De Andre spartiti
March 10, 2017 | Author: Daniele Valcarenghi | Category: N/A
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Tutti gli spartiti di De Andre...
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EIENCODEUEMUSICHE PUBBUCATE
Viadellapavertà-t Grlo /vlartella ritorna dallo battogtjodj paitiers- 2 Ceardie- 3 Ln ballotodell'eroe- s L' bollaa del lúichè - ó In conzane dell'omorepeduto-7 Lr conzone di lúorinea - 8 Lt citto vecchia- 9 La guerra di Piero- p Lnconzone di Borbaro- n -D Preghierc in Gennaio Baccodi roso B 6trot ndo- E La balloîndegl inpjccatj - É Leggendo di Natole - p 6nnco dei dragoti- E
ìAoria nello bottegsdi un fotegname- E
Un giudice- 32 Un blasfena- B Un molotadi cuare- 31
tt suanatore Janes-38
yeronnaa chiedenidel nos?a omare-46 Nello nio oro di libedà - t7 le Pdssonù- 4s Morire per delle idee- 4s )ceono- 50 Canzaneper l'estote- g Dolceluno - 52 Lo cottivostiodo - 53 Ani@ frogile - 5q Ciugno'73 - 5s Rìr|'ini- só Cododi lupo -58
Ln buonanavello-z 1lrittrno di Ciuswe -22 l1sagnadi Morio - 23
Tre nodri - 27 l1 testtxmentodi Tita - 2A Laudotehominem- 29
Conzonedel Moggia- 40 Lo bombain testo - 4 Al bollanoscheroto- 42 Sognonumerodue- 13 Canzonedelpadre- 44
Temodi Rirr,ini- 60 SaIy - ót Zhichiltoggja- ó2 Parlondodel noufrogo ,lello ,,LondonVolour" - 63 -& Fóloghe Quelloche nonho - é,5 Gnto del servopostore- óó FiumeSondCreek- at Hotel Suprcrr'onte- 68 Seti ugliosseraa pezzetri- 70 Creuzade mai-n Sidun- 74 -A SinònCapudànPascià pittima A 7ó Dó me rivo-n
E2!8"ríi:,el'f, lf/î!!:::ie;tflìà?:5itl
CnrloMortello ntorna dolloBatwglio di Poitrers ;l
F.DEANDRE Ballata (Moderato)
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Car - Io tor-na-radal-la gucrraj lo accoeli€ld 5ua ter-ra crn-gcndo-to
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RIT. OBAL.
;>Re Carlo tornava drlJa guerra, ìu rcroelie lr sua teira ci.sendolo d alor. Al $l deUa calda piim,vera Iabprgsia ì armaturd del Sire vinc,ror II sanguedel Principe e del Moro aÍ6sa.o il ciúiero dj identico color ma piir che del corpo le ferile ,la Carlo son sentire le blimosie d'amor Sc ansia di gloria, sere ed onore spesne la gùe.ra .l vìncìto.e, un rom_nlo per f/r. ÌlTore Cli poì inpone alla sposa soale d i c a s r ì r àl . c i n f u . a , a h i m è , è s r a l e , i. bàrt,elia può corere il rischio di p€rder I la chtave C o s ì s i l a m e n r ai l R e Ù i s r i a D o , s inchina rnrorno iì grano,glì son coronaj fior. Lo spr.chio di chiara fontanella rifìctre fìero in srllr' dei Mori ìl rl!citoi Q , , r r d ' e c c cn e l Ì a c q u as r . . r m P o n e , úirubile visio.e, il \inbolo d.mor, rel folto di lunehr tc.ce bionde ,l seno si confonde rsrúdo rn pie.o sol. Nfai non f! visra cosapiù beÌla, ùaj io non colsi siffattr pulzelìa" drse il Re Carlo scendendo velo.e di sela non vi accostate, " D e h l C a l a l i e r e quel chc ce.care, rLà d alîri è saudio !d altra piìr facile fonte la setc calm.re ,
St,rprcso da un diie n deciso, s e n r e n d o sdi e r i s o ,R c C . r l o s a ù e s r ò . N{a oiii dcìlo.or porè il dìsrùno, frtncnte, lelmo bruno, il Sìte si levò. (ìodesta era I'arma sua segreta, da Carlo spessousar, in sr.n difiicoità, a l l a . l o n n a a p p a r v eu n g r a n n a s o n e , un volto da caprone, ma era Sua Maestà. Se voi non foste il mio Sovtano, "Carlo si dila rl pesantespadoneron c.l.rc; rl desio di flssin; lonrano Mi poiché siere il mìo Signote, Crflo si toslie I inre.o sabbione debh,) .ÒúceCermispo.sliaad ogni pudore " C a v a l i e r el u i e f a a s s , i v a l e r t e coprì cd ar r- rr cu.t frang{nr-donJre í e giùnto aìla fin della rrnzone, i n c e r i o s u l Ìa r c i o n er e n t ò d ì r i s a Ì i r . Veloce lo drpio.d la pul,ella r e È e n Ì eu, n r p a r c e ì l ap, r e s e n t aa l s u o S i g n o t . D e h l P r o p . i o p e r c h év o i s j e r e ì l S ì r e Ian c;Dquemila lir., è un p.ezzo di favot ' possibile, oh porco di un cane, " È mai che le awenture in codesto reame debban r;solversi rurr€ con srandi putîane Aache sul prezzo cè poi da údiie, ben mi ficordo che pria di panìre, v'eran rariffc inferiori allc trcmila lire '. Ciò detto .8ì da sran cialtrone, con balzo da leone in sella si lanciò frusrando il cavallo come un ciùco rra i slicini . il sambuco ii Re si dilcg!ò Rc Carlo tornava dalls gùeúa, 1lccogiic le sua tcr.r cinse'dolo dalior AÌ sol dclle crlda primlvèr. hDpetti. l'armiturr dcl Sír€ vincitor
,---
Viadellopovertn
4
