Beltrami
December 6, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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LA FILOLOGIA ROMANZA Pietro G. Beltrami PRIMA PARTE – I DIVERSI VOLTI DELLA FILOLOGIA ROMANZA –
CAP1) CHE COS’E’ LA FILOLOGIA ROMANZA La parola flologia deriva dal greco e signifca amore del discorso, perciò il flologo è l’amante della conversazione. La flologia è l’arte dell’edizione dell’edizione crica dei tes, la flologia procede procede analizzando tu i tesmoni manoscri o a stampa in cui un dato testo è disponibile al fne di ricostruire la volontà d’autore quando possibile e quindi produrre un testo che a essa sia il più vicino possibile oppure, in casi dove la volontà d’autore non è riprisnabile, dare un tes il più vicino possibile a come è circolato per la prima volta. volta. Importanssima per la ricostruzione del testo è anche la storia della tradizione ovvero la storia di manoscri e stampe che ci hanno tramandato il testo testo all’interno del contesto storico-culturale che vigeva nel momento della loro ricezione ricezione.. Uno dei compi ondamentali della flologia è dunque quello di mantenere i tes integri di ronte ai deterioramen che subiscono nel tempo durante la trasmissione e ai cambiamen della lingua nello spazio e nel tempo. La flologia romanza applicherà appunto il suo campo di studio ai prodo leerari delle lingue romanze Le lingue romanze o neolane sono tue quelle lingue che traggono la loro origine dalla rantumazione e dai mutamen che il lano parlato subisce dopo la caduta dell’Impero Romano. Romano. Esse dunque possono essere considerate acen parte di un’ un’unica unica amiglia linguisca (quella romanza appunto) perché hanno un’ origine comune, sono poi invece vicende parcolari ad averne causato le dierenze reciproche. In base alle dierenze, le lingue romanze si dividono in vari raggruppamen:
Lingue iberoromanze = portoghese, spagnolo, catalano, galego Lingua galloromanze = occitano, rancese, rancoprovenzale Lingue italoromanze = italiano, sardo, corso Lingua retoromanze = romancio, ladino, riulano Lingue balcanoromanze = dalmaco, romeno
Esiste una circolarità tra flologia e linguisca: la prima ornisce alla linguisca dei da testuali, mentre la seconda ornisce alla flologia norme e cognizioni di linguische per poter are edizione dei tes ed interpreta interpretarli. rli. La flologia romanza nasce all’inizio dell’Oocento, integrava linguisca, studi leerari e culturali, studi di crica del testo sulle lingue romanze, dalle origini al presente. Il dominio della flologia romanza privilegia il periodo del Medioevo, nel quale avviene la disgregazione del lano come lingue parlata e ci si avvia alla ormazione delle lingue romanze. CAP2) PRIMA DELLA FILOLOGIA ROMANZA La flologia romanza trova grande applicazione a parre dall’ ‘800 dall’ ‘800 quando fnalmente si comincia a dare valore di scienfcità al conceo secondo il quale le lingue romanze derivassero da una lingua comune ovvero il lano lano:: a questo punto i tes medievali iniziano a essere studia secondo
un’oca diverse e ben precisa. Tuavia, già prima dell’800 i tes romanzi erano comunque oggeo di studio 2. 2.1 1 Dante Da nte
Un primo esempio di riessione aorno a queste lingue romanze è quello di Dante Alighieri nel suo De Vulgari Eloquena scrio in lano e rimasto incompiuto (1304-1306). La teoria di Dante è però ben diversa dalla realtà che conosciamo oggi: per Dante il lano (gramaca) è una lingua che sta al di sopra delle altre, indierenziata, immutabile e creata per la comunicazione doa e intelleuale a parre da elemen volgari ovvero di quelle lingue materne parlate perché apprese spontaneamente durante l’inanzia. Ha comunque già chiaro il ao che il volgare cambi nel tempo e nello spazio, riconosce ina 3 volgari leerari principali ovvero la lingua d’oc, d’oc, la lingua d’oil e la lingua di sì (occitano, sì (occitano, rancese, toscano) e teorizza che molto probabilmente queste tre lingue derivino da una lingua comune perché molte tra di loro sono le somiglianze somiglianze.. Le aermazioni che Dante a in quest’opera sono rivoluzionarie poiché nel ‘200 il volgare non ha ancora la stessa dignità del lano: è una lingua popolare, non standardizzata quindi non insegnata nelle scuole e priva di autorità. autorità. Uno degli obievi principali del De Vulgari Eloquena è ina quello di dare al volgare la stessa dignità del lano, inizierà ina a defnire “poe” al pari di quelli classici, anche i rimatori volgari. 2.2. Le prime grammache delle lingue romanze
Già prima del De Vulgari Eloquena di Dante però, vi erano sta alcuni tentavi di dare una norma linguisca soprauo alla poesia dei trovatori provenzali. Il primo a are questo tentavo è il catalano Raimon Vidal de Besalù che tra la fne del 1000 e gli inizi del ‘200 scrive le Razòs de trobar ovvero ovvero le regole della poesia in cui ore esempi di quei trovatori che hanno composto nel miglior modo possibile così da insegnare la giusta maniera di comporre a quelli dispos a imparare. L’opera viene poi rielaborata in Sicilia, in Sardegna e in Toscana. Successivamente Successivame nte altre opere di grammaca vengono messe in circolazione: nel Nord-Est Italia Italia durante la prima metà del ‘200, Uc Faidit scrive Donatz proensals in cui inserisce anche una sorta di dizionario volgare-lano, a Tolosa alla metà del ‘300 i Concistori della gaia scienza producono invece il Leyes d’amors, un’opera che raccoglie tue le norme grammacali per la parte metricoretorica in quanto servono regole generali per poter valutare oggevamente quelle poesie che vengono sooposte ai concorsi da loro inde, nell’area rancese dell’Inghilterra all’inizio del ‘400 viene scrio il Donat rançois e l’Eclarcissement l’Eclarcissement de la langue rançoyse per insegnare tali regole linguische agli inglesi, è poi la volta dei dizionari che riportano adesso voci lana ma aancate da voci romanze, si hanno soprauo in area casgliana. La più anca delle grammache a stampa di una lingua moderna è casgliana, 1492, gramàca castellana di castellana di Nebrija, anche se quella di Leon Basta Alber sarebbe più vecchia. Opera
di spicco è sicuramente Prose delle volgar lingua di Bembo che nel ‘500 rappresenta un impulso importante per la codifcazione della lingua italiana 2.3. Aspe della rifessione linguisca
Oggi sappiamo bene che l’origine l’ origine delle lingue romanze è dovuta a un processo di corruzione e mutamento del lano parlato avvenuta in seguito della caduta dell’Impero Romano quando le invasioni barbariche hanno iniziato a contaminare contaminare il lano trasormandolo appunto nel moderno
volgare. Ma questa teoria non è stata da sempre scontata nel corso del tempo. Nel 1435 si ha ina una discussione tra Biondo Flavio e Leonardo Bruni proprio su questo argomento: Biondo è più un acceso sostenitore della tesi moderna (tu parlavano la stessa lingua) mentre Bruni sosene che già nell’Impero Romano osse presente una dierenza tra un lano doo e regolato parlato dagli intelleuali e una lingua popolare e non grammacalizzata parlata appunto dal popolo. Una maggior consapevolezza sull’origine delle lingue romanze arriva nel ‘600 con il casgliano Bernardo Aldrete: per Aldrete spagnolo, rancese e italiano sono tue lingue che hanno origine dal lano e che si sono poi diversifcate perché diversi sono sta i modi con cui esse si sono sono rapportate individualmente al lano. lano . Uno studio più scienfco riguardo all’origine delle lingue romanze lo si oene però nell’ ‘800 grazie alla diusione della linguisca storico-comparava, prima si erano tenta approcci diversi ma tu privi di ondamento oppure condo da un punto di vista più flosofco 2.4. Momen degli studi di poesia medievale
Gli studi della poesia medievale provenzale sono importanssimi per lo sviluppo della poesia italiana. Nel ‘500 ina Pietro Bembo procede Bembo procede ad una codifcazione della lingua poeca italiana proprio partendo dallo studio di canzonieri trobadorici, trobadorici, da lui considera una onte importante di arricchimento e perezionamento per la poesia italiana. Ecco dunque che, sempre nel ‘500, a seguito di ciò si dionde una grande aenzione per gli studi provenzali soprauo con Cariteo, Colocci, Barbieri, Castelvetro che si interessano a conoscere il provenzale e indagano sulle origini della poesia, riportando spesso anche poesie in siciliano originale senza le alterazioni dei copis toscani, in FrancIa è invece Fauchet che si occupa di raccogliere nozie biografche su un cennaio di autori rancesi medievali e per prima volta, parlando delle origini della lingua, cita lingua, cita il documento più anco in provenzale ovvero i Giuramen di Strasburgo. Dopo il ‘500 si ha invece un periodo in cui in Spagna e Francia la leeratura medievale passa in secondo piano e viene perlopiù ignorata mentre in Italia la tendenza è ben diversa perché i tes medievali rimangono sempre oggeo di leura. E’ dunque nel ‘700-‘800 ‘700-‘800 che si recupera quindi l’interesse l’ interesse per le opere medievali in Francia e Spagna: si inizia dunque a stampare e diondere opere come il Poema del Cid in Spagna, poema epico casgliano e la Chanson de Roland in Francia, poema epico sulla storica disaa di Roncisvalle. Nel ‘700 dunque si sviluppano molssimo gli studi anco-rancesi e provenzali con anche la pubblicazione di dizionari della lingua anca e storie leerarie dei trovatori con trovatori con vite ed estra dei loro tes CAP3) L’INDOEUROPEO E IL RINNOVAMENTO DELLA LINGUISTICA linguisca dovuto a 3 aori importan come: Nell’ ‘800 si ha un importante rinnovamento della linguisca dovuto -
l’ l’in inu ueenza nza di alcun lcunee corren flosofche diusesi in Europa in questo periodo la scoperta del sanscrito e delle sue anità con lano, greco e le lingue moderne la ccrreazione d dii un un metodo rigoroso per comprare le lingue in maniera oggeva.
Il passo più importante compiuto dalla linguisca è quello di iniziare a considerare come proprietà intrinseca della lingua il suo “essere nella storia”: prima si sosteneva che la lingua arrivasse a un certo grado di perezione descrivibile con grammache e lessici e che dopo ogni cambiamento di questo stato andasse inteso come processo di corruzione e decadenza, in realtà in questo periodo si capisce che la lingua non tende a nessun grado di perezione ma che le trasormazioni nel divenire del tempo sono del tuo normali perché una lingua è espressione dei vari popoli che a loro volta mutano spirito e cultura. Come deo, importante nella ormazione della nuova linguisca seecentesca è la scoperta del sanscrito, una lingua leeraria dell’India dell’India dunque non più parlata come greco e lano (lingua della leeratura classica, codifcata da Panini). Il sanscrito ina presenta molte anità con greco e lano ed lano ed è per questo che gli studiosi iniziano a pensare ad una loro origine comune che comune che risalirebbe ad una lingua anchissima che essi defniscono indoeuropeo. Con il sanscrito, greco e lano, tra le lingue indoeuropee si trovano anche le lingue celche, le lingue italiche, l’armeno, le lingue balche, le lingue slave… Nell’ ‘800 l’idea che più lingue potessero avere un’origine un’ origine comune viene sviluppata mediante la ondazione dell’analisi dell’analisi pologica inventata da Schlegel il quale va alla ricerca di analogie e dierenze tra le lingue per classifcarle in pi diversi: diversi: siamo dunque entra in quella che viene defnita oca comparava. comparava. Schlegel arriva a classifcare le lingue secondo 3 pi diversi: Flessivo = le unzioni grammacali si esprimono con alterazioni della radice mediante l’applicazione di sussi organici che cioè veicolano più di un’inormazione grammacale Agglunante = le unzioni grammacale si esprimono con alterazioni della radice mediante l’applicazione di sussi che però veicolano un’inormazione grammaca grammacale le soltanto Isolante = le unzioni grammacale si esprimono mediante l’accostam l’accostamento ento di parole indipenden
Dato ora che tue le lingue indoeuropee sono di po essivo come il sanscrito è acile per Schlegel ipozzare la loro origine comune proprio nel sanscrito, Schlegel però osserva la tendenza delle lingue europee a diventare meno essive rispeo al sanscrito. Schlegel nei suoi studi a ancora un passo in avan abbandonando la tendenza che portava a comparare due o più lingue mediante la comparazione tra le parole in quanto quanto le parole possono passare da una lingua a un’altra. Egli elabora invece un metodo di comparazione che si basa sulla morologia morologia per per trovare dierenze oneca,, il metodo è e somiglianze tra le lingue, poi integrato anche con la comparazione della oneca puramente ricostruvo perché non abbiamo nessuna aestazione dell’indoeuropeo con cui poter comparare le lingue indoeuropee. Bopp compie il passo decisivo verso la comparazione sistema sistemaca ca delle orme grammacali, invece la prima grammaca di metodo storico-comparavo è aa da Grimm che si occupa interamente della morologia e della oneca. CAP4) FRANÇOIS RAYNOUARD E FRIEDERICH DIEZ Il libro di Reynouard “Scelta di poesia originali dei trovatori” della prima metà dell’ ‘800 è un importante punto di partenza per gli studi romanzi moderni sebbene il metodo linguisco sia ancora più vicino a quello inadeguato del passato. Nel libro egli espone la sua tesi: tra il lano e le
lingue romanze ci sarebbe una ase intermedia idenfcata nella così dea lingua dei trovatori provenzali che coinciderebbe con quella lingua romana che si riconosce già in occasione del Consiglio di Tours e dei Giuramen di Strasburgo. La tesi di Raynouard è però contestata da Schlegel il quale sosene che in realtà ci siano incongruenze linguische e la mancanza di una verosimiglianza storica che andrebbero a invalidare tale ipotesi. Altro aossatore delle teorie di Reynouard è Firederich Diez il quale si occupa principalmente di uno studio riguardo alle cor d’amore andando a dimostrare che l’idea di Raynouard secondo la quale esistessero dei tribunali cortesi ove le dame dirimevano quesoni di comportamento amoroso, era totalmente inondata inondata,, la storia dell’interpretazione dell’interpretazione dei trovatori è sempre stata oggeo di antasie di questo po. Anche Diaz pubblicherà due opere sul tema della poesia trobadorica: la prima che traa di tua la leeratura trobadorica del ‘200 soermandosi soprauo sulla lingua lingua e e sulle relazioni sulle relazioni con con le altre poesie italiana, tedesca e rancese del nord, andando a soolineare poi l’uniormità l’ uniormità di temi che caraerizza la poesia trobadorica, mentre nella seconda si occupa dello studio di singoli trovatori ulizzando biografe tramandate su diversi manoscri. In seguito pubblica una Grammaca delle lingue romanze la quale gea basi parlato, della linguisca romanzapoi romanza. . Egli riconduce giustamente l’l’origine origine delle con lingue romanze al le lano diversità, con poi enuncia i tra comuni a tue le lingue e le loro diversità, con parcolare aenzione ai enomeni id conservazione del lessico lano e di immissione di lessico di altre lingue, in parcolar germanico,, poi si occupa di oneca cercando di capire quali sono sta i vari esi romanzi modo il germanico di suoni lani. lani. La oneca per Diez è ina molto importante al fne di ricostruire l’emologia l’ emologia del lessico romanzo, ovvero per ricondurre tue le parole romanze alla loro origine. Alla luce di ciò si può dunque aermare che la Filologia romanza tout court nasce proprio con Diez che ha saputo darle un vero e proprio metodo scienfco CAP5) MUTAMENTO LINGUISTICO E VARIAZIONE DI SCHLEICHER ALLA GEOGRAFIA LINGUISTICA 5.1. Schleicher e l’albero delle lingue
Precedentemente si è visto come la linguisca comparava sia nata nell’ambito di una flosofa della lingua che la considerava in connuo cambiamento in quanto viva all’interno della storia ed espressione di popoli che nel tempo mutano spirito e cultura cultura.. Nell’ ‘800 però questa teoria subisce una leggera variazione con August Schleicher che inizia trasporta la linguisca comparava nell’ambito delle scienze naturali e del nuovo pensiero scienfco. Per Schleicher la lingua muta non muta non a causa delle storia come si era sostenuto ma essa muta secondo leggi proprie come mutano anche animali e vegetali perché una lingua è della stessa natura delle specie viven. A questo punto, se si considera la lingua al pari di tue le altre specie viven bisognerà ar valere conce per loro validi: si introduce dunque il conceo di genealogia / parentela linguisca e il conceo di amiglia linguisca che comprende tue quelle lingue che derivano da una lingua comune. A questo punto dunque Schleicher si dedica alla realizzazione del primo albero genealogico delle lingue indoeuropee
5.2 I neogrammaci, le leggi oneche, l’analogia
Da sempre nella linguisca comparava si è creduto che il mutamento linguisco osse un enomeno che avvenisse in modo regolare ma i neogrammaci tedeschi si spingono oltre questa evidenza andando a sostenere che dunque, essendo il mutamento regolare, esso sia anche interpretabile mediante leggi ineccepibili simili a quelle usate per interpretare la natura. Le teorie da loro proposte saranno poi superate, ma rimarranno comunque molto importan per gli studi di linguisca anche successivi i conce di leggi oneche e analogia. Innanzi tuo i Neogrammaci propongono uno studio delle lingue vive poiché dimostra immediatamente immediatame nte che il mutamento sia in ee regolare, regolare, ina, ina, per i Neogrammac Neogrammaci,i, ogni mutamento che avviene, avviene seguendo precise leggi oneche: rimanendo all’interno all’interno di una stessa lingua, lingua, un mutamento che si verifca in determinat determinatee condizioni, si riprodurrà sempre nel momento in cui si ripresenteranno quelle medesime condizioni (es. in francese la A tonica lana diventa E in sillaba aperta : MARE > mer, PRATU > pré…in francese la A tonica lana diventa IE se segue un suono palatale: CANE > chien, CAPUT > chief). Ragionando ora per leggi oneche si possono ricavare deduzioni di cronologia relava: si relava: si può dunque sostenere che dunque alcuni mutamen siano avvenu prima di altri. Quei mutamen che invece non rispondono a leggi oneche avvengono per analogia ovvero secondo quel processo che tende a uniormare orme che si sentono collegate tra loro (es. forme verbali > orenno anco IAMO per tue le coniugazioni: amiamo, teniamo, leggiamo, paramo). Per quanto riguarda l’emologia l’opera più importante è il Dizionario emologico lano (REW) di Meyer-Lübke scrio alla fne dell’800 inizi del ‘900 il quale riporta circa 10 mila basi soprauo lane e germaniche con i principali esis romani e i loro deriva 5.3. Ascoli e la prima dialeologia romanza
In Italia è invece Ascoli che si occupa di studiare le lingue vive secondo i conce di legge oneca e analogia Il suo obievo è quello di defnire un dialeo individuando la concordanza nei tra oneci caraerisci ovvero in quei parcolari esi oneci che hanno preso i vari suoni lani. lani. Egli individua dunque i diale ladini nell’area svizzera e riulana e il rancoprovenzale, rancoprovenzale, una una varietà linguisca a metà tra il rancese e il provenzale. Ilprovenzale rancoprovenzale per alcuni lani avrebbe ina esiladini diversi diversi sia dalmaggior rancese che dal ai ad esempio mentresuoni per quanto riguarda i diale si sia vede tendenza enomeni di conservazione rispeo conservazione rispeo a quelli italiani (es. conservazione dei nessi lani di consonante dopo L : FLAMMA > it. amma / > lad. amma, omma… + conservazione S nale: MANUS > mans…). Contrario alle teorie di Ascoli è invece Paul Meyer il quale sosene che non si possa defnire un dialeo sulla base dei tra linguisci idenfca da Ascoli, diale così idenfca sono solo costruzioni arfciali perché arbitraria è la scelta dei tra caraerizzan tra tu quelli esisten. Ascoli controbae di nuovo dicendo che ina non è importante il singolo trao linguisco ma la convergenza di più tra insieme in una stessa area 5.4. Schuchardt, il lano volgare e la teoria delle onde
Schuchardt riprende nuovamente lo studio della derivazione delle lingue romanze dal lano popolare che per prima volta lui chiamerà lano volgare. Prima di Schuchardt i tra del lano volgare vengono ricostrui con un’impostazione un’impostazione storico
