Buzan Usiamo La Testa

September 20, 2017 | Author: Valentina Conte | Category: Memory, Mind, Knowledge, Thought, Reading (Process)
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Tony Buzan,, psicologo inglese creatore delle Mappe Mentali®, presidente della Brain Foundation e fondatore del Brain Trust Charity, è un’autorità mondiale nel campo delle attività cerebrali e delle capacità di apprendimento e di sviluppo dell’intelligenza. Consulente di governi e multinazionali,, è autore di libri tradotti in oltre 30 lingue.

Usiamo la testa Tony Buzan Frassinelli, 2005 ISBN 88-7684-848-7 pagine 180 Use Your Head, 1974 - 2000

Questo libro è pensato per aiutarci nella crescita individuale, insegnandoci a pensare e a imparare. Conoscendo meglio il cervello e il suo funzionamento, siamo in grado di potenziare le nostre facoltà. Con l'aiuto di esempi pratici, di test ed esercizi, Buzan Buzan illustra una serie di tecniche utili per sviluppare la memoria, raddoppiare la velocità di lettura migliorando la comprensione, risolvere i problemi in modo creativo, improvvisare un discorso in pubblico, studiare più velocemente, prendere appunti utilizzando uti le mappe mentali. Usiamo la testa è una lettura indispensabile per tutte le persone interessate a sfruttare meglio il loro cervello, imparando a imparare.

Una maggiore consapevolezza delle nostre capacità ci permetterà di sviluppare un modo di pensare autonomo. L'uomo conosce l’esatta tta posizione del proprio cervello da soli 500 anni e i maggiori progressi delle conoscenze in questo campo di studi,

grazie a chimici, biologi, fisici, psicologi, matematici, si sono avuti negli ultimi decenni. Attualmente si ha la consapevolezza che il cervello sia infinitamente più complesso di quanto si pensasse,, e che chiunque possieda un cervello cosiddetto normale sia dotato di capacità e potenziale enormemente superiori rispetto a quanto si credesse.

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Il cervello è diviso viso in due emisferi, il destro e il sinistro, collegati da una straordinariamente complessa rete di fibre nervose, il corpus callosum. I due emisferi presiedono ad attività mentali fondamentalmente diverse. Nella maggior parte delle persone, l'emisfero sinistro ha a che fare con la logica, l'analisi, i numeri e non solo, e mentre l'emisfero sinistro è impegnato in quest’attività, quello destro si trova nell'onda alfa, in stato di riposo, pronto a intervenire. L’emisfero destro del cervello, infatti, si occupa, tra l’altro, dell'immaginazione, dell'immaginazione del ritmo, della dimensione, della consapevolezza spaziale, della Gestalt,, la forma d’insieme. Le ricerche hanno anche dimostrato che, quando un soggetto è incoraggiato a sviluppare un'area della mente in precedenza preceden ritenuta debole, tale attività e tale sviluppo non sottraggono energia alle altre aree ma migliorano il rendimento totale del cervello. Ogni emisfero dispone quindi di un numero di capacità, solitamente attribuite all'altro emisfero, molto più alto di quanto si credesse in passato ed è in grado di compiere una gamma di attività molto più vasta e complessa.

ma è un paragone del tutto inadeguato. Un'analogia più corretta è sicuramente quella dell’ologramma perché noi possiamo prendere un’immagine registrata dal nostro cervello e ricrearla: modificarla, ingrandirla, guardarla da diversi punti di vista, allontanarla, ruotarla, eliminarla, eccetera. Ma per er sfruttare al massimo le nostre straordinarie capacità dobbiamo imparare come opera il nostro cervello. Nei sistemi educativi di tutto il mondo ci si occupa, però, troppo poco del come s’impara e del come funziona il nostro straordinario bio-computer. computer. Non si studia come funziona la memoria, come funziona l'occhio, come sia possibile applicare tecniche di studio, di concentrazione,, di memorizzazione, non si studia come funzionano i meccanismi del pensiero e della creatività. Non conosciamo gli strumenti in grado di migliorare l’efficienza della nostra mente.

