Curarsi in Casa
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Il miglior medico di famiglia per CURARSI IN CASA.
A cura di PREVENTION: 537 grandi specialisti, 2343 consigli e tecniche che ciascuno può usare, più centinaia di suggerimenti per star bene.
red./studio redazionale, via Volta 43, 22100 Como, tel. 031/279146. Copyright 1994. Traduzione di Elena Speclari dall'originale americano "The Doctors Book of Home Remedies", Rodale Press, Inc. Copyright 1990. Consulenza medica e scientifica per questa edizione Italiana di Valter Accomasso, medico di famiglia, e Riccardo Legnani farmacista. Progetto grafico e coordinamento di Paolo Giomo. Redazione di Sandra Gerosa. Testi a cura della redazione di "Prevention Magazine Health Books": Don Barone, Deborah Grandinetti, Marcia Holman, Lance Jacobs, William LeGro, Judith Lin, Claudia Allen Lowe, Jean Rogers, Don Wade, Russell Wild, con il coordinamento di Debora Tkac. Inoltre: William Gottlieb, Mark Bricklin, Carol Keough, Sharon Faelten, Alice Feinstein, John Feltman, Ellen Michaud, Jane Sherman, Ann Gossy, Holly Clemson, Staci Hadeed, Karen Lombardi, Christine Dreisbach, Dawn Hornvath, Roberta Mulliner, Eve Buchay, Karen Earl-Braymer, Kim Anderson, Bob Diddlebock.
PRIMO VOLUME.
INDICE DEI DISTURBI. PRIMO VOLUME. A. 1. Acne. 15+4 rimedi per una pelle più bella: pag. 15. 2. Alito cattivo. 14+2 modi per vincerlo: pag. 30. 3. Allattamento al seno. 14+1 consigli per allattare senza problemi: pag. 37. 4. Allergie. 14 sistemi per alleviare i sintomi: pag. 45. 5. Angina. 8+1 suggerimenti per prevenire il dolore: pag. 55. 6. Animali domestici. 25+5 trattamenti per cani e gatti: pag. 67. 7. Arrossamento da pannolino. 5 soluzioni facili: pag. 83. 8. Artrite. 18+2 trattamenti antidolore: pag. 87. 9. Asma. 16+4 suggerimenti per bloccare l'attacco: pag. 102. B. 10. Borsite. 8 modi per eliminare il dolore: pag. 114.
11. Bronchite. 8+1 rimedi antitosse: pag. 119. 12. Bruciori di stomaco. 17+6 strade per spegnere il fuoco: pag. 124. 13. Bruxismo. 5+1 proposte per smettere di digrignare i denti: pag. 135. C. 14. Calcoli renali. 11+1 strategie difensive: pag. 140. 15. Calli e Indurimenti. 18 modi per ammorbidirli: pag. 148. 16. Capelli grassi. 16 soluzioni per neutralizzarli: pag. 159. 17. Capelli secchi. 9+1 soluzioni per domare la capigliatura: pag. 166. 18. Catarro retronasale. 12+1 trucchi per eliminare il problema: pag. 171. 19. Cecità crepuscolare. 10+1 trucchi per affrontare l'oscurità: pag. 179. 20. Cellulite. 9+1 modi per combatterla: pag. 185. 21. Cerume. Le 4 fasi della pulizia profonda: pag. 192. 22. Cicatrici. 9+1 modi per ridurre i danni: pag. 195. 23. Cistite. 10+1 rimedi per un problema bruciante: pag. 200. 24. Claudicazione intermittente. 8 modi per ridurre il dolore: pag. 209. 25. Colesterolo. 17+11 modi per controllarlo: pag. 216. 26. Colica. 8 suggerimenti per far tacere il dolore: pag. 234. 27. Colon irritabile. 21+1 suggerimenti rilassanti: pag. 239. 28. Colpo di calore. 20+5 modi per evitarlo: pag. 249. 29. Congelamento. 14+3 protezioni antifreddo: pag. 259. 30. Congiuntivite. 7 soluzioni per gli occhi rossi: pag. 267. 31. Contusioni. 5+1 idee risolutive: pag. 271. 32. Crampi mestruali. 12+1 antidoti facili: pag. 275. D. 33. Denti macchiati. 7 idee luminose: pag. 280. 34. Dentizione. 4 modi per lenire il fastidio: pag. 284. 35. Depressone. 16+4 sistemi per uscirne: pag. 287. 36. Dermatite ed eczema. 17+6 rimedi pelle morbida: pag. 296. 37. Diabete. 20+19 proposte per tenerlo sotto controllo: pag. 310. 38.
Diarrea. 10+6 rimedi per controllarla: pag. 334. 39. Diarrea del viaggiatore. 9+12 soluzioni per il turista nei guai: pag. 345. 40. Diverticolosi. 14+7 tecniche di autocura: pag. 357. 41. Dolore al ginocchio. 13 modi per domare il dolore: pag. 364. 42. Dolore alla mascella. 8+7 idee per diminuire il fastidio: pag. 376. 43. Dolori alle gambe. 10 modi per aiutarle: pag. 382. 44. Dolori muscolari. 23+17 idee per trovare sollievo: pag. 391. 45. Doposbronza. 11+5 sistemi per affrontare il giorno dopo: pag. 407. E. 46. Emorroidi. 15+1 rimedi per guarirle: pag. 415. 47. Endometriosi. 12+1 tecniche per affrontarla: pag. 423. 48. Enfisema. 21 rimedi per riuscire a respirare: pag. 431. 49. Eruttazioni. 4 proposte per metterle a tacere: pag. 442. F. 50. Febbre. 10+9 tattiche per affrontarla: pag. 446. 51. Febbre sulle labbra. 16 idee per guarire l'herpes simplex: pag. 457. 52. Flatulenza. 5 proposte per liberarsi dai gas: pag. 464. 53. Flebite. 10 rimedi per tenerla a bada: pag. 469. 54. Fobie e paure. 9+3 suggerimenti per superarle: pag. 477. 55. Forfora. 17 modi per fermare la nevicata: pag. 488. 56. Foruncoli. 7+5 sistemi per eliminarli: pag. 496. 57. Fuoco dl sant'Antonio. 11 trucchi per combattere il dolore: pag. 502. G. 58. Gengivite. 21 rimedi per guarire i disturbi delle gengive: pag. 509. 59. Gotta. 13+4 idee per affrontarla: pag. 517. H. 60. Herpes genitale. 10+4 strategie per tenerlo a bada: pag. 525. I. 61. Impotenza. 13 segreti per farcela: pag. 533. 62. Incontinenza. 19+1 sistemi per affrontarla: pag. 541. 63. Infertilità. 16+1 consigli per concepire: pag. 548. 64. Influenza. 14+6 rimedi per sconfiggerla: pag. 561. 65.
Insonnia. 16+1 tappe per una buona notte di sonno: pag. 572. 66. Intolleranza al lattosio. 10 idee per migliorare le cose: pag. 585. 67. Intossicazione da cibo. 7+15 sistemi per non cascarci: pag. 591. 68. Iperventilazione. 7 tattiche per vincerla: pag. 599. 69. Irritazioni da sfregamento. 10 trattamenti antirossore: pag. 604. J. 70. Jet lag. 15+7 trucchi per arrivare in piena forma: pag. 608. SECONDO VOLUME. (Le pagine sono indicate nel secondo floppy disk) L. 71. Labbra screpolate. 11 proposte antisecchezza. 72. Laringite. 16 trucchi risanatori. M. 73. Mal d'auto. 18+6 rimedi superveloci. 74. Mal di denti. 12 suggerimenti antidolore. 75. Mal di gola. 16+1 modi per spegnere il fuoco. 76. Mal di schiena. 15+7 idee antidolore. 77. Mal di testa. 38+2 modi per risolvere il problema. 78. Mal d'orecchie. 12 modi per fermare il dolore. 79. Mani screpolate. 15+7 trucchi ammorbidenti. 80. Menopausa. 21 sistemi per affrontarla. 81. Morsi d'animali. 6 proposte di trattamento. N. 82. Nausea. 6+1 soluzioni calmastomaco. 83. Nausea del mattino in gravidanza. 11+1 vie per combattere il malessere. O. 84. Occhi arrossati. 5 sistemi per vederci chiaro. 85. Occhi stanchi. 7+3 trucchi per evitarli. 86. Occhio nero. 4 modi per curare la contusione. 87. Odor di piedi. 12+1 segreti deodoranti. 88. Odori sgradevoli. 9 modi per sentirsi freschi e puliti. 89. Orticaria. 6+3 trucchi per fermare il prurito. 90. Osteoporosi. 11+1 sistemi per irrobustire le ossa. 91. Otite. 8 idee per lenire i sintomi. 92.
Otite da piscina. 8+1 trattamenti preventivi e curativi. P. 93. Peli incarnati. 10 trucchi per una rasatura perfetta. 94. Pelle grassa. 6+1 consigli per un viso luminoso. 95. Pelle secca e irritata dal freddo. 10 trattamenti per il brutto tempo. 96. Piede d'atleta. 17+1 trucchi per liberarsene. 97. Piedi doloranti. 12 trattamenti speciali. 98. Pipì a letto. 4 scelte per una buona notte di sonno. 99. Pipite. 7 consigli per avere dita perfette. 100. Posizione corporea. 20 modi per stare ben dritti. 101. Pressione alta. 13+4 modi per tenerla sotto controllo. 102. Problemi di dentiera. 14 idee per un sorriso più sicuro. 103. Problemi di memoria. 16+4 sistemi facili per ricordarsi tutto. 104. Psoriasi. 14+5 trattamenti efficaci. 105. Punture d'insetto. 19 suggerimenti per alleviare il dolore. R. 106. Raffreddore. 17+4 rimedi per vincerlo. 107. Ragadi anali. 13 trattamenti calmanti. 108. Rughe. 18+6 sistemi per rallentare l'invecchiamento della pelle. 109. Russare. 10 tecniche per una buona dormita. S. 110. Sangue dal naso. 15+1 sistemi per bloccare il flusso. 111. Scottature. 10 soluzioni per i piccoli incidenti. 112. Scottature da sole. 18+5 trattamenti rinfrescanti. 113. Seni dolenti. 15+1 suggerimenti per ridurre la sensibilità. 114. Sindrome delle gambe irrequiete. 16+3 tecniche rilassanti. 115. Sindrome del tunnel carpale. 13+2 tecniche per affrontare il problema. 116. Sindrome di Raynaud. 11 suggerimenti di buon augurio. 117. Sindrome premestruale. 19+9 modi per controllare i sintomi. 118. Singhiozzo. 7+10 cure casalinghe. 119. Sinusite. 11+4 consigli antinfezioni. 120. Stanchezza. 31+3 suggerimenti per una vita piena di energia. 121. Stitichezza. 17+1 soluzioni. 122.
Stress. 21+1 modi per ridurre la tensione. pag. T. 123. Tachicardia. 12 modi per calmare un cuore frettoloso. 124. Tagli e graffi. 8+5 sistemi per curare una lesione. 125. Tartaro e placca. 21 trucchi per curare bene i denti. 126. Tendinite. 13 rimedi salutari. 127. Torcicollo. 18+6 modi per eliminare il dolore. 128. Trigliceridi. 8+1 sistemi per ridurli. U. 129. Ulcera. 10+5 trattamenti calmanti. 130. Ulcere della bocca. 11 cure per un problema noioso. 131. Unghie incarnite. 6+1 metodi di trattamento. V. 132. Vaginite. 22+3 antidoti naturali. 133. Vene varicose. 13+1 modi per guarire. 134. Verruche. 10+14 modi per vincerle. 135. Vesciche. 19+1 trucchi per lenire il dolore. 136. Vomito. 11 rimedi per sentirsi meglio.
INTRODUZIONE. Quello che avete sotto gli occhi in questo momento è un efficacissimo manuale, con consigli utili per guarire milioni di persone, voi compresi. Avete fra le mani il distillato dell'esperienza e della saggezza di centinaia di medici e operatori sanitari: il meglio dei loro sistemi per curare decine e decine di malanni e problemi. E questi sistemi sono accessibili e praticamente senza rischi. Come è nato questo manuale? La redazione ha passato mesi intervistando medici specialisti, chiedendo loro rimedi 'da casa', rimedi che i nostri lettori potessero usare per curare da soli i loro malanni. E gli esperti hanno risposto.Ci hanno insegnato 28 sistemi per abbassare il colesterolo, 16 rimedi per le emorroidi, 19 sistemi per lenire il dolore di una puntura d'insetto, 11 modi per spegnere il fuoco di sant'Antonio. Fra tutti, ci hanno rivelato 2082 trattamenti per risolvere 136 problemi, una vera miniera di cure. Sono molti anni che lavoro come giornalista specializzato nei problemi della salute e ho scoperto che tantissime persone cercavano un modo per risolvere i loro piccoli guai senza andare dal medico: volevano curarsi "a casa propria". Questa gente non si accontentava di una o due possibili soluzioni, ma desiderava "un'intera farmacia di alternative". Ma se le persone vogliono risparmiarsi la visita dal medico, vogliono anche farsi consigliare i rimedi casalinghi da un dottore. Così se volete un 'medico amico' per casa vostra, avete a disposizione questo libro, che è la raccolta più completa di tecniche e di 'trucchi' per guarire che mi sia capitato di vedere. E il pubblico è stato d'accordo con me: dieci milioni di persone nel mondo l'hanno comprato, dieci milioni di famiglie hanno in casa un libro pratico, comodo, da usare tutti i giorni e capace di fare risparmiare un sacco di soldi e un sacco di tempo, e soprattutto...
far guadagnare in salute. Alla vostra salute! William Gottlieb caporedattore di 'Prevention', la rivista sulla salute più diffusa al mondo.
AVVERTENZA. Le informazioni contenute in questo libro vogliono aiutarvi a prendervi cura della vostra salute in modo più informato, non vogliono sostituire le cure che vi prescrive il vostro medico. Pertanto, se pensate di avere un problema di salute più serio, vi consigliamo di cercare l'opportuna assistenza medica. Se invece volete affrontare i piccoli disturbi che quotidianamente vi affliggono, questo libro sarà un'ottima guida nella scelta del rimedio che fa per voi. Nel testo troverete citato, anziché il nome commerciale del farmaco suggerito, il principio attivo in esso contenuto, cioè la sostanza principale che agisce sull'organismo. Uno stesso principio attivo, infatti, viene spesso utilizzato in più farmaci, di efficacia più o meno equivalente, che trovate in vendita con diverse denominazioni commerciali. Sarà il vostro farmacista che vi potrà aiutare a orientarvi nella scelta del prodotto più indicato per voi e ad usarlo correttamente. Tutti i rimedi citati, alla data attuale, non sono soggetti a prescrizione medica. Ricordatevi, comunque, che quando qualcosa non funziona per il verso giusto un po' troppo a lungo, solo il medico può chiarire la situazione. 1. ACNE. 15 + 4 rimedi per una pelle più bella. E' mattina. Togliete il vapore dallo specchio del bagno e la prima cosa che vedete è un bel brufolo sulla punta del naso, tanto per cominciare bene la settimana. Date un'altra pulita allo specchio, vi alzate in punta di piedi e vi sporgete bene in avanti per dare un'altra occhiata. Qui tutto bene. Ma qua sotto? Alzate il mento per vedere meglio e scoprite che due 'punti bianchi' sono 'fioriti' sotto il labbro inferiore. Non è un bello spettacolo. Vi sporgete ancora di più, con la faccia che ormai tocca lo specchio, e nel solco fra il naso e la guancia individuate un solitario 'punto nero' che vi guarda minaccioso. Vi tirate indietro, inciampando per lo stupore. Vi sedete sul bordo della vasca e vi prendete la faccia fra le mani. Il pensiero ritorna al passato, al tempo lontano dei brufoli e dei balli studenteschi. E vi chiedete: che cosa sta succedendo? La risposta è semplice: avete l'acne. E' vero che l'acne è il flagello dell'adolescenza, ma può seguirvi fino alla mezza età e anche oltre. Le donne possono avere fioriture di brufoli a 25 o 35 anni, e anche dopo. A mia madre capitava anche dopo i sessant'anni dice il dottor James E. Fulton junior, dermatologo che ha fondato l'istituto di ricerca per l'acne di Newport Beach, in California. In realtà 'acne' è un termine generico per indicare una serie di sintomi come brufoli, cisti sebacee e comedoni, sostiene Peter E. Pochi professore di dermatologia all'Università di Boston. E' la sindrome in cui i pori della pelle si otturano, provocando lesioni sia infiammate sia non infiammate. Ma qual è la causa dei pori otturati? Non è la cioccolata a provocare l'acne, dice il dottor Fulton e neppure i capelli o la pelle sporchi, né il sesso, troppo o troppo poco che sia. E allora di chi è la colpa? Dell'ereditarietà, nella maggior parte dei casi.
L'acne è un problema genetico che tende a ripetersi in alcune famiglie spiega il dottor Fulton. E' un difetto ereditario che riguarda i pori. Se tutti e due i vostri genitori avevano l'acne, nella vostra famiglia ce l'avranno tre fratelli su quattro. Ma se vostra sorella non ha un brufolo e la vostra faccia sembra una zona di guerra, fate attenzione: ci sono anche altri fattori che possono aggravare un'esplosione acneica. Lo stress, l'esposizione al sole, i cambi di stagione e certe condizioni climatiche possono far precipitare un attacco di acne dice il dottor Fulton. Anche alcuni tipi di trucco e di pillole anticoncezionali possono provocare una fioritura. Le donne che lavorano sono particolarmente vulnerabili aggiunge il dottor Fulton. Non solo sono sottoposte a una grande quantità di stress, ma tendono anche a truccarsi molto di più. Ecco allora alcuni consigli antibrufoli. Chi ne ha più bisogno dovrebbe tenerli bene in mente. - "Cambiate trucco". Nelle donne adulte, il principale fattore scatenante delle esplosioni acneiche è il trucco. Il problema è il trucco grasso sostiene il dottor Fulton. I pigmenti dei fondotinta, dei rossetti, delle creme detergenti o idratanti non sono un problema, e neppure l'acqua che c'è nei prodotti. E' proprio l'olio. Di solito l'olio è un derivato di acidi grassi più potenti di quelli della nostra pelle. Se siete soggetti all'acne usate un trucco senza grassi. - "Leggete le etichette". Dovreste evitare anche i prodotti che contengono lanolina, miristato di isopropile, laurilsolfato di sodio, laureth-4. Come l'olio, anche questi ingredienti sono troppo ricchi per la pelle. - "Ricordatevi di togliere il trucco". Struccatevi accuratamente tutte le sere dice il dottor Fulton. Usate un sapone morbido due volte al giorno e assicuratevi di eliminarne ogni traccia dalla pelle. Sei o sette risciacqui con acqua fresca dovrebbero bastare. - "Adottate un look naturale". Qualunque sia il trucco che usate, meno ne mettete meglio è consiglia il dottor Fulton. - "Fate attenzione alla pillola". Le ricerche condotte dal dottor Fulton indicano che alcune pillole anticoncezionali possono aggravare l'acne. Se prendete la pillola e avete un problema di acne parlatene con il vostro medico; è probabile che il dottore vi prescriverà un altro tipo o un altro sistema di controllo della fertilità. - "Non usate le mani". Non è il caso di strizzare brufoli e piccole cisti suggerisce il dottor Pochi. Un brufolo è un'infiammazione, e spremendolo potreste irritarlo, provocando un'infezione. Non c'è niente che possa far andare via più in fretta un foruncolo. Di solito un brufolo dura da una a quattro settimane, ma alla fine se ne va sempre. Un punto bianco o 'grano di miglio' è un poro otturato ma non infiammato, osserva il dottor Pochi. Il nucleo di un punto bianco è molto più piccolo del nucleo di un punto nero. Se lo schiacciate le pareti del poro possono rompersi e il contenuto può spandersi nella pelle e provocare un foruncolo. I brufoli infatti si formano quando si rompono le pareti del poro di un punto bianco.
- "Imparate quando spremere". Anche se la maggior parte dei brufoli sta meglio se non li toccate, ce n'è un tipo a cui una schiacciatina fa bene. Qualche volta il brufolo ha una piccola testa centrale di pus giallo spiega il dottor Pochi. Se lo spremete dolcemente, di solito il nucleo interno esce senza problemi. Una volta che il pus è uscito, il foruncolo guarisce più in fretta. - "Dichiarate guerra ai punti neri". Potete liberarvi dei punti neri anche spremendoli. Un punto nero è un poro molto intasato. Il materiale all'interno del poro è solidificato, e il poro ha l'apertura allargata spiega il dottor Pochi. La parte nera di un punto nero non è, come molti sostengono, sporco. In realtà i dermatologi non sanno esattamente di che cosa si tratti, ma qualunque cosa sia, non diventa un brufolo. - "Usate medicinali per sconfiggere l'acne". Potete respingere un attacco di acne con prodotti che trovate in farmacia anche senza ricetta. Scegliete prodotti che contengano perossido di benzoile consiglia il dottor Fulton. Il benzoile fa entrare il perossido nel poro e libera l'ossigeno che uccide i batteri responsabili dell'acne. In realtà sono due principi attivi in un solo prodotto. Inoltre il benzoile elimina le cellule degli acidi grassi che irritano i pori. I prodotti antiacne da banco sono disponibili in varie formulazioni, come gel, liquidi, lozioni o creme. Il dottor Fulton suggerisce di usare un gel a base acquosa, che probabilmente irrita di meno la pelle. Il consiglio è di usarlo per circa un'ora la sera e poi sciacquarlo molto accuratamente al momento di andare a letto, specialmente nelle zone del collo e del contorno degli occhi. - "Non fatevi ingannare dalle percentuali". I medicinali antiacne contengono concentrazioni di perossido di benzoile che vanno dal 2,5% a circa il 10%. Ma queste percentuali hanno poco a che vedere con l'efficacia del prodotto. Da molti test risulta che i prodotti con meno principio attivo sono efficaci come quelli che ne contengono di più dice Thomas Gossel, professore di farmacologia e tossicologia alla Ohio Northern University. Il 5% funziona come il 10%. - "Trattate la pelle secca con molta cura". La pelle secca può essere sensibile al perossido di benzoile, quindi il dottor Gossel raccomanda di cominciare con un prodotto a bassa concentrazione e poi di aumentarla gradatamente. Probabilmente la pelle, quando vi spalmerete il prodotto, si arrosserà, ma questa è una reazione normale. - "State lontano dal sole". I prodotti antiacne possono provocare reazioni negative al sole. Riducete al minimo l'esposizione al sole, ai raggi infrarossi e alle lampade solari finché non sapete come reagite avverte il dottor Gossel, che consiglia di provare il prodotto su una piccola zona di pelle per testare la sensibilità al sole. - "Pulite bene la pelle". Pulite a fondo la pelle ogni volta che applicate un prodotto antiacne da banco invita il dottor Gossel. Una faccia pulita è comunque più sana. - "Usate un trattamento alla volta". Non mescolate i trattamenti. Se state usando un antiacne comprato in farmacia senza ricetta smettete di applicarlo se il vostro medico vi prescrive un medicinale antiacne.
Il perossido di benzoile è un parente stretto dell'acido retinoico e di altri derivati della vitamina A contenuti nei diversi prodotti dice il dottor Gossel. Non bisogna usarli insieme. - "Bloccate la diffusione dell'acne". Applicate i prodotti antiacne per un paio di centimetri intorno alle zone interessate, dice il dottor Fulton, per cercare di impedire la diffusione dell'acne. In realtà l'antiacne non guarisce i brufoli che avete già spiega il dottore. Funziona soprattutto come sistema di prevenzione. L'acne si sposta sul viso, dal naso verso le orecchie. La zona da trattare è quella intorno alla pelle arrossata e infiammata. Quando comprate un prodotto antiacne, trovate scritto di applicarlo sulla zona interessata, e per zona interessata molti intendono il punto dove vedono i brufoli, ma non è così. AVVERTENZA MEDICA: "Isotretinoina alla riscossa". Un vistoso foruncolo sulla punta del naso può essere un problema serio non solo per chi sta dall'altra parte del naso ma anche per le persone che lo guardano mentre vi stanno parlando. Ma l'acne può essere un problema più serio di un brufolo. L'acne è classificata in quattro gradi: il primo è un'eruzione leggera, con qualche piccola cisti e qualche punto nero. Il quarto grado, il più serio, comprende brufoli in abbondanza, punti neri, pustole, noduli e cisti. L'acne di quarto grado spesso è accompagnata da una grave infiammazione, che diventa rossa o color porpora. Ed è il segnale che bisogna andare dal dermatologo. L'acne grave può lasciare cicatrici permanenti se non è trattata in modo adeguato, dice il dottor Peter E. Pochi. L'isotretinoina (acido B-cisretinoico) è indicata per l'acne più seria e deve essere prescritta dal medico. Attenzione: i farmaci che contengono isotretinoina hanno effetti collaterali marcati e controindicazioni severe.
BOX: "Una rosa che viene dal Cile". La rosa mosqueta ("Rosa rubiginosa"), parente della nostra rosa canina, cresce nel sud del Cile, tra le Ande e l'Oceano Pacifico. L'olio di rosa mosqueta, estratto dai semi, ha dimostrato una grande efficacia nella rigenerazione delle cellule, grazie alla presenza dell'80% di acidi grassi polinsaturi, conosciuti come vitamina F (acido linoleico 40,5% e acido alfalinoleico 39,5%). Questi acidi grassi sono essenziali per l'equilibrio delle membrane cellulari, per i meccanismi di rigenerazione tissutale, nel trattamento della pelle invecchiata e secca e per prevenire i danni causati dall'abbronzatura. Potete usare l'olio di rosa mosqueta sui 'segni dell'acne', in questo modo aiuterete la vostra pelle nel processo di rigenerazione cellulare. Applicate l'olio una volta al giorno con un leggero massaggio circolare sulla zona da trattare.
BOX: "Come fa Hollywood a nascondere i brufoli". Pensate che quel brufolino in faccia sia orribile? Pensate come vi sentireste se quel brufolo fosse grosso come un bidone della spazzatura: le dimensioni che avrebbe se foste una star del cinema. Gli splendidi, immensi occhi di Bette Davis passerebbero in secondo piano in confronto a un brufolo sul naso, se quel brufolo fosse lasciato in bella vista. Ma chi ha mai visto un foruncolo o un punto nero sulla faccia delle star? Nessuno. Forse a loro non spuntano? Come no dice Maurice Stein, il truccatore di Hollywood. La differenza è che loro non possono permettersi di lasciarli vedere.
Stein è da oltre 25 anni un 'mago' del trucco e ha ritoccato volti famosi in film come "MASH", "Funny Girl", e tutta la serie del "Pianeta delle Scimmie". I 'colori di guerra' sono l'unico sistema per sconfiggere il brufolo che spunta, come sempre, al momento sbagliato. Qui di seguito trovate alcuni dei trucchi usati nelle trincee di Hollywood. Stein dice che li ha usati su alcuni dei visi più pagati del mondo. - "Sotto coperta". E' possibile coprire completamente le differenze di colore, secondo Stein, che si tratti di rosa, di rosso o di viola. Per far questo bisogna scegliere un fondotinta con un alto livello di pigmentazione. Più pigmento c'è per grammo, più è facile stendere il prodotto in uno strato molto sottile e ottenere ugualmente una buona copertura. Quando copro un foruncolo sul viso di un personaggio pubblico uso una percentuale di colore del 50-70%. La percentuale normale per un fondotinta è del 15-18%. - "Fate una prova". Non si può dire qual è il livello di colorazione guardando il prodotto, ma si può saperlo facendo una prova. Prendetene un pochino e distribuitelo sulla pelle suggerisce Stein. Se il colore è tanto solido che non riuscite a vedere la pelle che c'è sotto allora la percentuale di colore è abbastanza alta da coprire i difetti della pelle. BOX: "Un problema di iodio?". Molti medici sono convinti che il pesce e altri cibi contenenti iodio possano scatenare un attacco di acne nei soggetti predisposti. Di questa opinione è il dottor James E. Fulton junior, che spiega: Lo iodio entra nell'organismo e si mescola alla corrente sanguigna, e l'eccesso viene espulso attraverso le ghiandole sebacee. Quando viene espulso irrita i pori e scatena un attacco di acne. Se state cercando un responsabile per la vostra acne, ecco una tabella con alcuni cibi e bevande e gli ioduri (composti, solitamente sali, che hanno come elemento base lo iodio) che contengono, in parti per milione (p.p.m.). Il dottor Fulton non sa, per ora, a quale livello gli ioduri possono scatenare un attacco di acne, ma avverte che un'ingestione eccessiva per lunghi periodi può indurre attacchi di acne. Latticini. Burro: 26 p.p.m. Latte omogeneizzato: 11 p.p.m. Panna acida: 7 p.p.m. Formaggio fresco: 5 p.p.m. Yogurt: 3 p.p.m. Carne. Fegato di bue: 325 p.p.m. Tacchino: 132 p.p.m. Pollo: 67 p.p.m. Hamburger: 44 p.p.m. Pesce e alghe. Kelp (alga): 1020 p.p.m. Seppie e calamari: 39 p.p.m. Granchio: 33 p.p.m. Sogliola: 24 p.p.m. Molluschi in genere: 20 p.p.m. Gamberetti: 17 p.p.m. Aragosta: 9 p.p.m. Ostriche: 8 p.p.m. Verdure. Asparagi: 169 p.p.m. Broccoli: 90 p.p.m. Cipolle bianche: 82 p.p.m. Mais: 45 p.p.m.
Cavolini di Bruxelles: 23 p.p.m. Patate: 23 p.p.m. Fagiolini: 7 p.p.m. Varie. Germe di grano: 46 p.p.m. Patatine fritte: 40 p.p.m. Pretzels (salatini): 15 p.p.m. Pane bianco: 8 p.p.m. Coca Cola: 3 p.p.m. Zucchero: 2 p.p.m. Sale iodato: 54 p.p.m. Sale alle erbe: 40 p.p.m.
BOX: "Un test per il trucco grasso". Ecco un test facile facile che potete fare a casa vostra per scoprire quanto sono veramente grassi i vostri prodotti da trucco. Prendete un foglio di carta (di quelli da macchina per scrivere) di buona qualità e stendete una striscia spessa del prodotto che vi interessa. Aspettate 24 ore, poi controllate se c'è un alone di grasso intorno. Nel giro di un giorno l'olio si spande e vedrete un ampio anello di unto spiega il dottor Fulton. Più grande è l'anello, più grasso c'è nel vostro trucco. State alla larga da un fondotinta che forma una grossa macchia di unto.
2. ALITO CATTIVO. 14 + 2 modi per vincerlo.. E' pomeriggio, e siete a colloquio con un possibile datore di lavoro. L'incontro procede bene, non sbagliate una mossa. Le risposte alle domande del vostro interlocutore vi vengono sciolte, scorrevoli. Ridete insieme, vi scambiate sorrisi. Il vostro atteggiamento dice che siete a vostro agio, sicuri di voi stessi. Il posto è vostro, pensate voi. Vi alzate, scambiate una stretta di mano, e dite: E' stato un bell'incontro. Aspetto sue notizie con impazienza. Il vostro futuro capo fa una piccolissima smorfia, il suo labbro superiore si contrae. Vi fa un piccolo, rigido sorriso. Qualcosa non va, lo vedete. Alito cattivo? Non è proprio quello che ci voleva come ricordo finale. Colpa del pranzo appena finito? Forse. Ma forse è colpa del pranzo di ieri. Per scoprire perché, e per evitare altri momenti di possibile imbarazzo, leggete quel che segue. - "Non mangiate aglio".
I piatti molto saporiti tendono a 'essere presenti' anche quando la festa è finita. Le spezie rimangono in circolo grazie agli oli essenziali che lasciano in bocca. A seconda di quante ne mangiate, l'odore vi rimane in bocca per circa 24 ore, per quanto vi laviate i denti. Fra i cibi da evitare: cipolle, peperoncino, aglio. - "Occhio alle specialità regionali". Specialità saporite come carni affumicate, salamini e peperonata si lasciano dietro oli essenziali anche dopo che li avete mandati giù. Voi respirate, e loro anche. Se l'occasione richiede un alito profumato è meglio evitare questo tipo di alimenti il giorno prima, per non rischiare che siano loro a parlare al vostro posto. - "Formaggio? No, grazie". Camembert, Roquefort e Gorgonzola vengono definiti 'forti' per ottime ragioni: vi conquistano la bocca e non la lasciano facilmente. Anche altri latticini possono avere questo effetto. - "Attenzione al pesce". Alcuni pesci, come le acciughe della pizza o il tonno del panino che mangiate in ufficio, possono lasciarvi un ricordo durevole. - "Bevete acqua". Caffè, birra, vino e whisky sono i primi sulla lista dei liquidi colpevoli. Lasciano tutti un residuo che può attaccarsi alla placca orale e infiltrare il sistema digestivo. Ogni respiro ne porta una traccia nell'ambiente. - "Portate con voi uno spazzolino da denti". Alcuni odori possono essere eliminati, in modo temporaneo o permanente, se vi lavate i denti subito dopo il pasto. Il maggior colpevole dell'alito cattivo è lo strato morbido e appiccicoso di batteri vivi e morti che aderisce ai denti e alle gengive, dice Eric Shapira, medico dentista e docente alla facoltà di odontoiatria dell'University of the Pacific. Questo strato sottile è chiamato placca. In qualsiasi momento, ci sono 50 miliardi di questi microrganismi a zonzo nella vostra bocca. Se ne stanno negli angolini bui, 'assaggiano' ogni frammento del cibo che mangiate, fanno collezione di piccoli odori e ne producono altri in proprio. Quando espirate, anche i vostri batteri espirano. Spazzolatevi bene i denti e vi libererete almeno di alcuni dei vostri problemi di alito. - "Sciacquatevi la bocca". Se non potete spazzolare, sciacquate: andate in bagno dopo i pasti, prendete in bocca un sorso d'acqua, sciacquatevela bene e lavate via l'odore di cibo, suggerisce Jerry F. Taintor, preside di endodonzia presso la facoltà di odontoiatria dell'Università del Tennessee. Poi sputate l'acqua, naturalmente. - "Fate tre pasti al giorno". L'alito cattivo può essere provocato anche dal digiuno. Uno degli effetti collaterali del digiuno, o di una dieta inadeguata, è proprio l'alito cattivo. - "Sciacquate e ingoiate". Siete al ristorante, spazzolino e filo interdentale sono rimasti a casa. Non potete alzarvi da tavola. Prendete un sorso d'acqua dal vostro bicchiere e fatela circolare, con discrezione, intorno e in mezzo ai denti. Dopo di che, inghiottite questi frammentini di cibo che potrebbero diventare fastidiosi, consiglia il dottor Shapira. - "Fate uno sciacquo alla menta". Se avete bisogno di venti minuti di alito 'fresco', un buon gargarismo è quello che ci vuole. Ma come la carrozza di Cenerentola, quando il tempo è scaduto la magia se ne va e voi vi ritrovate a parlare al riparo della mano.
Scegliete colore e aroma del vostro gargarismo. Quelli che hanno un colore ambrato e sanno di medicina contengono oli essenziali di timo, eucalipto, menta piperita e gaultheria, oltre a benzoato di sodio o acido benzoico. Quelli rossi e speziati contengono composti di zinco. Tutti e due i tipi neutralizzano i prodotti di rifiuto dei batteri, responsabili dell'odore sgradevole. - "Masticate una mentina o un chewing gum". Come il gargarismo, una mentina o una gomma alla menta sono solo una soluzione temporanea, adatta per un'intervista lampo, un piccolo tragitto in macchina o un brevissimo incontro di lavoro. - "Mangiate il prezzemolo". Il ciuffetto di prezzemolo che avete nel piatto non è solo una decorazione: è anche un salva-alito, che vi rinfresca il respiro naturalmente. Quindi prendetelo dal piatto e masticatelo ben bene. - "Un respiro aromatico". Alcune delle erbe e delle spezie che avete in cucina sono ottimi profuma-alito naturali. Portate con voi una bustina di plastica con chiodi di garofano e semi di anice o di finocchio, da masticare dopo un pranzo troppo 'saporito'. - "Spazzolatevi la lingua". C'è un sacco di gente che trascura la propria lingua afferma il dottor Shapira. La lingua è coperta di piccole escrescenze simili a peli, che sotto il microscopio sembrano una foresta di funghi. Sotto le cappelle dei funghi c'è lo spazio per ospitare la placca e un po' del cibo che mangiamo. E questo provoca l'alito cattivo. Il suo consiglio? Mentre vi state spazzolando i denti, date una spazzolatina gentile anche alla superficie della lingua. Non lasciate cibo e batteri a nutrire l'alito cattivo.
BOX: "Come controllare l'alito da soli". Quanto è cattivo il vostro alito cattivo? Se non avete un amico disposto a dirvi la verità ci sono un paio di modi per scoprirlo, dice il dottor Eric Shapira. - "Unite le mani a coppa". Respirateci dentro con una grande, profonda espirazione. Annusate. Se per voi è sgradevole per gli altri è certamente tremendo, assicura il nostro esperto, dottor Shapira. - "Usate il filo interdentale". Non per pulirvi i denti, anche se è sempre una buona idea, ma per scoprire quanto può essere cattivo il vostro alito. Fate passare gentilmente il filo fra i denti e poi annusate un po' del materiale che avete raccolto. Se l'odore è cattivo. anche l'alito lo è.
AVVERTENZA MEDICA: "L'alito cattivo può significare grossi guai". Un alito cattivo persistente non significa che mangiate troppe cipolle, molto spesso è un segno di gravi problemi alle gengive, insegna Roger P. Levin, presidente dell'Academy of General Dentistry di Baltimora. Può trattarsi anche di gas e odori provocati da problemi gastrointestinali dice il dottor Levin. Se l'alitosi dura più di 24 ore senza una causa evidente, prendete un appuntamento con il vostro dentista o con il vostro medico. L'alito cattivo può essere provocato anche da altre malattie, come deidratazione, carenza di zinco, tubercolosi, sifilide e tumori, e da alcune medicine, come la penicillamina e il litio.
3. ALLATTAMENTO AL SENO. 14 + 1 consigli per allattare senza problemi. Wanda ha allattato tre figli con il biberon prima di restare incinta di Riccardo. Ma quando ha scoperto i vantaggi dell'allattamento al seno per i bambini, ha deciso di fare un tentativo. Ora è felice di averlo fatto. Se avessi saputo che era così facile l'avrei fatto anche con gli altri dice Wanda. Allattare un bambino è facile quando sai come fare, dice Julie Stock, portavoce per le informazioni mediche di La Leche League International, un gruppo nato per aiutare le donne che allattano. Le poppate sono più frequenti, ma se si considera il tempo necessario per comprare e preparare il latte artificiale i conti vanno in pari. Come si fa ad allattare senza problemi? Ecco i consigli dei nostri esperti. - "Mettete il bambino nella posizione giusta". I nostri esperti sono unanimi nel dire che questo è un elemento fondamentale per allattare senza problemi. Come si fa? Kittie Frantz, infermiera diplomata e direttrice della clinica del bambino allattato al seno di Los Angeles, lo spiega in questo modo: Il bambino deve stare tutto di fronte a voi: testa, torace, pancino, ginocchia. Tenete il bambino in modo da avere il sederino in una mano e la testa nella piega del gomito. L'altra mano tenetela sotto il seno, con tutte le dita che sostengono la mammella. Ma non mettete le dita sull'areola (l'area più scura che circonda il capezzolo). A questo punto, prosegue Kittie Frantz sfiorate il labbro inferiore del bimbo con il capezzolo, in modo che apra la bocca. Quando è ben aperta, avvicinate rapidamente a voi il corpo del bambino, così che la bocca si attacchi all'areola. Il capezzolo dev'essere ben dentro alla bocca del bambino aggiunge la dottoressa Carolyn Rawlins, ostetrico nell'Indiana e membro del consiglio direttivo di La Leche League International. In questo modo il capezzolo non si muove quando il bambino succhia. - "Rispettate il vostro corpo". Di solito l'allattamento non provoca dolore alla madre dice Julie Stock. Abituatevi a pensare che non è necessario provare dolore. Se c'è un disagio, risolvetelo subito. Se il bambino succhia in modo sbagliato, interrompete la suzione con un dito e riposizionatelo correttamente. - "Interrompete il bambino finché non succhia nel modo giusto". Se il bambino è confuso, perché passa dal seno al succhiotto o al biberon, può non attaccarsi al capezzolo abbastanza a fondo. Assicuratevi che la bocca del bambino sia ben aperta prima di avvicinarlo al seno; la bocca deve chiudersi sul capezzolo in modo tale da 'mordere' almeno tre centimetri di areola. Lasciate il bambino attaccato al seno finché sentite che succhia davvero, il che significa che inghiotte ogni succhiata o due. Se lo vedete sonnecchiare, fategli fare il ruttino, svegliatelo e attaccatelo dall'altra parte. Lasciatelo succhiare dall'altra mammella finché ne ha voglia. In genere il tempo della poppata varia da 20 a 30 minuti. - "Alternate i lati a ogni poppata". Allattate il bambino da un lato finché non vedete che perde interesse, dice Julie Stock. Poi offritegli l'altro lato.
Alla poppata successiva offritegli per prima la mammella con cui ha terminato la volta precedente. - "Allattatelo spesso". Per le donne, spesso è uno shock scoprire quanto spesso un bambino vuole il latte. Molti medici danno istruzioni che sono più adatte all'allattamento artificiale dice Julie Stock. Probabilmente nelle prime settimane allatterete il vostro bambino 8 o 12 volte al giorno. Il latte umano infatti è progettato per poppate frequenti, spiega la dottoressa Rawlins, e questo rafforza il legame che si crea fra madre e figlio. - "Non fate indurire i capezzoli". Esercizi o manipolazioni per indurire i capezzoli non servono e possono anche essere controproducenti, assicura la dottoressa Rawlins. Se il bambino è posizionato nel modo giusto le ragadi non si formano comunque. - "Per i capezzoli rientrati usate un tira-capezzoli". E' meglio cominciare a usarlo al sesto o settimo mese di gravidanza. Una delicata suzione con questo apparecchio aiuta a riportare in fuori il capezzolo. Ma non usatelo più di 15-20 minuti al giorno, avverte la dottoressa Rawlins. - "Non lavate i capezzoli con il sapone". Non usate mai il sapone sui capezzoli, perché si inaridiscono avverte la dottoressa Rawlins. Vedete quelle piccole sporgenze intorno all'areola? Sono ghiandole sebacee, e producono un olio che contiene una sostanza antisettica, perciò non è il caso di usare il sapone. - "Fate asciugare i capezzoli all'aria". Assicuratevi che i capezzoli si siano ben asciugati all'aria prima di coprirli, ricorda Julie Stock. E non usate un paralatte con uno strato di plastica, perché li manterrebbe umidi. - "Usate il vostro latte per guarire le ragadi del capezzolo". Il 95% dei casi di ragadi è provocato da un modo sbagliato di succhiare dice Julie Stock. Il dolore cessa appena risolvete il problema, ma la lesione può metterci un po' di più a guarire. Per accelerare la guarigione fate asciugare bene i capezzoli all'aria dopo la poppata, poi spremete un po' di latte e massaggiatelo sul capezzolo. Il latte di fine poppata è molto ricco di lubrificanti e contiene anche una sostanza antibiotica, spiega Julie Stock. - "Attenzione ai dotti ostruiti". I canali del latte possono ostruirsi a causa di indumenti che stringono, o per l'anatomia della madre, o per la fatica, o perché c'è stato un periodo prolungato senza poppate. Un dotto ostruito può anche dare inizio ad un'infezione, se il problema non viene risolto rapidamente. Se avvertite nel seno una zona dura e dolorosa al tatto, liberatevene usando il calore dice Julie Stock. Massaggiate il seno cominciando dall'alto e scendendo pian piano con un movimento circolare. E' importante, comunque, che il vostro bambino succhi spesso da quel lato: infatti la poppata del bambino aiuta a sgombrare il dotto più in fretta di qualsiasi altra cosa. Di solito nel giro di 24 ore è tutto a posto. L'intoppo può essere risolto prima ancora che ve ne accorgiate. - "Usate la vitamina E per i capezzoli screpolati". Se c'è una ragade su un capezzolo, può essere utile l'applicazione locale di un piccolo quantitativo di vitamina E. Quando finite la poppata, prendete una capsula di vitamina E, apritela sulla punta, spremetene una goccia e massaggiatela sul capezzolo. Il segreto, dice Julie Stock, è usarne una piccolissima dose.
- "Se il latte è troppo, provate con le compresse calde". Quando il bambino non riesce a succhiare tutto il latte disponibile e vi sentite i seni turgidi, mettete sulle mammelle delle compresse calde e umide, suggerisce la dottoressa Frantz. Il calore apre i dotti e il latte fluisce più liberamente. Allattate il bambino più spesso e più a lungo, e bevete più liquidi, in modo da urinare ogni ora. - "Controllate le perdite". Il sistema di produzione del latte è così sensibile agli stimoli che una donna può cominciare a emettere latte anche quando è fuori a far spese e sente piangere un neonato, spiega Julie Stock. Se capita, premete il capezzolo sul petto con la base della mano. Se il latte che scorre è molto, assorbitelo con qualcosa che potete lavare in casa, meglio se di puro cotone. I fazzoletti di cotone da uomo vanno benissimo dice Julie Stock.
BOX: "Scegliete un buon reggiseno". Per scegliere un buon reggiseno da allattamento la cosa migliore è prendere una taglia di reggiseno in più rispetto a quella usata durante la gravidanza, consiglia Julie Stock, responsabile di La Leche League International. Non occorre comprare molti reggiseni all'inizio: è meglio aspettare e vedere. Al terzo o quarto giorno può darsi che il reggiseno della gravidanza vada bene di nuovo. Ecco altri suggerimenti che vi aiuteranno a scegliere un buon reggiseno: Scegliete quelli con il cotone a contatto della pelle. - Assicuratevi che l'apertura per allattare sia grande a sufficienza, in modo da non comprimere i seni. La compressione può provocare ingorghi dei dotti. - Assicuratevi di poter aprire e chiudere facilmente il reggiseno con una mano sola. - Evitate le chiusure con il velcro: fanno troppo rumore. - Verificate che le spalline siano comode e che il reggiseno non stringa intorno al torace.
AVVERTENZA MEDICA: "Come affrontare la mastite". Se vi sentite un seno infiammato, avete la febbre o avete sintomi di influenza, chiamate il dottore. Forse avete una mastite, un tipo di infezione del seno. Di solito la mastite viene trattata con gli antibiotici. Se questa è la prescrizione del vostro medico assicuratevi di prendere tutta la dose prescritta anche se i sintomi sono spariti, in modo da prevenire infezioni ricorrenti. Nel frattempo potete accelerare la guarigione per conto vostro stando a letto, bevendo molti liquidi e allattando più di frequente, suggerisce la dottoressa Carolyn Rawlins. Il latte non è infetto, e con il latte date al bambino ottimi anticorpi. Se smettete di allattare mentre avete la mastite potrebbe formarsi un ascesso al seno.
4. ALLERGIE. 14 sistemi per alleviare i sintomi. 'Allergia' è quello che succede quando l'organismo riconosce una sostanza che non gli piace. Il naso si blocca e comincia a colare, i polmoni bruciano e ansimano. Le allergie possono variare all'infinito, come le persone. Ma la maggior parte si divide in tre categorie base: allergie da contatto, da cibo o da inalazione. Le allergie da inalazione, quelle che si scatenano come reazione al materiale sospeso nell'aria che respiriamo, sono le più comuni.
I quattro principali responsabili aerei sono la polvere, il polline, il pelo e la forfora degli animali domestici e le muffe. C'è un po' di tutto nella polvere di casa dice Thomas Platts-Mills, primario della divisione di allergologia e immunologia dell'Università della Virginia. Persone diverse sono allergiche a cose diverse, i frammenti di scarafaggio per esempio sono potentissimi, ma il maggior responsabile rimane l'acaro della polvere. L'acaro della polvere è un 'parente', praticamente microscopico, delle zecche e dei ragni. Ma il problema non è l'acaro vivo, la causa della reazione sono il materiale fecale che l'acaro espelle mentre vaga su tappeti e stoffe, la sua residenza preferita, e i corpi degli acari morti. Per quanto riguarda gli altri allergeni (cioè le sostanze che possono provocare allergie) più comuni, il polline entra in casa da fuori, la forfora cade da Fido in una nube di cellule morte e le muffe crescono dove c'è umidità e poca luce, per esempio sotto la moquette, o in cantina. Ma poco importa il tipo di allergene: voi ne respirate uno e, se siete allergici, cominciate a starnutire. Non tutte le case possono vantarsi di avere tutti i 'Quattro Grandi', ma in ogni casa che non sia sigillata ermeticamente ce n'è almeno uno o due. Che fare? C'è qualche possibilità di scampare a questi diffusissimi clandestini della casa moderna, o le masse allergiche sono condannate a una vita di eterni starnuti e di naso colante senza speranza? Non perdete la calma. C'è molto che potete fare per ridurre i fastidi che l'allergia porta nella vostra vita. Questi consigli, sperimentati e raccomandati dai medici, vi rimetteranno solidamente sul sentiero del respiro tranquillo e degli occhi non lacrimosi. - "Trattate i sintomi". Entro certi limiti, il contatto con la fonte del vostro problema è ineliminabile. Le cure antiallergiche che il vostro medico può prescrivervi sono uno strumento importante per garantirvi che le vostre sortite fuori casa siano piacevoli invece che fastidiose, ma non sempre sono indispensabili. Gli antistaminici da banco, che trovate in farmacia, vanno benissimo per il naso che cola e per gli occhi rossi. In genere questo tipo di medicinale fa un ottimo lavoro dice Richard Podell, professore associato di medicina generale presso la facoltà medica Robert Wood Johnson all'Università di medicina e odontoiatria del New Jersey. Ma se la vostra allergia dura più di cinque o sette giorni, probabilmente dovreste vedere un dottore. - "Mettete in casa l'aria condizionata". Questo è probabilmente, di per sé, il provvedimento più serio che potete prendere per alleviare i vostri problemi di polline, e può essere utile anche per due altri allergeni importanti, le muffe e la polvere di acaro. L'idea di base è quella di creare una specie di oasi suggerisce il dottor Podell. La vostra casa dovrebbe diventare una specie di santuario, un posto su cui potete contare per trovare sollievo. L'apparecchio dell'aria condizionata può essere utile per due ragioni. Primo, perché mantiene bassa l'umidità, il che tende a eliminare polvere d'acaro e muffe, e secondo, perché filtra l'aria mentre la rinfresca, se installate anche l'apposito filtro. Ma il vero vantaggio è l'isolamento della casa, dice il dottor Podell. Se tenete aperte le finestre, attenzione: l'interno della casa diventa esattamente come l'esterno, cioè pieno di pollini. - "Mettete l'aria condizionata in macchina". Se starnutite e vi cola il naso già camminando fuori casa, immaginate come vi distrugge solcare le nuvole di polline a novanta chilometri l'ora! Siate ragionevoli e mettete l'aria condizionata anche in macchina. Se vi preoccupa la spesa, ricordate che lo fate per il vostro bene. - "Comprate un deumidificatore".
Tenere pulita l'aria di casa vi aiuterà a eliminare pollini, muffe e residui di animali. Tenerla anche asciutta vi aiuterà a limitare i problemi della polvere d'acaro. Gli acari non vivono bene quando l'umidità scende sotto il 45% dice il dottor Platts-Mills. In generale, più asciutta è la stanza meglio è. Se questo diventa un problema per un bambino o per qualcun altro, provate a mettere un piccolo umidificatore vicino al suo letto. - "Ripassate le zone umide con prodotti fungicidi". La candeggina uccide le muffe e, a differenza di altri prodotti chimici 'esotici', la trovate comodamente nei supermercati. Usatela per ripassare le superfici del vostro bagno finché il problema non è risolto. Per pulire pavimenti, plastica, piastrelle, legno e servizi igienici diluitela in acqua, seguendo le istruzioni sull'etichetta. Attenzione, la candeggina decolora i tessuti. Lasciatela sulle superfici per cinque minuti, poi sciacquate. Per la cantina o il garage potete usare un normale fungicida. - "Isolate gli animali domestici". La polvere che proviene dagli animali domestici è un allergene per molte persone; la maggior responsabile, di solito, è la forfora di gatto. La soluzione più semplice è quella di fare a meno degli animali che avete in casa, ma per molti questa non è una soluzione. In alternativa fate in modo che la vostra camera da letto sia un porto sicuro, totalmente isolato dal resto della casa e assolutamente vietato agli animali. E' sufficiente una passeggiatina nella stanza una volta la settimana per mettere in azione un'allergia da animali dice il dottor Podell. - "Mettetevi una maschera filtrante". Usatene una ogni volta che fate qualcosa che potrebbe esporvi a un allergene. Anche un lavoro semplice come passare l'aspirapolvere può sollevare una bella quantità di polvere, e quanto c'è nell'aria di casa; il tutto resterà in sospensione per parecchi minuti, ricorda il dottor David Lang, collaboratore della divisione di allergologia e immunologia clinica all'ospedale Henry Ford di Detroit, nel Michigan. Lavorare in giardino può esporvi a grosse quantità di polline. Una mascherina che copra naso e bocca può ridurre la quantità di polline diretta ai vostri polmoni. Ci sono modelli che costano poco, funzionano benissimo e si trovano presso molti ferramenta. - "Fate fare il lavoro a qualcun altro". Se siete allergici alla polvere di casa, ai peli di cane o a qualsiasi altra cosa che si nasconda nei tappeti, trovate qualcuno che li pulisca al vostro posto: un ragazzo, magari, o un'impresa di pulizia. Il prezzo da pagare per la pulizia è molto equo, se vi evita una reazione allergica. - "Sigillate il vostro letto". Comunicato congiunto del dottor Podell e del dottor Lang: se il problema per voi è la polvere d'acaro, sigillate materasso e cuscini nella plastica e starete meglio. Gli acari amano il vostro letto, ma con la plastica di mezzo voi siete sicuri di respirare aria pulita invece di rifiuti di acaro. - "Buttate via la moquette". Per una persona allergica sensibile alla polvere, ai peli di animali e alla muffa la moquette ha una controindicazione assoluta. E' un ambiente perfetto per acari e muffe, e i tessuti moderni, molto fitti, attraggono molto efficacemente pollini e forfora di animali. Anche la pulizia a vapore serve a poco. Il vapore non riesce a uccidere gli acari dice il dottor PlattsMills. Tutto quello che succede è che la parte inferiore diventa più calda e più umida, cioè l'ideale per acari e muffe. - "Comprate dei tappetini". Sostituite la moquette con tappetini e otterrete due grandi vantaggi.
Avrete eliminato l'elemento della vostra casa che cattura e trattiene più polvere, polline, peli e muffe e avrete reso più facile l'impresa di tenere la casa libera da allergeni. I tappetini possono essere lavati a temperature abbastanza alte da uccidere gli acari, e i pavimenti che ci stanno sotto, data la trama più larga e più leggera, sono più freschi e più asciutti, quindi meno propizi a muffe e bestioline. Gli acari non riescono a sopravvivere su un pavimento asciutto e lucidato ricorda il dottor Platts-Mills. Qualunque tipo di pavimento asciuga in pochi secondi, mentre una moquette lavata a vapore impiega delle settimane. - "Comprate guanciali sintetici". Gli acari apprezzano i cuscini imbottiti di materiale sintetico esattamente quanto gli altri, ma almeno potete lavare i cuscini sintetici in acqua bollente. - "Lavate i coprimaterassi". Il problema non sono solo i cuscini: gli acari apprezzano anche i vostri coprimaterasso. Lavateli ogni settimana in lavatrice e ad alta temperatura, in questo modo ucciderete gli acari. - "Trasformate almeno una camera in un santuario". Se non potete permettervi la climatizzazione centralizzata e non volete strappare la moquette in ogni stanza, c'è ancora una speranza. Trasformate in 'santuario' almeno una stanza, per esempio la camera da letto. Potete riuscirci usando un condizionatore (d'estate), sigillando la stanza dal resto della casa (tenete la porta ben chiusa), sostituendo la moquette con i tappetini, e in genere applicando tutte le regole che avete letto fin qui.
BOX: "La nostra casa: l'ambiente ideale per gli acari della polvere". Il riscaldamento centrale e l'aspirapolvere: li abbiamo accolti con entusiasmo, l'aspirapolvere cinquant'anni fa, il riscaldamento centrale quarant'anni fa. Adesso possiamo pulire la casa in metà tempo e stare al caldo in tutte le stanze, non solo in cucina vicino alla stufa. Ma la tecnologia, che ha reso più semplici le nostre vite, ha contribuito indirettamente a peggiorare un problema medico piuttosto diffuso, l'allergia agli acari della polvere. L'aspirapolvere ha reso la moquette più attraente dei tappeti dice il dottor David Lang. Il riscaldamento centrale fa sì che nelle case ci siano per tutto l'anno 18-20 gradi centigradi di temperatura. Se a questo aggiungiamo case perfettamente isolate e tessuti lavati in acqua fredda, il risultato è un ambiente assolutamente perfetto per ali acari della polvere. AVVERTENZA MEDICA: "Segni di complicazione". Se avete un'allergia e vi accorgete di avere uno dei sintomi che seguono, e non lo avevate mai provato prima durante un attacco allergico, avvertite il vostro medico. - Un suono fischiante quando respirate. - Congestione del torace sufficiente a rendere difficile la respirazione, spesso accompagnata da respiro fischiante: asma. - Un attacco che non reagisce ai medicinali da banco (antistaminici) in una settimana. - Ponfi rossi dopo l'esposizione a un allergene: orticaria. Questo sintomo può indicare l'instaurarsi di uno shock anafilattico, una reazione allergica tanto grave che può anche uccidere. Lo shock anafilattico, una reazione allergica gravissima, viene associato di solito alla puntura d'ape o di formiche rosse, ma può insorgere anche in risposta ad altri allergeni. Se dopo una puntura d'insetto c'è un'eruzione rossa, questo è un segno di una possibile reazione allergica grave, e va considerato un segnale d'allarme da sottoporre subito a un medico.
5. ANGINA 8 + 1 suggerimenti per prevenire il dolore. Aldo si butta sul divano per smaltire il favoloso pranzo che gli ha preparato Maria Pia: cosciotto di maiale arrosto, patate al forno con la panna, formaggio stagionato e per finire torta di mele. Si accende una sigaretta, ma non riesce a rilassarsi perché è il momento della rituale litigata serale: stavolta il problema è a chi tocca portare fuori il cane. Naturalmente non ci vuole molto perché Aldo, appesantito e con la faccia rossa, si alzi faticosamente dal divano e si scaraventi fuori nella gelida sera di gennaio, sconfitto come al solito. Pochi minuti dopo Aldo boccheggia e si stringe il torace dolorante: sente una pressione insopportabile che si irradia intorno al cuore. Dio mio! grida Aldo. Questa è la volta buona. Non voglio morire! Ma non è ancora la volta buona, e Aldo non sta per partire verso il regno dei cieli. Cinque minuti dopo il dolore è passato e Aldo ricorda che cosa gli ha detto il dottor Cuorinforma giusto la settimana scorsa. Il dolore di Aldo non è un infarto né acidità di stomaco. E' angina, ed è un segnale che le arterie nel cuore di Aldo si stanno intasando di grasso. Il pranzo ricco di condimenti e di sale, la discussione con Maria Pia, l'uscita al freddo, la corsa con il cane: ciascuna di queste cose può provocare un attacco di angina. Ti do queste pillole da prendere quando stai male gli aveva detto il dottor Cuorinforma. Ma ti avverto, Aldo, se non ti metti in riga ti troverai nei guai. Che cosa deve fare il povero Aldo, e gli altri come lui? Ecco il parere degli esperti. - "Date una nuova impostazione alla vostra vita". Il dottor Sidney C. Smith junior, primario di cardiologia allo Sharp Memorial Hospital di San Diego, in California, è molto deciso quando dice che chi soffre di angina dovrebbe ravvedersi e cercare di cambiare il proprio stile di vita. La mia preoccupazione sono i pazienti che prendono medicine, magari costosissime, e non si sognano di cambiare le abitudini a rischio dice il dottore. Fatalmente, avranno altri attacchi di angina. Piacerebbe a tutti trovare soluzioni semplici ai problemi importanti, ma con l'angina e le malattie di cuore, non è così. Passo un sacco di tempo a educare i pazienti: insegno loro a riconoscere i sintomi, che cosa fare quando arriva l'attacco e l'importanza di vivere in modo più sano prosegue il dottore. Ma è un lavoro che non serve se il paziente non collabora. Con un atteggiamento positivo e la voglia di stare meglio, cambiare sarà molto più facile. - "Smettete di fumare". Per quelli che fumano smettere è la prima cosa da fare, e la più importante. In una scala da uno a dieci il fumo sta a dieci, insiste il dottor George Beller, professore di medicina e primario di cardiologia all'Università della Virginia. Il fumo aumenta il biossido di carbonio nel sangue, che va a prendere il posto dell'ossigeno. L'attacco di angina è provocato da un cuore con le arterie intasate che grida per avere ossigeno: fumare, quindi, è la cosa peggiore che possiate fare.
E infatti, nota il dottor Beller, di solito quelli che smettono vedono un calo immediato degli episodi di angina. Peggio ancora, il fumo delle sigarette fa coagulare le piastrine del sangue, bloccando ancora di più le arterie già intasate. In più, e non è poco, il fumo diminuisce l'efficacia di tutte le medicine che prendete. Ecco un altro fatto che può incoraggiarvi a smettere. Alcune ricerche hanno dimostrato che soggetti sofferenti di angina che smettono di fumare dimezzano il loro rischio di morte rispetto a quelli che continuano. - "Attenzione a quello che mangiate". Questo significa meno sale, meno grassi e meno calorie. Anche un solo pranzo troppo ricco di condimenti e troppo salato può provocarvi un attacco di angina, perché vi fa salire improvvisamente la pressione dice il dottor Beller. Per tenere sotto controllo il livello dei grassi nella vostra alimentazione, molti dottori e l'American Hearth Association, l'associazione dei cardiologi americani, suggeriscono una dieta in cui le calorie provenienti dai grassi siano meno del 30%. Questo vuol dire evitare il più possibile gli alimenti che contengono grassi saturi (cioè del tipo che è solido a temperatura ambiente, come il burro) e colesterolo. Ecco alcune buone idee per cominciare. - Mangiate ogni giorno non più di 150-200 grammi di carne, pesce o pollo. - Mangiate solo carne magra e ripulita dal grasso; il grasso va eliminato prima della cottura. La carne tritata non deve contenere più del 15% di grasso. - Se è possibile, eliminate la pelle dal pollame prima della cottura. Se non potete, toglietela prima di mangiarlo. - Imparate a mangiare poca carne, pesce o pollo. Per esempio servite la carne saltata in olio d'oliva (i grassi monoinsaturi come l'olio d'oliva, e polinsaturi come altri oli vegetali, fanno bene al cuore) accompagnata da molta verdura. - Limitate il consumo quotidiano di oli a 5-8 cucchiaini. Preferite gli oli monoinsaturi (olio d'oliva) o polinsaturi (gli altri oli vegetali, per esempio mais, girasole, eccetera). - Eliminate le frattaglie ricche di colesterolo come fegato, rognone e cuore. - Mangiate solo latticini magri o scremati, e leggete bene le etichette: certi formaggi a basso contenuto di grassi contengono molto sale. - Mangiate ogni giorno molta frutta e verdura fresca e di stagione; aumentate il consumo di cereali, soprattutto crusca d'avena, che ha dimostrato di abbassare il livello di colesterolo nel sangue (per saperne di più su come ridurre il colesterolo, vedi il capitolo 'Colesterolo'). - "Scacciate l'angina a forza di esercizio". Molte persone che soffrono di angina si compiacciono di affermare che per loro fare ginnastica è fuori questione, perché l'esercizio fisico affatica il cuore e la fatica scatena l'angina. Ma non è così, secondo il dottor Beller. Il dottor Julian Whitaker, fondatore del Whitaker Wellness Institute di Newport Beach, in California, sa per esperienza diretta quanto sia importante l'esercizio per chi soffre di angina. Gli piace raccontare una storia vera: alcuni pazienti in attesa di un trapianto di cuore sono stati messi a fare ginnastica per rinforzarsi in prospettiva dell'operazione. Nel giro di qualche mese, la funzionalità cardiaca di metà del gruppo è tanto migliorata da rendere inutile il trapianto ricorda il dottore. Quando un paziente comincia un programma di esercizi, è praticamente normale che all'inizio della seduta gli venga un attacco di angina dice il dottor Whitaker. Per questo i malati di angina devono imparare a dare ascolto al proprio corpo, nota il dottor Beller. Se sentono che sta arrivando un attacco di angina, devono capire che lo possono evitare semplicemente rallentando, senza bisogno di fermarsi del tutto.
Perché, vi chiederete, l'esercizio fisico è così importante? Intanto è un tranquillante di provata efficacia, e poi vi aiuta a perdere peso, e stress e sovrappeso sono entrambi un rischio per la vostra salute. In più il movimento rallenta il ritmo cardiaco e vi fa scendere la pressione, il che riduce la necessità di prendere medicine ricorda il dottor Beller. Il movimento produce questi cambiamenti, nota il dottor Whitaker, perché i muscoli ben allenati utilizzano meglio l'ossigeno del sangue arterioso. Questo diminuisce il lavoro che il cuore deve fare per portare ai muscoli la stessa quantità di ossigeno spiega il dottore. Il dottor Beller e il dottor Whitaker sono d'accordo sul fatto che l'esercizio fisico, da solo, non è una panacea. Quello che ci vuole è associare esercizio fisico e dieta. Prima di cominciare a esercitarvi, consultate il vostro medico e fate un test sotto sforzo. Così scoprirete qual è il vostro limite e sarete più sicuri suggerisce il dottor Beller. E' necessario che parliate con il vostro dottore, per stabilire qual è il dolore che voi (e lui) considerate 'tollerabile'. Assicuratevi di fare sempre un riscaldamento graduale, aggiunge il dottor Whitaker, soprattutto se uscite fuori al freddo. - "Imparate a rilassarvi". Con il rilassamento o con la meditazione, potete imparare a dominare le vostre emozioni invece di farvi dominare da loro avverte il dottor Beller. Alcuni dei miei pazienti fanno esercizio senza problemi, e hanno attacchi d'angina solo quando litigano con la moglie. Cercate di risolvere i vostri conflitti, e la vostra angina migliorerà proprio come se prendeste più medicine dice il dottore. - "Prendete un'aspirina al giorno". Alcuni medici pensano che per chi soffre di un'angina di tipo instabile (che colpisce anche senza affaticamento, magari quando riposate o dormite) l'aspirina possa essere un autentico salvavita. A quanto pare l'aspirina previene l'attivazione iniziale dei meccanismi che provocano la coagulazione del sangue dice il dottor Beller. Se il vostro sangue si coagula troppo facilmente, naturalmente non può scorrere nell'arteria che si è ristretta e questo può scatenare un attacco di cuore. In uno studio condotto in un ospedale canadese, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti di angina riducevano del 51% le loro probabilità di un attacco di cuore se prendevano ogni giorno quattro compresse di aspirina tamponata. In seguito a questo studio, e ad altri simili, molti medici raccomandano di prendere un'aspirina al giorno, come cura di mantenimento. In ogni caso, chiunque soffra di cuore deve avere l'approvazione del suo medico prima di cominciare a prendere l'aspirina. Anche se è disponibile senza ricetta, l'aspirina può avere effetti collaterali, inoltre può interferire con altri medicinali che state prendendo. Inoltre, per evitare danni allo stomaco scegliete un'aspirina gastroresistente o tamponata. - "Rialzate la testata del letto". Se gli attacchi di angina vi vengono di notte, alzare la testata del vostro letto di 10-12 centimetri può ridurre il numero degli attacchi, suggerisce R. Gregory Sachs, cardiologo e professore di medicina alla Columbia University. Dormendo in questa posizione il sangue tende ad accumularsi nelle gambe e ne rifluisce meno alle arterie ristrette del cuore. Con questo accorgimento potete ridurre il ricorso alla nitroglicerina. - "Mettete i piedi per terra". Se avete attacchi notturni di angina, il dottor Sachs suggerisce un'alternativa alla solita compressa di nitroglicerina: mettetevi seduti sul letto con i piedi per terra. Questo equivale all'effetto della nitroglicerina dice il dottore. Se però i sintomi non se ne vanno in fretta, allora dovete ricorrere al farmaco.
AVVERTENZA MEDICA: "I segnali di pericolo".
Vi hanno diagnosticato un'angina: attacchi di dolore al torace causati da un insufficiente afflusso di sangue al cuore. Sapete che cosa provoca un attacco, e come evitarlo, sapete anche che cosa fare quando ne sentite arrivare uno. Ma sapete anche quando i vostri sintomi dicono qualcos'altro, quando qualcosa di serio può andare storto? Se non lo sapete, ecco qualche segnale che dice: Avverti il tuo medico APPENA POSSIBILE. - Avete fatto un po' di esercizio senza avvertire segni di angina, ma a questo punto sentite che arriva un attacco. - Provate dolore a un livello di affaticamento minore del solito. - Avevate un'angina stabile (attacchi che arrivano solo quando vi stancate), ma ora state sviluppando un'angina instabile (attacchi che si verificano a riposo). Questi, secondo il dottor Sidney C. Smith, possono essere tutti segni che l'ostruzione arteriosa che interferisce con il flusso sanguigno sta peggiorando. Un altro segnale di allarme è il dolore anginoso che dura più di 15-20 minuti. Può essere un segno di attacco di cuore, quello che noi chiamiamo insufficienza coronarica, che è la forma più grave di angina instabile dice il dottor George Beller. L'insufficienza coronarica provoca dolore prolungato, senza il danno irreversibile caratteristico di un infarto. Ma per il paziente non è possibile percepire la differenza, quindi consideratelo comunque un'emergenza medica. LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Grasso: fino a che punto eliminarlo?". Si può passare tutta la vita senza burro, panna, torta alla crema e uova? E' possibile lasciar perdere alimenti grassi come le costolette, e salati come le patatine fritte, e vivere di verdura, frutta e cereali integrali? Certo che si può, dice il dottor Monroe Rosenthal, direttore del Pritikin Longevity Center di Santa Monica, in California. Migliaia di persone l'hanno fatto e continuano a farlo, e come risultato il loro cuore sta molto meglio. Raccomandiamo una dieta in cui solo il 10% delle calorie derivi dai grassi afferma il dottor Rosenthal, e questo significa non più di 100 grammi al giorno di pesce, pollo o carne magra. L'americano medio ricava il 50% delle calorie dal grasso: un bel cambiamento! E' difficile, certo prosegue il dottor Rosenthal. Alcuni cominciano la dieta e non riescono a seguirla. Ma è molto meglio di un by-pass coronarico, o di stare tutto il giorno a chiedersi quando arriverà il prossimo attacco. La dieta richiede impegno, un atteggiamento positivo e un po' di fatica. Ma i risultati valgono l'impegno che richiedono. La pressione scende, il colesterolo pure, gli episodi di dolore al torace diminuiscono e i sintomi clinici migliorano dice il dottore. Di solito si riesce a eliminare del tutto alcuni medicinali. Uno studio condotto su 893 pazienti del Pritikin ha mostrato, per esempio, che il livello di colesterolo scende in media del 25% dopo un solo mese di dieta. E il 62% dei pazienti di angina se ne va senza medicinali, mentre altri possono ridurre il bisogno di farmaci dopo aver ultimato il programma completo di dieta, esercizio fisico e rieducazione. Certo una dieta in cui solo il 10% delle calorie derivi dai grassi è piuttosto difficile da seguire. Infatti la raccomandazione della maggioranza dei medici e della American Hearth Association è di arrivare a un più realistico 30%. Queste indicazioni sono efficaci e possono essere messe in pratica da una buona parte della popolazione dice il dottor Sidney C. Smith. Il problema è che non si tratta tanto di seguire una dieta, quanto di cambiare lo stile di vita.
6. ANIMALI DOMESTICI. 25 + 5 trattamenti per cani e gatti. Tobi, la bella e vivacissima cagnolina bianca e nera di Giulia, è andata fuori di nuovo a scacciare i conigli dalle lattughe. I conigli l'hanno portata nel Campo dei Licopodi, attraverso la Città delle Zecche, e diritta alla porta della loro carissima amica Sally Puzzola, la ragazza più odorosa del paese. Sally guarda con aria intrigante i nuovi arrivati: Prova questo nuovo profumo, Tobi. Si chiama 'Prendilo!' Ti piace? A Tobi non piace, ma ne porta un campione a casa per Giulia, non si sa mai. Nel frattempo Giulia, appena rincasata dopo una dura giornata di lavoro, è crollata sul divano. E' il segnale per la 'Carica delle pulci', che sono riuscite a entrare nel castello di Giulia per mezzo di un gatto di Troia che si chiama Marmellata. Mentre Giulia si massaggia le caviglie, una Tobi puzzolente, arruffata e coperta di pagliuzze si scaraventa in casa e le piomba in grembo. Marmellata abbandona il campo. Giulia sviene. ODORE DI PUZZOLA? Con un cane come Tobi è difficile sapere da dove cominciare, così partiamo dalle cose più ovvie. - "Fategli la doccia". Una doccia di acqua e aceto è una buona soluzione anche nei momenti difficili. L'aceto copre bene l'odore di puzzola, dice Mary Ann Scalaro, tecnico veterinario dell'ospedale veterinario di Hollis, nel New Hampshire. Fate attenzione: versatelo sull'animale e strofinateglielo addosso, poi applicatelo sul muso con una spugna. Usate guanti di gomma per proteggervi dall'odore di puzzola. Ricordatevi di non bagnare di nuovo l'animale, perché l'acqua laverebbe via l'aceto e l'odore si sentirebbe come prima. Probabilmente ve ne serviranno diverse bottiglie, dice Mary Ann Scalaro, e sarà bene ripetere il trattamento almeno una volta. - "Cuccioli al pomodoro?". Il succo di pomodoro è molto acido e quindi funziona circa come l'aceto, suggerisce Mary Ann Scalaro. Però ha dei difetti: è rosso (Tobi diventerebbe bianca, nera e rossa), appiccicoso e difficile da pulire; poi ne occorre una quantità considerevole. - "Usate prodotti antiodore". Sul mercato ci sono dei prodotti mangiaodore che funzionano combinandosi con l'odore di puzzola per formarne uno nuovo, meno sgradevole. Questi prodotti dovrebbero funzionare subito, secondo Deborah Patt, veterinario a Gilbertsville in Pennsylvania, anche se spesso richiedono applicazioni ripetute. Li trovate nei negozi per animali. ABBASSO LE PULCI. Provate a dirci una sola ragione per cui le pulci meritino di esistere. In nove mesi, due pulci possono generare 222 miliardi di discendenti. Le pulci possono vivere due anni, sono capaci di sopravvivere all'inverno più gelido e possono stare mesi interi senza mangiare. Possono causare anemia e trasmettere malattie e parassiti. Per sconfiggere la Carica delle pulci, Giulia ha creato un'area d'emergenza antidisastro. - "Provate con un bagno antipulci". A volte le pulci sono così grandi che sono loro ad avere i cani. Marvin Samuelson, direttore della clinica veterinaria presso la Texas A&M University, dice che l'arma più potente contro le pulci sono i tradizionali bagni insetticidi.
Penetrano meglio degli spray e delle polveri, e seccandosi lasciano uno strato di polvere che continua ad agire. Però i bagni possono essere tossici, avverte il dottor Samuelson: L'uso scorretto è molto diffuso. Seguite attentamente le istruzioni. E non usate per un gatto il bagno antipulci di un cane. Quello che fa bene a Tobi può uccidere Marmellata. - "Siate prudenti con le polveri". Le polveri possono servire, ma spesso vengono usate male avverte il dottor Samuelson. Infatti molto spesso le indicazioni riportate sulle etichette dei prodotti sono molto generiche e dicono di spruzzare o spolverare l'animale. Solo che 'spruzzare' può significare un pizzico per una persona, e magari mezza scatola per un'altra. - "Usate tranquillamente gli spray". E' praticamente impossibile esagerare con gli spray perché sono i meno tossici assicura il dottor Samuelson. Gli spray, però, possono aiutare a prevenire nuove infestazioni, ma non sono indicati per quelle più gravi. - "Attenzione con i collari". Anche i collari antipulce non se la cavano bene con le infestazioni pesanti, dice il dottor Samuelson, e possono essere tossici per gli animali perché il contatto a lungo andare crea accumulazione. I collari, come gli spray, hanno una funzione preventiva ed aiutano a mantenere l'animale libero da pulci future. - "Trattateli col linaiolo". Il dottor Fred Hink, professore di entomologia alla Ohio State University, ha trovato sulle bucce d'arancia dei veleni mortali per le pulci. Ha scoperto così i più nuovi antipulci di provata efficacia: D-limonene e linaiolo. Sono probabilmente i soli insetticidi in vendita capaci di uccidere i parassiti adulti, le larve e le uova, sostiene il dottor Hink. Il linaiolo è più efficace sugli adulti e sulle uova che sulle larve, ma anche sulle larve è comunque più efficace del D-limonene. Comunque il linaiolo ha i suoi limiti. Né lui né il D-limonene neutralizzano gli adulti con l'efficacia degli insetticidi tradizionali, e nessuno dei due lascia residui attivi. Questo rende difficile la protezione di aree estese dice il dottor Hink. Giudicate voi se i vantaggi (bassa tossicità per gli animali, alta tossicità per le pulci) la vincono sui lati negativi. - "Prendeteli a letto!". Spray, bagni, polveri, non importa quello che usate, ma trattare gli animali non è sufficiente. Dovete trattare anche la cuccia dice il dottor Hink e la zona dove i vostri animali stanno più di frequente, compreso il vostro letto e il vostro divano. Certamente la protezione sarà più efficace se lo spazio da disinfestare è più piccolo. - "Dimenticate la guerra elettronica". Si è parlato molto dei costosi e sofisticati collari antipulci a ultrasuoni. Ma non funzionano sostiene il dottor Hink o per lo meno non hanno effetto sulle pulci adulte. Per quanto ne sappiamo, infatti, le pulci e gli altri insetti non hanno recettori per questo tipo di onde. - "Proteggete la vostra casa dall'invasione". Se volete evitare un'invasione di pulci, dovete 'trattare' la vostra casa e soprattutto la cuccia del vostro animale, due volte l'anno. In commercio trovate dei prodotti antipulci per ambiente che inibiscono lo sviluppo delle larve, bloccandole allo stadio di pupa. - "Trattate i gatti a parte". I gatti fanno toilette da soli, quindi mangiano le pulci e sono più esposti a prendersi il verme solitario, che è trasportato dalle pulci.
I gatti odiano l'acqua ed i rumori sibilanti, perciò lasciate perdere i bagni e gli spray. Il dottor Samuelson raccomanda di usare una schiuma secca antipulci speciale per gatti. Un preparato per cani sarebbe troppo potente. IRRITAZIONI E FERITE. Potete chiamarlo irritazione, o eczema estivo, ma quando il vostro cane si fa letteralmente a pezzi grattandosi per il prurito, bisogna fare qualcosa per aiutarlo. Nei cani non esiste l'eczema estivo dice Donna Angarano, professore associato di dermatologia alla facoltà di medicina veterinaria dell'Auburn University. Di solito, nei cani l'eczema è una forma di allergia alle pulci. Quello che fa impazzire il cane non è il morso della pulce ma la sua saliva, quindi basta una sola pulce a scatenare una crisi. La diagnosi va fatta da un veterinario perché anche altre allergie, parassiti o malesseri possono causare questo 'eczema estivo'. - "Dichiarate guerra alle pulci". Se avete stabilito che si tratta di allergia alle pulci, ormai sapete che cosa fare: basta dare la caccia alle pulci. Spesso l'allergia peggiora con gli anni, spiega la dottoressa Angarano. Non si può curare l'allergia, aggiunge il dottor Samuelson ma si può eliminarne la causa. Alcuni studi collegano l'allergia alle pulci a un ciclo demografico. I padroni lasciano che le pulci si sviluppino liberamente, poi le distruggono, poi riperdono il controllo. La prima cosa da fare, quindi, è non lasciare via libera alle pulci. - "Curate le ferite". Tagliate il pelo intorno alle ferite, pulitele con acqua tiepida e applicate un disinfettante per seccarle. Una ferita aperta, come una zona irritata, è un ottimo terreno per le infezioni batteriche, quindi tenetela pulita e sorvegliata. La dottoressa Angarano raccomanda di usare una polvere ad azione antibiotica, che si compra in farmacia senza ricetta. Anche l'alcol è efficace ma brucia, quindi meglio usare i nuovi sostituti in commercio. - "Trattate le punture d'insetto". Un prodotto a base di aloe vera aiuta a lenire e ad asciugare la lesione. Polveri e unguenti spesso peggiorano le cose ricorda la dottoressa Angarano. IN QUESTO MONDO ARRUFFATO... Laura Martin conosce i problemi del pelo arruffato. Alleva cani da pastore come Tobi nei suoi allevamenti di North Barrington, nell'Illinois, e ha qualche consiglio per Giulia. - "Tagliate i nodi in verticale". Molti tagliano i nodi orizzontalmente, in senso parallelo alla pelle ci ricorda Laura Martin. Naturalmente, il risultato è un grosso buco nella pelliccia. Bisogna tagliare verticalmente, partendo dalla base della ciocca verso l'esterno. In questo modo tagliate il pelo annodato, ma lasciate il pelo verticale. I grossi nodi si dividono in nodi via via più piccoli, e quando avete finito, non restano buchi. Usate forbici con le lame affilate, ma con le punte arrotondate. - "Sbrogliate il pelo con le mani". Quando arrivate ai nodi più piccoli, apriteli con le dita, suggerisce Laura Martin, poi pettinateli o spazzolateli con un pettine o una spazzola con i denti di filo metallico. -"'Condizionate' il pelo". Se usate uno spray alle proteine e alla lanolina, lasciatelo agire per 10 minuti e poi procedete alla toilette. Il tutto sarà tutto più veloce consiglia Laura Martin. - "Curate anche le zampe". Non dimenticate le ciocche annodate fra le dita.
Il suggerimento di Laura Martin è di tagliarle alla base e di buttare il pelo arruffato. PARLIAMO DI ZECCHE. Le zecche sono un'altra forma di vita di cui è difficile scoprire l'utilità. Succhiano il sangue, spargono in giro la febbre delle Montagne Rocciose e sono tremende da togliere. Però sono un po' più facili da tenere sotto controllo delle pulci. - "Pettinatele via". Se il vostro cane torna a casa dopo un giro nei campi o nei boschi, pettinatelo con un pettine fine antizecche, suggerisce Richard Pitcairn, medico e veterinario dell'Animal Natural Health Center di Eugene, nell'Oregon. Questo vi permetterà di eliminare le zecche che non si sono ancora attaccate. Concentratevi soprattutto sul collo, sulla testa e sotto le orecchie. - "Tiratele fuori". Per fare questa operazione, dovete usare le dita. Fate un'orribile smorfia, prendete in mano la zecca il più vicino possibile alla pelle dell'animale, poi fatela ruotare e tirate senza strappi. Poi lavatevi immediatamente le mani. Se tirate lentamente riuscirete anche a far uscire la testa, ma se non ci riuscite non preoccupatevi troppo. Lasciar dentro la testa può causare una piccola infiammazione, che però guarisce in fretta, dice il dottor Pitcairn. - "Fategli il bagno con un doppio insetticida". Molti bagni antipulci sono anche antizecche. Trattate l'infestazione da zecche, naturalmente, come fareste con le pulci: in modo ecologico. STRATEGIE ANTIPAGLIUZZE. Tobi raccoglie pagliuzze come un Velcro. Di solito stecchi e fili d'erba sono solo noiosi da togliere, perché se li lasciate stare fanno arruffare il pelo. Ma a volte sono più pericolosi. Certe spighe, per esempio quelle di licopodio, possono letteralmente risalire all'interno delle orecchie e delle aperture corporee, o nella pelle, provocando gravi infezioni, ricorda il dottor Pitcairn. E' essenziale togliere tutti i residui vegetali. - "Pettinatele o spazzolatele via". Munitevi di un pettine di acciaio inossidabile a denti larghi per eliminare schegge e pagliuzze prima che incomincino a formarsi nodi, avverte il dottor Pitcairn. Usate il pettine contropelo, in modo che la toilette sia più agevole. - "Usate le dita". Se ci sono solo poche pagliuzze, o se gli stecchi sono nelle orecchie o fra le dita, usate le dita per toglierle (almeno non sono zecche). Se uno stecco è troppo dentro l'orecchio, non provate a toglierlo, potreste ledere il timpano, avvisa il dottor Pitcairn. Invece mettete nell'orecchio dell'olio vegetale o minerale per ammorbidire il corpo estraneo, e portate il vostro animale dal veterinario il più presto possibile. ABBASSO GLI ACARI DELL'ORECCHIO! Gli acari dell'orecchio sono piccole, noiosissime creaturine che possono portare alla pazzia il vostro cane o il vostro gatto. Una volta che la maledizione li ha raggiunti, sembra che gli animali se la portino dietro per tutta la vita. Orecchie che prudono e tracce scure, come fondi di caffè, in fondo al padiglione sono il segno che le orecchie del vostro cane hanno dei 'visitatori'. Il normale metodo di attacco sono i medicinali prescritti dal vostro veterinario, ma il nostro dottor Pitcairn vi segnala questo rimedio naturale. - "Preparate un antiacari alle erbe". Miscelate 20 grammi di olio di mandorle con 400 U.I. di vitamina E in una bottiglietta con il contagocce, consiglia il dottor Pitcairn. Per tre giorni, una volta al giorno versate una o due gocce in ogni orecchio e massaggiatelo bene.
Lasciate che il vostro animale scuota la testa, poi pulite le aperture con i bastoncini di cotone. La mistura oleosa soffoca gli acari e favorisce la guarigione. Fra un'applicazione e l'altra tenete il composto al freddo, e scaldatelo un po' prima dell'uso. Lasciate riposare le orecchie del vostro cane per tre giorni mentre preparate una nuova medicina. Aggiungete a mezzo litro di acqua bollente un cucchiaio da tè di romice ben colmo. Coprite bene e lasciate in infusione per mezz'ora. Filtrate e lasciate raffreddare. Mettete l'infuso in una bottiglia trasparente e tenetela in frigo. Cominciate un altro trattamento di tre giorni, come il precedente, fermatevi per dieci giorni, poi ripetete per altri tre giorni. Intiepidite la soluzione di romice prima di metterla nelle orecchie dell'animale; la sopporterà meglio se non è fredda come il ghiaccio. Fate attenzione che il preparato sia tiepido e non troppo caldo. Se le orecchie del vostro cane o del vostro gatto sembrano irritate, per colpa degli acari o delle erbe, usate solo l'olio di mandorle con la vitamina E finché l'irritazione non si calma dice il dottor Pitcairn. Se le orecchie sono infiammate o molto sensibili, usate un gel di aloe vera finché l'infiammazione non diminuisce. AVVERTENZA MEDICA: "Problemi che richiedono un pronto intervento". I cani e i gatti hanno solo il linguaggio del corpo, così non possono dirvi: Oggi ho vomitato, ma domani starò bene. Dev'essere colpa di quelle schifezze che ho mangiato. Molti sintomi possono segnalare sia una malattia grave, sia un disturbo innocuo e passeggero. Questa 'Iista dei rischi', stesa con l'aiuto di Amy Marder, assistente alla facoltà di medicina veterinaria della Tufts University, vi dice quando un sintomo è grave al punto da richiedere l'intervento urgente di un veterinario. Alcuni di questi sintomi possono significare che la vita del vostro animale è a rischio. Chiamate immediatamente il veterinario per chiedergli consiglio. - Sangue nelle feci, sangue che cola dalla bocca e dal retto, oppure vomito e diarrea sanguinolenta possono essere segno di molte cose, fra cui l'emorragia interna da avvelenamento. - Una diarrea copiosa che si ripete ogni mezz'ora o ogni ora, senza che l'animale mangi o beva fra gli episodi, può provocare shock. - Il respiro difficoltoso, specialmente se le gengive sono bluastre, può essere segno di collasso cardiaco. - Pancia gonfia e sforzi di vomito, specialmente nelle razze canine con torace ampio, sono un sintomo di occlusione intestinale, un'emergenza seria, dice la dottoressa Marder, che spesso richiede un intervento chirurgico immediato. - Sete intensa e urinazione frequente accompagnata da depressione, vomito, diarrea ed eliminazione di muco rossastro, sei o otto settimane dopo il calore in una femmina vergine e non castrata, sono segni di piometria, una malattia molto comune e mortale. Si insedia lentamente, in mesi o anni, ed è segnalata anche da periodi di calore a distanze irregolari. - Un parto difficile è un'emergenza. Una certa fatica è normale in tutti i parti, ma se il travaglio continua senza risultati può portare alla morte. - Le convulsioni dovrebbero essere segnalate immediatamente al veterinario. La causa può essere l'avvelenamento. Non provate a trattenere l'animale durante le convulsioni.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Controllo naturale delle pulci". Se la guerra chimica non fa per voi, esistono dei metodi naturali per tenere sotto controllo le pulci.
Occorre un po' più di tempo e di fatica, ma per molti amici degli animali questa è l'unica strada. Ecco i rimedi naturali per tenere a bada le pulci. raccomandati dal dermatologo Richard Pitcairn. - "Pettinatelo tutti i giorni". Se il vostro cane è di grossa taglia può essere un'operazione impegnativa, ma è importante nella lotta alle pulci. Usate un pettine antipulci a denti fini, se il pelo è abbastanza corto da consentirlo. - "Fategli un bagno alle erbe". Al primo segno di pulci fategli un bagno con uno shampoo naturale per cani che contenga erbe antipulci. L'olio di menta o di eucalipto aumentano le proprietà antipulci del bagno. Un cane molto infestato ha bisogno di un bagno ogni due settimane; un gatto, circa una volta al mese. - "Pulizia, pulizia, pulizia". Quando è estate, lavate la cuccia del vostro cane con acqua calda e sapone una volta la settimana consiglia il dottor Pitcairn. Passate anche l'aspirapolvere sui tappeti ogni due o tre giorni. Il 90% delle pulci è dove il cane dorme. - "Usate polveri naturali". Le polveri naturali antipulci contengono erbe come rosmarino, ruta, assenzio, menta, eucalipto e citronella, e a volte polvere di tabacco. Potete anche spruzzare la polvere in tutti i punti dove non riuscite ad arrivare con l'aspirapolvere. La polvere di Diatomee elimina lo strato ceroso delle pulci e le dissecca, e quindi le uccide. Attenzione: mettetevi una maschera antipolvere per non respirare la terra di Diatomee che si inala facilmente; anche la polvere di tabacco e quella di menta in grande quantità possono avere effetti tossici su di voi e sugli animali. - "Attaccate le pulci dall'interno". Infine, aggiungete aglio e lievito di birra al pasto quotidiano del vostro cane. Provate anche a massaggiare il lievito sulla pelliccia dell'animale. Si dice che aglio e lievito facciano rabbrividire dal disgusto le pulci. Non ci sono prove scientifiche ma alcuni padroni di animali sono pronti a scommetterci.
7. ARROSSAMENTO DA PANNOLINO. 5 soluzioni facili. Il sederino irritato può rovinare la giornata di un bambino che altrimenti se ne starebbe tranquillo, e non migliora un granché neppure la vostra giornata. I bambini sono bravissimi a trasformare i loro problemi in vostri problemi, e se il vostro ha l'eczema da pannolino, alla fin fine ce l'avete anche voi. Nei primi due o tre anni di vita di un bambino, praticamente ogni genitore della terra passa, almeno una volta, per l'esperienza del culetto rosso. Per fortuna circa la metà degli arrossamenti da pannolino se ne va da sola in un giorno. E l'altra metà? Può durare dieci giorni e oltre (ma sembra molto di più). Se state leggendo questo capitolo, probabilmente state provando proprio adesso la vostra quota di eczema da pannolino. Ecco qualche informazione base, per darvi il benvenuto nel club. Lo sapevate che i bambini allattati al seno soffrono di eczema meno di quelli allattati con il biberon? Non solo, le ricerche hanno dimostrato che la resistenza continua anche dopo lo svezzamento. Il vostro pediatra non ve l'aveva detto? Ma noi ne abbiamo trovato uno che lo sostiene. Ecco che cos'altro ha scoperto. - "Fategli prendere aria". Spesso i vecchi consigli sono i migliori.
Mettete all'aria il sederino dice Ann Price, coordinatrice educativa dell'Accademia nazionale delle bambinaie di Denver, nel Colorado. E' semplicissimo: togliete il pannolino al piccolo e mettetelo a pancia in giù, con la faccina girata di lato, su uno strato di asciugamani con sotto una tela cerata. Lasciate il bambino in questa posizione finché potete tenerlo sott'occhio. Ricordatevi: lasciare senza sorveglianza un bambino senza pannolino è andare in cerca di guai. - "Superpannolini alla riscossa". I nuovi pannolini superassorbenti sembrano una buona idea sostiene Morris Green, preside del dipartimento di pediatria dell'Indiana University. Secondo me sono la soluzione migliore per prevenire l'eczema da pannolino. Studi recenti confermano l'osservazione del dottor Green. I pannolini che contengono gel assorbente hanno dimostrato di ridurre in modo significativo l'umidità della pelle, mantenendo il p.H. fisiologico della cute, sia rispetto ai normali pannolini usa-e-getta, sia rispetto a quelli di tessuto. - "Asciugatelo col phon". Tenere pulita la zona in difficoltà favorisce la guarigione, ma la pelle può irritarsi se l'asciugate con un panno. Che fare? Provate con il phon dice Linda Jonides, infermiera pediatrica di Ann Arbor, nel Michigan. Asciugate la pelle con il flusso d'aria alla temperatura minima, così eviterete le abrasioni sulla pelle umida. Dopo che la pelle si è asciugata, potete applicare sulla zona arrossata una pomata all'ossido di zinco. - "Risciacquate i pannolini di stoffa nell'aceto". Se aggiungete dell'aceto all'ultimo risciacquo dei pannolini di cotone, il p.H. dei pannolini diventa simile a quello della pelle consiglia Ann Price. E nota che gli enzimi responsabili dell'arrossamento da pannolino sono più attivi in un ambiente a p.H. elevato, come capita di solito ai pannolini di tessuto dopo il lavaggio. Aggiungete due cucchiai di aceto per ogni litro d'acqua nel risciacquo finale. - "La soluzione dei mirtilli". Quando urina e feci si mescolano nella zona del pannolino, il risultato è un p.H. alto che irrita la pelle e tende a provocare l'arrossamento. Per quanto possa sembrare poco ortodosso, Linda Jonides nota che 50100 centimetri cubici di succo di mirtillo, dati a un bimbo non troppo piccolo, lasciano nell'urina un residuo acido che aiuta ad abbassare il p.H. e riduce l'irritazione.
BOX: "Il mistero del culetto con i ponfi". Un articolo pubblicato su una rivista medica segnala che alcuni genitori hanno chiamato i loro pediatri per segnalare uno strano eczema da pannolino: 'ponfi piccoli e lucidi' che coprono il sederino dei loro figli. I pediatri che hanno studiato la misteriosa 'epidemia' hanno notato che i bambini colpiti usavano tutti i nuovi pannolini superassorbenti. Forse c'era un nesso? C'era. In realtà i 'ponfi' erano frammenti del gel che rende i pannolini superassorbenti. A quanto pare, ogni tanto piccole quantità di gel possono passare attraverso lo strato superiore e finire sulla pelle del bambino. I medici dicono che il materiale non è tossico e che non c'è ragione di preoccuparsi.
8. ARTRITE. 18 + 2 trattamenti antidolore. Forse l'artrite è la malattia (conosciuta) più antica della terra. Le mummie scoperte in Egitto soffrivano di artrite, gli uomini preistorici anche, perfino i dinosauri ce l'avevano.
Ne soffrono anche 40 milioni di americani, all'incirca, e fra un anno toccherà a un altro milione. Se state leggendo questo capitolo, forse ne soffrite anche voi, o conoscete qualcuno che ne soffre. Anche se ogni giorno spuntano fuori nuovi libri che raccomandano nuovi trattamenti con farmaci potenti e chirurgia, qui non intendiamo parlarvi di nuove 'cure miracolose'. Vi spieghiamo, invece, come calmare il dolore senza bisogno di una ricetta o di una visita del medico. Ci sono molte cose che potete fare per conto vostro, a casa, senza equipaggiamenti costosi e senza rischi, e senza dolore. Quindi possiamo cominciare. (Se non è specificato diversamente, i consigli che seguono sono utili per tutti i tipi di artrite.) - "Meno si pesa, meno si soffre". Non c'è un alimento o una dieta magica che riesca a mandar via il dolore dell'artrite dice Art Mollen, medico omeopatico, direttore del Southwest Health Institute di Phoenix, nell'Arizona. Ma se siete sovrappeso e dimagrite, eliminerete una parte della fatica e del dolore che sentite nella colonna vertebrale, alle anche, alle ginocchia, alle caviglie ed ai piedi. La causa: più siete sovrappeso, più affaticate le vostre articolazioni. Questo aumenta lo stress a cui è sottoposta la cartilagine, che interferisce con l'osso ed aumenta l'incidenza dell'infiammazione, del gonfiore e del dolore. Soluzione: parlate con il vostro medico o con un dietologo, trovate una dieta che vada bene per voi e rispettatela. - "Stiratevi (con precauzione) per acquistare forza e mobilità". Quando si tratta di artrite dice Mary P. Schatz, medico di Nashville, nel Tennessee, il movimento fa male, ma non muoversi distrugge. I movimenti sbagliati vi danneggiano, ma il movimento ben fatto vi guarisce. La dottoressa Schatz ha in mente questa 'filosofia' quando prescrive lo yoga ai suoi pazienti artritici. Lo yoga insegna a muoversi tenendo le giunture allineate nel modo giusto sottolinea la dottoressa e questo aiuta a riportare le articolazioni deformate alla posizione normale, perché i muscoli interessati si allungano e si rinforzano. Provate a fissare una lezione con un insegnante esperto, oppure comprate un libro che vi spieghi le posizioni giuste. Ma ricordate: Esercizi yoga ben fatti sono la chiave per ricostruire la salute delle giunture artritiche conclude la dottoressa Schatz. Lavorate entro i limiti che la malattia vi impone, ma non lasciate che l'artrite vi immobilizzi. - "Trovate sollievo diminuendo lo stress". Se state male e in più siete anche tesi, il dolore peggiora dice Beth Ziebell, una psicologa di Tucson, in Arizona, specializzata nel trattamento del dolore e dello stress. Le persone che sanno come controllare la propria vita soffrono meno di quelle che non ci riescono. Ricerche recenti confermano l'importanza dell'atteggiamento psicologico nel sollievo dal dolore artritico, un fatto che la dottoressa Ziebell sostiene da anni. Ecco alcuni dei suoi consigli in fatto di atteggiamento. "Camminate, non correte". Le persone che soffrono di artrite devono imparare a prendere il ritmo giusto e a non fare tutto quello che abitualmente fanno quando stanno bene dice la dottoressa. Altrimenti vi sentite stanchi e doloranti il giorno dopo. Provate a fare qualcosa tutti i giorni, dolori o no. "Imparate a rilassarvi". Prendete esempio dai corsi prenatali segnala la dottoressa Ziebell. Il parto è doloroso, ma le donne imparano a sopportare il dolore imparando a rilassarsi.
Libri e cassette che insegnano le tecniche di rilassamento sono in vendita in molte librerie, nota la dottoressa. In più, la dottoressa Ziebell è convinta che le articolazioni pigre diventino articolazioni dolenti. Se vi concentrate sul male, lo sentite ancora di più, ma se siete occupati a fare altre cose che per voi sono importanti, lo sentirete molto meno. - "Per la rigidità del mattino, provate la prevenzione la sera". Almeno il 90% dei pazienti che vedo soffre di qualche tipo di rigidità mattutina dice Ilya Rubinov, medico del centro medico per l'artrite di Fort Lauderdale, in Florida. Il dottor Rubinov consiglia ai pazienti di applicare un unguento per i muscoli la sera, prima di andare a letto. E' rilassante e dà un sostegno psicologico sottolinea il dottor Rubinov. Come mai? I malati di artrite si sentono meglio tutto il giorno se non sono irrigiditi quando si svegliano la mattina. - "Galleggiate". Alcuni studi hanno dimostrato che fluttuare nell'acqua in contenitori speciali, noti anche come vasche di isolamento o di deprivazione sensoriale, può portare sollievo ai dolori artritici. Di solito si passa un'ora nella vasca dice Roderick Borrie, uno psicologo di Brooklyn. Il sollievo è provocato dalla riduzione dello stress. Il corpo si rilassa, i muscoli si allentano e sembra che questo stimoli la produzione delle endorfine, gli antidolorifici naturali del corpo. L'acqua della vasca è scaldata esattamente a 37 gradi centigradi, la temperatura del corpo, e l'aria intorno è tiepida e tranquilla, profondamente riposante. Il dottor Borrie dice che in America ci sono circa duecento centri attrezzati. In Italia si può mettere in pratica qualcosa di analogo, ma anche di meglio dal punto di vista curativo e ricreativo, in molti centri termali. - "Mescolate acqua e olio". Soffro di artrite reumatoide alle mani dice Donna King, istruttrice alla scuola di massaggio di Atlanta. Ho seguito corsi di trattamento per l'artrite e ho anche scoperto che cosa funziona su di me, così so che il trattamento è efficace. Il suo consiglio: calore e unguento a base di eucalipto e menta funzionano sia per l'osteoartrite sia per l'artrite reumatoide. Io lo uso in combinazione con il calore umido quando mi sento irrigidita o dolorante dice Donna King. Basta spalmare l'unguento sul punto dolente e avvolgere l'articolazione nella plastica. Il calore umido si può ottenere con delle salviette inumidite con acqua, oppure mettendo piedi o mani nell'acqua calda. - "Fate ginnastica nell'acqua". Chiedete a dieci medici un consiglio sul trattamento dell'artrite e avrete dieci risposte diverse. Ma chiedete che cosa pensano dell'esercizio in acqua e succede che sono tutti d'accordo. L'esercizio fisico nell'acqua è eccellente dice il dottor Mollen, facendo eco al parere di molti altri. Nell'acqua il dolore si riduce di parecchio, e siete molto più flessibili che a terra. Non riesco a lodare gli esercizi acquatici come meritano! Gli esercizi per i principianti sono facili; in pratica basta fluttuare, camminare o fare flessioni con l'acqua all'altezza del petto. I movimenti più avanzati sono passi di danza acquatica, che sfruttano la naturale resistenza e la spinta ascensionale dell'acqua. - "Coinvolgete vostra moglie o vostro marito". Anche se è normale per un marito o una moglie fare il possibile per aiutare il coniuge in difficoltà, spesso l'aiuto fa più male che bene.
Quando una moglie fa tutto da sola e continua a chiedere al marito come si sente, in realtà peggiora il suo problema dice la dottoressa Judith Turner, psicologa al centro del dolore dell'Università di Washington. Il suo avvertimento: non siate attenti e gentili solo quando il coniuge sta male, ma anche quando sta bene ed è in azione. Questo è il momento di dire: 'Accidenti, sono davvero contenta di vederti fare tutte queste cose' suggerisce la dottoressa Turner. L'approvazione è molto importante e a volte tendiamo a dimenticarlo. - "Usate il ghiaccio per prevenire il dolore". Raccomando trattamenti con il freddo quando l'articolazione è affaticata da un eccesso di sforzo o di lavoro dice Donna King. Lei usa un impacco in gel già pronto e riutilizzabile, ma osserva che un po' di ghiaccio in un sacchetto di plastica, o una confezione di piselli surgelati funzionano altrettanto bene. Tenete l'impacco per 15-20 minuti, poi toglietelo per altri 10-15 minuti. Potete ripetere l'applicazione per ore, consiglia Donna King in caso di bisogno. - "Usate il calore". Quando invece le articolazioni sono calde, gonfie e doloranti, il calore di solito è la soluzione migliore, dice Donna King. Il freddo sarebbe troppo doloroso. - "Non viziate le vostre articolazioni". E' bene seguire un programma di esercizi 'aerobici' per l'artrite suggerisce il dottor Mollen. Io raccomando le camminate, la bicicletta e il nuoto perché questi sport non traumatizzano le giunture. Ma qualunque sia il tipo di esercizio che avete scelto, fatelo finché il polso arriva almeno a 120 battiti al minuto, rinforzando così il cuore e i polmoni. Una ricerca condotta dalla dottoressa Susan Perlman, della Northwestern University, ha dimostrato che l'esercizio vigoroso è sicuro anche per chi soffre di artrite reumatoide, e spesso dà miglioramenti sia fisici sia psicologici. Per vedere se sintomi come affaticamento e depressione erano causati da una forma fisica insufficiente, la dottoressa ha deciso di sottoporre 54 pazienti a un programma di aerobica a basso impatto. Il risultato? L'esercizio vigoroso non ha infiammato le giunture, ma ha accelerato il ritmo del passo, l'attività fisica e la forma generale dei partecipanti. Contemporaneamente ha ridotto il gonfiore e il dolore articolare e anche il disagio generale. - "Basta con i medicinali che danno assuefazione". Sonniferi, tranquillanti e narcotici a effetto antidolore possono diventare un'abitudine per una persona che soffre di artrite.Non è che questi farmaci non funzionino dice Nelson Hendler, assistente professore presso il dipartimento di neurochirurgia dell'Università Johns Hopkins. Funzionano. Ma molte persone ne hanno bisogno in dosi sempre crescenti, e alla fine creano più problemi di quelli che risolvono. Anche se questo può richiedere l'aiuto di un professionista, il dottor Hendler è convinto che questi farmaci andrebbero gradatamente sostituiti dal biofeedback (una tecnica di apprendimento dell'autocontrollo delle funzioni del corpo e della percezione del dolore) e da altre forme di terapia; oppure, occasionalmente e salvo controindicazioni, da medicinali non narcotici come l'aspirina o l'ibuprofen. - "Il pesce aiuta". Alcuni pazienti reagiscono bene all'olio di pesce osserva Elson Haas, direttore della Marin Clinic of Preventive Medicine and Health Education di San Rafael, in California. Non tutti, ma alcuni sì. Un rapporto pubblicato da alcuni ricercatori dell'Albany Medical Center di New York conferma questa osservazione. Lo studio ha dimostrato che nei pazienti sofferenti di artrite reumatoide, che prendevano capsule di olio di pesce, l'affaticamento e il dolore miglioravano.
Anche se dell'olio di pesce si è parlato molto negli ultimi anni, l'ingrediente attivo, gli acidi grassi della serie omega-3, è sul mercato da tempo, sotto forma di olio di fegato di merluzzo. Alcune ricerche hanno dimostrato che un cucchiaio al giorno di olio di fegato di merluzzo allevia i sintomi dell'artrite reumatoide fornendo all'organismo dosi importanti di vitamine A e D. La vitamina D è importante per la crescita ossea, mentre la vitamina A ha effetti antinfiammatori. Inoltre l'olio di pesce entra in competizione con altri tipi di acidi grassi che si pensa stimolino l'infiammazione artritica. Prendete nota, per favore: le vitamine A e D sono tossiche, in forti dosi. L'apporto di olio di fegato di merluzzo va limitato a un cucchiaio al giorno. Un eccesso di queste vitamine può anche provocare danni al fegato, a lunga scadenza. Se pensate di aver bisogno di un supplemento di olio di pesce o di vitamina D, consultate il vostro medico. Oppure, invece di usare i supplementi, integrate una dieta a basso contenuto di grassi con pesci come sgombro o salmone, che contengono gli omega-3. - "Massaggiate". Quando si parla di massaggio per i dolori dell'artrite, Donna King offre questo consiglio: lavorate sui muscoli collegati ai tendini che portano all'articolazione dolente. Per esempio, se avete l'artrite alle mani, spiega Donna King lavorate sugli avambracci dai polsi fino ai gomiti, usando la tecnica della compressione. Per farlo dovete premere sul muscolo con la base della mano, il pollice o il gomito. Mantenete la pressione per parecchi secondi, poi lasciate andare. Per l'artrite alla caviglia o al piede lavorate il polpaccio e la parte frontale della gamba. - "Prendete più vitamina C". Alcuni studi hanno dimostrato che chi soffre di artrite reumatoide manca di vitamina C dice Robert H.Davis, professore di fisiologia al Pennsylvania College di Podiatric Medicine. I modelli medici del dottor Davis hanno dimostrato che una carenza di vitamina C può aggravare l'artrite reumatoide, e che forti dosi di vitamina portano alla remissione della malattia. E' ormai provato che la vitamina C è un ottimo rimedio di automedicazione per chi ha l'artrite reumatoide dice il dottor Davis. La tossicità della vitamina C è praticamente zero; bastano 500 milligrammi assunti nel corso della giornata, il che non è molto, per avere dei buoni risultati. Prima di provare la cura della vitamina C, fatevi dare l'approvazione dal vostro medico. - "Evitate alcuni cibi". Ho visto i risultati migliori quando i miei pazienti artritici stavano alla larga dalle Solanacee e dai latticini dice il dottor Haas. La famiglia delle Solanacee comprende patate, pomodori, melanzane, tabacco e peperoni. Il dottor Haas suggerisce che chi soffre di artrite si definisca una dieta personalizzata utilizzando un 'programma di evitamento'. Questo tipo di programma, degno di una prova, prevede una dieta priva di tutti gli alimenti che vi attirano di più: infatti una teoria sostiene che è possibile essere letteralmente dipendente dai cibi a cui siamo magari allergici senza saperlo. Se per esempio, adorate i pomodori, per tutta una settimana eliminate ogni traccia di pomodoro da quello che mangiate. Assicuratevi che non ci sia pomodoro in qualsiasi cosa mangiate, il che significa leggere le etichette degli alimenti in scatola, oltre che evitare il pomodoro crudo. Se i vostri sintomi peggiorano nei tre o quattro giorni seguenti, forse siete allergici a quel cibo, perché l'aggravamento può essere segno di assuefazione. Dal quinto o sesto giorno in avanti dovreste sentirvi meglio. Se è così, approfittatene per prendere appuntamento con un medico che vi faccia un'analisi allergologica completa.
- "Riducete gli oli vegetali". Non c'è dubbio che in genere gli oli vegetali facciano bene alla maggior parte della gente dice il dottor George Blackburn, capo del Nutrition/Metabolism Laboratory del New England Deaconess Hospital di Boston. Ma, avverte il dottore, alcune ricerche mostrano che i pazienti di artrite possono essere un caso a parte. Per loro è meglio ridurre al minimo il consumo di oli vegetali, ampliando invece il consumo di oli ricchi di omega-3, gli oli di pesce. Gli oli vegetali contengono forti dosi di acidi grassi omega-6, che hanno dimostrato di provocare infiammazione nei pazienti affetti da artrite reumatoide. Un olio con pochi omega-6 è l'olio d'oliva extra vergine. In ogni caso una buona dieta prevede che il livello generale dei grassi sia meno del 30% del totale delle calorie. - "Sotto con il succo di carota". Una dieta a base di succhi di verdura riduce significativamente il dolore in molti pazienti affetti da artrite reumatoide alla clinica del dottor Mollen. Ho cominciato a prescrivere questo tipo di dieta parecchi anni fa e l'ho trovato molto efficace dice il dottor Mollen. Si può usare succo di carota, di sedano, di cavolo o di pomodoro. Il dottor Mollen suggerisce di iniziare con un giorno a solo succo di verdura nella prima settimana. La settimana dopo si beve succo per due giorni (per esempio lunedì e mercoledì) e per tre giorni nella terza settimana (lunedì, mercoledì e venerdì). Non provate nessun tipo di dieta senza la supervisione di un medico.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Il caso del rame". A volte la longevità porta con sé, oltre all'età. anche il rispetto. Manufatti, che una volta ricevevano poca attenzione, acquistano nuovi significati e un nuovo valore se sopravvivono nel tempo. E' il caso dei braccialetti di rame, che sono stati portati per decenni per alleviare i dolori dell'artrite e che rimangono popolari anche oggi. Alcuni studi hanno dimostrato che alcuni pazienti artritici hanno difficoltà a metabolizzare il rame dal cibo che mangiano, e questo aumenta il dolore. Questa osservazione ha portato il dottor Hellmar Dollwet dell'Università di Akron a teorizzare che i pazienti artritici hanno bisogno di ricevere il rame da altre fonti. Il rame rilasciato da un braccialetto (di rame) evita la via orale ed entra nell'organismo attraverso la pelle scrive il dottore nel suo libro "Il braccialetto di rame e l'artrite". Il dottor Dollwet pensa che questo può essere l'unico modo in cui gli artritici possono ricevere il rame di cui hanno bisogno, perché il rame, come hanno dimostrato alcune ricerche, può ridurre il dolore. I medici rimangono in generale scettici sui braccialetti ma non li scartano del tutto.
BOX: "Queste erbe che a volte aiutano". C'è una parola importante da dire a proposito delle erbe per i dolori artritici, e questa parola è un sonoro 'forse'. Alcune possono essere utili, ma la maggior parte no. Nel lungo periodo, probabilmente il prodotto più efficace è la corteccia di salice dice Varro E. Tyler, professore di farmacologia alla Purdue University. La corteccia di salice contiene salicina, che è analoga all'aspirina. Ma per curare l'artrite servirebbe moltissima corteccia. Un'altra possibile cura per l'artrite è la fitolacca ("Phytolacca americana"), considerata un classico nell'Indiana, dove è usata fin dai tempi dei pionieri. Tuttavia, avverte il dottor Tyler, non ci sono ricerche che mostrino come agisce e se c'è rischio di tossicità.
9. ASMA. 16 + 4 suggerimenti per bloccare l'attacco. Asma significa vie respiratorie sotto spasmo dice Peter Creticos, allergologo e condirettore del centro Johns Hopkins per l'asma e le malattie allergiche di Baltimora, nel Maryland. Improvvisamente i bronchi si contraggono, il torace si irrigidisce, manca il respiro, si tossisce e si ansima. Sotto i quarant'anni, probabilmente il 90% dell'asma è scatenato da un'allergia sostiene il dottor William Ziering, allergologo di Fresno, in California. Il polline degli alberi e dell'erba, la forfora degli animali, gli acari della polvere e le muffe sono i maggiori responsabili dell'asma. (Per scoprire come si fa a tenere sotto controllo questi diffusissimi allergeni vedi il capitolo 'Allergie') Dopo i quarant'anni la percentuale scende al 50%. L'altro 50% è causato da qualche forma di problema polmonare, come un enfisema. Quale che sia la causa, comunque, non è detto che l'asma sia una condanna a vita. I problemi di respiro si possono tenere sotto controllo. L'asma è una malattia reversibile dice il dottor Ziering. E per farla retrocedere non c'è bisogno di andare nel deserto del Sahara; potete fare molto anche a casa vostra. - "State alla larga dalle stanze piene di fumo". Chi soffre di asma non dovrebbe fumare, ma un recente studio canadese dice che dovrebbe smettere anche chi gli sta intorno. Questo è importante soprattutto nei mesi freddi, quando le finestre sono chiuse dice la dottoressa Brenda Morrison, ricercatore e professore associato all'Università della Columbia Britannica, che ha condotto uno studio sugli effetti del fumo di sigaretta sull'asma. Se in casa c'è qualcuno che fuma, l'asma peggiora, soprattutto nei bambini. - "Non accendete il fuoco". Mettere un altro ciocco nel camino o nella stufa può alimentare anche l'asma, oltre che il fuoco. Stufe e camini possono essere un bel problema per chi soffre di asma dice il dottor John Carlson, allergologo di Virginia Beach, in Virginia. Se accendete un fuoco, assicuratevi che la stufa e la cappa siano a tenuta, in modo da ridurre al minimo le particelle sospese che si spargono nella stanza e nei vostri polmoni. Assicuratevi anche che la stanza sia ben ventilata e che il tiraggio sia buono. - "Prendete un antiacido prima di andare a letto". Anche andare a letto a stomaco pieno può incidere sull'asma. L'asma può essere provocata da un riflusso di stomaco che è quello che succede quando il contenuto acido dello stomaco ritorna nell'esofago. Il contenuto dello stomaco può traboccare un po' e colare nelle vie respiratorie mentre siete sdraiati spiega il dottor Creticos. Sollevate la testiera del letto e dormite su un cuscino alto per prevenire lo sgocciolamento, e prendete un antiacido prima di andare a letto per ridurre l'acidità dello stomaco. - "Non state al freddo". Aprite la porta, uscite, e vi investe una folata di aria polare. Che fare? State a casa quando fuori fa freddo consiglia l'allergologo Sidney Friedlaender, professore di medicina all'Università della Florida. - "Compratevi una sciarpa grande". Se non potete stare a casa, assicuratevi di avere bocca e naso ben coperti quando uscite. L'aria fredda può scatenare l'asma, ma quando avete una sciarpa o una maschera che vi protegge bocca e naso, finisce che respirate aria calda e umida dice il dottor Friedlaender. - "Non andate al sud a cercare sollievo". Un clima caldo e secco è di aiuto, ma trovare il clima perfetto non è più facile come una volta. L'ambiente è cambiato, con l'urbanizzazione e l'inquinamento.
Adesso nell'aria ci sono cose che venticinque anni fa non c'erano, e spesso chi soffre d'asma sta male come nel luogo in cui vive, o magari peggio. Se l'idea della migrazione vi attira lo stesso, il dottor Friedlaender suggerisce di cercare un clima caldo e secco in un paese non industrializzato. Dopo di che provate a starci in vacanza per un paio di settimane, per vedere se la vostra asma, e voi, vi ci trovate bene. - "Usate con prudenza l'aria condizionata in macchina". L'aria condizionata può andar bene per gli asmatici, ma non se porta dentro l'aria esterna, avverte l'allergologo Norman Richard, assistente presso la State University di New York. L'aria esterna porta con sé i pollini, e l'aria fredda e ricca di polline fa male all'asma. - "Attenti a quello che mangiate". Un cibo sbagliato può provocarvi un attacco d'asma. I più comuni alimenti in grado di scatenare l'asma sono il latte, le uova, le noci e il pesce sostiene il dottor Carlson. Se siete asmatici, scoprite quali sono i cibi che vi scatenano un attacco e imparate a evitarli. - "Fuori dalla cucina!". Perfino fiutare l'odore dei cibi a cui siete sensibili può scatenare un attacco, prosegue il dottor Carlson. Nel corso di uno studio il dottore ha scoperto che perfino il profumo delle uova che friggevano in padella bastava a scatenare l'attacco in due dei suoi pazienti Non è necessario mangiare il cibo per essere colpiti. In certe persone basta anche solo l'aroma. - "Occhio al sale". In uno studio condotto presso il dipartimento di medicina sociale dell'ospedale Saint Thomas, a Londra, i ricercatori hanno scoperto che il sale da cucina può far correre rischi mortali alla vostra asma. E' stata individuata una forte correlazione fra il consumo di sale e la mortalità per asma, sia negli uomini sia nei bambini hanno riportato i ricercatori. - "Attenzione agli additivi alimentari". Gli additivi alimentari, specialmente il metabisolfito e forse il glutammato monosodico, possono scatenare l'asma dice l'allergologo William Busse, professore all'Università del Wisconsin. Il metabisolfito si trova con grande facilità nella birra, nel vino, nei gamberetti e nella frutta secca, in particolare nelle albicocche. Era normale anche spruzzare solfiti su frutta e verdure esposte nelle tavole calde, per mantenerne l'aspetto fresco, ma questa pratica oggi è stata proibita. Il consiglio migliore, secondo il dottor Busse, è di sapere in quali alimenti c'è del solfito e starne alla larga. Se mangiate fuori chiedete se ai cibi viene aggiunto metabisolfito o glutammato monosodico, e se è così, chiedete che non ce lo mettano. - "Non prendete l'aspirina". Nel gergo medico c'è la 'triade dell'aspirina': sinusite o polipi nasali, asma e sensibilità all'aspirina. Per alcuni asmatici prendere un'aspirina può avere conseguenze mortali. Se avete la sinusite, i polipi nasali e l'asma, non prendete antinfiammatori non steroidei come l'aspirina o l'ibuprofen e simili, perché potrebbero peggiorarvi l'asma e perfino uccidervi dice l'allergologo Richard Lockey, direttore della divisione di allergologia e immunologia presso l'Università della South Florida, che ha studiato il rapporto. La sensibilità all'aspirina può svilupparsi anche di colpo, quindi è meglio stare comunque alla larga dai prodotti a base di aspirina, consiglia il dottor Friedlaender. ll problema non c'è se usate paracetamolo dice il dottore. - "Usate correttamente gli inalatori". Un prodotto da inalare può dare un rapido sollievo a un asmatico sotto attacco: se però è usato bene. Il vostro inalatore non serve per rinfrescare l'alito.
Non spruzzatelo in gola, perché non è così che arriva ai polmoni dice Michael Sherman, specialista di malattie polmonari all'ospedale della Hahnemann University di Philadelphia, in Pennsylvania. Se vedete il prodotto nebulizzato che esce dalla bocca, vuol dire che lo state usando male. Neanche mettere l'inalatore in bocca e dare un paio di spruzzi veloci è la cosa giusta da fare. Tenete lo spray a tre centimetri dalla bocca bene aperta, fate un respiro lento e profondo e subito dopo l'inizio del respiro (mezzo secondo o giù di lì) premete il pulsante. Continuate a inspirare dopo lo spruzzo e trattenete il respiro per 3-5 secondi. Il primo spruzzo apre le vie respiratorie, ma se fate due spruzzi veloci uno dopo l'altro, il secondo non fa niente di più. Se invece aspettate qualche minuto (da 2 a 5), il secondo spruzzo migliora le cose. - "Caffeina per le emergenze". Siete lontano dalla civiltà e improvvisamente vi accorgete che il vostro spray è rimasto a casa. Che cosa fare se arriva un attacco? Cercate un caffè. Due tazze di caffè forte hanno un effetto benefico sull'asma dice l'allergologo Allan Becker, assistente di medicina all'Università di Manitoba, che ha testato gli effetti della caffeina sull'asma. Gli asmatici che prendevano pillole contenenti la quantità di caffeina corrispondente a due tazze di caffè respiravano meglio e l'asma migliorava, ha scoperto il dottor Becker. La caffeina e alcuni farmaci antiasma hanno effetti simili: il vostro corpo in genere non percepisce differenze. Attenzione, comunque, perché la caffeina non sostituisce le medicine. Non lo raccomandiamo come trattamento, ma in un'emergenza, se non avete sotto mano il vostro spray, due tazze di caffè forte, una cioccolata calda o due tavolette di cioccolato sono un surrogato efficace, per guadagnare tempo, finché trovate la medicina o l'inalatore. - "Un'alleata: la vitamina B6". Il fatto che la vitamina B6 sia efficace per l'asma è stato scoperto per caso. Mentre i ricercatori studiavano gli effetti della vitamina sui pazienti di anemia falciforme, scoprirono che alcuni membri del gruppo di controllo avevano una storia di asma. Quando prendevano 50 milligrammi al giorno di vitamina B6, la gravità degli attacchi diminuiva dice l'internista Clayton L. Natta, professore associato di medicina alla Columbia University, che ha condotto la ricerca. Studi successivi sugli asmatici hanno confermato l'efficacia della vitamina B6 aggiunge il dottor Natta. Megadosi di vitamina B6 possono essere tossiche e non sono consigliabili, ma, dice il dottor Natta, per un adulto 50 milligrammi sono un dosaggio sicuro, che i medici usano regolarmente. (Per essere completamente sicuri, chiedete l'approvazione e la supervisione del vostro medico prima di usare la vitamina B6.) - "Date retta ai vostri polmoni". Ovviamente, il miglior sistema per sconfiggere un attacco d'asma è evitare che arrivi. Fate attenzione a come iniziano i vostri attacchi dice il dottor Ziering. Quali sono i primissimi segnali? Se li riconoscete e agite immediatamente, è più facile liberarsene. Un grave attacco d'asma non arriva di colpo nota il dottore. Questo è molto raro. Di solito c'è un andamento progressivo sul quale si può intervenire e dire 'alt'. Prima agite, meno grave sarà l'attacco.
BOX: "Come ridurre l'asma da affaticamento".
La vostra asma vi colpisce al sesto isolato del vostro jogging quotidiano? Quando fate un lavoro faticoso vi mettete improvvisamente a boccheggiare? Allora forse la vostra è asma da fatica, e siete in ottima compagnia. Alle Olimpiadi di Los Angeles, nel 1984, il 20% degli atleti ne soffriva dice il dottor William Ziering. Oggi, nella popolazione in genere, pensiamo che colpisca una persona su dieci. E quella persona siete voi. Che fortuna! Ecco che cosa vi raccomanda il dottor Ziering. - "Tenete la bocca chiusa". Quando aprite la bocca per far entrare aria, mentre fate un lavoro duro, la gola si secca e si raffredda, il che scatena l'attacco. Tenete chiusa la bocca e respirate con il naso. - "Nuotate". Il nuoto è l'esercizio ideale per gli asmatici, dice il dottor Ziering. C'è molta umidità e la bocca non si secca. Ma va bene qualsiasi sport che richieda sforzi brevi e intensi, come il tennis, il baseball, il golf. - "Fate una pausa". Se correte come un daino, sarete presto a corto di fiato. Chi ha l'asma deve trovare un suo ritmo. Prendete il tempo che vi serve per il riscaldamento, e cominciate piano consiglia il dottore. - "Mettete la vostra medicina antiasma nella sacca da sport". Usatela prima di vestirvi. Se prendete il farmaco un quarto d'ora prima di cominciare, andrà tutto bene dice il dottore. E i futuri olimpionici non si devono preoccupare. La medicina antiasma è ammessa dal Comitato Olimpico.
AVVERTENZA MEDICA: "Non prendete sottogamba i sintomi nuovi". Non c'è da scherzare con l'asma: ogni anno più di 4000 persone muoiono di asma, e negli ultimi anni la percentuale dei morti per asma è salita del 23%. "Il tasso di mortalità cresce tutti gli anni dice il dottor William Ziering e questo è triste, perché l'asma è una malattia reversibile. Nessuno dovrebbe morire di asma. E invece gli asmatici muoiono. Perché? Primo, i pazienti non si rendono conto della gravità del problema spiega il dottore. Oppure le medicine finiscono, o i pazienti cercano di superare l'attacco senza farmaci e non chiedono aiuto finché non è troppo tardi. Quand'è che serve aiuto? Generalmente, se vi accorgete che l'asma peggiora e usate le medicine sempre più spesso dice il dottor Peter Creticos. Per esempio, se di solito vi bastavano uno o due spruzzi dell'inalatore per settimana, e adesso lo usate tre o quattro volte al giorno, è segno che dovete vedere il dottore. Tenete sotto controllo la frequenza con cui usate le medicine avverte il dottore. In più gli esperti consigliano di cercare aiuto medico immediatamente ogni volta che fate fatica a respirare.
10. BORSITE. 8 modi per eliminare il dolore. Abbiamo otto 'borse' per ogni spalla, undici intorno a ogni ginocchio, settantotto per ogni lato del corpo. Molte di loro non hanno neppure un nome, e finché fanno il loro lavoro non c'è motivo di star lì a pensare che esistono. Ma basta che una si fermi e si scopre subito quanto sono importanti queste piccole sacche di liquido chiamate 'borse'. E si scopre anche, purtroppo, com'è dolorosa la malattia che si chiama borsite. Le borse fanno in modo che le numerose articolazioni dell'organismo interagiscano senza attrito. Lavorano così duramente, senza farsi notare e senza mai lamentarsi, ha scritto un medico, che anche quando una è in difficoltà, di solito il problema viene attribuito (sbagliando) a qualche altro organo più importante. E non si sa quando succede. La borsite arriva, si ritira, colpisce di nuovo. Questo gioco a nascondino, tipico della borsite acuta, è un guaio in più per chi ne soffre e una frustrazione per chi cerca di capire quali sono le cure che funzionano davvero. Paragonata a un problema articolare come l'artrite, la borsite è una brutta sorellastra che aspetta il principe azzurro. Forse un giorno la scienza medica baderà di più a questa malinconica malattia che sta lì a far tappezzeria. Finora ci sono solo alcuni rimedi, molto collaudati, che possono portare un po' di sollievo a questa sindrome dolorosa. - "Riposatevi". La prima cosa da fare, per qualsiasi dolore alle articolazioni, è riposarsi spiega il dottor Alan Bensman, fisiatra in un centro di riabilitazione di Minneapolis. Interrompete l'attività che vi fa star male e mettete a riposo l'articolazione. Dimenticate quello che dicono gli sportivi a proposito di stringere i denti e andare avanti. - "Fermi e in ghiaccio". Di solito uso il ghiaccio se l'articolazione è calda al tocco dice il medico chiropratico Allan Tomson, che lavora in un centro per la salute naturale a Falls Church, in Virginia. Alternate dieci minuti di ghiaccio, dieci minuti di pausa, dieci minuti di ghiaccio e così via. Finché l'articolazione è calda non applicate calore. - "Caldo e freddo". Se il dolore o il gonfiore non sono troppo acuti e il calore se n'è andato, a volte il dottor Tomson raccomanda una combinazione di trattamenti caldi e freddi: dieci minuti di ghiaccio, dieci minuti di caldo, dieci minuti di ghiaccio e così via. - "Usate qualche farmaco da banco". Consiglierei qualche medicinale antinfiammatorio adatto, se non siete allergici suggerisce il dottor Bensman.Io preferisco l'aspirina. L'aspirina ad azione ritardante vi permette di mantenere la giusta concentrazione nel sangue senza costringervi a prendere una pastiglia tutti i momenti. L'aspirina tamponata viene assorbita a livello intestinale e va bene per chi ha un'ulcera. Ma l'aspirina è ancora una delle soluzioni migliori. - "Calmate il dolore con l'olio di ricino".
Di solito lo stadio più doloroso della borsite regredisce in quattro o cinque giorni, ma può durare anche di più. Quando il dolore non è più acuto, bisogna cambiare la terapia. In questa fase il calore sostituisce il freddo e l'esercizio l'immobilità. Il dottor Tomson raccomanda un impacco di olio di ricino, che è facile da fare e molto efficace. Spalmate la giuntura dolorante con olio di ricino, coprite con cotone o flanella e applicate una compressa calda. Tutto qui. - "Imparate a dondolare". Se il problema è un dolore al gomito o alla spalla, i medici raccomandano di far dondolare liberamente il braccio per dar sollievo al dolore. All'inizio esercitatevi solo per un paio di minuti, ma fatelo più volte durante la giornata. Bisogna mantenere una certa ampiezza di movimento raccomanda il dottor Edward Resnick, direttore di un centro di controllo del dolore a Philadelphia, in Pennsylvania. L'articolazione non deve restare rigida, ma non bisogna neanche sforzarla troppo. Il dottor Resnick consiglia di piegarsi in avanti, sostenendosi con il braccio e la mano sana appoggiati a una sedia. Lasciate pendere in giù il braccio dolorante, poi fatelo dondolare avanti e indietro e alla fine disegnate dei cerchi, in senso orario ed antiorario. - "Stiratevi come un gatto". E' assolutamente fondamentale fare esercizio dopo un attacco di borsite. Tutti i nostri esperti raccomandano di fare dello stretching per riportare l'articolazione alla sua piena e normale funzionalità. Un efficace stiramento di base per l'articolazione irrigidita della spalla è l'esercizio del gatto. Mettetevi a quattro zampe, con le mani un po' più avanti delle spalle. Poi, tenendo le braccia distese, vi stirate all'indietro e vi sedete sui talloni. Io dico ai pazienti di camminare con le dita su per una parete, in un angolo propone il dottor Resnick. L'obiettivo è toccare l'angolo con l'ascella, così controllate se l'esercizio è stato davvero efficace. - "Dieci giorni di tempo". Qualcuno dice che la cura migliore per la borsite è prendere ogni giorno, per dieci giorni, una 'pastiglia di tempo'. A volte ne basta meno, a volte ne serve di più, ma il tempo è sempre un ingrediente attivo. Se tutto il resto fallisce, ci rassicurano i medici, penserà il tempo a guarire la malattia.
11. BRONCHITE. 8 + 1 rimedi antitosse. Tutto comincia con un lievissimo solletico. Una mano invisibile vi sfiora con una piuma l'interno della gola.
Poi sinistri rumori si fanno sentire dal profondo della cavità toracica. Di colpo i polmoni esplodono come un vulcano e passate qualche minuto a espettorare una buona quantità di muco, la lava dei polmoni. Tutto questo significa che avete preso la bronchite. O più esattamente, la bronchite ha preso voi. Di solito è la bronchite a vincere, perché non c'è molto che possiate fare per liberarvene. Per molti aspetti la bronchite è come un raffreddore. In genere è provocata da un virus, afferma Barbara Phillips, specialista in malattie polmonari all'Università del Kentucky. Quindi gli antibiotici non fanno granché. Però a volte la bronchite è di origine batterica, e in questo caso gli antibiotici funzionano. La bronchite acuta, dice la dottoressa di solito guarisce da sola in una settimana o due. Ma chi ha la bronchite cronica può tossire e ansimare per mesi interi. La bronchite deve fare il suo corso, d'accordo, ma potete fare qualcosa anche voi per respirare meglio mentre ce l'avete. - "Smettete di fumare". E' in assoluto la cosa più importante che possiate fare, soprattutto se avete una bronchite cronica. Smettete di fumare e le vostre probabilità di liberarvi della bronchite saliranno in modo spettacolare. Il 90-95% delle bronchiti croniche è causato direttamente dal fumo spiega Daniel Simmons, specialista di malattie polmonari presso l'Università della California. La vostra bronchite migliorerà appena smettete di fumare afferma Gordon L. Snider, specialista di malattie polmonari all'Università di Boston. Se fumate da molto tempo, una parte del danno polmonare può essere irreversibile, ma secondo il dottor Snider da meno tempo fumate più è probabile una guarigione completa. - "Fumo passivo? Protestate attivamente". State alla larga dalla gente che fuma, e se la persona che fuma è quella che avete sposato, convincetela a smettere. Il fumo degli altri può provocare la bronchite a voi. Dovete evitare tutto il fumo di tabacco è il parere della dottoressa Phillips. Anche se non fumate, ma respirate il fumo degli altri, in realtà state facendo il cosiddetto fumo passivo, e questo può provocarvi la bronchite. - "Fluidificate il muco". Bere molti liquidi aiuta il muco a diventare più fluido e lo rende più facile da espellere segnala la dottoressa Phillips. Quattro o sei bicchieri di liquidi al giorno sono utilissimi per liberarsene. Liquidi caldi o acqua semplice sono la soluzione migliore. Evitate le bibite che contengono alcol o caffeina avverte la dottoressa. Sono diuretiche, quindi vi fanno urinare di più, e alla fine perdete più liquidi di quelli che guadagnate. - "Respirate L'aria calda Se il muco è Potete anche tutta forza,
aria calda e umida". e umida aiuta anche a fluidificare il muco per vaporizzazione. spesso o molto tenace, un vaporizzatore vi aiuterà ad ammorbidirlo. andare in bagno, chiudere la porta e far scorrere la doccia calda a respirando il vapore caldo che riempie la stanza.
- "Fate un bel suffumigio". Non gettate la spugna! Con l'asciugamano di spugna potete fare qualcosa di più utile: drappeggiatelo sopra il lavandino. Un suffumigio, o bagno di vapore, nel lavandino del bagno è utilissimo conferma il dottor Snider. Riempite il lavandino di acqua calda, coprite la testa e il lavandino con un asciugamano grande, facendo una specie di tenda, e inalate il vapore per 5-10 minuti ogni paio d'ore. - "Non aspettatevi troppo dagli espettoranti". Secondo le evidenze della scienza non esistono medicinali capaci di eliminare il muco dice la dottoressa Phillips.
Bere molti liquidi è il modo migliore per liberarsi dalle secrezioni a forza di tosse. "Com'è la vostra tosse?". E' produttiva o secca? Secondo il dottor Simmons se avete una tosse grassa, e quando tossite sputate fuori il catarro, non è il caso di sopprimerla del tutto, perché è bene buttar fuori le sostanze di cui i polmoni vogliono liberarsi. Il suo consiglio: sopportate meglio che potete. - "Abbassate il volume". D'altra parte: Se la tosse è secca, vale a dire se non espettorate del catarro, allora potete prendere una medicina che vi aiuti a eliminare lo stimolo della tosse. Cercatene una che contenga come ingrediente attivo il destrometorfano suggerisce il dottor Simmons.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando è il caso di chiamare il medico". La bronchite richiede l'attenzione di un esperto quando: -
Dopo una settimana la tosse è peggiorata invece di migliorare. Avete la febbre o sputate sangue. Siete anziani e avete la tosse oltre ad altri problemi di salute. Avete il fiato corto e la tosse è frequentissima.
BOX: "Latte antifumo?". Uno studio scientifico condotto da Melvyn Tockman, specialista di malattie polmonari alla Johns Hopkins University, potrebbe spingere i fumatori con la bronchite cronica a diventare bevitori di latte. Abbiamo scoperto che chi fumava sigarette e beveva latte aveva una frequenza nettamente minore di bronchite cronica, rispetto ai fumatori che non bevevano latte riporta il dottor Tockman, che ha scoperto questa correlazione mettendo a confronto storie ed abitudini di 2539 fumatori. I fumatori bevitori di latte ne consumavano in media un bicchiere al giorno. Così il dottor Tockman consiglia: Se proprio dovete fumare, bevetevi il vostro latte. In che modo il latte aiuta a evitare la bronchite nei fumatori non è ancora chiaro, dice il dottore, ma ha notato che lo stesso effetto si riscontra in bevitori di latte non fumatori. Però il dottore non raccomanda il latte come antidoto per i fumatori con la bronchite. Il sistema migliore per liberarsi della bronchite cronica è sempre smettere di fumare ribadisce il dottor Tockman.
12. BRUCIORI DI STOMACO. 17 + 6 strade per spegnere il fuoco. Mettete giù questo libro e andate in cucina. Preparatevi due panini di mortadella con maionese, pomodori e peperoni. Prendete un po' di birra. Tirate fuori la pizza fredda di venerdì sera. Yum yum. Servitevi un po' di gelato e metteteci su un po' di crema al cioccolato. Non dimenticate il caffè, con la panna. Adesso mangiate il tutto più in fretta che potete, poi tornate di corsa a leggere! Fatto? Molto bene. Adesso siamo pronti per parlare di bruciori di stomaco. Che cosa sono i bruciori di stomaco? Aspettate un paio di minuti e lo saprete. Che cosa li provoca? Le cause possono essere diverse, ma in molti casi si tratta di riflusso acido. In pratica, una parte dei succhi digestivi che si trovano normalmente nello stomaco risale da questo all'esofago, il tubo che va dalla bocca allo stomaco.
Nei succhi c'è anche acido idrocloridrico, la sostanza corrosiva che è usata nell'industria per ripulire i metalli. Lo stomaco ha uno strato interno di protezione che gli permette di resistere all'acido, ma l'esofago no. Ecco perché gli acidi gastrici che risalgono bruciano e a volte fanno così male che il dolore sembra quello di un attacco di cuore. Ma perché gli acidi dello stomaco risalgono? Avete indovinato: quell'attacco da pescecane affamato al frigo è la causa più comune. Ma non è l'unica. Purtroppo c'è chi soffre di bruciori di stomaco anche senza aver mangiato troppo. Così, a nome di tutti i sofferenti che vogliono capire un po' meglio la meccanica dei bruciori di stomaco, ci siamo rivolti agli esperti. - "Non mangiate troppo". Gli acidi gastrici possono essere sospinti nell'esofago quando nello stomaco c'è troppo cibo. Riempite di più lo stomaco e usciranno più acidi. Le cause possono essere molte, ma se soffrite di acidità una volta ogni tanto di solito la causa è l'aver mangiato troppo e troppo in fretta: è il parere di Samuel Klein, assistente di gastroenterologia e nutrizione all'Università del Texas. - "Non sdraiatevi". Sicuro, state male e avete voglia di sdraiarvi. Non fatelo! Se lo fate, la forza di gravità lavora a vostro svantaggio. State su diritti, ed è più facile che gli acidi gastrici restino al loro posto. L'acqua non va all'insù, e gli acidi neanche spiega Francis S. Kleckner, gastroenterologo di Allentown, in Pennsylvania. Quando poi a letto ci andate davvero, alzate la testiera del letto di 15 o 20 centimetri. Basta mettere dei rialzi sotto le gambe del letto, oppure uno spessore sotto il materasso alla testa del letto. (Invece un cuscino in più non è molto utile.) Tenere il letto inclinato ostacolerà il ritorno dei bruciori di stomaco. - "Prendete un antiacido". Un antiacido da banco di solito risolve rapidamente un'acidità occasionale afferma il dottor Klein. (Per saperne di più sugli antiacidi, leggete il box 'Gli antiacidi aiutano') - "Non peggiorate il problema con i cattivi consigli". Magari avete sentito dire che alcuni prodotti, come il latte o le mentine, fanno bene ai bruciori di stomaco. Fate attenzione che il tipo che vi ha dato il consiglio non cerchi di vendervi un'auto usata, una volta o l'altra. Che cosa c'è di sbagliato nel latte e nelle mentine? Le mentine sono fra gli alimenti che tendono a rilassare il piloro, la piccola valvola che serve a trattenere l'acido nello stomaco: cioè il coperchietto che spesso vi protegge anche quando esagerate nel mangiare. E perché no il latte? Perché i grassi, le proteine e il calcio del latte stimolano lo stomaco a produrre acido. Ci sono persone che raccomandano il latte contro l'acidità, ma c'è un problema conferma il dottor Klein. Quando il latte va giù ci si sente meglio, ma poi il latte stimola la secrezione acida dello stomaco. Altri cibi che rilassano il piloro, e che sarebbe meglio evitare se soffrite di acidità, sono birra, vino e altri alcolici e pomodori. - "Piano con la caffeina". Le bibite che contengono caffeina come caffè, tè e bibite alla cola possono irritare un esofago già infiammato. Inoltre la caffeina rilassa il piloro. - "Cioccolato, alla larga!". Quale dessert è il nemico numero uno di chi soffre di acidità? Il cioccolato, portatore di una duplice sventura: è quasi tutto grasso e contiene caffeina. (Comunque ci sono buone notizie per i cioccolatomani: il cioccolato bianco è altrettanto grasso, ma contiene poca caffeina.)
- "Tenete l'aria pulita". Non importa se a fumare siete voi o qualcun altro: statene lontani afferma il dottor Kleckner. Il fumo rilassa il piloro e stimola la produzione di acidi. - "Sgasate le bibite frizzanti". Le bollicine vi gonfiano lo stomaco e disturbano il piloro come una grossa mangiata, segnala Larry I. Good, gastroenterologo e docente alla State University di New York. - "Date quell'hamburger al cane". Se avete appena mangiato un triplo hamburger al formaggio con patatine fritte e un frappé doppio, probabilmente il bruciore di stomaco si spiega. I cibi unti, fritti e grassi tendono a stare più tempo nello stomaco e a provocare un surplus di produzione acida. State alla larga dai cibi grassi e dai latticini: questo vi eviterà quasi certamente nuovi attacchi, secondo il dottor Good. - "Controllate il vostro girovita". Lo stomaco è un po' come un tubetto di dentifricio, sostiene il dottor Kleckner. Se schiacciate il tubo in mezzo, qualcosa deve uscire per forza dal buco che c'è in alto. Un rotolo di grasso intorno all'addome strizza lo stomaco come una mano strizza un tubetto. E quello che viene fuori è acido gastrico.- "Slacciate le cinture". Fate un altro pensierino sul paragone del dentifricio, insiste il dottor Kleckner. Molti possono trovare sollievo semplicemente usando bretelle invece di cinture dice il dottore. - "Se vi chinate, piegate le ginocchia". Se vi piegate in due all'altezza dello stomaco, lo comprimete, forzando gli acidi verso l'alto. Piegate le ginocchia è il parere del dottor Kleckner. Serve non solo a tenere sotto controllo l'acidità, ma è anche meglio per la schiena. - "Controllate l'armadietto delle medicine". Può essere che la causa dei vostri guai sia proprio lì. Un certo numero di medicinali, fra cui alcuni antidepressivi e sedativi, può aggravare l'acidità. Se soffrite di acidità di stomaco e state prendendo dei farmaci, fate un controllo con il vostro medico invita il dottor Kleckner. - "Non usate troppe spezie". I peperoncini piccanti e i loro saporiti parenti sembrano i maggiori colpevoli dell'acidità, ma non è vero. Ci sono sofferenti di acidità che possono mangiare cibi molto speziati senza particolari problemi, secondo il dottor Klein. Ma, di nuovo, ci sono altri che non ci riescono. - "Gli agrumi: prudenza, non paura". Gli alimenti acidi come le arance o i limoni possono sembrare un problema, ma l'acido che contengono è roba da ragazzi in confronto a quello che produce il vostro stomaco, afferma il dottor Kleckner. Il suo consiglio è di lasciar decidere alla vostra pancia. - "Giurate che domani sera mangerete prima". Mai mangiare meno di due ore e mezza prima di andare a letto prescrive il dottor Kleckner. Uno stomaco in piena attività e sdraiato è bravissimo a forzare l'acido gastrico nell'esofago. - "Prendete la vita con un po' più di calma". Il dottor Klein è convinto che lo stress provochi un incremento nella produzione di acido gastrico. Qualche buona tecnica di rilassamento può aiutarvi a ridurre il livello di tensione, consentendovi di riequilibrare i vostri scompensi organici. BOX: "Gli antiacidi aiutano".
I digestivi che si comprano in farmacia senza ricetta di solito sono efficaci e sicuri. C'è da sperarlo; gli americani spendono miliardi di dollari ogni anno per questo tipo di medicinali. Gli antiacidi più apprezzati dai nostri esperti sono quelli che sull'etichetta dicono di contenere idrossido di magnesio mescolato con idrossido di alluminio. (Il primo tende a costipare e il secondo a produrre diarrea; quando sono insieme si correggono l'un l'altro.) Anche se l'associazione è abbastanza priva di effetti collaterali, non è comunque una buona idea continuare a prendere questi farmaci per un mese di seguito, o magari due, avverte il dottor Francis S. Kleckner. Sono tanto efficaci che rischiano di mascherare un problema serio, da risolvere con l'intervento del medico. I nostri esperti concordano sul fatto che gli antiacidi liquidi, anche se costano più delle compresse, sono in genere più efficaci.
AVVERTENZA MEDICA: "Ci può essere dell'altro". Se avete acidità di stomaco regolarmente e senza una ragione evidente, è il caso di chiamare il medico, consiglia il dottor Samuel Klein. Regolarmente quanto? Diciamo due o tre volte la settimana per più di un mese, secondo il dottor Francis S. Kleckner. Di solito l'acidità è provocata dal semplice riflusso acido, ma il dottore avverte che può anche essere segno di un'ulcera. Quando il bruciore di stomaco è accompagnato da uno qualsiasi di questi sintomi, insiste il dottor Klein, va controllato subito da un medico perché può essere il sintomo di un attacco di cuore: - Difficoltà o dolore mentre inghiottite. - Vomito sanguigno. - Feci insanguinate o nere. - Respiro corto. - Vertigini o giramenti di testa. - Dolore che si irradia al collo e alla spalla. Inoltre è bene sapere che l'acidità provocata dal riflusso acido di solito peggiora dopo i pasti. Se il vostro disturbo peggiora prima dei pasti, può essere segno di un'ulcera.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "I rimedi dell'orto". Fate un salto nella vostra erboristeria preferita e troverete un bel po' di erbe che sono considerate buoni antiacidi. Daniel B. Mowrey, psicologo e psicofarmacologo che studia da quindici anni l'impiego delle erbe in medicina, ha voluto vederci chiaro e ha concluso che, effettivamente, alcuni rimedi erboristici prevengono e alleviano i bruciori di stomaco. - "Zenzero". E' il più utile, sostiene il dottor Mowrey. L'ho visto funzionare tanto spesso che ormai mi sono convinto dice.Non sappiamo perché sia efficace, ma a quanto pare assorbe l'acido e in più ha l'effetto secondario di calmare i nervi spiega il dottore. Prendetelo in capsule o in compresse subito dopo mangiato. Cominciate con due capsule e se necessario aumentate la dose. Vi accorgete se è troppo, segnala il dottor Mowrey, se sentite sapore di zenzero in gola. - "Le erbe amare". Sono utili anche le cosiddette erbe amare, usate da tempo in molte zone d'Europa, afferma il dottor Mowrey. Esempi di erbe amare molto comuni sono la radice di genziana, l'assenzio, la centaurea ed il sigillo d'oro ("Hydrastis canadensis"). Posso testimoniare che funzionano conferma il dottor Mowrey. Potete prenderli in capsule o in forma liquida, subito prima di mangiare. - "Erbe aromatiche".
Anche le erbe aromatiche, come la gattaia ("Nepeta cataria"), l'anice verde, l'achillea ed il finocchio, sono considerate ottime per i bruciori di stomaco, ma le ricerche intorno a queste erbe sono ancora sporadiche avverte il dottor Mowrey. - "Erbe da dimenticare". Spesso vengono raccomandate erbe come il muschio d'Irlanda, la piantaggine e l'olmo ("Ulmus fulva"), ma io non ho nessuna fiducia in questi rimedi ammette il dottore. - "Aceto di mele". Oltre alla famiglia delle erbe, un rimedio molto raccomandato per l'acidità è un cucchiaio di aceto di mele in mezzo bicchiere d'acqua bevuto a piccoli sorsi durante il pranzo. L'ho usato spesso e funziona, non c'è dubbio sostiene Betty Shaver, esperta di rimedi naturali di Neversink, New York. Può sembrare strano utilizzare un acido quando il problema è l'acidità, riconosce Betty Shaver ma ci sono acidi buoni e acidi cattivi.
13. BRUXISMO. 5 + 1 proposte per smettere di digrignare i denti. Mordono, come i vampiri, ma non sul collo. Quelli che soffrono di bruxismo stringono i denti e li digrignano: e poi di nuovo, di nuovo, di nuovo... Non lo fanno per divertimento. Di solito arrotano e digrignano i denti perché sono stressati. Qualcuno afferma che stringere i denti per reazione allo stress e all'ira è un istinto primordiale. Forse il bruxismo deriva dallo stress, ma dal bruxismo derivano molte altre cose. Se non viene trattato, può provocare denti logori, mal di testa, collo e schiena dolorante, e tutti i sintomi della sindrome dell'articolazione temporomandibolare, o dolore alla mascella. Ci sono casi in cui il digrignamento notturno può addirittura rovinare un matrimonio. Ma prima di chiamare un avvocato che si occupi del divorzio, o di cominciare a dormire con un calzino in bocca, provate i rimedi casalinghi che vi segnaliamo. - "Durante il giorno, tenete la mascella a riposo". I vostri denti dovrebbero toccarsi solo quando masticate o inghiottite, raccomanda il dentista Andrew S. Kaplan, assistente alla City University di New York. Se vi esercitate a tenere i denti un po' aperti, avrete meno voglia di stringerli o digrignarli. Mettete piccoli messaggi nei punti chiave della casa e dell'ufficio, in modo da non dimenticarvene. Il dottore suggerisce di ripetersi la frase Labbra unite, denti aperti, come promemoria. - "Mangiate una mela". Se digrignate i denti di notte, prima di andare a letto stancatevi le mascelle masticando una mela, una costola di cavolo crudo, o qualche carota cruda. Può aiutarvi a tranquillizzare la vostra bocca iperattiva, pensa Harold T. Perry, docente di ortodonzia alla Northwestern University. Questo rimedio è utile in particolare per i bambini, in cui il digrignamento notturno è comunissimo. - "Fate un impacco caldo alle mascelle".
Piegate una salvietta, bagnatela di acqua calda, strizzatela e applicatela ai lati del viso, suggerisce Kenneth R. Goljan, un dentista di Tulsa, nell'Oklahoma, che si occupa con particolare interesse del bruxismo. Ripetete l'impacco caldo più spesso che potete. Vi aiuterà a rilassare i muscoli masticatori che spesso si sono rivelati responsabili di molti casi di mal di testa. dice il dottore. - "Per i digrignamenti notturni, provate un paradenti". Nei negozi di articoli sportivi potete procurarvi un paradenti, del tipo che si mette in acqua calda e poi viene messo in bocca e morsicato per tenere in posizione la cavità orale. Sheldon Gross, dentista e docente alla Tufts University e all'University of New Jersey, spiega che potete usare per qualche tempo questi aiuti poco costosi per evitare gli arrotamenti notturni. Se funziona, ditelo al vostro dentista. Può farvene uno migliore. - "Soprattutto, calmatevi". Tutti e quattro i nostri esperti sono d'accordo sul fatto che di solito il bruxismo è correlato allo stress, quindi la cosa migliore che potete fare per smettere di digrignare i denti è rilassarvi. Per riuscirci, ecco qualche consiglio: - Riducete la caffeina e i carboidrati raffinati, come caramelle e dolcetti. Questo vi aiuterà a migliorare la vostra alimentazione in generale. - Fate dei bagni caldi. - Prendetevela con calma. - Imparate qualche buona tecnica di rilassamento, come il rilassamento progressivo, la meditazione e lo yoga.
BOX: "La soluzione 7 per 7 del dottor Goljan". A Tulsa, nell'Oklahoma, il dottor Kenneth R. Goljan prescrive ai suoi pazienti digrignatori di andare a casa e di esercitarsi col suo '7 per 7'. Il dottor Goljan sostiene che di solito digrignare i denti è una risposta programmata allo stress: noi stringiamo e arrotiamo i denti quando siamo tesi perché questa è un'abitudine consolidata. Come possiamo rompere l'abitudine? Primo, mettiamo a fuoco il problema: Digrignare i denti non mi fa bene. Secondo, dite chiaramente perché il problema è negativo: Mi fa star male e mi fa arrabbiare. Terzo, promettete: Non digrignerò più i denti.Alla fine dite i vantaggi del nuovo corso: Non avrò più il dolore alla mascella e sarò più felice. E' importante, ritiene il dottor Goljan, che usiate parole vostre per descrivere la vostra abitudine e le vostre reazioni emotive. Scrivete le frasi su un foglietto. Portate il foglio con voi finché non avete imparato le frasi a memoria, poi ripetetele sette volte, per sette volte al giorno. Semplicissimo. Questo vi impedirà di digrignare i denti? Praticamente posso sempre garantire un certo successo, magari limitato, e in molti casi un successo importante, afferma il dottor Goljan.
14. CALCOLI RENALI. 11 + 1 strategie difensive. Pensavo di poter resistere a qualsiasi dolore; mi faccio trapanare i denti senza anestesia, ma quando ho espulso il mio calcolo renale ho pianto dice il maggiore Norman Ellis, ufficiale in ritiro dell'Air Force che vive a Colorado Springs, nel Colorado. Se avete un calcolo renale, anche voi potreste mettervi a piangere. Anche se i medici non sanno esattamente perché nei reni di alcune persone si formano questi piccoli cristalli di sali e minerali, una cosa è chiara: fanno male. Ad alcune persone occorrono mesi di pazienza (e di dolori) per espellere un calcolo. Si spera che voi non siate fra loro. Oggi i medici hanno molte strategie per liberarvi dei calcoli, quello che però non possono garantirvi è che non ve ne capiti un altro. Se avete avuto una colica renale, in qualche modo siete un pochino più esposti ad averne un'altra. Se ne avete una seconda, le vostre probabilità sono nettamente più alte spiega Leroy Nyberg, direttore del programma di urologia presso gli istituti nazionali (americani) per la salute. Il maggiore Ellis aveva avuto sei coliche renali prima dell'ultima, dieci anni fa. Da allora prende alcune medicine prescritte dal suo medico per evitare che si ripresentino e ha cambiato parecchie cose nel suo modo di vivere. Prima che anche voi facciate dei cambiamenti nel vostro stile di vita, rendetevi conto che ci sono diversi tipi di calcoli renali, e solo il medico riesce a distinguerli. Una volta che il vostro medico ha fatto conoscenza con i vostri calcoli, eccovi qualche suggerimento per ridurre le probabilità che se ne formi un altro. - "Bevete molti liquidi". Qualunque sia il vostro tipo di calcolo la misura preventiva più importante che possiate prendere è bere più acqua sostiene Stevan Streem, capo della sezione di endourologia della Cleveland Clinic Foundation, nell'Ohio. L'acqua diluisce le urine ed aiuta a prevenire l'alta concentrazione dei sali e dei minerali, che si cristallizzano formando i calcoli. Quanto liquido dovreste bere? Abbastanza da espellere due litri, due litri e mezzo di urina al giorno afferma Peter D. Fugelso, direttore medico del dipartimento calcoli renali del centro medico Saint Joseph di Burbank, in California, e docente di urologia all'Università di Los Angeles. Se state fuori tutto il giorno a lavorare in giardino sotto il solleone, magari dovrete bere sette o otto litri d'acqua spiega il dottore. Quello che conta è la quantità di urina. Il dottor Fugelso suggerisce di urinare per un po' di volte in un cartone vuoto del latte, per farvi un'idea della quantità di liquido che emettete. - "Tenete il calcio sotto controllo". Di tutti i calcoli che vediamo, il 92% è fatto di calcio o di derivati del calcio segnala il dottor Fugelso. Se il vostro medico dice che il vostro ultimo calcolo era a base di calcio, è meglio che vi preoccupiate della quantità di calcio che assumete. Se prendete supplementi di calcio, la prima cosa da fare è controllare con il vostro medico se sono davvero necessari. Poi calcolate quanti cibi ricchi di calcio mangiate ogni giorno: latte, formaggio, burro e altri latticini. Il nostro suggerimento è di ridurre, non di eliminare, gli alimenti ricchi di calcio presenti nella vostra alimentazione. In pratica tutto il calcio presente nella nostra dieta viene dai latticini ricorda il dottor Fugelso. - "Controllate le vostre medicine per lo stomaco".
Alcuni antiacidi molto diffusi sono ricchissimi di calcio, avverte il dottor Fugelso. Se avete avuto un calcolo di calcio e se state prendendo un antiacido, controllate i componenti indicati sulla confezione per assicurarvi che non sia a base di calcio. Se è così, scegliete un'altra marca. - "Non mangiate troppi cibi ricchi di ossalati". Circa il 60% dei calcoli sono di ossalato di calcio, riferisce Brian L. G. Morgan, ricercatore presso l'istituto di nutrizione umana alla Columbia University. Se nel vostro organismo tutto funziona bene, l'ossalato che mangiate in alcuni frutti o verdure viene eliminato. Ma se avete avuto dei calcoli di ossalato di calcio, ovviamente le cose non funzionano alla perfezione, quindi è meglio limitare il consumo di questo tipo di cibi. Tra questi ricordiamo: fagioli, barbabietole, sedano, peperoni piccanti, prezzemolo, spinaci, mirtilli, uva, fragole, meloni, cioccolato e tè. - "Provate il magnesio e la vitamina B6". Alcuni ricercatori svedesi hanno scoperto che un'integrazione quotidiana di magnesio ha ridotto del 90% il ripetersi delle coliche in un gruppo di pazienti. Gli scienziati pensano che il magnesio sia efficace perché, come il calcio, si lega all'ossalato. Ma questo legame, diversamente dalla reazione calcio/ossalato, è meno incline a formare calcoli. Comunque la vitamina B6 abbassa il livello di ossalato nell'urina. In uno studio, la dose efficace è risultata di 10 milligrammi al giorno. - "Mangiate cibi ricchi di vitamina A". Qualunque sia il vostro tipo di calcoli, la vitamina A è necessaria per tenere in forma il rivestimento del tratto urinario e scoraggiare la formazione di calcoli futuri. Assicuratevi di assumere 5000 Unità Internazionali, la dose consigliata per gli adulti sani, di vitamina A tutti i giorni dice il dottor Morgan. Non è difficile. Per esempio, una mezza tazza di carote vi fornisce 10050 U.I. Altri cibi ricchi di vitamina A sono albicocche, broccoli, meloni, zucche e fegato di manzo. Invece, per quanto riguarda i supplementi di vitamina A, dovete prenderli solo con la supervisione del vostro medico. La vitamina A in dosi elevate è tossica. - "Muovetevi". Le persone inattive tendono ad accumulare molto calcio nel sangue sottolinea il dottor Nyberg. L'attività fisica aiuta a fissare il calcio nelle ossa, cioè al posto giusto. In altre parole, se siete facili ai calcoli di calcio, non state seduti tutto il giorno ad aspettare che si formino. Uscite e fate una passeggiata. - "Sorvegliate le proteine". C'è una correlazione diretta fra l'incidenza di coliche renali e il consumo di proteine osserva il dottor Morgan. Le proteine tendono a far crescere la presenza di acido urico, calcio e fosforo nell'urina, e in alcuni soggetti questo porta alla formazione di calcoli, avverte il dottore. Preoccupatevi di un eccesso di proteine se avete avuto calcoli di calcio, e soprattutto se avete avuto calcoli di acido urico o di cistina. Questo è il consiglio del dottor Morgan: limitatevi a 150-200 grammi al giorno di cibi ricchi di proteine come carne, formaggio, pollo e pesce. - "Diminuite il sale". Se avete avuto calcoli di calcio, è il momento di ridurre il sale. E' meglio che riduciate il sale a due o tre grammi al giorno conferma il dottor Morgan. Questo significa limitare il consumo di sale da cucina, sottaceti e alimenti salati come insaccati, patatine fritte e formaggi stagionati. - "Tenete sotto controllo la vitamina C".
Se tendete a formare calcoli di ossalato di calcio, dovreste limitare la vitamina C segnala il dottor Morgan. Grosse quantità di vitamina, più di tre o quattro grammi al giorno, aumentano la produzione di ossalati e il rischio di calcoli. E' molto improbabile che consumiate tanta vitamina C (ci vorrebbero 37 arance al giorno), però è il caso di tener d'occhio le integrazioni in megadosi. Il suo consiglio: non prendetene. - "Non prendete troppa vitamina D". Troppa vitamina D significa troppo calcio in tutto il corpo dice il dottor Morgan. Non è il caso di superare la dose raccomandata di 400 U.I. è il suo suggerimento. La vitamina D è presente nell'olio di fegato di merluzzo e negli oli di pesce in genere, nel tuorlo d'uovo, nel burro e nei formaggi.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "E il succo di mirtillo?". La tradizione dice che il succo di mirtillo fa bene ai disturbi renali, compresi i calcoli. Ma è vero? La teoria, credo, è che i mirtilli sono acidi, quindi il succo acidifica l'urina e contrasta la formazione di calcoli di calcio. Ma ho i miei dubbi che si possa bere tanto succo da acidificare l'urina azzarda il dottor Peter D. Fugelso. Questo significa che bere succo di mirtillo non fa niente? Non esattamente. Visto che è un'altra fonte di liquidi, suppongo che possa fare comunque del bene dice il dottor Fugelso. Ma aggiunge che l'acqua pura e semplice farebbe lo stesso, con meno calorie.