( D E S O L A T T ORNO W) Testooriginolee Musicodi
Testoitolronodi
BobDYLAN
- F,DEGREGOR/ DEANDRE
II Sa
Moderato
I Re
- l o - n e di bel- lez - za in fon-doal
pto-va a
chie-de- re
di ma- l'i -
èaf-fol - la - tis- si- mo-
vi' co - lo
ri ri-spon-de
u-no cheo-re
Rc
- rà"non I'ho sa-pu - to mai.,,-
Le car-to - li - ne
del-l'im-pic-ca - gio-ne
so-no ln
Re
ven-di-ta
a
- z r o -n e
forze
il com-mis - sa-rio
cen-to li-re
per un
del-l'or-di - ne
leg-ge
sfor - tu-na
cer-ea-no qual-eo-sa chenon va
lr-
Sol
io
die- tro la sta -
men-tre
Re
e lamia si-gno-ra ci af - fac - cia-mo sta s e - r a
Edizioni Musicali RADIO RECORD, Editori per l'Italia. Tutti i diritti sono riservati.
R.R.R., s.nl., Vir 86cbct,
2 - 20121 MILANO. MLR 2
vi - a del-la Po-ver -
copyrighr€) 1965 by M. WITMARK & SONS,N. y. Pubblicatoia Italia nel 1925.
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ll Salone di bellezza in fondo al vicolo è affollatissimodi marinai prova a chiedere a uno che ore sono e t i r i s p o n d e r à. n o n l ' h o s a p u t o m a i " . L e c a r t o l i n ed e l l ' i m p i c c a g i o n e sono in vendita a cento lire I'una il commissariocieco dietro la stazione p e r u n i n d i z i ot i l e g g e l a s f o r t u n a e le forze dell'ordine irrequiete ceroano qualcosa che non va mentre io e la mia signora ci affacciamostasera su via della Povertà. Cenerentolasembra così facile ogni volta che sorride ti cattura ricorda proprio Bette Davis ìon le mani appoggiate alla cintura. Arriva Romeo trafelato e le grida " il mio amore sei tu " m a q u a l c u n og l i d i c e d i a n d a r v i a e di non riprovarcipiù e l'unico suono che rimane quando I'ambulanzase ne va è Cenerentolache spazza la strada in via della Povertà. Mentre I'alba sta uccidendo la luna e le stelle si son quasi nascoste la signora che legge la fortuna se n'è andata in compagnia delt'oste. Ad eccezione di Abele e di Caino tutti quanti sono andati a far l'amore aspettando che venga la pioggia ad annacquarela gioia ed il dolore e il Buon Samaritano sta affilando la sua pieta se ne andra al Carnevalestasera in via della Poverta. | 3 Re Magi sono disperati Gesù Bambino è diventato vecchio e Mister Hyde piange sconcertato vedendo Jeckyll che ride nello specchio. Ofelia è dietro la finestra mai nessuno le ha detto che è bella a soli 22 anni è gia una vecchia zitella la sua morte sarà molto romantica trasformandosiin oro se ne andrà per adesso cammina avanti e indietro in via della Poverta.
Einstein travestitoda ubriacone ha nascosto i suoi appunti in un baule è passato di qui un'ora fa diretto verso l'ultima Thule, sembrava così timido e impaurito q u a n d o h a c h i e s t od i f e r m a r s iu n p o ' q u i ma poi ha cominciato a fumare e a recitare I'A B C ed a vederlo tu non lo diresti mai ma efa famoso qualche tempo fa per suonare il violino elettronico in via della Povertà. Ci si prepara per la grande festa c'è qualcuno che comincia ad aver sete i l f a n t a s m ad e l l ' o p e r a si è vestito in abiti da prete, sta ingozzandoa viva forza Casanova p e r p u n i r l od e l l a s u a s e n s u a l i t à l o u c c i d e r à p a r l a n d o g l id ' a m o r e dopo averlo avvelenatodi pietà e mentre il fantasma grida lÍe ragazzesi son spogliate già Casanovasta per essere violentato in via della Povertà. E bravo Nettuno mattacchione il Titanic sta affondando nell'aurora nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati e i l c a p i t a n oQ r i d a " c e n e s t a n n o a n c o r a ; , e Ezra Pound e Thomas Eliot fanno a pugni nella torre di comando i suonatori di calipso ridono di loro mentre il cielo si sta allontanando e affacciati alle loro finestre nel mare tutti pescano mimose e lillà e nessuno deve più preoccuparsi di via della Povertà. A mezzanottein punto i poliziotti fanno il loro solito lavoro metton le manette intorno ai polsi a quelliche ne sanno più di loro, i prigionierivengon trascinati su un calvario improwisato li vicino e il caporale Adolfo li ha awisati che passerannotutti dal camino e il vento ride forte e nessuno riuscirà a ingannareil suo destino in via della Poverta. La tua lettera l'ho avuta proprio ieri mi racconti tutto quel che fai ma non essere ridicola non chiedermi " come stai D. questa gente di cui mi vai parlando è gente come tutti noi non mi sembra che siano mostri non mi sembra che siano eroi e non mandarmi ancora tua notizie nessuno ti risponderà se insisti a spedirmi le tue lettere da via della Povertà.
