Bruno Opere Mnemotecniche
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Giordano Bruno Opere...
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GIORDANO BRUNO
OPERE MNEMOTECNICHE tomo ii Edizione diretta da Michele Ciliberto A cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese, Nicoletta Tirinnanzi
ADELPHI EDIZIONI
Questa pubblicazione è promossa dal Comitato Nazionale per le celebrazioni di Giordano Bruno nel quarto centenario della morte, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.
© 2009 adelphi edizioni s.p.a. milano www.adelphi.it
isbn
978-88-459-2368-5
AVVERTENZA
Questo secondo tomo delle Opere mnemotecniche comprende Ars reminiscendi, Explicatio triginta sigillorum, Sigillus sigillorum, De imaginum compositione. Il volume è stato curato da Rita Sturlese, Marco Matteoli e Nicoletta Tirinnanzi, seguendo i criteri stabiliti per le Opere magiche e per il primo tomo delle Opere mnemotecniche : testo latino, apparato critico, apparato delle fonti e dei loci paralleli, traduzione italiana, commento. Sulla base di un disegno comune e di una costante collaborazione, il lavoro è stato così suddiviso: Rita Sturlese ha curato l’edizione dei testi latini, apparato critico e apparato delle fonti e dei loci paralleli, e ha tradotto il II e il III libro del De imaginum compositione. Marco Matteoli ha tradotto e commentato l’Explicatio triginta sigillorum, e ha commentato la seconda sezione del I libro, il II e il III libro del De imaginum compositione e la Lettera al vicecancelliere dell’Accademia di Oxford di cui viene qui pubblicata la classica traduzione di Ludovico Limentani. Nicoletta Tirinnanzi ha tradotto e commentato il Sigillus sigillorum, e ha tradotto il I libro del De imaginum compositione commentandone la prima sezione. A differenza del primo, in questo volume non compare l’indice dei nomi: la presenza di un’opera piena di elenchi e di personi$cazioni quale il De imaginum compositione avrebbe infatti generato un indice poco funzionale, con una sostanziale duplicazione del testo. Per questo, sia pur con molto
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avvertenza
rincrescimento, abbiamo rinunciato a mettere a disposizione del lettore uno strumento che, in genere, è prezioso. Ringrazio vivamente Michela Acquati, che ha curato con la consueta competenza e disponibilità la preparazione redazionale del volume. Ringrazio anche il gruppo di brunisti che si raccoglie nell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, e in modo particolare Elisabetta Scapparone per il contributo alla pubblicazione di questo volume. Desidero in$ne ringraziare il personale e i bibliotecari dell’Istituto per la quotidiana collaborazione. Il volume, come quelli che l’hanno preceduto, è dedicato a Eugenio Garin. Firenze, Palazzo Strozzi, febbraio 2009 Michele Ciliberto
PHI LOT HEI
IORDANI B R V N I
N O L A N I
EXPLICATIO TRIginta sigillorum
AD OMNIVM SCIENTIARV M E T A RT I V M I N V E N TIONEM DISPOSITION E M E T M E M O R I A M. Quibus adiectus est sigillus sigillorum, ad omnes animi operationes comparandas, et earundem rationes habendas maxime conducens. Et non temere ars artium nuncupatur, hìc enim facilè invenies quidquid per logicam, metaphysicam, cabalam, naturalem magiam, artes magnas atque breues theoricè inquiritur.
FILOTEO
GIORDANO B R U N O
D A N O L A
ESPOSIZIONE
DEI
TREN-
ta sigilli
P E R L’ I N V E N Z I O N E , LA DISPOSIZIONE E LA MEMORIA DI OGNI SCIENZA E DISCIPLINA. Ai quali è aggiunto il Sigillo dei sigilli, che porta con successo ad organizzare tutte le operazioni dell’animo e a trattenerne i signi$cati. E non a torto si de$nisce arte delle arti: qui infatti troverai con facilità quanto viene cercato per via teorica attraverso la logica, la meta$sica, la cabala, la magia naturale, arti magne e brevi.
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Sigillo Sigillorum
Procede, magne liber, quem non magnum Reddit conferta densitas voluminum. Nusquam contemnens pauperum tuguria Divertito ad superbas fores principum. Tu non minister cruentorum numinum Cunctis sedati fructus gerens animi, Nulli abigendus, acceptandus omnibus Praeterquam diris geniis mysantropon, Incaede tutus et in oras Hespheri Oppositique in partes perge Bosphori Extremosque axis mundi inversi cardines. Of$ciosum cunctis, nulli noxium, Cum sensus lassus abiget ensiferos, Non te repellet mundus sero sapiens. /
1, 3 voluminum L* N] volumnum α 7 sedati L* N] sedtati α 9 diris N, corr. ex diis ignota manus in L*] diis Lo1 Pa5 Pa7 10 Incaede lege Incede 1, 15 mundus ... sapiens] vide etiam infra, 140, 20-21; Spaccio, III, p. 598.
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Al sigillo dei sigilli
Procedi, grande libro, sebbene non grande Ti renda la $tta densità delle tue pagine. Non disdegnando mai le dimore degli umili Volgiti verso le superbe porte dei prìncipi. Tu, ministro di non cruenti numi, Offri a tutti il frutto di un animo sereno, Da nessuno respinto, a tutti accetto, Ad esclusione delle funeste stirpi dei misantropi, Avanza sicuro e spingiti $no ai lidi dell’Espero, Fino alle regioni dell’opposto Bosforo, E agli estremi cardini dell’altro emisfero. Utile a tutti, nocivo a nessuno, Quando stanco abbandonerà i bellicosi pensieri, Non ti respingerà più il mondo, troppo tardi sapiente.
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Philotheus Iordanus Brunus Nolanus Illustrissimo Domino Michaeli a Castello Novo, Domino Mavvisserio, equiti aurato, inter nobiles domesticos regis uni, quinquaginta equitum gravis armaturae capitaneo, privati consilii consiliario, gubernatori urbis et arcis Sancti Desiderii, legato christianissimi regis apud serenissimam Angliae reginam
Musarum partus iste non ignobilis, in tua celeberrima aula editus, tibi illustrissime domine sacratur, ut qui mihi debent, Musis debere; qui Musis debent, et tibi earundem perpetuo fautori et protectori devinctos esse cognoscant. Ipsae etenim quibus omne solum patria, ne alicubi haberentur peregrinae seque extraneas esse comperirent, per Italum alumnum in seposita Britannia Gallicum, ipsumque regium, hospitium repperere. Vale, illumque satis tibi alligatum scias, cui Angliam in Italiam, Londinum in Nolam totoque orbe seiunctam domum in domesticos lares convertisti. /
2, 11 quibus ... patria] cfr. Causa, I, p. 188: « al vero $losofo ogni terreno è patria » .
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Filoteo Giordano Bruno Nolano All’illustrissimo signor Michel de Castelnau, Signore di Mauvissière, aurato cavaliere, nobile tra quelli più vicini al re, capitano di cinquecento corazzieri, consigliere del consiglio privato, governatore della città e della rocca di Saint-Dizier, ambasciatore del re cristianissimo presso la serenissima regina d’Inghilterra
Ti è consacrato, illustrissimo signore, questo non ignobile parto delle Muse, nato nelle stanze del tuo nobile palazzo, af$nché chi si sente in debito verso di me, sappia che lo è nei confronti delle Muse e chi si sente debitore verso le Muse, sappia che in realtà è debitore per sempre a te, loro protettore e fautore. Esse infatti, per le quali ogni terra è patria, af$nché in nessun luogo fossero considerate pellegrine e si sentissero straniere, venendosi a trovare tra gli Inglesi nella persona di un umile scolaro italiano, hanno ricevuto ospitalità presso i Francesi ed il loro re. Ti auguro ogni bene dunque, perché tu sappia quanto ti è grato colui a cui hai trasformato l’Inghilterra in un’Italia, Londra in Nola, e una dimora così sperduta nel mondo nella casa paterna.
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[3] Ad excellentissimum Oxoniensis achademiae procancellarium, clarissimos doctores atque celeberrimos magistros
Philotheus Iordanus Brunus Nolanus magis elaboratae theologiae doctor, purioris et innocuae sapientiae professor, in praecipuis Europae achademiis notus, probatus et honori$ce exceptus philosophus, nullibi praeterquam apud barbaros et ignobiles peregrinus, dormitantium animorum excubitor, praesumtuosae et recalcitrantis ignorantiae domitor, qui in actibus universis generalem philantropiam protestatur, qui non magis Italum quam Britannum, marem quam feminam, mitratum quam coronatum, togatum quam armatum, cucullatum hominem quam sine cuculla virum, sed illum cuius pacatior, civilior, $delior et utilior est conversatio diligit, qui non ad perunctum caput, signatum frontem, ablutas manus et circumcisum penem, sed – ubi veri hominis faciem licet intueri – ad animum ingeniique culturam maxime respicit, quem stultitiae propagatores et hypocritumculi detestantur, quem probi et stu/diosi diligunt et cui nobiliora plaudunt ingenia, excellentissimo clarissimoque Oxoniensis achademiae procancellario, una cum praecipuis eiusdem universitatis, salutem plurimam dicit. 3, 3 elaboratae N, corr. ex laboratae ignota manus in L*] laboratae Pa2 Pa5 Pa7 3, 8 excubitor] cfr. Camoer. Acrot., p. 58. 8-9 praesumtuosae ... ignorantiae] vide etiam infra, 126, 8-9 et 153, 8-9; Cena, IV, p. 96 et adn. 37; Or. val., p. 8.
[3] All’eccellentissimo vicecancelliere dell’Accademia di Oxford, ai suoi chiarissimi professori ed insigni maestri (Nella traduzione di Ludovico Limentani)
Filoteo Giordano Bruno da Nola, dottore in una teologia meglio elaborata e professore di una sapienza innocua e più pura, $losofo conosciuto, approvato e onorevolmente accolto nelle principali università d’Europa, in nessuna parte straniero fuorché presso gente barbara e ignobile, quegli che ridesta gli animi sonnecchianti, che doma la ignoranza presuntuosa e ricalcitrante, che in tutte quante le sue azioni attesta l’amore per gli uomini in generale, che non fa differenza tra Italiano e Inglese, maschio e femmina, mitrato e incoronato, uomo di toga e uomo d’arme, uomo cocollato (hominem) e uomo non cocollato (virum), bensì più ama colui che nelle relazioni sociali si manifesta più paci$co, civile, fedele e utile, che non guarda a testa unta, a fronte segnata, a mani lavate e membro circonciso, e invece guarda (là dove può scorgersi il volto del vero uomo) all’anima e alla cura dell’intelletto, detestato dai propagatori di stoltezza e dagl’ipocritelli, caro ai galantuomini e agli studiosi, e fatto segno al plauso di più nobili ingegni, porge moltissimi saluti all’eccellentissimo e chiarissimo vicecancelliere dell’Accademia di Oxford e, insieme con lui, ai più cospicui della medesima Università.
9-10 philantropiam] cfr. Art. adv. math., praef., p. 4, 13-20. 16 veri hominis] cfr. De immenso, I, 2, p. 207; Libri Phys. Arist., praef., pp. 261-62.
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[4] Extant, prestantissimi domini, qui cum satis perspectum habeant, quod et nos non negamus, sapientiam huius mundi stultitiam esse apud Deum, speculativas omnes disciplinas abhorrentes, nihil student. Cum satis receptum sit apud eosdem opera iustitiae nostrae esse veluti menstruata et per illa neminem coram Deo iusti$cari, nihil boni faciunt. Interea tamen ne improbi et ignorantes habeantur, repente sine studio docti ef$ciuntur, iuxta illud: « Abscondisti haec a sapientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis » . Item sine propriis bonis actibus probi redduntur, iuxta illud: « Tu es iustitia mea, o Domine » . Facinorosissimi quoque in sanctos, mundos atque puros transformantur, iuxta illud: « Candidi facti sunt in sanguine agni » . Stulti tandem, ignobilissimi et infames nullum sibi praeferunt nobilitatis genus, iuxa illud: « Vos estis genus Dei electum et regale sacerdotium » . [5] Tales sane parvulos, iustos, puros, candidos, electos, reges, sacerdotes et semideos, qui nostram simplicitatem ad animi centrum usque confodere valerent, magis ipsa morte formido; ideo ne eiuscemodi genus aliquo in me aequo et iure congrediatur, illud coram excellentia vestra protestor, quod dum adinventionum nostrarum fructus adferentes, utillimas omnibus animi functionibus praeceptiones adducimus – ubi pro earundem ratione atque praxi comparanda ad Pythagorae, Parmenidis, Anaxa/gorae meliorumque philosophorum sententias probandas vel ad proprias novasque positiones adducendas dilabi videbimur –, si haec comuni probataeque $dei obstare videantur, ea ipsa a nobis non tanquam absolute vera, sed ut sensui nostraeque rationi magis consona vel saltem minus altera contradictionis parte absona, prolata intelligant. Illudque in memoriam revocent, nos 4, 7 Interea emend. N] Interae L
15 iuxta emend. N] iuxa L
4, 2-3 sapientiam ... Deum] 1 Cor., 3, 19; cfr. etiam Cabala, decl., p. 690 et adn. 81-82. 5 opera ... menstruata] cfr. Is., 64, 6. 6 per ... iusti$cari] cfr. Rom., 3, 28; Spaccio, I, p. 517. 8-10 Abscondisti ... parvulis] Mat., 11, 25. 11 Tu ... Domine] cfr. Ier., 23, 6 et 33, 16. 13 Candidi ... agni] cfr. Apoc., 7, 14.
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[4] Ragguardevoli signori, ci son di quelli, i quali, essendosi suf$cientemente resi conto che, come neanche da noi si nega, la sapienza di questo mondo è pazzia appo Dio, avendo in avversione tutte le discipline speculative, non studiano affatto. Essendo essi piuttosto portati ad ammettere che le opere della nostra giustizia son come lorde di mestruo, e che niuno è giusti$cato al cospetto di Dio, niente fanno di buono. Intanto, tuttavia, per non essere ritenuti malvagi e ignoranti, tutt’a un tratto, senza studiare, diventano dotti, secondo il detto: «Tu hai nascoste queste cose a’ savi, ed intendenti, e le hai rivelate a’ piccioli fanciulli». E del pari son fatti probi senza uopo di proprie buone azioni, secondo il detto: «Tu sei la giustizia mia, o Signore». Persino i più facinorosi si trasformano in santi, mondi e puri, secondo il detto: «Candidi son diventati nel sangue dell’agnello». In$ne gente stolta, ignobilissima e infame non si riconosce seconda ad alcun nobile lignaggio, secondo il detto: «Voi siete la generazione eletta di Dio, e il real sacerdozio». [5] Certamente cotali fanciulletti, giusti, puri, candidi, eletti, re, sacerdoti e semidei, che sarebbero capaci di trapassare la nostra semplicità, sino al centro dell’animo, io li pavento più che la morte stessa: onde, per evitare che cosifatta genia si unisca contro di me, con qualche fondamento di equità e di diritto, faccio, in presenza della vostra eccellenza, una dichiarazione solenne: vale a dire, mentre noi, recando i frutti dei nostri trovati, presentiamo precetti sommamente utili per tutte le funzioni dell’animo – quando accadrà che, per determinare la ragion teorica e l’applicazione pratica, sembriamo portati ad approvare le dottrine di Pitagora, Parmenide, Anassagora e di migliori $loso$, oppure a metter avanti idee nostre nuove e personali – qualora queste enunciazioni paiano in contrasto con la fede comune e ortodossa, si deve intendere che tali espressioni sono da noi profferite non come assolutamente vere, ma come meglio conformi alla nostra ragione e senso o come, per lo meno, non tanto assurde quanto l’altro termine della contraddizione. E una cosa richiamino alla memoria: che 15-16 Vos ... sacerdotium] 1 Petr., 2, 9. 5, 9-10 ad ... probandas] cfr. infra, 23, 6-7; 70, 14-18; 137, 13-16; 160, 6-11; 161, 9-12. 12-15 ea ... intelligant] cfr. Spaccio, epist. espl., p. 463.
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haud tantum de propria scientia praesumere, quantum commotos esse ab amore manifestandae imbecillitatis vulgatae philosophiae absolute credita tamquam demonstrative probata obtrudentis; et per discussiones nostras – si illud a diis dabitur – appareat, quantum regulato sensui respondeant veritatique substantiae rerum consonent, quae a plebeiorum philosophorum garriente multitudine tamquam a sensu aliena sunt improbata. [6] Interim nolim ut quemadmodum tempore diluvii asinorum stercora malis aureis dixerunt: « Nos quoque poma natamus » , ita nunc cuilibet stulto et asino liceat in nostras positiones – hic vel alibi, hoc vel alio modo prolatas – obrudere. Sed si qui eius sunt tituli, dignitatis vel suf$cientiae, ut nostro congressu aliqua ratione non habeantur indigni et quibus sine conditionis nostrae dedecore respondere possimus, hominem promptissimum et paratissimum, per quem pondus virium suarum valeant experiri, comperient. Valete. /
20 regulato sensui] Cena, V, p. 109; Causa, proem. epist., p. 165; In$nito, proem. epist., p. 302; III, p. 400; V, pp. 424 et 438; Camoer. Acrot., apol. decl., pp. 61-62 et 69; Art. adv. math., XXIII, pp. 73-74. 6, 2-3 Nos ... natamus] cfr. Taylor, The Proverb, p. 209; Helfer, Crater dictorum, p. 108; Thes. Prov. Medii Aevi, I, p. 164.
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cioè noi non tanto presumiamo del nostro sapere, quanto piuttosto siamo mossi da amor di manifestare la infondatezza della volgar $loso$a, la quale pretende d’imporre, come verità provate per via di dimostrazione, princìpi creduti immediatamente: e che si faccia manifesto, attraverso le discussioni nostre (se tanto sarà concesso dagli Dei) quanto sieno rispondenti al regolato senso, e in armonia con la verità della sostanza delle cose, quelle dottrine, che dalla garrula moltitudine dei $loso$ plebei son rigettate come ripugnanti al senso. [6] Non vorrei intanto che, a quel modo che, in tempo d’inondazione, gli stronzoli degli asini dissero agli aurati frutti: siamo anche noi pomi che galleggiano, così a qualsiasi stolto e asino sia ora lecito di farsi contro, ragliando, alle nostre tesi presentate qui o altrove, in questa o in altra maniera; bensì, se ci sono taluni di tal titolo, degnità o capacità, da esser in qualche modo ritenuti non indegni di venir alle prese con noi, e ai quali noi possiamo replicare senza disdoro del nostro stato, troveranno dispostissimo e prontissimo, un uomo, con il quale potranno saggiare la misura delle proprie forze. State bene.
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Habes, illustrissime et excellentissime Domine, sigillorum 30 congeriem, quibus ad trutinam redactis inquisitio, inventio et retentio affabre succedere valeant. [8]
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PHILOTHEI IORDANI BRUNI NOLANI TRIGINTA SIGILLI
De campo, qui primus est sygillus
Campus est primus sigillus. Hic ex illis speciebus confletur oportet, qua[t]rum simulachra in phantasicae facultatis amplissimo sinu ideo continentur, ut iacta intentionum et phanta[s]siabilium universorum semina in exoptatam messem promoveant. Hunc etiam, quo nobis maxime subsit of$ciosus, in eas distributum esse voluimus partes, quae sensibiles, mediocris dimensionis, non excellentis nec diminutae perspicuitatis, diversae, differentes, ordinatae, congruentibus sepositae seiunctaeque intervallis, ad humanorum brachiorum elevatorum altitudinem et extenctorum 8, 4 quarum emend. N ] quatrum L phantasticae emend. N] phantasicae L 6 phantasiabilium emend. N ] phantassiabilium L 9-10 diminutae emend. N] diminutoe L 8, 5-7 ut ... promoveant] vide etiam infra, 66, 12-16. 8 of$ciosus] De umbris, 31, 2-6; 234, 20-21. 8-15 sensibiles ... existant] cfr. Pseudo-Cicerone, Ad Herenn., III, 17-19; De umbris, 106-108 et adn. ad loc.
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I TRENTA SIGILLI DI FILOTEO GIORDANO BRUNO NOLANO
Ricevi, o illustrissimo ed eccellentissimo signore, l’insieme di questi trenta sigilli, grazie ai quali, preparati con scrupolosità, l’analisi, l’invenzione e la conservazione potranno realizzarsi ingegnosamente. [8]
Primo sigillo, il campo
Il campo è il primo sigillo. Questo è bene che sia formato da quelle rappresentazioni interiori, le cui immagini sono appunto contenute nell’amplissimo seno della facoltà fantastica proprio con lo scopo di far giungere al desiderato raccolto i semi di tutti i signi$cati e di tutte le immagini fantastiche. Questo lo vogliamo inoltre – perché sia per noi massimamente ef$cace – suddiviso in parti che siano visibili, di medie dimensioni, né troppo né poco perspicue, diverse e differenziate, messe in ordine, separate e scandite da intervalli appropriati, di larghezza ed altezza suf$ciente ad ospitare un uomo con le braccia aperte ed alzate, fornite di ele-
11-13 ad ... amplitudinem] cfr. Pietro da Ravenna, Art. mem., 1, f. b iiir; Romberch, Cong. art. mem., II, 5, f. 28r-v; De umbris, 107, 2-4 et adn. ad loc.
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amplitudinem, adiectivatae animataeve, exquisitarum / formarum numero adcommodatae, iterum iterumque lustratae existant. Non vulgari tibi presto erit emolumento, si affabre ipsum divisionum portionibus distributum concipias. Sic Thalmutista, Solymam in quattuor latera orientis, aquilonis, austri et occidentis divisam, primo eiusdem laterum singula – ad duodenarium multiplicanda numerum – in tres patriarcharum nominibus insignitas portas subdividit moxque in atria duodecim – quorum singula domorum duodenarium complectuntur, quarum singulae quattuor constant ordinibus, quorum quique duodecim ad summum referunt cubilia, quae tandem vel quattuor angulos vel etiam in quattuor mediantibus lateribus intersituata recipiant – certo ingressum facit ordine. [9]
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opere mnemotecniche
De caelo, qui secundus est sigillus
Quo caeli imaginum series insculpatur et ordo, sphaera primum in quattuor circumferentiales angulos rectos duobus se circulis magnis intersecantibus divisa, totidem distinctas aequales offeret portiones, quarum quaeque perquisiti, inventi atque retinendi locum situmque ponit ob oculos. Quod si quadrantum singulos in geminas libeat subsecare partes, omni procul dubio divisionis multiplicato opere $et ut minus in proposito principaliore gravere. Ipsa quidem, tribus magnis circulis se ad angulos rectos intersecantibus delineata occurrens, octo circumferentialium triangulorum spacia suppeditabit aequalia, in quibus tu postea quid ad cuiusque basim, quid ad conum, quid ad laterum quaeque positum sit, per dextri, sinistri, superni infernique differentias contemplabere. / 24 adsummum L 13 adiectivatae] cfr. De umbris, 109, 4 et adn. ad loc.; infra, 65. 17-18 Thalmutista] cfr. Ezech., 48, 31; Apoc., 21, 12-14. 9, 3-9 sphaera ... partes] cfr., e. g., Vitali, Lexicon, p. 151. 8-10 Quod ... gravere] cfr. De imag. comp., infra, 238, 8-11.
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menti aggiuntivi e mobili, proporzionali al numero di immagini dall’aspetto sorprendente e, in$ne, visitate e passate in rassegna molte volte. Ti sarà poi di immediato e non comune vantaggio se, con ingegno, saprai concepirlo suddiviso in parti e sottoparti. Così il Talmudista – divisa Gerusalemme nei quattro lati di oriente, settentrione, meridione, occidente – innanzitutto, per moltiplicarvi il numero dodici, distribuisce in ciascuno di essi tre porte, distinte secondo il nome dei dodici patriarchi, e poi subito, con un ben preciso ordine, entra in dodici quartieri, ciascuno dei quali contiene dodici abitazioni, ognuna formata da quattro piani e tutti suddivisi in dodici stanze, a loro volta ripartite in quattro secondo gli angoli o la metà delle pareti. [9]
Secondo sigillo, il cielo
Per scolpire nella memoria la serie e l’ordine delle costellazioni del cielo, in primo luogo sia divisa la sfera, con due cerchi massimi tra loro ortogonali, in quattro quadranti; così ripartita offrirà porzioni di uguale ampiezza, ciascuna delle quali porrà di fronte agli occhi il luogo e la posizione di quanto viene cercato, esaminato o deve essere memorizzato. Se si vuole poi dividere ulteriormente ciascun quadrante in due parti uguali, senza dubbio con il suddividerli più volte si avrà meno dif$coltà anche con un argomento molto vasto. Avendo dunque tracciate tre massime circonferenze intersecate ortogonalmente tra loro, si avranno a disposizione otto settori di circonferenza di pari ampiezza e di forma triangolare, in cui tutto ciò che sarà stato collocato alla base di ciascuno, al vertice o ai lati, lo potrai visualizzare distinguendolo rispetto alla destra, alla sinistra, all’alto e al basso.
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De cathena, ubi tertius est sigillus
Ordinate quaerenti per patrem ordinem proles inventio inventique retentio suppeditatur. Ne qua vero partes dissolutione desiliant et quo ex unius adeptione alterius proxime consequentis adeptio prodeat, ita in sese complectentes ciclos commigrabunt, ut antecedentis in cauda caput explicetur consequentis. Sit id, ut $eri potest, in elementorum consequentia manifestum: AB. BC. CD. DE. EF. FG. GH. HI. IK. KL. [11]
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opere mnemotecniche
De arbore, ubi quartus est sigillus
Si ea ratione simplices conceptus aggregaris, ut in ramos, ramusculos, frondes, flores fructusque repullulent, nihil prorsus interesse videtur, si uti cathenam sive uti arboris stipitem conceperis. Eius progressum et usum coordinata, ut vides, insinuent elementa: L l K l l k I k l l k i H i k l l k i h G h i k l l k i h g F g h i k l l k i h g f E f g h i k l l k i h g f e D e f g h i k l l k i h g f e d C d e f g h i k l _________________________________ B A/
10, 4-8 Ne ... consequentis] cfr. De imag. comp., infra, 225, 5-9.
explicatio triginta sigillorum [10]
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Terzo sigillo, la catena
Chi ricerca ordine per mezzo del padre ottiene ordinatamente i $gli invenzione e conservazione di quanto è stato trovato. Af$nché le parti non vengano meno per mancanza di collegamento, e dal possesso di una possa sorgere l’acquisizione di quella che segue immediatamente, esse saranno trasposte negli anelli di una catena saldati tra loro in modo che nella $ne di quello che precede si veda l’inizio del seguente. Sia ciò manifesto, per quanto è possibile, in questa sequenza di lettere: AB. BC. CD. DE. EF. FG. GH. HI. IK. KL. [11]
Quarto sigillo, l’albero
Se riunirai i concetti semplici per mezzo di quel criterio che li faccia germogliare come rami, rametti, fronde, $ori e frutti, non farà alcuna differenza se li penserai come una catena, ovvero come il tronco dell’albero. Le lettere disposte nel modo che puoi vedere te ne suggeriscano la progressione e l’uso. L l K l l k I k l l k i H i k l l k i h G h i k l l k i h g F g h i k l l k i h g f E f g h i k l l k i h g f e D e f g h i k l l k i h g f e d C d e f g h i k l _________________________________ B A
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opere mnemotecniche
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De sylva, ubi quintus est sigillus
Coeunt plurimae arbores in sylvam, porro haec connexionem quidem partium retinet; homogeneam vero univocamque illarum seriem, ni transplantatae in proprios specierum distinctarum ordines digerantur, non admittit: ac. cf. fg. gm. mk. kb. bd. dh. hf. fl. li. Deinde in alia plaga aliter: bf. fk. km. Et deinceps similiter in diversis aliisque plagis diversimode et aliter – cathena in arborem et arbor in silvam commigrantibus – ordinabuntur. [13]
De schala seu gradibus, ubi sextus est sygillus
Schala haud alio quam presenti elementarii gradatione hactenus inspecta sit: 5
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AB. bc. cd. AC. cd. de. AD. de. ef. AE. ef. fg. AF. fg. gh. AG. gh. hi. AH. hi. ik. AI. ik. kl. AK. kl. AL. / [14]
de. ef. fg. gh. hi. ik. kl.
ef. fg. gh. hi. ik. kl.
fg. gh. hi. ik. kl.
gh. hi. ik. kl. hi. ik. kl. ik. kl. kl.
De inserente, ubi septimus est sigillus
Ut modo in hunc, modo in illum intendentes ordinem, hic arbori per cathenam vel cathenae per arborem, per campum perque haec caeteraque caeteris omniaque omnibus adcurramus, rationabilis multiplexque causa nimirum 12, 9 arbore emend. N] arbor L 7 gh. emend. N] gk. L
13, 4 inspecta sit emend. N] inspectassit L
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Quinto sigillo, la selva
Moltissimi alberi si radunano in una selva e questa a sua volta trattiene la connessione delle parti; in verità non è ammessa una serie omogenea e univoca di alberi, se non dopo essere stati trapiantati e disposti secondo gli ordini di specie distinte: ac. cf. fg. gm. mk. kb. bd. dh. hf. fl. li. E poi diversamente in un’altra area: bf. fk. km. E analogamente saranno ordinati in modi sempre diversi in altre e differenti zone (passando essi dalla catena all’albero e dall’albero alla selva). [13]
Sesto sigillo, la scala ovvero i gradi
Al momento, la scala non può che essere vista nella seguente progressione di lettere: AB. bc. cd. AC. cd. de. AD. de. ef. AE. ef. fg. AF. fg. gh. AG. gh. hi. AH. hi. ik. AI. ik. kl. AK. kl. AL. [14]
de. ef. fg. gh. hi. ik. kl.
ef. fg. gh. hi. ik. kl.
fg. gh. hi. ik. kl.
gh. hi. ik. kl. hi. ik. kl. ik. kl. kl.
Settimo sigillo, l’innestatore
Rivolgendoci ora all’ordine di questo, ora di quest’altro sigillo, un principio razionale e molteplice fa sì che con certezza giungiamo all’albero per mezzo della catena, alla catena attraverso l’albero o il campo e mediante questi e altri agli altri e a tutti per mezzo di tutti. Mentre dunque
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ef$ciet. Innumerabilibus siquidem modis dum haec illis aliaque aliis succedunt inque certam disponuntur speciem atque continuantur, per plures universosve sigillos tua te solertia poteris ad concupita captanda promovere. [15]
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De agricola, ubi octavus est sigillus
Certus agricola si campum cuius est dominus non destituat, vix unquam tua te fallet expectatio. Animam ratiocinantis perpetuo unitam proprio subiecto, pro diversarum formarum adventantium occasione diversimode se gerentem, adque specierum quarumcumque productionem convertibilem, longeque vivacius quam alibi institutum adiectivum subiectum rerum nobis subministrantem occursum, agricolam appello. [16]
N84
opere mnemotecniche
De tabula, ubi nonus est sigillus
Per ordinatum elementorum combinatorium tabula per$ci etiam aliis consueverat, dum ab abstracto ad accusatorem, ad adversarium, ad aëreum, ad afflictum, ad / agglomerantem, ad aheneum, ad Ayrolanum, ad altum, ad Amblartum, ad antropophagum caeterosque per $lum sibi succedentes, suis casibus atque gestis signi$catores, $eret accessio. Hic abstractus virentem complexus arborem, adversarius dolore affectus, agglomerator congregans, diversa mihi per ordinem insinuarunt accidentia.
