denti devitalizzati_1.doc
PARTE 3 l’invisibilità del fenomeno è la norma Roberto Z. mi invia una foto di un orribile dente devitalizzato, suo, appena estratto: “Avendo tenuto immerso il dente per più di 24 ore in ipoclorito di sodio, dopo un po' inizia ad emanare un forte odore di marcio!”. E aggiunge: “..e mi domando come sia possibile che ben due dentisti mi avevano detto che potevo tenere una "cosa" simile!”. Il marciume dentro il dente non è radioopaco. La radiografia del dente quando era in bocca risultava impeccabile. Cat Saunders: “Il mio molare devitalizzato non dava problemi, alla lastra sembrava buono, ma decisi di toglierlo perché avevo letto il libro “Root canal coverup” e perché avevo iniziato a soffrire infezioni ricorrenti, grande affaticamento, problemi di digestione. Una volta estratto, lo misi in una busta di plastica, e sul cemento della strada lo schiacciai con un martello. Me lo ricorderò sempre; più che ogni altra lettura che abbia fatto in merito: una volta frantumato, quel dente iniziò ad emanare una puzza orrenda! Pochi giorni dopo l’estrazione guarirono le mie infezioni e il dolore alla schiena svanì entro 24 ore. La digestione si normalizzò. Diminuì notevolemente lo stato di affaticamento”. La presenza di batteri anaerobici all’interno del dente non compare ai raggi X. Nemmeno la polpa in decomposizione è radiopaca. Una volta estratto il dente devitalizzato, possiamo metterlo a coltura o sezionarlo per l'analisi al microscopio, ma quello che succede dentro di esso quando rimane in bocca non è dato saperlo. All'esterno del dente devitalizzato un'infiammazione cresce nel tempo diffondendosi nei tessuti adiacenti, man mano che i prodotti del metabolismo batterico (tioeteri) fuoriescono da questo osso cavo morto e relativa capsula di contenimento, creando uno spessore di infiammazione ossea. Che i metaboliti dei batteri riescano a fuoriuscire attraverso le pareti intatte del dente, anche quando questo sia stato ben murato a livello apicale, è stato dimostrato per la prima volta da Steinman e successivamente da numerosi altri ricercatori. Fuoriescono anche per diffusione nei canalicoli della parete del dente. Holtzmann [1998] confronta l’esame istologico di mascelle caratterizzata da patologica infiammazione periradicolare con la valutazione che fanno indipendentemente quattro accademici esclusivamente vedendo i reperti radiologici. Risultato: la lettura di vari tipi di raggi X non mette in grado gli esperti di fare la giusta diagnosi (si trattava di esperti, non di dentisti normali). NON SAPPIAMO COSA STA SUCCENDENDO SOTTO IL DENTE anche quando leggiamo la radiografia. Lo studio fu effettuato sui denti mandibolari (inferiori) che sono infinitamente meglio visibili dei mascellari. Non si può fare diagnosi di successo endodontico basandosi sulla lettura delle radiografie da parte degli accademici. Facendo invece studi con Tac o scintigrafia, si scopre che il 50% dei denti devitalizzati, pur risultando impeccabile, nascondono adiacenti cisti. Non si tratta solo di eventuali cisti ben nascoste dalla parte opposta a dove si prendono i raggi X, (problema molto comune peraltro), ma della non irrilevante difficoltà che i raggi X sono una rappresentazione bidimensionale, mentre l’area ossea che esploriamo è uno spazio tridimensionale. Weston Price: “Un dente devitalizzato che appariva perfetto e senza alcun problema alla radiografia, fu estratto dalla bocca di una donna che negli ultimi due anni aveva avuto cinque episodi molto brutti di infiammazione acuta dell’occhio. Una coltura di batteri prodotta dal dente in questione fu usata per l’inoculazione di un coniglio; dopo tre giorni l’animale aveva avuto un attacco acuto di infiammazione all’occhio destro. Intanto un altro dente devitalizzato fu estratto e l’infiammazione agli occhi della paziente era quasi completamente passata dopo tre giorni”. Un racconto simile è di Ray (54 anni): «Due anni fa iniziai ad avere leggeri mal di testa, divennero forti un anno dopo e mi spinsero dal dottore che non aveva risposte per me, dunque mi diressi dal dentista (le otturazioni di amalgama erano già state sostituite con i compositi) e in effetti lui trovò infetto un molare dell'arcata superiore sinistra. Il dentista mi disse che il dente era morto e che avrebbe dovuto fare una cura canalare. Sulle problematiche relative alle cure canalari avevo letto la documentazione di Price, di Meinig, etc. e le smentite della American Dental Association, lessi ancora di altre persone che avevano avuto problemi con denti devitalizzati e decisi che avrei estratto il dente. Quando lo chiesi al dentista, mi disse che era una cosa insolita e mi chiese se ero sicuro che questa fosse la mia decisione. Preso atto della mia determinazione, non cercò di ostacolarmi più di tanto. Che io abbia preso la decisione giusta ve lo posso dire ora che ho estratto il dente. I raggi X del dente non mostravano niente che 1
potesse far pensare ad un'infezione, fatto sta che in una delle radici del dente ci trovammo di fronte una grossa sacca di infezione che non compariva ai raggi X! Il dentista è rimasto impressionato come me. Se avessi acconsentito a fare la cura canalare certamente i mal di testa sarebbero diventati la norma, e chissà che altro effetto a distanza sarebbe comparso più in là» (http://melanie2.50megs.com/ rootcanalemails.htm). Ricordate che ci può essere di tutto in corrispondenza di un dente devitalizzato: anche grandi cisti poggiate sull’osso che, essendo delle sacche di rivestimento cutaneo invisibili all’ortopanoramica, nella maggior parte dei casi non appaiono per niente, a meno che non siano diventate gigantesche, e sono rilevabili eventualmente solo dalla Tac. L’invisibilità dei focus dentali alle normali osservazioni è l’argomento affrontato in uno studio di Maiolo-Barile [su MedicinaFunzionale, 2000, n.2 pp.2-6]. Viene sottolineato come “al Vega test si determini a volte risonanza con il segnale granuloma dentis, anche per quei denti devitalizzati curati presumibilmente in modo corretto e che non presentano lesioni apparentemente rilevabili radiologicamente”. Vari autori si servono del Vega test per arrivare a diagnosticare i disturbi cronici di origine dentale, cito un breve esempio tratto dalla letteratura medica [Godfrey ME., “Focus dentale come causa di nevralgia del trigemino: un caso clinico”, Journal of Advancement in Medicine, 1997, vol.10, n.4, pp- 267-272]: Una 21enne lamentava da due anni un male all'orecchio sinistro. Il dolore era stato all'inizio intermittente, ma era poi diventato continuo e sempre più grave. Aveva consultato numerosi specialisti otorino-laringoiatri, dentisti, chirurghi maxillo-facciali, senza ottenere nessun miglioramento. Numerosi cicli di antibiotici le erano stati somministrati per una presunta ma non dimostrata infezione all'interno dell'orecchio, e per cercare sollievo dal dolore le erano stati somministrati farmaci anti-infiammatori non steroidei, analgesici e anti-depressivi (persino meperidina e morfina). La Tac e le altre indagini radiografiche erano state effettuate ma non avevano rivelato alcunché. Quando si presentò in questa clinica, la paziente aveva dolori molto forti nonostante fosse sotto medicazione combinata di carbamazepina, morfina e fluoxetina, e avrebbe dovuto essere operata dieci giorni dopo. Il nostro approccio è stato di fare una valutazione con l'apparecchio EAV. Abbiamo riscontrato un focus alla mandibola, cioè risuonava l'ampolla test “osteitis”. Il 6° inferiore sinistro era il dente coinvolto. Il focus fu poi confermato dal dentista mediante il test della neuralterapia. Il sollievo dal dolore all'orecchio era apportato dall'iniezione nella zona del dente; il sollievo era immediato e durava per oltre 15 ore. La settimana dopo fu effettuata l'estrazione del dente con tutto il protocollo di bonifica dell'osteite sottostante: la paziente guarì e rimase libera da problemi per cinque mesi, allorquando ci fu una piccola ricaduta che fu mandata in remissione con due sedute di neuralterapia della zona del dente estratto. Da allora la paziente è rimasta libera dal dolore all'orecchio per tutto il periodo di follow-up di due anni”.
Un altro esempio ci viene dalla Germania, dove sono abituati, anche negli ospedali, ad usare il test di ElettroAgopuntura di Voll (Bienek KW, Hafner R, Riedel HH, "Foci batterici in denti, cavità orale e mandibola e loro effetti a distanza in relazione a batteriospermia e subfertilità nell'uomo", Clinica per protesica dentale dell'Università RWTH di Aquisgrana e Clinica ginecologica dell'ospedale Evangelico, Gelsenkirchen, Germania):
“Trentasei pazienti subfertili, con batteriospermia resistente a qualsiasi trattamento terapeutico, vennero indirizzati adl test EAV per controllare eventuali focus primari di natura dentale. In tutti si constatò un gran numero di foci dentali, che in 18 casi (il gruppo sottoposto a trattamento) vennero completamente eliminati. In corrispondenza delle estrazioni dentali, vennero prelevati colture di batteri sottoposti a controllo per studiare la composizione dei germi. Si poté così dimostrare che lo spettro batterico degli strisci intraorali e degli spemiogrammi erano quasi identici. Sei mesi dopo la fine del trattamento odontoiatrico vennero nuovamente analizzati gli spermiogrammi. Nel gruppo sottoposto a trattamento ora i 2/3 degli spermiogrammi non presentavano batteri. Anche i parametri individuati dallo spermiogramma, come mobilità, densità e morfologia, erano migliorati notevolmente. Nel gruppo esaminato i risultati degli spermiogrammi erano invariabilmente negativi. Da tali esami può essere tratta la conclusione che sussiste una correlazione causale tra infezioni da foci batterici a livello dei denti e batteriospermia resistente a qualsiasi terapia, che probabilmente comporta subfertilità”. Per quanto riguarda le osteonecrosi, sappiamo che, anche davanti a degenerazioni ossee gigantesche, i raggi X segnalano poche o nulle variazioni. Certo che è così: perché stiamo cercando una rappresentazione di uno spazio osseo tridimensionale con una foto bidimensionale. Ma vedete cosa aggiunge Miclavez [1998] (si parla di osteiti mascellari croniche): “Ci siamo chiesti perché non si vedano radiologicamente fenomeni spesso con estensioni anatomiche notevoli. Allora abbiamo preso dei pezzi di osso mascellare sano e dei pezzi di spongiosa rammolliti. L’analisi dei minerali allo spettrofotometro ha rilevato che nell’osso osteitico erano statisticamente aumentati i metalli quali rame, il ferro, lo zinco, che sono presenti come cofermenti del processo infiammatorio, e dunque CIO’ spiega perché nei processi di osteonecrosi la radiotrasparenza dell’osso, inaspettatamente, non è tanto facile che aumenti”.
