Dizionario Della Moda G
March 28, 2017 | Author: sfigatto | Category: N/A
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Piccolo dizionario della moda
PICCOLO DIZIONARIO DELLA MODA LETTERA A A BOLLE: Di tessuto o altro materiale con disegni in rilievo, rigonfiamenti rotondi , simili a bolle A CODA DI RONDINE: Motivo a doppia "v" disegnato sulle tomaie delle scarpe maschili, decorato con forellini nei modern brogue e semibrogue A MANICA CORTA: Di qualsiasi capo d'abbigliamento con la manica corta. Solitamente e un terzo della lunghezza totale A MANICA LUNGA: Di un qualsiasi capo d'abbigliamento con la manica the arriva sino al polso A JOUR: Ricamo a traforo realizzato soprattutto per la biancheria in lino. Si ottiene togliendo alcuni fili dalla trama del tessuto, quindi quelli dell'ordito vengono uniti a mazzetti con un cappio formando piccoli gruppi, secondo diverse tecniche. utilizzato per gli orli, ma anche come motivo ornamentale per abiti e camicie femminili. E' detto 'a giorno' perchè lascia passare la luce ABBOTTONATURA A DOPPIOPETTO: Tipo di chiusura con due file di bottoni, indicata soprattutto per i capispalla, dove i davanti si sovrappongono ABBOTTONATURA: Chiusura con bottoni. Serie di bottoni e relative asole di un qualsiasi capo d'abbigliamento ABBOTTONATURA A MONOPETTO: Tipo abbottonatura con una sola fila bottoni ABBOTTONATURA ALL'INGLESE: Quando i bottoni sono nascosti da una striscia di stoffa ABBOTTONATURA SULLA SPALLA: Chiusura con bottoni applicati sulla spalla, riferito specialmente a maglie o a bluse ABITO A CAMICIA: Abito femminile che riprende la forma della camicia maschile, aperto e abbottonato sul davanti. Lanciato da Coco Chanel negli anni 30 chiamato comunemente alla francese chemisier ABITO A CANOTTIERA: Prende il nome dall'indumento intimo perche ne imita la forma. Scollatura arrotondata, spalline più o meno sottili. Molto aderente, in maglina o in jersey, di solito arriva sino al ginocchio
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ABITO A CHAMPAGNE: Vestito femminile con bustino aderente, gonna gonfia e corta. Riprende la forma della coppa da champagne ABITO A FOURREAU: Abito che avvolge il corpo, molto aderente, la scollatura lascia le spalle completamente scoperte, può essere corto o lungo ABITO A GUAINA: Aderentissimo, lungo al ginocchio o alla caviglia, era l'abito preferito delle star del cinema negli anni '30. Oggi descrive genericamente un vestito molto fasciante ABITO A SIRENA: Aderente come una seconda pelle, scende lungo e si allarga a corolla all'orlo, imitando la figura della sirena, da cui il nome ABITO A SOTTOVESTE; Prende il nome dall'indumento intimo perche molto simile. Spalline sottilissime, anche elasticizzate, in tessuto setoso e leggero, appena svasato all'orlo. Scollatura accentuata, anche bordata in pizza. E' diventato un classico vestito d'estate o da sera ABITO A TUBINO: Un classico senza tempo. Solitamente nero, senza maniche o corte, leggermente aderente, scollatura appena accennata, lunghezza al ginocchio. Creato da Coco Chanel nel 1926 diventa popolare trent'anni dopo grazie a Jackie Kennedy the ne fa un pezzo forte del suo guardaroba ABITO A VESTAGLIA: Dal taglio semplice, tutto aperto sul davanti, le due parti vengono sovrapposte e annodate in vita da una cintura. Tasche a filo o a toppa. La versione classica lo vuole in seta stampata. Prende la forma e il nome dalla vestaglia da camera ABITO DA BALLO: Confezionato in tessuto prezioso, la tradizione lo vuole con corpetto aderente e variamente scollato, mentre la gonna 6 ampia e lunga anche sino alla caviglia. Lo stile cambia con il cambiare delle mode ABITO DA POMERIGGIO: Era l’abito d'obbligo nella meta dell'Ottocento per l’ora del tè, di linea semplice, con bustino aderente, lungo. Verrà sostituto dall'abito da cocktail, quando le donne, verso gli anni '20, rifiuteranno il corsetto, e vestiranno abiti dritti e leggeri ABITO DA SERA: Vestito femminile, elegante, confezionato in seta, chiffon, taffettà o velluto a seconda della stagione, sempre comunque in tessuto importante. Dalle diverse scollature, spesso arricchito da ricami, paillette e jais. A differenza di quello da gran sera può essere anche corto ABITO DA SPOSA: Di rigore il giorno del matrimonio per la cerimonia religiosa, ma c'e chi lo indossa anche per quella civile. In Europa sino alla meta dell'Ottocento usava rosso, per poi diventare come quello Belle donne veneziane, obbligatoriamente bianco in onore dell'Immacolata Concezione
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ABITO DA UOMO: Vestito maschile composto da giacca e pantaloni, a volte accompagnato dal gilet. Tutti i pezzi sono confezionati con lo stesso tessuto ABITO DA UOMO SPORTIVO: Abito intero maschile, composto da giacca e pantaloni confezionati con il medesimo tessuto, indossato per il tempo libero. Realizzato con stoffe dall'aspetto rustico, spesso a quadri ABITO IMPERO: Vestito femminile con taglio sotto al seno ABITO INVERNALE: Termine generico the indica un abito confezionato con un tessuto caldo, come la lana o il panno, indicato per la stagione fredda ABITO MONOPETTO DA UOMO: Abito intero maschile, composto da giacca, con abbottonatura non sovrapposta, e pantaloni confezionati con lo stesso tessuto ABITO PRINCESSE: Abito dalla linea scivolata, svasato, composto da pannelli cuciti assieme sino all'altezza del braccio. E' realizzato per la prima volta da Charles Worth ( 1826-1895) per l'Imperatrice Eugenia, nasce quindi nell'ambito dell'Haute Couture parigina, ma ne rivendicano la paternità sia Chanel, Patou e Dior. Per la sobrietà del taglio inizialmente viene proposto soprattutto per gli abiti da sposa, poi negli anni Sessanta diventa di gran moda , oggi è un classico del guardaroba femminile ABITO PRE-MAMAN: Vestito largo e comodo indossato dalle donne durante la gravidanza ABITO SU MISURA: Abito femminile o maschile, confezionato a mano con metodo sartoriale, sulle specifiche misure del cliente ACCOLLATO: Un qualsiasi capo d'abbigliamento che aderisce al collo ACCOLLATURA: Quella parte di un abito o di una maglia che segue la base del collo ACCORCIATO: Un capo d'abbigliamento che è stato ridotto nella sua lunghezza ACTION-COAT: Giaccone da uomo di taglio sportivo, in tessuto impermeabilizzato ACTIVEWEAR: Genere di abbigliamento maschile e femminile indossato per praticare sport e per estensione adatto anche al tempo libero ADERENTE: Di qualsiasi capo d'abbigliamento che aderisce al corpo 3
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AFFUSOLATO: Descrive un qualsiasi capo d'abbigliamento dalla linea allungata e aderente AGGHINDARE: Vestire con particolare ricercatezza, con eleganza leziosa ALLACCIATURA A NODO: Chiusura di un capo d'abbigliamento o parte di esso, ottenuta annodando le due estremità a nodo ALLACCIATURA A ZIP: Chiusura di un capo d'abbigliamento ottenuta per mezzo di una cerniera ALLACCIATURA CON BOTTONI: Chiusura di un capo d'abbigliamento ottenuta per mezzo di bottoni ALLACCIATURA CON STRINGHE: In una serie di piccoli fori viene fatto passare, incrociandolo, un nastro a un cordoncino ALLUNGATO: Di un qualsiasi capo d'abbigliamento o parte di esso al quale è stata aumentata la lunghezza AMERICANA: Descrive un capo d'abbigliamento femminile, come una blusa, una maglietta o un abito, caratterizzato da una particolare scollatura the lascia completamente scoperte le spalle e parte della schiena, mentre copre il petto. Molto di moda negli anni '50 in America, da cui il nome AMPIO: Di un qualsiasi capo d'abbigliamento largo, comodo ANDROGINO: Stile dall’immagine ambigua, fra il maschile e il femminile ANFORA: Linea di una gonna, più raramente di un abito. La sottana, con la vita stretta e leggermente arricciata, si stringe al ginocchio, disegnando la sagoma di un’anfora. Di moda negli anni '40 e negli’ 80, ritorna con andamento ciclico ANNODATO: Chiuso con due lembi di tessuto, nastri ecc. che legandosi creano un nodo ANORAK: Giaccone tipico degli eschimesi in pelle di foca, infilato dalla testa, con cappuccio. Entrato nello sportswear ha subito diverse trasformazioni, in tessuto impermeabile ha una cerniera centrale, grandi tasche applicate, cappuccio, una calda fodera, a volte trapuntato, unisex APLOMB: Linea perfetta the che dà un'impeccabile vestibilità a un capo d'abbigliamento. E’ un termine francese che tradotto in italiano significa " a piombo", in quanto le sarte erano solite inserire nell'orlo dell'abito o della gonna una fettuccia con piccoli pesi di questo metallo, che tendendo il tessuto creava un effetto di particolare accuratezza della confezione. E’ un accorgimento 4
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tuttora utilizzato per capi importanti di Alta Moda APPLICAZIONE: Elemento decorativo come: perla, paillette, jais, pizzo, fiore in seta e altro che può essere cucito, ricamato o incollato su un tessuto, un capo d'abbigliamento, un accessorio ARRICCIATURA: Increspatura di un tessuto o di un particolare di un abito, di un accessorio, ecc. ATTACCATURA: Punto dove una parte di un abito, di una camicia (ecc.) si unisce ad un'altra ATTREZZATO: Descrive un capo d'abbigliamento sportivo, maschile e femminile, ricco di zip e tasche applicate AVVITATO: Si dice di un capo d'abbigliamento che aderisce in vita, soprattutto attribuito alla giacca femminile AVVOLGENTE: Indica un qualsiasi capo di abbigliamento che avvolge e abbraccia il corpo AZZIMATO: Chi si veste con estrema cura, ed eccessiva ricercatezza tanto da apparire ridicolo LETTERA B B.C.D.G. (BON TON GENRE): Indica uno stile d'abbigliamento borghese, fatto di equilibrio buon gusto BABY DOLL : Camicia da notte cortissima, trasparente, leggermente svasata, accompagnata da mutandine dello stesso tessuto. Pizzi e fiocchetti sintetici come ornamento. Esibisce scollatura arrotondata con nastrino passante, che l'arriccia quanto basta, le maniche sono corte e a palloncino, anch'esse arricciate, oppure preferisce sottili bretelline che sostengono una scollatura a cuore, classica del reggiseno. "Baby Doll" è titolo di un testo di Tennessee Williams, diventato poi una sceneggiatura, scelta dal regista Elia Kazan per girarne un film, che fece discutere per l'argomento scabroso affrontato. BACCHETTA Striscia di plastica a più raramente di ottone, inserita in un apposto canale cucio sul retro del colletto della camicia maschile per impedire alle punte di rialzarsi BAGGY: Pantaloni molto larghi, dal cavallo basso, indossati dai giovani. Questa moda parte dai quartieri di New York, dove gli skater per muoversi in libertà durante le loro acrobazie indossano calzoni ampi e sformati. Diventati anche divisa rapper contestation BAGONGHI: Borsa in velluto, creata da Roberta di Camerino negli anni '50, che racconta "ho chiamato bagonghi la mia borsa famosa per la sua forma piccola e panciuta e per quella grossa maniglia 5
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che per l'appunto mi ricordava l'omonimo piccolo grande personaggio dell'immagme circense." BALAYEUSE: Applicazione di pizzo o tessuto cucito all'orlo delle gonne che scendevano sino a terra, in uso nell'Ottocento BALZA: Striscia di tessuto arricciata, anche sovrapposta ad altre, cucita motivo decorativo all'orlo di gonne o vestiti femminili BANDA: Striscia di tessuto applicata su un abito o su qualsiasi altro capo d'abbigliamento, spesso in colore contrastante e in materiale differente BANDOLIERA: Si dice "a bandoliers" quando una borsa con tracolla viene portata trasversalmente BARBOUR: Giaccone sportivo, maschile e femminile, di cotone impermeabilizzato, colletto in velluto, lunghe zip come chiusura nascosta, con tasche applicate. Nato in Inghlterra alla fine dell'800 e diventato popolare in Italia cento anni dopo, quando èstato importato da WP Lavori in Corso BARCHETTA: Tipo di scollatura appena accennata che parte a metà della spalla lasciando appena scoperto il collo con un disegno ellittico, per poi chiudersi su un'altra metà della spalla, disegnando il profilo dello scafo di una barca, da cui il nome BARRACANO: Lunga veste in lana o cotone che lascia scoperte le braccia, indossata in Africa settentrionale BAS BLEU: Appellativo ironico dato a un movimento intellettuale femminile francese ( I 700) che si occupava fra l'altro di letteratura, un primo tentativo di emancipazione culturale. II nome, calze azzurre, lo deve a un uomo inglese, un certo mister Stillingfleet, che frequentava un circolo femminile e indossava eleganti calzettini azzurri BASCHINA: Nelle giacche femminili è quella parte di stoffa, the parte dalla vita, tagliata di sbieco o appena arricciata, per poi scendere sui fianchi ad anfora BATIK: Speciale tecnica di stampa nata nell'India del sud, ma già conosciuta a Giava nel V sec. d.C.. Il tessuto grezzo veniva spalmato di cera nei punti in cui non si voleva che il colore venisse assorbito, poi lo si immergeva nella soluzione colorata, ottenendo cosi disegnature diverse e irregolari. Di moda negli anni Settanta, la stampa batik cambia tecnica: il tessuto naturale viene legato in grossi nodi e poi immerse nel colore; ne risultano motivi circolari di diverse dimensioni a seconda dell'ampiezza del nodo chiamati tie and dye BATTITACCO: fettuccia di cotone nella parte interna dell'orlo dei , per evitare che si usurino BATTLE JACKET: 6
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Giaccone sportivo maschile, corto sino ai fianchi, con cintura e soffietti ai lati della schiena, di stile militare BATTOLA: Pettorina di tela bianca inamidata indossata da magistrati, avvocati e anticamente dal religiosi BAVERO: Collo Bella giacca, del cappotto o del soprabito BECCO D'ANATRA: Punta della scarpa che ricorda la forma del dell'anatra BELL BOTTOMS (PANTALONI A ZAMPA D' ELEPANTE): Pantaloni pensati per i marina e arrivati sulla scena della moda anni '70 grazie ai giovani che come integrante della loro divisa metropolitana BELLE EPOQUE: Modo di vestire a cavallo fra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘900. Le donne indossavano vestiti lunghi, dalle maniche a prosciutto, larghe all'attaccatura strettissime verso il polso. I bustini erano aderentissimi come le gonne, che raccoglievano sul dietro a grembiule un gran fiocco mostrando sotto un'altra gonna in tessuto o in colore diverso. Completava l’insieme un grande cappello con veletta e vistose piume BERMUDA: Calzoni al ginocchio in cotone, create all'inizio del XX sec. per la British Army di stanza alle Bermuda, colonia inglese. Le isole diventano meta turistica negli anni '30 e i civili dato il clima ne adottarono l’uso, poi esportato in tutto il mondo BERRETTO Copricapo maschile e femminile, senza tesa e spesso con visiera, realizzato in diversi materiali come il cotone o la lana, secondo l'uso BERRETTO CON VISIERA: Copricapo aderente alla testa tesa a mezzaluna sul davanti BERRETTO DA CACCIATORE: Cappello maschile appartenente alla tradizione inglese. Ha due visiere, una sul davanti e una sul dietro, a volte con paraorecchie allacciati sulla cupola, in tessuto tweed. Il classico modello portato da Sherlock Holmes BERRETTO DI LANA: Copricapo aderente alla testa realizzato a maglia, con o senza risvolto BERRETTO FLOSCIO Cappello degli operai inglesi, piuttosto ampio, con visiera rigida, indossato dal monello del film di Charlie Chaplin BERRETTO FRIGIO Cappello morbido a forma conica, con la punta ripiegata su un lato, originario della Frigia. Nella Roma antica era indossato dagli schiavi liberati, ed era rosso. Ritorna in auge durante la Rivoluzione francese come simbolo di liberty
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BERRETTO GOGLIARDICO: Era cappello degli studenti universitari. Parte anteriore molto allungata. quasi a formare un cono, calotta arrotondata e aderente, piccola tesa appena rialzata. II colore cambiava a seconda della facoltà di appartenenza BERRETTO MOB: Cappello largo, rigonfio, in mussola di cotone, con passanastro al bordo, s'indossava nell' '800, per proteggere capelli. E’ ritornato in auge negli anni '60 BERTA: Mantellina o pettorina in merletto che le a meta dell800, indossavano per nascondere le profonde scollature degli abiti BETTINA: E’ il nome di una fortunata camicetta disegnata da Hubert de Givenchy, sarto francese. Bianca, aderente, ma dalle maniche rese importanti da una serie di ruches in pizzo, si accompagnava a una gonna a tubo o svasata, d’obbligo le scarpe piatte. II nome viene da Bettina, Simone Bodin, top model a Parigi nei prim' anni '50, sentimentalmente legata ad Alì Khan e amica del creatore BICORNO: Cappello maschile, in yoga dalla fine '700 all'inizio dell'800, due punte che al scendono ai lati, scelto da copricapo preferito. Portato dagli Incroyables BIKERS: Sta per motociclisti e raggruppa una tribù dal codici stilistici precisi, come mito Marlon Brando nel film "II selvaggio", dove indossa un giubbotto di pelle zippato e corto: il perfecto, sotto Tshirt candida e jeans sdruciti. As piedi: tronchetti con fibbia. Siamo nel 1954, gli stilisti riprenderanno più volte questo concetto modernizzandolo BIRKENSTOCK: Storico marchio tedesco di calzature, fondato da Johann Birkenstock nel 1774. Arriva il successo quando viene progettato l’arco plantare flessibile, e l’azienda s'ingrandisce, sono circa gli inizi del '900. Famosa nel mondo per il caratteristico sandalo, che è diventato lo status symbol di una tribù alternativa e attenta all'ambiente. II modello dal plantare a conchiglia. allacciato sul davanti da due larghe fasce di pelle con fibbie in metallo, e datato 1964, ne sono seguiti 300 varianti per forma e colore BISACCIA: Grande sacca di stoffa o di pelle che si porta a tracolla BIZANTINA: Lunga tunica, in tessuto prezioso come il broccato, decorata con pietre preziose attorno al collo e all'orlo, anche priva di maniche. Era indossata sopra a una tunica più corta dalle donne durante l’impero Bizantino BLACK. Tessuto denim blu ( jeans) tinto in pezza di nero BLADY: Gianni Versace, stilista chiama cosi la sua nuova giacca femminile, è la risposta al classico blazer maschile. "B" sta per blazer a cui segue "lady", signora. Corre l’anno 1988
