Esoterismo e Cinema. Kubrick, Polanski e Le Influenze Delle Tradizioni Esoteriche Al Crocevia Degli Anni 70

November 2, 2021 | Author: Anonymous | Category: N/A
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U N I V E R S I TÀ

DEGLI

FA C O LTÀ D I COR SO DI LAUREA IN

STUDI

DI

ROMA “SAPIENZA”

SCIENZE UMANISTICHE A RT I E S C I E N Z E D E L L O S P E T TA C O L O

ESOTERISMO E CINEMA Kubrick, Polanski e le influenze delle tradizioni esoteriche al crocevia degli anni ‘70

relatore Prof. Flavio De Bernardinis

ANNO ACCADEMICO

candidato Alessandro Giordani

matricola 970516

2005 / 2006

1

INDICE

INTRODUZIONE!

Un primo approccio

I.

1.1 Tre parole chiave: esoterismo, occultismo e tradizione

4

7 7

1.2 L’antico Egitto e la nascita delle tradizioni esoteriche in Occidente

11

1.3 L’esoterismo dal Rinascimento al XIX secolo

15

1.4 I diversi approcci dell’Occidente contemporaneo allo studio dell’esoterismo

18

1.5 La “vie” dell’arte: pittura, letteratura, architettura, musica… e il cinema?

23

1.6 Definiamo l’esoterismo oggi

29

II.

Esoterismo e cinema

35

2.1 Un nuovo approccio

35

2.2 Logge massoniche e le origini del cinema

38

2.3 Il cinema del sacro

44

2.4 Sette sataniche e cinema indipendente

51

2.5 Aspetti esoterici del cinema. Dall’alchimia alla new age

56

2.6 La “via” del cinema

59

III. L’esoterismo nel cinema degli anni ‘70

62

3.1 Il clima culturale e artistico

62

3.2 Kubrick e Polanski: il Tao del cinema

65

3.3 Tra Cielo e Terra

70

3.4 Una lettura esoterica di Rosemary’s Baby

75

3.5 Una lettura esoterica di 2001: A Space Odyssey

86

3.6 Il successo dell’occulto

96

CONCLUSIONI!

101

RIFERIMENTI!

105

2

a chi è in ricerca.

3

INTRODUZIONE Quando abbiamo iniziato lo studio sul rapporto tra l’esoterismo e il cinema il primo compito che ci siamo proposti di affrontare, data l’ampiezza dell’argomento e la scarsezza di riferimenti bibliografici diretti, è stato quello di definire un punto nodale all’interno della storia del cinema. Di grandissima importanza è stato l’incontro con il dottor Stefano Betti, da qualche anno impegnato nello studio dell’esoterismo nel cinema di Kubrick. Grazie ai suoi consigli è stato facile individuare l’importanza e la centralità del film 2001: A Space Odyssey di Stanley Kubrick all’interno di tutto l’arco della storia esoterica del cinema, facilitando anche la focalizzazione dei temi principali dell’esoterismo e delle varie implicazioni che hanno avuto nelle produzioni cinematografiche fin dalle sue origini. Successivamente abbiamo individuato in Rosemary’s Baby di Polanski l’altra faccia occulta di 2001: questa operazione ci ha permesso di definire il momento topico per il rapporto tra esoterismo e cinema, e di inserire un punto di partenza nello studio della storia esoterica del cinema, una storia che aspetta ancora di essere portata alla luce. Abbiamo così limitato il nostro campo di studio prevalentemente al periodo che va dal 1968 al 1980 poiché lo riteniamo il punto di partenza per l’approfondimento e il completamento di una storia esoterica del cinema. Affronteremo perciò 2001: A Space Oyssey e Rosemary's Baby, entrambi datati 1968, come punto nodale per analizzare quale rilevanza abbia avuto l'esoterismo nella cultura degli anni che vanno dal 1968 al 1980 e come questo rapporto abbia influenzato e influenzi gran parte del cinema contemporaneo. Come ha palesato lo storico delle religioni Mircea Eliade,1 l’influenza delle tradizioni esoteriche negli anni settanta rappresentano una svolta nella cultura occidentale inserendosi in quel fenomeno di “massa” denominato “moda culturale”. 1

Cfr. Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Sansoni, Firenze, 2004 4

Allo stesso modo negli stessi anni 2001: A Space Odyssey e Rosemary’s Baby, per mezzo del medium cinematografico, segnano il passaggio dell’idea classica di esoterismo a una nuova forma di esoterismo "pop". I lavori di Kubrick e Polanski verranno studiati, quindi, per meglio comprendere il nuovo rapporto tra esoterismo e cinema e di come lo studio di questo legame offra un'importante punto di vista per approfondire la comprensione del cinema dagli anni settanta fino ai giorni nostri. Non si tratta in effetti di investigare solamente l'esistenza di un contatto tra l'esoterismo e un genere cinematografico, o tra l'esoterismo e alcuni autori. L'obiettivo che ci proponiamo è di studiare le modalità con cui il cinema assorba da nicchie culturali degli elementi che poi aiuta a trasformare in vere e proprie mode culturali, come, appunto, nel caso dell'esoterismo. Lo studio del rapporto di ciò che rientra nelle materie esoteriche ha prodotto una quantità non elevatissima di studi, peraltro impegnati nello studio del rapporto di particolari segmenti dell'esoterismo con il cinema: dei tipi particolari di studi attinenti in qualche modo alla nostra ricerca sono quelli che analizzano il rapporto del sacro nel cinema, con particolare riferimento alla rappresentazione della vita di Cristo, delle vite dei santi o delle sacre scritture. Per completare le informazioni parziali fornite da quei lavori molto specifici, abbiamo dovuto, quindi, prendere in considerazione anche le ricerche fatte all’interno degli studi storico-religiosi e intrecciarle con le teoria di analisi del film proprie dell'ambito di studi sul cinema. Affronteremo questo percorso offrendo nel primo capitolo gli strumenti di base per orientarsi nel corso dell'analisi provvedendo a una prima definizione di cosa intendiamo con il termine esoterismo, limitando così il nostro campo di indagine, per poi illustrare le varie tappe storiche dello sviluppo delle tradizioni esoteriche nella cultura occidentale. In questo excursus storico noteremo come la cultura esoterica dall’Antico Egitto, passando dall'alchimia rinascimentale, e dall'occultismo della metà dell'ottocento, fino ad arrivare ai giorni nostri, abbia acquisito valori e modalità di 5

attuazione molto diverse. Si noterà come non sia possibile tracciare un percorso lineare di ricezione e diffusione dell'esoterismo, ma anche di come, sia appannaggio di una élite che di una più vasta diffusione l'esoterismo non abbia mai perso la sua capacità di innescare meccanismi di rinnovamento culturale. Nel secondo capitolo analizzeremo i principali punti di incontro tra il cinema e le diverse tradizioni esoteriche quali, ad esempio, la massoneria, il satanismo,2 la rivisitazione cristologica e biblica e la new age. Nel terzo capitolo quindi affronteremo lo studio di 2001: A Space Odyssey e Rosemary’s Baby all’interno di questa storia esoterica del cinema. I due film, all’apparenza molto diversi tra loro, in realtà generano un unico nucleo, che noi abbiamo scelto di denominare “tao del cinema”. L'uscita di questi due film segna la tappa fondamentale dell’incursione delle tradizioni esoteriche nella società americana e, di riflesso, nella cultura occidentale essendo il cinema statunitense, dagli anni settanta in poi, uno dei mezzi di comunicazione più potenti nel processo di globalizzazione culturale.

2 Una evoluzione dell!occultismo ottocentesco. 6

C A P I TO L O I Un primo approccio T R E PA R O L E C H I AV E E TRADIZIONE 1.1

:

ESOTERISMO

,

O C C U LT I S M O

In questo primo capitolo tracceremo i confini entro cui ci muoveremo per il nostro studio chiarendo e cercando di precisare che cosa intendiamo con il termine "esoterismo". Inoltre ci soffermeremo sulle tappe storiche fondamentali dell’evoluzione del concetto di esoterismo. In questi ultimi anni si sente parlare spesso e con molta disinformazione di esoterismo. Un primo errore è accostare grossolanamente l'esoterismo a tutto ciò che ruota attorno al mondo dei tanti sedicenti santoni o maghi, fenomeno che tocca il nostro ambito di interesse solo per quanto riguarda l'interesse che una certa fetta della popolazione e dei mass media gli riserva. D'altra parte anche tra gli studiosi di discipline esoteriche non esiste un vero accordo sulla definizione di esoterismo, si sente pertanto fare imprecisi accostamenti tra ciò che è esoterico, satanico o magico. Per non incorrere in fraintendimenti o letture criptiche, preferiamo chiarire il significato di tre parole chiave che ricorreranno spesso all’interno della nostra ricerca: esoterismo, occultismo e tradizione. Storicamente il termine esoterico, o esoterikòs (dal greco eso - intimo, interno) fu usato dai primi commentatori di Aristotele per indicare quei suoi insegnamenti, conoscenze e saperi riservati, non accessibili ai profani (gli essoterici, exsoterikòs, dal greco exo - esterno), indirizzati ai suoi diretti discepoli.1 Per l’introduzione e la traduzione della parola nella lingua latina bisognerà aspettare Luciano di Samosata che nel 166 d.C. utilizzò per primo il termine esotericos, ancora privo però di un significato ben definito e molto lontano dal valore che gli Novecento occulto. I grandi maestri dell’esoterismo contemporaneo, Gerhard Wehr, Presentazione di Franco Volpi, Neri Pozza Editore, 2002, pp. 11-16 1

7

diamo oggi. Clemente di Alessandria, in seguito, negli Stromata (verso il 208 d.C.)2 crea la parola “esoterico” designando ciò che deve rimanere segreto, alludendo cioè a qualcosa di accessibile solo da pochi iniziati.3 Ci aiuterà a comprendere meglio il significato della parola esoterismo, la parola che gli si contrappone e che, in un certo senso, la completa: l’essoterico. L'essoterico può essere definito, secondo l'uso che aveva, come abbiamo accennato poco prima, in origine, un tipo di messaggio fruibile dalla massa o, meglio ancora, da chi non è iniziato e quindi esterno a determinate conoscenze teoriche e pratiche. Esoterismo e essoterismo non sono semplicemente parole contrapposte, le loro qualità possono coesistere come ad esempio spiega Renè Guenon, uno dei massimi maestri dell’esoterismo contemporaneo, riferendosi alle dottrine religiose: parlare dell'esistenza di un esoterismo e di un essoterismo in qualunque dottrina, distinguendone la concezione e l'espressione, la prima tutta interiore, di cui la seconda non è che l'esteriorizzazione; così a rigore, ma allontanandosi dal senso abituale, si può dire che la concezione rappresenta l'esoterismo e l'espressione l'essoterismo, e ciò in modo necessario, quale risultato della natura stessa delle cose.4

Quindi esoterismo ed essoterismo possono convivere simultaneamente ma su due livelli differenti. Facciamo un altro esempio: con la diffusione delle società segrete, nacque la necessità di poter tramandare messaggi comprensibili solo agli adepti, e ciò fu reso possibile ad esempio grazie alle arti visive che riescono ad includere le qualità esoteriche-essoteriche.5 Prendiamo ora in esame il termine occultismo (dal latino occultus, nascosto), Nel libro VI di questa raccolta vi è redatto un inventario degli scritti egizi. Clemente di Alessandria è considerato il primo gnostico cristiano: sosteneva che la gnosi fosse l’elemento fondamentale per completare, insieme alla fede nel messaggio evangelico, il percorso spirituale del perfetto cristiano. 2

3

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese, 2003, pp. 5-15

4

Cit. L'esoterismo di Dante, Renè Guenon, trad. italiana Atanòr, Roma, 1971

Come vedremo meglio nel capitolo 1.5, l’arte è stata il miglior messaggero del sapere esoterico: grazie alla sua capacità di mostrare i segni rivelandone il significato (o simbolo) solo a chi fosse in grado di decifrarlo, l’arte diventa il luogo dell’espressione “interna” di società, culture e tradizioni. 5

8

coniato intorno al 1845 dal seminarista Alphonse-Louis Constant, meglio conosciuto all’interno delle varie società segrete di cui faceva parte come Eliphas Lévi (1810-1875). Possiamo indicare il periodo che va dalla fine dell’ottocento agli inizi del novecento come il momento di affermazione dell'esoterismo occidentale moderno.6 In questa fase grande importanza ebbe l’occultismo che si affermò come moda culturale7 in tutta Europa e soprattutto in Francia. A causa del suo precedente utilizzo da parte dell’Inquisizione per indicare tutte le “pratiche stregonesche”, nei nostri giorni è errore comune collegare l’occultismo al satanismo o alla magia nera. Nel Dogme et Rituel de Haute Magie (1854-1856) lo stesso Eliphas Lévi descrive l’occultismo come “la scoperta dei grandi segreti della religione e della scienza primitiva dei maghi e l’unità del dogma universale”8 , indicandolo come l’erede diretto dell’esoterismo. L’ex seminarista vedeva quindi in queste due espressioni una forte analogia e il suo lavoro era proprio volto all’affermazione della loro associazione. Seguendo la strada interpretativa di studiosi più recenti, come gli storici delle religioni Mircea Eliade e Antoine Faivre, possiamo considerare l’occultismo come la parte integrante dell’esoterismo nell’occidente moderno,9 essendo quest’ultimo un “contenitore”, o meglio un complesso teorico, che coinvolge simbologia, filosofia e pratiche riconducibili a più culture e tradizioni (alchimia, Qabbalah, magia nera, misticismo egizio, gnosticismo etc., e, negli ultimi anni, buddhismo, parapsicologia, spiritismo etc.) che permettono, all’iniziato a una di queste, l’accesso a una conoscenza “superiore” e l’elevazione al divino, essendo l’adepto propenso all’introspezione e alla quest (ricerca), giungendo alla nascita/rinascita dell’alchemico homo novus.10 L’occultismo, dunque, è un aspetto dell’esoterismo, una delle sue tante “vie”: esso 6

Esoterismo e tradizione, Antoine Faivre, Elledici, Torino, 1999, p. 37

7

Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Sansoni, 2004, p. 51

8

Esoterismo e tradizione, p. 37

9

Ibid., p. 37

Novecento occulto. I grandi maestri dell’esoterismo contemporaneo, Gerhard Wehr, 2002 Neri Pozza Editore, p. 22 10

9

è volto maggiormente alla conoscenza delle pratiche e dei nessi simbolici, e ha, quindi, una maggiore propensione a rivelare ciò che è nascosto, ma ponendo un altro velo davanti agli occhi del non iniziato. In questo si differenzia dalla finalità più strettamente esoterica che è quella di organizzare i vari nessi simbolici in una globalità coerente. Solo questa conoscenza integrata e completa porta, secondo l'esoterismo, alla consapevolezza e, quindi, rende chi ha raggiunto l’elevazione interiore e spirituale capace di svelare ciò che prima era arcano. Come afferma lo studioso di religioni Gerhard Wehr: La pura e semplice conoscenza dei nessi simbolici non è sufficiente, per quanto possa essere utile a esprimere le proprie esperienze attraverso il linguaggio simbolico della tradizione. Chi non si sente toccato direttamente rimane dinanzi alle porte, resta cioè un profano, un essoterico.11

Inoltre per René Guénon l’esoterismo ha una propensione spirituale che manca alle scienze occulte.12 Altro motivo di dibattito fra gli studiosi di diverse epoche e discipline di studio dei fenomeni esoterici è concetto di tradizione. Con tradizione esoterica ci si può riferire alle conoscenze sapienzali-simboliche iniziatiche di una determinata cultura, filosofia o pratica (es. tradizione esoterica qabbalista), oppure alle tradizioni dell’antico bacino mediterraneo. Chiariremo questo concetto alla fine del capitolo dopo una breve ricapitolazione delle tappe fondamentali dell'esoterismo e della sua evoluzione fino all'età moderna.

Cit. Novecento occulto. I grandi maestri dell’esoterismo contemporaneo, Gerhard Wehr, Neri Pozza Editore, 2002, p. 22 11

12

Cfr. Oriente ed Occidente, René Guénon, trad. Italiana, Edizioni Tradizionali, Torino, 1965 10

1 . 2

L ’

A N T I C O

E

G I T T O

TRADIZIONI ESOTERICHE IN

E

L A

N A S C I T A

D E L L E

OCCIDENTE

Una delle fondamentali scoperte degli ultimi due secoli riguarda la decodifica della scrittura geroglifica operata dall’archeologo Jean-François Champollion, grazie al contributo del matematico Thomas Young, nel 1822.13 Questa importante operazione crittoanalitica ha permesso l’accesso a gran parte delle conoscenze egizie riportate sulle mura di piramidi e tombe e su antichi papiri fino a quel momento rimaste mute (come veri e propri libri muti, vedi capitolo 1.5), favorendo, dal XIX secolo fino ai nostri giorni, il ritorno in auge del “pensiero esoterico delle origini” e, soprattutto, permettendo di tracciare quel filo conduttore che, partendo dall’Antico Egitto, si inserisce nelle speculazioni filosofiche e religiose delle grandi correnti tradizionali Occidentali. Come scrive Mircea Eliade: Come è noto, tutte le credenze, teorie e tecniche comprese nei termini “occulto” ed “esoterico” erano già diffuse nella tarda antichità. Alcune di esse, come la magia, l’astrologia, la teurgia e la negromanzia, erano state inventate o ordinate in sistemi un paio di millenni prima, in Egitto e in Mesopotamia. È superfluo aggiungere che la maggioranza di queste pratiche non scomparvero completamente nel Medioevo. Attinsero però nuovo prestigio, ottenero grande rispetto e conobbero molta fortuna durante il Rinascimento italiano.14

Ai testi, miti e insegnamenti egizi si sono rifatti Pitagora, Platone, gli ermetici, gli alchimisti e gli umanisti del Rinascimento, i teosofi del XVIII secolo, le società massoniche (esistenti ancora oggi)15 e le contemporanee correnti neo-pagane e new age. All’Antico Egitto viene anche fatto risalire il concetto di conoscenza segreta ed elitaria (quindi esoterica) individuabile nelle aggregazioni dei costruttori, o architetti, che erano gli stessi sacerdoti detentori delle conoscenze divine che operavano

A seguito del ritrovamento della Stele di Rosetta è stato possibile decifrare i tre testi fondamentali della religione egizia: i Testi delle Piramidi (il più antico, trascritti sui muri delle piramidi della V dinastia risalenti intorno al 2500-2300 a.C.), i Testi dei sarcofagi e il Libro dei Morti. 13

14

Cit. Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Sansoni, 2004

15

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese 2003, p. 15 11

soprattutto nei grandi luoghi sacri.16 È ormai risaputo come gli egizi avessero una conoscenza molto progredita dell’astronomia e della matematica, nozioni e abilità tecniche che erano nelle mani dell'elite sacerdotale, società chiuse a cui si accedeva tramite l’iniziazione.17 Queste associazioni segrete avevano un ferreo ordinamento gerarchico: al vertice vi era il Gran Maestro Architetto che, spesso, coincideva con la figura del faraone, reincarnazione in Terra del mitico Horus. Al loro interno, oltre alle tecniche e le pratiche di costruzione, venivano tramandate conoscenze di alchimia,18 di medicina e di astrologia impartiti all’origine da Thot, lo scriba degli Dei, colui che per i greci diventerà Hermes (il messaggero degli Dei)19 e nel Rinascimento sarà identificato nell’Ermete Trismegisto (il tre volte grande) considerato ancora oggi l’incarnazione stessa della conoscenza e del pensiero esoterico. Platone, insieme a molti altri filosofici e storici greci, come ad esempio Erodoto (484-425 a.C. circa) che mise in correlazione la divinità di Dionisio con quella di Osiride, si interessò ai misteri che circondavano l’Egitto e i loro custodi. Dopo i suoi primi viaggi in Egitto intorno al 400 a.C., probabilmente dopo essere entrato in contatto con un sacerdote di Heliopoli, racconta nel Timeo di come l’Ateniese Solone Come Heliopoli, Menfi o Hermopoli, per l’edificazione delle grandi opere, degli imponenti monumenti dai poteri “talismanici” che servivano per armonizzare la vita terrestre con il disegno divino o “stellare”. Senza entrare in territori troppo distanti dal nucleo della nostra tesi, ci interesserà considerare una delle opere più conosciute al mondo, ma allo stesso tempo più misteriose e pregne dell’antica conoscenza egizia: la Grande Piramide di Giza (o Piramide di Cheope). Questo monumento ha influenzato il simbolismo moderno e ha dato sfogo alla creatività di scrittori e artisti nel corso della storia, ma ultimamente ha iniziato a interessare anche gli scienziati per le sue caratteristiche e le molte corrispondenze numerologiche (es. secondo le teorie di Graham Hancock e Robert Bauval, il complesso delle tre piramidi di Giza rappresentano geograficamente le tre stelle della cintura di Orione, la costellazione della divinità Osiride). Le moderne correnti new-age la considerano un vero e proprio talismano terrestre. 16

Non più intesa come accesso alla vita adulta nella società, ma come rito che serviva ad accedere a tali conoscenze precluse agli uomini comuni. 17

18

L’etimologia araba è el-kimyå, che deriva da kem: il “paese nero”, ovvero l’Egitto.

19

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese 2003, p. 19 12

venne a conoscenza di alcuni misteri e storie dell’antichità come la mitica Atlantide, un mito che sopravvive ancora oggi e che ha ispirato il mondo dell’arte, della letteratura e del cinema. Continuando il suo studio, trovò nella religione egizia i paralleli con le società pitagoriche (che proprio in quel periodo conosceva gli ultimi anni di splendore) e in seguito Plutarco (46–127 d.C. circa), un suo studioso, in Su Iside e Osiride mise in relazione i testi geroglifici con i precetti fondamentali del pitagorismo affermando così un ulteriore legame tra le antiche conoscenze esoteriche egizie e la “nuova” cultura occidentale.20 Infatti Pitagora avrebbe effettuato numerosi viaggi in Egitto nel corso dei quali sarebbe stato iniziato ai misteri e avrebbe appreso la geometria, le scienze sacre dei numeri, l’astronomia e la magia. Su queste conoscenze il “grande iniziato” basò la sua speculazione dando vita al pitagorismo.21 Il pitagorismo si basava sul potere mistico e trascendentale del numero, principio organizzativo che testimonia un’harmonia mundi; molti sono i simboli introdotti e reinterpretati dalle varie culture che fanno riferimento agli insegnamenti di Pitagora, come il numero 7, rappresentante il Non Generato, la Saggezza Eterna e incontaminata, il 5, riferito al loro caro pentacolo (o Stella a cinque punte)22 oppure il numero perfetto 3, rappresentante il triangolo sacro, forma geometrica fondamentale e principio creatore dell’Universo. Il 9 è un numero molto potente (perché è potenza del tre) e indica la completezza: per l’alchimia sono nove i passaggi per la realizzazione dell’opera alchemica che culmina nella trasmutazione, che rappresenta la rinascita.23 Tutte queste 20

La Massoneria. Storia e Iniziazione, Christian Jacq, Mursia, 2005, pp. 45,

21

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese 2003, p. 22

La Stella a Cinque Punte è un simbolo ricorrente in molte antiche civiltà del bacino mediterraneo. In seguito il neo-platonismo medievale e l’alchimia hanno associato ogni punta di questa stella ai cinque elementi fondamentali: aria, fuoco, acqua, terra e l’idea (la forma divina). Per l’occultista Eliphas Levi era il simbolo del microcosmo umano, e quindi emblema dell’umanità. Identificata tra l’altro in Iside e nel pianeta Venere, è considerata anche come la stella della conoscenza. Nei nostri giorni è associata al mondo pagano: è molto utilizzata per esempio dai movimenti neopagani, new-age e satanisti, anche se in questo ultimo caso essa viene spesso esposta sottosopra. 22

Come vedremo più avanti troveremo molti riferimenti importanti al numero nove: le nove galassie che Bowman attraverserà in 2001, le nove sinfonie di Beethoven oppure le nove porte che Corso “aprirà” nel film The Ninth Gate di Polanski. 23

13

simbologie sono state tramandate fino alla massoneria moderna e sono ancora in uso. Gli aspetti esoterici dell’Antica Grecia non si esauriscono solo nel pitagorismo, sono esistite molte società iniziatiche che basavano i propri culti su antichi retaggi della religione Egizia, come per esempio l’Orfismo o i Misteri di Eleusi,24 o sull’adorazione di dei e di oggetti riscontrabili in tutte e due le culture come, per esempio, l’adorazione dell’omphalos greca analoga alla pietra Benben egizia.25 Un mito fondamentale rielaborato nei successivi riti Dionisiaci e in quelli dei Misteri di Eleusi è quello di Osiride. Nel complesso pantheon egizio le divinità chiave sono molte, possiamo ricordare per esempio Osiride, Iside, Horus, che formano la “trinità” della più potente leggenda egizia. Esistono tante versioni e interpretazioni del Mito o Leggenda di Osiride. Tale leggenda è stata ripresa e rielaborata nel corso dei secoli da qualsiasi letteratura, dalla pittura al teatro, fino al cinema. Senza scendere troppo nei particolari la possiamo sintetizzare così: Osiride fu il dio/re che portò la civiltà tra gli uomini, insegnando loro l’agricoltura e la pastorizia, e fu molto amato tra i mortali. Il fratello Seth, invidioso, lo uccise facendo successivamente a pezzi il suo corpo disseminandolo per tutto l’Egitto. La sposa di Osiride, Iside, ricompose i dodici pezzi (secondo alcune versioni) che però mancavano del fallo. Una volta ritrovata l’ultima parte potè generare Horus, considerato direttamente la reincarnazione o trasmutazione di Osiride.26 Questa leggenda di natura ciclica simboleggia molteplici aspetti della vita, come per esempio l’alternanza notte/giorno, il ciclo delle stagioni e della semina o la morte/rinascita spirituale in un grado superiore. Nonostante molti testi e conoscenze della religione Egizia siano stati messi in ombra dalla storia a causa di distruzioni di biblioteche (come per esempio quella di Alessandria d’Egitto), invasioni (da parte dell’Impero Romano) e da persecuzioni a opera della Chiesa Cattolica Apostolica di Roma fin dal III secolo d.C., il potere della cultura egiziana è arrivata fino a noi e, proprio in questi ultimi anni, è entrata 24

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese 2003, p. 24-26

25

Cfr. Talismano: le città sacre e la fede segreta, Graham Hancock, Robert Bauval, Milano, 2006

26

Cfr. I miti egizi, Boris De Rachewiltz, TEA, Milano, 2000 14

nell’universo immaginifico della cultura popolare dell’Occidente.

L’

E S O T E R I S M O SECOLO 1.3

D A L

R

I N A S C I M E N T O

A L

XIX

La storia della tradizione esoterica egizia non muore insieme alle conquiste dell’impero romano e al successivo tentativo di cristianizzazione da parte della Chiesa: esiste un filo che congiunge varie epoche storiche alle antiche conoscenze. Tralasciando tutta la storia delle molte dottrine esoteriche che hanno affollato il pianeta dalle origini dell’uomo ad oggi, ci basterà sapere che queste conoscenze sono tornate alla luce più volte nei secoli influenzando le attuali scienze27 e dando una spinta al progresso tecnologico dell’umanità. Il concetto moderno di esoterismo nasce nel Rinascimento Italiano quando furono divulgati antichi testi scomparsi nel Medioevo attribuiti al mitico Ermete Trismegisto, l’antico saggio identificato dagli storici del Rinascimento come predecessore di Mosè.28 Fino a quel momento il potere papale aveva combattuto tutto ciò che si opponeva alla legge della Chiesa di Roma, bandendo libri e perseguitando gli “eretici” in nome della Fede cattolica. Quando gli antichi scritti di Ermete Trismegisto tornarono a circolare intorno al 1471 negli Asclepio e Poimandres, facenti parte del Corpus Hermeticum, tradotti in parte dal greco al latino da Marsilio Ficino,29 nuove correnti filosofiche ne adottarono gli insegnamenti dando una nuova e inaspettata spinta alla cultura occidentale, mettendo così in difficoltà l’egemonia del papato.30 I L’alchimia è oggi più nota come protoscieza. In realtà come vedremo meglio è uno dei linguaggi esoterici fondamentali dell’Occidente. Delle sue speculazioni se n’è avvalsa anche la Scienza Alta del ‘700. Com’è ormai noto Isaac Newton era anche un alchimista, e molte delle sue scoperte scientifiche, come la legge della gravitazione universale, furono il frutto dei suggerimenti dell’esoterismo alchemico. 27

28

Cfr. Esoterismo e tradizione, Antoine Faivre, Elledici, Torino, 1999, p. 8-9

Figlio adottivo del signore di Firenze Cosimo de’ Medici fondatore della Nuova Accademia Platonica nel 1439. 29

30

Cfr. Talismano: le città sacre e la fede segreta, Graham Hancock, Robert Bauval, Milano, 2006 15

testi, detti per l’appunto ermetici, sono una grande redazione che illustrano gli antichi riti egizi di iniziazione, di magia e dei loro poteri “talismanici”.31 Grazie ai testi ermetici la Tradizione ha avuto la possibilità di essere trasmessa nel tempo, superando i roghi delle biblioteche nell’era delle persecuzioni dei pagani.32 Non ci dilungheremo sull’analisi di tutte le nuove correnti esoteriche e filosofiche che ha generato l’ermetismo rinascimentale, per questo studio rivolto al cinema basterà sapere che dai secoli d’oro del Rinascimento (XV-XVI secolo) in cui presero piede oltre l’ermetismo e l’alchimia, anche la cabala cristiana, la magia e la filosofia occulta, si è passati a un periodo di rottura con l’ermetismo (XVII secolo) che però favorì, anche grazie all’illuminismo, la nascita di una nuova mistica, chiamata teosofia, e successivamente sancì l’affermazione dell’attuale massoneria speculativa, lontana parente spirituale delle società iniziatiche egizie.33 Nel 1717 si costituì la Gran Loggia d’Inghilterra, una data storica per le società libere muratorie del tempo perché finalmente la massoneria diventava un’associazione iniziatica istituzionalizzata e unificata in tutto il mondo Occidentale, con a capo un governo autonomo accentratore. Essa divenne una madre per la massoneria, l’unica con il potere di rendere ufficiali o prendere le distanze dalle varie logge sparse in tutto il mondo.34 La Massoneria, o Libera Muratoria,35 si sono sempre dichiarati come diretti depositari della tradizione esoterica. Il riferimento alle antiche conoscenze egizie è esplicito: scopo della massoneria è l’ermetica “costruzione della Grande Opera”, che era 31

A essi, sempre nel Rinascimento, vennero affiancati i testi della mistica cabalistica ebraica.