comparava partendo dagli esi che le varie lingue romanze hanno adoato per suoni lani, in questo caso di capisce quali siano i tra tra conserva conserva dal lano e quali invece quelli innova. innova. Schuchardt invece prende in considerazioni tanssimi documen preceden al 700, e studia romanze : il metodo è interessant grafcamente la preistoria delle lingue romanze: interessantee perché permee di considerare aspe che invece verrebbero totalmente ignora dalla semplice ricostruzione ma è anche problemaco perché i documen sono vari ed eterogenei, dunque si corre anche il rischio di incappare in quelle mutazioni occasionali apparse e subito scomparse. Le conclusioni di Schuchardt danno invece origine alla così dea Teoria delle onde: le varie lingue non sono isolate ma tendono a inuenzarsi a vicenda: non si può più dunque considerare il mutamento solo vercale quindi nel tempo come il prodoo di innovazioni che si verifcano seguendo precise leggi oneche ma oneche ma va considerato anche un mutamento deo mutamento orizzontale in cui le innovazioni si trasmeono da una lingua a un'altra o da una varietà locale all’altra perché, come deo, le lingue tendono a inuenzarsi a vicenda. onde, partono da un centro e fniscono per incrociarsi tra loro. Secondo questo modello le innovazioni più anche avrebbero avuto maggior tempo di diondersi rispeo a quelle moderne. La Teoria delle onde di Schuchardt è inoltre innovava perché aossa la teoria dei neogrammaci Le lingue proprio come le
secondo cui la lingua si compor come un organismo naturale: per Schuchardt la lingua è invece un prodoo sociale 5.5 La geograa linguisca
La dimensione spaziale e geografca ha preso sempre più importanza nello studio delle lingue vive tanto che nel corso del tempo si sono prodo dei veri e propri atlan linguisci ovvero volumi conten carte geografche che documenno vari enomeni linguisci: > Un metodo è quello di Gilliéron. L’atlante si costruisce prendendo a rierimento dei luoghi precisi come campione rappresentavo in cui si porgono domande precise ai parlan locali sul “come si dice” un dice” un certo conceo, i da vengono poi registra da un linguisca scelto tra quelli meno esper in modo che non alterasse la ricerca con eventuali pregiudizi, dopodiché si annotano sulla carta le varie risposte in corrispondenza dei pun di indagine. Gli studi a da Gilliéron per l’atlante sono importanssimi perché i da da lui ricava possono essere interpreta sia in sincronia che in diacronia e dunque indietro nel tempo: i vari esi ci anno capire i rappor che le parole hanno avuto tra loro nel corso della storia quando i parlan locali si sono trova a dover nominare in un modo o nell’altro determina conce > Altro metodo ecace è quello delle Norme areali di Bartoli Bartoli:: il metodo permee di determinare quali sia la orma più anca tra quelle aestate nelle lingue romanze venute appunto dal lano. Le norme sono le seguen e valgono solo in scala (la seconda vale se non vale la prima ecc…: 1) norma dell’area isolata = tra due orme è più più anca quelle presente nell’area nell’area isolata perché meno esposta alle comunicazioni (es. Toscana > cavallo [da CABALLUS] ma in Sardegna > edda [da EQUUS] 2) norma delle aree laterali = tra due orme è più anca quella in uso nell’area nell’area laterale rispeo a
un’area centrale (es. in Italia, sede della capitale dell’impero Romano si ha cavallo < CABALLUS, in Penisola Iberica e Romania, più distan da Roma si hanno i connuatori di EQUUS) 3) norma delle area maggiore = tra due orme è più anca quella in uso nell’area nell’area di maggior estensione (es. lingua galloromanze, romeno, italiano > connuatori di FRATER, lingue iberiche connuatori di GERMANUS) norma dell’area seriore = tra due orme è più anca quella in uso nell’area 4) nell’area romanizzata più tardi (lingue iberiche “mangiare” < COMEDERE, italiano “magiare” < MANDUCARE = mascare, viene dal francese)
Si veda dunque, come conclusione, che la lingua va studiata sempre tenendo in considerazione il aore antropologico: storia, condizioni di vita, tecniche…poiché la lingua a sempre rierimento a una realtà viva che mediante essa viene espressa per comunicare comunicare.. La lingua va dunque studiata con sguardo onomasiologico ovvero partendo dai conce e andando a vedere quali sono le varie parole che li designano Altro conceo importante in geografa linguisca è quello di isoglossa isoglossa.. L’isoglossa L’isoglossa è una linea che divide due divide due aree in cui il medesimo trao ha valori diversi (es. esito della –T- : nord > d a sud > conservata t) linea linea La Spezia-Rimini. CAP6) FILOLOGIA E STORIA 6.1 L’edizione dei tes
Nell’800 il compito centrale della flologia romanza è quello di costruire la biblioteca di tu i tes romanzi medievali. Nel ‘900 si può dire che questo compito sia stato abbastanza soddisao perché si possono leggere la maggior parte dei tes medievali romanzi anche se i connui studi aprono sempre alla possibilità di nuove edizioni. La pubblicazione di tes anchi è anchi è anche al centro di un orte senmen di identà nazionale sia in Francia con Francia con Napoleone III il quale vuole recuperare un glorioso passato rimasto per troppo tempo dimencato, sia in Italia che trova un ondamento nella sua Unità proprio nella lingua del ‘300. ‘300. Nei primi anni dell’800 il metodo più diuso è quello delle edizioni diplomache che si ormano ricopiando edelmente un tesmone senza modifcarlo in nessun modo, la collazione con altri manoscri avviene solo nel caso in cui esso risul palesemente corroo: solo corroo: solo in questo caso si può dunque procedere alla correzione degli errori più eviden. Un punto di svolta lo si ha invece verso la fne dell’800 quando per prima volta, per la sua edizione del Saint Alexis, Gaston Paris ulizza il metodo ricostruvo di Lachmann che punta a ricostruire un testo che sia il più vicino possibile all’originale ovvero a quelle che uscì direamente dalle mani dell’autore. Fondamentale per l’applicazione del metodo è la costruzione di uno stemma codicum, un albero genealogico che ci permea di capire quali sono i rappor tra i vari tesmoni che tramandano l’opera, a questo punto congiunvi per la ricostruzione bisogna presenza o l’assenza neinon vari manoscri degli errori ovvero errori che,osservare essendo la presen in più tesmoni,
possono essere sta commessi indipendentemente e dunque signifca che un manoscrio li ha eredita da un altro che già li conteneva. Secondo lo stemma la lezione da meere a testo va idenfcata con il criterio di maggioranza, dunque quella aestata in maggioranza, almeno 2 mss su 3, con lo stemma però quasi mai si arriva a ricostruire l’originale perché in mol casi è possibile che un errore si sia verifcato già all’altezza della prima copia prodoa ovvero l’archepo, l’archepo, le correzioni in oltre possono avvenire soltanto per congeura. Per ricostruire la orma del testo invece il metodo di Lachmann non è ecace dunque si è scelto di ulizzare un altro metodo, cioè prendendo a modello un unico manoscrio scelto opportunamentee perché più anco o più vicino alla lingua originale. opportunament Un oppositore al metodo di Lachmann è però il rancese Joseph Bédier il quale sosene che il metodo stemmaco sia inadao alla ricostruzione del testo in quanto di solito uno stemma viene ricostruito con solo due rami e dunque sarebbe impossibile stabilire la lezione certa con il criterio di maggioranza proposto: la scelta della lezione speerebbe dunque al giudizio soggevo dell’editore. Bédier di produrre un’edizione crica basandosi sull’ulizzo di undibon manuscrit, manuscrit, ovvero propone un unico allora un unico manoscrio correo correo per per collazione o congeura solo nel caso errori molto eviden,, il metodo li Lachmann è inecace per la ricostruzione del testo perché ina darebbe ai eviden leori un prodoo composito e composito e mai mai esisto veramente , in quanto esso angerebbe a varie lezioni diverse per ricostruire la propria. Il metodo stemmaco è stemmaco è invece ule per individuare il bon manuscrit all’interno della tradizione, dunque il manoscrio più vicino all’originale per lingua, data, luogo… Con il metodo del buon manuscrit Bédier non vuole dunque dare un testo che sia il più vicino possibile all’originale ma vuola proporre un testo che idenfchi il limite oltre il qu quale ale non si può risalire senza produrre un testo arfcioso. 6.2 Il tema delle “origini”
Il periodo del Medioevo inizia a diventare un importante oggeo di studio a parre dall’800. Durante l’umanesimo, l’umanesimo, periodo in cui viene coniato addiriura il termine, il Medioevo è ina un conceo che rispecchia una valutazione negava di un periodo buio intriso buio intriso d’ ignoranza e decadenza che segue la disgregazione dell’Impero Romano, gli umanis cercano piuosto di recuperare le opere e la cultura della classicità greca e lana e sentono la loro epoca come completamente completamen te opposta a quella precedente: nuove scoperte geografche e tecniche come la stampa, la riorma protestante… Nel ‘700 durante l’Illuminismo l’Illuminismo si ha invece un nuovo interesse per il Medioevo e lo si ulizza come crica all’ancien régime ma è nell’800 nell’800 che cambia radicalmente la visione del Medioevo: adesso si ha ben chiaro il conceo dell’idea dell’ idea di popolo, dello spirito individuale e dello spirito nazionale, si sa che la storia ruota tuo aorno ai popoli, popoli si originarono proprio nel Medioevo dopo la caduta dell’Impero Romano e si vuole recuperare, araverso l’esaltazione di grandi poe e scrio, il grande passato della propria patria: studiare dunque leeratura, cultura e lingue del Medioevo signifca studiare le proprie origini! Il genere che viene maggiormente preso in considerazione per ques studi è quello dell’epica dell’ epica e e in
esso parcolare aenzione viene data alle chansons de geste perché è il genere di maggior caraere popolare in quanto inizialmente tramandato oralmente e solo in seguito messo anche per scrio e, come si evince da uno studio comparasco con le altre leerature, sarebbero anche il prodoo di un insieme di diversi mi indoeuropei, in quanto di solito create lungo le vie dei pellegrinaggi. CAP7) LA LINGUISTICA GENERALE 7.1. Ferdinand de Saussure
La linguisca moderna nasce nei primi anni del ‘900 grazie agli studi di Ferdinand de Saussure e alla sua opera “Corso di linguisca generale” che propone un metodo rivoluzionario: la lingua non va più studiata solo in diacronia ovvero nella dimensione del tempo, ma anche in sincronia ovvero società. nella contemporaneità, in quanto essa unziona all’interno di una società. Per Saussure la lingua è ormata da due conce complementari: la ““langue” langue” ovvero il sistema comune a tu i parlan che è il presupposto per gli a linguisci concre, e la “parole” “ parole” che è appunto l’insieme degli a linguis concre che sono materialmente diversi l’uno dall’altro. Ogni elemento nella langue ha valore dierenziale perché è quello e non è un altro e perché entra in determinate relazioni con gli altri segni (es. ROSSO e non DOSSO per la presenza della R e non della D). dà anche la defnizione di lingua come il sistema di segni più complesso e importante, Saussure i mportante, defnizione che apre le porte per una scienza nuova ovvero la semioca che è appunto adibita allo studio dei segni. Il segno linguisco è ormato da un signifcante e da un signifcato: al signifcante che è l’insieme di suoni che orma l’immagine l’immagine acusca mentre il signifcato è il conceo che si associa al signifcante. Il conceo viene sempre estrapolato dalla realtà extralinguisca alla quale reerente.. ci si rierisce che prende il nome di reerente Il segno linguisco è inoltre arbitrario nel senso che non c’è nessun movo per cui un certo signifcato venga associato a un certo signifcante 7.2.. Il primato della 7.2 dell a sincro si ncronia nia
Ferdinand de Saussure si occupa anche del mutamento linguisco. Per Saussure il mutamento si verifca prima di tuo nella parole, dunque negli a comunicavi dei singoli parlan, poi alcuni mutamen possono decadere subito mentre altri possono entrare nella langue/sistema ma solo in una ase successiva, ovvero in una nuova lingua ed è proprio questo il caso delle lingue romanze che derivano tue dal lano dunque da un’origine comune e poi diventano l’una o l’altra con le loro dierenze stabilendo tra loro relazioni dieren. La linguisca struurale ci dimostra quindi come i mutamen non vadano considera isolatamente come ognuno per sé ma devono essere studia come parte di un sistema che sistema che evolve nel evolve nel suo insieme. 7.3. L’arcolazione del linguaggio
La linguisca struurale si occupa anche di studiare l’arcolazione l’ arcolazione del linguaggio. linguaggio. Il linguaggio procede ra ina perin rappor sintagmaci e rappor associavi: gli elemen di una associavi: gli lingua si combinano combinano ra di loro successione successione in in un asse del tempo/di combinazione/sintagmaco e il valore di ques elemen dipendono dalle associazioni che in cui
entrano nella lingua, in oltre ogni elemento è anche il risultato della scelta/selezione di esso esso ra altri elemen (es. scegliere il tema tra tan elemen “il cane, il gao, il tavolo…” e il verbo tra tan elemen “dorme, corre, mangia…”). Inoltre il linguaggio avrebbe un’arcolazione un’ arcolazione doppia: la prima è quella dei monemi ovvero di unità minime dotate di suono e signifcato e la seconda è quella dei onemi onemi ovvero ovvero unità minime dotate di suono ma non di signifcato 7.3.1. Il onema
Il onema è un’unità minima dotata di suono ma non di signifcato. signifcato. Ogni onema ha un valore disnvo nel senso che sostuendo tale onema in una parola si va ad oenere una commutazione di signifcato oenendo dunque parole diverse ( diverse (es. es. cane [k] > pane [p], > rane [r]…): l’inventario l’inventario dei onemi si costruisce dunque idenfcando tue le coppie minime ovvero coppie di parole che dieriscono per un singolo onema. Gli allooni/varian contestuali sono le orme che un onema acquisisce (pur restando lo stesso onema) in un determinato contesto (es. [n] > [ŋ], [ŋ], [ɳ] , [ɱ] a seconda de della lla consonante cche he segue). Per una più precisa classifcazione dei onemi si sono introdo delle linee guida valide per tue le lingue denominate tra disnvi. Esse sono: > l’opposizione l’opposizione vocalico-non vocalico > l’opposizione consonanco-non consonanco > l’opposizione l’opposizione teso-rilassato (maggior-minor orza) > l’opposizione l’opposizione sonoro-non sonoro 7.3.2. La sillaba e l’accento
La sillaba è un raggruppamento di onemi, ovvero quella parte del discorso che è pronunciabile isolatamente.. isolatamente La sillaba è ormata da un nucleo nucleo che che deve esserci sempre e poi eventualmente anche da un aacco e coda. La sillaba è aperta se fnisce con vocale, chiusa se fnisce con consonante. consonante. Il diongo è la combinazione di più vocali che ormano una sola sillaba: sillaba: è ascendente quando la vocale tonica è la seconda della seria, discendente quando la vocale tonica è la prima. L’accento L’accento a sì che a una sillaba venga dato maggior rilievo rispeo alle altre atone perché arcolata con maggior orza o con diversa modulazione della voce. Si dice che in alcuni casi l’accento è un trao soprasegmentale perché non è una caraerisca intrinseca di sillabe e onemi ma dipende dal rapporto che ques hanno con le altre sillabe o gli altri onemi mentre in altri casi l’accento è un trao disnvo perché determina il senso delle parole (es. àncora – ancóra). Tra gli altri tra soprasegmentali, oltre all’accento troviamo: > intonazione = in italiano determina se la rase è aermava, interrogava… > durata/quantà sillabica = sillabe brevi e lunghe in base alla posizione in cui si trovano nella parola o nella rase
7.4. Grammaca generava, pologia, sociolinguisca
Un’evoluzione della linguisca nel ‘900 è quella proposta dalla grammaca generava di Noam Chomsky che si applica sia allo studio sincronico sia a quello diacronico della lingua. Per Chomsky ogni parlante è in grado di dare giudizi di grammacalità ovvero riconoscere se una rase senta sia “ben aa” e dunque grammacale o inacceabile e dunque agrammacale agrammacale e e ciò è possibile perché ogni parlante possiede una “competence” che sta alla base di ogni “perormance” ovvero “perormance” ovvero esecuzione: la competence è dunque il meccanismo che sta alla base della lingua e lingua e che ogni essere umano apprende per sua capacità innata 7.4.2 La pologia linguisca
La pologia linguisca si è occupata di classifcare in diversi pi linguisci lingue che non hanno un’origine comune ma sono simili perché condividono determinate proprietà. Inizialmente i pi linguisci sono 3 e si basano sulla struura della parola, parola, ovvero essivo, isolante, agglunante, successivamente agglunante, successivamente si inizia invece a ragionare in termini di ordine della parole e allora si idenfcheranno lingue con preposizioni o posposizioni, posposizioni, lingue con diversi ordini soggeo-verbo-oggeo (SVO-SOV-SVO). Nel passaggio dal lano alle lingue romanze, in quest’oca, si vede lo spostamento dell’ordine da sinistra a destra: destra: dalle desinenza posposte si passa a preposizioni 7.4.3. La sociolinguisca
La Sociolinguisca ci dice che lingua si realizza concretamen concretamente te nei rappor sociali. sociali. Nessuna società è monolingue per cui in ogni società si assiste a enomeni di contao tra lingue diverse come quello dell’intererenza: dell’intererenza: le varie lingue si inuenzano nella oneca, sintassi, morologia e con pres di parole. A questo punto bisogna introdurre i conce di bilinguismo bilinguismo e e diglossia: bilinguismo è quando i parlan possiedono la competenza di due o più lingue sente sullo stesso piano mentre la diglossia è quando i parlan possiedono la competenza di due o più lingue ma sente non sullo stesso piano, ci sarà dunque una varietà “alta” per occasioni ormali e una “bassa” per occasioni private e inormali. La sociolinguisca si occupa anche della variazione linguisca: diatopica se avviene geografcamente, diastraca se avviene a seconda dello strato sociale, diaasica diaasica se se avviene in base alla situazione comunicava CAP8) IERI E OGGI: GLI STRUMENTI DELLA FILOLOGIA ROMANZA Nell’800 la linguisca-comparava studia le lingue romanze come un oggeo di studio omogeneo nel loro insieme mentre nel ‘900 la tendenza è quella di studiare le singole lingue. lingue. Oggi ci sono state invece importan opere colleve sull’insieme sull’ insieme delle lingue romanze che ci orono uno sguardo su queste lingue riguardo alla grammaca storico-comparava, storico-comparava, dei conta tra lingue, con un punto di vista storico, flologico e grammacale, importan strumen dunque per arontare lo studio delle lingue romanze. Altri strumen importan sono i dizionari storici ed emologici, i primi primi che danno inormazioni sulla cronologia dei signifca concentrandosi magari su un preciso periodo storico della lingua, i secondi che registrano invece l’origine e la storia degli usi e dei signifca di ogni parola: l’l’emo emo / base emologica è ina una parola di una lingua precedente o straniera da cui deriva la parola della lingua che samo studiando. I dizionari emologici possono parre o dalla base emologica
proponendo i vari risulta di essa nelle lingue derivate, oppure parre dai risulta e di lì risalire alle basi emologiche. Nell’800 si comincia anche a riordinare le conoscenze che si sono acquisite in flologia romanza, si propongono per esempio liste di tue le composizioni dei vari autori provenzali conosciu, disponendo il tuo in ordine alabeco e schedandoli poi indicando i manoscri che li contengono, le edizioni, i generi, i vari studi rilevan, gli schemi metrici… La creazione di ques grandi sistemi di da è stata anche negli ulmi anni aiutata dal progredire dell’inormaca che sempre più viene applicata alle leere: questo ha anche permesso di rendere dell’inormaca le opere più acilmente accessibil accessibili,i, si possono consultare rapidamente anche opere collocate in biblioteche a grande distanza. L’inormaca è invece meno ule per quanto riguarda la creazione di stemmi e dunque alla ricostruzione di un’edizione un’edizione crica, l’inormaca non è ina in grado di ornire ai leori un testo interpretato ma ornisce loro gli strumen per arlo in autonomia La flologia di oggi è molto aenta soprauo alle on manoscrie che sono ormai diventate una parte importanssima del metodo: non si compara più solamente il testo dei diversi manoscri circola nei codici, pe ma è importante anche studiare il modo in cui i tes sono circola nei perr esemp esempio io la orma del canzoniere è oggi di estrema importanz importanzaa per studiare la lirica trobadorica, bisogna dunque dare importanza dare importanza anche anche al codice in sé e non solo al testo che tramanda Per are l’edizione crica bisogna poi tenere in considerazione gli aspe sistemaci ovvero sistemaci ovvero tener di conto che talvolta il copista alterava il testo riportandolo al suo sistema La flologia come crica del testo e metodo editoriale è dunque uno strumento di conoscenza e interpretazione dei tes nella loro orma accertata, per comprenderne contenu e idee che sono oggeo di conoscenza storica.
