Darwinismo, Arma Sociale. Italian

November 15, 2016 | Author: Harunyahya Italian | Category: N/A
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• Al crollo della teoria evoluzionistica viene dedicato un capitolo a sé, poiché tale teoria costituisce la base di tutte le filosofie anti-spirituali. Poiché il Darwinismo rifiuta la realtà della creazione e, di conseguenza, l’esistenza di Dio, negli ultimi 140 anni esso ha fatto sì che molte persone abbiano abbandonato la propria fede o siano cadute nel dubbio. Perciò, dimostrare a tutti che questa teoria è un inganno è un servizio imprescindibile, un dovere molto importante. Nell’eventualità che qualcuno tra i nostri lettori abbia la possibilità di leggere soltanto uno dei nostri libri, riteniamo opportuno dedicare un capitolo alla sintesi di questo argomento. • In tutti i libri dell’autore, gli argomenti legati alla fede vengono spiegati alla luce dei versi Coranici, e si invitano le persone ad apprendere le parole di Dio e a vivere in conformità ad esse. Tutti i temi che riguardano i versetti di Dio sono spiegati in modo tale da non lasciare alcuno spazio a dubbi o interrogativi nella mente del lettore. Lo stile sincero, semplice e scorrevole che viene impiegato assicura che ognuno, di ogni età e proveniente da ogni gruppo sociale, possa comprendere facilmente i libri. Grazie al loro linguaggio efficace e lucido, li si può leggere tutti d’un fiato. Anche coloro che rifiutano rigorosamente la spiritualità vengono influenzati dai fatti che tali libri documentano, e non possono contestare la veridicità dei loro contenuti. • Questo libro, e tutte le altre opere dell’autore, possono essere lette individualmente o discusse in gruppo. I lettori che sono desiderosi di trarre profitto dai libri troveranno molto utile la discussione, nel senso che essi saranno in grado di ricollegare reciprocamente le loro riflessioni ed esperienze. • Inoltre, sarà un grande servizio all'Islam il contribuire alla pubblicazione e alla lettura di questi libri, che sono scritti soltanto per la volontà di Dio. I libri dell’autore sono estremamente convincenti. Per questo motivo, per chi volesse comunicare ad altri la vera religione, uno dei metodi più efficaci è incoraggiare a leggere questi libri. • Si spera che il lettore esamini anche le recensioni degli altri libri che si trovano in fondo al testo. La gran quantità di materiali su argomenti di fede è molto utile e piacevole da leggere. • In questi libri, a differenza di molti altri, non si troveranno opinioni personali dell’autore, spiegazioni basate su fonti dubbie, stili non osservanti del rispetto e della reverenza dovuti ad argomenti sacri, né argomentazioni senza speranza, pessimistiche, che creano dubbi nella mente e distorsioni nel cuore.

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Parliamo dell’autore HARUN YAHYA è lo pseudonimo dell'autore, Adnan Oktar, che è nato ad Ankara nel 1956. Dopo aver completato gli studi superiori ad Ankara, ha studiato arte alla Mimar Sinan University di Istanbul e filosofia all‘Università di Istanbul. A partire dagli anni 1980 ha pubblicato molti libri su temi politici, scientifici e di fede. Harun Yahya è molto conosciuto come autore di opere importanti che svelano l'impostura degli evoluzionisti, le loro errate tesi, e gli oscuri legami tra il darwinismo e ideologie sanguinarie come il fascismo e il comunismo. Le opere di Harun Yahya, tradotte in 57 lingue, costituiscono una collezione di più di 45.000 pagine in totale con 30.000 illustrazioni. Il suo pseudonimo è composto dai nomi Harun (Aronne) e Yahya (Giovanni), in memoria dei due venerati Profeti che si batterono contro la perdita di fede dei loro popoli. Il sigillo del profeta sulle copertine dei suoi libri è simbolico ed è collegato ai loro contenuti. Esso rappresenta il Corano (la Scrittura Finale) e il Profeta Muhammad (la pace e la benedizione siano su di lui), l'ultimo dei profeti. Sotto la guida del Corano e della Sunna (insegnamenti del Profeta [la pace e la benedizione siano su di lui]), l’autore si propone di demolire uno per uno i cardini delle ideologie atee, e di avere l’“ultima parola”, in modo da mettere completamente a tacere le obiezioni sollevate contro la religione. Egli usa il sigillo dell’ultimo Profeta (la pace e la benedizione siano su di lui), che raggiunse la saggezza definitiva e la perfezione morale, come segno della sua intenzione di offrire quest'ultima parola. Tutte le opere di Harun Yahya hanno un unico obiettivo: trasmettere il messaggio del Corano; incoraggiare i lettori a riflettere su questioni fondamentali della fede, come l’esistenza di Dio, l'unità e l’Aldilà; e dimostrare quanto fragili sono le fondamenta dei sistemi atei e delle ideologie distorte. Harun Yahya ha moltissimi lettori in

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molti paesi, dall’India all’America, dall’Inghilterra all’Indonesia, dalla Polonia alla Bosnia, dalla Spagna al Brasile, dalla Malesia all'Italia, dalla Francia alla Bulgaria e alla Russia. Alcuni dei suoi libri sono già disponibili in inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, portoghese, urdu, arabo, albanese, cinese, swahili, hausa, dhivehi (la lingua delle Mauritius), russo, serbocroato (bosniaco), polacco, malese, turco uygur, indonesiano, bengali, danese e svedese. Molto apprezzate in tutto il pianeta, queste opere sono state lo strumento attraverso il quale molti hanno ritrovato la fede in Allah e hanno riguadagnato una maggior comprensione della propria fede. La saggezza e la sincerità, accanto ad uno stile particolare e molto comprensibile, toccano direttamente tutti coloro che le leggono. Chi riflette seriamente su questi libri non può continuare a sostenere ancora l'ateismo o qualunque altra distorta ideologia o filosofia materialistica, poiché questi libri sono caratterizzati da una rapida efficacia, da risultati definiti e incontrovertibilità. Anche se qualcuno continuasse a farlo, sarebbe soltanto per un attaccamento emotivo, dal momento che questi libri dimostrano come tali ideologie siano false dalle fondamenta. Tutti i movimenti contemporanei di negazione sono ora ideologicamente sconfitti, grazie alla collezione di libri scritti da Harun Yahya. Non c’è dubbio che tutto ciò derivi dalla saggezza e dalla chiarezza del Corano. L’autore intende servire modestamente come mezzo nella ricerca dell'umanità per il giusto sentiero di Dio. La pubblicazione di queste opere non è intesa al guadagno materiale. Inestimabile è il servizio reso da tutti coloro che incoraggiano altre persone a leggere questi libri, che aprono le loro menti e i loro cuori e li guidano a divenire più devoti servi di Dio. Allo stesso tempo sarebbe soltanto una perdita di tempo e di energia diffondere altri libri che creano confusione nella mente delle persone, le portano nel caos ideologico e, evidentemente, non hanno effetti forti e precisi nel rimuovere i dubbi dal cuore della gente, come verificatosi in precedenti esperienze. È impossibile che dei libri concepiti per sottolineare l’abilità letteraria dell’autore, piuttosto che il nobile scopo di salvare la gente dalla mancanza di fede, abbiano un così grande effetto. Quelli che ancora dubitano, possono constatare direttamente come il solo scopo dei libri di Harun Yahya sia quello di sconfiggere la miscredenza e diffondere i valori morali del Corano. Il successo e l’efficacia di questo servizio si manifestano nella persuasione dei lettori. Bisogna tenere a mente una cosa: la ragione principale della persistente crudeltà, dei conflitti e delle sofferenze che affliggono la maggioranza della gente è la prevalenza ideologica della miscredenza. A questo stato di cose si può porre fine unicamente con la sconfitta ideologica della miscredenza, e divulgando le meraviglie della creazione e la morale Coranica, in modo che la gente possa vivere secondo queste. Considerando l’attuale stato del mondo, che conduce in una spirale discendente di violenza, di corruzione e di conflitto, è chiaro che questo servizio deve essere reso in modo più rapido ed efficace, prima che sia troppo tardi. In questo sforzo, i libri di Harun Yahya assumono un ruolo centrale. Con il permesso di Dio, questi libri costituiranno un mezzo tramite il quale la gente del XXI secolo raggiungerà la pace, la giustizia e la felicità promesse nel Corano.

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Introduzione ........................................................10 Darwinismo sociale ............................................16 La storia della crudeltà, da Malthus a Darwin ..............................................38 I “baroni ladri”, seguaci di Darwin ................56 Darwinismo sociale e mito della razza privilegiata...................................... 84 Il risultato della coalizione Hitler-Darwin: 40 milioni di morti .............................................. 162 Darwinisti sociali: sterilizzazione e leggi capitali...................................................... 194 Una teoria che sminuisce le donne ..................250 Darwinismo e degrado morale ........................270 L’errore della “psicologia evolutiva” ..............310 Conclusione ..........................................................338 Il raggiro dell’evoluzione ..................................344

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l XX secolo è stato uno dei più bui e nefasti dell’intera storia dell’uomo: scenario di disumani spargimenti di sangue e della sottomissione di milioni di persone alla paura e all’oppressione

più atroci. Dittatori come Hitler, Stalin, Pol Pot e Idi Amin ordinarono il genocidio di milioni di persone. Hitler si servì delle camere a gas per sterminare gli “inutili”. Centinaia di migliaia di persone in molti paesi occidentali (dalla Gran Bretagna alla Germania, dagli USA alla Svezia) vennero sterilizzati a forza o fatti morire soltanto perché malati, storpi o anziani. In tutto il mondo furono oppresse e sfruttate intere popolazioni in nome di una competizione feroce. Il razzismo divenne l’ideologia di alcuni ceti sociali e alcune razze non furono considerate nemmeno umane. A causa dei conflitti e delle guerre calde e fredde tra Est e Ovest, le popolazioni dei paesi comunisti e capitalisti, e persino gli stessi concittadini, divennero nemici tra di loro.

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La natura del fondamento ideologico che ha sospinto il XX secolo verso lo sconvolgimento, il caos, le guerre e i conflitti, originando odio e inimicizia però non viene palesata. Fu l’economista inglese Thomas Malthus a gettare le basi di questo fondamento ideologico. Questo concetto pernicioso, ampiamente accettato dalla gente estranea ai valori morali religiosi, fu ulteriormente rafforzato da un altro inglese, il sociologo Herbert Spencer, e diffuso dalla teoria dell’evoluzione avanzata da un altro britannico ancora: Charles Darwin. Queste tre figure ignorarono del tutto le virtù morali religiose della collaborazione, dell’altruismo, della tutela dei poveri, degli infermi e dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Al contrario, diffusero la menzogna che la vita è un campo di battaglia, che l’oppressione e lo sterminio dei poveri e delle razze da loro considerate “inferiori” avevano ragione di esistere che, come risultato di quella feroce battaglia, sarebbero sopravvissuti solo i più “adatti” e che tutti gli altri sarebbero stati eliminati. Secondo loro ciò avrebbe portato al “progresso” dell’umanità.

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Con la teoria dell’evoluzione, Darwin tentò di applicare la sua filosofia dell’egoismo alle scienze naturali. Senza tener conto degli esempi di solidarietà e collaborazione creati nella natura da Allah e, nonostante gli mancassero prove scientifiche a sostegno della sua tesi, sosteneva che a tutti gli esseri viventi toccava un’efferata lotta alla sopravvivenza e che quella stessa efferatezza poteva applicarsi alle società umane. Una volta che la teoria dell’evoluzione venne applicata alla società entrò in scena il darwinismo sociale. Alcuni ritengono che il darwinismo sociale sia nato nella seconda metà del XIX secolo e che abbia perso la sua influenza durante la seconda metà del XX. Ma questa teoria ha avuto effetti negativi molto più permanenti e dannosi. In completa contraddizione con i valori morali religiosi si diffuse una visione distorta del mondo secondo cui la vita è un a “lotta alla sopravvivenza” e la gente deve misurarsi per vincere o, quanto meno, per sopravvivere. Emersero nuovi stili di vita che ispirarono le sanguinose e totalitarie ideologie del comunismo e del fascismo, un capitalismo feroce che ignorava la giustizia sociale, il razzismo, i conflitti etnici, la degenerazione morale e molti altri disastri che hanno inflitto catastrofi all’umanità. All'improvviso il darwinismo sociale servì a dare una presunta validità scientifica ai mali esistenti, alle politiche e alle pratiche spietate. Adottando questa tendenza, del tutto priva di qualsiasi fondamento scientifico, molta gente abbandonò i valori morali religiosi e cominciò a concepire la crudeltà, la barbarie e la ferocia come elementi della vita quotidiana, ignorando, di conseguenza, che i valori morali religiosi comportano la virtù della compassione, dell’affetto, della comprensione, del sacrificio, della solidarietà e del sostegno reciproco tra società e individui. A giustificare il male che infliggevano gli esecutori adducevano prove scientifiche ma, naturalmente, queste false Darwinismo: Arma Sociale

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Il darwinismo sociale fornì una presunta giustificazione scientifica per molte manifestazioni crudeli contro le vite umane reputate povere e insignificanti.

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rivendicazioni e supposizioni non erano altro che un terribile raggiro. In questo libro si esamineranno e si chiariranno due concetti principali: innanzitutto si farà luce sul pericolo di inculcare ai giovani il darwinismo e di accettarne la teoria e si dimostrerà alle persone ignare o inconsapevoli la minaccia che questo comporta agli individui e alle società. In un secondo momento daremo una risposta a coloro che sostengono che Darwin e gli evoluzionisti non sono in totale accordo con i darwinisti sociali dimostrando che ogni evoluzionista che approva la teoria dell’evoluzione è come se sottoscrivesse anche il darwinismo sociale. Dalla prima all’ultima pagina si porrà l’accento sul fatto che il modello proposto dalla teoria dell’evoluzione, ossia esseri umani visti come specie animale, è un errore basato sull’efferatezza, sulla mancanza d’amore, sull’egoismo e sull’individualismo. Il darwinismo tenta di far figurare un mondo dove gli esseri umani vivono e si comportano come animali: concetto sviluppato dagli insegnamenti e dalle pratiche del darwinismo sociale. Da questi si desume che sia del tutto accettabile che una persona anziana e bisognosa venga trascinata fuori dalla propria casa per essere uccisa o che vengano raggruppati i disabili per poi lasciarli morire nei campi di concentramento. Sempre secondo questa concezione, le classi “inferiori” possono essere perseguitate, sfruttate ed eliminate. Coloro che ritengono che la società umana possa progredire solo quando si metteranno in atto queste politiche atroci, sottintendono che i massacri, il genocidio, la crudeltà e l’efferatezza siano una forma di successo. Gli individui e le società (quindi intere nazioni e culture) incapaci di raggiungere quel successo devono essere eliminate. Senza dubbio questo è tra i modi di pensare più perversi e pericolosi ed è importantissimo che coloro che contestano la teoria

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e le ideologie che su di essa si basano, avvertano questa minaccia. I modelli sociali fondati sul pensiero di Darwin e sul darwinismo porteranno alle catastrofi più terribili invece i valori morali che Allah impartisce all’umanità e che rivela nel Corano porteranno sempre pace e benessere.

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a disuguaglianza razziale, la discriminazione etnica, la concorrenza sleale, l’oppressione dei poveri, lo sfruttamento dei deboli e l’idea che la ragione sia sempre del più forte, sono

mali che le società hanno patito nel corso della storia. Migliaia di anni fa, ad esempio, all’epoca del profeta Mosè (pscl) il Faraone si reputava superiore rispetto a chiunque altro per via del suo benessere e dell’esercito al suo servizio. Questa sua alterigia gli fece disconoscere i profeti Mose e Aaron (la pace sia con loro) che cercò persino di far ammazzare, nonostante dicessero la verità. Il faraone mise in atto anche politiche discriminatorie: suddivise il suo popolo in classi, definendo alcuni “inferiori” e inflisse numerose torture agli Israeliti uccidendo gli adulti maschi con lo scopo di estinguerne la razza. Sulle perversioni del faraone il Corano riporta quanto segue:

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“Il Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi abitanti per approfittare della debolezza di una parte: sgozzava i loro figli maschi e lasciava vivere le femmine. In verità era uno dei corruttori” (Surat al-Qasas, 4) “Non son forse migliore di questo miserabile che sa appena esprimersi?” (Surat az-Zukhruf, 52) “Cercò così di confondere il suo popolo ed essi gli obbedirono[...]” (Surat Az-Zukhruf, 54) “E abbiamo fatto, del popolo che era oppresso, l'erede degli Orienti e degli Occidenti della terra che abbiamo benedetta [...] ”(Surat alA'raf, 137)

Quella dell’antico Egitto non fu affatto l’unica società estremista in cui il potere era un diritto, gli essere umani furono suddivisi in classi e gli “inferiori” vennero oppressi e maltrattati. Esistono numerosi esempi di regimi del genere, senza escludere l’attualità. Nel XIX secolo, tuttavia, queste pratiche malefiche acquisirono una nuova dimensione. Le politiche e i provvedimenti che fino a quel momento erano stati ritenuti crudeli, improvvisamente cominciarono a essere giustificati perché trattavasi di “pratiche scientifiche basate su fatti della natura”. Cosa ha reso giustificabili queste forme di efferatezza così all’improvviso?

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Darwin avanzò la propria teoria dell’evoluzione nel libro L’origine delle specie pubblicato nel 1859. Si tratta di congetture sull’origine della vita (prive di alcun fondamento scientifico, che hanno portato a una visione del mondo più ingannevole), di una filosofia distorta che nega l’esistenza di Dio e che concepisce il “caso” come forza creativa (dietro tutto questo c’è Allah!). La concezione che l’uomo sia una sorta di animale e che la vita sia una sfera di lotta e competizione feroce venne accettata come verità scientifica. Darwin fu il primo a sviluppare questa teoria, avanzata come risultato delle interpretazioni primitive del XIX secolo della scienza. Circa 50 anni prima, nel 1798, Thomas Malthus, nel suo libro Saggio sul principio di popolazione, aveva proposto una serie di idee che non hanno nulla a che vedere con la realtà. Secondo questo studio, che adesso è stato provato non aver alcun valore scientifico, la popolazione cresceva molto più rapidamente delle risorse alimentari e, pertanto, si doveva tenerne sotto controllo l’aumento. Malthus asseriva che le guerre e le epidemie fungono da freni “naturali” e che sono vantaggiose per le popolazioni. Fu il primo a parlare di “lotta alla sopravvivenza”. Stando alla sua tesi, lontana anni luce dai valori di umanità, i poveri non devono essere tutelati ma, anzi, devono essere lasciati nelle peggiori condizioni possibili e si deve impedire che si riproducano in modo da poter garantire alle classi benestanti una quantità di cibo sufficiente (per ulteriori dettagli andare al Capitolo 2 “La Storia della crudeltà, da Malthus a Darwin”). Di certo, chiunque abbia una coscienza e un minimo di buon senso si opporrebbe a questa crudele barbarie. Nonostante i valori morali religiosi prevedano che si dia una mano ai poveri e ai bisognosi, Malthus (e i suoi seguaci) affermavano che si dovevano lasciar morire senza alcuna pietà.

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Herbert Spencer, sociologo e filosofo inglese, fu il primo di una lunga serie ad adottare e sviluppare queste idee disumane. Difatti, è sua la “sopravvivenza dei più adatti”, definizione che riassume le affermazioni principali del darwinismo. Spencer dichiarò che gli “inadatti” dovevano essere eliminati e, a tal proposito, scrisse: “Se sono sufficientemente idonei per vivere, vivono, ed è un bene che vivano. Se non sono sufficientemente idonei per vivere, muoiono, ed è meglio che muoiano”.1

Secondo la sua opinione, i poveri, gli ignoranti, gli infermi, gli storpi e i falliti dovevano morire tutti e tentò di intromettersi nella politica per evitare che venissero emanate leggi a tutela dei poveri. Non aveva la benché minima pietà per la gente che ispira sentimenti di compassione e protezione e, proprio alla stregua Malthus, cercò dei modi per sbarazzarsene. In Social Darwinism in American Thought, lo storico americano Richard Hofstadter commenta quanto segue: “Spencer deplorò non solo le leggi per i poveri, ma anche l’istruzione a spese dello stato, la sorveglianza sanitaria oltre che la soppressione dei molesti, la regolamentazione delle condizioni abitative e persino la tutela statale degli ignoranti contro i medici ciarlatani”. 2

Fortemente influenzato dalle crudeli visioni del mondo di Spencer e Malthus, in L’origine della specie Darwin avanzò la tesi che le specie si sono evolute per mezzo di una selezione naturale. Darwin non era uno scienziato e il suo interesse verso la biologia era di tipo amatoriale. Nei primitivi microscopi della sua epoca, le cellule non sembravano altro che macchie confuse e le leggi biologiche dell’ereditarietà non erano state ancora scoperte. Stando alla teoria, sviluppata su una conoscenza scientifi-

Harun Yahya (Adnan Oktar)

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ca davvero limitata e in condizioni inadeguate, la natura “seleziona”sempre i più adatti e la vita si sviluppa di conseguenza. Fondata su basi del tutto errate sin dall’inizio, la teoria prevedeva che la vita fosse data dal caso. Darwin, pertanto, rifiutava il fatto che l’avesse creata Dio (dietro tutto questo c’è senz’altro Allah!). Dopo L’origine della specie Darwin iniziò ad adattare la sua teoria non scientifica agli essere umani in L’origine dell’uomo, in questo libro spiega come le razze cosiddette arretrate si sarebbero estinte entro breve, mentre invece quelle più avanzate si sarebbero sviluppate e progredite. Quest’opera, il suo adattare la teoria dell’evoluzione agli essere umani e altri suoi scritti determinarono la nascita del darwinismo sociale.

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L’affermazione erronea di Darwin secondo cui si devono opprimere i deboli e gli inermi, appoggiata dalla sua teoria non scientifica, è uno dei fattori principali della diffusione della disuguaglianza e dell’ingiustizia.

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A portare avanti queste idee furono i suoi fedeli seguaci. Tra i più eminenti ricordiamo Herbert Spencer e Francis Galton, cugino di Darwin, in Gran Bretagna, William Graham Sumner in America, l'acceso darwinista Ernst Haeckel e l’ultimo razzista fascista Adolf Hitler in Germania. Il darwinismo sociale divenne presto un mezzo di autodifesa per razzisti, imperialisti, fautori di un’ingiusta competizione in nome del capitalismo e per i governanti che non avevano adempiuto alla responsabilità di proteggere i poveri e i bisognosi. I darwinisti socialisti tentarono di far passare come legge naturale l’oppressione dei deboli, dei poveri e delle cosiddette razze “inferiori”, l’eliminazione degli invalidi da parte dei forti, la sottomissione delle piccole imprese da parte di quelle grandi, dando adito a pensare che quello fosse l’unico modo per far progredire l’umanità. Cercarono di giustificare tutte le ingiustizie perpetrate nel corso della storia con spiegazioni scientifiche. La mancanza di coscienza e di compassione del darwinismo sociale venne descritta come una legge della natura e la strada principale per arrivare alla cosiddetta evoluzione. In particolare, per giustificare a modo loro il clima di competizione incontrollata che avevano stabilito, diversi capitalisti americani si servirono delle citazioni di Darwin. Ma non si trattava altro che di un enorme raggiro, stavano mentendo spudoratamente. Ad esempio, Andrew Carnegie, uno dei maggiori capitalisti e uno di quelli coinvolti nella falsità, in un suo discorso del 1889 affermò: “Il prezzo la società che paga per la legge della competizione, così come il prezzo che paga per i comfort economici e per i beni di lusso, è alto; ma i vantaggi di questa legge sono maggiori dei suoi costi – ed è a questa legge che dobbiamo in nostro meraviglioso sviluppo materiale, che porta con sé condizioni ottimizzate…

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Mentre per gli individui questa legge può essere dura, per la razza è un bene poiché assicura la sopravvivenza ai più adatti in ogni settore. Accettiamo e sosteniamo, quindi, come condizioni a cui dobbiamo adeguarci, la grande disuguaglianza dell’ambiente, la concentrazione di affari, industriali e commerciali, nelle mani di pochi; e la legge della competizione tra questi, non soltanto come vantaggioso, ma essenziale per il futuro progresso della razza” .3

Stando al darwinismo sociale l’unico obiettivo della razza è il proprio sviluppo fisico, economico e politico. La felicità dell’individuo, il benessere, la pace, la sicurezza sembrano non avere alcuna importanza. Non si prova alcun tipo di compassione verso chi soffre e chi implora aiuto, verso chi non può provvedere ai figli, ai genitori anziani e alle famiglie senza alloggio, cibo e medicine, verso i poveri e gli inermi. Secondo questa visione contorta anche un povero ma onesto cittadino non ha alcun valore e la sua morte va a beneficio dell’umanità. Mentre invece una persona ricca ma moralmente corrotta viene ritenuta “importante” per il “progresso della razza” e, a prescindere dalle condizioni, è considerata inestimabile. Questa logica spinge i sostenitori del darwinismo sociale verso un crollo morale e spirituale. Nel 1870, William Graham Sumner, un altro darwinista sociale, proclamò quest’altro concetto immorale: “ […] non possiamo esimerci da questa alternativa: libertà, disuguaglianza, sopravvivenza dei più adatti; non-libertà, uguaglianza, sopravvivenza dei non adatti. I primi mandano avanti la società e avvantaggiano i membri migliori, gli ultimi fanno sprofondare la società avvantaggiandone i membri peggiori” .4

I fedeli più sfegatati al darwinismo sociale erano razzisti e i più pericolosi, ovviamente, furono gli ideologi nazisti e il loro leader, Adolf Hitler. Il costo più pesante del darwinismo sociale lo si deve ai nazisti, i quali misero in pratica l’eugenetica (ide-

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ologia del cugino di Darwin, Francis Galton), secondo cui le comunità possono comporsi di individui di qualità superiore tramite un processo di epurazione dei geni difettosi. Inoltre, i nazisti misero in pratica il genocidio utilizzando la teoria di Darwin come copertura, come se potesse in qualche modo giustificare le loro azioni. Su consiglio degli scienziati darwinisti sterminarono ebrei, zingari ed europei dell’Est, considerati appartenenti a razze inferiori. Assassinarono malati mentali, disabili e anziani nelle camere a gas. Nel XX secolo, davanti allo sguardo del mondo intero, vennero uccise milioni di persone con i mezzi più atroci in nome del darwinismo sociale. Il movimento eugenetico, capeggiato da Francis Galton, risultò un altro prodotto disastroso del darwinismo sociale. Credendo che lo sviluppo umano potesse accelerarsi, i suoi seguaci sostenevano che fosse necessaria una selezione umana per sveltire quella naturale. Inflissero la sterilizzazione obbligatoria ai soggetti “inutili” in molti ppaesi, dall’America alla Svezia: considerati meno che umani, centinaia di migliaia furono operati contro la loro volontà senza la consapevolezza o il permesso delle famiglie. L’attuazione più crudele dell’eugenetica si verificò in Germania dove i nazisti, innanzitutto, sterilizzarono storpi, malati mentali e soggetti affetti da malattie ereditarie e poi, non contenti di ciò, cominciarono ad assassinarli in massa. Centinaia di migliaia di persone vennero condannate a morte solo perché anziane o mutilate. Una tale crudeltà non può assolutamente trovare posto nella moralità religiosa. Allah ha comandato alle persone di proteggere e assistere i bisognosi. Soddisfare le esigenze dei poveri, trattare gli invalidi con affetto e compassione e rispettarne i diritti, assicurare collaborazione e solidarietà nella società sono tutti valori dell’etica religiosa. Chi ignora i valori morali di Allah avvia se stesso e la società in cui vive verso la rovina. Darwinismo: Arma Sociale

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Un'altra catastrofe alla quale il darwinismo sociale adduce una presunta giustificazione è il colonialismo. Gran parte dei governanti degli Stati coloniali tentarono di giustificare lo sfruttamento selvaggio delle popolazioni native con tesi darwiniste del tutto prive di validità scientifica o consistenza logica. Ritenevano che “le razze inferiori” dovessero essere tenute sotto controllo da quelle “superiori” poiché questo voleva la natura, e fondarono le loro politiche su queste presunte basi scientifiche. Sfruttando la logica del darwinismo sociale, i combattenti delle due guerre mondiali tentarono di far figurare la guerra come un evento inevitabile e l’assassinio di innocenti e poveri, la distruzione delle loro case, attività e capi di bestiame, l’abbandono forzato per milioni di persone di case e terreni, l’omicidio di neonati e bambini, come modi per garantire il progresso umano.

I nazisti dapprima sterilizzarono i bambini con malattie mentali o ereditate e poi cominciarono a inviarli nelle camere a gas. Anche i bambini mutilati divennero vittime dell’eugenetica.

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In conclusione, il darwinismo sociale fu la causa che costò milioni di vite nel XIX e XX secolo. Con esso, molti mali persistiti nei secoli acquisirono una presunta giustificazione scientifica, a prova di ciò, in L’intelligenza e pregiudizio, l’ultimo paleontologo evoluzionista, Stephen Jay Gould, su L’origine della specie di Darwin sostiene quanto segue: “I successivi argomenti a favore del razzismo, del colonialismo, delle differenze razziali, delle classi sociali e dei ruoli sessuali andarono avanti primariamente nel nome della scienza”.5

Lo stesso Darwin fu un darwinista sociale Non importa quanto gli evoluzionisti d’oggi tentino di separare il nome di Darwin dalle sofferenze originate dal darwinismo sociale; Darwin usò le espressioni inequivocabili dei darwinisti sociali, specialmente in L’origine dell’uomo e in altre opere. In una lettera del 1869 a Hugo Thiel dichiarò che non vedeva nulla in contrario all’applicazione della sua teoria alla società: “Non puoi credere quanto sia interessato nel vedere che alle questioni morali e sociali si applichi una visione analoga a quelle che ho usato io nei riguardi della trasformazione della specie”.6

Benjamin Wiker è docente di teologia e scienze alla Franciscan University e autore di Moral Darwinism: How We Became Hedonists. In un’intervista ha dichiarato che Darwin fu il primo darwinista socialista e, che piaccia o no, quando si legge L’origine dell’uomo si evince che lo stesso Darwin fu il primo darwinista sociale e padre del movimento eugenetico moderno. Il darwinismo sociale e l’eugenetica sono scaturiti direttamente dal suo principio di selezione naturale: “Ritengo che il vero motivo per cui la gente sia contraria a chi collega il darwinismo a cose come l’eugenetica si debba al fatto che

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Moral Darwisnism di Benjamin Wilker

quella stessa gente non vuole che la teoria venga infamata da implicazioni morali. Ma le implicazioni sono là, non solo nel testo, ma come evidenziato negli effetti sociali e morali che il darwinismo ha avuto da quando è apparso un secolo e mezzo fa” .7

Come si vedrà nei prossimi capitoli, da quanto espresso e dichiarato da Darwin si deduce che sia stato lui a ingenerare il darwinismo sociale. Gli evoluzionisti moderni stentano ad accettare questa opinione per via dei terrificanti effetti del darwinismo sociale nel XX secolo. Il fatto è che la competizione, il razzismo e la discriminazione (elementi fon-

L’origine dell’uomo di Darwin

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damentali del darwinismo sociale) stanno alla base anche della teoria dell’evoluzione. Che gli evoluzionisti la accettino o meno, la realtà dei fatti è che queste sono le conseguenze di aver adottato il darwinismo. Qualsiasi teoria che affermi che gli esseri umani sono frutto del caso e forme più avanzate rispetto agli animali, che alcune razze sono meno sviluppate di altre e, pertanto, più vicine agli animali e che l’umanità può progredire attraverso l’oppressione dei deboli per mano dei forti, inevitabilmente avrà delle tragiche conseguenze.

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L’apparente rifiuto del darwinismo sociale da parte degli evoluzionisti non è una soluzione. La nostra speranza è che coloro che sono stati ingannati dalla teoria arrivino ad accettare che la teoria dell’evoluzione è scientificamente un fallimento.

La percezione della guerra, come mezzo necessario per il progresso delle razze o delle nazioni, è uno dei risultati della filosofia darwinista che ha apportato tale distruzione. Strade francesi distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale, tra le più sanguinose mai viste.

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L’errore di applicare le leggi della natura agli esseri umani All’epoca in cui Darwin propose la sua teoria, la scienza era ancora piuttosto arretrata su molti aspetti. Il microscopio a elettroni non era stato ancora inventato per cui i minimi dettagli degli organismi viventi erano ancora sconosciuti. La cellula sembrava una semplice macchia e nessuno sapeva che possedesse una struttura non meno complessa di quella di una città, costituita da molti organuli diversi. La genetica non esisteva e le leggi biologiche dell’ereditarietà dovevano essere ancora scoperte. Molti biologi e scienziati, incluso lo stesso Darwin, erano così ignoranti da credere

I microscopi primitivi dell’epoca di Darwin davano l’impressione che le cellule fossero semplicemente una struttura semplice di protoplasmi indifferenziati.

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che le caratteristiche “acquisite” si potevano ereditare alle generazioni a venire. Ad esempio, credevano che se per via del lavoro un fabbro aveva sviluppato dei muscoli potenti allora anche i suoi figli avrebbero avuto gli stessi muscoli. Fu in quel primitivo clima scientifico che Darwin sviluppò la sua teoria. Né Darwin né nessuno dei suoi sostenitori fu capace di estrapolare dalla paleontologia, dalla biologia o dall’anatomia delle prove a favore della teoria dell’evoluzione. Inoltre, le osservazioni e gli esperimenti eseguiti negli anni successivi, e specialmente quelli ottenuti nel XX secolo, hanno rivelato che la teoria è completamente sbagliata. Ma nonostante la sua scarsa valenza scientifica, il fatto che stuzzicasse la cu-

I microscopi moderni hanno mostrato quanto sia davvero complessa e perfetta la struttura della cellula.

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riosità di materialisti e atei fece sì che una parte del mondo scientifico la adottasse immediatamente. Addirittura, per via dei messaggi ideologici che conteneva, alcuni gruppi cominciarono ad applicarla alla sfera sociale. La teoria sta alla base delle stragi del XX secolo quali genocidio, sterminio di massa, guerre civili (in cui ci si ammazzava tra fratelli) e guerre mondiali che hanno distrutto intere nazioni. Si è deciso di abbandonare i valori morali religiosi e le rispettive virtù a favore della legge della giungla in cui si opprimono e si eliminano i più deboli. Questa teoria, priva di qualsiasi validità scientifica ha influenzato un intero secolo.

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Uno dei più grandi errori del darwinismo sociale fu il tentativo di applicare la teoria alla sfera sociale. Un altro errore fu quello di associare le leggi della natura agli esseri umani che Allah ha creato con coscienza, ragione, consapevolezza e capacità di giudizio. Pertanto, contrariamente a quanto i darwinisti sociali affermano, le leggi della giungla non riguardano gli esseri umani e ognuno è responsabile dell’esercizio delle proprie capacità nel corso della vita. Allah ha stabilito per gli esseri umani un arco di tempo limitato. Quando sopraggiunge la morte, gli individui risuscitano nell’Inferno o nel Paradiso in base al proprio comportamento adottato nella vita terrena. Se i bisognosi di una società vengono maltrattati e abbandonati a loro stessi, si vengono a creare tensioni e collere, salvo che non prevalgano la pazienza e il perdono incoraggiati dai valori morali.

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La pratiche darwiniste sociali inflitte all’umanità: odio, rabbia, conflitto, omicidio e guerra.

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Nella natura accade che, quando non riescono ad adattarsi alle condizioni prevalenti, gli esseri viventi muoiono o si estinguono. Ad esempio, un coniglio dal pelo nero in una foresta ricoperta di neve risulta una facile preda per le volpi. Tuttavia, al contrario di quanto i darwinisti vorrebbero farci credere, il fatto che i conigli dal pelo nero muoiano non implica la nascita di una nuova specie dal pelo più chiaro. Inoltre, gli animali sono molto diversi dagli esseri umani perché, per vivere, non devono adattarsi alle condizioni naturali. Noi umani abbiamo i mezzi per cambiare ciò che ci circonda rispetto ai nostri bisogni ed esigenze. Difatti, adattiamo le costruzioni, i sistemi di riscaldamento e raffreddamento e il modo di vestirci in base al clima in cui viviamo. Nelle società umane non esiste una selezione naturale poiché la ragione e le capacità degli esseri umani prevengono tale processo. Questi errori portarono i darwinisti sociali a guardare le società da una prospettiva disumana. Un esempio importante di questa prospettiva, priva di ragione e coscienza, è stato quello di pensare che abbandonare a se stessi i deboli, i bisognosi, gli inermi e i disabili possa fa progredire le società. Il fatto è che questo rifiuto egoistico sfocia nella rovina, non nel progresso. Coloro che, secondo il darwinismo, dovrebbero essere trascurati e lasciati negletti sono esseri umani dotati di coscienza, pensiero e ragione. Abbandonati all’ingiustizia e alla crudeltà (a meno che non possiedano le virtù della pazienza, del per-

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dono e della comprensione impartiti dai valori morali religiosi) potrebbero provare rabbia e odio per coloro che infliggono loro simili trattamenti e, come mostrano i fatti recenti, ricorrere alla violenza che, a sua volta, può sfociare nel conflitto e nel caos. Il risultato di tutti i mezzi materiali e spirituali adoperati per risolvere i conflitti sarà un regresso in tutte le sfere (dall’arte alla tecnologia, dall’economia alla scienza). Inoltre, uccidere i malati o gli invalidi in nome dell’eugenetica non solo è un atto brutale ma non contribuisce in alcun modo al progresso sociale. Accettare ciò causerebbe un’enorme perdita che porterebbe la società alla rovina. Oggigiorno circa il 6% della popolazione mondiale (mezzo miliardo di persone, davvero un gran numero) è disabile. Ciò significa che ognuno perderebbe un membro della propria famiglia o un conoscente e che ne avrebbe contribuito alla morte. Si aprirebbero delle ferite spirituali che causerebbero seri danni al benessere psicologico della gente. La degenerazione e la depressione sarebbero alla base di società in cui le madri non crederebbero ai figli, i figli alle madri o i fratelli fra loro, società in cui si potrebbe uccidere in qualsiasi momento. Ad ogni modo, una società che uccide le persone solo perché disabili è sintomo di un devastante crollo morale, di una perdita di tutti i valori e dell’umanità. Senza dubbio, parlare di raggiungere il progresso per mezzo di omicidi denota la presenza di seri problemi mentali e psicologici.

Se si vuole evitare di ricadere nella sofferenza del secolo scorso, e se questo deve essere un XXI secolo di pace, allora si deve avvertire la gente del pericolo e delle menzogne del darwinismo.

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A soffrire di più sarebbero i condannati all’“eliminazione” e quella sofferenza darebbe origine a ferite profonde nelle coscienze degli altri. Come si mostrerà nelle prossime pagine, il darwinismo sociale ha tentato di applicare alle società la teoria dell’evoluzione (anch’essa basata su interpretazioni scientifiche piuttosto arretrate) ma la sua concezione del mondo è in assoluto contrasto con la natura umana. Una volta messa in pratica, sminuisce l’umanità e la spinge verso la depressione e il caos, apportando odio che, a sua volta, sfocia nel conflitto, nella guerra e nei delitti. Il darwinismo sociale raggiunse l’apice nella seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX, ma se ne possono riscontrare gli effetti anche al giorno d’oggi. In nome della “psicologia evolutiva” e del “determinismo genetico” sono ancora in atto dei tentativi per stimare gli effetti degli errori del darwinismo sulla società. Con il fine di proteggere il XXI secolo da ulteriori catastrofi, si devono rivelare i pericoli del darwinismo sociale in tutti i loro aspetti e si deve avvertire il mondo intero che non esiste alcuna prova scientifica della teoria su cui si basa questa filosofia.

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C

ome abbiamo già chiarito, le considerazioni di Darwin in L’origine della specie furono influenzate per lo più dall’economista e demografo inglese Thomas Robert Malthus.

In Saggio sul principio di popolazione, pubblicato nel 1798, Malthus

affermò che ogni venticinque anni la popolazione cresceva secondo una proporzione geometrica (1, 2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256…), mentre la quantità di cibo secondo una proporzione aritmetica (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9...); quindi, mentre la popolazione raddoppiava, le risorse alimentari mostravano un aumento molto più modesto. Di conseguenza, da lì a 300 anni la proporzione tra popolazione e risorse alimentari sarebbe stata 4.096 a 13. Ancora una volta, secondo quest’idea pri-

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va di valore scientifico, le risorse non erano sufficienti rispetto alla crescita rapida della popolazione e, quindi, era essenziale intraprendere una seria lotta alla sopravvivenza. Questo stesso concetto venne ripreso nel sottotitolo di L’origine della specie di Darwin, ossia la preservazione delle razze privilegiate nella lotta per la vita. Nel suo Saggio, Malthus affermò che si doveva arrestare questa rapida crescita della popolazione e, in merito, suggerì varie proposte. Secondo lui, la carestia e la debolezza erano i due fattori principali che controllavano la crescita. I fenomeni quali la fame e le epidemie erano esempi di carestia che tenevano sotto controllo la popolazione. Altri esempi erano costituiti dalle guerre. Malthus scrisse che la guerra, la carestia, le malattie e lo sterminio dei neonati avrebbero contribuito a bilanciare la popolazione e le derrate alimentari. Chiunque con un minimo di buon senso e di coscienza concorderà che tali affermazioni sono irrazionali, illogiche, e spaventosamente brutali. È chiaro che per il futuro delle società è fondamentale un’accurata pianificazione del reddito e delle risorse essenziali per il benessere e la pace delle stesse. Ma è altrettanto evidente che le guerre, i massacri e

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gli stermini non facciano altro che procurare lacrime e sofferenze al futuro della società. Ma Malthus non si fermò solo a questo. Difatti, propose dei provvedimenti da adottare nei confronti delle coppie meno abbienti per evitare che si riproducessero. Nel 1834 in Inghilterra venne promulgata una nuova legge, ispirata alle idee di Malthus, che istituì degli “ospizi” speciali per i poveri. Con lo scopo di ridurre la crescita della popolazione, le severe regole degli ospizi imponevano alle coppie sposate di non concepire. A contribuire a questi provvedimenti vi fu il timore che il crescente numero di “classi povere” avrebbe potuto sopraffare gli individui più civilizzati. Naturalmente questa paura era immotivata e il prodotto di un grave raggiro. Innanzitutto, è da escludere che un individuo sia superiore a un altro solo per il suo stato materiale, la posizione sociale, la lingua, la razza o il genere. Allah ha creato tutti gli essere umani uguali. Ciò che li

Thomas Robert Malthus

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rende preziosi sono le virtù morali e il timore di Nostro Signore che, non di certo, dimostrano i beni materiali o gli attributi fisici. Nella scia della rivoluzione francese, il ceto medio inglese sostenne a gran voce il Malthusianesimo. Temendo di non poter più mantenere la supremazia e il potere, i governanti dell’epoca adottarono dei provvedimenti radicali a favore proprio. Questo è uno dei tipici errori commessi da coloro che prendono le distanze dai valori morali religiosi. La classe elitaria di quel tempo riteneva che il futuro della società dovesse consistere in una cospicua presenza di ricchi e in una quasi assenza di poveri. È normale sperare che in una società aumenti il numero delle persone facoltose e il livello di benessere. Ma è più importante come si intende far crescere il benessere, quali provvedimenti adottare. Aumentare il numero di benestanti uccidendo i poveri e opprimendo i bisognosi, come prevede il darwinismo sociale, naturalmente è del tutto inaccettabile. Inoltre, far accrescere il numero degli abbienti non basta, di per sé, al progresso della società. E se poi questa gente ignora i valori morali religiosi quali l’onestà, l’altruismo, la modestia, la pazienza e la tolleranza, la loro solerzia potrebbe danneggiare la società e non migliorarla. Gli obiettivi dei piani che mirano al progresso della società possono essere raggiunti solo se la stessa società rafforza i propri valori spirituali di pari passo con il progresso materiale. Purtroppo, all’epoca di Malthus non tutti si resero conto di questa verità e si schierarono dalla parte dell’economista, atteggiamento che in seguito condusse le società verso il fallimento. Per arrestare l’aumento della popolazione, Malthus propose queste soluzioni atroci: “Invece di raccomandare la pulizia dei poveri, dovremmo incoraggiare i comportamenti inversi. Nelle nostre città dovremmo re-

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stringere le strade, affollare le case con più persone e augurarci il ritorno della peste. Nel Paese andrebbero costruiti villaggi vicino alle paludi e, in particolare, fomentare gli insediamenti in tutti i luoghi acquitrinosi e malsani. Ma, soprattutto, dovremmo contrastare [da disapprovare fortemente] i rimedi specifici per eliminare le malattie; e quegli uomini benevolenti ma stolti, che hanno pensato di rendere un servizio all’umanità progettando dei sistemi per l’estirpazione totale di disturbi particolari”.8

Malthus inneggia anche la morte dei neonati: “[...] siamo formalmente troppo legati alla giustizia e all’onore per negare ai poveri il diritto di essere assistiti. A questo scopo, propongo di promulgare una legge che preveda che nessun bambino […] abbia il diritto di ricevere

assistenza. Il bambino [ille-

gittimo], relativamente parlando, offre poco valore alla società poiché altri prenderebbero immediatamente il suo posto [...] Tutti i bambini nati in più rispetto a quanto previsto per portare la popolazione a questo livello [desiderato] devono necessariamente morire, a meno che non siano le persone anziane che muoiono a fare loro spazio”.9

Malthus possedeva una struttura logica sufficientemente perversa da giustificare la morte dei neonati per il futuro della società. Si potrebbe pensare che una simile opinione appartenga al passato e che oggigiorno sia inconcepibile. Ma non è così. Nella Cina d’oggi, è in vigore una politica di infanticidio per controllare la popolazione, esempio palese degli effetti permanenti sulla società dei pareri devastanti di Malthus a del suo seguace Darwin. È lo stesso stato comunista cinese a evitare che la gente rispetti i valori morali poiché li considera sotto una luce darwinista. Per questa ragione, oltre all’enorme fallimento morale e sociale, gli esseri umani vengono costretti nei campi di lavoro in assenza delle condizioni umane più essenziali. I bam-

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Stando alla propaganda contorta del darwinismo sociale (una delle filosofie più spietate della storia) i deboli e gli inermi si devono lasciare morire.

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bini di genitori che hanno più figli di quanto consentito dallo Stato vengono raggruppati e uccisi, la gente viene giustiziata per “reato di pensiero”. Le stesse esecuzioni hanno assunto la forma di cerimonie sociali. La Cina contemporanea è un esempio della fine che potrebbe fare una società se si applicano le teorie darwiniste. Le tesi di Malthus non contribuirono solo alla promulgazione di una legge oppressiva che peggiorò ulteriormente le condizioni dei poveri in Inghilterra ma crearono anche problemi sociali ancora più intrattabili. Quelle stesse tesi, riproposte anche ai giorni nostri e che hanno fatto strada a teorie quali il darwinismo (causando nel XX secolo caos, guerra, razzismo e ateismo), non hanno alcun fondamento scientifico, difatti, a ispirare le idee di Malthus fu una leggenda legata a capre e cani (nessuno può assicurarne la veridicità).