La stessa alchimia delle antiche civiltà sumere, babilonesi e egizie rinasce nella storia dell’umanità grazie ai testi ermetici e, dal Rinascimento, arrivando fino ai nostri giorni, si manifesta anche nel mondo dell’arte. Dalla letteratura all’architettura fino, anche in questo caso, al cinema: basti pensare ai film di Alejandro Jodorowsky straripanti della tradizione alchemico-ermetica. 32

33

Storia dell’esoterismo e delle scienze occulte, Jean-Paul Corsetti, Gremese 2003, p. 161-234

Anche ai giorni nostri la Gran Loggia d’Inghilterra è l’organo governativo massonico che ufficializza le logge che agiscono nel mondo. A volte possono anche condannare le logge che si definiscono massoniche, ma che non aderiscono ai fondamenti “sacri” istituiti nel 1717. 34

35

Nome derivante dalle antiche logge dedite alla costruzione di opere architettoniche. 16

anche lo scopo del faraone, che ha il doppio significato sia di accrescimento spirituale interiore, sia la vera e propria realizzazione di opere con poteri talismanici. Questo movimento è oggi diffuso in tutto il mondo e svolge ancora la propria attività speculativa. Arriviamo ora tra il XVIII e il XX secolo, il periodo storico centrale per la nostra area d’indagine, epoca in cui fa la comparsa l’occultismo, termine coniato da Eliphas Lévi nel 1854,36 che dà il via nell’Occidente a una moda e a una nuova ondata di movimenti basati sulle antiche tradizioni. Nel periodo che va dalla fine del ‘700 agli inizi del ‘900 anche la produzione letteraria europea è molto influenzata dalle correnti esoteriche. Autori come Goethe, Schiller o Balzac, hanno favorito l’avvicinamento del larga fetta della popolazione a tutti quei temi esoterici, occultistici di matrice teosofica che erano molto di moda tra le elite intellettuali di quel periodo,37 ma è in Francia che possiamo trovare un maggiore attivismo di un nascente movimento militante occultista formato soprattutto da poeti e scrittori come Baudelaire, Verlaine o Rimbeaud che, insoddisfatti dello stato attuale della società, facevano appello alle antiche tradizioni tramite la loro arte. Come scrive Mircea Eliade: L’occulto viene utilizzato come un’arma potente di ribellione contro l’establishment borghese e la sua ideologia. È in gioco un rifiuto della religione ufficiale, delle etiche, dei costumi sociali ed estetici contemporanei. Alcuni di questi artisti non sono solo anticlericali, come del resto la maggior parte dell’intelligentsia francese, ma anche anticristiani.38

Se prendiamo in esame il fenomeno dei contestatori culturali del '900, come ad esempio Aleister Crowley, è evidente quanto essi siano in debito con quegli scrittori francesi del secolo precedente. Sempre in analogia al XX secolo, tra gli artisti dell’800 vi era anche di base un’apertura verso le culture, letterature e filosofie dell’ancora misterioso Oriente: 36

Si veda il capitolo 1.1 in riferimento alla chiarificazione del termine “occultismo”.

37

Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano 2004, p. 5

38

Cit. Ibid., p. 54 17

Stéphan Mallarmé dichiara che un poeta moderno [corsivo mio n.d.a] deve andare al di là di Omero; con Omero infatti, comincia la decadenza della poesia occidentale. E alla domanda dell’intervistatore: “ma quale poesia esisteva prima di Omero?”, Mallarmé risponde: “i Veda!”39

Effettivamente l’arte del novecento inizia ad andare veramente ad abbracciare la filosofia e la cultura orientale e le antiche tradizioni. Secondo Eliade tutto ciò fu facilitato perché, tra gli anni ’40 e gli anni ’60, c’è stato un passaggio epocale dall’esistenzialismo: la condition humaine immersa nella preoccupazione per la propria “situazione esistenziale” e il proprio “impegno storico”, alla visione ottimistica e olistica di una vita volta alla conquista scientifica e alla gnosi dell’occulto.40 A metà del ‘900 scienziati, artisti e letterati, subiscono così quel fascino per l’esoterismo che avevano già provato i loro predecessori nel XIX secolo ovviamente anche i registi e produttori cinematografici non sono da meno.

1 . 4

I

D I V E R S I

A P P R O C C I

D E L L

’ O

C C I D E N T E

CONTEMPORANEO ALLO STUDIO DELL’ESOTERISMO

Come abbiamo visto finora, in questa breve e generale panoramica, dalla nascita della tradizione esoterica, seguendo le sue tappe di renovatio, fino al secolo XIX che noi consideriamo un punto di svolta per il nostro studio, è emersa una gran difficoltà nel localizzare un’“unica” via esoterica, e questa missione diventerà pressappoco impossibile se ci si riferisce al XX secolo, epoca in cui le manifestazioni esteriori del “fenomeno esoterico” contaminano e vengono contaminate dal pensiero moderno occidentale e da una vulgata creata dall’interesse non specialistico della “massa”. Tra la sciando le sudd ivision i e sotto insiem i che c o invo l g ono il mondo dell’associazionismo segreto, che vanno da sette militanti a società segrete invisibili e 39

Cit. Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano 2004, p. 54

40

Ibid., p. 10

18

inesistenti agli occhi dei profani,41 ci basterà sapere che nel novecento possiamo trovare una diversificazione molto ampia nell’approccio all’esoterismo. Anche molti degli eventi storici più importanti della storia del novecento celano degli aspetti esoterici. Il nazismo per esempio, che segnò indelebilmente il XX secolo, cela una sua storia segreta in cui si trovano tracce di un pensiero spirituale e antico a cui i suoi massimi generali ne facevano riferimento. La croce uncinata, che l’Occidente conosce bene, fu preso dal simbolo dello svastica della tradizione tibetana e utilizzato come “talismano” e effige per la ricerca della vittoria e della gloria, ma molti sono all’oscuro invece dei riferimenti alle tradizioni nordiche e paleocristiane a cui Joseph Goebbels, Heinrich Himmler e altri 12 generali, facevano riferimento per muovere la propria guerra, celebrando riti nella fortezza delle SS situato nel “magico” castello di Wewelsburg.42 Il nazismo esoterico si è anche impegnato nella ricerche di oggetti mitici (come il Santo Graal, l’Arca dell’Alleanza o la Lancia di Longino) da essi ritenuti magici, o meglio “talismanici”, che avrebbero facilitato il loro dominio sul mondo. La società moderna è spaventata, ma allo stesso tempo incuriosita, ossessionata, Misteri esoterici. La tradizione ermetico-esoterica in Occidente, Giuseppe Gangi, Edizioni Mediterranee, terza edizione, Roma 2006, p. 229 41

Quando nei film di Indiana Jones di Steven Spielberg e George Lucas vediamo l’ossessione da parte delle SS naziste per la ricerca dell’Arca dell’Alleanza o del Graal, effettivamente vediamo inscenata sul grande schermo una reale volontà del nazismo non cinematografico di impossessarsi di oggetti sacri dell’antichità. Nel momento in cui l’archeologo Indiana Jones, l’“eroe buono contro i cattivi”, afferma che “quell’oggetto dovrebbe stare in un museo” e non nelle mani di una singola persona o gruppo, semplicemente riflette la tendenza dell’umanità negli anni in cui è uscito il film (anni ’80) cioè allo sharing della gnosi esoterica, quindi a una via controiniziatica e contro un “potere” nelle mani di pochi iniziati, che può permettere un’elevazione spirituale e individuale del singolo che voglia “auto-iniziarsi”. In Indiana Jones and the Raiders of the Lost Ark e Indiana Jones and the Last Crusade, considerati semplicemente film “di cassetta”, possiamo però leggervi all’interno questo conflitto interiore della società di fine millennio rispetto al tema dell’esoterico e dell’occulto: temi che sono ormai una moda, ma la moda genera anche confusione. Indiana inoltre nei due film, dopo essere entrato in possesso di quelle reliquie per il bene dell’umanità, dopo quindi avervi fatto un’esperienza diretta (l’oggetto simboleggia il testimone/custode di una conoscenza), decide di farli rimanere nell’occulto, e ciò indica la difficoltà della società contemporanea a trascendere la gnosi per accedere a un livello spirituale maggiore: come anche la società degli anni ’80 Indiana Jones non è ancora pronto a un passo successivo e decide di rimanere un archeologo (azzardando potremmo prevedere che nell’annunciato quarto capitolo della saga vedremo il protagonista scegliere una “via” diversa). 42

19

dal mistero e dall’ignoto; come scrive Mircea Eliade alla fine degli anni ’70 riguardo il rapporto dell’Occidente contemporaneo con l’esoterismo, L’uomo moderno non è alienato solo da se stesso; è anche alienato dalla natura. Vero è che non si può tornare a una “religione cosmica” già fuori moda al tempo dei profeti e più tardi perseguitata e soppressa dai cristiani. Non si può tornare a un rapporto romantico e bucolico con la natura. Ma la nostalgia per una mistica, perduta solidarietà con la natura continua a ossessionare l’uomo occidentale.43

L’uomo occidentale moderno sente quindi un rinnovato bisogno di spiritualità e questo lo porta ad aggregarsi in una serie di manifestazioni non aderenti alla tradizione egemone cristiana dell’Occidente. Oggigiorno, per esempio, esistono sette spirituali che hanno come unico scopo la ricerca di una “via interiore”. Esistono frange che si pongono fuori dagli schieramenti parlamentari ordinari, ma che fondano il loro “gruppo” su un’iniziazione e un simbolismo rigoroso (ad esempio movimenti separatisti, organizzazioni neo-fasciste e neo-naziste, Brigate Rosse etc).44 Esistono sette sataniche che operano effettivamente reati contro l’umanità e sette sataniste che, invece, leggono meglio gli insegnamenti dei loro predecessori e guardano a Satana come un simbolo di libertà in piena armonia con la natura fisica e spirituale, e non come un malvagio “coduto, cornuto e barbuto” antropomorfo. Esistono i wiccan, movimento neo-pagano praticato da moltissimi giovani in tutto il mondo e dedito al culto della Dea Madre.45 Esistono associazioni segrete composte dai “potenti della società” dediti anch’essi a riti iniziatici e orge sacre (come sia Kubrick che Polanski mostreranno nel 1999 nei loro film). Esistono i convertiti al buddhismo. Esiste ancora la Massoneria Tradizionale. Insomma, quel che esiste nella società del novecento, soprattutto dopo il boom degli anni ’70, è un gran “calderone” ricco di eterogenee espressioni che fanno riferimento a quelle religioni e conoscenze antiche, egizie, mesopotamiche, paleocristiane, ebraiche, che dominarono il bacino del Mediterraneo 43

Cit. Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano 2004, p. 13

Misteri esoterici. La tradizione ermetico-esoterica in Occidente, Giuseppe Gangi, Edizioni Mediterranee, terza edizione, Roma 2006, p. 230 44

45

Cfr. Neopaganesimo. Perché gli dei sono tornati, Francesco Dimitri, Castelvecchi, Roma 2005 20

fino a che la Chiesa Cattolica, intorno al IV secolo d.C. quando Teodosio la proclamò religione dell’Impero Romano, non si impose come riferimento spirituale dell’Occidente fino ai nostri giorni. Questa nuova tendenza dell’uomo del XX secolo viene affrontata e analizzata da più punti di vista anche dalle materie accademiche come l’archeologia, la storia delle religioni, la storia dell’arte, l'antropologia culturale e la psicologia. Proprio in quest’ultimo campo Carl Gustav Jung ha trovato un importante punto di connessione con i simboli derivanti dalle tradizioni esoteriche e religiose, come ad esempio l’alchimia o il cristianesimo, teorizzando una dimensione psichica a cui diede il nome di mondo degli archetipi. Un archetipo è l’idea originaria dell’esteriorizzazione di una molteplicità di simboli che, agendo sul piano psicologico, genera diversi significati, portando l’uomo stesso a essere schiavo di essi “imprigionandolo” in un loop. Un archetipo è in grado di liberare impulsi tali da esercitare una profonda influenza sulla vita delle persone, le quali saranno per così dire “possedute” da essi, cioè da un’idea, da un ideale. Qui non sono i cercatori che vanno a caccia di un tesoro, dell’oggetto desiderato, per esempio il Graal, bensì è l’oggetto che cerca loro, che li ha “trovati”.46

L’oggetto o il simbolo, generati dall’archetipo umano, in grado di “dare la caccia” all’uomo: la letteratura è piena di esempi di questa visione, pensiamo per esempio a Lord of the Rings di Tolkien, esso descrive un mondo e una storia completamente costruita sul concetto di archetipo junghiano. Jung aveva davvero rinnovato la visione dell’esoterismo e dato un nuovo valore al concetto di “magia”, ma anche la psicanalisi grazie a lui è progredita, soprattutto dopo gli anni ’70, andando oltre le teorie freudiane.47 Nell’opera Psychologie und Alchemie (Psicologia e alchimia, 1944), testo che mette 46

Cit. Novecento occulto, Gerhard Wehr, Neri Pozza Editore, 2002, p. 216

Vogliamo, per esempio, chiamare in causa Alejandro Jodorowsky, regista, attore, poeta, autore dei due film di culto El Topo (id., Cile, 1969) e The Holy Mountain (La Montagna sacra, USA, 1972), considerato anche uno dei più grandi esoteristi viventi, ha dato vita alla disciplina terapeuticoartistica chiamata psicomagia. cfr. Psicomagia: una terapia panica, Alejandro Jodorowsky, Feltrinelli, 1997 47

21

in contatto lo gnosticismo cristiano delle origini allo spiritualismo contemporaneo tramite l’alchimia, Jung così ci dà una nuova visione dell’alchimia e degli alchimisti: Ciò che essi percepivano come qualità della materia era in realtà molto spesso il prodotto del loro stesso inconscio. E le esperienze psichiche che vivevano nel corso dei loro esperimenti sembravano caratteristiche di processi di trasformazione chimica… Avveniva così che l’alchimista proiettasse sul mistero che stava tentando di spiegare un altro mistero, ovvero il proprio sostrato psichico ignoto. Erano passaggi e immagini di un processo di trasformazione interiore, che si esprimeva nel linguaggio pseudochimico di un simbolismo alchemico.48

Jung comprese lo stretto legame tra la psicologia e l’agire umano sulla materia per un perfezionamento interiore, spirituale, che rappresenta l’alchemica trasformazione (andare oltre la forma) del piombo in oro, una metafora dalle antiche radici che nel ‘900 viene riportata in vita. Nonostante il simbolismo della trasmutazione alchemica appartiene alla nostra Tradizione esoterica, Jung notava che nei suoi anni iniziava ad “andare di moda” l’apertura con il pensiero spirituale orientale, come il buddhismo, lo zen o lo yoga, che rispettava moltissimo, ma da cui metteva in guardia l’Occidente, facendo appello agli archetipi radicati in quell’inconscio collettivo e individuale, indicando che la “via” da percorrere è quella della riscoperta della propria Tradizione, confusa nei secoli, e non dell’eliminazione di essa a favore di un’appropriazione della conoscenza delle culture orientali.49 A cavallo tra il XIX e il XX secolo le personalità che hanno influito sul “risorgimento” dell’esoterismo nella civiltà occidentale contemporanea sono state molteplici, come Helena Blavatsky, soprannominata “la sfinge del diciannovesimo

Cit. Aus der Werkstatt von C. G. Jung, Anela Jaffé, Zurich-Stuttgart,1968, pp. 66-67 [trad. it. Saggi sulla psicologia di Carl Gustav Jung, Milano, 1984] 48

49

Novecento occulto, Gerhard Wehr, Neri Pozza Editore, 2002, p. 226-229 22

secolo”, guida del movimento teosofico,50 oppure Rudolf Steiner e l’antroposofismo51 , l’ultimo grande mago Georges I. Gurdjieff, René Guénon o il romano Julius Evola. Quello che propose Jung però andava oltre l’esoterismo e oltre la psicanalisi, definiva infatti una nuova relazione tra mente (Io) e spirito (Sé). Per Jung il fine ultimo della psicoterapie risiede nel processo di armonizzazione e di adeguamento della personalità ordinaria dell’Io (razionale) al Sé (irrazionale). L’arte, come il cinema, è sempre stato considerato nella storia come un vero e proprio mezzo magico capace di scavare nella psicologia dello spettatore e di mostrare una trasformazione (ci teniamo sottolineare ancora il significato di “trasformare” come “andare oltre la forma”) della natura; nel saggio Psicologia e magia (1930) rivela questo potere, dichiarando che: All’interno dell’opera d’arte la visione rappresenta un’esperienza più profonda e più forte della passione umana (…) Nel sentimento viviamo ciò che è noto, ma l’intuizione ci conduce verso l’ignoto e il nascosto verso cose per natura occulte; che, se anche sono state conosciute, sono state poi intenzionalmente mascherate e rese misteriose, e perciò fin dai tempi più antichi considerate enigmatiche, conturbanti e ingannevoli.52

’ARTE: PITTURA, LETTER ARCHITETTURA, MUSICA… E IL CINEMA? 1.5

LA “VIE”

DELL

AT U R A

,

Secondo Jung le immagini o le costruzioni artistiche rappresentano, in contrapposizione alle posizioni teoriche di Freud, un punto di partenza e non un Cfr. Ibid., pp. 27-61. Fondata nel 1875 a New York dalla medium e occultista Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), si proponeva di divulgare il pensiero teosofico, ovvero che tutte le religioni deriverebbero da un'unica verità divina. Tale verità sarebbe stata tramandata nel corso dalla storia attraverso una strettissima cerchia di iniziati, i quali avrebbero rivelato solo gli aspetti conformi al periodo storico in cui si sono venuti a trovare. Questo movimento influenzò la Società Thule, la società segreta esoterica che costituì nucleo iniziale del Partito Nazista. 50

Cfr. Ibid., pp. 65-96. Fu fondata da Rudolf Steiner (1861-1925) e rappresenta il tentativo di investigare e descrivere fenomeni spirituali per mezzo della "osservazione animica mediante metodo scientifico". È una “scienza spirituale” che affonda le sue radici nelle tradizioni esoteriche Occidentali e in un cristianesimo gnostico. 51

52

Cit. Psicologia e magia, Carl Gustav Jung, 1930 23

punto di arrivo per la psiche umana. Esse vanno elaborate nel senso dell’ampliamento dei possibili significati che suscitano nel soggetto, astenendosi però dal risolvere il mistero che le accompagna. Guardando una qualsiasi rappresentazione visiva, il nostro occhio umano viene posto di fronte a una moltitudine di segni che vengono incanalati in un processo cognitivo che permette di selezionare e interpretare tali segni singolarmente o in relazione tra loro. Per Jung il simbolo è la migliore forma d’espressione nei casi in cui il concetto da esprimere sia di una complessità tale da non poter essere interamente e immediatamente afferrato dalla coscienza. L’immagine simbolica è, perciò, la migliore forma possibile di rappresentazione attraverso la quale un “tutto” si manifesta e può quindi essere compreso fino in fondo solo dallo spirito. Un segno, per Jung, è quindi un generatore di simboli che, a loro volta, dopo essere stati “considerati” dalla mente, sono a loro volta generatori di un significato: un simbolo significa dunque cose molto diverse a seconda del soggetto che lo legge. “Ars sine scientia nihil est” (L’arte è nulla senza la Scienza): questa frase è rimasta nei decenni la sintesi della concezione dell’arte secondo tutte quelle tradizioni che ritengono essa il frutto di un sapere divino che si concretizza grazie alla conoscenza umana.53 Erwin Panofsky (1892-1968), punta molto sul valore magico-esoterico della rappresentazione visiva e considera l’arte come un vero e proprio “ragionamento per immagini”. Da sempre la pittura è stato un mezzo molto efficace per poter comunicare a più livelli un messaggio, per nascondere codici “segreti”, per risvegliare l’inconscio umano e renderlo fragile. Ed è in questo potere che l’esoterismo trova nell’arte un fedele alleato: un’antica alleanza che potrebbe risalire anche alle pitture rupestri della preistoria. Molti artisti hanno legato le proprie opere a diverse tradizioni esoteriche: il Parmigianino all’alchimia, Rembrandt al satanismo, Leonardo alla magia, fino ad La celebre frase fu pronunciata nel 1399 dal Maestro Giovanni Mignot, architetto parigino, chiamato a Milano per valutare l’opera della fabbrica del Duomo. Si accese una disputa con le maestranze locali sulle proporzioni da dare ai contrafforti in rapporto al tipo di pietra usata, e nel corso della disputa il Maestro Mignot pronunciò questa celebre frase, in cui “arte” significa tecnica e “scienza” indica la geometria. 53

24

arrivare alla sensibilità all'immaginario esoterico di surrealisti quali André Breton (1896-1966), René Magritte (1898-1967), Salvador Dalì (1904-1989), fino ad arrivare a Maurits Cornelis Escher (1898-1972) e i suoi universi impossibili.54 Un esempio emblematico del rapporto tra arte ed esoterismo è rappresentato dal libro del 1667 di Altus intitolato Mutus Liber (Il libro muto). Si tratta di una redazione di quindici tavole in cui compaiono le varie tappe per la trasmutazione alchemica.55 La sua particolarità risiede nel fatto di essere un libro in cui la comunicazione è affidata completamente alle immagini, seguendo l'ideologia alchemica che considera le immagini come un linguaggio sufficiente in sé. Questa impostazione difendeva il messaggio del testo, rendendolo criptico e ambiguo, a quanti sono estranei. Il messaggio doveva risultare invisibile agli occhi del profano, ma evidente agli occhi dell’adepto. Bisogna precisare che alcuni autori utilizzarono all'interno delle proprie opere elementi esoterici con uno scopo puramente estetico. È importante quindi conoscere a fondo un autore per capire se sia pertinente una lettura esoterica di una sua opera. Ultimamente la storia dell’arte contemporanea ha iniziato a considerare la “via esoterica” di molte opere e molti sono gli studi in questo senso su grandi opere come per esempio La Gioconda o La Cappella Sistina. Fra le tante opere alchemiche del Rinascimento, un posto d’onore lo ricopre la tela Melanconia I (1514) di Albrecht Dürer (1471-1528) a cui il famoso storico dell’arte e studioso degli aspetti ermetici dell’arte Maurizio Calvesi, ha dedicato un intero libro.56 Anche la composizione musicale riveste un ruolo importante per l’espressione esoterica nell’arte: la musica si avvale infatti di un “linguaggio” dalle infinite

54

Le vie dell’esoterismo, Massimo Centini, De Vecchi editore, Milano, 2005, p. 101-123

Il libro si apre con la raffigurazione di due angeli e della scala di Giacobbe. Nelle raffigurazioni che seguono alla prima vengono descritte le fasi vere e proprie dell'opera alchemica mentre invece, nella raffigurazione di apertura, viene indicato lo stato che deve possedere colui che vuol "trasformare i vili metalli in oro", e cioè si riferisce alla ricerca della pietra grezza e alla purezza di cuore. Le uniche frasi si trovano nella prima nella penultima e nell'ultima pagina. Queste le parole sull’ultima pagina: Dotato di occhi, ora ti allontani. 55

56

Cfr. La melanconia di Albrecht Dürer, Marcello Calvesi, Torino, 1993 25

sfaccettature estetiche e formali dove il grado di comunicazione è tanto più alto quanto l’ascoltatore è esperto in materia musicale. Oltre a questa sua natura esoterica, la storia della musica è sempre stata avvolta da leggende legate al mondo dell’occulto e del mistero. Proprio come molti pittori famosi, molti compositori e esecutori sono stati protagonisti di leggende popolari, come per esempio il virtuoso violinista Niccolò Paganini (1792-1840) la cui abilità tecnica si diceva derivasse da un patto con il diavolo,57 stessa leggenda legata anche a Robert Johnson (1911-1938) uno dei primi chitarristi blues della storia.58 Il legame tra musicista e esoterismo non si ferma alle leggende popolari, molti compositori illustrissimi si sono di fatto avvicinati alle tradizioni esoteriche. Primo fra tutti Wolfgang Amadeus Mozart, iniziato alla Loggia “La Beneficenza” di Vienna il 14 dicembre 1784,59 dove arrivò al terzo grado della gerarchia. La sua opera musicale è piena di esempi riferibili alla sua affiliazione come, ad esempio, le composizioni: La gioia massonica K471, Al viaggio dell’apprendista K468, Piccolo concerto massonico K623. Una particolare attenzione va dedicata a Die Zauberflöte (Il flauto magico), considerato da Beethoven e Wagner il capolavoro del musicista viennese. Il libretto fu adattato da Emanuel Schikaneder, anche lui iniziato alla massoneria,60 dal romanzo francese Séthos, histoire ou vie tirée des monumento anecdotes de l’ancienne Egypt, traduite d’un manuscrit grec, pubblicato a Parigi nel 1731 dall’abate Jean Terasson (1670-1750). Il libro, molto apprezzato dalla massoneria, era prevalentemente un testo sui misteri egizi e Mozart, nel musicarlo, mantenne la densità di simbolismi di cui era intriso, ma offrì anche una lettura più superficiale indirizzata a spettatori poco inclini alla lettura esoterica. Ingmar Bergman, che, come vedremo in seguito, ha rivestito un ruolo centrale nella realizzazione e diffusione del cinema esoterico, realizzò la 57 Niccolò

Paganini: Virtuoso or Devil? www.brick.net/~jill/music/paganini.html

Questo chitarrista, e la storia diabolica che lo circonda, ha inspirato il film Crossroads (id., Walter Hill, USA, 1986) 58

La Massoneria, Christian Jacq, Mursia. Si veda anche il sito www.freemasons-freemasonry.com/ flautom.html 59

60

Ibid. 26

trasposizione cinematografica di quest’opera musicale con il film Trollflöjten (Il flauto magico, Ingmar Bergman, Svezia, 1975). Roman Polanski nel 1981 a Varsavia ha diretto e interpretato il riadattamento teatrale di Amadeus di Peter Shaffer.61 Ancora una volta vediamo come “testi esoterici” vengono ancora presi in esame e riproposti dal mondo dello spettacolo contemporaneo. Anche Ludwing van Beethoven, ha avuto punti di contatto con la massoneria. Le Nove Sinfonie, dense di simboli e significati esoterici, sono state commissionata dalla massoneria londinese e rappresentano, per gli esoteristi, un vero e proprio percorso iniziatico che culmina con la celebre Nona che celebra il punto di arrivo dell’adepto nel suo percorso verso l’equilibrio. Secondo gli esoteristi molti altri riferimenti alla massoneria sono riscontrabili nel Fidelio62 (la “password” che serviva per accedere alle orge sacre proposte da Stanley Kubrick nel film Eyes Wide Shut del 1999).63 Inoltre la musica ha sempre svolto un ruolo chiave in qualsiasi rito o celebrazione di qualsiasi cultura e tempo, si pensi per esempio al ditirambo dionisiaco o ai canti liturgici delle più grandi religioni. Anche alcune forme di teatro sono pregni della linfa esoterica, dai " primitivi " riti di passaggio, all’intrattenimento dell’opera lirica,64 fino al teatro sperimentale di Antonin Artaud (1896-1948),65 o al teatro panico. Anche la letteratura non è da meno: testi che all’apparenza sembrano incredibili racconti di fantasia in realtà, a livello esoterico, nascondono significati e strutture delle antiche tradizioni, come per esempio La Commedia di Dante Alighieri in cui molti studiosi, tra cui René Guenon nel suo libro L’esoterismo di Dante (1925), hanno trovato una simbologia di tipo alchemico. Anche in alcune fiabe riprese da Walt Disney, anche lui uno dei maggiori esponenti della massoneria americana (vedi capitolo 2.2), troviamo al loro interno oscuri retroscena, come per il caso di Snow 61

Da cui è stato tratto nel 1984 il grande film di sucesso Amadeus diretto da Milos Forman.