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BLAZER: Giacca maschile doppiopetto, foderata, dal caratteristici bottoni dorati, in tessuto blu scuro, con stemma sul taschino, tasche applicate o a fessura, stile marina. Si porta su pantaloni in flanella o in fresco di lana grigio scuro. Diverse sono le test sulle sue origini. La prima lo vede nascere nel 1873 per volontà del comandante di fregata H.M.S. Blazer che aspettando la regina Vittoria per un'ispezione, decise di rinnovare la divisa del suo equipaggio. Scelse una giacca doppiopetto dai bottoni d'ottone, del suo colore non si hanno notizie precise, sembra fosse inizialmente a righe. La regina Vittoria re rimase comunque entusiasta e chiese che diventasse l'uniforme ufficiale della Marina Britannica. L'altra versione lo vede apparire agli inizi del '900 ed e indossato per la prima volta dai canottieri del Lady Margaret Boat Club, del St. John College di Cambridge, ed e a righe regimental. Poi confezionato in tessuto a tinta unita o gessato, come giacca da club, sempre con stemma. Dagli anni '80 si definisce blazer, per estensione, una giacca dai taglio maschile, non necessariamente a doppiopetto, che interpreta un certo stile manageriale femminile BLING GLING: Un suono che senz'altro incuriosisce, che ha raggiunto la dignità di termine tanto da essere inserito nel nuovo Oxford English dictionary. Il termine onomatopeico richiama il tintinnio dei gioielli e delle monete, è utilizzato infatti per descrivere diamanti, bijoux e ora anche uno stile, perciò anche un modo vestire, che sia appariscente e ricco di decori, paillette, catenelle, ricami e quant'altro. E' stato coniato negli anni '90 a New Orleans dal gruppo rap Cash Money Millionaires e il termine si è diffuso grazie a una canzone dal titolo "bling Sling" del cantante BG. II significato si estende a tutte le pietre preziose o al metallo usati al fine di creare un effetto scintillante e per attirare l'attenzione. Un modo di apparire che porta lontano dal minimalismo e dalla semplicità. Compaiono ovunque giacche abiti e perfino costumi da bagno definiti bling gling, alla moda, luccicanti di fascino, quello che non passa inosservato. II bling è anche l'oggetto del desiderio, qualcosa di materiale che si pensa possa portare la felicità, bling gling sono gli oggetti di lusso come le auto che pochi si possono permettere. Liz Hurley definita regina bling gling (titolo che condivide con Victoria Beckham), ha indossato in occasione delle sue nozze con il miliardario anglo-indiano Arun Nayar un sari rosso disegnato da Versace. Fu circa dieci anni fa che raggiunse la vetta delle candidate al titolo quando, ancora fidanzata di Hugh Grant, si presentò alla prima di "Quattro matrimoni e un funerale" con un abito di Versace safety pin, cioè chiuso soltanto da alcune spille di sicurezza. BLONDA: Trina finissima in seta fondo a rete e a motivi floreali nel XVII come decorazione per abiti femminili appartenente al gruppo degli Chantilly. E' tessuto caratteristico delle preziose mantiglie spagnole BLOOMERS: Pantaloni larghi e stretti alla caviglia al ginocchio, indossati sotto alla gonna alla fine dell' '800, create dall'americana Elisabeth Smith, ma saliti agli onori della cronaca con Amelia Bloomer che li presentò a Londra nel 1851 accompagnati da una giacca sportiva, come tenuta da cavallerizza. Oggi indica un paio di calzoncini femminili a palloncino BLOUSON: Giaccone in pelle o in tessuto motto in yoga negli anni '60. Corto, ampio, si appoggia sui fianchi con un bordo in maglia, chiuso da zip o da bottom nascosti, può essere foderato o imbottito. Collo a camicia e tasche a filo. Unisex BLUSA: Termine generico che indica una camicia femminile dal volumi confortevoli. Di solito lunga 9
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sino fianchi, dal colletto diverso a seconda dell’uso e delle mode, può avere maniche lunghe o corte, è solitamente abbottonata sul davanti. Ha origini nel Media Evo come semplice casacca ed è indossata sia dagli uomini sia delle donne, mentre nel 500 diventa un capo prettamente femminile BLUSANTE Si dice di un abito o di una camicia femminile dalla linea morbida quando fermata da una cintura, il tessuto viene rialzato copra a questa, creando un effetto di vaparosità, ottenuto anche con cuciture a con piccole pieghe BLUVI: E’ un cardigan di grande successo creato da Anna Molinari, stilista italiana, per la sua linea Blumarine. In cashmere, dalla piccola scollatura a "V" o appena arrotondata, è bordato in pelliccia di visone, in colore contrastante o tono su tono. Sexy e chic ricorda quelli indossati da Lana Turner, star del cinema americana. II suo nome è ottenuto dall’unione di "Blu" (Blumarine) e da "vi" (visone) BOA: Lunga sciarpa in piume di marabù, struzzo o pelliccia. Di moda sino dall’800 è un accessorio femminile ch va ad arricchire gli abiti da sera BOBBY SOCKS: alzini corti, bianchi indossati dalle studentesse americane negli anni ‘50 BOLERO: Giacchina corta, di origine spagnola. Arriva appena sotto al seno, maniche lunghe e aderenti, senza bottoni, priva di collo, bordi arrotondati e spesso ornati da guarnizioni e nappine. S’ispira alla giacca dei toreri. Per l’estate può essere senza maniche Cappello spagnolo in feltro nero a tesa larga, guarnito da nappine nere e rosse BOMBATO: Accessorio a parte di un capo d’abbigliamento dalla forma arrotondata BOMBER: Giubbotto corto e stretto sui fianchi grazie a una fascia elasticizzata, zip sul davanti, in tessuto impermeabile, di linea arrotondata. Foderato con una leggera e calda imbottitura, s’ispira alle giacche a vento indossate dal piloti delta British Royal Air Force durante la Seconda Guerra Mondiale. Di moda negli anni ‘70 e ‘80 con jeans e Timberland diventa la nuova divisa dei ragazzi. Capo unisex si è declinato in tanti colori, dal verde militare al nero, dal rosso all’arancio, è un classico dell’abbigliamento casual BOMBETTA: Cappello maschile nero o grigio scuro dalla cupola arrotondata, con la tesa piccola e leggermente rialzata. Lanciato a Londra net 1550 dal negozio "Bowler Son" sostituisce il cilindro e diventa simbolo degli uomini d’affari della City, assieme all’ombrello. BORDARE: Realizzare o applicare un bordo a una tovaglia o a un vestito, ecc, BORDATO: un capo d’abbigliamento o accessorio rifinito con una guarnizione spesso in colore o materiale 10
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diverse BOTTONIERA: fila di bottoni applicati su un capo d’abbigliamento o su un accessorio BOXER: Mutande maschili fatte a calzoncino con spacchetti Vengono indossati anche dalle ragazze soprattutto come pigiama. Prendono il nome e la linea dai calzoncini dei pugili BRACHE: Pantaloni dal volume confortevole. Sembra siano stati Persiani ad indossarle per primi, mentre Romani le conobbero tramite i Galli, che le portavano abitualmente per ripararsi dal freddo. Erano indossate sotto alle tuniche e arrivavano sino al ginocchio, per diventare con il tempo sempre più lunghe BRAGHETTA: Triangolino di tessuto chiuso da asole e cucito fra le braghe, in uso verso il Mille BRASSIERE: Fascia che copre il seno, con o senza spalline, e scoperta la pancia. Nel 1600 in Franca veniva denominata così una corta giacchina femminile dall’ampia scollatura e dalle maniche a prosciutto BRITISH WARM: Cappotto maschile, in tessuto caldo come la lana e il cachemire, arriva sino al ginocchio. Ispirato al soprabito che gli inglesi indossavano durante la prima guerra mondiale. Grandi revers, tasconi applicati, può essere a mono o a doppiopetto BRODERIE: Indica ogni tipo di ricamo eseguito su tessuto come motivo decorativo BRODERIE ANGLAISE: Ricamo inglese con fori o piccoli ovali utilizzato soprattutto per la biancheria intima femminile, risalente al XVI sec. BRODE’: Decorato con ricami BRUXELLES: Ricamo realizzato a mano con filo di lino, prende il nome dalla capitale belga, dove trova le sue origini BURNUS: Mantello in lana grezza, lungo e ampio, con cappuccio, caratteristica delle popolazioni berbere dell’Africa settentrionale BURQA: Sopravveste femminile che le donne islamiche, in particolare afgane, indossano in pubblico. Si tratta di un capo che copre la donna dalla testa ai piedi, solitamente di colore azzurro. La parte che ricopre la testa è modellata e stretta in modo che la rete che nasconde occhi non si muova e permetta di vedere. Leggermente increspato sul dietro in modo da rendere agevole il movimento, scende lungo sino ai piedi. Quando decoro e riserbo non sono richiesti, la parte 11
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frontale del burka può essere rialzata sul capo e il viso rimane scoperto BUSTIER: Indumento femminile o parte di esso, scollato a cuore, a balconcino, a fascia, sempre senza spalline, stretto in vita, si appoggia sui fianchi. Si porta su pantaloni o gonne. Può essere anche la parte superiore di un abito e quindi cucito alla gonna. E anche un capo d’abbigliamento intimo con reggiseno, realizzato in diversi materiali elasticizzati. Di origine antichissima, se ne trovano tracce stia nella cultura greca sia romana, ma le funzioni sono sempre le stesse: assottigliare il punto vita, schiacciare o sostenere il seno a seconda delle mode. Durante il regno di Isabella di Baviera, fra il XIV e il XV secolo, s’indossa il "corsetto" un bustino con lacci che permettono di stringerlo al corpo. Nello stesso periodo in Borgogna, terra che allora faceva tendenza, era indossato anche dagli uomini. Ma è la corte spagnola a decretarne il successo, il busto diventa a "imbuto", una corazza rivestita di tessuto, che impone un’andatura austera. Nel corso del tempo è realizzato via via con lamine di stagno, reso rigido grazie a stecche di metallo e di balena. Nel ‘700 in Inghilterra veniva allacciato sulla schiena, mentre in Francia sul davanti. Con la rivoluzione francese scompare per qualche anno e poi ritorna più alla moda che mai. Per un secolo sarà un capo d’abbigliamento indispensabile, disegnando una figura di donna caricaturale: seno imponente, vitino di vespa e fianchi molto rotondi. Spetta a Paul Poiret, sarto parigino, abolire questo strumento di tortura, causa di malformazioni corporee: proponendo uno stile d’abbigliamento più semplice, è il 1911 Ma la sua camera continua nonostante tutto il bustier occhieggia anche sotto agli abiti succinti delle garçonne, però è elastico, più confortevole e s’indossa per appiattire la pancia e assottigliare i fianchi BUSTINA: Cappello militare a soffietto, portato dai soldati semplici BUTTERO: Stivale maschile in cuoio, calzato dai butteri, allevatori di cavalli LETTERA C CABAN: Giaccone sportivo a doppiopetto in panno. Grandi revers, tasche a filo verticali, quasi sempre blu. Secondo alcuni trae origine dalla divisa dei cocchieri ‘800 e il suo nome deriverebbe da carrozza in inglese. Per altri e la rivisitazione dei giacconi indossati dai marinai bretoni. Portato dai Beatles negli anni ‘70, diventa subito di gran moda. E’ un capospalla unisex CACCIATORA: Giacca maschile, sportiva in velluto a caste o in fustagno, con tasche applicate, indossata dai cacciatori, da cui il nome CACHE—COEUR: Deriva dal francese "cache", nascondi, "coeur", cuore. Maglia femminile, allacciata sul fianco o sulla schiena, incrociata sul petto forma una scollatura a ‘‘v". Apparteneva, in origine, al guardaroba delle ballerine. Può essere riferito anche ad una camicia the s’incroci sul davanti CACHE—COL Piccolo fazzoletto o sciarpina, in seta a fantasia minuta, da annodare al collo CACHE-NEZ Grande sciarpa di lana
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CAFTANO Dall’arabo ciaftan, detto anche caffettano Ampia tunica, aperta sul davanti, con maniche lunghe e larghe, tipica dei Paesi Arabi CAGOULE Cappuccio in maglia o altro materiale, che copre anche parte del viso. Può essere inoltre il collo di una maglia, che rialzato diventa un cappuccio CAGOULE Tipo di passamontagna che lascia scoperti soltanto la bocca e gli occhi CAGOULE Cappello in pelliccia che si allaccia sotto al mento coprendo in parte il collo CALOTTA Copricapo senza tesa ne visiera, molto aderente, lascia scoperte le orecchie CALOTTA Retina per capelli. Reticella che raccoglie i capelli CALZA Accessorio femminile che ricopre il piede e la gamba sino alla coscia, in materiale elasticizzato sintetico o naturale, come lana e colone. Nel ‘500 era fatta a mano, ma già alla fine del 700 veniva realizzata a macchina CALZA A RETE Accessorio femminile, ricopre it piede e la gamba sino alla coscia. Realizzato in materiale elasticizzato, la cui trama disegna piccoli o grandi rombi, secondo le mode, imitando la struttura delle rete CALZA CON CuCITURA Calza con la riga. Calza da donna con cucitura centrale sul dietro CALZAMAGLIA Detta anche collant. Paio di calze, in lana o in cotone, unite da una mutandina CALZAMAGLIA Indumento in un unico pezzo aderente al corpo, in tessuto elasticizzato, dalle maniche solitamente lunghe, scollatura profonda e calze con o senza piede CALZARI Tipiche calzature dagli antichi Romani, sia femminili sia maschili CALZETTONE Accessorio maschile e femminile, ricopre il piede e la gamba arrivando sotto al ginocchio, realizzato in diversi materiali: cotone, lana e fibre sintetiche CALZONCINI Detti anche shorts, pantaloncini, hot pants. Pantaloncini femminili mollo corti, lanciati negli anni ‘70 CAMICETTA 13
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Detta anche blusa. Termine generico the indica una camicia femminile. Di solito lunga sino ai fianchi, dal colletto diverso a seconda dell’uso e delle mode, può avere maniche lunghe o carte, e, solitamente abbottonata sul davanti. Ha origini nel Medio Evo come semplice casacca ed era indossata sia dagli uomini sia delle donne, mentre nell’800 diventa un capo prettamente femminile. CAMICIA Capo d’abbigliamento maschile e femminile che copre il busto. Abbottonato sul davanti ha maniche lunghe o corte. Il colletto cambia a seconda delle mode, come la forma e il tessuto impiegato. Di antichissima origine, se ne parla sin dai tempi dell’antica Roma. Diventa protagonista del guardaroba maschile quando, con Luigi XV, il gilet si rimpicciolisce e la cravatta fa la sua apparizione. Esce cosi allo scoperto, prima la camicia era un indumento intimo. Giunge al suo apogeo nell’800 con il dandysmo CAMICIA DA NOTTE Capo d’abbigliamento soprattutto femminile, ma anche maschile, che s’ispira alla linee della camicia, reso pia pratico sia nella confezione sia nell’utilizzo dei materiali per dare maggiore confort, s’indossa per andare a dormire, e un’alternativa al pigiama CAMICIA HAWAIANA Detta anche waikiki o aloha shirt. Camicia maschile, ampia, con maniche carte, collo piatto e aperto, spacchetti laterali, in fantasia tropicale dai colori vivaci. Prende il nome dall’omonima spiaggia di Honolulu CAMICIA LUMBERJACK Camicia pesante a quadrettoni indossata dal boscaioli canadesi, entrata nel guardaroba sportivo e casual CAMICIOLA Camicetta o camicia estiva con collo aperto e maniche corte, in tessuto leggero CAMICIONE Abito femminile the riprende la linea e la forma della camicia. Abbottonato sul davanti, arriva solitamente at ginocchio, differisce dallo chemisier in quanto di linea ampia. E’ soprattutto estivo e quindi realizzato con tessuti leggeri e freschi come cotone o lino. Può avere maniche lunghe o corte, tasche applicate o a filo. E’ un pezzo classico del guardaroba bon ton CAMICIOTTO Camicia o tunica, corta in vita, generalmente in tela di cotone CAMPEROS Stivaletti maschili e femminili, a meta polpaccio, dalla punta allungata e dal tacco obliquo. Ornati con borchie, cuciture colorate e applicazioni di pellami differenti. D’ispirazione texana. CAMPIONARIO Serie di tessuti, filati, accessori o abiti che compongono l’insieme delle proposte commerciali di un marchio CANADESE Giaccone per sciatori maschile e femminile, in tessuto impermeabilizzato, con fodera imbottita. Chiuso da una lunga zip, e stretto in vita da una cintura, ha grandi tasche applicate sul davanti. Indica inoltre un giaccone di tessuto o di pelle foderato in pelliccia di montone 14
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CANADIEN Copricapo in feltro o in pelliccia, visiera rialzata e con paraorecchi che si allacciano sotto al mento. In origine era il cappello della polizia canadese a cavallo CANNA D’ORGANO Larga piega rientrante, fermata ai lati da breve cucitura. La forma ricorda la canna dello strumento musicale, da cui il nome CANNELE’ Maglia a coste ottenuta con l’alternarsi di punti dritti e rovesci, motto elastica. Indica anche un tessuto a caste parallele, cannettato CANOTIER Detta anche paglietta. Cappello rigido in paglia. Calotta piatta, circondata da un nastro nero o blu, fermato fiocco piatto con lunghe cocche the scendono sul dietro CANOTTA Canottiera. Indumento intimo femminile e maschile, scollato, aderente, senza maniche, con spalline più o meno larghe. Oggi non é pia un capo prettamente intimo, con minime varianti e passato all’abbigliamento esterno sia estivo sia invernale CAPOSPALLA Termine generico che indica tutti i capi d’abbigliamento esterni come: giacche, cappotti, impermeabili, che s’indossano sopra ad altri indumenti CAPOTTA Cappellino femminile in yoga nell‘800 con piccola cupola piatta e grande falda che incorniciava il viso, allacciato a fiocco sotto al mento, indicava inoltre un mantello con cappuccio o più genericamente un soprabito CAPPA Mantello di varia lunghezza, ampio, da indossare sugli abiti. Aperto sul davanti pub avere fessure sui lati per le braccia. Nell‘800 era portata dagli uomini e dalle donne sui vestiti da sera, era corta del mantello e rifinita in satin CAPPELLO DA PESCA Cappello floscio. Copricapo di origine maschile dall’ala stretta e rivolta verso il basso, in tweed o in tessuto impermeabilizzato CAPPELLO TIROLESE Copricapo sportivo, originario della regione austriaca del Tirolo, in feltro verde o grigio. Ala piccola, cupola circondata da tin cordoncino in seta, ornata da una piumetta di fagiano CAPPOTTINO Capospalla, soprattutto femminile, simile al cappotto, ma di proporzioni ridotte CAPPOTTINO DA SERA Capospalla femminile simile al cappotto, ma di dimensioni più ridotte , con dettagli ricercati come applicazioni di strass , ruche ecc., confezionato in tessuto leggero e prezioso come la seta o altro. Accompagna l’abito da sera