Dalle capre e dai cani al darwinismo La vera fonte di ispirazione del Saggio di Malthus fu una leggenda secondo cui il marinaio spagnolo Juan Fernández aveva abbandonato delle capre su un’isola del Sud Est del Pacifico. Stando alla leggenda, quelle capre si moltiplicarono e divennero una fonte di sostentamento per i marinai di passaggio sull’isola. Ma il numero di capre aumentò rapidamente e cominciò a consumare tutte le risorse di cibo presenti. Per evitare che i corsari inglesi (che importunavano il commercio spagnolo) usufruissero della carne di capra, gli spagnoli sbarcarono sull’isola cani e cagne. Col tempo i cani cominciarono ad aumentare e a uccidere le capre. Il matematico e rivoluzionario francese Condorcet Townsend raccontò l’episodio mettendo in luce l’instaurazione di un equilibrio naturale. Scrisse: “La più debole delle due

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specie è stata la prima a pagare il debito della natura; quella più attiva e vigorosa ha preservato la propria esistenza. È la quantità di cibo a regolare il numero di specie umane”.10 Come già detto, possono essere state varie circostanze naturali a influire sull’aumento o il decremento degli animali e sulle specie sopravvissute o in via di estinzione. È un grave errore supporre che questa dinamica possa applicarsi alle società umane e l’esperienza mostra i terribili risultati nel mettere in pratica un simile errore. La legge per l’assistenza ai poveri in vigore all’epoca in Gran Bretagna, prevedeva che questi non venissero lasciati a digiunare ma che fossero obbligati a lavorare sodo. Secondo Townsend ciò non portava altro che problemi e proteste eccessive. Per lui era più logico riportare all’ordine i poveri facendo soffrire loro la fame. “La fame addomesticherà gli animali più feroci e insegnerà loro la civiltà, l’obbedienza e la sottomissione” .11 Alla radice di quell’atteggiamento incosciente e spietato risiede l’errore di classificare gli esseri in base ai loro beni materiali e agli attributi fisici. Una tale discriminazione, totalmente incompatibile con i valori morali religiosi, ha sconvolto l’ordine sociale e ha portato nel corso della storia al caos, all’anarchia e al conflitto. Dopo Townsend, la leggenda delle capre e dei cani costituì non solo la base delle teorie di Malthus ma anche la fonte di ispirazione degli errori nelle espressioni “la sopravvivenza dei più adatti” di Herbert Spencer ed “evoluzione per mezzo della selezione naturale” di Darwin. Come già ripetuto più volte, applicare le leggi degli animali agli esseri umani è stato un grande errore commesso da una serie di persone, a cominciare da Townsend per poi continuare con Malthus, Spencer e Darwin. Per loro gli umani erano creature selvagge da poter tenere a bada solo con misure radi-

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cali e da controllare con la guerra, la fame e la povertà. La verità, invece, è che gli esseri umani sono dotati di ragione e buon senso. Seguono una logica e la propria coscienza e non l’istinto come fanno gli animali.

Le teorie di Malthus prive di dati scientifici La teoria di Malthus fu supportata da diversi gruppi dell’epoca e servì a costituire molte ideologie e movimenti spietati nei secoli successivi. Non si fonda su alcuna logica scientifica ed è zeppa di inconsistenze. Ad esempio: 1) Nel periodo in cui scrisse, Malthus non aveva a disposizione alcun dato sulla popolazione. In Gran Bretagna il primo censimento nazionale fu effettuato nel 1801, tre anni dopo aver scritto il Saggio. Per poter calcolare l’indice di crescita della popolazione, Malthus necessitava delle statistiche degli anni precedenti al 1801. Di conseguenza, non possedeva alcuna statistica affidabile su cui basare un indice di crescita, le sue erano solo pure supposizioni. 2) Malthus non aveva a disposizione alcun dato per calcolare l’aumento delle risorse: a quell’epoca non vi era modo di calcolare quanta terra fosse coltivata e quanto producesse. Anche in questo caso le sue sono solo pure congetture. 3) La legge proposta da Malthus era di per sé contraddittoria. Lui riteneva che le popolazioni crescessero geometricamente. Anche gli animali e le piante crescevano geometricamente e, insieme, formavano la base della vita umana. Ma, in pratica, gli animali, le piante e gli esseri umani non si moltiplicano geometricamente. Il loro aumento varia in base alle circostante prevalenti. L’intero ecosistema, umani inclusi, si trova all’interno di un equilibrio più bilanciato.

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L’evidente ordine della natura è lontano anni luce dalla cosiddetta lotta alla sopravvivenza proposta da Malthus e Darwin: “o mangi o vieni mangiato”. In breve, le teorie errate e illogiche di Malthus continuano a restare infondate scientificamente. Nonostante ciò, su queste congetture Darwin vi basò la sua teoria dell’evoluzione.

Allah comanda alle persone di proteggere i bisognosi e di essere affettuosi e compassionevoli. Diffondere i valori morali da Lui comandati, risolverà molti problemi.

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evoti a Malthus e a Darwin, alcuni hanno portato ai massimi estremi l’idea che “la vita è una lotta”, affermando che a competere non solo gli animali ma anche tutti gli esseri viventi. L’embriologo tedesco Wilhelm Roux diceva che, per vivere, gli organi lottano fra loro: reni contro polmoni, cuore contro cervello. T. H. Huxley asserì addirittura che dentro ogni organismo tutte le molecole competono fra loro!1 Le scoperte biologiche del XX secolo hanno dimostrato che in natura non si manifestano lotte di alcun genere. I biologi d’oggi, invece, parlano di cooperazione e non di competizione. Ad esempio, in Le vite di una cellula, il biologo Thomas Lewis scrive: “Molte delle associazioni, a noi note, tra gli esseri viventi sono, in un grado o nell’altro, essenzialmente di tipo collaborativo e simbiotico. Quando hanno l’aspetto di essere avversarie, si tratta generalmente di una relazione discostata in cui una parte invia segnali e avvertimenti e indebolisce l’altra […]”.2 Norman Macbeth, autore di Darwin Retried: an Appeal to Reason, descrive come Malthus e Darwin sbagliassero e come in natura non esistano lotte fino alla morte: “Darwin la acquisì da Malthus, che era un sociologo (uno accanito) più che un biologo. Non derivava da una contemplazione di piante e animali. Una contemplazione simile […] non dimostrerebbe che “ogni essere organico lotta per accrescere in proporzione geometrica” o che esiste una lotta continua […]”.3 In Mutual Aid: A Factor of Evolution, Peter Kropotkin descrive l’errore in cui caddero Darwin e i suo seguaci:

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“I numerosi seguaci di Darwin estremizzarono la nozione di lotta per l’esistenza. Arrivarono a concepire il mondo animale come un mondo di lotta perpetua tra individui semi-affamati, assetati di sangue altrui […] Per citare Huxley […] il mondo animale è allo stesso livello di uno spettacolo di gladiatori. Le creature sono trattate bene e schierate a combattere; sono i più forti, i più veloci e i più furbi e a rimanere vivi e a combattere un altro giorno[…] Ma si può subito sottolineare che la visione della natura di Huxley aveva ben poco appiglio per essere considerata una deduzione scientifica”.4 Un articolo della rivista scientifica turca “Bilim ve Teknik” (rivista di scienza e tecnologia) ammette l’errore di considerare la natura un campo di battaglia: “Il problema è capire perché gli esseri viventi si aiutano a vicenda. Secondo la teoria di Darwin, ogni organismo lotta per s o pravvivere e riprodursi. Dal momento che aiutare gli altri ridurrebbe le probabilità di sopravvivenza delle creature, l’evoluzione, nel corso del tempo, avrebbe dovuto eliminare tale comportamento. Si è osservato, tuttavia, che gli esseri viventi possono essere altruisti”.5 Questi fatti, tutti insieme, rivelano ancora una volta che la teoria di Darwin, nata in condizioni scientifiche primitive, è piena di errori e menzogne. Molte branche della scienza svelano l’invalidità della teoria dell’evoluzione. Chi la supporta (presumibilmente in nome della scienza) non deve ignorare la responsabilità che si assume nel sostenere una teoria non scientifica e dovrebbe capire la necessità di accantonarla al più presto.

1. T. D. Hall, Ph.D., “Influence of Malthus and Darwin on the European Elite,” 1995, http://www.trufax.org/avoid/manifold.html 2. Ibid. 3. Ibid. 4. Kropotkin P., Mutual Aid: A Factor of Evolution, 1902, Chapter 1; http://www.spunk.org/library/writers/kropotki/sp001503/ch1.html 5. “Bilim ve Teknik” (Science and Technology Magazine), No: 190, 4.

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La logica distorta di Malthus fu applicata anche ai bambini, molti dei quali furono costretti a lavorare in condizioni orribili

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Darwin, il malthusiano Nella sua autobiografia Darwin scrive: “Nell’ottobre del 1838, ossia quindici mesi dopo aver iniziato la mia indagine sistematica, mi capitò di leggere per diletto il Saggio di Malthus, ed essendo ben preparato a comprendere la lotta per l’esistenza che trapela ovunque dall’osservazione continua delle abitudini di piante e animali, tutto a un tratto mi colpì che, in tali circostanze, le variazioni favorevoli tendevano a essere preservate, quelle sfavorevoli a essere eliminate. Il risultato sarebbe la formazione di nuove specie. Avevo finalmente una teoria con cui lavorare [...]”.12 I concetti di evoluzione per selezione naturale e la lotta alla sopravvivenza presero forma nella mente di Darwin dopo

Secondo Malthus, la “classe inferiore”, andava tenuta sotto controllo, oppressa, indebolita e fatta lavorare. Una volta accettata la sua visione degenerata, la classe operaia fu costretta a lavorare nelle condizioni più spaventose

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aver letto Malthus. In L’origine della specie Darwin ammise di aver accettato appieno le idee: “Non c’è eccezione alla regola secondo cui ogni essere organico aumenta naturalmente a un ritmo così elevato, che, se non distrutto, la Terra sarebbe presto coperta dalla progenie di una singola coppia. Anche l’uomo di lenta riproduzione si è raddoppiato in venticinque anni, e a questo ritmo, in meno di mille anni, non ci sarà letteralmente posto per la sua progenie”.13

Darwin descrisse così la relazione tra la teoria di Malthus e la tesi della selezione naturale: “Dal momento che vengono prodotti più individui di quanti ne possano sopravvivere, deve esserci per forza una lotta per la sopravvivenza, un individuo con un altro della stessa specie o con individui di specie diverse, o con le condizioni fisiche della vita. È la dottrina di Malthus applicata con una forza diversa all’intero regno animale e vegetale”.14

Le idee di Darwin, che presero spunto dal modo di pensare di Malthus, non possiedono alcun valore scientifico. Inoltre, secondo questa prospettiva crudele, la pianificazione demografica può essere regolata con l’eliminazione dei deboli e dei poveri. Considerando la vita non fondata sulla pace, sulla sicurezza e sulla comprensione bensì una mera sopravvivenza in cui è necessaria una lotta feroce, l’applicazione della teoria ha inflitto alla società le catastrofi più terribili.

Da Malthus a una visione del mondo spietata Pur non avendo fondamento scientifico, le teorie di Malthus e di Darwin ricevettero un ampio consenso. Le ragioni sono da ricercare nel periodo in cui vissero, ossia durante la rivoluzione post-industriale in Inghilterra. Dopo la rivoluzione,

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l’aristocrazia inglese temeva di dover cedere il proprio status e potere alle classi lavoratrici. Inoltre, aveva bisogno di una forza lavoro più consistente ed economica. Il risultato fu che la classe governante arrivò alla conclusione che “la classe inferiore” andava indebolita, tenuta sotto controllo, oppressa e sfruttata. Affermando che le risorse alimentari erano insufficienti a fronteggiare il rapido aumento della popolazione, Malthus aveva suggerito la soluzione, ossia evitare che gli “ordini inferiori” si moltiplicassero, ingenerando, così, l’istituzione di misure contro i poveri. Applicando le tesi di Malthus alla biologia e alle scienze sociali, Darwin presentò la sua teoria con una fittizia parvenza scientifica. Nel suo Social Darwinism in American Thought, Richard Hofstadter sul supporto di Darwin alla tesi di Malthus afferma: “Il Malthusianesimo era divenuto popolare in Inghilterra […] era stato utilizzato anche per sollevare i ricchi dalla responsabilità delle sofferenze dei poveri. Il corso degli eventi aveva provato che Malthus aveva torto e proprio quando la sua teoria stava per morire nell’economia politica, ritornò alla ribalta per via della biologia darwiniana”.15

In un articolo, il ricercatore e autore Ian Taylor scrisse quanto segue sulle idee degenerate della tesi di Malthus: “In tutto questo la lezione è che Darwin e gli altri che rifiutarono sia Dio che la promessa del Suo intervento e della sua provvidenza hanno trovato nel principio di Malthus uno spettro terrificante della tragedia e della disperazione che li hanno portati verso un’etica inenarrabile e assurde supposizioni scientifiche. Tutto ciò a dispetto dell’evidente debolezza e delle carenze nella teoria di Malthus”.16

Nonostante abbia definito la teoria “spietata, insensata e induttiva alla disperazione” la scienza ha perpetrato la sua influenza fino ai giorni nostri. Il libro In the Minds of Men di Ian

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Taylor riassume la catena di crudeltà che ebbe inizio con Malthus e che si concluse con Hitler: “La massima su cui Malthus basò il suo pensiero fu ciò che in seguito divenne il motto “la sopravvivenza dei più adatti”. Le fasi dell’idea passano da Condorcet a Malthus, a Spencer, a Wallace e a Darwin. Alla fine si sviluppò rapidamente e influenzò uomini del calibro di Adolf Hitler, ma dovremmo ricordarci che tutto ebbe inizio con la leggenda delle capre e dei cani”.17

Come abbiamo visto, le opinioni di Malthus servirono a molti governanti e leader per mascherare i propri interessi. A favore del consenso che ebbero, svolsero un ruolo fondamentale i formatori di opinioni con i rispettivi interessi ideologici. I disastri causati dal supporto dato a questa visione del mondo spietata furono di un’entità mai vista prima. Nelle prossime pagine esamineremo come questa crudele visione del mondo approntata da Malthus si sia rafforzata sotto il nome del darwinismo sociale e quanto sia costata all’umanità.

I primi a supportare le idee sinistre di Malthus furono coloro che necessitavano di manodopera a basso costo.

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l darwinismo risiede alla base di un gran numero di tendenze, ideologie e pratiche intellettuali che sono persistite fino ai giorni nostri. È ancora più interessante il fatto che costituisca

un fondamento condiviso da ideologie che sono completamente opposte tra loro. Il darwinismo ha svolto un ruolo nella nascita e diffusione di nazismo, fascismo e comunismo, con la presunta giustificazione dei massacri razzisti e comunisti e ha contribuito anche alla formazione di presunte basi scientifiche per il “capitalismo incontrollato”. In particolare nell’Inghilterra vittoriana e in America il darwinismo è stato ampiamente acclamato e si è rafforzato a causa del supporto che offrì ai capitalisti spietati noti come “baroni ladri”.

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L’errore più grave del capitalismo selvaggio consiste nel non tutelare le imprese più deboli (e gli individui più deboli) dal rischio di essere soffocate, sfruttate e fatte fuori. È indubbio che una crudeltà e un’efferatezza simili siano del tutto inaccettabili. Oggi quest’errore è riassunto nel detto “il pesce grande mangia quello piccolo”. In altre parole, le piccole imprese vengono eliminate (o acquisite) da quelle più grandi. Questo è l’effetto dell’applicazione del darwinismo al mondo degli affari. Nel XX secolo il mondo ha provato due diversi tipi di modelli economici: quello liberale, basato sulla proprietà privata e sul libero intervento, e quello socialista, fondato sulla proprietà statale e su un’economia pianificata. Le economie socialiste hanno fallito in ogni Paese apportando povertà e miseria alle società. L’economia liberale, dal suo canto, ha mostrato un indiscusso successo, procurando benessere agli individui e alle società. Ma l’economia liberale di per sé non basta. Difatti essa aiuta a incrementare il benessere di cui, però, non tutti possono godere. I poveri rimangono poveri e comincia ad aumentare il pericolo dell’ingiustizia sociale. Per prevenire ciò esistono due metodi:

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1) lo Stato deve dare una mano agli emarginati e ai disoccupati come obbligo del concetto di “stato sociale” e prendere dei provvedimenti per aiutarli. 2) Inculcare all’intera società i sentimenti di collaborazione e solidarietà insiti nei valori morali religiosi. Quest’ultimo requisito è di particolare importanza perché, alla fine, tende a determinare il primo. Se una società conferisce grande importanza ai valori morali e religiosi, allora l’economia liberale garantirà sia uno sviluppo economico che una giustizia sociale. I ricchi useranno parte del loro capitale per aiutare i poveri e costituiranno dei programmi sociali a favore dei deboli. (Questo è il modello economico rivelato da Allah nel Corano. La proprietà privata esiste nell’Islam ma i proprietari sono obbligati a spendere parte dei loro capitali, sotto forma di elemosina, per assistere i poveri e i bisognosi). Se una società subisce una degenerazione morale, in quel caso l’economia liberale si trasforma in “capitalismo selvaggio” in cui i poveri e gli emarginati vengono oppressi e non ricevono alcun aiuto, non vengono adottati programmi di assistenza sociale e l’ingiustizia non viene vista come problema ma come questione “naturale”. Il modello economico che criticheremo in questa sede non sarà quello liberale (basato sulla libera economia, sulla proprietà privata e sulla competizione) bensì il capitalismo selvaggio. La fonte di ispirazione, come vi mostreremo, è il darwinismo sociale. Furono gli americani noti come “baroni ladri” i primi ad applicare le pratiche darwiniste al mondo degli affari. “Questi credevano che il darwinismo e “la sopravvivenza dei più adatti” giustificasse in qualche modo le loro politiche spietate”.18 Il risultato fu l’inizio di una feroce competizione negli affari talmente estrema dai culminare persino nell’omicidio. L’unico scopo dei baroni ladri era quello di ricavare più soldi e potere possibili. Non avevano alcun Darwinismo: Arma Sociale

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interesse nel benessere sociale, nemmeno di quello dei propri lavoratori. Milioni di vite furono rovinate dall’entrata del darwinismo nell’economia, che portò a salari estremamente esigui, allo sconvolgimento delle condizioni lavorative e a ore di lavoro prolungate. La mancanza di precauzioni di sicurezza fece sì che molti lavoratori caddero malati, restarono feriti o addirittura morirono.

Secondo la morale crudele dei darwinisti sociali, ai poveri e ai bisognosi non andrebbe porta la mano.

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La gente maltrattata che affronta la fame o l’impoverimento a causa della guerra e dei conflitti merita l’aiuto dei benestanti. Con la morale darwinista sociale in atto, tuttavia, nessuno è spinto ad assistere e prendersi cura dei bisognosi.

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Alla luce dei concetti darwinisti sociali, gli stipendi bassi, le condizioni di lavoro pietose, le lunghe ore di lavoro e la mancanza di qualsiasi misura di sicurezza nei luoghi di lavoro portano i lavoratori a cadere malati, a farsi male o addirittura restare uccisi.

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Le crudeltà dei datori di lavoro darwinisti “Con la rivoluzione industriale che ebbe origine in Inghilterra e che poi si diffuse nel resto nel mondo, vennero costruite nuove industrie e utilizzati nuovi macchinari. Il fatto che i datori di lavoro non prestassero importanza al valore della vita umana (soprattutto a quella dei propri lavoratori) ignorando qualsiasi forma di precauzione di sicurezza, causò il moltiplicarsi degli incidenti sul posto di lavoro. Alcuni lavoratori morirono, altri restarono mutilati. Si è stimato che nei primi anni del XX secolo ogni anno un milione di lavoratori rimanvea vittima di incidenti, restava mutilato o si ammalava”.19 “Per i lavoratori che trascorrevano la vita in fabbrica, la perdita di un arto o di un organo era quasi inevitabile. Durante la vita lavorativa, più della metà dei lavoratori si ammalava, si feriva gravemente restando mutilato, perdendo la vista o l’udito. I produttori di cappelli a tesa rigida, ad esempio, soffrirono di avvelenamento da mercurio. Tutti gli imbianchini a contatto con il radio finirono per ammalarsi di cancro”.20 “Sebbene fossero consapevoli delle condizioni e degli incidenti che accadevano, alcuni datori di lavoro non presero alcun provvedimento per migliorare le condizioni. Molti lavoratori delle fonderie di acciaio lavoravano dodici ore a temperature da 40 a 50° C per paghe bassissime”.21 Nel 1892 il presidente americano Benjamin Harrison, riassumendo le condizioni disumane affermò che “ogni giorno il lavoratore americano affronta in media gli stessi pericoli di un soldato in guerra”.22 Alcuni capitalisti non attribuivano alcuna importanza alla vita umana ritenendola sacrificabile. “A causa delle pessime condizioni di lavoro morirono centinaia di lavoratori durante la sola costruzione della ferrovia”.23 Uno degli esempi più toccanti di questa ferocia riguarda l’affarista americano J. P. Morgan

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che acquistò 5.000 fucili difettosi a $3.50 ciascuno per poi venderli all’esercito americano a $22. In altre parole, si era così estraniato dalla comprensione morale da essere stato capace di imbrogliare il Paese e mettere a repentaglio la vita dei suoi soldati arruolati. “Ai soldati che utilizzarono quei fucili difettosi saltarono via i pollici”.24 “Le truppe che si ferirono con quei fucili intentarono causa contro Morgan ma persero poiché a quei tempi i tribunali decidevano in favore dei baroni ladri”.25 Un altro esempio di crudeltà in quel periodo fu il rifiuto di uno dei capitalisti a cui era stato chiesto di costruire una tettoia di protezione per i lavoratori. Egli, per giustificarsi, affermò “gli uomini costano meno delle scatole”.26 Alla base di tutta quella crudeltà è facilmente individuabile il darwinismo. Una visione del mondo che definisce gli esseri umani come specie animali, che crede alla menzogna che alcune persone sono meno sviluppate di altre e che la vita è un luogo di lotta dove prevalgono i potenti, ha come risultato l’efferatezza, la spietatezza e l’oppressione.

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Nelle fabbriche e nelle altre aziende industriali del XIX secolo, le pratiche capitaliste e darwiniste sociali furono imposte nelle forme più selvagge. I datori di lavoro con quella forma mentis non attribuivano alcun valore alle vite dei lavoratori, pensando solo ai propri interessi.

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Nel XIX secolo, non si risparmiavano nemmeno i bambini, costretti a fare lavori pesanti per lunghe ore.

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Il danno causato dal darwinismo nel mondo degli affari Molti affaristi sostenitori del capitalismo sfrenato, in realtà, erano stati allevati come credenti di Dio. Successivamente, però, influenzati dalle false idee del darwinismo, avevano abbandonato il loro credo. Un esempio è il capitalista americano Andrew Carnegie, uno dei principali nomi nell’industria dell’acciaio del XIX secolo, che in un primo momento era stato devoto al Cristianesimo. Nella sua autobiografia Carnegie descrisse apertamente come lui e molti altri amici suoi erano caduti nell’inganno del darwinismo. Tuttavia, la teoria dell’evoluzione che Carnegie considerava come dato di fatto non era altro che una totale falsità. Negli anni a seguire i progressi nel mondo della scienza rivelarono la verità. Ma a quel tempo, commettendo lo stesso errore di Carnegie, altri capitalisti accettarono il capitalismo selvaggio osannato dal darwinismo. Ciò li indusse a giustificare la concorrenza spietata per incrementare i propri capitali e a tralasciare i valori dell’altruismo e della vita umana.

Andrew Carnegie

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Carnegie pensava che la competizione fosse una legge di vita inevitabile e su questo errore basò la sua filosofia. Egli affermò che “nonostante la legge della competizione complicasse la situazione ad alcuni, era un bene per la razza poiché assicurava la sopravvivenza dei più adatti in ogni settore”.27 Carnegie venne a conoscenza del darwinismo in casa di un professore della New York University in cui incontrò un gruppo di cosiddetti pensatori liberi e illuminati, alla ricerca di una nuova “religione dell’umanità”.28 Uno dei membri del ristretto circolo di Carnegie era Herbert Spencer, seguace di Darwin e una delle figure di spicco nel darwinismo sociale. Gli uomini d’affari adottarono il pensiero contorto di Spencer e Darwin ma non furono capaci di prevedere il vicolo cieco in cui avrebbe trascinato loro e la società. Richard Milner, antropologo del Museo americano di storia naturale e autore di The Encyclopedia of Evolution, descrive come Carnegie cadde nella trappola del darwinismo: “Carnegie rafforzò gli affari per diventare un magnate potente e spietato che sfruttò l’uomo e la terra, che annientò la c o m p e tizione e che giustificò le proprie azioni con la filosofia del darwinismo sociale. La competizione imprenditoriale, credeva, rende un servizio alla società eliminando gli elementi più deboli. Coloro che sopravvivono negli affari sono “adatti” e quindi meritano la posizione e le ricompense che hanno”.29

Carnegie e quelli che la pensavano come lui commisero un grave errore ritenendo che essere potenti e spietati facesse parte della vita economica. È del tutto naturale che le persone si guadagnino da vivere per condurre un’esistenza agiata e confortevole ma è inaccettabile farlo a discapito altrui, ignorare la gente in difficoltà a beneficio personale o per opprimere i deboli con lo scopo di aumentare sempre più il proprio potere. Allah

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ha ordinato alle persone di essere oneste negli affari, come in tutte le altre sfere, e di proteggere i diritti dei bisognosi. È un’enorme bugia affermare che opprimendo i deboli e cercando di eliminarli vuole il bene della società. Nelle conversazioni, nei discorsi e nelle opere degli ultimi anni della sua vita, Carnegie utilizzò sempre espressioni darwiniste. Nel suo Andew Carnegie lo storico Joseph F. Wall scrive: “Carnegie fa frequenti e facili allusioni al credo del darwinismo sociale non solo nel suoi articoli e libri pubblicati ma anche nelle lettere personali ai contemporanei d’affari. Frasi quali “miglioramento della razza” e “lotta per l’esistenza”

venivano

fuori

dalla sua penna e presumibilmente dalle sue labbra. Vedeva gli affari come una grande lotta competitiva […]”.30 Un altro che si fece abbindolare dal darwinismo fu il famoso industriale americano John D. Rockefeller che affermò:“la crescita di una grande azienda non è che una sopravvivenza dei più adatti […] il risultato di una legge della natura […]”.31

La gita in America di Spencer, descritta da Richard Hofstadter in Social Darwinism in American Thought, è un chiaro esempio degli effetti del darwinismo nel mondo degli affari: “Per quanto manchevole l’apprezzamento degli ospiti per i convenevoli del pensiero di Spencer, il banchetto mostrò quanto egli fosse diventato popolare negli Stati Uniti. Quando si trovò sulla banchina, in attesa della nave che lo riconducesse in Inghilterra, Spencer afferrò le mani di Carnegie e Youmans. “Ecco” gridò ai giornalisti “i miei due migliori amici americani”. Per Spencer fu un raro gesto di affetto personale; ma oltre a questo, simboleggiò l’armonia della nuova scienza [darwinismo sociale] con la prospettiva di una civiltà economica”.32

Il darwinismo sociale comportava la liberazione dalla responsabilità verso i poveri e fu questo uno dei motivi che indusse i capitalisti ad adottarlo. Nelle società che preservano i

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valori morali, ci si aspetta che i ricchi mostrino interesse nell’aiutare i poveri e i bisognosi, ma il darwinismo sociale tentò di eliminare questo atteggiamento. In The Golden Door: The United States from 1876 to 1918 lo scrittore Isaac Asimov commenta così sull’aspetto crudele del darwinismo sociale: “Spencer coniò la frase “la sopravvivenza dei più adatti” e nel 1884 sostenne, ad esempio, che i disoccupati o i fardelli della società dovevano essere abbandonati al loro John D. Rockefeller

destino piuttosto che essere aiutati. Apparentemente, per fare ciò, si dovevano eliminare gli inadatti e rafforzare la razza. Era una filosofia orribile che poteva essere utilizzata per giustificare

i peggiori impulsi degli esseri umani” 33

Chi attuava il capitalismo selvaggio appoggiava il darwinismo e, a sua volta, veniva appoggiato dai darwinisti. Ad esempio, William Graham Sumner affermò che i miliardari erano “gli individui più adatti della società” e poi trasse la conclusione illogica che, pertanto, meritassero privilegi speciali e che venivano “selezionati naturalmente nel crogiolo della competizione”.34 In un articolo sul darwinismo sociale nel periodico “The Humanist” il docente di filosofia Stephen Asma descrive il supporto di Spencer ai capitalisti:

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“Spencer coniò la frase “sopravvivenza dei più adatti” e Darwin la adottò nell’ultima edizione di L’origine della specie […] Stando a Spencer e ai suoi discepoli americani (imprenditori del calibro di John D. Rockfeller e Andrew Carnegie) la

gerarchia

sociale riflette le leggi stabili e universali della natura. La natura si rivela in modo che i forti sopravvivano e i deboli periscano. Quindi le strutture sociali ed economiche che sopravvivono sono le “più forti” e le migliori e quelle che non lo fanno, sono ovviamente destinate a fallire”35

Come già è stato enfatizzato, i valori spirituali e la loro preservazione rappresentano l’elemento principale nel progresso delle comunità. Nelle società in cui lo spirito di collaborazione e solidarietà sono forti, dove la gente tratta il prossimo con compassione e rispetto, le difficoltà economiche possono essere facilmente superate in uno spirito di fratellanza. Ma dove le relazioni umane sono scomparse e le persone ignorano la compassione e la comprensione verso gli altri, possono sorgere effetti molto più distruttivi nonostante la presenza di un progresso economico. Quindi tutti gli individui di una società devono ingegnarsi delle soluzioni per innalzare la qualità della vita e del benessere e far fiorire un ambiente in cui la gente possa godere di una sicurezza non solo economica ma anche psicologica. Naturalmente tutto ciò può accadere osservando i valori morali religiosi. Come già dimostrato infinite volte, nessun movimento o ideologia incompatibile con i valori morali religiosi può apportare quel benessere, quella pace e quella sicurezza tanto anelate dalle persone.

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Capitalismo selvaggio: prodotto dell’unione tra darwinismo sociale e irreligiosità Dal XIX secolo in avanti i capitalisti darwinisti, ritenendo che solo i ricchi e i potenti avessero il diritto di vivere e che i poveri, i deboli, gli storpi e i malati fossero dei “fardelli inutili”, crearono dei sistemi oppressivi in tanti paesi. In questo clima di competizione selvaggia si giustificarono lo sfruttamento, l’intimidazione, i soprusi, la violazione e persino l’uccisione della gente. Non si prevenne o condannò alcuna attività immorale o illegale poiché considerata “compatibile con le leggi della natura”. Questo sistema esiste ancora oggi in molti paesi dove la gente vive non osservando i valori morali religiosi. Il divario fra ricchi e poveri continua a crescere a un ritmo ancora più incalzante e si ignorano le condizioni in cui versano i bisognosi. Stando alla propaganda del darwinismo sociale proteggere e prendersi cura dei poveri e dei bisognosi è una violazione delle leggi della natura e, appunto perché considerati come un fardello, non viene assicurato loro alcun aiuto. Le grande differenze tra i livelli di benessere non sussistono solo all’interno di un paese, bensì anche fra più paesi. Mentre in Occidente si assiste a una rapida crescita del benessere, le malattie, la fame e la povertà continuano ad affliggere i paesi del Terzo Mondo dove la gente muore di fame e viene abbandonata. Però, se le risorse mondiali venissero utilizzate in modo oculato e coscienzioso, basterebbero a sfamare chi è stato lasciato alla fame e alla povertà. Per consentire ciò è fondamentale che venga sradicata dal mondo l’influenza intellettuale del darwinismo. Quando le concezioni darwiniste saranno soppiantate dai valori morali del

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Corano questi problemi si risolveranno automaticamente. Se da un lato il darwinismo inculca l’idea della competizione selvaggia e dell’oppressione dei poveri, dall’altro i valori morali religiosi infondono compassione, protezione, collaborazione reciproca, solidarietà e condivisione. Ad esempio, in una delle linee di condotta trasmesse dal nostro Profeta (che Allah lo benedica e gli conceda la pace) “Non è un credente [maturo] colui che mangia a sazietà quando il suo vicino è affamato”. Queste sagge parole del Profeta (che Allah lo benedica e gli conceda la pace) dimostrano l’affetto e la compassione dei musulmani. In molti Suoi versi Allah ha comandato amore, compassione, affetto e altruismo dando ai musulmani esempi di giusto compor-

Il mondo possiede risorse a sufficienza per tutti, ma devono essere utilizzate in modo razionale e oculato. In molte parti del mondo il cibo si spreca mentre in altri paesi si muore di fame e di povertà. Se si vuol dare giustizia a questa gente bisogna sradicare completamente la mentalità darwinista sociale.

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Immagini della Gran Bretagna nella seconda metà del XIX secolo. Mentre alcuni godevano di salute e benessere, altri vivevano nella povertà.

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79 Nonostante sia passato un secolo, non è cambiato nulla. Le quantità di risorse mondiali consentirebbero a tutti di vivere degnamente. Bisogna disseminare l’altruismo, la collaborazione e la solidarietà previsti dai valori morali religiosi.

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tamento morale. Mentre il darwinismo sociale prevede che i ricchi sfruttino i poveri come gradini per ascendere al potere, i valori morali islamici ordinano ai ricchi di proteggerli. Alcuni dei versi rivelati a tal proposito da Allah: “Coloro di voi che godono di favore e agiatezza, non giurino di non darne ai parenti, ai poveri e a coloro che emigrano sul sentiero di Allah. Perdonino e passino oltre [… ]” (Surat anNur, 22) “Ti chiederanno:"Cosa dobbiamo dare in elemosina?" Di': "I beni che erogate siano destinati ai genitori, ai parenti, agli orfani, ai poveri e ai viandanti diseredati [...]” (Surat alBaqara, 215) “[...] Mangiatene voi stessi e datene al bisognoso e al povero.” (Surat al-Hajj, 28) [I credenti sono] coloro sui cui beni c'è un riconosciuto diritto per il mendicante e il diseredato. (Surat alMa'arij, 24-25) “ loro che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'orfano e il prigioniero « È solo per il volto di Allah, che vi nutriamo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine. Invero noi temiamo un Giorno terribile e

cata-

strofico da parte del nostro Signore” (Surat al-Insan, 8-10)

Nel Corano Allah rivela anche che sarà riservato l’Inferno a chi non aiuta i poveri e i deboli: “Loro [i compagni della destra] chiederanno ai colpevoli: «Cosa mai vi ha condotti al Calore che brucia?» Risponderanno: « Non eravamo tra coloro che eseguivamo l'orazione, né nutrivamo il povero” (Surat alMuddaththir, 41-44) “e poi legatelo con una catena di settanta cubiti. Non credeva in Allah, il Supremo, e non esortava a nutrire il povero. Oggi non avrà qui nessun amico sincero” (Surat alHaqqaq, 32-35)

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Non dobbiamo dimenticare che: è Allah onnipotente, il Signore dell’esistenza e dell’universo ad elargire beni e successo a ognuno di noi. Non si diventa facoltosi innestando una competizione crudele per la “lotta alla sopravvivenza” oppure opprimendo i deboli. È Allah che dà alle persone ciò che possiedono, ripartendo loro ricchezze con lo scopo di metterle alla prova. È la ricchezza che ricevono a metterli alla prova. Questo fatto è rivelato da Allah nel verso: “ In verità abbiamo voluto abbellire la terra di tutto quel che vi si trova per verificare chi di loro opera al meglio” (Surat alHaqqa, 32-35)

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Ognuno di noi è, quindi, responsabile dell’utilizzo nel modo migliore possibile dei doni insufflatigli da Allah, con lo scopo di guadagnare la Sua approvazione. Un vero credente deve agire con la consapevolezza che tutto ciò che possiede è una benedizione di Allah e che così come il Signore può aumentare quei beni quando crede, allo stesso modo può anche decidere di portarglieli via.

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S

ebbene nel corso della storia si siano sempre riscontrate tracce di razzismo, Darwin fu il primo ad attribuirgli una presunta validità scientifica. Il sottotitolo di L’origine della specie è

La preservazione delle razze privilegiate nella lotta per la vita. Le opere di Darwin sulla “preservazione delle razze privilegiate” e, in particolare, le teorie non scientifiche in L’origine dell’uomo, funsero da supporto all’erroneo credo dei nazisti sulla superiorità della razza ariana e alla convinzione degli inglesi sugli anglosassoni. In più la teoria della selezione naturale parlava di una lotta fino alla morte, “una legge della giungla”. Applicare questa teoria alle società umane comportò l’inevitabilità della guerra tra razze e nazioni. La teoria di Darwin fu

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adottata da personaggi di spicco dell’epoca, da statisti guerrafondai a filosofi, da politici a scienziati. In The Twisted Road to Auschwitz, il professore Karl A. Scheunes della facoltà di storia dell’Università del North Carolina scrive: “I razzisti non ci misero molto ad appropriarsi dell’idea di Darwin della lotta per la sopravvivenza…tale lotta, legittimata dalle ultime opinioni (cosiddette) scientifiche, giustificava il concetto razzista della superiorità e inferiorità dei popoli…e avvalorava la lotta tra questi”.37

Con le affermazioni di Darwin, chi riteneva il razzismo un fattore naturale, immaginò di aver trovato un fondamento scientifico a supporto delle proprie opinioni sulle classi umane. Ma poco dopo la scienza dimostrò non solo che la sua teoria non aveva validità scientifica, ma rivelò anche che i movimenti fondati intorno alle sue idee ignoranti avevano commesso un grande errore. Con il supporto ottenuto dal darwinismo, i nazisti praticarono l’antisemitismo con una violenza inaudita. Ma la Germania non fu l’unica Nazione in cui si manifestò il cosiddetto razzismo “scientifico”. In molti Paesi si fecero avanti governanti e intellettuali razzisti, in modo particolare in Gran Bretagna e in America e, in breve, vennero attuate leggi e pratiche segregazioniste.

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Gli evoluzionisti del XIX e XX secolo avevano una visione quasi totalmente razzista e molti scienziati non avevano alcuna esitazione a esprimerlo apertamente. I libri e gli articoli dell’epoca ne offrono una chiara dimostrazione. In Outcasts from Evolution: Scientific Attitudes of Racial Inferiority, John S. Haller, docente di storia alla Southern Illinois University, descrive come gli evoluzionisti del XIX secolo credevano a torto nella superiorità della razza bianca e nell’inferiorità di altre razze. Un articolo della rivista “American Scientist” riporta dal libro di Haller: “... estremamente importante...poiché documenta ciò che si è sospettato a lungo: il radicato, fermo e quasi unanime razzismo degli uomini di scienza nordamericani del XIX secolo (e XX secolo inoltrato) [...] Ab initio, questi intellettuali videro gli afroamericani irredimibili, immutabili e irrevocabilmente inferiori”.38

Un altro articolo nella rivista “Science” riportò un commento sulle affermazioni di Haller: “Il darwinismo fu la novità del periodo vittoriano [...] Prima del 1859 molti scienziati si erano chiesti se i neri fossero della stessa specie dei bianchi. Dopo il 1859 lo schema evolutivo sollevò altre questioni, in particolare se gli afroamericani fossero in grado di sopravvivere alla competizione con i vicini bianchi. La grave risposta fu un risonante no[...]. Gli africani erano inferiori perché rappresentavano “l’anello mancante” tra scimmie e teutoni”.39

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Nel 1893 uno schiavo nero venne torturato e fustigato ma infine riuscì a scappare. Durante gli anni precedenti alla Guerra Civile, gli schiavi d’America venivano fustigati spesso o trattati peggio.

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Naturalmente questa teoria è del tutto infondata. Il fatto che abbiano un colore della pelle diverso oppure origini razziali o etniche differenti non li rende superiori né inferiori a nessun altro. Una delle ragioni per cui questa menzogna si diffuse nel XIX secolo fu l’ignoranza diffusa dovuta alle primitive condizioni scientifiche. Un altro scienziato noto per le sue idee razziste fu il biologo americano dell’Università di Princeton Edwin G. Conklin che, come altri razzisti, non si fece alcuno scrupolo nel dichiarare apertamente le proprie opinioni: “Il confronto di qualsiasi razza moderna con l’uomo di Neanderthal o di Heidelberg mostra che […] la razza negroide assomiglia di più alla stirpe originale rispetto a quella bianca e gialla. Ogni riflessione dovrebbe indurre chi crede nella superiorità della razza bianca a cercare di preservarne la purezza e stabilire e mantenere la segregazione delle razze”.40

Nel 1911 William Sollas, docente di paleontologia e geologia presso l’Università di Oxford, scrisse nel suo libro Ancient Hunters: “ La giustizia appartiene ai forti, ed è stata assegnata a ogni razza sulla base della forza che possiede[...] Non è la priorità dell’occupazione, bensì il potere di cui servirsi a stabilire la concessione della terra. Per cui, ogni razza deve a se stessa e alla famiglia umana il dovere di esercitare la propria forza con ogni mezzo possibile: non appena resta indietro a

rispettare questo dovere,

sia nell’arte della scienza, nell’istruzione o nell’organizzazione per l’autodifesa, si verifica una punizione che la Selezione Naturale, il severo ma benevolo tiranno del mondo della natura, esigerà senz’altro

e quanto più velocemente è possibile”41

Affermare che la giustizia appartiene ai forti (grave errore) porterà a un terribile caos sociale. Non importa quali siano le condizioni e le circostanze, tutti devono beneficiare di una sana

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giustizia indipendentemente dal colore, dalla lingua e dal genere. Le affermazioni dei darwinisti razzisti sulla validità della giustizia solo per i forti non riflette in alcun modo la verità. Ogni individuo può sperare di acquisire oggetti molto belli e di qualità per se stesso e per la sua società, ma non è giustificabile che non tenga conto del male che infligge agli altri comportandosi così. Asserire il contrario viola la ragione e la buona coscienza. Queste idee razziste si mantennero anche negli anni a seguire, persino nelle opere degli evoluzionisti che dichiaravano di non essere razzisti (come conseguenza naturale della loro fede nell’evoluzione). Uno di questi è il paleontologo George Gaylord Simpson che, a prescindere da quanto odiasse fortemente essere definito razzista, in un articolo pubblicato nella rivista “Science” affermò che le differenze razziali erano frutto dell’evoluzione e che alcune razze erano più avanzate o arretrate di altre: “L’evoluzione non si manifesta necessariamente allo stesso ritmo nelle varie popolazioni, infatti tra molti gruppi di animali è possibile notare che alcune specie si sono evolute più lentamente, riguardo a certi particolari o nel complesso. Risulta spontaneo chiedersi (come hanno fatto molti) se tra le razze umane ve ne sia ugualmente qualcuna più primitiva in un modo o in un altro oppure in generale. Difatti, è possibile riscontrare singole caratteristiche che

probabilmente sono più avanzate o più primitive in

una razza piuttosto che in un’altra”.42

Tuttavia, nonostante la mancanza di fondamento scientifico, l’affermazione pregiudizievole di Simpson fu adottata da alcuni gruppi per ragioni ideologiche. Il fatto che altri scienziati dell’epoca difendessero le affermazioni non scientifiche della teoria dell’evoluzione nei loro scritti, nei libri e nei loro discor-

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si, era come se automaticamente supportassero il razzismo. In un articolo intitolato The Evolution of Human Races, Henry Fairfield Osborn, presidente del museo americano di scienze naturali, razzista di spicco e antropologo evoluzionista dei primi del XX secolo, mise a confronto le razze e tirò fuori una quantità di deduzioni del tutto prive di attendibilità scientifica:

La metà del XX secolo fu testimone di un’altra ondata di razzismo in certe regioni degli USA. Il Ku Klux Klan, la cui ideologia si basava sulla violenza, fu uno dei gruppi a sostenere di più il razzismo americano. Questa organizzazione sosteneva errori quali la superiorità della razza bianca e causava la morte di molte persone.

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“Il livello di intelligenza di un negro adulto medio è simile a quella di un undicenne della specie Homo sapiens”. 43

Come si può vedere da tali affermazioni, molti degli scienziati evoluzionisti del XIX e XX secolo erano razzisti ignari del pericolo che comportavano le loro opinioni. Sugli effetti distruttivi del cosiddetto razzismo “scientifico”, lo scienziato americano James Ferguson dichiara: “Nell’Europa del XIX secolo il concetto di razza fu un assillo per le scienze sociali che si stavano sviluppando […] I primi antropologi fisici contribuirono allo sviluppo del concetto di supremazia ariana, che in seguito fomentò il razzismo istituzionale nella Germania degli anni ’30 e attualmente in Sud Africa”.44

In un articolo sulle idee razziste degli antropologi evoluzionisti, l’ultimo evoluzionista Stephen Jay Gould afferma: “Non si può capire granché della storia dell’antropologia della fine del XIX e inizi del XX secolo […] salvo che non si comprenda la sua ossessione per l’identificazione e la classificazione delle razze”.45

Una volta che la teoria dell’evoluzione ebbe acquisito una presunta validità scientifica, gli scienziati poterono avanzare, senza esitazione, i concetti illusori di razze “inferiori” e di razze più simili alle scimmie che agli esseri umani. Dittatori dispotici del calibro di Hitler videro in queste affermazioni un’occasione d’oro per uccidere milioni di persone ritenute “inferiori”, “inadeguate”, “difettose” o “malate”. Uno dei motivi per cui quasi tutti gli evoluzionisti del XIX secolo furono razzisti, è che il loro stesso precursore intellettuale, Darwin, la pensava così.