CAP1) IL DOMINIO ROMANZO (LINGUE, DIALETTI, VARIETA’LINGUISTICHE) 1.1. La Romània
Considerandole in diacronia diacronia le le lingue romanze sono tue il risultato dell’ dell’evoluzione evoluzione del lano ma considerandole sincronia si vede chein ogni lingua èvercale anche uncon sistema linguisco autonomo autonomo: loro aspeo puòindunque essere messo relazione il lano e anche in relazione: ogni orizzontale con le altre lingue romanze. romanze. Con Romània o dominio romanzo si intendono tue quelle zone e culture in cui si parlano lingue romanze e romanze e in Europa corrisponde all’inci all’incirca rca all’area su cui si estendeva estendeva l’l’Impero Impero Romano, Romano, è ina un termine che si ritrova già in lano all’epoca della Roma imperiale per indicare tu quei territori acen parte dell’impero mentre solo nell’800 il termine viene usato anche in senso linguisco. Le lingue romanze vengono classifcate in: > iberoromanze = portoghese, casgliano, galego, catalano (Penisola Iberica) > galloromanze = rancese, occitano, rancoprovenzale (anca Gallia) > italoromanze = italiano con diale, sardo (penisola Italica) > retoromanze = romancio, ladino, riulano > balcanoromanze = dalmaco e romeno
e in base alle loro caraerisch caraerischee principali ovvero lenizione delle consonan intervocaliche e conservazione della S, esse vengono ulteriormente divise in due grandi blocchi: > Romània Occidentale = varietà italiane Nord – galloromanze – iberoromanze – retoromanze > Romània Orientale = varietà italiane Centro/Sud – romeno Un enomeno interessante è inoltre la varietà dialeale romanza che romanza che si propone senza divisioni nee ma come un connuum che araversa tua la Romania connua, i vari diale sono sempre simili tra loro, ciò che li contraddisngue è il ao che al di sopra di loro ci sia una lingua teo dierente (Italia-Francia sul Mediterraneo hanno diale simili ma lingue teo diverse: italiano e francese) Altro caso importante è quello della Romània perduta / sommersa ovvero quell’area in cui il lano che si parlava in età imperiale è poi stato stato sostuito sostuito da altre lingue: lingue: confne Inghilterra-Scozia, Germania e est del Reno, parte di Svizzera e Austria a Nord delle Alpi, ascia mediterranea dell’Arica e ex province oggi corrisponden a parte della Croazia, Slovenia, Ungheria, Bosnia, Serbia… Con il termine Romània nuova si indicano invece quelle aree uori dall’Europa in cui si sono insediate lingue romanze a seguito soprauo del grande processo di colonizzazione iniziato nel ‘400: spagnolo e portoghese in America Lana e Messico, rancese nel Quebec ma anche in alcuni Paesi aricanidi cui l’episodio più importante u la l a conquista dell’America 1.2. Lingue, diale, varietà linguische
Con lingua si intende ogni sistema di espressione e di comunicazione ondato sulla parola che viene appreso fn dalla nascita (lingua naturale) ma anche in seguito, seguito, ed è ormato da un lessico e da una grammaca grammaca ovvero ovvero quel sistema di regole che tu i parlan condividono e che permeono di parlare poiché applicate anche se non conosciute direamente in modo esausvo. Esistono solo lingue e ciò che disngue le lingue propriamente dee dai diale sono ina solo Esistono solo dierenze d’uso, di diusione, di presgio: una lingua è oggi ina parlata da tua la comunità, ha un dominio completo nel senso che è usata in tu gli ambi ormali e inormali, tecnici, scienfci e giuridici e ha grammache di rierimento, è oggeo di insegnamento insegnamento… … Il dialeo non gode invece di queste proprietà, non è standardizzato, è relegato solo a usi inormali o leerari, non è insegnato. Oggi per parlare di “lingua” in generale senza andare a soolineare la dierenziazione linguadialeo si preerisce usare il termine varietà linguisca mentre con parlata si indicano quelle varietà linguische che non hanno un’espressione scria 1.3. Il ruolo della scriura
La orma primaria di una lingua è quella orale, ci sono ina molte lingue nel corso della storia che non hanno mai conosciuto la scriura. La scriura è ina la rappresentazione visiva della lingua con simboli o caraeri di vario po de graemi graemi.. Nelle lingue medievali si medievali si osservano grafe non ancora standardizzate per cui lo stesso suono può essere rappresentato in modi diversi anche all’interno della stessa parola CAP2) IL LATINO
2.1. Lano, lano volgare, pre-romanzo
lano è Il lano è la lingua dell’anca dell’anca Roma che si dionde poi in altri territori e ad altri popoli durante l’l’espansione espansione dell’Impero Romano arrivata all’apice nei primi anni del 100 d.C. Il lano si dionde soprauo a Occidente mentre a Oriente connua a prevalere il greco come lingua di cultura mentre il lano si aermerà solo nel campo dell’amministr dell’amministrazione, azione, il greco rimane anche nelle province asiache mentre il lano si dionderà in Arica nei pressi di Cartagine Cartagine.. Oggi noi abbiamo documentazione solo del lano scrio e leerario mentre poco sappiamo del lano parlato, quel lan da cui derivano le lingue romanze, si può ina are una ricostruzione del lano parlato partendo proprio dalla comparazione degli esi romanzi. Il lano parlato si dierenzia dal lano scrio perché è una lingua non standardizzata che dunque non risponde a regole precise. Il lano scrio era comunque una lingua unitaria cioè unitaria cioè uguale in tue le zone in cui veniva parlato mentre le lingue romanze sue connuatrici sono tue diverse tra loro sebbene abbiano ovviamente qualche elemento in comune, questo perché con il crollo dell’Impero Romano crollano anche scuole e struure poliche, non è così invece per il lano parlato che molto probabilmente era già diverso nelle varie zone dell’Impero, probabilmente era connotato da tra linguisci diversi da regione a regione e le innovazioni che poi hanno portato alla nascita delle lingue romanze si sarebbero maniestate proprio in esso. L’ ipotesi ormula da Varvaro è che si debba pensare ad un “lano sommerso” che non appare nemmeno nelle scriure più vicino al parlato perché ortemente censurato come espressione di ignoranza. Finché l’Impero Romano resiste però queste innovazioni vengono arginate e rimangono ina confnate sono all’interno dei livelli bassi. bassi. L’espressione che si usa per indicare questo po di lingua è quella di lano sommerso perché appunto, essendo scorreo rispeo alla norma, esso viene censurato e non ulizzato in contes ormali e leerari: questo “lano sommerso” che non rispea la norma del lano classico perché riporta quelle innovazioni tesmoniate poi dalle lingue romanze, prenderà poi il nome di lano volgare che alla leera indica proprio il lano parlato dal popolo (vulgus popolo (vulgus = popolo). In realtà il lano volgare non è la sola lingua del popolo ma è la lingua parlata da tu gli stra sociali, anche persone colte in occasioni inormali possono ricorrere a espressioni più basse. Con il termine pre-romanzo o protoromanzo si indica lo stato del lano da cui hanno origine le lingue romanze, ricostruito proprio a parre dalle lingue romanze con il metodo linguiscoricostruvo: è dunque dunque quello che comunemente è chiamato lano volgare o lano parlato e ciò che cambia è il punto di vista, nel pre-romanzo o protoromanzo si usa uno sguardo ricostruvo dunque all’indietro, nel lano volgare lo sguardo è invece proieato in avan 2.2. Fon per la conoscenza del lano volgare
Il lano parlato è una lingua che ovviamente va ricostruita ricostruita,, non si hanno tes in lano parlato ma solo tes che dieriscono un po’dal lano classico ma che sono comunque scri, dunque sempre molto più controlla rispeo al comune parlato. Tra i tes a disposizione soprauo le incisioni possono comunque aiutarci nella ricostruzione perché sempre localizzabili e databili: abbiamo scrie su vasi, incisioni murarie come epita,
dediche agli dei o a pubblici… quelle più interessan sono quelle delle persone meno colte perché lasciano trasparire espressioni del parlato come succede nei casi di ipercorresmo (tentavi alli di produrre orme correte). Altri tes importan sono quelli leerari leerari di di Plauto che mostrano espressioni arcaiche non entrate in leeratura classica ma sopravvissute nel parlato e da qui trasmesse alla lingue romanze, il Satyricon di Petronio che invece usa la lingue parlata per caraerizzare i personaggi, tes di autori tardi di bassa cultura che sebbene volessero scrivere in lano classico si lasciavano scappare espressioni e parole del parlato, le traduzioni della Bibbia che sono ricche di espressioni del parlato. Importan sono anche le on metalinguische ovvero annotazioni di grammaci e osservazioni sulla lingua come quella di Sant’Agosno, il quale sosene che si può anche deviare dalla norma pur di rendere comprensibile un discorso a chi ascolta, altri puris denunciano orme o pronunce errate come si vede nella amosa Appendix Probi di Probi di dicile datazione individuata intorno al V sec.,, ovvero una lista di più di 200 parole nella sec. parole nella orma “x non y” in y” in cui il termine lano classico corregge quello del parlato (es. SPECULUM non SPECLUM > mostra la sincope della vocale posttonica in parole proparossitone ovvero con accento sulla terzulma sillaba, OSTIUM non OSTEUM, VINEA non VINIA, AURICULA non AURICLA…) 2.3. Il lano e le lingue preceden (sostra)
Le lingue sostrato o solo sostrato sono quelle lingue dei luoghi conquista dall’Impero Romano che sono state abbandonate e sostuite dal lano. lano . Basandosi su tale evidenza, lo studioso Ascoli ha teorizzato dunque che mol dei mutamen oneci delle lingue romanze rispeo al lano lano siano sta causa proprio dall’inuenza dall’inuenza che le lingue sostrato hanno avuto sul lano che le ha sostuite, in quanto ogni individuo che impara una lingua nuova fnisce per trasportare in essa una parte delle abitudini oneche della sua lingua madre. La teoria di Ascoli sui mutamen oneci delle lingue romanze riconducibili al sostrato ha suscitato comunque qualche perplessità perché le lingue sostrato che si sono esnte sono oggi conosciute poco approonditame approonditamente. nte. Indubbio è Indubbio è invece l’inusso l’inusso del sostrato sul lessico delle lingue romanze: le lingue sostrato hanno introdoo in lano una parte del loro lessico che poi è stata connuata anche nelle lingue romanze Tra le varie lingue sostrato troviamo: > Etrusco = è diuso nell’auale Toscana e nel Lazio Nord. E’ una lingua non indoeuropea di cui oggi si sa molto poco. Un eeo del sostrato etrusco è il enomeno della “gorgia toscana” > Lingue italiche = tra tue il sabino sabino parlato parlato a Roma in subordine al lano, l’osco l’ osco in in Campania, Basilicata e Calabria, i diale sabellici, l’umbro l’umbro in Umbria. Un eeo del sostrato italico è l’l’assimilazione assimilazione dei nessi MB > mm e ND > nn > Greco = diuso lungo le coste dell’Italia Meridionale, Magna Grecia, parte di Sicilia e Marsiglia Marsiglia ma anche a Roma Roma come come lingua degli schiavi. E’ la lingua della cultura a Roma perché la cultura romana ha stre legami con quella greca. Il greco è molto usato anche nella lingua parlata, parlata, visto che interagisce con il lano da una posizione di presgio. > Lingue celche = comprendono bretone, scozzese, britannico, gaelico ancora gaelico ancora oggi parlate e il
celco, una lingua indoeuropea oggi scomparsa ma ancamente parlata nell’Italia nell’ Italia Seentrionale e in Gallia. Conseguenze del sostrato celco sono 3 enomeni di palatalizzazione:
Palatalizzazione di A TONICA in SILLABA APERTA > esito E Lat. CT > [jt] > [ʧ] Ū > [y]
> Lingue iberiche pre-romane = tra tue il basco, lingua non indoeuropea parlata ancora oggi nei Paesi Baschi, Navarra e Sud-Ovest Francia. Conseguenza del sostrato basco è la perdita di Finiziale lana nel casgliano (FERRUM hierro) hierro).. > Illirico, tracio e daco = l’illirico l’illirico era diuso nelle zone di Istria e Dalmazia, si sa poco di questa lingua, probabilmente è il sostrato dell’ albanese odierno. Nell’odierna Romania-Turchia-Bulgaria Romania-Turchia-Bulgaria c’era invece il tracio e nell’anca Dacia il daco: tracio e daco sono le lingue sostrato dell’odierno romeno Altri sostra meno diusi sono il ligure (auale Liguria ma anche Emilia, Piemonte e Provenza) le Reaa,, e le lingue degli anchi vene lingue della Reaa 2.4 Il ruolo r uolo del crisanesimo crisanes imo
IlCostanno crisanesimo harende un ruolo importanssimo nell’ innovazione nell’innovazione lingua nel lingua nel momento in cui prima lecita la religione crisana nell’Imperodella con l’edio di Milano del 313, diventando così l’imperatore anche capo della Chiesa, poi con Teodosio che mediante l’edio di Tessalonica rende il crisanesimo la religione uciale dell’Impero Romano. Gli ee più importan del crisanesimo sulla lingua si ritrovano nel lessico e nello sle che privilegia sempre di più uno sle basso poiché gli autori crisani desiderano produrre tes che ossero comprensibili anche ai non istrui, si tende dunque a privilegiare un linguaggio popolare. popolare. La cultura anca viene dunque conservata ma deve essere messa al servizio della nuova cultura crisana, dunque mol scri lani connuano a girare e a essere copia 2.5. La rammentazione dell’Impero romano e il superstrato germanico
decade quando crolla l’Impero Romano. A parre dunque dal III sec Il potere unifcante del lano decade quando l’Impero Romano. A ina, l’Impero è prima scosso da gravi crisi economiche e sociali, poi da loe per il tolo imperiale che provocano una rammentazione del territorio in tante aree di potere disnte tanto che l’Impero verrà poi diviso in due par Impero Romano d’Occidente e Impero Romano d’Oriente.. d’Oriente A parre dal IV sec., l’Impero Romano d’Occidente deve ronteggiare ronteggiare le invasioni barbariche: barbariche: dal confne Reno-Danubio i popoli germanici arrivano per invadere i territori dell’impero: sono gli unni, gli alemanni, i ranchi che prendono la Gallia, Gallia, i visigo e i vandali che prendono la Penisola Iberica e Sardegna, Iberica Sardegna, gli eruli, gli ostrogo e i longobardi che ormano il loro regno nell’Italia Nord con Toscana. Toscana. L’impero risulta così molto rammentato in regno romano-germanici governa dai germani. Dal punto di vista linguisco le lingue germaniche possono essere defnite come lingue superstrato: nel caso del superstrato è la lingua dei conquista a imporsi dunque il lano si impone sulle lingue germaniche degli invasori, il lano ha lunga tradizione, una cultura scria, un insegnamento insegnament o ed è la lingua della Chiesa, troppo stabile per essere soomesso, in oltre pian piano i germanici si convertono al crisanesimo dunque anch’essi fniscono per adoare tranquillamente il lano come loro lingua.