62

Le vie dell’esoterismo, Massimo Centini, De Vecchi editore, Milano, 2005, p. 127-128

Inoltre ricordiamo come Alex de Large, il protagonista di A Clockwork Orange del 1972 di cui alcune composizioni fanno da colonna sonora al film, sia un “fan” accanito di Beethoven. 63

64

Le vie dell’esoterismo, Massimo Centini, De Vecchi editore, Milano, 2005, p. 125

65

Ibid., p. 134 27

White and the Seven Dwarfs (Biancaneve e i sette nani, USA, 1937) che si rifà alla figura di Maria Maddalena e alla leggenda dei sette dormienti.66 Gli esempi sono moltissimi, come il parallelo della trasmutazione alchemica nella fiaba di Pinocchio di Collodi o ne l’Asino d’oro di Apuleio, o ancora nella costruzione esoterica di Lewis Carroll (1832-1898) di Alice nel paese delle meraviglie.67 Quello che ci basta sapere è che molta della letteratura anche popolare che conosciamo, come gran parte delle opere d’arte, sono divulgate per una comprensione di livello “superficiale”, ma che andando a fondo e alle radici, rivelano simboli, correlazioni simboliche e significati legati a tradizioni ben più antiche e depositarie di conoscenze iniziatiche. Molta della letteratura anche popolare che conosciamo, come gran parte delle opere d’arte, sono divulgate per una comprensione di livello “superficiale”, ma che nascondo al loro interno correlazioni simboliche e significati legati a tradizioni depositarie di conoscenze iniziatiche. Questo legame tra arte e esoterismo ormai riconosciuto dagli studiosi delle scienze umanistiche, non sembra, per il momento, essere esteso al mondo del cinema. Come ho già accennato nell’introduzione non sono molti i testi che affrontano questo rapporto e spesso si rivelano inesatti o frammentari. Nonostante al cinema venga spesso assegnato l’impegnativo soprannome di settima arte,68 stenta ancora in alcuni ambienti ad essere considerata arte al pari delle altre. Nel passato anche le altre arti hanno avuto il loro periodo d’oro, in cui la folla aveva la possibilità di aprirsi e ritornare in contatto degli archetipi e ammirare la “trasformazione della natura”: pensiamo semplicemente all’Opera del ‘700 o dell ’800, al teatro Elisabettiano, alle letteratura di intrattenimento, o alla vasta produzione di opere pittoriche sacre che ornano le Chiese (oltre che di “messa”, anche luogo di “massa” per eccellenza) che fungono non solo come elemento di “istruzione” per il La leggenda dei sette dormienti fa parte di quel gruppo di leggende che non hanno una localizzazione specifica, ma si ritrovano simili o con caratteristiche diverse presso varie culture e popoli. cfr. Le vie dell’esoterismo, Massimo Centini, De Vecchi editore, Milano, 2005, p. 84-86 66

67

Le vie dell’esoterismo, Massimo Centini, De Vecchi editore, Milano, 2005, p. 87

68

7, forse il numero più potente nella numerologia esoterica. 28

fedele o per la celebrazione di Dio, ma anche come forme di enterteinment. Spesso nei testi di storia del cinema viene fatto un parallelo del film con l’architettura : effettivamente il cinema è un’arte capace di portare lo spettatore in uno spazio “interno”. Il film è come la cattedrale gotica per Fulcanelli:69 un apparente “muto” crogiulo d’immagini e simboli che sa però parlare in profondità a chi è in grado di “leggerli”.

1.6

DEFINIAMO

L’ESOTERISMO OGGI

Giunti a questo punto del nostro studio possiamo dunque riprendere dalla sospensione che avevamo lasciato nel primo paragrafo, e capire meglio il significato di tradizione e di esoterismo. La parola “tradizione” è correntemente usata, nel contesto religioso, da credenti o da studiosi delle credenze (sociologi o storici delle religioni). Nella sua accezione più generale essa assume due significati complementari. Da una parte designa i mezzi (libri, istituzioni, catene di Maestri) attraverso i quali vengono trasmesse norme di credenze e di pratiche, e in questo caso può essere sinonimo di “trasmissione”. D’altra parte, il termine designa le stesse norme, o le fonti considerate autorizzate, sulle quali queste norme si basano.70

Come scrive Antoine Faivre la “tradizione”, per uno studioso, è strettamente legato allo studio e all’interpretazione dei messaggi legati a una data cultura, ma per un religioso questo tipo di approccio rappresenta una minaccia perché mette in pericolo la stabilità della propria religione, che è tradizione in sé.71 Ed è proprio questa divergenza che ha generato nella storia dell’umanità conflitti e persecuzioni dando vita alle varie correnti esoteriche segrete. Fulcanelli è lo pseudonimo di un alchimista, o più alchimisti, del XX secolo ed è ancora oggi una figura avvolta nel mistero. Da personaggio virtuale Fulcanelli si specializzò in quella che si può definire filosofia alchemica, andando alla ricerca dei simbolismi riconducibili all'alchimia. Fu anche uno dei primi a studiare il simbolismo che nasce dagli oggetti del vivere quotidiano influenzando anche il pensiero della massoneria. 69

70

Esoterismo e tradizione, Antoine Faivre, Elledici, Torino, 1999, p. 5

71

Ibid., p. 6-7 29

All’interno del dibattito sull’identificazione della tradizione si possono individuare due fazioni principali: i perennialisti, che considerano il mondo esoterico riferibile solo a un passato antico o a una “tradizione primordiale” anteriore alla nascita di Cristo, rifiutano perciò tutte quelle dottrine che traggono la loro linfa vitale appunto dall’antica sapienza, e un’altra corrente più eterogenea al suo interno, che è caratterizzata da un uso più flessibile del termine facendo riferimento alle idee rinascimentali di prisca philosophia o philosophia perennis che servono a interrogare tutte le tradizioni per la ricerca spirituale e l’elevazione personale. Quest’ultima “via” è considerata dai perennialisti una vera e propria “anti-tradizione”, propendendo essa per la ricerca di nuovi sistemi simbolici per un’apertura a tutte le culture, come per esempio quella orientale, dando il via nel novecento a un processo cosiddetto di controiniziazione dell’esoterismo:72 come conclude Antoine Faivre in Esoterismo e Tradizione: Come anti-tradizione è qualificata volentieri anche la modernità, ma soprattutto per i perennialisti, i quali non saprebbero accomodarsi in essa. Eppure, la modernità e l’esoterismo, con la sua idea satellite di filosofia perenne, sono fratello e sorella, figli del Rinascimento, aspetti complementari di una medesima realtà storica.73

All’inizio del novecento il controverso Aleister Crowley forgia la massima “Do what thou wilt shall be the whole of the Law”74 che contribuirà al cambiamento dell’approccio dell’uomo moderno, o meglio, post-moderno, alle tradizioni esoteriche. Prima di andare oltre però accenniamo qualcosa su questa figura misteriosa che ancora oggi viene etichettata dalla Chiesa come punto di partenza del satanismo moderno. Aleister Crowley, iniziato alla Golden Down di Londra, trasse buona parte del suo pensiero dalla religione egizia e dal cristianesimo, creando una sorta di “nuovo

72

Ibid., p. 75-78

73

Cit. Esoterismo e tradizione, Antoine Faivre, Elledici, Torino, 1999, p. 78

Cit. [trad. it. Fa’ quello che vuoi sarà tutta la tua Legge] Liber Al vel Legis. The Book of the Law, Aleister Crowley, 1904, p. 49 74

30

gnosticismo”, riportando l’attenzione sulle tradizioni esoteriche e pratiche occultiste.75 Crowley si poneva come un mistico e un mago e non un adoratore del Diavolo cristiano. Pur autodefinendosi come la Grande Bestia, facendo quindi esplicito riferimento a Satana, creò in effetti una sua religione particolare, con una filosofia autonoma, una propria cosmogonia con relativi riti magici per arrivare, attraverso l’azione sul mondo terreno, al compimento di una Grande Opera spirituale. Ciò che a noi interessa in questa sede non è quello di decidere se Crowley fosse o no un vero illuminato, quello che ci interessa è che il suo pensiero ebbe, e continua ad avere, un gran successo tra i mistici del tempo e un’ampia risonanza tra i giovani. “Fai quello che davvero vuoi”, manifesto del suo Liber Al Vel Legis. The Book of the Law, data però la sua natura criptica, generò una serie di interpretazioni che hanno portato alla nascita e proliferazione di nuovi movimenti molto diversi tra loro, da gruppi new-age, come Feraferia o Church of All Worlds,76 a vere e proprie sette sataniche. Queste avevano però ognuna una visione diversa del “Signore della Luce”77 e, anzi, capitava che molte di esse fossero in conflitto tra loro. Crowley, che pure è considerato il fondatore di “tradizioni sintetiche”, come la new-age o all’adorazione del luciferino in Terra, e visto anche come una sorta di “cristiano esoterico”, in realtà non ha mai ambito a dare vita a simili movimenti. Il suo messaggio fu più o meno volontariamente distorto e fu usato come base per i nuovi culti satanici in tutte le loro diverse manifestazioni e declinazioni. Il satanismo postmoderno nasce negli Stati Uniti e raggiunge il massimo splendore tra il 1966 e il 1975 periodo in cui nascono le maggiori sette o vere e proprie “chiese sataniche”, come per esempio la Chiesa di Satana fondata nel 1966 dal regista Kenneth Anger e dal, sedicente Sommo Sacerdote, Anton LaVey. In quegli anni si diffondono 75

Neopaganesimo. Perché gli dei sono tornati, Francesco Dimitri, Castelvecchi, Roma 2005, p. 13-30

76

Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano, 2004, p. 63

Lucifero è uno dei tanti nomi che viene dato a Satana. Il termine significa più precisamente "portatore di luce" (dal latino lux e ferre) e in origine indicava la "stella del mattino" (ovvero il pianeta Venere). Il termine deriva dalla Patristica che lo desunse dal passo di Isaia (14,12) in cui fa riferimento allo stato precedente alla caduta nell'inferno, quando Satana era il piu bello e splendente degli angeli di Dio. 77

31

due movimenti satanici: come precisa il famoso studioso di religioni Massimo Introvigne: Da una parte vi sono i veri e propri movimenti satanisti: il satanismo degli adulti che si articola in gruppi che hanno una continuità dottrinale e rituale, capi identificabili, sedi e talora anche pubblicazioni (il fatto che i capi siano adulti, o giovani adulti, non esclude che talora alle attività o ai riti possano partecipare anche giovani e giovanissimi). Molto diverso è il satanismo giovanile (negli Stati Uniti chiamato satanismo " acido " , per l'associazione onnipresente con la droga) composto da gruppuscoli di minorenni (molto raramente con la presenza di qualche adulto), privi di una continuità organizzativa e rituale e di contatti con i gruppi del satanismo organizzato, che mettono in scena rituali satanici " selvaggi " o caserecci sotto l'influsso di film, trasmissioni televisive, giornali (più spesso fumetti) e di una certa subcultura musicale.78

Il ritorno dell’esoterismo nell’era postmoderna non si esaurisce solo con la comparsa di sette e movimenti adoratori del “Dio portatore di Luce e Libertà”, dalla metà del ‘900 fino ai giorni nostri sono comparse in Occidente nuove forme di spiritualismi: sono tornati nell’immaginario collettivo antichi simboli e antiche culture, che hanno dato vita anche a vere e proprie discipline parascientifiche che attingono parte del loro sapere dai misteri esoterici. Una valida definizione di esoterismo oggi ci è suggerita dall'Associazione per gli Studi sull’Esoterismo79 che lo definisce così: Esotericism, as an academic field, refers to the study of alternative or marginalized religious movements or philosophies whose proponents in general distinguish their own beliefs, practices, and experiences from public, institutionalized religious traditions. Among areas of investigation included in the field of esotericism are alchemy, astrolog y, Gnosticism, Hermeticism, Kabbalah, magic, mysticism, Neoplatonism, new religious movements connected with these currents, nineteenth, twentieth, and twenty-first century occult movements, Rosicrucianism, secret societies, and theosophy.80

78

Cit. Ibid.

Come recita la home page del sito ufficiale: “The mission of the Association for the Study of Esotericism is to promote excellence in scholarship and teaching in the study of esotericism and mysticism. This is to be accomplished through conferences and meetings, publications, programs, and membership services.” 79

A.S.E. - Association for the Study of Esotericism. www.aseweb.org Possiamo notare inoltre come stiano nascendo proprio in questi ultimi anni future forme di esoterismo, grazie soprattutto alla diffusione dell’informazione, dell’informatica, delle nuove filosofie cyber-punk e della comunicazione in internet, che permettono anche un’accelerazione dell’osmosi culturale. 80

32

Prendendo in considerazione ciò che è emerso finora in questo capitolo introduttivo, possiamo affermare che in questa grande massa eterogenea di dottrine e nuovi movimenti sono individuabili dei tratti comuni: • il collegamento con l’antica religione egizia • il desiderio della nascita di un nuovo ordine sociale • la rinascita di una mistica e spiritualità che mirano all’elevazione individuale • la generale attenzione all’astronomia e all’astrologia. Proprio quest’ultima, forse la più popolare anche a un livello essoterico: pensiamo a tutti gli oroscopi che affollano giornali, trasmissioni radiofoniche e televisive, messaggi su cellulare, internet etc. e che sono seguiti forse dalla maggioranza della popolazione mondiale, anche cristiani, è rivelatrice dell’epoca storica che stiamo vivendo ora, denominata dagli astrologi Era dell’Acquario81 a cui tutti gli esoteristi, dai satanisti ai qabbhalisti, fanno riferimento. Senza scendere in dettagli l’era astronomica dell’Acquario dovrebbe iniziare proprio nella metà del 1900. Come ci sottolinea Mircea Eliade essa coinciderebbe anche con l’abbandono dell’esistenzialismo, con la quale l’uomo anonimo, descritto per esempio da Martin Heidegger o Jean-Paul Sartre, abbandona il suo stato di straniero gettato in un mondo assurdo e privo di senso, come uno “straniero in una terra straniera”,82 e riscopre la sua dignità individuale e spirituale in una “intima connessione con l’universo intero”.83 Ritorna in voga negli anni ‘70 il Un'età astrologica in astrologia è un periodo di tempo ritenuto capace di causare cambiamenti importanti nello sviluppo degli abitanti della Terra. Corrisponde approssimativamente al tempo che impiega l'equinozio primaverile a spostarsi da una costellazione all’altra dello zodiaco. Le età in astrologia, tuttavia, non corrispondono alle configurazioni reali delle costellazioni a causa del fenomeno astrofisico della precessione degli equinozi. 81

Stranger in a strange land è un romanzo di fantascienza scritto da Robert A. Heinlein, pubblicato nel 1961, è fu di grande successo all’interno della controcultura americana dei tardi anni sessanta. Molte delle tematiche esposte sono state assorbite dai movimenti giovanili dell’epoca (anche da Charles Manson) e diede vita a sette e religioni, come per esempio la Chiesa di Tutti i Mondi (Church of All Worlds). 82

83

Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano, 2004, p. 62 33

principio alchemico che “come in alto, così è in basso”84 che riassume il concetto della coincidentia oppositorum, una sorta di Tao occidentale, che propone tra l’altro la sacra unione tra uomo (che simboleggia anche la razionalità, sequenzialità o mondo occidentale) e donna (irrazionalità, visione generale, mondo orientale) del rebis ermetico. Nel XX secolo, soprattutto dagli anni ’60 in poi, grazie al progresso tecnologico, le nuove scoperte storiche e archeologiche, la diffusione di nuove correnti filosofiche e di pensiero, abbiamo assistito a una vera rivoluzione nell’approccio da parte della società occidentale alle materie religiose, magiche, spirituali e “soprannaturali”.85

Secondo Mircea Eliade, l’uomo sta cercando una “renovatio individuale e al tempo stesso collettiva” e ciò si incarnerebbe nelle rivolte culturali giovanili degli anni ’60 e ’70 accompagnate dalla comparsa di “una specie di religione pop”.86 Anche la scienza in quegli anni subisce dei cambiamenti di tendenza : la meccanica quantistica contribuisce a prendere in considerazione un nuovo modo di fare scienza e le teorie della fisica subatomica si portano filosoficamente molto vicino a quelle delle discipline orientali e, in particolare, al concetto di tao o dell’occidentale coincidentia oppositorum.87

Passo inciso su La tavola di smeraldo o tavola smeraldina, testo ritrovato in Egitto, risalente all'era pre-cristiana. Essa rappresenta il documento più celebre degli scritti ermetici ed è attribuito allo stesso Ermete Trismegisto. Secondo la tradizione alchemico-ermetica questa frase indica il concetto, ben noto nell’antichità egiziana, che tutto ciò che esiste nell’universo, o macrocosmo, ha il suo parallelo corrispettivo nel mondo terrestre, o microcosmo. 84

85

Cit. Occultismo, stregoneria e mode culturali, p. 60

86

Ibid., p. 66

87

Cfr. Il tao della fisica, Fritjof Capra, Adelphi, 1989 34

C A P I TO L O I I Esoterismo e cinema 2.1

UN

NUOVO APPROCCIO

Il testo di riferimento per quanti si avvicinano allo studio del rapporto fra spiritualità1 e cinema è sicuramente Trascendental Style in film (1972)2 dello scrittore e sceneggiatore Paul Shrader. In questo lavoro l'autore, partendo dall'analisi dell'opera registica di Ozu, Bresson e Dreyer, perviene alla definizione di un nuovo genere filmico che definisce trascendente. Secondo Shrader lo stile trascendentale porta il film a divenire oggetto esoterico in sé stesso, quindi capace di elevare spiritualmente lo spettatore, senza fare uso di simbolismi o concetti riferibili alla realtà data. Ozu, Breson e Dreyer, rifiutano il concetto di film come spettacolo o intrattenimento spogliano i loro film da tutte quelle forme d’interpretazione della realtà, come il simbolismo, il naturalismo, l’espressionismo, costruendo il film senza fare appello a formalismi estetici del cinema, per giungere alla rappresentazione e, quindi, all'interpretazione non della realtà mondana, bensì dei suoi aspetti spirituali che, appunto, la trascendono. Partendo dall'analisi di Shrader noi vogliamo giungere a un'interpretazione che si pone, in modo apparentemente paradossale, alla sua posizione. Anche il nostro studio infatti si pone come obiettivo lo studio di film trascendenti nel senso definito da Shrader, ma vuole individuare la trascendenza nei riferimenti simbolici ed espressivi propri delle diverse tradizioni esoteriche. Detto questo ci teniamo a chiarire che i due aspetti possono in effetti coesistere in come avviene ad esempio nel caso per esempio di 2001: A Space Odissey di Stanley Kubrick che Michel Chion ritiene essere capostipite

1

Sottolineamo che non è obbligatoria l’associazione con il cinema religioso.

2

Cfr. Il trascendente nel cinema. Ozu, Bresson, Dreyer, Paul Schrader, Donzelli, 2002 35

di quel filone che può definirsi “film-experience”, in cui “la proiezione del film è assimilabile a un rituale.”3 Va anche detto che non tutti i film sono passibili di una lettura e analisi in chiave esoterica e bisogna perciò specificare quando questa lettura sia possibile. Tale interpretazione è secondo noi possibile quando l'opera filmica presenti comunque una propensione all'elevazione spirituale del fruitore. Se consideriamo le possibili stratificazione della lettura di un’opera di cui parla Dante4 che sono: letterale, allegorico, morale, anagogico.5 René Guenon, proprio a proposito di questa definizione di Dante ci spiega che: Dante indica in modo esplicito che nella sua opera vi è un " senso nascosto " , propriamente dottrinale, di cui il senso esteriore e apparente è soltanto un velo, e che deve essere ricercato da coloro i quali sono capaci di penetrarlo.6

Anche nel film sono rintracciabili questi diversi “veli della conoscenza” e, nel nostro studio, un'opera filmica esoterica deve contenere necessariamente il livello anagogico, e, preferibilmente, anche gli altri tre.7 Un altro contributo che ci aiuta a capire meglio cosa possa e debba essere considerata un'opera esoterica ci viene dallo studioso Moreno Neri8 si è tenuto a Rimini una rassegna cinematografica organizzata con il patrocinio della provincia e il comune dedicata al rapporto tra cinema e esoterismo, probabilmente l’unico evento del genere documentato fino a adesso in Italia:9

3

Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 183

4

Cfr. L'esoterismo di Dante, René Guenon, Roma, Atanòr, 1971

5

Che porta in alto.

6

Cit. Ibid.

7

Un esempio fra tutti è il film Det Sjunde inseglet (Il settimo sigillo, Svezia, 1957) di Ingmar Bergman.

8

Nel 1999: ricordiamoci questa data.

Esoterismo e cinema, monografico della conferenza omonima, introduzione a cura di Moreno Neri, Rimini, 1999 9

36

Anche alcuni film, come molte opere d’arte, si possono “leggere” alla stregua di un testo esoterico? La risposta è affermativa, purchè non si pensi che tale senso profondo di natura sapienzale-simbolica esaurisca l’esteso e complesso orizzonte semantico del linguaggio cinematografico. Questo significato simbolico e metaforico non è certamente quello ultimo e omnicomprensivo, come accade per ogni opera d’arte e di pensiero, ma è altrettanto giusto affermare che, senza questa chiave sapienzale-simbolica per molti aspetti illuminante, molta parte del messaggio contenuto nei film proposti rimarrebbe oscurato e impoverito.10

È importante sottolineare come questa descrizione dell’argomento parli di “alcuni film”: solo conoscendo il background e le intenzioni dell’autore nel momento della sua creazione11 è possibile considerarne il proposito esoterico. Bisogna quindi muoversi con una certa attenzione ed evitare l’errore di forzare l'interpretazione prendendo in esame elementi e simboli del tutto estranei alle tradizioni esoteriche o utilizzati solo in chiave estetica. Considerare il background di un autore è quindi molto importante per determinare il livello di corrispondenza dell’opera con una sua ipotetica inclinazione esoterica. In questo capitolo vedremo soprattutto come molti registi hanno fatto parte di logge massoniche, sette sataniche, movimenti new-age o che hanno fatto riferimenti espliciti all’alchimia e all’egittologia. Quello che ci proponiamo sarà quindi di mostrare l’effettiva partecipazione di associazioni segrete di carattere iniziatico-esoterico nella vita del cinema. Prenderemo in esame soprattutto due realtà: quella massonica, o come anche si può definire, della libera-muratoria, e quella satanista degli anni ’50 - ‘60, ponendo le basi per affrontare il discorso sul nostro "Tao del cinema" ad opera di Kubrick e Polanski.

10

Esoterismo e cinema, Monografico della conferenza omonima, Presentazione di Moreno Neri, p. 1

Ma non solo dell’autore, ricordiamo che un film, soprattutto quello hollywoodiano, è frutto di una complessa macchina industriale. 11

37

2.2

LOGGE

MASSONICHE E LE ORIGINI DEL CINEMA

Come abbiamo visto nel capitolo precedente l’associazionismo iniziatico nasce nell’Antico Egitto e si proponeva come fine di realizzare in Terra ciò che è designato in Cielo. Si parla dunque di un’elevazione spirituale interiore favorita da una conoscenza acquisita all’interno della società segreta, che si manifestava attraverso la scienza o l’arte di realizzare opere e interventi per migliorare la società. Questa inclinazione non si esaurì nella cultura egiziana, ma si sviluppò in moltissime altre forme arrivando fino ai nostri giorni. La massoneria, che si autodefinisce depositaria della Tradizione esoterica occidentale, è una di queste tante forme.12 Non ci soffermeremo sulle sue particolarità, sulle forme o riti della massoneria, ci basterà sapere che si tratta di un’organizzazione, costituita da diversi gruppi, denominati Orienti e logge, che ha operato e che opera tuttora. Negli ultimi 250 anni la massoneria ha avuto un ruolo da protagonista nella storia dell’Occidente si pensi, ad esempio, alla Rivoluzione Francese o a quella Americana, agendo come forza occulta.13 In Francia, a seguito della rivoluzione del 1798, attuatasi anche grazie all’istituzione de Le Grande Orient de France,14 fu messo in atto dalla massoneria il noto processo di laicizzazione dello Stato e di educazione della popolazione.15 Ma che legame esiste tra la massoneria e il cinema delle origini? Per quanto 12

Vedi capitolo 1.3

In Italia è ormai famoso il caso della loggia Propaganda Due (o P2) che fu un’irregolare (o anche detta “nera”) loggia massonica (cioè bandita dal G.O.I.) che operò circa dagli anni ‘40 al 1981 e con a capo Licio Gelli. Secondo documentazioni ormai accertate, la P2 è stata implicata in numerosi scandali italiani e internazionali come Tangentopoli, il caso Calvi e dello I.O.R. e dell’uccisione del primo ministro Aldo Moro. Fu anche coinvolta nella strategia della tensione denominata Gladio: tra il 1965 e il 1981 fu in atto quel processo che mirava alla destabilizzazione del Paese per l’insediamento di un governo fantoccio manovrato appunto da forze occulte. 13

14

Il sito ufficiale de Le Grande Orient de France: www.godf.org

1905. La Presa di Roma. Alle origini del cinema italiano, a cura di Michele Canosa, Le Mani Editore, Recco, 2006, pp. 80 15

38

riguarda i primi anni di vita del cinema sono stati resi ufficiali molti punti di contatto fra questi due mondi. Nel 2002 il G.O.I16 ha pubblicato una lista di 552 esponenti illustri della massoneria, tra cui spiccano nomi importanti di politici, inventori, musicisti, scienziati, scrittori, imprenditori e artisti. Scorrendo meglio la lista si notano anche molti nomi appartenenti al mondo dello spettacolo e del cinema, come per esempio: Cecil B. De Mille (1881 - 1959), David Wark Griffith (1875 - 1948), Darryl Francis Zanuck (1902 - 1979), Clark Gable (1901 - 1961), Oliver Hardy (1892 - 1957), Peter Sellers (1925 - 1980), Gino Cer vi (1901 - 1974), Antonio De Curtis detto Toto’ (1898 - 1967),17 E tale lista si deve ritenere solo parzialmente completa.18 Per il nostro studio è particolarmente significativo un evento che ha interessato l’Italia nel periodo in cui il cinema iniziava a diventare uno dei principali fenomeni sociali.19 Nell’anno 1905, nel 35° anniversario dell’Unificazione dello Stato, fu presentato in un grande evento pubblico con una grandiosa proiezione pubblica a Roma il primo prodotto cinematografico italiano. Nonostante l’organizzazione fosse presieduta da un Comitato e dal Comune di Roma, il potere decisionale era in mano ad un influente gruppo di persone affiliate al movimento massonico che fin dal 1870 aveva svolto un ruolo chiave nell’unificazione dell’Italia.20 Il Grande Oriente d’Italia, fondato nel 20 dicembre 1859 a Torino, è il fulcro della massoneria italiana. Vi aderiscono circa 17mila persone, distribuite in circa 600 logge su tutto il territorio nazionale. Sono stati Gran Maestri del GOI, fra gli altri, Giuseppe Garibaldi (www.grandeoriente.it). Nonostante il G.O.I. sia l’organizzazione massonica più antica, l’unica loggia italiana riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra è la Gran Loggia Regolare d’Italia (www.grandlodge-italy.org) 16

17

I Massoni di ieri e di oggi, pubblicazione a cura del Grande Oriente d'Italia, Roma, 2002

Nomi e opere appartenenti alla massoneria possiamo ritrovarli anche sul sito ufficiale della Gran Loggia della Columbia britannica e dello Yucon www.freemasonry.bcy.ca 18

19

Quanto segue " pubblicato sul libro 1905. La Presa di Roma. A"e origini del cinema italiano a cura di Michele Canosa, Le Mani Editore, Recco, 2006, a cui ha collaborato anche la biblioteca del G.O.I. 1905. La Presa di Roma. Alle origini del cinema italiano, a cura di Michele Canosa, Le Mani Editore, Recco, 2006, p. 88 20

39

La presa di Roma, questo è il titolo del film, diviso in 7 quadri,21 è a opera dell’ingegnere italiano Filoteo Alberini, iniziato alla loggia massonica “La Concordia” di Firenze il 15 febbraio del 1887, fondatore del primo studio di produzione cinematografico. Appartenevano alla massoneria anche il Presidente del Consiglio e tre ministri del Governo Italiano, che diedero un grosso aiuto logistico non solo alla realizzazione della manifestazione dell’anniversario in toto, ma soparttutto alla produzione del film.22 Fu proiettato in anteprima del 20 settembre a Livorno, una città che all’epoca aveva non solo la più alta presenza di cinematografi in Italia e in cui era presente la più alta concentrazione di Logge Massoniche.23 Oltre l’evidente implicazione massonica nella scelta del soggetto, un’attenta analisi di La presa di Roma rivela alcuni dettagli iconografici riconducibili alla tradizione massonica come, ad esempio, la ricorrenza dei numeri primi 3, 5 e 7 (ricorrenze che analizzeremo tra poco) cari anche al pitagorismo.24 Il film, che inscena gli ultimi momenti dell’unificazione d’Italia, è diviso in 7 quadri il cui ultimo, il più indicativo, è intitolato L’apoteosi. Nell’alchimia l’apoteosi è lo stato spirituale che accompagna l’adepto al culmine del cammino iniziatico intrapreso.25 Di quest’ultimo tableau ci sono pervenuti integri solo 8 secondi di immagini, pochi per poterne valutare l’intera globalità, ma, dalle cronache, sembra comunque si trattasse di un vero e proprio tableau vivant, una scena fissa forse proprio per voler rimarcare il messaggio esoterico in esso contenuto. L’Apoteosi raffigura i quattro protagonisti del risorgimento italiano Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Vittorio Emanuele e Camillo Benso, tutti e quattro iniziati alla massoneria, stretti intorno alla figura di una donna, o meglio della vittoria, rappresentante la Patria. Analizzando meglio il fotogramma saltano all’occhio molti elementi massonici. Se si

21

Unità narrative autonome, coerenti nella loro successione.