AVVERTENZA MEDICA: "Tre buone ragioni per andare dal medico". Se avete avuto un calcolo renale e avete ancora dolore, è probabile che ne abbiate un altro. Consultate il vostro medico per assicurarvene. - Un dolore intenso e/o sangue nelle urine richiede il parere del medico, avverte il dottor Peter D. Fugelso. - Se espellete un calcolo, è bene che lo portiate al vostro medico per un'analisi di laboratorio. Scoprire di che tipo è vi aiuterà a prevenirne altri spiega il dottor Leroy Nyberg. - Un medico può osservare il vostro calcolo ai raggi X per vedere quanto è grande. Calcoli molto grossi possono creare blocchi importanti e anche infezioni, nota il dottor Stevan Streem. Per non parlare del dolore. Con la terapia a onde d'urto e con altre tecniche relativamente non invasive, come il trattamento laser o ad ultrasuoni, il vostro medico può fare in modo che non soffriate. Per evitare ricadute, è possibile prescrivere alcuni farmaci.
15. CALLI E INDURIMENTI. 18 modi per ammorbidirli. Magari avete la forza di Ercole e la saggezza di Zeus, ma se vi fanno male i piedi avete un tallone d'Achille. Calli e ispessimenti dolorosi possono letteralmente distruggervi i piedi, nel modo più sgradevole.
Questi piccoli, brutti bernoccoli sono veri e propri depositi di rifiuto per le cellule morte della pelle, che in questo modo vengono messe da parte, ma non dimenticate. Le cellule morte sono il risultato dell'irritazione da frizione fra piede e scarpa e anche tra ossa adiacenti dello stesso piede. L'ispessimento della pelle è il sistema adottato dall'organismo per proteggervi dall'eccesso di pressione spiega Neal Kramer, podiatra di Bethlehem, in Pennsylvania. Quando la pressione è eccessiva, la callosità diventa sempre più spessa e se sviluppa un nucleo duro, diventa un vero e proprio callo. I calli molli, che si formano fra le dita e rimangono morbidi a causa della traspirazione del piede, si sviluppano quando le ossa di due dita adiacenti diventano troppo vicine fra loro. La pelle in mezzo si ispessisce cercando di proteggervi dalla continua pressione. E' più facile vivere con le callosità che con i calli è il commento di Richard Cowin, podiatra e direttore di una clinica specializzata di Libertyville, nell'Illinois. Un callo dolorante è come un mal di denti, può rovinarvi la giornata. Per cominciare la giornata con il piede giusto, fate attenzione a questi consigli. - "State alla larga dalle lame". Prima cosa importante, dicono gli esperti: non giocate al chirurgo. Resistete alla tentazione di tagliar via calli e indurimenti con lamette, forbici o altri strumenti affilati. La chirurgia fatta in bagno è pericolosissima avverte la podiatra Nancy Lu Conrad di Circleville, nell'Ohio. Può procurare infezioni e anche peggio. Ho visto succedere cose orribili a persone che si dedicavano alla chirurgia faida-te. E i diabetici non devono mai trattare da soli i problemi dei piedi (vedi il box 'Giù le mani dai piedi!'). - "Prudenza con i cerotti anticallo". Se usate cerotti anticallo o altri prodotti a base di acido salicilico, che sono in vendita sotto forma di liquido, unguento o dischetti, seguite religiosamente i consigli di Suzanne M. Levine, podiatra a New York City e assistente al Mount Sinai Hospital. Applicateli solo sulla zona indurita, non sulla pelle intorno. Quindi, se decidete di trattare un callo, prima metteteci intorno un cerotto ad anello non medicato, per proteggere la pelle vicina. Non usate mai questi prodotti più di due volte la settimana, e se non vedete un miglioramento entro due settimane, andate dal dottore. - "Meglio ancora, evitateli del tutto". Il dottor Kramer dichiara senza esitazioni: Non raccomando a nessuno i cerotti anticallo e le altre medicazioni da banco. Sono soltanto acido e l'acido non riesce a distinguere la pelle normale e quella indurita. Magari funziona sul callo, ma intanto si mangia la pelle normale, provocando bruciature e perfino ulcere. - "Fatevi un buon pediluvio". Forse il callo vi fa male per colpa della borsa, una sacca di liquido che si forma fra osso e callo e che quando si infiamma aumenta di volume ipotizza la dottoressa Levine. Potete avere un sollievo almeno temporaneo facendo un pediluvio di acqua calda e sale amaro (solfato di magnesio). Questo fa diminuire le dimensioni della sacca e toglie un po' di pressione alle terminazioni nervose della zona. Ma se poi rimettete il piede in una scarpa stretta, la borsa si riforma e torna a far male. - "Prendete una camomilla". Se avete molti tessuti induriti, la dottoressa Levine vi raccomanda un buon pediluvio in una soluzione di camomilla molto diluita, che ammorbidisce gli indurimenti e procura sollievo.
L'infuso macchia un po' i piedi, ma si pulisce facilmente con acqua e sapone. - "Limate gli spigoli". Prima di trattare una zona indurita, tenete i piedi a bagno per qualche minuto in acqua piacevolmente calda. Poi, consiglia il dottor Cowin, ripassate l'area indurita con una limetta da calli o con una pietra pomice, grattando via gli strati superiori della pelle. Terminate applicando un po' di crema per le mani a base di urea che aiuta a dissolvere la pelle indurita. Se avete dei brutti ispessimenti, fatelo tutti i giorni, dopo il bagno o la doccia. Però il dottor Cowin avverte di non usare attrezzi abrasivi sui calli, che diventerebbero più doloranti e sensibili di prima. - "Cinque aspirine per i vostri piedi". Un altro sistema per ammorbidire le callosità resistenti, suggerisce la dottoressa Levine, è ridurre in polvere cinque o sei pastiglie di aspirina. Poi bisogna mescolare la polvere con mezzo cucchiaino d'acqua e mezzo di succo di limone, fino a farne una pasta. Applicate il composto sulle zone indurite, avvolgete il piede in un sacchetto di plastica e coprite il tutto con una salvietta calda. (Siccome c'è la remota possibilità di una reazione, non provate questa soluzione se siete allergici o sensibili all'aspirina.) Grazie alla plastica e all'impacco caldo, la pasta penetra nella pelle dura; aspettate almeno dieci minuti, poi togliete gli involucri e strofinate la zona con una pietra pomice. Tutta la pelle morta e dura della zona indurita dovrebbe staccarsi facilmente. - "Agite subito". E' meglio agire prima ancora che il callo si formi, sostiene Frederick Hass, medico di famiglia a San Rafael, in California. All'inizio il callo è solo un cerchietto di pelle che si va indurendo, e non fa praticamente nessun male. Massaggiate immediatamente la zona con lanolina per ammorbidire il callo e renderlo meno reattivo. Poi mettete un riparo sulla zona per dare sollievo alla pressione. - "Fategli spazio". I calli molli, dice il dottor Cowin, sono causati dalla frizione fra le ossa di due dita adiacenti. La cosa da fare, sostiene il dottore, è mettere qualcosa di morbido per tenere separate le dita. Potete comprare dei separatori, che sono dei piccoli pezzi di gommapiuma da mettere fra le dita. - "Adottate i ferri di cavallo". Per proteggere i calli, segnala la dottoressa Roberts, non usate paracalli con un'apertura ovale. L'ovale preme sulla zona circostante e forza il callo nell'apertura. Se avete questo tipo di riparo, tagliatelo da un lato in modo che abbia una forma a ferro di cavallo. Posizionate il riparo abbastanza indietro, in modo che quando camminate e il piede scivola in avanti nella scarpa, il riparo non sfreghi contro il callo che dovrebbe proteggere. - "Basta un cerottino". Anche meglio di un paracalli, nota la dottoressa Roberts, è un normale cerottino tondo, che ha anche il vantaggio di avere una garza sterile al centro. Però evitate i cerotti che si avvolgono intorno al dito, perché l'ingombro può creare irritazione e disagio. - "Proteggete la zona". Un modo facile per dare sollievo a una callosità, suggerisce la dottoressa Roberts, è proteggerla con un po' di garza o di cotone idrofilo, coprendo poi il tutto con un pezzo di cerotto non medicato. La dottoressa raccomanda di togliere il riparo ogni sera e prima di fare il bagno, in modo che la pelle respiri e l'umidità evapori. Quando togliete la copertura, assicuratevi di tenere la pelle della pianta ben tesa mentre tirate lentamente il cerotto verso il tallone. Se tirate troppo in fretta o nell'altro senso, rischiate di strappare la pelle. - "Fatevi dei sottopiedi su misura".
Il dottor Sussman raccomanda questo modo semplice per modificare le solette in modo da dar sollievo ai calli. Comprate un paio di solette di gommapiuma e usatele per una settimana. I calli lasceranno depressioni, indicando i punti di maggior sforzo e segnalandovi le zone intorno a cui bisogna rafforzare la protezione per equilibrare la pressione. Se l'ispessimento è a metà del tallone, tagliate una striscia di gommapiuma o di feltro spessa mezzo centimetro in due strisce di due centimetri per sei. Incollate le strisce ai due lati della depressione. Prendete un altro riparo di sei centimetri per sei e applicatelo dietro alla depressione. Se il callo è di lato, usate l'appropriata combinazione di strisce. Quando indosserete le solette, i ripari distribuiranno il peso lontano dall'indurimento e vi daranno sollievo. - "Ammorbidite le scarpe". A volte è possibile dar sollievo a un callo dolorante ammorbidendo le scarpe, in modo da eliminare la pressione che provoca dolore. Può pensarci il vostro calzolaio, oppure potete pensarci voi a casa seguendo questo consiglio del dottor Sandler. Applicate alle vostre scarpe una soluzione per ammorbidire il cuoio che trovate dai calzolai, nei supermercati e nelle drogherie. Applicate più volte la soluzione e mentre il cuoio è ancora umido, camminateci dentro finché la scarpa non diventa comoda. - "Metteteci una striscia". Per gli indurimenti alla base del piede, potete modificare le scarpe dicendo al vostro calzolaio di attaccare alla suola una striscia metatarsale di gomma o di cuoio, suggerisce il dottor Sandler. La striscia va messa in modo che l'avampiede faccia perno sopra la striscia senza far pressione sulle ossa della zona. Assicuratevi di sostituire la striscia quando si consuma. Attenzione, però, che le strisce possono farvi inciampare sulle scale, sui tappeti o sui gradini dei marciapiedi, facendovi perdere l'equilibrio, quindi non sono adatte per le persone anziane. Per loro è meglio un supporto più sicuro, anche se meno efficace, che sia piatto e senza soluzione di continuità con la suola. Ricordatevi, comunque, che la barra non impedisce alle ossa metatarsali di premere dolorosamente contro l'interno delle scarpe, per cui potreste aver bisogno di un riparo mobile dentro la scarpa. - "Attenzione ai tacchi". I tacchi alti procurano molti problemi alle donne spiega il dottor Conrad. Ho sentito dei bravi calzolai dire che le scarpe con i tacchi alti devono essere corte e strette perché il piede non scivoli fuori, ed è vero. Invece le scarpe tipo Oxford hanno una stringa che tiene la scarpa in posizione e il tallone bene a posto. Questo impedisce al piede di scivolare in avanti e di far pressione sull'avampiede quando si cammina. Con i tacchi alti il piede scivola nella punta della scarpa, comprimendo tutto in uno spazio troppo piccolo. Per evitare problemi, consiglia il dottor Cowin, mettetevi scarpe che si adattino bene al vostro piede e che non abbiano tacchi troppo alti. Gli uomini non hanno molti problemi; le loro scarpe vanno benissimo. Per le donne, invece, raccomando tacchi medi invece che alti sul lavoro. Nelle occasioni particolari i tacchi alti non fanno male, ma nella vita di ogni giorno i tacchi bassi vanno meglio. Se vi mettete i tacchi alti, aggiunge la dottoressa Levine cercate un modello con protezione interna extra, o dite al vostro calzolaio di applicare protezioni interne di schiuma espansa. E se avete brutte callosità sul tallone, evitate le scarpe col retro aperto finché la zona non è guarita. - "Scegliete bene le scarpe". Quando comprate scarpe la cosa più importante è sentirvele comode afferma Terry L. Spilken, un podiatra di New York City e di Edison, nel New Jersey.
Che una scarpa costi 40 mila lire o 400 mila, se non vi sta comoda, vi darà comunque dei problemi. Assicuratevi che abbia la lunghezza giusta; ci vuole lo spazio di un dito fra la punta del vostro dito più lungo e la punta della scarpa. (E il dito più lungo non è necessariamente l'alluce.) Ci vuole spazio a sufficienza intorno al tallone e abbastanza spazio in punta da non premere sulle dita. Cercate materiali naturali come il cuoio, che respira. E ricordatevi che una scarpa troppo grande fa male al piede esattamente come una troppo piccola. Se la scarpa è troppo grande, il piede ci scivola dentro e provoca attrito, e la frizione della pelle provoca calli o indurimenti proprio come una scarpa stretta che stringe. - "Callosità: chi ne ha bisogno?". Magari voi. A volte un po' di pelle indurita fa bene. Le persone che camminano molto a piedi nudi sviluppano uno strato calloso sulla pianta dei piedi conferma il dottor Hass. E questo è bene. Le callosità proteggono la pelle dalle irregolarità o dal calore del suolo. Se la pelle è indurita a sufficienza, possono proteggere anche dai tagli. Di solito questo tipo di ispessimento non è doloroso. A volte un indurimento si sviluppa come difesa contro una unghia incarnita: l'unghia tagliente morde nel tessuto vicino e la pelle si ispessisce e si indurisce per prevenire ulteriori invasioni. Se sviluppate questo tipo di callo, lasciatelo in pace, consiglia il dottor Hass. Se vi dà fastidio, dategli sollievo temporaneo facendo un pediluvio in acqua calda e saponata, ma non tentate neppure di toccarlo con pomice e lima. Se diventa troppo doloroso, consultate un medico che curi l'unghia incarnita.
AVVERTENZA MEDICA: "Giù le mani dai piedi!". Le persone che hanno il diabete o che per qualsiasi ragione hanno una limitata sensibilità nel piede non devono mai curarsi da sole, avverte il podiatra Neal Kramer. Il diabete colpisce i piccoli vasi sanguigni in tutto l'organismo, inclusi i piedi. La conseguenza è una circolazione ridotta, per cui le ferite tendono a non guarire e ad infettarsi. Chiunque soffra di disfunzioni circolatorie non ha problemi finché la pelle è intatta spiega il dottor Kramer. Ma se sulla pelle c'è qualsiasi tipo di taglio o di lesione, le cose diventano pericolose. E chi non distingue bene tra la sensazione di pressione e il dolore può tagliarsi, o può non avvertire in pieno la gravità di una ferita; questo può portare a una brutta infezione. 16. CAPELLI GRASSI. 16 soluzioni per neutralizzarli. Stamattina avete passato un buon venti minuti di battaglia, con il phon in una mano e il gel nell'altra, per domare la vostra capigliatura recalcitrante. Adesso è mezzogiorno e non ci sono dubbi, la battaglia è persa. Un'occhiata allo specchio ed il vostro umore cade in basso, proprio come i capelli. Quella fabbrica d'olio che avete in testa non sa mai quando è il momento di fermarsi. Che cosa sta succedendo? Forse il problema è che avete troppi capelli. Più i capelli sono fini, più capelli avete per centimetro quadrato di cuoio capelluto. E alla base di ogni follicolo pilifero ci sono le ghiandole sebacee che producono il sebo, il 'grasso' dei capelli.
Più capelli significa più ghiandole sebacee, e più ghiandole significa più grasso. Chi ha i capelli fini ha in testa circa 140 mila ghiandole sebacee afferma Philip Kingsley, specialista di tricologia a New York e a Londra. Le persone con i capelli rossi, che in media hanno in testa 80-90 mila capelli, non hanno quasi mai i capelli grassi, spiega Kingsley. Mentre le bionde con capelli setosi e fini come quelli di un bambino tendono ad avere i peggiori problemi di untuosità. Anche la struttura del capello è importante. Il grasso risale con grande facilità su un capello fine e liscio, mentre un capello ispido non sembra mai grasso. E' soprattutto un problema di percezione avverte Thomas Goodman junior, dermatologo di Memphis e assistente all'Università del Tennessee. Inoltre il calore intenso e l'umidità possono accelerare la produzione di sebo. E i cambiamenti ormonali producono lo stesso effetto. Il testosterone, l'ormone maschile, attiva le ghiandole sebacee, e lo stress aumenta i livelli di testosterone nel sangue, sia nei maschi sia nelle femmine. Ma il testosterone non è l'unico fattore che rende l'untuosità dei capelli un problema soprattutto maschile. Gli uomini tendono ad avere capelli più fini delle donne, osserva Philip Kingsley. Di solito hanno 311 capelli per centimetro quadrato di scalpo, mentre la donna in media ne ha 278. E questa è una differenza significativa, del 1015%. Che cosa potete fare per i vostri capelli grassi? Ecco i consigli dei nostri esperti. - "Lavatevi i capelli con frequenza". I nostri esperti sono tutti d'accordo: la cosa più importante da fare per combattere l'eccesso di untuosità è fare un shampoo, tutti i giorni, soprattutto se vivete in città. Quando l'umidità e il calore estivo stimolano le ghiandole sebacee, può essere il caso di fare lo shampoo, due volte al giorno, consiglia Lowell Goldsmith, docente di dermatologia e capo del dipartimento di dermatologia all'Università di Rochester, che è specializzato nei problemi dei capelli. Le ghiandole sebacee continuano a produrre untuosità ribadisce il dottor Goldsmith. Quello che potete fare è tenere a bada le secrezioni e rimuoverle. - "Scegliete uno shampoo trasparente". Uno shampoo limpido e trasparente tende a contenere meno pasticci nota il dottor Goodman. Deterge meglio l'unto e non lascia residui. - "Massaggiatevi il cuoio capelluto". E' una cosa da fare sempre durante lo shampoo, non fra uno shampoo e l'altro, dice Philip Kingsley. Se massaggiate il cuoio capelluto fra uno shampoo e l'altro, in pratica spremete fuori ancora dell'altro grasso. - "Applicate due volte lo shampoo". I capelli troppo grassi spesso richiedono due passate di shampoo, afferma il dottor Goldsmith. Lo sbaglio che vedo più spesso è che non lo si lascia agire abbastanza a lungo dice il dottore. Chi ha i capelli o il cuoio capelluto troppo grassi dovrebbe fare uno shampoo doppio, lasciandolo agire ogni volta per cinque minuti. Questo non danneggia né i capelli né la pelle. - "Lasciate perdere i balsami". Se avete capelli grassi che tendono ad appesantirsi man mano che la giornata avanza, l'ultima cosa che vi serve è aggiungerci altro grasso. Provate a fare a meno del balsamo, suggerisce il dottor Goodman. - "Trattate solo le punte".
Se il balsamo vi serve davvero, cercate un prodotto che contenga il minimo di grasso o che sia senza grassi. Usate il balsamo sulle punte, invece che alla radice. - "Controllate l'untuosità dopo lo shampoo". Ogni passata di shampoo può eliminare solo una data quantità di grasso insiste il dottor Goldsmith. Quindi non fate gli avari. Controllate: dopo aver lavato e asciugato i capelli, l'untuosità c'è ancora? Se c'è, non avete lavato abbastanza. - "Applicate un astringente al cuoio capelluto". Potete rallentare le secrezioni di sebo applicando direttamente al cuoio capelluto un astringente fatto in casa. Philip Kingsley suggerisce di applicare una mistura di hamamelis e collutorio antiplacca in parti uguali solo sulla cute, con batuffoli di cotone. L'hamamelis ha un'azione astringente e il collutorio ha proprietà antisettiche, dice Philip Kingsley. Se il cuoio capelluto è molto oleoso potete farlo a ogni shampoo. - "Non spazzolatevi troppo". Chi ha i capelli molto grassi deve stare molto attento a non esagerare con la spazzola ribadisce il dottor Goldsmith. Ricordatevi che spazzolare i capelli significa portare il grasso delle radici fino alla punta dei capelli. - "Chiedete al parrucchiere un taglio che dia corpo ai capelli". Combattete la tristezza da capello dritto e untuoso chiedendo al vostro parrucchiere un taglio scalato. Io taglio a partire da sotto perché i capelli stiano su spiega David Daines, proprietario di un noto salone di New York. Assicuratevi che in cima alla testa i capelli siano di diverse lunghezze. Non tenete i capelli lunghi e tutti della stessa misura, a meno che non vi importi di averli piatti in cima alla testa. - "Asciugate i capelli in contropelo". Lasciati a se stessi, i capelli grassi tendono a essere dritti e flosci. Per dar loro corpo usate l'asciugatura a phon in modo creativo, propone Philip Kingsley. Usate una spazzola per rialzare i capelli alla radice, oppure piegatevi in avanti e spazzolate gentilmente i capelli verso la cima della testa. - "Imparate a rilassarvi". Gli ormoni hanno un ruolo, anche se poco noto, nella produzione di sebo. Quello che si sa è questo: quando siete sotto stress, il corpo produce più ormoni maschili, e gli ormoni maschili stimolano la produzione di sebo, ricorda Philip Kingsley. Il suo consiglio? Le tecniche di rilassamento possono aiutare. - "Attenzione alla pillola". Le pillole anticoncezionali hanno un effetto evidente sull'equilibrio ormonale della donna, e questo ha un'influenza sulla produzione di sebo. Se avete i capelli grassi, il dottor Goodman suggerisce di parlarne al vostro ginecologo, quando scegliete un contraccettivo orale. - "Passate alla birra". Le spume asciugano troppo i capelli e ostruiscono i pori sostiene David Daines. Per i capelli grassi consiglia come fissatore la birra fresca. Tenetela in bagno in un contenitore di plastica sigillato, altrimenti dura solo un paio di giorni. - "Capelli al limone". Spremete due limoni in un litro della migliore acqua che riuscite a trovare, propone David Daines. L'acqua distillata è la scelta migliore. E' un meraviglioso risciacquo per ridurre l'untuosità. - "Risciacquo all'aceto di mele". Provate a usare come risciacquo finale un cucchiaio di aceto di mele in mezzo litro d'acqua. Questa soluzione agisce come un tonico per il cuoio capelluto e rimuove i residui di sapone che possono appesantire i capelli grassi.
17. CAPELLI SECCHI. 9 + 1 soluzioni per domare la capigliatura. La testa umana in media ha circa 150 mila capelli, talmente conformisti che quando uno è secco sono secchi tutti. Ma, diversamente da quello che capita con un fiore secco in giardino, non si può risolvere il problema semplicemente aggiungendo acqua. Anzi, l'acqua può essere la vera responsabile della disidratazione del capello, soprattutto se si parla di acqua salata, clorata o insaponata. Il nuoto e i troppi shampoo sono due cause molto comuni di ciocche aride ed elettrizzate, ammette Jack Myers, direttore dell'associazione nazionale (americana) di cosmetologia. Altri colpevoli, secondo Jack Myers, sono le tinture, le permanenti, i bigodini elettrici, l'eccesso di asciugatura a phon e l'eccesso di esposizione al vento e al sole. Qualunque sia il colpevole, la vostra capigliatura maltrattata e malridotta richiede aiuto, seriamente. Potete praticamente sentirli tutti 150 mila, giù fino alle loro piccole doppie punte spalancate, che dicono: Salvami! Salvami! Qui di seguito c'è un rapido corso di pronto soccorso per i capelli secchi. - "Lavateli con cura". Oggi la tendenza è di lavare i capelli molto di frequente. Però lo shampoo non lava via solo lo sporco, toglie anche i grassi che proteggono il capello segnala Thomas Goodman junior, dermatologo a Memphis e assistente all'Università del Tennessee. Se avete disidratato i capelli a forza di schiuma, dategli un po' di meritato riposo: lavateli un po' meno spesso. E usate uno shampoo non troppo attivo, uno che porti la scritta: 'Per capelli secchi o sfruttati'. - "Usate un balsamo". Quando i capelli si seccano, gli strati esterni, detti cuticole, si staccano dal fusto centrale. Il balsamo fa riaderire le cuticole al fusto, lubrifica il capello e previene l'elettricità statica (i capelli che 'crepitano'). Trovate un balsamo che vada bene per voi ed usatelo dopo ogni shampoo, raccomanda il dottor Goodman. - "Capelli alla maionese?". La maionese è un ottimo balsamo per i capelli è il parere di Steven Docherty, direttore del salone di Vidal Sassoon a New York. Il suo consiglio è di lasciare la salsa sui capelli per almeno cinque minuti, ma anche per un'ora, prima di lavarli. - "Via le doppie punte". I capelli secchi tendono a soffrire soprattutto in punta. La soluzione? Tagliatele via, suggerisce Anja Vaisanen, stilista presso il Suga Salon di New York. Una volta ogni sei settimane o giù di lì dovete sistemare le doppie punte. - "Riccioli senza calore". E' il calore che fa di un deserto un deserto; e contribuisce anche a seccare i capelli. Due delle fonti di calore più intense sono i ferri da ricci e i bigodini elettrici, dice Joanne Harris, una parrucchiera di Los Angeles che pettina, fra l'altro, molte star di Hollywood. Joanne Harris suggerisce di riscoprire i buoni vecchi bigodini (non elettrici) che si usavano una volta.
Per stirare i capelli, avvolgeteli umidi sotto e intorno ai bigodini, come nella pettinatura alla paggio, per circa dieci minuti. Per creare riccioli o onde provate a usare di notte i bigodini di spugna o a dormire con le trecce inumidite. - "Proteggete i capelli dagli agenti atmosferici". Il vento può danneggiare i capelli esattamente come può danneggiare un pezzo di stoffa insiste Steven Docherty. Anche il sole è un potente nemico. Soluzione: mettete un cappello, sia nei giorni d'estate con brezze balsamiche, sia nei frizzanti e tempestosi giorni d'inverno. - "Non andate in piscina a testa nuda". Il cloro è uno dei peggiori nemici del capello ricorda Steven Docherty. Per cui è meglio nuotare sempre con una buona cuffia di gomma. Per una maggior protezione, prima di indossarla, strofinate sui capelli un po' di olio d'oliva o di mandorle. - "Fatevi una birra". La birra è una meravigliosa lozione fissativa. Dà un aspetto sano, luminoso e vitale anche ai capelli secchi sostiene Steven Docherty. Il trucco è distribuirla con uno spruzzatore sui capelli lavati e tamponati con una salvietta di spugna, prima di asciugarli con il phon o di metterli in piega. E non preoccupatevi se puzzate come un ubriacone. L'odore della birra svanisce in fretta, almeno a quanto afferma Steven Docherty. - "Che ne dite di una visita all'istituto di bellezza?". I nostri esperti concordano nel dire che un trattamento reidratante fatto da un professionista può fare meraviglie per la vostra capigliatura troppo secca. Un trattamento a vapore davvero buono con oli e creme dura almeno un'ora, e dopo la differenza si vede davvero dice Claudia Buttaro, direttrice del Watergate Beauty Salon di Washington.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Una cura tropicale". Se vi siete mai chiesti cosa usano i parrucchieri delle star di Hollywood come balsamo per capelli, ecco la risposta. Prendo vecchie banane, nere e un po' marce, e le mescolo con avocado troppo maturi dice la parrucchiera di Hollywood Joanne Harris. Una volta sono tornata dalla spiaggia e in casa non avevo balsamo, ma avevo una banana vecchia ed un vecchio avocado. Ho provato e ha funzionato benissimo! Questo miscuglio contiene moltissimi nutrienti, e cura i capelli racconta Joanne Harris. La nostra esperta raccomanda di lasciare questa crema tropicale sui capelli per un quarto d'ora e poi di sciacquarla via preferibilmente in un catino, per evitare di intasare i tubi.
18. CATARRO RETRONASALE. 12 + 1 trucchi per eliminare il problema. Per quanto vi riguarda, chi parla di 'goccia al naso' deve avere uno strano senso dell'umorismo. Forse 'cascata travolgente' farebbe più al caso vostro. Ma insomma, da dove viene tutto quel catarro? Cominciamo dal principio. Durante una sola giornata, almeno 10 mila litri d'aria passano per un naso adulto.
Per quanto l'aria sia fredda e secca il naso deve fare in modo che l'aria si scaldi a 37 gradi centigradi e arrivi a un'umidità del 100% prima di aver completato il suo viaggio fino ai polmoni. Se l'aria non è umida e calda come si deve, i tessuti dei polmoni vengono danneggiati. La corretta umidificazione dipende soprattutto dalle ghiandole delle mucose delle cavità nasali e frontali. Ogni giorno queste ghiandole secernono circa due litri di fluidi per lubrificare le mucose nei seni frontali, nel naso, in bocca e in gola. In genere queste secrezioni scorrono lungo la parte posteriore del naso e della gola, smosse dalle ciglia spiega Gilbert Levitt, otorinolaringoiatra di Puget Sound (Washington), che insegna otorinolaringoiatria all'Università di Washington. Le ciglia sono appendici filiformi di cellule speciali che ondeggiano avanti e indietro e contribuiscono a ripulire dalle polveri i condotti nasali. Ogni tanto, e soprattutto d'inverno, il muco si asciuga. Diventa attaccaticcio e questo rallenta l'attività delle ciglia. Un virus può bloccare del tutto le ciglia. Quando le ciglia smettono di muoversi, le secrezioni si raccolgono nella parte posteriore del naso. La consistenza si ispessisce e improvvisamente vi rendete conto che avete il catarro. Come si fa perché il muco torni acquoso come prima, evitando che le vostre vie respiratorie superiori si secchino del tutto? Ecco i consigli dei nostri esperti. - "Soffiatevi il naso regolarmente". E' talmente ovvio che magari non ci pensate dice Jerold Principato, che è un otorinolaringoiatra di Bethesda, nel Maryland, ed è professore associato di otorinolaringoiatria alla George Washington University. Il semplice fatto di soffiarvi il naso elimina una parte del catarro retronasale attraverso la parte anteriore del naso. Ma non esagerate. Non bisogna mai entrare con tamponi di cotone o fazzoletti dentro il naso, avverte il dottore. - "Fate degli sciacqui con acqua salata". Acqua, sale e una peretta da bambino sono tutto quello che serve per lavar via l'accumulo di muco e l'alito cattivo che spesso lo accompagna. Ecco la ricetta del dottor Principato. Sciogliete mezzo cucchiaino di sale in un quarto di litro di acqua calda. (Fate un terzo di cucchiaino se avete la pressione alta.) Aspirate l'acqua nella peretta e mettete la punta in una narice. Tenete il naso ben all'indietro e la peretta ad angolo retto con la faccia, parallela al pavimento della bocca. Poi inspirate, per 'succhiare' l'acqua nella narice. All'inizio può sembrare sgradevole, ma con la pratica diventa facile. Fatelo anche con l'altra narice e sputate l'acqua nel lavandino. Forse sarà necessario farlo più volte prima di avere sollievo. Quando avete finito, soffiatevi il naso per eliminare la secrezione acquosa. Il dottor Principato suggerisce di irrigare le narici tre volte al giorno per cinque giorni, quando è il caso. - "Fate dei gargarismi con acqua salata". Usate la stessa soluzione: mezzo cucchiaino di sale (o una punta per chi è iperteso) in un quarto di litro d'acqua. Questa soluzione, dichiara il dottor Principato, aiuta a eliminare i problemi della gola e della laringe, dovuti all'eccesso di muco. - "Non mangiate cibi irritanti". Magari andate pazzi per l'agnello al curry o per la pasta al peperoncino. Ma se avete un problema di catarro retronasale, forse è meglio rimandare. Cibi irritanti come il peperoncino o il curry possono provocare problemi nasali cronici dichiara il dottor Principato. - "Dimenticate il latte".
Provate questo e vedete se vi aiuta, suggerisce John A. Henderson, otorinolaringoiatra e allergologo di San Diego, in California, assistente di chirurgia all'Università della California. Alcuni esperti alimentaristi sono convinti che i latticini, come il latte e il gelato, stimolino un'eccessiva produzione di muco. Altri non ne sono sicuri. Il latte di mucca è una sostanza completamente diversa dal latte umano ricorda il dottor Henderson. Il problema è che è pieno di zucchero e questo zucchero, che si chiama lattosio, nutre i batteri e i funghi (miceti) che abbiamo in gola e nel tratto intestinale. La crescita eccessiva di questi organismi può disturbare il sistema immunitario. - "Rilassatevi". Lo stress è una delle cause principali del catarro retronasale, afferma il dottor Principato. Perché? Il lavoro di scaldare e mantenere in buono stato le mucose del naso ricade sul sistema nervoso parasimpatico che viene profondamente influenzato dallo stress nota il dottore. Lo stress può amplificare il processo, inducendo le mucose a produrre più muco del necessario. Se vi accorgete che il vostro catarro peggiora quando siete sotto tensione, tecniche calmanti come il rilassamento progressivo dei muscoli o la meditazione possono aiutarvi a sentirvi meglio. - "Bevete moltissima acqua". Tenere umide le mucose è essenziale, se le ciglia devono fare il loro lavoro. Bere molti liquidi aiuta a combattere il muco che è bloccato sulla parte superiore della faringe, sostiene Alvin Katz, otorinolaringoiatra di New York e chirurgo al Manhattan Eye, Ear, Nose and Throat Hospital. Infusi con limone e miele, o acqua calda con limone sono quello che ci vuole aggiunge il dottor Levitt. Aiutano a far diminuire il catarro, mentre quando vi schiarite la gola lo stimolate. La secrezione viene distrutta dall'acido idrocloridrico nello stomaco, quindi non vi preoccupate se lo inghiottite. - "Accendete l'umidificatore". Un buon umidificatore, che contenga parecchi litri d'acqua, può aiutarvi a tenere pulito il naso durante i mesi secchi dell'inverno. Ed aiuta a evitare che il muco si asciughi, condensandosi abbastanza da darvi fastidio. Usate acqua distillata per riempire l'umidificatore, così non avrete il problema delle impurità consiglia il dottor Katz. Ricordatevi di pulire l'apparecchio ogni settimana con acqua mescolata a un po' di aceto, aggiunge il dottore. Questo elimina le muffe e le spore. - "Non esagerate con i decongestionanti". Se usate delle gocce per il naso per tenere il catarro sotto controllo, le usate male avverte il dottor Principato. E' meglio usarle quando avete una vera e propria sinusite, dice il dottore. E riprende il consiglio di altri esperti quando segnala che non dovete mai usare gocce o spray nasali per più di qualche giorno di seguito. - "Avete pensato allo stomaco?". Quello che voi pensate sia un eccesso di catarro retronasale può essere invece un riflusso esofageo più noto come bruciore di stomaco. I sintomi sono gli stessi del catarro segnala Mark Baldree, otorinolaringoiatra di Phoenix, nell'Arizona, e membro della divisione di otorinolaringoiatria al Saint Joseph's Hospital di Phoenix. Alcuni dei nuovi farmaci per la pressione alta possono provocare sintomi del genere di uno scolo retronasale, quando si tratta in realtà di un reflusso gastroesofageo. - "Come vanno i vostri estrogeni?". Gli estrogeni influenzano le mucose delle cavità nasali. Alcuni contraccettivi orali contengono una forte quantità di estrogeni.
Aumentare gli estrogeni che circolano nel corpo può far sì che le mucose nasali si gonfino e producano più muco. Se avete un problema di catarro retronasale e prendete la pillola parlatene con il vostro ginecologo. Magari ve ne prescriverà una con un dosaggio più basso. - "Evitate gli antistaminici". Di solito non sono di grande aiuto riconosce il dottor Baldree. Non funzionano molto e vi intontiscono. Meglio un semplice decongestionante. LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Una teiera per il naso". Se cercate la purezza assoluta, fate quello che fanno gli yogi: usate un vaso 'neti' per sciacquare con acqua salata le vostre fosse nasali. Un vaso neti è una specie di piccola teiera con un beccuccio allungato. In genere contiene parecchi centilitri d'acqua. Gli studiosi di yoga sono convinti che tenere le vie aeree ben ripulite dal muco secco aumenta la vitalità nell'intero organismo. Chi propone questa pratica, afferma anche che l'uso elimina tutti i problemi di seni paranasali che nascono dalle ostruzioni nasali. Come si usa un vaso neti? Ecco il parere di un portavoce dell'Himalaian International Institute. Riempite il vaso di acqua calda con un pizzico di sale. Usate una quantità di sale sufficiente per avvicinarvi alle proporzioni acquasale delle lacrime. Se la soluzione pizzica, il sale è troppo. Piegate la testa di lato sopra il lavabo, mettete il beccuccio in una narice e continuate a versare finché c'è acqua nella teiera. Il fluido dovrebbe uscire dall'altra narice. Riempite di nuovo il vaso, piegate la testa dall'altra parte e irrigate l'altra narice. Ci vuole un po' di esercizio per riuscirci. Quando avete finito, soffiate liberamente il naso da tutt'e due le narici. Se volete, potete ripetere il procedimento un'altra volta tutti i giorni. E' davvero facile e divertente dice il portavoce. Lo sto facendo da dieci anni, due volte al giorno. Elimina gli intasamenti di muco nei punti di entrata principali dell'organismo, quelli da cui passa l'aria. Quando i passaggi sono bloccati dal muco, l'organismo ne risente in modo drammatico. 19. CECITA' CREPUSCOLARE. 10 + 1 trucchi per affrontare l'oscurità. E' una bella giornata di sole. Entrate nella sala buia di un cinema e improvvisamente non distinguete più la persona che è entrata con voi. In una situazione come questa tutti diventano 'ciechi' per qualche istante. In pratica ci vuole qualche attimo perché la retina si adatti ai cambiamenti di luminosità spiega Alan Laties, professore di oftalmologia all'Università di Pennsylvania. Ma per qualcuno la cecità crepuscolare dura più di pochi istanti. Alcuni soggetti si adattano più in fretta ai cambiamenti di luce e all'oscurità afferma il dottor Laties. A volte i miopi sono più lenti ad adattarsi all'oscurità, e altri, semplicemente, al buio non ci vedono. Posso citare varie cause per questo problema. Per esempio alcuni soggetti, pochi, hanno la cosiddetta cecità notturna congenita: sono nati così. E' la loro struttura innata commenta il dottor Laties. Non c'è pericolo per l'occhio. Purtroppo i medici non dispongono di cure su misura per la cecità crepuscolare. Ma se di notte non ci vedete bene e il vostro medico ha escluso un problema oculare come causa del disturbo, eccovi un paio di idee a cui pensare e qualche buon consiglio pratico per guidare di notte senza rischi.
- "Fatevi un autotest". C'è gente che si preoccupa moltissimo dei propri occhi avverte il dottor Laties. Ha paura di diventare cieca. Il dottore segnala che molti possono controllare da soli la funzionalità della loro visione notturna. Dopo cinque minuti in un cinema, dovreste riuscire a vedere la persona che vi sta vicino. - "Prendete abbastanza vitamina A?". E' una vitamina importante per la visione notturna, e infatti forti dosi di vitamina A, somministrate a una persona che ne sia carente, migliorano la visione notturna nel giro di poche ore, riferisce Creig Hoyt, vicepresidente del dipartimento di oftalmologia dell'Università della California. Comunque, visto che secondo il dottor Hoyt la carenza di vitamina A è rara negli Stati Uniti, l'assunzione di supplementi di vitamina A va sempre approvata in anticipo dal vostro medico. - "Quando guidate di notte, fate il possibile per migliorare la visibilità". In un giorno limpido, dal sedile del conducente di solito si vede a una distanza di 400-500 metri lungo un rettilineo, osserva Quinn Brackett, ricercatore alla Texas A&M University. Ma di notte, in buone condizioni di visibilità e con la sola luce dei vostri fari, ci si vede solo a 90-100 metri. Quindi è importante approfittare di tutti i vantaggi possibili. Assicuratevi che i fari siano puliti consiglia Charles Zegeer, del centro di ricerca sulla sicurezza in autostrada presso l'Università della North Carolina. I fari sporchi riducono veramente la visibilità e peggiorano ulteriormente un problema già grave. Non mettetevi occhiali da sole al crepuscolo, per eleganti che siano, perché riducono ancora di più la luce che arriva all'occhio, insiste il dottor Brackett. - "Rallentate". In questo modo vi date il tempo per reagire ai rischi inaspettati. - "Aspettatevi l'inaspettato". Di questi tempi le strade non servono solo alle automobili: ci passano anche pedoni, gente che corre per allenarsi, ciclisti. E vestirsi di bianco alla sera non basta per essere visibili avverte Charles Zegeer. E' affar vostro tenere d'occhio i pedoni. - "Non sottovalutate la pioggia e la nebbia". La guida notturna con pioggia o nebbia è particolarmente pericolosa, sottolinea Charles Zegeer. La sua raccomandazione è di non usare gli abbaglianti nella nebbia, per migliorare la visibilità, perché l'effetto è esattamente contrario. - "Pensateci prima". Una buona programmazione preventiva può facilitare la guida notturna. Quando potete, raccomanda Quinn Brackett scegliete strade comode o poco trafficate. - "Non correte rischi". Se la nebbia o il traffico diventano troppo pericolosi, propone Charles Zegeer, cercate un parcheggio, una stazione di servizio o una piazzola. Non state sul bordo della strada. Guardate a destra. Tenete gli occhi sul lato destro della strada, per evitare l'abbagliamento delle macchine che vi vengono incontro suggerisce Quinn Brackett. - "Rimandate a domani". Guidate solo di giorno. La guida notturna anche in buone condizioni di luce, per esempio in città, può essere un problema per chi soffre di cecità notturna.
AVVERTENZA MEDICA: "Lasciate la diagnosi al vostro medico".
Molto raramente la cecità notturna può essere il sintomo precoce di un disturbo progressivo della vista. Un esempio è la retinopatia pigmentosa (R.P.) che colpisce circa 100 mila persone negli Stati Uniti, secondo Jill C. Hennessey, assistente alla direzione scientifica della R.P. Foundation Fighting Blindness di Baltimora, nel Maryland. Oggi come oggi, dice la dottoressa Hennessey non esiste un trattamento efficace. La retinopatia pigmentosa tende a colpire per famiglie ed anche la causa è un mistero. Può portare alla cecità. Se avete problemi di visione notturna, fatevi esaminare gli occhi da un oculista, avverte il dottor Alan Laties. E' il miglior sistema per proteggere la vostra vista.
BOX: "Di notte, mettetevi gli occhiali". I gufi, ben noti per la loro natura notturna, ci vedono benissimo al buio. Invece gli umani, anche i 'gufi' che starebbero alzati tutta la notte, non sono così fortunati. Ma non è detto che non si possa migliorare. Milioni di persone usano occhiali per rafforzare la propria acuità visiva, e non c'è motivo per cui gli occhiali non possano migliorare anche la miopia notturna (o visione notturna difettosa di oggetti distanti), spiega il dottor Creig Hoyt. I piloti d'aereo dicono che fanno più fatica a vedere le piste di notte, e di notte mettono occhiali diversi riferisce il dottor Hoyt. Quello che funziona per un pilota che cerca di far atterrare un aereo su una strisciolina di cemento dovrebbe aiutare anche voi a guidare la macchina sull'autostrada. Il consiglio del dottor Hoyt è di portare di notte occhiali più forti, oppure di portare occhiali anche se di giorno non ne avete bisogno.
20. CELLULITE. 9 + 1 modi per combatterla. Per parafrasare la regina dai capelli corvini di una celebre fiaba: Specchio, specchio delle mie brame, chi ha la pelle più bella del reame? Voi, solo voi, o mia regina rispondeva lealmente lo specchio. E tutto andava bene. Fino a una sera fatale, verso l'ora di andare a letto, quando lo specchio fu costretto a fare un commento a proposito di un cuscinetto di cellulite sulle cosce reali. Come ricorderete, le cose da allora cominciarono ad andare di male in peggio. Niente di strano che la regina fosse di umore così perfido quando Biancaneve e quegli sciocchi sette nani le giravano intorno fischiettando! Lo specchio della regina non mentiva, e non mente neanche il vostro se vi state portando intorno queste poco gradevoli escrescenze sulle cosce, sui glutei o all'interno delle braccia. In realtà la cellulite è solo un deposito di grasso, avverte il dottor Paul Lazar, docente di dermatologia clinica alla Northwestern University.
Il suo aspetto è causato da fasce di tessuto fibroso ancorate alla pelle, che la tirano in dentro e quindi strizzano in fuori le cellule di grasso. Alcuni soggetti sono più suscettibili alla cellulite di altri, spiega il dottor Lazar, specialmente le donne, che in genere sono più adipose e meno muscolose degli uomini su glutei, fianchi e cosce. Alcuni specialisti (non medici) della pelle ritengono che la cellulite sia diversa dal grasso. La cellulite è una combinazione di globuli di grasso, sostanze di rifiuto e acqua imprigionata nel tessuto connettivo sostiene Carole Walderman, estetista e direttrice di una scuola di estetica di Baltimora. In genere medici e ricercatori non sono d'accordo con questa teoria e non sono neppure d'accordo sul fatto che sia possibile fare qualcosa di risolutivo per liberarsi della cellulite, una volta che ha preso piede. La cellulite è qualcosa che potete cercar di evitare, commenta il dottor Lazar, facendo esercizio e tenendo il peso sotto controllo. Ma chi si trova faccia a faccia con la cellulite vuole provare qualcosa. Così abbiamo controllato tutte le promesse, abbiamo scartato quelle un po' troppo bizzarre e vi offriamo le soluzioni che seguono. Provatele pure, sono tutte vostre. - "Eliminate il grasso". Visto che la cellulite è grasso, l'eccesso di peso può fare la sua parte: il dottor Lazar ne è convinto. Perdete peso gradualmente, suggerisce il dottore, e probabilmente qualcosa di quello che perderete sarà cellulite. Mangiate molta frutta e verdura fresca, scarse di calorie ma strapiene di nutrienti, e bevete succhi di frutta e verdura, raccomanda Dolores Schneider, dietologa e direttrice di Sharon Springs, un centro termale nello stato di New York, dove si va per perdere peso e disintossicarsi. - "Riequilibratevi mangiando bene". Mangiate alimenti sani e ben bilanciati, consiglia caldamente Kim Ulen, supervisore del reparto cure cutanee del centro termale Cal-a-Vie di Vista, in California. Questo riporta le reazioni chimiche del vostro organismo a uno stato di equilibrio in cui è più difficile che la cellulite si sviluppi secondo Kim Ulen. - "Rilassatevi nell'acqua". Dolores Schneider suggerisce di rilassarsi in un bel bagno mineralizzato a base di sale marino. Sciogliete due tazze di sale marino nella vasca piena di acqua calda e rimanete in quest'acqua lenitiva per almeno 20 minuti. La vostra pelle sarà più morbida. - "Combattete la stitichezza". Le persone che sono spesso costipate di solito hanno la cellulite riferisce Kim Ulen. Gli alimenti si muovono più in fretta lungo il tubo digestivo se mangiate ogni giorno cibi ricchi di fibre come le verdure verdi e i cereali integrali. Per un tocco più deciso Kim Ulen suggerisce di aggiungere a ogni pasto un po' di fibra grezza a cibi e bevande. In più: - mangiate come vi ha insegnato la mamma (almeno speriamo), cioè masticate bene ogni boccone e lasciate perdere gli spuntini notturni, dice l'esperta; - bevete liquidi a temperatura ambiente invece che freddi di frigorifero. Il ghiaccio fa contrarre l'esofago e lo stomaco, rallentando il flusso di enzimi digestivi allo stomaco segnala Kim Ulen. - "Aprite le vie d'uscita della pelle". Tenere pulite e sgombre le strade naturali del corpo, principali e secondarie, dà alla cellulite una via d'uscita più facile, dicono gli specialisti della pelle. Secondo loro le tecniche che seguono dilatano i vasi sanguigni della pelle e sotto la pelle e tengono in buona efficienza il sistema di eliminazione dei rifiuti: - Bevete moltissima acqua.
Ho scoperto che moltissime persone con la cellulite non bevono acqua a sufficienza dice Carole Walderman. Bevete ogni giorno almeno sei-otto bicchieri di acqua minerale naturale, questo è il suo parere. - State alla larga dal sale, che contribuisce alla ritenzione d'acqua ed aumenta i problemi di cellulite, avverte Kim Ulen. - Eliminate o riducete caffè e sigarette, insiste Carole Walderman, che restringono i vasi sanguigni e peggiorano la cellulite. - Spazzolate la pelle con una spazzola asciutta. Aiuta la circolazione, dice Carole Walderman. Premete con dolcezza sulla pelle una spazzola a setole morbide e fatela ruotare con movimenti circolari dalla testa ai piedi, o anche solo sulle zone cellulitiche, consiglia la nostra esperta. - "Fate esercizi per tonificare i muscoli". Un po' di body building o di ginnastica con i pesi può aiutare a ricostruire i tessuti dove c'è un problema di cellulite, osserva il dottor Lazar, intervenendo in zone specifiche, per esempio glutei e cosce. - "Massaggiate i punti problematici". Kim Ulen consiglia di rinforzare i benefici dell'allenamento con un morbido massaggio impastante che potete praticare da soli in zone come le cosce e l'interno delle ginocchia. - "Fate un bel respiro profondo". Imparate a respirare dal profondo del diaframma, consiglia Dolores Schneider. L'ossigeno aiuta a bruciare i grassi. In più il respiro profondo aiuta a eliminare l'anidride carbonica che intossica le vostre cellule, ricorda Kim Ulen. - "State calmi". La cellulite prospera dove i muscoli sono in tensione, e i muscoli sono in tensione quando siete sotto stress, nota Carole Walderman. Avete bisogno di rilassarvi. Se siete un tipo che fa fatica a distendersi, ecco qualche consiglio che può essere utile: - Lo yoga è un antistress ideale, afferma la nostra esperta. Questa disciplina vi insegna a respirare in profondità, stira i muscoli e vi rilassa a fondo. - Cancellate i pensieri fastidiosi dalla mente passando qualche minuto su una tavola inclinata, suggerisce Carole Walderman. Mettetevi sdraiati con la testa in basso per una ventina di minuti tutti i giorni. Se volete gli stessi vantaggi senza la tavola inclinata, sdraiatevi per terra e appoggiate i piedi alla parete, suggerisce Kim Ulen.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Lozioni e pozioni". I consulenti di bellezza sono convinti che alcune formule a base di erbe abbiano proprietà emollienti che aiutano ad ammorbidire la pelle invasa dalla cellulite. Decidete da soli quanto sono efficaci, e se lo sono. Mettete nella vasca da bagno oli di salvia, di cipresso o di ginepro suggerisce Kim Ulen di Cal-a-Vie. Questi oli essenziali, usati spesso nell'aromaterapia, vengono assorbiti direttamente dalla pelle e combattono la cellulite dall'interno, dichiara Kim Ulen. Gli oli per aromaterapia sono in vendita in molti negozi specializzati (erboristerie, eccetera).
21. CERUME. Le 4 fasi della pulizia profonda. Siete fortunati: probabilmente non vi è mai successo che un medico vi tirasse fuori dall'orecchio uno scarafaggio che aveva scambiato il vostro canale auricolare per un meraviglioso sacco a pelo. Cose come queste possono succedere (anche se di rado), commenta il dottor David Edelstein, otorinolaringoiatra in una clinica specialistica di New York. Invece un problema comunissimo è il tappo di cerume indurito che si forma vicino al timpano e che va rimosso da un medico. Ecco qui come potete prevenirlo. - "Non introducete niente nell'orecchio". C'è un vecchio proverbio americano che dice: Non mettere mai nell'orecchio niente che sia più piccolo di un gomito: per gli specialisti dell'orecchio è oro colato. Non introducete mai niente di tagliente nell'orecchio (una spilla una matita appuntita, un fermaglio) perché può forarvi il timpano. Non introducete nell'orecchio neppure un cotton fioc o un dito, avverte il dottor George W. Facer, otorinolaringoiatra alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. Anche se pensate di tenere pulito l'orecchio, in realtà state spingendo il cerume più a fondo, fino a formare un tappo sul timpano. - "Mettete nell'orecchio qualche goccia di liquido emolliente". Poche gocce di qualche sostanza che probabilmente avete già n casa possono ammorbidire il cerume. Provate l'acqua ossigenata a 12 volumi e l'olio di vaselina o la glicerina, per una pulizia molto economica, propone il dottor Facer. Oppure comprate in farmacia un detergente che non ha bisogno di prescrizione, dice il dottor Edelstein. Mettete in ogni orecchio una goccia o due di uno dei liquidi. Lasciate sgocciolare fuori il liquido in eccesso. Quello che rimane dentro scorrerà sul cerume e lo ammorbidirà. Fatelo per un paio di giorni. Una volta ammorbidito il cerume, siete pronti per lavarlo via. Riempite una bacinella con acqua a temperatura del corpo, prescrive il dottor Facer. Riempite d'acqua calda una peretta di gomma e tenendo la testa sopra il contenitore, spruzzate dolcemente l'acqua nel canale auricolare. Il flusso d'acqua deve essere a bassissima pressione. Poi girate la testa di fianco e lasciate scorrere fuori l'acqua. - "Asciugatevi le orecchie con il phon". Non usate l'asciugamano, dicono i medici. Invece asciugatevi con l'asciugacapelli o mettete in ogni orecchio qualche goccia di alcol per completare l'asciugatura. Fatelo dopo aver ripulito l'orecchio dal cerume e anche quando fate la doccia. - "Ripulitevi le orecchie regolarmente". Un lavaggio auricolare una volta al mese è più che sufficiente per chiunque, secondo il dottor Edelstein. Se fate la pulizia più spesso, lavate via lo strato di protezione.
22. CICATRICI. 9 + 1 modi per ridurre i danni. Volete sembrare dei duri? Vestitevi di nero, fumate un sigaro bello grosso, portate sotto braccio la custodia di un violino e, soprattutto, fate in modo di avere una grossa cicatrice su una guancia. Naturalmente può darsi che non abbiate particolarmente voglia di sembrare dei duri. Se è così, siete arrivati al capitolo giusto. Il modo di trattare un taglio può influire sulla cicatrice che ne deriverà (se ne deriverà). E il modo di curare la cicatrice può influire sulla velocità e sulla proporzione con cui la cicatrice scomparirà (come fanno le cicatrici col tempo). - "Meglio prevenire che curare". Se non volete pelo di cane sul divano, non tenete un cane. Se non volete carie, non mangiate zucchero. E se non volete cicatrici, non tagliatevi. Semplice, no? Ogni volta che la pelle viene tagliata, si forma una cicatrice spiega il dottor Gerald Imber, chirurgo plastico in servizio presso un ospedale di New York. Ma alcuni, secondo lui, tendono a formare cicatrici più di altri. E' una cosa molto personale. Comunque reagisca il vostro corpo, fate in modo di proteggervi la pelle con guanti, pantaloni lunghi e maniche lunghe ogni volta che lavorate con oggetti spinosi, taglienti o frastagliati. - "Aiutate le ferite a guarire bene". Una ferita che guarisce in modo rapido e pulito è meno facile a formare cicatrici di una ferita che va in suppurazione, cioè forma del pus. Assicuratevi di pulire bene tutti i tagli e le escoriazioni che vi fate (l'acqua ossigenata è un buon disinfettante) e cercate di tenere la ferita leggermente inumidita con una pomata antibiotica mentre guarisce, raccomanda il dottor Jeffrey H. Binstock, dermatologo e assistente di chirurgia dermatologica all'Università della California, a San Francisco. (Per il trattamento corretto di tagli ed escoriazioni vedi il capitolo 'Tagli e graffi') - "Non grattate le croste". La mamma aveva ragione. Grattar via la crosta da una ferita in via di guarigione aumenta le probabilità di ritrovarsi con una cicatrice visibile, segnala il dottor John F. Romano, dermatologo del Saint Vincent's Hospital di New York. - "Chiudete le ferite con un cerotto a farfalla". Se vi tagliate e la ferita è abbastanza grande, dovete andare da un medico a farvi dare dei punti, soprattutto se la ferita è in faccia (dove una cicatrice è più visibile). Ma se il taglio è piccolo e siete preoccupati per la cicatrice, potete usare un cerotto a farfalla, consiglia il dottor Romano. Questi cerotti, in vendita in molte farmacie, aiutano a tenere chiusa la ferita per assicurare una guarigione migliore e una cicatrice ai minimi termini. Bisogna applicarli solo dopo che la ferita è stata pulita accuratamente. - "Mangiate in modo equilibrato". Le ferite non guariscono bene se il vostro corpo non dispone degli elementi che le fanno guarire bene. Che cosa ci vuole? Proteine e vitamine, che si ottengono con una dieta equilibrata, sono essenziali. In più, per guarire le ferite è particolarmente importante un minerale, lo zinco. Buone fonti di zinco sono i semi di zucca tostati, i semi di girasole, l'Emmenthal, le noccioline americane, la carne di tacchino, il manzo magro e anche le ostriche. - "Trattate le cicatrici con gentilezza".
Le ghiandole sudoripare, le ghiandole sebacee ed i follicoli piliferi vengono distrutti da una cicatrice, e la lasciano alla mercé degli elementi più del resto della pelle, osserva il dottor Paul Lazar, docente di dermatologia alla Northwestem University. Il suo consiglio è di tenere le cicatrici grandi (soprattutto quelle causate da una bruciatura di terzo grado) ben lubrificate da una buona crema per la pelle, per proteggerle dalle abrasioni. - "Non esagerate con le docce". Una causa molto comune di abrasioni dolorose alle cicatrici è una salvietta di spugna nelle mani di una persona troppo zelante. Il dottor Lazar raccomanda di lavare sempre le cicatrici con molta attenzione. - "Proteggete le cicatrici dal sole". Le cicatrici hanno meno pigmento della pelle normale, quindi non sono in grado di sviluppare un'abbronzatura protettiva: per questo sono particolarmente esposte alle scottature da sole. Assicuratevi di coprire sempre le cicatrici con una crema contenente un potente filtro solare ogni volta che uscite all'aperto in un giorno di sole, raccomanda il dottor Stephen Kurtin, dermatologo a New York e assistente di dermatologia alla Mount Sinai University di New York. - "Non allarmatevi". Le cicatrici recenti sono molto visibili, ma non preoccupatevi troppo. Ricordatevi che con il tempo il colore delle cicatrici impallidisce da solo, rassicura il dottor Lazar.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Balsamo sulla ferita". Prendete una capsula di vitamina E, apritela e lasciate scorrere l'olio sul taglio o sulla cicatrice. Sembra semplice. Sembra efficace. Lo fa un sacco di gente. C'è chi giura che aiuta a prevenire le cicatrici o a far sparire le cicatrici recenti. In realtà, probabilmente fa sparire le vecchie cicatrici. Una ferita trattata con la vitamina E guarisce più in fretta di una non trattata e forse questo aiuta a ridurre la cicatrice, riferisce il dottor Stephen Kurtin. Perché la vitamina E aiuta le ferite a guarire? In realtà è l'olio della capsula che è benefico, spiega il dottor Kurtin. In questo modo tenete umida la ferita: non c'è niente di magico in questo. Probabilmente avreste lo stesso effetto anche con olio senza vitamina E ritiene il dottore.
23. CISTITE. 10 + 1 rimedi per un problema bruciante. Siete andate in bagno un bel po' di volte. Avete veramente bisogno di andarci. Ma quando ci siete, beh, non succede granché. E se succede. brucia! Di che cosa stiamo parlando? Di un problema che coinvolge una quantità orribilmente grande di donne americane: cinque su dieci, prima o poi, si prendono una cistite. (Capita anche agli uomini, ma così raramente che le infezioni della vescica sono considerate una malattia femminile.) E' una delle infezioni più comuni che i medici devono curare afferma David Staskin, assistente di urologia alla Boston University. Probabilmente il 50% delle donne ha almeno una cistite a un certo punto della sua vita, e il 20% ha infezioni multiple: non è raro per una donna averne una o due l'anno.
Qual è la causa? Le infezioni della vescica sono provocate il più delle volte da batteri della specie "Escherichia coli" che si insediano nella vagina e da lì risalgono all'uretra, il canaletto da cui passa l'urina, spiega Elliott L. Cohen, assistente di urologia alla Mount Sinai School of Medicine della City University di New York. Nella vagina i batteri non danno problemi. I problemi cominciano solo quando entrano nel tratto urinario. Sono batteri normalmente presenti in tutte le donne. E le donne che hanno infezioni del tratto urinario non hanno differenze anatomiche rispetto alle altre. Ma per qualche ragione che non conosciamo sono più suscettibili all'infezione riporta il dottor Cohen. In realtà le infezioni della vescica sono infezioni dell'urina, secondo il dottor Staskin, e di solito l'effetto sulla paziente è di poco conto. I batteri irritano le pareti della vescica dice il dottore. E' una specie di equivalente vescicale di una scottatura da sole. Ma le infezioni bruciano, pizzicano e in genere rendono la vita difficile a chi le ha. Però ci sono buone notizie. Potete fare parecchie cose per rendere la cistite meno spiacevole e per liberarvene più in fretta. I consigli che seguono, tutti sperimentati dai medici, vi dicono come. - "Bevete molto di più". Probabilmente questa è la cosa più importante in assoluto, per due ragioni: per stare meglio e per guarire. Ci sono donne che si prendono una cistite e pensano: 'Aha! Brucia solo quando vado in bagno' dichiara il dottor Cohen. Dopo di che si dicono che se non bevono, non devono andare in bagno, e se non vanno in bagno, non sentono il bruciore, così non bevono. Il che è assolutamente la cosa peggiore che possano fare. La ragione? Quale che sia la quantità dell'urina nella vescica, più a lungo sta nella vescica più crescono i batteri che ci sono dentro. Secondo il dottor Staskin, l'"Escherichia coli" raddoppia la sua popolazione ogni 20 minuti circa. E più batteri significa più dolore. La cosa migliore che una donna possa fare per evitare il bruciore è bere liquidi in abbondanza, in modo da lavare via i batteri che provocano l'infiammazione afferma il dottor Cohen. C'è una ragione validissima per bere più liquidi, a scopo sia preventivo sia curativo sottolinea il dottor Staskin. Sono stati effettuati studi in cui i batteri venivano introdotti meccanicamente nella vescica di alcune volontarie. Il semplice fatto di svuotare la vescica il doppio delle volte la sterilizzava. Messaggio: più bevete, più in fretta il dolore se ne va. Avvertimento: se l'urina è chiara, state bevendo abbastanza, se è colorata, no. - "Fate un bagno caldo". Questo aiuta molte donne a soffrire di meno segnala Richard J. Macchia, docente primario del dipartimento di urologia al centro di scienza della salute della State University di New York. Non credo che nessuno abbia studiato il meccanismo preciso, ma sembra che spesso un bagno caldo sia di giovamento quando c'è un'infiammazione. - "Prendete un'aspirina o un ibuprofen". Sono degli antinfiammatori ed aiutano alcune pazienti sostiene il dottor Macchia. Riducono l'infiammazione della vescica, e meno infiammazione c'è minore è il bruciore. - "Prendete della vitamina C". Una dose di circa 1000 milligrammi nel corso della giornata acidifica le urine abbastanza da ostacolare la crescita batterica dichiara il dottor Macchia. Questa è una buona idea se avete un problema di reinfezione o se avete un'improvvisa ricaduta e non c'è un medico sottomano.
Un'avvertenza: alcuni antibiotici che vengono prescritti per la cistite non funzionano bene nell'urina acida, per cui dite al dottore che state prendendo vitamina C. Ditegli anche quanta ne state prendendo. La vitamina C non è tossica, ma 1000 milligrammi è considerata una dose elevata ed è meglio avere l'approvazione del vostro medico. - "La direzione giusta". La pulizia all'indietro dopo essere andate di corpo previene la ricorrenza della cistite, segnalano i medici. La pulizia nel senso sbagliato è una delle cause più comuni di infezione, ed è un sistema sicuro per avere infezioni a ripetizione. Pulirsi all'indietro è puro buon senso, perché è meglio spostare i batteri lontano da, e non verso, la vagina e l'apertura uretrale. - "Andate in bagno prima di un rapporto sessuale". Aiuta a far uscire i batteri presenti nella vagina, affermano gli esperti; altrimenti i batteri possono essere spinti nella vagina dal rapporto sessuale. - "Andateci anche dopo". E' da qui che nasce il mito della responsabilità del vostro partner; e come in molti miti anche in questo c'è un pizzico di verità, secondo il dottor Staskin. Il pene può spingere nella vescica i batteri presenti all'apertura dell'uretra. Svuotare la vescica la 'ripulisce' efficacemente. Non c'è dubbio che le infezioni del tratto urinario siano più comuni nelle donne sessualmente attive dichiara il dottor Cohen. Ma questo dipende più dal fatto che non si sa come proteggersi, che dall'attività sessuale in se stessa. Se i batteri vengono davvero spinti nella vescica, il flusso dell'urina li eliminerà quasi del tutto. - "Colpa del diaframma?". E' stato provato che il diaframma è fra i responsabili principali nei casi di cistiti ostinate e ripetute riferisce il dottor Staskin. Probabilmente c'entrano due meccanismi: primo, i batteri colonizzano il diaframma, che poi viene inserito profondamente nella vagina. Inoltre il diaframma interferisce con lo svuotamento urinario, il che significa che i batteri già presenti nella vescica non vengono eliminati. Se questa descrizione si adatta anche a voi, forse è il caso di parlarne con il vostro medico, in modo da scegliere un altro sistema di controllo delle nascite. - "Usate gli assorbenti invece dei tamponi". Nessuno sa con precisione perché certe donne siano più esposte a reinfettarsi, ma sembra che le manipolazioni vaginali di qualsiasi tipo, sesso, inserimento del diaframma o dei tamponi, precedano sempre gli episodi afferma Joseph Corriere, direttore della divisione di urologia allo Health Science Center dell'Università del Texas, a Houston. Alle mie pazienti che hanno cronicamente infezioni al momento delle mestruazioni consiglio di smettere di usare i tamponi e di passare agli assorbenti dichiara il dottore. - "Attente all'igiene". Buona igiene significa indossare biancheria intima di cotone che vi lasci asciutte, evitare i collant stretti che tolgono l'aria, e soprattutto buona pulizia: purché sensata. Se non vi lavate per eliminare i batteri della zona perineale (cioè fra la vagina e il retto), ovviamente correte il rischio di infezioni recidivanti sostiene il dottor Staskin. Ma troppi lavaggi possono essere nocivi come troppo pochi. Fare continuamente lavande vaginali può introdurre batteri nella vagina e lavare via i batteri che normalmente sono presenti e non sono infettivi. Può derivarne un'irritazione dell'uretra che è un'altra delle infezioni del tratto urinario. I saponi antibatterici molto forti fanno la stessa cosa, e alterano la flora vaginale fino a rendere il soggetto più esposto alle infezioni. La morale: pulizia sì, ma senza ossessioni.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "La cura del succo di mirtillo".
In America ogni donna che abbia avuto un'infezione delle vie urinarie, ed ogni uomo che ci sia passato insieme con lei, hanno sentito parlare della cura del succo di mirtillo. La grande domanda: funziona? La risposta dipende dalla persona con cui parlate. Alcuni, nella comunità medica, dicono di sì, ma la maggioranza dice di no. Nel corso degli anni numerosi studi hanno messo in evidenza un effetto. Ma rimane la controversia sul perché funziona. Secondo me la cosa ha a che fare con l'aumento di liquido (che potrebbe essere qualsiasi altro liquido) dichiara il dottor David Staskin. Sinceramente, non riesco a credere che nel succo di mirtillo ci sia qualcosa di speciale in quantità tale da avere un effetto qualsiasi. Il dottor Joseph Corriere è d'accordo, ma fino a un certo punto. Il succo di mirtillo contiene acidi liberi (prevalentemente acido citrico e acido malico) e acido ascorbico, possiede un'azione astringente e blandamente disinfettante delle vie urinarie. E' stata riconosciuta anche un'azione antibiotica verso gli streptococchi e i coli. Il problema è che dovreste berne litri e litri ogni giorno per avere un effetto. Anche se ci sono forti dubbi che il succo di mirtillo possa curare davvero la vostra cistite, non c'è assolutamente nessun rischio nel provare. Ricordatevi, se non vi cura, non vi fa neppure male.
AVVERTENZA MEDICA: "I segnali che c'è qualcosa di serio". Ecco i quattro sintomi principali che dovrebbero mandare dal dottore chiunque abbia un'infezione della vescica (che sia la prima o la quinta non ha alcuna importanza): -
Sangue nell'urina. Dolore nella regione lombare o al fianco. Febbre. Nausea o vomito
Tra le donne che hanno un'infezione della vescica, il 90% elimina i batteri con la prima o la seconda pillola di antibiotici, ma spesso i sintomi continuano per due o tre giorni spiega il dottor David Staskin. Un piccolo numero di pazienti può anche sviluppare problemi renali più seri. Se i sintomi sono quelli indicati qui sopra, bisogna andare dal medico immediatamente. I sintomi associati a un'infezione della vescica possono indicare anche qualcos'altro (per esempio un tumore, soprattutto se c'è sangue nelle urine), quindi è importante consultare sempre il medico.
24. CLAUDICAZIONE INTERMITTENTE. 8 modi per ridurre il dolore. La claudicazione intermittente, che è un dolore cronico al polpaccio mentre si cammina, affligge ogni anno più di un milione di persone sopra i cinquant'anni solo negli Stati Uniti. Sebbene sia un disturbo serio e doloroso anche per conto suo, in realtà la claudicazione intermittente è il sintomo di un problema più vasto e più serio, cioè il deterioramento della circolazione periferica. Mentre un vaso sanguigno ostruito nel cuore provoca l'angina (dolore al torace), la claudicazione intermittente segnala che alla 'periferia', cioè nelle zone più lontane dal cuore come le braccia e le gambe, arriva meno sangue. Stiamo parlando della fase sintomatica della sindrome arteriosa spiega il dottor Jess R. Young, primario del dipartimento di medicina vascolare alla Cleveland Clinic Foundation nell'Ohio.
Se avete un problema arterioso al cuore, i risultati sono angina e attacchi di cuore. Se l'avete alle arterie della testa, vi viene un ictus. La claudicazione intermittente è la stessa cosa, ma a livello di gambe e braccia. Ecco perché la claudicazione intermittente non va presa alla leggera. Se vi è stato diagnosticato questo disturbo, dovete vedere regolarmente il vostro medico in modo che lui possa tenere sotto controllo il disturbo sottostante, che vi causa il dolore che sentite alle gambe. Dopo tutto il dolore è solo un sintomo. La malattia invece uccide. Guardando il problema dal lato buono, ci sono parecchie cose che potete fare a casa vostra per liberarvi dal dolore della claudicazione intermittente e rallentare il progredire del problema vascolare periferico. - "Smettete dl fumare". La primissima cosa da fare, per chiunque soffra di questo problema, è smettere di fumare afferma con decisione il dottor Young. Fra chi ne soffre, il 75-90% sono fumatori. Smettere di fumare è tanto importante, in realtà, che secondo i nostri esperti nessuno dei rimedi elencati qui sotto può funzionare se non smettete. Ne vale la pena? Considerate quanto segue: il fumo di sigaretta aumenta il danno perché, nei muscoli già affamati di ossigeno, rintroduce monossido di carbonio. Inoltre la nicotina restringe le arterie e questo diminuisce ulteriormente l'afflusso di sangue, con la possibilità di danneggiare le arterie stesse e di provocare la formazione di trombi. I trombi, o grumi di sangue, possono portare alla cancrena e rendere necessaria l'amputazione. Smettere di fumare è la cosa più importante, punto e basta dichiara il dottor Robert Ginsburg, direttore del centro di terapia vascolare attiva presso l'ospedale della Stanford University in California. - "Cominciate a camminare". Subito dopo l'interruzione del fumo la cosa più importante è l'esercizio fisico segnala il dottor Young. Il tipo di esercizio di cui parla, e che i nostri esperti raccomandano con entusiasmo, è il più semplice di tutti: camminare. Uscite tutti i giorni per almeno un'ora di passeggiata propone il dottor Young. Potete fermarvi ogni volta che volete, ma dovete sopportare il disagio della claudicazione intermittente se volete che l'esercizio vi faccia bene. Camminate finché non sentite dolore, è il suo consiglio, ma non fermatevi al primo segno di dolore. Aspettate fino a quando non diventa troppo intenso. Poi fermatevi e riposatevi un minuto o due, finché non se ne va. Ripetete il ciclo dolore/esercizio più spesso che potete durante la vostra ora di camminata quotidiana. Attenzione, però, il miglioramento non è immediato. Ci vorranno due o tre mesi, minimo, per vedere dei risultati ammonisce il dottor Young. Quindi non scoraggiatevi. - "Non lasciatevi fermare dal brutto tempo". Camminare è il miglior esercizio in assoluto, sostiene il dottor Ginsburg ma anche una cyclette può aiutare se vi tiene i polpacci in allenamento. In realtà può essere d'aiuto qualsiasi esercizio al chiuso che eserciti abbastanza i polpacci da provocare il dolore della claudicazione. Fra gli esercizi da provare: drizzarsi sulle punte, salire le scale, correre sul posto, saltare la corda e ballare (fatevi dare un Okay dal vostro medico prima di provare questi esercizi, che sono più faticosi). Gli esercizi al chiuso sono meglio che arrancare in trenta centimetri di neve a metà dell'inverno, bagnandosi i piedi nota il dottor Ginsburg. Ma ribadisce che camminare rimane comunque l'allenamento migliore ogni volta che il tempo lo permette. - "Curate i vostri piedi".
Ogni volta che c'è una lesione sulla pelle del piede, fate attenzione che guarisca in fretta avverte il dottor Michael D. Dake, angiologo al Miami Vascular Institute, in Florida. Le lesioni ai piedi che non guariscono e si infettano sono probabilmente la causa principale delle amputazioni in chi ha problemi circolatori. I piccoli problemi ai piedi, che sono inconvenienti senza importanza per le persone con una circolazione normale, possono infatti diventare infezioni gravi per chi ha un insufficiente afflusso di sangue agli arti. Tuttavia molti problemi possono essere evitati tenendo bene in ordine le unghie dei piedi, curando il piede d'atleta (un fungo che si insedia negli spazi fra le dita) ed evitando le temperature troppo calde o troppo fredde. I piedi vanno esaminati accuratamente ogni giorno, segnalando prontamente al medico qualsiasi segno di ferita o di infezione. - "Calate di peso". L'obesità può essere un inconveniente grave per chi soffre di claudicazione, non solo per lo sforzo che impone alla circolazione, ma per i danni che infligge ai piedi. In questo modo traumatizzate i tessuti dei piedi, che non hanno un afflusso di sangue sufficiente per guarire nota il dottor Young. - "Evitate gli scaldini". A causa del minore afflusso di sangue alle gambe, chi soffre di claudicazione intermittente spesso soffre anche di freddo ai piedi. Ma per quanto vi sentiate i piedi freddi, non scaldateveli mai con uno scaldino o con una bottiglia di acqua calda. Per dissipare l'eccesso di calore, vi serve un buon afflusso di sangue spiega il dottor Young. Ma se il flusso è limitato, non riesce ad arrivare dove mettete la fonte di calore, e la pelle si brucia. Per scaldarvi i piedi provate a mettervi calze di lana non troppo strette. - "Come state a pressione e colesterolo?". Se soffrite di claudicazione intermittente, dovreste anche tenere sotto controllo la pressione e il colesterolo dice il dottor Young. L'ipertensione e l'iperlipidemia sono fattori di rischio importanti che tendono ad aumentare nettamente la gravità del problema sottostante. - "Fate conoscenza con un buon cardiologo". Se soffrite di claudicazione intermittente e non avete ancora visto un cardiologo, avverte il dottor Ginsburg sbrigatevi a cercarne uno. La ragione di questo avvertimento è evidente se controllate i dati statistici. L'incidenza di problemi alle coronarie in chi soffre di disturbi alla circolazione periferica è del 75-80%. La claudicazione intermittente è sintomo di disturbi vascolari periferici. Se una persona arriva da me e ha sintomi di mancato afflusso di sangue alle gambe, dice il dottor Ginsburg c'è un'alta probabilità che abbia già ostruzioni al cuore o nelle carotidi, le arterie che vanno al cervello. Quindi è molto importante che questo tipo di paziente venga visitato non solo per i problemi vascolari, ma anche per gli organi che sono nutriti da questi vasi. AVVERTENZA MEDICA: "Il rischio di infezioni". I problemi cronici ai piedi, quando si infettano, sono la causa principale di amputazione nei soggetti che soffrono di claudicazione intermittente. Se avete un taglio, un'escoriazione, una vescica o qualche altro problema ai piedi, con i sintomi di arrossamento, gonfiore, caldo e dolore che sono tipici dell'infezione, cercate immediatamente l'aiuto del medico.
25. COLESTEROLO. 17 + 11 modi per controllarlo. Non bastavano le guance paffute e la pancia. Adesso il dottore dice che anche il vostro sangue è troppo grasso! Insomma, non è proprio così che ha detto, ma avrebbe potuto. Se avete il colesterolo alto vuol dire che avete nel sangue una quantità eccessiva di una sostanza molle, gialla e imparentata con il grasso. Se l'eccesso di colesterolo si accumula sulle pareti di un'arteria, può intasarla e diminuire l'afflusso di sangue. Questo può portare a un attacco di cuore, a un infarto o ad un dolore anginoso. E non c'è bisogno di avere una laurea in medicina per sapere che la situazione è seria La cosa interessante è che il colesterolo non è tutto cattivo. Viene prodotto naturalmente dal corpo e svolge alcune funzioni vitali: aiuta a costruire nuove cellule, a produrre ormoni ed a isolare i nervi. Diventa un problema solo quando ce n'è troppo. Purtroppo c'è molta confusione a proposito del colesterolo. E non c'è niente di strano, visto che siamo bombardati da termini come colesterolo alimentare, colesterolo ematico, colesterolo H.D.L. o L.D.L. Può essere difficile distinguere il buono dal cattivo e dal pericoloso. Ecco come fare a non confonderli troppo. Il colesterolo alimentare è quello che si trova negli alimenti (soprattutto in quelli di origine animale). Per esempio, un uovo ne contiene 275 milligrammi, una mela non ne contiene affatto. L'American Heart Association (A.H.A.) raccomanda di limitare il consumo giornaliero a 300 milligrammi Il colesterolo ematico è quello che avete nel sangue e che il medico misura con un test specifico. E' opportuno che il risultato sia sotto i 200 milligrammi. Il colesterolo H.D.L. ("High-Density Lipoprotein", cioè lipoproteine ad alta densità) e una frazione del colesterolo sanguigno, che è considerata buona perché ripulisce le arterie. Più alto è il vostro livello di H.D.L., meglio è per voi. L'L.D.L. ("Low-Density Lipoprotein", cioè lipoproteine a bassa densità) è il gemello cattivo dell'H.D.L., quello che intasa le arterie. Più basso è il vostro livello di L.D.L., meglio è per voi. Qui di seguito i nostri esperti vi spiegano come potete abbassare il vostro colesterolo ematico. - "Tenete il peso sotto controllo". Più siete sovrappeso, più il vostro corpo produce colesterolo. Uno studio di vent'anni condotto nei Paesi Bassi ha concluso che il peso corporeo è l'elemento isolato che influenza di più il colesterolo ematico. Ogni chilo in più alza il colesterolo di due punti. Anche il celebre Framingham Heart Study ha trovato un legame accertato tra il colesterolo del sangue ed il peso corporeo. Così, se pesate troppo adesso avete una ragione in più per dimagrire. Ma fatelo in modo sano, consiglia il dottor Paul Lachance, professore di alimentazione alla Rutgers State University, nel New Jersey. Cercate di attenervi a un'alimentazione fatta per due terzi di frutta, verdura e cereali integrali. Solo un terzo delle calorie deve provenire dalla carne e dai latticini, che spesso hanno un alto contenuto di grassi e di calorie. - "Riducete i grassi". Ci sono tre fattori dietetici che influiscono in modo rilevante sui livelli di colesterolo del sangue dichiara il dottor John LaRosa, presidente del comitato nutrizionale dell'A.H.A. e direttore di un centro di ricerca sui grassi alla Georgetown University. Eccoli, in ordine di importanza:
- i grassi saturi, che innalzano il colesterolo del sangue; - i grassi polinsaturi, che lo abbassano; - il colesterolo alimentare, che può contribuire a elevare il colesterolo del sangue in misura minore dei grassi saturi. Fra questi fattori, l'impatto maggiore è di gran lunga quello dei grassi saturi spiega il dottore. Il dottor Donald McNamara, professore di scienza dell'alimentazione all'Università dell'Arizona, è d'accordo. L'effetto dei grassi saturi è tre volte peggiore di quello del colesterolo alimentare. Sarebbe saggio ridurre le fonti di grassi saturi come carne, burro, formaggio ed i grassi idrogenati (per esempio, margarine). Ogni volta che è possibile sostituite questi alimenti con pesce, pollame, latticini a basso contenuto di grasso e oli polinsaturi come mais, girasole e soia (possibilmente spremuti a freddo). - "Passate all'olio d'oliva". L'olio d'oliva e alcuni altri alimenti come le noci, gli avocado e l'olio di arachidi contengono in alte dosi un altro tipo di grasso: quello monoinsaturo. Una volta si pensava che i grassi monoinsaturi non avessero effetto sul colesterolo; al contrario, lo riducono. Gli studi sul colesterolo del ricercatore Scott M. Grundy hanno dimostrato che un'alimentazione ricca di grassi monoinsaturi abbassa i livelli totali di colesterolo ancora più di una dieta strettamente a basso contenuto di grassi. Quello che è più importante, i suoi studi hanno dimostrato che i grassi monoinsaturi abbassano selettivamente il colesterolo L.D.L. (quello cattivo) lasciando intatto l'H.D.L., cioè quello buono. Conclusione: scegliete un'alimentazione a basso contenuto di grassi e poi 'integratela' con due-tre cucchiai al giorno di olio extra vergine d'oliva (o di altri alimenti ricchi di grassi monoinsaturi). - "Piano con le uova". Andateci piano, ma non eliminatele completamente dalla vostra dieta. Anche se ogni uovo contiene 275 milligrammi di colesterolo, il dottor McNamara è convinto che almeno i due terzi della gente riescano a elaborare il colesterolo alimentare senza far crescere il colesterolo del sangue. Infatti l'organismo si adatta alle circostanze, producendo meno colesterolo per via interna o espellendo l'eccesso. In uno studio che il dottor McNamara ha condotto, 50 persone hanno mangiato tre grosse uova al giorno per sei settimane, e meno di un terzo dei soggetti ha avuto aumenti di colesterolo in quel periodo. Se vi piacciono le uova, ma preferite andare sul sicuro, limitatevi a tre uova la settimana. Il colesterolo è solo nel tuorlo, quindi potete usare gli albumi senza limitazioni. Per esempio, potete fare torte sostituendo ogni uovo intero con due albumi, oppure potete fare omelette o uova strapazzate usando un tuorlo e due, tre, o anche quattro albumi. - "Puntate sui fagioli". I fagioli e le altre leguminose, nutrienti ed economiche, contengono una fibra solubile in acqua (la pectina), che avvolge il colesterolo e lo accompagna fuori dall'organismo prima che possa far danno. Numerosi studi del ricercatore James W. Anderson, docente di dietologia all'Università del Kentucky, hanno dimostrato la grande efficacia dei fagioli nella riduzione del colesterolo. In un esperimento, uomini che mangiavano una tazza e mezzo di fagioli cotti al giorno hanno ridotto il loro colesterolo di un incredibile 20% in tre settimane. Il dottor Anderson sostiene che la maggior parte della gente farebbe bene ad aggiungere alla propria dieta sei grammi al giorno di fibra solubile. Una tazza di fagioli cotti va benissimo, per esempio. E non preoccupatevi di annoiarvi: anche le lenticchie, i ceci, i cannellini, i borlotti, i fagioloni bianchi di Spagna, insomma tutte le leguminose hanno questa preziosa proprietà abbassa-colesterolo. - "Mangiate più frutta". Anche la frutta, grazie alla pectina che contiene, è un ottimo abbassacolesterolo.
Il dottor James Cerda, gastroenterologo all'Università della Florida, ha scoperto che la pectina dei pompelmi (contenuta nella polpa e nella buccia) abbassa il colesterolo del 7,6% in media in otto settimane. Visto che l'1% in meno di colesterolo significa un calo del 2% nel rischio di malattie cardiache, il dottor Cerda considera questo effetto 'molto significativo'. Per arrivare alla quantità sperimentata dal dottor Cerda, dovreste mangiare due tazze e mezzo di fette di pompelmo al giorno. Se per voi è un po' troppo, consiglia il dottore, mangiate molta frutta di varietà differenti. Se mangiate mezzo pompelmo a colazione, una mela a pranzo e qualche fetta d'arancia a cena, probabilmente il vostro colesterolo si abbasserà comunque, e senza particolari fatiche. - "Contate sull'avena". Sembra che la crusca d'avena abbassi il colesterolo sanguigno in modo simile ai frutti ricchi di pectina. Infatti numerosi studi del dottor Anderson e di altri ricercatori rivelano che la crusca d'avena è efficace quanto i fagioli. Per arrivare ai sei grammi di fibra quotidiana raccomandati dal dottor Anderson, potete mangiare mezza tazza di crusca d'avena, sotto forma di crema di cereali o cotta in dolcetti. In uno studio californiano, alcuni studenti di medicina che avevano mangiato due dolcetti di crusca d'avena al giorno per quattro settimane hanno rilevato una riduzione del 5,3% nel colesterolo totale ematico. Anche se la crusca d'avena contiene più fibra solubile, la farina d'avena è comunque in grado di ridurre il colesterolo. Secondo le ricerche condotte alla Northwestern University, i soggetti (sottoposti a una dieta a basso contenuto di grasso e di colesterolo) che aggiungevano alla loro alimentazione due terzi di tazza di fiocchi di avena riducevano il tasso di colesterolo più dei soggetti che seguivano la dieta. In conseguenza di questi studi il Ministero dell'Agricoltura degli Stati Uniti sta selezionando delle varietà di avena ancora più ricche di beta-glucano, che probabilmente è la sostanza responsabile dell'effetto anticolesterolo. - "Non dimenticate il mais". Negli studi condotti dal nutrizionista Leslie Earll della Georgetown University, la crusca di mais riduce il colesterolo come la crusca d'avena e i fagioli. Soggetti con colesterolo alto, che avevano in precedenza tentato di controllarlo seguendo una dieta a basso contenuto di colesterolo e perdendo peso, mangiavano a ogni pasto un cucchiaio di crusca di mais sciolta in brodo o succo di pomodoro. Dopo 12 settimane il tasso di colesterolo era sceso di un significativo 20%. Questa fibra abbondante e a basso contenuto di calorie merita ricerche più accurate afferma lo studio. - "Anche le carote possono aiutare". Le carote possono abbassare il tasso di colesterolo grazie alla pectina che contengono, secondo il dottor Peter D. Hoagland, ricercatore del Ministero dell'Agricoltura americano. In realtà, dichiara il dottor Hoagland, le persone con il colesterolo alto possono abbassarlo del 10-20% mangiando semplicemente due carote al giorno. Questo può bastare a riportare nei ranghi molti soggetti a rischio. Incidentalmente, anche i cavoli, i broccoli e le cipolle contengono l'ingrediente che è ritenuto responsabile del successo delle carote (cioè il pectato di calcio), e secondo il dottor Hoagland possono avere gli stessi effetti. - "Fate esercizio". E' possibile che l'esercizio fisico diminuisca l'accumulo degli strati di colesterolo dentro le arterie, segnala il cardiologo Paul D. Thompson di Rhode Island, professore alla Brown University. Uno dei modi più efficaci di innalzare il livello dell'H.D.L. protettivo, afferma il dottore è fare esercizio vigoroso, che abbassa anche un pochino il 'cattivo' L.D.L. E' probabile che l'allenamento aiuti anche l'organismo a eliminare il grasso dal sangue dopo i pasti insiste il dottore.
Se il grasso non rimane a lungo nel sangue, ha meno occasioni di attaccarsi alle pareti arteriose. Abbiamo scoperto che i corridori sono in grado di eliminare il grasso dal loro sistema vascolare più in fretta di chi non fa esercizio nella misura del 70%. Quindi muovetevi! - "Mangiate carne rossa, anche se con prudenza". Questa è una sorpresa. La carne rossa, nota fonte di grassi saturi, può entrare in una dieta sana, se è magra e ne tagliate via tutto il grasso visibile. Ricercatori inglesi hanno sottoposto uomini con altissimi livelli di colesterolo a una dieta povera di grassi e ricca di fibre, con 200 grammi al giorno di carne rossa molto magra. I grassi di questa dieta corrispondevano al 27% del totale delle calorie, molto al di sotto della media negli Stati Uniti che è il 40%. Il colesterolo dei soggetti è sceso di un rispettabile 18,5%. I ricercatori hanno concluso: Purché la quantità totale di grasso venga comunque ridotta in modo sostanziale, una moderata quantità di carne rossa può essere inclusa in una dieta anticolesterolo. - "Bevete latte magro, alla vostra salute". Da Aura Kilara, medico e docente di scienza dell'alimentazione alla Pennsylvania State University, arriva questo suggerimento: bevete latte magro in abbondanza. In un esperimento che il dottore ha condotto, alcuni volontari hanno aggiunto un litro di latte magro alla loro alimentazione quotidiana. Dopo 12 settimane i soggetti che avevano il colesterolo alto hanno avuto un abbassamento medio dell'8%. Secondo Kilara l'effetto proverrebbe da un composto presente nella parte magra del latte, che inibisce la produzione di colesterolo nel fegato. - "Mangiate aglio". I ricercatori sanno da molto tempo che l'aglio in forti dosi può ridurre i grassi pericolosi del sangue. Sfortunatamente l'aglio crudo può ridurre anche il numero dei vostri amici. Per ovviare a questo inconveniente potete assumere l'aglio sotto forma di compresse, che trovate in farmacia e nei supermercati. Quando il dottor Benjamin Lau dell'Università di Loma Linda, in California, ha somministrato a soggetti con colesterolo moderatamente alto un grammo al giorno di aglio (equivalente a quattro capsule), i tassi di colesterolo sono scesi in media di 44 punti in sei mesi. - "Provate i semi di psillio". Anche i semi ricchi di fibra dello psillio sono in grado di abbassare il colesterolo. In uno studio del dottor Anderson, uomini con colesterolo elevato che prendevano tre volte al giorno un cucchiaio di semi di psillio o cuticole nell'acqua abbassavano i tassi di colesterolo del 15% in otto settimane. Il dottor Anderson è convinto che prodotti a base di semi di psillio possano essere un buon trattamento ausiliario quando la dieta da sola non riesce a riequilibrare il colesterolo del sangue. - "Riducete il caffè". Uno studio condotto dal ricercatore texano Barry R. Davis ha individuato un collegamento fra consumo di caffè ed aumento del colesterolo. Studiando oltre 9000 soggetti nel corso di un programma nazionale di controllo della pressione alta, ha scoperto che i livelli di colesterolo erano sorprendentemente più alti nelle persone che bevevano due o più tazze di caffè al giorno. Anche se questo studio non indica l'ingrediente responsabile contenuto nel caffè, uno studio finlandese ha mostrato che la bollitura del caffè è forse parte del problema. Il caffè preparato con il sistema del filtro (sistema americano) non aumenta i livelli di colesterolo come il caffè bollito. Comunque la caffeina, un ovvio sospettato, non sembra essere il colpevole. - "Non fumate". Ecco una ragione in più per smettere di fumare.
In uno studio condotto dal dottor David S. Freedman, un ricercatore di New Orleans, ragazzi fra i dieci e i vent'anni che fumavano 20 sigarette al giorno hanno manifestato importanti aumenti nel tasso di colesterolo del sangue. In più uno studio svedese ha dimostrato che i fumatori tendono ad avere livelli più bassi del benefico colesterolo H.D.L. Infatti quando un gruppo di fumatori abituali ha smesso, tutti i componenti hanno sperimentato un rapido e pronunciato aumento della concentrazione di H.D.L. - "E allora rilassatevi". Anche il rilassamento puro e semplice abbassa il colesterolo, secondo uno studio di Margaret A. Carson, un'infermiera specializzata del New Hampshire. Margaret Carson ha scoperto che i pazienti, che avevano problemi di cuore e seguivano una dieta a basso contenuto di colesterolo, avevano cali nel colesterolo molto più importanti se ascoltavano un'audiocassetta rilassante due volte al giorno, rispetto a un gruppo che si limitava a leggere per proprio piacere.
BOX: "I supplementi che combattono il colesterolo". Esistono supplementi nutrizionali capaci di abbassare il colesterolo? Alcuni ricercatori sembrano pensarlo. Ecco una carrellata sui supplementi che si sono dimostrati più promettenti. Ma prima di buttarvi a pesce parlatene con il vostro medico. NIACINA. Forti dosi di niacina (conosciuta anche come acido nicotinico) possono abbassare sia il colesterolo totale sia la frazione L.D.L. afferma il celebre ricercatore Kenneth Cooper di Dallas, nel Texas. E' meglio incominciare con piccole dosi, diciamo fino a 1 grammo al giorno. Poi aumentate gradualmente la dose in un arco di parecchie settimane, fino a 1-2 grammi tre volte al giorno, per un totale di 3-6 grammi al giorno. Ma attenzione, l'aumento drastico di niacina può provocare vampate, arrossamento cutaneo e prurito, disordini intestinali, e a volte funzionamento anormale del fegato, avverte il dottor Cooper. Non dimenticate di parlare di questo trattamento con il vostro medico. La nicotinamide (o vitamina P.P.), una forma di niacina che non provoca vampate, non ha effetti significativi sui grassi del sangue. VITAMINA C. Paul Jacques, ricercatore della Tufts University, ha scoperto che la vitamina C innalza il livello dell'H.D.L. protettivo nei soggetti anziani che ha studiato. Secondo la sua stima, 1 grammo al giorno può innalzare l'H.D.L. dell'8%. Altri studi dimostrano che quando un supplemento di vitamina C viene aggiunto a una dieta ricca di pectina il colesterolo scende ancora di più che con la sola pectina. Molti frutti e vegetali ricchi di pectina, come gli agrumi, i pomodori, le patate, le fragole, gli spinaci, sono anche ricchi di vitamina C. VITAMINA E. Uno studio condotto da ricercatori israeliani e francesi ha mostrato che 500 U.I. al giorno di vitamina E per 90 giorni aumentavano in modo significativo i livelli di H.D.L. Il nostro risultato rivela che la vitamina E è indicata per i soggetti con il sangue ricco di grassi sottolineano i ricercatori. CALCIO. Se state prendendo supplementi di calcio per amore delle vostre ossa, forse state anche facendo un favore al vostro cuore. In uno studio, 1 grammo al giorno di calcio per otto settimane abbassava il colesterolo del 4,8% nei soggetti con livelli medio-alti. In un altro studio, 2 grammi al giorno di carbonato di calcio hanno ridotto il colesterolo del 25% in 12 mesi.
BOX: "Un suggerimento in più: la 'Garcinia cambogia'". La "Garcinia cambogia" è una pianta tipica delle regioni costiere dell'India.
Dalla buccia essiccata del frutto della "Garcinia" è stato ottenuto un composto organico, l'idrossicitrato, che ha dimostrato di avere effetti sulla regolazione dell'appetito, sull'assunzione di cibo e sui lipidi. I cambi di dieta possono giocare un ruolo importante nella riproduzione dei lipidi nel sangue e del grasso in eccesso, ma la dieta da sola non basta. Una dieta a basso contenuto di colesterolo non è necessariamente una dieta che abbassa il colesterolo. Degli studi preclinici hanno dimostrato che la "Garcinia cambogia" idrossicitrato abbassa indirettamente la quantità di acetilcoenzima A, un substrato che serve alla sintesi dell'acido grasso e del colesterolo. La "Garcinia cambogia" idrossicitrato è disponibile in farmacia, sotto forma di polvere e capsule. Attenzione: è sconsigliata l'assunzione della "Garcinia" nei pazienti diabetici.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Armi potenziali contro il colesterolo". Le sostanze elencate qui di seguito possono combattere anch'esse il colesterolo alto. Anche se non sono state sottoposte a controlli estensivi, le ricerche iniziali sono promettenti. TE'. Il tè, o per essere più precisi, i tannini contenuti nel tè possono aiutare a tenere il colesterolo sotto controllo. Uno studio ha dimostrato che le persone che bevevano tè abitualmente e che seguivano una dieta ricca di colesterolo avevano livelli normali di colesterolo ematico. ESSENZA DI VERBENA. Uno studio ha dimostrato che l'essenza di verbena delle Indie, un olio essenziale molto comune nella cucina orientale, riesce ad abbassare il colesterolo di più del 10%. Forse funziona interferendo con una reazione enzimatica e inibendo la formazione di colesterolo a partire da grassi più semplici. SPIRULINA. E' un'alga ricca di proteine, spesso venduta in polvere o in compresse. La spirulina ha ridotto sia il colesterolo totale, sia l'L.D.L. in un gruppo di volontari giapponesi con il colesterolo alto che prendevano una compressa da 200 milligrammi dopo ogni pasto. ORZO. Considerato da sempre un cereale salutare ad alto contenuto dl fibra, l'orzo ha probabilmente le stesse proprietà anticolesterolo dell'avena. In studi su animali due componenti chimici dell'orzo hanno abbassato i livelli di colesterolo del 40%. CRUSCA DI RISO. Questa fibra può dimostrarsi efficace come la sua cugina, la fibra d'avena. Studi preliminari su cavie hanno mostrato che la crusca di riso abbassa il colesterolo oltre il 25%. CARBONE ATTIVO. Questa sostanza, finemente polverizzata, viene spesso assunta per assorbire i gas intestinali. Ma può imprigionare le molecole del colesterolo organico e scortarle all'esterno in tutta sicurezza. In uno studio i pazienti hanno avuto un calo del 41% nei livelli di L.D.L. dopo aver preso per quattro settimane 7 grammi di carbone attivo tre volte al giorno.
26. COLICA. 8 suggerimenti per far tacere il dolore. Gli scienziati del tempo antico hanno cominciato a descrivere le coliche infantili già nel sesto secolo. Anche i genitori moderni sono bravissimi a descriverle, oggigiorno. Il bambino piange, piega le ginocchia verso il pancino e si vede che soffre molto. Può espellere aria, poi quietarsi, poi ricominciare a piangere. Sembra che le cose non siano granché cambiate nel corso dei secoli e non sembra che ci sia molto che si possa fare per risolvere il problema. Di solito i bambini con la colica non si calmano quando mangiano o vengono cambiati e un episodio può durare ore e ore. Spesso le coliche sono più intense a quattro-sei settimane di vita e poi gradualmente spariscono verso i tre-quattro mesi. Anche se nessuno dei rimedi che elenchiamo qui di seguito cura le coliche, alcuni sono comunque riusciti a confortare un po' i genitori, così può essere il caso di provarli. Ricordatevi, anche questo passerà. Le coliche se ne vanno misteriosamente come arrivano. - "Portatelo in giro a pancia in sotto". Sono una convinta sostenitrice del passeggiare con il bambino a pancia in sotto dichiara Ann Price, coordinatore educativo per l'associazione nazionale delle bambinaie di Denver, nel Colorado. Allungate un avambraccio con la mano a palma in su, poi mettete il bambino a pancia in giù sul vostro braccio, con la testa sul palmo della mano e le gambe dalle due parti del gomito. Sostenete il bambino con l'altra mano e camminate per la casa tenendolo in questa posizione. continua Ann Price. E' una cosa che aiuta, posso garantirlo. - "Fategli fare il ruttino". La mia esperienza è che almeno alcuni bambini che soffrono di coliche hanno più gas addominale del normale, e a volte fanno più fatica a espellerlo coi ruttini riferisce Linda Jonides, infermiera pediatrica di Ann Arbor, nel Michigan. La sua raccomandazione: controllate la posizione del piccolo quando lo allattate (se è verticale va tutto bene) e fategli fare spesso i ruttini. Se gli date il biberon, fategli fare un ruttino ogni 30 grammi di latte e provate diverse tettarelle (alcuni genitori giurano sull'efficacia delle tettarelle usa-e-getta). - "Attenti al latte di mucca". Molti pediatri pensano che le coliche si verifichino quando le proteine del latte di mucca vengono trasmesse dalla mamma al bambino attraverso il latte materno. Anche se alcune ricerche recenti sono un po' incerte su questa connessione, gli esperti concordano sul fatto che vale la pena di provare una dieta materna senza latte di mucca, soprattutto in famiglie con una storia di allergie. Sono fermamente convinta che il latte nell'alimentazione della mamma è una causa frequente di coliche nei bambini allattati al seno sostiene Ann Price. Raccomando alle mamme di cominciare a eliminare il latte dalla dieta e di vedere che cosa succede. Se funziona, potete fermarvi a questo punto; se non funziona, è il caso di eliminare anche altri derivati del latte. - "Controllate quello che mangiate". Magari c'è qualche cibo che una volta ogni tanto mette sottosopra il piccolo segnala il dottor Morris Green, primario di pediatria all'Indiana University.
La mamma che allatta al seno può cercare di scoprire se c'è qualche correlazione fra quello che lei mangia e l'arrivo delle coliche. Alcuni disturbatori potenziali sono le bibite alla caffeina, il cioccolato, le banane, le arance, le fragole e i piatti molto saporiti. - "Provate ad avvolgere il bimbo in una copertina". Abbracciate e fasciate i bambini con la colica, raccomanda Linda Jonides oppure metteteli nello zainetto in modo da avere le mani libere per fare qualcos'altro. Per qualche ragione, avvolgere confortevolmente un bimbo in una copertina ha un effetto calmante. E' un rimedio molto popolare in alcune culture e a volte ferma un attacco di colica. E non vizia un piccolo che cerca il contatto fisico. - "Come ninnananna, usate un aspirapolvere". Magari a voi non piace passare l'aspirapolvere, ma sembra che i bambini con la colica ne apprezzino il rumore. La scienza non è ancora riuscita a spiegare questo mistero, ma sembra che il rumore di un aspirapolvere acceso calmi i bambini con la colica ammette il dottor Green. Alcuni genitori hanno registrato su nastro il rumore dell'aspirapolvere e lo fanno ascoltare al bambino che piange. Altri invece passano l'aspirapolvere sul pavimento e sperano che il bambino superi la fase delle coliche mentre i tappeti sono ancora interi. Ann Price suggerisce un approccio più aggressivo. Se mettete il bambino in un marsupio sulla pancia e contemporaneamente passate l'aspirapolvere, il rimedio è doppio dice. Il bambino sta tranquillo come un papa. - "Scaldategli il pancino". Una borsa d'acqua calda o uno scaldino elettrico a bassa temperatura, messo sull'addome del bambino, a volte è utile dice Linda Jonides. Attenzione: mettete una salvietta fra la borsa dell'acqua calda e il bambino per assicurarvi che non si scotti. - "Tenete i tempi". Tenere una registrazione dei tempi può essere un'ottima idea dice Helen Neville. Magari vi sembra che il bambino strilli da due ore, e invece sono solo 45 minuti. Una registrazione regolare può aiutarvi a determinare quanto piange il piccolo e, molto più importante, che cosa può provocare il pianto.
27. COLON IRRITABILE. 21 + 1 suggerimenti rilassanti. Ci sono persone di carattere bisbetico e irritabile, così come ci sono intestini con quel tipo di personalità. Che cosa significa esattamente avere un intestino irritabile? Significa che alcuni cibi, bevande e avvenimenti stressanti, cose che normalmente non infastidiscono gli altri, vi provocano accessi di diarrea alternati con costipazione e dolori addominali. A volte tutti e tre insieme. Alcuni medici pensano che la sindrome da colon irritabile (detta anche colon spastico) sia seconda solo al comune raffreddore, nella lista dei disturbi più diffusi in America.
E adesso il vostro medico vi dice che il vostro problema è proprio il colon irritabile. Bene, rassicuratevi: ci sono moltissime cose che potete fare per fargli passare l'irritazione. - "Non vi agitate". C'è un rapporto molto preciso fra lo stress e l'intestino irritabile avverte Douglas A. Drossman, gastroenterologo e psichiatra all'Università della North Carolina. Quello che dovete evitare è arrabbiarvi perché avete il colon irritabile, creando così un circolo vizioso consiglia il dottor Drossman. Specialmente durante gli attacchi di mal di pancia, è importante respirare profondamente. Pensate a che cosa sta succedendo. Tenete presente che è già successo prima e che passerà. Ricordate che non state per morire: non si muore di intestino irritabile ricorda il dottore. - "Diventate una persona più tranquilla". Tutto quello che può aiutarvi a darvi una calmata vi aiuta anche a migliorare i sintomi, dice il dottor Drossman. Potete trarre beneficio da tecniche di rilassamento come meditazione, autoipnosi o biofeedback. Se nella vostra vita lo stress è un problema serio, considerate la possibilità di rivolgervi a uno psicologo. Quello che conta è trovare qualcosa che funzioni per voi. - "Tenete un diario dello stress". Le persone con l'intestino irritabile hanno un sistema digestivo che reagisce troppo al cibo, alla tensione ed ai cambiamenti ormonali. Pensate al vostro intestino irritabile come a un barometro interno, e usatelo per aiutarvi a determinare quali sono le cose più stressanti della vostra vita suggerisce il dottor Drossman. Per esempio, se vi viene mal di stomaco ogni volta che parlate con il vostro capo, prendetelo come un segnale che dovete lavorare su questo rapporto (magari parlandone col capo stesso, oppure con un amico o con un familiare, o con un terapeuta). - "Scrivete anche quello che mangiate". A parte lo stress, anche alcuni cibi e alcune bevande possono scatenare un intestino irritabile, quindi è utile segnare su un diario tutto ciò che vi crea maggiori problemi, propone il dottor Drossman. Anche se ci sono alcuni alimenti che hanno una cattiva fama, alla fin fine ogni persona è un caso a sé. - "Aggiungete fibra alla vostra alimentazione". Molta gente con il colon irritabile sta molto meglio semplicemente aggiungendo fibra a quel che mangia, segnala il dottor James B. Rhodes, che lavora presso la divisione di gastroenterologia dell'Università del Kansas. In genere la fibra è più efficace nei soggetti che tendono alla costipazione, con feci scarse e dure, ma può essere di aiuto anche se soffrite di diarrea. La fibra migliore da aggiungere è quella di tipo non solubile: la trovate nella crusca, nei cereali integrali, nella frutta e nella verdura. - "Chiamate in aiuto lo psillio". Secondo il dottor Drossman, un modo facile per aumentare il consumo di fibra è ingerire semi frantumati di psillio. Si tratta di un lassativo naturale in vendita nelle farmacie e nei negozi di prodotti naturali. Diversamente dai lassativi chimici quelli a base di psillio non inducono assuefazione e in genere sono sicuri, anche se li prendete per lunghi periodi. - "Bevete molta acqua". Perché il vostro intestino si muova agevolmente, non vi serve solo la fibra, vi servono anche i liquidi. Ne avrete più bisogno in un giorno d'agosto passato a giocare a tennis che in un giorno di dicembre passato al cinema, ma in generale dovreste bere sei-otto bicchieri di liquido al giorno avverte il dottor Rhodes - "Attenzione ai latticini".
Invece un liquido di cui probabilmente potete fare a meno è il latte. Molte persone che pensano di avere il colon irritabile, in realtà sono intolleranti al lattosio dice William J. Snape, direttore di un centro specializzato nei disturbi infiammatori del colon a Torrance, in California. In questo caso il vostro corpo ha difficoltà ad assimilare il lattosio, uno zucchero contenuto nel latte. Il vostro medico può sottoporvi a un test per l'intolleranza al lattosio, oppure potete stare alla larga dai latticini per un paio di giorni e vedere come va. Nell'uno o nell'altro caso potreste scoprire che un cambiamento di dieta può liberarvi da tutti i vostri problemi intestinali. (A questo proposito vedi il capitolo 'Intolleranza al lattosio') - "Riducete i grassi". Ci sono moltissime ragioni per consumare meno grassi, e adesso ve ne diamo una di più. Il grasso è lo stimolatore principale delle contrazioni intestinali spiega il dottor Snape. In altre parole può peggiorare i vostri disturbi. Un buon punto di partenza per eliminare i grassi dalla vostra dieta è lasciar da parte le salse pesanti, i cibi fritti e gli intingoli troppo 'ricchi'. - Attenzione al gas!". Alcuni soggetti con il colon irritabile sono particolarmente sensibili ai cibi che producono gas, rileva il dottor Rhodes. Se fate parte di questo gruppo, potete trovare sollievo evitando i campioni di flatulenza come fagioli, cavoli, cavolini di Bruxelles, broccoli, cavolfiori e cipolle. - "Piano con la crusca". Se aggiungete fibra all'alimentazione sotto forma di crusca, fatelo gradatamente per dar tempo all'organismo di abituarvisi. Troppa fibra troppo in fretta può produrre gas, conferma il dottor Rhodes. "Attenti ai piatti speziati". Alcuni intestini irritabili sono sensibili ai cibi insaporiti con pepe e altre spezie, dice il dottor Rhodes. Provate a mangiare cibi molto saporiti una settimana e cibi più tranquilli la settimana dopo, e osservate se la situazione cambia, suggerisce il dottore. - "Alla larga dagli acidi". I cibi acidi tendono a disturbare alcune persone con l'intestino irritabile, nota il dottor Rhodes. Anche in questo caso potete fare qualche esperimento evitando per un po' alimenti come arance, pompelmi, pomodori e condimenti a base di aceto, per vedere se le cose migliorano. - "Non risvegliate il problema con il caffè". Il caffè è una grossa causa di disagi fra le persone con l'intestino irritabile, dichiara il dottor Snape. In parte il colpevole può essere la caffeina, ma forse si tratta delle resine del chicco di caffè. Potreste trovare sollievo passando al caffè decaffeinato. Se non funziona, provate a eliminare completamente il caffè. - "Ricordatevi che alcuni alcolici sono peggio degli altri". Gli alcolici possono esacerbare il vostro problema, ma probabilmente non si tratta dell'alcol in sé, osserva il dottor Snape. Quasi sicuramente i responsabili sono i carboidrati complessi della birra e il tannino del vino rosso. I bevitori che hanno il colon irritabile dovrebbero evitare queste bevande a qualsiasi costo, dice il dottore. - "Via quella sigaretta". Molti soggetti che fumano hanno problemi intestinali nota ancora il dottor Snape. Il colpevole più probabile è la nicotina, quindi se state cercando di smettere con l'aiuto dei chewing gum alla nicotina, probabilmente non noterete differenze nei vostri problemi di pancia. - "Sputate quella gomma". La gomma alla nicotina non è l'unico tipo di gomma che può darvi dei problemi.
Il sorbitolo di alcuni chewing gum e caramelle non viene digerito facilmente e può peggiorare i vostri sintomi, secondo il dottor Drossman. La quantità di sorbitolo che c'è in una striscia di chewing gum o in una caramella non può farvi un gran male, ma se ve ne fate fuori una decina al giorno, è meglio lasciar perdere. - "Mangiate regolarmente". L'intestino irritabile può essere messo in crisi non solo da quello che mangiate, ma anche da quando lo mangiate, osserva il dottor Snape. Se l'intestino deve digerire una grossa quantità di cibo, il sistema digestivo viene iperstimolato. Quindi è meglio fare pasti più piccoli e più frequenti, piuttosto che pasti importanti molto distanti l'uno dall'altro. - "Andate a farvi una corsa". Se il tono del corpo è buono, è buono anche il tono intestinale afferma il dottor Rhodes. L'esercizio fisico rinforza il corpo (di cui l'intestino è una parte). Aiuta a dar sollievo allo stress e libera le endorfine che vi aiutano a tenere sotto controllo il dolore. Nell'insieme è molto probabile che un regolare programma di esercizi calmi l'intestino irritabile. Attenzione comunque a non esagerare: troppo esercizio può provocare diarrea. - "Trovate un antidolorifico". A volte un cambiamento ormonale può scatenare un intestino irritabile. Ecco perché spesso le donne anno attacchi intestinali durante il ciclo mestruale. Medicinali a base di ibuprofen possono aiutare a inibire alcune delle scariche ormonali che sono alla radice del problema. Comunque, le pillole possono essere utili per diminuire il dolore. - "Provate la borsa dell'acqua calda". Se siete nel pieno di una crisi di mal di pancia, la cosa migliore è sedervi o sdraiarvi, tirare un bel respiro e provare a rilassarvi. Qualcuno trova utile anche tenere sulla pancia una borsa dell'acqua calda o uno scaldino elettrico, riporta il dottor Snape.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Visualizzatevi senza mal di pancia". Vi ricordate l'ultima volta che il vostro intestino irritabile vi ha scatenato un attacco di dolori addominali? Vi è venuto il panico. Eravate tutti tesi dal di dentro, non è vero? E, pensa un po', stressandovi avete sottoposto a tensione l'intestino, probabilmente peggiorando ancora la situazione. Come si fa a rompere questo circolo vizioso? Con la visualizzazione, dice la psicologa Donna Copeland. E' uno strumento molto efficace per affrontare l'ansia ed il dolore afferma la dottoressa. Imparare le tecniche di visualizzazione con un professionista è probabilmente la strada migliore. Ma non c'è niente di male nel fare qualche piccolo tentativo anche per conto vostro. La dottoressa Copeland suggerisce quanto segue: se avete mal di pancia, interrompete quello che state facendo, trovate un posto comodo per sedervi o sdraiarvi, chiudete gli occhi e, invece di concentrarvi sul male che provate, visualizzate voi stessi: - Mentre vi tuffate nelle calde onde dell'oceano in una meravigliosa isola tropicale dalla spiaggia candida. - Mentre state in vetta a un'alta montagna con le cime coperte di neve, respirando l'aria pungente e sentendo lo scricchiolio della neve sotto i piedi. - Seduti in una grande sauna di legno, mentre chiacchierate pigramente coi vostri migliori amici. - Mentre passeggiate in un lussureggiante giardino in una terra esotica e lontana.
28. COLPO DI CALORE. 20 + 5 modi per evitarlo. Ogni estate, gente che è abituata a tenere in mano qualunque cosa, dagli arnesi da giardino ai bastoni da golf, e che si porta dietro ombrello quando sta per piovere, si espone al sole oltre ogni limite ragionevole. Un risultato frequente di questo comportamento è il colpo di calore, una condizione in cui l'eccessiva perdita di fluidi organici provoca un innalzamento della temperatura corporea. E' importante rendersi conto che nessuno è immune dai colpi di calore, neppure l'atleta più allenato, spiega il dottor Richard Keller, che lavora al pronto soccorso di un ospedale di Waukegan, nell'Illinois. La ragione è che più ci scaldiamo più traspiriamo, e se sudiamo troppo cominciamo a mancare sensibilmente di acqua. Il colpo di calore è causato dalla deplezione d'acqua (o disidratazione) o in rari casi (rari perché di solito gli americani adottano un'alimentazione molto ricca di sale) dalla perdita di sali, che perdiamo con il sudore. E' probabile che il primo sintomo sia la sete, seguita da perdita di appetito, mal di testa, pallore, vertigini, e un malessere generale simile ai sintomi dell'influenza, che può comprendere nausea ed anche vomito. Nei casi più estremi il cuore può mettersi a correre e la concentrazione può diventare difficile. Ci auguriamo che non vi troviate mai in questa situazione. Qui di seguito vi spieghiamo come evitarla, e se necessario come affrontarla."Toglietevi dal sole". E' la cosa più importante ed è anche la più ovvia, specialmente per chi ha già sofferto di colpi di sole. Altrimenti la temperatura del corpo può continuare a salire, anche se il soggetto sta riposando e sta bevendo acqua, avverte il dottor Keller. E aggiunge che tornare al sole per lunghi periodi, anche se a ore di distanza, in certi casi può provocare una ricaduta. - "Bevete acqua". E' ancora la miglior bevanda in circolazione contro la disidratazione, sostiene il dottor Keller. Dovreste berla un po' per volta, non ingollarla a grandi sorsate. Il dottore aggiunge: Idealmente, dovreste aver fatto scorta di acqua già in precedenza, prima di uscire fuori al sole. - "Mangiate più frutta e verdura". Hanno un altissimo contenuto d'acqua ed un ottimo equilibrio salino nota il dottor Keller. - "Bevete bibite saline". Il Gatorade è l'esempio più noto ed è ampiamente usato dagli sportivi. Per esempio, le squadre di calcio si allenano due volte al giorno in luglio ed agosto e i giocatori, che sudano pesantemente, perdono moltissimo sodio e potassio, dice Bob Reese, allenatore dei New York Jets. Abbiamo sempre del Gatorade e soprattutto una buona quantità d'acqua di scorta ai bordi del campo conferma Bob Reese. Non prendete compresse di sale.
Una volta venivano date regolarmente agli atleti e a chiunque le chiedesse, ma ora molti medici le considerano un errore. Fanno l'opposto di quello che dovrebbero fare avverte Larry Kenney, docente di fisiologia applicata alla Pennsylvania State University. L'aumento di sali nello stomaco fa sì che i liquidi ci rimangano più a lungo, diminuendo la quantità di fluidi disponibili per l'indispensabile produzione del sudore. - "Evitate l'alcol". Le bibite alcoliche accelerano la disidratazione, avverte Danny Wheat, assistente allenatore della squadra di baseball dei Texas Rangers. Spesso ad Arlington, nel Texas, la squadra gioca con temperature di oltre 38 gradi centigradi. Noi raccomandiamo ai giocatori di non bere alcolici la sera prima della partita dice Danny Wheat. - "No alla caffeina". Come l'alcol, accelera la disidratazione e può farvi sudare più del normale ribadisce il dottor Keller. - "Non fumate". Il fumo restringe i vasi sanguigni, spiega il dottor Keller, per cui il fumatore fa più fatica ad acclimatarsi al calore. - "Acclimatatevi gradualmente". Non è possibile vivere e lavorare tutto il tempo nell'aria condizionata e poi uscire all'aperto a fare il Rambo della domenica osserva il dottor Keller. Fin dall'inizio della stagione calda dovreste uscire all'aperto ogni giorno e costruirvi lentamente la resistenza al calore. - "Andateci piano". Qualunque cosa facciate all'aperto fatela con più calma, quando il caldo è estremo, suggerisce il dottor Keller. - "Fatevi una doccia fredda". Versare acqua fredda sulla testa e sulla nuca è utile quando il tempo è caldo e secco, nota il dottor Kenney, perché l'acqua evapora subito e vi rinfresca. Quando invece c'è caldo umido, dice il dottore non c'è vantaggio, probabilmente. - "Sventagliatevi". Usate un giornale, una tovaglietta da picnic, qualsiasi cosa abbiate a portata di mano, per rinfrescarvi con una brezzolina leggera. - "Prendete il sole in contropiede". Non potete battere il solleone, quindi fate quello che dovete fare più presto o più tardi. Nei giorni caldi noi cominciamo a lavorare all'alba sottolinea David Tanner, direttore alla sicurezza dei Tip Top Roofers, una ditta specializzata nella riparazione dei tetti con sede ad Atlanta, in Georgia. Poi stiamo dentro fino alle due o alle tre del pomeriggio. - "Pesatevi". Non sempre il colpo di calore arriva in un giorno solo. Magari vi state disidratando gradualmente da parecchi giorni. Durante gli allenamenti, noi controlliamo ogni giorno il peso dei giocatori per assicurarci che riprendano l'acqua che sudano racconta Bob Reese. - "Bevete come un neonato". Le polveri e le altre formule reidratanti per neonati sono tanto efficaci che i Texas Rangers le danno ai loro giocatori quando fa veramente molto caldo, segnala Danny Wheat. Gli ingredienti principali sono zucchero, sodio e potassio. Un litro prima di una corsa o di una partita di tennis e un altro dopo non è una cattiva idea, secondo il dottor Keller. - "Credete alle previsioni del tempo". E' vero, d'inverno può succedere che la prevista 'spolverata di neve' sia in realtà una bella nevicata.
Ma quando si tratta di calore e umidità estivi, di solito le previsioni sono accurate. Se vi dicono che domani farà tanto caldo da poter friggere un uovo sul cofano della macchina, non scegliete proprio quel giorno per ridipingere la facciata. - "Mettetevi un cappello". Meglio se vi protegge la nuca ed è ben aerato. L'ideale è un cappello a larga tesa con molti forellini. I vasi sanguigni della testa e della nuca sono vicinissimi alla superficie della pelle, per cui è facile accumulare o perdere calore molto in fretta in queste zone avverte il dottor Kenney. E la cima della testa è particolarmente sensibile nelle persone che sono calve o che perdono i capelli. - "Non mettetevi a torso nudo". Senza la maglietta accumulate più calore radiante spiega Lanny Nalder, direttore di un centro del benessere alla Utah State University. Quando cominciate a sudare, una maglietta fa da rinfrescante quando soffia il vento aggiunge il dottor Nalder. - "Portatevi una maglietta di ricambio". Se la maglietta si inzuppa di sudore, toglietela e lavatela appena potete. Le tracce salate lasciate dal sudore che si asciuga impediscono alla maglietta di 'respirare' nota il dottor Nalder. Cambiatela e lavatela più presto che potete. - "Scegliete indumenti chiari". I colori chiari riflettono i raggi solari, rileva il dottor Nalder, mentre i colori scuri li assorbono.
AVVERTENZA MEDICA: "Pronto soccorso per la sincope da calore". La sincope da calore uccide. Un buon numero di casi ben documentati si è rivelato fatale, avverte il dottor Larry Kenney. Naturalmente nessuno passa direttamente dal perfetto benessere alle soglie della morte, per quanto caldo faccia. Però la sincope da calore può diventare letale quando i segni del colpo di calore, e in seguito la stessa sincope, vengono ignorati o riconosciuti troppo tardi, spiega il dottor Richard Keller. E' a volte è difficile distinguere fra il colpo di calore e la sincope da caldo osserva il dottore. Quindi una persona che non risponde alle prime cure in una mezz'ora va portata da un medico. Se avete un colpo di sole, la cosa peggiore che può capitarvi è che vi sentiate confusi. Se non riuscite a camminare o svenite, avete una sincope da calore. La sincope da calore è una grave disfunzione del sistema termoregolatore dell'organismo: la temperatura interna viene lasciata salire pericolosamente. I sintomi possono essere simili al colpo di calore, per esempio, vertigini e nausea. In più il soggetto può essere molto disorientato o agitato. E quando l'organismo smette di regolare la temperatura, la vittima della sincope da calore tipicamente smette di sudare. Ma non accade sempre così. Le persone giovani (sotto i 30 anni) possono continuare a sudare tutto il tempo, è il parere del dottor Keller se sono in buona forma. Uno svenimento può essere, o no, un segno di sincope. Se il soggetto si riprende rapidamente, in quattro o cinque minuti, è più facile che si tratti di un colpo di calore nota il dottor Keller, e aggiunge che, quando si tratta di sincope, convulsioni e coma sono ulteriori possibilità. E' importante portare la persona da un medico appena possibile, per le cure d'emergenza e per essere tenuta sotto osservazione, consiglia il dottor Kenney, notando che possono svilupparsi complicazioni come shock e blocco renale. Inoltre, a meno che una sincope da calore non si verifichi nel parcheggio dell'ospedale, sarà bene fare un po' di pronto soccorso. Ecco alcune raccomandazioni su come comportarsi finché non arriva un medico.
- "Rinfrescate il paziente con l'acqua". Spruzzate la vittima con acqua invece di immergerla in acqua fredda, se possibile suggerisce il dottor Keller. L'acqua sulla pelle evapora più in fretta e ha un effetto rinfrescante. Oppure rinfrescate la persona con dei panni bagnati. - "Sfruttate i vantaggi della tecnologia". Se vi è possibile, portate la persona in un ambiente con aria condizionata. - "Dategli da bere". L'acqua è la soluzione migliore, se la vittima è cosciente, dice il dottor Keller. - "Non trascurate i sintomi". C'è anche chi per orgoglio non ammette di aver bisogno d'aiuto. Per esempio, aggiustare i tetti è un lavoro 'caldissimo'. Il catrame può arrivare a 160 gradi centigradi quando lo si stende dice il direttore alla sicurezza David Tanner. Aggiungete l'umidità e il calore del sole: Abbiamo avuto gente che aspettava troppo, andava in delirio e cominciava ad andare in giro sui tetti con il rischio di cadere. - "Fate attenzione a chi è più a rischio ed applicate le necessarie precauzioni". Secondo il dottor Kenney i bambini sono più vulnerabili, perché le ghiandole sudoripare non sono ancora sviluppate. Anche gli anziani, in genere, non sono ben idratati aggiunge il dottor Keller. E alcuni medicinali, come quelli per l'alta pressione, possono interferire con l'idratazione.
29. CONGELAMENTO. 14 + 3 protezioni antifreddo. Quando Tod Schimelpfenig aveva 18 anni, lui ed un suo amico volevano provare un'avventura invernale e decisero di fare un'escursione in alta montagna, nella zona selvaggia nel nord del Vermont. Volevamo fare i montanari e siamo finiti a fare scuola di nocche congelate dice oggi Tod Schimelpfenig, vent'anni dopo. Tod Schimelpfenig ha davvero corso il rischio di laurearsi 'in congelamento'. Aveva le dita del piede destro bianche e rigide. Come una bistecca congelata ricorda ridendo. Naturalmente allora non rideva. Per fortuna lui ed il suo compagno trovarono un posto per accamparsi per la notte. Ma per prevenire danni più seri doveva assicurarsi che il piede non si sgelasse per poi ricongelarsi. Per cui, tutto al riparo in un sacco a pelo ben caldo, dovette tenere il piede congelato fuori dal sacco a pelo, al freddo. E per farlo fu costretto a stare sveglio tutta la notte. La mattina dopo ho camminato per dodici chilometri e ce l'ho fatta racconta Tod. Ho ancora tutte le mie dita. Tod Schimelpfenig, che oggi, ironia della sorte, è addetto alla sicurezza in una scuola di escursionismo del Wyoming e presta servizio di pronto soccorso come paramedico volontario, riconosce senza esitazioni che si era messo senza necessità in una situazione molto rischiosa. Ma forme meno gravi di congelamento possono verificarsi rapidamente quando il tempo è molto freddo, mentre magari state solo spalando la neve o cambiando una gomma.
E ci sono molti casi di automobilisti, o di uomini che lavorano all'aperto, che si perdono, si trovano in difficoltà e devono affrontare il freddo. Ecco che cosa dovete sapere sul congelamento: da come trattare un po' di male alla punta del naso all'importantissima prevenzione. - "Ricordate i sintomi". I geloni sono la forma di congelamento meno grave e generalmente lasciano la pelle un po' intorpidita e bianca. Le guance, la punta del naso e le orecchie sono le più esposte ai geloni, avverte il dottor Bruce Paton, chirurgo all'Università del Colorado, a Denver. Il dottore aggiunge che è anche possibile che si verifichino desquamazioni e vesciche quando le zone colpite vengono riscaldate. Escoriazioni e vesciche dopo il riscaldamento sono ancora più rilevanti quando si tratta di congelamento superficiale, un disturbo più serio. Il congelamento è una lesione in cui i tessuti dell'organismo si congelano, danneggiando i tessuti. La pelle è congelata più profondamente che con i geloni, ma non tanto profondamente da perdere del tutto la sua elasticità. Il congelamento è la misura che l'organismo adotta per preservare il calore interno tagliando fuori la circolazione alle estremità osserva la dottoressa Ruth Uphold, direttore del pronto soccorso in un ospedale del Vermont. Purtroppo, mentre il congelamento si insedia, avverte la dottoressa potete non accorgervene neppure, perché siete intorpiditi. - "Riparatevi dal vento". Naturalmente la cosa migliore è andare in un posto caldo e lasciarsi alle spalle gli agenti atmosferici (vento, neve, eccetera). Ma se non è possibile, almeno riparatevi dal vento: gli effetti del vento gelato contribuiscono potentemente al congelamento. - "Pensateci bene prima di riscaldare". Non usate calore secco e radiante, come una stufetta o un fuoco da campo, avverte il dottor Paton, se la pelle appare congelata. La pelle congelata si scotta facilmente. - "Usate il vostro calore interno". Se non potete andare al coperto, usate il calore del vostro corpo. Per scaldare dita e mani, per esempio, mettetevele sotto le ascelle. Stare in posizione rannicchiata vi permette di usare meglio le energie segnala Tod Schimelpfenig. - "Non massaggiatevi con la neve". Serve solo a graffiare la pelle spiega la dottoressa Uphold. E quando si è bagnati, si perde più calore. - "Non bagnatevi". La perdita di calore è molto maggiore quando c'è contatto con l'acqua, conferma il dottor Paton. - "Date retta alla mamma". Mettetevi delle muffole invece dei guanti (le muffole sono più calde) e proteggetevi le orecchie con un passamontagna avverte il dottor James Sturm, che lavora al pronto soccorso di un centro medico del Minnesota. - "Non bevete alcol". Si pensa che l'alcol riscaldi dall'interno, ma in realtà aumenta le perdite di calore secondo la dottoressa Uphold. - "Non fumate". Il fumo riduce la circolazione periferica, spiega la dottoressa Uphold, quindi rende le estremità ancora più vulnerabili. - "State comodi". Per proteggere la circolazione indossate indumenti comodi e non mettete anelli alle dita, raccomanda Tod Schimelpfenig. - "Non tirate in lungo". Tod Schimelpfenig ha imparato nel modo più duro (e freddo) a non perdere del tempo prezioso. Il suo consiglio? Non cadete nella trappola di pensare: 'D'accordo, ho i piedi (o le mani) gelati, ma tanto fra poco sarò a casa. Adesso faccio in modo di avere mani e piedi caldi'.
- "Usate il 'mutuo soccorso'". Voi tenete d'occhio la faccia di chi avete vicino, soprattutto orecchie, naso e guance, per controllare se c'e qualche importante cambiamento di colore, e lui (o lei) fa lo stesso con voi. - "Non toccate il metallo". Se usate una chiave inglese a mani nude e il freddo è veramente intenso, bastano pochi secondi per procurarvi un congelamento. - "State in macchina". Se siete in macchina e vi perdete in una notte con temperature sotto lo zero, è meglio star chiusi dentro e non avventurarvi su un terreno sconosciuto, consiglia Tod Schimelpfenig Rischiate di sviluppare un'ipotermia, cioè una diminuzione anormale della temperatura corporea (vedi l'avvertenza medica 'Ipotermia: il freddo dentro'). Molte delle persone che ho ritrovato dopo che si erano trovate in difficoltà e si erano incamminate in cerca di aiuto erano morte avverte Tod Schimelpfenig.
AVVERTENZA MEDICA: "Ipotermia: il freddo dentro". Il corpo umano è progettato per funzionare a una temperatura interna di 37 gradi. Un calo di quattro gradi, che nella temperatura ambiente si avvertirebbe a mala pena, può bastare a uccidere un essere umano. Sotto i 33 gradi può sopravvenire l'arresto cardiaco avverte il dottor James Sturm. L'ipotermia, o assideramento, nel suo stadio più benigno comincia verso i 35,5 gradi, nota il dottor Sturm. I sintomi dell'ipotermia comprendono brividi, polso lento, letargia ed un calo generale dell'attenzione. Se la temperatura corporea scende a sufficienza i muscoli si irrigidiscono e il soggetto può perdere conoscenza. Cadere in uno stagno ghiacciato può provocare ipotermia in pochi minuti, ma molti casi si verificano in seguito a esposizione prolungata a basse temperature. Gli anziani corrono maggiori rischi di assideramento, perché il loro organismo è meno efficiente nella regolazione della temperatura. Se sopravviene ipotermia il dottor Sturm raccomanda di seguire i consigli che trovate qui sotto, e di portare il soggetto da un medico il più presto possibile. - Spostate la vittima in un ambiente più caldo. - Avvolgetela nelle coperte. - Datele bevande calde, ma non somministrate alcol sotto nessuna forma. Secondo il dottor Sturm, l'alcol si limita a farvi provare un senso fasullo di calore.
BOX: "Congelamento: non perdete tempo". Il congelamento grave richiede le cure di un medico. I tessuti muoiono, e questo apre la porta a possibilità molto sgradevoli, infezione, perdita delle dita delle mani o dei piedi, e in casi estremi la perdita di un braccio o dl una gamba. Nel congelamento profondo la pelle è fredda, indurita, bianca e insensibile. Quando viene riscaldata di nuovo può diventare blu o rosso-viola. Può anche gonfiarsi, e possono formarsi vesciche. Naturalmente la cosa migliore è trattare il congelamento rapidamente e con efficacia, in modo che non succeda niente di tutto questo. Ecco che cosa dovete fare mentre aspettate di trovare un dottore: - "Decongelate rapidamente". Oggi la tendenza è sgelare un congelamento serio il più in fretta possibile (compatibilmente con la sicurezza), e questo è molto doloroso segnala la dottoressa Ruth Uphold.
In genere lo si ottiene con l'acqua tiepida, da 40 a 42 gradi centigradi. L'acqua dice la dottoressa conduce il calore più rapidamente dell'aria. - "Non lasciate ricongelare una zona già congelata". Mai specifica con forza la dottoressa Uphold. Quando la zona si ricongela, i cristalli d'acqua sono più grandi e questo provoca un danno ancor maggiore ai tessuti. - "Per salvarvi i piedi, usate la testa". Non è il caso di camminare con i piedi congelati, ma è meglio che permettere a un piede di sgelarsi e poi ricongelare. Se pensate che camminare sia la vostra unica via d'uscita verso la salvezza, non togliete la scarpa o lo stivale da un piede congelato, ammonisce il dottor Bruce Paton. Il piede potrebbe gonfiarsi notevolmente e coprirsi di vesciche, dice il dottore e non riuscireste a rimettervi la calzatura.
30. CONGIUNTIVITE. 7 soluzioni per gli occhi rossi. La mamma diceva 'occhi rossi', una parola magica che voleva dire 'niente scuola per un paio di giorni'. Adesso che siete cresciuti, dite congiuntivite. E anche se la cosa non riesce a tenervi a casa dal lavoro, ai vostri occhi farà piacere ricevere qualche attenzione. Ecco quali. - "Lavate via il rosso". Vi ricordate che la mamma si sedeva vicino al vostro letto, inzuppava un fazzoletto in una bacinella di acqua tiepida e ve lo posava dolcemente sugli occhi? A parte il cuscino bagnato, l'idea era giusta. Una compressa calda applicata agli occhi per 5-10 minuti tre o quattro volte al giorno vi farà sentire meglio dichiara l'oculista pediatrico Robert Petersen, direttore della Eye Clinic all'ospedale dei bambini di Boston, nel Massachusetts. - "Tenete gli occhi puliti". Di solito la congiuntivite guarisce da sola riconosce il dottor Petersen. Per aiutare la guarigione tenete puliti occhi e palpebre usando un batuffolo di cotone imbevuto di acqua sterile o pulita, per tirar via le crosticine. - "Decongestionate!". Potete trovare un po' di sollievo all'infiammazione facendo dei bagni oculari con le soluzioni in vendita in farmacia. Oppure prendete due bustine di camomilla, tuffatele nell'acqua bollente, lasciatele intiepidire e applicatele sugli occhi (stando possibilmente sdraiati). La camomilla è un buon decongestionante. - "Buttate via il fazzoletto". Mettete a lavare il fazzoletto, l'asciugamano del bagno e qualsiasi altra cosa che abbia toccato i vostri occhi. Questa infezione è molto contagiosa. Non scambiatevi il fazzoletto o l'asciugamano con nessuno, perché questo diffonde rapidamente il disturbo avverte il dottor Petersen. - "Non mettete cloro negli occhi". Nuotare in piscina vi fa arrossare gli occhi? Il cloro delle piscine può provocare la congiuntivite ma senza il cloro i batteri si moltiplicano, e anche questo provoca la congiuntivite osserva il dottor Petersen. Se nuotate regolarmente e siete portati alle congiuntiviti, usate occhialini a tenuta d'acqua mentre siete in piscina. - "Mettete in ghiaccio la congiuntivite allergica". Se siete in grado di sopravvivere alle nuotate estive ma non ai pollini primaverili, forse la vostra congiuntivite è allergica.
Se gli occhi vi prudono come per una puntura di zanzara e avete secrezione filante nell'occhio, di solito si tratta di una congiuntivite allergica segnala il dottor J. Daniel Nelson, oculista del Minnesota e primario di oftalmologia al Saint Paul Ramsey Medical Center del Minnesota. Un collirio antistaminico può aiutarvi, e usate impacchi freddi, non caldi. Un impacco freddo può dare veramente sollievo ai vostri occhi. - "Usate le medicine di notte". La congiuntivite batterica è più virulenta quando avete gli occhi chiusi; per questo tende a peggiorare la notte quando dormite avverte il dottor Petersen. Per combattere questo fenomeno mettetevi eventualmente sugli occhi gli unguenti antibiotici che vi sono stati prescritti quando andate a dormire. In questo modo preverrete le incrostazioni.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando serve il dottore". La congiuntivite è un problema facilmente trattabile che di solito se ne va per conto suo in una settimana circa. Invece è meglio che andiate da un medico: - Se dopo cinque giorni l'infezione è peggiorata invece di migliorare. - Se avete gli occhi rossi insieme con dolore forte, cambiamenti nella funzionalità visiva e abbondante secrezione gialla o verdastra. - Se l'arrossamento è provocato da una lesione all'occhio. A volte le infezioni possono raggiungere l'occhio e ledere la cornea, provocando un'ulcera o addirittura la perdita della vista o dell'occhio sostiene il dottor Robert Petersen. E allora, quando l'occhio è vostro, non state lì fermi a vedere che cosa succede. Andate a vedere il vostro medico, piuttosto.
31. CONTUSIONI. 5 + 1 idee risolutive. Se non vi avvolgete completamente nel cotone idrofilo, non sarete mai a prova di contusioni. Però potete diminuire la probabilità di farvi contusioni importanti e guarire quelle che possono capitarvi. Ecco come. - "Mettetele in ghiaccio". Usate un impacco ghiacciato per trattare qualsiasi trauma che possa provocare una contusione, consiglia il dottor Hugh Macaulay, del pronto soccorso di un ospedale di Aspen, nel Colorado. L'impacco freddo va applicato il più in fretta possibile dopo la lesione, e se sospettate che possa svilupparsi una grave contusione, il trattamento va continuato per 24 ore. - "Applicate l'impacco di ghiaccio ad intervalli di un quarto d'ora". Non applicate calore nelle pause fra gli impacchi ghiacciati, ma permettete alla pelle di scaldarsi naturalmente. Il raffreddamento restringe i vasi sanguigni, quindi meno sangue fluisce nei tessuti a formare il livido scuro (ecchimosi). Inoltre l'impacco freddo riduce al minimo il gonfiore e intorpidisce la zona, diminuendo il dolore. - "Dopo il ghiaccio, il caldo". Dopo 24 ore usate il calore per dilatare i vasi sanguigni e migliorare la circolazione nella zona, consiglia il dermatologo Sheldon V. Pollack, della Duke University. - "Tenete i piedi in alto".
Le contusioni sono piccoli ristagni di sangue ed il sangue, come ogni liquido, scorre all'ingiù. Se state molto in piedi, il sangue che si è raccolto in una contusione passa attraverso i tessuti molli e si infiltra in altri spazi. - "Aggiungete un po' di vitamina C a quello che mangiate ogni giorno". Le ricerche condotte alla Duke University di Durham, nella North Carolina, mostrano che le persone con una dieta scarsa di vitamina C tendono a provocarsi lividi più facilmente del solito e le loro lesioni guariscono più lentamente. La vitamina C aiuta a costruire il collagene protettivo attorno ai vasi sanguigni della pelle, spiega il dottor Pollack. La pelle del viso, delle mani e dei piedi contiene meno collagene di quella dei fianchi (per esempio), e per questo le contusioni in queste zone sono più scure conferma il dottor Macaulay. Se vi procurate facilmente contusioni, il dottor Pollack vi suggerisce di prendere 500 milligrammi di vitamina C tre volte al giorno per aiutarvi a costruire il collagene che vi manca. Anche se la vitamina C non è considerata tossica, prima di prenderne in dose elevata, chiedete l'approvazione del vostro medico. - "Attenzione a quelle medicine". Chi prende aspirina per proteggersi dalle malattie di cuore scopre che gli urti fanno molto presto a diventare lividi. Anche chi prende medicine per prevenire le trombosi scopre di essere facile alle ecchimosi. I medicinali come gli antinfiammatori, gli antidepressivi o gli antiasmatici possono inibire la coagulazione sottocutanea e provocare lividi di grandi dimensioni. Anche chi abusa di alcol e di droghe tende a segnarsi facilmente. Se state prendendo medicine che possono rendervi più esposti ai lividi, parlatene con il vostro medico BOX: "Se andate in montagna portatevi l'arnica". L'arnica ("Arnica montana") è un'erba perenne della famiglia delle Composite, cresce in zone fredde, umide e montagnose, in tutto il mondo. E' un rimedio molto efficace per trattare contusioni, ecchimosi e traumi in generale. Chi va in montagna può usarla anche per lenire i muscoli doloranti. L'arnica agisce sui tessuti molli e sui vasi sanguigni adiacenti e stimola l'organismo a riassorbire il sangue versato nei lividi. Usatela sotto forma di crema. Attenzione: se la pelle non è integra, cioè se c'è una lesione, è meglio usare la crema di calendula (vedi il capitolo 'Tagli e graffi').
AVVERTENZA MEDICA: "Un altro nome per le contusioni". Se vi accorgete che siete facili alle contusioni e non riuscite a immaginarvene la ragione, parlatene al vostro medico. A volte le contusioni sono un segno di malattia. Alcuni squilibri del sangue possono provocare lividi inesplicabili. Molte malattie infettive possono manifestarsi con lesioni simili a lividi, che però tendono a non guarire spontaneamente come le comuni ecchimosi. In questo caso consultate il medico.
32. CRAMPI MESTRUALI. 12 + 1 antidoti facili. Molte donne soffrono ancora di crampi mestruali e senza necessità dichiara la dottoressa Penny Wise Budoff, direttore del centro medico per le donne di Bethpage, nello stato di New York. I crampi mestruali, che nel gergo medico vengono chiamati 'dismenorrea', sono un problema chimico, spiega la dottoressa Budoff.
Ogni mese il rivestimento uterino produce sostanze chimiche dette prostaglandine, che aiutano i muscoli dell'utero a contrarsi, espellendo tessuti e fluidi durante le mestruazioni. Livelli elevati di prostaglandine provocano le contrazioni muscolari, o crampi. Non tutte le donne soffrono di crampi, ma se a voi capita, questi rimedi fai-date vi possono dare un po' di sollievo. - "Riequilibrate l'alimentazione". Troppe donne tendono a saltare i pasti e a consumare dosi eccessive di alimenti troppo dolci o troppo salati, proprio nel momento in cui dovrebbero stare più attente alle loro scelte alimentari sostiene la dottoressa Budoff. Una dieta più sana non cura i crampi, ma può essere efficacissima per migliorare il vostro benessere generale, nota la dottoressa. Eliminate i pasticci dolci e salati, che vi fanno sentire gonfie e pigre. Invece mangiate più verdura e frutta, pollo e pesce, e invece di fare tre pasti importanti, divideteli in molti piccoli pasti durante la giornata. - "Prendete le vitamine". La dottoressa Budoff riferisce che molte delle sue pazienti hanno meno problemi con i crampi quando si prendono una sana dose quotidiana di vitamine e minerali. Il suo consiglio è di prendere un supplemento di vitamine e minerali, meglio se contiene calcio e se è in piccole dosi, che potete prendere due volte al giorno dopo i pasti. - "Non trascurate i minerali". Anche calcio, potassio e magnesio possono avere la loro parte nel darvi sollievo, ricorda la dottoressa Susan Lark, direttrice di un centro specializzato nei problemi mestruali a Los Altos, in California. Secondo la dottoressa, le donne che assumono calcio hanno meno dolori mestruali di quelle che non lo prendono. Il magnesio è importante, nota ancora la dottoressa, perché aiuta l'organismo ad assorbire il calcio in modo più efficace. Il suo consiglio è aumentare il consumo di calcio e magnesio prima e durante il ciclo. - "Via la caffeina". La caffeina presente nel caffè, nel tè, nel cioccolato e nelle bibite alla cola contribuisce al disagio mestruale perché vi innervosisce, avverte la dottoressa Budoff. Fatene a meno. Anche gli oli contenuti nel caffè possono irritarvi l'intestino. - "Lasciate perdere l'alcol". Se tendete a gonfiarvi d'acqua durante il periodo mestruale, l'alcol aggiunge solo problema a problema dice la dottoressa Lark: meglio non bere alcolici. E se proprio dovete, limitatevi a un bicchiere o due di vino. - "Non prendete diuretici". Molte donne credono che i diuretici siano un ottimo antidoto al gonfiore mestruale, ma la dottoressa Lark non è d'accordo. I diuretici, assieme all'acqua, fanno uscire dall'organismo minerali importanti. Invece, consiglia la dottoressa, limitate il consumo di sostanze che trattengono l'acqua come il sale e l'alcol. - "Scaldatevi". Il calore aumenta il flusso sanguigno e rilassa i muscoli: è importante soprattutto nella zona pelvica contratta e congestionata, raccomanda la dottoressa Budoff. Bevete in abbondanza tisane o limonata calda. Mettete anche uno scaldino o una borsa dell'acqua calda sull'addome, non più di qualche minuto per volta. - "Fate un bagno 'minerale'". Createvi il vostro personale 'bagno termale' per rilassare i muscoli e alleviare i crampi, propone la dottoressa Lark. Mettete in una vasca d'acqua calda una tazza di sale marino e una tazza di bicarbonato di sodio. Restate nella vasca per 20 minuti. - "Fate una bella passeggiata veloce". Camminate (o impegnatevi in qualche altra forma di esercizio fisico moderato) in qualsiasi momento, ma soprattutto prima del ciclo.
Vi sentirete meglio quando arriverà, segnala la dottoressa Budoff. - "Provate qualche esercizio yoga". Qualche esercizio yoga prima del ciclo può aiutarvi, nota la dottoressa Lark. Ecco un esempio. Inginocchiatevi a terra e sedete sui talloni. Appoggiate la fronte sulle ginocchia e stendete le braccia per terra lungo il corpo. Chiudete gli occhi. Mantenete la posizione finché siete comode. - "Fate l'amore". L'orgasmo è efficacissimo per dar sollievo ai crampi, suggerisce la dottoressa Lark. La sua vigorosa azione muscolare aiuta il sangue e gli altri fluidi a fuoriuscire dagli organi congestionati, alleviando il dolore. - "Prendete un antidolorifico". Aspirina e ibuprofen sono ottimi contro i crampi, dice la dottoressa Budoff, e in particolare quest'ultimo, poiché inibisce l'azione delle prostaglandine. Prendetene una compressa (con un po' di latte o di cibo per evitare irritazioni di stomaco) quando cominciano i crampi e continuate a prenderne finché i crampi non se ne vanno.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un tocco al piede per lenire il dolore". Per lenire i crampi può bastare anche un semplice tocco terapeutico, dice Alexis Phillips, che insegna massaggio terapeutico presso lo Swedish Institute di New York. Il piede contiene punti di agopressione che si pensa siano collegati con i percorsi di energia interna che portano alla vostra zona pelvica spiega Alexis Phillips. Trovate questi punti, che secondo Alexis Phillips sono sensibili durante il periodo mestruale, nelle depressioni che sono ai lati del tallone. Premete con dolcezza questi punti col pollice e i polpastrelli delle dita. Fate la stessa cosa ai lati del tendine d'Achille, salendo lentamente verso il muscolo del polpaccio. Provate questa tecnica di agopressione per qualche minuto su ogni piede. 33. DENTI MACCHIATI. 7 idee luminose. Pensate a una tazza di porcellana molto fine. Riempitela ogni giorno di caffè e Coca Cola, esponetela al caldo e al freddo, al fumo e all'alcol. Riempitela di cibi molto colorati. Poi lavate la tazza con detersivi molto forti. Alla fine piccole screpolature segnano la superficie della ceramica e, prima che ve ne accorgiate, la tazza, che una volta era bianca, assume un aspetto sporco e scuro. I vostri denti sono come la bella tazza di porcellana. Partono bianchi e scintillanti. Ma le bibite a base di cola, il tè, il fumo, i succhi acidi e i cibi supercolorati gli sguazzano intorno tre volte al giorno (o più). E i denti ne serbano traccia, sotto forma di macchie. Non è che i denti siano fatti per essere assolutamente candidi. In realtà il colore vero dei denti va dal giallino pallido all'arancione chiaro, spiega il dentista Roger P. Levin, presidente dell'accademia odontoiatrica di Baltimora. Più cresce l'età, più i denti tendono a scurirsi ulteriormente. Lo smalto superficiale si fessura e si erode esponendo la dentina, l'interno meno compatto del dente, che assorbe il colore degli alimenti. In più le macchie aderiscono alla placca e al tartaro, ancorandosi fra gli angolini e nelle fessure. Ci sono molti tipi di macchie afferma Ronald I. Maitland, che è specializzato in odontoiatria cosmetica a New York.
Le macchie possono essere provocate da antibiotici, da sbalzi nel metabolismo individuale, a volte dalla febbre alta. In tutti questi casi vanno curati da professionisti. Ma le macchie comuni, del tipo provocato da caffè e sigarette, possono essere tolte fra una pulizia professionale e l'altra. Ecco come. - "Pulite i denti dopo ogni pasto". Se vi pulite i denti regolarmente e coscienziosamente, è meno probabile che vi ritroviate coi denti macchiati, dice il dottor Levin. - "Usate il bicarbonato". Mescolate bicarbonato di sodio ed acqua ossigenata fino a fare una pasta della consistenza del dentifricio, dice il dottor Levin. Poi spazzolate le macchie concentrandovi sulle parti annerite, facendo in modo che la soluzione non tocchi le gengive. Attenzione a non usare troppa acqua ossigenata, che può provocarvi bruciature. - "Controllate quanta placca avete". Sciacquatevi la bocca con un rivelatore di placca per scoprire dove rimangono zone di placca dopo aver lavato i denti. Le zone colorate sono quelle che si macchieranno se non migliorerete la vostra tecnica di pulizia, ammonisce il dottor D. B. Featherstone, presidente di un centro specialistico di Rochester, nello stato di New York. - "Sciacquate, sciacquate, sciacquate". Dopo ogni pasto sciacquate via il cibo dai denti, dice il dottor Maitland. Se non potete andare in bagno, prendete il vostro bicchiere d'acqua, bevetene un sorso, sciacquate e inghiottite mentre siete a tavola. - "Sorriso elettrico?". Uno spazzolino elettrico, afferma il dottor Maitland, elimina più placca dai vostri denti. Alcuni studi mostrano che uno spazzolino elettrico può eliminare il 98,2% della placca. - "Provate un collutorio antiplacca". Anche gli sciacqui orali ad azione antibatterica riducono la placca, ricorda il dottor Featherstone. - "Non limatevi il sorriso". Se siete tentati di usare un supersbiancante abrasivo, non fatelo, avverte il dottor Maitland. Sembra una soluzione facile, ma è come usare un abrasivo su un piano di lavoro. Toglie le macchie, ma toglie anche lo smalto. Più lo smalto si assottiglia più si vede la dentina, che è più scura dello smalto, così sembra che il dente sia macchiato. Attenzione a non sfregare troppo forte anche con lo spazzolino. Troppo non significa meglio, ricorda il dottor Maitland. Una spazzolata da Superman, con un grande sfoggio di muscoli, può danneggiarvi lo smalto come un dentifricio abrasivo.
34. DENTIZIONE. 4 modi per lenire il fastidio.
Anche se molti non lo sanno, i denti di un neonato cominciano a svilupparsi diversi mesi prima della nascita. In realtà i germogli dei denti fanno la loro comparsa nel feto alla quinta o sesta settimana di gravidanza. Quando il bambino nasce, tutti e venti i denti di latte, che spunteranno nei successivi due anni e mezzo, sono già presenti e previsti nelle mascelle. Di solito questi primi denti cominciano a spuntare fra i quattro e gli otto mesi. Le gengive del bimbo diventano gonfie e dolenti e il vostro tesoruccio diventa irritabile e irrequieto. La dentizione è cominciata! Se siete come molti genitori, probabilmente vi preoccupate un po' al pensiero di come reagirà il pupo (e di come reagirete voi) quando i denti si faranno faticosamente strada attraverso le gengive.Può non succedere niente, oppure ci può essere giusto qualche capriccio provocato dal disagio ci tranquillizza John A. Bogert, dentista pediatrico di Chicago, nell'Illinois. Molti neonati sono un po' capricciosi e lamentosi con i primi due o quattro denti. Beh, non sembra poi così male. Ma se la dentizione del vostro piccolo è un po' più impegnativa, ecco alcuni utili consigli per cavarvela tutti e due. - "Raffreddate gli anelli per i denti". Gli anelli da masticare e da mordicchiare, soprattutto quelli che potete mettere in frigo, funzionano molto bene e alleviano il fastidio alle gengive suggerisce Linda Jonides, infermiera pediatrica di Ann Arbor, nel Michigan. E aggiunge: Per un bambino di sei mesi o più anche un asciugamano pulito e freddo va benissimo da masticare. - "Pulite le gengive fin da ora". E' meglio cominciare a pulire i denti del pupo ancora prima che spuntino propone il dottor Bogert. Potete avvolgere intorno a un vostro dito un piccolo tampone di garza o anche un asciugamano morbido, inumidirli e usarli per massaggiare le gengive, dice il dottore. In questo modo evitate gli accumuli di batteri e abituate il piccolo a sentire qualcuno che gli fruga in bocca. Così, quando il primo dente spunta, potete cominciare a spazzolarglielo senza provocargli problemi nota il dottor Bogert. E un massaggio quotidiano tiene le gengive molto più sane. - "Dategli da mordere qualcosa di saporito". Prendete un pezzo di mela fredda e avvolgetelo in un pannolino umido, di una misura adatta a lui suggerisce Helen Neville, infermiera pediatrica di Oakland, in California. Molti dentaruoli standard non hanno nessun sapore nota. Una mela dà al piccolo un incentivo in più a mordicchiare e a stimolare i denti attraverso le gengive. - "Date sollievo alle gengive". Tenete a portata di mano alcuni prodotti per alleviare l'infiammazione delle gengive. In farmacia potete trovare delle ottime paste gengivali che possono ridurre il dolore della dentizione. Scegliete possibilmente un prodotto a base di sostanze naturali (per esempio, la pasta gengivale prodotta dalla Weleda che contiene salvia, consolida, tintura di mirra e rabania). Oppure potete ricorrere a un vecchio rimedio antinfiammatorio: il miele rosato.
AVVERTENZA MEDICA: "Se ha la febbre vuol dire che sta male". Uno dei miti più diffusi è che i bambini hanno la febbre quando mettono i denti sostiene l'infermiera pediatrica Linda Jonides. Se c'è febbre non è per la dentizione. Significa che qualcosa sta succedendo nell'organismo del vostro bambino. Ditelo al vostro medico.
35. DEPRESSIONE. 16 + 4 sistemi per uscirne. La vita è un po' come le montagne russe. Il ricco e il povero, il mendicante e il ladro, il medico, l'avvocato e il capo indiano: tutti hanno i loro alti e bassi. In realtà anche i massimi esperti in fatto di depressione ogni tanto si sentono a terra. La depressione, quella seria, considerata una malattia a tutti gli effetti, necessita di cure mediche specialistiche. Ma i casi meno gravi (possiamo chiamarli paturnie, cattivo umore, 'oggi-propriononho-voglia-di-alzarmi-dal-letto') possono essere affrontati con tecniche molto semplici che riescono a fare miracoli. Quindi se vi sentite giù di morale, malinconici e avete la sensazione che la vita vi stia sbatacchiando qua e là, provate a rialzarvi gli spiriti con uno di questi metodi di collaudato successo. - "Tiratevi su e fate del vostro meglio per accettare la situazione". Rendetevi conto che stare un po' male non è così terribile sostiene William Knaus, psicologo di Long Meadow, nel Massachusetts. Lo psicologo Fred Strassburger, docente di psichiatria alla George Washington University, aggiunge: L'abbattimento è una cosa che passa. Non diventate ancora più tristi perché siete tristi. - "Fate qualcosa di concreto". Ciondolare per casa tenendo il muso è il modo più sicuro per sentirsi ancora più depressi. Quindi questo rimedio casalingo prevede che usciate fuori di casa. Non importa granché che cosa scegliete di fare, purché sia qualcosa di attivo, consiglia Jonathan W. Stewart, psichiatra e ricercatore in un centro specializzato di New York. Fate una passeggiata, fate un giro in bicicletta, andate a trovare un amico, fate una partita a scacchi, leggete un libro. Accendere la T.V. e giocare allo 'zapping', invece, non significa fare qualcosa di attivo. - "Cercate nella memoria cose divertenti da fare". Il modo migliore per scegliere un'attività è cominciare a buttar giù una lista delle cose che vi piacciono. Naturalmente il problema è che quando siete depressi non c'è più nulla che sembri divertente. Come si fa? Fate una lista delle cose che una volta vi piacevano, suggerisce C. Eugene Walker, docente di psicologia e direttore della formazione in psicologia pediatrica presso l'Università dell'Oklahoma. Poi sceglietene una, e fatela! - "Parlatene". E' sempre utile condividere con qualcuno quello che provate dice Bonnie R. Strickland, docente di psicologia all'Università del Massachusetts, ad Amherst. Andate a trovare degli amici che vi vogliono bene e dite loro come vi sentite. - "Fatevi un bel pianto". Se parlando dei vostri problemi vi viene da piangere, piangete. Piangere è un meraviglioso sollievo, soprattutto se sapete per che cosa state piangendo ricorda Robert Jaffe, terapeuta familiare di Sherman Oaks, in California. - "Sedetevi e analizzate la situazione". Molto spesso, se riuscite a centrare il problema che sta alla base della vostra depressione vi sentite molto meglio afferma il dottor Strassburger. Una volta messo a fuoco il problema, potete cominciare a pensare come risolverlo. - "Provate, riprovate, poi lasciate perdere". Da bambini e nell'adolescenza ci facciamo delle idee su quello che la vita ci riserverà, e a volte restiamo ancorati alle nostre aspettative anche quando la vita decreta che si tratta di sogni spiega Arnold H. Gessel, psichiatra a Broomall, in Pennsylvania.
Secondo lui correre dietro a mete impossibili può portare alla depressione. In queste situazioni la cosa da fare è dire: Ho fatto del mio meglio, e lasciar perdere. - "Fate esercizio fisico". Molti studi mostrano che l'esercizio fisico aiuta a superare l'umor nero. Se state già facendo attività sportiva e siete in buona forma fisica (ma in cattiva forma mentale), provate a stancarvi fino a sentirvi completamente esausti come suggerisce il dottor Gessel. E' un buon modo per scaricare la tensione. - "Prendete una scatola di pennarelli". Un ottimo sistema per esprimere quello che provate è scriverlo, o meglio ancora disegnarlo, afferma Ellen McGrath, presidente di un'associazione specializzata nell'aiuto alle donne depresse e docente alla New York University. Forse scoprirete un'inaspettata capacità di veder chiaro nelle vostre emozioni profonde se comincerete a 'disegnare' il vostro disagio, dice la dottoressa. Usate molti colori. - "State ai fatti". A volte, se verificate nella realtà le vostre paure, scoprite che le cose non stanno come pensavate rileva il dottor Knaus. Per esempio, se sospettate che il vostro compagno vi tradisca (un ottimo motivo per essere depresse), fatevi coraggio e chiedeteglielo. Magari vi state sbagliando. - "Trovate da fare qualcosa di veramente noioso". Magari quello che vi serve per uscire dalla depressione è semplicemente distrarvi un po', distogliere l'attenzione dai vostri guai. Per riuscirci scegliete qualcosa di mortalmente noioso da fare e fatelo suggerisce il dottor Knaus. Un esempio? Pulite le piastrelle del bagno con uno spazzolino da denti. O studiate una foglia, ancora, ancora, e ancora. - "Prendetela con calma". Se pensate che alla radice della vostra depressione ci sia un eccesso di impegni, forse avete solo bisogno di rilassarvi, commenta il dottor Strickland. Concedetevi più tempo per voi stessi e per il vostro benessere. - "Non prendete decisioni importanti". Quando siete depressi, non fidatevi delle vostre capacità di giudizio avvisa Robert S. Brown senior, docente di psichiatria all'Università della Virginia. Il suo consiglio è di lasciar sedimentare le decisioni importanti finché non vi sentite meglio. Altrimenti rischiate di prendere la decisione sbagliata, il che, naturalmente, può solo peggiorarvi la depressione. - "Trattate gli altri con rispetto". Se siete depressi, può capitarvi di essere aggressivi con gli altri, osserva il dottor Knaus. Non fatelo, è il suo consiglio, perché anche gli altri saranno aggressivi con voi: l'ultima cosa di cui avete bisogno quando siete giù di morale. - "State alla larga dai negozi". Fare gli antipatici con gli altri può avere un effetto boomerang sulla vostra depressione; con gli acquisti 'di consolazione' capita esattamente lo stesso, sostiene il dottor Knaus. Può essere divertente andare in giro a comprare senza limiti, ma quando arrivano i conti è una tragedia. - "Sigillate il frigo". Anche le mangiate consolatorie hanno un effetto di ritorno, avverte il dottor Knaus. Una scorpacciata di cioccolatini può farvi sentire meglio per un po', ma può anche allargare i vostri fianchi in modo deprimente. Se state lottando contro l'impulso di mangiare, piuttosto uscite di casa.
BOX: "Come aiutare gli altri a uscire dalla depressione".
Qual è la cosa migliore da fare quando qualcuno vicino a voi diventa depresso? Ascoltare afferma il terapista familiare Robert Jaffe. Più di qualsiasi altra cosa, il vostro amico ha bisogno di un orecchio. Se qualcuno a cui volete bene sembra depresso e non ne parla, prendete l'iniziativa e chiedete: Ti senti depresso? suggerisce il dottor Jaffe. Poi proseguite con domande a cui non si può rispondere semplicemente con un sì o con un no, del tipo: Quando hai cominciato a sentirti così?. Questa è una buona domanda, secondo il dottor Jaffe, perché spesso capire quando è iniziata la depressione aiuta a scoprire l'incidente o gli incidenti che possono averla provocata. Ecco altri utili consigli raccomandati dal terapista familiare: - Quando il vostro amico si scioglie e comincia a parlare della sua depressione, fate del vostro meglio per creare un rapporto in cui lui si senta sicuro. Non banalizzate la situazione dicendo cose come: Oh, piantala, non hai motivi per essere depresso. - Non offrite soluzioni facili del genere: Guarda, quello che ti serve è semplicemente.... Lasciate invece che la persona trovi la sua soluzione, usandovi come una cassa di risonanza per le sue idee. - Fate del vostro meglio per coinvolgere la persona depressa in attività fisiche. - Fate di tutto perché la persona depressa continui a cercare delle soluzioni per uscire dal suo stato. Come ricorda il dottor Jaffe, la depressione può essere definita proprio come una perdita di interesse in qualsiasi cosa.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando è il caso di cercare aiuto". Se vi sentite giù e la sensazione non passa, anche se avete provato tutto quello che potete per sconfiggerla, può essere il momento di cercare l'aiuto di un professionista della salute mentale. Gli esperti del National Institute for Mental Health suggeriscono che chiunque abbia quattro o più dei seguenti sintomi per più di due settimane farebbe bene a chiedere aiuto: - Sensazioni persistenti di tristezza, di ansia, o di 'vuoto'. - Sensazioni di disperazione e/o pessimismo. - Senso di colpa, di indegnità e/o di impotenza. - Perdita di interesse o di piacere nelle solite attività, compreso il sesso. - Disturbi del sonno (compresi insonnia, risveglio al mattino prestissimo e/o sonno in eccesso). - Disturbi dell'alimentazione (cambiamenti dell'appetito e/o crescita o calo di peso). - Calo di energia, affaticamento. - Pensieri di morte o di suicidio, o tentativi di suicidio. - Inquietudine e/o irritabilità. - Difficoltà a concentrarsi, a ricordare, a prendere decisioni.