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Dovendo elencare tutta la serie dei motivi per cui identificare la correlazione decisiva tra focolaio dentale ed effetto a distanza può essere difficoltoso, dobbiamo aggiungere che il nesso di temporalità spesso non aiuta. Se uno si fa una ferita con un’arma da taglio vede insieme la causa e l’effetto, e li correla anche visivamente. Ma i tempi di latenza tra presenza del dente devitalizzato nella bocca ed effetto a distanza possono essere di decenni (sebbene in alcuni casi di mesi). Giriamo per un attimo lo sguardo dalle difficoltà di valutazione delle focalità dentali, dirottandolo sull’adiacente contesto, che è un mondo dell’odontoiatria che non vuole attribuire alla questione alcuna rilevanza. Cioè abbiamo tutta una serie di operatori della bocca con l’unica preoccupazione possibile che le procedure a disposizione dell’odontoiatria non riescano a evitare che un dente evolva in ascesso e dunque che “si perda il dente”. Questa è una battaglia locale, senza conseguenze a distanza, che può dare una sola vittima: l’estirpazione obbligata del dente devitalizzato. “Ogni dente devitalizzato che non fa ascesso non è infetto”. Questo il disco rotto, che parte in automatico e ormai inconsciamente, nel cervello del dentista. “Questa è una battaglia locale per salvare il dente, non c’entra niente con malattie croniche o disturbi o l’evoluzione dello stato di salute del portatore”. Cristiana: “Nel gennaio 1988 mi venne l'ennesimo ascesso al premolare sinistro superiore. Il dentista di allora dopo avermi fatto fare le lastre, nel marzo dello stesso anno mi consigliò di devitalizzarlo, anche perché il dente risultava compromesso da cisti e tre granulomi. Per devitalizzarlo occorse circa un mese, poi altre due sedute per coprirlo con ...l'amalgama (al primo tentativo non riuscì bene, quindi mi trapanò l'amalgama che aveva messo la volta precedente e me ne fece una nuova). Nel giugno dello stesso anno ho avuto la formazione della prima placca al cervelletto, diagnosi......Sclerosi Multipla. Durante l'estate sempre del 1988, ho avuto problemi che sentivo al dente devitalizzato. Tutti a dirmi che era impossibile, eppure hanno dovuto ammettere che l'ascesso c'era, anche se non ammettevano che era il dente devitalizzato a procurarlo. Lo curai con sulfamidici, dato che sono intollerante agli antibiotici e la gengiva si sgonfiò. Negli anni successivi non so quante volte si sono ripetute queste stesse vicende, io che sento come un granuloma, no, ma.. impossibile... (etc.), e nessun dentista ha mai voluto togliermi quel dente, anche se avrei firmato qualsiasi autorizzazione mi avrebbero chiesto, ma mi dissero che il dente era ben devitalizzato, quindi non poteva darmi problemi”. Epilogo: “Nel 2002 lo estrassi quel dente. A quel tempo i miei fastidi principali erano l’infezione cronica alle vie urinarie e il deterioramento del nervo ottico (l'oculista mi aveva detto che stavo perdendo la vista dall'occhio sinistro). Vedevo uno strano bastoncino camminarmi davanti agli occhi, a mezzogiorno la luce era come se fosse già il tramonto e altre cose. Già qualche ora dopo l'estrazione, quel bastoncino davanti agli occhi era diventato più fino e corto..... pochi giorni dopo è scomparso del tutto, come scomparsa era l'infezione alle vie urinarie (volevano mettermi un catetere fisso....). Anche altri disturbi come stomatiti, herpes, mughetto, disturbi fisici tipo candida sono scomparsi contemporaneamente con il dente infetto. Io sto molto meglio, l’ultima risonanza magnetica ha dato qualche piccola piacevole sorpresa, anche se la lotta contro la malattia e quello che ha lasciato in 15 anni non è archiviata affatto”. Racconta il Dr Robert Kulacz: “Le condizioni del signor Smith stavano deteriorando rapidamente. Da un mese era in ricovero presso l’ospedale a causa della grave condizione di respiro corto. L’esperto in polmoni così parlò a famiglia e amici riuniti in un’adiacente sala delle conferenze: «Non abbiamo una risposta di questa condizione acuta così grave del signor Smith. Non abbiamo trovato da nessuna parte una causa primaria di infezione, sebbene l’abbiamo cercata dappertutto». A quel punto io non potetti non intervenire: «Dappertutto no. Non avete controllato la sua bocca. Ha due denti devitalizzati, con relativa parodontite molto visibile ». L’esperto dei polmoni, sebbene mi ignorò non rispondendo, lanciò un rapido sguardo al cardiologo seduto nell’angolo per capire da lui se aveva commenti per liquidare quell’affermazione sui denti devitalizzati non ortodossa nella sua scienza. Ma la mia teoria venne solo ignorata, senza una parola o una riflessione, e per altro, il loro paziente morì nell’arco di 24 ore”. Da sempre l’odontoiatria ha cercato di sponsorizzare studi che dimostrassero il punto di vista dell’innocuità assoluta di ogni dente devitalizzato. Percy Howe, per esempio, ai tempi di Weston Price, si sobbarcò il carico di dover dimostrare che le infezioni focali di cui parlava Price costituivano un'idea sbagliata e da scartare. E come ci riuscì? Con un singolo esperimento pubblicato nel 1930 in cui Howe usava streptococci presi dal cavo orale (di persone sane) che iniettati nei conigli non li facevano ammalare per niente. Ok, ok... ci arrendiamo, lo studio di Howe dimostra l'innocuità dei “normali” batteri presenti nel cavo orale. Vedete bene che Howe però non disse niente sull’innocuità degli streptococci che all’interno del dente devitalizzato diventano sempre più piccoli, anaerobici e aggressivi (perché completamente al sicuro dal controllo ambientale): sono quelli che preoccupavano Price. Lo studio di Howe, piuttosto che smentire il lavoro di Price, sottolinea un lato del discorso, elaborato anche da un ricercatore dell'Univ di Oslo, Sunde il quale dimostrerà nel 2000 che gli streptococci presenti nell'osso cavo morto sono ormai i lontani parenti degli streptococci “tranquilli” coltivati nel cavo orale dove il sistema immunitario, la saliva e l'ossigeno impediscono loro di degenerare in forme aggressive. Proprio per questo i denti devitalizzati sono bombe ad orologeria! 3
Comunque Howe e qualche altro paladino dell’odontoiatria raggiunsero lo scopo: chi voleva fare orecchie da mercanti (cioè l’odontoiatria) ora poteva. E ancora oggi si dice che gli studi di Price sono stati confutati (mentre invece non lo sono, anzi sono stati confermati da vari autori: Huggins, Bumpus e Meisser, Hayden, Rosenau, Lodenkamper, etc. etc.). Gli stessi discorsi (che abbiamo visto vengono fatti per i denti devitalizzati), li sentiremo dal disco rotto dell’odontoiatria per le osteiti, infezioni o osteonecrosi ossee. Cioè che l’osso mascellare, essendo perfettamente silente, sia da considerarsi sempre sano e sterile! Sfugge completamente l’osservazione che il notevole grado di devitalizzazione dell’area coinvolta è il motivo stesso per cui non ci può essere una manifestazione locale infettiva acuta. Il fatto che non ci siano manifestazioni locali persino in corrispondenza di fenomeni pesanti a dire il vero è un grosso ostacolo anche per il terapeuta informato in cerca di questi focus. J. Lechner di Monaco è riuscito a dimostrare che spesso grandi caverne purulente dei mascellari rimangono radiologicamente mute, sono però rilevabili con una diagnosi energetica (es. l’EAV), e vengono effettivamente riscontrate durante l’intervento operatorio. Osteiti croniche possono essere diagnosticate con sicurezza solo con l’esame istologico, ma tale metodica non è utilizzabile in vivo. [Thomsen J. “Risultati batteriologici e istologici in focolai mascellari e dentari non diagnosticabili clinicamente”, Hamburg, 1981]. La posizione dei “tecnici della bocca” sfornati dall’odontoiatria è chiara: lasciateci lavorare; non ci sono effetti di sorta su organi a distanza creati nell’area di nostra pertinenza. La pratica dentistica di ogni giorno purtroppo conferma inequivocalmente questa posizione: “Un dente moncone devitalizzato fa pus a distanza di 5 anni da quando era stato fatto, e si forma una fistola. La fistola viene operata (viene raggiunta da sotto mediante un buco lungo 7-8 cm). [Vedete bene quante e quali procedure complicate e costose sono coinvolte per salvare una radice?]