22

Ibid., pp. 9-24

23

Ibid., p. 92

24

Ibid., p. 91

25

Rappresentata anche nel Mutus Liber, XV Tavola, Altus, 1667 40

considera che nella tradizione massonica è fondamentale il riferimento alla simbologia della religione dell’Antico Egitto si può intuire che la figura della Vittoria, che si cela sotto le spoglie della Patria Italiana, cela ulteriormente al suo interno l’essenza della dea Iside, 26 non è un caso dunque che nel fotogramma la dea sia mostrata vicino all'obelisco che è un chiaro collegamento alla cultura egizia.27 nel fotogramma essa irradia con i suoi fasci di luce tutto il quadro. Possiamo notare altri elementi significativi. Nella mano sinistra la nostra “dea Italica” impugna la bandiera dell’Italia, mentre nella destra una palma, simbolo di vittoria e resurrezione.28 Inoltre le sue vestigia dal sapore quasi mitologico fanno riferimento ad un’antichità “pagana”. Il quadro totale dell'immagine presenta poi una configurazione piramidale: in alto “La Patria” o la Dea-madre Iside, in basso i quattro protagonisti massoni del Risorgimento Italiano, ancora in basso fuori dal fotogramma ci sono gli spettatori, il popolo,29 che grazie a questa costruzione vengono inseriti nell'opera di realizzazione della Nazione laica (verso l’apoteosi). Più chiaramente possiamo leggere questa composizione filmica come un messaggio in cui viene descritto come i protagonisti della scena politica, guardando all'illuminazione, si impegnino alla realizzazione della “Grande Opera” nell’interesse dell’intera nazione-popolo secondo il fondamento dell'ideale massonico. Il 20 settembre 1905 sancisce quindi un legame tra la nascita dell’industria Nelle scritture geroglifiche essa è spesso raffigurata insieme alla sovrastante Stella di Sirio i quali raggi compongono l’occhio della conoscenza massonica: il simbolo è un occhio inscritto in un “triangolo pitagorico” circondato da irradianti raggi di luce (della stella). È usato ancora oggi ed è stato adottato dagli U.S.A. dopo la Guerra d’Indipendenza come “Grande Sigillo degli Stati Uniti d’America” (il simbolo è presente ancora sulle banconote da 1 dollaro). 26

Si tratta dell’Obelisco del Quirinale eretto nel 1786 eretto per volere di papa Pio VI durante la Rivoluzione Francese. 27

La palma è anche collegata all’uccello mitico della Fenice (Phoenix) corrispondente all’uccello egizio Bennu (un airone?), simbolo della rinascita e resurrezione poiché collegato all’innalzamento del fiume Nilo. 28

1905. La Presa di Roma. Alle origini del cinema italiano, a cura di Michele Canosa, Le Mani Editore, Recco, 2006, pp. 73 29

41

cinematografica italiana e la celebrazione e la fine del potere papale con il riconoscimento solenne dello stato laico.30 Il film infatti è uno dei primi esempi di cinema militante.31 Il film diventa il mezzo per la trasmissione di un messaggio nascosto, esoterico, da parte delle associazioni iniziatiche.32 Come scrive Giovanni Lasi: Henri Langlois paragonava il film di Alberini a Roma città aperta di Rossellini, considerandoli entrambi fondativi di un nuovo corso del cinema italiano e, ad un tempo, testimoni attivi di un momento storico di rinnovamento ed emancipazione. Ora, se accettassimo la provocazione, potremmo solo rilanciare: per noi, La presa di Roma è piuttosto come Nascita di una nazione di D.W. Griffith. Fine della provocazione33

Lo studio della storia del cinema non può trascurare nelle proprie analisi le implicazioni degli aspetti extra-filmici che accompagno indissolubilmente la produzione cinematografica, poiché molto spesso proprio tali aspetti rivelano quell'intento extra-cinematografico di alcuni autori che muove nella direzione esoterica. La lettura esoterica, o sapienzale-simbolica, di un film può apportare alla luce una nuova prospettiva capace di illuminare aspetti che rimarrebbero occulti ad una lettura puramente semantica.34 Esistono aspetti e influenze esoteriche in tutte le cinematografie mondiali, pensiamo per esempio alla pregnanza della tradizione buddista e taoista nel cinema orientale. Ritornando nel “nostro mondo”, la massoneria è forse l’unica organizzazione 1905. La Presa di Roma. Alle origini del cinema italiano, a cura di Michele Canosa, Le Mani Editore, Recco, 2006, pp. 84 30

Come accadrà anche con The Birth of a Nation (Nascita di una nazione, D.W. Griffith, USA, 1915) negli Stati Uniti. 31

32

Ibid., pp. 72

33

Ibid., cfr. pp. 72

Possiamo ricordare Forces Occultes (Forze occulte, Paul Riche pseud. Jean Mamy, Francia, 1943) un film voluto dalla propaganda tedesca per mostrare alla Francia l’influenza del movimento frammassonico nel paese. 34

42

iniziatica-esoterica ad aver avuto contatti diretti con il cinema, soprattutto negli Stati Uniti. Richiamando in causa la lista che abbiamo esposto all’inizio di questo paragrafo è doveroso segnalare che sono presenti in vari siti ufficiali tantissimi altri nomi del cinema legati al mondo della massoneria quali D. W. Griffith o Cecil B. De Mille. Birth of a Nation di Griffith (Nascita di una Nazione, D. W. Griffith, USA, 1915), la trasposizione cinematografica di The Clansman di Thomas Dixon, oltre ad essere uno dei primi imponenti lavori dell’industria cinematografica, rappresenta, soprattutto, la “nascita del cinema americano”.35 Un altro caso interessante è quello di Walt Disney (1901 – 1966), iniziato alla società americana di stampo massonico chiamata Ordine di DeMolay nel 1920.36 I messaggi esoterici all’interno dei suoi cartoni animati, anche se destinati soprattutto ai più piccoli sono numerosi.37 Analizzando la sua filmografia si possono individuare evidenti riferimenti all’alchimia e al tema della trasformazione in tutte le opere. Sicuramente il caso più evidente è quello di Fantasia (id., W. Disney, 1940) dove il protagonista Mickey Mouse è un apprendista mago. Fantasia rappresenta forse il migliore esempio di cinema esoterico. A Disney piaceva, inoltre, cercare tra le tradizioni popolari, le leggende38 i suoi soggetti cinematografici, facendo speso uso Il film è però accusato di inneggiare alla supremazia dell’uomo bianco e di glorificare il movimento razzista Ku Klux Klan che secondo il film avrebbe ristabilito l’assetto sociale dopo la guerra civile americana. Questo movimento razzista e anti-cattolico nacque nel 1866, ma fu soppresso molto preso; una seconda forma rinacque proprio nel 1915, anno dell’uscita del film: il nuovo gruppo era fondamentalmente un’associazione segreta che mirava al controllo del paese; alcuni degli esponenti e dei fondatori facevano parte di logge massoniche del Rito Scozzese. Le logge ufficiali considerano però il Ku Klux Klan un movimento anti-massonico. freemasonry.bcy.ca/anti-masonry/discredited.html 35

Oggi conosciuta come DeMolay International, vi hanno fatto parte molti nomi noti dello spettacolo della politica e dello spettacolo (es. Bill Clinton, John Wayne). Tutte le informazioni sono reperibili sul sito ufficiale universe.demolay.org 36

Per un piccolo approfondimento possiamo consigliare la lettura dell’articolo Biancaneve e i sette nani, ovvero una lettura esoterica delle opere del FR .!. Walt Disney di Giovanni Lombardo presente sul sito ufficiale del Rito Simbolico Italiano www.ritosimbolico.net 37

38

Come per il film di Biancaneve e i sette nani di cui abbiamo parlato nel capitolo 1.5. 43

della personificazione degli animali, rifacendosi in qualche modo a una visione pagana della natura. Tra le fonti delle opere a cui attinse Walt Disney vanno segnalati anche alcuni classici della letteratura pregni di simbologie e significati esoterici come Le avventure di Pinocchio (1883) del massone Carlo Collodi o Alice's Adventures in Wonderland (Alice nel paese delle meraviglie, 1865) del matematico Charles Lutwidge Dodgson, pseudonimo di Lewis Carrol. Anche dopo la morte del suo fondatore avvenuta nel 1966 la Walt Disney Production e la WDFA39 hanno mantenuto questa tendenza nella scelta di soggetti riferibili alle conoscenze esoteriche.40 I film di Disney hanno anche avuto un ruolo importante per l’educazione artistica di molti giovani registi degli anni ’70 rimasti sicuramente affascinati dalla rappresentazione sullo schermo di luoghi, oggetti e personaggi archetipici come, ad esempio, la grotta, la mela o la strega e dal loro potere simbolico che questi emanavano.

2.3

IL

CINEMA DEL SACRO

Nel nostro percorso una delle tappe fondamentali è il rapporto tra il cinema e il sacro, ovvero la cristianizzazione del cinema occidentale. Il tema della rappresentazione del sacro è quello che maggiormente ha interessato gli studiosi di cinema che si sono avvicinati allo studio del legame fra cinema e spiritualità, sebbene tali opere si sono raramente soffermate allo studio di questo intreccio facendo riferimento alle spinte sociali epocali che lo sovra-determinavano. Il concetto di sacro che intenderemo in questo paragrafo farà riferimento alla sfera della tradizione e simbologia religiosa cattolica-occidentale, con particolare 39

Walt Disney Feature Animation studio.

Una curiosità: è stato fondato dopo il ’66 un club ultraelitario, con zone ad accesso privato presenti anche nei parchi di divertimento Disney, chiamato Club 33, con ovvio riferimento ai 33 gradi della scala massonica del Rito Scozzese. 40

44

riferimento alla cristologia e alla narrazione biblica. Da Vues représentant la vie et la passion de Jésus-Christ dei fratelli Lumière del 189741 alle ultime produzioni americane, come per esempio The Passion of the Christ (La Passione di Cristo, Mel Gibson, USA, 2004), la cristologia e la narrazione biblica hanno sempre goduto di una grande attenzione da parte del grande pubblico occidentale. La serie di film contenenti episodi del Vecchio Testamento o della vita del Cristo ricoprono l’intera esistenza stessa del cinema. Alcuni registi, soprattutto americani esponenti della massoneria, si sono presi carico di illustrare il racconto biblico con la realizzazione di colossal, senza poter fare a meno però di inserire qualche elemento esoterico al loro interno. Un esempio importante è sicuramente costituito da Intolerance (1916) di D. W. Griffith. Il grande successo di questi film è ovviamente riconducibile alla natura delle radici culturali dell’Occidente che ha colpito la curiosità di registi sia atei che cattolici. “Datemi qualche pagina della Bibbia e io vi darò un film”: così diceva il padre delle epopee bibliche Cecil B. De Mille42 di cui ricordiamo I Dieci Comandamenti (1923), Il Re dei Re (1927), Il segno della croce (1932), I crociati (1935) e una nuova versione de I Dieci Comandamenti (1956). È interessante notare come, per il film Il Re dei Re, il contratto imponesse alla troupe e agli attori di mantenere per almeno un anno dall’uscita del film, una condotta privata consona all’argomento della pellicola. Secondo alcune dicerie durante la sua realizzazione dell'opera tutti i partecipanti erano coinvolti ogni mattina in una messa.43 Fatti analoghi del profilmico sono accaduti anche durante le riprese de La Passione di Mel Gibson (2005) in cui, oltre alla messa quotidiana sul set, un’assistente della troupe pare si sia fatta suora a seguito di un’illuminazione spirituale. Questa sacralizzazione e santificazione del film di carattere religioso è sempre

41

Cinema e sacro: divinità, magia e mistero sul grande schermo, Ermelinda M. Campani, Roma 2003, p. 17

42

Ibid., p. 22

43

Ibid., p. 23

45

stata vista di buon occhio dalla Chiesa, nonostante alcuni film, come, appunto, Il Re dei Re, concentrassero spesso l’attenzione su temi controversi agli occhi dei fedeli come l’aspetto umano di Cristo o il vero ruolo di Maria Maddalena. Ambiguità su cui l'apparato critico del Vaticano era disposto a soprassedere in cambio di una vera e propria propaganda che tutto sommato teneva vivo l'interesse sulle tematiche cattoliche. Nel panorama del “cinema e sacro” però qualcosa cambia tra gli anni ’60 e ’70 e la religione di Cristo inizia a essere contaminata da elementi esoterici che riportano in superficie questioni legate allo gnosticismo e che fino a quel momento sembravano definitivamente sommerse. Fin dalle sue prime apparizioni primitive il cinema è divenuto un oggetto di studio, ma per la stragrande maggioranza della popolazione tecnologizzata del pianeta, il cinema rimane ancora quel bel Luna Park di una volta, a cui partecipare di tanto in tanto per puro diletto. Proprio per questo fatto la Chiesa ha avuto paura, e ha paura, di questo fantastico mezzo artistico. Secondo il fondamento della Chiesa Cattolica e Apostolica di Roma, la fede, antagonista della gnosi, è fondata non sulla libera e individuale interpretazione degli antichi testi, ma sull’unica interpretazione Universale basata sull’interpretazione dei cosiddetti testi canonici. È per questo che la Chiesa, tende oggi sempre più a frenare interpretazioni personali del messaggio evangelico veicolate da un mezzo così pervasivo come il cinema. Fin dal 1920, quando il cinema iniziava a mostrare solo qualche avvisaglia del potere incantatorio che si sarebbe affermato appieno nel decennio successivo, il vescovo di Lilla, monsignor Charost, aveva intravisto nel cinema un mezzo destabilizzante per la religione istituzionale. Ad atterrirlo era la sua capacità di duplicare sullo spazio vasto e solenne di uno schermo le insulsaggini della vita ordinaria, magnificandole, conferendo un risalto abnorme e ingiustificato al loro nudo svolgersi. " Fascinatio nugacitatis obscurat bona " , annotava il vescovo, che così concludeva: " Com’è miserabile la natura umana, se una tela dove scorrono delle ombre che non lasciano neanche una traccia diventa uno schermo tra il popolo cristiano e il 46

cielo a cui è chiamato!".44 Le stesse “misure di sicurezza” adottate anche nel medioevo per alcuni libri, cioè il controllo, la censura e la condanna, si trasferiscono oggi sui prodotti audiovisivi. Un esempio recente riguarda il discusso libro The Da Vinci Code di Dan Brown (2005), che ha messo in allerta il Vaticano più che altro dopo l’annuncio dell’uscita dell’omonima trascrizione cinematografica di Ron Howard (2006). Tornando agli anni '60 e '70 notiamo come proprio in quel periodo nascano e si diffondano pubblicazioni di divulgazione scientifica di tutti i tipi: una rivoluzione per l’informazione globale che è stata propedeutica alla nascita della rete pubblica Internet. Negli stessi anni si riaccende l’interesse per l’egittologia che, insieme alla rivalutazione delle culture ed etnie “esterne” all’Occidente, influenzò molto l’arte e la musica. Questo ritrovato interesse per l’Egitto dà vita anche a nuove teorie sull’evoluzione umana, come quella dell’antico astronauta45 oggi tornata di moda tra le tante religioni e filosofie new-age. In questa diffusione della conoscenza trovarono però un posto di rilievo le pubblicazioni di alcuni testi che erano ritornati alla luce fin dagli anni ’40 e che da subito avevano dato dei grattacapi ai teologi. I testi in questioni sono quelli che oggi vengono identificati come i testi di Nag Hammadi e i manoscritti del Mar Morto. Senza scendere troppo nel dettaglio ci basterà sapere che furono scritti dagli appartenenti a gruppi gnostici e che contenevano Vangeli, considerati apocrifi, testimonianze sulla vita È una delle testimonianze che si possono rintracciare nel volume Les médias. Textes des Eglises, curato dal gruppo Mediathec, Centurion, Parigi, 1990. 44

Teoria divulgata dallo scrittore Zecharia Sitchin per la prima volta nel libro best seller The 12th Placet - Earth Chronicles, No. 1 (1978). Illustra tramite il metodo scientifico di come l’umanità, ancora nella fase evoluzionistica di Homo di Neandertal, sia entrata in contatto con viaggiatori venuti dallo spazio, per la precisione con gli Annunaki (o Nephilim) giunti dal dodicesimo pianeta del sistema solare Nibiru, dai quali ha ricevuto le conoscenze per passare così allo stadio di Homo Sapiens Sapiens dando origine alle antiche civiltà, come sumeri, babilonesi e egizi, e adorandoli come degli dei. Tali teorie sono state riprese e rielaborate in alcuni film odierni, come ad esempio in Stargate di Roland Emmerich, 1994, o Immortal ad Vitam di Enki Bilal, 2004. In un certo senso possiamo ritrovare le tematiche principali della teoria dell’antico astronauta anche in 2001: Odissea nello spazio. 45

47

di Cristo e del suo tempo che mettono in evidenza aspetti diversi da quelli dell’attuale e ufficiale Nuovo Testamento. Queste “nuove verità” non tardarono a prendere parte nella produzione artistica dei registi. Questa nuova consapevolezza gnostica della religione cristiana viene presa in esame in maniera molto evidente ed esplicita nel film La Voie lactée (La via lattea, Francia, Italia, Germania dell’Ovest, 1969) di Luis Buñuel. Il regista, oltre a mostrare in vari flashback una rappresentazione cristologica poco usuale in cui si evidenziano i tratti umani di Gesù e i nuovi passi gnostici, come lo svelamento dell’esistenza di veri e propri fratelli di Gesù, propone la reinvestigazione sulla religione cattolica e i suoi riti, andando a toccare molti dei temi fondamentali della dottrina cristiana, come può essere quello dell'eucarestia. La versione italiana ovviamente ha subito numerosi tagli e rimaneggiamenti perché fu considerato dalla chiesa anticattolico e offensivo per la fede cristiana. Insieme a La via lattea anche i film Nazarin (id., Messico, 1959) e El Ángel exterminador (L’angelo sterminatore, Messico 1962) subirono la stessa sorte.46 Il cinema degli anni ’70, famoso per aver scandalizzato e turbato, mette in scena spesso de-sacralizzazioni cristiane. Difficile dimenticare in A Clockwork Orange il memorabile balletto eseguito dalle statuette di tre Cristi a braccetto sulle note della Sinfonia n. 9 in Re minore (molto vivace) di Beethoven oppure, sempre nello stesso film, le visioni mistiche e cristologiche di Alex de Large nei panni dei carnefici del Messia. Anche il cinema comico e grottesco ha un degno rappresentante di rivisitazione cristologica in Life of Brian (Brian di Nazareth, Terry Jones, USA, 1979) dei Monthy Python. Nonostante il tema nuovotestamentario sia trattato in chiave comica e umoristica, il film cela al suo interno aspetti fino a quel momento poco conosciuti della vita di Cristo. Viene per esempio mostrato più volte come a quel tempo esistevano una moltitudine di predicatori, alcuni dei quali si autodefinivano proprio figli di Dio. Negli anni ’70 l’uscita in Italia di questo film fu vietata dalla censura, a Cfr. L'angelo “sterminato” di Bunuel. I tagli della versione italiana, David Bruni, articolo di Bianco e nero : quaderni mensili del Centro Sperimentale di Cinematografia, n. 3 , 2000, pp. 68-80 46

48

proprio causa di questa visione non canonica della vita di Gesù. Solo nel tardo 1991 fu permessa la sua circolazione in Italia. Il Vaticano, che negli anni ’70 si andava indebolendo, riusciva però ad adottare un controllo sulla censura nel circuito italiano. Possiamo ricordare come in Italia tale operazione di “rivisitazione” fu fatta e promossa, non con pochi problemi, da Pier Paolo Pasolini, da molti considerato un vero e proprio gnostico. Ma il cinema inizia a dire la sua anche sul piano della fede. In Explorations in theolog y and film47 gli autori illustrano come il cinema, riprendendo la figura di Cristo e proponendo anche nuovi eroi messianici, abbia finito per influenzare la teologia cristiana e il concetto di fede. Christian theolog y itself is changing. Under the influence of contemporary currents in Western cultures – often brought together under the single heading of “postmodernism” – Christian theology in the West is poised to develop in a number of different directions.48

Non potendoci soffermare su questo aspetto notiamo però come il cinema giochi un ruolo importante nell’influenza del pensiero umano: l’industria cinematografica americana è scrutata attentamente dall’occhio dalla Chiesa Cattolica, poiché in essa risiede un cruciale potere mediatico globale. All’uscita di The Last Temptation of Christ (USA, 1988) di Martin Scorsese il film destò molto scalpore nell’ambiente cattolico e la Chiesa tentò invano di esercitare il suo potere oscurantista. Due anni prima uscì il libro “Il Codice Da Vinci”, un thriller dalla dubbie pretese documentarie scritto da Dan Brown, un autore di romanzi di serie B fino a quel momento sconosciuto al grande pubblico. Contro ogni previsione da parte dei critici nel giro di un anno diventa un super-best seller vendendo in tutto il mondo oltre quaranta milioni di copie. Un successo ben architettato dagli editori che porta il libro, oltre che sulla bocca di tutti, a implicazioni mondiali di ordine religioso. Abbiamo già di accennato a come, nel 2006, annunciata in tutto il mondo la Cfr. Explorations in theology and film, Clive Marsh & Gaye Ortiz, Blackwell Publishers Ltd, Oxford, UK, 1997 47

48

Ibidem., p. 3 49

versione cinematografica firmata da Ron Howard con Tom Hanks, il neo-pontefice Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, abbia allertato tutta la comunità cattolica della pericolosità del messaggio del film e di come abbia incitato a una vera e propria " messa all'indice " sia del libro sia del film, già preventivamente considerati un successo commerciale. Effettivamente il film non tradisce le aspettative, nonostante anch’esso non sia un prodotto di qualità e criticato al festival di Cannes. Proviamo a capire in che cosa consista la forza di quella manovra commerciale. Come abbiamo visto, dal 1968 fino alla fine del secolo, la maggior parte della popolazione occidentale è stata “istruita” all’esoterismo grazie appunto a opere esoteriche-essoteriche per la massa come film e libri di divulgazione scientifica con ovvi effetti collaterali che porteranno malainformazione e talvolta reinterpretazioni sull’argomento. Si gettano le basi di un occidente profano molto sensibile a tutto ciò che riguarda l’occulto, il mistero e il possibile coinvolgimento in un complotto oscurantista da parte delle potenze mondiali, di cui ovviamente la Chiesa cattolica è uno degli esponenti. Ne “Il Codice Da Vinci” tutti questi elementi sono presenti. La storia racconta, tralasciando la trama poliziesco-enigmistica che fa da calderone a tutti gli argomenti inseriti al suo interno, dello svelamento del mistero millenario del Santo Graal, secondo cui, più che essere la coppa in cui bevve Gesù nell’ultima cena,49 indichi la discendenza di Sara, figlia di Maria Maddalena e del suo sposo Gesù. Tale discendenza si sarebbe trasferita nel sud della Francia dopo la morte di Gesù dando vita a una linea di sangue che sarebbe arrivata fino ai giorni nostri, riuscendo a mantenere il segreto grazie a una società segreta chiamata Priorato di Sion, composta dai discendenti diretti dei Re Merovingi francesi, primi discendenti della figlia di Maria Maddalena. Tutto ciò sarebbe testimoniato nelle opere di Leonardo Da Vinci, anch'egli membro del Priorè de Sion, che avrebbe inserito l’elemento del femminino sacro nei suoi quadri. Quella di Dan Brown, insieme alla trasposizione cinematografica di Ron Howard, è una teoria interessante che in realtà circolava già da parecchi anni negli A cui questa leggenda si sono rifatti molti film, come Indiana Jones and the Last Crusade (Indiana Jones e l’ultima crociata, Steven Spielberg, USA, 1989) 49

50

ambienti accademici o dei cultori della materia, ma le argomentazioni apportate ne Il codice Da Vinci peccano d’innumerevoli imprecisazioni ed errori storici, talvolta anche palesi anche ai profani.50 Questa operazione commerciale è valsa a Dan Brown il decimo posto nella Top 100 delle persone più influenti del 2006 della rivista americana Forbes.51 Un dato osservabile e di grande interesse è rappresentato dal fatto che la massa abbia recepito e assorbito il messaggio contenuto nel libro, che in un secondo momento è stato potenziato dal film. A parte tutte le critiche di cui sono passibili l'opera letteraria e quella filmica è innegabile come il " fenomeno Codice Da Vinci " abbia stimolato una riflessione critica su argomenti inerenti l'esoterismo della tradizione cattolica. Si è creato un vero e proprio mercato editoriale di opere di interpretazione del testo di Dan Brown in favore o in opposizione, con relativa ristampa delle opere antecedenti riguardanti lo stesso argomento. L’organizazione Opus Dei ha da poco annunciato la produzione di un film che servirà come contrattacco al libro e al film di The Da Vinci Code il quale ha dipinto l’organizzazione religiosa come una setta iniziatica volta al dominio della società. Ci troviamo di fronte ad un altro esempio di cinema militante.

2.4

SETTE

S ATA N I C H E E C I N E M A I N D I P E N D E N T E

Il 6 giugno 2006 (6/6/06) gli esponenti della Chiesa di Satana sfilarono per le strade di Los Angeles per festeggiare il 40° anniversario della sua fondazione (1966).

Dan Brown è stato accusato da alcuni ricercatori indipendenti per essersi appropriato delle loro teorie traendone un notevole vantaggio economico. Fra le varie imputazioni di plagio c’è anche quella del rito orgiastico del culto del femminino sacro. Come viene anche scritto nel romanzo, Dan Brown considera quella scena solo una citazione al film Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick. (www.cesnur.org/2006/mi_brown.htm) 50

51 È

anche interessante notare come al sesto posto vi sia Steven Spielberg e in cima al podio Tom Cruise, forse il più famoso tra gli adepti della setta/religione di Scientology). forbes.com/ 2006/06/12/06celebrities_money-power-celebrities-list_land.html 51

Lo stesso giorno esce contemporaneamente nelle sale cinematografiche di molte nazioni52 il remake del film del 1976 The Omen (Omen: il presagio, Richard Donner, USA, 1976).53 Tralasciando le qualità filmiche della versione del 2006 (Omen: il presagio, John Moore, USA) questa coincidenza di date sembra una vera e propria celebrazione di un anniversario importante. Nel cast viene scelta Mia Farrow, che aveva già interpretato il ruolo della protagonista nel controverso film Rosemary’s Baby di Polanski, per interpretare il ruolo della bambinaia devota a Satana. È palese l’intento dei produttori di rievocare gli anni ’70. Il caso della nascita della Chiesa di Satana, avvenuta ufficialmente il 30 aprile del 1966,54 rimane un caso storico poiché, per la prima volta in Occidente,55 è resa ufficiale un’organizzazione a carattere esoterico dichiaratamente anticattolica. Nel 1975 avviene una scissione all’interno di questa organizzazione luciferina, dando vita a una meno popolare chiesa satanica chiamata Tempio di Set con a capo Michael Aquino. Il fenomeno del satanismo oscilla da movimenti filosofici che guardano alla figura del Diavolo come un agente simbolico di liberalizzazione da una società sbagliata a gruppi inclini all’adorazione di un Diavolo inteso in senso cristiano realmente evocabile tramite riti satanici. Massimo Introvigne, nel suo Dossier sul satanismo contemporaneo, identifica questi satanisti adulti, quindi organizzati e socialmente attivi, in due filoni relativi proprio alla Chiesa di LaVey e a quella di Aquino:

52

Un lusso concesso a ben pochi film.

Seguendo il successo del film Rosemary’s Baby sul concepimento diabolico, anche The Omen narra della nascita del figlio di Satana. 53

54

Nella Notte di Valpurga. Nella tradizione germanica è considerata la notte delle streghe.