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Anche Darwin era razzista A differenza dei loro omologhi del XIX secolo, gli evoluzionisti d’oggi affermano di essere contrari al razzismo e tentano di scagionare Darwin dalle accuse razziste. Molti libri su Darwin fanno grandi sforzi per dare l’impressione che egli fosse compassionevole, ben intenzionato e oppositore della schiavitù. Ma la verità è che credeva che la teoria della selezione naturale costituisse una giustificazione scientifica alla discriminazione razziale e al conflitto fra le razze. I suoi libri, le lettere e gli appunti privati contengono apertamente affermazioni razziste. Ad esempio, in L’origine dell’uomo Darwin dichiarò che alcune razze (neri e aborigeni), fossero inferiori e che, a tempo debito, sarebbero state eliminate e sarebbero scomparse nella lotta alla sopravvivenza: “In un futuro non molto distante in termini di secoli, le razze civilizzate dell’uomo quasi certamente stermineranno e rimpiazzeranno quelle selvagge in tutto il mondo. Senza dubbio, verranno sterminate contemporaneamente le scimmie antropomorfe. Il divario tra l’uomo e i suoi affini più prossimi sarà allora più ampio, poiché si interporrà tra l’uomo in uno stato più civilizzato, come ci auguriamo, rispetto a quello caucasico, e alcune scimmie lente quanto i babbuini rispetto a quanto accade adesso tra il nero o l’australiano e il gorilla”.46

Darwin mette a confronto alcune razze con i primati e predice che “razze umane civilizzate” elimineranno “razze selvagge” dalla faccia della Terra. In altre parole, Darwin stava prevedendo il genocidio, una pulizia etnica che sarebbe stata effettuata a distanza di pochi anni. In effetti le “predizioni” disastrose di Darwin si verificarono e i razzisti del XX secolo, forti del supporto della teoria dell’evoluzione, perpetrarono terribili massacri. Esempi a riguardo: 40 milioni di persone uccise dai nazisti durante la seconda guerra mondiale; vantaggi delle Darwinismo: Arma Sociale

93 Gli australiani o gli aborigeni autoctoni, che i darwinisti considerano inferiori, non sono diversi da nessun’altra razza. La foto a destra raffigura l’atleta australiano Cathy Freeman che accende la fiamma olimpica nel 2000.

razze europee sulle altre dovuti all’apartheid dei governi sudafricani; attacchi razzisti contro i turchi e altri stranieri in Europa, contro i neri in America e contro gli aborigeni in Australia; comparsa intermittente di movimenti neonazisti in vari paesi europei. Tutti questi episodi si sono rafforzati a causa del presunto supporto scientifico presentato dal darwinismo. (Per ulteriori dettagli sul legame tra fascismo, razzismo e darwinismo, leggete il libro di Harun Yahya Fascism: The Bloody Ideology of Darwinism, Kultur Publishing, aprile 2002). Ma le affermazioni razziste di Darwin non si fermano qui. Difatti, in Viaggio di un naturalista intorno al mondo, pubblicato

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prima di L’origine della specie, afferma di aver incontrato razze “arretrate” della Terra del Fuoco: “Era senza dubbio lo spettacolo più curioso e interessante che avessi mai visto; non avrei mai immaginato quanto fosse grande la differenza tra l'uomo civile e quello selvaggio. È maggiore di quella tra un animale selvatico e uno domestico […] Credo che in questo lembo estremo dell'America meridionale l'uomo viva in uno stato di civiltà inferiore a quella di qualsiasi altra parte del mondo”.47

Darwin descrive così gli autoctoni della Patagonia, che definisce “barbari”: “Forse nulla suscita più stupore della visione di un barbaro nella sua tana — di un uomo nel suo stato più infimo e selvaggio. La mente va a ritroso nei secoli e poi si chiede se i nostri progenitori sono stati uomini del genere. Uomini i cui segni ed espressioni sono per noi meno intelligibili di quelli degli animali domestici… Non credo sia possibile descrivere o raffigurare la differenza fra uomo selvaggio e civile”.48

Il libro di Darwin Viaggio di un naturalista intorno al mondo

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In una lettera a Charles Kingsley, Darwin descrive i nativi della Terra del Fuoco: “Quando vidi un selvaggio nudo, truccato, spaventoso e orrendo nella Terra del Fuoco, il pensiero che i miei avi potessero essere in qualche modo simili a lui in quel momento fu così rivoltante, anzi più rivoltante, del mio attuale credere di aver avuto una bestia pelosa per antenato di gran lunga più remoto. La scimmie hanno proprio un cuore buono”.49

Queste sono indicazioni importanti del razzismo di Darwin. Egli scredita alcune razze più che può mentre umanizza e loda le scimmie parlandone come di animali dal cuore buono. Nel luglio del 1881, in una lettera allo scienziato W. Graham, Darwin dichiarò apertamente che le razze “inferiori” dovessero essere eliminate, che questa conseguenza della selezione naturale avrebbe contribuito favorevolmente alla civilizzazione: “ Potrei dimostrare che la lotta dovuta alla selezione naturale ha fatto e sta facendo per il progresso della civilizzazione più di quanto sembri propenso ad ammettere. Ricorda il rischio che hanno corso le nazioni, non tanti secoli fa, di essere sopraffatti dai turchi e quanto sia ridicola adesso un’idea simile! La razza cosiddetta bianca, più civilizzata, ha sconfitto i turchi nella lotta all’esistenza. Pensando al mondo tra un paio di anni, chissà quante razze inferiori saranno state eliminate dalle razze più civilizzate in tutto il mondo”.50

Le sciocchezze razziste di Darwin arrivarono a colpire anche la Turchia, nazione gloriosa e di alti valori morali (per ulteriori notizie sulle affermazioni illegittime e ostili di Darwin riguardo la Nazione turca, sulla loro infondatezza storica e scientifica, potete consultare il libro di Harun Yahya Evrim Teorisinin Irkç› Yüzü: Darwin'in Türk Düflmanl›¤›,Kultur Publishing, Istanbul, Ottobre 2001). Parlando di eliminazione delle “razze inferiori” Darwin stimolò non solo il razzismo ma stabilì anche un fondamento Harun Yahya (Adnan Oktar)

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presumibilmente scientifico per le guerre razziali, per i massacri e il genocidio che si sarebbero verificati nel XX secolo. Gli evoluzionisti hanno compiuto grandi sforzi per tentare di dissociare il nome di Darwin dal razzismo, ma Stephen Jay Gould dell’Università di Harvard, riferendosi a L’origine della specie, ha riconosciuto l’impulso che Darwin diede al razzismo: “Prima del 1859 i ragionamenti biologici a favore del razzismo erano frequenti, ma a seguito dell’approvazione della teoria evolutiva, aumentarono a dismisura ”.51

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Anche Thomas Huxley, altro sostenitore della teoria, era razzista. Subito dopo la guerra civile americana e l’emancipazione degli schiavi neri, scrisse: “Nessun uomo razionale, al corrente dei fatti, crede che un nero nella media sia uguale, o addirittura superiore, a un bianco. E se anche fosse vero, è semplicemente incredibile che il nostro parente prognato, accantonate tutte le sue inabilità, sia capace di vincere in un campo neutro, senza favoritismi né oppressori, contro un rivale dal cervello più grande e con una mascella più piccola, in una sfida di cervelli e non di morsi”.52

1904: gli schiavi che cercavano di scappare nel sud-ovest dell’Africa venivano soppressi aspramente.

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Huxley parla dei neri come fossero animali, non esseri umani, e afferma (dichiarazioni confutabili) che i neri resteranno inevitabilmente indietro nel concetto di razza. I semi del razzismo, piantati insieme alla teoria dell’evoluzione a metà del XIX secolo, cominciarono a produrre i frutti verso la metà del 1900. Friedrich Nietzsche, contemporaneo di Darwin e sostenitore appassionato delle teoria dell’evoluzione, divulgò i concetti insensati di “superuomo” e “razza suprema” che sfociarono inevitabilmente nel socialismo nazionale. Hitler e i nazisti fecero della legge della giungla di Darwin una politica di stato che portò alla morte di 40 milioni di persone. (Se ne parlerà più ampiamente nel capitolo 5).

A livello genetico non c’è differenza razziale tra gli esseri umani Specialmente negli ultimi dieci anni la scienza della genetica ha dimostrato che, in termini biologici, non esistono differenze tra le razze. La maggioranza degli scienziati è concorde. Difatti, in occasione del congresso di Atlanta sul Progresso della Scienza hanno affermato: “La razza è un concetto sociale derivato prevalentemente dalle percezioni condizionate dagli eventi della storia documentata e non ha una realtà biologica alla base”.53

Le ricerche condotte hanno determinato che le differenze genetiche tra le razze sono minime e che non si possono differenziare in termini di geni. Gli scienziati esperti in materia affermano che esiste uno 0,2% di differenza genetica tra due persone qualsiasi, anche appartenenti allo stesso gruppo. Le caratteristiche che rivelano le differenze razziali, quali il colore della pelle e la forma degli occhi, incidono solo per il 6% di questa

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99 1902: due giovani neri impiccati perché membri di una razza diversa. Nel XXI secolo ci si è resi conto che in termini biologici non esistono differenze fra le razze.

2001 “Milliyet”, febbraio 13 Hitler, ti sbagliavi!

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variazione dello 0.2%. A livello genetico ciò significa una differenza dello 0,012% tra le razze (così poco da essere irrilevante). Le ultime scoperte sono state racchiuse nell’articolo Do Races Differ? Not Really, DNA Shows del New York Times del 22 agosto del 2000: “Gli scienziati hanno sospettato a lungo che le categorie razziali riconosciute dalla società non avessero un riscontro a livello genetico. E più da vicino esaminano il genoma umano (il complemento del materiale genetico racchiuso nel cuore di quasi ogni cellula del corpo) e più la maggioranza dei ricercatori è convinta che le etichette tradizionali per distinguere le popolazioni per “razza” non abbiano per nulla, o quasi, un senso biologico. Essi affermano che, mentre è facile dire a colpo d’occhio se una persona appartiene alla razza bianca, africana o asiatica, questa sicurezza svanisce quando si osserva al di sotto delle caratteristiche della superficie e si esamina il genoma per le caratteristiche del DNA della “razza” ”.55

Un articolo intitolato “Do Races Differ? Not Really, DNA Shows,” pubblicato nel “New York Times”

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Il dottor J. Craig Venter, direttore della Cilera Genomics Corp., che dirige il Human Menome Project, afferma che “la razza è un concetto sociale, non scientifico”.56 Il dottor Venter e altri scienziati degli Istituti nazionali di salute hanno costruito una mappa dell’intero genoma umano e hanno stabilito che esiste un’unica razza umana. Il dottor Harold. P. Freeman, presidente del North General Hospital di New York, sintetizza così i risultati del suo lavoro in materia di biologia e razza: “Se ci si domanda che percentuale di geni viene riflessa nel proprio aspetto fisico, l’elemento su cui differenziamo le razze, la risposta sembra essere dello 0.01 percento. Viene riflesso molto poco della composizione genetica”.57 Alla stessa conclusione è arrivato Alan R. Templeton, scienziato e docente di biologia presso l’Università di Washington, che, dopo aver analizzato il DNA di membri di diverse popolazioni umane, ha notato che, nonostante la grande varietà genetica tra gli esseri umani, gran parte di queste variazioni sono a livello individuale. “Possono esserci alcune variazioni tra le popolazioni”, ha affermato, “ma sono minime”. Templeton riassume le sue conclusioni, sostenendo anche la sua fede preconcetta nell’evoluzione, in questi termini: “Quello della “razza” è un concetto culturale, politico ed economico della società, non un concetto biologico, ma

sfortu-

natamente sono le differenze genetiche a essere considerate dalla gente l’essenza della razza negli umani […] Voglio apportare un po’ di oggettività all’argomento. I risultati di questa analisi oggettiva, tuttavia, non lasciano adito a dubbi: niente è più lontano dal vero di una suddivisione in gruppi distinti dell'umanità”.58

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Stando alle conclusioni di Templeton, la somiglianza genetica tra gli europei e gli africani subsahariani e tra gli europei e i melanesiani che popolano le isole a nord est dell’Australia è maggiore rispetto a quella tra africani e melanesiani. Tuttavia, gli africani subsahariani e i melanesiani si assomigliano in molti modi: la pelle scura, la consistenza dei capelli e i caratteri cranico-facciali. Sebbene sia tipico utilizzare queste caratteristiche nella descrizione di una razza, geneticamente parlando, queste popolazioni si assomigliano molto poco. “Questa scoperta”, afferma Templeton, “dimostra che i geni non rispecchiano “i tratti razziali””.59 Nel libro Storia e geografia dei geni umani, i genetisti della popolazione Luca Cavalli Sforza, Paolo Menozzi e Alberto Piazza arrivano alla seguente conclusione: “Una volta dati per scontati i geni per i tratti superficiali quali il colore e la statura, le “razze” umane sono notevolmente

simili

sotto la pelle. La variazione fra gli individui è molto più grande delle differenze fra i gruppi”.60

L’analisi della rivista “Time” del sopramenzionato libro: “In realtà, la diversità tra gli individui è così enorme che l’intero concetto di razza diventa insignificante a livello genetico. Gli autori affermano che “non c’è fondamento scientifico”

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per le teorie inneggianti alla superiorità genetica di una popolazione rispetto a un’altra […] Nonostante le difficoltà, sono crollati dei miti grazie ad alcune scoperte fatte dagli scienziati. Una di queste compare sulla copertina del libro: una mappa colorata della variazione genetica mondiale ha l’Africa e l’Australia ai due estremi dello spettro. Poiché gli aborigeni dell’Australia e gli africani subsahariani hanno in comune il colore della pelle e la conformazione del corpo, si presume che si assomiglino. Ma i loro geni dimostrano il contrario. Di tutti gli umani, gli australiani sono i più diversi dagli africani ma i più simili ai nostri vicini, i sud est asiatici”.61

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lcune aziende farmaceutiche testano i loro prodotti su cittadini africani, asiatici, sudamericani e dell’Europa dell’Est e, durante il corso degli esperimenti, violano le leggi morali e professionali. Nel 1996, vi fu il caso di una decenne di 18.5 kg residente nella città nigeriana di Kano, vittima di dolori causati dalla meningite. All’epoca, una famosa azienda farmaceutica americana stava testando un antibiotico (che non era stato autorizzato alla vendita) sui bambini di un accampamento che aveva insediato. Il farmaco in questione valeva molto per l’industria : la borsa aveva stimato che, una volta consentitone l’uso da parte della Food and Drug Authority, l’azienda avrebbe guadagnato 1 miliardo di dollari all’anno. L’azienda non aveva trovato soggetti su cui testare il farmaco in America e, per questo, si era recata a Kano. I medici dell’azienda cominciarono a somministrare alla ragazza una dose giornaliera sperimentale di 56 mg. Il terzo giorno la ragazza morì. Alcuni reportage del “Washington Post” mostrarono che i test farmacologici stavano aumentando in Africa, Asia, Europa dell’Est e Sud America. Con lo scopo di eludere le regole ferree della FDA americana, alcune aziende iniziarono a collaborare con i medici di quei paesi e decine di migliaia di cittadini dei paesi del Terzo Mondo vennero utilizzati negli esperimenti come porcellini d’India. Per quanto un portavoce dell’azienda in questione affermasse che gli esperimenti avevano ricevuto il permesso necessario, gli esperti asserirono che nel caso del trattamento della meningite in Nigeria fosse stato condotto, sotto vari aspetti, violando l’etica e i regolamenti medici. Sebbene esperimenti del genere durino almeno un anno, quello in Nigeria durò solo sei settimane. In America, ai malati di meningite generalmente venivano iniettati per endovena farmaci a effetto rapido, ma alla ragazza

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nigeriana venne data una medicina per via orale che non era mai stata testata sui bambini. In caso di effetti negativi nei test di questo genere, la somministrazione del farmaco dovrebbe essere interrotta immediatamente e se ne dovrebbe utilizzare un altro. Ma l’azienda continuò a dare alla ragazza lo stesso farmaco fin quando morì. L’azienda non ricevette mai l’autorizzazione per somministrare il farmaco ai bambini. In America, l’uso fu ristretto agli adulti fintanto che causò decessi o problemi ai reni e venne completamente proibito in Europa. Ciò dimostra quanto, in realtà, fosse pericoloso.1

opo la pubblicazione di L’origine della specie, vari darwinisti esaltati cominciarono a cercare “l’anello mancante” nella cosiddetta evoluzione umana. Gli evoluzionisti razzisti credevano che gli aborigeni nativi dell’Australia rappresentassero una delle fasi primitive dell’evoluzione umana. Per provare questa idea sbagliata, cominciarono a disseppellire le tombe degli aborigeni e a venderne le salme ai musei europei e americani. Nel 1991 nel settimanale australiano “The Bulletin” apparvero rivelazioni scioccanti per mano di David Monaghan.2 Questi lavorò alla storia per 18 mesi svolgendo delle ricerche a Londra e producendo un documentario intitolato “Darwin’s Body Snatchers” (“ladri di corpi” di Darwin), che andò in onda in Inghilterra l’8 ottobre del 1990. Alcune delle informazioni che fornì Monaghan: Anche gli evoluzionisti statunitensi furono coinvolti in questa “industria” fiorente di esemplari di “subumani”. Lo Smithsonian Institution di Washington possiede i resti di 15.000 individui di varie razze. [Gli esemplari raccolti, naturalmente, non erano per nulla esseri umani di razze inferiori, come affermato, ma umani di razze e origini etniche diverse con differenti strutture psicologiche]. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Insieme ai conservatori di museo di tutto il mondo, in questo esteso commercio tra sciacalli, furono coinvolti alcuni dei nomi più importanti della scienza inglese. 3 Tra questi, Sir Richard Owen, l’antropologo Sir Arthur Keith e lo stesso Charles Darwin. Si è scoperto che Darwin aveva richiesto dei crani di tasmaniani sebbene ne fossero rimasti solo quattro aborigeni purosangue. Egli sperava di ottenerli ma “solo se la sua richiesta non avesse “scosso” i loro sentimenti”. Ai musei non interessavano solo le ossa, ma anche le pelli. Una volta riempite, avrebbero fornito delle “vetrine” evolutive interessanti. Erano richiesti anche i cervelli degli aborigeni sotto spirito per cercare di provare che fossero inferiori a quelli dei bianchi. Dalle prove scritte non c’è dubbio che molti dei campioni “freschi” erano stati ottenuti semplicemente uscendo fuori e uccidendo gli aborigeni.

Le pratiche discriminatorie contro gli autoctoni australiani continuano ancora oggi. La foto sovrastante mostra un gruppo in rivolta contro la confisca dei terreni.

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In particolare, nello scandalo fu pesantemente coinvolto Edward Rasmay, conservatore del museo australiano di Sidney per vent’anni (dal 1874). Egli aveva pubblicato un opuscolo mussale in cui gli aborigeni comparivano con la definizione di “animali australiani”. Nel libricino non solo c’erano istruzioni su come saccheggiare le tombe, ma anche su come suturare le ferite di arma da fuoco nei “campioni” uccisi. Molti collezionisti indipendenti lavorarono sotto la sua guida. Quattro settimane dopo aver chiesto crani di neri, Bungee (Russell River), un giovane studente di scienze gliene inviò due, sottolineando che i proprietari, gli ultimi della loro tribù, erano appena stati uccisi.4 Un’evoluzionista tedesca, Amelie Dietrich andò in Australia chiedendo ai proprietari delle stazioni di uccidere gli aborigeni per farne dei campioni, in particolare ricavarne la pelle per riempire e allestire il museo dei suoi datori di lavoro.5 Un altro studio che documenta questi maltrattamenti e massacri inflitti agli aborigeni è il libro: White Australia: A Documentary History of the Attitudes Affecting Official Policy and the Australian Aborigine 1697–1973 edito da Sharman Stone, ministro parlamentare del Ministero australiano del patrimonio e dell’ambiente. A parte pochi commenti dell’editore, questo libro è costituito da documenti quali resoconti parlamentari, rapporti d’esame, lettere a editori e reportage antropologici. Nel 1859 L’origine della specie di Charles Darwin rese popolare l’idea di evoluzione biologica (e quindi sociale). “Gli studiosi cominciarono a trattare la civilizzazione come un processo unilineare con razze capaci di salire e scendere una scala progressiva. Gli europei erano i più “adatti a vivere”. [Gli aborigeni] erano destinati a morire secondo una “legge naturale”, come il dronte e il dinosauro. Questa teoria, supportata dai fatti alla mano, venne protratta fino al ventesimo secolo quando si notò che la razza dalla pelle scura si stava riproducendo. Fino a quel momento poteva essere utilizzata per giustificarne l’abbandono e l’omicidio”.6

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Come sottolinea l’editore, alcuni darwinisti europei fecero figurare la morte degli aborigeni come prova che questa razza era condannata a sparire per via della “legge naturale”. Nel XX secolo, tuttavia, si provò che quelle presunte prove non avevano alcuna validità. Gli aborigeni erano morti non per una legge di natura ma per i maltrattamenti ricevuti. Naturalmente, ci si rese conto che la affermazioni darwiniste erano false anche quando si osservò che stava aumentando il numero dei neri. Le risposte date da un poliziotto a un’indagine eseguita dalla Royal Commission nel 1861 servì a chiarire come fossero naturali, a quel tempo, i fondamenti razzisti e i maltrattamenti degli aborigeni. All’agente venne chiesto: “E se non punissimo i neri, questi la prenderebbero come un’ammissione di debolezza?” “Sì, è esattamente ciò che penso” Una domanda riguardo a qual è la razza più forte – se sottostessimo a loro, ci disprezzerebbero? Sì.7 Secondo il resoconto di Stone, una relazione giornalistica del 1880 diceva: “Nulla di ciò che possiamo fare altererà le enigmatiche e immutabili leggi che guidano il nostro progresso in questo globo. Per mezzo di queste leggi, le razze autoctone dell’Australia sono state condannate con l’arrivo dell’uomo bianco, e la sola cosa che ci è concessa di fare è aiutare a farli fuori con la minor crudeltà possibile. Dobbiamo dominare i neri con la paura”.8

Queste righe rivelano, ancora una volta, la ferocia nel cuore della prospettiva darwinista sociale. Quella gente veniva vista coma specie animale e trattata come nessuno tratterebbe un animale, solo a causa della pelle di un colore più scuro e perché possedeva certe caratteristiche fisiche differenti (un’altra prova della crudeltà dei darwinisti sociali). Una lettera a un quotidiano, datata 1880, descrive l’oppressione degli aborigeni:

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Sir Douglas Nicholls, il primo indigeno australiano a essere investito cavaliere, e sua moglie.

“In parole spicciole, è così che trattiamo gli aborigeni. Nell’occupare nuovi territori gli aborigeni vengono trattati esattamente nello stesso modo delle bestie selvagge o degli uccelli che possono trovarvi i colonizzatori. Le loro vite, le proprietà, le reti, le canoe […] vengono requisite dagli europei che le tengono a loro completa disposizione. Vengono

privati dei beni, dei bambini,

delle donne, totalmente a capriccio dell’uomo bianco. Alla resistenza si risponde con pallottole di un fucile…[Chi] vuole divertirsi, uccide, stupra e deruba i neri senza impedimenti o limitazioni. Non solo sono stati lasciati incontrollati, ma per di più il governo della colonia è stato sempre disposto a salvarli dalle conseguenze dei loro crimini”.9

Ciò che è stato raccontato qui rappresenta solo una minima parte del lato oscuro del darwinismo sociale, ma basta a dare un’idea della portata gigantesca dei disastri che l’ateismo e il darwinismo hanno apportato all’umanità.

1 Stephens J., “The Body Hunters:As Drug Testing Spreads, Profits and Lives Hang in Bilance”, “Washington Post”,, December 17, 2000. 2 David Monaghan, “The Body-Snatchers,” “The Bulletin”, November 12, 1991, pp. 30-38 3 Ibid., pag .33 4 Ibid., pag.34 5 Ibid., pag.33 6 Sharman Stone, Aborigines in White Australia: A Documentary History of the Attitudes Affecting Official Policy and the Australian Aborigine 1697–1973, Melbourne: Heinemann Educational Books, 1974 7 Ibid., pag.83 8 Ibid. pag.96 9 Ibid., pag.93

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econdo la teoria della ricapitolazione proposta dall’ateo ed evoluzionista tedesco Ernst Haeckel, gli embrioni in fase di sviluppo ripetono il processo evolutivo subito dai loro presunti antenati. Questa teoria sostiene che durante lo sviluppo nel ventre materno, l’embrione umano mostra dapprima caratteristiche da pesce, poi da rettile prima di trasformarsi in un bebè. Per lunghi anni ciò divenne la prova della teoria dell’evoluzione, ma infine diventò nient’altro che frutto di immaginazione, senza alcun fondamento scientifico.1 Per provare la sua presunta teoria non scientifica, Ernst Haeckel falsificò i disegni, cercando di far assomigliare gli embrioni umani a quelli dei pesci. Quando il suo imbroglio fu smascherato, si difese dicendo che altri evoluzionisti si erano comportati in modo similare.2 Lo scenario immaginario che Haeckel aveva sostenuto con disegni falsificati, gettò apparentemente la base scientifica per il razzismo in gran parte dei paesi, particolarmente in Germania. Secondo le affermazioni della teoria della ricapitolazione, i tratti posseduti da un umano nella fase embrionale o nella prima infanzia sono ereditati dagli antenati evolutivi adulti. Ad esempio, Haeckel e i suoi seguaci sostenevano che un bambino “civilizzato” possedesse la stessa intelligenza e le caratteristiche comportamentali di un adulto “selvaggio”, e utilizzarono queste affermazioni per provare la superiorità della razza bianca. In Questa idea della vita:la sfi-

Ernst Haeckel e i suoi fraudolenti disegni

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da di Charles Darwin, Stephen Jay Gould riassume il supporto che la teoria della ricapitolazione diede al razzismo: “La ricapitolazione fu l’argomento favorito di Haeckel… La usò per attaccare l’aristocratica pretesa del nostro status particolare tra gli esseri viventi (non siamo forse tutti pesci durante lo sviluppo embrionale?) e per ridicolizzare l’immortalità dell’anima (dove sarebbe infatti l’anima quando, da embrioni, somigliamo a dei vermi?). .....Herbert Spencer scrisse che “i caratteri intellettuali dei non civilizzati...sono ricorrenti nei bambini dei civilizzati”. Carl Vogt si espresse più drasticamente, nel 1864: “per quanto riguarda le sue facoltà intellettuali, il negro cresciuto ha un po’ l’aspetto del bambino...”.3

Naturalmente, questa idea avanzata da Spencer, Vogt e altri non rifletteva in alcun modo la verità. La stessa scienza ha invalidato quelle affermazioni che sono poi state abbandonate del tutto. In Il pollice del panda : riflessioni sulla storia naturale, Gould scrive: “Questa teoria, nota con il termine impronunciabile “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi” sosteneva che, nel loro sviluppo embrionale, gli animali più eminenti passassero attraverso una serie di fasi rappresentanti, in sequenza, le forme adulte di creature ancestrali più insignificanti. La ricapitolazione fornì l’obiettivo adatto per il pervasivo razzismo degli scienziati bianchi”.4

Il Professor George Stein, direttore dell’International Security Studies Core at the Air War College, pubblicò un articolo intitolato “Biological Science and the Roots of Nazism” nella rivista “American Scientist”. Scrisse: “In pratica, Haeckel e i suoi seguaci darwinisti sociali avanzarono l’idea che sarebbe diventata il presupposto centrale del socialismo nazionale”5, riassumendo quindi la relazione fatale tra Haeckel, darwinismo sociale e razzismo. 1 Thompson K. S., “Ontogeny and Phylogeny Recapitulated”, “American Scientist”, vol. 76, May/June 1988, p. 273 2 Francis Hitching, The Neck of the Giraffe: Where Darwin Went Wrong, Ticknor and Fields, New York:,, 1982, p. 204 3 Gould S. J., Questa idea della vita: la sfida di Charles Darwin 4 Gould S. J., Il pollice del panda : riflessioni sulla storia naturale, Mondadori-De Agostani, Novara, 1995 5 Stein G. S., “Biological Science and the Roots of Nazism”, “American Scientist”, vol. 76, Jan/Feb. 1988, p. 56

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Il nuovo imperialismo e il darwinismo sociale Il colonialismo cominciò a espandersi in Europa nel XVI secolo, molto prima di Darwin. Alla stregua del razzismo, però, il colonialismo acquisì forza con la teoria di Darwin, diventando un nuovo obiettivo. Specialmente dopo la rivoluzione industriale, i fini commerciali alimentarono la fame di potere degli stati europei che, alla ricerca di nuovi mercati e di materie prime, presero a sfruttare i paesi di altri continenti. Le iniziative imperialiste del XIX secolo, però, si basavano su altri stimoli ed è questa la ragione per cui si parla di “nuovo imperialismo”.

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Le idee del darwinismo sociale condizionarono la nuova visione imperialista del mondo, soprattutto l’aspetto della superiorità. Raggirati da questa nuova politica, inglesi, francesi, tedeschi e altre nazioni in combutta fra loro, si precipitarono alla conquista di nuove terre per acquisire il titolo di Nazione più potente nella corsa alla supremazia. Furono anche spinti dall’idea errata di provare la loro superiorità sulle altre razze. Gli anglosassoni e gli ariani pensarono che fosse un loro diritto naturale quello di poter assumere il controllo su africani, asiatici e australiani, (popo-

Quadro di Adam Willaerts che ritrae una nave inglese che salpa per le Indie orientali.

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Sopra: Processione della famiglia reale inglese in India sotto il controllo del governo coloniale inglese. Sotto: L’arrivo della forze britanniche per occupare le terre palestinesi sulla scia dell’Impero ottomano. Sotto il governo ottomano la Palestina aveva vissuto nella pace e nella sicurezza per centinaia di anni, ma l’amministrazione coloniale portò con sé caos, conflitto e oppressione.

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lazioni ritenute di “razza inferiore”) e di sfruttarne la forza lavoro e le risorse naturali. “L’imperialismo del XIX secolo si sviluppò più come risultato degli obiettivi darwinisti che non per motivi economici”.62 Nell’edizione del 1964 dell’Enciclopedia Britannica si legge: “Questo nuovo periodo di imperialismo alla fine del XIX secolo trovò supporto spirituale nel Bismarckismo e nel darwinismo sociale, in tutte le teorie inneggianti al potere e al successo, che avevano travolto l’Europa […] Le teorie razziali sembravano dare a questo atteggiamento, contrapposto a tutti i valori di moralità tradizionali [ad ex cristiani], una giustificazione “scientifica” e “naturale”, la convinzione di stare quasi diventando la fede dominante del periodo”. 63

Sono in molti i ricercatori e gli autori che concordano che il darwinismo sociale rappresenti la fonte del nuovo colonialismo del XIX secolo. Infatti, in Darwin and the Darwinian Revolution, la docente di storia, Gertrude Himmelfarb, sullo stretto legame tra razzismo darwinista sociale e imperialismo, afferma: “Il darwinismo sociale è stato spesso interpretato in questo senso: come una filosofia inneggiante alla competizione, al potere e alla violenza a discapito della convenzione, l’etica e la religione. È divenuto, quindi, un incrocio di nazionalismo, imperialismo, militarismo e dittatura, del culto dell’eroe, del superuomo e della razza suprema”.64

Il ben noto storico tedesco Hans-Ulrich Wehler descrive questo aspetto del darwinismo sociale in questi termini: “ [il darwinismo sociale] fece sì che le aspirazioni emancipatrici dei lavoratori e dei coloni venissero ignorate perché ritenute proteste inutili di soggetti inferiori nella lotta all’esistenza. Dotata di un’aura di conoscenza scientifica “inconfutabile”, fu questa versatilità di applicazione a dare potere al darwinismo sociale riguardo agli interessi dominanti. In qualità di ideologia, risultò virtualmente ideale per giustificare l’imperialismo, [e]

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venne tenuta in vita da una schiera di divulgatori nelle nazioni industrializzate”.65

Si possono riscontrare idee darwiniste sociali a favore dell’imperialismo tra le righe del libro del generale tedesco Friedrich Von Bernhardi (ormai in pensione) Britain as Germany’s Vassal, pubblicato nel 1912: “Nell’interesse della civilizzazione del mondo è nostro dovere allargare l’impero coloniale tedesco. Per fare ciò, possiamo soltanto unire i tedeschi in tutto il mondo a livello politico, o per lo meno nazionale, perché solo allora riconosceranno che la civiltà tedesca è l’elemento fondamentale nel progresso umano. Dobbiamo trovare il modo di conquistare nuovi territori in tutto il mondo con tutti i mezzi in nostro potere, perché dobbiamo preservare alla Germania i milioni di tedeschi che nasceranno in futuro, e dobbiamo provvedere al cibo e al lavoro. Dovranno essere capaci di vivere sotto un cielo tedesco e condurre una vita tedesca 66

La brama di conquistare nuovi territori causò la nascita di conflitti tra gli stessi paesi imperialisti. L’idea dell’esistenza di “razze inferiori”, basata sugli errori del darwinismo, portò a crudeltà enormi. Con il pretesto di apportare civiltà alle terre conquistate, gli imperialisti non inflissero altro che dolori e sofferenze.

Darwinismo sociale e conflitti tra razze Lo scambio culturale tra razze, tribù e nazioni diverse, è uno degli aspetti della loro creazione sulla Terra per volontà di Allah che, nel Corano, rivela di aver creato diverse società umane “affinché voi conosceste a vicenda”. (Surat al-Hujurat, 13) Stando alla visione del mondo del darwinismo sociale gli esseri umani esistono non per conoscersi ma per lottare. Di conseguenza, l’impulso più importante per il progresso umano è il

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conflitto fra le razze e le nazioni. Le supposizioni irrazionali del darwinismo sociale indicano che si devono effettuare delle nuove scoperte per risultare vittoriosi nel conflitto tra le razze. Ne risulterà che i “civilizzati” e i “superiori” si classificheranno per primi e l’umanità progredirà. Indicare che si arriverà al progresso uccidendo e massacrandosi a vicenda, perseguitando e opprimendo gli altri non è altro che barbarie. A volte possono verificarsi problemi e incomprensioni, ma tutte le difficoltà si possono risolvere con mezzi pacifici. Immaginare di risolvere tutto con la violenza rende le difficoltà in questione ancora più insormontabili. Come già detto più volte, è giustificabile che le nazioni prendano delle precauzioni per tutelare gli interessi futuri, ma è illogico e contro ogni buona coscienza attuare una politica che ignori i diritti delle altre nazioni o credere che gli interessi di un Paese si ottengano distruggendo quelli degli altri. Gli evoluzionisti d’oggi tentano di far figurare Darwin “umano” e contrario al razzismo ma, in realtà, fu un fautore della lotta tra le razze e avanzò la menzogna che, dal conflitto, sarebbe stata la razza bianca “civilizzata” (secondo la sua opinione) a uscirne vittoriosa. In L’origine dell’uomo

si

legge

quanto segue: “Quando le nazioni civilizzate entrano in contatLe popolazioni africane furono sfruttate per anni dagli occidentali che credevano nelle menzogne darwiniste.

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to con i barbari, la lotta è breve, eccetto in quei luoghi dove il clima implacabile gioca a favore degli autoctoni […] Il loro grado di civilizzazione sembra un elemento molto importante nel successo delle nazioni in competizione”.67

Sparsi per il libro si trovano riferimenti al conflitto tra “selvaggi” e “civilizzati” sottolineando che questi ultimi vinceranno sui primi. Basandosi su queste supposizioni del tutto prive di logica, Darwin gettò le basi per il caos e la sofferenza che si sarebbero perpetrati per quasi un secolo. Darwinismo: Arma Sociale

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La Guerra Civile americana (1861-1865) tra gli stati del Nord, che chiedevano di abolire la schiavitù, e quelli del Sud che si opponevano. L’idea della superiorità della razza bianca divenne un casus belli e per quattro anni i concittadini combatterono fra loro. Quando vinse il Nord, la schiavitù fu abolita negli USA

Molti darwinisti che vennero dopo di lui, trattarono il conflitto razziale come un fatto scientifico. A tal proposito, ricordiamo National Life from the Standpoint of Science di Karl Pearson, teorico dell’evoluzione del XIX secolo e seguace di Francis Galton, che rivela la visione dei contemporanei sul conflitto interrazziale e le cause celate dietro il nuovo imperialismo. Come altri darwinisti sociali, Pearson affermava che il conflitto razziale fosse necessario e che la lotta all’interno di una singola razza non bastasse per l’evoluzione. Ecco alcune delle sue affermazioni prive di qualsiasi verità scientifica: Harun Yahya (Adnan Oktar)

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“Ciò che ho asserito sul bestiame di bassa qualità, a mio modo di vedere, si addice anche per le razze inferiori dell’uomo. Per quanti secoli, quante migliaia di anni i cafri o i neri hanno posseduto ampie regioni in Africa senza che i bianchi si intromettessero? Ma le loro lotte intertribali non hanno ancora prodotto una civiltà nemmeno paragonabile a quella ariana. Si può nutrire ed educare il bestiame come si vuole, ma non credo che si possa riuscire a modificarlo. La storia mi mostra un modo, l’unico modo, in cui si sia formato un alto stato di civilizzazione, ossia tramite la lotta di una razza contro un’altra e la sopravvivenza della razza fisicamente e mentalmente più adatta”.68

Affermazioni del genere offrirono all’imperialismo un sostegno presumibilmente scientifico. Gli europei che occupavano il continente africano e gran parte dell’Asia, oltre a perseguitare le popolazioni autoctone, diffondevano l’idea che la loro invasione si basasse sulla legge della natura e che fosse il solo modo per il progresso dell’umanità. (Che queste affermazioni fossero false fu provato in seguito dai progressi successivi nel mondo scientifico). Secondo Pearson le guerre precedentemente condotte in modo inconsapevole, da quel momento dovevano essere dichiarate in maniera consapevole e pianificata: “Esiste una lotta tra razze e tra nazioni. Ai primordi, si trattava di una battaglia di tribù barbariche condotta in modo cieco e inconsapevole. Oggigiorno, nel caso dell’uomo bianco civilizzato, è divenuto il tentativo sempre più consapevole e ben gestito della Nazione di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. La Nazione deve prevedere come e quando verrà portata avanti la battaglia […] Vi chiedo di considerare la Nazione come un insieme organizzato in continua lotta con altri paesi attraverso la forza delle armi o processi economici e commerciali. Vi chiedo di considerare questa battaglia come un bene e non un male; è la fonte del progresso umano di tutta la storia dell’uomo”.69

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Nel XIX secolo si diffuse in gran parte del mondo l’ idea perversa che il conflitto tra razze e nazioni fosse un cammino verso il progresso e che le altre razze e nazioni, oltre alla propria, fossero “inferiori”. Alcuni europei imperialisti si comportarono in modo spietato verso gli abitanti delle terre che conquistavano. Dalle misure adottate, fu evidente che considerassero quella gente debole e inferiore. Li denigravano e si rifiutavano di accettarli come esseri umani che godevano di uguali diritti. Il nuovo imperialismo del XIX secolo fu un’implementazione su scala mondiale del darwinismo sociale. Una delle ragioni per cui le idee darwiniste ricevettero un supporto così ampio fu il distacco degli europei dell’epoca dai valori morali religiosi che invitano gli uomini a vivere in pace. Allah ha comandato loro di essere tolleranti e di perdonare il prossimo. Rivoluzionare l’ordine del mondo e incitare alla guerra e al conflitto sono mali che, al cospetto di Allah, recano pesanti responsabilità. Nostro Signore ha rivelato di non amare la corruzione e il male inflitto alla gente: “quando ti volge le spalle, percorre la terra spargendovi la corruzione e saccheggiando le colture e il bestiame. E Allah non ama la corruzione”. (Surat al-Baqara, 205)

Pratiche feroci nelle colonie Le idee darwiniste degli invasori si trasformarono in politiche contro le popolazioni native. Le amministrazioni le consideravano primitive, forma di vita intermedie e infliggevano loro sofferenza, distruzione e desolazione. Il darwinismo sociale fu uno dei fattori chiave in queste politiche spietate delle nazioni. Come già visto, questi provvedimenti adottati da alcuni paesi, che nella loro ignoranza si reputavano superiori

Harun Yahya (Adnan Oktar)

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agli altri, acquisirono una falsa legittimazione attraverso il darwinismo sociale. Questi paesi si sentivano giustificati nell’adottare simili politiche che servivano solo ad accrescere la loro avidità e aggressività. Ne costituiscono un esempio interessante le guerre dell’oppio. La Gran Bretagna cominciò a vendere oppio alla Cina nei primi anni del 1800, sebbene, all’epoca, nel proprio territorio ne proibiva la produzione, la vendita e il consumo. La classe inglese al potere, che proteggeva scrupolosamente la propria gente da questa piaga, riuscì presto a far assuefare i cinesi all’oppio. Dopo che suo figlio morì per eccessivo consumo d’oppio l’imperatore decise di bloccarne l’importazione nel Paese e venne inviato un funzionario del governo, Lin Zenu (Lin TseHsü) a Canton (il porto più grande della Compagnia delle Indie Orientali) per mettere fine al commercio. I mercanti inglesi non accettarono la decisione di buon grado e Zexu fece chiudere i depositi. A questo punto intervenne l’esercito inglese. I cinesi furono costretti ad accettare un trattato umiliante che legittimava il commercio d’oppio in Cina. Lin Zexu venne rimosso dall’incarico e mandato in esilio. I portoghesi, a loro volta, esercitarono la loro “superiorità” schiavizzando gli autoctoni. Li rapivano dalla loro colonia di Angola e li “spedivano” per mare come lavoratori “contrattati” per cinque anni. “Ma solo in pochi riuscivano a sopravvivere così a lungo da far ritorno in Patria”.70 Nella maggior parte dei territori occupati, i colonizzatori si appropriavano dei territori e delle risorse senza porsi scrupoli e li davano alle compagnie o ai coloni loro connazionali. Non provavano alcuna pietà per la gente che aveva perdeva la propria terra, anzi, ne sfruttavano la forza lavoro, i beni e le risorse minerali.

Darwinismo: Arma Sociale

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Dai territori conquistati gli inglesi importavano materie prime quali cotone, tè e minerali che lavoravano in patria per poi rivendere i prodotti ad alto costo nelle colonie. In Inghilterra si lavorava il cotone proveniente dall’India, Paese in cui era proibita la vendita di cotone indiano. In altre parole, potevano utilizzare soltanto il cotone venduto dagli inglesi. L’altra cosa che potevano comprare era il sale, sempre prodotto dagli inglesi. Un’altra pratica del nuovo imperialismo consisteva nello sminuire e nel comportarsi in modo irrispettoso nei confronti dei governanti dei paesi colonizzati. Questo fatto era successo anche in passato, dall’epoca di Elisabetta I a Napoleone. L’idea di ritenersi superiori si rafforzò nell’Europa del XIX secolo sfociando nell’ insolenza e nella maleducazione dei governanti verso gli ex leader stranieri. Gli imperialisti darwinisti giustificavano la loro colonizzazione adducendo pretese di “superiorità” e di “civilizzazione” rispetto alle nazioni conquistate. Secondo queste affermazioni l’ordine della razza superiore doveva diffondersi in tutto il mondo e, per il suo progresso, bisognava far sviluppare quella inferiore. Detto in altri termini, i detentori del potere colonialista dichiaravano di apportare “civilizzazione” alle terre conquistate. Ma le loro pratiche e le politiche non riflettevano in alcun modo il loro essere “ben intenzionati”. Oltre alle idee darwiniste sociali, i colonizzatori del XIX e XX secolo portarono caos, conflitti, paura e umiliazione invece di felicità, cultura e civilizzazione. Il male che causarono i colonizzatori è superiore ai benefici che trassero le colonie. Le parole di Karl Pearson (prive di umanità e compassione) proposte qui di seguito riassumono le idee basate sul darwinismo:

Harun Yahya (Adnan Oktar)

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“Quando è in atto, la lotta significa sofferenza, intensa sofferenza; ma quella lotta e quella sofferenza sono stati i mezzi tramite cui l’uomo bianco ha raggiunto l’attuale livello di sviluppo; mostrando come prova che non vive più nelle caverne e non si ciba di radici né di noci. È questa dipendenza del progresso dalla sopravvivenza della razza più adatta, terribilmente empia come potrebbe apparire ad alcuni di voi, a garantire alla lotta per l’esistenza una connotazione accettabile; è un crogiolo incandescente da cui esce il metallo più prezioso. Uno può sperare che ar-

Immagine del Congo sotto il dominio coloniale francese. Le popolazioni indigene della giungla furono assassinate perché considerate dai bianchi una specie animale.

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Sopra: La Regina madre e Re Prempeh, leader della tribù africana Astanti, in fase di sottomissione alle truppe inglesi A sinistra: Il trattamento inflitto agli indigeni australiani.

rivi il momento in cui la spada diventi vomere, che i commercianti americani, tedeschi e inglesi smettano di farsi concorrenza nei mercati mondiali per le materie prime o le risorse alimentari che forniscono e che l’uomo bianco e quello nero condividano la terra e la dissodino insieme. Ma credetemi, quando arriverà quel giorno il genere umano non progredirà più, non si potrà far nulla per la fertilità delle razze inferiori, la spietata legge dell’eredità non sarà controllata né guidata dalla selezione naturale. L’uomo si fossilizzerà […] Il cammino del progresso è cosparso di resti delle nazioni; ovunque vi sono tracce [dei resti massacrati] di

Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Cerimonia militare inglese in India

razze inferiori e di vittime che non hanno trovato la retta via per la perfezione. Queste persone sono, in verità, i gradini su cui è salito il genere umano verso la vita più intellettuale ed emotivamente più profonda d’oggi.”71

Questa “visione del mondo” secondo cui molti paesi sono inferiori e che considera la sofferenza e la morte necessarie al raggiungimento dell’evoluzione, rappresenta un pericolo per l’umanità. Se gli individui uniscono le proprie forze per rappresentare un’idea come fatto scientifico, non importa quanto questa sia pericolosa, illogica e priva di fondamento scientifico, presto quest’idea, e le rispettive conseguenze, verranno accettate da chi non è abbastanza informato in materia. È questo il vero pericolo che comporta il darwinismo. La gente che ha creduto ai concetti di “lotta per la sopravvivenza” e “conflitto tra

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In alto: esercito britannico che reprime brutalmente gli indiani che chiedono la libertà A sinistra: Principe Edoardo, duca di Windsor, riceve i regali del Maharajah di Koihayur Sotto: Zulu intrattengono le truppe inglesi che celebrano il compleanno della Regina Vittoria con la corsa al sacco In basso: Un soldato inglese mentre seleziona i soldati dell’esercito indiano.

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Nel 1827, i francesi occupano l’Algeria. Come parte della mentalità colonialista dell’epoca, per i francesi le altre nazioni erano di seconda classe e costruirono un sistema basato sull’oppressione e la violenza contro gli algerini. Dapprima, bandirono l’istruzione e l’uso della lingua araba. Poi, dal punto di vista economico, l’Algeria venne resa totalmente dipendente dalla Francia. Chi si opponeva veniva massacrato brutalmente. Sotto: immagine che ritrae la tortura e il maltrattamento degli algerini.

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razze inferiori e superiori” ha compiuto azioni spietate parandosi le spalle con affermazioni del genere (o hanno taciuto mentre le facevano altri). Il risultato è stata la comparsa di dittatori aggressivi e cruenti quali Hitler, Mussolini e Franco le cui parole venivano applaudite da milioni di individui. E, a causa di quelle ideologie crudeli, decine di milioni di persone hanno vissuto e sono morte nel dolore, nella paura e nella sofferenza.

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Riquadro a sinistra: Nebraska 1919: un gruppo di 5000 bianchi assediano il palazzo di giustizia e catturano un prigioniero nero, lo maltrattarono senza senso, lo uccisero con più di mille spari e poi ne bruciarono il corpo. Immagine grande: Indiana 1930: due neri, Thomas Sip e Abraham Smith, vengono linciati. Migliaia di bianchi, armati di mazze da baseball, picchiano a morte i due prima di impiccarli. Negli anni ’30 comincia a crescere il Ku Khux Klan. Questi linciaggi sono solo un esempio di centinai di episodi di odio e crudeltà dovuti al razzismo.

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Darwinismo sociale e guerra L’idea ingannevole che il conflitto razziale portava al progresso delle nazioni gettò le basi anche per le guerre. Prima della Prima Guerra Mondiale, quando il darwinismo sociale era ampiamente diffuso, la guerra veniva considerata il “mezzo più appropriato” per l’eliminazione dei deboli e l’estirpazione dei “fardelli”, la sopravvivenza dei forti e lo sviluppo della razza umana. Nel corso della storia sono state combattute molte guerre (in genere svolte entro certi limiti e senza ledere i civili), tra gli eserciti dei paesi in contrasto. Quelle dichiarate in nome del darwinismo sociale, invece, avevano come obiettivo i civili con lo scopo di eliminare i cosiddetti “inadatti” e i presunti “inferiori” dalla “popolazione in eccesso”. Prima della Prima Guerra Mondiale le basi darwiniste della guerra furono descritte in molti libri e discorsi. Richard Milner, redattore della rivista del museo americano di storia naturale, Natural History, sulle idee bellicose darwiniste degli intellettuali tedeschi dell’epoca scrive: “Durante la Prima Guerra Mondiale, gli intellettuali tedeschi credevano all’onnipotenza irresistibile (Allmacht) della

selezione

naturale, una legge della natura che li incitava a una sanguinosa battaglia per il dominio. I loro libri di testo

militari e politici

promuovevano le teorie di Darwin come basi “scientifiche” di una ricerca della conquista del mondo, con il pieno appoggio degli scienziati tedeschi e dei docenti di biologia”.72

In quegli anni, chi si dedicò alla propaganda a favore del darwinismo sociale, fu il generale F. von Bernhardi. Nel suo libro Germany and the Next War, sostiene che il conflitto sia un obbligo biologico e il modo migliore per sbarazzarsi degli inadatti: “La guerra è una necessità biologica di importanza primaria, un elemento regolatore nella vita del genere umano di cui non si può

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far a meno, poiché, senza, seguirebbe uno sviluppo malsano che escluderebbe ogni forma di progresso della razza e, quindi, una vera civilizzazione”.73 L’idea che la guerra sia un “elemento regolatore” non può essere giustificato in termini logici o razionali e nemmeno con fatti scientifici. La guerra è una forza distruttiva che causa enormi perdite di vite umane e di beni, comportando alla società effetti a cui è difficile porre rimedio.