36.
DERMATITE ED ECZEMA. 17 + 6 rimedi pelle morbida. Dopo la diagnosi del dottore, forse la vostra prima domanda è stata: Perché proprio io? Perché devo godermi il prurito dell'eczema? Perché mi toccano il rossore e l'irritazione della dermatite?. Forse il vostro medico è più qualificato di noi a trovare la risposta per difficile che possa essere, ma, se può consolarvi, non siete soli. Le ultime statistiche rivelano che quasi nove milioni di americani soffrono ogni anno di qualche forma di dermatite. I consigli che seguono sono dedicati ai soggetti a cui il medico ha diagnosticato un eczema o una dermatosi, per aiutarli a tenere sotto controllo il prurito e la secchezza che tipicamente accompagnano questi disturbi. Gli esperti ci dicono che in genere il modo migliore per trattare a casa propria il prurito dell'eczema e della dermatite è di tenere umida e ben lubrificata la pelle secca e chiazzata. Per questo molti dei rimedi proposti nel capitolo 'Pelle secca e irritata dal freddo' possono essere utili anche per questo problema. - "Attenzione all'aria secca". La dermatite viene aggravata dall'aria deumidificata, specialmente se avete in casa un impianto di riscaldamento a circolazione forzata. Questo tipo di riscaldamento è un po' più disidratante degli altri avverte il dottor Howard Donsky, dermatologo in un ospedale di Toronto. L'aria secca tende a peggiorare il prurito dell'eczema e della dermatite, quindi è importante mantenere umida l'aria di casa. Se potete controbilanciare l'aria secca con un buon umidificatore, il riscaldamento ad aria forzata non è più un grosso problema nota il dottor Donsky. Ma gli esperti avvertono: non aspettatevi che un umidificatore in una sola stanza riesca a far tutto. La gente pensa che se mette un umidificatore nella propria stanza la situazione si risolve segnala Hillard H. Pearlstein, medico e assistente di dermatologia alla City University di New York. Ma gli umidificatori sono come i condizionatori d'aria: occorre un impianto davvero grosso per riuscire a far tutto. Naturalmente è già una buona soluzione mettere un umidificatore accanto al proprio letto. - "A qualcuno piace tiepido". La convinzione ormai antica che le persone con la dermatite non debbano fare bagni oggi viene riesaminata con crescente attenzione. Alcuni medici sono convinti che l'eccesso di bagni possa aggravare la situazione, ma altri pensano che fare bagni regolarmente riduca le possibilità di infezione ed aiuti ad ammorbidire la pelle. In genere i nostri esperti appartengono alla seconda categoria. Fate pure il bagno, ma in acqua tiepida propone il dottor Donsky. Evitate sia l'acqua troppo fredda sia quella troppo calda. - "Sotto con la crema". Non è necessario evitare il bagno schiuma, purché dopo applichiate alla pelle una crema idratante che eviti alla pelle di disseccarsi. Potete fare il bagno quando volete, ma ricordatevi di usare un emolliente per il corpo suggerisce il dottor Pearlstein. E' il grasso che trattiene l'acqua e la pelle secca è provocata dalla perdita d'acqua, non dalla perdita di grassi. Se dopo aver usato un latte emolliente vi sembra che la pelle sia ancora secca, passate alle creme per il corpo. - "Fate un bagno all'avena". Per un trattamento ancora più addolcente il dottor Donsky raccomanda di aggiungere all'acqua del bagno farina d'avena colloidale come l'Aveeno, e di usare la farina d'avena come sostituto del sapone. Per il bagno, versate due tazze di farina colloidale (che potete trovare in tutte le farmacie) in una vasca di acqua tiepida. Il termine 'colloidale' significa semplicemente che la farina d'avena è stata macinata in polvere tanto fine da restare sospesa nell'acqua.
Per sostituirla al sapone, versatene un po' in un fazzoletto, chiudete i lembi con un elastico, inzuppatelo nell'acqua, strizzatelo e usatelo come una normale spugna da bagno. - "Evitate gli antitraspiranti". I sali metallici come il clorato di alluminio o il solfato di alluminio e il cloridrato di zirconio sono gli ingredienti attivi di molti antitraspiranti e sono noti per aver provocato irritazioni ai soggetti con pelle sensibile. Di solito è l'antitraspirante, non il deodorante, che irrita la pelle segnala il dottor Donsky. Se volete continuare a usare antitraspiranti, cercate quelli che contengono antiirritanti come allantoina, ossido di zinco, ossido di magnesio, idrossido di alluminio o trietanolamina. - "Fate attenzione all'idrocortisone". Le creme per applicazioni locali, gli unguenti e le lozioni che contengono cortisone vengono usati spesso per alleviare il prurito della dermatite o dell'eczema. Se decidete di usare uno di questi prodotti, fate molta attenzione. Il cortisone può provocare spiacevoli effetti collaterali. Ricordate di consultare il vostro medico se, dopo pochi giorni, il prurito non è scomparso. - "Scegliete il comfort del cotone". Il cotone vicino alla pelle è molto meglio della lana e delle fibre sintetiche afferma il dermatologo John F. Romano, che insegna in una clinica universitaria di New York. Riassunto: evitate i tessuti sintetici o ruvidi, e i vestiti che vi stanno stretti o scomodi. Oltre a starvi male, questo tipo di abiti può farvi venire il prurito. - "State alla larga dalle unghie false". Recenti ricerche della Cleveland Clinic Foundation hanno mostrato che i prodotti acrilici per manicure possono provocare ovvi e frequenti casi di dermatite. Questi prodotti acrilici erano presenti nelle unghie finte, oggi, per fortuna molto poco usate. Questi possono provocare, oltre alla dermatite allergica da contatto, anche irritazione degli occhi, del naso e delle vie respiratorie. - "Una compressa calmante". Impacchi freddi e umidi possono avere un effetto calmante e alleviare il prurito della dermatite da contatto. Dico ai pazienti di provare latte freddo invece di acqua suggerisce il dottor Romano. Sembra che sia molto più efficace. La sua raccomandazione: mettete il latte in un bicchiere con dei cubetti di ghiaccio e lasciatelo raffreddare per qualche minuto. Poi versate il latte su un tampone di garza o su un pezzetto di cotone sottile e applicatelo alla pelle irritata per 2-3 minuti. Ribagnate il tessuto e riapplicate, continuando per circa 10 minuti. A volte l'eczema è così grave che comincia a trasudare. Questa condizione è conosciuta come eczema trasudante, e alcuni medici pensano che risponda bene a compresse fredde applicate più volte al giorno. Se la situazione non migliora, comunque, consultate il vostro medico appena possibile. - "Controllate la vostra alimentazione". Le allergie alimentari possono avere un ruolo importante nella dermatite atopica (cioè scatenata da agenti normalmente innocui) durante l'infanzia sostiene il dottor Pearlstein. Prima dei sei anni le due cose sono strettamente collegate, quindi è possibile intervenire sulla dieta di un bambino ed aiutare la sua pelle a guarire. Le uova, il succo d'arancia, il latte sono stati sospettati di aggravare l'eczema nei bambini. Però, avverte il dottor Pearlstein io non incriminerei questi alimenti in blocco. Questo significa che i genitori dovranno consultare i loro medici in merito alla possibilità di fare diete di eliminazione per individuare l'alimento o gli alimenti responsabili della dermatite.
Sembra che queste diete funzionino meglio nei bambini prima dei due anni, nota il dottor Pearlstein. Dopo i sei anni, abbiamo scoperto che il cibo ha un ruolo minore nella maggior parte dei soggetti. Per quanto riguarda gli adulti, il dottor Pearlstein è più propenso a lasciare i cambiamenti alimentari largamente nelle mani dei suoi pazienti. Se pensate che uno dei cibi che mangiate abitualmente abbia un cattivo effetto sulla pelle, evitatelo e vedete che cosa succede, dice il dottore. Se il problema si risolve, probabilmente avete un'allergia alimentare. - "Evitate gli sbalzi di temperatura". Se avete un eczema, afferma il dottor Donsky i rapidi cambiamenti di temperatura possono essere un problema. Uscire da un locale caldo in una fredda giornata d'inverno, o anche passare da una stanza con aria condizionata a una doccia calda può scatenare l'irritazione. Indossare più strati di vestiti (vestiti di cotone, possibilmente) è il modo migliore per proteggersi, ribadisce il dottor Donsky. Un po' di attenzione preventiva può aiutare a eliminare questo tipo di stimolo scatenante. - "Carta igienica?". Bianca, grazie. Se volete evitare l'irritazione della dermatite da contatto la carta igienica bianca è la migliore segnala il dottor Donsky. E' il colore che irrita. - "Attenti alle lozioni per bambini". A volte le lozioni per bambini non sono la cosa migliore per gli eczemi ci mette in guardia il dottor Romano. Hanno un'alta percentuale d'acqua e quando evaporano possono seccare e irritare ancora di più la pelle. Alcune delle fragranze e degli ingredienti attivi delle lozioni per neonato (lanolina e olio minerale) sono cause comunissime di allergie della pelle. - "Massaggiatevi con l'urea". Gli emollienti che contengono urea sono ottimi per alleviare il prurito dell'eczema e della dermatite spiega il dottor Pearlstein. L'urea è un agente desquamante ed è un buon prodotto. Di solito lo usiamo quando la pelle è un po' ispessita a furia di sfregare e grattare. Provate le creme a base di urea o gli emollienti a base di acido lattico e fatevi aiutare nella scelta dal vostro farmacista di fiducia. - "Per le dermatiti atopiche usate gli antistaminici". Gli antistaminici impediscono alle cellule preposte, i mastociti, di secernere istamina, e quindi riducono i classici sintomi dell'allergia come mal di testa, naso che cola e prurito. Per questo motivo gli antistaminici in vendita senza ricetta vanno bene per l'eczema afferma il dottor Romano. Gli antistaminici riducono il prurito perché impediscono all'istamina di raggiungere e gonfiare le cellule sensibili della pelle. E' bene tener presente, comunque, che a volte gli antistaminici possono causare sonnolenza, che è pericolosa quando si guida o si usano macchinari pericolosi. - "Lavate una volta e sciacquate due volte". Quando si parla di bucato per chi ha l'eczema o una dermatite, non è importante il detersivo, ma il risciacquo avverte il dottor Romano. Dovete assicurarvi che il detersivo sia sciacquato veramente a fondo insiste il dottore. Non mettete troppo detersivo nel bucato e usate sempre un secondo ciclo di risciacquo per eliminare tutto il sapone. - "Fatevi controllare gli occhi". In uno studio durato vent'anni su 492 pazienti alla Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota, il 13% dei soggetti con dermatite atopica ha sviluppato una cataratta.
C'è un'alta incidenza di cataratte nei soggetti che soffrono di dermatite atopica conferma il dottor Pearlstein. Questi pazienti devono essere esaminati da un oculista più spesso degli altri. BOX: "Eczema da nichel?". La dermatite da nichel è probabilmente la più comune delle dermatiti da contatto rileva il dottor Howard Donsky. Ma spesso la gente non sospetta che il problema è questo: pensano che il problema sia l'oro. La dermatite da nichel è dieci volte più frequente nelle donne che negli uomini e spesso è scatenata dalla perforazione dei lobi auricolari. Stranamente la foratura dei lobi può scatenare irritazioni in altre zone del corpo, dove la persona è a contatto con un metallo che contiene nichel. Improvvisamente braccialetti, collane e altri gioielli che il soggetto porta da anni possono scatenare un'irritazione da contatto. Se è questo che vi è successo, questi consigli possono servirvi. - "Comprate perni di acciaio inossidabile". I fori appena praticati andrebbero tenuti aperti solo con perni di acciaio finché i lobi non guariscono (circa tre settimane). - "Non sudate". La traspirazione ha un ruolo importante nella dermatite da nichel (perché toglie il nichel dai gioielli placcati). Quindi se abitualmente portate questo tipo di bigiotteria, evitatela quando fa caldo. - "Passate all'oro". Comprate solo gioielli d'oro di buona qualità, consiglia il dottor Donsky. Se è meno di 24 carati, contiene un po' di nichel, dice il dottore e più i carati sono bassi più nichel c'è dentro. - "Attenti alle noci". Alcuni dermatologi consigliano ai pazienti sensibili al nichel di fare attenzione a quello che mangiano. Hanno osservato che la dermatite da nichel può verificarsi senza nessun contatto apparente col metallo, così suggeriscono ai pazienti di evitare albicocche, cioccolato, caffè, birra, tè, noci e nocciole e altri alimenti ricchi di nichel. Non c'è ancora un parere definitivo sul fatto che i cibi ricchi di nichel possano causare reazioni conferma il dottor Donsky. Ma se siete molto sensibili al nichel, ci può essere un po' di validità. AVVERTENZA MEDICA: "Pelle di lupo: il lupus". C'è stato un tempo lontano in cui i lupi vagavano liberamente sul territorio dell'Europa e nel vasto continente asiatico, e qualche volta attaccavano anche gli esseri umani. A volte i sopravvissuti portavano sul viso i rossi segni del lupo. C'erano persone che avevano questi segni senza essere stati attaccati dai lupi. La loro malattia veniva chiamata "lupus", l'attacco del lupo. Oggi sappiamo che in realtà il lupus è un attacco del corpo contro se stesso. Può assumere due forme, a volte colpisce solo la pelle, altre volte invece attacca sia la pelle sia altri organi interni vitali. Il lupus può essere scatenato dall'esposizione al sole, da certi medicinali o da una crisi emotiva. Il lupus lascia sempre i suoi segni: zone di pelle rosse, irritate e irregolari, che compaiono tipicamente sulle guance o all'attaccatura del naso. Quando una chiazza guarisce se ne forma un'altra. Queste lesioni prudono e formano scaglie. La persona può soffrire di gravi dolori articolari, febbre e infiammazione polmonare. Se riconoscete questi sintomi, chiamate immediatamente il vostro medico. Questo lupo non può essere catturato a casa.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "La vicenda dell'olio di onagra ('Oenotera biennis')". Le prime ricerche sembravano davvero promettenti.
Uno studio pubblicato sulla rivista medica inglese 'The Lancet' mostrava un significativo miglioramento nei pazienti con eczema che prendevano capsule dl olio di onagra in forti quantità. Invece altri studi non hanno confermato questi risultati e la battaglia dell'olio di onagra è ancora in pieno svolgimento. L'olio di onagra ha avuto una certa attenzione da parte dei mezzi di comunicazione, afferma il dottor Hillard H. Pearlstein ma non pensiamo che abbia una grande validità. Non c'è un riscontro scientifico che dia dei risultati. Anche il dottor John F. Romano è scettico: E' stato segnalato che l'olio di onagra può essere utile in casi di dermatite atopica, ma non ne sono convinto. Chi vuole provare comunque deve sapere che occorrono parecchie di queste costose capsule per dare risultati, e possono volerci sei mesi per vedere qualche risultato. Sono stati scoperti anche casi di 'falso olio di onagra', quindi fate attenzione ai prezzi scontati e alle marche poco note. L'olio di onagra è in vendita nei negozi di prodotti naturali.
BOX: "Sulle orme del capitano Cook". L'albero del tè ("Melaleuca alternifolia") deve il suo nome al capitano Cook e ai suoi marinai: si dice che quando visitarono per la prima volta il continente australiano avessero usato le sue foglie per prepararsi una bevanda calda. Per secoli gli aborigeni australiani hanno usato cataplasmi di melaleuca per curarsi ferite e ulcere. Attualmente è coltivato per il suo olio essenziale lungo le coste centrali e settentrionali della regione del New South Wales, in Australia. L'olio essenziale di melaleuca ("tea tree oil") è un antisettico molto potente, dodici volte più forte del fenolo, un diffusissimo disinfettante chimico. Non brucia, è ipoallergenico (non dà reazioni cutanee) e non tossico, inoltre combatte un'ampia gamma di virus, batteri e soprattutto funghi come la "Candida albicans". Spalmate direttamente l'olio di melaleuca sulla pelle tre volte al giorno: darà sollievo al prurito e vi metterà al riparo da possibili infezioni.
37. DIABETE. 20 + 19 proposte per tenerlo sotto controllo. La simpatica Insulina, l'ormone che ama combinare matrimoni, si attacca al solitario, confuso signor Glucosio, molecola di zucchero ancora single, e va a bussare alla porta della signorina Cellula. Abituata al bussare di Insulina, la signorina Cellula (che è anche lei single) apre la porta. Ho un bell'incontro per te dice Insulina alla signorina Cellula, e spinge dentro il signor Glucosio. E insieme, il signor Glucosio e la signorina Cellula producono meravigliosa energia. E' in questo modo, si pensa, che funziona la produzione di energia nell'organismo. Ma per undici milioni di americani con il diabete del tipo 2, quello che si manifesta in età adulta, le cose non funzionano così. Insulina, la combina-matrimoni, non riesce a trovare la porta (il recettore della cellula) perché non c'è, o perché non ci sono abbastanza mediatori per portare in giro tutte le molecole di zucchero scapole o perché gli aspiranti mediatori non sono bravi a fare il loro mestiere. IL risultato è il diabete mellito di tipo adulto.
Chi ha il diabete sa che corre il rischio di avere problemi cardiaci e renali, arteriosclerosi, disfunzioni nervose, infezioni, cecità, difficoltà nella guarigione di eventuali lesioni. Ciascuno reagisce a modo suo al diabete, e questo significa che ogni persona affetta da diabete dev'essere seguita direttamente da un medico e tenuta costantemente sotto controllo. Non bisogna assolutamente sottovalutare questo punto. Quello che fa bene al vostro amico diabetico potrebbe far del male a voi. Però l'obiettivo di ogni diabetico è di mantenere il più normale possibile il livello di zucchero e di grasso nel sangue. Il regime di un diabetico ha tre pietre miliari: l'alimentazione, il controllo del peso e l'esercizio fisico. La novità piacevole è che potete eliminare praticamente ogni sintomo di diabete, cioè potete 'controllarlo', se seguite con attenzione il regime concordato fra voi ed il vostro medico. Ecco da dove incominciare. Se pensate di fare qualche cambiamento nel vostro regime abituale, parlatene prima con il vostro medico. - "Cominciate con la dieta dell'ADA". L'ADA, l'American Diabetes Association (Associazione americana del diabete) ha aggiornato le sue indicazioni nutrizionali nel 1986. Anche se le nostre conoscenze in fatto di necessità alimentari continuano a estendersi, queste linee guida sono basate sui concetti che attualmente vengono condivisi dalla maggioranza degli studiosi. La dieta di ogni soggetto va studiata su misura in base alle esigenze e agli stili di vita individuali afferma Marion Franz, dietista diplomata e vicepresidente di un centro specializzato di Minneapolis, nel Minnesota. La dieta dell'ADA segue questi criteri: "Sotto con i carboidrati". L'ADA raccomanda che nella dieta per il diabete di tipo 2 il 50-60% delle calorie provenga dai carboidrati. In genere la raccomandazione è più o meno intorno al 50% conferma Marion Franz. I carboidrati possono essere semplici (zuccheri) o complessi (amidi). Ogni grammo di carboidrati produce 4 calorie. "Piano con le proteine". Secondo l'ADA, le proteine dovrebbero costituire il 12-20% delle vostre calorie. Ogni grammo di proteine equivale a 4 calorie. "Abbasso i grassi". L'ADA vuole ridurre i grassi dal vostro bilancio alimentare. Le calorie originate dai grassi non dovrebbero superare il 30% delle vostre calorie. Ogni grammo di grasso produce 9 calorie. Ogni volta che potete sostituite i grassi saturi (per esempio, burro), che intasano le arterie, con oli polinsaturi, o meglio ancora con oli monoinsaturi (olio di oliva) o con carboidrati complessi, consiglia Marion Franz. "Mangiate cibo ricco di fibra". Si è scoperto che la fibra naturale del cibo ha molti effetti benefici per tutti e in particolare per le persone con il diabete. L'ADA vi consiglia di raggiungere gradualmente i 40 grammi al giorno. I prodotti a base di frumento integrale, orzo, avena, leguminose, verdure e frutta sono le migliori fonti di fibra, oltre che di elementi nutritivi essenziali. Un vantaggio che la fibra può offrire ai diabetici è il colesterolo più basso. Le fibre idrosolubili che si trovano nelle leguminose, nell'avena, nell'orzo e nella frutta hanno dimostrato di saper abbassare il livello di grassi del sangue segnala Marion Franz. Le fibre idrosolubili formano un gel nel tratto gastrointestinale, quindi fanno sì che l''energia del cibo' (cioè lo zucchero) venga assorbita più lentamente, permettendo alla vostra insulina di mantenere più costante il livello di glucosio nel sangue. Inoltre le fibre vi aiutano a non sentirvi affamati.
Secondo me uno dei maggiori vantaggi della fibra è l'aggiunta di zavorra all'alimentazione dichiara Marion Franz. Le persone diabetiche del tipo 2, che devono tenere il peso in regola e quindi controllano le calorie, possono aiutarsi con la sensazione di pienezza che danno le fibre. Oltre a farvi sentire piacevolmente 'pieni', i cibi ricchi di fibra sono un ottimo nutrimento. Di solito contengono vitamine e minerali importanti conferma Marion Franz. - "Diminuite il colesterolo". La raccomandazione dell'ADA è di non introdurre con l'alimentazione più di 300 milligrammi di colesterolo al giorno. Questo significa eliminare frattaglie e rossi d'uovo, limitarsi in fatto di carne e latticini e aggiungere fibra alla dieta. (Per maggiori informazioni vedi il capitolo 'Colesterolo') - "Sostituite lo zucchero". Alcune ricerche dimostrano che il saccarosio, quando è consumato insieme con amidi di pari peso, non fa alzare il livello di zucchero nel sangue più degli altri amidi, come patate o frumento. Quindi secondo l'ADA potete concedervi piccole dosi di zucchero raffinato, se il vostro diabete è sotto controllo e non siete troppo sovrappeso. Se non è così, passate ai dolcificanti alternativi. Sono assolutamente sicuri da usare, l'importante è attenersi alle dosi raccomandate dice Marion Franz. L'ADA ha approvato dolcificanti non calorici, come l'aspartame e la saccarina, e anche dolcificanti calorici, come il fruttosio ed il sorbitolo. - "Procedete con cautela". I pazienti con diabete ben controllato possono usare fruttosio e sorbitolo senza grossi problemi, afferma l'ADA. Il fruttosio fa salire lo zucchero nel sangue meno degli altri dolcificanti calorici. Però, avverte il medico di New York Stanley Mirsky, docente alla City University, nelle persone che hanno poche riserve di insulina, il fruttosio fa salire il livello dei trigliceridi. E a forti dosi, aggiunge il dottor Mirsky, sia il fruttosio sia il sorbitolo possono provocare diarrea. - "Attenti alle calorie". Il fruttosio ed il sorbitolo, che sono ricchi di calorie e che si trovano entrambi nella frutta (il sorbitolo si scinde nell'organismo formando fruttosio), non sono sostituti dei dolcificanti non calorici. Se avete eliminato la saccarina e scelto il fruttosio, avete aggiunto calorie alla vostra alimentazione. - "Mangiate pasti più piccoli, più spesso". L'organismo del diabetico se la cava meglio con pasti piccoli. Più piccolo è il pasto minore è l'insulina necessaria per trattare l'apporto di zuccheri, spiega Marion Franz. Meno glucosio significa meno insulina, cioè livelli più regolari di zucchero nel sangue. Alcune tabelle dietetiche per diabetici prevedono tre pasti al giorno, oppure tre piccoli pasti più uno o due spuntini fra i pasti. Marion Franz sostiene che fare più pasti è meglio, perché spesso se le persone aspettano troppo diventano così affamate che non riescono a controllare quello che mangiano. E raccomanda spuntini, come un frutto o un paio di cracker, fra un pasto e l'altro. - "Alcol: usare con cautela". L'ADA vi raccomanda di bere non più di 50 grammi di alcol due volte la settimana. Questo significa 80 grammi di superalcolico, 250 grammi di vino o 700 grammi di birra. Bevete gli alcolici mentre mangiate. Birra leggera e vino secco sono la soluzione migliore, perché hanno meno carboidrati.
- "Trattate l'alcol come se fosse grasso". Contate le calorie dell'alcol nella categoria dei grassi, perché ogni grammo d'alcol produce molte calorie e viene metabolizzato come il grasso. - "Non prendete troppo olio di pesce". Le capsule di omega-3 (olio di pesce ricco di acidi grassi polinsaturi) possono aiutarvi a prevenire l'arteriosclerosi, un'altra delle complicazioni del diabete. Ma si è visto che prenderne troppo fa salire i livelli di glucosio nel sangue, perché l'omega-3 è ricco di calorie afferma il dottor Ronald Hoffman di New York, direttore di un centro specializzato in medicina olistica. Uno studio ha mostrato quello che i ricercatori hanno chiamato 'deterioramento metabolico rapido' quando venivano consumati 5,5 grammi di omega-3 tre volte al giorno per un mese. In compenso si consiglia di mangiare pesce azzurro. - "Dimagrite". Perdere peso è la prima cosa da fare in assoluto dice il dottor Mirsky. L'80% dei diabetici di tipo 2 è sovrappeso, tende a vivere in modo sedentario e mangia molto. L'obesità può danneggiare i recettori dell'insulina, per cui lo zucchero non riesce a entrare nelle cellule e rimane nel sangue. Se siete sovrappeso, la dieta e l'esercizio fisico vi aiuteranno di certo a riportare alla normalità lo zucchero ematico. A volte, basta che perdiate quattro o cinque chili per sentirvi meglio. - "Non ricorrete alle diete eroiche". Magari avete provato tutte le diete di moda, compreso il digiuno, e non avete perso peso. C'è qualche ragione di credere che per chi è diabetico perdere qualche chilo sia più difficile che per chi non lo è, ammette Marion Franz. La nostra esperta preferisce consigliare il controllo del peso, che può includere o no un dimagrimento, ma comprende sempre un miglior modo di mangiare e l'esercizio fisico. E questo aiuta a tenere sotto controllo lo zucchero e il grasso nel sangue. Non lasciate che la frustrazione vi porti a una dieta irrazionale, avverte Marion Franz. Se tutte le diete di moda funzionassero davvero, non continuerebbero a uscirne di nuove. Possono essere scorrette dal punto di vista nutrizionale, oppure possono essere così restrittive che non è possibile rispettarle. In più non vi aiutano a cambiare il vostro stile di alimentazione nel lungo periodo. Per un diabetico del tipo 2, che non prende insulina o antidiabetici orali, digiunare per un giorno probabilmente non è più pericoloso che per chiunque altro afferma Marion Franz. Se state tenendo sotto controllo il diabete con la dieta e l'esercizio fisico, il digiuno non vi danneggia, ma probabilmente non vi fa neppure bene. Non perderete nemmeno mezzo chilo digiunando per un giorno, e il rischio è che il giorno dopo vogliate rifarvi con una scorpacciata. Non è neppure il caso di saltare i pasti per perdere peso, consiglia Marion Franz. C'è tanta gente che salta la colazione e il pranzo, dopo di che mangia sfrenatamente a cena. Diete bizzarre, digiuno e pasti saltati non funzionano, e presto o tardi potreste ritrovarvi comunque a perdere il controllo sul diabete. - "Trasformate il problema in un affare di famiglia". Se l'intera famiglia non si impegna a fare i cambiamenti nutrizionali necessari per migliorare le abitudini alimentari e controllare il peso, insiste Marion Franz sarà difficile, se non impossibile, che la persona con il diabete ce la faccia da sola. - "Fate esercizio". Sono ben noti i benefici che l'esercizio fisico regolare procura a tutti, diabetici e non.
Ma i diabetici hanno anche più ragioni di tenere braccia e gambe in movimento e cuore in buona forma. L'esercizio rinforza il battito cardiaco, aiuta a tenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue e migliora la circolazione nelle estremità del corpo. L'esercizio può limitare il tasso di colesterolo e trigliceridi elevando il livello delle lipoproteine ad alta densità (l'H.D.L., il colesterolo 'buono' che tiene al riparo dal mal di cuore). Vi aiuta a tenere il peso sotto controllo, migliora la vostra resistenza, vi fa dormire meglio e rafforza la vostra resistenza emotiva. E' stato dimostrato che l'esercizio fisico regolare ha effetti positivi sull'umore, specialmente nelle sindromi depressive rileva la psicologa della salute Paula Hartman-Stein, che lavora in un centro specialistico dell'Ohio. C'è anche qualche indicazione che l'esercizio fisico aumenti il numero dei recettori dell'insulina sulla superficie delle cellule, il che significa che l'insulina riesce a trovare un posto per mettere il glucosio là dove serve: dentro le cellule. In realtà, per una persona con il diabete, l'esercizio fisico è come una dose di insulina. Movimenti ritmici e ripetitivi che impegnino la grossa muscolatura (braccia e gambe) sono la cosa migliore per i diabetici. Questo significa camminare, correre, nuotare, remare o andare in bicicletta. E' consigliabile fare esercizio regolarmente e almeno tre volte la settimana per 20 o 30 minuti, dicono gli esperti. Il vostro medico può prescrivervi di fare esercizio anche tutti i giorni. Gli studi dimostrano che anche un'interruzione di due o tre giorni annulla gli effetti positivi nel diabetico. - "Cominciate a camminare". L'esercizio migliore per chi ha il diabete è camminare di buon passo dichiara il diabetologo Henry Dolger, già capo del dipartimento di diabetologia del centro medico Mount Sinai di New York. E' di gran lunga il più sicuro, il meno stressante e il più efficace di tutti gli esercizi fisici. Ed aumenta l'efficacia di ogni unità di insulina presa o prodotta dall'organismo spiega il dottor Dolger. Questo significa che ricavate più efficienza da ogni grammo di cibo che mangiate rispetto a quello che fareste senza esercizio. Camminare vi dà anche un gran senso di benessere e non richiede equipaggiamento. Se fate un chilometro e mezzo al giorno, bruciando cento calorie, in un anno perderete più di cinque chili. - "Fatevi controllare dal dottore". Se il vostro diabete non è controllato o se avete complicazioni, l'esercizio fisico può peggiorare le cose. Se avete la pressione alta, il vostro medico può prescrivervi un test sotto sforzo. E dovrà valutare l'effetto delle medicine che state prendendo. - "Esercizi da non fare". Non fate sollevamento pesi, o qualsiasi altro esercizio che richieda di spingere o tirare oggetti pesanti. Questo tipo di esercizio aumenta il tasso di zucchero nel sangue e la pressione sanguigna, e può peggiorare i disturbi oculari tipici dei diabetici. - "Prendetevi cura dei vostri denti". Un diabetico deve mantenere una bocca assolutamente immacolata avverte il dottor Roger P. Levin, dentista e presidente dell'accademia di odontoiatria di Baltimora. I diabetici sono particolarmente esposti alle infezioni e quindi ai problemi di gengive, che derivano da un'infezione batterica. Tutto quello che una persona non diabetica fa per tenere i denti a posto, un diabetico lo deve fare ancor più scrupolosamente. Questo significa andare più spesso dal dentista, e soprattutto usare bene spazzolino e filo interdentale per tenere sotto controllo la placca e il tartaro (vedi a questo proposito il capitolo 'Tartaro e placca').
- "Un lavoro perfetto". Le protesi devono essere perfette in bocca a un diabetico spiega il dottor Levin. Dentiere, ponti o corone mal messe possono provocare irritazioni della bocca e diventare un affare serio perché le lesioni sono lente a guarire. Anche le ferite non guariscono facilmente, quindi il diabetico non è il candidato ideale per le nuove tecniche di cura, come gli impianti dentali. - "Riducete lo stress". Stress e ansia possono minare la situazione del diabetico in due modi riporta la dottoressa Hartman-Stein. In alcuni soggetti lo zucchero del sangue può andare alle stelle, in altri può scendere di colpo. E quando i diabetici sono depressi o ansiosi, spesso non si attengono al loro regime rituffandosi nella loro routine di zucchero, grassi e televisione. Il diabete, con le sue continue esigenze fisiche ed emotive, è una malattia stressante. Se una persona sta vivendo momenti molto logoranti e fa fatica a sostenerne l'impatto, è bene che cerchi l'aiuto di un professionista consiglia la dottoressa Hartman-Stein. Ecco alcuni modi per aiutarvi ad alleviare lo stress. "Rilassatevi". La dottoressa Hartman-Stein ha sottoposto a test la terapia del rilassamento e la terapia cognitiva nel controllo del diabete, e ha trovato che queste tecniche 'possono essere utili'. Le tecniche di rilassamento puntano sul controllo del respiro e sulla visualizzazione, e possono essere imparate sotto la guida di un esperto o dai libri. "Imparate a pensare". La terapia cognitiva vi insegna a riconoscere che il tipo di pensieri che coltivate può influire sul vostro stato d'animo dice la dottoressa. Mettiamo che i vostri pensieri siano: 'Guarda che brutte gambe, con tutti i segni dell'insulina', oppure: 'Ogni volta che faccio il controllo dell'urina, mi sento un drogato'. Ma potete trasformare questi pensieri negativi in un punto di vista più razionale. Potete pensare, per esempio: 'Nessuno nota questi segnetti sulla pelle salvo me', oppure: 'Fare il test dell'urina è come fare un esperimento di chimica'. - "Fate i test del sangue". I test per misurare lo zucchero nel sangue, in vendita in farmacia, possono costare caro, anche più di un milione e mezzo l'anno, se testate il sangue quattro volte al giorno. Ma ne vale veramente la pena sostiene Marion Franz. Il test dell'urina per il diabete di tipo 2 è molto poco accurato, perché lo zucchero del sangue può alzarsi molto prima di arrivare all'urina soprattutto se siete anziani. Il test del sangue può dirvi se avete un'iperglicemia (troppo zucchero nel sangue) senza sintomi. Se il diabete è lieve o sotto controllo, spiega Marion Franz, non c'è bisogno di controllare il sangue quattro volte al giorno. Ma è bene che sappiate quanto spesso, e come, dovete controllare. - "Attenzione ai medicinali senza ricetta". Alcuni medicinali in vendita senza ricetta in farmacia contengono zucchero e altri ingredienti che possono interferire con il livello di glucosio nel sangue. Quindi controllate sempre le etichette per vedere se c'è qualche avvertimento per chi ha il diabete, ma non fermatevi qui. Se non siete sicuri, chiedete al farmacista, e assicuratevi di tenere sotto controllo le vostre reazioni dopo aver preso il medicinale. E naturalmente parlatene col vostro medico. Ecco alcuni ingredienti a cui stare attenti. "Aspirina". Grandi quantità di aspirina, presa per il dolore cronico, possono abbassare il livello di zucchero nel sangue.
Piccole quantità prese una volta ogni tanto, come due compresse per un mal di testa non sono sufficienti per creare problemi. "Caffeina". L'ingrediente principale dei medicinali antifame è la caffeina, che fa alzare lo zucchero nel sangue, se presa in forti dosi. Anche molte medicine antiraffreddamento e contro il mal di testa contengono caffeina. "Efedrina o epinefrina". Sono usate nelle preparazioni che trattano alcuni disturbi delle vie respiratorie, ma possono far salire lo zucchero nel diabete di tipo 2. Lo stesso vale per la fenilefrina, un medicinale che si trova negli spray nasali e nelle preparazioni antiraffreddore.
AVVERTENZA MEDICA: "I tre rischi dei diabetici". Ci sono tre complicanze del diabete, potenzialmente pericolose, che richiedono l'attenzione del medico: l'ipoglicemia, l'iperglicemia e la difficoltà di cicatrizzazione delle ferite. E in alcune circostanze i diabetici hanno bisogno delle cure del medico quando hanno l'influenza. Ecco che cosa dicono gli esperti. L'ipoglicemia sopravviene quando lo zucchero nel sangue scende troppo. I sintomi lievi potete trattarli anche da soli (vedi box 'Autotrattamento per l'ipoglicemia leggera'). I sintomi gravi comprendono mal di testa, confusione, comportamento aggressivo o stato di incoscienza. Andate immediatamente al pronto soccorso di un ospedale, dove un medico vi somministrerà del glucosio per via intravenosa. Se avete spesso reazioni ipoglicemiche, avverte Karl Sussman, già presidente dell'Associazione americana per il diabete parlatene con il vostro medico, perché probabilmente avete bisogno di cambiare il vostro regime. L'iperglicemia è l'eccesso di zucchero del sangue. I sintomi leggeri sono eccesso di minzione, fame o sete eccessiva, visione confusa o vertigini. Potete essere iperglicemici e non avere sintomi, quindi magari non lo sapete neppure, a meno che non facciate controlli regolari del sangue spiega il dottor Sussman. I sintomi gravi dell'iperglicemia comprendono mancanza di appetito, crampi di stomaco, nausea e vomito, disidratazione, affaticamento, respiro rapido e profondo e coma. Le ferite e le escoriazioni, soprattutto ai piedi e alle gambe, si infettano facilmente nelle persone con il diabete. Fatele curare da un medico. Se pensate di avere l'influenza, chiamate subito il medico, oppure andate al pronto soccorso di un ospedale se: - State vomitando o avete dolori addominali. - Avete forti dosi di zucchero e aceto nelle urine. - Il livello di zucchero nel sangue è sopra i 200 milligrammi. - Avete la febbre sopra i 37,8 gradi.
BOX: "Occhio ai piedi". A parte l'insulina, il punto più debole del diabetico sono i piedi. Le lesioni nervose dovute al diabete attutiscono le sensazioni dolorose, per cui una persona diabetica può non sapere di essersi fatta male ai piedi. Il danno vascolare significa che lesioni e infezioni non guariscono come dovrebbero: una piccola escoriazione può diventare cancrenosa e richiedere l'amputazione. E se perdete una gamba per amputazione dovuta al diabete, afferma il podiatra Marc A. Brenner, già presidente dell'Associazione americana di dermatologia podiatrica c'è il 75% di probabilità di perdere anche l'altra entro 3-5 anni. Come diabetici, è necessario che sviluppiate una precisa consapevolezza dei piedi.
Ecco che cosa dovete fare perché i piedi continuino a fare il loro mestiere: perdere peso e guadagnare salute. - "Alleggerite il carico". Vi serve un'altra scusa per perdere peso? Pensate al peso che i vostri piedi devono sopportare. Visto che i piedi sono le vostre fondamenta, se li caricate troppo avranno più problemi dichiara il dottor Brenner. - "Diventate un ispettore dei piedi". Controllatevi i piedi due o tre volte al giorno consiglia il dottor Brenner. Se non avete la vista buona, fatelo fare a qualcun altro. Controllate che non ci siano arrossamenti, lividi, tagli, vesciche, screpolature, zone calde, gonfiori o infezioni. - "Teneteli puliti". Lavateli con un buon sapone e asciugateli perfettamente tutti i giorni. - "Teneteli asciutti". Usate un buon talco fra le dita e cambiatevi spesso le calze. - "Teneteli ben curati". Tagliate le unghie corte e diritte. Curate subito il piede d'atleta ed eventuali altri piccoli guai. Non andate mai a piedi nudi. Ammorbidite gli indurimenti della pelle con una pietra pomice. Non tenete i piedi a bagno per lunghi periodi. - "Teneteli caldi nel giorni freddi". Ma non usate borse dell'acqua calda o scaldini elettrici perché potreste bruciarvi senza accorgervene. - "Assicuratevi che le scarpe vi calzino bene". Alcune ricerche hanno dimostrato che le scarpe da tennis proteggono i piedi dei diabetici meglio delle costose scarpe fatte a mano che costano centinaia di migliaia dl lire. Oggi le ricerche investite nelle scarpe da ginnastica sono molto più avanzate che per le scarpe normali segnala il dottor Brenner. Grazie a queste ricerche, quello che comprate è uno strumento di equipaggiamento molto efficace dal punto di vista biomeccanico per i vostri piedi. - "Non dimenticate le calze". Comunque, prima di mettere il piede in queste scarpe così avanzate dal punto di vista biomeccanico, assicuratevi che le calze siano adeguate. Anche le calze fanno parte del 'sistema di supporto' del piede, ribadisce il dottor Brenner. Il dottor Brenner raccomanda calze con tallone spesso e imbottito, e ripari per le dita che aiutano a proteggere i piedi del diabetico. Non ci sono in commercio calze prodotte specificamente per i diabetici, ma il dottor Brenner è convinto che l'industria le stia mettendo a punto per il prossimo futuro.
BOX: "Autotrattamento per l'ipoglicemia leggera". L'ipoglicemia si verifica quando il livello di zucchero nel sangue scende troppo. Poiché mantenere il livello normale richiede una specifica azione di riequilibrio, i diabetici sono particolarmente esposti all'ipoglicemia. Di solito le persone con diabete che si è manifestato in età adulta hanno ipoglicemia quando saltano o ritardano i pasti, o quando fanno esercizio fisico in modo eccessivo e non programmato. I sintomi con cui solitamente si manifesta l'ipoglicemia leggera comprendono intorpidimento della bocca, pelle fredda e umida, una sensazione di agitazione e senso di fame. Per curarvi da soli, consiglia il dottor Karl Sussman, dovete prendere zucchero in qualche forma che sia immediatamente disponibile. Bevete qualcosa di dolce come succo d'arancia o bibite gassate, o mangiate una caramella, e tenetevi pronti portando con voi qualche zolletta di zucchero o delle mentine.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Supplementi: la ricetta di un medico". Secondo il dottor Ronald Hoffman, la dieta consigliata dall'American Diabetes Association è calibrata nelle dosi quotidiane raccomandate di vitamine e minerali, se viene seguita con molta accuratezza. Ma il diabete aumenta l'esigenza di alcuni elementi nutritivi, per mantenere il normale livello di zucchero nel sangue e per prevenire complicazioni. A seconda delle vostre necessità individuali determinate con la consultazione del vostro medico, potreste aver bisogno di uno, o più, di questi supplementi. Prendeteli sempre immediatamente dopo i pasti, a meno che non sia specificato altrimenti. Questi supplementi possono avere effetti molto intensi, anche tossici, per cui il dottor Hoffman tiene sotto stretto controllo i suoi pazienti diabetici. Attenzione: non prendete questi supplementi senza l'approvazione e il rigido controllo del vostro medico e non superate le dosi che lui vi indica. CROMO G.T.F. G.T.F. significa 'fattore di tolleranza al glucosio', dice il dottor Hoffman. E' in vendita nei negozi di alimenti naturali. Sembra che aumenti l'effetto dell'insulina segnala il dottore. Il dottor Hoffman raccomanda il picolinato e il polinicotinato di cromo, le forme più 'biodisponibili'. Molti tipi di cromo provengono dal lievito di birra, quindi chi soffre di candida o di altre micosi è meglio che eviti il cromo proveniente da lieviti. NIACINA. Questa importante vitamina B (vitamina B3) aiuta a potenziare gli effetti del cromo afferma il dottor Hoffman. Prendetela durante i pasti. Il dottore avverte comunque che forti dosi di niacina possono essere pericolose, specialmente nelle persone con diabete, quindi non esagerate con le dosi e fatevi controllare dal medico. INOSITOLO. E' un'altra vitamina del gruppo B, che si trova nella lecitina. L'inositolo è utile nel proteggere i nervi dai danni provocati dall'eccesso di zucchero dichiara il dottor Hoffman. ACIDO ANTOCIANICO. E' chiamato anche estratto di mirtillo e abbassa i livelli di zucchero, dice il dottore. VITAMINA C. Aiuta a sconfiggere le infezioni, a risanare le ferite e a formare il collagene (gli elementi costitutivi delle proteine del corpo, che si trovano in tutti i tessuti). ZINCO. E' molto importante nel diabete spiega il dottor Hoffman E' utile per il sistema immunitario e per riparare i tessuti. Le forme migliori sono il picolinato, il polinicotinato o il gluconato. MAGNESIO. I diabetici tendono a perdere magnesio per via renale riporta il dottore. ll magnesio è importantissimo per la produzione energetica della cellula. Prendetelo sotto forma di chelato (gluconato orotato, aminochelato). VITAMINA B6. E' un fattore importante in molte reazioni cellulari e sembra che molti diabetici ne abbiano bisogno più del normale dice il dottor Hoffman. Però la vitamina B6 è tossica in forti dosi e va controllata. TIAMINA (VITAMINA B1). E' particolarmente importante nel metabolismo dello zucchero ricorda il dottore. AGLIO. I diabetici tendono a sviluppare più infezioni da lievito perché i lieviti prosperano negli ambienti zuccherini avverte il dottor Hoffman. L'aglio elimina i lieviti. Le capsule deodorate sono la soluzione migliore. ACIDOPHILUS. Questo microrganismo aiuta a fare in modo che la flora intestinale non favorisca la crescita dei lieviti secondo il dottor Hoffman.
E' in vendita in capsule.
38. DIARREA. 10 + 6 rimedi per controllarla. La diarrea acuta è uno dei migliori meccanismi di difesa dell'organismo sostiene la dottoressa Lynn V. McFarland, ricercatrice all'Università di Washington. E' il sistema del corpo per buttar fuori qualcosa di nocivo. Questo pensiero può esservi di conforto (forse) proprio adesso e spiega perché oggi i medici vi dicono di 'tener duro' invece di provare immediatamente a chiudere i rubinetti di questo disturbo noioso, ma speriamo di breve durata. Una volta, quando qualcuno aveva la diarrea, spiega la dottoressa McFarland i medici prescrivevano in tutta fretta qualche tipo di antidiarroico. Oggi pensiamo che la miglior cura sia lasciare che la cosa faccia il suo corso, se ci perdonate la battuta. Il dottor David A. Lieberman, professore associato di medicina alla Oregon Health Sciences University, è d'accordo con questa opinione. Non raccomando medicinali antidiarrea quando il paziente soffre di diarrea acuta, a meno che non richieda urgentemente un trattamento di controllo, per esempio nel caso di un importantissimo incontro di lavoro cui proprio non si può mancare. Altrimenti, penso che in genere la 'purga' sia benefica ed aiuti ad accelerare la ripresa. Visto che il parere è questo, molti dei consigli vi aiuteranno a sopportare il disagio della diarrea ed a guarire più in fretta, invece di tentare di arrestare la 'marea' rischiando di prolungare il problema. - "E' colpa del latte?". In America una delle cause primarie di diarrea è l'intolleranza al lattosio dichiara William Y. Chey, docente all'Università di Rochester. Pochi dei nostri esperti concordano sul fatto che l'intolleranza al lattosio sia la causa primaria (la maggior parte dice che sono le infezioni virali), ma tutti sono d'accordo che è una della cause principali fra adulti che non la sospettano. L'intolleranza al lattosio può cominciare quando si è lattanti, oppure scatenarsi all'improvviso in età adulta afferma il dottor Chey. State bevendo latte e subito dopo vi ritrovate con gas, dolore e diarrea. La cura, naturalmente, è evitare i cibi che contengono lattosio, il che significa stare alla larga da molti latticini, a eccezione dello yogurt e di qualche formaggio. Una volta fatto questo commenta il dottor Chey il problema finisce da solo. - "Controllate se è proprio intolleranza". Visto che l'intolleranza al lattosio dipende dalle dosi assunte e può colpire improvvisamente, come potete assicurarvi se sono davvero i latticini i responsabili del vostro disturbo attuale? In genere consiglio ai miei pazienti di evitare completamente i latticini per una settimana o due, se questo dà buoni risultati riferisce il dottor Lieberman. Se una settimana senza latte è utile, continua il dottore, faccio in modo che riprendano gradualmente ad assumere latticini, sapendo che a un certo punto forse passeranno la soglia di intolleranza e i sintomi ritorneranno. Ma, nota il dottor Lieberman, una volta che una persona conosce il suo livello di intolleranza, può evitare la diarrea da lattosio tenendosi sotto il livello pericoloso. (Per maggiori informazioni vedi il capitolo 'Intolleranza al lattosio') - "Controllate i medicinali che prendete". Secondo i nostri esperti c'è una buona probabilità che la vostra diarrea attuale sia stata provocata dal bruciore di stomaco di poche ore fa.
Non per connessione diretta fra lo stomaco e l'intestino, ma per colpa dell'antiacido che forse avete preso per dare sollievo allo stomaco in fiamme. Gli antiacidi sono la causa più comune di diarrea da medicinale afferma il dottor Harris Clearfield, direttore della divisione di gastroenterologia all'ospedale della Hahnemann University di Philadelphia, in Pennsylvania. Molti contengono idrossido di magnesio che funziona esattamente come il latte di magnesia: ecco perché questi antiacidi causano frequentemente diarrea. Per evitare futuri accessi di diarrea da acidità, il dottore suggerisce di prendere antiacidi che contengano solo idrossido di alluminio, senza aggiunte di magnesio. E' meno probabile che provochino diarrea, azzarda il dottor Clearfield anche se sono meno efficaci. A parte gli antiacidi, possono provocare la diarrea anche gli antibiotici, la chinidina, il lattulosio e la colchicina. Consultate il vostro medico se sospettate che queste o altre medicine siano alla base del vostro problema intestinale. - "Mangiate trasparente". D'accordo, non avete mangiato una seconda coppa di gelato e non siete andati in Messico la scorsa settimana, però la diarrea l'avete presa lo stesso. Adesso siete affamati quanto irritati e c'è solo una cosa che volete sapere: potete mangiare? Sì, dicono i nostri esperti, ma con qualche precauzione. Cominciate con una dieta 'Iiquido-trasparente' suggerisce il dottor Chey. Per trasparente intendo brodo di pollo o altri cibi o bevande attraverso cui riusciate a vedere. La ragione, spiega, è che l'intestino ha bisogno di riposare mentre avete la diarrea, ecco perché avete bisogno di stare a dieta finché le cose non si sono calmate. Non è il caso di forzare l'organismo a fare altre fatiche, oltre a quelle che già sta reggendo. Dopo aver tastato il terreno con il brodo, potete introdurre gradualmente riso, banane, mele cotte o yogurt man mano che i sintomi migliorano. - "Tenete alto il livello dell'acqua". In realtà quello che mangiate non importa molto considera la dottoressa McFarland. La cosa che conta davvero è assicurarvi di bere acqua a sufficienza. Magari non avete una gran voglia di bere durante gli accessi di diarrea, ma tutti i nostri esperti concordano che aumentare l'apporto d'acqua è vitale per evitare la disidratazione. Sono particolarmente di aiuto i liquidi che contengono sale e piccole quantità di zucchero, perché aiutano l'organismo a rimpiazzare il glucosio ed i sali persi con la diarrea. Un ottimo 'Iiquido reidratante' si può fare facilmente mettendo un cucchiaino di zucchero e un pizzico di sale in un litro d'acqua. Una bibita più complicata ma più gradevole si può fare aggiungendo mezzo cucchiaino di miele e un pizzico di sale a un quarto di litro di succo di frutta. Mescolate bene e bevete spesso. Chi non ha voglia di preparare niente, può usare le soluzioni reidratanti già pronte (tipo Gatorade). Contengono glucosio ed elettroliti in quantità sufficiente per sostituire quelli perduti. (Naturalmente se avete qualcuno da mandare al supermercato.) - "Evitate questi alimenti". Anche se mangiare non è importante come bere per uscire dalla diarrea nella miglior forma possibile, ci sono alcuni alimenti che fareste bene a evitare a causa della loro natura potenzialmente 'esplosiva'. Quelli più ovvi sono i fagioli, i cavoli e i cavolini di Bruxelles. Altri alimenti possono aggravare la diarrea. Una breve lista comprende pane, pasta e altri prodotti a base di cereali; mele, pere, pesche e prugne; mais, avena e crusca trattata. Inoltre tutti i nostri esperti confermano che durante un attacco di diarrea i latticini vanno evitati.
Che siano loro o no ad averla provocata, tendono comunque ad aggravarla dopo che è arrivata. - No alle bollicine". Consiglierei di evitare completamente le bibite gassate suggerisce il dottor Clearfield. Il gas che contengono può rendere più esplosiva una situazione già delicata. - "Fuori dalla cucina". Già che stiamo parlando di cibi, chi ha un attacco di diarrea non deve preparare cibo per i familiari finché la diarrea non è passata. Inoltre se vi lavate ben bene le mani, sia voi, sia i familiari, eviterete di spargere in giro un'eventuale infezione. Se il vostro lavoro prevede che siate in contatto con molte persone, o che manipoliate del cibo, probabilmente è opportuno che stiate a casa qualche giorno, finché non siano passati tutti i sintomi. - "Se proprio è necessario, prendete qualcosa per fermare la marea". I nostri esperti insistono che la miglior cura è lasciare che la diarrea 'faccia il suo corso'. Se però dovete assolutamente andare da qualche parte e tenere sotto controllo le vostre funzioni corporee, fatevi prescrivere dal medico un medicinale antidiarroico. Gli antiacidi a base di idrossido di alluminio, diversamente dai loro colleghi a base di magnesio, hanno proprietà idrofile e possono riuscire a ridurre i sintomi della diarrea. - "I cibi-rimedio che è meglio non usare". Per curare la diarrea vengono spesso usati prodotti come pectina, compresse di "acidophilus", polvere di carruba, orzo, banane, formaggio svizzero, tè, tisane e altri rimedi popolari. Funzionano bloccando l'intestino e rallentando il corso della diarrea afferma la dottoressa McFarland. Ma non è questo che vi serve. Così facendo, state solo aumentando il tempo in cui vi tenete dentro la causa del problema, qualunque sia. Quello che vi serve è che se ne vada fuori. La cosa migliore, conclude la dottoressa, è lasciare che la natura faccia il suo corso.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando la diarrea ha bisogno del medico". Di solito la diarrea se ne va in un giorno o due e vi lascia con pochi danni. Però nei neonati, nei bambini molto piccoli, nelle persone anziane o nei soggetti già malati o disidratati da altre malattie, una diarrea acuta può essere particolarmente grave e richiedere assistenza medica immediata. Serve l'aiuto del medico anche quando la diarrea non se ne va in un giorno o due, se è accompagnata da febbre o da forti dolori addominali, o se si verifica insieme con arrossamenti, ittero (ingiallimento della pelle e del bianco degli occhi) o debolezza estrema. Se trovate nelle feci sangue, muco o pus chiamate il dottore. Il rischio più immediato della diarrea acuta è la disidratazione avverte il dottor Harris Clearfield. Se qualcuno ha un grave attacco di diarrea e non prende cibo o bevanda per tutto il tempo, consideratela un'emergenza medica. Cercate aiuto, consiglia il dottore.
BOX: "La diarrea nell'età pericolosa". La diarrea può essere pericolosa nei neonati e nei bambini piccoli. I bambini si disidratano facilmente e non sono in grado di dirvi esattamente come si sentono. Per aiutarvi a curare casi di diarrea acuta nei bambini molto piccoli, abbiamo consultato la dottoressa Loraine Stern, che esercita privatamente a New Hall, in California. Ecco le sue raccomandazioni. - "Attenti a che cosa gli date".
Acqua e succo di frutta non sono la soluzione migliore per reidratare un neonato avverte la dottoressa Stern. Cosa raccomanda lei? Le soluzioni reidratanti vanno bene per neonati e bambini piccoli durante la fase acuta della diarrea. Potete farvi da soli la vostra soluzione idratante (aggiungete un cucchiaio di zucchero e un pizzico di sale a un litro d'acqua), ma se vi sbagliate, potete dare al piccolo troppo sale. Se potete permettervelo, comprate le soluzioni che sono in vendita in farmacia e sarete più sicuri. - "Continuate a dargli da mangiare". Non dovete smettere di dar a mangiare al piccolo, consiglia la dottoressa Stern ma probabilmente meglio evitare il latte per un giorno se la diarrea è grave. Che cosa dargli da mangiare dipende dall'età del bambino, ma per i neonati raccomando riso, mela cotta e banane per un giorno o due. Questi alimenti tendono a essere un po' astringenti. Ai bambini più grandi date pane tostato semplice, cracker, pollo senza pelle e altri cibi facili da digerire. - "Non esagerate con la dieta". L'errore più grande in molti casi è non sapere quando smettere il trattamento dice la dottoressa Stern. Magari i bambini hanno feci sciolte per un po' dopo il malessere iniziale, diciamo una o due scariche di feci acquose per un paio di settimane. Se per i resto va tutto bene, non è necessario tenerli a dieta ristretta. Basta un paio di giorni. - "Provate la cura delle carote". C'è chi pensa che le carote bollite siano la cosa migliore del mondo per un bimbo con la diarrea riferisce la dottoressa. Potete inserirle nella dieta, se ne avete voglia. Le carote infatti possono accelerare la ripresa perché sostituiscono gli elettroliti e i minerali persi con la diarrea. - "Ripopolate la fauna intestinale". Dopo un giorno o due, lo yogurt tende a ripopolare l'intestino con batteri benefici dichiara la dottoressa Stern. Non è una cattiva idea dargliene da mangiare. Basta un etto al giorno. - "Ricordate che cosa diceva la mamma". Il brodo di pollo o di manzo va benissimo per i bambini oltre l'anno consiglia la dottoressa. Il sale contenuto nel brodo li induce a bere quando magari non ne avrebbero voglia. Ma non dategliene più di una o due volte al giorno.
39. DIARREA DEL VIAGGIATORE. 9 + 12 soluzioni per il turista nei guai. I nomi sono tanti: la vendetta di Montezuma, la pancia di Delhi, il cane di Hong Kong, la passeggiata di Tiki, l'orrore di Casablanca, la danza di Katmandu. Ma gli abitanti del Messico, dell'India, del Nepal e del Marocco possono parlare anche di schifezza newyorchese, perché se la prendono quando visitano gli Stati Uniti. Per adesso 'Ia' chiameremo 'turista', un bel nome per la diarrea del viaggiatore.
Se andate all'estero per un po' di tempo, probabilmente avrete qualche episodio di diarrea dichiara il globe-trotter Stephen Bezruchka, che è medico al pronto soccorso di un ospedale di Seattle. In linea teorica si può prevenirla completamente. Nella pratica, è difficile che ogni tanto non vi capiti un po' di mal di pancia. In realtà avete circa il 50% delle probabilità di prendervi la 'turista', anche se avete preso tutte le precauzioni consigliate. La causa più comune sono i batteri dell'"Escherichia coli". Questo microrganismo diffusissimo di solito abita nell'intestino e ha anche un ruolo nella digestione. Ma le versioni straniere di "E. coli", e per un viaggiatore le versioni locali sono straniere, vi possono provocare la diarrea perché secernono una tossina che impedisce all'intestino di assorbire l'acqua che ingerisce come cibo o bevanda. Così, visto che la tossina impedisce l'assorbimento dell'acqua, siete pieni di acqua in eccesso e dovete farla uscire, spiega il dottor Bezruchka. La tossina non viene assorbita. Di solito non vi sentite male, ma avete l'impressione di dover espellere del gas. Solo che non è affatto gas. Anche la shigella e la salmonella possono causare la 'turista'; un altro piccolo numero di casi è provocato dai rotavirus e dalla giardia, un parassita. Tra i colpevoli sono stati individuati i cambiamenti dell'alimentazione, la stanchezza, il jet lag e la nausea da altitudine, ma senza prove conclusive, e il 50% di tutti i casi di 'turista' rimane inesplicabile. Per fortuna, osserva il dottor Bezruchka, la diarrea è un problema che si autolimita. In fondo l'umanità sopravvive da circa 40 mila anni, e il nostro corpo è costruito per prendersi cura di molti dei problemi che può incontrare. Il sistema scelto dal nostro organismo per combattere l'"E. coli" è purgare gli intestini. Per uno-cinque giorni avete molte scariche intestinali liquide. Potete avere la nausea, i crampi o anche un po' di febbre, ma spesso l'unico sintomo è la diarrea. E ci sono sistemi per aiutare il vostro corpo a vincerla, a bloccarla e per diminuire le probabilità di prenderla. Ecco come. - "Bevete acqua, sempre acqua". Quando avete la 'turista', scaricate soprattutto acqua. E allora perché il trattamento più importante è bere in abbondanza i liquidi giusti? Perché la disidratazione, cioè la perdita di acqua ed elettroliti, può uccidere. La diarrea uccide ogni anno centinaia di migliaia di bambini, spesso solo perché i loro genitori pensano che dar loro da bere peggiori la diarrea. Quindi reidratarsi quando si ha la 'turista' non è come portare vasi a Samo. Molto di quello che bevete verrà pompato fuori dall'altra parte dichiara Thomas Gossel, docente di farmacologia e tossicologia e primario del dipartimento di farmacologia e scienze biomediche alla Ohio Northern University. Però arriverete a un punto in cui vi stabilizzerete e comincerete a trattenere i liquidi. Se non sostituite i liquidi, potete disidratarvi in un giorno. Il primo modo per reidratarsi è bere acqua, se questo è tutto quello che avete intorno afferma il dottor Bezruchka. In caso estremo, se non potete purificare l'acqua, bevetela lo stesso. Se siete così disidratati che quando vi alzate in piedi vi gira la testa, è meglio reintegrare i liquidi che preoccuparsi della loro purezza. - "Usate una soluzione reidratante". Un altro sistema per reidratarsi, ancora migliore, è la cosiddetta soluzione di reidratazione orale, un'anticipazione del 1960 rispetto alla reidratazione endovenosa. La soluzione reidratante è fondamentalmente un liquido che contiene zucchero e sale, sostanze che aiutano a rimpiazzare gli importanti elettroliti persi con la diarrea.
Inoltre queste sostanze aiutano l'intestino ad assorbire meglio l'acqua. La soluzione reidratante è tanto benefica che salva migliaia di vite nel Terzo Mondo. Le soluzioni reidratanti in vendita in farmacia senza ricetta sono facili da trovare, quindi potete comprarle e portarle con voi. Alcune sono in polvere, altre liquide. Tutte hanno una formula leggermente diversa. Ma non sono molto diverse fra loro afferma il dottor Gossel. Se non volete portarvi dietro questo bagaglio extra, potete comunque farvi da soli una soluzione reidratante. Ecco che cosa potete prendere per quando sarete all'estero. "Il cocktail del servizio sanitario". Questa è la ricetta del servizio sanitario americano. Mettete in un bicchiere 250 centilitri di succo di frutta, mezzo cucchiaino di miele, sciroppo di mais o zucchero, e un pizzico di sale. In un altro bicchiere mettete 250 centilitri di acqua purificata e un quarto di cucchiaino di bicarbonato. Bevete alternativamente un paio di sorsi dai due bicchieri finché non sono finiti. "La formula della World Health Organization". In molti paesi del Terzo Mondo oggi sono in vendita pacchetti con la formula della World Health Organization riferisce il dottor Bezruchka. Il solo problema è che può essere molto costosa. Però potete farvela da soli se avete una buona bilancia, oppure potete chiedere aiuto a un farmacista. Ecco la formula: 20 grammi di glucosio, 3,5 grammi di sale, 2,5 grammi di bicarbonato e 20 grammi di cloruro di potassio. Aggiungete il tutto a un litro di acqua pura e bevete. Se la vostra sola possibilità è comprare un pacchetto, dovete scoprire qual è il nome locale avverte il dottore. E' in vendita senza ricetta nelle farmacie di tutto il mondo. "La non-formula". Se non riuscite a mettere le mani sulla soluzione, bevete succhi di frutta trasparenti, bibite gassate senza caffeina e tè leggero zuccherato. Usateli anche per integrare la vostra soluzione reidratante. - "Controllate l'urina". Più l'urina è gialla più avete bisogno di liquidi. L'urina dev'essere chiara. Come minimo, dichiara il dottor Bezruchka dovete svuotare due vesciche ben piene al giorno, e preferibilmente di più. - "Evitate i latticini e i cibi solidi". Almeno all'inizio sono troppo difficili da digerire. E state alla larga dall'alcol, che vi disidrata. Quando la diarrea si ferma, mangiate cibi solidi facili da digerire come banane, mele cotte, cracker, fette biscottate o riso. - "Un po' di persuasione". Anche i lassativi anticostipazione a base di fibre naturali, come lo psillio, sono utili nella diarrea. Alcuni possono assorbire sessanta volte il loro peso d'acqua sotto forma di gel nell'intestino. Dovete ancora espellere l'acqua in eccesso, ricorda il dottor Gossel ma non è più così liquida. E potete ridurre le scariche da dieci al giorno a sette o otto. - "Per un rapido sollievo, provate gli oppiacei". Le medicine antidiarrea derivate dall'oppio bloccano le contrazioni intestinali, interrompendo le scariche diarroiche e permettendo l'assorbimento dell'acqua e degli elettroliti. Questi medicinali molto efficaci, che in diversi paesi sono in vendita senza ricetta, si trovano in liquido, in compresse o in sospensione.
Il loperamide è il più recente antidiarroico analogo all'oppio in vendita negli Stati Uniti. Alcuni esperti però pensano che rallentare la diarrea significa tenersi dentro i germi più a lungo. Inoltre le medicine antidiarroiche possono assorbire la vostra soluzione idratante. - "Prendete gli antibiotici che trovate a portata di mano". In America gli antibiotici si vendono solo su ricetta, ma in molti paesi stranieri si trovano anche senza. Secondo il dottor Bezruchka, gli antibiotici aiutano il corpo uccidendo la maggior parte dei batteri, dopo di che l'organismo deve fare il resto. Per questo basta anche una sola dose. Ma prima di partire, fatevi dare l'approvazione del vostro medico. - "Raddoppiate la dose". Il cane di Hong Kong smetterà di abbaiare molto in fretta se prendete un antibiotico insieme con un antidiarroico. Però attenzione: gli antibiotici sono medicinali potenti che hanno molti effetti secondari, fra cui la sensibilità al sole (fotosensibilizzazione), e possono aprire la porta a un'altra invasione di 'turista'. Ancora una volta, fate un controllo con il vostro medico. - "Combattete i batteri con i batteri". Khem Shahani, docente di scienze e tecnologia dell'alimentazione all'Università del Nebraska, insieme con altri ha scoperto che il "lactobacillus" è probabilmente il batterio di cui le vostre povere budelle hanno bisogno. Il "lactobacillus" altera in modo favorevole la microecologia dell'intestino, osserva il dottore e produce sostanze che inibiscono la crescita dei batteri dannosi. Inoltre, sostiene il dottor Shahani, si è dimostrato molto efficace far seguire il "lactobacillus" alla terapia antibiotica, che uccide la maggior parte dei microrganismi intestinali benefici. I lactobacilli più utili pare che siano l'"acidophilus", che si trova in certi latticini e il "bulgaricus", che si trova nello yogurt. Potete comprare capsule che contengono "acidophilus" e "bulgaricus" nelle farmacie e nelle erboristerie e poi portarli con voi, ma non sono efficaci come lo yogurt e il latte all'"acidophilus".
BOX: "Come evitare la 'turista'". A volte, qualsiasi cosa facciate, continuate a essere un ospite involontario della 'turista'. Ma ci sono alcune cose che potete fare per ridurre le vostre probabilità. - Evitate verdure crude (soprattutto insalate), frutti che non si possono sbucciare, carne poco cotta, molluschi crudi e bibite a base di acqua non sterile (l'alcol che contengono non uccide i germi della 'turista'). - Cercate di assicurarvi che i piatti e le posate con cui mangiate siano stati lavati in acqua pulita. - Bevete solo acqua con le bollicine e sigillata in bottiglie o in lattine. Pulite la parte del contenitore a contatto con la vostra bocca con acqua purificata. Per purificare l'acqua fatela bollire 3-5 minuti, oppure usate lo iodio liquido o in compresse. - Bevete bibite acide come le cole e il succo d'arancia appena possibile. Aiutano a tenere sotto controllo l'"E. coli", il batterio responsabile dei problemi digestivi. - Mangiate yogurt prima di partire. Le colonie batteriche si stabiliscono nell'intestino prima del viaggio e ci restano mentre viaggiate, riducendo le probabilità di un'invasione di 'turista'.
AVVERTENZA MEDICA: "Attenti alle infezioni". Anche se in molti casi la 'turista' si autolimita, alcuni sintomi indicano che potete aver bisogno dell'aiuto di un medico.
- Feci rosse o nere possono essere un segno di emorragia o di infezione da parassiti, mentre feci bianche o molto chiare possono indicare malattie del fegato, come l'epatite. - La febbre può indicare un'infezione grave. Se avete sangue nelle feci o febbre, dice il dottor Bezruchka, e non potete andare subito da un medico, è il caso di prendere un antibiotico in vendita senza ricetta, finché non trovate un aiuto medico. - Gonfiore addominale, vomito e dolore possono indicare una colite, un'ostruzione intestinale o un'appendicite. Il vomito significa che non siete in grado di trattenere la vostra soluzione reidratante. Se avete uno qualsiasi di questi sintomi, non prendete niente per fermare la diarrea, avvertono i medici.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Guida alla sopravvivenza di un sopravvissuto". D'accordo, vi siete persi nella natura selvaggia. Tutti i medicinali antidiarrea sono finiti giù nelle rapide, che corrono veloci come il vostro intestino. E adesso? L'abbiamo chiesto a Thomas Squier, sergente delle Special Forces, istruttore dei corsi di sopravvivenza che l'esercito degli Stati Uniti tiene a Fort Bragg, nel North Carolina. Che cosa consiglia ai suoi studenti dei corsi di sopravvivenza? Thomas Squier dice che ha provato queste cose e che funzionano. Ma provatele solo come fanno i suoi uomini: come ultima risorsa. L'ARGILLA. Insegniamo ai nostri uomini a mangiare argilla, dichiara il sergente Squier. Molti antidiarroici in commercio contengono caolino, che è un'argilla che si trova spesso nel letto dei fiumi. CENERE. Consigliamo anche di usare le ceneri dei fuochi da campo oppure frammenti di osso polverizzato, bruciato e seccato. Hanno un effetto astringente quando ne fate un infuso. ACIDO TANNICO. E se non avete frammenti d'osso seccato, polverizzato o bruciato? Tutto quello che contiene acido tannico blocca le contrazioni intestinali sostiene il sergente Squier. Provate ghiande, corteccia di quercia o di altri legni duri, in infuso. RADICI DI MORE. Un altro rimedio, che è facile trovare in gran parte del mondo temperato, è la radice di mora, sempre in infuso dichiara il sergente. E se non avete acqua calda, potete fare l'infuso in acqua fredda, ma ci vuole più tempo. PIANTAGGINE. La piantaggine cresce dappertutto afferma il sergente. Sia le varietà a foglia larga sia quelle a foglia stretta sono molto astringenti. La pectina contenuta in molti antidiarroici viene dalle mele ed è usata per fare gelatine. Cuocete bucce di mela e bevete il liquido: è un altro rimedio antidiarrea. MIRTILLI. Può essere una favoletta per bambini, ma una delle ragioni per cui in certi momenti dell'anno gli orsi sono così arrabbiati è che si riempiono di mirtilli, che li rende costipati dice il sergente Squier. Hanno dei crampi molto forti. Un cacciatore dell'Alaska mi ha detto che si sentono gli stomachi degli orsi brontolare, anche a grande distanza. Io so che mi sono riempito di mirtilli nel Vermont e non sono riuscito ad andare di corpo per tre giorni. Un tempo si diceva che se portate con voi un po' di mirtilli, cinque o sei mirtilli bastano per curarvi la diarrea.
Qualche altra domanda?
40. DIVERTICOLOSI. 14 + 7 tecniche di autocura. Un tempo, diciamo prima del ventesimo secolo, la diverticolosi era soltanto uno dei malanni che i medici conoscevano, ma che incontravano raramente. E nei paesi del Terzo Mondo la diverticolosi è rara anche adesso. La diverticolosi è un problema acquisito dice Paul Williamson, chirurgo generale a Orlando, in Florida. E' arrivata con il dilagare degli alimenti raffinati: alimenti che hanno poche fibre. E la fibra è importante perché stimola la motilità del colon e lo aiuta nella funzione di eliminazione dei rifiuti. Molte cose sono cambiate dall'inizio del Novecento. Oggi alcuni studi mostrano che più della metà delle persone oltre i sessant'anni ha la diverticolosi, che è caratterizzata dalla presenza di piccole sporgenze o sacche a forma di acini (i diverticoli) lungo le pareti interne del colon. Queste sacche si vedono ai raggi X, ma molta gente non viene mai esaminata in questa zona e non sa neppure di avere la diverticolosi, spiega il dottor Samuel Klein, docente di gastroenterologia e alimentazione all'Università del Texas, a Galveston. Di chi ha la diverticolosi, afferma il dottor Klein, solo il 10% si prende prima o poi la diverticolite, una dolorosa infiammazione che può diventare seria. Quindi se siete tra coloro che soffrono di diverticolosi, non significa che siete predestinati a forti dolori e al ricovero in ospedale. E per fortuna potete assumere un ruolo attivo nel trattamento e nella prevenzione della diverticolosi. Ecco che cosa suggeriscono i nostri esperti. - "Accumulate fibra". L'americano medio mangia ogni giorno circa 16 grammi di fibra, cioè la metà di quello che dovrebbe, secondo il dottor Marvin Schuster, capo del dipartimento di malattie digestive in un ospedale di Baltimora, nel Maryland. Pare che la fibra più efficace sia quella di avena rileva il dottor Schuster. La fibra attira acqua nelle feci, facilitandone i movimenti. Il pane integrale e i cereali a base di crusca sono ottime fonti di crusca. Potete anche aggiungerla a vari alimenti. Anche frutta e verdura contengono una buona quantità di fibra aggiunge il dottor Klein. Se quello che vi interessa è la fibra, mangiate una mela, per esempio, invece di bere succo di mela. Ovviamente il succo è totalmente privo di fibra. - "Aumentate gradualmente l'apporto di fibra". Fatelo un po' per volta, in sei o otto settimane suggerisce il dottor Klein. Ci vuole tempo perché il vostro sistema digestivo si adatti. Nelle prime settimane potreste sentirvi un po' gonfi e avere un po' di gas intestinale, avvisa il dottor Schuster. Ma nella maggior parte dei casi il problema viene superato facilmente e senza grossi disturbi di carattere fisico. - "Prendete un supplemento". Se la vostra alimentazione è povera di fibra, prendetela come supplemento, per esempio, i semi di psillio, dice il dottor Schuster. Anche loro sono naturali. - "Bevete molta acqua".
Bevete tutti i giorni sei-otto bicchieri d'acqua consiglia il dottor Klein, aggiungendo che l'acqua è un partner importante per la fibra nella lotta alla costipazione. Se dovete sforzarvi molto quando andate di corpo, segnala il dottor Schuster tendete a espandere i diverticoli nella parete muscolare del colon. - "Andate in bagno". Se non seguite il richiamo della natura, eliminate il beneficio della fibra e dell'acqua in più. Non sopprimete lo stimolo a vuotare l'intestino avverte il dottor Williamson. - "Fate esercizio". L'esercizio tonifica gambe e fianchi, come pure i muscoli dell'intestino. L'esercizio fisico aiuta i movimenti intestinali; ma non dovete sforzarvi più di tanto dice il dottor Klein. - "Non usate supposte lassative". Possono dare un rapido sollievo alla costipazione, ma non sono il modo migliore per stimolare l'intestino. Il vostro sistema può assuefarsi a questi stimoli afferma il dottor Klein. Così diventa un circolo vizioso: vi servono sempre più supposte. - "Siate naturali". Prugne, succo di prugne e tisane sono lassativi naturali molto efficaci consiglia il dottor Schuster. Tisane specificamente formulate sono in vendita in molti negozi di prodotti naturali e in farmacia. - "Non fumate". Oltre a essere dannoso in tanti altri modi, il fumo può anche aggravare la diverticolosi, segnala il dottor Albert J. Lauro, direttore del pronto soccorso in un ospedale di New Orleans. Il suo consiglio è di diminuire il numero delle sigarette o meglio ancora di smettere di fumare. - "Mangiate con moderazione i cibi raffinati". Questo è un avvertimento che vi fa bene alla salute in generale, ma in particolare al trattamento della diverticolosi. Se mangiate molti cibi raffinati (cioè non integrali), avverte il dottor Klein, non avrete lo spazio per i cibi con le fibre che vi servono. - "Masticate i semi molto molto bene". Alimenti come le noccioline o il popcorn contengono semi o altre parti dure che possono fissarsi nei diverticoli e provocare un'infiammazione, dice il dottor Klein. E se avete mai avuto un attacco di diverticolite, aggiunge il dottor Lauro è meglio che stiate alla larga dagli alimenti che contengono semi. - "Bevete (poco) alcol". Secondo il dottor Schuster l'alcol bevuto con moderazione, uno o due bicchieri di vino al giorno, rilassa gli spasmi del colon e può migliorare un pochino la situazione. - "Evitate la caffeina". Caffè, cioccolato, tè, bibite alla cola, tendono tutti a irritare ricorda il dottor Williamson. - "Controllate se c'è una causa". Alcuni alimenti possono alterare la vostra routine intestinale o provocarvi feci sciolte, indica il dottor Williamson. Provate a identificare questi cibi e ad evitarli.
AVVERTENZA MEDICA: "Benigna o grave?". Se vivete abbastanza a lungo, è probabile che avrete la diverticolosi. Ma anche in questo caso è difficile che vi venga la diverticolite, un'infiammazione dolorosa e potenzialmente pericolosa. Comunque è bene che ne conosciate i sintomi.
La febbre e un forte dolore nella zona inferiore sinistra dell'addome sono indicativi del fatto che la diverticolosi è diventata diverticolite, segnala il dottor Marvin Schuster. Questo cambiamento non va preso alla leggera. Ci può essere lacerazione o sanguinamento dice il dottor Albert J. Lauro. Non succede spesso, ma c'è chi muore di diverticolite. Quindi tenete conto dei segnali e andate rapidamente dal medico. E state calmi: le probabilità sono sempre a vostro favore. Se è solo un'infezione, ci rassicura il dottor Lauro di solito guarisce con riposo, dieta e antibiotici. Andrà tutto bene. BOX: "Mettete più fibra in quello che mangiate". Forse siete già a conoscenza del fatto che consumare 30-35 grammi di fibra al giorno è la cosa più importante che possiate fare per curare e prevenire la diverticolosi. Ma forse non sapete quanta fibra è contenuta nei cibi che vi vengono raccomandati, o come potete aggiungere più fibra alla vostra alimentazione senza dovervi sedere davanti a una scodella di cereali grezzi. Ecco alcuni consigli per abituarvi a una dieta sempre più ricca di fibre: -
Abituatevi a mangiare pane integrale invece di pane bianco. Addolcitevi la bocca con i dessert di frutta: ciliege, banane, pesche. Mangiate più piatti vegetariani. Non sbucciate le mele, le pesche, le pere quando le cuocete al forno. Aggiungete ai vostri piatti frutta secca, come uva e albicocche. Negli umidi, mettete fagioli al posto della carne. Mettete orzo nei minestroni.
41. DOLORE AL GINOCCHIO. 13 modi per domare il dolore. Chiamatelo uno sbaglio della provvidenza. Delle 187 articolazioni dell'organismo probabilmente nessuna riesce a fare male più del ginocchio. Oggi che l'America è diventata più attiva, i problemi alle ginocchia sono diventati più frequenti. Si pensa che 50 milioni di americani soffrano, o abbiano sofferto, di dolore o lesioni al ginocchio. Ma non c'è bisogno di essere un fanatico dello jogging per saperlo. Su tre ferite da incidente d'auto una è al ginocchio. Altri ambienti o attività pericolosi? Guardatevi intorno: salire le scale, pulire i pavimenti, camminare su marciapiedi scivolosi. La lista è interminabile. Parte del problema è nella forma, o piuttosto nel fatto che il ginocchio non può cambiare struttura ogni volta che gli esseri umani gli appioppano nuove esigenze. Non c'è dubbio, il ginocchio è male attrezzato per quello che gli chiediamo di fare dichiara il dottor James M. Fox, direttore di un centro specialistico a Van Nuys, in California. Le ginocchia non sono state progettate per il calcio, gli incidenti in automobile, per fare il carpentiere o l'idraulico, o per stare accosciati o in ginocchio tutto il giorno. In origine era ben progettato, ma non c'era il modo di indovinare in anticipo tutto quello che avremmo finito per fargli fare. Se siete uno degli innumerevoli colpevoli di maltrattamenti al ginocchio, ecco quello che potete fare per farvi perdonare. - "Perdete peso". Il peso corporeo è uno dei principali colpevoli dei problemi alle ginocchia sostiene il dottor Fox.
Sotto sforzo ogni chilo che pesate viene moltiplicato per sei sull'area del ginocchio. Se siete cinque chili sovrappeso, significa che il vostro ginocchio deve portarsi intorno un peso extra di trenta chili. E, come dice il dottor Fox, non si mette il carico di un TIR sulle ruote di una Cinquecento. - "Lasciate perdere le fasce elastiche". Le fasce elastiche per le ginocchia sono in vendita praticamente in tutti i buoni negozi di articoli sportivi, ma gli esperti che abbiamo consultato sostengono che è meglio lasciarle in vetrina. Alcune fasce elastiche sono davvero utili a livello preventivo, ma sono molto complicate e devono essere fatte su misura riferisce il dottor Fox. Le fasce elastiche in vendita nei negozi di sport possono servire tutt'al più per ricordarvi che avete un ginocchio in difficoltà. Marjorie Albohm, preparatore atletico e direttore associato dell'istituto internazionale di scienza e medicina dello sport presso la Indiana University, è un po' più esplicita: Lasciate perdere le fasce elastiche: alcune, spingendo la rotula nell'articolazione, possono fare più male che bene. - "Provate le pomate rubefacenti". Alcune lozioni alla gaultheria (o al salicilato di metile) producono calore, e il calore può alleviare i sintomi e farvi sentir meglio dichiara il dottor Fox. Se dopo aver applicato la lozione coprite il ginocchio con plastica e poi lo fasciate, il calore aumenta. Però fate attenzione a non bruciare la pelle o provocare irritazione avverte il dottor Fox. Proprio curative, queste lozioni non lo sono. - "Usate un medicinale da banco". L'ibuprofen è l'antidolorifico senza ricetta raccomandato dai nostri esperti. Riduce l'infiammazione e il dolore senza provocare gli eventuali problemi di stomaco dell'aspirina. Studi recenti hanno mostrato anche che l'ibuprofen migliora significativamente la mobilità articolare nei soggetti coi legamenti del ginocchio molto danneggiati. In confronto all'aspirina l'ibuprofen è probabilmente il migliore conclude Marjorie Albohm. - "Esercizi per rinforzare". L'unica cosa che tiene insieme un ginocchio sono i muscoli e i tendini rileva il dottor Fox. Rinforzare i muscoli del ginocchio è fondamentale, perché sono i muscoli la vera struttura di sostegno. Se sono deboli o non resistono allo sforzo, prima o poi avrete problemi con le ginocchia. Questo significa che dovete fare un po' di esercizio, anche se non lo potete soffrire. Muscoli più forti significano un'articolazione più forte, in grado di sopportare meglio la fatica considerevole che provoca al ginocchio anche un'attività come camminare o salire le scale. Nota il dottor Fox: Avete solo due ginocchia, ed i ricambi disponibili non sono una meraviglia. Per cui continuate ad allenarvi. Gli esercizi qui di seguito non sono difficili e fanno molto meno male delle ginocchia doloranti. "Rafforza-ginocchio isometrico". Le parti da rafforzare sono il quadricipite e i muscoli posteriori della coscia dice il dottor Fox. Per il quadricipite (i muscoli sul davanti della coscia) ecco un esercizio che il dottore consiglia caldamente. Sedetevi per terra con il ginocchio dolorante diritto davanti a voi. Mettete un asciugamano arrotolato sotto il ginocchio, poi tendete i muscoli della gamba senza muovere il ginocchio. Mantenete la contrazione: con l'allenamento dovreste arrivare a tenerla per almeno 30 secondi, poi rilassate i muscoli.
Ripetete per venticinque volte. "Sollevamento delle gambe da seduti". Questo è il modo migliore per fare sollevamenti delle gambe per chi ha le ginocchia deboli. Sedetevi con la schiena appoggiata a una parete e mettete un cuscino dietro la vita. Sedersi contro un muro assicura che il sollevamento sia fatto davvero dalle gambe, in modo da non peggiorare la situazione della schiena. Quando siete in posizione, fate la contrazione isometrica che abbiamo spiegato sopra contando fino a cinque, poi sollevate le gambe di qualche centimetro e bloccatevi, contate fino a cinque, poi abbassate le gambe e rilassatevi, contando fino a cinque. Cercate di arrivare a fare tre serie di dieci sollevamenti, sempre contando sul ritmo di cinque. "Un rinforzo per i tendini". Non dovete rinforzare solo i quadricipiti. Anche i muscoli della parte posteriore delle cosce devono svilupparsi se volete davvero aiutare il ginocchio. I due gruppi devono bilanciarsi sostiene il dottor Fox. Se si sviluppa solo l'uno o l'altro, il ginocchio non regge lo sforzo. Per sviluppare i muscoli posteriori sdraiatevi a pancia in giù con il mento per terra. Con un peso da caviglia (potete usare una borsa, oppure funziona bene una calza riempita di monete e avvolta intorno alla caviglia) ed il ginocchio piegato, alzate lentamente il polpaccio di 20-40 centimetri da terra, poi abbassatelo lentamente. Ripetete il movimento, sempre lentamente e con grande attenzione. Fate tre serie, ciascuna del numero di esercizi che riuscite a fare senza sforzarvi troppo. Una parola di avvertimento: La cosa più importante è capire che, se un esercizio provoca disagio o dolore crescente, bisogna fermarsi avverte il dottor Fox. Dovete ascoltare il vostro corpo e non resistere a denti stretti. Il Creatore ha inventato il dolore per ottime ragioni. - "Provate a cambiare qualcosa". Se siete un atleta e avete un problema cronico al ginocchio, dovrete modificare il vostro livello di allenamento o di attività quotidiana chiarisce Marjorie Albohm. Ma questo non significa mettersi in pantofole. Se vi piace il tennis e vi accorgete che fa peggiorare il vostro problema, probabilmente dovrete smettere di giocare riconosce la nostra esperta. Alternative? Provate il nuoto, la bicicletta o i remi, tutte attività ottime per la salute che non sforzano troppo le ginocchia. La parola chiave è 'attività in assenza di peso'. E in realtà, rafforzando i muscoli delle cosce, esercizi 'senza peso' come ciclismo e voga possono darvi ginocchia più forti senza sacrificare potenza aerobica o consumo calorico. Qualsiasi cosa facciate, non smettete di vivere in modo sano per colpa di un dolore al ginocchio. Nessuno dovrebbe smettere di fare una vita attiva sostiene Marjorie Albohm. Dovete solo lasciar perdere quello che fa male alle vostre ginocchia. - "Scegliete un terreno più morbido". Per chi corre con passione, prima le cattive notizie. Molti dolori sono provocati dalla tendinite e dipendono da sistemi d'allenamento sbagliati afferma il dottor Fox. Adesso la buona notizia: Non c'è un vero problema meccanico, dice il dottore e di solito i guai si riducono cambiando le scarpe da corsa o la superficie di allenamento. Parleremo di scarpe fra un minuto, ma adesso parliamo di superficie. Il concetto base è questo: preferite sempre l'erba all'asfalto e l'asfalto al cemento. Il cemento è la superficie più dura ed è meglio evitarlo come la peste.
Non abituatevi a correre sui marciapiedi, e se riuscite a trovare un parco dove poter correre senza essere sgridato da un guardiano antipatico, correte lì. Ricordatevi che quando correte per un miglio il vostro piede colpisce il terreno fra le seicento e le ottocento volte aggiunge il dottor Fox. A buon intenditor... - "Riposo in ghiaccio". Dopo qualsiasi attività che vi faccia venire male a un ginocchio, consiglia Marjorie Albohm mettete immediatamente la zona a riposo e per 20 minuti applicate ghiaccio, compressione ed elevazione. In America questa tecnica si chiama RICE: Rest (riposo), Ice (ghiaccio), Compression (compressione) ed E (elevazione). E' una sigla facile da ricordare. Ricordatevi soprattutto la I, il ghiaccio. Non sottovalutate l'efficacia del ghiaccio sottolinea Marjorie Albohm. Se siete coscienziosi, potete mettere ghiaccio anche la sera, più tardi, o la mattina dopo quando vi alzate. Il ghiaccio è un eccezionale antinfiammatorio ed aiuta veramente a risolvere il problema. Quando tornate dall'allenamento, sollevate la gamba, avvolgeteci intorno una benda e teneteci un impacco freddo per 20 o 30 minuti. Fatelo sempre come prima misura antidolore. - "Caldo, con precauzione". Quando non c'è gonfiore, se usate un impacco caldo prima di muovervi, il dolore può diminuire. Ma, avverte Marjorie Albohm se c'è gonfiore, o se avete anche solo il dubbio, non usate il calore. E non usate il calore dopo un allenamento, dice. Il motivo è che la zona è irritata per colpa del movimento, e il caldo riesce solo a peggiorare la possibile irritazione. - "Cambiate le scarpe". Se le scarpe non reggono più agli urti, ricorda il podiatra Gary M. Gordon, direttore di un programma medicosportivo specializzato all'Università della Pennsylvania beh, gli urti devono pur andare da qualche parte. Vanno nei vostri piedi, poi su per gli stinchi e nel ginocchio, a volte continuano e arrivano alle anche e alla schiena. A un atleta che corre quaranta o cinquanta chilometri la settimana serve un paio di scarpe nuove ogni due o tre mesi calcola il dottor Gordon. Se corre di meno, anche ogni quattro o sei mesi. Chi fa danza aerobica, pallacanestro o tennis, e fa esercizio due volte la settimana, probabilmente avrà bisogno di scarpe nuove ogni quattro o sei mesi. Se uno sportivo lavora quattro volte la settimana o più, anche lui avrà bisogno di scarpe nuove ogni due mesi. Ma molti da questo orecchio non ci sentono. - "Scalate le marce". Molti esperti apprezzano il ciclismo, sia su cyclette sia all'aperto, come alternativa allo sforzo e al dolore al ginocchio provocato dalla corsa. Ma la bicicletta è un buon sistema per stare in forma alleggerendo il peso sulle ginocchia solo se usate le precauzioni opportune. Anche i ciclisti hanno guai alle ginocchia, soprattutto se pensano che pedalando più forte fanno più esercizio. Quindi, a seconda del ciclismo che praticate (non è il caso di scalare tornanti), anche la bici può essere troppo impegnativa. Quello che vi serve è pedalare veloci con cambi con cui vi sentite a vostro agio. - "Trovate il punto che scatena il dolore". C'è un punto all'interno della coscia che contribuisce a quella che chiamiamo 'sindrome del ginocchio debole' spiega Rich Phaigh, condirettore di centri sportivi specializzati. Questo punto sensibile è responsabile anche di molti dolori generici all'interno del ginocchio.
Per eliminare questo tipo di dolore, fate salire la mano in verticale, dalla rotula lungo la coscia per circa dieci centimetri, poi verso l'interno per sei o dodici centimetri. Premete il punto sensibile, con fermezza, con il polpastrello del pollice, e mantenete la pressione finché non sentite che il muscolo si rilassa. Possono volerci 30 o 90 secondi dice Rich Phaigh. Poi lasciate andare. - "Prima di tutto, e finalmente, stiratevi". Lisa Dobloug è una fisioterapista che lavora privatamente a Washington. Molti suoi clienti sono anziani che hanno problemi speciali di protezione alle ginocchia. Lei punta sulla qualità, non sulla quantità dell'esercizio, e sull'importanza dello stiramento. E' importantissimo fare il riscaldamento, e poi il raffreddamento nel modo giusto sostiene Lisa Dobloug. Metteteci dieci minuti e all'inizio fate uno stretching molto leggero. Niente stiramento per guadagnare flessibilità, solo stiramento leggero. Per esempio, fate i movimenti di un esercizio qualsiasi senza estendervi davvero. Poi fate un po' di aerobica, marcia sul posto o un po' di corsa. Dopo che avete finito potete cominciare davvero con le estensioni. Cercate di controbilanciare i colpi che l'esercizio scarica sulle ginocchia. Ecco un esercizio di stretching che Lisa Dobloug fa volentieri per la rigidità post-allenamento. Stendetevi sulla schiena e tirate le ginocchia sul petto, poi cominciate a raddrizzare una gamba dice. Fate come se voleste premere il soffitto con il tallone. Tenete l'estensione contando fino a dieci, poi lasciate andare e ripetete con l'altra gamba.
AVVERTENZA MEDICA: "Gli incidenti che richiedono le cure del medico". Ieri eravate fuori a fare qualche canestro, o magari qualche palleggio sul campo di calcio, quando avete fatto questa improvvisa giravolta e avete sentito un 'plop'. Di solito non vi dice granché, ma questo veniva dal ginocchio. E immediatamente dopo avevate le mani strette intorno al maledetto e le lacrime agli occhi per il male. Oggi vi siete svegliati con gonfiore, sensibilità al tocco, dolore che si irradia e magari il colore è più pallido di quello che dovrebbe e non riuscite a muovere il ginocchio. Che cosa può essere successo? Bene, potete scegliere fra tre tipi di danno: una cartilagine strappata, un tendine strappato, o tutti e due. Che cosa potete farci? Facile. Metteteci del ghiaccio ed andate dal dottore. Oggi stesso.
42. DOLORE ALLA MASCELLA. 8 + 7 idee per diminuire il fastidio. Uhmmmm, si direbbe un caso di sindrome dell'articolazione temporomandibolare dice il vostro dentista. Cohua? dite voi, con la bocca ancora aperta al massimo e piena di cotone. L'articolazione temporo-mandibolare è semplicemente l'articolazione della mascella, vi spiega lui. Ma mi spieghi, per favore, che cos'è questa storia della sindrome? gli chiedete voi.
Qualunque sia la scuola di pensiero a cui aderisce il vostro dentista, la sua risposta sarà indubbiamente molto lunga e complicata. La sindrome dell'articolazione temporo-mandibolare, o dolore alla mascella, è senz'ombra di dubbio uno dei disturbi moderni più complessi e più controversi. Noi non entreremo nella discussione in corso: è un problema di muscolo e tendine o un problema di osso e cartilagine? E non ci metteremo neppure a disquisire se la causa primaria è lo stress o la malocclusione dei denti o qualsiasi altro dei sospetti colpevoli. L'unica cosa che ci importa in questo momento è che vi hanno detto che, insomma, ce l'avete, e voi volete sapere come comportarvi. Ecco quello che gli esperti dicono che potete fare a casa vostra, come complemento delle cure che vi ha prescritto il vostro medico. - "Dove va la corrente?". Traduzione: fate tutto quello che potete per aumentare l'afflusso di sangue nella zona. Potete usare freddo o calore umido, ma non a caso. Applicate ghiaccio o impacchi caldo-umidi ai lati della mandibola, consiglia il dentista Sheldon Gross, lettore in diverse università e presidente dell'accademia americana dei disturbi cranio-mandibolari. Per qualcuno va meglio il caldo, per altri il freddo. Fate una prova e vedete che cosa è più efficace per voi. Potete anche provare un po' di stiramento moderato e di massaggio. Se l'afflusso di sangue è abbondante, è probabile che i sintomi migliorino, dichiara il dottor Gross. - "Rinforzate la mandibola". Comprate il tipo di paradenti che è in vendita nei buoni negozi di sport, da ammorbidire nell'acqua calda e poi mordere per tenere la bocca nella posizione giusta. Se ne portate uno, terrete ferma la mandibola, e questo può giovarvi almeno per un po', afferma il dottor Gross. - "Fate un po' di sciopero". Se il dolore è forte dentro e intorno alla bocca, provate a farle fare un po' di vacanza. In altre parole, limitatevi per un po' ad alimenti liquidi o morbidi e vedete se le cose migliorano, suggerisce Harold T. Perry, docente di ortodonzia alla Northwestern University, che pubblica una rivista medica specializzata su questo argomento. - "Prendete un'aspirina e fatevi un massaggio". L'aspirina è una medicina meravigliosa per qualsiasi problema di muscoli o di articolazioni sostiene il dottor Perry. Il suo suggerimento: prendete una compressa, e dieci o venti minuti dopo fatevi un bell'automassaggio alla mascella con un asciugamano inumidito nell'acqua calda. - "Controllate la vostra postura". Se lavorate a una scrivania controllate la vostra posizione nel corso della giornata. Assicuratevi di non piegare voi stessi (e il vostro mento) verso la scrivania, consiglia il dentista Owen J. Rogal, direttore esecutivo dell'accademia americana specializzata in questo tipo di problema. Come regola generale, quando siete seduti o in piedi, i vostri zigomi dovrebbero essere sopra le clavicole e le orecchie non troppo avanti rispetto alle spalle, dice il dottore. Molte persone che hanno dolori alla mascella hanno anche problemi di schiena. Sono due problemi collegati, avverte il dottor Rogal, non due problemi diversi. - "Buttate via il cuscino". Invece del cuscino, usate un asciugamano sottile arrotolato e messo sotto la nuca (fate in modo che sia circa dello spessore del vostro polso). Mettete un altro asciugamano dietro la schiena, all'altezza della vita, e un cuscino sotto le ginocchia. Dormire in questa posizione può essere molto rilassante per le vostre mascelle e può bloccare sul nascere un dolore incipiente, secondo il dottor Rogal.
E se invece di solito dormite su un fianco? Il dottore suggerisce di mettere un sacchetto di fagioli accanto a ciascun lato del viso, per impedirvi di girarvi in questa posizione. - "Limitate i movimenti della mascella". Non fate come il leone della Metro Goldwyn Mayer. Se sentite che arriva uno sbadiglio, bloccatelo tenendo un pugno sotto il mento, consiglia il dentista Andrew S. Kaplan, assistente di odontoiatria alla City University di New York. - "Smettete dl digrignare i denti". E' praticamente ovvio che il bruxismo, o digrignamento dei denti, possa causare o peggiorare il dolore alla mascella. Per saperne di più vedi il capitolo 'Bruxismo'.
AVVERTENZA MEDICA: "Alcuni sintomi sono gravi". I sintomi più comuni della sindrome temporo-mandibolare, fra cui mal di testa, mal di denti, male al collo, alle spalle o alla schiena, e un rumore di 'clic' o 'plop' quando si aprono o si chiudono le mascelle, di solito sono noie più o meno lievi che spariscono da sole quando il problema viene corretto. Però c'è qualche sintomo che viene considerato più serio e che va esaminato dal vostro medico, avverte il dentista Harold T. Perry. Se non riuscite ad aprire la bocca, a lavarvi i denti e avete un mal di testa lancinante, andate a farvi vedere dal medico consiglia il dottor Perry. Sono i segni che il vostro problema sta peggiorando.
BOX: "Sette cattive abitudini da perdere". Sconfiggere il male alla mascella non dipende da quello che fate ma da quello che non fate, afferma il dottor Andrew S. Kaplan. Se avete qualcuna di queste abitudini, state attenti! Questi consigli possono aiutarvi. - Non state a pancia in giù con la faccia rivolta da una parte. - Non state a pancia in giù con la faccia sollevata per leggere o guardare la televisione. - Non tenete la cornetta del telefono fra il mento e la spalla. - Non tenete il mento appoggiato su una mano o sulle mani per troppo tempo. - Non portate a lungo una pesante borsa a tracolla sempre sulla stessa spalla. - Non fate un lavoro, come dipingere un soffitto, che richieda di guardare in alto per troppo tempo. - Non mettete i tacchi alti.
43. DOLORI ALLE GAMBE. 10 modi per aiutarle. I dolori alle gambe sono una cosa strana. Tutti sanno quando insorgono, ma pochi, compresi gli esperti, sanno che cosa sono. Molti medici preferiscono usare il termine 'tendinite' o 'periostite', ma non sanno quale dei due termini descriva correttamente la situazione: forse nessuno dei due. I dolori alle gambe possono dipendere da una serie di cose dichiara Marjorie Albohm, preparatrice atletica e vicedirettrice dell'istituto internazionale di scienza e medicina dello sport all'Indiana University.
Molti dicono che sono la fase iniziale delle fratture da sforzo, altri un'irritazione muscolare, altri ancora un'irritazione del tendine che collega il muscolo all'osso. Il problema della cura rimanda al problema di che cosa sono, alla fin fine. Forse questo spiega perché le gambe dolenti affliggono tante persone attive dei due sessi e di tutte le età. I dolori alle gambe sono una delle condizioni più comuni e disabilitanti nella danza aerobica (ne soffrono il 22% degli studenti e il 29% degli istruttori). Chi corre sulle lunghe distanze (tasso di colpiti: 28%), ne soffre probabilmente da quando le strade sono state asfaltate. Questo è tutto quello che sappiamo: le superfici rigide possono produrre dolori alle gambe in pochi secondi. Altri sospetti colpevoli: posizioni sbagliate, modo di camminare scorretto, piedi piatti, riscaldamento insufficiente, corsa in posizioni sbagliate, allenamento eccessivo e così via. Non è difficile procurarsi i dolori alle gambe. I sintomi sono vaghi e spesso si confondono con quelli della frattura da sforzo (vedi box 'Quando c'è qualcosa di rotto'). Ma in genere i dolori alle gambe interessano lo stinco di una gamba o di entrambe: può esserci, o no, una particolare zona dolente. Dolore e indolenzimento sulla parte anteriore della gamba si sentono dopo l'esercizio fisico, ma il dolore può arrivare anche durante l'attività, man mano che la situazione peggiora. I rimedi indicati qui sono scelti per aiutarvi a impedire che i dolori progrediscano fino alla frattura da stress e per aiutarvi a condurre una vita attiva senza procurarvi indebiti danni. I rimedi che vi richiedono di stirare o esercitare i muscoli del polpaccio sono un'ottima prevenzione. Come sempre, lasciatevi guidare dal dolore. Se una cosa qualsiasi che vi suggeriamo di fare vi provoca disagio, non fatela! - "Cominciate da terra". Cominciate a guardare la superficie su cui fate esercizio dice Marjorie Albohm. Se camminate, correte, ballate, giocate a pallacanestro o fate qualsiasi altra cosa su una superficie dura e senza elasticità, dovete fare un cambiamento. Nella danza aerobica è più facile farsi male se lavorate su pavimenti di cemento coperti da un tappeto, mentre i pavimenti di legno con un'intercapedine vi procurano meno danni. Se dovete danzare su un pavimento molto rigido, assicuratevi che l'istruttore insegni solo aerobica a basso impatto e che siano disponibili materassi di gommapiuma di buona qualità. Per chi corre, meglio scegliere erba o terra piuttosto che asfalto, e asfalto piuttosto che cemento. Il cemento è completamente rigido e va evitato a tutti i costi. - "Adesso, le scarpe". Se non potete cambiare la superficie, o se pensate che il problema non sia quello, forse è il caso di cambiare le scarpe. Controllate il supporto dell'arcata del piede avverte Marjorie Albohm. Verificate la capacità di assorbire i colpi nella suola e nel supporto plantare. Il supporto dev'esserci, e la scarpa vi deve andar bene. Chi fa attività che imprimono molti colpi all'avampiede deve giudicare una scarpa dalla sua capacità di assorbire gli urti in questa zona. La cosa migliore è provare le scarpe in negozio e saltare su e giù, sia sulle punte sia con i piedi piatti. Il contatto con il pavimento dev'essere fermo e non doloroso. Per chi corre, la scelta è un po' più difficile. Per esempio, alcune ricerche hanno segnalato che il 58% di tutti i corridori con gambe dolenti prona troppo (nel senso che il piede si piega eccessivamente verso l'interno). Scegliere una scarpa che controlli la pronazione a volte porta a una perdita di imbottitura, ma se siete un pronatore con le gambe doloranti probabilmente il controllo è quello che vi serve. - "Cambiate spesso le scarpe".
Naturalmente, un modo per assicurarvi che le vostre scarpe abbiano tutta la capacità possibile di schermare gli urti è cambiarle spesso. Il podiatra Gary M. Gordon, direttore dei programmi di corsa al centro di medicina sportiva dell'Università di Pennsylvania, a Philadelphia, dà questo consiglio per evitare i dolori alle gambe: gli atleti che corrono quaranta chilometri o più la settimana hanno bisogno di scarpe nuove ogni 2 o 3 mesi; un chilometraggio minore significa scarpe nuove ogni 4-6 mesi. Chi fa aerobica, tennis o basket due volte la settimana ha bisogno di scarpe nuove due o tre volte l'anno, chi si allena fino a quattro volte la settimana, ne ha bisogno ogni 2 mesi. - "Usate il RICE". Appena sentite le gambe dolenti, applicate le regole del RICE: Riposo, Ice, cioè ghiaccio, Compressione ed Elevazione della gamba per 20-30 minuti. Gli esperti sono disposti a giurarci. Non sottovalutate le proprietà del ghiaccio osserva Marjorie Albohm. Fate le cose semplici, consiglia la nostra esperta. Tirate su la gamba, fasciatela con una benda elastica e metteteci su una borsa di ghiaccio o un pacchetto di surgelati. Per 20-30 minuti. - "Il trattamento alternato". Una variazione del trattamento RICE è il bagno alternato, che sembra particolarmente efficace per il dolore della parte interna della gamba. In questo sistema dovete alternare un minuto di ghiaccio con un minuto di calore. Fate questo trattamento prima di qualsiasi attività che vi possa provocare dolori alle gambe e continuatelo per almeno 12 minuti. - "Stirate i muscoli del polpaccio". Abbiamo scoperto che effettuare stiramenti del tendine d'Achille e dei muscoli del polpaccio è un'eccellente misura preventiva per i dolori alle gambe riferisce Marjorie Albohm. Se siete una donna che porta tacchi di sei centimetri tutti i giorni, non ne stirate nessuno. I muscoli accorciati del polpaccio tendono a scaricare più peso e più sforzo in avanti, sulle tibie. Per questo lo stiramento può aiutarli. Provate il seguente esercizio: mettete le mani su una parete, allungate una gamba dietro all'altra e premete lentamente a terra il tallone più arretrato. Fatelo per venti volte e ripetete con l'altra gamba. - "Stirate i tendini". Il dottor Gordon propone questa semplice tecnica per allungare il tendine d'Achille. Tenete tutti e due i piedi piatti per terra a 20 centimetri di distanza. Poi piegate in avanti caviglie e ginocchia tenendo la schiena dritta. Arrivate fino al punto di tensione massima e mantenete la posizione per 30 secondi. Dovete sentire bene lo stiramento nella parte bassa del polpaccio nota il dottore. Ripetete l'esercizio dieci volte. - "Imparate a massaggiarvi". Per i dolori sul davanti degli stinchi dovete massaggiare la zona adiacente al margine dell'osso, non l'osso osserva Rich Phaigh, condirettore di centri medico-sportivi specializzati a New York e a Eugene, nell'Oregon. Se lavorate direttamente sull'osso, l'infiammazione peggiora. Per sciogliere i dolori alle gambe sedetevi per terra con un ginocchio piegato e il piede appoggiato a terra. Sfiorate leggermente i due lati della tibia con le palme delle mani, facendole scivolare avanti e indietro fra la caviglia ed il ginocchio. Ripetete parecchie volte. Poi stringete le mani intorno al polpaccio ed usando i polpastrelli delle dita massaggiate in profondità i muscoli ai due lati dell'osso, dalla caviglia al ginocchio. Passate su tutta la zona, facendo pressione più che potete.
La cosa da fare è ristabilire la lunghezza e alleviare la rigidità dei tendini sopra e sotto gli stinchi commenta Rich Phaigh, notando che un buon massaggio aiuta anche a migliorare la circolazione nella zona. - "Correggete le posizioni sbagliate del piede. I piedi piatti o la pianta del piede troppo inarcata a volte provocano dolori alle gambe, osserva il dottor Gordon. Se avete i piedi piatti, il muscolo interno del polpaccio deve lavorare di più e si stanca prima, spiega il dottore e questo fa aumentare i colpi sull'osso. Se avete i piedi piatti, forse vi servono un'imbottitura addizionale o un supporto plantare nelle scarpe. I supporti mobili sono in vendita nei buoni negozi di sport, ma forse è meglio vedere un buon podiatra prima di sceglierne uno. I dolori all'esterno del polpaccio a volte sono collegati alla pianta molto incavata, nota il dottor Gordon. Questo richiede molti esercizi di stretching, di rafforzamento dei muscoli e forse occorre l'aggiunta di un supporto ortopedico. - "Più rinforzate i muscoli, più diminuisce il dolore". A volte è possibile prevenire i dolori rinforzando i muscoli intorno agli stinchi. Questi muscoli aiutano a reggere l'impatto del piede e a ridurre l'urto quando camminate o correte. Per rinforzare i muscoli, potete fare in questo modo: - Andate in bicicletta con i fermi dei pedali bloccati. Ricordatevi di spingere con i muscoli anteriori della gamba ogni volta che premete il pedale. In più la bicicletta vi consente un buon esercizio aerobico senza aggravare il dolore alle gambe. - Per chi non può andare in bicicletta, camminare sui talloni fa fare lo stesso esercizio, forzandovi a tendere e spingere con i muscoli che circondano la tibia ogni volta che si fa un passo. - Se cercate un esercizio un po' più impegnativo, provate questo. Sedetevi sul bordo di un tavolo alto abbastanza da tenere i piedi sollevati dal pavimento. Mettete intorno al piede un peso da due chili, oppure una calza piena di monete. Piegate il piede in su all'altezza della caviglia, poi rilassatevi, poi piegatelo di nuovo. Ripetete questo movimento più volte che potete, tendendo i muscoli dello stinco mentre tirate in su il piede. BOX: "Quando c'è qualcosa di rotto". Alcuni esperti pensano che i dolori alle gambe siano in realtà fratture da stress al primo stadio, quindi spiegare la differenza fra i dolori alle gambe e una frattura può essere un po' complicato. Comunque si può arrivare dai dolori alle fratture da stress se l'abuso continua. Come fate a sapere se avete superato questa sottile linea? L'abbiamo chiesto all'allenatrice atletica Marjorie Albohm. Con una frattura da stress potete indicare il punto dolente, grosso circa come una moneta dice la nostra esperta. Se qualcuno vi chiede dove vi fa male, siete in grado di dirlo e di metterci sopra un dito. Sarà esattamente in una zona ossea, o adiacente a un osso, e in un punto specifico. Invece nella gamba dolorante c'è una dolenzia diffusa lungo tutto lo stinco.
44. DOLORI MUSCOLARI. 23 + 17 idee per trovare sollievo. "Uomo". Non capisco (strofinandosi il polpaccio dolorante, poi i muscoli della coscia con i crampi, poi la spalla strappata). Io faccio esercizio praticamente tutti i sabati. Calcio, pallacanestro, tennis. I muscoli dovrebbero esserci abituati. "Praticamente tutti i muscoli del corpo dell'uomo". Facci tirare il fiato. Non abbiamo mai incontrato un ascensore che non ti piacesse. L'unica cosa a cui siamo abituati è il dolore. Dovrebbero arrestarti per abbandono dei muscoli. Entra Ted Percy, docente di chirurgia ortopedica e primario del dipartimento di medicina dello sport allo Health Sciences Center dell'Università dell'Arizona. Abuso, ecco la parola chiave. Fare troppo, troppo in fretta. "Donna". Dovrei essere in gran forma. Faccio dieci chilometri ogni giorno. Ma le mie gambe mi stanno uccidendo! "Muscoli arrabbiati delle gambe della donna". Tu stai uccidendo noi! Mai un giorno di riposo. Dovrebbero arrestarti per abuso muscolare. Entra il dottor Percy: Abuso, ecco la parola chiave. Fare troppo, troppo spesso. Ecco qui le cause più comuni per il male ai muscoli: il terribile terzetto di 'troppo', 'troppo in fretta', 'troppo spesso'. E qui ci sono i consigli di trattamento che dovete conoscere quando i vostri muscoli hanno sentenziato che vi meritate di star male: che si tratti di crampi, di uno strappo o di un generico indolenzimento. - "Prendetevela calma". Ogni volta che fate esercizio, i vostri muscoli vengono danneggiati afferma il dottor Gabe Mirkin, medico sportivo all'istituto di medicina sportiva di Silver Spring, nel Maryland. Ci vogliono 48 ore perché il muscolo si riprenda dallo sforzo. Dolenzia significa danno, e non dovreste fare esercizio quando i muscoli vi fanno male. Ovviamente non c'è bisogno di fare una gara di corsa o di giocare una partita a tennis particolarmente infuocata per danneggiarvi i muscoli. Lavorare in giardino, camminare tutto il giorno allo zoo o anche solo stare seduti in una posizione sbagliata o non abituale, o nella stessa posizione per troppo tempo può provocare problemi muscolari. Quanto riposo dare ai muscoli dipende dalla gravità del danno e della situazione, osserva il dottor Allan Levy, direttore del dipartimento di medicina dello sport al Pascack Valley Hospital nel New Jersey. Un crampo può richiedere solo qualche minuto di riposo, uno strappo importante giorni o settimane. Ma a volte non potete permettervi il lusso di riposare quanto ci vorrebbe. Se siete all'aperto a fare escursioni, per esempio, e vi fate uno strappo muscolare, riposatevi almeno per un paio d'ore, poi stirate accuratamente il muscolo prima di provare a continuare, avverte il dottor Levy. Soprattutto non sottovalutate il valore del riposo. - "Mettetevi in ghiaccio". E' sempre la prima linea di difesa antigonfiore e andrebbe applicata immediatamente dopo la lesione, spiega Carol Folkerts, coordinatore ortopedico di terapia fisica all'ospedale dell'Università del Maryland, a Baltimora.
Carol Folkerts raccomanda di usare una borsa del ghiaccio (o di avvolgere del ghiaccio in un asciugamano o in un sacchetto di plastica) e di applicare l'impacco alla lesione più volte al giorno per 20 minuti ogni volta. Tenete il ghiaccio lontano dalla parte lesa almeno per un tempo corrispondente a quello in cui ce lo tenete sopra. Il ghiaccio tende a far chiudere i vasi sanguigni e non è il caso di tenerli chiusi per troppo tempo avverte Carol Folkerts. Potreste uccidere i tessuti vivi della zona. Chi soffre di problemi cardiaci, di diabete e di problemi vascolari è particolarmente vulnerabile e dovrebbe usare il ghiaccio con precauzione e solo con l'approvazione del suo medico. - "Bendatevi". Non trasformate in una mummia il polpaccio dolorante e la caviglia con lo strappo, ma bendateli con una fascia elastica per evitare il gonfiore. Fate solo attenzione, segnala il dottor Levy, di non stringere troppo, perché può gonfiarsi l'area sottostante. La compressione può anche bloccare un crampo, ma il dottor Levy avverte che è una tecnica abbastanza dolorosa. - "Su i piedi". Questo è il consiglio per chi si è lesionato un piede o la parte bassa della gamba. Per essere più precisi, tenete la parte dolorante più alta del cuore, per evitare che il sangue ristagni e provochi gonfiore, consiglia Bob Reese, allenatore capo dei New York Jets. - "Fuoco, fuochino". Dopo che siete partiti con il ghiaccio, potete passare al calore quando la dolenzia o lo strappo sono seri propone Carol Folkerts. Il calore è certamente più gradevole e più rilassante; dilata i vasi sanguigni e stimola la guarigione. Bagni caldi, ventilatori e compresse calde sono tutti rimedi efficaci, anche se temporanei, per alleviare il dolore di strappi, crampi e dolenzie diffuse, ma il trattamento con il calore va usato con discrezione. Ricordate comunque di non passare dal ghiaccio al caldo troppo in fretta, altrimenti la zona colpita può gonfiarsi. E non è necessario passare al caldo se non vi fa piacere dice Carol Folkerts. Potete continuare con il ghiaccio. - "Attenzione con le creme rubefacenti". Su questo punto non c'è un accordo generale.Tutti i linimenti rubefacenti sono utili, afferma il dottor Levy perché alzano la temperatura dell'area interessata. Ma i preparatori atletici, in genere, sono meno entusiasti a proposito di questi popolari analgesici senza ricetta. Possono irritare la pelle osserva Mike McCormick, direttore di medicina dello sport alla DePaul University. Queste creme danno un falso senso di sicurezza; scaldano, ma è un calore solo superficiale. Non scaldano i muscoli. - "Aspirina e ibuprofen". Tutti e due fanno parte della squadra antinfiammazione. Vanno bene l'aspirina o l'ibuprofen, o qualunque altro medicinale antinfiammatorio non-steroideo da comprare senza ricetta riassume il dottor Percy. Aiutano a far diminuire il dolore. - "Stiratevi". Per i crampi e gli spasmi stirate gradualmente il muscolo e riuscirete a farlo rilassare consiglia il dottor Levy. Gli esercizi di stretching curano la vostra dolenzia attuale, ma prevengono anche quella del futuro aggiunge Mike McCormick. Lo stiramento è importante perché i muscoli danneggiati durante l'esercizio fisico si accorciano durante il processo di guarigione, spiega il dottor Mirkin.
E se i muscoli non vengono allungati, restano rigidi e facili a strapparsi o lesionarsi. (Per istruzioni su esercizi di stretching, vedi box 'Stirarsi per rinforzarsi'.) - "Massaggiatevi i muscoli". Sarebbe bello avere al fianco un massaggiatore o una massaggiatrice personale tutte le volte che occorre, e in un certo senso è così: ci siete voi. Strofinate con dolcezza e fermatevi se fa male, ricorda il dottor Levy. Può essere il caso di scaldare la parte lesa prima di cominciare il massaggio. - "Mettetevi degli indumenti caldi". Se fate ginnastica quando fa freddo e vi sentite irrigiditi e un po' doloranti, scaldatevi mettendovi addosso altri indumenti. Probabilmente questo basterà a bloccare il problema sul nascere. Quando fa freddo i calciatori indossano delle calzamaglie elasticizzate sotto la tuta dichiara Bob Reese. A loro piace la sensazione di compressione, inoltre il tessuto elastico sostiene un po' i muscoli. - "Allargate i vestiti". Se sentite che arriva un crampo a una gamba, toglietevi le calze strette, o qualunque altro indumento aderente, per lasciare più spazio ai muscoli. - "Cambiate posizione". Che siate piegati su una tastiera o sul manubrio di una bicicletta, polsi e avambracci sono vulnerabili ai crampi ed ai dolori muscolari, nota il chiropratico Scott Donkin. Ma c'è una differenza importante fra il ciclista e l'impiegato. Il primo può sempre scegliersi la bicicletta che gli si adatta meglio, mentre gli impiegati, che hanno mani e dita di misure diverse, devono tutti usare le stesse attrezzature da ufficio. Polsi e mani dovrebbero essere sempre usati in quella che è conosciuta come 'posizione neutra' sottolinea il dottor Donkin. In questa posizione il polso non è piegato né avanti né indietro, né in dentro né in fuori. Se avete mani e dita lunghe, potete diminuire lo sforzo mettendo la tastiera in una posizione più orizzontale (piatta sul piano della scrivania), se questo non vi affatica le braccia o le spalle. Per chi ha le dita e le mani corte, una posizione più inclinata per la tastiera, la macchina per scrivere o il calcolatore renderà i tasti più facili da raggiungere. - "Alzatevi". E' semplice, e magari è tutto quello che ci vuole per bloccare un crampo della gamba o del piede, consiglia il dottor Levy. Fate la stessa cosa che vi ha fatto star male, anche il giorno dopo. Fate che? Fate la stessa cosa il giorno dopo, conferma Bob Reese ma con minore intensità. Vi aiuterà a eliminare un po' di dolori. - "Alternate gli esercizi". Ai muscoli servono circa quarantotto ore per recuperare, o meglio per smaltire l'affaticamento. In questo periodo alternate esercizi intensi con altri più soft. Tutti gli atleti si allenano in questo modo. - "Cambiate sport". Questa può essere un'idea ancora migliore del 'programma forte/piano', prosegue il dottor Mirkin. Se siete un podista che soffre di dolori ai muscoli del polpaccio, il dottore vi suggerisce di alternare con un po' di nuoto o di ciclismo (che mette in gioco la parte alta delle gambe), così da continuare a fare esercizio mentre i muscoli guariscono. - "Perdete peso". Se gli strappi e i muscoli dolenti sono diventati un'abitudine, forse il peso extra che devono portarsi a spasso è almeno in parte responsabile. Quindi cercate di non allontanarvi troppo dal vostro peso-forma.
- "Arrendetevi alla realtà". Se quando correte i muscoli vi fanno sempre male, è meglio che scegliate un altro sport. In fatto di lesioni la corsa è uno degli sport più pericolosi riconosce il dottor Mirkin. - "Fermatevi gradualmente e non di colpo". Dopo un esercizio fisico o un lavoro molto impegnativo il sangue è pieno di acido lattico, che si forma quando non c'è abbastanza ossigeno, spiega il dottor Mirkin. Un elevato livello di acido lattico altera le reazioni chimiche normali e può farvi dolere i muscoli. Il modo più efficace di ripulire il sangue è continuare a fare esercizio con un ritmo più lento avverte il dottor Mirkin, e aggiunge che questo può diminuire la dolenzia immediata, ma non vi mette ai riparo dall'indolenzimento del giorno dopo. Quest'altro dolore, dice, è provocato dalle fibre muscolari danneggiate. - "Cambiatevi le scarpe". Se avete le scarpe del tipo sbagliato, o se le scarpe vi fanno male, questo può spiegare i dolori che sentite ai piedi, alle gambe e anche alla schiena mentre fate esercizio, segnala Mike McCormick. - "Rinforzatevi". Per gli strappi cronici la debolezza muscolare è da biasimare esattamente come la rigidità. E' più facile trovare rigidità fra gli uomini che fra le donne, ma Mike McCormick afferma: Ci teniamo a sottolineare che spesso le donne hanno bisogno di rinforzarsi. E tanto gli uomini che le donne devono sviluppare forza e flessibilità. (Vedi box 'Stirarsi per rinforzarsi', gli esercizi di stretching suggeriti per darvi più forza.) - "Abbiate pazienza". Più grave è la lesione, per esempio, un tendine malamente strappato, più pazienza vi servirà per garantirvi una ripresa senza ricadute. - "Beveteci su". Spesso la disidratazione è un grosso corresponsabile dei crampi, dice Mike McCormick. Noi insistiamo moltissimo sulla necessità di bere molta acqua, specialmente prima, durante e dopo l'attività fisica. E per ottime ragioni.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando il dolore segnala una malattia". Un crampo muscolare, uno strappo, o anche un indolenzimento molto acuto possono lanciarvi di colpo sul pianeta del dolore. A volte il male è così intenso che temete di non tornar più sulla terra. Di solito il dolore è molto peggio del danno. Ma non sempre. Per esempio, un crampo può essere provocato da un danno al nervo, avverte il dottor Allan Levy. E in qualche raro caso può essere provocato dalla flebite, l'infiammazione di una vena. La flebite può diventare un problema grave se riguarda una vena profonda, non lo è se interessa una vena superficiale. E uno strappo non è sempre quello che sembra. E' molto raro, segnala il dottor Levy ma ho avuto un paziente che pensava di essersi fatto un brutto strappo alla coscia sulla cyclette. Non gli passava e alla fine è stato operato: aveva un grosso tumore maligno nel muscolo. Il punto non è di farvi spaventare, ma di ricordarvi che i problemi muscolari che assumono caratteristiche anormali e tardano a passare possono essere più seri. In questo caso è meglio che consultiate il vostro medico.
BOX: "Stirarsi per rinforzarsi". Date ai muscoli l'attenzione che si meritano e faranno il loro mestiere senza disturbarvi. Ignorateli e si faranno notare, di solito in modo spiacevole. Se succede, potete rimetterli tranquilli con qualche semplice esercizio di stretching. Ma se volete che restino buoni, probabilmente dovrete fare in modo che lo stiramento diventi una parte regolare della vostra vita. Ecco alcuni suggerimenti di medici, preparatori atletici e fisioterapisti, per aiutarvi a concentrarvi sul lavoro e il divertimento, non sul male ai muscoli. - "Il tiro dell'asciugamano". Per stirare e rinforzare i muscoli delle caviglie sedetevi per terra e fate passare un asciugamano intorno ai talloni tenendo in mano le estremità. Puntate alternativamente i piedi in su e in giù mentre tirate l'asciugamano verso di voi tenendo le gambe tese. Ripetete più volte con tutti e due i piedi. - "Tirate di nuovo l'asciugamano". Solo, questa volta, non muovete i piedi. Piegatevi all'indietro con l'asciugamano passato sopra al tallone finché non sentite la tensione nel muscolo del polpaccio. Tenete la posizione per 15 secondi e ripetete più volte. - "State diritti". Per rinforzare i polpacci state diritti in piedi e lentamente alzatevi sulle punte, poi abbassatevi, sempre lentamente. Ripetete per almeno dieci volte. - "Andate a letto". In realtà sedetevi con una gamba allungata fuori dal letto e con l'altra lungo il bordo del letto. Piegatevi in avanti finché non sentite lo stiramento nei muscoli posteriori della coscia. Mantenete la posizione per 10-15 secondi. Ripetete diverse volte, poi invertite la posizione e stirate l'altra gamba. - "Fate la gru". Per rinforzare i quadricipiti (il muscolo sul davanti della coscia) state su un piede solo e piegate il ginocchio dell'altra gamba in modo da toccare il gluteo con la caviglia. State così per 10 secondi. Ripetete cinque volte per lato. - "Invertite le solite flessioni". Per rinforzare gli addominali in modo più sicuro sdraiatevi sulla schiena con le braccia lungo i fianchi o con le mani appoggiate sullo stomaco. Piegate le ginocchia ed alzatele verso il petto. Abbassate le gambe lentamente concentrandovi sui muscoli addominali. Ripetete da cinque a dieci volte. - "Mani indietro". Per stirare bene le spalle mettete un braccio dietro la testa, piegando il gomito, e con l'altra mano tirate dolcemente il gomito dietro la testa. - "Mani intorno". Un altro stiramento efficace per le spalle è mettere un braccio, con il gomito piegato, intorno alla vita, usando l'altra mano per tirare dolcemente il braccio attraverso il torace. - "Fate il sollevamento da tastiera". E' importante per rinforzare i muscoli che lavorano tutto il giorno sulla tastiera. Sedetevi alla scrivania e tenete un peso leggero, diciamo un chilo o due, nella vostra mano con la palma in su, l'avambraccio appoggiato al piano del tavolo e il polso sul bordo. Sollevate il peso leggermente, flettendo il polso. Ripetete con ogni polso per venti o trenta volte. - "Fatelo a palme in giù". Questo è un altro buon esercizio per i polsi da eseguire seduti. Fate l'esercizio di prima, ma girate i palmi delle mani verso il basso.
Usate sempre un peso leggero e ripetete dieci o venti volte.
BOX: "Un crampo notturno". State dormendo profondamente, facendo sogni felici. Improvvisamente urlate e vi abbrancate al polpaccio, ovviamente sveglissimi, in un incubo di crampi notturni. Che cosa è successo? Fondamentalmente, il muscolo del polpaccio si è bloccato. I muscoli delle gambe si contraggono quando vi girate o vi stirate nel sonno. Se un muscolo rimane contratto, il risultato può essere un crampo. Ecco come bloccare i crampi notturni e. speriamo, evitare una ricaduta più avanti nella notte. - "Acchiappate il muro". Mettetevi di fronte a un muro, a circa un metro, un metro e mezzo di distanza. Tenete i talloni piatti e le gambe diritte. Piegatevi verso la parete che avete di fronte sostenendovi con le mani. Mantenete la posizione per 10 secondi e ripetete più volte. - "Coccolate quel polpaccio". Massaggiate il polpaccio strofinando all'insù, dalla caviglia verso il cuore avverte Carol Folkerts, coordinatore ortopedico di terapia fisica. Se i crampi notturni sono un problema ricorrente, è il caso di farlo anche prima di andare a dormire, aggiunge. - "Allentate le coperte". Forse un po' di responsabilità è della pressione esercitata dalle coperte pesanti sulle gambe, dice Carol Folkerts. - "Mettete pigiami comodi". Pigiami aderenti come blue jeans sono l'ultima cosa che dovreste indossare a letto. - "Elettrificate il letto". La coperta elettrica sul letto può fare di più che tenervi caldi nelle fredde notti d'inverno: può anche tenervi i muscoli del polpaccio caldi e senza dolore, segnala Carol Folkerts. - "Dormite come un bambino". Dormire a pancia in giù è un invito ai crampi, dice il chiropratico Scott Donkin. Provate a dormire sul fianco con le ginocchia piegate e un cuscino fra le ginocchia. - "Forse vi serve più calcio". Una carenza di calcio può rendere i muscoli più sensibili agli stimoli; le contrazioni sono più forti avverte il dottor Donkin. Naturalmente prima di cambiare a fondo la vostra dieta o di prendere dei supplementi, parlatene al vostro medico. 45. DOPOSBRONZA. 11 + 5 sistemi per affrontare il giorno dopo. E' una bellissima mattina e voi non riuscite più a sopportarla. I passerotti che cinguettano sul davanzale sembrano avvoltoi con armamento nucleare che gracchiano attraverso gli altoparlanti, e tutti questi raggi dorati che barbagliano vi fanno l'effetto di acido fenico negli occhi: basta! Siete, purtroppo, forse immoralmente, certo evitabilmente, ma con assoluta certezza, in pieno doposbronza. E la grande domanda è: che cosa potete farci? Sfortunatamente, non molto. Non c'è una cosa che curi il malessere del dopobevuta, salvo il tempo. Ma ci sono varie cosette che potete fare per alleviare i sintomi (mal di testa, nausea, affaticamento) in modo da riuscire a superare il 'giorno dopo' meno dolorosamente che potete. - "Bevete succo di frutta". Il succo di frutta contiene un tipo di zucchero chiamato fruttosio, che aiuta l'organismo a bruciare più in fretta l'alcol spiega il dottor Seymour Diamond, direttore della Diamond Headache Clinic di Chicago. Un bicchierone di succo d'arancia o di pomodoro, in altre parole, vi aiuta ad accelerare l'eliminazione dei residui di alcol che sono rimasti ancora nel sistema la mattina dopo.
- "Mangiate cracker col miele". Il miele è una fonte molto concentrata di fruttosio, e mangiarne un po' la mattina dopo è un altro modo di aiutare l'organismo a liberarsi dei residui di alcol, sostiene il dottor Diamond. - "Prendete un antidolorifico". Il mal di testa è una parte inevitabile del pacchetto che segue le sbronze. Potete prendere aspirina o ibuprofen, ma niente di più forte consiglia il dottor Diamond. Con antidolorifici più potenti correte il rischio dell'assuefazione e non è il caso che un problema ve ne procuri un altro. - "Provate la corteccia". Se cercate un antidolorifico organico, la corteccia di salice è un'alternativa naturale, secondo il dottor Kenneth Blum, che si occupa delle malattie che danno assuefazione all'Università del Texas. La corteccia di salice contiene una forma naturale di salicilato, l'ingrediente attivo dell'aspirina, che viene rilasciato quando la masticate segnala il dottor Blum. - "Bevete del brodo". Il brodo fatto con i dadi o una zuppa brodosa vi aiuteranno a rimpiazzare il sodio e il potassio che l'organismo perde quando bevete alcol, osserva il dottor Diamond. - "Rifate la scorta d'acqua". L'alcol disidrata le cellule dell'organismo avverte il dottor John Brick capo ricercatore al centro di studi sull'alcol di un'università del New Jersey. Bere molta acqua prima di andare a letto, e poi quando vi alzate la mattina dopo, aiuta ad alleviare il disagio della disidratazione. - "Prendete vitamine del complesso B". L'alcol impoverisce l'organismo di queste preziose vitamine. Alcune ricerche mostrano che il nostro corpo ricorre alle vitamine B quando è sotto stress, e opprimere l'organismo con molto liquore, birra o vino è decisamente uno stress, nota il dottor Blum. Se fate una bella scorta di vitamine del complesso B in capsule, accorcerete la durata del vostro malessere post-bevuta. - "Mangiate aminoacidi". Gli aminoacidi sono i mattoni che servono a costruire le proteine. Come le vitamine e i minerali, anche gli aminoacidi possono venire distrutti dall'alcol. Il dottor Blum sostiene che fare scorta di aminoacidi ha una funzione nella riparazione dei danni da doposbronza. Mangiare un po' di carboidrati riporta gli aminoacidi nel sangue. - "Bevete due tazze di caffè". Il caffè è un vasocostrittore: riduce il gonfiore dei vasi sanguigni che vi provoca il mal di testa osserva il dottor Diamond. Un paio di tazze sono molto efficaci nel ridurre il mal di testa da sbronza. Ma non bevetene troppo. Non vi serve una sbronza da caffè sopra una sbronza da alcol. - "Fate un buon pasto". Naturalmente, se ci riuscite. Un pasto ben equilibrato sostituirà la perdita di elementi nutritivi essenziali, spiega il dottor Blum. Ma tenetevi leggeri: niente grassi o fritti. - "Lasciate fare al tempo". La cura migliore e assolutamente efficace per il doposbronza, naturalmente, sono 24 ore. Trattate i vostri sintomi meglio che potete. Fatevi una buona notte di sonno e al mattino, speriamo, sarà tutto dimenticato.
BOX: "Bere troppo influisce sulle prestazioni del giorno dopo". Siete il tipo di persona che è il cuore della festa: non importa quanto bevete, quando vi svegliate vi sentite comunque in piena forma.
Se vi riconoscete in questa affermazione, state attenti. Sentirvi in piena forma non significa che siete davvero in piena forma, secondo uno studio effettuato alla Stanford University in cooperazione con la Marina degli Stati Uniti. Il gruppo della Stanford ha osservato da vicino i piloti della Marina che volano sui caccia. Usando dei simulatori di volo i ricercatori hanno valutato le capacità di volo dei piloti, sia quando erano sobri sia quattordici ore dopo aver bevuto abbastanza da essere legalmente ubriachi. Il risultato: I piloti che dicevano di stare benissimo e in cui non si trovava traccia di alcol non riuscivano ancora a volare bene come quando erano stati per giorni lontani dall'alcol dice Von Lierer, proprietario e direttore delle ricerche alla Decision Systems, una società di ricerca e sviluppo che ha sede a Stanford, in California. Che cosa significa questo per la vostra vita? Sabbia negli ingranaggi significa sabbia negli ingranaggi, anche se non sapete che c'è. Se il giorno dopo avete un incontro di lavoro importante, una presentazione chiave, qualsiasi situazione in cui vi serva di essere al massimo, io non berrei la sera prima consiglia il dottor Lierer. Ma i piloti non sono i soli a correre dei rischi per gli effetti a distanza delle sbronze. Gli automobilisti soffrono dello stesso calo di performance, secondo uno studio svedese riportato nel 'Journal of the American Medical Association'. I ricercatori svedesi hanno sottoposto a test ventidue volontari in una prova di guida intorno a dei piloni, usando, indovinate che cosa?, una Volvo station wagon. A intervalli imprevedibili i volontari ricevevano un segnale indicante che dovevano fare lo slalom intorno ai piloni. Il tempo di frenata e il numero di piloni colpiti servivano per misurare l'abilità di guida. Diciannove volontari su ventidue hanno avuto punteggi significativamente peggiori in conseguenza del doposbornia.
BOX: "Come evitare il doposbronza". Sta facendosi strada la convinzione che la causa principale del malessere da doposbronza sia la mancanza acuta di alcol riporta il dottor Mack Mitchell, vicepresidente della Alcoholic Beverage Medical Research Foundation di Baltimora, nel Maryland. Le cellule del cervello cambiano fisicamente in presenza dell'alcol, e quando l'alcol se ne va, quando l'organismo l'ha bruciato, si passa per uno stato di deprivazione finché le cellule non si abituano a farne senza. Unite questo agli effetti dell'alcol sui vasi sanguigni della testa (i vasi possono dilatarsi in modo importante, a seconda di quanto bevete) e il risultato sarà un giorno-dopo che non dimenticherete mai. Come fare per evitarlo? - "Bevete lentamente". Più lentamente bevete meno alcol arriva davvero al cervello, anche se alla fin fine ne bevete di più. Secondo il dottor Mitchell la ragione è semplicemente matematica: il corpo brucia l'alcol a un determinato ritmo, circa 30 grammi l'ora. Dategli più tempo per bruciarlo e ne arriverà meno al cervello e nel sangue. - "Bevete a stomaco pieno". Questa è probabilmente la migliore cosa che potete fare in assoluto, a parte bere meno, per ridurre i problemi del dopo afferma il dottor Mitchell. Il cibo rallenta l'assorbimento dell'alcol, e più lentamente lo assorbite meno alcol arriva al cervello. Quello che mangiate non ha grande importanza. - "Bevete le bibite giuste". Le vostre condizioni del giorno dopo dipendono non solo dalla quantità di alcol ma anche da quello che avete bevuto, secondo il dottor Kenneth Blum.
I colpevoli principali sono gli altri alcoli (quello che dà l'ebbrezza è l'etanolo) che si trovano praticamente in tutte le bevande alcoliche segnala il dottor Blum. Non si sa come lavorino, ma sono strettamente correlati al dolore che provate dopo aver bevuto. Il liquore meno pericoloso è la vodka. I più pericolosi sono i cognac i brandy, i whisky e tutti i tipi di champagne. Anche il vino rosso fa male, ma per altre ragioni. Contiene tiramina, una sostanza simile all'istamina che provoca un mal di testa micidiale. Chiunque abbia passato una serata in compagnia di una bottiglia di vino rosso sa di che cosa stiamo parlando. - "Evitate le bollicine". E questo non vuol dire solo lo champagne. Il dottor Mitchell e il dottor Blum sono d'accordo. Qualunque cosa con le bollicine dentro (e un rum con la Coca Cola è pericoloso come lo champagne) è un rischio speciale. Le bollicine fanno andare l'alcol in circolo molto più in fretta. Il fegato cerca di farcela ma non ci riesce, e il surplus di alcol finisce nei vasi sanguigni. Quanto, esattamente, lo scoprirete il mattino dopo. - "State attenti alla vostra taglia". Con poche eccezioni, non è possibile che un bevitore di 55 chili si misuri con uno di 120 chili e si risvegli vincitore. Quindi fatevi i drink sulla vostra misura. Per finire alla pari il bevitore di 55 chili dovrebbe bere la metà di quello da 120.
46. EMORROIDI. 15 + 1 rimedi per guarirle. Come si fa a trovare le creme per le emorroidi in farmacia? Semplice. Basta guardare dove vanno i clienti con gli occhiali neri e i baffi finti. Per molte persone le emorroidi sono un enorme imbarazzo. Ma non è il caso: le emorroidi sono fra i disturbi più comuni, e si pensa che prima o poi finiscano per colpire otto persone su dieci. Anche Napoleone soffriva di emorroidi. Si dice addirittura che il dolore delle imperiali emorroidi, distraendo il condottiero, abbia contribuito alla tremenda disfatta di Waterloo. Ma non è detto che le emorroidi debbano essere la vostra Waterloo. Come le vene varicose, queste vene gonfie dell'orifizio anale sono sia ereditarie, sia provocate dalle cattive abitudini di alimentazione e di evacuazione. Quindi smettetela di arrossire, sedetevi su un cuscino morbido e leggete che cosa dicono gli esperti di questo disturbo diffusissimo. - "Non vi sforzate". La strategia più efficace contro le emorroidi è andare dritti alla fonte del problema. Praticamente sempre, sopra un fondo schiena con le emorroidi c'è una persona che spinge e grugnisce. Se non sapete che andare al gabinetto non dev'essere per forza una cosa lunga e faticosa, probabilmente avete le emorroidi. Sbuffare e sforzarsi sul water comporta appunto il genere di sforzo che serve a far gonfiare e ingorgare le vene del retto. Dopo di che, le feci dure peggiorano le cose escoriando una zona già irritata. Soluzione? Bevete molta acqua, mangiate molta fibra, e servitevi spesso dei rimedi che vi presentiamo qui di seguito.- "Oliate gli ingranaggi". Una volta aumentate l'acqua e la fibra le feci dovrebbero essere più morbide e richiedere meno sforzo per l'espulsione. Potete rendere le cose ancora più facili lubrificando lo sfintere anale con un po' di vaselina, suggerisce il dottor Edmund Leif, chirurgo del colon e del retto a Phoenix e a Scottsdale, nell'Arizona.
Con un batuffolo di cotone o con un dito applicate la vaselina per un paio di centimetri all'interno del retto. - "Pulizia con dolcezza". La vostra responsabilità nei confronti delle emorroidi non finisce con la defecazione. E' importantissimo usare la dolcezza anche dopo, avverte il dottor John O. Lawder, un medico specializzato in medicina preventiva e nutrizione che esercita a Torrance, in California. La carta igienica può essere ruvida, e alcuni tipi contengono prodotti chimici irritanti. Comprate solo carta igienica non profumata e non colorata (cioè bianca), e inumiditela sotto il rubinetto prima di ogni passata. - "Scegliete una carta igienica superconfortevole". La carta igienica lubrificata non è ancora in vendita. Però potete trovare dei fazzolettini imbevuti di sostanze lenitive, e questi, segnala il dottor Lawder, sono la cosa più gentile per le emorroidi oggi disponibile sul mercato. - "Non grattatevi". Le emorroidi prudono, e una grattata può farvi sentire meglio. Ma non cedete alla tentazione. Potete danneggiare le pareti di queste vene delicate e peggiorare non poco i vostri guai, insiste il dottor Lawder. - "Non sollevate un pianoforte proprio oggi". Alzare grossi pesi e fare esercizi fisici molto impegnativi può sottoporvi allo stesso tipo di sforzo che fareste sul gabinetto, dichiara il dottor Leff. Se siete facili alle emorroidi, chiedete aiuto a un amico, o pagate qualcuno per aiutarvi a muovere quel piano o quell'armadio. - "Mettetevi a bagno". Secondo molti esperti, il semicupio, che si fa stando seduti a gambe piegate nella vasca da bagno, in 10-15 centimetri di acqua tiepida, è tuttora al primo posto nella lista dei rimedi antiemorroidi. L'acqua tiepida allevia il dolore perché stimola l'afflusso di sangue nella zona, il che aiuta a riequilibrare le vene gonfie, afferma J. Byron Gathright junior, primario del dipartimento di chirurgia del colon e del retto alla Ochsner Clinic di New Orleans, in Louisiana. - "Applicate un prodotto antiemorroidi". Ci sono in vendita molte creme e supposte antiemorroidarie. Anche se di solito non fanno sparire il vostro problema (nonostante quello che dice la pubblicità), parecchie agiscono come antidolorifici locali e possono diminuire un po' il disagio, commenta il dottor Gathright. - "Provate l'amamelide". Un po' di amamelide ("Hamamelis virginiana") applicata al retto con un batuffolo di cotone è uno dei migliori rimedi in assoluto per le emorroidi esterne, soprattutto se sanguinanti, dichiara il dottor Marvin Schuster, capo del dipartimento di malattie digestive di un centro medico di Baltimora, nel Maryland, e docente all'Università Johns Hopkins. I barbieri, quando vi tagliano, spesso usano l'amamelide perché contrae e fa richiudere i vasi sanguigni osserva il dottore. - "Occhio al peso". Le persone sovrappeso, che scaricano più pressione sulle estremità inferiori, tendono ad avere più problemi con le emorroidi, spiega il dottor Lawder, proprio come con le vene varicose. - "Controllate il sale". D'accordo, le noccioline salate vi piacciono, però vi fanno peggiorare le emorroidi. L'eccesso di sale trattiene i liquidi nel sistema circolatorio, e questo fa gonfiare le vene nell'ano e non solo, nota il dottor Lawder. - "Evitate alcuni cibi e bevande". Ci sono cibi che non peggiorano direttamente le emorroidi, ma possono darvi altri fastidi anali perché vi irritano mentre passano per l'intestino. Controllate l'eccesso di caffè, le spezie forti, la birra e le bevande alla cola, suggerisce il dottor Leff. - "Incinta? Scegliete il lato giusto".
Le donne incinte sono particolarmente esposte alle emorroidi, anche perché l'utero è posto direttamente sopra i vasi sanguigni che scaricano il sangue delle vene emorroidali, rileva Lewis R. Townsend, insegnante di ostetricia e ginecologia all'ospedale della Georgetown University di Washington. Un rimedio antiemorroidi specifico per la gravidanza è sdraiarsi sul lato sinistro per circa 20 minuti ogni 4 o 6 ore, suggerisce il dottor Townsend. In questo modo diminuite la pressione sulle principali vene che fanno defluire il sangue dalla metà inferiore del corpo. - "Date una spintarella". A volte con la parola 'emorroidi' si indica non una vena gonfia ma un prolasso della mucosa rettale. Se avete questa emorroide estroflessa, provate a risospingerla nel canale anale, consiglia il dottor Townsend. Le emorroidi che pendono sono le primissime candidate a formare dei trombi. - "Sedetevi su una ciambella". Ovviamente intendiamo i cuscini a forma di ciambella. Sono in vendita in farmacia e nei negozi di ortopedia e sono utili per chi soffre di emorroidi e deve stare per molto tempo seduto, segnala il dottor Townsend.
AVVERTENZA MEDICA: "Le emorroidi che hanno bisogno d'aiuto". Se avete sempre avuto un posteriore sano e improvvisamente avete dei problemi, può trattarsi di emorroidi. Ma può essere qualcosa d'altro. Per esempio, se il disagio è accompagnato da prurito e siete tornati da poco da un viaggio esotico potreste avere dei parassiti, e avere bisogno di un trattamento medico per liberarvene. Il sanguinamento del retto merita sempre una visita dal dottore, sostiene il dottor Edmund Leff. Le emorroidi non diventano mai cancro, ma possono sanguinare, ma anche un tumore può sanguinare spiega il dottor Leff. Oppure in una vena anale dilatata si può formare un trombo, creando una zona ingrossata, blu, gonfia e dura che è molto dolorosa dice il dottor John O. Lawder. In molti casi il trombo può essere estratto facilmente in ospedale.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Una soluzione erboristica". Un mio paziente ha scoperto che la collinsonia è la sola cosa che riesce a tenere a bada le sue emorroidi afferma Grady Deal, chiropratico e psicoterapeuta di Koloa, Kauai, nelle Hawaii. La collinsonia è un antico rimedio erboristico, molto apprezzato nel secolo scorso, e che si può ancora trovare in qualche erboristeria. La "Collinsonia canadensis" viene descritta come una pianta il cui impiego principale è rinforzare la struttura e la funzionalità delle vene; secondo il dottor Deal funziona come un astringente, il che può essere utile con le emorroidi. Prendetene due capsule (375 milligrammi ciascuna) due volte al giorno con un bicchierone d'acqua durante i pasti, se il problema è acuto. Alcuni pazienti hanno bisogno di una dose di mantenimento di due compresse al giorno, per tenere sotto controllo i sintomi conferma il dottor Deal. (Ma prima chiedete il parere del vostro medico.)
47. ENDOMETRIOSI. 12 + 1 tecniche per affrontarla. Per anni e anni il dolore si è insinuato nella vostra vita quotidiana come un ladro nella notte, rubandovi tempo, serenità emotiva e felicità. Molte volte la regione lombare vi fa male, senza motivo apparente. Andare di corpo e fare l'amore è doloroso. Quando arriva il ciclo mestruale, crampi violenti vi tengono a letto per un giorno o due. Il ginecologo vi ha detto che questo insidioso intruso si chiama endometriosi. Il tessuto dell'endometrio, che dovrebbe foderare l'interno dell'utero ed essere eliminato ogni mese con il ciclo mestruale, cresce anche fuori dall'utero, intorno alle ovaie, alle trombe di Falloppio o ai legamenti che sostengono l'utero. Dove arriva, forma cicatrici a ragnatela ancorandosi ai vostri tessuti interni. Poi, come il normale tessuto dell'endometrio, si gonfia e si scioglie durante le mestruazioni, lasciando un residuo che non può uscire dall'organismo e che può provocare infiammazione e aderenze. Probabilmente il vostro medico sta provando uno dei molti trattamenti disponibili per tenere sotto controllo la vostra endometriosi. Nel frattempo c'è qualcosa che potete fare per aiutarvi a diminuire il disagio. - "Parlatene con qualcuno". Provate a chiamare il consultorio familiare della vostra zona, consiglia Mary Lou Ballweg, co-fondatrice dell'associazione internazionale dell'endometriosi, che ha il suo quartier generale a Milwaukee, nel Wisconsin. Mary Lou Ballweg ha fondato l'associazione quando ha avuto bisogno di aiuto per l'endometriosi. A volte è un conforto anche solo sapere che non si è da sole, sapere che c'è gente che sta passando attraverso le stesse prove dichiara l'infermiera Mary Sinn. Dovreste impegnarvi a conoscere meglio il vostro problema insiste Mary Lou Ballweg. Se contate solo sul vostro medico, non è abbastanza. Sembra che stiano meglio le donne che si cercano le soluzioni da sole. Le donne con problemi di fertilità legati all'endometriosi possono trovare ulteriore aiuto nei gruppi di sostegno per la sterilità, aggiunge Mary Sinn. - "Tenete i tempi". Registrate i tempi del vostro ciclo. Notate quando i sintomi peggiorano e quando si avvertono appena appena. Tenete d'occhio quello che mangiate e lo sport che fate. Poi valutate se dieta e esercizio fisico influenzano il vostro ciclo, suggerisce Kay Evans, una psicoterapista di Littleton, nel Colorado, che ha l'endometriosi anche lei. Magari potete tenere sotto controllo una parte dei vostri sintomi evitando le cose che vi fanno star male e scoprendo che cosa vi fa sentire meglio. - "Bloccate le prostaglandine". Una delle cause dei crampi, soprattutto nel momento delle mestruazioni, è che il vostro corpo produce troppe prostaglandine, che sono ormoni della mucosa uterina. Le prostaglandine stimolano eccessivamente i muscoli dell'utero e li costringono a lavorare senza interruzioni. Così, come in ogni muscolo che lavora troppo, arrivano i crampi. Gli antidolorifici da banco più adatti sono gli antagonisti delle prostaglandine come l'ibuprofen. Prendete due compresse insieme, suggerisce Camran Nezhat, ginecologo ed esperto di fertilità di Atlanta, in Georgia. - "Mangiate più pesce". Mangiare pesce significa aggiungere alla vostra dieta altre antiprostaglandine naturali, segnala il dottor Nezhat. Il pesce contiene gli acidi grassi della serie omega-3, che modificano favorevolmente i processi di sintesi delle prostaglandine implicate nell'infiammazione.
- "Un po' di calore". Alcuni dei rimedi del buon tempo antico per i crampi mestruali sono utili anche per le donne con l'endometriosi, osserva Mary Sinn. Provate il riposo a letto, il calore umido, oppure uno scaldino e una bevanda calda per rilassare i muscoli contratti dell'addome. - "Provate un impacco freddo". Se il calore non funziona, forse siete un soggetto che si trova meglio con il freddo, aggiunge Mary Sinn. Mettete una borsa di ghiaccio sulla parte bassa dell'addome. - "La ginnastica come antidolore". L'esercizio fisico riduce il livello degli estrogeni, quindi può rallentare la crescita dell'endometriosi. Inoltre l'attività fisica aumenta la produzione delle endorfine, gli analgesici naturali. Provate uno sport tranquillo come camminare, perché l'esercizio troppo impegnativo può sottoporre a tensione le aderenze e il tessuto cicatriziale. Nancy Fletcher, a cui è stata diagnosticata l'endometriosi nel 1980 e che è coordinatrice del programma di supporto e sviluppo per la Endometriosis Association, cammina per tre chilometri al giorno e corre per sei chilometri tre volte la settimana. Secondo lei l'esercizio fisico unito a un atteggiamento positivo verso la vita, riesce ad alleviare i suoi sintomi. - "Riducete la caffeina". Secondo il dottor Nezhat, sembra che la caffeina (che è contenuta in certe bibite, nel tè, nel caffè) peggiori il dolore, almeno in alcune donne. Il suo consiglio alle donne è di evitare la caffeina. - "Tamponi? Meglio dl no". Il dottor Nezhat ritiene che lasciar scorrere il flusso mestruale liberamente e senza ostacoli aiuti a prevenire l'endometriosi. I tamponi possono contribuire ai crampi mestruali perché si incastrano nella vagina come un tappo. Usate gli assorbenti esterni invece dei tamponi, soprattutto se avete la vagina, o l'apertura vaginale, molto stretta. - "Prendete un'altra posizione". A volte le donne con l'endometriosi hanno anche l'utero retroverso e trovano doloroso il rapporto sessuale, osserva il dottor Nezhat. Durante il rapporto il pene dell'uomo spinge contro l'utero, urtando i nervi. La soluzione, dichiara il dottore, è adottare un'altra posizione. Una posizione che consente la penetrazione senza dolore, secondo il dottore, è quella con l'uomo inginocchiato dietro la donna che sta carponi.- "Usate un lubrificante naturale". Secondo il dottor Nezhat, per facilitare un rapporto doloroso può servire un po' di lubrificazione extra. E le donne che fanno fatica a restare incinte (un problema frequente nell'endometriosi) dovrebbero usare bianco d'uovo invece di vaselina. La vaselina uccide lo sperma, afferma il dottore mentre l'albume d'uovo no. Il bianco d'uovo può incoraggiare lo sperma a correre verso l'ovulo. Se non avete voglia di maneggiare le uova, in farmacia trovate appositi prodotti. - "Se state male, premete i punti giusti". L'agopressione dà sollievo al dolore senza bisogno di medicine. Questo è importante, secondo Susan Anderson, presidente della sezione di Los Angeles della Endometriosis Association. Quando il dolore comincia, ci sono due punti che lei preme per aver sollievo. Un punto è all'interno della gamba, circa 6 centimetri sopra la sporgenza della caviglia. Saprete di aver trovato il punto giusto se sentirete un punto particolarmente sensibile, spiega Susan Anderson. L'altro punto è dove si incontrano le ossa del pollice e dell'indice. Premetelo più forte che potete.
BOX: "Gli effetti della gravidanza". Secondo i medici, la gravidanza e l'allattamento inducono cambiamenti ormonali nelle donne con l'endometriosi, e per qualche tempo possono cessare alcuni sintomi di questo doloroso disturbo uterino. Purtroppo alcuni studi hanno mostrato che le donne con l'endometriosi tendono a essere meno fertili delle altre. Quelle che concepiscono hanno una maggiore percentuale di aborti e di gravidanze ectopiche, in cui cioè l'uovo fecondato si impianta fuori dall'utero. E anche se i sintomi dell'endometriosi spariscono durante la gravidanza, spesso tornano dopo la nascita del bambino, riferisce la Endometriosis Association.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un'idea cinese". Alcune donne dicono che una tecnica terapeutica cinese allevia i dolorosi sintomi dell'endometriosi, dichiara la psicoterapeuta Kay Evans. Il metodo è chiamato 'moxibustione' ed ecco come funziona. I bastoncini della moxa, fatti di foglie di artemisia arrotolate strette come un sigaro sottile, vengono accesi a un'estremità finché non si forma la brace. Poi il bastoncino viene avvicinato ai punti di agopressione che corrispondono alle zone doloranti, finché la pelle non diventa rosa e non si ha una sensazione di forte calore (senza però scottarsi). Il sollievo, dicono le donne che hanno provato, dura per ore. Prima di sperimentare questa tecnica, dovete farvi spiegare i punti a cui avvicinare i bastoncini della moxa e come usarli correttamente, avverte Kay Evans. I bastoncini si trovano in alcuni negozi di prodotti orientali o di alimentazione naturale. Un agopuntore può darvi informazioni su come reperire le giuste istruzioni per l'uso.
48. ENFISEMA. 21 rimedi per riuscire a respirare. Quando il dottore ve l'ha detto, è stato davvero un colpo. Enfisema. La diagnosi è scesa intorno a voi come un sipario nero, isolandovi dalle cose che vi piace fare, dalle persone che amate, dalla sensazione che, bene o male, potete contare sul vostro corpo. Quello che avete scoperto subito dopo non è stato di grande aiuto. In sé l'enfisema è molto raro. Di solito è complicato dalla bronchite cronica o dall'asma. E non ci sono cure mediche che risolvono l'enfisema, non c'è modo di riparare il danno che è stato fatto alle vostre vie respiratorie. Insomma, siete lì bloccati, con i vostri polmoni che sono invecchiati più in fretta di voi. Questa era la parte brutta. Ma poi avete scoperto qualcosa di nuovo su voi stessi. Voi siete più duri del vostro enfisema, siete più in gamba di lui. E avete preso una decisione. Questo è l'anno in cui riprenderete il controllo della vostra salute, imparando a lavorare meglio ed a vivere più semplicemente.
D'ora in avanti risparmierete le vostre energie per le cose che volete fare davvero. Ed ecco come. - "Smettete di fumare, adesso!". Certo, il dottore ve l'ha già detto. Ma è meglio ripeterlo ancora. Non è mai troppo tardi per smettere dichiara Henry Gong, docente di medicina all'Università della California, a Los Angeles. Anche se smettete dopo i cinquanta o i sessant'anni, aiuterete i vostri polmoni a rallentare il deterioramento. Un altro vantaggio: la vostra capacità di fare esercizio fisico crescerà immediatamente. La teoria più accettata sul modo in cui il fumo provoca l'enfisema è questa. Il fumo di sigaretta stimola i neutrofili, i guerrieri antimalattia dei globuli bianchi, a migrare selettivamente nei polmoni. A quanto sembra i neutrofili emettono i loro enzimi, che digeriscono i tessuti polmonari, spiega il dottor Gong. Nei soggetti normali c'è un equilibrio fra questo enzima (tripsina) e l'antitripsina, l'enzima che lo blocca. In qualche raro caso anche i non fumatori possono avere l'enfisema. Sono vittime di una rara alterazione proteica congenita, e sono carenti di antitripsina. - "State alla larga dal fumo passivo". Se il fumo delle vostre sigarette vi fa male, anche il fumo delle sigarette di vostra moglie (o marito) e l'aria fumosa di una discoteca non scherzano. Dopo decenni di convivenza un coniuge non fumatore può prendersi un tumore ai polmoni a causa di un compagno che fuma, ricorda il dottor Gong. - "Evitate gli allergeni". Se sapete di avere delle allergie che influiscono sul vostro respiro, è doppiamente importante che teniate gli allergeni alla larga quando avete l'enfisema, sottolinea il dottor Gong. (Per maggiori informazioni sul controllo delle allergie vedi il capitolo 'Allergie'). - "Tenete sotto controllo tutto quello che potete". Non potete aggiustare le vostre vie respiratorie. Quello che potete fare, sostiene lo specialista di malattie polmonari Robert Sandhaus, consulente di numerosi centri specialistici a Denver, nel Colorado, è aumentare l'efficienza del vostro modo di respirare, di usare i muscoli e di fare il vostro lavoro. Per esempio, potete sistemare l'arredamento della vostra cucina in modo di fare con cinque passi quello che facevate in dieci, dice il dottore. - "Fate esercizio fisico". Tutti i nostri esperti sono d'accordo: l'esercizio fisico è di importanza vitale per chi soffre di enfisema. Quale in particolare? Probabilmente camminare è lo sport migliore in assoluto afferma Robert B. Teague, assistente di medicina al Baylor College of Medicine. Dovete anche fare esercizio per tonificare i muscoli delle braccia. Provate a usare manubri di uno o due chili e lavorate sui muscoli del collo, delle spalle e del torace. Questo è importante, sottolinea il dottore, perché chi soffre di problemi cronici ai polmoni usa di più i muscoli respiratori del collo e della parte superiore del torace. Pare che le persone con asma ed enfisema traggano grossi benefici dal nuoto, perché questo sport consente di respirare aria molto umidificata, rileva il dottor Teague. - "Mangiate poco e spesso". Man mano che l'enfisema progredisce e le vie aeree si ostruiscono, i polmoni vengono dilatati dall'aria che vi rimane imprigionata. I polmoni ingranditi premono sull'addome, lasciando meno spazio per l'espansione dello stomaco. Ecco perché sei piccoli pasti vi fanno meglio di tre grandi. La cosa migliore per voi, suggerisce il dottor Teague, è scegliere cibi ricchi di calorie, come gli alimenti molto proteici.
Inoltre la digestione prolungata porta sangue ed ossigeno allo stomaco e lo toglie dalle altre parti del corpo, che possono averne più bisogno. - "Mantenete il vostro peso ideale". Ci sono enfisematosi che aumentano molto di peso e tendono a trattenere liquidi, osserva il dottor Teague. Ci vuole più energia a portarsi intorno un peso extra. Più siete vicini al vostro peso ideale e meglio è per i vostri polmoni. Il vero paziente di enfisema tende a essere pelle e ossa aggiunge il dottor Teague. Chi ha l'enfisema è costretto a respirare con maggior forza e brucia più energie. Se siete sottopeso, aumentate coscienziosamente le calorie avverte il dottore. I cibi ad alto tasso di proteine sono una buona fonte di calorie. - "Diventate campioni di respirazione". Ci sono parecchie cose che potete fare per ricavare il massimo rendimento da ogni respiro che fate. "Respirate regolarmente". Quando il dottor Teague ed i suoi colleghi hanno studiato venti pazienti con enfisema avanzato hanno scoperto che anche in condizioni normali questi soggetti avevano ritmi respiratori altamente caotici. I loro respiri erano di tutti i tipi, lunghi, corti. Abbiamo insegnato loro a respirare regolarmente ed è servito, almeno a breve termine. "Respirate con il diaframma". E' il modo più efficace di respirare. I bambini lo fanno naturalmente. Se li guardate, vedete che il loro addome si alza e si abbassa a ogni respiro. Forse non sapete se respirate con il diaframma o con il torace? Francisco Perez, assistente di neurologia al Baylor College of Medicine, prescrive ai suoi pazienti di sdraiarsi, di mettere sull'addome un libro e di vedere che cosa succede quando respirano. "Ripulite le vie respiratorie". I vostri muscoli respiratori si rinforzeranno se espirate lentamente attraverso le labbra socchiuse per mezz'ora al giorno, segnala il dottor Gong. Provate a espirare in un tempo doppio di quello impiegato per inspirare. Questo vi aiuterà a liberarvi i polmoni dall'aria viziata, in modo che possa entrare aria fresca. Potete anche comprare in farmacia un apposito apparecchietto che fa resistenza quando ci soffiate contro. E' una specie di boccaglio di plastica con un anello in fondo spiega il dottor Sandhaus. Quando fate girare l'anello, l'apertura si allarga o si stringe. Si comincia con l'apertura al massimo: prendete un respiro profondo e buttatelo fuori. Una volta che siete a vostro agio con un livello, passate a un altro. In altri apparecchi dovete sollevare una pallina con il respiro, oppure far scorrere un indicatore su una scala graduata. - "Provate le vitamine C ed E". Il dottor Sandhaus prescrive ai suoi pazienti enfisematosi di prendere due volte al giorno un minimo di 250 milligrammi di vitamina C e 800 U.I. di vitamina E (naturalmente non praticate questa terapia vitaminica senza l'approvazione e la supervisione del vostro medico). Il dottor Sandhaus dice che la terapia vitaminica non è provata scientificamente, ma che a queste dosi non può far male. Secondo lui le vitamine C ed E funzionano perché sono antiossidanti. Sappiamo che sono gli ossidanti del fumo di sigaretta a danneggiare i polmoni nota il dottore. - "Affrontate il vostro dispiacere". La vostra vita con l'enfisema non sarà la stessa di prima. Passate, senza tirarvi indietro, attraverso ogni stadio del processo di 'Iutto', consiglia il dottor Perez.
