Beltrami

December 6, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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LA FILOLOGIA ROMANZA Pietro G. Beltrami PRIMA PARTE – I DIVERSI VOLTI DELLA FILOLOGIA ROMANZA –

CAP1) CHE COS’E’ LA FILOLOGIA ROMANZA La parola flologia deriva dal greco e signifca amore del discorso, perciò il flologo è l’amante della conversazione. La flologia è l’arte dell’edizione dell’edizione crica dei tes, la flologia procede  procede analizzando tu i tesmoni manoscri o a stampa in cui un dato testo è disponibile al fne di ricostruire la volontà d’autore quando possibile e quindi produrre un testo che a essa sia il più vicino possibile oppure, in casi dove la volontà d’autore non è riprisnabile, dare un tes il più vicino possibile a come è circolato per la prima volta. volta. Importanssima per la ricostruzione del testo è anche la storia della tradizione ovvero la storia di manoscri e stampe che ci hanno tramandato il testo  testo  all’interno del contesto storico-culturale che vigeva nel momento della loro ricezione ricezione.. Uno dei compi ondamentali della flologia è dunque quello di mantenere i tes integri di ronte ai deterioramen che subiscono nel tempo durante la trasmissione e ai cambiamen della lingua nello spazio e nel tempo. La flologia romanza applicherà appunto il suo campo di studio ai prodo leerari delle lingue romanze Le lingue romanze o neolane sono tue quelle lingue che traggono la loro origine dalla rantumazione e dai mutamen che il lano parlato subisce dopo la caduta dell’Impero Romano. Romano. Esse dunque possono essere considerate acen parte di un’ un’unica unica amiglia linguisca (quella romanza appunto) perché hanno un’ origine comune, sono poi invece vicende parcolari ad averne causato le dierenze reciproche. In base alle dierenze, le lingue romanze si dividono in vari raggruppamen:     

Lingue iberoromanze = portoghese, spagnolo, catalano, galego Lingua galloromanze = occitano, rancese, rancoprovenzale Lingue italoromanze = italiano, sardo, corso Lingua retoromanze = romancio, ladino, riulano Lingue balcanoromanze = dalmaco, romeno

Esiste una circolarità tra flologia e linguisca: la prima ornisce alla linguisca dei da testuali, mentre la seconda ornisce alla flologia norme e cognizioni di linguische per poter are edizione dei tes ed interpreta interpretarli. rli. La flologia romanza nasce all’inizio dell’Oocento, integrava linguisca, studi leerari e culturali, studi di crica del testo sulle lingue romanze, dalle origini al presente. Il dominio della flologia romanza privilegia il periodo del Medioevo, nel quale avviene la disgregazione del lano come lingue parlata e ci si avvia alla ormazione delle lingue romanze. CAP2) PRIMA DELLA FILOLOGIA ROMANZA La flologia romanza trova grande applicazione a parre dall’ ‘800 dall’  ‘800 quando fnalmente si comincia a dare valore di scienfcità al conceo secondo il quale le lingue romanze derivassero da una lingua comune ovvero il lano lano:: a questo punto i tes medievali iniziano a essere studia secondo

 

un’oca diverse e ben precisa. Tuavia, già prima dell’800 i tes romanzi erano comunque oggeo di studio 2. 2.1 1 Dante Da nte

Un primo esempio di riessione aorno a queste lingue romanze è quello di Dante Alighieri nel suo De Vulgari Eloquena scrio in lano e rimasto incompiuto (1304-1306). La teoria di Dante è però ben diversa dalla realtà che conosciamo oggi: per Dante il lano (gramaca) è una lingua che sta al di sopra delle altre, indierenziata, immutabile e creata per la comunicazione doa e intelleuale a parre da elemen volgari ovvero di quelle lingue materne parlate perché apprese spontaneamente durante l’inanzia. Ha comunque già chiaro il ao che il volgare cambi nel tempo e nello spazio, riconosce ina 3 volgari leerari principali ovvero la lingua d’oc, d’oc, la lingua d’oil e la lingua di sì (occitano, sì (occitano, rancese, toscano) e teorizza che molto probabilmente queste tre lingue derivino da una lingua comune perché molte tra di loro sono le somiglianze somiglianze.. Le aermazioni che Dante a in quest’opera sono rivoluzionarie poiché nel ‘200 il volgare non ha ancora la stessa dignità del lano: è una lingua popolare, non standardizzata quindi non insegnata nelle scuole e priva di autorità. autorità. Uno degli obievi principali del De Vulgari Eloquena è ina quello di dare al volgare la stessa dignità del lano, inizierà ina a defnire “poe” al pari di quelli classici, anche i rimatori volgari. 2.2. Le prime grammache delle lingue romanze

Già prima del De Vulgari Eloquena di Dante però, vi erano sta alcuni tentavi di dare una norma linguisca soprauo alla poesia dei trovatori provenzali. Il primo a are questo tentavo è il catalano Raimon Vidal de Besalù che tra la fne del 1000 e gli inizi del ‘200 scrive le Razòs de trobar  ovvero  ovvero le regole della poesia in cui ore esempi di quei trovatori che hanno composto nel miglior modo possibile così da insegnare la giusta maniera di comporre a quelli dispos a imparare. L’opera viene poi rielaborata in Sicilia, in Sardegna e in Toscana. Successivamente Successivame nte altre opere di grammaca vengono messe in circolazione: nel Nord-Est Italia  Italia  durante la prima metà del ‘200, Uc Faidit scrive Donatz proensals in cui inserisce anche una sorta di dizionario volgare-lano, a Tolosa alla metà del ‘300 i Concistori della gaia scienza producono invece il Leyes d’amors, un’opera che raccoglie tue le norme grammacali per la parte metricoretorica in quanto servono regole generali per poter valutare oggevamente quelle poesie che vengono sooposte ai concorsi da loro inde, nell’area rancese dell’Inghilterra all’inizio del ‘400 viene scrio il Donat rançois e l’Eclarcissement l’Eclarcissement de la langue rançoyse per insegnare tali regole linguische agli inglesi, è poi la volta dei dizionari che riportano adesso voci lana ma aancate da voci romanze, si hanno soprauo in area casgliana. La più anca delle grammache a stampa di una lingua moderna è casgliana, 1492, gramàca castellana di castellana  di Nebrija, anche se quella di Leon Basta Alber sarebbe più vecchia.  Opera

di spicco è sicuramente Prose delle volgar lingua di Bembo che nel ‘500 rappresenta un impulso importante per la codifcazione della lingua italiana 2.3. Aspe della rifessione linguisca

Oggi sappiamo bene che l’origine l’ origine delle lingue romanze è dovuta a un processo di corruzione e mutamento del lano parlato avvenuta in seguito della caduta dell’Impero Romano quando le invasioni barbariche hanno iniziato a contaminare contaminare  il lano trasormandolo appunto nel moderno

 

volgare. Ma questa teoria non è stata da sempre scontata nel corso del tempo. Nel 1435 si ha ina una discussione tra Biondo Flavio e Leonardo Bruni proprio su questo argomento: Biondo è più un acceso sostenitore della tesi moderna (tu parlavano la stessa lingua) mentre Bruni sosene che già nell’Impero Romano osse presente una dierenza tra un lano doo e regolato parlato dagli intelleuali e una lingua popolare e non grammacalizzata parlata appunto dal popolo. Una maggior consapevolezza sull’origine delle lingue romanze arriva nel ‘600 con il casgliano Bernardo Aldrete: per Aldrete spagnolo, rancese e italiano sono tue lingue che hanno origine dal lano e che si sono poi diversifcate perché diversi sono sta i modi con cui esse si sono  sono  rapportate individualmente al lano. lano . Uno studio più scienfco riguardo all’origine delle lingue romanze lo si oene però nell’ ‘800 grazie alla diusione della linguisca storico-comparava, prima si erano tenta approcci diversi ma tu privi di ondamento oppure condo da un punto di vista più flosofco 2.4. Momen degli studi di poesia medievale

Gli studi della poesia medievale provenzale sono importanssimi per lo sviluppo della poesia italiana. Nel ‘500 ina Pietro Bembo procede Bembo procede ad una codifcazione della lingua poeca italiana proprio partendo dallo studio di canzonieri trobadorici, trobadorici, da lui considera una onte importante di arricchimento e perezionamento per la poesia italiana. Ecco dunque che, sempre nel ‘500, a seguito di ciò si dionde una grande aenzione per gli studi provenzali soprauo con Cariteo, Colocci, Barbieri, Castelvetro che si interessano a conoscere il provenzale e indagano sulle origini della poesia, riportando spesso anche poesie in siciliano originale senza le alterazioni dei copis toscani, in FrancIa è invece Fauchet che si occupa di raccogliere nozie biografche su un cennaio di autori rancesi medievali e per prima volta, parlando delle origini della lingua, cita lingua, cita il documento più anco in provenzale ovvero i Giuramen di Strasburgo. Dopo il ‘500 si ha invece un periodo in cui in Spagna e Francia la leeratura medievale passa in secondo piano e viene perlopiù ignorata mentre in Italia la tendenza è ben diversa perché i tes medievali rimangono sempre oggeo di leura. E’ dunque nel ‘700-‘800 ‘700-‘800 che si recupera quindi l’interesse l’ interesse per le opere medievali in Francia e Spagna: si inizia dunque a stampare e diondere opere come il Poema del Cid in Spagna, poema epico casgliano e la Chanson de Roland in Francia, poema epico sulla storica disaa di Roncisvalle. Nel ‘700 dunque si sviluppano molssimo gli studi anco-rancesi e provenzali con anche la pubblicazione di dizionari della lingua anca e storie leerarie dei trovatori con trovatori con vite ed estra dei loro tes CAP3) L’INDOEUROPEO E IL RINNOVAMENTO DELLA LINGUISTICA linguisca dovuto a 3 aori importan come: Nell’ ‘800 si ha un importante rinnovamento della linguisca dovuto -

l’ l’in inu ueenza nza di alcun lcunee corren flosofche diusesi in Europa in questo periodo la scoperta del sanscrito e delle sue anità con lano, greco e le lingue moderne la ccrreazione d dii un un metodo rigoroso per comprare le lingue in maniera oggeva.

 

Il passo più importante compiuto dalla linguisca è quello di iniziare a considerare come proprietà intrinseca della lingua il suo “essere nella storia”: prima si sosteneva che la lingua arrivasse a un certo grado di perezione descrivibile con grammache e lessici e che dopo ogni cambiamento di questo stato andasse inteso come processo di corruzione e decadenza, in realtà in questo periodo si capisce che la lingua non tende a nessun grado di perezione ma che le trasormazioni nel divenire del tempo sono del tuo normali perché una lingua è espressione dei vari popoli che a loro volta mutano spirito e cultura. Come deo, importante nella ormazione della nuova linguisca seecentesca è la scoperta del sanscrito, una lingua leeraria dell’India dell’India  dunque non più parlata come greco e lano (lingua della leeratura classica, codifcata da Panini). Il sanscrito ina presenta molte anità con greco e lano ed lano ed è per questo che gli studiosi iniziano a pensare ad una loro origine comune che comune che risalirebbe ad una lingua anchissima che essi defniscono indoeuropeo. Con il sanscrito, greco e lano, tra le lingue indoeuropee si trovano anche le lingue celche, le lingue italiche, l’armeno, le lingue balche, le lingue slave… Nell’ ‘800 l’idea che più lingue potessero avere un’origine un’ origine comune viene sviluppata mediante la ondazione dell’analisi dell’analisi pologica inventata da Schlegel il quale va alla ricerca di analogie e dierenze tra le lingue per classifcarle in pi diversi: diversi: siamo dunque entra in quella che viene defnita oca comparava. comparava. Schlegel arriva a classifcare le lingue secondo 3 pi diversi: Flessivo = le unzioni grammacali si esprimono con alterazioni della radice mediante l’applicazione di sussi organici che cioè veicolano più di un’inormazione grammacale Agglunante = le unzioni grammacale si esprimono con alterazioni della radice mediante l’applicazione di sussi che però veicolano un’inormazione grammaca grammacale le soltanto Isolante = le unzioni grammacale si esprimono mediante l’accostam l’accostamento ento di parole indipenden 





Dato ora che tue le lingue indoeuropee sono di po essivo come il sanscrito è acile per Schlegel ipozzare la loro origine comune proprio nel sanscrito, Schlegel però osserva la tendenza delle lingue europee a diventare meno essive rispeo al sanscrito. Schlegel nei suoi studi a ancora un passo in avan abbandonando la tendenza che portava a comparare due o più lingue mediante la comparazione tra le parole in quanto  quanto le parole possono passare da una lingua a un’altra. Egli elabora invece un metodo di comparazione che si basa sulla morologia morologia per  per trovare dierenze oneca,, il metodo è e somiglianze tra le lingue, poi integrato anche con la comparazione della oneca puramente ricostruvo perché non abbiamo nessuna aestazione dell’indoeuropeo con cui poter comparare le lingue indoeuropee. Bopp compie il passo decisivo verso la comparazione sistema sistemaca ca delle orme grammacali, invece la prima grammaca di metodo storico-comparavo è aa da Grimm che si occupa interamente della morologia e della oneca. CAP4) FRANÇOIS RAYNOUARD E FRIEDERICH DIEZ Il libro di Reynouard “Scelta di poesia originali dei trovatori” della prima metà dell’ ‘800 è un importante punto di partenza per gli studi romanzi moderni sebbene il metodo linguisco sia ancora più vicino a quello inadeguato del passato. Nel libro egli espone la sua tesi: tra il lano e le

 

lingue romanze ci sarebbe una ase intermedia idenfcata nella così dea lingua dei trovatori provenzali che coinciderebbe con quella lingua romana che si riconosce già in occasione del Consiglio di Tours e dei Giuramen di Strasburgo. La tesi di Raynouard è però contestata da Schlegel il quale sosene che in realtà ci siano incongruenze linguische e la mancanza di una verosimiglianza storica che andrebbero a invalidare tale ipotesi. Altro aossatore delle teorie di Reynouard è Firederich Diez il quale si occupa principalmente di uno studio riguardo alle cor d’amore andando a dimostrare che l’idea di Raynouard secondo la quale esistessero dei tribunali cortesi ove le dame dirimevano quesoni di comportamento amoroso, era totalmente inondata inondata,, la storia dell’interpretazione dell’interpretazione dei trovatori è sempre stata oggeo di antasie di questo po. Anche Diaz pubblicherà due opere sul tema della poesia trobadorica: la prima che traa di tua la leeratura trobadorica del ‘200 soermandosi soprauo sulla lingua lingua e  e sulle relazioni sulle relazioni con  con le altre poesie italiana, tedesca e rancese del nord, andando a soolineare poi l’uniormità l’ uniormità di temi che caraerizza la poesia trobadorica, mentre nella seconda si occupa dello studio di singoli trovatori ulizzando biografe tramandate su diversi manoscri. In seguito pubblica una Grammaca delle lingue romanze la quale gea basi parlato, della linguisca romanzapoi romanza. . Egli riconduce giustamente l’l’origine origine delle con lingue romanze al le lano diversità, con poi enuncia i tra comuni a tue le lingue e le loro diversità,  con parcolare aenzione ai enomeni id conservazione del lessico lano e di immissione di lessico di altre lingue, in parcolar germanico,, poi si occupa di oneca cercando di capire quali sono sta i vari esi romanzi modo il germanico di suoni lani. lani. La oneca per Diez è ina molto importante al fne di ricostruire l’emologia l’ emologia del lessico romanzo, ovvero per ricondurre tue le parole romanze alla loro origine. Alla luce di ciò si può dunque aermare che la Filologia romanza tout court nasce proprio con Diez che ha saputo darle un vero e proprio metodo scienfco CAP5) MUTAMENTO LINGUISTICO E VARIAZIONE DI SCHLEICHER ALLA GEOGRAFIA LINGUISTICA 5.1. Schleicher e l’albero delle lingue

Precedentemente si è visto come la linguisca comparava sia nata nell’ambito di una flosofa della lingua che la considerava in connuo cambiamento in quanto viva all’interno della storia ed espressione di popoli che nel tempo mutano spirito e cultura cultura.. Nell’ ‘800 però questa teoria subisce una leggera variazione con August Schleicher che inizia trasporta la linguisca comparava nell’ambito delle scienze naturali e del nuovo pensiero scienfco. Per Schleicher la lingua muta non muta non a causa delle storia come si era sostenuto ma essa muta secondo leggi proprie come mutano anche animali e vegetali perché una lingua è della stessa natura delle specie viven. A questo punto, se si considera la lingua al pari di tue le altre specie viven bisognerà ar valere conce per loro validi: si introduce dunque il conceo di genealogia / parentela linguisca e il conceo di amiglia linguisca che comprende tue quelle lingue che derivano da una lingua comune. A questo punto dunque Schleicher si dedica alla realizzazione del primo albero genealogico delle lingue indoeuropee

 

5.2 I neogrammaci, le leggi oneche, l’analogia

Da sempre nella linguisca comparava si è creduto che il mutamento linguisco osse un enomeno che avvenisse in modo regolare ma i neogrammaci tedeschi si spingono oltre questa evidenza andando a sostenere che dunque, essendo il mutamento regolare, esso sia anche interpretabile mediante leggi ineccepibili simili a quelle usate per interpretare la natura. Le teorie da loro proposte saranno poi superate, ma rimarranno comunque molto importan per gli studi di linguisca anche successivi i conce di leggi oneche e analogia. Innanzi tuo i Neogrammaci propongono uno studio delle lingue vive poiché dimostra immediatamente immediatame nte che il mutamento sia in ee regolare, regolare, ina,  ina, per i Neogrammac Neogrammaci,i, ogni mutamento che avviene, avviene seguendo precise leggi oneche: rimanendo all’interno all’interno di una stessa lingua, lingua, un mutamento che si verifca in determinat determinatee condizioni, si riprodurrà sempre nel momento in cui si ripresenteranno quelle medesime condizioni (es. in francese la A tonica lana diventa E in sillaba aperta : MARE > mer, PRATU > pré…in francese la A tonica lana diventa IE se segue un suono palatale: CANE > chien, CAPUT > chief). Ragionando ora per leggi oneche si possono ricavare deduzioni di cronologia relava: si relava: si può dunque sostenere che dunque alcuni mutamen siano avvenu prima di altri. Quei mutamen che invece non rispondono a leggi oneche avvengono per analogia ovvero secondo quel processo che tende a uniormare orme che si sentono collegate tra loro (es. forme verbali > orenno anco IAMO per tue le coniugazioni: amiamo, teniamo, leggiamo, paramo). Per quanto riguarda l’emologia l’opera più importante è il Dizionario emologico lano (REW) di Meyer-Lübke scrio alla fne dell’800 inizi del ‘900 il quale riporta circa 10 mila basi soprauo lane e germaniche con i principali esis romani e i loro deriva 5.3. Ascoli e la prima dialeologia romanza

In Italia è invece Ascoli che si occupa di studiare le lingue vive secondo i conce di legge oneca e analogia Il suo obievo è quello di defnire un dialeo individuando la concordanza nei tra oneci caraerisci ovvero in quei parcolari esi oneci che hanno preso i vari suoni lani.  lani.  Egli individua dunque i diale ladini nell’area svizzera e riulana e il rancoprovenzale, rancoprovenzale, una  una varietà linguisca a metà tra il rancese e il provenzale. Ilprovenzale rancoprovenzale per alcuni lani avrebbe ina esiladini diversi diversi sia dalmaggior rancese che dal ai ad esempio mentresuoni per quanto riguarda i diale si  sia vede tendenza enomeni di conservazione rispeo conservazione rispeo a quelli italiani (es. conservazione dei nessi lani di consonante dopo L : FLAMMA > it. amma / > lad. amma, omma… + conservazione S nale: MANUS > mans…). Contrario alle teorie di Ascoli è invece Paul Meyer il quale sosene che non si possa defnire un dialeo sulla base dei tra linguisci idenfca da Ascoli, diale così idenfca sono solo costruzioni arfciali perché arbitraria è la scelta dei tra caraerizzan tra tu quelli esisten. Ascoli controbae di nuovo dicendo che ina non è importante il singolo trao linguisco ma la convergenza di più tra insieme in una stessa area 5.4. Schuchardt, il lano volgare e la teoria delle onde

Schuchardt riprende nuovamente lo studio della derivazione delle lingue romanze dal lano popolare che per prima volta lui chiamerà lano volgare. Prima di Schuchardt i tra del lano volgare vengono ricostrui con un’impostazione un’impostazione storico