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CAPPOTTO Capospalla invernale a maniche lunghe, maschile e femminile , confezionato con tessuti e materiali caldi CAPPOTTO A TRENCH Cappotto femminile e maschile sportivo che riprende la forma dell’impermeabile CAPPOTTO A VESTAGLIA Cappotto femminile che riprende la forma della vestaglia, senza bottoni, stretto in vita da una cintura CAPPOTTO MILITARE Capospalla a doppiopetto di taglio diritto, ispirato alle divise, caratterizzato da bottoni in metallo e spalline Cappuccio Copricapo a forma conica, cucito o fissato con cerniere o bottoni al collo dei capospalla, ma anche su felpe, maglioni, ecc.. Pensato per ripararsi dal freddo e dalla pioggia può avere anche solo funzione puramente ornamentale CARACO Giacchina femminile molto aderente, dalla profonda scollatura rotonda e con baschina sagomata. Le maniche sono lunghe e strette, adornate da alti risvolti. Di gran moda nel ‘700 veniva allacciata con nastrini e s’indossava sopra all’abito con corsetto CARDIGAN Giacca in lana, scollata a "V", chiusa da bottoni, lunga sino sotto ai fianchi, maniche a giro, spesso con tasche interne orizzontali, tagliate a filo. Si sussurra che porti un nome nobile, quello del generale James-Thomas Brudenell (1798-1868) settimo conte di Cardigan, proprio quello che guide la carica dei Seicento nella battaglia di Balaclava, durante la guerra di Crimea (1854). Sulla nascita di questa giacca le ipotesi si moltiplicano ed entrano nella leggenda pin che nella storia. Sembra che il generale non sopportasse il freddo e che per proteggersi dai rigori indossasse sopra alla divisa, non molto eroicamente, un paio di mutandoni rossi di Lana, che erano allora in dotazione alle truppe inglesi. Altre fonti affermano invece the Cardigan, nei momenti di relax, cercasse conforto in una giacca di lana, bordata in pelliccia, solitamente portata dagli ufficiali dell’esercito. In ogni caso, una giacca rosso vivo usci dai campi di battaglia ed entrò in quelli da golf, appropriandosi forse indebitamente, del coraggioso cognome. Attenzione pero, l’atlante geografico mostra al largo della costa gallese un’isoletta, che si chiama per l’appunto Cardigan, ed è un vivace centro di produzione di maglieria. Una coincidenza? alcune fonti dicono che la mitica giacca abbia preso nome proprio da lì, e che il conte non abbia niente a che spartire con questa faccenda di moda. Sarà una donna, la mitica Coco Chanel, sarta parigina, a decretare il successo di questo comoda capo in maglia, che conquisterà tutte le ragazze sportive di allora. Fra gli anni ‘20 e ‘30 diventa infatti un capo destinato alto sport e al tempo libero. Negli anni ‘70 il cardigan diventa l’emblema del vestire informale e con piglio quasi rivoluzionario dichiara, ancora una volta guerra, questa volta alla giacca maschile tradizionale e vince qualche scaramuccia, per poi ritagliarsi un terreno franco, che fa rima con voglia di morbidezza addosso CARMAGNOLA Dalla città di Carmagnola. Giacca maschile con maniche a trequarti, sfiancata, volutamente semplice indossata dai proletari durante la rivoluzione francese
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CARMEN Detta anche blusa alla Carmen. Blusa femminile con volant dalla generosa scollatura che lascia completamente scoperte le spalle, ispirata al costume spagnolo, e spesso accompagnata da gonna lunga, ampia e ricca di balze CARRICK Soprabito maschile lungo foderato, caratterizzato da diverse mantelline sovrapposte. Nato alla fine del ‘700 come cappotto per guidare la carrozza e da viaggio, diventa popolare a meta dell’ ‘800. Le mantelline, scalate l’una sull’altra, si appoggiano sulle spalle e scendono sino ai gomiti. Veniva indossato anche dalle donne CARRE’ Rettangolo di tessuto, che scende dalle spalle sul dorso, e a volte anche sul petto, unito all’indumento con una cucitura CASACCA Camicia, maschile e femminile, con collo a listino, allacciata sulla sinistra, dall’abbottonatura nascosta, di linea diritta, può essere fermata da una cintura CASUAL Stile d’abbigliamento comodo, informale, maschile e femminile, caratterizzato da capi comodi e pratici come jeans, giacconi, felpe e T-shirt, di moda negli anni ‘70 CATSUIT Tuta aderente in cotone elasticizzato CAVALLINO Pelliccia ottenuta dal manta del puledro, caratterizzata da pelo corto, piatto e lucente CERATA Giaccone con cappuccio, sportivo, maschile e femminile, in tessuto impermeabilizzato usato per gli sport nautici, di solito giallo CERCHIETTO Oggetto, generalmente in plastica, utilizzato per trattenere i capelli, di forma semicircolare CHADOR Foulard nero che ricopre il viso e lascia scoperti solo gli occhi, è indossato dalle donne iraniane. Indica anche il mantello che lo accompagna CHANDAIL Antenato del maglione. Appare nell’800 in Francia ed è l’abbreviazione di "merchant d’ail’’, perché indossato dai commercianti d’aglio bretoni. Di lana pesante, s’infilava dalla testa ed era senza bottoni, poi passò alla moda CHARLESTON Ballo americana in auge negli anni Venti, detti per la loro vivacità ruggenti. Dà il nome allo stile delle ragazze dell’epoca: "Fes garconnes". Abiti in tessuti leggerissimi, dalla linea diritta, arricchita da tagli geometrici, scollati e corti, per poter danzare in tutta liberta. All’orla venivano applicate frange e lunghe file di cannottiglie per nascondere allo sguardo in gambe. Come accessori: interminabili fili di perle, calze color carne e scarpe con cinturino
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CHASUBLE: Scamiciato. Abito femminile di linea diritta o appena svasata, dallo scollo solitamente arrotondato, senza maniche. Da indossare su un maglioncino a collo alto o su una camicia CHELSEA BOOT Stivaletti in pelle, corti alla caviglia. Una fascia elasticizzata applicata nella parte interna per permettere al piede di infilarli. Tacco leggermente rientrante, punta accentuata. Prendono il nome dal famoso gruppo musicale inglese the li lancia negli anni ‘70 CHEMISIER Abito a camicia. Abito femminile che riprende la forma della camicia maschile. Linea diritta, aperto e abbottonato sul davanti. Lanciato da Coco Chanel negli anni ‘30 CHEONGSAM Abito cinese. Vestito della tradizione popolare cinese. In fantasia jacquard, con motivi floreali o altro, in seta. Molto aderente, colletto in piedi, con abbottonatura diagonale che parte dalla spalla per arrivare al colletto. Maniche corte, profondi spacchi laterali sulla gonna, cerniera nascosta su un fianco. Bordato in colore contrastante. Alamari e bottoni in tessuto CHESTERFIELD Detto anche cappotto chesterfield. Cappotto ottocentesco, in tessuto di lana, all’origine maschile poi anche femminile, inizialmente solo grigio, quindi anche blu, nero e beige. Collo in velluto nero e revers in stoffa. La versione monopetto e la più frequente, abbottonatura nascosta, linea dritta, lunghezza sino al ginocchio. Prende il nome dal sesto duca di Chesterfield, Geroge Stanhope ( 1805-1866) che lo rese popolare alla fine dell’ ‘800. E’ considerato un cappotto molto formale. Sono stati, però gli aristocratici francesi a "inventare" il colletto di velluto nero, infatti alla morte di Luigi XVI (1793) in segno di lutto, applicarono sui colli delle giacche piccole strisce di velluto nero, da qui la moda CHEVREAU Pelle opportunamente conciata di capretto, motto morbida utilizzata soprattutto per confezionare accessori CHIC Elegante, fine, distinto. E’ una parole francese di origine tedesca, " schick", the significava conveniente, appropriato, mentre oggi ha significato di elegante. Secondo il linguista Albert Dauzat (1929) essere "schick" significava avere contegno, in un’epoca in cui l’ufficiale tedesco era considerate un modello sia per l’atteggiamento sia per il modo di vestire. CHINOS Pantaloni di taglio sportivo, in cotone kaki, con tasche a filo laterali e pinces sul davanti. In origine erano indossati dai militari dell’aviazione americana e quindi passati a tutte in armi. Prendono il nome da Cina, paese in cui l’US Air Force commissionò nel 1926 la fornitura di divise estive per le truppe di stanza nelle Filippine. A partire dagli anni ‘40 i chinos si diffusero nell’abbigliamento civile destinati al tempo libero e alle occasioni informali CHIODO Detto anche perfecto. Giubbotto in pelle con zip laterale e cintura in vita CHIUSURA Termine generico che indica un sistema con cui un capo di abbigliamento, o una sua parte si chiude, può essere con bottoni, cerniere, alamari ecc. 18
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CHOKER Collare. Collier aderente o nastrino da allacciare al collo CINTURA Striscia flessibile, realizzata in diversi materiali, dalla pelle al tessuto. Stretta in vita o appoggiata sui fianchi sostiene o avvolge gli indumenti. Di antichissima origine, se ne trovano tracce nell’età del bronzo, nel corso del tempo ha assunto diversi significati anche simbolici. Oggi è un accessorio femminile e maschile molto di moda, che segue le varie tendenze. CINTURA CHANEL Cintura a catena in metallo dorato o volte con ciondoli proposta dalla celebre creatrice di moda di cui porta il nome CLASSICO Indica uno stile d’abbigliamento non soggetto ai cambiamenti della moda CLESSIDRA Linea degli abiti di moda durante il Romanticismo (1820-45). Caratterizzata da vestiti femminili con spalle importanti, maniche gonfie, vita strizzata e gonne molto ampie gonfie, disegnava una silhouette sinuosa assomigliante ad una bobina CLOCHE Copricapo femminile piccolo e aderente, anche con minima tesa spiovente, in yoga fra gli anni ‘20 e ‘30. Veniva calcato lino a coprire le orecchie COCCA Angola di un fazzoletto, di un lembo di stoffa e simili COCCARDA Rosetta di nastro pieghettata o arricciata. Parte posteriore di un capo più lunga del davanti COLBACCO Copricapo di origine militare, in pelliccia, a cono tronco, anche con sottogola COLLETTO Parte della camicia o dell’abito the circonda collo, dalle molteplici forme COLLETTO ALL’AMERICANA Colletto di camicia maschile dalle punte pronunciate e lunghe, tagliate quasi verticalmente COLLETTO ALLA FRANCESE Colletto di camicia maschile dalle punte corte e divaricate per lasciare spazio al largo nodo della cravatta COLLETTO BOTTON DOWN Colletto di camicia sportiva maschile. Alla base delle punte vengono ritagliate due asole in cui si allacciano i bottoncini applicati sul davanti COLLETTO CINESE Rigido e diritto viene applicalo alla base del collo, dove è assicurato, nella parte interna, con un bottone a pressione. Punte arrotondate e spesso bordate in colore a contrasto 19
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COLLEZIONE Indica l’insieme dei capi d’abbigliamento creati dallo stilista, presentati in sfilata o in showroom due voile l’anno, una dedicata alla primavera-estate, l’altra all’ autunno-inverno COLLEZIONE CRUISE Linea d’abbigliamento femminile senza stagionalità, si porta d’estate come d’inverno, ed è venduta in ogni parte del mondo tutto l’anno. In origine era destinata al guardaroba delle vacanze, da cui il nome "cruise", crociera, oggi una vera e propria collezione, completa di accessori, che anticipano le nuove tendenze COLLO A CAMICIA Colletto a punta, con solino cucito alla base COLLO A CIAMBELLA Collo circolare, stretto alla base e largo all’estremità, morbido e scostato dal collo, adatto ai capi di maglieria COLLO A COROLLA Imita la corolla del fiore. Spesso bordato in pizza e smerlato viene applicato su camicie, abiti femminili e giacche a seconda delle mode COLLO A CRATERE Alto e largo sale sino al mento, adatto ai maglioni COLLO A FIOCCO Dalla base del collo partono due bande di tessuto che si annodano a fiocco. Per capi femminili eleganti COLLO A LISTING Sale diritto e rigido, si chiude solitamente di lato, adatto ai giubbotti COLLO A LUPETTO Collo aderente che sale sino a meta del collo. Si differenzia dal "collo alto" in quanto non è ripiegato su se stesso ed é più corto. Per maglie maschili e femminili COLLO A SCIALLE Collo che scende lungo, con una linea curva, sino all’abbottonatura della giacca o del cappotto. Classico per le giacche da smoking COLLO A SCIARPA Attaccato al capo solo sulla parte dietro del collo da cui parte una piccola sciarpa da allacciare sul davanti COLLO AD ANELLO Ampio collo tubolare che si appoggia su se stesso dando origine a diversi e morbidi drappeggi. Realizzato soprattutto per maglie e bluse femminili COLLO ALLA CICLISTA Collo alto e aderente chiuso da una cerniera, adatto ai capi in maglia COLLO CLAUDINE 20
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Colletto piatto e arrotondato. Quando è applicato sulle bluse femminili è diviso in due e solitamente bianco. Prende il nome dalla giovane protagonista dell’omonimo romanzo di Colette, scrittrice francese COLLO DOLCEVITA Aderente, a tubo, alto, ripiegato su se stesso arriva sino sotto al mento. Per maglie femminili e maschili COMPLETO Indica un insieme di capi maschili, femminili o di accessori che sono in armonia tra loro per stile per colore, per materiale ecc COMPLETO DA UOMO Vestito maschile composto da giacca e pantaloni, a voite accompagnato dal gilet. Tutti i capi sono confezionati con lo stesso tessuto COMPOSE’ Completo costituito da due o più capi in tessuto diverso per colore o disegno, ma abbinati con armonia Tessuti con motivi di disegni a stampe diverse, ma coordinati nei colori, ideati per essere abbinati in un completo CONFORMATO Capo d’abbigliamento femminile calibrato per corporature robuste, oltre la 46 italiana COORDINATO Capi d’abbigliamento maschili e femminili confezionati in tessuti diversi, ma abbinati fra loro in modo armonico, per colore a per fantasia. Indica anche un accostamento sempre armonico di due tessuti diversi COPPOLA Berretta maschile in panno, con visiera. Un tempo era in velluto nero e veniva portato dai campieri, i guardiani dei terreni appartenenti alla nobiltà siciliana COPRICOSTUME Indumento femminile da indossare sul costume da bagno COPRISPALLE Sorta di micro golfino, dalle maniche lunghe, che arriva sopra al seno CORPETTO Parte superiore dell’abito femminile che copra il busto dalla vita sino alle spalle Indumento femminile o parte di esso, scollato a cuore, a balconcino, a fascia, sempre senza maniche e senza spalline, stretto in vita e appoggiato sui fianchi Busto in tessuto elasticizzato, rafforzato da stecche, che arriva sino sotto al seno COSTUME DA BAGNO indumento maschile e femminile indossato per fare il bagno o per abbronzarsi. Per le donne può essere intero, a due pezzi come il bikini o solo una mutandina: il tanga. Per l’uomo è a slip 21
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o a calzoncino. Fa la sua apparizione alla fine dell’800, quando si iniziano a fare i primi bagni di mare. Allora le donne indossavano tuniche scollate su lunghi calzoni stretti alla caviglia, mentre gli uomini vestivano una tuta in maglina rigata, scollata a canottiera, lunga sino alle ginocchia COSTUME A 2 PEZZI Costume da bagno composto da due pezzi: reggiseno e mutandina. Due sono gli stilisti ai quali si dove la paternità. II prima, Jacques Heim to chiamò "atollo", ma ebbe più fortuna il nome che gli diede uno stilista meno sconosciuto: Louis Reard, che to definì "bikini". Solo qualche giorno prima gli Americani avevano effettuato esperimenti nucleari nell’atollo del Pacifico detto Bikini. Era il luglio del ‘46. Negli anni ‘50 diventa popolare, le ragazze francesi la adottano con entusiasmo, fra tutte Brigitte Bardot, portabandiera di libertà e trasgressione, che a Saint Tropez ne indossa uno a quadrettini bianchi e rosa. Negli Stati Uniti viene accettato solo quindici anni dopo. Quando le mutandine diventano due minimi triangolini, allacciati sui fianchi da stringhe sottili, come il reggiseno: ecco lo strings, siamo negli anni ‘70 COSTUME INTERO Indumento femminile, indossato per fare il bagno o per abbronzarsi, realizzato in un unico pezzo COSTUMISE’ Indica un qualsiasi capo d’abbigliamento che è stato personalizzato con applicazioni come bottoni, fiori, borchie ecc. COTURNO Calzatura in cuoio dalla suola in sughero molto alta usata dagli attori greci e latini. Indica inoltre uno stivale in uso ai tempi dei Romani e un antico calzare femminile CRAVATTA REGIMENTAL Indica una qualsiasi cravatta a righe trasversali. In quelle inglesi le righe vanno da sinistra verso destra, in quelle americane da destra verso sinistra. In Inghilterra, dove è nata la regimental, le rigature rappresentano un reggimento, un college, un ordine professionale, quindi un gruppo di appartenenza CRAVATTA DA CLUB Cravatta che riporta i colori di uno specifico club inglese, inizialmente riservala solo ai soci. Oggi sta per cravatta a righe CRINOLINA Sottogonna, che sosteneva e rendeva gonfie le gonne, realizzata in crine di cavallo, da cui il nome. In voga verso la meta dell’800 venne sostituita, da Charles Frederick Worth (18251895) sarto inglese trapiantato a Parigi, con una gabbia a cerchi CUL DE PARIS Indica un cuscinetto imbottito appoggiato sulle reni, in voga nell’800, che dava volume alla parte posteriore del corpo femminile, secondo i dettami della moda dell’epoca CULOTTE Mutandine femminili a calzoncino, svasate e bordate di pizzo CUSHMA Lungo poncho con i caratteristici disegni ruggine indossato dagli indigeni del Perù 22