Capita a tutti di subire delle perdite e voi avete perso la vostra integrità fisica. Ma a questo punto vi rendete conto che potete affrontare la situazione. Lo stadio finale dell'adattamento è il compromesso afferma il dottore. Questo significa che bisogna fare delle concessioni reciproche, invece di vedere le cose in bianco e nero. - "Rilassatevi". Se a livello soggettivo considerate il vostro problema come una minaccia, mettete in moto dei meccanismi psicologici che possono peggiorare l'enfisema sostiene il dottor Perez. Se siete costantemente in allarme, vi serve moltissimo ossigeno. Sono i vostri pensieri a creare la situazione di allarme, quindi dovete imparare a tenerli a bada. - "Concentratevi sul presente". Quando vi sentite colpevoli perché vi siete procurati questa malattia, dirigete la vostra attenzione sul momento presente e concentratevi su quello che sta succedendo adesso, avverte il dottor Perez. Non potete fare niente per cambiare quello che e successo in passato. Potete solo trarne un insegnamento. Rabbia e sensi di colpa sono normali, dice il dottore. La cosa migliore è parlarne e poi cercare di metterli da parte. - "Datevi piccoli obiettivi". Un modo per passare dall'idea che 'I'enfisema è invalidante' a 'I'enfisema è qualcosa che posso controllare' è darsi dei piccoli obiettivi realistici, propone il dottor Perez. L'esercizio fisico è uno splendido sistema per aumentare la fiducia in se stessi, secondo il dottore. Fissatevi alcuni obiettivi concreti che abbiano un riscontro fisico. Usate tabelle e grafici per misurare i vostri progressi. Questo vi darà una testimonianza obiettiva della vostra capacità di fare una certa cosa. - "Rivolgetevi a un servizio di riabilitazione". Potreste chiedere aiuto a un servizio di riabilitazione respiratoria, suggerisce il dottor Gong. Le statistiche segnalano che questi programmi fanno scendere il numero dei ricoveri in ospedale conferma il dottor Gong. - "Usate un membro della famiglia come 'allenatore'". Convincete la persona che avete accanto a diventare il vostro allenatore per aiutarvi a superare i momenti in cui avete il fiato corto, suggerisce il dottor Perez. Un allenatore può aiutarvi con le tecniche base del rilassamento. Può sedersi accanto a voi e chiedervi che cosa state pensando prima e durante l'attacco. Psicologicamente i pazienti di enfisema sono normalissimi nota il dottore. Una volta che verbalizzano quello che stanno pensando, si rendono conto che sono cose ridicole. Appena si mettono a ridere, si rilassano, e immediatamente il respiro torna normale. - "Non isolatevi". Non generalizzate, in fatto di fiato corto insiste il dottor Teague. Alcuni pazienti con l'enfisema pensano: 'Probabilmente non ce la faccio' e siccome hanno paura di uscire e ritrovarsi a corto di fiato, smettono di andare nei posti che amano. Non lasciate che il problema vi isoli. - "Scegliete il ritmo giusto". L'altra cosa che gli enfisematosi devono imparare è fare le cose con il proprio ritmo continua il dottor Teague. Possono fare davvero quello che vogliono, ma devono farlo al loro passo. Non è facile imparare a camminare più adagio.
- "Lavorate in modo più intelligente". Le piccole cose possono fare grandi differenze. Potete risistemare gli spazi di lavoro in modo da fare più cose con meno sforzo? Per esempio, perché non vi procurate un carrello porta-oggetti per aiutarvi mentre fate le faccende di casa? Piccole soluzioni come queste possono ripagarvi con una dose supplementare di energia. - "Coordinate il respiro con gli sforzi". I lavori di casa sono più facili se vi ricordate di sollevare le cose mentre espirate a labbra socchiuse. Inspirate mentre siete a riposo. Allo stesso modo, se dovete salire le scale, salite mentre espirate a labbra socchiuse e inspirate mentre siete fermi. - "Non usate spray superflui". Non è il caso di peggiorare i vostri problemi respiratori inalando sostanze sconosciute. Usate prodotti per capelli liquidi o in gel, e deodoranti solidi o a sfera. Evitate di usare prodotti spray per la pulizia della casa. - "State comodi". Per quanto riguarda i vestiti, scegliete indumenti che permettano al torace e all'addome di allargarsi liberamente. Questo significa niente cinture, reggiseni o reggicalze stretti.
49. ERUTTAZIONI. 4 proposte per metterle a tacere. Di solito le eruttazioni sono provocate dall'aerofagia, il termine medico che significa 'inghiottire aria'. Tutti noi ci portiamo dietro continuamente, nel sistema gastrointestinale, una certa quantità di aria e di altri gas. Tuttavia il corpo continua ad incamerare aria ed altri gas nel corso della giornata, in parte attraverso la bocca e in parte producendone direttamente. Il corpo cerca costantemente di liberarsi dell'eccesso di gas. Una delle soluzioni che trova sono le eruttazioni. Le bibite gassate e la birra sono una causa certa di problemi, ma anche la saliva contiene piccole bolle d'aria che arrivano allo stomaco con ogni boccone. Chi inghiotte aria insieme con il cibo, va in cerca di guai, ma i rutti sono un problema che potete, decisamente, curare da soli. La maggior parte di noi, con un po' di pratica, riesce perfettamente a controllare l'aria che inghiotte e può riservare il medico per qualcosa di più serio. - "Fate attenzione all'aria". Ogni volta che inghiottite, potete mandar giù anche 150 centimetri d'aria avverte André Dubois, gastroenterologo di Bethesda, nel Maryland. E le persone molto nervose lo fanno spessissimo. Il dottor Dubois nota che alcuni soggetti sono degli inghiottitori compulsivi (una specie di tic nervoso) e creano il problema semplicemente mandando giù troppa saliva. Potete migliorare una situazione come questa imparando a controllare i vostri riflessi di inghiottimento spiega il dottore. Basta semplicemente farci attenzione. Chiedete ai familiari o agli amici di avvertirvi se si accorgono che deglutite molto. Probabilmente da soli non ve ne accorgete. Se siete consapevoli dell'abitudine, automaticamente la ridurrete, assicura il dottor Dubois. Ci sono anche altre abitudini personali che potete cambiare per aiutarvi a ingurgitare meno aria.
- Evitate le bibite gassate. - Mangiate lentamente e masticate completamente ogni boccone prima di inghiottirlo. - Masticate sempre con la bocca chiusa. - Evitate il chewing gum. - Non bevete dalla bottiglia o dalla lattina, e non usate la cannuccia. - Evitate gli alimenti che contengono molta aria come birra, gelato, soufflé, omelette e panna montata. - "Basta con il tic dell'inghiottire". Qualcuno ha osservato che gli ingurgitatori cronici d'aria potrebbero andare avanti a riemetterla per sempre, perché i rutti tendono a stimolare altri rutti. Ma anche i soggetti cronicamente nervosi possono essere aiutati. Marvin Schuster, primario del dipartimento di malattie digestive in un centro medico di Baltimora, a volte prescrive una matita a chi inghiotte aria e tende a 'esplodere' nelle situazioni di tensione. Se stringete i denti intorno a una matita, a un tappo, a un vostro dito, la bocca rimane aperta e inghiottire è difficile spiega il dottore. - "Dite addio agli alimenti che producono gas". Se mangiamo un po' troppo, un po' troppo in fretta, poi ruttiamo, è normale, dichiara Samuel Klein, assistente di gastroenterologia e nutrizione umana all'Università del Texas, a Galveston. Ma c'è chi continua a ruttare un'ora dopo l'altra, un giorno dopo l'altro, e questa è un'altra cosa. Questa è eruttazione cronica. Se avete questo problema, può essere utile diminuire il consumo di cibi che producono gas nella parte alta del sistema digestivo. In generale questi alimenti comprendono i grassi come olio, margarina e panna acida. - "Sconfiggete le bollicine con il dimeticone". Per aiutarvi ad alleviare un problema che già esiste, gli esperti di malattie digestive a volte raccomandano gli antiacidi a base di dimeticone. Il dimeticone suddivide in bollicine le grosse bolle nello stomaco, e questo può diminuire le eruttazioni dichiara il dottor Klein. Ma non riduce la quantità di gas.
50. FEBBRE. 10 + 9 tattiche per affrontarla. Come sei caldo! In certi ambienti è un complimento. Però in questo momento è solo un fatto, freddo e oggettivo: la vostra temperatura è salita e voi non vi sentite affatto bene. Ora come ora, in confronto a voi il diavolo è un tipo freddo. Ma prima di prendere qualche iniziativa per spegnere il fuoco, ascoltate quello che dicono i medici. - "Controllate se avete davvero la febbre". Anche se 37 gradi è considerata la norma, non è che il numero sia scolpito sulla pietra. La temperatura 'normale' varia da persona a persona e fluttua ampiamente durante il giorno.
Cibo, troppi vestiti, eccitazione emotiva ed esercizio fisico vigoroso possono innalzare la temperatura, spiega Donald Vickery, consulente sanitario aziendale e assistente alla Georgetown University. In realtà l'esercizio fisico impegnativo può alzare la temperatura corporea fino a 39 gradi. E di solito i bambini hanno temperature più alte degli adulti, e maggiori variazioni durante il giorno. La regola generale è questa: se la vostra temperatura è fra 37,2 e 37,7 cominciate a pensare alla possibilità della febbre. Se è 37,7 o più gradi, è febbre afferma il dottore. Leonard Banco, assistente di pediatria all'Università del Connecticut, aggiunge che spesso l'aspetto di una persona indica le sue condizioni meglio dei numeri nudi e crudi. - "Non combattete la febbre". Ricordate che la febbre in sé non è una malattia, è solo un sintomo. Anzi è uno dei meccanismi che l'organismo usa per difendersi dalle infezioni, sostiene l'ufficiale sanitario Stephen Rosenberg, professore associato di salute pubblica alla Columbia University. E la febbre può avere uno scopo molto utile: abbrevia la malattia, potenzia l'effetto degli antibiotici e rende l'infezione meno contagiosa. Questi vantaggi bilanciano il disagio di lasciare che la disprezzata febbre faccia il suo corso, dichiara il dottore. Se sentite il bisogno di un conforto speciale, provate quanto segue. - "Bevete a volontà". Quando siete accaldati, il corpo traspira per rinfrescarvi. Ma se perdete troppa acqua, come può succedere con una febbre molto alta, il corpo blocca i dotti escretori per evitare ulteriori perdite d'acqua. A questo punto è più difficile affrontare la febbre. Morale: bevete, marinai, o la nave affonda. Oltre all'acqua semplice i medici consigliano queste bevande. "Succhi di frutta e di verdura". Sono ricchi di vitamine e minerali, spiega la consulente nutrizionale Eleonore Blaurock-Busch, presidente e direttore di Trace Minerals International, un laboratorio chimicomedico di Boulder, nel Colorado. In particolare la dottoressa consiglia i succhi di barbabietola e di carote, ricchissimi di elementi nutritivi. "La tisana di un esperto". Anche se qualsiasi tisana fornisce il liquido che vi occorre, ce ne sono alcune particolarmente adatte per la febbre, sostiene la dottoressa Blaurock-Busch. Una delle sue formule preferite combina in parti uguali timo, fiori di tiglio e fiori di camomilla secchi. Il timo ha proprietà antisettiche, la camomilla riduce l'infiammazione e il tiglio stimola la sudorazione, spiega la dottoressa. Mettete in infusione un cucchiaino della mistura in una tazza d'acqua bollente per 5 minuti. Colate e bevete l'infuso caldo più volte al giorno. Potete trovare queste erbe nelle erboristerie e nei negozi di alimenti naturali. "Infuso di tiglio". Questa tisana è ottima anche da sola, segnala la dottoressa, e stimola la sudorazione che fa calare la febbre. Usate un cucchiaino di fiori in una tazza d'acqua bollente. Preparate come sopra e bevete l'infuso caldo, più volte al giorno. "Corteccia di salice". La corteccia è ricca di salicilati, composti simili all'aspirina, ed è considerata 'I'antifebbre della natura', riporta la dottoressa Blaurock-Busch. Mettetela in infusione e bevetela a piccole dosi. "Sambuco nero". Un altro trattamento classico per la febbre. Il sambuco nero è preferibile alla corteccia di salice se siete allergici all'aspirina, avverte la dottoressa. Anche in questo caso fatene un infuso e bevetene a piacere. "Ghiaccio". Se avete troppa nausea per bere, potete succhiare il ghiaccio.
Per amore di varietà potete succhiare cubetti di succo di frutta congelato e per rallegrare un bambino con la febbre, potete mettere in ogni cubetto un acino d'uva o una fragola. - "Impacchi rinfrescanti". Gli impacchi caldi e umidi, per quanto strano possa sembrare, aiutano a diminuire il calore del corpo, segnala la dottoressa. Quando, però, il paziente comincia a sentirsi fastidiosamente caldo, togliete gli impacchi caldi e applicatene di freddi alla fronte, ai polsi ed ai polpacci. Tenete coperto il resto del corpo. Ma se la febbre sale oltre i 39,5, avverte la dottoressa, non usate impacchi caldi, ma freddi, per evitare che la febbre salga ancora. Cambiateli appena si scaldano e continuate finché la febbre non diminuisce. - "Una spugnatura antifebbre". Anche l'evaporazione ha un effetto rinfrescante sulla temperatura del corpo. L'infermiera diplomata Mary Ann Pane di Philadelphia, in Pennsylvania, raccomanda acqua fredda di rubinetto per aiutare la pelle a dissipare l'eccessivo calore. Potete fare spugnature su tutto il corpo, avverte Mary Ann Pane, ma in particolare sulle zone in cui di solito il calore è più intenso, come le ascelle e l'inguine. Strizzate la spugna e passatela su una zona alla volta, tenendo coperto il resto del corpo. Il calore corporeo asciuga direttamente l'umidità, quindi non c'è bisogno di asciugare con un panno.I medici avvertono che l'alcol, anche se evapora più in fretta dell'acqua, può essere fastidioso per un soggetto con la febbre. In più c'è il rischio di inalarne i vapori o di assorbirlo attraverso la pelle. - "Fate un bagno". Spesso quando ho la febbre mi vengono i brividi segnala il dottor Gossel. A questo punto sto meglio se mi metto in una bella vasca di acqua calda. Il dottor Banco prescrive ai bambini bagni a temperatura ambiente. Come trattamento alternativo il dottore suggerisce di mettere asciugamani bagnati sopra e sotto il bambino e di cambiarli ogni quarto d'ora. - "Non c'è bisogno di soffrire". Se state proprio male, prendete un antidolorifico. Per gli adulti il dottor Vickery raccomanda o due aspirine o due compresse di paracetamolo ogni quattro ore. Il vantaggio del paracetamolo, sottolinea il dottore, è che provoca poche allergie. L'aspirina e il paracetamolo agiscono in modi leggermente diversi, nota il dottore, e potrebbe essere il caso di usare l'una e l'altro insieme se un solo prodotto non è efficace. Eventualmente alternate i medicinali, prendendo prima due aspirine e due ore dopo due compresse di paracetamolo. Assicuratevi di avere l'approvazione del vostro medico. Nei bambini il paracetamolo è preferibile all'aspirina, per alcuni possibili effetti indesiderati di questa, soprattutto in caso di influenza e varicella. - "Attenzione ai vestiti". Usate il buon senso in fatto di vestiti e coperte, consiglia Mary Ann Pane. Se siete molto accaldati, toglietevi di dosso coperte e vestiti in più, in modo che il calore corporeo possa evaporare nell'aria. Ma se avete un brivido, ricopritevi, finché non vi sentite a posto. Tenete d'occhio soprattutto i neonati, che non possono spogliarsi da soli quando hanno troppo caldo, avverte il dottor Sterne. In realtà, segnala il dottore, coprire troppo un bambino o lasciarlo in un posto troppo caldo (per esempio, in macchina) potrebbe addirittura provocare la febbre. - "Create un'atmosfera risanatrice". Fate del vostro meglio perché la stanza del malato sia favorevole alla guarigione, propone la dottoressa Blaurock-Busch. Non riscaldatela troppo: i medici tedeschi in genere raccomandano che la temperatura non superi i 18-19 gradi centigradi, ricorda la dottoressa. Lasciate entrare aria fresca quanto basta per aiutare il recupero, ma senza fare corrente.
E tenete le luci basse, perché sia possibile rilassarsi. - "Mangiate solo se ne avete voglia". Non state a chiedervi se dovete nutrire la febbre o farla morire di fame. Alcuni medici, come la dottoressa Blaurock-Busch, preferiscono un digiuno a base di succhi di frutta e verdura finché la temperatura non è tornata normale. Altri ritengono che bisognerebbe mangiare durante l'episodio febbrile perché la temperatura alta brucia molte calorie. Alla fine, ovviamente, la decisione è vostra e dipende dal vostro appetito. Ricordatevi solo di continuare a bere molti liquidi.
AVVERTENZA MEDICA: "I segnali di pericolo". Il dottor Donald Vickery vi raccomanda di andare dal medico quando si verificano questi casi: - Febbre in un bambino di meno di quattro mesi. - Febbre associata con rigidità del collo. - Febbre di 40 gradi se il trattamento casalingo non riesce a ridurla almeno parzialmente. - Febbre sopra i 41 gradi, in qualunque condizione. - Febbre che dura da più di cinque giorni. Il dottor Stephen Rosenberg avverte che nei bambini sotto i sei anni la temperatura (orale) di 39 gradi o oltre può scatenare convulsioni. E un adulto con malattie croniche, come problemi respiratori o cardiaci, può non essere in grado di sopportare una febbre alta e prolungata.
BOX: "Termometri dentro e fuori". Vostra madre può dire quanta febbre avete semplicemente toccandovi la fronte. Se non avete ereditato il suo tocco magico, o se non ci credete, dovete ricorrere ai termometri. Ecco come avere i risultati più attendibili. - Prima di usare un termometro di vetro e mercurio, tenetelo per la parte alta (quella opposta al bulbo) e scuotetelo con un movimento rapido del polso finché il mercurio non scende sotto i 35,5 gradi. Se siete preoccupati di lasciar cadere il termometro e di mandarlo in pezzi, fatelo sopra il letto, consiglia il dottor Stephen Rosenberg. - Aspettate almeno mezz'ora dopo aver mangiato, bevuto o fumato, prima di provare la febbre oralmente, ricorda il dottore. Queste attività alterano la temperatura della bocca e possono portare a risultati approssimativi. - In America si preferisce mettere il termometro sotto la lingua, in una delle 'tasche' laterali. Queste tasche sono più vicine ai vasi sanguigni che rispecchiano la temperatura interna del corpo. - Tenete fermo il termometro con le labbra, non con i denti. Respirate con il naso invece che con la bocca, in modo che la temperatura della stanza non influenzi il risultato. Lasciate in posizione il termometro per almeno tre minuti (alcuni esperti preferiscono 5 o 7). - Nei bambini sotto i cinque anni misurate la febbre per via rettale invece che orale. Di solito la temperatura rettale è di un grado più alta di quella orale e ascellare. I termometri rettali si riconoscono per il bulbo più corto e arrotondato. - Per usare un termometro rettale, mettete il bambino a pancia in giù sulle vostre ginocchia e tenete una mano sul sederino per prevenire movimenti, dice il dottor Donald Vickery. Lubrificate la parte terminale del termometro con della vaselina. Inserite con cura il termometro per circa tre centimetri, ma non usate mai la forza. Il mercurio comincia a salire in pochi secondi.
Togliete il termometro quando il mercurio smette di salire, dopo un minuto o due. - Se un termometro si rompe in bocca o nel retto, non fatevi prendere dal panico. Il mercurio non è velenoso e di solito l'unico danno è qualche graffio superficiale alla mucosa della bocca o del retto. Però chiamate il medico se non riuscite a trovare tutti i pezzi di vetro. - Dopo l'uso, lavate i termometri di vetro in acqua fredda insaponata. Non usate mai acqua calda e non riponetelo mai vicino a una fonte di calore. - Per usare un termometro digitale, seguite le istruzioni. Poi lavate la punta con sapone e acqua tiepida o strofinate con alcol. Non immergete completamente lo strumento e non spruzzate acqua sul visore, perché rischiate di rovinare il termometro. Preparatevi a cambiare le batterie ogni due anni.
51. FEBBRE SULLE LABBRA. 16 idee per guarire l'herpes simplex. Quello strano pizzicore sopra il labbro superiore è inconfondibile. Oh, accidenti. Sapete bene che cos'è: l'inizio di un'altra febbre sulle labbra. Ci siete passati altre volte. Prima il rossore, poi la zona pizzica, brucia, si gonfia. La vescichetta si riempie di liquido e più si gonfia, più vi mette in imbarazzo. Non riuscite a smettere di controllarvi allo specchio. (Forse a ogni occhiata sperate, contro ogni speranza, che la febbre sia sparita, che esista solo nella vostra immaginazione. E invece niente.) Perché proprio a me? vi chiedete. Le febbri sul labbro sono provocate dal virus dell'"herpes simplex". E' molto probabile che qualche parente ve l'abbia trasmesso quando eravate piccoli, baciandovi in un periodo in cui il suo herpes era contagioso. Il virus si è tuffato a pesce nella vostra bocca e ha cercato una cellula ospitale, probabilmente una cellula nervosa che ha lasciato entrare il virus. E il virus ha 'ordinato' al D.N.A. della cellula ospite di riprodurre tanti virus esattamente uguali a lui. Di solito questo tipo di virus è casalingo, se ne sta tranquillo. Ma ogni tanto la famigliola dei virus ama farsi una piccola vacanza. Così viaggia comodamente lungo l'autostrada del nervo fino a raggiungere la superficie della pelle. E quando capita, voi sentite questa tremenda sensazione di prurito che segnala l'inizio di un'altra 'febbre'. Che cosa potete fare? - "Tenete la vescichetta pulita e asciutta". Se la febbre non vi dà troppo fastidio, lasciatela stare consiglia James F. Rooney, virologo al laboratorio di medicina orale presso i National Institutes of Health Assicuratevi che sia pulita e asciutta. Se si riempie di pus (e questo succede raramente), chiedete il parere del medico, per essere sicuri che l'infezione batterica sia trattata adeguatamente.
- "Compratevi uno spazzolino nuovo". Il vostro fedele spazzolino può ospitare il virus dell'herpes per giorni, reinfettandovi dopo che siete già guariti. Alcuni ricercatori dell'Università dell'Oklahoma hanno esposto al virus uno spazzolino sterile per 10 minuti. Sette giorni dopo, la metà dei virus c'era ancora, riferisce il dentista Richard T. Glass, primario del dipartimento di patologia orale all'Università dell'Oklahoma. Come si fa a neutralizzare lo spazzolino contagioso? Gettatelo via. Il dottor Glass raccomanda di buttare via lo spazzolino proprio ai primissimi sintomi. Se la febbre si insedia ugualmente, cambiate di nuovo lo spazzolino dopo che si è formata la vescichetta. Questo può impedirvi di sviluppare febbri multiple. E quando la febbre è completamente guarita, buttatelo via un'altra volta. Secondo il dottor Glass, i suoi pazienti che hanno seguito questo consiglio hanno avuto meno febbri del solito. - "Non tenete lo spazzolino in bagno". In un ambiente umido, come la stanza da bagno, uno spazzolino bagnato è l'angoletto più confortevole che il virus dell'herpes possa trovare. L'umidità aiuta a prolungare la vita del virus sul vostro spazzolino. Ecco perché il dottor Glass suggerisce di mettere lo spazzolino in un posto asciutto. - "Comprate il dentifricio in tubetti piccoli". Anche il dentifricio può trasmettere l'infezione, segnala il dottor Glass. Pensate quante volte toccate l'imboccatura del tubo con lo spazzolino appena tolto di bocca. Se usate tubi piccoli, sarete certi di sostituirli con frequenza. - "Usate la vaselina". Potete proteggere la febbre con un po' di vaselina, dice il dottor Glass. Fate attenzione a non mettere di nuovo nel vasetto il dito che avete usato per toccare la febbre. Meglio ancora, servitevi di un batuffolo di cotone o di un cotton fioc pulito. - "Provate con lo zinco". Numerosi studi hanno dimostrato che una soluzione di zinco e acqua, applicata proprio al momento in cui sentite il prurito premonitore, accelera la guarigione. A Boston, in uno studio condotto su duecento pazienti seguiti per sei anni, si è dimostrata molto efficace una soluzione allo 0,025% di solfato di zinco in acqua canforata. Le febbri guarivano in media in cinque giorni. La soluzione veniva applicata ogni 30-60 minuti nel periodo di formazione della febbre. Anche alcuni ricercatori israeliani hanno trovato molto efficace una soluzione al 2% di zinco in acqua applicata più volte al giorno, riporta il dottor Milos Chvapil, docente di chirurgia e capo della sezione di biologia chirurgica all'Università dell'Arizona. Perché lo zinco funziona? Secondo il dottor Chvapil gli ioni dello zinco si legano al D.N.A. del virus dell'herpes e impediscono alla doppia elica di dividersi. Così il D.N.A. del virus non riesce a replicarsi. A quanto riporta il dottor Chvapil, il gluconato di zinco è più gradevole sulla pelle del solfato ed è più biodisponibile. - "Trovate lo schema". Che cosa vi è successo proprio prima dell'ultima febbre? E della penultima? Se investigate un po', potete scoprire che cos'è che vi scatena l'herpes. Se trovate un elemento scatenante, prendete più lisina quando il rischio è maggiore, propone il dottor McCune. - "Raffreddate la febbre". Alcuni dei pazienti del dottor Rooney ricorrono al ghiaccio appena sentono il pizzicore. Non so perché funzioni, ma se devo fare un'ipotesi direi che il ghiaccio riduce l'infiammazione.
E se le sostanze infiammatorie aiutano il processo di riattivazione, la cosa può servire. - "Metteteci l'hamamelis". Alcuni pazienti sostengono che è molto utile rompere la vescichetta e asciugarla con hamamelis o alcol riporta il dottor Rooney. - "Ammorbidite l'herpes con un prodotto da banco". Ci sono parecchi prodotti che affermano di guarire l'herpes labiale. In genere contengono degli emollienti per trattare le screpolature e ammorbidire le croste e un agente anestetizzante. - "Attenzione al sole e al vento". Secondo tutti i nostri esperti la chiave per prevenire le febbri è proteggere le labbra dai traumi, come l'esposizione al vento e al sole. - "Evitate i cibi ricchi di arginina". C'è un aminoacido, l'arginina, che è essenziale per il metabolismo dell'herpes. Quindi eliminate i cibi ricchi di arginina come cioccolato, bibite alla cola, piselli, cereali in chicchi, noccioline americane, gelatina, anacardi e birra. - "Controllate lo stress". Gli studi hanno dimostrato che lo stress può stimolare la ricomparsa del virus dell'herpes simplex. Il colpevole non è necessariamente lo stress, avverte Cal Vanderplate, psicologo di Atlanta, specializzato nei disturbi collegati allo stress. La cosa importante è come lo affrontate, come lo percepite. Lo stress è uno stato d'animo, non una cosa tangibile. Secondo il dottore, l'antistress numero uno è coltivare il calore di una rete di rapporti umani. Questa è la cosa principale che potete fare per difendervi dallo stress afferma il dottore. E' molto importante anche avere la sensazione di poter controllare le cose. Se assumete un atteggiamento positivo nei confronti della vostra salute, vi sarà più facile controllare i sintomi - "Rilassatevi". Al momento in cui i sintomi fanno la loro comparsa, è troppo tardi per intervenire con la riduzione dello stress ammette il dottor Vanderplate. Però potete alleviare il problema facendo qualche esercizio di rilassamento. Le sue tecniche preferite sono il rilassamento profondo dei muscoli, il biofeedback, la visualizzazione e la meditazione. - "Fate sport". E' accettato che l'esercizio fisico aiuta realmente a rinforzare il sistema immunitario dice il dottor Vanderplate. Più il sistema immunitario è forte, più è capace di difendervi dai virus. E poi l'esercizio fisico è un ottimo sistema per rilassarsi, ribadisce il dottore. - "Mettete le cose in prospettiva". A nessuno piace avere una febbre sulle labbra. Ma se ce l'avete, concentrarsi sulla cosa e stare a preoccuparsi dell'effetto che fa, peggiorerebbe solo la situazione. Riducete al minimo le vostre percezioni negative suggerisce il dottor Vanderplate. Dite a voi stessi: 'E' solo una specie di brufolo, e non interferirà per nulla con la mia vita'.
52. FLATULENZA. 5 proposte per liberarsi dai gas. Non è facile parlare seriamente di flatulenza, anche se vi garantiamo che ci stiamo provando. Non è facile perché anche gli scienziati che studiano il progetto scherzano sulle loro ricerche, scrivendo, per esempio, di esperimenti falliti, che non sono andati 'con il vento in poppa'.
Sicuro, la battuta era voluta ed era proprio di cattivo gusto, ma così è la scienza, anche ai massimi livelli. Pensate a Michael D. Levitt, uno dei massimi ricercatori in questo campo; i suoi colleghi lo considerano l'uomo che ha dato eleganza alla flatulenza e dignità alla ventosità, mentre il dottor Levitt descrive il suo lavoro come un tentativo di immettere dei dati certi in un settore un po' campato in aria. Sarà campato in aria, ma ha anche una storia colorita. Ippocrate ha studiato la flatulenza in lungo e in largo e gli antichi medici che si erano specializzati in questo settore erano chiamati 'pneumatisti'. Agli inizi della storia americana grandi uomini, come Benjamin Franklin, applicavano le loro menti a cercare una cura per 'Ie ventosità ribelli'. In tempi più recenti il dottor Stephen Goldfinger, un esperto di malattie digestive, ha scritto che quando tutto il resto fallisce, guardare severamente il vostro vicino può facilitarvi la vita. Sì, è difficile essere seri a proposito di flatulenza, ma promettiamo di provarci. Leggete pure. - "Lasciate perdere il lattosio". Se avete un'intolleranza al lattosio, forse avrete problemi di flatulenza mangiando latticini afferma il dottor Dennis Savaiano, professore associato di scienze alimentari e della nutrizione all'Università del MinnesotaMinneapolis. (Per maggiori informazioni vedi il capitolo 'Intolleranza al lattosio') Le persone intolleranti al lattosio sono carenti di un enzima intestinale, la lattasi, che è necessaria per digerire il lattosio, lo zucchero presente in molti latticini. Ma non è detto che dobbiate avere una diagnosi conclamata di intolleranza al lattosio per avere ripercussioni indesiderate. C'è gente che riesce a digerire facilmente solo certe quantità e certi tipi di latticini. Se voi ed il vostro medico sospettate che il vostro latticino preferito possa essere la causa del problema, provate per qualche giorno a mangiarlo in porzioni più piccole, o durante il pranzo, finché non scoprirete quando il gas diventa un problema. - "Evitate i cibi che producono gas". La causa prima della flatulenza è l'incapacità del sistema digestivo di assimilare alcuni carboidrati, afferma Samuel Klein, assistente di gastroenterologia e nutrizione umana all'Università del Texas, a Galveston. Probabilmente sapete che i fagioli producono emissioni di prim'ordine, ma molti non sanno che possono provocare meteorismo anche alimenti come cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles, cipolle, cavolfiori, farina integrale, ravanelli, banane, albicocche e molti altri cibi. - "Sconfiggete il gas da fibra". Di solito incoraggiamo a consumare più fibre nell'alimentazione, ma alcuni frutti e vegetali ricchi di fibra possono aumentare il gas osserva Richard McCallum, docente di medicina e primario della divisione di gastroenterologia allo Health Sciences Center dell'Università della Virginia. Se per ragioni di salute state aumentando la fibra nella vostra alimentazione, cominciate con piccole dosi, in modo che l'intestino possa abituarsi. Questo diminuisce il meteorismo e i medici hanno osservato che nella maggior parte delle persone la produzione di gas torna normale in poche settimane. - "Usate il carbone". Alcuni studi hanno rilevato che le compresse di carbone attivato sono efficaci nel ridurre il gas in eccesso. Il carbone assorbe i gas e può essere utile per la flatulenza osserva il dottor Klein. Probabilmente è il miglior trattamento disponibile, sempre che abbiate fatto i necessari aggiustamenti dietetici e affrontato gli eventuali problemi gastroenterici. Se state prendendo delle medicine, parlatene con il vostro medico, perché il carbone può assorbire i farmaci proprio come assorbe i gas. - "Scegliete un medicinale per un rapido sollievo".
Molti medici consigliano il carbone attivato per dare sollievo al gas intestinale, ma i farmacisti riferiscono che i prodotti a base di dimeticone sono ancora i più usati fra il pubblico. Mentre il carbone ha un'azione assorbente, l'azione antischiuma del dimeticone allevia la flatulenza perché frantuma le bolle di gas rivestite di muco nello stomaco e nell'intestino, e ne previene la formazione.
BOX: "I fagioli in cucina: le ricette antigas". Se vi piacciono fagioli e leguminose ma non vi piace vivere con le conseguenze, ecco la soluzione. Ovviamente fagioli e leguminose provocano meteorismo, anche se più sono cotti meno il problema è rilevante. Sembra infatti che i fagioli perdano la maggior parte delle loro proprietà gasificanti nell'acqua. Alcuni studi hanno mostrato che tenere a bagno i fagioli per 12 ore o farli germinare su carta umida per 24 ore riduce in modo significativo la presenza di prodotti gasogeni. Secondo uno studio l'ammollo seguito da mezz'ora di cottura a pressione riduce i composti dei 90%.
53. FLEBITE. 10 rimedi per tenerla a bada. Flebite. Di questa malattia, molti sanno solo che ce l'aveva l'ex presidente Richard Nixon e che ha qualcosa a che fare con i vasi sanguigni delle gambe. Tutte e due le cose sono vere. Ma quelli che hanno sofferto di flebite ne sanno molto di più: sanno che è un'affezione dolorosa e che fa paura, perché può prendersi la vita della sua vittima senza avvertire con un grumo di sangue nelle vene dei polmoni (embolia polmonare). Il nome esatto della flebite è 'tromboflebite'. 'Trombo' è il grumo di sangue che è il suo segno distintivo e il suo rischio fondamentale. Ci sono due tipi fondamentali di flebite: la tromboflebite delle vene profonde (abbreviata in T.V.P.), che è il tipo più pericoloso, e la flebite superficiale, che è quella di cui ci occupiamo in questo capitolo. Michael D. Dake, specialista di malattie vascolari al Miami Vascular Institute in Florida, spiega la differenza. Flebite significa solo infiammazione delle vene, osserva e può riguardare le vene superficiali, vicino alla pelle, o le vene profonde della gamba." La tromboflebite delle vene profonde va trattata con estrema attenzione, continua il dottore perché può produrre un grumo di sangue che se si stacca e viaggia attraverso il sistema vascolare può arrivare direttamente ai polmoni. Di solito la T.V.P. richiede il ricovero in ospedale e il trattamento con anticoagulanti.Invece i blocchi che si formano nella flebite superficiale tendono a non spostarsi.
Quindi i consigli che offriamo qui sono dedicati solo alle persone a cui è stata diagnosticata una flebite superficiale e che sono sotto controllo medico. I nostri suggerimenti hanno lo scopo di alleviare il dolore senza bisogno di medicinali prescritti dal medico e di ridurre le possibilità di una ricaduta. - "Niente pillola". Se avete una storia di flebite o di trombi, non dovete assolutamente usare contraccettivi orali avverte Jess R. Young primario del dipartimento di medicina vascolare della Cleveland Clinic Foundation, nell'Ohio. L'incidenza di tromboflebite delle vene profonde nei soggetti che usano contraccettivi orali è tre-quattro volte maggiore rispetto ai soggetti che non li usano. Un tasso relativamente così alto di trombi delle vene profonde mette anche chi soffre di flebite superficiale a un rischio di ricadute inaccettabilmente elevato. - "Calore e riposo". La flebite superficiale si può curare tenendo la gamba sollevata e facendo impacchi caldo-umidi suggerisce il dottor Dake. Non è necessario restare a letto, ma sembra che il riposo, con la gamba tenuta 20-40 centimetri più alta del cuore, acceleri la guarigione. Di solito l'infiammazione della flebite superficiale scompare in una settimana o dieci giorni, anche se possono volerci tre-sei settimane perché la situazione si normalizzi. - "Quanti rischi state correndo?". Se avete avuto la flebite, avete maggiori probabilità di averla una seconda volta. Maggiori di quanto? Dipende in larga misura da fattori che potete, o non potete, controllare direttamente. In generale, osserva il dottor Young il problema nasce se siete costretti a mettervi in una situazione rischiosa per la flebite, come un intervento chirurgico o un lungo periodo di riposo a letto. Magari non vi è possibile evitare un lungo periodo di riposo a letto dovuto a un incidente o ad una malattia grave, ma potete evitare certi tipi di rischio, per esempio, un intervento chirurgico non indispensabile, se siete una persona anziana con problemi di coaguli. Consultate il vostro medico per specifici fattori di rischio, ma tenete bene in mente che alzarvi e muovervi riduce i rischi di flebite dopo un'operazione. - "Contate sull'aspirina". Alcuni studi suggeriscono che la capacità di fluidificare il sangue, propria dell'aspirina, può giovare nella flebite perché previene la formazione rapida di coaguli. L'indicazione è di prendere aspirina prima di periodi prolungati di riposo a letto, viaggi o interventi chirurgici, insomma prima di tutto quello che può rallentare la circolazione ed aumentare i rischi di coagulazione. Una raccomandazione semplice come questa sembra interessante, ma alcuni medici sono in dubbio sulla sua efficacia. Non sono sicuro che l'aspirina protegga dai coaguli dice il dottor Dake. Anche se scegliete l'aspirina, ricordatevi che è un trattamento medico: parlatene prima con il vostro dottore. - "Quando dovete guidare, camminate". State programmando un lungo viaggio in macchina? Se avete avuto una flebite in passato, fate in modo che non si muovano solo le ruote. La cosa principale è fermarsi spesso a fare esercizio consiglia il dottor Dake. Non fermatevi una sola volta a camminare per due chilometri; piuttosto fermatevi quattro o cinque volte e fate camminate più brevi. In questo modo, spiega il dottore, impedirete alla circolazione di intorpidirsi per la prolungata immobilità. In situazioni come questa la vostra circolazione entra in uno stato di flusso ridotto e ciò può provocare la formazione di un coagulo avverte il dottor Dake. - "Un motivo in più per smettere di fumare". Se avete una flebite ricorrente e il vostro medico non riesce a scoprirne le ragioni, osserva il dottor Young smettete di fumare. Potreste avere un caso di morbo di Brger che ancora non è arrivato alle arterie.
Il morbo di Brger è caratterizzato da forte dolore e coaguli sanguigni, di solito alle estremità. E' collegato direttamente al fumo e la sola cura è abbandonare il tabacco sotto qualsiasi forma. A volte il morbo di Brger comincia con una flebite spiega il dottor Young. E' possibile che venga confuso con la flebite, nel qual caso continuare a fumare mette la vostra salute a un rischio veramente grosso. Non è facile smettere, ammette il dottor Young, ma è il caso di pensarci se il vostro medico curante non è riuscito a trovare un motivo per i frequenti episodi di flebite. - "Muovetevi". Fare esercizio fisico, e in primo luogo camminare, tende a svuotare le vene delle gambe dichiara Robert Ginsburg, direttore del centro di terapia vascolare allo Stanford University Hospital, in California. Tenere le vene più vuote che si può è un buon modo per prevenire le ricadute della flebite, dice il dottore. Le vene sono un sistema a bassa pressione e se le valvole che impediscono al sangue di rifluire in basso non funzionano bene, come nelle vene varicose, l'unico modo per impedire il ristagno del sangue è camminare. - "Quando vi sdraiate, su le gambe". Se avete avuto la flebite e dovete stare a letto per un po', avverte il dottor Young rialzate il fondo del letto di parecchi centimetri per aiutare il sangue a rifluire dalle vene. Il dottore suggerisce anche, mentre siete a letto, di fare ginnastica con le gambe, nei limiti del possibile. Potete anche prendere dell'aspirina, se volete, aggiunge il dottore anche se non ci sono studi attendibili che dimostrino le sue capacità di prevenire una ricaduta. - "Mettete calze elastiche". Alcuni medici prescrivono ai pazienti di indossare calze elastiche per prevenire le ricorrenze della flebite. Sembra, infatti, che diminuiscano il dolore e facciano sentire meglio i pazienti. Il consiglio migliore? Mettete calze elastiche e se vi danno fastidio, consultate uno specialista. - "Attenzione all'aereo". La letteratura scientifica è piena di rapporti su persone che hanno avuto una trombosi delle vene profonde dopo un lungo volo in aereo. Nessuno è veramente sicuro del perché succeda (la pressurizzazione della cabina, la mancanza di moto, il fatto di bere alcol, eccetera), ma il problema è così diffuso che attualmente viene chiamato 'sindrome da classe economica', perché sembra che colpisca raramente i passeggeri seduti nelle comode poltrone di prima classe. I lunghi viaggi in aeroplano e in macchina, e in realtà tutti i periodi di inattività, aumentano il rischio di trombosi segnala il dottor Young. Ma di solito in aereo si è molto più 'confinati' nel proprio sedile rispetto a un viaggio in macchina. Quindi, se avete la flebite, questo è un caso in cui è meglio mettere le calze elastiche prima di salire a bordo, e poi è bene che vi alziate a camminare lungo il corridoio ogni mezz'ora circa dopo il decollo. Per non turbare i buoni rapporti con i vicini, suggerisce il dottore, forse è il caso di chiedere un posto vicino al corridoio.
AVVERTENZA MEDICA: "I segni dell'infezione". Di solito le persone si preoccupano molto quando scoprono di avere la flebite, temendo che un coagulo di sangue possa staccarsi e provocare la morte. In genere questo non succede, anche se la flebite non trattata può diventare un'infezione seria.
Se i sintomi della flebite, dolore, arrossamento, sensibilità al tocco, prurito e gonfiore, sono accompagnati da febbre e non guariscono in una settimana o giù di lì, rivolgetevi al vostro medico.Può trattarsi di un'infezione. Il vostro medico vi prescriverà degli antibiotici.
54. FOBIE E PAURE. 9 + 3 suggerimenti per superarle. Di fobie si parla da tanto tempo. Ecco, per esempio, una descrizione del problema, fatta da un medico famoso. Era terrorizzato dalle flautiste: come sentiva la prima nota di un flauto a un banchetto, era preso dal panico. La paura del flauto è chiamata aulofobia ed il medico che descrive la situazione è Ippocrate. Quello che per uno è un delizioso strumento a fiato, può far contorcere dal terrore un altro. A nessuno piace la ruggine, salvo forse al proprietario di un'autofficina, ma la gente con la fobia della ruggine probabilmente si porta dietro dappertutto una latta di antiruggine. Invece gli agorafobici non vanno da nessuna parte. Hanno paura di separarsi dalle persone e dagli ambienti che considerano sicuri, e alcuni non escono neppure di casa. Al contrario i claustrofobici odiano sentirsi al chiuso, mentre i panfobici hanno paura di tutto. Fate un nome a caso commenta Jerilyn Ross, una psicologa specializzata nelle fobie e presidente della Phobia Society of America. Di fobie ce n'è tante quante sono le persone. Le fobie vengono classificate in tre tipi: fobie semplici, fobie sociali e agorafobia. Le persone con una fobia semplice temono un certo oggetto, o ambiente, o situazione. I fobici sociali sono quelli che evitano le situazioni pubbliche, come una festa, perché hanno paura di fare qualcosa che li metta in imbarazzo. E gli agorafobici sono vittima di un complicato fenomeno basato sul timore dei posti nuovi. Non è che si passi dalla paura a una paura intensa, a una vera e propria fobia osserva la dottoressa Ross. Non è qualcosa che cresce per gradi. Di solito chi sviluppa una fobia, lo fa in un'area in cui prima non aveva timori. Ma che cos'è esattamente una fobia? In senso classico una fobia è una reazione di paura irrazionale, involontaria e non appropriata, che in genere porta a evitare ambienti, oggetti o situazioni della vita quotidiana secondo la definizione di Jerilyn Ross. In realtà, però, una fobia è la paura della paura stessa. Una fobia è il timore dei propri impulsi afferma la dottoressa Ross. E' la paura di avere un attacco di panico incontrollabile. Fondamentalmente è la paura di essere se stessi e di perdere il controllo.
I fobici sanno di esserlo e riconoscono sempre che la loro paura è sproporzionata alla situazione nota Jerilyn Ross. Per esempio, se siete su un aereo durante una tempesta e avete paura, è una reazione normale. Invece se il vostro capo vi dice che fra due settimane dovete fare un viaggio d'affari e immediatamente cominciate a preoccuparvi perché sull'aereo potreste avere un attacco di panico, dice Jerilyn Ross questo non è giustificato dalla situazione. Una fobia è sempre irrazionale. Vi suona familiare? In questo caso, ecco qualche consiglio razionale per un comportamento irrazionale, offerto da chi si occupa del problema tutti i giorni. - "Capovolgete i pensieri negativi". In una situazione fobica il soggetto ha pensieri negativi e si raffigura immagini paurose che scatenano i sintomi fisici, spiega il dottor Manuel D. Zane, fondatore e direttore di una Phobia Clinic di New York e professore associato di psichiatria al New York Medical College. Dovete permettere alla vostra paura di emergere, cercando però di passare dai pensieri negativi (per esempio: 'Questo cane sta per mordermi'), a qualcosa di positivo, del tipo: 'Però è legato saldamente e non può liberarsi'. - "Guardate la vostra paura a viso aperto". Evitare la vostra paura vi impedisce di superarla, sostiene il dottor Zane. Invece il controllo che desiderate lo potete conquistare con un procedimento che viene chiamato 'trattamento di esposizione graduale', in cui vi esponete a poco a poco all'oggetto delle vostre paure, scoprendo che quello che temete e vi aspettate in realtà non succede. L'esposizione graduale vi aiuta ad abituarvi, afferma il dottore. Diciamo, per esempio, che la vostra fobia sono i ragni. Nel trattamento graduale potete cominciare a guardare in faccia la vostra paura, di solito in presenza di un'altra persona, osservando foto di ragni. Quando ci riuscite, potete guardare un ragno morto, poi uno vivo: magari alla fine potete tenerne uno in mano. Forse a ogni passaggio provate ancora un po' di paura, ma nel confronto diretto imparate che le cose terribili che temete in realtà non succedono. - "Fate del giochi mentali". Quando sentite che la paura si fa avanti, fate qualcosa di facile come contare, oppure leggere un libro, parlare ad alta voce, respirare in modo profondo e controllato propone il dottor Zane. Quando fate qualcosa che riuscite a controllare nel presente, i pensieri e le immagini generati dalla paura diminuiscono d'intensità. Il vostro corpo si calma e voi riprendete il controllo. - "Misurate la vostra paura". Date un voto alla vostra paura su una scala da 0 a 10, suggerisce il dottor Zane. Scoprirete che la gravità della vostra paura non è costante, va su e giù. Registrate i pensieri o le attività che la fanno crescere o diminuire. Se sapete che cosa scatena, aumenta o diminuisce i vostri timori, sarà più facile imparare a controllarli. - "Guardate i lati positivi". Per staccarvi dai pensieri terrorizzanti, consiglia il dottor Zane, usate pensieri, fantasie, attività che vi facciano stare meglio. Se, per esempio, siete in aereo, pensate di più all'alta probabilità di un volo sicuro e al piacere di sdraiarvi sulla spiaggia delle Hawaii, invece di concentrarvi solo sugli improbabili rischi del volo con le reazioni che è facile prevedere. - "Datevi una pacca sulla spalla". Andare avanti anche se avete un po' di paura è una grossa conquista, sottolinea il dottor Zane. Affrontare la cosa con questo spirito è molto più plausibile e realistico che cercare di cancellare completamente i vostri timori.
Ogni passo che superate nel vostro allenamento progressivo va considerato una vittoria personale e vi rassicura sul fatto che siete in grado di controllare la situazione. - "Evitate la caffeina". Di solito chi ha ripetuti attacchi di panico è molto sensibile alla caffeina afferma David H. Barlow, direttore di una clinica specializzata in fobie e docente di psicologia alla State University of New York, ad Albany. La caffeina riproduce alcuni dei sintomi che si provano durante un attacco di panico. Chi è portato alle crisi fobiche farà meglio ad evitare la caffeina nella propria alimentazione. Mentre la hostess arriva lungo il corridoio con il carrello delle bibite, ricordatevi che la caffeina è presente non solo nel caffè, ma anche nel tè, nelle bibite gassate alla cola e nel cioccolato. - "Bruciate quell'adrenalina". Quando avete un attacco di panico, nel vostro corpo c'è un eccesso di adrenalina, e se vi muovete, lo bruciate sostiene il dottor Christopher McCullough, direttore di un centro californiano specializzato nelle fobie. Se cercate di rilassarvi stando fermi, fate uno sbaglio. Per bruciare l'adrenalina dovete muovervi, quindi durante l'attacco fate esercizio fisico o camminate. - "Fate del giochi muscolari". Se non potete muovervi, la cosa migliore che potete fare è cominciare a tendere e rilassare i diversi muscoli del corpo. Mettete in tensione i grossi muscoli delle cosce, poi rilassateli rapidamente suggerisce il dottor McCullough. Questa tensione ritmica brucia anche l'adrenalina. BOX: "Una questione di orecchio?". Stavate giusto pensando che il problema è tutto nella vostra mente, quando arriva il dottor Harold Levinson e dice che non è nella mente, è nell'orecchio interno. Il dottor Levinson, che è uno psichiatra e neurologo di Great Neck (stato di New York), è specializzato nei disturbi dell'orecchio interno. Mentre curava i pazienti per problemi uditivi, ha cominciato ad accorgersi di altri cambiamenti. Non solo miglioravano i sintomi relativi all'orecchio, miglioravano anche i loro problemi di fobia riporta il dottore. Lo ha condotto a questa conclusione la sua particolarissima preparazione, di psichiatra e neurologo insieme. Un numero significativo di pazienti con problemi all'orecchio interno aveva anche fobie identiche a quelle dei pazienti che curavo come psichiatra. Dopo vent'anni di ricerche su oltre 20 mila pazienti, il dottor Levinson ritiene che il 90% di tutti i comportamenti fobici sia il risultato di una sottostante disfunzione dell'orecchio interno. In questi casi i meccanismi dell'orecchio interno non funzionano in modo corretto spiega il dottore. Per esempio, il controllo dell'equilibrio ha sede nell'orecchio interno. Se non funziona bene e il vostro equilibrio è precario, potete aver paura dell'altezza, o di cadere, o di inciampare. Il dottor Levinson riconosce che questo è un punto di vista minoritario. Ma migliaia di guarigioni non sono una cosa trascurabile. Il dottor Levinson è convinto che per chi soffre di fobie una visita a uno specialista dell'orecchio merita almeno un tentativo.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando è il caso di vedere uno specialista". Nessuno sa con certezza che cosa provoca una fobia. Alcuni esperti pensano che sia un problema esclusivamente psicologico; altri pensano che abbia una base biologica. Ma c'è un'evidenza sempre maggiore che si tratti di una combinazione di tutt'e due le cose. Quello che si sa è che di solito la fobia colpisce per famiglie.
Se uno dei vostri genitori aveva una fobia, siete predisposti ad averne una, non necessariamente la stessa. Spesso la fobia colpisce persone con una storia di ansia da separazione e di perfezionismo. Alcune fobie sono più serie delle altre. Se la vostra fobia interferisce con la vostra vita, è meglio che cerchiate un aiuto professionale. La persona che scegliete è importante come il fatto stesso di chiedere aiuto. E' importante che una persona riceva aiuto da qualcuno che comprende le fobie dichiara la psicologa Jerilyn Ross. Molti fobici finiscono per passare da medico a medico e da ospedale a ospedale, quindi è importante trovare un esperto che sia specializzato in fobie ed in disturbi correlati all'ansia. Un'altra osservazione: chi soffre di agorafobia non deve sentirsi tagliato fuori perché non osa avventurarsi fuori casa. La Phobia Clinic del White Plains Medical Center, nello stato di New York, impiega i cosiddetti ausiliari antifobia, cioè persone addestrate che raggiungono il paziente a domicilio per aiutarlo.
BOX: "Come sconfiggere un attacco di panico". Mi sembra di stare in mezzo a un'autostrada a sei corsie, con le macchine che mi sfrecciano intorno da tutte le parti. E' così che Tanis, una ragazza di 26 anni, si sente quando prova a uscire di casa. Tanis soffre della fobia più comune di tutte, l'agorafobia, la paura di staccarsi da una persona o da un ambiente sicuro. Basta il pensiero di lasciare la sua casa, in Virginia, per gettarla in un paralizzante stato di panico. Un momento mi sento bene, e immediatamente dopo mi sento come se stessi per morire riferisce Tanis. Fisicamente, il cuore accelera i battiti, mi viene la nausea, mi metto a tremare e mi sembra di stare per svenire. Secondo Tanis questi sono i segni di una fobia vera e propria. Tanis è riuscita a uscire di casa per curarsi, comunque, e così ce l'ha fatta.Adesso è sempre fuori, a cercare di aiutare quelli che sono ancora chiusi dentro. Ecco alcune delle tecniche che Tanis ha imparato nel corso della terapia e che l'hanno aiutata a liberarsi dalle proprie fobie. - "Riconoscete l'attacco". Se arriva un attacco di panico, riconoscetelo per quello che è dice Tanis. Ne avete già avuti degli altri, quindi sapete che non state per morire. Ci siete già passati e lo farete anche in futuro. La parola chiave è 'accettare'. - "Siate ragionevoli con voi stessi". Di solito chi soffre di fobia è un perfezionista ed è molto rigido con se stesso, ma questo non va bene osserva Tanis. Quando fate il trattamento graduale (esponendovi alla vostra paura in fasi successive), siate indulgenti con voi stessi. Congratulatevi perché l'avete fatto, anche se il tentativo vi ha scatenato un attacco. - "Non abbiate fretta". Cominciate lentamente, ma fate un po' di esercizio ogni giorno. Ponetevi degli obiettivi: per esempio, lavorate su un obiettivo per due mesi e poi per quattro mesi su un altro. Quando incominciate a farcela e ci riuscite una volta e poi ancora, create davvero un condizionamento. Per quanto possa sembrarvi impossibile, potrete fare di nuovo le cose che fa una persona normale. Potete crederle.
La prima volta che abbiamo chiamato casa sua per un'intervista ci hanno risposto che Tanis non era in casa.
55. FORFORA. 17 modi per fermare la nevicata. A volte non è male avere un pochino di forfora. Sapete com'è: si è un po' trasgressivi, un filo anticonformisti. Vi dà carattere. Vi rende unici, memorabili. Ma se tutto quello che gli altri ricordano di voi è la forfora, forse state esagerando. E non siete gli unici. I parrucchieri dicono che la forfora è in assoluto il problema di cui i loro clienti si lamentano di più. E i dermatologi sono d'accordo: praticamente tutti hanno questo problema, almeno in qualche misura. Così, se vi salta in testa la curiosità di andare alle radici di questo grattacapo, sentite che cosa dicono gli esperti. - "Non fate finta che il problema non esista". Qualsiasi cosa facciate, non ignorate la vostra forfora, avverte Maria Hordinsky, dermatologa e assistente all'Università del Minnesota-Minneapolis. Far finta che il problema non esista fa sì che le scagliette si accumulino sulla cute. Questo provoca il prurito. Grattarsi troppo può ferire il cuoio capelluto e aprire la strada alle infezioni. - "Lavatevi spesso i capelli". Gli esperti sono unanimi su questo punto. Lavatevi spesso i capelli: anche ogni giorno, se occorre. In genere, più spesso lavate i capelli più è facile tenere a bada la forfora afferma Patricia Farris, dermatologa di New Orleans e assistente alla Tulane University. - "Cominciate con la dolcezza". Spesso uno shampoo delicato e non curativo è sufficiente a controllare la situazione. In genere la forfora è provocata da un cuoio capelluto troppo grasso, dice Philip Kingsley, uno specialista dei capelli che lavora a New York. Lavare ogni giorno i capelli con un prodotto neutro diluito in parti uguali di acqua distillata può tenere il grasso sotto controllo senza conseguenze per la cute. - "Poi, diventate più energici". Se i lavaggi regolari non risolvono il problema, passate a uno shampoo antiforfora. I prodotti antiforfora sono classificati secondo i loro ingredienti attivi, e lavorano in modi diversi. Secondo la dottoressa Diana Bihova, dermatologa alla New York University, gli shampoo con solfuro di selenio o pyrithione di zinco agiscono più rapidamente, ritardando il ritmo con cui le cellule del cuoio capelluto si moltiplicano. Quelli che contengono zolfo e acido salicilico liberano le scagliette, che in questo modo vengono eliminate facilmente.
Quelli che contengono agenti antibatterici riducono i batteri del cuoio capelluto e le possibilità di infezioni. Quelli a base di catrame ritardano la crescita delle cellule. - "Incatramate la forfora". Per i casi più ostinati raccomando le formule a base di catrame sottolinea la dottoressa Farris. Fate schiumare lo shampoo al catrame e lasciatelo agire per 5 o 10 minuti. Molti risciacquano lo shampoo troppo in fretta, sostiene la dottoressa. Se siete stati alla larga dagli shampoo al catrame perché avevate in mente il loro cattivo odore, ricordate che le nuove formule hanno un odore molto più gradevole. - "Non siate troppo duri". Se gli shampoo a base di catrame, o qualsiasi altro prodotto antiforfora, sono troppo intensi per usarli tutti i giorni, alternateli con il vostro solito shampoo, suggerisce la dottoressa Farris. - "Non mescolate il nero con il biondo". Se avete i capelli biondi o bianchi, pensateci due volte prima di usare uno shampoo al catrame. Possono rendervi i capelli un po' scuri, avverte la dottoressa Farris. - "Fate due passate di shampoo". Fate sempre due passate con uno shampoo antiforfora, consiglia R. Jeffrey Herten, assistente di dermatologia all'Università della California, ad Irvine. Applicatelo e massaggiatelo una prima volta appena entrate nella doccia, in modo che lo shampoo abbia tempo a sufficienza per agire. Lasciatelo in posizione finché non avete finito di lavarvi. Poi sciacquatevi i capelli con molta cura, e applicate rapidamente una seconda passata, poi sciacquate subito. Questo secondo shampoo lascia un po' di principio attivo sul cuoio capelluto, dove agisce fino al successivo lavaggio. - "Usate una cuffia". Secondo la dottoressa Bihova, c'è anche un altro sistema per aumentare l'efficacia di uno shampoo medicato. Dopo aver fatto schiumare lo shampoo, coprite i capelli con una cuffia da bagno. Lasciatela in posizione per un'ora, poi sciacquate come al solito. - "Cambiare shampoo?". Se trovate uno shampoo che va bene per voi, continuate a usarlo, consiglia Howard Donsky, dermatologo di Toronto e professore associato all'Università di Toronto. Attenzione, però, che la pelle può abituarsi agli ingredienti di quel prodotto, quindi fareste bene a cambiare marca ogni due o tre mesi per mantenere l'efficacia dello shampoo. - "Massaggiate lo shampoo sul capelli". Quando fate lo shampoo, propone la dottoressa Farris, massaggiate dolcemente il cuoio capelluto con i polpastrelli per aiutare il distacco delle scagliette. Ma non grattatevi, avverte la dottoressa, può provocare escoriazioni, che sono peggio della forfora. - "Un trattamento al profumo di timo". Il timo è noto per le sue discrete proprietà antisettiche, che giovano alla forfora, segnala il parrucchiere di New York Louis Gignac. Fate uno sciacquo molto efficace facendo bollire per dieci minuti quattro cucchiai colmi di timo secco in due tazze d'acqua. Filtrate e aspettate che l'infuso si raffreddi. Versate metà del liquido sui capelli umidi e puliti, assicurandovi che copra bene il cuoio capelluto. Massaggiate dolcemente. Non sciacquate. Tenete il resto per un altro giorno. - "Non usate birra sui capelli". La birra che usate come risciacquo e come fissatore può essere causa di forfora, avverte Louis Gignac. Secondo lo stilista la birra dissecca la cute e facilita la forfora. - "Usate un balsamo".
Anche se gli shampoo antiforfora sono molto efficaci per il vostro cuoio capelluto, possono essere un po' troppo forti per i capelli, nota la dottoressa Farris. Quindi fate attenzione a mettere un balsamo dopo ogni shampoo, per controbilanciarne gli effetti. - "Un trattamento all'olio". L'eccesso di untuosità sul cuoio capelluto è un problema, ma una volta ogni tanto un trattamento con olio caldo può ammorbidire e sciogliere le scaglie della forfora, sostiene il dottor Herten. Scaldate un po' di olio d'oliva sul fuoco finché non è tiepido. Bagnatevi i capelli (altrimenti l'olio impregna i capelli invece di arrivare al cuoio capelluto) e applicate l'olio direttamente alla cute con una spazzola o un batuffolo di cotone. Spostate le ciocche a mano a mano, in modo da trattare solo il cuoio capelluto. Mettetevi una cuffia da bagno e lasciate agire per mezz'ora. Poi lavate via l'olio con uno shampoo antiforfora. - "Lasciate splendere il sole". Un po' di sole fa bene alla forfora afferma il dottor Fowler, dermatologo di Louisville. Infatti la luce ultravioletta diretta ha un effetto antinfiammatorio sulla pelle incrostata. E questo spiega perché la forfora tende a migliorare d'estate. In ogni modo, ricorda il dottor Fowler, usate un po' di buon senso. Non fate un vero e proprio bagno di sole, state solo un po' all'aperto. Limitate l'esposizione al sole a una mezz'oretta al giorno, o anche meno. E mettete sulla pelle esposta la vostra normale crema di protezione. Dovete trovare un compromesso fra gli effetti benefici del sole sui capelli e i suoi effetti dannosi sulla pelle in generale ricorda il dottore. - "Tranquillizzatevi". Non trascurate il ruolo delle emozioni nello scatenare o intensificare problemi come la forfora o altre forme di dermatite. Spesso queste situazioni sono peggiorate dallo stress, ricorda il dottor Fowler. Quindi, se sono in gioco le vostre emozioni, cercate sistemi per controbilanciare lo stress. Fate esercizio fisico. Meditate. Andate in vacanza per un po'. E non preoccupatevi tanto della vostra forfora! AVVERTENZA MEDICA: "E' forfora o dermatite?". La forfora grave è una malattia vera e propria, conosciuta come dermatite seborroica, che richiede medicinali prescrivibili su ricetta. Andate da un medico se avete: - Irritazioni al cuoio capelluto. - Uno spesso strato di scaglie anche se usate regolarmente uno shampoo antiforfora. - Croste giallastre. - Zone arrossate e a scaglie, soprattutto sulla nuca, sotto l'attaccatura dei capelli.
56. FORUNCOLI. 7 + 5 sistemi per eliminarli. I foruncoli sono i vulcani del corpo umano. Spuntano di colpo come il Popocatepetl, eruttano come l'Etna, vomitano lava come il Kilauea e lasciano crateri come il Krakatoa (est di Giava). E non sono mai belli come il Fujiama. I nudi fatti biologici relativi ai foruncoli sono questi: gli stafilococchi penetrano nella pelle attraverso una breccia ed infettano una ghiandola sebacea bloccata o un follicolo pilifero. Il sistema immunitario spedisce sul luogo globuli bianchi per uccidere gli invasori; la battaglia (infiammazione) produce rovine (il pus). Un piccolo ascesso pieno di pus comincia a formarsi sotto la superficie della pelle, rosso e dolente. A volte l'organismo riassorbe il foruncolo; altre volte l'ascesso arriva all'eruzione, si svuota e guarisce. I foruncoli sono dolorosi e brutti. Qualche volta lasciano cicatrici e a volte possono anche essere pericolosi. Ma di solito potete curarli tranquillamente a casa vostra. Ecco come. - "L'importante è la testa". Un impacco caldo è la cosa migliore che possiate fare per un foruncolo dice il dottor Rodney Basler, dermatologo e assistente all'Università del Nebraska. Così il foruncolo sviluppa una testa, si svuota e guarisce molto più in fretta. Al primo segno di foruncolo mettete un impacco (basta una salvietta bagnata di acqua calda) sopra il punto dolente, per 20-30 minuti, tre o quattro volte al giorno. Cambiate l'impacco di frequente per tenerlo caldo. Perché il foruncolo arrivi a maturazione, non è anormale che ci vogliano cinquesette giorni dice il dottor Basler. - "Continuate con gli impacchi". E' importante continuare con gli impacchi caldi fino a tre giorni dopo che il foruncolo si è aperto dice il dottor Basler. Bisogna che tutto il pus esca dai tessuti. Potete anche coprirlo per tenerlo ben pulito, ma non è fondamentale. Un cerotto serve soprattutto a proteggere i vestiti dal materiale che fuoriesce. - "Andate all'attacco". Quando il foruncolo ha formato una testa piena di pus ed è diventato un piccolo ascesso senza sintomi di infezione diffusa, secondo il dottor Basler, è sicuramente accettabile sterilizzare un ago su una fiamma e fare un buchino sulla testa. E va benissimo spremerlo. Spesso i medici si preoccupano che la spremitura dell'ascesso possa portare l'infezione più a fondo nella pelle, diffondendola al sistema linfatico, ma in realtà, dice il dottor Basler, questo succede raramente. Lasciare che il foruncolo scoppi da solo può creare più problemi perché spesso si apre mentre dormite. Peccato che i cittadini di Pompei non abbiano pensato di fare un buchino nel Vesuvio! - "Usate degli antisettici, se volete". In realtà non è necessario trattare un foruncolo aperto con un antisettico. Praticamente non serve, visto che l'infezione è localizzata dice il dottor Basler. L'importante è che continui a spurgare. Ma il dottor Adrian Connolly, assistente all'Università del New Jersey, raccomanda una pomata antibiotica come assicurazione antinfezione. - "A morte gli stafilococchi". Chi è facile ai foruncoli può imparare a ridurne la frequenza, suggerisce il dottor Connolly.
Non credo che sia possibile prevenirli completamente, ma potete lavarvi con un sapone antisettico che vi aiuterà a tenere sotto controllo la crescita dei vostri stafilococchi. Un altro suggerimento preventivo: di solito i foruncoli sono cisti che si sono infettate. Giocherellare con una cisti sebacea è il modo più sicuro per procurarsi un foruncolo dice il dottor Basler. Lasciatele tranquille, o fatevele togliere da un medico. - "Non diffondete l'infezione". Quando un foruncolo è scoppiato, tenete pulita la pelle intorno, dice il dottor Connolly. Fate la doccia invece del bagno, per ridurre la rara probabilità di trasmettere l'infezione ad altre parti del corpo. Dopo aver medicato un foruncolo, lavatevi bene le mani prima di cucinare, perché gli stafilococchi possono provocare avvelenamenti alimentari. - "Provate i rimedi del buon tempo antico". Varro E. Tyler, professore di farmacologia alla Purdue University, cita rimedi popolari come gli impacchi di pane e latte caldo, le foglie di bardana e l'argilla. Tutti questi rimedi vengono applicati come impacchi per far maturare il foruncolo e probabilmente sono efficaci quanto i semplici impacchi caldi, dice il dottor Tyler.
AVVERTENZA MEDICA: "Il punto caldo del problema". Se i batteri di un foruncolo entrano nella corrente sanguigna possono provocare un avvelenamento del sangue (setticemia). Può essere pericoloso spremere un foruncolo vicino alla bocca o al naso perché l'infezione può arrivare al cervello (encefalite). Altre zone pericolose sono le ascelle, l'inguine e i seni di una donna che allatta. Se il foruncolo è estremamente dolente, o è sotto pelle spessa come quella della schiena, o se la vittima del foruncolo è molto giovane, oppure vecchia, o malata, rivolgetevi al medico, dice il dottor Rodney Basler. Se ci sono strisce rosse che si irradiano dal punto dolente, o se avvertite sintomi di malessere generale come febbre, brividi o rigonfiamento delle ghiandole linfatiche, aggiunge, andate da un dottore, perché l'infezione può essersi diffusa. I diabetici sono particolarmente esposti a questo pericoloso tipo di foruncoli, dice il dottor Adrian Connolly, e può essere necessario un ciclo di antibiotici. A volte ascessi ricorrenti possono essere il sintomo di malanni più gravi. LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Rimedi popolari in cucina". Gli alimenti non servono solo per mangiare. La saggezza popolare dice che i rimedi per i foruncoli sono a portata di mano nella cesta della verdura. I consigli che seguono, segnalati da Michael Blate, fondatore del G-Jo Institute di Hollywood, in Florida, sono variazioni dell'impacco caldo-umido descritto più sopra. Tutti questi rimedi vanno cambiati dopo qualche ora: -
Una fetta di pomodoro scaldata. Una fetta di cipolla cruda. Aglio pestato. Foglie esterne del cavolo. Una bustina di tè nero.
57. FUOCO DI SANT'ANTONIO. 11 trucchi per combattere il dolore. Il dolore, acuto e bruciante, fiammeggia lungo i nervi come una scarica di elettricità. Qualche giorno dopo vescichette di un rosso furibondo si gonfiano nella zona dolente. Quando l'eruzione si trasforma in vesciche che si intorbidano, cominciate a rendervi conto che non si tratta della solita orticaria. Vi siete presi il fuoco di sant'Antonio, o "herpes zoster", l'infezione virale che colpisce i nervi. Potete dare la colpa alla varicella che avete avuto da bambini. Il virus della varicella, lo stesso invasore che vi ha procurato i guai di allora, non ha mai lasciato il vostro organismo. Fino a ora il vostro sistema immunitario è stato bravissimo e l'ha tenuto completamente inattivo. Perfino adesso riesce a impedirgli di fare il diavolo a quattro nel vostro sistema nervoso. Ma questo non vi consola, se state male. E se il vostro herpes è molto grave, il dolore può continuare anche dopo che le vescichette sono guarite. Il virus della varicella, noto anche come herpes zoster, è un membro del celebre clan dell'herpes. La parola 'zoster' in greco significa cintura, e finché non ce l'avete, non vi rendete conto di quanto è appropriato questo nome. Che cosa potete fare per stare il meglio possibile mentre il vostro corpo guarisce? ALL'INIZIO Ecco quello che raccomandano i nostri esperti per le fasi iniziali dell'herpes zoster. - "Date sollievo al dolore". Jules Altman, medico di Warren, nel Michigan, e docente di dermatologia alla Wayne State University, propende per il paracetamolo, un sostituto dell'aspirina. - "Tenetevi su". Sia il sistema immunitario sia il sistema nervoso trarranno beneficio da forti dosi di vitamina C e di vitamine del complesso B, afferma il dermatologo John G. McConahy, di New Castle, in Pennsylvania. Il dottor McConahy prescrive ai suoi pazienti 200 milligrammi di vitamina C cinque o sei volte al giorno per rafforzare il sistema immunitario, ed un'integrazione di complesso B per rigenerare e ricostruire le cellule nervose. Ovviamente non prendete queste o altre integrazioni vitaminiche senza l'approvazione e la supervisione del vostro medico. Il dottor McConahy prescrive anche una compressa multivitaminica che contiene zinco. PER LE VESCICHETTE DELL'HERPES Una volta che si sviluppano le vescichette, ecco alcuni possibili rimedi. - "Non fate niente". Lasciate stare le vesciche a meno che l'irritazione non sia proprio terribile, consiglia il dottor Robb. Potete ritardare la guarigione se irritate la pelle con troppe creme e unguenti. - "Provate una pasta di cloroformio e aspirina". Il dottor Robb apprezza un rimedio che viene segnalato dal dottor Robert King di Syracuse, nello stato di New York, che si prepara riducendo in polvere due compresse di aspirina (non di sostituti dell'aspirina), cui vanno aggiunti due cucchiai di cloroformio.
Potete anche chiedere al vostro farmacista di prepararvela e poi applicare la pasta più volte al giorno. Comunque, a causa della remota possibilità di una reazione, chi è allergico all'aspirina non dovrebbe usarla sulla pelle. Come funziona? Si pensa che il cloroformio dissolva i residui di sapone, di grasso e le cellule morte della pelle. Questo permette all'aspirina di impregnare la pelle e di desensibilizzare le terminazioni nervose coinvolte. Dovreste cominciare a star meglio in cinque minuti. Il sollievo può durare per ore, e a volte per giorni. - "Applicate un impacco freddo sulle eruzioni gravi". Prendete un panno, bagnatelo nell'acqua fredda, strizzatelo e applicatelo alla zona dolente, consiglia il dottor Nordlund, primario del dipartimento di dermatologia all'Università di Cincinnati. Più è freddo più benessere dà. E lo stesso che mettere ghiaccio su una scottatura commenta il dottore. - "Caldo? No, grazie". Evitate tutto quello che può scaldare la vostra pelle già coperta di vesciche. Il calore si limita a macerare la pelle, insiste il dottor Robb. - "Fate un bagno all'amido". Se avete il fuoco di sant'Antonio sulla fronte, passate al prossimo consiglio. Ma se il problema è dal collo in giù, questa idea può esservi utile. Buttate nella vasca da bagno un pugno di amido o di avena colloidale, come l'Aveeno, poi godetevi un buon bagno, propone il dottor Nordlund. Ma state particolarmente attenti a non scivolare sul fondo della vasca! I pazienti stanno meglio, anche se il sollievo non dura a lungo, aggiunge il dottore. Dico spesso ai miei pazienti di farlo 20 minuti prima di andare a letto e poi di prendere un antidolorifico per facilitare il sonno. - "Toccate l'infezione con acqua ossigenata". Se le vesciche si infettano, provate a fare toccature con perossido di idrogeno, cioè con acqua ossigenata. Non c'è bisogno di diluirla. Va bene come viene fuori dalla bottiglia, afferma il dottor Robb. - "Oppure usate una pomata antibiotica". Attenzione a quella che scegliete: le creme a base di neomicina sensibilizzano la pelle, avverte il dottor Nordlund. LE CURE DEL DOPO-VESCICHE Il disagio può continuare anche dopo la scomparsa delle vesciche. Ecco che cosa fare in proposito. - "Raffreddate con il ghiaccio". Se provate ancora dolore, dopo che le vesciche sono scomparse, mettete del ghiaccio in un sacchetto di plastica e strofinate vigorosamente la pelle, consiglia il dottor Robb. Quello che cerchiamo di fare in questo modo è confondere i nervi. Abbiamo scoperto che fa bene. - "Fate un po' di lavoro da detective". In alcuni pazienti, il dolore persistente dell'herpes può puntare a qualche bisogno emotivo sottostante che non è stato individuato, dichiara il dottor Altman. Il dolore distrae la vostra attenzione da qualche altro problema? E attira su di voi un'attenzione particolarmente necessaria? E' un problema da considerare, nota il dottor Altman, e che vale la pena di discutere con il vostro medico.
AVVERTENZA MEDICA: "Come prevenire un danno nervoso irreversibile". Se il dolore del vostro herpes zoster è più di quanto riusciate a sopportare, andate dal medico. Non è il momento di fare gli stoici. Ignorate il dolore e potete ritrovarvi con un danno nervoso irreversibile e anni di sofferenze, avverte il dottor Leon Robb.
Ricordatevi, il fuoco di sant'Antonio non è una malattia della pelle, ma l'infezione virale di un nervo. Di solito i medici curano le fasi iniziali dell'herpes zoster con acyclovir o con un farmaco steroideo. L'acyclovir rallenta la riproduzione del virus e abbrevia la durata dell'infezione. Però non sembra che prevenga la nevralgia post-erpetica, il dolore dei nervi che rimane dopo che la pelle è guarita. La tecnica favorita del dottor Robb è iniettare una sostanza che blocchi il nervo nella zona appropriata. Se bloccate i nervi del sistema simpatico che arrivano alla zona dolorante, potete dare un sollievo definitivo e spettacolare al 75-80% dei pazienti dichiara il dottore. Comunque c'è un aiuto a disposizione di chi soffre di nevralgia cronica posterpetica. Il sistema prevede l'impianto di un apparecchietto elettrico che trasmette alla zona appropriata uno shock capace di mascherare il dolore, quando viene stimolato da un trasmettitore esterno. Questa e altre tecniche antidolorifiche vengono attivate nei reparti di terapia del dolore degli ospedali.
58. GENGIVITE. 21 rimedi per guarire i disturbi delle gengive. Tempo fa, magari giusto l'anno scorso, la placca era uno di quei termini medici che il dottore buttava lì durante la visita e che voi non degnavate di attenzione. Il dentista diceva: Deve spazzolarsi bene i denti e pulirli con il filo un po' di più. C'è su un sacco di placca. Voi dicevate: Certo, certo. Ha ragione. Senz'altro. Poi andavate a casa, usavate coscienziosamente spazzolino e filo interdentale per un giorno o due. In una settimana o poco più spazzolino e filo tornavano nel limbo delle promesse non mantenute, fino al successivo appuntamento con il dentista. Oggi è stato diverso. Il dentista ha detto: Le gengive sono gonfie ed arrossate. La pulizia di oggi le ha fatte sanguinare. Lei ha la gengivite. E se non fa qualcosa, perderà i denti. Oh, oh. Stavolta ci siete. E non siete i soli. Una ricerca pubblicata sul 'Journal of the American Dental Association' ha dimostrato che la maggioranza degli adulti ha segni iniziali di disturbi peridentali. La gengivite è il primo segno di un problema peridentale. E le malattie gengivali sono la causa principale per cui gli adulti perdono i denti. Ma non disperate! Ci sono delle buone notizie nel terribile messaggio del vostro dentista. Siete voi i possibili salvatori dei vostri denti.
E i trattamenti non sono molto difficili. Guardate qui. - "Basta con la pulizia da mezzo minuto". Se volete liberarvi della gengivite, dovete prendervi il tempo necessario per spazzolare e passare il filo nel modo giusto. Prevedete 3-5 minuti due o tre volte al giorno per una buona igiene orale, raccomanda Robert Schallhom, dentista di Aurora, nel Colorado. - "Spazzolate bene le gengive". La zona di placca lungo il contorno delle gengive è il punto in cui comincia la gengivite, ed è la zona che spazzoliamo meno attentamente, segnala Vincent Cali, dentista di New York. Appoggiate lo spazzolino con un angolo di 45 gradi rispetto ai denti, in modo che metà dello spazzolino pulisca le gengive e metà pulisca i denti. Poi fate danzare lo spazzolino in su e in giù, senza graffiare. - "Tenete sottomano due spazzolini". E alternateli, consiglia il dottor Cali. Lasciate che uno si asciughi mentre usate l'altro. - "Usate uno spazzolino elettrico". Alcune ricerche mostrano che uno spazzolino elettrico di solito rimuove il 98,2% della placca, mentre la pulizia a mano ne elimina il 48,6%. - "Rinforzatevi le ossa". La gengivite è l'inizio di quello che il dottor Cali chiama osteoporosi peridentale. Tutte le ossa del corpo possono assottigliarsi e diventare fragili, e può succedere lo stesso alle vostre mascelle. Rinforzate le ossa con calcio in abbondanza (lo trovate nei latticini, nel salmone, nelle mandorle e nella verdura a foglie verdi), molto esercizio fisico e niente fumo. - "Provate a massaggiarvi le gengive". Prendete le gengive fra pollice e indice (l'indice all'esterno) e strofinate, suggerisce Richard Shepard, dentista di Durango, nel Colorado. Secondo il dottore, questo aumenta l'afflusso di sangue risanatore alle gengive. - "Fate scorta di vitamina C". La vitamina C non cura la gengivite, ma aiuta a tenere sotto controllo le gengive sanguinanti, secondo uno studio del Western Nutrition Research Center del Ministero americano dell'Agricoltura che opera a San Francisco, in California. - "Provate uno scovolino". Uno scovolino è uno spazzolino disegnato in modo speciale (in vendita in farmacia) con la forma di una piccola spazzolina lavabottiglie. Passa fra i denti, o sotto i ponti e le corone, raggiungendo anche i punti più difficili, afferma il dentista Roger P. Levin, presidente della Baltimore Academy of General Dentistry. Usatelo regolarmente come il filo interdentale. - "Usate un collutorio antiplacca". I collutori antiplacca disponibili in commercio hanno dimostrato di essere efficaci nell'inibire lo sviluppo della placca e nella riduzione della gengivite. - "Guardate le etichette". Quando comprate un collutorio generico guardate sull'etichetta se contiene cloruro di cetylpridinium o clorexidina. Alcune ricerche dimostrano che questi sono gli ingredienti attivi negli sciacqui che riducono la placca dentale. - "Controllate le vostre abitudini". Troppo stress? Troppo poco relax? Siete a contatto con prodotti chimici tossici? Ciascuno di questi fattori può influenzare negativamente le vostre gengive. Secondo il dottor Cali, la gente dovrebbe esaminare tutti gli aspetti del proprio stile di vita e vedere quello che può cambiare per vivere in modo più sano. - "Eliminate un po' di vizi". Troppo fumo e troppo alcol possono rubarvi le vitamine e i sali minerali indispensabili per una bocca sana ricorda il dottor Cali. - "Pulitevi la lingua".
Eliminate i batteri e le tossine che si nascondono sulla lingua. Il dottor Cali afferma che non importa con che cosa li togliete, purché non sia un attrezzo tagliente. Secondo lui vanno bene un cucchiaio da dessert, un bastoncino di gelato, un abbassalingua o anche il vostro spazzolino. Passate da dietro in avanti per 10-15 volte. - "Fate i turni". Non provate a fare tutti questi trattamenti orali nello stesso giorno. Un giorno massaggiate le gengive, il giorno dopo ripulitevi la lingua, consiglia il dottor Cali. Se usate qualcosa di diverso oltre allo spazzolino e al filo, non vi annoierete a morte e darete un valido aiuto alle vostre gengive. - "Fate sciacqui con l'acqua ossigenata". Comprate una soluzione al 3% di acqua ossigenata, mescolatene un po' con la stessa quantità d'acqua e passatevela in bocca per 30 secondi. Non inghiottite. Il dottor Cali consiglia di usare questo sciacquo tre volte la settimana: serve per inibire i batteri. - "Lavatevi con un apparecchio per irrigazioni orali". Usate un apparecchio per irrigazioni orali per far scorrere acqua intorno ai denti e alle gengive, propone il dottor Cali. Per usarlo correttamente. orientate il flusso tra i denti, non sulle gengive. - "In viaggio non dimenticatevi delle gengive". Quando siete in viaggio, portatevi una peretta per le orecchie (un bulbo di gomma con un lungo beccuccio). Riempitelo d'acqua e poi spruzzatevi i denti, consiglia il dottor Cali. - "Usate uno stimolatore gengivale". Secondo il dottor Cali uno stimolatore gengivale di gomma è meglio di uno stuzzicadenti per massaggiare le gengive. In più pulisce la superficie di contatto fra i denti. Mettete la punta di gomma fra due denti. Orientate la punta in direzione della superficie tagliente, finché lo stimolatore non è a un angolo di 45 gradi con l'attaccatura delle gengive. Imprimete alla punta un movimento circolare per 10 secondi, poi passate al dente vicino. - "Mangiate tutti i giorni verdura cruda". Vi aiuterà a levare la gengivite di torno, secondo il dottor Cali. Gli alimenti duri e fibrosi puliscono e stimolano i denti e le gengive. - "Provate bicarbonato e acqua". Prendete del bicarbonato, mescolatelo con un po' d'acqua e applicatelo con le dita lungo l'attaccatura delle gengive in una piccola sezione della bocca. Poi spazzolate. Questo trattamento pulisce, lucida, neutralizza i residui batterici acidi e deodora, tutto in una sola passata, afferma il dottor Cali. - "Provate con l'aloe". C'è chi si spazzola le gengive col gel di aloe vera, riporta Eric Shapira, dentista a El Granada, in California ed assistente alla facoltà di odontoiatria dell'University of Pacific School. E' un trattamento risanante e riduce un po' la placca orale afferma il dottore.
AVVERTENZA MEDICA: "Ignorateli e se ne andranno". Che cosa succede se non date retta alle gengive dolenti e sanguinanti? Rischiate problemi peridentali più seri e anche la perdita dei denti. Ecco i segni che vi avvisano che la vostra gengivite sta peggiorando. Se ne avete qualcuno andate dal dentista. - Avete un alito cattivo che non passa in 24 ore. - I denti sembrano più lunghi, perché le gengive si stanno ritirando. - La bocca è male allineata quando la chiudete, perché i denti si uniscono in modo diverso. - Le vostre protesi parziali non si adattano alla bocca come prima. - Si formano tasche di pus fra denti e gengive. - I denti dondolano o cadono.
59. GOTTA. 13 + 4 idee per affrontarla. La gotta è un tipo di artrite che colpisce come un fulmine a ciel sereno. Di solito i suoi dolori pulsanti e tormentosi colpiscono in piena notte, arrossando la pelle e lasciando l'articolazione gonfia e dolente al tatto. Peggio ancora, un attacco può durare per giorni interi. La gotta, una volta considerata un privilegio regale, è provocata da un acido quanto mai plebeo, l'acido urico. Ce l'abbiamo tutti nel sangue. Ma, se soffrite di gotta, o producete troppo acido urico o producete il giusto e non riuscite a espellerlo, spiega Branton Lachman, assistente di farmacia all'University of Southern California. In un modo o nell'altro l'acido urico in eccesso forma piccoli e dolorosi cristalli che vi infiammano le giunture. Spesso il primo bersaglio è l'alluce, ma praticamente tutte le giunture possono diventare un punto dolente. E anche se chiunque può cadere in preda alla gotta, la vittima tipica è un maschio di mezza età, che spesso è sovrappeso e ha alle spalle una storia familiare di gotta. Se siete un gottoso, attuale o potenziale, ecco che cosa vi consigliano (e sconsigliano) i nostri esperti. - "Primo, riposatevi". Durante un attacco acuto, consiglia la patologa Agatha Thrash, co-fondatrice di un centro salutistico di Seale, nell'Alabama, tenete l'articolazione dolente sollevata e a riposo. Probabilmente farete poca fatica a seguire questo consiglio, perché il dolore è intenso. In questa fase, dicono i medici, molti pazienti non riescono neanche a sopportare il peso del lenzuolo sulla giuntura ammalata.- "Prendete un antidolorifico". Quello che provoca il dolore è la tremenda infiammazione intorno all'articolazione colpita. Se cercate un antidolorifico, avverte Jeffrey R. Lisse, assistente di reumatologia all'Università del Texas, a Galveston, assicuratevi che sia del tipo che riduce anche l'infiammazione. Seguite le istruzioni sulla confezione. Se il dosaggio consigliato non vi dà sollievo, consultate il vostro medico prima di aumentarlo. - "Scegliete attentamente". Non tutti gli antidolorifici sono uguali: l'aspirina, per esempio, può peggiorarvi la gotta perché inibisce l'escrezione dell'acido urico, spiega il dottor Lisse. E altri non sono abbastanza antinfiammatori da esservi utili. - "Mettete del ghiaccio". Se la giuntura colpita non è troppo sensibile al tocco, provate ad applicare un impacco di ghiaccio frantumato, propone John Abruzzo, direttore della divisione di reumatologia alla Thomas Jefferson University. Il ghiaccio ha un effetto calmante e anestetico. Mettete l'impacco sull'articolazione dolorante e lasciatecelo per 10 minuti. Avvolgetelo con un panno o un asciugamano.
Riapplicate, se occorre. - "Evitate gli alimenti ricchi di purine". I cibi che contengono in abbondanza le sostanze dette purine contribuiscono a formare grosse quantità di acido urico segnala Robert Wortmann, professore associato di medicina e co-primario della divisione di reumatologia al Medical College of Wisconsin. Quindi è prudente evitare questi cibi. Gli alimenti che tendono maggiormente a scatenare la gotta contengono da 150 a 1000 milligrammi di purine ogni 100 grammi. Comprendono i prodotti animali ad alto tasso di proteine come le acciughe, la cervella, il consommé, il sugo di carne, le aringhe, le frattaglie, gli estratti di carne, la carne trita, le cozze e le sardine. - "Limitate gli altri alimenti che contengono purine". Altri cibi che possono contribuire alla gotta contengono una limitata quantità di purine (da 50 a 150 milligrammi per 100 grammi). Nei casi gravi è necessario limitare questi cibi a una porzione al giorno. Questa classe di alimenti comprende asparagi, fagioli secchi, cavolfiori, lenticchie, funghi, farina d'avena, piselli secchi, ostriche, spinaci, cereali e pane integrale, lievito. Nella stessa categoria ci sono pesce, carne e pollame. Limitateli a 90 grammi cinque volte la settimana. - "Bevete moltissima acqua". I liquidi in abbondanza possono lavar via l'eccesso di acido urico dall'organismo, prima che possa farvi danno. Robert H. Davis, docente di fisiologia al Pennsylvania College of Podiatric Medicine, raccomanda la buona vecchia acqua. Molti, semplicemente, non bevono abbastanza acqua dice il dottore. Per avere buoni risultati, bevetene cinque o sei bicchieri al giorno. C'è un vantaggio in più, l'acqua in abbondanza può prevenire i calcoli renali a cui i gottosi sono particolarmente esposti. - "Gradisce una tisana?". Un altro buon sistema per bere a sufficienza è ricorrere agli infusi d'erbe. Non contengono caffeina né calorie, quindi non vi rendono troppo agitati e non vi fanno aumentare di peso.La dottoressa Eleonore Blaurock-Busch, consulente nutrizionale che vive nel Colorado, raccomanda in particolare la salsapariglia, la millefoglie, le bacche di rosa canina e la menta piperita. Preparate l'infuso come al solito e bevetene spesso. - "Non bevete alcol". Se avete una storia di gotta, lasciate stare l'alcol avverte Gary Stoehr, professore associato di farmacia all'Università di Pittsburgh. Pare che l'alcol aumenti la produzione di acido urico e ne inibisca la secrezione, il che, in alcuni soggetti, può portare a un attacco di gotta. La birra è particolarmente sconsigliabile perché ha un alto contenuto di purine rispetto al vino e agli altri alcolici, sottolinea la dottoressa Blaurock-Busch. Se fate uno strappo in qualche occasione speciale, riducete al minimo il rischio di reazioni seguendo questi consigli di Felix O. Kolb, docente di medicina all'Università della California: Bevete lentamente e tamponate il vino con carboidrati ad assorbimento rapido come cracker, frutta e formaggi. - "Controllate la pressione". Se oltre alla gotta avete la pressione alta, avete un problema doppio. Infatti alcuni medicinali che vengono prescritti per abbassare la pressione, come i diuretici, fanno alzare il livello dell'acido urico, avverte il dottor Lachman. Quindi è molto importante cercare di abbassare la pressione con sistemi naturali. Provate a consumare meno sale, a perdere il peso di troppo e a fare esercizio fisico. Ma non smettete mai di prendere un medicinale prescritto dal vostro medico senza prima consultarlo. - "Attenti alle diete estreme". Se siete sovrappeso, dimagrire è un imperativo. Di solito le persone più pesanti hanno livelli maggiori di acido urico. Ma state alla larga dalle diete eroiche, che sono celebri per
scatenare gli attacchi di gotta, avverte il dottor Lisse. Queste diete, compreso il digiuno, fanno sì che le cellule si spezzino e secernano acido urico. E' meglio che vi accordiate con il vostro medico e definire insieme a lui un programma di dimagrimento graduale. - "Supplementi?". Chiedete al dottore. Fate attenzione quando prendete vitamine, avverte la dottoressa Blaurock-Busch, perché l'eccesso di alcuni elementi nutritivi può peggiorare la gotta. In particolare troppa niacina e troppa vitamina A possono scatenare un attacco di gotta. Quindi, prima di prendere dei supplementi vitaminici, chiedete il parere del vostro medico. - "Non fatevi male". Per qualche ragione sconosciuta, spesso la gotta colpisce un'articolazione che in precedenza aveva ricevuto un trauma. Cercate di non slogarvi l'alluce o comunque di farvi male in qualsiasi modo suggerisce il dottor Abruzzo. E non mettete scarpe strette, che possono predisporre le articolazioni a subire piccole lesioni. LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "La cura delle ciliege e del carbone". CILIEGE. Anche se non c'è evidenza scientifica che le ciliege diano sollievo alla gotta, molti le trovano efficaci. Sembra che non faccia differenza se si usano le varietà dolci o le amarene, e neppure se le ciliege sono fresche o conservate. Le quantità segnalate variano da una manciata al giorno (circa dieci ciliege) a due etti e mezzo. Alcuni hanno anche registrato successi con un cucchiaio di concentrato di ciliege al giorno, come riporta la dottoressa Agatha Thrash. CATAPLASMA AL CARBONE. La dottoressa Thrash raccomanda il cataplasma di carbone. Il carbone ha la proprietà di estrarre le tossine dal corpo. Mescolate mezza tazza di carbone attivato in polvere con poche cucchiaiate di semi di lino (ridotti in poltiglia) e dell'acqua molto calda in quantità sufficiente per farne una pasta. Applicatela all'articolazione dolente. Coprite con un tessuto o un foglio di plastica per mantenere in posizione. Cambiate l'impacco ogni quattro ore o lasciatelo per tutta la notte. Il carbone macchia, quindi fate attenzione ai vestiti e alle lenzuola. PEDILUVIO AL CARBONE. Potete anche mescolare il carbone in un pediluvio, consiglia la dottoressa Thrash. Usate una vecchia bacinella che non v'importa di macchiare. Mescolate mezza tazza di polvere di carbone con l'acqua e fatene una pasta. Poi aggiungete gradualmente dell'acqua calda fino a coprire i piedi. Teneteli a bagno per mezz'ora-un'ora. CARBONE PER BOCCA. Il carbone attivato preso per bocca può aiutarvi a ridurre i livelli di acido urico nel sangue, segnala la dottoressa Thrash.Prendetene mezzo cucchiaio o un cucchiaio quattro volte al giorno: appena alzati, a metà mattina, a metà pomeriggio e all'ora di andare a letto. 60. HERPES GENITALE. 10 + 4 strategie per tenerlo a bada. Avete giocato alla roulette russa del sesso e avete perso. Avete lesioni brucianti ai genitali, siete deboli e febbricitanti. Il medico vi ha fatto fare un po' di test e adesso vi dice che avete l'herpes genitale detto anche "herpes simplex 2". Secondo il dottore, la malattia è incurabile, ce l'avrete per sempre. Vi sentite esattamente come se vi avessero appena dato un biglietto di sola andata per l'inferno.
Ma non è il caso, quindi non sentitevi così a terra. Eccovi il biglietto per tornare a casa. - "Su la testa". Perché? Primo, se siete come la maggior parte della gente, una volta che l'attacco iniziale se n'è andato (di solito in due o tre settimane), quelli successivi saranno rari e di solito non così violenti come il primo. Secondo, se siete fra quelli a cui l'herpes vuole creare grossi problemi, oggi c'è un medicinale, l'acyclovir, che può ridurre la frequenza degli attacchi del 90%. Insomma o per l'andamento naturale della malattia, o per intervento terapeutico, l'herpes non è affatto una situazione senza speranza, afferma Will Whittington, un ricercatore che lavora con la divisione di malattie a trasmissione sessuale ai centri per il controllo delle malattie ad Atlanta, in Georgia. - "Rimpolpate il vostro sistema immunitario". Gli esperti non sanno esattamente che cosa fa sì che il virus dell'herpes sonnecchi per lunghi periodi e poi si svegli improvvisamente a fare pasticci. Ma molti pensano che un sistema immunitario indebolito, come uno sceriffo sbronzo in una cittadina del vecchio West, inviti i teppistelli a farsi sotto. Che il paragone tenga o no, sarà meglio per voi tenere il sistema immunitario sobrio ed armato con una dieta ben studiata, un bel po' di riposo e di relax, ed esercizio fisico regolare. - "Usate acqua e sapone". Forse il vostro primo impulso, scoprendo lesioni sui genitali, è di bombardarle con tutto quello che c'è nell'armadietto delle medicine. Non fatelo. Come sempre, quando si tratta di lesioni, dovete preoccuparvi di non sviluppare un'infezione batterica secondaria. Tutto quello che vi serve per tenere la zona libera dai germi è acqua e sapone, afferma il dottor Whittington. Tanto non riuscireste comunque a uccidere il virus, e molti prodotti potrebbero peggiorare le cose. L'acyclovir è l'unico farmaco che ha dimostrato di dare chiari benefici ai pazienti con l'herpes conferma il dottor Whittington. - "Niente linimenti". Le piaghe sui genitali hanno bisogno di molta aria per guarire. La vaselina e le creme antibiotiche bloccano l'aria e rallentano la guarigione, afferma Stephen L. Sacks, professore associato di medicina all'University of British Columbia e fondatore e direttore di una clinica specializzata. Non usate mai una crema al cortisone, che inibirebbe il vostro sistema immunitario e stimolerebbe lo sviluppo del virus, sostiene il dottore. - "Curate il disagio con il calore". Durante il primo attacco, o durante un attacco secondario particolarmente sgradevole, fate un bagno o un bidet per far arrivare acqua tiepida nella zona dei genitali tre o quattro volte al giorno: spesso ha un effetto calmante. (E' vero per molti, ma non per tutti.) Quando uscite dal bagno o dopo il bidet, asciugate la zona genitale con un asciugacapelli a temperatura tiepida, facendo attenzione a non scottarvi. Anche l'aria che esce dal phon ha un effetto calmante e può accelerare la guarigione aiutando a seccare le piaghe, nota il dottor Sacks. - "Mettete biancheria comoda di cotone". L'aria è essenziale per la guarigione, quindi indossate solo biancheria intima che permetta alla pelle di respirare: sceglietela di cotone, non di fibre sintetiche, consiglia Judith M. Hurst, infermiera diplomata, coordinatrice e consulente medico di un gruppo di supporto per pazienti con l'herpes. Se mettete slip di nailon, assicuratevi che il tassello sia di cotone. Se volete mettervi un costume da bagno all'ultima moda, provate a tagliare il tassello di cotone da un paio di slip e a cucirlo all'interno del costume, suggerisce Judith Hurst. - "Facilitate l'urinazione difficile". Urinare, per chi ha il primo attacco di herpes, può essere molto doloroso, perché l'urina, che è acida, passa su piaghe aperte. Questo è vero soprattutto per le donne.
Provate a dirigere il getto di urina lontano dalle ferite aperte con un pezzo di carta igienica arrotolata, suggerisce il dottor Sacks. Oppure provate a urinare nella vasca da bagno prima di uscire dalla vasca, propone Judith Hurst. - "Non toccate". Anche se la malattia si chiama herpes genitale, è possibile passare il virus ad altre parti del corpo se toccate una lesione aperta e poi, per esempio, la bocca o gli occhi. Quindi è importantissimo lasciar stare le lesioni, insiste Sandy Moy, coordinatrice dell'Herpes Resource Center presso l'American Social Health Association (ASHA). Se pensate di potervi grattare di notte, coprite le lesioni con materiale protettivo e traspirante come la garza, suggerisce Sandy Moy. - "Pensate a questi supplementi". Alcuni pazienti, e anche alcuni medici, sono convinti che prodotti come lo zinco (in unguento o in capsule) e un aminoacido, la lisina, presi come integrazione alimentare, possano sconfiggere l'herpes. Ma nonostante siano stati effettuati studi a campione sulla loro efficacia, secondo la maggioranza dei medici, si tratta di rimedi non sperimentati. Se decidete di provarne qualcuno, tenete conto che ad alte dosi possono essere pericolosi e che dovrebbero essere presi solo sotto controllo medico. - "Non passatelo ad altri". Ricordatevi come avete preso l'herpes. Adesso avete la responsabilità di proteggere gli altri. Quando avete le piaghe, siete altamente contagiosi: evitate il sesso. Quando le piaghe non ci sono, probabilmente non trasmettete il virus, ma è meglio usare il preservativo per maggior protezione e tranquillità. Incidentalmente, il fatto che avete l'herpes non significa che non potete prendervelo in un'altra forma. Anche se questo di solito non succede, l'herpes genitale può colpire di nuovo con un altro ceppo virale, segnala il dottor Sacks.
BOX: "La connessione mente-corpo". Perché qualcuno si porta dietro il virus dell'herpes per anni e anni senza mai un attacco, e altri invece ne soffrono regolarmente? La risposta è in gran parte nella mente, secondo Christopher W. Stout, psicologo di Denver, specializzato in psiconeuroimmunologia. Le persone che sono più tese, depresse, ostili, e che si arrabbiano facilmente, pare abbiano attacchi più frequenti spiega il dottor Stout. Pensiamo che questo genere di atteggiamenti deprima il sistema immunitario dell'organismo. Judy Hurst, infermiera diplomata, afferma: Qualunque cosa rivelino le ricerche nei prossimi mille anni, sono convinta che lo stress sarà sempre il fattore numero uno. Ma se non eravate sotto stress prima di scoprire che avevate l'herpes, certo siete stressati adesso. Ma lo stress fa aumentare gli attacchi, che contribuiscono allo stress, che... eccetera, eccetera. La domanda è: come si esce dal circolo vizioso? - "Scoprite tutto quello che potete". Leggete notizie sull'herpes, parlate con il vostro medico, provate a farvi un'idea personale, e cercate di controllare la situazione più che potete, suggerisce il dottor Stout. - "Provate una psicoterapia breve". Dopo aver scoperto che avete l'herpes, forse state provando angoscia, depressione, rabbia, senso di colpa. Un bravo psicoterapeuta, in poche sedute, dovrebbe essere in grado di aiutarvi a vedere le cose più in prospettiva, suggerisce il dottor Stout. - "Imparate le tecniche di rilassamento". Ce n'è una grande varietà, fra cui meditazione, terapia del rilassamento, visualizzazione, biofeedback.
Trovate il sistema che va meglio per voi, consiglia il dottor Stout.
AVVERTENZA MEDICA: "Un medicinale per aiutarvi a guarire". Se avete un caso ostinato di herpes o avete molte ricadute, potreste chiedere al vostro medico una ricetta per l'acyclovir, una medicina che ha dimostrato di accelerare la guarigione e di limitare la gravità dell'attacco, suggerisce il dottor Stephen L. Sacks. Se è il vostro primo attacco o se le ricadute sono frequenti, o comunque voi pensate che siano frequenti, probabilmente il vostro medico può aiutarvi. Se siete incinte, è importantissimo che informiate le persone che seguono la vostra gravidanza, perché l'herpes può infettare il neonato, avverte il dottor Sacks. Un tempo si pensava che ci fosse una stretta correlazione fra l'herpes genitale e il cancro del collo dell'utero. Il rapporto non è forte come si pensava un tempo, ma è ancora opportuno, per le donne che hanno l'herpes, fare un pap-test (l'esame del secreto vaginale) annuale, consiglia il dottor Will Whittington.
BOX: "Si può battere l'herpes con l'olio di ricino?". Il dottor C. Norman Shealy sostiene che gli impacchi di olio di ricino rinforzano il sistema immunitario. Ecco la 'ricetta' del dottor Shealy: prendete una tazza di olio di ricino e imbevete accuratamente d'olio due spessori di tessuto di flanella. Mettete il tessuto saturo d'olio sull'addome e coprite con plastica. Sopra la plastica mettete uno scaldino elettrico, scegliete la temperatura con cui vi sentite a vostro agio e lasciatelo in posizione per un'ora. All'inizio fatelo una volta al giorno, ogni giorno per un mese. Continuate il trattamento tre volte la settimana. aumentando la frequenza degli impacchi durante gli attacchi di herpes.
61. IMPOTENZA. 13 segreti per farcela. Questa notte ve la ricorderete. Purtroppo, per le ragioni sbagliate. La settimana scorsa è stata agitatissima. C'era da preparare una proposta importante e non siete mai riusciti a tornare a casa prima di mezzanotte. Stavolta, avete deciso, la serata è dedicata a vostra moglie. Le avete portato a casa delle rose. Lei ha stappato il vostro vino preferito. Dopo cena, quando avete staccato la spina del telefono, vi è scivolata alle spalle e vi ha baciato sul collo in quel suo modo che vi fa impazzire. Sembrava che funzionasse tutto secondo i piani. Tutto, veramente, salvo una certa parte della vostra anatomia. Una certa parte fondamentale. E questo vi ha fatto pensare: che cosa sta succedendo, accidenti? Succederà anche la prossima volta? E, dannazione, che cosa posso farci? Un sacco di cose. Prima di tutto rendetevi conto che non è capitato solo a voi. Qualsiasi uomo, se è onesto, vi dirà che ha avuto momenti di impotenza in qualche periodo della sua vita dichiara Neil Baum, direttore della sezione di New Orleans della clinica per l'infertilità maschile e assistente di urologia alla Tulane University. Non è che un incidente sia la fine del mondo. Quando succede, può essere tremendo osserva il dottore. Può minare tutta la fiducia che un uomo ha nei confronti della propria mascolinità. Gli esperti segnalano che all'incirca dieci milioni di americani soffrono di impotenza: il termine che viene usato quando un uomo non riesce a raggiungere e mantenere la penetrazione fino all'eiaculazione.
Fino ai primi anni Settanta gli esperti pensavano che in genere i problemi di erezione fossero un sintomo di problemi psichici sottostanti. Oggi la classe medica riconosce che almeno metà degli uomini impotenti ha un problema organico o funzionale, che è, in parte, responsabile dell'impotenza. Che cosa potete fare per tenere a bada i problemi di erezione? Ecco che cosa consigliano i nostri esperti. - "Datevi tempo". Man mano che gli anni passano, può essere necessario un periodo più lungo di stimolazione genitale per arrivare all'erezione rileva il dottor Baum. A diciotto-vent'anni l'erezione può richiedere pochi secondi, a trenta o quarant'anni forse un minuto o due. Ma se un uomo di sessant'anni non ha un'erezione dopo un minuto o due, non significa che è impotente. Ci vuole solo più tempo. Anche l'intervallo fra un'eiaculazione e l'erezione successiva tende a crescere con l'età. In alcuni uomini tra i sessanta e i settant'anni può volerci un giorno intero, o più, prima di ritrovare un'erezione. E' una normale conseguenza dell'età afferma il dottor Baum. - "Controllate le medicine che state prendendo". Forse alla radice del problema ci sono le medicine che vi ha prescritto il vostro medico. Oppure gli antistaminici, i diuretici, i sedativi che comprate senza ricetta. Attenzione, comunque: quello che agisce sul vostro vicino può non avere effetto su di voi. I farmaci identificati come problematici sono più di duecento. L'impotenza da farmaci è comune soprattutto negli uomini sopra i cinquant'anni, osserva il dottor Baum. E infatti, in uno studio condotto su 188 uomini e pubblicato dall''American Medical Journal', il problema era legato alle medicine nel 25% dei casi. Se sospettate che c'entrino le vostre medicine, parlatene con il vostro medico o con il farmacista: possono cambiare le dosi o consigliarvi un altro farmaco. Però non provate a farlo per conto vostro. - "Attenti alle droghe". La lista dei colpevoli comprende cocaina, marijuana, oppiacei, eroina, morfina, anfetamina e barbiturici: l'ha pubblicata Richard E. Berger, un urologo che lavora con l'Harborview Medical Center di Seattle (Washington). - "Piano con l'alcol". Shakespeare ci ha azzeccato, quando ha scritto nel Macbeth che l'alcol stimola il desiderio, ma impedisce di soddisfarlo. Questo succede perché l'alcol deprime il sistema nervoso, inibisce i riflessi e crea una situazione che è l'opposto dell'eccitazione, afferma il dottor Berger. Anche due cocktail possono provocare problemi, insiste il dottore. A lungo andare l'alcol in eccesso può provocare squilibri ormonali. L'abuso cronico danneggia i nervi e il fegato spiega il dottor Baum. Quando il fegato è lesionato, si innesca un processo a causa del quale un uomo si ritrova con troppi ormoni femminili nell'organismo. Bisogna che ci sia la giusta proporzione di testosterone (l'ormone maschile) perché tutto funzioni come si deve. - "Quello che va bene per le arterie va bene anche per il pene". Chiaramente il pene è un organo vascolare afferma Irwin Goldstein, condirettore del centro di riproduzione maschile del New England presso il centro medico della Boston University, nel Massachusetts. Quello che ingombra le arterie, il colesterolo alimentare e i grassi saturi, limita anche l'afflusso di sangue al pene. In realtà, nota il dottor Goldstein, tutti gli uomini sopra i trentotto anni di età hanno le arterie del pene un po' intasate. Quindi attenti a quello che mangiate. Probabilmente in America il colesterolo alto è una delle principali cause dell'impotenza sostiene il dottor Goldstein. Sembra che il colesterolo modifichi il tessuto erettile. - "Fate quello che vi serve per sentirvi bene".
State pensando di perdere qualche chilo? Di praticare il karate? Di cominciare un programma di controllo del peso? Fatelo. Il sesso è un'attività "full contact" afferma James Goldberg, direttore delle ricerche della Crenshaw Clinic di San Diego, in California. Più una persona si sente a suo agio nel proprio corpo, meglio si sente al momento dell'incontro con il partner. - "Non esagerate con lo sport". Se fate troppo esercizio fisico, stimolate la produzione di endorfine, gli oppiacei naturali dell'organismo. Non sappiamo esattamente come funzionano, ma tendono a rendere meno sensibili commenta il dottor Goldberg. A breve termine lo sport fa bene, ma oltre a una certa soglia il corpo impara a proteggersi, quindi risulta meno sensibile agli stimoli. - "Se state male, aspettate". Secondo il dottor Goldberg il corpo produce i propri oppiacei anche quando prova dolore. E gli oppiacei possono eliminare tutti gli stimoli sessuali. Non c'è molto che possiate fare in proposito dice il dottore, a parte aspettare tempi migliori. - "Rilassatevi". Essere in uno stato d'animo rilassato è fondamentale. Il sistema nervoso funziona in due modi. Quando è in funzione il sistema nervoso simpatico il corpo è letteralmente 'all'erta'. Gli ormoni delle ghiandole surrenali vi preparano a lottare o a fuggire. I nervi trasferiscono il sangue dal sistema digestivo (e dal pene) ai muscoli. Potete innescare il sistema nervoso simpatico anche semplicemente se siete troppo ansiosi, sostiene il dottor Baum. In alcuni uomini la paura di non farcela è tale che il sangue si riempie di norepinefrina, un ormone adrenalinico. E' l'opposto di quello che vi serve per avere un'erezione. La cosa da fare è rilassarsi e lasciare che il sistema nervoso parasimpatico prenda il sopravvento. I messaggi che viaggiano lungo questa rete segnaleranno alle arterie ed ai corpi cavernosi del pene di espandersi e di riempirsi di sangue. - "Evitate le sostanze stimolanti". Vale a dire la caffeina e alcune sostanze che hanno una dubbia reputazione come gli afrodisiaci. La cosa più importante, durante il sesso, è rilassarsi dichiara il dottor Goldberg. In genere gli stimolanti funzionano un po' troppo e fanno contrarre i tessuti erettili, che devono dilatarsi perché l'erezione abbia luogo. - "Concentrate l'attenzione sulle cose giuste". Un modo per rilassarsi è concentrarsi sul partner e sugli aspetti più sensuali del contatto intimo. Giocate e divertitevi senza stare a preoccuparvi dell'erezione. L'organo sessuale più grosso dell'organismo, afferma il dottor Goldberg non è il pene, è la pelle. Per cui non fatevi fuorviare dal pene. E' tutto il corpo che deve reagire. - "Pensateci prima". Il dottor Berger pensa che sia una buona idea decidere in anticipo che cosa fare se non raggiungete un'erezione. Che alternative avete? Se non vi concentrate esclusivamente sull'erezione, sarà più facile che l'erezione arrivi, sostiene il dottore. - "Parlate alla vostra partner". Non contribuite a far crescere la tensione in camera da letto restando in un silenzio imbronciato. Potete giocare insieme all'investigatore e chiedervi che cosa è successo.
Troppa pressione sul lavoro? Esaurimento perché un figlio è malato? Un problema non risolto? Se comprendete quello che provoca l'impotenza, potete riuscire a spiegarvela senza tirare in ballo qualcosa che non c'è dichiara il dottor Berger. E dovreste dire che cosa desiderate. Volete continuare a far l'amore in un altro modo? Non lasciate che l'erezione, o la mancanza di erezione, interferiscano con la vostra intimità.
62. INCONTINENZA. 19 + 1 sistemi per affrontarla. L'incontinenza urinaria è un sintomo, non una malattia. Ma la perdita involontaria di urina può distruggere l'autostima personale, i rapporti sociali e il lavoro. Secondo me l'incontinenza è una malattia sociale afferma Robert Schlesinger, assistente di chirurgia alla Harvard Medical School e condirettore del centro per il trattamento dell'incontinenza al Faulkner Hospital di Boston, nel Massachusetts. La gente può arrivare molto lontano nel tentativo di adattarsi al problema. Abbiamo avuto una donna che non è uscita di casa per tre anni per la vergogna. Forse avete notato che il dottor Schlesinger ha detto adattarsi al problema. Non è detto che debba essere così per forza. Il dottor Schlesinger e altri esperti affermano che le persone non devono sentirsi messe al bando a causa dell'incontinenza, sostiene Katherine Jeter, assistente di urologia alla Medical University della South Carolina, che ha fondato un centro di aiuto per le persone incontinenti. Praticamente tutti possono guarire o migliorare. Non è poco, se pensate che ci sono dieci milioni di americani adulti incontinenti. In molti casi l'incontinenza è una questione di 'quanto'. E non pensate che sia normale quando si invecchia, dichiara Neil Resnick, capo dei servizi geriatrici e direttore del centro per la continenza al Brigham and Women's Hospital di Boston, nel Massachusetts. Non è inevitabile e non è irreversibile. A volte anche uno sforzo minimo può diminuire, o addirittura prevenire, il problema. Potete benissimo adattare l'incontinenza alla vostra vita, non viceversa. Ecco alcuni modi per riuscirci. - "Tenete un diario dell'urina". Scrivete per una settimana: Che cosa ho mangiato, che cosa ho bevuto, quando sono andato in bagno e quanto spesso ho avuto perdite? suggerisce la dottoressa Jeter. Il diario aiuterà voi ed il vostro medico a risalire alle cause. - "Piano coi liquidi". Il vostro diario dell'urina può rivelare che state ingurgitando litri e litri d'acqua tutti i giorni, osserva la dottoressa Jeter. Di solito succede quando si sta seguendo una dieta che richiede di aumentare i liquidi. Provate a bere un po' meno e il vostro problema di incontinenza migliorerà. Fate attenzione a quello che bevete prima di andare a letto. - "Ma non troppo". Diminuire i liquidi sotto i livelli normali senza l'approvazione del vostro medico può provocare disidratazione, che peggiora i problemi urinari e può anche causare malattie gravi. - "Evitate l'alcol". Le bibite alcoliche sono un forte stimolo ad andare in bagno. - "Evitate la caffeina".
La caffeina è un altro diuretico ben conosciuto. Come l'alcol, non si trova solo nelle bevande, ma anche nei medicinali. Il diario vi aiuterà ad accorgervi se quello che bevete vi provoca incontinenza. - "Evitate il succo di pompelmo". Anche il succo di pompelmo è un celebre diuretico, ed è proprio per questo che veniva consigliato nelle diete. - "Sostituitelo con il succo di mirtillo". Il succo di mirtillo è acido e ha pochi residui ed è noto per avere benefici effetti antinfiammatori sulla vescica. - "Attenti alla stitichezza". La stitichezza può contribuire all'incontinenza. Quindi mangiate cibi ricchi di fibra e assicuratevi di bere a sufficienza. - "Non fumate". La nicotina irrita la superficie della vescica. Inoltre, se soffrite di incontinenza da sforzo, la tosse tipica dei fumatori può provocarvi delle perdite. - "Perdete il peso di troppo". Le lettere che i pazienti scrivono alla Fondazione Simon per la continenza di Wilmette, nell'Illinois, dimostrano che chi perde anche pochi chili migliora la sua incontinenza. Lo riferisce il presidente della fondazione, Cheryle Gartley. - "Provate la 'doppia spinta'". Quando urinate, state sulla toilette finché non sentite la vescica vuota. Poi alzatevi, sedetevi di nuovo, piegatevi un pochino in avanti e provate di nuovo. - "Andate in bagno quando ne avete voglia". E' davvero una buona idea vuotare regolarmente la vescica afferma la dottoressa Jeter. Per esempio, non andate a tavola con la vescica piena, perché vi sentite imbarazzati ad andare in bagno. Trattenere l'urina troppo a lungo può provocare infezioni urinarie e sforzare la vescica. In più, dice la dottoressa, se avete la vescica troppo piena e lo sfintere debole, potete avere delle perdite anche quando volete solo tossire, starnutire o ridere. Il consiglio migliore: vuotate la vescica prima e dopo i pasti, e prima di andare a letto. - "Datevi un ritmo". All'inizio svuotate la vescica a intervalli brevi e regolari, per esempio, ogni ora, e allungate pian piano l'intervallo. In alcuni casi di incontinenza questo sistema è molto efficace, ma nessuno sa perché. Non sappiamo se rialleni veramente la vescica a funzionare normalmente, dichiara il dottor Resnick o se alleni il cervello a fare i conti con una disfunzione permanente della vescica. - Datevi un obiettivo". L'intervallo normale è fra le tre e le sei ore, afferma la dottoressa Jeter. Provate a raggiungere questo obiettivo in qualche settimana. - "Considerate anche l'età". La dottoressa Jeter osserva: Se siete più anziani, occorre più tempo fra il momento in cui la vescica dice che è ora di andare e il momento in cui arrivate davvero in bagno. In altre parole, fate in modo di dormire, o di passare la giornata, più vicini al bagno di quando riuscivate a correre. - "Preparatevi per le emergenze". Tenete un vaso da notte o un 'pappagallo' in un punto dove arrivate comodamente dal vostro letto. - "Prevedete gli incidenti". Se sapete che state per starnutire, tossire, sollevare qualcosa, o saltare su e giù, contraete lo sfintere in tempo, in modo da prevenire gli incidenti. - "Se non avete stimoli, non fatevi prendere dal panico".
Se soffrite di incontinenza da urgenza, praticamente non avete segnali del bisogno di andare in bagno. Se il problema è questo, non fatevi prendere dal panico. Invece, quando cogliete il primo segnale, rilassatevi. Tendete lo sfintere, poi rilassate i muscoli addominali. Quando la sensazione di urgenza passa, dirigetevi lentamente, senza panico, alla toilette più vicina. - "Attrezzatevi". Ci sono diversi tipi di assorbenti, di pannolini o di protezioni. Quelli più recenti assorbono da cinquanta a cinquecento volte il loro peso in acqua, neutralizzano gli odori e imprigionano il liquido evitando le perdite. La scelta dipende dalla vostra anatomia, dal tipo e dal grado della vostra incontinenza. E' comprensibile che comprarli vi metta un po' in imbarazzo. Trovate un farmacista comprensivo e chiedete che ve li tengano pronti quando arrivate.
BOX: "Provate con gli esercizi Kegel". Gli esercizi Kegel sono stati messi a punto alla fine degli anni Quaranta dal dottor Arnold Kegel per aiutare le donne che soffrivano di incontinenza da sforzo durante e dopo la gravidanza. Gli esperti dicono che questi esercizi riducono, e addirittura prevengono, alcune forme di incontinenza nei due sessi e a qualsiasi età. Ecco le istruzioni base. - Primo: senza contrarre i muscoli delle gambe, delle natiche e dell'addome, immaginate di provare a trattenere una spinta intestinale tendendo l'anello muscolare (lo sfintere) intorno all'ano. Questo esercizio identifica la parte posteriore della muscolatura pelvica. - Poi, mentre state urinando, provate a interrompere il flusso e poi a farlo ripartire. Questo vi aiuta a individuare la parte frontale dei muscoli pelvici. Per le donne: immaginate di trattenere un tampone che scivola via. - Adesso siete pronti per l'esercizio completo. Cominciando da dietro in avanti, contraete i muscoli contando lentamente fino a quattro, poi rilassateli. Fatelo per due minuti, almeno tre volte al giorno: il che significa almeno cento ripetizioni. 63. INFERTILITA'. 16 + 1 consigli per concepire. Avete deciso di fare un figlio. Parecchi mesi fa, in uno stato d'animo molto celebrativo, avete distrutto i vostri ultimi preservativi in una battaglia di gavettoni, avete buttato nella spazzatura la crema spermicida e mandato in pensione il vecchio diaframma. Da allora è cominciato un periodo di splendido, goduriosissimo sesso non protetto. C'è solo un piccolo problema. Voi fate l'amore, ma bambini non ne nascono. E state cominciando a preoccuparvi. Quanto ci vuole per questa storia del concepire? Potete fare qualcosa per aiutare la natura? PER LE COPPIE Ecco cosa consigliano gli esperti alle coppie che cominciano a preoccuparsi perché non riescono a concepire. - "Datevi un anno". Se siete sotto i ventott'anni, se avete una meravigliosa vita sessuale e se nella vostra storia medica non c'è niente che faccia pensare a un possibile problema riproduttivo, i nostri esperti vi consigliano di continuare a provare per un anno. Circa il 60% delle coppie concepisce entro sei mesi, e circa il 90% entro un anno dichiara Mitchell Levine, ostetrico e ginecologo che lavora con Women-Care a Cambridge, nel Massachusetts.
Naturalmente, quando gli anni passano, la fertilità diminuisce un po'. Neppure le donne dai venti ai trent'anni ovulano tutti i mesi, spiega Joseph H. Bellina, direttore dell'Omega International Institute, una clinica per la fertilità di New Orleans, nella Louisiana. Dopo i trent'anni la probabilità di ovulare tutti i mesi comincia a diminuire. Ecco perché più siete avanti con gli anni, più è urgente consultare uno specialista. - "Parlatene". Siete sicuri di volere tutti e due questo bambino, oppure uno di voi due è dibattuto, incerto, ambivalente? I nostri esperti ci hanno raccontato molte storie di coppie che hanno provato senza troppo entusiasmo per anni e anni, e non hanno concepito finché l'incertezza di uno dei partner non si è risolta. Ho avuto in cura una coppia in cui l'uomo era più avanti negli anni, aveva bambini da un precedente matrimonio e non era sicuro di voler diventare padre a quel punto della vita racconta il dottor Levine. Dopo un paio di incontri in cui queste cose sono venute fuori, l'uomo si è convinto seriamente di voler diventare padre di nuovo. E a quel punto il bambino è stato concepito. E' pazzesco, aggiunge Marilyn Milkman, una ginecologa di San Francisco, ho avuto quattro pazienti che sono venute qui per una valutazione dell'infertilità, sono uscite e in quello stesso mese sono rimaste incinte. - "Lasciatevi trascinare dalla passione". Dimenticate i diagrammi ovulatori, il controllo del muco cervicale e il sesso programmato fino a uscirvi dagli occhi. Se avete tempo, lasciatevi trasportare dalla passione, consiglia la dottoressa Milkman. Spesso funziona di più. - "Prendetevela un po' più comoda sul lavoro". Chi è 'drogato' di lavoro ed è costantemente sotto pressione può danneggiare la sua fertilità, osserva il dottor Levine. Vedo molte persone in carriera e il mio consiglio è: 'State attenti ai messaggi che inviate al vostro corpo'. Secondo il dottor Levine, il corpo 'sa' che un periodo di stress molto intenso non è il momento più opportuno per fare un figlio. - "Quando la donna è fertile, usate la solita posizione". Il rapporto sessuale con l'uomo che sta sopra è il migliore per concepire, sostiene il dottor Bellina. La donna dovrebbe restare sdraiata per 20 minuti dopo che il suo partner ha eiaculato. Personalmente consiglio alle coppie di avere rapporti in quei giorni e poi di dormirci sopra dice il dottore. - "Smettete di fumare". Le sigarette danneggiano la fertilità sia nelle donne sia negli uomini. Gli studi sui maschi hanno dimostrato che i fumatori hanno più probabilità dei non fumatori di avere il conteggio degli spermatozoi al di sotto del normale e hanno una minore motilità spermatica. Uno studio inglese condotto su 17032 donne ha dimostrato che maggiore era il numero delle sigarette quotidiane, meno fertile era la donna. I ricercatori sospettano che il fumo alteri i livelli ormonali nell'organismo femminile. RISERVATO ALLE DONNE Ecco alcuni consigli utili per le donne che vogliono aumentare le probabilità di una gravidanza. - "Siete sicure di ovulare?". Avete regolarmente le mestruazioni? Se non è così, forse non ovulate. Un segno dell'ovulazione sono i cambiamenti del muco cervicale a metà del ciclo spiega la dottoressa Milkman. Il muco diventa sottile, acquoso e trasparente. Altri indicatori comprendono la sensibilità premestruale dei seni, i crampi e il dolore dell'ovulazione (che non tutte le donne hanno). Un altro modo per controllare l'ovulazione è usare un kit che si compra in farmacia.
Il kit, che legge i livelli dell'ormone rilasciato nell'urina al momento dell'ovulazione, è efficace solo al 50% se lo usate mattina e sera, afferma il dottor Bellina. Il momento migliore per fare il test è tra le dieci di mattina e mezzogiorno. Se il primo mese che lo usate il risultato è positivo, magnifico. Se passano tre cicli senza un risultato positivo, ci sono due possibilità: o il test non è abbastanza sensibile per voi, o non ovulate. Comunque sia consultate il vostro medico. - "Se volete essere una dea-madre, cominciate ad averne l'aspetto". Ci sono donne che possono stimolare l'ovulazione mettendo su qualche chilo, o perdendolo. In genere, più siete vicine al peso ideale meglio è. Dovreste essere almeno al 95% del peso ideale, e non sopra il 120%. I ricercatori hanno scoperto che il grasso corporeo è in grado di produrre e conservare gli estrogeni, gli ormoni che preparano il corpo alla gravidanza. Quando il grasso totale è troppo o troppo poco, il sistema può squilibrarsi. Più grasso c'è, più ormoni produce. In uno studio del dottor G. William Bates, docente di ostetricia e ginecologia e decano della Medical University (South Carolina), 29 donne magre e non ovulanti hanno avuto l'ovulazione quando sono ingrassate tanto da raggiungere il 95% del peso ideale. Dopo tre anni dall'inizio del programma, 24 su 29 sono rimaste incinte. In un altro studio del dottor Bates, su 13 donne sovrappeso e non ovulanti, 11 hanno ritrovato l'ovulazione dopo essere dimagrite: 10 sono rimaste incinte. - "Non fate troppo sport". Per due ragioni. Se l'esercizio fisico vi fa perdere troppi chili, potreste smettere di ovulare. Ma, anche se il peso resta normale, potete mettervi in una situazione a rischio se passate più di un'ora al giorno applicandovi intensamente ad attività come correre, fare sci da fondo o nuotare. Beverly Green, una specialista di salute materna e infantile che lavora a Silverdale (Washington), ha condotto uno studio su 346 donne con disfunzioni ovulatorie ed ha scoperto che l'attività fisica esercita i suoi effetti sulla fertilità con meccanismi indipendenti dalla perdita di peso. Che cosa succede? Il dottor Bellina sospetta che le endorfine, le sostanze chimiche secrete dal cervello durante l'esercizio fisico intenso, possano influire, come la morfina, sui livelli di prolattina delle donne. Alti livelli di prolattina possono interferire con l'ovulazione. Comunque la dottoressa Green, che corre la maratona e non ha avuto difficoltà ad avere figli, sconsiglia un'interpretazione troppo letterale del suo studio. Il suo consiglio alle atlete molto impegnate? Provate a rallentare il ritmo di allenamento e guardate se cambia qualcosa. - "Il momento giusto". Se l'ovulazione è normale, forse il problema è solo che non fate l'amore quando siete fertili. Può essere anche semplicemente questo, secondo il dottor Levine. Ci è capitato il caso di una coppia che aveva tempo di fare l'amore solo una o due volte la settimana, e non centravano mai il momento riferisce il dottore. Come si fa a rimediare? Provate a individuare il momento dell'ovulazione. Se volete stare sul semplice, potete stabilire la data della vostra prossima mestruazione e poi contare 14 giorni all'indietro. Poi fate l'amore tutte le notti, dall'undicesimo al sedicesimo giorno. Oppure potete comprare in farmacia un kit, per fare i test che vi segnalano il momento dell'ovulazione con 24 o 36 ore di anticipo. Quando il test segnala l'ovulazione, fate l'amore quella notte e la notte successiva, consiglia il dottor Bellina. - "Non fate lavande vaginali". Qualsiasi cosa che interferisca con il p.H. della vagina può rendere la vita difficile allo sperma. Questo comprende i lavaggi vaginali, le creme e i gel lubrificanti. Personalmente dico alle donne di non fare lavande vaginali dichiara la dottoressa Milkman.
Se lasciate che la vagina se la cavi da sola, si pulirà benissimo per conto suo. - "Piano con la caffeina". Più di una tazza di caffè al giorno può diminuire le vostre probabilità di concepire. Lo stesso vale se assumete la stessa quantità di caffeina dal cioccolato, dalle bibite alla cola e da altre bevande che la contengono, per esempio, il tè. RISERVATO AGLI UOMINI Dalla parte maschile dell'equazione, ecco qualche consiglio. - "Date al vostro sperma il tempo di rifarsi". Tutte le malattie virali con febbre possono abbassare il conteggio dello sperma anche per tre mesi, spiega Neil Baum, direttore della clinica per l'infertilità maschile a New Orleans, in Louisiana, e assistente di urologia alla Tulane University. I raffreddori molto forti hanno lo stesso effetto. Come mai questo effetto dura così a lungo? Secondo il dottor Baum il ciclo normale di produzione dello sperma è di 78 giorni. Ci vogliono altri 12 giorni perché gli spermatozoi arrivino a maturazione. Comunque un cucchiaino di seme sano contiene oltre 20 milioni di spermatozoi. Se ne guardate un campione al microscopio, vedete che il 60% degli spermatozoi si muove. Se il vostro sperma è sano, probabilmente un raffreddore o un'influenza non vi escluderanno dalla capacità di essere fertili. Ma se lo sperma è ai limiti, una malattia può influire sensibilmente. - "Attenti ai medicinali e all'alcol". Molte medicine, con o senza ricetta, possono abbassare il conteggio degli spermatozoi. Se avete dei dubbi sulle medicine che prendete, chiedete consiglio al vostro farmacista o al vostro medico. Per esempio, la cimetidina, un'antiulcera, è da tenere d'occhio. Altri farmaci comprendono alcuni chemioterapici e antibiotici. E vari studi, ormai da anni, mostrano che anche l'uso abituale di alcol e di marijuana può essere responsabile dell'infertilità. - "Teneteli al fresco". Il modo che la natura ha scelto per mantenere i testicoli un mezzo grado più al fresco della temperatura interna dell'organismo è stato di collocarli all'esterno del corpo. Ma se la temperatura corporea sale, o se scaldate i testicoli, potete alterare la produzione dello sperma. Il dottor Baum consiglia di fare attenzione all'attività fisica troppo intensa, alle temperature estreme, ai bagni caldi e alla biancheria intima troppo aderente, se volete avere un bambino. - "Ricordatevi che l'astinenza rinforza lo sperma". Se quello che volete è un bambino, forse un rapporto tutti i giorni può essere un po' troppo, perché fa diminuire il numero degli spermatozoi. Per la coppia media questo non ha importanza dice il dottor Levine. Ma in un caso limite può essere importante. Molti esperti raccomandano di astenersi per due giorni prima del periodo fertile della donna, in modo che lo sperma si accumuli, e poi di fare l'amore tutti i giorni.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando la cicogna ha bisogno di aiuto". Vorreste avere un bambino, ma il vostro corpo non coopera. Dovete dargli un po' più di tempo? O è il momento di consultare uno specialista della fertilità? Secondo i nostri esperti, questi sono i casi in cui consultare un medico. - I vostri cicli mestruali sono scarsi o irregolari e il vostro muco cervicale non cambia periodicamente. Forse non ovulate. - Avete usato un test per l'ovulazione per tre cicli, ma non vi ha mai segnalato l'ovulazione.
- Siete sotto i trentacinque anni e non avete ancora concepito dopo un anno di rapporti non protetti, oppure siete oltre i trentacinque anni e non avete concepito dopo sei mesi. - Producete latte, oppure vi crescono sul petto, sulle labbra o sul mento dei peli di tipo maschile. Forse avete uno squilibrio ormonale. - Voi o il vostro partner avete sofferto di un'infezione da clamidia, un disturbo a trasmissione sessuale che può danneggiare le trombe di Falloppio nelle donne e può infiammare e cicatrizzare i dotti maschili. - La vostra storia medica comprende infezioni pelviche, endometriosi, ovaie policistiche, interventi chirurgici dell'addome o del tratto urinario, lesioni perineali, febbre altissima, orecchioni o morbillo. - Avete usato la spirale (IUD). - Voi o il vostro partner sospettate un'esposizione ad alcune sostanze, come il piombo, note per provocare infertilità.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Addio vaselina, benvenuto bianco d'uovo". La gente si stupisce quando Andrew Toledo, specialista della fertilità alla Emory University e assistente del dipartimento di ginecologia e ostetricia, suggerisce alle coppie in cerca di figli di usare bianco d'uovo come lubrificante vaginale. Non è una ricetta magica avverte il dottor Toledo. Ma è una buona lubrificazione per le coppie che hanno un problema di secchezza. Il dottore prescrive alle coppie di usare il bianco d'uovo solo nei pochi giorni del mese in cui la donna è fertile. Per il resto del mese possono usare il lubrificante che preferiscono. Perché il bianco d'uovo? Il dottor Toledo dice di essere rimasto colpito dai risultati di uno studio canadese, che ha scoperto che il bianco d'uovo è la sostanza che influenza di meno la motilità e la sopravvivenza degli spermatozoi. E' una cosa sensata, dichiara il dottore. Il bianco d'uovo è proteina pura, come lo sperma. Lo sperma non funziona bene in un vettore diverso da lui. Per le sette o otto coppie che mi hanno detto di aver bisogno di un lubrificante, il bianco d'uovo è stato utile. Non usate albume d'uovo se vi scatena allergie, avverte il dottore. Tirate fuori l'uovo dal frigo un po' di tempo prima, in modo che non sia freddo, e separate il bianco dal tuorlo. Non fa differenza se lo applicate al pene o alla vagina.
64. INFLUENZA. 14 + 6 rimedi per sconfiggerla. Vi sentite come se vi avesse investito un autocarro col rimorchio? State così male che avete paura di morire? O per essere precisi: state talmente male che
avete paura di 'non' morire? Se avete la testa che pulsa, i muscoli doloranti e la fronte in fiamme, probabilmente siete stati beccati dal virus dell'influenza. E non sarà facile sfuggirgli. Questo virus insidioso potrebbe chiamarsi la bestia dai mille volti. I tipi principali sono solo tre (influenza di tipo A, B, C), ma hanno una capacità illimitata di evolvere in forme differenti. Quindi, anche se l'epidemia di un certo ceppo vi immunizza da quel particolare tipo di virus, la sua prole mutante può stendervi l'anno dopo, o anche più tardi, in questo stesso anno. Non c'è via d'uscita? Dipende. Sì, c'è qualche precauzione che potete prendere per ridurre le probabilità future (vedi box 'Sconfiggere l'influenza: si può'). Però no, quando l'influenza vi ha in pugno, non c'è niente che possiate fare per sfuggirle. Se sperate nell'aiuto degli antibiotici, vi è andata male. L'influenza è un'infezione virale e gli antibiotici non uccidono i virus. Tutto quello che potete fare è cercare di stare meglio. Ecco come. - "State a casa". L'influenza è una malattia molto infettiva che si diffonde come un incendio nel bosco, avverte Pascal James Imperato, docente e primario del dipartimento di medicina delle collettività presso la State University of New York. Quindi non fate i martiri e gli stakanovisti. State a casa dal lavoro, e da tutto il resto, almeno fino a un giorno dopo che la temperatura è tornata normale. E tenete i bambini a casa da scuola, finché non sono guariti completamente. - "Riposatevi!". Non dovreste avere problemi nel seguire questo consiglio, perché probabilmente state troppo male per fare qualcos'altro. Il riposo a letto è fondamentale, dichiara il dottor Imperato, perché permette alle energie dell'organismo di combattere l'infezione influenzale. Se vi rimettete in attività mentre siete ancora fuori forma, indebolite le vostre difese e vi esponete a possibili complicazioni. - "Beveteci su". I liquidi sono particolarmente importanti se avete la febbre, perché potreste disidratarvi. Inoltre possono darvi gli elementi nutritivi che vi servono quando state troppo male per mangiare. L'ideale sono le minestrine leggere e i succhi di frutta e di verdura. La consulente nutrizionale Eleonore Blaurock-Busch consiglia il succo di barbabietola e di carota, ricchissimi di vitamine e di minerali. Jay Swedberg, professore associato di medicina familiare all'Università del Wyoming, raccomanda di diluire i succhi in pari peso d'acqua. Un po' di zucchero fornisce il glucosio necessario, ma troppo provoca diarrea quando non state bene spiega il dottore. Diluite anche le bibite gassate dolci. E fatele sgasare prima di berle, perché le bollicine possono gonfiare lo stomaco e farvi venire la nausea. - "Prendete un antidolorifico". Aspirina, paracetamolo o ibuprofen possono alleviare la febbre, il mal di testa e i dolori alle ossa che accompagnano quasi sempre l'influenza. Prendete due compresse ogni quattro ore, dice il consulente di medicina aziendale Donald Vickery, assistente presso la Georgetown University. Spesso i sintomi sono più intensi nel pomeriggio e la sera, ricorda il dottore, quindi prendete le medicine in questi momenti. - "Niente aspirina ai bambini". Assicuratevi di non dare aspirina, o medicinali che contengano aspirina, ai bambini con l'influenza, avverte l'epidemiologa Suzanne Gaventa dei centri per il controllo delle malattie di Atlanta, in Georgia.
Alcuni studi hanno dimostrato che l'aspirina aumenta le probabilità dei bambini influenzati di sviluppare la sindrome di Reye, una malattia neurologica potenzialmente mortale (per fortuna rara in Italia). Date ai bambini del paracetamolo seguendo le istruzioni del vostro medico. - "Altre medicine? Pensateci due volte". Ci sono altre medicine antiraffreddore, in vendita senza ricetta, che possono darvi un po' di sollievo almeno temporaneo, osserva il dottor Imperato. Per esempio, i medicinali a base di antistaminici possono asciugare il naso che cola. Ma attenzione, queste medicine possono eliminare i sintomi fino a darvi la falsa sensazione di essere guariti. Riprendere troppo in fretta le vostre normali attività può portarvi a una ricaduta o scatenare complicazioni gravi. - "Fate un gargarismo di acqua salata". Una gola dolorante o irritata accompagna spesso l'influenza. Potete trovare un po' di sollievo e liberarvi dal catarro raccolto in gola, facendo dei gargarismi con una soluzione di acqua salata, suggerisce l'infermiera Mary Ann Pane di Philadelphia, in Pennsylvania. Sciogliete un cucchiaio di sale in mezzo litro d'acqua. Questa concentrazione si avvicina al p.H. dei tessuti organici ed è veramente lenitiva, sostiene Mary Ann Pane. Usatela tutte le volte che volete, ma non inghiottite il liquido perché contiene molto sodio. - "Qualcosa di dolce". Anche succhiare una caramella o una pastiglia può lubrificarvi la gola ed aiutarvi a stare meglio, dichiara Mary Ann Pane. In più questi prodotti contengono calorie che il vostro corpo può usare in questo periodo, in cui probabilmente non state mangiando un granché. - "Inumidite l'aria". Elevare il livello di umidità in camera da letto aiuta a ridurre il disagio della tosse, della gola dolente e del naso troppo asciutto. Un umidificatore o un vaporizzatore sono utili anche se c'è congestione del torace e naso chiuso afferma il dottor Calvin Thrash, fondatore dell'Uchee Pines Institute, un centro di educazione sanitaria senza scopi di lucro con sede a Seale, nell'Alabama. - "Curate il vostro naso". Vi siete soffiati il naso un sacco di volte ed è probabile che adesso sia in cattive condizioni. Per diminuire l'irritazione, lubrificatevi spesso le narici con pomate specifiche, consiglia Mary Ann Pane, che trovate in farmacia. - "Scaldatevi i muscoli". Una caratteristica dell'influenza sono i muscoli stanchi e doloranti. Alleviate il dolore con uno scaldino elettrico, consiglia il dottor Thrash. - "Respirate aria fresca". Assicuratevi che la vostra stanza da letto abbia sempre un buon rifornimento di aria fresca, raccomanda il dottor Thrash. Ma evitate le correnti. E prevenite i brividi usando pigiami o camicie da notte calde e coprenti. - "Fatevi massaggiare". Un buon massaggio alla schiena stimola il sistema immunitario a sconfiggere l'influenza, segnala il dottor Thrash. Ed è veramente confortante. - "Mangiate poco e bene". Probabilmente, durante il momento peggiore dell'influenza non avrete fame per nulla. Ma quando sarete pronti a passare dai liquidi a qualcosa di più sostanzioso, cercate di orientarvi su cibi leggeri a elevato contenuto di amidi, consiglia il dottor Swedberg. Una fetta di pane tostato va benissimo. E così le banane, le mele cotte, il formaggio fresco, il riso bollito, la pasta in bianco, la crema di cereali o le patate al forno. Per un dessert rinfrescante, sbucciate e mettete in frigo delle banane molto mature, poi frullatele.
BOX: "Come riconoscere l'influenza". Come si fa a distinguere il raffreddore dall'influenza? Non è uno scherzo. Queste due malattie si assomigliano e così pure il modo di curarle, ma in realtà sono provocate da microrganismi diversissimi. Un raffreddore può durare più tempo, ma di solito l'influenza vi fa stare peggio. Thomas Gossel, docente di farmacologia e tossicologia alla Ohio Northern University, ci fornisce qui di seguito una comparazione ragionata dei sintomi provocati dal raffreddore o dall'influenza. FEBBRE. E' una caratteristica dell'influenza e arriva di colpo; nel raffreddore è rara. MAL DI TESTA. E' un sintomo importante dell'influenza ed è raro nel raffreddore. DOLORI ARTICOLARI. Nell'influenza sono normali e gravi; nel raffreddore sono lievi. STANCHEZZA. L'affaticamento è estremo nell'influenza e può durare due o tre settimane; mentre, in genere, un raffreddore vi lascia moderatamente affaticati. NASO CHE COLA. Qualche volta capita di avere un naso gocciolante con l'influenza; nel raffreddore è la norma. MAL DI GOLA. A volte accompagna l'influenza, ma è un normale sintomo del raffreddore. TOSSE. E' comune nell'influenza e può essere grave; il raffreddore può provocare una tosse stizzosa, lieve o moderata.
BOX: "Sconfiggere l'influenza: si può". L'immunità personale e il particolare ceppo virale dell'influenza che circola in un determinato anno sono molto importanti per stabilire se l'influenza riuscirà a sconfiggervi. Ma ci sono comunque delle cose che potete fare per rendere l'influenza meno aggressiva. VACCINATEVI. Ogni anno gli scienziati mettono a punto un vaccino contro i ceppi più recenti del virus. La cosa migliore che potete fare per difendervi dall'influenza è vaccinarvi in autunno o all'inizio dell'inverno sostiene l'epidemiologa Suzanne Gaventa. In particolare, la dottoressa consiglia il vaccino a chi vive nelle case di riposo, a chi ha disturbi cronici come le malattie di cuore o dei polmoni, a chi è oltre i 65 anni e alla maggior parte del personale medico. Nei casi in cui il vaccino non riesce a prevenire l'influenza, ne diminuisce considerevolmente la gravità. Non aspettate che l'influenza arrivi in città, perché il vaccino ci mette un paio di settimane ad agire. E non vaccinatevi se siete allergici alle uova, perché il virus del vaccino è coltivato proprio in uova. EVITATE GLI AFFOLLAMENTI. Il virus si sparge facilmente, quindi durante le epidemie di influenza state alla larga dai cinema, dai teatri dai centri commerciali e da tutti i posti affollati, consiglia il dottor Pascal James Imperato. E state a distanza dalle persone che starnutano o tossiscono, anche se questo significa uscire da un ascensore o cambiare posto in autobus. ATTENZIONE AL FREDDO. L'esposizione prolungata al tempo freddo e umido abbassa le vostre resistenze ed aumenta il rischio di infezioni ELIMINATE LE CATTIVE ABITUDINI. Anche fumo e alcol abbassano le vostre resistenze. In particolare il fumo disturba il tratto respiratorio e vi rende più vulnerabili all'influenza, ricorda il dottor Imperato.
BACI: A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO. Il bacio è uno dei sistemi più efficaci per trasmettere l'influenza. Anche dormire nella stessa stanza con un coniuge malato è un invito ai guai. Se è possibile, spostatevi in un'altra stanza finché dura l'influenza, consiglia il dottore. RIGUARDATEVI. Non stancatevi troppo. Se avete da dipingere il soggiorno, pulire il solaio o costruire una palestra in cantina, fatelo in qualche altro momento, non durante la stagione dell'influenza.
AVVERTENZA MEDICA: "Non sottovalutate l'influenza". L'influenza può essere letale oggi come nel 1918, quando la Spagnola uccise 20 milioni di persone in tutto il mondo. Quindi, avverte il dottor Pascal James Imperato, andate dal medico se: - Vi viene la voce rauca. - Avete dolori al torace. - Fate fatica a respirare. - Cominciate a espellere muco giallo o verde.Ricordatevi anche che il vomito prolungato può portarvi alla disidratazione, che è grave soprattutto nei pazienti giovanissimi o molto anziani, segnala Mary Ann Pane, infermiera diplomata. E un dolore addominale può essere segno di un altro problema, per esempio, un'appendicite. Se il dolore o il vomito non si calmeranno dopo un giorno, avvertite il medico.
65. INSONNIA. 16 + 1 tappe verso una buona notte di sonno. E' stata una giornata lunga, che vi ha lasciato stanchi morti e completamente disfatti. E invece sta succedendo di nuovo. Siete a letto, perfettamente svegli a metà della notte. Vi siete buttati giù tre ore fa, ma per quanto vi sforziate non riuscite a prendere il treno dei sogni. La vostra mente va come un razzo, ma la sveglia sul comodino continua a ticchettare, ticchettare, ticchettare, e ogni minuto dura come un'ora. Fareste qualsiasi cosa per una buona notte di sonno: e lo farebbero anche altri milioni di persone. Subito dopo il raffreddore, il mal di stomaco e il mal di testa, la ragione più comune per cui la gente va dal medico è l'insonnia. Una volta i medici vi avrebbero prescritto automaticamente una pillola o due per farvi stare comodi fra le braccia di Morfeo, ma oggi non si usa più. Ogni anno i ricercatori e i medici imparano più cose sul sonno e questo ha ampliato le loro conoscenze sul modo migliore di affrontare i problemi relativi. In realtà ci sono diverse soluzioni di puro buon senso che potete provare per cercare di migliorare la situazione anche da soli. Magari è sufficiente una sola cura; oppure ci vuole una combinazione di sistemi. In ogni caso la chiave del successo è la disciplina. Come dice Michael Stevenson, psicologo e direttore medico di un centro specializzato nei disturbi del sonno a Mission Hills, in California: Il sonno è un fenomeno naturale e fisiologico, ma è anche un comportamento che si apprende.
- "Datevi un orario, valido per tutta la settimana". Il sonno è un intervallo inevitabile nelle 24 ore afferma Merrill M. Mitler, direttore delle ricerche per la medicina del sonno in una fondazione di La Jolla, in California. Noi insistiamo che i pazienti seguano il ritmo più regolare possibile. La chiave è dormire abbastanza da poter reggere tutto il giorno senza sonnolenza. Per raggiungere questo obiettivo, provate ad andare a letto alla stessa ora tutti i giorni, in modo da regolare il vostro ritmo circadiano, il cosiddetto 'orologio del corpo', che regola molte funzioni dell'organismo. Altrettanto importante è svegliarsi ogni mattina alla stessa ora. Fissate un periodo di sonno che vada, diciamo, dall'una alle sei del mattino. Se dormite senza problemi in queste cinque ore, aggiungete un quarto d'ora la settimana finché non vi svegliate a metà della notte. Aspettate di avere superato questa fase di risveglio, prima di aggiungere il quarto d'ora successivo. Saprete da soli quando avrete raggiunto il punto ideale: vi sveglierete ben riposati, pieni di energia e pronti ad affrontare la giornata. Se vi svegliate di notte e non riuscite a riaddormentarvi in un quarto d'ora, non fate resistenza, consiglia il dottor Mitler. State a letto e ascoltate la radio finché non vi torna il sonno. Ma anche in questo caso, assicuratevi di alzarvi all'ora fissata il mattino: non dormiteci su, tentando di recuperare il sonno 'perduto'. Questo vale anche nei fine settimana. Non fate tardi il sabato e la domenica mattina, altrimenti avrete dei problemi ad addormentarvi la domenica sera e vi ritroverete stravolti il lunedì mattina. - "Non sciupate il tempo che passate a letto". Più si cresce, meno sonno serve. La maggioranza dei neonati dorme diciotto ore al giorno. Quando un bambino ha dieci anni, di solito il sonno è sceso a nove o dieci ore per notte. Gli esperti sono d'accordo sul fatto che non esiste un periodo di sonno 'normale' per gli adulti. La media è di sette-otto ore, ma c'è gente che va avanti bene con cinque ore soltanto; altri invece hanno bisogno di dieci ore. La cosa fondamentale è diventare quello che gli esperti chiamano un 'dormitore efficace'. Andate a letto solo quando avete sonno, consiglia Edward Stepanski, direttore di una clinica specializzata nei disturbi del sonno a Detroit, nel Michigan. Se non vi addormentate in un quarto d'ora o giù di lì, alzatevi e fate qualcosa di piacevolmente monotono. Leggete un articolo di rivista, non un libro che potrebbe catturare la vostra attenzione. Lavorate a maglia, guardate la T.V., fate i conti del vostro libretto di assegni. Non fate dei videogiochi, che potrebbero eccitarvi, e non fate niente che abbia uno scopo, come il bucato o i lavori di casa. Quando vi viene sonno, tornate a letto. Se non vi addormentate ripetete la procedura finché ci riuscite. Ma ricordate: la mattina alzatevi sempre alla stessa ora. - "Prima di andare a letto rilassatevi". C'è gente così occupata che riesce a ripensare alle cose che sono successe durante il giorno solo quando si stende per dormire afferma lo psichiatra David Neubauer, che lavora in un centro specializzato nei disturbi del sonno alla Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland. Un'ora o due prima di andare a letto sedetevi per almeno dieci minuti. Ripensate alle attività della giornata e provate a metterle in prospettiva. Riesaminate i vostri sforzi e i vostri tentativi, insieme con i vostri problemi. Provate a trovare le soluzioni. Programmate le attività del giorno dopo. Questo esercizio vi aiuterà a ripulire la mente dai fastidi e dai problemi che magari vi tengono svegli quando vi mettete sotto le coperte.
Se questo lavoro è già stato fatto, potrete sintonizzare la mente su pensieri e immagini piacevoli mentre provate a scivolare nel sonno. Se per qualche ragione la fredda realtà continua a far capolino nella vostra coscienza, mettetela a tacere, dicendo: Taci, ci ho già pensato e ho già deciso che cosa fare. - "Non trasformate il letto in un ufficio o in un soggiorno". Se andate a letto, è perché dovreste dormire ricorda Magdi Soliman, docente di neurofarmacologia alla Florida A&M University. Se avete altro da fare, non riuscirete a concentrarvi sul sonno. Non guardate la T.V., non parlate al telefono, non litigate con vostra moglie o vostro marito, non leggete cose impegnative, non mangiate, non fate cose banali. Usate il letto solo per dormire e fare l'amore. - "Evitate gli stimolanti nel pomeriggio". Caffè, bibite alla cola, cioccolato contengono caffeina, il potente stimolante che vi può tenere svegli. Quindi cercate di non berne o mangiarne dopo le quattro del pomeriggio, avverte il dottor Mitler. E non fumate: anche la nicotina è uno stimolante. - "Il bicchierino della buona notte?". No, grazie. Evitate l'alcol a cena e anche nel resto della serata, suggerisce il dottor Stevenson. E non fatevi il goccetto della buona notte per rilassarvi prima di andare a letto. L'alcol deprime il sistema nervoso centrale, ma interrompe anche il sonno. Nel giro di qualche ora, di solito a metà della notte, l'effetto finisce, il vostro corpo va in crisi di astinenza e voi vi ritrovate svegli. - "Può essere colpa delle medicine?". Certi medicinali, per esempio, certi spray antiasma, possono disturbare il sonno. Se prendete regolarmente dei medicinali, chiedete al vostro medico se c'entrano con la vostra insonnia. Se il dottore sospetta che i farmaci interferiscano con il vostro sonno, può prescriverne un altro, o cambiarvi le ore in cui lo prendete. - "Attenzione agli orari di lavoro". Alcune ricerche hanno dimostrato che le persone che lavorano con turni variabili, cioè con orari irregolari che alternano frequentemente il giorno e la notte, hanno problemi di sonno, segnala Mortimer Mamelak, direttore del laboratorio del sonno all'ospedale dell'Università di Toronto. Lo stress di un orario che continua a cambiare può creare una continua stanchezza da 'cambio di fuso orario', e anche i meccanismi del sonno possono saltare. Soluzione: cercate di avere sempre lo stesso turno, anche se è di notte. - "Fate uno spuntino prima di dormire". Un ottimo spuntino sono pane e frutta un'ora o due prima di andare a letto, dichiara Sonia AncoliIsrael, psicologa e professore associato di psichiatria all'Università della California, a San Diego. Lo stesso vale per un bicchiere di latte caldo. Lasciate perdere gli spuntini dolci che possono eccitare l'organismo, o i pranzi pesanti che provocano stress. Attenzione: se siete anziani, non bevete troppi liquidi prima di dormire, altrimenti vi sveglierete durante la notte per andare in bagno. - "Una camera da letto rilassante". Spesso l'insonnia è provocata dallo stress dichiara il dottor Stevenson. Andate a letto, siete tesi e ansiosi, il sistema nervoso è eccitato e questo non vi lascia dormire. Presto la camera da letto viene associata all'insonnia e scatena una risposta fobica. Potete cambiare la situazione rendendo la camera da letto più confortevole che potete. Riarredatela con i vostri colori favoriti. Isolatela acusticamente, appendete tende scure per tenere lontana la luce. Compratevi un letto comodo.
Non importa se ha il materasso a molle. se è un letto ad acqua, se è un letto che vibra, o se è solo un materasso steso per terra. Se va bene per voi, usatelo. Mettetevi un pigiama o una camicia da notte comodi. Assicuratevi che la temperatura della stanza sia quella giusta, non troppo calda, non troppo fredda. E che non ci sia un orologio a disturbarvi durante la notte. - "Spegnete l'interruttore della mente". Non ripercorrete una dura giornata di fastidi: concentratevi su qualcosa di piacevole e non minaccioso, consiglia il dottor Stevenson. Sentite della musica dolce e rilassante, o dei rumori naturali: una cascata, onde che si frangono sulla spiaggia, pioggia nella giungla. Unica regola: attenzione che non sia invadente e che non vi disturbi. - "Usate qualche aiuto". I tappi per le orecchie vi aiutano a tenere lontani i rumori sgradevoli, soprattutto se vivete vicino a una strada rumorosa o ad un aeroporto, segnala la dottoressa Ancoli-Israel. Le mascherine possono schermare le luci fastidiose. Una coperta elettrica vi può tenere caldi, soprattutto se siete un tipo sempre sull'orlo di un brivido. - "Imparate le tecniche di rilassamento". Più vi sforzate di dormire, più è probabile che vi ritroviate a digrignare i denti tutta notte invece di russare piacevolmente. Per questo è importante rilassarsi, una volta che si è a letto. Il vero problema dell'insonnia è che spesso la gente si concentra troppo sul proprio sonno e si sforza troppo afferma il dottor Stevenson. Il sistema per addormentarsi davvero è allentare la concentrazione e non mettersi in agitazione. Possono essere utili gli esercizi di biofeedback, la respirazione profonda, lo stiramento dei muscoli, lo yoga. Ci sono anche audiocassette speciali che vi insegnano a rilassare gradualmente i muscoli. Magari all'inizio non è facile, ma, come dice il dottor Neubauer, è come seguire una dieta: bisogna starci dietro. Ci vuole tempo per avere dei risultati, ma se continuate, sarete ricompensati. Ecco due tecniche che i medici hanno trovato particolarmente efficaci. - Rallentate il ritmo del respiro e immaginate l'aria che si muove lentamente dentro e fuori dal vostro corpo mentre respirate con il diaframma. Esercitatevi durante il giorno, in modo che vi sia più facile farlo quando andate a letto.- Abituatevi a scacciare i pensieri sgradevoli appena fanno capolino nella vostra mente. Per farlo, concentratevi su esperienze piacevoli. Ricordate i bei tempi, liberate la fantasia, o fate qualche gioco mentale. Provate a contare le pecore, o a contare da mille all'indietro, a sette numeri per volta. - "Fate una passeggiata". Fate un po' di movimento il pomeriggio tardi o all'inizio della serata, suggeriscono il dottor Neubauer e la dottoressa Soliman. Niente di troppo impegnativo: andrà benissimo una passeggiata intorno all'isolato. L'esercizio fisico non soltanto vi stanca i muscoli, ma vi fa salire la temperatura corporea, e quando la temperatura comincia a scendere, è più facile passare alla sonnolenza. Inoltre l'esercizio fisico stimola il sonno profondo e riposante di cui il corpo ha bisogno per rimettersi in forma. - "Fate l'amore prima di dormire". Per molte persone questo è un modo piacevole, e rilassante dal punto di vista sia fisico sia mentale, per lasciarsi andare prima del sonno. Effettivamente alcuni ricercatori hanno scoperto che i meccanismi ormonali stimolati durante l'attività sessuale aiutano a migliorare il sonno. Ma ancora una volta dipende dalle persone, dice il dottor James K. Walsh, che dirige un centro per i problemi del sonno a Saint Louis, nel Missouri.
Se il sesso vi mette in tensione e vi crea dei problemi, non è una buona idea sostiene il dottore. Ma se vi divertite, può fare miracoli. - "Fate un bagno caldo". Una teoria sostenuta dagli esperti del sonno dice che le temperature normali del corpo hanno un ruolo nei ritmi circadiani dell'organismo. Le temperature sono al minimo durante il sonno e al massimo durante il giorno. L'idea è che il corpo vada verso il sonno quando la temperatura scende. Un bagno caldo preso quattro o cinque ore prima di dormire aumenta la temperatura. Poi, quando il calore comincia a scendere, vi sentirete stanchi, e quindi vi sarà più facile scivolare nel sonno.
AVVERTENZA MEDICA: "Le insonnie che hanno bisogno d'aiuto". A volte gravi disturbi del sonno possono causare quella che gli esperti chiamano insonnia cronica. Gli esperti concordano sul fatto che se non riuscite ad addormentarvi facilmente, o se state svegli tutta notte per un mese o giù di lì, può essere il caso di consultare uno specialista. Secondo l'American Sleep Disorders Association, la cosa migliore è che cominciate a descrivere il problema al vostro medico curante. Se il medico non riesce a darvi il consiglio giusto, fatevi segnalare uno specialista per i problemi del sonno.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un po' di luce nella vostra vita". I ricercatori del NIMH, National Institute of Mental Health (l'Istituto nazionale di salute mentale) usano luci molto brillanti al mattino per aiutare le persone che di solito dormono male a regolare i loro ritmi circadiani, o 'orologi biologici', su un andamento più uniforme. Secondo Jean R. Joseph-Vanderpool, psichiatra nella divisione di biopsicologia clinica del NIMH, molte persone soffrono di quello che il dottore chiama 'sonno sfalsato'. In termini più semplici, la mattina non riescono a decollare. Ecco perché quando questi pazienti si alzano, diciamo verso le otto, vengono messi per due ore di fronte a luci fluorescenti a spettro totale ad alta intensità: luci forti che somigliano a quella che piacerebbe a tutti incontrare in una mattina d'estate uscendo di casa. Queste luci dicono al corpo che è mattina e che è il momento di alzarsi. Poi, la sera, i pazienti si mettono occhiali scuri in modo che il corpo capisca che è ora di riposare. Finora il dottor Joseph-Vanderpool ha avuto buoni risultati con i suoi pazienti, che dopo diverse settimane di terapia riferiscono di essere più svegli al mattino e di dormire meglio la notte. Il dottore dice che si può ottenere lo stesso effetto camminando nel quartiere, sedendo fuori al sole o facendo un po' di lavori in giardino quando vi alzate la mattina. D'inverno può essere il caso di chiedere al vostro dottore qual è il tipo di luce artificiale più adatta.
66. INTOLLERANZA AL LATTOSIO. 10 idee per migliorare le cose. Quando bevete un bicchiere di latte, vi ritrovate con tanto gas nell'intestino che vi sembra di essere un pallone aerostatico? Quando mangiate un gelato, i vostri borbottii addominali possono tranquillamente sostituire i timpani nell'ouverture di una sinfonia di Ciajkovskij? Una pizza al formaggio vi provoca una diarrea degna di una ricerca sui lassativi? Se è così, probabilmente avete un'intolleranza al lattosio. Questo significa che il vostro intestino tenue non produce abbastanza lattasi, cioè l'enzima che vi serve per digerire il lattosio, lo zucchero naturale che si trova nei latticini. Niente paura, non c'è pericolo. E non siete neanche i soli. La maggior parte degli esseri umani ha in qualche misura un'intolleranza al lattosio quando raggiunge i vent'anni, secondo il dottor Seymour Sabesin, gastroenterologo e direttore della sezione delle malattie digestive in un centro medico di Chicago nell'Illinois. Circa 20 milioni di americani adulti hanno un'intolleranza almeno parziale al lattosio. Ma ci sono buone notizie: potete avere il vostro gelato e anche mangiarlo. Ecco come. - "Controllate il vostro livello di tolleranza". Di solito i livelli di tolleranza variano parecchio da persona a persona, quindi è utile scoprire fino a che punto potete arrivare prima di dovervi fermare, dice Theodore Bayless, direttore del reparto di gastroenterologia all'ospedale della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland. La cosa ovvia da fare è diminuire la quantità di latte e latticini finché i sintomi non se ne vanno. Ci sono persone che vengono disturbate anche da pochi sorsi di latte sostiene il dottore. Circa il 30% di chi è intollerante al lattosio ha sintomi solo dopo un litro di latte, il 30-40% dopo un solo bicchiere. - "Non trascurate il vostro calcio". I latticini sono un'ottima fonte di calcio avverte il dottor Bayless. La maggior parte della gente dovrebbe mangiare tutti i giorni l'equivalente di due bicchieri di latte. Se il latte è la vostra fonte principale di calcio, ma non potete più berlo, dovreste integrare la vostra alimentazione con sostituti come sardine, spinaci, broccoli, consiglia il dottore. - "Non bevete il latte da solo". Alcuni pazienti hanno scoperto che i loro sintomi spariscono se mangiano i latticini durante il pranzo dichiara il dottor Bayless. - "Autovaccinatevi". Provate a prendere ogni giorno una piccola quantità di latticini, aumentando gradualmente la dose per costruirvi pian piano una resistenza, suggerisce il dottor Bayless. Fermatevi se i sintomi ricompaiono. - "Mangiate yogurt". I microrganismi dello yogurt producono anche la lattasi necessaria per digerire il lattosio dello yogurt, afferma Naresh Jain, gastroenterologo di Niagara Falls, nello stato di New York. Inoltre, probabilmente gli stessi batteri digeriscono il lattosio del latte. Molte persone che hanno un'intolleranza al lattosio non ce l'hanno in forma grave continua il dottor Jain. Il 70-80% delle persone che sono intolleranti al lattosio, ma per il resto sono sane, dovrebbe assimilare lo yogurt senza problemi.