. Il dente continua a fare pus, altri dentisti interpellati propongono di rioperarlo. Quando infine un dentista olistico vede la situazione che fa? Anche lui si adopera per salvare il dente. Ripulisce il buco sotto il dente e applica un intervento mensile di un minuto di laser (150 Euro), che dà sollievo dal punto di vista del fenomeno purulento, quel tanto che basta per andare avanti un altro mese. L’operazione “salvate la radice Ryan” devitalizzata continua. Pazienza se l’organo a distanza (lo stomaco, in questo caso) sta soffrendo! Il dente devitalizzato, ridotto a una radice, infetto, infiltrato, operato, sofferente, resiste ancora qualche anno”. Di racconti del genere se ne raccolgono centinaia, quando uno tenta di andarne a fare una sintesi ognuno di essi da solo prende una dozzina di pagine. La cronaca procede più o meno così: i denti devitalizzati venivano periodicamente ritrattati per anni fino a quando si riusciva ad intervenire sull’ascesso con formazione di pus bloccandone la formazione (e nessuno ne sospettava più la focalità). Scrive tipicamente uno di questi pazienti: “Sono andata in continuazione da specialisti per capire cosa mi succedeva, ma dicevano che era lo stress, il sistema nervoso, malattia psicosomatica: sono andata da allergologi, otorino-laringoiatri, stomatologo, infettologo, ho fatto tanti esami ematici di screening, RX al cranio, elettromiografia agli arti inferiori, Ecodoppler arti inferiori, E.E.G., etc, RX al torace, pneumologo, neurochirurgo, etc..”. E’ pur vero che molte persone conservano una salute relativamente stabile per moltissimo tempo, ma davvero a me sembra che sacrifichino a quella scelta di ripristino ad oltranza del dente coinvolto le scorte che tengono lontano il loro invecchiamento. Rivolgendosi ai pazienti con tumori, la d.ssa Hulda Clark fa loro un appello nel suo libro “Cura di tutti i Cancri Avanzati" (Macro Edizioni, 2002): “Dopo aver esaminato la vostra radiografia, decidete da soli – non chiedete al dentista di farlo al posto vostro – e segnate i denti da estrarre. Il dentista potrebbe non essere d’accordo con voi, dato che il suo lavoro consiste nel salvarli i denti. Il vostro compito, invece è quello di salvare la vostra vita. Non potete aspettarvi che questo sia entrato nella sua formazione. Lo sapete voi che la vostra sopravvivenza dipende da questo”. Tratterò in un file a parte (con foto) le istruzione che la Clark e altri autori espongono per la lettura della propria ortopanoramica. Il dottor Shankland, autore di due libri, riporta molti casi di pazienti cui aveva apportato delle guarigioni individuando ed estraendo le focalità di denti devitalizzati. Prima di arrivare da Shankland, questi pazienti erano stati da numerosi specialisti dentali, e le stesse irregolarità dell’ortopanoramica che erano state usate dal suo team per individuare osteiti, puntualmente erano state lette come “normali” dal resto dei dentisti, perché così è stato loro insegnato dai libri di testo universitari. Molte di queste anomalìe vengono spiegate su www.toxcenter.de dal Dr. Daunderer. Un fenomeno macroscopico che viene completamente ignorato da tutti i dentisti durante la lettura dell’ortopanoramica è uno sbarramento condensante (che appare come addensamento bianco, spesso a forma di ghirlanda che parte da sotto la punta della radice dentale, o come una forma di disco luminoso tra le radici). Questa “osteite condensante” ci dice che si è formato uno sbarramento contro il sito osteitico infetto. 4
Gli esperti che hanno seguito i malati cronici fino alla loro guarigione non hanno dubbi: l’estrazione dei cadaveri, i denti devitalizzati, si rende tanto più necessaria quanto più l’organismo si è allontanato da un buono stato di salute. Al di là del ruolo causale diretto (per cui vale la pena di fare una valutazione), la presenza dei denti devitalizzati è semplicemente incompatibile con ogni tentativo di recupero dalla malattia cronica. Mi sembra chiara dal lato opposto la mentalità che si imprime nella mente del dentista, quella prevalentemente meccanicistica. Una radice devitalizzata, per quanto impudritita, se può essere salvata, non viene mai considerata un punto interrogativo dal punto di vista biologico. M. ha la sclerosi multipla ed è iniziata a farsi sempre più insistente una diplopia con preoccupante coinvolgimento dell'occhio sinistro. Allo scopo di togliere le numerose amalgame si reca da un dentista olistico. Usando la kinesiologia il dentista si accorge che i problemi del nervo ottico dalla parte sinistra siano in correlazione con un dente devitalizzato con granuloma dell'arcata superiore sinistra che ha avuto una storia tormentata. E che cosa succede? Il dentista scrive il preventivo con l'idea di voler rifare la cura canalare di quel dente (arghhh..[+#]°++!??^é°§..) e mettervi su una corona nuova di zecca! Che ha pensato il dentista? il problema delle cisti si risolveva svuotandole del loro contenuto con una siringa e ripulendo il canale principale? (E i canali secondari interni, irraggiungibili al dentista e pieni di polpa in putrefazione?). Un dente marcio e che fa granulomi e che è morto, può mai riprendersi e non produrre più tossicità? E che dire dell'infezione che si è già insediata anche sull'osso, a chi avrebbe affidato il compito di togliere tale osteite senza estrarre il dente? Altro che rifare la cura canalare! Il paziente in questione ha lasciato questo dentista e ne ha trovato uno consenziente ad estrarre il dente con il giusto protocollo. Non appena il dente devitalizzato con granuloma venne estratto, la diplopia regredì e non è tornata più. Scrive Stortebecker [1986]: “Una osteite peri-apicale, soprattutto se il dente è localizzato nell'arcata superiore, può dare luogo ad una diffusione delle tossine ipso-laterale con conseguenza che il rifornimento sanguigno al nervo ottico sarà ostacolato il chè porta ad episodi acuti di vista sfocata, complicazioni temute in merito sono la perdita permanente di visus”. L'idea che un dente morto che ha prodotto granulomi possa essere rimesso in piedi, che gli aloni neri di denti morti possano “riassorbirsi” cioè scomparire, mi sembra che fà capolino anche nella testa del dentista “olistico”, compresa a volte l'idea che gli aloni neri di denti morti possano non evolvere in niente (sono i pazienti che evolvono, negli ospedali e in cure tossiche di malattie inguaribili, ora sappiamo uno dei perché dell'inguaribilità). Quando il timer scatta, qualsiasi masso di cemento può immobilizzare il sistema di regolazione, e dunque tutti i pazienti con patologie croniche debbono essere considerati ostaggio di lavori odontoiatrici precedenti e focalità di denti devitalizzati. Se uno ha le placche al midollo osseo, possiamo metterlo nel gruppo di quelli in difficoltà? Il punto di non ritorno (e la patologia cronica o grave ne è testimone) è stato superato. La mia critica la ritirerei del tutto se il dentista olistico, dopo che ha rifatto la cura canalare nel paziente con diplopia, lo salutasse dicendo: “La radice ripristinata che ti rimane in bocca è una bomba ad orologeria il cui innesco è stato posticipato (della serie: i cadaveri sanno aspettare). Meno di prima, ma forse già da subito il dente sta agendo come tappo per le capacità di regolazione dell'organismo. Per quanto tempo può servire che grazie al rifacimento e all’omeopatia la focalità sia attenuata non te lo so dire”. Una paziente con morbo di Crohn ha avuto vicende simili al ragazzo con diplopia: V., piano piano fa la rimozione protetta dell’amalgama, ottiene dei miglioramenti lievi, ma la sua autonomia non migliora più di tanto nonostante si aiuti con alimentazione e varie tecniche naturali (supplementi, fitoterapia, yoga, etc.). L’EAV e il test della procaina rivelano il pesante coinvolgimento di tre denti devitalizzati, che agirebbero da blocco di cemento sul sistema di regolazione. Un dente devitalizzato lo estrae da un dentista, poi tentenna e si rivolge ad altri due dentisti olistici che le propongono di salvare le due radici devitalizzate, cioè rifare le cure canalari coinvolte e farci sopra delle belle biocompatibili capsule!). Poi la paziente si decide per conto suo e fa estrarre i due denti devitalizzati coinvolti e guarisce dal morbo di Crohn. E' evidente che tutto questo succede perché negli ultimi anni non è circolata (neanche tra i medici o dentisti olistici) la letteratura medica che dimostra gli effetti a distanza del fenomeno invisibile di putrefazione dei denti devitalizzati.
