Einstein Si Sbagliava

September 2, 2017 | Author: annaritar | Category: Evil, Gases, Devil, Satan, Albert Einstein
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un areticolo su un famoso aneddoto di einstein...

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ALBERT EINSTEIN O CHI PER LUI SI SBAGLIAVA: IL MALE ESISTE RICHIAMI DI TERMODINAMICA Prima di entrare nel tema proposto dal titolo di questo scritto, ritengo opportuno disporre  di seguito alcuni richiami di termodinamica. Si tratta di nozioni sullo zero assoluto e poi sul  calore assoluto, cose che ricorreranno sia, in un aneddoto attribuito ad Einstein di seguito a  questi richiami di fisica, e sia successivamente per porre in evidenza il presunto sbaglio di  Einstein o chi per lui annunciato dal titolo suddetto.  Perché quel “chi per lui”? Perché non può essere che Einstein sia l’autore delle affermazioni  contrarie   all’esistenza   del   male,   col   ricorso   a   concezioni   scientifiche   come   elementi   di  paragone che, invece, l’ammetterebbero. D’altro canto non mi è nemmeno possibile risalire  alla fonte di chi ha diffuso l’aneddoto in questione per verificarne l’autenticità. Fatto è che  questo aneddoto occorre smentirlo onde non semini nella gente idee errate sul conto delle  religioni, almeno per quanto concerne l’esistenza del male.

Lo zero assoluto1   Lo zero assoluto è la temperatura minima alla quale è  possibile   approssimarsi   in   natura,   ma   raggiungere.  Vediamo   quali   sono   alcuni   dei   principi   fisici   che  dimostrano perché è una temperatura irraggiungibile.  Consideriamo   un   gas   ideale   che   aumenta   la   sua  temperatura da 0 °C a 100 °C. In un grafico volume­ temperatura, la trasformazione del gas è individuata  dal segmento che vediamo in figura (prima legge di  Gay­Lussac):  Estrapoliamo   la   legge   rappresentando   la  trasformazione del gas anche per temperature inferiori  a 0 °C (il segmento tratteggiato). Il tratteggio incontra  l’asse   orizzontale   in   un   punto   che   corrisponde   alla  temperatura di circa – 273 °C (o – 459, 67° Farenheit).  Per tale temperatura il volume del gas ideale diventa  nullo. Fisicamente   non è  possibile  che  il  volume   del  gas sia nullo, perché, comunque piccole, le molecole  del gas hanno sempre certe dimensioni. Perciò non è  neanche possibile che la temperatura di un gas risulti  uguale o inferiore a – 273 °C. A questo valore della temperatura si dà il nome di zero  assoluto e viene assunto come zero della scala Kelvin.  Si   può   ripetere   lo   stesso   ragionamento   per   la   legge   di   Charles.   Estrapolando   il   grafico  pressione­temperatura si trova che alla temperatura di – 273 gradi Centigradi (o – 459,67  gradi Farenheit) la pressione del gas dovrebbe risultare nulla. 

Il calore assoluto2 1  http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2009/06/lo­zero­assoluto.html  2  http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2008/07/esiste­lo­zero­assoluto­delle.html 