Il dottor Sabesin nota che lo yogurt ha solo il 75% del lattosio che c'è nella stessa quantità di latte. Questa differenza, spiega il dottor Sabesin, può essere esattamente quella che vi serve per tollerare il lattosio. Forse un etto e mezzo o due di yogurt al giorno è tutto quello che vi serve per evitare che si formino i gas intestinali. Ed ecco qualche altro consiglio sullo yogurt. "Scegliete yogurt magro". Il grasso rallenta lo svuotamento dello stomaco segnala il dottor Jain. Lo yogurt grasso sta nello stomaco per più tempo Quindi gli acidi gastrici hanno più probabilità di uccidere i microrganismi. Siccome la digestione del lattosio avviene nell'intestino tenue, è bene che i microrganismi ci arrivino il più in fretta possibile. "Mangiate yogurt tutti i giorni". Abbiamo dato yogurt tutti i giorni, regolarmente, ai soggetti che hanno partecipato ai nostri studi, riporta il dottor Jain e la loro digestione è migliorata in modo inequivocabile. "Mangiate yogurt prima del gelato". Se mangiate yogurt da 5 a 15 minuti prima di un gelato (o altri latticini), probabilmente i sintomi di intolleranza al lattosio diminuiranno afferma il dottor Jain. Non resta che provare e vedere se funziona. - "Aggiungete lattasi agli alimenti". Se non volete rinunciare al latte vaccino, potete comprare in farmacia la lattasi in forma liquida e aggiungerla da soli al vostro latte. Poche gocce di lattasi liquida in un litro di latte lo rendono a prova di flatulenza e un po' più dolce. L'unico problema è sapere se avete aggiunto abbastanza lattasi dichiara il dottor Sabesin. Ognuno ha un livello diverso di intolleranza al lattosio, quindi è il caso di fare qualche tentativo. Un valido sostituto del latte vaccino è quello di soia. Potete trovare il latte di soia nei negozi di prodotti naturali e in quasi tutti i supermercati. - "Provate il siero di latte". Il siero di latte dovrebbe essere perfettamente tollerabile sostiene il dottor Jain. Il siero di latte ha meno grasso e meno colesterolo perfino del latte magro. - "Provate anche il formaggio". Il formaggio contiene meno lattosio del latte dichiara il dottor Jain. I formaggi stagionati sono i migliori, afferma il dottor Bayless, perché sono i più fermentati. Aggiunge il dottor Sabesin: Il formaggio svizzero e il taleggio più stagionato contengono solo tracce di lattosio, ed è molto meno probabile che producano guai digestivi. - "Attenzione: l''acidophilus' non serve". I microrganismi dell'"acidophilus", un bacillo del latte, sono molto utili nella digestione, però colonizzano l'intestino crasso, nota Jeffrey Biller, gastroenterologo di un centro specializzato di Boston, nel Massachusetts. Il lattosio viene digerito nell'intestino tenue, quindi l'"acidophilus" non lo vede neppure. - "Attenzione agli eccipienti". Il lattosio viene usato come eccipiente, cioè aggiunto a molti tipi di medicine e di supplementi nutrizionali. In certe pillole, avverte il dottor Jain c'è abbastanza lattosio da provocare sintomi di intolleranza, almeno in alcuni soggetti. Leggete bene le etichette. Chiedete al farmacista se le vostre medicine contengono del lattosio.
67. INTOSSICAZIONE DA CIBO. 7 + 15 sistemi per non cascarci. Ragazzi, che picnic! Non vedevate l'ora di finire la partita di calcio per tuffarvi su tutte le cose buone disposte con arte sulla tavola, sotto il sole d'estate: il pollo alla griglia, le cozze al vapore, l'insalata di patate e la ciliegina finale, quella fantastica torta alla crema. Però adesso è passata qualche ora e vi sentite come se aveste parato un pallone con la pancia. Avete le vertigini e la nausea. Vomitate. Avete la diarrea. Siete definitivamente in panchina per il resto della giornata. Che cosa è successo? Molto probabilmente, il cibo che avete mangiato era inquinato da batteri tossici di qualche tipo, che vi hanno procurato quello che di solito viene chiamato avvelenamento alimentare. Forse l'insalata di patate è stata preparata con mani un po' sporche, che hanno contaminato il cibo con alcuni stafilococchi. O forse il pollo non è stato grigliato abbastanza per uccidere i germi della salmonella che conteneva. E quella favolosa torta alla crema lasciata al sole? Probabilmente è stato uno splendido terreno di coltura per i batteri. Comunque sia, una volta entrati, i germi nocivi attaccano gli intestini e per un giorno o due vi sentite malissimo, mentre il vostro corpo cerca di restituire il colpo. Qui di seguito vi diamo i consigli degli esperti per aiutare il vostro corpo alle prese con una 'influenza da cibo'. - "Riempitevi di liquidi". I batteri irritano il tratto intestinale e stimolano la fuoriuscita di molti liquidi, probabilmente da tutt'e due le parti. Bevete molti liquidi o vi disidraterete. L'acqua è il miglior liquido di sostituzione, seguita da altri fluidi limpidi come il succo di mela, il brodo di carne o il brodo di verdure. Anche le bibite gassate vanno bene purché le beviate senza bollicine, dice Vincent F. Garagusi, professore di medicina e microbiologia e direttore del servizio malattie infettive al Georgetown University Hospital di Washington, D.C. Le bollicine irriterebbero ulteriormente lo stomaco. E la Coca Cola sgasata, per ragioni ancora non chiare, ha un vantaggio in più, vi fa passare la nausea. Il dottor Garagusi dice che per sgasare rapidamente una bibita frizzante basta travasarla avanti e indietro in due bicchieri. - "Bevete piano e poco per volta". Se tracannate troppo liquido tutto in una volta, la voglia di vomitare aumenta, dice il dottor Garagusi. - "Provate un cocktail antiveleno". Vomito e diarrea possono farvi perdere importanti elettroliti come potassio, sodio e glucosio. Potete sostituirli bevendo soluzioni saline reidratanti già pronte, facilmente reperibili (come il Gatorade), suggerisce la dottoressa Lynne Mofenson, dei National Institutes of Health. Oppure provate questa ricetta reidratante: mescolate succo di frutta (per il potassio) con mezzo cucchiaino di zucchero o miele (per il glucosio) e un pizzico di sale da cucina (cloruro di sodio). - "Risparmiate gli antiacidi". Gli antiacidi riducono l'acidità dello stomaco e indeboliscono le vostre difese antibatteriche.
Probabilmente, dice la dottoressa Mofenson i batteri si moltiplicano meglio e più in fretta se prendete un antiacido, salvo che non sia stato prescritto dal medico. - "Non disturbate il vostro corpo al lavoro". Il vostro corpo sta cercando di liberarsi dei germi tossici, spiega Daniel Rodrigue, medico epidemiologo che lavora con i centri per il controllo delle malattie di Atlanta, in Georgia. In certi casi, prendere farmaci antidiarroici può interferire con le risorse di cui l'organismo dispone per battere l'infezione. Per cui tenetevi alla larga dai medicinali e lasciate che la natura faccia il suo corso. Se siete convinti che sia necessario prendere qualcosa, consultate prima il vostro medico. - "Non sforzatevi di vomitare". Non lasciate che la parola 'avvelenamento' vi spaventi al punto di mettervi due dita in gola, dice Bonnie Dean, del centro di controllo antiveleni dell'ospedale dei bambini di Pittsburgh, in Pennsylvania. Non ce n'è bisogno, tutto qui. - "All'inizio mangiate cibi leggeri". In genere, qualche ora dopo che vomito e diarrea si sono calmati, siete pronti per un po' di 'buon' cibo. Ma andateci piano. Lo stomaco è stato attaccato, è debole e irritato. Cominciate con alimenti facili da digerire suggerisce la dottoressa Mofenson. Provate con fette biscottate, brodo, riso bollito o semolino. Evitate i cibi ricchi di fibra, i cibi molto speziati, gli alimenti acidi, molto grassi o troppo dolci e i latticini, che possono irritare lo stomaco ancora di più. Fatelo per un giorno o due; poi lo stomaco sarà pronto per tornare alla normalità.
AVVERTENZA MEDICA: "Cure speciali per pazienti speciali". In un normale caso di intossicazione alimentare i sintomi (crampi, nausea, vomito, giramento di testa) passano in un giorno o due, dice la dottoressa Lynne Mofenson. Ma per chi è molto giovane, per gli anziani, o per chi soffre di una malattia cronica o di un problema immunitario, l'avvelenamento da cibo può essere molto serio. Queste persone dovrebbero sentire un medico ai primi segni di intossicazione. Anche se non appartenete a queste categorie, chiamate immediatamente un medico se i vostri sintomi comprendono anche: - Difficoltà a inghiottire, a parlare o a respirare; alterazioni della capacità visiva, indebolimento e paralisi dei muscoli, soprattutto dopo aver mangiato funghi, cibo in scatola o molluschi. - Febbre sopra i 38 gradi. - Vomito grave, il che significa che non riuscite a trattenere nessun liquido. - Diarrea grave per più di un giorno o due. - Dolore addominale persistente e localizzato. - Disidratazione, che si manifesta con sete estrema, bocca secca, urinazione diminuita: inoltre, quando pizzicate il dorso della mano, la pelle non torna a posto. - Diarrea sanguinolenta.
BOX: "Che non succeda più!". Non potete dare sempre la colpa del vostro mal di pancia al ristorante dall'altra parte della città.
In realtà, dice il dottor Daniel Rodrigue, molti casi di intossicazione da cibo sono probabilmente provocati da disattenzione in casa. Seguite queste regole di buon senso e diminuirete un bel po' i rischi di futuri avvelenamenti: - Lavatevi le mani prima di preparare il cibo, per evitare di contaminare gli alimenti con batteri come gli stafilococchi (che sono di solito sulla pelle e in gola) o le shigelle (che si trasmettono attraverso le materie fecali). Lavatevi di nuovo le mani dopo aver toccato carne cruda e uova. - Non mangiate crudi i cibi proteici come pesci, cacciagione, latte o uova. Evitate la carne cruda, le ostriche fresche, l'insalata condita con le uova crude e lo zabaione non pastorizzato. Non usate uova screpolate. Gli alimenti crudi possono ospitare batteri. - Scaldate o congelate i cibi crudi. I batteri non si moltiplicano sopra i 65 gradi centigradi e sotto i 4 gradi centigradi. - Cuocete la carne finché non è più rosa, il pollame finché le articolazioni non sono più rosse e il pesce finché non si sfalda. La cottura completa è l'unico sistema per assicurarsi che tutti i batteri potenzialmente pericolosi siano stati uccisi. - Usate un termometro da carne, specialmente se cuocete nel forno a microonde grossi pezzi di carne o di cacciagione. Questo garantisce anche che la carne sia ben cotta. - Non assaggiate il ripieno, la pastella o la zuppa di pesce, finché non sono cotti. - Non lasciate che il sangue della carne cruda finisca su altri alimenti. Può contaminare cibo che di solito è sicuro. - Usate un tagliere e dei coltelli a parte quando preparate la carne cruda e dopo l'uso disinfettateli con acqua saponata o candeggina. Questo aiuterà a prevenire contaminazioni incrociate. - Pulite bene gli apriscatole e i piani di lavoro, e non dimenticate gli interstizi. Così i batteri non potranno nascondercisi. - Sostituite spesso le spugne e usate carta da cucina per asciugare i piani di lavoro. - Non lasciate cibo a temperatura ambiente per più di due ore ed evitate di mangiare i cibi che sospettate siano fuori dal frigorifero da troppo tempo. I batteri prosperano negli alimenti proteici caldi che contengono carne o uova, nelle paste ripiene di crema, nelle creme da spalmare, nell'insalata di patate, eccetera. - Scongelate la carne nel frigo. I batteri possono moltiplicarsi sulla superficie di un cibo anche quando il centro è ancora gelato. - Mettete subito in frigo gli avanzi, anche se sono ancora caldi. Potete raffreddare prima un grosso stufato mettendolo via in piccole porzioni. - Non cogliete né mangiate mai funghi selvatici. Alcuni contengono tossine che attaccano il sistema nervoso centrale e possono essere mortali. Lasciate raccogliere i funghi agli esperti. - Non assaggiate nessun cibo che abbia un brutto aspetto o un cattivo odore. State alla larga dai barattoli incrinati, dalle scatole di conserva gonfie o piegate, dai liquidi trasparenti diventati opachi, dalle scatole che si aprono con un 'plop' o che hanno un odore sgradevole quando le aprite. Possono contenere batteri pericolosi.
68. IPERVENTILAZIONE. 7 tattiche per vincerla. La prima volta che gli è successo, Gary Varner ha pensato a un attacco di cuore.
Il cuore correva come un pazzo e sentivo vibrare tutto il torace, tutto il corpo. Sentivo anche un po' di pizzicore. Comprensibilmente, Gary Varner era spaventato. Ma al pronto soccorso dell'ospedale gli hanno detto che il suo cuore stava benissimo. La diagnosi: iperventilazione. Detto semplicemente, l'iperventilazione è quando respirate troppo in fretta, dichiara Stephen J. Harrison, medico del pronto soccorso al Medical Center del Delaware, a Wilmington. La causa più comune è l'ansia afferma Gabe Mirkin, esperto di medicina dello sport di Silver Spring, nel Maryland, e professore associato alla Georgetown University. Ci sono persone che quando si spaventano respirano rapidamente e in profondità, anche se non hanno bisogno di una dose extra di ossigeno. In questo modo il soggetto espira forti quantità di biossido di carbonio e la perdita di troppo ossido di carbonio rende il sangue alcalino, il che provoca i sintomi di un attacco di panico. Gli attacchi di iperventilazione possono continuare per ore intere; in genere durano 20-30 minuti. Ma per chi ne soffre quei minuti sembrano ore. Naturalmente Gary Varner è stato sollevato dallo scoprire che non aveva un attacco di cuore. Ma la sua esperienza con l'iperventilazione era solo all'inizio: gli attacchi ripetuti non sono rari. Ora, però, Gary Varner ha imparato che può fare qualcosa per fermare gli attacchi e per prevenirli. - "Respirate dentro un sacchetto di carta". Questo è da tempo il primo trattamento consigliato per l'iperventilazione. La teoria è che respirare in un sacchetto di carta permette al soggetto di recuperare il biossido di carbonio espulso durante l'iperventilazione. Soffiare in un sacchetto di carta va bene afferma il dottor Harrison. Ma solo se avete già avuto attacchi di iperventilazione, se vi ha visto un medico e siete sicuri che non c'è niente di grave in corso. La maggior parte delle persone che hanno attacchi di iperventilazione appartiene a questa categoria, ma alcuni hanno problemi più gravi (vedi box 'Lasciate che la diagnosi la faccia il medico'). Gary Varner afferma che il trucco del sacchetto non solo lo aiuta a bloccare gli attacchi, ma lo aiuta anche a prevenirli. Quando mi capitava tutti i giorni, mi portavo sempre con me un sacchetto di carta ricorda. E anche solo sapere che ce l'avevo mi era di grande aiuto. - "Sedetevi, state calmi e rilassatevi". Avete bisogno di rallentare il ritmo del respiro, dichiara il dottor Mirkin. Più tesi siete, più in fretta respirate. - "Esercitatevi a respirare naturalmente". Non respirate troppo a fondo e non fate neppure respiri troppo superficiali: respirate normalmente, vale a dire con un respiro ogni sei secondi, dieci respiri al minuto. Fatelo due volte al giorno, dieci minuti per volta, consiglia il dottor Mirkin. - "Pensate ad altro". Dopo il primo attacco, ho cominciato a preoccuparmi della possibilità di averne degli altri, e infatti li ho avuti osserva Gary Varner. Concentratevi sul vostro respiro durante le sedute di allenamento, però, suggerisce il dottor Mirkin, non passate tutto il vostro tempo a pensare a come respirate, e alla possibilità di un attacco. Dopo tutto, sostiene il dottor Harrison respirare è una cosa naturale. - "Evitate le situazioni in cui non siete a vostro agio". Per Gary Varner questo significa non restare intrappolato nella folla, dove è costretto a stare seduto o in piedi per molto tempo.
Identificate le situazioni che vi provocano l'iperventilazione ed eliminatele o riducetele.
AVVERTENZA MEDICA: "Lasciate che la diagnosi la faccia il medico". State respirando normalmente quando a un tratto cominciate a respirare troppo in fretta, in modo assolutamente incontrollabile; il cuore batte, le dita formicolano, avete le mani sudate. Vi sembra di essere sul punto di morire, ma con ogni probabilità vivrete abbastanza da pagare anche le tasse dell'anno prossimo. Nella maggior parte dei casi l'iperventilazione è provocata dall'ansia. Ma se non vi è mai capitato prima, probabilmente dovreste vedere un medico, afferma il dottor Stephen J. Harrison. Anche se molto di rado, l'iperventilazione può essere collegata a un disturbo polmonare, a un'infezione del sangue, alla polmonite o addirittura a un avvelenamento. Inoltre è possibile che quello che sembra un attacco di cuore sia veramente un attacco di cuore. Naturalmente è poco probabile che sia qualcosa di serio. Ma lasciate la diagnosi ufficiale al vostro medico curante. - "Eliminate la caffeina". La caffeina è uno stimolante e quindi uno scatenatore potenziale dell'iperventilazione, dichiara il dottor Harrison. Attenzione a caffè, tè, bibite alla cola e cioccolato. - "Non fumate". Anche la nicotina è uno stimolante, perciò riducete il numero di sigarette o, ancora meglio, smettete di fumare.
69. IRRITAZIONI DA SFREGAMENTO. 10 trattamenti antirossore. Per dieci anni la squadra universitaria di lotta libera alla Ohio State University ha gareggiato con magliette grige di puro cotone. Poi, nel 1987, la divisa da allenamento della squadra è cambiata. I lottatori hanno ricevuto magliette da allenamento di cotone e poliestere. Il tessuto era solido e resistente. Un buon acquisto, sembrava. Le magliette sarebbero durate parecchie stagioni. Ma i lottatori si sono lamentati. Le magliette procuravano irritazioni alla faccia ed al collo, lasciando la pelle arrossata e dolorante. E anche se le magliette venivano lavate tutti i giorni, il tessuto restava ruvido e abrasivo. Le abrasioni aumentano le probabilità di infezione, e con l'andar del tempo 8 giocatori su 42 hanno riferito di infezioni da herpes simplex in faccia o sul collo. Nel 1988 la squadra è ritornata alle magliette di puro cotone. I lottatori hanno notato meno irritazioni. Le infezioni da herpes sono sparite.
Morale? Quando qualcosa vi accarezza nel verso sbagliato e lascia un'irritazione, ci sono parecchie cose che potete fare. - "Tornate alle fibre naturali". I medici della Ohio State University hanno dichiarato che le magliette da allenamento in cotone e poliestere erano le colpevoli delle irritazioni procurate alla squadra di lotta. Quando la squadra è tornata al cotone al cento per cento, il problema è sparito. - "Prima di indossarlo, lavatelo". Assicuratevi di lavare tutti i nuovi indumenti da lavoro prima di indossarli, suggerisce Richard H. Strauss, esperto di medicina sportiva alla Ohio State University. Di solito il lavaggio ammorbidisce il tessuto abbastanza da ridurre le abrasioni. - "Riparate le parti che sfregano". Le persone che sono sovrappeso o che hanno cosce grosse (cosa che rende gli arrossamenti più frequenti) possono trovare sollievo se proteggono con fasce elastiche le zone delle gambe che sfregano, segnala Tom Barringer, medico di famiglia a Charlotte, nella North Carolina. Le bende proteggono la cute quando le cosce fanno attrito, e invece di pelle contro pelle c'è stoffa contro stoffa. Attenzione che il bendaggio sia fissato solidamente, altrimenti si muove sulla pelle. - "Scegliete indumenti aderenti". Un paio di short da atletica, di tessuto elastico o un paio di calzoncini da ciclista in lycra sono l'ideale, perché sono comodi, anche se aderenti, e non provocano frizioni sulla pelle, sostiene il dottor Barringer. - "Prima il cotone". Se i vostri indumenti sportivi sono di nailon, o di un altro tessuto che può essere abrasivo, assicuratevi di indossare biancheria intima di cotone per tenere separata la vostra pelle delicata dal tessuto, consiglia il dottor Strauss. Moltissimi atleti maschi indossano slip di cotone sotto il sospensorio aggiunge il dottore. - "Buttateli via". Più il tessuto del vostro indumento è ruvido e più è facile che vi procuri irritazioni, dichiara il dottor Barringer. A volte non corro per niente, a volte corro settanta chilometri la settimana, secondo gli impegni che ho. E ho scoperto che quando qualcosa mi irrita la pelle, la cosa migliore da fare è buttarla via e prenderne un'altra. - "Lubrificate il corpo". Mettete vaselina fra le cosce, intorno alle dita dei piedi, sotto le braccia, dovunque avete irritazioni da sfregamento, in modo che faccia da lubrificante e permetta alla pelle di scorrere senza attrito, consiglia Robert Boyce, assistente di fisiologia dello sport all'Università della Carolina del Nord, a Charlotte. Dopo però fate una bella doccia ed eliminate il lubrificante. - "Usate il talco". Un vecchio toccasana per le irritazioni: forse lo usava anche vostra madre quando eravate bambini. Il talco funziona da lubrificante, come la vaselina, perché aiuta la pelle a scivolare senza attrito e senza strofinare. Ecco come potete facilitare l'applicazione. Se non vi piace riempire di polvere il pavimento del bagno, mettete il talco in mezzo a un fazzoletto bianco, grande e morbido. Legate insieme i capi. Poi usate il sacchetto di talco come un piumino da cipria. Lascerà il talco su di voi, non sul pavimento. - "Metteteci un cerotto". Se la zona da proteggere è piccola, basta un semplice cerotto adesivo per prevenire un ulteriore sfregamento. - "Provate un altro sport".
Gli sportivi sovrappeso possono scoprire che gli arrossamenti sono un problema ricorrente finché non perdono il peso di troppo, secondo il dottor Boyce. Il suo consiglio: cambiate sport mentre la pelle guarisce. Se avete le cosce irritate perché fate podismo, provate la cyclette. Se la bicicletta vi crea dei problemi provate il nuoto, uno sport praticamente a prova di irritazioni.
70. JET LAG (DISTURBI DA CAMBIO DI FUSO ORARIO). 15 + 7 trucchi per arrivare in piena forma. Diciamo che, quando c'è l'ora legale, invece di anticipare l'orologio di un'ora, lo spostiamo di tre ore. Che cosa pensate che succederebbe? Invece di avere 'giorni d'estate senza fine' avremmo un paese di zombie completamente rintronati dalla sfasatura temporale. Regolare i nostri orologi biologici non è semplice come regolare l'orologio appeso al muro. Ma quando sorvoliamo un po' di fusi orari, chiediamo al nostro corpo di adattarsi di colpo a un tempo e ad uno spazio assolutamente nuovi. E' un'aspettativa davvero poco realistica. E' per questo che soffriamo di "jet lag", il cambio del fuso orario. E più fusi scavalchiamo, più siamo esposti a questo malessere. In genere ogni fuso sorvolato richiede circa un giorno di adattamento, dichiara Charles Ehret, presidente di General Chronobionics a Hinsdale, nell'Illinois. (La cronobiologia è lo studio degli effetti del tempo sulle piante, sugli animali e sugli esseri umani.) L'orologio biologico di cui abbiamo parlato prima, sostiene il dottor Ehret, in realtà è un'intera batteria di orologi controllata da un orologio capo. Ogni cellula dell'organismo è un orologio, spiega il dottore e tutti sono sincronizzati da uno speciale metronomo che ha sede nel cervello. In genere i nostri orologi corporei funzionano in base a un ciclo di 24-25 ore. Ma i cambiamenti rapidi di tempo alterano questo ciclo. Il risultato è il jet lag: stanchezza, letargia, incapacità di addormentarsi, problemi nel concentrarsi e nel prendere decisioni, irritabilità, a volte anche diarrea ed inappetenza. Non ci pensavate, quando avete dato all'agenzia quel grosso assegno in cambio della vacanza dei vostri sogni in giro per il mondo. Ma prima che cambiate idea e prenotiate la ventinovesima vacanza annuale dietro l'angolo, leggete quello che segue. Anche se non potete fermare il tempo, ci sono parecchie cose che potete fare per eliminare un po' del fastidio da jet. - "Rispettate gli orari". Prima di partire, per qualche settimana o almeno per qualche giorno, dovreste rispettare degli orari sensati. Le persone che vivono in modo disordinato, quelle che stanno su di notte a vedere i film o magari cominciano a fare il bucato alle due di notte, hanno più fastidi col jet lag afferma il dottor Ehret. Assicuratevi che i vostri ritmi circadiani (cioè i cicli biologici giornalieri) siano in funzione. - "Dormite a sufficienza". Barate sul sonno prima di partire, dice il dottor Ehret, e state sicuri che il jet lag sarà peggiore. Datevi un quarto d'ora extra di sonno nelle ultime notti prima del viaggio. - "Volate di giorno, arrivate di notte". La cosa migliore è arrivare a destinazione a metà serata, mangiare qualcosa di leggero e andare a letto per le undici, ora locale afferma Timothy Monk, professore associato di psichiatria e direttore del programma di cronobiologia all'Università di Pittsburg. Questa sequenza, secondo il dottor Monk, dà al vostro corpo le migliori opportunità di adattarsi al cambiamento di fuso orario. - "Bevete molti liquidi durante il viaggio".
Le cabine degli aerei sono notoriamente asciutte, sostiene il dottor Monk, e i liquidi vi aiutano a combattere la disidratazione. Ovviamente la disidratazione non vi aiuta a sconfiggere lo stress da fuso orario. - "Evitate l'alcol". In aereo cercate di non bere delle bevande alcoliche perché l'alcol è diuretico e vi disidrata ancora di più. Chiedete invece dei succhi di frutta o delle bibite. - "Fate finta di non essere sull'aereo". La hostess della T.W.A. Jonie Nolan lo fa quando non lavora e viaggia come passeggera. Mi prendo un cuscino, chiudo gli occhi, ma non dormo, e fingo di non essere in volo racconta. Faccio dei sogni a occhi aperti: penso a cose piacevoli e positive, e magari faccio progetti per la settimana dopo. Jonie Nolan dice che non ha provato a farlo in voli molto lunghi ma che trova la sua ricetta molto efficace quando il volo supera due fusi orari. - "State calmi e rilassatevi". Questa è la strategia di Jonie Nolan quando fa voli da costa a costa degli Stati Uniti. Usate il volo come un'opportunità per godervi la solitudine e rilassarvi un po'. Così non sarete superstressati al momento di chiedere al vostro corpo uno scarto temporale improvviso di tre ore. - "Fate come gli antichi Romani". Quando arrivate, adattatevi al nuovo ambiente il più in fretta che potete. Coinvolgetevi, notate i nomi delle strade e la lingua che parla la gente consiglia il dottor Ehret. Questo vi aiuterà ad adattarvi. - "Fate amicizie". Questo è importante soprattutto se il vostro corpo non ne può più dal sonno, ma nel posto dove siete arrivati è metà pomeriggio. Quando state con altra gente, il vostro organismo si convince che è giorno, perché gli esseri umani sono per natura creature diurne spiega Marijo Readey, ricercatore all'Argonne National Laboratory. E' per questo che molti lavoratori che fanno i turni hanno sintomi cronici da jet lag. - "Non fate sonnellini". O, se lo fate, limitate il sonnellino a un'ora soltanto. I sonnellini, secondo il dottor Monk, ritardano il vostro adattamento alla nuova situazione oraria. - "Prendete un po' di sole". Una 'scuola di pensiero', a cui aderisco anch'io, dice di stare al sole il più possibile appena siete a destinazione dichiara il dottor Monk. La teoria, spiega il dottore, è che questa esposizione aiuta a tenere il vostro orologio biologico sveglio e stimolato, mentre nella vostra nuova residenza è giorno. Quando la luce colpisce gli occhi, vengono rilasciati dei neurotrasmettitori che mandano un immediato segnale ad alcune specifiche regioni cerebrali spiega il dottor Ehret. A loro volta, queste regioni cerebrali segnalano al resto del corpo che sta per cominciare la fase sveglia ed attiva. - "Regolatevi con il sole". Alcuni esperti ritengono che sia importante anche il momento della giornata in cui uscite al sole. La luce del primo mattino regola l'orologio biologico sull'anticipo, mentre la luce del giorno inoltrato lo regola più avanti, secondo Al Lewy, psichiatra all'Oregon Health Sciences University. Se viaggiate verso est, il dottor Lewy suggerisce di prendere il sole la mattina presto, e se viaggiate a ovest, nel pomeriggio. Questo però funziona solo se oltrepassate non più di sei fusi orari. - "Fate dello sport".
Uno studio dell'Università di Toronto suggerisce che l'esercizio fisico riduce il numero dei giorni in cui il jet lag vi disturba. I ricercatori hanno esposto degli hamster dorati (animali notturni con ritmi di attività molto ben consolidati) alla luce artificiale e hanno anticipato l'inizio del buio di otto ore, simulando le condizioni di un lungo viaggio verso est. Durante la 'notte' un gruppo di hamster ha fatto esercizio su una ruota. Un altro gruppo ha dormito. Gli hamster che non hanno fatto movimento ci hanno messo cinque giorni e mezzo per riprendere le normali attività notturne, quelli che si sono esercitati, si sono adattati in un giorno e mezzo. - "Prima di reagire, pensate". Rimandate tutte le decisioni importanti per 24 ore o almeno finché non vi sentite ben riposati, avverte il dottor Ehret. Le vostre capacità mentali non sono al meglio dopo un lungo viaggio. Nel mondo degli affari, dice il dottore, c'è chi ha preso decisioni sbagliate e in seguito ha capito che era colpa del jet lag. - "Invertite il procedimento". Se è possibile, usate questi stessi consigli per prepararvi al volo di ritorno. Il jet lag è a doppio senso! BOX: "Feste e digiuno per vincere il jet lag".La famosa dieta anti jet lag messa a punto dal dottor Charles Ehret trae origine da un'ampia ricerca condotta sugli animali all'Argonne National Laboratory. In realtà è qualcosa di più di una dieta: secondo il dottor Ehret la luce diurna, gli stimoli sociali, i ritmi del sonno e l'esercizio fisico e mentale hanno tutti un ruolo nel funzionamento del programma. Ma il cuore del progetto prevede una sequenza di quattro giorni con lo schema festa/digiuno, festa/digiuno prima del giorno dell'arrivo. In questo schema 'festa' significa mangiare quanto si vuole, e 'digiuno' mangiare leggero. Ecco alcuni esempi di menù per un giorno di digiuno. Colazione: una tazza di caffè e latte, uno yogurt magro e due fette biscottate. Pranzo: una tazza di brodo, un petto di pollo ai ferri, verdura cruda (insalata, pomodori, carote). Cena: una porzione di pasta con poco burro, verdure cotte (broccoli, fagiolini, zucca o carote); un bicchiere di vino (volendo). Anche la caffeina è importante in questo schema. Secondo il dottor Ehret, alcuni esperimenti con animali da laboratorio hanno dimostrato che la caffeina può essere usata per regolare l'orologio biologico. Ora esaminiamo alcuni aspetti accessori del piano del dottor Ehret, applicato a un volo verso ovest con un cambio di fuso di tre ore: per esempio, un viaggio da New York a San Francisco in cui arrivate a destinazione alle 8,30 di mattina, ora locale. - "Cambiate le vostre abitudini in fatto di caffeina". Tre giorni prima del volo smettete di prendere caffeina, salvo che dalle 15 alle 16,30 del pomeriggio. Il giorno prima del volo la caffeina è consentita solo fra le 7 e le 8 del mattino. Il giorno del volo bevete due o tre tazze di caffè nero, ma non più tardi delle 11,30 del mattino. Poi, basta caffeina per il resto della giornata. - "Impostate il vostro orologio sul tempo di destinazione". Cominciate ad acclimatarvi al cambio di orario; state svegli nella mezz'ora che precede il momento della colazione nel luogo in cui siete diretti. - "Non fate colazione con i passeggeri". Cercate di fare colazione nel momento che sarebbe giusto per la vostra destinazione. In questo caso l'ora giusta è subito prima di atterrare. - "Mangiate con i nativi". Dovreste arrivare a San Francisco in mattinata, e non mangiare fino all'ora di pranzo. Ma è anche un giorno di festa, quindi godetevela.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Come se la cavano tre famosi viaggiatori". Che cos'hanno in comune Henry Kissinger, Dwight D. Eisenhower e Lyndon Johnson? Tutti e tre avevano una tattica personale per provare a sconfiggere il jet lag. Nel suo libro "Overcoming 'et Lag" (Sconfiggere il malessere da fuso orario) il dottor Charles Ehret ci parla di questi metodi. E ci dice anche che nessuno dei tre è molto efficace. Ma eccoli, nel caso che vogliate provarli. - "Dormite di più". Parecchi giorni prima di partire cominciate ad andare a letto un'ora prima e ad alzarvi un'ora dopo. Questo era quello che faceva l'ex segretario di stato Henry Kissinger. Il problema con questo sistema, sostiene il dottor Ehret, è la rigidità che richiede. Kissinger non poteva seguire questo programma molto fedelmente, ed è probabile che molta gente abbia le stesse difficoltà. Inoltre non c'è prova che questa soluzione riduca il jet lag in modo oggettivo. - "Arrivate in anticipo". L'ex presidente Eisenhower cercava di arrivare alcuni giorni prima degli incontri con i capi stranieri. Il problema con la soluzione di Eisenhower, dice il dottor Ehret, è che comunque il presidente non riusciva ad arrivare abbastanza presto da mettersi in pari con i fusi orari attraversati. - "Seguite gli orari di casa". Dopo l'arrivo a destinazione, l'ex presidente Lyndon Johnson insisteva nel mantenere i suoi orari: mangiava e dormiva alle solite ore. E predisponeva gli appuntamenti negli orari che andavano bene per l'ora di Washington, ma non per i suoi ospiti stranieri. Forse potete farlo se siete il presidente degli Stati Uniti, dichiara il dottor Ehret, ma per il viaggiatore medio è un po' difficile prenotare un pranzo alle due di notte: perfino a Parigi.
SECONDO VOLUME. INDICE DEI DISTURBI. L. 71. Labbra screpolate. 11 proposte antisecchezza: pag. 6. 72. Laringite. 16 trucchi risanatori: pag. 12. M. 73. Mal d'auto. 18+6 rimedi superveloci: pag. 18. 74. Mal di denti. 12 suggerimenti antidolore: pag. 30. 75. Mal di gola. 16+1 modi per spegnere il fuoco: pag. 35. 76. Mal di schiena. 15+7 idee antidolore: pag. 46. 77. Mal di testa. 38+2 modi per risolvere il problema: pag. 59. 78. Mal d'orecchie. 12 modi per fermare il dolore: pag. 76. 79. Mani screpolate. 15+7 trucchi ammorbidenti: pag. 82. 80. Menopausa. 21 sistemi per affrontarla: pag. 94. 81. Morsi d'animali. 6 proposte di trattamento: pag. 104. N. 82. Nausea. 6+1 soluzioni calmastomaco: pag. 107. 83. Nausea del mattino in gravidanza. 11+1 vie per combattere il malessere: pag. 112. O. 84. Occhi arrossati. 5 sistemi per vederci chiaro: pag. 120. 85. Occhi stanchi. 7+3 trucchi per evitarli: pag. 124. 86. Occhio nero. 4 modi per curare la contusione: pag. 130. 87. Odor di piedi. 12+1 segreti deodoranti: pag. 134. 88. Odori sgradevoli. 9 modi per sentirsi freschi e puliti: pag. 141. 89. Orticaria. 6+3 trucchi per fermare il prurito: pag. 146. 90. Osteoporosi. 11+1 sistemi per irrobustire le ossa: pag. 151. 91. Otite. 8 idee per lenire i sintomi: pag. 162. 92. Otite da piscina. 8+1 trattamenti preventivi e curativi: pag. 168. P. 93. Peli incarnati. 10 trucchi per una rasatura perfetta: pag. 173. 94. Pelle grassa. 6+1 consigli per un viso luminoso: pag. 178. 95. Pelle secca e irritata dal freddo. 10 trattamenti per il brutto tempo: pag. 184. 96. Piede d'atleta. 17+1 trucchi per liberarsene: pag. 191. 97. Piedi doloranti. 12 trattamenti speciali: pag. 201. 98.
Pipì a letto. 4 scelte per una buona notte di sonno: pag. 209. 99. Pipite. 7 consigli per avere dita perfette: pag. 211. 100. Posizione corporea. 20 modi per stare ben dritti: pag. 215. 101. Pressione alta. 13+4 modi per tenerla sotto controllo: pag. 227. 102. Problemi di dentiera. 14 idee per un sorriso più sicuro: pag. 241. 103. Problemi di memoria. 16+4 sistemi facili per ricordarsi tutto: pag. 246. 104. Psoriasi. 14+5 trattamenti efficaci: pag. 257. 105. Punture d'insetto. 19 suggerimenti per alleviare il dolore: pag. 270. R. 106. Raffreddore. 17+4 rimedi per vincerlo: pag. 288. 107. Ragadi anali. 13 trattamenti calmanti: pag. 301. 108. Rughe. 18+6 sistemi per rallentare l'invecchiamento della pelle: pag. 307. 109. Russare. 10 tecniche per una buona dormita: pag. 317. S. 110. Sangue dal naso. 15+1 sistemi per bloccare il flusso: pag. 325. 111. Scottature. 10 soluzioni per i piccoli incidenti: pag. 334. 112. Scottature da sole. 18+5 trattamenti rinfrescanti: pag. 340. 113. Seni dolenti. 15+1 suggerimenti per ridurre la sensibilità: pag. 351. 114. Sindrome delle gambe irrequiete. 16+3 tecniche rilassanti: pag. 360. 115. Sindrome del tunnel carpale. 13+2 tecniche per affrontare il problema: pag. 367. 116. Sindrome di Raynaud. 11 suggerimenti di buon augurio: pag. 377. 117. Sindrome premestruale. 19+9 modi per controllare i sintomi: pag. 386. 118. Singhiozzo. 7+10 cure casalinghe: pag. 398. 119. Sinusite. 11+4 consigli antinfezioni: pag. 405. 120. Stanchezza. 31+3 suggerimenti per una vita piena di energia: pag. 413. 121. Stitichezza. 17+1 soluzioni: pag. 428. 122. Stress. 21+1 modi per ridurre la tensione: pag. 438. T. 123. Tachicardia. 12 modi per calmare un cuore frettoloso: pag. 451. 124. Tagli e graffi. 8+5 sistemi per curare una lesione: pag. 458. 125.
Tartaro e placca. 21 trucchi per curare bene i denti: pag. 467. 126. Tendinite. 13 rimedi salutari: pag. 476. 127. Torcicollo. 18+6 modi per eliminare il dolore: pag. 483. 128. Trigliceridi. 8+1 sistemi per ridurli: pag. 490. U. 129. Ulcera. 10+5 trattamenti calmanti: pag. 498. 130. Ulcere della bocca. 11 cure per un problema noioso: pag. 506. 131.Unghie incarnite. 6+1 metodi di trattamento: pag. 512. V. 132. Vaginite. 22+3 antidoti naturali: pag. 517. 133. Vene varicose. 13+1 modi per guarire: pag. 529. 134. Verruche. 10+14 modi per vincerle: pag. 537. 135. Vesciche. 19+1 trucchi per lenire il dolore: pag. 552. 136. Vomito. 11 rimedi per sentirsi meglio: pag. 564.
71. LABBRA SCREPOLATE. 11 proposte antisecchezza. Le labbra screpolate non invitano al sorriso. Quando le labbra sono doloranti, arrossate e coperte di croste, anche un sorrisino può riaprire le vecchie ferite. Niente di strano che sembriate (e vi sentiate) come Brontolo, il nanetto imbronciato. E allora riportate il sorriso sulle labbra con questi consigli. - "O andate ai tropici, o proteggete le labbra". Il modo migliore per risolvere il problema delle labbra screpolate è innanzi tutto evitare il tempo freddo e secco che le rovina segnala il dermatologo Joseph Bark di Lexington, nel Kentucky. Però, visto che partire per i tropici non è molto pratico per la maggior parte della gente, cominciate invece ad andare in farmacia. Prima di uscire, e parecchie volte mentre siete fuori, proteggete le labbra con uno stick emolliente. Le labbra non lo trattengono, quindi rimettetevelo ogni volta che mangiate, bevete o vi strofinate le labbra. - "Usate uno schermo solare". Ricordatevi che anche il sole brucia le labbra, in ogni stagione continua il dottor Bark. Quindi farete bene a scegliere un prodotto che contenga anche un filtro solare. Nelson Lee Novick, professore associato di dermatologia alla City University of New York, è perfettamente d'accordo. Il sole danneggia le labbra provocando secchezza e desquamazione, proprio come danneggia il resto del corpo. In particolare può danneggiare il labbro inferiore, che si prende in pieno i raggi ultravioletti. Quindi non usate uno stick per labbra qualsiasi, ma uno che contenga un filtro solare. - "Mettete il rossetto". Oltre allo schermo solare, un rossetto cremoso aiuta ad ammorbidire le labbra già screpolate segnala Glenn Roberts, stilista di Elizabeth Arden a New York.
In realtà il solo fatto di mettere il rossetto dà un po' di protezione ed aiuta a prevenire le screpolature. Il rossetto è opaco e quindi filtra la luce, compresa la luce pericolosa dichiara il dottor Bark. Inoltre, credo che il rossetto sia la ragione per cui le donne non hanno quasi mai il cancro alle labbra. In quattordici anni di professione ho curato forse una donna o due con un tumore alle labbra, mentre ho curato letteralmente centinaia di uomini. - "Ammorbidire e curare". Il pericolo, con le labbra screpolate, è che possono infettarsi avverte la dermatologa Diana Bihova, che insegna alla New York University. Per prevenire le infezioni, potete applicare un unguento antibiotico. Anche gli unguenti all'idrocortisone possono essere utili, ma non prevengono le infezioni. Se avete le labbra molto screpolate potete usarli tutti e due. Applicate una crema il mattino e l'altra la sera. - "Vitamina B". Le carenze nutrizionali, per esempio, di ferro e di vitamine del complesso B, possono avere una parte di responsabilità nella desquamazione delle labbra. Assicuratevi di essere a posto da questo lato prendendo un supplemento multivitaminico avverte il dottor Novick. - "Beveteci su". Idratate le labbra dall'interno bevendo più acqua, soprattutto in inverno. Io raccomando di bere parecchi bicchieri d'acqua durante la giornata consiglia la dottoressa Bihova. Più passano gli anni, più cala la capacità delle cellule di trattenere l'umidità, quindi il vostro problema di secchezza può peggiorare a ogni inverno. Un altro sistema per sconfiggere le labbra secche è umidificare l'aria in casa e in ufficio. - "Ricordatevi della cera d'api". Secondo me i migliori prodotti in assoluto per le labbra screpolate sono quelli che contengono, fra gli altri ingredienti, cera d'api e fenolo segnala Rodney Basler, assistente all'Università del Nebraska. - "Non bagnatevi le labbra". Le labbra screpolate sono un problema di disidratazione sostiene il dottor Basler. Quando le leccate, applicate momentaneamente un po' di umidità, che evapora subito dopo e lascia le labbra più secche di prima. Oltretutto la saliva contiene enzimi digestivi. Certo non sono molto forti, ma non fanno bene alle vostre labbra doloranti. Umettare le labbra screpolate può portare a un disturbo che si chiama 'dermatite del leccatore di labbra' avverte il dottor Bark. Di solito si verifica nei bambini, ma capita anche agli adulti. Quando vi leccate le labbra, asportate tutto il sebo proveniente dalle aree adiacenti. (Le labbra non hanno ghiandole sebacee.) Dopo un po' non inumidite solo le labbra, ma anche l'area circostante e finite con un anello arrossato di dermatite tutto intorno alla bocca. Morale: tanto per cominciare, non cominciate neppure a leccare. Se siete comunque tentati di farlo, ricordatevi di quello che il dottor Bark chiama ridendo il vecchio trattamento del Nebraska, sterco di gallina applicato alle labbra. Non è che faccia bene alle labbra, ma sicuramente vi convince a non leccarle. - "Che sia colpa del dentifricio?". Allergia e sensibilità agli ingredienti del dentifricio, delle caramelle, del chewing gum e degli sciacqui orali possono provocare labbra screpolate in alcuni soggetti dichiara il dermatologo Thomas Goodman, assistente all'Università del Tennessee. Il mio dentista dice che certi dentifrici antitartaro sono anche peggio di quelli normali, per screpolare le labbra. Quindi per conto mio dico ai pazienti di smettere di usare il dentifricio.
Usate lo spazzolino da solo oppure con un po' di bicarbonato. - "Provate l'ossido di zinco". Ci sono persone che tendono a far sgocciolare la saliva sulle labbra durante il sonno: questo può disseccare le labbra o peggiorare quelle già screpolate sostiene il dottor Novick. Se il problema è questo, applicate una crema all'ossido di zinco ogni sera prima di andare a letto. La crema crea un effetto barriera che protegge le labbra. - "Strofinatevi il naso". E' quello che consiglio a chi lavora all'aperto e non ha niente a portata di mano dice il dottor Bark. Passatevi un dito sulle ali del naso, poi strofinate il dito sulle labbra. Così usate un po' del sebo che si accumula naturalmente in questo punto. E' un lubrificante che serve comunque alle vostre labbra, visto che lo ricevono dalle zone di pelle adiacenti. E' proprio il sistema più 'fatto in casa' che ci sia.
72. LARINGITE. 16 trucchi risanatori. Stamattina, facendo la doccia, non siete riusciti a cantare come al solito. I suoni che riuscivano a farsi faticosamente strada attraverso la gola sembravano più un verso di cornacchia che un assolo. Vi siete schiariti la gola per riprovare, ma i suoni che uscivano non erano granché musicali. Se va avanti così, vi ritroverete completamente senza voce. Volete sapere che cosa succede? Avete un problema di vibrazioni.Per riuscire a emettere un suono, l'aria che fate passare per la laringe, o pomo d'Adamo, deve vibrare attraverso le corde vocali nella maniera giusta. Se le corde vocali sono lesionate o gonfie, il 'contenitore' dell'aria non ha la forma giusta e ne può sfuggire il respiro. Basta un piccolo cambiamento nelle corde vocali per rendere irriconoscibile la vostra voce. Le corde vocali sono composte da un fascio muscolare centrale, da vari strati di tessuto connettivo e da una copertura simile alla pelle, la mucosa. Un'alterazione in uno qualsiasi di questi strati può disturbare la corretta vibrazione attraverso i tessuti dichiara Scott Kessler, un otorinolaringoiatra che ha fra i suoi pazienti stelle dell'opera e cantanti rock. Le origini del danno possono essere diverse. Usare male la voce può danneggiare temporaneamente le corde vocali. Un'infezione delle vie respiratorie superiori o una reazione allergica possono scatenare un processo infiammatorio. Anche l'aria secca può far sì che il muco si incrosti fra le corde vocali.
Il risultato? La laringite. Qual è il modo migliore per recuperare la voce? Ecco che cosa vi consigliano i nostri esperti. - "Non parlate". Quale che sia la causa della vostra laringite, la cosa più importante che possiate fare per la vostra voce è lasciarla a riposo, sostiene Laurence Levine, otorinolaringoiatra del Missouri, che è professore associato di otorinolaringoiatria alla Washington University. Provate a stare zitti per un giorno o due. - "Non sussurrate neanche". Se dovete comunicare, passate bigliettini. Sussurrare fa sfregare insieme le corde vocali come quando urlate spiega George T. Simpson secondo, primario del dipartimento di otorinolaringoiatria alla Boston University, all'University Hospital e al Boston City Hospital. - "Non prendete aspirina". Se avete perso la voce perché l'altro giorno urlavate troppo forte alla partita, probabilmente vi siete rotti qualche capillare, dichiara il dottor Levine. Quindi niente aspirina. L'aspirina ritarda la coagulazione e può disturbare la guarigione. - "Usate un umidificatore ad aria fredda". La mucosa che riveste le corde vocali va tenuta umida. Altrimenti il muco diventa appiccicoso e aderente, una vera carta moschicida per gli irritanti. Controbattete con un umidificatore a ultrasuoni, che emette aria fredda, consiglia il dottor Kessler. - "Usate il vapore". Anche il vapore può aiutarvi a umidificare l'aria. Robert Feder, otorinolaringoiatra di Los Angeles e istruttore di musica, suggerisce di tenere la testa sopra una bacinella di vapore bollente per cinque minuti, due volte al giorno. - "Bevete molti liquidi". Il dottor Simpson raccomanda di bere otto o dieci bicchieri al giorno, meglio se di acqua. Il dottor Feder consiglia i succhi e il tè con miele o limone. - "Non usate ghiaccio". Meglio i liquidi caldi, secondo il dottor Feder. Le bevande fredde possono peggiorare il problema. - "Respirate con il naso". Il naso è un umidificatore naturale spiega il dottor Kessler. Chi ha il setto nasale deviato respira con la bocca quando dorme. Questo espone la voce all'aria secca e fredda. Capire come respirate è fondamentale per individuare le cause della vostra raucedine. - "Stop alle sigarette". Il fumo è la prima causa di secchezza della gola, afferma il dottor Kessler. Cercate di smettere di fumare, o almeno di ridurre il numero delle sigarette. - "Lubrificate con l'olmo". L'infuso di corteccia d'olmo ("Ulmus fulva") è un buon lubrificante per la gola segnala il dottor Kessler. Il liquido non lubrifica direttamente le corde vocali, perché l'epiglottide si chiude sopra di loro come una botola. Però fornisce più acqua alle ghiandole mucose della faringe, che in questo modo assicurano alle corde vocali una morbida protezione. - "Scegliete attentamente le caramelle per la tosse". Evitate i prodotti a base di menta e di mentolo, avverte il dottor Feder. Restate fedeli alle caramelle morbide, a base di miele o di frutta. - "Attenti all'aria degli aeroplani". Parlare su un aereo può danneggiarvi la voce, perché l'aria pressurizzata della cabina è estremamente secca. Per tenere umide le corde vocali respirate dal naso, consiglia il dottor Kessler.
Masticate gomma o succhiate pastiglie, in modo da essere comunque obbligati a tenere la bocca chiusa. Questo aumenta anche la produzione di saliva. - "Controllate le medicine che prendete". Alcuni farmaci possono essere molto disidratanti, segnalano i nostri esperti. Se avete dei dubbi, controllate con il vostro medico. I probabili colpevoli comprendono i medicinali per la pressione alta, per la tiroide e gli antistaminici. - "Non sforzate la voce: amplificatela". Se il lavoro vi costringe ad alzare la voce per farvi sentire, perché non usare amplificatori meccanici? Spesso non usiamo abbastanza i sistemi di amplificazione che ci proteggono la voce osserva il dottor Levine. - "Rispettate la vostra voce". Se dovete fare una presentazione e siete rauchi, è meglio cancellare l'impegno piuttosto che rischiare un danno duraturo alla voce, consiglia il dottor Kessler. - "Andate a 'Iezione di voce'". Se dovete parlare molto perché non fate qualche corso che vi insegni a usare bene la voce? In una voce non impostata i muscoli che tengono sospesa la laringe lavorano l'uno contro l'altro, secondo il dottor Levine. L'allenamento della voce fa sì che i muscoli imparino a lavorare insieme, come una squadra.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando la laringite fa rischiare la vita". Se il vostro abbassamento di voce è accompagnato da un dolore così forte che non riuscite neppure a inghiottire la saliva, andate immediatamente dal medico, avverte il dottor George T. Simpson secondo. Il rigonfiamento della parte superiore della laringe può bloccarvi le vie respiratorie. Andate da un medico anche se tossendo sputate sangue, se sentite rumori in gola quando respirate o se sentite che lasciar riposare la voce non allevia la raucedine. Se la laringite continua, può segnalare la presenza di un tumore alla gola. Consultate comunque il vostro medico se la voce non torna normale in tre-cinque giorni. 73. MAL D'AUTO. 18 + 6 rimedi superveloci. Il cielo è azzurro, il mare è verde, e voi siete lì, con gli occhi scintillanti e le guance rosa, sul ponte inondato di sole di una barca a vela che ciondola fra le onde. Ciondola e si inclina. Si inclina e risale. Risale e sbanda. Sbanda e rolla. Rolla e balza. Balza e sprofonda. Sprofonda e spruzza. Spruzza e scroscia. Scroscia e ribolle. Rolla, beccheggia, si immerge, gorgoglia.Spruzza, scroscia e rivolta lo stomaco. E prima che ve ne accorgiate, il vostro pranzo vola a tutta velocità fra le acque verdi e scintillanti. E' un po' perturbante, ammettiamolo. Si chiama 'mal di mare', e capita che ne soffrano anche i marinai più esperti. Quando si vola, si chiama 'mal d'aria'. A terra si chiama 'mal auto'. E poi c'è la nausea da luna park: almeno un visitatore al giorno diventa verde sulle montagne russe, a Disneyland. Ma è sempre la stessa cosa: quella sensazione di nausea e di disagio che ha il nome generico di cinetosi, o nausea da movimento.
La cinetosi si verifica quando il cervello riceve informazioni contraddittorie sull'ambiente spiega Rafael Tarnopolsky, docente di otorinolaringoiatria all'Università di medicina osteopatica nello Iowa. Per tenere in equilibrio il corpo, il nostro sistema sensoriale raccoglie continuamente informazioni a proposito dell'ambiente circostante e le manda all'orecchio interno, che come un elaboratore organizza i dati e li invia al cervello. Quando il sistema dell'equilibrio nota una discrepanza fra i dati dell'orecchio e dell'occhio si verifica la nausea da movimento, afferma Horst Konrad, presidente del comitato dell'equilibrio dell'accademia americana di otorinolaringoiatria, a Springfield. Non capita a tutti, ma quando capita i segnali sono chiarissimi. E se le cose non migliorano, vomitiamo. Una volta che i sintomi cominciano, può essere molto difficile arrestare la cinetosi, specialmente se avete raggiunto il vostro personale punto di non ritorno, che di solito arriva quando comincia la nausea. Ma i rimedi che seguono possono aiutare a migliorare i sintomi e possono anche bloccarli. Meglio ancora, possono addirittura prevenirli, per la prossima volta che vi trovate a fare su e giù, su e giù, sull'onda di un bellissimo dopopranzo. - "Pensate a com'è bello viaggiare". La nausea da movimento è in parte psicologica dichiara il dottor Konrad. Se pensate che vomiterete, probabilmente lo farete davvero. Invece, pensate a qualcosa di bello. - "Non fatevi contagiare". Capita spesso. Magari siete fuori in barca a pescare. Tutti stanno bene; improvvisamente qualcuno è preso dalla nausea. Voi guardate con simpatia, forse offrite anche una spalla su cui piangere. Poco dopo siete voi la vittima successiva; poi tocca a qualcun altro. E' la teoria del domino. Per quanto possa sembrare crudele, fate del vostro meglio per ignorare gli altri che stanno male, consiglia il dottor Konrad. Altrimenti finirete nella stessa barca. - "Evitate i cattivi odori". I cattivi odori, come i gas di scarico del motore o il pesce tenuto in ghiaccio nella stiva o il panino di sardine fatto in cambusa, possono contribuire alla nausea, segnala il dottor Konrad. Puntate il naso altrove. - "Spegnete la sigaretta". Se siete un fumatore, magari pensate che accendere una sigaretta può calmarvi, aiutandovi a controllare la nausea. Sbagliato: il fumo di sigaretta può solo contribuire alla nausea incipiente, avverte il dottor Konrad. Se non fumate, spostatevi nel reparto non fumatori dell'aereo o del treno, se incominciate a sentirvi a disagio. - "Viaggiate di notte". Le vostre probabilità di avere la nausea diminuiscono se viaggiate di notte, perché non riuscite a vedere il movimento come di giorno, afferma Roderic W. Gillilan, optometrista di Eugene, nell'Oregon, che ha aiutato centinaia di pazienti a superare il problema. - "Attenti ai cibi che vi sono antipatici". Se ci sono degli alimenti che non vi piacciono molto, neppure quando siete ben fermi, state in guardia: vi piaceranno ancor meno mentre siete in movimento. Per quanto vi tentino i ricchi pranzi mentre siete in viaggio, non lasciatevi andare, avverte Robert Salada, direttore del centro di aiuto per i viaggiatori agli University Hospitals di Cleveland, nell'Ohio. - "Cercate l'aria fresca". Allontanate la nausea con una boccata d'aria fresca, consiglia il dottor Salada. In macchina, aprite il finestrino. Su una nave, state sul ponte ed esponetevi alla brezza del mare. In aereo, aprite l'aeratore che avete sopra la testa.
- "Prima di bere alcol, pensateci". Troppo alcol può interferire con la capacità del cervello di organizzare le informazioni ambientali, e può scatenare i sintomi della cinetosi dichiara il dottor Konrad. Quindi bevete con moderazione durante i viaggi in aereo ed in nave. - "Dormite a sufficienza". Più siete stanchi, più è facile che vi venga la nausea sostiene il dottor Gillilan. Assicuratevi di avere la vostra normale dose di sonno prima di partire. Se siete un passeggero, in macchina o in aereo, qualche dormitina per strada non vi farà male, anche solo per evitare eventuali stimoli alla nausea. - "State seduti". Il vostro cervello è già confuso abbastanza senza che creiate altri pasticci muovendovi. In particolare, tenete ferma la testa. - "Guardate in avanti". Se siete in macchina, mettetevi sul sedile davanti e concentratevi sulla strada o sull'orizzonte, consiglia il dottor Tarnopolsky. Questo terrà in accordo i segnali che provengono dagli occhi e dal corpo. - "Meglio ancora, mettetevi al posto del guidatore". Quando siete al volante, ovviamente guardate dritto davanti a voi, spiega il dottor Gillilan, e in più avrete il vantaggio di conoscere in anticipo i cambiamenti di direzione. - "Se volete leggere, ripensateci". Non leggete mentre viaggiate in macchina o in un aeroplano agitato o in barca, avverte il dottor Tarnopolsky. Il movimento del veicolo fa muovere la pagina stampata, dandovi un senso di stordimento. Ma se dovete leggere, ecco come potete farlo senza farvi venire la nausea, segnala il dottor Gillilan. - Abbassatevi sul sedile e tenete la pagina a livello degli occhi. Non è l'atto di leggere in sé che vi dà la nausea, spiega il dottore ma l'angolo con cui lo fate. Quando guardate in giù mentre viaggiate in macchina, il movimento che è visibile dal finestrino laterale colpisce gli occhi a un angolo diverso dal solito, ed è questo che scatena i sintomi. Il sistema che vi ho suggerito mette gli occhi nella stessa posizione di quando guardate la strada. - Tenete le mani vicino alle tempie per tagliar fuori quello che si muove, o voltate la schiena al finestrino più vicino. - "Trovate il baricentro". Su una nave, scegliete una cabina a metà scafo, dove si avverte il minimo di rollio e beccheggio, consiglia il dottor Tarnopolsky. Su una barchetta non avete questa via d'uscita, anche se una cabina a prua può essere più tollerabile di una a poppa. - "Salite di sopra". Stare sotto coperta in una barca o su una nave specialmente in una zona poco ventilata, è andare in cerca di guai, dichiara il dottor Salada. Fuori, fuori, ovunque siate. - "Fissate gli occhi su qualcosa che sta fermo". Questo vi aiuterà a tenere in equilibrio il sistema sensoriale. Per esempio, se state in piedi in una barca che beccheggia e fissate l'orizzonte, potete stare male, perché l'orizzonte oscilla insieme con voi. Invece fissate gli occhi su un punto fermo nel cielo o sulla terra, a distanza. - "Prendete prima una pillola". Se per voi la nausea da viaggio è inevitabile come la neve in gennaio, forse è il caso di pensare a una pillola contro il mal d'auto. Presa con qualche ora di anticipo, può impedire ai sintomi di manifestarsi, sostiene il dottor Salada. Una o due compresse agiscono per 24 ore. Ma assicuratevi di prenderle in anticipo, perché non servono a niente se le prendete dopo l'inizio dei sintomi. - "Ricordatevi: il tempo sana ogni ferita".
E questo include la nausea da movimento. Magari vi sentite come se steste per morire, anzi magari la morte vi sembra una benedizione, ma la cinetosi non uccide. Alla fine il corpo si adatta alla situazione, su una nave o su una barca anche se magari ci vorrà qualche giorno, e smetterà di reagire. Quindi abbiate pazienza. Le cose miglioreranno.
BOX: "Nausea: curare gli occhi?". La nausea da movimento nasce dallo squilibrio dell'orecchio interno, vi diranno molti medici. Ma il medico optometrista Roderic W. Gillilan, che da oltre 24 anni lavora soprattutto con pazienti che soffrono di questo problema, vede le cose diversamente. La cinetosi, soprattutto a terra, è un problema innanzi tutto visivo dice il dottore. Fra i pazienti del dottor Gillilan c'è chi non riesce a leggere in macchina senza star male (capita circa a una persona su tre, secondo il dottore) fino ai casi estremi: c'è chi soffre di nausea, mal di testa o stordimento solo a vedere l'azione rapida di una partita di pallacanestro o a camminare in un supermercato. Il problema in genere non ha niente a che fare con la vista o con la necessità di mettere gli occhiali afferma il dottor Gillilan, ma è una questione di sensibilità ai movimenti rapidi dell'occhio ed alla visione del movimento. Per risolvere il problema i pazienti fanno diverse sessioni di quello che il dottore chiama 'Terapia dinamica di visione adattiva', che è un procedimento di desensibilizzazione. Non è un problema di rinforzare dei muscoli, ma di imparare a usare gli occhi, come si impara a sciare o ad andare in bicicletta sostiene il dottore. Una volta che hanno imparato, di solito i soggetti non dimenticano: molti dei suoi pazienti rimangono senza sintomi per anni. Il dottor Gillilan ha condotto seminari di terapia della visione e ha pubblicato un manuale per specialisti, che descrive la sua tecnica.
BOX: "Una cura spaziale". ...quattro, tre, due, uno, partenza!. Con un rombo da terremoto, getti potentissimi sparano lo Spacelab 3 e il suo equipaggio nella stratosfera. Ma i tecnici del controllo a terra non sono gli unici un po' scossi dall'urto. Dopo soli sette minuti di volo uno dei quattro membri dell'equipaggio ha avuto il suo primo 'episodio di vomito', un incidente che si è ripetuto parecchie volte durante la missione. Avere la cinetosi nello spazio è un problema serio per gli astronauti. In certi momenti l'intero equipaggio può essere fuori combattimento dichiara Patricia Cowings, direttrice del laboratorio di ricerche psicofisiologiche all'Ames Research Center della NASA, a Moffett Field, in California. Potenzialmente la cosa può essere disastrosa. Vomitare con il casco addosso può essere fatale. E non ci sono soluzioni semplici, perché le medicine antinausea possono avere effetti collaterali pericolosi. Ma nuovi orizzonti si stanno aprendo, grazie ad un programma di allenamento a risposta controllata (biofeedback). Da 15 anni la dottoressa Cowings e i suoi colleghi fanno venire la nausea agli americani per aiutare gli astronauti a sentirsi meglio. Essenzialmente, il nostro lavoro consiste nel portare la gente nel nostro laboratorio e riuscire a farla vomitare dice la dottoressa Cowings. C'è un attrezzo speciale che aiuta a raggiungere l'obiettivo: una sedia che ruota mentre il volontario muove la testa a diverse angolazioni, un procedimento che squilibra l'orecchio interno in pochi minuti. Funziona praticamente con tutti afferma la dottoressa Cowings. Se una roccia avesse un orecchio interno, riusciremmo a far vomitare la roccia.
Mentre il soggetto ruota, si controllano le sue risposte fisiologiche come pulsazioni cardiache, ritmo del respiro, sudore, contrazione dei muscoli. Non ci sono due persone che abbiano esattamente la stessa risposta spiega la dottoressa Cowings. In realtà la cinetosi è una specie di impronta digitale, assolutamente personale. Una volta chiarita l'impronta digitale, si può insegnare a ciascuno a controllare la sua personale risposta combinando rilassamento profondo e sollecitazione dei muscoli: muscoli che non sappiamo di poter esercitare, come quelli dei vasi sanguigni. Se una persona riesce a controllare efficacemente le sue prime reazioni, può prevenire l'insorgere di sintomi più violenti. Abbiamo addestrato più di 250 persone, e le nostre registrazioni successive sono molto buone racconta la dottoressa Cowings. Circa il 60% elimina completamente i suoi sintomi quando riprova il test della sedia. E l'allenamento rimane efficace fino a tre anni. I risultati sono abbastanza promettenti, dice la dottoressa, tanto che comincia ad intravedersi un'autentica cura per la nausea da movimento.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "I vecchi rimedi che funzionano anche oggi". Forse non funzionano proprio per tutti, o proprio tutte le volte, ma probabilmente i rimedi popolari contro la nausea vengono usati fin dalla prima volta che l'uomo ha deciso di esaminare seriamente cosa c'era oltre il recinto del cortile. Alcuni di questi rimedi sono apprezzati anche ai nostri giorni, e valgono sicuramente un tentativo. ZENZERO. Forse i primi europei che sono sbarcati nel Nuovo Mondo se lo sono portato dietro per alleviare i disturbi del viaggio attraverso l'Oceano. La tradizione è vecchia di secoli, ma recentemente il rimedio che consiste nel masticare un pezzetto di zenzero ha superato l'analisi della scienza: un esperimento ha dimostrato che due capsule di zenzero in polvere prevengono il mal d'auto meglio di una pastiglia antinausea. I ricercatori pensano che lo zenzero agisca assorbendo gli acidi e bloccando la nausea nel tratto gastrointestinale. OLIVE E LIMONI. Nei primi momenti il mal d'auto provoca un eccesso di saliva, che si raccoglie nello stomaco e provoca la nausea, affermano alcuni medici. Invece le olive producono le sostanze chimiche dette tannini, che asciugano la bocca. Secondo questa teoria, mangiare un paio di olive ai primi sintomi di malessere può aiutare a controllare la nausea: succhiare un limone molto acido ha lo stesso effetto. BISCOTTI SECCHI. I biscotti non bloccano la salivazione, ma assorbono l'eccesso di liquido che arriva nello stomaco. I loro 'ingredienti segreti' sono bicarbonato e cremortartaro. 74. MAL DI DENTI. 12 suggerimenti antidolore. Un mal di denti fa veramente molto male. Fa male quando sorridete, vi imbronciate, mangiate, bevete, stringete le mascelle o le lasciate andare, e quando muovete la testa in qualsiasi direzione. A volte fa male anche quando respirate, perché l'aria fredda arriva in bocca sopra il dente malato... e ahi! Un mal di denti, dichiara Philip D. Corn, dentista di Philadelphia e direttore dell'accademia di odontoiatria generale della Pennsylvania, può essere il sintomo di varie cose. La polpa del dente, oppure le gengive che circondano il dente dolorante possono essere infette. Ci può essere una carie in un molare. O magari avete ricevuto un pugno in bocca.
Ma il dolore può essere semplicemente un'irritazione dovuta a un frammento di cibo rimasto bloccato fra due denti, aggiunge Jerry F. Taintor, primario di endodonzia all'Università del Tennessee. Oppure può segnalare a distanza un problema dei seni frontali. Solo il vostro dentista può dirlo con sicurezza. Però, finché non lo vedete, l'unica cosa che vi interessa è fermare subito il dolore. Ecco come potete fare. - "Sciacquate via il mal di denti". Prendete un sorso d'acqua a temperatura del corpo e sciacquatevi vigorosamente la bocca, consiglia il dottor Taintor. Se il mal di denti è provocato da cibo intrappolato, un buon risciacquo può eliminare il problema. - "Usate con dolcezza il filo interdentale". Se lo sciacquo non funziona, potete provare a togliere i frammenti di cibo bloccati fra i denti con il filo interdentale, suggerisce il dottor Taintor. Fate piano! E' probabile che le gengive siano irritate. - "Un sorso antidolore". Tenete un sorso di whisky sul dente che fa male, propone il dottor Corn. Le gengive assorbono un po' dell'alcol e questo anestetizza il dolore. Sputate fuori il resto. - "Sciacquatevi con acqua salata". Dopo ogni pasto e all'ora di andare a letto, mettete un cucchiaino di sale in un bicchiere d'acqua (sempre a temperatura corporea), consiglia il dottor Corn. Tenete in bocca ogni sorso, fatelo rigirare fra i denti e sputatelo. - "Provate a massaggiarvi le mani". Quando avete un dente dolorante, questo sistema può ridurre il dolore del 50%. Strofinate un cubetto di ghiaccio sulla zona a forma di V dove si incontrano le ossa del pollice e dell'indice. Tenete fermo il ghiaccio in quest'area (senza premere troppo) per cinque-sette minuti. In uno studio, Ronald Melzack, ricercatore canadese ed ex presidente dell'associazione internazionale per lo studio del dolore, ha scoperto che il massaggio con il ghiaccio ha ridotto il mal di denti nel 60-90% delle persone che hanno provato. La sua ricerca dimostra che questo procedimento funziona, perché manda impulsi sui percorsi nervosi che normalmente sarebbero occupati dal mal di denti. Poiché il nervo può portare solo un messaggio per volta, lo strofinamento vince sul dolore. - "Provate l'olio di chiodi di garofano". Questo rimedio che non ha bisogno di ricetta è usato da molto tempo, segnala Richard Shepard, dentista in pensione di Durango, nel Colorado. Molte farmacie vendono l'olio in bottigliette. Mettetene una goccia direttamente sul dente, o versatene un po' su un batuffolino di cotone e mettetelo vicino al punto dolente. - "Non usate il dente per mordere". Se il dolore viene accentuato anche solo da un soffio su un dente, avete una pulpite (un'infiammazione della polpa del dente). Cercate di non usare quel dente mentre mangiate, consiglia il dottor Corn. Se non ci sono lesioni, il riposo può riportare il dente alla normalità. - "Succhiate un po' di ghiaccio". Trattate il problema come una contusione: usate il ghiaccio, propone il dottor Corn. Provate a mettere del ghiaccio sulla guancia ad intervalli di un quarto d'ora, almeno tre o quattro volte al giorno. - "Tenete la bocca chiusa". Se l'aria fredda sul dente è un problema, tenete chiusa l'apertura, suggerisce Roger P. Levin, dentista e presidente dell'accademia di odontoiatria generale di Baltimora. - "Oppure tenetela aperta". Alcuni mal di denti si verificano quando l'allineamento dentario non è perfetto. In questo caso, dice il dottor Levin, evitate il più possibile di chiudere la bocca finché il dentista non è riuscito a esaminare la situazione.
- "State al fresco". Tenete lontano il calore dalla vostra guancia dolente anche se migliora il mal di denti, avverte il dottor Corn. Se si tratta di un'infezione, il calore porta l'infezione all'esterno della mascella e peggiora la situazione. - "Prendete un antidolorifico". Se proprio non riuscite a sopportare il dolore, prendete un'aspirina o un ibuprofen ogni quattro o sei ore, secondo la necessità.
BOX: "Denti e buon senso". Se non riuscite neanche a toccare il dente, quello è dolore afferma il dentista Roger P. Levin. Ma se il dente si limita a reagire al caldo o al freddo, allora il problema è la sensibilità. Più di quaranta milioni di americani hanno una 'ipersensibilità dentale', che comincia quando la dentina che sta sotto lo smalto emerge in superficie, di solito lungo la linea delle gengive. L'età, le gengive che si ritraggono, gli interventi odontoiatrici e l'eccesso di zelo nello spazzolare i denti con dentifrici e spazzolini abrasivi possono esporre la dentina. A volte la placca smangia lo smalto e lascia allo scoperto la dentina. Il dentista Philip D. Corn raccomanda di usare un dentifricio per denti sensibili, applicato con uno spazzolino dalle setole di nailon molto morbide. Se è la prima volta che avvertite la sensibilità, è meglio che vediate il vostro dentista, per assicurarvi che il problema non sia un altro. 75. MAL DI GOLA. 16 + 1 modi per spegnere il fuoco. Inghiottire il proprio orgoglio può essere doloroso. Ma quando fa male anche solo deglutire, siete davvero nei guai. E' dura stare anche 15 secondi senza inghiottire almeno una volta. E più provate a non farlo, più ci ricascate. Mettete insieme una gola irritata e una tosse stizzosa e scoprirete esattamente che cosa vuol dire tortura. Spesso la gola arrossata è il primissimo sintomo di un raffreddore o di un'influenza. Ma può anche capitare da sola, come risultato di qualche altra infezione batterica o virale. A volte sono solo piccole irritazioni dovute alla scarsa umidità dell'inverno, o al tifo scatenato della partita di calcio. Qualunque sia la causa, ecco qualche consiglio dei nostri esperti per rimediare. - "Succhiate qualche pastiglia". Se il mal di gola è dovuto a un'infezione virale, gli antibiotici non servono. Ma le pastiglie medicate in vendita in farmacia possono essere utili, osserva Hueston King, otorinolaringoiatra di Venice, in Florida. - "Usate uno spray". Anche gli spray possono dare alla gola un sollievo localizzato. Ma, come sottolinea Thomas Gossel, docente di farmacologia alla Ohio Northern University, la durata del contatto fra lo spray e i tessuti irritati è relativamente breve. Le pastiglie durano di più. - "Provate con lo zinco". Le compresse di zinco possono giovare al mal di gola associato al raffreddore, afferma Donald Davis, che lavora in un istituto di ricerca dell'Università del Texas, ad Austin. Noi diamo ai pazienti una compressa di gluconato di zinco da 23 milligrammi ogni due ore, avvertendoli di lasciarla sciogliere lentamente in bocca invece di inghiottirla. Lo zinco migliora il loro mal di gola e anche parecchi altri sintomi del raffreddore.
Ma il dottor Davis avverte di non prendere dosi alte di zinco per più di sette giorni, perché lo zinco può interferire con altri minerali organici. - "Fate i gargarismi". Se la gola vi fa male quando deglutite, l'area irritata probabilmente è abbastanza alta perché un gargarismo possa arrivarci e possa riuscire a calmarla, secondo il dottor King. Quindi fate spesso dei gargarismi con una delle soluzioni indicate qui di seguito. Ma attenzione, se siete rauchi o avete la tosse, la zona irritata è troppo bassa e il gargarismo non serve. "Acqua salata". Mescolate un cucchiaino di sale in mezzo litro di acqua tiepida o a temperatura ambiente, consiglia il dottor Gossel. E' quanto basta per riprodurre il normale contenuto salino dell'organismo, e quindi la soluzione è molto calmante. Usatelo ogni ora circa, ma non inghiottite il liquido se state cercando di limitare il sale. "Camomilla". La consulente nutrizionale Eleonore Blaurock-Busch, direttrice di un laboratorio chimico-medico a Boulder, nel Colorado, consiglia l'infuso caldo di camomilla per dare sollievo alle mucose irritate. Mettete un cucchiaino di camomilla secca in una tazza di acqua calda. Filtrate, lasciate intiepidire e usate l'infuso per i gargarismi. "Succo di limone diluito". La dottoressa Blaurock-Busch propone anche il succo di un piccolo limone spremuto in un bicchiere grande di acqua tiepida. "Superalcolici". A volte metto un cucchiaio di bourbon o di whisky in un bicchiere grande di acqua tiepida e uso la mistura per fare gargarismi segnala il dottor Gossel. E' esattamente la quantità d'alcol che ci vuole per anestetizzare una gola dolente. - "Umidificate la stanza". Spesso la gola dolorante al mattino è provocata dal fatto che dormite con la bocca aperta. Di solito il naso inumidisce l'aria diretta alla gola ed ai polmoni. Se respirate dalla bocca saltate questo passaggio, e la conseguenza è una gola secca e irritata. Jason Surow, otorinolaringoiatra del New Jersey, raccomanda un umidificatore da camera per rendere l'ambiente gradevolmente umido. Usate un modello da camera anche se il vostro impianto di riscaldamento è già umidificato dice il dottore. Le unità centralizzate non sono altrettanto efficaci, soprattutto se avete il riscaldamento ad aria forzata che è molto disidratante. - "Fate un suffumigio". Se avete la gola più secca e dolente del solito, integrate le prestazioni del vostro umidificatore con inalazioni di vapore, propone il dottor Surow. Fate scorrere dell'acqua molto calda nel lavandino del bagno, in modo che si formi vapore. Mentre l'acqua scorre, piegatevi sul lavabo, drappeggiatevi un asciugamano sopra la testa per catturare un po' di vapore e respirate profondamente dalla bocca e dal naso per 5-10 minuti. Ripetete più volte al giorno, se necessario. - "Liberate il naso". Se una delle ragioni per cui respirate dalla bocca è il naso chiuso, osserva il dottor Surow, liberatelo con uno spray nasale decongestionante. Però fatelo solo per un giorno o due, e seguite attentamente le istruzioni, avverte il dottore, perché questi spray possono dare assuefazione. - "Respirate aria di mare". Se non riuscite ad andare in qualche località di mare, procuratevi la stessa atmosfera salmastra con uno spray nasale salino, che potete comprare in tutte le farmacie.
Quando inalate, osserva il dottor Surow, lo spray salino inumidisce il naso e sgocciola nella vostra gola rendendola più umida. Questi spray nasali, diversamente da quelli decongestionanti, non danno assuefazione. - "Prendete un antidolorifico". Molti non ci pensano, ma un mal di gola è un dolore come qualunque altro, nota il dottor Gossel. Aspirina, paracetamolo, ibuprofen sono farmaci antinfiammatori di provata efficacia sul mal di gola, acquistabili in farmacia senza ricetta. Non sono però privi di controindicazioni e di effetti collaterali. Prima di somministrarli ai bambini, chiedete sempre il parere del vostro medico. - "Bevete di più". Bevete più che potete e questo contribuirà a idratare la vostra gola secca, ricorda il dottor Surow. In realtà non importa che cosa bevete, ma ci sono bevande che è meglio evitare. Le bevande molto dense e il latte aderiscono alla gola e possono indurre la produzione di muco, facendovi tossire e irritando ulteriormente i tessuti; il succo d'arancia può far bruciare la gola già infiammata; le bevande che contengono caffeina hanno un'azione diuretica controproducente. - "Fatevi un impacco". La dottoressa Blaurock-Busch sostiene che un impacco caldo di camomilla, applicato alla gola, dà sollievo al mal di gola. Per fare l'impacco, mettete un cucchiaio di fiori di camomilla secchi in una o due tazze di acqua bollente. Lasciate a bagno per 5 minuti prima di scolare. Bagnate nell'infuso un fazzoletto pulito, spremete l'eccesso di liquido e applicatelo sulla zona dolente. Lasciate l'impacco in posizione finché non si è raffreddato. Se necessario, ripetete con altro liquido caldo. - "Provate con l'aglio". L'aglio è uno dei migliori antibiotici e antisettici naturali dichiara la dottoressa Blaurock-Busch. La dottoressa raccomanda di prendere capsule di olio di aglio (15 grani) sei volte al giorno. Se vi provoca reazioni negative, provate uno degli altri rimedi. - "Usate il sistema russo". Quest'idea 'bollente' viene dal dottor Irwin Ziment, direttore della terapia respiratoria e responsabile medico all'Olive View Medical Center di Sylmar, in California. Mettete un cucchiaio di rafano puro, un cucchiaio di miele e un cucchiaio di chiodi di garofano pestati in un bicchiere di acqua tiepida, e mescolate. Bevetelo a piccoli sorsi continuando a mescolare, perché il rafano tende a depositarsi, e pensate a cose belle raccomanda il dottore. Oppure usatelo per fare i gargarismi. Secondo il dottor Ziment questo è un rimedio molto usato in Russia. - "Prendete della vitamina C". La vitamina C vi aiuta a sconfiggere i germi che fanno dolere la vostra gola. Di solito prescrivo ai pazienti di raddoppiare la dose quotidiana raccomandata, che è 60 milligrammi afferma il dottor King. - "Buttate via lo spazzolino". Ci crediate o no, sostiene Richard T. Glass, dentista e capo del dipartimento di patologia orale all'Università dell'Oklahoma, il vostro spazzolino può prolungare (o addirittura provocare) il vostro mal di gola. I batteri si raccolgono sulle setole, e mentre vi spazzolate i denti, ogni feritina alle gengive inietta i germi nel vostro organismo. Non appena cominciate a sentirvi poco bene, buttate via lo spazzolino. Spesso basta questo a fermare il male incipiente afferma il dottore. Se invece vi ammalate, cambiate di nuovo lo spazzolino quando iniziate a sentirvi meglio. Così eviterete di reinfettarvi da soli. Da un punto di vista preventivo il dottore raccomanda di cambiare ogni mese lo spazzolino e di non lasciarlo esposto nel bagno, che è umido e pieno di batteri.
Se pensate che buttar via tanti spazzolini sia troppo costoso, nota il dottore, pensate a quanto vi costa una sola visita da uno specialista. Tutto sommato, meglio star bene. - "Una questione di acidi gastrici?". Un'altra possibile causa di mal di gola al mattino, a parte dormire con la bocca aperta, è un rigurgito di acidi gastrici durante la notte. Questi acidi sono estremamente irritanti per i delicati tessuti della gola, spiega Jerome C. Goldstein, vicepresidente dell'American Academy of Otolaryngology e docente alla Johns Hopkins University. Evitate il problema sollevando la testiera del vostro letto in modo che sia 1520 centimetri più alta dei piedi. Potete provare con dei mattoni. Non limitatevi a mettere più cuscini sotto la testa; vi farebbero piegare a metà, aumentando la pressione sull'esofago e peggiorando le cose.Come precauzione extra, non mangiate e non bevete per un'ora o due prima di andare a letto.
AVVERTENZA MEDICA: "Streptococchi e altri problemi". Una tonsillite da streptococchi può cominciare di colpo e fare molto male. Se non viene curata, può portare a problemi più seri, come febbre reumatica e disturbi al cuore. Dal momento che un mal di gola può essere provocato da tanti virus o batteri diversi, per identificare gli streptococchi ci vuole una coltura. Fortunatamente, ricorda il dottor Hueston King, la tonsillite da streptococco è un'infezione batterica e risponde ottimamente agli antibiotici adatti. Altre ragioni per andare dal medico, dice il dottor Jerome C. Goldstein, comprendono: -
Mal di gola gravi, prolungati o frequenti. Difficoltà a respirare, a inghiottire o ad aprire la bocca. Dolori alle giunture, mal d'orecchie o 'nodo' in gola. Orticaria o febbre sopra i 38,5 gradi. Raucedine che dura due settimane o più. Sangue nella saliva o nel muco.
BOX: "Un rimedio dalle api: il propoli". Il propoli (lo troviamo anche scritto come sostantivo femminile, la propoli) è una miscela di sostanze resinose, balsamiche, di consistenza vischiosa e di colore bruno che le api raccolgono sulle gemme e sulla corteccia di alcuni alberi (pioppo, quercia, betulla, salice, pino, abete) e che impastano con la loro saliva e la cera. La conoscenza del propoli è antichissima: nell'antico Egitto veniva utilizzato per l'imbalsamazione delle mummie; gli Incas lo utilizzavano per combattere le infezioni. Ma la sua scoperta da parte di noi 'moderni' è recentissima! Solo da una ventina d'anni in Unione Sovietica e negli altri paesi dell'Est si è iniziato uno studio approfondito di questa sostanza, e qui viene ormai applicata in chirurgia, stomatologia, otorinolaringoiatria, dermatologia e ginecologia. Il propoli, infatti, è una sostanza antibiotica anestetica, cicatrizzante, antinfiammatoria, antimicotica (soprattutto contro la "Candida albicans"); per via interna è indicato per la sua azione antiastenica, antisenile, antidepressiva, diuretica, contro le affezioni gastrointestinali e delle vie urinarie. Negli ultimi anni anche da noi si è sempre più affermato l'uso del propoli, soprattutto per uso esterno come disinfettante cicatrizzante, antinfiammatorio e lenitivo: si trova in commercio sotto forma di unguenti, pomate, lozioni o tintura. Per dare sollievo alla vostra gola infiammata, vi consigliamo di usare la tintura di propoli. Potete mettere poche gocce direttamente sulla lingua e deglutire lentamente, oppure diluirla con dell'acqua e fare dei gargarismi.
76. MAL DI SCHIENA. 15 + 7 idee antidolore. Sforzarsi di muovere quello che tutto a un tratto è diventato impossibile da muovere è la causa numero uno dei mal di schiena. Questo tipo di tentativo vi fa spingere, torcere, piegare, sollevare, urtare, strappare e sforzare in modi che non avreste creduto possibili. Il risultato è, spesso, il mal di schiena, e non sempre è facile liberarsene. Alcuni esperti di mal di schiena dicono che quattro persone su cinque soffrono di questo disturbo almeno in alcuni periodi della loro vita. E i disturbi collegati alla schiena costano all'industria cifre enormi in rimborsi previdenziali ai dipendenti. Gli specialisti vi diranno che il mal di schiena si può manifestare in due forme, acuta e cronica. La forma acuta arriva all'improvviso e con forza devastante. Di solito succede quando fate qualcosa che non dovreste fare o lo fate nel modo sbagliato. Trovate utili consigli per liberarvi dal dolore acuto in 'Pronto soccorso per il colpo della strega'. Se, invece, soffrite di dolore cronico, trovate utili suggerimenti in 'Guarire il dolore che non passa'. PRONTO SOCCORSO PER IL COLPO DELLA STREGA. Il dolore può essere provocato da distorsioni o strappi dei muscoli del dorso. La schiena può farvi un male pazzesco per diversi giorni, ma i medici dicono che potete liberarvi dal dolore, senza rischi per il futuro, seguendo questi suggerimenti. - "Mettetevi sdraiati". La vostra schiena ve ne sarà grata. Per un problema acuto, dice il chirurgo ortopedico Edward Abraham, assistente all'Università di Irvine, in California, del California College of Medicine la prima cosa da farsi è un po' di riposo a letto. In realtà, può darsi che questa sia anche l'unica cosa che vi sentite di fare. Qualsiasi esercizio fisico, anche alzarsi per andare in bagno, può farvi star male. Quindi per il primo giorno o due state più fermi che potete. - "Non poltrite troppo a lungo". Quanto dovete stare a letto? Dipende da quanto male vi fa la schiena, dice il dottor Abraham. Se vi fa ancora molto male dopo due giorni, per esempio, un altro giorno a letto non vi causerà guai. Però è meglio tirarsi fuori dal letto il più in fretta possibile. Lasciate che sia il dolore a guidarvi. Molti pensano che una settimana di riposo a letto guarisca il dolore, aggiunge David Lehrman, primario di chirurgia ortopedica al Saint Francis Hospital e fondatore del Lehrman Back Center di Miami, in Florida, ma non è così. Per ogni settimana di riposo a letto ci vogliono almeno due settimane di riabilitazione. Lo provano alcune ricerche condotte all'Health Science Center dell'Università del Texas. I ricercatori hanno studiato 203 pazienti che sono andati al pronto soccorso della clinica lamentandosi di dolore acuto alla schiena.
Ad alcuni è stato prescritto di stare a letto per due giorni, ad altri per una settimana. Nei due gruppi il tempo che c'è voluto perché il dolore diminuisse è stato lo stesso, ha scoperto Richard A. Deyo, uno degli studiosi che hanno condotto la ricerca e che ora è direttore delle ricerche sanitarie al centro medico della Veterans Administration di Seattle. E il gruppo che si è alzato prima dal letto è tornato a lavorare molto prima dell'altro gruppo. In realtà la durata del riposo a letto non ha influenza sulla guarigione dice il dottor Deyo. Per molte persone il riposo a letto è semplicemente la posizione più comoda per i primi due giorni. - "Mettete il dolore 'in ghiaccio'". La cosa migliore per raffreddare un'improvvisa esplosione di dolore è il ghiaccio, dice il ricercatore canadese Ronald Melzack, professore alla McGill University. Il ghiaccio aiuta a ridurre il gonfiore e la tensione dei muscoli del dorso. Per un miglior risultato, suggerisce il dottor Melzack, provate il massaggio ghiacciato. Mettete una borsa di ghiaccio sul punto che vi fa male e massaggiate tutta la zona per 7 o 8 minuti. Fatelo per un giorno o due.- "Cercate sollievo nel calore". Dopo il primo paio di giorni con il ghiaccio, i medici vi raccomandano di passare al calore, dice Milton Fried, fondatore della clinica medica Milton Fried di Atlanta, in Georgia. Prendete un panno morbido e mettetelo in una ciotola di acqua molto calda. Strizzate bene il panno e allargatelo bene, in modo che non faccia pieghe. Mettetevi a pancia in giù con cuscini sotto le anche e le caviglie ed avvolgete il panno sulla parte dolente della schiena. Coprite il tutto con un telo di plastica, quindi con un termoforo tarato su un livello medio di calore. Se è possibile, metteteci sopra qualcosa in modo di far pressione: per esempio, una guida telefonica. Questo crea calore umido ed aiuta a ridurre gli spasmi. - "Usate freddo e caldo". Se siede indecisi e vi chiedete qual è il sistema migliore, potete usare tranquillamente i due sistemi insieme, dice il dottor Abraham. C'è anche un vantaggio in più. Un trattamento alternato di calore e di ghiaccio vi fa veramente sentire meglio dice E. Abraham. Fate mezz'ora di ghiaccio, poi mezz'ora di calore, e continuate ripetendo il ciclo. - "Stiratevi per interrompere lo spasmo". Stirare la schiena dolente stimola la guarigione, dice il dottor Lehrman. Un buon esercizio per la zona lombare è sollevare con dolcezza le ginocchia dal letto portandole verso il petto. A questo punto premete un po' sulle ginocchia. Sentite lo stiramento, poi rilassatevi. Ripetete. - "Rotolate fuori dal letto". Quando dovete alzarvi dal letto, i medici vi esortano a farlo rotolando, attentamente e lentamente. Potete ridurre al minimo il dolore, quando vi alzate, strisciando fino al bordo del letto dice il dottor Lehrman. Quando ci siete arrivati, tenete la schiena rigida e fate in modo che le gambe scendano dal letto per prime. Questo movimento vi darà lo slancio. GUARIRE IL DOLORE CHE NON PASSA.
Per qualcuno, il mal di schiena fa parte della vita quotidiana. Quale che sia la ragione, continua per quella che può sembrare un'eternità. E' il cosiddetto 'dolore cronico'. I suggerimenti che seguono sono particolarmente adatti per chi soffre di dolore cronico, ma sono utili anche per il mal di schiena acuto. - "Usate un'asse". Un'asse sotto il materasso è un buon aiuto per la schiena che c'è sopra. L'importante è avere un letto che non si infossi nel mezzo quando ci dormite sopra dice il dottor Fried. Un'asse di legno compensato tra il materasso e la rete risolve il problema dell'infossatura. - "Imparate a dormire con un cuscino". Una schiena dolorante non sopporta che voi dormiate a pancia in giù. La migliore posizione per chi riposa a letto è quella che noi chiamiamo 'a S pigra' dice il dottor Abraham. Mettete un cuscino sotto la testa e la nuca, tenete la schiena relativamente piatta sul letto e mettete un altro cuscino sotto le ginocchia. Quando tenete le ginocchia diritte, i tendini si stirano e creano tensione nella zona lombare, spiega il dottore. Se tenete le ginocchia flesse, i tendini si rilassano e lasciano tranquilla la schiena. - "Dormite in posizione fetale". Dormirete come un bambino se dormirete su un fianco, in posizione fetale. E' una buona idea mettere un cuscino fra le ginocchia quando dormite su un fianco dice il dottor Fried. Il cuscino impedisce alla gamba di scivolare in avanti e di far ruotare l'anca, il che creerebbe tensione nella schiena. - "Prendete un'aspirina al giorno". Vi toglierà il mal di schiena di torno, dicono gli esperti. Spesso il mal di schiena è accompagnato da infiammazione intorno alla zona dolente, dice il dottor Fried, e un semplice medicinale antinfiammatorio da banco, come l'aspirina, può aiutarvi a eliminarla. Può essere utile anche quando c'è un bel po' di infiammazione dice il dottore. - "Usate un antinfiammatorio naturale". Se state cercando un antinfiammatorio naturale, provate la corteccia di salice bianco, che potete trovare in capsule in alcune erboristerie, dice il dottor Fried. E' un salicilato naturale, e il salicilato è l'ingrediente attivo che dà all'aspirina il suo effetto antinfiammatorio dice il dottor Fried. Preso dopo i pasti, non dovrebbe darvi problemi allo stomaco, ed è davvero efficace sul mal di schiena lieve o moderato. Comunque chi soffre di ulcere o di bruciori di stomaco non dovrebbe farne uso. - "Immaginatevi senza mal di schiena". Le ore piccole della notte possono essere il momento peggiore per il mal di schiena. Il dolore vi risveglia e vi tiene svegli. La visualizzazione è un'ottima tecnica soprattutto in momenti come questi dice il professor Dennis Turk, direttore dell'istituto di valutazione e terapia del dolore alla scuola di medicina dell'Università di Pittsburgh. Chiudete gli occhi e immaginate un limone in un piatto di porcellana bianca. Visualizzate un coltello lì vicino. Vedetevi mentre prendete il limone e lo affettate. Sentite il rumore che fate mentre tagliate le fette. Sentite l'odore. Portate il limone vicino alla faccia ed immaginate il suo sapore. Questo è solo un esempio di come potete usare i vostri sensi nella visualizzazione dice il dottor Turk. L'idea è di ricreare il maggior numero di dettagli possibile. Più l'immagine è dettagliata e più vi coinvolge, più in fretta vi distrarrete dal mal di schiena.
- "State capovolti". L'inversione di gravità fa miracoli per il mal di schiena dice il dottor Fried. Per questa terapia dovete legarvi a un attrezzo speciale che si ribalta all'indietro e vi lascia appesi capovolti. Una trazione inversa applicata gradualmente, con un apparecchio invertitore adatto e sicuro, per 5 o 10 minuti al giorno, è veramente efficace per liberarvi dal dolore lombare dice il dottore. E' comunque prudente avere l'approvazione del vostro medico prima di usare questo tipo di terapia, specialmente se avete problemi di ernia del disco. E le persone esposte al glaucoma non dovrebbero praticarla affatto. - "Provate il Tai chi". Il Tai chi (taiji quan) è un'antica disciplina cinese basata su movimenti lenti e fluidi. E' uno splendido sistema di rilassamento ed aiuta i muscoli della schiena dice il dottor Abraham, che lo pratica lui stesso. Ci sono moltissimi esercizi di respirazione e di stiramento che promuovono l'armonia interiore del corpo. Per imparare il Tai chi, occorrono tempo ed autodisciplina, ma il dottor Abraham sostiene che ne vale la pena. Mi rendo conto che è strano per un chirurgo ortopedico dire queste cose, ma è un bel modo di vivere ed è efficacissimo nell'aiutare le persone con problemi di schiena. BOX: "Esercizi per il mal di schiena". Forse mettervi a fare ginnastica è l'ultima cosa a cui pensereste quando la schiena vi fa male, ma gli specialisti dicono che non c'è niente di meglio per il mal di schiena cronico. Per le persone che soffrono continuamente di mal di schiena, soprattutto se il dolore varia durante il giorno, l'esercizio fisico può essere veramente benefico, dice Roger Minkow, specialista della schiena e fondatore di Backworks (una clinica per chi soffre di questo disturbo) a Petaluma, in California. Se siete in cura da un dottore per il mal di schiena, assicuratevi di avere la sua approvazione prima di cominciare. Ecco alcuni esercizi raccomandati dai medici. - "Giocate a 'pigia pigia'". 'Pigia-pigia' è più o meno la metà di una flessione a terra. Sdraiatevi per terra a pancia in giù. Tenete il bacino piatto sul pavimento e spingete con le mani, rialzando le spalle e inarcando la schiena all'indietro dice il dottor Minkow. Questo vi aiuterà a rinforzare la zona lombare. Il dottor Minkow raccomanda di fare questo esercizio una volta al mattino e una volta al pomeriggio. - "Giocate a 'tiramisù'". Mentre siete sul pavimento, giratevi sulla schiena e fate quello che viene chiamato un 'tiramisù'. State sdraiati con i piedi sul pavimento e le ginocchia flesse. Incrociate le braccia e appoggiate le mani sulle spalle. Alzate la testa e le spalle da terra tanto quanto riuscite, sempre tenendo la zona lombare a terra. Mantenete la posizione per un secondo, poi ripetete. - "Nuotate sull'asciutto". Non c'è bisogno di un tappeto alto un palmo per nuotare sul pavimento. Sdraiatevi sullo stomaco e alzate il braccio sinistro e la gamba destra. State così per un secondo, poi alternate con il braccio destro e la gamba sinistra, come quando nuotate. Questo esercizio allunga e rinforza la zona lombare, dice il dottor Minkow. - "Andate in piscina". Il nuoto è un ottimo esercizio per la schiena dice il dottor Fried. Un buon trattamento per il dolore lombare acuto è buttarsi in una piscina riscaldata e nuotare. - "Mettete l'anima sui pedali".
Esercitatevi sulla cyclette guardandovi nello specchio dice il dottor Minkow. Assicuratevi di essere seduti ben diritti, senza afflosciarvi. Se potete, rialzate il manubrio in modo da non dovervi piegare in avanti. - "Non superate i vostri limiti". Nel fare questi o altri esercizi, il dottor Minkow vi invita a stare attenti e a non superare i vostri limiti. Se gli esercizi che state facendo vi fanno male o aggravano il fastidio che sentite, smettete subito dice. Non serve a niente stringere i denti e fare un'altra ripetizione. Se il giorno dopo o due giorni dopo aver fatto ginnastica vi sentite meglio, potete continuare senza timori. AVVERTENZA MEDICA: "Le schiene che hanno bisogno del medico". Quand'è che la vostra schiena ha bisogno di un controllo medico? Quando succede qualcuna di queste cose: - Mal di schiena che arriva all'improvviso senza una ragione apparente. - Mal di schiena accompagnato da altri sintomi, come febbre, crampi di stomaco, dolore al petto o difficoltà di respiro. - Attacco acuto che dura più di due o tre giorni senza che il dolore diminuisca. - Dolore cronico che dura più di due settimane senza migliorare. - Mal di schiena che si irradia lungo una gamba, fino al ginocchio o al piede. Non pensate automaticamente che il mal di schiena segnali qualcosa che non va nella schiena dice il dottor Fried. Può essere segno di qualche altro problema. BOX: "Comodi anche in auto". La vostra schiena vi fa impazzire ogni volta che allacciate la cintura di sicurezza? Forse il problema sta alla base: nel sedile. Se avete problemi con la schiena, forse alla radice del problema c'è il vostro sedile afferma il dottor Roger Minkow, specialista della schiena e fondatore di Bachworks, un'azienda californiana che riprogetta i sedili per i fabbricanti di automobili e di aerei. In genere le auto tedesche sono le peggiori per la schiena dichiara il dottore. Anche le macchine americane di solito sono un problema, ma almeno è possibile sistemarle. Le auto giapponesi hanno i sedili migliori, subito dopo vengono quelle svedesi La prossima volta che volete comprare un'auto, suggerisce il dottor Minkow, controllate il comfort del sedile, oltre che la velocità di crociera.
77. MAL DI TESTA. 38 + 2 modi per risolvere il problema. Stasera no, tesoro, ho mal di testa. Questa frase è diventata un segnale universale di 'stop' in tutte le storie di camera da letto. Sicuro, a volte è una bugia. Ma spesso il mal di testa è vero. E attenzione, non è che mariti e mogli dicano: Stasera no, tesoro, ho male a un piede. I mal di testa si sono guadagnati un rispetto reciproco e doloroso. E' veramente raro incontrare una persona che non abbia mai avuto un mal di testa sostiene Seymour Solomon, direttore dell'unità anticefalea al Montefiore Medical Center del Bronx, a New York, e docente di medicina alla Yeshiva University. Circa il 90% di tutte le cefalee viene classificato fra le contratture muscolari, o più comunemente come 'mal di testa da tensione' secondo la fondazione nazionale americana della cefalea. Sono i mal di testa che attribuiamo al lavoro, alle bollette da pagare e alle litigate.
Di solito il dolore è esteso a tutta la testa. Potete provare un dolore sordo o un senso di irrigidimento, e forse la sensazione di non aver la testa lucida segnala Fred Sheftell, direttore del programma di trattamento anticefalea del New England, a Stamford, nel Connecticut. Molti lo descrivono come una striscia intorno alla testa. Comunque, aggiunge il dottor Sheftell non siamo affatto sicuri che la contrattura muscolare sia sempre la causa di quella che chiamiamo cefalea da tensione. C'è gente che nasce con una configurazione biologica che la predispone al mal di testa spiega Joel Saper, direttore dell'istituto neurologico e anticefalea di Ann Arbor, nel Michigan. Non sempre le persone sotto sforzo si ritrovano con il mal di testa. Ma oltre 45 milioni di americani non solo hanno il mal di testa ma ce l'hanno a ripetizione. In più, 16-18 milioni (è una cifra stimata) soffrono di emicrania, che ha giustamente una reputazione ancora peggiore delle cefalee da tensione. Le emicranie fanno parte della famiglia delle cefalee vascolari e colpiscono più frequentemente le donne. Il settanta per cento di chi soffre di emicrania sono donne. Le emicranie possono essere invalidanti afferma Patricia Solbach, direttrice di un centro di ricerca sul mal di testa alla Menninger Clinic di Topeka, nel Kansas, tanto che chi soffre di emicrania perde ogni anno più di 157 milioni di giornate di lavoro. Tipicamente l'emicrania provoca un dolore pulsante e molto intenso da una parte sola della testa (però nel 40% dei casi il dolore è bilaterale). Spesso il dolore è accompagnato da nausea e vomito, e a volte da tremore e giramento di testa. Alcuni provano anche sintomi di avvertimento pre-emicrania ('aura'), come visione confusa, immagini 'fluttuanti' e intorpidimento di una gamba o di un braccio. Sfortunatamente, neppure i medici che lavorano nelle cliniche specializzate nel trattamento della cefalea possono diagnosticare con sicurezza il tipo di cefalea del paziente. Non c'è un test di laboratorio che possa dirci che un paziente ha l'emicrania ed un altro un mal di testa da tensione dichiara Jerome Goldstein, medico privato e direttore di un centro specializzato a San Francisco. Di solito la diagnosi si basa sulla storia clinica del paziente. Comunque, a parte il nome che date al vostro mal di testa (cefalea da tensione, emicrania, e vari appellativi irriferibili), siete voi la persona più adatta per scoprire quali sono le abitudini e i fattori che vi fanno venire il mal di testa. Ed è pure affar vostro fare tutto il possibile per prevenire o curare il mal di testa. Quindi, per avere una maggiore probabilità di vincerlo domani, leggete oggi quanto segue. - "Due pastiglie", non dieci". Per il mal di testa da tensione che arriva una o due volte al mese l'aspirina (o un altro antidolorifico senza ricetta) può andare benissimo. Sicuramente lo pensiamo in tanti, visto che ogni anno in America si spendono più di quattro miliardi di dollari per questo tipo di pillole. Ma se le usate troppo spesso, rischiate di peggiorare le cose. E' come grattare un'eruzione cutanea sostiene il dottor Saper. Più grattate, più prude. - "Non perdete tempo". Se decidete di prendere un'aspirina per il mal di testa, prendetela subito, ai primi sintomi, consiglia la dottoressa Solbach. Altrimenti non riesce a fare granché. - "Prevenite il mal di testa con lo sport". L'esercizio fisico è una buona misura preventiva afferma il dottor Solomon. In questo modo scaricate lo stress.
- "Fate sport anche durante il mal di testa". Fatelo se il mal di testa non è troppo forte. Sono convinto che l'esercizio fisico lo faccia migliorare dichiara la dottoressa Solbach. Se avete un po' di mal di testa da tensione, penso che l'esercizio lo aiuterà ad andarsene. - "Ma non fate esercizio se il dolore è molto forte". Fareste solo peggiorare il mal di testa, soprattutto se avete l'emicrania. - "Dormite". C'è molta gente che si fa passare il mal di testa dormendo, segnala Ninan T. Mathew, direttore della clinica anticefalea di Houston e presidente dell'associazione americana per lo studio del mal di testa. - "Ma non dormite troppo". E' una cosa che tenta, ma evitate di dormirci su tutto il fine settimana avverte il dottor Mathew. E' probabile che vi svegliereste di nuovo con il mal di testa. - "Non fate sonnellini". Un sonnellino può liberarvi dal mal di testa, ma se non ce l'avete, è meglio evitare la siesta. I sonnellini possono procurarvi l'emicrania segnala Seymour Diamond, direttore della clinica anticefalea Diamond e dell'unità anticefalea al Louis A. Weiss Memorial Hospital di Chicago, nell'Illinois. - "Dormite sdraiati sulla schiena". Dormire in una posizione scomoda, o a pancia in giù, può far sì che i muscoli della nuca si contraggano e vi scatenino un mal di testa. Meglio dormire sulla schiena è il parere del dottor Diamond. - "State ben diritti e sedete a testa alta". Anche in questo caso una posizione scorretta può tenervi i muscoli del collo irrigiditi per molte ore e provocarvi un bel mal di testa. Quindi se fate un lavoro che vi costringe seduti a lungo, cercate di tenere la testa diritta. - "Cercate il fresco". Parecchi pazienti amano la sensazione del freddo sulla fronte o sul collo, e sembra che per loro la cosa funzioni osserva la dottoressa Solbach. - "Scaldatevi". Ma altri, segnala la dottoressa Solbach preferiscono una doccia calda, o il calore applicato alla nuca. - "Respirate profondamente". La respirazione profonda è ottima per rilassare la tensione. Per farla correttamente, dovete inspirare partendo dall'addome, per poi far salire il respiro al torace. Poi espirate lentamente. - "Controllate la tensione corporea". Il dottor Sheftell suggerisce di cercare i segni di tensione corporea che possono scatenare il mal di testa: denti serrati, pugni stretti, spalle contratte. - "Imparate il biofeedback". Alcuni studi hanno provato che è efficace sia per il mal di testa da tensione sia per le emicranie, riporta la dottoressa Solbach. E imparare questa tecnica non sposta ii dolore dalla testa al portafoglio. In America ci sono molti corsi gratuiti offerti da centri sociali, magari anche sul posto di lavoro dice la dottoressa. Se vi interessa accostarvi a questa moderna tecnica di 'yoga occidentale', vi segnaliamo il libro di D.G. Danskin e M. A. Crow, "Biofeedback", edito da red edizioni, Como, in cui potete trovare anche l'indicazione dei centri italiani dove si pratica questo tipo di terapia. - "Usate le mani". Secondo il dottor Sheftell, funzionano sia l'automassaggio sia l'agopressione.
Due punti chiave per ridurre il dolore con l'agopressione sono la zona di pelle fra pollice e indice (premetela fra le dita finché non vi fa male) e il punto sotto le sporgenze ossee della nuca (fate pressione con i due pollici). - "Mettete una matita fra i denti". Mettetevi una matita fra i denti come se fosse una rosa, quindi non mordetela consiglia il dottor Sheftell. Per riuscirci dovete rilassare per forza la mandibola, che è quasi sempre contratta. - "Mettetevi una fascia intorno alla Il vecchio trucco della nonna che si ha qualche merito commenta il dottor Riduce l'afflusso di sangue al cuoio dell'emicrania.
testa". legava un panno stretto intorno alla testa Solomon. capelluto e diminuisce le pulsazioni
- "Niente profumi". I profumi forti possono scatenare l'emicrania sostiene la dottoressa Solbach. - "Attenti al sesso". Che ci crediate o no, anche se non avete mal di testa e siete dell'umore giusto, potete ritrovarvi con il mal di testa durante il sesso. Lo consideriamo un mal di testa da esercizio fisico osserva Robert Kunkel, capo della sezione cefalee del dipartimento di medicina interna alla Cleveland Clinic, nell'Ohio. E' una cosa che capita più di frequente alle persone che soffrono di emicrania rispetto a chi ha mal di testa da tensione. - "Silenzio, prego". Il rumore eccessivo è un comunissimo fattore scatenante nel mal di testa da tensione. - "Riparatevi gli occhi". Le luci molto vivide, sole, lampade fluorescenti, televisione, videoterminali, eccetera, possono provocare abbagliamento, stanchezza oculare e alla fine mal di testa. Se siete all'aperto, gli occhiali da sole sono una buona soluzione. Se siete in casa, allontanatevi ogni tanto dallo schermo del computer e mettetevi degli occhiali con le lenti colorate, suggerisce il dottor Diamond. - "Attenzione alla caffeina". Se non prendete la vostra dose quotidiana di caffeina, i vasi sanguigni si dilatano e possono farvi venire il mal di testa, avverte la dottoressa Solbach. Ma anche la troppa caffeina provoca il mal di testa, quindi cercate di limitarvi a due tazze di caffè al giorno. - "Non masticate gomma". Il continuo movimento della masticazione può irrigidire i muscoli e darvi un mal di testa da tensione, segnala il dottor Sheftell. - "Piano con il sale". Grosse quantità di sale possono scatenare emicranie in alcuni soggetti. - "Mangiate a orari regolari". Saltare o ritardare i pasti può provocare il mal di testa in due modi. Saltare il pranzo può provocare tensione muscolare, e quando lo zucchero nel sangue cala per mancanza di cibo, i vasi sanguigni del cervello si contraggono. Quando mangiate di nuovo, i vasi si espandono, provocandovi il mal di testa. Nan Finkenaur, che una volta soffriva regolarmente di mal di testa, rileva: Mi sono accorta che avevo mal di testa se non mangiavo di frequente. Ora faccio molti piccoli pasti e le cose vanno meglio. - "Attenti al cibi che per voi sono pericolosi". Per Nan Finkenaur il colpevole era il latte. L'ha eliminato e i mal di testa sono diminuiti. Ma ci sono altri alimenti che provocano mal di testa. - "Lasciate perdere la senape (e anche l'hot dog)". Certamente non vi farà male sotto il profilo alimentare, e in più vi può risparmiare un mal di testa. Gli hot dog, e in genere le carni conservate, contengono nitrati.
E i nitrati dilatano i vasi sanguigni, il che può darvi una bella emicrania, avverte il dottor Mathew. - "Occhio alla cucina cinese". Confucio non ha mai detto che il saggio evita di mangiare il glutammato monosodico, ma alcuni soggetti che non lo tollerano bene ne ricavano un mal di testa pulsante. Molti piatti cinesi sono ricchi di glutammato. - "No al cioccolato". Primo, fa ingrassare; secondo, contiene tiramina, uno dei principali indiziati in fatto di emicranie. In compenso molti giovani, crescendo, superano questa reazione chimica. A quanto pare il corpo si costruisce una tolleranza nota il dottor Diamond. - "Alla larga dalle noci". E andateci piano anche con i formaggi stagionati. Noci, formaggi e vini invecchiati contengono tiramina. - "Non fumate mentre guidate". Non dovreste fumare comunque, punto e basta. Ma se fumate con i finestrini aperti mentre guidate nel traffico, assorbite una doppia dose di monossido di carbonio, che secondo il dottor Saper altera l'afflusso di sangue al cervello. - "Pochi cocktails". Probabilmente una bevanda alcolica non vi fa male, ma non fatelo troppo spesso. Tra l'altro, anche alcuni liquori contengono tiramina. - "Occhio al mal di testa da freddo". Vi sarà capitato più di una volta: avete mangiato un grosso pezzo di gelato e subito dopo avete sentito un dolore molto intenso alla testa. Mangiate il gelato molto lentamente, consiglia il dottor Saper in modo che il palato si raffreddi gradualmente invece di ricevere un improvviso colpo di freddo. - "Dosate le forze". Forse chi è anziano ci riesce meglio. Vediamo più casi di mal di testa nelle persone giovani osserva il dottor Diamond. I giovani sono maggiormente sotto sforzo: guadagnarsi la vita, mantenere la famiglia. Ma è importante non esagerare. Non è male neppure ridimensionare le aspettative, sia vostre sia degli altri, aggiunge il dottor Sheftell. - "Un esercizio mentale per rilassarsi". Immaginatevi che le fibre muscolari della nuca e della testa siano delle corde tirate al massimo suggerisce il dottor Sheftell. A poco a poco cominciate a immaginare di allentarle. - "Sorridete". Se prendete la vita troppo seriamente, dichiara il dottor Sheftell vi si vede in faccia: c'è gente che va in giro con l'espressione tutta tesa. E probabilmente si chiede come mai ha regolarmente il mal di testa. - "In alta quota, prendete vitamina C e aspirina". Le grandi altezze possono scatenarvi un mal di testa. Ma se prendete aspirina e vitamina C prima e durante la prossima escursione sugli sci, vi sarà più facile adattarvi, segnala il dottor Solomon. Il dottore consiglia di prendere 3000-5000 milligrammi di vitamina C al giorno prima del viaggio ed ogni giorno dell'escursione. Inoltre prendete due compresse di aspirina al giorno cominciando la vigilia del viaggio. (Ma prima verificate con il vostro medico curante: è meglio avere la sua approvazione prima di prendere forti dosi di qualsiasi farmaco.) BOX: "Ginnastica facciale contro il mal di testa". Tutto quello che vi occorre sono la vostra bella faccia ed uno specchio, e siete pronti a fare un po' di esercizi per il viso e il cuoio capelluto gentilmente segnalati dal dottor Harry C. Ehrmantrout.
Gli esercizi sono programmati per rilassare i muscoli della faccia e della testa e insegnarvi a controllarli in modo consapevole, così da poter entrare in azione al primo segno di mal di testa. Ecco qui, in breve, undici esercizi per la faccia ed il cuoio capelluto, raccomandati dal dottor Ehrmantrout. - Sopracciglia su e giù: sollevate rapidamente le sopracciglia, tutt'e due insieme, poi rilassatevi e lasciatele ricadere. - Sopracciglio destro su e giù: questa mossa può essere un po' più difficile. Cominciate tenendo fermo l'altro sopracciglio e poi spostando in su il sopracciglio destro, come nel movimento precedente. - Fate lo stesso con il sopracciglio sinistro. - Strizzate gli occhi e riapriteli: fatelo velocemente, tenete la posizione per qualche istante, poi rilassatevi. - Strizzate forte l'occhio destro e lasciate andare: strizzate il lato destro del viso tanto da sollevare l'angolo destro della bocca. - Strizzate forte l'occhio sinistro e lasciate andare. - Corrugate a fondo la fronte e lasciate andare: spostate le sopracciglia in giù e verso l'attaccatura del naso. - Sbadigliate al massimo e richiudete la bocca: aprite lentamente la bocca rilassando gradualmente la mascella fino alla posizione di massima apertura. Poi chiudete lentamente la bocca. - Muovete la mascella a destra e a sinistra: aprite leggermente la bocca, poi spostate la mascella da destra a sinistra e viceversa. - Arricciate il naso: tiratelo su bene, come quando sentite un cattivo odore. - Fate le smorfie: questo esercizio è libero, come quando eravate bambini. E non preoccupatevi, non rimarrete bloccati in quell'espressione.
BOX: "Vattene, mal di testa a grappolo". E per favore, non tornare un'altra volta. Purtroppo le emicranie a grappolo tendono a tornare, anche dopo lunghi periodi di remissione. Queste emicranie, che affliggono una persona su un milione (e il 90% sono uomini), colpiscono lo sfortunato paziente con un dolore intensissimo, che tipicamente è intorno o dietro un occhio. Le emicranie a grappolo possono colpire ogni giorno, per due settimane, o anche per mesi. La causa dell'emicrania è sconosciuta, ma probabilmente è ormonale o genetica dichiara il dottor Seymour Solomon. Attualmente si sta studiando il testosterone, l'ormone maschile, per vedere se c'è un legame con questo tipo di emicranie. Nel frattempo i medici hanno individuato un minimo comune denominatore. Per ragioni che non comprendiamo del tutto, gli uomini che hanno emicranie a grappolo sono forti fumatori osserva il dottor Solomon. Quindi smettete di fumare, o almeno riducete il fumo in modo drastico. E non dormiteci sopra, avverte il dottor Joel Saper. Così, forse, quando l'emicrania se ne andrà, starà via davvero.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando il mal di testa significa grossi problemi". Il soggetto medio, dichiara il dottor Seymour Diamond in genere ha un mal di testa da tensione. Nessun particolare problema, nessun rischio. Ma a volte il mal di testa è un sintomo che segnala un problema serio. Ecco le bandierine di pericolo. - Avete più di 40 anni e non avete mai avuto emicranie ricorrenti prima d'ora. - Il mal di testa ha cambiato posizione. - I mal di testa diventano più forti. - I mal di testa vengono più spesso. - I mal di testa non seguono nessuno schema particolare, vale a dire che non sembrano arrivare dopo uno stimolo preciso. Il mal di testa ha cominciato a disturbare la vostra vita: siete dovuti stare a casa dal lavoro in parecchie occasioni.
- Il mal di testa è accompagnato da sintomi neurologici come torpore, giramenti di testa, disturbi visivi o perdita di memoria. - I mal di testa coincidono con altri problemi medici o con dolori. Se avete questi sintomi, avvertite il vostro medico curante.
78. MAL D'ORECCHIE. 12 modi per fermare il dolore. E' un fatto: di notte il mal d'orecchie peggiora davvero. E non solo perché è più difficile trovare un medico quando tutti dormono. Le trombe d'Eustachio tappate (le trombe d'Eustachio sono i condotti che vanno dalla parte posteriore della gola all'orecchio medio) sono la causa più comune di mal d'orecchie nei bambini e negli adulti, spiega Dudley J. Weider, otorinolaringoiatra al Dartmouth-Hitchcock Medical Center di Hanover, nel New Hampshire. E di solito la situazione è aggravata da un raffreddore, da un'infezione dei seni frontali o da un'allergia. Durante il giorno si tiene su la testa e le trombe d'Eustachio si svuotano naturalmente nella parte posteriore della gola. Inoltre, quando si mastica e si deglutisce, i muscoli delle trombe si contraggono, aprendole e facendo entrare aria nell'orecchio medio. Ma di notte, quando si va a dormire, le cose cambiano. Vi addormentate che tutto va bene. Ma le tube smettono di svuotarsi per via naturale, e voi non inghiottite come di giorno, così non entra molta aria. L'aria già entrata viene assorbita e si forma un vuoto, che risucchia il timpano verso l'interno. Così, a metà della notte vi svegliate con la sensazione che qualcuno vi abbia ficcato un attizzatoio rovente nell'orecchio. Ci sono anche altre cose che provocano il mal d'orecchie. Le infezioni, come l'otite da piscina, possono fare male. Anche le brusche variazioni della pressione atmosferica dei viaggi in aereo e delle immersioni subacquee possono fare male alle orecchie. Cose strane, come frammenti di capelli dopo una seduta dal parrucchiere, possono cadere nel canale auricolare e irritarvi le orecchie. Poi c'è il 'dolore riflesso', cioè un dolore che sentite nell'orecchio ma che in realtà si riferisce a un problema che esiste da qualche altra parte, che vi fa 'squillare' le orecchie. Questi mal d'orecchie possono avere origine nei denti, nelle tonsille, in gola, nella lingua, nella mascella. Quando le orecchie vi fanno male, avete bisogno del medico. Ma intanto che ci arrivate, ecco qualche antidolore rapidissimo. - "Mettetevi a sedere". Qualche minuto in posizione verticale diminuisce il gonfiore e comincia a far scorrere via il liquido dalle trombe d'Eustachio. Anche inghiottire fa diminuire il dolore.
Se ci riuscite, tenete la testa un po' sollevata quando dormite, per assicurare un miglior drenaggio, consiglia il dottor Weider. - "Accendete l'asciugacapelli". Il trucco del nonno, che vi soffiava il fumo della pipa nell'orecchio dolorante, aveva una base razionale. Non era il fumo a diminuire il dolore, ma il calore del fumo, sostiene Dan Drew, medico di famiglia a Jasper, nell'Indiana. Per ottenere lo stesso risultato senza mettere in crisi i polmoni, accendete il phon a una temperatura moderata. Poi, tenendo il getto a 50-60 centimetri dall'orecchio, dirigete l'aria tiepida sull'orecchio dolorante. - "Muovete l'orecchio". Questo è un test per capire se avete un'otite esterna (come l'otite da piscina) o un'otite media (infezione dell'orecchio medio). Prendete fra le dita il padiglione dell'orecchio, consiglia Donald Kamerer, capo della divisione di otoiatria all'Eye and Ear Institute di Pittsburgh, in Pennsylvania. Se potete muovere l'orecchio senza farvi male, probabilmente il problema è nell'orecchio medio. Se il movimento del padiglione vi fa male, allora l'infezione è nel canale esterno. - "Scaldate un po' d'olio". Mettete una bottiglia di olio per bambini o di olio di vaselina in un po' d'acqua alla temperatura del corpo consiglia il dottor Weider. Lasciate la bottiglia nell'acqua finché anche l'olio non si è scaldato. Poi con un contagocce prendete una goccia o due di olio e mettetela nell'orecchio dolorante: il dolore diminuirà. Attenzione: non mettete liquidi nell'orecchio se pensate che il timpano sia rotto o perforato. - "Masticate un chewing gum". Tutti sanno che questo è un buon sistema per liberare le orecchie in aereo, ma ci avete mai pensato a mezzanotte? L'azione muscolare della masticazione è quella che sta alla base del trucco, perché apre le trombe d'Eustachio. - "Sbadigliate". Gli sbadigli muovono il muscolo che apre le trombe d'Eustachio, ancora meglio che masticando un chewing gum o succhiando una caramella. - "Tappatevi il naso". Se state volando a 10 mila metri di quota quando le orecchie cominciano a farvi male, ecco che cosa potete fare, secondo l'accademia americana di otorinolaringoiatria. Chiudetevi il naso fra le dita. Prendete una buona boccata d'aria e poi, usando i muscoli delle guance e del collo, spingete l'aria nel naso come se voleste mandar via le dita. Quando la pressione interna delle orecchie avrà pareggiato quella esterna, sentirete un 'pop'. - "Non dormite mentre l'aereo atterra". Se volete sonnecchiare in aereo, chiudete gli occhi all'inizio, non alla fine del volo, raccomanda l'accademia. Mentre si dorme, si inghiotte più raramente, quindi le orecchie non si adattano ai cambiamenti di pressione durante l'atterraggio, e possono fare male. - "Decongestionatevi". Prima di mettervi nei guai, usate un decongestionante da banco. Per esempio, se dovete andare in aereo e sapete che i seni frontali possono crearvi problemi e bloccarvi le orecchie, prendete un anticongestionante o delle gocce per il naso un'ora prima dell'atterraggio, consiglia il dottor Weider. A casa vostra, usate un decongestionante la sera, prima di andare a letto con la testa costipata: eviterete i dolori di mezzanotte. - "Attenzione ai tuffi". Come le persone che vanno in aereo, anche i subacquei devono riuscire a compensare la pressione interna dell'orecchio con la pressione esterna dell'acqua, altrimenti possono avere problemi di orecchie. Le attività subacquee nelle acque poco profonde sono le più pericolose, a quanto segnala la rivista 'The Physician and Sports Medicine' (Il medico e la medicina
sportiva), perché i massimi cambiamenti nel volume dell'aria avvengono in acque relativamente superficiali (meno di dieci metri). Evitate i ripari per le orecchie superaderenti e le mute con cappucci molto stretti che impediscono l'adattamento alla pressione durante la discesa, raccomanda Gary D. Becker, medico al Kaiser Permanente Medical Center di Panorama City, in California. Nuotare in superficie sforza meno i timpani che nuotare sott'acqua, ricorda il dottor Drew e raccomanda di non immergersi a più di un metro di profondità, per evitare pressioni sui timpani. - "Non fatevi male". Se non c'è niente che funziona per il vostro mal d'orecchie, evitate di volare o di tuffarvi quando vi sentite la testa costipata. - "Fidatevi degli antidolorifici". Non dimenticate, un antidolorifico senza ricetta (aspirina o ibuprofen) vi permetterà di tirare avanti finché non andate dal dottore, consiglia il dottor Kamerer.
79. MANI SCREPOLATE. 15 + 7 trucchi ammorbidenti. Da dove vengono quegli orribili stracci per i piatti? Non quelli che abbiamo in mano: proprio loro, le nostre mani. Le nostre mani così rosse, secche, screpolate e doloranti che non le augureremmo alla nostra peggiore nemica. Guardiamo le cose come stanno: il Mostro della Laguna Nera ha delle zampe più attraenti delle nostre. Come ci siamo messe in questo pasticcio? Ci dispiace dirlo, ma probabilmente ce lo siamo voluto. Prima di tutto la scarsa umidità dell'autunno e dell'inverno secca e irrita la pelle. (D'accordo, questa non e colpa nostra.) Secondo, più passano gli anni e meno la pelle produce il sebo che mantiene la pelle morbida ed elastica. (Neanche questa è colpa nostra.) Ma le cattive abitudini, la trascuratezza e la mancanza di buon senso con la pelle cospirano a rendere le mani disperatamente ruvide. (E questa sì, è colpa nostra.) Che cosa potete fare per ammorbidire le mani doloranti? Ecco che cosa raccomandano gli esperti. - "State lontane dall'acqua". La cosa fondamentale per guarire le mani screpolate è evitare l'acqua a tutti i costi afferma il dermatologo Joseph Bark, di Lexington, nel Kentucky. Per le vostre mani l'acqua è come acido, perché esercita sulle mani screpolate la peggiore influenza a cui possiamo sottoporle. I lavaggi ripetuti eliminano lo strato naturale di protezione della pelle, e questo permette all'idratazione interna della pelle di evaporare. Il che è enormemente 'seccante'. Per tenere la pelle asciutta, fate quello che fanno i francesi sorride il dottor Bark. Non si lavano spesso le mani: le mettono fuori dalla finestra e scuotono giù la polvere! Scherzi a parte, pensateci sempre due volte prima di lavarvi le mani. - "Tenete le palme in su". Se dovete lavarvi le mani molto di frequente, provate a lavare solo le palme raccomanda la dermatologa Diana Bihova, che insegna alla New York University. Potete lavare le palme molto più spesso del dorso, che ha la pelle più sottile e si secca facilmente. - "Non usate il sapone".
Invece di usare il sapone, pulitevi le mani con un latte detergente consiglia il dottor Bark. Sfregate il latte sulla pelle, massaggiatela fino a fare schiuma, poi toglietela con un fazzoletto di carta. E' un modo splendido per lavare la pelle senza irritare assolutamente. - "Provate con l'olio da bagno". Portando il concetto del non-sapone ancora un po' più in là, il dottor Rodney Basler, assistente all'Università del Nebraska, raccomanda di lavare le mani con un olio da bagno diluito con dell'acqua. Magari non ve le sentite pulite come con il sapone, però non si seccano neppure. - "Usate una crema ammorbidente". Usate qualche tipo di emolliente locale ogni volta che vi lavate le mani, e prima di dormire. La forza emolliente dipende dalla gravità delle screpolature osserva il dottor Basler. I latti sono i meno idratanti, poi vengono le creme e infine gli unguenti. Provate prima un latte, e se non basta a farvi superare l'inverno, passate a una crema, poi ad un unguento. Non c'è bisogno di comprare creme costose per avere buoni risultati sostiene il dottor Donsky, professore associato di medicina all'Università di Toronto. Fra i sostituti economici per chi ha la pelle secca e normale ci sono burro di cacao, lanolina, vaselina e olio minerale leggero. - "Meglio due passate". Quando applicate una lozione o una crema, di qualsiasi tipo, usate quella che io chiamo la tecnica Bark del doppio strato continua il dottor Bark. Stendete uno strato molto sottile e lasciatelo agire per qualche minuto. Poi applicate un altro strato leggero. Due strati leggeri funzionano meglio di uno strato spesso. - "Meglio gi asciugamani". Se il bagno che avete sul lavoro ha un apparecchio ad aria calda invece degli asciugamani, portatevi una salvietta da casa consiglia la dottoressa Bihova. Gli asciugatori ad aria calda hanno uno stretto rapporto con le mani screpolate. Se dovete proprio usarne uno, tenete le mani ad almeno venti centimetri dalla bocchetta e asciugatevi molto bene. - "Mettete a bagno le mani". Anche se in generale è meglio che teniate le mani fuori dall'acqua, a volte è opportuno un bagno terapeutico. Un modo molto economico per ottenere lo stesso effetto idratante delle creme per la pelle è semplicemente immergere le mani in acqua calda per qualche minuto. Poi asciugate l'eccesso di acqua ed applicate un olio vegetale o minerale alla superficie umida per sigillare l'umidità all'interno consiglia il dottor Howard Donsky. Nello stesso stile, il dottor Basler raccomanda di tenere le mani immerse in una soluzione di acqua ed olio. Unite quattro misurini di un olio da bagno con un buon emulsionante a mezzo litro d'acqua. Alla fine della giornata teneteci a bagno le mani per 20 minuti per lubrificare la pelle. Basta questo per guarire le mani screpolate. - "Provate l'olio essenziale di limone". Per ammorbidire e addolcire le mani irritate, mescolate qualche goccia di glicerina con qualche goccia di olio di limone (sono in vendita tutte e due nelle farmacie). Massaggiate sulle mani prima di dormire segnala Lia Schorr, specialista di cure della pelle di New York. - "Mettete i guanti".
In giro per casa ci sono moltissime sostanze insospettabili che agiscono come irritanti sulle mani screpolate. Personalmente raccomando di mettere guanti di semplice cotone bianco prima di fare qualsiasi tipo di lavoro che non richieda di bagnare le mani, osserva la dottoressa Bihova compreso leggere il giornale e mettere a posto la spesa. Ogni volta che sfregate la pelle che è già secca, screpolata o arrossata, peggiorate la situazione. Il vantaggio dei guanti di cotone è che lasciano respirare la pelle e al tempo stesso assorbono l'eventuale umidità che si accumula. In più, afferma Nelson Lee Novick, professore associato di dermatologia alla City University di New York, i guanti di cotone vi tengono le mani pulite, così non siete costretti a lavarle tanto spesso, perpetuando in questo modo il problema. Se vi serve una presa particolarmente ferma, usate dei guanti di pelle consiglia Trisha Webster, modella di New York. - "Abbinate gomma e cotone". Quando lavorate nell'acqua, è importantissimo indossare guanti di cotone sotto quelli di gomma avverte il dottor Novick. Se i guanti di cotone si bagnano, cambiateli immediatamente. Oppure mettetene un paio asciutto ogni venti minuti. Il sudore, le lozioni e le creme medicinali che mettete sulle mani si accumulano dentro i guanti e diventano irritanti con grande rapidità. Non raccomando i guanti di gomma con uno strato di cotone interno perché è molto difficile lavarli. Invece è facile lavare separatamente i guanti di cotone, con un detergente leggero o meglio con il sapone di Marsiglia. La dottoressa Bihova è d'accordo: L'errore peggiore che fanno le donne quando hanno problemi con le mani è indossare i guanti di gomma da soli. Questo peggiora solo le cose. La gomma intrappola l'umido, impedisce alla pelle di respirare e crea un attrito eccessivo. A volte è possibile evitare del tutto i guanti afferma il dermatologo Thomas Goodman junior, assistente all'Università del Tennessee. Per esempio, lavare i piatti con uno spazzolino con il manico lungo vi permette di tenere le mani completamente fuori dall'acqua. - "Guanti per la notte". Il dottor Goodman consiglia di mettere ogni tanto i guanti di cotone anche a letto, per un trattamento superammorbidente. Inumidite la stoffa con un cucchiaio di vaselina in modo che i guanti non assorbano la crema dalle vostre mani. Poi al momento di andare a letto applicate una crema per le mani e calzate i guanti. Teneteli tutta la notte. Le mani rimangono praticamente bendate e possono guarire. La cosa importante, aggiunge il dottor Bark è che al mattino non bisogna correre automaticamente in bagno a lavarsi le mani. E non raccomando neppure di dormire con i guanti di plastica. Vi fanno sudare troppo le mani durante la notte, così al mattino vi ritrovate con le mani completamente 'cotte'. - "Andate dal parrucchiere". Che ci crediate o no, anche lo shampoo può danneggiare le mani doloranti dichiara Stephen Schleicher, condirettore del centro dermatologico della Pennsylvania dell'est, e istruttore al centro di medicina osteopatica di Philadelphia. O fate in modo che i capelli ve li lavi qualcun altro, o mettete guanti di plastica. - "Mettete le mani nella farina d'avena". Per eliminare dalle mani screpolate lo strato superficiale di cellule morte, Lia Schorr raccomanda questo trattamento settimanale.
Frullate una tazza di fiocchi d'avena crudi in un frullatore fino a ottenere una polvere molto fine. Mettete la farina in una bacinella grande, poi massaggiate le mani nella polvere, eliminando dolcemente la pelle morta. Sciacquate con acqua fredda, asciugate con un asciugamano e massaggiate con abbondante crema per le mani. Aspettate due minuti e applicate dell'altra crema. - "Assumete un cuoco". I succhi della carne e delle verdure crude (patate, cipolle, pomodori, anche carote) a volte sono molto tossici per la pelle, specialmente se è già irritata. La soluzione: Potete assumere qualcuno per fare i lavori di cucina, scherza il dottor Goodman oppure potete mettervi guanti di plastica molto sottili quando maneggiate il cibo. E' importante soprattutto non spremere a mani nude frutti acidi come le arance, i limoni o i pompelmi aggiunge il dottor Schleicher. Sono terribilmente irritanti e disseccano le mani ancora di più. BOX: "Prevenire è meglio che curare". Le mani screpolate sono sempre più facili da prevenire che da curare, sostiene la dottoressa Diana Bihova. Ecco alcuni suggerimenti per riuscirci. - "State alla larga dall'acqua calda". Una buona regola è evitare l'acqua calda, i detersivi e i solventi forti per le pulizie domestiche afferma la dottoressa Bihova. - "Non insaponate mani". Le mani si screpolano quando viene tolto il grasso di protezione della pelle. Quindi non dovreste usare un sapone molto forte o alcalino. Meglio adoperare un sapone morbido, con un po' di crema dentro raccomanda il dottor Joseph Bark. - "Inumidite l'aria". La pelle si idrata dall'esterno nota il dottor Rodney Basler. Se c'è umidità nell'aria la pelle non ne perderà molta. Quindi è una buona idea usare un umidificatore da casa. - "Coccolate le vostre mani". Quando la mattina mettete una crema idratante sul viso, mettetene subito un po' anche sulle mani. Fate lo stesso la sera consiglia la dottoressa Bihova. Questo aiuta le mani a restare morbide e a resistere alle screpolature. Direi che due volte al giorno è il minimo, meglio sarebbe farlo dopo ogni lavaggio. BOX: "Mani? Seguite il suo esempio". Quando le dita sono il vostro capitale, state tranquille che le curate molto bene. Chiedete a Trisha Webster, che è una top model dell'agenzia newyorchese Wilhelmina, Inc. Sono le sue mani quelle che vedete nelle pubblicità per i gioielli d'alta moda e per i cosmetici. Se non sono perfette, Trisha Webster perde il lavoro. Come fa per mantenere giovani le mani? Proprio come dovreste fare voi. - "Risolvete il problema prima che cominci". Faccio in modo di tenere le mani fuori dall'acqua a tutti i costi dice Trisha Webster. Ecco perché lascio sempre che sia qualcun altro a lavare i piatti (beh, questo è uno dei motivi). Se non posso evitare di bagnarmi le mani, per esempio quando faccio il bagno, subito dopo le tratto con una crema idratante. Bastano pochi minuti perché l'umidità accumulata nella pelle evapori, e quando succede, le vostre mani sono diventate più secche di prima. - "Proteggetele".
Non esco mai d'inverno senza proteggermi le mani. Il che significa metterci su un bello strato di crema idratante e poi i guanti. - "Attenti al sole". Da molto tempo evito di uscire al sole perché il sole secca e segna le mani, proprio come la faccia. Se non siete pronte a rinunciare al sole, la dottoressa Diana Bihova vi suggerisce di mettere sulle mani un filtro solare idratante. I filtri solari idratano le mani e le mantengono giovani, quindi imparate a usarli tutti i giorni, consiglia la dottoressa. Evitate i filtri in gel e quelli a base di alcol, perché l'alcol è disidratante. Anche i prodotti che contengono l'acido para-ammino benzoico (PABA) possono essere irritanti se avete la pelle sensibile. AVVERTENZA MEDICA: "Quando alle mani serve il tocco del medico". Se avete le mani escoriate e screpolate, vuol dire che avete un eczema delle mani, il che significa che dovete andare da un dermatologo avverte il dottor Joseph Bark. Anche se il problema comincia con vescichette sui lati delle dita, probabilmente si tratta di eczema delle mani, che richiede medicinali potenti come il cortisone. Anche altri segni possono indicare che avete qualcosa di più delle mani screpolate. Se dopo due settimane di autotrattamento le mani non vanno a posto, dovete andare da un dermatologo, consiglia il dottor Bark. Potete avere una micosi o anche una psoriasi delle mani. La dottoressa Diana Bihova avverte che le persone (come i medici, le infermiere, i cuochi e le donne di casa) che per lavoro devono tenere le mani a bagno per molto tempo, possono prendere facilmente la "Monilia paronychia", una noiosa infezione fungina che interessa le cuticole intorno alle unghie. I baristi e le cameriere che maneggiano la birra, che è una bevanda fermentata, sono particolarmente esposti. Quando viene raggiunto dall'infezione, l'involucro ungueale che protegge le dita diventa rosso, gonfio e dolente.
80. MENOPAUSA. 21 sistemi per affrontarla. Avete la P.M.Z.? No, non la P.M.S., che è la Sindrome Pre-Mestruale. La P.M.Z. ha a che fare con la liberazione, non con la prigionia. P.M.Z. significa Post-Menopausal Zest, cioè il piacere del dopomenopausa. E' un termine coniato dall'antropologa Margaret Mead. La Mead intendeva dire che le donne dovrebbero mettere le mani su questo stadio della vita e viverlo al massimo. In questo momento non dovete più occuparvi della contraccezione, delle gravidanze e del ciclo mensile che vi buttava a terra. Come dice Margaret Mead, questa sì che è libertà. E' il momento di esplorare che cosa vuol dire essere donna in senso umano, e non solo come qualcuno che alleva dei bambini dichiara Irene Simpson, specialista in medicina naturale di Arlington (Washington). Le mie amiche ed io siamo sull'orlo della menopausa e la consideriamo una cosa che ci dà forza. Stiamo scoprendo una crescita personale nel tempo in cui le donne erano abituate al declino.
La menopausa comincia quando le ovaie smettono di funzionare, quando la secrezione di estrogeni diminuisce e le mestruazioni diventano irregolari. In genere le donne vanno in menopausa verso i cinquant'anni. In questa fase della vostra vita, per un periodo che va dai sei mesi ai tre anni, forse proverete qualcuno dei tradizionali sintomi della menopausa, fra cui vampate e brividi improvvisi, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, problemi emotivi, problemi di insonnia. Il vostro medico curante può darvi un aiuto per affrontare questi problemi. UNO SGUARDO NUOVO SULLA VITA. Potete determinare voi la qualità di questo momento della vita. La menopausa può essere una cosa dolceamara. Oppure può essere il momento per la P.M.Z., con un accento speciale sullo Zest, sul piacere. Dipende da voi. - "Programmatevi da sole". Secondo Irene Simpson, se avete buone informazioni sui cambiamenti fisiologici e un atteggiamento senza pregiudizi, potete affrontare meglio gli stress provocati dalla menopausa e dai cambiamenti di vita (per esempio, figli che vanno via di casa o genitori che ci tornano), che sono tipici dei quarantacinquant'anni. Le ricerche dimostrano che una donna di oggi passa un terzo della propria vita in fase di post-menopausa. Quindi pensate alla menopausa come a un passo avanti e cambiate in meglio, consiglia la nostra esperta. Tornate a scuola, trovate un interesse nuovo, cambiate lavoro, prendetevi la responsabilità della vostra salute e trasformate la vostra vita in un'avventura. - "Trovate aiuto". I gruppi di sostegno rassicurano sul fatto che la menopausa è una fase naturale, osserva Sadja Greenwood, medico di famiglia di San Francisco. In America le donne che partecipano a questi gruppi possono segnalare soluzioni pratiche che hanno scoperto, oppure offrire un sostegno amichevole nella ricerca di tecniche nuove. In Italia si occupano del problema menopausa i consultori familiari e alcuni ambulatori specializzati dei reparti di ginecologia dei grandi ospedali. - "Fate esercizio tutti i giorni". Se ogni giorno camminate, correte, andate in bicicletta, saltate la corda, ballate, nuotate, o fate qualsiasi altra attività fisica, potete alleviare una gran parte dei sintomi della menopausa, secondo uno studio dell'Università del New Jersey. L'esercizio fisico previene o riduce sintomi come le vampate o i sudori notturni, la depressione e altri disturbi emotivi, come pure i problemi vaginali. Naturalmente il risultato più ovvio dello sport è una migliore forma fisica. Ma l'esercizio migliora anche la salute psicologica, perché fa aumentare la concentrazione cerebrale dei neurotrasmettitori norepinefrina e serotonina, dichiara Gloria A. Bachmann, professore associato di medicina presso ii dipartimento di ostetricia e ginecologia dell'Università del New Jersey. La dottoressa raccomanda la ginnastica e gli esercizi di stiramento per rendere i muscoli più agili, più forti e più rilassati. Lo yoga, sottolinea la dottoressa, aumenta la flessibilità e ha un vantaggio in più: migliora la respirazione diaframmatica, che stimola il rilassamento e riduce lo stress. GUERRA ALLE VAMPATE. Le vampate sono la risposta dell'organismo al calo degli estrogeni, dichiara la dottoressa Greenwood. C'è una disfunzione nella zona del cervello che regola la temperatura finché il corpo non si abitua a fare a meno dell'estrogeno riferisce l'esperta. Circa l'80% delle donne ha le vampate. Una vampata tipica in genere dura due minuti o poco più. Durante una vampata il viso e la parte superiore del corpo si sentono come se li aveste messi in forno. La faccia diventa rossa e si suda abbondantemente, mentre la temperatura corporea sale di 7-8 decimi di grado. Di solito la temperatura torna normale in una mezz'ora.
Comunque molte donne avvertono l'arrivo della vampata prima di mettersi a sudare, quindi possono prepararsi a riceverla. Ecco in che modo. - "Mantenetevi calme". Un atteggiamento positivo può essere un'utile arma quotidiana per battere le vampate, sostiene Marilyn Poland, professore associato di ginecologia e ostetricia alla Wayne State University. Quando sentite che arriva una vampata, ricordatevi di un paio di cose: che le vampate sono una cosa normale, che non durano un granché e che potete farci qualcosa. Spesso questo atteggiamento ottimista rende la vampata più facile da sopportare. - "Imparate a rilassarvi". Le donne che sanno rilassarsi, rileva la dottoressa Poland, riescono a controllarsi in modo più efficace. Imparate la meditazione o lo yoga; ma per rilassarsi basta anche stare sedute tranquillamente con gli occhi chiusi per un po' di tempo ogni giorno. - "Tenete sotto controllo i 'provocatori'". Scoprite quali sono le cose che stimolano le vampate e poi evitatele. Per alcune donne il problema è il turbamento emotivo, per altre il responsabile può essere un cibo caldo o molto saporito o una stanza riscaldata. - "Vestitevi a strati". Mettetevi magliette e golf, poi togliete gli strati quando si profila una vampata, suggerisce la dottoressa Poland. Quando il colpo di calore è passato, aggiungete uno strato, perché la temperatura corporea scende un po' al di sotto del normale e può darvi una sensazione di freddo. - "Vestitevi di fibre naturali". Le fibre sintetiche assorbono il calore e la traspirazione durante le vampate, facendovi sentire ancora più a disagio. Le fibre naturali, come il cotone e la lana, vi assicurano una maggiore aerazione e tengono il corpo più fresco perché sottraggono l'umidità e vi rinfrescano naturalmente. - "Usate un ventaglio". Compratene uno molto bello e tenetelo nella borsa, consiglia la dottoressa Poland. Oppure comprate un piccolo ventilatore a batteria e tenetelo sulla scrivania. Accendetelo quando arriva la vampata. - "Fate piccoli pasti". Invece di affaticare il sistema digerente tre volte al giorno, fate cinque o sei piccoli pasti: vi aiuteranno a regolare meglio la temperatura corporea, nota la dottoressa Greenwood. - "Bevete molto". Non dimenticate di bere in abbondanza acqua fresca o succhi, specialmente dopo aver fatto esercizio fisico, ricorda la dottoressa Greenwood. Anche questo aiuta a normalizzare la temperatura. - "Via la caffeina". Le bevande che contengono caffeina stimolano la produzione degli ormoni responsabili delle vampate, avverte la dottoressa Greenwood, quindi cercate di evitarle. - "Limitate l'alcol". Secondo alcune donne anche l'alcol stimola le vampate, aggiunge la dottoressa. - "Asciugatevi". Comprate un pacchetto di fazzoletti inumiditi da tenere in borsetta e portateli con voi. Vi aiuteranno con le vampate, dice la dottoressa Poland. Potrete rinfrescarvi la fronte quando il calore è più intenso, oppure asciugare il sudore quando la vampata è finita. - "Abbassate il riscaldamento". Il riscaldamento, sotto qualsiasi forma, può dare il via alle vampate. Abbassate il termostato, lasciate aperta una finestra ed evitate i cibi e le bevande calde. - "Continuate a fare l'amore".
Le donne in menopausa che hanno un'attività sessuale regolare (una volta la settimana o più spesso) hanno meno vampate (o nessuna) in confronto alle donne che fanno sesso in modo sporadico, segnalano le ricerche. Norma McCoy, docente di psicologia alla San Francisco State University e Julian M. Davidson, docente di fisiologia alla Stanford University, hanno studiato 43 donne agli inizi della menopausa. Hanno scoperto che il sesso frequente aiuta a rallentare il calo degli estrogeni, il che riduce le vampate.Un sano interesse per 'Ie cose del sesso' e un'attività sessuale regolare stimolano indirettamente le ovaie in fase di rallentamento; questo aiuta a regolare il sistema ormonale e previene gli spostamenti estremi nei livelli di estrogeni. - "Separate le lenzuola". Non c'è bisogno di separare i letti per evitare di disturbare vostro marito con i sudori notturni che vanno e vengono, dichiara la dottoressa Poland. Usate lenzuola separate nel letto; dopo di che sentitevi pure libere di scalciarle se avete bisogno di rinfrescarvi. COME RISOLVERE I PROBLEMI SESSUALI. Ecco i consigli dei nostri esperti per continuare ad avere una vita sessuale soddisfacente anche in menopausa. - "Lubrificate il vostro amore". La secchezza vaginale dovuta alla mancanza di estrogeni fa diminuire l'interesse verso il sesso in menopausa, dichiara la dottoressa Poland. Un lubrificante solubile in acqua, gli oli vegetali o una crema non profumata sono tutte buone soluzioni per lubrificare, consiglia la dottoressa Greenwood. Numerosi prodotti di questo genere sono disponibili in farmacia. - "Parlatene". Parlate con il vostro compagno, suggerisce Irene Simpson. Molti stimoli al desiderio nascono da discorsi a cuore aperto su quello che si sente e che si vuole. - "Un pizzico d'avventura". Potete provare nuove posizioni per trovare quella che funziona meglio, suggerisce la dottoressa Greenwood. Toccare è particolarmente importante in questo momento. La dottoressa consiglia di aumentare gli abbracci e i massaggi reciproci, per aumentare l'intimità e il piacere sensuale. - "Fate l'esercizio Kegel". Potete rinforzare i muscoli anali, vaginali e vescicali con il metodo Kegel, dichiara Irene Simpson (vedi box 'Provate con gli esercizi Kegel', nel capitolo 'Incontinenza'). I muscoli si rilassano meglio e vi danno meno dolore e più piacere durante il rapporto. Inoltre questi esercizi prevengono l'incontinenza urinaria, che è un problema per alcune donne in menopausa. Ecco come si fa. Immaginate di voler interrompere a metà il flusso dell'urina. Contraete con decisione i muscoli della zona vaginale. Contate fino a tre, poi rilassatevi. Fate esercizio alternando rapidamente tensione e rilassamento. Potete fare questo esercizio in qualsiasi momento e dappertutto.
81. MORSI D'ANIMALI. 6 proposte di trattamento. I morsi che Fifi e Fido vi danno facendo le feste non sono delle gran ferite.
Comunque, per le occasioni in cui cani e gatti hanno esagerato un po', ecco che cosa dovete fare. - "Controllate i danni". I medici consigliano di cercare aiuto professionale per tutte le ferite, a meno che non siano molto piccole. - "Lavate bene la morsicatura". I morsi degli animali (soprattutto quelli dei gatti) possono trasmettere infezioni, avverte Stephen Rosenberg, professore associato di salute pubblica alla Columbia University. Il dottore consiglia di lavare accuratamente la zona con acqua e sapone per rimuovere la saliva e gli altri contaminanti. Continuate a lavare per cinque minuti buoni. - "Bloccate l'emorragia". Se esce un po' di sangue, coprite tutta la ferita con uno spesso strato di garza sterile o con un tessuto pulito, consiglia il dottor Rosenberg. Se non avete una copertura adatta, lavatevi bene la mano e premetela fermamente sulla ferita. Potete anche mettere un po' di ghiaccio sul tessuto (non direttamente sulla pelle) e alzare la ferita sopra il livello del cuore per contribuire ad arrestare la perdita di sangue. - "Bendate la ferita". Quando il sangue ha smesso di uscire, aggiunge il dottor Rosenberg, coprite la ferita con una garza sterile o con un panno pulito. Tenete ferma la medicazione con una rete con strisce di cerotto, senza stringere. - "Prendete un antidolorifico". Per diminuire il dolore prendete aspirina o paracetamolo, consiglia Jeff Rusteen, che insegna tecnologia medica d'emergenza al Chabot College di Hayward, in California. E' utile anche quando il morso non ha scalfito la pelle. Tenete alta la parte e applicate del ghiaccio se c'è gonfiore. - "Fate un'antitetanica". Ogni morso di animale può provocare il tetano, ricorda il dottor Rosenberg. Se non avete avuto un richiamo negli ultimi cinque-otto anni, fatevene fare uno adesso.
AVVERTENZA MEDICA: "In guardia!". Qualsiasi morso può provocare complicazioni. Tenete d'occhio questi possibili problemi. INFEZIONI. Esaminate periodicamente tutti i morsi di animali, consiglia il paramedico Jeff Rusteen. Se il morso diventa rosso, dolente e caldo al tatto, probabilmente si è sviluppata un'infezione. Fatevi vedere da un medico. SCHIACCIAMENTO. A volte un grosso cane, come un pastore tedesco, morde senza incidere la pelle. Se riuscite a vedere segni di denti sui due lati di una mano o di un piede, possono esserci danni interni, avverte Jeff Rusteen. Se sentite un formicolio o se l'estremità cambia colore (per esempio, diventa blu), ci può essere una lesione profonda. Andate in ospedale o chiamate un medico. RABBIA. Tutti gli animali a sangue caldo possono trasmettere la rabbia, ricorda il dottor Stephen Rosenberg. Contattate il proprietario dell'animale per controllare se le vaccinazioni antirabbiche sono in regola. Il trattamento antirabbia può essere differito senza rischi finché l'animale non ha sintomi, sostiene il dottore, purché il morso non sia troppo grave o troppo vicino alla testa. 82. NAUSEA.
6 + 1 soluzioni calmastomaco. Abbiamo fatto una ricerca sulle cose che mettono lo stomaco in agitazione. E' bastata una mezz'ora per mettere nell'elenco uova, insalata di uova, uova fritte, aghi, donare il sangue, vedere il sangue, odori di ospedale, capelli nel cibo, gas di scarico degli autobus, estratto conto della carta di credito, carote cotte, ansia da mattina di Natale, assassini di strada, una descrizione vivace di un'operazione di chirurgia plastica, odore di olio fritto, mozziconi di sigarette in una tazza da caffè, pancetta che frigge, foglie fradice, l'odore di castagne arrosto a New York, un pannolino da bambino ben riempito, palline di peli di gatto, pesce marcio, ed altre persone con la nausea. E adesso come va il vostro stomaco, eh? Per caso avete un po' di nausea? Che cos'è quel nodo alla gola? Avete voglia che il mondo finisca, e in fretta? Bene, non preoccupatevi. Ora vi diamo un po' di rimedi casalinghi che vi faranno passare la nausea più in fretta del tempo che serve per dire panino imbottito di vermi. Se la bellezza è nell'occhio di chi guarda, la nausea è nello stomaco del nauseato. E sono lì anche i rimedi. Continuate a provare finché non trovate quello che va bene per voi. - "Cibo? State sul semplice". Se volete del nutrimento, scegliete bevande leggere come tè o succhi, consiglia il ricercatore specializzato Kenneth Koch, gastroenterologo alla Pennsylvania State University. E' meglio che i liquidi siano caldi o a temperatura ambiente, non freddi, per evitare altri shock al vostro stomaco. Bevete solo una piccola quantità di liquido per volta. - "Sgasate le bibite". La mia mamma mi dava la gazzosa ricorda il dottor Robert Warren, capo dei servizi farmaceutici al Valley Children's Hospital di Fresno, in California. Altre mamme preferivano le bibite alla cola. Visto che i nostri esperti consigliano di evitare le bevande fredde e con le bollicine, fate come suggerisce il dottor Stephen Bezruchka, medico al pronto soccorso di un ospedale di Seattle (Washington). Lasciate da parte le bibite gasate finché non sono sgasate e tiepide. - "Mangiate prima i carboidrati". Se avete bisogno di mangiare qualcosa, e la nausea è forte, mangiate carboidrati leggeri in piccole quantità, fette biscottate o cracker, per esempio, consiglia il dottor Koch. Quando lo stomaco si calma, continuate con proteine leggere come petto di pollo o pesce. Gli alimenti grassi sono l'ultima cosa da aggiungere a quello che mangiate. - "Un antiacido?". I farmaci antiacido servono per le irritazioni di stomaco causate dalle malattie, non per la nausea. Ma se la vostra nausea è provocata da infiammazione o irritazione, e se non è troppo grave, il dottor Koch dice che non è irragionevole cominciare con loro. Ma nessuno degli esperti li raccomanda in modo convinto, perché, come nota Samuel Klein, assistente di gastroenterologia all'Università del Texas, nessuno di loro è studiato appositamente per la nausea. E sono molto lontani dall'essere quei liquidi leggeri che i medici raccomandano. - "Provate la cura dello zenzero". Daniel B. Mowrey, psicologo e psicofarmacologo di Lehi, nello Utah, che ha studiato la medicina erboristica per quindici anni, è convinto della bontà dello zenzero. Cura la nausea, perfettamente afferma il dottore. Prendete capsule di radice polverizzata; la quantità dipende da quanta nausea avete. Sapete di averne preso abbastanza quando il sapore vi ritorna in gola segnala il dottore. Assicuratevi che lo zenzero sia incapsulato. Lo zenzero fresco è troppo forte per molti soggetti, nelle quantità che servono per avere lo stesso effetto della polvere, dice il dottor Mowrey. Un biscotto allo zenzero può funzionare se i sintomi sono molto leggeri.
- "Decidetevi". Uno dei sistemi più efficaci per smettere di avere la nausea è vomitare, avverte il dottor Koch. La nausea se ne va immediatamente, e a volte basta una buona vomitata per curarvi definitivamente. Male che vada, avrete un po' di sollievo dalla nausea. Però il dottore raccomanda di non stimolare il vomito.
AVVERTENZA MEDICA: "Può essere qualsiasi cosa". Ci sono almeno 25 malattie diverse che possono provocare nausea cronica dice il gastroenterologo Kenneth Koch. Se la vostra nausea non se ne va in un giorno o due, è una buona idea chiamare il medico.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Pressione alla cinese". I cinesi sanno da secoli che l'agopuntura è una terapia efficace, indolore e senza medicinali. L'agopressione è l'agopuntura senza gli aghi. L'idea è di usarla prima di cominciare a vomitare dichiara l'agopuntore Joseph M. Helms, medico di famiglia a Berkeley, in California. Chissà, forse il sistema funzionerà anche con voi. Applicate la pressione sull'area di pelle che c'è fra il pollice e l'indice di tutte e due le mani. Usate una pressione ferma e profonda e un rapido movimento di massaggio per parecchi minuti, prescrive il dottor Helms. Non intendo carezzine. Usando lo stesso tipo di pressione e movimento, dice il dottor Helms, strofinate con il pollice o con l'unghia del pollice la parte superiore del piede, tra i tendini del secondo e del terzo dito.
83. NAUSEA DEL MATTINO IN GRAVIDANZA. 11 + 1 vie per combattere il malessere. Avevate pensato di essere una meravigliosa madonna, una di quelle donne incinte che diventano più belle ogni mese che passa. La nausea del mattino non l'avevate prevista. La dottoressa Yvonne Thornton ricorda perfettamente il problema. Assistente di ostetricia e ginecologia alla Cornell University e madre di due bambini, nei primi tempi era abituata a prendere alla leggera le lamentele delle sue pazienti. Che cosa sarà mai un po' di nausea, pensavo. Poi sono rimasta incinta. Correvo in bagno ogni cinque minuti! Con ogni probabilità la vostra esperienza con la nausea della gravidanza è diversissima da quella della dottoressa Thornton, o di qualsiasi altra donna. Infatti la nausea del mattino varia da persona a persona. Non è detto neppure che vi venga al mattino; può arrivare in qualsiasi momento della giornata. Magari vi sentite peggio la sera dopo una lunga giornata di lavoro. Magari è colpa di qualche odore in particolare.
In genere, la nausea della gravidanza comincia verso la sesta settimana, nel momento in cui la placenta comincia seriamente a produrre la gonadotropina corionica (H.C.G.), un particolare ormone della gravidanza. In molte donne i sintomi raggiungono la punta massima all'ottava o nona settimana e se ne vanno dopo la tredicesima. C'è una consolazione: sembra che la nausea del mattino sia un segno che la gravidanza procede bene. Uno studio dell'istituto nazionale americano per la salute del bambino e lo sviluppo umano, condotto su 9098 donne incinte, ha scoperto che le donne che vomitavano nel primo trimestre erano meno esposte ad abortire o ad avere parti prematuri. Buono a sapersi. Ma che cosa si può fare per sopravvivere nel frattempo? Sentite il parere dei nostri esperti. - "Fate qualche prova". Quello che ha funzionato per vostra sorella, per la vostra migliore amica e per la donna che avete incontrato per strada può non essere la cosa giusta per voi. Ogni donna un rimedio dichiara Deborah Gowen, infermiera e ostetrica che lavora con l'unità Women-Care a Cambridge, nel Massachusetts. Forse dovrete provare un paio di strategie prima di trovare quella giusta per voi. - "Mangiate come mangia il vostro piccolo". Il bambino che cresce in voi si nutre assorbendo glucosio dal vostro sangue per 24 ore al giorno. Se voi non vi preoccupate di rifornire le scorte, lo zucchero nel vostro sangue può scendere a livelli troppo bassi. La cosa migliore, consiglia Tekoa King, ostetrica di San Francisco, è mangiare come mangia il piccolo, un pochino per volta. Mettete glucosio nel sistema, in fretta e facilmente, mangiando zuccheri semplici, come quello contenuto nella frutta. I succhi di uva e di arancia sono eccellenti. - "Evitate i cibi grassi e fritti". L'hamburger al formaggio con cipolle sembrava appetitoso la settimana scorsa, ma forse adesso non avreste voglia di assaggiarlo. Sembra che le cose fritte facciano venire la nausea alle donne incinte nota Tekoa King. Il suo parere è che l'organismo ci metta di più a digerire cibi come questi, e ciò significa che stanno nello stomaco più a lungo. - "Portate con voi delle mandorle fresche". Deborah Gowen è una 'tifosa' delle mandorle fresche per le donne in attesa. Mangiucchiarle soddisfa l'esigenza di pasti piccoli e frequenti. Le mandorle contengono un po' di grasso, un po' di proteine e molte vitamine del gruppo B. Oltretutto sono facili da portare in giro e sono più buone dei cracker. - "Tenete uno spuntino vicino al letto". Se le mandorle non vi attirano, tenete dei cracker sul comodino. Andare in giro a stomaco vuoto può peggiorare le cose, osserva Tekoa King. Quindi mangiate qualcosa per innalzare il livello di zucchero nel sangue prima di alzarvi dal letto al mattino, o a metà della notte. - "Uno spuntino fa bene anche ai bruciori di stomaco". Dovreste sempre avere qualcosa nello stomaco, anche se è solo un cracker o una caramella avverte Gregory Radio, un ostetrico-ginecologo di Allentown, in Pennsylvania, e primario di endocrinologia riproduttiva all'Allentown Hospital. Lo stomaco produce più acidi durante la gravidanza. E gli acidi hanno bisogno di qualcosa su cui lavorare. - "Bevete liquidi in abbondanza". Il dottor Radio raccomanda anche di bere frequentemente piccole quantità di liquidi leggeri. Brodo chiaro, acqua, succo di frutta, e alcune tisane sono quello che ci vuole. Non voglio fare pubblicità a un prodotto in particolare, dice il dottore ma di solito Gatorade va benissimo perché aiuta a mantenere i vostri elettroliti, le sostanze che regolano l'equilibrio elettrochimico dell'organismo.