 

comparava partendo dagli esi che le varie lingue romanze hanno adoato per suoni lani, in questo caso di capisce quali siano i tra tra conserva  conserva dal lano e quali invece quelli innova. innova.   Schuchardt invece prende in considerazioni tanssimi documen preceden al 700, e studia romanze : il metodo è interessant grafcamente la preistoria delle lingue romanze: interessantee perché permee di considerare aspe che invece verrebbero totalmente ignora dalla semplice ricostruzione ma è anche problemaco perché i documen sono vari ed eterogenei, dunque si corre anche il rischio di incappare in quelle mutazioni occasionali apparse e subito scomparse. Le conclusioni di Schuchardt danno invece origine alla così dea Teoria delle onde: le varie lingue non sono isolate ma tendono a inuenzarsi a vicenda: non si può più dunque considerare il mutamento solo vercale quindi nel tempo come il prodoo di innovazioni che si verifcano seguendo precise leggi oneche ma oneche ma va considerato anche un mutamento deo mutamento orizzontale in cui le innovazioni si trasmeono da una lingua a un'altra o da una varietà locale all’altra perché, come deo, le lingue tendono a inuenzarsi a vicenda. onde, partono da un centro e fniscono per incrociarsi tra loro. Secondo questo modello le innovazioni più anche avrebbero avuto maggior tempo di diondersi rispeo a quelle moderne. La Teoria delle onde di Schuchardt è inoltre innovava perché aossa la teoria dei neogrammaci  Le lingue proprio come le

secondo cui la lingua si compor come un organismo naturale: per Schuchardt la lingua è invece un prodoo sociale 5.5 La geograa linguisca

La dimensione spaziale e geografca ha preso sempre più importanza nello studio delle lingue vive tanto che nel corso del tempo si sono prodo dei veri e propri atlan linguisci ovvero volumi conten carte geografche che documenno vari enomeni linguisci: > Un metodo è quello di Gilliéron. L’atlante si costruisce prendendo a rierimento dei luoghi precisi come campione rappresentavo in cui si porgono domande precise ai parlan locali sul “come si dice” un dice” un certo conceo, i da vengono poi registra da un linguisca scelto tra quelli meno esper in modo che non alterasse la ricerca con eventuali pregiudizi, dopodiché si annotano sulla carta le varie risposte in corrispondenza dei pun di indagine. Gli studi a da Gilliéron per l’atlante sono importanssimi perché i da da lui ricava possono essere interpreta sia in sincronia che in diacronia e dunque indietro nel tempo: i vari esi ci anno capire i rappor che le parole hanno avuto tra loro nel corso della storia quando i parlan locali si sono trova a dover nominare in un modo o nell’altro determina conce > Altro metodo ecace è quello delle Norme areali di Bartoli Bartoli:: il metodo permee di determinare quali sia la orma più anca tra quelle aestate nelle lingue romanze venute appunto dal lano. Le norme sono le seguen e valgono solo in scala (la seconda vale se non vale la prima ecc…: 1) norma dell’area isolata = tra due orme è più più  anca quelle presente nell’area nell’area isolata perché meno esposta alle comunicazioni (es. Toscana > cavallo [da CABALLUS] ma in Sardegna > edda [da EQUUS] 2) norma delle aree laterali = tra due orme è più anca quella in uso nell’area nell’area laterale rispeo a

 

un’area centrale (es. in Italia, sede della capitale dell’impero Romano si ha cavallo < CABALLUS, in Penisola Iberica e Romania, più distan da Roma si hanno i connuatori di EQUUS) 3) norma delle area maggiore = tra due orme è più anca quella in uso nell’area nell’area di maggior estensione (es. lingua galloromanze, romeno, italiano > connuatori di FRATER, lingue iberiche connuatori di GERMANUS) norma dell’area seriore = tra due orme è più anca quella in uso nell’area 4) nell’area romanizzata più tardi (lingue iberiche “mangiare” < COMEDERE, italiano “magiare” < MANDUCARE = mascare, viene dal francese)

Si veda dunque, come conclusione, che la lingua va studiata sempre tenendo in considerazione il aore antropologico: storia, condizioni di vita, tecniche…poiché la lingua a sempre rierimento a una realtà viva che mediante essa viene espressa per comunicare comunicare.. La lingua va dunque studiata con sguardo onomasiologico ovvero partendo dai conce e andando a vedere quali sono le varie parole che li designano Altro conceo importante in geografa linguisca è quello di isoglossa isoglossa.. L’isoglossa L’isoglossa è una linea che divide due divide  due aree in cui il medesimo trao ha valori diversi (es. esito della –T- : nord > d a sud > conservata t)  linea  linea La Spezia-Rimini. CAP6) FILOLOGIA E STORIA 6.1 L’edizione dei tes 

Nell’800 il compito centrale della flologia romanza è quello di costruire la biblioteca di tu i tes romanzi medievali. Nel ‘900 si può dire che questo compito sia stato abbastanza soddisao perché si possono leggere la maggior parte dei tes medievali romanzi anche se i connui studi aprono sempre alla possibilità di nuove edizioni. La pubblicazione di tes anchi è anchi è anche al centro di un orte senmen di identà nazionale sia in Francia con Francia  con Napoleone III il quale vuole recuperare un glorioso passato rimasto per troppo tempo dimencato, sia in Italia che trova un ondamento nella sua Unità proprio nella lingua del ‘300. ‘300. Nei primi anni dell’800 il metodo più diuso è quello delle edizioni diplomache che si ormano ricopiando edelmente un tesmone senza modifcarlo in nessun modo, la collazione con altri manoscri avviene solo nel caso in cui esso risul palesemente corroo: solo corroo: solo in questo caso si può dunque procedere alla correzione degli errori più eviden. Un punto di svolta lo si ha invece verso la fne dell’800 quando per prima volta, per la sua edizione del Saint Alexis, Gaston Paris ulizza il metodo ricostruvo di Lachmann che punta a ricostruire un testo che sia il più vicino possibile all’originale ovvero a quelle che uscì direamente dalle mani dell’autore. Fondamentale per l’applicazione del metodo è la costruzione di uno stemma codicum, un albero genealogico che ci permea di capire quali sono i rappor tra i vari tesmoni che tramandano l’opera, a questo punto congiunvi per la ricostruzione bisogna presenza o l’assenza neinon vari manoscri degli errori ovvero errori che,osservare essendo la presen in più tesmoni,

 

possono essere sta commessi indipendentemente e dunque signifca che un manoscrio li ha eredita da un altro che già li conteneva. Secondo lo stemma la lezione da meere a testo va idenfcata con il criterio di maggioranza, dunque quella aestata in maggioranza, almeno 2 mss su 3, con lo stemma però quasi mai si arriva a ricostruire l’originale perché in mol casi è possibile che un errore si sia verifcato già all’altezza della prima copia prodoa ovvero l’archepo, l’archepo, le correzioni in oltre possono avvenire soltanto per congeura. Per ricostruire la orma del testo invece il metodo di Lachmann non è ecace dunque si è scelto di ulizzare un altro metodo, cioè prendendo a modello un unico manoscrio scelto opportunamentee perché più anco o più vicino alla lingua originale. opportunament Un oppositore al metodo di Lachmann è però il rancese Joseph Bédier il quale sosene che il metodo stemmaco sia inadao alla ricostruzione del testo in quanto di solito uno stemma viene ricostruito con solo due rami e dunque sarebbe impossibile stabilire la lezione certa con il criterio di maggioranza proposto: la scelta della lezione speerebbe dunque al giudizio soggevo dell’editore. Bédier di produrre un’edizione crica basandosi sull’ulizzo di undibon manuscrit, manuscrit,  ovvero propone un unico allora un unico  manoscrio correo correo per  per collazione o congeura solo nel caso errori molto   eviden,, il metodo li Lachmann è inecace per la ricostruzione del testo perché ina darebbe ai eviden leori un prodoo composito e composito e mai  mai esisto veramente , in quanto esso angerebbe a varie lezioni diverse per ricostruire la propria. Il metodo stemmaco è stemmaco è invece ule per individuare il bon manuscrit all’interno della tradizione, dunque il manoscrio più vicino all’originale per lingua, data, luogo… Con il metodo del buon manuscrit Bédier non vuole dunque dare un testo che sia il più vicino possibile all’originale ma vuola proporre un testo che idenfchi il limite oltre il qu quale ale non si può risalire senza produrre un testo arfcioso. 6.2 Il tema delle “origini” 

Il periodo del Medioevo inizia a diventare un importante oggeo di studio a parre dall’800. Durante l’umanesimo, l’umanesimo, periodo in cui viene coniato addiriura il termine, il Medioevo è ina un conceo che rispecchia una valutazione negava di un periodo buio intriso buio intriso d’ ignoranza e decadenza che segue la disgregazione dell’Impero Romano, gli umanis cercano piuosto di recuperare le opere e la cultura della classicità greca e lana e sentono la loro epoca come completamente completamen te opposta a quella precedente: nuove scoperte geografche e tecniche come la stampa, la riorma protestante… Nel ‘700 durante l’Illuminismo l’Illuminismo si ha invece un nuovo interesse per il Medioevo e lo si ulizza come crica all’ancien régime ma è nell’800 nell’800 che cambia radicalmente la visione del Medioevo: adesso si ha ben chiaro il conceo dell’idea dell’ idea di popolo, dello spirito individuale e dello spirito nazionale, si sa che la storia ruota tuo aorno ai popoli, popoli si originarono proprio nel Medioevo dopo la caduta dell’Impero Romano e si vuole recuperare, araverso l’esaltazione di grandi poe e scrio, il grande passato della propria patria: studiare dunque leeratura, cultura e lingue del Medioevo signifca studiare le proprie origini! Il genere che viene maggiormente preso in considerazione per ques studi è quello dell’epica dell’ epica e  e in

 

esso parcolare aenzione viene data alle chansons de geste perché è il genere di maggior caraere popolare in quanto inizialmente tramandato oralmente e solo in seguito messo anche per scrio e, come si evince da uno studio comparasco con le altre leerature, sarebbero anche il prodoo di un insieme di diversi mi indoeuropei, in quanto di solito create lungo le vie dei pellegrinaggi. CAP7) LA LINGUISTICA GENERALE 7.1. Ferdinand de Saussure

La linguisca moderna nasce nei primi anni del ‘900 grazie agli studi di Ferdinand de Saussure e alla sua opera “Corso di linguisca generale”  che propone un metodo rivoluzionario: la lingua non va più studiata solo in diacronia ovvero nella dimensione del tempo, ma anche in sincronia ovvero società.   nella contemporaneità, in quanto essa unziona all’interno di una società. Per Saussure la lingua è ormata da due conce complementari: la ““langue” langue” ovvero il sistema comune a tu i parlan che è il presupposto per gli a linguisci concre, e la “parole” “ parole” che è appunto l’insieme degli a linguis concre che sono materialmente diversi l’uno dall’altro. Ogni elemento nella langue ha valore dierenziale perché è quello e non è un altro e perché entra in determinate relazioni con gli altri segni (es. ROSSO e non DOSSO per la presenza della R e non della D). dà anche la defnizione di lingua come il sistema di segni più complesso e importante, Saussure i mportante, defnizione che apre le porte per una scienza nuova ovvero la semioca che è appunto adibita allo studio dei segni. Il segno linguisco è ormato da un signifcante e da un signifcato: al signifcante che è l’insieme di suoni che orma l’immagine l’immagine acusca mentre il signifcato è il conceo che si associa al signifcante. Il conceo viene sempre estrapolato dalla realtà extralinguisca alla quale reerente.. ci si rierisce che prende il nome di reerente Il segno linguisco è inoltre arbitrario nel senso che non c’è nessun movo per cui un certo signifcato venga associato a un certo signifcante 7.2.. Il primato della 7.2 dell a sincro si ncronia nia

Ferdinand de Saussure si occupa anche del mutamento linguisco. Per Saussure il mutamento si verifca prima di tuo nella parole, dunque negli a comunicavi dei singoli parlan, poi alcuni mutamen possono decadere subito mentre altri possono entrare nella langue/sistema ma solo in una ase successiva, ovvero in una nuova lingua ed è proprio questo il caso delle lingue romanze che derivano tue dal lano dunque da un’origine comune e poi diventano l’una o l’altra con le loro dierenze stabilendo tra loro relazioni dieren. La linguisca struurale ci dimostra quindi come i mutamen non vadano considera isolatamente come ognuno per sé ma devono essere studia come parte di un sistema che sistema che evolve nel evolve  nel suo insieme. 7.3. L’arcolazione del linguaggio

La linguisca struurale si occupa anche di studiare l’arcolazione l’ arcolazione del linguaggio. linguaggio. Il linguaggio procede ra ina perin rappor sintagmaci e rappor associavi: gli elemen di una associavi: gli lingua si combinano combinano ra di loro successione successione in  in un asse del tempo/di combinazione/sintagmaco e il valore di ques elemen dipendono dalle associazioni che in cui

 

entrano nella lingua, in oltre ogni elemento è anche il risultato della scelta/selezione di esso  esso ra altri elemen (es. scegliere il tema tra tan elemen “il cane, il gao, il tavolo…” e il verbo tra tan elemen “dorme, corre, mangia…”). Inoltre il linguaggio avrebbe un’arcolazione un’ arcolazione doppia: la prima è quella dei monemi ovvero di unità minime dotate di suono e signifcato e la seconda è quella dei onemi onemi ovvero  ovvero unità minime dotate di suono ma non di signifcato 7.3.1. Il onema

Il onema è un’unità minima dotata di suono ma non di signifcato. signifcato. Ogni onema ha un valore disnvo nel senso che sostuendo tale onema in una parola si va ad oenere una commutazione di signifcato oenendo dunque parole diverse ( diverse (es. es. cane [k] > pane [p], > rane [r]…): l’inventario l’inventario dei onemi si costruisce dunque idenfcando tue le coppie minime ovvero coppie di parole che dieriscono per un singolo onema. Gli allooni/varian contestuali sono le orme che un onema acquisisce (pur restando lo stesso onema) in un determinato contesto (es. [n] > [ŋ], [ŋ], [ɳ] , [ɱ] a seconda de della lla consonante cche he segue). Per una più precisa classifcazione dei onemi si sono introdo delle linee guida valide per tue le lingue denominate tra disnvi. Esse sono: > l’opposizione l’opposizione vocalico-non vocalico > l’opposizione consonanco-non consonanco > l’opposizione l’opposizione teso-rilassato (maggior-minor orza) > l’opposizione l’opposizione sonoro-non sonoro 7.3.2. La sillaba e l’accento

La sillaba è un raggruppamento di onemi, ovvero quella parte del discorso che è pronunciabile isolatamente.. isolatamente La sillaba è ormata da un nucleo nucleo che  che deve esserci sempre e poi eventualmente anche da un aacco e coda. La sillaba è aperta se fnisce con vocale, chiusa se fnisce con consonante. consonante. Il diongo è la combinazione di più vocali che ormano una sola sillaba: sillaba: è ascendente quando la vocale tonica è la seconda della seria, discendente quando la vocale tonica è la prima. L’accento L’accento a sì che a una sillaba venga dato maggior rilievo rispeo alle altre atone perché arcolata con maggior orza o con diversa modulazione della voce. Si dice che in alcuni casi l’accento è un trao soprasegmentale perché non è una caraerisca intrinseca di sillabe e onemi ma dipende dal rapporto che ques hanno con le altre sillabe o gli altri onemi mentre in altri casi l’accento è un trao disnvo perché determina il senso delle parole (es. àncora – ancóra). Tra gli altri tra soprasegmentali, oltre all’accento troviamo: > intonazione = in italiano determina se la rase è aermava, interrogava… > durata/quantà sillabica = sillabe brevi e lunghe in base alla posizione in cui si trovano nella parola o nella rase

 

7.4. Grammaca generava, pologia, sociolinguisca

Un’evoluzione della linguisca nel ‘900 è quella proposta dalla grammaca generava di Noam Chomsky che si applica sia allo studio sincronico sia a quello diacronico della lingua. Per Chomsky ogni parlante è in grado di dare giudizi di grammacalità ovvero riconoscere se una rase senta sia “ben aa” e dunque grammacale o inacceabile e dunque agrammacale agrammacale e  e ciò è possibile perché ogni parlante possiede una “competence” che sta alla base di ogni “perormance” ovvero “perormance”  ovvero esecuzione: la competence è dunque il meccanismo che sta alla base della lingua e lingua  e che ogni essere umano apprende per sua capacità innata 7.4.2 La pologia linguisca

La pologia linguisca si è occupata di classifcare in diversi pi linguisci lingue che non hanno un’origine comune ma sono simili perché condividono determinate proprietà. Inizialmente i pi linguisci sono 3 e si basano sulla struura della parola, parola, ovvero essivo, isolante, agglunante, successivamente agglunante, successivamente si inizia invece a ragionare in termini di ordine della parole e allora si idenfcheranno lingue con preposizioni o posposizioni, posposizioni, lingue con diversi ordini soggeo-verbo-oggeo (SVO-SOV-SVO). Nel passaggio dal lano alle lingue romanze, in quest’oca, si vede lo spostamento dell’ordine da sinistra a destra: destra: dalle desinenza posposte si passa a preposizioni 7.4.3. La sociolinguisca

La Sociolinguisca ci dice che lingua si realizza concretamen concretamente te nei rappor sociali. sociali. Nessuna società è monolingue per cui in ogni società si assiste a enomeni di contao tra lingue diverse come quello dell’intererenza: dell’intererenza: le varie lingue si inuenzano nella oneca, sintassi, morologia e con pres di parole. A questo punto bisogna introdurre i conce di bilinguismo bilinguismo e  e diglossia: bilinguismo è quando i parlan possiedono la competenza di due o più lingue sente sullo stesso piano mentre la diglossia è quando i parlan possiedono la competenza di due o più lingue ma sente non sullo stesso piano, ci sarà dunque una varietà “alta” per occasioni ormali e una “bassa” per occasioni private e inormali. La sociolinguisca si occupa anche della variazione linguisca: diatopica se avviene geografcamente, diastraca se avviene a seconda dello strato sociale, diaasica diaasica se  se avviene in base alla situazione comunicava CAP8) IERI E OGGI: GLI STRUMENTI DELLA FILOLOGIA ROMANZA Nell’800 la linguisca-comparava studia le lingue romanze come un oggeo di studio omogeneo nel loro insieme mentre nel ‘900 la tendenza è quella di studiare le singole lingue. lingue. Oggi ci sono state invece importan opere colleve sull’insieme sull’ insieme delle lingue romanze che ci orono uno sguardo su queste lingue riguardo alla grammaca storico-comparava, storico-comparava, dei conta tra lingue, con un punto di vista storico, flologico e grammacale, importan strumen dunque per arontare lo studio delle lingue romanze. Altri strumen importan sono i dizionari storici ed emologici, i primi  primi che danno inormazioni sulla cronologia dei signifca concentrandosi magari su un preciso periodo storico della lingua, i secondi che registrano invece l’origine e la storia degli usi e dei signifca di ogni parola: l’l’emo emo / base emologica è ina una parola di una lingua precedente o straniera da cui deriva la parola della lingua che samo studiando. I dizionari emologici possono parre o dalla base emologica

 

proponendo i vari risulta di essa nelle lingue derivate, oppure parre dai risulta e di lì risalire alle basi emologiche. Nell’800 si comincia anche a riordinare le conoscenze che si sono acquisite in flologia romanza, si propongono per esempio liste di tue le composizioni dei vari autori provenzali conosciu, disponendo il tuo in ordine alabeco e schedandoli poi indicando i manoscri che li contengono, le edizioni, i generi, i vari studi rilevan, gli schemi metrici… La creazione di ques grandi sistemi di da è stata anche negli ulmi anni aiutata dal progredire dell’inormaca che sempre più viene applicata alle leere: questo ha anche permesso di rendere dell’inormaca le opere più acilmente accessibil accessibili,i, si possono consultare rapidamente anche opere collocate in biblioteche a grande distanza. L’inormaca è invece meno ule per quanto riguarda la creazione di stemmi e dunque alla ricostruzione di un’edizione un’edizione crica, l’inormaca non è ina in grado di ornire ai leori un testo interpretato ma ornisce loro gli strumen per arlo in autonomia La flologia di oggi è molto aenta soprauo alle on manoscrie che sono ormai diventate una parte importanssima del metodo: non si compara più solamente il testo dei diversi manoscri circola nei codici, pe ma è importante anche studiare il modo in cui i tes sono circola nei perr esemp esempio io la orma del canzoniere è oggi di estrema importanz importanzaa per studiare la lirica trobadorica, bisogna dunque dare importanza dare importanza anche  anche al codice in sé e non solo al testo che tramanda Per are l’edizione crica bisogna poi tenere in considerazione gli aspe sistemaci ovvero sistemaci ovvero tener di conto che talvolta il copista alterava il testo riportandolo al suo sistema La flologia come crica del testo e metodo editoriale è dunque uno strumento di conoscenza e interpretazione dei tes nella loro orma accertata, per comprenderne contenu e idee che sono oggeo di conoscenza storica.