2 Esiste lo zero assoluto delle temperature, ma il calore assoluto esiste?  Sappiamo che esiste un limite inferiore alle temperature più basse. Si tratta del cosiddetto  “zero assoluto”, la temperatura più bassa che un sistema fisico possa raggiungere. Questo  limite   corrisponde   a   0   gradi   Kelvin,   o   a  –  273,2   gradi   Centigradi   (o  –  459,67  gradi  Farenheit).  Ma, se esiste un limite per la temperatura più bassa,  esiste un limite anche per la temperatura più alta? E se  è così, quale sarebbe questa temperatura?  Per   trovare   se   esiste   un   limite   superiore   per   le  temperature,   bisogna   anche   spiegare   meglio   la  definizione   stessa  di   temperatura.   In  un   gas   perfetto  (cioè in un gas rarefatto) la temperatura si può definire  in   termini   di   energia   cinetica   delle   particelle   che   lo  costituiscono.   Se   il   gas   non   è   rarefatto   però   questa  semplice   definizione   di   temperatura   non   si   può   più  applicare. Una definizione più generale di temperatura  è quella che ci viene fornita dalla statistica. In questo caso si parla di probabilità che un  livello energetico sia occupato o no. Man mano che la temperatura aumenta, la probabilità  che vengano occupati livelli alti aumenta di conseguenza. Si capisce subito, in questo modo,  che   non   c’è   alcun   vincolo   che   proibisce   che   livelli   energetici   sempre   più   alti   vengano  occupati.   La   temperatura   infinita,   così,   sarebbe   il   limite   per   cui   tutti   i   livelli   energetici  hanno uguale probabilità di essere occupati.  In definitiva quindi non esiste alcun limite fisico conosciuto per le temperature più alte, che  possono quindi tendere all’infinito.  Ora   si   tengano   a   mente   queste   nozioni   perché   saranno   riprese,   come   già   detto,   per  dimostrare   una   questione   importantissima   che   riguarda   dei   concetti   della   metafisica   in  relazione all’esistenza del male in stretta relazione a Dio.  

L’ANEDDOTO DI EINSTEIN  Germania, primi anni del XX secolo.  Durante   una   conferenza   tenuta   per   gli   studenti  universitari,   un   professore   ateo   dell’Università   di  Berlino lancia una sfida ai suoi alunni con la seguente  domanda:  “Dio ha creato tutto quello che esiste?” Uno studente diligentemente rispose: “Sì certo!”.  “Allora   Dio   ha   creato   proprio   tutto?”   ­   Replicò   il  professore.  “Certo!”, affermò lo studente.  Il professore rispose: “Se Dio ha creato tutto, allora  Dio ha creato il male, poiché il male esiste e, secondo  il   principio   che   afferma   che   noi   siamo   ciò   che 

produciamo, allora Dio è il Male”.  Gli studenti ammutolirono a questa asserzione. Il professore, piuttosto compiaciuto con se 

3 stesso, si vantò con gli studenti che aveva provato per l’ennesima volta che la fede religiosa  era un mito.  Un altro studente alzò la sua mano e disse: “Posso farle una domanda, professore?”.  “Naturalmente!” ­ Replicò il professore.  Lo studente si alzò e disse: “Professore, il freddo esiste?”.  “Che   razza   di   domanda   è   questa?   Naturalmente,   esiste!   Hai   mai   avuto   freddo?”.   Gli  studenti sghignazzarono alla domanda dello studente.  Il giovane replicò: “Infatti signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che  noi consideriamo freddo è in realtà assenza di calore. Ogni corpo od oggetto può essere  studiato solo quando possiede o trasmette energia ed il calore è proprio la manifestazione  di un corpo quando ha o trasmette energia. Lo zero assoluto ( – 273 °C) è la totale assenza  di   calore;   tutta   la   materia   diventa   inerte   ed   incapace   di   qualunque   reazione   a   quella  temperatura. Il freddo, quindi, non esiste. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere  come ci sentiamo... se non abbiamo calore”.  Lo studente continuò: “Professore, l’oscurità esiste?”.  Il professore rispose: “Naturalmente!”.  Lo   studente   replicò:  “Ancora   una   volta   signore,  è   in  errore,  anche   l’oscurità   non  esiste.  L’oscurità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo studiare la luce, ma non l’oscurità. Infatti  possiamo usare il prisma di Newton per scomporre la luce bianca in tanti colori e studiare  le   varie   lunghezze   d’onda   di   ciascun   colore.   Ma   non   possiamo   misurare   l’oscurità.   Un  semplice raggio di luce può entrare in una stanza buia ed illuminarla. Ma come possiamo  sapere quanto buia è quella stanza?  Noi misuriamo la quantità di luce presente. Giusto? L’oscurità è un termine usato dall’uomo  per descrivere ciò che accade quando la luce... non è presente”.  Finalmente il giovane chiese al professore: “Signore, il male esiste?”.  A questo punto, titubante, il professore rispose, “Naturalmente, come ti ho già spiegato. Noi  lo   vediamo   ogni   giorno.   E’   nella   crudeltà   che   ogni   giorno   si   manifesta   tra   gli   uomini.  Risiede nella moltitudine di crimini e di atti violenti che avvengono ovunque nel mondo.  Queste manifestazioni non sono altro che male”.  A questo punto  lo studente replicò “Il male non esiste, signore, o almeno non esiste in  quanto tale. Il male è semplicemente l’assenza di Dio. E’ proprio come l’oscurità o il freddo,  è una parola che l’uomo ha creato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male.  Il male è il risultato di ciò che succede quando l’uomo non ha l’amore di Dio presente nel  proprio cuore. E’ come il freddo che si manifesta quando non c’è calore o l’oscurità che  arriva quando non c’è luce”.  Il   giovane   fu   applaudito   da   tutti   in   piedi   e   il   professore,   scuotendo   la   testa,   rimase   in  silenzio.  Il rettore dell'Università si diresse verso il giovane studente e gli domandò: “Qual è il tuo  nome?”.  “Mi chiamo, Albert Einstein, signore!” ­ Rispose il ragazzo.