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CUTAWAY COAT Giacca del tight, nera o grigia a un petto con falde a coda di rondine LETTERA D DIVISA: Uniforme. Abito uguale per ctutti gli appartenenti ad una stessa organizzazione pubblica o privata, che distingue il grado e il ruolo all’interno di essa. II primo a volere un abbigliamento uniformato per i suoi soldati fu il re Gustavo Adolfo di Svezia, siamo verso la prima metà del ‘600, concetto poi ripreso da Luigi XIV di Francia. Un secolo dopo quasi tutti gli eserciti d’Europa si adeguano a questo modello DJELLABAH: Tunica originaria del Marocco con cappuccio, scollatura a fessura e maniche lunghe, decorato lungo tutto il bordo. Citato da molti stilisti per collezioni d’ispirazione etnica DOLCEVITA: Maglia a collo alto DOLMAN: Giacca appartenente all’uniforme degli Ussari, militari ungheresi, d’ordinanza verso la meta dell’ ‘800, corta e aderente, era ornata da numerose file di alamari dorati DOMINO: Mantello con grande cappuccio. Sembra tragga le sue origini da quello indossato dai monaci nel Medio Eva. Dall ‘600 in poi viene portato sui costumi teatrali. Oggi descrive un mantelloa da sera in tessuto prezioso, destinato alle grandi occasioni DOPOSCI: Calzatura che arriva al polpaccio, calda e protettiva, in pelliccia a materiale sintetico indossata dagli sciatori dopo l’attività sportiva DOPPIOPETTO: Capospalla maschile e femminile (giacca, cappotto e simili) dai davanti sovrapposti e allacciati da due file di bottoni DOUDOUNE: Piumino. Giaccone impermeabilizzato e imbottito con piuma d’oca o con materiale sintetico molto caldo e leggero, viene indossato in montagna, ma anche in città per ripararsi dai rigori dell’inverno DRESSIN GOWN: Tipica vestaglia maschile in seta, con disegni minuti, dalla linea ampia, stretta in vita da una cintura DRIVING CAP: Berretto con visiera, solitamente in tweed, indossato dal primi automobilisti. Oggi considerato un cappello sportivo DUE PEZZI: Completo femminile composto da giacca e gonna o giacca e pantaloni 23
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Costume da bagno femminile composto da r-eggiseno e mutandine
DUFFLECOAT: Cappotto in dotazione al personale della Marina Britannica durante la seconda guerra mondiale. Diventa popolare negli anni ‘60. Taglio sportivo, cappuccio, caratteristica l’allacciatura con alamari, grandi tasche applicate, arriva sopra al ginocchio, in italiano detto montgomery DUVET: Giacca a vento, imbottita con piume d’oca DÉCOLLETÉ: Tipo di calzatura femminile con scollatura sul davanti molto pronunciata, arrotondata o squadrata. Chiusa sul dietro, può avere il tacco nelle forme più diverse a seconda delle tendenze. Nasce verso la metà dell’800 e conosce ad oggi un’infinita di varianti. Molto popolare negli anni ’50, considerata estremamente, elegante, nella versione da sera era realizzata nello stesso colore tessuto dell’abito DÉSHABILLÈ: Vestaglia femminile. Nasce nel ‘700 quando le donne usavano indossare in casa, sulla camicia da notte, un’elegante vestaglia, comoda e lunga. Detta anche negligè, matinè LETTERA E ECHELLE: Decorazione su corsetti e abiti femminili fatta di nastri e fiocchi posti in ordine decrescente, di gran moda nel ‘700 ELEGANTE: Si attribuisce ad una persona quando la cura del vestire e equilibrata e non stucchevole, dando un’immagine di sé distinta. Si dice di un capo d’abbigliamento quando, come chi lo indossa, non eccede in stravaganze ELEGANZA: Vestire con buongusto e raffinatezza. Si dice che sia innata e non dipenda dall’abito che s’indossa ENGAGEANTES: Ornamenti in pizzo e merletto a cascata che guarnivano gli avambracci, di moda fra il XVII e il XVIII secolo, diventati in seguito decorazioni delle maniche di abiti femminili ENSEMBLE: Significa "insieme". Completo femminile composto da due pezzi, come cappottino e abito, camicia e gonna, realizzati nel medesimo tessuto ENTRAVE: Abito o gonna molto stretta all’orlo, che costringeva le ragazze dei primi del ‘900, quando era di moda, a camminare a piccoli passi ENTRE-DEUX: 24
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Striscia di pizzo o di merletto inserita come motivo decorativo in camicie importanti, abiti da sera e biancheria intima ESCHIMO: Ampio giaccone sportivo, impermeabile, con cappuccio, di solito di color grigio verde, foderato internamente di lana è di pelliccia, sul modello di quello tipico in pelle di foca rovesciata, portato dagli Eschimesi. All’origine maschile, poi anche femminile, è stato divisa dei giovani "sessantottini", di moda negli anni ‘70, tempi di rivoluzioni annunciate ETICHETTA: Piccolo striscia di stoffa, in pelle o altro, adesiva o cucita sul capo di abbigliamento in cui viene indicata la marca ETNICO: Stile che riprende o rielabora i costumi tradizionali di culture extraeuropee come quella africana, orientate, sudamericana, ecc. In auge negli anni ‘70, connotava un atteggiamento progressista, era il modo di vestire preferito dalle femministe. Diventa in seguito un classico nelle collezioni soprattutto estive. Nel 2000 lo stile etnico si riversa nel settore dell’arredamento, in un gioco continuo di contaminazioni culturali ETON: Giacca dal taglio diritto indossata dagli studenti del collegio inglese di Eton. Indica inoltre un colletto bianco, dalle punte arrotondate, staccabile, indossato dagli studenti dello stesso college, diventato popolare alla fine dell’ 800 LETTERA F FAINA Dal mantello del piccolo mammifero si ottiene una pelliccia pregiata, morbida e soffice, di un beige dorato FAIR ISLE Motivi decorativi jacquard, caratterizzati da elementi geometrici FALDA Ciascuna delle code della giacca da cerimonia negli abiti maschili. Parte del cappello che si estende attorno e oltre la cupola. Veste di seta bianca indossata dal Papa durante le funzioni sacre pontificali FALLATO Di tessuto o capo d’abbigliamento che presenta un’imperfezione FALLO Imperfezione, difetto di un tessuto o di una lavorazione in genere FALPALA’ Guarnizione in tessuto, pizzo o altro materiale, arricciata e cucita all’orlo di un capo d’abbigliamento FANE’ 25
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abito o un accessorio invecchiato dall’uso FARSETTO Corpetto maschile in uso nel ‘400, imbottito, dalle maniche lunghe, confezionato come un giubbotto, veniva indossato sopra alla camicia. Era talmente corto da mostrare le gambe inguainate in aderenti calzamaglie. Col passare del secoli cambia nome e forma: nel ‘500 si chiama giustacuore o giubbone, nel ‘600 perde le maniche e assomiglia sempre più al gilet FASHION VICTIMS Vittime della moda. Definisce chi segue pedissequamente i dettami della moda soprattutto quelli più caricaturali FAUX-COL Colletto staccabile FAVORITI Folte basette che incorniciavano il volto degli uomini, di moda verso la meta dell’800 FAZZOLETTO Piccolo quadrato in cotone, lino e seta. Spesso ricamato, anche con le iniziali e bordato di pizzo. Accessorio indispensabile nell‘800, oggi ha un utilizzo puramente funzionale, con un’eccezione per quello infilato net taschino dalle giacche maschili e femminili FACON Confezione a lavorazione di capi d’abbigliamento in tessuto a in maglia realizzata conto terzi FEDORA Cappello in feltro dalla cupola cilindrica, con incavatura centrale, circondata da un nastro, dall’ala piuttosto larga. Portato dalle donne alla fine dell’800 e dagli uomini sino a meta del ‘900. Prende il nome da una commedia di Victorian Sardou del 1882 FELTRO Cappello in feltro, dalla piccola falda, con cupola attorniata da un nastro e percorsa da un’incavatura FELUCA Cappello maschile a due punte in uso nel ‘700, che completava divise militari o abiti da cerimonia FEMORALIA Fasce di tessuto avvolte su tutta la gamba, utilizzate dalle donne romane per proteggersi dal freddo FERRONIERE Gioiello femminile quattrocentesco portato sulla fronte. La pietra preziosa, che cadeva a goccia, poteva essere sostenuta da un cordoncino di seta oppure incastonata su un sottile cerchietto d’oro o d’argento. La "Dama con ermellino" dipinta da Leonardo ne da uno splendido esempio FETTUCCIA Nastro di cotone, a trama fitta, molto resistente utilizzato per rinforzare parti di capi d’abbigliamento e come guarnizione 26
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Filato tubolare a piatto, adatto anche a lavorazioni di aguglieria FEZ Cappello a cono tronco, al cui centro a applicato un lungo cordoncino che termina a nappa. Il nome deriva da Fez, città del Marocco, dove veniva fabbricato ed esportato. Viene indossato in Medio Oriente FICHU Piccolo scialle, in seta, lana o in cotone finissimo bordato di pizza, appoggiato sulle spalle per coprire le scollature e fermata solitamente da una spilla FILET Indica un pizza, un ricamo, ma anche un tessuto a trama larga, a rete FINISSAGGIO Trattamento che dona nuove caratteristiche al tessuto o al filato, rendendolo più brillante, migliorandone l’aspetto o la mano FIOCCHETTO Indica la parte superficiale e pelosa del velluto, della ciniglia e della spugna FIOCCO Si ottiene annodando le estremità di una fascia di tessuto, una sciarpa a un nastra componendo due cocche FIORE Parte esterna della pelle, delicata e morbida utilizzata per capi d’abbigliamento e accessori FLIP FLOP Ciabatta a infradito con soda e listini di gamma FIORI LIBERTY Motivo di stampa a disegni floreali piccoli e ravvicinati FIOSSO Rinforzo applicato sulla parte stretta della scarpa, fra la suola e la pianta FISHTAIL Parte posteriore dei calzoni, portati con le bretelle, dal taglio arrotondato e divisa in due al centro FLAMMEUM Vela nuziale delle antiche spose Romane, di color arancione, considerato di buon auspicio FLOU Abito femminile della linea morbida, appena accostato al corpo FODERATO Di un capo d’abbigliamento o un accessorio la cui parte interne è rivestita con un tessuto in seta, lana o sintetico, detto fodera
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FOGGIA Aspetto di un capo d’abbigliamento FOLK Stile che riprende il costume popolare di diversi Paesi, secondo le mode FONTANGE Acconciatura femminile (1665-1680) lanciata da Marie Angelique de Fontanges una delle favorite di Luigi XIV. Si dice che Angelique durante una corsa a cavallo utilizzasse una sua preziosa giarrettiera per ricomporsi i capelli. Nacque cosi la moda di annodare le ciocche con numerosi nastri. Con il tempo l’acconciatura si trasforma in una complessa struttura di fili di ferro per sostenere pizzi e fiocchi inamidati FORMALE Stile d’abbigliamento classico, convenzionale, maschile e femminile FOSSETTA Piccola infossatura che si forma sotto al nodo della cravatta FOULARD Grande fazzoletto quadrato ripiegato a triangolo, appoggiato sulla testa e annodato sotto al mento. Accessorio femminile che a seconda della mode si porta in modi diversi: negli anni ‘80, rigorosamente firmato, veniva allacciato al manico della borsetta, uno status symbol eccellente, Oppure, piegato nel senso della lunghezza, era avvolto at collo come una sciarpa. Fra i più famosi produttori al mondo di foulard troviamo Hermes di Parigi FOURREAU Abito che avvolge il corpo, motto aderente, la scollatura fascia le spalle completamente scoperte, può essere corto o lungo FRAC Vestito da sera maschile. Giacca corta sul davanti con lunghe falde a coda di rondine sul dietro. Si indossa accompagnato da gilet e camicia bianca con sparato, cravattina candida a farfalla, pantaloni a tubo, con bande verticali in satin. Nato dalla trasformazione di una divisa militare settecentesca, diventa di moda con Brian George Brummel, arbiter elegantiarum dell’Ottocento. Sarà la borghesia, classe sociale emergente, a preferirlo nero piuttosto che blu com’era nella versione originate FRAISE Significa "gorgiera" in francese. Collo rotondo e totalmente pieghettato. Di moda per tutto il ‘500 e il ‘600, era in mussola o in lino, resa rigida dall’appretto. Quando raggiungeva grandi dimensioni veniva sostenuta da una leggera struttura di fili di ferro. Destinata agli abiti maschili e femminili dopo un secolo di successi, si fa morbida e si appoggia sulle spalle. La sua origine è incerta, alcune fonti dicono sia stata Caterina de’ Medici ad importarla in Francia dall’Italia, altre dicono che il sua uso sia arrivato direttamente dalla Spagna FRANCESINA Calzatura femminile, classica, stringata sul collo del piede, con tacco medio FRANGIA Guarnizione con cordoncini o fili pendenti, da applicare ai bordi di maniche, orli di vestiti a scialli, ecc. Molta in voga negli anni Trenta 28
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FRAPPA Striscia di stoffa leggermente arricciata da applicare come decorazione su abiti femminili FRATINO Sandalo maschile e femminile dalla suola piatta, con listini in cuoio FRENCH KNICKERS Mutandine femminili a calzoncino, svasate e bordate di pizzo FRIGIO Berretta rosso conico con la punta spiovente sul davanti, in usa presso gli antichi Greci e poi Romani, divenuto simbolo di liberty durante la Rivoluzione Francese in quanto nell’antichità veniva concesso agli schiavi liberati FROISSE’ Di un tessuto dalla superficie volutamente sgualcita FRONTALE Indica genericamente tutte le parti anteriori della scarpa. Nel 1200 indicava la corona che appoggiava solo sulla fronte, pegno di nozze FROU FROU Di tutti gli ornamenti (balze, volant, pizzi, fiocchi ecc.) che rendono lezioso un capo d’abbigliamento. Voce onomatopeica che deriva dal fruscio delle sete utilizzate per realizzare queste guarnizioni FRUSTA Collana composta da tanti fili di piccole perle, di pietre preziose o di bigiotteria, trattenuti da un cappio nel quale vengono poi infilati, creando cosi un effetto "frusta" FUNK Stile dandy di matrice nera, ha origine negli anni ‘50 con il cantante Little Richard FUSCIACCA Striscia di stoffa che si annoda in vita. In voga nel ‘600 alla corte di Luigi XIV, era ricamata e sfrangiata. Importante accessorio nel ‘700, allora si portava allacciata a fiocco sulla schiena FUSEAUX Pantaloni femminili aderentissimi in tessuto elasticizzato. Possono avere una staffa elastica posizionata sotto al piede per renderli più dritti oppure possono stringersi a polsino attorno alla caviglia. Di moda negli anni ‘80, ritornano periodicamente in voga. Indossati anche per le attività sportive FUSTAGNO Tessuto in cotone di mano morbida e leggermente peloso, molto resistente, utilizzato soprattutto nello sportswear per capispalla e pantaloni FUSTANELLA Gonnellino bianco a pieghe lungo sino al ginocchio, tipica del costume nazionale greco e dell’uniforme di truppe scelte
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FUSTO Tessuto utilizzato all’interno di giacche e cappotti come sostegno o rinforzo LETTERA G GABBANO Antenato del cappotto di origine orientale, deriva infatti dal caftano. In voga nel ‘400 e riservato al guardaroba maschile era ampio, aperto sul davanti, con maniche lunghe, a volte accompagnato da un cappuccio GABBIA Intelaiatura in metallo a cerchi di ferro degradanti, sulla quale venivano appoggiate le ampie gonne in voga nell‘800. Sostituì la crinoline GAMBALE Protezione in cuoio, che ripara la gamba dalla caviglia al ginocchio, indossato dalle truppe a cavallo. Anticamente era in metallo e apparteneva all’armatura. Indica inoltre la parte dello stivale che copre la gamba GAMBALETTO Calza femminile, in materiale elasticizzato, che arriva sino al ginocchio. Viene solitamente indossato con i pantaloni, ma se la moda lo esige anche con le gonne GARDE—CORPS Soprabito maschile, in tessuto pesante, bordato in pelliccia. Maniche ampie, svasate e lunghe spesso tagliate sui lati da dove uscivano le braccia. In uso verso il 1200 GARCONNE Moda femminile che imita lo stile maschile. Capelli corti, giacca e camicia a uomo, pantaloni a gonna dritta. Prende il nome dal romanzo "La Garconne" di Victor Marguerite (1922) considerato, all’epoca, il manifesto della donna emancipata GEMELLI Completo femminile in maglia, composto da maglietta, spesso a girocollo, accompagnata da un golfino abbottonato sul davanti. Entrambi i capi sono realizzati con lo stesso filato e sono del medesimo colore Coppia di bottoni—gioiello con stanghetta mobile da infilare nelle asole dei polsini della camicia per chiuderli. Di moda dalla seconda metà dell’800, sono nati come prezioso accessorio maschile GESSATO Tessuto generalmente in lana pettinata di colore scuro (grigio, antracite, blu, nero, marrone) con sottilissime righe bianche. Tipicamente maschile, viene pero utilizzato anche per giacche e tailleur da donna. Indica inoltre un completo a un singolo capo d’abbigliamento confezionato con il suddetto tessuto GETA Zoccolo a infradito dalla suola in legno altissima, calzato dalle geishe giapponesi GIACCA Capospalla maschile e femminile. Veste la parte superiore del corpo, è totalmente aperta sul 30
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davanti e arriva sino sotto ai fianchi. Può essere mono o doppiopetto, invernale ed estiva, cambia il tessuto impiegato GIACCA A DOPPIOPETTO Giacca, maschile o femminile, con i davanti sovrapposti e chiusi da due file di bottoni GIACCA A VENTO Capospalla sportivo maschile e femminile, realizzato in tessuto impermeabilizzato e imbottito di piuma d’oca. Viene chiusa da una cerniera nascosta e con bottoni a pressione. Spesso con cappuccio e tasche a filo, oblique. S’indossa sui campi di sci e in città nelle giornate di freddo intenso GIACCA ALLA CAVALLERIZZA Monopetto, con spacco sul dietro, aderente in vita, con tasche a pattina applicate sul davanti
GIACCA DA CAMERA Giacca maschile in tessuto confortevole come il panno o in velluto, con collo a scialle. Spesso priva di bottoni, con i davanti sovrapposti, si allaccia con una cintura-cordoncino. Tasche applicate o a fessura. S’indossa in casa. GIACCA MILITARE Giacca monopetto lunga sino ai fianchi, spalle squadrate, maniche lunghe, con tasche a soffietto, chiusa da bottoni in ottone. Nella versione originale é dotata di spalline e mostrine GIACCA MONOPETTO Giacca, maschile e femminile, con i davanti non sovrapposti e allacciati da una sola fila di bottoni GIACCONE Capospalla maschile e femminile, in tessuto caldo a impermeabilizzato di diverse lunghezze (3/4, 7/8) il suo stile varia a seconda delle mode GIACCA CAMICIA Si dice di una camicia con forma simile alla giacca, ma realizzata in tessuto leggero GIARRETTIERA Fascia di tessuto elasticizzato, ricamata o guarnita di pizzi, utilizzata per sostenere le calze. Questo intrigante accessorio femminile dà il nome a un importante ordine cavalleresco inglese. Si racconta che durante una festa, mentre la bella contessa Alix de Salisbury stava ballando con Edoardo III, re d’Inghilterra e suo amante, perdesse accidentalmente una giarrettiera. Il sovrano la raccolse e pronunciò la celebre frase: "Honni soit qui mal y pense!" (sia villipeso chi pensa male). Il motto venne ricamato sulla giarrettiera azzurra diventata simbolo del nuovo ordine istituito dallo stesso re, nel 1350, in onore della sua compagna. Indica inoltre ciascuno dei quattro nastri del reggicalze GIBUS Cappello a cilindro in feltro lucido con piccole molle interne che permettevano di appiattirlo. Era di moda nella meta. dell’800 e prese il nome dal cappellaio parigino che lo inventò GILET Indumento maschile da indossare sotto alla giacca e sopra alla camicia, senza maniche, 31