- "Provate la tisana di foglie di lampone". Se avete la nausea, provate una tazza di tisana. Il dottor Radio raccomanda alle sue pazienti tisane di foglie di lampone, di camomilla o di menta. Deborah Gowen pensa che le erbe funzionino meglio in combinazione. La camomilla aggiunta alla menta piperita è più efficace della menta da sola, sostiene. - "Controllate le vitamine con il vostro medico". Se state prendendo dei supplementi vitaminici per la gravidanza, parlatene al vostro medico: in alcuni casi possono farvi venire la nausea, osserva Deborah Gowen. - "Fidatevi del vostro corpo". Mangiate tutto quello che vi piace, purché non si tratti di cibo scadente dal punto di vista nutrizionale dichiara Deborah Gowen. Evitate la caffeina, gli addolcenti artificiali e il fumo. Ma se quello che volete è la pasta, mangiatela. Va benissimo quando le donne ascoltano il proprio corpo. - "State calme". Se continuate ad aumentare di peso e la disidratazione non è un problema per voi, probabilmente va tutto bene. Di solito una donna non perde più di quello che le permettono le sue scorte organiche osserva Tekoa King, che fa nascere bambini da dieci anni. Secondo me non sappiamo niente della magia che è al lavoro dentro le madri. Sono convinta che potete stare davvero male con le nausee del mattino, eppure continuare a nutrire il vostro bambino in modo perfetto. AVVERTENZA MEDICA: "Nausea della gravidanza: quando è il caso di preoccuparsi". Parlate con il vostro medico della nausea se: - Vi accorgete che avete perso mezzo chilo o un chilo. Di solito l'aumento di peso in gravidanza continua anche se non riuscite a tenere i pasti nello stomaco. - Vi sentite disidratate oppure non urinate. - Non riuscite a tenere giù niente: né acqua, né succhi, assolutamente niente per più di quattro-sei ore. Nei casi più gravi la nausea della gravidanza degenera in una condizione che i medici chiamano "hyperemesis gravidarum" (iperemesi gravidica). Se non viene curata, può disturbare l'equilibrio essenziale degli elettroliti nel vostro organismo, può provocare irregolarità nel battito cardiaco e, nella sua forma più severa, può portare a danni del fegato e dei reni. Inoltre danneggia il bambino. I chetoni, sostanze acide che si sviluppano quando l'organismo brucia il grasso stivato nel corpo, possono danneggiare lo sviluppo neurologico del piccolo. Di solito le donne con iperemesi gravidica vengono ospedalizzate d'urgenza e trattate con una soluzione intravenosa di glucosio, acqua e vitamine.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "L'agopressione alla riscossa". La prossima volta che il vostro compagno vi esprime la sua simpatia per le vostre nausee, ditegli di fare qualcosa per aiutarvi. Il qualcosa è l'agopressione. Un massaggio quotidiano con l'agopressione è la strategia preventiva ideale, segnala Wataru Ohashi, insegnante di shiatsu e fondatore dell'Ohashi Institute di New York. Ma se vostro marito non ci sente da quell'orecchio, mostrategli le istruzioni per questa tecnica veloce, che vi può aiutare in un batter d'occhio. Fate stendere vostra moglie sul lato destro e sedete dietro di lei, appoggiando alla sua schiena la vostra gamba sinistra. Fate passare il braccio sinistro sotto il suo ed aggrappatevi alla sua spalla sinistra. Con la mano destra massaggiatele tutto il collo per tre volte.
Poi appoggiate il palmo della mano alla base del suo cranio e tirate la testa lontano dalle spalle. Usate il pollice per premere la schiena nel solco fra la scapola sinistra e la spina dorsale, e poi intorno al perimetro della scapola dalla parte del suo fianco. Mantenete la pressione per 5-7 secondi su ogni punto. Se trovate un punto sensibile, insistete dolcemente per qualche secondo in più. Fate scivolare il pollice sotto la scapola più che potete senza disturbarla. Cominciate con una pressione moderata e lasciate che sia vostra moglie a dire se desidera una pressione maggiore. Usate sempre il peso del corpo, non la forza del muscolo del braccio. La sensazione è completamente diversa sottolinea Wataru Ohashi. Se stimolate l'esterno, potete eliminare il disagio interno dichiara Wataru Ohashi. I punti di stimolazione che usate in questo esercizio influenzano lo stomaco e il sistema ormonale, aggiunge l'esperto.
84. OCCHI ARROSSATI. 5 sistemi per vederci chiaro. Avete nel bianco degli occhi più linee rosse di una mappa stradale? Se è così, ecco che cosa potete fare. - "Idratatevi gli occhi". Sembra ovvio, ma se avete gli occhi rossi perché non dormite abbastanza, cercate di trovare un sistema per riposare consiglia Mitchell Friedlaender, oculista californiano e direttore del reparto malattie corneali in una clinica di La Jolla, in California. Senza sonno gli occhi si asciugano e si arrossano. Per questo, consiglio sette o otto ore di riposo. - "Curate le palpebre". Se avete gli occhi rossi anche quando non siete stanchi, forse il problema non sono gli occhi ma le palpebre. Si chiama blefarite, ed è una lieve infezione delle palpebre dichiara il dottor Friedlaender. Potete curarla lavando le palpebre con acqua tiepida prima di andare a dormire. Ricordatevi di detergere i bordi, in modo che sebo, batteri, trucco, forfora delle ciglia, insomma tutti i rifiuti, vengano eliminati. - "Pochi colliri". Le gocce antiarrossamento hanno un ingrediente vasocostrittore che restringe i vasi sanguigni sostiene il dottor Friedlaender. Eliminano l'arrossamento facendo restringere i vasi sanguigni dell'occhio, quindi per un po' i vostri occhi sembrano più bianchi. Il problema è che molte di queste gocce hanno un effetto di rimbalzo, per cui dopo un paio d'ore l'effetto finisce e il rosso torna peggio di prima. Il consiglio: usate i colliri con precauzione. - "Lacrime di coccodrillo". Non è che arrivate al lavoro con gli occhi luminosi e ne uscite con gli occhi rossi? L'arrossamento che si verifica durante il giorno è dovuto alla secchezza spiega il dottor Friedlaender. Se il problema è questo, potete idratare gli occhi con le lacrime artificiali che trovate in farmacia. Diversamente da altre gocce oculari, le lacrime artificiali non restringono i vasi sanguigni. - "Rinfrescate gli occhi". Usate un panno umido e fresco e lasciatelo sugli occhi chiusi consiglia il dottor Friedlaender. Il freddo restringe i vasi sanguigni senza effetti di rimbalzo, e in più l'acqua inumidisce gli occhi. BOX: "Il segno rosso dell'età".
Avete una zona insanguinata nel bianco di un occhio, ma non riuscite a ricordare nessun incidente particolare. Niente gonfiore, niente dolore, niente perdita di visuale, niente. Solo una macchia rossa. Se il problema è questo, rilassatevi. Succede spesso, soprattutto se siete sopra i quarant'anni afferma Michael Marmor, oculista e primario del dipartimento di oculistica alla Stanford University. Il sangue andrà via da solo in una settimana o due. Non potete farci niente e le gocce non vi servono. La cosa più difficile di tutta la faccenda è pensare a che cosa racconterete ai vostri amici per spiegare che cosa vi è successo. AVVERTENZA MEDICA: "Proteggetevi le pupille". Quando c'è sangue nel bianco dell'occhio va tutto bene, ma non va bene se vedete del sangue che copre la vostra pupilla. Quando c'è sangue all'interno dell'occhio, sulla pupilla, la cosa è seria e dovete consultare immediatamente il medico avverte Michael Marmor, oculista e primario del dipartimento di oculistica alla Stanford University. Spesso non si vede sangue, ma l'occhio fa male, la visione è confusa o vedete una nebbiolina rosa. Se è presente uno di questi sintomi, vuol dire che qualcosa non va e che vi serve un medico.
85. OCCHI STANCHI. 7 + 3 trucchi per evitarli. Fra i 40 e i 45 anni la vostra capacità di mettere a fuoco la vista comincia ad andarsene e il risultato può essere la stanchezza degli occhi segnala Samuel L. Guillory, oculista di New York e assistente alla City University di New York. E' un processo graduale e capita a tutti. Ma potete avere gli occhi stanchi a qualsiasi età, se passate la giornata a guardare lo schermo di un computer. Se i vostri occhi si stancano anche a leggere i biglietti di compleanno o davanti a una videata di computer, qui ci sono alcuni suggerimenti che possono servirvi. - "Fate attenzione all'illuminazione". Leggere con la luce bassa non fa male agli occhi, ma può essere un problema se l'illuminazione non garantisce un contrasto sufficiente avverte il dottor Guillory. Usate una luce leggera che dia contrasto, ma non abbagliamento, mentre leggete. E non usate nessuna lampada che vi mandi la luce direttamente negli occhi. - "Provate gli occhiali da lettura".
Potete farvi prescrivere gli occhiali da lettura da un medico, oppure potete trovarli in farmacia. Se avete una buona visione a distanza in entrambi gli occhi e avete problemi solo nel vedere da vicino, andate in farmacia e comprate gli occhiali da lettura che trovate esposti consiglia l'oculista David Guyton, docente alla Johns Hopkins University. Sono in vendita in quasi tutte le farmacie, costano circa 40 mila lire, resistono agli urti e sono occhiali di buona qualità che vi saranno utili. - "Scegliete le diottrie giuste". Siete voi il miglior giudice per decidere quali occhiali da lettura siano più adatti a voi. Prendete i più deboli che vi permettano di leggere alla distanza che volete raccomanda il dottor Guyton. Se ne comprate un paio troppo potente, vedrete bene da vicino. ma le cose un po' più distanti appariranno confuse. - "Fate una pausa". Se usate il computer per 6-8 ore, afferma il dottor Guillory fate una pausa ogni due o tre ore.Fate qualche altro lavoro, prendete il caffè, andate in bagno; insomma tenete gli occhi lontani dallo schermo per 10-15 minuti. Oppure provate a pensare se non potete lavorare su una copia stampata di quello che state facendo. - "Scurite lo schermo". Sullo schermo non ci sono solo lettere e numeri: ci sono anche piccole lampadine che vi mandano la luce direttamente negli occhi. Dovete abbassare il voltaggio, per così dire. Non rendete il testo troppo luminoso raccomanda il dottor Guillory. Tenete la luce bassa e regolate il contrasto per compensare la differenza. Un consiglio in più: prendete una penna e fate un segno sul livello di luce che vi va bene, e un segno dello stesso tipo sul computer. In questo modo, se qualcuno sposta i comandi del computer mentre voi non ci siete, dovrete solo risistemare le cose. - "Lavorate all'ombra". Quando il problema è alleviare la stanchezza degli occhi, è meglio tenere il computer in ombra. Ombreggiate lo schermo mettendoci sopra un riparo propone il dottor Guillory. Andate in una cartoleria e comprate un foglio di cartone nero pesante. Mettetelo sopra il vostro terminale e piegate in giù i lati. Questo vi permetterà di farlo scivolare avanti e indietro. Quello che avete fatto, essenzialmente, è mettere la vostra macchina in una scatola nera. Dopo di che potete abbassare la luminosità al minimo. - "Chiudete gli occhi". Secondo i nostri esperti il modo migliore per dar sollievo alla stanchezza oculare è far riposare gli occhi. Ed è più facile di quello che pensate. Potete farlo mentre siete al telefono dice il dottor Guillory. Se non avete bisogno di leggere o scrivere, chiudete semplicemente gli occhi mentre parlate. A seconda di quanto tempo passate al telefono, probabilmente riuscirete a far riposare gli occhi almeno per un'ora o due al giorno. Chi pratica questa tecnica dice che gli occhi vanno davvero meglio e la stanchezza se ne va. AVVERTENZA MEDICA: "I problemi che hanno bisogno del medico". A volte la causa della stanchezza oculare non è legata semplicemente al fatto di aver compiuto i quarant'anni. La stanchezza può essere dovuta anche a un'errata convergenza degli occhi, in cui uno dei due comincia a girarsi in dentro o in fuori segnala il dottor David Guyton.
Se il problema è questo, va trattato da un oculista che suggerirà esercizi speciali, occhiali particolari a prisma, o addirittura, se occorre, opererà i muscoli dell'occhio per riallineare gli occhi. Tutti gli esperti concordano sul fatto che se l'occhio vi fa male o è sensibile alla luce, avete bisogno di consultare immediatamente un oculista.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Yoga e oltre". Per Meir Schneider lo yoga non è stato solo la chiave per raggiungere una visione interiore più elevata, ma anche la chiave per vederci, letteralmente. Lo yoga mi ha aiutato a curare la mia cecità afferma Meir Schneider, che è nato cieco. E ringrazia gli esercizi yoga quotidiani per aver recuperato la vista, che adesso, dichiara, è di quasi 3/10. E continua a migliorare. Le tecniche che Meir Schneider insegna al suo centro per l'autoguarigione a San Francisco, in California, sono influenzate dal controverso lavoro di un oculista dell'inizio del secolo, il dottor William Bates. Ho adottato il metodo Bates e ci ho aggiunto un po' del mio lavoro sostiene Meir Schneider. Forse esagera un po' l'obiettività scientifica nel dire che cura la cecità, ma alcune delle sue tecniche possono essere utili per vincere la stanchezza oculare. Se vi interessa conoscere più da vicino questo metodo, vi consigliamo il libro di C. Market, "Vedere bene senza occhiali", edito da red edizioni di Como. - "Provate un infuso". Ma non bevetelo: mettetelo sugli occhi. Prendete un panno e bagnatelo in un infuso di eufrasia consiglia Meir Schneider. Sdraiatevi, mettete la compressa calda sugli occhi chiusi, e lasciatela in posizione per 10-15 minuti. Vi farà andar via la stanchezza. Però state molto attenti a non versare l'infuso negli occhi. E lasciate che l'infuso si raffreddi un po' prima di bagnarci il panno. - "Provate il 'palming'". Se volete aiutare i vostri occhi, osserva Meir Schneider, date loro una mano. Sfregatevi le mani finché non sono ben calde. Poi chiudete gli occhi e mettete le palme sulle orbite. Non premete gli occhi, basta coprirli. Respirate in modo lento e profondo e visualizate il colore nero. Fatelo per 20 minuti tutti i giorni. - "Mettete gli occhi 'sotto le coperte'". I vostri occhi hanno una massaggiatrice personale: le palpebre. Promettetevi di sbattere gli occhi in modo consapevole per 300 volte al giorno e non barate consiglia Meir Schneider. Ogni battito pulisce gli occhi e assicura un lieve massaggio. Ed è gratis.
86. OCCHIO NERO. 4 modi per curare la contusione. Pensate che il vostro occhio nero sia un bel fastidio? Per fortuna non vi è capitato nel 1900! Anni fa si metteva una sanguisuga sull'occhio nero, per succhiar fuori il sangue ricorda Jack Jeffers, oculista al Wills Eye Hospital di Philadelphia, in Pennsylvania. Le sanguisughe hanno perso il titolo di trattamento ideale quando la gente ha scoperto che preferivano i bovini. Mio padre usava le bistecche di filetto dichiara Jimmy, macellaio della seconda generazione nel negozio 'Carni scelte Richard and Vinnie', a Brooklyn. Quando ero un ragazzo, mi capitava spesso di avere un occhio nero, e mio padre, che faceva il macellaio, ci metteva su una bistecca.
E funzionava! Oggi i medici non usano più le sanguisughe (grazie a Dio!) e non c'è bisogno di sciupare una buona bistecca per il vostro occhio. I sistemi migliori (e più efficaci) per bloccare un occhio nero sono più semplici di così. Eccoli. - "Metteteci del ghiaccio". Il papà di Jimmy aveva ragione, ma era il freddo della carne, non la carne in sé, che faceva il trucco. Un vegetariano avrebbe ottenuto lo stesso risultato con l'insalata ghiaccia! Il freddo funziona in due modi. Aiuta a ridurre il gonfiore e costringendo i vasi sanguigni fa diminuire il sanguinamento interno, che provoca il livido nero e blu. Il dottor Jeffers raccomanda di applicare una borsa di ghiaccio per 24-48 ore. Se l'occhio è chiuso per il gonfiore, usatela per dieci minuti ogni due ore il primo giorno consiglia il dottore. Per fare un impacco ghiacciato per l'occhio, mettete del ghiaccio spezzettato in un sacchetto di plastica e attaccatelo alla fronte con nastro adesivo. Questo previene la pressione sull'occhio. - "Godetevi lo spettacolo". Una volta che l'occhio è contuso, non c'è molto che possiate fare, salvo tenere sotto controllo il gonfiore. Neppure il trucco può mascherarlo completamente. La maggior parte degli occhi pesti dura una settimana ed è una settimana veramente colorata. La lesione comincia con il nero avverte Keith Sivertson, direttore del pronto soccorso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora, nel Maryland. Quando comincia a guarire, diventa verde, gialla e alla fine sparisce. - "Evitate l'aspirina". L'aspirina non va bene per chi ha un occhio nero, perché è un anticoagulante, il che significa che impedisce al sangue di coagularsi. Farete più fatica a fermare il sanguinamento che provoca il livido sostiene il dottor Jeffers. Potete finire con una contusione più vistosa. Se avete bisogno di prendere un antidolore, prendete il paracetamolo. - "Non soffiatevi il naso". Se è stato un forte colpo a farvi venire l'occhio nero (qualcosa di più di un urto nella porta), soffiarvi il naso può farvi gonfiare la faccia come un pallone. A volte l'urto frattura l'osso dell'orbita oculare e soffiare il naso può forzare l'aria fuori dal seno frontale accanto all'orbita spiega il dottor Jeffers. L'aria viene iniettata sotto la pelle e fa gonfiare ulteriormente le palpebre. Ed aumenta anche le probabilità di infezione. AVVERTENZA MEDICA: "Ci vedete?". Se non riuscite a vederci bene, avete dolore all'occhio, siete sensibili alla luce, ci vedete male o ci vedete doppio, o avete qualcosa che fluttua nel campo visivo, avverte il dottor Keith Sivertson avete bisogno di cure mediche.
87. ODOR DI PIEDI. 12 + 1 segreti deodoranti. Che cos'è questa puzza? Magari i vostri, hem, naturalmente no. Sarebbe così imbarazzante. Dev'essere, hum, qualcosa d'altro. Diciamo un pezzo di formaggio svizzero caduto Sicuro, è così. Formaggio. Sotto il divano. Da un po' di tempo. Bene, grazie a Dio questo è sistemato. Adesso non c'è neanche bisogno che leggiate i esperti. Potete andarvene e fare qualcos'altro. Ma prima, perché non vi rimettete le scarpe e suggerimenti che vi diamo?
piedi, può essere? No, no,
dietro al divano: il mese scorso.
consigli antiodore dei nostri
non state qua a leggervi i
- "Lavatevi i piedi: spesso". Elementare, gli esperti sono d'accordo, ma dovete tenere i piedi scrupolosamente puliti. Usate acqua calda saponata e lavatevi i piedi tante volte quanto occorre: magari più volte al giorno se sudate molto o vi accorgete dell'odore. Spazzolateli dolcemente con uno spazzolino morbido, anche fra le dita, e fate attenzione ad asciugarvi perfettamente. - "Metteteci una polvere". Dopo il lavaggio, applicate polvere per i piedi, amido, o uno spray contro i funghi. Un altro buon sistema per tenere i piedi freschi e asciutti, segnala la podiatra Suzanne M. Levine, assistente podiatra al Mount Sinai Hospital di New York, è trattare le scarpe: spargete all'interno talco o amido. - "Usate un antiperspirante". La cosa fondamentale per controllare gli odori è usare un antiperspirante o un deodorante direttamente sui piedi. Potete comprare dei deodoranti per i piedi o usare semplicemente il vostro deodorante per le ascelle. Attenzione, comunque, che i deodoranti eliminano gli odori, ma non bloccano la traspirazione. Gli antiperspiranti risolvono i due problemi contemporaneamente. La dottoressa Levine consiglia i prodotti che contengono come principio attivo cloruro d'alluminio esaidrato. Ma non usate un antiperspirante se avete delle lesioni attive da piede d'atleta, raccomanda Stephen Weinberg, direttore del reparto podiatria alla clinica di medicina dello sport del Columbus Hospital, a Chicago, perché brucia. In più consiglio prodotti in stick invece che spray perché molta dell'azione antiperspirante degli spray si perde nell'aria. All'inizio usate i prodotti due o tre volte al giorno, poi gradatamente passate a una volta al giorno. - "Cambiatevi le calze: spesso". La soluzione più logica per i piedi sudati e maleodoranti, avverte Glenn Copeland, podiatra che lavora al Toronto's Women's College Hospital, è cambiare le calze il più spesso possibile, anche tre o quattro volte al giorno. E mettete sempre calze di fibre naturali, come il cotone, perché sono molto più assorbenti dei materiali sintetici. - "Mettete due paia di calze".
Potete ridurre la traspirazione anche indossando le calze a due paia per volta, consiglia Frederick Hass, medico di San Rafael, in California. A prima vista può sembrare una contraddizione, ma l'aria che si forma fra i due strati di tessuto in realtà aumenta l'effetto rinfrescante. Mettete calze di cotone vicino alla pelle e calze di lana fuori. Evitate i tessuti sintetici perché stimolano la traspirazione. - "Buon senso con le scarpe". Le scarpe chiuse peggiorano i piedi sudati e creano un ambiente perfetto per la crescita dei batteri, per l'odore e il sudore avverte la dottoressa Levine. Scegliete sandali e scarpe aperte quando la cosa è possibile, ma state alla larga dalle scarpe di gomma e di plastica che non permettono al piede di respirare. E non mettete mai le stesse scarpe per due giorni di seguito. Ci vogliono almeno 24 ore perché le scarpe asciughino bene. - "Dormiteci sopra". Mark D. Sussman, podiatra del Maryland, raccomanda questo trattamento notturno per asciugare i piedi. Passate bene i piedi con alcol da massaggio per asciugarli e rinfrescarli. Poi applicate un deodorante in polvere alla pianta del piede. Coprite il piede con un foglio di plastica (per stimolare il sudore, in modo che il deodorante penetri meglio). Mettete le calze sopra la plastica e dormiteci sopra. La mattina lavate via l'eccesso di polvere. Ripetete ogni sera per una settimana, poi una volta o due la settimana, secondo necessità.- "Fate dei pediluvi". Ci sono diverse sostanze che aiutano ad asciugare i piedi e anche a controllare l'odore. "Tè". Il tannino, che si trova nelle bustine di tè, è un agente disidratante. Fate bollire tre o quattro bustine di tè in un litro d'acqua per circa 10 minuti, poi aggiungete abbastanza acqua fredda da avere un pediluvio confortevole, prescrive la dermatologa Diana Bihova, che insegna dermatologia alla New York University. Tenete i piedi a bagno per 20-30 minuti, poi asciugateli e applicate un talco per i piedi. La dottoressa Bihova consiglia di farlo due volte al giorno finché il problema non è sotto controllo. In seguito, ripetere due volte la settimana dovrebbe bastare. "Sale". Per piedi particolarmente sudati la dottoressa Levine raccomanda il pediluvio in una soluzione di mezza tazza di sale in un litro d'acqua. "Bicarbonato di sodio". Per reazione rende la superficie dei piedi più acida, e quindi diminuisce la quantità dell'odore prodotto, secondo la dottoressa Levine. Sciogliete un cucchiaio di bicarbonato in un litro d'acqua. Fate il pediluvio due volte la settimana, ogni volta per un quarto d'ora. "Aceto". Un altro pediluvio acido che la dottoressa Levine consiglia è mezza tazza di aceto in un litro d'acqua. Tenete a bagno per un quarto d'ora la settimana. "Acqua calda e fredda". Alternate i pediluvi caldi e freddi, raccomanda la dottoressa Levine. Questo procedimento riduce l'afflusso di sangue ai piedi, diminuendo la traspirazione. Poi fatevi un terzo pediluvio di cubetti di ghiaccio e succo di limone. Alla fine strofinate i piedi con alcol per rinfrescarli e asciugarli. D'estate, quando i piedi sudano molto, potete farlo anche ogni giorno. Attenzione: chi è diabetico o ha problemi circolatori non deve usare questo trattamento. - "Provate la salvia". In Europa si usa spruzzare salvia nelle scarpe per controllare gli odori, segnala la dottoressa Levine. Forse una presa di foglie secche sbriciolate funzionerà.
- "Provate i sottopiedi". Certi sottopiedi contengono carbone attivo, che assorbe l'umidità ed aiuta a ridurre l'odore. La dottoressa Levine riferisce che questi prodotti sono stati utili ad alcuni dei suoi pazienti. - "State calmi". Le ghiandole sudoripare dei piedi, come quelle delle ascelle e del palmo delle mani, rispondono alle emozioni, osserva Richard L. Dobson, capo del dipartimento di dermatologia alla Medical University della South Carolina. Lo stress, positivo o negativo, può stimolare l'eccesso di sudore, che a sua volta aumenta l'attività batterica nelle scarpe e produce ulteriore odore. Quindi cercate di stare tranquilli. - "Attenti a quello che mangiate". Per strano che possa sembrare, dichiara la dottoressa Levine, quando mangiamo piatti molto saporiti e speziati (come cipolle, peperoncino, aglio, scalogno) i loro oli essenziali possono passare nelle ghiandole sudoripare dei piedi. Sicuro, i vostri piedi possono finire per avere l'odore del vostro pranzo! BOX: "I vostri piedi lavorano più di voi?". Credeteci o no, dice Neal Kramer, podiatra di Bethlehem, in Pennsylvania, a volte i piedi sudano molto perché lavorano davvero più di quello che dovrebbero. Un difetto strutturale (come il piede piatto) o un lavoro che vi tiene in movimento tutto il giorno possono essere il misterioso colpevole. Entrambe queste cose, infatti, aumentano l'attività dei muscoli del piede. E più i muscoli lavorano più i piedi sudano, tentando di rinfrescarsi. Anche se i piedi che traspirano non hanno necessariamente cattivo odore, l'umidità è un aperto invito per i batteri che producono gli odori. Se correggete il vostro problema con un supporto plantare o qualche altro supporto ortopedico, consiglia il dottor Kramer potete davvero ridurre la quantità di sudore che producete. Se i muscoli non devono lavorare troppo, non devono neppure eliminare tutto quel calore. 88. ODORI SGRADEVOLI. 9 modi per sentirsi freschi e puliti. Alcuni scienziati pensano che l'odore del corpo, come l'appendice, sia un fossile, un residuo dell'evoluzione. In pratica, gli odori che emettiamo in alcune zone del corpo, soprattutto ascelle e inguine, un tempo potevano servire per fare pubblicità alla nostra sessualità, sostiene Nathan Howe, un medico che lavora nel dipartimento di dermatologia alla Medical University del South Carolina. Naturalmente, aggiunge a qualsiasi cosa servissero allora, oggi, per molti di noi, sono semplicemente sgradevoli. Comunque tutti concordano sul fatto che se volete farvi degli amici e avere successo nella vita è meglio che non puzziate. Più facile a dirsi che a farsi? In realtà ci sono parecchie cose che potete fare per eliminare gli odori del corpo e ritrovarvi freschi come una rosa. - "Una buona lavata". Il modo fondamentale per tenere alla larga gli odori corporei è lavarsi con acqua e sapone, soprattutto nelle zone del corpo più esposte agli odori come le ascelle e l'inguine, afferma Kenzo Sato, docente di dermatologia all'Università dello Iowa. In genere l'odore è provocato da una combinazione di sudore e batteri, sostiene il dottore. Una buona spazzolata con acqua e sapone elimina tutti e due i colpevoli. Il sapone più adatto per un problema di odore è un sapone deodorante, perché ostacola il ritorno dei batteri. Quanto spesso dovete lavarvi dipende dalla particolare chimica del vostro corpo, dall'umore, dalla stagione. Ricordatevi che le ghiandole sudoripare e i batteri lavorano notte e giorno, quindi forse è il caso di fare la doccia sia la sera e sia la mattina. - "Non lavate solo il corpo". Potete lavarvi finché il corpo si riduce come una prugna secca, ma continuerete a puzzare se non avete addosso indumenti puliti.
Sette giorni con la stessa canottiera sono un modo sicuro di dar fastidio agli altri, avverte Lenise Banse, una dermatologa che lavora per l'Henry Ford Hospital di Detroit, nel Michigan. Quanto spesso dovete cambiarvi la camicia? Dipende da voi. Di solito basta una camicia al giorno. Nei giorni d'estate può essere normale cambiarne più di una. - "Scegliete fibre naturali". Le fibre naturali, come il cotone, assorbono il sudore meglio dei materiali sintetici. E il sudore assorbito è libero di evaporare dal tessuto. - "Giocate al dottore". A volte, se sudate molto e avete tendenza al cattivo odore, il buon vecchio sapone deodorante non è abbastanza. In questo caso provate uno dei saponi antisettici venduti in farmacia, gli stessi che usano i chirurghi prima di entrare in sala operatoria. - "Provate un antiperspirante". I deodoranti sono molto efficaci nel mascherare gli odori ascellari, dichiara Hridaya Bhargava, docente di farmacia industriale al Massachusetts College of Pharmacy. Lasciano sulla pelle sostanze chimiche che uccidono i batteri responsabili dell'odore. Ma se il vostro problema di odore corporeo è famoso fra amici e nemici, forse vi serve un antiperspirante. Fondamentalmente sono medicine sostiene la dottoressa Bhargava, che riducono la quantità di sudore prodotta dal corpo. Molti antiperspiranti in commercio combinano l'azione antiperspirante con quella deodorante. Ma i deodoranti non controllano la traspirazione. - "Usate i trucchi dei cacciatori". Dimenticate gli ultimi profumi di Parigi. I cacciatori hanno un modo speciale di affrontare il problema dell'odore personale. Quando si va a caccia, è fondamentale mascherare qualsiasi traccia di odore corporeo perché il cervo o l'orso non lo colgano nel vento e si dileguino. Come fanno i cacciatori? Una 'maschera olfattiva' molto diffusa è il sapone al pino, in vendita in molti negozi di caccia e pesca, ricorda Dave Petzal, un esperto cacciatore. Il sapone al pino maschera l'odore d'uomo e in più vi lascia addosso l'odore di una pineta sostiene Dave Petzal. Se la pineta non è nel vostro stile, alcuni cacciatori usano un normale sapone alla glicerina. - "Attenzione a quello che mangiate". Estratti di proteine e oli essenziali provenienti da certi cibi o da certi aromi rimangono nelle secrezioni organiche per ore dopo che li avete mangiati, trasmettendo loro il proprio odore. Pesce, asparagi, curry, cipolle e aglio sono ai primi posti della lista, segnala la dottoressa Banse. - "State calmi". L'eccitazione sessuale, il nervosismo e l'ansia vi fanno sudare di più avverte la dottoressa Bhargava. Se prevedete in anticipo che una situazione vi sconvolgerà, per quanto meditiate o pratichiate la respirazione profonda, provate a usare una dose extra di deodorante. - "Provate il trucco del vecchio cane". Avete provato di tutto e non funziona niente? Forse non avete provato proprio tutto. Un vecchio rimedio popolare per un cane che ha odore di puzzola è deodorare la povera bestia con succo di pomodoro. E, indovinate? Funziona anche con gli esseri umani, sostiene Alice Kilpatrick, infermiera al Veterans Administration Hospital di Fort Lyon, nel Colorado. Alice Kilpatrick ha provato prima sul suo cane e poi su un paziente particolarmente odoroso, e poi su un altro. Funziona al cento per cento afferma.
Non c'è bisogno di riempire la vasca da bagno di puro succo di pomodoro. Versate semplicemente un paio di tazze di succo nell'acqua del bagno e stateci dentro per un quarto d'ora sostiene la nostra esperta.
89. ORTICARIA. 6 + 3 trucchi per fermare il prurito. L'orticaria è il sistema con cui a volte la pelle reagisce alle allergie, all'irritazione da contatto, allo stress, alle emozioni. Cellule speciali cominciano a secernere istamina, che fa sì che i vasi sanguigni trasudino liquidi negli strati profondi della pelle. L'eruzione che ne deriva, spesso intensamente pruriginosa, può sparire in pochi minuti o in poche ore, e in genere nel giro di due giorni. Ma mentre ce l'avete, probabilmente non avete voglia di mostrarvi in pubblico tutti gonfi mentre vi grattate. Ecco alcune cose che potete fare per dare sollievo al prurito e al gonfiore. Sicuramente quello che funziona per una persona non funziona per un'altra, quindi è il caso di fare un po' di prove. - "Provate gli antistaminici". Per dare un po' di sollievo al prurito, potete prendere un antistaminico da banco. Sono gli stessi prodotti usati contro il raffreddore e le allergie da pollini. Attenzione: molti antistaminici danno sonnolenza. - "Usate il fresco". Compresse o bagni freddi sono il migliore, e l'unico, trattamento locale per l'orticaria, secondo il dottor Grayson. Un altro sistema per raffreddare è strofinare sullo sfogo un cubetto di ghiaccio. Il freddo contrae i vasi sanguigni e impedisce che si aprano, si gonfino e permettano la secrezione di troppa istamina. Ma è solo un rimedio temporaneo avverte il dottore. E se l'orticaria è provocata dal tempo freddo o dall'acqua fredda, siete sfortunati. L'acqua calda peggiora solo la situazione. - "Provate una cura alcalina". Di solito tutto quello che è alcalino aiuta a dar sollievo al prurito sostiene il dottor Grayson. Provate a mettere latte di magnesia sull'orticaria. - "Idrocortisone? Con cautela". Se avete solo un piccolo sfogo, una crema all'idrocortisone applicata direttamente sull'orticaria può dar sollievo al prurito per un po' di tempo, dichiara Jerome Z. Litt, dermatologo di Beachwood, nell'Ohio. - "Provate la cura con le erbe". Le foglie e la corteccia dell'ontano rosso, in infuso, giovano all'orticaria, dichiara Varro E. Tyler, docente di farmacognosia alla Purdue University. Applicate localmente l'infuso all'area interessata e ripetete finché l'orticaria non migliora. L'ontano rosso contiene un astringente, il tannino. Anche le foglie di morella possono essere d'aiuto, aggiunge il dottore. Lavate le foglie, bollitele nell'acqua, mettetele in un panno e applicatele all'orticaria come cataplasma. - "Ricordate che un grammo di prevenzione vale un chilo di orticaria".
L'orticaria ha una miriade di cause avverte il dottor Litt. Dovete fare gli investigatori per scoprire che cosa l'ha provocata. Alcune delle cause più frequenti sono le medicine, il cibo, il freddo, le punture d'insetto, le piante e le emozioni. Una volta che scoprite le cause, naturalmente, cercate di evitarle. Se sapete che vi verrà l'orticaria per una ragione qualsiasi, suggerisce il dottore prendete prima un antistaminico, così riuscirete a prevenirla. AVVERTENZA MEDICA: "La zona pericolosa". L'orticaria può uccidere se blocca i passaggi respiratori. Se vi viene una reazione allergica in bocca o in gola, chiamate immediatamente il numero del pronto soccorso. Se sapete di essere soggetti a reazioni di questo tipo, dovreste essere sotto controllo medico e avere a portata di mano una scorta di adrenalina. Anche i pazienti con orticaria cronica (che dura più di sei settimane) o con orticaria acuta molto grave dovrebbero consultare un medico.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un tocco di natura". Per chi vuole provare qualcosa di diverso, ecco qualche alternativa. - "Prendetevi un infuso e aspettate". Se sospettate che l'orticaria sia un problema emotivo e volete evitare medicine di origine chimica come gli antistaminici, potete provare una tisana che calma i nervi, segnala Thomas Squier, istruttore di allenamento alla sopravvivenza per le Special Forces dell'esercito degli Stati Uniti a Fort Bragg, nel North Carolina, ed esperto di erbe. Thomas Squier raccomanda tisane di menta piperita o di passiflora. Camomilla e valeriana sono altre tisane sedative molto diffuse. - "Fate un cataplasma". Spesso i manuali di erboristeria indicano il cataplasma di foglie triturate di centonchio (o mordigallina) come un rimedio per la pelle con eruzioni di orticaria. Alcuni fanno una pasta di acqua e cremortartaro e la applicano agli sfoghi, sostituendola quando la pasta si secca e si sbricciola. - "Mettete l'orticaria sotto pressione". Infine Michael Blate, fondatore e direttore esecutivo del G-Jo Institute di Hollywood, dice che è riuscito a mandar via rapidamente l'orticaria con l'agopressione. Massaggiate in profondità il punto sul trapezio (il muscolo che va dal collo alla spalla) che è a metà del muscolo, circa tre centimetri sopra la sporgenza della scapola. Se non fa un po' male, non avete trovato il punto giusto, ricorda Michael Blate.
90. OSTEOPOROSI. 11 + 1 sistemi per irrobustire le ossa. Si pensa che 24 milioni di americani abbiano l'osteoporosi. Molti non lo sanno neanche. Non sono tutti vecchi e non sono tutte donne. Tutti possono avere l'osteoporosi, ma le donne sono più esposte degli uomini.
Le donne sviluppano una massa ossea minore di quella dell'uomo. E per parecchi anni dopo la menopausa perdono tessuti ossei a ritmo accelerato perché producono meno estrogeni. Ma non è necessario che questo accada: l'osteoporosi si può prevenire senza neppure andare dal medico. E chiunque abbia questa malattia che indebolisce le ossa può fare molto per arrestare la sua evoluzione. Sfortunatamente l'indebolimento delle ossa può proseguire insidiosamente per anni, anche per decenni. Nel suo libro "Preventing Osteoporosis" (Prevenire l'osteoporosi) il ricercatore Kenneth Cooper definisce l'osteoporosi 'il distruttore silenzioso'. Molte persone raggiungono il massimo della loro massa ossea nella spina dorsale fra i 25 e i 30 anni, e nelle ossa lunghe fra i 35 e i 40 rileva il dottor Cooper. Oltrepassata l'età della massima consistenza, e specialmente dopo i 45 anni, tutte le ossa del corpo cominciano a perdere densità. Siccome spesso la diagnosi ufficiale di osteoporosi arriva troppo tardi, per esempio, dopo una frattura, la strategia è cominciare a combattere la perdita ossea per tempo e non trascurarla mai. Come vedrete, ci sono molte armi nel vostro arsenale. - "Fate sport per rinforzare le ossa". Se non fate esercizio fisico, perdete massa ossea avverte Robert Heaney, professore alla Creighton University. Ma ci sono anche altre ragioni per fare ginnastica. Numerosi studi sostengono la teoria che l'esercizio con spostamento di pesi aumenta realmente la massa ossea dichiara Paul Miller, professore associato di medicina allo Health Sciences Center dell'Università del Colorado. Uno di questi studi, un progetto della Stanford University, ha esaminato atleti maschi e femmine che correvano su lunghe distanze e li ha paragonati a un gruppo di non corridori. I ricercatori hanno scoperto che sia i maschi sia le femmine avevano il 40% in più di minerali rispetto ai non corridori. Anche camminare aiuta le ossa, dicono i medici. Camminare è un sistema eccellente, oltre che sicuro, per dare alle vostre ossa l'esercizio di cui hanno bisogno. Il consiglio è camminare almeno 20 minuti al giorno, tre o quattro volte la settimana. Ovviamente non è possibile vedere di colpo la differenza procurata dall'allenamento. Quindi, se siete una persona che crede nel motto 'vedere per credere', guardate l'avambraccio destro di un giocatore di tennis che non sia mancino, ovviamente. E' molto probabile che sia molto più grosso dell'altro, quello 'passivo'. Questa è la prova visibile che se usate i muscoli e mettete le ossa sotto sforzo, la densità e le dimensioni delle ossa aumentano. E non è mai troppo tardi per cominciare a fare esercizio, afferma il dottor Cooper. Le ricerche mostrano che le donne in menopausa che cominciano a fare sport aumentano la densità delle ossa. - "Mangiate calcio a sufficienza?". Alcuni scienziati ritengono che una carenza cronica di calcio nell'alimentazione sia un fattore che contribuisce all'osteoporosi. Uno studio jugoslavo offre una solida prova dell'importanza del calcio. In una regione della ex Jugoslavia in cui non si consumano latticini, le donne avevano la metà dell'apporto quotidiano di calcio rispetto alle donne di un'altra regione in cui i latticini venivano mangiati regolarmente. I ricercatori hanno scoperto che le donne che assumevano più calcio avevano una massa ossea sostanzialmente maggiore e meno fratture oltre i 65 anni, rispetto a quelle che ne mangiavano poco. Studi sulle donne americane con l'osteoporosi hanno confermato il vecchio studio jugoslavo, nota Morris Notelovitz. Oggi la dose giornaliera di calcio consigliata negli Stati Uniti è di 1000 milligrammi.
Ma secondo il dottor Cooper e parecchi altri non basta: il suo consiglio è 1500 milligrammi al giorno e anche oltre. Il fosfato di calcio nel latte è una fonte eccellente aggiunge il dottore. Ma non è certo l'unica fonte. I formaggi e gli yogurt magri sono anch'essi ricchi di calcio. E il latte magro ha lo stesso contenuto di calcio del latte intero senza il grasso, nota Lila A. Wallis, docente di medicina alla Cornell University. Altri alimenti ricchi di calcio sono il salmone rosso, le sardine, le noci e il tofu. Oggi sono in vendita anche vari alimenti dietetici arricchiti con calcio. Inoltre, non dimenticate il parmigiano che è un buon condimento sia per il sapore sia per il contenuto di calcio. - "Se non mangiate abbastanza calcio, prendete un integratore". Le integrazioni di calcio possono fare dei piccoli miracoli, specialmente per le persone che hanno dei problemi ad assimilare le fonti naturali di calcio. Ci sono in vendita moltissimi integratori di calcio, ma non è detto che quello che ha funzionato per la cugina Elisa vada bene per voi. Il carbonato di calcio è ben assimilato nello stomaco se è preso in piccole dosi assieme al cibo osserva il dottor Miller. Ci sono altri supplementi, ma molti medici raccomandano di provare prima con il carbonato di calcio, perché è il meno costoso e offre il massimo contenuto di calcio per compressa. Chiedete al vostro medico curante se vi farebbe bene un programma di integrazione. - "Prendete della vitamina D". E' essenziale per l'assorbimento del calcio ricorda Robert M. Levin, professore associato di medicina alla Boston University e capo della clinica endocrinologica al Boston City Hospital. La vitamina D è importante per il calcio per due ragioni. Primo, stimola l'assorbimento di calcio nell'intestino, nota il dottor Notelovitz. Secondo, aumenta il riassorbimento di calcio attraverso i reni. Se passate molto tempo al sole, forse pensate di avere vitamina D a sufficienza. Però portiamo i vestiti, osserva il dottor Miller quindi solo il 10% della vitamina D che ci serve viene dal sole. Quanta ce ne serve? Un minimo di 400 U.I. (Unità Internazionale) al giorno. Le persone oltre i 65 anni, sostiene il dottor Miller possono aver bisogno di 800 U.I. al giorno se non escono di casa frequentemente e non mangiano latticini. Potete avere la vitamina D da alcune delle fonti del calcio. Un quarto di latte contiene circa 125 U.I. Salmone, sardine e tonno sono le nostre migliori fonti naturali di vitamina D. Per esempio, un etto di salmone in scatola contiene in genere 565 U.I. di vitamina. Assicuratevi anche di leggere l'etichetta dei supplementi di calcio. Anche alcuni di essi contengono vitamina D. Di solito i medici non consigliano supplementi di vitamina D, perché ad alte concentrazioni è nociva. - "Bevete poco alcol". L'alcol riduce la formazione delle ossa dice il dottor Cooper, aggiungendo che le ricerche hanno dimostrato che gli alcolisti sono particolarmente esposti a perdere densità ossea. Bevete solo moderatamente: non più di tre o quattro bicchieri di vino al giorno per gli uomini e non più di uno o due per le donne, avverte il dottor Wallis. - "Non fumate". Come se ci volesse un altro motivo per smettere di fumare. Il fumo di sigaretta abbassa il livello degli estrogeni, rileva il dottor Cooper. E le donne con bassi livelli di estrogeni sono più esposte al rischio di sviluppare l'osteoporosi. - "Limitate la caffeina". Abbiamo fatto molte ricerche sulla caffeina e c'è un leggero effetto di perdita di calcio attraverso le urine riporta il dottor Heaney. Ma due o tre tazze di caffè al giorno non sono un problema.
- "Non mangiate troppa carne". Questo non significa che dovete eliminare la carne dalla vostra alimentazione. Ma non esagerate. Ora sappiamo che le proteine aumentano l'escrezione più che l'assorbimento del calcio, e quindi portano a una perdita complessiva di calcio scrive il dottor Notelovitz. - "Controllate quanta fibra mangiate". Una dieta ad alto contenuto di fibre può intrappolare il calcio nello stomaco e quindi diminuire la quantità di calcio che viene assimilata, avverte il dottor Cooper. Alcuni tipi di fibra sequestrano il calcio, ma quanta e di quali tipi non si sa aggiunge Conrad Johnston junior, docente di medicina all'Indiana University.Quindi, a meno che la vostra alimentazione sia straordinariamente ricca di fibre (e pochi americani hanno questo problema), non andate all'altro estremo, riducendo drasticamente l'apporto di fibra; eventualmente riducetela un po'. Dopo tutto ci sono tante buone cose da dire sulla fibra dichiara il dottor Levin. Va bene per la motilità intestinale ed aiuta a ridurre il colesterolo. - "Riducete il sale". Più sodio c'è in quello che mangiate, più sodio espellete; e più sodio espellete, più calcio se ne va scrive il dottor Notelovitz. Succede questo: man mano che il calcio viene espulso nell'urina i livelli sanguigni di calcio scendono, stimolando la secrezione dell'ormone paratiroideo, che attacca le ossa per ricostituire il livello del calcio. - "Quanto fosfato mangiate?". C'è la convinzione diffusa, ma non la prova, che i fosfati, come quelli delle bevande gassate, sequestrino il calcio nell'intestino e prevengano la sua assimilazione afferma il dottor Miller. Negli studi su animali alte dosi di fosfati sembravano contribuire alle perdite ossee, aggiunge il dottor Johnston. Idealmente l'apporto di calcio e fosforo dovrebbe essere in rapporto di uno a uno sostiene il dottor Levin. Per raggiungere questo equilibrio, vi serve più calcio nella dieta rispetto al fosforo, perché il calcio non viene assimilato facilmente.
BOX: "Misurate i vostri rischi". Potete fare dei passi per eliminare i rischi e diminuire le vostre probabilità di avere l'osteoporosi nota il dottor Kenneth Cooper. Ma, come per altri aspetti della vostra salute, ci sono alcune cose che non potete tenere sotto controllo. Per esempio? - Avete una storia familiare di osteoporosi e di altri problemi ossei. - Siete bionde. - Avete una struttura ossea leggera - Avete più di 40 anni. - Non avete avuto figli. - Avete avuto una menopausa precoce. - Avete avuto una menopausa chirurgica in seguito all'asportazione delle ovaie. - Siete allergiche ai latticini. Ricordate, questi elementi di rischio non significano che avrete necessariamente l'osteoporosi. Servono solo per avvertirvi di fare tutto quello che potete per spostare le probabilità più a vostro favore.
BOX: "Vivere con l'osteoporosi". Forse qualcuno che conoscete ha avuto una frattura dell'anca. Se è così e se il paziente è guarito, è stato molto fortunato.
Ogni anno in America ci sono circa 250 mila fratture dell'anca dovute all'osteoporosi. Fra chi ha 65 anni o più ed ha una frattura dell'anca, il 12-20% muore entro un anno. Quindi l'osteoporosi può essere una questione di vita o di morte. Per far sì che sia una questione di vita, Kenneth Cooper, con l'aiuto della Spine Education Center di Dallas, nel Texas, offre numerosi consigli per prevenire le cadute e le fratture. Eccone alcune. Quando state in piedi: - Usate i mobili, come il bordo del tavolo, per aiutarvi a sostenere il peso del corpo. - Usate delle buone scarpe comode e con una suola che non scivoli come protezione supplementare. Quando siete seduti: - Tenete le ginocchia più alte dell'anca. Se non è possibile, piegatevi in avanti e sostenete la schiena appoggiando le braccia su una tavola o una scrivania. - Non giratevi. Se fate cadere qualcosa, alzatevi dalla sedia per raccoglierlo. In più, ecco qualche suggerimento per rendere la vostra casa più sicura: Evitate i tappeti instabili, come i tappetini: possono letteralmente buttarvi a terra. - Usate una lampadina da notte in modo da non dovervi muovere al buio nel caso di un viaggio inaspettato in bagno. - Non mettete i mobili troppo vicini l'uno all'altro: avete bisogno di spazio di manovra. - Se vi sentite instabili, usate un bastone o un treppiedi.
91. OTITE. 8 idee per lenire i sintomi. Il bimbo si rigira nel lettino in preda a un brutto sogno che non lo lascia tranquillo. Voi guardate l'orologio. Mezzanotte. Con un sospiro, vi tirate su le coperte e cercate di dormire. Il bambino scalcia il fondo del lettino. Cambia posizione con uno sbuffo, un sospiro e un tonfo più forte del solito. Piagnucola senza svegliarsi. State sentendo tutto. Non dormite e in realtà cominciate a chiedervi se stanotte riuscirete a dormire. Invece di contare le pecore, contate piccoli sensi di colpa. Che cosa potrei fare per aiutarlo a dormire meglio? Maaaaamma. Papàààààà! Arriva il pianto. Comincia la saga dell'otite di mezzanotte. I bambini si prendono infezioni dell'orecchio medio per diverse ragioni. Le loro trombe d'Eustachio, cioè i canali che portano dalla parte posteriore della gola all'orecchio medio, sono più larghe e più corte di quelle degli adulti. Inoltre i nervi di quell'area forse non sono ancora pienamente sviluppati e anche questo può influire sulle trombe d'Eustachio. In più i bambini che vanno al nido o all'asilo sono più esposti ai raffreddori, e anche questo può provocare infezioni auricolari. D'altra parte, voi che dormite in un letto invece che in culla non siete immuni.
Prendete un adulto con i seni frontali intasati, fategli fare un viaggio in aereo, lasciategli addosso raffreddore e catarro per due giorni di troppo ed ecco, immediatamente, un'infezione all'orecchio. I sintomi usuali di un'infezione dell'orecchio medio sono dolore e calo dell'udito, ma sia adulti sia bambini possono avere un'otite senza dolore, afferma George W. Facer, otorinolaringoiatra della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota. Una volta che l'infezione si è insediata, la cosa migliore è curarla con gli antibiotici, anche se alcune guariscono da sole Avrete le orecchie come nuove in una settimana o dieci giorni al massimo. Ma che cosa potete fare stanotte? E come potete prevenire la prossima otite? UN PO' DI CURE AFFETTUOSE. Se state male, o se il vostro bambino sta male, quello che volete è un po' di sollievo. Ecco che cosa consigliano gli esperti. - "Provate con il paracetamolo". Questo tipo di antidolorifico è la prima scelta del medico. Una dose al momento di andare a letto può essere sufficiente per mettere a nanna il dolore, mentre voi o vostro figlio dormite. Non date aspirina ai bambini di età inferiore ai 12 anni, perché c'è il rischio della sindrome di Reye, una malattia neurologica potenzialmente mortale (per fortuna rara in Italia). - "Tenete su la testa". Se tenete la testa sollevata, le trombe di Eustachio il più delle volte si svuotano da sole, spiega Dudley J. Weider, otorinolaringoiatra del Dartmouth-Hitchcock Medical Center di Hanover, nel New Hampshire. E' anche per questo che i bambini con un'infezione all'orecchio non danno segni di dolore durante il giorno. Sono occupati a giocare e a correre e le trombe d'Eustachio si scaricano nella parte posteriore della gola. - "Bevete qualcosa". L'atto di inghiottire stimola l'azione muscolare che aiuta le trombe d'Eustachio ad aprirsi e a svuotarsi, segnala il dottor Weider, e trombe aperte significa meno dolore. - "Spray nel naso, orecchie asciutte". Gli adulti molto esposti alle otiti possono provare un decongestionante nasale in spray prima di dormire, consiglia il dottor Facer. Però usate gocce nasali solo per un giorno o due. L'abuso può provocare un effetto di rimbalzo, peggiorando il naso chiuso. CURE PREVENTIVE. Non è possibile prevenire completamente l'otite, però ci sono alcune cose che potete fare per ridurre le probabilità di prendervela. - "Allattate il bambino al seno". Alcuni esperti sono convinti che questo diminuisca i problemi di otite del vostro piccolo. Uno studio su 237 neonati, condotto a Helsinki, ha dimostrato che il 6% di bambini allattati al seno e il 19% di bambini allattati artificialmente hanno sviluppato infezioni dell'orecchio medio entro il primo anno di vita. Entro i 3 anni, solo il 6% dei bambini allattati al seno ha avuto otiti, in confronto con il 26% dei bambini allattati artificialmente. Perché una differenza così grande? I ricercatori pensano che i bambini allattati al seno abbiano una risposta immunitaria più attiva alle infezioni auricolari. - "Smettete di fumare". Il fumo favorisce l'infezione in un adulto con problemi all'orecchio perché inquina l'aria con agenti irritanti, che provocano una congestione delle trombe d'Eustachio, afferma il dottor Weider. Il fumo passivo, non meno ricco di inquinanti, può essere altrettanto pericoloso per i bambini predisposti ai problemi di orecchie. - "Scegliete bene l'asilo". I bambini inseriti in gruppi molto numerosi sono più esposti al contatto con i germi che provocano l'otite.
I genitori che cercano l'asilo per un bambino soggetto alle otiti possono provare a scegliere situazioni che prevedano gruppi più ristretti, finché il piccolo non supera questa fase, suggerisce il dottor Weider. - "Portate pazienza". Molti bambini superano l'età delle otiti a tre anni, dichiara il dottor Facer. Dopo di che, lui e voi potrete dormire in pace.
AVVERTENZA MEDICA: "Non aspettate il dolore". Se dopo un raffreddore ci sentite meno del solito e avete le orecchie tappate per più di due giorni, andate dal medico. Forse avete già un'infezione o del liquido nell'orecchio medio, segnala il dottor George W. Facer. Se non viene curata, un'infezione all'orecchio può provocare una perdita permanente dell'udito negli adulti e nei bambini, avverte il dottore. Il trattamento normale consiste in 10-14 giorni di antibiotici.
92. OTITE DA PISCINA. 8 + 1 trattamenti preventivi e curativi. Se poteste ridurvi alle dimensioni di una pulce e strisciare nell'orecchio di un nuotatore, è probabile che vedreste un canale auricolare rosso e irritato. Avrebbe l'aria di prudere e ci vedreste pochissimo cerume. Vedreste umidità e una poltiglia maleodorante proveniente dai batteri rintanati nella pelle. Quello che si vede nell'orecchio di un nuotatore è un caso classico di otite esterna, un'infezione più nota, guarda caso, come 'otite da piscina'. Tutto quello che ci vuole per procurarsi un'ostinata otite esterna sono le orecchie ed un'umidità senza tregua. E' come continuare a tenere le mani nell'acqua dei piatti. La pelle si macera e si cuoce osserva Brian W. Hands, otorinolaringoiatra di Toronto. Le orecchie sono sempre a bagno nell'acqua: nuoto, shampoo, doccia. Poi le persone cercano di asciugarsi le orecchie con un cotton fioc, che toglie il primo strato di pelle e i batteri protettivi. Dopo di che vincono i batteri cattivi. L'orecchio del nuotatore comincia con un orecchio che prude. Se non viene curato, può diventare una vera e propria infezione, con dolore fortissimo. Una volta che l'infezione si è insediata, c'è bisogno del medico e di un ciclo di antibiotici per domarla. Ma ci sono molte cose che potete fare perché il dolore non peggiori e soprattutto per bloccarlo prima che cominci - "Asciugatevi le orecchie con il phon".
Eliminate l'umidità dalle orecchie, consiglia il dottor Hands, ogni volta che le bagnate, sia che sospettiate o no un'infezione. Spostate in su e in giù il lobo dell'orecchio per raddrizzare il canale auricolare e dirigete il soffio d'aria all'interno, tenendo il phon a circa mezzo metro di distanza. Usate aria fredda o calda, ma lasciatelo in funzione per 30 secondi. In questo modo asciugherete l'orecchio, eliminando l'umidità, luogo ideale per batteri e funghi. - "Provate un rimedio senza ricetta". Ci sono in farmacia parecchi tipi di gocce che combattono i batteri. Se il prurito alle orecchie è ancora l'unico sintomo, uno di questi prodotti può respingerli sotto il livello dell'infezione, segnala Dan Drew, appassionato nuotatore e medico di famiglia di Jasper, nell'Indiana. Mettetelo ogni volta che vi bagnate le orecchie. - "Tappate il problema". Dire a un nuotatore accanito di non andare nell'acqua è quasi come dire a una persona normale di smettere di respirare, avverte John House, professore associato di otorinolaringoiatria all'Università della California del Sud. Nuotate pure, consiglia il dottore, ma mettete tappi nelle orecchie per tener fuori l'acqua. I tappi di cera o di silicone vengono ammorbiditi per modellarsi sulle vostre orecchie e sono in vendita in molte farmacie. E non dimenticate di mettervi i tappi quando vi lavate i capelli o vi fate la doccia, ricorda il dottor House. Tenere asciutte le orecchie è importante soprattutto per chi è esposto alle infezioni auricolari. - "Nuotate in superficie". Anche se state combattendo l'otite da piscina, potete continuare a nuotare, dichiara il dottor Drew. Però ricordatevi di non mettere la testa sott'acqua. - "Calmate il dolore con il calore". Un tovagliolo appena stirato, una borsa dell'acqua calda ben coperta, uno scaldino regolato sul tiepido: insomma, il calore fa la sua parte per alleviare il dolore. - "Tenete le orecchie asciutte". Imbevete di vaselina un batuffolo di cotone, consiglia il dottor Hands, e inseritelo dolcemente, come un tappo, all'imbocco dell'orecchio. Assorbirà tutto l'umido, tenendo l'orecchio caldo e asciutto. - "Fate un'instillazione". Ci sono molti liquidi adatti per uccidere i germi e contemporaneamente per asciugarvi le orecchie. Se siete predisposti all'otite da piscina o se passate molto tempo nell'acqua, dovreste usare un essiccante ogni volta che vi bagnate le orecchie. E queste soluzioni fatte in casa funzionano molto bene. "Uno schizzetto d'alcol". Abbassate la testa, con l'orecchio malato rivolto verso l'alto. Muovete l'orecchio avanti e indietro per raddrizzare il canale auricolare e istillate nel canale un contagocce pieno di alcol da massaggio. Scuotete l'orecchio perché l'alcol arrivi fino in fondo. Voltate la testa dall'altra parte e lasciate scolare l'alcol. "Una soluzione da cucina". Gocce di aceto bianco, o di parti uguali di alcol e aceto bianco, uccidono funghi e batteri, segnala il dottor House. Usate la soluzione come nel caso dell'alcol. "Olio minerale, olio per bambini o lanolina". Possono essere soluzioni preventive, prima del bagno. Usatele come nel caso dell'alcol. - "Metteteci un riparo". Il dottor Drew ha inventato una cuffia da bagno con occhialini incorporati perché gli occhialini non se ne vadano per conto loro quando il nuotatore si tuffa in piscina. Dopo di che ha notato che c'è un vantaggio in più: la versione in gomma della cuffia copre le orecchie ed aiuta a ripararle dall'acqua.
La combinazione ideale è un paio di tappi più la cuffia che li tiene in posizione, dichiara il dottore.
BOX: "E gli apparecchi acustici?". Se per sentirci meglio usate un apparecchio acustico, potete avere un'otite da piscina senza neanche vedere l'acqua da lontano. Gli apparecchi acustici hanno un effetto-tappo, spiega il dottor Brian W. Hands. Oltre a catturare i suoni, catturano anche l'umidità del canale auricolare. E l'umidità stagnante favorisce i germi dell'infezione. La soluzione? Toglietevi l'apparecchio ogni volta che potete, per dare al vostro orecchio la possibilità di asciugarsi.
93. PELI INCARNATI. 10 trucchi per una rasatura perfetta. La ballata di Inky, il pelo incarnato: "Una mattina presto, al primo albore Inky fu svegliato da un terribile rumore sempre più vicino: cigolii, stridore Inky era pieno di terrore. Sì, la lama era vicina che spavento! Inky tirò dentro la testina." Ma non fu questa la fine di Inky, ragazzi. Nossignore. Inky nascose la sua piccola testa pelosa sotto la pelle, come un'ostrica nella sabbia e se ne stette ben nascosto e al calduccio nella sua piccola tana di pus. Inky e i suoi amici del Grande Deserto del Collo pensavano di essere al sicuro, ma un giorno arrivò il signor Pinzette e cominciò a strapparli fuori, afferrò Inky fra le sue grandi mascelle d'acciaio, lo strinse forte e lo strappò dalle sue radici. Tu puoi buttarmi nel lavandino, strillò Inky al signor Pinzette con aria di sfida ma tornerò, te lo giuro, tor-ne-rò! Il signor Pinzette è praticamente l'unico sistema per liberarsi di Inky, il pelo incarnato, sostengono i dermatologi, ma ci sono dei mezzi per fare in modo che non torni. - "Pinzette alla riscossa". Se riuscite a vedere il piccolo Inky nascosto sotto la pelle, dichiara Rodney Basler, dermatologo e assistente di medicina interna all'Università del Nebraska, applicate sulla pelle una compressa umida e calda per un paio di minuti, in modo da ammorbidire la cute. Poi sterilizzate un ago o un paio di pinzette e strappatelo via. Infine, usate un antisettico come l'acqua ossigenata o l'alcol. - "Portate Inky alla superficie". Se non riuscite a vedere il pelo incarnato, non cercate di raggiungerlo alla cieca, avverte il dottor Basler perché magari non è affatto un pelo incarnato. Invece trattate la zona con una compressa calda e umida finché non vedete spuntare il pelo. A quel punto, e solo a quel punto, usate l'ago o le pinzette sterilizzate seguiti da un disinfettante. - "Mai pensato di farvi crescere la barba?". Più i peli sono ricciuti, più è facile ritrovarsi con peli incarnati segnala il dottor Basler. Se la cosa diventa davvero un problema, pensate seriamente a lasciarvi crescere la barba. E' un'alternativa quanto mai sensata. - "Ammorbidite i peli". Se non avete voglia di farvi crescere la barba, una buona preparazione alla rasatura vi aiuterà a evitare una quantità di piccoli Inky. Lavatevi bene la faccia con acqua e sapone per due minuti raccomanda Jerome Z. Litt, dermatologo dell'Ohio. Questo ammorbidisce i peli.
Sciacquate bene, applicate la crema o il gel da barba e lasciatelo in posa per due minuti per ammorbidire ulteriormente i peli. - "Lasciate un'ombra di barba". Riconciliatevi con l'idea di avere sempre 'una barba da tardo pomeriggio', dice il dottor Basler. Non radetevi troppo a fondo. Il modo migliore per farlo, sostiene il dottore è radersi con un rasoio elettrico. - "Niente doppia lama". Magari il rasoio elettrico non è un problema, ma i rasoi a doppia lama sono un problema doppio. La prima lama taglia e raddrizza il pelo; la seconda lo taglia sotto il livello cutaneo, spiega il dottor Litt. Risultato: il pelo tagliato cortissimo si arriccia e cresce all'interno della pelle. Invece usate un rasoio a lama semplice e scegliete un livello di rasatura non troppo vicino alla pelle. - "Educate la vostra barba". I peli della vostra barba crescono in centomila direzioni diverse? Il dottor Litt vi consiglia di educarli a crescere diritti. Potete riuscirci se vi radete in due sole direzioni: in giù, sulla faccia, ed in su, sul collo (per prevenire i tagli). Non radetevi in tutte le direzioni, oppure facendo pelo e contropelo. All'inizio la rasatura non è la fine del mondo, spiega il dottore ma se continuate a radevi in giù sul viso e in su sul collo, la barba comincerà a crescere diritta nel giro di qualche mese. - "Un trattamento speciale per il dopobarba". E' una buona idea mettere una salvietta umida sul viso per qualche minuto dopo la rasatura ricorda il dottor Basler. L'umidità ammorbidisce i peli, che in questo modo non riescono a entrare nella pelle. Come dopobarba usate una lozione cremosa, non la solita lozione a base di alcol. E' emolliente e tiene la barba idratata conferma il dottore. - "Combattete le infezioni". Se nonostante i vostri sforzi, un pelo riesce a ripiegarsi in dentro, potete comunque ridurre la quantità di batteri che si porta appresso. Una soluzione al 10% di perossido di benzoile ha in qualche misura un effetto antibiotico e probabilmente vi sarà utile se lo usate come dopobarba. I normali dopobarba contengono molto alcol e anche loro diminuiscono la carica batterica della pelle. - "Signore, radetevi all'ingiù". Generalmente le donne si radono le gambe dal basso in alto, dalle caviglie alle ginocchia osserva il dottor Litt. Questa direzione va contropelo e può provocare peli incarnati. Radetevi dall'alto in basso, dalle ginocchia alle caviglie.
94. PELLE GRASSA. 6 + 1 consigli per un viso luminoso. Davvero, non è colpa vostra. Se proprio volete dare la colpa a qualcuno, prendetevela con i vostri antenati.
Probabilmente venivano da qualche zona dove la pelle grassa aveva uno scopo ben preciso, per esempio, contrastare gli effetti del forte sole mediterraneo. E adesso siete qui, con la vostra pelle grassa, immersi nelle nebbie della pianura padana, dove l'imbarazzo di una fronte luccicante supera tutti i possibili effetti protettivi nei confronti dei raggi solari troppo intensi. L'ereditarietà ha un ruolo importante nella pelle grassa, ma anche gli ormoni sono un fattore determinante. A volte le donne incinte notano un aumento nell'untuosità della pelle quando cambia l'attività ormonale: lo stesso può capitare alle donne che prendono alcuni tipi di pillola anticoncezionale. Anche lo stress dà una marcia in più alle ghiandole sebacee, mentre i cosmetici sbagliati possono aggravare un caso moderato di pelle grassa. Potete tenere sotto controllo alcune di queste cause; con altre, dovrete imparare a convivere. Non c'è una ricetta magica per curare la pelle grassa. I consigli più aggiornati da parte degli esperti dicono di tenerla pulita, continuamente. I nostri consigli vi aiuteranno a ottenere questo risultato nel miglior modo possibile. D'altra parte gli esperti sono convinti che questo velo oleoso offre anche alcuni vantaggi e uno dei più importanti diventa evidente man mano che passa il tempo. Infatti la pelle grassa invecchia meglio e forma meno rughe rispetto alla pelle secca o normale. La maledizione di oggi è la benedizione di domani.- "Fatevi una maschera di fango". Le maschere di fango o di argilla sono ottime afferma Howard Donsky, professore associato di medicina all'Università di Toronto e dermatologo al Toronto General Hospital. Ma il dottor Donsky avverte che le maschere danno alla pelle un senso di benessere e un aspetto migliore solo temporaneamente, quindi non sperate che l'effetto duri. In genere, più scura è l'argilla più sebo assorbe. Le argille bianche o rosa sono più delicate e sono più indicate per le epidermidi sensibili. Le maschere eliminano l'oleosità superficiale della pelle, ma non aspettatevi che 'puliscano i pori in profondità' (alcuni esperti sostengono che questa espressione non significa niente) o che facciano qualcosa oltre a tonificare momentaneamente la cute. - "Lavatevi con acqua e sapone". L'acqua calda è un ottimo solvente dichiara Hillard H. Pearlstein, medico privato e assistente di dermatologia alla City University of New York. Per questo il dottore raccomanda di lavare la pelle grassa in acqua molto calda e con sapone abbondante. L'acqua calda insaponata scioglie il sebo molto meglio dell'acqua fredda insaponata, spiega il dottore e non solo il sebo, ma anche il sapone, i residui e la sporcizia che state cercando di togliervi di dosso. - "Usate un sapone astringente". Visto come stanno attualmente le cose nel trattamento della pelle grassa, tutto quello che potete fare è sgrassare l'epidermide, sostiene il dottor Pearlstein e dovete farlo più volte, con saponi astringenti. Trovare un sapone astringente non è un problema (in realtà è un problema trovarne uno che non secchi la pelle). Sembra che molti dermatologi apprezzino il buon vecchio sapone di Marsiglia (non quello per il bucato, ovviamente), oltre a saponi sgrassanti più specifici come Clearasil e Neutrogena, per citarne solo qualcuno. Ma in realtà non c'è bisogno di spendere soldi, segnala Kenneth Neldner, docente e primario del dipartimento di dermatologia alla Texas Tech University. Molti comuni saponi da bagno hanno un'azione disidratante e vanno benissimo. L'importante è usarne tanto: non fate economia di sapone e sfregate bene la pelle.
- "Usate un astringente". La soluzione migliore sono le lozioni astringenti a base di acetone, sostiene il dottor Neldner. L'acetone è uno splendido solvente per il grasso e il sebo, e molti astringenti contengono una piccola quantità di acetone. Se li usate regolarmente, state pure sicuri che togliete davvero il grasso dalla pelle. Anche se molti astringenti contengono alcol, cercatene uno che contenga anche acetone, avverte il dottor Neldner. Però il normale alcol denaturato può essere usato senza problemi come astringente efficace e poco costoso. Chi cerca qualcosa di più delicato può provare la tintura di amamelide, che contiene poco alcol ed è comunque efficace. Gli astringenti senza alcol contengono soprattutto acqua e non sono efficaci come quelli a base di alcol e di acetone, ma possono essere utili per chi ha la pelle sensibile. Un particolare degno di nota: i dermatologi segnalano che piuttosto che lavare il viso più volte al giorno, il che può lasciarvi la cute troppo secca e irritata, è meglio portarsi dietro fazzolettini imbevuti di astringente, con cui pulire il viso. - "Scegliete bene i cosmetici". I cosmetici si dividono in due grandi categorie, dichiara il dottor Neldner quelli a base di olio e quelli a base di acqua. Se avete la pelle grassa, usate prodotti a base acquosa. Ci sono molti prodotti cosmetici formulati apposta per la pelle grassa. Sono studiati per assorbire e coprire il sebo, in modo che la pelle non appaia troppo lucida. Ma nessun cosmetico contiene un ingrediente magico che rallenti o blocchi la produzione di sebo, quindi non fatevi ingannare e non comprate prodotti che affermano di farlo. - "Usate un talco". Per un'ulteriore protezione antigrasso, alcune donne hanno scoperto che un prodotto semplice come il talco per neonati è un'ottima cipria, quando viene spolverato leggermente sopra il trucco.
BOX: "Non è colpa dell'alimentazione". Alcune riviste e libri di cosmetica raccomandano diete speciali per migliorare la pelle grassa (in genere eliminando gli alimenti grassi e fritti) ma i nostri esperti dicono che si tratta di pura fantasia e di sforzi sprecati. Non c'è rapporto fra l'alimentazione e la pelle grassa dichiara il dottor Hillard H. Pearlstein. La pelle untuosa è determinata geneticamente: o l'avete o non l'avete. Non potete eliminare le ghiandole sebacee con la dieta; tutto quello che potete fare è asciugare ciò che viene fuori. Il dottor Kenneth Neldner è d'accordo. Non penso che la dieta serva a qualcosa. E se fa qualcosa, lo fa per vie sconosciute alla comunità medica. Voglio dire che se avete la pelle secca, non potete mangiare niente che vi faccia venire la pelle grassa, e non c'è motivo di pensare che la cosa funzioni al contrario per la pelle grassa.
95. PELLE SECCA E IRRITATA DAL FREDDO. 10 trattamenti per il brutto tempo. Se state leggendo questo libro nelle Hawaii, probabilmente potete saltare questo capitolo. Uscite e godetevi l'aria umida e tiepida. Date alla vostra pelle un bel sorso di umidità tropicale. Divertitevi. Buona giornata. Bene, ora che loro se ne sono andati, noi che restiamo possiamo dedicarci al problema di come evitare che la nostra pelle si secchi e si squami, almeno finché non torna la primavera. Sicuro, quelli di noi che vivono in climi freddi e asciutti e magari in casa hanno un impianto di riscaldamento ad aria forzata che funziona tutto il giorno, conoscono bene il fastidio della pelle secca e dell'irritazione invernale. Bene, che cosa si può fare? Facile. Spegnete il riscaldamento e andate in Florida. Non potete andarci? Allora abbassate almeno il termostato; è un grosso passo avanti verso una pelle invernale più sana. Ma ci sono molti altri passi che potete fare, e molti li abbiamo elencati qua sotto. Però tutti seguono una premessa di base, che è questa: l'aridità significa che la pelle soffre per mancanza d'acqua, non per mancanza di grasso. Tenetelo bene in mente mentre leggete, e anche mentre fate le solite cose di ogni giorno, quest'inverno. La vostra pelle vi ringrazierà. - "Bere molto? Non è il caso". Molti libri di estetica e molte riviste femminili raccomandano di bere almeno sette o otto bicchieri d'acqua al giorno per tenere la pelle idratata e prevenire la secchezza cutanea. Non credeteci. Se siete totalmente disidratati, la pelle si secca spiega Kenneth Neldner, docente e primario del dipartimento di dermatologia alla Texas Tech University. Ma se siete normalmente idratati, non è possibile eliminare o correggere la pelle secca a forza di bere. - "Mettete l'acqua dove serve". Il modo migliore per idratare l'epidermide è metterla a bagno nell'acqua dichiara Hillard H. Pearlstein, assistente di dermatologia alla Mount Sinai School of Medicine di New York. Il dottor Pearlstein raccomanda un bagno di un quarto d'ora in acqua tiepida, non calda. E dimenticate l'idea fissa di dover fare il bagno tutti i giorni. La regola base per la pelle secca è: fate meno bagni e usate acqua più fredda. - "Lubrificate la pelle". Applicate un idratante subito dopo ogni bagno consiglia il dottor Pearlstein. L'umidità accumulata nella pelle tende a evaporare. Se fate il bagno di frequente, un idratante è doppiamente importante perché trattiene l'acqua nei tessuti. Secondo il dottor Pearlstein, si pensa che la crema idratante restituisca del grasso alla pelle, ma questo non è del tutto vero. Ricordatevi sempre che la pelle è secca perché perde acqua, non perché perde grasso ribadisce il dottore. Tutti sanno come è facile tagliarsi le unghie, anche le unghie dei piedi, dopo che sono rimaste a bagno nell'acqua spiega il dottore. Questo è un buon esempio di idratazione, di quello che avviene alla vostra pelle mentre fate il bagno. Le creme idratanti applicate dopo il bagno aiutano a tenere l'acqua dentro la pelle e quindi prevengono la secchezza. - "Non asciugatevi troppo".
E' molto più utile applicare una crema idratante sulla pelle umida, immediatamente dopo il bagno, che metterla su una pelle completamente asciutta ricorda il dottor Neldner. Questo non significa che dovete saltar fuori grondanti dalla vasca o dalla doccia e applicare immediatamente la lozione. Tamponatevi un po' con l'asciugamano e sarete asciutti quel tanto che basta prima della lozione conclude il dottore. State cercando di imprigionare un po' d'acqua nella pelle, ed è questa la regola fondamentale nella battaglia contro l'aridità. - "Idratanti? Non andate sul difficile". In fatto di idratanti niente batte la vaselina afferma Howard Donsky, professore associato all'Università di Toronto e dermatologo al Toronto General Hospital. In realtà, se non badate alla sensazione, praticamente qualsiasi olio vegetale (di girasole, di arachidi, di mandorle) va bene per combattere la pelle secca e irritata dal freddo. Sono lubrificanti cutanei efficaci, puri e senza rischi. E costano anche poco. Però questi prodotti hanno un difetto: tendono a essere oleosi. Alla gente piacciono le cose che hanno un buon odore, lasciano una sensazione piacevole al tatto e non la fanno sentire untuosa come un maiale dice il dottor Pearlstein. Dipende da quanto volete spendere, dall'odore che volete avere addosso e da come volete sentirvi. Tutte le creme idratanti fanno la stessa cosa, alla fin fine, e non c'è nessuna prova scientifica che un qualsiasi prodotto sia meglio di un altro. E' una decisione strettamente personale. - "Avena per guarire". Alcuni ricercatori pensano che gli effetti addolcenti dell'avena sulla pelle siano stati scoperti circa 4000 anni fa. E c'è gente che continua ad usarla anche oggi. La farina d'avena nel bagno ha un'azione calmante osserva il dottor Donsky. Versate due tazze di farina d'avena colloidale (come l'Aveeno, che è in vendita in farmacia) in una vasca di acqua tiepida. Il termine 'colloidale' significa semplicemente che la farina è stata ridotta in una polvere talmente fine da restare sospesa nell'acqua. Potete usare la farina d'avena anche come sostituto del sapone aggiunge il dottore. Legate un po' di farina d'avena colloidale in un fazzoletto, bagnatela nell'acqua, strizzatela e usatela come un normale sapone. - "Scegliete saponi supergrassi". Molti saponi contengono lisciva segnala il dottor Pearlstein. E' un ottimo detergente, ma è molto irritante per la pelle secca. Il dottore raccomanda che le persone con la pelle secca evitino i saponi forti e preferiscano quelli 'supergrassi' come Neutrogena o Dove. Questi saponi hanno una dose extra di sostanza grassa (cold cream, burro di cacao, olio di cocco, lanolina) che viene aggiunta durante la fabbricazione. Per esempio, un prodotto come Dove non è un vero sapone spiega il dottor Pearlstein. E' piuttosto una crema e anche se non deterge bene, è meno irritante per l'epidermide, rileva il dottore e questo fa differenza. - "Non insaponatevi tanto spesso". Non c'è niente di terapeutico nel sapone ricorda il dottor Pearlstein. Gli americani sono il popolo più iperlavato e iperdeodorato, e come dermatologi vediamo più problemi legati all'uso eccessivo di sapone che alla sua mancanza. Il suo parere: se non c'è sporco, non lavate. - "Usate un umidificatore". Parte del problema della pelle secca e irritata dipende dal calore secco dell'inverno segnala il dottor Pearlstein.
L'aria riscaldata nelle caldaie può ridurre l'umidità dell'aria in casa vostra al 10%, mentre un 30-40% è molto più vicino all'ideale per mantenere l'umidità cutanea. Per questo i nostri esperti raccomandano di usare un umidificatore durante i mesi invernali, ma con un avvertimento. Molti pensano che per sistemare le cose basti mettere in casa un umidificatore segnala il dottor Pearlstein. Ma gli umidificatori sono come i condizionatori: ce ne vuole uno veramente grande per risolvere il problema in tutta la casa. Naturalmente, se mettete un apparecchio piccolo vicino al vostro letto la cosa vi sarà utile comunque. Se mettete un umidificatore in camera da letto, aggiunge il dottor Neldner ricordatevi di tenere chiusa la porta, in modo che l'umidità resti dentro. Può essere utile lasciare aperta la porta del bagno mentre fate la doccia? Può essere d'aiuto, osserva il dottor Neldner perché ogni gocciolina di umidità aiuta. Quando il riscaldamento è in funzione, l'umidità viene letteralmente succhiata via dall'ambiente. - "Giù il termostato". Un ottimo sistema per combattere le irritazioni cutanee invernali è abbassare il termostato. Può essere veramente utile tenere la casa più fredda durante l'inverno nota il dottor Pearlstein. L'aria fredda ha un effetto anestetico: dà alla pelle un senso di benessere. Quando scaldate troppo la casa, spiega il dottore, i vasi sanguigni si dilatano e inizia il ciclo pruritoirritazione. Ma quando la pelle si raffredda, perché entra a contatto con aria o acqua fredda, sta meglio sostiene il dottor Pearlstein. La pelle tende a essere meno irritabile se l'ambiente è fresco.
96. PIEDE D'ATLETA. 17 + 1 trucchi per liberarsene. Uno che passa il tempo a guardare la televisione può avere il piede d'atleta? Potete scommetterci il vostro telecomando! Il fungo che lo provoca (la "tinea") non è affatto razzista. Non gli importa di sapere se siete un portiere o un centravanti; o magari la fidanzata di uno spettatore. (Anche se gli uomini hanno più probabilità di beccarsi questa noiosissima infezione, le donne non ne sono affatto immuni.) Il piede d'atleta è provocato da un organismo che vive sulla pelle e prospera negli ambienti caldi e umidi. Anche se probabilmente i climi caldi incoraggiano la sua crescita, di solito la colpa è delle calzature umide. Una volta che ce l'avete, vi ci vorrà almeno un mese per liberarvi di un caso difficile. Peggio ancora, il problema tornerà se non eliminate le condizioni che l'hanno provocato. E allora, eccovi qualche consiglio per risolvere un'infezione in corso e un po' di idee per evitare una ricaduta. - "Un po' di coccole". Il piede d'atleta può arrivare all'improvviso, con un'esplosione di pelle screpolata, vesciche trasudanti e una sensazione di bruciore intermittente, afferma Frederick Hass, medico di San Rafael, in California. Quando siete nella fase acuta, coccolate il piede.
Tenetelo scoperto e sempre a riposo, anche se per riuscirci dovete restare a casa dal lavoro e trascurare le vostre incombenze domestiche. Anche se in sé l'infiammazione non è pericolosa, se non state attenti può peggiorare e diventare una fastidiosa infezione batterica. - "Calmate i dolori". Usate impacchi calmanti per placare l'infiammazione, diminuire il dolore, dare sollievo al prurito e asciugare le piaghe, consiglia il dottor Hass. Acquistate in farmacia le apposite polveri (saltrati), scioglietele in acqua fredda, bagnate nel liquido un panno di cotone bianco e applicatelo sul piede tre o quattro volte al giorno per 15-20 minuti. - "Una soluzione (salata)". Tenete a bagno il piede in una soluzione di acqua calda con due cucchiai di sale ogni mezzo litro d'acqua, consiglia Glenn Copeland, podiatra di Toronto. Fatelo ogni volta per 5-10 minuti e ripetete l'applicazione finché il problema non si risolve. La soluzione salina aiuta a creare un ambiente sgradevole per il fungo e riduce l'eccesso di traspirazione. Inoltre ammorbidisce la pelle, per cui i medicinali antimicotici possono penetrare più in profondità e agire più efficacemente. - "Medicatevi il piede". A questo punto è il momento di applicare un farmaco antimicotico. Secondo il dermatologo Thomas Goodman junior, assistente all'Università del Tennessee, i tre tipi base contengono miconazolo o tolnaftato o acidi grassi. Due o tre volte al giorno applicate uno di questi prodotti, in uno strato leggero, su tutta l'area interessata, e massaggiate con delicatezza. Continuate per almeno quattro settimane. - "Curate anche gli spazi fra le dita". Se avete il piede d'atleta fra le dita, suggerisce il dottor Goodman, applicate una soluzione di cloruro d'alluminio. Questo liquido trasparente non solo uccide i funghi, ma aiuta ad asciugare la zona e scoraggia le ricadute. Chiedete al vostro farmacista di prepararvi una soluzione al 25% di cloruro d'alluminio nell'acqua. Usate un cotton fioc per applicare il liquido fra le dita due o tre volte al giorno. Continuate per due settimane dopo che l'infezione è guarita. Un avvertimento, segnala il dottor Goodman: non usate cloruro d'alluminio sulla pelle screpolata o messa a nudo, perché brucia da pazzi. Fate prima guarire le screpolature con una medicina antimicotica. - "Massaggiate i piedi con il bicarbonato". Per i funghi sui piedi, e soprattutto fra le dita, usate una pasta di bicarbonato, consiglia Suzanne M. Levine, assistente podiatra al Mount Sinai Hospital di New York. Prendete un cucchiaio di bicarbonato e mescolatelo con un pochino di acqua tiepida. Massaggiate la pasta sulla sede del fungo, poi sciacquate e asciugate molto bene. Completate il trattamento con una spolverata di amido o di talco. - "Eliminate la pelle morta". Quando la fase acuta dell'attacco si è calmata, raccomanda il dottor Hass, è meglio togliere un po' di pelle morta. Ospita funghi vivi che possono reinfettarvi. Mentre fate il bagno passate tutto il piede, leggermente ma con energia, con una spazzolina non troppo morbida. Fate particolarmente attenzione agli spazi fra le dita: in questi punti usate uno spazzolino da bottiglia o da provetta. Se vi spazzolate i piedi nella vasca da bagno, dopo aver concluso la 'spazzolatura', fate la doccia per lavare via i frammenti di pelle che possono attaccarsi ad altre parti del corpo e dare inizio ad un altro focolaio di infezione. - "Attenzione alle unghie".
Le unghie dei piedi sono un ottimo terreno di coltura per i funghi, spiega il dottor Hass. Il suo consiglio è di pulire bene la parte sporgente almeno ogni due o tre giorni. Ricordatevi di usare un bastoncino di legno d'arancio, quello che usate per la manicure, uno stuzzicadenti o un fiammifero di legno invece di una limetta metallica, che può graffiare le unghie ed offrire ai funghi comode nicchie. - "Continuate ad applicare la crema". Una volta risolta l'infezione, consiglia il dottor Goodman, potete evitare le ricadute se continuate a usare (più raramente) la crema o la lozione fungicida che ha curato il problema. E' una precauzione, soprattutto nella stagione calda. Usate il vostro buon senso per stabilire la frequenza: da una volta al giorno a una volta la settimana. - "Scegliete le scarpe adatte". Evitate sia le scarpe di plastica sia le calzature di cuoio impermeabile, raccomanda il dottor Copeland. Questo tipo di scarpa imprigiona il sudore e crea un ambiente caldo e umido, ideale per lo sviluppo dei funghi. La dermatologa Diana Bihova, che insegna dermatologia alla New York University, suggerisce di liberarsi di tutte le calzature strette, troppo coprenti e poco aerate, e di non tenere gli stivali ai piedi per tutto il giorno. I materiali naturali come il cotone e il cuoio sono l'ambiente migliore per i piedi, mentre la gomma e anche la lana fanno sudare e trattengono l'umidità. Ogni volta che è possibile, per esempio, d'estate, mettete calzature che fanno passare l'aria, come i sandali dice la dottoressa. - "Cambiate spesso le scarpe". Non mettete le stesse scarpe per due giorni di seguito, raccomanda Dean S. Stern, podiatra al RushPresbyterian-Saint Luke's Medical Center di Chicago, nell'Illinois. Ci vogliono almeno 24 ore perché le scarpe si asciughino bene. Se i vostri piedi sudano molto, cambiate le scarpe due volte al giorno. - "Tenete le scarpe asciutte e pulite". Spolverate spesso l'interno delle vostre scarpe con polvere o spray antimicotico. Un'altra buona idea, segnala Neal Kramer, podiatra di Bethlehem, in Pennsylvania, è spruzzare un po' di disinfettante su uno straccio, e poi usarlo per ripassare l'interno delle scarpe. Questo ucciderà tutte le spore di fungo all'interno. Fatelo ogni volta che vi togliete le scarpe, consiglia il dottore. - "Tenetele all'aria". Il dottor Hass raccomanda di lasciare per un po' le scarpe al sole, per arieggiarle. Togliete le stringhe e aprite la linguetta di ogni scarpa. Dovreste lasciar fuori anche i sandali ad asciugarsi, quando non li indossate. E ripulite bene l'interno delle strisce dopo averli portati, per eliminare tutta la pelle morta che potrebbe essere infetta di spore. L'idea è di ridurre al minimo qualsiasi possibilità di infezione. - "La battaglia delle calze". Se i vostri piedi sudano molto, raccomanda il dottor Hass, cambiatevi le calze tre o quattro volte al giorno. E mettetevi solo calze pulite di cotone, non di filati sintetici. Assicuratevi di sciacquare bene le calze quando le lavate, perché i residui di detersivo possono aggravare i vostri problemi cutanei. E per essere più sicuri di uccidere le spore, ribadisce il dottor Kramer, lavate le calze due volte in acqua caldissima. - "Mettete del talco sui piedi". Per tenere i piedi ancora più asciutti, lasciateli asciugare per 5-10 minuti dopo la doccia prima di mettervi calze e scarpe, consiglia la dottoressa Bihova. Per accelerare l'asciugatura completa, tenete un asciugacapelli a venti centimetri dal piede, muovete le dita e asciugate le zone interdigitali. Poi applicate un po' di talco.
Per evitare di sporcare il pavimento, mettete il talco in un sacchetto di plastica o di carta, poi metteteci dentro il piede e scuotete bene. - "E anche sulle scarpe!". La dottoressa Levine raccomanda anche di mettere le apposite polveri medicate dentro le scarpe, prima di infilarle ai piedi. - "In piscina copritevi i piedi". Potete ridurre la vostra esposizione al fungo, rileva il dottor Goodman, mettendo ciabatte o sandali da bagno nelle zone dove di solito si sta a piedi nudi. E cioè negli stabilimenti termali, nei club sportivi, nelle stanze da bagno e intorno alle piscine. Se siete facili alle infezioni da fungo, potete prendervele in qualsiasi posto umido, quindi siate prudenti.
BOX: "E' davvero piede d'atleta?". Secondo il dottor Thomas Goodman junior, l'irritazione non è piede d'atleta se: - E' sul piede di un bambino (è rarissimo che un bambino prepubere abbia un'infezione da fungo ai piedi). - E' sopra le dita dei piedi (eruzioni sulla faccia superiore delle dita o dell'avampiede sono dovute in genere a qualche forma di dermatite da contatto provocata da qualche materiale utilizzato nella produzione delle scarpe). - Il piede è rosso, gonfio, dolente, pieno di vesciche e trasudante (probabilmente questo è un caso acuto di dermatite, ed è meglio che consultiate un medico).
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un pediluvio nel vino". Ho un amico che ama il vino e che garantisce l'efficacia di questa cura per il piede d'atleta sostiene il podiatra Glenn Copeland. Lui mescola 30 grammi di salvia, 30 grammi di agrimonia (una pianta erbacea) e due tazze di vino bianco. Poi fa scaldare il liquido in una pentola coperta, per 20 minuti. Lo lascia raffreddare, poi vi immerge più volte il piede malato. A questo punto diventa vago sui tempi, ma penso che quando al piede comincia a venire il singhiozzo, vuol dire che il bagno è durato abbastanza! AVVERTENZA MEDICA: "Attenti all'infezione". Se pensate che il piede d'atleta se ne vada via da solo, potreste trovarvi in un bell'impiccio, afferma la podiatra Suzanne M. Levine. Un'infezione fungina non controllata può aprire screpolature nella pelle e dare l'avvio ad una brutta infezione batterica. Il dottor Frederick Hass raccomanda di consultare il medico curante se: - L'infiammazione vi disturba seriamente quando camminate. - Il piede o la gamba si gonfiano e vi viene la febbre. - Appare pus nelle vesciche o nelle screpolature.
97. PIEDI DOLORANTI. 12 trattamenti speciali. Oh, che vita da cani.
No, non parliamo di Bubi e Fifi. Li trattate con rispetto, loro. Li vezzeggiate, li coccolate, li viziate come se fossero altezze reali. Non li strizzate mai dentro scarpe con i tacchi alti, costringendoli ad andare in giro a far spese finché non crollano. Non li obbligate a scarpinare per panorami che si meriterebbero un mese di vacanza in cinque meschinissimi giorni. Non gli camminate sopra, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ma i piedi! Bene, amici, questa è un'altra storia.Naturalmente non siete gli unici a non badare neanche più a questi poveri disgraziati. Pochi di noi dedicano mai un pensiero ai loro piedi, finché non si mettono a far male. Altrimenti ci limitiamo a usarli come se non ci fosse un domani. Allora che cosa potete fare alla fine di una lunga e dura giornata, quando i vostri piedi si arrendono? Non è che potete buttarli via e mettervene un paio nuovo. Nossignore, ce n'è solo un paio per cliente, e a voi sono toccati i vostri. Se vi aspettate che durino quanto voi, fareste meglio a sedervi e ad ascoltare qualche consiglio degli esperti. - "Tirateli su". La cosa migliore che potete fare quando tornate a casa dal lavoro è sedervi, tirar su i piedi e muovere le dita finché la circolazione non riprende consiglia Gilbert Wright, chirurgo ortopedico di Sacramento, in California. Quindi sollevate i piedi a un angolo di 45 gradi rispetto al corpo e rilassatevi per venti minuti. - "Fate un pediluvio". Un collaudatissimo sistema per rivitalizzare i piedi è metterli a bagno in un catino di acqua calda con uno o due cucchiai di sali di Epsom, consiglia Mark D. Sussman, podiatra del Maryland. Sciacquate con acqua fresca, poi asciugate i piedi e massaggiateli con una crema o un gel idratante. - "Alternate caldo e freddo". Il dottor Sussman raccomanda questo trattamento: sedete sul bordo di una vasca da bagno e tenete i piedi sotto l'acqua corrente per diversi minuti (alternate un minuto di acqua non troppo calda ed un minuto di acqua fredda, terminando con quella fredda). Questi bagni alternati rinvigoriscono tutto l'organismo. Come al solito, se avete il diabete o problemi di circolazione, non esponete i piedi a temperature estreme. - "L'essenza del rilassamento". Una variazione di questa tecnica è segnalata da Judith Jackson di Cos Cob, nel Connecticut, esperta di aromaterapia. Mettete a bagno i piedi per cinque minuti in una vaschetta di acqua calda con 6 gocce di olio essenziale di eucalipto e 6 gocce di olio essenziale di rosmarino. Tuffate i piedi nell'acqua e lasciate che l'essenza di eucalipto vi rilassi. Poi versate sui piedi un po' d'acqua fredda, proseguite con altra acqua calda (dal rubinetto), per finire poi con quella fredda. Se volete provare un'esperienza completamente diversa, usate 6 gocce di olio essenziale di ginepro e 6 gocce di olio essenziale di limone nel bagno iniziale. Cercate gli oli essenziali nelle erboristerie. - "Fate un infuso". Se non avete sottomano gli oli essenziali, propone Judith Jackson, fate un infuso molto concentrato di menta piperita o di camomilla. Mettetene quattro bustine in due tazze di acqua bollente. Unite l'infuso a quattro litri di acqua calda. Mettete i piedi a bagno come si è detto sopra, poi proseguite con i risciacqui caldi e freddi. - "Massaggiate via i dolori". Una cosa veramente piacevole è avere qualcuno che vi massaggi i piedi con olio per bambini osserva il dottor Sussman. Se non trovate un partner compiacente, prendete voi in mano la faccenda. Prima o dopo un pediluvio, consiglia Judith Jackson, fatevi un piacevole massaggio ai piedi.
Lavorate su tutto il piede, stringendo gentilmente le dita, poi premendo con movimenti circolari sulla pianta dei piedi. Un movimento veramente efficace è far passare il pollice, più forte che potete, sull'arcata del piede. - "Ghiaccio per darvi sollievo". Un altro modo per dare sollievo ai piedi stanchi è avvolgere qualche cubetto di ghiaccio in un panno umido, poi strofinare l'impacco per qualche minuto sui piedi e sulle caviglie. Il ghiaccio risolve le infiammazioni e serve anche come leggero anestetico, afferma Neal Kramer, podiatra di Bethlehem, in Pennsylvania. Poi asciugate i piedi e massaggiateli con hamamelis, colonia, alcol o aceto, per un effetto rinfrescante e asciugante. - "Fate esercizio!". Non parliamo di aerobica o di altre attività faticose. Ma molti medici raccomandano di tenere ogni giorno in esercizio i muscoli dei piedi e delle gambe per prevenire i dolori e tenere la circolazione in buono stato. Provate queste idee, che provengono dagli esperti della Kinney Shoe Corporation. - Se in qualunque momento della giornata vi sentite tesi e con i crampi, date una buona scossa ai vostri piedi, come fate con le mani quando ve le sentite irrigidite. Scuotete un piede per volta, poi rilassatevi e piegate le dita in su e in giù. Se dovete stare in piedi per lunghi periodi, camminate sul posto, ovunque siate. Continuate a cambiare posizione e ogni tanto provate a far riposare un piede su un gradino o su un seggiolino. Se è possibile, state in piedi su un tappeto o su un materassino di gommapiuma. - Se vi sentite i piedi irrigiditi, toglietevi le scarpe, sedetevi su una sedia e stirate i piedi davanti a voi. Disegnate dei cerchi con tutti e due i piedi, tenendo ferme le caviglie: prima dieci volte in un senso, poi dieci volte nell'altro. Tirate le punte in giù più che potete, poi piegatele più in alto che potete. Ripetete per dieci volte. A questo punto afferrate le dita e spingetele delicatamente avanti e indietro. - Per un gradevole minimassaggio toglietevi le scarpe e rotolate un piede per volta su una pallina da golf, su una palla da tennis o su un matterello per un minuto o due. L'estetista newyorchese Lia Schorr raccomanda questi esercizi rivitalizzanti per i piedi: - mettete per terra qualche matita e raccoglietele con le dita dei piedi; oppure mettete un pugno di fagioli secchi in un paio di pantofole chiuse, calzatele e camminate per la stanza parecchie volte: è un ottimo massaggio per la pianta dei piedi. - "Occhio alle suole". Cercate di scegliere scarpe con suole spesse e capaci di assorbire gli urti, in modo da proteggervi i piedi dalle superfici dure e dai pavimenti rigidi. Non lasciate che le suole delle vostre scarpe diventino troppo logore e sottili, perché in questo caso non fanno più il loro mestiere. Le scarpe da donna con suole sottili, punte strette e tacchi alti sono sempre responsabili di disturbi, dichiara il dottor Wright. Se dovete vestirvi da lavoro, riducete al minimo lo stress per i piedi calzando scarpe da passeggio o da atletica durante il percorso fra casa e lavoro, e mettendo i tacchi alti solo in ufficio. - "Cambiate l'altezza dei tacchi". I tacchi alti irrigidiscono i muscoli del polpaccio, il che fa stancare i piedi, afferma John F. Waller junior, chirurgo nel reparto di chirurgia ortopedica al Lenox Hill Hospital di New York. Quindi abbassare i tacchi durante il giorno è un'ottima idea. - "Mettete delle solette".
I tacchi alti hanno l'ulteriore svantaggio, secondo il dottor Waller, di spingere in avanti i piedi mentre camminate, sottoponendo l'avampiede a una sgradevole pressione. Per prevenire questo disagio, mettete una mezza soletta per tenere a posto il piede. E ricordatevi di portare le solette in calzoleria, per assicurarvi che calzino esattamente anche nelle nuove scarpe che comprate. - "Allungate le scarpe". Quando mettete una soletta in un paio di scarpe che avete già, consiglia il dottor Sussman, fate attenzione che non costringa i piedi a stare stretti. Se la situazione è 'affollata', forse potete allargare le scarpe per fare spazio alle solette. Riempite di sabbia una calza, forzatela nella punta della scarpa e avvolgete la scarpa in un panno umido. Lasciate asciugare nelle 24 ore successive. Se necessario, ripetete una o due volte.
AVVERTENZA MEDICA: "Metter piede nello studio del medico". Secondo il podiatra Mark D. Sussman dovete proprio andare dal medico se: - Avete un dolore al piede che continua ad aumentare per tutto il giorno. - Il dolore arriva al punto che non riuscite a portare le scarpe. - Fate fatica a camminare la mattina: I primi tre o quattro passi sono da morire. Ricordatevi anche che un doloroso bruciore ai piedi può essere segno di circolazione insufficiente, piede d'atleta, sofferenze di un nervo, diabete, anemia, problemi alla tiroide, alcolismo o altri disturbi.
98. PIPl' A LETTO. 4 scelte per una buona notte di sonno. Per un bambino far pipì nel letto (enuresi), non è solo scomodo, è anche imbarazzante. Per fortuna quasi tutti i bambini con il tempo superano questo problema, ma è probabile che nell'attesa vi sentiate costretti a fare qualcosa. Qui di seguito trovate i migliori rimedi antienuresi attualmente disponibili, a parte naturalmente il tempo. - "Un po' di realismo". Non lodate e non punite consiglia Ann Price, coordinatrice educativa dell'accademia nazionale delle bambinaie di Denver, nel Colorado. Limitatevi a cambiare le lenzuola, senza commenti. Il problema se ne andrà da solo. I bambini non lo fanno apposta, quindi non è il caso di lodarli quando restano asciutti e di punirli quando si bagnano. - "Preparate un cambio". Per ridurre al minimo la tensione psicologica, Ann Price raccomanda di sistemare la camera da letto in modo che il bambino possa cambiare le lenzuola da solo. E preparate un telo di gomma felpato, che il bambino possa stendere sopra la parte bagnata quando ha un incidente. Tenete a portata di mano anche un pigiama asciutto perché il bambino possa cambiarsi. Così almeno non si sentirà trattato come un neonato.
- "Allenate i muscoli della vescica". Se durante il giorno il bambino va in bagno molto spesso, gli esercizi di distensione della vescica possono essere utili afferma Linda Jonides, infermiera pediatrica di Ann Arbor, nel Michigan. Il suo consiglio: fate in modo che il bambino beva molto durante il giorno e si eserciti a controllare la vescica trattenendo l'urina più a lungo che può. - "Pazienza e amore". Rendetevi conto che tutti i bambini superano la fase della pipì a letto, a un tasso del 15% l'anno ricorda il dottor Shumaker, urologo al Saint Joseph Mercy Hospital di Pontiac, nel Michigan. Questo significa che al momento della pubertà meno dell'12% bagna ancora il letto. Quindi siate pazienti e collaborate. A nessun bambino piace bagnarsi. E' sgradevole, scomodo e freddo, e in più 'Io fanno solo i neonati', e a nessun bambino piace fare il neonato. La cosa più importante, alla fine, è offrire pazienza e collaborazione.
99. PIPITE. 7 consigli per avere dita perfette. Non è un grosso problema, finché non si rimane impigliati in qualcosa. E questo è il pasticcio: una pipita si attacca a qualsiasi cosa: i capelli, i vestiti, il giornale, il gatto di casa. Ogni volta che usate le mani, piccole fitte di dolore vi ricordano che la pipita è lì. Da dove vengono le pipite? Queste piccole, noiose schegge triangolari di pelle intorno alle unghie sono solo pelle morta. Infatti la pelle di questa zona, che non ha un buon rifornimento di sebo, si secca facilmente. Chi ha le pipite? Soprattutto le donne che tengono molto le mani nell'acqua o che si mangiano le unghie. Ma secondo Rodney Basler, assistente di medicina interna all'Università del Nebraska, le pipite possono spuntare a chiunque sia alle prese con un'occupazione che disidrata le mani. I casi peggiori di pipite (come pure di mani screpolate e di eczema alle mani) capitano a chi classifica la posta. Chi lavora con la carta si ritrova con le mani molto secche perché la carta assorbe sebo dalle mani. Spesso queste persone pensano di essere allergiche all'inchiostro o alla carta, ma è soltanto la reazione fisica al sebo rimosso dalla pelle. Se le pipite vi danno gli incubi, provate a seguire questi consigli. - "Tagliatele". Se avete una pipita, tagliatela bene e tagliatela subito consiglia Joseph Bark, dermatologo di Lexington, nel Kentucky. Questo evita che la situazione peggiori. Non mettetevi a fare i chirurghi: basta tagliare alla base il pezzettino di pelle con forbici piccole, affilate e sterilizzate. Un ulteriore suggerimento viene da Trisha Webster, una top model di New York, il cui successo è basato sulle mani perfettamente curate. Prima di tagliare una pipita, tenetela a bagno in un po' d'acqua o in una soluzione di acqua e olio da bagno, in modo da ammorbidirla. Molti fanno l'errore di tagliarla quando è ancora dura e finiscono per strappare ulteriormente la pelle. - "Seguite il consiglio della mamma". Personalmente dico la stessa cosa che vi diceva la mamma: non mangiatevi le unghie dichiara il dottor Basler. Se ve le rosicchiate, la zona interna alle dita finirà per segnarsi di piccole ferite che possono infettarsi.
- "Tenete le pipite a bagno". E' molto utile tenerle a bagno in una soluzione di olio ed acqua, come fate prima di una manicure segnala il dottor Basler. Io prescrivo ai miei pazienti di mescolare quattro misurini di un olio da bagno in mezzo litro di acqua calda e di tenere a bagno le punte delle dita in questa soluzione per 10-15 minuti. - "Fasciatevi il dito". Se le pipite vi disturbano molto, quando andate a letto spalmate il dito dolorante con una crema o un unguento emolliente e fasciatelo con un pezzo di plastica. Fissate il tutto con un po' di nastro adesivo. La plastica manterrà l'idratazione tutta notte. Ricordatevi di togliere l'involucro di plastica la mattina. Non è il caso di tenerlo troppo a lungo ricorda il dottor Basler. - "Non mordicchiate le pipite". Se avete la tendenza a strapparvi le pipite quando siete nervosi, ricordatevi di mettervi dei vestiti con le tasche ammonisce Diana Bihova, che insegna dermatologia alla New York University. Mettete una mano in ogni tasca e tenetela lì finché la voglia non vi è passata. - "Abituatevi a idratare le mani". Per prevenire le pipite, prima di tutto idratate le cuticole ogni giorno. Fate in modo che diventi un'abitudine, non una cosa che fate solo al momento della manicure consiglia la dottoressa Bihova. Massaggiate con un po' di crema per le mani la zona carnosa che circonda le unghie: in questo modo riuscirete a tenerla morbida. Ogni volta che applicate della crema idratante alle mani, dedicate un po' di tempo al massaggio delle cuticole. Trisha Webster sostiene: Non mi dimentico mai di massaggiare le cuticole con olio d'oliva o di cartamo per prevenire le pipite. - "Attenzione alle pellicine". Le pipite si formano intorno alle cuticole, quindi molti cercano di evitarle usando le soluzioni scioglipellicine. Ma non è una buona idea, secondo la dottoressa Bihova. Molti di questi prodotti, che sono studiati per eliminare l'eccesso di cuticole frastagliate, contengono idrossido di sodio spiega la dottoressa. Questo prodotto chimico caustico distrugge il tessuto cutaneo, ed i prodotti che lo contengono possono provocare irritazioni se vengono lasciati in posa troppo a lungo. Usateli con molta parsimonia e seguite sempre con attenzione le istruzioni segnate sulla confezione. Dopo tutto la pellicina svolge il compito vitale di proteggere le unghie dai batteri e dai funghi. Le pipite sembrano molto innocenti, avverte la dottoressa ma se si infettano, possono portare a serie infiammazioni delle cuticole e degli altri tessuti che circondano l'unghia. 100. POSIZIONE CORPOREA. 20 modi per stare ben dritti. La postura, o posizione corporea, fa parte del linguaggio del corpo. E' l'atteggiamento che dice al resto del mondo come vi sentite: rispetto agli altri, alla vita, a voi stessi. La posizione corporea è personalità afferma Suki Jay Rappaport, specializzata in educazione al movimento e direttrice del Transformations Institute di Corte Madera, in California. Non è una coincidenza che le parole 'posizione' e 'atteggiamento' siano intercambiabili. Che cosa dice, dunque, la vostra postura corporea? Siete afflosciati, con la faccia a terra? Andate in giro guardando la vita con atteggiamento rassegnato, a spalle curve? Tenete la schiena così dritta che la gente pensa che non riuscite a piegarla? O andate in giro impettiti, testa alta, schiena eretta come quella di un pavone, avventurosi, espansivi, pronti a ogni sfida? Forse la vostra
postura non è un atteggiamento intenzionale, ma il risultato di una cattiva abitudine. Ma anche in questo caso può dare agli altri un messaggio sbagliato. Provate ad assumere un atteggiamento afflosciato e poi dite a qualcuno che siete molto eccitati per qualcosa propone la dottoressa Rappaport. Non ci riuscireste. Per essere eccitati, dovete raddrizzarvi. Inoltre una buona posizione corporea rende possibile una buona respirazione. Una posizione corretta tiene lontano un fastidiosissimo problema: il mal di schiena. La vostra colonna vertebrale, che è composta dei 33 segmenti ossei chiamati vertebre, è il fondamento del vostro corpo. E' lei che vi permette di stare dritti in piedi. Circonda e protegge il midollo spinale ed è il punto in cui muscoli e tendini si attaccano alla schiena. Lavora come un sollevatore di pesi, eppure permette la flessibilità dei movimenti: non c'è bisogno che camminiamo rigidi come zombie. I muscoli sono la chiave della posizione corporea corretta. I muscoli della schiena, quando sono in forma, sostengono la schiena da dietro. I muscoli dell'addome aiutano a sostenerla dal davanti. Vi siete mai chiesti perché alla fine di una giornata di lavoro vi fanno male il collo e le spalle? E' probabile che abbiate passato la maggior parte della giornata con la schiena inclinata verso la scrivania, con i muscoli alla base del collo tesi per tenere dritto il corpo. La posizione scorretta sforza i dischi (gli ammortizzatori degli urti) della vostra spina dorsale. La posizione sbagliata affatica e indebolisce i legamenti. E spinge e tira irregolarmente tutti i vostri muscoli. Se è tutta una vita che andate in giro afflosciati, potete ritrovarvi con fatica cronica, mal di testa, a volte, deformazione del corpo. Non lasciate che succeda. Ecco come potete rendere perfetta la vostra posizione corporea. - "Cominciate la giornata in equilibrio". Cominciate ogni giornata allineando bene il vostro scheletro, consiglia la dottoressa Rappaport. Questi sono gli esercizi-base di stiramento che la dottoressa insegna nei suoi corsi di movimento, per aiutare la gente a trovare il giusto equilibrio. Seguite questa sequenza. - Massima estensione della colonna vertebrale. State in piedi con le ginocchia lievemente flesse e le mani unite davanti a voi. Mentre inspirate, tendete le braccia verso l'alto, con le palme verso il soffitto, sollevando le spalle più in alto della gabbia toracica. Espirate mentre fate scendere le spalle, posizionandole esattamente. Lasciate che la gabbia toracica si sistemi bene davanti alla spina dorsale, con le spalle rilassate, mentre abbassate lentamente le braccia. - Flessione laterale. Dritti in piedi, piegatevi verso destra cercando di toccare la spalla con l'orecchio. Proseguite il movimento piegandovi più che potete verso l'anca. Raddrizzatevi e ripetete dall'altra parte. - Ripetete l'esercizio di massima estensione della spina dorsale. - Rotazione della colonna vertebrale. Girate lentamente la testa fino a guardare sopra la spalla destra. Giratevi all'indietro più che potete. Riportate la testa verso il centro. Girate lentamente la testa per guardare sopra la spalla sinistra. Riportate la testa al centro. - Ripetete l'esercizio di massima estensione della spina dorsale. - Flessione della colonna in avanti. Dritti in piedi, piegate la schiena in avanti, facendo cadere la testa e le braccia verso terra, curvando e allungando la spina dorsale. - Ripetete l'estensione massima della spina dorsale. - Iperestensione della colonna vertebrale.
Sedetevi o state in piedi, mettete le mani sui fianchi e chinatevi dolcemente all'indietro. Il bacino va tenuto in dentro. - Terminate con l'esercizio di estensione massima della colonna vertebrale. - "Guardatevi allo specchio". Rilassatevi e allenatevi a stare dritti in piedi. Una postura rigidamente militare non è quella che vi serve, dichiara Michael Spezzano, specialista di fitness. E' una posizione troppo rigida e la zona lombare è troppo inarcata. State in piedi di fronte a uno specchio a tutta altezza per controllare il vostro atteggiamento. Distribuite uniformemente il peso su tutti e due i piedi e tenete le spalle indietro e sullo stesso livello. Tenete alto il torace. Lo stomaco rientrerà naturalmente se tenete il bacino un po' indietro. Vi accorgerete che i glutei sono piegati in dentro e la zona lombare è leggermente inarcata. La posizione è giusta se riuscite a tracciare una linea verticale immaginaria che va da dietro l'orecchio alla spalla, dietro le anche e le ginocchia, e attraverso le caviglie. - "Rilassate le tensioni". Le spalle incurvate spingono la testa un po' in avanti, irrigidiscono i muscoli del collo e della schiena. Rilassate queste tensioni facendo ruotare le spalle e la testa, suggerisce la dottoressa Rappaport. Cominciate tenendo le spalle dritte e alla stessa altezza. Fatele ruotare in avanti per 10-15 volte, come quando si rema. Poi fatele ruotare all'indietro. Alla fine tenete la testa in alto e fatela ruotare in senso orario. Ripetete sei-otto volte, poi fatela ruotare nell'altro senso. - "Controllate la curva della spina dorsale". Una schiena perfetta è una schiena naturalmente incurvata. Controllate la curvatura stando in piedi con la schiena e le natiche appoggiate a una parete. Dovreste essere in grado di far passare una mano tra la schiena e la parete, all'altezza della vita, afferma Michael Spezzano. Se non ci riuscite o sentite la schiena rigida, significa che state troppo dritti e avete il problema chiamato 'schiena piatta'. Se la curva è eccessiva, se riuscite a mettere più di una mano dietro la schiena, significa che avete il problema chiamato 'Iordosi'. - "Inclinate il bacino". Potete sistemare e rafforzare la curvatura della schiena con un semplice esercizio chiamato flessione del bacino. Ci sono tre modi per fare questo esercizio. Potete farne uno a scelta, o tutti e tre. - Sdraiatevi per terra sulla schiena, con le ginocchia a un angolo di 45 gradi e i piedi appoggiati per terra. Mettete una mano sotto la zona lombare. Poi appiattite la schiena sulla mano contraendo i muscoli addominali e spingendo in giù le anche. Ripetete questo esercizio più volte, due volte al giorno. - Sedete con le cosce parallele al pavimento. Mettete una mano sulla zona lombare e l'altra sull'addome sopra le ossa del bacino. Inspirate. Poi, mentre espirate, tirate in dentro i muscoli addominali, spingete in giù la zona lombare in modo che le anche ruotino verso il basso e l'osso pubico risalga verso il soffitto. Ripetete ogni tanto durante la giornata se passate molto tempo seduti. - Mentre controllate la curva della schiena com'è descritto più sopra, mettete un piede sul sedile di una sedia messa di fronte a voi. Naturalmente il bacino si fletterà e la schiena sarà più dritta e più vicina alla parete di quando avevate tutti e due i piedi Per terra.
- "Smettete di afflosciarvi". Quando le spalle si curvano in avanti, il respiro è meno ampio e questo può rendervi sonnolenti e senza slancio, sostiene la dottoressa Rappaport. Ecco come potete correggere questa posizione. State dritti con le braccia morbidamente lungo i fianchi. Stringetevi le mani dietro la schiena e lasciatele ricadere sulle natiche. Girate le mani con le palme in sotto per darvi sostegno. Sollevate le spalle verso le orecchie e poi abbassatele, cercando di tenere i gomiti a contatto. Questo farà riunire le ossa delle scapole. In questo modo stirerete i muscoli del torace e contrarrete quelli della schiena. Fatelo parecchie volte e ripetete frequentemente nel corso della giornata. - "Tenete una gamba sollevata". Se state in piedi per lunghi periodi di tempo, mettete una scatola di fronte a voi ed appoggiateci un piede, raccomanda la dottoressa Rappaport. Questa posizione rilasserà la tensione della schiena. - "Sedete con le ginocchia all'altezza delle anche". Sistemate il sedile della vostra sedia in modo da facilitare la posizione dritta. Regolate l'altezza della sedia in modo che le cosce siano parallele al pavimento e le ginocchia siano al livello delle anche o leggermente più alte. Altrimenti il corpo si piega in avanti e la schiena si inclina, mentre i muscoli lavorano a tempo pieno per raddrizzarla afferma Michael Spezzano. - "Usate un cuscino". Facilitate la postura corretta scegliendo un sedile modellato in modo che la schiena sia forzata ad assumere una curvatura sana. Se questo tipo di sedile non è disponibile, mettete un cuscino nella zona lombare, tra voi e lo schienale. - "State al livello giusto". I consigli per sedersi correttamente valgono anche in macchina, segnala Michael Spezzano. Fate scorrere il sedile in avanti, verso i pedali, finché le ginocchia non sono leggermente più alte delle anche, mentre le cosce sono parallele al pavimento dell'auto. Usate un piccolo cuscino dietro alla zona lombare o sistemate lo schienale, come è possibile in alcune auto, per sostenere la curvatura della schiena. - "Non incrociate le gambe". Le gambe incrociate fanno deviare il corpo dall'allineamento corretto. Barbieri e parrucchieri lo sanno da tempo, ed è per questo che i bravi parrucchieri vi chiedono di non incrociare le gambe quando vi tagliano i capelli: non vogliono che il loro lavoro risulti sbilenco. Tenete i piedi appoggiati al pavimento raccomanda Michael Spezzano. - "Fate come i presentatori della T.V.". Volete essere sicuri che la vostra posizione sia perfetta per la vostra prossima intervista? Sedete sul bordo della poltrona, consiglia Jeff Puffer, scopritore di talenti televisivi di Cedar Rapids, nello Iowa. E' il consiglio che dà ai conduttori dei telegiornali che vogliono essere sicuri di avere la schiena dritta quando sono in T.V. Sedere sul bordo vi incoraggia a restare in equilibrio invece di lasciarvi andare a spalle curve contro lo schienale. - "Sedete dritti". Sedetevi dritti e continuate ad aggiustarvi finché non sentite le ossa della schiena contro il sedile. Se sentite le ossa, siete sulla strada giusta. Se non le sentite, probabilmente vi siete curvati in giù sul sedile e state ciondolando. - "Tenete le distanze". Non fatevi tentare ad appoggiare le braccia o i gomiti sulla scrivania o sulla tavola. Sedete a 20-25 centimetri dalla scrivania quando non state lavorando: troppo lontano per lasciarvi andare nella posizione delle spalle curve, secondo Jeff Puffer.
Dovreste stare così lontani che quando cercate di appoggiare le braccia solo i polsi tocchino il bordo del piano che avete davanti. Se vi afflosciate in questa posizione, vi sentirete fuori equilibrio, come in effetti siete. Mantenete questa distanza per correggere il vostro atteggiamento corporeo, se lavorate al terminale di un computer o a una macchina per scrivere per la maggior parte della giornata. - "Un piede in avanti". Ecco un altro trucco che gli annunciatori del telegiornale usano per tenere dritta la schiena, mentre parlano e gesticolano verso il pubblico. Provateci. Mentre siete seduti sul bordo del sedile, ripiegate un piede sotto la poltrona e allungate l'altro di fronte a voi, per bilanciare l'equilibrio. Così la schiena starà dritta. - "Dormite bene". Una buona posizione per tutta la notte è molto utile per favorire una buona posizione per tutto il giorno. Dormire nella posizione sbagliata provoca spesso il mal di schiena, il che può alterare l'allineamento naturale, afferma il dottor Robert Bowder nel suo libro "Self-Help Osteopathy" (Osteopatia per curarsi da soli). Dormire a pancia in giù è la cosa peggiore che possiate fare, perché accentua la curvatura della schiena. Invece, consiglia il dottore, dormite su un fianco con le ginocchia flesse e un cuscino abbastanza alto da tenere la testa al livello delle spalle. In questo modo mantenete l'allineamento del collo con il resto del corpo. Oppure potete dormire sulla schiena, con un cuscino sottile sotto la testa e un altro sotto le ginocchia. Scegliete un materasso abbastanza consistente da evitare le infossature quando vi ci sdraiate sopra. Quando siete sdraiati su un fianco le anche e le spalle dovrebbero affondare solo un pochino, permettendo alla colonna vertebrale di restare dritta. Il materasso dev'essere anche abbastanza rigido da fare in modo che voi ed il vostro partner non rotoliate nel mezzo. - "Restate in forma". Camminate, correte, nuotate, andate in bicicletta, fate aerobica. Stirate i muscoli tutti i giorni. La vostra posizione corporea è buona esattamente quanto i muscoli che vi tengono dritti. Trovate qualche tipo di attività fisica regolare, raccomanda Michael Spezzano, per tenere in tono i vostri muscoli. - "Riposatevi". Alla fine della giornata, e magari in un periodo di pausa, fate riposare la schiena migliorando contemporaneamente la vostra postura, consiglia la dottoressa Rappaport. Sdraiatevi per terra con le gambe su una sedia o su un panchetto basso. Mantenete la posizione per un quarto d'ora. - "Tenete i piedi ben piantati a terra". Quando state in piedi tenete i piedi ben appoggiati al pavimento, avverte Michael Spezzano. L'abitudine di scaricare il peso sulla stessa gamba mentre si sta in piedi può dare inizio ad una curvatura indesiderabile della schiena. - "Inarcate la schiena". Prima di cominciare la giornata, e di nuovo quando è finita, inarcate la schiena per contrastare il piegamento in avanti. Ecco un sistema: a quattro zampe, stirate la schiena come se foste un gatto arrabbiato che inarca il dorso. Poi abbassate la schiena finché non è orizzontale.
101. PRESSIONE ALTA. 13 + 4 modi per tenerla sotto controllo.
Circa 30 milioni di persone negli Stati Uniti hanno la pressione sanguigna troppo alta (ipertensione), secondo le ultime rilevazioni statistiche dei centri sanitari nazionali. Queste cifre fanno dell'ipertensione il problema cronico più importante della nazione, subito dopo la sinusite e l'artrite. Ma più della posizione nella lista, conta quello che significa ipertensione per gli americani anziani. Fra tutti i fattori di rischio cardiaco, la pressione alta mantiene un livello di precisione sgradevolmente alto nel predire esattamente chi avrà problemi cardiovascolari dopo i 65 anni. D'altra parte, circa il 70% dei pazienti ha la cosiddetta ipertensione lieve, vale a dire la pressione diastolica (la minima) fra 90 e 105. Per questo tipo di pazienti ci sono alcune piacevoli novità in fatto di trattamento. Oggi l'accento viene posto sulla terapia senza medicinali. Per la maggior parte dei pazienti con ipertensione lieve praticamente tutti sono d'accordo nel dire che la prima linea di difesa dovrebbe essere la soluzione non farmacologica: almeno come tentativo afferma Norman Kaplan, specialista in ipertensione all'Università del Texas e alla Dallas Southwestern Medical School.I rimedi indicati qui sotto sono studiati per aiutare le persone con un'ipertensione lieve a tenere sotto controllo la propria condizione. Se state già prendendo medicinali per la pressione, potrebbe essere necessario adeguare i dosaggi. Quindi, prima di praticare questi cambiamenti, consultate il vostro medico curante. - "Attenzione al peso". Ci sono molti ipertesi che non sono grassi, ma in genere le persone obese sono tre volte più esposte all'ipertensione di quelle con peso normale spiega il dottor Kaplan. Venti per cento sopra il peso ideale, calcolato in base all'altezza e alla vostra struttura ossea, è il punto in cui comincia l'obesità. Ma non è necessario che le persone obese perdano tutto il peso in eccesso per ridurre la loro pressione sanguigna. Uno studio condotto in Israele ha dimostrato che i pazienti ipertesi raggiungevano la pressione normale perdendo solo la metà del loro eccesso di peso, pur rimanendo 'considerevolmente obesi'. Anche con dimagrimenti relativamente poco importanti è possibile registrare un calo misurabile della pressione sanguigna afferma il dottor Kaplan. Noi incoraggiamo gli obesi a perdere tutto il peso che riescono a perdere. Ma anche se non riescono a dimagrire molto, è sufficiente per registrare un miglioramento della pressione. - "Attenti al sale". Il rapporto fra sale e pressione alta non è mai stato provato in modo incontestabile. Ma si sa che probabilmente esiste una fascia di ipertesi sensibili al sale, e forse siete uno di loro. L'unico modo per sapere se siete sensibili al sale è seguire una dieta a basso contenuto di sodio e vedere che cosa succede alla vostra pressione dichiara il dottor Kaplan. Noi prescriviamo a tutti gli ipertesi di ridurre il sale a 5 grammi o meno al giorno e speriamo che funzioni. Questa è circa la metà del sale di una dieta tipicamente americana, ma il dottor Kaplan osserva che molte persone, una volta ridotto il sale, scoprono di non aver bisogno in realtà di tutto il sale che pensavano. Quindi riducete il sale, ma non sperate che questo basti a sistemare la situazione. - "Riducete l'alcol". La connessione fra il consumo di alcol e la pressione alta è stata ben documentata, quindi le persone ipertese devono limitare il consumo di alcol. Perché non prescrivere agli ipertesi di eliminare tutto l'alcol, punto e basta? Probabilmente i medici lo farebbero se alcuni studi non avessero dimostrato che chi beve ogni giorno una piccola quantità di alcol ha la pressione inferiore sia a chi ne beve di più, sia a chi non beve per nulla.
Un bicchiere di vino rosso al giorno probabilmente non ha effetti dannosi sulla pressione sanguigna, rileva il dottor Kaplan ma quando superate questo livello, andate in cerca di guai. - "Mi passi il potassio, per favore?". Un maggior consumo di potassio può essere utile per controllare la pressione alta. Sembra che il numero degli ipertesi che risponde al potassio dipenda dal tempo per cui si è prolungato lo studio afferma George Webb, docente presso il dipartimento di fisica e biofisica dell'Università del Vermont. In uno studio di due settimane abbiamo trovato che circa il 30% aveva una riduzione, ma in uno studio di otto settimane la riduzione ha interessato il 70% dei pazienti riferisce il dottore. Il dottor Webb è convinto che il livello totale di potassio consumato non sia importante come mantenere il corretto rapporto sodio/potassio nell'alimentazione. Secondo noi c'è un chiaro vantaggio quando il potassio è tre volte il sodio afferma il dottore. Se seguite una dieta a basso tenore di sodio e ne consumate due grammi al giorno (due grammi di sodio significa cinque grammi di sale da tavola), dovreste assumere sei grammi di potassio al giorno. Come fate a sapere se ne prendete abbastanza? Bene, è praticamente impossibile che una dieta scarsa di sodio non sia ricca di potassio. E' difficile evitare il potassio se mangiate molti alimenti naturali spiega il dottor Webb.Le patate, la frutta fresca e il pesce ne sono ricchi. Per calcolare le quantità potete guardare le tabelle di un manuale di alimentazione. - "Controllate il calcio". Sembra che il calcio abbia un effetto positivo su alcuni pazienti nota Roseann Lyle, assistente di promozione ed educazione sanitaria alla Purdue University. Ma la ricerca per scoprire esattamente chi risponde favorevolmente al calcio è ancora in corso. Sembra che gli ipertesi sensibili al sale, che sono circa la metà dei pazienti con la pressione alta, siano gli stessi che rispondono bene al calcio afferma Lawrence M. Resnick, assistente in una clinica universitaria di New York. Quindi se il sale vi fa male, il calcio vi fa bene. - "Evitate la ginnastica isometrica". L'esercizio fisico, inserito nel programma di riduzione dell'ipertensione, rende la cura più efficace riporta David Spodick, direttore del reparto di cardiologia in un ospedale dell'Università del Massachusetts. Ma, aggiunge il dottore, è meglio evitare gli esercizi isometrici, quelli in cui si esercita uno sforzo da fermi, come il sollevamento pesi. Infatti il sollevamento pesi può far salire alle stelle la pressione sanguigna, anche se solo per pochi istanti. - "Invece, provate gli esercizi aerobici". Numerosi studi hanno dimostrato gli effetti benefici degli esercizi aerobici sulla pressione alta, ma il consiglio più importante per gli ipertesi è di procedere con cautela. Di solito, all'inizio diciamo ai pazienti di fare quattrocento metri di buon passo afferma Robert Cade, docente di medicina all'Università della Florida. Poi proseguiamo finché il soggetto non riesce a fare un chilometro e mezzo a passo veloce. Dopo di che cominciamo con la corsa, ma solo dopo un esame fisico e, se è il caso, dopo un elettrocardiogramma sotto sforzo. L'esercizio fisico funziona perché costringe i vasi sanguigni ad aprirsi (vasodilatazione), e questo riduce la pressione, secondo il dottor Cade. Nuotare, camminare, andare in bicicletta sono tutti ottimi sport per gli ipertesi. Non c'è bisogno di correre nota il dottor Cade. Si hanno buoni risultati anche camminando. La cosa da tenere in mente è che la camminata dev'essere di buon passo.
- "Mangiare vegetariano?". Alcuni studi hanno dimostrato che i vegetariani hanno la pressione più bassa della media della popolazione: 10-15 punti in meno sia sulla pressione sistolica sia sulla diastolica (cioè la massima e la minima). La cosa strana è che nessuno sa perché. Però i vegetariani hanno davvero la pressione più bassa ribadisce il dottor Kaplan. Forse perché chi mangia vegetariano di solito non fuma, non beve alcol e non mangia eccessivamente. - "Misuratevi la pressione da soli". Bisogna incoraggiare l'automisurazione della pressione sostiene il dottor Kaplan. Per chiunque abbia la pressione alta questo è di gran lunga il modo giusto per tenere sotto controllo la propria situazione. Ma il controllo casalingo può fare di più che registrare la situazione: può aiutarvi a diventare più consapevoli dei modi in cui la pressione è influenzata dal cibo, dallo sport e dalle medicine. Può anche aiutarvi a superare la 'reazione da camice bianco' che altera la pressione di molti pazienti. Nel momento in cui queste persone mettono piede nello studio del medico, entrano in tensione e la loro pressione sale in modo impressionante. Gli strumenti per la misurazione della pressione appartengono a tre categorie di base: meccanici, elettronici con rigonfiamento manuale della fascia, elettronici con rigonfiamento automatico. Il tipo manuale richiede l'uso di uno stetoscopio, mentre il tipo elettronico non lo richiede ed è un po' più facile da usare. Secondo me, il tipo più pratico è quello elettronico con rigonfiamento manuale sostiene il dottor Kaplan. Costa 100-150 mila lire, ma vi dà una buona rilevazione senza bisogno di istruzioni speciali. - "Siete felici?". Uno studio condotto presso il centro medico della New York Hospital-Cornell University ha mostrato che le varie emozioni hanno un ruolo estremamente specifico nel determinare quanto può salire o scendere la vostra pressione. Controllando pazienti ipertesi che non prendevano medicine con strumenti ad alta tecnologia, per 24 ore al giorno, i ricercatori hanno scoperto che la felicità fa scendere la pressione, mentre l'ansia fa salire la pressione diastolica. Hanno anche scoperto che i cambiamenti di pressione sono correlati direttamente all'intensità dell'emozione: più felice è una persona, più scende la sua pressione sistolica. I ricercatori hanno anche scoperto che l'ansia provata fuori casa fa salire la pressione in modo significativamente più alto dell'ansia sperimentata in casa. La morale? Non preoccupatevi, state di buon umore, ma se dovete preoccuparvi, fatelo a casa vostra. - "Provate a stare un po' zitti". Non è certo sorprendente che una litigata con vostra moglie o uno scontro con il vostro capo vi facciano salire la pressione, ma le ricerche hanno dimostrato che praticamente qualunque tipo di comunicazione può farvi salire la pressione. I ricercatori dell'Università del Maryland hanno scoperto che parlare può far salire la pressione dal 10 al 50%, e gli ipertesi hanno l'incremento maggiore. Questo effetto non è limitato alle parole pronunciate: anche l'uso del linguaggio dei segni da parte delle persone sorde provoca impressionanti aumenti della loro pressione sanguigna. Questo dato ha fatto sì che alcuni scienziati cominciassero a ipotizzare una generica 'situazione di comunicazione' che in qualche modo è legata al cuore, provocando un aumento della sua attività.Se questo è vero, l'aumento di attività può avere come risultato un involontario aumento della pressione sanguigna anche durante attività innocenti come parlare al vostro medico. - "Controllate anche la pressione di vostra moglie (o marito)". Forse avete sentito dire che dopo molti anni di matrimonio mariti e mogli cominciano ad assomigliarsi, ma alcuni ricercatori hanno scoperto un fenomeno ancora più strano.
Più a lungo la gente resta sposata, più le loro pressioni si assomigliano. I ricercatori che hanno condotto lo studio suggeriscono che questo effetto di mimetismo può avere a che fare con la condivisione degli stress o con altri fattori emotivi. La comunicazione, e in particolare la gestione dei conflitti e la manifestazione delle emozioni, può influenzare i livelli pressori fra coniugi afferma uno di loro. Così, la prossima volta che il medico vi dice che la pressione è un po' alta, ditegli di controllare anche quella del vostro partner. Se siete sulla sessantina, lo studio predice che le vostre pressioni avranno solo un punto o poco più di differenza. - "Si compri un cane e mi chiami domattina". Plinio il Vecchio, scrittore e naturalista romano, scrisse per primo questa ricetta (o qualcosa di simile) secoli fa, e la scienza moderna sta dimostrando che questo trattamento è veramente efficace per la pressione alta. Cindy Wilson, professore associato e direttrice delle ricerche presso i servizi unificati dell'università delle scienze sanitarie, ha registrato la pressione sanguigna di 92 studenti universitari, poi ha chiesto loro di leggere ad alta voce, di leggere in silenzio o di giocare con un cane amichevole. Leggere ad alta voce faceva salire la pressione, leggere in silenzio o giocare con il cane la faceva scendere. Il suo lavoro conferma il crescente consenso per la 'terapia degli animali domestici' che alcuni terapeuti praticano ormai da tempo. Altre ricerche hanno mostrato che i pazienti con malattie alle coronarie che possiedono animali domestici hanno più probabilità dei non possessori di essere in vita un anno dopo essere stati dimessi da un'unità coronarica. E allora che cosa importa se Plinio ha scritto la sua prescrizione per le donne con dolori addominali? Grazie alla scienza contemporanea, noi oggi sappiamo che gli animali domestici possono servire anche per l'ipertensione.
AVVERTENZA MEDICA: "L'ipertensione maligna: la pressione che uccide". Se non viene curata, la pressione alta tende a crescere lentamente e regolarmente nel corso degli anni. A volte, però, una pressione altissima compare in modo completamente improvviso, con la pressione diastolica che balza sopra i 130 per ore o per giorni. La massima può raggiungere i 250, o più. Un aumento così importante segnala l'instaurarsi dell'ipertensione maligna. E' una malattia rara, ma è molto grave e va curata appena possibile. L'ipertensione maligna può danneggiare i vasi sanguigni nei reni, negli occhi e nel cervello. Se non viene curata, può essere fatale nel giro di sei mesi. Per fortuna l'ipertensione maligna può essere riportata rapidamente sotto controllo con iniezioni endovenose di farmaci appropriati, ma una rapida diagnosi e un rapido trattamento sono essenziali.
BOX: "Quando la pressione è troppo bassa". Per alcuni pazienti il problema non è la pressione alta, ma la pressione bassa: l'ipotensione. Questi soggetti possono avere giramenti di testa, o addirittura svenire, se si alzano in piedi troppo velocemente. L'ipotensione viene definita tipicamente come un importante calo (più di 20 punti) nella pressione sistolica misurata dopo un minuto di stazione eretta. Un tempo si pensava che colpisse almeno altrettanti anziani della sua controparte, l'ipertensione. Ma alcuni studi recenti hanno mostrato che fra gli anziani sani e non sottoposti a cure farmacologiche il tasso di ipotensione è limitato al 6% e che non cresce con l'età dopo i 55 anni. In molti casi, almeno in apparenza, l'ipotensione è provocata dalle medicine che la gente prende per l'ipertensione, come i diuretici. Sono compresi fra i responsabili anche l'alcol, alcune medicine per il cuore, i tranquillanti e gli antidepressivi.
Se è il caso, e se pensate che siano le medicine a procurarvi i giramenti di testa, l'affaticamento, la debolezza, il mal di testa o gli svenimenti tipici dell'ipotensione, potete chiedere al vostro medico di cambiare la vostra prescrizione. Se non è possibile, ci sono alcune cose che potete fare per migliorare il problema. - "Provate a stringere un manubrio". Alcuni studi hanno dimostrato che l'ipotensione può essere vinta da attività fisiche relativamente semplici, che però fanno salire momentaneamente la pressione. Per esempio, stringere un attrezzo da ginnastica, come un manubrio isometrico prima di alzarsi, può far salire la pressione in misura sufficiente per contrastare il calo momentaneo dovuto alla posizione eretta. - "Fate un po' di matematica mentale". Ancora più strano: i ricercatori che hanno dimostrato l'efficacia del manubrio hanno scoperto che fare calcoli mentali complicati (per esempio, contare per sette all'indietro a partire da cento, più in fretta che si può) alza la pressione sanguigna e vince l'ipotensione ancora meglio dell'attività fisica. - "Mangiate pasti più leggeri e più frequenti". Se avete regolarmente momenti di ipotensione dopo i pasti, provate a mangiare durante il giorno pasti più piccoli e più frequenti. Inoltre accertate quanti liquidi e quanto sale vi consiglia il medico. Ridurre liquidi e sale può contribuire all'ipotensione. - "Dormite inclinati". Anche il modo in cui dormite può essere importante per controllare l'ipotensione. Provate a dormire con la testata del letto alzata di 25-40 centimetri rispetto ai piedi (usate dei mattoni). Quando vi alzate, sedetevi lentamente e fate ciondolare i piedi giù dal bordo del letto per qualche istante prima di mettervi in piedi.
102. PROBLEMI DI DENTIERA. 14 idee per un sorriso più sicuro. Oggi possiamo compiangere gli sventurati portatori di dentiere del passato. Prima dell'epoca delle paste adesive i denti artificiali erano così instabili che molti li toglievano quando mangiavano. Per fortuna i tempi sono cambiati. Davvero? Se avete appena messo una dentiera nuova, forse siete alle prese con qualcuno dei vecchi problemi: bocca dolorante, difficoltà nel parlare o nel masticare, dentiere che scivolano e la sensazione che comunque i denti non sembrino veri. Oggi chi porta la dentiera può scegliere molte soluzioni diverse. Ci sono dentiere parziali e totali, ci sono quelle rimovibili e ci sono protesi che sono impiantate nell'osso e sembrano denti autentici. Comunque tutte le dentiere, come tutte le protesi artificiali per qualsiasi parte del corpo, richiedono un po' di tempo per abituarsi, ricorda George A. Murrell, ortodontista, che insegna alla facoltà di odontoiatria dell'Università della California del Sud. Lui ed altri specialisti hanno qualche suggerimento da darvi. - "Guardatevi allo specchio". Sorridete. Accigliatevi. Fate la faccia felice, triste, seria.
Provate davanti allo specchio la vostra immagine e come apparite in diverse occasioni, in modo da sentirvi a vostro agio con gli altri, consiglia il dottor Murrell. - "Allenatevi a parlare". Dite le vocali. Recitate le consonanti, consiglia Jerry F. Taintor, primario di ortodonzia all'Università del Tennessee. L'allenamento vi aiuterà a parlare nonostante l'apparecchio che avete in bocca. - "Girate un video". Un film può essere importante per diverse ragioni, dichiara il dottor Murrell. Può darvi la sensazione di quello che vede un estraneo guardandovi. Poi potete mostrare il video al dentista, che può usare le immagini per mettere a fuoco i problemi dei muscoli della mascella o dei movimenti delle labbra. - "Attenti agli stuzzicadenti". Questi legnetti appuntiti sono pericolosissimi per chi porta la dentiera, avverte il dottor Taintor. Con le protesi si perde molto senso del tatto. Magari mordete uno stuzzicadenti e non ve ne accorgete perché non lo sentite. Potreste ritrovarvelo piantato in gola. - "Leggete un libro". E leggetelo ad alta voce. Avere la dentiera è come avere un arto artificiale osserva il dottor Taintor. Dovete far pratica per imparare a usarlo bene. Leggete ad alta voce per voi stessi, raccomanda il dottore. Ascoltate la pronuncia e la dizione e correggetela se non vi suona giusta. - "Usate un adesivo". Se vi sembra che il vostro apparecchio non calzi perfettamente, dice il dottor Taintor, non c'è niente di male a usare un adesivo durante il periodo di adattamento. Però, se dovete sempre usare l'adesivo, significa che dovete farvi risistemare l'apparecchio. Gli adesivi sono in vendita senza ricetta: si tratta di una pasta morbida che crea un vuoto fra le gengive e l'apparecchio in modo da 'incollarli' temporaneamente insieme. Li trovate in tutte le farmacie. - "Con il mangiare andateci piano". No, non vi toccherà mangiare omogeneizzati per il resto della vostra vita, ma cominciate con alimenti morbidi, consiglia il dottor Taintor. Aumentate gradatamente la consistenza e la solidità di quello che mangiate, in modo che le vostre gengive e la vostra capacità di usare l'apparecchio si rafforzino pian piano. - "Pulite l'apparecchio con acqua e sapone". Quando avete finito di mangiare, toglietevi l'apparecchio e spazzolatelo con sapone e acqua tiepida. - "Tenete puliti i denti impiantati". Se avete denti impiantati dovete passare per la rituale pulizia due volte al giorno, esattamente come quando dovevate prendervi cura dei vostri denti originali, ricorda il dottor Murrell. Possiamo fare un meraviglioso lavoro di odontoiatria ma non durerà se non ve ne prendete cura. Magari qualcuno degli spazzolini ha un aspetto un po' diverso, ma il concetto è lo stesso. Teneteli puliti. - "E anche le gengive". I bambini nascono con la placca in bocca dichiara Eric Shapira, dentista a El Granada, in California, ed assistente alla University of Pacific. Anche se non avete denti, dovete lavare le gengive ed eliminare la placca. Usate uno spazzolino morbido e passatelo dolcemente sulle gengive, raccomanda il dottore. Non dovete sfregare tanto forte da procurarvi escoriazioni alla bocca. Una buona pulizia diminuisce le probabilità di avere l'alito cattivo ed aiuta le gengive a rimanere più sane, afferma il dottore.
- "Provate a succhiare una caramella". Una lamentela classica, dichiara il dottor Murrell, è l'eccesso di salivazione nelle prime settimane in cui si porta la nuova dentiera. Il problema si risolve facilmente succhiando spesso una caramella nei primi giorni. Questo vi aiuta a inghiottire di più ed a liberarvi della saliva in eccesso. - "Massaggiate le gengive". Mettete pollice e indice sulle gengive (l'indice all'esterno) e massaggiatele, suggerisce Richard Shepard dentista di Durango, nel Colorado. Il massaggio stimola la circolazione e dà alle gengive una salutare fermezza. - "Fate gargarismi di acqua salata". Per pulire le gengive sciacquatevi la bocca tutti i giorni con un bicchiere di acqua calda con dentro un cucchiaino di sale, consiglia il dottor Taintor. - "Fate riposare le gengive". Quando potete, toglietevi la dentiera e lasciate che le gengive si riposino per un po', consiglia il dottor Taintor.
103. PROBLEMI DI MEMORIA. 16 + 4 sistemi facili per ricordarsi tutto. Fate fatica a ricordare nomi, numeri di telefono, date importanti? Continuate a 'perdere' la macchina nei parcheggi? Quando partite per le vacanze, dovete tornare a casa dopo quaranta chilometri per controllare se avete spento il gas? Vi capita di dimenticarvi l'ortografia delle parole comuni? Se avete risposto di sì alla maggior parte di queste domande, ci sono buone notizie per voi: la mancanza di memoria si può curare! Dunque, dicevamo, dove eravamo rimasti? Ah, sì. Abbiamo controllato con alcuni esperti di memoria e con specialisti in campi che richiedono una memoria eccellente. E loro ci hanno raccontato i loro segreti per costruirsi una memoria di ferro. Praticamente tutti possono costruirsi una super memoria con pochi semplici sistemi sostiene l'esperto di memoria Michael Pressley, docente di sviluppo umano all'Università del Maryland. Che tipo di sistemi? Siamo lieti che l'abbiate chiesto. - "Fate associazioni mentali". Facciamo finta che stiate partecipando a un gioco televisivo. State per vincere un viaggio intorno al mondo, tutto pagato. Tutto quello che dovete fare è ricordarvi il nome della battaglia in cui Napoleone fu sconfitto. La risposta la sapete. L'avete sulla punta della lingua. Come potete fare per recuperarla? Provate a tirare fuori tutto quello che sapete intorno alla risposta suggerisce Robin West, docente di psicologia all'Università della Florida. Napoleone può farvi pensare a Giuseppina, alla Francia, al Codice Napoleonico, alle battaglie e, alla fine, a Waterloo. Più connessioni fate, più è probabile che troviate la strada giusta spiega il dottor West. - "Fate una 'fotografia'". L'americano medio, nel corso della vita, passa un anno intero a cercare oggetti che ha messo nel posto sbagliato. Volete risparmiare un anno di vita? Potete. Date una buona guardata alle chiavi quando le appoggiate sul tavolo. Portate le mani agli occhi, facendo finta di avere una macchina fotografica, e premete il bottone suggerisce la dottoressa Joan Minninger. - "Parlate a voi stessi". Su, non fate i timidi. Datevi da ricordare un'immagine uditiva, oltre che visiva.
Se lasciate la macchina in fondo al parcheggio, sotto la grande quercia, provateci e dite: Sto lasciando la macchina in fondo al parcheggio, sotto la grande quercia. Ditelo ad alta voce. E' un altro sistema per rinforzare la memoria segnala Irene B. Colsky, esperta di memoria e docente presso il dipartimento di insegnamento e apprendimento dell'Università di Miami. - "Legate un nastro giallo alla vecchia quercia". Adesso che la macchina è sotto la quercia, avete paura di dimenticare qual è la quercia giusta? Usate dei promemoria concreti: sono ottimi sistemi per ricordare, dichiara Forrest R. Scogin, assistente di psicologia all'Università dell'Alabama. Il 'nastro giallo' sulla quercia può essere un elastico intorno al polso (per ricordarvi di comprare fazzoletti), o l'orologio al polso sbagliato (per ricordarvi del compleanno della zia Berta) o qualsiasi altra cosa a cui riusciate a pensare. - "Fate delle liste". Ogni volta che vi è possibile, ovunque sia possibile, segnatevi quello che avete bisogno di ricordare. La nostra memoria a breve termine ha capacità limitate: c'è solo una certa quantità di spazio disponibile nota il dottor Scogin. Quando fate le liste, non solo vi assicurate di ricordare quello che avete scritto, ma vi liberate la mente per cose più importanti. - "Dividete per categorie". Quando carta e penna non sono a portata di mano, dovete fare le liste nella vostra testa: ma non fatele a caso, consiglia il dottor Scogin. Se state andando al supermercato e sapete che vi occorrono venti cose, probabilmente non riuscirete mai a ricordarle tutte, se non le raggruppate in modo logico. Pensate: cinque verdure, quattro prodotti cartacei, tre tipi di frutta, eccetera. "Spezzettate". 'Spezzettare' è come dividere per categorie, ma con i numeri. Per esempio, se dovete ricordarvi le cifre 2, 0, 2, 4, 5, 6, 1, 4, 1, 4, probabilmente siete in difficoltà. Invece ricordare (202) 456-1414 (il numero di telefono della Casa Bianca) è un po' più facile. Naturalmente siete liberi di 'spezzettare' anche qualunque altro numero. - "Inventate una storia buffa". Se avete da ricordare una serie di cose e avete paura di non riuscirci, nessun problema. Inventate una storia con i vostri oggetti, propone il dottor Pressley. Diciamo che state andando al mercato e vi servono cotolette di maiale, albicocche, latte e pane. Raccontatevi la storia di un maialino che beve il latte in un campo di grano, all'ombra di un albero di albicocche. - "Per ricordare i nomi, pensate alle facce". Forse il problema di memoria più difficile è ricordare i nomi delle persone che avete appena incontrato, dichiara il dottor Scogin. Il trucco è scolpire nella vostra mente un'associazione permanente fra il nome e la faccia. Meglio ancora, scegliete una caratteristica importante del volto e concentratevi su quella. Se Giorgio Perdino, il nuovo collega d'ufficio, ha per caso un naso lungo, visualizzate un omino che scia giù per quel lungo naso. Immaginate l'omino che perde (perderePerdino) gli sci. - "Fate delle associazioni con i nomi". E' più facile ricordarsi i nomi se avete qualcosa a cui associarli. Se dovete ricordarvi il nome di qualcuno che non ha un lungo naso o un neo sulla guancia, inventate una storiella. Se una persona si chiama Bruno Sarti, raffiguratevela seduta di fronte a voi con un paio di forbici, un metro a nastro e un pezzo di gesso.
Se uno si chiama Bocale, immaginatelo di fronte a voi con un grande boccale pieno di birra. Qualcuno che si chiama Stampa? immaginatelo mentre legge 'La Stampa' e così via. - "Cercate gli indizi". Le cose che vi sono successe in passato non sono isolate dagli altri eventi, ricorda il dottor Pressley. Diciamo, per esempio, che vi siete dimenticati in quale periodo avete lavorato a un certo progetto. Provate a cercare indizi o segnali che vi aiutino a concentrarvi. Magari potete ricordare che uscivate con Tizia in quel periodo, e che voi e Caio andavate spesso al cinema, e che un film che avete visto insieme era "Lo squalo". A quel punto potete ricordarvi che è un film uscito nel 1975. - "Sottolineate i vostri pensieri". Molti studenti universitari sviluppano rapporti molto intimi con gli evidenziatori fosforescenti rosa, gialli e verdi. Ma non c'è bisogno di un evidenziatore per sottolineare i pensieri. Potete farlo anche mentalmente. Scegliete quello che è importante e quello che non lo è consiglia il dottor Pressley. E' molto più difficile dimenticare quello che leggete in questo modo, segnala il dottore. "Leggete, leggete, leggete". Se il problema è che dimenticate le parole, probabilmente non le usate abbastanza, dichiara Frederic Siegenthaler, interprete alle Nazioni Unite, e che quindi deve stivare nella sua memoria un enorme vocabolario pronto all'uso in qualsiasi momento. Nella sola lingua inglese (ma Frederic Siegenthaler conosce perfettamente anche il francese, il tedesco, il russo e lo spagnolo) ci sono più di duecentomila parole disponibili, anche se in genere ne usiamo solo 5000 nella vita di ogni giorno. Così, se non riuscite a trovare la parola giusta, forse il vostro vocabolario è un po' arrugginito. Soluzione? Leggete più che potete consiglia Frederic Siegenthaler. Raccomando buoni romanzi, e in particolare i classici della letteratura. - "Fatevi gli esami". Di solito le persone non sanno quanto sono capaci di ricordare nota il dottor Pressley. Capita spesso che uno pensi di ricordare qualcosa e invece non è vero. Probabilmente l'avete scoperto a metà di un esame. Il sistema per essere sicuri che non succeda di nuovo è farvi un quiz prima dell'esame. Un test pratico vi dirà se siete a buon punto oppure no. - "State calmi". Ovviamente lo stress e l'ansia possono danneggiare le prestazioni della memoria, rileva il dottor Pressley. Bisogna essere coscienti per codificare le cose. E l'ansia distrugge la consapevolezza. Se siete smemorati, forse vi serve una vacanza. Patricia Sze, della scuola linguistica internazionale Berlitz di New York, afferma che il successo della sua scuola nell'insegnare le lingue straniere è dovuto in gran parte all'ambiente rilassante fatto di colori piacevoli, niente voti e niente esami. - "Controllate l'armadietto delle medicine e quello dei liquori". Ci sono decine e decine di cose che possono contribuire alla vostra smemoratezza, afferma Stanley Berent, professore associato presso il dipartimento di psicologia, psichiatria e neurologia all'Università del Michigan. Alla radice della vostra perdita di memoria può esserci la sbronza che avete preso o certe medicine, come le pillole antifame, certi farmaci per la pressione o gli antistaminici.
AVVERTENZA MEDICA: "Imparate a memoria questi sintomi". Non tutti i noduli sono dei cancri, e non tutti i lapsus di memoria sono un sintomo della sindrome di Alzheimer. Ma in genere la gente è impaziente con se stessa, soprattutto quando invecchia, ricorda il dottor Stanley Berent. Quando la mancanza di memoria è tanto grave da richiedere l'intervento di un professionista? Il dottor Berent suggerisce queste linee guida. - State perdendo il contatto con la realtà? Una cosa è dimenticare che giorno è, un'altra dimenticare in che anno siamo. Se non ricordate dove siete, se non riuscite a ricordare se è sera o mattina, o avete dimenticato il nome di vostro marito o di vostra moglie (e non di un semplice conoscente), dovreste consultare un medico. - Vi sentite a disagio? Se siete preoccupati per le vostre recenti mancanze di memoria, non ignoratele: chiedete il parere del dottore. - Riuscite a svolgere senza problemi i vostri compiti quotidiani? Se la mancanza di memoria influisce sul vostro lavoro, sulle vostre funzioni di genitore o di nonno, o su qualsiasi altro aspetto della vostra vita, avete bisogno di aiuto. Comunque, dice il dottor Berent, rendetevi conto che la vostra memoria non ha bisogno di essere perfetta per andar bene. Un po' di smemoratezza fa parte della vita.
BOX: "Una pillola della memoria?". Gli scienziati hanno cercato a lungo un rapporto fra gli elementi nutritivi e la capacità del cervello di imparare e di ricordare. Si sa che la mancanza di alcuni nutrienti può portare a problemi di memoria e ad altri problemi cognitivi, ma è ancora un mistero se le integrazioni di nutrienti possano aiutare la memoria. Le ricerche degli ultimi anni si sono concentrate su questi elementi nutritivi, che sembrano tutti collegati alla memoria: le vitamine B1 (tiamina), B6, B12 e C, e poi colina, folato, niacina, calcio, rame, iodina, ferro, magnesio, manganese, potassio, zinco e soprattutto lecitina. Alcune ricerche condotte nell'istituto di fisiologia di Sofia, in Bulgaria, sollevano domande e speranze a proposito di un altro esotico supplemento nutrizionale. Alcuni scienziati locali, sperimentando il ginseng sui topi, hanno scoperto che qualcosa nella radice di questa pianta cinese migliora l'apprendimento e la memoria. Almeno nei topi. Insomma, sembra che verrà un giorno in cui potremo curare la mancanza di memoria prendendo una pillola tutte le mattine. A parte il fatto che, naturalmente, qualcuno di noi dimenticherà di prendere la sua pillola.
BOX: "Come evitare il 'trac' da palcoscenico".Nella vita normale, tutto quello che chiediamo alla nostra memoria a breve termine è in genere una dozzina circa di numeri di telefono, una lista della spesa ogni tanto e l'orario d'inizio delle nostre trasmissioni T.V. preferite. Ma che cosa succede quando dobbiamo ricordarci un'argomentazione di vendita, un discorso da fare in pubblico, o le battute di una tragedia? L'attore Edward Gero ha qualche consiglio da darvi per ricordare le parole. - Per ricordarmi le battute, bisogna che per me abbiano un senso. Io leggo i versi di Shakespeare fra me e me, mettendoli in parole mie. - Cerco uno schema ritmico: 'To bee or not to bee...' ...dum de dum de-de. - Cerco di associare le battute coi movimenti. Per esempio nel Mercante di Venezia dico: 'Lasciate piuttosto che mi scaldi il fegato col vino', mentre tendo la mano a prendere un bicchiere di vino.
104. PSORIASI 14 + 5 trattamenti efficaci. Giorgia Rossi ha cinque cose in comune con milioni di altre persone che soffrono di psoriasi. 1. La sua psoriasi è come la loro perché è diversa, unicamente sua. 2. Quello che funziona per alcuni di loro non funziona per lei. 3. Quello che funziona per lei può non funzionare per loro. 4. Una cura può funzionare una volta, funzionare solo in parte una seconda volta e poi non funzionare più per nulla. 5. Giorgia Rossi non sa perché ha la psoriasi. Aggiungete una causa sconosciuta, mescolate con una cura sconosciuta e avrete una buona ricetta per la frustrazione. E' facile capire perché medici come Laurence Miller, consulente per la fondazione nazionale per la psoriasi e per l'istituto nazionale per la sanità, dicano: In fatto di psoriasi la medicina moderna è assolutamente inadeguata. La psoriasi è una malattia in cui le cellule cutanee impazziscono. Normalmente la pelle si rinnova in circa trenta giorni: è il tempo che occorre perché una cellula cutanea passi dallo strato cutaneo più interno alla superficie. Nella psoriasi la cellula arriva allo strato superiore in soli tre giorni, come se l'organismo avesse perso i freni. Il risultato sono zone rilevate della pelle, chiamate placche, che sono rosse e spesso pruriginose. Dopo che le cellule hanno raggiunto la superficie, muoiono come le cellule normali, ma sono talmente tante che le placche diventano bianche per lo sfaldarsi delle cellule morte. Di solito la psoriasi va a cicli di attacchi e remissione, e spesso gli attacchi si scatenano in inverno. A volte sparisce per mesi, o per anni. Può migliorare o peggiorare con l'età. Senza una causa non c'è una cura. Ma ci sono molte cose che potete fare per voi stessi. Tenete presente, comunque, che quello che funziona per molti può non funzionare per voi. Dovete fare degli esperimenti e preparare un personalissimo piano di battaglia. Ecco alcune strategie da provare. - "Cambiate atteggiamento". Philip Anderson, docente e primario del dipartimento di dermatologia all'Università del Missouri, sostiene che la cosa più importante è accettare il fatto che avete la psoriasi, concentrarsi su come gestirla ed evitare che diventi qualcosa di grave. Non sciupate energie nel preoccuparvi di ogni macchietta insiste il dottore. Non è una buona idea. Il dottor Miller è d'accordo. Alcuni dei miei malati di psoriasi li vedo magari due volte l'anno afferma il dottore. Non c'è nessuna legge che obblighi chi soffre di psoriasi a liberarsi di ogni scaglietta. Io apro le mani e dico: 'Questa è la fatica che ci vuole per essere a posto all'80%'. Poi allargo le braccia più che posso e dico: 'Per il 20% che manca la fatica è questa'.
Non dico mai: 'Imparate a vivere con la psoriasi'. Quando siete convinti che non potete fare più niente, che siete andati dall'A alla Z, finisce che ricominciate da A. La psoriasi moderata può essere tenuta completamente sotto controllo seguendo qualcuno di questi rimedi. - "Lubrificatevi". I primi rimedi sulla lista di tutti i dermatologi sono le creme emollienti. La pelle con la psoriasi è secca, il che può significare un peggioramento della psoriasi, una maggiore desquamazione e un prurito più intenso. Le creme emollienti aiutano la pelle a trattenere l'acqua. L'emolliente può essere il vostro olio da massaggio preferito (purché non irritante), oppure qualcosa di banale come l'olio di mandorle o la vaselina. Tutti sono più efficaci se li applicate subito dopo il bagno, quando siete ancora gocciolanti.- "Mettetevi al sole". Con dosi regolari di sole intenso il 95% dei sofferenti di psoriasi migliora. Il Mar Morto, in Israele, è famoso per la sua climatoterapia e molte persone con la psoriasi viaggiano regolarmente verso climi soleggiati. Il problema peggiora soprattutto d'inverno, o nei climi umidi e variabili: per questo dovreste pensare seriamente a trasferirvi in una zona calda e secca afferma il dottor Anderson. Sono le onde ultraviolette a combattere la psoriasi e i raggi UV-B sono i più rapidi. Ma c'è una conseguenza a cui non si può sfuggire. I raggi UV-B sono anche quelli che vi scottano e che moltiplicano i rischi di cancro della pelle. Possono anche far sì che la psoriasi compaia in punti che prima erano sani. Però c'è una via d'uscita: i filtri solari. I vantaggi del bagno di sole superano i rischi di cancro della pelle e di diffusione della psoriasi se usate dei filtri solari nelle zone dove non avete psoriasi ed esponete solo le zone colpite alla piena forza del sole sostiene il dottor Miller. - "Accendete la lampada". Prendete una piccola lampada UV-B per trattare le zone colpite dalla psoriasi, suggerisce il dottor Miller. Le necessità personali variano, quindi consultate prima il vostro medico. Magari preferite le lampade UV-A che si trovano negli istituti di bellezza, ma queste sono più deboli e vi occorrerà più tempo per guarire. - "Usate il catrame". Alcune preparazioni a base di catrame in vendita in farmacia sono più blande delle versioni su ricetta, ma possono essere utili nella psoriasi leggera, dichiara il dottor Miller. Potete applicare il catrame direttamente sulle chiazze, oppure immergervi in un bagno all'olio di catrame e curare il cuoio capelluto con uno shampoo al catrame. Tutti i prodotti al catrame in vendita in farmacia macchiano e hanno cattivo odore, quindi di solito vengono lavati via dopo un po' di tempo, ma ci sono dei tipi che si possono lasciare sulla pelle per amplificare l'effetto della luce solare e dei trattamenti UV-B. Il catrame vi rende più sensibili al sole, quindi fate attenzione avverte il dottor Miller. Il dottor Miller nota che alcuni dei nuovi prodotti a base di catrame sono in gel, che è un po' più elegante e cosmeticamente accettabile. Non puzzano, possono essere usati ogni giorno e si lavano via facilmente. Il dottore consiglia queste precauzioni: Se un prodotto al catrame provoca bruciore o irritazione, smettete di usarlo. E non usate mai catrame sulla pelle lesionata o aperta. - "Calore e umidità". I bagni e le piscine riscaldate sono ottime per la psoriasi afferma il dottor Miller, perché appiattiscono le placche ed eliminano le scaglie. Però l'acqua calda può peggiorare il prurito. - "Oppure freddo e umidità". Un bagno di acqua fredda, magari con una tazza o due di aceto di mele, è ottimo per il prurito.
Un'altra cosa che funziona bene è il ghiaccio aggiunge il dottor Miller. Mettete qualche cubetto in un sacchetto di plastica e tenetelo contro la parte colpita. - "Per piccole zone, provate il cortisone". Le creme al cortisone in vendita senza ricetta sono più deboli delle loro parenti con ricetta, ma meritano un tentativo, e sono più sicure sul viso e nella zona dei genitali sostiene il dottor Miller. Ma se le usate di continuo in queste zone, diventano meno efficaci e quando smettete di usarle, la psoriasi ritorna peggio di prima. Usatele finché non vedete qualche miglioramento, poi eliminatele un po' per volta. - "Sigillate la psoriasi". I ricercatori hanno scoperto che coprire le lesioni con nastro o pellicola di plastica per giorni o per settimane può in qualche caso guarire la psoriasi, soprattutto se prima ci applicate una crema al cortisone. Le cellule in superficie diventano umide e macerate spiega il dottor Anderson. Sembra che questo rallenti la proliferazione cellulare. Comunque il trattamento funziona solo per piccole zone, non più grandi di una moneta da mezzo dollaro. Bisogna stare attenti perché la pelle può diventare trasudante e infetta, e allora la psoriasi può peggiorare. - "Non rischiate di farvi male". Spesso sulla pelle danneggiata compaiono nuove lesioni, dichiara il dottor Anderson. I ricercatori pensano che il trauma sulla pelle possa spingere la crescita delle cellule a una velocità ingovernabile. Le persone con la psoriasi non dovrebbero andare in giro a cogliere more, proprio come una persona con il mal di schiena non dovrebbe spostare i mobili commenta il dottor Anderson. Potete farvi male alla pelle con cose come scarpe strette, cinturini da orologio, rasoi poco affilati e prodotti chimici troppo forti. - "Se siete sovrappeso, dimagrite". Gli scienziati non riescono a capire perché l'obesità peggiori la psoriasi, eppure, sostiene il dottor Anderson, è una delle connessioni più documentate. Il dimagrimento aiuta molti pazienti con la psoriasi. Se riuscite a mantenere il vostro peso-forma, quasi sempre la psoriasi migliora. - "Rilassatevi". Ho visto una ragazzina di 13 anni coprirsi di psoriasi dalla testa ai piedi dopo la morte di suo padre riporta il dottor Miller. Ci sono prove evidentissime che lo stress scateni la psoriasi, concorda Eugene Farber, presidente dell'istituto di ricerca sulla psoriasi. Se vi sdraiate su una spiaggia tranquilla per una settimana, migliorerete. Entrare in ospedale per un intervento chirurgico a volte migliora la psoriasi. Anche se è una cosa stressante, almeno vi rilassate e qualcuno si prende cura di voi. Ogni vacanza dalle tensioni quotidiane, per qualsiasi periodo di tempo, vi aiuta a migliorare. - "Andate in cerca di pesci". No, non è per evitare lo stress. Questo è un modo carino per dirvi di provare ad aggiungere alla vostra dieta capsule di olio di pesce che contengono l'acido grasso EPA (acido eicosapentaenoico). Vincent Ziboh, docente di dermatologia e biochimica all'Università della California, a Davis, è incoraggiato da quello che ha scoperto. Circa il 60% delle persone che abbiamo studiato risponde bene alla cura riferisce il dottore. L'ampiezza e lo spessore delle placche sono diminuiti, e così l'arrossamento e il prurito. Ma ci sono alcune cose importanti da considerare.