CAP1) IL DOMINIO ROMANZO (LINGUE, DIALETTI, VARIETA’LINGUISTICHE) 1.1. La Romània

Considerandole in diacronia diacronia le  le lingue romanze sono tue il risultato dell’ dell’evoluzione evoluzione del lano ma considerandole sincronia si vede chein ogni lingua èvercale anche uncon sistema linguisco autonomo autonomo: loro aspeo puòindunque essere messo relazione il lano e anche in relazione: ogni orizzontale con le altre lingue romanze. romanze. Con Romània o dominio romanzo si intendono tue quelle zone e culture in cui si parlano lingue romanze e romanze  e in Europa corrisponde all’inci all’incirca rca all’area su cui si estendeva estendeva l’l’Impero Impero Romano, Romano, è ina un termine che si ritrova già in lano all’epoca della Roma imperiale per indicare tu quei territori acen parte dell’impero mentre solo nell’800 il termine viene usato anche in senso linguisco. Le lingue romanze vengono classifcate in: > iberoromanze = portoghese, casgliano, galego, catalano (Penisola Iberica) > galloromanze = rancese, occitano, rancoprovenzale (anca Gallia) > italoromanze = italiano con diale, sardo (penisola Italica) > retoromanze = romancio, ladino, riulano > balcanoromanze = dalmaco e romeno

 

e in base alle loro caraerisch caraerischee principali ovvero lenizione delle consonan intervocaliche e conservazione della S, esse vengono ulteriormente divise in due grandi blocchi: > Romània Occidentale = varietà italiane Nord – galloromanze – iberoromanze – retoromanze > Romània Orientale = varietà italiane Centro/Sud – romeno Un enomeno interessante è inoltre la varietà dialeale romanza che romanza che si propone senza divisioni nee ma come un connuum che araversa tua la Romania connua, i vari diale sono sempre simili tra loro, ciò che li contraddisngue è il ao che al di sopra di loro ci sia una lingua teo dierente (Italia-Francia sul Mediterraneo hanno diale simili ma lingue teo diverse: italiano e  francese) Altro caso importante è quello della Romània perduta / sommersa ovvero quell’area in cui il lano che si parlava in età imperiale è poi stato stato sostuito  sostuito da altre lingue: lingue: confne Inghilterra-Scozia, Germania e est del Reno, parte di Svizzera e Austria a Nord delle Alpi, ascia mediterranea dell’Arica e ex province oggi corrisponden a parte della Croazia, Slovenia, Ungheria, Bosnia, Serbia… Con il termine Romània nuova si indicano invece quelle aree uori dall’Europa in cui si sono insediate lingue romanze a seguito soprauo del grande processo di colonizzazione iniziato nel ‘400: spagnolo e portoghese in America Lana e Messico, rancese nel Quebec ma anche in alcuni Paesi aricanidi cui l’episodio più importante u la l a conquista dell’America 1.2. Lingue, diale, varietà linguische

Con lingua si intende ogni sistema di espressione e di comunicazione ondato sulla parola che viene appreso fn dalla nascita (lingua naturale) ma anche in seguito, seguito, ed è ormato da un lessico e da una grammaca grammaca ovvero  ovvero quel sistema di regole che tu i parlan condividono e che permeono di parlare poiché applicate anche se non conosciute direamente in modo esausvo. Esistono solo lingue e ciò che disngue le lingue propriamente dee dai diale sono ina solo Esistono solo dierenze d’uso, di diusione, di presgio: una lingua è oggi ina parlata da tua la comunità, ha un dominio completo nel senso che è usata in tu gli ambi ormali e inormali, tecnici, scienfci e giuridici e ha grammache di rierimento, è oggeo di insegnamento insegnamento… … Il dialeo non gode invece di queste proprietà, non è standardizzato, è relegato solo a usi inormali o leerari, non è insegnato. Oggi per parlare di “lingua” in generale senza andare a soolineare la dierenziazione linguadialeo si preerisce usare il termine varietà linguisca mentre con parlata si indicano quelle varietà linguische che non hanno un’espressione scria 1.3. Il ruolo della scriura

La orma primaria di una lingua è quella orale, ci sono ina molte lingue nel corso della storia che non hanno mai conosciuto la scriura. La scriura è ina la rappresentazione visiva della lingua con simboli o caraeri di vario po de graemi graemi.. Nelle lingue medievali si medievali si osservano grafe non ancora standardizzate per cui lo stesso suono può essere rappresentato in modi diversi anche all’interno della stessa parola CAP2) IL LATINO

 

2.1. Lano, lano volgare, pre-romanzo

lano è Il lano  è la lingua dell’anca dell’anca Roma che si dionde poi in altri territori e ad altri popoli durante l’l’espansione espansione dell’Impero Romano arrivata all’apice nei primi anni del 100 d.C. Il lano si dionde soprauo a Occidente mentre a Oriente connua a prevalere il greco come lingua di cultura mentre il lano si aermerà solo nel campo dell’amministr dell’amministrazione, azione, il greco rimane anche nelle province asiache mentre il lano si dionderà in Arica nei pressi di Cartagine Cartagine.. Oggi noi abbiamo documentazione solo del lano scrio e leerario mentre poco sappiamo del lano parlato, quel lan da cui derivano le lingue romanze, si può ina are una ricostruzione del lano parlato partendo proprio dalla comparazione degli esi romanzi. Il lano parlato si dierenzia dal lano scrio perché è una lingua non standardizzata che dunque non risponde a regole precise. Il lano scrio era comunque una lingua unitaria cioè unitaria cioè uguale in tue le zone in cui veniva parlato mentre le lingue romanze sue connuatrici sono tue diverse tra loro sebbene abbiano ovviamente qualche elemento in comune, questo perché con il crollo dell’Impero Romano crollano anche scuole e struure poliche, non è così invece per il lano parlato che molto probabilmente era già diverso nelle varie zone dell’Impero, probabilmente era connotato da tra linguisci diversi da regione a regione e le innovazioni che poi hanno portato alla nascita delle lingue romanze si sarebbero maniestate proprio in esso. L’ ipotesi ormula da Varvaro è che si debba pensare ad un “lano sommerso” che non appare nemmeno nelle scriure più vicino al parlato perché ortemente censurato come espressione di ignoranza. Finché l’Impero Romano resiste però queste innovazioni vengono arginate e rimangono ina confnate sono all’interno dei livelli bassi. bassi. L’espressione che si usa per indicare questo po di lingua è quella di lano sommerso perché appunto, essendo scorreo rispeo alla norma, esso viene censurato e non ulizzato in contes ormali e leerari: questo “lano sommerso” che non rispea la norma del lano classico perché riporta quelle innovazioni tesmoniate poi dalle lingue romanze, prenderà poi il nome di lano volgare che alla leera indica proprio il lano parlato dal popolo (vulgus popolo (vulgus = popolo). In realtà il lano volgare non è la sola lingua del popolo ma è la lingua parlata da tu gli stra sociali, anche persone colte in occasioni inormali possono ricorrere a espressioni più basse. Con il termine pre-romanzo o protoromanzo si indica lo stato del lano da cui hanno origine le lingue romanze, ricostruito proprio a parre dalle lingue romanze con il metodo linguiscoricostruvo: è dunque dunque quello che comunemente è chiamato lano volgare o lano parlato e ciò che cambia è il punto di vista, nel pre-romanzo o protoromanzo si usa uno sguardo ricostruvo dunque all’indietro, nel lano volgare lo sguardo è invece proieato in avan 2.2. Fon per la conoscenza del lano volgare

Il lano parlato è una lingua che ovviamente va ricostruita ricostruita,, non si hanno tes in lano parlato ma solo tes che dieriscono un po’dal lano classico ma che sono comunque scri, dunque sempre molto più controlla rispeo al comune parlato. Tra i tes a disposizione soprauo le incisioni possono comunque aiutarci nella ricostruzione perché sempre localizzabili e databili: abbiamo scrie su vasi, incisioni murarie come epita,

 

dediche agli dei o a pubblici… quelle più interessan sono quelle delle persone meno colte perché lasciano trasparire espressioni del parlato come succede nei casi di ipercorresmo (tentavi alli di produrre orme correte). Altri tes importan sono quelli leerari leerari di  di Plauto che mostrano espressioni arcaiche non entrate in leeratura classica ma sopravvissute nel parlato e da qui trasmesse alla lingue romanze, il Satyricon di Petronio che invece usa la lingue parlata per caraerizzare i personaggi, tes di autori tardi di bassa cultura che sebbene volessero scrivere in lano classico si lasciavano scappare espressioni e parole del parlato, le traduzioni della Bibbia che sono ricche di espressioni del parlato. Importan sono anche le on metalinguische ovvero annotazioni di grammaci e osservazioni sulla lingua come quella di Sant’Agosno, il quale sosene che si può anche deviare dalla norma pur di rendere comprensibile un discorso a chi ascolta, altri puris denunciano orme o pronunce errate come si vede nella amosa Appendix Probi di Probi di dicile datazione individuata intorno al V sec.,, ovvero una lista di più di 200 parole nella sec. parole nella orma “x non y” in y” in cui il termine lano classico corregge quello del parlato (es. SPECULUM non SPECLUM > mostra la sincope della vocale posttonica in parole proparossitone ovvero con accento sulla terzulma sillaba, OSTIUM non OSTEUM, VINEA non VINIA, AURICULA non AURICLA…) 2.3. Il lano e le lingue preceden (sostra)

Le lingue sostrato o solo sostrato sono quelle lingue dei luoghi conquista dall’Impero Romano che sono state abbandonate e sostuite dal lano. lano . Basandosi su tale evidenza, lo studioso Ascoli ha teorizzato dunque che mol dei mutamen oneci delle lingue romanze rispeo al lano  lano siano sta causa proprio dall’inuenza dall’inuenza che le lingue sostrato hanno avuto sul lano che le ha sostuite, in quanto ogni individuo che impara una lingua nuova fnisce per trasportare in essa una parte delle abitudini oneche della sua lingua madre. La teoria di Ascoli sui mutamen oneci delle lingue romanze riconducibili al sostrato ha suscitato comunque qualche perplessità perché le lingue sostrato che si sono esnte sono oggi conosciute poco approonditame approonditamente. nte. Indubbio è Indubbio  è invece l’inusso l’inusso del sostrato sul lessico delle lingue romanze: le lingue sostrato hanno introdoo in lano una parte del loro lessico che poi è stata connuata anche nelle lingue romanze Tra le varie lingue sostrato troviamo: > Etrusco = è diuso nell’auale Toscana e nel Lazio Nord. E’ una lingua non indoeuropea di cui oggi si sa molto poco. Un eeo del sostrato etrusco è il enomeno della “gorgia toscana” > Lingue italiche = tra tue il sabino sabino parlato  parlato a Roma in subordine al lano, l’osco l’ osco in  in Campania, Basilicata e Calabria, i diale sabellici, l’umbro l’umbro in Umbria. Un eeo del sostrato italico è l’l’assimilazione assimilazione dei nessi MB > mm e ND > nn > Greco = diuso lungo le coste dell’Italia Meridionale, Magna Grecia, parte di Sicilia e Marsiglia Marsiglia   ma anche a Roma Roma come  come lingua degli schiavi. E’ la lingua della cultura a Roma perché la cultura romana ha stre legami con quella greca. Il greco è molto usato anche nella lingua parlata, parlata, visto che interagisce con il lano da una posizione di presgio. > Lingue celche = comprendono bretone, scozzese, britannico, gaelico ancora gaelico ancora oggi parlate e il

 

celco, una lingua indoeuropea oggi scomparsa ma ancamente parlata nell’Italia nell’ Italia Seentrionale e in Gallia. Conseguenze del sostrato celco sono 3 enomeni di palatalizzazione:

 

Palatalizzazione di A TONICA in SILLABA APERTA > esito E Lat. CT > [jt] > [ʧ] Ū > [y]

> Lingue iberiche pre-romane = tra tue il basco, lingua non indoeuropea parlata ancora oggi nei Paesi Baschi, Navarra e Sud-Ovest Francia. Conseguenza del sostrato basco è la perdita di Finiziale lana nel casgliano (FERRUM hierro)  hierro).. > Illirico, tracio e daco = l’illirico l’illirico era diuso nelle zone di Istria e Dalmazia, si sa poco di questa lingua, probabilmente è il sostrato dell’ albanese odierno. Nell’odierna Romania-Turchia-Bulgaria Romania-Turchia-Bulgaria c’era invece il tracio e nell’anca Dacia il daco: tracio e daco sono le lingue sostrato dell’odierno romeno Altri sostra meno diusi sono il ligure (auale Liguria ma anche Emilia, Piemonte e Provenza) le Reaa,, e le lingue degli anchi vene lingue della Reaa 2.4 Il ruolo r uolo del crisanesimo crisanes imo

IlCostanno crisanesimo harende un ruolo importanssimo nell’ innovazione nell’innovazione lingua  nel lingua nel momento in cui prima lecita la religione crisana nell’Imperodella con l’edio di Milano del 313, diventando così l’imperatore anche capo della Chiesa, poi con Teodosio che mediante l’edio di Tessalonica rende il crisanesimo la religione uciale dell’Impero Romano. Gli ee più importan del crisanesimo sulla lingua si ritrovano nel lessico e nello sle che privilegia sempre di più uno sle basso poiché gli autori crisani desiderano produrre tes che ossero comprensibili anche ai non istrui, si tende dunque a privilegiare un linguaggio popolare.  popolare.  La cultura anca viene dunque conservata ma deve essere messa al servizio della nuova cultura crisana, dunque mol scri lani connuano a girare e a essere copia 2.5. La rammentazione dell’Impero romano e il superstrato germanico

decade  quando crolla l’Impero Romano. A parre dunque dal III sec Il potere unifcante del lano decade quando l’Impero Romano. A ina, l’Impero è prima scosso da gravi crisi economiche e sociali, poi da loe per il tolo imperiale che provocano una rammentazione del territorio in tante aree di potere disnte tanto che l’Impero verrà poi diviso in due par Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente.. d’Oriente A parre dal IV sec., l’Impero Romano d’Occidente deve ronteggiare ronteggiare le invasioni barbariche: barbariche: dal confne Reno-Danubio i popoli germanici arrivano per invadere i territori dell’impero: sono gli unni, gli alemanni, i ranchi che prendono la Gallia, Gallia, i visigo e i vandali che prendono la Penisola Iberica  e Sardegna,  Iberica Sardegna, gli eruli, gli ostrogo e i longobardi che ormano il loro regno nell’Italia Nord con Toscana. Toscana. L’impero risulta così molto rammentato in regno romano-germanici governa dai germani. Dal punto di vista linguisco le lingue germaniche possono essere defnite come lingue superstrato: nel caso del superstrato è la lingua dei conquista a imporsi dunque il lano si impone sulle lingue germaniche degli invasori, il lano ha lunga tradizione, una cultura scria, un insegnamento insegnament o ed è la lingua della Chiesa, troppo stabile per essere soomesso, in oltre pian piano i germanici si convertono al crisanesimo dunque anch’essi fniscono per adoare tranquillamente il lano come loro lingua.

 

Il grande dissesto e la grande rammentazione che l’Impero subisce con le invasioni barbariche hanno grandi ripercussioni sulla lingua: il sistema scolasco crolla, le comunicazioni e gli spostamen di merci e persone sono interro dunque la lingua di ogni area si sviluppa in modo indipendente dalle altre. Ad alimentare questa evoluzione già diversifcata delle varie lingue, interviene poi anche l’inusso l’ inusso delle lingue germaniche di superstrato soprauo sul lessico: sono ina molte le parole germaniche entrate nel lessico lano e poi connuate nelle lingue romanze, ogni dialeo germanico delle varie popolazioni germaniche introduce elemen del proprio lessico nel lano parlato nelle zone in cui tali popolazioni sono insediate 2.6. L’infusso dell’arabo

A parre dal 700 d.C. si verifcano le conquiste arabe soprauo in Francia (erma poi da Carlo Martello), in Penisola Iberica, in Sicilia ma anche in Arica Seentrionale dove l’arabo aveva già rimpiazzato il lano. Nella Penisola Iberica inizialmente l’arabo si impone ma con il movimento della Reconquista alla fne scompare defnivamente rimanendo rimanendo a Granada fno al 1492, poi anch’essa riconquistata riconquistata dai crisani. L’inusso arabo lo si ha soprauo nel lessico, sono molte le parole arabe passate nelle lingue romanze sia per le conquiste dei territori da parte degli arabi, sia per gli scambi commerciali che con loro intraenevano i crisani, sia per i conta con la cultura e la leeratura araba. 2.7. Il superstrato slavo

A parre dal IV sec, nel momento in cui gli unni scacciano i visigo dalla Dacia ecco che comincia insediamento dei popoli slavi. slavi. La lingua slava non sostuisce il lano, dunque si comporta l’l’insediamento anch’essa come lingua superstrato andando a determinare la ormazione dell’auale romeno romeno che  che oggi presenta molto lessico di origine slava CAP3 LE ORIGINI O RIGINI DELLE LINGU LINGUEE ROMANZE 3.1. Fra lano e lingue romanze

Il passaggio dal lano parlato alle varie lingue romanze avviene nel periodo V-VIII sec in cui si inizia a verifcare una grande conusione grammacale e grafca anche grafca anche se le prime aestazioni scrie risalgono tue all’IX sec. A seguito dell’VIII dell’VIII secolo siamo in una situazione in cui gli incol non capiscono più il lano dunque si può appunto prendere questo come punto limite che conclude il passaggio lano-lingue romanze, la lingua parlata è ormai totalmente diversa dal lano anche se non ci sono ancora aestazioni scrie: sono nate le lingue romanze! A dimostrazione dell’ormai tendenza a un’ incomprensibilità del lano in quest’epoca ci sono varie glosse che riportano parole dicili lane aancate da sinonimi del parlato volgare ma ancora lanizzate nella orma grafca e grammacale (es. AGER – CAMPUS), si vede dunque un lano ancora lano ma vicino al parlato. parlato . Tra ques tes si ricorda il amoso Indovinello veronese risalente alla seconda metà del 700 d.c. con orme a metà tra lano e volgare, ma anche il Grato delle catacombe di Comodilla a Roma

 

che riporta la scriura di “a bboce” per bboce” per “ad voce” mostrando il enomeno del betacismo pico del volgare meridionale, le I che sostuiscono le E e gli infni negavi 3.2. La riorma carolingia, il concilio di Tours e i Giuramen di Strasburgo

Una svolta importante nella storia del lano medievale che poi avrà grandi ripercussioni sulle lingue romanze si verifca a parre dall’VIII sec. con Carlo Magno e la sua riorma carolingia che carolingia che prevede interven sull’istruzione. sull’istruzione. Carlo considera un problema la scarsa conoscenza del lano da parte di monaci e pre, si rende conto che libri e orazioni lane sono spesso sbaglia dunque la comprensione delle scriure sacre appare proondamente minacciata, minacciata, per questo decide di creare scuole per ragazzi e ada la copiatura delle opere lane a persone di grande competenza: bisogna imparare il lano per meglio conoscere Dio e le Sacre Scriure e anche Carlo stesso si dedica allo studio del lano. Altro intervento è quello di riorma delle scuole ecclesiasche che servono ora anche alla ormazioni di competen unzionari da impiegare nel regno carolingio: nonostante lo scopo polico in questo periodo di conosce un grande riforire delle leere denominato “Rinascenza carolingia”, si studiano gli autori anchi e si copiano i loro tes. Il lano della riorma carolingia è adesso un lano completamente diverso da quel lano parlato/volgare originario ma anche dal lano che veniva parlato in Francia: ci samo già dunque avviando verso la lingua la lingua romanza che diventerà poi il rancese Il primo documento scrio in scrio in lingua romanza è rappresentato dagli a del Concilio di Tours del 813 d.C. in cui si raccomanda una predicazione predicazione che  che sia comprensibile a tu, si richiede dunque esplicitamente esplicitame nte che le orazioni vengano ae in “lingua tedesca” per tedesca” per tu, chi parla lano popolare non è più in grado di capire il lano classico della Chiesa, ciò dimostra che il lano popolare non ha più niente a che vedere con il lano classico: se prima erano la stessa lingua con alcune dierenza, ora sono proprio due lingue diverse! Il primo testo scrio in lingua romanza (dea qui “romana”) è invece la cronaca dei Giuramen di Strasburgo dell’ dell’842 842 d.C. , d.C. , il quale racconta della disputa per il potere scatenatasi alla morte di Ludovico il Pio, fglio di Carlo Magno, tra gli eredi Carlo il Calvo, Ludovico il Germanico e Lotario. Carlo e Ludovico si alleano contro Lotario e si incontrano a Strasburgo per rinsaldare la loro alleanza con ques giuramen in presenza dei loro eserci: i giuramen vengono a in lingua germanica (teudisca) e in lingua romanza (romana), i due eserci giurano usando ognuno la propria lingua mentre i due ratelli giurano usando l’uno la lingua dell’altro. Alla leura di questo testo si vedono ina già alcuni tra pici delle lingue romanze e sconosciu al lano: la declinazione a due casi (soggeo + caso obliquo per tu gli altri complemen), uturo con infnito + avere al presente (es. (es. parlerAI),  parlerAI), la grafa I per E ed U per O (es. saver > savir, poder > podir, donat > dunat)  cronaca  cronaca di Nitardo 3.3. I termini “(lingua) romana, romanza”, “romanzo”, “volgare” 