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aderente, allacciato da bottoni, con o senza revers. A volte con piccole tasche a filo. Il dietro può essere in seta GIROCOLLO Maglia femminile e maschile dalla scollatura arrotondata, sempre accostata al collo GIUBBOTTO Giacchino sportivo maschile e femminile arriva alla vita o ai fianchi. Maniche lunghe, tasche oblique a filo oppure applicate. Chiuso da una cerniera e fermato all’orlo da una fascia in tessuto elasticizzato in maglia o da un listino. Può essere in pelle o in tessuto GIUBBOTTO DA AVIATORE Giubbotto corto in vita, di linea arrotondata, in pelle e con colletto in pelliccia, simile al bomber GIUSTACUORE Lunga giacca maschile comparsa nel ‘500, diffusasi nel ‘600. Aderente nel busto, maniche larghe e grandi tasche, arrivava sino alle ginocchia. Realizzato in tessuto pesante e prezioso, sul davanti mostrava una ricca e fitta fila di bottoni. Indossato sopra alla camicia e al panciotto, si accompagnava con pantaloni al ginocchio GODET Si dice di una svasatura soprattutto di una gonna, ma anche di un abito o di un cappotto, ottenuta tagliando la stoffa in sbieco, per dare maggiore ampiezza al capo d’abbigliamento GOLF Capo d’abbigliamento soprattutto in lana, ma anche in cotone, realizzato comunque con filati pesanti. Maschile e femminile. Arriva sino ai fianchi ed ha maniche lunghe. S’indossa infilandolo dalla testa GOLFINO Capo femminile in maglia , abbottonato sul davanti, con maniche lunghe o corte, con scollatura a "V" o a girocollo a seconda delle mode GONNA A BALZE Con balze applicate all’orlo o sovrapposte, a seconda delle mode GONNA A CAMPANA Svasata, richiama la forma della campana GONNA A COROLLA Dal punto vita molto marcato, per enfatizzare l’ampiezza della sottana, che riprende la forma della corolla di un fiore GONNA A GODET Tagliata in tessuto sbieco, che la rende ampia GONNA A PALLONCINO Stretta in vita, arricciata e gonfia GONNA A PIEGHE Con pieghe più o meno ampie, fermate da brevi cuciture verticali o stirate e lasciate sciolte 32
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GONNA A PORTAFOGLIO Confezionata con un unico pezzo di stoffa si avvolge attorno ai fianchi e si sovrappone sul davanti. Viene fermata e chiusa di lato con bottoni, zip o altro GONNA A RUOTA Stretta in vita, molto ampia. Di moda negli anni ‘50 ò stata lanciata con il "New Look" di Dior GONNA A SIRENA Aderentissima e lunga, si stringe al ginocchio per poi allargarsi verso l’orlo, imitando la coda della sirena GONNA A TELI Gonna costituita da più parti di tessuto di forma triangolare cuciti con il vertice verso l’alto e la base verso basso GONNA A TUBO Aderente, spacchetto sul dietro o sul fianco, scende diritta GONNA AD ANFORA Vita aderente, fianchi fasciati si stringe sulle ginocchia, creando l’effetto "anfora" GONNA ALLA ZINGARA Lunga e larga, ricca di balze dai colori vivaci, spesso sovrapposta ad altre, come usano indossarle le gitane GONNA PANTALONE Dal tono sportivo, ha l’aspetto di una gonna leggermente svasata, ma è divisa in due sezioni e veste le gambe separatamente come un paio di pantaloni GONNA PLISSÉ Realizzata con un tessuto fittamente pieghettato GONNA SCOZZESE Solitamente realizzata in tessuto a quadri scozzesi è a portafoglio, cioè si sovrappone sul davanti. Ha piccole pieghe fitte sul dietro e sui fianchi, mentre il davanti è liscio e nella versione classica sfrangiato verticalmente. Si allaccia sul fianco con listini in pelle e si ferma con una spilla in ottone. In Scozia fa parte del costume tradizionale ed un capo maschile GONNA SVASATA Si allarga scendendo verso l’orlo, può avere cucitura centrale sul davanti e sul dietro GORGIERA Collo rotondo e totalmente pieghettato. Di moda per tutto il ‘500 e il ‘600, era in mussola o in lino, resa rigida dall’appretto. Quando raggiungeva grandi dimensioni veniva sostenuta da una leggera struttura di fili di ferro. Destinata agli abiti maschili e femminili dopo un secolo di successi, si fa morbida e si appoggia sulle spalle. La sua origine e incerta, alcune fonti dicono sia stata Caterina de’ Medici ad importarla in Francia dall’Italia, altre dicono che il suo uso sia arrivato direttamente dalla Spagna GUANTO ALLA MOSCHETT1ERA Lungo guanto in pelle che sale sino all’avambraccio. Nella forma originale ha un grande 33
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risvolto. Prende il nome dalle guardie di Luigi XIV, i mitici moschettieri GUAYABERA Camicia maschile, simile ad una giacca, da indossare senza cravatta e sopra ai pantaloni, confezionata in tessuti leggeri come il lino o cotone. Tipica di Cuba, Venezuela e Colombia GURU Dal vedico guru,"venerabile", detta anche giacca guru. Giacca di Linea diritta, con colletto in piedi e maniche lunghe, chiusa sul davanti da bottoni, lunga sino al ginocchio. Prende il nome dai capi religiosi indiani, chiamati guru, che l’indossano abitualmente GUEPIERE Dal francese “guepe”, “vespa” Bustino con reggiseno, spesso a balconcino, stringe i fianchi e modella il punto vita. Ha giarrettiere applicate dove vengono allacciate le calze LETTERA H HABILLE’ Di chi è vestito con estrema ricercatezza HABUTAI Tessuto di seta realizzato con filati a fibra corta, soffici e pelosi che possono essere ritorti. E’ più leggero dello shantung, ma più pesante della seta HAIK Drappo bianco che copre il corpo della donna sino ai piedi, può nascondere anche il viso. Tradizionalmente era il vela indossato dai berberi HAVELOCK Soprabito maschile, senza maniche caratterizzato da una mantellina che arrivava sino ai fianchi. Di moda a metà dell’ ‘800 venne lanciato da Sir Henry Havelock, da cui prese il nome HENNIN Nome corrente di un copricapo femminile conico molto affusolato, di cartone o in tela inamidata, rivestito di tessuto. Dalla punta scendeva un lungo velo trasparente, che copriva anche il volto. Appartiene alla storia del costume, originario delle Fiandre si diffuse fra la fine del ‘300 e del ‘400 in Francia e in Inghilterra HIJAB Foulard indossato dalle donne islamiche che copre capelli orecchie e nuca. Può essere di diversi colori, spesso è accompagnato da una tunica HIP HUGGERS Pantaloni o gonne a vita bassa che mostrano l’ombelico HIP SKIRT Gonna a vita bassa, che mostra l’ombelico. HIPSTERS Calzoni a vita bassa. Aderenti si appoggiano ai fianchi e mostrano l’ombelico. Di moda negli anni ‘60, fanno il loro ritorno sulla scena della moda quarant’anni dopo, con prepotenza. Nel 34
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2000 tutte le collezioni firmate dagli stilisti, sia estive sia invernali prevedono questo pantalone, che si accompagna sempre e volentieri a canottiere, magliette o giacche cortissime seguendo la nuova onda del glamour, che prende la rivincita sul minimalismo HOME DRESS Tipo di abbigliamento comodo e confortevole da indossare in casa HOT PANTS Calzoncini femminili molto corti, lanciati negli anni ‘70 HOUPPELANDE Soprabito maschile e femminile in voga nel XIV sec. di linea svasata, stretto da una cintura appena sotto al seno, lungo anche sino alla caviglia. Quando ha le maniche sono ampie e lunghissime. Confezionato con tessuti pregiati come il broccato, era spesso foderato in pelliccia HUBERTUS Giacca da caccia maschile e femminile, rossa, aderente e dalle tasche a pattina, indossata dagli inglesi per le battute di caccia alla volpe. Indica inoltre una giacca da cacciatore in velluto a coste. HUIPIL Tunica tradizionale delle donne Maya. Si tratta dell’indumento più significativo del costume e rappresenta l’eredità della cultura tessile di tale popolo. Questa indumento permette di identificare villaggio di appartenenza di chi lo indossa, il suo stato sociale, il credo religioso e la sua personalità. La lunghezza e la larghezza dell’huipil dipendono dall’uso. Di solito è composto di tre pannelli di tessuto dal colori vivaci e dalle fantasie geometriche realizzati a mano e cuciti insieme. I punti possono essere decorativi e arricchire ulteriormente il capo. L’apertura per la testa consiste in un taglio nel pannello centrale HUSKY Giacca sportiva in nylon trapuntato a rombi maschile e femminile. Di linea diritta , chiusa da bottoni a pressione, collo e tasche profilate in velluto a costine. Nata negli anni ‘50 da un’idea di Edna e Steve Guyas, colonnello dell’aviazione americana a riposo, appassionato tiratore che la progettò, con l’aiuto della moglie, per il poligono HOMONGI Kimono da visita, elegante, ma non troppo. Caratterizzato da un motivo ornamentale asimmetrico che copre buona parte della superficie, la cui realizzazione richiede tempo e precisione. Il decoro viene disposto sul kimono per ritagliarne la sagoma, poi è tolto per essere dipinto o ricamato e infine ricucito LETTERA I IMBACUCCATO: Chi è vestito con indumenti pesanti per ripararsi dalle intemperie. Imbottito. Di un capo quando fra due tessuti è stato inserito un materiale speciale come: piuma d’oca, acrilico o altro, per renderlo caldo IMBOTTITO: Di una parte di un capo rafforzata da un’imbottitura IMBOTTITURA: 35
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Materiale soffice : piuma d’oca, acrilico, ecc. utilizzato per imbottire capi d’abbigliamento o parte di essi IMPERMEABILE: Soprabito maschile e femminile dalla linea sportiva. Realizzato in leggero tessuto idrorepellente, nasce per proteggersi dalla pioggia. Solitamente in gabardine di cotone viene indossato nelle mezze stagioni: primavera e autunno. Può essere mono o doppiopetto, con le maniche a raglan e stretto in vita da una cintura oppure di linea diritta IMPERMEABILIZZATO: Di un tessuto, un filato o un capo d’abbigliamento trattato e reso idrorepellente, cioè impermeabile all’acqua IMPUNTURATO: Di un tessuto, un capo d’abbigliamento o un accessorio quando e attraversato da cuciture evidenti INAMIDATO: Tessuto reso rigido da un bagno in amido. Questa tecnica viene impiegata soprattutto per i polsi e colletti delle camicie formali INCERATO: Di tessuto impermeabile, un tempo spalmato con olio di lino cotto, oggi invece ricoperto di resina sintetica INCRESPATO: Di un tessuto, un capo d’abbigliamento o un accessorio che presenti una lavorazione o un dettaglio a piccole onde INCROYABLES: Estroso stile d’abbigliamento maschile d’ispirazione inglese in voga in Francia durante il Direttorio (1795-1799) . La giacca, con lunghe falde sul dietro era aderentissima e a doppiopetto, con maniche dai grandi risvolti. I pantaloni a vita alta erano abbottonati sotto al ginocchio e fermati da nastri. Attorno al collo veniva rigirata più volte una sciarpetta, sui cui si allacciava una cravatta a farfalla. Completavano l’insieme: la redingote ornata da grandi alamari, calze colorate e alti stivali. Era lo stile dei giovani di allora che contestavano le vesti volutamente dimesse dei "vecchi" rivoluzionari INFORMALE: Stile di abbigliamento maschile e femminile, che interpreta il vestire tradizionale con un tocco sportivo. Si trasgrediscono le regole e i codici stabiliti. Capi classici vengono accostati a pezzi "casual", sdrammatizzando ciò che è canonico; tutto è caratterizzato da volumi morbidi e confortevoli INGUAINATO: Chi indossa un vestito aderentissimo INSERTO: Banda di tessuto, nastro o pizzo inserito nella struttura di un capo di abbigliamento o di un accessorio INSIEME: 36
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Capi d’abbigliamento che per materiali, colori o stile creano un completo LETTERA K K-WAY Indica una giacca maschile e femminile, in leggerissimo nylon, con cappuccio, s’indossa dalla testa, come l’anorak. Si richiude su sé stessa piegandola nella tasca che ha pasta sul davanti e viene legata in vita grazie ad una cintura elastica. Nato nel 1965 da un idea di Leon Claude Duhamel, che in seguito ne ha creato diversi modelli, è un nome depositato KEFIA Tipico copricapo arabo portato sulla testa o sulle spalle. La sua origine è pratica, nei Paesi Arabi era indispensabile avere un drappo di stoffa che proteggesse il viso e il capo dal sole e dal vento, ora ha assunto anche un significato politico e religioso. Può essere bianco e rosso, talvolta bianco e nero, totalmente nero, giallo o bianco KEPI Cappello militate, con visiera e sottogola in vernice nera, di cuoio ricoperto di panno. Adottato dai soldati francesi nella campagna di Algeria
LETTERA L LACOSTE Maglietta a polo, in piquè di cotone, con collietto maschile, abbottonata con tre bottoni e maniche code. Deve il nome al famoso giocatore francese di tennis, Rene Lacoste (1905-1996), detto il coccodrillo. Il campione dopo essersi ritirato dallo sport (1933), si dedicò alla produzione di magliette in cotone bianco a maniche corte sulle quali fece applicare, all’altezza del petto, un piccolo coccodrillo verde in ricordo dei tempi passati; l’idea fu vincente LAVALLIÈRE Grande cravatta nera, allacciata a fiocco, di moda nel 1800 simbolo degli anarchici. Prende nome dalla favorita del re Sole: Louise Frangoise de la Valliere che a suo tempo ne aveva lanciato la moda. LEGGINGS Sinonimo di pantacalza e di pantacollant LINCOLN Da Abraham Lincoln. Cappello maschile, mezzo cilindro LINGERIE Abbigliamento intimo o biancheria intima. L’insieme degli indumenti a diretto contatto con la pelle indossati dalle donne: reggiseno, canottiera, ecc LISEUSE Dal francese "lire, liseur, liseuse", lettrice Corta giacchina o mantellina in lana leggera da mettere sulla camicia da notte. Nel passato veniva indossata a letto per non sentire freddo durante la lettura LIVREA 37
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Durante il Medioevo era l’abito indossato dagli appartenenti ad una casata a mostrava i colori araldici del signore. Prima della nascita dell’uniforme, veniva invece indossata dai soldati e portava i colori del comandante. In seguito diventerà la divisa del personale di servizio (camerieri, cocchieri, staffieri) della antiche famiglie aristocratiche. Composta da giacca lunga, camiciola a pantaloni al ginocchio, era riccamente ornata per testimoniare il benessere della casa padronale LOBBIA Sinonimo di homburg. Cappello maschile in morbido feltro nero o grigio, con falda rialzata e profonda piega sulla cupola ornata da un largo nastro. Prende nome da Cristiano Lobbia ( 1832-1870) deputato che ne lanciò la moda in Italia LODEN Caratteristico cappotto di origine tirolese maschile e femminile, confezionato con l’omonimo tessuto, dalla linea appena svasata, maniche con aletta e sfondo piega sul dietro, tasche oblique e bottoni in cuoio. Oggi è solitamente verde, ma fino alla fine dell’800 era grigio, poi divenne blu, rosso e nero. La sua storia risale all’Alto Medioevo quando i contadini, confinati nei masi a filare la lana delle pecore, realizzarono per la prima volta questo tipo di panno. La ditta Moessner, fondata nel 1882 confezionò una cappa di loden bianco per l’imperatore Francesco Giuseppe, cosi la nobilta del regno Austro-Ungarico cominciò a considerare il loden non più il panno del poveri, ma degli imperatori, particolarmente adatto per le loro escursioni e le battute di caccia LONGUETTE Detto anche midi. Di un indumento femminile, gonna, vestito o cappotto, che scende sino a metà polpaccio LOUP Descrive una piccola maschera nera che lascia il naso scoperto, ornata da un alto pizzo applicato nel bordo inferiore. Viene indossata durante il carnevale e prende il nome di "lupo" in quanto ne ricorda vagamente la testa LUCCO Lunga veste maschile chiusa al collo e stretta in vita da una cintura, in uso nel XIV sec. indossata dai magistrati durante le cerimonie LUPETTO Maglia maschile e femminile, realizzata nei materiali più diversi, con collo aderente più corto di quello della maglia a collo alto, copre infatti solo la base della gola LETTERA M MANTELLA Capo d’abbigliamento esterno in origine a ruota, senza maniche, spesso con cappuccio. S’indossa appoggiandola sulle spalle. Varia nella lunghezza a seconda delle mode, ma generalmente sfiora il ginocchio MANTIGLIA Scialle in pizzo appoggiato sul capo e sostenuto da un alto pettine, fa parte del costume tradizionale spagnolo. Nel ‘700 indicava una mantellina MANTO 38
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Lungo e ampio mantello molto elegante, realizzato in tessuto pregiato. Viene indossato in occasione di importanti cerimonie MAO Giacca o camicia di linea diritta, con collo a listino, tasche applicate, blu scuro. Prende nome dal leader cinese Mao Tze Tung MARABÙ Uccello appartenente alla famiglia delle cicogne. Agli inizi del ‘900 le sue piume leggere e vaporose venivano utilizzate per decorare cappelli e per bordare abiti da sera MINI Definisce la lunghezza di abiti e gonne che arrivano a meta coscia MINIGONNA Gonna corta che arriva a 10 cm. dalle ginocchia, ma può salire sino a metà coscia. La sua paternità è contesa fra Mary Quant e Andre Courreges. L’ipotesi più accreditata sostiene che sia stata proposta inizialmente dalla stilista inglese, aglih inizi degli anni ‘60, quando Londra era la capitale della moda giovane e quindi anticonformista. Andre Courreqes, stilista francese, avrebbe invece consacrato la minigonna nel pret-a-porter ufficiale, quello delle sfilate parigine, inserendola nelle sue collezioni d’impronta futurista. La minigonna amatissima dalle donne e dagli uomini non e stata più ripudiata dalla pur volubile moda, ed è entrata nei grandi classici del guardaroba femminile del terzo millennio. Chi le può far concorrenza? solo la microgonna, che incalza sempre più impudica MINIMALISMO Stile di abbigliamento che ha caratterizzato anni ‘90. MITRIA Copricapo indossato dai vescovi durante le cerimonie. Alto e leggermente conico si sdoppia sulla punta MODA Modo di vestire, che cambia col cambiare delle stagioni. A volte caratterizza lunghi periodi, altre è brevissima. In Italia la parola “moda” entra in uso verso il ‘600, il termine deriva dal francese ‘mode’, ma la radice è latina : ‘modus’ MODA PRONTA Abbigliamento femminile e maschile prodotto in serie venduto in boutique e in grandi magazzini di pregio. Le collezioni disegnate dagli stilisti vengono presentate due volte all’anno, in settembre l’estivo e in febbraio l’autunno-inverno dell’anno successivo MODELLO Prototipo di un indumento, un accessorio, tessuto, ecc. destinato ad essere riprodotto su scala industriale MONOKINI Costume da bagno femminile costituito solo dalla mutandina MONOPETTO Di un capospalla maschile o femminile, chiuso da un’unica fila di bottoni