L’universo mentale Il numero di atomi presenti nell'universo conosciuto è, ovviamente, enorme: 10 seguito da 100 zeri. Il numero di possibili scambi tra neuroni del nostro cervello è, calcolato in difetto, enormemente più grande: 1 seguito da 800 zeri. Nel nostro cervello, ogni minuto, avviene un numero di reazioni chimiche, base delle attività fondamentali, compreso tra 100.000 e 1 milione.

Leggere con più efficienza e velocità Leggere è la totale interrelazione di un individuo con le informazioni simboliche. Dell'apprendimento rappresenta, rappresenta di solito, l'aspetto visivo, e comprende sette tappe: 1. riconoscimento:: la conoscenza dei simboli, momento che precorre la lettura; 2. assimilazione:: la luce è riflessa dalla parola, recepita dall'occhio e trasmessa al cervello dal nervo ottico; 3. integrazione interna: interna è la comprensione essenziale, il collegamento di tutti gli elementi dell'informazione; 4. integrazione esterna: esterna è l'analisi critica, itica, la valutazione, la selezione e il rifiuto; si collegano le informazioni lette con quelle possedute; 5. ritenzione:: è l'immagazzinamento delle informazioni; 6. ricordo:: è la capacità di richiamare ciò che occorre quando occorre; 7. comunicazione:: è l'uso delle dell informazioni e comprende il pensiero.

Modelli di percezione L’insieme occhio umano - cervello umano è a volte paragonato a una macchina fotografica,

Problemi di lettura I problemi di lettura nascono dal metodo normalmente usato per insegnarci a leggere.

Le scoperte riguardanti l'emisfero destro e sinistro del cervello, e il coinvolgimento di entrambi nell’applicazione dei metodi di memorizzazione, di comunicazione e di mappatura mentale avanzata, sono alla base di questo lavoro.

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Sii tratta del metodo fonetico o alfabetico che insegna al bambino prima l'alfabeto, poi i diversi suoni che corrispondono alle lettere dell'alfabeto, poi l'unione dei suoni in sillabe e infine l'unione delle sillabe in parole. Un altro metodo comune d’insegnamento alla lettura è quello chiamato guarda e ripeti, ripeti basato sull'uso di cartoncini che raffigurano immagini. Il difetto di questi metodi, tuttavia, è che sono inadeguati all'insegnamento della lettura nel senso più completo del termine. Ricordandoci la definizione di lettura, è chiaro che questi metodi rispondono solo alla necessità del riconoscimento, con qualche tentativo di assimilazione e d’integrazione interna. Non considerano affatto i problemi, problemi per esempio, della velocità di lettura, della ritenzione, del ricordo, della concentrazione, della valutazione, dell'interesse o della noia. E questo spiega i problemi che si presentano anche in età adulta. La lettura veloce La maggioranza delle persone legge scorrendo il testo per righe uniformi da sinistra a destra e spostandosi rapidamente dalla fine di una linea all'inizio della successiva. Così facendo si può solo leggere lentamente. La velocità media di lettura è di 240 WPM, words per minute,, parole il minuto. Per avere un termine di confronto diciamo che se l'occhio si muovesse alla velocità di una riga al secondo le parole lette sarebbero 600/700 il minuto. L'occhio vede distintamente un oggetto solo quando riesce a tenerlo fermo: se gli oggetti si muovono, l'occhio li segue per poterli vedere. Quando gli occhi devono assorbire le parole, ferme, sii soffermeranno su ogni parola prima di proseguire. Il movimento non avverrà quindi seguendo righe regolari, ma con una serie di pause e di salti. La velocità di lettura sarà così molto bassa: circa 100 parole il minuto. Il problema può essere risolto in vari modi, ma il principale è velocizzare: si può evitare e di tornare sulle parole, si può limitare l'intervallo di tempo necessario a fissare ogni parola

