FIORE COSTITUZIONALE VINE LUNGO IL RACHIDE E FRIZIONARE IL FIORE WATER  VIOLET SUL CAPO  Ambiente sessualmente castrante CRAB APPLE  Ambiente di negazione affettiva HOLLY WILLOW Rigidità educazionale ROCK WATER

schizoide

TIPO DI DIFESA E CONSEGUENZE SUL PIANO ENERGETICO DIFESA SCHIZOIDE DIFESA ORALE

abbandono del corpo

debolezza fisica, astenia

suzione di vitalita’ scarse energie altrui proprie

DIFESA PSICOPATICA

controllo sugli altri

DIFESA MASOCHISTA repressione, dipendenza

FLORITERAPIA DIATESICO-AMBIENTALE PROGRAMMA DI RIEQUILIBRIO PER IL BIOTIPO RIGIDO Cocktail di biotipo

PERSONALITA’

 Aggressione diretta

DIFESA RIGIDA

Cocktail d’ambiente

PERSONALITA’ BIOENERGETICA

PROCESSO DI SEPARAZIONE DAL SE’

VINE 

ROCK ROSE

PAURA

energia forte ma incostante energia debole, inconsapevole

orgoglio, energia forte ma chiusura, finzione non autentica Crisi esistenziali

PERSONALITA’E MECCANISMI DI DIFESA ATTUATI SCHIZOIDE

-“a porcospino”,ritirata, uscita dal corpo

ORALE

- suzione, negazione verbale, isteria

PSICOPATICA

- “uncino”,”gancio mentale”, isteria

MASOCHISTA

- rimuginare silenzioso, provocazione (frecciate verbali),“tentacoli”

RIGIDO

- ostentazione, isolamento entro i confini BIOTIPO SCHIZOIDE

AGGRESSIONE

TERRORE ESISTENZIALE

FUGA DALLA REALTA’

- abbandono del piano fisico, con passaggio a piani di esistenza mentali e spirituali (prevalenza di energie “alte”: soggetti molto creativi) - indebolimento energetico del piano fisico: astenie, ipotensione, estremità fredde, magrezza, vacuità dello sguardo, atteggiamento assente, mancanza di coordinazione spazio-temporale, squilibri cervello destro-sinistro, accelerazione temporale)

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DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA SCHIZOIDE

BIOTIPO PSICOPATICO

“Il bambino aggredito”: negazione del diritto di esistere, reazione di fuga dalla realtà

PAURA DI ESSERE CONTROLLO TRADIMENTO TRADITO ASSOLUTO (di provare dolore)

-paure aspecifiche, fobie -difficoltà di concentrazione e apprendimento, superficialità

 ASPEN

-influenzabilità estrema -basso range di tolleranza allo stress, scarsa energia vitale -ansietà e impazienza

CLEMATIS CHESTNUT BUD CENTAURY  OLIVE IMPATIENS

FIORI DI BACH COSTITUZIONALI PER IL TIPO SCHIZOIDE:

- il soggetto controlla l’ambiente circostante direttamente (aggressività, rabbia, prepotenza, imposizione diretta) oppure indirettamente(con bugie, lusinghe, seduzioni e ricatti) . Se non ci riesce (sptt con lo stesso sesso) può esplodere in crisi isteriche violente. - l’energia è forte ma incostante e crollano sotto stress. Questi soggetti controllano persino se stessi e si impediscono di amare per cui possono manifestare disturbi sessuali, enuresi, balbuzie, svenimenti ecc…, quali espressioni dei blocchi energetici)

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA PSICOPATICA

CLEMATIS

“Il bambino manipolato”: negazione del diritto di autonomia, reazione di manipolazione e sfida FIORI DI AMBIENTE: fattore traumatico : ambiente traumatizzante: ambiente violento:

STAR OF BETHLEHEM ROCK ROSE VINE

BIOTIPO ORALE ABBANDONO

PAURA DELLA PARASSITISMO DEPRIVAZIONE ENERGETICO

- il soggetto impara a sostentarsi appoggiandosi agli altri; la personalità non sviluppa autonomia e l’individuo rimane energeticamente infantile (non fa mai da solo ma induce gli altri a servirlo con mezzi seducenti e ricattatori) - i livelli energetici sono bassi per difetto di metabolizzazione delle energie (aspetto fisico ipotonico, flaccidità, addome prominente, atteggiamento pigro, voce fievole e piagnucolosa, sguardo “aspiratore”)

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA ORALE “Il bambino abbandonato”: negazione del diritto di crescere, dipendenza dagli altri - Paura e fobie (fino all’isteria) - ansia (dipendenza dagli altri) - Apatia , depressione - Egocentrismo, solitudine, logorrea - Problemi relazionali bisogno dell’appoggio altrui - scarsa stima della propria intuizione

RED CHESTNUT CHICORY  WILD ROSE HEATHER

FIORI COSTITUZIONALI DEL TIPO PSICOPATICO: BEECH

FIORI DI AMBIENTE  Ambiente di indecisione/ambiguità:  Ambiente possessivo:  Ambiente di promiscuità:

SCLERANTHUS CHICORY  CRAB APPLE

BIOTIPO MASOCHISTA

CONTROLLO

PAURA REMISSIONE E DELL’INVASIONE REPRESSIONE

- il soggetto impara a reprimere ogni iniziativa e la personalità rimane inespressa. - Ama la libertà ma teme di conseguirla. - L’energia è debole e compressa nel nucleo interno: l’individuo l’avverte come forza in ebollizione e questo senso si traduce in rabbia repressa e nascosta. - L’individuo è arrendevole, insicuro, rassegnato.

CERATO

FIORE COSTITUZIONALE DEL TIPO ORALE:

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA MASOCHISTA “Il bambino invaso”: negazione del diritto di espressione, reazione di controllo

CHICORY  FIORI DI AMBIENTE  Ambiente iperprotettivo:  Ambiente di deprivazione/abbandono:  Ambienti abbandono/irresponsabilità:  Ambiente instabile:

- Paura di perdere il controllo CHERRY PLUM - Accessi di rabbia, invidia, odio, gelosia HOLLY  - Ipercriticismo e intolleranza, falsità BEECH - Eccesso di entusiasmo  VERVAIN - Indecisione tra valenze opposte SCLERANTHUS - Crisi depressive profonde (crollo energetico) e SWEET CHESTNUT impossibilità di proiettarsi nel futuro

CHICORY  GORSE CLEMATIS WALNUT

- Paura e frustrazione - Remissività e senso di inferiorità - Ansia interiorizzata - Vittimismo, rancore e pessimismo - Depressione e sfiducia

MIMULUS LARCH  AGRIMONY  WILLOW GENTIAN

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FIORI COSTITUZIONALI PER IL TIPO MASOCHISTA: LARCH

FIORI DI AMBIENTE: ambiente colpevolista ambiente moralista stasi energetica ambientale

PINE CRAB APPLE STAR OF BETHLEHEM

BIOTIPO RIGIDO

RIFIUTO

ORGOGLIO   NEGAZIONE DEL SE’

- il soggetto nega il contatto energetico tra il suo nucleo e l’ambiente esterno. Rifiuta di riconoscere il proprio SE e crea un IO totalmente falso. Tale IO è perfetto secondo i criteri del mondo. - Il soggetto mantiene una struttura complessa che impone un grosso lavoro energetico. - Vive bene sotto stress, utilizzando le energie di volontà e pensiero, ma negando ogni emozione. - Possibili crisi esistenziali e attacchi di panico quando la maschera cade.

DISAGI PSICHICI DELLA DIFESA RIGIDA “Il bambino inibito”: negazione del diritto di amare, reazione di distacco affettivo e sessuale - Paura della morte e attacchi di panico ROCK ROSE - Orgoglio, atteggiamento di chiusura WATER VIOLET - Rigidità ROCK WATER - Autoritarismo, prepotenza, assolutismo  VINE - Crisi esistenziali e depressione MUSTARD - Negato senso di oppressione OAK

FIORI COSTITUZIONALI PER IL TIPO RIGIDO:  VINE

FIORI DI AMBIENTE:  Ambiente sessualmente castrante  Ambiente di negazione affettiva Rigidità educazionale

CRAB APPLE HOLLY  WILLOW ROCK WATER

Tali affascinanti supposizioni sottendono necessariamente l’impossibilità di una verifica scientifica, ma l’osservazione clinica di alcuni biotipi particolarmente puri suggerisce in modo quasi prepotente di non scartare a priori le ipotesi più imponderabili. La necessità di affrontare il pavor primum costringe l’individuo ad erigere veri e propri sistemi di difesa e quindi a  relazionarsi con il resto del mondo come se fosse in guerra. Si comprende bene come qualsiasi biotipo sia lontano dall’equilibrio energetico quando si trova nella fase di sbilanciamento, e cioè tutte le volte che si ripropone il trauma iniziale. Da qui il disagio di vivere, che ognuna delle cinque personalità bioenergetiche esprime a modo suo. Il compito del pediatra floriterapeuta è quello di riportare

l’individuo al punto di equilibrio, quello stato di armonia con se stesso e con gli altri che può essere vissuto soltanto se si è liberi dalla paura. I fiori di Bach hanno dimostrato di essere una chiave di apertura del sistema energetico umano in difesa, quindi squilibrato. L’inquadramento dei bambini in trattamento con fiori di Bach nella biotipologia, tramite l’osservazione clinica, ha permesso di rilevare che alcuni fiori sono “costituzionali” per il soggetto, cioè vanno a riequilibrare il nucleo della personalità, mentre altri hanno un ruolo sintomatico e si rivelano molto utili quali sinergici del costituzionale. La possibilità di trattare un gruppo di bambini, corrispondente al 50% dei casi totali(criterio random), con quel fiore di Bach che coglie le caratteristiche energetiche non tanto personali quanto dell’ambiente (casa, scuola…), ha messo in evidenza come i fiori di Bach possano e debbano avere un’applicazione più vasta nell’ottica della bioenergetica. Con il fiore di Bach di ambiente è possibile interrompere circuiti energetici che minano profondamente alla base il successo della terapia, poiché mantengono dinamiche comportamentali malsane e viziate. Per ogni biotipo vi è un fiore di Bach d’ambiente statisticamente più frequente. Questo studio clinico vuole aprire le porte ad una floriterapia bioenergetica indirizzata soprattutto al biotipo “puro”, rintracciabile particolarmente nell’età infantile, che tenga  conto per ogni biotipo degli accordi energetici tra i fiori di Bach costituzionali, i fiori sinergici e i fiori d’ambiente. La “floriterapia bioenergetica” intende interpretare il significato dei fiori di Bach in chiave forse coraggiosa, senza dubbio moderna e soprattutto concreta, sulla base delle indicazioni dello studio clinico che questi 417 bambini e le loro famiglie hanno permesso.  Allo stesso tempo la “floriterapia bioenergetica” evidenzia il ruolo straordinario che questi rimedi hanno nel riequilibrio psicofisico per la loro stessa natura di “chiavi d’accesso” al campo energetico umano. Con questo studio auspico quindi un utilizzo terapeutico dei fiori di Bach, soprattutto in pediatria, più allargato, più semplice ma certamente meno semplicistico, che è ciò che dobbiamo agli adulti del domani.  Per riferimento bibliografico: CALZOLARI S. – Fiori di Bach nella bioenergetica diatesico-costituzionale: la Floriterapia come sintesi tra tradizione e attualità in bioenergetica. Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La  Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Dr.ssa Silvia Calzolari Specialista in Pediatra  Via Kennedy, 81 40068 San Lazzaro di S. (BO) Marzo 2001

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F.

Fiori di Bach: modifica di un modello e guida al benessere nell’età senile

P. Montenero

Edward Bach’s Flowertherapy: modifying a model and a  guide to wellbeing during old age RIASSUNTO: Nella parte occidentale del mondo prevale l’idea secondo cui la vecchiaia è sostanzialmente connessa a  una perdita. Perdita di produttività, di efficienza e quindi di utilità, sia in termini sociali che individuali, e perdita di salute. La medicina, se assume tale concezione, non può che limitarsi ad allestire interventi “riparatori” di tali perdite. Perdite oggettive che spesso mascherano quel vissuto di esclusione e quel disagio esistenziale del vecchio che, questi sì, sono diretta conseguenza di quell’idea.  Viceversa, se la vita umana viene considerata come un percorso, il periodo della vecchiaia, in quanto più libero da vincoli e ritmi obbligati, potrebbe rappresentare quello più idoneo a una ricerca e possibile scoperta. La scoperta di se stessi, del proprio essere fatto di storia e di presente. Scoperta a volte difficile per quanto accumulato nel corso degli anni. I fiori di Bach possono pertanto essere impiegati come focalizzatori di un viaggio, il viaggio per quella scoperta, piuttosto che come meri rimedi di quelle perdite o riduzioni di efficienza di apparati psico-fisici. In quel viaggio i fiori, attraverso l’eliminazione delle stratificazioni-ostacolo, possono favorire, nel vecchio, il recupero di una  autentica integrità. PAROLE CHIAVE: FLORITERAPIA, VECCHIAIA  SUMMARY: In the western world there is a prevailing idea according to which old age is fundamentally connected to loss.

Loss of productivity, of efficiency and therefore of usefulness – both in social and individual terms – and, of course, loss of health. If medicine embraces such a conception, it cannot but limit itself to setting up interventions that “patch up” such losses. A direct  consequence of this idea does in fact result in objective losses that have to do with the feeling of marginalization and existential  unease that elderly persons often struggle to hide. On the contrary, if human life is considered as a journey, old age that is often less conditioned by obligations and frenetic rhythms, could represent the best time for looking into oneself and possibly making a new discovery. The discovery of oneself, of the impor-  tance of our past and of what we have become. This is often a difficult discovery because of the many layers we have accumula-  ted during the years. Bach’s flowers can therefore be used to help find a focus during that journey towards discovery, rather than act as mere remedies  to counteract losses or the decrease of efficiency of psycho-physical functions. Through the elimination fo obstacles created by various stratifications, these flowers can truly help the elderly in their journey to  recover an authentic wholeness and integrity of being  KEY WORDS: FLORITHERAPY, OLD AGE 

C

he cosa vuol dire invecchiamento? Chi o che cosa  invecchia? Il vecchio non è altro che adulto, di età avanzata, collocabile cronologicamente in una fascia di età oltre i 60, i 70 o gli 80 anni, che possiede le stesse caratteristiche dell’adulto stesso, i sui stessi orizzonti, ma con un segno meno davanti? In effetti, nel vecchio si riscontra un declino delle forze, dell’acuità sensoriale, minore prontezza nelle reazioni riflesse, minore capacità di adattamento, accresciuta dipendenza dagli

altri. Esiste dunque solo un insieme di aspetti regressivi, aspetti biologici regressivi come lo spopolamento neuronale, l’aumento delle componenti gliali, la disfunzione dei sistemi neurotrasmettitoriali e l’irrigidimento dei vasi? Esiste solo il decadimento cognitivo? Questi fenomeni ci sono, sono osservabili.

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CHI O CHE COSA INVECCHIA? LA VECCHIAIA NON È NULLA DI PIÙ DELL’ANTICAMERA DELLA MORTE?

un vecchio mobile, un vecchio libro ecc. Lo svelare il carattere per Hillman e per Bach, lo svelare l’anima, consiste nello svelare la  propria natura, anche e soprattutto da vecchi. Molti vecchi sono tuttavia afflitti. Chiediamoci se questa  afflizione non venga generata o accentuata dall’“idea” che ci siamo fatti della vecchiaia. In altre parole, chi o che cosa invecchia è forse esattamente ciò a cui consentiamo di invecchiarci e di invecchiare.  Ad esempio la memoria. TEMPO E MEMORIA  CONSENTIAMO ALLA MEMORIA DI INVECCHIARCI E DI RIMANERE LEGATI AL PASSATO NECESSITÀ DI VIVERE SENZA MEMORIA LIMITANTE E DI VIVERE IL PRESENTE

Fig.2 Salvador Dalì: La persistenza della memoria, 1931 Fig.1 René Magritte: La chiave dei campi, 1936

IL FINE DI INVECCHIARE NON È QUELLO DI MORIRE BENSÌ QUELLO DI UNO SVELAMENTO

 Allora la vecchiaia non è nulla di più dell’anticamera della  morte?  James Hillman (4) in un suo recente libro sostiene, viceversa, che il fine di invecchiare non è quello di morire, bensì quello di svelarsi: lo svelamento del proprio carattere che richiede un lungo periodo di gestazione prima di venire alla luce ed essere individuato dal soggetto e dagli altri. Lo svelamento del carattere è il frutto di una conciliazione fra la nota che pensavamo nostra, o che gli altri pensavano che fosse nostra, e quella che veramente è. Molti vecchi vengono in ambulatorio lamentando varie difficoltà, deficit, dolori fisici, mentali, psichici. Le prove cognitive standardizzate che privilegiano la rapidità di scelta o di esecuzione, che valutano la velocità, non possono che penalizzare la riflessione, l’attitudine riflessiva e la pausa come nota comportamentale. È proprio questa attitudine riflessiva che, come antidoto dell’inutilità, consente quel viaggio di scoperta dentro e fuori se stessi. Dice Socrate a Cefalo (6): “da te ascolterei volentieri un giudizio su questa età (la vecchiaia), se davvero essa è un periodo triste della vita, o se qualche altra cosa tu abbia da dirci”; Cefalo, in risposta, fa l’elenco dei mali della vecchiaia e conclude dicendo: “è vero c’è un’unica causa per tutto questo, ma essa non è la  vecchiaia, bensì il carattere degli individui”. Un carattere unico e non riproducibile come una vecchia casa,

Consentiamo alla memoria di invecchiarci, di farci continuamente intravedere il passato, di sprofondarci nella nostalgia. Con gli occhi del passato perdiamo il presente e invecchiamo. A volte forse avremmo bisogno di vivere senza memoria, di vivere il e nel presente. Così potrebbe interrompersi quella trama nascosta che lega il ricordo alla paura del domani, all’invecchiare, alla perdita, alla morte. Nella nostra pratica ambulatoriale neurologica e riabilitativa abbiamo avuto modo di incontrare, nell’ultimo anno, qualche centinaio di pazienti anziani.  Al di là delle differenti patologie che interessano il sistema nervoso, abbiamo riscontrato condizioni di sofferenza che, pur nella  loro variabilità, erano ascrivibili a determinate e ricorrenti tipologie emozionali, a blocchi, a scissioni fra il vivere del corpo e ciò che fa vivere il corpo. Conflitti, dunque, percepibili e indicanti le tracce da seguire per raggiungere quei blocchi e provare a rimuoverli. Un primo blocco era legato al vissuto di limite, di perdita, alla nostalgia. Questa nostalgia deriva da una confusione tra tempo cronologico e tempo interiore. Il vissuto del tempo cronologico invade, spiazza e non consente il dispiegarsi dell’interiorità. La domanda che alcuni pazienti avevano dimenticato e che non si ponevano più è la seguente: “rispetto a ciò che sono a che punto mi trovo?”. La difficoltà a rispondere deriva dall’ingombro che il passato, la nostalgia, esercita sulla percezione di quel “filo della vita” che attribuisce un significato alla nostra storia e alle nostre cose. “Le

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cose non rappresentano nulla se non nella successione con cui si riferiscono l’una all’altra” (R. Steiner). Per il vecchio non si tratta di liberarsi di una rete che impedisce di percorrere la strada dell’individuazione, come nei giovani, bensì di “persistere nel proprio essere” (Spinoza), continuando a svelare la propria anima-carattere. Il rimedio di stato Honeysuckle allenta lo sguardo volto all’indietro, riduce il rischio della pietrificazione come Lot e aiuta  a liberarsi dagli occhi della fisiologia, da quegli occhi che vedono il vecchio come qualcosa in meno e in peggio. PRIMO BLOCCO:

rispetto alla incognite della vita. Chi si è attardato per paura di crescere potrà restare ancora indietro, ma si potrà rifare rispetto a  compiti sconosciuti e vissuti come pericolosi che lo attendono alla  svolta. Erikson (2) sostiene che l’età senile è preparata dalla fase precedente dell’età adulta. Compito di questo stadio è attuare una  decisione esistenziale tra “generatività” e “ristagno”. Se l’individuo cade nel ristagno e nella noia e non si è interessato a persone e cose, non ha adottato il giusto atteggiamento, caratterizzato in questa età della “cura”, non approderà alla saggezza e la vecchiaia  precipiterà nella rassegnazione. SECONDO BLOCCO:

