Archeologia Delle Provincie Romane

January 24, 2017 | Author: Domenico Benoci | Category: N/A
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Archeologia Delle Provincie Romane...

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Archeologia delle Provincie Romane

1. Concetto di Provincia – Formazione del dominio provinciale – Amministrazione •



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Il termine provincia applicato al potere di un magistrato indicava grossomodo quella che può essere definita la sfera di competenza , avesse o no questultima una !ase territoriale. Il termine si applicava in particolare a magistrati rivestiti di un imperium, normalmente consoli o pretori.  "el tempo andò ad identificare la sfera di competenza competenza del magistrato fuori dallItalia, con con una conseguente circoscrizione territoriale e amministrativa. Per i romani questo concetto # distinto ed antitetico antitetico rispetto a quello di $oma e Italia. Italia.  "elle provincie # diversa la condizione condizione degli a!itanti rispetto a quella dei residenti residenti in Italia che godono di vari  !enefici. I cittadini esteri sono sudditi, sudditi, dedictii, non hanno cio# diritto di cittadinanza, amenoch# amenoch# non gli sia dato da una particolare concessione senatoria, imperiale o della magistratura. Il suolo in virt% del diritto di conquista # propriet& dello stato. 'e prime provincie furono le (randi isole del )irreno* +icilia dopo la prima guerra punica -1 a.C. / provincia nel --10 e poco tempo dopo Corsica e +ardegna. 'a seconda guerra punica determinò nel 12 la formazione delle due provincie i!eriche della 3ispania Citerior e 4lterior.  "el 156 vennero create quelle di 7acedonia, 7acedonia, insieme ad una porzione dellIllirico, dellIllirico, che dopo la distruzione di Corinto, arrivò a comprendere tutta la (recia.  "el 15 la sconfitta di Cartagine determinò determinò la nascita della provincia dellAfrica.  "el 188 Attalo Attalo di Pergamo lascia in eredit& a $oma il suo regno facendo nascere la provincia dellAsia.  "el 1-9 nasceva la "ar!onense e, forse al tempo di +illa, la Cisalpina a nord del $u!icone e della 7agra. 'e grandi campagne militari di +illa, 'ucullo e Pompeo in oriente estendono il dominio romano a un significativo territorio dellAsia* dal Ponto :usino fino a sud dellAmano e del )auro e da cui derivano le  provincie della ;itinia e del Ponto, della +iria e della Cilicia. Allo Allo stesso tempo si forma la Cirenaica Cirenaica e Creta. Ceseare nel 5 aggiunge la "umidia Africa "ova0 e la (allia Comata fino a $eno. Augusto ad Azio annett< l:gitto nel 81. =opo la pacificazione Augusto stesso istituisce alcune nuove provincie* quelle delle Alpi 7arittime e Cozie, della $ezia e del "orico, della =almazia, della 'usitania, della Pannonia, della (alazia. =a )i!erio a )raiano, in vari tempi e modi, seguono conquiste, annessioni e sdoppiamenti di vari territori* le Alpi Pennine, le (ermanie, le 7esie, la =acia, la ;ritannia, la )racia e l:piro, la Cappadocia, lArmenia, la 'icia e la Panfilia, lAra!ia, lAssiria, la 7esopotamia, le due 7auretanie. Il regno di )raiano segna la massima espansione dellImpero 1120 ed # adottato come momento di riferimento  per lo studio delle provincie. =opo la sua morte comincia la!!andono di molte aree. 'amministrazione delle provincie fu regolata in diversi modi. =istinguiamo tre momenti* dalle origini ad augusto, da Augusto a =iocleziano e fino alla caduta o a (iustiniano.

/ 'amministrazione provinciale nella repu!!lica. •







'ordinamento provinciale risente da un lato della mancanza nel diritto pu!!lico romano di un concetto chiaro dei rapporti tra governo centrale e provinciale> dallaltro della riluttanza ad istituire per questultimo magistrature nuove che non sinquadrassero nei principi fondamentali della repu!!lica. 'istituzione delle prime provincie # seguita dalla costituzione di due pretori amministratori della giustizia e quattro incaricati del governo di ogni provincia, tutti annuali. 7a quando le provincie aumentano e le guerre diventano numerose e tengono i magistrati a lungo impegnati in terre lontane, si introduce la prorogatio imperii che permette al magistrato di mantenere il proprio mandato scaduto lanno, in qualit& di pro pretore o pro console. In questo modo veniva meno uno degli aspetti fondamentali della magistratura repu!!licana* lannualit& della magistratura. 'assegnazione delle provincie veniva effettuata dal senato a seguito dellentrata in carica dei magistrati ma, dal 1-8 una lex sempronia de provinciis  propsta da Caio (racco sta!il? che prima anora dellassegnazione delle cariche si sta!ilissero le provincie di competenza di quelle cariche, mediante sortitio. 4na nuova prorogatio imperii per pi% anni , stravolse ancor di pi% una situazione sempre pi% tesa per via anche delle sempre crescenti guerre civili, fino al riassetto del principato Augusteo.

/=a Augusto a =iocleziano 'a riforma iniziata nel -2 a.C da augusto d& allamministrazione e al governo delle provincie un ordinamento  particolare> le provincie vengono divise in due due gruppi, uno facente capo al senato e laltro laltro al  princeps. Autori come +tra!one, Cassio =ione e +vetonio ci testimoniano che la ratio di questa divisione era il principio che nella prima tipologia provinciale rientrassero quei territori che, orami pacificati, non avevano nessuna necessit& di un presidio militare, e nella seconda quelle che, essendo ancora zone calde, il princeps riservava alla propria giurisdizione, avendo egli il comando dellesercito. 'a nomina dei goverantori delle provincie del primo gruppo spettava al senato che li sceglieva tramite sorteggio o talvolta e@tra sortem tra i senatori che aveano gi& rivestito consolato o pretura* tra gli e@/consoli, quelli delle provincie pi% importanti, Asia e Africa> tra gli e@/pretori gli altri> entram!i avevano il titolo di  proconsules. 4n lustro passava generalmente tra lesercizio della magistratura a $oma e quella in provincia. uestultima durava generalmente ma poteva essere prorogata di un anno o due, raramente per un periodo pi% lungo. In virt% virt% dell dellimperium concessog sogli li dal senato senato nel -8 a.C, a.C, il prince princeps ps interv interveni eniva va imperium proconsul proconsulare are maius, conces frequentemente nella scelta dei goverantori delle provincie e nellamministrazione di questultime. Per le provincie imperiali, limperatore nominava direttamente i governatori che erano perciò considerati suoi delegati* legatus Augusti pro praetore, che egli sceglieva tra gli appartenenti al rango senatorio e in specie tra gli e@ consoli, quelli delle provincie maggiori, tra gli e@/pretori, gli altri. 'a durata del loro governo non era sta!ilita ma constava di pi% anni. Accanto a tali provincie ve ne erano altre che potremmo definire ad ordinamento speciale* l:gitto ed alcune  provincie minori particolari per natura, piccolezza, povert&, arretratezza di vita o per costituzione precedente alloccupazione di $oma. In queste provincie il governatorato era riservato ai mem!ri dellordine equestre, strettamente legati al regime imperiale. In :gitto il governatore era un  Praefectus, uno dei pi% alti uffici della carriera equestre. "elle altre provincie vi  procuratores. erano dei procuratores I governatori nelle proprie provincie poseggono tutti i potreri* civili, militari, amministrativi, salvo quei diritti sanciti o nella legge costitutiva della provincia o concessi dal senato dallimperatore.  "ellesercizio delle sue molteplici molteplici funzioni il governatore # coadiuvato da altri magistrati magistrati e funzionari* /Per lamministrazione finanziaria nelle provinicie senatorie* questore> imperiali* uno o pi% procuratori /Per lamministrazione civile e giudiziaria nella repu!!lica ha dei contubernales, nellimpero nellimpero dei legati* questi questi nelle provincie senatorie sono i legati propraetore, scelti tra parenti parenti ed amici. amici. "elle imperiali legati legati legionum legionum e dal II sec. I legati iuridici  per la giustizia. /Per tri!% e distretti ancora mal sottomessi vi sono  praefecti di rango equestre con funzioni sia civili che militari. •





















/ =opo =iocleziano • •

1. -. 8. . •





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Con lordinamento dioclezianeo viene meno la somma integrale dei poteri voluta da augusto. Il nuovo ordinamento si !asa sui seguenti principi* frazionamen frazionamento to delle delle antiche antiche circosc circoscrizio rizioni ni in aree pi% piccole piccole raggruppame raggruppamento nto di provinc provincie ie in dioces diocesii e di dioces diocesii in prefettur prefetturee del pretori pretorio o gerarchia gerarchia di funzio funzioni ni e gradi gradi fra i capi delle delle provinc provincee e quelli quelli delle delle diocesi diocesi e delle delle prefett prefetture ure divisi divisione one tra tra potere potere civile civile e comand comando o delle delleser sercit cito. o. Biene meno la netta distinzione che precedentemente aveva contraddistinto lItalia dalle province* da una parte si assiste allacquisizione di parit& dei diritti di queste ultime> dallaltra alla!olizione di privilegi per lItalia, ove viene applicata una giurisdizione similare alle altre province.  "on possiamo dire quando esattamente maturò la riforma dioclezianea, essa infatti e!!e dei precedenti nel govern gov erno o di (allie (allieno no e non fu in seguit seguito o applica applicata ta unifor uniformem mement entee in tutto tutto limpe limpero, ro, ma per gradi. :ra certamente compiuta compiuta nel 899 alla redazione della 'ista di Berona Berona  Laterculus Veroniensis Veroniensis0 che ci tramanda lelenco delle provinicie esistenti divise per diocesi 60. gni provincia provincia ha un governatore governatore civile che, a seconda del grado # detto  praeses, corrector  o consularis, tranne quelli dellAsia, dellAfrica e dellAcaia che hanno il titolo di  proconsul . Accanto al governatore civile vi # quello militare, dux, se nella provinicia vi # un presidio. 'e province sono raggruppate in 18 dioceses a capo di ciascuna delle quali vi # un vicarius o vices agentes  praefecti pretorio> questi dipende a sua volta dal praefectus del pretorio, in numero di . :ccezione : ccezione fanno i   proconsules che fanno capo direttamente direttamente all imperatore. I duces son talvolta sostituiti per una gruppo di province da un comes o dipendono da esso, ma in generale rispondono ai prefetti del pretorio o ai magistri militum , capi supremi dellesercito imperiale. 'a notitia =ignitatum degli inizi del B, annuario delle cariche civili e militari dellimpero, ci testimonia che in tale periodo lordinamento dioclezianeo # sostanzialmente attivo nelle linee generali. (rado a grado esso viene

/=a Augusto a =iocleziano 'a riforma iniziata nel -2 a.C da augusto d& allamministrazione e al governo delle provincie un ordinamento  particolare> le provincie vengono divise in due due gruppi, uno facente capo al senato e laltro laltro al  princeps. Autori come +tra!one, Cassio =ione e +vetonio ci testimoniano che la ratio di questa divisione era il principio che nella prima tipologia provinciale rientrassero quei territori che, orami pacificati, non avevano nessuna necessit& di un presidio militare, e nella seconda quelle che, essendo ancora zone calde, il princeps riservava alla propria giurisdizione, avendo egli il comando dellesercito. 'a nomina dei goverantori delle provincie del primo gruppo spettava al senato che li sceglieva tramite sorteggio o talvolta e@tra sortem tra i senatori che aveano gi& rivestito consolato o pretura* tra gli e@/consoli, quelli delle provincie pi% importanti, Asia e Africa> tra gli e@/pretori gli altri> entram!i avevano il titolo di  proconsules. 4n lustro passava generalmente tra lesercizio della magistratura a $oma e quella in provincia. uestultima durava generalmente ma poteva essere prorogata di un anno o due, raramente per un periodo pi% lungo. In virt% virt% dell dellimperium concessog sogli li dal senato senato nel -8 a.C, a.C, il prince princeps ps interv interveni eniva va imperium proconsul proconsulare are maius, conces frequentemente nella scelta dei goverantori delle provincie e nellamministrazione di questultime. Per le provincie imperiali, limperatore nominava direttamente i governatori che erano perciò considerati suoi delegati* legatus Augusti pro praetore, che egli sceglieva tra gli appartenenti al rango senatorio e in specie tra gli e@ consoli, quelli delle provincie maggiori, tra gli e@/pretori, gli altri. 'a durata del loro governo non era sta!ilita ma constava di pi% anni. Accanto a tali provincie ve ne erano altre che potremmo definire ad ordinamento speciale* l:gitto ed alcune  provincie minori particolari per natura, piccolezza, povert&, arretratezza di vita o per costituzione precedente alloccupazione di $oma. In queste provincie il governatorato era riservato ai mem!ri dellordine equestre, strettamente legati al regime imperiale. In :gitto il governatore era un  Praefectus, uno dei pi% alti uffici della carriera equestre. "elle altre provincie vi  procuratores. erano dei procuratores I governatori nelle proprie provincie poseggono tutti i potreri* civili, militari, amministrativi, salvo quei diritti sanciti o nella legge costitutiva della provincia o concessi dal senato dallimperatore.  "ellesercizio delle sue molteplici molteplici funzioni il governatore # coadiuvato da altri magistrati magistrati e funzionari* /Per lamministrazione finanziaria nelle provinicie senatorie* questore> imperiali* uno o pi% procuratori /Per lamministrazione civile e giudiziaria nella repu!!lica ha dei contubernales, nellimpero nellimpero dei legati* questi questi nelle provincie senatorie sono i legati propraetore, scelti tra parenti parenti ed amici. amici. "elle imperiali legati legati legionum legionum e dal II sec. I legati iuridici  per la giustizia. /Per tri!% e distretti ancora mal sottomessi vi sono  praefecti di rango equestre con funzioni sia civili che militari. •





















/ =opo =iocleziano • •

1. -. 8. . •





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Con lordinamento dioclezianeo viene meno la somma integrale dei poteri voluta da augusto. Il nuovo ordinamento si !asa sui seguenti principi* frazionamen frazionamento to delle delle antiche antiche circosc circoscrizio rizioni ni in aree pi% piccole piccole raggruppame raggruppamento nto di provinc provincie ie in dioces diocesii e di dioces diocesii in prefettur prefetturee del pretori pretorio o gerarchia gerarchia di funzio funzioni ni e gradi gradi fra i capi delle delle provinc provincee e quelli quelli delle delle diocesi diocesi e delle delle prefett prefetture ure divisi divisione one tra tra potere potere civile civile e comand comando o delle delleser sercit cito. o. Biene meno la netta distinzione che precedentemente aveva contraddistinto lItalia dalle province* da una parte si assiste allacquisizione di parit& dei diritti di queste ultime> dallaltra alla!olizione di privilegi per lItalia, ove viene applicata una giurisdizione similare alle altre province.  "on possiamo dire quando esattamente maturò la riforma dioclezianea, essa infatti e!!e dei precedenti nel govern gov erno o di (allie (allieno no e non fu in seguit seguito o applica applicata ta unifor uniformem mement entee in tutto tutto limpe limpero, ro, ma per gradi. :ra certamente compiuta compiuta nel 899 alla redazione della 'ista di Berona Berona  Laterculus Veroniensis Veroniensis0 che ci tramanda lelenco delle provinicie esistenti divise per diocesi 60. gni provincia provincia ha un governatore governatore civile che, a seconda del grado # detto  praeses, corrector  o consularis, tranne quelli dellAsia, dellAfrica e dellAcaia che hanno il titolo di  proconsul . Accanto al governatore civile vi # quello militare, dux, se nella provinicia vi # un presidio. 'e province sono raggruppate in 18 dioceses a capo di ciascuna delle quali vi # un vicarius o vices agentes  praefecti pretorio> questi dipende a sua volta dal praefectus del pretorio, in numero di . :ccezione : ccezione fanno i   proconsules che fanno capo direttamente direttamente all imperatore. I duces son talvolta sostituiti per una gruppo di province da un comes o dipendono da esso, ma in generale rispondono ai prefetti del pretorio o ai magistri militum , capi supremi dellesercito imperiale. 'a notitia =ignitatum degli inizi del B, annuario delle cariche civili e militari dellimpero, ci testimonia che in tale periodo lordinamento dioclezianeo # sostanzialmente attivo nelle linee generali. (rado a grado esso viene

meno in ccidente e in riente continua con parziali mutamenti fino a (iustiniano che ta il D8D e il D86 effettua una riforma che per certi aspetti riporta allantico* soppressione delle diocesi, poteri uniti, pi% province confinanti sotto un unico governatore. 7a le riforme giustinianee hanno unapplicazione varia ed incerta, oltre che di !reve durata, fino alla riorganizzanzione !izantina in temi.