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la letteratura medica Qualsiasi area dell’organismo può essere influenzata negativamente dai metaboliti tossici di microorganismi anaerobici e fungini che si incubano in grotte ossee a carico della mandibola o nei denti devitalizzati. Da Weston Price (1920) a Jerry Bouquot [1999], passando per numerosi altri patologhi, è stato possibile individuare gli stessi organismi coinvolti, sia nella bocca che a distanza. E in questi casi la bonifica dell’infezione oro- dentale portava ad una regressione della patologia a distanza. Per prima arriva la diagnosi di un certo problema a distanza, poi si individua un microrganismo patogeno, poi si sospetta che sia stato originato dal sistema dentale, per segnalazioni precedenti nella letteratura medica in tal senso. Questa è la sequela diagnostica che porta alla soluzione in un caso clinico di Taicher [1978] e due casi di Ingham [1978]. Berry [1976] ne descrive tre di queste sequenze, con identificazione finale di focus primari dentali infettivi (non acuti), sottolineando che le indagini in tutti i casi erano state particolarmente laboriose e improduttive per molto tempo fino all’identificazione finalmente del focus. Nemmeno febbri prolungate e inspiegabili erano servite a far sospettare una grossa infezione dentale [Levinson 1979]. Nei tre casi riportati da Levinson, tre pazienti avevano inutilmente vagato di specialista in specialista e cambiato medicine per lungo tempo. Dunque l’indice di sospetto in generale è molto molto basso e la mancanza di fase acuta nella bocca fa il resto. Un esempio di come vanno le cose ce lo fornisce Borowsky [1979]: un paziente ebbe ricorrenti episodi di sepsi con Klebsiella pneumonia. La ricerca di fonti di infezione primaria era stata laboriosa ma senza risultati per anni, alla fine si scoprì il microrganismo nella radice di un dente. Di lì fu possibile evidenziare che era proprio la causa prima dei malesseri dell’uomo. Alcuni ricercatori allora si specializzano nello screening cieco (cioè in pazienti senza sospetti specifici) di infezioni dentali e tossine a basso peso molecolare che sono prodotte da questi organismi. Può risultare problematico identificare queste situazioni, anche quando il grado di sospetto di un medico-ricercatore sia tenuto sempre alto [McCurdy 1977]. Chi sia interessato a fare analisi in tal senso può servirsi del Maxillofacial Center per Diagnostics e Research di Morgantown, Univ. West Virginia (Dr Bouquot), o di centri simili che si specializzino nell’analisi di microorganismi dai denti devitalizzati. Sono così nascoste alle evidenze queste focalità dentali, che alcuni autori [Feldges 1990, Valachovich 1979, Virolainen 1979] affermano che il solo modo di identificarle a volte è partire dalle neoformazioni che possono causare nel cervello (cisti, ascessi), e capire se i microorganismi sono tipicamente quelli provenienti dalle zone dentali. Per esempio, in un paziente con mal di testa, malesseri, e poi stato epilettico una craniotomia rivelò un ascesso al cervello, e dal campione di questo (pus giallo) fu identificato lo Streptococcus viridans, che si scoprì migrava da un focus primario di un incisivo superiore devitalizzato! [Henig 1978]. Le conseguenze di questo basso grado di sospetto e mancanza di fase acuta possono essere molto pesanti (se non ce ne si accorge per tempo), per esempio asportazioni di organi [Murphy 1979, Abu-Dallo 1975], infezioni causate dai microrganismi dentali in protesi di sostituzione dei legamenti [ Rubin 1976, Schurman 1976, Mulligan 1980, Jacobsen 1980, Tani 1992], infarti [ADA, 1997, J Am Dent Assoc, 128(7):1004-8], o peggio [Gotte 1979, English 1979], e tante altre. Che dire poi delle conseguenze del focus infettivo dentale che rimangono sfumate o non definibili per molto tempo? Shurin [1979] verifica effetti sub-clinici con una tecnica particolarissima (immunoblotting): anomalìe del 50% della morfologia e funzione dei neutrofili, che scompaiono dopo aver estratto un dente infetto, focus primario del batterio capnocytophaga. Andra [1978], in una rassegna di 2565 casi (identificati da uno screening), con massiccia infezione odontogena ed effetti a distanza, segnala che oltre il 65% dei casi né il paziente né gli specialisti di competenza erano stati in grado di risalire al focus dentale nonostante problemi sistemici ricorrenti ed estesa valutazione clinica anche dentale. I casi clinici che troverete tra qualche pagina, in cui alla fine si dimostra il ruolo causale del focus dentale infettivo in un disturbo o una patologia, e persino dell’esistenza di effetti precedentemente non presi in considerazione, non derivano da valutazioni rapide e semplici, ma anzi è stato difficile e travagliato per il ricercatore e il paziente arrivare a stabilire l’esistenza dell’infezione (nascosta, non localizzata nella bocca, non nella fase acuta), Questa raccolta bibliografica (1960- 1998), a cura del dr. Robert Gammal (Sydney), è ordinata per sezioni: 6
coinvolgimento in patologie cardiache (endocarditi, setticemia e problemi cardiaci, infezione del miocardio), coinvolgimento in disturbi al petto, effetti neurologici e al sistema nervoso centrale (tra cui tumori o ascessi al cervello, meningiti, dolori facciali atipici), coinvolgimento con la nevralgia del trigemino, effetti per il sistema oftalmico (sindrome di solco orbitale superiore, proptosi, oftalmoplegia, interferenza col riflesso alla luce, cecità, endoptalmiti), effetti per sangue e vasi sanguigni, effetti immunitari, effetti su orecchia, naso e gola, effetti su collo, coinvolgimento in sinusiti e seni mascellari, coinvolgimento in setticemie (anche infezioni di protesi artificiali dei legamenti), coinvolgimento in shock, coinvolgimento in morte, coinvolgimento in mal di schiena, effetti su salute ossea, effetti su sostituzione dell’anca, coinvolgimento in casi di artrite, coinvolgimento in condizioni della pelle, coinvolgimento in casi di alopecia, coinvolgimento in casi di Lupus e condizioni del tessuto connetivo, coinvolgimento con ascessi alla milza, coinvolgimento con ascessi alla gamba, coinvolgimento nei casi di cancro, effetti demielinizzanti sul ganglione gasseriano, effetti sui reni, effetti su addome, coinvolgimento della prostata, infertilità (o anche basso peso alla nascita), correlazioni a distanza della malattia periodontale, coinvolgimento dentale nell’angina di Ludwig, coinvolgimeno in tubercolotici. Sebbene qui ho tradotto tutto in italiano, l’articolo originale lo si troverà in inglese, a meno che il titolo non compaia tra parentesi quadre nel qual caso è in lingua originale dell’autore. Per consultazioni, vedi: www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?db=PubMed). 1. Andra A, [Massiccia infezione di origine dentale], Zentralbl Chir (1978) 103(8):527-32 2. Berard R, [Caratteristiche speciali di diffusione di infezione in molari decidui], Actual Odontostomatol (Paris) (1973 Dec) 27(104):707-18 3. Cros P, [3 studi su infezioni generali con eziologia e prove batteriologiche dentali], Ann Odontostomatol (Lyon) (1969 Sep-Oct) 26(5):189-93 4. Cadenat H, [2 nuovi casi di sindrome Melkersson-Rosenthal], Rev Stomatol Chir Maxillofac (1971 Sep) 72(6):635-42 5. Elsner R, [Errori e pericoli nel trattamento di infezioni dentali con antibiotici], Quintessenz (1977 Oct) 28(10):137-40 6. 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388. Kilburn and Warshaw, “Idrogeno solforato e gas di zolfo ridotto hanno un effetto negativo sulle funzioni neurologiche”, Toxicol. Ind. Health, 1995, 11:185-197. (7491634) 389. Johson et. al., “Effetti di composti tiolici volatili sul metabolismo delle proteine dei fibroblasti gengivali umani”, J. Periodont. Res., 1992, 27:553-561. libri Per chi legge l'inglese consiglio caldamente l'acquisto, presso la Pottenger Foundation ( www. price-pottenger. org ), dei seguenti libri : di Weston Price, “Dental Infections and Degenerative Diseases”, Vol. 1 & 2, 1174 pagine, in inglese; di Weston Price, “Dental Infections Oral and Systemic”, 703 pagine, in inglese; di George Meinig: “Root Canal Cover-Up”, 225 pagine, in inglese Troverete da loro anche altri articoli introvabili: Price WA., “Resolved that practically all infected pulpless teeth should be removed”, JADA Dec 1925. Price WA., “Dental infections and related degenerative diseases”,JAMA Jan 24, 1925. Price WA., “A report of the progress of the research commission of the National Dental Association”, Dent Rev of the Ill State Dent Society, May, 1915. Rosenow, “Elective localization of Streptococci”, JAMA Vol 65, No. 20 p.1687, 1916. Mayo C., “Mouth infections as a source of systemic disease”, JAMA Vol 63, pp 2-25, 1914. Hartzell and Henrici, “A study of Streptococci from Pyorrhea Alveolaris and from Apical Abscess”, JAMA Vol 64, p 1055, 1915. Altre opere sull'argomento “denti devitalizzati”: di Richard Hansen, “Root canals, cavitations and bone diseases”, in inglese di Susan Stockton, “Beyond amalgam”, 72 pagine, Power of One Publishing, Colorado 2000, in inglese di Hulda Clark, "La Cura di tutti i Cancri Avanzati", in Italia: Macro Edizioni, 2002 di W. Shankland, “Face the pain”, Aomega Publisher (2000), in inglese