NOSTALGIA 

RASSEGNAZIONE E APATIA 

HONEYSUCKLE: ALLENTA LO SGUARDO VOLTO ALL’INDIETRO

LA RINUNCIA PUÒ DERIVARE DALLA INCAPACITÀ  DI INTEGRARE ASPETTI DISCORDANTI E CONTRADDITTORI DELLA VITA 

PERSISTERE NEL PROPRIO ESSERE (SPINOZA)

WILD ROSE: CONSENTE DI USCIRE DAL RIPIEGAMENTO SU SE STESSI E DI APRIRSI AL MONDO

Fig.3 Paul Cézanne: Il fumatore di pipa, 1890

Il ricordo non più nostalgico, ma elemento di una dimensione interiore, fa dire al Dostojevskij (1) de “I fratelli Karamazov”, attraverso il vecchio eremita Zosima, “al giovanile fervido sangue succede la mite serena vecchiezza. Benedico il sorgere del sole ogni giorno e il mio cuore inneggia a esso come una volta, ma più ancora amo il suo tramonto, i lunghi obliqui raggi suoi e con essi i calmi, dolci, struggenti ricordi, le care immagini di tutta una  lunga benedetta vita”. Un antico proverbio dice che bisogna “aver mangiato il mondo” nel tempo opportuno, per godere le gioie della maturità  e della vecchiaia. Un secondo blocco riguarda chi, vecchio, non è passato attraverso il tumulto del mondo, ma è indietreggiato

Fig.4 F. Rembrandt: Vecchio in poltrona, 1652

Rassegnazione in realtà deriva da re-signare cioè re-significare e pertanto potrebbe rappresentare, se non dominata dall’apatia e dall’inerzia, una pausa per percepire, ri-svelando. La rinuncia, l’intimo sentimento di sconfitta deriva, nel vecchio (e non solo), dalla  incapacità di integrare aspetti discordanti e finanche contraddittori della propria vita, purché vissuta. Più di una emozione, più di uno stato d’animo, più di una considerazione convivono in queste parole con cui Jung (5), a 80 anni, chiude la sua autobiografia: “sono stupito, deluso, contento di me; sono afflitto, depresso, entusiasta. Sono tutte queste cose insieme, e non so tirare le somme. Sono incapace di stabilire se alla fine valgo o non  ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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valgo, non ho un giudizio da dare su me stesso e sulla mia vita. Non c’è nulla di cui mi sento veramente sicuro quando Lao Tze dice “tutti sono chiari, io solo sono offuscato” esprime quello che provo io ora nella mia vecchiaia avanzata eppure ci sono così tante cose che mi riempiono: le piante, gli animali, le nuvole, il giorno e la notte e l’eterno che è nell’uomo. Quanto più mi sono sentito insicuro di me stesso tanto più è cresciuto in me un senso di affinità con tutte le cose. Anzi, è come se quel senso di alienazione, che per tanto tempo mi ha separato dal mondo, adesso si fosse trasferito nel mio mondo interiore, rilevandomi una insospettata  estraneità a me stesso”. Wild Rose consente al vecchio di scoprire la vitalità che possiede e che può emergere, superando la rinuncia, la chiusura all’aprirsi al mondo, avvertendo la fusione con quanto ci circonda. Wild Rose può consentire al vecchio di coltivare, uscendo fuori dal ripiegamento su se stesso, quanto può rimanere nel “cuore” degli altri. TERZO BLOCCO:

PAURA DELL’ABBANDONO

Eppure quella personalità non riesce a imbrigliare i tratti di instabilità che comunque spingono, si affacciano in quella quadratura, senza apparenti equivoci, di certi vecchi. Mimulus, il fiore cui corrisponde l’affermazione positiva di “trovo il coraggio di vivere ogni esperienza quotidiana” apre uno spiraglio coscienziale sul fatto che, per superare la paura e per poter partire, è necessario, in precedenza, lasciarsi scompaginare mentre cedono le catene della  dipendenza e dell’abitudine. Un quarto blocco è la rigidità dell’idea fissa, l’incorreggibilità di comportamenti stereotipi, che può far scivolare il vecchio sotto il potere della coazione e dell’automatismo, perdendo la vivente pieghevolezza necessaria per l’adattamento al mondo. Il fantasma è quello dell’esistenza rigida e del potere: cose queste che soffocano il nuovo, la vita. Il vecchio arido, lontano dalle ragioni del cuore, rischia di diventare un ceppo morto, un albero senza linfa vitale. Uno scheletro che non produce più né fiori né frutti. (6) Questi vecchi rinsecchiscono. QUARTO BLOCCO:

È IL RIEMERGERE DI FANTASMI E FANTASIE MAI SOPITE NELLA RICERCA DI SICUREZZA 

INTOLLERANZA E RIGIDITÀ 

MIMULUS: CONSENTE DI TROVARE IL CORAGGIO DI VIVERE OGNI ESPERIENZA QUOTIDIANA 

IL VECCHIO ARIDO LONTANO DALLE RAGIONI DEL CUORE RISCHIA DI DIVENTARE RIGIDO E CHIUSO IN SE STESSO COME UNA NATURA MORTA 

PER POTER PARTIRE È NECESSARIO LASCIARSI SCOMPAGINARE MENTRE CEDONO LE CATENE DELLA DIPENDENZA 

BEECH: FAVORISCE LA VIVENTE PIEGHEVOLEZZA NECESSARIA PER L’ADATTAMENTO AL MONDO ROCK WATER: FAVORISCE LO SCIOGLIERSI DELLA DUREZZA 

Fig.5

Un terzo blocco è rappresentato dalla paura dell’abbandono, dalla separazione. Compiutamente e sinteticamente espressa dalle parole di una canzone dei Beatles, ricordata da Hillman, “Will you still need me, will you still feed me, when I’m sixty-sour?”; “mi vorrai ancora, mi nutrirai ancora quando avrò sessantaquattro anni?.” Superare la paura dell’abbandono e dell’incertezza è, per certi aspetti, affrancarsi dai chiaroscuri delle indeterminazioni, dalla complessità instabile e variegata dell’antica adolescenza che reclama, viceversa, punti di riferimento e che invoca l’“amore che non muore”. La personalità del vecchio non è n fieri, è compiuta, è una forma netta; ciò nonostante la paura della separazione è il riemergere di fantasmi e fantasie mai sopite, è l’attualizzarsi della  ricerca di una sicurezza che, prima che esistenziale, è mentale.

Fig.6 Paul Cézanne: Donna con caffettiera, 1892

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Beech, il fiore della tolleranza verso di sé e verso gli altri e Rock   Water  W ater,, que quello llo del della la dutt duttili ilità, tà, fav favori orisco scono no la lib liberaz erazion ionee del dell’l’umi umido, do, lo sciogliersi nelle lacrime della durezza, d urezza, mentre Vine può indurre a mettere tutto ciò al servizio degli altri. La semplicità, il silenzio, la dignità, l’autorevolezza, la prudenza, la grazia, la profondità, il coraggio, la libertà potranno essere colti dalla scienza della vecchiaia quando questa si fonderà più che sulla fisiologia del cambiamento, sul significato di questo, tenendo conto che, come dice Eraclito “l’apparato fisiologico invecchia, l’abitante psichico di quell’apparato no, anzi continua da affinarsi”. La prescrizione di un fiore è fondamentalmente una  percezione all’interno di una relazione. La percezione non è tanto una conoscenza, quanto una scoperta. Scoprire implica da parte nostra, medici terapeutici, al di là  delle stanchezze, al di là di disponibilità o irritazioni, al di là di aperture o proiezioni, indotte o meno, il disporsi come bambini curiosi che non si ritraggono di fronte a una possibile chiusura di un oggetto ancora ignoto. Né si stancano di ricercare vie di approccio più efficaci, quando i primi contatti non siano stati appaganti. I vecchi che ci circondano, sani e malati, sono assai spesso genitori, nonni. INVECCHIAMENTO  VECCHIO MODELLO • PERDITA • R IC ICORDO NOSTALGICO • FI FISIOLOGIA DEL CAMBIAMENTO • CON CONOSC OSCENZ ENZA A DEL DELLA LA  VECCHIAIA

• • • •

su tutto, quasi comparendo e scomparendo come in una illusione teatrale, la figure pensosa di una madre o di un padre, di una  nonna o di un nonno. Molte esperienze rievocative sono legate a  loro. Si può passare attraverso il loro spesso rimanendone più o meno avvolti alla scoperta di una interiorità che esiste sempre: si tratta solo di avvertirla e di raccoglierla. La floriterapia può essere, allora, la scoperta di questa interiorità in cui i nostri ruoli anche assistenziali e tecnici, fusi con la nostra storia, lungi dal proporsi come barriera invalicabile, diventano mezzi di comunicazione e di possibile progettualità per chi richiede il nostro aiuto. In una canzone di un cantautore italiano di molti anni fa un vecchio e un bambino camminano tenendosi per mano reciprocamente, ma è il bambino a chiedere al vecchio di narrare fiabe. Nella floriterapia possiamo, come il bambino, ascoltare il vecchio per poter, magari un giorno, anche noi come il vecchio, raccontare una nostra favola... Plotino (7) sosteneva che il moto dell’anima è circolare. Così, i sintomi di qualsivoglia forma siano, e in particolare nel vecchio, fanno più “male” quando non sanno quale è il loro luogo di appartenenza. I fiori di Bach aiutano allora a percorrere quel moto circolare che, approfondendosi, giunge alla scoperta di quel luogo.

NUOVO MODELLO SVELAMENTO RICORDO COME DIMENSIONE INTERIORE SIGNIFICATO DEL CAMBIAMENTO SCOPER SCO PERT TA DEL DELLA  LA  VECCHIAIA 

I FIORI DI BACH FAVORISCONO QUESTA SCOPERTA 

È ben misera cosa un vecchio, un mantello stracciato sopra uno stecco, a meno  che l’anima non batta le mani e canti, e canti più forte   per ogn ognii brand brandell elloo della della sua ves veste te morta mortale. le.....  W.B.  W .B. Yeat eatss 

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

BIBLIOGRAFIA  DOSTOJEVSKIJ DOSTOJEVSK IJ F. F. - I fratelli Karamazov. Karamazov. Einaudi, Einaudi, Torino, Torino, 1993. ERIKSON ERIKSO N E.H. - I cicli cicli della della vita. vita. Armando, Armando, Roma, Roma, 1991. HESSE H. - IlIl gioco gioco della della vita. Mondad Mondadori, ori, Milano, Milano, 1993. HILLMAN J.J. - La forza forza del caratter carattere. e. Adelphi, Adelphi, Verona, Verona, 2000. 2000. JUNG C.G. C.G. - Ricordi, Ricordi, sogni, sogni, riflessi riflessioni. oni. Rizzoli, Rizzoli, Milano, Milano, 1992. PLATONE PLA TONE - La Repubbli Repubblica. ca. Laterza, Laterza, Bari, 1994. PLOTINO PLO TINO - Ennead Enneadi.i. Bompani Bompani,, Milano, Milano, 2000.

Si ringraziano il Dr. Sandro Manfroni e le Sig.re Egidia Cianni e Simona  Ruggeri

Per riferimento bibliografico: Per MONTENERO P. - Fiori di Bach: modifica di un modello e guida al benessere nella vecchiaia. Atti del 3° Congresso  A.M.I.F.. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. 34.  A.M.I.F Fig.7

Pensare o rievocare o semplicemente immaginare un genitore ci fa pensare a noi bambini. Ecco che sequenze colorate di scene, di odori, di sapori, di suoni e di voci si vivificano e si attualizzano dentro di noi. Riapriamo quella scatola di gessi colorati, quella scatola di bottoni, saliamo ancora una volta su quella piccola e antica bicicletta, sfioriamo il grembiule della compagna di banco, osserviamo il sole filtrato dai vetri delle finestre di una Pasqua di tanti anni fa:

Indirizzo dell’Autore: Dr. Paolo Montenero 

Specialista in Neurologia  c/o Ospedale San Giovanni Battista  Via L.E. Morselli 00148 ROMA  Marzo 2001

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 ATT TTII DE DEL L III CONG CONGR RESS ESSO O NA NAZ ZION ONA ALE A.M.I.F A.M.I.F..

Ricerca metodologica  per un protocollo sperimentale in floriterapia nel recupero dei tossicodipendenti 

R. Zanini

 Methodological search of an experimental protocol in flotitherapy for the rehabilitation of drug addicts RIASSUNTO: Questo studio riporta i dati della sperimentazione della terapia con i Fiori di Bach, nel recupero dei Tossicodipendenti, su 136 ragazzi T.D. Tali risultati hanno messo in evidenza che due fiori, Cherry Plum e White Chestnut, si sono dimostrati efficaci nel risolvere la compulsione ossessiva verso la sostanza d’abuso (in particolare l’eroina), rendendo più facile il recupero globale del tossicodipendente.  A distanza di sei mesi dalla fine della terapia il 46,8 % dei ragazzi trattati non aveva ancora fatto uso di sostanze. PAROLE CHIAVE: TOSSICODIPENDENZA, COMPULSIONE OSSESSIVA, RECUPERO, SOSTANZE D’ABUSO, DROGA  SUMMARY: This study including 136 young drug addicts reports some experimental data on the Bach Flower therapy for  their rehabilitation. These results have shown that two flowers, i.e., Cherry Plum and White Chestnut, turned out to be effecti-  ve to reduce the obsessing compulsion toward drug addicting substances (especially heroin), thus facilitating the whole rehabili-  tation of drug addicts.  After 6 months from the end of the therapy 46.8% of the young people treated have not taken drugs yet. KEY WORDS: DRUG ADDICTION, OBSESSING COMPULSION, REHABILITATION, DRUG ABUSE 

M

i sono presentata nella mia totale dignità di medico perché più volte ho sentito colleghi trattare noi medici di medicina non convenzionale come medici di serie C. Credo che invece la medicina omeopatica e con essa la  floriterapia di Bach, così come tutte le altre medicine che io chiamo sistemiche, e che invito anche voi a chiamarle come tali, possano essere contemplate a fianco e a sostegno della  medicina convenzionale per una migliore qualità della vita  dell’essere umano, inteso nella sua unicità di soma, spirito e anima. E’ proprio in rapporto alle capacità di aiuto di questa  medicina che vi porto la mia esperienza, nel campo della tossicodipendenza, che mi ha condotto a proporre al Comitato Etico della ASL RM A un protocollo di ricerca per la sperimentazione clinica della floriterapia di Bach nel recupero dalla T.D.

In breve, vi riassumo i passaggi. 1 Dal settembre 1997 al Settembre 1998 ho condotto uno studio con la floriterapia per il recupero dalla tossicodipendenza codipenden za su 136 T.D.(a) T.D.(a) 2 Nasce da questo l’idea di un protocollo sperimentale per una sperimentazione pubblica nei SER.T. dell’ASL RM A  3 Difficoltà di analisi, analisi, gestione gestione ed elaborazione dei dati secondo norme statistiche, proprie della Medicina Ufficiale. 4 Ricerca di un metodo valido per l’analisi, gestione ed elaborazione dati secondo un metodo valido per le Medicine Sistemiche cosiddette Non Convenzionali. Dal settembre 1997 al settembre 1998 ho condotto uno studio su 136 T.D. per testare l’efficacia della floriterapia per il recupero dalla tossicodipendenza. Lo studio si è svolto su volontari tossicodipendenti da eroina in cura o non, con metadone cloridrato. Le visite mediche erano più simili a colloqui di tipo psicoterapeutico per capire il perché della loro

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T.D., del loro stato d’animo ecc. I colloqui si svolgevano secondo le esigenze del paziente non strutturati in cadenze fisse ma lasciati liberi secondo le esigenze. La mia presenza era assicurata due volte la settimana. Il colloquio differiva da un colloquio psicoterapeutico perché alcune domande erano sempre presenti: 1 Che cosa provava di gratificante con l’eroina, per cui diventava la ragione dominante della sua T.D. 2 Qual era il vissuto negativo della sua T.D. T.D. Considerando l’eroina uno psicofarmaco, il vissuto positivo corrispondeva all’automedicazione di un sottostante vissuto negativo. Le risposte confermarono la mia intuizione. Dando i fiori per curare questo vissuto negativo sarei dovuta  riuscire a rimpiazzare l’automedicazione dell’eroina. In effetti, i ragazzi furono entusiasti e furono anche capaci di esclamare: “ma questo è meglio dell’eroina!”. Pensavo di stare sulla buona  strada, ma mi accorsi che migliorare lo stato d’animo sottostante non risolveva il problema della dipendenza. I ragazzi continuavano a drogarsi! Allora introdussi una nuova domanda, “Che cosa li costringeva a drogarsi anche quando non ne avevano voglia? Perché non riuscivano a smettere?”. Le frasi più spesso ripetute erano: “E’ come un chiodo fisso. - Ce l’hai qui nella testa, di giorno e di notte sempre. - Non posso trattenermi. - Ti prende che pensi solo a lei. - E’ una cosa più forte. - Non ce la faccio, mi ritrovo che già l’ho fatto, dopo mi sento così depresso. - Ogni volta penso che ce la farò. - Ho perso la speranza. - Tutta la vita gira intorno a quest’unico pensiero. - Organizzo tutta la mia giornata in funzione dell’eroina. - Quando sto a casa fisso il telefono e lotto per non telefonare allo spacciatore, ma poi non ci riesco a resistere, ecc. ecc.” Fu così che capii che l’eroina viveva di forza propria, perché come mi accorsi, non erano solo la depressione o altri stati d’animo negativi che avevano preceduto, causato e tuttora sostenevano l’uso dell’eroina, ma era l’eroina stessa che con la sua forza intrinseca ne sosteneva l’uso. La sintomatologia  era chiaramente una sindrome compulsiva ossessiva, per questo pensai di dare sistematicamente: Cherry plum e White chestnut. Il primo per la compulsione e il secondo per l’ossessione. Completando in una triade, a seconda delle modalità  personali di ciascun ragazzo, Chestnut, Bud Walnut, Chestnut Bud quando il paziente presentava: a Una grande fretta, veniva lamentandosi della mia lentezza  o che non aveva tempo da perdere, perché aveva mille cose da fare, anche se disoccupato e nullafacente. b Un atteggiamento di superiorità e di onnipotenza: con la  tipica frase “Ce la faccio da solo”. c Una lunga storia di ricadute che non avevano in nessun modo modificato il suo atteggiamento. E’ un paziente che, proprio per questo atteggiamento di superioritàà e di onnipotenza, non accetta nessun aiuto e quinsuperiorit di non lo chiede. Ma se si riesce a trovare uno spiraglio dove poter penetrare per persuaderlo a seguire la terapia, l’assunzione di Chestnut bud riesce a produrre una presa di coscienza. Nel paziente Walnut, al contrario, c’è molta più consapevolezza, è un paziente che chiede aiuto e che vorrebbe allontanarsi dalla droga ma non può perché è trascinato e si lascia trascinare dagli amici, dall’ambie dall’ambiente nte che frequenta ecc.

Le sue parole sono: “Voglio cambiare vita, ambiente ecc.” Questo fiore, come tutti sanno, dà la forza di spezzare le catene. Da quando ho usato questa triade le cose sono andate molto bene, e le frasi che mi riportavano i ragazzi riguardo la  loro attenzione per l’eroina era: “Non mi interessa più, - Non m’importa più niente. - Anche se vedo lo spacciatore non mi interessa più”. E un paziente espresse il suo cambiamento così: “Prima non vedevo l’ora di uscire per andarmi a “fare”, ora preferisco vedere la televisione con mia madre”. Il risultato è stato talmente interessante che, tirando le somme, a lato dei due o tre casi annui che mi riferiscono i colleghi del SER.T di recupero, compresi quelli che vanno nelle Comunità, i risultati di questo studio sono stati i seguenti: 136 pazienti, 260 colloqui di cui: 1 solo colloquio in 63 pazienti, 2 in 30, 3 in 15, 4 in 12, da 5 a 9 colloqui in 14, e un solo paziente ebbe 14 colloqui. 28 pazienti al primo colloquio hanno rifiutato la cura. Molti altri, di cui il numero rimane imprecisato, imprecis ato, non l’hanno acquistata, anche se hanno accettato la prescrizione. L’unico dato certo per sapere se un T.D. ha  ripreso l’uso è la sua presenza al SER.T. Dopo sei mesi dalla  conclusione dei lavori il 45,7 % dei 136 ragazzi che avevo visto non era tornato al SER.T., Se consideriamo i 28 che avevano rifiutato la cura e molti che al secondo colloquio non avevano comprato i rimedi, si evince che quelli che avevano fatto colloqui più frequenti sono quelli che ne hanno tratto maggior giovamento. E questo mi viene confermato dall’esperienza. Questo è nettamente più alto delle medie statistiche di assenza, quindi possiamo supporre che la floriterapia abbia  aumentato la percentuale dei ragazzi assenti. Ho seguito ragazzi fino a due anni dalla conclusione e sicuramente non avevano avuto ricadute. Ricordo un ragazzo che venne vestito elegantemente, chiedendomi aiuto poiché si era “rifatto”, dicendomi che era venuto subito perché si ricordava che quello che gli avevo dato gli aveva fatto molto bene, aveva trovato un lavoro ed era felice, e non voleva più ricascarci”. dopo tre giorni ha smesso il metadone e non si è rifatto più vedere, sono passati tre anni, e non l’ho più rivisto. Così come non ho più rivisto tanti di cui mi sono giunte notizie dalla sorella, dai parenti, dagli infermieri che per caso li hanno incontrati. Il recupero è stato sicuramente superiore alla media e non è stato necessario segregarli nelle Comunità. (b) Nell’obbligo che tale risultato andava confermato da una  sperimentazione pubblica, nasce così il primo protocollo di ricerca sperimentale di omeo-floriterapia in ambiente pubblico presentato per l’approvazione al Comitato Etico della ASL RMA. La difficoltà era far comprendere non solo l’importanza di tale sperimentazione ma soprattutto la sua validità terapeutica. Il progetto si chiama “Omeotox” e utilizza rimedi omeopatici e floriterapia di Bach. La ricerca in medicina ufficiale e in medicina sistemica 

 Affinché i risultati di tale esperiment esperimentoo non vengano confutati da parte della Medicina Ufficiale è necessario che ci impegniamo a trovare un metodo di ricerca valido e  ATTI DE DEL L III CONGR CONGRESSONAZI ESSONAZIONA ONALE A.M.I.F. F.