15, 8 alibi] cfr. De umbris, 109, 4; Ars rem., supra, 20; vide etiam infra, 65. 16, 4 aliis] cfr. Romberch, Cong. art. mem., II, 8, ff. 36r-38r; Dolce, Dialogo, pp. 70-71 et 76-78.
explicatio triginta sigillorum
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con innumerevoli modi questi si susseguono a quelli e ad altri ancora, essi vengono disposti con continuità e in un certo modo, così che attraverso tutti i sigilli potrai, grazie alla tua capacità, giungere alla conquista di quanto desideri. [15]
Ottavo sigillo, il coltivatore
Se un determinato coltivatore non abbandonerà il campo di cui è padrone, quasi mai le tue aspettative saranno deluse. Chiamo con il nome di coltivatore quell’anima raziocinante perpetuamente unita al proprio sostrato e che, comportandosi in modo diverso a seconda delle diverse immagini che sopraggiungono, è adattabile alla produzione di qualsiasi raf$gurazione e si offre come gestore dei ricordi molto più ef$cace del sostrato attributivo da noi in altro luogo introdotto. [16]
Nono sigillo, la tavola
Anche altri erano soliti formare la tavola per mezzo di un’ordinata serie di sillabe, e ciò avveniva passando da un personaggio abbattitore ad uno accusatore, da questo ad uno addentato, e poi ad un aeromantico, un afflitto, un aggregatore, uno che dice ahimè, uno di Airole, uno alto, uno di Ambler, uno antropofago, e ad altri ancora che si susseguivano in $la e che raf$guravano i vari signi$cati con i loro gesti e le loro caratteristiche. Qui l’abbattitore abbracciando un albero verdeggiante, l’addentato facendo una smor$a di dolore, l’aggregatore radunando cose, mi suggerivano, in ordine, i diversi elementi aggiunti ad essi.
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15
opere mnemotecniche AF | BG | CH | DI | EK |
[17]
5
N85
5
eb. ec. ed. ee. ef.
ib. ic. id. ie. if.
ob. oc. od. oe. of.
ub. uc. ud. ue. uf.
ba. ca. da. ea. fa.
be. ce. de. ee. fe.
bi. ci. di. ei. $.
bo. co. do. eo. fo.
bu. cu. du. eu. fu.
De compaginatore, ubi X sigillus
Compaginator est qui distinctos campos atriave, ceu folia quaedam segregata seorsumque posita, arti$cioso quodam nexu consuit, quod tunc sane praestat, cum agricolam vel aliud adiectivum aliamve utcumque formam, quae subiecti communis unius erat extremum, alterius ubicumque positi – pro voto – principii indicem ef$ciat. [18]
5
ab. ac. ad. ae. af.
De vexillo, ubi XI sigillus
Ideo vexillum dicimus, quia pro exigentia vocis aut rei ad idem referendum multos paucosve, plures paucioresve valebis intelligere atque destinare. Hinc non unus tibi inserviat Plato, Aristoteles et Diogenes, neque unus adsit Pyrrhonianus, Cynicus et Epicureus, sed af$nes, similes proportionalesque multi. / [19]
De Zeuxi seu pictore, ubi XII sigillus
Suis cum insigniis atque circumstantiis astrictas imagines in subiecti partibus plurimis, in quibus quippiam inscribere possit ratiocinantis animus, apposui. Sic mihi Teucri Babilonici imagines centum trium millium propositorum suppeditant lectionem.
16, 12 eb. emend. N] cb. L 15 ee. (in tertia columna) emend. N] ke. L 4 referendum emend. N] referemdum L 18, 5-8 Hinc ... multi] cfr. De umbris, 173.
18,
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explicatio triginta sigillorum AF | BG | CH | DI | EK | [17]
ab. ac. ad. ae. af.
eb. ec. ed. ee. ef.
ib. ic. id. ie. if.
ob. oc. od. oe. of.
ub. uc. ud. ue. uf.
ba. ca. da. ea. fa.
be. ce. de. ee. fe.
bi. ci. di. ei. $.
bo. co. do. eo. fo.
bu. cu. du. eu. fu.
Decimo sigillo, l’impaginatore
L’impaginatore è colui che cuce insieme, per mezzo di una certa arti$ciosa connessione, campi e atrii tra loro separati, ovvero fogli sciolti e separati l’uno dall’altro. Ciò accade quando un coltivatore – oppure qualsiasi altro attributo del luogo o una qualche immagine – che si trova alla $ne di un sostrato comune viene usato come segno della posizione iniziale (in qualsiasi punto desideriamo sia tale) di un altro. [18]
Undicesimo sigillo, il vessillo
Lo chiamiamo vessillo perché, secondo l’esigenza della parola o della cosa, potrai comprendere e destinare molti o pochi, più o meno, personaggi a rappresentare una medesima cosa. In questo modo non farai uso di un solo Platone, Aristotele e Diogene, né uno solo sarà presente come discepolo di Pirrone, dei Cinici o di Epicuro, ma molti af$ni, simili e proporzionati ad essi. [19]
Dodicesimo sigillo, Zeusi ovvero il pittore
Ho collocato, nelle numerose parti di un sostrato, delle immagini strettamente vincolate a proprie e speci$che caratteristiche ed elementi circostanziali, nelle quali l’animo della persona dotata di ragione potrà scrivere qualunque cosa. In questo modo, ad esempio, le immagini di Teucro Babilonese riescono a fornirmi una raccolta di centotremila tra concetti, termini ed argomenti. 19, 5-6 Teucri ... imagines] cfr. Agrippa, De occ. phil., II, 37, p. 354, 7-10.
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De Dedalo, ubi XIIII sigillus
Quod Phydias in verbis prestitit, in intentionibus perque intentiones notatis rebus Dedalus exerceat. Organa igitur utensiliaque plurima institui, quibus, in quibus, per / quae, ad quae et circa quae, vel per cathenam vel per arborem vel per campum vel per aliud quippiam ordinibus occurrentia certis, de instrumentorum centenario operum eliciat centenarium et de eorum numero caeterorum quorumlibet numerum consequenter. [22]
5
De Phydia seu sculptore, ubi XIII sigillus
In proprias sedes subiectum commune atque totale distinxi, quae quidem easdem in sua domo perpetuo immorantes imagines quasdam retineant, quo diversorum peregrinantium attactu diversimode sonent. Ibi forma subiecto adveniens, penes locales situalesque differentias nec non per varias partes et secundum varias habitudines considerato, consistentia per subsistentia quinque multiplicare faciet elementa; vel si subsistentis ibi perstare libeat elementi notam, $et ut elementum quintuplex per caeterorum elementorum signa formationem concupitam recipiat. [21]
N86
opere mnemotecniche
De propagatore seu personario. XV sigillus
Inspexi atria quinque, de quorum primo prodibat homo, qui in secundo de capiti adaptabilibus unum eligebat de pluribus, in tertio de indumentis corporis unum, in quarto determinatam sibi perscribebat operationem, in quinto certum de pluribus casum perpetiebatur, in sexto quemdam de multis adsistentibus hominem determinabat, in septimo puerum, foeminam vel brutum ad opus quoquo pacto concurrens sortiebatur. Quae quidem omnia, vel simpliciter vel 22, 9-10 concurrens emend. N] cucurrens L
explicatio triginta sigillorum [20]
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Tredicesimo sigillo, Fidia ovvero lo scultore
Ho distinto nelle proprie parti speci$che un unico sostrato comune, in modo che ciascuna di esse contenga, come sua dimora perpetua, certe $gure che, a contatto con differenti immagini peregrinanti, emettano un suono diverso. Qui la forma, sopraggiungendo nel sostrato con differenti posture e collocazioni e dopo aver considerato il sostrato rispetto alle varie parti e secondo le differenti relazioni, farà moltiplicare le lettere consonanti per le cinque vocali. Se invece si desidera che lì al centro vi sia l’immagine della vocale, si faccia allora in modo che una lettera con il valore di cinque formi la composizione desiderata combinandosi con i segni delle altre lettere. [21]
Quattordicesimo sigillo, Dedalo
Ciò che Fidia compie con le parole, lo assicura Dedalo con i concetti e con le cose rese segno per rappresentare i concetti. Preparai, dunque, moltissimi oggetti e strumenti che entravano in scena secondo certe sequenze e con i quali, nei quali, per mezzo dei quali, in riferimento e rispetto ai quali, o tramite la catena, o tramite l’albero o il campo, o per mezzo di qualche altro, da un centinaio di oggetti scaturiva un centinaio di azioni e, di seguito, dal numero di queste svariate altre cose. [22]
Quindicesimo sigillo, il propagatore o il personaggio
Visualizzavo cinque atrii, dal primo dei quali partiva un uomo, nel secondo sceglieva uno tra molti oggetti da porre sul capo, nel terzo uno tra gli indumenti per il corpo, nel quarto assumeva su di sé una particolare azione, nel quinto affrontava una tra molte situazioni, nel sesto indicava un uomo tra i molti addetti ad assisterlo, nel settimo sceglieva un bambino, una donna o un animale per intervenire in qualche modo nell’azione. Tutti questi, presi semplicemente op-
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opere mnemotecniche
Phydiae operibus complexe capta, ad quantumlibet multipartitas atque varias referendas complexiones – et si libeat quandoque conceptus – conferunt. [23]
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De numeratore, qui est XVI sigillus
Inter omnia quid melius numero suppeditabit omnia| Non modo ex ipso, sed et ipse est intelligendi modus; ipse omnia includit proportionabilia; ipsum in omnibus et in ipso omnia licet contemplari. Hic substantia quaedam rerumque primum exemplar est Pythagorae. Hic in presentiarum non ordinem conceptandorum retinendorumque modo, sed et – si phantasiabilis ef$ngatur – ipsas retentas atque / numeratas obiectare valebit ordinatorum formas. Adsumat igitur diversam pro decadum diversitate materiam, ut primam decadem det linum, secundam lana, tertiam corium, quartam lignum, quintam lapis, sextam christallus, septimam ferrum, octavam aes, nonam argentum, decimam aurum. Adsumat etiam differentes – pro diversorum digitorum in decadibus diversitate – formas, ut columna unitatem, porticus dualitatem, tripes trinitatem, arca quaternitatem, sedes quinarium, mensa senarium, altare septenarium, lectus octonarium, patibulum novenarium, arbor denarium adferat. Aliis pariter pluribusque materiis atque formis, eodem similique pacto diversi$catis, in innumerum numerata tibi extendere poteris subiecta.
Tripes
Lineus Laneus Coriaceus Ligneus Lapideus
3 13 23 33 43
Christallinus Ferreus Aeneus Argenteus Aureus
53 63 73 83 93
23, 6-7 Hic ... Pythagorae] cfr. Aristotele, Metaph., I (A), 5, 987a 13-19: «[...] Quare et numerum substantiam omnium esse » ; Cusano, De docta ign., I, 11, 32, p. 42; vide etiam infra, 161, 2-15 et adn. ad loc. 11-20 Adsumat ... adferat] cfr. Cant. Circ., 88-89; De imag. comp., infra, 216.
61
explicatio triginta sigillorum
pure in connessione con le funzioni di Fidia, servivano a rappresentare qualsiasi e qualsivoglia complessa composizione di lettere e, volendo, anche concetti. [23]
Sedicesimo sigillo, il numeratore
Tra tutte le cose, quale meglio del numero ci sarà utile in ogni cosa| Non solo pensiamo a partire da esso, ma esso stesso è la misura del nostro pensare. In esso è raccolto tutto ciò che ha proporzione; è possibile contemplarlo in tutte le cose e tutte le cose possono essere contemplate in lui, inoltre per Pitagora è l’esemplare primo delle cose, come una sorta di sostanza. Nel caso di questo sigillo il numero non sarà solo l’ordine dei pensieri e dei ricordi, ma (se si saprà raf$gurarlo con immagini fantastiche), una volta memorizzate e numerate, sarà anche in grado di farci rivedere le immagini di quanto abbiamo ordinato. Si prenda dunque per ciascuna decina un materiale differente, così che la prima decina corrisponda al lino, la seconda alla lana, la terza al cuoio, la quarta al legno, la quinta alla pietra, la sesta al cristallo, la settima al ferro, l’ottava al bronzo, la nona all’argento e la decima all’oro. Si assumano anche, per ciascuno dei vari numeri delle decine, differenti $gure, come, ad esempio, una colonna per indicare l’unità, un portico per il numero due, uno sgabello per il tre, una cassapanca per il quattro, una sedia per il cinque, una tavola per il sei, un altare per il sette, un letto per l’otto, un patibolo per il nove ed un albero per il numero dieci. Allo stesso modo, con molti più materiali ed oggetti, differenziati con il medesimo criterio, potrai estendere all’in$nito la numerazione dei sostrati.
Sgabello
di lino di lana di cuoio di legno di pietra
3 13 23 33 43
di cristallo di ferro di bronzo d’argento d’oro
53 63 73 83 93
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N88
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De centurione, qui XVII est sigillus
Nolani primam, Partenopaei secundam, tertiam Capuani, Salernitani quartam mihi centuriam conflavere, dum in primam de singulis centuriis decadem perceptos amicos, in secundam imaginatos verosve fratres, in tertiam consiliarios, in quartam servos, in quintam pueros, in sextam gubernatores, in septimam doctores, in octavam concionatores, in nonam adversarios, in decimam condiscipulos convenire conciperem. Huiuscemodi mihi rerum signi$can/darum subiecta, nunc quidem hic, nunc vero ibi, nunc ha[e]c, nunc vero illa dispositione, motu, actu, habitu atque circumstantiis informata – eorum me nullatenus ordine praetereunte –, pro exigentia dilatandi, ampli$candi, distribuendi multiplicandique propositi venere in usum. [25]
5
opere mnemotecniche
De quadrato enciclio. XVIII sigillus
Quandoque dum ad latera quattuor stellarum primae magnitudinis, aliis secundae magnitudinis quattuor appositis, eadem forma tertiae magnitudinis quattuor accessissent, quaternarium mihi primo migrabat in duodenarium, secundo duodenarium in 48narium extendebatur, tertio, ni 48narium in 192narium ampli$catum universae descriptioni deservisset, ulteriora pari adtentassem serie.
24, 4 centuriamconflavere L haec L N
8 octavamconcionatores L
25, 3-9 Quandoque ... serie] cfr. De imag. comp., infra, 230.
11 hac emend.]
explicatio triginta sigillorum [24]
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Diciassettesimo sigillo, il centurione
Mi radunavo mentalmente i Nolani nella prima centuria, i Napoletani nella seconda, i Capuani nella terza e i Salernitani nella quarta; poi nella prima decina di ciascuna centuria vedevo radunarsi gli amici, nella seconda i fratelli (veri o immaginari), nella terza i consiglieri, nella quarta i servi, nella quinta i bambini, nella sesta i governatori, nella settima i docenti, nell’ottava gli oratori, nella nona gli avversari, nella decima i compagni di studio. Tale genere di sostrati per le cose da rappresentare – non sfuggendomi mai il loro ordine – con$gurati e posti ora qui, ora là e secondo questa o quella disposizione, moto, atto, caratteristiche e circostanze, li utilizzavo allo scopo di dilatare, ampli$care, distribuire e moltiplicare un argomento. [25]
Diciottesimo sigillo, l’organizzazione a base quattro
Ogni volta che venivano poste, ai lati di quattro stelle di prima grandezza, altrettante di seconda grandezza, e secondo lo stesso schema vi erano collocate altre quattro di terza grandezza, si aveva che, ad un primo grado, la struttura quadrata si trasformava in uno schema a dodici elementi, in un secondo grado quella di dodici veniva estesa a 48 e, terzo, quella di 48 si ampli$cava $no a 192 e, proseguendo con lo stesso criterio e cercando di ottenerne altri ancora, mi serviva a organizzare la ripartizione di tutte le cose.
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opere mnemotecniche a c A d b a c C d b
A
a c A d b a c C d b
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5
[26]
a c A d b
a c B d b
a c C d b
a c D d b
a c A d b
a c B d b
a c C d b
a c D d b
B
a c B d b
a c D d b
D
a c B d b
De binarii circulari enciclio. XIX sigillus
Habet A circa se B et C; B habet D, E; C habet E, F; D habet G, H; E habet I, K; F habet L, M; G habet N, O; H habet P, Q; I habet R, S; K habet T, V; L habet X, Z; M habet a, b; N habet c, d; O habet e, f; P habet g, h; Q habet i, k; R habet l, m; S habet n, o; T habet p, q; V habet r, s; X habet t, v; Z habet x, z. [27]
5
C
a c D d b
De composito et elemento. XX sigillus
Epigramma vel ode denarium mihi numeratum referebat. Ipsa in proprias distincta partes, primo sectionum libros, mox librorum capita, capitum subinde portiones insi26, 3-8 Habet ... z] cfr. De imag. comp., infra, 229.
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explicatio triginta sigillorum a c A d b a c C d b
A
a c A d b a c C d b
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C
a c D d b
a c A d b
a c B d b
a c C d b
a c D d b
a c A d b
a c B d b
a c C d b
a c D d b
B
a c B d b
a c D d b
D
a c B d b
Diciannovesimo sigillo, l’organizzazione binaria e circolare
A ha sotto di sé B e C; B ha D, E; C ha E, F; D ha G, H; E ha I, K; F ha L, M; G ha N, O; H ha P, Q; I ha R, S; K ha T, V; L ha X, Z; M ha a, b; N ha c, d; O ha e, f; P ha g, h; Q ha i, k; R ha l, m; S ha n, o; T ha p, q; V ha r, s; X ha t, v; Z ha x, z. [27]
Ventesimo sigillo, la sillaba e la lettera
Un epigramma o un’ode mi rappresentavano i numeri e le decine. Divisi nelle loro parti, mi suggerivano innanzitutto i libri delle sezioni, poi i capitoli dei libri, subito dopo i paragra$ dei capitoli e dal momento che, rispetto ad un argomento generale ed unitario, mi mostravano lo svolgersi dell’argomentazione, con le sue frasi e i suoi periodi, che cosa mi impediva che, a partire da questi, avessi accesso anche
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opere mnemotecniche
nuabant, dum universa generalisque materia ratiocinativos discursus, iique suas mihi promerent propositiones atque sententias. A quibus quid impedisset quominus ad incomplexos terminos $eret adcessio| « Odi » itaque primi, « Profanum » secundi, « Vulgus » tertii, « Et arceo » quarti, in tertia ipsa divisione, capitis intentionem patefaciebat; quibus sane intentionum signis cum elementorum vel primarum ex iisdem compositionum signi$cata accommodarentur, facillimus ingenio ad ipsarum intentionum partes patuit aditus. Odii expresso indicio operarius per O signi$catus odisset, odissetque per D signi$catus didascalus et per I / notatus iracundus vel unus alius de notatis iracundis, quorum modo hunc, modo alium – pro iisdem in eadem prima vel secunda vel tertia combinatione importunius repetitis elementis – in usum revocabam. [28] Solertem hic me reddidit quandoque urgens necessitas, ut vel elementa in composita migrare atque extendi vel haec in illa perstringi contrahique permitterem. Sic enim membrana propositae minus suf$ciens scripturae aliam sibi connecti requirit vel se nimium capacem angustari decurtarique magis. Formarum multiplicationem ita mihi quandoque comparabam, utpote cum semel mihi elementum vel combinatum per hominem mihi propositum signi$carit, mox vel per eundem aliter aliterque insignitum vel melius per operantem eiusdem nomenclaturae alium – aut foeminam aut brutum aut inanimatum quippiam, quod ad idem vel idem elementum $gurandum signi$candumque fuerat ordinatum –, ipsum subinde consequens aucupabar. Hic iam cum res rebus connecterentur, ne quasi in confusam corporis massam membra coalescerent, capita quaeque numeris illustrando, insigniendo veluti inter cohortes, quae non suum modo, sed et suorum ordinem ef$cacius referrent, prominentiora constitui.
27, 9-10 Odi ... arceo] Orazio, Carm., III, 1, 1.
explicatio triginta sigillorum
67
alle sue singole parole| Pertanto «odi» mi rappresentava il contenuto del capitolo primo, «profanum» del secondo, «vulgus» del terzo, «et arceo» del quarto, $no ad un terzo livello di partizione, perché per mezzo di queste parole prese come segni dei contenuti, i signi$cati potevano essere associati alle lettere o alle singole sillabe e, con estrema facilità e con ingegno, si aveva accesso anche alle parti più speci$che di quegli stessi contenuti. Al termine «odi» legavo un mastro operaio nell’atto di odiare, che rappresenta la lettera O, e che per l’appunto odia il discepolo, signi$cato nella lettera D, con un’espressione iraconda, che sta per la I; oppure, anche uno solo dei due personaggi rappresentati come iracondi e che di volta in volta (secondo un’azione molesta riferita a ciascuna lettera e ripetuta per la prima, per la seconda e per la terza posizione) era chiamato in causa ed utilizzato. [28] Questo mi risultava utile, ogni volta che se ne fosse presentata necessità, consentendomi sia di spostare e prolungare le lettere nelle sillabe, sia di ridurre e stringere queste ultime nelle lettere, proprio come succede con una pergamena insuf$ciente ad accogliere quanto vi vogliamo scrivere e che necessita di essere congiunta ad un’altra, oppure, se troppo spaziosa, di essere accorciata e ridotta un po’. Mi procuravo così la moltiplicazione delle immagini, nel momento in cui mi rappresentavo, una volta per tutte, una lettera o una sillaba con un uomo posto di fronte a me e subito andavo in cerca di quanto veniva immediatamente dopo o per mezzo di quello stesso uomo caratterizzato in modi diversi, oppure, meglio ancora, per mezzo dell’interazione di quello con un altro personaggio agente appartenente alla stessa serie di lettere, una donna, un animale o un qualche oggetto (che erano stati preparati per rappresentare e signi$care sia quel contenuto sia quella lettera particolare). In questo modo, dunque, quando si connetteva cosa a cosa, af$nché le varie membra non risultassero confuse nell’indistinta massa di un corpo, feci in modo di disporre le parti principali e più importanti di un testo assegnando e rappresentando i capitoli con dei numeri, come se fossero gruppi o squadre, cosa che faceva riferire loro ef$cacemente non solo il proprio ordine, ma anche quello delle parti che appartenevano loro.
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N92
De rota $guli. XXI sigillus
Duarum preceptionum connexione quam optime succedens arti$cium adipisceris: si, inquam, pro centum vel / mille patribus seu capitibus, cum suis natis, corporibus atque membris distinguendis, centum animata subiecta aliqua de praedictis serie in ordinem digesta preappararis, in quibus, de quo ratio est habenda, prosequutum negotium intelligatur. Haec vel numeratoris numeros aut alterius cuiusque ordines percurrentia[e], capita in membra membraque in proprios distribuent articulos. Quid enim| Nonne si de centum hominibus successive singuli centum diversi$cata lustraverint cubilia, decies tibi mille substernent intentiones, quas si duplicare cupias, sola totidem cubilium additione vel hominum multiplicatione per$cies| Nonne et in ipsis, sicuti materiae materiis subordinantur, ita et hominibus homines tamquam servos vel amicos vel successores vel similibus relationibus domos domibus atriaque atriis subiicere valebis| Numquid non et haec ultima percepta ut variis ordine quodam subiecta casibus materiam tibi longe uberiorem et ad inquirendum et ad inveniendum et ad retinendum suppeditabunt| [30]
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opere mnemotecniche
De fonte et speculo. XXII sigillus
Non dabitur omnibus istam adire Corinthum. Unicam in unico scientiam subiecto contemplabar. Eius enim quot fuerant precipuae partes, totidem praecipuae ordinabantur formae, quotque secundariae partium portiones, totidem primariis secundariae formae adnectebantur. Ad instar igitur artis, quae Cabalisticus auditus intitulatur, non / subiectorum, praedicatum utriusque generis et quaestionum mo29, 3 quamoptime L
10 percurrentia emend. N] percurrentiae L
29, 9-11 Haec ... articulos] cfr. De umbris, 231, 17-22. 30, 3 Non ... Corinthum] Orazio, Epist., I, 17, 36; Erasmo, Adagia, 301, pp. 407-10; De umbris, 105, 20-23. 8 Cabalisticus auditus] cfr. Pseudo-Lullo, De aud. kab., I, 1, pp. 44-45.
explicatio triginta sigillorum [29]
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Ventunesimo sigillo, la ruota del vasaio
Ti impadronisci perfettamente dell’espediente che segue unendo due precetti; ad esempio, per cento o mille padri, ovvero parti principali, da distinguere con i loro $gli, corpi e membri, preparerai cento sostrati animati disposti in una successione che riprende in qualche modo l’ordine di quei dati ed il cui principio caratterizzante verrà spiegato nel seguito del sigillo. Questi nel momento in cui andranno a muoversi lungo il percorso, sia in qualità di numeri del sigillo numeratore, sia secondo gli schemi di un qualsiasi altro tipo di espediente, distribuiranno i capitoli secondo i periodi e questi nelle loro proposizioni. Che altro| Se a partire da cento uomini si passeranno in rassegna, una ad una, cento stanze tutte diverse tra loro, non ti daranno modo di avere a disposizione diecimila concetti| E se li vorrai raddoppiare, non basterà poi la sola aggiunta di altre stanze o la moltiplicazione degli uomini| E analogamente al modo in cui alcuni argomenti sono subordinati ad altri, non sarai forse capace di subordinare, in questi stessi sostrati, a uomini altri uomini – come servi o amici o loro successori – oppure, con simili relazioni case a case, atrii ad atrii| Forse che anche queste ultime strutture percepite e visualizzate secondo un certo ordine corrispondente e sottoposto a varie circostanze, non saranno in grado di fornirti una materia tanto fertile per l’analisi, l’invenzione e la memorizzazione| [30]
Ventiduesimo sigillo, la fonte e lo specchio
Non a tutti sarà concesso di entrare in questa Corinto. In un unico sostrato contemplavo un’unica disciplina: quante infatti erano le parti principali di quella, altrettante erano le forme principali disposte in ordine; tante le suddivisioni delle parti, altrettante le forme secondarie annesse alle principali. Ad esempio, nel caso di quell’arte che s’intitola Auditus Cabalisticus, non mi preparavo solo un certo numero di immagini per i soggetti, entrambi i tipi di predicati e le do-
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do, sed et actionum et passionum, organorum, comitum, principum et servorum certum mihi numerum comparabam. Haecque erant per quae successive scientiarum et aliarum facultatum particularia subiecta, tanquam per eadem af$cienda, deducebam. Horum quidem signa per certa, determinata inque ordinem digesta loca dum praesentarentur, eorum signi$cata pro nostro libito eorumque ratione meliore ad alia atque alia conceptacula referebantur. Quod si propositis in quibusdam materiae amplitudo subiectique capacitas simplices formarum vicarias absorbuisset, nos illas invicem commixtas, combinatas ad subiecti expletionem repletionemque in innumerum etiam deduxissemus. [31]
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N93 15
opere mnemotecniche
De empirico. XXIII sigillus
Ad varias domos varios referebam laborantes: eas, inquam, domos, in quibus horti, horrea, apotecae, ypocausta, coquinae, in quibus olera, fruges, condimenta, balnea, cibi praeparabantur atque potus. Hic etiam in angustiore pro rei exigentia spatio cuique necessaria et ad quemque conferentia promptius occurrebant, haud tamen pro numeri mensuraeque cuiusque ratione minime dissimulanda solertia studiosa non providente. Ibi vero seorsum ab aedibus extabat atrium, ubi malesuada fames et turpis egestas, luctus et ultrices posuere cubilia curae, quae quidem omnia ideo per hortos et pomeria physicorum, magorum / circuitus et Dedaleas manuducebantur of$cinas, ut iisdem pro$cua atque convenientia evellerent, decerperent, legerent, caperent atque compararent. Sic enim talibus freti muneribus, qui ripae ulterioris tenebantur amore, tristes Stygis undas transvadantes, in fortunatos incolumitatis campos appellebant.
31, 11-12 malesuada ... curae] cfr. Virgilio, Aen., VI, 273-276. 12-16 quae ... compararent] cfr. De imag. comp., infra, 248. 16-17 qui ... amore] cfr. Virgilio, Aen., VI, 313-314.
explicatio triginta sigillorum
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mande, ma anche per delle azioni, delle reazioni, degli strumenti, amici, prìncipi e servi. Queste venivano ad essere quelle con cui, in seguito, andavo ad analizzare i sostrati propri e speci$ci di discipline e delle loro ulteriori partizioni, sebbene dovessi operare e $gurare sempre per mezzo delle medesime cose. Avendone dunque visualizzato e disposto i segni lungo un percorso di luoghi certi, determinati e ordinati, ne riferivamo così – a nostro piacimento e secondo il loro valore più essenziale – i signi$cati anche ad altri ed ulteriori concetti più speci$ci. Se poi, rispetto ai contenuti di un certo argomento, l’ampiezza e la capacità del sostrato si esaurivano nelle singole $gure accessorie, allora per riempire ed occupare tutto lo spazio, potevamo ricavarne innumerevoli altre, mescolandole e combinandole tra loro. [31]
Ventitreesimo sigillo, il medico empirico
Assegnavo vari lavoranti a varie case – e per case intendo spazi come orti, granai, dispense, caldaie, cucine – nelle quali venivano lavorati e preparati ortaggi, cereali, conserve, bagni caldi, cibi e bevande. Qui, anche se in uno spazio apparentemente ridotto rispetto alle esigenze, si presentavano prontamente quelle cose necessarie a ciascuno e adatte a tutti; non serviva tuttavia che il premuroso ingegno ne dovesse snaturare il numero e la misura. In verità, lì fuori dalle stanze, stava un atrio in cui la fame, cattiva consigliera, l’orrenda povertà, il pianto ed i rimorsi vendicatori avevano la loro sede e tutti questi venivano condotti per gli orti e i frutteti degli agronomi, nei circoli dei maghi e per le of$cine dei costruttori, per sradicare di lì, strappare, raccogliere, appropriarsi e preparare tutto quanto era loro vantaggioso ed utile. In questo modo, infatti, con$dando in tali operazioni, coloro che bramavano giungere alla riva opposta, attraversando i tristi flutti dello Stige, approdavano nei felici campi della saldezza dei ricordi.
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20 N94
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opere mnemotecniche De alea. XXIV sigillus
Siquidem aleae nullus apud empiricum, fontem, speculum, $gulum caeteraque, nec in campo, nec in caelo, nec in encicliis caeterisque locus vacat, machinati sumus haec ulteriora, quae talibus valde videntur adcommodata, quae nedum moram repetendarum sedium non patiuntur, sed et in ordine proiicientium incerta, inde$nita inconstantiaque existunt. Ita igitur principio providebam, ut proiectorem Ponti$cis, Mortis, Lemuris, Daemonis, Fortunae mitratus ungeret, falcigera feriret, corniger pulsaret, tibicen obtunderet, rota premeret; quae omnia, aliis munita functionibus, in sequentibus concursibus in proiectores af$cerentur. Deinde diversa diversis destinabantur conflictibus triclinia, quorum singula – quattuor animata continentia subiecta – ex eorundem accidentibus quattuor colludentum proiectiones adsigni$carent, dum suis vicibus hic rex sceptrum collocat, senex cubat, mors emetit, regina comprimitur. Ibi vero et alibi regina, mors, senex, rex atque caeteri similiter adventant atque aliter. Nescio an [an] minori effectum fuerit sagacitate, ut decem vel plurium conflic/tuum ordine Mors primo decalvans, 2. obcaecans, 3. edentans, 4. suffocans, 5. iugulans, 6. confodiens, 7. eviscerans, 8. castrans, 9. manus amputans, 10. prosternens inducatur; Fortuna primo coronet, 2. clari$cet, 3. propinet, 4. intorqueat, 5. inauret, 6. palliet, 7. infarciat, 8. connubat, 9. annulet, 10. insoliet; caeterique simili propria compleant ordine denaria.