In realtà già intorno alla metà del XVIII secolo nacque a Londra l’Hellfire Club, una società segreta e molto elitaria da molti considerata una delle prime manifestazioni del satanismo moderno. Il loro motto era Fay ce que vouldras (Fa quello che vuoi) che verrà acquisito dal pensiero di Aleister Crowley. 55

52

Il satanismo " razionalista " - il cui esempio più tipico è la Chiesa di Satana californiana, e che è oggi nettamente prevalente nel mondo - venera Satana come simbolo o archetipo della trasgressione e della possibilità per l'uomo di trascendere i propri limiti rimuovendo qualunque scrupolo di tipo convenzionale o morale. Lascia in sospeso - o talora risponde in modo negativo - al quesito se Satana esista veramente come persona. Il satanismo " occultista " - la cui principale organizzazione è il Tempio di Set, nato da uno scisma della Chiesa di Satana che si è consumato nel 1975 proprio intorno alla questione dell'esistenza reale e personale del Diavolo - crede invece che Satana esista veramente come persona, che può essere evocata e con cui si può entrare in un rapporto diretto. 56

Dalle parole pronunciate da Aleister Crowley all’inizio del 1900 " Fa ciò che vuoi sarà la tua unica legge" (si veda il capitolo 1.6), si sviluppò una moltitudine eteroclita di movimenti iniziatici e spiritualisti di natura luciferina, cristiana, atea e filo-orientale. Nel mondo dello spettacolo i seguaci di Crowley sono molti: [...] già i Beatles lo avevano inserito fra le "persone che ci piacciono" sulla copertina del famoso Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Jimmy Page (già dei Led Zeppelin) è uno dei maggiori collezionisti mondiali di materiale crowleyano e ha, addirittura, acquistato la casa del "Maestro Therion " a Boleskine; Ozzy Osbourne e David Bowe hanno menzionato Crowley nelle loro canzoni e Sting si è dichiarato " thelemita " in un’intervista a " Penthouse " . E la lista potrebbe continuare.57

Per quanto rig uarda il mondo del cinema si fa menzione di tendenze occultistiche e neopagane all’interno di Hollywood fin dagli anni ’30. Nell’intervista Magia nera a Hollywood del periodico Cinema Illustrazione del 1933 di Cesare Zavattini, Louis Sassoon fa molti nomi dello spettacolo,58 soprattutto attori, che si adoperavano in rituali e che frequentavano giri di veggenti e maghi: “Voi sapete che gli attori sono sempre stati delle persone creduli e superstiziose. Potete darle a bere ad essi come alla più ingenua comare. Appunto per questo Hollywood è la dimora ideale per tutti gli indovini, chiromanti, oniromanti e… lestofanti del genere.”59 Dossier – Il satanismo contemporaneo, Massimo Introvigne, Discussioni Nuove, ElleDiCi editore, 1997 56

57

Il cappello del mago, Massimo Introvigne, SugarCo, Milano 1990, p. 291

Tra cui Cecil B. De Mille, Kay Francis, Robert Montgomery, Rodolfo Valentino, Joan Crawford, e tanti altri. 58

Magia nera a Hollywood, intervista a Louis Sassoon, Cesare Zavattini, Cinema Illustrazione n. 15, 12 aprile 1933 59

53

Negli anni ’40 s’inizia a sviluppare all’interno del nuovo circuito underground del cinema, quel movimento che costituirà il New American Cinema, una tendenza alla rivisitazione del mito. Autori come Stan Brakhage, Gregory Markopoulos o Kenneth Anger iniziano ad utilizzare temi e immagini mitologiche in chiave archetipica jungiana,60 in cui un simbolo è erede di una cosmologia e Tradizione Universale che fa riferimento all’immaginario collettivo. Kenneth Anger è stato forse il principale esponente di questo cinema underground mitologico. Americo Sbardella parla così del suo cinema: Anger collega sapere magico e processo filmico; i suoi studi esoterici rientrano in quest’area visionaria mostrando oggetti e situazioni di forte pregnanza animista. […] Assistiamo ad un esoterismo disincantato, ad una magia funzionale, ma di seconda mano, attraverso vibrazioni di colore ed effetti stroboscopici. […] Dietro quelle storie sataniche che mescolano elementi del fumetto con quelli dell’alta poesia, scopriamo l’ironia, la finzione, il dissolversi della figura dell’artista in quella del mago-illusionista.61

Kenneth Anger, regista e artista, fu seguace del pensiero di Crowley e fondatore della setta Magic Circle62 che poi divenne la Chiesa di Satana di LaVey63 . Nonostante i suoi cortometraggi e lungometraggi abbiano sempre fatto parte di quel circuito cinematografico underground, Anger aveva molti contatti con il mondo di Hollywood e con personalità di spicco dello spettacolo. Nel suo libro Hollywood Babylon (1965) Kenneth Anger, che aveva personalmente vissuto una vita piena di eccessi e sregolatezze, racconta gli eccessi della vita dei divi di quegli anni, e testimonia come molti nomi noti, soprattutto attori, partecipassero regolarmente a riti satanici. In questi ultimi anni si sta verificando un ritorno sulle scene di autori proveniente dall’underground statunitense e anche i film di Kenneth Anger stanno tornando a Cinema indipendente USA degli anni ’70, Pesaro, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Americo Sardella, Filmstudio, 1973, p. 12 60

61

Ibid., p. 12-13

Ha utilizzato questo nome, più precisamente Magick Lantern Cycle, per la raccolta di alcuni suoi film. 62

Dossier – Il satanismo contemporaneo, Massimo Introvigne, Discussioni Nuove, ElleDiCi editore, 1997 63

54

circolare negli ambienti giovanili del XXI secolo. Possiamo ricordare i seguenti film facenti parte della collezione Magick Lantern Cyrcle: Fireworks (1947), Puce Moment (1949), Eaux d’Artifice (1953), Inauguration of the pleasure dome (1956), Scorpio Rising (1963), Kustom Kar Kommandos (1964), Invocation of my demon brother (1969), Rabbit’s Moon (1950. Successive versioni del 1972 e 1979) e Lucifer rising (1980).64 Quest’ultimo cortometraggio, che mette in scena un racconto mitologico che parte dall’Antico Egitto e arriva al satanismo moderno, fino al culmine dell’apparizione di dischi volanti (U.F.O.), vuole essere un regalo di compleanno per l’avvento della nuova Era dell’Acquario. Esso sintetizza la commistione e la compresenza negli anni ’70 delle tre fondamentali tradizioni esoteriche della società post-moderna: tradizioni egizie (passato), occultismo (presente), scienze laterali o fantascienza (futuro). Anche Roman Polanski conobbe personalmente Anton LaVey. Come afferma anche lo studioso Massimo Introvigne, egli lo ingaggiò come consulente per la realizzazione di Rosemary’s Baby, in quanto il suo film avrebbe dovuto simboleggiare l’inizio dell’anno 1 della Chiesa di Satana, chiesa di cui, secondo voci incontrollate, lo stesso regista avrebbe fatto parte. Come pure incontrollate sono le fonti che suggeriscono la possibilità che LaVey partecipò anche come comparsa al film di Polanski impersonando Adrian Marcato, il Diavolo che presiede alla scena del rito satanico.65 In realtà ci sono molte voci che smentiscono questo dato, anche se è riscontrabile, all’interno di quella sequenza, la presenza in alcuni fotogrammi di una figura che si riferisce, per una palese somiglianza, all’high priest Anton Szandor LaVey. Roman Polanski fu coinvolto poi nella tragedia, passata alla storia come la Strage Probabilmente il film più elaborato di Anger, è ambientato in vari antichi siti magici in Egitto, Inghilterra e Germania. La colonna sonora sperimentale fu composta e registrata in prigione da Bobby Beausoleil dopo le sue implicazioni con il gruppo The Family di Charles Manson. In seguito è stata editata un’altra versione con la colonna sonora precedentemente composta da Mick Jagger dei Rolling Stones. Il film, costituito da un montaggio, una struttura e un’impostazione visiva sperimentale, è considerato un masterpiece del cinema underground e avant-garde. 64

Dossier – Il satanismo contemporaneo, Massimo Introvigne, Discussioni Nuove, ElleDiCi editore, 1997. Lavey ha preso parte ufficialmente come attore nei film Angeli Bianchi… Angeli Neri (ita, Luigi Scattini, 1970) e The Devil's Rain (USA, Robert Fuest, 1975). 65

55

di Bel Air, che lo etichettò definitivamente come regista maledetto. Pochi giorni dopo l’uscita nella sale del film Rosemary’s Baby, fu brutalmente assassinata da un gruppo seguaci dell’hippie satanista Charles Manson (1934-) la moglie di Polanski, l'attrice Sharon Tate, incinta di otto mesi.66 Manson, leader spirituale della setta filo-satanista chiamata Famiglia, fu in seguito condannato anche perché ritenuto responsabile di altre stragi. Tralasciando tutti i misteri e le dicerie che aleggiano intorno a questo fatto, soprattutto intorno alla questione di un effettivo coinvolgimento di Polanski in questi assassini, è decisivo notare come il caso scosse l’America e il mondo intero. Il fatto, che fu molto strumentalizzato da mass-media e organi amministrativi, riportò l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno della controcultura che si stava sviluppando in quegli anni e dei suoi effetti sulla società. Manson è oggi uno dei criminali più famosi d'America ed è entrato a far parte della parte oscura dell'immaginario collettivo americano. Il suo volto è diventato una vera icona soprattutto fra i giovani: la sua immagine è riprodotta su magliette, poster e loghi. Jack Nicholson, in un’intervista rilasciata sul Corriere della Sera, racconta di come Stanley Kubrick gli consigliò di ispirarsi a Manson per interpretare il ruolo di Jack Torrance per il film The Shining (Shining, Stanley Kubrick, USA, 1980). " Dovrai avere sempre gli occhi sbarrati per il tuo Torrance: pensa alla fotografia dell'arresto di Charles Manson dopo la strage di Sharon Tate. " Ogni giorno mi arrivavano le pagine scritte da Kubrick sulle scene da girare e c'era sempre, a margine, il nome di Manson. Potevo vedere, leggendo le note, tutti i fantasmi della sua mente ma anche la sua ironica fantasia.67

ASPETTI

ESOTERICI DEL CINEMA ALLA NEW AGE 2.5

66

. DALL’ALCHIMIA

Protagonista nel 1967 di The Fearless Vampire Killers, (R. Polanski).

In ricordo di Kubrick, Corriere della Sera, 10 Marzo 1999. Intervista a Jack Nicholson presente anche sul sito www.archiviokubrick.it 67

56

Come un alchimista, il regista lavora sulla trasformazione dei “materiali”. “Ora, lege, lege, lege, relege, labora et inuenies.”:68 se per l’alchimia tradizionale gli atteggiamenti ideali dell’alchimista sono quelli della ricerca solitaria caratterizzata dal ritiro, dallo studio e dal lavoro manuale, nel cinema questo modus operandi è centrale per il lavoro di alcuni autori che hanno trasformato il loro mestiere-arte nella ricerca della costruzione di una Grande Opera, o meglio di quella cattedrale gotica di cui abbiamo parlato precedentemente.69 Il film è così generato da questi artisti-maghi in due dimensioni, interno ed esterno, occultando intenzionalmente e rendendo ambiguo, proprio come l’autore alchemico, quel nucleo interno che costituisce il luogo dell’esplorazione per chi raccoglie quei messaggi e desidera conoscere l’opera intimamente e viverla. Tra il 1960 e il 1980 appare visibile nell’opera di tanti artisti questa inclinazione alchemico-spirituale di voler celare un messaggio all’interno dei propri lavori. Sono famosi a questo riguardo i messaggi subliminali dei Rolling Stones o dei Beatles nelle loro canzoni. L'esempio più eclatante del “mix” anni ’70 tra cinema, ed esoterismo, è quello di Alejandro Jodorowsky. Il suo “colossal” hollywoodiano, The Holy Mountain (La Montagna Sacra, Messico, USA, 1973) richiamò l’attenzione di molti filo-esoteristi dello spettacolo. La particolarità dell'opera di Jodorowsky consisteva nel fare un uso alchemico esplicito del cinema: quello che gli interessava non era tanto produrre un film di finzione, quanto di costruire una sorta di rito iniziatico praticabile da chi avesse voluto parteciparvi. Lo stesso autore afferma che il suo scopo ultimo non è quello di realizzare un'opera di fiction: “Io non cerco di chiamarmi scrittore o cineasta. Io faccio un’opera. Preferisco chiamarmi alchimista”.70 Il cinema per Jodorowsky è una grande magia, un “Prega, leggi, leggi, leggi, rileggi, lavora e allora troverai.” Mutus Liber, XIV Tavola, Altus, 1667. Si veda il capitolo 1.5 68

69

Vedi capitolo capitolo 1.5.

Intervista ad Alejandro Jodorowsky, a cura di Massimo Monteleone in “Videodrome”, maggio – giugno 1989 70

57

mondo fatto di simboli esoterici volti all’interpretazione della realtà e di se stessi. Dagli anni ’70 in poi questo film è diventato un cult-movie71 e fino ai giorni nostri ha condizionato e influenzato autori in molti settori dell'arte. Alchimia, paganesimo, orientalismo, libertà sessuale e psichedelia diventavano punti di riferimento per il movimento contro-culturale degli anni settanta. Il cinema stesso comincia ad assumere nei confronti delle tematiche esoteriche il doppio ruolo di recettore e di amplificatore di simboli, sotto il potere del regista. Possiamo a questo proposito ricordare il film cult inglese The Wicker Man (id., Robin Hardy UK, 1973).72 Un regista può trasmettere un messaggio nonostante esso non sia né visibile né udibile, ma semplicemente intervenendo su piano puramente conoscitivo. In The Tragedy of Macbeth (Macbeth, USA , 1971) Roman Polanski ha affidato la composizione della colonna sonora alla progressive-rock band The Third Ear Band, utilizzando i membri del gruppo musicale anche come comparse nelle vesti di menestrelli. Non crediamo sia casuale la scelta di questa band composta da filoesoteristi.73 Le Locataire (L’inquilino del terzo piano, Francia, USA, 1974), sempre di Polanski, può essere visto da una nuova angolazione se considerato alla luce del Mito di Osiride. L’autore inserisce all’interno del proprio film una grande quantità di espliciti riferimenti all’egittologia che, all’apparenza, non hanno nessun riferimento con la storia che che scorre sullo schermo. Questi elementi fungono da segnali per indicare che bisogna usare la chiave egittologica per poter decrittare il film.74 Negli anni settanta nasce e si sviluppa in California, la terra-madre del cinema americano, anche il movimento new-age. Il fenomeno della New Age è fortemente influenzato dalle correnti filosofiche orientali e rappresenta una ricerca spirituale volta al “potenziamento delle capacità umane”. Sebbene questa nuova filosofia-religione 71

In questo caso la parola di culto acquista un plusvalore.

72

È stato tratto un remake nel 2006 dal titolo omonimo (Il Prescelto, Neil LaBute, USA)

73

Possiamo ricordare per esempio il loro primo album Alchemy (EMI Harvest, 1969).

74

Tenteremo una piccola analisi del film nel capitolo 3.2 58

inglobi al suo interno gruppi con idee anche molto diverse tra loro e lasci grande spazio anche all'interpretazione personale, possiamo individuare al suo interno un tema centrale che in qualche modo attraversa trasversalmente tutto il movimento New Age: l’avvento dell’Età dell’Acquario. Questa nuova era zodiacale si contrapporrebbe a quella dei Pesci, ovvero, secondo questa visione, si passerebbe da un'epoca " dominata dalla razionalità, dal conformismo, dalla paura, dal dolore, dal fanatismo e dalla violenza, a una nuova era in cui i valori dominanti saranno l’emotività, l’espressività del corpo, l’energia della mente-spirito e la visione magica del mondo”.75 La “rivoluzione” culturale, che viene collocata storicamente proprio in California, più precisamente nella comunità di Esalen nel 1962, trova uno dei suoi massimi mezzi di comunicazione proprio nel cinema di Hollywood che, dalla fine degli anni ’60 a oggi, propone continuamente nuove soluzioni spirituali e nuove letture della società grazie all’utlizzo di simboli esoterici.76 Tra i tanti film contemporanei che s’inseriscono nel filone che ha avuto origine dalla new-age possiamo ricordare The Matrix (Matrix, Larry e Andy Wachosky, USA, 1999).

2.6

LA “VIA”

DEL CINEMA

Al termine di questa breve trattazione dei rapporti tra cinema e movimenti spirituali quali:l’associazionismo massonico e iniziatico, il settarismo di ordine satanico, la rivisitazione cristologica e biblica, l’alchimia e la ricerca sapienzalesimbolica, possiamo notare come l’utilizzo che gli registi fanno della simbologia esoterica delle varie tradizioni è molto eterogeneo. Alcuni autori preferiscono farne un uso più sottile e invisibile, come è il caso di Stanley Kubrick, mentre altri palesano in maniera più evidente il segno esoterico, come fa Roman Polanski in molti suoi film. Il film esoterico è come una costruzione architettonica: ha un interno (eso) e un 75

Cit. Nomadi spirituali. Mappe dei culti del nuovo millennio, Cecilia Gatto Trocchi, Mondadori, 1998

Cfr. Il dio della California: la new age cinematografica, Claudio Siniscalchi, Ente dello spettacolo, Roma, 1998 76

59

esterno (exo). Solo un’analisi dei simboli e dei rimandi alle tradizioni esoteriche può aiutare a capire se nel dentro del film esista una coerenza esoterica generale oppure se siano semplicemente presenti elementi esoterici non legati tra loro. Spesso i registi e i produttori scelgono di inserire dei simboli e dei riferimenti alle tradizioni esoteriche esclusivamente come elementi estetici, più per uno spirito di attrazione al mistero, film con elementi e contenuti esoterici, che per l’obiettivo di una ricerca spirituale o la diffusione di un messaggio esoterico, film esoterico. Proprio perché in questi anni viviamo in un mondo in cui il mistero “vende molto” è difficile individuare in un regista la reale volontà di inserire un messaggio esoterico nella propria opera, a meno che non si posseggano testimonianze dirette o prove che verificano un suo interesse più che superficiale nei confronti dell'esoterismo in genere o di una delle sue correnti interne. Possiamo ricordare come il cinematografo fu un’invenzione con fini puramente tecnologici, nessuno poteva immaginarne il successo e l’importanza che avrebbe avuto nella società . A differenza della cinepresa e del proiettore, il ling uag g io cinematografico invece, fu proprio l’invenzione di un sistema di relazioni multimediali che permetteva di comunicare con lo spettatore. Ma come si affermò questa nuova “lingua”? Le cronache del tempo, tra '800 e '900, ci narrano come le reazioni del pubblico alle proiezioni di primi piani, carrellate, o ancora “peggio” esperimenti di montaggio (come ad esempio le magie di Meliés) provocavano spesso un senso di disagio, di comicità, o anche di paura. Questo perché il pubblico non era ancora pronto, o meglio, istruito a tale linguaggio. A differenza del linguaggio verbali, di quello musicale, il linguaggio cinematografico si era insediato nella società senza permettere quel necessario processo di assimilazione e adattamento. Allora ci si potrebbe chiedere se il film non sia di per se stesso un prodotto esoterico, qualcosa che richieda una sorta di iniziazione per essere compreso. Il cinema in realtà ha la possibilità, in un futuro, di diventare strumento o generatore di simboli per un’elevazione verso nuovi stati dell’essere, grazie alla sua 60

capacità di coinvolgere l’intero essere lavorando sul conscio l'inconscio e i sensi di percezione. Questa presa di coscienza del proprio potenziale comunicativo comincia a esplicitarsi proprio durante gli anni '70. Le case di produzione consapevoli della rivoluzione culturale in atto e del rinnovato interesse per le tematiche occulte e spirituali premono l’acceleratore sulla realizzazione di film con elementi e contenuti esoterici.77 La verificabilità del successo e della presenza della tradizione esoterica all’interno delle ultime produzioni hollywoodiane è supportata anche dal successo del modello di sceneggiatura proposto da Christopher Vogler. Il suo testo del 1998, The writer’s journey. Mythic structure for writers,78 è oggi considerato dai produttori e, quindi, dagli sceneggiatori, come la “Bibbia” della scrittura cinematografica. Esso mette in relazione la struttura della sceneggiatura con il viaggio dell’Eroe, ovvero quel percorso iniziatico a cui è sottoposto il personaggio per elevarsi al di sopra degli altri. Il modello proposto da Vogler è rintracciabile nella maggioranza dei film hollywoodiani prodotti dagli anni ’90 che, pur non contenendo simboli o simbologie di ordine esoterico, incoroporano in sé un percorso di tipo iniziatico. Non è un caso che Vogler abbia individuato queste corrispondenze l’anno prima dell’uscita di The Matrix, che può essere considerato il film più rappresentativo del “viaggio dell’eroe”. Per concludere questo capitolo sul rapporto tra l’esoterismo e il cinema possiamo ricordare il suggerimento di Mircea Eliade secondo cui il cinema, oltre ad essere stato influenzato dalle tradizioni esoteriche, dagli anni ’70 ha contribuito alla nascita e alla diffusione di “una specie di religione pop”79 o, meglio, di un pop-esotericism.

Anche industrie, come per esempio la società informatica Apple inc. nata proprio negli anni ‘70, il cui presidente Steve Jobs è anche azionista maggioritario della Walt Disney e della Pixar, “giocano” ad immergersi in tematiche esoteriche. 77

78

Cfr. The writer’s journay. Mythic structure for writers, 2nd Edition, Christopher Vogler, 1998

79

Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano, 2004, p. 66

61

C A PI TO LO I I I L’esoterismo nel cinema degli anni ‘70 La moda underground del Via#io in Oriente $Journey to the East%1 di Hesse $1951% anticip& negli anni '50 il revival de"'occulto che sarebbe esploso negli ultimi anni '60. Ma chi ci dir( l'interpretazione de"o stupefacente successo di Rosemary's Baby e di 2001, Odissea ne"o spazio? Mi limito a porre la domanda.2

3.1

IL

CLIMA CULTURALE E ARTISTICO

Al crocevia degli anni ’70 l’interesse dei giovani per l’esoterismo riscontra molte conferme all’interno degli ambienti artistici e, soprattutto, in quello musicale: abbiamo già visto molte tra le band più rappresentative della cultura giovanile, come i Beatles, i Rolling Stones,3 ma anche band più dure come i Black Sabbath (già il nome racchiude un intento occultista) o i Led Zeppelin, avessero rapporti più o meno dichiarati con l’occultismo. Al di là del riferimento a singole band nell’intero movimento musicale si riscontrano richiami alle tradizioni esoteriche occidentali e all’affermazione di un misticismo di tipo orientale, basato cioè sulla ricerca interiore, e sull’utilizzo di allucinogeni, come l’LSD.4 Per i giovani della cultura pop e psichedelica degli anni ’60 tutto ciò - musica, droghe, tradizioni esoteriche - sono utilizzate come

Il titolo originale italiano del romanzo di Herman Hesse è Il pellegrinaggio in Oriente (1932). È un racconto tutt’oggi di successo ed è considerato l’effige della sua intera opera. Come anche in Siddharta (1922) la narrazione oscilla tra l’esistenzialismo del primo dopoguerra e il misticismo orientale, una fusione avanguardistica che ha influenzato le nuove generazioni degli anni ’60. 1

2

cit. Occultismo, stregoneria e mode culturali, Mircea Eliade, Santoni, Milano 2004, p. 69

Tra le loro composizioni a carattere luciferino possiamo ricordare la celebre Sympathy for the Devil, inserita tra l’altro nel cult-movie Apocalypse Now (id., Francis Ford Coppola, USA, 1971), e Paint it Black (1963) usata da Stanley Kubrick in Full Metal Jacket (1987). 3

La sostanza allucinogena più in voga tra i giovani dai primi anni ’60. Molti artisti del periodo ne facevano uso e la citavano nelle loro opere, come i Beatles con la canzone Lucy in the Sky with Diamonds. 4

62

“porte”5 per una ricerca di stati di coscienza alterati, “che conducono a viaggi sensoriali percepiti come simbolici del contatto con un cosmo anch’esso allargato”,6 simile a quella narrata nell’ormai “tardo” 1980 da Ken Russell in Altered States (Stati di allucinazione, USA). Anche il cinema underground, che in quegli anni aveva un grande seguito tra i giovani, trova forza sinergica oltre che nella messa in scena di immagini psichedeliche anche grazie all’utilizzo di droghe: come scrive Amerigo Sbardella In quegli anni poteva accadere (ed è realmente accaduto a Londra e negli Stati Uniti) che qualche autore underground americano, trasformatosi per l’occasione in sacerdote e maestro, distribuisse mescalina, funghi allucinogeni e L.S.D., in una sorta di eucaristia pagana, utilizzando poi i propri film come mappe per guidare il viaggio del neofita verso le incredibili meraviglie dei “mondi astrali”.7

L’arte diventa una nuova forma di rito d’iniziazione. I giovani sono chiamati a dar vita a un processo storico in cui “arte, scienza e metafisica, separate per così tanto tempo nel mondo specializzato dell’Uomo Occidentale, stanno riconvergendo; l'interfaccia rivela una più vasta e più profonda realtà che attende la nostra ricerca.”8 Abbiamo già accennato al successo riscontrato in quegli anni dalle pubblicazioni di divulgazione scientifica:9 alle scoperte archeologiche e al progresso tecnologico si affianca la diffusione di idee che ora passano dalla cerchia tecnico-scientifica elitaria (o Dal termine doors utilizzato dallo scrittore Aldous Huxley in The doors of perception in cui analizza il rapporto tra l’assunzione di droghe (mescalina) e la percezione della realtà. La famosa rock band The Doors è stata ispirata dallo studio di Huxley per la scelta del proprio nome. 5

6

Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 186

Cit. Cinema indipendente USA degli anni ’70, Pesaro, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Americo Sardella, Filmstudio, 1973, p. 5 7

Cit. “Art, science, and meta-physics, separated for so long in the specialized world of Western man, are reconverging; the interface reveals a broader and deeper reality awaiting our investigation.” [trad.] Expanded cinema, Gene Youngblood, P. Dutton & Co. Inc., New York, 1970, p. 45 8

Già abbiamo parlato nel capitolo 2.3, per esempio, del rinvenimento dei manoscritti di Nag Hammadi e dei rotoli del Mar Morto, due delle scoperte più importanti del secolo, oppure dell’importanza che ha dato Mircea Eliade, studiando il fenomeno dell’esoterismo negli anni ’70, ad alcune pubblicazioni come le monografie di Gershom Scholem sulla Qabbalà, lo gnosticismo ebraico e i sistemi mistici, o i saggi di Antoine Faivre sull’esoterismo del XVIII secolo. Mircea Eliade, Occultismo, stregoneria e mode culturali, Santoni, Milano 2004, p. 56 9

63

“iniziata”) a una cerchia popolare (“non iniziata”). Grazie a questo “boom” di circuitazione d’informazione, il popolo dei giovani apprende, negli anni ’70, nuove teorie scientifiche e, soprattutto, riscopre tutti quei testi ritenuti “esoterici”, dando così una spinta innovativa all’arte. Va detto che il livello d’apprendimento, acquisito tramite quel genere di divulgazione, risulta dozzinale e superficiale. Per questo motivo molti esoteristi ritengono che quella che era l’antica via iniziatica diventa, a questo punto del ‘900, contro-iniziatica, ossia non richiede più un “rito” per l’ammissione all’interno di un livello sapienzale destinato a pochi.10 Gli anni ’70 rimangono comunque un periodo interessante e particolare per la storia dell’esoterismo: è presente un rinnovamento culturale e artistico molto profondo che affonda le proprie radici in un rinnovamento spirituale, in una rilettura delle antiche tradizioni esoteriche e in una visione positivista delle nuove tecnologie e delle scoperte scientifiche. Questo sentimento di rinnovamento, rennovatio cosmica, è condiviso dai vari artisti. Esiste una vera e propria collaborazione e uno scambio d’idee : un fenomeno paragonabile al fermento intellettuale e artistico che caratterizzava, non a caso, il Rinascimento. In questo compatto movimento artistico il cinema e la musica si pongono spesso in una posizione dialogica, come nel caso del rapporto tra Kubrick e dei Pink Floyd.11 Questa importantissima band fu talmente colpita dai suoi film che nella loro discografia sono individuabili molti riferimenti all’opera kubrickiana (interesse contraccambiato nel personaggio del dr. Heywood Floyd?). I Pink Floyd nelle loro interviste hanno sempre espresso il loro rammarico per non aver potuto curare la Dobbiamo aggiungere però che società veramente iniziatiche esistono tuttora e, sicuramente, la loro funzione di perpetuazione di antichi insegnamenti e antiche conoscenze è ancora valida: spesso combattono anche quella “giungla di informazioni” che si è creata attorno a questi argomenti. 10

Roger Waters, il leader dei Pink Floyd, ha dichiarato più volte la sua ammirazione per il cinema di Kubrick. Ha anche confessato di aver più volte richiesto l’autorizzazione, sempre negata, di inserire campioni sonori di 2001 nei suoi album solisti. (RockLine radio show and interview with Roger Waters, 8 Febbraio 1993, (www.rogerwaters.org/rocklineint.html). In Perferct Sense, Part I dell’album Amuse to Death (1993) ha inserire un messaggio subliminale per Kubrick. Mandando al contrario il brano è possibile ascoltare le seguenti parole: “Julia, /however /,in the light and visions of the issues of Stanley, /we changed our minds. /We have /decided to include a backward message. /Stanley, for you, /and for all the other book /partners.” 11

64

colonna sonora di 2001: è interessante a questo proposito notare come il brano Echoes (dal loro album Meddle, 1971) sia stato probabilmente composto sulle immagini del quarto capitolo Jupiter and beyond the infinite. Tale sovrapposizione è facilmente verificabile facendo partire il brano sul cartello della versione NTSC americana.12 Negli anni ’70, dunque, tecnologia, arte e metafisica confluiscono in un nuovo movimento culturale che trova nel cinema la sua denominazione nell’expanded cinema. L’expanded cinema non costituisce un genere, un processo di composizione formale, ma un nuovo spirito di ricerca capace di assorbire vari procedimenti e dispiegare varie soluzioni. […] Con l’expanded cinema viene creata una prospettiva pragmatica che collega o forse assorbe gran parte dell’avanguardia cinematografica americana favorendo intorno al 1970 più ampi sbocchi alla nuova civiltà dell’immagine.13

L’artisticità di un film viene così contaminata dalla propensione del registaartista-mago a una conoscenza che va da un’archeologia del sapere all’immaginazione futurologica.

3.2

KUBRICK

E

POLANSKI:

IL

TAO

DEL CINEMA

In linea con la caratteristica principale dell’artista-mago, cioè di vivere avvolto nel mistero proiettando all’esterno un’immagine quasi sovrannaturale, Kubrick e Polanksi sono assorbiti dalla cultura del nostro tempo evocando ormai un’aura misterica che li rende protagonisti di numerose leggende e dicerie. Esistono alcune testimonianze molto dirette che alimentano il mito come quella della sorella di Sharon Tate che afferma: “Pochi sanno che mia sorella era affascinata dal demonio. Sharon […] quando aveva incontrato Roman Polansky, si era subito interessata a lui per la fama diabolica che il regista polacco si era conquistato con la sua

Questo esperimento di sincronizzazione è già da tempo diffuso su internet. È visionabile sul sito di youtube.com (www.youtube.com/watch?v=mfgoVZswC4k). 12

Cit. Cinema indipendente USA degli anni ’70, Pesaro, Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, Americo Sardella, Filmstudio, 1973, p. 21 13

65

opera e anche con alcuni episodi della sua vita…”.14 Questi dati non sono stati comunque confermati dal regista, che, anzi, si definisce non credente (nel Diavolo cristiano) e ovviamente non coinvolto nel satanismo contemporaneo.15 Anche questa leggenda ha contribuito ad attribuire a Polanski la fama di regista luciferino. Anche intorno a Kubrick ruotano numerose dicerie difficilmente verificabili. È noto l’episodio dell’utilizzo dell’unico esemplare di lenti Zeiss del telescopio della NASA che gli furono prestate, misteriosamente senza nessun problema, per permettergli di filmare le famose scene illuminate solo dalle luci di candele nel film Barry Lyndon (id., Stanley Kubrick, UK, 1975). La spiegazione consisterebbe nel fatto che a Kubrick sia stata affidata dalla NASA la supervisione delle riprese in studio del finto allunaggio dell’Apollo 11 del 1968. Secondo alcune teorie la missione Apollo 11 fu infatti solo una messa in scena degli U.S.A.16 per vincere la gara delle conquiste spaziali contro l’ex U.R.S.S., per riaffermare al mondo la supremazia americana17 (anche alcuni film hanno tratto spunto da questa vicenda18 ). Sempre nell’ambito delle dicerie non attualmente sottoposte a verifica certa ci sono poi le storie che intrecciano i registi con l’esoterismo e il potere. Nel caso dell’omicidio di Sharon Tate in cui alcuni hanno visto una punizione inferta a Polanski da gruppi satanisti influenti anche nella politica americana, per aver rivelato alla massa l’esistenza e la pratica di culti e riti satanici. Anche Kubrick, invece, sarebbe stato assassinato dalle stesse lobby, sempre per aver rivelato alla massa, nel film Eyes Wide Shut, l’esistenza di società esoteriche. 14

Cit. Intervista a Patty Tate sul settimanale Rosa&Nero, 14 aprile 1995

15

Roman Polanski, Cappabianca Alessandro, Le Mani 1997, p. 21

16

L’idea di spettacolarizzare l’allunaggio sarebbe stata suggerita dal massone Walt Disney.