altri casi clinici Sò per esperienza che più utile a volte dell’elenco analitico, in ordine alfabetico, delle problematiche può essere per il lettore soffermarsi su una serie di testimonianze e di osservazioni cliniche. Per cui ne allego alcuni. dolore cronico alla schiena: “51enne che soffriva di grave dolore alla schiena. Nel corso degli ultimi tre anni e mezzo, il dolore era stato costantemente presente, camminare era quasi impossibile e il paziente doveva letteralmente gattonare da un posto all’altro. Non ottenne miglioramenti da niente: né dalle centinaia di trattamenti chiropratici che ricevette, né da un’alimentazione molto diligente, né dall’idroncolonterapia mensile. I medici ortopedici consigliarono un intervento chirurgico a causa del dolore persistente e di una Risonanza Magnetica positiva (che mostrava un’ampia ernia del disco a livello L4-5). Il mio test di kinesiologia mostrò un sistema di regolazione di base bloccato a causa di tossine di un dente devitalizzato, che localizzai al dente 3. Il questionario che aveva compilato da me prima della visita richiedeva informazioni sui denti devitalizzati, ma si era completamente dimenticato di quel dente e dunque non lo aveva 17
segnalato. Ma a quel punto egli si ricordò che era stato devitalizzato pochi mesi prima dell’inizio del dolore alla schiena. Su quel dente aveva ancora la corona temporanea. Il dente non faceva male, né c’era dolore facciale. Il test kinesiologico mostrava la correlazione di quel dente con l’area lombare affetta. La neuralterapia insegna che se un dente è il focus primario di un sintomo a distanza in un’altra area del corpo, il problema secondario scompare momentaneamente interrompendo il circuito con iniezioni locali sotto il dente di procaina. Questo feci e chiesi al pazientte di alzarsi, di piegarsi, di toccare i suoi piedi, girarsi di qua e di là, ed era ora in grado di fare ciò senza dolore! Al momento dell’estrazione del dente ci trovammo di fronte ad una larga area di osso sottostante necrotico. Questa osteomielite ossea richiese tutte le nostre attenzioni e abilità per eliminare il focus (come osservato ai test kinesiologici). Comunque il dolore era già scomparso al terzo giorno dopo l’estrazione”. [da: Minkoff D., Explore Magazine, vol.13, N.2, p.11-13, 2004]
tumore pituitario: “CR, anni 56, ha un tumore della ghiandola pituitaria e iper-prolactinemia. Per 15 anni (prima di vedere noi) il tumore pituitario era stato tenuto sotto controllo con Parlodel (non essendoci una causa identificata). Altri tipi di problemi si affiancarono e progressivamente aumentarono: dolori artritici, debolezza, asma, depressione, problemi digestivi, gengive sanguinanti, notevole insufficienza pituitaria con bassi livelli di TSH e GH e insufficienza surrenale. Per cui ogni momento che passava i medici chiedevano l’aggiunta di più farmaci per alleviare i sintomi. Quando venne da noi, appunto all’età di 56 anni, era in uno stato di debilitazione completa. Prendeva tutti questi farmaci: Parlodel, Allegra, Astelin spray nasale, Guafenisin, Premarin, Synthroid, Ventolin e Zoloft. Prendeva anche multivitaminici, Calcio, L lisina e vitamina C. Il nostro esame EAV mostrò che la paziente necessitava l’intervento del reparto di Bonifica Dentale. Il sistema di regolazione era bloccato da tossine dei denti devitalizzati; inoltre la ghiandola pituitaria risuonava all’apparecchio come completamente intossicata da mercurio. I suoi tre denti devitalizzati (8, 9, 10) furono estratti, insieme ad altri tre denti che risultavano morti (il 7, 12, 31). Le furono poi rimossi i suoi 10 amalgami in modo protetto. In due mesi iniziammo a contare i miglioramenti. Il prominente acne facciale si era ridotto del 50%. Dolori articolari erano scomparsi. Era in grado di salire le scale rapidamente e senza dolori. La temperatura corporea era salita da 35.1°C a 36.4°C. Sei mesi dopo, quando aveva completato un programma di disintossicazione con alimentazione e vari rimedi, appariva come fosse lei con 20 anni in meno. Scomparse le macchie in faccia. Il sonno e il livello di energia erano ottimi. Anche alla Risonanza magnetica risultava una persona guarita, senza adenoma o anomalìe. I suoi problemi di allergie e di asma era scomparsi anchì’essi. Niente più fatica cronica, niente problemi digestivi. Non prendeva più farmaci, nemmeno da noi (ad eccezione di “Armour”, 3 granuli al giorno). Questo non è un caso miracoloso. Questo è solo mettere in pratica le bonifiche necessarie nella medicina biologica. Il ruolo dei denti devitalizzati, delle osteiti sotto i denti morti e del mercurio, decisamente non potevano essere ignorati. Solo con la diagnosi giusta, e dunque dopo quella bonifica, il corpo era pronto per essere accompagnato naturalmente alla guarigione”. [da: Minkoff D., Explore Magazine, vol.13, N.4,2004] mal di testa: “Da circa sei mesi avevo mal di testa davvero forti e li accreditavo a stress e al carico quotidiano di lavoro e simili. Ma facevo attenzione all’alimentazione e il resto, quindi.. Venni dal dentista per un controllo di routine, e gli indicai una pallina della gengiva che mi dava un bel po’ di dolore. Si infiammava spesso. Il Dr. Gammal ci diede uno sguardo e mi disse che non era una cosa buona. Accettai di leggere alcune notizie sulle presunte implicazioni di cure canalari, feci persino delle ricerche su internet, per capire le opzioni. La mia decisione fu di estrarlo quel dente, che aveva anche iniziato a farmi un po’ male. Le gengive vicino erano peggiorate, e la radice anche. Era un dente frontale, quindi da pensarci due volte. Ma ecco che due settimane dopo i mal di testa avevano smesso del tutto. Il tempo di due settimane durante le quali ci fu una loro diminuzione, e poi fui completamente guarito. Non sono mai più riapparsi. Lo stress al lavoro non è diminuito, anzi.. per me quei mal di testa erano proprio fortemente correlati al dente devitalizzato”. [testimonianza di Sebastian, Sydney] affaticamento cronico: “Recentemente mi sono sottoposta ad un bel po’ di bonifica dentale con rimozione di tutta l’amalgama; ciò perché per lunghi periodi la mia salute si deteriorava visibilmente, ad es. perdevo molto peso, avevo problemi allo stomaco. E ancor prima, un po’ di tempo fa, ho avuto il cancro, si parla di 20 anni fa. Il fatto che in quell’occasione fu rimossa la metà del mio sistema immunitario, e quindi sono rimasta al lumicino, ho poi scoperto che è anche una spiegazione di quello che iniziò: da allora, visibilmente, i miei denti avevano un impatto negativo notevole sulla mia salute. Tre o quattro ascessi, non ricordo neanche più il numero, ma c’era un’infezione in particolare che aveva continuato a ricorrere 18
nei sei mesi precedenti la bonifica. A quel punto stava drammaticamente influenzando in negativo la mia salute. Persi un bel po’ di chili, e avevo diarrea continua che durava anche un paio di settimane alla volta. Del tutto deidratata e mi mancava energia. Ma tutte le questioni sono state ora sistemate, e cioè alcuni denti sono stati rimossi. Non ci sono più ascessi, e tutta l’amalgama è stata rimossa. Per me davvero è stato come se la mia vita iniziasse daccapo in un altro corpo”. [testimonianza di Pauline, Sydney] scosse elettriche, affaticamento cronico: “Vi parlo dell’estrazione di un dente devitalizzato. L’effetto benefico è indescrivibile. Di lì a due settimane, e fino ad oggi, sento di avere capacità migliori. Il sollievo ha riguardato molti dolorini che avevo addosso, e il mio livello di energia è così elevato, è incredibile. Lavoro l’intera giornata senza disagi di sorta. Il mio corpo ora può reggere qualsiasi carico di lavoro. Mentre prima ero in difficoltà. Continuavo a prendere vitamine e vitamine, ma niente riusciva a migliorare l’organismo. Nuoto quando posso tutti i giorni. E’ molto più facile ora, e il fatto del respirare meglio è fondamentale. La respirazione e l’inspirazione sono molto più facili ora. Posso inspirare senza dover aprire la mia bocca del tutto, come ero costretto per ogni momento del giorno. Lo stesso vale anche per la notte: ora inspirare senza l’ausilio della bocca aperta. E che dire della strana condizione degenerativa che aveva colpito le mie dita? Le avevo mostrate a vari patologi prima, ora è molto migliorata. Infine, prima non potevo toccare niente senza essere soggetto a una specie di -scosse elettriche-. Ora posso battere con le dita su qualsiasi oggetto. E non sento niente, ve lo posso far vedere. Grazie al dr Gammal che ha individuato quei problemi”. [testimonianza di Marcel, Sydney] dolore al collo: “Anni fa decisi di farmi rimuovere le amalgame. Avevo fatto delle ricerche su questo, stavo avendo alcuni problemi con le otturazioni, quindi decisi che era tempo di risolvere la cosa. E così arrivai da questo dentista, dove si fa la rimozione protetta dell’amalgama. Mi fu spiegato nei dettagli ciò che fanno in questo studio. Seguii il loro protocollo, la rimozione, la bonifica dei metalli, la disintossicazione. Rimozione che avvenne nell’arco di un certo periodo di tempo. Una volta completata la rimozione dell’amalgama, fu deciso di valutare la situazione del dente devitalizzato, e io decisi per l’estrazione del dente. Sono proprio soddisfatta dei risultati. E la cosa straordinaria è che entro due giorni notai che non avevo più quel dolore al collo. E mai più da allora è comparso quel dolore. Ed era stato lì per più di mesi e mesi”. [testimonianza di Fairfax, Sydney] problemi neurologici: “A gennaio 2004, iniziai ad accusare problemi di equilibrio, sensazioni di formicolìo e insensibilità a mani e piedi. Di lì a poco fui inviato da un neurologo e dopo molti test, TAC, puntura lombare etc. etc. Mi fu detto che quasi certamente i miei problemi si chiamavano ‘Sclerosi multipla’. I problemi evolvevano col tempo, da gennaio fino a settembre 2004. In quei mesi ovviamente avevo fatto io molte ricerche su internet, su possibili cause e possibili rimedi che mi potessero