32, 21 an iterum scrips. in principio novae paginae L
explicatio triginta sigillorum [32]
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Ventiquattresimo sigillo, il dado o l’azzardo
Poiché nessun luogo è esente dal rischio, sia esso nel medico empirico, nella fonte e lo specchio, nella ruota e negli altri sigilli e neppure nel campo, nel cielo, negli schemi di organizzazione e negli altri ancora, ci siamo ingegnati di costruire questi ulteriori luoghi: i quali ci sembrano estremamente appropriati per quelle cose che non solo tollerano a mala pena l’attesa quando si va a ricercarle nelle proprie sedi, ma anche sussistono nella memoria e si proiettano nella fantasia secondo successioni incerte, inde$nite ed incostanti. Così dunque curavo anzitutto che una $gura con la mitra in capo benedicesse con l’olio santo il giocatore del Ponte$ce, una con la falce ferisse quello della Morte, una bestia con le corna colpisse quello del Lemure, un suonatore di flauto assordasse il giocatore del Demone e la ruota schiacciasse quello della Fortuna; tutti questi, forniti anche di altre funzioni, venivano fatti agire in corrispondenza dei vari giocatori, secondo le cose che accorrevano in successione. In seguito destinavamo alle varie scene-partite alcuni triclini, ciascuno dei quali era in grado di contenere quattro sostrati animati ed in cui, per mezzo dei loro strumenti speci$ci, si andavano a rappresentare quattro giocate in cui le $gure si scontravano tra loro: così, secondo la loro successione, un re vi colloca lo scettro, un vecchio dorme, la morte falcia, una regina viene schiacciata. E lì ed altrove la regina, la morte, il vecchio, il re, ed altri ancora simili a questi, vi giungeranno e faranno altre cose. Non so se l’espediente risulti meno ef$cace facendo in modo che, secondo una serie di dieci o più azioni movimentate, la Morte in primo luogo farà cadere i capelli, 2. toglierà la vista, 3. farà cadere i denti, 4. soffocherà, 5. taglierà la gola, 6. tra$ggerà, 7. sventrerà, 8. castrerà, 9. amputerà le mani, 10. getterà al suolo; allo stesso modo la Fortuna anzitutto porrà la corona sul capo, 2. renderà famoso, 3. brinderà, 4. stravolgerà, 5. ricoprirà d’oro, 6. vestirà con eleganza, 7. rimpinzerà, 8. sposerà, 9. metterà l’anello al dito, 10. porrà su un trono; anche gli altri dovranno compiere una serie di dieci azioni speci$che, simili a queste.
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opere mnemotecniche De caelo, qui XXV est sigillus
Erat mundanae aeternitatis $gura, circumgirantis terrae typus, duorum sibi ultro citroque obsistentium principiorum nota caeteraeque complexarum intentionum quamplurimae delineationes atque descriptiones. Harum cum singulas inspexissem, in campum vel centurionem vel aliud quippiam, in quo adversantum collimantium iaculis minime deperdendis obiicerentur, referebam. Adversus ergo terrae vertiginem erat quod « Oceanum interea surgens aurora reliquit » ; pugnabat contra animae inmortalitatem quod « Formosum pastor Coridon ardebat Alexin » . Ibi « Oceanum » magnitudinis, « Interea » naturalis facultatis, « Surgens » lunaris symboli, « Aurora » veligere remitaeque ratis, « Reliquit » indigentiae medium referebant. Hic « Formosum » instabilem continuoque variabilem concipiebam, « Pastor » se mihi dissolubilem obiectabat, « Coridon » corporeo mancipatus aderat specimini, quod « Ardebat » contrariorum exprimebat concursum, « Alexin » passiva materia/lisque potentia obtinebat. [34] Quandoque vero ubi iaculator idem in plures diversasque veritatis turres argumentorum tela intorqueret, iuvabat non in oppugnandorum castrorum, sed impetentium arietum et volitantium iaculorum ordinem respicere. Curabam ut in eodem campo ordinate sui ictus suos sequerentur nunc in istud, nunc vero in illud collineantes iaculatores. Hinc mundum aeternum referebat quod « Oceanum » quattuor autem adventantium telorum: primum quod « Interea » , secundum quod « Surgens » , tertium quod « Aurora » , quartum quod « Reliquit » . Iacula in animae immortalitatem caput metri succedentis consequebantur.
33, 11 in mortalitatem L 14 veligerae emend. N] veligere L 34, 5 eodemcampo L sequerentur emend. N] scquerentur L 6 nunc2 emend. N] uunc L 33, 10-11 Oceanum ... reliquit] Virgilio, Aen., IV, 129. 11-12 Formosum ... Alexin] Virgilio, Ecl., II, 1.
explicatio triginta sigillorum [33]
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Venticinquesimo sigillo, il cielo
La rappresentazione dell’eternità del mondo era data dall’immagine della rotazione terrestre con il simbolo dei due princìpi contrapposti, uno di fronte all’altro, e le altre numerose descrizioni e caratterizzazioni dei vari signi$cati complessi. Nel momento in cui volevo visualizzare ciascuno di questi, dovevo riferirli ad un campo, al centurione o a qualche altro sigillo, nei quali si sarebbero esposti ai dardi scagliati con estrema precisione da arcieri avversari. Pertanto contro il movimento rotatorio della terra vi era il verso « Oceanum interea surgens aurora reliquit » ; e contro l’immortalità dell’anima militava il verso « Formosum pastor Coridon ardebat Alexin » . Nel primo caso l’« oceanum » della vastità, l’« interea » della facoltà naturale, il termine « surgens » come simbolo della luna, « aurora » come una nave con vele e remi e « reliquit » in$ne inteso come la condizione di insaziabilità, mi riferivano, di volta in volta, il termine medio. Allo stesso modo, consideravo il termine « formosum » come instabile e perennemente variabile, « pastor » mi si presentava dissolubile, « Coridon » veniva come schiavo dell’apparenza corporea, il termine « ardebat » esprimeva la coincidenza e l’incontro dei contrari, e ad « Alexin » , in$ne, era assegnata la potenza passiva e materiale. [34] Ogniqualvolta in verità il medesimo lanciatore scagliava i dardi degli argomenti contro le molteplici e diverse torri della verità, era utile guardare non tanto l’ordine delle torri da espugnare, quanto quello degli arieti impegnati nell’assalto e dei dardi che stavano volando. Mi assicuravo inoltre che in uno stesso campo i provetti lanciatori si susseguissero nei propri lanci, in ordine uno dietro l’altro, mirando ora contro questo ora contro quel bersaglio. In questo modo l’eternità del mondo era riferita al termine « oceanum » ed a quattro frecce da lanciare: la prima corrispondente a « interea » , la seconda a « surgens » , la terza ad « aurora » , la quarta a « reliquit ». I dardi contro l’immortalità dell’anima proseguivano all’inizio del verso successivo.
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opere mnemotecniche
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5
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N96 15
De Circaeis campis, hortis et antris. XXVI sigillus
Facile visa species cum $gura formaque, quae circa est, sensus interioris occurrit facultati; facillime vel possumus locum certis destinare speciebus vel certas locis species ita addicere ut, cum fuerit opus, qualitatis eiusdem ratio de eiusdem ad determinatum locum relatione designata prodeat. Hinc evenit, ut sensibilibus speciebus ef$giatos numeros omnibusque locis iuxta specierum pluralitatem pluribus adscriptos experimur ab opere graviore maxime naturalem relevare facultatem. Ut si in rota, quam Fortunae appellant, Itali ad denarium, Galli ad vigenarium, Hispani ad trigenarium numerum referantur, quorum particulares certis insigniis actibusve decadum / partes insinuent, etiam si non ut subsequens regulata multiplicatione quattuor numerorum constet differentiis. Circaea etenim manus e regionibus variis varias simplicium decerpit, evellit colligitque species. A. E. I. N. R. X. 1. 5. 9. 13. 17. 21. 25. 29.
2. 6. 10. 14. 18. 22. 26. 30.
Q. M. H. D. V.
B. F. K. O. S. Z.
4. 8. 12. 16. 20. 24. 28.
3. 7. 11. 15. 19. 23. 27. C. G. L. P. T.
35, 5 certis emend. N] eertis L
explicatio triginta sigillorum [35]
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Ventiseiesimo sigillo, i campi, i giardini e gli antri di Circe
Tornerà facilmente alla vista della facoltà del senso interiore ogni specie naturale, resa visibile assieme alla corrispondente immagine e all’aspetto che le è proprio; e ancor più facilmente potremo sia destinare uno spazio particolare a determinate specie, sia aggiungere ai luoghi le varie specie in modo che il valore delle loro qualità possa essere espresso e rappresentato sulla base del legame di ciascuna con un determinato luogo. Ciò avviene perché abbiamo raf$gurato i numeri per mezzo di immagini sensibili e li abbiamo inscritti in molti modi, secondo la molteplicità delle specie, in tutti i luoghi; è così che possiamo fare esperienza di quanto la facoltà naturale sia alleggerita da un compito ben più grave. È come se fosse quella ruota che chiamano della Fortuna in cui un gruppo di Italiani è associato alla prima decina, i Francesi alla seconda e gli Spagnoli alla terza e presi singolarmente indicano con certe caratteristiche ed azioni i vari numeri della decina, anche se, in quel caso, la successiva e ulteriore combinazione degli elementi non si basa su una scansione regolata dal numero quattro. La mano di Circe, quindi, in vari spazi andrà a raccogliere, estirpare e sradicare le varie specie di piante medicinali. A. E. I. N. R. X. 1. 5. 9. 13. 17. 21. 25. 29.
2. 6. 10. 14. 18. 22. 26. 30.
Q. M. H. D. V.
B. F. K. O. S. Z.
4. 8. 12. 16. 20. 24. 28.
3. 7. 11. 15. 19. 23. 27. C. G. L. P. T.
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opere mnemotecniche
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De peregrino, qui XXVII sigillus
Decem communia subiecta potenti varietate formata quandoque institui, quorum singula 24 vel plura vel pauciora partialia complecterentur, ut haec ipsa primus perlustrans peregrinus ita occurrentibus utensilibus se gereret et af$ceretur, ut me ad alicuius primi ordinis vel contem/plationem vel inquisitionem vel habitum promoveret. Pariter secundi secundus, tertii tertius et ita deinceps caeterorum caeteri, quibus ad universa opera manus admoventibus non est adeo prolixum variumque propositum, quod vel intentionum cathena vel circumstantiarum appositione vel socio seu vicario succedente non attingant, exaequent vel exuperent. [37] Hinc Aristoteles, aliter in subiecta affectus quam Plato fuerit, alia vel per se vel per comitem enunciabit. Secus item Physicus, secus Logicus, secus Metaphysicus aderit. Quod si capitum signi$cativa partialia subiecta in proprias libeat resolvere portiones, hominem taliter affectum vel agentem ad aliud subordinatarum mansionum commune subiectum referas, in quo signi$cativas impleat functiones. Si vero et partium exigas particulas, domum domo, campum campo, theatrum theatro subordina, uti iuris periti libri in titulos, tituli in leges, leges in paragraphos resolvuntur. Peregrinatur Aristoteles per atrium primum: A. B. C. D. E. F. G. H. I. K. A. ipsum deducitur per atrium secundum: a. b. c. d. e. f. g. h. i. k.
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a. ipsum commigrat per atrium tertium: I. II. III. IIII. V. VI. VII. VIII. IX. X. I. discurrit per atrium quartum: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. /
explicatio triginta sigillorum [36]
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Ventisettesimo sigillo, il pellegrino
Avevo preparato dieci sostrati di tipo comune, formati e raf$gurati secondo una varietà straordinaria, ciascuno dei quali conteneva ventiquattro, o anche di più o di meno, luoghi particolari e speci$ci, in modo che un primo pellegrino percorrendoli si comportava ed agiva con gli oggetti che lì vi trovava in modo da permettermi e facilitarmi la contemplazione, l’invenzione o il possesso acquisito di una qualche prima serie o livello di organizzazione. Allo stesso modo un secondo pellegrino mi permetteva la visualizzazione di una seconda serie, un terzo di un terzo livello e così via tutti gli altri rispetto agli altri gradi di organizzazione, $no a che muovendo questa squadra a compiere qualsiasi cosa, non vi saranno contenuti o informazioni abbastanza varie e prolisse che, per mezzo di una catena di dati o con l’aggiunta di elementi accessori e la successione di $gure aggiuntive e sottoposte, non riusciremo a raggiungere, uguagliare o superare. [37] Così Aristotele, raf$gurato in maniera differente nei sostrati rispetto a quanto avevamo fatto con Platone, presenterà altre cose o direttamente o per mezzo dei suoi compagni: dopo di lui verrà, infatti, il pellegrino della Fisica, e poi quello della Logica e, in$ne, quello della Meta$sica. In questo modo, se si vorranno suddividere i sostrati particolari che rappresentano i capitoli in ulteriori parti, basterà collocare un personaggio che agisce e si caratterizza in un altro sostrato comune destinato a compiti ed operazioni subordinate. Se invece avrai bisogno di parti ancora più speci$che rispetto a quelle che hai già, potrai subordinare un edi$cio ad un altro, un campo ad un campo ed un teatro ad un altro teatro ancora, così come i giuristi suddividono i libri in titoli, i titoli in articoli, gli articoli in commi. Aristotele percorre il primo atrio: A. B. C. D. E. F. G. H. I. K. A. stesso è condotto lungo il secondo atrio: a. b. c. d. e. f. g. h. i. k. Poi a. si diffonde per il terzo atrio: I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X. I. in$ne, passa per il quarto atrio: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
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opere mnemotecniche
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De claustro cabalistico et templo. XXVIII sigillus
Habes duo et viginti claustra atque templa vice duorum et viginti elementorum, quorum singula 22 sedibus, quas recipiunt, totidem eademque dabunt eodem ordine, quae dabant elementa; a quibus, si ad 22 artes et artium singularum 22 gestus procedatur, trium quattuorve radicalium vires delitescent. A B C D E F G H I K L
claustrum regis claustrum principis claustrum ducis claustrum comitis claustrum praesidis claustrum iudicis claustrum consiliarii claustrum senioris claustrum actoris claustrum secretarii claustrum satellitis
M N O P Q R S T V X Z
templum ponti$cis templum sacerdotis templum prophaetae templum doctoris templum lectoris templum cantoris templum sacristae templum lapadarii templum corbonarii templum ostiarii templum custodis
[39] In claustro regis A sunt 21 reges, quorum B degradatur in principem, C in ducem, D in comitem, caeteri similiter in caeteros. In ipso degunt auri$ces uno actionis genere et 21 specialibus operibus. In claustro principis B sunt 21 principes, quorum A exaltatur in regem, C exaltatur in ducem, D degradatur in comitem, E in praesidem / caeterique in caeteros. In claustro ducis C sunt 21 duces, quorum A exaltatur in regem, B in principem, D in comitem degradatur, caeterique similiter degradantur vel mutantur. In ipso sunt impressores. In claustro comitis D sunt 21 comites, quorum alii exaltantur, alii degradantur, alii mutantur in templarios. In
38, 7 delitescent emend. N] delitesceut L rii L
15 lampadarii emend. N] lapada-
explicatio triginta sigillorum [38]
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Ventottesimo sigillo, l’accampamento e il tempio della Cabala
Si prendano ventidue accampamenti e templi in corrispondenza delle ventidue lettere dell’alfabeto; ciascuno dei quali, accogliendo ventidue sedi, avrà, a sua volta, le medesime e lo stesso ordine che hanno le lettere dell’alfabeto. Inoltre se da ognuna di queste ultime si faranno derivare ventidue arti e ventidue gesti speci$ci per ogni mestiere, racchiuderanno tre o quattro valori signi$cativi per le ‘radici’ ebraiche. A B C D E F G H I L
Accampamento del re Accampamento del principe Accampamento del duca Accampamento del conte Accampamento del governatore Accampamento del giudice Accampamento del consigliere Accampamento del comandante in grado Accampamento del portavoce Accampamento delle guardie personali
M N O P Q R S T V X Z
Tempio del ponte$ce Tempio del sacerdote Tempio del profeta Tempio del dottore Tempio del lettore Tempio del maestro di canto Tempio del sacrestano Tempio del portatore di $accola Tempio dell’addetto al tesoro Tempio del portinaio Tempio del custode
[39] Nell’accampamento del re, A, vi sono 21 re, di cui, in corrispondenza del luogo B uno è degradato a principe, in C viene degradato a duca, in D a conte, e così via per tutti gli altri. In questo stesso luogo dimorano gli ore$ci, caratterizzati dunque da un solo tipo di arte e 21 operazioni speci$che. Nell’accampamento B, del principe, vi sono 21 prìncipi, dei quali quello di A è eletto re, quello di C è degradato a duca, quello di D a conte, in E a governatore e così per i rimanenti. Nell’accampamento C, del duca, vi sono 21 duchi, di cui quello di A è eletto re, quello di B è eletto principe, in corrispondenza di D è degradato a conte e allo stesso modo ven-
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opere mnemotecniche
ipso sunt ferrarii 21 operationibus. In claustro praesidis E cum 21 praesidibus exaltatis, mutatis et degradatis sunt stabularii. Similiter in claustro iudicis, in quo milites; in claustro consiliarii, in quo fullones; in claustro senioris, in quo bibliopolae; in claustro actoris, in quo musici; in claustro secretarii, in quo barbitonsores; in claustro satellitis, in quo crepidarii. In claustro ponti$cis sunt 21 ponti$ces, quorum A mutatur in regem, B in principem, C in ducem caeterique in caeteros. In ipso degunt cauponae cum 21 operibus. In templo sacerdotis sunt 21 sacerdotes, quorum A exaltatur in regem, B mutatur in principem, C in ducem, D in comitem aliique in alios. In ipso sunt pincernae. In templo prophetae 21 prophetae, quorum A coronatur in regem, B in principem etc. In ipso sunt laniones. Ita modo suo cogitandum in templo doctoris, in quo pastores; in templo lectoris, in quo agricolae; in templo cantoris, in quo olitores; in templo sacristae, in quo lusores; in templo corbonarii, in quo magi; in templo lampadarii, in quo lictores; in templo ostiarii, in quo pictores; in templo custodis, in quo voluptuarii. / [40]
De combinante, qui XXIX sigillus
Tria haec combinationum genera proponuntur, quorum primum habet consistens elementum quod alterum persistens praecedit; secundum contrario se habet ordine; tertium est, in quo inter antecedens atque consequens adsistens liquidatum vel illiquidatum medium persistens suscipitur aliud. Nulla quidem in primi secundique formatione dif$cultas apparet, in tertio vero taliter insti[ti]tuimus, ut
39, 12 cum post ferrarii supplendum censeo tuimus emend. N] institituimus L
15 fullones| In L
40, 9 insti-
explicatio triginta sigillorum
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gono degradati e trasformati tutti gli altri. In questo stesso luogo vi sono gli stampatori. Nell’accampamento D, del conte, vi sono 21 conti, dei quali alcuni vengono promossi di grado ed altri degradati, altri ancora trasformati nei personaggi dei templi. In questo stesso spazio vi sono i fabbri con 21 operazioni proprie. Nell’accampamento E, del governatore, assieme a 21 governatori promossi, degradati e trasformati si trovano anche gli stallieri. Allo stesso modo nell’accampamento del giudice vi sono dei soldati, in quello del consigliere i lavandai, in quello del comandante in grado i bibliotecari, in quello del portavoce i musicanti, in quello del segretario vi sono i barbieri, in quello delle guardie personali i calzolai. Nel tempio del ponte$ce vi sono 21 ponte$ci, dei quali quello di A è trasformato in re, quello di B in principe, quello di C in duca, e così via per i restanti. In questo tempio vi sono anche le ostesse con le relative 21 operazioni. Nel tempio del sacerdote vi sono 21 sacerdoti dei quali quello di A è trasformato in re, quello di B in principe, quello di C in duca, quello di D in conte, e così gli altri. In questo vi sono i coppieri. Nel tempio del profeta si trovano 21 profeti, dei quali quello di A è incoronato re, quello di B principe, e così via. In questo vi sono anche i lanaioli. Seguendo questa stessa modalità bisogna pensare anche il tempio del dottore, in cui vi sono i pastori, il tempio del lettore, in cui vi sono i contadini, quello del maestro di canto, con gli ortolani, quello del sacrestano in cui vi sono i giocatori, il tempio del portatore di $accola dove sono le guardie, quello del tesoriere con i maghi, quello del portinaio con i pittori e, in$ne, quello del custode con i suoi gaudenti. [40]
Ventinovesimo sigillo, il combinatore di sillabe
Questo sigillo ci propone tre tipi di combinazioni di sillabe, di cui il primo è caratterizzato da una prima lettera consonante che precede la seconda che è vocale, il secondo ha un ordine inverso rispetto al primo e con il terzo invece tra la lettera che precede e quella che segue è posta una vocale che leghi le due oppure una vocale che si colleghi ad un’altra vocale $nale. Per formare il primo ed il secondo tipo di
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opere mnemotecniche
quintuplici situs differentia quintuplex persistens medium in sequenti combinatorio captetur: Bb. bc. bd. be. bf. bg. bi. bk. bl. bm. bn. bns. bnt. bp. br. bs. bt. bv. bx. Cb. cc. cd. ce. cf. cg. ci. cl. cm. cn. cns. cnt. co. cp. cr. cs. ct. cv. cx. Simile iudicium est de caeteris elementis combinandis. In operatione quoque quintuplici operis locali differentia providendum duximus, sicut primo combinatorio differentia triplex liquescentia L, R, N insinuabat. [41] Primi generis combinatorium in imaginatis 22 fratribus per$ciebatur, quibus quintuplex adveniens differentia concomitans promebat elementum. Secundi generis combinatorium in imaginatis quinque amicis, qui 22 qualitatibus vel circumstantiis adfecti secundum combinationis notabant elementum. Tertii generis primus ordo $at de devinctis, 2. de aegrotis, 3. de claudis, 4. de caecis, 5. de barbiferis, 6. de signatis, 7. de atris, 8. de candidis, 9. de lividis, 10. de mundis, 11. de caelibibus, 12. de rivalibus, 13. de of$ciosis, 14. de gloriosis, quibus habetur signum / prioris in combinatione elementi. Ad secundum vero combinationis elementum promptius habendum, ad A pertineant onagri, ad B oves, ad C lunatici, ad D magi, ad E invidi, ad F fures, ad G gulosi, ad I iracundi, ad L superbi, ad M simulatores, ad N mercuriales, ad O libidinosi, ad R canini, ad S serpentini, ad T homicidae, ad V ociosi, ad X castrati, ad Z tortuosi. [42] Combinatorium primum in negotiis hortensibus ruralibusque in quinque distributum genera versatur: aut enim circa olera, aut circa vineas, aut circa segetes, aut circa fructus, aut circa ligna per$citur, ut alia ad primum, alia ad secundum, alia ad tertium, alia ad quartum, alia ad quintum subsistens referantur.
41, 5 secundum emend. N] secundnm L N L rivalibus emend. N] yivalibus L
9 caelibibus emend.] caelebibus
explicatio triginta sigillorum
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sillabe non sembra esserci alcuna dif$coltà, per il terzo invece abbiamo fatto in modo che, per mezzo della quintuplice differenza di un luogo, ognuna delle cinque vocali possa essere aggiunta in mezzo alle sillabe del seguente elenco: Bb. bc. bd. be. bf. bg. bi. bk. bl. bm. bn. bns. bnt. bp. br. bs. bt. bv. bx. Cb. cc. cd. ce. cf. cg. ci. cl. cm. cn. cns. cnt. co. cp. cr. cs. ct. cv. cx. Con un criterio simile combineremo anche le restanti lettere; inoltre, anche per questo tipo di operazione con le cinque differenze di luogo in cui si svolge l’azione, abbiamo ritenuto di dover provvedere allo stesso modo in cui, nel primo tipo di sillabe, una triplice differenziazione suggeriva le consonanti liquide L, R, N. [41] Il primo tipo di sillabe si otteneva per mezzo della visualizzazione di 22 fratelli ai quali si aggiungeva una quintuplice differenza che serviva a esprimere il suono della lettera vocale. Il secondo modo per formare le sillabe consisteva nel visualizzare cinque amici che erano caratterizzati secondo 22 qualità o elementi aggiuntivi e che rappresentavano la seconda lettera della sillaba. Per il terzo tipo di sillabe, invece, la prima serie è composta da personaggi raf$gurati come scon$tti, la seconda da malati, 3. zoppicanti, 4. ciechi, 5. barbuti, 6. con cicatrici, 7. scuri di pelle, 8. pallidi, 9. sporchi, 10. puliti, 11. celibi, 12. rivali in amore, 13. servizievoli, 14. tracotanti; con questi si farà l’immagine della prima lettera di ogni sillaba. Per rappresentare invece con prontezza la seconda lettera della sillaba, prenderemo per la A dei testardi, per la B degli sciocchi, per la C dei lunatici, D incantatori, E invidiosi, F ladri, G golosi, I iracondi, L superbi, M misti$catori, N loquaci, O libidinosi, R ringhiosi, S in$di, T omicidi, V oziosi, X castrati, Z contorti. [42] La prima combinazione di sillabe si effettuerà dunque per mezzo di attività rurali ed agricole, suddivise secondo cinque generi differenti: si agirà pertanto o presso orti, o presso vigne, o presso campi di frumento, o presso frutteti e boschi da legna, azioni che, rispettivamente, saranno riferite alla prima, altre alla seconda, alla terza, alla quarta o alla quinta vocale.