>. 6eondie E DEANDRE
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1. Mentre atcaversavo london Btidgc un giorDo senzr solc vidi ùna donnà piangcr d'amore, piansevaper il suo Geordie. Geordiecon una cordad'oro, Dorza: Impiccheranno è un privilesio iaro. Rubò sti cerví nel parco del re vendendoliper denaro. 2. Uorzo Sellareil suo cavqllo dalla bianca criniera sellarele il suo pony cavalcheràfino a Londra stasera ad imp)orareper Geordie. Donn4. Canéie non rubò mzi neppureper me
Uoao:
Rubò sei cervi n€I parco deÌ re v€ndendoli pe. denaro. ). lntieae Salvarele sue labbm, salvaleil suo sorriso. -nqn ha vent'anni snco.a cadrà I rnvernoanchesopra il suo viso. Ilomo: ponete inpiccarlo allora. Nè il cloré desli inglesi nè Io sccttm del re Geordie potran srlvare, anche se Piangerannocori tc la legse non prò cambiare. Pet li"iîe: Idena Cosi lo impicchcranno con una cotdr d'óro, è un pdvilegio raro. Rubò sci cervi nel parco dd rc Uozo, vcodcndoli pct dcnaro.
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c h e s e n e f r e - g a { t e l t sd e - c € n . r a , ! n a t - t e - s t s - t o r t r o c n c n t -
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con tanti au-gu-ri perchiq)èca.du-to di conse.-
Í1 si? Dor Mim - v a r s i f È l i - c e e c o r - n u - i o , c o ni a n t i s , u - g ì r - rpi € . c h i c ' è c a - d u - i o r l i c o n s e r - v a r s i f e l i - c e e c o r '
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-. sJato: 2'Stta!.: So.ella Mone. i,s.iam, il rchpo Q,:.do h ùÒiie ni chianerà :.-e. qualcùno por€$€rà, di rer.nnlrc ,l :3;ú ,ver leùo nel rerancnlo lascramiil renpo dj saluìare. cne sli lasclò i! ercdirà dj .iveri.e, di rn8razjare, ;j.l \.r maÌednemi non serve a nienre ÌuÌrì s| aftclici del si.oro.dÒ 'r..ó all'inierno ci sàrò inrornó ,l letÌo dr ùn lnorb.ndo 8ià. : ?::.tn.llo Ì RitonèllÒ. .1: p.or.rrorj delle r batron€, S'g.or Becchinomi .s.olri un pùo &1o rn ,mpresoda r,8lóniere rl suo laloro a tuÌìr non pia.e, non 10 .onrdùan lanÌo Dn bel gido r.:chè prove(i .d loro m$iÈie f,irlrtro edo(3 la pÒFn,zio.e co.rnr di tera chi riposa i. pa.e .C q:: !:ne di seiiùana ed è peÌ qùesro che io mi .noro ,or.r .z .endiù di u.a i purara ,, nel consegnarleÌa va.s! J.ro ,t| o8:r ijne d, serimana ed è per querÒ che io b, oro.o .pri :2 rcidrr, di u,a ( pùù,na , rel consesnarlela varya d orc !'q,D :{kÈ a Blanùnria, P:. qúrlù ùndida, u;.hi, Cu",",," .À. < i. ar.sa dclÌa dsenz.. .irr ron ii oùove più dal mr. terro è1 rr:6:r:0 di beneneretua pef €snrparmi li.sana promesa .L .l .2hmonro le splanr lr !Ja, di rs€rvarlè r rn,Éi runeri at to(o, 6:.:r.JB'Jri .tr chi cè c.dulo .ó! vedol.ra dl aod.r fh idaindì í.iic e cornuró. per rlferirsl,rLi rurr sbagliaii, a rt l.
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-!rao.k \porde del mo rotenre ,rd,ro.he:.en.lanù -ó. pru r.:da eri der sot!:! 2or:aù rn bB(jó dalla c.reib,, Li:: drcer ed Ùa dineerno .:.ùÈ sr alùj, vùso I,jnleho .one chi deve. :.ti.:b ! spùra in facciah nevc F.eL.