La lingua romana era ancamente il termine per indicare la lingua parlata di origine lana, lana , termine aestato aestato già negli a del Concilio di Tours e poi più avan in provenzale dal trovatore Guglielmo IX che usa la parola romanz romanz.. Romanz deriva Romanz  deriva dall’aggevo lat. ROMANICUS = “di Roma, di po romano” che ha dato l’avverbio lat. ROMANICE = “al modo romano”, poi in rancese si considera Romanz come il soggeo, dunque si arriva a ormare il caso obliquo Romant che per caduta della T diventa Roman. In senso linguisco l’aggevo Roman, in rancese si inizia a usare a parre della fne del ‘500, oggi invece si

 

usa il termine Langues Romanes per indicare le lingue romanze. In Italia il termine Romanzo e poco usato nel medioevo, si preerisce chiamare queste lingue popolari diverse dal lano con il termine Volgare 3.4. Le lingue romanze nella scriura

Nel IX sec si ha ormai la consapevolezza dell’e dell’esistenza sistenza di due lingue: il lano e la lingua romanza in Francia prima e in tue le altre aree romanze poi, il lano rimane la lingua dei soli do mentre do mentre la lingua romanza è usata e capita da tu. tu. Piano piano accanto alla scriura lana, si aermerà anche una scriura romanza per romanza per due ragioni principali: la prima è la volontà di conservare scrio un testo così com’è (per esempio i Giuramen di Strasburgo o ormule magiche) e la volontà di scrivere tes comprensibili a tu. tu . La scriura romanza si aerma con tempi diversi nei diversi generi di testo: importante è la disnzione tra tes leerari – non leerari e poi tra poesia-prosa poesia-prosa.. Inizialmente i tes concepi per la diusione come quelli edifcan per la predicazione non sono pensa per la conservazione, vengono talvolta riporta su suppor non pensa per la lunga conservazione come ogli volan o quaderni ma successivamente gli inten cambiano e si ha una grande svolta quando si inizia a interessars interessarsii alla conservazione dei tes scri. Le pologie di conservazione sono di due pi, quella libraria e quella documentaria ed è grazie a queste che tes anchi sono oggi giun fno a noi: i Giuramen di Strasburgo conoscono una conservazione libraria, i Placi capuani una conservazione documentaria. Quando si scrive in lingua romanza però non si trascrive la lingua parlata così com’è: c’è innanzi tuo la mediazione del lano, lingua da sempre usata per la scriura dunque si tenderà ad adaare la lingua parlata al sistema lano, si tolgono tra troppo locali per avorire la comunicazione più vasta, i copis intereriscono sulla lingua perché riconducono i vari sistemi linguisci al proprio: i tes trascri dalla lingua romanza parlata dunque non rispecchiano edelmente la lingua parlata ma ogni lingua parlata è trascria mediante dei sistemi di scriura de scriptae. Indovinello veronese, i Tra le tesmonianze più anche scrie in lingua romanza ci sono giun l’l’Indovinello Giuramen di Strasburgo e il Grato delle catacombe di Comodilla, alcune glosse e alcuni tes leerari galloromanzi in lingua d’oil d’oil.. Il testo leerario più anco è la Sequenza di Santa Eulalia in lingua d’oil, del X secolo sono invece il poemeo Sant Lethgier in vallone e la Passione di Clremont-Ferrand in piavino. Sempre del X secolo si hanno i tes più anchi in lingua d’oc, d’ oc, sono due ormule magiche curave, Fleury  in lano ma con presenza di versi anche occitanici, il la Passione di Augsburg, l’Alba di Fleury in Sermone su Giona che presenta anch’esso scriure sia in lano che volgare. Il tes più anchi italoromanzi sono invece i Placi campani che riportano la controversia per la proprietà di alcune terra tra il nobile Rodelgrimo e l’abbazia di Montecassino, i tesmoni ascolta dal giudice tesmoniano usando il volgare, essi sono tu monaci dunque conoscono il lano dunque pare che anche in ambito giuridico si stava piano piano aermando l’uso del volgare, e il Glossario di Monza, una lista di parole in volgare con il corrispevo greco. In Penisola Iberica i tes più anchi sono giuramen eudali che eudali che usano sia lano che lingua

 

romanza, più tardi abbiamo anche traduzioni di leggi visigote e un’importante raccolta di omelie per quanto riguarda il casgliano, il testamento del re Alonso II e la Nocia de torto per il portoghese nei primi anni del ‘200, pochi sono i tes dalla Sardegna Sardegna,, dalla Toscana ci arrivano documen forenni quali libri di con come il Conto navale pisano per le spese da sostenere per la costruzione di un armamento di navi, altri tes vengono dalla zona di Venezia e sono scri per il commercio.

CAP4) IL LESSICO DELLE LINGUE ROMANZE (ESEMPI) 4.1. Connuità e innovazione

La base base di  di tue le lingue romanze è ovviamente il lano scrio e parlato prima della rammentazione dell’Impero dell’Impero Romano. Vediamo elemen di connuità e disconnuità con il lano tra le orme connuate nelle lingue romanze:  

 

 

 HABĒRE (avere) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche romanze  anche se con evoluzione oneca diversa (avere, avoir, haber, aver…). aver…). L’elemento di disconnuità/innovazione disconnuità/in novazione è che alcune lingue lo usano come verbo ausiliare, unzione che non era presente in lano CRESCĒRE (crescere) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche se con evoluzione oneca diversa (crescere, crecer, croitre, creisser…). L’elemento di disconnutà/innovazione disconnutà/innov azione è che in lano il verbo era solo intransivo mentre alcune lingue romanze introducono la orma transiva ALĪUM (aglio) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche se con evoluzione oneca diversa (aglio, aille, ajo, all…). all…). L’elemento di disconnuità/inno disconnuità/innovazione vazione è che in lano ALIUM è neutro mentre in alcune lingue romanze prende genere maschile e in altre ancora genere emminile derivato dal plur. ALIA

Altre orme lane sono invece andate perdute e non sono connuate nelle lingue romanze: 





LOQUI (parlare) > non connua nelle lingue romanze ma viene sostuito da FABULARE – FABELLARE che dà origine a hablar, falar, favellare…o favellare…o dal lano crisano PARABOLARE da PARABOLA che dà origine a parlare, a parlare, parler, parlar… EQUUS (cavallo) > non connua in tue le lingue l ingue romanze, viene sostuito da CABALLUS termine più specifco che indicava il cavallo da lavoro l avoro il quale dà cavallo, cheval, caballo, cavalo…

ÈDÈRE (mangiare) > non connua nelle lingue romanze, viene sostuito dal suo composto COMEDĒRE che dà i connuatori in Penisola Iberica (comer) o da MANDUCARE che più propriamente signifca “mascare” “mascare” e che dà gli esi mangiare, manger, mandegare, manicare (it. anco)…

 



CANĒRE (cantare) > non connua nelle lingue romanze ma viene sostuito dal suo requentavo CANTARE che esprime l’azione con maggior orza, da qui cantare, chanter, canter, cantar…

Da soolineare poi il raorzamento di preposizioni, avverbi, pronomi, aggevi dimostravi: 





AB > DE AB che dà Da in italiano

DE ANTE (davan, prima) > AB ANTE che dà avan, avan + DE IN ANTE che dà delante + AB DE IN ANTE che dà adelante Forme con ECCE-ECCUM (ecco) > (EC)CE ILLUI  ILLUI che dà r. celui + (EC)CU(M) ILLUM che dà it. quello + quello  + (EC)CU(M) SIC > it. così

Altro caso è la sostuzione di parole con altre di po aevo: aevo: 



AURIS (orecchia) > sostuito da AURIC(U)LA, ORIC(U)LA che danno oreja, oreille, aurelha, orecchia… GENU (ginocchio) > sostuito da GENOC(U)LU che dà ginocchio, hinojo, genou…

4.2. Elemen di sostrato

Nelle lingue romanze si sono connuate anche alcune parole di sostrato entrate nel lano:    





    

CATĒNA > etrusco: dà etrusco: dà catena, cadena, chaine… SPORTA > greco con mediazione etrusca: da sporta, espuerta, isporta… CISTERNA e altre parole con susso ERNA > etrusco: da cisterna, kisterra, citerne… DOPPIE FORME B – F > lingue italiche: es. BUBALUS BUBALUS – BUFALUS, SCARABAEUS-SC SCARABAEUS-SCARAFAIU, ARAFAIU, TABANU-TAFANU… TABANU-TA FANU… le varie lingue romanze hanno connuatori dell’una o dell’altra orma PĒTRA > greco: usato nella lingua parlata al posto del lat. LAPIS e SAXUM, dà connuatori  pietra, pedra, piedra, pierre… COLĀPHUS > greco: sostuisce il lat. ICTUS (colpo), subisce sincope della post-tonica quindi diventa COLPU e dà come connuatori colpo, golpe, coup… PLATĚA > greco = dà dà plaça,  plaça, place, plazza, plazza, plasa… CARRUS > celco = sostuisce lat. CURRUS e dà carro, char, carrello… CAMMINUM > celco = dà cammino, caminho, chemin, camino… CARPENTUM > gallico = dà carpenere, charpener… EZKERR > lingue iberiche = sostuisce lat. SINISTRU e in alcune lingue romanze dà esquerdo, izquierdo, esquerr perché SINISTRU è associato a “unesto”

4.3. Elemen di superstrato

In minor quantà rispeo a quelle sostrato, nelle lingue romanze vi si ritrovano alcune parole di superstrato germanico: in Francia Meridionale e Spagna il goco dei visigo, in Italia il goco degli ostrogo e poi il longobardo, in Francia seentrionale il ràncone dei ranchi. Per il goco e il longobardo abbiamo però pochissimi connuatori nelle lingue romanze SAPO > germanico = è una sorta di medicinale, dà sapone, savon, jabon, sabao…

 

 

     

       

   

GARDO > ràncone = subisce palatalizzazione palatalizzazione di GA in ʤa dunque dà giardino, jardin,  jardim, jardi… WERRA > ràncone = “conusione, disordine”, connuato come guerra, guerre… HAUNTTHA > ràncone = “vergogna” connuato dà onta, honte, haonta… Susso HART di nomi propri > ràncone = passa a susso di nomi comuni rieri a persona bastardo, bastard, codardo, codard… WANKJA > longobardo = connuato dall’ it. guancia STINKO > longobardo = connuato dall’it. snco SKINA > longobardo = connuato dall’ it. schiena AL > arabo = arcolo arcolo  conservato nelle lingue iberiche algodon, azucar, aduana poi passa alle altre lingue romanze senza la arcolo AL cotone, dogana, zucchero… SIFRE > arabo = “vuoto”, connuatori cifra, chire… ZEPHIRUM > arabo = “zero”, connuatori zero, zéro…

4.4. Lessico crisano

Nelle lingue romanze sono presen anche connuatori del lano crisano

 

 

PARABOLA = presto greco usato nel lat. crisano per indicare “esempi di Gesù = parabole”, poi prende il signifcato di parola: parola: parola,  parola, palabra, paraula… PAGANUS = inizialmente signifca “abitante del villaggio” me nel lessico crisano prende il signifcato di “civile” e poi “non crisano” con i connuatori connuatori pagano,  pagano, paien, pagan… CAPTIVUS = inizialmente con signifcato signifcato di “prigioniero” nel lat lat.. crisano diventa “prigioniero del diavolo” e da qui dunque “inelice” con i connuatori cavo, chéef, chaif, caiu

CAP5) ALCUNI PUNTI DI GRAMMATICA STORICA 5.1. Forme ereditarie e orme doe

Nelle lingue romanze abbiamo oggi sia orme ereditarie/popolari che orme doe/lanismi. L’origine di tue è ovviamente quella lana lana,, la cosa che cambia è il modo in cui esse sono entrate nelle varie lingue romanze. Le orme ereditarie/popolari sono passate dal lano seguendo i naturali mutamen oneci delle varie lingue romanze mentre le orme doe/lanismi sono entrate nelle lingue romanze mantenendo la orma lana con un leggero adaamento. Le due orme possibili si dicono allotropi e riportano una leggera dierenza di signifcato:  PODIUM > poggio – podio, FUGA > foga – fuga, LEGALE > loyal – legal…   I lanismi si trovano o perché il lano è sempre sento come lingua di cultura dai parlan romanzi, che quindi cercano di recupe recuperarlo rarlo oppure perché si si ha l’inuenza del lano ecclesiasco che rena l’evoluzione. Un esempio: base base  lat. DIRECTUS, all’accusavo DIRECTUM DIRECTUM con perdita di M > DIRECTU = in  francese si hanno hanno due connuat connuatori ori DROIT forma eereditaria reditaria oenuta seguendo i naturali naturali mutamen foneci del francese, DIRECT lanismo che manene forma lana con leggero adaamento. L’evoluzione ecclesiasco la si vede per esempio in MIRACULU che dà con struurafranata lano edal nonlano MIRACCHIO che invece sarebbe l’esito ereditario/popolare conMIRACOLO i mutamen foneci pici dell’italiano

 

5.2. Accento

posizione:  cade ina sulle stesse sillabe in Nelle parole ereditate dal lano l’accento l’accento non cambia posizione:  cui cadeva in lano. lano. Nonostante alcune parole romanze possano aver conosciuto la caduta di alcune sillabe/vocali, la sillaba tonica rimane comunque la stessa del lano: es. lat. CANTARE parola piana, accento  penulma > fr. CHANTER CHANTER parola ttronca, ronca, accento ssull’ulma ull’ulma ma la ssillaba illaba tonica rimane la stessa ssee si pensa che in fr. c’è state la caduta della E nale che avrebbe reso la parola piana come CANTARE. Molto pochi sono i casi in cui l’accento cambia posizione rispeo al lano (un caso è quello dei dionghi da vocali che in lano erano venute a contao con uno iato)  in lano

l’accento non cade mai sull’ulma sillaba.

5.3. Vocali 

Il lano classico aveva un sistema pentavocalico (5 vocali) disnte per qualità (mbro) (mbro) e  e quantà (lunghe-brevi). La quantà vocalica aveva valore onologico cioè onologico cioè la dierenze breve-lunga perme permeeva eva di creare coppie minime di parole con signifca dieren (es. MĀLUS = cavo – MĂLUS = melo). La qualità ovvero minor o maggior apertura della vocale invece non aveva valore onologico. Nel lano parlato invece si perde il valore onologico della quantà vocalica, vocalica, nel parlato si ha ina la tendenza ad allungare spontaneament spontaneamentee le vocali brevi in sillaba aperta, a aperta, a parre già dal V sec. ne risulta che le vocali in sillaba aperta sono tue lunghe mentre le vocali in sillaba chiusa sono tue brevi: brevi: a questo punto la quantà vocalica è un aore legato al contesto e dunque perde valore onologico. onologico . La quantà vocalica con valore disnvo pica del lano classico non è conservata in nessuna lingua romanza 5.3.2. Le vocali toniche del lano volgare 5.3.2.1. A e i dionghi lani   

     

Nel lano parlato Ā e Ă convergono entrambe in [a] [a].. Gli esi romanzi di [a] dipendono poi dal po diparlato sillaba in cui essa si trova : es fr. in sillaba aperta > EĚ,: [a] sillaba> chiusa >A Nel lano il diongo AEtrova: diventa [Ɛ][a] dunque coincide con lat.inCAELU it. cie(Ɛ)lo Nel lano parlato il diongo OE diventa [e] dunque coincide con Ē : lat. POENA > it. pena Nel lano parlato il diongo AU diventa [o] dunque coincide con Ō : lat. CAUDA > it. coda, si conserva però nel provenzale: aur, taur 

5.3.2.2. Il sistema sardo

Nel sardo lunghe e brevi si sono conuse tra loro, si ha dunque [Ɛ] – [e] e [ɔ] – [o] e la loro alternanza dipende dalla vocale fnale, fnale, senza creare coppie minime. Il sistema vocalico sardo risulta essere il seguente  Ī Ĭ > i ĒĚ>e A>a ŌŎ>o ŪŬ>u

 

Un sistema idenco a quello sardo si trova in un’area tra Basilicata e Calabria (zona Lausberg) 5.3.2.3 Il sistema “panromanzo” o “lano volgare” 

E’ il sistema vocalico tonico più diuso che caraerizza anche le varietà italoromanze. Il sistema risulta essere il seguente:  Ī > i  Ĭ Ē > e Ě>Ɛ A>a Ŏ>ɔ ŌŪ>o Ū>u 5.3.2.4. Il sistema balcanico

Il sistema balcanico è a metà tra il panromanzo per le vocali anteriori e il sardo per le vocali posteriori:  Ī > i  ĬĚĒ>>Ɛe A>a ŎŌ>o ŬŪ>u 5.3.2.5 Il sistema siciliano

Il sistema siciliano è un’evoluzione del panromanzo avvenuta in alto medioevo. Risultato è che si hanno 5 vocali e non 7 come nel panromanzo.  Ĭ Ī Ē > i Ě> Ɛ A>a Ŏ>ɔ ŌŬŪ>u 5.3.2.6. Evoluzione successiva (due esempi) Sillaba aperta e sillaba chiusa 



[Ɛ] – [ɔ] in rancese-italiano-spagnolo = in it. e r. diongano diongano solo  solo in sillaba aperta in italiano e rancese mentre diongano sempre in spagnolo: spagnolo: lat PĚ/DE > it. piede + fr. pied, lat MŎ/RIT > it. muore, fr. meur, in sillaba chiusa ciò non avviene PŎR/TA > it. porta, fr.  porte, lat. PŎRTA PŎRTA > spa. pue puerta, rta, lat. PETR PETRA A > spa piedra [e] – [o] in rancese = in rancese diongano in sillaba aperta : lat. HA/BĒ/RE > fr. aveir > avoir, lat. FLŌ/RE > fr. our > felur 

 







[Ɛ] – [e] – [o] in romeno = diongano sia in sillaba aperta che chiusa, dipende tuo dalla vocale fnale A in sillaba aperta diventa E in rancese = Lo = Lo si trova anche in Emilia-Romagna ed è un esito aribuito al sostrato celco, non c’è in provenzale Ū diventa [y] = enomeno aribuito al sostrato celco, è pico di tue le varietà galloromanze: lat. FŪMARE > fr. f[y]mer 

Metaonesi 

Con metaonesi/metaonia si intende il enomeno che prevede l’alterazione l’ alterazione della vocale tonica per eeo della vocale fnale. fnale. A seconda dunque della vocale fnale la tonica risulterà aperta o chiusa Ex. In portoghese (Ɛ) e (ɔ) lano volgare, si chiudono in (e) e (o) se la fnale lana è una U.  l’assenza di

metaonesi è caraerisca dei diale toscani.

5.3.3. Vocali atone

Solo il sardo ha 5 vocali atone in stessa quantà delle toniche. Nel siciliano tue le atone palatali > [i] e tue le atone velari > [u]: NĚPOTE > nipu, PŎRTARE >  purtari Nel panromanzo conuiscono [e]-[Ɛ] – [o]-[ɔ], [o]-[ɔ], le E-I atone in iato con la vocale seguente > [j] dunque VINEA > vigna, vigna, IE > [Ē] dunque PARIETE > parete. Negli esi romanzi la atone interne alla parola sono soggee a caduta per il enomeno della sincope: lat DIRECTU > it. drio, fr. droit.  Di solito nel lano volgare sono già cadute le atone che precedono l’accento in parole di 4 o più sillabe: es. lat. CIVITATE > volg. CIVTATE > it. cià.