Ragazza polacca a cui venne uccise la sorella dai nazisti nel 1939.

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Nonostante ciò, quelli che ritenevano che la guerra e i massacri fossero requisiti irrinunciabili per la cosiddetta civilizzazione, continuarono a sostenere le proprie idee. Sempre nel libro di Bernhardi si legge: “La guerra non è soltanto un elemento necessario nella vita delle nazioni, ma anche un fattore indispensabile di cultura in cui un Paese davvero civilizzato trova la più alta espressione di forza e vitalità […] La guerra offre una scelta biologicamente giusta poiché la sua scelta dipende proprio dal-

La teoria darwinista secondo cui il conflitto è parte essenziale della natura umana incoraggia la guerra tra le nazioni. Rimane ovvio l’impatto delle guerre sui civili innocenti è devastante

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la natura delle cose […] Non è solo una legge biologica, ma un obbligo morale e, come tale, un indispensabile fattore di civilizzazione”.74

È indubbio che uno dei più grandi errori commessi dai sostenitori di queste idee fu quello di ritenere che la guerra fosse compatibile con la natura umana e, pertanto, inevitabile. Secondo

La logica darwinista sociale diede vita alla crudeltà delle occupazioni naziste, durante le quali milioni di russi vennero espatriati per lavorare come schiavi e molti altri milioni uccisi senza aver commesso alcun crimine.

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questo modo di vedere le cose, più la gente dichiara guerra e più sono il potere e la vitalità che acquisisce. Ma è un’enorme falsità. Allah ha creato gli esseri umani in modo che fossero felici in tempo di pace. Il caos e i conflitti causano tensioni terribili nell’animo umano. In un clima di pace e sicurezza, raggiungere un progresso sociale, economico e culturale è più veloce. Nel suo libro Darwin and the Darwinian Revolution, Gertrude Himmelfarb commenta: “Per il generale [Bernhardi] i bisogni della guerra venivano per primi e, in seguito, le imprese imperialiste e gli esperimenti nazionalisti. Secondo altri valeva il contrario: le aspirazioni imperialiste e nazionaliste si portavano al seguito guerra e militarismo. Ma c’era anche chi optava per le virtù della guerra senza l’onere del militarismo o del nazionalismo; questo è il darwinismo sociale nella sua forma più pura e più disinteressata”.75 Sir Arthur Keith, antropologo evoluzionista e biografo di Darwin, ammise apertamente di essere a favore della guerra. Sebbene personalmente amasse l’idea di pace, temeva i risultati di una sua applicazione alla . Inoltre, predisse che dopo 500 di pace il mondo si sarebbe trasformato in un “frutteto che per intere stagioni non ha conosciuto il potatoio e che per un’infinità di anni è insorto con una fitta vegetazione ”.76

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Le parole di Keith indicano quanto le idee di Darwin rendano cattive le persone. Keith credeva che il mondo dovesse essere “potato” di tanto in tanto, che quegli elementi che rallentavano il rafforzamento del mondo dovevano essere tagliati fuori e gettati via. Stava apertamente supportando la violenza. Il “potare” a cui si riferiva Keith era la guerra e quelli che morivano (che secondo lui andavano gettati via), erano gli uomini, le donne e i bambini indifesi. I fautori delle menzogne del darwinismo non provavano alcuna compassione per quei poveri innocenti. La teoria, secondo cui andavano eliminati i deboli con lo scopo di rafforzare e sviluppare la razza bianca, portò ad atrocità mai viste prima. Il darwinismo sociale è una delle ragioni che hanno portato alle guerre, al conflitto e ai massacri che sono continuati senza tregua dal XIX secolo. Come risultato dei costanti appelli di guerra, anche chi non sapeva nulla del darwinismo sociale, cadde vittima del suo maleficio. Nei primi anni del XX secolo, a pensare che la guerra fosse essenziale non era solo un gruppo marginale di ideologi, ma un gran numero di giornalisti, accademici, politici e funzionari statali. 77 Queste categorie spalleggiavano l’eliminazione di donne, bambini, anziani e bisognosi e incitavano lo schieramento di giovani vite sul campo di battaglia per il “beneficio dell’umanità”. Anche le alte sfere condividevano questi ideali. Ad esempio, il cancelliere tedesco Theobald von Bethmann-Hollweg concordava con l’idea, comune tra il ceto medio prima che scoppiasse la Prima Guerra Mondiale, che il conflitto tra slavi e teutoni fosse inevitabile. È ben noto che anche il Kaiser la pensasse così. Molti storici ritengono che la guerra vista come fattore inevitabile e utile per sbarazzarsi delle razze inferiori fu una delle cause principali dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. Darwinismo: Arma Sociale

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Il fatto che i giovani siano obbligati a lottare nonostante la sofferenza che comporta la guerra, rappresenta il lato oscuro del darwinismo.

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Anche il filosofo Friedrich Nietzsche fu uno dei più grandi sostenitori del darwinismo sociale in Germania. Secondo lui, il sistema sociale ideale doveva basarsi sul conflitto armato: “L’uomo verrà addestrato alla guerra e la donna per trastullare il guerriero, tutto il resto è follia”.79 Per Nietzsche la vita consisteva nel fare la guerra e la guerra racchiudeva tutto. Hitler, darwinista sociale fanatico e grande ammiratore sia di Darwin che di Nietzsche, mise in pratica le sue idee bellicose. Fondendo idee militariste e teoria dell’evoluzione, affermò: “Tutta la natura è una continua lotta tra forza e debolezza ed eterna vittoria dei forti sui deboli”.80

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Queste idee lanciate da Hitler e da altri come lui erano il prodotto di una terribile ignoranza. Coloro che immaginavano che con la teoria dell’evoluzione stessero fondando il loro pensiero militaristico e aggressivo su una base scientifica, non facevano altro che raggirare se stessi. Indussero decine di migliaia di persone a seguirli e a disseminare il mondo di terrore in modo mai visto prima.

Durante la prima Guerra Mondiale i tedeschi utilizzarono l’iprite, violando le regole di guerra. L’immagine ritrae un soldato inglese ucciso dalla sostanza.

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Fintanto che non patiscono la guerra, i popoli non possono mai rendersi conto quali disastri comporta. Non si deve mai dimenticare che la guerra dissemina dolore, perdite e sofferenza a milioni di innocenti. Il modo per costruire un mondo senza guerra né conflitti, pieno di pace e sicurezza è quello di sradicare le ideologie in contrasto con i valori morali religiosi comandati da Allah.

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In un articolo intitolato “The Philosophy and Morals of War”, Max Nordau (uno dei leader del movimento sionista), identifica Darwin come uno dei principali sostenitori della guerra: “Darwin è stata la più grande autorità di tutti i fautori della guerra. Con la promulgazione della teoria dell’evoluzione, essi possono coprire la loro barbarie con il nome di Darwin e proclamare i sanguinari istinti dell’intimo dei loro cuori come l’ultima parola della scienza”.81

In Darwin, Marx, Wagner: Critique of a Heritage, Jacques Barzun, insegnante di storia alla Columbia University afferma che Darwin attizzò i fuochi del militarismo ovunque: “La guerra divenne il simbolo, l’immagine, lo stimolo, la ragione e il linguaggio di tutte le azioni umane sul pianeta. Chi non ha letto una ragguardevole porzione di letteratura del periodo 18701914 non ha idea di cosa scateni un lungo incitamento al sangue […]I militaristi della seconda metà del secolo poetizzavano la guerra e se ne beavano al solo pensiero. Con relativa impunità per se stessi, davano per scontato che tutte le lotte della vita dovessero essere lotte per la vita e la morte dei perdenti, lo scopo “naturale”. 82

Furono milioni le persone afflitte dalle idee darwiniste sociali che inneggiavano alla lotta. Uno degli esempi della grande sofferenza inflitta dalla guerra sono i bambini che piangevano sui corpi delle loro madri morte ammazzate.

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Nello stesso libro Barzun descrive come l’Europa, in particolare, cadde sotto l’influenza dei fautori militaristici e razzisti del darwinismo: “Tra il 1870 e il 1914 in ogni Paese europeo ci fu un partito di guerra propenso agli armamenti, un partito individualista propenso alla competizione efferata, un partito imperialista propenso alla libertà di azione contro la gente arretrata, un partito socialista propenso al potere e un partito razzista propenso all’epurazione

Fintanto che non prevarranno l’amore di Allah, i sentimenti di compassione, solidarietà per gli esseri umani che Lui ha creato, l’umanità continuerà a vivere simili tragedie.

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Afroamericani linciati nel 1906.

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degli stranieri (tutti, una volta falliti gli appelli alla gloria e all’avidità, o persino prima, invocarono Spencer e Darwin, cioè scienza personificata) […] La razza era biologica, sociologica; darwiniana.”83

Questi inganni, identificati e descritti da molti accademici, spiegano la storia delle guerre, dei massacri e del genocidio del XX secolo.

Il XX secolo, dominato dalla filosofia darwinista sociale, è passato alla storia come un secolo di guerra e conflitto. Per decenni, le espressioni di sofferenza non hanno mai lasciato i volti di milioni di persone.

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In tempo di guerra, a soffrire non sono solo i civili. I soldati costretti a lottare come risultato di una filosofia che non ha inflitto altro che sangue e dolore nel mondo, fanno parte anch’essi del lato crudele della guerra.

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Al cospetto di Allah la superiorità sta nella devozione, non nella razza Una cattiveria simile non è da attribuire solo ai nazisti. Il razzismo, infatti, ha causato catastrofi terribili in molte parti del mondo. Centinaia di migliaia di persone furono considerate inutili, vennero umiliate e forzate ad abbandonare le proprie case. Vennero schiavizzate, uccise o lasciate morire, trattate come an-

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Studenti bianchi attaccano un avvocato nero. Il razzismo è causa di rabbia, odio, aggressione e conflitto. Quegli studenti sono così lontani dal sentimento di umanità da uccidere un innocente solo per il colore della pelle. Vivono, consapevolmente o inconsapevolmente, sotto l’influenza del darwinismo. In alto: Alabama 1930: un passeggero di autobus. Sul retro del veicolo c’era una parte riservata ai neri chiamata “passeggeri di colore”.

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imali e utilizzate come cavie da laboratorio. In questo libro sono riportati solo pochi esempi di crudeltà e violenza rispetto a tutti quelli documentati nella storia. Innanzitutto va accuratamente esplicata la struttura sociale prevista dal darwinismo. Al pari delle altre teorie materialiste, il darwinismo sociale, secondo cui le persone sono creature egoiste che vivono solo per i propri interessi e che sono responsabili solo verso se stesse, non potrà mai apportare giusti valori morali o felicità agli individui o all’intera società. Affinché ciò avvenga, la gente deve abbandonare i propri desideri egoistici. I valori morali religiosi, come comandato da nostro Signore, ci insegnano come fare. Il Corano ci rivela la responsabilità verso Allah e i valori morali da seguire per ricevere la Sua approvazione. Se si ha fede nei comandamenti di Allah e nel libro da Lui rivelatoci, proveremo compassione e affetto verso gli altri. Chi ama e teme Allah e osserva i Suoi comandamenti, vede le altre persone come esseri creati da Lui e non fa alcuna distinzione di razza, nazionalità, colore o lingua. Vede in ogni essere umano bellezza creata da Lui e se ne rallegra. La sua fede lo fa amare, lo fa essere compassionevole protettivo. Ma, purtroppo, chi è stato irretito dalle falsità del darwinismo guarda le altre razze e nazioni dall’alto e si sente giustificato nell’opprimerle ed eliminarle, dilagando tensioni, malcontento e paura. Il razzismo e l’imperialismo del XIX e XX secolo sono il risultato di questa visione del mondo darwinista. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Nel Corano Allah ha proibito la discriminazione razziale e ha rivelato che, al Suo cospetto, è superiore chi ha fede e Lo teme: “O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato”. (Surat al Hujurat, 13)

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lla luce di quanto rivelato fin qui sul darwinismo sociale, non sorprenderà che i nazisti, artefici infami di uno dei più terribili atti di genocidio della storia, ne fossero degli osser-

vanti fedeli. Quando si prendono in esame le opere, i discorsi e i documenti di Hitler e di altri ideologi nazisti, è facile riscontrarne l’influenza darwiniana. Hitler pensava di poter migliorare la razza umana come fanno gli allevatori. Per lui si doveva eliminare chi “contaminava” la razza

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ariana, chi soffriva di malattie genetiche e i deboli. A questo scopo, ordinò il feroce sterminio di molti, prova che considerasse gli essere umani come animali e che fosse fissato con il darwinismo. In un articolo intitolato The Nazi Terror, Alexander Kimel, uno dei pochi sopravvissuti al genocidio nazista, enfatizza il legame tra darwinismo e nazismo descrivendo come i nazisti, con il loro credo nel darwinismo sociale, furono capaci di trattare le persone come animali senza provarne alcuna pietà: “Con l’approvazione del darwinismo sociale, il nazismo equiparò l’uomo agli animali, privandolo della libertà individuale di compiere delle scelte, la capacità di pensare a se stesso. Brutalità, terrore, mendacità e sfruttamento spietato dell’uomo da parte di altri uomini, divennero la norma di comportamento. Se le stesse leggi di selezione naturale degli animali valgono per l’uomo, quando la coscienza dell’uomo viene privata del barlume del divino piuttosto [sic]84 gli uomini possono essere visti come un animali [sic]85 ; nutriti artificialmente e trattati come bestie. Ad esempio, la guerra e la sua conduzione efferata causarono un alto numero di vittime. Hitler tentò di migliorare la situazione non diminuendo le perdite ma migliorando i metodi di riproduzione. Ad Auschwitz […] Mengele (medico nazista) fu [sic]86 condotto sperimenti “scientifici” sui gemelli, uccidendoli, dissezionandoli, nel tentativo di

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scoprire come poter migliorare i metodi riproduttivi per raddoppiare la prole delle donne tedesche. I tedeschi furono trattati come animali da allevamento dalle SS, loro pastori e dall’allevatore padrone, loro Fuhrer. I tedeschi vennero trattati come bestiame da concorso, le altre nazionalità come bestiame comune e gli ebrei come parassiti”.87

I nazisti adottarono questa prospettiva per perpetrare uno degli atti più terribili di genocidio mai verificatisi. La menzogna della “razza superiore” diffusa da Hitler, si basava sulla falsità della disuguaglianza tra gruppi appartenenti a una stessa specie. Secondo Hitler e i suoi seguaci, mentre alcune specie si evolvevano, alcuni individui o gruppi di quella specie rimanevano indietro e allo stato primitivo. Questa opinione perversa, alle base del razzismo, era uno degli elementi fondamentali della teoria di Darwin. In un libro su Auschwitz il dott. Karl A. Schleunes, docente di storia, ammette il darwinismo come giustificazione, cosiddetta scientifica, del razzismo: “L’idea di Darwin della lotta per la sopravvivenza […] servì da giustificazione al concetto razzista di persone e nazioni superiori e inferiori e avvalorò il conflitto fra di essi”.88 Gli scienziati evoluzionisti si limitarono solo a dipingere il quadro teorico desiderato dai nazisti. In particolare, l’evoluzionista Konrad Lorenz, fondatore dell’etologia moderna (scienza del comportamento animale), mise a confronto miglioramento delle razze e strutture biologiche: “Proprio come con il cancro, il miglior trattamento è estirpare la crescita parassitica il più velocemente possibile, è necessaria la difesa eugenetica contro gli effetti sociali disgenici delle sottopopolazioni […] Quando questi elementi inferiori non vengono eliminati del tutto dalla popolazione [sana], allora, proprio come quando le cellule di un tumore maligno proliferano per il corpo umano, distruggono se stessi e il corpo ospitante”.89

Darwinismo: Arma Sociale

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Considerare le razze diverse o i poveri e i bisognosi della società come fardelli di cui sbarazzarsi è inspiegabilmente primitivo e barbarico. I nazisti cercarono di celare la loro crudeltà dietro una maschera “scientifica” citando le menzogne di Darwin. Joseph Tenenbaum, autore di Race and Reich:The Story of an Epoch, riassume come presero forma le politiche naziste:

Tra le tante vittime della crudeltà nazista, anche gli orfani e i bambini abbandonati.

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Hitler al raduno di Norimberga

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“[…] la lotta, la selezione e la sopravvivenza dei più adatti, tutte nozioni e osservazioni a cui si arrivò […] dal darwinismo […] ma già in germoglio nella filosofa sociale tedesca del diciannovesimo secolo […] Come conseguenza svilupparono la dottrina del diritto proprio della Germania di governare il mondo sulla base della forza superiore […] [di una] relazione “martello e incudine” tra il Reich e le nazioni più deboli”.90

Dopo aver descritto con estrema esattezza quale influenza ebbe il darwinismo sulle politiche naziste Tenenbaum scrisse: “Il loro dizionario politico straripava di parole quali spazio, lotta, selezione ed estinzione (Ausmerzen). Il sillogismo della loro logica fu dichiarato chiaramente: Il mondo è una giungla in cui diverse nazioni lottano per lo spazio. Sarà il più forte a vincere, il più debole a morire o a essere ucciso […]”.91

Al raduno di Norimberga del 1933 Hitler affermò che “la razza superiore sottomette quella inferiore […] un diritto che vediamo in natura e che “poiché basato sulla scienza”, “può essere l’unico diritto concepibile”.92 Affermando ciò perpetrò una delle menzogne più assurde della storia. Il discorso di Hitler On the Fate of the Nation pullula di idee darwiniste: “Tra i fattori più scatenanti della vita vi sono l’autodifesa e la tutela delle generazioni future. La politica non è altro che la lotta per la sopravvivenza del popolo. Il potente desiderio di vi-

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vere è universale e abbraccia l’intera Nazione. Questo desiderio di sopravvivere deve sfociare nel conflitto, perché anche se non appagabile questo desiderio è anche fondamento di vita. Lo spazio da vivere è limitato. La crudeltà è, quindi, una parte imprescindibile dell’umanità! L’uomo diventa il signore della terra come risultato dei conflitti e della lotta costante. Questa è la superiorità non del genere umano ma della forza di chi detiene il potere e il dominio. Esistono differenze fra le razze. Il mondo ha acquisito la sua cultura da una classe elitaria. Ciò che vediamo oggi è il risultato del lavoro e del successo ariano. Ma in ogni razza il vero fattore che ha portato a questi risultati sono gli individui di valore che riesce ad allevare. Non sono le moltitudini democratiche ad aver formato il genere umano, bensì gli individui di valore”.93

In quel periodo le tirate di Hitler ebbero grande influenza. Decine di migliaia di persone ignoranti accolsero quelle ipotesi, frutto della sua immaginazione. Come già sottolineato, il forte slancio al conflitto o a un’efferata lotta per la sopravvivenza non contribuisce al progresso della società. Tutti gli individui si battono per una vita più sana, più piacevole, ma il raggiungimento dello scopo è direttamente proporzionato all’attaccamento della propria società ai valori morali e spirituali. Tentare di eliminare gli altri con la violenza non fa altro che danneggiare tutti. Le differenze fisiche o culturali non rendono superiore nessuna razza. Al contrario, in un clima di pace e sicurezza, le differenze sono elementi di valore che determinano un arricchimento culturale. Per trasformare queste differenze in ricchezza culturale, sono essenziali i valori morali religiosi. A prescindere dalle circostanze, Allah ha comandato ai popoli di non allontanarsi dal cammino della giustizia e di trattare e perdonare il prossimo con affetto e compassione. I credenti, coscienti dell’enorme

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saggezza nella creazione di razze e nazioni diverse, agiscono in uno spirito di fratellanza e solidarietà. Cercare arrogantemente di classificare le persone in base alla razza a cui appartengono, in assenza di qualsiasi giustificazione, è una caratteristica dei miscredenti e di chi si crea delle divinità al di fuori di Allah. Un versetto descrive l’ardore fanatico dei non credenti: “quando i miscredenti riempirono di furore i loro cuori, il furore dell'ignoranza […]”. (Surat al-Fath, 26)

Un’immagine della Germania nel 1945

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Influenzato dal suo squilibrio mentale, Hitler vide la simbiosi tra la teoria di Darwin e la propria visione del mondo come il mezzo ideale per diffonderla. Mein Kampf, pubblicato nel 1925, è la prova del suo attaccamento al darwinismo. Nel quarto capitolo, ad esempio, scrisse che il darwinismo era l’unica base per il successo della Germania. Robert Clark, autore di Darwin: Bifore and After, a proposito della devozione di Hitler al darwinismo, scrive: “Le idee evolutive, abbastanza manifeste, giacciono alla base delle cattiverie in Mein Kampf e nei suoi discorsi pubblici […] Hitler argomentava […] che una razza superiore avrebbe conquistato sempre una inferiore”.94

Beate Wilder-Smith, autrice di The Day Nazi Germany Died, descrive l’elemento fondamentale nella dottrina nazista: “Uno dei capisaldi nella teoria e nella dottrina naziste fu […] la teoria evolutiva [e] […] ciò che la biologia aveva sviluppato […] verso il miglioramento, e che […] gli esemplari meno evoluti […] dovevano essere eliminati [e] […] che la selezione naturale poteva e doveva essere supportata, e quindi [i nazisti] istituirono provvedimenti politici per sradicare […] ebrei, e […] neri, che consideravano “sottosviluppati”.95

Il Mein Kampf d i Hitler include molte affermazioni darwiniste.

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In “American Scientist”, il professore Gorge J. Stein scrisse un articolo intitolato “Biological Science and the Roots of Nazism”: “[…] Il darwinismo sociale tedesco [fu] di un genere noto e accettato in Germania su ampia scala e […] più importante,

fu

considerato scientificamente vero da molti tedeschi, scienziati inclusi. Uno studio più recente sul socialismo nazionale e su Hitler ha cominciato a dimostrare che […] [l’applicazione della teoria di Darwin] fu la caratteristica specifica del nazismo. La “biopolitica” socialista nazionale […] [fu] basata sul credo mistico-biologico nella disuguaglianza radicale, […] basata sull’eterna lotta per l’esistenza e nella sopravvivenza dei più adatti come legge di natura e nel conseguente uso del potere statale per una politica di selezione naturale”.96

L’articolo del professor Stein evidenzia l’idea del darwinismo sociale tedesco che gli esseri umani non sono diversi dagli animali: “Il punto essenziale del darwinismo sociale tedesco [era] […] che l’uomo faceva parte della natura senza qualità trascendentali o benevolenze speciali. D’altro canto, i tedeschi erano membri di una comunità biologicamente superiore […] le politiche non erano altro che la semplice applicazione delle leggi della biologia. In sostanza, Haeckel e i suoi seguaci darwinisti proposero le idee che sarebbero diventate i presupposti chiave del socialismo nazionale […] L’attività dello stato corporativo fu l’eugenetica o selezione artificiale […]”.97

Questi errori del Socialismo nazionale, chiaramente espressi nel testo di Stein, gettarono le basi per una guerra mondiale a cui molti paesi furono costretti a partecipare. Il nazismo, che nacque e si sviluppò con l’appoggio delle teorie illusorie di Darwin, fu fautore di un disastro che non ha eguali nella storia del mondo. Questa catastrofe fu così terribile che milioni di persone persero la vita e intere città scomparvero dall’atlante. A Harun Yahya (Adnan Oktar)

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soffrire il male peggiore fu la stessa società tedesca che, secondo la propaganda, si sarebbe rafforzata e avrebbe raggiunto il successo. Ancora una volta si può vedere come il conflitto e la disperata ricerca di eliminare gli altri non serva al progresso di una Nazione. Per tutta la sua vita Hitler non abbandonò mai la visione che i nazisti avevano di se stessi e degli altri: “Noi nazisti […] siamo barbari! Vogliamo essere barbari. È un titolo onorevole [perché, grazie a esso] potremo ringiovanire il mondo”.98 A detta di Sir Arthur Keith, Hitler “tentò consapevolmente di conformare le usanze della Germania alla teoria dell’evoluzione”.99 Sulla teoria dell’evoluzione, Hitler e la guerra, Keith afferma:

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Hitler e i nazisti rafforzarono le loro idee perverse (prodotto della loro instabilità mentale) con le affermazioni darwiniste sociali e misero in pratica i massacri più terribili della storia del mondo.

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“Se la guerra fosse la progenie dell’evoluzione (e sono convinto che lo sia), allora l’evoluzione è “impazzita”, raggiungendo un tale apice di ferocia da dover frustrare il proprio ruolo nel mondo della vita […] Non c’è modo di sbarazzarsi della guerra eccetto uno, ossia liberare la natura umana dalle sanzioni impostele dalla legge dell’evoluzione”.100

In Hitler’s Personal Security, Peter Hoffmann parla delle idee darwiniste di Hitler: “Hitler vedeva la lotta come il principio darwiniano della vita umana che costringeva ogni popolazione a tentare di dominare le altre; senza lotta il mondo sarebbe marcito e morto. Anche in occasione della sua sconfitta nell’aprile del 1945 Hitler espresse il suo credo nella sopravvivenza del più forte dichiarando che gli slavi avevano dimostrato a se stessi di essere i più forti”.101

Come si desume dalle opinioni di gran parte degli storici e dei ricercatori, il nazismo acquisì forza e nutrimento dal darwinismo, dai libri e dai discorsi di Hitler nel giro di poco. Nascondendosi dietro presunti fondamenti scientifici, Hitler e gli altri leader nazisti tentarono di giustificare la loro crudeltà psicopatica. Come vedremo nelle prossime pagine, il darwinismo sociale che prese piede in Germania nella prima metà del XX secolo, grazie ai darwinisti fanatici come Ernst Haeckel, influenzò profondamente la società tedesca e costituì un fondamento filosofico più importante per il successo del nazismo.

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Guerra nella Germania nazista ed evoluzione Stando alla visione distorta del darwinismo sociale, la guerra consente alle società di progredire, seleziona i più adatti ed elimina i deboli. La guerra viene concepita come forza positiva poiché sradica non solo le razze deboli, ma anche i deboli all’interno della “razza superiore”. Questa è la ragione per cui il darwinismo sociale approva la guerra. Il nazismo adottò il militarismo con la stessa logica del darwinismo sociale. Robert Clark, in Darwin: Before and After, cita Mein Kampf come riferimento e fornisce la seguente informazione su Hitler:

19 agosto 1942: Gente nella città costiera di Dieppe (Francia) uccisa dalla guarnigione nazista In alto a destra: Tedeschi trasportano armi pesanti durante la feroce battaglia sul fronte norvegese. La logica darwinista sociale causò molti morti nelle guerre del secolo scorso e portò alla rovina di altrettante nazioni.

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L’atteggiamento di Hitler verso la Società delle nazioni, verso la guerra e la pace, si basava sugli stessi principi. “Una corte internazionale di giustizia […] sarebbe un fatto ridicolo […] l’intero mondo della natura è una potente battaglia tra forza e debolezza, un’eterna vittoria dei forti sui deboli. Se non fosse così, nell’intera natura non ci sarebbe altro che degrado. Gli Stati che [violano] […] questa legge elementare cadranno in rovina […] Chi vuole vivere deve combattere. Chi non vuole combattere in questo mondo in cui la lotta è legge di vita, non ha diritto di esistere”.102

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Pensarla diversamente vuol dire “insultare” la natura. “L’angoscia, la miseria e la malattia sono le sue risposte”. Con il darwinismo sociale si rafforzarono l’ideologia di conflitto e l’isteria della guerra. I concetti darwinisti furono un catalizzatore molto influente che incoraggiò queste tendenze fino a convincere l’intera società ad adottarle. Per la prima volta il razzismo e il desiderio di lotta trovarono, così, un presunto fondamento scientifico e furono presentati alla società come fatto irrefutabile. Le opere del Dr. Albert Edward Wiggam, teorico evolutivo durante l’epoca nazista, pubblicate nel 1922, riflettono una delle menzogne riscontrate più di frequente nel mondo delle idee tedesche del tempo: “[…] ci fu un momento in cui l’uomo aveva poco più cervello dei suoi [cosiddetti] cugini antropoidi, le scimmie antropomorfe. Ma scalciando, mordendo, lottando […], mettendo nel sacco i nemici e, con il fatto che chi non aveva la ragione e la forza per farlo veniva ucciso, il cervello umano si evolse e accrebbe in saggezza e agilità se non addirittura in dimensioni […]”.103

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Molti ideologi tedeschi perversi credevano che la guerra e il conflitto accelerassero l’evoluzione portando l’umanità al progresso. I nazisti, che credevano nella presunta superiorità della razza ariana, fecero scoppiare la Seconda Guerra Mondiale per rendere la loro razza sempre più “pura” al costo della vita di circa 40 milioni di persone.

La conclusione che i nazisti trassero da questa “storia evolutiva” immaginaria (il prodotto di una mentalità malata), è la seguente: Stando alle false prospettive dei nazisti, la guerra era costruttiva a lungo termine, poiché gli evoluzionisti ritenevano che gli esseri umani progredissero solo per mezzo di conflitti letali. Al pari di Hitler e Rosenberg, altri ideologi nazisti affermarono che la civilizzazione contemporanea si era manifestata prevalentemente grazie alla guerra costante. Anche diversi [cosiddetti] scienziati dell’epoca difesero questo punto di vista poco ortodosso. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Il professor Haeckel dell’Università di Berlino, ad esempio, noto sostenitore del darwinismo, lodava lo stato militaristico di Sparta dell’antica Grecia affermando che il fatto che fosse un popolo scelto, spiegava perché gli spartani avessero successo e fossero superiori agli altri. Asseriva che uccidendo tutti tranne “i bambini forti e in ottima salute” gli spartani erano “continuamente in vigore e forza perfetti”104 Haeckel giustificava quelle pratiche selvagge. Secondo lui, anche la Germania avrebbe dovuto seguire le usanze spartane perché l’infanticidio di bambini deformi e malati era “una pratica a vantaggio sia dei bambini soppressi sia della comunità”. Queste opinioni irragionevoli di Haeckel sono importanti nel rivelare la struttura logica rappresentata dalle idee prive di fondamento scientifico del darwinismo, secondo cui l’idea che tutte le vite valgono allo stesso modo e che necessitano di protezione era solo un “dogma tradizionale” e,

L’ossessione di Hitler e dei nazisti di insediare una razza superiore portò alla morte di milioni di innocenti e al patimento per anni di trattamenti disumani di molti altri milioni.

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presumibilmente, una violazione della verità scientifica. Nessun uomo razionale dotato di buona coscienza potrebbe mai accettare affermazioni simili, ma, purtroppo, alcuni tedeschi lo fecero. Non solo in Germania ma in molti paesi del mondo il darwinismo sociale portò a rinnegare i valori morali e le virtù della compassione, della protezione, della collaborazione, della solidarietà e della pazienza impartite dalle religioni divine. Al posto di queste, indicò l’importanza dell’assassinio di chi non fosse compatibile con gli interessi della società (attraverso la distruzione e la cattiveria, sentimenti che appartengono a Satana, il più grande raggiratore dell’umanità). L’odio che i darwinisti provarono per le religioni divine giace nel cuore dell’inimicizia dei nazisti verso gli ebrei. Il neonazismo esiste ancora nel mondo, a dimostrazione che ideologie malate del genere continuano a rappresentare un pericolo per l’umanità anche al giorno d’oggi. E non importa con quale nome venga messo in pratica, lo stile di vita che propone il darwinismo sociale consiste solamente di lotte, spargimenti di sangue, guerra sofferenze e paura. I campi di sterminio di Auschwitz rappresentano i luoghi in cui è stato applicato il darwinismo sociale. Il darwinismo porta inevitabilmente al darwinismo sociale. In un mondo in cui questa piaga continua a esistere, sarà impossibile evitare nuovi Auschwitz.

Gente morta o in procinto di morte per fame nel campo di concentramento di Auschwitz in cui furono uccisi dai tre ai quattro milioni di persone. L’ossessione dei nazisti della idea (falsa) di una razza superiore, che basarono sul darwinismo sociale, portò alla morte di milioni di innocenti nei campi.

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Hitler fu un tiranno perché era un darwinista sociale Hitler e gli altri leader nazisti non si sentivano minimamente colpevoli per la crudeltà che avevano inflitto per diversi anni, anzi, si consideravano degli eroi. Si credevano salvatori che avrebbero dato vita all’evoluzione dell’umanità e ai quali, in seguito, sarebbero state grate le generazioni evolute. Ma si trattava di una bugia. Le idee pericolose, frutto della mentalità malata di Hitler, si diffusero e vennero messe in pratica sotto l’influenza del darwinismo sociale. Secondo la sua ideologia, i campi di concentramento non erano prigioni dove gli innocenti venivano torturati e sterminati, ma piuttosto luoghi di quarantena dove gli elementi malati,

Tre jugoslavi uccisi dalle truppe occupanti tedesche e mostrati in pubblico nel 1940.

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deboli e indesiderati venivano isolati per tutelare la razza suprema. Il darwinismo, pertanto, è passato alla storia come una scienza falsa che ha costituito la filosofia basilare di una guerra e di un genocidio che hanno inflitto la sofferenza, la distruzione e il terrore peggiori della storia. Lo stesso Hitler passò alla storia come tiranno che mise in atto questa scienza falsa.

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opo aver letto L’origine della specie, Ernst Haeckel, rappresentante di spicco di Charles Darwin e del darwinismo sociale in Germania, commentò: “Nella grande concezione unificata di Darwin della natura e nello schiacciante fondamento per la dottrina dell’evoluzione, trovai la soluzione a tutti i dubbi che mi avevano turbato sin dall’inizio dei miei studi di biologia”.1 Haeckel pensava che il libro di Darwin avesse fugato tutti i suoi dubbi, ma ovviamente si sbagliava. La teoria dell’evoluzione, formulata in condizioni primitive dell’epoca, non fu capace di avanzare una spiegazione valida, consistente e (ancora più importante) scientifica su come abbia avuto inizio la vita. In Le meraviglie della vita, Haeckel riassume le proprie idee irrazionali sulle razze umane sviluppate sulla base del darwinismo: “Sebbene siano note le grandi differenze nella vita mentale e nella civilizzazione delle razze supreme e inferiori degli uomini, di regola, queste vengono sottostimate e così il valore della vita a livelli diversi viene a essere stimato ingiustamente[…] [Le] razze inferiori (come i Veddah o i neri australiani) sono psicologicamente più simili ai mammiferi (scimmie e cani) rispetto agli europei civilizzati; dobbiamo, quindi, assegnare un valore totalmente diverso alle loro vite […] Il divario tra [la] mente pensatrice dell’uomo civilizzato e l’anima animale e irriflessiva del selvaggio è enorme (maggiore di quello che separa l’anima del selvaggio e quella del cane)”.2 Le affermazioni di Haeckel erano prive di alcun fondamento scientifico. Tuttavia le sue idee furono adottate da molte persone, come se ne avessero. Dalla teoria dell’evoluzione Haeckel sviluppò anche un tipo di teoria materialista, che lui stesso chiamò monismo, secondo cui

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l’anima non esiste e tutto è sola materia. Haeckel scrisse: “ […] per le prima volta ci è concesso immaginare l’unità della natura […] [così da poter avere] una spiegazione meccanicocausale persino del fenomeno organico più complesso [con il risultato che] la

distinzione tra corpi animati e inanimati non

esiste […] [Tutti i fenomeni naturali, sia] una pietra [...] tirata in aria […] [o] lo zolfo e il mercurio

[insieme]

a

formare

il

cinabro […] [non sono] che manifestazioni meccaniche di vita né più né meno della crescita delle piante, della propagazione di animali o l’attività dei loro sensi, della percezione o la formazione del pensiero nell’uomo”.3 Haeckel ingannava se stesso immaginando di aver trovato le risposte a molte domande con una prospettiva materialista. La visione materialista, secondo cui non c’è differenza tra corpi ani-

Nazi doktorlar›, öjenist uygulamalar› gözleri kapal› yerine getiriyor, hayat kurtarmalar› gerekirken, milyonlarca insan›n ölümüne arac› oluyorlard›.

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mati e inanimati e che ogni cosa ha una spiegazione meccanica, è stata smentita dal progresso e dalle ricerche scientifiche condotte nel XXI secolo, che ne hanno invalidato totalmente la presunta validità scientifica. Ogni nuova scoperta, ogni progresso scientifico ha rivelato il fatto che l’universo è un prodotto impeccabile della creazione. L’universo non è eterno e infinito, come vorrebbero farci credere i materialisti, e non è il frutto di influenze e sviluppi meccanici. Allah ha creato l’universo e tutto ciò che contiene, e quando arriverà il momento da Lui stabilito, l’universo, gli esseri umani e le altre entità presenti troveranno la loro fine. Per via di questo modo di pensare materialista, dunque, Haeckel rinnegò le religioni divine, l’umanità e la compassione impartite dai valori morali religiosi. Egli decantava la “selezione umana artificiale” praticata dagli spartani (membri della città-stato greca fondata nel IX secolo d.C. che rifiutavano l’arte, la filosofia, la letteratura e che era costruita solo sulla forza militare) difendendo la barbarie eugenetica. Durante il periodo degli spartani, con una legge speciale, i bambini appena nati venivano sottoposti ad attenti controlli e quelli che erano deboli, malaticci o avevano difetti fisici venivano brutalmente uccisi. Il diritto alla vita era concesso solo ai bambini sani e robusti. Haeckel difendeva questa pratica barbarica che prevedeva l’uccisione di bambini innocenti.4 A chi lo criticava, Haeckel rispondeva: “Che bene apporta all’umanità mantenere artificialmente e allevare migliaia di storpi, sordomuti, dementi ecc.., che nascono ogni anno con un fardello ereditario di malattie incurabili?”.5 Indubbiamente, questa logica avanzata da Haeckel è disumana. Secondo lui, i sentimenti dell’amore, della compassione, dell’affetto dovrebbero essere diretti solo alle persone “utili”. Questo atteggiamento egoista prospera sotto l’influenza del materialismo e del darwinismo. La gente che osserva i valori religiosi, al contrario, prova compassione per i bisognosi e li protegge nonostante non ci guadagni nulla a farlo. Questo è il vero significato dell’umanità. Nel Corano si

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rivela che i veri credenti offrono cibo ai poveri, ai prigionieri e ai bisognosi prima ancora che a se stessi, e lo fanno soltanto per ricevere l’approvazione di Allah: “[loro] che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'orfano e il prigioniero. “E' solo per il volto di Allah, che vi nutriamo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine”. (Surat al-Insan, 8-9) Al contrario, i monisti, guidati da Haeckel, affermavano che dai difetti genetici potevano derivare non solo i tratti fisici ma anche il carattere, e sostenevano che si dovevano eliminare gli esseri non perfetti. I libri di Haeckel svolsero un ruolo importante nell'accettazione del programma nazista di eugenetica. Lo studente e biografo di Haeckel, Wilhelm Bölsche, trasmise direttamente a Hitler le idee del darwinismo sociale del maestro. Inoltre, Haeckel fu un autore citato di continuo nella rivista «Archiv für Rassen- und Gesellschaftsbiologie (Archivio di biologia razziale e sociale)», che fu pubblicata dal 1904 al 1944, e che divenne uno fra gli organi principali per la propagazione di idee eugenetiche e della pseudoscienza nazista, e riportava regolarmente estratti dalle pericolose opere di Haeckel.6 Le parole dello storico Daniel Gasman: “Le idee di Hitler su storia, politica, religione, Cristianesimo, natura, eugenetica, scienza, arte ed evoluzione, per quanto eclettiche, e nonostante la pluralità delle loro fonti, coincidono per la maggior parte con quelle di Haeckel e vengono spesso espresse in un linguaggio molto simile”.7 Haeckel era a favore del suicidio e dell’eutanasia. Secondo lui, l’essere umano non è altro che il risultato di un rapporto sessuale fra un padre e una madre. Per questa ragione, quando vivere risulta gravoso, una persona può decidere di porre fine ai suoi giorni: “Se, quindi, le circostanze della vita diventano troppo dure da reggere sul povero essere che si è sviluppato, senza che questi ne abbia colpa, dall’ovulo fertilizzato (se, invece del bene sperato arriva solo la necessità, il bisogno di cure, malattie e miseria di og-

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ni genere) egli ha il diritto inconfutabile di porre fine alla sue sofferenze con la morte […] La morte volontaria, tramite cui l’uomo pone fine a una sofferenza intollerabile è, in realtà, un atto di redenzione”8 La verità è che gli esseri umani non nascono per caso. Sono frutto di una creazione e dietro questa creazione umana c’è un fine che Allah rivela nel Corano: “È solo perché Mi adorassero che ho creato i demoni e gli uomini” (Surat adh-Dhariyat, 56) Gli esseri umani sono responsabili di ogni azione che compiono nel corso della vita, e ne dovranno rispondere nel giorno del Giudizio. Quelli come Haeckel, che incitano il prossimo a suicidarsi e a commettere omicidi, indubbiamente si gravano di una responsabilità che non saranno in grado di giustificare. In Le meraviglie della vita, Haeckel affermò che i bambini nascono sordi e privi di coscienza (non è vero) e, quindi, sono sprovvisti di animo umano. Basandosi su questa teoria, egli difese l’infanticidio di neonati anormali sostenendo che non si trattava di omicidio. Come ab-

I neonati, anche se disabili e malati, sono esseri umani che necessitano di affetto e protezione.

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biamo visto, Haeckel difendeva apertamente l’omicidio e incoraggiava chi gli stava intorno a farlo. Era così tanto privo di sentimenti che non solo sosteneva l’eutanasia volontaria, ma anche il suo equivalente coatto. A questo proposito Haeckel espresse così la sua rabbia: “centinaia di migliaia di incurabili (matti, lebbrosi, malati di cancro ecc. vengono tenuti in vita artificialmente […] senza che apportino un minimo di benessere a se stessi o alla società”.9 La sua soluzione era: “[…] la redenzione da questo male dovrebbe essere compiuta con una dose di veleno rapido e indolore[…] sotto il controllo di una commissione autoritaria”.10 La barbarie da lui proposta ebbe degli effetti devastanti in Germania. La ricerca di Haeckel aprì le porte al programma di eutanasia noto come T4, a causa del quale vennero brutalmente uccisi 300.000 disabili mentali e fisici, gli incurabili e gli “indesiderati”. La crudeltà di quest’uomo e gli omicidi perpetrati con l’approvazione di Hitler hanno un’unica fonte: il darwinismo sociale. L’eugenetica, l’eutanasia, la sterilizzazione forzata, i campi di concentramento, la purezza della razza e le camere a gas della metà del XX secolo sono il frutto di una coalizione tra Darwin, Haeckel e Hitler, e rappresentano i più malvagi e peggiori atti di crudeltà nella storia dell’umanità.

1 Quoted in Daniel Gasman, The Scientific Origins of National Socialism: Social Darwinism in Ernst Haeckel and the German Monist League (London: MacDonald, 1971), p. 6 2 Haeckel E., Le meraviglie della vita :complemento ai problemi dell’universo, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1905 3 Haeckel E., Antropogenia e storia dell’evoluzione umana, Unione TipograficoEditrice, Torino, 1891 4 Ibid. 5 Wiker B., Moral Darwinism: How We Became Hedonists (Intervarsity Press, 2002), p. 260 6 Lifton R. J., I medici nazisti, BUR, Milano, 2006 7 Gasman, Scientific origins, pag.161 8 Haeckel, Le meraviglie della vita 6 Lifton R. J., I medici nazisti, BUR, Milano, 2006 7 Gasman, Scientific origins, pag.161 8 Haeckel, Le meraviglie della vita 9 Ibid. 10 Ibid.

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Caricare corpi scheletrici nei camion faceva parte della vita quotidiana nella Germania nazista. Milioni di polacchi, zingari ed ebrei innocenti, considerati “inferiori” dai nazisti, vennero uccisi nei campi di concentramento. Libri quali A Gypsy in Auschwitz; Shared Sorrows: A Gypsy Family Remembers the Holocaust; e The Nazi Persecution of the Gypsies1 sono solo pochi esempi delle opere che rivelano la persecuzione nazista degli zingari. 1 N.d.T. Traduzione non ufficiale dei titoli: “Uno zingaro ad Auschwitz”; “Una famiglia zingara ricorda l’olocausto” e “La persecuzione nazista degli zingari”

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U

n’altra delle pratiche più significative del darwinismo sociale fu l’eugenetica, la cosiddetta scienza che tenta di migliorare la razza umana attraverso la riproduzione. Il

termine, proposto per la prima volta nel 1883 da Francis Galton, cugino di Darwin, è composto dalla combinazione di due parole: eu (buono) e genet (nascita). Messe insieme stanno a significare “buona nascita” o “bontà genetica”. In contrasto con il suo significato linguistico e ben lontano dall’essere “buono”, questo concetto portò a una crudeltà inaudita.