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- Falegname col martello perchè fai den den? con la pialla su quel legno perchè îai fren fren? costruisci le stampelle per chi in guerra an'dò? dalla Nubia sulle mani a casa ritornò? -
Marta. - An'e piaghe, alle ferite che sul legno'fai, falegname su quei tagli manca il sangue, ormai, perchè spieghino da soli, con le loro voci. quali volti sbiancheranno sopra le ttle croci. -
Il Falegnnme: - Mio rna,rtello non colpisce, pial.la mia non taglia per foggiare gambe nuove a chi le offrì in battaglia, ma tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a dis:ertare. -
ll Falegname: - Questi ceppi che han portato perchè iI mio sudore li trasformi nell'immagine di tre dolori, vedran lacrime di Dimaco (2) e di Tito (2) aI ciglio il più grande che tu guardi abbraccerà tuo figlio. -
.-- Alle tempie addormentate di questa città pulsa il cuore d'un martello, quando smetterà? Falegname, su quel legno, quanti co\>i ormai, quanto ancora con la pialla 1o assottiglierai? -
La gente: - Dalla strada alla montagna sale il tuo den den og:ti valle di Giordania impara il tuo fren fren; qualche gruppo di dolore muove il passo inquieto, altri aspettan di far bere a quelle seti aceto. -
(,\ i nomi d,ei lailroni
uariano da oangelo a wngelo 1Di,maco, &ito, Diuna,
Geata). Tito è il ladrone àuqo
,ra aangel,o arabo ilell'infanzia.
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sù-ra-noagoc-ceil
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fe-ga-to in ma-no, i f---J-
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ran-to- ti d'unciar-la r--T-1 r---3l---]
I D.
- Poterti srnembrare coi denti e le mani, sapere i tuoi occhi bevuti dai cani, di morire in croce puoi essere grato a un brav'uomo di nome Pilato. Ben più della morte che oggi ti vuole, t'uocide iI veleno 'di queste parole: le voci dei padri di quei neonati, da Erode, per te, trucidati, Nel lugubrè scherno degli abiti nuovi misurano a gocce il dolore che provi; trent'anni hanno atteso col fegato in mano, i rantoli d'un ciarlatano.
Han volti distesi, già inclini al per'dono, ormai che han veduto il tuo sangue di uomo fregiarti le membra di rivoli viola, incapace di nuocere ancora. Il potere vestito d'umana sembianza, ormai.ti considera morto abbastanza e già volge lo sguardo a spiar Ie intenzioni degli umili, degli straccioni. Ma gli occhi dei poveri piangono altrove, non sono venuti a esibire un dolore che alla via della croce ha proibito I'ingresso a chi ti ama come se stesso,
Si muovono curve le vedove in testa, per loro non è un pomeriggio di festa; éi serran le vesti sugli occhi e sul cuore ma filtra dai veli il dolore: fedeli urniliate da un credo inurnano che le volle schiave già prima di Abramo, con riconoscenza ora soffron la pena di chi pendonò a Maddalena, di chi con un gesto soltanto fraterno una nuova indulgenza insegnò al padreterno, e guar'dano in alto, trafitti dal sole, gli spasimi d'un redentore.
Son pallidi al volto, scavati al torace, non hanno la faccia di chi si compiace dei gesti che ormai ti propone il'dolore, eppure hanno un posto d'onore, Non ha'nno negli occhi scintille di pena. non sono stupiti a vederti la schiena piegata dal legno che a stento tramini, eppure ti stanno vicini. Perdonali se non ti lasciano solo, se sanno morir sulla croce anche loro, a piangerli sotto non han che le madri, in'fondo. son solo due ladri.
Confusi alla folla ti seguono muti, sgomenti al pensiero che tu li saluti: - A redimere iI mondo - gli serve pensaJe, il tuo sangue può certo bastare. La semineranno p€r mare e Per terra tra boschi e città la tua buona novella, ma questo domani, con fede migliore, stasera è piti lorte il ter'rore. Nessuno di loro ti grida un addio per esser scoperto cugino di Dio: Èli apostoli han chiuso le gole alla voce, fratello che sanguini in croce.
4
Tremadri
67
Testoe Musicodi
E DEANDRE Madreddfilo,X
Moderato mosso
Ti - to, non sei
27 ma
Cè chi
muo
Mad,re d.i,Dima,co:
nel dir-ti ad - di
I
-gho - ri
fu t\- o
pa - dre,
rna più di
so-lo
nel ter-zo
un pot più
Yir Eercbct, 2 - 2}f2l
gior - no,
for - te,
te
llm-ma-gi
il fi-glio
muo- re
tua
ma - dre.
Le dila mad,ri: Controp-pe
-ne
tu - o
ri - sor-ge-rà
sai che al-la
fa-rà ri -tor - no:
piìr dal-la
la-scia noi
mor - te.
MILANO. Copyright O 19?1 br EI)ITOII
ASfAll
Mad,red,i Gesù: Pian-go di.