servire. Una cosa che spiccava ai miei occhi, tra quelle trovate su internet, era la rimozione dell’amalgama: molte persone avevano avuto sollievo da questi sintomi rimuovendo gli amalgami dai denti. Quando venni qui dal mio nuovo dentista, egli, ancora più che rimuovere l’amalgama voleva per prima cosa estrarre il dente devitalizzato. La cosa straordinaria per me è che, avendo estratto il dente devitalizzato a settembre 2004, la settimana dopo, letteralmente una settimana di tempo, il mio equilibrio iniziò a migliorare, e le spiacevoli sensazioni che mi avevano accompagnato per 9 mesi iniziarono a ridursi. Insensibilità e formicolìo e le condizioni di salute in generale, da allora sono migliorate. A dicembre 2005 già stavo benissimo, e a vedermi camminare nessuno avrebbe pensato che avevo avuto problemi neurologici di qualche tipo. Non sento di avere più i problemi che avevo prima, e non ce ne sono più che mi tengono sveglio di notte. Non ho più emergenza di urinazione (cistifellea) e nemmeno formicolìo e insensibilità. Ci sono giornate belle e giornate brutte, che è come prima era sempre stato, ma in quei mesi nel 2004 mi svegliavo assillato: “Ah, sono una persona con questa terribile malattia”. Mentre ora sono serenissimo: in tutta onestà mi pare più che abbia avuto una patologia che era causata da un dente morto. Nel senso che la sua presenza sovraccaricava qualcosa. Il fatto forse non è che l’ho smaltito tutto il sovraccarico, questo no, ce n’è ancora un po’ che richiede attenzioni mie, ecco come la vedo. Credo onestamente che una combinazione di tante cose causò l’innesco di quella bomba, ma quel dente aveva una strana correlazione con la progressione”. [testimonianza di David, Sydney] dolore cardiaco, allergie: 19
“Dopo aver fatto rimuovere tutti gli amalgami ebbi dei miglioramenti per quanto riguarda i dolori cronici al collo e i mal di testa intensi di cui avevo sofferto in precedenza. Anche i dolori alle orecchia smisero. Ma, con gli anni, vengo colpita da allergie, all’aria aperta e al polline, strane sia perché non ne avevo assolutamente mai sofferto prima, sia perché erano accompagnate da un coinvolgimento cardiaco. All’incirca nei primi anni 90 incontrai il dr Gammal che, con riferimento ai miei strani problemi mi disse: ”bisogna estrarlo il dente”. Cioè era lo stato di devitalizzazione di un dente, che risaliva a parecchi anni prima, e che era stata rifatto un po’ di volte, proprio la causa di questo dolore cardiaco. Il mio attaccamento al dente era forte lo ricordo bene, e a chi piace togliersi un dente… anche poi per il lavaggio del cervello del «salvare quel dente in qualsiasi condizione possibile». Ma il dente dava continuamente problemi, faceva male, aveva sempre qualcosa che non andava e si capiva a quel punto che stava diventando sempre peggio. Alla fine accettai la proposta di estrarlo. Era proprio quella la cosa migliore cosa che potessi fare, davvero. Non solo il dolore smise, ma tutte le mie reazioni allergiche scomparvero da un giorno all’altro! E la mia salute è migliorata via via non so dirvi di quanto”. [testimonianza di Kerrilyn, Sydney] dolori ai muscoli, alle ossa, problemi neurologici: “Da anni comparivano insonnia, questo problema al collo, è un torcicollo spastico, mal di testa, mal di denti, cioè un dolore martellante ai denti, diverse allergie, dolori alle ossa. Il mio primo dentista mi consigliò di togliere gli amalgami, a causa della mia allergia al mercurio, è successo 3 anni fa. Mi ha tolto 13 otturazioni in 2 giorni, e senza protezioni, e dopo stavo così male. Ero nel letto e continuavo a tremare. È terribile... Da allora ho forti dolori ai muscoli, per 6 mesi non ho potuto dormire, non riuscivo neppure a leggere, ero sempre nervosa, è peggiorata la vista e in 3 mesi ho perso 17 chili. È allora che sono venuta a sapere che la rimozione non protetta e affrettata, in quanto intossicazione acuta, mi aveva peggiorato la situazione. Per far riprendere l’organismo e riavviare la disintossicazione è stato necessario, con l’aiuto della diagnosi del Dr. Daunderer, estrarre qualche dente”. [Elisabeth Rupp (Germania), da: Report "Il dente avvelenato", Raitre, ottobre 1998] problemi agli occhi: [intervista a daunderer]: “A questo paziente avevano detto che i suoi problemi con l’occhio erano ereditari. Gli avevano fatto un trapianto di cornea all’occhio destro; ma poi si arrivò al punto che un trapianto di cornea all’occhio sinistro era necessario”. [giornalista]: “Qual era lo stato di peggiore raggiunto?” [Tapparo] “che non vedeva più. Ma dopo aver tolto i denti coinvolti il problema si è risolto e i medici stessi hanno detto che non c’era più bisogno di operare” . [Daunderer]: “Ecco guardi la lastra: qui c’è un deposito tossico nella mandibola. Qui si vede la contaminazione da tossicità del nervo che dal terzo dente superiore và direttamente nell’area della visione. Inizialmente è stata solo tolta l’amalgama dai denti: è migliorato un po’, ma non è stato sufficiente. Allora abbiamo tolto i denti superiori coinvolti e pulito per quanto possibile la tossicità dall’osso mandibolare”. [testimonianza su Peter Wirth (Germania), da: Report, "Il dente avvelenato", Raitre, ottobre 1998] coinvolgimento della vista: “Un paziente soffriva di problemi agli occhi e non poteva leggere se non intervallando periodi di riposo a letture molto brevi. Questo problema ormai persisteva da molti anni e le varie nuove prescrizioni dell'oculista non miglioravano la situazione. Dopo la rimozione delle infezioni dentali il paziente non ebbe più bisogno degli occhiali che aveva portato per 15 anni e letture anche molto lunghe non gli davano più alcun problema. Molti pazienti del dottor Price che portavano occhiali ebbero miglioramenti tali dei loro occhi dopo l’estrazione di denti devitalizzati coinvolti che le prescrizioni per gli occhiali dovettero essere ridotte, o si poteva anche fare completamente a meno degli occhiali”. [George Meinig, in: “Root canal coverup”, p.97] problemi cardiaci: “Numerosi pazienti con angina pectoris nel momento in cui veniva affrontato il problema dei denti infetti avevano una rapida guarigione dai loro dolori cardiaci e ritornavano ad avere una vita vigorosa di nuovo, attiva e in piena salute. Un tipico caso clinico è il seguente: una 23enne soffriva di grave coinvolgimento cardiaco acuto e reumatismo; i suoi genitori erano morti di malattie cardiache a 55 e 60 anni. Il problema cardiaco della giovane era così intenso che poteva a malapena camminare da una parte all’altra della stanza. Dopo l’estrazione dei denti devitalizzati infetti, guadagnò 7 20
chili e una salute perfetta che mantenne nel periodo di controllo di cinque anni durante il quale poté riprendere normalmente i suoi studi. La miocardite è un’infiammazione delle pareti muscolari del cuore. I casi acuti sono idiopatici, non si sa a cosa attribuirli. Ebbene il dottor Price ottenne dei risultati così netti e costanti con l’estrazione dei denti devitalizzati da dire che nella maggior parte dei casi la causa era quella”. [George Meinig, in: “Root canal coverup”, p.77] tosse, infezione acuta: La rimozione di un singolo dente devitalizzato in un paziente con malattia cronica (neurologica, endocrina, immunitaria, infiammatoria dei legamenti, cancro, etc..), senza nessun altro intervento terapeutico aggiunto, crea molto più spesso che non la rimozione dell’amalgama cambiamenti immediati in sintomi e nello stato generale. Faccio un esempio: una donna che stava tossendo così profusamente che i dottori l’avevano data per spacciata e avevano rinunciato a intervenire ancora con trattamenti farmacologici. I familiari si erano preparati sia alla triste incombenza che a pianificare il futuro dei quattro figli da accudire. Rimuovemmo una cura canalare che tra l’altro si correlava bene temporalmente all’insorgenza del problema. Ovviamente raschiammo il legamento e fresammo l’osso sottostante. La donna tossì due volte, si rialzò seduta e disse: “E’ possibile che per quello che avete fatto mi possa sentire già ora molto meglio?”. Fu così che il suo grave problema si estinse del tutto per mai più ritornare. E così che restituimmo una donna sana al marito e ai figli. [Hal Huggins, www.drhuggins.com ]
apparato riproduttivo femminile: “In un gran numero di donne il dottor Price ha osservato la relazione tra problemi a utero o ghiandola ovarica e denti devitalizzati infetti”. [George Meinig, in: “Root canal coverup”, p.125] irritazioni della vescica: “Frequentemente causate da focus primari di infezione dentale, cisti e infezioni della vescica guarivano con l’estrazione dei denti devitalizzati coinvolti. In uno di questi casi un 65enne era così piagato da una cistite che per cinque anni non aveva potuto uscire di casa perché doveva urinare ogni 30 o 60 minuti e lo stress per questo era insopportabile. L’infezione stafilococcica di quest’uomo migliorò entro 24 dall’estrazione di due denti infetti (molari inferiori). Dopo due settimane doveva urinare solo ogni cinque ore”. [George Meinig, in: “Root canal coverup”, p.125] disturbi intestinali: Diarrea, costipazione, colite acuta e disturbi intestinali potettero essere correlati in numerose occasioni dal Dr. Weston Price alla presenza di denti devitalizzati o infezioni gengivali. In una di queste occasioni, la figura a pag.131 del libro “Root Canal Cover-Up” mostra l’infiammazione intestinale del colon, l’appendicite e il rigonfiamento della cistifellea in un coniglio esposto alla coltura di un molare inferiore infetto di un paziente che aveva dovuto estrarlo per risolvere una colite cronica. colite cronica: “Giacinto C., da 12 anni con colite cronica: dalla lastra panoramica, grosso granuloma in zona del 36. La mappa organi -denti mette in relazione il dente 36 con l’intestino crasso. Copertura omeopatica con Phocus Comp., poi estrazione del dente: il giorno dopo, subito risoluzione della colite, che non si è più ripresentata dopo 4 anni. Ogni tanto piccole ricadute, dopo eccessi di cibo, ma senza paragone con quelli di prima. Epicondilite sparita”. [da Miclavez A., "Prontuario tecnico pratico di Odontoiatria Naturale", Ed. Marrapese, 1998] dolori alle ginocchia e sotto i piedi: “Vorrei raccontarti il caso di una paziente, che è molto emblematico sia per quanto concerne la tossicità da amalgame che per quel che riguarda le focalità. La sua storia: a circa 8 anni, data che corrisponde all’incirca alle sue prime amalgame in bocca, comincia a soffrire di forti cefalee a grappolo; il suo medico curante le prescrive la Novalgina; arriva a prenderne 40 gocce per volta e al bisogno, per cui arriva a farsi due bottigliette al giorno di novalgina tutti i giorni (me lo sono fatto ripetere dieci volte perché non ci credevo!!!). Questo fino a 25 anni, quando le hanno 21