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inconfutabile, sia per quanto riguarda la metodologia e l’applicazione della ricerca, sia per quanto riguarda l’elaborazione statistica dei dati. Il sistema scientifico attuale pone come unica e sicura prova inconfutabile di efficacia la sperimentazione randomizzata in doppio cieco. Tutti sappiamo che questa prova è valida nel momento in cui dobbiamo sperimentare l’efficacia di un farmaco chimico, ma non è più così valida quando dobbiamo rilevare l’efficacia  di rimedi della medicina sistemica altrimenti detta non convenzionale. Ciò è dovuto alla differenza di visione della realtà  che distingue le due medicine: La Medicina convenzionale ha  una Visione analitica - Ambiente sempre più piccolo Causalità lineare Teoria atomistica. La Medicina sistemica ha una Visione analogica  Ambiente sempre più grande - Causalità circolare - Teoria  quantistica o sistemica. Visione analitica: visione propria della medicina ufficiale, la malattia viene vista come altro, estrapolata dall’integrità  dell’uomo spirito-corpo-anima. La malattia viene scomposta  in pezzi sempre più piccoli fino allo studio dell’alterazione biochimica cellulare o, addirittura, genica. Il metodo di cura  è identico, non si cura l’unità ma l’alterazione del micropezzetto, es.: la catena peptidica del gene alterato tramite metodi chimici o anche fisici. Tale metodo ha le fondamenta ideologiche nel metodo sperimentale galileiano-aristotelico, ovvero riconosce nell’avvenimento sia patogenetico sia terapeutico solo una causalità lineare, ovvero A genera B, B genera C, C genera D, ecc., e non viceversa, e quindi A non può essere B o C o D (NON A). Al contrario, nelle medicine sistemiche, cosi dette perché guardano l’uomo nell’insieme corpo-anima-psiche come unico sistema e non separando organi e funzioni, la visione, anziché analitica, è analogica, includendo nella patogenesi una funzione essenziale, completamente assente nella visione analitica di causalità lineare, il tempo. In questa visione il sistema Galileiano e Aristotelico viene ribaltato, perché vengono scardinati i principi su cui si basava tutta la logica della causalità lineare. Nella causalità  circolare A genera B e B è generata da A, (Io non lo sopporto perché lui urla, lui urla perché io non lo sopporto) A può essere contemporaneamente A e NON A, es. Se io sto con mia  madre e mia figlia sono contemporaneamente madre e figlia. L’uomo non è visto solo come unione di corpo-animapsiche cristallizzato nell’attimo dell’incontro terapeutico, o dell’analisi del sangue per es., ma è visto nell’evoluzione della  sua storia, che determina una causalità circolare. Nella cura ci si chiede il perché di quella malattia, la causa prima, non solo l’evento scatenante che può essere il batterio o il calcolo che ha prodotto la colica, ecc. Si va a vedere la sua vita, il modo non solo in cui si sono succeduti gli eventi, ma che cosa essi hanno determinato all’interno dell’individuo in fatto di emozioni, sentimenti, reazioni. Cosicché la patologia non è il pezzetto, ma l’intero, quasi sempre si allarga al di fuori includendo il sistema famigliare come causa patogenetica e, spesso, anche il sistema sociale. Ciò accade frequentemente nei T.D. Essendo il sistema randomizzato a doppio cieco un sistema sperimentale esclusivo della visione analitica, esso non è altrettanto scientificamente valido per una sperimentazione

di medicina sistemica, che pur essendo una medicina utilizza  la visione analogica come la sociologia e la psicologia. Quindi per il nostro esperimento di floriterapia ha più valore, come per la sociologia e la psicologia, una statistica su grandi numeri, che una prova randomizzata su doppio cieco, che ha  parametri di inclusione antitetici. Il primo può scegliere persone a caso, perché è la persona che perde d’importanza a  beneficio della patologia, mentre nel secondo caso è la persona con la sua storia che deve essere scelta e non la sua  patologia, che rimane in secondo piano. Per cui la sperimentazione randomizzata a doppio cieco è assolutamente impossibile con le medicine sistemiche, in quanto non potremo mai avere di fronte a noi individui selezionati a caso con la stessa  storia, quindi non potremo mai dare con lo stesso risultato un  Walnut o un Chestnut bud. I criteri di ammissione al progetto infatti prevedono: 1 L’inclusione di tutti i soggetti T.D. da eroina alcool e altre sostanze che diano il caratteristico “Craving” e provochino sindrome da astinenza. (Al contrario della randomizzazione è necessario che il paziente scelga di essere inserito nel lavoro) 2 Volontà di aderire senza alcuna costrizione 3 Senza limiti di età e sesso 4 Senza limiti di tentativi inefficaci 5 Senza limiti di patologie correlate o intercorrenti (esclusi punti dei criteri di esclusione). I criteri di esclusione: 1 gravidanza, per il pericolo che l’interruzione del metadone possa provocare aborto o parto prematuro 2 AIDS conclamata in cura con farmaci incompatibili con terapie omeofloriterapiche. 3 Soggetti gravemente psicotici. 4 Un trattamento psicoterapeutico in corso, per non creare confusione sui risultati. 5 Soggetti che abusano di droghe che non danno “Craving” nè astinenza  6 Che adottino comportamenti non idonei alla continuazione della sperimentazione. Il protocollo si compone di più fasi: a una fase di Informazione a livello di strutture pubbliche e SER.T. b Valutazione dei casi inviati secondo i criteri di inclusione ed esclusione c Immissione nel protocollo sperimentale d Scelta delle modalità terapeutiche e Consenso scritto f Inizio del trattamento g Conclusione del trattamento h Follow up a distanza di sei mesi i Follow up a distanza di un anno I presidi terapeutici utilizzati sono: Omeopatia: - per la disintossicazione epatica, gastroenterica e renale, terapia delle malattie intercorrenti e terapia della sindrome di astinenza  Floriterapia di Bach: - per la cura a livello psichico e fisico dei disturbi compulsivi e ossessivi derivanti dal “Craving” per la sostanza 

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- per la cura della sindrome di astinenza (già nello studio precedente, e questo non l’ho detto, ho usato sistematicamente il Rescue Remedy per la sindrome di astinenza, alcune volte con risultati incredibili) - per la cura dei disturbi della personalità che hanno creato e sostenuto l’uso della sostanza. Valutazione dell’efficacia: 1 Controllo compulsione ossessiva. 2 Abbandono della terapia metadonica, con verifica “Urine pulite” 3 Controllo sindrome da astinenza sia per l’eroina che per il metadone 4 Astinenza da droghe con controllo urine 5 Promozione di un processo di crescita, che interessi lo sviluppo della personalità nelle sue qualità positive nei settori affettivo, emotivo, sociale 6 Miglioramento del benessere soggettivo e della qualità  della vita evidenziato da almeno tre dei seguenti parametri: a richiesta di colloqui psicoterapeutici (soprattutto per quelle persone che non avevano coscienza del loro malessere, o che avevano un delirio di potenza) b cura della persona e del vestiario c inserimento in attività lavorative d ripresa degli studi e abbandono della vita di strada  f miglioramento dei rapporti affettivi g richiesta di entrare in Comunità di Recupero (a volte le condizioni sociali sono talmente gravi da richiedere questo tipo di intervento, senza soldi, senza tetto, immigrati, ecc.). La verifica del miglioramento dopo sei mesi e dopo un anno. MODULI PER IL CONSENSO INFORMATO:

Il sottoscritto, nato a, ecc. Informato dal medico dott...., dell’esistenza di terapie farmacologiche indicate per la propria patologia, esprime il proprio rifiuto al loro utilizzo, scegliendo in alternativa la terapia complementare proposta, avendo ottenuto dalla stessa adeguate e sufficienti informazioni sul programma diagnostico e terapeutico, le caratteristiche e i limiti delle terapie complementari utilizzate, ed accetta di essere incluso nello studio osservazionale relativo.

MODULO PER LA DICHIARAZIONE LIBERATORIA SULLA PRIVACY:

Il sottoscritto..., ecc., informato dal medico dott. ... che i suoi dati, coperti dal segreto professionale, saranno utilizzati solo in ambito medico e che di questi nessun altro uso sarà mai fatto, dà il proprio consenso alla registrazione delle sedute e all’utilizzo di queste e di quant’altro venga prodotto durante il lavoro terapeutico, disegni, scritti ecc., a scopo di studio, in forma anonima.

Per riferimento bibliografico: ZANINI R. – Ricerca metodologica per un protocollo sperimentale in floriterapia nel recupero dei tossicodipendenti.  Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Dr.ssa Rosanna Zanini 

Specialista in Malattie Infettive Legittimata Psicoterapeuta all’OO.MM di Roma e iscritta  nel registro dei Medici Omeopati e degli Agopuntori dell’OO.MM di Roma  Corso Trieste, 133 00198 ROMA  Marzo 2001

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Floriterapia e digiuno olistico: valutazioni  globali e risultati del  test grafologico in esperienze residenziali 

M. Iannelli

Flowertherapy and holistic fasting: global evaluations and results of handwriting test in residential experiences RIASSUNTO: La relazione descrive le esperienze ed i risultati di 2 settimane residenziali in cui 2 gruppi, formati rispettivamente da 5 donne, hanno usufruito di un programma di medicina olistica e naturale. In tale programma è stata attuata  la pratica del digiuno, definito “olistico”, poiché sinergizzato dalla floriterapia di Bach, l’omotossicologia, la biomesoterapia, la massoterapia, il sostegno psicologico, ecc., ecc. E’ descritto l’utilizzo dei fiori di Bach che sono stati assunti per os e applicati sulla cute tramite massaggi. I risultati globali dell’esperienza sono stati decisamente lusinghieri; in particolare sono stati analizzati il calo ponderale ed i cambiamenti di personalità evidenziati dal test grafologico. PAROLE CHIAVE: “DIGIUNO OLISTICO”, FLORITERAPIA DI BACH, TEST GRAFOLOGICO SUMMARY: This report shows the experiences and the results obtained by two groups composed of five women respectively,

who lived together for a period of two weeks. Each group was included in a programme of holistic and natural medicine. In this   programme fasting was incorporated with Bach’s flowers remedies “per os” and on the skin, homotoxicology, biomesotherapy, mas-  sotherapy and psycological support. The final results of this experience have definitely been satisfactory. In particular, the amount of weight loss and the person-  ality changes from the handwriting test have been analysed. KEY WORDS: “HOLISTIC FASTING”, BACH FLOWERS REMEDIES, HANDWRITING TEST 

Nel contesto dell’attuale recupero della Medicina  Tradizionale osserviamo la riscoperta di un’antichissima pratica igienica e terapeutica quale il digiuno. Il digiuno è definibile come un’astensione volontaria da  ogni alimento (tranne l’acqua) allo scopo di migliorare il proprio stato di salute inteso nell’accezione completa di benessere; in questo senso, il digiuno viene anche, più correttamente, denominato “digiuno fisiologicamente utile”, “digiuno terapeutico” o anche “digiunoterapia”.  Al di là delle definizioni, denominazioni e degli aspetti biochimici e psicologici, “il digiuno fisiologicamente utile” dell’uomo è soprattutto una scelta consapevole ed un’esperienza che sfugge ad ogni catalogazione e precisa descrizione, poiché molto complessa nelle sue infinite sfaccettature e molto personale per ciò che riguarda motivazioni, obiettivi,

vissuti e risultati. E’ un’esperienza in cui la deprivazione dal cibo, con tutto ciò che ne consegue, mette marcatamente in crisi il sistema  uomo; in cui per crisi si intende un processo di svolta, di rottura e di mutamento che avviene in tempi brevi e che ci offre una buona occasione d’evoluzione, come ci indicano rispettivamente l’etimologia greca ed i pittogrammi cinesi relativi a  tale concetto. Descriveremo l’esperienza di due gruppi residenziali di donne digiunanti per circa una settimana, sotto il controllo e la direzione terapeutica del relatore. La peculiarità di tali periodi è data, tra l’altro, dall’aver integrato la pratica del digiuno con la floriterapia di Bach, l’omotossicologia ed un intenso ed attento rapporto medico-paziente (a livello individuale e di gruppo), che ha svolto la funzione di fondamentale sostegno psicologico trasformandosi, in alcuni casi, in vera e propria  psicoterapia.

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L’oligoterapia, l’idroterapia, la massoterapia, la pratica  dello Yoga; l’attività fisica, l’ambiente in cui tutto si è svolto, hanno, inoltre, contribuito a rendere l’esperienza un “unicum” complesso, sinergico, composito ed inscindibile nei suoi elementi. L’integrazione di tutte queste terapie, pratiche e modalità  ha avuto lo scopo, da una parte, di rendere più agevole il digiuno, ma, anche, di aggiungere “valore” all’esperienza, che perciò è stata denominata “ DIGIUNO OLISTICO”  (Vedi figura 1) Esamineremo i risultati complessivi ma, soprattutto, si farà  una valutazione del ruolo dei fiori di Bach, di ciò che è cambiato in queste pazienti sulla base di quanto emerso dai test grafologici a cui sono state sottoposte all’inizio e alla fine d ella  settimana.

Fig.1

Descrizione della popolazione, del luogo e del programma  La popolazione presa in esame è costituita da due gruppi di donne entrambi di cinque unità che, rispettivamente, nell’estate del 1997 e nell’estate del 1999, hanno effettuato un identico programma residenziale di “digiuno terapia e medicine olistiche integrate” presso il centro “Oasi San Nicola” di Pesaro della durata di una settimana. Tale programma è stato ideato e diretto dall’autore della  relazione, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Umane di Roma, che sì è occupato degli aspetti logistici ed organizzativi.

Lo scopo finale era il recupero e l’incentivazione del “benessere” inteso nel senso più complessivo del termine ove la  diminuzione ponderale fosse solo uno degli obiettivi (tra l’altro, non tutte le pazienti erano in sovrappeso).  Alle 2 settimane, come già detto, hanno aderito, sebbene l’invito fosse rivolto anche agli uomini, solo donne.  Analizziamo ora alcune loro caratteristiche. Innanzi tutto erano donne che non presentavano patologie di rilievo; infatti, non era consentita la presenza di persone affette da neoplasie, diabete, ulcera gastrica, gravi disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia), psicosi e marcati stati depressivi, ecc. L’età media delle pazienti era di 45,7 anni, con un picco superiore di 60 ed uno inferiore di 28; il livello di istruzione e quello socio-economico erano piuttosto alti: 5 laureate, 4 con diploma superiore, una con licenza media (l’unica casalinga dei 2 gruppi). Il programma è cominciato la domenica pomeriggio con una riunione d’accoglienza in gruppo in cui sono state illustrate le modalità della “settimana di salute” e si è dato, ufficialmente, inizio al digiuno. Sono stati poi effettuati le prime visite ed i colloqui. Si è accertato, anche alla luce delle risultanze di esami ematochimici, che non fossero presenti patologie di cui sopra. E’ stata quindi approntata, sulla base delle condizioni generali, dei bisogni e delle esigenze delle pazienti, una programmazione d’intervento personalizzata. Nell’occasione, ai fini dell’analisi grafologica, esse hanno scritto un testo, dal contenuto libero, su foglio bianco, firmato in calce. Le successive giornate si sono svolte secondo un calendario che prevedeva varie attività: Effettuate dal sottoscritto visite mediche con rilevazione del peso corporeo e dei valori pressori: in quest’ambito, particolare spazio era riservato alla fase colloquiale in cui, sostanzialmente, si parlava dell’andamento dell’esperienza e dei vissuti emotivi; la paziente era, inoltre, invitata a raccontare i sogni, ai quali si cercava di dare senso e significato, sia  relativo al momento che stava vivendo, sia alla sua situazione esistenziale ed emotiva in generale. Individuazione e somministrazione delle terapie omossicologiche con modalità diversificate relative ai bisogni e alle scelte della paziente: per via orale, intramuscolare, o intradermica con ago singolo da mesoterapia in punti d’agopuntura, in proiezioni cutanee d’organi ed in corrispondenza di anomalie localizzate. Conferenze informative, effettuate dallo scrivente, su tematiche riguardanti la medicina olistica e biologica: la  digiunotetapia, l’omeopatia e l’omotossicologia, la floriterapia di Bach, l’alimentazione, ecc. Possibilità facoltativa di usufruire (durante la mattinata) di sedute di Yoga, guidate da un esperto e di partecipare (nella  serata) ad attività di musicoterapia, condotte da uno psicologo. Tempo libero (solitamente dalle ore 13 alle 18) da destinare al riposo o alla lettura, nella propria camera o nel parco; oppure da dedicare ad altre cure extra e supplementari, quali massaggi rilassanti (con fiori di Bach ed olio di oliva) o linfodrenanti e pulizie rettali, effettuate da personale infer ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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mieristico professionale. Passeggiate nella campagna circostante oppure presso la  spiaggia, sul bagnasciuga ed in acqua.  A fine serata, aveva luogo un incontro di discussione di gruppo, condotto dallo scrivente, in cui le partecipanti potevano parlare di vari argomenti, che riguardavano sia le motivazioni e le problematiche relative a quest’esperienza, sia  questioni esistenziali e conflittuali, personali e/o collettive. Tali confronti di gruppo serali si svolgevano in un clima emotivo intenso ma, allo stesso tempo, cordiale e libero; si sono dimostrati molto utili e sinergici con i colloqui individuali svolti nella mattinata.  Alle ore 19 del sabato è iniziata la rialimentazione con succo di frutta proveniente da coltivazione biologica, che è continuata la domenica con l’assunzione nella mattinata di succo di frutta e, alle 13, di un brodo vegetale insipido molto diluito. Si è, quindi, effettuata un’ulteriore raccolta di scritture, per il test grafologico di controllo. La fine del periodo è avvenuta nel pomeriggio, con la  partenza delle partecipanti.  Aspetti psicologici del digiuno ed il ruolo di fiori di Bach