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I sostenitori dell’eugenetica affermavano che soltanto la loro razza doveva essere protetta e migliorata mentre le altre dovevano subire una “selezione artificiale”. Secondo Galton, solo l’elite inglese poteva godere di tale privilegio. La sua proposta fu quella di prevenire la riproduzione di poveri, deboli, malati e privi di talento. I nazisti, a loro volta, sostenevano che chi non apparteneva alla prospera razza ariana, rappresentava un fardello per lo stato e che, pertanto, dovesse essere eliminato per mezzo della sterilizzazione o dello sterminio. Dalla teoria passarono alla pratica. Oltre a sterilizzare centinaia di migliaia di persone (politica eugenetica), i nazisti uccisero anche migliaia di malati, storpi, minorati mentali, anziani, incapaci e orfani mandandoli nelle camere a gas, avvelenandoli o lasciandoli morire di fame. I fautori dell’eugenetica credono, o lo fanno sottintendere, che la maggior parte dei tratti del carattere di una persona venga ereditata. Secondo loro, Galton incluso, si ereditano anche le caratteristiche indesiderate quali la pigrizia o la povertà. Ipotizzando che genitori indolenti allevano figli indolenti, tentarono di prevenire i matrimoni di tali persone. Sarebbe interessante capire come gli evoluzionisti ab-

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1914: Fotografia di una classe addestrata all’ eugenetica

biano potuto affermare queste idee prive di logica e buon senso, in nome della cosiddetta scienza. L’eugenetica, tanto amata dai darwinisti, causò la sofferenza di tanta gente. Esaminare lo sviluppo di questa crudeltà, farà capire meglio i fondamenti di coloro che l’hanno appoggiata. È quindi fondamentale capire come Darwin supportò e incoraggiò la perversione nota come eugenetica, in nome della cosiddetta scienza. Sebbene la sua origine risalga alla Repubblica di Platone, con il darwinismo, l’eugenetica acquistò una presunta apparenza scientifica divenendo, quasi di diritto, una branca della scienza. Karl Pearson, di cui abbiamo già citato le idee razziste influenzate fortemente da Galton, affermò che la teoria dell’evoluzione sta alla base dell’origine dell’eugenetica:

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“ […] le moderne idee eugenetiche sono nate solo nel XIX secolo. L’emergere dell’interesse nell’eugenetica durante quel secolo ebbe diverse radici. La più importante fu la teoria dell’evoluzione perché le idee sull’eugenetica di Francis Galton, (e fu lui a coniare il termine “eugenetica”) furono la conseguenza logica diretta della dottrina scientifica elaborata dal cugino, Charles Darwin”.106

L’eredità di Darwin al cugino Galton : l’eugenetica Le basi della perversione dell’eugenetica furono gettate da Malthus e da Darwin. Il Saggio di Malthus, fonte di ispirazione di Darwin, conteneva le idee primarie che, in seguito, avrebbero costituito l’eugenetica. Ad esempio, Malthus affermò che gli esseri umani potevano riprodursi con gli stessi mezzi utilizzati per la selettocoltura: “Tuttavia, sembra in qualche modo possibile che, controllando la riproduzione, possa manifestarsi tra gli uomini un certo grado di miglioramento simile a quello tra gli animali. Se si possa “passare” l’intelletto resta un mistero, ma la forza, la bellezza, l’aspetto e, forse, persino la longevità, sono in parte trasmissibili”.107

Da questa e da tante altre affermazioni si deduce che Malthus ritiene l’uomo al pari di un animale. Questa sue opinioni influenzarono Darwin le cui asserzioni, a sua volta, contenevano il seme che poi avrebbe dato come frutto l’eugenetica. In L’origine dell’uomo, si mostrò preoccupato del fatto che, attraverso varie pratiche sociali, i deboli non venissero eliminati e che ciò potesse portare a una tendenza biologicamente arretrata. Secondo Darwin, i “difettosi” tra le “popolazioni selvagge” e gli animali venivano eliminati rapidamente, e commettevano un errore i medici e i pietisti che proteggevano quelle stesse categorie presenti tra le popolazioni civilizzate. Nello stesso modo in cui gli allevatori miglioravano il loro bestiame attraverso una

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selezione artificiale, così dovevano fare le società umane, eliminando i malati e i deboli: “Chiunque abbia assistito alla selettocoltura non dubiterà che debba essere altamente dannosa alla razza umana. È s o r p re n dente quanto la mancanza di cure, o una cura gestita erroneamente, porti velocemente alla degenerazione della razza; ma, tranne nel caso dell’uomo, nessuno è così ignorante da consentire che le proprie bestie peggiori si riproducano” .108 “Insieme ai selvaggi vengono presto eliminati i malati nel corpo e nella mente; e quelli che sopravvivono mostrano generalmente un ottimo stato di salute. Noi uomini civilizzati, a nostra volta, facciamo tutto il possibile per tenere sotto controllo il processo di eliminazione; costruiamo centri di ricovero per dementi, mutilati e malati; istituiamo leggi per i poveri; i nostri medici si impegnano al massimo per salvare la vita di tutti fino all’ultimo momento […] Così i membri deboli delle società civili propagano il loro genere”.109

Queste parole, frutto di una mentalità malata, costituirono un buon supporto per razzisti, fautori dell’eugenetica e sostenitori della guerra che, alla fine, inflissero terribili catastrofi all’umanità. Nella parte finale di L’origine dell’uomo, Darwin si è sbizzarrito con affermazioni prive di alcuna logica scientifica, asserendo che la “lotta per l’esistenza” è un bene per l’umanità, che i più intelligenti avrebbero avuto più successo nella battaglia della vita rispetto ai meno intelligenti, e che senza di essa le gente cadrebbe nell’indolenza.110 Con queste teorie distorte Darwin gettò le basi per le pratiche eugenetiche. La teoria dell’evoluzione, vista come dato scientifico, sfociò nell’accettazione e nell’attuazione di politiche razziste ed eugenetiche.

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Secondo gli eugenisti, anche gli anziani erano individui deboli da eliminare. Non erano degni di amore o rispetto e si credeva che dovessero essere “rimossi” dalla società.

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Eugenetica in Gran Bretagna Come già menzionato, il leader dell’eugenetica fu il cugino di Darwin, ossia Francis Galton. E Leonard Darwin, figlio di Charles, fu quello che l’appoggiò e la diffuse in Gran Bretagna. Winston Churchill fu un altro a dare il proprio appoggio al movimento.111 Galton sosteneva che si dovesse ottemperare il principio della “sopravvivenza dei più adatti” e che si dovesse consentire solo ai più forti di prendere parte

Galton sviluppò uno studio illogico e infruttuoso per determinare i tratti genetici comuni dei criminali basandosi sulle impronte delle dita e sulla forma del viso.

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al

mondo.

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Secondo le tesi illogiche e non scientifiche di Galton, l’umanità era in una posizione tale da prendere il controllo della sua stessa evoluzione e poter creare una “razza suprema”. Egli riteneva che i neri avessero un livello di intelligenza inferiore: “ […] è vasto il numero di neri che dovremmo definire di parziale intelligenza. Qualsiasi libro che alluda ai servi neri d’America ne è pieno di esempi. Io stesso me ne sono reso conto durante i miei viaggi in Africa. Gli errori commessi dai neri nei loro stessi riguardi erano così puerili, stupidi e da semplicioni che mi sono vergognato spesso di appartenere alla loro stessa razza”.112

Ma Galton si spinse oltre. Arrivò, infatti, ad affermare che diverse razze di cane avessero un intelletto più sviluppato rispetto ad alcune razze umane.113 Ma nella sua valutazione di neri e schiavi, ignorò un’evidente verità: che la maggior parte dei libri sugli schiavi furono scritti da gli stessi schiavi. Inoltre, essendo immersi in una società completamente estranea a loro, in una cultura di cui non sapevano nulla, il loro comportamento e le loro azioni dovevano sembrare da ignoranti. Chiaramente, qualsiasi europeo portato a vivere in un villaggio africano, mostrerebbe lo stesso genere di incompetenza nel tentare di adattarsi a una cultura e a uno stile di vita a lui estranei. E ancora più importante, le affermazioni di Galton sui neri e sui propri concittadini che andavano a vivere in altri paesi, non possiedono alcuna validità scientifica, ma si basano soltanto sulle ipotesi illusorie di vari “cosiddetti” scienziati, irretiti da una visione materialista del mondo, tipica delle riflessioni primitive del tempo. Le teorie di Galton, prevenute e inconsistenti, non si fermavano qui. Difatti, per il progresso sociale, secondo lui, si doveva prevenire la procreazione di chi avesse un basso livello di intelligenza e incoraggiare, invece, i dotati di intelligenza. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Altrimenti, si sarebbe raggiunto un crollo sociale. Ovviamente il vero crollo sociale si manifestò quando venne messo in pratica il modello di Galton e di chi come lui, basato sullo sterminio, sul conflitto, sulla violenza e sui massacri. Nel 1901, durante una conferenza presso l’Huxley Institute, Galton affermò: “i cervelli del nostro Paese si trovano nelle classi più alte”.114 Inoltre, raccomandò che i bambini delle classi più agiate venissero identificati alla nascita e che venissero pagate 1000 sterline alle loro famiglie. Propose anche di far partorire alle donne di classe agiata almeno un figlio e una figlia in più.115 L’idea di Galton, (ossia che un aumento del numero di persone appartenenti a quella che lui riteneva la “classe agiata” potesse portare al progresso sociale), è irrazionale, illogica e non scientifica. Ci sono tanti elementi che determinano il progresso della società, ma i più importanti sono i valori e i caratteri morali di coloro che compongono quella società. Una società in cui i membri possiedono forti valori e caratteri morali progredirà in modo rapido e permanente. Queste non sono caratteristiche che si possono trasmettere geneticamente. Se si vuole che la società progredisca bisogna ricorrere al rafforzamento spirituale degli individui con mezzi culturali ed educativi. Galton, e chi come lui, tentò di aumentare il numero di ricchi e ridurre quello dei poveri trattando, alla lettera, gli esseri umani come animali nei paesi in cui aveva una certa influenza e, addirittura, cercò di giustificare gli assassini in proposito, segno di una crudeltà terribile e di un’ignoranza indescrivibile. Su invito di Galton, la prima attività del movimento eugenetico in Gran Bretagna si basò sul controllo delle nascite. Questo provvedimento, preso da chi era stato ingannato dalle menzogne della teoria dell’evoluzione, fu attuato solo nei confronti dei poveri e degli appartenenti alla “razza inferiore”.

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Negli anni ’20 e ’30 il fatto che stesse aumentando il numero dei poveri e diminuendo quello dei ricchi, stava rappresentando una minaccia. Nel 1925, ad esempio, Julian Huxley scrisse nella rivista “Nature”: “La proporzione dei desiderabili è in diminuzione, quella degli indesiderabili sta aumentando. Questa situazione va presa in mano”.116

Stando agli eugenetici, il primo passo per garantire un equilibrio tra i “desiderabili” e gli “indesiderabili” era la cosiddetta igiene razziale. Per prima cosa andava stabilito a chi si dovesse riservare “l’igiene razziale” e a chi non. Per tale distinzione, vennero utilizzati dei metodi assurdi ed eccessivamente primitivi. In Gran Bretagna e negli USA, ad esempio, si cominciò a misurare la grandezza della testa delle persone e dei crani, determinandone l’intelligenza sulla base dei risultati ottenuti. Successivamente, la scienza ha rivelato l’assenza di alcun legame tra la misura del cranio e l’intelligenza. Dopo le misurazioni del cranio, si passò ai test d’intelligenza. Dai risultati ottenuti si decideva se sterilizzare o meno la persona testata e se tenerla sotto controllo a vita. In seguito, fu provato che i risultati dei test non erano attendibili. E questo dimostra l’ignoranza scientifica dell’epoca. Non si consideravano affatto fattori quali le condizioni del tipo di test a cui venivano sottoposte le persone e il livello di istruzione che avevano ricevuto, ma si saltava direttamente al risultato. Ad ogni modo, lo scopo non era quello di assicurasi dell’affidabilità dei risultati, bensì l’eliminazione o l’isolamento dei poveri “indesiderati”, dei malati e delle razze ritenute “inferiori”.

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Eugenetica negli USA Dopo la morte di Galton, la leadership del movimento eugenetico passò in America. Citiamo Henry Goddard, Henry Fairfield Osborn, Harry Laughlin e Madison Grant come esempi degli eredi americani di Galton. Il Rockefeller Institute e la Carnegie Foundation guidano la lista dei sostenitori dell’eugenetica negli USA. Il primo, in particolare, ha finanziato il Kaiser Wilhelm Institute, uno dei leader del movimento eugenetico in Germania, e negli anni ’20 ha contribuito alla costruzione di un edificio speciale per la ricerca genetica del Professore Ernst Rüdin, che era ossessionato dall’idea di igiene razziale. Il Rockefeller Institute supportò appieno il Movimento di Igiene Mentale. Inoltre, il premio nobel, Dr. Alexis Carrel, del Rockefeller Institute, plaudì lo sterminio ef-

L’Università di Heidelberg conferì un’onorificenza a H. Laughlin, eugenista di spicco, per il suo progetto su “la scienza dell’igiene razziale”. Questo ritaglio di giornale riporta il lavoro in questione.

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fettuato in Germania e non ebbe riserve sui malati mentali, sui prigionieri sottoposti a stermini di massa.117 La perversione dell’eugenetica portò all’approvazione delle leggi sulla sterilizzazione obbligatoria in molto Stati americani. Negli USA, venne sterilizzato un totale di 100.000 persone, per la maggior parte contro il loro volere. Per dare un esempio delle dimensioni che assunse la barbarie eugenetica, riportiamo che nei primi anni del XX secolo vennero sterilizzate 8000 persone “inadatte” nella Virginia. Questa pratica disumana fu legale in molti Stati fino al 1974.118 Uno degli americani preminenti nel campo dell’eugenetica fu Charles B. Davenport, noto per i suoi articoli che tentavano di combinare le leggi genetiche con il darwinismo. Ma le sue opinioni non erano altro che mere supposizioni. Nel 1906 scrisse

Un grafico sul numero di sterilizzazioni per scopi eugenetici negli USA tra il 1907 e il 1935

gennaio, 1935

Numero di operazioni

gennaio, 1934 gennaio, 1933 gennaio, 1928

luglio, 1925 gennaio, 1921 marzo, 1907 3.233

6.244

8.315

15.356

16.688

19.285

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21.339

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che L’American Breeders’Association effettuava studi sull’eugenetica. Nel 1910 fondò l’Eugenics Record Office (ERO), che ricevette dal 19 al 29% del budget stanziato per la Station for Experimental Evolution. In sostanza, la ERO fu l’organizzazione meglio finanziata rispetto agli altri istituti scientifici dell’epoca. Questa organizzazione si prese il compito di formare molte persone per farle contribuire alla diffusione della barbarie dell’eugenetica. Agli studenti venne insegnato ad applicare e valutare vari test di intelligenza, quali lo Standford-Binet, intensivamente impiegato nelle pratiche eugenetiche.119 Le persone formate alla ERO avevano l’incarico di raccogliere le statistiche nelle loro aree di lavoro. Con quei dati,

L’Eugenics Record Office (ERO) di New York e Charles B. Davenport

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l’organizzazione mirava a evitare che gli elementi “inadatti” si sposassero e avessero figli. Nel 1924 la ERO stilò un disegno di legge che prevedeva che chi aveva commesso il “crimine” di ammalarsi, doveva essere sterilizzato. La sterilizzazione contro il proprio volere è una pratica inaccettabile sia dal punto di vista della ragione, sia della coscienza. Gli affetti da difetti genetici, malattie di vario genere, handicap fisici o mentali dovrebbero essere trattati con affetto e compassione. Nelle società in cui prevalgono i valori morali religiosi, tali persone vengono protette e i loro bisogni sono trattati nel modo migliore. Non è altro che un atto barbarico quello di sterilizzare o eliminare con la forza le persone con “tendenze criminali”. Queste ultime possono essere educate con programmi culturali appositi e integrati nella società come membri utili. Anche quando non è facile far migliorare le persone in questione, si devono trovare delle soluzioni giuste ed etiche piuttosto che optare per lo sterminio.

Il presunto fondamento scientifico dell’eugenetica è la teoria dell’evoluzione. Un poster in cui gli eugenisti sottolineano il legame fra eugenetica ed evoluzione.

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L’American Eugenics Association tenne delle lezioni nei giorni di festa nazionale e anche una gara dalla quale risultò la famiglia “più adatta”.

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Negli anni successivi, gli americani si resero conto che l’eugenetica non era altro che una barbarie, e il buon senso li indusse ad adottare dei provvedimenti per fermare tali pratiche. Ma allo stesso tempo, nei loro primi atti barbarici, i nazisti avevano adottato le leggi americane come modello e praticarono la sterilizzazione a 2 milioni di persone.120 Come mostrano gli esempi citati finora, la propaganda illusoria del darwinismo sociale, così piena di falsità, tenta di desensibilizzare la gente nei confronti del prossimo, abbattere i sentimenti di solidarietà e compassione fino a che gli uomini non si trattino a vicenda come animali. Queste idee si oppongono completamente alle virtù impartite dai valori morali religiosi. Il Corano impone di prendersi cura dei deboli e dei bisognosi, di proteggere i malati e coloro che non godono di assistenza. E, a prescindere dalle circostanze, Allah comanda ai credenti di assicurare il bene agli altri prima che a se stessi, e di essere sempre pazienti e altruisti. A chi fa del bene mostrando pazienza, Allah preserva le seguenti liete notizie: “Loro che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'orfano e il prigioniero: “È solo per il volto di Allah, che vi nutriamo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine. Invero noi temiamo un Giorno terribile e catastrofico da parte del nostro Signore”. Allah li preserverà dal male di quel Giorno e verserà su di loro splendore e gioia, li compenserà del loro perseverare con il Giardino e la seta”. (Surat al-Insan, 8-12)

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Eugenetica nella Germania nazista Dalla biografia di Adolf Hitler, scritta da Ian Kershaw nel 1998, trasuda che il darwinismo sociale, l’eugenetica e il fascismo erano correlati fra loro nella Germania degli anni ’20: “il nazionalismo integrale, [...]il socialismo nazionale, il darwinismo sociale, l’antisemitismo biologico, l’eugenetica, l’elitarismo si fusero in forze mutevoli[...]”121

Il Dr Robert Youngson, che ha studiato gli errori nella storia della scienza, nella sua analisi afferma l’idea che i massacri nazisti si fondassero sull’idea dell’eugenetica e che la stessa eugenetica fosse un grande errore scientifico: “Il culmine del lato buio dell’eugenetica è stato,naturalmente,il tentativo di Adolf H›tler di generare una “razza superiore” incoraggiando l’accoppiamento tra gli “ariani” puri e lo sterminio di sei milioni di persone che, secondo lui, avevano geni inferiori. Non sarebbe giusto incolpare Galton dell’olocausto o di non aver anticipato le conseguenze della sua difesa della causa. Ma di certo lui fu il fautore principale dell’eugenetica e Hitler fu certamente ossessionato da questa idea. Quindi, in termini di conseguenze, ciò si deve qualificare come il più grande errore scientifico di tutti i tempi”.122

Descrivere le idee irrazionali e non scientifiche di Galton un semplice “errore scientifico” è, in realtà, un approccio troppo ottimistico. Le affermazioni di Galton e chi come lui, gettarono le basi di una barbarie e di un massacro senza precedenti. Le catastrofi che sono seguite all’applicazione della visione del mondo darwinista alla società, costituiscono una lezione storica di ciò che può accadere. I nazisti adottarono come politica l’uccisione di ogni essere umano “inferiore”, “demente”, “storpio” e “malato” che “contaminasse” la razza ariana. Hitler ne spiegò la ragione:

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Molti bambini vengono trascurati e abbandonati a se stessi perché non appartengono alla razza ariana e si tenta di ucciderli o sterilizzarli con vari pretesti.

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“[...] popolazioni alla rovina [...] A lungo andare la natura elimina gli elementi nocivi. Si può restare inorriditi da questa legge della natura che prevede che tutte le cose animate si divorano reciprocamente. La mosca viene catturata dalla libellula che, a sua volta, viene inghiottita dall’uccello, anch’esso vittima di un uccello più grande [...] conoscere le leggi della natura [...] ci consente di osservarle”.123

Hitler commise il grave errore di sostenere che vari fenomeni che mantengono l’equilibrio ecologico nella natura possono essere anche applicati agli esseri umani. Gli animali non hanno coscienza. Se gli animali si vedono vicendevolmente come prede, non significa che gli umani debbano sopprimere crudelmente quelli che ritengono malati. Gli animali non hanno coscienza. Gli esseri umani, invece, possiedono la capacità di giudizio, una coscienza e anche la consapevolezza, l’abilità di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, tra il bene e il male. Solo chi, come H›tler, tenta di giustificare il proprio squilibrio psicologico può affermare che gli esseri umani dovrebbero condurre uno stile di vita animalesco. Hitler medesimo descrisse la misura in cui ostentò le sue idee: “Se proprio devo accettare un comandamento divino, scelgo questo: “Tu preserverai la specie”. La vita di un individuo non deve essere posta a un alto prezzo. Se gli individui fossero importanti agli occhi della natura, la natura se ne prenderebbe cura. Tra le milioni di uova che depone una mosca, solo poche si schiudono, ma la specie delle mosche prospera ancora”.124

La vita di ogni essere umano è preziosa a prescindere dalla razza, dal genere o dalla lingua. Quelli di buona coscienza dovrebbero fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere ogni essere umano senza limiti di razza o caratteristiche fisiche. Durante la Seconda Guerra mondiale, le catastrofi causate dagli ideologi nazisti, che attribuivano poca importanza alla vita

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umana e che provavano sentimenti di vendetta verso gli altri paesi, furono chiare a molti. Inoltre, le idee di Hitler rappresentarono un incubo per molta della sua stessa gente e non solo per le altre razze. Ne è un chiaro esempio l’eugenetica, ampiamente applicata in Germania.

o Crescita del movimento eugenetico in Germania Nel 1900, l’industriale tedesco Alfred Krupp finanziò un concorso per il miglior saggio avente come argomento “Cosa possiamo imparare dai principi del darwinismo per l’applicazione allo sviluppo politico interno e alle leggi di stato?” Il primo premio fu assegnato a Wilhelm Schallmeyer, che interpretò il concetto di cultura, società, moralità e persino di “giusto” e “sbagliato” in termini di lotta per la sopravvivenza. Egli voleva applicare a tutte le leggi il concetto di prevenire che la razza bianca degenerasse al livello degli aborigeni australiani e, fintanto che la società proteggeva i malati mentali e fisici, la degenerazione era inevitabile. Il Dr Alfred Ploetz, il darwinista sociale che fondò l’igiene razziale in Germania, affermò di supportare appieno le idee barbare di Schallmeyer. Continuò ad avvalorarle insistendo che, a tempo di guerra, gli inferiori dovrebbero essere mandati al fronte per proteggere la razza bianca. Dal momento che i soldati del fronte generalmente venivano uccisi, ciò avrebbe preservato la parte “più pura” della razza da un indebolimento contingente. Il dottore si spinse oltre proponendo che venisse istituito un consiglio medico che avrebbe presenziato a ogni nascita per giudicare se il neonato fosse sufficientemente adatto a vivere o, in caso negativo, a essere ucciso.125 Queste proposte terrificanti furono le prime a essere applicate dal movimento eugenetico prima del dominio nazista. Il 14

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luglio del 1933, quattro mesi dopo le elezioni che portarono i nazisti al potere, l’eugenetica e il movimento cosiddetto di “igiene mentale”, cominciarono a espandersi rapidamente. Prima di quella data, la sterilizzazione per scopi eugenetici era vietata, sebbene venisse effettuata comunque. Ma da quel giorno in avanti, la “Legge per la prevenzione delle malattie ereditarie alla progenie” (meglio nota come legge della sterilizzazione) diede l’autorizzazione per l’attuazione della barbarie eugenetica. Il primo fautore di questa tirannia fu Ernst Rüdin, docente di psichiatria presso la Munich University e direttore del Kaiser Wilhelm Institute. Poco dopo l’approvazione della legge, Rüdin (coadiuvato da un buon numero di avvocati e specialisti del partito nazista) pubblicò una dichiarazione sul signi-

Modelli di studi eugenetici effettuati dal Kaiser Wilhelm Institute

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ficato e sugli scopi della legge. In pratica, l’intento era quello di pulire la Nazione dagli elementi “impuri e indesiderabili” allo scopo di raggiungere l’ideale ariano. Soltanto chi era stato irretito dalle menzogne del darwinismo sociale poteva ritenere accettabile assoggettare i bisognosi di protezione al trattamento disumano dell’eugenetica. I medici statali avevano il diritto legale di praticare la sterilizzazione forzata con l’assistenza della polizia. In Into the Darkness: Nazi Germany Today, l’americano pro-nazista Lothrop Stoddard scrisse le sue impressioni dei campi eugenetici durante una visita in Germania. Un ufficiale della sezione tubercolotica del quartier generale del servizio sanitario pubblico confidò a Stoddard: “La cura somministrata a un paziente tubercolotico è determinata in parte dal suo valore sociale. Se si tratta di un cittadino valido e il suo caso è curabile, non si bada a spese. Se il soggetto è dichiarato incurabile ... non viene fatto alcuno sforzo per prolungare anche di poco la sua esistenza di cui non trarrebbe alcun beneficio né la comunità né se stesso. La Germania può nutrire solo un certo numero di vite umane. Noi socialisti nazionalisti siamo tenuti a favorire gli individui di valore sociale e biologico”.126

Nei valori morali islamici le persone possiedono il diritto a un trattamento equo, a prescindere dai loro beni, dal ceto e dallo status sociale. Lasciar morire la gente con difetti fisici o perché non facoltosa è un omicidio vero e proprio; e tentare di attuare lo stesso principio nella sfera sociale costituisce un omicidio di massa. La portata della legge sulla sterilizzazione della Germania nazista venne ulteriormente allargata. Il 24 novembre del 1933 fu decretato che “i trasgressori abituali della morale pubblica” sarebbero stati soggetti a sterilizzazione. Da quel momento le

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Poster ideati alla luce della propaganda razziale nazista. La gente nei poster, con capelli biondi, cranio allungato, naso stretto e occhi azzurri, corrisponde all’ideale ariano…

tesi naziste di “contaminazione razziale” comprendevano anche il crimine di lesione alla moralità pubblica. Gli anni successivi avrebbero dimostrato che i terribili piani dei socialisti nazionali non si limitavano soltanto alla sterilizzazione.

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o Le leggi di Norimberga La legge sulla sterilizzazione non bastò ai nazisti per raggiungere il loro vero obiettivo. Nel 1935, allo scopo di istituire una “razza ariana purificata”, vennero promulgate le leggi di Norimberga. Una volta in vigore, queste leggi (barbarie e brutalità legalizzate) custodivano l’ideale della cosiddetta purificazione della razza ariana. Impegnarsi in tal senso, significava accertarsi degli alberi genealogici dei funzionari statali: chi si pensava non appartenesse alla razza ariana, veniva costretto al pensionamento. Le leggi di Norimberga divisero la popolazione tedesca in due: sudditi dello stato e cittadini a pieno titolo con diritti politici. Ebrei, zingari e membri di altre razze erano semplicemente soggetti dello stato che non godevano del diritto di cittadinanza. La seconda delle leggi di Norimberga, “per la tutela del sangue e dell’onore tedeschi” (nota come legge di tutela del sangue) cercava di garantire la cosiddetta purezza razziale della Nazione. Con questa nuova legge, il matrimonio tra cittadini tedeschi e sudditi tedeschi divenne un crimine. Inoltre, costituì anche un precedente per pratiche attuate in seguito atte a isolare gli “individui indesiderabili”.

o Programmi di descrizione della razza suprema Il primo passo nel programma eugenetico fu classificare i particolari posseduti dalla razza che i nazisti ritenevano superiore. Le caratteristiche della cosiddetta razza suprema furono enumerate come segue: “Biondo, alto, cranio allungato, viso stretto, mento pronunciato, naso stretto con dorso alto, capelli morbidi, occhi chiari ben distanziati, colore della pelle rosa-biancastro.”127

Questi e altri criteri similari, prodotto palese di una mentalità malata, sono entrambi una violazione della scienza e anche moralmente inaccettabili. Come già enfatizzato, non esistono basi logiche Darwinismo: Arma Sociale

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Uno dei poster della propaganda razziale ariana utilizzato dai nazisti.

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Per identificare chi apparteneva alla razza “superiore” gli eugenetici si basavano sulle misurazioni del cranio, sul colore dei capelli, sulla capacità polmonare e sulle impronte digitali.

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o morali per discriminare le persone sulla base del colore della pelle, degli occhi o dei capelli. Nonostante questi criteri irrazionali, non fu facile per i nazisti distinguere una razza dall’altra. A tal fine, intrapresero vari provvedimenti, servendosi di metodi eccessivamente primitivi per misurare il cranio e implementarono molti test di intelligenza senza alcuna validità scientifica. Le donne che soddisfacevano i requisiti razziali necessari, venivano collocate in case speciali e restavano incinte degli ufficiali nazisti per tutto il tempo che continuò questo stato dei fatti. I bambini di padri sconosciuti venivano al mondo in immorali “stazioni di monta umana”. Questi bambini rappresentarono la generazione successiva della cosiddetta razza superiore. Il risultato, del tutto inaspettato, fu che la media del QI dei bambini nati in queste stazioni era più basso di quello dei rispettivi genitori.128 Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Hitler era consapevole dell’importanza dei geni per la Germania nazista e pianificò che i ragazzi della nuova generazione, cresciuta alla luce della perversa propaganda nazista, fossero suoi seguaci. Quella dei giovani fu la categoria su cui si concentrarono maggiormente gli esperti della propaganda nazista. Molti ragazzi con caratteristiche fisiche superiori vennero riuniti in campi speciali di eugenetica utilizzati come stazioni di monta private. Con questo metodo immorale e pervertito, si pensava sarebbe venuta fuori una razza tedesca purificata e progredita. I giovani, vittime del lavaggio del cervello della propaganda nazista fin dalla tenera età, non erano capaci di distinguere cosa fosse giusto o meno.

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Il programma eutanasia T4: omicidi “scientifici” Queste leggi gettarono le basi per provvedimenti ancora più inimmaginabili. Una di queste pratiche fu l’omicidio di massa delle persone mentalmente imperfette. Il programma eutanasia t4 prese il nome dalle iniziali dell’indirizzo del quartiere generale di Berlino dove vennero attuate queste pratiche: Tiergartenstrasse 4. Con il programma T4, gli incurabili, i minorati fisici e mentali, le persone con problemi psicologici e gli anziani vennero uccisi in nome della purezza della razza. I bambini, le donne egli anziani finivano nelle camere a gas, solo perché appartenenti a una razza diversa; mentre migliaia di innocenti della stessa razza venivano assassinati perché ritenuti deboli o senza forze. Hitler iniziò questa campagna atroce nel 1939. I massacri continuarono ufficialmente fino al 1941 e ufficiosamente fino alla sconfitta nazista nel 1945. Il T4 prevedeva misure note come “Geheime Reichssache” (Affari segreti del Reich) e chi le metteva in pratica, era costretto a mantenere il silenzio. La ragione per cui si riuscì a ottenere poche informazioni sull’eutanasia nella Germania nazista è che il personale addestrato e impiegato all’interno del programma, venne inviato a combattere nei fronti più pericolosi in cui la resistenza partigiana jugoslava attuava una politica di sterminio delle truppe nemiche piuttosto che della loro prigionia. La maggior parte dei testimoni dell’eutanasia venne inviata in quel fronte particolare e, conseguentemente, eliminata. In Fundamental Outline of Racial Hygiene, Alfred Ploetz fu tra i primi a parlare di assassinio di malati e invalidi. Stando a Ploetz, dal punto di vista della “tutela e igiene della razza”, fu un grave errore quello di proteggere e curare i malati e i deboli Darwinismo: Arma Sociale

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1945: vignetta raffigurante come le politiche di Hitler terminavano con la morte e la barbarie

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(che è esattamente ciò che dovrebbe accadere in una società sana). Secondo il suo pensiero perverso, i malati venivano protetti e mantenuti in vita quando, invece, dovevano essere eliminati. Ploetz era così insensibile da indicare alla commissione medica di uccidere immediatamente un neonato invalido o storpio con una dose minima di morfina. Furono in tanti a seguire i passi di Ploetz. Nel 1922 il giurista Karl Binding e lo psichiatra Alfred Hoche pubblicarono un libro a favore dell’eutanasia intitolato Die Freigabe der Vernichtung lebensunwerten Lebens. Nel libro si descrive come i malati e i disabili fossero un peso per se stessi e per la società; ucciderli non avrebbe comportato alcuna grossa perdita poiché il costo per tenerli in vita era molto alto e lo Stato poteva spendere quei soldi in altri ambiti. Come soluzione proposero l’uccisione dei disabili fisici e mentali invitando a soprassedere sugli ostacoli religiosi e legali.129 Una delle idee irrazionali di Hoche fu che i valori morali sulla tutela della vita sarebbero presto scomparsi e che l’eliminazione della vita “inutile” sarebbe divenuta essenziale alla sopravvivenza della società. Per avere un’idea più chiara di quanto fosse terrificante quell’idea, provate a immedesimarvi in una società in cui vengano attuati davvero questi modelli proposti. Se aveste una sorella sorda, una madre cieca, un nonno con problemi psicologici, una nonna zoppa o un padre anziano costretti a morire davanti ai vostri stessi occhi in nome della scienza e per il bene della società? Non credo ci siano dubbi sull’assurdità della scienza riguardo all’assassinio di persone che amate. Non vi verrebbe difficile vedere queste idee come frutto di una mentalità bacata. Una barbarie simile causerebbe una sofferenza indescrivibile a voi e a chiunque conosciate. Ma, purtroppo, furono molte le società che sperimentarono questa sofferenza (specialmente la Germania nazista), e gli omicidi nell’isteria dell’eugenetica lasciarono ferite profonde nella coscienza della società.130 Darwinismo: Arma Sociale

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Gli eugenetici inventarono termini speciali senza alcuna corrispondenza con la letteratura medica. Ad esempio, ai membri di altre razze o ai malati mentali veniva diagnosticato uno “stato mentale cagionevole” e a loro era riservata la morte. Sopra: malati mentali americani dell’epoca

Gli sforzi tentati dagli evoluzionisti di ignorare o dimenticare la portata di queste depravazioni, sono destinati in definitiva a fallire. I fatti sono chiari nonostante si tenti di insabbiarli in tutti i modi. L’umanità è stata vittima di sofferenze terribili e di gravi perdite Harun Yahya (Adnan Oktar)

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a causa degli elementi ideologici suggeriti dal darwinismo. Contemporaneamente alla sua attuazione nella Germania nazista, la barbarie dell’eugenetica si diffuse anche in molti altri paesi, in particolare negli USA. Nel 1935, il Dr. Alexis Carrel del Rockefeller Institute pubblicò il libro L’uomo, questo sconosciuto che, in tre anni, fu tradotto in nove lingue diverse. Nel capitolo finale del libro, “Il rifacimento dell’uomo”, Carrel indicò l’eugenetica e l’eutanasia come soluzioni plausibili ai problemi sociali. Disse che i malati mentali e i criminali dovevano essere uccisi in piccoli centri di eutanasia attrezzati di gas letali e cercò di giustificare l’omicidio con queste parole: “Rimane ancora irrisolto il problema del gran numero di disabili e di criminali. Questi rappresentano un enorme fardello per la parte della popolazione che è rimasta normale. Come già espresso, servono ingenti somme per mantenere le carceri, i manicomi e per proteggere la società dai malviventi e dai matti. Perché preserviamo questi esseri inutili e pericolosi? L’anormale previene lo sviluppo del normale. Questo fatto va affrontato di petto. Perché una società non

dovrebbe

sbarazzarsi

dei

criminali e dei malati in un mo-

Dr Alexis Carrel, sostenitore della perversione eugenetica

Darwinismo: Arma Sociale

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do più economico? Non possiamo andare avanti tentando di separare i responsabili dagli irresponsabili, punire i colpevoli, risparmiare chi, nonostante abbia commesso una pena, si pensa sia moralmente innocente. Non siamo capaci di giudicare gli uomini. Tuttavia la comunità deve essere protetta dagli elementi importuni e pericolosi. Come possiamo farlo? Di sicuro non costruendo carceri più grandi e confortevoli, proprio perché non si migliora la sanità costruendo ospedali più grandi e più confortevoli. In Germania il governo ha intrapreso dei provvedimenti contro la riproduzione di soggetti inferiori, matti e criminali. La soluzione ideale sarebbe eliminare tali individui una volta provata la loro pericolosità. Nel frattempo, si deve anche provvedere ai criminali in modo effettivo. Forse bisognerebbe abolire le carceri che potrebbero essere rimpiazzate da istituti più piccoli e meno costosi. Condizionare i criminali meschini con la frusta o con a l t r i mezzi più specifici, coadiuvati da una breve permanenza in ospedale, potrebbe bastare a stabilire l’ordine. Chi ha

[commes-

so crimini più gravi] [...] dovrebbe essere eliminato in modo umano ed economico in piccoli istituti eutanasici attrezzati di gas specifici. Un trattamento similare potrebbe essere vantaggiosamente applicato ai malati, colpevoli di atti criminali. La società moderna non dovrebbe esitare a organizzarsi prendendo esempio dagli individui normali. Di fronte a una necessità del genere, i sistemi filosofici e i pregiudizi sentimentali dovrebbero essere messi da parte. Lo sviluppo della personalità umana è lo scopo finale della civilizzazione”.131

Il Dr Carrel sosteneva che l’assassinio di criminali e di chi si pensava fosse pericoloso per la società era la soluzione migliore e la più economica. Come già palesato, quando il darwinismo sociale cerca una soluzione ai problemi sociali, ignora la dimensione umana proponendo soluzioni estremamente meccaniche, disumane, efferate e crudeli del tutto incompatibili con la coscienza umana. Gli esseri umani, specialmente i cosidHarun Yahya (Adnan Oktar)

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detti “indesiderabili” dovrebbero essere visti come animali o beni mobili. Vero, la lotta al crimine e ai criminali è di estrema importanza per la società. Ma questa lotta deve rispettare certi limiti. Andrebbero eliminate le condizioni che determinano il verificarsi dei crimini e messi in pratica vari programmi culturali ed educativi con lo scopo di tentare di riconquistare quelli caduti nella rete della criminalità. Le falsità che dipingono gli esseri umani come specie animale, preparano il terreno per crimini di tutti i generi, con la pretesa di giustificare massacri, furti, stupri, aggressioni e tutte le forme di male. Giustificare la gente che commette crimini e poi suggerirne la pena

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di morte è totalmente inspiegabile. Per questa ragione, è di enorme importanza che chi continua a supportare la teoria dell’evoluzione (sia perché mal informato o per ignoranza delle catastrofi che comporta) si rendano conto dell’importanza del pericolo. Pensare di fare del bene alla società uccidendo i criminali è più selvaggio, primitivo e barbarico. Il mezzo più efficace e permanente per abbassare il tasso di criminalità e il numero di implicati in attività criminali è quello di rafforzare la società in termini spirituali, migliorare l’istruzione, gli standard di vita e i livelli di benessere. E, cosa più importante, vanno rafforzati la fede religiosa della società e l’amore di Allah. Chi teme Allah sa che dopo la morte riceverà una ricompensa o una punizione per come si è comportato sulla terra; chi ama Allah ama anche le cose che Egli ha creato. Rispetta, ama il prossimo e si comporta in modo morale. Più si cerca di inculcare questo concetto e più la società trarrà benessere, pace e progresso.

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o Mandato di morte segreto di Hitler Dopo la promulgazione delle leggi razziste, i nazisti dovevano ottenere il consenso pubblico delle misure eugenetiche, specialmente l’eutanasia. A tale scopo, vennero impiegati vari metodi di propaganda, soprattutto film, che dovevano indurre la gente a credere alla bugia che non si ricava nulla nel tenere in vita le persone pericolose. I giornali pubblicarono servizi e articoli sulla cospicuità delle spese di mantenimento dei disabili mentali e sottolineavano come, invece, potevano essere più utili spesi in altro modo. La campagna fu avviata in proporzioni tali da essere inserita persino nei testi scolastici. Le prime misure eutanasiche furono adottate in Germania nel 1938, anno in cui un certo Knauer da Lipsia scrisse una lettera a Hitler in cui chiedeva l’assistenza di un medico per mettere fine alla vita di uno dei suoi figli nato cieco, malformato e apparentemente demente. In tutta risposta, Hitler inviò a Lipsia il suo medico privato, il professor Karl Brandt, che pose debitamente fine alla vita del bambino.133 Hitler firmò un documento in cui autorizzava Karl Brandt e Philip Bouhler (leader del Reich) a praticare l’eutanasia in casi speciali. Il permesso ufficiale, noto come “Führer-Order” diceva: “ Viene attribuita al Reichsleader Bouhler e al Dr. Brandt, M.D., la responsabilità di estendere l’autorizzazione a certi medici, che saranno nominati per volta, di concedere una morte misericordiosa alle persone che, secondo il giudizio umano, nessuna diagnosi potrebbe salvare dalla condizione di malattia. Firmato - A. Hitler”. 134

Questa autorità, che rese l’omicidio parte della vita quotidiana, gettò le basi per i crimini perpetrati dagli psichiatri della Germania nazista. Più tardi, gli imputati ai processi di Norimberga per i crimini di guerra tentarono ironicamente di farli figurare come ordini ricevuti e attenuante ai loro crimini. Darwinismo: Arma Sociale

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Questa autorizzazione, nota come “FührerOrder”, diede maggiori poteri ai medici nazisti per uccidere quei pazienti che, secondo loro, dovevano morire. L’ordine costituì la presunta prova “legale” dei crimini perpetrati dai medici nazisti.

Come venne attuato il programma eutanasia T4? I preparativi finali per il programma iniziarono a metà del 1939. A ottobre dello stesso anno, furono inviati a ospedali e istituti questionari per i malati mentali, redatti da consulenti e dal Comitato di psichiatria. Le informazioni richieste erano le seguenti: “Nome del pazienze, stato civile, nazionalità, parente prossimo. Il paziente viene visitato regolarmente? In caso positivo, da chi? Su chi ricade la responsabilità pecuHarun Yahya (Adnan Oktar)

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niaria? Da quanto tempo è ricoverato il paziente? Da quanto tempo è malato? Diagnosi, sintomi principali. Il paziente è confinato al letto? È sedato? È stato ricoverato per condizione o malattia incurabile? È un ferito di guerra? Razza del paziente”. A distribuire i questionari erano i gruppi leader operanti per conto del programma T4. Il sistema T4 era strutturato nel seguente modo: quattro gruppi di facciata che svolgevano gli ordini del vero gruppo T4. In caso di indagini, i gruppi avrebbero nascosto la reale identità delle operazioni. Qualsiasi ospedale o famiglia che tentò di indagare sull’autorizzazione o sulla metodologia di morte applicata ai propri cari, non riuscì mai a oltrepassare il muro dei quattro gruppi di facciata.

Camino fumante dei forni del mattatoio Hadamar in cui venivano bruciati i corpi

Darwinismo: Arma Sociale

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Il mattatoio Bernburg da diverse angolazioni

Parallelamente a questi quattro gruppi, ne lavorava un altro i cui membri, in particolare, erano divenuti esperti negli infanticidi. Il suo nome era Realms Committee for Scientific Approach to Severe Illness due to Heredity and Constitution con cui collaboravano altre due organizzazioni: La Charitable Company for the Transport of the Sick, responsabile del trasporto dei malati nei centri di sterminio; la Charitable Foundation for Institutional Care, che si occupava delle disposizioni e delle procedure finali. Una delle altre pratiche impietose dei nazisti era quella di domandare le “spese” alle famiglie dei pazienti uccisi, inconsapevoli che, in realtà, stavano pagando per l’assassinio dei propri parenti.

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I questionari, riempiti dai medici o dagli psichiatri responsabili dei pazienti ricoverati, venivano restituiti e valutati dagli psichiatri e da altri esperti del T4. Nessuno dei pazienti veniva esaminato od osservato direttamente. La decisione sulla sua vita veniva presa in funzione delle informazioni dei questionari. Dopo il primo invio dei formulari, alcuni edifici e molti ospedali psichiatrici vennero riutilizzati come mattatoi e scuole di addestramento all’omicidio. Le camere di morte all’interno degli edifici sembravano sale da bagno. Questo sistema terrificante funzionava così: dopo aver ricevuto le risposte ai questionari, si mandava un avviso agli istituti incaricati della cura dei pazienti scelti in cui si precisava che bisognava far spazio per feriti di guerra o pazienti che necessitavano cure migliori. Uno dei gruppi di facciata andava a prendere i pazienti e li conduceva nei mattatoi. Una volta là, venivano sterminati entro un paio di ore dall’arrivo. Ma i malati mentali non furono le uniche vittime di questa carneficina. Una volta che l’eutanasia riuscì a prendere piede, i nazisti cominciarono a prendere di mira anche gli “indesiderabili”. Venivano rilasciati avvisi di morte per malati mentali, schizofrenici, anziani, infermi, epilettici, affetti dal morbo di Parkinson, paralitici, affetti da sclerosi multipla, tumori al cervello e altre malattie neurologiche organiche. La stessa sorte toccava ai bambini e, per questo, venivano ispezionati a tappeto orfanotrofi e riformatori per scovare nuove vittime. A questo punto, dobbiamo chiarire un punto molto importante: il 50% delle persone uccise sarebbe potuta guarire se solo gliene fosse stata concessa la possibilità.135 Per nascondere le operazioni del T4, fu fatto di tutto per cercare di far apparire i mattatoi come normali ospedali psichiatrici. Questo fatto uscì fuori durante i processi di Norimberga grazie a Viktor Brack, capo della seconda unità del KdF (termine utilizzato Darwinismo: Arma Sociale

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L’immagine sovrastante mostra un modello dell’Ospedale Psichiatrico Bernbutg. Le frecce blu indicano il percorso dei pazienti verso la zona in cui trovavano la morte. Gli edifici cerchiati comprendono i crematoi e le camere a gas. Estrema destra: La dottoressa Kathe Leichte, docente nel campo delle scienze sociali, fu inviata a Ravensbrück nel 1940. Nel 1942, fu condannata alla camera a gas dalla Gestapo presso il Bernburg Eutanasia Institute. A destra: Margarita Singer, figlia del docente di zoologia, venne uccisa con il programma di eutanasia.

per riferirsi alla Cancelleria del Führer) e una delle figure principali responsabile del programma eutanasia. Brack dichiarò che i pazienti entravano nelle camere con tovaglie e sapone, pensando di dover fare la doccia. Invece dell’acqua, però, usciva gas. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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I nazisti più fedeli a Hitler selezionavano gli studenti che avrebbero commesso gli omicidi e ricevuto un addestramento speciale. In un primo momento assistevano e, man mano che l’addestramento andava avanti, conducevano i pazienti nelle camere e aprivano i “rubinetti” del gas. Guardavano le vittime agonizzanti e, una volta accertatane la morte, facevano arieggiare le stanze e rimuovevano i corpi. Gli studenti contribuirono al massacro di migliaia di vittime innocenti. Questi atti immondi venivano effettuati sotto stretta sicurezza e con ogni precauzione possibile per prevenire la più piccola fuga di informazioni. Tutto ciò perché le persone uccise in quegli edifici non erano membri di “altre razze”, ma si trattava per lo più di tedeschi e austriaci. Se l’opinione pubblica tedesca avesse mai scoperto la fine che facevano alcuni compatrioti, i nazisti avrebbero avuto grosse difficoltà a dare delle spiegazioni. Questo è il motivo per cui adottarono tutte le misure di sicurezza possibili. Gli studenti, divenuti a loro volta esecutori, si abituarono presto alle procedure e divennero immuni alle suppliche, alle urla e agli strepiti delle vittime. Durante questo processo, gli istruttori osservavano da vicino le loro reazioni e ne descrivevano il risultato nelle relazioni. Si è calcolato che se gli studenti non avevano difficoltà nell’uccidere i membri della loro stessa razza solo perché malati, allora sarebbe stato facile per loro uccidere quelli di “razze inferiori”. In seguito, difatti, furono addestrati a pratiche di “più ampio raggio”. Gli studenti non idonei venivano inviati al fronte e costretti dai loro comandanti di unità a prendere parte alle “squadre suicide”. Per diventare esecutori, gli studenti venivano addestrati a mantenere il sangue freddo: “assassini perfetti” (tali da resistere alle urla e agli strepiti dei morenti e la puzza della carne umana in fiamme, capaci di parlare alle persone che stavano per far Darwinismo: Arma Sociale

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In alto a sinistra: Il percorso per le camere a gas In alto a destra: la sala settoria In basso a sinistra: Finestra di osservazione utilizzata per assicurarsi che i pazienti fossero morti In basso a destra: sprinkler installato per far credere ai pazienti che stavano per fare la doccia quando, invece, si trattava di bocchette del gas.

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morire come se stessero andando a farsi davvero la doccia). Venivano ricompensati e incoraggiati in vari modi. Oltre a questi incentivi vari, veniva attribuita loro la Croce di ferro di seconda classe per “affare segreto del Reich”. A poco a poco l’opinione pubblica si rese conto di quello che stava accadendo in quegli istituti e cominciò a protestare. Fu in quel momento che si annunciò che Hitler aveva emesso un mandato per mettere fine agli omicidi. Come si può immaginare, ciò non accadde, ma vennero cambiati i metodi. Si passò anche alle iniezioni letali e alla fame, con i morti sepolti in fosse comuni. Fu così che la barbarie dell’eutanasia fu perpetrata durante la guerra.

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Azione speciale 14f13 Dopo aver massacrato molta gente “indesiderabile” e presumibilmente “inutile”, il programma T4 allargò la sua sfera di azione sotto il codice 14f13. Il programma, precedentemente rivolto solo a ospedali e istituti di ricerca, da quel momento prese di mira i prigionieri tedeschi e austriaci che si ammalavano per via delle condizioni in cui venivano tenuti, e verso gli ebrei, i polacchi e gli zingari nei campi di concentramento. L’operazione 14f13 ebbe inizio nel dicembre nel 1941. Al team T4 di Berlino si aggiunsero delle commissioni di psichiatri che selezionavano, a loro parere, i malati o gli individui indesiderabili, inviandoli ai campi di concentramento con lo scopo di svuotare gli istituti medici e i centri di ricovero. Generalmente, i pazienti selezionati venivano mandati in uno dei sei mattatoi dove venivano uccisi. Le persone scelte dai campi di concentramento, in genere, venivano classificate sulla basse delle loro capacità lavorative e, se non adatte ai lavori pesanti, venivano uccise.