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ciò chemiè tol
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le brac-cia ma
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vol - to,
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che vi-vean-co - ra,
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Cod,a
CODA
771 , l-,
LamG
Madre di Tito: - Tito, non sei figlio di Dio, ma c'è chi muore nel dirti addio. Madre di Dimaco: - Dimaco, ignori chi fu tuo padre, ma più di te muore tua madre. Le due madrí: - Con troppe lacrime piangi, Maria, solo I'immagine di un'agonia: sai che alla vita, nel terzo giorno, il figlio tuo farà ritorno: lascia noi piangere, un po' più forte, chi no,n risorgerà più dalla morte. -
1if ,3,
-tJ-f 7 -LÍ tf €t3'-=
Madre di. Gesit.: - Piango di lui ciò cher mi è tolto, le bnaccia magre, la fronte, il voito, ogni sua vita che vive ancora, che vedo E)egnersi ora p€r ora. Figlio nel sangue, figlio nel cuore, e chi ti chiarna - nostro Signore -, nella fatica del tuo sorriso cerca un ritaglio 'd.i Paradiso. Per me sei figlio, vita morente, ti portò cieco questo mio ventre, come nel grembo, e adesso in croce, ti chiam,a amore ouesta mia voce. Non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio. -
il testsmento di Tf:o
59
Testoe Muslcodl
E DEANDRE Liberamente l V o na - o r a - i a l , - k o D i - o
al,-lîn -/w - ri
r.----3--l
di
me,
spes- so mi ha fat - to
pen - sa - re:
r___5_1
28 I di-ver-se
ve- nu-te
r. --"-r
non mihan-no fat-to
del r -r--l
lllon no-ni-na-re
ma - le.
no -me;
stsn- co. for-se
s...1., Vir
di - ce-vancheinfon-cro "-o,,-su.-r".o'K?
Cre- dc-va-noaunal-tro
í1, no-rne dd Dù- o, ' r-sq
-dei la mia pe-nae il suo
rircúati
dal-l'est
Bcrchct.2
di - ver-so da t e e
non no-mi-nat4o I n - o a - n o .
r---?-----]
for-se e-ra stan-co, for-se troplo f---F-r f-----9------l
lon-ta-no,
yt"!::;I:,-T"o::-o,",-"o
da te e
ma - le.
non mi han-no fat- to del --F--1 r---"--1
Con un col-tel-lo pian-ta-to
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oc-cu-pa-to, e non a- sc,ol-tò il mio do - lo - re.
dav - ve - ro lo no-mi-na - i
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Ir.s.s.4.5.6.2.lte.
in-va-no.
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zUIZI MILANO,
coPyrisht €) 197r by EDrTolI
Amr.n
Liberamerúe
-des-so che vie-ae
la
s€ -re ed il
bu-io
to-glie il do - lo-re
mi
a là
del-le
du-ne
m*itre, io pro-vo
a vio-len-ta - rc al-tre
do - lo - re.
aot - ti:
da-gli oc-chi
tempo io. nel
ve-de-re
Nel-la pie-tà chc non ce-deal ran-S.r$r i-;-ì
i--Ì
i--j
Tito Non aarai, altro Dio all'infuori ili rne, spesso mi ha fatto perìsare: genti diverse venute dall'est dicevan che in fond.o era uguale. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro díverso da te e non mi hanno fatto del male.
.o
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sci -vo -lail
- sduo-mo'che muo-re,
na-drer ùo í*pa-ra,
so-le al di
to
Lb-nu-rc.
t--l---l
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N-op,cornrnettere atti che non stano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che I'ami così sarai uomo di fede: poi la voglia svanisce e il figlio rirnane e tanti ne uccide 'la fame. Io, forse, ho confuso il piacère e I'amore: ma non ho creato dolore. Il settimo dice non arnrnazzare se del cielo vuoi essere degno. Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata àel legno: guardate la fine di quel nazareno. e un ladro non muor-e di meno. Guardate la fine di quel nazareno, e un ladro.non muore di meno.
Non nominare il nsrtue d.i Dio, non nornínnrlo ínoano. Con un coltello pianta,to nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stancq forse troppo occupato, e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero 1o nominai invano
Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere url uomo. Lo sanno a memoria il diritto divino. e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore.
Onora ll WCIre, onora la rnod,re e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perchè le chiedevi un boceone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Rborila ihi santificore le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che rigurgitan salmi di schiavi e dei.loro padroni senza fnire legati agli altari sgozzati cpme animali. Senza fnire tregati agli altari sgozzati come animau.
Non èIesiilerare La roba degli altri non ilesideyarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d'amore non ho-provato dolore, L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita.
Il quinto dice aor ileoí rubarc e forse io I'ho rispettato vuotando, in silenziro, le tasche già gonfie di.quelli che avevan nrbato: ma io, senza legge, nrbsi in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio.
Ma adesso che viene la sera ed iI buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di Ià delle dune a violentare altre notti: io, nel vedere questJuomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancote, madre, ho imparato I'arrlore. -
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Laudate hominem Testoe Musicodl
E DEANDRE Molto moderato Il po-
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MorireFerdelleidee
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Iesto origrnciee MLrs'coc
Iesto ito/ronodr,
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E D I T O R I . \ S S ( ) C I . \ T I , s . r . l . ,\ ' r a I J c r c l r c t2. . 2 0 1 2 1 \ f l L . \ . \ O Iditori pcr I'Italia. T u t t i i d i r i r t i s o n or i s c r r a t i .