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opere mnemotecniche
Combinatorium secundum totidem supposita exigit pro totidem combinatoribus designandis. In quinque igitur genera distribuantur, ut haec quidem circa cibum, haec circa indumentum, ista circa ornatum, isthaec circa aedi$cia, illa circa aedi$ciorum versentur ornamenta. Combinatorium tertium quattuordecim combinationum continet ordines, quarum prima versetur circa musicales actiones, 2. circa studiosas, 3. circa metalla, 4. in lapidem, 5. in merces, 6. in lusus, 7. in militiam, 8. in iudiciariam, 9. in sacri$cia, 10. in medicinam, 11. in vecturam, 12. in latrocinia, 13. in magica, 14. in ligameta. Restat de duobus subsistentibus combinatorium: Aa Ae Ai Ao Au
Ea Ee Ei Eo Eu
Ia Ie Ii Io Iu
Oa Oe Oi Oo Ou
Ua Ue Ui Uo Uu /
[43] Primi combinatorii hortensia negotia Ba, Ca, Da: seminum eductio, ventilabrum, cribrum, pulvis, semen, planta, fasciculus, lapis, canistrum, lympha, ligo, iuncus, asellus, uncini, scopa, linea, testa, flores. Vinitoris gesta Be, Ce, De: plantatio, extirpatio, collectio, calcatio, pressio, occatio, putatio, vindemia, pali, fasces, frondes, corbes, utres, vinacia, faeces, asellus, [utres,] dolium, vinum. Frugum conditiones Bi, Ci, Di: satio, aratio, trituratio, eventilatio, area, falx, currus, manipulus, saccus, asinus, cribrum, vomis, excussorium, stimulus, iugum, aratrum. Arborum tractatio Bo, C, Do: extirpatio, plantatio, putatio, insitio, incisio, coniugatio, lectio, excussio, rigatio, subtensio, oneratio, exoneratio, sporta, lapis, fovea, fructus. Lignorum contrectatio Bu, Cu, Du: truncatio, sectio,
42, 13-14 musicalesactiones L 17 ligamenta emend. N] ligameta L utres iterum scrips. L N, delendum censeo 10 Co emend. N] C. L
43, 7
explicatio triginta sigillorum
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La seconda serie di sillabe necessita invece di tanti oggetti di supporto quante sono le consonanti che entrano a far parte delle combinazioni e che dobbiamo raf$gurare. Li distribuiremo quindi in cinque generi diversi, così che i vari oggetti riguarderanno alcuni il cibo, altri i vestiti, altri ancora gli accessori, gli edi$ci, gli arredi degli edi$ci. Il terzo tipo di alfabeto sillabico contiene inoltre quattordici gruppi di sillabe, il primo dei quali ha a che fare con le azioni proprie della musica, il secondo con gli studi, il terzo con la lavorazione dei metalli, 4. con la lavorazione della pietra, 5. l’attività mercantile, 6. i giochi, 7. le attività militari, 8. quelle giuridiche, 9. i sacri$ci, 10. quelle mediche, 11. legate ai trasporti, 12. furti e malaffari, 13. le attività magiche, 14. gli incantesimi e il malocchio. Rimane da presentare solo la combinazione delle coppie di vocali: Aa Ae Ai Ao Au
Ea Ee Ei Eo Eu
Ia Ie Ii Io Iu
Oa Oe Oi Oo Ou
Ua Ue Ui Uo Uu
[43] Per quanto riguarda le attività agricole, relative al primo tipo di sillabe, Ba, Ca, Da, ecc., avremo: i germogli, il ventilabro, il setaccio, la polvere, il seme, la pianta, le fascine, la pietra, il cesto, l’acqua, la zappa, il giunco, il somaro, il forcone, la scopa, la corda, il vaso, i $ori. Per le attività legate alla vigna, cioè per Be, Ce, De, ecc., avremo: il piantare, l’estirpare, la raccolta, la pigiatura, la spremitura, l’erpicatura, la potatura, la vendemmia, i pali, i legacci, le fronde, i cesti, gli otri, le vinacce, la feccia, l’asino, la giara, il vino. Per quanto riguarda le attività legate ai campi di frumento, avremo per Bi, Ci, Di, ecc.: semina, aratura, macinatura, ventilatura, l’aia, la falce, il carro, il fascio, il sacco, l’asino, il setaccio, il vomere, il bastone, il pungolo, il giogo, l’aratro. Per le azioni relative agli alberi da frutta, ovvero per Bo, Co, Do, ecc., avremo: sfoltire, piantare, potatura, innesto, innesto ad incisione, innesto per ravvicinamento, raccolta, battitura, irrigazione, puntellare, rincalzare, disboscare, cesta, pietra, buca, frutti. Per l’attività presso i boschi da legna, cioè il
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opere mnemotecniche
decorticatio, serra, fascis, pyra, dola, securis, lectus, sedes, mensa, archa, solium, altare, columna, tabula, tabulatum. [44] Secundi combinatorii circa cibum sunt Ab, Ac, Ad: olla, sartago, cacabus, craticula, veru, patella, ignis, mensa, pincerna, pistor, pastillarius, vomens, frangens, comedens. Circa indumentum Eb, Ec, Ed: linum, $lum, tela, vestis, tundit, mundat, $lat, convolvit, orditur, texit, scindit, suit, expulverat, plicat, dilacerat, induit, exuit, carminat. In corporis ornatum Ib, Ic, Id: manus, facies, caput, pedes, dorsum, barba, ungues, digiti, pecten, speculum, scopa. In aedi$cia Ob, Oc, Od: arena, lapis, calx, picus, marra, scalprum, schala, fulchrum, ruina, fundamentum, paries, tectum, trabs. In aedi$ciorum ornatum Ub, Uc, Ud: gypsum, color, frondes, tapeta, aurum, papirus, puella. [45] Tertii combinatorii musicus Bc: campana, nola, timpanum, cornu, cythara, testudo, lyra, tibia, crepitaculum, ur/ceus, trenula. Studiosus Cb: compaginatio, scriptura, lectio, ordinatio, evolutio, mathesis, physis, grammatica, logica, rethorica. Minerarius Db: tundit, cudit, limat, contundit, ignis, aqua, folles, folliculus, lima, incus, carbo. Lapidarius Fb: excavat, frangit, iacit, levigat, tingit, struit, concoquit, attollit, ordinat, scalpit, portat. Mercator Gb: olera, triticum, linum, pannum, vasa, oleum, cultri, panes, vina. Miles Id: lorica, hasta, ensis, pugio, catapulta, arcus, balista. Iudex Lb: apprehensio, examinatio, consilium, tortura, iudicium, manicae, compedes, flagellum, auricula, manus, laqueus, rota, ignis. Sacerdos Mb: orat, benedicit, accendit, lustrat, sacri$cat, baptizat, exorcizat, excommunicat, communicat, caedit, offertorium, crux, idolum. Lusor Nb: paxilli, aleae, trochus, palus, saltus, lucta, pila, calculi, [saltus,] cursus. Medicus Pb: pulsus, sanguis, ignis, oleum, terra, pharmacum,
44, 6 carminat emend.] cardinat L N scrips. L, delev. N
45, 12 flag. L N
16 saltus iterum
explicatio triginta sigillorum
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gruppo Bu, Cu, Du, ecc., avremo in$ne: troncare, tagliare, scorticare, sega, fascina, legnaia, ascia, accetta, letto, sedia, tavolo, cassa, trono, altare, colonna, asse, ripiano. [44] Il gruppo di azioni invece che riguardano il cibo e cioè la serie di coppie Ab, Ac, Ad, ecc., del secondo tipo di sillabe, consiste in: pentola, tegame, padella, griglia, spiedo, piatto, fuoco, tavolo, coppa, fornaio, pasticcere, che vomita, mastica, mangia. Riguardo agli indumenti, cioè Eb, Ec, Ed, ecc.: lino, $lo, tela, veste, battere la lana, pulitura, $latura, avvolgere in una matassa, orditura, tessitura, taglio, cucito, spolverare, piegare, lacerare, vestirsi, svestirsi, cardare. Per le parti del corpo e gli accessori da indossare, ovvero la serie Ib, Ic, Id, ecc., avremo: mani, volto, testa, piedi, schiena, barba, unghie, dita, il pettine, uno specchio, una spazzola. Per gli oggetti legati agli edi$ci, cioè il gruppo Ob, Oc, Od, ecc.: sabbia, pietra, calce, piccone, zappa, scalpello, scala, impalcatura, rovine, fondamenta, mura, tetto, trave. Per gli ornamenti ed accessori degli edi$ci, in$ne, in corrispondenza del gruppo Ub, Uc, Ud, ecc., avremo: gesso, pittura, fronde ornamentali, tappeti, oro, una pianta di papiro, una fanciulla. [45] Per quanto riguarda il musicante del terzo tipo di sillabe, cioè il gruppo che inizia con Bc: campana, campanella, timpano, corno, cetra, guscio di tartaruga, lira, flauto, sonagli, grancassa, trenula. Per lo studioso del gruppo Cb: rilegatura, scrittura, lettura, messa in ordine, lettura ad alta voce, matematica, $sica, grammatica, logica, retorica. Il minatore Db: picchia, batte, lima, spacca, fuoco, acqua, mantice, sof$atori, lima, incudine, carbone. Il lavoratore della pietra Fb: scava, spacca, getta, leviga, bagna, ammucchia, cuoce, solleva, ordina, intaglia, trasporta. Per il mercante Gb: prodotti dell’orto, frumento, lino, stoffe, vasi, olio, coltelli, pani, vini. Per il soldato Id: corazza, lancia, spada, pugnale, catapulta, arco, balista. Per il giudice Lb: arresto, interrogatorio, esame del caso, tortura, giudizio, manette, catene, flagellazione, tenaglie, morsa, cappio, ruota, fuoco. Il sacerdote Mb: prega, benedice, accende le candele, puri$ca, sacri$ca, battezza, esorcizza, scomunica, dà la comunione, immola, offertorio, croce, idolo. Per il giocatore Nb: gioco dei paletti, dadi, cerchio, palo, salto, lotta, palla, sassi, corsa. Il medico Pb: tasta il polso, controlla il sangue, fuoco, olio, terra, farmaco,
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opere mnemotecniche
extenctio, cubatio, fricatio, expurgatio. Vector Qb: archa, dolium, lectus, lagena, corbis, currus, liber, senex, vetula, puer. Latro Rb: percutiens, nudans, feriens, torquens, puella, galerus, porcus, ovis, pallium, crumena. Magus Sb: signum, thus, nodus, holocaustum, imago, lemur, ignis, baculus, [thus,] lymphae lustrales, pentagonus. Pastor Tb: pera, baculus, lana, lac, lupus, ovis, canis, capra, bos, porcus. Venator Ub: caper, vulpes, cornu, aper, cervus, canis, ursus, leo. [46] Ad istorum numerum si tamquam semimathematicalia subiecta velis varie per arti$cium efformata referre, non modicum videberis lucratus. Habeat igitur musicus multiplicem archam, studiosus tabulatum multiplex, minerarius multiformem lectum, caeterique varie efformata mensam, / altare, sedem, brutum, foeminam, vas, offendiculum, obicem caeteraque, quibus appositis idem, quod animata designant, consigni$cetur. Adde ad optimum usum sive radicalium punctorum sive plurium caeterorum huiusmodi istam subsistentium elementorum cum subsistentibus aliis elementis combinationem. Instituebamus enim iuxta radicalium signi$catores quinque adsistentium genera, quae vel 25 differentiales sibi species adsciscerent vel de quinque materiis 25 formas educerent. Extabant igitur absoluta quinque A, E, I, O, U, quae modica differentia se magna prodere poterant aut parva; subindeque ad duplicis consequentis punctuationis expressionem duobus aliis adnectebantur singula caeterorum quattuor, sicut iisdem A primum adnexum vides: Aaa Aae Aai Aao Aau
Aea Aee Aei Aeo Aeu
Aia Aie Aii Aio Aiu
Aoa Aoe Aoi Aoo Aou
Aua Aue Aui Auo Auu
23 thus iterum scrips. L, delendum censeo 46, 1-2 semimathematicalia subiecta] cfr. Ars rem., supra, 21-24.
explicatio triginta sigillorum
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dilatazione, riposo, sfregamento, emissione. Per il trasportatore Qb: cassa, botte, lettiga, anfora, cesta, carro, servo, vecchio, donna anziana, bambino. Il ladro Rb: picchia, depreda, ferisce, infligge, fanciulla, berretto, porco, pecora, veste, borsa. Per il mago Sb: segno, nodo, sacri$cio, immagine, spirito, fuoco, bacchetta magica, incenso, acqua benedetta, pentacolo. Per il pastore Tb: bisaccia, bastone, lana, latte, lupo, pecora, cane, capra, bue, porco. Per il cacciatore Ub: capretto, volpe, corno, cinghiale, cervo, cane, orso, leone. [46] Se vorrai utilizzare tutte queste $gure formate in vario modo per arti$cio come sostrati di tipo semimatematico, ne trarrai un vantaggio non indifferente. Avrà dunque il musicista più casse, lo studioso più scrivanie, il minatore più letti di diverse fogge, e tutti gli altri tavole variamente raf$gurate e altari, sedie, animali, fanciulle, vasi, strumenti per colpire, cose da gettare ed altri ancora con i quali esprimeremo quegli stessi signi$cati che le immagini animate, alle quali sono stati aggiunti, ci esprimono. Si aggiunga inoltre, per un loro funzionamento migliore, sia come elementi signi$cativi e a sé stanti, sia per molte altre funzioni simili, quest’altro tipo di combinazione tra vocali e vocali. Avevamo stabilito, dunque, per ciascuna delle immagini principali e signi$cative cinque tipi di $gure assistenti che o ricevevano, a loro volta, 25 differenze speci$che, oppure davano vita a 25 $gure diverse a partire da cinque materiali differenti. Scioglievamo pertanto le cinque vocali A, E, I, O, U, ponendole separate e indipendenti, già così potendo essere utili, a partire da una piccola differenza, sia a molte che a poche cose; fatto ciò le associavamo a ciascuna delle altre quattro vocali in modo da comporle con le coppie decrescenti formate dalla combinazione delle vocali, come si può vedere nel caso della prima combinazione, relativa alla A: Aaa Aae Aai Aao Aau
Aea Aee Aei Aeo Aeu
Aia Aie Aii Aio Aiu
Aoa Aoe Aoi Aoo Aou
Aua Aue Aui Auo Auu
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opere mnemotecniche De interprete, qui XXX est sigillus
Interpreti primo ad elementorum numerum viros 22 sigillatim referendos decrevi; secundo illorum singulis atria vel domos 22, quas denominarent, adtribui; tertio atriorum vel domorum singula in sex cubilia, quae ordine quodam 22narium complerent tertium, distinxi ut virum in quibuscumque cubilibus repertum, trium semper elementorum / ex loco quidem praesentatorem, ex activo autem, passivo neutroque gestu signi$catorem ef$cerem et interpretem. Figuram quoque institui, in qua primo ex atrii nomine, 2. ex nomine cubilis, 3. ex nomine praesidis inspecto, tria designata inspicerem radicalia. Ipsa quidem quadrata est et 22 ordinibus in 22 partes divisis constans, in quibus notae diametraliter appositae per planum ad dextrum sinistrumque relatae ipsum, quod primum in atrio supponitur, elementum notant; sursum vero atque deorsum ascensu descensuque respicientes secundum, quod a singulis cubilium desumitur, elementum designant; singularis vero nota, quae in $gurae margine cernitur ad$xa, praesidem virum refert. Ibi vel a cubilis intentione ad intentionem atrii et praesidis, vel ab intentione praesidis ad intentionem atrii et cubilis, vel ab atrio ad cubile et praesidem, vel a cubili ad praesidem et atrium, vel a praeside ad cubile et atrium, vel ab atrio ad praesidem et cubile procedere valens, non modo tibi interpretem comparabis, sed et maiorum omniumque – si quos habet Cabala – mysteriorum scrutatorem contemplatoremque te poteris ef$cere. [48] Non minus exquisitam ad captandum interpretem denuo comperi rationem. Quandoquidem trecentae et septuaginta septem de primis duabus radicibus combinationes agnoscunt Cabalistae, iccirco totidem viros earundem signi$catores certa serie institui, iisdemque propria atria, domos et cubilia in tot partiales distributa sedes destinavi, quot ipsi pro tertia designanda radice susciperent operationes. Quod ut $rmius
47, 9 exactivo L
48, 1 exquisitamad L
explicatio triginta sigillorum [47]
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Trentesimo sigillo, l’interprete
All’interprete stabilii di af$dare, in primo luogo, ventidue uomini, uno per ogni lettera dell’alfabeto; in secondo luogo assegnai a ciascuno di loro ventidue atrii o abitazioni, che ne ricevevano il valore alfabetico; per terzo suddivisi ogni atrio o casa in sei stanze che contenevano un terzo alfabeto di ventidue lettere, disposto secondo un certo ordine. In questo modo ero in grado di far sì che ciascun uomo, in qualsiasi stanza si trovasse e a partire dal luogo stesso, per mezzo di un gesto attivo, passivo o neutro, potesse sempre rappresentare, rendere manifeste e farsi interprete di tre lettere. Costruii quindi anche uno schema $gurativo in cui, a partire anzitutto dal nome dell’atrio, seguito dal nome della stanza e in$ne da quello del personaggio visualizzato nel luogo, potevo individuare le tre consonanti delle radici. Questo era un quadrato formato da 22 colonne suddivise in 22 caselle, nelle quali i segni delle lettere, disposti diagonalmente dall’angolo destro in alto al sinistro in basso, denotano la prima lettera che è associata all’atrio; guardando invece sopra o sotto, in senso verticale, denotano la seconda lettera, che si desume da ciascuna stanza; il segno poi, che si legge inscritto in ogni singola casella posta ai lati della $gura, riporta il personaggio principale. Qui dunque, potendo passare o dal signi$cato della stanza a quello dell’atrio e del personaggio, o da quello del personaggio a quello dell’atrio e della stanza, oppure da quello dell’atrio a quello della stanza e del personaggio, o ancora da quello della stanza a quello del personaggio e poi dell’atrio, o, addirittura, da quello del personaggio a quelli della stanza e dell’atrio, non solo ti procurerai un interprete, ma diventerai anche scrutatore e contemplatore di tutti i più profondi misteri della Cabala (se ne ha). [48] Ho trovato un’ulteriore eccellente ragione per impadronirsi dell’interprete. Poiché infatti i Cabalisti ammettono trecento e settantasette combinazioni per le prime due lettere delle radici, io assunsi, in una determinata successione, altrettanti uomini come segni di quelle, ed assegnai loro propri atrii, dimore e stanze divise in tanti settori quante erano le speci$che operazioni che essi dovevano compiere per rappresentare la terza lettera. Per procedere più sicuro
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praestarem et accuratius, talia perpetuo sedibus adieci, qualia designandum elementum referre valeant. Ad universalem autem interpretem viris, / virorum insigniis, insignitorum actionibus, agentium adsistentibus atque circumstantibus ordinatum – prout idiomatis exigit ratio – combinatorium perfeci, quibus sedulo expeditis patriam, in qua actionum supposita de primo in secundum actum prodirent, elegi; ibidemque ad locum proprium agentem, actionem actumque contrahens, ex adiective vel substantive, antecedenter vel consequenter vel concomitanter appositis substantiam vel accidens, rem vel intentionem, actionem vel passionem, vel aliam quamcumque referendam intentionem ob oculos apponere novi. [49]
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opere mnemotecniche
Triginta formarum non sensibilium de sensibilibus deductiones
Praepositis adde quod naturales vel in naturalibus per artem ef$nctae formae – de externo in internum sensum irrepentes et accurata quiditate, magnitudine, multitudine, habitu, dispositione, affectione, colore, forma, $gura, habitudine ad subiectum, ad continens applicatione, activitate per omnia, motivitate in alia, mobilitate ab aliis, ordine ad alia, situatione cum aliis, nec non aliorum possessione, consistentia, circumstantia et adsistentia excogitatae – triginta modis aliae deducuntur ex aliis, quorum quindecim simplices, totidem vero conversivi existunt.
11 adsistentibus emend. N] adsistensibus L
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e preciso, aggiunsi in modo permanente a quei luoghi tutte quelle cose che potevano essere utili a riprodurre la lettera da raf$gurare. Allo scopo di avere invece un interprete universale realizzai un alfabeto combinatorio organizzato – per assecondare la struttura della lingua – con uomini, caratteri loro peculiari, azioni relative a quelle caratterizzazioni, $gure assistenti e circostanti alle azioni di costoro; per tutti questi, accuratamente preparati, scelsi una dimora nella quale gli oggetti per le azioni venivano passati e scambiati da un gesto all’altro. In questo modo dunque, contraendo un personaggio agente, un’azione ed un gesto entro un luogo speci$co e proprio e per mezzo di immagini di oggetti aggiunti alla $gura o al luogo, che precedono nell’azione, ne derivano o ne sono concomitanti, avevamo imparato a visualizzare una sostanza o un accidente, una cosa o un concetto, un’azione attiva o passiva, o qualsiasi altro contenuto da rappresentare. [49]
I trenta modi di derivazione delle immagini di cose non sensibili da quelle sensibili
A tutto quanto abbiamo fatto precedere aggiungi anche che le immagini di cose della natura, o raf$gurate arti$ciosamente con riferimento ad elementi tratti da essa, poiché giungono tutte al senso interno attraverso quello esterno, possono essere ridotte e derivate le une dalle altre per mezzo di trenta modi, visualizzate in base alla de$nizione della loro essenza o della grandezza, molteplicità, proporzione, complessione, caratteristica, colore, forma, $gura, relazione con il sostrato, rapporto con quanto contiene, possibilità di azioni rispetto a tutte le cose e di movimento entro o rispetto ad altre, posizione d’ordine o collocazione rispetto a qualcosa e poi possesso o privazione di altre cose, elementi di cui sono costituite, da cui sono circondate o a cui sono associate. Di questi trenta modi, quindici sono semplici ed i restanti, invece, di tipo inverso.
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opere mnemotecniche
[50] Primum quindenarium: 1. de habitu externo in internum habitum; 2. de operatione in facultatem atque potentiam; 3. de medio et $nito in extraemum et in$nitum; 4. de insigni in insignitum; 5. de hierogly$co in suum connotatum; 6. de methaphorico in suum naturale; 7. de instru/mento in arti$cem; 8. de habente in possessum; 9. de locato in locum; 10. de contemporaneo in tempus; 11. de modi$cato in modum; 12. de specie in genus; 13. de proferente in prolatum; 14. de veri$cante in veri$catum; 15. de accidente in substantiam. Secundum quindenarium: 1. de propria passione in subiectum; 2. de simili in consimile; 3. de proportionali in comproportionale; 4. de relativo in correlativum; 5. de effectu in caussam; 6. de continente in contentum; 7. de parte in totum; 8. de subalternato in subalternans; 9. de contrario in contrarium; 10. de principali in reductivum; 11. de antecedente in consequens; 12. de concomitante in comitem; 13. de commutante in mutatum; 14. de invertente in inversum; 15. de capitis additione diminutioneque in corpus. /
50, 12 proportionali emend.] proportionale L 50, 1-19 Primum ... corpus] cfr. Cant. Circ., 107-111 et adn. ad loc.; De imag. comp., infra, 21-26.
explicatio triginta sigillorum
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[50] Prima quindicina: 1. dall’aspetto esterno a quello interno; 2. dall’azione alla sua concezione o possibilità; 3. dal mediano e $nito all’estremità e all’in$nito; 4. dal simbolo a ciò che è signi$cato; 5. dal gerogli$co a quanto esso rappresenta; 6. da ciò che è metaforico a quanto esso esprime realmente; 7. dallo strumento all’arte$ce; 8. da chi possiede a ciò che è posseduto; 9. da ciò che occupa uno spazio allo spazio stesso; 10. dall’istante attuale al tempo; 11. da ciò che è modi$cato alla modalità con cui ciò si attua; 12. dalla specie al genere; 13. da chi parla a ciò che è detto; 14. da chi cerca di veri$care al fatto vero; 15. dall’accidente alla sostanza. Seconda quindicina: 1. da una particolare situazione subita al soggetto; 2. dal simile a ciò a cui assomiglia; 3. da quanto è proporzionale all’elemento a cui è proporzionato; 4. dal relativo a ciò cui è relazionato; 5. dall’effetto alla causa; 6. dal contenente al contenuto; 7. dalla parte al tutto; 8. dal subalterno a ciò a cui è subordinato; 9. dal contrario al proprio opposto; 10. dal generale allo speci$co; 11. dall’antecedente al conseguente; 12. dal concomitante a ciò a cui è contemporaneo; 13. da ciò che cambia a ciò in cui è trasformato; 14. da ciò che è da invertire al suo inverso; 15. dall’addizione o sottrazione di membra e parti all’intero organico.
N121
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[51]
Omni verborum superstitiosa cura abacta, tibi a nobis ut agglomeratum implicitumque $lum evolventibus et enodantibus, velutique occultam complicatamque telam educentibus et explicantibus, triginta, quos ordinavimus, sigilli aperiuntur. [52]
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10 N122
PHILOTHEI IORDANI BRUNI NOLANI TRIGINTA SIGILLORUM EXPLICATIO
Primi sigilli explicatio
Campus erat primus sigillus, quem veluti universi operis arti$ciique subiectum oportet apparasse prius. Ipse est locus, qui in secunda theoriae Artis reminiscendi parte per comunis propriique differentias distinguitur et in suas species omnes distribuitur. Hic perquiri simulacra locorum dicere maluimus quam loca. Ea enim cum externis obiiciuntur oculis, minus sensibili praesentia movere comperimus, quam cum internis phantasticae facultatis oculis intentata perlustrantur. Hic ideo amplissimus sinus intitulatur phantasia, quia quod terminatum determinatumque a sensibus externis accaepit, / in immensum ampli$care et in innumerum multiplicare valet. 52, 12 accaepit lege accepit 51, 6-7 sigilli aperiuntur] Apoc., 5, 1-2; 6 (per totum) et 8, 1. 52, 4 in ... parte] cfr. Ars rem., supra, 11.
[51]
SPIEGAZIONE DEI TRENTA SIGILLI DI FILOTEO GIORDANO BRUNO NOLANO
Scacciato ogni vano culto delle parole, come srotolando e dipanando un $lo raggomitolato e come svelando e dispiegando una complessa ed occulta tela, ecco che qui ti sono aperti, per merito nostro, i trenta sigilli che avevamo in precedenza messo in ordine. [52]
Spiegazione del primo sigillo
Il campo era il primo sigillo che è necessario preparare per primo come sostrato dell’intera opera e di tutta quanta l’arte. Questo è il luogo mnemonico che, nella seconda parte della teoria dell’Ars reminiscendi, è distinto nei due generi di « comune » e « proprio » ed è ripartito in tutte le sue specie. Qui abbiamo preferito dire che dovevano essere prese in esame immagini dei luoghi piuttosto che luoghi. Difatti abbiamo scoperto che quando sono guardati con gli occhi esterni ci smuovono meno, con la loro presenza sensibile, di quando ci rivolgiamo ad essi esaminandoli con gli occhi interiori della facoltà fantastica. Qui inoltre la fantasia è detta « amplissimo seno » perché è in grado di moltiplicare ed ampli$care all’in$nito quanto di $nito e determinato riceve attraverso i sensi esterni.
10-13 Hic ... valet] cfr. De imag. comp., infra, 35.
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[53] Sinus iste, qui est in subiecto anima vel animali, alius generis ef$citur subiectum, dum ea loca in genere phantasiabiliter retinenda suscipit, in quibus ea ipsa rerum signa, imagines et $gurae inscribi debeant, quae in species signi$catorum et presentatorum vivaciori memorativae facultatis obtutu inspiciendas promovent. Ipsorum vulgatas rationes in secunda theoriae parte protulimus. Iam ut aliquid adferat huius disciplinae proprium, ad instar Solimae per Thalmutistam divisae praecipimus ut generalissima forma generalissimum, generalis generale, specialis speciale, individualis individuale subiectum consequatur, haud aliter quam aliam formam ab alia comprehendi conspicimus. [54]
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opere mnemotecniche
Secundi sigilli explicatio
Coelum dicitur secundus sigillus, quia ad eam memoriter retinendi rationem spectat, qua cosmicae vel geographicae vel alius eiuscemodi descriptionis formam habere ad sensus interioris oculum concupimus. Cum igitur sphaera mundi vel terrae in sua sit divisa hemisphaeria, quadrantes vel alia eius generis membra, cumque eadem non solum in globi simulacro, sed et in ipso globo non facile statim occurrere possint perquisita, istam excogitavimus viam, qua citra dif$cultatem suis numeris atque mensuris intendentibus sensibus occurrant. [55] Destinamus enim exempli gratia domum universae praesentandae sphaerae, hancque primum / in duas generales dividimus partes, quarum altera sit ad partes hemisphaerii superioris, altera ad partes hemisphaerii inferioris praesentandas ordinata. Dehinc utraque dictarum partium quatuor sibi cubilia seligat, ut primum referat quadrantem orientalem ab aequinoctiali ad arcticum polum, secundum occidentalem, tertium orientalem ad polum antarcticum, quartum occidentalem. Sicut autem quadrantum singulis tribus angulis terminari tribusque lineis accidit de$niri, ita
53, 7-8 adferatur emend. N] adferat L 53, 6-7 Ipsorum ... protulimus] cfr. Ars rem., supra, 12-19. 9-12 praecipimus ... conspicimus] cfr. Cant. Circ., 127.
explicatio triginta sigillorum
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[53] Questo spazio, che si trova nello spirito vitale ovvero nella sostanza animata, dà vita ad un altro tipo di sostrato, nel momento in cui riceve e trattiene quei luoghi di tipo fantastico nei quali devono essere inscritti quei segni delle cose, quelle immagini e quelle $gure che spingono a guardare le immagini dei signi$cati e delle cose presentate con uno sguardo della memoria più vivace. Nella seconda parte della teoria abbiamo esposto anche le regole consuete relative ad essi. Qui invece, perché venga esposta una novità propria di questa tecnica, abbiamo voluto insegnare – attraverso l’immagine di Gerusalemme suddivisa dal Talmudista – come ad una forma generalissima debba corrispondere un sostrato generalissimo, ad una generale uno altrettanto generale, ad una forma speci$ca un sostrato speci$co e a quella individuale uno individuale, allo stesso modo in cui vediamo che una forma è compresa e contenuta in un’altra. [54]
Spiegazione del secondo sigillo
Il secondo sigillo è chiamato cielo, perché concerne quel modo di memorizzare con il quale desideriamo avere di fronte all’occhio del senso interno la forma della descrizione del cosmo, della geogra$a o di altre simili. Poiché la sfera del mondo, o terrestre, è divisa, secondo i suoi emisferi, in quadranti ed altre simili parti e sottoparti e, tuttavia, non risulta facile che queste, ricercate, possano essere scorte non solo in un’immagine del globo, ma anche nella volta stessa del cielo, abbiamo dunque escogitato questo espediente grazie al quale, senza dif$coltà, esse si presentino all’attenzione dei sensi, secondo il loro numero e le loro misure. [55] Destiniamo pertanto, a titolo esempli$cativo, un edi$cio alla riproduzione della sfera dell’universo e, per prima cosa, dividiamolo in due parti principali ordinate per rappresentare, la prima, l’emisfero superiore e, la seconda, quello inferiore. Dopo di ciò si individui in ciascuna di queste due parti quattro stanze, in modo che la prima riporti il quadrante orientale che va dalla linea equinoziale al polo artico, la seconda il quadrante occidentale, la terza quello orientale rivolto al polo antartico e la quarta quello occidentale. Inoltre, così come succede che ciascun quadrante è de-
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ipsorum cubilium sunt concipiendae partes, ut pro punctis hic polum, ibi angulum orientis vel occidentis, illic angulum meridiei vel merinoctii statuat; pro lineis vero hic meridiani, ibi aequinoctii vel aequidialis, ibi orizontis portionem terminantem intelligat; moxque ad partium referendarum situs et habitudines respiciens, facile omnium atque singulorum exquisitam poterit nactus esse praesentiam. [56]
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opere mnemotecniche
Cathenae, quae tertius est sigillus, explicatio
Cathenae explicationem habes in intentione decimatertia libri De umbris idearum, quae quidem dupliciter usu venire valet: utpote ad ipsum iudicium, cum per hanc rerum habeamus rationem, qua certa serie gradus entium contemplantes intelligamus veram distinctamque cuiusque essentiam veluti in centro quodam esse consistentem, ubi altera quae superior est circumferentiae parte in$mum naturae proximae superioris gradum attingit, altera vero huic opposita naturae proxime inferioris supremo continuatur; secundo ad intentionum retentionem faciendam, / dum caudam unius intentionis atque conceptus alterius intentionis atque conceptus caput statuimus. Quod ibi typo retinendarum signiferi partium insinuavimus, dicens: [57] Dux gregis armenti primum, sublatus in iram In geminosque pedes, impete fronte ferit. Vindex, mente vacans, hinc Taurus concitus, ictu Irruit in fratres impatiens Geminos. Germanos iuvenes af$nes protinus undae Excipiunt. Cancer rosida prata petit. Repens obliquo limpharum Cancer alumnus Villosi vultum forte Leonis adit. Percitus inde Leo crinitos surgit in harmos, Unde vagans rapidae visa Puella ferae est.
56, 4 valetutpote L
13 retinendarum emend. N] retinandarum L
56, 2-3 in ... idearum] cfr. De umbris, 34-35 et adn. ad loc.
explicatio triginta sigillorum
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limitato da tre angoli ed è de$nito da tre linee, ugualmente occorre visualizzare le parti delle varie stanze in modo tale che si stabilisca, rispetto alle posizioni, dove è il polo, dove l’angolo occidentale o quello orientale, dove il mezzogiorno o la mezzanotte e, per quanto riguarda le linee, si cerchi di capire invece dove è la parte delimitata dal meridiano, quella della linea equinoziale o equidiale e dell’orizzonte. Subito guardando alle posizioni e ai rapporti delle parti che dobbiamo rappresentare, si potrà ottenere con facilità l’eccellente visione di tutte quante assieme e di ciascuna di esse. [56]
Spiegazione della catena, terzo sigillo
Trovi la spiegazione della catena nella tredicesima intenzione del libro De umbris idearum. Questa può essere di utilità in due modi: nell’attività del giudicare, quando per mezzo di essa abbiamo un modo per considerare le cose, per cui, guardando i gradi degli enti secondo una certa sequenza, comprendiamo che la vera e particolare essenza di ciascun ente sta come nel centro di un cerchio, da cui può toccare l’in$mo grado della natura immediatamente superiore con la parte superiore della circonferenza, mentre con la parte opposta si collega al grado più alto della natura immediatamente inferiore. In secondo luogo serve a ricordare le nozioni, purché facciamo in modo che la $ne di un contenuto o di un concetto coincida con l’inizio di un altro. Abbiamo suggerito questo uso con un esempio riguardante la memorizzazione dei segni zodiacali, così scrivendo: [57] Impennandosi furioso su entrambe le zampe, il capo del gregge Colpisce con la fronte impetuosa il re dell’armento. Spinto via dalla propria sede il vendicativo Toro dissennato Aggredisce con furia inarrestabile i fratelli Gemelli. Subito i giovani fratelli sodali sono scagliati Nelle onde, mentre il Cancro avanza verso i roridi prati. Nel suo obliquo avanzare il Cancro, $glio dell’acqua, Inaspettatamente si imbatte nel volto del villoso Leone. Il Leone così irritato si alza sulle zampe crinite Fin dove alla rapida $era appare la Vergine errabonda.