 Alcuni degli aspetti emozionali e psicologici del digiuno sono mirabilmente sintetizzati dal Dr. Sebastiano Magnano in un suo articolo, in cui egli afferma che, “con il digiuno, l’attenzione, la concentrazione, la memoria possono migliorare notevolmente. L’attività mentale può essere, a volte, così intensa da non arrestarsi nemmeno di notte e si dorme poco; ma questo, se accade, non comporterebbe alcun effetto negativo, poiché la necessità di dormire può diminuire e si è riposati, quindi, dopo quattro–cinque ore di sonno. La sensibilità e l’emotività si possono affinare, ci si può aprire ad un contatto più ricco e partecipe con gli altri e con il mondo nello stesso tempo. Alcuni si scoprono in sintonia con se stessi: possono riaffluire ricordi, sentimenti, aspirazioni, che sono stati dimenticati, trascurati, o che sembrano essersi isteriliti”. Questo stato, definito da Magnano, “di grazia” può, in alcuni casi, essere interrotto o turbato da episodi, per lo più fugaci, di sconforto, labilità emotiva, confusione, paura.  A quanto affermato dal Dr. Magnano si ritiene di poter aggiungere le seguenti osservazioni: un aumento numerico ed un cambiamento qualitativo dei ricordi onirici, un fantasticare e desiderare cibi progressivamente meno tossici ed un aumento della consapevolezza relativa a ciò che apporta  armonia ed a ciò che, al contrario, squilibra.  Alla luce di quanto affermato si comprenderà facilmente come la Floriterapia di Bach possa integrare, sinergizzare, promuovere e modulare i processi virtuosi messi in atto dalla  digiunoterapia; d’altro canto, essa può intervenire efficacemente su quei transitori, ma a volte intensi, stati emozionali negativi frequenti in una pratica così impegnativa quale è quella del digiuno. Vediamo alcuni aspetti del loro uso durante una digiunoterapia. Innanzitutto, possiamo affermare che, anche nei soggetti digiunanti, non ci si può discostare dalle regole auree di un corretto utilizzo; bisogna, infatti, anche in questo caso, prescriverle sulla base della individuazione degli stati emozionali negativi attualmente presenti nel paziente e gerarchica-

mente più importanti; ciò sulla base di un empatico e approfondito colloquio all’inizio del digiuno. Si farà poi la preparazione mettendo in una boccetta da 30 ml scura con contagocce 2 gocce di ciascuno dei rimedi prescelti (generalmente non più di 6 per evitare che possano interferire tra loro) e circa 30 ml di acqua oligominerale non gassata (si preferisce usare solo acqua senza brandy trattandosi di digiunanti); di questo preparato il paziente dovrà assumere 4 gocce 4 volte al giorno in bocca trattenendole per circa 30 secondi. Tale prescrizione, in linea di massima, avrà  la validità di circa un mese e, quindi, potrà essere assunta  dalla persona anche dopo la fine del periodo del digiuno. Con questa modalità di preparazione ed assunzione si “lavora” sugli aspetti profondi e sostanziali della persona. Ciò va esattamente nella linea indicata da Sebastiano Magnano quando afferma che il digiuno, grazie alla riduzione delle “interferenze dell’io” dà la possibilità di stabilire intimi rapporti con il proprio Sé, che potrà così far sentire più distintamente la sua “voce”; un Sé che può essere definito, in accordo con Edward Bach e lo psichiatra Roberto Assagioli (fondatore della Psicosintesi), “come il centro interiore che guida l’evoluzione e l’arricchimento della personalità”. Molto opportuna è l’altra modalità di utilizzo dei fiori di Bach durante la digiuno terapia; un uso mirato ad intervenire in maniera dolce e più superficiale su quegli stati d’animo negativi che spesso contraddistinguono in maniera fugace ma  intensa una pratica così impegnativa come il digiuno: paura, scoraggiamento, profondi sensi di spossatezza, sensazioni di decentramento e derealizzazione, ecc. In questo caso, sarà  opportuno utilizzare i rimedi “stock bottle” più concentrati; essi, infatti, agiscono non solo e non tanto sul profondo, ma  sulle emozioni negative contingenti e superficiali: il dosaggio, in caso di digiuno, sarà di una goccia dalle 2 alle 4 volte al giorno, al bisogno, per via orale da trattenere fino al completo assorbimento senza ingoiare, onde evitare una presenza sia  pure minima di alcool nel tratto gastrico. I fiori di Bach,. oltre ad essere somministrabili oralmente, possono apportare la loro benefica energia tramite il massaggio (ricordiamo che la cute , per molteplici motivi, non ultimi quelli embriologici, è un importante mezzo di comunicazione, veicolazione ed assorbimento); questa modalità può essere molto utile durante un periodo di digiuno; infatti, si associa il benefico effetto dei fiori, con i vantaggi tipici del massaggio: rilassamento, riequilibrio, riarmonizzazione, drenaggio delle tossine, recupero energetico. II massaggio con i fiori di Bach è stato effettuato con olio extravergine di oliva, proveniente da coltivazioni biologiche, e l’aggiunta di 4 gocce del preparato diluito prescritto al paziente oppure di 2 gocce di uno o più floriterapici “stock bottle”. L’uso dell’olio di oliva fu indicato come mezzo di massaggio dallo stesso Bach, poiché egli riteneva che tutto ciò che era utilizzato con i floriterapici dovesse far parte del sistema stesso. Ricordiamo che il fiore dell’olivo (Olive) è uno dei 38 rimedi, come pure il fiore della vite (Vine) e ciò ci dà ragione dell’uso del brandy  come diluente e conservante. L’olio di oliva ha, inoltre, ottime caratteristiche cosmetologiche e corroboranti. II massaggio è, in linea di massima, molto dolce, su tutto

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il corpo; è generalmente sconsigliabile insistere su punti riflessi e/o di agopuntura onde evitare reazioni troppo intense; il massaggio può rappresentare una preziosa occasione terapeutica, in quanto il paziente può comunicare contenuti emotivi, ricordi e fantasie. Oltre che con olio di oliva, il massaggio può essere effettuato anche con la Rescue Cream, in cui è presente il Rescue Remedy e il Crab Apple (melo selvatico) che è il floriterapico della depurazione. Tale crema, indicata  per tutte le problematiche lievi della cute, provocate da traumi ed agenti lesivi esterni, è ottima, per l’effetto di stimolazione della depurazione tramite la cute, grazie anche ad un benefico “peeling” fisiologico. I fiori di Bach utilizzati

Riportiamo ora le esperienze effettuate concretamente con i 2 gruppi in oggetto. Come precedentemente detto, si sono utilizzati i floriterapici agendo a due livelli; si sono, infatti, prescritti i rimedi diluiti solo ad alcune pazienti in seguito al primo colloquio. L’altro livello su cui si è lavorato con i floriterapici non diluiti (stock bottle) è stato quello riguardante gli eventuali stati emozionali negativi tipici del periodo del digiuno. Ovviamente questa è una distinzione utile ma, come tutte le categorizzazioni, artificiosa, poiché a digiuno avanzato risulta più difficile fare una distinzione netta tra i due livelli; infatti, le difficoltà emotive tipiche del digiuno si intrecciano con eventuali contenuti emozionali profondi che il paziente (grazie all’azione del digiuno e della floriterapia) fa emergere. Il preparato diluito è, quindi, composto dai fiori corrispondenti agli stati emozionali negativi attualmente vissuti dal paziente e, quindi, a prescindere dal digiuno. Si è ritenuto opportuno in alcuni casi aggiungere nella diluizione Crab  Apple che sembra quasi fatto apposta soprattutto per quei digiunanti motivati da un desiderio di depurazione. Per quanto riguarda i rimedi utilizzati per stati d’animo transitori, relativi alla contingente situazione di digiuno, il rimedio principalmente e proficuamente usato è stato Rescue Remedy , il quale agisce da pronto soccorso emotivo determinando una sorta di “ricentratura” su se stessi, agendo così da  ansiolitico ed anche (in minor misura) da antidepressivo. Molto utilizzato ed utilizzabile Olive, indicato dallo stesso Bach come rigeneratore psicofisico da associare a volte con ‘Hornbeam . Da segnalare Gentian e Mustard , usati per le situazioni di depressione, tristezza e scoraggiamento, abbastanza frequenti, sia pure transitoriamente, nei digiunanti. Mimulus e Aspen sono stati somministrati in caso di paura. Da sottolineare l’uso di  Agrimony , che è definito come una sorta di “chirurgo” della psiche; esso ha trovato impiego nei casi in cui si percepiva che occorreva dare al paziente una  sorta di “spinta” affinché superasse delle barriere per far emergere del “materiale” maturo per una metabolizzazione psichica. Possiamo, quindi, dire che l’uso dei floriterapici in digiunoterapia ha permesso di contenere e modulare gli aspetti critici del digiuno e di favorire il lavoro di catarsi e integrazione psichica; a questo proposito si è osservato uno spettacolare aumento del ricordo onirico (e dei ricordi in genere) in termini di quantità, nitidezza e significatività (effetto già peral-

tro osservabile nella sola floriterapia, ma ancora più evidente nell’associazione con il digiuno).

Utilizzo dei medicinali omeopatici omotossicologici Si è partiti dal presupposto che i rimedi omotossicologici rappresentano un’integrazione terapeutica d’eccellenza  durante un periodo di digiuno, che è caratterizzato, tra le altre cose, da un’eliminazione di tossine. L’omotossicologia offre, grazie alle sue caratteristiche fondanti, la possibilità di agevolare l’organismo sia nel drenaggio delle tossine, sia nel ripristino della funzionalità degli organi e degli apparati ed offre, inoltre, l’opportunità di intervenire su sintomatologie che possono insorgere durante un digiuno. Si sono scelti farmaci omotossicologici in fiale, per escludere qualsiasi apporto di calorie e transito di solidi. I rimedi in fiale hanno, inoltre, il gran vantaggio d’essere bevibili ma  anche iniettabili intramuscolo ed intraderma. Si è ritenuto opportuno dare al paziente libera scelta della  via di assunzione dei farmaci, onde evitare che una somministrazione tramite ago obbligata rappresentasse un evento stressante in una pratica così difficoltosa come quella del digiuno.  Alle pazienti è stato comunque illustrato il vantaggio di una somministrazione intramuscolo e/o intradermica. Gli unici prodotti somministrati in compresse (Molybdan Compositum e Nux Vomica Heel) erano sciolti in almeno 250 millilitri d’acqua. Tutte le pazienti hanno assunto i seguenti farmaci: in fiale • Coenzyme compositum • Ubichinon compositum • Lilium compositum • Solidago compositum • Galium Heel • Lymphomyosot • Lycopodium compositum • Nux Vomica Homaccord  • Adeps suillus injeel In compresse polverizzate e sciolte in 250 ml d’acqua:

• Molybdan compositum una compressa a giorni alterni. Per qualche paziente, saltuariamente per necessità partico-  lari sono stati utilizzati i seguenti prodotti: 

• Nux Vomica heel in compresse • Hepeel in fiale • Hamamelis Homaccord in fiale • Fucus compositum in fiale • La pomata Hamamelis – heel • L’Oligoel Rame – Oro – Argento

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L’acqua bevuta dalle pazienti In un periodo di digiuno l’acqua da bere costituisce un fattore di cruciale importanza, in quanto rappresenta l’unico alimento e contribuisce all’eliminazione delle tossine. È stata scelta, pertanto, un’acqua di altissima qualità, minimamente mineralizzata, la cui sorgente, situata in alta montagna ed in una situazione ambientale e geologica particolare, ne garantisce stabilmente purezza e qualità (il suo residuo fisso è di solo 25,5 mg/l, il pH leggermente acido, quasi priva  di nitrati e completamente priva di nitriti). Alle pazienti è stato indicato di berne almeno 2 litri al giorno ben distribuiti durante la giornata, a temperatura ambiente o lievemente inferiore alla temperatura ambiente.

Il test grafologico La grafologia, denominata, negli ultimi tempi, anche “psicologia della scrittura”, è una complessa disciplina d’analisi della personalità. Essa si basa, essenzialmente, su due principi fondamentali: l’individualità della grafia (ogni persona ha  una sua specifica scrittura) e l’esistenza di uno stretto rapporto tra lo scrivente e il suo scritto. Influiscono sulla scrittura  non solo i mutamenti evolutivi profondi, ma anche i rapidi cambiamenti transitori della nostra psiche. L’esperienza grafologica mette quindi in evidenza che la  scrittura non esprime soltanto l’impronta individuale della  personalità, ma è influenzata anche dai cambiamenti che avvengono nel corso del suo sviluppo, dalle crisi dello scrivente, dai propri adeguamenti alle varie situazioni. In quest’ottica si è proceduto per verificare quali possibili modificazioni, anche se in un periodo così breve, si sarebbero riscontrate nelle scritture delle digiunanti, dopo una settimana. Per ciascuna paziente è stato richiesto un saggio di scrittura (almeno 15 righe, su foglio bianco) all’inizio della  terapia ed un altro alla fine. Le grafie sono state esaminate dalle dottoresse Pia De Amicis ed Elena Manetti, entrambe grafologhe di Scuola Francese, iscritte all’A.G.P. (Associazione Grafologi Professionisti).

Risultati Il primo evidente risultato (peraltro per nulla scontato) è che tutte le pazienti hanno terminato in maniera estremamente agevole il programma. Soltanto una partecipante (in corrispondenza, evidentemente, di quella che in digiuno terapia è definita “crisi di eliminazione”) ha manifestato, al terzo giorno, l’intenzione di rialimentarsi in anticipo, intenzione peraltro scomparsa nel giro di un’ora, grazie ad un efficace sostegno psicologico e floriterapeutico. Risulta, comunque, alquanto difficile descrivere, compiutamente, i risultati globali di queste settimane. L’unico modo, forse, per cogliere il più realisticamente possibile quanto è successo sarebbe quello di avere avuto un contatto diretto con

le protagoniste. Le foto ricordo (peraltro non mostrabili per motivi di discrezione e rispetto) in parte potrebbero dare una  qualche idea. Prima di passare alla trattazione degli elementi più oggettivi, si cercherà di riportare qualche osservazione personale. Posso affermare che i risultati globali vanno, decisamente, nella linea di una riacquisizione di un benessere nel senso più olistico del termine. Uno degli aspetti più facilmente visibili è stato il netto cambiamento dell’espressione del viso delle pazienti; esso ha riacquistato luminosità, mobilità, spontaneità, femminilità ed un colorito fisiologico. Gli occhi si sono riappropriati di quella fiammella interiore che la  Medicina Cinese denomina “Shen” ed anche il colore dell’iride è diventato più netto e vivido. I cambiamenti delle modalità di gesticolazione, della postura, del linguaggio paraverbale sono stati ulteriori conferme dei mutamenti globali avvenuti. La totalità degli aspetti morfologici è diventata, decisamente, più armoniosa e a ciò ha contribuito il calo ponderale. Il peso medio iniziale delle pazienti era di 67,8 kg con una  punta massima di 94 kg (l’unica paziente definibile obesa) ed una punta minima di 53,9. Il calo ponderale medio al termine del programma è stato di circa 4,5 kg con una punta minima di 3,2 kg (la paziente obesa) ed una punta massima di 5,7 kg. La perdita media di peso pro capite al giorno è risultata di 0,65 kg (Fig. 31). Si è ovviamente osservata una modalità di diminuzione diversificata ma in linea di massima caratterizzata da un decremento netto del peso nei primi 2 giorni; una tendenza  al rallentamento del calo intorno al terzo e quarto giorno (in corrispondenza di quella che viene denominata la crisi di eliminazione) ed infine un’ulteriore ripresa di diminuzione negli ultimi due o tre giorni. Solo nella paziente obesa si è osservato il primo giorno un lievissimo aumento di peso probabilmente dovuto alla ritenzione dell’acqua abbondantemente bevuta. Col passare dei giorni si è, infine, osservato che, nonostante le oggettive difficoltà dell’esperienza, le partecipanti hanno sviluppato modalità di relazione e di socializzazione decisamente più scorrevoli, aperte, empatiche, intime e reciprocamente solidali.

Risultati dell’esame grafologico Nelle scritture delle persone prese in esame sono stati complessivamente osservati, a distanza di una settimana di digiuno, cambiamenti consistenti e significativi, non sempre rilevabili in così breve lasso di tempo. In un caso non sono state riscontrate grosse variazioni. Nella maggior parte dei casi la scrittura si è rimpicciolita di calibro, è diventata più leggera ed armoniosa, è diminuito il controllo: segni di un ridimensionamento dell’immagine di sé sovrastrutturata, di un allentamento della tensione psicologica, di un equilibrio più funzionale; si abbassano le barriere difensive in favore di una più consapevole accettazione di sé e della propria fragilità. Molte grafie, inoltre, appaiono più spontanee, più giovanili, spesso di aspetto adolescenziale, in pochissimi casi con

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degli “items” infantili; sembrerebbe che questa terapia, che comporta una forte deprivazione sensoriale, abbia messo a  nudo aspetti psicologici compensati o mascherati, offrendo un’occasione di crisi “regressiva”, intesa come ripensamento di se stessi, della propria storia.  Abbiamo avuto modo di osservare come in tratti di personalità contenuti, schematici, questa esperienza abbia agito da liberatrice di energie, facilitando un’espressione più libera  e spontanea; in casi di contraddizioni, ambivalenze, conflitti intrapsichici è stato osservato un miglioramento del rapporto con se stessi ed una ricomposizione delle conflittualità; in casi di alterazione dell’umore si è notata una tendenza al riequilibrio. Abbiamo visto crescere l’autostima, la fiducia, la congruità e alleggerire diffidenze, rivendicazioni, insicurezze.  Abbiamo visto allentare compensazioni costruite ed emergere aspetti negati come la femminilità.

Conclusioni

descritto. L’integrazione con i farmaci omotossicologici ha rappresentato un ulteriore ed importante cardine di questi risultati positivi; anche in questo caso possiamo intravedere una  duplice funzione: da una parte un sostegno, funzionando essi come attivatori di processi metabolici e come sintomatici, dall’altra un potente impulso ai processi di disintossicazione, messi in moto dal digiuno. Una parole chiave che può sintetizzare il tutto è SINERGIA; è proprio questo concetto che contraddistingue i digiuni qui descritti da quelli proposti, ad esempio, dalla scuola di osservanza igienista (che lascia la persona troppo in balia di se stessa, rendendo tutto più difficoltoso ed ottenendo, per di più, risultati certamente apprezzabili, ma di minor valore). Possiamo affermare, infatti, che la medicina, se vuole essere veramente olistica, deve essere sinergica: agendo sui vari livelli dell’essere umano a partire da quelli materiali fino a quelli più sottili. 

Come abbiamo già visto, i risultati di queste settimane residenziali di digiunoterapia, floriterapia e discipline integrate sono stati estremamente lusinghieri ed interessanti. Si è chiaramente evidenziato che un’esperienza di questo tipo rappresenta un’ottima occasione per un recupero del benessere, nella sua accezione più globale. I cambiamenti nella personalità delle pazienti, attestati dall’analisi grafologica, l’evidente ed armonioso calo ponderale documentato, l’assenza di un qualsiasi effetto collaterale indesiderato sono gli aspetti più tangibili di un notevole successo. In conclusione si ritiene, quindi, opportuno analizzare gli aspetti salienti della situazione che hanno portato a tali positivi risultati. Innanzitutto la pratica del “digiuno fisiologicamente utile” si è dimostrata ancora una volta un’esperienza non solo fattibile, ma anche foriera di armonizzazione e disintossicazione; si è, peraltro, evidenziato marcatamente quanto valore aggiunto alla digiunoterapia viene apportato dal rapporto medico paziente e dalle terapie integrate. Un’attenzione costante e profonda agli aspetti emotivi, conflittuali ed esistenziali dei pazienti (attraverso un “caloroso” e costante rapporto medico–paziente e l’uso dei rimedi floreali di Bach) ha avuto un’importante funzione di sostegno, non solo nell’espletamento di questo difficoltoso iter terapeutico e salutistico, ma ha permesso anche alle pazienti (individualmente ed in gruppo) di fare il punto della  situazione sulla propria esistenza e di stimolarsi ad intravedere ed attivare percorsi di cambiamento; infatti, si è sostanzialmente notata una crescita della conoscenza di sé e dell’autoconsapevolezza; fattore questo che rappresenta la base fondamentale per un’evoluzione personale ai fini di un miglioramento della qualità della vita. Il ruolo dei rimedi floreali di Bach (usati anche per il massaggio), il linfodrenaggio, gli incontri di gruppo, i seminari di informazione sulla medicina olistica e l’ambiente in cui tutto si svolgeva (apportatore di stimoli cromatici naturali ed armonizzanti) hanno fatto da ottima cornice a quanto già   ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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Consulenza grafologica di: Dott.ssa Pia De Amicis, Counselor, grafologa, ricercatore

dell’Associazione di Ricerca Grafologica (A.ri.graf.), psicopedagogista, esperta in Floriterapia di Bach. Via Veiano 50 00189 Roma  Dott.ssa Elena Manetti, grafologa, docente A.ri.graf., vice pres-

idente dell’Associazione Grafologi Professionisti (AGP) Via Franco Michelini Tocci 5 00136 Roma. Per riferimento bibliografico:

IANNELLI M. – Floriterapia e digiuno olistico: valutazioni globali e risultati del test grafologico in esperienze residenziali.  Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore:

Dr. Michele Iannelli 

Specialista in psicologia clinica  Psicoterapeuta  - Docente A.I.O.T. e A.M.I.F. - Iscritto nel Registro degli Omeopati dell’Ordine dei Medici di Roma  Via Veiano, 50 00189 Roma  -

Marzo 2001

 ATTI DEL III CONGRESSONAZIONALE A.M.I.F.