Molte di queste teorie sono esposte nel mockumentario francese The Dark Side of the Moon (Opération Lune, 2002) di William Karel, con le dichiarazioni di Christiane Kubrick, vedova di Stanley. Il mockumentario è visionabile sul sito www.jonhs.net/freemovies/ dark_side_of_the_moon.htm 17

Ricordiamo per esempio il film Capricorn One (id., UK, USA, 1978) di Peter Hyams anche autore del sequel di 2001. 18

66

Non ci interessa in questa sede indagare la realtà di questi fatti. Riteniamo però importante sottolineare come, intorno alla figura di Kubrick e di Polanski, si sia sviluppata l’idea del regista-mago, implicato in mondi occulti, irraggiungibili dai profani, proprio com’era accaduto a molti artisti del passato. Kubrick e Polanski davano molta importanza per il loro lavoro allo studio e all’approfondimento d’ogni tipo di conoscenza. Le loro interviste sono sempre state molto precise, tecniche e brillanti e spaziano tra i più disparati campi, ma i temi che assillano maggiormente i due sono di ordine universale: l’idea di Dio e il ruolo dell’uomo sulla Terra. I used to talk on the phone to Stanley Kubrick. These were conversations which would last sometimes for a long, long time. I liked him very much. He was brilliant and bright and it was always so exciting to talk to him because he knew so much about everything.19

Molto diversa è stata la vita dei due registi. L’istrionicità di Polanski si contrappone alla freddezza chirurgica di Kubrick. Quest’ultimo amava una vita sobria, seppur carica di esperienze, e non aveva molto da spartire con un giovane hooligano20 di Varsavia.21 Nonostante il loro stile di vita fosse molto diverso i due autori hanno da sempre sbirciato uno sul lavoro dell’altro. Durante le riprese di Dance of Vampires nel 1966, Polanski si ritrova a condividere gli studios inglesi con l’inizio delle riprese di 2001 di Kubrick: non si può escludere che ebbero in quel momento un contatto diretto che sancì l’unione esoterica tra 2001 e Rosemary’s Baby. Entrambi erano attenti ai minimi dettagli e nulla veniva lasciato al caso. Come apprendiamo da varie testimonianze sui due autori spesso la troupe era all’oscuro sul motivo di alcune scelte registiche. Mia Farrow, per esempio, afferma nell’intervista contenuta nel backstage del dvd di Rosemary’s Baby, che Polanski spesso dava più importanza a dettagli, apparentemente inutili, che al resto della scena. Cit. Roman à clef, intervista a Roman Polanski, The Observer, 2 ottobre 2005 (observer.guardian.co.uk) 19

L’uliganismo è un fenomeno identificato fin dalla fine dell’800. Si tratta dell’associazionismo giovanile “da strada” in gang. 20

21

Roman Polanski, Cappabianca Alessandro, Le Mani 1997, p. 18 67

La caratteristica principale dei due è quella di utilizzare un linguaggio esoterico per comunicare con lo spettatore. Nel cinema di Polanski si possono individuare alcune ricorrenze come la presenza dell’elemento dell’acqua, degli spazi ben delineati e inoltrepassabili e claustrofobici, oppure l’utilizzo di finali aperti e a volte ambigui.22 Ma c’è un’altra caratteristica che ci interessa maggiormente prendere in analisi: l’assurdo.23 La situazione assurda, o bizzarra, viene spesso letta, dal non iniziato, in chiave comica. Polanski ne è consapevole. Sapeva per esempio che inserire il tema del vampirismo in una commedia avrebbe divertito la folla, come accadde per The Fearless Vampire Killers.24 Per chi invece è capace di leggere quel linguaggio, l’assurdo può perdere la sua qualità d’indecifrabilità e far emergere il “messaggio nascosto”. Quando Trelkowski, ne L’inquilino del terzo piano, trova le varie “parti” dell’ex-inquilina Simone Choule (denti, parrucche, vestiti, abituidini etc.), sta in realtà ripercorrendo il mito di Osiride dello smembramento del corpo e del suo successivo ricomponimento che sancirà una ri-nascita. Il suo travestimento, quasi transessuale, in Simone Choule, indica l’unione Iside-Osiride o la figura alchemica dell’androgino. Torniamo ora al tema centrale dell’idea del sovraumano. La visione di Dio di Polanski e Kubrick è molto simile, entrambi adottano un approccio gnostico alla questione, volto cioè alla conoscenza intellettuale umana, e prendono le distanze dal concetto di Dio della tradizione cattolica. Polanski ci spiega così la sua visione di “ateismo”: Il fatto che io non creda in Dio non vuol dire che io non creda ad una intelligenza superiore alla nostra coscienza. […] Dio, questa intelligenza superiore, si situa su una lunghezza di onda che ci è inaccessibile. Ma il Dio tradizionale [corsivo mio] è un’invenzione degli uomini, degli

22

Roman Polanski, Cappabianca Alessandro, Le Mani 1997, p. 19

23

Ibid., p. 39

24

Ibid., p. 21 68

uomini che hanno paura di ciò che non comprendono e che hanno bisogno di una spiegazione, di una sicurezza, di un aiuto.25

Un po’ meno diretto e più analitico è il l’idea sull’argomento che possiamo trarre da un commento di Kubrick su 2001: Al centro di 2001 c’è il concetto di Dio, ma non un’immagine tradizionale [corsivo mio], antropomorfa di Dio. Non credo in nessuna delle religioni monoteiste della Terra, ma penso sia possibile formulare un’affascinante definizione scientifica di Dio una volta accettato il fatto che esistono circa cento miliardi di stelle solo nella nostra galassia…26

Entrambi gli autori sembrano veri e propri scienziati: dubbiosi, “senza fede” e in continua ricerca. Credono alla ragione e alla capacità dell’uomo di poter far riferimento solo a ciò che si conosce per poter raggiungere uno stato superiore di conoscenza e tutti e due rifiutano l’appiglio propostogli dalle loro culture27 per la visione dell’uomo e del divino. Ogni loro film racchiude un messaggio esoterico all’interno del loro cinema esiste una direzione esoterica ben precisa e unitaria:28 entrambi utilizzano la via gnostica per descrivere e ammonire il mondo. La differenza sostanziale tra i due registi consiste nel fatto che Kubrick sceglie la contemplazione sull’idea di Dio per capire l’uomo, mentre Polanski contempla l’uomo per raggiungere l’idea di Dio.

Da un’intervista con Pierre Loubière e Gilbert Salachas, Téléciné, 147, 1998, contenuta in Roman Polanski, Stefano Rulli, Il Castoro Cinema, mensile diretto da Fernaldo di Giammatteo, La Nuova Italia, marzo 1975, p. 10 25

Relativa a un’intervista che Stanley Kubrick ha rilasciato nella rivista Playboy nel settembre del 1968. Interviste extraterrestri, Stanley Kubrick, ISBN edizioni, Milano, 2006. A cura di Anthony Frewin. Appendice I. Un’interpretazione teologica: Dio in 2001: Odissea nello spazio, Dottor John Braverman, SJ 26

Entrambi di famiglia ebraica sono inseriti in quel contesto cristiano occidentale che ha come fondamento la fede che trascende il sapere intellettuale. 27

Un importante apporto alla lettura esoterica dei film di Kubrick è stato dato dallo storico della musica e del cinema Giuseppe Rausa all’interno della monografia L’enigmatico cinema di Stanley Kubrick edito sul sito www.giusepperausa.it/kubrick_online.html 28

69

3.3

TRA CIELO

E

TERRA

Nel 1968 escono nelle sale 2001: A Space Odyssey tratto dal romanzo di Arthur Clarke e Rosemary’s Baby tratto dall’omonimo best-seller di Ira Levin. I due film diventarono subito un fenomeno di culto tra i giovani. Alle critiche mosse dopo la prima di 2001, Kubrick infatti risponde notando come il pubblico fosse formato più che altro da ultra trentacinquenni, e che conterà in un successo più che altro fra i giovani.29 I film s’inseriscono in quello che Chion identifica come “triplice contesto”: un contesto storico, un contesto culturale generale e un contesto più specificatamente cinematografico.30 Il contesto storico: la competizione spaziale (Guerra Fredda) e l’imminente cambio epocale di rotta della Chiesa Cattolica che culmina nel 1978 con l’elezione al papato di Karol Józef Wojtyła; il contesto culturale: la cultura pop e psichedelica affascinata da temi spirituali-esoterici degli anni ’60; il contesto cinematografico: il rilancio della science fiction e l’inaugurazione di un nuovo filone horror di successo. Un dato interessante è che si trattano di due opere prodotte da due colossi del cinema americano, Paramount per Rosemary’s Baby e Metro-Goldwin-Mayer per 2001. Rosemary e, ancora maggiormente, 2001 rompevano gli schemi del cinema classico, offrendo l’esempio di come l’autore, o in questo caso l’artista-mago, possa orchestrare il proprio film all’interno di quella rigida e “meccanicizzata” industria cinematografica americana. Entrambi i film risultavano ambigui e non diretti, i loro finali non chiudevano il film in modo canonico e molti giovani facevano uso di droghe durante la proiezione inserendosi a pieno titolo nel filone controculturale e di antitradizione cattolica occidentale. Le due opere, a un primo sguardo, possono apparire molto diverse: una è

29

Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 221

30

Ibid., pp. 183-189 70

ambientata nello spazio, “immenso e vuoto”,31 l’altra in una metropoli “piena”, all’interno di un appartamento piccolo e claustrofobico. In 2001 la recitazione dei personaggi è sintetica e i dialoghi ridotti al minimo, sono banditi anche i clichè verbali classici della fantascienza (es. “attivate il fascio di ipernergia!”)32 , mentre in Rosemary le battute scandiscono tutto il film e servono a marcare l’emotività dei personaggi. Inoltre Rosemary parla della nascita del figlio del Diavolo, inteso come portatore di libertà,33 mentre 2001 parla di extraterrestri: quindi dove sono i punti di connessione? A un secondo sguardo i punti di contatto sono decisivi. Se 2001 è la storia mitologica dell’umanità34 e del cammino verso la sua rinascita spirituale (quindi volta all’ispezione del divino), Rosemary’s Baby è la storia dell’essere umano occidentale e del cammino verso la sua ri-nascita sociale; se 2001 inizia all’alba dell’uomo e si sviluppa nell’immensità dello spazio (verso l’alto) alla ricerca di un messaggio alieno (estraneo e nascosto) per giungere a una conoscenza superiore, in Rosemary’s Baby possiamo leggere l’inizio del nucleo familiare occidentale e la successiva ricerca di Rosemary di un messaggio nascosto, o meglio della prova, che le permetterà di conoscere ciò che sta succedendo nella sua casa. Altro parallelo è costituito dalla nascita di un “bambino sacro” in tutti e due film che stiamo considerando: lo starchild kubrickiano (2001) nasce 33 anni dopo il figlio del Diavolo di Polanski (1968). Un ruolo importante è giocato, in termini di messaggio, dai genitori effettivi dei due bambini: nel caso di Rosemary sarà la “setta” (una società diversa) il vero padre di Adrian, mentre in 2001 il padre dello starchild sono gli alieni (gli estranei). Come scrive Alberto Scandola nel Castoro su Polanski del 2005:

31

Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 237

32

Ibid., p. 190

Proprio come esultano gli invitati alla nascita del figlio di Rosemary, il figlio del Diavolo. Secondo la maggior parte dei movimenti satanisti, tra cui la Chiesa di Satana di LaVey, Satana non è il malvagio e perverso demone del cristianesimo, ma è usato come sinonimo di libertà. Il figlio rappresenterebbe quindi il Salvatore dell’umanità. 33

34

Come afferma Kubrick in una delle sue interviste (si veda il capitolo 3.4) 71

Se Kubrick termina la sua Odissea nello spazio con le pulsazioni di un feto ex adulto in orbita attorno alla terra, enigma di un desiderio di fine millennio (“Let’s fuck”, diranno nel 1999 due coniugi newyorkesi), Polanski nasconde nel corpo magrissimo di una martire il feto di un nonmorto, tanto detto, descritto, protetto, atteso quanto alluso.35

La rappresentazione della nascita del simbolico homo novus avviene in modo molto simile a quello delle rappresentazioni alchemiche. Entrambi i neonati fanno la loro comparsa protetti dentro strane culle, il figlio del Diavolo è posto in una culla nera, mentre lo starchild si ritrova dentro a una sfera di luce dai riflessi bianchi che sembra a tutti gli effetti un riferimento all’alchemico uovo filosofico. Come afferma Alessandro Cappabianca, Rosemary’s Baby è caratterizzato da quel tipo di circolarità tanto caro a Polanski. Le immagini iniziano con una panoramica aerea sulle case di New York, soffermandosi poi sul palazzo in stile gotico, e si concludono sempre con una ripresa dall’alto sul suddetto palazzo.36 Entrambe le sequenze sono inoltre collegate dal medesimo tema. Questo tipo di circolarità lo si può riscontrare anche in 2001: il film si apre e si chiude con un momento di vuoto, schermo nero e assenza di suoni; il celebre brano Also sprach Z arathustra è utilizzato un attimo dopo l’inizio, nel momento in cui il “moonwatcher” (la scimmia antropoide) compie il salto evolutivo, e, un attimo prima della fine, nel secondo salto evolutivo in cui nasce lo starchild. In realtà riteniamo che in queste circolarità di forme dei due film s’inscriva una linearità propria del percorso d’iniziazione: i protagonisti (il dr. Bowman e Rose) vengono portati a un livello superiore di conoscenza, e i loro figli ne rappresentano la concretizzazione. Nel caso di Bowman questa rinascita è palese, nel caso di Rose va rintracciata nel passaggio dal delirante terrore di essere minacciata da forze oscure (che culmina con il suo svenimento, come il bicchiere di Bowman che cadrà a terra) all’accettazione del suo nuovo stato di madre del Diavolo. In entrambi i casi i film culminano nella gnosi, che s’incarna, a livello di rappresentazione visiva, in una nascita. I due film sono quindi caratterizzati da una circolarità apparente. 35

Cit. Roman Polanski, Alberto Scandola, Il Castoro cinema, 2003, p. 85

36

Roman Polanski, Cappabianca Alessandro, Le Mani 1997, p. 29 72

Sia in Rosemary’s Baby che in 2001 è presente un vero e proprio viaggio di tipo psicofisico: il trip di Bowman nello Stargate Corridor e l’incubo di Rose (causato da una vera e propria droga) del rito del concepimento diabolico. Bowman si allontana ulteriormente dalla Terra (ascende simbolicamente al Cielo) mentre Rose entra in un luogo (non reale) dal sapore infernale (sotterraneo). È anche centrale il tema dell’incantamento e del rapimento: anche Rose, come l’essere umano di 2001, viene in un primo momento incantata e sedotta dalla setta (come il richiamo del monolito alieno) e poi letteralmente rapita tenuta prigioniera (come l’abduction37 di 2001). Anche l’utilizzo della musica è simile nei due film: entrambi gli autori utilizzano un brano popolare di musica classica, utilizzata per trovare un punto di contatto con gli spettatori, stacchi jazz, soprattutto in scene di distensione, e la musica sperimentale, per suggerire un livello sovrannaturale. Gli elementi visivi comuni all’interno dei due film sono molti. Centrale è il riferimento all’affresco della La creazione di Adamo (1511 circa) del complesso del Vaticano della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti che rappresenta la nascita dell’uomo, che avviene tramite un vero e proprio “cont-atto” con il divino. Michel Chion ci fa notare in 2001 inoltre l’evidente predominanza dei colori bianco, rosso e nero: il bianco delle astronavi e degli spazi umani, il rosso perturbante di Hal-9000 e il nero degli spazi infiniti e del Monolito; ma in realtà ricorrono in tanti altri oggetti. Questi tre colori sono anche i colori fondamentali di Rosemary: il bianco delle scene quotidiane, il rosso acceso di molti elementi significanti,38 e e il nero dell’oscurità e del riferimento alla setta satanica. Nel libro fondamentale dell’alchimia e degli studi esoterici di Fulcanelli, scritto nei primi del novecento, l’autore ci dice come i colori della Grande Opera siano proprio nero, rosso e bianco. Ogni colore ha il suo riferimento alchemico: il rosso è associato al fuoco cioè al Sole, il bianco alla purezza, e il nero alla morte (che simboleggia anche la rinascita). Fulcanelli pone un’attenzione 37

In termini ufologici l’abduction è il fisico rapimento alieno.

La versione italiana di Rosemary’s Baby mette come sottotitolo Nastro rosso a New York. È stato scelto questo sottotitolo per il rimando alla visione tradizionale dell’inferno immerso nel fuoco, ma non trova nessun riferimento all’interno del film. 38

73

particolare a quest’ultimo: Nei templi egizi, quando il candidato stava per superare le prove iniziatiche, si avvicina un sacerdote che gli sussurrava all’orecchio questa frase misteriosa: “Ricordati che Osiride è un dio nero!”. È il colore delle Tenebre e delle Ombre cimmerie, quelle di Satana cui si offrivano rose nere, e anche quello del Caos primitivo in cui sono confusi e mescolati i semi di tutte le cose. È il nero della scienza araldica e l’emblema dell’elemento terra, della notte e della morte.39

Come vedremo meglio nelle seguenti analisi dei film il nero è parte di quei “oggetti guida” che conducono alla morte/rinascita, e che rappresentano cioè degli elementi liberatori: in Rosemary è la setta satanica (il Diavolo), in 2001 è il monolito (Osiride). Come abbiamo già accennato nel precedente paragrafo i due autori seguono una linea esoterica molto diversa, alcuni la identificano con una via positiva di Kubrick (esoterica) e una via negativa di Polanski (occultista).40 Valutando quanto scritto finora possiamo ritenere che questa considerazione sia errata: entrambi gli autori percorrono per così dire “vie” controculturali, cioè negative dal punto di vista della cultura predominante occidentale, ma positive per quanti auspicano, in un modo o nell’altro, a un rinnovamento sociale. Dall’analisi che proporremo risulterà evidente come i due film facciano riferimento prevalentemente, oltre che alla tradizione egizia, alle due diverse tradizioni che sono arrivate fino ai nostri giorni: 2001 si riferisce maggiormente alla tradizione alchemica, Rosemary alla tradizione occultista di fine ‘800. Il desiderio dei due registi di comunicare direttamente con l’uomo è riconoscibile dall’inserimento del perturbante sguardo in macchina dei due bambini: guardano con gli occhi dei loro genitori negli occhi degli spettatori, quasi per ammonirli.41 “Ciò che è in alto, è anche in basso”: i due film procedono così su due vie diverse, Cit. Il Mistero delle Cattedrali, e l’interpretazione esoterica dei simboli ermetici della Grande Opera, Fulcanelli, 1957. Ristampa italiana a cura di Paolo Lucarelli, Edizioni Mediterranee, 2006, p. 134 39

Questa affermazione potrebbe risultare vera se il punto di vista fosse quello di un esoterista perennialista. Si veda capitolo 1.6 40

2001 si conclude proprio con lo starchild che scruta gli spettatori, mentre in Rosemary’s Baby appaiono gli occhi del figlio del Diavolo poco prima della fine. 41

74

ma che portano in sé il messaggio complementare di cambiamento promosso anche dalla giovane controcultura americana : rinnovamento spirituale (in 2001) e rinnovamento sociale (in Rosemary), quello che Mircea Eliade identifica come desiderio di renovatio cosmica. L’obiettivo esoterico comune dei due film è quindi di tramandare il messaggio che si può sintetizzare in quanto segue: abbattimento della cultura occidentale (morte) per il rinnovamento dell’uomo/umanità (rinascita).

3.4

UNA

LETTURA ESOTERICA DI

ROSEMARY’S BABY

Polanski non è sicuramente un uomo di fede. Spesso nelle sue biografie viene descritto come agnostico anche se, da come si evince dalle sue interviste e dai suoi film, preferiamo considerarlo più come ateo poiché non ammette l’esistenza di nessun Dio condiviso da qualsiasi istituzione religiosa.42 L’agnosticismo di “Polanski secondo Polanski” risiede nella convinzione dell’inutilità della riflessione sul divino (ciò che fa la teologia) dato che la sua esistenza non potrà mai essere provata dall’uomo: non crede né nel Dio né nel Diavolo cattolico, ma ammette l’esistenza di una forza superiore proprio come facevano, tra gli altri, gli adepti della Chiesa di Satana di LaVey. Come i satanisti degli anni ‘60 anche Polanski usa la tradizione cattolica43 come materiale plastico per la costruzione di una vita incentrata sull’uomo. Rosemary’s baby esce nel ’68, ma è ambientato tra il ’65 e il ‘66: come abbiamo visto nei capitoli precedenti il 1966 è considerato dai satanisti di LaVey come l’anno 1 (poiché la Chiesa nasce proprio in quell’anno). In tutti i lungometraggi di Polanski, fin da Nóz w wodzie (Il coltello nell’acqua, Polonia, 1962) sono presenti riferimenti simbolici alla tradizione cattolica e

42

Roman Polanski, Cappabianca Alessandro, Le Mani 1997, p. 21

Il satanismo può essere considerato un’evoluzione negativa del cattolicesimo dato che tutta la simbologia e il complesso rituale si basa sulla sua tradizione 43

75

cristologica.44 Quando ci si avvicina alla visione di Rosemary’s baby la prima domanda che ci si pone è se dobbiamo intendere che sia la narrazione di come una setta riesce a coinvolgere una giovane ragazza nel progetto di nascita dell’anticristo o se non si tratti invece della storia di come una giovane ragazza diventi preda della paranoia. Polanski non rivela la sua idea, lascia volontariamente ambiguità tra realtà e paranoia come fa anche negli altri due film che completano la trilogia dell’appartamento che sono Repulsion (id., UK, 1965) e Le Locataire. Partendo dal concetto che l’artista, come l’alchimista, o meglio l’artista-mago nel momento di diffondere un messaggio crea intenzionalmente un dramma ambiguo e dubbio (un liber mutus), dobbiamo considerare il film ponendo l’attenzione sui contenuti simbolici e non tanto sull’impressione che può creare nel pubblico, in questo senso l’esoterismo entra in gioco: essendo esso un linguaggio nascosto porta con sé un messaggio incomprensibile tramite la “fede”. Le immagini di Rosemary’s baby si aprono con una panoramica di New York su palazzi che introducono l’ambiente urbano, quindi prettamente umano, e si conclude sull’imponente palazzo, il Bramford, che sarà teatro e “contenitore” di tutto il film. Grazie al suo stile gotico questa costruzione introduce l’atmosfera (anche perché il tutto è accompagnato dall’angosciante title track45 ). Il set scelto per gli esterni della nuova casa dei coniugi Woodhouse (Rosemary, Mia Farrow, e Guy, John Cassavetes) è il complesso del Dakota Building, un prestigioso luogo dove, tra le molte celebrità che l’hanno abitato negli anni,46 è importante ricordare John Lennon, ammiratore di Polanski, che nel 1980 fu ucciso proprio all’ingresso del palazzo come il personaggio di Adrian Marcato raccontato nel film. Qui i due coniugi si stabiliscono e inizia il set-up dell’ideale della famiglia Come l’immagine del protagonista di Il coltello nell’acqua che, sdraiato sulla barca, assume la posizione del Cristo crocifisso. 44

45

La voce della colonna sonora è di Mia Farrow (non creditata).

Attualmente al suo interno c’è la sede del American Society for Psychical Research, Inc. un’associzione per le ricerche nel mondo del paranormale. 46

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moderna americana che comprende l’amore di coppia, il desiderio di un lavoro che possa dare stabilità e certezze e il desiderio della nascita di un figlio: insomma imita il filone della soap televisiva, un intento dichiaratamente voluto dal regista. Questa caratteristica di apparire “familiare”, per poi uscire completamente dagli schemi, conferirà all’intera opera un plusvalore. Nella scena in cui la coppia sale in ascensore insieme all’usciere e al proprietario che illustra l’appartamento che prenderanno in affitto Guy, mentre imita il suo gesticolare, fa con le mani un segno particolare: esso rappresenta un segnale; si tratta del gesto delle corna con il pollice alzato.47 È palese come l’attore si metta in posa per renderlo ben visibile. Negli anni ’60 questo gesto è stato adottato dalla Chiesa di Satana come simbolo o saluto: studiandone le origini e le tradizioni, Anton LaVey indicava con questo simbolo la figura del Baphomet, il diavolo cornuto.48 Divenne in seguito tra i giovani il saluto ufficiale che sintetizzava: “I love you Satan”. Oggi è ancora molto usato tra i neo-satanisti, le comunità wicca, alcuni gruppi e lobby americane e nell’ambito del movimento musicale heavy metal.49 Nella scena del film il movimento della mano di Guy è fugace (pochi frames), ma deciso (si può notare al ralenti la contrazione volontaria), inoltre il segno è esposto a favore di macchina in primo piano in basso, ma non ci si fa caso facilmente poiché subito dopo c’è uno stacco sullo sguardo straniante e ambiguo dell’usciere. Inoltre questo gesto è immotivato e completamente estraneo alla scena: l’intento di Polanski è probabilmente quello di indirizzare un messaggio agli spettatori, per segnalare il legame del film con qualche gruppo esoterico (la Chiesa di Satana?). Un altro paio di corna appare sulla sommità dell’armadio che blocca la porta del

In Italia questo gesto, che in realtà viene maggiormente esposto con il pollice chiuso, è conosciuto come segno contro la sfortuna, ma in realtà le sue origini risalgono a molto tempo prima nell’antica Grecia. Negli Stati Uniti questo gesto è stato reso popolare negli anni ’50 da una pubblicità e indicava la frase “I love you” (la posizione delle dita indica le iniziali delle parole). 47

48 Si

veda gli articoli su lacitybeat.com/article.php?id=1216&IssueNum=66, www.jesus-is-savior.com/FalseReligions/Wicca&Witchcraft/signs_of_satan.htm. Nel film Yellow Submarine (id., George Dunning, GB, USA, 1968) John Lennon ripete il medesimo gesto, anche qui senza un’apparente motivazione. 49

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ripostiglio. Qui però il simbolo è coerente dato che si scoprirà nel corso del film che il ripostiglio nasconde la backdoor per il passaggio tra l’appartamento dei coniugi Castevet (Roman, Sidney Blackmer e Minnie, Ruth Gordon) e quello dei Woodhouse. Mentre visitano l’appartamento precedentemente appartenuto a una vecchia signora da poco deceduta, Rose, guardando sui suoi appunti trova scritto “I can no longer associate myself ”: è probabilmente il messaggio dell’anziana sull’impossilità di continuare a far parte della setta che coinvolgerà Rose nei suoi piani demoniaci. A cena l’amico dei coniugi Woodhouse, Edward " Hutch " Hutchins (Maurice Evans), li sconsiglia dal prendere l’appartamento mettendoli in guardia che il Bramford, ribattezzato Black Bramford (nella versione italiana è chiamata “La Casa del Diavolo”), è stato per un secolo teatro di riti stregoneschi e di cannibalismo. Fa inoltre anche il nome del sommo stregone Adrian Marcato che visse in quel palazzo e che alla fine dell’800 si proclamò reincarnazione del Diavolo; ma Rose e Guy decidono comunque di prendere l’appartamento e iniziano a rimetterlo a posto: come prima cosa lo pitturano di bianco. Come abbiamo visto nel paragrafo 3 il bianco è uno dei colori chiave del film : nella prima parte è il colore più ricorrente. Anche l’illuminazione naturale e artificiale, essendo sempre neutra, genera quindi una luce bianca. Rose fa la conoscenza di Terry, interpretata dalla pin-up di Playboy del 1967 Angela Dorian,50 che abita dai Castevet i quali l’hanno presa “quasi in adozione”. In realtà stanno facendo ciò che faranno a Rose: la stanno accompagnando nella gravidanza del figlio del Diavolo. Terry le mostra anche un amuleto che verrà regalato dai vecchi coniugi a Rose: una sfera contenente la radice di tannis.51 La commedia inizia però a tingersi di nero. La sera dopo che i Woodhouse hanno sentito attraverso le Il suo vero nome non segnalato nei crediti è Victoria Vetri. Nella versione originale Rose le dice: “I'm sorry. I-I-I thought you were Victoria Vetri, the actress.” 50

La tannis root è un nome di finzione utilizzato anche nel romanzo di Ira Levin. Secondo la tradizione stregonesca l’uso di erbe particolari rendevano possibili alcuni tipi di incantesimi. Nel libro che verrà dato a Rose c’è la descrizione di quest’erba: In their rituals, [le streghe] they often use the fungus called Devil's Pepper. This is a spongy matter derived from swampy regions having a strong pungent odor. Devil's Pepper is considered to have special powers. It has been used in rituals and worn on charms. 51