Il grande dissesto e la grande rammentazione che l’Impero subisce con le invasioni barbariche hanno grandi ripercussioni sulla lingua: il sistema scolasco crolla, le comunicazioni e gli spostamen di merci e persone sono interro dunque la lingua di ogni area si sviluppa in modo indipendente dalle altre. Ad alimentare questa evoluzione già diversifcata delle varie lingue, interviene poi anche l’inusso l’ inusso delle lingue germaniche di superstrato soprauo sul lessico: sono ina molte le parole germaniche entrate nel lessico lano e poi connuate nelle lingue romanze, ogni dialeo germanico delle varie popolazioni germaniche introduce elemen del proprio lessico nel lano parlato nelle zone in cui tali popolazioni sono insediate 2.6. L’infusso dell’arabo
A parre dal 700 d.C. si verifcano le conquiste arabe soprauo in Francia (erma poi da Carlo Martello), in Penisola Iberica, in Sicilia ma anche in Arica Seentrionale dove l’arabo aveva già rimpiazzato il lano. Nella Penisola Iberica inizialmente l’arabo si impone ma con il movimento della Reconquista alla fne scompare defnivamente rimanendo rimanendo a Granada fno al 1492, poi anch’essa riconquistata riconquistata dai crisani. L’inusso arabo lo si ha soprauo nel lessico, sono molte le parole arabe passate nelle lingue romanze sia per le conquiste dei territori da parte degli arabi, sia per gli scambi commerciali che con loro intraenevano i crisani, sia per i conta con la cultura e la leeratura araba. 2.7. Il superstrato slavo
A parre dal IV sec, nel momento in cui gli unni scacciano i visigo dalla Dacia ecco che comincia insediamento dei popoli slavi. slavi. La lingua slava non sostuisce il lano, dunque si comporta l’l’insediamento anch’essa come lingua superstrato andando a determinare la ormazione dell’auale romeno romeno che che oggi presenta molto lessico di origine slava CAP3 LE ORIGINI O RIGINI DELLE LINGU LINGUEE ROMANZE 3.1. Fra lano e lingue romanze
Il passaggio dal lano parlato alle varie lingue romanze avviene nel periodo V-VIII sec in cui si inizia a verifcare una grande conusione grammacale e grafca anche grafca anche se le prime aestazioni scrie risalgono tue all’IX sec. A seguito dell’VIII dell’VIII secolo siamo in una situazione in cui gli incol non capiscono più il lano dunque si può appunto prendere questo come punto limite che conclude il passaggio lano-lingue romanze, la lingua parlata è ormai totalmente diversa dal lano anche se non ci sono ancora aestazioni scrie: sono nate le lingue romanze! A dimostrazione dell’ormai tendenza a un’ incomprensibilità del lano in quest’epoca ci sono varie glosse che riportano parole dicili lane aancate da sinonimi del parlato volgare ma ancora lanizzate nella orma grafca e grammacale (es. AGER – CAMPUS), si vede dunque un lano ancora lano ma vicino al parlato. parlato . Tra ques tes si ricorda il amoso Indovinello veronese risalente alla seconda metà del 700 d.c. con orme a metà tra lano e volgare, ma anche il Grato delle catacombe di Comodilla a Roma
che riporta la scriura di “a bboce” per bboce” per “ad voce” mostrando il enomeno del betacismo pico del volgare meridionale, le I che sostuiscono le E e gli infni negavi 3.2. La riorma carolingia, il concilio di Tours e i Giuramen di Strasburgo
Una svolta importante nella storia del lano medievale che poi avrà grandi ripercussioni sulle lingue romanze si verifca a parre dall’VIII sec. con Carlo Magno e la sua riorma carolingia che carolingia che prevede interven sull’istruzione. sull’istruzione. Carlo considera un problema la scarsa conoscenza del lano da parte di monaci e pre, si rende conto che libri e orazioni lane sono spesso sbaglia dunque la comprensione delle scriure sacre appare proondamente minacciata, minacciata, per questo decide di creare scuole per ragazzi e ada la copiatura delle opere lane a persone di grande competenza: bisogna imparare il lano per meglio conoscere Dio e le Sacre Scriure e anche Carlo stesso si dedica allo studio del lano. Altro intervento è quello di riorma delle scuole ecclesiasche che servono ora anche alla ormazioni di competen unzionari da impiegare nel regno carolingio: nonostante lo scopo polico in questo periodo di conosce un grande riforire delle leere denominato “Rinascenza carolingia”, si studiano gli autori anchi e si copiano i loro tes. Il lano della riorma carolingia è adesso un lano completamente diverso da quel lano parlato/volgare originario ma anche dal lano che veniva parlato in Francia: ci samo già dunque avviando verso la lingua la lingua romanza che diventerà poi il rancese Il primo documento scrio in scrio in lingua romanza è rappresentato dagli a del Concilio di Tours del 813 d.C. in cui si raccomanda una predicazione predicazione che che sia comprensibile a tu, si richiede dunque esplicitamente esplicitame nte che le orazioni vengano ae in “lingua tedesca” per tedesca” per tu, chi parla lano popolare non è più in grado di capire il lano classico della Chiesa, ciò dimostra che il lano popolare non ha più niente a che vedere con il lano classico: se prima erano la stessa lingua con alcune dierenza, ora sono proprio due lingue diverse! Il primo testo scrio in lingua romanza (dea qui “romana”) è invece la cronaca dei Giuramen di Strasburgo dell’ dell’842 842 d.C. , d.C. , il quale racconta della disputa per il potere scatenatasi alla morte di Ludovico il Pio, fglio di Carlo Magno, tra gli eredi Carlo il Calvo, Ludovico il Germanico e Lotario. Carlo e Ludovico si alleano contro Lotario e si incontrano a Strasburgo per rinsaldare la loro alleanza con ques giuramen in presenza dei loro eserci: i giuramen vengono a in lingua germanica (teudisca) e in lingua romanza (romana), i due eserci giurano usando ognuno la propria lingua mentre i due ratelli giurano usando l’uno la lingua dell’altro. Alla leura di questo testo si vedono ina già alcuni tra pici delle lingue romanze e sconosciu al lano: la declinazione a due casi (soggeo + caso obliquo per tu gli altri complemen), uturo con infnito + avere al presente (es. (es. parlerAI), parlerAI), la grafa I per E ed U per O (es. saver > savir, poder > podir, donat > dunat) cronaca cronaca di Nitardo 3.3. I termini “(lingua) romana, romanza”, “romanzo”, “volgare”
La lingua romana era ancamente il termine per indicare la lingua parlata di origine lana, lana , termine aestato aestato già negli a del Concilio di Tours e poi più avan in provenzale dal trovatore Guglielmo IX che usa la parola romanz romanz.. Romanz deriva Romanz deriva dall’aggevo lat. ROMANICUS = “di Roma, di po romano” che ha dato l’avverbio lat. ROMANICE = “al modo romano”, poi in rancese si considera Romanz come il soggeo, dunque si arriva a ormare il caso obliquo Romant che per caduta della T diventa Roman. In senso linguisco l’aggevo Roman, in rancese si inizia a usare a parre della fne del ‘500, oggi invece si
usa il termine Langues Romanes per indicare le lingue romanze. In Italia il termine Romanzo e poco usato nel medioevo, si preerisce chiamare queste lingue popolari diverse dal lano con il termine Volgare 3.4. Le lingue romanze nella scriura
Nel IX sec si ha ormai la consapevolezza dell’e dell’esistenza sistenza di due lingue: il lano e la lingua romanza in Francia prima e in tue le altre aree romanze poi, il lano rimane la lingua dei soli do mentre do mentre la lingua romanza è usata e capita da tu. tu. Piano piano accanto alla scriura lana, si aermerà anche una scriura romanza per romanza per due ragioni principali: la prima è la volontà di conservare scrio un testo così com’è (per esempio i Giuramen di Strasburgo o ormule magiche) e la volontà di scrivere tes comprensibili a tu. tu . La scriura romanza si aerma con tempi diversi nei diversi generi di testo: importante è la disnzione tra tes leerari – non leerari e poi tra poesia-prosa poesia-prosa.. Inizialmente i tes concepi per la diusione come quelli edifcan per la predicazione non sono pensa per la conservazione, vengono talvolta riporta su suppor non pensa per la lunga conservazione come ogli volan o quaderni ma successivamente gli inten cambiano e si ha una grande svolta quando si inizia a interessars interessarsii alla conservazione dei tes scri. Le pologie di conservazione sono di due pi, quella libraria e quella documentaria ed è grazie a queste che tes anchi sono oggi giun fno a noi: i Giuramen di Strasburgo conoscono una conservazione libraria, i Placi capuani una conservazione documentaria. Quando si scrive in lingua romanza però non si trascrive la lingua parlata così com’è: c’è innanzi tuo la mediazione del lano, lingua da sempre usata per la scriura dunque si tenderà ad adaare la lingua parlata al sistema lano, si tolgono tra troppo locali per avorire la comunicazione più vasta, i copis intereriscono sulla lingua perché riconducono i vari sistemi linguisci al proprio: i tes trascri dalla lingua romanza parlata dunque non rispecchiano edelmente la lingua parlata ma ogni lingua parlata è trascria mediante dei sistemi di scriura de scriptae. Indovinello veronese, i Tra le tesmonianze più anche scrie in lingua romanza ci sono giun l’l’Indovinello Giuramen di Strasburgo e il Grato delle catacombe di Comodilla, alcune glosse e alcuni tes leerari galloromanzi in lingua d’oil d’oil.. Il testo leerario più anco è la Sequenza di Santa Eulalia in lingua d’oil, del X secolo sono invece il poemeo Sant Lethgier in vallone e la Passione di Clremont-Ferrand in piavino. Sempre del X secolo si hanno i tes più anchi in lingua d’oc, d’ oc, sono due ormule magiche curave, Fleury in lano ma con presenza di versi anche occitanici, il la Passione di Augsburg, l’Alba di Fleury in Sermone su Giona che presenta anch’esso scriure sia in lano che volgare. Il tes più anchi italoromanzi sono invece i Placi campani che riportano la controversia per la proprietà di alcune terra tra il nobile Rodelgrimo e l’abbazia di Montecassino, i tesmoni ascolta dal giudice tesmoniano usando il volgare, essi sono tu monaci dunque conoscono il lano dunque pare che anche in ambito giuridico si stava piano piano aermando l’uso del volgare, e il Glossario di Monza, una lista di parole in volgare con il corrispevo greco. In Penisola Iberica i tes più anchi sono giuramen eudali che eudali che usano sia lano che lingua
romanza, più tardi abbiamo anche traduzioni di leggi visigote e un’importante raccolta di omelie per quanto riguarda il casgliano, il testamento del re Alonso II e la Nocia de torto per il portoghese nei primi anni del ‘200, pochi sono i tes dalla Sardegna Sardegna,, dalla Toscana ci arrivano documen forenni quali libri di con come il Conto navale pisano per le spese da sostenere per la costruzione di un armamento di navi, altri tes vengono dalla zona di Venezia e sono scri per il commercio.
CAP4) IL LESSICO DELLE LINGUE ROMANZE (ESEMPI) 4.1. Connuità e innovazione
La base base di di tue le lingue romanze è ovviamente il lano scrio e parlato prima della rammentazione dell’Impero dell’Impero Romano. Vediamo elemen di connuità e disconnuità con il lano tra le orme connuate nelle lingue romanze:
HABĒRE (avere) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche romanze anche se con evoluzione oneca diversa (avere, avoir, haber, aver…). aver…). L’elemento di disconnuità/innovazione disconnuità/in novazione è che alcune lingue lo usano come verbo ausiliare, unzione che non era presente in lano CRESCĒRE (crescere) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche se con evoluzione oneca diversa (crescere, crecer, croitre, creisser…). L’elemento di disconnutà/innovazione disconnutà/innov azione è che in lano il verbo era solo intransivo mentre alcune lingue romanze introducono la orma transiva ALĪUM (aglio) > la connuità è che rimane in tue le lingue romanze anche se con evoluzione oneca diversa (aglio, aille, ajo, all…). all…). L’elemento di disconnuità/inno disconnuità/innovazione vazione è che in lano ALIUM è neutro mentre in alcune lingue romanze prende genere maschile e in altre ancora genere emminile derivato dal plur. ALIA
Altre orme lane sono invece andate perdute e non sono connuate nelle lingue romanze:
LOQUI (parlare) > non connua nelle lingue romanze ma viene sostuito da FABULARE – FABELLARE che dà origine a hablar, falar, favellare…o favellare…o dal lano crisano PARABOLARE da PARABOLA che dà origine a parlare, a parlare, parler, parlar… EQUUS (cavallo) > non connua in tue le lingue l ingue romanze, viene sostuito da CABALLUS termine più specifco che indicava il cavallo da lavoro l avoro il quale dà cavallo, cheval, caballo, cavalo…
ÈDÈRE (mangiare) > non connua nelle lingue romanze, viene sostuito dal suo composto COMEDĒRE che dà i connuatori in Penisola Iberica (comer) o da MANDUCARE che più propriamente signifca “mascare” “mascare” e che dà gli esi mangiare, manger, mandegare, manicare (it. anco)…
CANĒRE (cantare) > non connua nelle lingue romanze ma viene sostuito dal suo requentavo CANTARE che esprime l’azione con maggior orza, da qui cantare, chanter, canter, cantar…
Da soolineare poi il raorzamento di preposizioni, avverbi, pronomi, aggevi dimostravi:
AB > DE AB che dà Da in italiano
DE ANTE (davan, prima) > AB ANTE che dà avan, avan + DE IN ANTE che dà delante + AB DE IN ANTE che dà adelante Forme con ECCE-ECCUM (ecco) > (EC)CE ILLUI ILLUI che dà r. celui + (EC)CU(M) ILLUM che dà it. quello + quello + (EC)CU(M) SIC > it. così
Altro caso è la sostuzione di parole con altre di po aevo: aevo:
AURIS (orecchia) > sostuito da AURIC(U)LA, ORIC(U)LA che danno oreja, oreille, aurelha, orecchia… GENU (ginocchio) > sostuito da GENOC(U)LU che dà ginocchio, hinojo, genou…
4.2. Elemen di sostrato
Nelle lingue romanze si sono connuate anche alcune parole di sostrato entrate nel lano:
CATĒNA > etrusco: dà etrusco: dà catena, cadena, chaine… SPORTA > greco con mediazione etrusca: da sporta, espuerta, isporta… CISTERNA e altre parole con susso ERNA > etrusco: da cisterna, kisterra, citerne… DOPPIE FORME B – F > lingue italiche: es. BUBALUS BUBALUS – BUFALUS, SCARABAEUS-SC SCARABAEUS-SCARAFAIU, ARAFAIU, TABANU-TAFANU… TABANU-TA FANU… le varie lingue romanze hanno connuatori dell’una o dell’altra orma PĒTRA > greco: usato nella lingua parlata al posto del lat. LAPIS e SAXUM, dà connuatori pietra, pedra, piedra, pierre… COLĀPHUS > greco: sostuisce il lat. ICTUS (colpo), subisce sincope della post-tonica quindi diventa COLPU e dà come connuatori colpo, golpe, coup… PLATĚA > greco = dà dà plaça, plaça, place, plazza, plazza, plasa… CARRUS > celco = sostuisce lat. CURRUS e dà carro, char, carrello… CAMMINUM > celco = dà cammino, caminho, chemin, camino… CARPENTUM > gallico = dà carpenere, charpener… EZKERR > lingue iberiche = sostuisce lat. SINISTRU e in alcune lingue romanze dà esquerdo, izquierdo, esquerr perché SINISTRU è associato a “unesto”
4.3. Elemen di superstrato
In minor quantà rispeo a quelle sostrato, nelle lingue romanze vi si ritrovano alcune parole di superstrato germanico: in Francia Meridionale e Spagna il goco dei visigo, in Italia il goco degli ostrogo e poi il longobardo, in Francia seentrionale il ràncone dei ranchi. Per il goco e il longobardo abbiamo però pochissimi connuatori nelle lingue romanze SAPO > germanico = è una sorta di medicinale, dà sapone, savon, jabon, sabao…
GARDO > ràncone = subisce palatalizzazione palatalizzazione di GA in ʤa dunque dà giardino, jardin, jardim, jardi… WERRA > ràncone = “conusione, disordine”, connuato come guerra, guerre… HAUNTTHA > ràncone = “vergogna” connuato dà onta, honte, haonta… Susso HART di nomi propri > ràncone = passa a susso di nomi comuni rieri a persona bastardo, bastard, codardo, codard… WANKJA > longobardo = connuato dall’ it. guancia STINKO > longobardo = connuato dall’it. snco SKINA > longobardo = connuato dall’ it. schiena AL > arabo = arcolo arcolo conservato nelle lingue iberiche algodon, azucar, aduana poi passa alle altre lingue romanze senza la arcolo AL cotone, dogana, zucchero… SIFRE > arabo = “vuoto”, connuatori cifra, chire… ZEPHIRUM > arabo = “zero”, connuatori zero, zéro…
4.4. Lessico crisano
Nelle lingue romanze sono presen anche connuatori del lano crisano
PARABOLA = presto greco usato nel lat. crisano per indicare “esempi di Gesù = parabole”, poi prende il signifcato di parola: parola: parola, parola, palabra, paraula… PAGANUS = inizialmente signifca “abitante del villaggio” me nel lessico crisano prende il signifcato di “civile” e poi “non crisano” con i connuatori connuatori pagano, pagano, paien, pagan… CAPTIVUS = inizialmente con signifcato signifcato di “prigioniero” nel lat lat.. crisano diventa “prigioniero del diavolo” e da qui dunque “inelice” con i connuatori cavo, chéef, chaif, caiu
CAP5) ALCUNI PUNTI DI GRAMMATICA STORICA 5.1. Forme ereditarie e orme doe
Nelle lingue romanze abbiamo oggi sia orme ereditarie/popolari che orme doe/lanismi. L’origine di tue è ovviamente quella lana lana,, la cosa che cambia è il modo in cui esse sono entrate nelle varie lingue romanze. Le orme ereditarie/popolari sono passate dal lano seguendo i naturali mutamen oneci delle varie lingue romanze mentre le orme doe/lanismi sono entrate nelle lingue romanze mantenendo la orma lana con un leggero adaamento. Le due orme possibili si dicono allotropi e riportano una leggera dierenza di signifcato: PODIUM > poggio – podio, FUGA > foga – fuga, LEGALE > loyal – legal… I lanismi si trovano o perché il lano è sempre sento come lingua di cultura dai parlan romanzi, che quindi cercano di recupe recuperarlo rarlo oppure perché si si ha l’inuenza del lano ecclesiasco che rena l’evoluzione. Un esempio: base base lat. DIRECTUS, all’accusavo DIRECTUM DIRECTUM con perdita di M > DIRECTU = in francese si hanno hanno due connuat connuatori ori DROIT forma eereditaria reditaria oenuta seguendo i naturali naturali mutamen foneci del francese, DIRECT lanismo che manene forma lana con leggero adaamento. L’evoluzione ecclesiasco la si vede per esempio in MIRACULU che dà con struurafranata lano edal nonlano MIRACCHIO che invece sarebbe l’esito ereditario/popolare conMIRACOLO i mutamen foneci pici dell’italiano
5.2. Accento
posizione: cade ina sulle stesse sillabe in Nelle parole ereditate dal lano l’accento l’accento non cambia posizione: cui cadeva in lano. lano. Nonostante alcune parole romanze possano aver conosciuto la caduta di alcune sillabe/vocali, la sillaba tonica rimane comunque la stessa del lano: es. lat. CANTARE parola piana, accento penulma > fr. CHANTER CHANTER parola ttronca, ronca, accento ssull’ulma ull’ulma ma la ssillaba illaba tonica rimane la stessa ssee si pensa che in fr. c’è state la caduta della E nale che avrebbe reso la parola piana come CANTARE. Molto pochi sono i casi in cui l’accento cambia posizione rispeo al lano (un caso è quello dei dionghi da vocali che in lano erano venute a contao con uno iato) in lano
l’accento non cade mai sull’ulma sillaba.
5.3. Vocali
Il lano classico aveva un sistema pentavocalico (5 vocali) disnte per qualità (mbro) (mbro) e e quantà (lunghe-brevi). La quantà vocalica aveva valore onologico cioè onologico cioè la dierenze breve-lunga perme permeeva eva di creare coppie minime di parole con signifca dieren (es. MĀLUS = cavo – MĂLUS = melo). La qualità ovvero minor o maggior apertura della vocale invece non aveva valore onologico. Nel lano parlato invece si perde il valore onologico della quantà vocalica, vocalica, nel parlato si ha ina la tendenza ad allungare spontaneament spontaneamentee le vocali brevi in sillaba aperta, a aperta, a parre già dal V sec. ne risulta che le vocali in sillaba aperta sono tue lunghe mentre le vocali in sillaba chiusa sono tue brevi: brevi: a questo punto la quantà vocalica è un aore legato al contesto e dunque perde valore onologico. onologico . La quantà vocalica con valore disnvo pica del lano classico non è conservata in nessuna lingua romanza 5.3.2. Le vocali toniche del lano volgare 5.3.2.1. A e i dionghi lani
Nel lano parlato Ā e Ă convergono entrambe in [a] [a].. Gli esi romanzi di [a] dipendono poi dal po diparlato sillaba in cui essa si trova : es fr. in sillaba aperta > EĚ,: [a] sillaba> chiusa >A Nel lano il diongo AEtrova: diventa [Ɛ][a] dunque coincide con lat.inCAELU it. cie(Ɛ)lo Nel lano parlato il diongo OE diventa [e] dunque coincide con Ē : lat. POENA > it. pena Nel lano parlato il diongo AU diventa [o] dunque coincide con Ō : lat. CAUDA > it. coda, si conserva però nel provenzale: aur, taur
5.3.2.2. Il sistema sardo
Nel sardo lunghe e brevi si sono conuse tra loro, si ha dunque [Ɛ] – [e] e [ɔ] – [o] e la loro alternanza dipende dalla vocale fnale, fnale, senza creare coppie minime. Il sistema vocalico sardo risulta essere il seguente Ī Ĭ > i ĒĚ>e A>a ŌŎ>o ŪŬ>u
Un sistema idenco a quello sardo si trova in un’area tra Basilicata e Calabria (zona Lausberg) 5.3.2.3 Il sistema “panromanzo” o “lano volgare”
E’ il sistema vocalico tonico più diuso che caraerizza anche le varietà italoromanze. Il sistema risulta essere il seguente: Ī > i Ĭ Ē > e Ě>Ɛ A>a Ŏ>ɔ ŌŪ>o Ū>u 5.3.2.4. Il sistema balcanico
Il sistema balcanico è a metà tra il panromanzo per le vocali anteriori e il sardo per le vocali posteriori: Ī > i ĬĚĒ>>Ɛe A>a ŎŌ>o ŬŪ>u 5.3.2.5 Il sistema siciliano
Il sistema siciliano è un’evoluzione del panromanzo avvenuta in alto medioevo. Risultato è che si hanno 5 vocali e non 7 come nel panromanzo. Ĭ Ī Ē > i Ě> Ɛ A>a Ŏ>ɔ ŌŬŪ>u 5.3.2.6. Evoluzione successiva (due esempi) Sillaba aperta e sillaba chiusa
[Ɛ] – [ɔ] in rancese-italiano-spagnolo = in it. e r. diongano diongano solo solo in sillaba aperta in italiano e rancese mentre diongano sempre in spagnolo: spagnolo: lat PĚ/DE > it. piede + fr. pied, lat MŎ/RIT > it. muore, fr. meur, in sillaba chiusa ciò non avviene PŎR/TA > it. porta, fr. porte, lat. PŎRTA PŎRTA > spa. pue puerta, rta, lat. PETR PETRA A > spa piedra [e] – [o] in rancese = in rancese diongano in sillaba aperta : lat. HA/BĒ/RE > fr. aveir > avoir, lat. FLŌ/RE > fr. our > felur
[Ɛ] – [e] – [o] in romeno = diongano sia in sillaba aperta che chiusa, dipende tuo dalla vocale fnale A in sillaba aperta diventa E in rancese = Lo = Lo si trova anche in Emilia-Romagna ed è un esito aribuito al sostrato celco, non c’è in provenzale Ū diventa [y] = enomeno aribuito al sostrato celco, è pico di tue le varietà galloromanze: lat. FŪMARE > fr. f[y]mer
Metaonesi
Con metaonesi/metaonia si intende il enomeno che prevede l’alterazione l’ alterazione della vocale tonica per eeo della vocale fnale. fnale. A seconda dunque della vocale fnale la tonica risulterà aperta o chiusa Ex. In portoghese (Ɛ) e (ɔ) lano volgare, si chiudono in (e) e (o) se la fnale lana è una U. l’assenza di
metaonesi è caraerisca dei diale toscani.
5.3.3. Vocali atone
Solo il sardo ha 5 vocali atone in stessa quantà delle toniche. Nel siciliano tue le atone palatali > [i] e tue le atone velari > [u]: NĚPOTE > nipu, PŎRTARE > purtari Nel panromanzo conuiscono [e]-[Ɛ] – [o]-[ɔ], [o]-[ɔ], le E-I atone in iato con la vocale seguente > [j] dunque VINEA > vigna, vigna, IE > [Ē] dunque PARIETE > parete. Negli esi romanzi la atone interne alla parola sono soggee a caduta per il enomeno della sincope: lat DIRECTU > it. drio, fr. droit. Di solito nel lano volgare sono già cadute le atone che precedono l’accento in parole di 4 o più sillabe: es. lat. CIVITATE > volg. CIVTATE > it. cià.