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MONTGOMERY Giaccone in panno pesante con cappuccio. Nella versione originale ha il taglio a sprone sulle spalle e grandi tasche applicate. Lo caratterizza in tutte le sue varianti da quella tradizionale a quella più alla moda, l’abbottonatura con gli alamari. Dalla linea a scatola, arriva sopra al ginocchio. Questo capospalla ha, come numerosi suoi simili di tono sportivo, una storia che parte dall’abbigliamento militare; apparteneva infatti al guardaroba in dotazione alla Marina Inglese. MONTONE Qualsiasi capospalla realizzato con pelle di pecora. Esternamente ha un aspetto liscio e vellutato, mentre l’interno ha un pelo folto e riccioluto. Si confezionano capi invernali come giubbotti e cappotti, ma gli stilisti nelle loro collezioni, lo propongono anche per donne, vestiti borse. Molto di moda negli anni ‘70, e ritornato di tendenza LETTERA N NACRE’ Aspetto iridescente e madreperlaceo NAPPINA Strisciolina di pelle sfrangiata e avvolta su stessa utilizzata come decorazione per calzature NASTRO Sottile striscia di tessuto, spesso in seta. Utilizzata come ornamento per abiti e accessori femminili NASTRO ALLA GHIGLIOTTINA Moda femminile in voga alla fine del ‘700. Attorno al collo veniva allacciato un sottile nastro rosso di seta come simbolo delle esecuzioni avvenute durante la rivoluzione francese NASTRO DI GROSGRAIN Nastro in tessuto a costine fitte e in rilevo utilizzato anche come bordo o rinforzo NERVATURA Descrive una minutissima piega cucita in rilievo, sul lato esterno del tessuto. Serve per sottolineare la linea di un abito, per disegnare un colletto, per sagomare una camicia. E’ un motivo decorativo e sartoriale allo stesso tempo NEW LOOK Stile lanciato da Christian Dior nel 1947, a Parigi. A definire "New Look" la prima collezione del celebre sarto francese è stata Carmel Snow, giornalista della rivista americana Harper’s Bazaar, per sottolineare la carica di novità che portava con sè. La Seconda Guerra Mondiale è appena finita e dopo anni di sofferenza e di rinunce Parigi ha ancora più voglia di moda e di lusso. In tempi in cui i tessuti sono un bene prezioso cosa c’è di più lussuoso di una gonna che ne impiega più di 40 metri? Le gonne a corolla piacciono moltissimo, come le giacchine strizzate in vita. Una nuova linea che cancella, a colpi di sottogonna ciò che le donne avevano conquistato negli Anni Ruggenti: la libertà di movimento. Il corpo è di nuovo imprigionato nelle stecche, questa volta dalla guepiere. La femminilità ritrovata s’ispira ad archetipi estetici collettivi, ed ecco gonnelle vaporose e fruscianti che sfiorano la caviglia, corsetti a balconcino e scarpette in raso dal tacco a spillo. Un abito "New Look" poteva pesare più di 5 chili. Questo stile, non senza le prevedibili critiche, riscuote un successo internazionale e continuerà sino alla metà degli anni ‘50, stabilendo una volta per tutte il concetto di donna-oggetto 40
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NIDO D’APE Ricamo che arriccia il tessuto, ottenendo piccoli rettangoli o rombi. Spesso a realizzato sul rovescio, con un filo elasticizzato, per renderlo più morbido e garantire cosi una migliore vestibilità. Classico per gli abiti bon ton delle bambine, viene solitamente ricamato sul corpino. Indica inoltre un tessuto, soprattutto in cotone, ma anche in lane, la cui trama assomiglia alle cellette dell’alveare delle api NIQUAB Velo indossato dalle donne islamiche, nasconde il viso e lascia scoperti solo gli occhi. Solitamente è nero NODO Legatura di nastro, filo, cordoncini e altri materiali, fatto per stringere o fermare NODO ALLA WINDSOR Corposo nodo di cravatta perfettamente triangolare attribuito al duca di Windsor, adatto alla camicie dal colletto aperto NODO ALLA CRAVATTA Nodo che si fa per fermare la cravatta al collo delle camicie NODO FOUR IN HAND E’ il più diffuso e il più semplice fra i nodi della cravatta, adatto a tutti i tipi di camicia, ha forma triangolare allungata NORFOLK Descrive una giacca sportiva maschile, in tweed, con tasche applicate, martingala e pieghe a soffietto sulla schiena. S’indossava con i knickerbockers, pantaloni fermati al ginocchio. Si dice sia nata alla fine dell‘800, nella tenuta del duca di Norfolk che la propose ai suoi ospiti come giacca da caccia. Era realizzata in ruvide lane dai colori del bosco, utili per creare un effetto mimetico. La norfolk si accompagnava a pantaloni anche di stoffa diversa, suggerendo una grossa novità in fatto di moda. In seguito diventa anche un capo femminile per le attività sportive NUDE LOOK Moda che utilizza tessuti trasparenti, lanciata da Yves Saint Laurent, uno dei più grandi stilisti del secolo XX. Gennaio 1966: "le petit prince" della moda francese, che ha appena trent’anni, ma un passato glorioso alle spalle (è stato il successore di Dior) presenta a Parigi una collezione estiva d’Alta Moda che farà scalpore. Sotto la camicetta in mussola trasparente la modella mostra i seni acerbi, mentre la gonna scende lunga e seriosa. Ecco nascere il nude look, che provocherà scandalo, ma verrà immediatamente imitato. Anche la moda conosce le sue piccole e grandi rivoluzioni, cogliendo l’aria del tempo. E’ cominciato il conto alla rovescia verso il maggio parigino NEGLIGE’ Vestaglia femminile. Nasce nel ‘700 quando le donne usavano indossare in casa, sulla camicia da notte, un’elegante vestaglia, comoda e lunga LETTERA O
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OBI Cintura del chimono giapponese. Si tratta di una larga fusciacca in seta, alta sino a 40 cm. e lunga sino a 2 metri. Viene legata attorno alla vita più volte e annodata dietro alla schiena con un grande fiocco OPALESCENTE Che ha l’iridescenza dell’opale, bianco latte, azzurro e rosa OVERCOAT Termine generico che indica capispalla leggeri come soprabiti a spolverini OVERSIZE Descrive un qualsiasi capo d’abbigliamento comodo, di misura superiore alla taglia abituale OXFORD BAGS Calzoni molto ampi nella gamba, molto lunghi, tanto da appoggiare abbondantemente sulla scarpa e con alto risvolto all’orlo. Questo tipo di pantalone prende il nome dagli studenti inglesi della Oxford University. Al proposito il duca di Windsor scriveva: "Quando frequentavo Oxford erano di moda i calzoni larghissimi, da trasformare, gli studenti della più vecchia e famosa università delle isole britanniche in tanti piccoli elefanti. Ne ebbi un paio anch’io, ma il mio sarto mi fece una grandissima scenata". Il modello venne lanciato negli anni ‘20, per ritornare a periodi alterni: nei ‘70 e poi nei ‘90. Ancora una volta amatissimi dai ragazzi e dalle ragazze, che ne preferiscono la versione sportiva realizzata in tessuto tecnologico LETTERA P PAGLIACCETTO indumento intimo femminile con canottiera e mutandine cucite assieme. in cotone morbido e comodo, con abbottonatura sui davanti Tuta per neonati, spesso con collettino piatto e calzoncini corti arricciati all’orlo PAGLIETTA Detto anche canotier. Cappello estivo, rigido in paglia. Calotta piatta, circondata da un nastro nero e blu, fermato a fiocco piatto con lunghe cocche che scendono sul dietro e con piccola tesa diritta. Le sue origini risalgono all’800, dapprima riservato agli uomini diventa negli anni ‘20 il copricapo ufficiale dell’uniforme estiva della collegiali inglesi, ed è subito moda. Sino agli anni ‘40 ha fatto anche parte della divisa di chi praticava il canottaggio, e per questo motivo era chiamata anche “cappello alla cannottiera" PAILLETTÈ Un abito o una parte di esso ricamato con lustrini, chiamati in francese paillettes PAISLEY Scialle caratterizzato da stampe kashmir, cioè dalle classiche piumette. Il nome deriva dall’omonima città inglese dove le aziende tessili ripresero i disegni tipici dei tessuti provenienti dal Kashmir , regione dell’India PALANDRANA Veste da camera maschile larga e lunga
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PALTÒ Detto anche paletò. Termine generico che indica un capospalla maschile o femminile in tessuto caIdo, lungo almeno sino sotto al ginocchio PAMELA Cappello femminile in paglia con cupola cilindrica, dalla tesa ampia e spiovente, allacciato sotto al mento con due nastri. Prende il nome della protagonista del romanzo "Pamela, or Virtue Rewarded" dello scrittore inglese Samuel Richardson, pubblicato ne1740 PANAMA Cappello in finissima paglia intrecciata ottenuta dalle fibre di una particolare palma (carludovica palmata) che cresce in Ecuador. E’ un copricapo maschile, leggerissimo; color avorio, della calotta incavata e della tesa piuttosto larga. Ha preso questo nome perche sembra che il presidente americano Theodore Roosevelt lo indossasse durante una visita ufficiale al Canale di Panama. Correva l’anno 1906. Un’altra versione invece racconta che il cappello, seppure fabbricato in Ecuador veniva commercializzato a Panama, da cui il nome. Comunque sia conquistò l’Europa: gli eleganti del tempo erano disposti a spendere qualsiasi cifra per ottenere un panama tanto leggero da passare arrotolato attraverso un anello, simbolo della sua eccellente qualità PANCIERA Fascia elastica per contenere l’addome o proteggerlo dal freddo PANIER Voluminosa sottogonna in uso nel ‘700, indossata per sostenere le gonne e renderle ampie. Con il tempo cambia forma e si trasforma in una serie di larghi cerchi metallici che sostengono la gonna o in un cuscino posto sul dietro PANTATAILLEUR Versione femminile del classico completo da uomo. Giacca dalle forme diverse, mono o doppiopetto, comunque di taglio maschile. Anche i pantaloni hanno le forme più diverse, seguendo la moda del momento PANTALONI Calzoni. Capo d’abbigliamento nato maschile, ma diventato anche femminile. Copre il corpo dalla vita sino alle caviglie, vestendo le gambe singolarmente. PANTALONI A CAMPANA Detti anche pantaloni a zampa d’elefante, Femminili e maschili, aderenti in vita, dal ginocchio in giù sono svasati, imitando la forma di una campana, da cui traggono il nome PANTALONI A FUSEAU Aderenti come una seconda pelle, sono realizzati in tessuto elasticizzato o in maglia. Scendono lungo la gamba fasciandola per fermarsi alla caviglia stringendola. Nella versione sportiva hanno una staffa che si appoggia sotto al piede, per renderli più affusolati. Capo d’abbigliamento femminile PANTALONI A SIGARETTA Detti anche pantaloni a tubo. Aderenti e affusolati, la gamba si stringe verso il fondo. All’orlo hanno uno spacchetto a una zip per infilarli con maggior comodità. Capo d’abbigliamento femminile e maschile 43
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PANTALONI A TROMBETTA Molto aderenti si allargano alla caviglia. Prendono il nome dallo strumento musicale in quanto ne imitano la forma. Capo d’abbigliamento femminile PANTALONI ALL’ODALISCA Morbidi, a vita bassa, vengono stretti alla caviglia con un bottone o da un elastico. L’orlo ha quindi un effetto rigonfio PANTALONI ALLA CINESE Larghi e dritti arrivano sopra alla caviglia PANTALONI ALLA TURCA Larghi, dal cavallo basso, si stringono alla caviglia con una leggera arricciatura PANTALONI ALLA ZUAVA Sinonimo di knickerbockers. Corti, si fermano al ginocchio, dove vengono allacciati con un bottone o con una fibbia. Di origine maschile sportive fanno ormai parte del guardaroba femminile PANTALONI CAPRI Detti anche pantaloni alla pescatora o alla corsara. Aderenti e corti si fermano al polpaccio, con spacchetto all’orlo. Molto di moda negli anni ‘50, prendono il nome del celebre luogo turistico italiano per via della vacanze dorate di un certo bel mondo che in quegli anni si godeva la vita proprio a Capri. Qui elegantissime ragazze indossavano i mitici pantaloni creati da Emilio Pucci che si era ispirato a quelli indossati dai pescatori. Squisitamente femminili ritornano di gran moda alla fine degli anni ‘90, in materiale tecnico, spesso elasticizzato. PANTALONI DA EQUITAZIONE In materiale elasticizzato. con tasche a filo orizzontali chiuse da piccole zip. Scendono aderenti per infilarsi dentro agli alti stivali. All’interno delle ginocchia sono rinforzati da applicazioni in daino. Vengono indossati per andare a cavallo. Maschili e femminili PANTALONI DA LAVORO Sinonimo di cargo-pant. Pantaloni di taglio sportivo, larghi e comodi, con grandi tasche laterali applicate. Coulisse in vita PANTALONI DA SCI Pantaloni a tubo in tessuto elasticizzato e felpato con staffa sotto al piede PANTALONI DA TORERO Aderentissimi, si fermano al ginocchio. Sono caratterizzati dal punto vita molto alto che sale a metà busto. Vengono indossati dal toreri durante le corride ma spesso la moda li porta in passerella PANTOFOLA Babbuccia o scarpa da casa. Calzatura da casa, morbida e leggera, in velluto o in pelle morbida, con suola pieghevole, di origine turca PANUNG Tradizionali pantaloni tailandesi costituiti da un’unica striscia di tessuto che viene allacciata sui fianchi, fatta passare tra le gambe e quindi fermata in vita sul dietro 44
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PAPILLON Detta anche farfalla, farfallino, cravattino, cravatta a farfalla. Cravattino a fiocco piatto, in seta o in velluto. Si allaccia dietro al collo con piccoli ganci. Di origini ottocentesche, indispensabile con lo smoking e per occasioni formali. Prende il nome da farfalla, in francese “papillon” perchè ne ricorda le ali PARAORECCHIE Fascia in tessuto caldo ed elasticizzato o cerchietto terminante con pompon in pelliccia che coprono le orecchie proteggendole dal freddo PAREO Termine di origine tahitiana. Rettangolo di tessuto da avvolgere attorno ai fianchi sino ad ottenere una gonna. Le cocche si annodano di lato o sulla schiena. Può arrivare a ginocchio o essere cortissimo. Adatto per il mare, è spesso in fantasie dai colori molto forti. Gli stilisti hanno rielaborato l’idea riproponendolo come gonna estiva da città. Inoltre il pareo viene drappeggiato sul corpo in diversi modi sino a trasformarsi in un copricostume. Prende origine dall’indumento tradizionale delle donne e degli uomini polinesiani PARIGINA Corta sottoveste solitamente in seta, con spacchetto laterale e bretelline solitamente sottili PARKA Giaccone sportivo maschile e femminile, con cappuccio. Arriva sino al ginocchio ed è chiuso sul davanti da una lunga zip o da bottoni a pressione. All’orlo scorre una coulisse, che permette di stringerlo al corpo. Ha tasche applicate o a filo. Solitamente è realizzato in materiale impermeabile e imbottito con fodera staccabile, è un capo di abbigliamento prettamente invernale. Ha come antenato una giacca eschimese in pelliccia di foca PARURE Completo di biancheria intima femminile: reggiseno, mutandine, sottoveste, ecc. PASHMINA Sciarpa o scialle in prezioso kashmir ottenuto dal vello della capra “Chyangra” che vive nell’altipiano montagnoso delle regioni himalayane e tibetane. Per l’ordito della pashmina vengono utilizzati fili di seta, che le donano l’inconfondibile lucentezza. La tosatura del vello avviene due volte l’anno e si raccolgono 50/100 gr dalla femmina e 100/150 gr. dal maschio. Le tonalità naturali di questa pregiata lana sono tre: Bianco, bianco grigiastro a grigio PASTRANO Cappotto maschile lungo pesante PEDULA Scarponcino da montagna in pellame impermeabile, con suola in gomma PELLEGRINA Corta mantellina o cappa che copre le spalle, solitamente fissata cappotto o alla giacca PELLICCIA Capospalla confezionato con i caldi e morbidi mantelli di alcuni animali oggi per lo più provenienti da allevamenti specializzati
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PENNYLOAFER Mocassino, con cucitura esterna, nel cui passante era in origine inserito un penny. Infatti negli anni Cinquanta gli studenti della Ivy League infilavano sotto il passante un penny come portafortuna. In italiano questo tipo di calzatura viene definito "college" PEPLO Sinonimo di chitone. Tunica drappeggiata sulle spalle e fermata in vita da una cintura. Corto per gli uomini, lungo per le donne, veniva indossato nell’antica Grecia PERIZOMA Sottile fascia che circonda i fianchi e copre i genitali, in uso nelle popolazioni primitive. Indica anche una ridottissima mutandina non solo femminile PERSIANO Pelliccia di agnello karakul molto simile all’astrakan ma più folto e ricciuto PETTICOAT Sinonimo di crinolina o sottogonna. Sottogonna in voga fra gli anni ‘50 e ‘60 indossata per sostenere l’ampiezza delle gonne a ruota. È la versione moderna della crinolina PIGIAMA termine derivato dal persiano pay jamè .Completo intimo composto da giacca e pantaloni dalla linea semplice, é realizzato in tessuti confortevoli come cotone e seta. Ha sostituito agli inizi del ‘900 la camicia da notte maschile. S’indossa per la notte e in casa PALAZZO Completo femminile dai pantaloni molto ampi accompagnati da una blusa o da una semplice tunica, lanciato da Irene Galitzlne negli anni ‘60 PINOCCHIETTI Sinonimo di pantaloni alla corsara e alla pirata. Pantaloni aderenti che arrivano appena sotto al ginocchio. Vengono definiti pinocchietti facendo un chiaro riferimento a quelli indossati da Pinocchio, protagonista della celebre favola scritta da Collodi (1826/1890). In realtà non si sa quale foggia avessero esattamente i suoi pantaloni, dice infatti il testa: “Geppetto, che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece un vestituccio di carta fiorita, un paio dl scarpe di scorza d’albero e un berretto di midolla di pane...”. Però tutti coloro che conoscono la favola immaginano che Pinocchio, oltre al vestituccio, pensato come una camiciola, indossasse anche un paio di calzoncini lunghi sino al ginocthio. Ed ecco conclusa la breve storia, che nasconde in sè una piccola bugia, abitudine comunque ben nota al burattino di legno. Probabilmente questo termine si perderà lungo la strada e i riferimenti diventeranno altri. Come sinonimo di pinocchietti troviamo pantaloni alla corsara o alla pirata, dove non c’e inganno, i pirati indossavano davvero calzoni al ginocchio come era uso nel XVII secolo PIUMINO Capo d’abbigliamento sportivo, maschile e femminile, imbottito con diversi materiali, primo fra tutti la piuma d’oca. Caldo e leggero viene indossato sia per gli sport invernali, sia, in città durante l’inverno PLAINTIP Calzatura maschile senza impunture decorative sulla punta PLASTRON 46