Nei proparossitoni ovvero parola con accento sulla terzulma in lano volgare si ha la caduta della vocale atona che segue l’accento (post-tonica): lat. VETULUS > volg. volg. VETLU > VECLU con anche TL > CL. Nel volgare cadono le vocali fnali che in lano indicavano essione nominale e verbale: es. lat. accusavo LUPUM > volg LUPU con perdita di M FINALE, a questo punto accusavo e ablavo si disnguono per la vocale nale Ū-Ō ma quando entrambe diventano [o] la disnzione viene a mancare.. Le vocali fnali vengono invece conservate in sardo, toscano e in portoghese mentre la mancare massima tendenza alla caduta si ha nelle lingue galloromanze: in provenzale si conserva solo la A mentre in r. la A si indebolisce e diventa e [Ə]: lat. TERRA > fr. terre, si conserva solo se orma diongo con la tonica: lat. DEU > fr. dieu, prov. Deu. Nei nessi S + consonante si è aggiunta una vocale I – E per il enomeno della pròstesi: lat. SPONSU > spa. esposo

 

5.4.. Consona 5.4 Cons onan n 5.4.1 Le consonan del lano

I sistemi di consonan delle lingue romanze derivano dal sistema di consonan lano con mutamen che hanno portato da una consonante a un'altra già esistente in lano ad altre invece che non esistevano in lano, come ad esempio [ʧ]. Di solito le consonan che hanno subito mutamento sono quelle in posizione debole ovvero in posizione intervocalica. intervocalica. Tra  Tra i mutamen più signifcavi ci sono:  

 

 

 

Lenizion e conson Lenizione consonanca anca = è la sonorizzazione delle occlusive sorde intervocaliche [p-t-k], si oengono ina le corrispeve occlusive sonore [b-d-g]: lat. RIPA > prov. riba. In altre lingue il processo è andato anche oltre fno a oenere le ricave: lat. RIPA > it. riva, fr. rive o addiriura la caduta di [t-k]: lat. VITA > fr. vie. La lenizione consonanca disngue le lingue romanze occidentali dalle lingue romanze orientali insieme all’esito all’esito di S fnale: le lenizione c’è nelle lingue iberoromanze, galloromanze e i diale dell’Italia seentrionale, non c’è lenizione in toscano e italiano, nei diale dell’Italia meridionale e nel balcanoromanzo : lat. ROTA > spa rueda, it. ruota anche se in italiano sono possibili orme con lenizione accanto a orme senza lenizione: lat. RIPA > it. ripa, lat. LACU > it. lago, lat. PACARE > it. pagare… Degeminazione = in lano c’era anche l’opposizione tra consonan lunghe/geminate – consonan brevi : es. FERRUM = ferro – FERUM = selvaco. Oggi solo italiano, sardo e diale centro meridionali conservano l’opposizione onologica consonan lunghe-consonan brevi che danno origine a diverse coppie minime  geminate: es. fato-fao, cade-cadde…mentre cade-cadde…mentre in tue le altre lingue romanze è avvenuta degeminazione e quindi le consonan geminate si sono scempiate scempiate:: lat. CUPPA > fr. coupe, lat. VACCA > spa. vaca… Nello spagnolo –NN- è degeminata e poi palatalizzata in n palatale [ɲ] e lo stesso vale per  –LL- palatalizzata in l palatale [ʎ]: [ʎ]: lat. ANNO > spa año, lat. CABALLU > spa. caballo Esito di S fnale = la conservazione di –S fnale è uno dei tra signifcavi che disnguono le lingue romanze occidentali dalle lingue romanze orientali. Nelle lingue romanze occidentali e nel sardo S- si conserva: conserva: lat. FEMINAS > spa. hembras,  port. femeas, fr. femmes, sard. Feminas… Feminas…in in rancese si conserva nello scrio ma non sempre nel parlato a parte i casi di liaison tra due vocali, nello spagnolo americano si tende invece a non conservare, si conserva anche nei diale italiani seentrionali. Nelle lingue romanze orientali dunque italiano, toscano, diale italiani meridionali e lingue I o cade cade:: lat. NOS > it. noi, lat. balcanoromanzee invece S- non si conserva e diventa I o balcanoromanz CANTAMUS > it. canamo Esito di M fnale = in lano M era già pronunciata debolmente quindi cade nelle lingue romanze (pronuncia debole indicata dalla M tra parentesi all’accusavo lano). Si conserva solo nei monosillabi ma diventa N: lat. CUM > it. con, lat. REM > fr. rien, rien , a eccezione lat. IAM > it. già, spa. ya dove ya  dove invece cade anche nel monosillabo

 

 

Esito T fnale = è la T delle orme verbali che cade in tua la Romania, resta solo in rancese anco nei casi di liaison

5.4.5 Alcuni enomeni di palatalizzazione

I enomeni di palatalizzazione danno origine a consonan nuove che nel lano non esistevano. Le consonan nuove sono le aricate: [ʤ] [ʧ] [dz] [ts]: lat RADIU (radju) > it. raggio, lat FACIA (fakja) > it. faccia, lat MEDIU > it. mezzo lat, PLATEA > it. piazza…in piazza… in questo caso i nuovi esi vengono tu crea per la resa dei nessi consonante + j (yod), ina kj - ke palatalizzano in ʧ molto presto ed è in tue le lingue romanze, solo il sardo conserva [k] velare davan a palatali E-I, (lat. CENA > sardo kena), tj palatalizza in ts  ts (es. absenza > absenzia) . [ɲ] e Altre consonan nuove sono [ɲ]  e [ʎ] per la resa dei nessi –NNnessi –NN- e -LL- o dei nessi [nj] risultato da NE/NI + vocale e [lj] risultato da LE/LI + vocale : lat. VINEA > it. vigna, lat. FOLIA > it. foglia. In portoghese, spagnolo, italiano e romeno i nessi PL- BL- FL- CL- GL- subiscono anch’essi palatalizzazione: in italiano hanno esito [j]: lat. PLANU > it. piano (pjano), germ BLANUC > it. bianco (bjanco)…in (bjanco)…in spagnolo hanno esito [ʎ]: lat. CLAVE > spa. llave, lat FLAMA > spa. llama…nelle llama… nelle lingue galloromanze si conservano. Il nesso lano -CT- non si conserva, si assimila –TT-, scempia o da esito [jt]: lat. NOCTE > it. noe, vent. note, fr. nuit 5.4.6.. Note su alcune 5.4.6 al cune consonan conso nan  

 

 

 

 

 

 

H interv intervocalica ocalica = era già caduta caduta in  in lano anco quindi non passa nelle lingue romanze (NEHOMO > NEMO, PREHENDO > PRENDO) H inizia ini ziale le = veniva pronunciata ma solo nella pronuncia colta quindi non passa nelle lingue romanze H ger german manica ica = in rancese rimane e a traare l’inizio di parola come inizio consonanco quindi con impossibilità di liaison: es. ger. HAUNJTHA > fr. la honte [v] labiodentale labiodental e e [w] semiconson semiconsonante ante = il lano non ha [v] labiodentale ma ha solo [w] semiconsonante, semiconsonan te, le due orme però sono rese con stessa grafa [w] intervocalica = [w] intervocalica diventa [β] ricava bilabiale distesa : lat CABALLU > spa caβallo [w] iniziale = si realizza [b] dopo pausa e nasale altrimen [β]. Vale lo stesso nei diale meridionali in cui [w] si realizza [β] [v] in posizione debole o [bb] in posizione orte secondo il enomeno del betacismo betacismo.. In gran parte delle lingue romanze invece l’esito di [w] è [v] [v]:: lat VINU > it. vino, fr. vin… Esito nesso NS = il nesso NS viene reso già nel lano anco con S per caduta di N e ina le lingue romanze connuano la orma in S: lat. MENSES > ita. mese, fr. mois…

5.5. Le declinazioni 5.5.1. Casi e declinazioni 

La grande dierenza tra lano e lingue romanze sta nella morologia nominale: in lano si poteva comprendere la unzione sintaca di un elemento nominale già dalla sua morologia grazie alla essione data dalle desinenze, nelle lingue romanze invece questo non è più possibile perché le desinenze sono cadute e quindi la unzione sintaca la si capisce solo osservando la posizione dell’elemento dell’elemen to nominale nella rase. Le rasi italiane per esempio seguono l’ordine SVO SVO che  che viene deo non marcato, rasi che

 

cambiano l’ordine degli elemen si dicono marcate e hanno un signifcato diverso rispeo a quelle non marcate. In lano invece si hanno sei casi con le loro desinenze che stanno a indicare la unziona sintaca dell’elemento dell’elemen to nominale nella rase: Nominavo, Genivo, Davo, Accusavo, Vocavo, Ablavo ognuno esprime un complemento diverso con la propria desinenza. L’ordine non marcato lano è SOV ma in realtà soggeo e oggeo si disnguono anche a 

prescinderedelle dallaparole. loro posizione proprio per la desinenza che riportano  notevole libertà nell’ordine Come in italiano anche il lano orma complemen con le preposizioni, preposizioni, la maggior parte delle preposizioni regge un solo caso, alcune due. Del sistema lano delle declinazioni le lingue romanze conservano minimi rammen, in parcolare nei pronomi, solo il r. anco e il provenzale hanno conservato una declinazione a due soli casi, ra le lingue moderne invece solo il romeno conserva una declinazione a due/tre casi. Per il resto nelle lingue romanze ogni nome,aggevo…h nome,aggevo…haa una sola orma nel singolare e una sola per il plurale. 5.5.2 Riduzione Ridu zione delle dell e declinazioni declinazio ni

Nel lanoderivano tardo si ha riduzione declinazioni dain 5A a 3dalla dunque si sa i nomi delle lingue romanze dauna quelle prima 3delle declinazioni: i nomi prima, in che O dalla seconda e in E dalla terza, i nomi della quarta vengono assorbi dalla seconda 5.5.3 Riduzione dei casi 

Dopo le declinazioni si ha anche la riduzione dei casi nel casi nel parlato, si iniziano a usare costru con preposizione al posto dei casi: AD + ACCUSATIVO per il davo, DA + ABLATIVO per il genivo, CUM…poi si tenderà a usare solo accusavo con tue le preposizioni e addiriura l’accusavo l’ accusavo sostuirà il nominavo in unzione di soggeo soggeo.. Altri enomeni oneci che hanno contribuito alla riduzione dei casi sono anche la caduta di M, la convergenza di O-U fnali, e la caduta di S fnale. Alla fne in lano tardo si oene una sola declinazione a due casi: un nominavo nominavo per  per il soggeo e un caso obliquo per indicare tu i complemen che viene rappresentato dall’accusavo. dall’accusavo. Le lingue romanze poi perdono anche i due casi e mantengono solo l’accusavo l’accusavo mentre il provenzale e provenzale  e il rancese mantengono i due casi. 5.5.4 La declinazione del rancese anco e del provenzale

Provenzale e rancese mantengono una declinazione declinazione  a due casi come quella del lano tardo parlato: un caso nominavo usato per il soggeo e un caso obliquo rappresenta rappresentato to con accusavo per tu i complemen: lat MURUS > S murs e lat. MURUM > O mur, lat CANIS > S chiens e lat. CANEM > O chien…i chien… i due casi si dierenziano per la “S segnacaso” . In rancese poi si perde anche la declinazione a due casi 5.5.5. Il plurale

Quando in rancese si perde la declinazione a due casi e si manene solo il caso obliquoaccusavo, la S viene ulizzata per segnare il plurale dell’obliquo: lat CANE > ob sing chien > ob

 

 plur chiens. Stesso enomeno vale anche per le lingue iberiche con S al plurale: lat PONTES > ob sing puente > ob plur puentes. L’italiano conserva accusavo al singolare ma usa il nominavo plurale al plurale: lat. MURUM > ob sing muro , lat. MURI > ob plur muri 5.5.6. La declinazione del romeno

Il romeno manene una declinazione a due casi: uno casi: uno per nominavo-accusavo e uno per genivo-davo.. genivo-davo C’è anche un caso vocavo ma scarsamente ulizzato 5.6. Il genere

Il lano presenta 3 generi: maschile – emminile – neutro mentre quasi tue le lingue romanze hanno 2 generi: maschile – emminile tranne il romeno che conserva il genere neutro come orma produva, cioè che può introdurre parole nuove o pres di altre lingue. I neutri lani sono per la maggior parte passa al maschile dunque in neutri in UM si sono conusi con i maschili in US della US della stessa declinazione: CAELUM ha gli stessi esi di MURUS mentre altri sono passa al emminile: lat MARE > fr. la mer, lat. PIRUM > it. pera… Anche in italiano connuatori del genere neutro, nomi che hanno il singolare al maschile e pluraleesistono al emminile: BRACCHIUM-BRACCHIA BRACCHIUM-B RACCHIA > ilsono braccio-le braccia, OSSUM-OSSA > l’osso-le ossa…in ossa…in questo caso però è una orma non produva. produva. Altri nomi hanno invece cambiato genere nel passaggio dal lano alle lingue romanze, tra i nomi che hanno subito tale processo si trovano i nomi di albero emminili in lano e maschili nelle lingue romanze e i nomi in nom OR- e acc. ORUM- maschili in lano e emminili soprauo nelle lingue galloromanze: lat. femm. PINUM > it. masch pino, lat femm FRAXINUS > it masch frassino, lat. masch FLORE(M) > fr. femm eur, lat. masch. DOLORE(M) > fr. femm douleur 5.7. L’arcolo

L’arcolo L’arcolo in lano non esiste, esiste, è dunque un’innovazione un’innovazione delle lingue romanze. L’arcolo L’arcolo determinavo è un esito del pronome dimostravo lano ILLUM – ILLA “quello (lontano da chi ascolta)” > “It. il, lo, la, Fr. le, la, Sp. el, la”… oppure IPSUM-IPSA “questo-quello stesso” per il sardo “su-sa”. L’it. L’it. IL non è la riduzione di ILLUM alla sua prima parte ma deriva dalla riduzione di LO in ‘L tra vocale fnale e consonante iniziale: LO > ‘L > IL. Nel lano tardo l’arcolo è messo prima o dopo il nome mentre nelle lingue romanze va prima del nome tranne che in romeno dove invece è posposto: posposto: lat.  lat. tard LUPU ILLU > rom. Lupul. indeterminavo che connua il numerale UNU(M) – UNA > “It. uno, un, una, Fr. un, L’arcolo L’arcolo indeterminavo che une, Sp. uno, un,una…” 5.8. Note sul verbo 5.8.1 Coniugazioni 

In lano ci sono 4 coniugazioni: ARE – ĒRE – ĚRE – IRE ma nel lano tardo già si vede una convergenza III con laalla II quindi ci sono orme della III che passano II coniugazione e orme della II della che passano III: RESPONDĒRE > RESPONDĚRE, SAPĚREalla > SAPĒRE così connua

 

poi anche nelle lingue romanze. I diale mediani e il toscano hanno l’infnito l’infnito con apocope di –RE: cantà 5.8.2 Esi oneci e analogia

Nel passaggio tra le orme verbali lane e le orme verbali romanze sono avvenu mutamen oneci. Un mutamento importante è l’analogia l’ analogia che  che è l’esito non oneco di un verbo nel passaggio. L’analogia serve per rendere i paradigmi omogenei e dunque per esempio per eliminare orme irregolari, già in lano volgare si possono notare riacimen per analogia: analogia: lat POSSE > lat. volg POTĒRE, lat. VELLE > lat. volg VOLĒRE, lat. ESSE > lat. volg ESSĚRE… 5.8.3 Forme F orme sinteche sinte che e orme analiche a naliche

Nel passaggio lano-lingue romanze si è anche assisto a casi di passaggio da orme sinteche a orme analiche: le orme sinteche hanno i componen non disn e di uso non separato e in cui dunque la unzione grammacale si esprime con una desinenza (es. parlo > parl-o ma la disnzione non è percepita) mentre le orme analiche sono ormate da elemen disn e indipenden (es. ho parlato). Lo stesso passaggio lo si nota anche nel comparavo : in lano il comparavo si orma con desinenza –IOR – IUS (ALTUS > ALTIOR-ALTIUS) mentre nelle lingue romanze si orma con i deriva del lat. MAGIS-PLUS : più alto, mas alto, alto, plus haut haut… … Lo stesso passaggio lo si ha anche con l’espressione dei complemen con preposizioni anziché con il caso come in lano 5.8.3.1. Il passivo (e i verbi deponen)

In lano il passivo è espresso in orma sinteca (LAUDOR > io sono lodato) mentre usa orme analiche per il pereo passivo (LAUDATUS SUM > io fui lodato). In lano ci sono anche verbi deponen di orma passiva ma signifcato avo per avo per esprimere il coinvolgimento del soggeo nell’azione: MORIOR > io muoio. Nelle lingue romanze invece il passivo passivo è  è ao con orme analiche ina è stato connuato il passivo pereo reinterpretato con l’ausiliare l’ausiliare essere al presente: LAUDA presente:  LAUDATUS TUS SUM > io fui lodato > io sono lodato 5.8.3.2 Il uturo e il condizionale

Oggi le lingue romanze hanno romanze hanno un uturo sinteco (it. canterà) ma inizialmente il uturo aveva orma analica con ausiliare avere posposto: CANTARE HA(BET) > canterà mentre In lano classico il uturo era sinteco con una orma per la I-II coniugazione e una per la III-IV coniugazione. Nel lano parlato si è ina sostuito il uturo lano sinteco con perirasi con infni: DEBEO (devo), VOLO (voglio), HABEO (ho) : ho da andare. La orma con habere posposto si connua in rancese, spagnolo, provenzale, portoghese e italiano: CANTARE HA(BET) > canterò, cantaré, chanterai, cantarai… cantarai…mentre mentre altre lingue hanno la orma con habere anteposto:  anteposto: aggio cantà come nel caso dei diale meridionali italiani. Il condizionale, che in lano non esisteva, si è ormato in alcune lingue romanze dalla orma uturo con habeo anteposto: INFINITO +daimp. HABEBAM : CANTARE HABEBAM > cantarìa, INFINITO + per. HABUI > HEBUI chanterais… chanterais…mentre mentre in toscano-italiano (da cui ebbi): CANTARE HEBUI > canterbbe, alla prima persona del forenno ebbi > ei e da qui canterei

 

5.8.3.3 Il passato composto

In lano c’è da sempre un pereo che indica il passato remoto (es. SCRIPSI) ma successivamente si introduce anche un passato composto che è l’italiano passato prossimo, inizialmente ormato con ausiliare avere poi anche con ausiliare essere. Alla base ci sono orme come COMPERTUM HABEO, HABEO SCRIPTAM prima sente come espressione di possesso e poi reinterpretate come espressione di risultato. Solitamente linguediversi: romanze si usa prossimo una o l’altra orma mentre in italiano sono presen entrambe manelle con varie signifca passato è un passato per azioni ancora in corso mentre il passato semplice è per le azioni concluse. CAP6) LE LINGUE ROMANZE OGGI 6.1. Le lingue iberoromanze > Portoghese = parlato soprauo in Portogallo e Brasile, il portoghese si sviluppa prima nella

parte nord-occidentale della Penisola Iberica, in Galizia e nella contea di Portogallo dove spicca il regno di Léon: la lingua in questa ase viene dea galego-portoghese perché è un insieme omogeneo delle parlate medievali di queste zone, è la lingua della poesia lirica. lirica. Quando invece a metà ‘300 Lisbona Lisbona più  più a sud diventa la capitale del Portogallo, allora la lingua comincerà a svilupparsi sulla base delle parlate centro meridionali e il portoghese si dierenzierà molto dal galego. Con la colonizzazione del ‘400 il portoghese si dionde anche in America Lana soprauo in Brasile che ho oggi nella lingua tra del portoghese evolu ma anche innovazioni proprie. I tra che dierenziano il portoghese dalle altre lingue iberoromanze sono: 





Esito di L lana interv intervocalic ocalicaa = la L lana intervocalica cade cade:: lat.DOLOREM > sp. dolor >  port. dor Esito di N lana intervo intervocalica calica = la N si risolve con nasalizzazione della vocale precedente: lat. LUNA > sp. lluna > port. lua Infnito coniugat coniugato/pers o/personale onale = le lingue romanze hanno tue l’infnito non coniugato/impersonale. coniugato/imper sonale. Il portoghese ha sia quello impersonale per indicare azioni generali, sia quello coniugato per indicare invece azioni rivolta a un soggeo specifcato  specifcato 