Nei proparossitoni ovvero parola con accento sulla terzulma in lano volgare si ha la caduta della vocale atona che segue l’accento (post-tonica): lat. VETULUS > volg. volg. VETLU > VECLU con anche TL > CL. Nel volgare cadono le vocali fnali che in lano indicavano essione nominale e verbale: es. lat. accusavo LUPUM > volg LUPU con perdita di M FINALE, a questo punto accusavo e ablavo si disnguono per la vocale nale Ū-Ō ma quando entrambe diventano [o] la disnzione viene a mancare.. Le vocali fnali vengono invece conservate in sardo, toscano e in portoghese mentre la mancare massima tendenza alla caduta si ha nelle lingue galloromanze: in provenzale si conserva solo la A mentre in r. la A si indebolisce e diventa e [Ə]: lat. TERRA > fr. terre, si conserva solo se orma diongo con la tonica: lat. DEU > fr. dieu, prov. Deu. Nei nessi S + consonante si è aggiunta una vocale I – E per il enomeno della pròstesi: lat. SPONSU > spa. esposo
5.4.. Consona 5.4 Cons onan n 5.4.1 Le consonan del lano
I sistemi di consonan delle lingue romanze derivano dal sistema di consonan lano con mutamen che hanno portato da una consonante a un'altra già esistente in lano ad altre invece che non esistevano in lano, come ad esempio [ʧ]. Di solito le consonan che hanno subito mutamento sono quelle in posizione debole ovvero in posizione intervocalica. intervocalica. Tra Tra i mutamen più signifcavi ci sono:
Lenizion e conson Lenizione consonanca anca = è la sonorizzazione delle occlusive sorde intervocaliche [p-t-k], si oengono ina le corrispeve occlusive sonore [b-d-g]: lat. RIPA > prov. riba. In altre lingue il processo è andato anche oltre fno a oenere le ricave: lat. RIPA > it. riva, fr. rive o addiriura la caduta di [t-k]: lat. VITA > fr. vie. La lenizione consonanca disngue le lingue romanze occidentali dalle lingue romanze orientali insieme all’esito all’esito di S fnale: le lenizione c’è nelle lingue iberoromanze, galloromanze e i diale dell’Italia seentrionale, non c’è lenizione in toscano e italiano, nei diale dell’Italia meridionale e nel balcanoromanzo : lat. ROTA > spa rueda, it. ruota anche se in italiano sono possibili orme con lenizione accanto a orme senza lenizione: lat. RIPA > it. ripa, lat. LACU > it. lago, lat. PACARE > it. pagare… Degeminazione = in lano c’era anche l’opposizione tra consonan lunghe/geminate – consonan brevi : es. FERRUM = ferro – FERUM = selvaco. Oggi solo italiano, sardo e diale centro meridionali conservano l’opposizione onologica consonan lunghe-consonan brevi che danno origine a diverse coppie minime geminate: es. fato-fao, cade-cadde…mentre cade-cadde…mentre in tue le altre lingue romanze è avvenuta degeminazione e quindi le consonan geminate si sono scempiate scempiate:: lat. CUPPA > fr. coupe, lat. VACCA > spa. vaca… Nello spagnolo –NN- è degeminata e poi palatalizzata in n palatale [ɲ] e lo stesso vale per –LL- palatalizzata in l palatale [ʎ]: [ʎ]: lat. ANNO > spa año, lat. CABALLU > spa. caballo Esito di S fnale = la conservazione di –S fnale è uno dei tra signifcavi che disnguono le lingue romanze occidentali dalle lingue romanze orientali. Nelle lingue romanze occidentali e nel sardo S- si conserva: conserva: lat. FEMINAS > spa. hembras, port. femeas, fr. femmes, sard. Feminas… Feminas…in in rancese si conserva nello scrio ma non sempre nel parlato a parte i casi di liaison tra due vocali, nello spagnolo americano si tende invece a non conservare, si conserva anche nei diale italiani seentrionali. Nelle lingue romanze orientali dunque italiano, toscano, diale italiani meridionali e lingue I o cade cade:: lat. NOS > it. noi, lat. balcanoromanzee invece S- non si conserva e diventa I o balcanoromanz CANTAMUS > it. canamo Esito di M fnale = in lano M era già pronunciata debolmente quindi cade nelle lingue romanze (pronuncia debole indicata dalla M tra parentesi all’accusavo lano). Si conserva solo nei monosillabi ma diventa N: lat. CUM > it. con, lat. REM > fr. rien, rien , a eccezione lat. IAM > it. già, spa. ya dove ya dove invece cade anche nel monosillabo
Esito T fnale = è la T delle orme verbali che cade in tua la Romania, resta solo in rancese anco nei casi di liaison
5.4.5 Alcuni enomeni di palatalizzazione
I enomeni di palatalizzazione danno origine a consonan nuove che nel lano non esistevano. Le consonan nuove sono le aricate: [ʤ] [ʧ] [dz] [ts]: lat RADIU (radju) > it. raggio, lat FACIA (fakja) > it. faccia, lat MEDIU > it. mezzo lat, PLATEA > it. piazza…in piazza… in questo caso i nuovi esi vengono tu crea per la resa dei nessi consonante + j (yod), ina kj - ke palatalizzano in ʧ molto presto ed è in tue le lingue romanze, solo il sardo conserva [k] velare davan a palatali E-I, (lat. CENA > sardo kena), tj palatalizza in ts ts (es. absenza > absenzia) . [ɲ] e Altre consonan nuove sono [ɲ] e [ʎ] per la resa dei nessi –NNnessi –NN- e -LL- o dei nessi [nj] risultato da NE/NI + vocale e [lj] risultato da LE/LI + vocale : lat. VINEA > it. vigna, lat. FOLIA > it. foglia. In portoghese, spagnolo, italiano e romeno i nessi PL- BL- FL- CL- GL- subiscono anch’essi palatalizzazione: in italiano hanno esito [j]: lat. PLANU > it. piano (pjano), germ BLANUC > it. bianco (bjanco)…in (bjanco)…in spagnolo hanno esito [ʎ]: lat. CLAVE > spa. llave, lat FLAMA > spa. llama…nelle llama… nelle lingue galloromanze si conservano. Il nesso lano -CT- non si conserva, si assimila –TT-, scempia o da esito [jt]: lat. NOCTE > it. noe, vent. note, fr. nuit 5.4.6.. Note su alcune 5.4.6 al cune consonan conso nan
H interv intervocalica ocalica = era già caduta caduta in in lano anco quindi non passa nelle lingue romanze (NEHOMO > NEMO, PREHENDO > PRENDO) H inizia ini ziale le = veniva pronunciata ma solo nella pronuncia colta quindi non passa nelle lingue romanze H ger german manica ica = in rancese rimane e a traare l’inizio di parola come inizio consonanco quindi con impossibilità di liaison: es. ger. HAUNJTHA > fr. la honte [v] labiodentale labiodental e e [w] semiconson semiconsonante ante = il lano non ha [v] labiodentale ma ha solo [w] semiconsonante, semiconsonan te, le due orme però sono rese con stessa grafa [w] intervocalica = [w] intervocalica diventa [β] ricava bilabiale distesa : lat CABALLU > spa caβallo [w] iniziale = si realizza [b] dopo pausa e nasale altrimen [β]. Vale lo stesso nei diale meridionali in cui [w] si realizza [β] [v] in posizione debole o [bb] in posizione orte secondo il enomeno del betacismo betacismo.. In gran parte delle lingue romanze invece l’esito di [w] è [v] [v]:: lat VINU > it. vino, fr. vin… Esito nesso NS = il nesso NS viene reso già nel lano anco con S per caduta di N e ina le lingue romanze connuano la orma in S: lat. MENSES > ita. mese, fr. mois…
5.5. Le declinazioni 5.5.1. Casi e declinazioni
La grande dierenza tra lano e lingue romanze sta nella morologia nominale: in lano si poteva comprendere la unzione sintaca di un elemento nominale già dalla sua morologia grazie alla essione data dalle desinenze, nelle lingue romanze invece questo non è più possibile perché le desinenze sono cadute e quindi la unzione sintaca la si capisce solo osservando la posizione dell’elemento dell’elemen to nominale nella rase. Le rasi italiane per esempio seguono l’ordine SVO SVO che che viene deo non marcato, rasi che
cambiano l’ordine degli elemen si dicono marcate e hanno un signifcato diverso rispeo a quelle non marcate. In lano invece si hanno sei casi con le loro desinenze che stanno a indicare la unziona sintaca dell’elemento dell’elemen to nominale nella rase: Nominavo, Genivo, Davo, Accusavo, Vocavo, Ablavo ognuno esprime un complemento diverso con la propria desinenza. L’ordine non marcato lano è SOV ma in realtà soggeo e oggeo si disnguono anche a
prescinderedelle dallaparole. loro posizione proprio per la desinenza che riportano notevole libertà nell’ordine Come in italiano anche il lano orma complemen con le preposizioni, preposizioni, la maggior parte delle preposizioni regge un solo caso, alcune due. Del sistema lano delle declinazioni le lingue romanze conservano minimi rammen, in parcolare nei pronomi, solo il r. anco e il provenzale hanno conservato una declinazione a due soli casi, ra le lingue moderne invece solo il romeno conserva una declinazione a due/tre casi. Per il resto nelle lingue romanze ogni nome,aggevo…h nome,aggevo…haa una sola orma nel singolare e una sola per il plurale. 5.5.2 Riduzione Ridu zione delle dell e declinazioni declinazio ni
Nel lanoderivano tardo si ha riduzione declinazioni dain 5A a 3dalla dunque si sa i nomi delle lingue romanze dauna quelle prima 3delle declinazioni: i nomi prima, in che O dalla seconda e in E dalla terza, i nomi della quarta vengono assorbi dalla seconda 5.5.3 Riduzione dei casi
Dopo le declinazioni si ha anche la riduzione dei casi nel casi nel parlato, si iniziano a usare costru con preposizione al posto dei casi: AD + ACCUSATIVO per il davo, DA + ABLATIVO per il genivo, CUM…poi si tenderà a usare solo accusavo con tue le preposizioni e addiriura l’accusavo l’ accusavo sostuirà il nominavo in unzione di soggeo soggeo.. Altri enomeni oneci che hanno contribuito alla riduzione dei casi sono anche la caduta di M, la convergenza di O-U fnali, e la caduta di S fnale. Alla fne in lano tardo si oene una sola declinazione a due casi: un nominavo nominavo per per il soggeo e un caso obliquo per indicare tu i complemen che viene rappresentato dall’accusavo. dall’accusavo. Le lingue romanze poi perdono anche i due casi e mantengono solo l’accusavo l’accusavo mentre il provenzale e provenzale e il rancese mantengono i due casi. 5.5.4 La declinazione del rancese anco e del provenzale
Provenzale e rancese mantengono una declinazione declinazione a due casi come quella del lano tardo parlato: un caso nominavo usato per il soggeo e un caso obliquo rappresenta rappresentato to con accusavo per tu i complemen: lat MURUS > S murs e lat. MURUM > O mur, lat CANIS > S chiens e lat. CANEM > O chien…i chien… i due casi si dierenziano per la “S segnacaso” . In rancese poi si perde anche la declinazione a due casi 5.5.5. Il plurale
Quando in rancese si perde la declinazione a due casi e si manene solo il caso obliquoaccusavo, la S viene ulizzata per segnare il plurale dell’obliquo: lat CANE > ob sing chien > ob
plur chiens. Stesso enomeno vale anche per le lingue iberiche con S al plurale: lat PONTES > ob sing puente > ob plur puentes. L’italiano conserva accusavo al singolare ma usa il nominavo plurale al plurale: lat. MURUM > ob sing muro , lat. MURI > ob plur muri 5.5.6. La declinazione del romeno
Il romeno manene una declinazione a due casi: uno casi: uno per nominavo-accusavo e uno per genivo-davo.. genivo-davo C’è anche un caso vocavo ma scarsamente ulizzato 5.6. Il genere
Il lano presenta 3 generi: maschile – emminile – neutro mentre quasi tue le lingue romanze hanno 2 generi: maschile – emminile tranne il romeno che conserva il genere neutro come orma produva, cioè che può introdurre parole nuove o pres di altre lingue. I neutri lani sono per la maggior parte passa al maschile dunque in neutri in UM si sono conusi con i maschili in US della US della stessa declinazione: CAELUM ha gli stessi esi di MURUS mentre altri sono passa al emminile: lat MARE > fr. la mer, lat. PIRUM > it. pera… Anche in italiano connuatori del genere neutro, nomi che hanno il singolare al maschile e pluraleesistono al emminile: BRACCHIUM-BRACCHIA BRACCHIUM-B RACCHIA > ilsono braccio-le braccia, OSSUM-OSSA > l’osso-le ossa…in ossa…in questo caso però è una orma non produva. produva. Altri nomi hanno invece cambiato genere nel passaggio dal lano alle lingue romanze, tra i nomi che hanno subito tale processo si trovano i nomi di albero emminili in lano e maschili nelle lingue romanze e i nomi in nom OR- e acc. ORUM- maschili in lano e emminili soprauo nelle lingue galloromanze: lat. femm. PINUM > it. masch pino, lat femm FRAXINUS > it masch frassino, lat. masch FLORE(M) > fr. femm eur, lat. masch. DOLORE(M) > fr. femm douleur 5.7. L’arcolo
L’arcolo L’arcolo in lano non esiste, esiste, è dunque un’innovazione un’innovazione delle lingue romanze. L’arcolo L’arcolo determinavo è un esito del pronome dimostravo lano ILLUM – ILLA “quello (lontano da chi ascolta)” > “It. il, lo, la, Fr. le, la, Sp. el, la”… oppure IPSUM-IPSA “questo-quello stesso” per il sardo “su-sa”. L’it. L’it. IL non è la riduzione di ILLUM alla sua prima parte ma deriva dalla riduzione di LO in ‘L tra vocale fnale e consonante iniziale: LO > ‘L > IL. Nel lano tardo l’arcolo è messo prima o dopo il nome mentre nelle lingue romanze va prima del nome tranne che in romeno dove invece è posposto: posposto: lat. lat. tard LUPU ILLU > rom. Lupul. indeterminavo che connua il numerale UNU(M) – UNA > “It. uno, un, una, Fr. un, L’arcolo L’arcolo indeterminavo che une, Sp. uno, un,una…” 5.8. Note sul verbo 5.8.1 Coniugazioni
In lano ci sono 4 coniugazioni: ARE – ĒRE – ĚRE – IRE ma nel lano tardo già si vede una convergenza III con laalla II quindi ci sono orme della III che passano II coniugazione e orme della II della che passano III: RESPONDĒRE > RESPONDĚRE, SAPĚREalla > SAPĒRE così connua
poi anche nelle lingue romanze. I diale mediani e il toscano hanno l’infnito l’infnito con apocope di –RE: cantà 5.8.2 Esi oneci e analogia
Nel passaggio tra le orme verbali lane e le orme verbali romanze sono avvenu mutamen oneci. Un mutamento importante è l’analogia l’ analogia che che è l’esito non oneco di un verbo nel passaggio. L’analogia serve per rendere i paradigmi omogenei e dunque per esempio per eliminare orme irregolari, già in lano volgare si possono notare riacimen per analogia: analogia: lat POSSE > lat. volg POTĒRE, lat. VELLE > lat. volg VOLĒRE, lat. ESSE > lat. volg ESSĚRE… 5.8.3 Forme F orme sinteche sinte che e orme analiche a naliche
Nel passaggio lano-lingue romanze si è anche assisto a casi di passaggio da orme sinteche a orme analiche: le orme sinteche hanno i componen non disn e di uso non separato e in cui dunque la unzione grammacale si esprime con una desinenza (es. parlo > parl-o ma la disnzione non è percepita) mentre le orme analiche sono ormate da elemen disn e indipenden (es. ho parlato). Lo stesso passaggio lo si nota anche nel comparavo : in lano il comparavo si orma con desinenza –IOR – IUS (ALTUS > ALTIOR-ALTIUS) mentre nelle lingue romanze si orma con i deriva del lat. MAGIS-PLUS : più alto, mas alto, alto, plus haut haut… … Lo stesso passaggio lo si ha anche con l’espressione dei complemen con preposizioni anziché con il caso come in lano 5.8.3.1. Il passivo (e i verbi deponen)
In lano il passivo è espresso in orma sinteca (LAUDOR > io sono lodato) mentre usa orme analiche per il pereo passivo (LAUDATUS SUM > io fui lodato). In lano ci sono anche verbi deponen di orma passiva ma signifcato avo per avo per esprimere il coinvolgimento del soggeo nell’azione: MORIOR > io muoio. Nelle lingue romanze invece il passivo passivo è è ao con orme analiche ina è stato connuato il passivo pereo reinterpretato con l’ausiliare l’ausiliare essere al presente: LAUDA presente: LAUDATUS TUS SUM > io fui lodato > io sono lodato 5.8.3.2 Il uturo e il condizionale
Oggi le lingue romanze hanno romanze hanno un uturo sinteco (it. canterà) ma inizialmente il uturo aveva orma analica con ausiliare avere posposto: CANTARE HA(BET) > canterà mentre In lano classico il uturo era sinteco con una orma per la I-II coniugazione e una per la III-IV coniugazione. Nel lano parlato si è ina sostuito il uturo lano sinteco con perirasi con infni: DEBEO (devo), VOLO (voglio), HABEO (ho) : ho da andare. La orma con habere posposto si connua in rancese, spagnolo, provenzale, portoghese e italiano: CANTARE HA(BET) > canterò, cantaré, chanterai, cantarai… cantarai…mentre mentre altre lingue hanno la orma con habere anteposto: anteposto: aggio cantà come nel caso dei diale meridionali italiani. Il condizionale, che in lano non esisteva, si è ormato in alcune lingue romanze dalla orma uturo con habeo anteposto: INFINITO +daimp. HABEBAM : CANTARE HABEBAM > cantarìa, INFINITO + per. HABUI > HEBUI chanterais… chanterais…mentre mentre in toscano-italiano (da cui ebbi): CANTARE HEBUI > canterbbe, alla prima persona del forenno ebbi > ei e da qui canterei
5.8.3.3 Il passato composto
In lano c’è da sempre un pereo che indica il passato remoto (es. SCRIPSI) ma successivamente si introduce anche un passato composto che è l’italiano passato prossimo, inizialmente ormato con ausiliare avere poi anche con ausiliare essere. Alla base ci sono orme come COMPERTUM HABEO, HABEO SCRIPTAM prima sente come espressione di possesso e poi reinterpretate come espressione di risultato. Solitamente linguediversi: romanze si usa prossimo una o l’altra orma mentre in italiano sono presen entrambe manelle con varie signifca passato è un passato per azioni ancora in corso mentre il passato semplice è per le azioni concluse. CAP6) LE LINGUE ROMANZE OGGI 6.1. Le lingue iberoromanze > Portoghese = parlato soprauo in Portogallo e Brasile, il portoghese si sviluppa prima nella
parte nord-occidentale della Penisola Iberica, in Galizia e nella contea di Portogallo dove spicca il regno di Léon: la lingua in questa ase viene dea galego-portoghese perché è un insieme omogeneo delle parlate medievali di queste zone, è la lingua della poesia lirica. lirica. Quando invece a metà ‘300 Lisbona Lisbona più più a sud diventa la capitale del Portogallo, allora la lingua comincerà a svilupparsi sulla base delle parlate centro meridionali e il portoghese si dierenzierà molto dal galego. Con la colonizzazione del ‘400 il portoghese si dionde anche in America Lana soprauo in Brasile che ho oggi nella lingua tra del portoghese evolu ma anche innovazioni proprie. I tra che dierenziano il portoghese dalle altre lingue iberoromanze sono:
Esito di L lana interv intervocalic ocalicaa = la L lana intervocalica cade cade:: lat.DOLOREM > sp. dolor > port. dor Esito di N lana intervo intervocalica calica = la N si risolve con nasalizzazione della vocale precedente: lat. LUNA > sp. lluna > port. lua Infnito coniugat coniugato/pers o/personale onale = le lingue romanze hanno tue l’infnito non coniugato/impersonale. coniugato/imper sonale. Il portoghese ha sia quello impersonale per indicare azioni generali, sia quello coniugato per indicare invece azioni rivolta a un soggeo specifcato specifcato
> Galego = è la lingua della Galizia con origine in comune al portoghese. Nel ‘400 quando la lingua
di Casglia si impone come lingua di potere e leeraria, il galego viene relegata all’uso di dialeo. La rivalorizzazione del galego comincia nell’800 con le ideologie nazionali secondo le quali la lingua è espressione del popolo, ma il processo è presto interroo dalla diatura di Franco che reprime tue le autonomie. Oggi il galego è invece lingua co-uciale diusa nell’uso comune a tu i livelli e considerata lingua di amministrazion amministrazionee e insegnament insegnamento o > Spagnolo (casgliano) = è la lingua uciale della Spagna ma anche di altri paesi ispanici delle
Americhe quali Argenna, Cile e Messico, in minoranza anche in Arica e Asia ed è parlata anche negli USA sebbene non sia lingua uciale. Viene anche deo casgliano perché era la lingua uciale del Regno di Casglia che si espanse più degli altri. A Sud della Spagna e nelle Americhe ci sono mutamen mutamen per per quanto riguarda> la fnalee che suona [h] o cade cade a a fne parola consonante: las manos > lah manoh la Smano soprauo nelle Americhe l’esito odi –LLdidavan –LL- [ʎ]lain
[ȝ]: caballo (cabaʎo) > cabaȝo Le caraerische dello spagnolo sono:
Esito F lana iniziale iniz iale in [h] rica ricava va laringa laringale le = lat. FILIU > sp. hijo, lat. FARINA > harina. Non si sa se il mutamento sia da aribuire al sostrato iberico, all’inuenza del basco o al ao che il casgliano non avesse tale suono e quindi lo ha realizzato in modo dierente Diongazione Ě-Ŏ = le Ŏ-Ě lane diongano in [je]-[we] sia in sillaba aperta che chiusa:
lat. VĚNTU sp. in viento, lat.=RŎDA > sp. rueda Esito di /ȝ/>(gli) /χ/ jota diventa lat. FILIU > glio > hijo
> Catalano = è oggi parlato in Catalogna, Andorra, Baleari, Comunità Valenziana Valenziana e anche a