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Hanc petit, illa fugit; quae gressu insana fugaci Librantem incurrit per$ca lance virum. Aestuat hic, cupidis quem dum complexibus haeret, Attriti Vermis cuspis adunca ferit. Formidans l[a]etum medicas dum currit ad artes, Pone Sagittiferum sentit adesse virum. Qui modo stuprata quam credit virgine laesus, Quo petit hunc iaculo, vulnerat ecce Caprum. Ut primum intrusum ferrum persensit inique, Effugit in rapidas praecipitosus Aquas. Sic caper infaelix a gurgite tractus aquarum Insueta inclusis Piscibus esca datur. [58]
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opere mnemotecniche
Arboris, quae quartus est sigillus, explicatio
Arbor ad inventionem facit atque iudicium, ut manifestum est in iis quae in libro Arboris scientiae perhiben/tur. De quocunque enim subiecto cum dicere volumus, sive ex alienis inventis colligentes sive ex nostris meditationibus emetentes, ita facimus ut in ipsum velut in arborem respicientes, primo eius radices, puta principia originalia, causas et elementa; deinde stipitem, id est propriam essentiam et esse, mox ramos, id est potentias, facultates atque virtutes; subinde folia, puta accidentia propria et circumstantias; proinde flores, utpote actiones et operationes; tum demum fructus, qui sunt actus et opera, considerentur, ut eo pacto ordo – quo materiam disponimus – inventionem, iudicium et retentionem subministret. [59] Analytice quoque procedentibus arbor materiae demonstrabilis statuatur, cuius pro radicibus sensus, imaginatio, persuasio, authoritas caeteraque id genus $dem concitantium habeantur, pro gemino stipite investigationem veri$cationis – alteram ex parte subiecti, alteram ex parte praedicati – et pro complicato in gemini stipitis concursu
57, 12 per$ca emend.] persica L N tit emend. N] sensit L
15 letum emend. N] laetum L
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La insegue, lei fugge; e mentre procede in folle fuga Si imbatte nell’uomo che regge la precisa Bilancia. Arde d’amore, e mentre la stringe con avidi abbracci, Lo ferisce il ricurvo pungiglione dello Scorpione calpestato. Temendo la morte, mentre ricorre alle arti del medico, Sente avvicinarsi dietro di sé l’uomo Sagittario. Il quale subito offeso per la vergine che crede stuprata Con la freccia destinata a un altro, ecco, ferisce il Capricorno. Sentendo il ferro che a torto lo tra$gge, senza indugio Si getta a precipizio nelle Acque vorticose; Così il capro infelice travolto dal gorgo delle acque, È offerto come insolito pasto ai Pesci che vi dimorano. [58]
Spiegazione dell’albero, quarto sigillo
L’albero serve all’invenzione e al giudizio, come è manifesto da quanto è esposto nel libro Arbor scientiae. Infatti quando vogliamo discutere di qualsiasi argomento, sia raccogliendo argomentazioni altrui, sia mietendo dalle nostre stesse riflessioni, facciamo come se stessimo guardando un albero: dapprima le sue radici, cioè i princìpi da cui si origina, le cause e gli elementi fondanti; poi il tronco, ovvero la propria essenza e l’essere; subito dopo i rami, cioè le potenzialità, le facoltà e le virtù; in seguito le foglie, ovvero i suoi accidenti ed i suoi elementi circostanziali; poi i $ori, cioè le azioni e le operazioni e, in$ne, i frutti che sono gli atti e le cose prodotte, af$nché in tal modo l’ordine con cui disponiamo l’argomento procuri l’invenzione, il giudizio e la conservazione. [59] Procedendo invece sul piano analitico, sia stabilito l’albero della materia da dimostrare e in qualità di sue radici siano considerate percezione, immaginazione, persuasione, autorevolezza e tutte le cose simili che suscitano credenza; con un tronco che si divide in due rami si abbia l’analisi della dimostrazione, da una parte rispetto al soggetto e dall’altra rispetto al predicato; mentre con un tronco che da due parti si 58, 2-3 ut ... perhibentur] cfr. Lullo, Arb. scien. (per totum et spec., prooem., pp. 6-10); De imag. comp., infra, 227-228.
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habet integrum ex subiecto praedicatoque complexum. Si quippe queritur an materia sit actu, inspiciendae sunt rationes ex parte materiae, rursum rationes ex parte actus, rationes earundem ex parte actualitatis materiei. Proportionaliter ad ramorum multitudinem mediorum admittit multitudinem, quo alia ad unum, alia ad alterum stipitis truncum, alia ad universum stipitem referuntur. Adsumit quoque pro fructibus ea, quae ex concessis mediis illis consequuntur. Pro adsistentibus atque circumstantibus eadem diversam multigenamque recipit turbam, de qua alii invigilant, alii quiescunt, alii dubitant, alii decernunt, alii hinniunt, grunniunt alii, alii sub illius arboris umbra / rudunt, flores decerpunt alii, alii fructus comedunt. His succedit constitutio doctrinae distinguendo, de$niendo, dividendo, subdividendo subiectum atque praedicatum ad ultimas usque furculas, utpote distributiones, rami$cando. [60] Arborem bonam atque malam ex ipsis fructibus dinoscere poteris. Quae si primi generis existat, fovenda, nutrienda et contra inpetentium sophistarum importunitates, pro viribus et exigentia rationis, subtensionibus fulcienda. At si secundi generis illa sit, bipene rationis examinata, mediis a radicibus et stipite desumptis, singulis positarum distinctionum membris ad singulorum contrariorum dubiorum solutionem relatis, sterilis maligenaque arbor detruncetur et igne reprobationis absumatur. [61] Arbor etiam facit ad memoriam et ordinatam specierum retentionem. Dorsum arboris habetur ipsa cathena, ut in schemate ibi proposito ab A usque ad L facto conscensu, qui per praecipua materiae capita successive continueque discurrit; rami vero arboris sunt ipsae collaterales assumptiones, dum singulis praecipuae cathenae annulis hinc inde toties totque annuli connectuntur, quoties quotque ad implendam considerationis materiam suf$cere possunt.
59, 8 quaeritur emend. N] queritur L
60, 5 bipenne emend. N] bipene L
60, 1-2 Arborem ... poteris] cfr. Mat., 12, 33; Luc., 6, 44. 8-9 sterilis ... absumatur] cfr. Mat., 3, 10 et 7, 19: « Omnis arbor, quae non facit fructum bonum, excidetur et in ignem mittetur » ; Luc., 3, 9. 61, 2-3 ut ... conscensu] cfr. supra, 11.
explicatio triginta sigillorum
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riunisce in una sola, si intenda la connessione di soggetto e predicato. Se ad esempio si chiede se la materia sia in atto, dobbiamo esaminare gli argomenti dalla parte della materia, poi quelli dalla parte dell’atto e in$ne quelli di entrambi rispetto all’attualità della materia. Proporzionalmente alla molteplicità dei rami, l’argomentazione ammette una molteplicità di termini medi, per cui alcuni sono riferiti ad una parte del tronco, altri all’altra ed altri ancora al tronco intero. Si prendano invece come frutti ciò che consegue da quei termini medi che sono stati accolti. Come elementi accidentali e circostanziali il medesimo albero accoglie presso di sé una varia e multiforme folla di bestie, tra le quali alcune vegliano, alcune riposano, alcune dubitano, alcune litigano, alcune nitriscono, altre grugniscono, alcune ragliano all’ombra di quell’albero, altre strappano i $ori e altre ancora ne mangiano i frutti. A questa fa seguito l’organizzazione sistematica dell’argomento, distinguendo, de$nendo, dividendo e suddividendo il soggetto ed il predicato, rami$candoli $no all’ultimo dei rametti, cioè $no alle loro parti speci$che. [60] Potrai riconoscere se un albero è buono o maligno dai suoi stessi frutti: se è del primo tipo, dovrà essere favorito, nutrito e assicurato con sostegni contro le impudenze degli arroganti so$sti, secondo le forze e l’esigenza della ragione. Se invece è del secondo tipo, esaminato con la bipenne scure della ragione, derivati i termini medi dalle radici e dal tronco, messi in relazione i singoli membri delle distinzioni poste per risolvere ogni dubbio e contraddizione, venga lo sterile e maligno albero abbattuto e distrutto con il fuoco della disapprovazione. [61] L’albero serve inoltre alla memoria e alla conservazione ordinata delle immagini. La parte centrale dell’albero consiste in quella catena che nello schema sopra proposto sale dalla A $no alla L e prende in esame, una dopo l’altra, le parti più importanti di un argomento; i rami dell’albero sono invece le riflessioni collaterali, in modo che ad ogni anello della catena principale siano connessi tutti gli anelli in quella quantità e misura tale da essere suf$cienti ad esaurire la materia della considerazione.
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opere mnemotecniche
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Sylvae, quae quintus est sigillus, explicatio
Sylva, cum ex pluribus arboribus consita intelligatur, nihil aliud videtur addere praecedenti sigillo nisi multitudinem et eiusdem rationis repetitionem; quo quidem pacto non solum duplicari possent et alii sigilli, sed et in / innumerum frustra multiplicari. Atqui habet peculiarem sigillus iste rationem duplicem: alteram, quam licet in praesenti schemate intueri: titire pascentes dum Mopsus colligit agnos. tu quoque littoribus nostris, Aeneia nutrix. patulae. Quae patulae nobis poterunt arrigier aures. recubans. Lanigerum te recubante pecus rapuere simulque. subque umbra calami dormit humidasque lacunas. tegmine decipiens ovium properatque Licaon. fagi non proferunt fructus, prope flumina crescunt. alteram, qua inventionem et iudicium ampli$cari comperimus, quando illud per universum, quod in omnibus arboris partibus et circumstantiis consideravimus, in singulis quae de ipso dicuntur, in ipso dicuntur, in ipso sunt, circaque ipsum consistunt, indagaverimus. Dilatatur insuper arbor in sylvam per multiplicem inventionis speciem, de qua dilatatione alius locus est. [63]
Schalae, quae sextus est sigillus, explicatio
Per schalam tentatur inventio atque iudicium, dum accidit $eri ascensum ab inferioribus ad superiora, ob id quod ea quae dicuntur in istis pro dignitate, in superioribus maio62, 11 Patule L /dignitate L
20 indagaverimus emend. N] indigaverimus L
62, 9-15 Titire ... fagi] Virgilio, Ecl., I, 1. 9 pascentes agnos] Virgilio, Ecl., IV, 45. 10 Tu ... nutrix] Virgilio, Aen., VII, 1. 11 Patulae aures] Orazio, Epist., I, 18, 70. 12 Lanigerum pecus] Ovidio, Fast., I, 384.
63, 4 pro-
explicatio triginta sigillorum [62]
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Spiegazione della selva, quinto sigillo
Poiché si intende la selva come costituita da più alberi, non occorrerà aggiungere altro al precedente sigillo, se non la molteplicità e la ripetizione di un medesimo criterio; in questo modo certamente potrebbero essere duplicati anche gli altri sigilli, ma sarebbe un’inutile moltiplicazione all’in$nito. Inoltre questo sigillo comporta una duplice e speci$ca funzione, la prima delle quali può essere esaminata nel seguente schema: titiro mentre Mopso raduna gli agnelli che pascolano, tu pure presso i nostri lidi, nutrice d’Enea. all’aperto. Che potranno farci drizzare le orecchie ben aperte. riposando. Mentre riposavi ti rubarono d’un tratto il gregge lanifero. sotto l’ombra del canneto ed in luoghi paludosi dorme. il tetto sotto cui stanno gli ovini, a cui si avvicina con inganno Licaone. del faggio – si dice – che non porta frutti e che cresce presso i $umi. L’altra la scoprimmo nell’ampli$care l’invenzione e il giudizio, nel momento in cui ciò che avevamo considerato secondo tutte le parti e circostanze dell’albero, veniva esaminato in maniera universale anche rispetto alle singole cose che si dicono d’essa, si trovano e sono dette in essa e sussistono in riferimento ad essa. L’albero può essere inoltre esteso nella selva per mezzo di molte altre specie di invenzioni, ma di questo tipo di ampli$cazione tratteremo in un altro luogo. [63]
Spiegazione della scala, sesto sigillo
Per mezzo della scala si tenta l’invenzione e il giudizio, nel momento in cui capita di fare una progressione che va dalle cose inferiori a quelle superiori, poiché ciò che è predicato di 13 Subque ... lacunas] cfr. Iob, 40, 16; De umbris, 36, 6-7 et adn. ad loc.
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ri eminentiorique ratione veri$cantur; quibus eadem praedicata si non formaliter convenire possunt, ut principiis tamen effectivis sublimiorique ratione denominandis adscribentur. Quae vero in superioribus a primi dignitate / defectionem referunt, longe maiori ratione per quandam analogiam in iis, quae subsunt, invenientur. In iis autem, quae mediant, descensus pariter datur et ascensus, utpote quibus inferiorum perfectiones omnes superiorumque a prima causa defectus tuto af$rmare iuxta propriae essentiae de$nitionis limitationem debeamus. Gradus huius schalae sunt esse, vivere, sentire, imaginari, ratiocinari, intelligere, mentare. Quae omnia per gradus in inferioribus quo magis explicantur, eo magis in nihilum tendunt, quatenus perfectionem signi$cant; quatenus vero oppositum signi$cant, opposito hinc et inde sese habere modo necessum est. Memoria vero per schalam suo typo designatam triplici progressus differentia per certam dispositionem per$citur; sed huius rei doctrina facile percipitur ex iis quae notavimus nono capite secundae sectionis libri De architectura artis Lullianae. [64]
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opere mnemotecniche
Inserentis, qui septimus est sigillus, explicatio
Ex applicatione intentionis unius sigilli ad alium, unius inventionis ad aliam, iudicii ad aliud, unius rememorandi rationis ad aliam, insitionem $eri intelligimus. Modica nimirum, tenuia, imbecillia paucaque esse rerum semina videntur; multiplici tamen combinatione, compositione, habitudine, relatione, coherentia et universaliter applicatione et adaptatione innumerabilia innumerabiliumque pro-
64, 3 unius1 suppl. N] om. L 63, 15 mentare] vide etiam infra, 118, 25. 23-24 nono ... Lullianae] cfr. De comp. arch., II, 9, pp. 23-24.
explicatio triginta sigillorum
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quelle inferiori in ragione della loro dignità, viene ad essere veri$cato in riferimento a quelle superiori con una ragione maggiore e più eminente e anche se a queste ultime i medesimi predicati non possono essere formalmente attribuiti, sono nondimeno ascritti come a princìpi ef$cienti, da denominare con una ragione più alta. Quei predicati, invece, che negli enti superiori esprimono un difetto rispetto alla dignità del primo, possono essere rinvenuti, con una ragione di gran lunga maggiore e secondo una certa analogia, negli enti che stanno più sotto. Rispetto a quegli enti che stanno nel mezzo, si dà nello stesso modo sia la discesa sia l’ascesa, in quanto che di essi dobbiamo senza alcun dubbio affermare, secondo la determinazione della de$nizione della propria essenza, tutte le perfezioni degli inferiori e le mancanze dei superiori rispetto alla prima causa. I gradi di questa scala sono essere, vivere, sentire, immaginare, pensare a livello discorsivo, comprendere intellettivamente, contemplare con la mente. E tutti quei predicati che si esplicano sempre di più e per gradi negli enti inferiori, tanto più tendono verso il nulla, quanto più signi$cano la perfezione; quando invece signi$cano l’opposto, necessariamente si troveranno anche in maniera opposta rispetto ai due estremi della scala. La memoria invece, rappresentata dalla scala, nella sua $gura, con una triplice e differente progressione, è conseguita per mezzo di una certa disposizione; ma la conoscenza di ciò sarà più facilmente afferrata con quanto abbiamo osservato nel nono capitolo della seconda sezione del libro De architectura artis Lullianae. [64]
Spiegazione dell’innestatore, settimo sigillo
Per mezzo dell’applicazione del funzionamento, della capacità inventiva e giudicativa o del principio di memorizzazione di un sigillo alle rispettive funzioni e capacità di un altro, comprendiamo come è possibile che sia fatto l’innesto. I semi delle cose sembrano infatti piccoli, fragili, deboli e poco numerosi, eppure in virtù della loro combinazione, composizione, complessione, relazione, congiunzione, e in generale dall’applicazione e dall’adattamento, sorgono cose innumerevoli assieme ai loro innumerevoli e speci$ci princìpi.
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fluunt propriae rationes. Ex elementis quatuor, diversimode ordinatis innumerabiliumque proportionum gradibus coeuntibus, innumerabilium elementatorum / multitudo deducitur. Numero quatuor et viginti elementorum, omnium quae fuerunt, sunt et esse possunt in$nitorum idiomatum vocabula articulataeque voces in$nitae conflari possunt. Videatur ergo quomodo tentando, experiendo, conferendo, dividendo, componendo, concernendo, abstrahendo ad innumerabiles accingi valeamus inventiones. Quid enim| Nonne multoties nobis certum scopum prae$gentibus aliud quaesito nobilius occurrit| Ipsum sane frequentissime alchimicis accidere experimentis non est quem lateat, quibus multoties auro perquisito longe meliora vel ex aequo desiderabilia adinvenisse accidit. Mitto quod et mala atque deterrima pro bonis optimisque sese obtrudunt; nihil enim in natura purum, bonoque nihil et af$nius malo. Ut enim physica materia non unquam aliqua forma denudatur, ita naturalis forma numquam a materia seiuncta reperitur, ut aiunt. [65]
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opere mnemotecniche
Agricolae, qui octavus est sigillus, explicatio
Aliquem perpetuo campo praesentem instituimus, quem modo adiectivum subiectum, modo animam loci, nunc vero agricolam appellamus. De hoc diximus in secunda theoriae Artis reminiscendi parte, cum ultimam subiectorum conditionem adduceremus in medium. Differt autem quod hic nomine agricolae adducimus ab eo quod ibi nomine loci adiectivi, tum quia quod hic apponi praecipimus, est animatum et tale animatum, quod vel inexistenter vel inhaerenter vel adsistenter vel circumstanter omnium potest esse susceptivum et consequenter praesentativum – unde sicut mundum Dei imaginem dixere, ita et hominem mundi / imagi-
11-12 deducitur emend.] diducitur L N
25 nonunquam L
64, 9-12 Ex ... deducitur] cfr. De imag. comp., infra, 2. 14-17 Videatur ... inventiones] cfr. De umbris, 64. 22-25 Mitto ... malo] cfr. De rer. princ., 71, 4-9.
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Dai quattro elementi ordinati in maniere diverse, saldandoli tra loro secondo i gradi di molteplici proporzioni, si giunge alla moltitudine degli in$niti corpi composti. Da sole ventiquattro lettere possono essere fatte sgorgare le in$nite parole e le articolate espressioni di tutte le in$nite lingue che furono, sono e potranno essere. Vediamo pertanto come possiamo riuscire ad ottenere in$nite scoperte, tentando, sperimentando, radunando, dividendo, componendo, mescolando e separando. Che altro dire| Quante volte pre$ggendoci un certo scopo si giunge ad un altro più nobile di quello cercato| Non sfugge del resto ciò che negli esperimenti alchemici accade assai di frequente e, cioè, di arrivare ad ottenere spesso cose desiderabili quanto l’oro cercato o molto di più. Tralascio anche il fatto che cose cattive ed anzi pessime si fanno inghiottire per buone ed ottime: nulla, infatti, in natura è puro e niente è più af$ne al bene o al male. E come la materia $sica non si spoglia mai di nessuna forma, allo stesso modo non si trova mai in natura una forma separata dalla materia, come dicono gli aristotelici. [65]
Spiegazione del coltivatore, ottavo sigillo
Abbiamo escogitato un personaggio, che è presente in modo perpetuo nel campo e che talvolta chiamiamo sostrato attributivo, altre volte anima del luogo e, adesso, coltivatore. Di questo abbiamo già detto nella seconda parte della teoria dell’Ars reminiscendi, quando abbiamo esposto l’ultima condizione dei sostrati. Tuttavia ciò che qui chiamiamo con il nome di coltivatore si differenzia da ciò che lì chiamavamo attributo del luogo, sia perché ciò che qui insegniamo a porre nei luoghi è animato e lo è a tal punto che può ricevere – e di conseguenza presentare – ogni cosa, o in quanto a lui intrinseca, o inerente o aderente o circostante (per cui, così come dissero il mondo immagine di Dio, allo 27 ut aiunt] cfr. Auct. Arist., 2, 49, p. 144 [= Averroes, In Phys., I, com. 76, f. 44A]; Auct. Arist., 6, 214, p. 192 [= Averroes, In De an., III, com. 4, p. 386, 85-86]; Causa, II, pp. 221-22 et adn. 79. 65, 4-5 in ... parte] cfr. Ars rem., supra, 20.
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nem non temere Trimegistus appellavit –; tum etiam quia agricola per sui mutationem, per susceptas actiones, passiones et alias sensibiles alterationes est id quod ea, quae sunt referenda, praesentat. Adiectivum vero subiectum, per novae formae et pro diversis occasionibus diversae semper advenientis adiectionem tactum, alteratum, mutatum, insitum, est potius id quo haec, quae sunt referenda, praesentantur. Adiuat sigillus iste nonum sigillum, imo ipsum per$cit: citius enim $rmiusque resident, clarius intensiusque loco sensibili apposita inspiciuntur quam abstracta quadam occurrentia ratione. [66]
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opere mnemotecniche
Tabulae, quae nonus est sigillus, explicatio
Hoc principium extitit, quo ad artis memorandi rationes adsequendas sum promotus. Ipsum adhuc puer ex monimentis Ravennatis expiscare potui. Hoc modica favilla fuit, quae iugi meditatione progrediens in vasti aggeris irrepsit accensionem, e cuius flammiferis ignibus plurimae hinc inde emicant favillae, quarum quae bene dispositam materiam attigerint, similia maioraque flagrantia lumina poterunt excitare. Iuvit istum inter nostros adnumerare sigillos, ut illi, quem mihi fata primum in arte ista tradidere institutorem, ex animo litem. Eius quippe sparsum semen, quantum et qualecunque fuerit – fuit certe magnum atque dignum –, nisi animae nostrae facultas concepisset, ad tantas segetum aristas – quas in huius campi area discutimus – emetendas fortasse non essemus aliunde promoti. / 65, 21 Adiuvat emend. N] Adiuat L 13 Trimegistus] cfr. Corp. Herm., VIII (Ad Tatium), pp. 1845-46: « Primus omnium fere sempiternus, immortalis, ingenitus Deus omnium autor. Secundus deinde ad illius imaginem, mundus ab eo genitus [...] Tertium quoque animal homo ad imaginem mundi genitus [...]; XIV (Asclepius), p. 1861: « non ignarus se etiam secundam esse imaginem Dei, cuius sunt imagines duae, mundus scilicet et homo » ; De imag. comp., infra, 236, 14-20. 66, 3-4 ex ... Ravennatis] Pietro da Ravenna, Art. mem., 3-4, ff. b ivv-c1r : « Tertia est aurea conclusio, quia pro litteris alphabeti homines habeo et
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stesso modo, non senza ragione, Trismegisto chiamò l’uomo immagine del mondo); sia perché il coltivatore in virtù di un suo cambiamento, per azioni sostenute o subite o altre sensibili alterazioni, è ciò che manifesta attivamente quanto è da richiamare alla memoria. Invece il sostrato attributivo, toccato, alterato, mutato e lì collocato, per l’aggiunta di una forma nuova e sempre diversa a seconda delle diverse occasioni, è piuttosto ciò per mezzo di cui le cose da ricordare sono presentate. Questo sigillo può venire in aiuto al nono sigillo, se non addirittura renderlo più completo: le cose che vengono poste in un luogo sensibile e che sono viste più luminose ed intense vanno infatti a depositarsi in memoria più velocemente e con più forza di quelle che visualizziamo sulla base di una qualche nozione astratta. [66]
Spiegazione della tavola, nono sigillo
Questo espediente costituì lo stimolo iniziale che mi portò a conseguire le tecniche dell’arte della memoria. Ancora ero un fanciullo che potei attingere agli insegnamenti del Ravennate. Fu una piccola scintilla che, progredendo in una ininterrotta meditazione, insinuò un incendio su vaste alture. Da quei $ammeggianti fuochi sprizzano ora molte scintille e quelle che avranno raggiunto una ben disposta materia potranno suscitare ardenti lumi. Mi è piaciuto annoverare questo tra i nostri sigilli per rendere un omaggio sincero a colui che il destino mi diede come primo maestro in quest’arte. Se la facoltà della nostra anima non avesse raccolto il seme gettato da lui, quanto e quale esso fosse (ma fu certamente grande e appropriato), forse non saremmo arrivati grazie a nessun altro a mietere tante messi (che esaminiamo nell’aia di questo campo).
sic imagines vivas: pro littera enim a Antonium habeo, pro littera b Benedictum, et sic personas in quarum nominibus prima littera est illa quam collocare volo [...] Quarta est conclusio, ut imagines alphabeti seu nomina demonstrantia litteras bene memoria teneantur et saepe repetantur » .
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[67] Quo igitur facilius certaque serie succedentia quaedam, ut alia suo succedere possint ordine, ef$ciant, plura sensibilia facileque memorabilia per ordinem alphabeti vel sillabici in catalogum redacta docuit apparanda; ad quae modo has, modo illas pro rerum exigentia referentibus actionum, passionum caeterarumque circumstantiarum habitudines, facile modo haec, modo illa concupita in memoriam revocari valeant. Hinc primam intentionem referet Amphion, secundam Bootes, tertiam Cepheus, 4. Diana, 5. Eolus, 6. Faber Vulcanus, 7. Ganimedes, 8. Hercules, 9. Iuppiter, 10. Kiron, 11. Liber, 12. Mercurius, 13. Neptunus, 14. Oceanus, 15. Pluto, 16. Quaesitor Minos, 17. Radamantus, 18. Saturnus, 19. Titan, 20. Venus, 21. Xutus, 22. Zethus. Ultra alphabetum, sillabicum duplex, utpote alterum in quo consona sonantem sequitur, alterum in quo consona sonantem antecedit, ordinabatur. [68]
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Compaginatoris, qui decimus est sigillus, explicatio
Compaginator est qui loca locis consuit, quemadmodum explicavimus in Artis reminiscendi institutionibus, ubi conditiones subiecti quoad discraetam quantitatem determinabamus. Compaginatio autem non solum, sicut ibi ostendimus, continuatione vel contiguitate vel adpositione et consequentia locorum sensibilium ad alia sensibilia ef$citur, sed et semimathematicorum ad alia semimathematicalia, verbalium ad alia verbalia, sensibilium ad semima/thematica vel verbalia, verbalium ad semimathematica vel sensibilia. Similis est ratio compaginatoris ad locorum multiplicationem rationi arboris atque quorundam de sigillis aliis ad eam quae adiectorum est. Ratio quoque compaginatoris est similis deductionibus, quas Lullius et nos in inventivis artibus instituimus, dum ad conceptuum et contemplationum multi68, 4 quo ad L
discraetam lege discretam
67, 12 Quaesitor Minos] Virgilio, Aen., VI, 432. 68, 3 in ... institutionibus] cfr. Ars rem., supra, 14. 14 Lullius] cfr. Lullo, Ars brevis, II, pp. 196-211; Ars gen. ult., II, pp. 10-20. 14 et nos] cfr. De comp. arch., I, 8, pp. 8-9; II, 4-10, pp. 15-29.
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[67] Af$nché dunque alcune cose che si succedono con facilità e con una sequenza ben nota, facciano in modo che altre possano succedere secondo il loro ordine, insegnai a preparare molteplici $gure sensibili e più facilmente memorabili stilate in un catalogo che seguiva l’ordine dell’alfabeto delle lettere o delle sillabe. Attribuendo a tutte queste, secondo l’esigenza delle cose, ora queste, ora quelle relazioni di azioni, di passioni e di tutte le altre circostanze, con facilità sia queste, sia quelle cose desiderate potranno essere richiamate alla memoria. An$one rappresenterà quindi il primo termine, Boote il secondo, Cefeo il terzo, 4. Diana, 5. Eolo, 6. il Fabbro Vulcano, 7. Ganimede, 8. Hercules, 9. Iuppiter, 10. Kiron, 11. Libero, 12. Mercurio, 13. Nettuno, 14. Oceano, 15. Plutone, 16. il Questore Minosse, 17. Radamanto, 18. Saturno, 19. Titano, 20. Venere, 21. Xuto, 22. Zeto. Oltre all’alfabeto delle singole lettere è possibile mettere in ordine le cose secondo quello delle sillabe, che è duplice: uno in cui la consonante segue la vocale ed un altro in cui la consonante precede la vocale. [68]
Spiegazione dell’impaginatore, decimo sigillo
L’impaginatore è colui che lega i luoghi ad altri luoghi, così come abbiamo spiegato nelle regole contenute nell’Ars reminiscendi, nel punto in cui, trattando delle condizioni dei sostrati, abbiamo $ssato quella relativa alla quantità discreta. Tale impaginazione può avvenire non solo, come abbiamo lì mostrato, con la continuazione e la contiguità, o con il porre accanto ed il far seguire luoghi sensibili ad altri sensibili, ma anche luoghi semimatematici ad altri semimatematici, luoghi verbali ad altri luoghi verbali, sensibili a semimatematici oppure verbali, luoghi verbali a semimatematici o sensibili. Il principio su cui si basa l’impaginatore è simile a quello su cui si basa l’albero riguardo alla moltiplicazione dei luoghi, ed in generale ad alcuni degli altri sigilli per quanto attiene alla moltiplicazione delle immagini aggiunte. Il principio su cui si basa l’impaginatore è anche simile a quei meccanismi deduttivi che, sia Lullo, sia noi, abbiamo istituito nelle arti inventive, quando per moltiplicare i concetti e le
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plicationem una $gura per alias omnes deducitur, unus inveniendi modus alio inveniendi modo cohaeret. [69]
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Vexilli, quod undecimus est sigillus, explicatio
Huius sigilli rationem, ubi de memoriae verborum praxi instituebamus, tetigimus. Ibi vel ex proprio vel ex appropriato nomine plures voluimus esse Aristarchos, Baccos, Caesares, ut eodem nomine intitulemus eiusdem familiae vel institutionis vel artis plures, ut ex iis modo unum modo alium ad opera peragenda referamus. Adiuvat iste sigillus tabulam, quae nonus est, et mirum in modum dilatat ipsam atque velut ad triplicis dimensionis differentias ampli$cat. [70] Ad haec si proportionaliter inspicias, non satis occultam et implicitam habes inveniendi iudicandique rationem, dum non modo Baccos, Caesares, Dionysios in omnium hominum generibus ef$ngas, sed in arborum omnium speciebus omnium animalium species inquiras et invenias, in omnium lapidum speciebus plantarum species, in unius speciei inviduis omnium aliorum species individuaque similia. Innumeri enim diversique homines vultu, moribus / et gestu innumeras et diversas animalium species referunt et ad idem quasi vexillum referuntur. Hinc apertum est, quod omnes naturae et in natura duces in omnibus sibi de$nitos milites agnoscunt, quorum alii alibi magis proprios, explicatos atque plures agnoscant; unde $t ut ex superabundante domini peculiares habeantur. Id optime persensit Anaxagoras et non attingere potuit sophisticae naturae pater Aristoteles, qui ab impossibilibus, logicis $ctisque segregationibus, rerum veritati non convenientibus, non est mirum si in$nita valeat inconvenientia alia subinferre.
70, 7 individuis emend. N] inviduis L 69, 2-3 ubi ... instituebamus] cfr. Ars rem., supra, 48. 7-9 Adiuvat ... ampli$cat] cfr. De umbris, 173, 17-39. 70, 1-10 Ad ... referuntur] cfr. De imag. comp., infra, 214, 14-20; De vinculis, 76, 26-33. 13-14 unde ... habeantur] cfr. Eph., 1, 3 et 8; 3, 14 et 20; 1 Tim., 1, 14.