/Costituzione delle province> condizione delle citt&> assem!lea provinciale •







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 "ella repu!!licala costituzione delle province # deli!erata formalmente dal popolo su proposta di un magistrato, ma # il senato che ne assume liniziativa e il magistrato # accompagnato nella proposta da una commissione di 19 senatori. Alla costituzione il magistrato stesso emana una legge che detta le norme fondamentali di amministrazione  provinciale* condizione della citt&, fisszione di tri!uti, metodi di riscossione, cricoscrizioni amministrative e giudiziaria etc. 'a legge prende il nome dal magistrato.  "ellimpero # limperatore che procede alla costituzione della provincia e ne fissa i caratteri amministrativi. uesto perch# nellimpero, a differenza della repu!!lica, cam!ia la condizone delle citt&. Infatti quelle che  prima della conquista avevano intrattenuto rapporti di amicizia e alleanza con $oma erano considerate citt&  foederate. )ale rapporto era possi!ile anche con altre citt& da gratificare. Ad altre era riservato il titolo di citt& li!ere, in quanto giuridicamente inferiori ma meritevoli di riguardo. Anchesse erano sottratte allautroit& del governatore, mantenvano la sovranit& territoriale e potevano continuare a reggersi con leggi, magistrati e tri!unali propri per i propri cittadini. Potevano coniare moneta ma solo !ronzea. +e esenti da tri!uti erano immunes. )utte le altre citt& erano  stipendiariae pur avendo una certa autonomia autonomia e magistrati magistrati propri, ciò avveniva avveniva per  tolleranza pi% che per una legge. (li a!itanti di tutte queste tipologie di citt& erano detti peregrini, non romani. Bi erano poi quelle con diritto di cittadinanza piena o minore/ius 'atii0, per essere fondate da deduzione di coloni, coloniae, i per aver ricevuto collettivamente il diritto di essere annoverate tra i municipia. :sse vantano ordinamento uguale alle citt& in Italia.  "ella repu!!lica n# colonie n# municipi sono numerosi, mentre nellimpero citt& li!ere e  foederate man mano scompaiono, tranne che nelle provincie orientali. 'e citt& provinciali si riducono a tre tipologie*  stipendiariae, municipia e coloniae. Alcune ricevono lo ius italicum e godono dellesenzione dal tributum soli. Con leditto di Caracalla del -1- tutti gli a!itanti dellimpero divengono cittadini romani. 'impero cercò di conservare in alcune provincie lorganizzazione tradizionale o di adottarne una corrispondente al carattere delle popolazioni conquistate o alla natura della regione* nelle (allie si mantenne lordinamento cantonale o per civitates proprio dei Celti, altrove quello per tri!%> in +iria principati e stati sacerdotali autonomi. ueste condizioni venivano registrate alla fondazione della provincia nella  formula provinciae. =iversa la forma provinciae, ossia la carta catastale con indicazione dei confini e delle propriet&. Citt& e popoli nelle province avevano un consiglio di rappresentanza, detto  concilium  o commune la cui orgine # da ricercarsi nelle provincie greco/orientali in assem!lee con carattere religioso* principale compito era cele!rare ogni anno con cerimonie e ludi il culto di $oma e di Augusto. 7a discutevano anche altre questioni e le esponevano al governo tramite legati. Capo dellassem!lea era il  sacerdos o flamen provinciae con carica annuale rinnova!ile o conferita a volte a vita. 'assem!lea generalmente era una una pre provincia ma vi erano delle eccezioni e si si riuniva nel capologuo di  provinicia o nel centro religioso maggiore ove si si trovava lara di $oma e Augusto. Augusto. In Asia Asia un quelle citt& che vantavano il titolo di metropolis. )ali )ali assem!lee persistono anche nellordinamento dioclezianeo, una per provincia.

-. +toria, ordinamento, fisionomia delle singole province /+icilia • •



Con la pace del -1 e la fine della prima guerra punica $oma conquista gran parte dellisola.  "el --1 i romani mandano un pretore. Con la presa di siracusa ne -1- $oma ne assume il domino. 'a residenza del pretore fu +iracusa e gli furono assegnati due questori uno dei quali risiedette a 'ili!eo. =ue rivolte determinat determinatee dagli aspri rancori delle guerre puniche, dal regime regime latifondiar latifondiario io introdotto introdotto dai vincitori e dalla trasformazione economica del mediterraneo afflissero la provincia* la prima nel 185 condotta da :uno e domata nel 181 da $upilio> la seconda 19/199 si concluse con la vittoria di 7anio Aquilio.



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'a le@ $upili $upiliaa diede diede defini definitiv tivo o ordina ordinamen mento to alla alla provin provincia cia e distin distinse se le citt& citt& in foeder foederate ate 7essa 7essana, na, )auromenium, "etum0 e l iberae et immunes  Centuripae, 3alesa, 3alicEae, +egesta, Panhormus0 da un lato, e decumanae e censoriae dallaltro* dallaltro* le prime dovevano dovevano pagare pagare una decima dei prodotti, prodotti, le seconde seconde avevano avevano il territorio definito come ager pu!licus e appaltato da censori. I cittadini di entram!e erano peregrini. Famoso i governo di Berre  28/210 per le malversazioni a danno dei siciliani difesi da Cicerone. =urante le guerre civili lisola fu per Pompeo ma nel  passò a Cesare> alla morte di questi Antonio in !ase ad una disposizione del morto diede la cittadinanza romana ma poco dopo venne revocata.  "el 85, dopo "auloco la +icilia fu affidata al +enato ed Augusto i dedusse una serie di colonie militari e concesse la cittadinanza alle citt& preesistenti. 'unificazione romana portò allassimilazione dele stirpi autoctone +iculi e +icani0 e degli immigrati fenici. $esistette invece lelemento greco specie nella parte orientale. Allinfuori di un saccheggio Franco nel -69 a. C la +icilia non fu toccata dai !ar!ari fino allarrivo dei Bandali che ne occuparono la parte occidentale. Con il trattato del 25 tra doacre e (enserico tale concessione fu limitata alla sola 'ili!eo. +otto dicleziano era governata da un corrector mutato poi in consularis. Alla fioritura artistica del periodo greco succede il periodo romano con monumenti assai pi% modesti. $omani sono edifici quali anfiteatri o acquedotti.

/+ardegna e Corsica • • • •

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Frequentate dai romani per ragioni commerciali gi& prima della guerra cartaginese.  "el - con il pretesto della rivolta dei mercenari mercenari di Cartagine, $oma le occupò. occupò.  "el --1 un pretore fu creato per le due isole. isole. +olo alla fine del II secolo $oma riesce a pacificarne le genti indigene delle coste, mentre nellentroterra ancora sommosse. Augusto la assegna al +enato ma frequenti le riforme nellordinamento*  "el 5 d.C. a causa di vardi tor!idi, limperatore la affidò ad un  procurator  che   che poi vediamo con il titolo di  praefectus. "ello stesso periodo forse la cosrica e!!e un prefetto proprio.  "el 52 "erone la cedette al senato senato in cam!io dellAcaia> Bes Bespasiano pasiano la riportò allimperatore. )raiano la affida ad un proconsole fino alla fine del II secolo quando in governatore # e resta un mem!ro dellordine equestre con il titolo di  procurator et praefectus  o in seguito praeses. =opo =iocleziano ognuna ha un praeses dipendente dal vicarius urbis Romae. )utto il territorio fin dalla conquista fu dichiarato ager pu!licus e soggetto al pagamento sia della devima che dello stipendium.  "essuna citt& e!!e lautonomi comunale. 'a prima concessione fu quella id Cesare a Cagliari, quindi +ulcis e )harros municipia, )urris 'i!Esonis, Cornus e 4selis colonie. In Corsica due colonie colonie militari* 7ariana e Aleria. Aleria. Fuori dalle grandi rotte furono sempre considerate luoghi al margine ove relegare in esilio gli avversari e i condannati. )olleranza )olleranza romana e conservatorismo fecereo permenere molte tradizioni fenicie fino alla fine dellet& antica.

/Province Alpine •











Con tale definizione ci si riferisce alle due province delle Alpes Cottiae e delle Alpes 7aritimae costituite da Augusto nella zona delle Alpi occidentali a cavallo del crinale. 'e popolazioni popolazioni delle valli non avevano mai riconosciuto riconosciuto la sovranit& di $oma fino al clientelari clientelarismo smo del re Cozio che ottenne, forse da Cesare, la cittadinanza. Augusto ridusse militarmente in soggezione tali popolazioni assicurandosi tutto larco alpino e formando le due  procurator.  piccole province che affidò ad un praefectus e pi% tardi ad un  procurator. 'e popolazioni popolazioni furono ordinate ordinate a civitates e lascia lasciate te nelle condizi condizioni oni di  stipendiariae. Alcune in seguito ottennero il diritto romano e i vici divennero municipi a* Segusio, Ebrodunum, Brigantium . =opo =iocleziano le  Alpes Cottiae furono risteritte al territorio ad oriente della catena mentre le marittime comprese solo la pars occidentalis.  "el secondo secolo appare una terza provincia quella delle  Alpes Atrectianae et Poeninae comprendente lalta valle del $odano, il Ballese, parte della $ezia, con  ctodurum come capoluogo e governata da un  procurator.  procurator. =iocleziano ne muta il nome in  Alpes !raiae et Poeninae .

/Province (alliche

 "ar!onense •

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Interessi politici e economici portarono ad un precoce rapporto tra $oma e la colonia greca di 7assilia attraverso cui entrò in contatto con i popoli liguri li guri e celti della (allia meridionale* +alluvi, Arverni e Allo!rogi. Binti questi popoli tra 1-8/1-1, la regione venne ordinata a provincia con capitale  "arbo #artius.  "umerose ri!ellioni e minaccie dalle tri!% galliche vicine e le invasioni dei Cim!ri e dei )eutoni, sconfitti da 7ario nel 19-, tur!arono lordine della provincia. Il proconsolato di Cesare diede un impulso positivo alla regione con lo sviluppo dei centri cittadini e la deduzione di colonie militari ad Arleate, Arausio, ;aeterrae, Forum ulii e con la concessione del diritto latino a molte altre. Augusto continuò loperae nel -2 essa fu tra le provincie imperiali ma cinque anni dopo fu retrocessa al senato. 4n proconsole governava a "ar!ona dove si raccoglieva unassem!lea provinciale. 'a $uadrigesima !alliarum, imposta doganale, la univa alle alte province della (allia, da cui tuttavia si differenziava per la forte impronta di romanit&. Con =iocleziano fu spezzata in due e poi tre province minori> la Viennensis, Viennensis, la "arbonensis prima e scunda .

)res (alliae •





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 Con la presa di Alesia nel D- a.C Cesare estende il dominio di $oma a tutta la (allia ma questa non avr& un suo definitivo ordinamento fino al 15/18 a. C con Augusto. Benne quindi divisa in tre province corrsipondenti alle tre grandi partizioni gi& individuate da Cesaere* in !ase alle alle tre grandi grandi tri!% tri!% che la!it la!itava avano* no* quelle quelle pi% omo omoge genea neamen mente te celtic celtiche he al centro centro e verso verso nord/o nord/oves vestt costitunen costitunente te la  Lugdunensis% quelle i!eriche di su/ovest lAquitania e quelle cetlo/germaniche del nord/est la ;elgica. gnuna e!!e un proprio governatore risiedente a  Lugdunum, Brudigala  e  Augusta &reverorum &reverorum. I procuratores addetti alle finanze estesero spesso la giursdizione a pi% di una provincia o a tutte e tre insieme. 'e tri!% celtiche avevano un unica assem!lea cos? come, almeno inizialmente, le tri!% i!eriche Con la costituzione delle due (ermanie ad oriente la (allia venne smilitarizzata fino almeno al terzo secolo quando ripresero le incursioni dei germani.* solo una coorte ur!ana risiedeva a 'ione. Claudio, in un discorso tenuto al senato, patrocinò la concessione della facolt& di accedere al senato e alle magistrature a coloro tra i galli che avevano la cittadianza. Alla morte di =ecio i Franchi e gli Alamanni perpretarono scorrerie in tutta la (allia fino ai Pirenei. (allieno li affronta ricacciandolial di l& del $eno e acquisendo il titolo di restitutor (alliarum. Postumo si proclama iperator (alliarum e instaura un regno che durer& fino al -28.  "el -2D una nuova incursione dei !ar!ari viene respinta da Pro!o e a queste tensioni si aggiunge la rivolta del ceto rurale dei ;agaudi che entrano in lotta con i proprietari terrieri e le citt& e, alleandosi con i (ermani vengono sconfitti da 7assimiano e poi da Costanzo Cloro che reprime la secessione di Carausio. Con =iocleziano le (allie costituirono una delle quattro grandi prefetture del pretorio che comprendeva la ;ritannia, la +pagna e la (ermania. +otto il prefetto stavano dapprima due vicarii uno per la diocesis (alliarum e uno per la diocesis Biennensis corrispondente alla nar!onense. Poi furono riunite> le singole province spezzate in parti minori indicate con semplici numeri dordine e governate da un consularis o un praeses. =ue rationales, uno summarum (alliarum e uno rei private (allias, provvedevano allaministraione finanziaria. Il quarto secolo vede altre numerose invasioni* Bandali, Alani, +ue!i, ;urgundi> Bisigoti che nel 1D con il re Ballia Ballia ricevono lAquitania.  "el 89 :zio riconosce come federari i Franchi che dal nord, dalla +chelda, si stanziano nella +omme e i ;urgundi nella +avoia.  "el D1 :zio ferma linvasione 4nna ai Campi Campi Catalaunici. )ra il 65 e il D95 Clodoveo conquista riunifica il paese in una nuova nazione non pi% romana* la Francia. )uttavia la romanit& della (allia non si estinse mai portando a quel processo di acculturazione che dar& vita alla cultura tutta unica della civilt& romano/gallica.

/Province I!eriche •



'e vicende della seconda guerra punica portarono $oma al possesso di una parte dellI!eria, una a settentrione a cavallo dell:!ro, una a meridione fra il ;aetis e lAnas.  "el 12 le due aree furono costituite provincia, ognuna con a capo un pretore con residenza a "ova Carthago e 3ispalis.













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Con la rivolta dei Celti!erie la distruzione di "umanzia da parte di +cipione l:miliano, nel 188, si procedette ad un nuovo ordinamento della provincia citeriore . 'a guerra di +ertorio e la crisi repu!!licana e!!ero un impatto saliente sulla romanizzazione della regione che  pot# dire conclusa solo a seguito della !attaglia di Filippi dopo la qualc comunque vi erano ancora da sottomenttere le tri!% della Canta!ria, delle Asturie e della (alizia. 'opera si concluse solo nel 1 a.C. 'a penisola fu divisa in tre province, una senatoria 3ispania 4lterior o ;aetica0, e due imperiali 3ispania Citerior o )arraconensis e la 'usitania tutte governate da pretori. 'e province spagnole furono tra le pi% tranquille dellimpero da cui lesiguit& del presidio romano con pochi corpi e una solo legone nella )arraconense che dal presidio conservò il nome 'eòn0. Ingente lapporto, per leconomia delliimpero, della +pagna per le risporse minerarie ed agricole mentre pi% limitate le industrie. Primo mutamento amministrativo fu quello del prinicpio del III secolo con la costituzione della provincia autonoma dellAsturia e Callaecia. Con =iocleziano fu divisa la )arraconensis che si divise in due con la Carthaginensis.  "el IB anche le ;aleari formarono un provincia a s# che, insieme alle altre cinque formavano la diocesisi 3ispniarum, comprendente anche la 7auretania )ingitana e posta alle dipendenze del prefetto del pretorio delle (allie.  "el B secolo :urico re dei Bisigoti fonda una monarchia resasi presto indipendente. 'arianesimo dei conquistatori staccò la +pagna dalla fede di $oma solo momentaneamente perch# nelD-8 ci fu un ritorno al cattolicesimo.