Un piccolo numero di persone non migliora e un piccolo numero peggiora riferisce il dottor Ziboh. Non ci sono garanzie. Il suo studio originale era piccolo e a breve termine, quindi i risultati non sono conclusivi. Non abbiamo visto effetti negativi, ma nel lungo periodo potrebbero verificarsi. Per esempio, l'olio di pesce può ridurre la coagulabilità del sangue e quindi amplificare l'effetto di altre medicazioni anticoagulanti. Se lo prendete, fate in modo che il vostro medico vi tenga d'occhio avverte il dottore. Inoltre, nota il dottor Ziboh, gli oli di pesce non sono tutti uguali. Abbiamo analizzato gli oli usati e abbiamo scoperto che la percentuale effettiva di EPA nelle capsule variava dall'1 al 10% afferma il dottore. In teoria dovrebbe essere circa il 17%. Anche se i soggetti dello studio prendevano da 11 a 14 grammi di olio di pesce al giorno, secondo il dottore, potevano andare altrettanto bene o anche meglio con metà di questa dose. Ma ricordatevi di controllare prima con il vostro medico. E' una buona idea mangiare pesci grassi, come salmone o sgombro, aggiunge il dottore, ma dovreste mangiare almeno mezzo chilo o un chilo di pesce al giorno per arrivare a 5 grammi di EPA. - "Curate le infezioni". C'è una correlazione ben documentata ma inesplicabile fra le infezioni e l'inizio della psoriasi. Anche la psoriasi già esistente peggiora quando un'infezione prende piede. Giorgia Rossi ha subìto un caso di punture d'insetto sulla parte bassa della gamba. Poco dopo ha avuto il primo attacco di psoriasi: sul cuoio capelluto, sui gomiti e sulle ginocchia. Vediamo bambini coperti di psoriasi due settimane dopo una tonsillite da streptococco riporta il dottor Miller. La cosa importante in questi casi, avverte il dottor Anderson, è un trattamento immediato ed efficace di tutte le infezioni, e un'attenzione particolare alla psoriasi quando avete qualsiasi tipo di infezione.
BOX: "Coprire la psoriasi?". Maurice Stein, cosmetologo e truccatore di Hollywood, aiuta i clienti che gli mandano i medici della zona, come pure le star che devono essere sempre perfette. Ecco alcune delle sue raccomandazioni. - Prima di tutto mai provare a coprire una lesione aperta, afferma Maurice Stein, ripetendo un avvertimento medico. - C'è un'ottima crema che si vende in farmacia senza ricetta. Si stende con una spugnetta da trucco e si applica al cuoio capelluto per coprire la desquamazione dichiara Maurice Stein. Prima fatevi dare l'approvazione dal vostro medico. Si chiama Covermark ed è venduta nelle versioni nera, marrone scura, medio, chiara e grigia. Funziona perché scurisce il cuoio capelluto in modo da accordarsi con il colore dei capelli. - Per i gomiti e le ginocchia Maurice Stein raccomanda terra indiana mescolata con il vostro prodotto emolliente preferito e distribuito sulle chiazze con una spugnetta da trucco. La terra indiana, ridotta in cipria, si può comprare nei grandi magazzini, negli istituti di bellezza o nelle erboristerie. Una quantità grande come una monetina basta per tutto il corpo sostiene il nostro esperto. L'emolliente tiene lubrificate le placche e la terra indiana le maschera. Se dovete indossarci sopra dei vestiti, tamponate bene per rimuovere l'eccesso di prodotto avverte Maurice Stein. - Se non trovate terra indiana, cercate una base cosmetica con molto pigmento, suggerisce Maurice Stein. Il posto migliore per trovarlo e provarlo è dall'estetista o in profumeria.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Peperoncino: la cura che scotta". Visto che non c'è una terapia per la psoriasi, la gente sta perlustrando il pianeta in cerca di cure e prova di tutto, comprese le medicine per altre malattie. Joel Bernstein, professore associato di farmacologia all'Università di Chicago, ha inventato e brevettato un prodotto a base dell'ingrediente attivo del peperoncino rosso, la capsaicina: una sostanza che illustra perfettamente il significato della parola 'caldo'. E' stato testato per la psoriasi, ma è stato approvato dalla Food and Drug Administration solo per l'herpes zoster, riferisce il dottor Bernstein. E' indiscutibilmente efficace dichiara il dottore. La mia sola preoccupazione è che è un po' complicato da usare. In realtà, se e quando sarà approvato, sarà un prodotto da vendere con ricetta. La teoria è che questo prodotto esaurisca nell'organismo tutte le scorte di sostanza P, un composto chimico che si pensa provochi l'infiammazione e che si trova anche nelle placche della psoriasi. Quindi la crema impedisce al corpo di fabbricare altra sostanza P e inoltre previene la proliferazione dei capillari necessari per nutrire la popolazione cellulare che germoglia nella placca. Questa crema non si può usare a caso, avverte il dottor Bernstein. Non serve a niente se non è usata in modo frequente e continuativo per almeno tre settimane. E c'è anche una parte sgradevole: Brucia, ed è meglio saperlo prima afferma il dottor Miller. Brucia le dita, brucia le placche e brucia il viso se vi capita di toccarlo senza prima averla lavata via. Ma il bruciore diminuisce o sparisce se continuate il trattamento, sostiene il dottore.
105. PUNTURE D'INSETTO. 19 suggerimenti per alleviare il dolore. Quando Amleto lamentava le frecce e i colpi dell'avversa fortuna e le mille naturali sofferenze a cui è esposta la carne, non stava parlando dei calabroni. E neppure delle meduse. Aveva in mente cose più urgenti e aveva decisioni importanti da prendere. Ma se avete appena ricevuto qualche brutto colpo da una creatura pungente, dovete prendere una decisione anche voi: soffrire o non soffrire? Scegliete di non soffrire seguendo i consigli qui sotto. API, VESPE E FAMIGLIA. Questi insetti quando pungono iniettano veleno nella pelle. Causano dolore, arrossamento e gonfiore nella zona della puntura. Il disagio può durare da alcune ore a un giorno: dipende da chi vi ha punto e da quante punture avete ricevuto.
- "Identificate il vostro attaccante". Sapere qual è l'insetto che vi ha attaccato può darvi qualche indizio utile per il trattamento ed aiutarvi a evitare altre punture. L'ape, che ha un corpo bruno-dorato e peloso, può pungere solo una volta, perché il suo pungiglione uncinato rimane nella pelle, provocando la morte dell'insetto. Invece i calabroni e le vespe hanno pungiglioni lisci che possono colpirvi più di una volta. Quindi preparatevi a fuggire. Gli "yellow jacket" (una varietà di calabroni) pongono un ulteriore problema. Se ne schiacciate uno, potete provocare un attacco in massa da parte dei suoi compagni. Rompere la sua sacca velenifera libera una sostanza chimica che incita gli altri insetti della stessa specie ad attaccare. - "Agite in fretta". La cosa fondamentale per un trattamento efficace è l'azione immediata. Più in fretta riuscite ad applicare qualche tipo di pronto soccorso, più riuscirete a controllare il dolore e il gonfiore. - "Togliete il pungiglione". Se è stata un'ape, togliete il pungiglione appena possibile. Altrimenti il sacco del veleno continuerà a pompare per altri due o tre minuti, spingendo il pungiglione e il veleno sempre più in profondità. Ma attenzione a non spremere il pungiglione o il sacco, altrimenti inietterete più veleno nell'organismo. Riuscire a estrarre il pungiglione è la soluzione migliore afferma Edgar Raffensperger, docente di entomologia presso il dipartimento di entomologia alla Cornell University. Usate le unghie, una lima da unghie, o anche il bordo di una carta di credito per raschiare dolcemente sotto il pungiglione e farlo saltar fuori. - "Pulite la zona". Le api e i loro parenti si cibano di rifiuti, quindi spesso hanno batteri indesiderabili nel loro veleno, avverte Jeff Rusteen, un pompiere che lavora con i vigili del fuoco a Piedmont, in California. Lavate bene la puntura con acqua e sapone o con un disinfettante. - "Date sollievo al dolore". A questo punto la ferita continua a pulsare, quindi è importante eliminare il dolore in fretta. Le sostanze che seguono si sono dimostrate efficaci, ma se volete che funzionino dovete agire in fretta. "Il freddo". Una borsa di ghiaccio o anche semplicemente un cubetto di ghiaccio posto sopra la puntura possono bloccare il gonfiore e impedire al veleno di diffondersi, afferma Herbert Luscombe, dermatologo di Philadelphia e professore di dermatologia alla Thomas Jefferson University. "Il caldo". Paradossalmente, continua il dottor Luscombe, anche il caldo può farvi bene perché neutralizza una delle sostanze chimiche che provocano l'infiammazione. Basta prendere un asciugacapelli e dirigere il getto sulla puntura. "Aspirina". Una delle cose più semplici e più efficaci che potete fare, dice il dottore, è applicare aspirina sulla zona colpita. Bagnate la puntura, poi strofinateci sopra una compressa di aspirina. L'aspirina neutralizza alcune delle sostanze infiammatorie del veleno. Attenzione: questo trattamento non va applicato a chi è allergico o sensibile all'aspirina. "Ammoniaca". A volte l'ammoniaca che avete in casa raggiunge il suo scopo, sostiene il dottor Luscombe. Se funziona, il dolore passa molto in fretta. Distribuitela sulla puntura. Per le gite all'aperto potete comprare in farmacia prodotti in stick che contengono ammoniaca.
"Bicarbonato". Claude Frazier, allergologo della North Carolina, suggerisce di applicare sulla puntura una pasta di acqua e bicarbonato. "Carbone attivo". Una pasta di carbone attivo in polvere e acqua assorbe rapidamente il veleno, per cui la puntura non si gonfia e non fa male sostiene Richard Hansen, direttore medico di un istituto sanitario di Poland Spring, nel Maine. Aprite con precauzione qualche capsula di carbone e fatene uscire la polvere. Inumiditela con l'acqua ed applicatela alla puntura. Coprite con garza o anche con un foglio di plastica: il carbone funziona meglio se è tenuto umido. "Argilla". Se non avete nient'altro sottomano, dice il dottor Hansen, mescolate un po' di terra argillosa e di acqua fino a ottenere una pasta fangosa. Applicatela come il carbone, coprite con una benda o un fazzoletto e lasciate in posizione finché l'argilla non si asciuga. - "Prendete un antistaminico". Un antistaminico orale in vendita senza ricetta può aiutarvi a dare sollievo al dolore. L'antistaminico seda un po' il bambino e diminuisce il gonfiore, la pulsazione, l'arrossamento causati dal veleno dell'insetto. Sia gli adulti sia i bambini possono beneficiare di questo trattamento. - "Primo: non fatevi pungere". Il proverbiale pizzico di prevenzione può risparmiare un sacco di fastidi dopo. Ecco come potete ridurre al minimo le probabilità di una puntura. "Vestitevi di bianco". Gli insetti che pungono preferiscono i colori scuri, ricorda il dottor Raffensperger. Per questo gli apicoltori di solito si vestono di bianco, di kaki, o di altri colori chiari, ma non sgargianti come il giallo, l'arancione, eccetera. "Attenti ai profumi". Evitate i profumi, i dopobarba e qualsiasi altra fragranza che possa far sì che l'insetto vi scambi per un fiore colmo di nettare, raccomanda il dottore. "Aumentate il vostro consumo di zinco". Pare che gli insetti siano attratti dalle persone che hanno carenze di zinco, rivela George Shambaugh junior, allergologo dell'Illinois e professore di otorinolaringoiatria alla Northwestern University. Personalmente prescrivo ai miei pazienti di prendere almeno 60 milligrammi di zinco al giorno, per tutto l'anno. Mia sorella aveva un terribile problema di punture d'insetti finché non ha cominciato ad assumere zinco. Adesso non viene mai punta. Attenzione: aumentate il consumo di zinco solo con l'approvazione e la supervisione del vostro medico. "Correte al riparo". Se siete inseguiti da un'orda di vespe furenti, correte al chiuso o tuffatevi nell'acqua, oppure dirigetevi nel folto di un bosco. Gli insetti hanno difficoltà a seguire la preda nell'intrico della vegetazione. "Datevi alla pittura". Come estrema soluzione potete darvi alla pittura. Secondo il dottor Luscombe è raro che gli imbianchini vengano punti dagli insetti, perché l'acqua ragia (o trementina) che usano li allontana. ZANZARE E PAPPATACI. Queste pestifere bestioline volanti possono crearvi un bel po' di difficoltà quando decidono di pungervi. Ecco che cosa potete fare. - "Disinfettate la puntura". Pappataci e zanzare possono trasmettere malattie. Quindi lavate bene la zona con acqua e sapone, consiglia Claude Frazier, allergologo della North Carolina. Poi applicate un antisettico. - "Date sollievo al prurito".
Le punture di zanzare e pappataci possono darvi gonfiore e prurito intenso anche per tre o quattro giorni. Per trattare questi sintomi il dottor Frazier suggerisce queste soluzioni: - Un antistaminico orale. Scegliete in farmacia un prodotto da banco per le allergie o per il raffreddore. - Pasta all'ossido di zinco. - Impacchi di ghiaccio. - Sale. Con acqua: fatene una pasta e applicatela sulla puntura. - Bicarbonato. Scioglietene un cucchiaio in un bicchiere d'acqua. Bagnate un panno nella soluzione e mettetelo sulle punture per 15-20 minuti. - Sali di Epsom. Scioglietene un cucchiaio in un litro d'acqua calda. Lasciate raffreddare e applicate come sopra. - "Un po' di prevenzione". Potete innanzi tutto evitare le punture usando i repellenti per insetti indicati qui sotto. Ricordatevi che più fa caldo più pappataci e zanzare sono attivi. In particolare le zanzare sono al massimo dell'efficienza nelle zone umide, per esempio, vicino agli stagni ed ai fiumi. Alcune specie sono fastidiose soprattutto alla fine della giornata e sono attratte dalla luce dopo che è sceso il buio. Quindi non abbassate la guardia al tramonto! "Cloruro di tiamina". Presa per bocca, questa vitamina B respinge gli insetti quando viene emessa attraverso la pelle, segnala il dottor Frazier. Però avverte che in alcuni soggetti può provocare prurito, orticaria ed addirittura eczema. "DEET". Il dottore raccomanda anche i repellenti commerciali che contengono DEET: N, Ndietil-toluamide. Applicatene generosamente su tutta la pelle scoperta, ma fate attenzione intorno agli occhi: questo tipo di prodotto può bruciare orribilmente se il sudore lo porta a contatto con gli occhi. Comunque non usatene troppo spesso, specialmente con i bambini. "Candeggina". Il dottor Luscombe propone di fare il bagno in una soluzione di candeggiante molto diluito prima di uscire all'aperto. Versate due misurini di candeggina in una vasca d'acqua calda e restate nel bagno per un quarto d'ora. Fate molta attenzione a non toccare gli occhi con la soluzione. L'effetto antizanzare dovrebbe durare parecchie ore. "Vicks VapoRub". Alcuni si trovano bene con questo unguento dall'odore pronunciato, aggiunge il dottore. "Zinco". George Shambaugh junior consiglia anche di prendere contro le zanzare una dose giornaliera di zinco (non meno di 60 milligrammi) come repellente naturale. Attenzione, ci vuole circa un mese per accumulare nell'organismo abbastanza zinco da scoraggiare gli insetti. Attenzione: prendete supplementi solo con l'approvazione del vostro medico curante. ZECCHE. In fatto di cibo le zecche non sono schizzinose: si accontentano anche degli esseri umani. Ecco che cosa potete fare se ve ne prendete una. - "Toglietela". Le zecche pongono un problema speciale perché affondano il rostro nella pelle e non mollano più la presa, cascasse il mondo. Non si riesce a spazzar via una zecca come si fa con una zanzara.
E tirarla fuori a forza lascia attaccato il rostro, che può provocare un'infezione. Ecco qualche sistema un po' più delicato per far mollare la presa alla zecca. "Tiratela fuori con dolcezza". Il dottor Luscombe consiglia di prendere un paio di pinzette e di estrarre la zecca con molta calma. Non tirate troppo in fretta avverte. Se non ci riuscite, provate ad applicare un po' di calore al dorso della zecca. Accendete un fiammifero e toccate la zecca con la capocchia. Il calore può incoraggiarla a mollare. Se non avete pinzette sottomano, provate qualcuno di questi altri sistemi: "Irritatela". Il dottor Frazier sostiene che una goccia di benzina, di kerosene, di etere di petrolio o di alcol fatta cadere all'incirca sulla testa della zecca la convince ad allentare la presa, ma siate pazienti, possono volerci anche dieci minuti. Attenzione: queste sostanze sono infiammabili, quindi non usatele quando c'è in giro un fiammifero acceso. "Soffocatela". Una variazione di questa tecnica, secondo il dottor Frazier, è coprire la zecca con una goccia di paraffina o di smalto per le unghie. Queste sostanze sigillano le piccole aperture per la respirazione sui fianchi della zecca e la soffocano. "Provate il metodo Benforado". Qualche anno fa, quando Joseph Benforado, professore all'Università di Madison, nel Wisconsin, faceva il medico al campo dei Boy Scout, ha messo a punto una tecnica a tutta prova per liberarsi delle zecche. Prendete un grosso chiodo e scaldatene la capocchia alla fiamma di un fiammifero. Fate scivolare la lama di un coltello da tasca sotto l'addome della zecca. Appoggiate la capocchia scaldata del chiodo al dorso della zecca, in modo da chiuderla a sandwich fra il coltello e il chiodo. Quando le zampe della zecca cominciano ad agitarsi per il calore, ruotate la lama del coltello di 90 gradi in modo che la zecca si trovi ritta sulla testa. Continuando a tener chiusa la zecca nel 'sandwich', tiratela delicatamente verso l'alto. Se le zampe non si muovono, vuol dire che il calore è insufficiente. Riprovate. L'idea è di disturbare la zecca, non di arrostirla spiega il dottor Benforado. - "Lavatevi". Una volta tolta la zecca, lavate l'area della puntura con acqua e sapone, consiglia il dottor Frazier. Poi applicate tintura di iodio o qualche altro antisettico per proteggervi dalle infezioni. - "State in guardia". Giugno e luglio sono l'alta stagione per le zecche, che però sono un pericolo dall'inizio della primavera fino all'autunno. Se passate del tempo all'aperto, soprattutto in zone di boschi o di erba alta, o di dune erbose, prendete queste precauzioni: - Un modo per scoprire se ci sono zecche in giro, dichiara il dottor Frazier, è legare a una corda un pezzo di flanella bianca e tirarsela dietro nell'erba e nel sottobosco. Controllatela spesso. Se ci sono zecche, aderiranno al tessuto. - Se siete in una zona di zecche, tenete la pelle al coperto più che potete, raccomanda il dottor Benforado. Questo significa pantaloni lunghi, maniche lunghe e calze lunghe. - In più, aggiunge il dottore, prima di andare a dormire, controllate se vi è rimasta addosso qualche zecca vagabonda. Alcune specie sono molto piccole e potreste non vederle. LE MEDUSE. Le meduse sono gli animali marini urticanti più comuni.
I loro lunghi tentacoli contengono cellule urticanti. Quando vi sfiorano, le cellule pungono la pelle ed emettono il loro veleno. Anche i tentacoli staccati o danneggiati possono provocare lesioni serie. Ecco che cosa fare se vi capita un incontro con queste creature marine. - "Sciacquatevi!". Sciacquate immediatamente l'area dolorante con acqua salata, raccomanda Arthur Jacknowitz, docente di farmacia clinica e primario del dipartimento di farmacia clinica all'Università della West Virginia. Non usate acqua dolce, che attiverebbe le cellule urticanti non ancora rotte. Per la stessa ragione, non sfregate la pelle. - "Neutralizzate le cellule urticanti". Alleviate il dolore sciacquando l'area con una delle sostanze indicate di seguito. Prima agite meglio è. Ma anche in questo caso il sollievo può durare solo un'ora o due, quindi riapplicate il liquido quando occorre. "Alcol". Distribuite dell'alcol sulle zone interessate, consiglia il dottor Jacknowitz. Anche se è meglio usare l'alcol denaturato, potete usare vino, liquori, o qualsiasi altro liquido alcolico che abbiate sottomano. "Aceto". Il dottor Luscombe raccomanda di mettere aceto sulla lesione appena potete. Non sarebbe male portarsi dietro una bottiglietta di aceto ogni volta che andate in spiaggia. "Ammoniaca". Anche l'ammoniaca è efficace, sostiene il dottore. Un vecchio trucco delle popolazioni marine è tamponare la zona con l'urina della persona lesionata. "Togliete gli eventuali tentacoli". Se ci sono tentacoli attaccati alla pelle, è il momento di toglierli. Però, naturalmente, non toccateli con le mani nude. Usate una di queste tecniche: - Proteggetevi le mani con un panno o un tovagliolino di carta e togliete i tentacoli attaccati, suggerisce Stephen Rosenberg, professore associato di salute pubblica alla Columbia University. - Usate della crema da barba e radete via i tentacoli con dolcezza, consiglia il dottor Jacknowitz. - Se questo non è pratico, prosegue il dottore, applicate una pasta di sabbia ed acqua salata. Poi grattate via i tentacoli con un coltello, una carta di credito di plastica o qualche altro strumento affilato. - Potete anche applicare una pasta di bicarbonato e acqua di mare, procedendo poi come sopra. - "Curate i sintomi". Provvedete al bruciore e all'infiammazione con medicinali specifici, suggerisce il dottor Jacknowitz. - Date sollievo alla pelle bruciante con degli antistaminici. - Riducete il gonfiore con una crema all'idrocortisone. - Se il dolore persiste, prendete un antidolorifico. - "Fate un'antitetanica". L'acqua di mare ripulisce la zona della lesione, però non sterilizza le ferite, ricorda il dottor Jacknowitz. Assicuratevi che la vostra vaccinazione antitetanica sia ancora valida. - "Copritevi". Se volete mettervi assolutamente al riparo dalle meduse, indossate maglietta e collant mentre nuotate, propone il dottor Luscombe. E' una cosa che serve davvero. AVVERTENZA MEDICA: "I segni di reazione grave". Le punture d'ape provocano più morti dei morsi di serpente, dichiara il dottor Herbert Luscombe.
Una normale puntura d'ape provoca dolore per un breve periodo e un gonfiore che in genere sparisce in poche ore. Ma sintomi più gravi possono segnalare un'allergia, che può portare a uno shock anafilattico mortale. Controllate rigidità toracica, orticaria, nausea, vomito, respiro affannoso, voce rauca, giramento di testa, lingua o viso gonfio, svenimento, shock. Più rapidamente appaiono i sintomi, più sono pericolosi. Se questi sintomi fanno la loro comparsa, dice il dottor Claude Frazier, usate un kit contro le punture d'insetto seguendo le istruzioni. Poi portate la vittima, nel minor tempo possibile, all'ospedale o dal medico più vicino. Se non avete un kit per le punture d'insetti, applicate del ghiaccio, se è possibile, e portate la vittima al pronto soccorso. Gravi punture di medusa possono essere accompagnate da mal di testa, crampi muscolari, tosse, respiro corto, nausea e vomito, ricorda il farmacologo Arthur Jacknowitz. Se i sintomi continuano o peggiorano, contattate immediatamente un medico o il servizio locale di pronto soccorso.
BOX: "Quando il ragnetto diventa cattivo". Fondamentalmente tutti i ragni sono velenosi, ma la maggior parte non è abbastanza grande o abbastanza forte da penetrare nella pelle e fare danno. Se siete morsi da un ragno, avverte il dottor Claude Frazier, seguite questi consigli: - Lavate la ferita e disinfettatela con un antisettico. - Applicate un impacco di ghiaccio per rallentare l'assorbimento del veleno. - Neutralizzate un po' del veleno, aggiunge il dottor Herbet Luscombe, bagnando la morsicatura e poi strofinandoci sopra una compressa di aspirina. Però non fatelo se siete allergici o sensibili all'aspirina. Ricordatevi che il morso di una vedova nera provoca un intenso dolore addominale che può essere scambiato con l'appendicite. Dite al dottore che siete stati morsi, in modo che possa iniettarvi del gluconato di calcio, avverte il dottor Luscombe.
AVVERTENZA MEDICA: "Non sottovalutate le zecche". Qualsiasi morso può provocare delle complicazioni. Quindi tenete d'occhio questi possibili problemi. - "Febbre delle Montagne Rocciose". Se siete stati morsi da una zecca intorno ai polsi e alle caviglie, si può formare un eczema che poi si diffonde in tutto il corpo, segnala il dottor Herbert Luscombe. In seguito possono manifestarsi febbre alta e un terribile mal di testa. La malattia può essere mortale, quindi se i sintomi compaiono andate immediatamente dal medico. - "Malattia di Lyme". La malattia di Lyme, anch'essa provocata dalle zecche, comincia con una chiazza simile a quella della tigna nel punto della ferita, dichiara il dottor Luscombe. Questa malattia è molto grave quando non viene curata, ma risponde agli antibiotici. I sintomi possono non manifestarsi per settimane, quindi continuate a tenere d'occhio la zona del morso.
106. RAFFREDDORE. 17 + 4 rimedi per vincerlo. Prima o poi tutti cadiamo vittime del comune raffreddore. Anche i più coraggiosi, i più intelligenti, i più buoni, i più forti... le nostre virtù non interessano ai virus, che in piena indifferenza ci riducono all'ombra starnutante e tossicolosa di ciò che eravamo prima.
Peggio ancora, non c'è una cura. Gli antibiotici, campioni di lotta contro le infezioni batteriche, sono al tappeto quando si tratta di battere i virus del raffreddore. Quindi noi ci facciamo coraggio, tiriamo su col naso, magari prendiamo una pillola o due contro il raffreddore e speriamo che i sintomi se ne vadano nelle solite una o due settimane. Ma in realtà c'è parecchio da fare per passare attraverso il raffreddore con meno disagio, almeno a sentire i medici specializzati nell'autoterapia. Alcuni rimedi, ci dicono, possono anche aiutarci a superare il raffreddore più in fretta. Ecco qui i migliori consigli offerti dagli esperti. - "Prendete vitamina C". La vitamina C agisce nell'organismo come uno spazzino che raccoglie ogni tipo di rifiuto: inclusi i virus afferma Keith W. Sehnert, un medico che lavora con Trinity Health Care a Minneapolis, nel Minnesota. Può abbreviare il raffreddore da sette a due-tre giorni. La vitamina C può anche far diminuire la tosse, gli starnuti e gli altri sintomi. In uno studio condotto all'Università del Wisconsin i pazienti con il raffreddore che prendevano 500 milligrammi di vitamina C quattro volte al giorno avevano la metà dei sintomi rispetto a quelli che non ne prendevano. L'uso a breve termine di queste forti dosi non dovrebbe procurare effetti collaterali, afferma il dottor Sehnert, però è meglio avere l'approvazione del vostro medico prima di cominciare qualsiasi programma di integrazione. Meglio ancora, procuratevi il vostro supplemento di vitamina C bevendolo: i succhi di arancia, di pompelmo e di mirtillo sono ottime fonti. - "Prendete dello zinco". Succhiare compresse di zinco può ridurre il raffreddore a una media di quattro giorni, hanno scoperto alcuni ricercatori inglesi e statunitensi. Inoltre, lo zinco può ridurre in modo spettacolare sintomi come la gola secca e irritata, sostiene Elson Haas, direttore della clinica Marin di medicina preventiva ed educazione sanitaria a San Rafael, in California. Non funziona con tutti, ma quando funziona, fa bene davvero dichiara il dottore. - "Siate ottimisti". Se siete fiduciosi nel fatto che il vostro corpo è capacissimo di guarirsi, potete davvero mobilitare le forze del sistema immunitario, nota Martin Rossman, medico di famiglia di Mill Valley, in California. In base a questa teoria il dottor Rossman prescrive ai suoi pazienti di praticare tecniche di immaginazione guidata per combattere il raffreddore. Dopo che i pazienti si sono rilassati profondamente, immaginatevi un tornado bianco che vi decongestiona i seni frontali intasati, suggerisce il dottore oppure un esercito di cameriere microscopiche che lava via i germi con secchi di disinfettante. - "Riposo e relax". Un po' di riposo extra vi permette di usare per la guarigione tutte le forze disponibili. Vi aiuta anche a evitare complicazioni come bronchite e polmonite, ricorda Samuel Caughron, medico di famiglia specializzato ih medicina preventiva di Charlottesville, in Virginia. Fate un giorno o due di vacanza dal lavoro se state proprio male consiglia il dottore. Come minimo, rallentate l'attività quotidiana e ridistribuite i vostri impegni. Cercare di stare al passo con la solita routine può esaurirvi, perché quando non si sta bene è difficile concentrarsi e probabilmente vi occorrerebbe il doppio del tempo per fare le solite cose spiega il dottore. - "Niente feste". Quando state male, le feste e altri momenti piacevoli possono logorarvi fisicamente, compromettendo il vostro sistema immunitario e prolungando il raffreddore, dichiara Timothy Van Ert, un medico californiano specializzato in autoterapia e medicina preventiva. Rimandate i momenti belli a quando vi sentirete meglio. - "State al caldo". Imbottitevi ben bene contro il freddo, consiglia il dottor Sehnert.
Questo terrà il vostro sistema immunitario concentrato nella battaglia contro il raffreddore, senza disperdere energie nel tentativo di proteggervi dal freddo. - "Fate una passeggiata". L'esercizio fisico moderato migliora la circolazione, aiutando il sistema immunitario a far circolare gli anticorpi che combattono l'infezione, afferma il dottor Sehnert. Saltate sulla vostra cyclette, in casa, per un quarto d'ora, o fate una mezz'ora di camminata di buon passo suggerisce il dottore. Ma non fate esercizi troppo intensi perché possono affaticarvi. - "Nutrite il raffreddore... ma non troppo". Il solo fatto che avete il raffreddore può essere un segnale che la vostra è un'alimentazione congestionante che vi affatica l'organismo segnala il dottor Haas. Controbattete, consiglia il dottore, mangiando pochi alimenti grassi, carne e latticini, e molta frutta e verdure fresche. - "Bevete del brodo di pollo". Questo conosciutissimo rimedio popolare oggi è un sussidio terapeutico di efficacia dimostrata. Una tazza di brodo di pollo caldo aiuta a liberare il naso. I ricercatori del centro medico Mount Sinai di Miami Beach hanno scoperto che il brodo di pollo caldo, per il suo aroma o per il suo sapore, sembra possedere una sostanza che aumenta il flusso del muco nasale. Queste secrezioni, che vengono espulse quando starnutite o vi soffiate il naso, sono la prima linea di difesa per allontanare i germi dall'organismo, affermano i ricercatori. - "Fate una buona scorta di liquidi". Bevete sei-otto bicchieri al giorno di acqua, succo, tè e altri liquidi leggeri, prescrive il dottor Sehnert. Questo reintegra i molti liquidi persi con il raffreddore ed aiuta a lavar via le impurità che possono accumularsi nell'organismo. - "Spegnete la sigaretta". Il fumo peggiora le condizioni di una gola già irritata dal raffreddore, dichiara il dottor Caughron. Inoltre interferisce con l'attività antinfettiva delle ciglia bronchiali, le 'dita' microscopiche che fanno uscire i batteri dai polmoni e dalla gola. Se non riuscite a smettere veramente, fatelo almeno mentre avete il raffreddore. - "Calmate le mucose con acqua salata". Potete calmare una gola irritata facendo gargarismi al mattino, a mezzogiorno, la sera, insomma quando fa più male, dice il dottor Van Ert. Riempite un bicchiere di acqua calda e metteteci un cucchiaino di sale. - "Bevete un punch caldo". Potete liberarvi il naso e favorire una buona notte di sonno bevendo un punch, o mezzo bicchiere di vino, al momento di andare a letto, suggerisce il dottor Caughron. Più alcol affaticherebbe l'organismo, avverte il dottore, rendendo la guarigione più difficile. - "Mettetevi a bagno nell'acqua calda". Un buon bagno bollente può aiutarvi a sciogliere la congestione, segnala Kenneth Peters, internista specializzato in terapia del dolore di Mountain View, in California. Oppure potete mettere a bollire sul fuoco un bollitore o una pentola di acqua, spegnere la fiamma, drappeggiare un asciugamano sopra la vostra testa come una tenda e inalare il vapore finché non è esaurito. Il suffumigio dà anche sollievo alla tosse perché inumidisce la gola secca, continua il dottore. - "Un po' di lubrificazione". Date sollievo al naso escoriato dalle continue soffiate applicando vaselina intorno e dentro alle narici con un cotton fioc, suggerisce il dottor Peters. - "Prendete le medicine la sera". Molte medicine per il raffreddore sono in vendita senza ricetta. Alcune curano dei sintomi specifici, altre contengono una combinazione di farmaci, in alcuni casi con aggiunta di alcol, che trattano un'ampia gamma di sintomi.
Però queste medicine di combinazione possono avere molti effetti collaterali sgradevoli come nausea o sonnolenza, avverte il dottor Van Ert. Raccomando di prenderle solo la sera, perché quando si dorme non si avvertono gli effetti secondari. Secondo il dottor Van Ert, se dovete prendere una medicina di giorno, prendete solo quelle che curano i vostri sintomi. Ricordatevi di seguire attentamente le istruzioni, avverte il dottore, e date ai bambini solo delle dosi pediatriche. Ecco che cosa potete usare: - Per dare sollievo ai dolori muscolari o alla febbre tipici del raffreddore, potete prendere dell'aspirina o del paracetamolo. Non date aspirina ai bambini sotto i 12 anni di età. Quello che pensate sia un raffreddore può essere un'influenza o la varicella, e alcune ricerche hanno dimostrato che l'aspirina presa dai bambini con alcune infezioni virali, come queste, può aumentare il rischio di sviluppare la sindrome di Reye, una malattia del fegato e del cervello che è piuttosto rara, ma potenzialmente mortale. La stessa cosa vale per le medicine antiraffreddore che contengono aspirina. - Per smettere di starnutire e asciugare il naso gocciolante e gli occhi lacrimosi, prendete un antistaminico, che blocca la secrezione di istamina, la sostanza che provoca questi sintomi. Attenzione: gli antistaminici provocano spesso sonnolenza, quindi usateli la notte o almeno quando non dovete guidare o fare cose che richiedono una buona coordinazione. - Per liberare il naso, prendete un decongestionante. Cercate prodotti che contengano come ingredienti attivi fenilproponalamina, fenilefrina o pseudoefedrina, consiglia Diane Casdorph, che insegna presso la facoltà di farmacia dell'Università della West Virginia. Oppure chiedete al vostro farmacista di fiducia. - Gli spray nasali e le gocce nasali sono anch'essi decongestionanti molto efficaci. Ma non vanno usati per più di tre giorni, avverte il dottor Peters. L'uso eccessivo può provocare un 'effetto rimbalzo, il che significa che il vostro naso ribelle può ritrovarsi completamente intasato. - Per dare sollievo alla tosse, provate gocce e sciroppi per la tosse. Cercate un prodotto che contenga sostanze antitosse come il destrometorfano, la difenidramina o la noscapina, suggerisce Diane Casdorph. Anche le caramelle possono combattere la tosse. Molte contengono anestetici locali che calmano un po' la gola dolorante, spiega il dottor Van Ert. - Gli unguenti al mentolo e alla canfora hanno un effetto calmante e rinfrescante e possono dare sollievo alla congestione aiutandovi a respirare meglio, soprattutto al momento di dormire. Applicate Vicks VapoRub o qualche prodotto analogo al torace nudo, copritevi e fatevi una buona notte di sonno. - "Non spargete in giro i vostri germi". Quando avete bisogno di tossire, tossite. Quando dovete soffiarvi il naso, soffiatevelo. Ma non seminate in giro i vostri germi: tossite e starnutite in fazzoletti di carta usa-e-getta, consiglia il dottor Van Ert, poi liberatevi subito dei fazzolettini e lavatevi le mani. I vostri amici sani e i familiari, che vogliono restare tali, lo apprezzeranno molto.
AVVERTENZA MEDICA: "Può essere qualcosa di più di un raffreddore". Se il raffreddore è accompagnato da uno o più dei sintomi che seguono, andate dal medico. Il problema può essere un po' più grave del solito raffreddore. - Febbre che rimane sopra i 38,5 gradi per più di tre giorni, o comunque febbre sopra i 39,5. I bambini con la febbre alta dovrebbero vedere il dottore entro 24 ore.
- Qualunque dolore bruciante e fortissimo, come mal d'orecchie, tonsille gonfie, dolori ai seni frontali, o polmoni e torace dolenti. - Eccessive quantità di espettorato, o sputo verdastro o sanguinolento. - Difficoltà estrema a inghiottire. - Eccessiva perdita di appetito. - Asma. - Respiro corto.
BOX: "La verità sul raffreddore". Dunque, avete un raffreddore che non se ne vuole andare e non sapete con chi prendervela? Il dottor Elliot Dick, virologo e docente all'Università di WisconsinMadison, che fa ricerche da più di trent'anni sul modo con cui si trasmettono i raffreddori, dice che sono stati presi in esame molti possibili colpevoli. La lista comprende: - Dividere cibo o bevande con qualcuno che ha il raffreddore. - Baciare qualcuno che ha il raffreddore. - Non coprirsi quando fa freddo. - Stare seduti in corrente d'aria. - Uscire con la testa bagnata. Il vero colpevole, naturalmente, è il virus che viaggia nell'aria, ricorda il dottor Dick. Potete prendervelo, dice il dottore, quando una persona con il raffreddore tossisce, starnuta o si soffia il naso in modo trascurato, mandando il virus a incrociare la vostra strada.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Erbe e infusi". Ci sono erbe e tisane dotate di proprietà particolari che combattono naturalmente il raffreddore, a quanto dicono due medici che le raccomandano ai loro pazienti. IDRASTE ED ECHINACEA. Raccomando capsule di vegetali come l'idraste ("Hydrastis canadensis") e l'echinacea al primo indizio di raffreddore riferisce il dottor Elson Haas. Secondo il dottore l'idraste stimola il fegato, che ha anche il compito di combattere le infezioni. Inoltre rinforza le mucose doloranti del naso, della bocca e della gola. L'echinacea purifica il sangue e le ghiandole linfatiche, afferma il dottore, e questo aiuta a far circolare gli anticorpi e ad eliminare le sostanze tossiche. Provate a prendere una o due capsule di ogni pianta due volte al giorno per non più di due settimane. L'AGLIO. Questa pianta familiare ha un effetto antibiotico, sostiene il dottor Haas. Riesce davvero a uccidere i germi e a liberarvi rapidamente dai sintomi del raffreddore. Il dottore consiglia due-tre capsule di aglio (senza olio) tre volte al giorno. Gli infusi vegetali possono essere altrettanto efficaci, dice il dottor Timothy Van Ert. Ecco le sue prescrizioni: INFUSO DI RADICE DI LIQUIRIZIA. Il dottor Van Ert sostiene che questo infuso ha un effetto anestetico che calma la gola irritata e dà sollievo alla tosse. Bevetelo ogni giorno. INFUSI DELLA BUONA NOTTE. Per una buona notte di sonno preparate una tazza di luppolo o di valeriana che hanno tutti un effetto tranquillante naturale. Per risultati ancora migliori il dottore vi suggerisce di aggiungere un cucchiaio di miele, un carboidrato semplice con proprietà sedative.
107. RAGADI ANALI. 13 trattamenti calmanti. Le somiglianze fra le ragadi anali e le emorroidi sono solo apparenti. In genere le emorroidi sono vene gonfie. Invece le ragadi sono lesioni cutanee che per caso si verificano nella stessa zona. Le ragadi somigliano molto a quelle dolorose screpolature che a volte si formano agli angoli della bocca, spiega J. Byron Gathright junior, primario del dipartimento di chirurgia del retto e del colon in una clinica di New Orleans, e professore associato di chirurgia alla Tulane University. Sia la varietà orale sia quella anale si verificano nel punto in cui la pelle incontra la delicata mucosa. Nell'ano, una causa molto comune di questa lesione è il passaggio di feci grosse e dure, dichiara il dottor Gathright. Se avete delle ragadi anali, sapete già che queste piccole lesioni possono rendere la vita, o almeno la parte seduta della vita, veramente miserabile. Bruciano, prudono, e a volte sanguinano. Qui sotto, gli esperti vi dicono come arrivare al fondo del problema il più rapidamente possibile. - "Guerra alle feci dure con liquidi e fibre". L'apertura anale non è progettata per adattarsi a feci molto grandi e dure. Le feci dure come un sasso, che in genere sono un sottoprodotto della nostra alimentazione scarsa di fibre, sforzano ed escoriano il passaggio anale, provocando ragadi o emorroidi. La soluzione? Adottate una dieta ricca di fibre e di liquidi, che vi procurerà defecazioni morbide. Mangiare più frutta, verdure crude e cereali integrali e bere sei-otto bicchieri d'acqua al giorno è il miglior rimedio e la migliore prevenzione che potete adottare per le ragadi anali, commenta il dottor Gathright. Una volta che le feci sono morbide e cedevoli, le ragadi cominciano a guarire da sole. - "Usate un po' di vaselina". Mangiare più fibra ammorbidisce le feci, ma potete anche proteggere la zona anale lubrificandola prima di andare di corpo. Un po' di vaselina applicata nel retto per un centimetro o due aiuta le feci a passare senza provocare altro danno, segnala Edmund Leff, proctologo a Phoenix e a Scottsdale, nell'Arizona. - "Un po' di talco". Dopo la doccia o il bidet spolveratevi di talco. Questo vi aiuterà a tenere asciutta la zona, riducendo l'attrito durante il giorno, sostiene Marvin Schuster, capo del dipartimento di malattie digestive presso una clinica di Baltimora. - "Attenzione alla diarrea". Può sembrare strano, ma non sono solo le feci dure e costipate a peggiorare le ragadi: anche la diarrea lo fa. Le feci acquose ammorbidiscono i tessuti con cui vengono a contatto; in più contengono acidi che bruciano l'area anale non protetta dalla pelle e vi procurano un 'eczema da pannolino' che peggiora il problema, osserva il dottor Schuster. - "Via con quelle unghie".
Le ragadi anali possono farvi venire la voglia di grattarvi. Combattete questa voglia. Le vostre unghie affilate sulla delicata cute anale possono escoriare il tessuto già dolorante, dichiara il dottor Lawder. - "Dimagrite". Più peso vi portate in giro più è facile che sudiate. Il sudore fra le natiche rallenta la guarigione delle ragadi, aggiunge il dottor Lawder. - "Usate un pochino di crema". Una crema locale a base di idrocortisone può essere molto utile per diminuire l'infiammazione che spesso accompagna le ragadi anali, dichiara il dottor Gathright. - "Provate una crema alle vitamine". Particolarmente utili per aiutare la guarigione delle ragadi anali sono gli unguenti a base di vitamine A e D, segnala il dottor Schuster. - "Fate un bagno caldo". Sia che riempiate la vasca di acqua calda, sia che vi concediate il piacere di un favoloso idromassaggio, l'acqua calda rilassa i muscoli dello sfintere anale e quindi riduce in gran parte il disagio delle ragadi, osserva il dottor Leff. - "Evitate alcuni alimenti". Non ci sono cibi che provocano le ragadi, ma alcuni alimenti provocano disagio ed irritazione al canale rettale mentre passano per l'intestino. Attenzione ai cibi molto piccanti e speziati ed ai sottaceti, avverte il dottor Schuster. - "Compratevi un cuscino speciale". Sedersi su una ragade anale può essere poco piacevole, per usare un eufemismo. Potete diminuire il dolore adottando uno dei molti cuscini a ciambella o riempiti di liquido che si vendono in farmacia e nei negozi di ortopedia, consiglia il dottor Lawder. - "Pulitevi con molta dolcezza". La carta igienica ruvida e uno zelo eccessivo nella ripulitura impediscono la guarigione delle ragadi. Quindi pulitevi con precauzione e non badate al risparmio quando comprate la carta igienica. Attenzione in particolare al colore (scegliete solo il bianco) e al profumo (fatene a meno). Profumi e colori irritano una zona già infiammata, dichiara John O. Lawder, medico di famiglia di Torrance, in California, specializzato in nutrizione e medicina preventiva. Eventualmente inumidite sotto il rubinetto la carta igienica prima di usarlo in modo di eliminare ogni ruvidità, raccomanda il dottor Lader. - "Trattatevi bene". La Rolls Royce della carta igienica non è una carta igienica. Sono in commercio dei fazzolettini per l'igiene intima che garantiscono il minimo di attrito con il vostro sfintere in difficoltà segnala il dottor Lawder.
AVVERTENZA MEDICA: "C'è qualcosa di serio?". In genere le ragadi non sono pericolose. La cosa a cui bisogna fare davvero attenzione, con le ragadi, è il fatto di non riuscire a liberarsene: un'ulcera che non guarisce può essere un cancro, avverte il dottor Lewis R. Townsend, docente di ostetricia e ginecologia al Georgetown University Hospital di Washington, D.C. Se avete delle ragadi che non guariscono in quattro-otto settimane, fatevele controllare consiglia il dottor Townsend. Ricordatevi che una lesione che non guarisce è uno dei sette segni classici che possono segnalare il tumore. In più, se vi accorgete di avere perdite mucopurulente (muco e pus) dall'ano, fatevi controllare dal medico. Gli ascessi in questa zona possono essere molto seri ammonisce il dottor John O. Lawder.
108. RUGHE. 18 + 6 sistemi per rallentare l'invecchiamento della pelle. L'età porta con sé molte buone cose, come la saggezza, i nipotini e gli sconti riservati alla terza età. Ma anche alcune cose non proprio piacevoli, come i capelli grigi e le rughe. Naturalmente i capelli grigi si possono sistemare con un pochino di tintura. Semplicissimo. Invece le rughe sono tutta un'altra faccenda. No, non potete stirarle via. E non potete neppure (come Peter Pan o Dorian Gray) mandarle via a forza di volontà. Ma gli esperti dicono che ci sono parecchie cose da fare per evitare di sembrar vecchi prima del tempo. - "Non seccatevi al sole come una prugna". In altri termini state lontano dal sole. Questa è la prima linea di difesa antirughe suggerita da tutti i nostri esperti. Alla fine l'eccesso di sole fa alla vostra pelle quello che fa alla frutta: la fa raggrinzire. Questo è vero soprattutto oggigiorno, perché l'assottigliarsi dello strato di ozono dell'atmosfera permette a un maggior numero di raggi pericolosi di arrivare sulla nostra pelle, spiega Norman A. Brooks, dermatologo di Encino, in California, ed assistente di dermatologia all'Università della California, a Los Angeles. Per saperne di più sulle rughe provocate dal sole, leggete il box 'Divertimento (e rughe) sotto il sole'. - "Evitate le lampade abbronzanti". Producono esattamente gli stessi raggi raggrinzanti del sole, dichiara Jeffrey H. Binstock, dermatologo e assistente di chirurgia dermatologica all'Università della California, a San Francisco. - "Non fate le smorfie". Fare una faccia buffa ogni tanto va benissimo, ma se corrugate regolarmente la fronte, strizzate gli occhi o sporgete le labbra, alla fine vi ritroverete con le rughe o peggiorerete quelle che avete già, sostiene Marianne O'Donoghue, professore associato di dermatologia al Rush-Presbyterian-Saint Luke's Hospital di Chicago, nell'Illinois. - "Controllate il vostro viso". Come fate a sapere se fate le smorfie? Guardatevi nello specchio mentre chiacchierate al telefono, suggerisce il dottor Binstock. Oppure provate ad appiccicare una striscia di nastro adesivo sulla fronte (solo in casa, naturalmente). Ogni volta che aggrottate le sopracciglia sentirete scricchiolare la plastica, dichiara John F. Romano, un dermatologo che insegna medicina al centro medico del New York Hospital-Cornell University di New York. - "Non prendete il sole sul viso". Un'ottima ricetta per riempirsi di rughe è andare in giro al sole senza occhiali scuri e senza un cappello che vi ripari gli occhi.
Non solo avrete a che fare con i raggi pericolosi che vi arrivano in faccia, ma dovrete strizzare gli occhi, il che alla fine li segnerà di rughette, avverte la dottoressa O'Donoghue. - "Tenete i cuscini lontani dal viso". Attenti alle rughe da sonno segnala il dottor Binstock, quelle che si formano quando premete il viso sul cuscino durante la notte. Se peccate in questo senso, imparate invece a dormire stesi sulla schiena, o fate esperimenti per trovare una posizione in cui la faccia non prema sul cuscino. Alcune delle vostre rughe più sottili svaniranno nel nulla. - "Non fate diete 'yo-yo'". Quando ingrassate molto, la pelle si stira. Se poi dimagrite, soprattutto se avete sulle spalle qualche anno e la vostra pelle non è più del tutto elastica, potete ritrovarvi con le rughe, perché la pelle non riesce a tornare alle dimensioni originarie, sostiene Stephen Kurtin, dermatologo di New York e assistente di dermatologia alla City University di New York. La cosa più intelligente da fare è non superare mai il peso forma; se però vi capita, cercate di perdere il peso in eccesso e stabilizzatevi sul peso giusto prima dei quarant'anni, consiglia il dottor Kurtin, dopo è molto difficile riuscire. - "Fate esercizio regolarmente". A quanto pare, chi è in buona forma ha la pelle più sana e più elastica rispetto a chi non lo è. Uno studio finlandese ha scoperto che la pelle di alcuni atleti di mezza età era più densa, più spessa e più forte rispetto a un gruppo parallelo di persone che non facevano sport. Anche l'elasticità, che permette alla pelle di tornare alla sua forma originaria dopo uno stiramento, era significativamente migliore negli atleti. - "Mangiate bene". Vitamine e minerali sono importanti per mantenere la pelle in buona forma. Fra i nutrienti più importanti ci sono le vitamine del complesso B (che si trovano fra l'altro nella carne bovina, nel pollo, nelle uova, nel pane integrale e nel latte) e le vitamine A e C (che si trovano nella frutta e nella verdura fresca). La dottoressa O'Donoghue sostiene che i cibi migliori per avere la pelle sana sono le verdure a foglia verde, le carote e la frutta fresca. - "Non fumate". Il fumo, oltre a far male alla salute in generale, può provocare rughe premature intorno alla bocca, a causa di tutti gli anni in cui avete contratto la bocca intorno alle sigarette. In più il fumo diminuisce l'afflusso di sangue ai capillari sottocutanei e questo può peggiorare le rughe, afferma Gerald Imber, chirurgo plastico che lavora al centro medico del New York HospitalCornell University di New York. - "Il sabato sera, invece di sbronzarvi, giocate a scacchi". Chi va alle feste, e chi beve troppo, scopre che l'alcol annega i dispiaceri, ma fa venire le rughe. Perché? Perché la mattina dopo una sbronza il vostro viso si gonfia e questo stira temporaneamente la pelle. Il gonfiore e il successivo sgonfiamento provocano le rughe, proprio come ingrassare troppo e poi fare una dieta eroica, avverte il dottor Imber. - "Usate una crema idratante". Nessuna crema idratante disponibile sul mercato può capovolgere gli effetti dell'età. Se però avete la pelle secca, l'uso di una crema idratante può nascondere alcune delle rughette che si formano alla superficie, segnala il dottor Kurtin. Il dottore insiste sul fatto che è importante inumidire la pelle prima di applicare una crema idratante. - "Non credete alle creme miracolose". Da quando l'acido retinoico ha invaso i titoloni dei giornali (l'acido retinoico è contenuto in crema da usare solo su prescrizione medica), la pubblicità ingannevole a proposito di prodotti antirughe salta fuori da tutte le parti.
Le affermazioni fatte da alcune ditte di cosmetici, in merito alle creme antietà, sono state trovate completamente ingannevoli dalla Food and Drug Administration (F.D.A.) sostiene Emil Corwin, addetto alle informazioni del centro per la sicurezza alimentare e l'alimentazione applicata della F.D.A. - "Piano con l'acqua e sapone". In genere nella nostra società la gente si lava troppo dichiara il dottor Kurtin. Un eccesso di detersione può provocare la disidratazione, che crea rughe temporanee. Soluzione? Lavatevi meno e usate solo saponi delicati. E sciacquatevi perfettamente. Bisognerebbe passare meno tempo a lavarsi e più tempo a sciacquarsi sostiene il dottor Kurtin: la pellicola saponosa lasciata sulla pelle peggiora la disidratazione. - "Usate un umidificatore". Tenere umida l'aria in casa è un ottimo rimedio per la pelle e previene le piccole grinze passeggere della pelle secca, spiega la dottoressa O'Donoghue. - "Consultate un'estetista". L'uso giudizioso di buoni prodotti da trucco può fare miracoli per nascondere le rughe afferma Paul Lazar, docente di dermatologia clinica alla Northwestern University. Il dottore suggerisce di consultare un'estetista. Un make-up ben studiato può far sembrare più giovane un viso vissuto dice il dottor Lazar. - "Incipriatevi un po'". Jack Myers, direttore dell'associazione nazionale americana di cosmetologia e cosmetologo professionista da oltre trent'anni, spiega che quando si cerca di nascondere le rughe, a volte si ottiene il risultato opposto. Questo è dovuto al fatto che la base, cremosa o grassa, viene sfregata sulla pelle e tende a impastarsi nelle rughe. Invece il segreto per nascondere le rughe è usare solo prodotti in polvere, come l'amido. Anche in questo caso, come con le creme idratanti, non aspettatevi miracoli, chiarisce Jack Myers. - "Riducete lo stress". Il dottor Lazar sostiene che probabilmente il collegamento fra rughe e stress è solo superficiale. Ma le persone felici tendono a sorridere, ricorda il dottore, e il sorriso distoglie l'attenzione degli altri da qualsiasi ruga.
BOX: "Divertimento (e rughe) sotto il sole". I medici dicono che troppo sole fa venire le rughe. Il problema, naturalmente, è che se non siete un vampiro o una pellicola fotografica, non avete voglia di evitare completamente il sole. E allora ecco che cosa consigliano i nostri esperti per equilibrare il divertimento sotto il sole con il controllo delle rughe. - "Evitate il solleone". Il 95% dei raggi che provocano le rughe colpisce la terra fra le 10 e le 14 (11 e 15, ora solare), secondo il dottor Stephen Kurtin. - "Abbondate con il filtro solare". Quando siete all'aperto, è consigliabile l'uso di un filtro solare, e più alto è il numero del fattore di protezione, meglio è, avverte il dottor Kurtin. Per prevenire efficacemente le rughe, lo schermo va applicato sulla pelle almeno mezz'ora prima di uscire al sole e riapplicato dopo aver fatto il bagno e nelle lunghe esposizioni. - "Attenzione alle superfici riflettenti". Il sole è sempre lo stesso, ma qui sulla terra le circostanze cambiano. Tenete presente che gli effetti raggrinzanti del sole sono più forti quando il sole rimbalza su superfici chiare (e quindi riflettenti) come la neve, la sabbia ed il cemento, avverte il dottor Jeffrey H. Binstock. - "Attenzione a dove siete".
Ricordatevi che i raggi del sole che raggrinziscono la pelle sono più forti alle grandi altezze (dove l'aria è più trasparente) e alle latitudini basse (vicino all'equatore). - "Assicuratevi di avere abbastanza vitamina D". Se fate sul serio nell'evitare il sole, ricordatevi che di solito è la luce solare a darci l'essenziale vitamina D. In ogni caso potete ottenere tutta la vitamina che vi serve sia dal latte sia dai complessi vitaminici, ricorda la dottoressa Marianne O'Donoghue.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Combattere le rughe alla maniera orientale". E' possibile bloccare o ridurre al minimo le rughe? Noi lo facciamo continuamente afferma Marshall Ho'o, che pratica la medicina orientale alla Clinica Est-Ovest di Reseda, in California. La medicina orientale affronta le rughe dall'interno all'esterno sostiene il dottor Ho'o. Questo significa che ai pazienti vengono insegnati alcuni esercizi pensati per sviluppare il tono e la simmetria nel viso e nel collo. Possono anche ricevere trattamenti di agopressione. Ma che cosa si può fare a casa, senza l'intervento specialistico del dottor Ho'o? Massaggiatevi il viso propone il dottore. Usando i polpastrelli, il pollice e le palme delle mani, massaggiate ogni centimetro del viso e del collo. Qualsiasi tipo di massaggio, spiega il dottore, aumenta la stimolazione e la circolazione. Inoltre dà tono ai muscoli facciali, che spesso perdono la loro simmetria in un'espressione rigida o assente. Inoltre il dottor Ho'o sottolinea l'importanza di vivere una vita felice e libera da stress. I cinesi che hanno famiglie numerose, che parlano e ridono molto, sembra che abbiano meno rughe. E quando le rughe arrivano, non sono così sgradevoli.
109. RUSSARE. 10 tecniche per una buona dormita. Il russare può avere vari livelli. Se vostra moglie va a dormire in un'altra stanza, il vostro è un russare moderato dichiara Philip Westbrook, direttore del centro per i disordini del sonno della Mayo Clinic, a Rochester, nel Minnesota. Ma se i vostri vicini traslocano, vuol dire che siete un russatore pesante. E' più facile che siano gli uomini a russare, rispetto alle donne. In uno studio che ha coinvolto più di 2000 persone, a Toronto, i ricercatori del sonno, Earl V. Dunn e Peter Norton, hanno scoperto che il 71% degli uomini russava, mentre solo il 51% delle donne lo faceva. In uno studio italiano la differenza era di due a uno in favore degli uomini o, diciamo meglio, a sfavore delle donne. Dal punto di vista clinico, riporta il dottor Westbrook, i russatori moderati sono quelli che russano tutte le notti, ma solo quando dormono sulla schiena o solo una parte della notte. Nella 'musica' del russare il suono è orchestrato da un complesso di fiati situati nella parte posteriore della gola. Il tessuto delle vie respiratorie superiori, sul retro della gola, si rilassa durante il sonno spiega Philip Smith, direttore del centro per i disordini del sonno della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland. Quando respirate, il tessuto vibra, con un effetto simile a quello di uno strumento a fiato. Per quelli di noi i cui compagni di letto non parlano di letti separati ma di camere separate, ecco alcuni sistemi per fermare la musica.
- "Mettetevi a dieta". La maggior parte delle persone che russano sono uomini di mezza età, sovrappeso. La maggior parte delle donne che russano hanno passato la menopausa. La perdita di peso fa diminuire il russare. Spesso il russare è collegato al sovrappeso dichiara il dottor Dunn del laboratorio del sonno del centro medico Sunnybrook dell'Università di Toronto. Abbiamo scoperto che se un russatore moderato perde peso, il russare diventa più leggero e in alcuni soggetti sparisce del tutto. Non c'è bisogno di essere un peso massimo per mettersi a russare. Bastano un po' di chili in più per scatenare il problema spiega il dottor Smith. Gli uomini possono cominciare a russare quando pesano più del 20% del peso forma. Le donne cominciano quando sono più pesanti, in genere del 30-40% oltre il peso forma. Più sovrappeso siete, più è facile che le vostre vie respiratorie entrino in crisi. - "Lasciate perdere il goccetto dl mezzanotte". L'alcol prima di andare a letto peggiora il problema dichiara il dottor Dunn. Non bevete e andate a dormire. - "Evitate i sedativi". Forse i sonniferi fanno dormire voi, ma tengono sveglio il vostro partner. Tutto quello che rilassa i tessuti della testa e del collo tende a peggiorare il russamento. Anche gli antistaminici hanno lo stesso effetto osserva il dottor Dunn. - "Via le sigarette". Spegnete le sigarette e il russare se ne andrà. Di solito le persone che russano sono persone che fumano, rileva il dottor Dunn quindi smettete di fumare. - "Non dormite sulla schiena". Dormite su un fianco. I grandi russatori di solito russano in qualsiasi posizione osserva il dottor Dunn. Ma quelli moderati russano solo quando sono stesi sulla schiena. - "A letto con la palla". Una palla da tennis, per essere precisi. Cucite una palla da tennis sulla schiena del pigiama suggerisce il dottor Dunn. Così, quando vi mettete sulla schiena, trovate questo oggetto duro e inconsciamente cambiate posizione. - "Fate una battaglia con il cuscino". Dopo di che buttatelo via. I cuscini peggiorano il vostro russare. Tutto quello che vi fa piegare il collo, riferisce il dottor Dunn come un cuscino troppo alto, vi fa russare di più. - "Inclinate il letto".Rialzare il letto può abbassare il livello del vostro russare. Rialzate tutta la parte superiore del torace, non solo la testa raccomanda il dottor Westbrook. Mettete un paio di mattoni sotto le gambe del letto, dalla parte della testiera. - "Prendetevela con le vostre allergie". Starnutire e russare vanno insieme. Il russare può manifestarsi in concomitanza con la presenza di allergie o di raffreddori osserva il dottor Westbrook. Usate un decongestionante nasale, specialmente se russate in modo intermittente e cominciate durante la stagione dei raffreddori da fieno. - "Tenete i tappi a portata di mano".
Quando tutto il resto non funziona, dice il dottor Westbrook, la persona che deve sopportare questo abuso nasale può mettersi i tappi nelle orecchie quando va a letto. I tappi costano poco e sono in vendita in tutte le farmacie.
AVVERTENZA MEDICA: "Più forte il rumore, più grosso il problema". Tu devi russare più chiaramente. C'è del significato nel tuo russare. Oggi la scienza moderna sta provando quello che Shakespeare sapeva secoli fa quando scriveva queste battute de "La tempesta". In genere, sostiene il dottor Philip Smith più forte è il russare, più è facile che sia dovuto a un problema medico. Uno dei problemi più difficili associati con il russare è una condizione chiamata 'apnea dei sonno'. La persona smette letteralmente di respirare spiega il dottor Earl V. Dunn. I forti russatori che durante la notte smettono di russare possono avere episodi in cui smettono di respirare. Le persone più esposte al sonno in apnea sono uomini di mezza età, sovrappeso, aggiunge il dottor Smith. Se siete in questa categoria e russate molto forte, abbastanza forte da essere sentiti fuori dalla stanza, le vostre probabilità di avere apnea nel sonno sono molto alte. Andate dal medico. L'apnea del sonno può essere tenuta sotto controllo indossando di notte un apparecchio che immette aria sotto pressione nel naso e nella parte posteriore della gola, il che impedisce alle vie respiratorie di collassare. Nei casi gravi a volte è indicata la chirurgia. Se russate pesantemente e/o sospettate di avere apnea nel sonno, potete rivolgervi a un centro di fisiopatologia del sonno.
BOX: "Alla ricerca di una cura sicura". Non c'è mai stato verso di capire perché la persona che russa non si sente russare ha scritto Mark Twain (1835-1910) nel libro "Tom Sawyer Abroad". In compenso ci sono centinaia di sistemi studiati per far smettere la persona che russa. A partire dal 1874 l'ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti ha rilasciato più di 300 brevetti per apparecchi cosiddetti antirussamento. Prendete per esempio il brevetto numero 4644330. E' un apparecchio elettronico che sta nell'orecchio esterno. Comprende un microfono miniaturizzato che capta il rumore del russamento e gli strumenti necessari per generare un contro-segnale audio. Questo significa che quando russate nel vostro orecchio scatta un allarme che vi sveglia. (La teoria che sta alla base è che le persone sveglie di solito non russano.) Poi c'è il brevetto 4669459. Questo apparecchio stringe in una morsa un molare su ogni lato della bocca; in mezzo c'è un bottone di connessione che preme sul palato molle per prevenirne le vibrazioni. Oppure il numero 4748702, che è un 'cuscino antirussamento' diviso in due zone. L'inventore ha posizionato 'un oggetto relativamente duro' nella zona che regge il retro della testa, e un oggetto 'relativamente poco scomodo' nella zona della guancia. Potete scegliere. Se dormite sulla schiena, dormite su una roccia; se dormite su un fianco, trovate qualcosa di un po' più morbido. A voi la scelta. Gli esperti del sonno dicono che alcuni degli inventori sono partiti da una corretta analisi del problema, ma aggiungono che la maggior parte degli apparecchi non è stata provata né controllata. C'è molto poco di scientifico in questi apparecchi commenta il dottor Philip Westbrook.
BOX: "Consideratevi fortunati!". Compiangete la signora Switzer. Sembra che suo marito Melvin, un portuale inglese di 125 chili, sia il re dei russatori. A forza di russare Melvin si è aperto la via del Guinness dei primati, con un russamento registrato di 88 decibel, circa la stessa intensità di un motore di motocicletta a pieno regime. E la signora Switzer? Attualmente è costretta a dormire con l'orecchio buono sul cuscino. L'orecchio buono? Sfortunatamente la corsa motociclistica notturna dall'altra parte del letto le ha provocato la sordità di un orecchio. Così, se a metà della notte siete svegliate da un rumore nasale, ricordatevi della povera signora Switzer, e rallegratevi di non avere una Kawasaki per marito.
110. SANGUE DAL NASO. 15 + 1 sistemi per bloccare il flusso. Non c'è niente come il sangue dal naso (o epistassi) per darvi un'idea dell'enorme quantità di sangue che ci portiamo sempre in giro nella testa. Anche Holden Caulfield, il cinico protagonista del libro "Il giovane Holden" di J. D. Salinger, ne ha visto abbastanza per restare impressionato. Il pugno da K.O. che il suo compagno di stanza gli ha mollato sul naso non lo ha sconvolto quanto la vista del sangue che gli scorreva sul viso. Mai visto tanto sangue in vita mia dice il giovane e linguacciuto eroe. Il sangue scorreva per tutta la bocca e il mento, e anche sul pigiama e sull'accappatoio. Un po' mi spaventava e un po' mi affascinava. Tutto quel sangue eccetera mi faceva sembrare un duro. Tosto com'era, il giovane Holden Caulfield si è scelto un rimedio casalingo abbastanza strano: una partita a canasta con Ackley nella stanza accanto. l nostri esperti hanno idee più pratiche. I loro suggerimenti possono essere utili in qualsiasi tipo di epistassi: che sia provocata da un naso indebolito dalla secchezza dell'inverno, dagli effetti secondari della pressione alta o dell'aterosclerosi, o da un bambino curioso che ha messo il dito dove non doveva. - "Soffiate fuori il coagulo". Prima di provare ad arrestare il sangue dal naso, fate una buona, vigorosa soffiata, consiglia Alvin Katz, otorinolaringoiatra che pratica privatamente a New York ed è capochirurgo in un ospedale specializzato di Manhattan. La soffiata fa uscire i coaguli che tengono aperti i vasi sanguigni. Un grumo di sangue coagulato è come una zeppa in una porta, spiega il dottor Katz. I vasi sanguigni sono fatti di fibre elastiche. Se riuscite a eliminare il coagulo, le fibre elastiche si contraggono e l'apertura si riduce.
Questo aiuta veramente aggiunge John A. Henderson, un otorinolaringoiatra di San Diego che è anche allergologo e assistente di chirurgia all'Università della California, e vi risparmia di fare un sacco di sciocchezze. A volte soffiare il naso e applicare un po' di pressione è tutto quello che occorre per bloccare immediatamente l'emorragia. - "Tappate la narice sanguinante con un batuffolo di cotone". Con che cosa potete inumidire il cotone? Parecchi dei nostri esperti hanno citato dei decongestionanti in vendita senza ricetta. Ma Jerold Principato, un otorinolaringoiatra di Bethesda, nel Maryland, e professore associato di otorinolaringoiatria alla George Washington University, preferisce l'aceto bianco. L'acido dell'aceto ha una delicata azione cauterizzante, sostiene il dottore. I decongestionanti si limitano a un controllo temporaneo; se ne abusate, potete danneggiare la mucosa nasale. - "Ma funziona anche la garza pura e semplice". Se non avete a portata di mano del cotone idrofilo, usate semplice garza sterile, consiglia Christine Haycock, medico privato di Newark, nel New Jersey, e docente di chirurgia clinica all'università di medicina e odontoiatria del New Jersey. Inumidite la garza prima di metterla nel naso. Quando è il momento di toglierla, riunite le mani a coppa, riempitele d'acqua e bagnate la garza. Questo dovrebbe ammorbidirla abbastanza da permettere di estrarla. - "Pizzicate la parte carnosa del naso". Appena vi siete soffiati il naso e l'avete riempito di cotone o garza, usate il pollice e l'indice per schiacciare la parte carnosa del naso. Mantenete la pressione per 5-7 minuti. Se l'emorragia non si ferma, applicate del cotone pulito e premete di nuovo per 5-7 minuti. Probabilmente prima di allora l'emorragia si sarà arrestata. Lasciate in posizione il cotone per altri 20 minuti prima di toglierlo consiglia Mark Baldree, otorino di Phoenix, nell'Arizona, e membro della divisione di otorinolaringoiatria del locale Saint Joseph's Hospital. - "Sedetevi diritti". Se vi sdraiate o tenete la testa all'indietro inghiottirete il sangue, avverte il dottor Katz. - "Provate un Impacco freddo". Spesso un impacco di ghiaccio è molto utile dichiara la dottoressa Haycock.Il freddo stimola la contrazione dei vasi sanguigni e riduce il sanguinamento. - "Non grattatevi". Ci vogliono da sette a dieci giorni per guarire completamente la rottura del vaso sanguigno che vi ha fatto sanguinare il naso. L'emorragia si ferma appena si è formato il coagulo, ma mentre la guarigione prosegue, il grumo diventa una crosta. Se vi grattate il naso nella settimana successiva e togliete la crosta, vi ritroverete con altro sangue dal naso, avverte il dottor Principato. - "Prendete del ferro". Se vi capita facilmente di perdere sangue dal naso, forse è il caso di prendere supplementi di ferro per aiutare l'organismo a sostituire rapidamente il sangue che ha perso, consiglia il dottor Levitt, otorino di Puget Sound (Washington). Il ferro è un componente fondamentale dell'emoglobina, la sostanza di base dei globuli rossi del sangue. - "Quanta aspirina prendete?". L'aspirina può ostacolare la coagulazione del sangue. Se perdete facilmente sangue dal naso, gli esperti vi consigliano di usare solo l'aspirina strettamente necessaria. - "Controllate anche quanti salicilati consumate". Il dottor Henderson consiglia ai suoi pazienti di evitare anche gli alimenti ricchi di salicilati, cioè le sostanze simili all'aspirina che si trovano nel caffè, nel tè, in molti frutti e in alcune verdure. I cibi di questa lista comprendono mandorle, mele, albicocche, tutti i frutti di bosco, la menta, i chiodi di garofano, le ciliege, il ribes, l'uva, le uvette
passite, i peperoni, le pesche, le prugne, i mapo, i pomodori, i cetrioli e i sottaceti. - "Controllate la pressione sanguigna". Gli ipertesi sono particolarmente esposti alle emorragie nasali. Quindi seguite una dieta a basso contenuto di grasso e di colesterolo, consiglia il dottor Levitt. Se avete l'ipertensione e i vasi sanguigni si rompono, è meglio che questo succeda fuori dalla scatola cranica piuttosto che dentro. In questo caso vi verrebbe un ictus. E' come se la natura vi avesse dotati di una valvola di 'troppo pieno'. - "Inumidite l'aria". Quando respirate, tocca al naso fare in modo che l'aria arrivi ai polmoni ben umidificata. Questo succede anche quando l'ambiente è secco: in questo caso il naso deve lavorare di più. Un buon umidificatore per ambienti, in particolare uno che contenga molti litri d'acqua, può essere di grande aiuto. Il dottor Katz raccomanda di riempire l'umidificatore con acqua distillata per proteggervi dalle impurità dell'acqua di rubinetto. Inoltre, assicuratevi di pulire bene l'apparecchio, seguendo le istruzioni del fabbricante, almeno una volta la settimana. Riempitelo di acqua ed aceto in parti uguali e lasciatelo funzionare così per 20 minuti. - "Prendete la giusta dose di vitamina C". La vitamina C è essenziale per la formazione del collagene, una sostanza fondamentale per mantenere i tessuti corporei in buone condizioni, spiega il dottor Henderson. Il collagene nei tessuti delle vie respiratorie superiori aiuta il muco a stare al suo posto, creando un rivestimento umido e protettivo per i seni frontali e il naso. - "Attenzione con la pillola". Gli estrogeni influenzano la produzione di muco. Ciò che altera l'equilibrio degli estrogeni nell'organismo, fra cui le mestruazioni, per le donne, può rendervi più esposti a perder sangue dal naso. Anche alcuni contraccettivi orali possono alterare questo equilibrio. Se il sangue dal naso è un problema per voi, ricordatevi di parlarne con il vostro medico quando scegliete la pillola anticoncezionale. - "Non fumate". Le narici vanno tenute umide, e invece il fumo le disidrata, ricorda il dottor Baldree.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando il sangue dal naso ha bisogno del medico". Avete riempito il naso di cotone, premuto, aspettato per il tempo prescritto. Ma l'emorragia continua. Che cosa dovete fare adesso? Andate in tutta fretta a un pronto soccorso o allo studio del vostro medico. Il sangue dal naso può uccidervi se continua per troppo tempo. In casi rari il sanguinamento ininterrotto indica la presenza di un tumore. Se siete anziani e avete le arterie indurite, non è il caso di aspettare più di dieci minuti prima di cercare un medico. Correte al pronto soccorso anche se perdete sangue dalla parte posteriore del naso. Questo è probabilmente quello che succede se vi tamponate il naso e il sangue scorre giù per la gola. Le emorragie nasali posteriori vanno stagnate attraverso la bocca e ci vuole l'abilità di un professionista per farlo.
BOX: "Un rimedio dai bordi del ring". In un incontro di boxe fra professionisti c'è esattamente un minuto di tempo per riuscire a fermare le emorragie nasali tra una ripresa e l'altra.
Angelo Dundee, un allenatore di pugilato di Miami Beach, in Florida che ha allenato undici campioni del mondo, ha una tecnica particolare. Che cosa fa? Non ci scommetteresti neanche un cotton fioc racconta Angelo Dundee. Prendo un pezzo di cotone idrofilo e lo arrotolo stretto. Lo bagno nell'adrenalina all'uno per mille e lo inserisco nel passaggio nasale. Poi faccio pressione su quel lato del naso. Se l'emorragia è dalle due parti, inserisco il cotone arrotolato in tutt'e due le narici e dico al ragazzo: 'Respira dalla bocca e dai un colpo perché il sangue si coaguli'. Poi prendo un tampone di garza e premo forte sulla cartilagine a metà del naso. Ha presente il punto dove le narici si incontrano alla base del naso? In quel punto si può premere forte quanto si vuole, non fa male. Sembra che questo fermi l'emorragia. L'adrenalina all'uno per mille è in vendita solo su ricetta; è anche un componente di parecchi prodotti per il naso in vendita senza ricetta.
111. SCOTTATURE. 10 soluzioni per i piccoli incidenti. Al fuoco! Al fuoco! Che cosa fare? Presto, spegnete il fuoco! Questo è un buon consiglio anche per le scottature. Quando toccate per sbaglio il grill rovente del forno, oppure vi sgocciolate addosso l'acido delle batterie, vi prendete in faccia una zaffata di vapore bollente aprendo il forno a microonde, o vi spruzzate la candeggina negli occhi, prima di tutto spegnete il fuoco: immediatamente! Ecco come si fa.- "Acqua sul fuoco". La prima cosa, e la più importante, è neutralizzare l'agente della scottatura dichiara William P. Burdick, professore associato di medicina d'emergenza al Medical College of Pennsylvania. Fate scorrere acqua fredda in grande abbondanza sulle bruciature: un quarto d'ora, mezz'ora, o comunque finché smette di bruciare. Ma non usate ghiaccio o acqua ghiacciata, che possono peggiorare le lesioni. Se è una bruciatura da contatto, correte a mettere la parte lesionata sotto l'acqua fredda raccomanda il dottor Burdick. Se è grasso bollente o un liquido caldo come l'acido delle batterie o una minestra, togliete i vestiti inzuppati, lavate via il grasso dalla pelle e poi mettete la bruciatura a bagno nell'acqua. Se il vestito è appiccicato alla scottatura, fate scorrere l'acqua sopra il tessuto, poi andate dal medico. Non cercate di toglierlo per conto vostro. Una volta che avete spento il fuoco, siete già a metà della strada per la guarigione. Il freddo impedisce alla scottatura di diffondersi nei tessuti organici e fa da anestetico temporaneo. - "Tenete il burro per i toast". Voi non cerchereste di spegnere il fuoco con un pezzo di burro, non è vero? La stessa cosa vale per le scottature. Mettere burro sulla scottatura mantiene il calore nei tessuti e peggiora la lesione.
E può anche provocare un'infezione. Non usate nessuno dei vecchi rimedi popolari, come aceto, patate o miele. - "Misurate la scottatura". Di solito potete curare da soli le scottature di primo e secondo grado che sono più piccole di una moneta da cento lire in un bambino, e un po' più grandi in un adulto. Andate dal dottore se la scottatura è più estesa, oppure se la bruciatura è su un bambino di meno di un anno o su una persona oltre i sessant'anni. - "Mettete la scottatura al riparo". Dopo aver pulito e raffreddato la scottatura, avvolgetela con precauzione in un tessuto pulito e asciutto, per esempio, uno spesso strato di garza. - "Dopo non fate nient'altro". Almeno per le successive 24 ore non toccate più la scottatura. E' bene lasciare che il processo di guarigione cominci indisturbato. - "Aiutate la lesione a guarire". Passate 24 ore dalla bruciatura, lavate dolcemente la lesione con acqua e sapone o con una soluzione leggera di betadine una volta al giorno, suggerisce il tecnico di medicina d'emergenza John Gillies, direttore dei servizi sanitari della Colorado Outward Bound School di Denver. Fra un lavaggio e l'altro tenete la zona coperta, asciutta e pulita. - "Calmatela con l'aloe". Due o tre giorni dopo l'incidente, spezzate una foglia fresca di aloe ed applicate alla scottatura l'umidità naturale della pianta, oppure spalmate sulla lesione una crema all'aloe, che è in vendita senza ricetta. Succo e crema hanno un effetto analgesico che vi farà stare meglio. Non ricorrete all'aloe se usate dei prodotti ad azione anticoagulante (come l'aspirina) o se avete una storia di problemi cardiaci. - "Un balsamo calmante". Quando la bruciatura comincia a guarire, aprite una capsula di vitamina E e massaggiate il liquido sulla pelle irritata. La vitamina E dà un senso di benessere e previene le cicatrici. - "Usate una crema antimicrobica". Un unguento antibiotico come cicatrene terrà a bada le infezioni e renderà più rapida la guarigione. - "Non rompete le vesciche". Queste bolle cutanee sono le migliori bende inventate dalla natura, osserva John Gillies, quindi lasciatele stare. Se una vescica si rompe, pulite la zona con acqua e sapone poi applicate un po' di unguento antibiotico e coprite.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando la bruciatura va vista dal medico". Potete curare da soli molte scottature di primo e secondo grado, dicono i medici, ma le scottature di terzo grado vanno viste da un esperto. Ecco come si fa a capire quanto è grave la scottatura. - Le scottature di primo grado, come molte scottature da sole e ustioni, sono arrossate e doloranti. - Le bruciature di secondo grado, incluse le scottature da sole molto gravi o le scottature provocate da un breve contatto con la serpentina di un forno, formano una vescica, trasudano e sono dolorose. - Le bruciature di terzo grado sono carbonizzate e colorate di bianco o di color crema. Possono essere provocate da sostanze chimiche, elettricità o contatto prolungato con superfici calde. Di solito non sono dolorose perché le terminazioni nervose sono state distrutte, ma richiedono sempre le cure del medico. Altre scottature che richiedono l'immediata attenzione del medico comprendono: - Bruciature sul viso, sulle mani, sui piedi, nella zona pelvica o pubica, sugli occhi. - Qualsiasi scottatura di cui non siete sicuri che sia di primo e di secondo grado.
- Le scottature che mostrano segni di infezione, fra cui una vescica piena di liquido verdastro o brunastro, o una bruciatura che torna a bruciare o si arrossa. - Qualsiasi scottatura che non guarisce in 10-14 giorni. Se pensate di andare dal medico per una scottatura, consiglia il tecnico di medicina d'emergenza John Gillies, lavatela, ma non metteteci unguenti, disinfettanti o spray. Naturalmente potete avvolgere la ferita in un bendaggio asciutto e sterile.
112. SCOTTATURE DA SOLE. 18 + 5 trattamenti rinfrescanti. Vi prendereste a calci da soli per esservi scottati al sole, e probabilmente lo fareste se il dolore non fosse così forte. Davvero, dovreste evitare di conciarvi la pelle in questo modo. Sapete tutto sui filtri solari e sui modi per proteggervi dai raggi scottanti del buon vecchio sole. Invece siete stati disattenti e adesso la state pagando cara, con il bruciore e con il sonno perduto. Speriamo che abbiate imparato la lezione. La prossima volta non vi farete trovare con i filtri solari abbassati. Ma nel frattempo leggete questi consigli degli esperti. - "Prendete un antidolorifico". La buona vecchia aspirina può aiutarvi a dar sollievo al dolore, al prurito e al gonfiore di una scottatura lieve o moderata. Prendete una o due compresse ogni otto ore consiglia Rodney Basler, dermatologo e assistente di medicina interna Università del Nebraska. - "Applicate degli impacchi calmanti". Dopo una scottatura da sole, la pelle è infiammata. Provate a rinfrescarla con degli impacchi di una delle sostanze elencate qui sotto. Se preferite, potete dirigere sulla zona il soffio di un ventilatore, per aiutare a rinfrescarla. "Acqua fredda". Usate l'acqua come esce dal rubinetto, oppure aggiungete qualche cubetto di ghiaccio, suggerisce Michael Schreiber, un dermatologo dell'Arizona. Bagnate un panno e stendetelo sulla bruciatura. Fatelo ogni pochi minuti, man mano che il panno si scalda. Ripetete l'applicazione più volte al giorno, per un totale di 10-15 minuti ogni volta. "Latte magro". Le proteine del latte hanno uno spiccato effetto calmante, aggiunge il dottor Schreiber. Mescolate una tazza di latte magro con quattro tazze d'acqua ed aggiungete qualche cubetto di ghiaccio.
Applicate le compresse per 15-20 minuti e ripetete ogni 24 ore. "Farina d'avena". Il dermatologo Fredric Haberman, che insegna medicina alla Yeshiva University, raccomanda l'acqua di farina d'avena, che calma la pelle. Avvolgete della farina d'avena in un quadrato di garza o di tessuto sottile (per esempio, lino). Fate scorrere acqua fredda sulla farina. Gettate via la farina e usate il liquido per fare impacchi. Applicate gli impacchi ogni 24 ore. "Hamamelis". Imbevete un panno con l'hamamelis, consiglia il dottor Haberman. Applicate spesso questi impacchi per dare sollievo, anche se temporaneo. Per zone più piccole tuffate nel liquido dei batuffoli di cotone e strofinateli dolcemente sulla zona. - "Mettete a bagno la scottatura". Un'alternativa agli impacchi soprattutto per le zone molto ampie, è un bagno freddo. Aggiungete man mano altra acqua, quanta ne occorre per tenere il bagno alla temperatura giusta. Poi asciugate attentamente la pelle premendo con un asciugamano pulito. Non strofinate la pelle o la irriterete ancora di più. Le sostanze che elenchiamo qui di seguito riducono il dolore, il prurito e l'infiammazione. "Aceto". Versate una tazza di aceto bianco in una vasca piena di acqua fredda, suggerisce Carl Korn, assistente di dermatologia all'Università della California del Sud. "Aveeno". Se la bruciatura copre una zona molto vasta, usate i pacchetti preconfezionati, oppure versate mezza tazza di Aveeno Bagno, che è fatto di farina d'avena, in una vasca d'acqua fredda, propone il dottor Schreiber. Restate a bagno per 15-20 minuti. "Bicarbonato". Versate con generosità del bicarbonato in una vasca d'acqua tiepida, suggerisce il dottor Haberman. Invece di tamponarvi con l'asciugamano, lasciate asciugare la soluzione sulla pelle. - "Piano con il sapone". Il sapone brucia ed irrita la pelle scottata. Se proprio dovete usare il sapone, consiglia il dottor Gossel, docente di tossicologia alla Ohio Northern University, usate solo un tipo delicato e sciacquate abbondantemente. Non restate a bagno nell'acqua insaponata. E state alla larga dai bagnischiuma. - "Idratate la pelle". Bagni e impacchi sono confortevoli e vi danno un sollievo momentaneo, dichiara il dottor Basler. Ma vi disseccheranno la pelle più di prima se non applicate un ammorbidente, immediatamente dopo. Asciugatevi tamponando con un asciugamano, poi addolcite la pelle con un olio da bagno. Lasciate agire l'olio per un minuto, poi applicate una crema o un latte idratante. - "Un po' di fresco in più". Per un sollievo ancora più pronunciato, provate a raffreddare la crema idratante prima di applicarla. - "Il sollievo dell'idrocortisone". Calmate le irritazioni e l'infiammazione della pelle con una lozione o un unguento ad azione locale che contengano lo 0,05% di idrocortisone. - "Provate l'aloe". Nella letteratura medica sta cominciando a diventare evidente che l'aloe vera è davvero efficace nella guarigione delle ferite dichiara il dottor Basler. Ma avverte di fare prima una prova su una piccola zona, per assicurarsi di non essere allergici all'aloe. - "Attenti alle infezioni".
Se avete un'infezione o avete paura di prendervela, applicate un unguento antibatterico in vendita senza ricetta, consiglia il dottor Schreiber. - "Fate un impacco freddo". Anche una borsa di ghiaccio può dare sollievo se la scottatura non è troppo grave. Avvolgetela in un panno umido e tenetela sopra la zona interessata. Se è necessario, improvvisatene una, consiglia il dottor Haberman. Potete usare anche un sacchetto di piselli surgelati, per esempio. Ma prima avvolgeteli in un panno: non appoggiate mai l'impacco ghiacciato direttamente sulla pelle. - "Bevete". E' un'ottima idea bere molta acqua per contrastare l'effetto disidratante di una bruciatura da sole, ricorda il dottor Gossel. - "Mangiate le cose giuste". Mangiate poco ma bene, aggiunge il dottore. Un'alimentazione equilibrata vi darà i nutrienti di cui la pelle ha bisogno per rigenerarsi. - "Sollevate le gambe". Se avete le gambe scottate e avete i piedi gonfi, sollevate le gambe più in alto del cuore, suggerisce il dottor Basler. Vi sentirete meglio. - "Fatevi una buona notte di sonno". Dormire sotto il solleone può essere un suicidio, ma per guarire da una scottatura il vostro corpo ha bisogno di riposo. Provate a spruzzare talco sulle lenzuola per diminuire l'attrito e l'irritazione, raccomanda il dottor Haberman. - "Attenti alle vesciche". Se vi vengono le vesciche, avete proprio una brutta scottatura. Se le vesciche vi disturbano e sono molto piccole, potete svuotarle solo se fate molta attenzione, dice il dottor Basler. Non togliete lo strato superficiale: il fastidio ed il rischio di infezione saranno minori se l'aria non entra in contatto con le terminazioni nervose sensibili. Per svuotare le vesciche, prima sterilizzate un ago tenendolo sopra la fiamma di un fiammifero. Poi pungete la vescica di lato e premete dolcemente il centro della bolla per far uscire il liquido. Fatelo per tre volte nelle prime 24 ore, consiglia il dottor Basler, poi non toccate più la vescica. - "Attenzione a ghiaccio e neve". Non abbassate la guardia d'inverno, avverte Butch Farabee, coordinatore dei servizi di pronto soccorso per il Parco Nazionale. Potete prendervi una bella scottatura con il sole riflesso dal ghiaccio e dalla neve. Cercate il modo di coprirvi in modo adeguato e proteggete con un filtro solare tutte le zone esposte. - "Non fate due volte lo stesso errore". Dopo che vi siete scottati al sole, ci vogliono tre-sei mesi perché la pelle torni com'era prima rileva il dottor Schreiber. Quando vi scottate al sole e lo strato superiore della pelle viene via, la nuova pelle è più sensibile che mai. Quindi vi scotterete ancora più in fretta se non starete attenti. - "Seguite le regole". Mentre il ricordo della scottatura brucia ancora, aggiornate le vostre 'regole da sole' con questi consigli di Norman Levine, primario di dermatologia all'Università dell'Arizona: - Applicate un filtro solare mezz'ora prima di uscire all'aperto, anche se il tempo è coperto. I raggi pericolosi del sole possono filtrare anche fra le nuvole. Non dimenticate di proteggere labbra, mani, orecchie e nuca.
Riapplicate il filtro, se occorre, dopo aver fatto il bagno o se sudate molto. - State particolarmente attenti fra le 10 e le 15 (11 e 16 con l'ora solare), quando il sole è al massimo della sua forza. - Se siete proprio convinti di volervi abbronzare, fatelo con molta gradualità. Cominciate con una esposizione di un quarto d'ora ed aumentate di pochi minuti al giorno. - Quando non fate il bagno o non state prendendo il sole, mettetevi indumenti protettivi. Cappelli, stoffe non troppo sottili e maniche lunghe aiutano a tenere il sole lontano dalla pelle.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando andare dal dottore". Una scottatura da sole molto intensa può essere una dura prova, ricorda il dottor Rodney Basler. Consultate un medico se avete nausea, brividi, febbre, svenimento, vesciche estese, debolezza generale, zone purpuree, prurito intenso. Ricordate che se la bruciatura dà l'impressione di estendersi, forse avete un'infezione.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "I rimedi che avete in cucina". Le scorte che avete in dispensa possono dare molto sollievo alle scottature da sole. Usate i nostri suggerimenti nei casi di emergenza. - "Amido". Aggiungete all'amido abbastanza acqua da fare una pasta, suggerisce il dottor Fredric Haberman. Applicate la pasta direttamente sulla bruciatura. - "Verdura a fette". Alcuni usano come calmante delle scottature fette sottili di cetriolo o patata cruda. Sono fresche ed aiutano a diminuire l'infiammazione sulle piccole zone. Anche le fette di mela funzionano. - "Lattuga". Ecco una soluzione calmante fatta in casa segnalata da Lia Schorr, esperta newyorchese di cure per la pelle. Fate bollire in un po' d'acqua delle foglie di lattuga. Scolate, poi lasciate raffreddare il liquido in frigorifero per diverse ore. Tuffate dei batuffoli di cotone nel liquido e tamponate dolcemente o strofinate sulla pelle irritata. - "Yogurt". Lo yogurt bianco è rinfrescante e calmante, aggiunge Lia Schorr. Applicatelo su tutte le zone scottate. Sciacquate con una doccia fredda, poi asciugate tamponando con dolcezza. - "Bustine di tè". Se avete le palpebre bruciate, applicate bustine di tè tenute a bagno nell'acqua, per diminuire il gonfiore e calmare il dolore, consiglia la nostra esperta.
BOX: "Siete sensibili alla luce?". Non vi stiamo chiedendo se avete sviluppato le foto. Il problema è che alcune medicine, saponi o cosmetici aumentano la sensibilità alla luce e possono procurarvi una dermatite simile a una scottatura. Come segnala il dottor Rodney Basler, possono provocare questa reazione gli antibiotici, i tranquillanti e le medicine antimicotiche. Così pure i contraccettivi orali, i diuretici, le medicine per il diabete e anche i filtri solari che contengono PABA (acido paramminobenzoico). Chiedete sempre al vostro medico gli effetti secondari possibili di tutte le medicine che state prendendo per bocca.
113. SENI DOLENTI. 15 + 1 suggerimenti per ridurre la sensibilità. Forse siete incinte e non riuscite a credere che questo seno teso e straripante sia proprio il vostro. Di notte non riuscite a trovare una posizione comoda per dormire. Forse state aspettando le mestruazioni e quando vi muovete la morbidissima camicetta di seta che avete messo stamattina vi fa l'effetto della carta vetrata. Oppure siete ancora sconvolte per il nodulo che avete scoperto durante l'autoesame, anche se il medico vi ha assicurato che è benigno. Benvenute nello strano mondo dei cambiamenti benigni del seno. Non siete sole. Si pensa che il 70% delle donne nordamericane soffra di disturbi ai seni, benigni ma sgradevoli, in qualche periodo della vita. La sensibilità che provate in gravidanza o immediatamente prima delle mestruazioni è dovuta al ciclo naturale dei vostri ormoni della riproduzione, gli estrogeni e il progesterone. Questi ormoni segnalano alle cellule delle ghiandole che producono il latte di crescere e le zone che circondano le ghiandole si riempiono di sangue e di altri fluidi per nutrire le cellule. I tessuti gonfi di liquidi stirano le fibre nervose e il risultato è il dolore. I cambiamenti di tipo fibrocistico, che comprendono i noduli e le cisti, interessano in genere le zone non funzionali del seno: le cellule adipose, i tessuti fibrosi e altre parti non coinvolte nella produzione o nel trasporto del latte. Ma in tutti i casi vi possono essere utili le stesse strategie per trovare sollievo e favorire la guarigione. Ecco quello che consigliano i nostri esperti. - "Cambiate alimentazione". Passate a una dieta a basso contenuto di grassi e ricca di fibra, presente nei cereali integrali, nella verdura e nelle leguminose. Uno studio della Tufts University ha scoperto che le donne che seguivano questo tipo di dieta metabolizzavano gli estrogeni in modo diverso. Una maggiore quantità di estrogeni viene espulsa con le feci, lasciandone meno in circolo, riferisce Christiane Northrup, assistente di ostetricia e ginecologia all'Università del Vermont. E questo significa meno stimolazione ormonale ai seni. - "Restate snelle". Cercate di mantenere il peso nelle proporzioni giuste secondo la vostra altezza e la vostra struttura ossea. Nelle donne che sono molto oltre al peso forma, il dimagrimento può migliorare il disagio al seno e la formazione di noduli, afferma l'infermiera Kerry McGinn. Il grasso funziona come una ghiandola supplementare, che produce e immagazzina gli estrogeni.
Se ne avete troppo, forse avete in circolo più estrogeni di quello che sarebbe opportuno. E i tessuti del seno dichiara Gregory Radio, primario di endocrinologia riproduttiva all'Allentown Hospital, in Pennsylvania, sono molto sensibili agli ormoni. - "Prendete le vitamine". Ricordatevi di mangiare molto cibo ricco di vitamina C, di calcio, di magnesio e di vitamine del gruppo B, avverte la dottoressa Northrup. Queste vitamine contribuiscono a regolare la produzione di prostaglandina E, che a sua volta inibisce la prolattina, l'ormone che attiva i tessuti del seno. "Lasciate perdere la margarina e gli altri grassi idrogenati". I grassi idrogenati interferiscono con la capacità del corpo di trasformare gli acidi grassi essenziali contenuti nell'alimentazione in acido gammalinoleico (GLA), dichiara la dottoressa Northrup. Il GLA è importante perché contribuisce alla produzione delle prostaglandine E. Le prostaglandine della serie E tengono poi sotto controllo la prolattina che attiva i tessuti del seno. - "State calme". Anche l'epinefrina o adrenalina, una sostanza prodotta dalle ghiandole surrenali durante lo stress, interferisce con la trasformazione del GLA, dichiara la dottoressa Northrup. - "Eliminate la caffeina". Il ruolo della caffeina nel disagio al seno non è stato provato. Alcuni studi dicono che è un fattore concomitante, altri non hanno provato niente. Tuttavia Thomas J. Smith, direttore del centro per la salute del seno al New England Medical Center di Boston, raccomanda fortemente di eliminarla. Ho visto donne con dolori al seno e altri sintomi di cambiamenti benigni migliorare nettamente dopo aver eliminato la caffeina. Dovete veramente eliminare tutta la caffeina insiste il dottore. Questo significa dimenticare le bibite alla cola, il cioccolato, il tè e gli antidolorifici che contengono caffeina. - "Lasciate perdere le salsicce con i peperoni". I cibi molto salati vi gonfiano, segnala Yvonne Thornton, assistente di ostetricia e ginecologia alla Cornell University. Questo è particolarmente importante da ricordare nei sette-dieci giorni che precedono il periodo mestruale. - "Niente diuretici". E' vero che i diuretici vi aiutano a buttar fuori i liquidi dall'organismo, e questo diminuisce il gonfiore dei seni. Ma questo sollievo immediato ha un prezzo, ricorda la dottoressa Thornton. L'abuso di diuretici può provocare la perdita di potassio, squilibrare il sistema degli elettroliti e alterare il livello di glucosio nel sangue. - "Usate un prodotto da banco". Sandra Swain, direttrice del servizio generale del seno alla Georgetown University, raccomanda l'ibuprofen per dar sollievo al seno dolorante. Evitate gli antinfiammatori steroidei (cortisonici) ad azione locale raccomanda la dottoressa. Naturalmente le donne incinte non devono prendere nessuna medicina senza l'approvazione del loro medico. - "Fate impacchi freddi". Kerry McGinn riporta che alcune donne migliorano tuffando le mani in acqua fredda e mettendole a coppa sopra le mammelle. - "Oppure provate con il calore". Altre donne, continua Kerry McGinn, stanno meglio se usano uno scaldino o una borsa dell'acqua calda, oppure dopo un bagno o una doccia calda. Per altre la soluzione migliore sono il caldo e il freddo alternati. - "Trovate un buon reggiseno di sostegno". Un reggiseno solido, come quelli che usano le maratonete, evita che le fibre nervose del seno, già stirate dai tessuti gonfi di liquido, vengano ulteriormente strapazzate.
Alcune donne hanno scoperto che è utile tenere questo reggiseno anche di notte, riferisce il dottor Radio. - "La pillola: è proprio necessaria?". Gli estrogeni delle vostre pillole anticoncezionali possono facilitare o ostacolare i vostri tentativi di tenere sotto controllo i cambiamenti benigni del seno: dipende dalle condizioni in cui siete, afferma il dottor Radio. In generale una pillola a basso livello di estrogeni può giovare in una situazione fibrocistica, ma può aggravare un fibroadenoma, la condizione in cui nel seno c'è un nodulo solido. - "Provate a eliminare i liquidi con il massaggio". Kerry McGinn riferisce che molte donne trovano sollievo con un delicato automassaggio del seno, che aiuta a scaricare il liquido eccedente nelle vie linfatiche. - "Qual è il messaggio emotivo nascosto dietro al sintomo?". Quando chiedo alle mie pazienti: 'Va tutto bene in famiglia e con gli altri?', spesso vedo apparire le lacrime dice la dottoressa Northrup. Il seno è simbolo di nutrimento anche emotivo ed è molto importante per le donne aggiunge la dottoressa. Avete in mente quel lieve pizzicore che accompagna la secrezione del latte? Donne che hanno già superato la menopausa lo avvertono ancora quando sentono un bambino che piange. E' un esempio del fortissimo legame che c'è fra il seno e le emozioni. AVVERTENZA MEDICA: "Benigno? Solo il vostro medico può dirlo con sicurezza". Avete già avuto un nodulo al seno diagnosticato come benigno. Nell'autoesame del seno che fate ogni mese è saltato fuori un altro nodulo. E' giusto pensare che anche questo sarà benigno? No. Ricordatevi questa regola base dell'autocura del seno: ogni volta che trovate un nuovo nodulo, consultate il medico. Il dottore può prescrivervi una biopsia, oppure usare un ago per estrarre liquido da una cisti piena di fluidi. Circa il 90% dei noduli del seno viene scoperto non dai medici o dalle infermiere o dalle mammografie, ma dalle donne che si fanno l'autoesame del seno, nota l'infermiera Kerry McGinn. Il momento migliore per l'esame è una settimana dopo l'inizio del periodo mestruale. Infatti alcuni noduli che compaiono immediatamente prima delle mestruazioni possono sparire altrettanto rapidamente quando il ciclo è terminato.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Sollievo con l'olio di ricino". Per avere sollievo da un'infiammazione dei seni, provate gli impacchi all'olio di ricino raccomandati dalla dottoressa Christiane Northrup. La dottoressa dichiara che questi impacchi aiutano anche a guarire le piccole infezioni mammarie. Vi occorrono dell'olio di ricino spremuto a freddo, un panno di flanella di lana, un pezzo di plastica e uno scaldino elettrico o una borsa dell'acqua calda. Piegate in quattro il panno e imbevetelo di olio, ma assicuratevi che non sia tanto inzuppato da lasciar scorrere l'olio sul seno. Appoggiate il panno sui seni, copritelo con la plastica, poi applicate lo scaldino. Mettete l'interruttore su 'moderato' e poi su 'caldo', se non vi dà fastidio, dice la dottoressa Northrup. Lasciatelo in posizione per un'ora. L'olio di ricino spremuto a freddo contiene una sostanza che stimola la funzionalità del linfocita T11, afferma la dottoressa, e accelera la guarigione di qualsiasi infezione. Sarà necessario fare gli impacchi per tre-sette giorni prima di vedere dei risultati. Spesso questo trattamento dà ottimi risultati nell'eliminazione del dolore dichiara la dottoressa.
114. SINDROME DELLE GAMBE IRREQUIETE. 16 + 3 tecniche rilassanti. Niente amici in giro, niente musica, niente Gene Kelly. Ma appena siete a letto, morti di sonno e di stanchezza, alle vostre gambe viene voglia di ballare. Che cosa succede? Beh, forse state reprimendo la vostra vera vocazione: fare la soubrette. Ma probabilmente fate parte di quel 5% della popolazione che, si calcola, soffre di sindrome delle gambe irrequiete. Questo problema, conosciuto anche come sindrome di Ekbom, di solito è un fastidio cronico più che il sintomo di un disturbo neurologico serio. E' caratterizzato da una voglia irresistibile di muovere le gambe, da 'salti' delle gambe e da sensazioni profonde, come di qualcosa che brulica e striscia. In genere sono colpite tutt'e due le gambe, a volte anche le cosce e addirittura le braccia dichiara Lawrence Z. Stern, docente di neurologia e direttore di una clinica specializzata nei disordini neuromuscolari all'Università dell'Arizona. Non sempre c'è simmetria fra i due lati. L'origine di queste sensazioni è sconosciuta. Alcuni ricercatori sospettano che uno squilibrio della chimica cerebrale possa essere alla radice del problema. Quale che sia la base fisiologica del disturbo, certo la cosa non è divertente come ballare. Ecco comunque qualche passo che potete tentare per fermare la danza delle gambe irrequiete. - "Alzatevi e camminate". La sindrome delle gambe irrequiete in genere colpisce di notte, quando state riposando. Quindi il modo più rapido per soddisfare la voglia di movimento delle gambe è alzarsi e fare un giretto intorno alla stanza, consiglia Ronald F. Pfeiffer, professore associato di neurologia e farmacologia e capo della sezione di neurologia all'Università del Nebraska. Naturalmente ci sono persone che fanno fatica a dormire anche senza gambe inquiete. Quindi una camminata è una buona idea per interrompere un attacco improvviso e fastidioso. - "Camminate prima di andare a letto". In certi casi questo riduce in modo significativo gli attacchi della sindrome, riferisce il dottor Stern. L'esercizio fisico cambia l'equilibrio chimico del cervello: vengono rilasciate delle endorfine, gli antidolorifici naturali, e il sonno viene favorito aggiunge. - "Contorcetevi". O dimenatevi? In un modo o nell'altro, l'idea è di muovere i piedi avanti e indietro quando i sintomi si fanno sentire. - "Cambiate posizione".
Sembra che alcuni pazienti abbiano più attacchi quando dormono in una certa posizione invece che in un'altra rileva il dottor Stern. Provate diverse posizioni, non fa danni e può rivelarsi utile. - "Mettete i piedi nell'acqua fredda". Con alcuni pazienti funziona dichiara il dottor Pfeiffer. Attenzione, però, non fatevi trascinare dallo zelo fino a immergere i piedi in un secchio di ghiaccio: potreste danneggiarvi i nervi. - "Scaldatevi". Il freddo giova ad alcuni soggetti, mentre altri trovano che un impacco caldo sia più calmante e più efficace, segnala il dottor Pfeiffer. - "Prendete una compressa multivitaminica tutti i giorni". La mancanza di ferro può essere una delle cause della sindrome delle gambe irrequiete osserva il dottor Pfeiffer e nota che numerosi studi hanno registrato un collegamento fra la carenza di ferro e la sindrome. Si è parlato anche di carenza di folato. Se sospettate una carenza di questa sostanza, fate un controllo con il vostro medico. Il dottor Stern sostiene che una compressa quotidiana di complesso multivitaminico con sali minerali può proteggervi dalla carenza di entrambi questi nutrienti. - "Prendete un'aspirina prima di andare a letto". I medici non sanno perché l'aspirina abbia un effetto positivo, ma a quanto pare riesce a ridurre i sintomi in alcuni pazienti. - "Non fate pasti abbondanti la sera". Se mangiate molto la sera, le vostre gambe possono veramente mettersi a saltare. Forse la digestione di un pranzo molto abbondante innesca qualcosa che provoca il problema ipotizza il dottor Stern. - "Riducete il vostro livello di stress". Più facile a dirsi che a farsi, ma certo vale la pena fare un tentativo. Lo stress peggiora il problema afferma il dottor Stern. Organizzarsi meglio, darsi del tempo per stare tranquilli, respirare profondamente e praticare qualche tecnica di rilassamento sono buoni sistemi per ridurre lo stress. - "Massaggiatevi le gambe". Prima di andare a letto, un buon massaggio alle gambe può essere benefico suggerisce Richard K. Olney, assistente di neurologia all'Università della California, a San Francisco. Anche uno stiramento leggero può essere d'aiuto. - "Evitate i sonniferi". A breve termine possono esservi utili, ma è facile cadere nell'assuefazione e a questo punto vi ritrovate con due problemi: la sindrome delle gambe irrequiete e l'assuefazione a una droga. - "Non usate l'alcol come sedativo". Anche in questo caso andate a mettervi in un doppio guaio, insiste il dottor Stern. - "Niente (o quasi) caffeina". Alcuni studi hanno mostrato un collegamento tra l'abbandono della caffeina e un miglioramento nella sindrome delle gambe irrequiete riferisce il dottor Pfeiffer. - "Smettete di fumare". Una donna di settant'anni, fumatrice e da tempo sofferente di sindrome delle gambe irrequiete, ha trovato sollievo un mese dopo aver smesso di fumare, riferisce un medico canadese. Quattro mesi dopo, secondo il rapporto del dottore, la donna era ancora libera dai sintomi. - "Non state al freddo". Diversi studi hanno indicato la prolungata esposizione al freddo come una possibile causa della sindrome delle gambe irrequiete.
AVVERTENZA MEDICA: "Siate coscienziosi: andate dal dottore".
Se avete la sindrome delle gambe irrequiete, probabilmente non avete niente di cui preoccuparvi, a parte il sonno che perdete ogni tanto. Ma se è la prima volta che provate i sintomi (sensazioni intense nelle gambe, di solito la notte), andate dal medico. I sintomi della sindrome delle gambe irrequiete possono essere un segnale d'allarme di problemi seri come una malattia polmonare, una malattia renale, il diabete, il morbo di Parkinson e diversi disturbi neurologici. Quindi, per prudenza, lasciate che sia il medico a fare la diagnosi.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Nuove abitudini all'ora di andare a letto". La sindrome delle gambe irrequiete può essere cronica e rendere la vita grama per anni e anni. Per questo molti provano a cambiare i rituali tipici di quando si va a dormire segnala il dottor Richard K. Olney. E alcuni di questi rituali, per strani che possano sembrare funzionano: almeno qualche volta. Perché funzionano? I medici non si azzardano neppure a fare un'ipotesi. Però, se questi metodi inusuali non sono pericolosi e possono essere utili, potete sempre provarli. - "Mettete una calzamaglia di cotone quando andate a letto". Provateci magari in inverno, almeno tiene caldo. - "Mettete un pigiama di seta". E' delizioso sulla pelle e se proprio dovete camminare per la casa, almeno sarete elegantissimi. - "Massaggiate le gambe con un vibratore elettrico". Alcuni dicono che questo riduce i sintomi; in altri però i sintomi peggiorano.
115. SINDROME DEL TUNNEL CARPALE. 13 + 2 tecniche per affrontare il problema. Tre paragrafi nella lettera a vostro nipote e il doloroso formicolio della mano che scrive vi costringe a metter giù la penna. Ci avete messo delle settimane per trovare il colore giusto per le pareti della cucina, ma dopo poche pennellate il fastidioso dolore del polso e della mano vi fa rimettere il pennello nel secchio. Di notte vi svegliate con la mano e il polso intorpiditi, apparentemente senza una ragione. Se vi capitano cose come queste, è probabile che abbiate la sindrome del tunnel carpale. La sindrome del tunnel carpale non arriva dalla sera alla mattina. E' un disturbo traumatico cumulativo che si sviluppa con l'andar del tempo, a causa di ripetuti movimenti stressanti della mano e del polso. Pensate, per esempio, all'Holland Tunnel, la galleria di New York che passa sotto il fiume Hudson. Immaginatevi che fatica cercare di passarci nelle ore di punta: tante corsie di traffico che cercano di mettersi su una sola fila. Bene, il vostro polso, che è chiamato anche tunnel carpale, è come il tunnel sotto l'Hudson nelle ore di punta. Naturalmente voi non avete camion e autobus che vi passano nel polso, ma avete tendini e nervi, e quando usate le mani per fare movimenti ripetitivi e stancanti, come scrivere, battere a macchina, martellare, i tendini si gonfiano e comprimono il nervo mediano che corre fino alla mano. ll risultato è un forte dolore. Nell'Holland Tunnel, quando il traffico cresce, i clacson si mettono a suonare. Nel polso, quando i tendini si gonfiano, si fa sentire il dolore.
Le donne sono due volte più esposte degli uomini alla sindrome del tunnel carpale e l'età media delle prime manifestazioni è fra i 40 e i 60 anni. Secondo Colin Hall, docente di neurologia e medicina all'Università della North Carolina, di solito i sintomi colpiscono una mano, ma sono presenti in tutt'e due. A volte la mano interessata è intorpidita o pizzica, o è 'addormentata'. Generalmente questa sensazione si avverte nella zona del pollice e dell'indice, ma è possibile che si diffonda a tutta la mano. Quando questa sensazione si fa sentire, è tempo di cercare aiuto. Vediamo come. - "Fate del cerchi". Quando il pizzicore comincia, consiglia la fisioterapista Susan Isernhagen di Duluth, nel Minnesota, è ora di cominciare a fare qualche esercizio con le mani, molto dolcemente. Uno di questi è la rotazione circolare del polso. Muovete le mani in tondo per circa due minuti. Questo movimento esercita tutti i muscoli del polso, stimola la circolazione e toglie il polso dalla posizione ripiegata che di solito innesca i sintomi della sindrome del tunnel carpale spiega Susan Isernhagen. - "Alzate le mani". Sollevate le mani da quella tastiera e tenetele in alto. Alzate le braccia sopra la testa e fatele ruotare e contemporaneamente muovete anche i polsi raccomanda Susan Isernhagen. Questo movimento mette le spalle, il collo e la parte superiore della schiena in una posizione migliore e dà sollievo allo stress e alla tensione. - "Ruotate la testa". Fate una pausa da quello che state facendo. Appoggiate le mani sulla scrivania o sul tavolo, in posizione di riposo e ruotate la testa per circa due minuti. Piegate il collo avanti e indietro, consiglia la nostra esperta poi piegate la testa da una parte e dall'altra. Fate anche qualche rotazione del collo, guardando sopra la spalla destra e poi sopra la sinistra. - "Fate in modo che gli esercizi diventino una routine, come mangiare". E' importante rilassare ed esercitare ogni giorno i muscoli che vi creano problemi, anche quando non vi fanno male, sostiene Susan Isernhagen. Gli esercizi di movimento, come quelli descritti sopra, vanno praticati almeno quattro volte al giorno. - "Prendete un'aspirina". Per diminuire il dolore e l'infiammazione, prendete un antinfiammatorio non steroideo come l'aspirina o l'ibuprofen consiglia Stephen Cash, chirurgo ortopedico e assistente alla Thomas Jefferson University. - "Mettete in ghiaccio il dolore". Gli impacchi freddi fanno diminuire il gonfiore, rileva Susan Isernhagen. Non avvolgete il polso in un panno caldo poiché il calore aumenta il gonfiore nella zona. - "Tenete le mani sollevate". Quando fate una pausa dal lavoro, state seduti con i polsi appoggiati alla scrivania o ai braccioli della poltrona. Tenete le mani voltate in su. E' una buona posizione per trovare sollievo. - "Spremete via il dolore". Movimenti di leggera pressione delle dita aiutano a risolvere le sensazioni di pizzicore dichiara Susan Isernhagen. Stringete le dita contro il palmo, poi allargatele e tenetele aperte. Ripetete questo esercizio alcune volte. - "A letto, non lasciate penzolare le mani". Quando dormite, tenete le mani vicino al corpo e i polsi dritti. Se lasciate pendere le mani oltre il bordo del letto, la pressione aumenta ricorda Susan Isernhagen. Se vi svegliate per il dolore alle mani, la nostra esperta raccomanda di fare, anche di notte, gli stessi esercizi che vi danno sollievo di giorno.
Il pizzicore e il dolore sono anche un'indicazione del fatto che forse avete bisogno di un sostegno rigido per la notte. - "Usate un sostegno rigido". Per dar sollievo ai sintomi della sindrome del tunnel carpale, usate un sostegno rigido che vi tenga il polso dritto. Il sostegno aiuta ad alleggerire la pressione sul nervo spiega il dottor Cash. Però comprare un sostegno rigido da polso non è semplice come comprare un paio di guanti. Il dottore raccomanda un sostegno palmare con un inserto di metallo e una chiusura 'velcro'. Questo tipo di sostegno dà supporto senza essere completamente rigido. Quale che sia il tipo di supporto che usate, dovrebbe calzare al palmo della mano, lasciando liberi il pollice e le dita aggiunge Susan Isernhagen. Forse può esservi utile un sostegno fatto su misura. In questo caso avete bisogno di un professionista, come un fisioterapista o un ortopedico, per essere sicuri che il sostegno corrisponda perfettamente alle vostre esigenze nota Susan Isernhagen. - "Non tenete il sostegno troppo stretto". Non è il caso di bloccare completamente il traffico nel polso. Non bendatevi il polso con una benda elastica, perché potreste esagerare e bloccare la circolazione avverte Susan Isernhagen. - "Usate la maniglia giusta". Se dovete portare qualcosa con una maniglia, assicuratevi che la presa sia giusta per la vostra mano. Se la maniglia è troppo sottile, ingrossatela con del nastro isolante o con una striscia di gomma. Se è troppo grossa, cambiate maniglia, consiglia Susan Isernhagen. - "Cambiate posizione". Se la mano vi fa male dopo aver usato il vecchio trapano per i lavoretti di casa, cambiate il modo con cui lo tenete. Quando usate attrezzi a mano, non concentrate la pressione alla base del polso. Usate il gomito e la spalla più che potete raccomanda Susan Isernhagen.
BOX: "I vantaggi della vitamina B6". Alcuni studi scientifici recenti hanno dimostrato che una terapia sotto controllo medico con vitamina B6 può migliorare i sintomi della sindrome del tunnel carpale. In uno studio durato 12 anni condotto a Louisville, nel Kentucky, il dottor Morton Kasdan ha scoperto che il 68% dei suoi 494 pazienti sofferenti di sindrome del tunnel carpale migliorava quando prendevano ogni giorno della vitamina B6. John Ellis, chirurgo e medico di famiglia di Mount Pleasant, nel Texas, ha usato per anni la vitamina B6 nel trattamento della sindrome del tunnel carpale all'istituto di ricerca biomedica e in collaborazione con l'Università del Texas, ad Austin. Il dottor Ellis è convinto che la sindrome del tunnel carpale è provocata da una pura e semplice carenza. In un'alta percentuale di casi i pazienti sono carenti di vitamina B6. Il dottor Ellis sostiene che negli ultimi 26 anni ha curato con successo centinaia di pazienti con forti dosi quotidiane di vitamina B6 e, dice, non ci sono effetti collaterali. Il trattamento con la vitamina B6 non dà sollievo immediato, avverte il dottore. Bisogna avere pazienza. Secondo il dottore spesso ci vogliono sei settimane perché i cambiamenti enzimatici siano sufficienti per eliminare gradatamente i sintomi. Fra le sei e le dodici settimane notate una grossa differenza nelle mani e nelle dita dichiara il dottore. L'intorpidimento, il pizzicore, la rigidità e il dolore della mano se ne vanno. Il dottor Ellis dice anche che alcuni pazienti hanno una ricaduta nella sindrome del tunnel carpale quando smettono di prendere la vitamina. Comunque la terapia vitaminica per questo disturbo va usata solo sotto controllo medico.
Ad alte dosi la vitamina B6 può essere tossica. La dose quotidiana raccomandata in America è di due milligrammi.
BOX: "Qualche suggerimento per liberarsi dal dolore". L'istituto nazionale americano per la sicurezza e la salute sul lavoro calcola che la sindrome del tunnel carpale affligga 23 mila lavoratori l'anno. Alcuni lavoratori sono più colpiti della media: specialmente gli addetti al taglio delle carni, i cassieri, le persone che lavorano al computer, quelle che lavorano alla catena di montaggio, i camionisti e chi usa i martelli pneumatici. Insomma, le persone che devono assolutamente usare le mani nel loro lavoro. Anche chi lavora a casa propria può essere a rischio. Si sa che la sindrome del tunnel carpale colpisce le casalinghe che passano molto tempo a strizzare la biancheria bagnata, usano la spazzola, tagliano le verdure con il coltello o sbucciano i piselli. Anche i 'Iavoratori della domenica' possono cascarci. Per esempio, l'uso eccessivo di una pistola cucitrice durante il week-end è sufficiente per scatenare il problema. La sindrome del tunnel carpale si verifica quando viene applicata una pressione costante al nervo mediano mentre il polso è piegato in su o in giù, spiega il dottor John Sebright, capo della sezione di chirurgia della mano e direttore del laboratorio di microchirurgia al Saint Mary's Hospital di Grand Rapids, nel Michigan. Se il polso viene ripetutamente piegato e allungato, la pressione aumenta. Per evitarlo, consiglia il dottore tenete le mani e i polsi più tesi che potete. All'inizio può sembrare innaturale non piegare i polsi, per esempio, quando battete a macchina o guidate. Ma il tempo e la pratica vi libereranno da questa sensazione di goffaggine.
AVVERTENZA MEDICA: "Magari è artrite". Il dolore alla mano e al polso non è sempre il risultato della sindrome del tunnel carpale e in realtà può essere il sintomo di un problema più grave, avverte la fisioterapista Susan Isernhagen. Perciò, dichiara l'esperta, se sentite uno scricchiolio o un rumore crepitante dentro il polso quando lo muovete, questo non è il segno di sindrome del tunnel carpale: probabilmente è un sintomo di osteoartrite. Fatevi controllare dal vostro medico.
116. SINDROME DI RAYNAUD. 11 suggerimenti di buon augurio. Conoscete benissimo la sindrome di Raynaud. Aprite la porta del frigo e in un attimo la mano vi si congela. Oppure vi accorgete che le dita cambiano colore mentre battete sulla tastiera. Improvvisamente i vasi sanguigni delle dita si contraggono. Quello che provate all'inizio è uno spasmo. L'afflusso di sangue alla zona colpita rallenta e la mancanza di sangue ossigenato dà alle mani un aspetto pallido, a volte addirittura bluastro. Vi capita di provare un senso di intorpidimento, per la mancanza di sangue.
Poi il sangue torna a scorrere e le dita tornano rosa. Negli stadi avanzati della sindrome di Raynaud lo scarso afflusso di sangue può indebolirvi le dita e danneggiare il vostro senso del tatto. A volte sono colpite anche le dita dei piedi. il freddo non è l'unico colpevole. Questa affezione bizzarra ma comune può essere causata da danni ai vasi sanguigni, provocati, per esempio, dalle vibrazioni di attrezzi meccanici, come le motoseghe o i martelli pneumatici, e dall'ipersensibilità alle medicine che influenzano il sistema vascolare, o da disturbi del tessuto connettivo. Fra le altre cause possibili ci sono i disturbi nervosi. Come potete proteggervi dalla sindrome di Raynaud? Ecco che cosa consigliano i nostri esperti. - "Abituatevi a vincere il freddo". Allenatevi a scaldare le mani quando fa freddo, con questa tecnica messa a punto dall'esercito americano in Alaska. Scegliete una stanza a temperatura confortevole e mettete le mani in un contenitore d'acqua calda per tre-cinque minuti. Poi andate in una stanza fredda e tuffate di nuovo le mani con l'acqua calda per dieci minuti. L'ambiente freddo di solito fa contrarre i vasi sanguigni periferici, invece il contatto dell'acqua calda li tiene aperti. Se allenate più volte i vasi sanguigni a restare aperti nonostante il freddo circostante, riuscirete a vincere il riflesso di contrazione, anche senza l'acqua calda. Negli esperimenti condotti nell'esercito questa procedura veniva ripetuta un giorno sì e un giorno no per tre-sei volte su 150 persone sottoposte a test. Dopo 54 trattamenti, il risultato è stato stupefacente. Le mani dei soggetti, in ambiente freddo, erano di 7 gradi più calde di prima. C'è chi si allena sulle terrazze di New York, nelle celle frigorifere, nei supermercati, negli ospedali e negli alberghi riferisce Murray Hamlet, direttore del programma dell'esercito per le ricerche sul freddo. - "Scaldate le mani roteando le braccia". Potete scaldarvi davvero le mani con un semplice esercizio studiato da Donald McIntyre, un dermatologo di Rutland, nel Vermont. Fate finta di essere un battitore di pallavolo. Fate dondolare le braccia a pendolo alla velocità di 80 rotazioni al minuto (non è veloce come sembra, fate la prova). L'effetto 'mulino a vento', che il dottor McIntyre ha copiato da un esercizio di riscaldamento per gli sciatori, spinge il sangue nelle dita per forza di gravità e centrifuga. Questo esercizio di riscaldamento funziona per le mani fredde, qualunque sia la causa che le ha provocate. - "Mangiate cibi ricchi di ferro". La mancanza di ferro può alterare il metabolismo della tiroide, che regola il calore corporeo. Questo è ciò che sospettano i ricercatori del centro di ricerca sulla nutrizione umana di Grand Forks, nel North Dakota. I ricercatori hanno misurato l'effetto del ferro alimentare su sei donne sane che entravano in una camera fredda. Le donne che avevano preso solo un terzo della dose normale di ferro per 80 giorni perdevano il 29% di calore corporeo in più rispetto a quando avevano osservato una dieta ricca di ferro per 114 giorni. Gli alimenti ricchi di ferro comprendono pollame, pesce, carne rossa magra, lenticchie, verdure a foglia verde. Anche il succo d'arancia è utile perché aumenta la capacità dell'organismo di assorbire il ferro. - "Per mantenere il calore globale del corpo, vestitevi con intelligenza". Per stare caldi dovete mettervi dei vestiti caldi. E' solo buon senso, d'accordo, ma molta gente si mette guanti e stivali senza prendere precauzioni altrettanto serie per mantenere la temperatura del corpo, che in realtà è più importante. "Scegliete tessuti che assorbano la traspirazione". Il sudore fa raffreddare mani e piedi più della bassa temperatura.
Il sudore è il condizionatore dell'organismo e, se non state attenti, non può funzionare quando fa freddo. Le mani e i piedi sono particolarmente sensibili perché le palme (insieme con le ascelle) hanno il maggior numero di ghiandole sudoripare del corpo.Ecco perché le calze pesanti di lana e gli stivali foderati di pelliccia che avete comprato per tenervi i piedi al caldo in realtà possono rendervi i piedi freddi e sudati. "Scegliete calze di misto cotone invece che di puro cotone". Quello che vi occorre sono calze che allontanino l'umidità dal piede e lo isolino efficacemente. Le calze di puro cotone possono bagnarsi di sudore e farvi gelare i piedi. Meglio quelle di poliestere e cotone. "Assicuratevi che i vestiti siano comodi". Nessuno dei vostri indumenti dovrebbe stringere. I vestiti molto aderenti, che si tratti di calze di nailon, di reggicalze, di jeans o di scarpe, riducono la circolazione ed eliminano le sacche d'aria che fanno da isolante. "Vestitevi a strati". Se uscite al freddo, la cosa migliore che potete fare per restare caldi è vestirvi a strati. Questo vi aiuta a intrappolare il calore e vi permette di togliervi via via gli indumenti quando la temperatura cambia. Lo strato più interno dovrebbe essere composto di uno dei nuovi tessuti, come il polipropilene, che assorbe il sudore e lo allontana dalla pelle. Anche i tessuti misti di seta o di lana sono accettabili. Lo strato successivo dovrebbe isolarvi imprigionando il calore corporeo. Una maglietta di lana è la scelta migliore. "Proteggete il corpo dall'acqua". Scegliete una giacca a vento o un giaccone di tessuto impermeabile ma traspirante. Scarpe e stivali di Gore-Tex sono la soluzione migliore per tenere i piedi caldi e asciutti. "Mettetevi il cappello". Un altro indumento che potete indossare per scaldarvi le mani è il cappello. La testa è il punto in cui il corpo perde più calore. I vasi sanguigni della testa dipendono direttamente dall'attività cardiaca e non si contraggono come quelli delle mani e dei piedi. Se volete tenere caldi i piedi e le mani, avverte John Abruzzo, direttore della divisione di reumatologia e docente di medicina alla Thomas Jefferson University, mettere il cappello è importante come mettere i guanti e le calze. "Mettetevi le muffole". Le muffole tengono più caldo dei guanti perché trattengono il calore di tutta la mano. - "Provate con il talco". I vestiti non sono l'unico sistema per stare asciutti. Un talco assorbente è un ottimo sistema per tenere asciutti i piedi segnala Marc A. Brenner, medico di Glendale, nello stato di New York, ed ex presidente della società americana di dermatologia podiatrica. Chi ha i piedi freddi per colpa del diabete e di disturbi della circolazione periferica, avverte il dottore, è meglio che usi un prodotto in polvere invece che uno spray aerosol, perché lo spruzzo può raffreddare i piedi. - "Non fumate". Chi fuma, si condanna ai piedi e alle mani fredde ogni volta che fa scattare l'accendino. Il fumo delle sigarette vi raffredda in due modi. Primo, contribuisce a formare placche nelle vostre arterie, che ostacolano la circolazione sanguigna; secondo, la nicotina provoca un vasospasmo che rimpicciolisce i capillari. Questi aspetti sono particolarmente accentuati nelle persone che soffrono di sindrome di Raynaud. Questi pazienti sono sensibili anche al fumo degli altri riferisce Frederick A. Reichle, primario di chirurgia vascolare al centro medico della PresbyterianUniversity of Pennsylvania. - "Per scaldarvi, mantenete il sangue freddo".
Se mantenete il sangue freddo e state calmi, potete stare più caldi. Perché? Lo stress provoca nel corpo la stessa reazione del freddo. E' il fenomeno del 'colpisci-o-fuggi'. Il sangue viene spinto fuori dalle mani e dai piedi e portato al cervello e agli organi interni per aiutare l'organismo a pensare e a reagire più in fretta. Le tecniche per calmarsi sono molte. Alcune, come il rilassamento graduale, in cui tendete sistematicamente e poi rilassate tutti i muscoli dalla fronte alle dita dei piedi, possono essere praticate sempre e dappertutto. - "Mangiate del cibo caldo". Il semplice atto di mangiare fa salire la temperatura basale del corpo. E' un fenomeno chiamato termogenesi. Quindi mangiate qualcosa prima di uscire, in modo da alimentare la caldaia del corpo. E mangiate qualcosa di caldo per dare un colpo in più all'alimentatore. Una tazza di latte caldo prima della passeggiata mattutina, un brodo bollente nell'intervallo del pranzo, una cena calda vi tengono le mani e i piedi in forma anche se il tempo è inclemente. - "Bevete". La disidratazione peggiora il freddo e i rischi di congelamento perché riduce il volume del sangue. Tenete alla larga il grande freddo bevendo liquidi in abbondanza: per esempio, vino caldo (brlé), tisane o brodo. - "Ma lasciate perdere il caffè". Il caffè e gli altri prodotti a base di caffeina fanno contrarre i vasi sanguigni. L'ultima cosa di cui avete bisogno quando avete la sindrome di Raynaud è interferire con la circolazione. - "Evitate l'alcol". Non fatevi ingannare dal fascino di un punch bollente e profumato. L'alcol vi scalda momentaneamente le mani e i piedi, ma i suoi effetti negativi superano di gran lunga quelli positivi. L'alcol aumenta l'afflusso di sangue alla pelle, dandovi un'immediata sensazione di calore. Ma il calore si perde presto nell'aria riducendo la temperatura generale del corpo. In altre parole, gli alcoli forti in realtà vi raffreddano. Il pericolo nasce se bevete alcol in grande quantità e poi vi esponete a un freddo inaspettato per un lungo periodo. Questo può provocarvi grossi problemi, fino al congelamento.
117. SINDROME PREMESTRUALE. 19 + 9 modi per controllare i sintomi. Immaginatela come una guerra biologica, combattuta sul campo del corpo e della mente femminile. Ogni mese, circa due settimane prima del periodo mestruale, gli eserciti nemici (gli estrogeni e il progesterone) cominciano a concentrarsi. Questi ormoni femminili, che regolano il ciclo mestruale e influenzano il sistema nervoso centrale, di solito lavorano in coppia. I pasticci cominciano solo quando uno dei due cerca di sopraffare l'altro.
Ci sono donne che evitano completamente il conflitto: i loro ormoni raggiungono un equilibrio pacifico prima ancora che un solo colpo venga sparato. Altre sono meno fortunate. Se si alza il livello degli estrogeni, la donna si sente ansiosa e irritabile. Oppure può predominare il progesterone, che porta depressione e stanchezza. La battaglia può infuriare per giorni. Forse vi è capitato di trovarvici in mezzo. Magari vi sentite gonfie, aumentate di peso, avete mal di testa, mal di schiena, acne, allergie o una spiacevole sensibilità nei seni. Potete provare tutti questi sintomi o solo qualcuno. Magari avete una voglia pazza di gelato e patatine. O il vostro umore cambia senza ragione, dalla depressione all'euforia. Dopo di che, improvvisamente, le truppe se ne vanno e torna la pace della mente: arrivano le mestruazioni. Si pensa che la sindrome premestruale, o S.P.M., interessi in varia misura da un terzo alla metà di tutte le donne americane fra i venti e i cinquant'anni, dichiara Susan Lark, direttrice del centro di autoaiuto per la S.P.M. di Los Altos, in California. Sembra che alcuni fattori, come avere avuto più figli o il fatto di essere sposate, aumentino il rischio di avere la S.P.M., a quanto afferma Guy Abraham, che è stato docente di ostetricia ed endocrinologia ginecologica all'Università della California e che ha condotto ampie ricerche su questo disturbo. Il problema può essere ereditato geneticamente, osserva Edward Portman, ricercatore e direttore della Portman Clinic di Madison, nel Wisconsin, che conduce altre ricerche sulla sindrome premestruale. Non tutte le donne che soffrono di S.P.M. hanno gli stessi sintomi e gli stessi livelli di disagio, rileva il dottor Abraham, e non rispondono neppure agli stessi trattamenti. Per trovare il modo migliore di controllare la vostra S.P.M., forse avrete bisogno di fare qualche tentativo. Abbiamo parlato a medici che si occupano da tempo della S.P.M. Questi sono i consigli che vi offrono. - "Non preoccupatevi". Un atteggiamento positivo e ottimista può aiutarvi ad affrontare il problema e anche a prevenire episodi futuri dichiara la dottoressa Lark. Se avete l'impressione che la sindrome si porti via i vostri lati migliori, la dottoressa consiglia di provare a ripetersi qualche affermazione positiva. Sedetevi in una posizione comoda e ripetete per due o tre volte: Il mio corpo è forte e sano. Estrogeni e progesterone sono perfettamente in equilibrio. Riesco ad affrontare lo stress con facilità e con competenza. - "Mangiate poco e spesso". L'alimentazione non è una causa della S.P.M., dichiara il dottor Portman, ma alcuni fattori dietetici possono accentuare il problema. Il dottor Abraham è d'accordo. Un modo sbagliato di mangiare può peggiorare la S.P.M. Molti altri medici raccomandano un'alimentazione ipoglicemica: spuntini a basso contenuto di zucchero più volte al giorno, per tenere corpo e mente in miglior equilibrio - "Evitate le calorie". Lasciate perdere i cibi con poche sostanze nutritive come le bibite gassate e i dolci a base di zucchero raffinato, consiglia il dottor Abraham. Cedere alla voglia di dolci peggiora solo le cose e contribuisce all'ansia ed agli sbalzi d'umore. Provate a sostituire i dolci con la frutta fresca, suggerisce la dottoressa Lark. - "Diminuite i latticini". Non mangiate più di una o due porzioni al giorno di latte scremato, formaggio fresco o yogurt, raccomanda il dottor Abraham. La ragione è che il lattosio presente nei latticini può bloccare l'assorbimento del magnesio, il minerale che regola i livelli di estrogeni e ne aumenta la produzione.
- "Occhio ai grassi". Sostituite i grassi animali come il burro e lo strutto con oli polinsaturi come l'olio di mais o di soia, segnala il dottor Abraham. I grassi animali contribuiscono ad alzare il livello degli estrogeni che influiscono sulla S.P.M., spiega il dottore. - "Diminuite il sale". Passate a una dieta a basso contenuto di sodio per sette-dieci giorni prima dell'inizio del ciclo, in modo da diminuire la ritenzione d'acqua suggerisce Penny Wise Budoff, direttrice del centro medico per le donne di Bethpage, nello stato di New York. Questo significa evitare i ristoranti, gli alimenti in scatola, le minestre già pronte e le salse industriali. - "Riempitevi di fibre". Le fibre aiutano l'organismo a liberarsi degli estrogeni in eccesso, aggiunge il dottor Abraham. Mangiate in abbondanza verdure, leguminose e cereali integrali. Il miglio, il grano saraceno e l'orzo sono ricchi non solo di fibre, ma anche di magnesio, aggiunge la dottoressa Lark. - "Basta caffeina". Riducete al minimo il consumo di caffè, tè, cioccolato e altre sostanze che contengono caffeina, suggerisce il dottor Abraham. Si è visto che la caffeina contribuisce alla sensibilità dei seni, all'ansia e all'irritabilità. - "Niente alcol". La depressione che spesso accompagna la S.P.M. viene accentuata dall'alcol, segnala il dottor Portman. L'alcol peggiora anche i mal di testa e le stanchezze tipiche della S.P.M., e provoca una voglia sfrenata di zucchero, nota la dottoressa Lark. - "No ai diuretici". I diuretici vengono usati ampiamente da molte donne che soffrono di S.P.M. per ottenere un effetto antigonfiore temporaneo, ricorda la dottoressa Lark. Ma molti diuretici fanno uscire dall'organismo, oltre all'acqua, anche importanti minerali. La cosa migliore è evitare le sostanze come il sale e l'alcol, che trattengono l'acqua. - "Fate più movimento". L'esercizio fisico moderato aumenta la circolazione del sangue, rilassa i muscoli e combatte la ritenzione dei liquidi, dichiara la dottoressa Lark. In più, aggiunge il dottor Portman, l'attività sportiva aumenta la produzione cerebrale di endorfine, gli oppiacei naturali che vi fanno sentire meglio in generale. Camminate di buon passo all'aria fresca, nuotate, correte, dedicatevi al ballo o al karate: fate ogni giorno qualcosa che vi piace, suggerisce il dottor Portman. Per avere migliori risultati, aumentate il livello di movimento nella settimana che precede l'inizio della sindrome, consiglia la dottoressa Lark. - "Rendete più sereno il vostro ambiente". Sembra che le donne con S.P.M. siano particolarmente sensibili allo stress ambientale, nota la dottoressa Lark. Se vi circondate di colori piacevoli e di musica rilassante, Vi sarà più facile affrontare con calma questi (e altri) momenti difficili del mese. - "Respirate profondamente". Il respiro superficiale, che molti di noi adottano senza rendersene conto, diminuisce il livello energetico e ci fa sentire tesi, peggiorando la S.P.M., dichiara la dottoressa Lark. Abituatevi a inspirare ed espirare in modo lento e profondo. - "Godetevi un buon bagno". Regalatevi un bagno minerale per rilassare i muscoli dalla testa ai piedi, consiglia la dottoressa Lark. Mettete nella vasca da bagno una tazza di sale marino e una di bicarbonato. State nell'acqua per venti minuti. - "Un po' di romanticismo".
I muscoli doloranti e la circolazione pigra che spesso accompagnano la S.P.M. possono migliorare con un buon rapporto sessuale, osserva la dottoressa Lark. La stimolazione aiuta a espellere il sangue e gli altri fluidi fuori dagli organi congestionati. Fate delle buone scorte alla banca del sonno. Se l'insonnia fa parte della vostra S.P.M., preparatevi aumentando le ore di sonno per qualche notte prima che il problema cominci, propone la dottoressa Lark. Questo vi aiuterà a ridurre la stanchezza e l'irritabilità che accompagnano l'insonnia. - "Riducete i vostri impegni". Fissatevi ogni giorno obiettivi e orari ragionevoli per evitare di sentirvi sopraffatte, anche se questo significa ridurre un po' i vostri soliti impegni, raccomanda la dottoressa Lark. - "Rimandate gli impegni sociali". Se dovete dare una festa, rimandate a tempi migliori. Un'occasione impegnativa può solo complicare una situazione già difficile, ricorda la dottoressa Lark. - "Non nascondete la verità". Può essere importante parlare dei vostri problemi di S.P.M. con vostro marito, con gli amici o con i colleghi, osserva la dottoressa Lark. E può essere molto positivo.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "I supplementi". Molti medici affermano che alcune vitamine, minerali e aminoacidi possono dar sollievo ai sintomi della S.P.M. VITAMINA B6. Le ricerche condotte sui rapporti fra la vitamina B6 e la S.P.M. hanno dimostrato che aumentare il consumo di questo elemento nutritivo può alleviare sintomi come sbalzi d'umore, ritenzione di liquidi, dolore ai seni, senso di gonfiore, voglia di zuccheri e affaticamento, dichiara la dottoressa Susan Lark. Ma, avverte la dottoressa, non fate esperimenti casalinghi. La vitamina B6 è tossica se presa in forti dosi. Qualsiasi terapia vitaminica, comprese quelle citate qui sotto, dev'essere controllata dal vostro medico. VITAMINE A e D. Queste due vitamine lavorano in tandem per migliorare la salute della pelle. Per questo possono avere un ruolo importante nella soppressione dell'acne e della pelle grassa premestruale, secondo la dottoressa Lark. VITAMINA C. Questa vitamina è un antiossidante e si pensa che abbia un ruolo nella riduzione dello stress. Può aiutarvi a ridurre la tensione della S.P.M., commenta la dottoressa Lark. E c'è di più. Si sa anche che la vitamina C è un antistaminico naturale, dice la dottoressa Lark, e questo può essere utile alle donne che in questo periodo vedono peggiorare le loro allergie. VITAMINA E. Anche la vitamina E è un antiossidante e può avere un potente effetto sul sistema ormonale, contribuendo a dar sollievo al seno dolorante, all'ansia e alla depressione, afferma il dottor Guy Abraham. CALCIO e MAGNESIO. Questi due minerali lavorano in coppia per battere la S.P.M., dichiara la dottoressa Lark. Il calcio aiuta a prevenire i crampi e i dolori premestruali, mentre il magnesio aiuta l'organismo ad assorbire il calcio. La dottoressa Lark è anche convinta che il magnesio aiuti a controllare le voglie di cibo e stabilizzi l'umore. L-TIROSINA. Questo aminoacido è indispensabile perché il cervello produca la dopamina, che è un antidepressivo naturale. Il dottor Edward Portman ha scoperto che la L-tirosina aiuta alcune delle sue pazienti a ridurre l'ansia e la depressione della S.P.M. LE PILLOLE ANTI S.P.M.
La soluzione migliore per trattare la S.P.M. è prendere ogni giorno una integrazione equilibrata, consiglia la dottoressa Lark. Forse la vostra farmacia vende prodotti formulati proprio per i sintomi della sindrome premestruale.
BOX: "Queste pazze pazze voglie". Stasera avete concluso la cena con una tavoletta di cioccolato misura extra o con una tripla porzione di gelato? Non giudicatevi male, soprattutto se il vostro periodo mestruale è dietro l'angolo. E' probabile che proprio il vostro corpo vi abbia spinto a farlo. Non è che in questo periodo del mese le donne mangino troppo per debolezza di carattere. Le ricerche mostrano che sono spinte a farlo dalla reazione del progesterone nel cervello spiega Peter Vash, endocrinologo e internista all'UCLA Medical Center in California. Quello che succede, teorizzano i ricercatori, è che l'alto livello del progesterone secreto dalle ovaie a metà del ciclo influenza le zone cerebrali responsabili dell'appetito di carboidrati. Per quanto questa tendenza possa dare fastidio, in realtà può essere un meccanismo protettivo primordiale inciso nella biologia femminile. Quando una donna si avvicina alle mestruazioni, si prepara a perdere molti liquidi. Mangiare cibi ad alto contenuto di carboidrati come patatine e gelato l'aiuta a trattenere i liquidi e le dà energia supplementare. La voglia di cioccolato, che capita spesso prima del ciclo, può derivare dal fatto che il cervello ha bisogno degli aminoacidi contenuti in questo alimento, nota il dottore. Provate a tenere sotto controllo le vostre voglie alimentari, consiglia il dottor Vash, perché se cedete starete peggio. Ecco come potete aiutarvi da sole. - "Preparatevi". Sapete che la voglia verrà per sette o dieci giorni al mese, quindi segnatela sul calendario propone il dottore. Ricordatevi anche che la voglia finirà. C'è un limite e potete superarlo. - "Combattete". Quando il corpo vi chiede zuccheri e amidi, dormite a sufficienza, bevete molti liquidi, mangiate frutta e verdura.
118. SINGHIOZZO. 7 + 10 cure casalinghe.
Il singhiozzo è un'esperienza che non serve proprio a niente, ma molti di noi hanno cominciato ad averlo prima di nascere e continuano ad averlo, di tanto in tanto, per il resto della vita. Perché? Nessuno lo sa con sicurezza. Alcuni studiosi pensano che il singhiozzo sia l'ultima traccia di un riflesso primordiale che una volta aveva uno scopo utile, ma oggi non più. Che cosa lo provoca? Le spiegazioni sono praticamente infinite, ma molti esperti cominciano la lista degli imputati con il mangiare troppo in fretta e inghiottire troppa aria. Sembrerebbe una buona partenza. Le cure per il singhiozzo sono antichissime e si contano a centinaia, forse a migliaia. In genere l'obiettivo delle cure per il singhiozzo è aumentare il livello di biossido di carbonio nel sangue, oppure interrompere o vincere gli impulsi nervosi che provocano il singhiozzo. Funzionano? Alcuni medici dicono che non ha molta importanza: tanto in genere il singhiozzo si ferma da solo dopo qualche minuto. Andate avanti a leggere. Forse l'una o l'altra delle cure che seguono curerà il vostro singhiozzo. - "Mangiate un po' di zucchero". Una cura che trovo efficace è un cucchiaino di zucchero, afferma André Dubois, un gastroenterologo di Bethesda, nel Maryland, che di solito ferma il singhiozzo in pochi minuti. Probabilmente lo zucchero agisce in bocca modificando gli impulsi nervosi che altrimenti segnalerebbero ai muscoli del diaframma di contrarsi spasmodicamente spiega il dottore. Ho usato questa cura fin da piccolo commenta Steve Lally, redattore associato della rivista 'Prevention'. Non mi ha mai tradito. Genitori, prendete nota: mezzo cucchiaino di zucchero sciolto in un decilitro d'acqua può fare meraviglie per il singhiozzo dei lattanti. - "Provate con l'acqua". Per curare il singhiozzo riempio un bicchiere d'acqua, mi piego in avanti e bevo l'acqua all'incontrario (cioè dal bordo più distante del bicchiere) dichiara Richard McCallum, docente di medicina e primario della divisione di gastroenterologia all'Università della Virginia. Funziona sempre ed io lo raccomando caldamente ai miei pazienti sani. Questa cura è servita anche al musicista Mark Golin, che si è ritrovato col singhiozzo dopo un'esibizione notturna a New York. Una donna mi ha detto di piegarmi in avanti e di bere l'acqua dall'altro lato del bicchiere riferisce Mark Golin. Ha funzionato allora e altre decine di volte. - "Espirate lentamente". Christine Dreisbach, una ricercatrice che lavora in un'importante casa editrice, sa che cosa vuol dire lavorare anche durante il pranzo e a volte ne sconta le conseguenze: un bell'attacco di singhiozzo. Una volta trattenevo il fiato, riferisce Christine Dreisbach ma più tardi ho imparato a espirare l'aria in modo lento e regolare. Per quanto sembri semplice, per me funziona dice Christine Dreisbach. - "Trattenete e deglutite". Durante i pasti state tranquilli e mangiate consiglia Betty Shaver, che tiene conferenze sui rimedi erboristici alla New Age Health Spa di Neversink, nello stato di New York. Altrimenti vi viene il singhiozzo. Probabilmente è un consiglio assennato, ma per quelli che ce l'hanno già Betty Shaver consiglia questo rimedio. Tenete il fiato più che potete e inghiottite nel momento in cui comincia la sensazione del singhiozzo. Fatelo per due o tre volte, poi fate un respiro profondo e ricominciate. A questo punto dovrebbe essere fatta dichiara l'esperta. Questa cura ha funzionato benissimo per una nota scrittrice che aveva il singhiozzo quando, alle elementari, era costretta a leggere ad alta voce di
fronte ai suoi compagni di classe, e che ne ha sempre sofferto nelle sue uscite in pubblico. Ho sempre avuto bisogno di qualcosa che funzionasse in fretta, perché cominciavo a singhiozzare solo quando il bambino vicino a me cominciava a leggere riferisce l'autrice. Inghiottire è l'unica cosa che mi ha permesso di sopravvivere ai libri di lettura delle elementari. - "Una soluzione da mezzo minuto". Dawn Horvath può diagnosticare i disturbi digestivi con grande abilità. E' una ricercatrice come Christine Dreisbach e a quanto pare questa professione ha una buona esperienza di disturbi digestivi. Ecco il consiglio di Dawn Horvath. Riempite d'acqua una grossa tazza di latte e mettetela sulla tavola, poi mettetevi gli indici nelle orecchie. Piegatevi all'altezza della vita, sollevate la tazza con il mignolo e il pollice di ciascuna mano, e trattenendo il fiato bevete l'acqua in uno o due sorsi. - "Provate con il solletico". Se siete all'asilo, in una stanza piena di ragazzini vispi che se ne vanno intorno ridacchiando e sghignazzando, potete scommettere che prima della fine della giornata qualcuno si ritroverà con il singhiozzo. Io faccio loro il solletico mentre trattengono il fiato, e loro si sforzano il più possibile di non ridere dichiara Ronnie Fern, direttrice di un asilo di Easton, in Pennsylvania. E funziona, davvero. Suppongo che dopo un po' i bambini abbiano bisogno d'aria, così il diaframma torna a fare il suo lavoro. Sembra comunque un rimedio divertente - "O con un sacchetto di carta". Stavamo dimenticando il vecchio trucco di respirare in un sacchetto di carta, pensando che probabilmente tutti lo conoscono già, e che comunque non ha mai funzionato un granché. Poi però abbiamo sentito parlare di Pat Leayman, addetta alla posta di una grande azienda in una zona industriale. Sembra che Pat abbia curato molti colleghi con il singhiozzo (dev'essere una cosa frequente nel campo dei francobolli) usando un semplicissimo sacchetto! E' tutta una questione di tecnica spiega Pat Leayman, che avverte il nostro scetticismo. Dovete inspirare ed espirare esattamente per dieci volte, e dovete farlo con forza, fino a diventare rossi in faccia. Dovete anche farlo in fretta, sigillando bene la carta intorno alla bocca in modo che non entri aria. Se seguite esattamente queste istruzioni, afferma Pat Leayman il sacchetto funziona ogni volta. BOX: "La lista della lavandaia". Bisogna dire la verità. I medici si accostano al singhiozzo non persistente esattamente come fa la gente comune: provando uno dopo l'altro i loro trattamenti preferiti, finché non ne trovano uno che funziona. Coscienziosamente, il 'Journal of Clinical Gastroenterology' ha pubblicato una lista delle cure raccomandabili per il singhiozzo, per aiutare i medici con poca fantasia. Ecco le raccomandazioni della rivista: - Tiratevi la lingua con forza. - Sollevate l'ugola (la piccola escrescenza carnosa che pende nella parte posteriore della bocca) con un cucchiaio. - Solleticate la parte superiore della bocca con un cotton fioc nel punto in cui si incontrano il palato molle e il palato duro. - Masticate e inghiottite del pane secco. - Succhiate una fetta di limone.
- Comprimete il torace spingendo in su le ginocchia o piegandovi in avanti. - Fate un gargarismo con acqua. - Trattenete il fiato. Ma ecco altri due trattamenti che la rivista non segnala, ma che può valere la pena di provare: - Succhiate del ghiaccio tritato. - Mettete una borsa di ghiaccio sul diaframma; sotto la gabbia toracica.
119. SINUSITE. 11 + 4 consigli antinfezioni. Di giorno vi sentite la testa che scoppia, come un pallone alla fiera. Di notte, quando cercate di dormire, è come se si aprisse una falla. Per tutta la notte il catarro vi scende in gola e vi dà gli spasmi della tosse. Vostro marito, o vostra moglie, non sono per niente divertiti. Benvenuti nell'incubo della sinusite, la condizione in cui le cavità che circondano gli occhi e il naso si infettano, producendo senso di oppressione, dolore e torrenti di muco giallo o verde. Come avete fatto, voi ed altri circa 30 o 50 milioni di persone, a prendervi questa roba? Per rendervene ben conto, dovete capire che cosa fanno i seni frontali quando funzionano. Secondo gli studiosi, i seni paranasali sono dei piccoli centri di controllo della qualità dell'aria. Il loro mestiere è scaldare, inumidire, purificare e in genere condizionare l'aria che respirate prima che vi arrivi ai polmoni. I batteri in entrata rimangono intrappolati e filtrati dal muco e dai sottili peli nasali chiamati ciglia. Questo piccolo sistema di circolazione dell'aria può andare in tilt se qualcosa blocca le ciglia, se un raffreddore ostruisce l'entrata dei seni, se un allergene (una sostanza a cui siete allergici) fa gonfiare la mucosa che riveste le cavità. L'aria rimane imprigionata, la pressione cresce, il muco ristagna e i batteri proliferano. Si sviluppa l'infezione, e voi vi ritrovate con un bel caso di sinusite. Se vi capita di intasarvi troppo spesso, potete ritrovarvi con un ispessimento permanente delle mucose dei seni e un bel 'raffreddore cronico'. Prima di arrivare a questo punto, ecco che cosa vi consigliano i medici per liberare i seni, ridurre il dolore e l'oppressione, e lasciar passare liberamente l'aria. - "Vaporizzatevi". L'umidità è la cosa più importante per mantenere le ciglia in buono stato, il muco fluido e i seni frontali sgombri afferma Stanley N. Farb, primario di otorinolaringoiatria in due ospedali di Norristown, in Pennsylvania. Due volte al giorno mettetevi in una doccia abbastanza calda da annebbiare lo specchio. Oppure piegatevi su una pentola piena di acqua bollente con un asciugamano drappeggiato sopra la testa come una tenda e inalate i vapori che vi salgono su per le narici. - "Un po' di vapore anche in ufficio". Se il senso di oppressione vi colpisce durante il giorno quando siete al lavoro o per strada, fatevi dare una tazza di caffè o di brodo bollente, piegate le mani a coppa sopra l'apertura e aspirate, suggerisce Howard M. Druce, assistente
di medicina interna e direttore di un laboratorio specializzato in problemi nasali alla Saint Louis University. Non è efficace come un bagno di vapore, ma vi dà un po' di sollievo. - "Umidificate la casa". Un umidificatore ad aria fredda nella vostra camera da letto eviterà l'inaridimento delle vie nasali e dei seni frontali, segnala Bruce Jafek, docente e primario di otorinolaringoiatria all'Università del Colorado. Solo ricordatevi di pulire l'umidificatore una volta la settimana in modo da evitare le contaminazioni da funghi e muffe. - "Lavate le narici tutti i giorni". Per lavar via le secrezioni nasali incrostate il dottor Jafek suggerisce di usare una soluzione salina che si trova normalmente in vendita, oppure di mescolare due tazze di acqua calda con un cucchiaino di sale e un pizzico di bicarbonato. Versate la soluzione in un bicchierino, piegate indietro la testa, chiudete una narice con il pollice e aspirate la soluzione con la narice aperta. Poi soffiatevi il naso con precauzione. Ripetete dall'altro lato. - "Bevete a volontà". Bere in abbondanza durante il giorno sia bevande calde sia fredde fluidifica il muco e lo fa scorrere con maggiore facilità, dichiara il dottor Farb. Tisane calde di erbe come fieno greco, finocchio, anice o salvia possono stimolare ancora di più la produzione di muco. - "Soffiatevi una narice alla volta". Questo vi aiuterà a prevenire l'eccesso di pressione nelle orecchie, che può far rifluire i batteri nei passaggi dei seni, segnala il dottor Farb. - "Decongestionatevi". Le migliori medicine senza ricetta per asciugare i seni frontali sono le compresse che contengono solo decongestionanti, dichiara il dottor Farb. I decongestionanti contraggono i vasi sanguigni, fanno entrare aria nelle narici e alleviano l'oppressione. Se però la congestione è provocata da un'infezione, è meglio che evitiate i prodotti che contengono antistaminici, avverte il dottor Farb. Gli antistaminici si limitano ad asciugare le secrezioni nasali e possono congestionarvi ancora di più. - "Gli spray nasali? Con precauzione". Le gocce nasali vanno bene se le usate poco, ma l'uso frequente in realtà prolunga il problema e può addirittura peggiorarlo, ricorda Terence M. Davidson, assistente di chirurgia della testa e del collo e direttore di una clinica per le disfunzioni nasali all'Università della California, a San Diego. Gli specialisti lo chiamano 'effetto rimbalzo'. Quello che succede è che all'inizio gli spray fanno contrarre le mucose del naso spiega il dottor Davidson. Dopo di che la mucosa reagisce gonfiandosi più di prima, e creando un circolo vizioso. Quando smettete di usare gli spray, possono volerci settimane prima che il gonfiore si normalizzi. - "Decongestionate la testa camminando". L'esercizio fisico, segnala il dottor Farb, può darvi sollievo perché libera adrenalina, che fa contrarre i vasi sanguigni, e quindi riduce il gonfiore dei seni. - "Premete per diminuire il dolore". Un massaggio ai seni paranasali doloranti porta alla zona un apporto di sangue fresco e un po' di sollievo, suggerisce il dottor Jafek. Premete i pollici fermamente ai due lati del naso e mantenete la pressione per 15-30 secondi. Ripetete. - "Lavate via il dolore". Il calore umido applicato ai seni frontali dolenti è un modo efficace per diminuire il dolore, sostiene il dottor Druce.
Prendete un asciugamano, bagnatelo nell'acqua ben calda, strizzatelo e applicatelo sugli occhi e sugli zigomi finché il dolore non diminuisce. Possono bastare anche pochi minuti.
BOX: "Non cambiate casa, cambiate abitudini". Se i vostri sintomi di sinusite cominciano quando sbocciano i fiori, forse avete voglia di trasferirvi nel deserto del Sahara o in qualche altro posto dal clima secco. Ma forse il trasloco non vi curerebbe la sinusite. Se siete esposti alle allergie, avverte il dottor Stanley N. Farb la vostra sensibilità vi seguirà ovunque andiate, e la sinusite tornerà a manifestarsi. In altre parole, potreste sviluppare un'allergia alla sabbia del deserto. Oppure, se traslocate in un clima più umido, potreste diventare allergici alle muffe. Soluzione? Verificate se siete allergici a qualche sostanza allergena già dove vivete adesso. (Per qualche idea in proposito, vedi il capitolo 'Allergie').
AVVERTENZA MEDICA: "Quando l'autotrattamento non basta". Se avete provato a curarvi da soli per tre o quattro giorni e i seni paranasali vi fanno ancora male, sono oppressi e intasati, dovete andare dal medico per guarire l'infezione e liberare i seni, avverte il dottor Terence M. Davidson. Forse dovrete prendere degli antibiotici, oppure, se i sintomi continuano, sottoporvi a un intervento chirurgico per forzare il blocco. Uno specialista dei seni paranasali può sottoporvi a un esame con i raggi X e aiutarvi a scoprire cosa provoca il problema: un virus, un'ostruzione (per esempio, un polipo), allergie o la sensibilità a qualche medicina, come l'aspirina o la pillola anticoncezionale.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Sotto con le spezie". Il sollievo per i seni frontali può passare dallo stomaco, mangiando cibi che contengono certe spezie o certi condimenti, afferma Howard M. Druce. Ecco i suoi consigli: AGLIO. Questo condimento contiene le stesse sostanze chimiche che si trovano in una medicina che fluidifica il muco, riporta il dottor Druce. RAFANO. Questa radice piccantissima è un altro buon scioglimuco perché contiene una sostanza chimica analoga a una che si trova negli anticongestionanti, sostiene il dottore. PEPERONCINO ROSSO. I peperoncini rossi contengono la capsaicina, una sostanza che stimola le terminazioni nervose e agisce come decongestionante nasale naturale. Usateli tranquillamente per insaporire i vostri sughi e buon appetito! Ma non tutti i cibi che vi bruciano la lingua, vi fanno piangere gli occhi o colare il naso riescono a forzare il blocco dei seni. Non tutte le spezie contengono le sostanze chimiche che agiscono direttamente sui seni paranasali spiega il dottor Druce. In altre parole, se li mangiate, potete farvi sgocciolare il naso senza sbloccarvi i seni. E questo può solo peggiorare il problema.
120. STANCHEZZA. 31 + 3 suggerimenti per una vita piena di energia. Siate onesti.
La prima volta che avete sentito l'espressione 'crisi energetica', avete pensato all'embargo del petrolio arabo o a voi stessi? Se avete pensato a voi stessi, che vi sforzate di far partire il vostro motore interno la mattina, che cercate in tutti i modi di farlo rombare dopo il pranzo e siete anche troppo felici di lasciarlo sputacchiare e fermarsi la sera, non siete i soli. Tutti, prima o poi, si sentono stanchi. E chi non vorrebbe avere più energie di quelle che ha? Sfortunatamente avere più energie è un po' come avere più soldi: molto più facile a dirsi che a farsi. Però aumentare le proprie energie è più facile di quello che probabilmente pensate. Naturalmente la prescrizione base dei medici è sempre la stessa: riposatevi molto, mangiate in modo equilibrato, fate del movimento. Vediamo però più nel dettaglio che cosa consigliano i nostri esperti. Quindi, signore e signori, accendete pure i motori. - "Scaldatevi". La mattina, concedetevi un quarto d'ora in più prima di cominciare la giornata propone Vicky Young, assistente di medicina preventiva presso il Medical College del Wisconsin. Così non partirete a freddo, sentendovi il fiato sul collo. - "Fate una colazione di tre portate". I tre componenti di una buona colazione sono carboidrati, proteine e grassi, dichiara Rick Ricer, assistente di medicina familiare alla Ohio State University. Naturalmente non è il caso di mettere del grasso sulla tavola della colazione. Per esempio, i cereali, che sono carboidrati complessi, con il latte ricco di grassi e proteine, sono una buona partenza. Anche fette biscottate e dolcetti sono una buona scelta di carboidrati complessi. Per le proteine potete scegliere latte, yogurt magro o formaggio fresco. Invece il dottor Ricer consiglia di evitare una colazione strapiena di carboidrati e di zuccheri semplici. In questo modo iperstimolate la vostra insulina, per cui il livello di zucchero nel sangue scende; e questo vi lascia al palo. Quindi non entrate in quella stuzzicante pasticceria fra casa e ufficio. - "Sapete quello che fate?". Se non lo sapete, probabilmente siete troppo stanchi per fare qualcosa di buono. Ogni mattina prendetevi un po' di tempo per fissare gli obiettivi della giornata consiglia David Sheridan, professore associato presso il dipartimento di medicina preventiva dell'Università della South Carolina. Stabilite quello che volete fare: non lasciatevi dominare dalla routine. - "Arrestate i ladri di energia". Lavoro o vita privata che sia, questo è un problema che dovete risolvere afferma M. F. Graham, un consulente di Dallas che ha scritto "Inner Energy: How to Overcome Fatigue" (L'energia interiore: come superare la stanchezza). Ma se non riuscite a risolvere il problema, suggerisce il dottor Ricer, almeno prendetevi una vacanza. Se avete un secondo lavoro, lasciatelo e prendetevi un periodo di permesso. E se per caso i vostri cari parenti si sono fermati un po' troppo in visita, suggeritegli educatamente di tornare un'altra volta: magari fra tre anni. - "Spegnete la T.V.". La televisione è famosa, o forse dovremmo dire micidiale, per indurre letargia negli esseri umani. Provate invece a leggere suggerisce il dottor Ricer. E' molto più energetico. - "Fate sport". E' strano, ma l'allenamento fisico dà energia dichiara il dottor Young. Uno studio dopo l'altro, fra cui uno della NASA, documenta questa affermazione. Più di duecento impiegati federali sono stati sottoposti a un programma di esercizio fisico moderato e regolare. Risultato: il 90% ha dichiarato che non si era mai sentito meglio.
Circa la metà ha detto di essere meno stressata, e almeno un terzo ha riferito di dormire meglio. Il dottor Young raccomanda di farsi 'una dose di esercizio energico' (basta una camminata di buon passo) tre-cinque volte la settimana, per 20-30 minuti al giorno. - "Ricordate, la migliore politica è la moderazione". Con tutto quello che può fare di buono lo sport, ricordatevi che l'esercizio fisico eccessivo può anche darvi alla testa. E potete drogarvi di sport se non siete onesti a proposito di quello che vi dice il vostro corpo. Non è semplice dirmi che mi farà bene, che starò meglio facendo meno esercizio dichiara Mary Trafton, podista, maratoneta e sciatrice che lavora per un club sportivo di Boston, nel Massachusetts. - "Fate una cosa per volta". Fate delle liste consiglia il dottor Sheridan. Spesso la gente è stanca perché pensa: 'Ho così tanto da fare e non so da dove cominciare'. Se stabilite le priorità e registrate man mano i vostri progressi, potete andare avanti nella lista restando concentrati ed efficienti. - "Una pillola al giorno". Se saltate i pasti, siete a dieta o non mangiate in modo equilibrato, sostiene il dottor Young, forse è una buona idea prendere un'integrazione quotidiana di vitamine e minerali. La mancanza di apporti nutritivi corretti può provocare stanchezza, e un supplemento può tappare i buchi. Ma non sperate che le vitamine vi diano una botta immediata di energia in più avverte il dottor Ricer. Pensare che quando siete stanchi basta prendere un po' di vitamine per star meglio è un errore ribadisce il dottor Ricer. Solo un'alimentazione corretta è in grado di farlo. - "Insegnate al vostro corpo quando chiedere una pausa". I ritmi circadiani sono gli orologi interni del vostro organismo e alzano e abbassano la pressione e la temperatura nei vari momenti della giornata. Questa azione chimica è la causa dei 'cambiamenti' che avvertiamo: da quando siamo ben svegli a quando siamo fisicamente e mentalmente annebbiati. Come mai in alcune persone la fase di alto rendimento cade in momenti così scomodi, magari a metà della notte? Sono convinto che alcuni, forse senza saperlo, si sono modellati un particolare ciclo giornaliero dichiara William Fink, fisioterapista sportivo. William Fink suggerisce di cambiare orari, per quanto è possibile, per rendere più funzionali i vostri ritmi circadiani. Potete farlo semplicemente alzandovi la mattina un po' prima o un po' dopo, diciamo di un quarto d'ora, finché non vi sentite a posto. Continuate finché non avrete regolato i vostri ritmi. - "Spegnete il fuoco". I medici consigliano in ogni caso di smettere di fumare, ma aggiungete alla lista anche questa ragione: il fumo influenza negativamente il rilascio di ossigeno ai tessuti e il risultato è la stanchezza. Naturalmente, appena smettete, non aspettatevi un aumento immediato dell'energia. La nicotina agisce come uno stimolante e l'astinenza può provocarvi una stanchezza temporanea. - "Distribuite la ginnastica su tutta la giornata". Sia che facciate esercizio la mattina presto, a colazione o la sera, non concentrate tutto lo sport in un periodo solo. Alzatevi e fate un giro almeno ogni paio d'ore consiglia il dottor Sheridan. Le possibilità sono infinite: dal manager che usa la cyclette nel suo ufficio, al medico ospedaliero che corre su e giù per le scale dell'ospedale, al ricercatore che fa esercizi isometrici seduto alla sua scrivania. - "Imparate a dire di no". Imparate a delegare suggerisce il dottor Sheridan.