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riflessioni, facciamo procedere una $gura da tutte le altre, unendo così una modalità inventiva ad un’altra. [69]
Spiegazione del vessillo, undicesimo sigillo
Abbiamo già accennato al principio che è alla base di questo sigillo nel luogo in cui stabilivamo come procedere per memorizzare le parole. Qui avevamo voluto che ci fossero molti Aristarco, Bacco, Cesare o in base al proprio nome o in base a un nome scelto arbitrariamente, così da chiamare con il medesimo nome più persone della medesima famiglia o carica o mestiere, utilizzando ora uno ora un altro di essi per compiere determinate azioni. Questo può essere utile nel sigillo della tavola, che è il nono, poiché ne amplia la portata in modo considerevole e lo estende, per così dire, nelle tre dimensioni. [70] Se inoltre consideri in modo analogo, sarà ben chiaro il principio con cui giudicare e inventare, poiché non solo si potranno raf$gurare Bacco, Cesare e Dioniso in tutti i tipi di uomini, ma addirittura si potranno cercare e ritrovare tutti gli animali in tutte le specie degli alberi, tutte le specie di piante in tutti i tipi di pietre e, in generale, negli individui di una specie tutte le altre specie con i loro singoli individui. In questo modo innumerevoli uomini, differenti nel volto, negli atteggiamenti e nei gesti, riferiscono innumerevoli e diverse specie di animali e sono ricondotti come ad un medesimo vessillo. Di qui risulta come tutti i prìncipi della natura e nella natura riconoscano in tutte le cose dei propri e particolari soldati, e questi a loro volta ne riconoscano altri ancora e in numero maggiore; per cui è da tale sovrabbondare che si de$niscono i veri signori. Ciò lo intuì ottimamente Anassagora, ma non lo poté cogliere il padre della so$stica natura, Aristotele, che non ci meraviglia se da separazioni impossibili, puramente logiche ed immaginarie – non rispondenti alla verità delle cose – trae in$nite altre cose difformi. 14-15 Anaxagoras] cfr. Aristoteles, Phys., I (Α), 4, 187b 1-2; III (Γ), 4, 203a 23-24; Cusano, De docta ign., II, 15, 117, p. 36 et adn. 52; infra, 160, 10-11. 15 Aristoteles] cfr. Causa, II, pp. 221-22.
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Pictoris, qui duodecimus est sigillus, explicatio
« Pictoribus atque poetis quaelibet audendi semper fuit aequa potestas » . Primus praecipuusque pictor est phantastica virtus, praecipuus primusque poeta est in cogitativae virtutis adpulsu vel connatus vel inditus noviter quidam enthusiasmus, quo vel divino vel huic simili quodam afflatu ad convenienter aliquid praesentandum excogitatum concitantur. Idem ad utrumque proximum est principium; ideoque philosophi sunt quodammodo pictores atque poetae, poetae pictores et philosophi, pictores philosophi et poetae, mutuoque veri poetae, veri pictores et veri philosophi se di[l]ligunt et admirantur. Non est enim philosophus, nisi qui $ngit et pingit, unde non temere illud: « intelligere est phantasmata speculari » et « intellectus est vel phantasia vel non sine ipsa » ; non est pictor nisi quodammodo $ngat et meditetur; et sine quadam meditatione atque pictura poeta / non est. Phantasiam ergo pictorem, cogitativam poetam, rationem philosophum primum intelligito, qui quidem ita ordinantur et copulantur, ut actus consequentis ab actu praecedentis non absolvatur. Quomodo haec contemplatio ad inquirendum, inveniendum, disponendum et iudicandum faciat, ipse considera. Et nos post completam praesentem explicationem hunc sigillum in iis, quae ad Hebraicam institutionem et fortasse occultam quandam, quae in illius linguae misterio latet, artem faciunt, practicabimus. [72] Iam ad memoriae naturalis relevamen et ad cuiusdam arti$ciosae institutionem, duplicem agnoscimus picturam: alteram, qua super alienis descriptionibus retinendorum imagines vel notas efformamus, cuius exempli$catio esse potest ex iis, quae in arte Umbris idearum adnexa docuimus;
71, 12 diligunt emend. N] dilligunt L 71, 2-3 Pictoribus ... potestas] Orazio, De arte poet., 9-10. 4-6 praecipuus ... enthusiasmus] cfr. Ficino, In Phaedr., 4, p. 85; Spaccio, III, pp. 615-16; Furori, I, 1, p. 788; Lampas trig. stat., 245, 5-14. 8-17 Idem ... est] cfr. De imag. comp., infra, 124, 28-32. 13-14 intelligere ... speculari] cfr. Auct. Arist., 6, 167, p. 188 [= Aristoteles, De an., III (Γ), 8, 432a 8-9]; De imag. comp., infra, 4 et 17.
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Spiegazione del pittore, dodicesimo sigillo
« I pittori e i poeti ebbero sempre la giusta facoltà di osare qualunque cosa » . Il primo e principale pittore è la potenza della fantasia ed il primo e principale poeta si trova nello stimolo creativo della facoltà cogitativa ed è quel tipo di entusiasmo – o innato o acquisito ex novo – per cui, o per l’ispirazione divina o per qualcosa di simile a questa, pittori e poeti sono spinti a rappresentare nel modo più conveniente ciò che viene pensato. Un medesimo principio è dunque comune ad entrambi e, per questo stesso motivo, i $loso$ sono in qualche modo pittori e poeti, i poeti, pittori e $loso$ ed i pittori, $loso$ e poeti e reciprocamente i veri poeti, i veri pittori e i veri $loso$ si apprezzano e si ammirano. Ed infatti non è $losofo se non chi immagina e raf$gura e perciò non appare senza ragione quella sentenza: « il pensare è riflettere per immagini » e « l’intelletto o è fantasia o non è senza di essa » ; né è pittore se non chi in qualche modo immagina e riflette e, in$ne, non si è poeti se non in virtù di una riflessione e $gurazione. Riterrai dunque, anzitutto, la fantasia come un pittore, la cogitativa un poeta e la ragione un $losofo, i quali sono così ordinati e congiunti che l’azione di quello che segue non è svincolata dall’atto di quello che precede. Considera tu stesso come questa sia una riflessione utile per l’analisi, l’invenzione, la disposizione ed il giudizio. E noi, dopo questa approfondita spiegazione, metteremo in pratica questo sigillo con quelle cose che riguardano l’arte di una particolare e forse occulta disciplina ebraica, che si nasconde nel mistero di quella lingua stessa. [72] Per il momento, a sollievo della memoria naturale e a fondamento di quella arti$ciale, consideriamo due tipi di pittura: una, con la quale, basandoci su descrizioni di altri autori, formiamo le immagini o i segni delle cose che desideriamo memorizzare ed un esempio al riguardo può trovarsi tra quanto abbiamo insegnato nella tecnica che è annessa al De umbris idearum; un’altra, con la quale noi stessi, secondo
14-15 intellectus ... ipsa] Auct. Arist., 6, 11, p. 175 [= Aristoteles, De an., I (A), 1, 403a 8-10]; De imag. comp., infra, 4 et 17. 72, 3-5 qua ... docuimus] cfr. De umbris, 196-209 et 222.
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alteram, qua nos ipsi pro negotii exigentia talia aedi$cia, ypostases monstraque con$ngimus sensibilia et phantasiabilia, qualia rerum non sensibilium memorandas valeant referre et presentare species; sicut enim nihil intelligimus sine phantasmate, ita non est quod sine phantasmate recordemur. Quae igitur apprime memorata volumus, solerti conditione phantasiata statuamus. [73]
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Phidiae, qui tertiusdecimus est sigillus, explicatio
Habet peculiarem modum, quo sculptor ad inventionem dispositionemque faciat; habet quo ad rerum intentionumque memoriam adsequendam conferat; expresse vero ad dictionum reminiscentiam tot individuas sedes instituit, quot quispiam cupit verborum habere memoriam. Sedibus illis iuxta agricolae conditiones perpetuos / propriosque cultores destinat, qui diversas situum adsumentes differentias, praecedentem adsequentemve consonantis sonantem referant et certis differentiis alias adsumere combinationes vel elementa valeant, quemadmodum per enigma in $ne Artis reminiscendi appositum denotavimus. Est etiam Phidias formator, ut quae pictor velut ex aliis exemplariter educit et ubi velut super alienis delineamentis elaborans invenitur, ita ibique statuarius Phidias vel quasi formatione quadam e cera ef$ngat, vel quasi additione pluriumque lapillorum ordinatione construat, vel quasi subtractione incultum informemque lapidem $gurandum sculpat. Phantasia, quam Zeusim pictoremque appellavimus, eandem non iniuria Phidiae nomine in proposito intitulabimus. [74] Haec est statuarius ille, qui famosam Nabuchodonosoris statuam erexit, haec ordinatam fortunae regni successionem descripsit, haec tropologiarum fabricat discursus, haec formae conditiones in aliquo sensibili, circa quod et in quo pleraque metaphorice delineat, certo quodam ordine ea72, 9 sic ut L
73, 19 Zeusimpictoremque L
73, 11-12 per ... reminiscendi] cfr. Ars rem., supra, 55-58. 15-19 ita ... sculpat] cfr. De umbris, 112, 12-16 et adn. ad loc.
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quanto richiede la circostanza, foggiamo nella fantasia edi$ci, personi$cazioni e mostri sensibili tali che possano richiamare alla memoria e presentare davanti agli occhi le immagini delle cose non sensibili che dobbiamo memorizzare. Pertanto così come non è possibile pensare senza immagini, allo stesso modo non ricorderemo niente senza di esse. Quando dunque vogliamo cose ben memorizzate, scegliamo con accurata preparazione le immagini fantastiche. [73]
Spiegazione di Fidia, tredicesimo sigillo
Vi è un modo particolare secondo cui lo scultore si presta all’invenzione e alla disposizione e secondo un altro è adatto per ottenere la memoria di cose e di concetti. Inoltre, per ricordare i termini, istituisce ef$cacemente tante sedi individuali quante sono le parole che si desidera memorizzare. Assegna a queste sedi, secondo le condizioni del sigillo del coltivatore, degli agricoltori propri e $ssi, in modo che, assumendo diverse posizioni, possano rappresentare la vocale che precede o segue una consonante e, per mezzo di altre $ssate differenze, siano in grado di comporre tutte le altre sillabe o lettere, nel modo in cui abbiamo spiegato nell’enigma posto alla $ne dell’Ars reminiscendi. Ma Fidia è anche formatore, precisamente: come il pittore dipinge sulla base di esemplari oppure perfeziona disegni altrui, così anche qui lo scultore Fidia ora modella la cera formando $gure, ora costruisce con ordine come se mettesse insieme le tessere di un mosaico, ora scolpisce dando forma, quasi per sottrazione, ad una pietra rozza ed informe. Dunque la fantasia, che avevamo chiamato il pittore Zeusi, possiamo in questo caso rinominarla, non impropriamente, anche Fidia. [74] È lei quello scultore che eresse la famosa statua di Nabuchodonosor e che descrisse in segni l’ordinata sequenza delle fortune del regno; è lei che fabbrica il susseguirsi delle $gure retoriche ed è lei che descrive, secondo un ben preciso ordine e nella stessa sequenza in cui le vogliamo ricorda-
74, 1-3 qui ... descripsit] cfr. Dan., 2, 31-45.
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demque qua meminisse volumus serie describit. Huius suffragio in Centum statuarum volumine conditiones virtutum atque vitiorum universas ita quandoque descripsimus, ut earum lectio delectabilior, contemplatio iucundior, distributio ordinatior, series distinctior, similitudinum comparationumque consequenter concathenabilium inventio promptior et memoria tenacior haberetur. [75] Huius ope ad similitudinum nos facile concitavimus inven/tionem, quemadmodum cum in humano supposito avaritiae conditiones atque proprietates $gurare volui, ad sexum, aetatem, capillos, frontem, oculos, tempora, aures, nares, os, linguam, oculos, nasum, mentum, colorem, pectus, viscera, tibias, pedes, capitis indumentum, colli ornamentum, torquem, pallam, utraque manu apprehensum, domum, domus partes, cubile, lectum, victus rationem, affectus, patrem, matrem, sorores, $lias, socios, ministros, amicos, aegritudines, mortem, sepulchrum, epitaphium, famamque respexi. Eademque omnia omniumque circumstantiae atque casus, per supposita vexilli atque peregrini multiplicata, inventionem causant, iudicium exacuunt et ad rerum bene dispositarum memoriam conferunt. Ibi A tributum exigit a mortuo, B aequum laudat et nimium quaerit, C a statuis exigit, D fabas arrodit, E in pera Franciscana, F Tartesiae felis simulacrum, G a veru et a sartagine rapit, H bonus pastor pecus tondet, I vorat hamum, K veluti polipus attractivus. Caeterique similiter, per ordinem tabulae vel cathenae vel elementarii vel combinatorii vel sensibilium, semimathematicorum verbaliumque locorum succedentes, ordinate tibi perquisitae rei membra referent. [76] Hic locus est adducendi principii artis $gurativae, in qua illud praeaccipiendum est, quod omnia per omnia possunt $gurari: cogitatio enim naturalis virtus est, quae matris naturae vestigia facile consequitur, si diligentiae auribus vocem eius intimius adclamantis ex[h]audiat. Tunc enim phantasia omnia in omnibus $ngere et imaginatio / omnia
75, 11-12 circumstantiae emend. N] circumstantias L emend. N] exhauriat L
76, 5 exaudiat
76, 1-5 Hic ... exaudiat] cfr. De umbris, 92, 5-9; De imag. comp., infra, 7, 4-6.
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re, le condizioni dell’aspetto $sico in un qualche soggetto sensibile, riguardo al quale e nel quale delinea parecchie cose metaforicamente. Con l’aiuto di questo scultore nel volume delle Centum statuae descrivemmo una volta tutte le condizioni delle virtù e dei vizi, così da renderne la lettura più piacevole, la contemplazione più giocosa, l’organizzazione più ordinata, la scansione più distinta, l’invenzione delle similitudini e di conseguenza il collegamento nei paragoni più rapido e la memoria più salda. [75] Grazie a lui mi veniva ancora più facile l’invenzione delle similitudini, come per esempio, quando volli raf$gurare nel soggetto umano le condizioni e le caratteristiche dell’avarizia, presi in considerazione il sesso, l’età, i capelli, la fronte, gli occhi, le tempie, le orecchie, le narici, la bocca, la lingua, gli occhi, il naso, il mento, il colore, il petto, il ventre, le gambe, i piedi, l’indumento posto sul capo, gli ornamenti del collo, i monili, la collana, ciò che sta in entrambe le mani, la casa, le parti della casa, la stanza, il letto, ciò che mangia, gli affetti, il padre, la madre, le sorelle, le $glie, i compagni, i suoi ministri, gli amici, le malattie, la morte, il sepolcro, l’epitaf$o e la fama. Tutti questi assieme alle loro circostanze e casi, moltiplicati grazie agli espedienti del vessillo e del pellegrino, producono l’invenzione, af$lano il giudizio e sono utili per ricordare cose ben ordinate. Quindi A esige un tributo dal morto, B loda il giusto e chiede troppo, C pretende anche dalle statue, D rosicchia le fave, E ha la bisaccia dei francescani, F assomiglia al gatto di Tartesso, G arraffa dallo spiedo e dalla padella, H è il buon pastore che tosa la pecora, I inghiotte anche l’amo, K si attacca come un polipo. Allo stesso modo gli altri, per mezzo dell’ordine della tavola, della catena, della lettera e sillaba o del combinatore, o per mezzo di una successione di luoghi sensibili, semimatematici o verbali, potranno riferirti in ordine le parti di quanto è stato analizzato. [76] È questo il luogo in cui trattare del principio fondamentale dell’arte $gurativa, riguardo alla quale bisogna premettere che tutte le cose possono essere raf$gurate per mezzo di tutte le altre: il pensiero è infatti una facoltà naturale che può seguire facilmente le orme di madre natura se con orecchio attento ne ascolta la voce che grida nel profondo dell’animo. Solo allora, infatti, la fantasia sarà in gra-
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ex omnibus concipere valebit: concipere, inquam, aut per identitatis modum, si eadem genere, specie vel numero sint adsimilabile et suum correlativum; aut similitudine, si similia; aut proportione, si proportionabilia; aut ironia, si absona, ut cum « paenarum divitias » « thesaurosque irae » dixere, quae excogitatio non sine venustate occurrit, licet rerum desiderabilium divitiae thesaurique dici consueverint. Possumus similiter per alias oppositionis species adsimilabile ad suum referre correlativum: opponuntur enim homo et mundus ut continens et contentum, magnum et parvum aliisque plurimis oppositionis speciebus; dicetur igitur homo mundi incola, discurrens, parvus, speculator, mortalis et ita deinceps. [77] Item et qui iustitiam lucernae comparat, ita modi$cat, ut ad eius modum rationemque insinuandam ex differentiae consideratione ducatur ad talem eamque appellando lucernam, quae qualisque nulla vetustate absumitur. Qui temperantiam faeminae adsimilabit, dicat eius frontem, quem nulla senectutis ruga sulcavit, cuius pellem tempus ullum non contrahat. Exaggeratione quoque et adsimilatione quadam multa suis comparabilibus adcommodantur. Hinc cum per librum vellet Iob fatum describere videretque illum per sese non suf$cere ad signi$candum, talem appellavit librum, qui in plumbi lamina sti[l]lo ferreo et celte in silice vel in inciso adamante futura referat. E contra vero cum quid plus quam ad rem propositam notandam par sit referat, ad comparandam similitudinem subtractione contractioneque quadam utimur. [78] In omnibus tandem eo insistendum, quo af/fabre et melius vel traductione, vel transmutatione, vel transpositione, vel conversione, vel antiphrasi, allusione, illusione, delusioneve quadam proposito adcommodentur. Ut ubi infer18 mundi emend. N] mundus L 77, 5 temperantiam emend. N] temperautiam L 11 stilo emend. N] stillo L et celte in emend.] in celte et L N 7-10 aut ... ironia] cfr. Romberch, Cong. art. mem., III, 7, ff. 67v-68r et 19, ff. 69v-70r ; Rosselli, Thes. art. mem., II, 9, f. 120r-v; Dolce, Dialogo, pp. 130-31 et 135. 11 thesaurosque irae] cfr. Ier., 50, 25; Rom., 2, 5. 16 magnum et parvum] cfr., e. g., Cusano, De ludo globi, I, 42, p. 47. 18 mundi incola] Cicerone, Tusc. disp., V, 37, 108.
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do di raf$gurare tutte le cose per mezzo di tutte le altre e l’immaginazione partorire ogni cosa da tutto: e ciò lo intendo o per modo di identità, se le cose sono identiche per genere, specie o numero; o per similitudine, se sono simili; o per proporzione, se sono rapportabili tra loro; o per ironia, se sono dissonanti, come quando si dice « le ricchezze delle sofferenze » e « tesori dell’ira » e questo tipo di invenzione non è privo di arguzia, dal momento che ricchezze e tesori di solito sono detti di cose desiderabili. Allo stesso modo, per mezzo di altri tipi di opposizioni, possiamo riferire il termine della similitudine al proprio correlativo: l’uomo ed il mondo, infatti, possono essere contrapposti tra loro come contenente e contenuto, grande e piccolo, e secondo moltissime altre specie di opposizione; pertanto l’uomo è detto abitatore del mondo, vagante per esso, piccolo, che ne riflette l’immagine, mortale e così via. [77] Parimenti, chi paragona la giustizia ad una lampada modi$ca questa al punto che, per far comprendere il modo e la natura speci$ca di quella, dalla considerazione della differenza tra i due termini è portato a de$nire la giustizia come «quella lampada che non si consuma nel tempo». Chi paragonerà la temperanza a una donna, potrà dire che la sua fronte non è solcata da nessuna ruga della vecchiaia e la sua pelle non è corrotta dal tempo. Anche con la similitudine per esagerazione è possibile comparare molti termini tra loro: così, ad esempio, quando Giobbe volle descrivere il destino come un libro, e lo vedeva di per sé insuf$ciente a rappresentarlo, lo de$nì come il libro che riporta gli eventi futuri incisi su una lamina di piombo con uno stilo di ferro e sulla pietra con lo scalpello oppure nel diamante. Al contrario, invece, quando qualcosa è riferito alla cosa da comparare più di quanto sia conveniente, allora per poter porre una similitudine ci serviamo della sottrazione e di una sorta di contrazione. [78] Per tutti questi bisognerà fare in modo che siano al meglio e più attentamente adattati al termine di paragone, per mezzo di uno spostamento di signi$cato, di una trasformazione, trasposizione, conversione, antifrasi, allusione, illusione o delusione: come quando l’anima dei malvagi è descritta come
77, 9 Iob] cfr. Iob, 19, 23-24.
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nus impiorum describitur anima, cuius ignei flagrantis conscientiae parietes, maleolentis opprobrii sulphures, horrendarum terriculamenta specierum, suspectiones temere cecum animum concutientes depictorum tapetiorum loco, ipsis propriorum facinorum technis aedi$catam nefastam domum incolunt, illam nulla temporis acies aequabit, non ulli vetustatis arietes deturbabunt, eius limitibus non alii, sed ipsi tantummodo coarctabuntur. A pari aliis similitudinibus, proportionibus, comparationibus ornamenta, habitus, indumenta, circumstantias caeteraque omnia, quae ad commodum et incommodum faciunt, negando af$rmandoque poteris pro dignitate rei subiectae congruenter adaptare. [79]
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Dedali, qui decimusquartus est sigillus, explicatio
Quemadmodum omnis artifex, qui plurimos diversosque intendit effectus vel pluribus instrumentis vel unico diversimode multiformiterque exagitato organo ad proprias pro$ciscitur functiones, haud aliter hic Dedalus, cuius subiectum multiplex et multigenum esse potest, imo qui suo ordine circa omnia operari se valere con$dit, diversis pro rerum varietate mediis ad praetensum opus persequendum accingitur, dum alibi per sensibilem campum, alibi per cathenam, alibi per arborem, alibi per numerato/rem, alibi per centurionem, quadratum vel circulare enciclium, alibi per inserentem, commodiorem videat aditum patere. Quibus quidem artium actionumque per universum utensilia per centenaria vel certos alios numeros referentibus, ex ipsis talia con$ngit efformator, qualia et inquirentem importunius ad inventionem elaboratam concitent et reminiscentem ab operis molestia relevent. [80] In inventione quidem unum subiectum, ad propriam dif$nitionem universa contrahens, limitans eademque per ipsam modi$cans, in$nitas ab in$nitis differentes appropriabiles suscipit rationes. Eadem enim forma per in$nita supposita innumerabiliter individualibus multiplicatur variaturque differentiis et proprietatibus, eadem materia ad
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un inferno con le pareti infuocate di una coscienza ardente, per gli zol$ della maleodorante vergogna, dove gli orrori di terribili spettri, i sospetti che agitano vanamente il cieco animo, stanno al posto dei drappi colorati ed abitano una nefasta casa edi$cata con l’arte dei loro stessi delitti, che la forza di nessun tempo scon$ggerà, gli arieti della vecchiaia non abbatteranno, dalle cui mura sono imprigionati non altri, ma solamente loro. Allo stesso modo, sia negando sia affermando, con altre similitudini, proporzioni e paragoni, potrai adattare, nel modo più congruo e in base alla dignità del termine, gli ornamenti, le caratteristiche, gli indumenti, gli elementi circostanziali e tutte quelle altre cose che saranno utili di volta in volta. [79]
Spiegazione di Dedalo, quattordicesimo sigillo
Così come ogni artigiano che intenda ottenere molteplici e differenti effetti si accinge al proprio lavoro con svariati e differenti strumenti, oppure con uno solo, ma usato in vari e diversi modi, non diversamente anche questo Dedalo, la cui materia può essere quanto mai molteplice e multiforme (anche se in fondo è proprio in virtù del suo ordine se con$da di poter fare qualsiasi cosa) si dedica a realizzare l’opera che ha di fronte con vari e differenti mezzi a seconda della diversità delle cose che deve compiere e, di volta in volta, per mezzo del sensibile campo, della catena, dell’albero, col numeratore, con il centurione, con lo schema di organizzazione quadrato o circolare, o grazie all’innestatore o a quello che sembrerà più comodo da disporre. Per mezzo di tali strumenti, ovvero oggetti adatti a tutti i mestieri e le azioni, servendosene per riferirli a centinaia o a qualsiasi numero de$nito di cose, chi forma nella fantasia potrà creare così tante e tali $gure da stimolare con forza, in chi indaga e ricerca, l’elaborata invenzione e alleggerire dalla fatica dell’impresa chi deve ricordare qualcosa. [80] Nell’invenzione, in particolare, un solo soggetto, con il far convergere sulla propria de$nizione una molteplicità di signi$cati, delimitandoli e modi$candoli sulla base di essa, fa scaturire da un in$nito numero di termini, altrettanti in$niti e differenti signi$cati ad esso riferibili. Allo stesso modo infatti una sola immagine per mezzo di un in$nito numero di strumenti ed oggetti viene all’in$nito moltiplicata e modi$cata se-
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in$nitas alias relata formas, in$nitas aliasque suscipit rationes. Huc respiciunt schalae predicatorum absolutorum, respectivorum, quaestionum et aliarum formarum. Ad $xionem autem collocationis faciendam artium, exercitiorum variorumque actuum cum suis mediis cathalogi referuntur: iis enim successive susceptis, certo ordine quaesita invenientur et collocata presentabuntur. [81] Personae, quae decimusquintus est sigillus, explicatio
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Sigilli istius explicatio suf$cienter ex iis quae sub enigmate, quod est in $ne Artis reminiscendi, sunt adnotata, desumitur et non minus ex dictis in secunda / particula capitis, quod praxim memoriae verborum insinuat. Nec sigillus iste certa peculiarique inventionis formula caret. [82] Arithmetrici, qui decimussextus est sigillus, explicatio
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Adeo sigillus iste ex iis, quae hic et secunda parte theoriae Artis reminiscendi – ubi de locis semimathematicalibus discurrimus – habentur, aperitur, ut alia explicatione non egeat. Illud tantummodo in memoriam revocari velim, quod tripus, arca, sedes caeteraque eius generis ita sumi debeant, ut non unam rei speciem, ad quam signi$candam haec nomina sunt imposita, denotent, sed ex instituto plurima, quae per transpositionem, similitudinem, proportionem et appropriationem vel per se vel per aliud consequens, af$ne vel adiunctum denominare possunt, eadem signi$cent. Sicut igitur in sigillo, qui vexillum dicitur, ad unum nomen plurimos nominandos reducere docuimus, ita hic sub uno rei signi$cato plurima signi$canda intelligere eadem ratione docuisse putemur.
81, 2-5 sub ... insinuat] cfr. Ars rem., supra, 55-58 et 49. 82, 2-3 secunda ... discurrimus] cfr. Ars rem., supra, 21-25. 11-13 Sicut ... docuimus] cfr. supra, 69.
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condo speci$che differenze e proprietà, ed un solo argomento, messo in relazione con in$nite altre immagini, è in grado di far nascere altri ed in$niti signi$cati. Ciò è mostrato, ad esempio, dalle scale dei predicati assoluti, di quelli relativi, delle domande e degli altri elementi dell’arte combinatoria. Per realizzare la memoria e la disposizione delle cose, queste vengono riferite ad elenchi di mestieri, azioni, vari gesti e relativi strumenti: una volta recuperati in successione tutti questi, si potranno così ritrovare e visualizzare, in quel particolare ordine, ciò che avevamo ricercato e poi collocato nei luoghi. [81]
Spiegazione del personaggio, quindicesimo sigillo
La spiegazione di questo sigillo si desume suf$cientemente da quanto è scritto sotto forma di enigma alla $ne dell’Ars reminiscendi, ma può nondimeno essere ricavata anche da quanto è detto nel secondo paragrafo del capitolo che presenta la tecnica per la memoria delle parole. Ciò non toglie che questo sigillo sia dotato anche di una certa e speci$ca modalità funzionale all’invenzione retorica. [82]
Spiegazione dell’aritmetico, sedicesimo sigillo
In realtà questo sigillo è già stato spiegato così a suf$cienza sia qui, sia nelle pagine che si trovano nella seconda parte della teoria dell’Ars reminiscendi (dove trattiamo dei luoghi semimatematici), che non ci sarebbe bisogno di un’ulteriore spiegazione. Tuttavia voglio che qui sia ricordato che lo sgabello, la cassapanca, la sedia, e gli altri oggetti di questo tipo, devono essere presi non tanto per indicare un solo aspetto della cosa, quello a cui questi nomi sono imposti per esprimerne il signi$cato, ma, per convenzione, molti di più, che per trasposizione, similitudine, proporzione e assimilazione – o di per sé o per un oggetto conseguente, af$ne o aggiunto – servono a rappresentarli, signi$cando, essi tutti, la medesima cosa. Perciò, come con quel sigillo che è detto del vessillo avevamo insegnato a ricondurre più cose da denominare ad un nome solo, così qui riteniamo di aver insegnato, con il medesimo principio, a comprendere sotto il segno di una sola cosa più cose da esprimere con segni.
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[83] Quod ad formam igitur attinet, per tripodem intelligimus non solum quod tres habet unius diversorumque generum pedes, sed et omne quod sua forma, $gura aliaque de triginta formandi rationibus triplex et ternarium valet concipi vel nominari. Quod autem ad materiam spectat, non solum lineum dicitur tale quod vere et per se est eiusmodi, sed et quod vel secundum partem vel per aliquod quod re ipsa vel imaginatione ap/plicatum lineum concipi dicique potest. Hinc et per clavum realiter vel imaginarie ad$xum uti ferream possum concipere columnam. [84] Centurionis, qui decimusseptimus est sigillus, explicatio
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Pro substernendis apparandisque primis mediatis, proximis immediatisque partibus intentionum generalium vel subiectorum communium vel formarum applicabilium, quae ad inventionem vel ad retentionem ordinabantur, dif$cile est melius vel simile arti$cium adinvenisse. Hac arte statim de multis – quos non facile nec breviter naturali vel alius modi arti$ciosa facultate retinere valemus – quid, quantus, quotus, quantum, ubi et quomodo quisque referat, $rmiter habebimus. Hac ratione ditatur arithmetricus seu numerator, qui est sigillus proxime dictus: ex ordinatis enim patriis habes ordinata centenaria, ex patriarum subordinatis variis hominum conditionibus ipsas, quae simili pacto digitos subsumunt numeros, subordinatas decades habebis, quarum tandem individuis ad opera vel inveniendorum vel retinendorum persequenda numeris pluribus absolutis uti valeas.
83, 7 reipsa L 83, 1-10 Quod ... columnam] cfr. De imag. comp., infra, 216, 2-9. 3-4 de ... rationibus] cfr. supra, 49-50.
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[83] Quindi per quanto riguarda la forma, con lo sgabello vogliamo intendere non solo quell’oggetto che ha tre gambe distinte, ma anche tutte quelle altre cose che, per conformazione, $gura o secondo uno dei trenta modi di raf$gurare, siano in grado di essere comprese o nominate come caratterizzate dal numero tre. Per quanto riguarda la materia, invece, si de$nisce di lino non solo ciò che lo è veramente e propriamente, ma anche tutto ciò che può essere detto o concepito tale o in parte o a motivo di qualcos’altro di lino che è aggiunto e applicato alla cosa stessa, anche per immaginazione. In questo modo anche attraverso un chiodo con$ccato in essa, realmente o per fantasia, posso intendere una colonna come fatta di ferro. [84]
Spiegazione del centurione, diciassettesimo sigillo
È veramente dif$cile che venga trovato un espediente migliore o simile a questo per subordinare e preparare le prime parti medie, prossime ed immediate di argomenti generali, o di sostrati comuni o di immagini principali da porre nei luoghi, che devono essere messi in ordine per l’invenzione retorica o la memorizzazione. Con questa tecnica saremo in grado di trattenere subito e con fermezza (poiché né facilmente né in breve tempo saremmo in grado di memorizzarlo con le facoltà naturali o in qualsiasi altro modo arti$ciale) tutto ciò che, di molte cose, ci rappresenta e ci indica l’essenza, la quantità, il numero, la posizione, e le caratteristiche. Questo sistema completa e arricchisce anche il precedente sigillo, l’aritmetico o il numeratore: ordinando infatti le cittadinanze avrai in ordine le centinaia, ordinando le varie condizioni subordinate dei cittadini – allo stesso modo in cui si contano i numeri sulle dita di una mano – si avranno le rispettive decine, e alla $ne ti potrai servire dei singoli individui di queste ultime secondo quel preciso numero utile per memorizzare o organizzare l’invenzione di una qualche materia.