Ospedale psichiatrico tedesco nel 1925

Cimitero del mattatoio Hadamar

Darwinismo: Arma Sociale

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Monumento ai morti del programma eutanasia

Sinistra: “I nazisti hanno ucciso anche 200.000 malati” Articolo del “Milliyet” datato 10 ottobre 2003

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Nel 1943 anche i bambini caddero vittima dei massacri a Hadamar, uno dei centri di massacro. Oltre a quelli infermi mentalmente e fisicamente, venivano inclusi anche quelli degli asili statali e degli orfanotrofi.136

L’irreligione giace alla radice dell’efferatezza e della mancanza di compassione La Germania nazista è un chiaro esempio delle sofferenze inflitte alla gente quando le idee darwiniste sociale vengono messe in pratica. Joseph L. Graves Jr., docente di biologia evo-

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lutiva e autore di The Emperor’s New Clothes, che critica le teorie razziste, commenta: “La tragedia della Germania nazista rimane l’esempio più chiaro di ciò che può accadere quando si ricorre alle conclusioni logiche dell’eugenetica, della gerarchia razziale e del darwinismo sociale”.137

Come hanno potuto nutrire un tale odio, una tale insensibilità ed efferatezza queste persone? Come sono arrivate a omicidi del genere e a diventare nemici della razza umana? La

Lontano a sinistra: costruzione di un muro atto a dividere il ghetto di Varsavia dal resto della città Sinistra: Gente inerme inviata al campo di concentramento di Belzec In basso a sinistra: una coppia di zingari nel campo di concentramento di Belzec In basso a destra: Uno zingaro utilizzato dai medici nazisti per la sperimentazione sulla potabilità dell’acqua di mare

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risposta evidente è che la gente educata con gli insegnamenti del darwinismo, che vede gli uomini come animali, che immagina la vita come un campo di battaglia e che crede che tutte le forme di male sono giustificate nella lotta per la sopravvivenza costituirà inevitabilmente un ordine sociale spietato. Chi nega che l’uomo è stato creato e che possiede un’anima insufflatagli da Allah, che rifiuta di guardare il prossimo come entità preziosa con ragione e coscienza, e che si ritiene non dissimile da animali e piante, non subirà alcuno shock dagli omicidi di massa e dalle sofferenze dei malcapitati. Quando questa gente pensa che il male può riguardare se stessa o i propri interessi, non si crea scrupoli a uccidere gli altri senza provare pietà o compassione o abbandonarli a una vita di povertà e infelicità. Non ci si può aspettare che gente così provi pietà per i malati, i bisognosi o che sia altruista. Magari, non protegge nemmeno i suoi parenti sofferenti o i genitori anziani e vede come una perdita di tempo, energia e denaro prendersi cura di un fratello invalido. Se questa visione malata del mondo si diffondesse, allora ognuno (dagli amministratori ai membri della famiglia, dai medici agli insegnanti) si comporterebbe sotto la sua influenza. È impossibile applicare l’altruismo, la pazienza, la compassione, l’affetto, il rispetto e la devozione a quelle società che non osservano i valori morali religiosi, la cui mancanza ha sempre portato distruzione e catastrofi.

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Nell’impero ottomano in cui prevalevano i valori morali islamici, le famiglie si prendevano cura non solo dei malati, ma anche di chi gli stava intorno. I sofferenti venivano ricoverati in cliniche speciali e si faceva di tutto per curarli nel miglior modo possibile. I poveri godevano del servizio sanitario gratuito e i medici e il personale sanitario venivano sanzionati se chiedevano denaro ai poveri. Nel 1871, con lo scopo di regolare il servizio sanitario pubblico, vennero istituiti degli uffici nazionali dei medici e vennero nominati degli ispettori sanitari. Alcuni dei provvedimenti: - In determinati giorni della settimana, i medici esaminavano gratuitamente i pazienti in luoghi specifici e senza fare distinzione fra ricchi e poveri. Anche i vaccini venivano fatti gratuitamente. - I medici visitavano coloro che non potevano ricevere le cure in casa propria, e chi aveva i mezzi per pagare versava una quota fissa. I poveri non sostenevano alcuna spesa e i medici venivano pagati con i fondi del comune. - Sbagliare una cura senza una valida ragione o farsi pagare la parcella dai poveri poteva essere causa di licenziamento.1 Nei manicomi ottomani si impiegavano anche metodi di trattamento speciali. Nell’impero ottomano del XV secolo vennero costruiti ospedali adatti per i malati mentali. Si faceva di tutto per curare i malati, a prescindere dalla malattia, basandosi su melodie turche, piatti speciali e fiori. In particolare, ai pazienti si somministrava pollame. Ogni stanza aveva due finestre che spesso davano su un giardino di rose.2 Molto prima dell’avvento dell’impero ottomano, altri Stati musulmani avevano impiegato metodi speciali per la cura dei disabili mentali o fisici. Durante il califfato di Abbasid, in particolare, il mondo islamico raggiunse la più alta sofisticazione medica e psichiatrica. I primi ospedali furono costruiti nel mondo islamico e fu lì che venne utilizzato per la prima volta il trattamento dei malati

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mentali con il metodo della suggestione. Sono stati i valori morali del Corano impartiti ai musulmani (la compassione, l’affetto, la ragione, la comprensione) a far sì che ciò accadesse. I valori morali islamici spingono i credenti a provare affetto, prendersi cura del prossimo, a sacrificarsi e ad agire in modo compassionevole verso i poveri, i deboli, i meno abbienti, i bisognosi e chi non sa prendersi cura di sé. In alcuni dei versi del Corano, Allah ha rivelato come dovrebbero essere trattati i deboli, i poveri e gli anziani: “[...] "Non adorerete altri che Allah, vi comporterete bene con i genitori, i parenti, gli orfani e i poveri; userete buone parole con la gente, assolverete all'orazione e pagherete la decima!” (Surat al-Baqara, 83) “ La carità non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima . Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati” (Surat al-Baqara, 177) “Ti chiederanno:"Cosa dobbiamo dare in elemosina?" Di': "I beni che erogate siano destinati ai genitori, ai parenti, agli orfani, ai poveri e ai viandanti diseredati. E Allah conosce tutto il bene che fate” (Surat al-Baqara, 215) “Adorate Allah e non associateGli alcunché. Siate buoni con i genitori, i parenti, gli orfani, i poveri, i vicini vostri parenti e coloro che vi sono estranei, il compagno che vi sta accanto, il viandante e chi è schiavo in vostro possesso. In verità Allah non ama l'insolente, il vanaglorioso” (Surat anN›sâ’, 36) 1 Doc. Dr. Haydar Sur, "Saglik Hizmetlerinin Gecmisi ve Gelisimi" (Passato e sviluppo del servizio sanitario); http://www.merih.net/m1/whaysur12.htm 2 "Osmanl›da ‹lim" (Science of the Ottomans); http://www.mihr.com/mihr/osm/sistem/ilim.htm

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I

l presunto supporto scientifico che il darwinismo sociale fornì al razzismo, al fascismo, all’imperialismo e anche il comunismo, è un argomento su cui si è scritto molto. Ma un fatto meno

noto è che molti darwinisti, incluso lo stesso Darwin, hanno creduto nell’errore che le donne siano biologicamente e mentalmente inferiori agli uomini. La differenza mentale che i darwinisti ritengono esistere tra i due generi è di una dimensione tale che alcuni evoluzionisti li hanno addirittura divisi in specie fisiche diverse: gli uomini Homo

frontalis e le donne Homo parietalis.138 Darwin descrisse le donne come specie “inferiore” (secondo la sua opinione), perché la sua visione del mondo si basava sulla se-

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lezione naturale. Secondo questa visione non scientifica e irrazionale, gli uomini sono in proporzione più adatti delle donne a competere in guerra, a trovare un partner, a ottenere cibo e vestiario, mentre le donne sono lontane da attività del genere. Stando a questa deduzione scientificamente infondata, la selezione naturale esercita un’influenza più forte sugli uomini tanto da far acquisire loro una posizione superiore in tutte le sfere e da averli fatti evolvere più della donna. Come mostreremo nelle prossime pagine, Darwin avanzò delle deduzioni illusorie, su nessun fondamento scientifico, ma semplicemente sulla base di preconcetti evoluzionistici. Molti ricercatori hanno rivelato che le idee di Darwin sulla selezione naturale hanno fomentato la discriminazione sessuale. Ad esempio, la docente di storia e filosofia della scienza, Evelleen Richards, concluse che Darwin aveva introdotto la sua visione sulla natura delle donne nel suo teorizzare evolutivo, “nutrendo, in tal modo, molte generazioni di [cosiddetto] sessismo scientifico”. 139 La scrittrice evoluzionista scientifico Elaine Morgan afferma che servendosi di varie branche della scienza quali la biologia e l’etnologia, Darwin incoraggiò gli uomini a pensare che le donne fossero “palesemente inferiori e irreversibilmente subordinate”.140

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Come ha dichiarato lo scienziato evoluzionista John R. Durant, le due principali conseguenze della teoria dell’evoluzione sono il razzismo e la discriminazione sessuale: “Darwin ha fondato le sue ragioni su un’accorta combinazione di argomenti zoomorfi e antropomorfici. I selvaggi, che si era detto avere un cervello più piccolo e arti più prensili rispetto alle razze più nobili, e le cui vite si pensa siano dominate dall’istinto e meno dalla ragione […] furono collocati in una posizione intermedia tra natura e uomo; e Darwin, per analogia, estese questa classificazione per includere non solo bambini e dementi congeniti, ma anche le donne, le cui facoltà di intuizione, di percezione rapida e magari di imitazione erano “caratteristiche delle razze più basse e quindi di una stato di civilizzazione passato e inferiore”.141

Gli errori commessi da Darwin in L’origine dell’uomo a cui si riferisce Durant: “È generalmente riconosciuto che nelle donne le facoltà di intuizione, percezione rapida e magari di imitazione,sono molto più evidenti che nell’uomo; ma, per lo meno, alcune di queste facoltà sono caratteristiche delle razze inferiori e quindi di uno stato di civilizzazione passato e inferiore”.142

Se si esaminano le visioni generali di Darwin sulle donne e il matrimonio, si evince chiaramente come, per lui, le donne fossero cittadine di seconda classe. Questa opinione, per nulla scientifica, si riflesse anche sulla sua teoria dell’evoluzione. Questa era la sua idea sul matrimonio: “[…] bambini – compagna costante (amica in età avanzata) a cui sarà legato, oggetto da amare e con cui giocare, comunque meglio di un cane. Casa, e qualcuno che se ne prenda cura. Malie di musica e pettegolezzi di donna. Queste cose fanno bene alla salute”.143

In pratica, per Darwin il matrimonio è da desiderare perché “l’amicizia di una donna è meglio di quella di un cane”. Le sue

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affermazioni sul matrimonio non fanno alcun riferimento a tutte le sue peculiarità tipiche, quali amicizia, affetto, amore, devozione, lealtà, vicinanza, sincerità e fiducia tra due persone che vivono la vita insieme. Sul matrimonio Darwin dice anche: “[…] perdita di tempo – non si può leggere la sera – grassezza e ozio – ansia e responsabilità – meno denaro per i libri ecc. – Se tanti bambini, costretto a guadagnarsi il pane […] magari a mia moglie non piacerà Londra; poi la condanna è l’esilio e il degrado con una pigra sciocca indolente”.144

Queste affermazioni irragionevoli sono perfettamente naturali, poiché provengono da uno che non vedeva alcuna differenza tra gli esseri umani e gli animali e che pensava che le donne e, in particolare, i bambini fossero davvero più simili agli

Darwin scrisse che essere sposati con una donna voleva dire avere “una compagna costante, un’amica per la vecchiaia, [...] un oggetto da amare e con cui giocare, comunque meglio di un cane”. Queste parole sintetizzano chiaramente la concezione delle donne di Darwin. Sotto: un’immagine di Darwin e sua moglie

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animali. Chi vede la propria moglie e i figli come specie inferiori, naturalmente proverà poco attaccamento e farà pochi sacrifici, non presterà loro alcuna attenzione almeno fintantoché questo comportamento non gli giovi. Infatti, le idee di Darwin mostrano, ancora una volta, che non c’è posto per l’amore umano, la vicinanza e l’amicizia nella moralità darwiniana. Darwin affermava che gli uomini erano superiori alle donne: “La distinzione chiave nelle facoltà intellettuali dei due sessi la dimostra il raggiungimento di una superiorità da parte dell’uomo a qualsiasi cosa si dedichi rispetto a quanto in potere alle donne – sia che si tratti di pensieri profondi, ragionamento, immaginazione, o semplicemente l’uso dei sensi e delle mani. Se venissero redatte due liste degli uomini e delle donne più eminenti nella poesia, pittura, scultura, musica […] storia, scienza e filosofia […] la lista delle donne non reggerebbe il confronto. Potremmo anche inferire, dalla legge dello scarto delle medie, ben illustrata da Galton nel suo Hereditary Genius, che se gli uomini sono dotati di una netta superiorità sulle donne in molti campi, la media del potere mentale dell’uomo deve essere superiore a quella delle donne”.145

L’essere umano è un’entità con un’anima insufflatagli da Allah, e che, pertanto, possiede i sentimenti dell’amore, dell’affetto, della compassione e del rispetto.

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Allah ha creato gli uomini e le donne uguali. Entrambi possono riscuotere grande successo agendo alla luce e con la ragione impartita loro dalla fede.

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Naturalmente Darwin non aveva alcuna prova scientifica per determinare ciò, ma le sue affermazioni, prevenute e ostili, si diffusero velocemente tra gli scienziati suoi contemporanei. Il materialista Carl Vogt, docente di storia naturale presso l’Università di Ginevra, accettò tutte le conclusioni di Darwin, senza sottoporle ad alcuna analisi scientifica e affermò che: “il bambino, la femmina e l’anziano di razza bianca” avevano tutti caratteristiche intellettuali e personalità del “nero in età adulta”146 Vogt si spinse perfino oltre, affermando che, in realtà, fossero più simili agli animali che agli uomini. Secondo Vogt, una donna era “un uomo ritardato” il cui sviluppo era stato ostacolato perché la sua evoluzione era giunta a un’interruzione prematura.147 Vogt asserì anche che il divario tra maschi e femmine aumenta con il progresso della civilizzazione ed è maggiore nelle società europee avanzate. 148 Darwin fu enormemente influenzato dalle farneticazioni di Vogt e si sentì onorato di enumerarlo tra i suoi seguaci più eminenti.149

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Molte volte nel corso della storia, per ignoranza e arretratezza delle società in questione, si è tentato di mettere da parte la figura della donna. Ma è qualcosa che deriva dall’influenza della cultura. Non sussiste alcun ritardo biologico, come, invece, supponevano Darwin e i suoi seguaci, poiché Allah ha creato l’uomo e la donna uguali. Affermare che l’uomo sia superiore, e utilizzare questa dichiarazione per trattare le donne come cittadine di seconda classe, è un comportamento primitivo praticato dalle società che non vivono di valori morali religiosi. Al giorno d’oggi, nelle società in cui sono garantite le pari opportunità, vi sono infiniti esempi di donne note per successo, intelligenza e capacità, al pari degli uomini.

Discriminazione di genere basata sulle misurazioni del cranio Per dimostrare che le donne erano “inferiori”, alcuni scienziati evoluzionisti tentarono di provare che avessero minori capacità cerebrali. Alcuni adottarono dei metodi illogici e umilianti quali la misurazione del cranio. Essi, credendo che lo sviluppo dell’intelligenza fosse direttamente proporzionale alla dimensione del cranio (che sappiamo non è così) misero a confronto i crani e dichiararono che le donne erano inferiori. Questo è uno dei metodi non scientifici di cui si parla nel libro di Darwin: “Quasi certamente il cervello dovrebbe ingrandirsi man mano che le varie facoltà mentali si sviluppano,

Harun Yahya (Adnan Oktar)

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[…] la grande proporzione che la dimensione del cervello umano scarica sul corpo, paragonata alla stessa proporzione nel gorilla o nell’orango, è strettamente connessa alle sue più spiccate facoltà mentali […] che nell’uomo esista una relazione simile tra la misura del cervello e lo sviluppo delle facoltà intellettuali è supportato dal confronto dei crani delle razze civilizzate e selvagge, degli anziani e dei giovani e dall’analogia dell’intera serie dei vertebrati”.

Stando alle idee avanzate da Darwin, gli studi sulle misurazioni del cranio e il volume del cervello (secondo le condizioni scientifiche primitive dell’epoca) fornirebbero dati di supporto alla teoria dell’evoluzione. In realtà i risultati scientifici dimostrano tutto il contrario. Le diverse misurazioni dei crani e il volume del cervello non forniscono informazioni tali da sostenere la teoria dell’evoluzione. Al giorno d’oggi si è stabilito che tali misurazioni non costituiscono alcun fondamento valido. Uno scienziato che immaginò di poter dichiarare che le donne erano inferiori utilizzando la craniologia (scienza della misurazione del cranio) fu Paul Broca. Noto come uno dei fondatori dell’antropologia fisica, fu uno di quelli che impiegò e supportò metodi primitivi quali la misurazione dei crani di gruppi umani, attribuendo loro dei valori.150 Alla luce di queste misurazioni cosiddette scientifiche, Broca avanzò la sua logica distorta: “In generale, il cervello è più grande negli adulti maturi che negli anziani; negli uomini più che nelle donne, negli uomini eminenti piuttosto in quelli di mediocre talento, nelle razze superiori rispetto alle razze inferiori […] A parità di altre

condizioni, c’è una relazione

notevole fra lo sviluppo dell’intelligenza e il volume del cervello”.151

Broca era particolarmente interessato alla differenza craniale tra gli uomini e le donne. In modo prevenuto analizzò le misurazioni del cranio ricavate e se ne uscì con l’idea che le donne erano intellettualmente inferiori.152 Egli disse anche che stava aumen-

Darwinismo: Arma Sociale

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tando la differenza nella dimensione del cervello tra l’uomo e la donna pur non avendo nessuna prova a supporto della sua tesi. Per sopperire a questa défiance, fece ricorso a una supposizione altrettanto non scientifica: che l’aumento della differenza era “un risultato della diversificazione delle pressioni evolutive sugli uomini dominanti e sulle donne passive”.153

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Oggigiorno,

perfino

gli

evoluzionisti ammettono che le conclusioni di Broca non hanno alcun

valore

scientifico.

Gould commenta: “essi [i dati di Broca] vennero raccolti selettivamente e poi manipolati incoscientemente a servizio di conclusioni affrettate”.154

In altri termini, Broca aveva Gustave Le Bon

“incoscientemente” interpretato i dati ottenuti in modo preconcetto, alla

luce della fuorviante teoria dell’evoluzione. Un altro evoluzionista che si servì delle misurazioni del cranio e che considerava le donne esseri inferiori fu Gustave Le Bon, uno dei fondatori della psicologia sociale: “Nelle razze più intelligenti […] vi sono un gran numero di donne la cui dimensione del cervello è più vicina a quello dei gorilla piuttosto che ai cervelli maschili più sviluppati. Questa inferiorità è così ovvia che nessuno può contestarla nemmeno per un attimo; vale la pena dibattere solo sul suo grado […] Le donne […] rappresentano le forme più inferiori di evoluzione umana e […] si avvicinano di più ai bambini e ai selvaggi che a un uomo adulto e civilizzato. Queste eccellono in volubilità, inconsistenza, assenza di pensiero e logica e incapacità di ragionamento. Indubbiamente esistono donne di spicco […] ma sono un caso eccezionale come la nascita di qualsiasi mostruosità tipo, ad esempio, un gorilla con due teste; di conseguenza, potremmo non tenerne conto del tutto”.155

I darwinisti, come con molte altre affermazioni, si sbagliavano totalmente riguardo alle donne. Contrariamente a quanto immaginassero gli evoluzionisti, il fatto che le donne siano af-

Darwinismo: Arma Sociale

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fettuose, compassionevoli e ponderate nel loro modo di pensare non significa che siano arretrate, ma, in realtà, è segno di superiorità. Convinti che gli esseri umani fossero delle specie animali, gli evoluzionisti vedevano queste caratteristiche come segni di arretratezza, quando invece sono tra gli attributi più importanti per l’accrescimento della qualità della vita umana. Le caratteristiche umane, di cui gli evoluzionisti non amano ammetterne l’esistenza, consentono di avanzare e progredire in molte sfere quali letteratura, arte e tecnologia.

I tedeschi mentre usano compassi e righelli per le misurazioni dei crani per stabilire chi era ariano e chi non.

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La scienza confuta ancora il darwinismo Poiché le dimensioni del cervello e del cranio non hanno nulla a che vedere con le capacità intellettive o mentali, la scienza ha confutato la misurazione dei crani e la loro classificazione sulla base della razza e del genere. In natura, difatti, non esiste una relazione diretta tra intelligenza e dimensione del cervello. Ad esempio, gli elefanti e le balene hanno un cervello più grande di quello degli umani. Inoltre, la capacità cranica degli esseri umani moderni varia da circa 700 cc a 2.200 cc.156 Ma queste differenze non stabiliscono livelli di intelligenza diversi tra le persone. Misurazioni del cranio a parte, la scienza genetica ha rivelato anche che le affermazioni di Darwin sulle differenze tra uomini e donne sono sbagliate. Secondo le leggi dell’ereditarietà un uomo passa i propri geni sia alla prole di sesso maschile che femminile. Se

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l’uomo possiede caratteristiche biologicamente “superiori”, come sosteneva Darwin, allora anche la figlia erediterà gli stessi tratti “superiori”. Ma Darwin e i suoi contemporanei ne sapevano così poco di genetica da affermare che “le caratteristiche di una specie acquisite dalla selezione sessuale sono limitate di solito a un sesso”.157 Lo scienziato fece innumerevoli altre dichiarazioni secondo cui le qualità superiori quali l’ingegno, le facoltà di immaginazione e la ragione “sono trasmessi appieno più alla prole maschile che a quella femminile”.158

Le tesi di Darwin non si basavano sulla scienza, bensì sulla cultura e sull’interpretazione scientifica primitiva dell’epoca vittoriana

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Secondo la moralità coranica, le donne e gli uomini sono uguali e la superiorità si determina dall’attenzione che si presta ad Allah In termini di valori morali, stando al Corano, non c’è differenza tra uomini e donne. Allah ha affidato uguali responsabilità a entrambi e li ritiene responsabili delle stesse questioni. Al cospetto di Allah, l’uomo non è superiore alla donna e viceversa, ciò che conta sono il timore, l’amore profondo, la devozione verso di Lui e i giusti valori morali. In uno dei Suo versi, nostro Signore rivela che, a prescindere dal sesso, chi dimostra il miglior atteggiamento riceverà la giusta ricompensa per i valori morali: “Quanto a coloro che, uomini o donne, operano il bene e sono credenti, ecco coloro che entreranno nel Giardino e non subiranno alcun torto, foss'anche [del peso] di una fibra di dattero”. (Surat an-Nisâ’, 124)

Allah ha stabilito anche la caratteristiche che ogni credente deve possedere: “I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è

riprovevole,

eseguono

l'orazione

pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è eccelso, saggio”. (Surat atTawba, 71)

Come rivelato da Allah nel versetto, ogni essere umano ha le stesse responsabilità. Agli uomini e alle donne che le rispettano, che cercano conforto in Lui e che hanno fede, saranno riservate queste buone notizie: Harun Yahya (Adnan Oktar)

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“Il loro Signore risponde all'invocazione: "In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate [...]”. (Surat Al ‘Imrân) Le caratteristiche mentali che i darwinisti usano come canoni, sono capacità donate da Allah, a prescindere dalla razza. In un verso Allah rivela: “O voi che credete! Se temete [e rispettate] Allah, vi concederà la capacità di distinguere [il bene dal male] [...]” (Surat Al-‘Anfâl)

Come rivela il versetto, il giudizio (e quindi l’intelletto) si sviluppa non secondo il genere ma sulla base del timore di Allah. Chiunque, maschi o femmine, che agisca con la ragione insufflata da Allah, può raggiungere il successo in molti campi e acquisire caratteristiche superiori. Il vero credente, tuttavia, tenta di guadagnare più che può la pietà di Allah, la compassione e il Paradiso.

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L

a degenerazione morale è in crescita costante. Gli atteggiamenti che poche generazioni fa sono state disapprovate, disdegnate, proibite e condannate, tutto a un tratto vengono ac-

cettate, addirittura ricercate e ampiamente praticate. Questa è una questione importante che molti disconoscono. Gli stili di vita e i comportamenti considerati finora come immorali, adesso sono consentiti perché trattasi di “scelte diverse”. Si accettano perversioni quali omosessualità, aggressività nelle società, aumento di frodi, mancanza di rispetto fra coniugi e convivenza in tali condizioni, aumento dei divorzi e del consumo di droghe e alcol, aumento di furti e aggressioni, esecuzione di omicidi senza scrupoli, aumento del tasso di criminalità, mancanza di rispetto e diffusione del gossip…Questi pochi esem-

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pi e la situazione attuale in cui versano alcuni paesi occidentali, mostrano chiaramente quanto sia pericolosa la degenerazione. Alla radice di tutto ciò si trovano le risposte sbagliate alla domanda “Perché esistono gli esseri umani?” La verità è che la gente esiste per conoscere Allah, il Creatore. Nel verso “[...] In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Allah” (Surat Ar-Ra’d, 28), Allah rivela che esiste solo una fonte di pace che la gente cerca nei posti sbagliati. Lo stile di vita morale religioso comandato da Lui donerà alla gente pace e felicità nel mondo. Ignorare questi fatti porta alla degenerazione morale, alla tristezza, alla disperazione e alla depressione. Una delle maggiori cause di questa corruzione morale è la definizione dell’ideologia darwinista che vuole l’essere umano non come servo di Dio ma come un animale egoista venuto al mondo per caso. Stando a questa affermazione non scientifica, un essere non si dovrebbe aspettare di avere leggi e valori diversi da quelli di un animale. La vita è una lotta e gli esseri umani devono essere spietati combattendo gli uni contro gli altri con le unghie e con i denti. Ciò significa totale disprezzo dei veri valori morali. In Defeating Darwinism, il professor Phillip E. Johnson dell’Università della

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California, Berkeley, parla degli effetti negativi comparsi nella società dagli anni ’60 con l’indebolimento dei credi religiosi e la prevalenza della visione materialista del mondo: “Sarebbe pressappoco corretto dire che gli anni ’60 hanno segnato la seconda Dichiarazione americana di Indipendenza, […] [la dichiarazione di distaccamento di alcuni] da Dio. Ci si potrebbe aspettare che a una tale dichiarazione seguano conseguenze legali e morali, e così è accaduto.”159

Il biologo molecolare Michael Denton dichiara che è impossibile analizzare i problemi che hanno lasciato il segno nel XX secolo senza tener conto del darwinismo: “Il ventesimo secolo sarebbe incomprensibile senza la rivoluzione darwiniana. Le correnti sociali e politiche dilagate nel mondo negli scorsi ottant’ anni sarebbero state impossibili senza la sua approvazione intellettuale. È ironico ricordare che è stata

Phillip Johnson e il suo libro Defeating Darwinism

Darwinismo: Arma Sociale

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la visione laica del XX secolo a facilitare il modo di accettare l’evoluzione, mentre oggi è forse la visione darwiniana della natura a essere responsabile, più di ogni altra, della visione scettica e agnostica del ventesimo secolo. Quella che un tempo è stata una deduzione del materialismo, adesso è diventata il suo fondamento”.160

A questo punto sarebbe opportuno esaminare le affermazioni darwiniste che gettarono le basi per questo degrado e questa degenerazione morale.

Il darwinismo costituisce la base dell’ateismo Una delle ragioni per cui i gruppi materialisti supportano il darwinismo con una tale determinazione è il suo aspetto ateistico. L’ateismo esiste da tempi remoti, ma con l’avvento del darwinismo gli atei immaginavano di aver trovato alla domanda “come sono nate le cose viventi (e gli esseri umani)?” una risposta che per secoli non erano riusciti a ottenere. Essi credevano che l’ordine naturale e l’equilibrio derivassero dal risultato di coincidenze, e che non ci fosse proposito nell’universo. Ognuna di queste opinioni crollò di fronte ai progressi scientifici, politici e sociali del XX secolo. Le scoperte e le analisi in molte discipline, dall’astronomia alla biologia, dalla psicologia all’etica sociale, sradicarono totalmente le tesi dell’evoluzione e le ipotesi di ateismo. Molti evoluzionisti e materialisti riconoscono che il darwinismo sfocia inevitabilmente nell’ateismo. Thomas Huxley fu il primo ad affermarlo apertamente, sottolineando che, una volta accettata la teoria dell’evoluzione, era impossibile credere alla religione. William Provine, evoluzionista e docente di storia alla Cornell University dichiara che la visione del mondo di chi crede nella teoria dell’evoluzione cozza con la religione.161 Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Anche Charles Smith, ex presidente dell’American Association for the Advancement of Atheism (Associazione americana per il progresso dell’ateismo) la pensa così: “L’evoluzione è ateismo”.162 Phillip Johnson descrive l’importanza della teoria dell’evoluzione per le tendenze ateiste e intellettuali incompatibile con i valori morali religiosi: “Il trionfo del darwinismo implicò [il rifiuto dell’esistenza] di Dio e stabilì una piattaforma per rimpiazzare la religione biblica con una nuova fede basata sul naturalismo evolutivo. Quella nuova fede era diventata la base non solo della scienza ma anche del governo, della giurisprudenza e della moralità. Era la filosofia ufficiale […] di modernità”.163

Come dice Johnson, molti scienziati con una fede cieca nel darwinismo e nel materialismo, si sono appoggiati a queste teorie per usare la scienza come mezzo per rinnegare Dio. Ma la verità è che la scienza è il mezzo più efficace per rivelare le prove dell’esistenza di Dio. Negli ultimi vent’anni si è assistito a un rapido aumento del numero di scienziati a favore della creazione. Ogni nuovo studio e ogni nuova informazione mostra che nell’universo esiste un equilibro eccessivamente sensibile e perfetto, e rivela il lavoro di un’Intelligenza grande e superiore che appartiene a Dio Onnipotente, che è eminente e ricco al di là di ogni bisogno. Michael Denton afferma che il darwinismo semina ateismo e causa gravi danni nel modo in cui l’umanità guarda se stessa: “La nuova e rivoluzionaria [e allo stesso tempo insensata e non scientifica] visione del mondo[di Darwin] […] insinuava che tutte le diversità di vita sulla Terra fossero risultate dai processi naturali e casuali e non, come si pensava precedentemente, dall’attività creativa di Dio. [Dietro tutto questo c’è senz’altro Allah!]

Darwinismo: Arma Sociale

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Rabbia, aggressività e violenza si manifestano nelle società che non osservano i valori morali religiosi, dove la gente perde l’interesse per gli attributi morali quali affetto, compassione, perdono, pazienza e tolleranza comandati da Allah.

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L’approvazione di questa grande affermazione […] avrebbe svolto un ruolo decisivo nella secolarizzazione della società occidentale. […] È stato a causa delle sue conseguenze: la rottura del legame dell’uomo con Dio e l’abbandono dell’uomo alla deriva in un cosmo senza propositi o obiettivi, che la teoria darwiniana ebbe un impatto così incisivo. Nessun’altra rivoluzione intellettuale ai tempi moderni […] ha colpito così profondamente il modo in cui gli uomini vedevano se stessi e la loro collocazione nell’universo.”164

La perdita o l’affievolimento del credo in Allah, porta a un declino spirituale della società. Chi non teme Allah, chi crede di trovare la propria verità, la vita eterna dopo la morte e che sarà ricompensato per il suo comportamento sulla Terra con il Paradiso o l’Inferno, non può che essere inaffidabile, aggressivo, spietato,

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egoista e incline a comportamenti criminali pericolosi. Chi non teme Allah, non si porrà limiti. Fin quando questa persona penserà di poter ovviare alla legge, sarà in grado di commettere tutte le immoralità possibili e causare sconvolgimenti alla società, im-

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brogliare il prossimo, ferirlo e protrarre comportamenti simili. Il timore e l’amore di Allah, invece, garantiscono alla gente di vivere secondo giusti valori morali, comportandosi nei modi a Lui graditi. Si arriverebbe così, al progresso e alla fortificazione della società. Altrimenti non ci sarà più fine ai conflitti, alle guerre, alla crudeltà e all’ingiustizia. Allah comanda bontà, giustizia, onestà e ordine. Nel Corano rivela: “Agli abitanti di Madyan [inviammo] il loro fratello Shu'ayb! Disse: O popolo mio, adorate Allah. Per voi non c'è altro dio che Lui. Vi è giunta una prova da parte del vostro Signore. Riempite la misura e date il giusto peso e non danneggiate gli uomini nei loro beni . Non corrompete la terra dopo che Allah la creò pura: ciò è meglio per voi, se siete credenti”. (Surat al-A’raf, 85) “Non appostatevi su ogni strada, distogliendo dal sentiero di Allah coloro che credono in Lui, e cercando di renderlo tortuoso. Ricordatevi di quando eravate pochi ed Egli vi ha moltiplicati. Guardate cosa è accaduto ai corruttori.” (Surat al-A’raf, 86)

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Darwinismo: Sosyal SilahArma Darwinizm Sociale

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Il darwinismo diffonde la menzogna che l’uomo è sfrenato e vano Le seguenti parole dell’evoluzionista George Gaylord Simpson costituiscono il riassunto più chiaro della visione dell’umanità di Darwin, fondata totalmente su supposizioni: “L’uomo sta solo nell’universo, unico prodotto di un lungo, inconscio, impersonale e materiale processo dotato di

compren-

sione e potenzialità uniche. Le possiede solo per sé ed è verso se stesso che ne è responsabile”.165

Questa affermazione rispecchia una delle classiche falsità di Darwin e una delle cause principali del declino sociale. Sebbene tentino di preservare questa falsità per ragioni ideologiche, i darwinisti non possono fornire la più piccola prova scientifica che l’uomo sia comparso nel mondo da solo. Secondo la loro idea surreale non sussiste alcuna ragione predeterminata per l’esistenza degli esseri umani, entità presumibilmente vane che un giorno moriranno e scompariranno. Ma la verità è diversa. Allah ha creato l’uomo dal nulla. Dietro la creazione umana c’è uno scopo ben preciso rivelato nel Corano. Allah ha creato gli esseri umani per servirLo. Ogni essere resterà sulla Terra per il tempo assegnatogli insieme al proprio destino, e dopo che quel periodo scadrà, morirà e risorgerà. Il Giorno del Giudizio, tutti gli esseri umani saranno chiamati a rendere conto delle proprie azioni sulla Terra. Che gli evoluzionisti provino a dimenticarlo e istigare gli altri a negarlo, non cambia nulla. Fintanto che si rifiuteranno di accantonare i propri errori, di rinnegare Allah e il Giorno del Giudizio e di affermare che l’uomo è un’entità vana, quando il Giorno del Giudizio arriverà davvero, il pentimento che proveranno sarà immenso. Nostro Signore ne parla nel Corano:

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“Se li potessi vedere, quando saranno presentati al Fuoco! Diranno: “Piacesse al cielo che fossimo ricondotti sulla terra! Non smentiremmo più i segni del nostro Signore e saremmo tra i credenti”. (Surat al-An’am, 27)

Far credere alle persone che le loro vite non hanno alcuno scopo, le induce a provare sofferenza, senso di vuoto e depressione. Credere alla falsità che la vita non ha senso e che sia futile porta, a sua volta, a un declino spirituale. Le affermazioni irrazionali e illogiche di Richard Dawkins, uno degli odierni fautori della teoria dell’evoluzione, sono tipiche della visione materialista. Dawkins sostiene che gli esseri umani sono semplici “macchine geniche” e che l’unica ragione della loro esistenza è passare i geni alle generazioni successive. Secondo Dawkins non c’è altro scopo nell’universo: l’uomo e l’universo sono entrambi prodotti della coincidenza e del caos. Questa credenza causerà grande disperazione e infelicità perché niente ha più significato per chi crede che nel momento della morte cesserà semplicemente di esistere. L’amicizia, l’amore e le buone azioni non danno gioia a chi immagina che queste non riceveranno alcuna ricompensa e che non i sarà alcuna speranza per lui in nessun caso.

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In più, questo tessuto morale distorto porterà le persone a pensare che i mali commessi non saranno puniti e, quindi, a ritenere di poterli nascondere per evitare di essere sanzionati. Non avranno alcun rimorso o esitazione a mentire, a perpetrare l’ipocrisia, a spettegolare, ad arricchirsi sulle spalle altrui, a rubare e addirittura a uccidere. Nelle società in cui il numero di persone raggirate da queste idee perverse aumenta, è indubbio che vada ristabilito l’ordine. Uno degli esempi più impressionanti dei danni inflitti dalla propaganda darwinista all’animo umano compare nella prefazione al libro di Dawkins L’arcobaleno della vita:

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“Un editore straniero del mio primo libro ha confessato che, dopo averlo letto, non poté dormire per tre notti, rimasto

turbato

dal suo messaggio così freddo e sconfortante. Altri mi hanno chiesto come potevo sopportare di alzarmi al mattino. Un insegnante di un Paese lontano mi rimproverò scrivendomi che una sua studentessa si era rivolta a lui in lacrime dopo aver letto il libro poiché l’aveva convinta che la vita fosse vuota e vana. Lui le consigliò di non mostrare il libro a nessuno

dei suoi amichetti

per timore di contaminarli con lo stesso pessimismo nichilista”.166

Come si può vedere dalle ammissioni di Dawkins, il pessimismo e l’inutilità promossi dal darwinismo, rappresentano una grave minaccia per l’umanità. Si dà alla persone non un messaggio sconfortante, come dice Dawkins, bensì una bugia

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sconfortante che tenta di deviarli dalla verità che ispira gioia. Quella gioia risiede nel fatto che l’uomo non è solo, senza amici e abbandonato ma possiede uno scopo prescelto da Allah. Le società che dimenticano che è stato Allah a creare gli esseri umani per uno scopo specifico, sono condannate a patire una decadenza morale e spirituale. Gran parte degli alcolizzati e dei drogati, che voltano le spalle alla vita, che soffrono di disordini psicologici quali depressione e stress e che si suicidano, sono ignari del loro vero scopo di vita. Nonostante sia un evoluzionista, Fred Hoyle sulla filosofia nichilista dell’Origine della specie (che la vita è vana e che gli esseri umani non hanno valore ), dice: “Sono tormentato dalla convinzione che la filosofia nichilista, che la cosiddetta opinione colta ha scelto di adottare a seguito della pubblicazione di L’origine della specie, abbia instradato l’umanità verso un sentiero di autodistruzione automatica. Fu allora che ebbe inizio il conto alla rovescia per la fine del mondo”.167

Allah ha creato tutti gli esseri umani per servirLo insufflando nei loro corpi la Sua anima. L’uomo non è un’entità venuta al mondo per caso da sostanze inanimate, ma un’entità creata da Allah, a cui Lui ha concesso la ragione e la coscienza e tutte le benedizioni immaginabili. Gli esseri umani (che i darwinisti credono vani e sfrenati), in realtà godono di

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uno scopo più importante nella vita: soddisfare Allah Onnipotente che li ha creati e che li ha fatti nascere dal nulla, che ha dato loro un’anima e una coscienza. In ogni momento della nostra vita dovremmo rispettare i comandamenti di Nostro Signore con grande cura ed entusiasmo, sperando di guadagnare in cambio la Sua grazia e il Paradiso eterno. La vera vita è quella nell’aldilà, dopo la morte terrena. Viviamo sulla terra solo per poterci guadagnare il Paradiso. Allah rivela nel Corano che gli esseri umani non sono liberi da qualsiasi restrizione: “Crede forse l'uomo che sarà lasciato libero?” (Surat alQiyama, 36) “Pensavate che vi avessimo creati per celia e che non sareste stati ricondotti a Noi?” (Surat Al-Mu'minûn, 115)

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La bugia dei darwinisti sociali: “l’uomo è una specie animale” Quelli raggirati da questa affermazione irrazionale e non scientifica sostengono che tutti gli attributi dell’uomo siano un lascito degli “antenati animali”. Questa affermazione esercita degli effetti pericolosi sulla visione che una persona ha di se stessa e degli altri. Chi vede il prossimo come animale, non ne avrà rispetto per le idee e per la vita. Reputerà la vita altrui non più importante di quella di un cane o di un gatto. Il fatto che le persone possano avere dei bisogni, non farà sorgere nessun sentimento di pietà a chi le considera animali e pensa che, in ogni caso, gli animali si evolvono attraverso il conflitto e la competizione. Questa visione spaventosa non ha nulla a che vedere con il rispetto e l’amore reciproco. Per queste ragioni chi è stato illuso dal darwinismo non deve ignorare quanto gli costerà questa menzogna. Sulla visione darwinista degli esseri umani, George Gaylord Simpson scrive: “Nel mondo di Darwin, l’uomo non gode di altro stato se non quello della definizione di specie animale distinta. È a tutti gli effetti parte della natura e non estranea a essa. È simile, non in senso figurato bensì letterale, a ogni cosa vivente, che sia un’ameba, un tenia, una pulce, un’alga, una quercia o una scimmia, anche se i gradi di parentela sono diversi […]”.168

Questa affermazione è irrazionale, illogica e priva di fondamento scientifico. Gli esseri umani e gli animali sono entità diverse create da Allah. Gli animali agiscono di istinto e non possiedono la razionalità. L’essere umano, invece, è un’entità che ha facoltà di giudizio e che possiede Darwinismo: Arma Sociale

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Secondo la propaganda darwinista sociale, la morte di un essere umano non è diversa da quella di una mosca. Il darwinismo non attribuisce grande importanza agli esseri umani. Persino la condizione di questi bambini potrebbe non suscitare alcun effetto nelle coscienze delle persone irretite dalla propaganda darwinista.

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la ragione. Chi ritiene che l’uomo sia una specie animale, tenta di applicare la legge della giungla alle società umane, il che porterà a un caos terrificante che eliminerà ogni genere di pace e benessere. Basandosi sulla falsità che gli uomini si siano evoluti dagli animali, in una sua lettera Darwin si domandò se le idee dell’uomo possano avere alcun valore: “A me sorge sempre l’orrido dubbio se le convinzioni della mente umana, evolutasi dalle menti degli animali più infimi, siano valide o per nulla affidabili. Chi crederebbe alle convinzioni della mente di una scimmia, semmai ce ne fossero in una mente simile?”.169

Le parole di Darwin sintetizzano chiaramente la terrificante visione dell’umanità degli evoluzionisti. Questo grave errore di Darwin arrivò a influenzare gran parte del mondo occidentale e l’idea che gli esseri umani siano animali è ancora oggi diffusa in molti paesi, persino nei libri di testo. Ad esempio, Biology: Visualizing Life, pubblicato nel 1994, dice: “Siete animali e condividete un’eredità comune con lombrichi, dinosauri, farfalle e stelle marine”.170

Benjamin Wiker, docente universitario di scienza e teologia e autore di Moral Darwinism: How We Became Hedonist, afferma come, dopo Darwin, si arrivò ad avere una concezione così bassa dell’uomo. Nel libro descrive come si diffuse l’errore di considerare gli uomini come animali, ignorandone le differenze: “[…] gran parte, se non tutta, della moralità “tradizionale” si bassa sull’ipotesi che gli esseri umani siano una specie distinta. Quindi, il divieto di omicidio viene stabilito in termini di natura umana. Non uccidere! Non uccidere cosa? Afidi? Formichieri? Oranghi? No, non uccidere un altro essere umano innocente. Con il darwinismo, quindi, quella distinzione di specie tra esseri umani

Darwinismo: Arma Sociale

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e animali è completamente vaga. Non esiste più alcun limite morale da tracciare perché il limite delle specie è stato cancellato. I darwinisti del calibro di Richard Dawkins e Peter Singer ne sono perfettamente coscienti […] Nel momento in cui ci si ritiene di essere solo un animale in più nello spettro evolutivo, allora è d’obbligo affermare anche che la nostra moralità si applica a tutte le cose viventi o negare che la nostra moralità non abbia alcun fondamento. In genere i darwinisti forniscono una specie di potpourri incoerente di entrambe teorie. Questi trattano gli animali come se avessero lo stesso status morale degli esseri umani e trattano gli esseri umani, per certi aspetti, come fossero una specie animale in più. Da un lato, si battono per i diritti degli animali; dall’altro, con la stessa compassione che si mostra agli animali domestici, affermano che gli esseri umani deformi, anziani o infermi dovrebbero essere “fatti fuori”.171

Richard Dawkins e il suo L’orologiaio cieco

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Come abbiamo visto, una delle ragioni principali per cui gli evoluzionisti tentano di raffigurare l’uomo come specie animale è il loro desiderio di sradicare tutti i valori morali. Se l’uomo fosse un animale, come vorrebbe farci credere il darwinismo, allora anche il concetto di moralità non avrebbe alcun importanza per le persone. Il danno che ciò causerebbe alla società è al di là di ogni immaginazione. Per questa ragione tutta l’umanità deve stare in guardia contro il darwinismo e le menzogne di questa falsità scientifica. Asserendo che gli esseri umani non sono diversi dagli animali in termini fisici e biologici, il darwinismo tenta anche di imporre l’idea che il comportamento umano e animale sia lo stesso. Questo concetto fa sì che la violenza, l’aggressività, l’egoismo, la competizione crudele, lo stupro e l’omosessualità, presumibilmente ereditati dagli antenati animali dell’uomo, acquisiscano per la gente uno status di “comportamento naturale”. A tal proposito lo scienziato evoluzionista Philip Jackson Darlington scrive: “Il primo punto è che l’egoismo e la violenza sono insisti in noi, ereditati dai nostri antenati più remoti. La violenza è, pertanto, naturale per l’uomo, un prodotto dell’evoluzione”.172

Tutti i generi di crimini vengono quindi giustificati e ritenuti normali e si pensa anche che non debbano essere puniti. In Questa idea della vita, Stephen Jay Gould afferma che l’idea cominciò con il professor Cesare Lombroso, un italiano esperto di criminologia: “Le teorie biologiche della criminalità non erano una novità, ma Lombroso [fisico italiano, Cesare Lombroso] diede al discorso un taglio originale, di tipo evoluzionistico: i criminali non sono solo degli squilibrati o dei malati ma, addirittura degli esseri regrediti ad uno stadio evolutivo ormai superato dalla specie umana; i caratteri ereditari dei nostri antenati primitivi e scimmieschi sono

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Un esempio della sofferenza inflitta alle persone innocenti dalla filosofia darwinista sociale. Anche gli attacchi terroristici di oggi sono il risultato dei valori darwinisti, secondo cui gli esseri umani sono come animali e che non hanno inflitto all’umanità altro che sangue, lacrime e sofferenza.

ancora presenti nel nostro patrimonio genetico e ad alcuni uomini capita la sfortuna di nascere con un numero anormale di questi caratteri ancestrali. Il comportamento di questi individui, che poteva essere adatto alle società selvagge del passato, viene oggi bollato come criminale. Possiamo aver pietà del criminale nato, poiché non può far nulla per se stesso […]”.173

Come è evidente dalla descrizione dell’idea di Lombroso da parte dell’evoluzionista Gould, la perpetrazione di un crimine è qualcosa che va oltre la volontà umana, un lascito dei preHarun Yahya (Adnan Oktar)

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sunti antenati animali dell’uomo. Ovviamente, questa affermazione non è realistica. Allah ha creato tutti gli esseri umani con i più infimi “ego” che li inducono costantemente verso il male, ma anche con una coscienza che li tutela e fa evitare loro il male e attuare il bene. Ciò viene rivelato in un versetto: “per l'anima e Ciò che l'ha formata armoniosamente, ispirandole empietà e devozione. Ha successo invero chi la purifica, è perduto chi la corrompe”. (Surat ash-Shams, 7-10)

Tutti gli esseri umani sono, quindi, consapevoli della bontà o crudeltà delle proprie azioni, se hanno un comportamento giusto o non. Ognuno è responsabile di evitare il male e di fare ciò che è bene. Allo stesso modo in cui chi attua adeguatamente riceve una ricompensa, chi perpetra il male sarà punito. La teoria dell’evoluzione, giustificando tutte le forme di crimine e immoralità, porta la gente a terribili disastri, sia sulla Terra che nell’aldilà. A differenza degli animali, l’essere umano ha ricevuto da Allah l’anima, la ragione, il libero arbitrio, la coscienza, il buon senso e la capacità di distinguere il bene dal male. Gli esseri umani hanno la facoltà di prendere delle decisioni e di giudicare, punire e premiare, imparare dall’esperienza sempre sotto il monitoraggio di Allah. Nessuna di queste abilità è presente negli esseri viventi perché queste non hanno nulla a che vedere con la struttura fisica o genetica degli umani. Quelle sopraelencate sono tutte caratteristiche dall’animo umano. Essendo stato creato così ognuno di noi, dotato di ragione, deve conoscere questa verità e, di conseguenza, vivere una vita onorevole e determinata, riconciliabile con la buona coscienza.