riscontrato una Artrite Reumatoide; allora ha cominciato a prendere antiinfiammatori e cortisonici; e per il mal di testa? Per quello ora prendeva degli antidolorifici: nimesulide e Voltfast, tre compresse per botta per tre volte al dì. A 28 anni finalmente un medico naturopata le fa sospendere l’antidolorifico e comincia a drenarla. Però lei così si tiene il suo mal di testa quotidiano. A 29 anni giunge nel nostro studio dentistico; test kinesiologico positivo, valori elettrochimici alti; sostituisce le amalgame; ora a distanza di qualche mese da quando ha cominciato il mal di testa l’ha solo una volta alla settimana e leggero (a dire il vero in corrispondenza dell’evento odontoiatrico). I dolori articolari sono molto diminuiti. L’altra settimana infine doveva togliere un molare, un 46, completamente necrotico ed irrimediabile; un dente da estrarre. Bene, è stato estratto e dalla sera alla mattina… la paziente ha riferito che i dolori alle ginocchia e sotto ai suoi piedi sono completamente cessati! Pensa che per questo dolore ai piedi era andata anche a farsi fare dei massaggi shiatzu; le avevano detto che si trattava del fegato e le facevano dei massaggi oltre a prendere dei rimedi, ma nulla. Poi da una sera alla mattina, tolto il dente e tutto va a posto! Io non le ho neppure chiesto nulla, è stata lei spontaneamente a raccontarmi di questa cosa!!!!”. [testimonianza di Roberto C.] emicranie: “circa 20 anni, gentile Dr. Lagos, iniziai ad aver bisogno di devitalizzazioni di qualche dente senza sapere che avrebbero di lì a poco innescato i miei peggiori problemi di salute. 7 erano i denti devitalizzati, uno, quello rimosso l’ultima volta (due settimane fa) da lei, era stato rifatto due volte da due dentisti. Le farà piacere sapere che i risultati ci sono stati: il livello di globuli bianchi si è normalizzato (per anni nessuno mi aveva saputo dare una spiegazione o una soluzione). Ho avuto emicranie e infezioni alle orecchie per anni omolateralmente a quel dente. Dopo l’estrazione da lei operata sentivo proprio un drenaggio della mia testa e i seni nasali per parecchi giorni dopo. O come mi sento ora! Le sarò eternamente grata per avermi ridato la mia vita”. [testimonianza di Carol, USA] tumore al seno: “Il Dr Huggins e la lettura del libro “Root Canal Coverup” di George Meinig mi hanno aperto gli occhi su quella che è una catastrofe oggi di dimensioni epidemiche. C’era un nesso di causalità tra infezioni e tossine generate in bocca e il tumore al seno. I due denti devitalizzati che lei ha rimosso erano di denti che “scaricano” verso il seno sinistro, cioè dove avevo il tumore. Come sa il tumore, gentile Dr. Lagos, è sparito da un bel po’, e le confermo che recenti visite di controllo confermano questo vantaggio a lungo termine. Da quando abbiamo allontanato le amalgame che avevo in bocca ed estratto i due denti devitalizzati, l’organismo ha conosciuto una ricrescita dei livelli di energia. Corro, lavoro tutto il giorno, ho lo stesso livello di energia che avevo a 30 anni (ora ne ho 69)”. [testimonianza di Katheryn, USA] ricaduta e ulteriori spese post-amalgama: "Avrei voluto avere queste informazioni sulle insidie delle devitalizzazioni prima di aver speso quasi 30.000 dollari per rifare la mia bocca! Ho rimosso le otturazioni in amalgama sotto i ponti, ho sistemato la dentatura con intarsi, ponti e corone, e in effetti la mia salute era migliorata tantissimo. Ma ecco, ad un certo punto, che il mio stato di salute ha cominciato di nuovo a regredire a causa di necrosi cavitazionali. Il mio nuovo dentista è stato costretto, per intervenire e curare le cavitazioni, a rimuovere qualche dente e tutto il lavoro odontoiatrico precedente. La spesa precedente quasi tutta gettata alle ortiche. C'è ormai un buon numero di dentisti in giro che conoscono i pericoli del mercurio, ma che però non conoscono le necrosi cavitazionali. Il discorso della tossicità del mercurio è importante, ma il mio caso mostra che bisogna affrontare il discorso bonifica dentale in maniera completa, individuando per tempo eventuali cavitazioni". [Linda G.,
[email protected] ]
focalità di cisti ossee: Il dottor Price riporta numerosi casi in cui cisti intramascellari provocavano coinvolgimento sistemico, ne vediamo due. Un paziente 76enne soffriva di una condizione davvero grave del sistema nervoso centrale ed aveva una pressione sanguigna così bassa che aveva avuto degli episodi quasi fatali più di una volta. I medici avevano decretato che si trattava di insufficienza cardiaca. Dopo la rimozione di un dente devitalizato e la ciste che fu trovata sotto di esso i sintomi del paziente scomparvero totalmente, cardiaci e neurologici. Fu in grado di camminare per chilometri e chilometri come se avesse avuto 30 anni. Il problema opposto interessava un altro paziente, la cui pressione sanguigna 22
era 220 e non riusciva ad essere normalizzata. Ritornò normale solo dopo che un dente devitalizzato e la ciste sottostante furono rimossi. dolori lancinanti, estrema fatica, controllo insulinico: “Una paziente diabetica da 8 anni, Sylvia Blank, aveva una severissima condizione di dolori articolari, con intermittenti violenti dolori lancinanti alla faccia e la testa, respiro affannoso, bronchiti ricorrenti ed estrema fatica. Abbiamo tolto un dente devitalizzato. Subito dopo l’estrazione i dolori alla testa erano scomparsi. I peggioramenti della condizione diabetica regredirono dopo poche settimane”. [da: Huggins H., “Uninformed consent”, 2001] stanchezza cronica: “In tutti i casi di sindrome di affaticamento cronico (CFS), bisogna prendere in considerazione lo step dell’allontanamento dei denti devitalizzati. Senza fare ciò non è pensabile di iniziare a raccogliere i risultati di terapie di supporto, e addirittura in alcuni casi è stata la sola contromisura che ha prodotto in poco tempo una guarigione totale dei pazienti”. [da: Cheney P., seminario 7- 5- 1998 della National CFIDS Foundation] tendenza a coagulazione eccessiva: “Una tendenza a coagulazione eccessiva è molto comune (80%) in pazienti con osteiti croniche di origine dentale: quando l'embolia infettiva colpisce il pericardio abbiamo pericardite, se colpisce le valvole cardiache abbiamo endocardite, il muscolo cardiaco, miocardite, se colpisce i muscoli scheletrali abbiamo miosite, i legamenti tendinei, abbiamo fibrosite, le bursae sinoviali, abbiamo borsite o tenosinovite, se colpisce i legamenti abbiamo artrite, i nervi e i gangli nervosi, abbiamo nevrite, il cervello, abbiamo cerebrite, la copertura del cervello, abbiamo meningite”. Fischer continua spiegando gli effetti a distanza delle infezioni e osteiti dentali sulle ulcere gastriche e duodenali, colecistiti, cisti, polmoniti, bronchiti, reumatismi, asma, pleuriti, nefriti, iper- e ipo- tiroiditi, herpes, iriti, sclerosi multipla, alcune patologie della pelle, diabete, emicranie, ipertensione ed altro. Egli riporta casi clinici e prove di laboratorio, esami, incluse fotografie dei denti devitalizzati coinvolti sezionati. [da: Martin H. Fischer, “Death and Dentistry”]
infezioni dentali che causano epilessia – Stortebecker P., “Dental infections as a cause of Nervous disorders. Epilpsy – Schizophrenia – Multiple Sclerosis – Brain Cancer. Additional notes on Myasthenia gravis – High blood pressure”, Stockholm: Stortebecker Foundation for Research, 1982; pp235, ISBN 91-86034-03-0)
“Tutti i pazienti con sintomi neurologici dovrebbero essere indirizzati ad esperti nella valutazione di focus infettivi di basso grado di origine dentale. E’ ben noto infatti che, se presenti nelle mascelle, le tossine microbiche di infezioni dentali diffondono al cervello lungo i percorsi venosi e i nervi cranici. Su un totale di 60 pazienti con epilessia tarda (senza precedenti prima dell’età adulta) in ben 51 casi (85%) abbiamo potuto individuare foci infettivi dentali cronici. Le estrazioni dei denti coinvolti e successiva chirurgia dell’alveolo hanno portato sempre alla guarigione totale dei problemi di epilessia. I pazienti avevano cioè smesso di prendere farmaci anti-epilettici e la guarigione era stabile secondo un follow-up fino a tre anni. In alcuni pazienti gravi attività epilettiogene misurate all’EEG scomparvero immediatamente con l’estrazione di denti coinvolti. In altri casi il miglioramento è stato graduale ed è anch’esso documentato con monitoraggio degli EEG”.