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Quadrati encyclii, qui duodevicesimus est sigillus, explicatio
Duplicem habemus primum generalemque modum, per quem circa disposita ordinate inquiritur et invenitur quique dispositis repraesentandis atque retinendis apprime est adcommodatus. / Horum primus est per quadratum in plano, quod est cubus in solido; secundus est per circulum in plano, qui est sphaera in solido: dupliciter etenim in istis proportionabilia mathematicis $guris encyclia sumi possunt, utpote vel ad unam vel ad triplicem dimensionis differentiam. Quadratum igitur encyclium ef$citur, cum quatuor super uno subiecto formantur intentiones et supra quatuor intentionum singulas, quae modo subiecti vicem subeunt, quatuor efformantur alia, quarum quaeque subsequentibus quatuor iterum subiacent intentionibus, et ita deinceps progrediendo, quoadusque et disponentis intentio et rei disponendae negotium patiatur. [86]
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Circularis encyclii, qui undevicesimus est sigillus, explicatio
Eadem quasi serie atque proportione in circulari, qua in quadrato encyclio, rerum rebus appositio prosequenda proponitur. Porro sicut ad diversa, saltem proxima, principia circulus atque sphaera, quadratus atque cubus referuntur nec non horum illorumque haeque illaeque mensurae differant, ita diversa eorundem ponimus encyclia, quorum alterum usu venit ad inventionem distinctionum et divisionum eiusdem, alterum vero ad inventionem multiplicium, quae sunt atque $unt circa idem. Circularis encyclii appositio in facile $gurabili circuli quadrante $at manifesta. /
85, 7 cubus emend. N] cubum L
14 aliae emend. N] alia L
85, 11-17 Quadratum ... patiatur] cfr. De imag. comp., infra, 230, 1-4. 86, 11-12 Circularis ... manifesta] vide infra, Figuram n. 4.
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Spiegazione dell’organizzazione a base quattro, diciottesimo sigillo
Abbiamo un principale e generale metodo, che si articola secondo due modalità, con cui analizzare ed argomentare intorno a ciò che abbiamo visivamente disposto, estremamente adatto anche a disporre quanto dobbiamo rappresentare e memorizzare. La prima di queste modalità segue il quadrato, rispetto al piano, ovvero secondo il cubo nella dimensione solida; la seconda è a base circolare, nel piano, e sferica rispetto ai solidi. Infatti entrambi questi schemi di organizzazione, che si ispirano alle $gure geometriche, possono essere assunti sia secondo una dimensione sia su tre. Lo schema di organizzazione a base quadrata si ottiene dunque quando quattro signi$cati o concetti prendono forma intorno ad un argomento solo, e, partendo da ciascuno di questi singoli signi$cati, che a loro volta diventano argomenti di riferimento, se ne formano altri quattro, dai quali, ulteriormente, saranno derivati altri quattro signi$cati, e si prosegue così, di seguito, $nché lo permette la volontà di chi dispone e la cosa da disporre. [86]
Spiegazione dell’organizzazione binaria e circolare, diciannovesimo sigillo
Con uno schema di organizzazione simile e proporzionale a quello quadrato, anche in quello circolare viene proposto di continuare l’associazione di cose ad altre cose. D’altro canto, così come cerchio e sfera, rispetto a quadrato e cubo, si fondano su princìpi diversi – sebbene prossimi – anche le loro misure sono reciprocamente diverse; per questo motivo riteniamo che tali schemi di organizzazione siano diversi tra loro. Il primo di questi è utile per la ricerca delle distinzioni e delle divisioni di un medesimo argomento, mentre il secondo per inventarne di molteplici che siano riferibili o derivabili da uno solo. La disposizione secondo lo schema di organizzazione circolare è riscontrabile nel semplice schema di una $gura circolare suddivisa in quadranti.
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Compositi et elementi, quod vicesimus est sigillus, explicatio
Hic sigillus est, quem nomine verbalium locorum intelligebamus, estque non solum ad retentionem faciendam, sed et ad inventionem non modicum adcommodatus. Ad memorandum quidem usu venit, veluti quando in compositis, utpote in dictionibus ipsis, alicuius orationis partes sententiasque ordinate con$ngimus, ut primam referat odiens vel exosus aliquis, quem nos talem perceperimus vel fuerimus imaginati; secundam aliquis profanatus, prophanans vel profanus; tertiam vulgaris vel e vulgo disgregatus vel divulgans quispiam vel vulgatus; quartam arcens quive arcetur, reportet; reliquas per ordinem, per reliquas ordinate subsequentes dictones, praesentabimus. [88] Ad inveniendum etiam confert, quoniam ex vocibus omnibus omnes revocare possumus intentiones exque intentionibus omnibus et quibuscumque omnes et quecumque aliae intentiones exuscitantur et exurgunt. Et si de magnanimitate sermo sit habendus, « odere » , inquam, magnanimitate praediti ignobiles actus – vindictam de hostibus sumere, pauperes humilesque opprimere etc. –; « profanis » ab actibus, quibus infamiae notam subire valeant, avertuntur [a] magnanimitatis habitu – haec enim nihil praeter aegregias meditatur operationes –; a « vulgaribus » trivialibusque sermonibus, curis et studiis magnanimus proripit sese abstrahiturque totus, illud in mentem revocans, quod nullus vulgi comes quicquam sapienter vel egregie sentire per$cereve potest – non enim spectabile laudabileque esse / valet, quod frequens est atque vulgare –; « arcet » abigitque magnanimus ab animo ignobilium appetentiam voluptatum, arcet pellitque omnem vanam formidinem, non persequutionum mortisque timor illum a via iustitiae aequitatisque coercet. [89] Ad omnes inventionis species non utilis est iste modus,
87, 14 dictiones emend. N] dictones L lev. N 14 essevalet L
88, 9 a post avertuntur scrips. L, de-
87, 3-4 quem ... intelligebamus] cfr. Ars rem., supra, 26.
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Spiegazione della sillaba e della lettera, ventesimo sigillo
Questo sigillo corrisponde a ciò che avevamo chiamato con il nome di luoghi verbali ed è estremamente appropriato non solo per la memorizzazione e la conservazione, ma anche per l’invenzione retorica. Per ricordare è utile quando raf$guriamo ordinatamente le parti o le frasi di un discorso nelle sillabe o nelle parole stesse, in modo che la prima parte sia rappresentata da un personaggio che disprezza e odia, di cui abbiamo fatto esperienza o che abbiamo immaginato tale; la seconda da qualcuno vittima di profanazione o che è nell’atto di profanare o è di aspetto profano; la terza da un popolano, o che si distingue dal volgo, o che diffonde chiacchiere dozzinali, o noto a tutti, cioè popolare; la quarta sia riportata da uno che si allontana oppure è allontanato; raf$gureremo poi ordinatamente le rimanenti parti per mezzo dei termini successivi e seguendone l’ordine. [88] Il medesimo sigillo giova anche all’invenzione retorica, perché da tutte le parole possiamo ricavare tutti i signi$cati e da qualsivoglia signi$cato si può suscitare o far nascere qualsiasi altro concetto. Così, se devo tenere un discorso sulla magnanimità, dirò: « gli uomini magnanimi “odiano” gli atti ignobili, come vendicarsi dei nemici, opprimere i poveri e gli umili, ecc.; la magnanimità (che altro non contempla se non nobili atti) li distoglie da azioni “profane”, che potrebbero imprimere su di loro il marchio di infamia; il magnanimo si astiene e si tiene del tutto fuori da discorsi, occupazioni e studi “volgari” e triviali, ricordandosi che nessun amico del volgo è in grado di sentire o di realizzare alcunché di veramente sapiente o egregio (difatti ciò che è comune ai più e popolare non è degno di rispetto né di lode); il magnanimo in$ne “respinge” e caccia dall’animo il desiderio di piaceri ignobili, “allontana” e spinge via ogni vano timore, e la paura della morte o delle persecuzioni non lo distoglie dalla via della giustizia e dell’equità » . [89] Tuttavia questa modalità non è utile per tutti i tipi di invenzione, ma solamente per quella che ha a che fare con la 88, 18 via ... aequitatisque] cfr. Eccli., 18, 11 et 36, 19; Mat., 21, 32.
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sed ad eas tantum, quae persuasionem faciunt. Ut autem ad inventionem universaliter dictam conferre valeat, hoc pacto providendum, ut termini isti non sumantur pro formis, sed pro formarum subiectis adsumantur, cum in osore aliquid quod signi$cet essentiam, in profano quod potentiam, in vulgato quod operationem, in arcente quod circumstantias referat; ut subinde pro inventionis opere primum inquiramus, quid dictum, dicendum et dici possit circa rei propositae essentiam et esse; secundo quid circa eiusdem habitus, dispositiones, facultates, passiva activaque principia; tertio quid circa effectus et operationes, quibus ipsa est et quae ab ipsa profluunt; quarto quomodo, quibus concurrentibus et concausantibus, et ita de caeteris per reliqua. [90] Proinde sicut oratio resolvitur in dictiones tanquam in partes proximas, nec non sillabas et elementa velut in remotiores primasque partes, ita et inventionum signa generalia in particularia et individua resolvuntur. Habent etenim elementa quae $gurent, et habent quibus $gurentur: A enim plures $gurat Aristoteles et Aristarchos, et plures Aristarchi Aristotelesque plures per A $gurantur. Itaque et per individuorum ab elementis signi$catorum ordinem et per eorum elementorum combinationibus praesentatorum eorumque, quae integris denotantur dic/tionibus, ordinem possum ad opus faciendae retentionis et intentandae inventionis accingi. Non solum per diversos ad eandem nomenclaturam relatos, sed per eundem diversimode se habentem, operantem et collocatum, subiectorum retentionis et inventionis copiam comparare docemus, ubi dicimus quo modo quandoque formarum multiplicationem adtentavimus.
89, 11 facultates emend. N] fucultates L tentabimus L
90, 16 adtentavimus emend.] ad-
90, 15-16 ubi ... adtentavimus] cfr. supra, 28, 7-14.
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persuasione retorica. Se vogliamo invece che essa funzioni per ogni tipo di invenzione dobbiamo fare in modo che queste parole non siano assunte con funzione di immagini mnemoniche, ma siano considerate come sostrati per le immagini, rappresentando in riferimento al personaggio che odia ciò che ha a che fare con l’essenza, nel profano ciò che è potenza, nell’uomo del volgo l’operazione e in colui che disprezza ciò che rifugge le circostanze. In questo modo, passo dopo passo, nell’elaborazione creativa di un concetto, in primo luogo valutiamo che cosa è stato detto, che cosa dobbiamo o possiamo dire sull’essenza e sull’essere; in secondo luogo, tutto ciò che riguarda le sue caratteristiche, le disposizioni, le facoltà ed i suoi princìpi sia attivi che passivi. In terzo luogo ciò che si riferisce agli effetti e alle operazioni, quelle tramite cui esso si manifesta e quelle che scaturiscono da esso, e per quarto in che modo e con quali elementi circostanziali e concausali è presente; e così via, per tutto il resto con i rimanenti termini. [90] Inoltre, così come è possibile scomporre un discorso nelle sue parole, ovvero nei suoi elementi principali e, addirittura, in sillabe e lettere, che sono le sue parti semplici ed ultime, allo stesso modo anche questi segni generali propri dell’attività creativa possono essere suddivisi in altri più particolari ed individuali. Si avranno dunque sia lettere che rimandano a $gure, sia immagini rappresentative di lettere: la lettera A indica, infatti, molti Aristotele ed Aristarco e al tempo stesso più personaggi Aristotele ed Aristarco possono rimandare tutti alla lettera A. Pertanto posso accingermi a memorizzare le cose o a tentare l’elaborazione creativa di un soggetto sia per mezzo della serie di $gure individuali rappresentate a partire dalle lettere, sia tramite l’ordine delle lettere che compaiono nelle rispettive sillabe e che costituiscono l’intera parola. Dove, in$ne, diciamo in quale modo e quando dobbiamo provare a moltiplicare le immagini, non insegniamo a procurarci un numero elevato di sostrati per la memoria e l’invenzione solamente per mezzo di personaggi messi in relazione con una determinata serie di lettere, ma anche tramite una sola $gura che è collocata, è caratterizzata ed agisce in modo ogni volta differente.
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opere mnemotecniche
[91]
Rotae, quae vicesimusprimus est sigillus, explicatio
Rotae subiectum atrium, $gulo $gurator, luto subiecta intentio formabilis proportionantur. Sint igitur in rota seu atrio A duodecim, viginti quatuor vel triginta of$cinae, ut prima sit aucupis, secunda medici, tertia militis, quarta pincernae, quinta musici, sexta scriptoris, septima agricolae, octava sutoris, nona sacerdotis, decima fullonis, undecima tonsoris, duodecima lectoris. Per quos si unus agens vel cooperans vel patiens feratur suis casibus, saltem duodecim; si duo, saltem viginti quatuor, si tres, triginta sex saltem dabunt intentiones. [92] Per quam quidem praxim si velis in mathematicis exerceri, ut si velis stellarum aspectus quoad earum signi$cationem et signi$cationes dispositionum planetarum in signis retinere, poteris duodecim suis circumstantiis domos efformatas ita apparare, ut suis partibus atque membris talia contineant, quae ad singulas considerationes de ipsis et in ipsis faciendas sint adcommodatiora. Poteris insuper septem circum rotantia supposita destinare, quorum passionibus et affectibus / aliis, quae in locis recipiunt, ea quae in planetis signi$cari debent ordinate habeas. Quae quidem omnia si septem implere nequeunt, alios substituimus singulorum omniumque successores. [93] Ubicumque etiam erunt quatuor, quinque, septem, quae rationes et formas multiplici in invicem compositione coordinationeque multiplicant, in ipsis, sicut in propagatore, in energumenis locis et aliis de multiplici elementario vel combinatorio facere docuimus, est providendum; ad instar, inquam, illorum iuxta combinandorum et in compositionem venientium numerum elementaria statuas, quibus tandem $guranda $gurare et ipsa $gurata ad novas integri illius $gurationes inducendas, per rotam deducendo, valeas. Et nos id magna ex parte in Artis memoriae, Umbras idearum consequentis, prima secundaque de adiectis particula docuimus. 92, 2 quo ad L 91, 2-3 Rotae ... proportionantur] cfr. Eccli., 33, 13 et 38, 32; Rom., 9, 21. 92, 1-10 Per ... habeas] cfr. De imag. comp., infra, 244. 93, 9-11 nos ... docuimus] cfr. De umbris, 120-121.
explicatio triginta sigillorum
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[91] Spiegazione della ruota del vasaio, ventunesimo sigillo L’«atrio» corrisponde alla ruota del vasaio, il formatore al vasaio ed i signi$cati secondo cui si dà forma al sostrato sono analoghi alla creta. Vi siano dunque sulla ruota, ovvero in un atrio indicato con la «A», dodici, ventiquattro oppure trenta botteghe, e la prima sia quella di un cacciatore di uccelli, la seconda di un medico, la terza di un soldato, la quarta di un coppiere, la quinta di un musicista, la sesta di uno scrivano, la settima di un contadino, l’ottava di un calzolaio, la nona di un sacerdote, la decima di un lavandaio, l’undicesima di un barbiere e la dodicesima di un lettore. Se un personaggio passerà per queste botteghe agendo interagendo o subendo un’azione, secondo le sue circostanze, rappresenterà, se da solo almeno dodici concetti, se in due ventiquattro e se in tre trentasei. [92] Tramite questo espediente, se vorrai esercitarti nell’astrologia e, ad esempio, memorizzare i signi$cati degli aspetti delle stelle e quelli delle disposizioni dei pianeti nei segni, potrai preparare dodici case dotandole di elementi aggiuntivi, in modo che con le loro parti e membra contengano cose tali da essere ben appropriate alle singole considerazioni da farsi in esse e relativamente ad esse. Potrai poi destinare sette supporti circolari e ruotanti per quelle $gure che rappresentano i pianeti e che, secondo il proprio ordine, riceveranno varie passioni ed affezioni nelle varie case. Se queste sette non saranno in grado di eseguire tutte le cose, potremmo allora aggiungerne altre, sottoposte ed assistenti a ciascuna di esse. [93] Ovunque vi saranno quattro, cinque o sette personaggi che moltiplicano i signi$cati e le immagini per mezzo della loro reciproca combinazione e connessione, ci si deve comportare così come avevamo insegnato a fare nel sigillo del propagatore – a proposito dei luoghi animati dal personaggio – e, in un altro modo, nel sigillo della sillaba e della lettera: allo stesso modo di questi sigilli, facendo percorrere la ruota a quelle statue principali, a seconda del numero delle combinazioni e delle composizioni che si verranno a creare, sarai in grado di formare immagini sia per quanto deve essere raf$gurato, sia con ciò che è già raf$gurato e di comporre con loro delle scene completamente nuove. E ciò l’abbiamo già spiegato in larga parte nell’Ars memoriae che segue il De umbris idearum, nel primo e secondo paragrafo sulle immagini aggiunte.
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opere mnemotecniche
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Fontis et speculi, qui vicesimussecundus est sigillus, explicatio
Per haec docemus suppositum personamque unam unam integramque posse indicare facultatem. Hinc ad inventionem faciendam, oculo uniformiter ad omnia visibilia se habenti atque successive converso unus fons, unum speculum praesentabit universa; unus habitus in una quadam formali serie complebitur, dum quodlibet subiectum per illam examinabitur. Hic praedicata sunt quae omnibus applicabilia pro sua ratione iudicantur, hic formae quibus cuncta modi$cantur, hicque circumstantiae quibus colorantur universa, ut in iisdem omnia generalia particula/riaque considerabilia subiecta distinctis propriisque rationibus inspicienda se tribuunt. Hinc ab aliis et a nobis instituta, inventa atque completa multiplex inveniendi ratio dependet. Sigilli istius applicatio ad reminiscentiam comparandam nullam admittit dif$cultatem per ea, quae hic alibique frequentius diximus. [95]
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De Empirico, qui vicesimustertius est sigillus
Sigillus iste magis apertus est, quam ut ulla explicatione indigeat. Facile enim possumus pro hortis plura instituisse atria vel cubilia, in quorum membris perpetuo $gurat maneant et veluti adiectiva loca consistant diversa simplicium genera. Per hos hortos atriaque aegrotantes plurimi suis ordinibus succedere possunt, qui diversi diversas poterunt memorabiles formare intentiones et perquisita complere remedia, dum ipsi aut ii, qui pro ipsis designandis adsumuntur, vel a rebus vel ad res sibi necessarias et usuvenientes aliqua ratione sunt affecti.
94, 17 dif$cultatem emend. N] def$cultatem L 4 $gurata emend. N] $gurat L
95, 2 iste emend. N] este L
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Spiegazione della fonte e dello specchio, ventiduesimo sigillo
Con questo sigillo insegniamo come sia possibile che l’immagine di una sola persona e di qualcosa che le è sottoposto ci indichi un’intera disciplina. Allo scopo di realizzare l’invenzione, una volta rivolto l’occhio in modo uniforme a tutte le cose visibili, in serie e dentro di sé, una sola fonte e un solo specchio ti rifletteranno tutto quanto, un insieme organico di cose sarà raccolto in una certa serie di immagini, cosicché si potrà analizzare, per mezzo di esse, qualsiasi soggetto. In questo caso i predicati sono quelle cose che per loro conformazione sono ritenute applicabili a tutti; le forme, invece, sono ciò con cui tutto viene modi$cato; gli elementi circostanziali, in$ne, quelli per cui tutto viene caratterizzato vivacemente, così che, attraverso di essi, tutti i sostrati che possono essere esaminati, siano essi generali o particolari, si dispongono in modo da essere visti secondo speci$ci e differenti signi$cati. Come si può vedere il principio per cui si ha una molteplice invenzione deriva da altri espedienti inventati, istituiti e perfezionati da altri e da noi. L’uso di questo sigillo per favorire la memoria non presenta alcuna dif$coltà, grazie a quanto abbiamo detto qui e in altri luoghi più volte. [95] Spiegazione del medico empirico, ventitreesimo sigillo Questo sigillo è $n troppo esplicito perché ne occorra una qualche spiegazione. Con facilità, infatti, possiamo preparare molti atrii o camere con la funzione di orti, nei cui spazi rimangano continuamente delle $gure di personaggi e, come se fossero sostrati attributivi, siano dotati di vari tipi di elementi speci$ci. Per questi orti ed atrii verranno poi fatte passare in successione, secondo il loro ordine, diverse $gure malate e sofferenti che, preparando le medicine e i rimedi cercati, verranno a dare forma a numerosi concetti e ricordi, nel momento in cui, sia loro sia quelli che vengono presi per raf$gurare assieme ad essi, saranno caratterizzati o caratterizzeranno, secondo una qualche forma, le cose che utilizzano e che gli sono necessarie.
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opere mnemotecniche
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De alea, quae vicesimusquartus est sigillus
Per omnes quae praecesserunt quaeque sequentur $gurandi praesentandique rationes, aleae memoriae similique retinendorum ordine minime possumus providisse: eam ob rem istam particularem propriamque excogitavimus viam, quae plus est explicata, quam ut pluribus verbis indigeat. / [97] Gorgiae, qui vicesimusquintus est sigillus, explicatio Pro varii generis argumentis ad varias theses et disputationum subiecta, quae eorum quae defenduntur et eorum qui oppugnant turba confusionem perplexamque chaos ef$giem redderent, ad certa de$nitaque loca ea, quam hic insinuavimus, serie disposita referantur. Diversa igitur, pro axiomatum, positionum et problematum diversitate, praeordinata communia loca numero particularium locorum particulares suscipiant reddantque obiectiones: Gorgias iste – sic enim disputatorem, cui maxime sigillus iste inservit, dici voluimus – non solum in verbalibus positivis, sed et in aliis omnibus locorum speciebus ad proprias se conferre functiones poterit. Commode enim diversimode disposita cubilia, varie ef$ncti numeri, diversae suppositae concathenationes numero varietatique veri$cationum disputandarum inservient. In ipsis, cum sit nota conclusio et duo consequenter de tribus argumentationis terminis, medii tantummodo $guram collocasse suf$ciet. [98]
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Circaeorum camporum, hortorum et antrorum, vicesimisexti videlicet sigilli, explicatio
Diversas novimus esse diversorum simplicium qualitates; varios etiam plane constat qualitatum variarum, sub variis congruentibus possibilibusque combinationibus, esse gradus. Ea igitur arte, qua dictiones quascumque ef$giare do-
98, 6-7 Ea ... docuimus] cfr. supra, 73; De umbris, 233, 1-2.
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Spiegazione del dado o azzardo, ventiquattresimo sigillo
Con tutti i modi, precedenti e seguenti, di raf$gurare e visualizzare interiormente non possiamo quasi per nulla provvedere al rischio della memoria di trattenere a mente le cose dotate di un ordine simile. Per tale motivo abbiamo escogitato questo particolare espediente che è già stato a suf$cienza spiegato più di quanto possano fare ulteriori parole. [97]
Spiegazione di Gorgia, venticinquesimo sigillo
Gli argomenti di vario genere relativi a tesi diverse o ai temi delle dispute, che per la moltitudine di quelli a favore e di quelli contrari creerebbero confusione e darebbero un’immagine intricata e caotica, vengano riportati a ben precisi e determinati luoghi, disposti nella serie che qui abbiamo suggerito. Pertanto differenti luoghi comuni, previamente disposti per rendere la diversità degli assiomi, posizioni e problemi, ricevano in sé e restituiscano le obiezioni speci$che secondo il numero dei propri luoghi individuali: questo Gorgia (perché così infatti avevamo scelto di chiamare colui che si dedica alle dispute retoriche, a cui questo sigillo è estremamente utile) potrà quindi dedicarsi alle proprie funzioni non servendosi solamente dei luoghi verbali positivi, ma anche di tutti gli altri tipi di luoghi. Difatti le stanze disposte in diverse maniere, i numeri raf$gurati in vario modo e le differenti relazioni instaurate tra $gure si adatteranno molto bene al numero e alla varietà delle tesi da discutere. E poiché di queste sarà nota la conclusione e, di conseguenza, due dei tre membri dell’argomentazione, sarà suf$ciente collocare solamente l’immagine del termine medio. [98]
Spiegazione dei campi, dei giardini e degli antri di Circe, ventiseiesimo sigillo
Sappiamo che le qualità delle varie piante medicinali sono diverse e che altrettanto vari sono i gradi delle diverse qualità, soggette alle varie, possibili e speci$che combinazioni. Pertan-
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cuimus, ipsa rerum nomina $gurata ad illum / referantur hortum, campum vel antrum, in quo illarum qualitates suis numeris, ponderibus atque mensuris de$nitae habeantur. Erit ergo campus primus calidi humidi, secundus calidi sicci, tertius frigidi humidi, quartus frigidi sicci. Erunt subinde in campo membrorum quinque vel septem, plures paucioresve pro rei exigentia, ordines: quorum primus referat calidi primum gradum cum septem humiditatis gradibus in septem ordinis domibus; secundus calidi gradum secundum cum septem humiditatis gradibus in propriis septem istius ordinis domibus; tertius tertium calidi gradum cum septem humiditatis gradibus in unius istius ordinis domibus septem. Et ita deinceps in aliis providere poteris, ut tandem in specie ad locum generalem, particularem et individualem relata qualitatem, qualitatis gradum et graduum compossibilitates intuearis. Ibi Circaeus dicitur campus pro arboribus maiorumque plantarum fructibus; hortus pro herbis, floribus atque medicis radicibus; antrum pro mineralibus iisque omnibus, quae in telluris gremio generantur eiusdemque effossae concavitatibus desumuntur. [99] Sigillum istum hoc in enigmate quandoque implicavimus: Lumine de claro ne mens peregrina vagetur, Nec sensus currens pone petita cadat, Utque profunda virum fallat te in Tartara missum Ardentem fugiens unda petita sitim, / Coge, potens Circe, succos tibi in atria septem, Quaeque sit et species in genus acta suum. Transfer in annosi campum haec scelerata parentis, Haec habeant dominum cum Ganimede Iovem.
99, 1-2 Sigillum ... implicavimus] cfr. De umbris, 232 et adn. ad loc.
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to, una volta che avremo trasformato in immagine i nomi delle cose, con quell’arte con cui abbiamo insegnato a raf$gurare qualunque termine, le collocheremo in un determinato giardino, campo ed antro, nel quale le loro qualità saranno conservate con le loro speci$che caratteristiche di grado, peso e misura. Il primo campo sarà dunque quello del caldo-umido, il secondo del caldo-secco, il terzo del freddo-umido ed il quarto del freddo-secco. Ci saranno poi nel campo cinque o sette livelli di partizione, o di più o di meno, a seconda delle cose da memorizzare, il primo dei quali sarà riferito al primo grado del calore, con i suoi sette gradi di umidità ripartiti in sette case a seconda dei vari gradi, il secondo al secondo grado del calore con i sette gradi di umidità nelle proprie e rispettive sette case-gradi ed ancora nella terza partizione del campo vi sarà il terzo grado di calore con i rispettivi sette gradi di umidità ripartiti secondo il sistema delle sette case-gradi. E potrai continuare ad andare avanti così anche con le altre partizioni $no a che non si visualizzeranno sotto forma di immagini ogni qualità, il suo grado speci$co ed il grado di composizione secondario associati, rispettivamente, ad un luogo generale, ad uno di tipo particolare ed a quello individuale e singolo. In questo caso viene chiamato « il campo di Circe » in virtù degli alberi più grandi e dei frutti delle piante, è detto « giardino » a motivo delle erbe, dei $ori e delle radici medicamentose, ed è « antro » a causa della presenza di tutti quei minerali che possono essere generati dalla terra oppure possono essere estratti dalle sue cavità. [99] Già una volta, questo sigillo, l’avevamo racchiuso implicitamente nel seguente enigma: Perché la mente errante non vaghi lontano dalla limpida luce Né il senso si perda rincorrendo quanto desidera, E sfuggendo alla tua sete ardente non ti inganni l’acqua bramata, Come accadde all’uomo gettato nel profondo del Tartaro, Ordinati, o potente Circe, le pozioni in sette atrii, Ogni specie, qualunque essa sia, riconducila al proprio genere; Porta queste nocive nel campo dell’antico padre, Quest’altre abbiano il $glio Giove insieme a Ganimede.
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Luminibusque minax perstans ardentibu’ Mavors Hortum hunc prospectet Mulciberumque trucem. Obtineas, vasti lampas celeberrima mundi, Prolem ubi multigenam contueare tuam. Suave Venus spirans queis cuncta viventia vincis, Inque sequestrato, diva, capesse loco. Secretusque tibi credatur, nuncie divum, Foemina foemineo credite masque mari. Sepibus abiunctas, temerentur ne tua dona, Delia consortes iunge operosa tuas. [100] Peregrini, qui vicesimusseptimus sigillus, explicatio
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Ditat sigillus iste rotam $guli: non solum enim per eumdem campum multiplicat unius rei deducendae considerationes atque loca, sed campum secundum primo subordinans ef$cit, ut ad locorum secundi campi numerum singula primi campi membra submultiplicemus. Tertium pariter campum secundo subnectens id praestat, ut ad locorum tertii campi numerum secundi campi membra multiplicari possint. Similiter si id propositum urgeat negotium, quartum tertio, quintum quarto eousque continuabimus, quoad materiae subiectae capacitas impleatur formarumque extenditur multiplicandus numerus et amplitudo. Differt igitur peregrinus a rota, quia hic $gulus / circa unum idemque centrum suas complet revolutiones, ibi vero peregrinus singulis veluti rotae radiis alias rotas in tertium, quartum et plures – si necesse libitumque fuerit – subalternatim succedentes ordines auspicatur, exequitur et veluti peregre pro$ciscens evagatur. [101] Sigillum istum praesenti in aenigmate complicavimus: Uranie vatem sublimes duxit in aedeis, Quo faceret mentis nubila pulsa suae. 100, 3 deducende L
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100, 13-18 Differt ... evagatur] cfr. De umbris, 231, 26-31. 101, 1-2 Sigillum ... complicavimus] cfr. De umbris, 230 et adn. ad loc.