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 ATTI DEL III CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F. F. Serafini

Relazione elettromagnetica tra i  disturbi polari della foto DEPT (diagnosi energetica punti terminali) , KBSS (Kirlian Bach Serafini Saliva) , KBSU (Kirlian Bach Serafini Urina) e fiori di Bach The electromagnetic relationship between polar troubles of dept photo (energetic diagnosis terminal points), KBSS (Kirlian Bach Serafini Saliva), KBSU (Kirlian Bach Serafini Urina) and Bach flowers RIASSUNTO: La relazione elettromagnetica degli effetti corona (Kirlian) tra le linee energetiche delle dita delle mani (40) in cui si leggono i disturbi polari che nella DEPT Mandel, sugli studi di Jung, ha decodificato come 40 stati psichiciemotivi, e il KBSS, analisi elettromagnetica della saliva in reazione con i fiori di Bach fotografata alla Kirlian, e il KBSU , analisi elettromagnetica dell’urina in reazione con i fiori di Bach fotografata alla Kirlian, permette, attraverso la decodifica in armonia o disarmonia degli effetti corona, di gerarchizzare i fiori di Bach, di fare diagnosi differenziale (KBSS - KBSU) e di fare una lettura psicologica-analogica-cronologica (DEPT), potendo ascoltare il paziente senza co involgimento del terapeuta. PAROLE CHIAVE: KBSS, KBSU, DEPT, DISTURBO POLARE, EFFETTO CORONA  SUMMARY: :The electromagnetic relationship of corona effects (Kirlian) among fingers energetic lines (40, where you can  read polar troubles decoded by Mendel, in DEPT, as 40 psychic emotional states - according to Jung’s studies), the KBSS -  Kirlian’s photo of the saliva’s electro-magnetic analysis reacting with Bach’s flowers - and the KBSU - Kirlian’s photo of the uri-  ne’s electromagnetic analysis reacting with the above mentioned flowers - allows the classification of Bach’s flowers by decoding  corona effects in harmony or disharmony; it also permits differential diagnoses (KBSS-KBSU) and a psychological-analogical-  chronological interpretation (DEPT) of patient condition without the therapist’s involvement. KEY WORDS: KBSS, KBSU, DEPT, POLAR TROUBLE, CORONA EFFECT 

L

a filosofia di Bach è un programma olistico di diagnosi e terapia basato sulle antiche conoscenze riguardanti l’esistenza umana e le leggi del cosmo. Io ho raccolto gli insegnamenti e li ho combinati alla ricerca empirica e alle più moderne conoscenze scientifiche e mediche. Da questa unione si è sviluppato un programma diagnostico terapeutico olistico per la salvaguardia della salute e il riconoscimento e la cura della malattia e del dolore. In questo modo, un metodo può crescere e trovare continuamente nuovi stimoli e nuove mete. Sono convinto che tutto il sapere sia presente in ogni tempo e tutto quello che dobbiamo fare è riscoprirlo e adattarlo alle nuove conoscenze e al progresso tecnico-scientifico contemporaneo. Soltanto un sistema diagnostico terapeutico

sviluppatosi con questa coscienza può essere applicato senza  alcun dubbio per il benessere dell’uomo. La filosofia di Bach pone l’uomo e il suo benessere quale bene supremo al centro del suo programma di cura; essa si sottomette alla creatura “uomo” e per la guarigione e il mantenimento della salute sfrutta le regole e le leggi di questa  creatura, la sua responsabilità è volontà di guarire; non ci si limita a fare una diagnosi ed una terapia relative al momento attuale ma, passo dopo passo, attraverso tutti i livelli del corpo, della coscienza e del subconscio. I metodi terapeutici naturali vengono accettati meglio se si conoscono i riscontri scientifici a loro sostegno.  Ai metodi utilizzati da secoli o millenni con grande beneficio si dà ora maggior credito se i riscontri scientifici ne

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spiegano i meccanismi di funzionamento. L’urina, come la saliva, contiene le informazioni chimiche e biofisiche sulle DISARMONIE-MALATTIE del corpo nella loro complessità e in tutte le loro manifestazioni. L’urina è una sorta di specchio dello stato di salute fisicopsichico-spirituale e si integra con lo specchio salivare. Le sostanze emesse attraverso l’urina sono di varia natura: ormonali, enzimatiche, fattori immunitari ecc.; tutte queste sostanze, oltre ad avere una rilevanza chimica quantificabile, hanno una rilevanza biofisica rilevabile con la MACCHINA  KIRLIAN. IPPOCRATE e PARACELSO si sono cimentati, assieme a  tanti altri, nella diagnostica urinaria. Nell’antica medicina indiana e ayurvedica l’urina rappresentava la sfera spirituale più profonda. Dopo tutti questi studi e considerazioni, ho sottoposto tutti i miei pazienti, oltre che ad analisi elettromagnetica salivare (KBSS) (sfera spirituale emotiva superficiale) (la saliva  oltre che essere veicolo di terapia per le essenze di Bach é anche veicolo di diagnosi indolore), come esposto al 1° CONGRESSO A.M.I.F. - MILANO 1999, anche ad analisi elettromagnetica urinaria (KBSU) (sfera spirituale emotiva  profonda) (anche l’urina è veicolo di diagnosi indolore ad un altro livello). Il tutto (KBSS / KBSU) é stato messo in relazione con le linee energetiche delle dita visualizzate alla Kirlian (DEPT). Ne è nato uno studio di relazione diagnostica tra KBSS / KBSU / DEPT, la cui decodifica è basata su 5000 foto tutte depositate. La tecnica è utile al terapeuta perché lo aiuta a crescere durante il colloquio diagnostico/terapeutico. Le tecniche diagnostiche a SANDWICH KBSS-KBSU ideate dallo scrivente, mettono in evidenza l’emanazione bioenergetica della saliva, dell’urina, dei rimedi di Bach, della  loro risonanza in armonia o disarmonia e soprattutto permettono, attraverso la decodifica degli effetti corona (vedi esempio 1 Effetto corona normale e esempio 2 Decodifica dell’effetto corona), di gerarchizzare e integrare, dando maggior rilievo alla massima disarmonia prima orizzontale, poi verticale . Nell’interpretazione psichica secondo la DEPT (Diagnosi Energetica Punti Terminali) da Mandel, Paracelso e Jung  esistono 10 linee di reazione (dal mignolo di sinistra a quello di destra); per ogni dito esistono 4 assi (ossia linee rette che uniscono due punti opposti) in senso orario: 10 dita per 4 assi = 40 posizioni polari di riferimento = 40 posizioni psichiche Da questa considerazione ho pensato ai fiori di Bach 38 + 1 R.R. + Yarrow Californiano. Lo sviluppo della DIAGNOSI ENERGETICA DEL PUNTO TERMINALE (DEPT) risale a 25 anni fa; molti sistemi terapeutico-diagnostici hanno origine dalla catena  causale dei fenomeni resi visibili nella foto DEPT (riconoscimento della situazione fisica, chimica e spirituale).  Attraverso l’effetto KIRLIAN sono state rese visibili su carta fotografica le scariche della distribuzione, dell’intensità  di carica superficiale (effetto corona) dei polpastrelli delle

mani, della saliva e dell’urina.  Attraverso l’osservazione delle persone ammalate, dei loro sintomi e dei referti clinici eventualmente disponibili, è nata  la topografia fisica, psichica e spirituale in cui sono riportati tutti i sistemi organici e psichici.  Anche in questo caso è di grandissima importanza porre l’uomo nella sua totalità alla base di questa interpretazione. La premessa indispensabile per poter fare questo è la  conoscenza delle correlazioni e del gioco d’insieme delle cellule viventi dentro l’essere umano. Per apprendere tutto questo sono di grande aiuto la medicina tradizionale cinese e le altre filosofie olistiche che ci sono state tramandate. L’aspetto fondamentale e più importante del metodo è il fatto che dall’analisi diagnostica, oltre a leggere nelle foto i singoli aspetti, si possano collegare in modo logico le varie fenomenologie per ricevere indicazioni fisico-psichicoemozionali. Da questo scaturiscono tre punti importanti: 1) deve essere riconoscibile l’informazione individuale che sta  alla base (codice elettromagnetico personale gradienza  effetti corona); 2) l’energia quale trasportatore dell’informazione individuale lascia delle tracce visibili all’interno delle precise strutture organiche (foto DEPT polpastrelli mani), nella saliva (foto KBSS) e nell’urina (foto KBSU); 3) se riuniamo questi primi due punti diventa possibile interpretare la situazione del livello organico, spirituale e psichico. Nella foto DEPT la “trinità” informazione, energia e materia viene interpretata singolarmente, poi attraverso le conoscenze ottenute si arriva ad una valutazione olistica. Nelle singole irradiazioni visibili (mani / saliva / urina) la  “trinità” torna ad essere il tutto e i piccoli poli (effetti corona: polpastrelli mani / saliva / urina) si collegano l’uno all’altro in modo logico così come le singole cellule rappresentano insieme un tessuto o un organo e questi insieme rappresentano l’uomo nella sua totalità. Esistono delle regole di interpretazione che permettono 1) di oltrepassare l’individualità del terapeuta, 2) di seguire a  ritroso la catena causale di una malattia indipendentemente da dove sia insorta e dal suo nome, 3) di applicare delle strategie terapeutiche seguendo l’alterazione elettromagnetica e non il quadro clinico che sta in primo piano o alla malattia  (BACH). Nella foto DEPT l’interpretazione psico-analitica comincia sempre con il mignolo della mano sinistra e termina con il mignolo della mano destra. Ogni dito ha un significato fondamentale e tutti gli aspetti che si presentano a livello organico in riferimento alla topografia hanno sia cause animiche (energie-psiche) che spirituali (informazione-individualità). La strategia di inizio che conduce alla meta, fa immaginare a JUNG/MANDEL che teoricamente la vita cominci dal mignolo della mano sinistra e termini al mignolo della mano destra.

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Ordine schematico per ottenere le foto Kbss - Kbsu  Il test KBSS - KBSU si realizza ponendo in un contenitore la saliva del paziente, in un altro l’urina; li si dispone ognuno in 40 pozzetti su un film trasparente graduato e su ogni goccia di saliva e di urina si pone una goccia di ognuno dei Fiori di Bach in diluizione d’uso. Si dispone il film su carta impressionabile e si sviluppa una  foto Kirlian. Lo sviluppo evidenzia effetti corona di cui ho tracciato uno schema di decodifica: dalla massima disarmonia alla massima  armonia/dissolvenza.

La triplice strategia  spirito - anima - corpo o informazione - energia - materia 



BIBLIOGRAFIA 

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Tutte le 10 irradiazioni hanno un significato spirituale superiore. Abbiamo stabilito i significati delle dita delle mani nella sequenza da 1 a 10. 1 ( mignolo mano sinistra): questo è il luogo in cui comincia  la vita. Dalla fenomenologia qui presente riceviamo indicazioni sul periodo prenatale e la nascita. 2 (mignolo della mano destra): dalla fenomenologia corrispondente riceviamo informazioni relative alla personalità del paziente. Ciò significa che qui si esprime la via che l’uomo attraverserà nel corso della sua vita.  All’interno delle irradiazioni della mano si proiettano le direzioni del flusso energetico verticale, orizzontale e diagonale: disturbi polari. Per disturbo polare si intende l’unione di due fenomeni elettromagnetici (effetti corona) attraverso una linea che può essere verticale, trasversale, obliqua destra e sinistra; i fenomeni possono anche non essere uguali. Nella fenomenologia corrispondente, ed indipendentemente dagli organi e dai sistemi di volta in volta correlati, possiamo ricevere indicazioni riguardanti i condizionamenti della psiche profonda dell’uomo. Qui é stato inserito il mio lavoro: 4 livelli per 10 dita = 40 livelli psichici - 38 Fiori di Bach. 

Per riferimento bibliografico: SERAFINI F. – Relazione elettromagnetica tra i disturbi polari della Foto DEPT (Diagnosi Energetica Punti Terminali), KBSS (Kirlian Bach Serafini Saliva), KBSU (Kirlian Bach Serafini Urina) e i Fiori di Bach. Atti del 3° Congresso A.M.I.F. La Med. Biol., Suppl. al N° 2, 2001, pagg. Indirizzo dell’Autore: Dr. Francesco Serafini  Specialista in Odontoiatria  Psicoterapeuta e Floriterapeuta  Via del Mulinello, 78 60019 Senigallia (AN) Marzo 2001

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALE A.M.I.F. E. Paolelli

Utilizzo attivo  dei rimedi floreali  attraverso l’uso dei colori  e delle affermazioni positive 

Medico chirurgo; specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta, Docente di Psichiatria Biologica al corso biennale di perfezionamento sui prodotti di origine naturale all’Università degli Studi della Calabria Dipartimento di Scienze Farmaceutiche; Direttore didattico italiano della Fondazione Bach - Mount Vermon; Presidente e fondatore dell’Associazione Medica Italiana di Floriterapia; Docente alla Scuola di Omotossicologia e Discipline Integrate; Docente alla Scuola di Medicina Biologica per Farmacisti.

RIASSUNTO: Nel presente lavoro viene proposto un abbinamento tra i colori, i Rimedi Floreali di Bach e gli Archetipi spirituali a cui essi si riferiscono. Grazie a questo, il paziente potrà fruire attivamente dei Fiori di Bach utilizzando la tecnica delle Affermazioni Positive abbinata all’uso del colore in un feed-back di reciproco rafforzamento. PAROLE CHIAVE: Fiori di Bach, Colori, Affermazioni Positive

SUMMARY:  In this paper we discuss a link among colours, Bach flower remedies and the spiritual archetypicals to which they are referred. On this basis, we will emphasise how the patient can use actively the Bach flower remedies by using the technique of positive affirmations in synergy with the use of colours, which produce a feedback leading to a reciprocal strengthening of the single components. KEY WORDS:  Bach’s Flower Remedies, Colours, Positive Affirmations

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olto è stato scritto sui Fiori di Bach e sugli stati d’animo negativi che essi compensano. Non sempre, però, è stato chiarito il corrretto meccanismo d’azione con cui i Fiori esplicano il loro effetto terapeutico. I Fiori corrispondono ad Archetipi, a Qualità Spirituali presenti in nuce in ogni essere umano. Grazie alla precisa frequenza vibratoria che essi esprimono sono in grado di risvegliare in noi le qualità latenti corrispondenti; qualità come il coraggio, la fiducia, l’amore, la comprensione, la pazienza, la duttilità, l’entusiasmo. Tali Qualità evocate e risvegliate si pongono sull’altro piatto della bilancia ad armonizzare i nostri difetti o stati mentali negativi. Il lavoro terapeutico si realizza su quella vasta zona della psiche che potremmo definire con Assagioli l’inconscio “plastico”. L’inconscio, cioè, non ancora strutturato, costituito da un’enorme riserva di energie psichiche non differenziate, latenti e potenzialmente evocabili. Grazie appunto al potere evocatore apportato dai Rimedi Floreali, questa zona si attiva e l’immagine archetipa del fiore si manifesta in tutta la sua potenza, sollecitando l’espressione di una Qualità che si oppone ad un difetto o stato d’animo negativo. Unendo la collaborazione attiva e cosciente del paziente alla dinamica energetica stimolata dal fiore, siamo in grado,

attraverso la tecnica delle affermazioni positive e delle parole evocatrici, di ottenere degli effetti psicologici in accordo alla prima e alla terza legge della Psicodinamica di Roberto Assagioli che globalmente asseriscono: “Idee e Immagini mentali tendono a produrre condizioni fisiche ed emotive, nonchè atti esterni, ad esse corrispondenti”. Integrando al lavoro attivo da parte del paziente l ’utilizzo di una valenza energetico-cromatica data dal Fiore e dal Colore abbinato alla Qualità che vogliamo sviluppare, determineremo ulteriori effetti in accordo alla quarta Legge della Psicodinamica che afferma: “ Emozioni ed Impressioni tendono a suscitare e ad intensificare le idee e le immagini ad esse corrispondenti o collegate”. Infatti il colore è  una precisa frequenza elettromagnetica che, analogamente al messaggio energetico apportato al Rimedio Floreale, comunica direttamente con il nostro Inconscio suscitando risposte emotive e percettive che, all’interno della psiche, sono associate e convibrano con la frequenza del colore in oggetto; percezioni che a loro volta stimoleranno e si uniranno a rappresentazioni mentali e a idee ad esse collegate. In tal modo, all’azione dettata dal Rimedio Floreale si unirà  un significativo feed-back positivo creato dall ’utilizzo

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A.M.I.F. cosciente e mirato di un cartoncino-simbolo. Fiori, pensieri, emozioni e volontà correttamente orientati non tarderanno a produrre nel paziente gli effetti positivi voluti. Questi effetti, opportunamente sottolineati dal terapeuta per coscientizzarli ed ancorarli nel paziente, rappresenteranno di volta in volta, i passi graduali di armonizzazione e trasformazione in atto nella struttura della personalità del paziente. Un antico proverbio afferma: semina un pensiero, raccogli un’azione semina un’azione, raccogli un’abitudine semina un’abitudine, raccogli un carattere semina un carattere, raccogli un destino.

Il Cofanetto delle Qualit à dei Fiori di Bach

I colori sono stati definiti uno ad uno in relazione diretta con la qualità di ogni singolo fiore. Nessuno dei colori impiegati è allo stato puro perchè sono stati utilizzati soltanto quelle particolari tonalità cromatiche che più consentono di evocare le qualità espresse dal singolo fiore. Così ad esempio il rosso mosto utilizzato per Larch è diverso dal rosso carminio abbinato al  Rock Rose, così  come di certo sono diverse le situazioni in cui abbiamo bisogno di trovare fiducia nelle nostre capacità per metterle in pratica, da quelle in cui occorre attingere ad uno stimolo eroico per reagire. Il lavoro proposto, risultato di una lunga elaborazione da me condotta in collaborazione con la cattedra di Teoria della Percezione dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, ha prevalentemente funzioni terapeutiche e non diagnostiche, diversamente dal test di Luscher. In altre parole, il suo impiego è  successivo al momento diagnostico in quanto la diagnosi è imprescindibile dal colloquio clinico che deve essere condotto dal terapeuta con sensibilità, apertura ed abilità tecnica. Soltanto dopo essere pervenuti alla diagnosi psicologica, l’uso dei cartoncini consentirà al terapeuta di comunicare la valenza positiva della diagnosi stessa al paziente attraverso un linguaggio centrato più  sul cambiamento positivo da attuare che non sulla problematicità  del momento. Ad esempio proponendo Gentian ad un paziente che si scoraggia facilmente, il terapeuta non si soffermer à sullo stato d’animo negativo riscontrato, bensì inciterà il paziente ad alimentare in sè la fiducia nella vita e a proseguire superando ogni ostacolo. Questo prevede di dover necessariamente chiedere la collaborazione del paziente che, in questo modo, diverrà cointeressato e corresponsabile della sua guarigione.

Guida alle tecniche di utilizzo dei trentanove cartoncini

In questo Cofanetto vengono proposti trentanove cartoncini colorati, tutti diversi per contenuto, grafica e colore che consentono a chi li usa di inserirsi attivamente nel processo terapeutico promosso dai Fiori, rafforzandolo e rendendolo più consapevole. Ogni cartoncino reca stampato su di un lato la Qualità da evocare, sull’altro, L’Affermazione positiva corrispondente e al suo interno il nome del Rimedio Floreale di Bach a cui si riferisce.

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L’affermazione positiva contenuta nel cartoncino per essere efficace deve essere espressa in modo chiaro, preciso e vigoroso, deve possedere un forte potenziale dinamico, un alto “voltaggio” e, nello stesso tempo, non essere espressa in maniera aggressiva. La volontà saggia è una volontà d’amore e non di violenza, afferma Assagioli (Assagioli, 1977). Le frasi possono essere pronunciate anche solo interiormente ma sono più efficaci se pronunciate ad alta voce o meglio ancora se visualizzate con il proprio colore. Possono essere ripetute ogni volta che si assume un rimedio nell’arco della giornata, oppure ogni volta che si sente la necessit à di ricordare a noi stessi la nostra scelta consapevole e la nostra disponibilità a cambiare. Le ripetizioni devono essere espressione di un persistente atteggiamento affermativo interiore e non un fatto meccanico o di routine. Nell ’uso di questa tecnica la fretta e l’impazienza di vedere i risultati vanno evitate. Le affermazioni non solo non danno risultati immediatamente evidenti ma, in principio, possono anche aprirci al “dolore del nostro imbarazzo”  (Kaminsky e Katz, 1989).