Alghero. Nel ‘200 i con di Barcellona sono sia re di Aragona che con di Provenza dunque catalano e provenzale sono molto simili tanto che in questo periodo il provenzale è qui la lingua della poesia mentre il catalano della prosa. Più il regno di Aragona conquista la Sardegna per questo oggi si parla ad Alghero ma nel momento in cui Aragona e Casglia si ondono nella seconda metà del ‘400, il catalano si arrende al casgliano e nel ‘700 quando il casgliano diventa lingua uciale il catalano diventa dialeo. dialeo. Nell’800 a seguito dei movimen nazionalisci si propone invece una rivalutazione del catalano, si riprende la lingua in leeratura e si procede con una standardizzazione. Nel primo ‘900 è il catalano è poi represso da Franco ma torna a diondersi con il ritorno della democrazia democrazia.. Nel secondo ‘900 viene invece riconosciuto il catalano come lingua uciale della Catalogna di uso comune, dei mezzi di comunicazione, dell’amministrazione e dell’insegnamento. I tra che lo disnguono sono:
Caduta vocali fnali lane diverse dive rse da A = trao in comune con l’occitano: lat. VENTU > spa. viento > cat. vent, lat. CLAVE > spa. llave > cat. clau Conservazione CL - PL iniziali = lat. PLUVIA > spa. lluvia > cat. pluja Esito MB > M = trao in comune con lo spagnolo: lat. COLUMBU > cat. colom Palatalizzazio Palatali zzazione ne di L inizia iniziale le = lat. LUNA > cat. lluna (ʎuna) (ʎuna)
6.2. Le lingue galloromanze > Occitano = è la lingua della Francia Meridionale delimitata dalla linea Bordeaux-Mass Bordeaux-Massiccio iccio
Centrale-Alpi-Lione-Grenoble, si parla anche in Italia in alcune province di Torino, Cuneo, e parte Centrale-Alpi-Lione-Grenoble, della Calabria. A nord confna con il rancese/lingua d’oil dalla quale è separato da una lingua intermedia che è il guascone. guascone. In Italia l’occitano impiegato in leeratura viene deo provenzale anche se il termine è leggermente improprio improprio perché non era parlato solo in Provenza. L’occitano subisce molto presto la pressione del rancese del nord a parre dalla crociata contro gli Albigesi del ‘200 fno ad arrivare alla completa annessione del Midi al regno di Francia: il rancese si impone come lingua unitaria e l’occitano viene declassato a dialeo. Nell’800 si tenta una ripresa dell’occitano e ancora oggi si tanta di standardizzarlo e di aermarlo come lingua. I tra dell’occitano sono i tra del rancese ma meno avanza, ovvero le parole occitane conservano di più la base lana:
Caduta delle vocali fnali diverse dive rse da A = trao in comune col rancese ma si reintroduce una vocale d’appoggio e [Ə] : lat. PATRE > occ. peire > fr. père Mantenimento della A fnale = lat. DOMINA > cat. domna, domna , trao che non si ha in rancese: lat. DOMINA > fr. dame
Mantenime nto dela A tonica = lat. MARE > occ. mar, trao che non si ha in rancese: lat. Mantenimento MARE > fr. mer Declinazione Declinaz ione a due casi = un caso soggeo e un caso obliquo
> Francese = è lingua uciale della Francia, parte del Belgio e della Svizzera, Hai, Québec e delle
ex colonie aricane rancesi. La lingua ha subito mol mutamen nel mutamen nel corso della storia tanto che si riconoscono 3 stadi molto dieren: rancese dieren: rancese anco, rancese medio con passaggio avvenuto nel ‘300, e rancese moderno che ‘300, moderno che si ha con la codifcazione della lingua nel ‘500-‘600. Il normanno si dionde anche in Inghilterra a seguito della conquista del 1066 con Guglielmo il Conquistatore tanto che ina oggi ci sono nell’inglese un gran numero di parole rancesi. Il rancese anco è ormato da un insieme di lingue parlate all’altezza dell’Ile dell’Ile de France: ranciano, piccardo, vallone, champenois, normanno e piavino. L’anco rancese ha come tra:
Declinaz ione a due casi Declinazione Palatalizzazione di A tonica in sillaba aperta > e – ie = lat. CANE > fr. ant. chien, lat. PRATU > fr. ant. pré , Passaggio io di A tonica lan lanaa a [Ə] = lat. TERRA > fr. ant. terre e la Passagg la orte lenizione delle consonan intervocaliche fno a caduta: lat. VITA > fr. ant. vie, lat. AMICA > fr. ant. amie
Tra i tra del medio rancese ci sono invece:
Riduzione di IE > E dopo consonante palatale = fr. ant Chief > fr. med. Chef Caduta R fnale negli infni = fr. = fr. ant. Parler > fr. mod mod Parlé Caduta S fnale = tranne nei casi di liaison con parola seguente che inizia per vocale Lanizzazione della grafa = è il movo per cui oggi la grafa del rancese rancese è molto distante dalla resa oneca Sostuzione Sostuz ione di S precons preconsonanc onancaa con accento == fr. fr. ant espee > fr. med. Épée
Il rancese moderno si origina nel ‘500-‘600 alla corte di Parigi ed è la lingua romanza con una maggiore evoluzione rispeo al lano. I tra sono:
Sintass i ri Sintassi rigida gida SVOC Espressione Espress ione obbligator obbligatoria ia del soggeo = le coniugazioni si riconoscono solo per l’espressione l’espression e delcircon soggeo: soggeo: je parle –=ilanche parle se nel parlato tende a cadere NE e rimanere parle Negazio Negazione ne con circonfsso fsso je NE…PAS solo PAS Tue le parole sono ossitone = ovvero con accento sull’ulma sillaba, è conseguenza della caduta di vocale fnale atona diversa da A
> Francoprovenzale = si parla soprauo in Francia Sud-Est ma anche in parte della Svizzera,
Lionese, Val d’Aosta e parte del Piemonte. E’ una lingua non standardizzata e nel medioevo non vi sono tes scri tu in rancoprovenzale ma vi sono tracce sparse in tes in altre lingue galloromanze. Il trao principale è:
Parole sia ossitone che parossitone = ovvero accentate sulla penulma sillaba, trao in comune con occitano ma non con il rancese
5.3. Le lingue italoromanze
> Italiano = è lingua uciale dell’Italia, Canton Ticino in Svizzera, San Marino e Cià del Vacano. E’ molto parlato anche in USA, America Lana e Australia a seguito delle grandi emigrazioni di ‘800-‘900. L’italiano deriva dal forenno quando nel ‘500 si riesce a codifcare una lingua comune d’uso leerario con Pietro Bembo che ina ornisce come modelli Boccaccio e Petrarca con il loro forenno trecentesco, poi estesi a Dante e ad altri autori forenni trecenteschi. Con l’Unità l’Unità d’Italia poisolo a diondere l’italiano dalla anche a tu i livellila d’uso, processo chesisiinizia compie nella seconda metà del sola ‘900leeratura grazie alle migrazioni interne, scuola, il servizio militare e i mezzi di comunicazione con i parcolar modo la televisione nel ’54. In Italia si disnguono diale primari che sono i normali connuatori del lano e lano e i diale secondari/italiani regionali ovvero l’italiano parlato nelle varie regioni che ha tra parcolari dovu al contao con i diale. diale . I tra dell’italiano che derivano dal forenno e non al toscano in generale sono:
Anaones i (chiusura Anaonesi (chiusura)) di E-O davan a NC-NG = lat. LINUA > tosc e altre var. italorom. lengua > or. lingua, lat. TINCA > tosc e altre var.italorom. tenca > or. nca, lat. LONGU > tosc. longo > or. lungo Anaonesi (chiusura) di E davan a [nj] = lat. GRAMINEA > tosc e altre var. italorom. gramegna > or. gramigna Esito AR ATONO > ER = lat. AMARE HABEO > tosc. e altre var. italorom. amarà > or. amerà Tue le coniugazioni coniugaz ioni con –IAMO –IA MO alla 1°per 1°pers. s. plur 1° pers. condizi condizionale onale iin n EI Monoongazione [wɔ] > [ɔ] dopo palatale = gliuolo = gliuolo > gliolo gliolo 1° pers. singolar si ngolaree impere impereo o in O = amava > amavo
I vari diale italiani sono raggruppa in diverse categorie: > Diale Seentrionali : al di sopra della linea La Spezia-Rimini che divide anche Romania Occidentale Occidenta le da Romania Orientale. I tra disnvi sono lenizione consonanca, mantenimento S fnale lana, scempiamento delle geminate, sonorizzazione sorde intervocaliche, presenza di vocali turbate [U> y] La caduta La caduta vocali lane diverse da A e resa CT lano in JT è solo per i diale galloitalici: lat. PISCE > lomb. pƐs, lat. LACTE > lig. laite > Diale Toscani = i tra sono:
No Metao Me taonesi nesi Esito RI lano > [j] = lat. AREA > aria > tosc. aia Gorgia toscana = lenizione consonanca di [k-t-p], enomeno alloonico che non dà origine a coppie minime. Probabilmente originata dal sostrato etrusco che aveva un ono intermedio [kh-th-ph] ma questa teoria presenta mol dubbi
> Diale Centro Meridionali : disn tra diale mediani al confne tra Umbria e Toscana in zona Grosseto-Argentario, Grosseto-Arge ntario, i diale meridionali intermedi in provincia di Ascoli a Abruzzo esclusa L’Aquila e Avezzano, Avezzano, Lazio est e FFrosinone rosinone e i diale meridionali estremi in Calabria e Salento I tra sono Metaonesi = diongazione di Ě > [je] e Ŏ > [wɔ] provocata da Ī da Ī Ū lane fnali. Nei casi dove la fnale si è conusa in Ə, ques due dionghi disnguono maschile-emminile maschile-emminile:: nei
emminili lani che terminavano in A tale diongo non si orma mentre nei maschili si ha il diongo: lat. PEDI > pjerƏ. E’ in tu i diale Centro Meridionali Assimilazione LD > ll = lat. CALIDUM > callo. Si ha nei diale mediani Infnito apocopato = it. Cantare > cantà. Si ha nei diale mediani e meridionali intermedi, diuso anche in Toscana Disnzione Disnzi one maschil maschile-neoneu e-neoneutro tro = si esprime con l’arcolo l’ arcolo e si oppongono maschili numerabili – neutri non numerabili. Si ha nei diale mediani e meridionali intermedi Vocalismo siciliano = sistema pentavocalico. pentavocalico. Si ha nei diale meridionali estremi
> Sardo = minoranza linguisca riconosciuta linguisca riconosciuta e tutelata dalla legge 482/1999 ma non è lingua standard. Per movi storici lega a conquiste, la Sardegna viene divisa in 4 zone: zone: Cagliari – Torres – Arborea – Gallura e l’isolamento l’isolamento di queste regioni cresce sempre più con l’alternarsi di altre dominazioni italiche e straniere fno all’Unifcazione del regno d’Italia tanto che proprio grazie a questo isolamento il sardo ha mantenuto un caraere molto conservavo nei conservavo nei conron del lano. Gallurese e Sassarese sono inuenza dal toscano. I tra sono: Perdita della quantà vocalica lana ma senza convergenza di Ĭ> Ē e Ŭ>Ō Conservazione Conserv azione [k][k]-[g] [g] velari dav davan an a [i]-[e] Conservazione Conserv azione di S fnale Conserv azione con Conservazione consonan sonan gem geminate inate Futuro Futu ro co con n “ave “avere re a” Condizionale Condizi onale con “dov “dovere” ere” Arcol Ar colo o “su-sa “su-sa”” > Corso = è italoromanzo ma ha il rancese come lingua lingua teo. teo. Il corso è insegnato nelle scuole
materne ed elementari, acoltavo in quelle successive. E’ molto simile al sardo e ina le origini sono in comune ma ha subito una orte toscanizzazione soprauo a Nord a seguito della dominazione di Pisa quindi il vocalismo è toscano ma con qualche mutamento ma con inversione Ɛ-e e ɔ>o (PILU > tosc. pelo > cors. pƐlu) ed esito [u] di O fnale lana (lat. VADO > tosc. vado > cors. vadu) 6.4. Le lingue retoromanze > Retoromanzo (ladino) = sono varietà riunite da Ascoli soo il nome di ladino e anno rierimento
alla Reaa e ai Rea. Il ladino è una lingua minoranza riconosciuta e tutelata dalla legge. Tra i tra disnvi si conservano quelli dei diale italiani seentrionali con però alcune innovazioni come innovazioni come la palatalizzazione CA > [ca] e GA > ja. Tra le varietà ladine alcune hanno come lingua teo il tedesco, altre l’italiano l’italiano > Romancio = è parlato nel Canton Grigione ed è lingua uciale della Svizzera con italiano, rancese e tedesco. Conene varietà disnte perché si è sviluppato in area di scarsa comunicazione reciproca > Friulano = è una lingua minoranza riconosciuta minoranza riconosciuta e tutelata dalla legge, è diviso in 3 varietà alcune
più conservave di altre: càrnici, occidentali, centro-occidentali con centro-occidentali con anche Udine. In riulano si ha un’ampia produzione di tes praci già nel ‘200, di tes leerari invece nel ‘300-‘400 e un’ampia
diusione nel ‘900 soprauo grazie a Pasolini. I tra sono:
Quantà vocalica voca lica con val valore ore onolog onologico ico Conservazione S lana la plurale e nelle orme verbali di 2°pers.sing.plur
6.5. Le lingue balcanoromanze > Dalmaco = è una lingua romanza ormai esnta esnta parlata parlata sulla costa orientale dell’Adriaco e
nell’isola di Veglia, cede alla pressione del croato e del veneziano resistendo più a lungo solo a Dubrovnik e a Veglia prima di scomparire defnivamente. I tra sono:
Mantenime nto [k]-[g] ve Mantenimento velari lari dava davan n a [e]-[i] Mancata lenizione leniz ione delle sor sorde de intervoca intervocaliche liche Futuro Futu ro sin sintec teco o
> Romeno = lingua uciale di Romania e Moldavia ed è il connuatore del daco ovvero la lingua
Dacia ma dell’anca Dacia ma vi sono anche altri pi di romeno che non derivano dal daco e sono parla perlopiù in Macedonia, parte di Albania e Grecia, ex Jugoslavia e Istria. Le prime aestazioni di romeno risalgono solo al ‘500 dunque mol aspe di questa lingua vengono ricostrui per congeura. congeura. Viene invece valorizzato nel ‘700-‘800 quando si immeono anche parole rancesi e italiane. I tra del romeno sono: Presenza della dec declinaz linazione ione Presenza del neutro Arcolo Arcol o posposto Futuro con c on AVERE + INFI INFINITO NITO
CAP1) DALLE ORIGINI A WACE 1.1. Anche scriure germaniche
Nel ‘100 l’unica leeratura romanza presente è la leeratura galloromanza in lingua d’oc e in lingua d’oil, d’oil, ina Italia, Penisola Iberica e Romania conosceranno una diusione leeraria volgare moto più tarda. Nei primi tes romanzi (dunque galloromanzi) vi è già traccia di lingue germaniche e dunque si sa che in quei casi erano necessarie traduzioni per coloro che non erano di lingua germanica, soprauo delle Scriure come la Bibbia e i Vangeli per esigenze di evangelizzazione. In poesia i primi tes scri sono tu probabilmente trascrizioni di can epici ranchi volute da Carlo Magno, mentre per la poesia anglosassone intorno al 1000 vengono messi per scrio alcuni raccon orali come quello di Beowul 1.2. Tes Tes edican delle origini ori gini
I tes romanzi delle origini, risalen al 1000-1100, sono quasi tu tes religiosi per i laici, conserva in copie occasionali in spazi bianchi di tes lani, come ad esempio il Saint Alexis in lingua d’oil che narra le vicessitudini di Sant’Alessio, con versi tu décasyllabes pici delle
chansons de geste, ma anche il Boeci anch’esso in décasyllabes, in provenzale trascrio sulle par bianche di un documento che ha come tema di base la “Consolazione della flosofa” in i n quanto Boezio riceve in carcera la visita di una donna sublime, Filosofa, che gli dà importan insegnamen di vita. Entrambi i tes insistono sul conronto tra male del presente e virtù del passato. C’è poi anche la Sancta Fides in provenzale, in octosyllabes, per l’accompagnamento l’accompagnamento musicale che narra il marrio della Santa Agen al tempo di Diocleziano, anch’esso risale a inizio 1100 1.3. Res di poesia lirica
Come tes delle origini si hanno anche i res di poesia lirica risalen al periodo precedente a quello dei trovatori dunque collocabili intorno al 1000 1000.. Sono probabilmente trascrizioni a memoria o memoria o dall’ascolto, dall’ascolto, in lingua germanica con germanica con notazione musicale, uno di argomento morale l’altro parla invece d’amore. d’amore. Quello d’amore riporta come tema tema il il movo dell’innamora dell’innamorato to che desidera essere un uccello per volare dalla sua amata, stesso tema che poi diventerà un topos trobadorico specialmente ulizzato da Bernart de Ventadorn ripreso anche in Yonec, un componimento di Maria di Francia. Sono ques esempi di can non ecclesiasci ma popolari dunque esterni alla Chiesa, res di questo po sono molto rari e spesso ricostrui per congeura. Altri componimen pici delle poesie delle origini sono le jarchas le jarchas (hargat) della Spagna araba in cui il tema principale è quello della donna che parla in prima persona, è ina una orma poeca pica araba ed ebraica in cui parla in prima persona un soggeo diverso dal poeta. Jarchas completamente completamen te in lingua romanza sono pochi, si trovano sempre inuenze arabe ed ebraiche 1.4. La Chanson de Roland e le più anche chansons de geste
La Chanson de Roland è composta nell’sec. nell’sec. XI tra il 1060-90. La chanson racconta della disaa di Roncisvalle in cui l’esercito ranco di Carlo Magno viene sconfo dai Saraceni durante un’imboscata: Gano tradisce il suo esercito in quanto oeso per esser stato scelto come il “sacrifcabile” che avrebbe dovuto guidare l’ambasceria da inviare al re dei Mori Marsilio, a capo della retroguardia viene invece messo Rolando che rimane vima dell’agguato. In fn di vita, rifuta di suonare il corno per chiamare i rinorzi, lo a solo nel momento in cui sono già quasi tu mor e anch’egli alla fne muore per il grande sorzo, alla fne il traditore Gano viene processato e giusziato. La versione più anca è riportata dal ms.O anglonormanno, è la prima copia di un originale rancese e ina riporta tu gli inevitabili errori di copia. In O, alla fne della chanson, si legge anche di un certo Turoldo che avrebbe scrio o trascrio il componimento, dunque non si sa se ques sia in ee l’autore, il cantore o solo il copista. Prima della Chanson de Roland vi sono altre aestazioni della leggenda come quella della Nota Emilianese databile nel decennio 1065-75. La Chanson de Roland è considerata il modello per eccellenza del genere epico ed ha una orte ispirazione religiosa: la morte di Rolando è descria come quella di un marre e la vendea di
Carlo come un qualcosa di sovrannaturale, con il sole che si arresta prima che il buio permea ai nemici di uggire. Per questo ao è stata dunque proposta l’ipotesi di una fliazione delle chansons de geste dai primi poemi agiografci ma anche viceversa, anche la lingua è molto simile perché è quella usata dalla cultura monasca. monasca. Tra le altre canzoni di gesta più anche abbiamo:
Gormont e Isembart = di inizio inizio sec.XII, il tema è quello dello scontro crisani-paga crisani-pagani ni che allude allo scontro di ribellione re-vassallo Chanson de Guillaume = della prima metà metà sec.XII, il tema è la leggenda di Guglielmo d’Orange che combaé per Carlo Magno e partecipò alla riconquista di Barcellona. Guglielmo è descrio come edele diensore del re Raoul de Cambrai = della prima metà sec.XII, il tema è quello dei “vassalli ribelli”, il re non sa gesre le ribellioni dei eudatari che si scontrano tra loro in loe sanguinose, viene messa in risalto l’anima guerriera della tradizione germanica. Contenuto completo nel solo manoscrio BnF Chanson d’Anoche = di fne sec. XII è il resoconto storico della baaglia di Anochia
1.5. L’Alexandre di Alberic de Pisançon e i romanzi di Alessandro in lingua d’oil
L’Alexandre L’Alexandre è il romanzo più anco in lingua d’oil in octosyllabes che parla di Alessandro Magno, risale ina ai primi sec. XII. Si hanno oggi solo i primi 105 copia nei primi anni del sec.XII su una pagina bianca di un altro manoscrio L’autore è idenfcato come Alberic de Pisançon. Pisançon. Risale al sec. XII anche un riacimento tedesco che conerma come la leeratura rancese sia stata largamente ripresa in area germanica. germanica. La leggenda di Alessandro Magno ha da sempre suscitato molto interesse, interesse, già durante l’epoca lana, e i tes che la raccontano ondono sempre elemen storici a elemen antasiosi. Riacimen postumi della metà del sec. XII vedono invece passare l’Alexandre prima al décasyllabe pico dell’epica dell’epica e e inta la orma del romanzo lo avvicina molto all’epica, poi all’alessandrino all’ alessandrino (12 sillabe) pico della chanson de geste, ques riacimen sono contenu nel Roman d’Alexandre di Alexandre de Paris di fne sec. XII in cui si rielabora tuo il materiale narravo riguardante Alessandro Magno. 1.6. La prima leeratura anglonormanna
L’Inghilterra L’Inghilterra normanna ha un ruolo ondamentale nelle trasmissione dei tes anchi della Francia, i manoscri più anchi del Saint Alexis, della Chanson de Roland, della Chanson de Guillaume e del Gormont ed Isembart sono tu anglonormanni, è ina un grande centro di avanguardia che incrocia culture dieren. Manoscrio importante di area anglonormanna è il San Brendano di Benedit, riacimento romanzo di un testo irlandese in lano del 700 d.C. che traa in chiave crisana il tema celco della navigazione mica verso l’aldilà in l’aldilà in questo caso dell’abat dell’abatee Brendano e dei suoi monaci.