> Galego = è la lingua della Galizia con origine in comune al portoghese. Nel ‘400 quando la lingua

di Casglia si impone come lingua di potere e leeraria, il galego viene relegata all’uso di dialeo. La rivalorizzazione del galego comincia nell’800 con le ideologie nazionali secondo le quali la lingua è espressione del popolo, ma il processo è presto interroo dalla diatura di Franco che reprime tue le autonomie. Oggi il galego è invece lingua co-uciale diusa nell’uso comune a tu i livelli e considerata lingua di amministrazion amministrazionee e insegnament insegnamento o > Spagnolo (casgliano) = è la lingua uciale della Spagna ma anche di altri paesi ispanici delle

Americhe quali Argenna, Cile e Messico, in minoranza anche in Arica e Asia ed è parlata anche negli USA sebbene non sia lingua uciale. Viene anche deo casgliano perché era la lingua uciale del Regno di Casglia che si espanse più degli altri. A Sud della Spagna e nelle Americhe ci sono mutamen mutamen per  per quanto riguarda> la fnalee che suona [h] o cade cade a  a fne parola consonante: las manos > lah manoh la Smano soprauo nelle Americhe l’esito odi –LLdidavan  –LL- [ʎ]lain

 

[ȝ]: caballo (cabaʎo) > cabaȝo Le caraerische dello spagnolo sono:



Esito F lana iniziale iniz iale in [h] rica ricava va laringa laringale le = lat. FILIU > sp. hijo, lat. FARINA > harina. Non si sa se il mutamento sia da aribuire al sostrato iberico, all’inuenza del basco o al ao che il casgliano non avesse tale suono e quindi lo ha realizzato in modo dierente Diongazione Ě-Ŏ = le Ŏ-Ě lane diongano in [je]-[we] sia in sillaba aperta che chiusa:



lat. VĚNTU sp. in viento, lat.=RŎDA > sp. rueda Esito di /ȝ/>(gli) /χ/ jota diventa lat. FILIU > glio > hijo



> Catalano = è oggi parlato in Catalogna, Andorra, Baleari, Comunità Valenziana Valenziana e anche a

Alghero. Nel ‘200 i con di Barcellona sono sia re di Aragona che con di Provenza dunque catalano e provenzale sono molto simili tanto che in questo periodo il provenzale è qui la lingua della poesia mentre il catalano della prosa. Più il regno di Aragona conquista la Sardegna per questo oggi si parla ad Alghero ma nel momento in cui Aragona e Casglia si ondono nella seconda metà del ‘400, il catalano si arrende al casgliano e nel ‘700 quando il casgliano diventa lingua uciale il catalano diventa dialeo. dialeo. Nell’800 a seguito dei movimen nazionalisci si propone invece una rivalutazione del catalano, si riprende la lingua in leeratura e si procede con una standardizzazione. Nel primo ‘900 è il catalano è poi represso da Franco ma torna a diondersi con il ritorno della democrazia democrazia.. Nel secondo ‘900 viene invece riconosciuto il catalano come lingua uciale della Catalogna di uso comune, dei mezzi di comunicazione, dell’amministrazione e dell’insegnamento. I tra che lo disnguono sono: 

  

Caduta vocali fnali lane diverse dive rse da A = trao in comune con l’occitano: lat. VENTU > spa. viento > cat. vent, lat. CLAVE > spa. llave > cat. clau Conservazione CL - PL iniziali = lat. PLUVIA > spa. lluvia > cat. pluja Esito MB > M = trao in comune con lo spagnolo: lat. COLUMBU > cat. colom Palatalizzazio Palatali zzazione ne di L inizia iniziale le = lat. LUNA > cat. lluna (ʎuna) (ʎuna)

6.2. Le lingue galloromanze > Occitano = è la lingua della Francia Meridionale delimitata dalla linea Bordeaux-Mass Bordeaux-Massiccio iccio

Centrale-Alpi-Lione-Grenoble, si parla anche in Italia in alcune province di Torino, Cuneo, e parte Centrale-Alpi-Lione-Grenoble, della Calabria. A nord confna con il rancese/lingua d’oil dalla quale è separato da una lingua intermedia che è il guascone. guascone.   In Italia l’occitano impiegato in leeratura viene deo provenzale anche se il termine è leggermente improprio improprio perché non era parlato solo in Provenza. L’occitano subisce molto presto la pressione del rancese del nord a parre dalla crociata contro gli Albigesi del ‘200 fno ad arrivare alla completa annessione del Midi al regno di Francia: il rancese si impone come lingua unitaria e l’occitano viene declassato a dialeo. Nell’800 si tenta una ripresa dell’occitano e ancora oggi si tanta di standardizzarlo e di aermarlo come lingua. I tra dell’occitano sono i tra del rancese ma meno avanza, ovvero le parole occitane conservano di più la base lana: 



Caduta delle vocali fnali diverse dive rse da A = trao in comune col rancese ma si reintroduce una vocale d’appoggio e [Ə] : lat. PATRE > occ. peire > fr. père Mantenimento della A fnale = lat. DOMINA > cat. domna, domna , trao che non si ha in rancese: lat. DOMINA > fr. dame

 





Mantenime nto dela A tonica = lat. MARE > occ. mar, trao che non si ha in rancese: lat. Mantenimento MARE > fr. mer Declinazione Declinaz ione a due casi = un caso soggeo e un caso obliquo

> Francese = è lingua uciale della Francia, parte del Belgio e della Svizzera, Hai, Québec e delle

ex colonie aricane rancesi. La lingua ha subito mol mutamen nel mutamen nel corso della storia tanto che si riconoscono 3 stadi molto dieren: rancese dieren: rancese anco, rancese medio con passaggio avvenuto nel ‘300, e rancese moderno che ‘300, moderno che si ha con la codifcazione della lingua nel ‘500-‘600. Il normanno si dionde anche in Inghilterra a seguito della conquista del 1066 con Guglielmo il Conquistatore tanto che ina oggi ci sono nell’inglese un gran numero di parole rancesi. Il rancese anco è ormato da un insieme di lingue parlate all’altezza dell’Ile dell’Ile de France: ranciano, piccardo, vallone, champenois, normanno e piavino. L’anco rancese ha come tra:  



Declinaz ione a due casi Declinazione  Palatalizzazione di A tonica in sillaba aperta > e – ie = lat. CANE > fr. ant. chien, lat. PRATU > fr. ant. pré , Passaggio io di A tonica lan lanaa a [Ə] = lat. TERRA > fr. ant. terre e la   Passagg la orte lenizione delle consonan intervocaliche fno a caduta: lat. VITA > fr. ant. vie, lat. AMICA > fr. ant. amie

Tra i tra del medio rancese ci sono invece:    



Riduzione di IE > E dopo consonante palatale = fr. ant Chief > fr. med. Chef  Caduta R fnale negli infni = fr. = fr. ant. Parler > fr. mod mod Parlé Caduta S fnale = tranne nei casi di liaison con parola seguente che inizia per vocale Lanizzazione della grafa = è il movo per cui oggi la grafa del rancese rancese è molto distante dalla resa oneca Sostuzione Sostuz ione di S precons preconsonanc onancaa con accento == fr.  fr. ant espee > fr. med. Épée

Il rancese moderno si origina nel ‘500-‘600 alla corte di Parigi ed è la lingua romanza con una maggiore evoluzione rispeo al lano. I tra sono:  





Sintass i ri Sintassi rigida gida SVOC Espressione Espress ione obbligator obbligatoria ia del soggeo = le coniugazioni si riconoscono solo per l’espressione l’espression e delcircon soggeo: soggeo: je parle –=ilanche parle se nel parlato tende a cadere NE e rimanere parle Negazio Negazione ne con circonfsso fsso  je NE…PAS solo PAS Tue le parole sono ossitone = ovvero con accento sull’ulma sillaba, è conseguenza della caduta di vocale fnale atona diversa da A

> Francoprovenzale = si parla soprauo in Francia Sud-Est ma anche in parte della Svizzera,

Lionese, Val d’Aosta e parte del Piemonte. E’ una lingua non standardizzata e nel medioevo non vi sono tes scri tu in rancoprovenzale ma vi sono tracce sparse in tes in altre lingue galloromanze. Il trao principale è: 

Parole sia ossitone che parossitone = ovvero accentate sulla penulma sillaba, trao in comune con occitano ma non con il rancese

5.3. Le lingue italoromanze

 

> Italiano = è lingua uciale dell’Italia, Canton Ticino in Svizzera, San Marino e Cià del Vacano. E’ molto parlato anche in USA, America Lana e Australia a seguito delle grandi emigrazioni di ‘800-‘900. L’italiano deriva dal forenno quando nel ‘500 si riesce a codifcare una lingua comune d’uso leerario con Pietro Bembo che ina ornisce come modelli Boccaccio e Petrarca con il loro forenno trecentesco, poi estesi a Dante e ad altri autori forenni trecenteschi. Con l’Unità l’Unità d’Italia poisolo a diondere l’italiano dalla anche a tu i livellila d’uso, processo chesisiinizia compie nella seconda metà del sola ‘900leeratura grazie alle migrazioni interne, scuola, il servizio militare e i mezzi di comunicazione con i parcolar modo la televisione nel ’54. In Italia si disnguono diale primari che sono i normali connuatori del lano e lano  e i diale secondari/italiani regionali ovvero l’italiano parlato nelle varie regioni che ha tra parcolari dovu al contao con i diale. diale . I tra dell’italiano che derivano dal forenno e non al toscano in generale sono: 





   

Anaones i (chiusura Anaonesi (chiusura)) di E-O davan a NC-NG = lat. LINUA > tosc e altre var. italorom. lengua > or. lingua, lat. TINCA > tosc e altre var.italorom. tenca > or. nca, lat. LONGU > tosc. longo > or. lungo Anaonesi (chiusura) di E davan a [nj] = lat. GRAMINEA > tosc e altre var. italorom. gramegna > or. gramigna Esito AR ATONO > ER = lat. AMARE HABEO > tosc. e altre var. italorom. amarà > or. amerà Tue le coniugazioni coniugaz ioni con –IAMO –IA MO alla 1°per 1°pers. s. plur 1° pers. condizi condizionale onale iin n EI Monoongazione [wɔ] > [ɔ] dopo palatale = gliuolo =  gliuolo > gliolo gliolo 1° pers. singolar si ngolaree impere impereo o in O = amava > amavo

I vari diale italiani sono raggruppa in diverse categorie: > Diale Seentrionali : al di sopra della linea La Spezia-Rimini che divide anche Romania Occidentale Occidenta le da Romania Orientale. I tra disnvi sono lenizione consonanca, mantenimento S fnale lana, scempiamento delle geminate, sonorizzazione sorde intervocaliche, presenza di vocali turbate [U> y] La caduta La caduta vocali lane diverse da A e resa CT lano in JT è solo per i diale galloitalici: lat. PISCE > lomb. pƐs, lat. LACTE > lig. laite > Diale Toscani = i tra sono:   

No Metao Me taonesi nesi Esito RI lano > [j] = lat. AREA > aria > tosc. aia Gorgia toscana = lenizione consonanca di [k-t-p], enomeno alloonico che non dà origine a coppie minime. Probabilmente originata dal sostrato etrusco che aveva un ono intermedio [kh-th-ph] ma questa teoria presenta mol dubbi

> Diale Centro Meridionali : disn tra diale mediani al confne tra Umbria e Toscana in zona Grosseto-Argentario, Grosseto-Arge ntario, i diale meridionali intermedi in provincia di Ascoli a Abruzzo esclusa L’Aquila e Avezzano, Avezzano, Lazio est e FFrosinone rosinone e i diale meridionali estremi in Calabria e Salento I tra sono Metaonesi = diongazione di Ě > [je] e Ŏ > [wɔ] provocata da Ī da Ī Ū lane fnali. Nei casi dove la fnale si è conusa in Ə, ques due dionghi disnguono maschile-emminile maschile-emminile:: nei  

 

   

 

 

emminili lani che terminavano in A tale diongo non si orma mentre nei maschili si ha il diongo: lat. PEDI > pjerƏ. E’ in tu i diale Centro Meridionali Assimilazione LD > ll = lat. CALIDUM > callo. Si ha nei diale mediani Infnito apocopato = it. Cantare > cantà. Si ha nei diale mediani e meridionali intermedi, diuso anche in Toscana Disnzione Disnzi one maschil maschile-neoneu e-neoneutro tro = si esprime con l’arcolo l’ arcolo e si oppongono maschili numerabili – neutri non numerabili. Si ha nei diale mediani e meridionali intermedi Vocalismo siciliano = sistema pentavocalico. pentavocalico. Si ha nei diale meridionali estremi

> Sardo = minoranza linguisca riconosciuta linguisca riconosciuta e tutelata dalla legge 482/1999 ma non è lingua standard. Per movi storici lega a conquiste, la Sardegna viene divisa in 4 zone: zone: Cagliari – Torres  – Arborea – Gallura e l’isolamento l’isolamento di queste regioni cresce sempre più con l’alternarsi di altre dominazioni italiche e straniere fno all’Unifcazione del regno d’Italia tanto che proprio grazie a questo isolamento il sardo ha mantenuto un caraere molto conservavo nei conservavo  nei conron del lano. Gallurese e Sassarese sono inuenza dal toscano. I tra sono: Perdita della quantà vocalica lana ma senza convergenza di Ĭ> Ē e Ŭ>Ō Conservazione Conserv azione [k][k]-[g] [g] velari dav davan an a [i]-[e] Conservazione Conserv azione di S fnale Conserv azione con Conservazione consonan sonan gem geminate inate Futuro Futu ro co con n “ave “avere re a” Condizionale Condizi onale con “dov “dovere” ere” Arcol Ar colo o “su-sa “su-sa”” > Corso = è italoromanzo ma ha il rancese come lingua lingua teo. teo. Il corso è insegnato nelle scuole

materne ed elementari, acoltavo in quelle successive. E’ molto simile al sardo e ina le origini sono in comune ma ha subito una orte toscanizzazione soprauo a Nord a seguito della dominazione di Pisa quindi il vocalismo è toscano ma con qualche mutamento ma con inversione Ɛ-e e ɔ>o (PILU > tosc. pelo > cors. pƐlu) ed esito [u] di O fnale lana (lat. VADO > tosc. vado > cors. vadu) 6.4. Le lingue retoromanze > Retoromanzo (ladino) = sono varietà riunite da Ascoli soo il nome di ladino e anno rierimento

alla Reaa e ai Rea. Il ladino è una lingua minoranza riconosciuta e tutelata dalla legge. Tra i tra disnvi si conservano quelli dei diale italiani seentrionali con però alcune innovazioni come innovazioni  come la palatalizzazione CA > [ca] e GA > ja. Tra le varietà ladine alcune hanno come lingua teo il tedesco, altre l’italiano l’italiano > Romancio = è parlato nel Canton Grigione ed è lingua uciale della Svizzera con italiano, rancese e tedesco. Conene varietà disnte perché si è sviluppato in area di scarsa comunicazione reciproca > Friulano = è una lingua minoranza riconosciuta minoranza riconosciuta e tutelata dalla legge, è diviso in 3 varietà alcune

più conservave di altre: càrnici, occidentali, centro-occidentali con centro-occidentali  con anche Udine. In riulano si ha un’ampia produzione di tes praci già nel ‘200, di tes leerari invece nel ‘300-‘400 e un’ampia

 

diusione nel ‘900 soprauo grazie a Pasolini. I tra sono:  

Quantà vocalica voca lica con val valore ore onolog onologico ico Conservazione S lana la plurale e nelle orme verbali di 2°pers.sing.plur

6.5. Le lingue balcanoromanze > Dalmaco = è una lingua romanza ormai esnta esnta parlata  parlata sulla costa orientale dell’Adriaco e

nell’isola di Veglia, cede alla pressione del croato e del veneziano resistendo più a lungo solo a Dubrovnik e a Veglia prima di scomparire defnivamente. I tra sono:  

Mantenime nto [k]-[g] ve Mantenimento velari lari dava davan n a [e]-[i] Mancata lenizione leniz ione delle sor sorde de intervoca intervocaliche liche Futuro Futu ro sin sintec teco o

> Romeno = lingua uciale di Romania e Moldavia ed è il connuatore del daco ovvero la lingua

Dacia ma dell’anca Dacia  ma vi sono anche altri pi di romeno che non derivano dal daco e sono parla perlopiù in Macedonia, parte di Albania e Grecia, ex Jugoslavia e Istria. Le prime aestazioni di romeno risalgono solo al ‘500 dunque mol aspe di questa lingua vengono ricostrui per congeura. congeura. Viene invece valorizzato nel ‘700-‘800 quando si immeono anche parole rancesi e italiane. I tra del romeno sono: Presenza della dec declinaz linazione ione Presenza del neutro Arcolo Arcol o posposto Futuro con c on AVERE + INFI INFINITO NITO

CAP1) DALLE ORIGINI A WACE 1.1. Anche scriure germaniche

Nel ‘100 l’unica leeratura romanza presente è la leeratura galloromanza in lingua d’oc e in lingua d’oil, d’oil, ina Italia, Penisola Iberica e Romania conosceranno una diusione leeraria volgare moto più tarda. Nei primi tes romanzi (dunque galloromanzi) vi è già traccia di lingue germaniche e dunque si sa che in quei casi erano necessarie traduzioni per coloro che non erano di lingua germanica, soprauo delle Scriure come la Bibbia e i Vangeli per esigenze di evangelizzazione. In poesia i primi tes scri sono tu probabilmente trascrizioni di can epici ranchi volute da Carlo Magno, mentre per la poesia anglosassone intorno al 1000 vengono messi per scrio alcuni raccon orali come quello di Beowul 1.2. Tes Tes  edican delle origini ori gini

I tes romanzi delle origini, risalen al 1000-1100, sono quasi tu tes religiosi per i laici, conserva in copie occasionali in spazi bianchi di tes lani, come ad esempio il Saint Alexis in lingua d’oil che narra le vicessitudini di Sant’Alessio, con versi tu décasyllabes pici delle

 

chansons de geste, ma anche il Boeci anch’esso in décasyllabes, in provenzale trascrio sulle par bianche di un documento che ha come tema di base la “Consolazione della flosofa” in i n quanto Boezio riceve in carcera la visita di una donna sublime, Filosofa, che gli dà importan insegnamen di vita. Entrambi i tes insistono sul conronto tra male del presente e virtù del passato. C’è poi anche la Sancta Fides in provenzale, in octosyllabes, per l’accompagnamento l’accompagnamento musicale che narra il marrio della Santa Agen al tempo di Diocleziano, anch’esso risale a inizio 1100 1.3. Res di poesia lirica

Come tes delle origini si hanno anche i res di poesia lirica risalen al periodo precedente a quello dei trovatori dunque collocabili intorno al 1000 1000.. Sono probabilmente trascrizioni a memoria o memoria o dall’ascolto, dall’ascolto, in lingua germanica con germanica con notazione musicale, uno di argomento morale l’altro parla invece d’amore. d’amore. Quello d’amore riporta come tema tema il  il movo dell’innamora dell’innamorato to che desidera essere un uccello per volare dalla sua amata, stesso tema che poi diventerà un topos trobadorico specialmente ulizzato da Bernart de Ventadorn ripreso anche in Yonec, un componimento di Maria di Francia. Sono ques esempi di can non ecclesiasci ma popolari dunque esterni alla Chiesa, res di questo po sono molto rari e spesso ricostrui per congeura. Altri componimen pici delle poesie delle origini sono le jarchas le  jarchas (hargat) della Spagna araba in cui il tema principale è quello della donna che parla in prima persona, è ina una orma poeca pica araba ed ebraica in cui parla in prima persona un soggeo diverso dal poeta. Jarchas completamente completamen te in lingua romanza sono pochi, si trovano sempre inuenze arabe ed ebraiche 1.4. La Chanson de Roland e le più anche chansons de geste