/;ritannia •





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I primi contatti si devono a Cesare che nel DD e nel D passò in ;ritannia ottenendo che i popoli meridionali  pagassero un tri!uto ed avessero un re scelto da $oma. +e!!ene il tri!uto non de!!a essere durato a lungo, lamicizia tra i popoli fece s? che i romani si potessero intromettere nelle guerre interne al paese facendosi strada verso la conquista. 'a spedizione, pensata da Caligola ma intrapresa da Claudio, riusc? ad assicurare tra il 8/ la parte sud/ orientale dellisola al dominio di $oma. )ale dominio fu lentamente esteso negli anni successivi. Benne fondata la colonia di Camolodunum e i centri commerciali di 'ondinium e Berulamium. +otto il governo si +vetonio Paolino, nel D, la conquista dellisola di 7ona, centro del culto duridico, e le violenze dei romani, provocarono una rivolta generale di cui fu anima la sacerdotessa regina degli Iceni ;udicca. +vetonio e il legato Petilio Ceriale ne repressero linsurrezione nel 51 d.C  "egli anni successivi il dominio di $oma si estese fino alla Caledonia, sotto il governatorato di Agricola. uesti, richiamato da =omiziano, fece ritirare le truppe dalla Caledonia. Il limite della provincia fu sta!ilito quindi nel vallo di Adriano, condotto da mare a mare. Antonino Pio intraprese una nuova guerra contro i popoli a nord del Ballo adrianeo, costruendo una seconda fortificazione che tuttavia fu a!!andonata al tempo di Commodo. Continuarono le inquietudini della popolazione tanto che +ettimio +evero, che gi& aveva pensato di dividere la  provincia in due minori, si recò personalmente sullisola ove mor? nel -11 ad :!uracum Con =iocleziano la ;ritannia venne divisa in prima e secunda, una 7a@ima Caesariensis ed una Flavia Caesariensis> pi% tardi si aggiunse la Balentia. :rano rette da consulares o praesides dipendenti da un vicarius ;ritanniarum che riferiva al prefetto del pretorio delle (allie. Il IB secolo # contrassegnato da crescenti tor!idi delle popolazioni locali e da invasioni dei popoli esterni* Picti, +coti, +assoni e Franchi. Ad inizio B le comunicazioni con $oma vengono definitivamente tagliate dalla grande invasione della (allia da parte dei popoli germanici e i ;ritanni si trovano a dover provvedere loro stessi alla propria difesa.  "el 19 norio sanzionò il distacco da $oma. 'o stato costante di tensione conservarono sempre al governo e allamministrazione il carattere di unoccupazione militare in cui importanti erano le sedi delle legioni. Importanti nel IB per lo sviluppo della vita del paese furono le grandi propriet& e ville rustiche.

/(ermania •





'e due province +uperior e Inferior, costituite da )i!erio, non compresero mai tutta la regione che dai romani era chiamata (ermania.  "el 15 a.C Augusto concepiva lidea di una vasta operazione militare per unificare tutta la regione muovendo dal $eno e dal =anu!io. =al 1- al  a.C =ruso com!att# vittoriosamente ma in quellanno venne a mancare e lunificazione era lontana se!!ene dallimperatore non venne meno un atto che presagiva la volont& di dare anche alla popolazioni

germaniche un centro politico analogio a quello dato alle tri!% galliche, attraveso la fondazione nel territorio degli 4!ii sulla sinistra del $eno di unara dedicata a $oma e ad Augusto. )i!erio dall6 al 2 raccolse leredit& di =ruso con una serie di campagne per consolidare le nuove terre fino all:l!a. 7a !astò che egli lasciasse il comando a generali inetti quali uintilio Baro perch# le tri!% germaniche insorgessero e linsurrezione, capitanata da Arminio, terminasse con la terri!ile disfatta della selva di )euto!urgo nel  d.C. I piani di conquista sem!rarono ripresi da (ermanico fra il 1 e il 15 ma il suo richiamo da parte del nuovo imperatore troncò ogni futura conquista della regione. Il comando del $eno che comprendeva un esercito di otto legioni, ridotte nel II secolo a 5 e a , !enne spezzato in due e si formarono le due province. I legati che ne avevano il comando erano di rango consolare e risiedevano a 7ogontiacum e Colonia.. =ove il confine non era costituito dal fiume vi era un limes fortificato che difendeva la provincia dai !ar!ari, 'ordinamento dioclezianeo lasciò immutata la (ermania Inferiore ma divise inla superiore in (ermania Prima e 7a@ima +equanorum, comprese nella diocesi delle (allie.







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/$ezia • • •

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ccupata durante le campagne di Augusto per mettere in sicurezza i confini settentrionali dellItalia. Costituita provincia autonoma sotto )i!erio con il nome di $etia et Bindelicia e poi semplicmente $etia.  "ei primi temi provincia procuratoria e il magistrato risiedeva ad Augusta Bindelicorum. =opo 7arco Aurelio egli fu sostituito da un legato. =i carattere prettamente militare e!!e pochissimi centri ur!ani* Augusta, Cam!odunum, ;rigantium. Importanza per le strade che lattraversavano facendone una regione particolarmente delicata per la difesa dellItalia e per lo spostamento delle truppe da occidente ad oriente. =iocleziano la divise in $aaetia I e II unita alla diocesi dellItalia. Augusta nel B secolo fu occupata dai !ar!ari.

/"orico •



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$egione sita a nord/est dellItalia, a!itata da celtilliri, costituiva un regno che, nellultimo periodo repu!!licano era amico di $oma.  "el12 fecero atto di sottomissione a $oma e i poteri del re indigeno furono trasferiti ad un procurator regni  "orici. =ivenne una provincia procuratoria fino a 7arco Aurelio che mise in comando un legato. :!!ero ordinamento municipale Birunum, ove risiedeva il governatore, )eurnia, Celeia, Aguntum, Iuvavum da Claudio. =iocleziano la divise in noricum mediterraneum e ripense. Principale ricchezza miniere di ferro e piom!o.

/Province Illiriche =almazia •









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=alla met& del III a.C si sforzò di affermare la propria supremazia sulle tri!% illiriche i cui atti di pirateria nuocevano ai movimenti sulladriatico. A seguito di queste guerre istituirono prima un protettorato e poi nel 152 a.C un domino romano sta!ile nel  !asso Adriatico. uesto era tuttavia solo un presidio militare affidato al governatore della 7acedonia o della (allia Cisalpina. Per tutto il secondo e met& del primo secolo si assite a guerre volte alla capitolazione dei =almati e dei 'i!urni, eventi che si intrecciarono con la guerra civile tra Cesare e Pompeo. Cesare voleva forse farne una provincia per s# ma tale disegno fu attuato solo con Augusto che nel -2 a.C la  pose tra le province senatorie. 'e insurrezioni di =almati e Pannoni nell11 indussero il princeps a prendere sotto di s# il controllo della  provincia. )i!erio com!att# contro gli insorti vittoriosamente ma una seconda campagna fu necessaria tra il 5e il  per de!ellare la rivolta. Il governo fu affidato ad un legato imperiale con sede a +alona e il territorio diviso in tre distretti o conventus Per la finanza aveva un suo procurator anche se per i redditi delle miniere continuò a far parte del distretto illirico.



Con =iocleziano fu divisa in due province =almatia e Praevalitana con capitale +alona e +codra.

/Pannonia •









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'a Pannonia per quanto gi& ocupata da prima fu annoverata tra le province imperiali solo dopo la grande insurrezione dei popoli danu!iani del 5/ d.C. Accanto ai castra militari sorsero insediamenti che raggiunsero  presto il rango di municipia* Carnutum, Bindo!ona, Aquincum, ma tale diritto fu concesso anche a centri indigeni dove si erano sta!iliti mercanti e veterani romani quali +iscia, +avaria, +irmium. )raiano la divise in due province una superiore ed una inferiore, la prima con un legato consolare, la seconda un pretorio divenuto ancheesso consolare con 7arco Aurelio. Alla fine del III secolo la pressione di !ar!ari divenne cos? forte che nemmeno le difese sul fiume riuscirono a contenerli e la provincia divenne teatro di sanguinose !attaglie facendone un luogo privilegiato per  lacclamazione di molti imperatori. =iocleziano dive le due Pannonie in due province minori* la superiore in Prima e +avia, linferiore in +ecunda e Baleria, rette tutte da consulares e formanti la diocesis Pannoniarum dipendente dal prefetto del pretorio dItalia. Alla fine del IB le violente incursioni dei uadi e dei (oti travolsero le linee romane e dopo la sconfitta di Balente ad Adrianopoli nel 826 la Pannonia venne persa. +irmio fu lultima cittò a cadere sotto gli 4nni nel 1. Fu a carattere prevalentemente militare con notevoli attivit& mercantili lungo le grandi via di passaggio tra occidente e oriente. 'influenza romana pi% sentita su nella parte occidentale in sostrato celtillirico che aveva  prodotto la civilt& di 'a )#ne non priva di vitalit& artistca, da oriente non furon assenti influssi greci.

/7esia •







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I romani raggiunsero questa regione dalla 7acedonia e dalle valli del =anu!io. 'a regione delloccupazione fu limpedire ai popoli che a!itavano questa terra =ardani, 7esi, )ri!alli, +cordisci, (eti e ;astarni0, di invadere le zone limitrofe. 'e campagne volute da Augusto tra il - e l11 a.C., portarono la conquista sino al =anu!io ma, la provincia vera e propria, dapprima un presidio militare, , fu costituita solo successivamente e affidata ad un legato di rango consolare, ad opera pro!a!ilmente di )i!erio nel 1D d.C, riunendo ancche la 7acedona e lAcaia. Con Claudio, che restituisce autonomia alle ultime due, la 7esia prende sta!ilmente forma estendendosi dalla Pannonia al 7ar "ero e comprendendo la +citia minore. I Flavi promossero, in questa parte dellimpero, un grande attivit& militare, specie sotto =omiziano che divise la 7esia in due, superiore o occidentale e inferiore o orientale, separate dal corso del Cia!rus =opo la conquista della =acia, la 7esia pot# godere di relatica tranquillit&. =iocleziano la frazionò in 7esia +uperiore, 7argensis o Prima e in, =ardania e Inferiore o +ecunda e +cEthia. 'e prime due riunite nella diocesi 7oesiarum e le altre nella )racia. : una delle province pi% variegate per territorio e popoli in essa contenuti. =i carattere prevalentemente romano la parte occidentale lungo il =anu!io per via dei castra militarium, di carattere greco nella pars orientalis, caratteristica che molto si riscontra nei monumenti soprattutto fune!ri e onorari* il pi% cele!re # il )ropaeum )raiani. 7unicipia e colonie sono esigue.

/=acia • •









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I =aci a!itavano, come gli affini (eti, lungo il !asso corso del =anu!io, in particolare a nord di esso. +otto Cesare il re ;ure!ista era riuscito ad estendere la propria influenza a tutte le tri!% e a esercitare pressione sul confine presidiato della 7esia. Al tempo dei Flavi i conflitti si acquiscono anche per via da un lato ,della presenza di =ece!alo, un re =ace energico e intelligente, dallaltro per la sempre maggior influenza esercitata dai romani sulla rgione.  "ell6D i romani su!iscono dure sconfitte ma, nononstante una nuova campagna sem!ri procedere felicemente, =omiziano, minacciato da altre tri!% germaniche, decide di scendere a patti con =ece!alo e ritirare le truppe. 'e ostilit& riprendono con )raiano che in due campagne 191/19- e 19D/1950, conquista il paese riducendolo a  provincia romana. I confini sono a sud il corso del =anu!io, a nord una linea che va da settentrione di Prolissum fino al Prut, confine orientale, e ad ovest il territorio li!ero degli azigi. Il governo fu affidato ad un legato imperiale di rango pretorio che risiedeva a +armizegetusa. (i& sotto Adriano la provincia fu divisa in =acia superior )ransilvania0 e =acia inferior Balacchia0 alle dopendenze di un procurator augusti



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7arco Aurelio la divise ulteriormente in tre distretti* =acia Porolissenis, Apulensis e 7aluensis, governate ognuna da un procurator e tutte insieme dal legato o consularis daciarum trium. 4nico per tutte e tre il concilium. Fiscalmente faceva parte del distretto Illirico. =opo la conquista numerosi coloni giunsero dallItalia, dalla +iria, dalla Pannonia e dalle regioni illiriche. uesti contri!uirono alla latinizzazione della regione.  "otevole sviluppo lordinamento municpale* colonie +armizegetusa, Apulum, 7aluese, Potassia, $omunla, =ro!eta. 7unicipia Porolissum e )i!iscum Poco tranquilla per le spinte dei popoli vicini. (i& dalla seconda met& del III secolo Aureliano a!!andonava tutta la regione a norde del =anu!io e costituiva a spese della 7esia, la =acia ripensis con +erdica come capolugo.

/)racia •

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Il regno drisio, sin dopo la !attaglia di Pidna, era passato sotto il protettorato di $oma e tale rimase fino a quando Claudio tra il  e il 5 costitu? la provincia affidandola ad un procuratore imperiale. Con )raiano il procuratore fu sostituito da un legato di rango pretorio residente a Perinto. 'a proincia andava dal "esto alle rive del Ponto e dall:geo ad oltre la catena dell:mo. +ede del @oinon fu da principio Filippopoli. 'a regione al momento della conquista aveva ancora carattere prettamente rustico con poche citt& di stampo greco. 'e popolazioni erano riunite in tri!% e villaggi raggrupati per strategie. Il dominio romano favor? la diffusione delle citt& attraverso colonie e diritti municipali, oltre che con la formazione di vai emporia lungo le grandi strade di comunicazione tra occidente e asia. Attraverso queste diriettrici penetrò la li ngua greca. =alle tri!% roma attinse truppe ausiliarie se!!e scarso fu il presidio della provincia fino al III secolo quando divenne teatro di guerra tra roma e le popolazione transdanu!iane.  "el -D1 i (oti invasero Filippopoli e nel 826 scondissero Balente ad Adrianopoli. Con =iocleziano fu divisa in quattro province e compresa nella diocesi che comprendeva 7esia inferiore e +cizia. Contesa tra imper doriente e occidente, rimase al primo e fuinse da antemurale della capitale, affidata nel BI a due vicarii e costituita come tema.

/7acedonia •



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+confitto nel 156 a.C. Perseo a Pidna , il regno di 7acedonia e!!e fine ma ciò non determinò lannessine della regione alla potenza romana. 'o stato venne spartito in  repu!!liche federali che durarono circa -9 anni.  "el 15, domata da Cecilio 7etello 7acedonico la rivolta dello pseudo/Filippo, la regione assunse lordinamento provinciale e fu affidata ad un governatore residente a )essalonica il quale aveva potere fino al =anu!io e al 7ar nero e a tutta la penisola !alcanica . =a Augusto in poi si divisero lAcaia, l:piro e le province danu!iane. Fu affidata al senato sotto un proconsole di rango pretorio ma venne allimperatore per un !reve periodo, dal 1D al  d.C perch# ne potesse dedurre alcune colonie* =ion, Pella, Filippi, =irrachio. 'impronta della macedonia rimase comunque greca e considerata tra le province pi% ricche per le larghe  propriet& terriere, le miniere, il commercio sulla via :gnazia. 'e invasioni del III secolo ad opera dei (oti ne ruppero la tranquillit&. =iocleziano la divise in due circoscrizioni minori la 7acedonia prima e la secunda o salutaris ad occidente, ognuna sotto un consularis alle dipendenze del vicario della diocesis 7oesiarum. )essaglia e regioni adriatiche si separarono da esa. Il monumento pi% importante # larco di (alerio a +alonicco cui # connessa la chiea di +.(iorgio.

/:piro •

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Adriano o Antonino Pio distaccarono dallAcaia le due regioni dell:piro e dellAcarnania costituendo una  provincia che, dato il suo scarso valore economico e il territorio montuoso affidarono ad un procuratore imperiale. Ad essa furono affidate anche le isole onie Poche le citt&, quali Azio e ;utroto. + carsa partecipazione alla vita dellimpero, =iocleziano la divide in due* :piro vetus.