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1 1 1 7 {b y l l D l T I O N S \ I U S I C A L E S 5 7 , I ' a r i g i . Pubblicatoin Italia nel 1975,
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,E Morireper delle idee,l ldea e affascinante p e r p o c o i o m o r r v os e n z a a v e r l a m a i a v u l a , p e r c h è c h i c e l a v e v a ,u n a f o l l a d i g e n t e , gridando " viva la morîe proprio addosso mi e caouta. " l r 4 ia v e v a n oc o n v i n t oe l a m i a m u s a i n s o l e n t e a L ì r u r a n di os u o i e r r o r i .a d e r ì a l l a l o r o f e d e d i c e n d o m ip e r a l t r oi n s e p a r a t as e d e m o r r a m op e r d e l l e i d e e , v a b è , m a d i m o r t e l e n t a , v a b è . m a d r m o r t el e n t a . A p p r o f i t t a n ddoi n o n e s s e r ef r a g i l j s s i mdir c u o r e a n d i a m oa l l ' a l t r om o n d o b i g h e l l o n a n duon p o c o p e r c h e f o r z a n d oi l p a s s os u c c e d ec h e s i m u o r e p e r d e l l e i d e e c h e n o n h a n p i u c o r s o i l g i o r n od o p o . O r a s e c ' è u n a c o s a a m a r a ,d e s o l a n t e è q u e l l ad i c a p i r ea l l ' u l t i m om o m e n t o c h e l ' i d e ag i u s t ae r a u n ' a l l r a u, n a l t r o m o v i m e n t o m o r i a m op e r d e l l e i d e e ,v a b è , m a d i m o r t e l e n t a m a d i m o r t el e n t a . G i i a p o s t o ldi i t u r n oc h e a p p r e z z a n iol m a r t i r i o l o p r e d i c a n os p e s s o p e r n o v a n t ' a n n ai l m e n o . M o r i r ep e r d e l l e i d e e s a r à i l c a s o d i d i r l o è i l l o r o s c o p o d i v i v e r e ,n o n s a n n o f a r n e a m e n o . E s o t t o o g n i b a n d i e r al i v e d i a m o s u p e r a r e i l b u o n m a l u s a l e m m ne e l l a l o n g e v i t à p e r c o n t o m i o s i d i c o n oi n t u t t a j n t i m i t à m o r i a m op e r d e l l e ì d e e ,v a b è , m a d i m o r t e l e n t a , va bè, ma di morte lenta. A c h i v a p o i c e r c a n d ov e r i t à m e n o l i t t i z i e o g n i t i p o d i s e t t a o f f r e m o v e n t io r i g ì n a l i e l a s c e l t aè i m b a r a z z a n l e p e r l e v r t t i m en o v i z i e m o r i r ep e r d e l l e i d e e e m o l t o b e l l o m a p e r o u a l j E i l v e c c h i oc h e s i p o r t ag i à i f i o r i s u l l at o m b a v e d e n d o l ev e n i r e d i e t r o i l g r a n d e s t e n d a r d o p e n s a . s p e r i a m ob e n e c h e a r r i v i n oi n r i t a r d o " m o r i a m op e r d e l l e ì d e e ,v a b è , m a d i m o r t e l e n t a . va bè, ma di mortelenta. E v o i g l i s p u t a f u o c oe, v o i i n u o v i s a n t i c r e p a t ep u r e p e r p r i m i n o i v r c e d t a m oi l p a s s o p e r Òp e r g e n t i l e z z al a s c i a t ev i v e r e g l i a l t r i l a v j t a è g r o s s om o d o i l l o r o u n i c o l u s s o l a n t o p i u c h e l a c a r o g n ae g i à a b b a s t a n z aa t t e n t a n o n c ' è n e s s u nb i s o g n od i r e g g e r l eI a f a l c e basta con le garrotein nome della pace m o r i a m op e r d e l l e i d e e , v a b è , m a d i m o r t e l e n t a . ma di morte lenta.
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Oceono _I--:ii C iriti_r,l:; Ji
T DEANDRE E DE GREGOR/
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, - 20121 ÀIILANO F j : _ : ^ . : r r . . - : - ^ ', . I t D l ' f O R l . ' \ S S O C I A T I ,s . r . l . ,V i a B c r c h e t 2 I R C A , S . p 4 . , V i a S . . l l c s s a n d r o ?, - 0 0 1 3 1 R ( ) \ l \ Editori proprictari. Tutti i diritti sono riservali. MLR 2
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E d a r ' - r i - v òu n b a m - b i - n o c o n l e m a
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quan-to è glarude il ver - de co-meè bel-lo il ma -
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e nonfic-ca - re il na - so ne-gliaf-fa - ri miei _
,, Ple - fe - ri-sco un Do-e
ta,pre-fe-ri-scoun po-c
e nonve-nlr-ml a ol -
ta"ad un po-e - ta scon
Mi
Ma se ci tie - ni tan
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puoi ba
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vol- ta ehevuoi.-
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flo P r o v a a l a s c i a r el e c a m o a n ea l l o r o c e r c h i o d i r o n d i n i e n o n f i c c a r ei l n a s o n e g l i a f f a r im i e i e n o n v e n i r m i a d i r e . P r e f e r i s c ou n o o e t a . p r e f e r i s c ou n p o e t a a d u n p o e t a s c o n f i t t o" . M a s e c i t i e n i t a n t o p u o i b a c i a r m io g n i v o l t a c h e v u o í .