La Chanson de Roland è composta nell’sec. nell’sec. XI tra il 1060-90. La chanson racconta della disaa di Roncisvalle in cui l’esercito ranco di Carlo Magno viene sconfo dai Saraceni durante un’imboscata: Gano tradisce il suo esercito in quanto oeso per esser stato scelto come il “sacrifcabile” che avrebbe dovuto guidare l’ambasceria da inviare al re dei Mori Marsilio, a capo della retroguardia viene invece messo Rolando che rimane vima dell’agguato. In fn di vita, rifuta di suonare il corno per chiamare i rinorzi, lo a solo nel momento in cui sono già quasi tu mor e anch’egli alla fne muore per il grande sorzo, alla fne il traditore Gano viene processato e giusziato. La versione più anca è riportata dal ms.O anglonormanno, è la prima copia di un originale rancese e ina riporta tu gli inevitabili errori di copia. In O, alla fne della chanson, si legge anche di un certo Turoldo che avrebbe scrio o trascrio il componimento, dunque non si sa se ques sia in ee l’autore, il cantore o solo il copista. Prima della Chanson de Roland vi sono altre aestazioni della leggenda come quella della Nota Emilianese databile nel decennio 1065-75. La Chanson de Roland è considerata il modello per eccellenza del genere epico ed ha una orte ispirazione religiosa: la morte di Rolando è descria come quella di un marre e la vendea di

 

Carlo come un qualcosa di sovrannaturale, con il sole che si arresta prima che il buio permea ai nemici di uggire. Per questo ao è stata dunque proposta l’ipotesi di una fliazione delle chansons de geste dai primi poemi agiografci ma anche viceversa, anche la lingua è molto simile perché è quella usata dalla cultura monasca. monasca. Tra le altre canzoni di gesta più anche abbiamo: 







Gormont e Isembart = di inizio inizio  sec.XII, il tema è quello dello scontro crisani-paga crisani-pagani ni che allude allo scontro di ribellione re-vassallo Chanson de Guillaume = della prima metà  metà sec.XII, il tema è la leggenda di Guglielmo d’Orange che combaé per Carlo Magno e partecipò alla riconquista di Barcellona. Guglielmo è descrio come edele diensore del re Raoul de Cambrai = della prima metà sec.XII, il tema è quello dei “vassalli ribelli”, il re non sa gesre le ribellioni dei eudatari che si scontrano tra loro in loe sanguinose, viene messa in risalto l’anima guerriera della tradizione germanica. Contenuto completo nel solo manoscrio BnF Chanson d’Anoche = di fne sec. XII è il resoconto storico della baaglia di Anochia

1.5. L’Alexandre di Alberic de Pisançon e i romanzi di Alessandro in lingua d’oil 

L’Alexandre L’Alexandre è il romanzo più anco in lingua d’oil in octosyllabes che parla di Alessandro Magno, risale ina ai primi sec. XII. Si hanno oggi solo i primi 105 copia nei primi anni del sec.XII su una pagina bianca di un altro manoscrio L’autore è idenfcato come Alberic de Pisançon. Pisançon. Risale al sec. XII anche un riacimento tedesco che conerma come la leeratura rancese sia stata largamente ripresa in area germanica.  germanica.  La leggenda di Alessandro Magno ha da sempre suscitato molto interesse, interesse, già durante l’epoca lana, e i tes che la raccontano ondono sempre elemen storici a elemen antasiosi. Riacimen postumi della metà del sec. XII vedono invece passare l’Alexandre prima al décasyllabe pico dell’epica dell’epica e  e inta la orma del romanzo lo avvicina molto all’epica, poi all’alessandrino all’ alessandrino (12 sillabe) pico della chanson de geste, ques riacimen sono contenu nel Roman d’Alexandre di Alexandre de Paris di fne sec. XII in cui si rielabora tuo il materiale narravo riguardante Alessandro Magno. 1.6. La prima leeratura anglonormanna

L’Inghilterra L’Inghilterra normanna ha un ruolo ondamentale nelle trasmissione dei tes anchi della Francia, i manoscri più anchi del Saint Alexis, della Chanson de Roland, della Chanson de Guillaume e del Gormont ed Isembart sono tu anglonormanni, è ina un grande centro di avanguardia che incrocia culture dieren. Manoscrio importante di area anglonormanna è il San Brendano di Benedit, riacimento romanzo di un testo irlandese in lano del 700 d.C. che traa in chiave crisana il tema celco della navigazione mica verso l’aldilà in l’aldilà  in questo caso dell’abat dell’abatee Brendano e dei suoi monaci.

 

Sempre risalen ad area anglonormanna di inizio sec. XII ci sono anche opere scienfche come il Comput e il Besaire di Philippe de Thaϋn. Fisiologo, ed Il Besaire è il riacimento di un testo greco precedente, il Fisiologo,  ed ha inten edifcan: per ogni animale si descrivono le sue caraerische, spesso avolose, e se ne dà un’interpreta un’interpretazione zione simbolica. I besari saranno poi parte importanssima della leeratura scienfca del ‘200-‘300, come per esempio il Tresor di Bruneo Lani. Riacimen importan sono il Besaire d’Amours in cui gli animali sono i simboli degli sa d’animo e delle soerenze delle soerenze dell’innamorato. Importan di area anglosassone sono anche tu quei tes storiografci in parcolare quelli su re Artù, capo militare che combaé contro i sassoni, personaggio ripreso poi nel romanzo cortese dal Roman de Brut di Wace Wace della  della seconda metà del sec.XII dove vengono introdo elemen nuovi come al Tavola Rotonda (alla quale i cavalieri di Artù sedevano senza ordine gerarchico): sono dunque i raccon celci a ornire la materia ai romanzi cortesi CAP2) DAI PRIMI TROVATORI AI ROMANZI IN PROSA 2.1. I trovatori 

La poesia lirica romanza comincia a inizio sec. XII con i primi trovatori provenzali. provenzali. Si dice che la poesia lirica l irica romanza cominci proprio in questo momento perché con i trovatori si crea un movimento di autori che condividono le stesse orme, idee e immagini legate soprauo alla corte, creando così un  un vero e proprio modello leerario. leerario. La poesia lirica romanza nasce nella Francia meridionale ma presto si dionde anche in Casglia, Catalogna e Italia e viene ripresa poi nelle diverse lingue in Francia del Nord (lingua d’oil), in Germania, in Portogallo e presso la Scuola Siciliana di Federico II (in siciliano). I corpus che tramandano la poesia trobadorica sono però tu risalen a un secolo dopo, ovvero al sec. XIII. XIII. I trovatori più anchi sono Guglielmo IX, Elbe de Ventadorn (di cui non si hanno tes) e Jauré Rudel.. Rudel Importante è la categoria di quei trovatori che si spostavano di corte in corte al servizio dei vari signori tra cui si ricordano i trovatori Marcabruno Marcabruno e  e Cercamon Cercamon.. Il periodo di massima produzione trobadorica va da metà sec. XII – metà sec. XIII epoca della crociata contro gli Albigesi quando mol trovatori sono costre a emigrare lontano dalle cor occitaniche. Il movimento trobadorico fnirà alla fne sec. XIII con ulmo trovatore Giraut Riquier di Narbona. La poesia trobadorica si dionde nelle cor grazie ai giullari che sono gli esecutori dei componimen dei trovatori.

 

Il tema centrale della centrale della poesia trobadorica è l’amore l’ amore o meglio la fn’amor cioè un amore puro in cui in parcolare il soggeo della donna amata prende grande rilievo, la donna è sempre superiore all’uomo che la ama e dunque l’amore è irrealizzabile e il rapporto innamorato-donna è impostato nei termini del rapporto eudale vassallo-signore. vassallo-signore. Nell’impossibilitàà di realizzare Nell’impossibilit realizzare l’amore,  l’amore, il senmento è onte di perezionamento che dona all’uomo le virtù necessarie necessarie.. Ma questo amore si presta anche alle riessioni dei moralis come Marcabruno che contrappongono alla fn’amor il als’amor als’amor come  come crica al mondo corroo della corte: ecco dunque che la canzone morale diventa un genere parallelo della canzone d’amore, l’amore è du dunque nque un tema per meere in discussione gli ideali e la realtà della corte. Le riessioni moralische vengono condoe mediante i generi della tenzone e del parmén in orma di dialoghi. Vi sono anche altri pi di canzoni più adae a un uso polico come il planh, un “pianto unebre” di commemorazione alle grandi personalità deunte, o le canzoni di crociata soprauo quelle per la Reconquista della Spagna dagli arabi. Adao alla melodia troviamo invece il sirventese largamente usato da Bertran de Born, il termine deriva dal provenzale sirvent , un mercenario al servizio di un signore eudale. Quindi l'intento originario di questo genere di composizione, osse essa cantata dal menestrello o composta dal trovatore, era quello di lodare o cricare il signore a cui si prestava servizio. 2.2. I “romanzi anchi” 

I romanzi anchi nascono presso la corte Plantageneta d’Inghilterra di Enrico II e della moglie Eleonora d’Aquitania, fglia del primo trovatore Guglielmo IX: sono il Roman de Thebes riacimento della Tebaide di Stazio e il Roman de Troie riacimento dell’Eneide di Virgilio. Sono ina rielaborazioni di opere preceden in quanto le on sono usate molto liberamente lasciando molto più spazio alla spazio alla fgura emminile alle storie d’amore e privilegiando il monologo come orma espressiva che è quella più adaa per l’l’analisi analisi psicologica del senmento. 2.3. Tristano

I romanzi cortesi accolgono anche molte leggende celche come quella di Tristano e Isoa: Isoa: abbiamo ina il Tristan di Thomas, anglonormanno di sec. XII, e il Tristan di Béroul, normanno della seconda metà del sec. XIII. Entrambi ques due romanzi vengono poi ria in lingua tedesca. Riguardo ai romanzi di Tristano vi sono due ipotesi dieren: Bédier dice che tu i tes di Tristano derivano da un unico romanzo perduto della prima metà del sec. XII mentre Varvaro sosene che la tradizione osse aa di episodi vari unifca soo tale leggenda. 2.4. Maria di Francia

Nel Lai del caprioglio di Maria di Francia si narra un piccolo episodio della leggenda l eggenda di Tristano in anglonormanno e octosyllabes.

 

Maria u al servizio di Enrico II Plantageneto ed è una delle poche trovatrici provenzali. Il lai è un genere di narrava breve cortese che hanno come tema quello di storie d’amore ricavate dal materiale olklorico celco 2.5. Chréen de Troyes e il Graal  2.5.1. Chréen de Troyes, la poesia lirica, i trovieri 

Con Chréen de Troyes il romanzo arturiano diventa il genere più importante della narrava cortese: i suoi romanzi arturiani sono il Lanceolt e il Conte du Graal/Perceval. Graal/Perceval. I suoi romanzi sono tu compos nel periodo di massima espansione della lirica trobadorica. Ma Chréen compone anche canzoni d’amore e dunque in lui si riconosce il primo troviere in lingua d’oil e a parre da questo momento si aacceranno sulla scena della poesia d’amore anche altri trovieri in lingua d’oil soprauo nello Champagne, nella Piccardia… Le temache sono le stesse trobadoriche ma con un’elaborazione leggermente diversa, genere picamente rancese è ina quello della pastorella  il cavaliere non incontra una dama di corte bensì un’umile pastora alla quale egli chiede un amplesso che si risolverà con un successo, un rifuto o una violenza o tentavo di violenza. Esistono anche pastorelle provenzali ma il tuo lì ruota ancora aorno alla fn’amor cortese, a dimostrare come la poesia d’oil sia un rielaborazion rielaborazionee leggermente dierente della poesia trobadorica 2.5.2 I romanzi di Chréen de Troyes

Tra i romanzi più importan di Chréen de Troyes si ricordano l’Erec l’ Erec et Enide e l’Yvain l’Yvain in cui si rielaborano i movi olklorici del valore guerriero e del coinvolgimento dell’eroe in storie d’amore esemplari. esemplari. Con il Cligés in cui si ha un’ambientazione un’ambientazione greca la classicità entra nei romanzi arturiani, anche qui il tema è l’amore ed è probabilmente interpr interpretato etato come il contrappeso alla storia di Tristano e Isoa che Chréen riene un racconta d’adulterio scandaloso, una commedia comica dunque comica dunque in opposizione a una tragedia. Il Lancelot, rimasto incompiuto, parla invece dell’amore di Lancilloo per Ginevra: il tuo è improntato con or risonanze miche in cui Lancilloo è l’eroe l’eroe liberatore proprio perché edele ad Amore. Il Lancelot di Chréen a parte di un ciclo di romanzi in prosa deo Vulgata o Lancelot-Graal. I temi principali del Lancelot sono la ricerca del Graal e dell’amore dell’amore tra Lancilloo e Ginevra, Ginevra, negli altri romanzi del ciclo si racconta la vita di Lancilloo dalla nascita alla morte. Il tuo ha connota moralisci e religiosi tanto che è proprio il peccato di adulterio che impedirà a Lancilloo di oenere il Graal.

 

Il Conte du Graal/Perceval è anch’esso incompiuto ed è il primo romanzo in cui a la comparsa il tema del Graal Graal,, il romanzo narra di Perceval, giovane selvaggio che diventa cavaliere ma senza perdere la sua natura impulsiva e spontanea. Nel romanzo si nota anche un primo abbozzo di intreccio intreccio  con più floni perché probabilmente probabilmente lo stesso Chréen aveva lasciato incompiu due romanzi disn, uno su Perceval e uno su Galvano, poi uni in seguito da altri 2.5.3. Il Graal e i romanzi in prosa

portata inserito in una Inizialmente Chréen a rierimento a un generico graal, un piao di portata inserito prospeva crisanizzata perché portatore dell’osa dell’osa consacrata, consacrata, unico nutrimento del re del castello. Più tardi nel sec. XII invece il Graal diventa il calice dove venne raccolto il sangue di Cristo e il personaggio principale viene idenfcato in Giuseppe d’Arimatea dei Vangeli apocrif. Tra i romanzi con il Graal per tema, oltre al Perceval si ricorda anche il Merlin e il Joseph Joseph,, e sono queste le opere in prosa più anche (fne XII-inizio XIII sec). In questo periodo, ina i romanzi in prosa iniziano ad avere larga diusione perché gli autori rivendicano una prosa senta “più vera” rispeo vera” rispeo a una poesia “più di antasia” 2.6. Fra Chréen de Troyes e i romanzi del Graal  2.6.1. Il Roman de Renart 

Il Roman de Renart viene composto nel periodo che va dai primi romanzi di Chréen alla grande produzione di romanzi ciclici. Nel Roman de Renart i personaggi sono tu animali che agiscono come umani e portano ina un nome umano per rappresentare un mondo di violenza e inganni ma senza esempi morali. Il protagonista è Renart, una volpe maschio che inganna vari altri personaggi. Il romanzo prende spunto da un poema lano. Il Roman de Renart non è un testo unico ma è un insieme di tes che nei manoscri che li tramandano sono aggrega in modo diverso in sezioni autonome dee branches. Come temi e linguaggio siamo all’inverso all’inverso di quelle cortesi: si parla qui di sessualità, del “basso corporeo”, e di materialità in generale2.6.2. I abliaux e Jean Bodel 

I temi dei abliaux sono simili a quelli del Roman de Renart poiché ina sono i suoi ancipatori nel XIII sec.: sec.: sessualità, basso corporeo e materialità  Sono ques il contrappeso del “lai” cortese.. cortese Non si sa se il pubblico osse un pubblico borghese oppure un pubblico cortese che si diverva a deridere borghesi e villani, potrebbe essere anche entrambi. I tesmoni che ci tramandano i abliaux sono circa 30 tu risalen a fne XIII-XIV sec. Il più anco abliaux è Richeut della seconda metà del sec. XIII, storia di una prostuta che si arricchisce ricaando ricaando tre uomini, a uno dei quali aribuisce un fglio, il quale diventerà uno

 

sruatore di donne ma sarà poi anch’egli ingannato dalla madre. Tra gli autori più importan di abliaux si ricorda Jean Bodel (ne scrive 8) 2.6.3. Narrava cortese

Per la narrava cortese si ricorda il “Lai de l’ombre” databile nei primi decenni del sec. XIII dove l’l’ombra ombra sta a indicare l’ombra della donna amata riessa nel pozzo a cui il cavaliere gea l’anello che lei ha rifutato, acendola cedere con questo ennesimo gesto d’amore. amante sore ma tuo è La narrazione è vaga, i personaggi senza nome, Amore è un ranno, l’l’amante contornato da un’aurea un’aurea di ranatezza galante fno all’esito fnale che è posivo. posivo.   L’autore di questo lai è Jean Renart. Si ricorda poi il Roman de la Rose di Guillaume de Lorris degli anni ’30 del sec. XIII, è un romanzo allegorico incompiuto, allegorico  incompiuto, tu i personaggi sono personifcazioni tranne il protagonista che invece racconta in prima persona.  persona.  Il romanzo è conservato solo da due mss. in orma autonoma, altri manoscri lo tramandano tramandano ma  ma con una connuazione postuma di un altro autore, la novità qui è però che questo romanzo presenta un’allegoria un’allegoria proana con proana con una idealizzazione della società cortes cortesee pica della poesia lirica (troviamo la personifcazione del bel accueil). CAP3) DAL CID AD ALFONSO X 3.1. Leeratura iberica ra il secolo XII e l’inizio del XIII 

La poesia provenzale si dionde in Casglia alla fne del sec. XII soprauo presso la corte di Alonso II d’Aragona: d’Aragona: qui i poe compongono usando la lingua provenzale. Tra i tes casgliani più anchi si ricordano: - il Cid - la Rapresentacion de los Reyes Magos di argomento sacro e non si sa se osse per la rappresentazione rappresenta zione teatrale o meno - la Disputa del alma y del cuerpo ripreso da un poemeo rancese scrio nel sec. XII su un documento di una donazione di un monastero - la Vida se santa Maria Egipcìaca del Egipcìaca del sec. XIII anch’esso traduzione di una vita rancese - la Razon de amor y denuesto del agua y el vino sempre del sec.XIII scrio su un codice di sermoni morali rancese e probabilmente copiato da un certo “Lupus de Moros” copista aragonese, il che sarebbe conermato da alcuni tra linguisci aragonesi 3.2. L’epica casgliana

Dell’epica casgliana oggi abbiamo integro solo il Poema del Cid conservato in un unico ms. del Dell’epica sec. XIV che XIV che sarebbe la copia di un manoscrio del 1207 trascria da un certo Abbat Abbat.. Il protagonista è un personaggio storico ovvero Rodrigo Diaz de Bivar che ebbe cariche importan nel regno di Casglia ma poi u esiliato più volte e partecipò a diverse baaglie, nel poema si

 

narrano a documentabili come le sue imprese militari ma anche a non documentabili perché priva come il matrimonio delle fglie e tue le vicende che da esso scaturirono, di oltraggi e giuszia. Il testo è diviso in coplas ovvero stanze con versi di misura irregolare. Si ricorda poi il Poema de Fernàn Gonzàles con stessa orma del Poema del Cid che ha come protagonista il conte che rese indipendente Casglia dal Leon, è scrio nel sec. XIII ma conservato in un manoscrio del sec. XV. Altro testo, questo conservato, è il Roncesvalles di Pidal che ci è però arrivato per mezzo di una trascrizione del XIV sec. e riprende il tema della Chanson de Roland. Epica casgliana e epica rancese sono rancese sono streamente collegate proprio collegate proprio perché c’è una orte penetrazione della cultura rancese in Spagna, Spagna , grazie al Santuario di Sanago de Compostela e alla regola benedena imposta in tu i monasteri spagnoli. Conrontando ina il Cid con la Chanson de Roland si possono trovare sia analogie che dierenze: entrambe ruotano aorno al valore della edeltà del vassallo al signore ma lo spirito è diverso, ovvero quello di chi combae uori dai regni crisani per oenere promozione sociale e guadagni, si insiste molto sul tema della razzia e del bono di guerra, si soolinea la viltà dei nobili corte che deve essere punita daiperché signori.si sono conserva pochi tes ma si sa che era L’epicadicasgliana è poco documentata comunque molto cospicua. 3.3. Epica “meridionale” e romanzi provenzali 

Anche l’epica l’epica meridionale rancese è poco documentata ma si è ipozzato che orse potrebbe essere stata molto abbondante come quella casgliana e magari addiriura aver preceduto l’epica del nord. Per esempio la Chanson d’Anoche del nord potrebbe essere derivata da un precedente testo provenzale del ‘200 Chansò d’Anocha. d’Anocha. Vi sono anche tes epici provenzali rolandiani: Ronsasvals e Rollan a Saragossa probabilmente scri subito dopo il ‘100. Abbiamo poi la Cansò de la Crosada che narra le vicende crociate del primo ventennio del ‘200, è scria da due autori, il primo meno coinvolto del secondo che invece risulta più appassionato nella narrazione e si lascia andare a criche contro le violenze vi olenze dei crocia Tra i romanzi provenzali più importan si ricordano invece Jauré e Flamenca. Jauré è dedicata al re Giacomo I d’Aragona e scrio probabilmente in Catalogna intorno agli anni Troyes, è ina 30 del ‘200, l’autore l ’autore riprende mol elemen dai romanzi di Chréen de Troyes, ambientato nel mondo arturiano con avventure antasche e sorprenden (come sorprenden (come in Perceval castellana,  è tramandato da due manoscri comple. appunto) e il tema dell’amore dell’ amore per un castellana, è Flamenca è la storia di una gelosia punita, alcune interpretazioni leggono la storia della rivincita della Provenza sulla Francia, è scrio probabilmente entro gli anni ’50 del ‘200 ed è tramandato da un solo manoscrio 3.4. I primi tes poeci in Italia e la Scuola Siciliana