il momento critico dell'estrazione del dente marcio 23
Nel momento in cui si fa l’estrazione secondo protocollo di un dente infetto, l’organismo se la può vedere brutta perché: 1. l’organismo inizia tutta una reazione infiammatoria atta a ripristinare la ferita chirurgica; 2. il dentista ha raschiato e fresato l’alveolo, e quindi ha liberato in circolo lo strato di tossine che si erano depositate nel corso di anni intorno al dente coinvolto; 3. le aree degenerate che sono un po’ in tutta la mandibola fino ad allora erano state cronicamente ben perimetrate, mentre con le operazioni sull’osso c’è una specie di terremoto che facilita una parziale fuga di materiale tossico dalle perimetrazioni. Il sistema di regolazione di base era già oberato e questa operazione chirurgica lo inonda di nuovo lavoro dal carattere peraltro “urgente”. I più svariati tipi di reazioni vengono raccontati: accentuazione dei precedenti disturbi localizzati (artrite, nodulo al seno, etc.), accentuazione dei vari disturbi generalizzati, febbri alte, fiato pesante, etc. etc. Questo disagio, un rimbalzo negativo dovuto al fatto che una dose acuta di tossicità deve essere gestita, si attenua progressivamente fino alla terza-quarta settimana. Se uno deve ripetere questa operazione (di estrazione di un dente devitalizzato) più volte a distanza di uno o due mesi, l’organismo va incontro a tante piccole crisi che vengono superate ogni volta a fatica. Per questo Huggins si è rivolto alla tecnica della “sedazione cosciente”, che evita lo stress dell’anestesia locale sulla mandibola e che gli permette di fare tutte le estrazioni e bonifiche delle osteiti nella stessa seduta: uno stress solo (coadiuvato da endovena di vitamina C, massaggi, preparazione dell’intestino, etc.) invece di 7 o 8 eventi spalmati nel corso di un anno. Il principio è questo: se uno estrae un dente e il sistema di regolazione di base non è all’altezza e ha davanti ancora tanti focus osteitici, la convalescenza può essere più lunga del previsto e la cicatrizzazione non ideale. Scrive Rau: “Le zavorre più importanti oggi per le guarigioni in questi nostri tempi sono i focus dentali (le tossine a basse dosi, ,a soprattutto la zona di ipopolarizzazione che le perimetra nell’osso) e le disbiosi intestinali (con il loro carico entero-tossico)”. Sono zavorre, aggiunge Rau, perché saturano bloccandolo il sistema di regolazione di base. Un esempio di come il sistema di regolazione di base possa essere “liberato” è quando una persona si frattura un osso e dovrebbe essere operata: invece fa un digiuno completo o parziale e guarisce da sé, avendo permesso l'attivazione di programmi genetici più incisivi di difesa (che non sarebbero stati possibili se il sistema di regolazione di base fosse stato oberato dai normali compiti di digestione dei normali alimenti solidi). 12 ore di disintossicazione e 12 ore di rigenerazione, giorno e notte, si alternano tutti i giorni; ma le capacità e l'efficacia di questo scudo nell’organismo possono variare grandemente a secondo del suo regime alimentare. L’alimentazione in cui si cuociono cereali, legumi e prodotti animali ci lascia nella normalità (che in realtà è uno scivolo verso patologie croniche degenerative), ma lo scudo di cui abbiamo detto è molto ridotto. Grazie al regime alimentare della nostra normalità, memorie sbagliate tengono a stamparsi un po’ dovunque nel corpo (perché il sistema di regolazione è troppo occupato con la digestione), col tempo crescono e vengono seppellite e non saranno mai dissotterrate. Uno scudo di disintossicazione e rigenerazione ridotto al lumicino dal nostro regime alimentare è il padre di tutti questi cimiteri nell’organismo. Numerosi autori hanno evidenziato che laddove, tra le popolazioni di Asia, Sud America e Africa, le derrate di massa dell'alimentazione moderna non erano ancora arrivate, la maggior parte delle persone conservavano ossa fortissime di cui noi “civilizzati” non ci ricordiamo più. D’altro canto varie popolazioni che sono diventate quasi all'improvviso grandi consumatrici di farinacei, caseari e latte pastorizzato hanno triplicato l'incidenza di osteoporosi [Ho 1999, Schwartz 1999, Rowe 1993, Barss 1985, Memon 1998, Smith 1966, Abelow 1992], mentre man mano che la civilizzazione aumentava l'osteoporosi dilagava ulteriormente [Lippuner 1997, Lips 1997, Parkkari 1996, Nydegger 1991, Van Hemert 1990, Versluis 1999, Lau 1993, Fujita 1992]. Cioè più peggiora l’alimentazione e più viene erosa nell’organismo la funzione di ripristinare sé stesso. Se uno ha un febbrone esagerato dopo l’estrazione del dente e smette di consumare cibo solido, vede che può tollerare la febbre molto meglio e che anzi la febbre rapidamente si dilegua. Ha tratto così vantaggio da quello che abbiamo appena enunciato, infatti ha liberato per quanto gli era possibile le risorse del sistema di regolazione di base che erano ostaggio delle sue abitudini alimentari. Scrive Miclavez: “Anche dopo interventi chirurgici dentali, se si è lavorato in modo pulito, e il paziente si è preparato come gli abbiamo consigliato, l’antibiotico è inutile. Ovviamente se il paziente non collabora e pensa che il problema sia solo dentale e del dentista (e non di tutto l’organismo che reagisce), se non altro per motivi forensici è necessario proteggersi dando ciò che tutti danno in caso di infezioni: antibiotici). Comunque mi ricordo solo un caso io in cui ho dovuto dare antibiotici”.
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Per anni silenziosamente l'organismo ha cercato di ridurre i danni e sopportare il dente devitalizzato in putrefazione operando un sistema di contenimento intorno ad esso, quindi man mano che dalla mandibola ci avviciniamo al dente incriminato ci saranno degli strati sempre più concentrati di proteine e tioeteri tossici prodotti dal metabolismo dei microrganismi dell'infezione all'interno del dente o sull'osteite. Vedete bene che questo è proprio il sito che il dentista va a raschiare dopo l'estrazione del dente. Il cloruro di magnesio è stato usato da numerosi autori letteralmente al posto dell'antibiotico. L'infezione ha vita facile quando si è raggiunto un livello di impoverimento di magnesio nelle cellule fagocitanti [McCoy 1987]. Da Delbet a Durlach tanti hanno effettuato studi che dimostrano ineguagliabili aumenti delle difese immunitarie cellulari che derivano dalla somministrazione di cloruro di magnesio. Il meccanismo coinvolto in queste guarigioni è un'esaltazione, magnesio-dipendente, della chimica dei macrofagi [Kubena 1989 e 1990]. Questo potere antibiotico è stato confermato da studi veterinari di Kuck, Delbet, Neveu, Favier, Stankiewicz, Nicholson. [1968] lo ha usato con ottimi risultati nelle tonsilliti e nelle faringiti, nella raucedine, nel raffreddore comune, nell'influenza, nelle bronchiti, nelle broncopolmoniti, nelle malattie "dei bambini". I risultati spettacolari del cloruro di magnesio in malattie terribili come la difterite e la poliomielite furono replicati a metà secolo ventesimo da numerosi autori: praticamente si otteneva il 100% di guarigioni senza lasciare alcuno dei danni tipici di quelle malattie infettive (se il trattamento con cloruro di magnesio veniva iniziato tempestivamente). Citiamo Raul Vergini [1994]: "Nell'influenza i risultati del cloruro di magnesio sono spettacolari; ho seguito numerosi casi perfettamente guariti in 12, 24 o 48 ore senza utilizzare nessun altra terapia”. Scrive Cristea [2003]: “Due pazienti con brividi, febbre, mal di testa, dolori articolari e tachicardia, VES alterata, erano stati trattati inutilmente con antibiotici per risolvere la possibile causa identificata nella positività alla Borrelia. Avendo identificato in entrambi uno stato di carenza di magnesio, fu iniziata la somministrazione di magnesio che in entrambi portò ad un immediato beneficio clinico che si mantenne nel tempo con la somministrazione di magnesio, l'esame rilevò la negativizzazione della presenza di Borrelia e la VES e gli altri valori di laboratorio precedentemente alterati si normalizzarono. Ne concludiamo che l'uso di supplementi di magnesio abbia rappresentato un fattore immunostimolante, ovvero che la carenza di magnesio precedentemente rappresentava la causa di una ridotta risposta immunitaria alla Borrelia”. Vale la pena di menzionare, a favore di chi vuole rifornirsi di minerali per combattere l'infezione in modo naturale, i brodi di verdure, le alghe, l’aloe, il rejuvelac (pressa di erba di grano), etc. .. Per le febbri funzionano come il cloruro di magnesio: riforniscono di minerali i macrofagi esauriti dal protrarsi della situazione infettiva e favoriscono il rafforzamento delle ghiandole surrenali e l'equilibrio del sistema endocrino tutto. Infine apro una pagina (forse è eccessivo che la tratti qui) che dimostra che la resistenza ai virus si riduce a causa di sovraccarichi metabolici e tossici pertinenti al sangue. Alcune osservazioni e ricerche di una settantina di anni fa misero in risalto che l'attecchimento e i casi gravi di poliovirus nell'uomo erano un fatto metabolico: laddove farinacei e zucchero bianco abbondavano, lì c'erano casi di attacchi gravi del polio, ma non nella popolazione che non si abbandonava ad eccessi alimentari in tal senso [Zia 1930, Sandler 1938, McCormick 1941]. Sandler [1941] sapeva cosa cercare e volle dimostrare scientificamente che il controllo insulinico nel sangue costituiva una barriera contro l'attecchimento del poliovirus. A quel tempo era già noto che i soli animali che potevano contrarre la polio con l'inoculazione sperimentale del virus erano le scimmie. Tutti gli altri animali di laboratorio erano completamente resistenti al poliovirus. Il coniglio era uno di questi animali resistenti. È noto che i livelli del glucosio nel sangue delle scimmie possono facilmente scendere fino 50 mg., mentre per i conigli non sono mai osservati livelli sotto i 100 mg. Per verificare che la resistenza dei conigli al poliovirus era dovuta a ciò non restava al dr Sandler che abbassare il glucosio del sangue a valori subnormali con iniezioni di insulina e quindi inoculare il coniglio con il poliovirus. Questo fu fatto e fu trovato che i conigli sviluppavano l'infezione e la malattia. I dettagli di questi esperimenti furono pubblicati sul American Journal of Pathology, nel gennaio 1941. Alcuni conigli mostrarono i segni dell'infezione da 8 a 10 ore dopo l'inoculazione. I conigli sono anche resistenti ad inoculazioni del virus del cimurro dei cani. Uno dei più importanti centri di ricerca del mondo stava conducendo esperimenti proprio su questo negli anni '40. Sandler informò i suoi colleghi ricercatori dei suoi risultati e li invitò ad inoculare il virus del cimurro nei conigli dopo aver abbassato il glucosio del sangue con insulina. Così essi fecero e per la prima volta al mondo un coniglio sviluppò la malattia del cimurro canino. Fino ad allora nessun tentativo di far attecchire il poliovirus era mai riuscito in conigli (che notoriamente mantengono sempre la glicemia sopra i 100 mg/l), mentre i soli animali che potevano contrarre la polio con l'inoculazione sperimentale del virus erano le scimmie (i cui livelli possono facilmente scendere sotto i 50 mg/l). Sandler scrive: “I casi di infezioni che progrediscono rapidamente fino a paralisi completa e morte sono quelli in cui c'era stato un abbassamento notevole e prolungato dei livelli di glucosio del sangue. I casi in cui l'animale invece si è 25
ripreso dall'infezione sono stati quelli in cui un abbassamento moderato di glucosio del sangue aveva avuto una breve durata e così solo piccole quantità del virus avevano raggiunto il sistema nervoso centrale, causando una qualche infiammazione ma non la paralisi. In questi casi abortiti l'organismo poté ripristinare i normali livelli di glucosio velocemente così da prevenire una invasione significativa del virus e quindi anche danni alle cellule del sistema nervoso". Ecco la risposta del Dr. Sandler al dilemma della contaminazione e dei casi gravi invece che lievi. Il sangue normalmente è una barriera, un livello di difesa. Poi la somma degli elementi stressori sul controllo glicemico (alimentazione sbagliata, tossicità, infezione acuta, mercurio, raschiamento osseo, ...) aumenta fino al valore soglia in cui il sangue traghetta i virus in giro.
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