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termine derivato dall’italiano piastrone. Larga cravatta maschile, fermata da una spilla, di moda verso la fine dell‘800 POCHETTE Dal francese “poche” “tasca”. Sinonimo di busta. Borsetta senza manico né tracolla da portare in mano o sottobraccio Piccolo fazzoletto, solitamente in seta, piegato a triangolo e infilato net taschino delle giacche maschili o di taglio maschile. Secondo i canoni dell’eleganza classica deve essere in fantasia diversa da quella della cravatta. POLACCHINO Detto anche polacchina o polacca. Stivaletto alla caviglia, in pelle, chiuso sul davanti con lacci o stringhe POLO Maglietta in lana o in cotone con il collo a camicia, chiusa da tre bottoncini sul davanti, a maniche corte o lunghe. Le sue origini sono sportive, veniva infatti indossata dagli ufficiali inglesi di guarigione in India per giocare a polo. Sarà poi Rene Lacoste, campione francese di tennis, a decretarne il successo. Alla fine degli anni ‘30 Lacoste dopo essersi ritirato dallo sport attivo, diventa imprenditore e lancia sul mercato la celebre polo con il coccodrillo, che porterà il suo nome e definirà genericamente tutte le magliette simili. Oggi è un classico del guardaroba maschile e femminile, non più relegato allo sportswear, ma reinterpretato dagli stilisti nelle versione più diverse POMPADOUR Borsetta in stoffa a sacchetto, prende il nome della marchesa di Pompadour (1721/1764) PONCHO Grande rettangolo o quadrato in tessuto di lana con foro centrale, dove fare passare la testa, indossato per ripararsi dal freddo tipico del Paesi dell’America Latina, dove aveva anche funzione di coperta, è stato importato in Europa attorno agli anni ‘40 PRENDISOLE Abito femminile, leggero, variamente scollato, con spalline sottili, s’indossa sul costume da bagno LETTERA R RAGLAN Tipo di manica lunga o corta, particolare nell’attaccatura. Il taglio sale dall’ascella sulla spalla, con una linea diagonale sino al collo. Utilizzata soprattutto per i cappotti. Prende il nome da Lord Raglan che, agli inizi dell’ 800, lanciò la moda di un cappotto con maniche di questo tipo. RAMAGE Descrive un ricamo o un disegno di rami, foglie e fiori, che si sviluppa solitamente in verticale. Caratteristici quelli giapponesi RASATO Di una pelliccia il cui il pelo viene pareggiato e reso quindi meno lungo Punto a maglia realizzato lavorando un ferro a dritto e uno a rovescio. Si ottiene così sul 47
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davanti una fitta serie di piccole “V” mentre sul rovescio appaiono piccole “onde” REBECCA Golfino femminile, a scollatura rotonda chiuso da bottoncini REDINGOTE Soprabito o cappotto, a seconda della pesantezza del tessuto, mono o doppiopetto caratterizzato della linea affusolata, aderente in vita e svasata verso l’orlo. Maschile e femminile. Di origine inglese, verso la metà del ‘700 era una giacca da uomo, indossata per l’equitazione. In seguito diventerà di gran moda in tutta Europa. Con il tempo si trasformerà, fra le diverse versioni, anche in un lungo soprabito femminile, molto aderente spesso indossato aperto, per mettere in evidenza l’abito indossato sotto REGGICALZE Fascia in tessuto elasticizzato appoggiata sui fianchi e agganciata sul dietro, alla quale sono attaccate quattro strisce di tessuto elasticizzato che sostengono le calze REGGISENO A BALCONCINO Tipo di reggiseno con coppette separate, molto scollate, sottolineate da un ferretto. Con o senza spalline sottili e regolabili, viene allacciato solitamente sulla schiena, ma può aprirsi anche sul davanti con un gancio a scatto REGGISENO A FASCIA Tipo di reggiseno senza coppette, a volte arricciato fra i seni, senza spalline REGGISENO A TRIANGOLO Tipo di reggiseno con le coppette separate, a triangolino. Utilizzato soprattutto per i costumi da bagno REGIMENTAL Indica una qualsiasi cravatta a righe trasversali. In quelle inglesi le righe vanno da sinistra verso destra, in quelle americane da destra verso sinistra. In Inghilterra, dove nasce la regimental, le rigature rappresentano un reggimento, un college, un ordine professionale, quindi un gruppo di appartenenza RESINATO Si dice di un tessuto reso impermeabile da uno speciale trattamento che utilizza la resina REVERS Descrive il collo di un qualsiasi capospalla. Questo è il significato assunto in italiano, ma il vero senso in francese indica quella parte dell’indumento dove il rovescio del tessuto viene risvoltato per mostrare il dritto RICAMO Decorazione realizzata con ago e filo, a macchina o a mano, creando disegni più diversi RISVOLTO Descrive l’orlo dei pantaloni quando la stoffa viene ripiegata su se stessa verso l’esterno e quindi fermata ai lati con un punto nascosto. Indica genericamente anche quella parte di un capo ripiegata verso l’esterno, come i risvolti delle maniche di giacche, cappotti, ecc
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RIVETTO Accessorio in metallo, composto da due parti pressate assieme, usato come rinforzo nei bluejeans, applicato soprattutto ai lati della tasche ROBE-MANTEAU Vestito femminile simile a un cappottino, spesso abbottonato sul davanti, da indossare direttamente sulla pelle. Realizzato in tessuto di media peso a adatto alle mezze stagioni. Non mancano però anche le versioni da sera. Caratteristico delle collezioni francesi, appare a cavallo fra le due guerre: 1915/1945 RUCHE Striscia di stoffa arricciata e applicata al bordo di colli, gonne, come decorazione. Di solito impreziosisce capi femminili, ma non mancano camicie maschili con piccole e discrete "ruches" RETRO’ Di un capo o di uno stile d’abbigliamento ispirato a epoche passate. Spesso gli stilisti traggono suggerimenti dalla moda del costume, riproponendo, in chiave o meno contemporanea, abiti o accessori appartenenti alla storia LETTERA S SABOT Scarpa chiusa sul davanti che lascia completamente scoperto il tallone. E’ una calzatura estiva, ma viene indossata anche d’inverno accompagnata da grosse calze in lana. In francese descrive uno zoccolo con la suola in legno e la tomaia in cuoio, in Francia sono stati per molto tempo le calzature degli agricoltori. Alla fine del ‘700 appartenevano invece all’abbigliamento rivoluzionario, ma all’inizio del XX sec. erano ancora portate dai figli dei contadini sino all’età, della prima comunione SACCA Borsa morbida, floscia e capiente portata a tracolla SAFARI Stile d’abbigliamento sportivo, in cotone color kaki, caratterizzato da giacca con tasche applicate e cintura in vita, accompagnata da pantaloni lunghi a bermuda SAHARIANA Giacca sportiva in color kaki, lunga, con spalline e tasche a soffietto applicate, cintura in vita. Yves Saint Laurent, stilista francese, è stato il primo a ridisegnarla e a proporla come capo d’abbigliamento elegante e sportivo insieme, facendola diventare un classico del guardaroba estivo femminile e maschile. Era il 1968. Questa fortunata giacca-camicia prende il nome dal deserto africano del sahara, ma le sue origini non sono chiarissime. C’è chi sostiene fosse la giacca indossata per la caccia grossa in savana, sport molto in voga agli inizi del ‘900. Altri invece affermano che faceva parte della divisa degli ufficiali inglesi di guarnigione nelle colonie. Sembra inoltre che la sua popolarità si debba ad un certo Ray Brown, aviatore canadese, passato alla storia per aver abbatturo il Barone Rosso , eroe dell’aviazione tedesca. Ma il suo testimonial più prestigioso è di certo Ernst Hemingway, che si faceva confezionare dal Abercrombie & Fitch, leggendario negozio d’abbigliamento sportivo di New York, un modello di sahariana con una tasca in più dove riporre gli inseparabili occhiali, era il modello 476
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SALOPETTE Comodi pantaloni con pettorina sostenuta da due bretelle, che s’incrociano sulla schiena per agganciarsi sul dietro dei calzoni. Nata come indumento da lavoro passa alla moda verso gli anni ‘60, quelli della contestazione, dove il vestire informale diventa simbolo di libertà. Oggi gli stilisti la propongono nelle versioni più diverse da quelle sportive in denim o imbottite per lo sci, a quelle decisamente eleganti SANDALO Calzatura, con o senza tacco, la cui tomaia è formata da listini in pelle. Quello maschile è a tacco basso e dall’immmagine sobria, quello femminile segue la moda e passa da tacchi altissimi a spillo a forme più sportive. Indispensabile d’estate. E’ la più antica fra le calzature, era portato già in epoca egiziana e greco-romana. Si racconta che Giulio Cesare, di bassa statura, calzasse sandali rossi con tacchi alti SANDALO ALLA SCHIAVA Sandalo, dalla suola piatta, con lunghi lacci che s’incrociano attorno alla caviglia al polpaccio, ispirati a quelli calzati dagli schiavi nell’età classica SARI Vestito tradizionale femminile indiano. E’ un leggero rettangolo di tessuto in seta o in cotone, bordato con motivi ornomentali e dai colori molto vivaci. Viene drappeggiato attorno al corpo lasciando scoperta una sola spalla, ed è lungo sino alle caviglie SAROUAL Pantaloni in tela, larghi, arricciati in vita, anche con piccole pieghe, dal cavallo molto basso, aderenti alla caviglia. Tradizionali delle regioni sahariane, ma portato anche in India SAVILE ROW Celebre strada del quartiere londinese di Mayfair, dove hanno sede i più famosi sarti della città, è anche sinonimo di abito maschile inglese SBUFFO Di parte rigonfia di un capo d’abbigliamento SCALDAMUSCOLI Calze a coste, che partono dal polpaccio per arrivare alla caviglia, senza piede, utilizzate dalle ballerine di danza classica. Di moda negli anni ‘70 SCALFO Sinonimo di incavo della manica. Indica un taglio dell’attaccatura della manica, che dà molta vestibilità, In uso in Francia dalla fine dell’ ‘800, oggi si è perfezionato a livello sartoriale, ed è un classico per la maggior parte dei capi d’abbigliamento SCAMICIATO Abito femminile di linea diritta o appena svasata, dallo scollo solitamente arrotondato, senza maniche. Da indossare su un maglioncino a collo alto o su una camicia SCARPA A BALLERINA Calzatura femminile dalla suola piatta e sottile, a volte con un minimo accenno di tacco, tomaia con profonda scollatura arrotondata. Lungo bordo di tutta la scarpa scorre, in una coulisse di gros grain, un cordoncino che si chiude a fiocco verso la punta, ha una funzione decorativa, ma serve anche ad adattare la scarpa al piede. Può essere in pelle morbidissima e più raramente in 50
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tessuto. Molta simile alle scarpette che usano le ballerine durante gli esercizi, da cui il nome SCARPA ABBOTTONATA Calzatura chiusa da bottoni SCARPA ALLA BEBE’ Tipo di calzatura femminile con scollatura arrotondata e cinturino alla base della caviglia, tacco largo e basso SCARPA DÉCOLLETÉ Tipo di calzatura femminile con scollatura sul davanti, arrotondata a squadrata. Chiusa sul dietro può avere il tacco nelle forme più diverse a seconda delle tendenze. Nasce verso la metà dell’800 e conosce ad oggi un’infinità di varianti. Molto popolare negli anni ‘50, considerata estremamente elegante, nella versione da sera era realizzata nello stesso colore e tessuto dell’abito SCARPONCINO Indica una scarpa robusta e sportiva, piuttosto alta SCIALLATO Di collo, tipico della vestaglia, dello smoking o delle giacche eleganti, che disegna una linea curva su tutta la sua lunghezza SCIALLE Triangolo o rettangolo di stoffa da appoggiare sulle spalle incrociando o annodando le due cocche opposte. Può avere una funzione protettiva o semplicemente decorativa. Spesso e ornato di frange Nell’antichità era un vero e proprio capo d’abbigliamento in cui avvolgersi per proteggersi dalle intemperie. Alla fine del ‘700 quando gli Inglesi lo importano dal Kashmir, diventa di moda ed è un accessorio vero e proprio dai costi proibitivi SCIANCRATO Sinonimo di sfiancato. Di un capo d’abbigliamento particolarmente stretto in vita, riferito soprattutto a un capospalla SCIARPA Lunga striscia di stoffa o di maglia, realizzata in diversi materiali dal khasmir alla seta, variamente decorata, viene indossata attorno al collo. Accessorio maschile e femminile. Durante il Medioevo e oltre, la si portava trasversalmente e aveva anche funzione di insegna militare. Allora gli appartenenti ad un esercito non avevano una divisa comune e per riconoscersi indossavano sciarpe dello stesso colore SCIVOLATO Si riferisce particolarmente a un abito femminile per descriverne la linea morbida, che accarezza appena il corpo SCOLLATURA A BALCONCINO Scollatura molto profonda, che mette in evidenza il seno SCOLLATURA A BARCHETTA Tipo di scollatura appena accennata che parte a metà della spalla lasciando appena scoperto il collo con un disegno ellittico, per poi chiudersi sull’altra metà della spalla, disegnando il profilo dello scafo di una barca, da cui il nome 51
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SCOLLATURA A CASCATA Sinonimo di scollatura a gronda. Dalle spalle leggermente arricciate il tessuto cade formando diverse pieghe a semicerchio, creando un effetto "cascata". Questo tipo di scollatura può essere drappeggiata sia sul davanti sia sulla schiena. Particolarmente adatta per abiti femminili da sera SCOLLATURA A CUORE Disegna sul seno il profilo di un cuore SCOLLATURA A FESSURA Tipo di scollatura con taglio centrale, che parte dal bordo del collo attraversando il seno. Può valorizzare anche la schiena SCOLLATURA A GOCCIA Scollatura a forma di goccia fermata da un bottoncino o da un nastro SCOLLATURA A TUFFO Questo tipo di scollatura disegna una profondissima "v" che scende sul davanti sino all’ombelico oppure percorre la schiena sino a raggiungere il bacino SCOLLATURA A V Tipo di scollatura che disegna una "v" sul davanti o sulla schiena SCOLLATURA ALL’AMERICANA Lascia scoperte le spalle con un taglio obliquo, mentre copre la parte centrale del busto. Molto di moda in America negli anni ‘50, da cui il nome SCOLLATURA DIANA Scollatura asimmetrica che lascia nuda una spalla. Lanciata da Elsa Schiaparelli negli anni ‘30 viene riproposta ciclicamente dagli stilisti. Prende il nome dalla dea Diana, che nell’antica Roma veniva rappresentata vestita con una tunica dalla scollatura asimmetrica SCOLLATURA ROTONDA Tipo di scollatura che disegna una curva più a meno profonda SCOLLATURA SABRINA Tipo di scollatura che disegna un rettangolo sul bustino di un abito a su una blusa SECCHIELLO Borsa femminile, soprattutto estiva, a forma di piccolo secchio SERAFINO Maglietta unisex in cotone o in lana, con maniche corte o lunghe dallo scollo arrotondato, chiusa sul davanti da tre bottoncini. Deriva dalla maglieria intima maschile in uso nell’ Ottocento. Si chiama cosi perchè era indossata da Serafino, protagonista del film omonimo, interpretato da Adriano Celentano. In inglese prende il nome dell’attore hollywoodiano Wallace (Beery), che negli anni ‘30 la portava nei suoi celebri film SETTEOTTAVI Completo da donna con giacca che lascia appena scoperta la gonna SFIANCATO 52
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Di un capo sagomato, aderente nel punto vita SFILATA Sinonimo di defilé. Presentazione di capi d’abbigliamento indossati da modelle e modelli, che si susseguono lungo un percorso stabilito. Le sfilate professionali, dove il pubblico è rappresentato da compratori e giornalisti specializzati, si tengono due volte l’anno. In settembre/ottobre vengono presentate le collezioni estive di pret-a-porter femminile mentre in febbraio/marzo quelle invernali, con sei mesi d’anticipo sulla stagione di vendita SFODERATO Si dice di qualsiasi capo d’abbigliamento senza fodera SHOOTS Sinonimo di stivaletto. Corti stivaletti femminili che arrivano al collo del piede o coprono appena la caviglia SHORTS Sinonimo di pantaloncini, calzoncini, hot pants. Calzoncini femminili molto corti, lanciati negli anni ‘70 SLACKS Pantaloni maschili dalla gamba molto larga e dritta, lunghi, di moda fra gli anni ‘20 e ‘30 SLING PUMP Sinonimo di sandalo chanel o chanel. Scarpa femminile, piuttosto scollata, spesso con punta di colore contrastante, con cinturino sul tallone e tacco da media ad alto. Modello ideato da Coco Chanel agli inizi del ‘900 SMAGLIATURA Indica nei capi in maglia e nelle calze una rottura dei punti SMANICATO Di un qualsiasi capo d’abbigliamento privo di maniche SMOKING Termine derivato dall’inglese "to smoke" , fumare. Sinonimo di tuxedo e dinner jacket. Abito da sera maschile. La giacca (dinner jacket), in tessuto leggero di colore nero o blu scuro, può essere mono o doppiopetto, i revers in seta sono a lancia o sciallati. La versione bianca o ecru è indicata per le feste serali all’aperto o in crociera. Il pantalone, senza risvolto, ha applicata sulla cucitura laterale esterna, una banda in seta. S’indossa con una camicia bianca dai polsini doppi, allacciati con i gemelli o con speciali bottoni. Spesso la camicia ha uno sparato a piccolissime pieghe o vi è applicato un inserto di picchè. Il cravattino deve essere nero, in quanto quello bianco è riservato al frac. Una fusciacca (cummerbund) copre punto vita . Le origini dello smoking sono piuttosto discusse, gli americani se ne attribuiscono la paternità, ma è più probabile che sia d’origine inglese. Da quando è stato indossato da Marlene Dietrich e poi ripreso da Yves Saint Laurent negli anni ‘70, è diventato un vestito da sera anche femminile. Oggi è un classico proposto in diverse versioni. Solitamente nero, esiste anche in versione bianca indossata nei Paesi caldi SMOKING JACKET La giacca che in italiano viene chiamata “da smoking” non corrisponde alla smoking jacket degli inglesi, questa è infatti una giacca in velluto colorato (verde, bordeaux ,viola) indossata 53