perché l'occhio è in grado di registrare fino a cinque parole in 1/100 di secondo e il processo per fissare le parole può essere esteso in modo da comprendere ndere da tre a cinque parole alla volta. Il lettore lento deve compiere un lavoro mentale maggiore rispetto al lettore più veloce e regolare, perché deve aggiungere il significato di ogni parola a quello delle parole precedenti e seguenti. Il lettore più efficiente, che assimila gruppi di parole densi di significato, procede invece per addizioni. Un primo vantaggio per il lettore veloce è quello di far svolgere ai suoi occhi un lavoro fisico minore su ogni pagina: la lettura diventa così meno faticosa dal punto di vista muscolare. Un secondo vantaggio è che il ritmo e la scorrevolezza consentono di assimilare più comodamente il significato del testo. Altre tecniche avanzate per leggere sempre più velocemente, mantenendo ovviamente la comprensione del testo, to, sono le tecniche di ausilio visivo, la messa a fuoco allargata e la percezione ad alta velocità. velocità Accompagnare la lettura con una matita, una penna, un righello o il semplice dito, significa utilizzare un ausilio visivo. visivo Inizialmente potrà rallentare la lettura, anche se tutti immaginiamo di leggere più velocemente di quanto in realtà non facciamo, ma poi la velocità di lettura aumenterà. La messa a fuoco allargata consiste, invece, nel mettere a fuoco più di una riga per p volta e conviene utilizzarla assieme a un ausilio visivo. La percezione ad alta velocità consiste, infine, nello sfogliare un libro scorrendone scorrendo le pagine e cercando di cogliere in ogni pagina più parole possibili: è utile nelle tecniche di ricapitolazione one in sintesi e abitua la mente a una lettura più rapida ed efficiente. Un buon metodo di allenamento alla lettura veloce è, infine, l'utilizzo di un metronomo per scandire il miglioramento dei nostri tempi. La memoria Si dà per scontato che gran parte dell'apprendimento tradizionale non produca mai il 100% della comprensione o del ricordo.

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Memoria e comprensione, con il trascorrere del tempo, non operano nello stesso modo: tutte le parole sono state comprese, ma solo alcune ricordate. Le differenze tra il funzionamento della memoria e quello della comprensione servono a spiegare perché così tante persone non ricordino molto di quanto ascoltato trascorse solo alcune ore dall’apprendimento e dalla comprensione. La ragione è che il ricordo o tende a deteriorarsi con il passare del tempo, e ancora di più se alla mente, durante l’apprendimento, l’apprendimento non sono concessi brevi intervalli di riposo. In circostanze normali e con una comprensione relativamente costante, tendiamo a ricordare: − di più all'inizio nizio e alla fine del periodo di apprendimento; − più voci associate per ripetizione, senso, rima, eccetera; − più nozioni straordinarie o uniche; − un numero minore ore di nozioni relative alla fase centrale dell'apprendimento. Se si vuole mantenere la memorizzazione azione a un buon livello, bisogna individuare il punto in cui la memoria e la comprensione operano con maggiore armonia. In situazioni normali, tale momento si verifica nel corso di un periodo compreso tra i 20 e i 50 minuti. Un periodo più breve non concede cede alla mente il tempo di comprendere il ritmo e l'organizzazione della materia, mentre un periodo più lungo provoca una diminuzione continua della quantità di nozioni ricordate. Brevi intervalli opportunamente scaglionati durante l'apprendimento, scaricano scar la tensione muscolare e mentale e mantengono alta la curva del ricordo. Dopo l'apprendimento, immediatamente dopo, le ultime informazioni ricevute sono assimilate dall ricordo, ma già dopo solo ventiquattro ore circa l'80% delle informazioni più dettagliate si perde. Questa drastica caduta può essere prevenuta con adeguate tecniche di mappatura mentale e di ripasso.