/Acaia •



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+confitti gli Achei a 'eucoperta e distrutta Corinto nel 15, la (recia fu sottomessa e riunita alla 7acedonia, se!!ene alcune regioni e citt&, come Atene, mantennero la li!ert& per perderla poi man mano sotto Cesare e +illa. $icostruita Corinto quale colonia romana, ad opera di Cesare, si avviò un processo di rpresa per lAcaia che venne ordinata a provincia nel -2 a.C da Augusto, che inser? anche la )essaglia e l:piro. Il suo governo venne lasciato al senato con un proconsole di rango pretorio residente a Corinto. 7utamento di questo governo si e!!e solo con la riannessione della macedona tra il 1D e il  e quando  "erone restitu? la li!ert& ai greci sottratta loro nuovamente da Bespasiano. Il domini di $oma non cancellò la grande cultura greca, anzi, $oma ne fu in qualche modo contaminta . Continuarano a sussitere le leghe sacre tra cui quella anfizionica e Adriano costitu? la nuova lega del Panellenio.7olti imperatori lasciarono copiosi segni del proprio favore e spesso in molte citt& a caratteri spiccatamente greci si aggiungono dettagli o concezioni romane. 'e invasioni del III secolo non la risparmiarono e sotto (allieno Atene ed altre citt& furno prese e saccheggiate da Alamanni e (oti 8D0 Alarico. 'a provincia di Acaia, cui =omiziano aveva sottratto le Cicladi rimase tale fino al BI.

/Creta e Cirene •











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Il regno di Cirene venne dato in eredit& a $oma nel 5.a.C da )olomeo Apione. I romani presero !eni reali restituendo la li!ert& alle citt&. )uttavia le lotte di potere interno li o!!ligarono ad intervenire nuovamente sulla scena circa ventanni dopo nel 2D, o!!ligando il senato a darne un ordinamento provinciale. ualche anno pi% tardi le campagne di .7etello Cretico e Pompeo contro i pirati, diedero a $oma il possesso di Creta che, insieme a Cirene, costituirono una provincia. =onata da Antonio a Cleopatra +elene, fu riconoquistata da ttaviano che nel -2 la diede al senato sotto il  potere di un proconsole pretorio residente a (ortina e Cirene. +e!!ene fossero unite sotto un unico magistrato rimasero amministrativamente divise ed e!!ero consigli separati, se!!ene in Cirenaica ci fosse un piccolo presidio come deterrente contro le popolazioni li!iche. Il cirenaica a!!iamo poi da ricordare la grande insurrezione dei (iudei sotto )raiano e duramente repressa da lui stesso e da Adriano. :ntram!e le due regioni conservarono ordinamenti ellenici. =iocleziano ne fece due province distinte aggregate a diocesi diverse* Creta alla 7esia, Cirene a quella driente. Creta rimase un tema !izantino la cirenaica fu sempre pi% esposta alle invasioni dei li!ici. uesta fu divisa in Pentapolis e +icca. I governatori risiedevano a )olemaide. (iustiniano cercò di ridare floridezza al paese ma con scarsi risultati e nella met& del BI fu occupata dagli Ara!i.

/Cipro •



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Pertinente al regno dei )olomei d:gitto lisola era sotto il governo quasi indipendente del fratello di )olomeo Aulete.  "el D6 una legge promossa da Clodio ne decise lannessione a $oma. :ssa fu annessa alla provincia di Cilicia e Cesare e Antonio la resituirono a Cleopatra ma dopo Azio venne recuperata.  "el -- Augusto la distaccò dalla Cilicia e la affidò ad un proconsole di rango pretorio residente a Pafo. Allordinamento precedente fondato sulle citt& stato si sostitu? quello comunale. Plinio nel ricorda quindici che si riunivano in assem!ela. 'avvenimento pi% notevole # la rivolta degli :!rei scoppiata sotto )raiano. 4naltra fu capitanata da Calocero magister camelorum al tempo di Costantino. +otto (iustinianto era ancora provincia di pendente dalla prefettura driente. (li Ara!i la occupano nel 56.

/Asia • •

Primo possesso lasciato in eredit& al popolo romano da Attalo III di Pergamo nel 188 a.C. 'a provincia fu costituita solo da 7anio Aquilio dopo la vittoria del pretendete Andronico. )uttavia essa non comprendeva tutte le regioni dellantico regno di cui, alcune, furono aggregata ad altre province o cedute a





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regni amici o clienti. 'a ricchezza della regione vi attrasse presto numerosi Italici appaltatori e commercianti la cui avidit& era favorita dai governatori romani. 4n forte malcontento serpeggiava tra greci e non greci e quando 7itridate ordinò la strage degli Italici !en 69999 ne furono uccisi. 'a fine della guerra mitridatica nell6 e le riforme dordinamento volute da +illa contri!uirno a deprimere leconomia della regione. +olo con Augusto le sorti dellAsia tornarono a migliorare con un periodo di pace e  prosperit& initerrotto almeno fino alla met& del III secolo d.C. Fonti di tale prosperit&* agricoltura, commercio strada reale0, alcune industrie lana e tintoria. Augusto la affidò ad un governatore e@console insieme a tre legati e un questore. Alcuni procuratori  provvedevano alle rendite dovute al fisco. Per la giustizia la provincia era divisa in quattro distretti, nove al tempo di Plinoo. Alcune citt& al momento della loro costituzione furono ordinate foederate, altre li!ere. Poco a poco anche queste divvennero stipendiariae cui però era lasciata la li!ert& di avere proprio ordinamento giuridico, magistrati propri e propria amministrazione. rgani di tale amministrazione erano lassem!lea e il senato ed inseguito i loghistai e eirenarches. Colonie solo Pario e Alessandria )roade. 'e federazioni releigiose furono mantenute e rispettatre dai romani che tuttavia crearono lassem!lea per il culto di $oma e Augusto.  "on e!!e presidio militare sta!ile in quanto pacifica fino alla guerra tra +ettimio +evero e Pescennino "igro. +otto (allieno scontri con +apore re di Persia e poco pi% tardi contro i (oti. =iocleziano la divise in sette province* Asia, Caria, Isole, 'idia, Frigia prima o Pacatiana, secunda o salutaris, :llesponto. )utte dipendenti dalal diocesi Asiana. 7utamenti successivi furono apportati da (iustiniano e da altri imperatori !izantin. (li insediamenti asiatici conservano forti tracce di romanizzazione. (randemente attiva la scuola scultorea di Afrodisia i musei di +mirne e di :feso e le scuole mediche di :feso e Pergamo. Il cristianesimo si sviluppò sin dai tempi apostolici con +. Paolo e +.(iovanni :vangelista.

/Ponto e ;itinia •



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Annesse a $oma inseme* la ;itina per il testamento di "icomede nel 2 e il Ponto per la vittoria su 7itridate nel 55 da parte di Pompeo. "el Ponto solo la parte orientale fu provincia mentre le terre orientali furno affidate a stati amici fino a "erone e ad i Flavi che li annessero tutti. 'a ;itinia era molto pi% avanzata per lellenizzazione e lorganizzazione cittadina. I romani favorirono questo  processo in entram!e le regioni. $ispettati furono i due grandi santuari di Gela e Comana con caratteri di regni quasi sacerdotali. Furono fondata molte citt& con nomi di principi della casata imperiale (ermanicopoli, Claudiocopoli0 se!!ene  poche con titolo e costituzione di colonia.  "elle repu!!lica fu governata da un propretore> Augusto ne fece una provincia senatoria retta da un  proconsole pretorio coadiuvato da vari procuratori. :ra lo!!ligatorio ponte tra occidente e oriente e !ase di rifornimento principale contro i Parti. $icevette per cui cure particolari da )raiano e 7arco Aurelio che la mutò in provincia imperiale. Ciascuna parte aveva la propria assem!lea a "icomendia e Amastri. ;isanzio ne faceva parte. =a =iocleziano venne divisa in ;itinia e noriade e =iosponto, Ponto Polemoniaco e Armenia minore. Bari scrittori greci del periodo romano sono originari di questa provincia* =ione Crisostomo, Arriano, Cassio =ione, +tra!one.

/(alazia •



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Costituita provincia da Augusto nel -D a. C dopo la morte dellultimo re Aminta e governata da un legato imperiale pretorio. Formata anche dallIsauria, la Pisidia, la 'icaonia e nel tempo dalla Plafagonia e dal Pontus (alaticus e Polemoniacus0 e lArmenia 7inore. Bespasiano la riun? alla Cappadocia e laffidò ad un legato consolare . )raiano ricostitut? della Cappadocia e dei due regni pontici un regno autonomo. Adriano distaccò lIsauria e parte della 'icaonia annesse alla Cilicia. )ali frequenti e disomogenei cam!iamenti si spiegano anche per leterogeneit& etnico/culturale della regione. gni regione aveva la propria assem!lea e pi% che lordinamento comunale durò quello tri!ale celtico, almeno in (alazia. "elle altre regioni numerose furono le colonie di veterani ma tutta la provincia fu tra le meno romanizzate.

=iocleziano la divise in (alazia prima e salutars.



/Cappadocia •









$egno cliente di $oma sin dal principio del II a.C., divenne provincia romana al tempo di )i!erioe affidata ad un procuratore imperiale che gest? lorganizzazione tradizionale della regione in strategie. Bespasiano vi trasfer? ingenti forze militari e mutò il governo in un legato consolare con sede a 7azaca/ Ceasera 7ontuosa, scarsamente popolata e poco accessi!ile, rimase sempre ai margini della vita dellimpero e solo di  prevalente interesse militare. 'ur!anizzazione fu poca e la popolazione rimase divisa in villaggi ove, sotto il !eneplacito di $oma, rimasero a governare piccoli capi indigeni. =iocleziano la divise in due* C. Prima e secunda dipendenti dalla diocesi Pontica.

/'icia e Panfilia 'a confederazione 'icia fu in ottimi rapporti con la tarda repu!!lica e mantenne una formale indipendenza fino a Claudio. 'a Panfilia venne ereditata grazia al testamento di Attalo III, aggregata prima alla Cilicia e poi alla 'icia quando questultima fu ordinata definitivamente provincia sotto Bespasiano nel 2. (overnata da un legato imperiale di rango pretorio sostituito pi% tardi da un proconsole a nomina senatoria. $egione tranquilla e non e!!e grande sviluppo perch# fuori dai grandi traffici. Centri principali +ide, Attaleia, Patara e Hanto. Hoinon licio e panfilio. =iocleziano la lasciò unit& ma essa fu divisa da Costantino. +i conservano nelle citt& maggiori numerosi monumenti romani.



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/Cilicia •

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+confitti i pirati ad opera di Pompeo, la loro rocciosa casa, la Cilicia fu sottomessa a $oma, almeno per la parte montuosa, mentre la parte !assa fu ceduta a Pompeo dal re )igrane di Armenia.  "el 5- divenne provincia e tra i suoi primi governatori ci fu Cicerone. =opo alcuni mutamenti territoriali Bespasiano la affida ad un legato imperiale pretorio. 'a capitale era )arso e altre citt& +elinunte )raianopoli0 e +oli/Popmeiopolis, in cui si conservano resti romani. Arcadio la divise in tre circoscrizioni minori* C.prima, secunda con capitale Anazar!a e Isauria con capitale +eleucia. Cilicio di pelo di capra

/+iria e Palestina •

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Alla !attaglia di 7agnesia nel 16 a.C., il conflitto tra $oma e il regno +eleucide appare gi& segnato in favore della prima. Ci vorr& tuttavia un secolo nel 5- a.C. Perch# la +iria, sotto Pompeo, divenga provincia romana. Bastissimo il territorio che dalle catene del )auro e dellAmano giungeva fino al deserto ara!ico e fino alle rive dell:ufrate. +olo la !assa e media valle dellronte saranno alle dirette dipendenze di $oma. Il resto rimarr& affidato allautonomia dei piccoli stati indipendeti* Commagene, (iudea e principati sacerdotali di =amasco, :mesa, Calcide e le citt& Fenicie costiere. Augusto ne fa provincia imperiale con un esercito di tre, poi quattro, legioni per fungere da !aluardo contro i Parti. 'a (iudea dopo la conquista e la distruzione del tempio di (erusalemme da parte di )ito nel 29, divenne  provincia imperiale sotto un legato cos? come la Commagene e quasi tutti i principati sacerdotali. 4nico stato indipendente la Palmira, punto dincontro nel deserto tra romani e Parti. 'e vittoriose campagne di )raiano contro di loro e la costituzione elle nuove provincie orientali, sem!rano attenuare limportanza politica della +iria, fino alla!!andono successivo delle suddette province da parte di Adriano. Ciò ne rista!ilisce il valore strategico. +otto 7arco Aureli e 'ucio Bero i Parti irrompono fino ale porte di Antiochia. +ettimio +evero la divide in due CoelesEria i +iria 7aior e +Eria Phoenice



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'avvento altrono con (iulia =omna dei re.sacerdoti di :mesa, determina un largo diffondersi delle tradizioni e dei culti siriani in occidente. Alla met& del secolo la minaccia partica si fa pi% pressante ed essi invadono la +iria. Baleriano # sconfitto e fatto prigioniero e la difesa # assunta dai principi di Palmira denato, Ba!allato e Geno!ia che si proclamano indipendeti da $oma. Aureliano !atte Geno!ia e la conduce prigioniera a $oma. =iocleziano rafforza la frontiera e costruisce al strata =iocletiana> lasica inalterata la sua organizzazione che solo da Costanzo Cloro # mutata in distretto a s# con il nome di Augusta :uphratensis. A inizio B # divisa in cinque provincie.  "el BI Persiani e Ara!i premono maggiormente che prima della met& del BII # perduta. =i grande importanza economica e culturale con importanti centri culturali quali Antiochia, +eleucia, 'aodicea, Apamea, ;erito, )olemaide. ;en poche le colonie romane. Fiorneti alcune industrie, quali porpora e vetro, curata lagricoltura e vivace il commericio =a questa regione provenivano anche molti autori retori, storici, giuristi, filosofi* 'uciano, )aziano, 7assimo di )iro, Filodemo, Appollodoro di =amasco ecc.

/Armenia •

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=istinte dai romani in maiore e minor, la seconda entrò a far parte dei domini di $oma gi& con Pompeo ma spesso fu aggregata con i piccoli stati che si vennero variamente a formare in queste zone. +olo tra "erone e Bespasiano venne unita definitivamente alla Cappadocia. 'Armenia 7aggiore rimase indipendente fino al II secolo e contesa tra $oma e i Parti. )raiano la invase nel 11 riducendola a provincia e riunendola allo stesso governatore della Cappadocia.  "el 112, morto )raiano, fu ricostituita regno indipendente da Adriano sia pure stato cliente. (iustiniano la riun? allimpero.

7esopotamia e Assiria •

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'a campagna di )raiano contro i Parti portò alla conquista sia delle regioni tra il )igri e l:ufrate, sia di quelle oltre, lAdia!ene. =ell una e dellaltra vennero costituite due province. Alla morte di )raiano, Adriano segu? un diverso indirizzo politico le a!!andonò e le restitu? ai Parti. 'Assiria non fu mai pi% rioccupata mentre la 7esopotamia, almeno nella parte occidentale con :dessa, fu riacquisita dai romani in seguito alla pace conclusa nel 15D dopo la guerra con 7. Aurelio e '.Bero. +ettimio +evero allargò e organizzò la conquista estendendola a tutta la 7esopotamia fino al Cha!oras e ad una liena nord di 3atra e facendo di esser due province aventi come governatori funzionari di rango equestre ,  procuratore o praefecti. 'e seguenti guerre con i Parti e i +assanidi ne mutaron gli assetti. Con la pace del 858 seguita alla campagna di (iuliano, $oma dovette rinunciare a tutta la pars orientalis della regione. )ra BI e BII riprese la pressione persiana che determinò òa perdita definitiva della provincia.

/Ara!ia •









Il regno "a!ateo era gi& entrato a far parte della clientela di $oma al tempo di Pompeo e tale rimase fino al tempo di )raiano che nel 19D ordinò al legato di +iria, Cornelio Palma, di entrare in ara!ia e, deposto il re, costituirne la provincia. Capitale ne fu Petra. Anche ;ostra fu molto importante e divenne il centro della provincia settentrionale quando nel III secolo fu divisa in due. Ad oriente er difesa da una frontiera fortificata ed era attraversata da numerose strade che favorivano i commerci con il profondo oriente. Forte il contrasto con i nomadi del deserto e le popolazioni cittadine che i romani fecero governare da etnarchi e filarchi. Prima della met& del BII la diffusione dellIslamismo e linizio delle conquiste ara!e segnarono la fine del Cristianesimo e il suo distacco dallimpero.

/:gitto •

:ntrato nel dominio romano con la morte di 7arco Antonio e Cleopatra.