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pareti degli strani canti rituali, trovano Terry morta all’ingresso del palazzo circondata dalla polizia. In questa scena la coppia fa conoscenza anche dei Castevet che si trovano lì, lui vestito di bianco e rosso con papillon, bastone e cappello (proprio come il fumettistico “vecchio diavolo”), lei agghindata con un vestito di forme e colori psichedelici. Terry si è suicidata gettandosi dalla finestra probabilmente dopo aver appreso di essere stata soggetta a un’inseminazione diabolica, i due anziani infatti sembrano più scossi dal fallimento di un piano che dall’effettiva morte della giovane. La notte Rose fa un sogno in cui inizia a mettere in relazione il suicidio con qualcosa di oscuro, un suo ricordo di quando andava a scuola dalle suore: l’ambiente è buio e tetro e l’intera scena, oltre a informarci sull’educazione cattolica di Rose, serve a delinearla come una fanciulla sensibile e sincera che fugge dal mistero e cerca la verità.52 Al tempo stesso Rose con questo sogno s’immedesima in Terry trovando inconsciamente la risposta. La suora si lamenta del fatto che a causa dell’aver rivelato qualcosa troppo presto le finestre, che potevano dare uno sbocco verso l’esterno (dare alla luce), ora dovranno essere rimurate per iniziare tutto da capo. In una scena precedente Guy e Rose ascoltano attraverso il muro l’anziana Minnie che, arrabbiata, dice a Roman che è presto e non bisogna dire nulla. Minnie inizia a instaurare un contatto con la famiglia Woodhouse e in particolare con Rose. Gli inviti a cena e le visite saranno sempre più frequenti, questo servirà per fare entrare i giovani coniugi “in comunione con i demoni”.53 Durante una cena tra i Castevet e i Woodhouse il vecchio Roman, facendo riferimento alla visita di Paolo VI che avrebbe fatto a New York,54 critica la Chiesa per i suoi usi e costumi faziosi citando Lutero come modello di ribellione alla “messa in

52

Il sogno ci mostra Rose che viene sgridata dalla suora per aver rivelato un segreto.

cit. [20] No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; [21]non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. [22]O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?, Corinzi 1,10. 53

Il Papa Paolo VI, il 4 Ottobre 1965, visitò il Yankee Stadium di New York dove celebrò un’eucarestia di massa a 90.000 persone: è la prima volta nella storia che un Papa visita l’emisfero Occidentale. 54

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scena” politica del cattolicesimo. Un pensiero che come abbiamo visto rispecchia la visione anti-clericale di Polanski. Questa critica contestualizza il film nel background storico degli anni ‘70 in cui la Chiesa tradizionale, in crisi, stava cambiando e morendo per poi rinascere nel 1978 in una Chiesa rinnovata guidata da Giovanni Paolo II: meno faziosa e meno conservatrice, ma più politica (sarà lui uno dei primi pontefici a tessere contatti e legami politici con le varie potenze mondiali).55 In tutta questa conversazione Guy inizia a prendere in simpatia Roman che, in un momento d’isolamento, gli rivela l’esistenza della setta e gli propone un “patto con il Diavolo”: cedere un loro futuro figlio alla loro setta in cambio di fama e successo. Guy accetta. Rose invece, all’oscuro di tutto, mantiene un comportamento distaccato: nota delle anomalie nella loro casa, come l’assenza dei quadri, che sono stati rimossi perché, come si vedrà in seguito, rappresentano le scene dei rituali satanici (che costituiscono quasi una via crucis); più in là, continuando a diffidare degli strani vicini, noterà i fori degli orecchini rituali sui lobi di Roman. La vita quotidiana continua. Minnie regala a Rose lo stesso amuleto che indossava Terry, quello con la radice di tannis: da questo momento è sotto controllo della setta. Intanto Guy riceve una parte per uno spettacolo che era stato assegnato ad un altro attore il quale, misteriosamente diventato cieco, non poteva più parteciparvi: anche qui dietro alla faccenda c’è la setta, infatti come si scoprirà in seguito essi sono gli artefici di una fattura fatta dai Castevet. Quando Guy va nella camera da letto a rispondere al telefono per ricevere la notizia, la macchina da presa lo inquadra da fuori mantenendolo però nascosto dalle pareti inquadrando solo le quinte della porta. La medesima inquadratura si rivedrà dopo nella scena in cui Minnie telefonerà al dottor Abrahm Sapirstein per affidargli la gravidanza di Rose. Questa inquadratura è un Un fatto significativo che indentifica meglio questa nuova inclinazione politica della Chiesa Cattolica iniziata alla fine degli anni ’60 è la definitiva approvazione e configurazione giuridica con la Costituzione apostolica Ut sit (28 novembre 1982) dell’Opus Dei, un’associazione cristiana considerata di stampo massonico. Possiamo anche ricordare le implicazioni del Vaticano nel caso Calvi, sviluppatosi dalla prima metà degli anni ’70 fino proprio al 1981, che portò inoltre allo smascheramento della loggia P2. 55

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espediente per aumentare il senso di mistero all’interno di una scena altrimenti di normale ordinanza. In questo momento di felicità sociale decidono allora di fare un figlio. Guy ha già preso nota, su indicazioni della setta, di quando dovrà essere concepito (nel calendario cerchiato si legge tra il 4 e il 5 Ottobre 1965). Dopo essere stata drogata da una mousse al cioccolato preparata da Minnie, Rose si abbandona esausta nel suo letto in uno stato alterato, ma non di sonno totale, dato che aveva mangiato solo parte della mousse che avrebbe dovuto servire da sonnifero. La scena del trip che segue è pregna di simbolismi. Rose s’immagina di fluttuare sul suo letto nel mare: un archetipico mare primordiale. Dopodichè si trova circondata da persone su uno yacht e la prima figura che si vede nella scena, nel ruolo di comandante, assomiglia molto a John F. Kennedy (che è stato il primo presidente Cattolico della storia degli Stati Uniti). C’è anche il suo amico Hutch a cui non viene però permesso di salire a bordo perché non è Cattolico. Intanto Guy denuda Rose la quale si immagina di essere nuda sullo yacht. Le viene anche levato l’anello nuziale in segno di un temporaneo annullamento del sacramento. Come si può vedere fino a adesso c’è una sorta di confusione: il rito che sta per avvenire è satanico, ma i riferimenti al cattolicesimo sono frequenti. Rose sogna addirittura di ritrovarsi nella Cappella Sistina: la macchina da presa esplora il soffitto, dopodichè, subito dopo aver inquadrato la La creazione di Adamo, passa sull’immagine della testa di un caprone cornuto, e poi si sposta all’esterno. Rose è stata portata in un’altra dimensione. Per cercare di dare una spiegazione a queste due immagini dobbiamo fare una breve digressione. Le sette gnostiche del cristianesimo delle origini vedevano il Dio dell’Antico Testamento come il Dio malvagio, colui che ha punito l’uomo per la sua voglia di verità (mangiando la mela dell’albero della conoscenza) intrappolando le loro anime in un mondo terreno. Esse identificavano invece in Cristo l’emanazione del Dio buono, uno spirito mandato sulla Terra per mostrare agli uomini l’esistenza di una realtà spirituale (una sorta di Nirvana) di cui ogni uomo avrebbe dovuto prendere coscienza per 81

liberare la propria anima. Nel corso dei secoli, dall’affermazione del Cattolicesimo come religione di Stato nell’Impero Romano (380 d.C.) le sette gnostiche sono state accusate di eresia dalla Chiesa: molti movimenti sono stati soppressi, come i catari, albigesi, bogomili, manichei, etc. altri si sono modificati nel tempo, sempre muovendosi nell’oscurità. Considerando l’intero film alla luce di queste conoscenze possiamo sostenere che La creazione di Adamo rappresenta in Rosemary’s baby lo stato di schiavitù dell’uomo. Il simbolo della testa caprina è utilizzato dai satanisti per indicare il Baphomet, l’essere diabolico, nero, portatore di libertà (come il Cristo gnostico). Rose giunge così in una sorta di tempio sotterraneo, che non è nient’altro che l’appartamento dei Castevet. Giace nuda su di un letto circondato da fiamme (che poi apprenderemo trattarsi di un quadro di un anfiteatro in fiamme) e da altri uomini e donne nude, tra cui riconosciamo Roman, Minnie e la sua amica. In questa scena c’è il famoso presunto cameo di Anton LaVey che presiede al rituale ( probabilmente rappresenta l’incarnazione di Satana). Subito vengono disegnate sul corpo di Rosemary dei simboli con del colore rosso: possiamo riconoscere un tridente che simboleggia la firma del Diavolo.56 Sul corpo le vengono anche scritti i numeri “68-200” (Il 6 è rigirato orizzontalmente): il 68 potrebbe riferirsi proprio al 1968 anno di uscita del film, mentre azzardiamo che il 200 sia un’allusione al 2001. Guy inizia ad avere un rapporto sessuale con Rose “trasformandosi” però in un pittoresco demonio dagli occhi arancioni e inumani. In questo momento Rose si sveglia: “This is not a dream!”, ma viene subito riaddormentata con un cuscino nero probabilmente imbevuto di qualche sostanza. Le ultime immagini del trip mostrano l’apparizione di Paolo VI (con una borsa rossa) che perdona Rose per non essere andata allo Stadio Yankee, e le fa baciare l’anello che non è però il sigillo papale, ma il Il medesimo segno se lo farà sul volto Johnny Depp nel film sempre di Polanski, The Ninth Gate, 1999. 56

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talismano dell’erba di tannis. Il concepimento va a buon fine, anche se la mattina dopo Rose si sveglia con degli insoliti graffi sul corpo. Da questo momento in poi il film ritorna dall’oscurità ad essere luminoso (bianco) e con quelle venature da soap-opera che avevano caratterizzato l’inizio. Il dr. Sapirstein, un appartenente alla setta, metterà Rose in guardia dicendole di non dare retta a nessuna amica o rivista riguardo la sua gravidanza, e le prescrive dei drink di erbe che Minnie le preparerà. “Bottoni, chiocciole e code di lucertole”: così l’anziana adepta risponde scherzosamente alla curiosità di Rose sul contenuto delle bevande che deve ingerire, è un riferimento alla visione popolare della stregoneria. Dopo aver discusso col marito sulla necessità di dover iniziare da capo il loro rapporto per consolidarlo, Rose si taglia i capelli: un basilare gesto che indica la voglia di cambiamento. Dopo qualche giorno Rose inizia però ad avvertire i primi segni di malessere e affaticamento, l’amico Hutch si raccomanda di non seguire “una di quelle orribili diete Zen”. Dopo aver fatto anche lui la conoscenza di Roman, inizia ad insospettirsi delle strane premure che i due vicini hanno di Rose e del suo bambino: la setta noterà il suo interesse per la questione e deciderà di farlo fuori con una fattura dopo avergli sottratto un guanto. Come vediamo oltre ai temi del satanismo sono ricorrenti quelli della stregoneria anche se, tradizionalmente, le due cose non sono necessariamente connesse. Un’altra interessante immagine che troviamo nel film è quella di un “presepe pagano”: mentre Rose è per strada si sofferma su una vetrina per guardarsi riflessa sul vetro, dove all’interno è esposta la Madonna con il Gesù Bambino circondato, non dai magi e dai pastori, ma da animali della foresta, un evidente rimando a quella sua maternità assistita da “bestie” di Satana. Durante la festa di Capodanno che i Woodhouse celebrano insieme ai Castevet e ai loro amici, la setta, Roman fa il brindisi “al 1966: all’anno uno”, qui il riferimento alla nascita della Chiesa di Satana è diretto. Dopo un po’ Rose inizia di nuovo a dubitare dei vicini e dei loro amici, soprattutto a causa della sua salute che non migliora, ma l’atmosfera diventa ancora una volta luminosa e gioiosa quando i dolori addominali finalmente passano e riprende 83

la vita media della coppia felice fino a quando non sopraggiunge però la morte di Hutch: prima di morire lascia a Rose un libro (custode della conoscenza), intitolato All of them Witches, insieme al criptico messaggio “il nome è un anagramma”. Il libro contiene la storia di alcune streghe e stregoni della storia, Polanski ci fa vedere anche due nomi realmente esistiti che sono Thomas Colley e Prudence Duvernoy.57 Rose trova al suo interno anche il personaggio di Adrian Marcato: il suo volto l’abbiamo già visto nella scena del rito del concepimento diabolico nelle vesti del leader (il presunto Anton LaVey). Rose, che è ormai alla fine della gravidanza, incuriosita dal libro inizia le ricerche che le permetteranno di scoprire la verità di ciò che sta succedendo. L’anagramma del nome di Steven Marcato, il figlio di Adrian,58 le rivelerà il nome di Roman Castevet. Da qui Rose si convince che il suo bambino in realtà serva ai loro vicini di casa e alla loro coven (congrega) per i loro rituali infanticidi, ma Guy la distoglie dalla lettura sottraendogli il libro e nascondendolo. Lo ripone orizzontalmente nella libreria, formando un segno di T, sopra due identici libri Sexual Behavior in the Human Female e Sexual Behavior in the Human Male:59 Polanski dà molta importanza nelle sue opere al simbolismo alchemico dell’unione uomo-donna. Il libro verrà buttato da Guy, ma Rose acquista altri libri moderni sulla stregoneria: come per molti giovani degli anni ’60 i testi divulgativi saranno la fonte di conoscenza che darà la vita a nuove forme di esoterismo, per Rose saranno la fonte della conoscenza e le permetteranno di immaginare cosa le sta accadendo intorno. Proprio questa sua consapevolezza indotta dalla lettura dei libri la getta nella paranoia del complotto ed è in questo momento che Non si trattano in realtà di due nomi della stregoneria come invece vengono mostrati nel libro. Thomas Colley fu giustiziato nel ‘700 perché mosse degli omicidi contro delle persone coinvolte nella stregoneria. (tarlton.law.utexas.edu/lpop/etext/newgate3/colley.htm). Prudence Dunevoy invece è il personaggio dell’antipatica vicina di casa della protagonista Marguerite nel romanzo La Dame aux camélias (1848) di Alexandre Dumas: un riferimento a Minnie? 57

Polanski ci mostra le due frasi che escono fuori con l’anagramma di Adrian Marcato che di per sé rappresentano dei messaggi criptici: COMES WITH THE FALL, ELF SHOT LAME WITCH e HOW IS HELL FACT ME (con una T mancante). 58

I due testi scientifici (rispettivamente del 1953 e del 1948) del biologo Alfred Kinsey trattavano argomenti fino a quel momento ritenuti dei taboo. Ebbero un grande successo nella cultura americana degli anni ’60 e contribuirono alla realizzazione della rivoluzione sessuale. 59

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lo spettatore inizia a dubitare della realtà degli accadimenti e sospettare che si tratti solo dell’immaginazione di Rose. Ogni particolare diventa però sempre più minaccioso e allusivo al tema satanico-stregonesco e anticattolico come la copertina del Time Magazine’s che Rosemary sfoglia dal dottor Sapirstein che recita uno dei temi fondamentali, ma nascosti, del film: Is God Dead? Rose dopo aver tentato una fuga, viene riportata a casa dal dottor Sapirstein e da Guy e, nel bel mezzo delle doglie, viene addormentata definitivamente durante un ulteriore tentativo di fuga. Al suo risveglio apprenderà la notizia (falsa) che il bambino non ce l’ha fatta ed è morto. Guy le dice di non preoccuparsi perché potranno averne altri e alludendo alla vita privata di Polanski aggiunge: “il contratto con la Paramount è fatto”, “ci prenderemo una bella villa a Beverly Hills”, un riferimento profilmico molto angosciante se si considera il massacro di sua moglie Sharon Tate all’ottavo mese di gravidanza avvenuto pochi giorni prima dell’uscita del film. Rose però, insospettita, scopre la backdoor o la “porta degli inferi”, nascosta nello sgabuzzino che porta nell’appartamento dei Castevet. Qui trova gli stessi elementi della rappresentazione del rituale, l’anfiteatro in fiamme, la congrega delle streghe e il ritratto di Adrian Marcato/Anton LaVey: riattraversa quella via crucis già percorsa durante la notte del concepimento. Arriva finalmente, munita di coltello da cucina, nel luogo della nascita: al centro della stanza c’è la culla di suo figlio, il figlio del Diavolo, e in adorazione i “magi satanici” venuti da tutte le parti del mondo per rendere omaggio al Salvatore. Gli adepti lo salutano così: “Hail, Adrian! Hail, Adrian!” (trad. it. Ave, Adrian! Ave, Adrian!); e così Roman lo descrive: Satan is his father, not Guy. He came up from hell and begat a son of mortal woman. Satan is his father and his name is Adrian. He shall overthrow the mighty and lay waste their temples. He shall redeem the despised and wreak vengeance in the name of the burned and the tortured.

È una descrizione messianica di liberazione dell’uomo tramite l’incarnazione divina, speculare a quella della figura di Cristo. Così suo figlio viene battezzato con il 85

nome Adrian,60 un nome legato all’antichità, e non invece “Andy o Jenny” come desiderava lei: due nomi tipici della cultura americana. Dopo un momento di disperazione Rose però sceglie di essere comunque la madre e lo culla con i “magi” che l’assistono e che l’accettano come madre per il loro figlio. È evidente la croce rovesciata appesa sulla culla: nel satanismo ogni simbolo cattolico o rituale viene esposto al contrario indicando la “via” diversa in contrapposizione a quella della società “tradizionale”. Il finale, come in 2001: A Space Odyssey, contiene un messaggio rivolto alla società comprensibile dopo aver letto tutti i messaggi complementari del film. Rosemary’s Baby parla, sfruttando il linguaggio suggestivo e controverso del satanismo, dell’uomo post-moderno e della direzione che deve intraprendere per una sua rinascita. Polanski v uole sug g erire la ne cessità di una rina scita della vita so cia le, dell’abbattimento della sinarchia 61 e ci offre una critica al modello di famiglia americana fondata sulla fede verso chi comanda.

3.5

UNA

LETTURA ESOTERICA DI

ODYSSEY

2001: A SPACE

Non voglio dire esplicitamente di cosa parla il finale, perché lo vedo più che altro come una dichiarazione di tipo mitologico. Tutti i miti sono psicologicamente simili gli uni agli altri. Quello dell'eroe che va da qualche parte negli inferi, o nell'aldilà, e incontra pericoli ed esperienze terrificanti. Poi riemerge sotto qualche forma divina o qualche forma umana più avanzata. Essenzialmente, il film è un trattato mitologico. Il suo significato va ricercato ad un livello viscerale e psicologico piuttosto che grazie ad una specifica spiegazione letterale.62

Il “trattato mitologico” di Kubrick che nasce dalla collaborazione con lo scrittore

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Molti papi, dall’VIII al XVII secolo, hanno scelto il nome Adriano.

La Sinarchia, nell'accezione moderna, è un ipotetico governo planetario composto dalle potenze della Terra che gestisce invisibilmente le trame della politica e dell'economia mondiale e che decide i destini dell'umanità. 61

Intervista a Stanley Kubrick in 2001, will love be a seven-letter word?, William Kloman, The New York Times, Section Two, 14 Aprile 1968. Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick, www.archiviokubrick.it 62

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di fantascienza inglese Arthur C. Clarke,63 differisce notevolmente dal romanzo. Nel corso degli anni però la lettura del romanzo ha permesso ai critici di integrare l’analisi del film colmando le parti occulte e “deliberatamente sepolte” dal regista. Quello che né è venuto fuori è stato un consapevole mix tra il film e il romanzo. Cercando di attenerci il più possibile solo all’analisi della pellicola, annoteremo le parti in cui il racconto può essere considerato esplicativo. Alla base della rappresentazione visiva di 2001 c’è l’allineamento astrale:64 dopo gli iniziali 2’49’’ di nero accompagnati dal brano Atmosphères di Györg y Ligeti (1923-2006) ha inizio la vita, partono i titoli di testa. Nei primi cartelli è nascosto il simbolo di Mercurio formato dall’allineamento della mezzaluna formata dalla luce che illumina la Terra, dal Sole e dalla scritta della casa di produzione “METROGOLDWIN-MAYER / PRESENTS” (e poi sostituita dal titolo) che compone la croce bassa del simbolo mercuriale. Un altro allineamento più significativo si colloca nella scena della comparsa dell’ermetico monolito fra gli ominidi che accompagna il primo capitolo The Dawn of Man. Nell’inquadratura di questo allineamento sono presenti il Sole (per l’alchimia connesso all’oro), la Luna (connessa all’argento) e il monolito nero (il ferro). Nella tradizione alchemica l’unione tra Sole e Luna dà vita allo stato divinizzato (l’apoteosi) che è rappresentato dalla “pietra” filosofale dell’alchimista:65 la Grande Opera. Per la massoneria questa Pietra Fondamentale simboleggia il punto d’arrivo, o la direzione, di un percorso d’iniziazione, proprio come farà l’uomo nella spedizione spaziale seguendo le emissioni magnetiche del monolito. “L’apprendista massone è una pietra grezza che deve sgrossarsi da se medesima così che possa divenire una ben levigata

Il racconto da cui partirono Kubrick e Clarke per la stesura della sceneggiatura e del romanzo è il racconto The Sentinel (1948) di Arthur C. Clarke. 63

Alcuni dei riferimenti e teorie che seguono sui simboli esoterici nel film sono il prodotto della riflessione e dello studio di alcuni ricercatori, tra cui il dott. Stefano Betti. Altre informazioni sono state integrate grazie a ricerche fatte su internet: segnaliamo il sito www.insomniacmania.com/forum/viewtopic.php?t=5277 64

65

Rappresentata anche nel Mutus Liber, XV Tavola, Altus, 1667 87

pietra cubica”.66 La forma del monolito doveva essere all’inzio proprio di forma cubica,67 ma poi la scelta finale è stata quella del parallelepipedo, una forma decisamente più fallica. Effettivamente questa congiunzione astrale o unione, che rappresenta la generazione di una conoscenza universale, è rappresentata anche dalla cultura egiziana nell’immagine geroglifica della “trinità” formata da Iside, Horus e Osiride (più precisamente il fallo di Osiride. Si veda il capitolo 1.2). Gli uomini scimmia sono ovviamente turbati dalla presenza di questo oopart (out of place artifact) ignoto, ma le vibrazioni da esso emesse e il contatto con la scura e liscia superficie dell’oggetto (con il riferimento a La creazione di Adamo) permetteranno al capo del clan, il “moonwatcher” (la scimmia antropoide così ribattezzata dalla critica), di elevarsi a uno stato superiore di coscienza e di conoscenza. Il monolito, quasi come il biblico albero della gnosi, segna quindi un ponte tra la conoscenza di un’intelligenza extraterrestre e l’ominide: toccarlo è come mangiare la mela del peccato, il frutto dell’albero della conoscenza. Il moonwatcher riesce a comprendere così l’efficacia di un osso di tapiro che troverà per caso e che trasformerà in una letale arma che gli permetterà, a lui e al suo clan, di uccidere un altro gruppo di scimmie con cui si erano battuti per la conquista della poca acqua rimasta: il senso generale della teoria evoluzionisitca di Darwin. Dopo l’omicidio del suo simile, l’ominide diventa ulteriormente consapevole della sua scoperta, è pronto ora a compiere il salto nella catena dell’evoluzione, e, in segno di vittoria, lancia l’osso in aria. Questa scena segna il passaggio nel film, e, quindi, a livello simbolico anche nella realtà, da un’epoca all’altra. Una volta in aria l’osso si trasforma, grazie al celeberrimo jump-cut, in una navicella spaziale dell’ipotetico anno 2001: il salto evolutivo è avvenuto. Ci troviamo all’interno di una navicella, in assenza di gravità e una penna cade dalla mano del dormiente dr. Floyd e inizia a “danzare” nell’aria sulle note de An der

66

La Massoneria. Storia e iniziazione, Christian Jacq, Mursia, 2004, p. 72

Nel racconto de La Sentinella (The Sentinel, Arthur C. Clarke, 1948) il monolito ha la forma di una piramide. 67

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schönen blauen Donau (Sul bel Danubio Blu) di Johann Strauss. La penna è un elemento rappresentativo nella progressione osso (arma), navicella (tecnologia), penna (scrittura). La penna rappresenta la possibilità per l’uomo di poter tramandare la conoscenza a chi è in grado di leggere, quindi un tipo di conoscenza esoterica (la scrittura all’origine era effettivamente elitaria). Dall’osso che è simbolo di supremazia o elevazione rispetto a chi non è in grado di maneggiarlo, si passa quindi alle immagini delle navicelle e della penna che riassumono i due temi della parabola, cioè dell’avanzamento tecnologico e della conoscenza. Qui inizia anche il secondo capitolo,68 il capitolo della fantascienza, Dentro la stazione spaziale si assiste al set-up del dramma di 2001. Kubrick dà più spazio alla storia che alla costruzione simbolica di immagini e suoni. Dopo un dialogo ermetico con un gruppo di russi, il dr. Floyd si sposta sulla colonia lunare per potersi recare al cratere di Clavius, luogo in cui è stato rinvenuto un monolito identico a quello che diede il La all’evoluzione dell’homo sapiens. L’ingresso del dr. Floyd e altri scienziati agli scavi al cospetto del monolito da poco disseppellito è un momento decisivo e speculare alla scena degli ominidi. Il monolito si trova al centro di una costruzione umana, con molti riflettori puntati addosso: la circostanza è molto simile all’ingresso degli iniziandi in un tempio. Ancora una volta ci ritroviamo di fronte alla rappresentazione michelangiolesca de La creazione di Adamo quando il dr. Floyd tocca la superficie del monolito. Si susseguono altre due immagini speculari all’episodio degli uomini-scimmia: il monolito inizia a vibrare e si configura un altro allineamento astrale. Questa vibrazione che disturba gli scienziati intenti a fare una foto, è in realtà un messaggio verso Giove. Dal racconto di Clarke si apprende come questa sentinella (il monolito) fu posto lì da esseri intelligenti nella speranza di essere trovata da un’umanità dotata di conoscenze tecnologiche sufficienti per proseguire il proprio cammino fino a un Nel film il capitolo non è segnalato da nessun cartello, ma per Michel Chion è ragionevole considerare un passaggio nel momento del jump-cut osso-astronave. Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 200 68

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contatto. La nuova congiunzione mostra il monolito, il Sole, e la mezzaluna illuminata di un astro (probabilmente Giove) sempre in una configurazione mercuriale. Quella è la direzione che il monolito sta indicando ed è quella la strada che l’uomo, curioso per natura, seguirà. Grazie ad un’altra ellissi temporale ci troviamo ora nella Missione Giove: 18 mesi dopo (Jupiter Mission: 18 months later) all’interno del Discovery con il dr. Bowman, il dr. Poole e altri tre scienziati ibernati che attendono dormienti il “disgelo” non appena raggiunta la fonte del segnale che arriva al monolito lunare. È una missione importante, la più importante per la scienza, come diceva Floyd in una riunione. La navicella che procede in questo lungo viaggio è dunque così battezzata, Discovery, nome g iustificato essendo l’astronave uno dei fattori determinanti per il raggiungimento della “conoscenza”. Nel programma televisivo terrestre The World Tonight della BBC in cui i componenti dell’equipaggio vengono inter vistati, facciamo conoscenza del “calcolatore” di bordo di ultima generazione, HAL-9000. HAL incarna in se stesso un significato taoista, in quanto è una macchina capace di conciliare i due opposti, ma sinergici, processi cognitivi di base della mente umana: euristica e algoritmica69 , più comunemente conosciuti come irrazionalità e razionalità, oppure come visione globale e visione sequenziale, oppure ancora, più specificatamente, emozione e capacità di calcolo. Per la filosofia buddista o Zen, armonizzando questi due aspetti è possibile perseguire lo stato di illuminazione. HAL stesso risponde così ad una domanda postagli riguardo la sua caratteristica di poter emulare il pensiero umano: “…utilizzo le mie capacità nel modo più completo, il che io credo è il massimo che qualsiasi entità cosciente possa mai sperare di fare.”. È ormai nota la coincidenza che si ottiene spostando di una posizione le lettere di HAL, ossia la sigla dell’IBM, ma lo scrittore Clarke smentisce questa corrispondenza e afferma che il nome viene dalle iniziali di heuristic e algorythmic o più precisamente “Heuristically programmed ALgorithmic computer”. Ci sono però altre coincidenze interessanti, come il fatto che Hal giochi a scacchi come il futuro supercomputer Deep Blue che nel 1997 battè Kasparov, oppure, ricordando che Kubrick era ebreo, le presunte implicazioni della IBM nella persecuzione degli ebrei nella Seconda Guerra Mondiale (cfr. www.ibmandtheholocaust.com/) 69

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HAL simboleggia anche una delle ossessioni umane della scienza e della protoscienza (l’alchimia) di creare una macchina pensante. Una delle ambizioni dell’alchimia classica era quella di riuscire a creare l’homunculus, un essere che possiamo accostare alla figura del cyborg. All’interno della tradizione mistica ebraica invece troviamo la possibilità di dar vita al Golem, che si può accostare alla figura del robot intelligente. Kubrick non prende in considerazione né il robot autosufficiente né l’uomo cibernetico. Decide di collocare il 2001 all’ ”alba dell’essere sintetico” ponendo come picco tecnologico la creazione del computer HAL dotato di una “semplice” intelligenza artificiale. Questo interesse quasi alchemico di Kubrick per la creazione di un’intelligenza autonoma e artificiale, comprendente la sfera delle emozioni, si concretizzerà nell’ideazione del film A.I. (I.A. – Intelligenza artificiale, Steven Spielberg, USA, 2001), che poi affidò a Spielberg. La scelta iconica dell’occhio come entità che vigila e supervisiona tutto è sicuramente riconducibile all’utilizzo fatto dalla massoneria per indicare lo stato di conoscenza superiore.70 L’occhio di HAL, grazie alla sua geometria studiata nei minimi particolari, è facilmente sintetizzabile in un cerchio con un punto rosso al centro. Nell’alfabeto geroglifico egizio esattamente questo simbolo rappresenta il dio Horus (associato anche a Ra e al Sole): l’occhio massonico inscritto nel piramidion, o triangolo, è proprio quello della divinità egizia. Durante il viaggio spaziale il vero protagonista sembra essere sempre di più proprio il computer di bordo che appare in certi punti quasi più umano degli astronauti. Hal risulta essere in qualche modo vittima di un errore di programmazione umano, proprio in virtù del suo perfetto equilibrio tra emotività e calcolo razionale dà vita al paradosso che lo porterà al sabotaggio della missione. In altre parole Hal, come Rose in Rosemary’s Baby, diventa paranoico, compie cioè delle operazioni razionali su fatti osservabili, ma basati su assunti non esatti. Questo errore di programmazione causerà la morte dell’intero equipaggio, escluso Bowman che si salverà disattivando il computer. HAL va in tilt L’occhio rosso è stato usato molto dal cinema come simbolo di onniscienza. Pensiamo all’occhio del Terminor in The Terminator (id., James Cameron, USA, 1984), o l’occhio rosso di Sauron in Lord of the Rings (Il Signore degli anelli, Peter Jackson, USA). 70