Q u a n t i c a v a l l ih a i t u s e d u t o a l l a p o r t a tu che sfioriil cielo col tuo dito più corto la nottenon ha bisogno l a n o t t ef a b e n i s s i m oa m e n o d e l t u o c o n c e r t o t i o l f e n d e r e s t si e q u a l c u n o t i c h i a m a s s eu n t e n t a t i v o E d a r r i v o u n b a m b i n oc o n l e m a n i i n t a s c a e d u n o c e a n ov e r d e d i e t r o l e s p a l l e d i s s e . V o r r e i s a p e r e ,q u a n t o è g r a n d e i l v e r d e c o m e è b e l l o i l m a r e ,q u a n t o d u r a u n a s t a n z a è t r o p p o t e m p o c h e g u a r d o i l s o l e , m i h a f a t t o m a l e"
Conzone PerI'estate -: ti
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l : ^ t u a m o g l i e c h e l a v a v ai p i a t t i i n c u c i n a e n o n c a p i v a - - - i i l a f r o l i a c h c n r o v e v a l l S U o V e S t t î On u O V Oe S O r r i d e v a \ u u
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::^ la radio che ronzava pe, I mondo cose strane r p s n , r od e l t r r o c a n e c h e d o r m i v a . ? î - ' ' r i q a n t rq p m n r" p n r o n t t a b e n e d r r er t u o i s f o r z rn e r r l P ' " " ' '
c: :^e caî rrca i
Ipane . l t u o b a m b i n ob i o n d o a c uj h a i d o n a l o u n a p i s t o l a Iper Natale s e m b r av e r a , , l l e t t oi n c u i t u a m o g l i e t i h a m a i s a p u t od a r e o c c h i a l ic h e t r a u n p o d o v r a ic a m b r a r e
C:^'e cr- e @- è C€- e
c h e n o n r i e s c ip i u a che non riesci piu a che non riesci ptu a che non riesci piu a
volare volare volare volare.
{ c : ^ e t u e f i n e s t r ea p e r t e s u l l a s t r a d a e g l i o c c h i c h i u s i I s u l l ag e n t e ^ a t u a t r a n q u i l l i t àl u, c i d i t à s, o d d i s f a z i o npee r m a n e n t e : , a c o d ad i r i c a m b i o : - e n u v o l ei n a f f i t t o : , e r o n d i n id i g u a r d i as o p r ai l t e t t o . t u o f r a n c e s c a n e s i mao p u n t a t ee l a t u a d o l c e I c o ns i s t e nz a : . o o s s i g e n op u r g a t o e l e t u e o n d e r e g o l a t e i n u n a Isîanza p e r m e s s od i t r a s m e t t e r e I d vieto di parlare
ogîr giorno un altro giorno da contare
Con ò che non rresci prtr a volare eom c nhp nnn rioserniU a vOlare com è che non rescr pru a volare com e chp nnn riescr nitl a volare C o n i t u o i e n t u s i a s m li e n Ì t p r e c , s a t oi a r | c o ' d i s t a g r o n a t e u n a b e l l a a d d o r m e n t a t ac h e s i s v e g l a a t u t t o q u e l c h e Ie regalr con il tuo collezionismo .ii nîr^ló.^mnli.àló
l a t u a u l t i m ac a n z o n ep e r l e s t a t e . C o n l e t u e m a n ì d i c a r t a p e r a v v o l g e r ea l t r e m a n i n o r m a l i c o n I j d i o î a i n g i a r d i n oa d i s o l a r el e t u e r o s e m ì g l i o r i c o l t u o f r e d d od i m o n t a g n a e i l d i v i e t od i s u d a r e e p i u n i e n t ep e r p o t e r t rv e r g o g n a r e . (ìom e chp
nnn
r i p q ei n i u a v O l a r e
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non
rips.i
niu a volare
c o m ' è c h e n o n r ì e s c ip i u a v o l a r e c o m è c h e n o n r i e s c ip i u a v o l a r e .