 

3.4.1. Ritmi anchi e poesia religiosa

I primi tes leera italoromanzi sono documenta a parre da fne sec. XII, alcuni conserva in libri veri e propri altri in spazi bianchi di tes lani. Il più anco è il Ritmo laurenziano in cui un giullare chiede in dono un cavallo ed è trascrio su un codice religioso. Si hanno poi Ritmo su sant’Alessio e Ritmo cassinese, un un  dialogo tra un personaggio orientale e uno occidentale da cui emerge la religiosi superiorità della e celeste su quella terrestre, entrambi sono dunque poeme scri travita fnecontemplava XII inizio XIII secolo. Per la produzione religiosa dell’Italia Seentrionale si hanno il Libro cremonese di inizio sec.XIII, i Proverbia quae dicuntur super natura eminarium lombardi sempre del sec. XIII, lo Splanamento Splanamento   de li proverbi de Salamone anche questo cremonese. Ma le opere religiose più grandi vengono dall’ dall’Umbria, Umbria, si ricordi ina il Canco delle creature di San Francesco d’Assisi tradito da vari manoscri, vi è anche uno spazio lasciato per la melodia che però non venne mai trascria 3.4.2 Poesia lirica: i trovatori in Italia e la Scuola Siciliana

Nelle cor del Nord la poesia lirica lirica ital italiana iana del ’200 è tua provenzale: anzituo ci sono trovatori provenzali arriva dalla Francia del Sud soprauo a seguito della crociata contro gli Albigesi ma al loro fanco si iniziano a presentare anche trovatori di origine italiana, l’esempio più noto è Sordello. La corte con più trovatori italiani è quella di Alberico da Romano in Veneto. I primi tes lirici italoromanzi sono di Raimbaut de Vaqueiras, provenzale sceso in Italia, ed hanno i toli Domna tanto vos ai preiada ed Eras quan vey verdayar in cui compare anche un italiano seentrionale. La più anca canzone di ispirazione provenzale è invece Quando eu stava in le tu’cathene contenuta in una pergamena di Ravenna e scria tra fne ‘100-inizio ‘200. Ma la massima ripresa della lirica trobadorica provenzale è quella aa a corte di Federico II di Svevia e del fglio Manredi a Palermo in cui si sviluppa una poesia in siciliano che si ispira alle orme e ai contenu della lirica trobadorica provenzale ma ristrea alla sola poesia d’amore quando invece i provenzali traavano anche di altri temi. Innovazione pica della poesia siciliana è invece il soneo che non esisteva in poesia provenzale. La ripresa dalla poesia provenzale inizia probabilmente proprio a seguito del ritorno di Federico II a corte dopo l’incoronazione avvenuta in Francia. I tes dei siciliani sono tramanda dai 3 grandi canzonieri del ‘200 in cui si nota però una lingua simile ai toscani, rimangono puramente siciliani solo i tes di Steano Prontonotaro, non si hanno ina tracce della prima diusione in siciliano, siciliano , tua la tradizione tradizione è  è ina toscana toscana.. Le maggiori tracce della toscanizzazione si vedono soprauo nelle rime imperee ovvero quelle

 

parole che in toscano non sono in rima ma che invece lo erano in siciliano: tosc. USO-AMOROSO > sic. USU – AMURUSU, tosc. PAESE-MISE > sic. PAISI-MISI, sono dunque queste rime di I con E e U con O che prendono il nome di rima siciliana. siciliana. Questa acies linguisca alterata rende dicile individuare i veri poe siciliani separandoli dai toscani, se ne sono idenfca circa 25 tra cui anche lo stesso Federico II e il fglio Enzo, il maggiore  Giacomo è un è invece Giacomo dadiLenni al quale aribuita l’invenzione del soneo unzionario di corte Federico (deoviene ina “Notaro”) insieme a Piero della Vigna. Più controverso è invece Cielo d’Alcamo autore di “Rosa resca aulenssima”, un testo non lirico in alessandrini del quale Dante cita un verso come esempio di buon siciliano.

3.5. La poesia galego-portoghese

La più anca poesia galego-portoghese risale già a fne ‘100 e ‘100 e la lingua galego-portoghese per la poesia rimane ava in penisola Iberica fno al ‘300. lirica  Ruolo propulsore spea soprauo alla corte di Casglia, dove si impone come lingua della lirica  ispirata al modello dei trovatori. trovatori. I centri di maggior aggregazione di poe sono la corte di Casglia e la corte di Portogallo. I generi principali è quello della cangas d’amor che hanno anche spazio per la notazione musicale ma di cui non abbiamo molte tesmonianze, composte tue tra il ‘100 e il ‘300 hanno come argomen i pici temi provenzali del dolore dell’innamorato per il rifuto della dama e il tema della morte per amore, le cangas d’amigo in cui si ha un io narrante emminile che è innamorata dell’ “amigo”, l’amato di cui parla, spesso lontano perché a corte o in guerra e le cangas d’escarnho e de mal dizer, di argomento ludico con aacchi e insul a personaggi di ogni livello, includono tes di argomento argomento polico o polemica le leeraria, eraria, come visto dunque i primi due d dii tema amoroso, l’ulmo non amoroso. Dal punto di vista ormale abbiamo invece cangas de meestria che non hanno ritornello e i cangas de reram che invece hanno il ritornello 3.6. Il “mester de clerecìa” 

Con “mester de clerecìa” si indica un insieme di opere scri in quarne monorime di alessandrini, così chiamate perché è questa un “arte senza dieo in quanto aa dei chierici” che erano tu gente di grande cultura, gli autori di “mester de clerecìa” sono ina tu molto col e scrivono con fni didaci verso il pubblico al quale appunto si rivolgono usando il volgare per essere compresi appieno. L’esempio più importante è il Libro di Alexandre della prima metà del sec. XIII dove si trova proprio il vanto dell’autore per aver composto in questo schema, è un poema sulla vita di Alessandro Magno dove egli racconta le vicende della Guerra di Troia proprio per istruire i suoi solda (un poema nel poema dunque). E’aribuito Gonzalo de Berceo, autore colto e ranato capace di esprimersi in modo semplice, haascrio soprauo opere didache ma anchema opere agiografche, liturgiche e vite dei

 

san tra cui anche componimen lega al culto della Vergine che si dionde già tra 1000-1100 ma che si aermerà in volgare nel ’200 3.7. Alonso X di Casglia

Per quanto riguarda i miracoli di Maria si ricorda Cangas de Santa Maria di Alonso X di Casglia che alternano canzoni di lode a tes narravi, compos in galego-portoghese alcuni di ques con notazione musicale. Alcuni miracoli riguardano a recen, altri persone vicine al re o anche lui stesso e vi sono varie redazioni di quest’opera. Il re gode anche dell’appoggio di mol collaboratori tra cui trovatori in galego-portoghese ma anche trovatori provenzali come Giraut Riquier. arabe, sono traduzioni di Alonso X produce anche opere scienfche che riprendono tue on arabe, tes arabi o opere orientali di narrava con intento morale, di solito struurate in dialoghi tra un re e un flosoo che gli dà i suoi consigli. L’opera maggiore di Alonso X è Estoria de España, importante opera storiografca che usa una grande varietà di on da Lucano ai cantari epici, è il progeo di una grande storia di Spagna in casgliano CAP4) VERSO DANTE E OLTRE 4.1. Storiograa di re e di cià (Francia, Catalogna, Italia) 4.1.1. Le Grandes Chroniques de France

Anche in Francia il re Luigi IX vuole portare avan il progeo di una grande storia della Francia commissionato, in rancese, nel 1250 al monaco Primat e prenderà il tolo di Roman de rois quando verrà terminato a fne anni ’70. Per comporlo Primat dichiara di aver usato tue le l e on disponibili su storie e a dei re dimostrando una precisa avità storiografca in lano L’opera viene poi connuata e rielaborata e prenderà il tolo di Grandes Chroniques de France 4.1.2. Le cronache catalane

Anche in Catalogna si porta avan un progeo di storiografa reale con il Llibre dels eyts di Giacomo I d’Aragona concentrato sulle imprese del re e sul suo personaggio e tramandato da vari manoscri a parre da fne ‘300. Un'altra opera simile è quella di celebrazione per Pietro III di III di Bernat Escrivà di Es Clot nel Rossiglione e un’altra ancora quella di Ramon Muntaner per la celebrazione della nazione catalana. 4.1.3. Giovanni Villani e Dino Compagni 

Di intento celebravo sono anche Nuova cronica di Giovanni Villani mercante forenno con prospeva non nazionale ma ciadina perché l’Italia era divisa in comuni, scria nel 1300 in

 

occasione del Giubileo di Boniacio VIII sull’esempio dei grandi autori romani del passato. Sia la Nuova cronica di Villani sia la Cronica di Dino Compagni raccontano la storia di Firenze: si parla degli scontri guelf-ghibellini, della discesa di re Arrigo VII in Italia…

4.2. Poe di cià (Italia e Francia) 4.2.1. La poesia toscana

La poesia toscana del ‘200 è una poesia d’ambiente d’ambiente comunale, si prende la poesia della Scuola Siciliana e la si rinnova rinnova dando  dando vita a una vera e propria toscanizzazione di questa. Importante nella ripresa della poesia siciliana da parte dei toscani è la cià di Pisa Pisa,, che in quanto ghibellina, aveva stre conta con Federico II e Bologna che aceva parte della Toscana e dove per mesi venne tenuto prigioniero Enzo, Enzo, il fglio di Federico. Firenze si aermò come centro poeco solo più tardi alla fne del ‘200. Tra i poe maggiori si citano Guione d’Arezzo a Firenze e sempre a Firenze anche Guido Cavalcan e Dante Alighieri promotori Alighieri promotori dello Sl novo ma anche Chiaro Davanza e Monte Andrea. Guione d’Arezzo è una fgura importanssima in quanto egli è il primo a mostrare una certa indipendenza dalla poesia siciliana approcciandosi direamente alle origini provenzali senza le mediazioni dei siciliani, egli ina conosce benissimo la poesia trobadorica. Da tenere in considerazione che la poesia toscana riprende dalla poesia trobadorica tu i temi, sia l’amore l’amore che quelli morali e polici mentre la Scuola Siciliana si era avvalsa solo del tema d’amore 4.2.2.. Arras: da Jean 4.2.2 Je an Bodel a Adam de la l a Halle

Ad Arras in Francia nel sec. XII si sviluppa la poesia ciadina e borghese che ha tra i maggiori esponen Adam de la Halle e Jean Bodel. Bodel. Adam de la Halle vive nel ‘200 e compone soprauo tes con orte componente musicale come i rondeaux rondeaux.. La sua produzione oggi è contenuta in 17 manoscri  L’opera principale è il Jeu de Robin et Marion che mee in scena il genere della pastorella e viene rappresentato probabilmente probabilmente alla corte degli Angiò di Napoli ma si ricorda anche il Jeu de la Feuillée con la euillée che rappresenta l’edicola coperta di rasche dove per Pentecoste si esponevano le reliquie della Madonna, quest’opera rappresenta l’archepo l’archepo del teatro medievale con medievale  con mol dei temi che diventeranno appunto veri e propri topoi 4.2.3 Parigi: Rutebeu 

Rutebeu è dello Champagne ma lavora a Parigi tra gli anni ’50 e la fne degli anni ’70 del ‘200. La sua produzione è oggi contenuta da un gran numero di tesmoni.

 

Rimane comunque un personaggio abbastanza sconosciuto perché quasi mai parla di sé ed è poco menzionato anche da altri autori. Il soprannome “Rutebeu” viene interpretat interpretato o direamente da lui come defnizione di “colui “colui che lavora grossolanamente”. grossolanamente” . Rutebeu è un grande proessionista, probabilmente chierico, grande conoscitore della cultura lana che scrive per commissione a Parigi. Molte delle sue opere riguardano il tema della contesa tre chierici secolari dell’Università e ordini mendican, domenicani, rancescani, egli parteggiava per i primi elaborando dunque tes molto violen nei conron dell’altro schieramento. Ma Rutebeu compone anche tes che parlano di crociate, abliaux soprauo abliaux soprauo di sara contro i villani perché considera essere ineriori, opere religiose ma anche opere dopo l’autore mee in scena sé stesso parlando della miseria della propria condizione, è povero e anche malato, non si sa però se queste inormazioni siano inventate o se invece rappresenn rappresenno o la sua reale biografa in quanto le sue opere sono di datazione molto dicile, è comunque questo uno scorcio di poesia personale 4.2.4. Jean de Meun

Nel contesto della disputa tra chierici secolari e altri ordini in Università Università,, si inserisce anche il Roman de la Rose la prima opera di Jean de Meun, il quale produrrà anche importan volgarizzamen come quello della Consolazione della flosofa di Boezio che dedicherà a re Filippo il Bello. Jean è dunque un chierico di grande cultura lana che egli vuole divulgare anche tra i laici. Il Roman de la Rose è un’opera importanssima per il medioevo romanzo, ebbe grandissimo successo, è in oosillabi e l’inizio della scriura risale al 1268 quando Jean connua il romanzo di Guillaume de Lorris che ina rappresenta la prima parte della sua opera anche se altri pensano che l’unione non sia stata aa dallo stesso Jean ma da chi possedeva entrambi i codici. Lo sle di Jean è esuberante con connue digressioni che però tornano sempre al punto. Nel romanzo Jean distrugge l’ideale d’amore cortese, cortese , il tema centrale è l’elogio l’elogio alla acoltà riproduva che perpetua l’umanità oltre la morte morte  l’amore l’amore carnale e passionale, temi che egli riprende già da on lane e che danno una visione negava dell’umanità. Ma vi sono anche visioni posive dell’umanità come il tema dell’età dell’età dell’oro come dell’oro come periodo di pienezza esistenziale e libertà. 4.3. Leeratura scienca, didaca ed enciclopedica 4.3.1. L’Image du monde

Tra le opere enciclopediche maggiori si ricorda l’Image l’ Image du monde composta a Lorena alla metà del ‘200 e di grande diusione in varie redazioni. La prima redazione è in tre libri e si arontano i temi della nascita delle scienze, della descrizione del mondo e dell’astronomia, la seconda redazione è invece in due libri divisi tra argomen teologico-moralii e di scienza naturale. teologico-moral

 

E’un testo importanssimo perché scrio in volgare e dunque  dunque simboleggia una prima diusione della scienza anche ai laici 4.3.2. Il Tresor di Bruneo Lani 

Anche il Tresor è un’opera un’opera enciclopedica per un pubblico di laici e ina scrive in lingua rancese che è la lingua internazionale dei laici, laici, è indirizzata soprauo ai mercan forenni in Francia e, Francia e, per quanto riguarda le sezioni poliche, rivolta ai podestà, quelle fgure esterne che reggevano il comune per un anno o sei mesi: con l’opera Bruneo vuole ornire loro una cultura generale con generale con nozioni di teologia, storia, astronomia, zoologia, retorica ma anche traazioni morali inserendo morali inserendo un volgarizzamento volgarizzament o dell’Eca Nicomachea di Aristotele. L’opera ebbe grande successo in Europa e ed è tramandata da un’oanna di manoscri copia in Francia e Italia dove viene anche tradoo in toscano nel Tresoro e conosce diusione anche in Penisola Iberica. Reorica   Bruneo si dedicò soprauo a volgarizzamen di autori lani amosa è ina la sua Reorica che è una volgarizzamento del De Invenone di Cicerone, ma anche lo stesso Tresor che risulta composto da un assemblaggio di volgarizzamen di tes trado dal lano, si veda ad esempio il caso della traduzione dell’Eca Nicomachea di Aristotele 4.3.3. Opere scienche casgliane

Le maggiori produzioni casgliane sono opere in lano che riportano traduzioni di opere arabe  arabe  prima ae a voce in romanzo da uno stesso arabo, poi trascrie appunto in lano perché il lano è la lingua compresa da mol chierici venu in Spagna per studiare. Le traduzioni iniziano a essere ae in lingua romanza solo con Alonso X perché rivolte ai casgliani non conoscitori del lano. Si inizia con la produzione scienfca volgare: astronomia, astrologia, lapidari… La diusione delle opere casgliane in Italia è però molto scarsa, vi è solo una traduzione di un libro astronomico di Alonso X di area forenna risalente al ‘300 4.4. Il rancese in Italia

Nel ‘200 il rancese è in Italia una lingua di presgio adaa a tu gli usi leerari, già dimostrato dalla scelta auata da Bruneo Lani per il suo Tresor perché è lingua di tu i laici del mondo e perché piacevole da leggere e udire più di ogni altra. Ma, oltre a Bruneo, vi sono anche altri autori che si avvalgono del rancese per le loro opere: il veneziano Marn da Canal, il pisano Ruscheo da Pisa collaborerà Pisa collaborerà con Marco Polo alla scriura del Milione che ha appunto una stesura originale in rancese anche se abbastanza italianizzato italianizzato deo piuosto ranco-italiano con la maggior parte delle espressioni provenien dal Veneto. L’Italia è anche molto interessat interessataa all’ all’epica epica rancese che presto si dionde, un esempio è la Chanson de Roland che ispira il testo in lingua ranco-veneta Entrée d’Espagne 4.5. Leeratura iberica del primo Trecento 4.5.1. Ramon Llull 

 

Tra gli autori più importan della penisola Iberica nel primo ‘300 ve ne sono 3: il catalano Ramon Llull e i due casgliani Juan Manuel e Juan Ruiz. Llull dedica tua la sua vita a un progeo teologico-flosofco e di diesa e propaganda della ede crisana tentando di converre musulmani ed ebrei, scrive perciò circa 200 opere in arabo, lano e catalano per raggiungere ogni po di pubblico. La sua opera più importante è Llibre d’Evast, d’Aloma e de Blaquerna con Blaquerna  con struura narrava di romanzo 4.5.2 Juan Manuel

Juean Manuel è il nipote di Alonso X, la sua opera maggiore è Conde Lucanor che gode di una tradizione molto ampia, 4 mss. e una stampa indipendente. Manuel aveva anche conezionato esemplari di controllo per paura che le alterazioni manoscri potessero stravolgere la sua opera, ques esemplari sono però anda perdu. Altra opera importante è Libro de los enxemplos del conde Lucanor e de Patronio ormato da raccon esemplari in una cornice didaca, lo scopo dell’opera è ina didaco esplicitato dai consigli che Patronio dà a Lucanor, Lucanor, in una parte di questa raccolta raccolta ci sono ina anche pr proverbi overbi e de sentenziosi e in un’altra riessioni di ede e sul mondo in generale 4.5.3 Il Libro de buen amor di Juan Ruiz

Il Libro de buen amor ha sia un prologo in prosa che altri tes lirici, lirici, frmato dall’autore Juan Ruiz. Ruiz. La tradizione è aestata da 3 mss conserva e 3 mss perdu, che non è poco per la tradizione casgliana. Soprauo due manoscri GT e S hanno vistose lacune e sono anche di dicile datazione, non si sa ina se siano due redazioni diverse o se invece appartengano ad una stessa redazione. L’opera racconto una storia in prima persona in cui l’arciprete Ruiz a 14 tentavi di seduzione tu alli. L’intento dell’autore è quello di meere in guardia contro l’amore peccaminoso ma il signifcato un po’ambiguo potrebbe indurre il pubblico a scambiare il libro come una guida all’amore, cosa da evitare assolutamente: l’ambiguità l’ambiguità è ina un trao importante nel libro che apre a leure molteplici.. molteplici All’interno si intrecciano varie orme poeche con intento di orire ina un ampio repertorio di tue le orme poeche. Il libro è anche espressione di una cultura molteplice e ina tra le on ci sono opere lane, rancesi e arabe >>> la flologia romanza studia dunque fno al TRECENTO FRANCESE perché periodo di passaggio da rancese anco al medio rancese e punto di fne della poesia trobadorica, fno al TRECENTO/QUATTROCENTO SPAGNOLO SPAGNOLO perché in questo periodo muore il trovatore casgliano più importante Llull e sono avi Ruiz e Manuel due altri importan trovatori iberici
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