RIFLESSIONI SULL’ANEDDOTO  Avendo   chiarito   all’inizio   la   questione   sui   dubbi   sull’autenticità   dell’aneddoto   in   esame,  resta da capire in che modo Einstein o chi per lui, incorrono in un errore nel valutare la  portata delle concezioni scientifiche edotte per dimostrare l’inesistenza del male. Prima d’altro, per rispondere sulla questione, che ipotizza Dio creatore del male o no, oltre  che   del   bene,  occorre   ammettere   almeno  l’esistenza   di   Dio.   Se   poi   questo   Dio   è   quello  biblico   del   libro   della   Genesi   allora   siamo   nei   pasticci   in   relazione   alla   tesi   esibita 

4 nell’aneddoto. Poiché in Genesi 2,8 viene detto:  «Poi   il   Signore   Dio   piantò   un   giardino   in   Eden,   a   oriente,   e   vi   collocò   l’uomo   che   aveva   plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e   buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza   del bene e del male.».  E   sappiamo   che,   nonostante   il   divieto   di   cogliere   il   frutto   dell’albero   della   conoscenza  anzidetto, Eva commise la trasgressione e mangiò questo frutto. Di qui l’ira del Creatore che  costò la cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden.  Come si evince, per il cristiano credente non si pone affatto la questione sulla negazione del  male perché è legato al bene nel frutto della conoscenza (che poi il male è assenza di Dio e  il bene la sua presenza come un ideale bipolarismo, le cose non cambiano). Perciò il male  esiste e viene additato nel Serpente, che tentò Eva affinché si nutrisse del frutto vietato dal  Signore per diventare dei.  Tuttavia, veramente sorge il dubbio sul potere del demonio che ha sì modo di aggredire  l’uomo spiritualmente e corrompere la sua anima, ma non sono chiari i suoi limiti di azione.  Sappiamo che dopo la caduta edenica, il Signore lo sottomise alla donna ma fino ad un  certo limite.  Nel libro Genesi 3,15 così stanno queste cose: «Io porrò inimicizia tra te e la donna,  tra la tua stirpe  e la sua stirpe:  questa ti schiaccerà la testa  e tu le insidierai il calcagno». Questa è la versione biblica che riguarda il dio del male, Satana, ma secondo Einstein (o chi  per lui), in seguito alla sua concezione desunta dall’aneddoto suddetto, il male – dunque  Satana – non esisterebbe. Intanto   va   detto   che   non   si   discute,   ovviamente,   su   una   seria   concezione   scientifica.  Tuttavia la si può ritenere come fatto filosofico, naturalmente di ordine metafisico con un  certo   “appoggio”  –  ammesso   e   non   concesso  –  della   scienza.   Dunque   una   metafora   o  parabola.  Infatti ragionando su corretti binari c’è da riflettere sul fatto che si parla dell’esistenza di  Dio, cosa che ha sempre esulato l’indagine scientifica. In effetti lo studio della realtà fisica non può essere applicato nei campi ove si lavora con  enti non suscettibili di misura, come quella dell’esistenza Dio in causa (è con la misura che  si ricavano i numeri, senza numeri non c’è matematica e quindi non c’è legge scientifica  cioè non c’è scienza).  Non solo. Anche nei campi ove le misure sono possibili l’applicazione  del metodo non è automatica. Si tratta di un’operazione complessa. Perché la realtà – quella  reale,  non   quella  pensata  –  è  comunque  complessa.   Per  applicare   il   metodo   scientifico,  occorre   ridurne la complessità, procedere ad un’operazione di   semplificazione, costruire  un modello. È quel modello che viene matematizzato. In pratica, nell’applicare il metodo  scientifico   occorre   fare   delle   semplificazioni,   delle   scelte   sulle   entità   coinvolte.   Scelte   e  semplificazioni che possono pregiudicare la validità dei risultati. Cioè il modello potrebbe  non   rappresentare   compiutamente   la   realtà   in   oggetto.   Di   conseguenza   le   affermazioni  ricavate dal modello vanno interpretate e passate al setaccio del riscontro oggettivo della  realtà prima di accettarle come affermazioni sulla realtà. 