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La scarsa moralità imposta dalla menzogna “lottare per sopravvivere” Come già affermato, uno dei più grandi raggiri del darwinismo è l’affermazione riassunta nei termini “lotta per la sopravvivenza” e “sopravvivenza dei più adatti”. Secondo le dichiarazioni non realistiche degli evoluzionisti, la vita è una sfera di conflitto e competizione per tutti gli esseri viventi, uomo incluso. In un mondo simile, non c’è posto per caratteristiche di vera moralità quali amore, rispetto, collaborazione o altruismo. In L’origine dell’uomo, Charles Darwin scrisse che l’umanità aveva raggiunto la posizione in cui si trovava attraverso la lotta, e che doveva continuare a lottare per progredire, che nessuna legge dovrebbe impedire tale processo: “L’uomo, al pari di ogni altro animale, è progredito alla sua attuale condizione suprema indubbiamente attraverso la lotta per l’esistenza derivante dalla sua rapida riproduzione; e se vuole arrivare ancora più in alto, deve soccombere a questa dura lotta. Altrimenti cadrà presto nell’indolenza e saranno di più gli uomini in gamba a non avere successo nella battaglia della vita rispetto ai meno dotati. Da ora in avanti la nostra percentuale naturale di aumento, sebbene porti a molti e ovvi mali, non deve diminuire a dismisura in nessun modo. Ci dovrebbe essere un’aperta competizione per tutti gli uomini […]”174

Nel mondo buio imposto dal darwinismo, la cosa importante per le persone è trascorrere l’intera vita combattendo. Questa affermazione manca di ogni fondamento scientifico ed è anche incompatibile con la ragione e la logica. Ma queste ipotesi pericolose vengono messe in pratica; l’onestà, l’eroismo, la lealtà e la devozione vengono rimpiazzati dall’ipocrisia, dall’e-

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goismo, dalla mendacità e dalla slealtà; e vincerà solo chi possiede queste caratteristiche. Questi fondamenti su cui il darwinismo basa la sua visione contorta del mondo e la sua moralità, vengono spesso applicati dagli evoluzionisti con lo scopo di influenzare la gente. Ad esempio, in un articolo intitolato “The center of Life”, Lorraine Lee Larison Cudmore, vincitrice di un dottorato in biologia, ammette apertamente che nella visione evoluzionista della vita non c’è posto per la pietà e la compassione: “L’evoluzione è […] dura, inevitabile […] Non c’è posto per la compassione o la buona competizione. Troppi organismi sono nati, così, in modo abbastanza semplice, molti di loro sono destinati a morire. L’unica cosa che importa è lasciare più figli a portare i propri geni di quanti ne lasci il vicino”.175

Come con il razzismo, il capitalismo selvaggio e l’eugenetica esaminati precedentemente in questo libro, le idee contorte e le pratiche pericolose rafforzate dal darwinismo sono i risultati degli errori e delle menzogne sulla lotta dei più forti per la sopravvivenza. Rimane il fatto che la vita non è una sfera di lotta. L’unica battaglia degli esseri umani deve essere quella contro i loro simili più infimi. Nella lotta contro il male nella propria natura e in quelli intorno a lui, l’uomo deve cercare di far prevalere gli aspetti positivi dell’amore, della compassione, dell’affetto, della pace, della sicurezza, del rispetto e della lealtà. A richiedere tutto questo sono i valori morali graditi ad Allah e che Lui ha scelto per i suoi servi.

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Il darwinismo sociale non dà valore alla vita umana Quando vengono messi in pratica il dogma darwinista della “lotta per la sopravvivenza” e le sue visioni errate, si svaluta la vita umana. Uccidere la gente per qualsiasi motivo, abbandonarla alla fame, provocare guerre e massacri, perpetrare atti di terrorismo, sterminare gli invalidi mentali o fisici o chi appartiene a una razza diversa, diventano tutti atti “legittimi”. In linea con questa mentalità bacata è il professore americano E. A. Ross che non dà alcun valore alla vita umana. Secondo la visione darwinista sociale di Ross: “il culto cristiano della carità come mezzo di grazia ha creato un riparo sotto il quale hanno strisciato e si sono nutriti i dementi e i cretini”.

Il grafico sotto mostra l’aumento enorme del livelli di criminalità negli ultimi trent’anni.

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Secondo Ross: “Lo stato accoglie fra le sue braccia protettive i sordomuti, ed è in processo di formazione una razza di sordomuti”. Dal momento che queste azioni ostacolano il cosiddetto sviluppo evolutivo naturale, Ross dichiarò che la scappatoia per un mondo migliore era quella di lasciare la gente in balia di se stessa di modo che venisse eliminata tramite la selezione naturale. Siamo di fronte a una visione spietata! L’uomo possiede una coscienza, e la coscienza impone di proteggere i deboli, gli emarginati e i poveri. Altrimenti, se l’uomo perde la sua capacità “di pensare come un essere umano” poi raggiungerà davvero una posizione inferiore a quella degli animali perché questi ultimi mostrano grande solidarietà e collaborazione. (Per ulteriori informazioni, leggete Devotion Among Animals: Revealing the Work of God di Harun Yahya's, Global Publishing, Istanbul). Ross non è l’unico darwinista sociale ad attribuire scarso valore alla vita umana. Sono in molti a condividere la sua idea. Ad esempio, l’evoluzionista Peter Singer, docente di bioetica presso l’Università di Princeton, si spinge ad affermare che la gente con gravi disabilità fisiche non merita di vivere. Egli espresse la sua opinione crudele in questi termini: “Se mettiamo a confronto un bambino con gravi disabilità […] con un cane o un maiale, ad esempio, la maggior parte delle volte noteremo che è il non umano ad avere capacità superiori […] È solo il fatto che il bambino disabile sia un membro della specie Homo Sapiens a farlo trattare in maniera diversa da un cane o un maiale. Tuttavia, la specie, di per sé, non è moralmente rilevante […]”.177

Singer si spinse oltre affermando che i disabili mentali dovrebbero essere uccisi negli sperimenti scientifici o persino per scopi alimentari! Le sue esatte parole:

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“I disabili mentali non hanno diritto alla vita, e quindi devono essere uccisi per scopi alimentari (qualora dovessimo sviluppare un gusto per la carne umana) o per esperimenti scientifici”.178

Nella logica darwinista può essere supportato anche un simile comportamento rivoltante e selvaggio. Joseph Fletcher, ex presidente della Right to Die Society (Società per il diritto alla morte) fa un’affermazione simile sugli invalidi mentali: “Gli esseri umani con deficit intellettivi o con capacità mentali minime non sono persone. Non importa quanti organi abbiano attivi e quanto siano spontanei i loro processi vitali […] [gli idioti] non sono, non lo sono mai stati e mai lo saranno, responsabili in nessun grado. I dementi, perciò, non sono esseri umani”.179

Secondo la forma-mentis darwinista, che considera l’uomo una specie animale, gli umani non valgono molto. La logica darwinista sociale impone di non fare nulla per aiutare chi soffre, e questa è gente che resta abbandonata senza aiuto né protezione. Stando alla logica morale islamica, ogni credente è responsabile di assicurare agli altri pace, sicurezza e benessere.

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Anche l'infanticidio è un’altra pratica concessa dal darwinismo, dottrina che non attribuisce valore alla vita umana. Secondo il darwinismo: se prendersi cura di un neonato riconduce i genitori a lottare per la sopravvivenza, allora in termini evolutivi, quel neonato deve essere ucciso. Darwin affermava che gli animali mangiavano spesso i loro stessi cuccioli e che quello fosse un fattore importante per tenere la popolazione sotto controllo. In un articolo della rivista “Science” l’evoluzionista Barbara Burke scrive: “Tra alcune specie animali, allora, l’uccisione dei cuccioli sembra una pratica naturale. Potrebbe essere naturale anche per gli esseri umani, una caratteristica ereditata dai primati? […]

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Charles Darwin, in L’origine dell’uomo, notò che l’infanticidio è stato “probabilmente il più importante dei controlli” sulla crescita della popolazione nel corso di tutta la storia umana”.180

Come abbiamo visto prima, i darwinisti come Haeckel incoraggiavano il suicidio e affermavano che chi pensava che la vita fosse insopportabile aveva il diritto di farla finita. Allah lo ha definito un peccato. Tutte queste pratiche selvagge e questi credi (eugenetica, eutanasia e razzismo) mostrano come il darwinismo sia un’ideologia che non dà alcun valore alla vita umana e sia costruito su miti di nessun valore scientifico. Il fatto è che la vita di ogni singolo essere vivente è di enorme importanza. Attenendosi ai valori morali coranici, la gente ritiene il prossimo importante e prezioso e si sacrifica per gli altri. Il credente darà il cibo al suo vicino pur avendone di bisogno per se stesso: “[loro] che, nonostante il loro bisogno, nutrono il povero, l'orfano e il prigioniero”. (Surat al-Insan, 8)

I musulmani hanno il compito di tutelare i poveri, di aiutare gli abbandonati e proteggere gli orfani, gli uomini e le donne disperati, i bambini e gli anziani. In un versetto, ad esempio, Allah ha comandato alle persone di non poter dire nemmeno “Uff!” ai propri genitori (Surat al-Isrâ’, 23) e di “dire” sempre “il meglio” del prossimo (Surat al-Isrâ’, 53). In altri versetti Allah rivela “[...] chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera . E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità” (Surat al-Mâ’ida, 32) È evidente che una società in cui ognuno riconosce nel prossimo il valore e l’importanza della ragione e della coscienza, trabocchi di pace, sicurezza, amore e rispetto.

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l 20 aprile del 1999, due studenti americani della Colombine High School nel Colorado, Eric Harris (diciotto anni) e Dylan Klebold (17), presero d’assalto la scuola, armati di pistole e

bombe a mano. Dopo aver ucciso 12 studenti e un insegnante nell’arco di mezz’ora, si tolsero la vita. Subito dopo il tragico evento vennero perquisite le case dei due ragazzi e saltarono fuori documenti e informazioni interessanti. In uno dei suoi pezzi pubblicati sul sito Westword di Denver, Harris aveva scritto che lui e Klebold avrebbero imposto “la selezione naturale” nella loro scuola:

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I giovani che hanno ucciso i loro amici, asserendo di effettuare una selezione naturale, hanno scritto nel diario di essere di gran lunga più evoluti (e quindi superiori) rispetto ad altri.

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“Ad aprile [del 1999] io e V [Klebold, che lui chiamava “V” di “Vodka”] ci prenderemo la rivincita dando una mano alla “selezione naturale”. Armati di borsa da terrorista con pistole a spillo, pistole a spillo fissate a bombolette WD40, esplosivi artigianali con […] un mucchio di shrapnel, bombe incendiarie, bombe al cloro e fumogeni.1 Inoltre, al momento dell’assalto, Harris aveva stampate sulla maglietta le parole “SELEZIONE NATURALE”.2 Dal testo emerge che quello fosse un atto di vendetta contro gli insegnanti e gli studenti che i due consideravano “inferiori”.3 In quasi tutto ciò che scrive, Harris fa riferimento alla selezione naturale e ai sentimenti di superiorità. Nei tre video girati prima dell’attacco i due si autodefiniscono più “evoluti” di altri e dicono di sentirsi “sovrumani”.4 Esattamente ad aprile, come aveva scritto nel suo giornale, Harris e Klebold entrarono alla Colombine High School con armi simili a quelle descritte e cominciarono a massacrarne gli studenti. A scuola si sapeva che i due provavano ammirazione per Hitler e che indossavano magliette con svastiche disegnate. Inoltre, il giorno in cui compirono l’attacco sarebbe stato il 110 compleanno di Hitler. All’apparenza i ragazzi erano due normalissimi studenti di scuola superiore con una solida famiglia alle spalle, che nessuno avrebbe mai immaginato potessero compiere un atto simile. Dai giornali si evince che avessero un buon rapporto con la famiglia e che non avessero problemi. Questa anormale vena aggressiva nei caratteri dei due giovani, che li ha spinti a un atto psicopatico, deve essere stata rafforzata dall’istruzione ricevuta. Con lo scopo di risolvere i problemi con i compagni che, secondo loro, li avevano es-

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clusi, fecero ricorso al concetto di “selezione naturale” appreso a scuola. Non sorprende affatto che la gente “istruita” a credere a quelle false idee tipo che la vita è una battaglia fino alla morte, che bisogna lottare per sopravvivere, che i forti vincono sui più deboli, che la vita non ha valore e che gli uomini non sono diversi dagli animali, porta ad attacchi legati al concetto di selezione naturale. La visione della vita che si riceve dall’istruzione è quella che impone il darwinismo. La gente che viene a conoscenza della competizione crudele della selezione naturale tramite i libri e le lezioni sarà indotta a credere che questo sia l’unico modo per sopravvivere e riterrà che l’odio e l’inimicizia siano legittimi. Sarà quindi capace di perpetrare atti del genere. Invece, se istruiti alla luce dei valori morali del Corano e non con i dogmi della “selezione naturale, i giovani (e quindi la società) cercheranno di perdonare, provare amore, affetto e amicizia, e di assicurare la pace e non l’odio e il conflitto. La soluzione alla degenerazione morale sta nel rovesciamento intellettuale della filosofia che conduce a tale degenerazione e al suo rimpiazzo con i valori morali comandati dal Corano.

1 CNN, "Columbine Killer Envisioned Crashing Plane in NYC," 6 December 2001, http://edition.cnn.com/2001/US/12/05/columbine.diary 2 Denver Rocky Mountain News, 25 June 1999, pp. 4A, 14A 3 Antonio Mendoza, "High School Armageddon," http://www.mayhem.net/Crime/columbine.html 4 Ibid.

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ulla scia di L’origine della specie e L’origine dell’uomo, una pletora di evoluzionisti cominciarono a meditare su come possano essersi formati, attraverso l’evoluzione, il comporta-

mento sociale umano, le emozioni, i giudizi e le idee, tutti attributi dello spirito umano. Secondo l’errore più diffuso, se il funzionamento del nostro corpo e l’aspetto fisico erano conseguenza dell’evoluzione, allora lo era anche il comportamento dei nostri corpi. Incapaci di spiegare come si fossero formate le strutture biologiche negli esseri viventi, gli evoluzionisti cominciarono a inventare storie sulla cosiddetta evoluzione dell’anima umana. In L’origine dell’uomo, Darwin affermò che negli anni a seguire

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l’evoluzione avrebbe costituito il fondamento della psicologia e espresse la sua ingannevole ipotesi in questi termini: “Per il futuro intravedo terreni fertili per ricerche sempre più importanti. La psicologia si baserà su un nuovo fondamento, quello dell’acquisizione necessaria di ogni potere e capacità mentale per gradi. Si farà luce sull’origine dell’uomo e sulla sua storia”.181

Il primo progetto dettagliato per dare una spiegazione alle origini del comportamento umano e animale in termini evolutivi fu sviluppato dall’entomologo di Harvard, Edward O. Wilson. Nonostante il completo fallimento del Progetto di Wilson, questa disciplina prese il nome di “sociobiologia”. In Sociobiologia: la nuova sintesi, pubblicato nel 1975, Wilson sosteneva che il comportamento animale avesse una spiegazione del tutto biologica. Basando il suo errore sull’evoluzione biologica, pensava il comportamento umano e animale fosse controllato da determinati geni. Nel 1978 pubblicò un altro libro, Sulla natura umana, in cui affermava che i geni umani fossero responsabili dei comportamenti ostili, aggressivi, xenofobi, amichevoli, omosessuali e delle differenze caratteristiche tra uomini e donne. Le ipotesi di Wilson non si rivelarono altro che congetture.

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E. O. Wilson e il suo libro Sociobiologia: la nuova sintesi

Nessuna delle sue teorie o di quelle dei suoi sostenitori è mai stata provata scientificamente. Anzi, tutti i dati scientifici hanno dimostrato che le sue idee sono completamente sbagliate. Un’altra delle affermazioni non scientifiche di Wilson è che gli esseri umani non sono nient’altro che portatori di geni è che la loro più grande responsabilità è quella di trasmettere quei geni alle generazioni future. Secondo lui, l’evoluzione è, in realtà, l’evoluzione dei geni. In Sociobiologia: la nuova sintesi, scrive: “In senso darwinista, l’organismo non vive per se stesso. La sua funzione primaria non è nemmeno quella di riprodurre altri organismi; bensì riprodurre geni e servire da vettore temporaneo. Ogni organismo generato dalla riproduzione sessuale è un sottoinsieme unico e accidentale di tutti i geni che costituiscono la specie. La selezione naturale è il processo con cui alcuni geni ottengono una rappresentazione nelle generazioni a venire superiore a quella di altri geni collocati nella stessa posizione cromosomica […] Ma l’organismo individuale è solo il loro veicolo, parte di un sistema elaborato per preservare e diffonderli con il minor turbamento biochimico possibile. Il famoso aforisma di Samuel Butler, che il pollo è l’unico mezzo che ha l’uovo di fare un altro uovo, è stato modernizzato: l’organismo è l’unico modo che ha il DNA di

fare più DNA”.182

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Le affermazioni di Wilson non erano che il risultato di preconcetti evolutivi. Persino tra gli evoluzionisti alcuni obiettarono la congettura di Wilson. Uno di loro fu Stephen Jay Gould: “Ma le pretese di Wilson sono ben più gravi. Nel capitolo 27 non c’è solo la descrizione della gamma dei potenziali comportamenti umano o, al limite, l’affermazione che questa gamma di comportamenti è un sottoinsieme di quelli, ben più vari, che si trovano in tutti gli animali. Vi si trova, prima di tutto, una prolungata speculazione sull’esistenza di geni per caratteri specifici e variabili del comportamento umano – tra i quali il rancore, l’aggressività, la xenofobia, il conformismo, l’omosessualità e le tipiche differenze di comportamento tra l’uomo e la donna nella società occidentale”.183

Con lo zoologo evolutivo Richard Dawkins, la speculazione evolutiva sul comportamento umano che ebbe inizio con Wilson, ha raggiunto un picco incredibile e illogico.

Dawkins e i robots dai geni egoisti Come risultato delle affermazioni non scientifiche fatte sui geni dalla sociobiologia e dalla sua estensione, la psicologia evolutiva, Richard Dawkins avanzò e rese popolare la menzogna del “gene egoista”. Secondo lui, lo scopo più importante degli esseri viventi è la sopravvivenza e la riproduzione (in altre parole, proteggere i propri geni e passarli alle generazioni future). Questa affermazione è una speculazione bella e buona. Stando a questa congettura della teoria dell’evoluzione, le sostanze chimiche inanimate tutto a un tratto si sono organizzate (ciò avviene davvero) e hanno formato un sistema basato sul DNA capace di riprodursi. Il primo organismo a emergere da questo immaginario mix chimico, era un gene con nessun altro scopo se non quello di riprodursi. In qualche modo aveva Harun Yahya (Adnan Oktar)

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“deciso” di fare una copia di se stesso e cominciò a farlo, producendo nuovi geni. Dagli errori durante il processo di copiatura erano nati geni con diverse caratteristiche. In seguito, questi materiali genetici avevano “appreso” in qualche modo come formare vari corpi e quindi riprodurre quei materiali genetici in modo più efficiente. I geni che avevano codificato il corpo migliore venivano, quindi, copiati meglio degli altri. Sebbene non abbiano prove del come e del perché, gli evoluzionisti sostengono che il risultato di questa operazione costituisce una delle affermazioni fondamentali del darwinismo moderno. Gli evoluzionisti sono ben consapevoli che è impossibile che un corpo umano (qualsiasi organo contenga, le cellule che formano quegli organi o anche un singolo componente di quelle cellule) si sia creato da solo. Tuttavia Dawkins tirò fuori questa leggenda affermando che tra i geni esiste una “competizione”. In Il gene egoista, egli spiega il suo concetto distorto di umanità: “Siamo macchine da sopravvivenza—veicoli robot ciecamente programmati per preservare le molecole egoiste note come geni. Questa è una verità che mi riempie di stupore. Sebbene lo sappia da anni, non riesco ad abituarmi completamente. Una delle mie speranze è di poter riuscire a stupire gli altri […]”184

Secondo l’affermazione illogica di Dawkins, un essere umano è semplicemente un robot portatore di geni la cui ragione di esistere consiste nel riprodurre i geni che “trasporta”, supportarli nella competizione con altri geni e passarli alle generazioni successive. È evidente che questa affermazione, che ignora l’esistenza dell’anima e che vede l’essere umano come dispositivo meccanico, manca di qualsiasi aspetto realistico. Nonostante ciò, questa teoria non scientifica di Dawkins è stata sostenuta dalla maggioranza degli evoluzionisti in cerca di una spiegazione materialista. In Sulla natura umana, Wilson Darwinismo: Arma Sociale

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sostiene che gli esseri umani acquisiscono importanza e uno scopo solo attraverso i geni: “[…] nessuna specie, inclusa la nostra, possiede uno scopo al di là degli imperativi creati dalla sua stessa storia genetica (ad esempio, l’evoluzione) […] La specie è priva di qualsiasi scopo esterno alla propria natura biologica”.185

Secondo questa credenza materialista senza fondamento scientifico, se la perpetrazione dei geni è il solo scopo, allora gli esseri umani responsabili di proteggerli devono essere il più possibile egoisti e spietati negli interessi dei propri geni. Per Dawkins e i suoi sostenitori saranno i geni “egoisti” a uscire vittoriosi dalla competizione. In Il gene egoista, Dawkins sintetizza la visione perversa darwinista: “Noi, e tutti gli altri animali, siamo macchine create dai nostri geni. Al pari dei famosi gangster di Chicago, i nostri geni sono sopravvissuti, in alcuni casi per milioni di anni, in un mondo altamente competitivo. Ciò ci dà il diritto di aspettarci certe qualità nei nostri geni. Sostengo che una qualità predominante da aspettarsi in un gene sopravvissuto, è l’egoismo spietato. Questo egoismo del gene darà vita all’egoismo nel comportamento dell’individuo. Tuttavia, come vedremo, ci sono circostanze speciali in cui un gene può raggiungere i suoi obiettivi egoistici al meglio nutrendo una forma limitata di altruismo al livello di singoli animali. "Speciali" e "limitata" sono parole importanti nella frase precedente. Per quanto potremmo sperare di credere altrimenti, l’amore universale e il benessere delle specie come gruppo, sono concetti che semplicemente non hanno senso evolutivo”186

Stando all’ignoranza di Dawkins, dato che i geni nati dagli esseri umani sono egoisti, anche gli uomini sono egoisti. Essendo così, ci si può aspettare che questi “robot egoisti” possano ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere e preservare i propri geni. Non ci sono più motivi per evitare assassini, furti o stupri. Non si può pretendere che “le macchine egoiste” osHarun Yahya (Adnan Oktar)

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servino qualsiasi legge morale o che attuino in modo coscienzioso o etico. Date le circostanze, uccidere un essere umano non è più un atto criminale o immorale, bensì un impulso al di là dei propri interessi. Dai geni egoisti scaturisce un comportamento altrettanto ego-

I geni sono strutture inanimate composte di atomi e prive di intelligenza. È illogico parlarne come di entità che prendono decisioni e fanno delle scelte. La psicologia evolutiva, tuttavia, si basa su questa illogicità.

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istico. Il concetto di essere umano di Dawkins è molto pericoloso e implica la frammentazione della morale sociale. L’affermazione del gene egoista è illogica e senza senso poiché Dawkins e altri come lui descrivono i geni come entità dotate di coscienza e volontà. I geni sono catene di DNA (spirale a doppia elica di acidi nucleici tenuti insieme da filamenti di fosfato e zucchero. Così come H2O (acqua)o H2SO4 (acido solforico) sono molecole, anche il DNA è una molecola. Quindi, nello stesso modo in cui è impossibile parlare di “acqua egoista” o “sale egoista” o “acido solforico invidioso” è altrettanto impossibile parlare di “geni egoisti”. Gli evoluzionisti raffigurano gli esseri umani come collezioni di materia, e in qualche modo tentano di attribuire un raziocinio al-

La violenza e l’aggressività non sono uno strascico ereditato dai presunti antenati animali dell’uomo codificate nei nostri geni. Piuttosto, sono il risultato degli scarsi valori morali dovuti all’irreligiosità e alla mancanza di coscienza.

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l’interno di quella varietà. Il fatto che possono attribuire ragionamento e coscienza ai geni dimostra quanto sia diventata inconsistente la teoria dell’evoluzione. Oggi giorno il darwinismo sostiene che esiste una ragione e una coscienza nelle molecole e negli atomi inanimati che compongono quelle molecole, rimpiazzando il paganesimo che attribuisce una ragione e una coscienza agli idoli di pietra e legno.

Un altro dilemma per l’evoluzione: i “geni” altruisti Secondo la teoria dell’evoluzione, in natura esiste una lotta fino alla morte in cui sopravvivono solo i forti. Tuttavia, si può osservare che gli esseri viventi generalmente si aiutano a vicenda, fanno sacrifici per gli altri e rischiano la propria vita per il beneficio altrui. Per spiegare questo fatto, totalmente in conflitto con il concetto basilare della teoria dell’evoluzione, Wilson propose un numero di ipotesi infondate che avrebbero poi costituito la sociobiologia. Wilson basò le sue spiegazioni su un’altra menzogna: “la selezione della parentela” di W. D. Hamilton, secondo cui un elemento vivente che protegge i suoi membri giovani o altri membri del gruppo non lo fa per scopi altruistici bensì per proteggere i propri “geni egoisti”. Dato che l’obiettivo è quello di passare i geni alle generazioni future e visto che i geni di una madre sopravvivono nella sua prole, allora una madre che difende la sua prole a costo della vita non fa altro che difendere i propri geni. In altre parole, l’egoismo rafforza il sacrificio di se stessi! Questa affermazione non ha né testa né piedi! Anzitutto nessun animale in natura possiede consapevolezza dei propri geni e quindi non può sentirsi motivato a proteggerli. Inoltre, non può sapere se i geni sono presenti anche nella prole o nei Harun Yahya (Adnan Oktar)

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“parenti” e quindi non c’è motivo di sacrificare la propria vita per loro. È impossibile per i geni (catene inconsapevoli di molecole) indirizzare un essere vivente in questo senso. In più, ci sono molti esempi in natura di animali che assistono non solo quelli della propria specie che conservano i geni ma anche altri. Gli evoluzionisti non riescono a spiegarselo perché non ha

La natura non consiste solo nella battaglia fino alla morte. Molti esseri viventi mostrano atteggiamenti estremamente altruistici sia verso la propria prole sia verso gli altri.

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senso che una creatura che assume un atteggiamento protettivo non lo faccia per proteggere i propri geni. E, affermando che il desiderio di proteggere i propri cuccioli è codificato nella struttura genetica degli esseri viventi, non si risolve nemmeno il dilemma degli evoluzionisti perché, allora, sorge la questione di come un comportamento simile sia stato codificato al primo posto nei geni. La teoria dell’evoluzione non può spiegare come anche un singolo gene sia potuto nascere attraverso coincidenze, e quindi è impossibile spiegare come possa essere nata per caso l’informazione codificata nei geni. Ogni informazione codifi-

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cata nei geni è stata creata da Allah, Signore di infinita conoscenza e saggezza. I sociobiologi tentano di applicare la stessa ipotesi sul comportamento altruista degli animali agli esseri umani. In altre parole, quando una madre protegge suo figlio dal pericolo senza esitare nemmeno per un momento, in realtà si sta preoccupando di proteggere i propri geni. Il rifiuto degli attributi appartenenti all’animo umano e i tentativi degli evoluzionisti di spiegare questo fenomeno in termini di evoluzione non hanno la minima prova scientifica. Con le loro idee illogiche, gli evoluzionisti hanno sottovalutato la consapevolezza e la coscienza umana. Rimane il fatto che un essere umano possiede un’anima, le capacità di giudizio e pensiero e può distinguere ciò che è giusto e ciò che non lo è. Quando una madre si sacrifica per il figlio, lo fa perché lo ama, prova affetto e compassione per lui, perché lo ritiene debole e si assume la responsabilità di proteggerlo. Quando il bambino soffre, ad esempio, lei si immedesima e farà di tutto per alleviare il suo dolore. Questi sono attributi che un robot o una “macchina trasporta geni”, così tanto amati dagli evoluzionisti, non potranno mai possedere. Gli evoluzionisti sono ben coscienti che l’evoluzione non può dare una spiegazione agli attributi dell’animo umano. Ad esempio, l’evoluzionista Robert Wallace in The Genesis Factor dice: “Non credo che l’uomo sia semplicemente un egoista più intelligente, geneticamente portato ad aver cura della propria progenie. Lo è. Chiaro che lo è. Ma è anche di più. La prova di ciò è semplice e palese. Basta solo ascoltare il Canone in re maggiore di Johann Pachelbel per sapere che esistono profondità insondabili nello spirito umano”.187

Wallace sottolinea un punto di grande importanza.

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Secondo la definizione irrealistica degli evoluzionisti un essere umano è semplicemente una macchina vettore di geni. È quindi impossibile per un entità del genere trarre piacere dalla musica, godere di un film e anche produrlo, leggere o scrivere un libro, imparare ciò che legge o raffrontarsi con gli altri. Le teorie non scientifiche degli evoluzionisti non potranno mai rispondere alle domande su come gli esseri umani, capaci di pensieri profondi, di provare emozioni e gioie, siano nati e come si siano originate quelle caratteristiche.

Le madri si sacrificano per i propri figli non per proteggere i propri geni, come vorrebbero farci credere gli evoluzionisti, ma per un sentimento di amore, affetto e protezione.

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ra il 1996 e il 1997 i quotidiani riportarono due casi scioccanti di infanticidio. Nel primo, dopo aver dato alla luce in una stanza d’albergo, una diciottenne insieme a un collega universitario uccisero il bambino disfacendosi del corpo in un contenitore della spazzatura. Nell’altro, dopo essersi allontanata dal ballo scolastico per partorire nel bagno, una diciottenne gettò il bambino morto nella spazzatura e ritornò in sala. Entrambi i casi furono definiti casi di omicidio. Mentre molti attribuiscono questi eventi a una perdita di valori o a disturbi mentali, Steven Pinker, docente di psicologia presso L’Istituto di tecnologia del Massachusetts, dà una spiegazione agghiacciante: impulso genetico. Nell’articolo pubblicato sul “New York Times”, Pinker affermò che uccidere il bambino il giorno in cui nasce non denota una malattia mentale perché è una pratica accettata in molte culture della storia. Uccidere un bambino è un atto immorale e spesso manifestiamo la nostra indignazione parlando di “malattia”. Ma i normali stimoli umani non sono sempre morali e l’infanticidio non deve essere un prodotto della malfunzionante circuiteria neurale o di un’educazione disfunzionale.1 La parte più sconvolgente dell’affermazione di Pinker è l’espressione “Ma i normali stimoli umani non sono sempre morali” Ciò rivela un’anormalità nel suo modo di vedere le cose. In altre parole, anche se qualche comportamento è immorale, può considerarsi legittimo perché fa parte degli istinti “normali” specialmente degli esseri umani. Secondo Pinker, l’uccisione di un neonato, quando le circostanze la rendono necessaria, è un comportamento da considerarsi “normale”. Stando alle affermazioni fittizie degli evoluzionisti, le madri in condizioni selvagge si trovano davanti a una scelta difficile: prendersi cura dei figli già nati o sfamare i neonati. Se il neonato nasce malato è improbabile che sopravviva, di conseguenza la madre può decidere di disfarsene e ritentare. Naturalmente questa affermazione è falsa e priva di validità scientifica. Nonostante tutto la formamentis darwinista spinge Pinker ad appoggiare questa barbarie. Affermazioni del genere avanzate da Pinker e da altri come lui compromettono la società. Quando nelle scelte morali si avanza il concetto di im-

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pulso genetico, chi commette un omicidio può dire “dovevo farlo, ce l’ho nei geni”. In questo caso i geni non possono essere puniti, non esiste un crimine né un criminale. Nelle sue affermazioni, Pinker non tiene conto né della ragione né della coscienza, immaginando che tutto possa essere spiegato in termini di geni. Una volta che la società reagisce, apporta pochi cambiamenti alla sua terminologia, ma stavolta affronta un’incoerenza interna. Uno dei critici di Pinker fu Andrew Ferguson che in “The Weekly Standard” scrisse: “Ce lo fanno vedere non come un orrore morale, ma come un adattamento evolutivo codificato geneticamente […]”.2 Pinker è bravo a difendere le affermazioni in questione nonostante la totale assenza di supporti scientifici. Una delle critiche alle affermazioni di Pinker è che queste non siano altro che congetture basate sulle illusorie visioni del mondo degli evoluzionisti. Ferguson, ad esempio, criticò la sua logica affermando che non supportava le sue affermazioni con prove scientifiche. Il fatto è che tutta la psicologia evolutiva si basa su una congettura senza prove e sul potere dell’immaginazione. In The Wedge of Truth, Phillip Johnson afferma: “Fondamentalmente la psicologia evolutiva avanza erigendo una montagna di speculazioni sulla base di prove frammentarie 3 sulle culture primitive”. Ferguson fa una diagnosi dell’oggetto della sua critica: “la congettura si cristallizza in fatto; il fatto diviene una base per ulteriori congetture che si tramuta in un’altra premessa effettiva, e così via”.4

1 Pinker S. “Why They Kill Their Newborns," New York Times, 2 November 1997 2 Ferguson A., "How Steven Pinker's Mind Works", The Weekly Standard, January 12, 1998, p. 16 3 Johnson P., The Wedge of Truth, Intervarsity Press, Illinois, 2000, p. 113 4 Andrew Ferguson, "How Steven Pinker's Mind Works," The Weekly Standard, p. 16

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Il crollo del determinismo genetico Con la sequenziazione e l’analisi del genoma umano, si diffuse l’idea che il DNA possiede un potere enorme e che i geni assumono un ruolo importante nel determinare chi siamo davvero. Quasi ogni giorno vengono pubblicati quotidiani che riportano articoli in cui si afferma che siamo controllati dai nostri geni: “Scientists Target Genius Gene”, “Kennedy Tragedies Put Down To Risk Taking Gene”, "Scientists Say Research on Male Siblings Proves the Existence of a 'Homosexual Gene””. Nelle riviste specializzate e non, appaiono articoli in cui si descrive che i geni controllano ogni cosa, dalla schizofrenia alla gelosia, dall’alcolismo all’abitudine di guardare la televisione. La gente che leggeva quei titoli pensava che tutti i generi di attributi (intelligenza, carattere, successo, fallimento) fossero codificati nel genoma umano, e alcuni cominciarono a credere, erroneamente, che la nostra vita potesse essere ridotta a una formula. Le ricerche sul genoma umano sono di estrema importanza e gli studi sulla struttura genetica umana hanno fornito informazioni utilissime su tante malattie. Ma come hanno affermato chiaramente coloro che lavorano al Progetto Genoma Umano e gli scienziati esperti in materia, ciò non giustifica l’attribuzione di funzioni irrealistiche ai geni. Le ricerche dimostrano che i geni umani svolgono un ruolo molto piccolo, quasi insignificante, nel carattere, nel comportamento e nel modo di pensare. In un articolo intitolato “The Human Genome Map: The Death of Genetic Determinism and Beyond” Mae-Wan Ho dell’Istituto di Scienze nella Società, afferma: “Il numero di geni è di gran lunga inferiore a quanto serva per supportare le affermazioni stravaganti degli scorsi decenni, secondo cui singoli geni non solo determinerebbero come sono for-

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mati i nostri corpi, le malattie di cui soffriamo, ma anche gli stili di comportamento, le capacità intellettuali, le preferenze sessuali e la criminalità”.188

Francis S. Collins, direttore dell’Istituto Nazionale di Ricerca del Genoma Umano, chiarisce che non sono i geni a rendere umano un essere umano. In un articolo intitolato “Heredity and Humanity: Have No Fear. Genes Aren't Everything”, Collins afferma: “Fortunatamente dieci anni di studio intensivo del genoma umano hanno fornito diverse prove sull’arbitrarietà dei timori del determinismo genetico. Si è dimostrato in modo definitivo che gli esseri umani sono ben più che la somma di parti genetiche. Inutile a dirsi, i nostri geni svolgono un ruolo primario e formativo nello sviluppo umano (e in molti dei processi di malattie umane), ma studi molecolari altamente tecnologici e non (pur sempre utili) di gemelli monozigoti e dizigoti dimostrano chiaramente che i nostri geni non sono fattori onnideterminanti nell’esperienza umana”.189

Nello stesso articolo, Collins afferma che i geni non influiscono sul comportamento umano. Egli spiega che esaminare i geni di un criminale per vedere se ha una predisposizione al crimine e, alla luce di ciò, determinare una punizione, possa portare a dei risultati fuorvianti: “E per quanto riguarda le caratteristiche non legate alle malattie, quali l’intelligenza e il comportamento violento? […] La scoperta di una variante del gene predominante, fortemente correlata con la violenza, potrebbe avere un effetto profondo sul nostro concetto millenario di libero arbitrio, appesantendo la bilancia della giustizia in due modi parimenti pericolosi. Se chi commette un crimine violento possiede la variante del gene, il suo avvocato potrebbe utilizzare come difesa il DNA (“Se ce l’ha nel gene, è innocente!”) e l’imputato potrebbe essere reputato non responsabile delle proprie azioni dal giudice e dalla giuria. Ma è altret-

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tanto possibile immaginare uno scenario in cui chi non ha mai commesso un atto violento, ma si scopre possieda la variante del gene, sia soggetto alla presunzione della colpevolezza (o addirittura spedito in una colonia di lebbrosi postmoderna) per il resto della sua vita. Se i geni controllassero davvero il nostro comportamento, il nostro sistema di giustizia e le sue linee direttrici altrettanto tutelanti non sarebbero le sole vittime. Come sopravvivrebbe il concetto di pari opportunità? E l’idea del merito? Pensiamo alla spaventosa “genetocrazia” raffigurata nel film Gattaca (e notate le lettere che compongono il titolo)190 , un mondo in cui i bambini sono assegnati a delle caste alla nascita sulla base della valutazione della loro capacità intellettuale e potenziale professionale iscritti nel loro DNA”.191

Citando il biologo Johnjoe Mc Fadden, Collins descrive nel suo articolo l’illogicità di affermare che il comportamento sia codificato nei geni: “Sfruttando una metafora offerta dal biologo Johnjoe McFadden, cercare geni che codifichino i nostri comportamenti unici e altri prodotti della nostra mente è come analizzare le corde di un violino o i tasti di un pianoforte nella speranza di trovare L’Emperor Concerto192 Si può immaginare il gene umano come la più grandiosa delle orchestre, con ognuno dei

nostri circa trenta mila geni che rappresenta un

unico strumento che suona nel concerto mirabile e intenso che è la biologia molecolare. Ogni strumento è essenziale e deve essere intonato per produrre il giusto (e altamente sofisticato) suono musicale. Allo stesso modo, i geni sono essenziali allo sviluppo del cervello e devono essere “intonati” per produrre neuroni e neurotrasmettitori funzionanti. Ma tutto ciò non implica che i geni compongano le menti più di quanto una viola o un ottavino compongano una sonata”. 193

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Collins dedica il finale dell’articolo a spiegare le ragioni per cui gli attributi umani non possano derivare dal DNA e richiama l’attenzione alla creazione superiore di Dio: “Per molti di noi, c’è ancora un’altra ragione influente, totalmente distante dalla meccanica della scienza, per rifiutare la nozione che il DNA sia il nucleo della nostra umanità. Si tratta del credo [in] un potere superiore[…] Naturalmente alcuni scienziati e scrittori scartano questa nozione spirituale definendola una pura superstizione. [certamente commettono un grande errore!] Richard Dawkins ha osservato che “siamo macchine costruite dal DNA il cui scopo è quello di fare copie dello stesso DNA […] È l’unica ragione di vita di ogni essere vivente”. Davvero? Non c’è nulla nell’essere umano che è diverso dall’essere un batterio o una lumaca? Lo studio della genetica e la biologia molecolare possono davvero spiegare la conoscenza intrinseca universale di ciò che è giusto e sbagliato comune a tutte le culture umane di tutte le epoche? Possono spiegare la forma altruistica di amore che i greci chiamano agape? Possono spiegare la vocazione di sacrificarsi per gli altri anche quando ciò comporta mettere a repentaglio il proprio DNA? Mentre i biologi evoluzionisti proferiscono varie spiegazioni per i comportamenti umani che minano la propagazione efficiente dei nostri geni c’è qualcosa in quelle affermazioni che ci suona falso. La nozione che la scienza da sola detiene tutti i segreti della nostra esistenza è divenuta una religione di se stessa […] La scienza è il giusto modo di capire il mondo naturale, naturalmente; ma non ci fornisce alcuna ragione per negare che ci sono aspetti dell’identità umana che ricadono al di fuori della sfera della natura e, quindi, fuori dalla sfera della scienza”.194

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Come ha osservato Collins, le catena di molecole costituite da composti di ossigeno-azoto-idrogeno-carbonio non possono in alcun modo dotare una persona di sentimenti quali amore, devozione, piacere dell’arte, gioia, emozioni materne, desiderio di abnegazione. Se escludiamo l’anima, l’uomo non è altro che carne e ossa. I geni, che sono entità materiali, non consentono a questo mucchio di carne e ossa di pensare, fare calcoli matematici, godere del cibo, sentire la mancanza di un amico che non s’incontra da tanto tempo, o compiacersi delle cose belle. L’essere umano è un’entità creata da Allah, totalmente diversa e distinta dal corpo, dal cervello e dai geni. Nel Corano viene rivelato che l’essere umano è un’entità con un’anima donata da Allah: “È Colui che ha perfezionato ogni cosa creata e dall'argilla ha dato inizio alla creazione dell'uomo, quindi ha tratto

la sua discendenza da una goccia d'acqua in-

significante ; quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del Suo Spirito. Vi ha dato l'udito, gli occhi e i cuori. Quanto poco siete riconoscenti!” (Surat as-Sajda, 7-9)

L’anima è stata insufflata nell’uomo da Allah. I materialisti evoluzionisti, riluttanti ad accettare l’esistenza di Dio e che gli esseri umani possiedono caratteristiche metafisiche, tentano di diffondere la menzogna che ogni cosa è codificata nei geni (che ovviamente non possono costituire l’anima umana, sebbene gli evoluzionisti lo ignorano ciecamente). A dire il vero, questo pensiero non è affatto nuovo. Difatti, nel corso della storia, si è diffuso come “paganesimo”. Così come gli antenati hanno creato dal legno degli idoli che sostenevano fossero i loro dei, allo stesso modo

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la teoria dell’evoluzione afferma che i geni sono lo scopo e i creatori di ogni cosa. (Dietro tutto questo c’è senz’altro Allah!) Questo punto di vista dogmatico e primitivo, che si sperava fornisse una base per la teoria dell’evoluzione, è stato invalidato dagli accertamenti scientifici. Anche Collins, che ha condotto delle ricerche sui geni, dichiara apertamente che i geni non hanno alcun potere e che gli esseri umani sono entità metafisiche. Il paganesimo, che attribuisce lo status di divinità a entità materiali senza alcun potere proprio, è una tradizione persistita nei secoli e che, al giorno d’oggi, è sostenuta dalla forma-mentis evoluzionista. Nel Corano, a chi attribuisce lo status di divinità a entità prive di potere, Allah rivela: “E invece si sono presi, all'infuori di Lui, divinità che, esse stesse create, nulla creano, e che non sono in grado n e a n c h e di fare il male o il bene a loro stesse, che non son padrone né della morte, né della vita, né della Resurrezione.” (Surat alFurqân, 3)

In un altro versetto, sulla natura perversa di questo credo, Allah rivela: “Di' [loro]: "Invocate quelli che pretendete [essere dèi] all'infuori di Lui.Essi non sono in grado di evitarvi la sventura e neppure di allontanarla” (Surat al-Isrâ’, 56)

Il comandamento di Allah ai dotati di ragione: “e non invocare, all'infuori di Allah, chi non ti reca né beneficio né danno. Se lo facessi, saresti uno degli ingiusti” (Surat, Yûnus, 106)

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“Crollo morale più grave di quello economico!”, “Prostitute bambine…”, “Stupri: fatto naturale stando ai giovani inglesi”, “400 coppie omosessuali e lesbiche si sposano in Finlandia”, “Matrimonio gay”, “la rabbia non diminuisce”, “La corruzione non ha fine”, “Corruzione, bella grana”, “Abuso di droga inizia a tredici anni”, “Oppressione ovunque”, “Guerra alla fame”, “L’incubo continua”, “Un anno di guerra, scandalo e rivolta”, “Serbi imitano nazisti”, “Civili uccisi da carri armati”, “La Terra: barile di polvere da sparo”, “Lacrime e incendi affliggono il mondo”, “Esplosione del crimine”, “Consumo di alcol come acqua”, “Giovani europei resi all’alcol”, “Prevenire la violenza: gli Usa fanno fiasco”, “L’umanità svanisce”, “Crollo spirituale”, “Gioventù americana nel turbine del crollo morale”, “L’umanità verso la solitudine”…

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Questi sono solo alcuni esempi di titoli che appaiono quasi giornalmente nei quotidiani. Ci sono così tanti reportage del genere che le persone ormai si sono abituate a tali eventi. Molti non vedono nulla di straordinario nella lotta costante, nel conflitto e nell’anarchia del mondo, nel come gente di uno stesso Paese lotti contro i propri concittadini, nella corruzione infinita, nella mancanza di aiuto ai poveri e ai bisognosi, nell’aumento della diffusione di malattie psicologiche quali stress e depressione, e nel numero crescente di suicidi. Il mondo intero sembra aver adottato uno stile di vita di lotta e di conflitto, difficoltà e tensione, in cui l’ingiustizia e la crudeltà regnano sovrane. Una delle ragioni principali del fenomeno di accettazione di quei fenomeni “naturali” è il fatto che si vedono come conseguenze inevitabili della natura umana. In realtà, si tratta delle conseguenze della visione del mondo materialista e darwinista che stringe l’umanità nella sua morsa. Il darwinismo sociale preso in esame in questo libro rappresenta una parte sostanziosa di quella visione.