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A.M.I.F. Analogamente all’effetto dei Rimedi Floreali, in alcuni casi le affermazioni possono condurci alla cosidetta “crisi di coscienza” che è elemento indispensabile per una vera guarigione e trasformazione. Questo non deve scoraggiarci nè spaventarci, ma anzi deve essere ulteriore elemento di consapevolezza per proseguire nel cammino del cambiamento. Un corretto uso del Cofanetto abbinato alla terapia con i Fiori richiede di non forzare mai le resistenze psicologiche della persona, ma piuttosto di affrontarle con gradualit à e dolcezza, stemperandole con il calore delle qualità opposte evocate e la coscienza del lavoro proposto. Una certa gradualità  nell’uso di questa tecnica è  quindi indispensabile. Si consiglia di iniziare con un solo cartoncino colorato alla volta, in maniera da potersi meglio focalizzare sulla tematica che si ritiene più importante o urgente da trattare; solo in un secondo tempo e con maggiore esperienza, si potrà utilizzare più di un cartoncino nello stesso periodo. I cartoncini possono essere tenuti in camera da letto, in cucina o nel luogo di lavoro, anche solo per ricordare a noi stessi l’impegno preso e la nostra volontà di cambiare. Una modalità  consigliata per usufruire al meglio della valenza terapeutica del cartoncino è la stesura di un diario quotidiano centrato sulla rilevazione di pensieri, emozioni e azioni, positivi o negativi, espressi nell’arco della giornata collegati alla Qualità sulla quale si sta lavorando. Ad esempio, se stiamo assumendo Beech, registreremo nel diario tutto quanto è emerso durante la giornata in rapporto alla tematica della tolleranza, tutto ciò che abbiamo pensato, sentito e fatto per esercitarla o meno nei confronti degli altri e della vita in generale. I singoli cartoncini saranno di volta in volta cambiati col procedere del processo terapeutico, allo stesso modo dei Rimedi Floreali corrispondenti.

Esercizio base Oltre a porre il cartoncino colorato in un luogo dove attiri facilmente la nostra attenzione, al fine di influenzare anche solo inconsciamente la nostra psiche, prestare attenzione cosciente alla qualità o all’affermazione positiva riportate sul cartoncino rappresenta sicuramente una tecnica più efficace. 

A tale scopo si consiglia di sedersi in una posizione comoda e rilassata e di osservare il cartoncino dal lato preferito per circa due minuti. Se dall ’inconscio emergono idee, immagini o sensazioni collegate alla tematica in esame, lasciatele affiorare e prendetene nota. In un secondo tempo, da soli o con il vostro terapeuta, potrete rielaborare quanto emerso.

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Riflettete sul significato della Qualit à o dell’affermazione positiva cercando, per quanto possibile, di identificarvi con essa. Proseguite, quindi, l’esercizio visualizzando il colore del cartoncino che discende e vi inonda dall’alto. Visualizzate il colore che a poco a poco entra in voi e attraverso il respiro compenetra il vostro corpo fino a diffondersi nell’aura circostante. Infine ripetete ad alta voce o mentalmente il nome della qualità o se preferite l’affermazione positiva.

Se nel corso dell’esercizio dovessero affiorare particolari reazioni che ne ostacolano il proseguire armonico, non insistete e parlatene al vostro terapeuta. 

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Omeopata, Psichiatra e Psicoterapeuta è  docente di Psichiatria Biologica al Corso di Perfezionamento in “Aspetti Biologici Clinico-Terapeutici dei Prodotti di Origine Naturale” presso la Facoltà di Farmacia dell’Università  degli Studi della Calabria. Diplomatosi in Floriterapia presso la Fondazione Bach di Mount Vernon è attualmente il Direttore Didattico del Bach Center in Italia. Fondatore e Presidente dell’A.M.I.F., Associazione Medica Italiana di Floriterapia, vive e lavora a Bologna.

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ATTI DEL I CONGRESSO NAZIONALEA.M.I.F. M. Rossi

I fiori di Bach  tra adattamento  ed attivazione 

Geochimico; Guna S.r.l. via Palmanova, 71 Milano

M. Setti Geostrutturalista; Dipartimento di Scienze della Terra, Universit à degli Studi di Pavia. Via Abbiategrasso, 209 - Pavia

Messaggi ultradeboli e modificazioni strutturali: risultati definitivi  RIASSUNTO ESTESO: Caratteristiche generali del lavoro, intenzioni, interpretazioni

Con il presente contributo abbiamo inteso chiudere la pluridecennale discussione relativa all’esistenza, o meno, di una qualsivoglia potenziale “attività” inerente ai rimedi floreali del Dr. Bach. Venendone qui dimostrata la possibilità di poter significativamente influenzare, rispetto a quanto normalmente avviene in natura – ed è facilmente riproducibile in laboratorio – la disposizione strutturale di alcune particelle cristalline elementari in corso di deposito da una sospensione in mezzo acquoso (deposito guidato dalla forza di gravità terrestre e dalle reciproche interazioni particella-particella), viene loro riconosciuto, in un certo senso “a dispetto” della risaputa mancanza di ogni rintracciabile “sostanza” al loro interno, lo status di agente attivo; più specificatamente ultradebole ed in senso squisitamente positivista, in quanto non (o non ancora) misurabile. Al contempo viene qui riconosciuta, ai fiori di Bach, una attività differenziale, dal momento che i risultati variano (pur all’interno di un certo comune ambito) da rimedio a rimedio. Questa variazione individuale, entro uno stretto gruppo di appartenenza, si accompagna ad una differenziale modalità di influenza sul diverso substrato materiale al quale possono essere applicati. Si ripropone, pertanto, a diverso livello (ossia in ambito di esperienza di laboratorio) lo stesso sistema ternario interattivo: fiori di Bach, substrato di applicazione, ambiente comune ai primi due componenti (in questo caso dominato da una predeterminante specifica: la forza di gravità), posto alla base della floriterapia. È d’obbligo, ancora una volta ed analogamente a quanto già fatto in occasione di una nostra precedente nota a questo stesso riguardo, segnalare la diversità di categoria d’appartenenza tra l’ambito terapeutico e quello sperimentale agente su di un substrato cristallino preindividuato come oggetto-soggetto d’applicazione dell’esperienza stessa. Tuttavia i risultati ottenuti con l’analisi diffrattometrica, mettendo in luce una doppia modalità interattiva, che potremmo definire sia “adattiva” che “di contrasto” nei confronti delle forze naturalmente dominanti sul substrato, tendono di fatto a far coincidere la interpretazione scientifica delle nostre osservazioni con le intenzioni cliniche del floriterapeuta. In ultima istanza con lo stesso “meccanismo d’azione”, riequilibrante gli eccessi od i difetti delle risposte individuali all’ambiente , postulato per i rimedi floreali. Al di là di tale tendenza, resta il fatto di dover, da adesso in avanti, indirizzare gli sforzi di indagine esclusivamente verso la ricerca clinica, avendo qui ricondotto e liquidato, in campo prettamente galileiano, la primigenia opposizione verso i fiori di Bach: quella che li voleva associati solo al “presunto esoterismo” dilagante per moda momentanea od all’ambito “fideistico” soggettivo.

Metodologia e riscontri specifici I fillosilicati (silicati a forma cristallina morfologicamente analoga alle foglie) si distinguono da altre strutture a chimismo similare per il fatto di presentare, sulle superfici cristalline a sviluppo planare, delle cariche attive residue. Più dettagliatamente, tendono ad addensare cariche negative sulla coppia di facce parallele pi ù estesa e cariche positive sulle coppie pianoparallele meno estese costituenti i bordi della sagoma “fogliare” che dà il nome a questi minerali. Sia in natura, che riproducendo artificialmente il fenomeno, al momento del loro flocculare (depositarsi da sospensioni acquose in cui normalmente o forzatamente possono venire a trovarsi) questi minerali, costituenti essenziali delle argille, tenderebbero a costituire una impalcatura formato da uno strato di “piastrelle fogliari” piano orizzontale, a diffusa carica superficiale negativa, su cui dovrebbero innestarsi sin goli “siparietti ” verticali (singoli cristalli planari anch’essi, ma attaccati per mezzo delle loro facce pi ù strette, addensanti cariche positive, al suddetto piano-strato basale negativo) a loro volta coperti da un altro livello planare composto da tasselli esponenti, di nuovo, residui di carica negativa e cos ì via. Abbiamo detto che questa è la tendenza, ma di fatto ci ò non accade quasi mai nella sua pi ù pura forma perché la suddetta possibile struttura il più delle volte soccombe alla gravit à terrestre e si ottiene, alla fine, una disposizione (tessitura, per gli addetti ai lavori) a strati più o meno paralleli, analoghi ad un ammucchiamento di foglie cadute. Tanto più il tipo di fillosilicato è esteso e sottile, di alto peso specifico, di basso valore di carica residua, tanto pi ù si assiste (tendenzialmente) ad un impaccamento stratiforme piano parallelo ripetuto. Quanto pi ù il fillosilicato abbia una morfologia più “tozza”, meno esile e più corta, un peso specifico molto basso, tanto maggiormente possono costituirsi disposizioni di particelle che si avvicinano a quella ideale od, in

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mancanza di meglio, a quella, più o meno statisticamente distribuita, ottenibile in caso di un fine macinato fillosilicatico mescolato meccanicamente. Quest ’ultima evenienza è favorita dalla elevata densit à di carica per unit à di superficie in quanto, all’aumentare di questa, ven gono favoriti i legami deboli aggiuntivi dispersi in ogni direzione, unico mezzo di contrasto dell’impaccamento gravitativo. Abbiamo utilizzato due standard internazionali di fillosilicati: quello della Kaolinite, costituito da particelle pseudoesagonali molto assottigliate ed estese planarmente; e quello della Montmorillonite, caratterizzato da particelle pi ù piccole, talora più irregolari, più tozziformi e spesso rassomiglianti a prismi a base esagonale ed anche pi ù attive dal punto di vista chimico-fisico data la loro elevata densit à di carica residua. Sono state preparate delle sospensioni acquose contenenti 100 mg di minerale argilloso, o di quarzo standard macinato, per ogni centimetro cubo di liquido. Le sospensioni sono state fatte decantare (depositare) e sono state esaminate, dopo essicamento, con la tecnica della diffrattometria a raggi x. In questo modo si è avuto un primo punto di riferimento a cui rimandare le possibili, successive, variazioni strutturali. Abbiamo confrontato con esso la tessitura, analogamente ottenuta, del quarzo macinato (subsferico, granulometricamente omogeneo ed inattivo) e quelle di Kaolinite e Montmorillonite messi a contatto, nel mezzo acquoso, con i fiori Bach a concentrazione terapeutica. Sono stati utilizzati i rimedi floreali del gruppo definito dell’“Insufficiente interesse verso le circostanze presenti ”: Clematis, Honeysuckle, Wild Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud. Contemporaneamente sono state preparate ed analizzate le strutture deposizionali dei minerali argillosi e del quarzo sospesi in H 2O ed alcool etilico; così come sono state analizzate le polveri degli stessi standard senza aver subito alcun trattamento. Globalmente abbiamo avuto i seguenti riscontri: la deposizione delle particelle del quarzo non mostra in alcun caso differenze sostanziali da quelle della polvere non trattata, cosa da aspettarsi date la suddetta inattivit  à ed omogeneit à della granulometria costituente. Le strutture ottenute con l ’aggiunta dei fiori di Bach alle sospensioni argillose si distinguono nettamente (ed in modo statisticamente significativo) dalla tessitura delle polveri tal quali e da quelle ottenute con la sola acqua e/od acqua ed alcool etilico. Più  specificatamente si è  assistito ad un aumento, estremamente significativo, dell ’ordine di disposizione pianoparallela delle particelle di Kaolinite (risultanti, in questo modo, più iso-orientate) con l ’associazione dei rimedi floreali di Bach. Ossia ad un maggiore adattamento delle stesse alle condizioni esterne. Viceversa, l’associazione con la Montmorillonite ha portato ad un incremento dell ’attivit à delle singole particelle costituenti (meno soggette all’influenza della forza di gravit à) conducente ad una disposizione strutturale diversa sia da quella della polvere che da quella del semplice depositarsi da mezzo acquoso; e similare al teorico possibile in assenza di costrizione gravitativa. La disposizione, in altre parole, è risultata nettamente pi ù de-iso-orientata, o meno iso-orientata che dir si voglia. Un’ultima annotazione: i tentativi sperimentali condotti con l ’aggiunta di tutti i fiori di Bach, qui presi in considerazione, alle sospensioni acquose dei fillosilicati, ha fatto registrare una diminuzione delle nuove caratterizzazioni strutturali ottenute con i singoli rimedi, e pi ù eclatanti con uno solo degli stessi.

PAROLE CHIAVE: Diffrattometria, Floriterapia, Attivit à, Convalida sperimentale

SUMMARY:  With this work we intended to close each debate on the, till now presumed, “activity” of Dr. Bach’s flower remedies. And we intended to close it definitively in favour of these, by recognising them – at least towards a sensitive not organic substrate composed by phyllosilicates, that is to say pseudohexagonal leaf-shaped silicates – the main role of agents able to modulate influences and to obtain diversified answers in com parison to a similar situation but without their “active” presence. The most astonishing results we occurred to observe at the end of this experimental study are the following: – A certain phyllosilicate, the Kaolinitis, is naturally acquiescent to the force of gravity of the Earth with the exception of opposing forces due to its specific extended morphology (this corresponds to a high internal friction) and to its soft superficial residual charge; this phyllosilicate, in presence of the Bach Flowers, fits itself much better to the present circumstances and changes its neo-structuration in a statistically relevant way. It is important to notice that the highest degree of adaptation that can b e reached is connected with the association of Clematis or Honeysuckle. – Another phyllosilicate, the Montmorillonite with opposite features in comparison to the previous one, in association with the flower remedies has gained the force of reactivation and could get back to its normal structural levels except if it has deposited from water or alcohol  and water; this “ awakening”  of the montmorillonite has been particularly evident by using Mustard, Olive and Chestnut Bud. –  Instead, no particular differences were observed between the situations “ with or without ”  the use of the Bach Flowers when these have been associated to the inert Dutch quartz which is composed by subspherical crystalline equidimensional particles without residual char ges. – All this means that the activity of the Bach Flowers is not “ objectifying”  but “ co-operating”  with the internal forces of the “ subject of the action”  which every time must fit itself or react to external stimuli. – The Bach Flowers have therefore demonstrated their “ interactive”   capability by respecting the specific features of the substrate they get  in contact with; therefore they can be considered as potentially “ exhortative”   and not simply “  manipulative”   substances, as they exhort  the best answers from the substrate itself. As this is our second work bringing to the same results on this subject, we consider it useless and unfruitful to do other experimental researches in the same direction. Having definitively recognised a potential activity of the Bach Flowers, we have now nothing left but go on in the only direction of clinical demonstration, that is to say to change from the sensitive, crystalline, not organic substrate to the sensitive, orga nic, living one.

KEY WORDS:  Diffractometry, Flower therapy, activity, experimental convalidation N° 1 - Giugno 1999

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INTRODUZIONE n una precedente nota abbiamo potuto dimostrare la possibilità di una interazione tra rimedi floreali e neoformazione di strutture cristalline, al contempo sottoposte ad aggiuntivi stress chimico-fisici. I

Per la prima volta veniva, così, dimostrata una attività di tali “farmaci” nei confronti di un sistema riproducibile e tenuto sotto controllo sperimentale; è come dire che per la prima volta veniva applicato ai fiori di Bach il metodo galileiano (o positivista che dir si voglia). Si trattava, inoltre, di un sistema dinamicamente evolutivo, il più possibile aperto a qualsiasi stimolo proveniente dall’esterno (o dal mutare dei suoi stessi componenti) proprio per avere l’opportunità di registrazione di varianti seppur minimali. Questa, in sede di lettura del lavoro è stata, da qualcuno, considerata una scelta eccessiva e tale da poter creare interpretazioni fuorvianti. Avendo accolto l’obiezione, è stata nostra intenzione proseguire nella ricerca adoperando un substrato interattivo a

più alta soglia di eccitabilità, in modo da avere una conferma del precedente risultato tesa, al contempo, alla eliminazione di ogni ragionevole opposizione dialettica. Tale nuovo substrato doveva, poi, essere inserito in uno schema sperimentale meno complesso (un protocollo più semplice rispetto a quello già pubblicato, che avesse anche lo scopo di favorire tutti coloro che desiderassero verificare, in senso operativo, le nostre asserzioni). Abbiamo individuato nelle sospensioni acquose di alcuni particolari silicati (vedi più dettagliatamente nella sezione materiali e metodi), sostanze attive dal punto di vista chimico fisico, il substrato più adatto al nostro obiettivo. Da queste sospensioni si depositano spontaneamente strutture cristalline la cui disposizione interna è funzione delle caratteristiche del minerale stesso utilizzato e del mezzo di dispersione in cui esso viene posto (con il quale può interagire in modo differenziale e diversificato anche grazie alla presenza di componenti aggiuntivi). Recuperando questi depositi ed esaminati con i mezzi di indagine comunemente in uso per la loro identificazione tridimensionale (diffrattometria a raggi x) è possibile avere una misura del variabile grado di influenza avuto su di essi da parte di sostanze, oltre al mezzo acquoso, con cui vengono in contatto. Ci pare del tutto evidente (nonché lecita), da parte nostra, la volontà di chiudere definitivamente il discorso sul (da molti ritenuto presunto) potenziale d’attività dei fiori di Bach, almeno nei confronti di un substrato sperimentale. Con ciò implicitamente intendendo passare la mano, ad ottenuta conferma, esclusivamente all’indagine clinica, ossia ad un successivo livello di convalida che, comunque, è possibile attivare con sicurezza solo dopo queste precedenti risultanze.

MATERIALI E METODI

Fig. 1 - In (A) è riportata una rappresentazione schematica di un  cristallo fillosilicatico ideale e delle sue cariche superficiali re-  sidue. In (B) si è voluto dare un esempio, il più semplice possibile, di  come prendano origine (a partire dai singoli componenti atomici  interni) le cariche residue stesse. L’esempio prevede, per non appesantire eccessivamente l’im-  magine, la presenza di un solo livello tetraedrico (T), formato da  tetraedri silicio-ossigeno, associato ad un solo strato ottaedrico  (O), costituito da ottaedri centrati sull’alluminio.

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Premessa. Alcuni minerali costituenti, in natura, i sedimenti argillosi, possiedono delle specifiche caratteristiche morfo-strutturali che li rendono unici e dotati di tali peculiarit à che ormai sono sempre più numerosi gli studiosi ritenenti che la vita terrestre si sia sviluppata proprio a partire dai fondi oceanici ove tali minerali da sempre si accumulano costantemente. Le specificit à di cui si è appena detto possono essere brevemente riassunte come segue: – capacità di interagire con ioni, molecole, gruppi molecolari diffusi, anch’essi, nel medesimo ambiente; – capacità di potersi disporre, nelle tre dimensioni, in modo da costituire (in favorevoli circostanze) delle strutture dette “a castello di carte ”, a loro volta in grado di funzionare come “matrice”  per ulteriori complessità  comprendenti anche il carbonio, elemento chiave della chimica (vita) organica.

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A.M.I.F. Quest’ultima caratteristica deriva loro dal fatto di essere dei fillosilicati, ossia dei silicati complessi che rassomigliano, nella forma, a delle foglie. Questo perché il loro abito cristallino è fortemente appiattito su di un piano ed il loro contorno è di tipo esagonale. In figura 1 viene rappresentato un singolo, ideale, cristallo di fillosilicato in cui sono contraddistinte le cariche residue come negative (le dorsali e basali) o come positive (le laterali). La stessa figura ci fa ben comprendere perch é questi cristalli, quanto pi ù  liberi da influenze esterne, tra le quali la forza di gravità terrestre, tanto più tendano alla costituzione di quel sistema “dorso-bordo-base….” che li dispone spazialmente, come prima dicevamo, come le carte da gioco nel noto passatempo. È il tentativo di auto-neutralizzazione delle proprie cariche residue che guida la logica intrinseca di tale disposizione. Tuttavia tanto pi ù i singoli cristalli elementari sono estesi e pesanti, tanto pi ù sono destinati a collassare, adattandosi ad una legge fisica di ordine superiore rispetto a quella che sovraintende al tentativo (di riequilibrarsi elettrochimicamente) di cui sopra. In figura 2 sono didatticamente raffigurati tre diversi tipi del modo di strutturarsi dei fillosilicati: il primo, (A), si avvicina molto a quello teorico anzidetto (sono inserite nello schema anche particelle inerti non argillose, spesso compresenti); possiamo pensare che questa prima modalit à appartenga ad un fillosilicato non molto pesante, a morfologia non estesa, pertanto tendente pi ù ad un aspetto prismatico che non fogliare, non particolarmente soggiacente alla gravità in sospensione acquosa, anche perché  dotato di un elevato numero di cariche residue tra loro interagenti, ed interagenti perch é non eccessivamente disturbate dal campo elettrochimico di altri ioni presenti nel sistema, altrimenti tenderebbe a formare complessi con i medesimi. Il secondo modo di disporsi, (B), di figura 2, è facilmente riconducibile a quello di un ipotetico fillosilicato sospeso in acqua, ed in corso di rideposizione (flocculazione per gli addetti ai lavori), le cui caratteristiche fondamentali siano: – medio valore del rapporto tra le dimensioni della faccia più estesa e quelle delle facce laterali; quindi pi ù esteso del precedente al di sopra di un singolo piano; – peso specifico medio-elevato; – contenuto elettrochimico residuo medio anch ’esso; – non interagente, nel caso, con altri ioni, molecole o corpuscoli attivi perch é non presenti. La terza disposizione schematica, la (C), pu ò essere identificata con quella di un minerale argilloso facilmente collassante, di buon peso specifico, fornente singoli cristalli ancora più estesi, senza per ò essere tra quelli di maggiore morfologia, poco attivo poich é quasi privo di valore di carica residua. Dunque facilmente ammassabile nel modo definito “a mucchio di foglie secche ”.