Dolceluno T e s t oe M l s r c c d r
T DEANDRE T DE GREGOR/
Moderato C a m - m i - n a c o - m e u n v e c - c h t o m ar i - n a - i o -
n c , n h a p i i r u np o - s t o
do -vean-da
Do
pie - di non lo a-sPet -ta -
slra - no
lli m
Do
mo-glie ha un al - tro
u o - m oe u - n ' a l - t r a d o n - n a , e -
but - ta
Pro-Prlo un uo mo
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nel-le
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ta-sche gli è
ri - ma - sta
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guer-ra mon-dia-le
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la-re
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s u a r a - g a z - ' t í \ ,,e - sca dal-le lun-ghegam-be" -
Rem
fa al-l'a - mo - re
\ L l ) l l ( ) R L \ S s ( ) C I . \ ' l I , s . r . l . ,\ ' i a B c r c h e t ,2 ' 2 0 1 l l I l { c . \ , S . p . \ . , \ ' i a s . . \ l , s s a r r d r o?, - 0 0 1 3 1 R ( ) \ 1 . \ . Editoriproprictari, Tutti i drrilti so|0 rrscr\Jlr.
nien - te
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mo - nra-re
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L d r z r ù r r r' \ r u s r ( J I
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c o p ' r i g h t ! ì 1 9 7 i b i E d i z i o n iÀ f u s i c a lI'R B f ; o ^ t
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d i - c i a n - c o - r a c h e i l mio no
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C a m m i n ac o m e u n v e c c h i o m a r i n a i o non ha piu un poslo dove andare la terra sotto i piedi non lo aspetta stranomodo di ballare s u a m o g l i eh a u n a l t r ou o m oe u n ' a l t r ad o n n a ,è p r o p r i ou n [uomo da buttare e n e l l e t a s c h eg l i è r i m a s t as o l o u n p o ' d i p o l v e r ed i m a r e e non puo testimoniare.
S i m u o v es o o r a i s a s s i come un leone invernale l r p u ò p a r l a r eo r e e d o r e d e l l a s u a q u a r t a g u e r r am o n d i a l e c o n s e r v al a s u a c e n a d e n t r oa u n f o g l i o d i g i o r n a l e l a s u a r a g a z z a, , e s c a d a l l e l u n g h e g a m b e f a a l l ' a m o r e " I n i e n t em a l e e non puo testimoniare.
L u i v i d e i l m a r i n a i oi n d i a n o alzarsi n oiedie barcollare c o n u n c o l t e l l on e ' l a s c h i e n a t r a l a s c h i u m ae l a s t e l l a p o l a r e e i l t i m o n i e r ed i S c i a n g a it o r n ò t r a n q u i l l oa p i l o t a r e e , u i l o v i d e c o n l ' a n e l l oa l d i t o e u n a l t r o a n e l l od a r u b a r e 'ra non può testimoniare.
de - vo
pro - prio
da
re
ma non
SO
D a l b u i o d e l l e n o t t i . B a l t aL i n d a" a l l a p a r a l i s id i u n p o r t o , l a l u c e d e l l e s t e l l ec h i a r e c o m e u n r i f u g i oc a p o v o l t o , l a s u a b a l e n a " D o l c e L u n a" c h e l o a s p e t t ai n a l t o m a r e , gli ha detto molte volte Dimmi amore, con chi mi vuoi " e non puo testimoniare e non puo testimonlare.
[dimenticare "
E t u i m i v i e n i a d i r e v o g l i ou n f i g l i o s u c u i p o t e r m ir e g o l a r e c o n d u e o c c h i q u a l u n q u ee i l t e r z o o c c h i o i n c o n f o n d i b i l e c h e n o n t i ì m p o r t an i e n t e s e n o n r i u s c i r àa n u o t a r e I i m p o r t a n t eè c h e a b b i a s u l l a g u a n c i ad e s t r a quellamia vogliadi mare e m i d i c i a n c o r ac h e i l m i o n o m e glielo devo propriodare ma non so testimoniare ro non so lestimoniare.
[e speciale
\ Lo cottivostrodo
lt4
,,Tt:il ': ,"Vr,si:l i'
T DE ANDRE T DE GREGOR/
Al - la
ra. - la not - te
pa
Moderato
53
\'a'g 1/L'
?t Do s p u - t ò n e - g l i o c c h i a u ni n - n o
stel-le ad
truc-cò le
-spo-se coi - pa
q u e- s t o e chi di
n r e n- t e muo - re
se - guì se - guì
va va
un pi
cen- Ie lo-ta
e a - d e s - s oè g
sen-za le sen-za le
ar -mi stci - le
Do chie - se "per - chè" cad - de ro -pla-no
e quan-dcr quan-do l'a
che o-ra m e- g l i o c h e
io io
lo 1o
Do
s t r a - da slra - d a
die - tro la sta - zlo-ne Sui via-li A u n d i - c i o t - t e n - n e a 1- c o - l i z - z a - t o
che che
ra ra
to lo
?-j>-i
-?
Dtr
Co-me da-va
lui gli ri ''e lui dis-se
e I'in-noed il pi-
va - da" va - da"
a
lei gli dis - se quel - 1o lo guar
mi-li sen - za
Sol
ru-bo ver-sò
l u i l e r i - s p o- s e l u i d i s - s e ' A - m i- c o
re I'in - cas-soa u-na da be - re an - co - ra un
me-glio è c o - m e for - se è stal per cl scom - met - Îo
e la re- g -na I ' a l - c o - l i z - za - t o
va - da' va - da"
1o lo
-na
- co Po
e quan-do e men-tre
pri -ma dir-mi
for-se è a-des-soè
é{l
col suo do non dis - se
se ca
Fa
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sul- la sul- la
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