Tecniche e teoria del d ripasso Chi non ripassa spreca ca lo sforzo speso nell'apprendimento. Se il ripasso è organizzato correttamente, si mantiene alto il livello del ricordo raggiunto subito dopo l'apprendimento. Bisogna perciò mettere in atto un preciso programma di ripassi, ciascuno dei quali deve essere praticato prima che ricordo cominci a scomparire. Il primo ripasso dovrebbe avvenire 10 minuti dopo il termine di un periodo di apprendimento (e se questo è stato sta di un’ora durare cinque minuti): il ricordo resterà vivo per circa un giorno. Il secondo ripasso dopo un giorno e durare dai due ai quattro minuti: il ricordo si manterrà per circa una settimana. Il terzo ripasso dopo opo una settimana per raggiungere un mese: dopo questo periodo il ricordo sarà immagazzinato nella memoria a lungo termine. Quando si affronta una nuova situazione di apprendimento, la memorizzazione delle conoscenze acquisite in precedenza sarà molto bassa, e i collegamenti, che dovrebbero essere automatici, sono cancellati. La comprensione della nuova materia non è per questo completa quanto potrebbe, e l'efficienza e la velocità di apprendimento sono a loro volta inferiori. Ma non bisogna mai pensare di non riuscire ad apprendere. La mancanza canza di ripasso è dannosa anche per la memoria in generale. Ogni nuova informazione trascurata che non sia trattenuta a livello conscio, non è disponibile per formare collegamenti con i nuovi ricordi. E dato che la memoria è un processo basato sui collegamenti egamenti e le associazioni, meno nozioni esistono nel magazzino dei ricordi, ricordi meno possibilità ci sono di registrare e collegare nuove nozioni. Quando si studia, la crescente massa di conoscenze a disposizione consente di elaborare più facilmente quelle nuove, nu perché ogni informazione è assorbita nel contesto d’insieme. Questo processo accresce la fiducia in se stessi, il proprio successo nel lavoro e la qualità della vita.

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Sistemi di memorizzazione mnemonica I metodi che consentono alla mente di ricordare più facilmente e rapidamente, permettendole poi di conservare il ricordo più lungo, sfruttano una naturale capacità del cervello. Tali metodi sono strettamente connessi ai meccanismi essenziali del cervello e si basano sulla capacità associativa e di collegamento della memoria. Se si collega, per esempio, una parola a un'immagine o parola-chiave, chiave, le immagini collegate dovranno avere caratteristiche come: − sinestesia/sensualità (la sinestesia è la fusione dei sensi, i cinque tradizionali più la kinestesia, la consapevolezza della posizione corporea e del movimento nello spazio); − movimento (in ogni immagine mnemonica il movimento accresce accres i possibili collegamenti che il cervello può stabilire per richiamare i ricordi); − associazioni; − sessualità; − umorismo; − immaginazione; − numero; − simbolismo; − colore; − ordine e sequenza; − immagini positive; − esagerazioni. È importante, quando si formano le immagini, avere una raffigurazione mentale molto chiara davanti all'occhio interiore. Il sistema dei numeri-rima, rima, per esempio, facilita il ricordo. La memoria è quindi soprattutto un processo associativo e di collegamento, e molto dipende di dall’elaborazione corretta di parole e concetti chiave. Le parole chiave Una parola o espressione chiave per ricordare, ricordare raccoglie una vasta gamma d’immagini speciali e, quando è innescata/richiamata, ne emette/rilascia alcune. Una parola-creativa è particolarmente evocativa e produttiva d’immagini, ma è molto più generica della diretta parola--chiave per ricordare. Oltre a comprendere la differenza

tra parole per creare e parole per ricordare bisogna anche capire la natura delle parole stesse e il modo odo con cui il cervello le usa. Ogni parola è pluriordinata, pluriordinata il che significa semplicemente che a ogni parola si agganciano moltissime altre parole. Oltre alla natura pluriordinata delle parole, ogni cervello è diverso dagli altri. Ogni individuo vive un'esistenza n'esistenza diversa da ogni altro individuo. Inoltre, le associazioni che ciascuno stabilirà con ogni parola saranno diverse da quelle stabilite dagli altri. Oltre a vedere in modo unico le immagini personali, ogni cervello è anche creativo e organizzativo del senso di quell’immagine e della parola collegata. L’insieme dei ricordi di una persona, possiede la stessa natura dei concetti chiave: non è un processo letterale, parola per parola, ma sintetizza l'argomento in parole-chiave parole che delineano i personaggi principali, i contesti, gli eventi, aggiungendovi poi dei dettagli descrittivi. Nel modo tradizionale di prendere appunti il 90% delle parole non è così necessario e si perde tempo a registrare e rileggere parole che non servono per la memorizzazione. memorizz La memoria lavora per associazioni e ogni elemento in più, inutile, rappresenta solo un disturbo. Le mappe mentali Si è a lungo pensato che la mente dell'uomo operi secondo un criterio lineare. Nella lingua parlata siamo costretti, dalla natura del tempo e dello spazio, a pronunciare e ad ascoltare solo una parola alla volta. La comunicazione orale è giudicata un processo lineare tra due persone. La lingua scritta è ancora più lineare: la stampa pa è organizzata secondo una serie di linee o righe. Questa linearità influenza le normali procedure di scrittura e di appunti, tuttavia il cervello è pluridimensionale e capace di creare modelli. Le parole possono anche passare da una persona all'altra in modo lineare, ma il cervello che le riceve non le gestisce attraverso