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Fig. 2 - Vi sono riportati tre diversi modi di strutturazione da  neo-deposito tipici dei fillosilicati. Il modo (A), vedi testo, si avvicina molto a quello riscontrabile  per le montmorillonite. La modalit à  raffigurata in (B), rispetto alla precedente, pu ò  essere riferita ad un fillosilicato costituito da cristalli pi ù  estesi  e pesanti, nonch é  a valore di carica residua, per unit à  di  superficie, pi ù basso. Il modo (C), infine, pu ò essere assunto a paradigma di una neo-  strutturazione di un fillosilicato i cui cristalli siano molto estesi  e molto poveri di carica. Tale disposizione assomiglia a quella della kaolinite pur  essendo, quest ’ ultima, caratterizzata da aggiuntivi elementi  specifici di cui viene data spiegazione nel testo.

Al di là della pura e semplice teoria, un fillosilicato effettivamente esistente in natura e comportantesi di norma come quello schematizzato in figura 2 (A) pu ò  essere identificato con la montmorillonite, vedi figura 3. Invece la kaolinite in condizioni normali tende a disporsi in un modo più  simile (seppure non equivalente) a quello rappresentato in figura 2 (C). Le differenze, rispetto allo schema ora proposto, possono risiedere nella presenza di un pi ù alto numero di singoli cristalli discostantisi dall ’assetto orizzontale e subverticalizzati. Questo vale, per la kaolinite, anche e soprattutto per la disposizione interna relativa alla polvere secca. Dato che l ’at-

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(A)

(B)

(A)

(B)

Fig. 3 - Due esempi, ad ingrandimenti diversi ripresi al micro-  scopio a scansione, di reale strutturazione della montmorillonite. La somiglianza con lo schema di figura 2 (A) ci pare evidente. In  particolare tale somiglianza risalta nella figura 3 (B), a pi ù ele-  vato ingrandimento. Sia in 3 (A) che in 3 (B) è  riportata l ’ unit à  di misura di riferimento (il micron) in modo da avere una esat-  ta idea delle dimensioni dei singoli cristalli costituenti.

Fig. 4 - Altre due raffigurazioni di un fillosilicato reale riprese al  microscopio a scansione in questo caso si tratta della kaolinite. Vanno rimarcate le notevoli dimensioni dei cristalli e la loro di-  sposizione in pacchetti reciprocamente perpendicolari.

trito viene a giocarvi un ruolo di notevole importanza ed in associazione a quello derivante dal fatto che la stessa kaolinite può raggiungere delle dimensioni delle proprie particelle elementari veramente ragguardevoli. Tutto questo, paradossalmente, porta ad un impedimento di tipo strettamente meccanico alla realizzazione di un assetto del tipo “mattone su mattone ” ed alla conseguente disposizione di singoli cristalli, od unit à policomposizionali mag-

giori degli stessi, in modo reciprocamente perpendicolare. Ritorneremo sull’argomento, dando ulteriori ragguagli in proposito, quando prenderemo in considerazione i risultati di questo lavoro e li commenteremo. Un bell’esempio di kaolinite ben strutturata è visibile in figura 4. Si notino i singoli “pacchetti” cristallini (di cui si è  detto appena sopra) disposti pi ù o meno ortogonalmente tra loro.

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A.M.I.F. Montmorillonite e kaolinite possono, dunque, essere posti quasi ai due estremi comportamentali propri dei fillosilicati e, come tali, cio è  proprio perché così  diversificati, costituiscono la migliore coppia test per qualsiasi esperimento (come quello appena abbozzato a livello introduttivo e che dettaglieremo qui di seguito) li possa prendere in considerazione.

Schema sperimentale. – Preparazione di una sospensione acquosa di polvere di kaolinite (standard internazionale K Ga-1), raccolta della struttura di deposito ottenuta, indagine diffrattometrica della medesima. Sia in questo caso, che negli altri descritti a seguire, la sospensione è  stata ottenuta a partire da 100 mg. di polvere per ogni centimetro cubo di liquido. – Preparazione di una sospensione acquosa di polvere di montmorillonite (standard internazionale S Tx-1), raccolta della struttura di deposito ottenuta, indagine diffrattometrica della medesima. – Preparazione di una sospensione acquosa di polvere di quarzo olandese, raccolta del deposito ottenuto ed indagine diffrattometrica dello stesso. L’inserimento del quarzo nel protocollo ha una funzione di controllo dei risultati. Essendo la polvere quarzosa inattiva ed equidimensionale, non può di fatto n é  interagire n é strutturarsi in alcun modo; dunque deve presentare ogni volta un grafico diffrattometrico costante. – Indagine diffrattometrica delle polveri secche, tal quali, di standard di kaolinite, di quello della montmorillonite e del quarzo olandese. Ha lo scopo di mettere in evidenza le differenze (od assenza di diversit à nel caso del quarzo) strutturali ottenute, nella disposizione dei fillosilicati, per mezzo della flocculazione da semplice sospensione acquosa. – Preparazione delle sospensioni idroalcoliche di polvere di kaolinite, di montmorillonite e di quarzo olandese. Raccolta dei depositi ed indagine diffrattometrica degli stessi. Ha lo scopo di mettere in evidenza le differenze (od assenza di diversità nel caso del quarzo) strutturali ottenute nella disposizione dei fillosilicati quando flocculanti da acqua ed alcool invece che da semplice sospensione acquosa. Questa variante si rende necessaria perch é le soluzioni dei rimedi floreali che intendiamo testare sono anch’esse idroalcoliche (sia in “tintura madre” che nella forma diluita consigliata dal tradizionale modo di somministrazione). Dovevamo, dunque, poter conoscere le influenze sull’esperimento indotte dalla sola presenza di alcool. – Preparazione delle sospensioni acquose di polvere di kaolinite, montmorillonite e quarzo con aggiunta di alcune gocce di un mixer di fiori di Bach a concentrazione consigliata per la terapia. Raccolta dei depositi strutturati ed

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indagine diffrattometrica degli stessi. Segnaliamo fin d’ora che ancora una volta il grafico diffrattometrico del quarzo era rimasto invariato. Abbiamo, pertanto, potuto tranquillamente farlo uscire dallo schema sperimentale avendo, di fatto, esaurito il compito preassegnato (che era quello della verifica di un comportamento assolutamente inerte nei confronti di qualsiasi cosa; ci ò in contrasto con le modalità interattive dei fillosilicati). – Il mixer dei fiori di Bach di cui sopra era costituito da tutti i rimedi componenti il gruppo dell ’ “Insufficiente interesse verso le circostanze presenti ”. – Preparazione delle sospensioni acquose di polvere di kaolinite e di montmorillonite con aggiunta di alcune gocce, a diluizione terapeutica, dei singoli rimedi floreali costituenti il mixer di cui sopra; ossia: Clematis, Honeysuckle, Wild Rose, Olive, White Chestnut, Mustard, Chestnut Bud. Raccolta dei depositi strutturati ed indagine diffrattometrica degli stessi. CAMPIONE

TRATTAMENTO

QUARZO OLANDESE

polvere

CAOLINITE K Ga-1

polvere

MONTMORILLONITE S Tx-1

polvere

QUARZO OLANDESE

sospensione H2O

QUARZO OLANDESE

sospesione ALCOOL ETILICO

QUARZO OLANDESE

sospensione MIX FIORI DI BACH

CAOLINITE K Ga-1

sospensione H2O demineralizzata

CAOLINITE K Ga-1

sospensione H2O deionizzata

CAOLINITE K Ga-1

sospensione H2O distillata

CAOLINITE K Ga-1

sospensione ALCOOL ETILICO

CAOLINITE K Ga-1

sospensione CHESTNUT BUD

CAOLINITE K Ga-1

sospensione CLEMATIS

CAOLINITE K Ga-1

sospensione HONEYSUCKLE

CAOLINITE K Ga-1

sospensione MUSTARD

CAOLINITE K Ga-1

sospensione OLIVE

CAOLINITE K Ga-1

sospensione WHITE CHESTNUT

CAOLINITE K Ga-1

sospensione WILD ROSE

CAOLINITE K Ga-1

sospensione MIX FIORI DI BACH

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione H 2O demineralizzata

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione H 2O deionizzata

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione H 2O distillata

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione ALCOOL ETILICO

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione CHESTNUT BUD

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione CLEMATIS

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione HONEYSUCKLE

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione MUSTARD

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione OLIVE

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione WHITE CHESTNUT

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione WILD ROSE

MONTMORILLONITE S Tx-1

sospensione MIX FIORI DI BACH

Tab. 1 - Tavola sinottica dello schema sperimentale proposto e  realizzato per questa nota.

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Fig. 5 - Esempio di grafico diffrattometrico ottenuto dalla polvere  tal quale dello standard internazionale di kaolinite. Per la spie-  gazione delle sigle numeriche ivi riportate vedi testo.

Fig. 6 - Questa volta l ’ esempio grafico diffrattometrico riguarda  la polvere tal quale dello standard internazionale di montmo-  rillonite.

Per quanto riguarda, operativamente, l ’analisi delle polveri o degli strutturati da neo-deposizione, ci pare doveroso fornire le seguenti spiegazioni elementari: – un diffrattometro è una apparecchiatura che invia un sottile fascio di raggi x (fascio incidente), ottenuto da una fonte isotopica standard (di solito costituita da CuK alfa), su di una sostanza da analizzare; – i raggi x incidenti vengono riflessi dai piani strutturali, diversamente caratterizzati per ogni diversa sostanza in esame, e quindi captati da un ricevitore d ’impulsi (counts) che ne misura la quantit à in arrivo per ogni secondo; – fonte emittente del fascio focalizzato e ricevitore ruotano all’unisono attorno alla sostanza in modo da riuscire ad avere informazioni su tutta la struttura della medesima, cioè  su tutti i suoi piani strutturali; avremo, in questo modo, al ricevitore, tante captazioni diversamente caratterizzate nel tempo e nell ’intensità, quanti sono i diversi e caratteristici riflessi prodotti nel corso della indagine (nel corso della rotazione) corrispondenti pertanto a tutti gli esistenti piani strutturali riflettenti; – i vari momenti della rotazione in oggetto sono espressi convenzionalmente tramite dei doppi valori angolari dell’angolo -ancora convenzionalmente detto teta- di volta in volta formato dal raggio incidente con il piano d ’appoggio della sostanza da esaminare; – i risultati dell’esame vengono poi resi visibili tramite un grafico riportante in ordinata i valori delle intensit à di riflesso (counts/sec.) ogni volta relative ai diversi, crescenti, valori angolari (due teta) espressi in ascissa; – ci pare evidente che i riflessi maggiori (a maggiore intensità), equivalenti ai piani riflettenti pi ù  importanti, a loro volta equivalenti alle pi ù importanti caratteristiche strutturali, risalteranno nel grafico come picchi maggiori; questi ultimi sono detti picchi “ marker” della sostanza o riflessi caratteristici od, ancor più semplicemente, caratteristiche, della stessa; sono le sue “impronte digitali ”. A puro titolo esplicativo riportiamo in figura 5, 6 e 7 i grafici standard rispettivamente della kaolinite, della montmorillonite e del quarzo olandese. I picchi (riflessi) “marker” dei due fillosilicati sono contraddistinti da una sigla numerica convenzionalmente indicante i piani strutturali generanti; questi stessi numeri hanno tradizionalmente assunto, per gli addetti ai lavori, anche il significato di “posizione”  relativa delle caratteristiche salienti nella graficizzazione che le delinea; la sigle tra parentesi corrispondono, invece, alle facce cristalline di cui i suddetti piani sono delle “interiorizzazioni” parallele note solo tramite la deviazione del fascio dei raggi x indaganti.

Fig. 7 - In questo caso si tratta dell ’ andamento diffrattometrico  relativo alla polvere tal quale dello standard internazionale di  quarzo olandese.

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Vogliamo infine mettere nel dovuto risalto il fatto aggiuntivo di una valutazione dei risultati effettuata esclusivamente tramite computer. Intendiamo dire che il diffrattometro era direttamente collegato con l ’elaboratore programmato in

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A.M.I.F. modo da conteggiare in valore numerico puro (non esprimibile con alcuna variabile essendo una “ratio”) i diversi rapporti tra le varie coppie di caratteristiche specifiche, o delle intensità dei picchi “marker”, di ogni singolo andamento grafico di volta in volta ottenuto. In questo modo, mantenendo i valori relativi alla polvere (i rapporti tra coppie di elementi “marker” del grafico della stessa) come elemento di riferimento, siamo in grado di accorgerci delle influenze di orientazione (maggiore isoorientazione od ulteriore de-iso-orientazione) subite dalla medesima quando fatta depositare da sola acqua, da acqua ed alcool, da acqua con aggiunta dei fiori di Bach, dal momento che le suddette influenze si materializzano in “alterazioni”  del diffrattogramma (enfatizzazione o depressione delle caratteristiche salienti dello stesso). Nelle figure 8 e 9 vengono riportate alcune delle molte distorsioni del normale andamento grafico della kaolinite e della montmorillonite verificatesi in virt ù  della aggiunta di alcool o fiori di Bach alle sospensioni acquose della stesse; il campo visivo è stato in questi due casi ottenuto per ingrandimento di singoli settori del grafico standard. Tutti i diversi valori numerici ottenuti nel corso dell ’esperimento per uno stesso rapporto del medesimo fillosilicato (per una stessa coppia di elementi “marker”) sono stati espressi collegialmente per mezzo di un unico grafico istogrammatico e come tali le presenteremo. Avremo, così, una strisciata completa relativa alle diverse evoluzioni volta per volta subite, in corso d ’opera, da quella stessa “ratio”.

Fig. 8 - Sono qui riportati, in sovrapposizione, tre diversi risul-  tati diffrattometrici ottenuti, in corso d ’ esperimento, per la kao-  linite. In ogni caso si tratta della stessa sezione (specificata-  mente connotata da tre riflessi “ marker ”)  del grafico della stes-  sa. Si pu ò ben vedere come la caratteristica “ distorsione ” ,  od al-  lontanamento dalla regolarit à di riferimento qui visibile, sia im-  putabile alla linea grafica ottenuta dall ’ esame del neodeposito  avuto da sospensione in acqua con aggiunta di Chestnut Bud. Gli altri rimedi floreali hanno anch ’ essi causato la medesima ed  altre, anche pi ù vistose, “ alterazioni ”. 

Ciò equivale a veder eventualmente mutare “le impronte digitali ” della sostanza adoperata come substrato sensibile. In questo modo abbiamo anche ottenuto di salvaguardarci dalle sempre possibili valutazioni soggettive dei risultati ottenuti, di rendere gli stessi pienamente fruibili anche ai non addetti ai lavori e di far restare le considerazioni finali in un campo estraneo all ’esasperato tecnicismo insito in questo genere di indagini strumentali, ossia di mantenerle in quello della pura e semplice immediatezza visiva.

ESAME DEI RISULTATI Prima di ogni altra considerazione ribadiamo che i risultati qui riportati sono stati ottenuti a partire da misure dello scostamento dalla normalità  grafica dei singoli fillosilicati impiegati, ossia dalla misura delle effettive distorsioni imposte ai piani strutturali interni dei medesimi; e sulla base delle diverse neo-disposizioni venutesi a costituire a partire dalle sospensioni cristalline qui utilizzate. Dunque le causali all’origine di quanto ora esamineremo sono due, sono reciprocamente interconnesse e, come tali,

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Fig. 9 - Figura similare alla precdente, ma ottenuta tramite ana-  lisi di neodepositi di montmorillonite. La peculiare distorsione, qui evidenziata, si è  avuta con aggiunta di Mustard. Anche gli al-  tri fiori testati hanno dato analogo riscontro, od anche ulterio-  ri distorsioni dell ’ andamento grafico standard.

non isolabili; anche se per motivi discorsivi e di pi ù  facile esplicazione sono state, talora, considerate singolarmente. Tutti i grafici istogrammatici sono cos ì impostati: – In ordinata viene ogni volta riportato il valore numerico puro derivante dal rapporto tra l ’intensità di espressione (che viene misurata in counts/sec.) di due tra i diversi picchi, o riflessi, o caratteristiche “marker” dell’andamento diffrattometrico di uno dei due fillosilicati previsti dal pro-

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FBK 7.1-2.29

40

30

*

40

*

FBK 2.38-2.29

60

* *

20 20 10

0

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    k   l  e   d   e   t   q    a   a   l   t   B   m   c   a  r    i  v   u   e   t  a   l   a,   a  d  a   e  d   s  t  n  u   C   l  e   e  y  s  u   u  s  t   d  O   l   e  s  t  n    R  o  s   a  e  d  c   h   c   M   e    h    l  d   u   a   e  c   u  r   a   e   e   n   e  s   t  r  u  t  t   a  c  q   u   e  C   h   q   u  a    H  o   u  a  e   q   u  a    i  t  e  C    W   i   a  c  q   d   i   B   r   e   c   d   q    c    h   e   a   r   i   s    l  v    P  o    N  e  o   r  a  d  a   c  q   u  a   d  a  a   u  a  e   a  a  c   d  a  a   e   W   q   u  a   r  a  d  r   i  f   i  o   a   c   u   q    t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   u  r  a   s  t  r  u   r  a  d   r  u  t   s  t  r  u   d  a   u  r  a   e  o   r  d    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali    i   l   o  s   s  t  r    N   r  u  t   e  o  s   t   e più attivi   o   s   e    N   o    N    N in questo caso    N  e

Fig. 10 - Vi si pu ò seguire il maggiore grado di adattamento al-  le circostanze esterne ottenuto, per la kaolinite, con aggiunta dei  rimedi floreali. Per ulteriori spiegazioni vedi testo.

FBK 2.29-1.79

30

0

  a   l  e   u  a    l   q   u   a  c  q     l  c  o  o    B  u  d   a  t   i  s   c   k   l  e   r  d   v  e   u  t   e    l   a    i   t  a   a   t   m   a,   a  d  a   e  d   s  t  n  u   C   l  e   e  y  s  u   u  s  t   d  O   l   e  s  t  n    R  o  s   a  e  d  c   h   c   c   s  e   u  t  t  u  r   q   u  a   C   h  e   u  a  e    H  o  n   a  e  M   u  a  e   t  e  C   h    i   l  d   c  q   u   i   B  a   e    W   a   d   r   c    i    l  v  e   e  o  s  t  r   d  a  a   u  a  e   a  c  q    a  e  d   a  c  q   u   a  c  q     W   h   u  a  e   d  a   i  o  r   i   o    P    N   r  a   c  q    d  a   u   a   d  a   e   c  q    r  a   r   i  f   a   q    u   t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   u  r  a   s  t  r  u   r  a  d   r  u  t   s  t  r  u   d  a   u  r  a   e  o   r  d    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali    i   l   o  s   s  t  r    N   r  u  t   e  o  s   t   e più attivi   o   s   e    N   o    N   e    N in questo caso    N

Fig. 11 - Figura “ gemella ” della precedente; anche in questo ca-  so i fiori pi ù “ attivi ” sono risultati essere Clematis ed Honeysuckle.