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Augusto gli diede un ordinamento particolare e lo affidò ad un prefetto equestre e ai senatori era vietata persino lentrata. Accanto al prefetto stavano uno iuridicus e idiologus sostituito pi% tardi da un rationalis, oltre ad alcuni  procuratores. ;ase dellamministrazione era la forma provincialis di cui possediamo un frammento papiraceo. Al prefetto spettava il comando dellesercito costituito da tre legioni, ridotte poi ad una. :gli risiedeva ad Alessandria che insieme ad altre citt& quali )olemaide e Antinoopoli godevano di autonomia rispetto alla  provincia. Augusto ne mantenne la divisione in quattro nomi con a capo un stratego e in tre epistrtegie. )ale ordinamento rimase invariato anche in periodo dioclezianeo. Fu sovente tur!ato da tor!idi interni e pi% raramente da incursioni di :tiopi. )ra le cause dei tor!idi* insofferenza di disciplina della popolazione, irrequietudine degli alessandrini, contrasti con gli :!rei, lotte dinastiche e dispute filosofiche. Provincia produttrice* cereali, vino, papiro, marmi, vetri etc. :sportati in tutto limpero. =iocleziano lo divise in tre, poi quattro province* AegEptus Iovia, 3erculia, )e!aide e Augustamnica., aggregati alla diocesi driente. )eodosio ne fece una a se stante sotto un praefectus Augustalis e tale rimase fino a (iustiniano che la dicise in cinque eparchie. Il !asso impero # contrassegnato da lotte tra Cristiani e pagani. ;lemmi, Persiani e Ara!i minacciano i confini e nel BII # conquistata da questi ultimi.

/Province Africane Africa e "umidia • • •

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Con la distruzione di Cartagine nel 15 si costitu? la provincia dellAfrica con goverantore ad 4tica. =i estensione assai limitata comprendeva uno stretto territorio. 'a ricchezza era lagricoltura e insieme alla sua favorevole posizione cominicò !en presto ad intessere rapporti commerciali e politici con lAfrica e $oma. Caio (racco tentò di far rinascere Cartagine nel 1-8 ma fall?. 'a guerra giugurtina 111/19D0 non portò alcuna espansione. 'a vittoria di Cesare a )apso 50 determinò lannessione della "umidia detta Africa "ova con capoluogo Gama. +allustio ne fu primo governatore. Augusto nel -2 le riun? in una sola e il governo era affidato ad un e@/consolee riuniva anche il comando militare. $isorta Cartagine ad opera di Cesare e ttaviano, la residenza del proconsole fu sta!ilita qui e la citt& ne divenne la capitale. Caligola nel 86 divise i due poteri e trasfer? quello militare al elgato della legione di stanza a 'am!aesis. Cos? nacqu la "umidia che e!!a ordinamento proprio solo con +ettimo +evero. 'inde!olirsi della potenza dellimpero e i riflessi delle lotte per il trono determinarono nel III secolo una ripresa di spirito di indipendenza da parte degli indigeni.. =iocleziano frazionò lAfrica in tre province minori* Geugitana, ;izacena e )ripolitana. 'a "umidia in Cirtensis e 7ilitiana che insieme alle due 7auretanie facevano capo al prefetto del pretorio dellItalia. Con Costantino la "umidia tornò ad essere una provincia sola. Il restante ordinamento dioclezianeo rimase immutato fino allinvasione vandala del - e ricalcato poi da (iustiniano dopo la sua riconquista nel D8. Alla fine del BI il prefetto dellAfrica # sostituito dallesarca. A met& del BII gli Ara!i cominciano le prime incursioni fino allo stanziamento definitivo dopo la fondamentale !attaglia di +ufetula nel 52 e la fondazione di airuan nel 529. +olo con la seconda invasione dellHI si spense ogni traccia romana. Produzione di ceramica> produzione letteraria* 7iucio Felice, )ertulliano, Agostino, Arno!io.

7auretania •





'intervento di ;occo nella guerra giugurtina fu il primo contatto di $oma con qusta regione. 4n secondo re dal medesimo nome aiuta Cesare nella campagna contro i pompeiani. uesti morendo nel 88 lasciò il regno ad ttaviano che lo tenne per otto anni e poi nel -D ne fece uno stato cliente dandolo a (iu!a II. Il figlio )olomeo fu fatto uccidere nel 9 da Caligola e il suo stato ordinato da Claudio in due province Caesariensi e )ingitana con du procuratores a governarle e che risiedevano a Cesarea e a Bolu!ilis.







Bi furono dedotte colonie di veterani e fu concessa la municipalit& a cittò gi& esistenti ma solo sulla costa o nellimmediato retroterra ove la romanizzazione pot# avvenire seza pro!lemi. Con =iocleziano la Caesariensis fu divisa in due province di cui lorientale fu detta +itifense dal capoluogo, am!edue governate da praesides. (li stretti rapporti della )ingitana con la penisola i!erica la fecero riunire con la diocesi della +pagna.

/(entes :@ternae •



Benivano cos? indicate tutte quelle popolazioni fuori dai confini dellimpero con cui i romani avevano per lo  pi% rapporti di guerra che di pace.  "onostante ciò non vennero mai meno i rapporti commerciali come testimoniato dalle ricerche archeologiche.

-. 'e province occidentali – Pro!lemi generali 4r!anistica e ur!anizzazione











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'a pi% durevole acquisizione della conquista romana # rappresentata dallur!anizzazione del 7editerraneo occidentale. 7olti studiosi hanno spesso sopravvalutato tale fenomeno anche seguendo una certa linea di fonti che la esaltavano Birgilio, $utilio "amaziano0. 'a citt& romana appare ancora di recente, il centro incontestato di tutti i valori dei conquistatori, testimone della pace e della civilt&, della prosperit& e dalla pace di cui era latrice $oma. 'e vestigia nelle varie province hanno certamente contri!uito a questa visione che si pone come antitetica al nomadismo e all ruralit& delle aree conquistate. $ecentemente si # andata lentamente affermando una tendenza inversa che vede nella citt& romana il mezzo  per lo sfruttamento dei un retroterra da questi conquistato, puro e semlice strumento di oppressione in una  prospettiva defini!ile come coloniale.  "ello studio delle citt& romane vanno superate entram!e queste visioni aprioristiche. ;isogna analizzare in che modo invece, a partire da Augusto, sia stato messo in moto il controllo di un cos? ampio territorio non dimenticando come, in questo processo, lur!anizzazione a!!ia svolto una parte fondamentale. A!!andonata la politica di espansione preventiva applicata allinizio del II sec. a.C, Augusto e ti!erio si  preoccupano prioritariamente di organizzare le province e questo, nelle regioni occidentali, presupponeva la necessit& di creare degli interlocutori, da creare e@/novo in grado di diffondere e far rispettare le leggi romane. 'a struttura amministrativa della civitas in occidente non corrispondeva spesso ad una realt& ur!ana  propriamente detta. :ssa # in primo luogo una divisione territoriale dotata di relativa autonomia e corrispondente per quanto possi!ile ad ununit& etnica. : questo # particolarmente evidente per province che non hanno unoccupazione cittadina se non nel periodo romano. In quelle di pi% antica occupazione le civitates corrispondono ad un numero di importanti citt&, tra cui il capoluogo, nelle seconde invece, nemmeno il capoluogo può definirsi propriamente una citt&J Inoltre senza generalizzarne il concetto, spesso lestensione di una civitas # inversamente proporzionale alla ricchezza del proprio territorio e alla densit& della!itato. Il modello ispiratore di Augusto sem!ra essee quello applicato da Pompeo per la creazione della provincia della ;itinia e del Ponto nel 5D. :gli aveva definito 11 circoscrizioni amministrative dette politeiai e le aveva ttri!uite ad altrettante citt& o centri antichi. )al modello era stato concepito per una regione di tradizione ellenistica e non poteva essere sistematicamente applicato a qualsiasi regione. In questo senso lapplicazione di tale modello non avvenne uniformemente in tutto limpero ma e!!e molte varianti regionali, pi% o meno temporanee grazie anche allelastica mentalit& romana. Il compito di un responsa!ile romano nel sistemare una citt& civitas conquistata era non solo la creazione di un centro di potere e controllo ma, a lungo termine, quello di convertire gli spiriti. 4na manipolazione dei nota!ili sedotti da un nuovo stile di vita che porti loro dei vantaggi. )ale trasformazione doveva anzitutto essere socio/economica che attiri la popolazione ad un stile di vita ur!ano. $oma in certi casi fu troppo anticipartice in talune regioni che non erano pronte ad accogliere lo stile di vita u!rano e, in generale, pi% cauta quando si trattava di fondare citt& e@/nihilo. 'organizzazione ur!ana delle tre (allie permette di inquadrare gli aspetti principali di questa politica in cui  pragmatismo e rigore si fondono positivamente. Confrontando i dati del =e !ello (allico di I a.C. Con quelli della produzione successiva del I d.C., notiamo che i centri passano da 11 a 59 non perch# i romani costruirono in et& imperiale una cinquantina di insediamenti in distretti in cui prima non vi erano, ma perch# in molti casi  proprio loccupazione romana non aveva prodotto !rusche cesure con la cultura degli oppida gallici* alcuni erano stati mantenuti e ampliati, altri per posizione incontrolla!ile o difficilmente collega!ile alla rete stradale, erano stati a!!andonati. =i colonie fondate in questo periodo, 8, ne a!!iamo poche proprio a dimostrazione che lo!iettivo non era quello di imporre un nuovo gruppo dirigente quanto piuttosto quello di unintegrazione rapida. 4n altro tipo di ratio era quella di sfruttare quelle citt& che erano !en collega!ili formando una rete stradale che unisse il mediterraneo alle regioni settentrionali e loccidente alloriente. Analoghe considerazioni possono essere fatte per lAfrica settentrionale.

=efinizione giuridica e morfologia ur!ana •

'a terminologia antica solo apparentemente # ricca e precisa, anzi si rivela am!igua in quanto fondata su criteri la!ili ed eterogenei.













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In latino non esiste una parola che traduca il concetto di citt& nel senso moderno, economico e demografico. 7a una serie di voca!oli di natura pressocch# giurdica. Al primo posto incontriamo le 4r!es* secondo Barrone sono citt& fondate secondo rito etrusco e la cui cinta # stata tracciata con laratro. Il perimetro consacrato or!is0, si concretizza nel pomerium, limite allinterno del quale si possono prendere gli auspici ur!ani. )ale titolo # allinizio riservato alla sola $oma e alle dirette emanazioni del populus romanus, le colonie. 7a Barrone osserva come questa norma venga utilizzata solo dagli autori pi% antichi. 'utilizzo pi% largamente usato # verso quelle citt& con vocazione direttiva e centralizzatrice. Al secondo posto a!!iamo la nozione di ppidum* rimanda a realt& non omogenee che incontra anche il discrimine da fare tra pratiche di archeologia moderna e tradizione antica. 'a prima intende per oppida quei centri fortificati daltura anteriori alla romanizzazione e spesso a!!andonati a seguito di questa. :ssi sono tipicamente illirici, i!erici e gallici. (li autori latini invece intendono agglomerati di secondaria importanza non necessariamente posti in maniera strategica. Ad un livello inferiore si trova il Bicus* villaggio, un agglomerato di vocazione prettamente agricola che tuttavia mantiene una certa funzione amministrativa. I Fora, soprattutto diffusi in landa e in +vizzera, oltre che in Francia meridionale, designano, almeno inizialmente un luogo riservato ad una fiera stagionale. :ssi sono diretta iniziativa del potere come traspare dai loro nomi e sorgono per la maggior parte tra fine repu!!lica e inizio impero lungo i pi% importanti assi stradali, in regioni in cui era in corso il processo di romanizzazione. In momenti successivi possono essere sede di colonia.  "ellorganizzazione degli insediamenti comunque il posto pi% alto lo mantengono quelli di diritto romano, le colonie* i cittadni romani inviati secondo la pratica della deductio per fondare una citt& avente $oma come modello, punto di appoggio del nuovo potere. Propugnacola imperii. 'a fondazione prevede lespulsione di genti i ndigene perch# spesso non # una creazione e@/novo. 'a scelta del sito non # dettata solo da preoccupazioni strategiche ma anche da motivi economici. =oveva esistere una sorta di remunerativit& al di sotto della quale non si reputava utile mettere in moto un sistema coloniale. Il prestigio della colonia, centro di potere amministrativo, economico e religioso # talmente alto che spesso molte citt& cercano di assurgere a tale titolo. Casi del genere sono* Italica e 4tica. =iverse sono le colonie di diritto latino perch# non comportano un trasferimento della popolazione e formano delle societ& aperte che garantiscono ai propri magistrati annuali laccesso alla piena cittadinanza. ueste citt& sono trla le pi% socialmente fluide doccidente e molte diverranno grandi capoluoghi. Il sistema di cui !eneficiavano svincola lacquisizione della cittadinanza da qualsivoglia atto clientelare e il loro ordo decurionum appare come uno dei pi% affida!ili e inclini allevergetismo. I municipia di diritto latino o romano erano pi% li!eri istituzionalmente, quantunque per diventare tali avessero  !isogno allinizio di eleggere un collegio di magistrati annuali da due a quattro mem!ri. 7a da claudio in poi si affermer& un principio di maggiore li!ert& che far& mantenere i magistrati locali.  "on # chiara con esattezza la prassi della municipalizzazione delle province occidentali allinizio dellimpero. 'atto necessitava di una colla!orazione da parte della societ& indigena e questo, nelle province occidentali non era molto facile, anche per via della scarsa tradizione ur!ana. Il termine municipium appare estraneo al voca!olario delle )re (allie e la civitas indicava piuttosto la comunit& giuridico/territoriale. )uttavia nel corso dellimpero, anche grazie alloperato di alcuni imperatori, molte citt& evolsero verso questo tipo di ordinamento. Il pro!lema che si pone # di capire quanto ur!anistica e architettura siano state influenzate dallo status giuridico di ogni citt&. "atura e sontuosit& delle infrastrutture possono dipendere almeno in parte dai privilegi di una data comunit&K : viceversa i dati archeologici possono illuminarci sullordinamento giurdico particolare di dati sitiK 4n tentativo in questo senso si può provare cercando di osservare la superficie inscindi!ile dal pro!lema del  popolamento. "el programma di ur!anizzazione di $oma le dimensioni di un centro non hanno importanza, ciò che conta # la sua funzione. : difficile definire una media delle superfici delle citt&, che sia universalmente valida. In (allia le citt& munite variano in un rapporto di 1 a D, con una superficie che varia dai 99 ai -99 ettari. uelle aperte, molto numerose oscillano tra i D9 e gli 69. =a queste cifre # s!agliato trarre delle conclusione affrettate sulla popolazione effettiva in primo luogo perhc# le superfici comprese entro le mura di rado coincidono con le aree effettivamente a!itate, in quanto le muro spesso nel loro andamento si innalzano su siti di difficile occupazione> in secondo luogo perch# la cinta ur!ica, quando fortemente geometrica rischia di diventare troppo piccola, come nel caso di alcune colonie di veterani. ualsiasi stima della popolazione ur!ana si rivela ar!itraria. Pur conoscendo leffettiva ampiezza della superficie, restere!!e il pro!lema della densit& e come linea generale # sempre meglio a!!assare le stime degli archeologi del secolo scorso.