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poiché la sua razionalità viene messa in crisi dal paradosso di essere programmato per servire l’equipaggio dell’astronave, ma anche di mentirgli sul reale fine della missione Giove. Questo loop o paradosso, o strano anello come l’identificherebbe lo scienziato cognitivo Douglas Hofstadter, studioso anche dell’intelligenza artificiale,71 porta il supercomputer all’avaria o al malfunzionamento (secondo la teoria di Bowman e Poole) che lo porterà alla decisione di sterminare l’equipaggio, dopo aver spiato Bowman e Poole che decidono di riavviare HAL a seguito di errori valutativi (la falsa avaria dell’antenna di comunicazione con la Terra), e di concludere da solo la missione. In 2001 questo retroscena non è esplicitato, (a una prima lettura HAL sembra “impazzito” immotivatamente) ma risulta invece come fatto emergente, confermato tra l’altro dal romanzo di Clarke e dal seguito nel film 2010 (2010: L’anno del contatto, Peter Hyams, USA, 1984). Hal azzera le funzioni vitali dei tre ibernati portandoli a morire e uccide con un pod72 nello spazio il dr. Poole in uscita esterna per delle riparazioni, fino a quando Bowman non riuscirà a “spegnere” HAL dirigendosi nella “redrum” (red room)73 dell’astronave dove risiede la memoria fisica del calcolatore. Nella sua solitudine di scienziato, condizione ottimale per la ricerca individuale, Bowman continua la sua missione per Giove seguendo il segnale sempre più vicino proveniente da un altro monolito fluttuante nello spazio, vicino un satellite di Giove. David Bowman arriva così al secondo avamposto del monolito che, grazie all’allineamento con Giove e altri astri (le sue lune?), “attiva” un corridoio spaziotemporale che porterà Dave “oltre l’infinito”, in un’altra galassia. Jupiter and beyond the infinite: qui inizia la famosa scena del trip. Inizia la sintesi dell’intera odissea dell’umanità di 2001 che si condensa nel viaggio iniziatico di Bowman all’interno del suo pod. L’astronauta, mosso dalla curiosità scientifica, un sorta di desiderio-dovere, 71

Cfr. Gödel, Escher, Bach: an Eternal Golden Braid, Douglas Hofstadter, 1979

La “scialuppa” spaziale per gli spostamenti di piccolo raggio usati in 2001. In un’intervista rilasciata dal designer della Apple, ha dichiarato di essersi insiprato al film per il nome del lettore mp3, l’iPod, diventato oggetto “di culto” tra i giovani. 72

(stanza rossa) La scritta “illuminante” che farà il piccolo Danny in The Shining (id., 1980, Stanley Kubrick) che allo specchio sarà leggibile come “murder” (omicidio). Anche in 2001 è materializzata questa coppia, di immagine-azione, stanza rossa-omicidio. 73

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entra nel “corridoio stellare” verso lo Stargate (la porta delle stelle). Proprio come Ulisse (Odysseus) viene incantato dal richiamo della Sirena, Bowman viene attratto dal segnale extra-terrestre, ma finisce per essere addotto (rapito). Questa del trip è una sequenza epica che ha posto anche un paletto nella storia dell’evoluzione dell’immagine “elettronica”. Douglas Trumbull, uno dei quattro responsabili degli effetti speciali, così parla di come al sofisticato e innovativo uso della slit-scan machine, sia stato abbinato anche un linguaggio volutamente esoterico nella scena dello Stargate Corridor che si ripercosse in seguito nella realizzazione dell’intero film: One of the very last things we did was adding the mystical symmetry. The Jupiter sequence culminates in a shot in which the moons and asteroids are aligned and the mysterious slab is seen perpendicular to them like a crucifix. It wasn't intended to be that, but that's the way it came out. So when we saw what we had, we worked back from that point and created similar scenes earlier in the film. For example, when the apemen are looking up at the slab and suddenly there's this symmetrical alignment of the sun and the moon over the slab—that was put in long after the sequence was shot. Then we went back to the point where they discover the slab on the moon and inserted the same imagery for that sequence. This was all secondguessing but it was meant to suggest the same ideas as one finds behind similar imagery in mystical literature and symbols. [corsivo mio]74

Da questa dichiarazione si evince che forse la volontà di Kubrick di inserire un simbolismo e un sottotesto esoterico all’interno del film si sia rafforzata dopo lo shooting della scena del trip. Durante il viaggio, tra colori e forme psichedeliche, tra nebulose e fenomeni cosmici, appaiono tra l’altro delle forme piramidali e una forma che sembra essere un enorme spermatozoo che nuota nell’acqua primordiale (lo spazio vuoto). Si compie un viaggio da un punto A a un punto B passando, come ci dice Chion,75 per “nove” galassie, o stati, ben definibili, proprio come le nove sinfonie di Beethoven, i pianeti conosciuti nel sistema solare o le nove porte della mistica. Durante tutto il percorso Bowman, come ci testimonia il dettaglio sul suo occhio che 74

Cit. Expanded cinema, Gene Youngblood, P. Dutton & Co. Inc., New York, 1970, p. 153

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Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 196 93

come un camaleonte prende il colore dello spazio esterno, acquisisce una nuova conoscenza. Il viaggio culmina in un appartamento, o stanza d’hotel, di stile settecentesco (Luigi XVI): il ‘700 è il secolo dei lumi, periodo della “nascita della ragione”, della gnosi, del sentimento laico nazionale e dell’impegno di abbattere il potere ecclesiastico occidentale. Ricordiamo inoltre come nel 1717 nasca la Massoneria ufficiale: anche il pavimento a scacchi ci ricorda la scacchiera del tempio massonico. Bowman vivrà, in questo appartamento-zoo costruito dagli alieni,76 fino al momento della sua morte/rinascita. Abbiamo già esplicitato in parte il significato del riferimento ai colori nel capitolo 3.3, ma il discorso deve essere qui completato. Nel primo stadio di crescita la tuta da astronauta di Bowman è rossa, nel secondo stadio la vestaglia di velluto è nera (con riflessi violacei), nel terzo e ultimo stadio il pigiama è bianco. Bianco come il bambino delle stelle che ci apparirà gigantesco accanto alla Terra per inviare il suo messaggio all’umanità.77 Nel momento della simbolica “ultima cena”, Bowman, ormai vecchio, rimane molto colpito dall’accidentale caduta di un bicchiere. Questa scena probabilmente rappresenta la presa di coscienza dell’essere umano del suo stato di relegazione in un complesso fisico di eventi non governabile dall’uomo (ma da un’intelligenza superiore, ovvero una “rete cosmica”, che corrisponde a quella visione scientifica di Dio di cui parlava Kubrick). Oltre a ciò bisogna notare come la rottura del bicchiere nella tradizione ebraica è usata nella celebrazione del matrimonio come simbolo di una grande magnifica opportunità che sta per accadere. Il dato può essere confermato non solo dal fatto che Kubrick era di origine ebraica, ma anche dal fatto che subito dopo la Anche in questo caso Kubrick ha omesso questo riferimento nel film rispetto al romanzo che invece esplicita la presenza di forme aliene. 76

Sono reperibili su internet, in forme frammentate, moltissime curiosità e quelle che noi definiamo “giochi esoterici” (capitolo 2.1), tra cui il riferimento numerico del 666 in moltissime sequenze (es. il monolito appare per 666 secondi, il numero delle inquadrature da “Dawn of the Man” a “The End” è di 666 volte, e altri giochi numerici), ma preferiamo, sia per volere che per “dovere”, non andare oltre. www.insomniacmania.com/forum/viewtopic.php?t=5277 77

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scena della rottura del bicchiere, Bowman, morente sul letto, indicherà il monolito, ancora con riferimento a La creazione di Adamo, e rinascerà in un’entità superiore e illuminata. La rottura di questo bicchiere da parte di Bowman (Bow=arco; man=uomo) rappresenta dunque un momento topico dell’intero film. L’uomo vecchio, o meglio il vecchio uomo, muore: l’osso lanciato euforicamente dalla scimmia conclude il suo volo nel bicchiere di cristallo che l’uomo, involontariamente, fa cadere a terra prima di iniziare a letto la sua agonia. Il gesto del braccio dell’ominide che aziona l’osso come arma, e lo fa prorompere in aria, trova la sua conclusione nel gesto del vecchio morente, che accenna, con la mano, al monolito apparso ai suoi piedi. L’arco della civiltà umana si è chiuso. B owman è stato questo uomo - arc o. Su l feto sarà opp or tuno e vitare qua lsia si pronunciamento.78

De Bernardinis sintetizza l’intera odissea del film e il concetto fondamentale della compresenza di circolarità e linearità nel parallelo tra la scena iniziale e quella finale del film. Alla conclusione della parabola dell’osso, sancita visivamente dalla rottura del bicchiere e drammaticamente dalla morte-rinascita dell’”arco” che lo ha lanciato (Bowman, l’uomo), seguirà un nuovo lancio da parte di un’umanità rinata. Questo nuovo lancio è occulto, gli uomini non vi possono assistere, e, in questo senso, è un fatto che può essere mostrato, ma su di cui si deve tacere, si apre un nuovo capitolo del liber mutus. Il messaggio esoterico del film, tutto racchiuso nella nascita dello Starchild, consiste nell’indizio per l’uomo moderno sul modo di concludere la parabola dell’osso e dare il via a un nuovo arco di esistenza. Parafrasando McLuhan si può dire che “il feto è il messaggio”. All’interno del suo “uovo filosofico” lo starchild, il nuovo Hermes, scruta la Terra e, negli ultimi fotogrammi, guarda negli occhi lo spettatore come per mandargli un messaggio. Il messaggio nascosto di 2001 è molto simile a quello di Rosemary’s baby: la società deve cambiare. Come abbiamo detto nel paragrafo 3.2, Kubrick non “agisce” 78

Cit. L’immagine secondo Kubrick, Flavio De Bernardinis, Lindau, 2004, pp. 50-51 95

sull’uomo, ma direttamente sulla divinità. Se per Polanski la società deve cambiare assetto per poter sovvertire il potere politico delle religioni, per Kubrick l’unico modo di cambiare la società è di intervenire sull’interpretazione dei temi universali. Nel caso di 2001 Kubrick parte dalla tematica extraterrestre per poter re-investigare l’idea stessa di Dio. I giovani del ’68, più che comprendere questo messaggio, lo interiorizzano. Anche molti critici a cui il film non era piaciuto fanno caso alla presenza di qualcosa di non esplicitato portatore di un messaggio nascosto. 2001 fa parte di una corrente mistica che non è estranea all’orientalismo e al “flower power” che hanno invaso la gioventù americana durante la seconda metà del decennio in questione. Anche se Kubrick e il suo sceneggiatore Clarke erano convinti in buona fede di fare della fantascienza “pura”, la loro idea stranamente ci lascia freddi, poiché fa riferimento a esseri superiori che tengono le redini del nostro destino (Dio?), argomento che non può che provocare una reazione di rassegnazione.79

Noi pensiamo che a Kubrick e Clarke non interessasse fare semplicemente della “fantascienza pura”, ma che volessero piuttosto creare una nuova fantascienza che nel 68’ rappresentava ancora un miraggio. Volontà riassunta dallo scrittore e psicologo americano Timothy Leary che affermò: “Stanley Kubrick is the essence of cyberpunk.”

3.6

IL

S U C C E S S O D E L L ’ O C C U LT O

“Scire, potere, audere, tacere” (Sapere, potere, osare, tacere): con questo antico motto pronunciato da Zoroastro, e ripreso da Fulcanelli, si riassumono i quattro gradi che deve attraversare l’artista-mago per raggiungere la completezza dell’opera. Sapere: la fase in cui bisogna apprendere la tecnica di base. Potere: guadagnarsi con il lavoro una certa fama per acquisire appunto un certo potere. Osare: realizzare un’opera che vada “oltre” il senso comune e che permetta la massima elevazione. Tacere: non avere Repèrs idéologiques pour une Chronologie de la Science-Fiction au cinéma, Jean-Pierre Andrevon, Cinéma d’aujourd’hui, Demani la scince-fiction, speciale a cura di Alain Schlockoff, primavera 1976, p. 31 79

96

l’esigenza, ma anzi evitare, di dare spiegazioni riguardo l’opera compiuta. Questo percorso è intrapreso da Kubrick e Polanski che con il loro “osare” (Rosemary e 2001), hanno segnato un punto di svolta all’interno del cinema hollywoodiano, creando anche un punto di rottura nella società, agevolando così l’ “intrusione” delle tradizioni esoteriche all’interno della cultura occidentale. Polanski e Kubrick tacciono anche riguardo ai loro film: Kubrick non ha rilasciato molte interviste e non ha mai concesso spiegazioni sul film; Polanski ha sempre sostenuto il fatto che il film è volutamente “ambiguo”.80 Rosemary è considerato dagli storici del cinema, tra cui Chion, l’apripista del genere horror-occultistico.81 Il reale successo dell’occulto però fu sancito da The Exorcist (L’esorcista, William Friedkin, USA, 1973) che, sull’onda del successo di Rosemary, riprendeva la possibilità dell’esistenza di una forza maligna agente nel mondo. Il film contiene molti riferimenti alla mitologia assira e babilonese82 e alla tradizione cattolica-esoterica dell’esorcismo, ma l’intento di un messaggio esoterico non è presente come in Rosemary. L’intento primario de L’esorcista è puramente di enterteinment, nonostante lo sceneggiatore e autore dell’omonimo romanzo (1971) William Peter Blatty,83 essendo lui stesso un fervente praticante, fosse molto attento all’aspetto teologico ed esoterico del cristianesimo. Nel 1980 Blatty dirige The Ninth Configuration (La nona configurazione, USA), un film più maturo, nel quale riesce ad unire abilmente le atmosfere gotiche e occulte di Rosemary’s Baby all’esistenzialismo cosmico di 2001 (anche il tema del viaggio spaziale viene qui ripreso nelle nove configurazioni che ricalcano il tema delle nove galassie della scena trip di 2001). I sequel dei due film, che s’inseriscono nel filone di tendenza creatosi proprio nel 1968, esistono e sono il mediocre film per la TV Look What's Happened to Rosemary's Baby (Sam O'Steen, USA, 1979) e il buon già citato 2010 (2010: Odyssey Two, il titolo originale della sceneggiatura). 80

81

Stanley Kubrick. L'umano, né più, né meno, Chion Michel, Lindau 2006, p. 72

All’inizio del libro e del film l’archeologo Padre Merrin (Max Von Sydow) ritrova nel sito archeologico nel Nord dell’Iraq l’immagine dell’antico demone Pazuzu rievocandolo nel regno umano. Il riferimento a Pazuzu si ritroverà anche nel sequel The Exorcist II: The Heretic (1977) e nel prequel del 2004 Exorcist: The Beginning. 82

83

Regista tra l’altro di The Exorcist III (L’esorcista 3, William Peter Blatty, USA 1990). 97

Tra i film che seguirono Rosemary’s Baby, oltre al già citato The Exorcist, possiamo ricordare The Devils (I Diavoli, Ken Russell, GB, 1971), The Omen (Omen, Richard Donner, USA, 1976), The Exorcist 2: The Heretic (L’esorcista 2: L’eretico, John Boorman, USA, 1977), Damien: Omen II (Omen 2: Damien, Don Taylor, USA, 1978). Questi film, insieme agli innumerevoli b-movie che tra il 1970 e i primi anni ’80 costituiscono comunque un importante fenomeno, il nuovo cinema commerciale inizia così a generare film contenenti simboli più specificatamente satanici e di magia nera, ma senza produrre un discorso esoterico: tutto è in funzione di quella moda culturale che aveva ormai attecchito tra i giovani. Anche il puro genere horror s’impossessa di questi segni occulti trasformando i buon vecchi serial killers in streghe, indemoniati o maghi malvagi. Un ottimo esempio è il cinema di Dario Argento: un horror molto influenzato dalle tradizioni occulte. Possiamo ricordare a questo proposito Suspiria (Italia, 1977) e Inferno (Italia, 1980), due dei tre film che formano la trilogia stregonesca delle tre madri.84 Il tema della possessione diabolica e il tema stregonesco sembrano interessare molto la popolazione occidentale, forse perché in essi si riscopre quell’esoterismo della cultura cattolica. È doveroso notare come il successo delle tradizioni esoteriche degli anni ’70 non si esaurisce solo nel filone creato da Rosemary’s Baby, ma s’integra pienamente con un nuovo cinema di fantascienza fondato su una rappresentazione mitica dell’umanità: Solyaris (Solaris, Andrei Tarkovsky, URSS, 1972), Zardoz (id., John Boorman, GB, 1972), Dark Star (id., John Carpenter, USA, 1974), Close encounters of the third kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo, Steven Spielberg, USA, 1977), Star Wars (Guerre stellari, George Lucas, USA, 1977) e anche, in un certo senso, Alien (id., Ridley Scott, GB, 1979). 85 Dagli anni ’80 agli anni ’90 il successo della nuova fantascienza “impegnata” cresce esponenzialmente, anche perché è sempre più influenzata dal Attualmente è in fase di post-produzione il terzo film intitolato La terza madre (Italia, Usa, 2007). 84

Cfr. Il cinema della paura: orrore e fantascienza nel cinema degli anni ’70, Antonio Fabozzi, Liguori, Napoli, 1982 85

98

cyberpunk. Uno dei film più rappresentativi di questo genere è sicuramente Dune di David Lynch (USA, 1984) un’opera grandiosa che inizialmente doveva essere diretta da Alejandro Jodorowsky.86 È da sottolineare inoltre che dagli anni ’80 in poi le due linee che partono da 2001: A Space Odyssey e da Rosemary’s baby tendono spesso ad avvicinarsi, a volte toccandosi, producendo quel genere ibrido tra la fantascienza e l’occulto a cui siamo ormai abituati vedere nel grande cinema hollywoodiano.87 Anche il genere fantasy deve in parte la sua nascita all’inserimento delle tradizioni esoteriche nella cultura popolare: grandi temi archetipici e mitologie di stirpi nordiche che culminano nella trasposizione cinematografica della trilogia di Lord of the Rings (Il Signore degli anelli, Peter Jackson, USA, Nuova Zelanda, Germania, 2001-2003).88 Il mondo della commedia s’impossessa del mondo esoterico, a volte quasi deridendolo: se per esempio nella prima metà del ‘900 è predominante la figura del solenne Nosferatu di Murnau (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, F.W. Murnau, Germania, 1922) nella seconda metà del secolo prende piede un modello più leggero e umano “come” il grottesco Vampiro di Morrissey di Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! (Blood for Dracula, Paul Morrissey, Italia, Francia, 1974). Questa leggerezza che s’impossessa dei temi classici dell’occulto contribuisce alla rivalutazione della figura del non-morto (in bilico fra due mondi opposti) come un essere che non abita più lontano e in solitudine, ma si sposta in città mischiandosi nel popolo. Possiamo per esempio citare il vampiro Lestat in Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles (Intervista col Vampiro, Neil Jordan, USA, 1994). Tra gli anni ’90 e i nostri giorni, come ha evidenziato lo storico delle religioni Massimo Introvigne, il

Alejandro Jodorowsky è stato tra l’altro autore di fumetti fantascientifici, come La Casta dei Metabaroni e L’Incal, influenzati ovviamente dal suo pensiero esoterico. 86

Sono di grande esempio i film Event Horizon (Punto di non ritorno, Paul W.S. Anderson , USA, 1998), Blade (id., Stephen Norrington, USA, 1998), Underworld (id., Len Wiseman, USA, 2003) e Costantine (id., Francis Lawrence, USA, 2005) 87

L’autore del romanzo (1954-1955) J.R.R. Tolkien ha dato vita con i suoi libri al fantasy che può essere considerata una vera e propria nuova corrente esoterica che ha finito di contaminare anche molte religioni neo-pagane, come la wicca. 88

99

tema del vampirismo gode ormai di una grande fama essendo praticamente sempre presente nella produzione cinematografica e fumettistica.89 A cavallo del nuovo millennio però il vampirismo non esiste solo nelle leggende e nelle fiabe, ma diventa metafora anche della società, segrete e non, che traggono la loro forza sfruttando l’attività di quanti si trovano al di fuori del loro gruppo. Come questa forma di vampirismo, anche il satanismo, la massoneria e le nuove lobby americane, vedono la loro forza nell’associazionismo iniziatico. Differentemente dal vampirismo però queste società segrete hanno come obbiettivo ultimo il sovvertimento e la rifondazione di un nuovo ordine sociale universale (New World Order). Nel 1999 escono tre film che parlano d’associazionismo segreto: ritroviamo di nuovo Kubrick e Polanski con Eyes Wide Shut e The Ninth Gate che, insieme a The Matrix dei Watchoski Brothers, sanciscono un nuovo e fondamentale punto di contatto tra l’esoterismo, ormai divenuto pop-esotericism, e il cinema.

Cfr. La stirpe di Dracula: indagine sul vampirismo dall'antichita ai nostri giorni, Massimo Introvigne, Milano, 2005. Un prezioso articolo di Andrea Menegotto è presente anche sul sito del CENSUR alla pagina www.cesnur.org/2005/am_vamp.htm 89

100

CONCLUSIONI Dagli anni ’70 ad oggi le incursioni e il successo delle tradizioni esoteriche all’interno delle grandi produzioni americane è stato esponenziale. Come abbiamo visto Kubrick e Polanski sono i rappresentanti di un cinema rivolto prevalentemente ai giovani della controcultura americana, quei giovani che avrebbero dovuto cambiare il mondo. Possiamo ritenere che parte dei loro intenti siano stati interiorizzati nella cultura occidentale. Come abbiamo già accennato nel 1999 esce The Matrix insieme ad Eyes wide shut, ultimo film di Kubrick, e The Ninth Gate, ultimo film occulto di Polanski. Questo anno segna un passaggio di testimone da i due registi del ’68 a un nuovo cinema spirituale per il grande pubblico. In chiave esoterica The Matrix, o meglio il protagonista Neo, rappresenta cinematograficamente l’unione dei due figli di Rosemary’s Baby e di 2001: A Space Odyssey. L’intento esoterico di The Matrix è chiaro e ben esplicitato dagli autori in varie interviste, e lo studio in senso esoterico, già stato affrontato da molti studiosi, ha rivelato riferimenti allo gnosticismo cristiano, all’antroposofismo e alle filosofie orientali.1 Anche i critici e gli studiosi d’ogni campo, dagli storici delle religioni, a filosofi, agli scienziati della cognizione, investigano sul film e sui suoi contenuti All’interno della finzione messa in scena da Matrix si può trovare un repertorio di metafore e immagini tanto vasto da poter essere impiegato per illustrare nel dettaglio praticamente qualsiasi concetto o per affrontare un’interminabile sequela di problemi e motivi filosofici. Tra

Esistono una serie di dichiarazioni esplicite dei registi Larry e Andy Wachosky che affermano appunto la presenza voluta di messaggi esoterici nel loro film. Segnalo l’articolo sul sito della Warner Bros whatisthematrix.warnerbros.com/rl_cmp/new_phil_wakeup.html. Inoltre esistono molti studi sull’approccio esoterico, come per esempio il libro Matrix – Una Parabola Moderna di Rocco Bruno, scaricabile da internet all’indirizzo web.tiscali.it/thematrix.libro/ 1

101

cui potremmo annoverare: […] il motivo gnostico del risveglio dal mondo ingannevole delle percezioni e della liberazione dal dominio dei sensi.2

Alla base di Matrix c’è il messaggio esoterico già espresso da Gurdjef secondo cui l’eletto (Neo, anagramma di One) è la condizione a cui ogni essere vivente dovrebbe aspirare per poter elevarsi sopra gli altri e sopra “se stesso”, “svegliandosi” da quello stato di sonno che mantiene l’uomo ipnotizzato da una realtà parziale e fittizia. Anche Matrix, come Rosemary e 2001, culmina con la rinascita (il neo-Neo) in un nuovo essere umano “iper-consapevole” destinato a salvare (o a cambiare) il mondo. Il passaggio di testimone dai due film a Matrix si esplicita grazie alla rappresentazione dell’esistenza di forze sociali ed extra-umane che governano l’agire umano creando nel mondo un livello esterno accessibile a tutti (essoterico) e un livello inaccessibile se non tramite un’iniziazione (esoterico). Anche Eyes wide shut vacilla tra il senso d’irrealtà e la consapevolezza, tra il sogno e la realtà, tra il sonno e la veglia: non a caso i due colori predominanti sono il rosso, simbolo del Sole, del giorno, di Horus, dell’uomo; e il blu, simbolo della Luna, della notte, di Iside, della donna: l’aspetto sonno/veglia è centrale anche in Matrix. I colori rosso e blu sono rappresentativi anche in questo caso: è ormai celebre la cruciale scena in cui Neo deve scegliere tra la pillola rossa, il giorno/risveglio (Horus/conoscenza), e la pillola blu, notte/sonno (Matrix). Neo farà la “choix du jour”,3 sceglierà ossia la pillola della gnosis, la scelta che lo inizierà al cammino verso il risveglio. Il cammino iniziatico di Neo si imbatte in due frasi chiave della tradizione buddista e della filosofia occidentale moderna: oltre all’esplicitato “Conosci te stesso” è implicito nel film anche il nietzscheano “Diventa quello che sei”… ossia il predestinato. In realtà le riflessioni che potrebbero scaturire da una lettura esoterica di Matrix sono molte, basti pensare che, come affermano gli autori, tutti i personaggi del film (e i loro

Cit. Dentro la matrice: filosofia, scienza e spiritualità in Matrix, a cura di Massimiliano Lorenzo Cappuccio, Albo Versoio, Milano, 2004, p. 12 2

3 Choi

e DuJour sono i nomi dei due amici di Neo che gli si presenteranno all’inizio del film: dal francese choix du jour significa scelta di giorno. 102

nomi) sono stati studiati per creare un vero e proprio racconto mitologico. Quello che c’interessa capire è però che nel 1999, come nel 1968, il pensiero esoterico s’impone nuovamente nella cultura occidentale: nasce un nuovo bambino. Il nostro studio è servito principalmente ad individuare l’esistenza di un filo conduttore nella storia del cinema, un filo di Arianna occulto: forse dispiegato intenzionalmente, forse semplicemente emerso naturalmente. Ma per il momento non c’interessa sapere se Kubrick e Polanski sono stati realmente iniziati in qualche società, o se alcuni movimenti esoterici militanti hanno utilizzato il cinema come mezzo per poter veicolare le masse. Ciò che abbiamo focalizzato è semplicemente un piccolo punto di partenza di un percorso che spiega il perché i giovani di oggi sono attratti dalla presenza di riferimenti all’occulto, al mistero o alla conoscenza esoterica. Con Matrix, oltre a un nuovo rilancio della science-fiction, si è assistito a un nuovo approccio spirituale della nostra grande società ormai massificata dell’Occidente alla reinvestigazione della realtà: come è successo negli anni ’70 i giovani di oggi rivolgono le proprie domande a un approccio gnostico di ricerca più che alle risposte della fede cattolica. L’uomo occidentale si sta riappropriando di quella concezione junghiana e archetipica secondo cui la realtà rappresenta per la conoscenza e la spiritualità umana un punto di partenza e non un punto di arrivo come lo è per le leggi canoniche della Chiesa in cui, per fare un esempio, la figura del Cristo non è rimodellabile dall’uomo, ma già modellata e immobile. Il cinema sta diventando sempre di più un mezzo capace di rendere più vicino all’inconscio collettivo un Neo piuttosto che un dio… in cui Neo può diventare la nuova personificazione di Dio: vengono create dal cinema nuove immagini “divine” che permettono ai giovani di lavorare sulla propria ricerca spirituale. È appunto centrale notare anche come in questi ultimi anni vadano sempre più “di moda” l’aggregazionismo in sette, religioni neo-pagane, comunità buddiste e movimenti newage, e come, a un’alta velocità, nascano nuovi linguaggi e nuovi modi di comunicare e di pensare basati sulle nuove scoperte archeologiche e le produzioni della tecnologia, 103

come l’informatica: come nell’antichità gli esoteristi erano considerati anche chi erano capaci di leggere la lingua scritta su papiri o tavole di argilla, o anche chi conosceva l’arte di comunicare per immagini nelle caverne; oggi i conoscitori di linguaggi informatici (come gli ad esempio gli hackers) potrebbero evolversi in una nuova casta ermetica (di Hermes, messaggero degli dei, custode della conoscenza). Considerando quanto detto ed esposto in questa tesi, soprattutto la presenza innegabile in questi anni di una filmografia che inscena simboli e vicende legate a tradizioni esoteriche, ci sembra doveroso affermare che la critica cinematografica debba iniziare a considerare il rapporto esoterismo/cinema per il raggiungimento della conoscenza di un livello filmico più profondo. Questa implementazione alla critica cinematografica siamo sicuri che offrirà nuovi punti di riflessione: servirà ai critici cinematografici per una comprensione maggiore dei film e del cinema, agli studiosi di esoterismo e agli storici delle religioni per approfondire la riflessione sulla società contemporanea e ai “profani” per capire meglio il mondo che stiamo vivendo.

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RI NGRA Z I A M E NTI Ringrazio il professor Flavio De Bernardinis, il dottor Stefano Betti per i preziosi consigli, i miei genitori e la mia famiglia, Marco Varriale, il professor Mariano Aprea, Shishà che è stato luogo di ispirazione in questi anni di studio, i vecchi amici, i colleghi dell’università, Angelica, i nuovi amici, Riccardo Ponis, la Apple, e i fratelli-amici-soci Michele, Giuseppe e Marco della Digital Room.

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