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Sebbene inconsapevoli di ciò, molti sono spinti a seguire la vita materialista-darwinista, che non suscita tristezza o preoccupazione verso la povertà delle nazioni del Terzo Mondo, che è insensibile alle condizioni degli oppressi, che invoglia a uno stile di vita egoistico, che giustifica l’odio, la vendetta e la competizione, specialmente nel mondo degli affari, che fa provare poco amore o affetto per il prossimo. Questo libro dimostra che la visione del mondo materialista-darwinista legittima e, quindi, incoraggia tutte le forme di depravazione, dallo stupro alla guerra. Siamo tutti vittime di questa visione! Molti vivono una vita infelice, problematica e carica di tensioni: dagli studenti neri mira di attacchi razzisti ai genitori anziani abbandonati dai figli egoisti; dai lavoratori costretti a lavorare in condizioni terribili in cambio di salari da fame ai giovani che credono che la vita non abbia un senso e che si inguaiano da soli vivendo in modo sfrenato e irresponsabile. È di fondamentale importanza che la visione materialista del mondo venga sconfitta intellettualmente per porre fine a questo circolo vizioso e per far sì che si ottenga un mondo di pace e felicità. È, quindi, essenziale che la gente sappia che il darwinismo non ha sostegno scientifico e che venga

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a conoscenza delle orrende catastrofi che comporta la diffusione di questa teoria. Inoltre, chi è stato irretito dal darwinismo deve capire che la teoria dell’evoluzione, difesa nonostante i punti deboli e gli errori, non è supportata da alcuna prova scientifica. Ogni scoperta fatta nel campo della scienza conferma che la teoria dell’evoluzione è relegata agli scaffali polverosi della storia. Inoltre, come mostrato nel libro, l’esperienza mostra che il modello di vita avanzato dalla teoria dell’evoluzione non porta altro che oppressione, ingiustizia, crudeltà, perdita e sofferenza. Anche i darwinisti, quindi, devono rendersi conto dei mali che scaturiscono dalla loro teoria e devono smettere immediatamente di perpetrarla. La nostra speranza è che questo libro induca chi è stato abbindolato dagli errori del darwinismo a capire di aver commesso un grave errore.

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I

l darwinismo, in altre parole la teoria dell'evoluzione, fu avanzato con lo scopo di negare il fatto concreto della creazione, ma in realtà non è altro che un nonsense de-

bole e antiscientifico. Questa teoria, che sostiene che la vita sia emersa per caso dalla materia inanimata, è stata invalidata dalle prove scientifiche dell'ordine miracoloso nell'universo e degli esseri viventi. In tal modo, la scienza ha confermato il fatto che Dio ha creato l'universo e le cose in esso viventi. La propaganda condotta oggi allo scopo di mantenere in vita la teoria dell'evoluzione si basa esclusivamente sulla distorsione dei fatti scientifici, su interpretazioni pregiudiziali, bugie e falsità mascherate da scienza.

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Eppure questa propaganda non riesce a nascondere la verità. Il fatto che la teoria dell'evoluzione sia il più grande inganno della storia della scienza è stato espresso molte volte nel mondo scientifico negli ultimi 20-30 anni. Le ricerche svolte dopo gli anni Ottanta, in particolare, hanno rivelato che le tesi del darwinismo sono totalmente infondate, e questo è stato affermato da un gran numero di scienziati. Negli Stati Uniti in particolare, molti scienziati di campi diversi, come la biologia, la biochimica e la paleontologia, riconoscono che il darwinismo non è valido e utilizzano, per dar conto dell'origine della vita, il fatto della creazione. Noi abbiamo esaminato il crollo della teoria dell'evoluzione e le prove della creazione in gran dettaglio scientifico in molte delle nostre opere, e continueremo a farlo. Data l'enorme importanza di questo argomento, sarà molto utile darne qui una sintesi.

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Il crollo scientifico del darwinismo Sebbene si possa far risalire questa dottrina fino all'antica Grecia, la teoria dell'evoluzione è stata avanzata in maniera estensiva nel XIX secolo. Lo sviluppo più importante, che ha fatto di essa l'argomento principale nel mondo della scienza è stato L'origine delle specie di Charles Darwin, pubblicato nel 1859. In questo libro egli negava che Dio avesse creato ciascuna diversa specie vivente sulla terra separatamente, sostenendo che tutti gli esseri viventi avevano un antenato comune e si erano diversificati nel tempo attraverso piccoli cambiamenti. La teoria di Darwin non era basata su un dato scientifico concreto, come egli stesso ammetteva, si trattava solo di una "assunzione". Inoltre, come Darwin stesso confessava nel lungo capitolo del suo libro intitolato Le difficoltà della teoria, la teoria era debole di fronte a molte questioni essenziali. Darwin riponeva tutte le sue speranze nelle nuove scoperte scientifiche, che egli si aspettava

avrebbero

risolto queste difficoltà. Invece, contrariamente alle sue aspettative, le scoperte

scientifiche

ampliarono le dimensioni di tali difficoltà. La sconfitta del darwinismo di fronte alla scienza può essere sintetizzata in questi tre argomenti di base:

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1) La teoria non può spiegare come la vita si sia prodotta sulla terra. 2) Nessuna scoperta scientifica dimostra che il "meccanismo evolutivo" proposto dalla teoria abbia alcun potere e evolutivo. 3) I reperti fossili provano l'esatto opposto di ciò che suggerisce la teoria. In questa sezione, esamineremo questi tre fondamentali nelle linee generali.

Il primo passaggio non superabile: L'origine della vita L'evoluzione presuppone che tutte le specie viventi si siano evolute da una singola cellula vivente emersa sulla terra primitiva 3,8 miliardi di anni fa. Come è stato possibile che un'unica cellula abbia potuto generare milioni di specie viventi complesse e, se è vero che c'è stata questa evoluzione, perché non è possibile osservarne tracce nei reperti fossili? Queste sono solo alcune delle domande cui la teoria non riesce a rispondere. Tuttavia, innanzitutto, dobbiamo chiedere: da cosa ha avuto origine questa "cellula iniziale"? Poiché la teoria dell'evoluzione nega la creazione e qualunque tipo di intervento soprannaturale, sostiene che la "cellula iniziale" si è originata per coincidenza nell'ambito delle leggi della natura, senza alcun progetto, piano o predisposizione. Secondo la teoria, la materia inanimata deve aver prodotto una cellula vivente come risultato di coincidenze. Una tale affermazione, tuttavia, è incoerente con le più inattaccabili regole della biologia.

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"La vita viene dalla vita" Nel suo libro Darwin non ha mai fatto riferimento all'origine della vita. L'interpretazione primitiva della scienza al suo tempo si basava sull'assunzione che gli esseri viventi avevano una struttura molto semplice. Fin dai tempi medievali era stata ampiamente accettata la generazione spontanea, teoria che sostiene che materiali non viventi si siano uniti a formare organismi viventi. Si credeva comunemente che gli insetti si creassero dai resti di cibo e i topi dal grano. Venivano condotti interessanti esperimenti per provare questa teoria. Si metteva del grano su un pezzo di stoffa sporco e si credeva che da questo si originassero, dopo un po', dei topi. Allo stesso modo le larve che si sviluppano nel cibo guasto erano prese come prova della generazione spontanea. Tuttavia, in seguito si è compreso che i vermi non compaiono sulla carne spontaneamente ma sono portati da mosche in forma di larve, invisibili all'occhio nudo. Anche

quando

Darwin scrisse L'origine delle specie, la credenza che i batteri si producessero dalla materia Darwin sosteneva che la cellula fosse un semplice ammasso di protoplasma. Man mano che la scienza è progredita, tuttavia, ha rivelato che la cellula possiede una struttura con una complessità che ha sbalordito gli scienziati.

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vivente

era

ampiamente accettata nel

mondo

scienza.

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Tuttavia, cinque anni dopo la pubblicazione del libro di Darwin, Louis Pasteur annunciò i suoi risultati dopo lunghi studi ed esperimenti, che dimostravano la falsità della generazione spontanea, uno dei pilastri della teoria di Darwin. Nella sua trionfale conferenza alla Sorbona nel 1864 Pasteur disse: "La dottrina della generazione spontanea non potrà mai risollevarsi dal colpo mortale infertole da questo semplice esperimento". 195 Per lungo tempo i sostenitori della teoria dell'evoluzione hanno fatto resistenza a queste scoperte. Tuttavia, quando lo sviluppo della scienza ha svelato una complessa struttura della cellula di un essere vivente, l'idea che la vita potesse venire in essere per coincidenza si è trovata in un'impasse ancora maggiore.

Gli sforzi inconcludenti del XX secolo Il primo evoluzionista ad occuparsi dell'argomento dell'origine della vita nel ventesimo secolo fu il noto biologo russo Alexander Oparin. Con varie tesi avanzate negli anni Trenta tentò di provare che una cellula vivente si poteva generare per coincidenza ma questi studi erano condannati al fallimento e Oparin dovette confessare: “Sfortunatamente, tuttavia, il problema dell'origine della cellula è forse il punto più oscuro nell'intero studio dell'evoluzione degli organismi”.196

Gli evoluzionisti seguaci di Oparin tentarono di condurre esperimenti per risolvere questo problema. L'esperimento più noto è quello condotto dal chimico americano Stanley Miller nel 1953. Combinando nell'esperimento i gas, che egli sosteneva essere esistiti nell'atmosfera della terra primordiale, e aggiungendo energia a questa mescolanza, Miller sintetizzò diverse molecole organiche (aminoacidi) presenti nella struttura delle proteine. Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Erano passati appena pochi anni che già si rivelò che l'esperimento, a suo tempo presentato come un passo importante nel nome dell'evoluzione, non era valido poiché l'atmosfera usata nell'esperimento era molto diversa dalle reali condizioni della terra.197 Dopo un lungo silenzio, Miller confessò che l'ambiente atmosferico che aveva usato non era realistico.198 Tutti gli sforzi degli evoluzionisti durante il XX secolo per spiegare l'origine della vita sono finiti in fallimento. Il geochimico Jeffrey Bada, del San Diego Scripps Institute accetta questo fatto in un articolo pubblicato sulla rivista Earth nel 1998: Stiamo per lasciare il XX secolo ma siamo ancora di fronte al più grande problema irrisolto che avevamo quando il secolo iniziato: come si è originata la vita sulla terra? 199

La complessa struttura della vita La ragione principale per cui la teoria dell'evoluzione è finita in una così grande impasse riguardo l'origine della vita, è che anche quegli organismi viventi destinati ad essere più semplici hanno delle strutture incredibilmente complesse. La cellula di un essere vivente è più complessa di tutti i prodotti tecnologici dell'uomo. Oggi, anche nei laboratori più avanzati del mondo, non è possibile creare una cellula vivente mettendo insieme elementi chimici organici. Le condizioni necessarie per la formazione di una cellula sono quantitativamente troppe per essere liquidate con le coincidenze. La probabilità che le proteine, i blocchi costitutivi di una cellula, vengano sintetizzati per coincidenza, è di 1 su 10950 per una proteina media costituita da 500 aminoacidi. In matematica, una probabilità inferiore a 1 su 1050 è considerata impossibile in termini pratici. La molecola del DNA, che si trova nel nucleo di una celluDarwinismo: Arma Sociale

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Tutte le informazioni rigurdanti gli esseri viventi sono immagazzinate nella molecola del DNA. Tale incredibile metodo di immagazzinamento d’informazioni è di per sé una prova chiara del fatto che la vita non pervenne all’esistenza per casualità, ma che richiede un disegno, o, per meglio dire, una meravigliosa creazione.

la e che conserva le informazioni genetiche, è una incredibile banca dati. Se le informazioni codificate nel DNA dovessero essere messe per iscritto, impegnerebbero una biblioteca gigantesca formata da circa novecento volumi di enciclopedia, ognuno di cinquecento pagine. Un dilemma molto interessante si presenta a questo punto: il DNA può replicarsi soltanto con l'aiuto di alcune proteine specializzate (enzimi). Tuttavia, la sintesi di questi enzimi può essere realizzata soltanto con le informazioni codificate nel DNA. Poiché ambedue dipendono l'uno dall'altro, devono essere esistiti nello stesso momento perché potesse esserci replicazione. Questo conduce in un vicolo cieco lo scenario che vede la vita originata da se stessa. Il professor Leslie Orgel, un evoluzionista di fama dell'Università di San Diego, California, confessa questo fatto nel numero del settembre 1994 della rivista Scientific American: “È estremamente improbabile che le proteine e gli acidi nucleici, entrambi strutturalmente complessi, siano nati spontaneamente nello stesso luogo e nello stesso momento. E inoltre sembra anche impossibile avere l'uno senza l'altro. Quindi, a veder bene, bisognerebbe concludere che la vita non avrebbe mai, in effetti, potuto originarsi mediante elementi chimici”. 200

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Senza dubbio, se è impossibile che la vita si sia originata da cause naturali, si deve accettare che la vita è stata "creata" in un modo soprannaturale. Questo fatto invalida esplicitamente la teoria dell'evoluzione, il cui scopo principale è negare la creazione.

L'immaginario meccanismo dell'evoluzione Il secondo punto importante che nega la teoria di Darwin é che si è capito che entrambi i concetti avanzati dalla teoria come "meccanismi evolutivi" non hanno, in realtà alcun potere evolutivo. Darwin ha basato la sua costruzione interamente sul meccanismo della "selezione naturale". L'importanza che egli attribuiva a questo meccanismo traspariva già nel nome del suo libro: L'origine delle specie, per mezzo della selezione naturale... Secondo il principio di selezione naturale, gli esseri viventi più forti e più adatti alle condizioni naturali del proprio habitat sopravviveranno nella lotta per la vita. Per esempio, in un branco di cervi minacciato dall'attacco di animali selvatici, sopravviveranno quelli che riescono a correre più velocemente. Quindi, il branco di cervi sarà composto dagli individui più veloci e più forti. Tuttavia, senza discussione, questo meccanismo non provocherà il fatto che il cervo si evolve e si trasforma in un'altra specie vivente, per esempio un cavallo. Quindi, il meccanismo della selezione naturale non ha alcun potere evolutivo. Anche Darwin era consapevole di questo fatto e dovette dichiarare nel suo libro L'origine delle specie: La selezione naturale non può provocare nulla se non intervengono differenze o variazioni individuali favorevoli. 201

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L'impatto di Lamarck Dunque, come si possono verificare queste "variazioni favorevoli"? Darwin provò a rispondere a questa domanda dal punto di vista della consapevolezza scientifica primitiva di quel tempo. Secondo il biologo francese Chevalier de Lamarck (17441829), vissuto prima di Darwin, le creature viventi trasmettevano i tratti acquisiti durante la propria esistenza alla generazione successiva. Egli sosteneva che questi tratti, accumulati da una generazione all'altra, causassero la formazione di nuove specie. Per esempio egli sosteneva che le giraffe si erano evolute dalle antilopi poiché queste si sforzavano di mangiare le foglie di alberi alti, i loro colli si erano estesi di generazione in generazione. Anche Darwin dava esempi simili. Nel suo libro L'origine delle specie, per esempio, dice che degli orsi finiti a cercare cibo nell'acqua si erano con il tempo trasformati in balene.202 Tuttavia, le leggi dell'ereditarietà scoperte da Gregor Mendel (1822-84) e verificate dalla scienza della genetica, fiorita nel XX secolo, hanno demolito completamente la leggenda che i tratti acquisiti siano trasmessi alle generazioni successive. Così, la selezione naturale perse la sua considerazione come meccanismo evolutivo.

Gregor Mendel

Neo-darwinismo e mutazioni Per trovare una soluzione, i darwinisti avanzarono la "teoria sintetica moderna" più comunemente conosciuta come neodarwinismo, alla fine degli anni Trenta. Il neo-darwinismo ag-

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giunse le mutazioni, che

Una mucca a due teste

sono distorsioni provocate dei geni degli esseri viventi da fattori esterni come radiazioni o errori di replicazione, come "causa di variazioni favorevoli" in aggiunta alla mutazione naturale. Oggi, il modello che nel mondo rappresenta l'evoluzionismo è il neo darwinismo. La teoria sostiene che i milioni di

Soltanto un esempio del anormalità che si producono in esseri viventi soggetti a mutazioni.

esseri viventi si sono formati come risultato di un processo mediante il quale numerosi organi complessi di questi organismi (per esempio, orecchie, occhi, polmoni ed ali) hanno subito "mutazioni", cioè disordini genetici. Eppure, c'è un fatto scientifico diretto che smentisce completamente questa teoria: le mutazioni non provocano sviluppo negli esseri viventi, al contrario, sono sempre dannose. La ragione di questo è molto semplice: il DNA ha una struttura molto complessa, e gli effetti casuali possono solo danneggiarlo. Il genetista americano B. G. Ranganathan spiega a questo fatto così: “Innanzitutto le vere e proprie mutazioni sono molto rare in natura. In secondo luogo, la maggior parte delle mutazioni sono pericolose perché sono casuali, invece di essere cambiamenti ordinati nella struttura dei geni; qualunque cambiamento casuale in un sistema strettamente ordinato sarà per il peggio, non per il meglio. Per esempio, se un terremoto va a scuotere la struttura

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rigorosamente ordinata di un edificio, provocherà un cambiamento casuale nell'armatura dell'edificio che, con ogni probabilità, non sarà un miglioramento”.203

I reperti fossili: nessun segno di forme intermedie La prova più evidente che lo scenario suggerito dalla teoria dell'evoluzione non è mai esistito sono i reperti fossili. Secondo questa teoria, tutte le specie viventi sono scaturite da un predecessore. Una specie precedentemente esistente si è mutata nel tempo in qualcosa di diverso e tutte le specie sono venute in essere in questa maniera. In altre parole, questa trasformazione si è compiuta gradualmente per milioni di anni. Se fosse stato così, avrebbero dovuto esistere e vivere in questo lungo periodo di trasformazione, innumerevoli specie intermedie.

I "fossili viventi" provano che gli esseri viventi non hanno subito alcun cambiamento per milioni di anni, in altre parole non si sono evoluti. A sinistra: una libellula odierna Sotto: una libellula fossile di 140 milioni di anni

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Per esempio, nel passato avrebbe dovuto esserci qualche essere metà pesce/metà rettile, che aveva acquisito alcuni tratti rettili in aggiunta ai tratti ittici che già possedeva. Oppure avrebbe dovuto esistere qualche rettile-uccello, che aveva acquisito alcuni tratti di un volatile in aggiunta ai tratti rettili che già possedeva. Poiché questa sarebbe stata una fase transitoria, questi esseri viventi avrebbero dovuto essere handicappati, difettosi, limitati. Gli evoluzionisti chiamano queste creature immaginarie, che essi credono siano vissute nel passato, "forme transitorie". Se tali animali fossero realmente esistiti, avrebbero dovuto essere milioni o addirittura miliardi, di numero e varietà. Quel che più importa, nei reperti fossili dovrebbero essere presenti i resti di queste strane creature. In L'origine delle specie, Darwin spiegava: “Se la mia teoria fosse vera, dovrebbero senz'altro essere esistite innumerevoli varietà intermedie, che collegano più strettamente tutte le specie dello stesso gruppo... Di conseguenza, la prova della loro esistenza potrebbe essere trovata solo tra i resti fossili”. 204

Le speranze di Darwin demolite Tuttavia, sebbene gli evoluzionisti abbiano fatto enormi sforzi per trovare i fossili fin dalla metà del XIX secolo in tutto il mondo, non sono mai state scoperte forme transitorie. Al contrario delle aspettative degli evoluzionisti, tutti i fossili dimostrano che la vita è comparsa sulla terra all'improvviso e già ben formata. Un famoso paleontologo britannico, Derek V. Ager, ammette questo fatto, nonostante sia un evoluzionista: “Emerge il punto che se esaminiamo nel dettaglio i reperti fossili, a livello di ordini o di specie, troviamo - ripetutamente - non l'evoluzione graduale, ma l'esplosione improvvisa di un gruppo a spese di un altro”. 205

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Ciò significa che nei reperti fossili, tutte le specie viventi sono emerse all'improvviso già completamente formate, senza alcuna forma intermedia. Questo è esattamente il contrario delle tesi di Darwin. Inoltre, è una prova schiacciante che tutti gli esseri viventi sono stati creati. L'unica spiegazione di una specie vivente che compare all'improvviso e già completa di ogni dettaglio senza alcun antenato evolutivo, è che è stata creata. Questo fatto viene ammesso anche dal notissimo biologo evoluzionista Douglas Futuyma: “Con la creazione e l'evoluzione si esauriscono le possibili spiegazioni dell'origine degli esseri viventi. O gli organismi sono apparsi sulla terra completamente sviluppati, oppure no. Se non lo sono, devono essersi sviluppati da specie preesistenti mediante qualche processo di modifica. Se sono apparsi ad uno stadio già completamente sviluppato, devono essere stati indubbiamente creati da una qualche intelligenza onnipotente”. 206

I fossili dimostrano che gli esseri viventi sono emersi completamente sviluppati in uno stato perfetto sulla terra. Ciò significa che alla "origine delle specie", contrariamente alle supposizioni di Darwin, non c'è l'evoluzione ma la creazione.

La favola dell'evoluzione umana L'argomento più spesso avanzato dai sostenitori della teoria dell'evoluzione è quello dell'origine dell'uomo. La tesi darwinista dà per scontato che l'uomo moderno si sia evoluto da creature scimmiesche. Nel corso di questo presunto processo evolutivo, che si suppone sia cominciato 4-5 milioni di anni fa, si ritiene siano esistite alcune "forme transitorie" tra l'uomo moderno e i suoi predecessori. Secondo questo scenario del tutto immaginario, ci sono state quattro "categorie" di base: Australopiteco Homo habilis Harun Yahya (Adnan Oktar)

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Homo erectus Homo sapiens Gli evoluzionisti chiamano Australopiteco - che significa 'scimmia sudafricana' - i presunti primi antenati scimmieschi dell'uomo. Questi esseri viventi in realtà non sono altro che un'antica specie di scimmie che si è estinta. La completa ricerca fatta su vari esemplari di Australopiteco da parte di due anatomisti di fama mondiale, dall'Inghilterra e dagli Usa, cioè Lord Solly Zuckerman e il prof. Charles Oxnard, dimostra che queste scimmie appartenevano ad una specie comune di scimmie estintesi, che non aveva alcuna somiglianza con gli umani. 207 Gli evoluzionisti classificano i successivi stadi dell'evoluzione umana con il termine "Homo", uomo. Secondo la loro tesi, gli esseri viventi della serie Homo sono più sviluppati del Australopiteco. Gli evoluzionisti hanno architettato uno schema evolutivo fantastico sistemando diversi fossili di queste creature e in un ordine particolare. Questo schema è immaginario perché non è mai stato provato che ci sia stata una relazione evolutiva tra queste classi diverse.

UNA FAVOLA EVOLUZIONISTA

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Ernst Mayr, uno dei più importanti evoluzionisti delXX secolo, sostiene nel suo libro Una lunga controversia che "in particolare [i rompicapi] storici come l'origine della vita o dell'Homo sapiens, sono estremamente difficili e possono sfuggire perfino ad una spiegazione finale soddisfacente". 208 Disegnando la catena di collegamenti Australopiteco> Homo habilis> Homo erectus> Homo sapiens, gli evoluzionisti sottintendono che ognuna di queste specie è l'antenata dell'altra. Tuttavia le recenti scoperte dei paleontologi hanno rivelato che l'Australopiteco, l'Homo abilis e l'Homo erectus vivevano in parti diverse del mondo nello stesso momento. 209 Inoltre, un certo segmento di umani classificati come Homo erectus è vissuto fino a tempi molto recenti. L'Homo sapiens neandarthalensis e l'Homo sapiens sapiens (l'uomo moderno) coesistevano nello stesso territorio geografico. 210 Questa situazione sembra indicare l'invalidità della tesi che essi sono antenati gli uni degli altri. Stephen Jay Gould ha spiegato così questo punto morto della teoria dell'evoluzione, nonostante fosse egli stesso uno dei principali sostenitori dell'evoluzione delXX secolo: “Che cosa è stato della nostra scala se ci sono tre stirpi di ominidi coesistenti (A. africanus, i robusti australopithechi e H. habilis), nessuna chiaramente derivata dall'altra? Inoltre, nessuna delle tre mostra alcuna tendenza evolutiva durante la sua permanenza sulla terra”. 211

In breve, lo scenario dell'evoluzione umana, "sostenuto" con l'ausilio di vari disegni di creature "metà scimmia/metà uomo" che compaiono nei media e nei libri di testo, il che è propaganda esplicita, non è altro che una favola senza alcun fondamento scientifico. Lord Solly Zuckerman, uno dei più famosi e rispettati scienziati della Gran Bretagna, che ha condotto ricerche su Harun Yahya (Adnan Oktar)

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L'immaginario albero dell'uomo

Gli evoluzionisti cercano di definire un immaginario "Albero genealogico" usando specie estinte di scimmie e varie razze umane. Tuttavia, le prove scientifiche non lasciano loro alcuna possibilità di fare tutto ciò.

questo argomento per anni e ha studiato i fossili di Australopiteco per 15 anni, ha concluso infine, nonostante fosse egli stesso un evoluzionista, che in realtà non c'è alcun albero genealogico che si dirama da creature scimmiesche all'uomo. Zuckerman ha anche realizzato un interessante "spettro della scienza" che va da ciò che egli considerava scientifico a ciò che egli considerava anti-scientifico. Secondo lo spettro di Zuckerman, i campi della scienza più "scientifici" - cioè dipendenti da dati concreti - sono la chimica e la fisica. Dopo di questi vengono le scienze biologiche e quindi le scienze sociali. All'estremità dello spettro, che dunque è la parte considerata Darwinismo: Arma Sociale

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più "anti-scientifica", ci sono le "percezioni extra-sensoriali" concetti come la telepatia e il sesto senso - e infine "l'evoluzione umana". Così Zuckerman spiega il suo ragionamento: “Quando ci spostiamo dal registro della verità oggettiva in quei campi di presunta scienza biologica, come le percezioni extrasensoriali o l'interpretazione della storia dei fossili umani, laddove [all'evoluzionista] fiducioso è possibile qualunque cosa - e laddove l'ardente credente [nell'evoluzione] è a volte capace di credere parecchie cose contraddittorie allo stesso tempo”. 212

La favola dell'evoluzione umana si riduce a nulla più che le interpretazioni pregiudizievoli di qualche fossile portato alla luce da certe persone che aderiscono ciecamente alla propria teoria.

La formula darwinista! Oltre a tutte le prove tecniche che abbiamo trattato fin qui, ora, per una volta, esaminiamo quale tipo di superstizione hanno gli evoluzionisti, con un esempio tanto semplice da essere compreso perfino dai bambini: la teoria dell'evoluzione sostiene che la vita si forma per caso. Secondo questa affermazione, gli atomi senza vita e incoscienti si unirono a formare la cellula e quindi in qualche maniera formarono gli altri esseri viventi, compreso l'uomo. Pensiamo a questo. Quando mettiamo insieme di elementi che sono i blocchi costruttivi della vita come il carbonio, il fosforo, l'azoto e il potassio, si forma soltanto un ammasso. Non importa a quanti trattamenti lo si sottopone, l'ammasso di atomi non potrà formare nemmeno un unico essere vivente. Se volete, formuliamo un "esperimento" su questo argomento ed esaminiamo dal punto di vista degli evoluzionisti ciò che essi in realtà sostengono, senza pronunciarlo ad alta voce, con il nome di "formula darwinista". Poniamo che gli evoluzionisti mettano in grandi fusti granHarun Yahya (Adnan Oktar)

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di quantità dei materiali presenti nella composizione degli esseri viventi come il fosforo, l'azoto, il carbonio, l'ossigeno, il ferro e il magnesio. Inoltre, poniamo che aggiungano a questi barili qualunque materiale non esistente in condizioni normali, ma che ritengano necessario. Poniamo che aggiungano a questa mescolanza tutti gli aminoacidi e tutte le proteine - ognuna delle quali ha una probabilità di formazione di 10-950 - che vogliono. Facciamo sì che espongano queste mescolanze al calore e all'umidità che preferiscono. Che le mescolino con qualunque strumento tecnologico desiderino. Che pongano i più famosi scienziati accanto a questi fusti e che questi esperti aspettino a turno, accanto ai barili, per miliardi e anche milioni di miliardi di anni. Lasciamoli liberi di usare tutti tipi di condizione che ritengono essere necessario per la formazione di un essere umano. Non importa ciò che essi faranno, non riusciranno produrre da questi barili un essere umano, ad esempio un professore che esamini la propria struttura cellulare sotto il microscopio elettronico. Non riusciranno a produrre giraffe, leoni, api, canarini, cavalli, delfini, rose, orchidee, gigli, garofani, banane, arance, mele, datteri, pomodori, angurie, meloni, fichi, olive, uva, pesche, pavoni, fagiani, farfalle multicolori o milioni di altri esseri viventi come questi. In effetti, non potranno ottenere neanche un'unica cellula di uno di essi. In breve, gli atomi incoscienti non possono formare la cellula unendosi. Non possono prendere una nuova decisione e dividere questa cellula in due, che poi prende le altre decisioni e crea i professori che per primi hanno inventato il microscopio elettronico e poi hanno esaminato la propria struttura cellulare con quel microscopio. La materia è un ammasso incosciente, senza vita, e viene alla vita per la creazione suprema di Dio.

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La teoria dell'evoluzione, che sostiene l'opposto, è una fallacia totale completamente opposta alla ragione. A pensarci anche soltanto un po', si svela questa realtà, proprio come nell'esempio che precede.

La tecnologia dell'occhio dell'orecchio Un altro argomento che resta senza risposta nella teoria dell'evoluzione è l'eccellente qualità della percezione dell'occhio dell'orecchio. Prima di passare all'argomento dell'occhio, esaminiamo brevemente il modo in cui vediamo. I raggi di luce che provengono da un oggetto finiscono capovolti sulla retina dell'occhio. Qui, tali raggi di luce vengono trasmessi in segnali elettrici da parte delle cellule e raggiungono un piccolo punto nella parte posteriore del cervello, il "centro della visione". Questi segnali elettrici sono percepiti in questo centro come un'immagine dopo una serie di processi. Con questo presupposto tecnico, facciamo qualche ragionamento.

Quando paragoniamo l'occhio e l'orecchio a videocamere e registratori, vediamo che essi sono di gran lunga più complessi, funzionali e perfetti rispetto a questi prodotti tecnologici.

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Il cervello è isolato dalla luce. Ciò significa che al suo interno è completamente buio, e che non c'è luce che raggiunga il luogo in cui esso è collocato. Quindi, il "centro della visione" non è toccato dalla luce e può essere perfino il luogo più sicuro di cui si abbia conoscenza. Tuttavia, si riesce a vedere un mondo luminoso e brillante in questo pozzo di oscurità. L'immagine formata nel occhio è così chiara e distinta che perfino la tecnologia del XX secolo non è stata ancora in grado di ottenerla. Per esempio, guardate il libro che state leggendo, le vostre mani con cui lo tenete e poi sollevate la vostra testa e guardate attorno a voi. Avete mai visto altrove un'immagine tanto chiara e distinta come questa? Anche lo schermo televisivo più avanzato prodotto dal maggior fabbricante di TV nel mondo non vi potrà fornire un'immagine tanto chiara. Questa è un'immagine tridimensionale, colorata e estremamente netta. Per più di cento anni, migliaia di ingegneri hanno provato a raggiungere questa chiarezza. Sono state impiantate fabbriche, enormi stabilimenti, è stata fatta molta ricerca, sono stati creati progetti e piani per questo scopo. Di nuovo, guardate uno schermo TV e il libro che tenete tra le mani. Vedrete che c'è una grande differenza nella definizione e nella chiarezza. Inoltre, lo schermo TV mostra un'immagine bidimensionale laddove con i vostri occhi avete una prospettiva tridimensionale con la profondità. Per molti anni, decine di migliaia di ingegneri hanno provato a fare una TV tridimensionale e ad ottenere la qualità di visione dell'occhio. Sì, hanno creato un sistema TV tridimensionale, ma non è possibile guardarlo senza indossare speciali occhiali 3D, inoltre, è soltanto una tridimensionalità artificiale. Lo sfondo è confuso, il primo piano appare come uno scenario di carta. Non è stato mai possibile produrre una visione chiara e distinta come quella dell'occhio. Sia nella macchina fotografica sia nella televisione, c'è una perdita di qualità dell'immagine. Darwinismo: Arma Sociale

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Gli evoluzionisti sostengono che il meccanismo che produce questa immagine chiara e distinta si è formato per caso. Ora, se qualcuno vi dicesse che la televisione nella vostra stanza si è formata come risultato del caso, che tutti i suoi atomi la sua mente si sono trovati insieme ed hanno composto l'apparecchio che produce un'immagine, che cosa pensereste? Come possono gli atomi fare ciò che migliaia di persone non riescono a fare? Se un apparecchio che produce un'immagine più primitiva di quella dell'occhio non può essersi formato per caso, allora è molto evidente che l'occhio e l'immagine vista dall'occhio non possono essersi formati per caso. La stessa situazione si applica all'orecchio. L'orecchio esterno cogliere i suoni disponibili mediante il padiglione auricolare e li dirige verso il centro dell'orecchio, l'orecchio centrale trasmette le vibrazioni sonore intensificandole, e l'orecchio interno invia queste vibrazioni al cervello traducendole in segnali elettrici. Proprio come con l'occhio, l'atto di udire si completa nel centro dell'udito, nel cervello. La situazione dell'occhio è vera anche per l'orecchio. Cioè, il cervello è isolato dal suono proprio come lo è dalla luce. Nessun suono gli arriva. Quindi, non importa quanto rumoroso sia l'esterno, l'interno del cervello è completamente silenzioso. Tuttavia, i suoni più definiti vengono percepiti nel cervello. Nel nostro cervello completamente silenzioso, è possibile ascoltare le sinfonie e udire tutti i rumori di un luogo affollato. Tuttavia, se il livello del suono nel nostro cervello venisse misurato da un apparecchio di precisione al momento, vi si troverebbe completo silenzio come elemento prevalente. Come con le immagini, decenni di sforzi sono stati spesi nel provare a generare e riprodurre il suono che fosse fedele all'originale. I risultati di questi sforzi sono i registratori del Harun Yahya (Adnan Oktar)

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suono, i sistemi Hi-Fi e i sistemi per la percezione del suono. Nonostante tutta questa tecnologia e le migliaia di ingegneri ed esperti che hanno lavorato a questi sforzi, non è stato ancor ottenuto un suono che abbia la stessa definizione e chiarezza del suono percepito dall'orecchio. Pensate ai sistemi Hi-Fi di qualità superiore prodotti dalle più grandi società dell'industria musicale. Anche in questi apparecchi, quando il suono viene registrato, si perde qualcosa; o quando si accende un Hi-Fi si sente sempre un suono sibilante prima che inizi la musica. Tuttavia, i suoni che sono il prodotto della tecnologia del corpo umano sono estremamente definiti e chiari. Un orecchio umano non percepisce un suono accompagnato da un suono sibilante o con i ronzii come un Hi-Fi invece, percepisce il suono esattamente come, definito il chiaro. Questo il modo in cui è stato fin dalla creazione dell'uomo. Fin qui, nessun apparecchio visivo o di registrazione creato dall'uomo si è rivelato tanto sensibile nè è riuscito nel percepire i dati sensoriali come l'occhio e l'orecchio. Tuttavia, per quello che riguarda la vista e l'udito, c'è dietro una verità ancora più grande.

A chi appartiene la coscienza che vede e sente all'interno del cervello? Chi guarda l'affascinante mondo nel cervello, chi ascolta le sinfonie e il cinguettio degli uccellini e chi sente il profumo della rosa? Le stimolazioni che vengono dagli occhi, dalle orecchie e dal naso di una persona viaggiano fino a cervello come impulsi nervosi elettrochimici. Nei libri di biologia, fisiologia e biochimica, si possono trovare tutti i dettagli su come quest'immagine si forma nel cervello. Tuttavia, non riuscirete a spiegarvi il fatto più importante: chi percepisce questi impulsi nervosi eletDarwinismo: Arma Sociale

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trochimici come immagini, suoni, odori e eventi sensoriali nel cervello? C'è una coscienza nel cervello che percepisce tutto ciò senza sentire alcuna necessità di un occhio, un orecchio e un naso. A chi appartiene questa coscienza? Naturalmente non appartiene i nervi né allo strato di grasso né ai neuroni che formano il cervello. È per questo che i darwinisti-materialisti, che credono che ogni cosa sia composta di materia, non possono rispondere a queste domande. Poiché questa coscienza è lo spirito creato da Dio, che non ha bisogno dell'occhio per guardare le immagini dell'orecchio per udire i suoni. Inoltre, non ha bisogno del cervello per pensare. Chiunque legga questi fatti espliciti e scientifici dovrebbe riflettere su Dio onnipotente e avere timore e cercare rifugio in Lui, poiché Egli può concentrare l'intero universo in un luogo oscuro di pochi centimetri cubici in una forma tridimensionale, colorata, ombreggiata e luminosa.

Una fede materialista Le informazioni che abbiamo proposto fin qui ci mostrano che la teoria dell'evoluzione è incompatibile con i dati scientifici. La tesi della teoria che riguarda l'origine della vita è incoerente con la scienza, i meccanismi evolutivi che propone non hanno alcun potere evolutivo, e i fossili dimostrano che le forme intermedie necessarie non sono mai esistite. Così ne segue di certo che la teoria dell'evoluzione dovrebbe essere messa da parte come idea anti-scientifica. È questo il modo in cui molte idee, come per esempio il modello di un universo con al centro la Terra, sono state eliminate dall'ordine del giorno della scienza nel corso della storia. Tuttavia, la teoria dell'evoluzione viene mantenuta all'ordine del giorno della scienza. Alcune persone provano addiritHarun Yahya (Adnan Oktar)

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tura a raffigurare le critiche dirette contro di essa come un "attacco la scienza". Perché? La ragione è che questa teoria è una credenza dogmatica indispensabile per alcuni ambienti. Questi ambienti sono ciecamente devoti alla filosofia materialista ed adottano il darwinismo perché è l'unica spiegazione materialistica che possa essere avanzata per spiegare le opere della natura. In modo abbastanza interessante, di quando in quando essi confessano anche questo fatto. Un noto genetista e sfegatato evoluzionista, Richard C. Lewontin della Harvard University, confessa di essere "innanzitutto e soprattutto un materialista e poi uno scienziato": “Non è che i metodi e le istituzioni della scienza in qualche modo ci spingono ad accettare la spiegazione materiale del mondo dei fenomeni, ma, al contrario, siamo costretti dalla nostra aprioristica adesione alle cause materiali a creare un apparato investigativo e un insieme di concetti che producono spiegazioni materiali, non importa quanto contro-intuitive, non importa quanto mistificanti per chi non è iniziato. Inoltre, questo materialismo è assoluto, così noi non possiamo consentire che nella nostra porta si infili un Piede Divino”. 213

Queste sono affermazioni esplicite che il darwinismo è un dogma tenuto vivo solo per amore di adesione al materialismo. Questo dogma sostiene che non c'è alcun essere tranne la materia. Quindi, se ne deduce che la materia inanimata, inconscia ha creato la vita. Si insiste che i milioni di specie viventi diverse (per esempio, uccelli, pesci, giraffe, tigri, insetti, alberi, fiori, balene ed esseri umani) sono originate come risultato delle interazioni tra materia come la pioggia, i lampi e così via dalla materia inanimata. Questo è un preconcetto contrario sia alla ragione che alla scienza. Eppure i darwinisti continuano a difenderlo proprio per non "consentire che nella porta si infili un Piede Divino". Darwinismo: Arma Sociale

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Chi non guarda all'origine degli esseri viventi con pregiudizio materialista vedrà la verità evidente: tutti gli esseri viventi sono opere del Creatore, Che è Onnipotente, Onnisciente e Sapiente. Questo Creatore è Dio, Che ha creato l'intero universo dalla non esistenza, lo ha progettato nella forma perfetta e ha plasmato tutti gli esseri viventi.

La teoria dell'evoluzione: l'incantesimo pi potente del mondo Chiunque sia libero dal pregiudizio e dall'influenza di qualunque ideologia particolare, chiunque usi soltanto la propria ragione e la propria logica, comprenderà chiaramente che la fede nella teoria dell'evoluzione, che riporta alla mente le superstizioni di società che non avevano alcuna conoscenza della scienza o della civiltà, è del tutto impossibile. Come spiegato in precedenza, chi crede nella teoria dell'evoluzione pensa che qualche atomo e molecola, lanciati in un grande contenitore, possano produrre sia il pensiero, i professori che argomentano e anche gli studenti universitari, gli scienziati come Einstein e Galileo, gli artisti come Humphrey Bogart, Frank Sinatra e Luciano Pavarotti, nonché le antilopi, gli alberi di limone e i garofani. Inoltre, poiché gli scienziati professori che credono in questo nonsense sono persone colte, è veramente giustificabile parlare di questa teoria come "l'incantesimo più potente del mondo". Mai prima un'altra fede o idea aveva mai cancellato il bene dell'intelletto della gente, impedendo di lasciarli pensare in maniera intelligente logica e nascondendo ad essila verità come se fossero bendati. Questa è una cecità anche peggiore e più incredibile dell'adorazione dei totem in alcune parti dell'Africa, della devozione al Sole del popolo di Saba, dell'adorazione di idoli costruiti con le proprie mani da parte della Harun Yahya (Adnan Oktar)

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tribù del Profeta Ibrahim (lpscl), o del Vitello d'Oro da parte del popolo del Profeta Mosè (lpscl). In realtà, Dio ha additato questa assenza di ragione nel Corano. In molti versetti, Egli rivela che le menti di alcune persone verranno chiuse e che essi saranno impotenti a vedere la verità. Ecco alcuni di questi versetti: “In verità [per] quelli che non credono, non fa differenza che tu li avverta oppure no: non crederanno. Allah ha posto un sigillo sui loro cuori e sulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo; avranno un castigo immenso”. (Sura al-Baqara, 6-7) “In verità creammo molti dei démoni e molti degli uomini per l'Inferno: hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che non sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. Questi sono gli incuranti”. (Sura al-A‘raf, 179) “Se anche aprissimo loro una porta del cielo perché possano ascendervi, direbbero: "I nostri occhi sono ipnotizzati o ci hanno lanciato un sortilegio!". (Sura al-Hijr, 14-15)

Non si trovano parole per esprimere quanto è sconcertante che questo sortilegio possa tenere in schiavitù una tanto vasta comunità, e non venir spezzato per 150 anni. È comprensibile che una o poche persone possono credere in scenari impossibili e tesi piene di stupidità ed illogicità. Tuttavia, la "magia" è l'unica possibile spiegazione per persone di tutto il mondo che credono che atomi incoscienti e senza vita all'improvviso abbiano deciso di unirsi per formare un universo che funziona con un sistema perfetto di organizzazione, disciplina, ragione e coscienza; un pianeta chiamato Terra con tutte le sue caratteristiche così perfettamente adatte alla vita; e gli esseri viventi con infiniti sistemi complessi. In effetti, il Corano riferisce l'episodio del Profeta Mosè (lpscl) e del faraone per mostrare che alcune persone che sostengono filosofie alte in effetti influenzano gli al-

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tri con la magia. Quando al faraone fu detto della vera religione, egli disse al Profeta Mosé (lpscl) di incontrare i suoi maghi. Mosé (lpscl) lo fece e disse loro di dimostrare le proprie capacità per primi. Il versetto continua: . (Sura al-A‘raf, 116)

Come abbiamo visto, i maghi del faraone erano in grado di ingannare chiunque, tranne Mosé (lpscl) e coloro che credevano in lui. Tuttavia, la sua prova interruppe l'incantesimo, o "inghiottì tutto quello che avevano fabbricato", come dice il versetto: “Noi ispirammo a Mosè: "Getta la tua verga". E quella inghiottì tutto quello che avevano fabbricato. Così si affermò la verità e vanificò quello che avevano fatto”. (Surat al-A‘raf, 117-8)

Come possiamo vedere, quando gli uomini realizzarono che su di loro era stato gettato un incantesimo e ciò che vedevano non era che illusione, i maghi del faraone perso lo tutta la credibilità. Anche oggi, coloro che, sotto l'influenza di un incantesimo simile credono in queste tesi ridicole e in veste scientifica e passano la loro vita a difenderle, se non abbandoneranno le loro credenze superstiziose, saranno anch'essi umiliati quando la piena verità emergerà e l'incantesimo sarà spezzato. Infatti, lo scrittore e filosofo inglese di fama mondiale Malcolm Muggeridge, in passato ateo che ha difeso l'evoluzione per circa sessant'anni, ma che successivamente ha compreso la verità, rivela la posizione in cui la teoria dell'evoluzione si troverà nel prossimo futuro in questi termini: “Io stesso sono convinto che la teoria dell'evoluzione, specialmente con l'ampiezza con cui è stata applicata, sarà soltanto uno dei grandi giochetti nella libri di storia del futuro. La posterità si meraviglierà che un'ipotesi così esile e dubbia possa essere stata accettata con tale incredibile credulità”. 214

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Il futuro non è molto lontano: al contrario, le persone vedranno presto che "il caso" non è una divinità, e guarderanno indietro alla teoria dell'evoluzione come il peggior inganno e il più terribile incantesimo del mondo. Questo incantesimo sta già cominciando rapidamente ad essere scaricato dalle spalle dei popoli in tutto il mondo. Molte persone che vedono il suo vero aspetto si chiedono meravigliate come possono esserne state catturate.

Essi dissero: “Gloria a Te. Non conosciamo se non quello che Tu ci hai insegnato: in verità Tu sei il Saggio, il Sapiente” (Surat al-Baqara: 32)

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Clothes, p. 128 138. Bergman J., "The History of Evolution's Teaching of Women's I n f e r i o r i t y ; " http://www.rae.org/women.html In questo articolo, Bergman che ha pubblicato più di 400 articoli in diverse riviste e giornali scientifici e noto per le sue opere contro il darwinismo) ha esaminato la visione di Darwin e degli evoluzionisti suoi contemporanei nei confronti delle donne e ne ha riportato delle affermazioni, disprezzandole. In questo modo, ha esposto, con prove abbastanza schiaccianti un aspetto sconosciuto di Darwin e del darwinismo. 139. Richards E., “Will the Real Charles Darwin Please Stand Up?”, “New Scientist”, (Dec. 22/29 1983): p. 887 140. Morgan E., The Descent of Woman, New York: Stein and Day, 1972, p. 1 (trad. it. L’origine della donna, Einaudi, Torino, 1979 141. Durant J. R., "The Ascent of Nature in Darwin's Descent of Man" in The Darwinian Heritage, Ed. by David Kohn, Princeton University Press, Princeton, 1985, p. 295 142. Darwin, The Descent of Man and Selection in Relation to Sex, New York: D. Appleton and Company, 1871 (1896 ed.), p. 326 (trad. it. L’origine dell’uomo e la selezione sessuale, Newton Compton, Roma, 1977) 143. Darwin C., The Autobiography of Charles Darwin 1809-1882, New York: W. W. Norton & Company, Inc., 1958, pp. 232-233 (trad. it. Autobiografia 18091882 : con l'aggiunta dei passi omessi nelle precedenti edizioni, Einaudi, Torino, 2006) 144. Ibid. 145. Darwin, L’origine dell’uomo e la selezione sessuale 146. Vogt C., Lectures on Man: His Place in Creation, and the History of Earth,

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