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Altro pro!lema che si pone # quello di una classificazione in termini pi% chiari della attrezzatura e della morfologia di una citt&. $iguardo le colonie la risposta sem!ra semolice in quanto le deduzioni almeno in primo tempo devono distinguersi da citt& in cui lo svilippo non # stato regolato. :sse sole inoltre avevano tutti quegli edifici amministrativi necessari per la gestione del potere., per i quali erano necessarie regole imprescindi!ili* assialit&, gerarchia degli spazi e dei volumi. Il carattere empirico della pratica romana tuttavia determina varianti a seconda dei casi, che falsano gli schemi teorici. 'a continuit& duso degli insediamenti nelloccidente romanizzato ha spesso o!literato talune evidenze. Certo il carattere di colonia sare!!e pi% facilmente riscontra!ile nei siti dantica fondazione italica visto che questi non possedevano alcun organo di autonimiaed erano dirette emanazioni di $oma ma, studi recenti hanno messo in luce degli sviluppo diversi a seconda che la colonia fosse di dirtto latino o romano, nel tracciato della rete stradale, nei rapporti sta!iliti tra foro e ar@. 7a nel periodo in cui, in am!iente provinciale, si registrano le prime fondazioni, tali caratteristiche non sono cos? nettamente evidenti. 'a diversit& delle situazioni non compromette lomogeneit& dellapparato architettonico del potere, solo cam!iano le a!itudiine della varie etnie romanizzate, vi sono condizionamenti topografici, varie le disponi!ilit& economiche dei nota!ili, e pi% raramente le esigenze religiose. :sistono poi dei casi limite in cui lo status giuridico non ha nessun riscontro alla realt& ur!ana cui si riferisce municipium ;assianae0. Al contrario a!!iamo vici gallo/romani con un apparato architettonico invidia!ile per molte colonie* Alesia. )re pro!lemi meritano la nostra attenzione* 1/ presenza e significato di una rete ortogonale di strade, facenti capo a due grandi direttrici. uesto # valido  per la maggior parte delle colonie ma spesso esse insistono su agglomerati ove fu impossi!ile fare ta!ula rasa. Colonia quindi # una citt& ove, pi% che altrove, si riesce ad individuare traccia della centuriazione. -/ Cinta ur!ica. Alemeno in et& augusteale mura non sono pi% concepite in termini esclusivamente difensivi ma sono un elementro che definisce e rende prestigiosa una citt&. Per questo ci si chiede se la cinta fosse associata ad uno status giuridico. "ella maggior parte delle province occidentali le mura sono piuttosto rare prima delle invasioni del II secolo e molte colonie di veterani che sono state per molto tempo o per sempre prive di mura* Iulia Carthago fino al -D. 'e considerazioni ar!itrarie vanno escluse ma una sola regola sem!ra valere* senza lautorizzazione imperiale non si potevano costruire mura e questo # detto chiaramente dalle epigrafi e dai testi giurdici. 8/ il Capitolium elemento essenziale di ogni citt& romana nelle province. Per il suo valore religioso, architettonico e centripeto esso # fondamentale nellorganizzazione dei centri monumentali. 7a la prassi che faceva del tempio il legame tra $oma e le citt& delle province non si applica in occidente e il capitolium viene  presto sostituito dal tempio dinastico dedicato ad Augusto e a $oma e poi al culto imperiale.)ali santuari sono cotruiti ovunque e spesso nei pi% svariati edifici. A partire dal I secolo il culto imperiale tende ad eliminare quelle differenze che potevano ancora esistere tra i vari tipi di fondazioni ur!ane.  "el II secolo la situazione resta immutata come dimostrano le citt& dellAfrica che conoscono una straordinaria fioritura di capitolia dedicati alla triade capitolina in questo periodo. uesto avviene non per un inde!olimento del culto imperiale, quanto piuttosto per unassimilazione ormai definitiva dellimperatore a Iuppiter ptimus 7a@imus. Anche se non possiamo ar!itrariamente far corrispondere statuto giuridico particolare ed organizzazione ur!anistica, non do!!iamo sottovalutare il fatto che, una volta elevata di status una citt&, assistiamo ad un miglioramento qualitativo e quantitativo della comunit& ed un pi% avanzato livello di romanizzazione.

/Potere centrale, nota!ili e citt& •



7olte colonie cesariane e triumvirali acquistano unimportanza ur!anistica solo i n et& augustea o giulio/claudia e prendono corpo definitivo solo in et& flavia. Il volto di una citt&, sia di antica fondazione che di nuova, può rimanere immutato per vari decenni.



























4na citt& romana non può prendere corpo unicamente per volont& del potere centrale e una deduzione coloniale può dar vita ad uno stanziamento modesto. 4n prgetto ur!anistico rimane tale solo fin quando non si realizzano due condizioni* una socio/culturale consistente nellemergenza di una classe di nota!ili fortunati, grossi proprietari terrieri, che vogliano essere leali a $oma> laltra politco/amministrativa che riguarda il sistema instaurato da $oma grazie al quale i nota!ili godono di un certo potere e possono muoversi in vista della propria promozione eprsonale allinterno della citt&. In certi casi i romani si mossero con grande sollecitudine in questo senso Agricolo, viaggi di Augusto e Agrippa0. Agli interventi imperiali contri!uivano anche le calamit& naturali per le quali limperatore intereveniva con mezzi assistenziali Antonino Pio0. Anche i governatori provinciali potevano intervenire per una qualche impresa ediliza meritoria, in una qualsiasi citt& della propria provincia. +instaurava cos? il cosiddetto rapporto di patronato che legava fortemente una citt& al potere di un singolo munifico individuo. =ove i nota!ili locali non erano ancora pronti ad assumere questo ruolo, spesso il patronato veniva assunto dai mem!ri della famiglia imperiale. Aiuti di questo tipo però rimangono un fatto imprevedi!ile e per la maggior parte sono i nota!ili locali, ricordati nella documentazione epigrafica, che si accollano parte o tutto il costo di interventi che quasi sempre vanno oltre le possi!ilit& del tesoro municpale, anche nei casi in cui si ricorra a summae honorariae.  "onostante ciò, alle volte, levergetismo privato spontaneo può non riuscire a coprire interamente le somme  promesse dal patrono e alla sua morte le spese ricadono sugli eredi. In una societ& in cui gli investimenti erano rari, la spesa del proprio partrimonio era il modo migliore per  conquistare la fiducia dei cittadini ed intrapredere la carriera municipale. Altri atti invece rientravano negli omaggi destinati al culto imperiale. A )hugga, citt& peregrina dellAfrica proconsolare, tre sole famiglie hanno garantito in 69 la costruzione del centro monumentale* i (a!inii, i 7arcii e i Pacuvii. Anche a 'eptis 7agna in cui peristono tradizioni neopuniche, assistiamo allo stesso processo. A questo punto !isogna introdurre il concetto di programma, non una meccanica di ripetizione di modelli fissati, ma una serie di rapporti funzionali tra componenti di uno stesso gruppo. In questo modo si spiega come a partire dallet& giulio/claudia , tanti fora presentino delle sequenze monumentali che risultano costituite da elementi analoghi distru!uiti in !ase alle medesime esigenze di assialit&. 7olti fattori che hanno portatoa questa normalizzazione* lintervento del potere provinciale che in qualche modo controlla lediliza pu!!lica> laemulatio municipalis, una sorta di rivalit& tra citt& vicine di uguale importanza ma con diverso status giuridico> =ue soluzioni si possono evidenziare a questo proposito* raggruppare per temi le componenti dellur!anistica  provinciale, se!!ene ne derivi un prodotto ar!itrario> laltra # lesemplificazion antologica con cui classificare i casi in !asre ai contesti geografici, giuridici e formali in modo da avere il vantaggio di trattare per ogni sito tutti gli aspetti senza tuttavia sfuggire al rischio della dispersione che può far perdere certe costanti.

8. 'e province occidentali* situazioni storiche, progetti e razionalizzazioni /Ampurias e (lanum* la pi% antica ur!anistica romana a contatto con gli stanziamenti ellenistici dccidente



















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Pochissimi elementi ci permettono di confrontare lattivit& edilizia romana tra fine repu!!lica e inizio impero della +pagna e della (allia, con la tradizione ur!anistica ellenica degli insediamenti di antica fondazione realizzati lungo le coste di questa regione. In due siti tuttavia possiamo seguire il modo di assor!imento e o!literazione totale di un antico centro ellenico nel processo di romanizzazione. 'e ricerche sul sito di Ampurias hanno mostrato come la "eapolis greaca delBI secolo sorta sul golfo di $osas, si sia sviluppata sin dallet& imperiale senza particolari distruzioni. :ssa si # sviluppata lungo un campo di legionari, quello di 7. Porcius Cato. 'o schema # rigidamente ortogonale con insulae rettangolari di 1@- actus. Il centro monumentale conserva un tempio, certamente capitolino, con porticus su tre lati e sottostante criptoporticus di fine II, inizi I a.C. Il tempio domina una piazza quadrangolare , il foro su cui si affacceranno via via nel tempo !asilica e !otteghe. 'organizazzione della citt&, strettamente legata alla centuriazione rurale, # intimamente connessa allorganizzazione del territorio, per via dellaffermarsi, nello stesso periodo, di un nuovo metodo di sfruttamento agricolo fondato sulle villae rusticae. 'unificazione giuridica del nucleo della citt& romana risale al terzo quarto del I a.C. $icevette lo statuto municipale e il suo toponimo stando alle fonti numismatiche fu :mporiae, al plurale, indicante il suo duplice carattere. =a questo momentolo spazio della citt& greca venne privatizzato. 'a stessa agor& venne sommersa da case,  !otteghe e officine, perdendo la propria funzione amministrativa a vantaggio del foro. Il culto principale si sposta dal +erapeo a Capitolium. 'a citt& greca diventa il centro residenzale della citt& romana che, sviluppando molte case ad atrio e peristilio, acquista un tessuto meno serrato della precedente. A (lanum, piccola citt& ellenizzata del retroterra marsigliese, furono impiegati diversi sistemi che portarono ad un vero e proprio seppellimento della citt& precedente. Il centro monumentale all inizio del I secolo a.C., era formato da una piazza trapezioidale circondata da portici e di un !ouleterion quadrangolare. A partire dal 9 a.C avendo ottenuto il titolo di colonia, si assiste ad un progressivo mutamento architettonico con la costruzione dei primi due santuari il cui peri!olo invade il !ouleterion. Il foro viene costruito tra il 89 e il -9 e nei suoi lavori viene distrutta lagor&. "ei primi anni del I d.C. viene ampliata e copletata da una curia a!sidata e da un ta!ularium. Parallelamente a!!iamo una romanizzazione dei santuari gi& esistenti A parte questo non a!!iamo altri tentativi di regolarizzazione* il quartiere delle case ellenistiche romane invariato. Ciò che possiamo capire da questi due insedimenti # che la romanizzazione degli insediamenti preesistenti non comporta necessariamente la realizzazione di un tessuto ortogonale. 'a geometria u!anistica # determinata dalla possi!ilit& di poter definire degli spazi gerarchizzati e assicurare unefficacedistri!uzionedelle strutture della nuova u!anizzazione. "el resto della citt& se vi # una razionale e sufficente distri!uzione dello spazio, non viene apportata nessuna modifica.

/'e citt& di Augusto nella (allia "ar!onense e )arraconense •







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'a (allia transalpina # la regione occidentale pi% precocemente ur!anizzata. uesto non solo per via delle  precoci conquiste ma soprattutto per la recettivit& dellam!iente socio/culturale da tempo ellenizzato nelle aree  pi% vicine alla costa. 'integrazione delle aristocrazie indigene avviene qui pi% rapidamente che in altri luoghi e si manifesta in molteplici modi, dalladozione del latino alla romanizzazione delle magistrature locali. Assume un significato particolare con la comparsa nel I a.C., della casa di tipo italico. ltre a questo la documentazione archeologica ci informa della presenza di una classe media molto progredita se sensi!ile alle mode provenienti dallItalia tom!e con fregio dorico di "ar!ona0 )uttavia, nonostante le imponenti vestigia ancora oggi visi!ili, sono pochissime le citt& per le quali ad oggi si rileva un impianto ortogonale. pianta di range tale solo per ricostruzioni teoriche0. =ue citt& in particolare ci possono aiutare a ricostruire le dinamiche dellur!anizzazione della regione* 1/Iulia Arelate +e@tanorum fondata nel 5 da Claudius "ero per conto di Cesare, venne popolata con i veterani della legio BI e insediata sulla riva sinistra del $odano, dopo aver relegato i vecchi occupanti dallaltra sponda.  "onostante comprendesse non oltre i 9 ettari, di cui non tutti occupati, la struttura dellinsediamento sem!ra aver seguito criteri di razionalizzazione degli spazi. Inoltre se consideriamo che la data degli edifici pi% importanti foro, teatro e arco, # tra il -D e il 19, possiamo presumere che gli inizi della loro realizzazzione fossero tra il 9 e il 89 e non tanto lontani dalla fondazione della colonia. 'insieme monumentale del centro Arles rester& immutato per tutta let& alto imperiale. 'a colonia di Augusta nemausus che, stando a +tra!one godeva di uno statuto speciale, ricevette, forse in et& augustea il titolo di colonia.













Pur non avendo il dirittto romano e!!e un posto privilegiato nellorganizzazione provinciale entrando spesso in concorrenza con leffettivo capoluogo, "ar!ona. Augusto fu particolamente sollecito con la citt& dotandola di una cinta muraria, cos? come lo furono i suoi figli adottivi, come testimonia la documentazione epigrafica. (razie agli studi sulla centuraizione del territorio limitrofo sappaimo quali fossero le intenzioni per questa citt& negli ultimi decenni a.C.'a citt& augustea fu pianificata minuziosamente anche senza la presenza delle grandi strade e nonostante il tracciato irregolare delle curve di livello. Il programma edilizio sem!ra articolarsi attorno a due centri a!!astanza distanti fra loro* il luogo sacro di tradizione della fonte perenne del 7ont Cavalier, con istallazioni risalenti al -D a.C, ed un foro prossimo al centro a!itato pripriamente detto. Inoltre a "imes a!!iamo una delle formule pi% tipiche di strutturazione monumentale che vede la corrispondenza di un centro religioso con il teatro della citt&. 'e considerazioni fatte sulle citt& nar!onensi sono completate dalle informazioni sulla tarraconense che, allinizio dellet& imperiale si trova in una situazione molto simile a quella della gallia meridionale. )arraco divenuta capitale provinciale nel -2 a.C., conserva molte pi% chiare tracce dellorganizzazione ur!anistica neoimperiale rispetto a "ar!ona. ;ase delle operazioni militari dei romani in +pagna dal III secolo in poi, aveva una pianificazione ur!anistica che precedeva let& augustea. +i conosce a malepena il corso delle mura che inglo!avano la collina tarraconnense. "ella citt& !assa si apriva il foro repu!!licano e vi verr& costruito il teatro, inoltre si concentrava qui la maggior parte della!itato. "ella citt&alta vi era il capitolium e un complesso monumentale di grandi dimensioni che !en rappresentava il centro amministrativo e religioso della provincia. Inoltre possedeva unorganizzazione tripartita in cui la divisione delle funzioni era sottolineata dalla distri!uzione su tre livelli differenti gerarchicamente enfatizzati dalla posizione delledificio di culto. 4na tipologia che sem!ra riscontra!ile in altri centri tra cui AncEra e Cesaraugusta.

/4r!anistica di fondazione e sistemazioni evergetiche nellAfrica proconsolare A0 Cartagine •















Il sito di cartagine costituische un campo dindagine privilegiato essendo al pi% importante creazione ur!ana imperiale. Per essa a!!iamo la possi!ilit& di poter com!inare informazioni storiche a!!ondanti e dati diretti relativamente precisi che ci permettono di ricostruire il progetto glo!ale dei fondatori e i modi in cui esso # stato realizzato. 'a colonia di Concordia Iulia Carthago venne fondata allinterno di un progetto di ricostruzione delle due citt& distrutte nel 15. :ssa venne fondata nel  e si estendeva a " e ad  dellantica acropoli della ;Ersa.. =ivenuta capitale della provincia dAfrica tra il 9 e il 8 a scapito di 4tica, incorse nelal collera di 'epido,  pontefice massimo e governatore della rovincia fino al 85, il quale allegando alla violazione del del territorio consacrato agli dei, si scatenò contro i coloni. Per questo nel - si e!!e una nuova deduzione e ai coloni iniziali si aggiunsero i perioeci a!itanti della  periferia.. 'a citt& si pot# estendere fino al mare e a!!raccia la ;Ersa e questo permise la costruzione di un porto degno del passato cartaginese. +aumagne ci restiutisce nel sua stuido uno spazio quandrangolare della citt& che, se!!ene non sia mai stato contestato, va sicuramente rivalutato in alcuni suoi aspetti, ricordando lempirismo dei suoi fondatori. I nuovi coloni fecero ta!ula rasa della citt& antica e riutilizzarono le case di III e II. uesto riutilizzo attenua di molto loriginalit& del tracciato romano. 'agor& punica sar& in un primo momento il foro romano situato tra i  porti e lacropoli e come liena marittima si mantenne quella della Cartagine ellenistica. I romani sem!ra quindi che a!!iano seguito un sistema di allineamento pi% antico. 7a mentre i Puni avevano sempre mantenuto la pendenza naturale della ;Ersa, i romani la trasformano in unampia spianata rettangolare percorsa solo dal cardus [email protected]ò avvenne anche per dei motivi religisi, i romani infatti si premurarono di rispettare il divieto che proi!iva per leternitò qualsiasi stanziamento umano su quel suolo e in questo modo si garantirono di non occupare livelli gi& occupati dai puni.