Sempre risalen ad area anglonormanna di inizio sec. XII ci sono anche opere scienfche come il Comput e il Besaire di Philippe de Thaϋn. Fisiologo, ed Il Besaire è il riacimento di un testo greco precedente, il Fisiologo, ed ha inten edifcan: per ogni animale si descrivono le sue caraerische, spesso avolose, e se ne dà un’interpreta un’interpretazione zione simbolica. I besari saranno poi parte importanssima della leeratura scienfca del ‘200-‘300, come per esempio il Tresor di Bruneo Lani. Riacimen importan sono il Besaire d’Amours in cui gli animali sono i simboli degli sa d’animo e delle soerenze delle soerenze dell’innamorato. Importan di area anglosassone sono anche tu quei tes storiografci in parcolare quelli su re Artù, capo militare che combaé contro i sassoni, personaggio ripreso poi nel romanzo cortese dal Roman de Brut di Wace Wace della della seconda metà del sec.XII dove vengono introdo elemen nuovi come al Tavola Rotonda (alla quale i cavalieri di Artù sedevano senza ordine gerarchico): sono dunque i raccon celci a ornire la materia ai romanzi cortesi CAP2) DAI PRIMI TROVATORI AI ROMANZI IN PROSA 2.1. I trovatori
La poesia lirica romanza comincia a inizio sec. XII con i primi trovatori provenzali. provenzali. Si dice che la poesia lirica l irica romanza cominci proprio in questo momento perché con i trovatori si crea un movimento di autori che condividono le stesse orme, idee e immagini legate soprauo alla corte, creando così un un vero e proprio modello leerario. leerario. La poesia lirica romanza nasce nella Francia meridionale ma presto si dionde anche in Casglia, Catalogna e Italia e viene ripresa poi nelle diverse lingue in Francia del Nord (lingua d’oil), in Germania, in Portogallo e presso la Scuola Siciliana di Federico II (in siciliano). I corpus che tramandano la poesia trobadorica sono però tu risalen a un secolo dopo, ovvero al sec. XIII. XIII. I trovatori più anchi sono Guglielmo IX, Elbe de Ventadorn (di cui non si hanno tes) e Jauré Rudel.. Rudel Importante è la categoria di quei trovatori che si spostavano di corte in corte al servizio dei vari signori tra cui si ricordano i trovatori Marcabruno Marcabruno e e Cercamon Cercamon.. Il periodo di massima produzione trobadorica va da metà sec. XII – metà sec. XIII epoca della crociata contro gli Albigesi quando mol trovatori sono costre a emigrare lontano dalle cor occitaniche. Il movimento trobadorico fnirà alla fne sec. XIII con ulmo trovatore Giraut Riquier di Narbona. La poesia trobadorica si dionde nelle cor grazie ai giullari che sono gli esecutori dei componimen dei trovatori.
Il tema centrale della centrale della poesia trobadorica è l’amore l’ amore o meglio la fn’amor cioè un amore puro in cui in parcolare il soggeo della donna amata prende grande rilievo, la donna è sempre superiore all’uomo che la ama e dunque l’amore è irrealizzabile e il rapporto innamorato-donna è impostato nei termini del rapporto eudale vassallo-signore. vassallo-signore. Nell’impossibilitàà di realizzare Nell’impossibilit realizzare l’amore, l’amore, il senmento è onte di perezionamento che dona all’uomo le virtù necessarie necessarie.. Ma questo amore si presta anche alle riessioni dei moralis come Marcabruno che contrappongono alla fn’amor il als’amor als’amor come come crica al mondo corroo della corte: ecco dunque che la canzone morale diventa un genere parallelo della canzone d’amore, l’amore è du dunque nque un tema per meere in discussione gli ideali e la realtà della corte. Le riessioni moralische vengono condoe mediante i generi della tenzone e del parmén in orma di dialoghi. Vi sono anche altri pi di canzoni più adae a un uso polico come il planh, un “pianto unebre” di commemorazione alle grandi personalità deunte, o le canzoni di crociata soprauo quelle per la Reconquista della Spagna dagli arabi. Adao alla melodia troviamo invece il sirventese largamente usato da Bertran de Born, il termine deriva dal provenzale sirvent , un mercenario al servizio di un signore eudale. Quindi l'intento originario di questo genere di composizione, osse essa cantata dal menestrello o composta dal trovatore, era quello di lodare o cricare il signore a cui si prestava servizio. 2.2. I “romanzi anchi”
I romanzi anchi nascono presso la corte Plantageneta d’Inghilterra di Enrico II e della moglie Eleonora d’Aquitania, fglia del primo trovatore Guglielmo IX: sono il Roman de Thebes riacimento della Tebaide di Stazio e il Roman de Troie riacimento dell’Eneide di Virgilio. Sono ina rielaborazioni di opere preceden in quanto le on sono usate molto liberamente lasciando molto più spazio alla spazio alla fgura emminile alle storie d’amore e privilegiando il monologo come orma espressiva che è quella più adaa per l’l’analisi analisi psicologica del senmento. 2.3. Tristano
I romanzi cortesi accolgono anche molte leggende celche come quella di Tristano e Isoa: Isoa: abbiamo ina il Tristan di Thomas, anglonormanno di sec. XII, e il Tristan di Béroul, normanno della seconda metà del sec. XIII. Entrambi ques due romanzi vengono poi ria in lingua tedesca. Riguardo ai romanzi di Tristano vi sono due ipotesi dieren: Bédier dice che tu i tes di Tristano derivano da un unico romanzo perduto della prima metà del sec. XII mentre Varvaro sosene che la tradizione osse aa di episodi vari unifca soo tale leggenda. 2.4. Maria di Francia
Nel Lai del caprioglio di Maria di Francia si narra un piccolo episodio della leggenda l eggenda di Tristano in anglonormanno e octosyllabes.
Maria u al servizio di Enrico II Plantageneto ed è una delle poche trovatrici provenzali. Il lai è un genere di narrava breve cortese che hanno come tema quello di storie d’amore ricavate dal materiale olklorico celco 2.5. Chréen de Troyes e il Graal 2.5.1. Chréen de Troyes, la poesia lirica, i trovieri
Con Chréen de Troyes il romanzo arturiano diventa il genere più importante della narrava cortese: i suoi romanzi arturiani sono il Lanceolt e il Conte du Graal/Perceval. Graal/Perceval. I suoi romanzi sono tu compos nel periodo di massima espansione della lirica trobadorica. Ma Chréen compone anche canzoni d’amore e dunque in lui si riconosce il primo troviere in lingua d’oil e a parre da questo momento si aacceranno sulla scena della poesia d’amore anche altri trovieri in lingua d’oil soprauo nello Champagne, nella Piccardia… Le temache sono le stesse trobadoriche ma con un’elaborazione leggermente diversa, genere picamente rancese è ina quello della pastorella il cavaliere non incontra una dama di corte bensì un’umile pastora alla quale egli chiede un amplesso che si risolverà con un successo, un rifuto o una violenza o tentavo di violenza. Esistono anche pastorelle provenzali ma il tuo lì ruota ancora aorno alla fn’amor cortese, a dimostrare come la poesia d’oil sia un rielaborazion rielaborazionee leggermente dierente della poesia trobadorica 2.5.2 I romanzi di Chréen de Troyes
Tra i romanzi più importan di Chréen de Troyes si ricordano l’Erec l’ Erec et Enide e l’Yvain l’Yvain in cui si rielaborano i movi olklorici del valore guerriero e del coinvolgimento dell’eroe in storie d’amore esemplari. esemplari. Con il Cligés in cui si ha un’ambientazione un’ambientazione greca la classicità entra nei romanzi arturiani, anche qui il tema è l’amore ed è probabilmente interpr interpretato etato come il contrappeso alla storia di Tristano e Isoa che Chréen riene un racconta d’adulterio scandaloso, una commedia comica dunque comica dunque in opposizione a una tragedia. Il Lancelot, rimasto incompiuto, parla invece dell’amore di Lancilloo per Ginevra: il tuo è improntato con or risonanze miche in cui Lancilloo è l’eroe l’eroe liberatore proprio perché edele ad Amore. Il Lancelot di Chréen a parte di un ciclo di romanzi in prosa deo Vulgata o Lancelot-Graal. I temi principali del Lancelot sono la ricerca del Graal e dell’amore dell’amore tra Lancilloo e Ginevra, Ginevra, negli altri romanzi del ciclo si racconta la vita di Lancilloo dalla nascita alla morte. Il tuo ha connota moralisci e religiosi tanto che è proprio il peccato di adulterio che impedirà a Lancilloo di oenere il Graal.
Il Conte du Graal/Perceval è anch’esso incompiuto ed è il primo romanzo in cui a la comparsa il tema del Graal Graal,, il romanzo narra di Perceval, giovane selvaggio che diventa cavaliere ma senza perdere la sua natura impulsiva e spontanea. Nel romanzo si nota anche un primo abbozzo di intreccio intreccio con più floni perché probabilmente probabilmente lo stesso Chréen aveva lasciato incompiu due romanzi disn, uno su Perceval e uno su Galvano, poi uni in seguito da altri 2.5.3. Il Graal e i romanzi in prosa
portata inserito in una Inizialmente Chréen a rierimento a un generico graal, un piao di portata inserito prospeva crisanizzata perché portatore dell’osa dell’osa consacrata, consacrata, unico nutrimento del re del castello. Più tardi nel sec. XII invece il Graal diventa il calice dove venne raccolto il sangue di Cristo e il personaggio principale viene idenfcato in Giuseppe d’Arimatea dei Vangeli apocrif. Tra i romanzi con il Graal per tema, oltre al Perceval si ricorda anche il Merlin e il Joseph Joseph,, e sono queste le opere in prosa più anche (fne XII-inizio XIII sec). In questo periodo, ina i romanzi in prosa iniziano ad avere larga diusione perché gli autori rivendicano una prosa senta “più vera” rispeo vera” rispeo a una poesia “più di antasia” 2.6. Fra Chréen de Troyes e i romanzi del Graal 2.6.1. Il Roman de Renart
Il Roman de Renart viene composto nel periodo che va dai primi romanzi di Chréen alla grande produzione di romanzi ciclici. Nel Roman de Renart i personaggi sono tu animali che agiscono come umani e portano ina un nome umano per rappresentare un mondo di violenza e inganni ma senza esempi morali. Il protagonista è Renart, una volpe maschio che inganna vari altri personaggi. Il romanzo prende spunto da un poema lano. Il Roman de Renart non è un testo unico ma è un insieme di tes che nei manoscri che li tramandano sono aggrega in modo diverso in sezioni autonome dee branches. Come temi e linguaggio siamo all’inverso all’inverso di quelle cortesi: si parla qui di sessualità, del “basso corporeo”, e di materialità in generale2.6.2. I abliaux e Jean Bodel
I temi dei abliaux sono simili a quelli del Roman de Renart poiché ina sono i suoi ancipatori nel XIII sec.: sec.: sessualità, basso corporeo e materialità Sono ques il contrappeso del “lai” cortese.. cortese Non si sa se il pubblico osse un pubblico borghese oppure un pubblico cortese che si diverva a deridere borghesi e villani, potrebbe essere anche entrambi. I tesmoni che ci tramandano i abliaux sono circa 30 tu risalen a fne XIII-XIV sec. Il più anco abliaux è Richeut della seconda metà del sec. XIII, storia di una prostuta che si arricchisce ricaando ricaando tre uomini, a uno dei quali aribuisce un fglio, il quale diventerà uno
sruatore di donne ma sarà poi anch’egli ingannato dalla madre. Tra gli autori più importan di abliaux si ricorda Jean Bodel (ne scrive 8) 2.6.3. Narrava cortese
Per la narrava cortese si ricorda il “Lai de l’ombre” databile nei primi decenni del sec. XIII dove l’l’ombra ombra sta a indicare l’ombra della donna amata riessa nel pozzo a cui il cavaliere gea l’anello che lei ha rifutato, acendola cedere con questo ennesimo gesto d’amore. amante sore ma tuo è La narrazione è vaga, i personaggi senza nome, Amore è un ranno, l’l’amante contornato da un’aurea un’aurea di ranatezza galante fno all’esito fnale che è posivo. posivo. L’autore di questo lai è Jean Renart. Si ricorda poi il Roman de la Rose di Guillaume de Lorris degli anni ’30 del sec. XIII, è un romanzo allegorico incompiuto, allegorico incompiuto, tu i personaggi sono personifcazioni tranne il protagonista che invece racconta in prima persona. persona. Il romanzo è conservato solo da due mss. in orma autonoma, altri manoscri lo tramandano tramandano ma ma con una connuazione postuma di un altro autore, la novità qui è però che questo romanzo presenta un’allegoria un’allegoria proana con proana con una idealizzazione della società cortes cortesee pica della poesia lirica (troviamo la personifcazione del bel accueil). CAP3) DAL CID AD ALFONSO X 3.1. Leeratura iberica ra il secolo XII e l’inizio del XIII
La poesia provenzale si dionde in Casglia alla fne del sec. XII soprauo presso la corte di Alonso II d’Aragona: d’Aragona: qui i poe compongono usando la lingua provenzale. Tra i tes casgliani più anchi si ricordano: - il Cid - la Rapresentacion de los Reyes Magos di argomento sacro e non si sa se osse per la rappresentazione rappresenta zione teatrale o meno - la Disputa del alma y del cuerpo ripreso da un poemeo rancese scrio nel sec. XII su un documento di una donazione di un monastero - la Vida se santa Maria Egipcìaca del Egipcìaca del sec. XIII anch’esso traduzione di una vita rancese - la Razon de amor y denuesto del agua y el vino sempre del sec.XIII scrio su un codice di sermoni morali rancese e probabilmente copiato da un certo “Lupus de Moros” copista aragonese, il che sarebbe conermato da alcuni tra linguisci aragonesi 3.2. L’epica casgliana
Dell’epica casgliana oggi abbiamo integro solo il Poema del Cid conservato in un unico ms. del Dell’epica sec. XIV che XIV che sarebbe la copia di un manoscrio del 1207 trascria da un certo Abbat Abbat.. Il protagonista è un personaggio storico ovvero Rodrigo Diaz de Bivar che ebbe cariche importan nel regno di Casglia ma poi u esiliato più volte e partecipò a diverse baaglie, nel poema si
narrano a documentabili come le sue imprese militari ma anche a non documentabili perché priva come il matrimonio delle fglie e tue le vicende che da esso scaturirono, di oltraggi e giuszia. Il testo è diviso in coplas ovvero stanze con versi di misura irregolare. Si ricorda poi il Poema de Fernàn Gonzàles con stessa orma del Poema del Cid che ha come protagonista il conte che rese indipendente Casglia dal Leon, è scrio nel sec. XIII ma conservato in un manoscrio del sec. XV. Altro testo, questo conservato, è il Roncesvalles di Pidal che ci è però arrivato per mezzo di una trascrizione del XIV sec. e riprende il tema della Chanson de Roland. Epica casgliana e epica rancese sono rancese sono streamente collegate proprio collegate proprio perché c’è una orte penetrazione della cultura rancese in Spagna, Spagna , grazie al Santuario di Sanago de Compostela e alla regola benedena imposta in tu i monasteri spagnoli. Conrontando ina il Cid con la Chanson de Roland si possono trovare sia analogie che dierenze: entrambe ruotano aorno al valore della edeltà del vassallo al signore ma lo spirito è diverso, ovvero quello di chi combae uori dai regni crisani per oenere promozione sociale e guadagni, si insiste molto sul tema della razzia e del bono di guerra, si soolinea la viltà dei nobili corte che deve essere punita daiperché signori.si sono conserva pochi tes ma si sa che era L’epicadicasgliana è poco documentata comunque molto cospicua. 3.3. Epica “meridionale” e romanzi provenzali
Anche l’epica l’epica meridionale rancese è poco documentata ma si è ipozzato che orse potrebbe essere stata molto abbondante come quella casgliana e magari addiriura aver preceduto l’epica del nord. Per esempio la Chanson d’Anoche del nord potrebbe essere derivata da un precedente testo provenzale del ‘200 Chansò d’Anocha. d’Anocha. Vi sono anche tes epici provenzali rolandiani: Ronsasvals e Rollan a Saragossa probabilmente scri subito dopo il ‘100. Abbiamo poi la Cansò de la Crosada che narra le vicende crociate del primo ventennio del ‘200, è scria da due autori, il primo meno coinvolto del secondo che invece risulta più appassionato nella narrazione e si lascia andare a criche contro le violenze vi olenze dei crocia Tra i romanzi provenzali più importan si ricordano invece Jauré e Flamenca. Jauré è dedicata al re Giacomo I d’Aragona e scrio probabilmente in Catalogna intorno agli anni Troyes, è ina 30 del ‘200, l’autore l ’autore riprende mol elemen dai romanzi di Chréen de Troyes, ambientato nel mondo arturiano con avventure antasche e sorprenden (come sorprenden (come in Perceval castellana, è tramandato da due manoscri comple. appunto) e il tema dell’amore dell’ amore per un castellana, è Flamenca è la storia di una gelosia punita, alcune interpretazioni leggono la storia della rivincita della Provenza sulla Francia, è scrio probabilmente entro gli anni ’50 del ‘200 ed è tramandato da un solo manoscrio 3.4. I primi tes poeci in Italia e la Scuola Siciliana
3.4.1. Ritmi anchi e poesia religiosa
I primi tes leera italoromanzi sono documenta a parre da fne sec. XII, alcuni conserva in libri veri e propri altri in spazi bianchi di tes lani. Il più anco è il Ritmo laurenziano in cui un giullare chiede in dono un cavallo ed è trascrio su un codice religioso. Si hanno poi Ritmo su sant’Alessio e Ritmo cassinese, un un dialogo tra un personaggio orientale e uno occidentale da cui emerge la religiosi superiorità della e celeste su quella terrestre, entrambi sono dunque poeme scri travita fnecontemplava XII inizio XIII secolo. Per la produzione religiosa dell’Italia Seentrionale si hanno il Libro cremonese di inizio sec.XIII, i Proverbia quae dicuntur super natura eminarium lombardi sempre del sec. XIII, lo Splanamento Splanamento de li proverbi de Salamone anche questo cremonese. Ma le opere religiose più grandi vengono dall’ dall’Umbria, Umbria, si ricordi ina il Canco delle creature di San Francesco d’Assisi tradito da vari manoscri, vi è anche uno spazio lasciato per la melodia che però non venne mai trascria 3.4.2 Poesia lirica: i trovatori in Italia e la Scuola Siciliana
Nelle cor del Nord la poesia lirica lirica ital italiana iana del ’200 è tua provenzale: anzituo ci sono trovatori provenzali arriva dalla Francia del Sud soprauo a seguito della crociata contro gli Albigesi ma al loro fanco si iniziano a presentare anche trovatori di origine italiana, l’esempio più noto è Sordello. La corte con più trovatori italiani è quella di Alberico da Romano in Veneto. I primi tes lirici italoromanzi sono di Raimbaut de Vaqueiras, provenzale sceso in Italia, ed hanno i toli Domna tanto vos ai preiada ed Eras quan vey verdayar in cui compare anche un italiano seentrionale. La più anca canzone di ispirazione provenzale è invece Quando eu stava in le tu’cathene contenuta in una pergamena di Ravenna e scria tra fne ‘100-inizio ‘200. Ma la massima ripresa della lirica trobadorica provenzale è quella aa a corte di Federico II di Svevia e del fglio Manredi a Palermo in cui si sviluppa una poesia in siciliano che si ispira alle orme e ai contenu della lirica trobadorica provenzale ma ristrea alla sola poesia d’amore quando invece i provenzali traavano anche di altri temi. Innovazione pica della poesia siciliana è invece il soneo che non esisteva in poesia provenzale. La ripresa dalla poesia provenzale inizia probabilmente proprio a seguito del ritorno di Federico II a corte dopo l’incoronazione avvenuta in Francia. I tes dei siciliani sono tramanda dai 3 grandi canzonieri del ‘200 in cui si nota però una lingua simile ai toscani, rimangono puramente siciliani solo i tes di Steano Prontonotaro, non si hanno ina tracce della prima diusione in siciliano, siciliano , tua la tradizione tradizione è è ina toscana toscana.. Le maggiori tracce della toscanizzazione si vedono soprauo nelle rime imperee ovvero quelle
parole che in toscano non sono in rima ma che invece lo erano in siciliano: tosc. USO-AMOROSO > sic. USU – AMURUSU, tosc. PAESE-MISE > sic. PAISI-MISI, sono dunque queste rime di I con E e U con O che prendono il nome di rima siciliana. siciliana. Questa acies linguisca alterata rende dicile individuare i veri poe siciliani separandoli dai toscani, se ne sono idenfca circa 25 tra cui anche lo stesso Federico II e il fglio Enzo, il maggiore Giacomo è un è invece Giacomo dadiLenni al quale aribuita l’invenzione del soneo unzionario di corte Federico (deoviene ina “Notaro”) insieme a Piero della Vigna. Più controverso è invece Cielo d’Alcamo autore di “Rosa resca aulenssima”, un testo non lirico in alessandrini del quale Dante cita un verso come esempio di buon siciliano.