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semplici elenchi e linee. Durante l’ascolto, il cervello mette in relazione tra loro intere reti di parole e idee, riflettendo e preparando la possibile risposta. La mente è perfettamente amente in grado di assumere informazioni non lineari:: nella vita di tutti i giorni lo fa continuamente guardando semplici forme non lineari di stampa come fotografie, illustrazioni, diagrammi, eccetera. Ma se vogliamo che il cervello si relazioni con l'informazione formazione con maggiore efficienza, l'informazione deve essere strutturata in modo da inserirsi nel cervello il più facilmente possibile. Quindi: se il cervello opera primariamente con concetti chiave, interconnessi e integrati, gli appunti e i rapporti verbali erbali devono essere strutturati in questo modo. Invece di partire dall'inizio e organizzare il materiale per frasi o elementi (come negli elenchi), bisogna partire dal centro, centro e collocarvi l'idea principale, procedendo poi per ramificazioni, in base alle idee individuali e alla forma generale del tema centrale. Una mappa mentale presenta molti vantaggi rispetto alla forma lineare: − il centro e l'idea principale sono meglio definiti, l'importanza di ogni idea è chiara perché le più importanti sono vicine al centro e le meno importanti in periferia; − i collegamenti fra concetti chiave sono immediatamente riconoscibili; − il ricordo e il ripasso sono più efficaci e rapidi; − la natura della struttura permette di aggiungere sempre nuove informazioni; − ogni mappa è diversa da qualunque altra; − la forma aperta della mappa permette al cervello di stabilire più prontamente nuovi collegamenti. Nel fare una mappa mentale, conviene onviene quindi iniziare sempre dal centro con un'immagine, usare più immagini possibili, scrivere in stampatello i concetti e collegarli uno all'altro con delle linee, usare colori, lasciare la mente più libera possibile.

Rispetto agli elenchi, che funzionano funzion in modo contrario al funzionamento del cervello, in una mappa mentale ogni idea è una possibilità aperta e la mappa cresce organicamente senza mai irrigidirsi. Mappe mentali: usi e applicazioni Il cervello gestisce quindi meglio le informazioni se queste sono progettate per essere memorizzate: una tecnica di appunti e di organizzazione del pensiero pensata per soddisfare i bisogni di tutto il cervello non deve includere solo parole, numeri, sequenze, seque linearità, ma anche colori, dimensioni, ritmi visivi, consapevolezza dello spazio, immagini creative, eccetera. Le mappe mentali sono intimamente connesse alla funzione della mente e possono essere usate in quasi tutte le attività che coinvolgono il pensiero, il ricordo, la pianificazione, la creatività. È possibile prepararle e utilizzarle per delle conferenze o per delle riunioni, per dei discorsi o per degli articoli: articoli per qualsiasi cosa. MMOST MMOST è la a Tecnica Organica di Studio dalla Mappa Mentale. Nell'istruzione tradizionale, l'informazione è fornita o insegnata in base alle diverse aree di conoscenza che circondano l'individuo. La direzione dello scambio va dall’argomento d all'individuo, al quale l’informazione è semplicemente proposta, con la pretesa che la assorba, la impari e la ricordi il più possibile. Questo è un approccio del tutto sbilanciato sia allo studio sia al modo con co cui la persona si relaziona con le informazioni e la conoscenza che la circonda. Nelle nuove forme d’istruzione, la tendenza precedente è da invertire. Invece di insegnare subito all'individuo fatti che riguardano altre cose, bisogna insegnargli prima quelli che riguardano lui stesso: come può imparare, pensare, ricordare, intuire, creare, risolvere problemi, eccetera. Le cose non devono essere insegnate o introdotte a forza.