;0 4tica •





'impianto della citt& nellultima fase punica sem!ra aver avuto uno schema simile ai quartieri marittimi di Cartagine ereditato dallur!anistica ellenistica* esso prevedeva isolati con lato lungo parallelo alla linea di costa e inseriti in un tessuto ortogonale.  "el terzo quarto del I secolo appaiono i quartieri nuovi che invadono le necropoli puniche e ricalcano lo stesso tipo di lottizzazione precedente> al di l& delle mura, ad + e  della!itato vengono costruiti un circ, un teatro e un piccolo anfiteatro. Alla fine dellet& repu!!licana quando ottenne lo statuto municipale e d il titolo di Iulia essa possedeva un



reticolo ortogonale. Fino allinizio dell9erò imeriale il volto della citt& rimane immutato.  "el II secolo lur!anistica acquist aun tono pi% am!izioso di cui # certamente responsa!ile limitatio carthaginis* le terme di Antonino a Cartagine influenzarono le grandi terme di 4tica, cos? come la costruzione di un nuovo teatro ma soprattutto lapertura di una grande via con portici laterali che sconvolge la disposizione dei quartieri vicino la spaiggia.

C0 'eptis 7agna •









(rande quantit& di iscrizioni e resti archeologici che ci permettono di analizzare le varie fasi della citt&. ':  pi% antiche testimonianze risalgono allet& augustea quando la citt& era ancora peregrina. :ssa diviene municipio solo nella seconda met& del I secolo d.C. e con )raiano diventa colonia con diritto $omano. A partire dallultimo decennio del I secolo a.C, i nota!ili locali, sommariamente romanizzati avviano un gigantesco processo di rinnovamento dei propri centri civici e religiosi, mentre vengono costruiti nuovi quartieri popolati da monunmenti dinastici.  "el giro di circa -9 anni vengono costruiti un macellum, un teatro un chalcidicum dedicato al "umen Augusti, tutti edifici che rappresentano i punti di forza del nuovo quartiere ad  del forum vetus avente isolati delimitati  per strigas. uesta politica edilizia precocemente avviata dalle grandi famiglie che anticipavano i tempi rispetto alle effettive esigenze del potere centrale, dovette spingere al citt& ad espandersi verso . 'impresa monumentale  pi% importante del II secolo # la costruzione delle terme di Adriano con orientamento "/+. In uno spazio cos? fortemente scandito da sequenze monumentali, non era facile trovare luogo per edifici di rappresentanza e quando +ettimi +evero volle rendere omaggio alla propria citt& natale dovette realizzare una vera e propria nova ur!s nel settore nordorientale. )ale programma comprendeva tutti gli elementi necessari ad una nuvoa citt& ed era caratterizzato da gigantismo e unit& compositiva. 'a!ilit& dellarchitetto che portò avanti il progetto risiede nella continuit& assoluta che # riuscito a mantenere tra insulae della citt& vecchia e il nuovo sistema !asato su una platea rettilinea.

/'e citt& della (allia ;elgica •



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In tutti i siti ampiamente scavati risulta evidente il processo di u!ranizzazione iniziato nellultimo ventennio del I secolo a.C., che interessò un territorio caratterizzato da un a!itato sparso.  "onostante i pochi resti individuati in siti come 7etz, $eims, o "amur e lesistenza di una toponomastica celitca !en precisa, # difficile postulare lesistenza di insediamenti organizzati e a carattere permanente sul sito di future citt& gallo romane. "essuna struttura celtica comunque sopravvisse allinizio dellet& imperiale. +olo alcuni complessi cultuali hanno dato orgiine ad impianti duraturi santuario di (rand0 Assistiamo quindi per la maggior parte a fondazioni e@/nihilo o che hanno fatto ta!ula rasa delle preesistenze. In un contesto ove le #lites dovettero avere un po di tempo per a!ituarsi alla realt& ur!ana, lo spirito di emulazione non dovette giocare un ruolo fondamentale in prima !attuta. 'iniziale impianto dipende quindi dal rispetto di regole forse trasmesse dalle tecniche militari mentre lorganizzazione dello spazio # determinata dai !isogni concreti delle comunitò indigene. 'o sviluppo di queste citt& nei primi tre secoli dellimpero costituisce un fenomeno importante. 'a creazione di nuovi agglomerati # dettata dall presenza della nuova rete stradale voluta da Agrippa dettata da  preoccupazioni militari> essa prevedeva due assi, entram!i partivano da 'angres e uno si dirigeva a nord verso la manica, laltro ad est verso il $eno, entram!i erano collegati da un asse mediano che passava da cittò come )ongres e Cassel. )utti i centri sorti lungo queste assi, e quindi voluti dal potere centrale non sono riusciti a trasformarsi in citt& nel giro di pochi decenni. Pochi gli impinait che hanno restituito in et& augustea un tracciato di una certa ampiezza. 'a caratteristica essensiale dellu!ranistica di queste regoni consiste in una spiccata predilezione epr  lortogonalit&. Amiens, 7etz, )reviri;oulogne ecc..mostrano un ordine che, per quanto non riconduci!ile ad un unico modello mostra un piano presta!ilito. Ciò # ancora pi% sorprendente se pensiamo che queste sono comunitò che non erano affatto predisposte alla mentalit& ur!ana. Allinterno di queste trame il rigore # accresciuto maggiormente dalla presenza di compisizioni assiali. )ali lunghe sequenza monumetali sono posteriori alla fine del I secolo e riferi!ili per lo  pi% alla seconda met& del II secolo. Con lacquisizione del diritto latino e la lenta assimilazione dei notavili locali, le capitali di civitates hanno assunto sempre pi% un quadro amministrativo sul modello italico. Altro elemento fondamentale nello sviluppo di questi insediamenti # il culto imperiale, fortemente rappresentato, insieme agli onnipresenti edifici termali e ludici.

A0 Amiens • • •



















Capitale degli Am!iani a noi molto nota per i vari studi e le recenti pu!!licazioni di 7assE. 'a pianificazione ur!anistica ha avuto diverse f asi. 'a decisione di fondare +amaro!riva sem!ra essere stata presa negli anni successivi al soggiorno di Augusto in (allia nel -2 a.C. Il primo reticolo non sem!ra avere a che fare con un impianto legionario se!!ene la presenza delle truppe sia  plausi!ile per la costruzione della strada di ;oulogne.  "ella quadrettatura ur!ana sono distingui!ili due settori* un nucleo di circa 9 ettari formato da isolati di 1-DH19D in prossimit& della riva sinistra della +omme e unarea pi% ampia di circa 159 ettari con isolati quadrati di 159 m. uesti due settori fanno pensare che la citt& si sia sviluppata in due momenti diversi, forse la prima vicina alla fine del regno di Augusto e la seconda alla met& del I secolo.  "on vi # traccia dei due assi maggiori, inoltre al strada di Agrippa e quella che dalle terme arriva allanfiteatro, tagliano delle insule senza nessuna regolamentazione ur!anistica. 'a sua natura relativaemente uniforme garantisce paradossalmente la flessi!ilit& dellimpianto dei complessi monumentali poich# non attri!uisce ad alcun settore della citt& un posto privilegiato. Il foro viene costruito tra il 59 e l69 d.C., con una scansione tripartita che se premeditata sare!!e una delle pi%  precoci doccidente. Infatti lungo lasse longitudinale da  a :, si sviluppa una piazza porticata alle spalle della quale si aprono le !otteghe, quindi vi # uno spazio aperto con al centro un podio, pro!a!ilmente di un tempio e infine degli am!ienti di stoccaggio. Allestremit& viene costruito un anfiteatro, rispettando cos? quella tendenza ad accentrare su un asse tutti gli efigici pu!!lici legati allattivit& culturale, giudiziaria ed economica, legame organico tra santuario ed edificio per i munera o i ludi. Con questa strutturazione ad Amiens viene modificato tutto il tessuto sud/occidentale della citt& e ciò si spiega solo se pensiamo a pro!lemi legati al culto imperiale. Inoltre le strade, almeno quelle pi& importanti, non erano cos? spoglie ma avevano, come dimostrano le tracce,  portici in legno. 'o scarto cronologico tra la progettazione dellimpianto ortogonale e la costruzione dei primi complessi monuentali # !reve, let& flavia, apogeo per +amaro!riva, # anche il periodo in cui viene terminata la divisione del terreno e in cui avviene la realizzazione dei progetti che modelleranno al citt&. 4na forte vitalit& non viene meno per tutto il II secolo nonostante, in et& antonina, si a!!ia una contrazione della!itato che tuttavia, nonostante queste presenze monumentali, non compie mai nessun salto di qualit&.

;0 )reviri •

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Ancora avvolti nellom!ra gli esordi di questa citt& che nel III/IB secolo sare!!e divenuta unimportantissimo centro politico/commerciale della (allia settentrionale oltre che capitale per qualche decennio. 'a carta vincente di )reviri era la sua posizione sulla piana alluvionale non allaga!ile della 7osella. Augusta )reverorum venne forse fondata dal princeps tra 15 e 18 a.C., e qualche elemento invero sem!rere!!e testimoniare questo, come la costruzione di un ponte datato 12 a.C, e la presenza di un monumentum dedicato ai Caesares ricordato su uniscrizione. )ale dedica data!ile tra il  e il 1 d.C, attesta la presenza di un a!itato formatosi attorno ad un ;ezirL, una piazza centrata su un edificio dinastico, cuore della citt&. +chindler ha dimostrato che non esiste una edificio precendete e che la!itato fu creato in una zona vergine secondo un disegno e un programma !en preciso =istinguiamo varie fasi dello sviluppo ur!anistico* tra il -9 e il 29 d.C, ma soprattutto a partire nel regno di Claudio, il reticolo si articola su due assi che si incrociano ad angolo retto, entram!i costeggiati da due fasce di insulae strette e rettangolari, mentre gli altri isolati tendono ad essere quadrati. )ale impianto tiene conto dei  pro!lemi idro/orografici e per questo la citt& tende a non espandersi verso  sulla parte inonda!ile della citt&. In questa fase la citt& non supera gli 69 ettari. "on sappiamo quale fosse laspetto del centro monumentale della citt&. )ale sistemazione # legata al rango di caput civitatis e al titolo di colonia sotto Claudio e Bespasiano. Ad un periodo di poco successivo sono riferi!ili i rifacimenti di due centri cultuali, uno di Alta!achtal e laltro di 'enus/7ars che, al pari dellanfiteatro sono utlizzati per le assem!lee cittadine. I grandi programmi edilizi sono tutti riconduci!ili al II secolo d.C esono coerenti con i programmi di I , segno di un progetto ur!anistico univoco. (li isolati si allungano in direzione :/+ con linglo!amento della necropoli di I secolo e la messa in opera, sullasse del decumano di unimponente sequenza monumentale con singoli componenti solidali tra loro* un ponte di pietra , le terme dette di +anta ;ar!ara. Anche il foro viene completamente rimaneggiato con un area che raddoppia quella iniziale assicurando un legame tra piazza e complesso palaziale in cui # riconosci!ile la sede del procuratore e dei servizi finanziari della (allia ;elgica e delle due (ermanie. (razie a questi edifici la parte occidentale del foro acquista importanza e viene dotata di un triplice portico a due navate che # riferi!ile ad una struttura religiosa, forse peri!olo di un tempio dei Caesares.

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4ltima espressione dellattivit& edilizia # la realizzazione delle mura costruite tra il 169 e la fine del II secolo uando nel -8 diventa residenza imperiale viene lanciato un nuovo programma edilizio che rispetta il  precedente piano ur!anistico. Il palazzo su cui verr& costruita la cattedrale, occupa due isolati dellangolo "/: della rete stradale, mentre viene costruito un nuovo edificio termale allestremitò orientale del grande asse scandito a partire dal ponte dalle terme di +.;ar!ara e dal foro. ueste terme non furono mai finite per via del trasferimento della capitale e della regressione economica della regione nel IB secolo. +olo con Balentiniano I riprender& lattivit& edilizia ma con un radicale cam!iamento del progetto, sim!olo del mutamento delledilizia nel tardo impero.

C0 August e Avenches •

















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Il territorio degli :lvezi # dominato da pro!lemi di ordine militare> la campagna del 15/1D contro i $eti, la sottomissione della zona a nord delle Alpi e il progetto augusteo di conquistare la (ermania, fanno di questarea una zona di cerniera particolarmente importante per lamministrazione romana. +tretta tra due colonie, August e "Eon, questa civitas occupa un posto a se con dei pro!lemi ur!anistici !en  precisi. 'e due citt& pi% importanti, la colonia cesariana di August e la capitale di Avenches mostrano simili dinamiche di sviluppo. In entram!e non # stato rilevato un impianto precedente alla media et& augustea, fatto sorprendente perch# liscrizione di '.ttavio ad August, conferma la data del /8 a.C per la prima fondazione coloniale dovuta a 7unatius Plancus. Forse le guerre civili possono essere state un motivo di ritardo tra il programma coloniale e leffettiva deduzione dei veterani. 'o stesso avviene per Avanches la cui creazione # stata messa in relazione con la!!andono delloppidum di 7ont BullE. In entram!e le prime costruzioni sono in legno e terra e non si conoscono edifici pu!!lici data!ili intorno ai  primi D9 anni di vita. )ra la fine del regno di Claudio e let& neroniana cominciano ad apparire le strutture in muratura che costituiscono questa inizale architettura in opera a graticcio e torchis su fondazioni a ciottoli. +olo in etò flavia diventa sistematico luso della pietra. ueste scelte riguardano un fenomeno economico che interessa lintera regione* se # vero che nel 2 d.C, si ha linaugurazione della strada del (ran +an ;ernardo, lo sviluppo della regione sare!!e da riferirsi ad un affrancamento commericiale e culturale, forse anche per la presenza di tecnici militari per la costruzione delal strada. Il rango di colonia comunque non pare a!!ia influito sul processo di petrificazione della!itato di Aventicume che gi& dal periodo Bespasianeo era gi& avviato. 'a costruzione delle mura attorno al nucleo u!ranizzato sem!ra invece essere collega!ile al rango coloniale. 'e mura di August sem!rano essere state costruite dopo la deduzione. In entram!i i casi limpianto ortogonale # da riferire allimpianto orginale. (li spazi riservati ad edifici pu!!lici hanno dovuto aspettare vari decenni per essere edificati e ledilizia privata ha ignorato per molto tempo le strutture in muratura. Per gli edifici monumetali siamo pi% informati per August che per Avenches> il foro di questultima occupava du einsulae centrali e non # stato scavato completamente. Il suo rifacimento si data alla fine del I secolo e sem!ra dipendete dallacqusizione della colonia. Il tempio forense qui non era un capitolium per via di un acroterium di 7inerva, mentre ad August si. Alla met& del II le due citt& vengono dotate di complessi cultuali secondari* ad August esso si trovava affrontato ad un teatro di fornte al quale si trovava un edificio di culto celtico sostituito nel 1D9 da un temenos che inquadrava un tempio esastilo. )ale imponente complesso era in diretto rapporto con il foro circondato su tre lati da !otteghe. Analoga situazuione nello stesso periodo si riscontra ad Aventicum in cui viene eretto il santuario detto del Cigognier, un grande temenos con portici soprelevati. 'a presenza di entrma!i i santuari non si può spiegare solo con la voltont&, tipica di et& antonina, di raddoppiare gli spazi pu!!lici, quanto dalla comunq ricerca di una continuit& processionale tra tempio ed edificio ludico entro quel programma ludico/religioso rientrante nel culto imperiale. I fora non erano pi% sufficienti per queste cerimonie periodiche cui partecipava tutta la popolazione.