3.5. La poesia galego-portoghese
La più anca poesia galego-portoghese risale già a fne ‘100 e ‘100 e la lingua galego-portoghese per la poesia rimane ava in penisola Iberica fno al ‘300. lirica Ruolo propulsore spea soprauo alla corte di Casglia, dove si impone come lingua della lirica ispirata al modello dei trovatori. trovatori. I centri di maggior aggregazione di poe sono la corte di Casglia e la corte di Portogallo. I generi principali è quello della cangas d’amor che hanno anche spazio per la notazione musicale ma di cui non abbiamo molte tesmonianze, composte tue tra il ‘100 e il ‘300 hanno come argomen i pici temi provenzali del dolore dell’innamorato per il rifuto della dama e il tema della morte per amore, le cangas d’amigo in cui si ha un io narrante emminile che è innamorata dell’ “amigo”, l’amato di cui parla, spesso lontano perché a corte o in guerra e le cangas d’escarnho e de mal dizer, di argomento ludico con aacchi e insul a personaggi di ogni livello, includono tes di argomento argomento polico o polemica le leeraria, eraria, come visto dunque i primi due d dii tema amoroso, l’ulmo non amoroso. Dal punto di vista ormale abbiamo invece cangas de meestria che non hanno ritornello e i cangas de reram che invece hanno il ritornello 3.6. Il “mester de clerecìa”
Con “mester de clerecìa” si indica un insieme di opere scri in quarne monorime di alessandrini, così chiamate perché è questa un “arte senza dieo in quanto aa dei chierici” che erano tu gente di grande cultura, gli autori di “mester de clerecìa” sono ina tu molto col e scrivono con fni didaci verso il pubblico al quale appunto si rivolgono usando il volgare per essere compresi appieno. L’esempio più importante è il Libro di Alexandre della prima metà del sec. XIII dove si trova proprio il vanto dell’autore per aver composto in questo schema, è un poema sulla vita di Alessandro Magno dove egli racconta le vicende della Guerra di Troia proprio per istruire i suoi solda (un poema nel poema dunque). E’aribuito Gonzalo de Berceo, autore colto e ranato capace di esprimersi in modo semplice, haascrio soprauo opere didache ma anchema opere agiografche, liturgiche e vite dei
san tra cui anche componimen lega al culto della Vergine che si dionde già tra 1000-1100 ma che si aermerà in volgare nel ’200 3.7. Alonso X di Casglia
Per quanto riguarda i miracoli di Maria si ricorda Cangas de Santa Maria di Alonso X di Casglia che alternano canzoni di lode a tes narravi, compos in galego-portoghese alcuni di ques con notazione musicale. Alcuni miracoli riguardano a recen, altri persone vicine al re o anche lui stesso e vi sono varie redazioni di quest’opera. Il re gode anche dell’appoggio di mol collaboratori tra cui trovatori in galego-portoghese ma anche trovatori provenzali come Giraut Riquier. arabe, sono traduzioni di Alonso X produce anche opere scienfche che riprendono tue on arabe, tes arabi o opere orientali di narrava con intento morale, di solito struurate in dialoghi tra un re e un flosoo che gli dà i suoi consigli. L’opera maggiore di Alonso X è Estoria de España, importante opera storiografca che usa una grande varietà di on da Lucano ai cantari epici, è il progeo di una grande storia di Spagna in casgliano CAP4) VERSO DANTE E OLTRE 4.1. Storiograa di re e di cià (Francia, Catalogna, Italia) 4.1.1. Le Grandes Chroniques de France
Anche in Francia il re Luigi IX vuole portare avan il progeo di una grande storia della Francia commissionato, in rancese, nel 1250 al monaco Primat e prenderà il tolo di Roman de rois quando verrà terminato a fne anni ’70. Per comporlo Primat dichiara di aver usato tue le l e on disponibili su storie e a dei re dimostrando una precisa avità storiografca in lano L’opera viene poi connuata e rielaborata e prenderà il tolo di Grandes Chroniques de France 4.1.2. Le cronache catalane
Anche in Catalogna si porta avan un progeo di storiografa reale con il Llibre dels eyts di Giacomo I d’Aragona concentrato sulle imprese del re e sul suo personaggio e tramandato da vari manoscri a parre da fne ‘300. Un'altra opera simile è quella di celebrazione per Pietro III di III di Bernat Escrivà di Es Clot nel Rossiglione e un’altra ancora quella di Ramon Muntaner per la celebrazione della nazione catalana. 4.1.3. Giovanni Villani e Dino Compagni
Di intento celebravo sono anche Nuova cronica di Giovanni Villani mercante forenno con prospeva non nazionale ma ciadina perché l’Italia era divisa in comuni, scria nel 1300 in
occasione del Giubileo di Boniacio VIII sull’esempio dei grandi autori romani del passato. Sia la Nuova cronica di Villani sia la Cronica di Dino Compagni raccontano la storia di Firenze: si parla degli scontri guelf-ghibellini, della discesa di re Arrigo VII in Italia…
4.2. Poe di cià (Italia e Francia) 4.2.1. La poesia toscana
La poesia toscana del ‘200 è una poesia d’ambiente d’ambiente comunale, si prende la poesia della Scuola Siciliana e la si rinnova rinnova dando dando vita a una vera e propria toscanizzazione di questa. Importante nella ripresa della poesia siciliana da parte dei toscani è la cià di Pisa Pisa,, che in quanto ghibellina, aveva stre conta con Federico II e Bologna che aceva parte della Toscana e dove per mesi venne tenuto prigioniero Enzo, Enzo, il fglio di Federico. Firenze si aermò come centro poeco solo più tardi alla fne del ‘200. Tra i poe maggiori si citano Guione d’Arezzo a Firenze e sempre a Firenze anche Guido Cavalcan e Dante Alighieri promotori Alighieri promotori dello Sl novo ma anche Chiaro Davanza e Monte Andrea. Guione d’Arezzo è una fgura importanssima in quanto egli è il primo a mostrare una certa indipendenza dalla poesia siciliana approcciandosi direamente alle origini provenzali senza le mediazioni dei siciliani, egli ina conosce benissimo la poesia trobadorica. Da tenere in considerazione che la poesia toscana riprende dalla poesia trobadorica tu i temi, sia l’amore l’amore che quelli morali e polici mentre la Scuola Siciliana si era avvalsa solo del tema d’amore 4.2.2.. Arras: da Jean 4.2.2 Je an Bodel a Adam de la l a Halle
Ad Arras in Francia nel sec. XII si sviluppa la poesia ciadina e borghese che ha tra i maggiori esponen Adam de la Halle e Jean Bodel. Bodel. Adam de la Halle vive nel ‘200 e compone soprauo tes con orte componente musicale come i rondeaux rondeaux.. La sua produzione oggi è contenuta in 17 manoscri L’opera principale è il Jeu de Robin et Marion che mee in scena il genere della pastorella e viene rappresentato probabilmente probabilmente alla corte degli Angiò di Napoli ma si ricorda anche il Jeu de la Feuillée con la euillée che rappresenta l’edicola coperta di rasche dove per Pentecoste si esponevano le reliquie della Madonna, quest’opera rappresenta l’archepo l’archepo del teatro medievale con medievale con mol dei temi che diventeranno appunto veri e propri topoi 4.2.3 Parigi: Rutebeu
Rutebeu è dello Champagne ma lavora a Parigi tra gli anni ’50 e la fne degli anni ’70 del ‘200. La sua produzione è oggi contenuta da un gran numero di tesmoni.
Rimane comunque un personaggio abbastanza sconosciuto perché quasi mai parla di sé ed è poco menzionato anche da altri autori. Il soprannome “Rutebeu” viene interpretat interpretato o direamente da lui come defnizione di “colui “colui che lavora grossolanamente”. grossolanamente” . Rutebeu è un grande proessionista, probabilmente chierico, grande conoscitore della cultura lana che scrive per commissione a Parigi. Molte delle sue opere riguardano il tema della contesa tre chierici secolari dell’Università e ordini mendican, domenicani, rancescani, egli parteggiava per i primi elaborando dunque tes molto violen nei conron dell’altro schieramento. Ma Rutebeu compone anche tes che parlano di crociate, abliaux soprauo abliaux soprauo di sara contro i villani perché considera essere ineriori, opere religiose ma anche opere dopo l’autore mee in scena sé stesso parlando della miseria della propria condizione, è povero e anche malato, non si sa però se queste inormazioni siano inventate o se invece rappresenn rappresenno o la sua reale biografa in quanto le sue opere sono di datazione molto dicile, è comunque questo uno scorcio di poesia personale 4.2.4. Jean de Meun
Nel contesto della disputa tra chierici secolari e altri ordini in Università Università,, si inserisce anche il Roman de la Rose la prima opera di Jean de Meun, il quale produrrà anche importan volgarizzamen come quello della Consolazione della flosofa di Boezio che dedicherà a re Filippo il Bello. Jean è dunque un chierico di grande cultura lana che egli vuole divulgare anche tra i laici. Il Roman de la Rose è un’opera importanssima per il medioevo romanzo, ebbe grandissimo successo, è in oosillabi e l’inizio della scriura risale al 1268 quando Jean connua il romanzo di Guillaume de Lorris che ina rappresenta la prima parte della sua opera anche se altri pensano che l’unione non sia stata aa dallo stesso Jean ma da chi possedeva entrambi i codici. Lo sle di Jean è esuberante con connue digressioni che però tornano sempre al punto. Nel romanzo Jean distrugge l’ideale d’amore cortese, cortese , il tema centrale è l’elogio l’elogio alla acoltà riproduva che perpetua l’umanità oltre la morte morte l’amore l’amore carnale e passionale, temi che egli riprende già da on lane e che danno una visione negava dell’umanità. Ma vi sono anche visioni posive dell’umanità come il tema dell’età dell’età dell’oro come dell’oro come periodo di pienezza esistenziale e libertà. 4.3. Leeratura scienca, didaca ed enciclopedica 4.3.1. L’Image du monde
Tra le opere enciclopediche maggiori si ricorda l’Image l’ Image du monde composta a Lorena alla metà del ‘200 e di grande diusione in varie redazioni. La prima redazione è in tre libri e si arontano i temi della nascita delle scienze, della descrizione del mondo e dell’astronomia, la seconda redazione è invece in due libri divisi tra argomen teologico-moralii e di scienza naturale. teologico-moral
E’un testo importanssimo perché scrio in volgare e dunque dunque simboleggia una prima diusione della scienza anche ai laici 4.3.2. Il Tresor di Bruneo Lani
Anche il Tresor è un’opera un’opera enciclopedica per un pubblico di laici e ina scrive in lingua rancese che è la lingua internazionale dei laici, laici, è indirizzata soprauo ai mercan forenni in Francia e, Francia e, per quanto riguarda le sezioni poliche, rivolta ai podestà, quelle fgure esterne che reggevano il comune per un anno o sei mesi: con l’opera Bruneo vuole ornire loro una cultura generale con generale con nozioni di teologia, storia, astronomia, zoologia, retorica ma anche traazioni morali inserendo morali inserendo un volgarizzamento volgarizzament o dell’Eca Nicomachea di Aristotele. L’opera ebbe grande successo in Europa e ed è tramandata da un’oanna di manoscri copia in Francia e Italia dove viene anche tradoo in toscano nel Tresoro e conosce diusione anche in Penisola Iberica. Reorica Bruneo si dedicò soprauo a volgarizzamen di autori lani amosa è ina la sua Reorica che è una volgarizzamento del De Invenone di Cicerone, ma anche lo stesso Tresor che risulta composto da un assemblaggio di volgarizzamen di tes trado dal lano, si veda ad esempio il caso della traduzione dell’Eca Nicomachea di Aristotele 4.3.3. Opere scienche casgliane
Le maggiori produzioni casgliane sono opere in lano che riportano traduzioni di opere arabe arabe prima ae a voce in romanzo da uno stesso arabo, poi trascrie appunto in lano perché il lano è la lingua compresa da mol chierici venu in Spagna per studiare. Le traduzioni iniziano a essere ae in lingua romanza solo con Alonso X perché rivolte ai casgliani non conoscitori del lano. Si inizia con la produzione scienfca volgare: astronomia, astrologia, lapidari… La diusione delle opere casgliane in Italia è però molto scarsa, vi è solo una traduzione di un libro astronomico di Alonso X di area forenna risalente al ‘300 4.4. Il rancese in Italia
Nel ‘200 il rancese è in Italia una lingua di presgio adaa a tu gli usi leerari, già dimostrato dalla scelta auata da Bruneo Lani per il suo Tresor perché è lingua di tu i laici del mondo e perché piacevole da leggere e udire più di ogni altra. Ma, oltre a Bruneo, vi sono anche altri autori che si avvalgono del rancese per le loro opere: il veneziano Marn da Canal, il pisano Ruscheo da Pisa collaborerà Pisa collaborerà con Marco Polo alla scriura del Milione che ha appunto una stesura originale in rancese anche se abbastanza italianizzato italianizzato deo piuosto ranco-italiano con la maggior parte delle espressioni provenien dal Veneto. L’Italia è anche molto interessat interessataa all’ all’epica epica rancese che presto si dionde, un esempio è la Chanson de Roland che ispira il testo in lingua ranco-veneta Entrée d’Espagne 4.5. Leeratura iberica del primo Trecento 4.5.1. Ramon Llull
Tra gli autori più importan della penisola Iberica nel primo ‘300 ve ne sono 3: il catalano Ramon Llull e i due casgliani Juan Manuel e Juan Ruiz. Llull dedica tua la sua vita a un progeo teologico-flosofco e di diesa e propaganda della ede crisana tentando di converre musulmani ed ebrei, scrive perciò circa 200 opere in arabo, lano e catalano per raggiungere ogni po di pubblico. La sua opera più importante è Llibre d’Evast, d’Aloma e de Blaquerna con Blaquerna con struura narrava di romanzo 4.5.2 Juan Manuel
Juean Manuel è il nipote di Alonso X, la sua opera maggiore è Conde Lucanor che gode di una tradizione molto ampia, 4 mss. e una stampa indipendente. Manuel aveva anche conezionato esemplari di controllo per paura che le alterazioni manoscri potessero stravolgere la sua opera, ques esemplari sono però anda perdu. Altra opera importante è Libro de los enxemplos del conde Lucanor e de Patronio ormato da raccon esemplari in una cornice didaca, lo scopo dell’opera è ina didaco esplicitato dai consigli che Patronio dà a Lucanor, Lucanor, in una parte di questa raccolta raccolta ci sono ina anche pr proverbi overbi e de sentenziosi e in un’altra riessioni di ede e sul mondo in generale 4.5.3 Il Libro de buen amor di Juan Ruiz
Il Libro de buen amor ha sia un prologo in prosa che altri tes lirici, lirici, frmato dall’autore Juan Ruiz. Ruiz. La tradizione è aestata da 3 mss conserva e 3 mss perdu, che non è poco per la tradizione casgliana. Soprauo due manoscri GT e S hanno vistose lacune e sono anche di dicile datazione, non si sa ina se siano due redazioni diverse o se invece appartengano ad una stessa redazione. L’opera racconto una storia in prima persona in cui l’arciprete Ruiz a 14 tentavi di seduzione tu alli. L’intento dell’autore è quello di meere in guardia contro l’amore peccaminoso ma il signifcato un po’ambiguo potrebbe indurre il pubblico a scambiare il libro come una guida all’amore, cosa da evitare assolutamente: l’ambiguità l’ambiguità è ina un trao importante nel libro che apre a leure molteplici.. molteplici All’interno si intrecciano varie orme poeche con intento di orire ina un ampio repertorio di tue le orme poeche. Il libro è anche espressione di una cultura molteplice e ina tra le on ci sono opere lane, rancesi e arabe >>> la flologia romanza studia dunque fno al TRECENTO FRANCESE perché periodo di passaggio da rancese anco al medio rancese e punto di fne della poesia trobadorica, fno al TRECENTO/QUATTROCENTO SPAGNOLO SPAGNOLO perché in questo periodo muore il trovatore casgliano più importante Llull e sono avi Ruiz e Manuel due altri importan trovatori iberici
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