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Ognuno è in grado di affrontare gli argomenti in proprio, cercando aiuto o assistenza solo quando ne avverte la necessità. Solo concentrandosi oncentrandosi sull'individuo e sulle sue capacità, diventerà rà possibile considerare l'apprendimento nella giusta prospettiva. La tecnica organica di studio è divisa in due sezioni principali: la preparazione e le applicazioni. La preparazione comprende la scorsa, il tempo e la quantità, la mappa mentale della conoscenza, le domande e gli obiettivi. L'applicazione comprende la rassegna generale, l’anteprima, l’approfondimento, la revisione. La scorsa è un'occhiata in generale a tutto il libro per coglierne il senso generale. Occorre poi decidere la quantità di tempo necessaria allo studio in modo da avere un riferimento cronologico (oltre a un punto di arrivo e un obiettivo), evitando il timore latente dell'ignoto. Una volta decisa la quantità di materiale da studiare, segnaree rapidamente tutto ciò che si sa sull'argomento migliora la concentrazione: è una prima mappa mentale. mentale Una continua pratica di schematizzazione delle informazioni ni permette di essere sempre coscienti di quanto si sa.

Fare domande e definire obiettivi permette poi di chiarire quanto si sta facendo e di focalizzare il suo scopo. Più precise sono le domande più precisi precis saranno gli scopi. La rassegna generale è scorrere scor il libro per trovare tutto ciò che non è compreso nel normale materiale stampato, cioè gli ausili visivi: tavole, indici, illustrazioni, grafici, date, eccetera. L’anteprima copre invece tutto ciò che la rassegna generale non ha coperto: il contenuto linguistico del testo, diviso in paragrafi. Sia nella rassegna generale, sia nell’anteprima, occorre selezionare ed eliminare. L’approfondimento pprofondimento permette di riempire le zone poco conosciute. conosciute La revisione è il controllo finale. Grazie alla bellezza e alla complessità del cervello, ai suoi enormi poteri intellettuali ed emotivi, alla capacità di assorbire informazioni e di gestirne la memorizzazione, alle nuove tecniche per permettere al cervello di esprimersi e organizzarsi in questioni qu molto più adatte al modo in cui siamo fatti, la lettura, lo studio, l'apprendimento e la vita in generale dovrebbero diventare ciò che possono essere: processi piacevoli e scorrevoli, che non provocano sofferenza o frustrazione ma piacere e soddisfazione. soddisf Tony Buzan

Effective Book Briefs è un periodico online che permette, in modo rapido e quando si vuole, di aggiornare le proprie conoscenze, ottimizzare il proprio tempo e aumentare la propria produttività. Efficacia e concisione che derivano dallo stesso significato del verbo to brief, riassumere, dare brevi istruzioni, e, per estensione, del suo sostantivo briefing che, nell’organizzazione aziendale, descrive sia il complesso di informazioni mazioni e istruzioni con cui si affida un compito a un collaboratore, in modo da facilitargli e permettergli il raggiungimento dell’obiettivo, sia la riunione in cui vengono impartite tali istruzioni. Effective Book Briefs seleziona accuratamente, tra le migliaia di libri pubblicati ogni anno, 72 testi italiani e internazionali, preparando per ognuno un Book Brief: una presentazione dei contenuti del libro, un sunto dei suoi concetti e delle sue idee, idee uno strumento efficace e rapido di conoscenza e crescita professionale e personale. Ottimizzate il tempo. Risparmiate centinaia di ore di lettura. Aumentate la produttività. Memorizzate nuove idee chiave. Applicate subito. Investite oculatamente. I benefici di Effective Book Briefs, con efficacia e concisione, concisione, sono questi.

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