20

40

10

20 *

*

0

FBK 2.34-1.79

60

*

*

0

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    k   l  e   d   e   t   q    a   a   l   t   B   m   c   a  r    i  v   u   e   t  a   l   a,   a  d  a   e  d   s  t  n  u   C   l  e   e  y  s  u   u  s  t   d  O   l   e  s  t  n    R  o  s   a  e  d  c   h   c   r   a   e   e   n   M   e    h    l  d   u   a   e  c   e  s   t  r  u  t  t  u   a  c  q   u   e  C   h   q   u  a    H  o   u  a  e   q   u  a    i  t  e  C    W   i   a  c  q   d   i   B   r   e   d   c   s   q    c    h   e   a   r   i    l  v    P  o    N  e  o   r  a  d  a   c  q   u  a   d  a  a   u  a  e   a  a  c   d  a  a   e   W   q   u  a   r  a  d  r   i  f   i  o   a   c   u   q    t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   t  t  u  r  a   o  s  t  r  u   u  r  a  d   s  t  r  u  t   o  s  t  r  u   a  d  a   t  t  u  r  a    N  e  o  e  r  d   e   x    i    N   t  r  u    N  e   u  t  t   e  o    N  e   t  u  r   t  r  u * i rimedi floreali   t   o  s   t  r    N    l  m   u    i   o  s   s   r    t   e   e più attivi   o   s   e    N   o    N   e    N in questo caso    N

  a   l  e   u  a    l   q   u   a  c  q     l  c  o  o    B  u  d   a  t   i  s   c   k   l  e   r  d   v  e   u  t   e    l   a   t   e  m   u   t  a   a   s   d   t  a    l   i   n   c  a,   r  a  d   a  e  d   e  s  t  n  u   e  C   l   n  e  y  s   M  u  s   e  d  O    h  e  s  t   d   R  o   u  a  e  a  c   h   c   e    l   u   C    i   q    i   B   u    h   a   o   e   a   s   t  t   e  r  e   s  t  r  u   a  a  c  q    a  e  C   a  c  q   u   e  d   H   q   u  a   c  q   u    h   i  t  e   e   W   a  a  c  r   i  d   v    l   o   c   a   a    P  o    N  e   r  a  d   c  q   u   d  a   u  a   a  a   d  a   e   W   q   u   r  a  d  r   i  f   i  o   u   a   r  a   c  q    d   a   u  a   a  c   t  t  u   a   u  t  t   d  a   u  t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   u  t  t  u  r   a  c  q    d  a   s  t  r  u  d  e   i  v   r   t   o  s   u  r  a   s  t  r   r  a   r  u   s  t  r   d  a   u  r  a   e  o   r    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali   t  r    N    i   l   o  s   r  u  t   e  o  s   t più attivi   o  s   s   e    N  e   o    N    N in questo caso    N  e

Fig. 12 - L’ andamento degli istogrammi è  l ’ opposto di quello ri-  portato in fidura 10. Ci ò ne costituisce una conferma, dal mo-  mento che i valori con i quali sono stati costruiti provengono  da un “ punto di vista ” perpendicolare a quello da cui sono de-  rivati i valori della stessa figura 10. È  logico, infatti, aspettar-  si che un alto valore ottenuto da una “ protezione ”  sul piano  orizzontale abbia un basso riscontro su quello verticale, e vi-  ceversa.

Fig. 13 - Rappresentazione analoga alla precedente, costituen-  te anch ’ essa l ’ opposto (la conferma) di quanto gi à visualizzato  nelle figure 10 ed 11.

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N° 1 - Giugno 1999

A.M.I.F. tocollo (kaolinite o montmorillonite); pertanto ogni colonnina di ogni grafico, con la sua altezza, esprime la “ratio” anzidetta (sempre la stessa) variante in funzione dei cambiamenti subiti dalla disposizione tridimensionale del fillosilicato a causa della sua sospensione/rideposizione in mezzi diversi, rispetto alla sua strutturazione abituale a riposo iniziale, considerata essere quella della polvere standard secca. Ogni grafico contiene undici colonnine, corrispondenti: – la prima alla “ratio” considerata (indicata in sovrastampa) derivante dal diffrattogramma della polvere fillosilicatica tal quale; – la seconda allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in sola acqua;– la terza allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua ed alcool; – la quarta allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Chestnut Bud; – la quinta allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Clematis; – la sesta allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Honeysuckle; – la settima allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Mustard; – la ottava allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Olive; – la nona allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di White Chestnut; – la decima allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione di Wild Rose; – la undicesima allo stesso rapporto, ma derivante dal diffrattogramma del fillosilicato sospeso in acqua e soluzione del mixer di tutti i rimedi floreali sin qui considerati. 

Gruppo dei risultati relativi alla Kaolinite:

Possono essere racchiusi in quattro figure, ben esplicative degli stessi, rispettivamente la numero 10, 11, 12 e 13. Commento alla figura 10 ed alla analoga figura 11. Le sigle FBK 7.1-2.29 ed FBK 2.38-2.29 stanno, rispettivamente, per protocollo sperimentale prevedente l ’interazione tra fiori di Bach e Kaolinite considerando, qui, a titolo d ’esempio il rapporto tra i “riflessi” (od intensità delle caratteristiche “marker” del grafico diffrattometrico, dato che sostanzialmente le due cose sono direttamente correlate) di quest’ultima corrispondenti alle “posizioni” convenzionalmente codificate come: 7.1, 2.29, 2.38 e 2.29, vedi figura 6.

N° 1 - Giugno 1999

Dalla figura 10 possiamo ricavare quanto segue: – La polvere secca dimostra, con il suo basso valore, di essere costituita da elementi cristallini statisticamente ben distribuita nello spazio. È come dire che non è molto isoorientata su di un piano coincidente con l ’orizzontale. – La stessa polvere sospesa in acqua, od acqua ed alcool, tende ad una pi ù marcata iso-orientazione. – Ancora la stessa, posta in sospensione con acqua e fiori di Bach, tende ad una decisa iso-orientazione. E ’ come dire che la kaolinite si dispone, in presenza dei rimedi floreali, a comporre una struttura “a muro di mattoni ”. Cosa che non avviene spontaneamente. Pertanto i fiori di Bach aiutano i cristalli di Kaolinite a vincere le resistenze (sicuramente indotte anche dalle cariche superficiali residue) alla assunzione di un assetto interamente dipendente dalla forza di gravit à. – Da notare che il mixer di tutti i fiori di Bach qui considerati ha una funzione iso-orientante minore di quasi tutti (eccetto che uno) i singoli rimedi. La figura 11, come anticipato, ricalca l ’andamento della precedente, pur derivando da altre caratteristiche dello spettro di diffrazione. Le figure 12 ed 13 rappresentano la stessa situazione delle due precedenti, ma “vista”  da un diverso punto di stima, perpendicolare al precedente. Infatti le sigle FBK 2.29-1.79 ed FBK 2.34-1.79 si riferiscono a piani di struttura molecolare ortogonali a quelli determinanti gli elementi della “ratio”  costituente i valori riportati in figura 10 ed 11, e quindi fornenti informazioni perfettamente complementari rispetto ad i medesimi. In questo caso, dunque, l ’alto valore connotante la polvere esprime, ancora una volta, anche se non appare immediatamente intuibile, una distribuzione di questa “at random”. Ciò perchè, data la rimarchevole estensione su di un solo piano dei cristalli della kaolinite, un certo numero di questi posti in senso verticale basta ad indurre forti riflessi scaturenti da questa posizione (disposizione delle particelle “a mucchio di lastre”, che di solito prevede, appunto, parte delle stesse drizzate verso l ’alto, rimanendo serrate ai fianchi dalle altre pressate dalla forza di gravit à; queste ultime rimangono obliquamente disposte secondo angolazioni le più diversificate). La diminuizione del valore numerico osservata in caso di sospensione in acqua ed acqua ed alcool ha ancora lo stesso significato, di cui sopra, di un iniziale maggiore stadio di isoorientazione rispetto alla disposizione propria della polvere secca tal quale; ed il pi ù accentuato appiattimento dei valori relativi alla presenza dei fiori di Bach ricalca il gi à descritto fenomeno di totale adeguamento della kaolinite alla forza di gravità quando compresente a tali rimedi. In definitiva possiamo ammettere, per la kaolinite associata ai fiori di Bach, un ancor pi ù forte adattamento alle con-

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A.M.I.F.

FBMM 14.5-4.97

200

FBMM 4.46-2.97

40

150

30

100

20

50

10 *

0

*

*

*

*

*

0

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    l  e   d   e   t   q    t,  a   l   d  a  a   d  a   l   u  t   B    l  e  m   s  u  c   k   s  t  a  r   O   l   i  v   s  t  n  u   o  s  e   e  d   a   u    h   e   t  n   C   y   e    R   c   a  c   e  c   t  t  u  r  a   q   u  a    h  e  s   a  e   o  n  e   e  M   a  e  d   C   h    i   l  d   q   u  a    B   s   r  e   r  u   c   C   u    H   a   u    i  t  e    W   a  c   d   i    l  v  e   e  o  s  t   d  a  a   u  a  e   a  a  c  q    a  e  d   a  c  q   u   a  c  q     W   h   u  a  e   d  a  f   i  o  r   i   o    P    N   r  a   c  q    d   u   a   d  a   e   c  q    r  a   r   i   a   u   q    t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   u  r  a   s  t  r  u   r  a  d   r  u  t   s  t  r  u   d  a   u  r  a   e  o   r  d    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali    i   l   o  s   s  t  r    N   r  u  t   e  o  s   t   e più attivi   o   s   e    N   o    N    N in questo caso    N  e

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    l  e   d   e   t   q    t,  a   l   d  a  a   d  a   l   u  t   B    l  e  m   s  u  c   k   s  t  a  r   O   l   i  v   s  t  n  u   o  s  e   e  d   a   u    h   e   t  n   C   y   e    R   c   a  c   e  c   t  t  u  r  a   q   u  a    h  e  s   a  e   o  n  e   e  M   a  e  d   C   h    i   l  d   q   u  a    B   s   r  e   r  u   c   C   u    H   a   u    i  t  e    W   a  c   i  d   i   r    l  v  e   e  o  s  t   d  a  a   u  a  e   a  a  c  q    a  e  d   a  c  q   u   a  c  q     W   h   u  a  e   d  a   i   o    P    N   r  a   c  q    d   u   a   d  a   e   c  q    r  a   r   i  f  o   a   u   q    d   t  t  u   a  a   u  r  a   a  c   a   r  a   q   u   a  a   u  t  t   v  a   t  r  u   r  a  d   t  r  u  t  t   d  a   u  t  t  u  r   t  r  u  t  t  u   a  a  c   r  a  d   o  s  t  r  r  d  e   i   s   o   u   s   r  a   r   s   d   u   e    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali    i   l   o  s   s  t  r    N   r  u  t   e  o  s   t   e più attivi   o   s   e    N   o    N    N in questo caso    N  e

Fig. 14 - Vi si pu ò certamente riconoscere l ’e  levato livello di riat-  tivazione, indotto nella montmorillonite posta in sospensione, in  caso di associazione con i fiori di Bach. Per le necessarie maggiori spiegazioni vedi testo.

Fig. 15 - Figura del tutto sovrapponibile alla precdente. Eccetto  il fatto che qui, rispetto alla figura 14, non è  stato raggiunto l ’e  f-  fetto “ soglia ” de-iso-orientate per il valore della “ ratio ” relativo  alla sospensione del fillosilicato in acqua ed alcool. Anche in questo caso, comunque, i rimedi floreali pi ù “ attivi ” so-  no risultati essere Chestnut Bud, Mustard ed Olive.

FBMM 4.97-1.49

150

100

FBMM 4.97-4.46

60

*

*

40 *

* *

50

20

0

0

*

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    k   l  e   d   e   t   q    a   a   l   t   B   m   c   a  r    i  v   u   e   t  a   l   a,   a  d  a   e  d   s  t  n  u   C   l  e   e  y  s  u   u  s  t   d  O   l   e  s  t  n    R  o  s   a  e  d  c   h   c   M   e    h    l  d   u   a   e  c   u  r   a   e   e   n   e  s   t  r  u  t  t   a  c  q   u   e  C   h   q   u  a    H  o   u  a  e   q   u  a    i  t  e  C    W   i   a  c  q   d   i   B   r   e   c   d   q    c    h   e   a   r   i   s    l  v    P  o    N  e  o   r  a  d  a   c  q   u  a   d  a  a   u  a  e   a  a  c   d  a  a   e   W   q   u  a   r  a  d  r   i  f   i  o   a   c   u   q    t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   u  r  a   s  t  r  u   r  a  d   r  u  t   s  t  r  u   d  a   u  r  a   e  o   r  d    N  e   t  r  u  t  t    N  e  o   u  t  t  u   e  o  s  t    N  e  o   t  u  r  a   t  r  u  t  t    N  m   i  x  e * i rimedi floreali    i   l   o  s   s  t  r    N   r  u  t   e  o  s   t   e più attivi   o   s    N   o    N    N  e in questo caso    N  e

   l  e   a   u  a   c  q   u   c  o  o   l   u  d   a  t   i  s    l  e   d   e   t   q    t,  a   l   d  a  a   d  a   l   u  t   B    l  e  m   s  u  c   k   s  t  a  r   O   l   i  v   s  t  n  u   o  s  e   e  d   a   u    h   e   t  n   C   y   e    R   c   a  c   e  c   t  t  u  r  a   q   u  a    h  e  s   a  e   o  n  e   e  M   a  e  d   C   h    i   l  d   q   u  a    B   s   r  e   r  u   c   C   u    H   a   u    i  t  e    W   a  c   d   i    l  v  e   e  o  s  t   d  a  a   u  a  e   a  a  c  q    a  e  d   a  c  q   u   a  c  q     W   h   u  a  e   d  a   i  o  r   i   o    P    N   r  a   c  q    d   u   a   d  a   e   q    r  a  r   i  f   a   c   u   q    t  t  u   d  a  a   t  t  u  r  a   a  a  c   u  r  a  d   t  t  u  r  a   c  q   u   d  a  a   t  r  u  t  t  e   i  v  a   u   r   a   t   s   t   o  s   t  t  u  r  a   o  s  t  r  u   u  r  a  d   s  t  r  u  t   o  s  t  r  u   a  d  a   t  t  u  r  a    N  e  o  e  r  d   e    i  x    N   t  r  u    N  e   u  t  t   e  o    N  e   t  u  r   t  r  u * i rimedi floreali   t   o  s   t  r    N    l  m   u   o  s    i   s   r   t   e   e più attivi   o   s   e    N   o    N   e    N in questo caso    N

Fig. 16 - Rappresentazione equivalente a quella riportata in fi-  gura 14, ma ottenuta a partire da un punto osservazione orto-  gonale a quello necessario alla costruzione della medesima. Lo-  gico, dunque, che l ’ andamento istogrammatico sembri, a prima  vista, l ’ opposto di quello seguibile nella stessa. In questo caso si  è  ottenuta una maggiore immediatezza visiva, dato lo sviluppo  in verticale dei valori, dei fiori pi ù “ attivi ” che sono comunque  gli stessi gi à menzionati.

Fig. 17 - Figura con lo stesso andamento degli istogrammi gi à  ri-  portato nella precdente. È  stata elaborata a comprova dei risul-  tati gi à visualizzati e ad ulteriore dimostrazione della “ compat-  tezza ” e fine riproducibilit à dei medesimi.

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N° 1 - Giugno 1999

A.M.I.F. dizioni esterne (la gravit à terrestre) già di per s é  connotanti in modo prioritario il sistema in cui essa è di fatto inserita ed alle quali solitamente oppone le residuali forze derivanti dal suo basso livello di carica superficiale e le sue peculiarit à morfostrutturali. Con tale associazione tende a sparire la normalmente presente strutturazione da deposito caratterizzata da pacchetti policostituiti ortogonalmente disposti. Possiamo anche esprimere lo stesso concetto parlando di una maggiore stabilità finale (nel senso di diminuizione del livello di energia potenziale possibilmente conducente a continue e casuali rielaborazioni dell ’assetto generale) raggiunta dal sistema nella sua intierezza. I fiori che si sono mostrati pi ù attivi, ossia che hanno maggiormente messo in sintonia la kaolinite con le condizioni presenti, sono Clematis ed Honeysuckle.



Gruppo dei risultati relativi alla montmorillonite:

Questa volta dobbiamo prendere in considerazione le figure 14, 15, 16 e 17. Avendo già chiarito, in precedenza, il significato delle sigle in esse riportate possiamo passare , subito, al commento delle prime due. Nella figura 14 possiamo constatare facilmente la seguente serie di fatti: – La polvere secca tal quale della montmorillonite appare molto fortemente de-iso-orientata (questo dato è perfettamente in linea con la sua forte carica residua superficiale che tende a gettare “agganci” elettrochimici, in ogni direzione, con tutte le piccole particelle cristalline costituenti della stessa).Dunque risulta meno facilmente soggiacente all’influsso impaccante della forza di gravit à. – Bastano però i dipoli delle molecole d ’acqua per “acquietare” l’eretismo elettrochimico di questo fillosilicato; infatti la montmorillonite sospesa in acqua subisce una marcata iso-orientazione. – La sospensione in acqua ed alcool porta anch ’essa ad un analogo risultato (peraltro variabilmente presentantesi, probabilmente per il concomitante fenomeno di un contrastante effetto “soglia” sulla “ratio” considerata, come si può evincere dal confronto con la figura 15). Ci sentiamo di poter tirare in ballo il succitato effetto, tendente ad una de-iso-orientazione, perch é in figura 15 la scala delle ordinate è relativamente molto pi ù piccola che non nella figura che la precede. Pertanto siamo portati a ritenere che l’alcool (i doppietti elettronici da esso portati) faccia sentire maggiormente la sua influenza solo su alcune delle caratteristiche maggiormente connotanti lo spettro grafico, ed inoltre in proporzione alla peculiare intensit à delle stesse.

N° 1 - Giugno 1999

– Tuttavia i fiori di Bach, pur essendo in soluzione idroalcolica, non presentano lo stesso fenomeno (anzi, lo annullano completamente) e recuperano nel senso di una accentuata de-iso-orientazione, relativamente alle sospensioni precedenti, allineandosi con le caratteristiche proprie della polvere secca molto ben dispersa spazialmente. Vedi ambedue le figure 14 e 15. – Le successive due (16 e 17) sono “riprese” da un punto d’osservazione posto ortogonalmente a quello al quale dobbiamo quelle appena esaminate. Sono, pertanto, le corrispettive delle figure 12 e 13 gi à  viste nella sezione riguardante i risultati ottenuti con l ’impiego della kaolinite. – Dalla figura 16 possiamo dedurre che la polvere di montmorillonite non è minimamente caratterizza da estesi cristalli lastriformi verticalizzati (cosa che potevamo ben aspettarci da quanto gi à ci è noto relativamente a questo fillosilicato) come invece accadeva nel caso della kaolinite. La iso-orientazione da rideposito è  ancora chiaramente visibile per mezzo delle colonnine relative alle sospensioni in acqua ed acqua ed alcool (il punto di vista qui adottato misura aspetti della sostanza proiettabili sul piano verticale; la loro assenza denota, appunto, la disposizione accatastata sull’orizzontale assunta, in questo caso, dai cristalli che la costituiscono). – Le colonnine relative alle sospensioni con aggiunta dei rimedi floreali evidenziano molto bene la riconquistata potenzialità  della montmorillonite di disporsi in modo casuale su tutti i piani dello spazio. Anzi, si è ottenuta, con tali essenze,una dispersione superiore a quella propria della polvere secca. La qual cosa è da mettersi in correlazione con una riacquisita ed enfatizzata elevata densit à di carica superficiale e dunque (altra faccia dello stesso fenomeno) con lo svincolamento dai dipoli delle molecole del solvente. La figura 17 pu ò validamente servire da conferma (derivante da altre caratteristiche diffrattometriche della stessa sostanza) a quanto appena asserito.

In definitiva possiamo ammettere che, per quanto concerne la montmorillonite, i fiori di Bach abbiano avuto una funzione di neo-attivazione. Questa riattivazione ha fatto s ì che questo fillosilicato potesse disporsi spazialmente come più gli è congeniale (struttura simile a quella ideale detta “a castello di carte ”), momentaneamente vincendo il confronto verso la forza esterna tendente ad un suo “appiattimento ”. Il nuovo raggiunto equilibrio globale del sistema va, in questo caso, a favore della sostanza possedente le potenzialità (in precedenza neutralizzate) per poter far fronte alla evenienza che si è forzatamente trovata a fronteggiare. I rimedi floreali che hanno mostrato di poter, meglio degli altri, organizzare la riattivazione della montmorillonite, sono Mustard, Olive e Chestnut Bud.

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