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durante le serate trascorse in campagna. La giacca definita in italiano "da smoking" corrisponde invece alla “dinner racket”. La smoking jacket, porta questo nome perché un tempo gli aristocratici inglesi la indossavano nelle sale da fumo, per poi cambiarla con la dinner quando rientravano in society SNEAKER Scarpe in tela e gomma, ma anche in pelle, destinate all’uso sportivo, entrate nell’abbigliamento quotidiano negli anni ‘70, diventando un fenomeno di moda SOFFIETTO Piega chiusa alle estremità per dare ampiezza solo nella parte centrale SOPRABITO Cappottino maschile e femminile confezionato con tessuto leggero, adatto alla mezza stagione SPALLINA IMBOTTITA Imbottitura della spalla, cucita all’interno per dare maggiore volume SPARATO Parte anteriore della camicia maschile da sera, resa rigida dall’appretto o lavorata a piccole pieghe SPENCER Giacchino con revers, corto, sfiora appena punto vita. Prende il nome da Lord Spencer (17581834) che si dice l’abbia inventato tagliando le code del suo frac. Dapprima esclusivamente maschile, agli inizi dell’800 entra a far parte del guardaroba femminile, si fa più corto, più stretto e s’indossa sugli abiti da giorno e da sera SPEZZATO Vestito maschile con giacca di colore diverso dai pantaloni SPOLVERINO Soprabito o anche over o overcoat. La spolverino è un indumento da viaggio da tempo immemorabile, naturalmente era destinato ai ricchi, mentre ai poveri serviva solo per coprire abiti logori. Questa "cappotto" antipolvere fa il suo ingresso ufficiale nel guardaroba moderno rombando. Agli inizi del ‘900 veniva, infatti, indossato dai coraggiosi guidatori delle prime automobili. Allora era un soprabito leggero, piuttosto largo, doveva coprire tailleur e cappotti, lungo sino alla caviglia, il colletto si allacciava sul dietro per proteggersi dal vento. Indispensabile per ripararsi dalla polvere e dalle intemperie, vestiva uomini e donne, muniti di copricapo in pelle e di grandi occhiali. Con il passare del tempo ha perso la sua originaria funzione d’uso ed oggi lo si chiama comunemente soprabito. Fra gli anni ‘50 e ‘60 diventa un pezzo insostituibile del guardaroba primaverile e s’indossa, appunto, sull’abito spesso realizzato nello stesso tessuto, in lana o in gabardine. Si accorcia e raggiunge ginocchio, si fa più aderente al corpo e via via segue le diverse linee di moda: a trapezio, a matita, e via dicendo. Oggi è un classico da portare al principio di stagione, in ogni caso in tessuto leggero, dalla loggia sportiva o elegante, anche da sera in tessuto impalpabile come l’organza a in pizza. Spesso in inglese viene anche definito "over", quando perde le caratteristiche essenziali del sua progenitore SPORTSWEAR Abbigliamento sportive in genere
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STECCA Sottile asticella in plastica, metallo o altro materiale, utilizzata come sostegno o rinforzo nei busti STETSON Sinonimo di cappello da cowboy. E’ il cappello portato dai cowboy, con cupola alta e larga tesa, in feltro. Alle origini ottenuto con peli di castoro, era utilizzato non solo per proteggersi dal sole, ma anche per raccogliere l’acqua. Inventato da John Batterson Stetson, produttore di cappelli di Filadelfia, che ne inizierà la produzione industriale nel 1869. Attualmente è un marchio registrato STILE Modo di vestire caratterizzato da elementi specifici che lo rendono facilmente identificabile STILE GIPSY Stile gitano, zingaresco caratterizzato da lunghe gonne ricche di balze a fantasie sgargianti. Completato da camicie bianche annodate sotto al seno, con scollature bordate di elastico, maniche lunghe arricchite da pizzi. Sopra: corti gilet o ampi scialli STILE GRUNGE Stile giovanile americana, ma diventato internazionale, apparso alla fine degli anni ‘80 e consacrato dalla moda agli inizi degli anni ‘90. Come gruppo musicale di riferimento aveva i "Nirvana". Vestiti usati, T-shirt vissute, pantaloni sdruciti, grandi felpe e scarpe da ginnastica definivano la nuova divisa STILE HIP HOP Stile di abbigliamento nato sulla scia del successo del genere musicale hip hop americana agli inizi degli anni ‘80. Prende il via dai sobborghi newyorkesi ed ha come codici vestimentari colori forti, pantaloni esageratamente larghi, perfetti per la breakdance e lo skate, scarpe da ginnastica, cappellini e vistose catene come accessori. Portabandiera di questo nuovo stile sono stati i cantanti rapper STILE HIPPY Prende il nome dal movimento giovanile degli anni ‘60, che diede vita a una moda al femminile fatta di gonne lunghe e colorate, jeans stampati, camicie indiane, borse a tracolla in stoffa, sandali piatti e zoccoli in legno. Per i ragazzi erano d’obbligo i capelli lunghi, pantaloni aderentissimi a zampa d’elefante e maglie altrettanto aderenti STILE IMPERO Caratterizza l’abito a stile impero la vita alta, segnata sotto al seno, grazie a tagli sartoriali o a pinces strategiche. Una scollatura generosa, spesso squadrata, ma dagli angoli dolcemente arrotondati, disegna il corpino. La linea affusolata, a volte leggermente svasata. Può essere sia lungo sia corto, con maniche o senza. L’abito ad impero, di moda fra il 1800 e il 1820, era di rigore alla corte di Napoleone imperatore (1804) così attento all’immagine tanto da esigere che le donne invitate ai ricevimenti indossassero sempre un abito nuovo. Un certo Leroy, sarto di corte disegnava e realizzava appositamente gli abiti della moglie e delle sorelle. Tanto interesse coinvolgeva non solo il Napoleone grande comunicatore, ma anche aspetti commerciali di notevole rilievo, l’Imperatore voleva rilanciare il settore tessile-abbigliamento francese, promuovendo non solo la ricercatezza del vestire, ma anche l’utilizzo di tessuti nazionali. In questo ambiente l’abito dalla vita alta, lanciato da Josephine Beauharnais, prende il sostantivo "impero". Allora aveva una scollatura molto accentuata, un nastro stretto sotto al seno esaltava il décolleté. Diritto o appena svasato scendeva lungo sino ai piedi, sul dietro un breve strascico. 55
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Le maniche erano corte e a palloncino, gonfie e arricciate all’orlo, guanti lunghissimi e aderenti stringevano le braccia. Colori sobri e al tempo luminosi, dal panna sino all’azzurro STILE MILITARE Stile di abbigliamento che si ispira alle divise militari nei colori e nelle forme STILE ODALISCA Stile d’abbigliamento ispirato ai costumi del Media Oriente. Caratteristici i pantaloni rigonfi e arricciati alla caviglia, chiamati alla turca. Paul Poiret, stilista francese, agli inizi del ‘900 affascinato dai Balletti Russi di Diaghilev, che a Parigi andavano per la maggiore, diede una grande festa che intitolò “Le Mille e una Notte”. Le donne indossavano ampie e avvolgenti mantelle dai colori accesi accompagnate dai calzoni alla turca, preziosi turbanti piumati venivano sfoggiati dal tout Paris femminile. Una passione per l’etnico che influenzerà gli stilisti per sempre. Le odalische, che suggerirono questo stile, erano un tempo le schiave bianche degli harem STIVALE ALLA MOSCHETTIERA Calzatura che arriva oltre il ginocchio, a volte con un grande risvolto STIVALE UGG Stivale in pelle di pecora di origine australiana, gambale corto, ampio e dalla suola piatta STIVALETTO ALLA PETER PAN Stivaletto piatto, in morbida pelle, soprattutto scamosciata con risvolto. Prende il nome dal protagonista del testo teatrale scritto da James Matthew Barrie STOLA Grande rettangolo di tessuto da avvolgere attorno alle spalle. Realizzata anche in pelliccia s’indossa su abiti da sera importanti. In voga negli anni ‘50 STRASS Brillantini in vetro, dalla forte rifrazione, particolarmente luminosi. Prendono il nome dal gioielliere viennese J. Strasser STIVALETTO Calzatura in cuoio o in gomma che arriva poco sopra alla caviglia SUIVEZ MOI JEUNE HOMME Venivano chiamati così i nastri dei cappelli delle donne, che danzanti sulla nuca, invitavano i ragazzi a notare la bella. Stesso nome per la spilla utilizzata per appuntare e sollevare una delle gonne. Eravamo alla fine dell’Ottocento. SVASATO Di un qualsiasi capo d’abbigliamento o parte di esso che si allarga verso l’orlo LETTERA T TABARRO Ampio mantello a ruota, con colletto, si appoggia sulle spalle e si avvolge sul davanti. Di origine medioevale come indumento militare o da cerimonia, é tipicamente italiano. Diventa di moda fra gli aristocratici nel ‘700 ed è foderato con tessuti preziosi, allora era indossato anche dalle donne 56
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TAILLEUR Sinonimo di vestito a giacca. Completo femminile composto da giacca dal taglio maschile, accompagnata da gonna confezionata con lo stesso tessuto. Nasce alla fine dell’800, suo nome deriva dal fatto che era confezionato dal sarto, "tailleur" in francese TAILLEUR PANTALONE Completo femminile composto da giacca di taglio maschile e pantaloni confezionati nello stesso tessuto TANGA Indumento intimo, soprattutto femminile. Mutandina a triangolo sul davanti e con strisciolina sul dietro. Indica anche un costume da bagno della stessa forma. La leggenda dice che sia stato inventato negli anni ‘70 da Rose Di Primo, modella brasiliana di origini italiane, che voleva attirare l’attenzione su di sè durante una festa sulla spiaggia di Ipanema, a Rio de Janiero TANK SUIT Costume da bagno femminile intero con bretelle simili a quelle della canottiera TANKINI Termine inlgese che deriva dall’unione di “tank”, canottiera e “kini” da “bikini”. Costume da bagno a due pezzi composto da canotta che sfiora l’ombelico e mutandina a calzoncino TASCAPANE Borsa in tela, portata a tracolla, usata dai soldati TIGHT Dall’inglese “tight”, attillato. Viene definito in italiano "tight " un completo da uomo per cerimonie e occasioni speciali, indossato solo di giorno, che gli inglesi chiamano morning dress. La giacca nera o grigia riservata allo sposo, ha lunghe falde tagliate in senso obliquo e si accompagna a un gilet grigio o giallo pallido. I pantaloni sono a righe, eccezionalmente anche in Principe di Galles. Accompagna l’insieme un cilindro grigio o nero a seconda del tipo di cerimonia. Il morning dress è di rigore negli ippodromi di Ascot o di Epron quando sono presenti principi della casa reale TIARA PAPALE. Alto copricapo a cupola, con croce posta all’apice, formata da tre corone sovrapposte, simbolo delle tre chiese: militante, purgante e trionfante. Portata dal Papa in alcune cerimonie TOCCO Copricapo rotondo, senza tesa e con cupola squadrata, indossato da magistrati e professori universitari quando indossano la toga TONACA Particolare forma di veste con maniche larghe e lunga fino ai piedi indossata da frati e monache TOP Termine di origine inglese che significa “sopra”. Indumento femminile che copre il busto, con spalline sottili o senza TRACHT 57
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Sinonimo di costume tradizionale austriaco. Indica il costume tradizionale austriaco. Per lui camicia bianca, giacca in loden e pantaloni corti in pelle di cervo e bretelle, per lei bustino aderente su una camicia bianca a maniche code, gonna lunga arricciata in vita, e grembiule TRENCH Dall’inglese “trench”, trincea. Impermeabile maschile, ma amato anche delle donne. E’ a doppiopetto, in cotone impermeabilizzato, con maniche a raglan e spalline. Stretto in vita da una cintura. Anche questo capo di abbigliamento ha un’origine militare; il suo nome; trench coat, significa infatti "cappotto da trincea". Creato per gli ufficiali inglesi, fa parte della loro divisa durante la prima Guerra Mondiale. Ogni sua parte, che oggi ci sembra puramente ornamentale, aveva in realtà una specifica funzione. La cinghietta posta al bordo del collo permetteva di alzarlo e di chiuderlo per proteggersi dalla pioggia, come quelle cucite sul bordo delle maniche. Mentre agli anelli in metallo applicati alla cintura venivano appesi la borraccia e altri oggetti. E’ stato reso celebre da Humphrey Bogart in "Casablanca" TREQUARTI Capospalla che arriva a meta coscia o sopra al ginocchio TRILBY Cappello maschile, in feltro, sfoderato, con ala piccola non bordata, il nastro che circonda la cupola, mossa da due fossette laterali, è basso. La versione marrone è simbolo degli appassionati di ippica. Sembra prendere il nome dalla protagonista del romanzo omonimo di Georges Du Maurier del 1894 TRONCHETTO Stivale che arriva sotto al polpaccio, dalla linea tubo, maschile e femminile. Nato come invernale diventato di moda anche per l’estate TUBINO A LINEA DIRITTA Classico vestito solitamente nero, semplice, scende diritto accarezzando appena il corpo TUNICA Tipo di blusa femminile che diritta arriva sino al fianchi, spesso senza maniche e allacciata sul dietro TURBANTE Lunga fascia di tessuto che si avvolge attorno alla testa formando un copricapo. Indossato dagli uomini indiani e mussulmani. Descrive inoltre un cappello femminile che ne imita la forma, ma lo preferisce più allungato e conico. E’ stato molto di moda a cavallo fra anni ‘20 e ‘30 TUTA Capo d’abbigliamento confezionato in un solo pezzo, con pantaloni. Si chiude sul davanti o sul dietro con una cerniera o con bottoni, può avere maniche lunghe o corte. Nata come indumento maschile da lavoro, è stata più volte reinventata dagli stilisti. Ha assunto così connotazioni diverse, dall’immagine sportiva sino a quella elegante da sera. Realizzata in tessuto impermeabilizzato e imbottito viene indossata sulla neve per gli sport invernali. In versione militare é in tessuto mimetico. Come molti capi d’abbigliamento cambia stile con il mutare delle mode TUTA DA GINNASTICA Completo in tessuto felpato o in materiale sintetico composto da felpa o giubbottino accompagnato da pantaloni con polsino all’orlo e coulisse in vita, s’ indossa per lo sport e il 58
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tempo libero TUTA DA LAVORO Capo d’abbigliamento confezionato in un unico pezzo, con pantaloni, chiuso da zip, in tela, in tessuto impermeabilizzato o altro a seconda dell’attività di chi lo indossa: meccanico, operaio, ecc. LETTERA U ULSTER Cappotto di origine irlandese. E’ soprattutto maschile, ma anche femminile, di linea diritta, lungo sino al ginocchio, a doppiopetto, stretto in vita da una cintura o con martingala. Ampi revers e tasche applicate a toppa o con aletta. Inoltre descrive un tessuto pesante per capispalla proveniente dalla omonima regione irlandese UNDERSTATEMENT Riferito a un modo di vestire sottotono, che tende a far apparire più modesto lo status sociale di una persona UNIFORME Abito uguale per tutti gli appartenenti ad una stessa organizzazione pubblica o privata, che distingue il grado e il ruolo all’interno di essa. Il primo a volere un abbigliamento uniformato per i suoi soldati fu il re Gustavo Adolfo di Svezia, siamo verso la prima metà del ‘600, concetto poi ripreso da Luigi XIV di Francia. Un secolo dopo quasi tutti gli eserciti d Europa si adeguano a questo modello UNISEX Indica quei capi d’abbigliamento che possono essere indossati da uomini e donne indifferentemente LETTERA W WAIKIKI Sinonimo di Aloha shirt o camicia hawaiana. Camicia, soprattutto maschile, ampia con maniche corte, collo piatto e aperto, spacchetti laterali, in fantasia tropicale dai colori vivaci. Prende il nome dall’omonima spiaggia di Honolulu WALKJANKER Sinonimo di giacca tirolese. Giacca tipica tirolese in loden rosso o verde senza colletto, bordata in colore contrastante e con bottoni in metallo. WESTERN STYLE Stile cowboy. Stile d’abbigliamento che s’ispira al vestire dei cowboy caratterizzato da camicie in denim, blue jeans, giacche scamosciate con frange, stivaletti camperos e grande cappello WET LOOK Effetto bagnato WHITE TIE Sinonimo di frac, in quanto s’indossa con cravattino Bianco (white tie) WONDERBRA 59
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Reggiseno leggermente imbottito che sostiene ed esalta il seno, mettendolo in evidenza. Lanciato nel ‘94 negli Stati Uniti, godrà di un successo internazionale LETTERA Y YUPPIES Deriva dalla sigla: Young, Urban, Professional e descrive l’abbigliamento e lo stile di vita di una giovane tribù internazionale degli anni ‘80, che aveva come centro propulsivo New York. Composta per lo più da single con molto denaro a disposizione, da esibire vestendo solo abiti firmati e frequentando locali alla moda LETTERA Z ZAMBERLUCCO Larga e lunga sopravveste con ampio cappuccio, un tempo indossata dai Turchi e dai popoli orientali in genere ZAMPA D’ELEFANTE Calzoni che a partire dal ginocchio si aprono in una svasatura più o meno ampia imitando la zampa dell’elefante. Molto in voga negli anni ‘60, sono detti anche "a campana" ZATTERONI Calzature femminili estive dalla zeppa altissima in sughero, aperte sul dietro, di moda negli anni ‘70 ZAZOUS Corrente di pensiero attiva nel Nord della Francia agli inizi degli anni ‘40, durante l’occupazione tedesca. Cab Calloway, esponente dello swing jazz crea questo piccolo movimento alternativo che anticiperà l’esistenzialismo. Il nome deriva dall’americano zootsuit, vestito maschile, caratterizzato da grande giacca con spalle esasperate, pantaloni larghi in vita, stretti e coti alla caviglia, in evidenza calzini colorati. Per le ragazze: giacche simili, aderenti gonne al ginocchio e tacchi alti. Completo originario dell’America del Sud approda negli Stati Uniti e arriva in Europa conquistando addirittura Parigi e i suoi giovani alternativi. L’origine del termine è onomatopeica, derivando da un successo musicale dell’epoca: "Zaz Zuh Zaz" ZEPPA Suola che percorre tutta la lunghezza della calzatura e si alza verso il tallone, sostituendo il tacco. Può essere in legno, in sughero, in pelle, in paglia o in altri materiali. Usata sino dal XV sec. è stata di gran moda negli anni ’40; sono passate alla storia del costume quella firmate da Salvatore Ferragamo ZIG ZAG Tipo di cucitura a punti diagonali, utilizzata per gli orli o come motivo ornamentale ZIMARRA Lungo soprabito maschile riccamente guarnito, usato sino dal XV sec. In seguito indica un largo e lungo cappotto e infine una veste da camera ZUCCHETTO Copricapo femminile e maschile di piccole dimensioni da appoggiare al centro della testa. Il papa lo porta bianco, i vescovi viola
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ZINGARA Di una lunga e larga gonna ricca di balze dai colori vivaci, spesso sovrapposta ad altre, come usano indossare le gitane
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