5 In conclusione, la verifica attraverso l’esperimento diventa essenziale, come, del resto, la  ripetibilità dell’esperimento.  La   scienza,   in   pratica,   per   non   compiere   errori,   si   autolimita.   Restringe   il   suo   campo.  Dichiara   di   essere   in   grado   di   rispondere   solo   a   domande   che   si   possono   porre   come  risultato di un esperimento (e  questo esperimento deve essere  ripetibile).3 Perciò va esclusa l’accademia della scienza sul tema in questione e restano i ragionamenti di  confine con la metafisica o della religione se vogliamo. Ora, riprendendo la riflessione su  Einstein   deista,   ateo   o   che,   appena   introdotta   all’inizio   di   questo   brano,   questi   non   fu  sempre coerente sull’idea cristiana di Dio e quindi non è facile afferrare precisamente cosa  intendesse dire in proposito. Einstein non si dichiarava ateo, e nemmeno deista (e non può  essere nemmeno definito agnostico, in quanto credeva in una qualche concezione, sebbene  per nulla comune, di Dio).  Egli   rifiutava   nel   complesso   l’idea   di   un   Dio   personale   (ritenendola   una   forma   di  antropomorfismo)   tipica   della   concezione   ebraico­cristiana,   come   testimonia   una   lettera  personale nel 1954, dove scriveva:  «Io non credo in un Dio personale e non l’ho mai negato, anzi, ho sempre espresso le mie   convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata   ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.». Detto   questo   sul   conto   di   Einstein   (o   chi   per   lui)   in,   rapporto   all’esistenza   di   Dio   e   la  negazione   perentoria   del   male   e   quindi   di   Satana,   emersa   dall’aneddoto   suddetto,   fa  meraviglia che in questa sede, nella discussione non sia stato fatto emergere un fatto di  ordine scientifico rilevante, tale da ribaltare la tesi sostenuta dal giovane Einstein a danno  del suo professore del College. Ciò non toglie merito a questa tesi che rivela effettivamente che il male, limitato al piano  temporale,   veramente   non   esiste.   Ma   disquisendo   in   termini   di   metafisica,   il   piano  temporale non coinvolge tutto ciò che anima un essere vivente, perciò è solo con il corpo  fisico e la sua parte cosciente che resta al riparo dal presunto vero male, ossia Satana. In   effetti   ragionando   in   merito   alla   tesi   dello   studente   dell’aneddoto,   in   cui   si   sostiene  l’assenza di Dio in relazione alla metafora sul freddo che è assenza di calore, occorre fare  delle precisazioni che non vengono poste da lui nell’aneddoto sul male e Dio.  Vien detto che «Lo zero assoluto,  –  460 gradi Farenheit 0 gradi Kelvin, è l’assenza totale di   calore; ed a quella temperatura, ogni corpo o materia diviene inerte ed incapace di reazione. Il   freddo non esiste: abbiamo creato noi questa parola per descrivere come ci sentiamo quando   non c’è calore.». E su questi concetti, che sono della termodinamica, ci siamo schiarite le  idee illustrandole all’inizio. Perciò è così, ma è una concezione che va bene sul piano temporale, ammettendo che il  male, ossia il Serpente, Satana sia assenza totale di Dio, facendo tesoro del paragone della  condizione dello zero assoluto, – 460° (459, 67) Farenheit. Per dire che il Tentatore non ha  modo di esteriorizzarsi sul piano fisico poiché questa temperatura così estrema, per le leggi  della termodinamica non può mai essere esattamente pari allo zero assoluto, anche se è  possibile raggiungere temperature arbitrariamente vicine ad esso. Lo abbiamo eviscerato  all’inizio con i richiami sulla termodinamica. Allo zero assoluto le molecole e gli atomi di un  sistema sono tutte allo stato fondamentale (ovvero il più basso livello di energia possibile) e  il sistema ha il minor quantitativo possibile di energia cinetica permesso dalle leggi della  fisica. Questa quantità di energia è piccolissima, ma sempre diversa da zero.  La conclusione è che, se non altro, Dio può essere accostato all’energia che dà calore ed è  3  http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=21364 