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Marte minaccioso levandosi con le sue luci ardenti Sorvegli questo giardino ed il truce Vulcano. Ottieni, lume limpidissimo del vasto mondo, La sede da cui contemplare la tua prole multiforme. Soavemente sospirando, o Venere, ciò con cui vinci tutti i viventi Conservalo, o dea, in luogo separato. E luogo segreto sia a te af$dato, messaggero degli dèi, Creduto femmina con le femmine e maschio con i maschi. Separate da barriere, perché non siano profanati i tuoi doni, Congiungi, Delia operosa, le tue sorelle. [100]
Spiegazione del pellegrino, ventisettesimo sigillo
Questo sigillo perfeziona ed amplia la ruota del vasaio; infatti non solo moltiplica entro lo stesso campo le considerazioni ed i luoghi del tema da analizzare, ma, subordinando un secondo campo al primo, fa in modo che ciascuna delle parti speci$che del primo campo possano essere moltiplicate per il numero dei luoghi del secondo. Inoltre, subordinando parimenti un terzo campo al secondo, fa sì che anche le parti del secondo campo possano essere moltiplicate per il numero dei luoghi del terzo. Allo stesso modo, se l’argomento su cui stiamo lavorando lo necessita, potremo far seguire al terzo un quarto, al quarto un quinto $no a quando non sarà soddisfatta ed esaurita tutta la capacità del materiale su cui stiamo operando, estendendo l’ampiezza e moltiplicando il numero delle immagini. Dunque il pellegrino differisce dalla ruota del vasaio, perché mentre il vasaio compie le proprie rotazioni intorno ad uno e medesimo centro, il pellegrino invece – come se si passasse dai raggi di una ruota a quelli di un’altra – lascia intravedere e ci assicura un terzo, un quarto ed altri ancora livelli successivi e subordinati ($no a quanti ce ne serviranno o ne desidereremo) e, proprio come se fosse un viandante in cammino, ci permette di vagare in essi. [101] Abbiamo racchiuso questo sigillo nel seguente enigma: Urania condusse il vate nelle sublimi dimore, per fugar le nubi dalla mente sua.
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Ordine praegnantem quo sunt disposta per orbem, Indicat extencta singula quaeque manu. Leucadius regno sedet hic tristisque senecta. Praetulit hic degens talia regna patri. Cuspide Marsque potens rapit hinc ea raptaque servat; Aureus hinc Titan haec diuturna facit. Blanda Venus grato numerosa ea reddit amore; Pacis et armorum hinc arbiter hic superis. Hinc vultu inconstans Lucina et lumine clamat: « Occubitum visent orta et adaucta suum » . Ordine sunt postquam concepta palatia coeli, Bis senas iuvat hos iam peragere domos. Egrediare, senex, varios subiture locorum Anfractus, varias insinuando notas. Huic divum succaede parens. Succede Gradive, Smintheum numen, Gnidia nata mari. Athlantis succaede nepos, Cyllenia proles. Delia nec cesses, coelo Hereboque potens. [102] Claustri cabalistici et templi, quod vicesimusoctavus est sigillus, explicatio
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Hic duobus et viginti elementi 22 claustra vel templa destinantur, quorum singula in duo et viginti / personarum sub una communi arte vel operationis genere uno se exagitantium receptacula distribuuntur; ea, quae proprias peculiaresque operationes et actus vel sub templorum claustrorumque singulis depromunt vel sub eodem vexillo, certum in memoriae vel inventionis exercitatione opus exequuntur, ut in ipsis quatuor de$nita valeas elementa contemplari: quorum primum est ex nomine atrii, secundum ex nomine sedis in atrio, tertium ex nomine artis, quartum ex nomine actus. Ideo autem intelliguntur istorum alii degradari, alii exaltari, alii mutari, ut faciliorem viam retinendi *** prompteque examinandi, quid tali de singulis semel formata conceptione seu imaginatione referatur atque signi$cetur. 101, 10 diuturna emend. N] diuturua L 19 succaede lege succede 102, 3 elementis emend. N] elemonti L 9 inmemoriae L 14 post retinendi lacuna sine dubio est: an habeas coniciendum|
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Nell’ordine in cui son disposte per il gravido cielo, le singole cose indica con la mano distesa. La trista vecchiaia di Leucadio qui al regno presiede. Il dio qui dimorante antepose tali regni al padre. E Marte potente con la lancia da qui li rapisce e rapiti li conserva; Da qui l’aureo Titano li fa duraturi. La seducente Venere da qui li rende numerosi con gradito amore; Da qui costui è ai superi arbitro di pace e di guerra. Da qui Lucina incostante nel volto e nella luce proclama: «Il proprio tramonto vedrà ogni cosa che nasce e cresce». Dopo che nell’ordine son stati impressi i palazzi del cielo, giova che costoro percorrano ora le dodici case. Esci, vecchio, per entrar nei vari anfratti dei luoghi, variati segni inserendo; a questo succedi padre degli dèi. Succedi Gradivo, Sminteo nume e Cnidia nata dal mare. Succedi nipote d’Atlante, prole Cillenia. E non indugiar Delia, potente nel cielo e nell’Erebo. [102]
Spiegazione dell’accampamento e del tempio cabalistico, ventottesimo sigillo
In questo sigillo vengono assegnati 22 accampamenti e templi alle ventidue lettere dell’alfabeto ed ognuno è diviso in ventidue ricettacoli destinati a personaggi che lavorano, compiendo tutti un medesimo mestiere o un’unica azione; questi personaggi che presentano proprie e peculiari operazioni ed atti sia sotto ciascun tempio e accampamento sia sotto un medesimo vessillo, svolgono il preciso compito di addestrare la memoria e la capacità inventiva a far sì che tu possa vedere in essi quattro lettere: la prima data dal nome stesso dell’atrio, la seconda dal nome della speci$ca sede nell’atrio, la terza dal nome del mestiere, la quarta dal nome dell’operazione. Se dunque alcuni di questi s’intendono essere degradati, altri passati ad un livello superiore, altri ancora trasformati è perché si abbia un procedimento più facile per memorizzare ed esaminare che cosa sia rappresentato e signi$cato con quella speci$ca e ricorrente immagine concepita e pensata per ciascuno di essi.
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[103] Sigillus iste ad inventionem maxime usuvenire potest: per ipsum enim materiam, de qua considerandum, argumentandum et disputandum est, deducere possumus. Hoc enim ordine formis – quae considerationis sunt obiecta et quibus omnia metiuntur, discutiuntur et examinantur – generalibus vigintiduabus, pluribus vel paucioribus, totidem speciales, sub illarum singulis cum propriis potentiarum operationumque modis reducibiles, subordinare valebimus. Claustra igitur atque templa similia vel claustris templisque proportionalia ad inventionis exercitationes iudiciique actus instituas, ni iis ipsis Zeuxim vel Dedalum super pingere vel super aedi$care mavis. / [104]
Cobinantis, qui undetricesimus est sigillus, explicatio
In$nitarum sillabarum differentium multitudinem perpaucis quam commode imaginibus $gurare combinator iste perdocet, ubi tria proponit statuenda combinatoria: primum, in quo consona sonantem praecedit; secundum, in quo sonans consonantem praeit; tertium, in quo inter duas tresve consonas media sonans quintuplici situs differentia designatur. Nos eo aenigmate, in quo implicatur ars ad innumeras industrias viam aperiens, insinuavimus, ubi posita bestia in medio circuli vel quatranguli vice multiplicis consonantis ad quinque differentias multiplicem sibi sonantem adsciscit. [105] Irrugit haec aliud rutilum si spectat ad ortum, Primum ostentanda est frons ubi solis equis. Non pariter clamans, obtutum dant ubi sero Ultima, Phaebe, tui tergora quadrupedes. Non simile est resonans vigilem spectando Bootem, Nolano adstantem nocte dieque solo. Haud pariter versa haec ubi tellus, corpore denso 103, 5-6 generalibus 22bus L N 104, 1 Combinantis emend. N] Cobinantis L 6 con-/consona L 105, 6 ad stantem L 7 tellus emend. N] tullus L 104, 9-10 Nos ... insinuavimus] cfr. De umbris, 237 et adn. ad loc.
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[103] Questo sigillo può essere inoltre estremamente utile per l’invenzione; attraverso di esso, infatti, possiamo analizzare visivamente quel soggetto sul quale si deve riflettere, argomentare e discutere. Per mezzo di quest’ordine infatti possiamo subordinare a ventidue, o più o meno, immagini principali (che sono gli oggetti veri e propri della considerazione e con i quali qualsiasi cosa può essere valutata, esaminata e discussa) altrettante immagini speci$che, riconducibili sotto ciascuna di quelle assieme ai rispettivi modi di attività e d’azione. Prepara dunque tali accampamenti e templi – o luoghi analoghi a questi accampamenti e templi – per esercitarti nell’invenzione e praticare la disposizione, almeno che tu non preferisca che, al posto di questi, Zeusi vi dipinga su o Dedalo vi costruisca sopra. [104]
Spiegazione del combinatore di sillabe, ventinovesimo sigillo
Questo combinatore ci insegna a raf$gurare con facilità la moltitudine in$nita di sillabe per mezzo di pochissime immagini, proponendo, tramite esso, di preparare tre alfabeti combinatori: un primo in cui la consonante precede la vocale, un secondo in cui la vocale precede la consonante, ed un terzo in cui, per mezzo della quintuplice differenza di un luogo, la vocale è rappresentata tra due o tre consonanti. Tutto ciò l’abbiamo suggerito per mezzo di quell’enigma adombrante un’arte capace di aprire la strada ad innumerevoli modalità operative, dove una bestia posta nel mezzo di un cerchio o di un quadrato, al mutare delle molteplici consonanti, si attribuisce le cinque vocali secondo altrettante differenze. [105] Essa diversamente ruggisce se contempla un’alba vermiglia Una prima volta, quando i cavalli del sole mostrano la loro fronte. Non allo stesso modo grida, quando alla sera i tuoi Quadrupedi, o Febo, offrono allo sguardo il dorso. Diversamente risuona mentre il Nolano contempla solitario Boote che veglia giorno e notte. Non ugualmente essa è disposta mentre la terra si oppone
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Obsistens, lumen occulit, Ursa, tibi. Diversum dictis quintum tunc intonat, in se Non oblita sui cum fera tota sidet. At si eius vocem saxosum prenderit antrum, Flectitur unde aër restituendo sonum, Aut tibi echo resonat, vel, si contenderit usus, Eversam reddent versa elementa notam. [106] Proinde sigillum istum ad quandam inventionis speciem maxime facere est manifestum, dum in duobus, tri/bus, quatuor vel pluribus circulis subordinatis certumque elementorum numerum comprehentibus, per eorundem multiformes volutiones atque dispositiones, innumerabiles possumus serie quadam certa combinationum differentias accipere. Nos perfecte, quantum $eri potest, artem combinatoriam ex duobus tribusque elementis in libro De architectura Lulliana explicavimus. Tu ad eius similitudinem atque analogiam numeris aliis complendis combinationibus poteris adaptare. [107]
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opere mnemotecniche
Interpretis, qui tricesimus est sigillus, explicatio
Sigilli universi, qui ad dictiones referuntur, et vocabulorum formativae rationes omnes istius supervenientis sigilli possunt esse subiectum. Ni quippe interpretationi subiecta dictio praeextiterit, qui $eri potest ut aliqua ratione interpretem instituamus| Homini affecto ex patria, loco proprio, arte, artis operatione et organo, per quae eius formationis est praesentativus, ibi quod signi$candum est accidere intelligatur, ubi et agens commode operetur et operatio proprius exequatur. Caetera, quae tricesimus sigillus habet, explicatione non indigent; illud tantummodo praestemus, ut tres pro paradigmate tabulas subinferamus ad Hebraicum dictionarium maxima facilitate $gurandum atque retinendum.
106, 4 comprehendentibus emend. N] comprehentibus L L, fortasse volutationes
5 volutiones sic
106, 7-9 Nos ... explicavimus] cfr. De comp. arch., II, 10, pp. 25-29.
explicatio triginta sigillorum
155
Con il suo corpo denso e oscura il tuo lume, o Orsa. E per una quinta volta, diversamente, la bestia risuona con parole Mentre, non dimentica di sé, siede raccolta su se stessa. Se l’antro roccioso accoglierà la sua voce Onde l’aria si flette, restituendo il suono, Anche a te tornerà la voce, e, se ne comprenderai l’uso, Le lettere così composte te ne ridaranno i suoni. [106] Di conseguenza risulta manifesto quanto e in quanti modi questo sigillo sia estremamente adatto a realizzare l’invenzione retorica, soprattutto nel momento in cui per mezzo di due, tre, quattro o ancora più ruote subordinate tra loro e che comprendano un determinato numero di lettere, attraverso le loro varie e multiformi rotazioni e composizioni, secondo una determinata sequenza, otteniamo innumerevoli e differenti combinazioni. Noi perfettamente, per quanto ci sia stato possibile, abbiamo esposto l’arte di formare combinazioni di due o tre lettere nel libro De architectura Lulliana. Possa tu, lettore, a similitudine ed analogia di quella, adattarla a composizioni da produrre anche secondo altri numeri. [107]
Spiegazione dell’interprete, trentesimo sigillo
Tutti i sigilli che si riferiscono alle parole e, in generale, tutti gli espedienti per la raf$gurazione di vocaboli, possono essere inclusi nel sigillo seguente. Se infatti la parola intesa come espressione non venisse prima dell’essere soggetta ad interpretazione, per quale motivo avremmo dovuto inventare questo interprete| S’intenda che quanto si deve rappresentare per mezzo di immagini riesce ad un uomo caratterizzato secondo una dimora speci$ca, un luogo proprio, un mestiere, un’azione corrispondente ed uno strumento, nel momento in cui il personaggio opera con facilità e l’azione che compie è ben caratterizzata ed univoca. Le altre caratteristiche del trentesimo sigillo non necessitano di ulteriori spiegazioni; limitiamoci solo a presentare tre tavole come esempi paradigmatici per raf$gurare e memorizzare con estrema facilità le parole ebraiche.
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N155 5
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5 N156
opere mnemotecniche
[108] I II III IIII V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIIII XV XVI XVII XVIII XIX XX XXI
A.O.I.E.U B G D Dh H V cons. Z H CH T I cons. C CH L M N S H P PH TS QK R SCH S
rex princeps dux comes praesidens iudex consiliarius senior actor secretarius satelles pontifex sacerdos prophaeta doctor lector cantor sacrista corbonarius lampadarius ostiarius
XXII
T TH
custos
magus piromantus geomantus arithmantus ydromantus aeromantus aruspex augur ypnomantus sortilega vene$cus stercomantus chiromantus obtalmantus metoscopus energumenus tinnomantus astrologus logomantus odomantus exorcista pythonicus necromantus
fons porticus pyramis / lucus patibulum laurus antrum sedes solium columna altare fluvius navis falx puteus lavacrum mensa fornax terminus saxum specula sepulchrum
[109] Ibi ad elementorum triplicationem regem in atrii fontis primo cubili intueberis, ut tribuat AAA; princeps in atrii portici secundo cubili dabit BBB; dux in atrii pyramidis tertio cubili reddet GGG. Similis de caeteris est ratio. Ad tres autem radicales varias designandas facies, ut cum per regem in atrii patibuli tertio cubili habes AHG, per praesidem in atrii luci duodecimo cubili HDL. / Eadem de caeteris est
108, 12 stercomantus emend.] stertomantus L N 14 falx emend. N] flax L 15 metoposcopus emend.] metoscopus L N 22 pytho. L 108, 21-22 exorcista pythonicus] cfr. De magia, 3, 6-11.
explicatio triginta sigillorum [108] I II III IV V VI VII VIII
A.O.I.E.U B G D Dh H V cons. Z H CH
IX X XI
T I cons. C CH
XII XIII XIV
L M N
re principe duca conte governatore giudice consigliere comandante in grado portavoce segretario guardie personali ponte$ce sacerdote profeta
XV
S
dottore
XVI XVII
H P PH
lettore cantore
XVIII T S XIX Q K
sacrestano tesoriere
XX
R
XXI
SCH S
portatore di $accola portinaio
XXII T TH
custode
157
mago piromante geomante numerologo idromante aeromante aruspice augure
fonte portico piramide bosco sacro patibolo alloro antro scranno
ipnomante indovino preparatore di veleni stercomante chiromante interprete degli occhi osservatore della fronte indemoniato interprete dei tintinnii astrologo logomante
trono colonna altare
interprete di sentieri interprete d’oracoli necromante
$ume nave falce pozzo fontana tavola fornace pietra di con$ne sasso specchi sepolcro
[109] Qui, per riprodurre tre volte la stessa lettera, visualizzerai il re nella prima nicchia del primo atrio, così da avere AAA; il principe nella seconda nicchia dell’atrio del portico darà BBB; il duca nella terza nicchia dell’atrio della piramide rappresenterà GGG. Il principio alla base degli altri è del tutto simile. Per rappresentare invece tre lettere diverse farai come quando ottieni AHG per mezzo del re nella terza stanza dell’atrio del patibolo, HDL con il governatore nella dodicesima nicchia dell’atrio del bosco sacro. Lo stesso principio
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ratio. Atriorum singula duas et viginti ad summum habebunt partes, quorum unumquodque eodem ordine distributas habebit sedes, dummodo prima sedes habeatur, a qua atrii denominatio desumitur, ut in atrio fluvii – quod signat L – prima sedes est fluvius, secunda fons, tertia porticus, quarta pyramis; in atrio fornacis, prima sedes est fornax, secunda fons, tertia porticus, quarta pyramis; ita in aliis. Ibi magus, pyromantus, geomantus et qui sequuntur, vel homines vel atria vel atriorum cubilia denominare possunt. [110] Tabulae isti adcommodata est $gura quadrata, duobus et viginti constans ordinibus, quorum singuli totidem habent cubilia. Tu ad instar illius duas et viginti tabulas tibi substernas, in quarum capite notam unius elementi, quod praesidem signi$cat, apponas; in cubilibus ordinum singulorum successive per diametrum ab angulo dextro superiori ad sinistrum inferiorem alterius elementi notam inscribas, quod ad ordinem denominandum instituitur. In singulis vero ordinum cubilibus illud tertio habes elementum, quod recta sursum vel deorsum vel in ipsa sede inspicitur, ut ibi vel a praeside per singula duorum et viginti atriorum ad viginti duas domos, vel a singulis atriorum per viginti duas cuiusque domos in campum vel ad praesidem commode $at accessio. [111]
N157
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opere mnemotecniche
I II III IIII V VI VII VIII IX X XI XII
Secundae tabulae construendae typus aurifex textor impressor ferrarius stabularius miles consiliarius bibliopola musicus barbitonsor crepidarius caupona
asinus bos vulpes lupus porcus ursus cervus pica talpa hyrcus canis leo
hebes tardus astutus / rapax immundus ferus fugax loquax caecus salax blanditor fortis
110, 1 ad commodata L 109, 10-14 dummodo ... aliis] cfr. De imag. comp., infra, 241, 13-17.
explicatio triginta sigillorum
159
varrà anche per gli altri. Ciascun atrio avrà dunque al massimo ventidue parti, settori che saranno tutti distribuiti secondo lo stesso ordine, purché il primo di essi corrisponda alla lettera che è identi$cativa dell’atrio, come nell’atrio del $ume – che indica la L – il primo settore è il $ume, il secondo la fonte, il terzo il portico, il quarto la piramide; nell’atrio della fornace il primo settore è la fornace, il secondo la fonte, il terzo il portico, il quarto la piramide e così via per tutti gli altri. In questo caso il mago, il piromante, il geomante e gli altri che seguono possono essere usati per designare i personaggi principali, oppure gli atrii, oppure le nicchie negli atrii. [110] Per questa tavola è particolarmente appropriata una $gura quadrata che è formata da ventidue colonne, ciascuna delle quali ha a sua volta altrettante caselle. Sull’esempio di questa preparati ventidue tavole, ponendo in cima ad esse il segno della prima lettera, indicante il personaggio che presiede a ciascun atrio; scrivi poi nelle caselle di ciascuna colonna, una dopo l’altra e in diagonale, dall’angolo superiore destro all’angolo inferiore sinistro, il segno di quella lettera che è stata scelta per denominare la colonna. Nelle singole caselle delle colonne troverai poi, come terza lettera, quella che si vede in linea retta sopra o sotto o nel settore stesso, cosicché si può passare agevolmente sia dal personaggio principale alle ventidue nicchie attraverso ciascuno dei ventidue atrii, sia, per qualunque delle ventidue nicchie, da un atrio ad un campo o al personaggio principale. [111] I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII
Schema per costruire la seconda tavola ore$ce tessitore tipografo fabbro stalliere soldato consigliere libraio musicante barbiere calzolaio ostessa
asino bue volpe lupo porco orso cervo gazza talpa capro cane leone
sciocco tardo astuto predatore immondo feroce fuggevole loquace cieco lascivo adulatore forte
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N158 10
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XIII XIIII XV XVI XVII XVIII XIX XX XXI XXII
opere mnemotecniche pincerna lanio pastor agricola olitor aleator magus lictor pictor voluptuarius
mulus noctua serpens gallus felis equus corvus symia aries taurus
[112] Huic tabulae adcommodata est $gura quadrata, in qua vel ab angulo superiori – in quo spacium est pro singulari elemento – per media numerata et designata ad angulum inferiorem descenditur, dum unam bestiarum per omnes qualitatum species deducentes ita in claustris arti$cum af$ci concipimus, ut signi$canda signi$cet; vel ab angulo inferiori singulariter capto per eadem media ad angulum superiorem $t ascensus, dum unicus artifex per singulas duarum et viginti affectionum in plures vel omnes bestia/rum species in suis atriis ita commigrabit, ut haec, quae sunt adsigni$canda, praesentet. Tu ad illius similitudinem duas et viginti $guras ordinabis, in quarum angulis superioribus vel inferioribus singula per ordinem inscribas elementa, opposito angulo existente vacuo pro iis designandis elementis pluribus, quae in tertium a primo per media accipiuntur. [113]
Tertiae tabulae construendae typus
I II III
doctrina domus plenitudo
venator holitor pistor
IIII V VI
tabulatum vanitas concordia
pastor coniux medicus
VII
oblatio
faber lignarius
5
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sterilis male$cus maledicus excubitor insidiosus furens divinator histrio ferax iracundus
113, 10 Fab. ligna. L
laqueus, canis et 20 alia cribrum, asellus et 20 alia frumentum, farina et 20 alia bos, ovis, sus et 19 alia puella, lectus et alia 20 confossus aeger, oleum et alia 20 serra, securis, malleus et reliqua
explicatio triginta sigillorum XIII XIV XV XVI XVII XVIII XIX XX XXI XXII
coppiere macellaio pastore contadino ortolano giocatore di dadi mago littore pittore gaudente
mulo civetta serpente gallo gatto cavallo corvo scimmia ariete toro
161
sterile male$co maldicente vigilante insidioso furioso divinatore istrionico ferace iracondo
[112] A questa tavola è pertinente una $gura quadrata, nella quale o si discende dall’angolo superiore (nel quale vi è spazio per una sola lettera alla volta) a quello inferiore attraverso i termini intermedi indicati e numerati, quando, combinando una delle bestie con tutti i vari tipi di qualità, immaginiamo che essa venga modi$cata nelle botteghe degli artigiani in modo da signi$care le cose da rappresentare; oppure si sale, di uno in uno, dall’angolo inferiore a quello superiore attraverso ogni termine intermedio, quando un unico personaggio arte$ce passerà negli atrii di tutte, o quasi, le specie di bestie assumendo le ventidue caratterizzazioni, così da presentare ciò che deve essere signi$cato. A somiglianza di questa metterai in ordine ventidue $gure, nei cui angoli superiori o inferiori disponi ordinatamente tutte le lettere dell’alfabeto, lasciando vuoto il rispettivo angolo opposto per indicarvi le varie e molteplici lettere, che dalla prima portano alla terza, attraverso quelle intermedie. [113]
Schema per costruire la terza tavola
I II III IV V VI
dottrina casa pienezza tavolato vanità concordia
cacciatore ortolano mugnaio pastore coniuge medico
VII
dono
falegname
laccio, cane ed altri 20 setaccio, asinello ed altri 20 frumento, farina ed altri 20 bue, pecora, maiale, ed altri 19 fanciulla, letto ed altri 20 cadavere d’ammalato, olio ed altri 20 sega, scure, martello ed altri
162 VIII
15
N159 20
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N160 10
opere mnemotecniche vita
miles
equus, lancea, scutum et 19 alia IX bonum caupona olla, cacabus, veru et 19 alia X principium pincerna cyathus, amphora et 20 XI manus virtus gerulus saccus, dolium et 20 alia / XII disciplina musicus timpanum, tuba, lyra et 19 alia XIII ex quo materia scriptor liber, folia et 20 alia XIIII sempiternitas fur aurum, vestis et 20 alia XV adiutorium agricola falx, iugum et 20 alia XVI fons oculus sigillator frons, archa et alia 20 XVII os faber Vulcanius incus, folles et alia 20 XVIII iustitia sutor acus, forceps, linea et 19 XIX vocatio lanio bos, machera, aries et alia XX caput tonsor scyphus, sedes, speculum etc. XXI deus piscator hamus, tridens, retia et 20 alia XXII signum sacerdos thuribulum, vitta, mytra [114] Praesenti tabulae $gura quadrata adcommodatur, in qua duplex a medio singulari – pro quo est spacium designatum, ut in paratis viginti duabus $guris viginti duo valeas elementa inscribere – $t progressio, vel per notas absolutas ad ipsas numeratas, dum artifex ministerve medius vel per singula viginti duorum atriorum ad multiplex cubile pro$ciscitur, vel per notas numeratas ad absolutas per multiplex cubile numeratum in atrium regreditur. / Hic sunt per nomina Hebraicorum elementorum designata atria, quorum singula totidem artes complectuntur et exercitia, ad quorum singula viginti duo referuntur organa vel actiones, ut trium radicalium Hebraicorum terminorum signa adipiscare. Facili enim additionis atque subtractionis 17 alia suppl. N] om. L 19 timpanum emend. (tympanum N)] Timpanus L 25 Faber vulc. L 27 alia suppl. N] om. L 32 20 re autem vera 19 34 etc. suppl.] om. L N
explicatio triginta sigillorum VIII IX
vita bene
X XI
soldato ostessa
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coppiere portatore
cavallo, lancia, scudo ed altri 19 pentola, paiolo, spiedo ed altri 19 bicchiere, anfora ed altri 20 sacco, botte ed altri 20
musicista scrittore
timpano, tromba, lira ed altri 19 libro, pagine ed altri 20
ladro contadino sigillatore fabbro calzolaio macellaio barbiere
oro, veste ed altri 20 falce, giogo ed altri 20 frontespizio, cassa ed altri 20 incudine, mantici ed altri 20 ago, forbici, riga ed altri 19 bue, coltello, ariete ed altri bicchiere, sedia, specchio, ecc. amo, tridente, rete ed altri 20 turibolo, casula, mitra ed altri 19.
principio eccellenza della mano XII disciplina XIII sostrato materiale XIV eternità XV soccorso XVI fonte, occhio XVII bocca XVIII giustizia XIX evocazione XX capo XXI Dio XXII segno
pescatore sacerdote
[114] La $gura della presente tavola è strutturata secondo una forma quadrata, in cui, a partire da ciascun elemento intermedio (per il quale è destinato uno spazio fatto in modo che si possano scrivere le ventidue lettere in corrispondenza di ventidue $gure preparate appositamente) si compie un duplice passaggio: in un primo modo, attraverso le singole lettere prese di per sé si va in direzione di quelle messe in ordine e sequenza numerica, il che si ha quando ciascun personaggio agente e principale che sta nel mezzo, passando per ognuno dei ventidue atrii, va nelle varie nicchie; nel secondo modo, si passa invece dalle lettere messe in ordine numerico a quelle prese di per sé, quando il personaggio torna indietro dalle varie nicchie all’atrio. In questo caso gli atrii sono stati denominati con i signi$cati delle ventidue lettere ebraiche ed ognuno contiene altrettanti mestieri e attività a cui sono riferiti, a loro volta, ventidue oggetti o azioni, in modo che si possano ottenere le rappresentazioni di termini ebraici composti da radici di tre consonanti. Con una semplice operazione di addizione o sottrazione provvederai a rappresentare facilmente an-
164 15
opere facile caeteris – quae non sunt plurima – radicibus et non radicibus adsigni$candis providebis. [115]
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10
opere mnemotecniche
De explicatione deductionis multiplicis formarum non sensibilium de sensibilibus
Quot, quibus qualibusque modis formae non sensibiles per eas, quae sensibus patent, $gurandae, notandae atque retinendae sint, non modo hic, sed et aliis in locis amplius expressimus, copiosissime autem in uno de Clavis magnae voluminibus, quod Sigillorum sigillus intitulatur; ubi non solum docemur non sensibiles de sensibilibus, sed quascunque de quibuscumque, ad omnes animi operationes, ex naturalibus, ex arti$cialibus et fortasse divinis quodammodo principiis formas elicere. Ipsum plurimis gravibusque causis praesenti pertractationi continuamus.
EXPLICATIONIS MINORIS TRIGINTA SIGILLORUM FINIS /
explicatio triginta sigillorum
165
che altre consonanti da aggiungere alle radici formate da più di tre lettere (che non sono moltissime) e le ulteriori lettere da aggiungere ai morfemi. [115]
Spiegazione dei molteplici modi di derivazione delle immagini di cose non sensibili da quelle sensibili
Di quante, quali e con quali modalità le immagini di cose non sensibili possano essere raf$gurate, simboleggiate e memorizzate attraverso quelle sensibili, abbiamo trattato non solo qui, ma anche in altri luoghi ed anche più diffusamente: in modo particolare, con estrema fecondità, in uno dei libri della Clavis magna, che abbiamo intitolato Sigillorum sigillus. Lì non solo si insegna a trarre immagini di cose non sensibili da quelle sensibili, ma di qualunque tipo e da qualsiasi altra, con lo scopo di compiere qualsiasi operazione dell’animo e sulla base di princìpi naturali, tecnici e, forse a ben vedere, anche divini. Lo aggiungiamo alla presente trattazione per molteplici e valide ragioni. FINE DELLA SPIEGAZIONE COMPENDIATA DEI TRENTA SIGILLI
N109
Ad caelum, quod est secundus sigillus
Secondo sigillo, il cielo
Figura 1
N110
Ad cathenam, ubi tertius est sigillus
Terzo sigillo, la catena
Figura 2
N111
Ad quadratum encyclium, qui est XVIII sigillus
XVIII sigillo, schema di organizzazione a base quattro
Figura 3
N112
Ad binarii encyclium, qui est XIX sigillus
XIX sigillo, schema di organizzazione a base due
Figura 4
N113
Ad rotam $guli, quae est XXI sigillus
L M U S M I S
Figuram ad rotam $guli huc transposuit N, post $guram ad peregrinum, qui re autem vera est XXVII sigillus, posuit L
XXI sigillo, la ruota del vasaio
L M U S M I S
Figura 5
N114
Ad peregrinum, qui est XXVI sigillus A
M
F
N
T A
M
F
N
T A
F N
M
T
XXVI sigillo, il pellegrino A
M
F
N
T A
M
F
N
T A
F N
M
T
Figura 6
N115
Ad XXIX sigillum
XXIX sigillo
Figura 7
N119
Figura 8: XXX sigillo, l’interprete – Prima $gura
N118
Figura 9: XXX sigillo, l’interprete – Seconda $gura
N117
Figura 10: XXX sigillo, l’interprete – Terza $gura
INDICE
Avvertenza « ... per speculum et in aenigmate... » di Michele Ciliberto Nota $lologica di Rita Sturlese Segni e sigle Abbreviazioni
vii ix xlvii lxix lxxv
OPERE MNEMOTECNICHE tomo secondo ars reminiscendi explicatio triginta sigillorum esposizione dei trenta sigilli sigillus sigillorum il sigillo dei sigilli Commento de imaginum, signorum, et idearum compositione la composizione delle immagini, dei segni e delle idee Commento Bibliogra$a delle opere citate
3 34 35 186 187 305 482 483 881 979
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