Se siete oppressi da troppi impegni o da troppi obblighi, imparate a dire: No, non parteciperò a questa riunione. - "Dimagrite". Se siete obesi, cioè se avete il 20% in più del vostro peso forma, dimagrire vi sarà di grande aiuto afferma William Fink. Naturalmente, assicuratevi di seguire una dieta sensata in combinazione con l'esercizio fisico. Perdere molto peso troppo in fretta non è sano e vi fa sentire a terra. - "Non dormite troppo". Potete esagerare anche con le buone cose, come il sonno. Se dormite troppo, vi sentirete un po' suonati tutto il giorno dichiara William Fink. In genere 6-8 ore per notte sono sufficienti per la maggior parte della gente. - "Ma neppure troppo poco". Bruciare la candela da tutt'e due le parti, per esempio, andando a dormire alle due e alzandovi alle cinque, vi farà sentire esausti. Non negatevi il sonno che vi serve. - "E i sonnellini?". I sonnellini non vanno bene per chiunque, ma possono ricaricare le persone anziane che la notte non dormono più come una volta, sostiene il dottor Ricer. Anche persone più giovani con giornate molto occupate e notti molto corte possono farci su un pensierino. Se decidete di fare dei sonnellini, cercate di farli ogni giorno alla stessa ora e per non più di un'ora. - "Respirate a fondo". E' uno dei sistemi migliori per rilassarsi e ricaricarsi di energie allo stesso tempo, secondo i medici e gli atleti. - "Solo un bicchierino, grazie". L'alcol è un depressivo, nota il dottor Ricer, e vi spegne, non vi stimola. Limitate il consumo di alcol a un solo bicchiere, suggerisce il dottor Ricer, o non bevete affatto. - "State leggeri a pranzo". Alcuni medici consigliano di mangiar poco a pranzo per evitare i casi gravi di 'oh-dio-che-voglia-di-dormiresulla-scrivania'. Per alcuni questo è probabilmente il consiglio migliore. Un primo piatto e un'insalata sono un pranzo leggero ma nutriente. - "Oppure camminate". Se decidete di fare del pranzo il pasto più importante della giornata, il dottor Young suggerisce di fare subito dopo una camminata di una ventina di minuti. Mangiare a metà giornata il grosso delle calorie vi darà l'energia che vi serve per continuare. Ma è bene essere selettivi nella scelta dell'energia. Per esempio, i carboidrati bruciano in fretta. Il grasso invece brucia lentamente, il che significa che vi fa scendere di tono. - "Andate in vacanza". In molti casi una vacanza è praticamente obbligatoria dichiara il dottor Ricer. Se non vi prendete una pausa da molto tempo, una vacanza può essere una splendida fonte di energia. Questo sì che è un buon consiglio. - "Incanalate le vostre energie". Le emozioni forti esauriscono mentalmente, ma anche fisicamente, osserva il dottor Young. Imparate a incanalare le emozioni forti, come la rabbia, e usate questa energia sul lavoro o nel tempo libero. - "Colorate il vostro mondo". Se vivete in una casa scura, vi sentirete più affaticati rileva il dottor Ricer. Il dottore suggerisce un raggio di sole, letterale o figurato. Diversi studi hanno mostrato che il colore è importante per tenere alti i livelli di energia. Per esempio, il rosso è ottimo per una stimolazione breve e intensa, mentre il verde va bene per eliminare le distrazioni e mantenere la concentrazione per lunghi periodi.
- "Ascoltate musica". La musica può darvi il via, dice il dottor Ricer. Ascoltate gli U2, Peter Gabriel o Frank Sinatra, chiunque e qualunque cosa vi piaccia. - "Datevi un obiettivo". C'è gente che ha semplicemente bisogno di un progetto per continuare ad andare avanti, sostiene il dottor Sheridan. Se siete in questa categoria, datevi scadenze sia vicine sia lontane, così nessuna diventerà una routine. - "Un po' d'acqua fresca". C'è un agente di cambio di New York che quando comincia a sentirsi stanco smette di comprare e di vendere. Si ferma il tempo necessario per buttarsi in faccia un po' d'acqua fresca. Ma se siete in casa, forse una doccia fredda può ridarvi le energie ancora più efficacemente. L'acqua che cade dall'alto emette nell'aria ioni negativi che avvolgono il corpo. Si pensa che gli ioni negativi facciano sentire le persone (almeno alcune) più felici e più energiche. - "Controllate le medicine che prendete". Avete davvero bisogno di quelle medicine? Se non vi servono, potreste sentirvi meglio in modo assolutamente inaspettato eliminando o riducendo le dosi di alcuni medicinali. Per esempio, i sonniferi sono noti per i loro effetti 'del giorno dopo'. E fra gli imputati, dicono i medici, ci sono alcune medicine per la pressione alta e quelle per la tosse e il raffreddore. Se sospettate che uno dei vostri farmaci abituali possa essere colpevole di furto aggravato di energia, parlatene con il vostro medico curante. Potrebbe cambiarvi la prescrizione o meglio ancora eliminarla del tutto. Ma non interrompete mai una medicina prescritta dal medico senza la sua approvazione. - "Se vi fa bene, fatelo". Perché negarsi i piaceri dei massaggi delle vasche Jacuzzi e dei bagni di vapore? E' difficile appurare scientificamente se diminuiscono o no la stanchezza afferma William Fink. Ma ci sono persone che giurano sulla loro efficacia. - "Cambiate e sperimentate". A volte la stanchezza nasce dalla monotonia. Anche il cambiamento più semplice, sostiene il dottor Ricer, può fare differenza. Per esempio, se cominciate sempre la giornata leggendo il giornale, provate a leggere qualcosa che vi ispiri un po' di più. Se mangiate sempre pesce a cena il lunedì, provate a mangiare pollo lunedì prossimo. Se correte tutti i giorni, provate ad alternare con un po' di bicicletta. - "Piano con la caffeina". Una o due tazze di caffè la mattina possono aiutarvi a decollare, dichiara il dottor Ricer, ma di solito i vantaggi finiscono qui. Troppa caffeina fa male come per qualsiasi altra cosa. Bere caffeina tutto il giorno per avere più energia è fare autogol. La caffeina è un truffatore, sostiene il dottor Ricer. Vi fa sentire come se aveste più energia, ma in realtà non è vero. Il dottor Ricer consiglia almeno di ridurre la caffeina o di diminuire, come minimo, l'effetto 'montagne russe'. Se qualcuno ha bisogno di un po' di energia extra, dichiara William Fink non consiglierei certo la caffeina. AVVERTENZA MEDICA: "Quando la stanchezza significa malattia". La stanchezza può essere un segnale che dovete organizzarvi meglio, oppure che stanno arrivando un raffreddore o un'influenza. Ma può anche essere il segnale d'allarme di una malattia grave.
Tutte le malattie croniche, diabete, malattie polmonari, anemia provocano stanchezza afferma il dottor Rick Ricer. La stanchezza è anche un sintomo di molte altre malattie, fra cui l'epatite, la mononucleosi, le malattie della tiroide e il tumore. Quindi se la vostra stanchezza non passa, non cercate di fare la diagnosi da soli. Andate dal dottore.
BOX: "L'energia mentale". Quando la mente funziona, anche il corpo funziona. Che la mente possa influenzare il corpo oggi lo si accetta praticamente senza discussioni. Ma voi l'avete accettato? Lo sapete che i vostri pensieri possono avere molta influenza sulla stanchezza che provate? Bene, possono davvero. Quindi, ecco qui un po' di atteggiamenti positivi che possono migliorare il livello delle vostre energie. - "Siate ottimisti". Gli atleti e i campioni lo fanno, come pure i manager di successo, e anche voi potete farlo. E' importante pensare in modo positivo afferma Mary Trafton, podista e maratoneta molto impegnata. Se mi fermo in una pozzanghera mentre cammino, non penso: 'Accidenti. ora prenderò freddo e mi stancherò', ma penso alle calze di lana che ho messo per sentirmi calda e al riparo. - "Siate motivati". Se ci pensate, è difficile fare bene una cosa qualsiasi se non avete una buona motivazione. Ed è praticamente impossibile riuscire a fare qualcosa che richiede una dose extra di energia se non ci mettete l'anima. Prendete E. Drummond King, per esempio. Partecipa alla durissima gara che si chiama 'Iron Man' (L'uomo di ferro), che si svolge alle Hawaii. I concorrenti nuotano, vanno in bicicletta e corrono sulle lunghe distanze per ore e ore. King afferma che quando è rimasto troppo indietro per vincere nella sua fascia di età (50-54), ha finito la corsa camminando invece di correre. Oppure, quando ha ancora una speranza di vincere, in qualche modo trova le energie per continuare a correre. - "Abbiate fiducia". E' probabile che, se sapete di dovercela fare, in qualche modo troverete le energie per farlo. E una volta che avete provato a voi stessi che ne avete le forze, diventerete anche più fiduciosi. E questo che pensano all'Università di Miami, dove ci si aspetta di vincere sui campi da football. Noi incoraggiamo i nostri atleti dicendo loro che sono in una forma migliore degli avversari e che il finale della partita sarà nostro dichiara Bill Foran, allenatore capo e preparatore atletico della squadra universitaria.
121. STITICHEZZA. 17 + 1 soluzioni. Quello che va su deve tornare giù. Sir Isaac Newton lo ha dimostrato stando seduto sotto un melo. Quello che entra deve uscire. Lo avete dimostrato stamattina stando seduti sul gabinetto. O no? O è stato ieri mattina? O l'altro ieri? O un freddo, ma memorabile giorno del dicembre scorso? La stitichezza non è roba da ridere. Qualche volta può essere dolorosa. Ma spesso la causa del vostro intestino pigro è facile da trovare. Può trattarsi di mancanza di fibra, liquidi insufficienti, stress, medicinali, mancanza di esercizio e cattive abitudini intestinali, spiega Paul Rousseau, capo del dipartimento di geriatria in un centro medico di Phoenix, nell'Arizona. Diamo uno sguardo a tutti questi fattori e alle possibilità di risolvere la situazione sottostante. - "Siete davvero stitici?". Voi pensate di avere un problema, ma ne siete sicuri? Come tutti, anche voi siete stati bombardati dalla pubblicità dei lassativi, dove si insinua che andare di corpo una volta al giorno è fondamentale per la vostra salute. Invece non è vero, afferma Marvin Schuster, capo del dipartimento malattie digestive in un centro medico di Baltimora nel Maryland. Molti americani, sostiene il dottor Schuster, soffrono di 'costipazione soggettiva': pensano di essere costipati anche se non è vero. In realtà il bisogno di defecare varia ampiamente da individuo a individuo. Per alcuni soggetti, tre movimenti intestinali al giorno sono la norma, per altri possono bastare tre scariche la settimana.- "Bevete abbastanza?". I nostri esperti sono d'accordo che la prima cosa da fare per un soggetto stitico è controllare l'alimentazione. I primi alimenti necessari per battere la stitichezza sono le fibre alimentari e i liquidi. Tutti e due, e in abbondanza, sono essenziali per mantenere morbide le feci e per aiutarle a muoversi lungo il colon. Quanta fibra e quanti liquidi vi servono? Cominciamo dai liquidi. Un minimo giornaliero di sei bicchieri di liquido, e meglio ancora otto dovrebbero far parte dell'alimentazione di tutte le persone adulte, avverte Patricia H. Harper, dietista diplomata che lavora a Pittsburgh, in Pennsylvania. Qualunque liquido va bene, ma il migliore è l'acqua secondo Patricia Harper. - "Mangiate più fibra". Molti americani non mangiano abbastanza fibra, dichiara Patricia Harper. La American Dietetic Association raccomanda a tutti gli adulti di mangiare ogni giorno 20-35 grammi di fibra alimentare e a chi soffre di stitichezza almeno 30 grammi. Da dove viene la fibra? Dai carboidrati complessi contenuti nei cereali integrali, nella frutta e nella verdura spiega Patricia Harper. Non è difficile arrivare a 30 grammi al giorno se scegliete bene i cibi. Per esempio, mezza tazza di piselli significa 5 grammi di fibra; una piccola mela ve ne fornisce 3 grammi e una tazza di cereali alla crusca 13 grammi. Comunque i campioni della categoria fibre sono i fagioli secchi cotti, le prugne, i fichi, l'uva, la farina d'avena, le pere e i semi oleosi. Attenzione, però, aumentate gradualmente il vostro apporto di fibra in modo da evitare attacchi di meteorismo (gas intestinale). - "Trovate il tempo di andare in palestra". L'esercizio vi fa bene al cuore, ma lo sapevate che fa bene anche all'intestino? In generale l'esercizio fisico regolare tende a combattere la stitichezza perché fa muovere più rapidamente il cibo attraverso il canale alimentare conferma Edward R. Eichner, primario di ematologia all'Università dell'Oklahoma. - "Andate a passeggio e portatevi il pupo".
Qualsiasi forma di esercizio fisico regolare tende ad alleviare la stitichezza, ma quella più accreditata dagli esperti è camminare. Camminare è particolarmente utile per le donne incinte, che spesso soffrono di questo disturbo man mano che i loro organi interni devono adattarsi al piccolo che cresce. Tutti, comprese le future mamme, dovrebbero camminare 20-30 minuti di buon passo ogni giorno, suggerisce il dottor Lewis R. Townsend, docente di ostetricia e ginecologia in un ospedale di Washington. Le donne incinte dovrebbero però stare attente a non affaticarsi troppo. - "Avete una buona educazione fecale?". Molti di noi si autocondizionano: non vanno in bagno quando la natura lo richiede, ma quando le circostanze sociali lo consentono. Trascurare lo stimolo alla defecazione può portare gradualmente alla stitichezza. Ma non è mai troppo tardi per rieducare l'intestino, ci rassicura il dottor Schuster. Il momento più naturale per andare in bagno è dopo mangiato osserva il dottore. Quindi scegliete un pasto, uno qualsiasi, e ogni giorno dopo quel pasto andate in bagno per dieci minuti. Con un po' di allenamento, dice il dottor Schuster, l'intestino si riabituerà a muoversi secondo natura. - "Prendetela con calma". Quando siete spaventati o tesi, la bocca si secca e il cuore accelera i battiti. E l'intestino si blocca. E' una parte del meccanismo fuga-o-reazione osserva John O. Lawder, medico di famiglia, specializzato in nutrizione e medicina preventiva a Torrance, in California. Se pensate che la radice della vostra stitichezza sia la tensione, trovate il tempo di rilassarvi, magari ascoltando audiocassette di rilassamento. - "Fatevi una bella risata". Una bella risata di pancia può aiutare la vostra stitichezza in due modi. Primo, vi massaggia gli intestini, il che aiuta la digestione; secondo, vi aiuta ad alleviare lo stress, afferma Alison Crane, infermiera diplomata, presidente dell'associazione americana per l'umorismo terapeutico. Avete sentito qualche buona barzelletta sulla costipazione ultimamente? - "Attenzione ai lassativi". Di solito i lassativi commerciali fanno il loro mestiere, ma è tragicamente facile che diventino un'abitudine, avverte il dottor Rousseau. Prendete troppi lassativi chimici e l'intestino si abituerà alla loro azione e la stitichezza peggiorerà, segnala il dottore. Quand'è che dovreste prendere lassativi da un flacone? Praticamente mai dice il dottor Rousseau. - "Imparate che i lassativi non sono tutti uguali". In molte farmacie, accanto ai lassativi chimici, c'è un'altra categoria di lassativi: quelli 'naturali' o 'vegetali'. In genere l'ingrediente principale è costituito da semi di psillio macinati. Si tratta di una forma di fibra superconcentrata, che diversamente dai lassativi chimici non dà assuefazione ed è sicura, anche se presa per lunghi periodi, sostiene il dottor Rousseau. L'avvertenza del dottore, comunque, è che questi lassativi vanno presi con molta acqua (leggete le istruzioni sulla confezione), altrimenti possono conglomerarsi in una massa solida dentro l'intestino. - "Provate una ricetta d'autore". Un problema con i lassativi a base di psillio è che possono essere costosi. Però potete fabbricarvene uno in casa, comprando semi di psillio in una erboristeria e macinandoli da soli. Il dottor Lawder suggerisce di pestare nel mortaio due parti di psillio con una parte di semi di lino e una parte di crusca di avena (anch'essi in vendita nei negozi di prodotti naturali), ottenendo così un prodotto a superconcentrazione di fibra. Mescolate gli ingredienti con acqua e mangiate un po' del miscuglio ogni sera un paio d'ore prima di coricarvi propone il dottor Lawder.
- "Cercate un sollievo immediato, una volta ogni tanto". Se vi sentite proprio a disagio, niente vi smuoverà l'intestino più in fretta di un clistere o di una supposta. Il dottor Rousseau dice che vanno benissimo per un uso occasionale. Ma, se li usate troppo spesso, rischiate di impigrire l'intestino. Cioè di ritrovarvi peggio di prima. Usate solo acqua pura o soluzioni saline, mai soluzioni saponose che possono essere irritanti, avverte il dottor Rousseau. E quando comprate una supposta, sceglietela di glicerina pura, evitando le proposte chimiche più irritanti che trovate in vendita. - "Controllate i medicinali e i supplementi che prendete". Ci sono parecchi farmaci che provocano o peggiorano la stitichezza, segnala il dottor Rousseau. Fra i responsabili più diffusi ci sono gli antiacidi a base di alluminio o di calcio, gli antistaminici, le medicine antiParkinson, i supplementi di calcio, i diuretici, i narcotici, le fenotiazine, i sedativi e gli antidepressivi triciclici. - "Attenzione a certi cibi". Ci sono alimenti che possono provocare stitichezza ad alcuni e non ad altri. Per esempio, il latte può dare forte costipazione a qualcuno, mentre ad altri provoca diarrea. Gli alimenti che tendono a produrre gas, come fagioli e cavolfiori, dovrebbero essere evitati dai soggetti che soffrono di stitichezza a causa del colon spastico, consiglia il dottor Schuster. Sospettate un colon spastico se la stitichezza vi dà dolori acuti. - "Mangiate pasti piccoli". Le persone che soffrono di colon spastico devono evitare anche i pasti abbondanti che distendono il tratto digestivo e quindi peggiorano la stitichezza, dice il dottor Schuster. - "Piano con le erbe". I rimedi erboristici abbondano. Tra quelli di sicura efficacia ci sono l'aloe, il rabarbaro, la cascara sagrada, la radice di tarassaco e la senna. Alcuni, come la cascara, sono molto efficaci, dice il dottor Lawder, ma dovete fare attenzione. Alcuni lassativi di erboristeria, proprio come quelli chimici, è meglio usarli senza prendersi troppe confidenze. - "Non sforzatevi". Anche se può essere una bella tentazione risolvere la stitichezza a colpi di sforzi, non fatelo. Rischiate di procurarvi emorroidi e ragadi anali, che non solo sono dolorose, ma possono anche aggravare la vostra stitichezza riducendo l'apertura anale. Lo sforzo può anche farvi salire la pressione e rallentarvi il battito del cuore. Il dottor Rousseau riporta i casi di pazienti anziani che sono svenuti e caduti in terra dal gabinetto, a volte anche procurandosi fratture in seguito alla caduta. Il che ci riporta di nuovo a sir Isaac Newton e alla sua immutabile legge di gravità. Come volevasi dimostrare.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Un problema di olio?". Provate a eliminare dalla vostra alimentazione tutti gli oli estratti che sono stati separati dalla loro fonte, come l'olio d'oliva, l'olio di soia eccetera, e la vostra stitichezza migliorerà: è il consiglio di Grady Deal, chiropratico nutrizionale di Koloa, Kauai, nelle Hawaii. Non è l'olio in se stesso, è il fatto di assumerlo sotto questa forma che provoca costipazione e molti altri problemi digestivi afferma il dottor Deal, che basa la sua teoria sui lavori di un riformatore della salute dell'inizio del secolo, il dottor John Harvey Kellogg (fratello del 'magnate dei fiocchi').
Il problema con gli oli, spiega il dottor Deal, è che formano una pellicola che rende difficile la digestione dei carboidrati e delle proteine nello stomaco e nell'intestino tenue. La digestione adeguata viene ritardata fino a 20 ore, causando putrefazione, gas e tossine che risalgono nel colon e nell'intestino crasso, dice il dottore. Ma gli oli assunti nella loro forma naturale, contenuti in alimenti come le noci, gli avocado e il granturco, vengono rilasciati gradualmente nell'organismo, così non si formano 'macchie' d'olio che bloccano la digestione e creano problemi di stitichezza. Questi oli, diversamente dall'olio già estratto, sono un sano e nutriente elemento dell'alimentazione afferma il dottor Deal.
AVVERTENZA MEDICA: "Andate sul sicuro: chiamate il medico". Di solito la stitichezza non è un problema serio, dice il dottor Marvin Schuster. Però è meglio chiamare il dottore se i sintomi sono gravi, se durano più di tre settimane, se disturbano il vostro ritmo di vita abituale e se trovate sangue nelle feci. E' raro, ma la stitichezza può essere sintomo di gravi problemi sottostanti. Mettetevi in contatto con il vostro medico anche se la stitichezza si accompagna a un addome teso, che può essere il segno di un blocco intestinale, avverte il dottor Paul Rousseau.
122. STRESS. 21 + 1 modi per ridurre la tensione. Siamo cotti, bruciati, svuotati, suonati. Sappiamo tutti che cosa vuol dire essere assillati dal peso dei fastidi quotidiani. I nostri capi se la prendono con noi, i nostri mariti o le nostre mogli se la prendono con noi. Sembra un circolo senza fine; riuscire a tenere il passo in ufficio ci lascia con così poche energie che la casa diventa un campo di battaglia, che ci lascia senza energie per lavorare. Ma lo stress è davvero un vicolo cieco? E da tutto questo faticoso lavoro l'unica cosa che potete ricavare è solo la sopravvivenza? No In realtà lo stress non è solo una cosa da sconfiggere, ma una forza che potete volgere a vostro vantaggio. Non c'è bisogno di evitarlo e non c'è bisogno di andare a un seminario sulla gestione dello stress per riuscire a viverlo. I consigli che seguono, tutti controllati dai medici, vi indicano come potete combattere lo stress e vincere. Per avere un sollievo immediato quando il mondo vi ha messo nell'angolo, leggete quanto segue. - "Cambiate atteggiamento". La cosa più importante che potete fare in fatto di stress è rendervi conto che in molti casi il problema non è che cosa succede, ma come reagite voi dichiara Paul J. Rosch, presidente dell'istituto americano dello stress e docente di medicina e psichiatria al New York Medical College. E la vostra reazione è determinata da come percepite quel particolare stress. Guardate la gente che va sull'otto volante continua il dottor Rosch. Qualcuno sta seduto in fondo, con gli occhi chiusi e la mascella serrata. Non vede l'ora che la tortura finisca per poter rimettere piede sulla solida terra. Davanti ci sono quelli che se la godono, con gli occhi brillanti, si divertono a ogni tuffo e non vedono l'ora che arrivi il successivo. In mezzo ci sono quelli che sembrano del tutto indifferenti e magari un po' annoiati.
L'esperienza che stanno passando è esattamente la stessa: il giro sull'otto volante. Ma le reazioni sono diversissime: stress buono, stress cattivo e magari niente stress. Emmett Miller, direttore medico del centro di educazione e sostegno per il cancro di Menlo Park, in California, e noto esperto di stress, si rifà alla saggezza cinese a questo proposito. La parola cinese che significa crisi è "weiji": due caratteri che presi separatamente significano pericolo e opportunità. Ogni problema che incontriamo nella vita può essere visto in questo modo: come una possibilità di dimostrare che possiamo farcela. Il messaggio di questi due esperti è lo stesso. Cambiate il vostro modo di pensare (per esempio, considerando un incarico difficile sul lavoro come un'opportunità per imparare qualcosa di nuovo) e una vita di tensione e disagio può diventare una vita di sfida e di entusiasmo. - "Pensate a qualcos'altro". Tutto quello che può aiutarvi a cambiare prospettiva è utile quando siete sotto pressione ricorda il dottor Miller. Avete bisogno di distrarvi, di rompere la catena di pensieri che vi provoca lo stress. Pensare a qualcos'altro funziona. - "Pensate a qualcosa di positivo". Pensare a un successo o ad un obiettivo raggiunto in passato è un'ottima cosa quando vi sentite insicuri, per esempio, prima di un colloquio di lavoro dichiara il dottor Miller. Immediatamente vi ricordate i vostri successi precedenti e non c'è motivo perché non ce la facciate anche adesso. - "Prendetevi una vacanza mentale". Prendersi una mini-vacanza con il pensiero è un ottimo sistema per dar sollievo allo stress o per riuscire a controllarlo sostiene Ronald Nathan, direttore di sviluppo educativo, coordinatore di scienza comportamentale e professore associato nei dipartimenti di medicina familiare e psichiatria all'Albany Medical College. Visualizzatevi mentre state sdraiati sulla sabbia calda di una spiaggia deserta, mentre un venticello fresco spira dal mare e le onde si frangono dolcemente sullo sfondo. E' straordinario come questo pensiero riesca a rilassarvi. - "Recitate una formula antistress". Lo stress può colpire in qualsiasi momento, anche quando non siete al lavoro, magari in rosticceria all'ora di pranzo o in macchina mentre tornate a casa. Per aiutarvi a sciogliervi quando i pensieri spiacevoli vi annodano i muscoli del collo e la tensione sale, recitate queste frasi, suggerite dal dottor Miller: -
In questo momento non devo andare in nessun posto. In questo momento non devo risolvere nessun problema. In questo momento non devo fare niente. In questo momento la cosa più importante che posso fare è rilassarmi. E' necessario pensare queste cose in modo consapevole, afferma il dottor Miller, perché così facendo cambiate lo schema mentale che produce lo stress. Mentre recitate la litania, non state pensando a quello che vi preoccupa. - "Usate l'affermazione". Fareste bene ad avere una lista di affermazioni pronte da ripetere quando vi sentite stressati propone il dottor Miller. Non c'è bisogno che siano complicate. Basta canticchiare 'posso farcela', oppure 'su questo argomento ne so più di tutti gli altri qui dentro' e funziona. Cancella il riflesso istintivo dello stress (respiro veloce, mani fredde) e vi spinge verso la risposta razionale, l'intelletto: la parte di voi che può reagire davvero.
Il risultato? Vi calmate. - "Contate fino a dieci". Il semplice fatto di rifiutarvi di rispondere immediatamente a uno stress lo svuota della sua carica negativa, sostiene il dottor Nathan. E se vi abituate a fare una pausa e a rilassarvi (solo per pochi secondi) prima di rispondere alle solite interruzioni della vostra giornata di lavoro, questo può cambiare in modo percettibile lo stress che provate. Per esempio, quando suona il telefono, respirate profondamente. E quando espirate, immaginatevi di essere morbidi e svuotati come una vecchia bambola di pezza. Questo tipo di pausa vi dà, tra l'altro, una sensazione di controllo sottolinea il dottor Nathan. Di solito controllare le cose è meno stressante che non riuscire a controllarle. Abituatevi a usare tecniche di rilassamento rapido nella pausa prima di rispondere al telefono. Una sospensione è un tranquillante istantaneo. Straordinario! Contare fino a dieci funziona davvero. - "Guardate lontano". Se guardate per un momento fuori da una finestra, a un panorama lontano, lontano dai problemi che vi stressano, gli occhi si rilassano e forse vi rilassate anche voi afferma il dottor Nathan. Togliete la pentola dal fuoco e smetterà di bollire. - "Alzatevi e uscite". Lasciare la scena ha lo stesso effetto di guardare lontano aggiunge il dottor Nathan. - "Fate dei respiri profondi". Qualcuno lo chiama 'respirare con la pancia'. E' un trucco molto vecchio e molto utile per battere l'ansia ed il nervosismo. Secondo Bradley W. Frederick, direttore dell'istituto internazionale di medicina dello sport a Los Angeles, in California, quando si è stressati, il battito del cuore accelera e si comincia a respirare troppo in fretta. Se vi sforzate di respirare con calma, il corpo si convince che lo stress se n'è andato, che sia vero o no. Il modo giusto di respirare? Con l'addome: sentendo lo stomaco allargarsi quando inspirate e svuotarsi quando espirate. - "Fatevi un bel pianto". Non sempre è possibile nei luoghi di lavoro, ma in alcune circostanze, per esempio, in un ufficio privato o in macchina, un puro e semplice scoppio di emozioni è accettabilissimo. Gridare o piangere può scaricare le emozioni che generano lo stress che provate, dichiara il dottor Miller. - "Stiratevi". Praticamente tutto quello che proviamo a livello emotivo ha una manifestazione fisica afferma il dottor Frederick. Molti di noi rispondono allo stress con una tensione muscolare. Sarebbe meglio eliminare la causa dello stress, ma almeno stirare i muscoli diminuisce la sensazione di tensione: i muscoli si rilassano, ci sentiamo meno rigidi. E visto che spesso non possiamo fare niente per eliminare lo stress alla radice, questo è importante. Per molti di noi questo è più che sufficiente. - "Massaggiate i muscoli bersaglio". Ciascuno di noi ha dei muscoli particolari che si contraggono sotto stress rileva il dottor Miller. E' una specie di circolo vizioso: lo stress produce adrenalina, che produce tensione muscolare, che produce altra adrenalina, eccetera. Un buon modo per spezzare la catena è scoprire quali sono i vostri muscoli bersaglio, quelli che diventano tesi sotto pressione, di solito sulla parte posteriore del collo o nella parte alta della schiena, e massaggiarli per un paio di minuti quando vi sentite tesi. - "Premetevi le tempie".
Questa applicazione dell'agopressione, il sistema orientale che usa i punti di pressione per dar sollievo al dolore e curare una quantità di malanni, funziona in modo indiretto. Il massaggio delle tempie, sostiene il dottor Miller, rilassa i muscoli in tutto il corpo, soprattutto quelli del collo. - "Lasciate cadere la mascella e muovetela di lato". Le persone sotto pressione tendono a stringere i denti osserva il dottor Miller. Se lasciate cadere la mascella e la spostate a destra e a sinistra, i muscoli si rilassano e se rilassate i muscoli, la sensazione di tensione diminuisce. - "Stirate il torace per respirare meglio". Quando siete sotto stress i muscoli tesi possono ostacolare la respirazione, secondo il dottor Frederick, e un respiro difficoltoso aggrava l'ansia che già provate. Provate a far ruotare le spalle in su e in giù, poi rilasciatele. La prima volta inspirate profondamente quando le spalle si muovono ed espirate quando le spalle si lasciano andare. Ripetete per quattro o cinque volte con una respirazione normale e concludete la sequenza con un respiro profondo. Ripetete tutta la sequenza per quattro volte. - "Rilassatevi completamente". Più facile a dirsi che a farsi? No, se sapete come. Una semplice tecnica che si chiama rilassamento graduale vi assicura un'immediata e spettacolare riduzione della tensione fisica e della sensazione di stress che l'accompagna. Cominciando dalla testa o dai piedi, tendete un gruppo di muscoli per volta, mantenete la contrazione per pochi secondi poi rilasciate. Proseguite allo stesso modo per tutte le parti del corpo (piedi gambe, torace, braccia, testa, collo) e godetevi la sensazione di sollievo che ne risulta. - "Fate un bagno caldo". L'acqua calda scioglie la risposta di stress, afferma il dottor Frederick. Quando siete tesi o ansiosi, il flusso di sangue alle estremità diminuisce. L'acqua calda equilibra la circolazione, convincendo il corpo che tutto è tranquillo e che è possibile rilassarsi. L'acqua fredda è sconsigliata per le ragioni opposte: riproduce la risposta di stress, togliendo sangue dalle estremità. Risultato: la tensione cresce. Un'alternativa da ufficio è far scorrere acqua calda sulle mani finché non sentite che la tensione comincia a calare. - "Fate una passeggiata". Naturalmente l'esercizio fisico regolare dà resistenza ed aiuta a sconfiggere lo stress, ma anche qualcosa di casuale come una passeggiatina intorno all'isolato può aiutarvi a scaricare un po' della tensione per un incontro d'affari o per uno scontro familiare. L'esercizio fisico è quello che il vostro corpo cerca istintivamente quando è sotto stress: la reazione primordiale è fuggire o combattere spiega il dottor Miller. E funziona. Primo, perché brucia un po' delle sostanze chimiche che la tensione produce. Secondo, perché un muscolo stanco è un muscolo rilassato. - "Ascoltate una cassetta rilassante". Il rilassamento, afferma il dottor Miller, è il contrario della tensione: l'antidoto dello stress. I nastri di rilassamento già incisi sono molto efficaci. Una buona cassetta rilassante è preziosa dichiara il dottor Nathan. Facilita la risposta di rilassamento. E costa poco. Potete trovare nastri di voce, voce con musica, o rumori naturali come vento fra gli alberi, onde sulla sabbia. Tutto quello che vi serve è un nastro e un walkman, per bloccare le distrazioni ed evitare di disturbare gli altri.
- "Sentite un po' di musica". Le cassette rilassanti funzionano, ma non sono la vostra unica possibilità. La musica ha un effetto calmante praticamente insuperabile. La musica è uno strumento potentissimo nella lotta allo stress dichiara il dottor Miller. Potete usarla in due modi fondamentali: per rilassarvi o per ispirarvi. La musica classica, per esempio, è molto rilassante. AVVERTENZA MEDICA: "Quando lo stress è una minaccia". Troppo stress può nuocere direttamente alla vostra salute. Secondo il dottor Paul J. Rosch ognuno di questi sintomi collegati allo stress indica che avete bisogno di vedere subito un medico: - Parole confuse o vuoti di memoria. - Tachicardia persistente. - Mani sudate. - Dolore cronico al collo e alla schiena. - Mal di testa cronico o grave. - Tremore. - Orticaria. - Ansietà incontrollabile. - Insonnia. La regola di base è questa: andate dal medico se i sintomi che provate sono nuovi e non hanno una causa evidente e soprattutto se interferiscono con la qualità della vostra vita riassume il dottor Rosch.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "La strada della pace interiore". La meditazione trascendentale, lo yoga, lo zen funzionano tutti perché provocano quella che viene chiamata 'risposta di rilassamento', uno stato del corpo riconosciuto e battezzato per primo dal dottor Herbert Benson, professore associato di medicina alla Mind/Body Clinic della Harvard Medical School. Questo fenomeno elimina gli aspetti disturbanti, stressanti e ansiogeni della cosiddetta risposta di combattimento-fuga scrive il dottor Benson nel suo libro "Your Maximum Mind" (La mente al massimo) Nelle situazioni primitive, in cui i rischi provocati dagli animali selvaggi erano all'ordine del giorno, questo tipo di risposta (combattimento o fuga) era preziosa. Invece nella nostra epoca tende a renderci nervosi, a disagio ed addirittura malati. Una persona, che sperimenta la risposta di rilassamento, elimina tutti gli ormoni e i comportamenti che la rendono nervosa. Ogni tipo di meditazione porta al rilassamento, anche se T.M., yoga e zen richiedono un'istruzione formale e una buona quantità di autodisciplina. Per sollecitare la risposta di rilassamento il dottor Benson suggerisce questo programma di base. Scegliete una parola o una frase su cui concentrarvi ('pace', per esempio) che sia saldamente legata alle vostre convinzioni. Poi sedetevi quietamente, chiudete gli occhi e rilassatevi. Cominciate a ripetere la vostra parola chiave ogni volta che espirate, seguendo il tempo del respiro. Continuate per 10-20 minuti. Un suggerimento: esercitatevi almeno una volta al giorno e non preoccupatevi di che cosa state facendo. Se vi accorgete che siete distratti da altri pensieri, limitatevi a riportare l'attenzione sulla vostra parola e continuate a meditare.
123. TACHICARDIA. 12 modi per calmare un cuore frettoloso. Succede all'improvviso.
State pensando a tutt'altro che al vostro cuore ed ecco che comincia a battere furiosamente. I soliti 72 battiti al minuto diventano 120, 180, 200 pulsazioni nel giro di un istante. Forse anche il respiro si blocca e insieme con il panico sale un'onda di nausea. Cominciate a sudare. Il dottore dice che avete la tachicardia, più esattamente una tachicardia atriale parossistica. Non siete nati ieri. La prima volta che è successo, avete fatto tutti gli esami. Voi ed il vostro medico avete escluso la tachicardia ventricolare (che può essere fatale) e qualsiasi forma di malattia organica del cuore, anormalità della tiroide, disfunzioni polmonari, eccetera. Questo vi ha rassicurato. Però ogni tanto gli atri, le camere cardiache che ricevono sangue dalle vene e le pompano nei ventricoli, perdono il controllo. Il ritmo è regolare, ma è un ritmo che può essere tre volte più rapido del normale. E comunque 'tachicardia' si riferisce a qualunque pulsazione più veloce di 100 battiti al minuto. Ci sono dei sistemi per mettere i freni alla vostra tachicardia. Qui sotto troverete le tecniche che possono aiutarvi ad affrontare gli attacchi e alcuni consigli di comportamento che possono aiutarvi a prevenirli. - "Rallentate il ritmo". Questo cuore che corre è come un semaforo rosso lampeggiante che dice: Interrompi quello che stai facendo. Basta. Riposati. Infatti il riposo è il trattamento più indicato per fermare un attacco, dichiara Dennis S. Miura, direttore del reparto di aritmia e scienza elettrofisiologica alla Yeshiva University. - "Provate la manovra vagale". La velocità del cuore e la forza delle sue pulsazioni sono regolate dai sistemi nervosi simpatico e parasimpatico (o vagale). Quando il cuore accelera, quello che comanda è il sistema nervoso simpatico (cioè il sistema che fondamentalmente dice al corpo di sbrigarsi). Quello che vi occorre è di passare il controllo al sistema parasimpatico, che è più tranquillo. Se stimolate un nervo vagale, date il via ad un processo chimico che influenza il cuore, nello stesso modo in cui un colpo sui freni influisce sulla vostra auto. Un modo per riuscirci è prendere un respiro profondo e premere con l'addome, come se doveste andare di corpo, suggerisce John O. Lawder, medico di famiglia di Torrance, in California, specializzato in nutrizione e medicina preventiva. - "Massaggiate la carotide destra". Un delicato massaggio alla carotide destra è un'altra manovra vagale. Fatevi indicare con esattezza dal medico il punto e il grado di pressione da esercitare. L'arteria va massaggiata dove si congiunge al collo, il più possibile sotto la mascella, consiglia James Frackelton, medico e ricercatore di Cleveland, specializzato in problemi vascolari e immunologia. - "Sfruttate il riflesso di tuffo". Quando i mammiferi marini si tuffano dove l'acqua è più fredda, il ritmo delle loro pulsazioni rallenta automaticamente. E' il modo scelto dalla natura per proteggere i loro cervelli e i loro cuori. Potete usare anche il vostro riflesso di tuffo riempiendo un catino di acqua fredda e tuffandoci il viso per un secondo o due. A volte questo interrompe l'attacco riferisce il dottor Miura. - "Smettete di bere caffè". E lo stesso vale per le bibite alla cola, il tè, il cioccolato, le pillole antifame e tutti i tipi di stimolante. L'abuso di stimolanti vi espone al rischio della tachicardia atriale parossistica, afferma il dottor Miura.
- "Coccolate il vostro ipotalamo". E' quello che succede nella vostra testa e in particolare nel centro del cervello, che fa funzionare il cuore, osserva il dottor Frackelton. Ecco perché è essenziale dare al vostro ipotalamo l'aiuto che gli serve: dieta adeguata, esercizio fisico e un atteggiamento positivo, per mantenere la stabilità e il controllo sul sistema nervoso autonomo, o vegetativo. Il sistema nervoso autonomo ha due sottosistemi: il simpatico, che in generale fa muovere tutto quello che succede nell'organismo, tranne la digestione, e il sistema parasimpatico. Lo stress, una dieta inadeguata e gli inquinanti possono far sì che l'ipotalamo perda la sua presa sul sistema nervoso autonomo, permettendogli di stabilizzarsi su una marcia troppo alta: è quello che il dottor Frackelton chiama 'sovraccarico del sistema simpatico'. Però potete aiutare l'ipotalamo a riprendere il controllo. - "Fate pasti sani e regolari, e andateci piano con i dolci". Se saltate i pasti e poi riempite i vuoti dello stomaco con una merendina dolce o una bibita gassata, i vostri enzimi pancreatici si affrettano a occuparsi della valanga di zucchero, dichiara il dottor Frackelton. Dopo di che l'insulina si scatena e voi piombate in una relativa ipoglicemia. A questo punto le ghiandole surrenali secernono adrenalina per mobilizzare le scorte di glicogeno del fegato. L'adrenalina innesca l'accelerazione improvvisa delle pulsazioni e la sensazione di panico. - "Adattate l'orario dei pasti alle vostre esigenze". Chi ha un metabolismo rapido deve mangiare più cibi proteici, avverte il dottor Lawder. I cibi proteici vengono digeriti più lentamente dei carboidrati ed aiutano a prevenire un calo eccessivo dello zucchero nel sangue. Quando la glicemia (lo zucchero del sangue) scende troppo, si innesca il processo che abbiamo visto più sopra. - "Prendetela con calma". Il dottor Lawder riferisce di aver notato un rapporto fra i soggetti perfezionisti, molto ambiziosi e attivi, e la tachicardia atriale parossistica. Sono le stesse persone che hanno le emicranie osserva il dottore. In questi soggetti il sistema di pilotaggio del cuore va troppo forte. C'è un'iperstimolazione cronica da adrenalina. Quando le persone sono sottoposte ad alti livelli di stress, la regolazione automatica del cuore si spezza e si perde il ritmo. Come si può provvedere? Adottate un programma di rilassamento graduale, esercitatevi con il biofeedback, imparate a visualizzare serenità, tranquillità, calma e pace, consiglia il dottor Lawder. - "Siete a posto con il magnesio?". Il magnesio protegge le cellule, dichiara il dottor Frackelton. Nelle cellule del muscolo cardiaco il magnesio equilibra gli effetti del calcio, che quando entra in circolo stimola la contrazione muscolare. Il magnesio è fondamentale per gli enzimi cellulari che pompano fuori il calcio, perché determina il ritmo della contrazione e del rilassamento. Aiuta il cuore a diventare meno irritabile, segnala il dottor Frackelton. Il magnesio si trova negli alimenti come la soia, le noci, le leguminose e la crusca. - "Attenti anche ai livelli di potassio". Il potassio è un altro dei minerali che aiutano a rallentare l'azione del cuore e l'irritabilità delle fibre muscolari, osserva il dottor Lawder. Il potassio si trova nella frutta e nelle verdure, quindi non è difficile averne in abbondanza. Però rischiate di perdere potassio se la vostra dieta contiene molto sodio o se usate diuretici o abusate di lassativi. - "Fate ginnastica". Potete migliorare molto se vi tenete in forma dichiara il dottor Frackelton. Quando fate ginnastica, il numero delle pulsazioni aumenta, poi il cuore tende ad assestarsi su un livello di battiti più basso. Chi di solito non fa sport ha un ritmo di circa 80 battiti al minuto.
Quando si comincia a fare un po' di jogging, il numero di pulsazioni sale a 160, 170. Poi, con un po' di allenamento, il ritmo del cuore a riposo si assesta a 60-65. In più l'esercizio fisico vi aiuta a resistere meglio all'eccesso di adrenalina, nota il dottore. Vi libera dall'aggressività in modo sano e la secrezione di adrenalina viene usata per una funzione naturale. AVVERTENZA MEDICA: "La parte seria dell'aritmia". Non abbiamo nessuna intenzione di farvi preoccupare inutilmente. Ma se il vostro cuore ha perso il senso del tempo, andate da un medico, subito. Solo un medico può distinguere fra la tachicardia atriale parossistica e altre forme più gravi di aritmia cardiaca, afferma Arthur Selzer, docente di medicina all'Università della California. La tachicardia ventricolare è un esempio di problema più serio. E' ciò che succede quando un ventricolo comincia a battere in fretta con un ritmo leggermente irregolare. Il ventricolo, lo ricordiamo, è la camera cardiaca che pompa il sangue nelle arterie. La quantità di sangue che il cuore immette nelle arterie può calare in modo importante. Vi sentite deboli, sudati, e potete svenire. La fibrillazione ventricolare, che a volte si verifica come complicazione della tachicardia ventricolare, è in genere fatale. Ecco perché ribadiamo con la massima decisione che è importante occuparsi subito di tutte le irregolarità del ritmo cardiaco. La risposta giusta a un attacco dipende dal tipo di problema.
124. TAGLI E GRAFFI. 8 + 5 sistemi per curare una lesione. State salendo le scale, tutti fieri perché non avete preso l'ascensore. I vostri piedi battono ritmicamente sul cemento e l'acciaio. Improvvisamente fate un passo falso e cadete. Le mani scattano in avanti per proteggervi, le ginocchia si piegano per parare il colpo. Improvvisamente è tutto finito. Controllate i danni mentre vi rialzate dal pavimento duro come una pietra. Le mani? Sembra che le abbiano rosicchiate i castori: c'è una decina di graffi che cominciano a sanguinare. Le ginocchia hanno fatto un bel lavoro per ammortizzare la caduta. Ma un ginocchio ha un taglio da cui escono rivoletti rosso scuri. E per un secondo, prima che il bruciore arrivi alla vostra consapevolezza, vi ricordate delle croste alle ginocchia di quando avevate dieci anni. La vita è piena di piccoli incidenti come questo. Mentre preparate l'insalata, affettate un vostro dito invece di un cetriolo; il cane vi fa troppe feste e vi fa un'escoriazione al braccio; vi scivola la mano mentre aggiustate qualcosa in casa e la chiave inglese morde voi invece di un bullone. Ma potete cavarvela con un po' di fai-da-te anche con questi piccoli tagli e graffi della vita, con prodotti che probabilmente avete già in cucina o nell'armadietto del bagno. Ecco le informazioni di pronto soccorso che vi servono per procedere. - "Fermate l'emorragia". Il modo più veloce per fermare l'emorragia è premere sulla lesione. Mettete sul taglio un tessuto pulito e assorbente, una garza o un asciugamano, e premete fermamente con la mano. Se non avete un tessuto, usate le dita. Di solito questo ferma la perdita di sangue in un minuto o due. Se il sangue imbeve il vostro primo bendaggio, aggiungete un altro strato e continuate a premere con forza.
Aggiungete nuovi strati su quelli precedenti perché se li togliete potete rimuovere le cellule di sangue coagulato. Se la pressione non ferma l'emorragia, alzate l'arto sopra il livello del cuore per ridurre la pressione del sangue nel taglio. Continuate sempre a premere. Questo dovrebbe arrestare la perdita di sangue. - "Pulite la ferita". E' importante pulire la ferita per prevenire un'infezione e per ridurre le probabilità di una cicatrice permanente. Lavate la zona con acqua e sapone o con acqua semplice, consiglia Hugh Macaulay, medico del pronto soccorso dell'Aspen Valley Hospital di Aspen, nel Colorado. L'obiettivo è lavar via i batteri della ferita ed eliminare i piccoli rifiuti. Inoltre, pietruzze o sabbia non rimossi possono lasciare i loro pigmenti sotto la pelle, come in un tatuaggio. Pulite con dolcezza la ferita due volte al giorno. - "Riparate la ferita". Quando l'emorragia rallenta o termina, fasciate solidamente la ferita con un panno, oppure circondatela con una benda elastica in modo che faccia pressione sulla ferita, ma senza bloccare la circolazione, avverte John Gillies, tecnico di medicina d'emergenza e direttore del programma dei servizi sanitari della Colorado Outward Bound School di Denver. Se il taglio è su un braccio o su una gamba, potete controllare se il sangue circola nella zona premendo un'unghia della mano o del piede. L'unghia dovrebbe diventare bianca e poi, quando allentate la pressione, di nuovo rosa. Se è necessario, Allentate un po' la benda. - "Un po' di pressione extra". Se il taglio continua a sanguinare, è più serio di quello che sembrava e probabilmente avete bisogno di andare subito da un medico. Finché non ci arrivate, aggiungete ai vostri sforzi un punto di pressione. Premete su un punto vicino alla ferita, che sia fra il taglio ed il cuore. I punti di pressione sono quelli in cui si sentono le pulsazioni: l'interno del polso, l'interno del braccio, a metà strada fra l'ascella e il gomito e all'inguine, dove le gambe si attaccano al corpo. Premete l'arteria contro l'osso. Smettete di premere un minuto dopo che l'emorragia si è fermata. Se il sangue riprende a uscire, premete di nuovo sul punto individuato. - "Non usate il laccio emostatico". Con la maggior parte dei piccoli tagli e delle escoriazioni il pronto soccorso è più che sufficiente. Il laccio emostatico è un rimedio estremo e pericoloso. Quando applicate un laccio emostatico, la persona può rischiare di perdere il braccio a causa della circolazione bloccata avverte John Gillies. - "Applicate un unguento antibiotico". Gli unguenti antibatterici ad ampio spettro sono i migliori, secondo James J. Leyden, docente di dermatologia all'Università della Pennsylvania. Chi usa una pomata antibiotica e il bendaggio giusto guarisce in due terzi del tempo, segnala Patricia Mertz, ricercatrice associata all'Università di Miami, che studia il modo in cui guariscono le ferite. Comunque, avverte Patricia Mertz, fate attenzione ai prodotti che contengono neomicina e alle pomate che contengono molti conservanti. Possono provocare una reazione allergica. Se avete una reazione allergica alla pomata, la lesione diventa rossa, prude e può infettarsi. - "Tenete coperta la ferita". Quando sono esposte all'aria, le ferite formano una crosta che rallenta la formazione delle nuove cellule dichiara Patricia Mertz. La nostra esperta raccomanda un bendaggio di plastica, come quello della pellicola per alimenti. Oppure, consiglia Patricia Mertz, cercate una garza impregnata di vaselina. Tutti e due questi tipi di bendaggio imprigionano nella ferita l'umidità risanatrice e limitano il passaggio dell'aria.
Le cellule si rigenerano più in fretta quando sono tenute umide. - "Come ciliegina sulla torta, un'antitetanica". Vi siete tagliati il pollice con un coltello affilato? Vi siete graffiati una mano con un chiodo arrugginito? Vi siete sbucciati un ginocchio sul cemento? I tagli piccoli e grandi dovrebbero ricordarvi di aggiornare la vostra vaccinazione antitetanica. Se non avete fatto un'iniezione antitetanica negli ultimi cinque anni, avete bisogno di un richiamo, ricorda il dottor Macaulay. Per questo potete rivolgervi al vostro medico curante o alle USSL. Se non vi ricordate quando avete fatto l'ultimo richiamo, è una buona idea farsene fare uno entro 24 ore dalla ferita.
BOX: "Come si toglie un cerotto". Vi siete fatti la bua? Il cerotto ha fatto passare il male? Certo: fino al momento in cui bisogna tirar via la parte appiccicata. Ecco un paio di trucchi per aiutarvi a togliere i cerotti senza farvi male. I primi due consigli sono gentilmente offerti da un'infermiera scolastica del New England, e l'ultimo viene da Ed Watson, portavoce della Johnson & Johnson. - Usate un paio di forbicine per separare la parte protettiva dalla parte adesiva. Togliete con delicatezza la parte che tocca la ferita, poi togliete la parte adesiva. - Se la crosta si è attaccata al cerotto, bagnate la zona con una soluzione di acqua calda e sale: circa un cucchiaio di sale per quattro litri d'acqua. Abbiate pazienza. Alla fine il cerotto si staccherà. - Se il cerotto è attaccato all'avambraccio, alla gamba o ai peli del petto, tirate nella direzione della crescita dei peli, consiglia Ed Watson. Usate un batuffolo di cotone imbevuto di olio per bambini o di alcol denaturato per ammorbidire l'adesivo prima di tirarlo via.
AVVERTENZA MEDICA: "Quando serve un professionista". Il pronto soccorso fai-da-te non sempre basta. Andate da un medico nei seguenti casi: - Il sangue è rosso brillante e zampilla. Forse avete forato un'arteria. - Non riuscite a togliere tutta la sporcizia dalla ferita. - Il taglio o il graffio sono sulla faccia o in qualche altra zona dove volete ridurre al minimo la cicatrice. - La ferita presenta strisce rosse, esce del pus o l'arrossamento si estende per più di un dito intorno alla lesione. - La ferita è profonda e riuscite a vederci dentro, come dice il dottor Hugh Macaulay. Forse vi occorrono dei punti. Ma non cercate di ricucirvi da soli, anche se siete lontani dal pronto soccorso.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Il dolce sapore della guarigione". Vi siete tagliati o feriti? Potete accelerare la guarigione con un po' di zucchero da tavola, dichiara Richard A. Knutson, chirurgo ortopedico al Delta Medical Center di Greenville, nel Mississippi. Il dottor Knutson ha curato più di 5000 ferite gravi negli ultimi dieci anni con una mistura di tintura di iodio diluita e zucchero, risolvendo un sacco di casi: da tagli, graffi e scottature a un dito amputato. (La tintura di iodio pura brucia la pelle.) Secondo il dottor Knutson lo zucchero priva i batteri degli elementi nutritivi necessari per crescere e proliferare. In genere le ferite guariscono rapidamente, senza fare la crosta e spesso con poca cicatrice. I cheloidi (cioè le cicatrici grandi e irregolari) sono ridotti al minimo.
BOX: "Per un pronto soccorso naturale". La calendula ("Calendula officinalis") è una piccola pianta annuale della famiglia delle composite, originaria delle regioni mediterranee. In erboristeria si usano i fiori di un bel giallo arancio. Ha proprietà antisettiche, antibatteriche e antinfiammatorie. La calendula è un buon rimedio di pronto soccorso per tagli e ferite, scottature e ustioni, contusioni, punture d'insetti e morsi d'animali. Nella cura delle ferite aperte (dai taglietti alle piaghe) la calendula agisce accelerando il processo di cicatrizzazione e impedendo l'instaurarsi di processi infiammatori. Usatela sotto forma di crema o di tintura diluita (1 parte per 10 d'acqua) che trovate in farmacia.
125. TARTARO E PLACCA. 21 trucchi per curare bene i denti. Passate delicatamente un'unghia all'interno di uno dei vostri molari. Guardatevi il dito. Vedete quella roba bianca sotto l'unghia? E' la placca. La placca è una pellicola appiccicosa, fatta di batteri vivi e morti che cresce sui vostri denti. Quando la placca non viene tolta, si indurisce del 50% in 48 ore e diventa dura come la roccia in 12 giorni. Questa concrezione dura è nota come tartaro. Ci sono molte buone ragioni per non volere sui denti né l'una né l'altro. Il tartaro e la placca danno ai vostri denti un brutto aspetto, vi fanno sentire a disagio e vi fanno venire l'alito cattivo. Non basta? C'è un'altra ragione: la placca e il tartaro sui denti e sulle gengive causano problemi anche peggiori, come la gengivite e la piorrea. Non potete eliminare il tartaro con mezzi casalinghi.E' come un'ostrica incrostata sulla chiglia di una nave e va tolto da un professionista, dichiara Robert Schallhorn, dentista di Aurora, nel Colorado. Però potete togliere la placca e prevenire così una buona parte del tartaro. Togliere la placca è facile. Quindi pulitevi i denti e leggete. - "Spazzolate, spazzolate, spazzolate". Pensate allo spazzolino da denti come a una spada, e alla placca come al nemico. In questo caso l'obiettivo è spazzolare via il cattivo. L'attrito dello spazzolino disturba la crescita della placca batterica sui denti, se lo usate come si deve. E molti non lo fanno, segnala William Campoli, un dentista di Charlotte, nella North Carolina. Su e giù o destra-sinistra non va bene. Quello che dovete fare è inclinare lo spazzolino in modo che le setole siano a un angolo di 45 gradi rispetto al punto in cui si incontrano denti e gengive (le gengive che circondano il dente).
A questo punto, molto delicatamente, muovete lo spazzolino in piccoli cerchi, coprendo uno o due denti per volta. - "Cominciate da dietro". La parte posteriore dei vostri denti inferiori è il punto dove la placca si nasconde più facilmente. Si dà troppa importanza alla pulizia di quello che si vede nel sorriso, ma i denti superiori sono accessibilissimi ricorda il dottor Campoli. Invece le zone in cui i denti sono a contatto con la lingua e le guance vengono trascurate. Ecco perché dovete concentrare i vostri sforzi in questi punti. - "Dedicate due minuti ai denti". Molti spazzolano le zone del sorriso e al resto dei denti danno solo un salutino osserva il dottor Campoli. Alcuni studi hanno segnalato che la maggior parte di noi si spazzola i denti per circa 30 secondi, mentre i dentisti, che dovrebbero essere i più abili, ci mettono dai due ai quattro minuti. Quindi rallentate un po'! - "Lavate i denti la sera". Non lasciate che i rifiuti di tutta la giornata vi dormano in bocca. Se potete lavarvi i denti solo una volta al giorno, fatelo la sera, altrimenti date alla placca otto ore filate per metter su casa. - "Comprate uno spazzolino comodo". State sul piccolo quando comprate uno spazzolino. Dovete raggiungere tutte le parti dei denti, comprese quelle che stanno proprio in fondo alla bocca, osserva Jerry F. Taintor, primario di odontoiatria interna all'Università del Tennessee. Uno spazzolino gigante non accelera la pulizia e non riesce a raggiungere le piccole fenditure in cui si annidano i germi. - "Scegliete setole grosse e morbide". Le setole morbide di nylon sono più dolci sullo smalto dei denti, ma altrettanto dure con la placca, dichiara Eric Shapira, dentista di El Granada, in California, e assistente all'Università del Pacifico. Le setole devono essere arrotondate, non tagliate di netto, aggiunge il dottor Campoli. Spesso le setole tagliate sono affilate e possono graffiarvi le gengive. - "Tenete lo spazzolino come una penna". Alcuni ricercatori finlandesi hanno dimostrato che una presa simile a quella con cui si tiene la penna, invece della normale presa da racchetta da tennis, assicura meno abrasioni e gengive più sane, pur eliminando la placca. - "Attenzione a usare bene il filo". Quando si parla di controllo della placca, il filo interdentale è più importante dello spazzolino, sostiene Richard Shepard, dentista in pensione di Durango, nel Colorado. Ma dovete usare il filo come si deve. Ecco come si fa. Staccate un pezzo di filo di 50 centimetri, fissate un capo al dito medio di una mano e l'altro capo allo stesso dito dell'altra mano, lasciando circa tre centimetri di filo in mezzo. Con un movimento dolce passate il filo avanti e indietro fra due denti. Quando il filo arriva alle gengive, curvatelo in una 'C' contro il dente e fate scivolare il filo fra dente e gengiva finché non incontrate un po' di resistenza. Ora piegate il filo sull'altro dente allo stesso modo. Orientate il filo verso il basso sui denti superiori e verso l'alto in quelli inferiori. Andateci piano. Non spingete il filo su e giù e dentro e fuori le gengive come se steste strangolando la placca. In questo modo danneggiate anche le vostre gengive. Fate piano e metteteci tutto il tempo che ci vuole. - "Ricordate che il filo è un filo".
Trovate un filo che vi piace e usatelo. Profumato o no, cerato o no, filo o nastro. Ha importanza quello che scegliete? No, afferma il dottor Taintor. Il nastro può andar meglio per chi ha degli spazi fra i denti. Un filo profumato può farvi sentire un po' più freschi. - "Usate un buon dentifricio". Usate un dentifricio al fluoro, raccomanda John D. B. Featherstone, capo del dipartimento di biologia orale all'Eastman Dental Center di Rochester, nello stato di New York. I dentifrici generici, sostiene il dottore, possono non contenere il fluoruro attivo o essere troppo abrasivi. - "Provate a spazzolarvi col bicarbonato". Il bicarbonato è un vecchio trucco che funziona davvero, afferma il dottor Shepard. Tuffate lo spazzolino direttamente nella scatola o mescolate un cucchiaio di bicarbonato con un pizzico di sale in una tazza. Poi bagnate lo spazzolino e sfregate. - "Usate acqua pura". Non lasciate che un tubetto vuoto di dentifricio vi impedisca di spazzolarvi. Bagnate lo spazzolino sotto il rubinetto e spazzolate via la placca, consiglia il dottor Campoli. - "Un po' di inventiva". Il vostro bagaglio è in viaggio per le Hawaii e voi siete a Cleveland. Poche scuse! Se vi hanno lasciato senza difese, potete usare il filo del set di cucito da viaggio, segnala il dottor Schallhorn. Se non ne avete voi, la vostra compagnia aerea o il vostro albergo dovrebbero averne un po'. Usate il filo come filo interdentale. - "Sciacquate, sciacquate, sciacquate". Dopo ogni pasto, soprattutto se non avete uno spazzolino, andate in bagno e sciacquate i denti con un sorso d'acqua. Un buon risciacquo rimuove i rimasugli e vi risparmia l'imbarazzo da spinacinei-denti. - "Fatevi da soli il vostro collutorio". Potete farvi in casa un ottimo collutorio mescolando in pari quantità acqua ossigenata al 3% e acqua semplice, segnala Roger P. Levin, dentista di Baltimora e presidente dell'accademia di odontoiatria generale di Baltimora. - "Un po' di pressione". Spruzzate dolcemente denti e gengive con uno spruzzatore dentale. Così rimuoverete il cibo che nutre la placca. Ma attenzione, avverte il dottor Campoli è come un lavaggio auto senza le spazzole. Se usate abbastanza pressione per togliere la placca, potete danneggiare le gengive. Comunque ricordate che l'uso di uno spruzzatore ad acqua non significa che potete fare a meno di spazzolare i denti e di passarli con il filo. - "Scovate la placca". Controllate il vostro punteggio-placca con le pastiglie rivelatrici, che sono in vendita in tutte le farmacie. Le compresse contengono un colorante che macchia la placca lasciata dallo spazzolino. Masticate la compressa, poi guardatevi allo specchio ed esaminatevi i denti. Il colore sarà più scuro vicino alle gengive, dove la placca è più spessa. Spazzolatevi di nuovo e ricordatevi di controllare le zone raccogli-placca ogni volta che vi spazzolate i denti. - "Il formaggio fa bene ai denti?". Evitate le patatine e mangiate le tartine al formaggio, suggeriscono le ricerche del Dow Institute presso l'Università dello Iowa. I ricercatori hanno scoperto che pochi grammi di formaggio mangiati prima dei pasti eliminano l'acido prodotto dalla placca. Ma dovete scegliere un formaggio invecchiato, come il taleggio, avverte James S. Wefel, ricercatore al Dow Institute.
Come mai? Il meccanismo è sconosciuto ammette il dottor Wefel. Forse il formaggio funziona come agente detersivo. Però i formaggi freschi non funzionano. Evidentemente succede qualcosa durante la stagionatura, ma ancora non siamo riusciti a capire che cosa. Il formaggio invecchiato ('più puzza, meglio è') è quello che funziona di più. - "Come dessert, gomma da masticare senza zucchero". Se dopo il pasto non potete usare lo spazzolino, mettete in bocca un chewing gum senza zucchero e masticate fino a pulirvi i denti, consiglia il dottor Wefel. Mentre masticate, la vostra saliva, che è un detergente naturale, lava i denti e neutralizza l'acidità della placca prima che attacchi i denti. Muovere la gomma in bocca sposta anche il cibo che è rimasto fra i denti, osserva il dottor Wefel. - "Provate uno spazzolino elettrico". Dimenticate gli spazzolini convenzionali che tolgono la placca per vibrazione. C'è un nuovo tipo di spazzolino elettrico in cui le spazzole ruotano mentre il manico rimane fermo. Funzionano come gli spazzolini usati dai tecnici della pulizia dentale e sono uno strumento perfetto per chi ha l'artrite o un handicap che gli impedisce di usare efficacemente lo spazzolino. Per chi non ha tanta voglia di spazzolare i denti come si deve, è una novità. Cosi forse lo userete di più, dichiara il dottor Campoli. Secondo le ricerche, questi nuovi spazzolini rimuovono il 98,2% della placca dalla superficie dei denti, contro il 48,6% rimosso dalla spazzolatura manuale.
126. TENDINITE. 13 rimedi salutari. Come l'indolenzimento dei muscoli provocato dall'eccesso di esercizio, anche la tendinite, cioè l'infiammazione presente in un tendine o intorno al tendine, è dolorosa. Ma mentre i dolori muscolari sono temporanei, la tendinite è tenace: è un dolore che non se ne va. Ma le cose sono davvero così tragiche o c'è speranza per quello che in fondo è un piccolo problema? Sì, c'è speranza, dichiara Bob Mangine, presidente della sezione sportiva dell'associazione americana di terapia fisica. Ma se continuate a usare il tendine nella stessa maniera ripetitiva che ha scatenato il problema, sarà molto difficile migliorare. E questo avvertimento è per tutti, dai maratoneti di classe mondiale ai lavafinestre. Comunque è possibile attenuare gli effetti della tendinite e prevenire gli accessi acuti, sostiene Bob Mangine, che è anche direttore amministrativo della riabilitazione alla clinica di medicina sportiva di Cincinnati. La cosa fondamentale, afferma il nostro esperto, è sbloccare la mente e liberarsi dagli schemi, in modo di poter cambiare qualcuno dei vecchi modi di lavorare. - "Concedetevi un po' di riposo". Per molti questo è un bel problema dichiara Bob Mangine.
Ma un corridore con un'infiammazione al tendine d'Achille, per esempio, non può realisticamente aspettarsi dei miglioramenti se non si prende almeno un paio di giorni di vacanza dalla pista. Naturalmente non è facile prendersi un po' di riposo se vi guadagnate la vita lavando finestre e avete una tendinite alla spalla, perché alzate continuamente il braccio sopra la testa. Ma se la tendinite è un effetto collaterale del vostro mestiere, non sarebbe una cattiva idea riservare un giorno o due di vacanza per i momenti in cui la tendinite è più dolorosa. - "Ma non riposatevi troppo". Altrimenti i muscoli cominciano ad atrofizzarsi sostiene Bob Mangine. E per gli atleti non raccomandiamo mai il riposo assoluto aggiunge Ted Percy, professore associato di chirurgia ortopedica e primario della sezione di medicina sportiva al centro sanitario dell'Università dell'Arizona. - "Invece di lottare, cambiate sport". Se la vostra tendinite è provocata dall'allenamento, forse tutto quello che serve al vostro tendine infiammato è un cambiamento di sport. Per esempio, i corridori con problemi di tendinite alla caviglia possono continuare a stare in pista se saltano in sella a una bicicletta, che dà comunque un buon allenamento ai muscoli della coscia. - "Fate un bagno con le bollicine". Fare un bagno in una vasca con idromassaggio, o anche semplicemente fare un bel bagno caldo, è un buon modo per innalzare la temperatura corporea e migliorare la circolazione. Scaldare il tendine dopo un'attività faticosa diminuisce il dolore della tendinite, dichiara Bob Mangine. - "Usate il trattamento delle ballerine". La squadra di calcio dei New York Jets ha scoperto che questo sistema (copiato dalle ballerine con la tendinite) funziona davvero. Per esempio, per una tendinite del ginocchio il trattamento prevede di mettere sul ginocchio un asciugamano umido e caldo, poi un sacchetto di plastica, poi uno scaldino e alla fine una fascia elastica morbida, solo per tenere tutto in posizione. L'applicazione dura da due a sei ore. Per evitare di scottarvi, tenete lo scaldino al minimo, avverte Bob Reese. Per avere il massimo risultato, la parte lesionata dovrebbe stare più alta del cuore. - "Scaldatevi con gli stiramenti". Il trattamento con il calore che abbiamo visto sopra è solo la prima parte dell'operazione riscaldamento. E' sempre bene scaldarsi con un po' di stiramenti prima di cominciare a fare sul serio, raccomanda Terry Malone, direttore esecutivo di medicina dello sport alla Duke University. Lo stiramento previene l'accorciamento dei muscoli e dei tendini provocato dall'allenamento. In più, aggiunge Bob Mangine, alcuni studi suggeriscono che chi è meno flessibile è più esposto alla tendinite. Quindi lo stiramento dovrebbe essere un momento costante della vostra routine sportiva. - "Fasciatevi". Anche il piccolo aiuto garantito da una fascia elastica può essere utile durante e dopo l'esercizio fisico, dichiara Bob Mangine. Non è vera la vecchia credenza che la fascia indebolisce i muscoli e i tendini, purché, sottolinea non smettiate di esercitarvi. - "Congelate il dolore". Dopo l'allenamento, il ghiaccio è ottimo per tenere sotto controllo sia il gonfiore sia il dolore, afferma Bob Mangine. Però chi soffre di problemi cardiaci, di diabete o di disturbi vascolari deve fare molta attenzione con il ghiaccio, perché fa contrarre i vasi sanguigni e può provocare grosse difficoltà in questo tipo di soggetti. - "Usate una fascia elastica".
Un'altra possibilità per diminuire il gonfiore è fasciare il punto dolente con una benda elastica, segnala il dottor Percy. State solo attenti a non stringere troppo la zona infiammata e a non lasciarla fasciata così a lungo che il bendaggio diventi scomodo e ostacoli la circolazione. - "Alzate l'arto". Tenere sollevata la zona dolorante aiuta a diminuire il gonfiore. - "Usate un antidolorifico". L'aspirina e gli altri medicinali antinfiammatori non steroidei, che potete comprare senza ricetta, sono un buon rimedio antidolore per la tendinite, almeno temporaneamente, afferma il dottor Percy. Questi farmaci riducono anche l'infiammazione e il gonfiore. - "Rinforzatevi". Quando parliamo di rinforzarsi, non significa che diciamo alla gente di diventare degli Arnold Schwarzenegger, sostiene Bob Mangine ma solo di tonificare un po' i muscoli lavorando a casa con dei pesi leggeri. Per esercitare i muscoli, potete usare anche una calza piena di monetine. Che costa molto meno di un set di pesi. - "Fate delle pause". E' un modo semplice per diminuire almeno temporaneamente lo sforzo fisico, ricorda Scott Donkin, chiropratico di Lincoln, nel Nebraska, ed autore di "Sitting on the Job" (Seduti al lavoro). Se lavorate in una posizione scomoda, spiega il dottor Donkin la tendinite si sviluppa facilmente. Soprattutto alle braccia o ai polsi, se lavorate tutto il giorno a una tastiera o ad una macchina per scrivere. AVVERTENZA MEDICA: "Che cosa succede se ignorate gli avvertimenti del corpo". Se sentite il dolore della tendinite solo durante e dopo gli allenamenti e se il dolore non è troppo forte, forse pensate di riuscire a fare una corsa o una gara in piscina, se è proprio necessario. Magari l'avete già fatto. In un caso o nell'altro fareste meglio a ripensarci. Non dovete 'stringere i denti' a meno che non ve l'abbiano prescritto il vostro medico o il vostro terapista sostiene Bob Mangine, dell'associazione americana di terapia fisica. Se il dolore è forte e continuate a sforzarvi, il tendine si può spezzare, dichiara il preparatore atletico Bob Reese. E questo può voler dire una lunga assenza dai campi, un intervento chirurgico o addirittura una disabilità permanente. Insomma, se vi allenate oggi, nonostante il dolore al tendine, potreste restare in panchina domani e per sempre.
127. TORCICOLLO. 18 + 6 modi per eliminare il dolore. Di chi è la colpa se avete il torcicollo? Quando si parla di dolore al collo, il biasimo, come il dolore, probabilmente ricade tutto sulle vostre spalle.
Il collo vi fa male perché tenete la testa in una posizione sbagliata (cioè spinta in avanti con le orecchie davanti alle spalle) per troppo tempo dichiara Joanne Griffin, fisioterapista e responsabile per la terapia delle cefalee al centro anticefalee del Greenwich Hospital nel Connecticut. Questo è quello che fa molta gente che ha problemi di collo. Naturalmente ci sono persone che per ragioni professionali sono più a rischio di altre. Per esempio, le estetiste lavorano tutto il giorno con la testa piegata in avanti), osserva Robert Kunkel, capo della sezione cefalee del dipartimento di medicina interna alla Cleveland Clinic nell'Ohio. Lavoro e stile di vita a parte, potete liberarvi del biasimo e, cosa più importante, del dolore, se applicherete alcuni sistemi ben collaudati, se sostituirete le cattive abitudini con altre migliori ed eserciterete regolarmente il collo. Quindi su la testa e occhi aperti. L'aiuto è in arrivo. - "Iniziate con il ghiaccio". Una borsa del ghiaccio o un po' di ghiaccio avvolto in un panno sono una buona soluzione quando la rigidità è appena cominciata, osserva Joanne Griffin. Se il collo ha un problema lieve, il ghiaccio aiuta a diminuire il gonfiore. - "Proseguite con il calore". Dopo che il ghiaccio ha ridotto l'eventuale infiammazione, il calore è un meraviglioso calmante, sia che venga da uno scaldino elettrico sia da una doccia calda. - "Fatevi un massaggio". Gli unguenti rubefacenti (quelli che scaldano) danno sollievo, ma non hanno un effetto risanante reale perché non penetrano sotto la superficie cutanea, dichiara Steve Antonopulos, allenatore atletico capo per la squadra di football dei Denver Broncos. Non usateli mai con gli scaldini, aggiunge. Al massimo offrono 'un beneficio psicologico'. - "Un vecchio classico". Gli antinfiammatori come l'aspirina o l'ibuprofen aiutano a ridurre il dolore e l'infiammazione. Prendete 500 milligrammi di aspirina o 200 di ibuprofen 3-4 volte al giorno, preferibilmente a stomaco pieno e sempre che non ci siano controindicazioni. - "Scegliete un sedile solido". La schiena è collegata al collo, e se siete su una sedia che non vi sostiene bene il dorso, aumentate le vostre probabilità di peggiorare il torcicollo già esistente e di provocarne altri, avverte Mitchell A. Price, chiropratico di Temple, in Pennsylvania. - "Una spugna per cuscino". Quando vi sedete, arrotolate un asciugamano e mettetelo dietro la zona lombare. Terrà più a posto la spina dorsale e vi darà un sostegno supplementare, rileva Joanne Griffin. - "Fate una pausa". I piedi hanno bisogno di riposare se state sempre in piedi, e il collo ha bisogno di riposare se state sempre seduti. La testa pesa circa quattro chili, nota Joanne Griffin: un grosso peso da portare per il collo, senza molto aiuto da parte del resto del corpo. Quindi ogni tanto alzatevi e fate un giretto. - "Tenete il mento in dentro". Tenete su la testa e piegate in dentro il mento, come quando fate il doppio mento, consiglia Joanne Griffin. Evitate anche di tenere sempre la testa bassa quando lavorate alla scrivania o leggete, raccomanda la nostra esperta. Questo vi aiuterà a prevenire lo sforzo dei muscoli della nuca. - "Sistemate lo schermo all'altezza giusta". Se lavorate tutto il giorno allo schermo di un computer, è importante posizionarlo all'altezza degli occhi. Se vi sforzate continuamente di guardare in su o in giù, potete provocarvi degli spasmi al collo, osserva Mitchell Price. - "Stiratevi".
E pensate se non è il caso di mettere giù quel telefono. Se parlate molto al telefono, soprattutto mentre siete seduti a scrivere, tenete il collo in una posizione scomoda: un invito alla rigidità e al dolore. - "Sollevate i pesi con precauzione". E' facile dimenticarsi che ci sono un modo giusto e un modo sbagliato di sollevare gli oggetti pesanti. Il modo giusto, dice Mitchell Price, è piegare le ginocchia e tenere la colonna vertebrale ben dritta mentre disponete l'oggetto fra i piedi, che dovrebbero essere tenuti larghi come le spalle. Quando sollevate il peso, tenetelo vicino al corpo più che potete. - "Dormite su un materasso solido". Molti problemi di collo cominciano e peggiorano quando si dorme abitualmente in una posizione sbagliata. Un materasso senza infossature è importante, ricorda Mitchell Price. - "Non litigate con il cuscino". Mettetelo da parte, e basta. Molte persone che soffrono di dolore al collo si sentono meglio a dormire senza cuscino riporta il dottor Kunkel. - "Oppure comprate un cuscino cervicale". Ci sono cuscini che danno al collo il sostegno giusto, dichiara Mitchell Price. In molti casi possono essere utili. - "Non dormite a pancia in giù". Non fa male solo alla schiena, ma anche al collo, aggiunge Mitchell Price. - "Dormite come un bambino". Vale a dire in posizione fetale: di fianco, con le ginocchia piegate verso il torace, consiglia il nostro esperto. - "Copritevi bene il collo". Quando fuori il tempo è freddo e umido, probabilmente portate un cappello, ma dovreste anche coprirvi il collo. Il brutto tempo può aggravare la rigidità e il dolore del collo, dichiara il dottor Kunkel. - "Rilassatevi". Il semplice fatto che siete in tensione irrigidisce i muscoli del collo e vi provoca dolore. Se siete sotto pressione o vi sentite molto contratti, vi può aiutare il fatto di imparare qualche tecnica di rilassamento, come la meditazione o il rilassamento graduale. Sono in vendita anche audiocassette che vi insegnano come fare per rilassarvi.
BOX: "Via il dolore con l'esercizio". Anche i muscoli del collo vanno stirati e rafforzati. Ecco alcuni esercizi per combattere il torcicollo e prevenire problemi futuri. Fateli per cinque volte, due volte al giorno. Ripetete i primi tre esercizi per due settimane prima di passare ai successivi. - Piegate lentamente la testa in avanti, più che potete. Poi spostate la testa indietro più che potete. - Piegate la testa verso la spalla, tenendo ferma la spalla. Raddrizzatevi, poi piegatevi verso l'altra spalla. - Girate lentamente la testa da un lato e dall'altro, più che potete. - Appoggiate una mano a un lato della testa e spingete con la testa. Mantenete la spinta per 5 secondi, poi rilassatevi. - Ripetete per tre volte, poi fate lo stesso esercizio dall'altra parte. - Fate lo stesso esercizio di prima, ma questa volta premete un po' con la fronte contro la mano mentre spingete in avanti. Poi applicate una leggera resistenza alla parte posteriore della testa mentre vi piegate indietro. - Tenete in mano dei pesi leggeri, un chilo e mezzo o due, mentre alzate le spalle. Tenete le braccia tese.
AVVERTENZA MEDICA: "Il 'colpo di frusta' ha bisogno del medico".
Se avete avuto un incidente d'auto e dopo vi è venuto un forte dolore al collo, forse avete subìto un 'colpo di frusta' ed è meglio che andiate dal medico, avverte il chiropratico Mitchell A. Price. Nel frattempo l'esperto consiglia di curare il collo con il ghiaccio, non con il calore, perché il caldo può infiammare l'area colpita. Come regola generale, un dolore persistente al collo ha bisogno di una valutazione medica esperta. E' un'eventualità molto remota, ma è possibile che il dolore al collo sia il sintomo di un tumore alla spina dorsale ricorda la fisioterapista Joanne Griffin. 128. TRIGLICERIDI. 8 + 1 sistemi per ridurli. I trigliceridi, insieme con il colesterolo, sono la fonte principale del grasso che circola nel nostro sangue. Tutti e due sono importanti: il colesterolo per costruire le membrane delle cellule, i trigliceridi per l'energia. Ma quando l'uno e l'altro rimangono ad alti livelli per lunghi periodi, nascono dei problemi. Nel caso del colesterolo il problema sono le arterie intasate. Invece nel caso dei trigliceridi il problema non è ben definito. Se entriamo nei dettagli tecnici, probabilmente si può dire che i trigliceridi non hanno un'importanza autonoma nei problemi cardiaci afferma John La Rosa, direttore della clinica per la ricerca sui lipidi alla George Washington University e presidente del comitato per l'alimentazione dell'American Heart Association. Ma in pratica, continua il dottore i trigliceridi alti sono spesso associati a un basso livello del colesterolo H.D.L. (il colesterolo buono) e indicano la possibilità che portiate nel sangue particelle di grasso che possono provocarvi problemi vascolari. Quindi è meglio considerarli come un segnale di pericolo. Il livello normale di trigliceridi va dai 40 ai 250 milligrammi per decilitro (mg/dl), una gamma molto ampia. In genere, livelli da 250 a 500 milligrammi sono considerati 'al limite superiore', mentre livelli oltre i 500 milligrammi sono considerati 'alti'. La cosa migliore sarebbe tenere il livello dei trigliceridi sotto i 150 milligrammi. Ricordatevi che i trigliceridi possono essere controllati allo stesso modo del colesterolo. Se migliorate l'uno, migliorate anche l'altro. Se il dottore vi ha detto di abbassare il livello dei trigliceridi, benissimo: con i nostri sistemi è possibile. Se vi ha detto di abbassare il colesterolo L.D.L. (quello cattivo), bene: con questi sistemi non ci sono conseguenze negative. E' una di quelle rare situazioni in cui non potete perdere comunque, finché seguite le istruzioni. - "Riducete i grassi". L'alimentazione è il sistema migliore per ridurre i trigliceridi dichiara Robert DiBianco, professore associato di medicina alla Georgetown University e direttore delle ricerche cardiologiche al Washington Adventist Hospital di Takoma Park, nel Maryland. Il suo consiglio per ridurre i trigliceridi è diminuire il grasso nella dieta. Ridurre il consumo di grassi a meno del 30% delle calorie consumate è un buon inizio, anche se puntare al 20% sarebbe l'ideale, insiste il dottor DiBianco. E tenete i grassi saturi a meno del 10%. - "Andate per fasi". Un sistema per ridurre i grassi a questo bassissimo 20% è andare per fasi successive. Per esempio, riducete il vostro apporto di grassi al 30% delle calorie per un mese (la media americana è del 40%). Poi tornate dal medico per vedere se c'è stato un miglioramento nel livello dei trigliceridi.
Se è così, probabilmente il dottore si congratulerà con voi e vi dirà di continuare. Se invece no, riducete il livello al 25% per un mese e state a vedere che cosa succede. Se a questo livello la situazione non migliora, abbassate i grassi al 20% per due mesi. Questo livello praticamente garantisce che prendete una buona parte della vostra energia dai carboidrati complessi. - "Passate ai carboidrati complessi". Le popolazioni che seguono un'alimentazione ricca di carboidrati complessi non hanno problemi di trigliceridi. Sostituite i grassi con i carboidrati complessi ogni volta che potete consiglia Sonja Connor, ricercatrice associata di nutrizione clinica all'Oregon Health Sciences University. Ma state attenti a non aggiungere grassi ricascando nei vecchi sistemi di cottura. Le ricette che in genere si seguono per preparare i carboidrati complessi, come la pasta, il riso, gli altri cereali e le leguminose, di solito costringono a prepararli con grandi quantità di grasso. Quello che vi serve, sostiene Sonja Connor, è cercare ricette per lasagne, insalate di pasta, patate affettate e altri piatti ricchi di carboidrati che siano anche scarse di grassi. Questa è la cosa più difficile avverte Sonja Connor. Ci sono relativamente poche ricette di piatti ricchi di carboidrati e scarsi di grassi che non finiscano per farvi mangiare spaghetti sconditi. Vale la pena di faticare per trovare e preparare questi piatti? Assolutamente sì risponde l'esperta. - "Via lo zucchero". I carboidrati semplici, come zucchero, caramelle, dolcetti, sono una grossa fonte di alti livelli di trigliceridi sostiene il dottor DiBianco. Il suo consiglio è di dimenticarsi dei dolci. Il dottor LaRosa è d'accordo. I carboidrati semplici e scarsi di fibra sono probabilmente i più dannosi afferma. - "Dimagrite". La perdita di peso è molto importante dichiara il dottor DiBianco. I chili da perdere dipendono dal peso forma, ma non c'è bisogno di perdere tutto l'eccesso per vedere un cambiamento nei trigliceridi. Anche una perdita di cinque chili può provocare un cambiamento in persone che sono sovrappeso del 20-30%. Se non siete costretti a raggiungere il peso forma per ridurre i trigliceridi, dovreste mantenere il peso non oltre il 5-10% in più del peso ideale, avverte il dottor DiBianco. - "Fate sport". L'esercizio fisico abbassa il livello dei trigliceridi osserva il dottor LaRosa. E' difficile dire se questo dipende dalla perdita di peso o da un migliore metabolismo: forse da tutti e due. La causa di questa incertezza sul modo con cui l'allenamento riduce i livelli dei trigliceridi deriva da alcuni studi che hanno dimostrato che un'ora di esercizio vigoroso tre volte la settimana abbassa il livello dei trigliceridi anche quando il peso non cambia. Ma, cause del successo a parte, l'allenamento riesce a ridurre i trigliceridi ed è seriamente raccomandato da tutti i nostri esperti. Naturalmente, prima di cominciare un programma di esercizio fisico, consultate il vostro medico curante. - "Evitate l'alcol". Sono convinto che il consumo di alcol sia il maggior responsabile esistente del peggioramento dei livelli di trigliceridi afferma il dottor DiBianco. E' importante evitare anche piccole dosi di alcol. - "Passate al pesce".
E' molto ben documentato il fatto che l'olio di pesce ha i suoi effetti più benefici proprio sui trigliceridi sostiene Carl Hock, assistente di medicina alla facoltà di medicina osteopatica presso l'Università del New Jersey. Numerosi studi hanno dimostrato le capacità antitrigliceridi degli acidi grassi della serie omega-3, il tipo che si trova nell'olio di pesce. Anche se in molti studi sono state usate capsule di olio per assicurare una maggiore accuratezza, potete avere lo stesso apporto mangiando regolarmente pesce o combinando una dieta ricca di pesce con qualche capsula ogni tanto. Molti studi hanno utilizzato circa 15 grammi al giorno di olio di pesce, corrispondenti a una portata di 250 grammi di salmone, aringa o sgombro. Studi più recenti hanno messo in evidenza identici risultati con 10 grammi al giorno. In realtà sembra che l'olio di pesce faccia bene soprattutto ai pazienti che non mangiano pesce regolarmente. Se nella vostra dieta il pesce compare regolarmente, dovreste essere a posto osserva il dottor DiBianco.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Quando funziona solo il riso". Anche gli studiosi che l'hanno messa a punto la chiamano 'medicina sgradevole'. In realtà, come ammetteva anche il dottor Walter Kempner, c'è solo una scusa per usarla. Funziona. L'anno era il 1944 e la medicina sgradevole di cui parlava il dottor Kempner era la dieta del riso che aveva appena messo a punto. A quanto sembra, alcuni dei suoi pazienti più gravemente malati erano guariti mangiando nient'altro che riso e frutta. In certi posti la dieta di riso e frutta è tuttora consigliata per la sua capacità di diminuire i grassi del sangue e di diminuire il peso. Noi prescriviamo la dieta di riso e frutta alle persone che hanno un livello di trigliceridi molto alto, per aiutarle a ripulirsi dichiara la dietista Sonja Connor. E' utile anche per perdere peso, perché è praticamente senza grassi. Però sembra che non venga tollerata molto bene aggiunge Sonja Connor. Ma, a quanto pare, la gente riesce a tollerare una dieta di solo riso e frutta abbastanza a lungo per vederne gli effetti. Recentemente abbiamo avuto una paziente che è scesa da 1000 milligrammi di trigliceridi a 117 in due mesi racconta Sonja Connor. E' uscita dall'ospedale ed è andata avanti da sola con questa dieta: non abbiamo avuto bisogno di fare supervisione. Certo, nota Sonja Connor, non era una paziente tipica. Una dieta tanto radicale non va tentata senza l'approvazione del vostro medico, in ogni caso. E molti medici non ne sono entusiasti. Per quanto tempo dovete stare a riso e frutta per vedere dei risultati? Non troppo, riferisce la nostra esperta. I risultati si vedono subito dopo due o tre giorni di dieta. Se si riuscisse a convincere la gente a lasciar perdere tutti i grassi almeno per breve tempo, si potrebbe sradicare il problema, e i pazienti potrebbero ricominciare ad aggiungere un po' di grassi.
129. ULCERA. 10 + 5 trattamenti calmanti.
Qualche anno fa, capitava che i medici dicessero ai pazienti con l'ulcera di mettere pure una croce sulle papille gustative, perché tanto dovevano rinunciare a qualsiasi cibo appetitoso. Spezzatino, pizza, fagioli e salsicce erano fuori discussione. Invece era consentito il pane tostato, i cracker e tutto quello che non sapeva di niente. Non era musica per le orecchie di gente che già aveva i suoi problemi a vivere con attacchi ricorrenti di furiosi inferni in fondo allo stomaco.Oggi le diete antiulcera, compresi i regimi in bianco tanto diffusi, sono fuori moda, dichiara Steve Goldschmid, assistente di medicina presso la divisione malattie digestive all'Emory University Hospital di Atlanta, in Georgia. Non c'è una prova che cambiare dieta porti benefici all'ulcera sostiene il dottore. In altre parole, oggi i medici consigliano di dar retta alla propria ulcera e di usare il buon senso: sia che abbiate un'ulcera gastrica (del rivestimento dello stomaco), sia un'ulcera duodenale (cioè del duodeno, la parte dell'intestino tenue più vicina allo stomaco). Gli scienziati devono ancora scoprire esattamente che cosa provoca l'ulcera. Ma il primo sospettato è l'acido gastrico, mentre lo stress e alcuni batteri sono considerati come possibili complici. Certo le ulcere non sono rare. Si pensa che ce l'abbiano cinque milioni di americani, afferma John Kurata, epidemiologo e professore aggiunto all'Università della California. Sfortunatamente le ulcere sono anche ostinate. In realtà le ulcere sono una malattia cronica dichiara il dottor Goldschmid. Le ulcere vanno e vengono. Quindi ecco alcuni consigli per vivere con le ulcere, sperando che si convincano ad andarsene in fretta. - "Evitate gli incendi dolosi". Se una gran coppa di gelato misto o la pizza ai peperoni accendono un fuoco nel vostro stomaco, lasciateli stare. Sembra che gli alimenti perturbatori siano diversi da persona a persona osserva David Earnest, docente di medicina presso il centro terapeutico dell'Università dell'Arizona. Naturalmente i cibi molto saporiti disturbano più persone. - "Piano con il latte". Si è pensato a lungo che il latte calmasse i bruciori dell'ulcera, ma ora si conosce meglio il suo 'effetto rimbalzo'. Anche se il latte tampona l'acido gastrico per un po' (e quindi dà un breve sollievo), rileva il dottor Goldschmid in realtà stimola maggiormente la secrezione acida dello stomaco e quindi dopo un po' il dolore aumenta. - "Usate gli antiacidi". I farmaci antiacido non curano l'ulcera, ma sono un buon trattamento per i suoi sintomi, segnala il dottor Earnest. - "Non prendete troppe pillole antidolore". L'aspirina ha una cattiva reputazione, ma anche gli altri antinfiammatori non steroidei che sono molto diffusi, hanno un effetto almeno pari a quello dell'aspirina sulla mucosa dello stomaco, sostiene Thomas Brasitus, docente di medicina e primario direttore del reparto di gastroenterologia all'Università di Chicago. - "Non accendete quella sigaretta". Anche il fumo è sospettato di contribuire all'ulcera. Pur non essendoci prove che il fumo sia una causa dell'ulcera, i fumatori guariscono meno dei non fumatori, avverte il dottor Brasitus. - "Lasciate perdere". Ci sono alcune prove che suggeriscono che chi è frustrato e non esprime efficacemente le sue sensazioni è più esposto all'ulcera dichiara Michael Kimmey, assistente di medicina all Università di Washington. - "Raddoppiate il numero dei pasti". Alcuni medici dicono che tre pasti normali vanno benissimo, ma molti pazienti hanno meno problemi se mangiano sei pasti più piccoli, osserva il dottor Brasitus.
Il cibo neutralizza l'acidità dello stomaco. - "Non riempitevi di ferro". Il ferro è un irritante per lo stomaco sostiene il dottor Goldschmid. Chi prende supplementi di ferro può avere molti risentimenti gastrici se ha un'ulcera allo stomaco. - "Il vostro motto: 'con moderazione'". L'eccesso di un cibo o di una bevanda può irritare un'ulcera. Comunque l'alcol non è necessariamente un irritante. Probabilmente il consumo moderato di alcol non aumenta il rischio di sviluppare nuove ulcere afferma il dottor Kurata. - "Datevi tempo". A volte è tutto quello che potete fare in ogni caso. Le ulcere vanno a cicli ricorda il dottor Brasitus. Molte se ne vanno da sole nel giro di pochi anni. AVVERTENZA MEDICA: "Attenti a questi sintomi". Di solito un'ulcera è un mal di stomaco. Ma un'ulcera che sanguina può diventare seria e anche mettervi in pericolo di vita. Un'ulcera sanguinante può farvi perdere tanto sangue da abbassare in modo grave la pressione sanguigna e bloccare il funzionamento degli organi vitali, avverte il dottor Steve Goldschmid. Se avete un'ulcera e vi viene una nausea intensa e improvvisamente vomitate sangue, o qualcosa che sembri vecchi fondi di caffè, andate immediatamente dal medico raccomanda il dottor Goldschmid. Altri sintomi di guai seri sono feci nere o che contengono sangue rosso brillante. Una persona che ha un'ulcera sanguinante può anche avere dei giramenti di testa e svenire, dal momento che può diventare seriamente anemica quasi senza accorgersene.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Il bismuto alla riscossa". Il ricercatore australiano Barry Marshall ha sottoposto a test centinaia di pazienti con un'ulcera duodenale e ha scoperto che avevano una cosa in comune: molti avevano lo stesso tipo di batteri. Conclusione: i batteri, non l'acidità dello stomaco, sono la causa dell'ulcera. Quando il dottor Marshall ha curato i suoi pazienti con il bismuto che uccide i batteri invasori dello stomaco, i batteri tendevano a sparire e così le ulcere. Proseguendo con le ricerche, si è visto che un batterio particolare l'"Helicobacter pylori", è responsabile del ripresentarsi dell'ulcera (recidiva) in un gran numero di persone. Questo scomodo abitante del piloro può essere sloggiato grazie a cure che uniscono all'amoxicillina (un antibiotico) un vecchio rimedio già utilizzato, senza saperne il vero motivo, per l'ulcera. Si tratta del bismuto, una sostanza che nel frattempo era stata rimpiazzata quasi del tutto da altri farmaci antiulcerosi più potenti. Così il bismuto è tornato alla riscossa. Attenzione: queste terapie devono essere prescritte dal medico ed effettuate sotto il suo controllo.
BOX: "Lo stress può provocare l'ulcera?". Molti medici sono scettici. Secondo alcuni di noi manca una chiara evidenza che dimostri che lo stress causa l'ulcera dichiara il dottor John Kurata. Però se avete già un'ulcera, lo stress può peggiorarla. Comunque considerate questo: l'incidenza dell'ulcera duodenale a New York è proporzionalmente maggiore che nelle aree circostanti, secondo il dottor Steve Goldschmid.
E c'è qualcuno disposto a dire che New York è meno stressante di, diciamo, New Rochelle? Un'altra cosa da considerare: il caso di Richard Maschal, critico d'arte e di architettura per il 'Charlotte Observer'. Richard Maschal ha scoperto di avere l'ulcera gastrica durante un periodo di estrema tensione sul lavoro racconta. Non riuscivo a vedere, in realtà detestavo, il mio supervisore. E ha lasciato che questo lo facesse diventar pazzo. Era tesissimo. Il problema non è tanto l'evento stressante, ma il modo in cui lo viviamo e la nostra reazione, magari esagerata, spiega Georgianna S. Hoffmann, coordinatrice della clinica dello stress familiare presso il dipartimento di medicina familiare dell'Università dello Iowa. Ecco qualche suggerimento per tenere sotto controllo lo stress e l'ulcera, che potrebbe peggiorare per colpa sua. - "Pensate cose gradevoli e parlatevi". Oggi Richard Maschal ha un nuovo capo, e questo l'ha aiutato molto, come pure le medicine che gli ha prescritto il medico. Ma a volte si accorge di essere ancora in tensione. E solo lui può impedirlo. Adesso, dice mi prendo il tempo necessario per calmarmi. - "Respirate lentamente e a fondo". Tre o quattro respiri profondi vi danno la sensazione di calma più immediata, sempre e dappertutto. - "Fate esercizio". L'esercizio fisico moderato è un ottimo trattamento antistress spiega Georgianna Hoffmann. - "Praticate le tecniche di rilassamento". Quando rilassate il corpo, rilassate la mente spiega la nostra esperta. E quando rilassate la mente, rilassate il corpo. Meditazione, yoga, l'ascolto di cassette rilassanti, fatti con regolarità, sono alcune delle tecniche che potete esplorare.
130. ULCERE DELLA BOCCA. 11 cure per un problema noioso. Pier Marco ha la bocca malridotta. Mangia la pizza così calda che la mozzarella gli fa sciogliere il palato. Gli piace succhiare caramelle al limone che attaccano la mucosa delle guance. Quando deve pensare davvero (e lo fa spesso, perché per Pier Marco ogni giorno è un giorno nuovo), si mastica l'interno delle labbra come se fosse un bel pezzo di tabacco da masticare. Queste abitudini gli hanno provocato una stomatite ulcerosa che gli brucia la bocca come quella volta che ha fatto uno stufato di porcospino, ma si è dimenticato di togliere le spine. Quando Pier Marco ha le ulcere in bocca, è irritabile, affamato, assonnato e come vi dirà Anna Chiara, assolutamente poco portato al romanticismo. Sicuro, queste piccole ulcere in bocca possono impedirvi di fare molte delle cose che rendono la vita degna di essere vissuta. Le piccole ulcere sono anche un grande mistero. Nessuno sa perché a qualcuno vengano e ad altri no. Una scottatura da pizza, che di solito guarisce in due o tre giorni con poco dolore, dichiara Harold R. Stanley, professore emerito all'Università della
Florida, può scatenare in alcuni soggetti una sequenza di eventi che porta a una lesione che non guarirà per 10-15 giorni. Oltre alle cattive abitudini, anche l'ereditarietà, il cibo, la pulizia dei denti troppo zelante e gli stress emotivi sono stati collegati con la stomatite ulcerosa. Dovete fare un po' di indagini per scoprirne la causa. Quale che sia la causa, comunque, provare a curare un'ulcera della bocca non è facile, afferma il dentista Robert Goepp, docente al centro medico e all'ospedale dell'Università di Chicago. Niente riesce ad aderire alla mucosa della bocca, che è la zona più ricca di batteri di tutto il corpo. I rimedi hanno un doppio obiettivo: uccidere gli organismi che infettano la lesione (provocando la maggior parte del dolore e l'infiammazione arrossata che circonda il nucleo giallognolo) e proteggere la lesione stessa. C'è almeno un vantaggio a diventar vecchi, a parte la pensione e gli sconti per la terza età: più si invecchia, meno ulcere vengono in bocca. Nel frattempo, però, una scarica di ulcere può ridurvi la bocca a mal partito. Ecco qualche via di scampo. Fate delle prove, finché non trovate la soluzione giusta per voi. - "Fate un ulcericidio con il perossido di idrogeno". Il perossido di idrogeno è la comune acqua ossigenata. Una buona ricetta consiste nel combinare un cucchiaio di perossido e un cucchiaio di glicerina in due dita d'acqua. Il perossido libera ossigeno e ripulisce la bocca dai batteri dichiara il dottor Goepp. Le bollicine arrivano anche nelle fessure più piccole. La glicerina forma uno strato protettivo e protegge la lesione. - "Tirate fuori l'artiglieria". Cercate un medicinale da banco che contenga benzocaina, mentolo, canfora, eucaliptolo e/o alcol, in liquido o in gel. Di solito all'inizio bruciano e richiedono molte applicazioni perché non aderiscono all'ulcera. - "Un riparo per le gengive". Ci sono in vendita anche delle paste che formano una 'benda' protettiva sulla lesione. Prima di usare questi prodotti, asciugate l'ulcera con un cotton fioc, poi con l'altra punta applicate immediatamente la pasta. Funziona solo sulle ulcere allo stadio iniziale, però. - "Il trucco della bustina dl tè". Numerosi esperti fra cui il dermatologo dell'Ohio Jerome Z. Litt, raccomandano di applicare all'ulcera una bustina di tè nero bagnata. Il tè nero contiene tannino, un astringente che può sorprendervi piacevolmente con la sua capacità di dare sollievo al dolore, riporta il dottor Litt. - "Fate un gargarismo". Diluite un cucchiaio di acqua ossigenata in un bicchiere d'acqua e sciacquatevi la bocca per disinfettare l'ulcera e accelerare la guarigione, consiglia il dottor Goepp. Beverly D'Asaro, una dietista del New Jersey, ha scoperto che i suoi pazienti ammalati di tumore che sviluppano ulcere in bocca si trovano bene con un colluttorio a base di aloe vera, folato, zinco e vitamina C, che aiutano a guarire. - "All'attacco con l'allume". L'allume è l'ingrediente attivo della penna emostatica da barbiere, che forse vostra madre vi ha detto di usare su un'ulcera che sta iniziando. L'allume è un antisettico e un anestetico che può impedire all'ulcera di peggiorare, dicono i medici, ma non riesce a guarirla sul nascere. - "Un po' di creatività con gli antiacidi". Non inghiottite il vostro antiacido in sciroppo o il latte di magnesia. Invece usatelo per sciacquarvi la bocca e lasciate che formi un rivestimento protettivo sull'ulcera. Può anche avere un effetto antibatterico, commenta il dottor Goepp.
- "Usate l'idraste". Fate un forte infuso di radici di idraste ("Hydrastis canadensis"), che si trova nelle erboristerie ed usatelo come colluttorio. Oppure fatene una pasta e applicatelo direttamente all'ulcera. E' antisettico, astringente e probabilmente qualcosa fa osserva il dottor Tyler. - "Non irritate la bocca". Caffè, spezie, agrumi e semi oleosi ricchi di arginina (soprattutto noci), cioccolato e fragole irritano le ulcere e in alcuni soggetti possono provocarle. Se avete la stomatite ulcerosa, probabilmente sapete benissimo quali cibi è meglio evitare dichiara il dottor Goepp. Come pure sapete già che è meglio lavarsi i denti con molta precauzione. - "Uno yogurt al giorno". Il dottor Litt afferma che mangiare ogni giorno quattro cucchiai di yogurt naturale aiuta a prevenire le ulcere perché manda i batteri amici a combattere contro i batteri cattivi. Cercate uno yogurt che contenga colture attive di "Lactobacillus acidophilus". - "Provate con le vitamine". Craig Zunka, dentista della Virginia e presidente dell'associazione dentale olistica, raccomanda di spremere sull'ulcera una capsula di vitamina E. Ripetete più volte al giorno per tenere il tessuto ben lubrificato. E al primo segno di bruciore di un'ulcera, consiglia prendete 500 milligrammi di vitamina C con bloflavonoidi tre volte al giorno per tre giorni. AVVERTENZA MEDICA: "Controllate le ulcere ostinate". Un'ulcera in bocca dovrebbe guarire in due settimane. Se le ulcere durano di più o se non riuscite a mangiare, a parlare o a dormire bene, dovete vedere un medico o un dentista consiglia il dottor Robert Goepp. Questo problema può alterare seriamente la vostra salute e la vostra vita quotidiana. Probabilmente il medico vi darà una ricetta per una crema steroidea per applicazioni locali e/o un antibiotico orale per curare la malattia, non la sola infezione.
131. UNGHIE INCARNITE. 6 + 1 metodi di trattamento. Se avete un'unghia incarnita, sapete com'è: come avere un dito pestato da un elefante e attanagliato da un granchio, contemporaneamente e senza un attimo di tregua. Il problema si verifica quando un'unghia, di solito quella dell'alluce, cresce o viene spinta nei tessuti morbidi che la circondano. Chi ha le unghie molto convesse è più esposto al problema, che però può colpire chiunque. E a questo punto non potrebbe importarvi meno di come è cominciata la situazione: ciò che volete sapere è come farla finire. Anche se l'obiettivo a lungo termine è prevenire una ricaduta, l'obiettivo immediato è dar sollievo al dolore. Ecco come ottenerli tutti e due. - "Provate un medicinale da banco". Ci sono molti farmaci che possono ammorbidire l'unghia e la pelle che la circonda e quindi dar sollievo al dolore, segnala Suzanne M. Levine, assistente di podiatria al Mount Sinai Hospital di New York. Ma ricordatevi di seguire le istruzioni alla lettera. E non usateli se avete il diabete o problemi circolatori. - "Un filo di sollievo".
Il vostro obiettivo è aiutare l'unghia incarnita a crescere al di sopra della pelle che la circonda. Cominciate mettendo a bagno il piede in acqua calda per ammorbidire l'unghia, consiglia il dottor Frederick Hass, del Marin General Hospital di Greenbrae Asciugate bene, poi inserite attentamente una ciocca sottile, non un batuffolo, di cotone sterile sotto il bordo affondato dell'unghia. Il cotone solleva leggermente l'unghia, che così può crescere sopra la cute che l'avvolge. Applicate un antisettico per evitare le infezioni. Cambiate ogni giorno il cotone finché l'unghia non è cresciuta oltre il punto difficile. - "V non significa vittoria". Qualunque cosa facciate, raccomanda il podiatra Glenn Copeland, del Women's College Hospital di Toronto, non credete alla vecchia favola che dice di tagliar via dal bordo dell'unghia un'incisione centrale a forma di 'V'. L'idea è che un'unghia incarnita è troppo grande; se tagliate un pezzo nel mezzo, i lati cresceranno verso il centro e si allontaneranno dalla zona incarnita. E' una cosa che non ha senso. Le unghie crescono solo in avanti. - "Lasciate respirare i piedi". Detto semplicemente, le calzature scomode possono provocare un'unghia incarnita, specialmente se le vostre unghie tendono a curvarsi. Ecco perché è meglio evitare le scarpe appuntite o strette che premono sull'unghia dell'alluce, fa osservare la dottoressa Levine. Invece usate i sandali quando è il momento, oppure scarpe a pianta larga. Allo stesso modo, evitate le calze e i collant troppo stretti. - "Tagliate le unghie nel modo giusto". Non tagliate mai le unghie dei piedi troppo corte, raccomanda il dottor Hass. Prima ammorbiditele in acqua calda perché non si spezzino, poi tagliatele dritte con un tagliaunghie solido e affilato. Non tagliate mai un'unghia dei piedi in forma ovale, con il bordo che si incurva verso i lati. Lasciate sempre il margine superiore parallelo alla base. E non tagliate l'unghia più corta della punta del dito: dev'essere lunga a sufficienza per proteggervi dalla pressione e dall'attrito. - "Sistemate gli errori". Se per sbaglio tagliate un'unghia troppo corta, o la rompete, limatela con cura ai lati in modo da non lasciare punte che possano penetrare nella pelle, raccomanda il dottor Hass. Limatela con una lima di cartone o con quella che usate per le mani. Non tentate di usare le forbici, per piccole che siano. Non hanno spazio a sufficienza per funzionare come si deve e spesso lasciano un bordo tagliente. BOX: "Attenti a quello che fate!". Di solito le unghie incarnite sono causate da un taglio sbagliato, dichiara il dottor Frederick Hass, ma possono essere provocate anche da altri accidenti. Il responsabile può essere una botta presa inciampando in casa, o un oggetto pesante caduto sul piede al lavoro. Sul lavoro, raccomando di indossare sempre scarpe solide e comode consiglia il dottore. Se maneggiate continuamente oggetti pesanti per esempio, macchinari e casse da imballaggio, adottate scarpe con la punta d'acciaio. Così avrete i piedi protetti in ogni tipo di incidente, a parte i più seri. AVVERTENZA MEDICA: "Attenti alle infezioni". Se l'unghia si infetta, dice la podiatra Suzanne M. Levine, dovete assolutamente andare dal medico. Per ridurre l'infiammazione in attesa dell'appuntamento, bagnate periodicamente il piede con una soluzione di iodio, poi applicate una crema antibiotica.
Se lasciate che un'unghia incarnita si infetti seriamente, avverte la dottoressa potete avere dei grossi guai. Molti pazienti sono venuti da me solo con l'alluce rosso e gonfio di pus. Se la vostra circolazione non è perfetta, rischiate la cancrena. A volte sull'unghia si sviluppa un'escrescenza carnosa. Questo tessuto molle e infiammato può diventare molto sensibile quando si estende nel letto ungueale.
132. VAGINITE. 22 + 3 antidoti naturali. La "Candida albicans" (un lievito) è un fungo che vive naturalmente e senza creare problemi nella vagina delle donne e nell'intestino di uomini e donne. Fa parte della flora naturale. Vive in vagina esattamente come i batteri in bocca dichiara Michael Spence, ostetrico e ginecologo della Hahnemann University. Se c'è qualche alterazione nell'equilibrio ecologico locale perché avete preso antibiotici o perché magari avete il diabete, allora si formano più lieviti: avete un'infezione vaginale, o vaginite. Fra le cose che possono provocare una micosi vaginale ci sono la gravidanza, la pillola anticoncezionale, gli ormoni della menopausa, le lavande vaginali a base di prodotti chimici, gli spermicidi, le lesioni provocate dai tamponi nelle pareti della vagina, la mancanza di lubrificazione nel rapporto sessuale o il contatto intimo con qualcuno che ha un infezione da lievito. Se avete una candidiasi, il medico conferma la diagnosi esaminando un po' di secrezione sotto il microscopio. Poi prescrive una medicina che uccide l'eccesso di lievito vaginale. Sembra semplice, ma le donne che hanno una micosi vaginale sanno che non lo è. La Candida, che provoca prurito e bruciore, ha odore di lievito e provoca perdite bianche simili a ricotta, è specializzata nel tornare. Ci sono persone particolarmente esposte alle vaginiti. Marjorie Crandall, specialista di lieviti e fondatrice dei servizi di consulenza sui lieviti di Torrance, in California, sa bene perché le donne provano praticamente di tutto per diminuire il disagio. Per vent'anni ha lottato con una candidiasi cronica che le rendeva la vita difficile. Oggi si è liberata dall'infezione ed è una delle massime autorità sui modi per risolvere il problema. Ecco che cosa raccomanda la dottoressa Crandall, insieme con altri esperti, a chi ha contratto un'infezione da lievito. - "Dormite come Eva". Il lievito si sviluppa negli ambienti caldi e umidi, segnala il dottor Spence, quindi una delle migliori misure preventive che possiate prendere contro la Candida è tenere l'area vaginale arieggiata: insomma fresca e asciutta. Dormite nude o non tenete gli slip sotto il pigiama quando andate a letto, in modo da dare al vostro corpo otto ore di sollievo senza impicci. - "Mettetevi vestiti comodi".
Durante il giorno evitate vestiti molto aderenti o fatti di materiali che non permettono una buona circolazione dell'aria: per esempio, nylon, poliestere, cuoio, ricorda il dottor Spence. Mettetevi addosso meno strati che potete. Sotto i jeans, non mettete le mutandine più i collant. Quando siete a casa, toglietevi gli strati extra, come i collant, e lasciate respirare il vostro corpo. Quando potete, mettetevi la gonna. - "Non usate amido". L'amido è una sostanza perfetta per far crescere le colture fungine, nota il dottor Spence. Molte polveri dopobagno hanno l'amido come ingrediente base, quindi quando le usate incoraggiate l'infezione. Tenete le polveri fuori dagli slip. - "Cercate un prodotto antiprurito". Ci sono punti che non potete grattarvi (almeno in pubblico) e uno è proprio quello di cui stiamo parlando. La medicina che vi ha prescritto il medico serve a eliminare la Candida, però potete diminuire il prurito con vari prodotti per l'igiene intima. Oppure potete spalmare intorno alla vulva e all'apertura vaginale una crema all'idrocortisone per diminuire il fastidio. Però non usate mai queste creme prima di aver consultato il medico, perché possono cancellare i sintomi e impedire una diagnosi corretta. - "Usate un lubrificante naturale". Olio minerale, vaselina, bianco d'uovo e yogurt bianco sono ottime sostanze per la lubrificazione durante il rapporto sessuale, osserva la dottoressa Crandall perché non sono chimicamente irritanti a meno che non abbiate un'allergia. (Non usate vaselina con i preservativi, perché buca la gomma.) Non usate olio per bambini, perché contiene profumo che può essere irritante. - "Niente pasticci chimici". Un sistema sicuro per aggravare una situazione già delicata è aggiungere prodotti chimici alla vostra candidiasi. Evitate le lavande vaginali, i gel, le schiume e gli spray contraccettivi, le tavolette anticandida e i deodoranti intimi, avverte la dottoressa Crandall. - "Fate un semicupio risanatore". Un'alternativa alle lavande vaginali è il semicupio. Riempite la vasca da bagno fino all'altezza delle anche con acqua calda e aggiungete una delle seguenti sostanze: - Sale (abbastanza da rendere salata l'acqua, circa mezza tazza) in modo da riprodurre la salinità naturale del corpo. - Aceto (mezza tazza) per aiutare la vagina a recuperare il suo p.H. naturale di 4,5. Poi sedetevi nell'acqua finché non si raffredda. Il bagno vi aiuterà a ripulirvi. - "Mettete gli spermicidi al posto giusto". Gli spermicidi sono un altro prodotto chimico che va tenuto alla larga dalla vagina, specialmente se siete sensibili alle infezioni. Se pensate di usare uno spermicida durante il rapporto, mettetelo nella punta del preservativo, dove può fare il suo lavoro, consiglia la dottoressa Crandall. - "Lavatevi con l'acqua". Sapone, shampoo, sali e oli da bagno eliminano i grassi naturali che proteggono la pelle e possono lasciare un residuo irritante. Lavate la zona vaginale con acqua semplice e frizionatevi mentre fate la doccia. Il 'telefono' di una doccia flessibile è perfetto per dirigere il getto. - "Usate biancheria dl cotone". Scegliete mutandine di cotone perché tengono l'umidità lontana dalla pelle. Il nylon trattiene il calore e l'umido, che favoriscono lo sviluppo della Candida. Se preferite il nylon sulla pelle, scegliete mutandine con il tassello di cotone. Se i vostri slip non ce l'hanno, un proteggi-slip può essere un buon sostituto.
Mettete sempre collant e calzamaglie con tassello di cotone, in modo che l'aria possa passare per rinfrescare e asciugare la vagina. E ricordatevi, non è obbligatorio mettere le mutandine con i collant! Meno strati indossate, più ventilazione avete. - "Usate carta igienica non colorata". I colori sono un altro prodotto chimico con proprietà irritanti. La dottoressa Crandall suggerisce, per evitare irritazioni, di usare carta igienica bianca e non profumata. - "Tenete i germi al loro posto". Dopo aver defecato, ripulitevi dal davanti all'indietro. Lavate tutto quello che ha toccato l'ano prima di toccare la vagina. - "Lavatevi prima di fare l'amore". Se voi ed il vostro partner siete scintillanti di pulizia, è meno probabile che i germi dell'infezione raggiungano la vostra vagina. Lavatevi le mani e i genitali prima di fare l'amore. - "Sciacquatevi con sola acqua". La vagina è dotata di capacità autopulenti naturali, ma alcune donne provano il bisogno di lavarsi con prodotti speciali. Se fate una lavanda vaginale, consiglia la dottoressa Crandall, fate un lavaggio dolce con acqua fredda: è la cosa meno irritante che possiate usare. Non fate lavaggi vaginali durante il periodo mestruale quando il collo dell'utero è aperto: il flusso dal basso può spingere l'infezione all'interno dell'utero. E non fate lavande in gravidanza, a meno che non ve le prescriva il vostro medico curante. - "Fate lavande all'aceto". L'aceto ha circa la stessa acidità della vagina e questa è la ragione per cui una soluzione tiepida di aceto e acqua (4 cucchiaini di aceto in mezzo litro d'acqua) è a volte suggerita come liquido di lavaggio. Alcuni medici suggeriscono che una vagina con il giusto equilibrio acido è meno esposta alle micosi vaginali. - "Evitate i contatti sessuali quando avete la vaginite". I rapporti sessuali possono irritare ulteriormente l'infiammazione provocata dal lievito. Inoltre la micosi può passare al vostro partner che può reinfettarvi più tardi, ricorda la dottoressa Crandall. - "Urinate prima e dopo". Uomini e donne dovrebbero lavarsi e urinare prima e dopo i contatti sessuali per lavare via i germi dall'uretra ed evitare infezioni della vescica, avverte la dottoressa Crandall. - "Usate un preservativo". Un preservativo senza lubrificanti e senza rilievi è meno irritante. E preverrà il ping-pong del lievito fra voi ed il vostro partner. - "Controllate il lievito e le muffe". Le donne che hanno candidiasi ripetute possono diventare allergiche agli alimenti che contengono lieviti e muffe. Evitate cibi e bevande come pane, ciambelle, birra, vino, aceto, sottaceti, cibi fermentati, formaggi e funghi. - "Tenete sotto controllo la glicemia". Il lievito prospera nello zucchero, secondo uno studio del Mount Sinai Hospital di Hartford, nel Connecticut. Mangiare molto zucchero contribuisce alle infezioni da lievito, perché fornisce alimento ai lieviti. Le persone con il diabete, che sono più esposte alle infezioni da lievito, devono tenere sotto controllo lo zucchero del sangue. Anche l'eccesso di lattosio (nei latticini) e i dolcificanti artificiali aumentano la probabilità di micosi. - "Rafforzate le vostre resistenze". Una persona sana combatte l'infezione più facilmente di una persona fuori forma. Rinforzate il vostro sistema immunitario facendo esercizio fisico regolare, mangiando bene, dormendo a sufficienza, evitando il fumo e le droghe, bevendo poco alcol e usando la caffeina con moderazione. - Preferite gli assorbenti di fibre naturali".
Usate tamponi di cotone, non di fibra sintetica. I tamponi superassorbenti e quelli che rimangono in posizione per più di dodici ore bloccano il drenaggio naturale e incoraggiano la crescita dei batteri.Un'altra idea: usate assorbenti di notte e tamponi di giorno.
BOX: "Tre modi per sconfiggere l'infezione". Ultime notizie. I vigili del fuoco hanno effettuato una speciale 'missione slip' dopo che una donna ha chiamato la caserma lamentandosi che c'era fumo nel suo attico. Quando i pompieri sono arrivati sul luogo hanno scoperto che la fonte del fumo era un paio di mutandine da donna nel forno a microonde. La donna, il cui nome non è stato rivelato, ha detto ai pompieri di aver messo i suoi slip di nylon nel forno a microonde per cercare di eliminare un'infezione da lievito. Tanto per chiarire: il forno a microonde può essere un ottimo mezzo per cuocere la verdura, ma non è un modo intelligente per curare una micosi vaginale, come testimonia questo ritaglio. La 'cura' a microonde è il risultato di uno studio effettuato dall'Università della Florida e del Baylor College. I ricercatori hanno scoperto che l'organismo responsabile dell'infezione, la "Candida albicans", viene ucciso dalle microonde. Gli scienziati riportano che le donne lasciano spore di lievito nella biancheria quando hanno una micosi vaginale. Il bucato normale non uccide il fungo. Invece il forno a microonde ci riesce, ma gli dà anche fuoco. Cuocere le mutande nel forno a microonde non è una buona soluzione, dice la dottoressa Marjorie Crandall. Quello che i ricercatori hanno provato, sostiene la dottoressa, è che la Candida sopravvive ai normali cicli di lavaggio ed asciugatura, una volta che si è depositata sulla biancheria della donna, e quindi può reinfettare chi le indossa. Ma molte donne non gradirebbero una missione dei pompieri nella cucina di casa. E allora come si fa? - "Date un'altra lavata a quegli slip". Per precauzione, ripassate il tassello dei vostri slip con un detersivo non profumato prima di metterli in lavatrice, consiglia la dottoressa Crandall. Evitate gli ammorbidenti, aggiunge, che irritano la pelle sensibile. - "Bollite il fungo". Un altro studio a proposito di indumenti intimi e lavaggi riferisce che potete bollire le mutandine o tenerle a bagno in candeggina per 24 ore prima di riadoperarle, per uccidere la Candida. Prima di indossarle lavatele, con sapone senza profumo. - "Uccidete il fungo con il calore". La Candida muore anche quando gli indumenti sono ripassati con il ferro caldo.
AVVERTENZA MEDICA: "Lasciate fare la diagnosi al dottore". Spesso i medici fanno una coltura o esaminano le perdite vaginali sotto il microscopio, perché non tutte le perdite sono provocate dal lievito che è relativamente innocuo. I sintomi possono essere causati da qualsiasi cosa, da un tampone dimenticato come da un'infiammazione pelvica potenzialmente fatale. E sono sempre gli stessi: prurito e perdite vaginali dall'odore sgradevole. Altre cause comprendono la "Gardenella vaginalis", il "Trichomonas", la "Chlamydia", la gonorrea, la sifilide. Quindi non giocate al dottore. Lasciate che la diagnosi la faccia un professionista.
133. VENE VARICOSE. 13 + 1 modi per guarire. Mettiamo che domattina vi svegliate, vi strofiniate gli occhi e vediate in fondo al letto un groviglio di coccodrilli dalle bocche minacciosamente spalancate. Pensate che il vostro primo pensiero sarebbe: Cielo, che brutti! Naturalmente no. Eppure, quando vi guardate le gambe e per la prima volta vi accorgete di una vena varicosa, la prima cosa a cui badate è l'aspetto. In genere le vene varicose non vengono considerate una malattia, ma un problema estetico. Invece non è così. Chi ha le vene varicose ha una malattia, una malattia con una componente estetica afferma Brian McDonagh, un angiologo di Chicago che ha fondato e dirige le Vein Clinics of America, il più grande centro americano dedicato unicamente al trattamento delle vene. Le vene bluastre, gonfie, nodose e i loro cugini, i capillari rotti sono solo i segni più evidenti della sindrome delle vene varicose. Chi è un veterano del problema sa che di solito le vene visibili si accompagnano a gambe doloranti, stanche e senza slancio. Generalmente questa condizione non è pericolosa per la vita (certo meno di un groviglio di coccodrilli nel letto). Non c'è ragione di farsi prendere dal panico né di correre dal dottore. Ma se avete le vene varicose, voi e le vostre povere gambe starete molto meglio se saprete come trattarle. Ecco alcuni consigli degli esperti. - "Non sentitevi colpevoli". Il principale fattore di rischio nelle vene varicose è un genitore con lo stesso problema, dichiara il dottor McDonagh. Abbondano i miti per spiegare l'esistenza di questo problema che è soprattutto ereditario: quello più diffuso è che le vene varicose siano provocate dalle gambe storte. E' una cosa che non ha senso spiega il dottor McDonagh. Siete semplicemente uno di quel 17% di americani (molti dei quali donne) che hanno il gene responsabile del problema. - "Tenete i piedi in alto". Le vene varicose sono vene indebolite che non hanno più la forza di risospingere il sangue al cuore. Le vene delle gambe sono le più esposte al problema, perché sono le più lontane e le più basse rispetto al cuore. Potete facilitare il loro compito facendo in modo che la gravità lavori per voi. E' facile. Sdraiatevi su un divano o su dei cuscini e alzate le gambe sopra il livello delle anche ogni volta che vi fanno male. In questo modo il disagio dovrebbe cominciare ad andarsene, dichiara Dudley Phillips, medico di famiglia di Darlington, nel Maryland. - "Mettetevi delle calze rinforzate". Potete avere un po' di sollievo con le calze a compressione graduata.
Queste calze, che sono in vendita in farmacia, contrastano la tendenza del sangue a ristagnare nei capillari più vicini alla pelle, spiega il dottor Phillips. Invece il sangue viene spinto nelle vene più grosse e profonde, dove viene pompato al cuore con maggiore facilità. - "Doppio trattamento". Il dottor Phillips suggerisce che chi soffre di vene varicose combini la gravità e le calze rinforzate con questo esercizio. Mettetevi le calze speciali, poi sdraiatevi sulla schiena e alzate le gambe in verticale, appoggiandole contro una parete. Mantenete la posizione per due minuti. Questo permette al sangue di rifluire dalle vene gonfie fino al cuore. Ripetete più volte l'esercizio nel corso della giornata, possibilmente ogni volta che ne avete bisogno. - "Sollevate il letto". Potete far lavorare la gravità per voi anche durante la notte rialzando il letto nella zona dei piedi di parecchi centimetri, segnala Paul Lazar, docente di dermatologia clinica alla Northwestern University. Però il dottore avverte che se avete una storia di problemi cardiaci o se avete difficoltà a respirare durante la notte è meglio consultare un medico prima di rialzare il letto. - "Mettetevi delle scarpe comode". Le vene varicose sono già abbastanza scomode per le gambe. Non createvi altri problemi mettendovi tacchi alti o stivali, consiglia il dottor Phillips. - "Comprate delle calze elastiche". Questi speciali collant di solito sono in vendita nei negozi specializzati in ortopedia. Le calze elastiche di tessuto speciale indossate fino al livello del ginocchio possono darvi un grande sollievo, in funzione della gravità delle vene varicose, sostiene il dottor McDonagh. Fatevi prendere le misure per una calza di buona qualità. - "Attenzione al peso". Il peso eccessivo significa più pressione sulle gambe e infatti le donne incinte sono più esposte alle vene varicose. Tenete controllato il peso e sarà meno facile che vi si sfianchino le vene, dichiara Lenise Banse, dermatologa e direttrice della clinica dei tumori cutanei all'Henry Ford Hospital di Detroit, nel Michigan. - "Alla larga dai vestiti stretti". Gli indumenti troppo stretti, in particolare le giarrettiere e i collant troppo costrittivi nella zona dell'inguine, possono agire come lacci emostatici e far ristagnare il sangue nelle vene, avverte la dottoressa Banse. - "Fate attenzione alla pillola". Gli squilibri ormonali, che spesso si verificano con la pillola anticoncezionale, possono provocare la rottura dei capillari. Se il problema compare dopo che avete cominciato a prendere la pillola, ci può essere un legame, ricorda il dottor McDonagh. - "Non fumate". Un rapporto del Framingham Heart Study ha registrato una correlazione fra il fumo e l'incidenza delle vene varicose. I ricercatori hanno concluso che il fumo può essere un fattore di rischio per le persone che soffrono di vene varicose. - "Fate una passeggiata". Stare seduti o in piedi per lunghi periodi può provocarvi problemi alle gambe perché il sangue tende a ristagnare. Un po' di movimento qua e là nella giornata e in particolare qualche camminata sono una buona prevenzione antiristagno, osserva Eugene Strandness junior, docente di chirurgia all'Università di Washington. Infatti lo studio di Framingham ha scoperto che gli adulti sedentari hanno più probabilità di avere vene varicose rispetto agli adulti attivi. - "Non nascondetevi il problema con gli antidolorifici". Molto del disagio e dell'oppressione delle vene varicose può essere mascherato dalle pillole antidolore.
Ma non fatelo, consiglia il dottor McDonagh. Non si può affrontare il problema delle vene varicose semplicemente eliminando il dolore sostiene il dottore. Se avete seguito tutti i consigli della lista e niente ha funzionato, chiedete l'aiuto di un medico.
AVVERTENZA MEDICA: "Emboli: bisogna pensarci". Cent'anni fa i medici toglievano le vene varicose con gli uncini. Rassicuratevi, oggi il trattamento delle vene varicose è molto più dolce, oltre che più efficace. La tecnica delle iniezioni sclerosanti oggi è usata con successo anche con le vene varicose più riottose. Quand'è che le vene varicose si meritano un giretto dal dottore? Il dottor Brian McDonagh dice che ci sono due complicanze principali possibili: le flebiti e la rottura. Come si fa a riconoscere una flebite? La vena diventa molto dolente, indolenzita e sensibile: fa male spiega il dottor McDonagh. Di solito sono visibili grumi rossi nelle vene, che non diminuiscono di volume neanche se alzate le gambe. Le vene varicose nella zona delle caviglie sono le più esposte a rompersi e a sanguinare. Questo è più pericoloso della flebite perché l'emorragia può farvi perdere sangue molto rapidamente. Se succede, premete sulla vena per rallentare la perdita di sangue ed andate dal medico.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Cambiate posizione". L'antica disciplina dello yoga ha molto da offrire a chi soffre di vene varicose, dichiara John Clarke, un cardiologo che lavora con l'Istituto internazionale himalaiano. La respirazione yoga si può praticare senza istruzioni, senza rischi e con una buona probabilità di dar sollievo al disagio delle vene varicose sostiene il dottor Clarke. Provate subito questo esercizio. Sdraiatevi sulla schiena e appoggiate i piedi a una sedia. Respirate lentamente e uniformemente con il diaframma, attraverso il naso. Tutto qui. Mentre la gravità spinge il sangue in giù lungo le gambe inclinate, le vostre inspirazioni ampie e sostenute creano una pressione negativa nel torace, spiega il dottor Clarke. Questa pressione negativa aiuta a convogliare nella cavità toracica l'aria ed il sangue provenienti da tutto il corpo, comprese le gambe troppo piene di sangue.
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VERRUCHE. 10 + 14 modi per vincerle. Le verruche sono tumori benigni della pelle che possono comparire da soli o in gruppo, praticamente in qualsiasi parte del corpo. E anche se ogni tipo ha un suo nome speciale, sono tutti provocati da vari ceppi di un diabolico 'papilloma virus'. Questo virus inganna sapientemente l'organismo e lo convince a fornirgli riparo e cibo gratis in una 'casa' protetta che è una caratteristica specifica della verruca. In un momento qualsiasi, dichiara Robert Garry, professore associato di microbiologia e immunologia alla Tulane University, circa il 10% della popolazione ha le verruche. Probabilmente il 75% degli esseri umani ha le verruche in qualche momento della vita. Niente di strano che in America si spendano 125 milioni di dollari l'anno per curare le verruche! Dopo l'acne, sono il problema dermatologico più diffuso. Purtroppo il normale trattamento medico offre solo metodi distruttivi (e un po' sgradevoli da citare), come bruciatura, raschiatura, resezione, congelamento, infiltrazioni e vaporizzazione col laser. Queste tecniche a volte funzionano, a volte no. Alcune sono dolorose e possono lasciare cicatrici. Per aggiungere la beffa al danno, spesso le verruche ricompaiono, qualunque sia il trattamento adottato. Sapendo tutto questo, forse avete voglia di provare qualche trattamento casalingo prima di andare dal dottore. In ogni caso attenetevi al consiglio del dermatologo di Memphis Thomas Goodman junior, assistente di dermatologia all'Università del Tennessee: Non fatevi del male curando le verruche. Cominciate con trattamenti semplici e insistete per diverse settimane prima di passare alle cure più energiche. A meno che non sia indicato altrimenti, i consigli che seguono sono efficaci sia per le comuni verruche sia per le verruche plantari, quelle che si insediano sui piedi. - "Lasciatele tranquille". Secondo una stima, il 40-50% di tutte le verruche finisce per sparire per conto suo, di solito nel giro di due anni. In particolare nei bambini le verruche scompaiono spesso da sole. Il podiatra Marc Brenner, che è stato presidente della società americana di dermatologia podiatrica e lavora a Glendale, nello stato di New York, avverte che le verruche secernono continuamente virus infettivo e se non vengono trattate possono crescere o contagiare altre zone. Quindi se le vostre verruche cominciano a moltiplicarsi, passate all'azione. - "All'attacco con la vitamina A". Il dottor Garry ha ottenuto grandi successi applicando vitamina A direttamente sulle verruche. Prendete capsule che contengano 25 mila unità internazionali di vitamina A naturale, estratta dall'olio di pesce o dall'olio di fegato di merluzzo. Aprite la capsula, lasciate colare un po' di liquido e massaggiatelo sulla verruca. Ripetete l'applicazione una volta al giorno. Il dottore sottolinea che la vitamina va applicata solo sulla pelle. Presa oralmente in forti dosi può essere tossica. Le varie verruche rispondono in modo diverso a questo trattamento. Le verruche giovanili possono andarsene in un mese, anche se è più probabile che ci mettano due-quattro mesi. Le verruche plantari possono impiegarci due-cinque mesi e anche di più osserva il dottore. Il dottor Garry ricorda una paziente che aveva più di 200 verruche su una mano. La donna ha insistito con la vitamina A per sette-otto mesi ed è riuscita a eliminarle tutte, salvo una particolarmente ostinata sotto un'unghia. - "Oppure un'altra vitamina". Una pasta fatta di compresse triturate di vitamina C e acqua è stata efficace per alcuni pazienti.
Applicate la pasta alla verruca e poi coprite con un cerotto perché l'impacco non si sposti. Jeffrey Bland, che ha passato molti anni a studiare la vitamina C all'istituto Linus Pauling di Menlo Park, in California, afferma che anche se in questo campo non esistono ricerche formali, c'è qualche indicazione che l'elevata acidità dell'acido ascorbico (cioè della vitamina C) uccida il virus che produce la verruca. Comunque ricordatevi che la vitamina C (almeno nella forma di acido ascorbico) può irritare la pelle, quindi stendete la pasta solo sulla verruca. - "Coprite la verruca". Ho avuto dei successi coprendo le verruche con un cerotto riferisce il dottor Goodman. Usate qualsiasi tipo di cerotto da pronto soccorso. Applicatelo senza stringere sulla verruca e lasciatelo lì 24 ore al giorno. Cambiate il cerotto solo quando ne volete uno pulito.Abbiate pazienza e insistete per almeno tre settimane. Se questo trattamento è fatto bene, funziona davvero, almeno per alcuni soggetti. - "Provate con l'olio di ricino". Per una variazione della tecnica del cerotto, segnala il dottor Goodman, applicate una goccia di olio di ricino alla verruca due volte al giorno, poi copritela con un cerotto come sopra. Anche la consulente di erboristeria Jane Bothwell di Arcata, in California, è convinta dell'utilità dell'olio di ricino e consiglia di mescolarlo con del bicarbonato fino a ottenere una pasta densa. Questa pasta va applicata due volte al giorno. Per non toglierla involontariamente, copritela con un cerotto, oppure mettete una calza o un guanto. - "Tenetela asciutta". Le verruche stanno benissimo nell'umidità, quindi tenere i piedi molto asciutti può aiutarvi a eliminare quelle plantari. Afferma il dottor Brenner: Se volete far qualcosa per le verruche plantari senza usare prodotti chimici, provate a cambiarvi le calze almeno tre volte al giorno. E applicate spesso un talco medicato, anche dieci volte se occorre. Ci sono anche altri agenti disidratanti che possono servire. Che ci crediate o no, ho usato una soluzione di amuchina su soggetti che non avevano risposto a nient'altro, e alcune volte ha funzionato. - "Scegliete un prodotto da banco". Probabilmente i prodotti antiverruche più popolari sono le preparazioni da banco a base di acido salicilico. Si pensa che l'acido salicilico agisca sulle verruche ammorbidendole ed aiutando a dissolverle. Questi prodotti sono in vendita sotto forma liquida, in gel, come tamponi e come unguento. I diabetici e chi ha problemi di circolazione non dovrebbero usarli. Ci sono tre regole per non sbagliare con un prodotto da banco a base di acido, segnala il podiatra Glenn Gastwirth, podiatra di Bethesda, nel Maryland, e direttore degli affari scientifici per l'associazione medica americana di podiatria. Primo, assicuratevi che si tratti veramente di una verruca (vedi box 'E' proprio una verruca?'). Secondo, seguite alla lettera le istruzioni sulla confezione. Terzo, se la verruca non risponde in un tempo ragionevole, diciamo una settimana o due, andate dal medico. Un prodotto semplice può funzionare se lo usate su una verruca piccola dichiara Christopher McEwen, primario del dipartimento di dermatologia alla Ochsner Clinic di Baton Rouge, nella Louisiana. Secondo il dottor Brenner, i prodotti liquidi e in gel, che tipicamente contengono solo il 17% di acido salicilico, in genere non sono forti a sufficienza per le verruche plantari, che sono coperte da una spessa callosità. - "Metteteci un cerotto".
Se devo prendere un prodotto da banco, dichiara il dottor McEwen scelgo un cerotto al 40% di acido salicilico. Funziona molto bene sulle verruche plantari e può andar bene anche per quelle delle mani, anche se è più difficile tenere il cerotto in posizione. Il problema principale con i cerotti, spiega la dottoressa Levine, assistente podiatra al Mount Sinai Hospital, è che spesso se ne usa un pezzo troppo grande e questo espone la pelle circostante a una seria irritazione. E poi si tende a mettere un nuovo cerotto tutti i giorni. Dopo di che intorno alla verruca si forma un'ulcera che è ancora peggio della verruca iniziale. La cosa migliore è un piccolo cerotto ogni quattro o cinque giorni. Perché la misura sia quella giusta, tagliate un modellino di cartone che abbia esattamente la forma e le dimensioni della vostra verruca. Poi usate il modello per tagliare in anticipo una serie di tamponi dal cerotto adesivo. Coprite il perimetro della verruca con un leggero strato di vaselina perché la medicazione non tocchi la pelle. - "Usate un unguento". Il passo successivo dell'arsenale dell'acido salicilico è la pomata al 60%. Per avere i migliori risultati, avverte la dottoressa Levine, tenete a bagno la parte in acqua tiepida per circa 10 minuti, in modo da consentire una migliore penetrazione. Asciugate bene, poi applicate sulla verruca un po' di pomata. Coprite con un cerotto. Se state trattando una verruca plantare, fatelo al momento di andare a letto, così non dovete camminare sulla verruca, togliendo via la crema. La mattina mettete di nuovo il piede a bagno e passate leggermente la verruca con la pomice, per togliere tutta la pelle ammorbidita. - "Un sollievo dilazionato nel tempo". Se siete pronti a vedere un medico, ma non siete ancora pronti a vedergli congelare o bruciar via la verruca, potete parlargli di un prodotto completamente nuovo progettato per l'autotrattamento. Il cerotto transdermico è molto efficace nel trattamento delle verruche dichiara il dottor McEwen, che l'ha usato con buoni risultati. Come altri cerotti transdermici viene applicato direttamente sulla pelle (in questo caso alla verruca) e rilascia una dose uniforme di medicazione per alcune ore. L'ingrediente attivo del cerotto è l'acido salicilico. La grande differenza, secondo Alvin Zelickson, docente di dermatologia all'Università del Minnesota, è che l'acido salicilico viene davvero trasferito nella verruca. Con i soliti cerotti, invece, ben poco acido arriva alla verruca. Questi cerotti sono facili da usare e non richiedono di bagnare la pelle in precedenza. Si mettono la sera e si tolgono la mattina. Sono in vendita in due misure (e dosaggi), quindi sono adatti sia per le verruche normali sia per le plantari. Il dottor Zelickson, che ha condotto test approfonditi sul cerotto transdermico su circa 40 pazienti, ha scoperto che il cerotto ha risolto le verruche nell'80% dei casi, di solito in 4-12 settimane.
AVVERTENZA MEDICA: "E' proprio una verruca?". Ricordatevi quello che dice Davy Crockett: Verificate di aver ragione, poi andate avanti. Questo consiglio si applica alle verruche come a qualsiasi altro problema della vita. La regola numero uno (e due, tre, e quattro) è: assicuratevi che sia una verruca e non un callo, una callosità o una lesione cancerosa. Secondo il dottor Alvin Zelickson di solito si pensa che è facile riconoscere una verruca, ma è straordinario quanta gente si ritrova a curare un tumore della pelle o qualche altra escrescenza come se fosse una verruca.
Così se avete il minimo dubbio su quello che state curando, andate dal vostro medico. In generale le verruche sono escrescenze pallide e color pelle con una superficie ruvida, bordi regolari e capillari anneriti in superficie. Le solite pieghe cutanee non incrociano la superficie della verruca. E contrariamente a quel che si pensa le verruche sono escrescenze sottili: non hanno 'radici' o collegamenti profondi che arrivano all'osso.
BOX: "Come evitare le verruche". Le verruche sono provocate da un virus. E' nell'aria, e voi lo prendete come qualsiasi altra infezione virale. Se siete suscettibili all'infezione e avete sulla pelle il taglio o il graffio giusto per far presa, vi prendete la verruca. Semplicissimo. Ma anche così, ci sono delle cose che potete fare per diminuire le vostre probabilità di prendervi una verruca. - "Tenete su le scarpe". Il virus delle verruche prospera nell'ambiente umido, ricorda la podiatra Suzanne M. Levine, quindi calzate sempre delle ciabattine di plastica quando siete in piscina, in palestra e in bagno, per evitare il contatto con l'umidità. Se non andate in giro a piedi nudi, evitate anche di farvi sui piedi i graffietti e le escoriazioni che fanno da porta d'entrata al virus. - "Cambiatevi spesso le scarpe". Visto che il virus delle verruche sta bene nell'umido, cambiatevi le scarpe con frequenza e lasciate asciugare bene le calzature prima di indossarle, consiglia la dottoressa Levine. - "Ripulite l'ambiente". In palestra o in piscina è forse il caso di pulire prima la doccia con un prodotto come il lisoformio osserva la dottoressa Levine. Anche la semplice candeggina uccide i virus e i batteri. - "Guardare e non toccare". Le verruche si attaccano in fretta rileva Il podiatra Marc A. Brenner. Se, per esempio, ne avete una sotto un piede, cercate di non toccarla con le mani. Se avete sul dito anche solo un taglietto, rischiate di prenderne una anche lì. - "Curate bene le cuticole". Se la verruca entra in un taglio o in un graffietto su una pellicina intorno all'unghia, può provocare un tipo di verruca particolarmente sgradevole. Si chiama verruca periungueale ed è molto difficile da curare, avverte la dottoressa Levine. Se vi fate un taglio in una cuticola, metteteci una crema antibiotica locale e copritelo con un cerotto finché non è guarito. - "State calmi". Mi sembra che le persone siano più esposte alle verruche quando sono tese e mangiano male dichiara la dottoressa Levine E in queste circostanze le verruche sono più contagiose. Quindi cercate di stare calmi.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE: "Alcuni semplici rimedi popolari". Detto tutto questo, voi continuate a non sapere che cosa cura una particolare verruca. Il rimedio che ha sistemato così bene un'escrescenza può lasciare un'altra del tutto indifferente. Quindi forse la vostra arma migliore nella guerra alle verruche è una mente aperta. E non è il caso di scartare troppo in fretta il potenziale risanatore delle cosiddette cure popolari: sono semplicemente trattamenti che non sono mai stati sottoposti a un dettagliato esame scientifico, ma hanno guarito un sacco di persone.
Eccovi qualche consiglio su cui giura la saggezza popolare. - Applicate direttamente sulla verruca vitamina E, essenza di chiodi di garofano, succo di aloe vera, succo di euforbia, succo lattiginoso dei semi di cardo o il succo lattiginoso dei fichi acerbi. - Prendete capsule o compresse di aglio.- Mettete delle fette di limone a bagno nel sidro con un po' di sale. Lasciatecele per due settimane, poi strofinate le fette sulla verruca. - Strofinate la verruca con un pezzo di gesso o con una patata cruda. - Applicate su una verruca plantare la parte interna di una buccia di banana e tenetela ferma con un cerotto.
BOX: "Giochi mentali: chi comanda qui?". - "Andate in trance". Vi sentite sempre più insonnoliti... presto sarete in trance profonda... presto le verruche spariranno. Lavaggio del cervello? No, ipnosi. Che può essere un'arma formidabile contro le verruche. Secondo Owen Surman, psichiatra del Massachusetts General Hospital di Boston, pare che l'ipnosi si sia dimostrata scientificamente efficace nel trattamento delle verruche. Perché? Si può solo supporlo. Oggi si è molto interessati alla psiconeuroimmunologia. E' affascinante pensare che i processi mentali possano influenzare il sistema immunitario. Nel corso di uno studio, il dottor Surman ha ipnotizzato diciassette persone, che avevano verruche su entrambi i lati del corpo, per una serie di cinque sedute, e ha detto loro che le verruche sarebbero scomparse da un solo lato. Altre sette persone non sono state ipnotizzate; a loro è stato detto di non usare nessun rimedio antiverruche. Tre mesi dopo più di metà delle persone ipnotizzate aveva perso almeno il 75% delle verruche. Le persone non ipnotizzate le avevano sempre. Anche se le verruche sono scomparse da entrambi i lati delle persone ipnotizzate, secondo noi, l'esperimento ha avuto successo, dichiara ll dottor Surman. - "Immaginatevi che le verruche se ne siano andate". Anche la sola forza della suggestione, senza ipnosi, può essere efficace nella lotta alle verruche. Forse le ricerche più approfondite sull'argomento vengono da Nicholas Spanos, docente di psicologia, e dai suoi colleghi alla Carleton University di Ottawa. Diciamo ai pazienti di immaginare che le verruche si stanno seccando, che sentono un pizzicore mentre le verruche si dissolvono e la pelle torna sana. All'inizio chiediamo di mantenere questa immagine mentale per due minuti, poi chiediamo di continuare a casa per cinque minuti al giorno. Che ci crediate o no, possiamo predire chi avrà dei risultati già alla prima lezione. Chi racconta di aver avuto immagini mentali molto vivide già il primo giorno ha più probabilità di perdere le sue verruche, rispetto a chi ha visto immagini relativamente deboli. - "La forza della convinzione". Anche altri medici hanno avuto molti successi informali grazie alla forza della suggestione. Dichiara il dottor Christopher McEwen: Ho curato un paio di bambini che non tolleravano il congelamento, che è la tecnica con cui di solito togliamo le verruche. Così ho dato loro una sostanza inoffensiva dicendo che era una medicina molto potente, che avrebbe sconfitto le verruche. E ha funzionato. La ferma fiducia in una cura può spiegare la continua popolarità di rimedi popolari antichi e superati come strofinare la verruca con una monetina e poi seppellire la monetina nella veranda.
135. VESCICHE. 19 + 1 trucchi per lenire il dolore. Le vesciche sono il modo che il vostro corpo usa per dirvi che ne ha abbastanza. Troppo attrito o troppa ambizione che sia, una vescica, come un crampo muscolare o un dolore al fianco, ha lo scopo di dirvi di rallentare e di prepararvi meglio all'attività fisica. In alcuni casi le vesciche vengono quando si mettono per la prima volta delle scarpe che calzano male o quando si passa troppo tempo con il rastrello in mano. Ma le vesciche possono anche essere considerate come un marchio d'iniziazione, il segno che qualcuno sta cercando di fare qualcosa di nuovo che, si spera, valga lo sforzo e la fatica in più. Le vesciche marcano il debutto di un nuovo podista, di un nuovo tennista, di un nuovo ciclista. I vari sport creano vesciche in varie parti del corpo, anche se la sede preferita rimangono sempre i piedi. I consigli che seguono si concentrano sulle vesciche ai piedi, ma molte di queste raccomandazioni vanno bene per curare le vesciche da attrito sulle mani o su qualunque parte del vostro corpo che avete deciso di mettere alla prova. COME SI CURANO. Ecco che cosa consigliano gli esperti per tenere sotto controllo il fastidio delle vesciche che avete già. - "Aprirle o non aprirle?". Quando la vescica si è formata, dovete decidere che cosa è meglio fare. Meglio proteggerla e non toccarla, oppure aprirla e svuotarla? Dipende da quanto è grossa la vescica afferma Suzanne Tanner, una dottoressa di Denver, specializzata in medicina sportiva. Probabilmente un purista vi direbbe di non aprirla, perché così non correte rischi di infezione. Ma per la maggior parte della gente questo non è molto pratico. I puristi esistono davvero, ma i nostri esperti dicono che è meglio svuotare le vesciche che sono grosse e fanno male e lasciare intatte quelle piccole che non danno fastidio. Quando avete una grossa vescica in una zona dove appoggiate il peso, dovete almeno svuotarla dichiara Clare Starrett, podiatra e docente all'istituto del piede e della caviglia al Pennsylvania College of Podiatric Medicine. Inoltre le vesciche che potrebbero rompersi da sole vanno svuotate, dicono i nostri esperti. In questo modo potete controllare quando e come le aprite, invece di affidarvi alla sorte. - "Fate una ciambella di feltro adesivo". Un modo per proteggere una vescica dolente senza romperla è tagliare un pezzo di feltro adesivo a forma di ciambella e posizionarlo sopra la lesione. Lasciate aperta la zona centrale dove c'è la vescica consiglia la dottoressa Tanner. Il feltro circostante assorbirà la maggior parte dell'attrito dell'attività quotidiana.
Finché la pelle è pulita e asciutta, il feltro aderisce da solo. - "Sterilizzate". Per chi vuole svuotare una vescica, la prima cosa da fare e pulire la vescica e la pelle che la circonda e poi sterilizzare lo 'strumento', che sia un ago o uno spillo o una lametta da rasoio (ne parleremo fra un momento). Io consiglio l'alcol per pulire sia la pelle sia lo strumento dichiara Nancy Lu Conrad, una podiatra di Circleville, nell'Ohio. Altri medici consigliano di sterilizzare con una fiamma invece che con l'alcol: basta scaldare l'ago o la lametta sulla fiamma di un fiammifero finché non si arrossa (però aspettate che si raffreddi prima di toccare la pelle). Sia l'uno sia l'altro sistema uccidono i germi e sono consigliabili tutti e due. - "Forate". Se una vescica mi fa male, sostiene Joseph Ellis, un podiatra di La Jolla, in California, che è consulente per l'Università della California, a San Diego non do retta ai puristi e la faccio scoppiare. Usate un ago sterilizzato e pungete la vescica su un lato, consiglia il dottor Ellis. Ricordatevi di fare il foro abbastanza grande perché il liquido possa scorrere fuori. - "Oppure tagliate". In studio usiamo un bisturi sterile per svuotare le vesciche dichiara la dottoressa Starrett. Ovviamente la dottoressa consiglia di usare una lametta sterilizzata per fare la stessa cosa a casa propria. Fate un'incisione dritta, dice l'esperta un taglietto che sia grande abbastanza perché il liquido riesca a uscire. - "Non togliete la vescica vuota". Secondo me la cosa più sbagliata da fare è togliere la copertura, lo strato cutaneo che copre la vescica, dopo averla svuotata: questo è proprio uno sbaglio avverte Richard Cowin, podiatra e direttore della clinica del piede Cowin di Libertyville, nell'Illinois. Lasciate sempre intatta la copertura, raccomandano i nostri esperti. Fate conto che sia il cerotto della natura. Se togliete lo strato di protezione, è facile che vi ritroviate con una zona rossa, dolorante e infiammata osserva il dottor Cowin. Se invece lo lasciate stare, si indurirà e alla fine cadrà da solo, riducendo il tempo di guarigione in modo rilevante. - "Triplo attacco al germi". Alcune recenti ricerche hanno dimostrato che gli antibiotici a tripla azione in associazione opportuna eliminano la contaminazione batterica delle vesciche dopo due soli trattamenti, mentre i prodotti classici come la tintura di iodio in realtà ritardano la guarigione. Gli antibiotici tripli sono il prodotto preferito dai nostri esperti, mentre iodio ed alcol sono così efficaci nell'uccidere i germi che quando si usano in forti concentrazioni uccidono anche le cellule che cercate di far guarire avverte la dottoressa Starrett. - "Per la fasciatura, state sul semplice". Dopo aver curato la vescica, dovete tenerla coperta e protetta finché non guarisce. Anche se i cerotti medicati e le fasciature speciali sono forse la prima cosa che vi aspettate di sentirvi consigliare da un podiatra, i nostri esperti consigliano una soluzione molto più semplice. La mia prima scelta è un semplice cerotto dichiara il dottor Cowin. Lo stesso vale per il dottor Ellis. C'è chi dice di metterci una protezione sterile, aggiunge il dottore ma i cerotti tipo Band-Aid sono sterili nella loro confezione, quindi in realtà quando ne mettete uno sulla vescica è come se ci metteste un pezzo di garza sterile che ha già l'adesivo al posto giusto. E' un'ottima protezione ed è molto conveniente.
Invece i tamponi di garza sono consigliabili per le vesciche troppo grandi per un cerotto. Teneteli fermi con nastro adesivo impermeabile. - "Usate i cerotti 'seconda pelle'". Se la vescica è curata e coperta e non ce la fate ad aspettare di essere guariti completamente prima di tornare a fare sport, è bene che impariate a conoscere i cerotti speciali 'seconda pelle', fatti di un materiale spugnoso che assorbe la pressione e riduce l'attrito sulle vesciche e sulla pelle circostante. Li trovate in farmacia. E' un ottimo prodotto nota la dottoressa Conrad e osserva che molti atleti (della domenica o professionisti) applicano della vaselina sulla vescica prima di coprirla con questi cerotti in modo da evitare che si appiccichino alla pelle. - "Fate prendere aria alla vescica". Molti medici suggeriscono di togliere il cerotto durante la notte e di lasciare che la vescica prenda un po' d'aria. Aria ed acqua sono ottimi per guarire, ricorda il dottor Cowin quindi lasciare a bagno la zona e tenerla all'aria aperta di notte sono di grande utilità. - "Cambiate i cerotti bagnati". Anche se alcuni medici dicono che potete tenere un cerotto per un giorno o due senza farvi problemi, altri sono d'accordo che se per una ragione o l'altra una copertura si bagna, dovete considerarla contaminata e cambiarla. Questo significa che forse avete bisogno di cambiare spesso cerotto se sudate molto o se fate attività che bagnano e inumidiscono la fasciatura. COME PREVENIRLE. La prevenzione è sempre la soluzione migliore, quindi ecco che cosa consigliano gli esperti per impedire alle vesciche di formarsi. - Provate un rialzo al tallone". Le vesciche che si formano sui talloni di solito sono provocate dalla parte posteriore della scarpa che tocca il retro del piede nel punto sbagliato, osserva il dottor Cowin Soluzione? Di solito basta mettere un rialzo nella parte posteriore della scarpa segnala il dottore. - "Tenete su le calze". Sembra che sia tornato di moda andare in giro senza calze dichiara il dottor Cowin. Chi lo fa, ha sempre vesciche sui talloni. Il dottore raccomanda che chi vuole mostrare le caviglie senza soffrirne le conseguenze, investa in calze da piede, che coprono solo l'area del piede. Oggi sono in vendita per donna e per uomo e sono molto meglio che andare in giro senza calze. - "Mettete il talco tutti i giorni". Il talco dovrebbe essere un buon amico per tutti afferma la dottoressa Conrad. Una buona spolverata tutti i giorni dovrebbe far parte della toilette quotidiana. - "Proteggete i piedi con un lubrificante". Se state progettando una lunga camminata, una corsa, una partita di tennis o qualche altra cosa, un modo per evitare di farvi venire le vesciche con le scarpe nuove è proteggere le zone più esposte alle vesciche con un po' di vaselina. Riduce l'attrito dice la dottoressa Conrad. - "Scarpe nuove, calze nuove". Se avete un paio di scarpe nuove che vi fanno venire le vesciche, la prima cosa da fare è cambiare le calze consiglia il dottor Ellis. Io raccomando calze di acrilico fatte a strati progettati per assorbire l'attrito al posto del piede (in vendita nei buoni negozi di sport). - "Mettete solette trattate". I nostri esperti concordano sul fatto che molti prodotti sono ottimi per prevenire le vesciche. Uno dei prodotti migliori sono le solette trattate chimicamente.
Queste solette imbottiscono un po' la pianta del piede e l'aiutano a scivolare meglio nella scarpa, invece di fare attrito e formare le vesciche. - "Indurite la pelle con il tannino". Alcuni studi hanno dimostrato che applicare acido tannico al 10% sulle zone vulnerabili della pelle due volte al giorno per due o tre settimane rende la pelle più resistente e meno esposta alle vesciche. Se siete un atleta impegnato o un maratoneta, potete usare una cosa del genere osserva la dottoressa Conrad. Invece gli atleti della domenica e i principianti è meglio che non ricorrano all'acido tannico a meno che non glielo prescriva un medico. - "Attenti alle calze a tubo". Le calze a tubo, quelle senza tallone che potete infilarvi senza pensare, sono molto usate dagli sportivi, ma i nostri esperti le sconsigliano. Per conto mio non credo nelle calze tubolari sostiene il dottor Cowin. Penso che non calzino bene. Per prevenire le vesciche, vi serve una calza normale e tessuta come si deve. AVVERTENZA MEDICA: "Occhio alle infezioni". In genere qualunque lesione dovrebbe migliorare ogni giorno dichiara la podiatra Clare Starrett. Questa regola vale anche per le vesciche, dice la dottoressa, notando che i segni classici dell'infezione sono arrossamento, gonfiore, calore ed aumento del dolore. Una lesione è sicuramente infetta quando il liquido che secerne non è trasparente come l'acqua, o quando ha qualche odore afferma la dottoressa. A questo punto bisogna andare dal medico. La podiatra Nancy Lu Conrad è d'accordo. E' facile esagerare con la chirurgia da stanza da bagno avverte. Andate dal medico al primo segno di infezione. BOX: "Le calze: cotone o acrilico?". Nel mondo delle calze infuria un dibattito che può avere importanti conseguenze per i milioni di americani che hanno vesciche ai piedi, dai maratoneti olimpici ai camminatori della domenica. La causa dell'attuale 'attrito' fra gli specialisti della cura del piede è uno studio che dimostra che in realtà le calze di acrilico prevengono le vesciche meglio delle calze di cotone o di lana. Per anni i materiali naturali (calze di cotone e scarpe di cuoio) sono stati la prima raccomandazione di molti podiatri. Le scoperte recenti sul fatto che l'acrilico, una fibra artificiale, possa offrire una maggiore protezione, sono uno schiaffo all'opinione corrente e vanno fermamente contro le convinzioni di molti allenatori, medici sportivi e atleti. Ma oggi le ricerche dimostrano che le calze di cotone fanno venire ai corridori il doppio di vesciche delle calze acriliche e che le vesciche che si formano con le calze di cotone in genere sono tre volte più grandi di quelle prodotte dalle loro controparti acriliche. Sono un veterano della corsa e curo vesciche tutti i giorni afferma Douglas Richie junior, podiatra sportivo e ricercatore di Seal Beach, in California. Questi risultati non mi sorprendono affatto. So che le fibre del cotone con l'uso diventano abrasive e quando si bagnano, perdono la forma. La forma della calza è importantissima quando è dentro la scarpa. Molti pensano che l'acrilico sia una fibra simile al nylon spiega il dottor Richie. Invece il filato acrilico dà la stessa sensazione del cotone e mantiene la sua struttura morbida ed elastica anche quando è bagnato. Secondo il dottor Richie le proprietà antivescica delle calze acriliche valgono anche per tutti gli altri sport, jogging, corsa, tennis, eccetera. Può valere la pena di provare.
136. VOMITO. 11 rimedi per sentirsi meglio. Il vomito è la conclusione logica della nausea. La signora Pancia sta urlando più forte che può per attirare l'attenzione. L'obiettivo della signora Pancia è liberarsi di quello che la fa star male. Il vostro obiettivo è aiutare la signora Pancia a calmarsi e prevenire la disidratazione. Ecco che cosa consigliano gli esperti. - "Dimenticate gi antiacidi". E' troppo tardi. Queste familiari medicine non sono studiate per interrompere il vomito, avverte Samuel Klein, assistente di gastroenteroiogia e nutrizione umana all'Università del Texas, a Galveston. Prendete questi prodotti solo se il vomito è dovuto a un eccesso di acidità gastrica, per esempio, se avete un'ulcera allo stomaco o se qualcosa che avete mangiato vi ha irritato spiega il dottore. In questo caso vi possono essere utili perché neutralizzano l'eccesso di acido e calmano l'irritazione. Altrimenti, lasciate perdere. - "Sostituite i liquidi che perdete". L'obiettivo importante per chi vomita molto è non disidratarsi e non perdere peso dichiara il ricercatore Kenneth Koch, gastroenterologo all'Hershey Medical Center della Pennsylvania State University. Vomitando si perdono molti liquidi, quindi la cosa migliore che potete fare è bere a sufficienza per sostituire i fluidi perduti. Questi liquidi devono essere leggeri, consiglia il dottor Klein: acqua, tè leggero, succhi. Anche il latte o le minestre dense possono essere troppo impegnativi. - "Sostituite gli elementi nutritivi importanti". Il vomito fa perdere anche minerali. Il dottor Klein raccomanda di bere bibite reidratanti a base di elettroliti per sostituirli, minestre leggere o succhi di frutta come mela e mirtillo. L'acqua è meglio di niente, ma è consigliabile aggiungere due prese di sale e di zucchero in ogni bicchiere. - "Bevete a piccoli sorsi". Bere i liquidi a piccoli sorsi permette al vostro stomaco irritato di calmarsi, dichiara il dottore. Niente bevute a garganella. Non bevete più di 30-60 centilitri per volta, avverte il dottor Koch. - "Stabilite i vostri tempi". Meno liquido bevete volta per volta, più spesso dovrete bere. Quanto spesso, dipende dalle reazioni del vostro stomaco. Se vedete che riuscite a trattenere quanto avete già bevuto, aumentate la dose. - "Controllate il colore dell'urina".
Se la vostra urina è molto scura, vuol dire che non bevete abbastanza. Più è pallida, meglio riuscite a prevenire la disidratazione. - "Un po' di calore". I nostri esperti avvertono di non bere bevande fredde, che possono disturbare uno stomaco sensibile. Meglio le bevande a temperatura ambiente o calde, consiglia il dottor Koch. - "Niente bollicine". Bollicine: proprio quello che non vi serve quando vomitate. Lasciate svaporare le vostre bibite gassate preferite prima di cominciare a bere. - "Cominciate con i carboidrati". Presto o tardi il vomito finisce. Gli esperti dicono che il modo migliore per ricominciare a mangiare è prendere un dessert a base di gelatina o un budino. Anche altri cibi leggeri come i cracker, le fette biscottate sono dei validi spuntini post-vomito. Riso bollito e semolino completano il menù. - "Proteine leggere". Quando vi sentite un po' meglio, potete passare alle proteine leggere, come petto di pollo o pesce suggerisce il dottor Koch. Spaghetti o riso conditi con olio e parmigiano e pollo vanno benissimo, dice il dottore. Ricordatevi di togliere tutto il grasso che potete. - "I grassi per ultimi". I grassi stanno nello stomaco troppo a lungo e possono contribuire al senso di pienezza, di oppressione, afferma il dottor Koch. Quindi evitate le carni e i formaggi grassi.
AVVERTENZA MEDICA: "Non aspettate troppo". Il vomito può essere il sintomo di qualcosa di grave. Se è profuso, persistente o con tracce di sangue, andate dal medico segnala Stephen Bezruchka, medico del pronto soccorso del Providence Medical Center di Seattle (Washington). Andate dal medico anche quando sono 24 ore che non riuscite a tenere giù niente e sembra che niente vi sia d'aiuto aggiunge il dottor Kenneth Koch. Se avete molta sete e non urinate molto, e in particolare se vi gira la testa quando state in piedi, tutti segni di disidratazione, andate dal dottore consiglia il dottor Koch. Se sapete che è influenza o avete appena mangiato qualcosa di un po' strano, potete provare ad aspettare un po' di più.
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