6 sempre presente nell’uomo incarnato, proprio  perché lo    zero assoluto        non può essere mai   raggiunto sulla terra. Tuttavia lo zero assoluto è un asserto scientifico riconosciuto, perciò è  da ritenersi concepibile anche per  affermare che il male, ossia Satana, esiste comunque.  Non solo, ma non c’è limite verso l’infinito del calore, e lo si è sancito all’inizio, e questo  dimostra che sia il corpo che la sua interiorità non ostacola le forze al servizio di Dio che  sono per la vita. Ma se il vero male – mettiamo Satana – non può agire direttamente sull’uomo cosciente, in  che altro modo può farlo? Dunque la concezione dello zero assoluto ci dice, per via analogica, che il demonio esiste e  sappiamo che comunque ha modo di agire sull’uomo per il fatto che non ha poteri sul corpo  fisico,   ma   come   puro   spirito   egli   esiste,   non   c’è   altra   possibilità.   Allora   come   possiamo  concepire la loro “presenza nel mondo”?  Alla luce della teologia di S. Tommaso d’Aquino, deduciamo che la presenza demoniaca può  essere localizzata solo mediante la sua attività, per cui il diavolo si trova dove opera, e  quindi   è   la   quantità   e   la   dimensione   operativa   che   ne   rivela   la   presenza   all’esterno   e  all’interno   delle   creature,   anche   se   bisogna   considerare   che   non   avendo   un   corpo,   è  improprio cercare di “localizzarli” in un punto/luogo: in realtà possiamo determinare “dove  essi stanno agendo”, ma non “dove essi si trovano”. Inoltre i demoni non possiedono una  conoscenza sensoriale, perché non avendo un corpo non hanno i sensi, ma hanno di certo  una conoscenza intellettuale: di conseguenza conservano le loro conoscenze naturali e la  loro volontà, anche se ordinate per sempre al peccato, con tutto il potere che ne deriva dal  loro stato spirituale.4 Ergo non resta che localizzare nell’ambito della mente il luogo in cui il demonio esercita il  suo potere. 

4  http://esorcismi.altervista.org/potere­satana.html 

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