/Il ruolo svolto dallesercito negli insediamenti ur!ani della (ermania inferiore. Colonia e Hanten. •



:ntram!e le colonie sono essenziali per capire il ruolo fondamentale dellesercito nella pianificazione ur!anistica. 'a prima, Colonia Claudia Ara Agrippinensis fu capitale della (ermania Inferiore a partire da =omiziano, la













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seconda, 4lpia )raiana si trovava 199 Lm a nord sul $eno. :ntram!e sono state precedute da un insediamento pi% antico, interamente controllato dalle legioni che ne influenzarono, tramite la castramentatio, la planimetria. Allorigine vi # un trasferimento di genti germaniche, ritenute fedeli, al di qua del $eno* 4!ii e i Cugernii. "on si ricorrda il momento preciso della creazione di cittò ma la loro presenza # attestata a partire da Augusto dalloppidum 4!iorum, riferi!ile al Colonia. 'a funzione di questo simpone rapidamente con la fondazione dellimporantissimo ara regionale ad Augusto e $oma, luogo di riunione per le future e irrealizzate province germaniche. 'oppidum gi& in et& augusteo/ti!eriana aveva una rete stradale ortogonale, nucleo della citt& coloniale, non si sa esattamente se vi sia stato unesatta sovrapposizione della citt& con laccampamento. 4na conferma a questipotesi o almeno allidea di una contiguit& e parziale sovrapposizione si ha dal I li!ro degli Annali di )acito che parla della sedizione delle legioni sul $eno alla morte di Augusto. 'a deduzione della colonia intorno al D9 d.C, comporta un restringimento dellarea precedentemente occupata dalloppidum. Circa un terzo della superficie u!rana sar& occupato da edifici pu!!lici. 'e dimensioni di questo insediamento, quasi doppie rispetto a quelle di citt& a medesimo ordinamento in Itailia settentrionale, (allia  "ar!onense e ;ritannia, fanno intendere che i veterani vennero ad aggiungersi agli incolae senza soppiantarli. 'e strade pi% importanti sono dotate di portici gi& dal I secolo e molto pi% larghe rispetto alla media delle strade occidentali. 'e insulae sono generalmente di forma rettangolare tranne che in periferia ove seguono landamento curvilineo delle mura. =alla sistemazione del foro sappaimo poco tranne che sicuramente nella sua zona occidentale vi era unarea sacra forse riferi!ile allara 4!iorum la cui presenza spieghere!!e il decentramento del capitolium a +/: dello spazio ur!ano. Circondato da un temenosi il capitolium dominava il fiume con un alto frontone . Al centro della citt& un miliarium aureum indicava il punto di partenza delle grandi vie . 'a colonia di Hanten ci d& delle notizie complementari. 'insediamento civile !en distinto dalle cana!ae costituiva sicuramente loppidum della civitas Cugernonum. )raiano lo trasformò in colonia di veterani tra il 6 e il 19D, ricostruendolo completamente. 'a citt& presenta una 9ina di insulae entro una cinta quadrangolare ove a!itarono sia veterani che incolae.  "ella parte sud/orientale si registrano alcune irregolarit& dovute alla volont& di mantenre certe strutture delloppidum. +osprendente lintegrazione egli edifici pu!!lici nella rete ortogonale di insulae* terme, foro e capitolium sinnestano senza difficolt& negli isolati, manca il teatro mentre # attestata la presenza di un anfiteatro allangolo orientale delle mura, come spesso avviene nelle fondazioni militari. 'ungo le strade si trova un tipo di portico particolare che si trova anche in contesto completamente diverso, )himgad, provvisto di colonne di pietra e costituentie la facciata delle insulae. :ssi inoltre assicurano lunit&  plastica della strada rispetto alle quale sono percepiti come animazione architettonica degli isolati.

/'e colonie traianee dellAfrica. )hamugadi e Cuicul •













)imgad offre una visione pi% chiara dellur!anistica ortogonale. ;isogna capire perch# nel 199 d.C, )raiano a!!ia voluto offrire questa immagine esemplare di ur!anistica negli altipiani ai piedi degli Aur#s, un territorio ancora poco controllato.   =ue iscrizioni ricordano che la colonia fu fondata per mezzo della legione III Augusta, ma questo non significa che essa sia sorta su un insediamento miltiare precedente. Bero # che presenta caratteristiche simili agli accampamenti militari* pianta rettangolare tendente al quadrato, aderenza al circuito delle mura , osservanza assoluta del modulo degli isolati, , assi mediani pi% larghi rispetto alle altre strade, apertura dello spazio civico allincrocio degli assi . =ivisa in 18- isolati di -9 m di lato> in questa divisione origianria furono su!ito previsti gli spazi dedicati agli edifici pu!!lici*  insulae per le terme, 1 per il mercato, 1 per la !i!lioteca. Il teatro, costruito D9 anni dopo la deduzione dela colonia sem!ra aver avuto uno spazio riservato a + del foro. 'o stretto legame tra le insuale e la strada # sottolineato dalla presenza di portici che fiancheggiano i due assi  principali, con colonnati solidali agli isolati. )ale schema # totalmente opposto a quello delle platee greche ove i colonnati avevano il compito di nascondere i diaframmi e le discontinuit& tra gli edifici. Il centro civile di timgad non presenta il rigore nella distri!uzione degli spazi che invece contraddistingue altri agglomerati meno organizzati* la piazza del foro ha laspetto di un quadriportico cui tuttintorno si dispiega un complesso che non sem!ra frutto di un progetto unico> a est la !asilica occupa solo una parte del lato corto del foro per lasciare spzaio ad un isolato a!itativo> ad  la splendida curia, il tempio e gli antistanti rostri non si trovano sullasse mediano e il tempio sem!ra un santuario dedicato allimperatore fondatore. uesto assetto risulta molto presto inadatto e sorpassato rispetto alla realt& storica del II secolo e dopo D9 anni si # costretti a costruire e@tra muros. Prima della fine del secolo si procede a demolire la cinta ur!ica per  guadagnare spazio e si vengono ad impiantare quartieri nuovi che non rispettano limpianto generale.

.'e province occidentali. :lementi strutturali /Il foro ed i suoi annessi nellam!ito dei tessuti ur!anistici* limmagine che la citt& vuole offrire di se stessa •

























Il foro # lo spazio pu!!lico per eccellenza e rappresenta, specie negli insediamenti doccidente il luogo ove si concentrano tutti i sim!oli della dignit& municipale, amministrativi, religiosi che definiscono il paesaggio ur!ano e attraverso le quali si ha coscienza di appartenere ad una comunit&. : una vera e propria memoria della citt& che deve custodire i segni della res pu!lica locale, della sua autonimia e del suo rapporto col potere centrale. : tuttavia uno spazio chiuso, prendendo spunto dallormai affermata tradizione della piazza ellenistica  porticata e ciò crea un paradosso tra la necessaria apertura verso lesterno e la progressiva monunmetalizzazione che determina un crescente isolamento strutturale. Il foro, alemeno idealmente, # un posto eletto> anche se non occupa il centro geometrrico della citt& deve aprirsi in uno dei punti focali ove convergono o si incrociano gli assi pi% importanti. 7a non # sempre cos? e nei rari casi in cui # possi!ile riconoscere limpianto di fondazione del foro, se ne scoprono lo spirito con cui p stato edificato ed i progettisti. +pesso il foro occupa lincrocio di vie che non sono le principali, allora # un elemento unificatore> altre volte ancora # posto in posizione eccentrica per via della planimetria difficoltosa dellinsediamento. : da a!!andonare lidea che le esperienze ur!anistiche dellItalia settentrionale si siano trasferite automaticamente alle province occidentali ed in particolare alla (allia "ar!onense. (li studi fatti sui fora di questa regione dimostrano che la fase di sperimentazione era lungi dallessere compiuta . Allinizio dellimpero lorganizzazione delle piazze pu!!liche nelle colonie o nei municipia occidentali ha dato luogo a ricerche specifiche a seconda della situazione. 'a !asilica civile a deam!ulatorio periferico attorno ad una navata centrale stenta, ad esempio a trovare una formulazione definitiva. Allo stesso modo i templi che vengono aggiunti non assumono dallinizio laspetto di unaedes su podio circondata da una porticus triple@ e situata sullasse longitudinale del foro, davanti la !asilica. Bi sono anche numerose altre varianti e alla fine del I secolo d.C, la comune chiusura in una disposizione gerarchica del foro e del suo annesso cultuale si realizza molto di rado e prevale per la maggior parte nelle regioni settentrionali. 4n modello che integrasse gli edifici religiosi con quelli amministrativi doveva essere realizzato in !reve tempo allinterno di un sistema in cui lautonomia municipale era inconcepi!ile allinterno al di fuori di una stretta su!ordinazione ad un potere centrale sempre pi% sacralizzato. 4n legame strutturale di questo tipo assume un aspetto importantissimo nellam!iente provinciale imperiale. 'e soluzioni pi% efficaci, semplici e razionali saranno le pi% adottate. In ;ritannia, ove non vi era la tradizione ur!ana e lesercito fu fortemente impegnato per molto tempo, si adottò unur!anistica fortemente improntata sulla castremazione> in (allia, il cele!errimo !loc/forum si attua per le stesse preoccupazioni sostanziali. +i hanno, nelle province occidentali, delle composizioni architettoniche che garantiscono lunit& strutturale di spazi fortemente specializzati, pur mantenendo uneffettiva separazione, soluzione fra le pi% originali. I quartieri ove sorgono queste piazze chiuse divengono i principali centri della vita collettiva e si cerca di riunirvi edifici ludici, mercati alimentari ecc. =iffuso solo in Africa il modello di duplicazione delle piazze, legato ad unur!anistica ridondante, che determina quasi sempre la!!andono della piazza pi% antica.

/'a casa nella citt& • •











'e diversit& delle situazioni e dei contesti si riflettono anche nel rapporto tra a!itato e ur!anistica. 'a casa privata sottoposta a regole meno severe rispetto ai monumenta, non contri!uisce a definire la struttura u!ranistica della citt& )uttavia sia che si tratti di una sopravvivenza anteriore alla fase romana, che del risultato di una lottizzazione allinterno della quadrettatura, la casa modella la fisionomia di molti quartieri.  "elle province occidentali la casa risponde ad una su!ordinazione planimetrica e funzionale allinterno del tessuto ortogonale questo impone una serie di condizionamenti teorici* sito, dimensioni e orientamento.  "ella pratica però ci si accorge che le vie secondarie che percorrono le insulae e che non sono regolate dal diritto pu!!lico, spesso dividono la pianta catastale in funzione delle pi% svariate esigenze. 'e insulae nel corso degli anni vengono a perdere il carattere modulare, ma non # infrequente il caso contrario in cui i centri che sem!rano seguire direttrici di sviluppo spontaneo, col passare del tempo sviluppino la necessit& di una regolarizzazione dei lotti e questo man mano che si regolarizzazano le strade pu!!liche. 7a larchittettura privata dipende pi% o meno anche dalle infrastrutture pu!!liche cui hanno accesso, una dipendenza meno stretta rispetto a quella percepi!ile nelle citt& moderne. In citt& prive di acquedotto la cisterna















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 privata diventa un !ene essenziale econdiziona la stessa organizzazione interna della casa. Anche allinterno dello stesso sito la distri!uzione dellacqua non # uniforme e lo stesso fenomeno si manifesta riguardo i collettori fognari. Pi% difficile # il pro!lema dellidentificazione dei quartieri artigianali, soprattutto riguardo la loro articolazione rispetto agli assi viari e ai complessi monumentali e se la loro presenza influiva e in che modo sulle strutture colelttive e sulla via!ilit& Altro pro!lema # conoscere la distri!uzione e le sceltre a!itative di no!ili e non nelle varie province. Per un ricco personaggio loccupazione dello spazio # l unico segno tangi!ile della sua promozione sociale, reale o aspirata, con a!itazioni che ostentassero il proprio status e le cui parti pu!!liche duplicassero quelle private. uesto carattere i!rido delle a!itazioni delle classi dirigenti # una delle cause del costante ricorso allo schema greco/italico, qualche che sia la regione. 'e caratteristiche erano lampiezza dei peristili e dei giardini viridiaria, che li avvicina a veri e propri spazi  pu!!lici. 'a duplice funzione # spesso sottolineata dal doppio ingresso, uno porticato per la clientela, uno pi% discreto per la famiglia. (li am!ienti si dispongono su atria o peristili pi% piccoli. 'a domus di tipo romano, inaccessi!ile alla massa della popolazione, aveva effetivamente conquistato i nota!ili di tutte le province occidentali e ciò non dipese solo dalla prosperit& economica ma anche dalla Adlectio dei notaili alla vita senatoriale. )utto questo ha !isogno di un grande spazio allinterno della citt& e le occupazioni di suolo pu!!lico, lassor!imento di pi% lotti o insulae contigue era frequente. Per avere unidea chiara della sistemazione di un isolato cittadino !isognere!!e essere in grado di seguire tutte le trasformazioni che nel corso dei secoli hanno interessato la struttura e lestensione della casa. 4n tipo di quartiere destinato ad una classe dirigente e una quadrettatura regolare non possono coesistere in modo durevole su ami settori amenoch# il tessuto ur!ano non sia cos? predisposto sin dallinizio. Purtroppo nessuna delle citt& delle province occidentali ha restituito ununit& pluria!itativa a sviluppo verticale. +e en deduce che la quadrettatura pi% rigorosa si applica alle case e alle a!itazioni modeste o agli sta!ilimenti artigianali, rispetto a quanto sia applica!ile alle a!itazioni dei nota!ili. "elle regioni nord occidentali, il sistema dei premia militiae ha lasciato segni evidenti. Per contro grandi domus tendono a spezzare i quadri troppo costrittivi.

5.'e province orientali. $ealt& e idoeologia dellur!anistica romana •

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A partire dal II secolo a.C., $oma, sta!ilmente proiettata nel !acino orientale del mediterraneo, era entrata in contatto con territori in cui il fenomeno ur!ano era fortemente radicato e si era espresso con forme !rillanti. 'a pro!lematica quindi risulta diversa ri spetto alle province occidentali Il contesto orientale dal primo assalto di 7itridate fino alla guerra tra Antonio e ttaviano era stato sottoposto a violentissimi scontri e sistematiche estorsioni. Atene viene saccheggiata nell65 a.C, per essersi schierata con il re del Ponto fino alla parziale ricostruzione ad opera di Pompeo> anche il Peloponneso deve al sua devastazione alle truppe di Cassio 'ongino e di Antonio. 'e citt& dellAsia invece erano vittime della rapacit& dei pu!!licani che le facevano impegnare i monumenti per   pagare le enormi tasse imposte da +illa e per mantenere le truppe romane. +egni di questo sono visi!ilissimi allindomani della !attaglia di Azio quando Augusto inizia la restauratio. uesti avvenimenti portarono allinevita!ile decadenza di tutta una serie di insediamenti minori, un processo che, iniziati in et& ellenistica, continuer& per tutta let& imperiale. 'a Periegesis di Pausania descrive come alla seconda metò del II secolo i centri monumentali di alcune citt& erano in totale a!!andono. 'e deduzioni coloniali di Cesare ed Augusto non erano riuscite a determinare uninversione di tendenza anche se avevano il duplice scopo di ravvivare la vita economica e dotare il proletariato italiano o i soldati smo!ilitati. 7olte colonie quali Patrasso, 3eracleia Pontica ed altre servivano proprio a questo scopo. :sse hanno determinato una concentrazione della!itato e accelerato la scomparsa di molti stanziamenti anteriori, un sinecismo vero e proprio. 'a volont& di rinnovamento delle province orientali manifestata dai colla!oratori di augusto a partire dalla sua renovatio, non verr& mai meno. Contri!uti fondamentali allo sviluppo ur!ano furono, con il ripristino della pace, lintroduzione dellamministrazione provinciale, il rigore e la correttezza contrastanti la corruzione e lavidit& dei governatori repu!!licani. Ciò favor? a !reve termine una propsperit& senza precedenti, almeno per quelle citt& che godevano di una  !uona posizione> il panorama invero # molto pi% vasto e comprende citt& altre dai grandi porti come  "icomedia, 7ileto, +mirne ed :feso, in cui spesso si sviluppa un artigianato diversificato che tratta prodotti del retroterra ove sorgono importanti citt& carovaniere del cali!ro di Palmira, (erasa, =ura/:uropos, ;ostra. Ancora vi sono centri specializzari nelle produzioni industriali quali )arso per quella )essile, Arados per la  porpora, )aso, le citt& della Frigia e del Proconnenso per lestrazione e la lavorazione del marmo.









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)utti questi centri commerciali spesso poi hanno responsa!ilitò amministrative o religiose e conoscono uno sviluppo tale che comporta un sensi!ile aumento della popolazione e della loro attrezzatura ur!ana. uesta Felicitas temporum, laetitia pu!lica, che viene richiamata da molte epigrafi e panegirici altoimperiali, non e!!e lo stesso effetto su tutte le categorie sociali. :normi fortune furono !asate sul possesso di ampi terreni . +em!ra che a partire dallinizio del II secolo la piccola propriet& tenda a scomparire, fagocitata dalla grande  propriet& concentrata nelle mani di una aristocrazia non residente, originaria di Atene, Corinto, Patrasso e Italia. 'e imprese industriali appartenevano a dei domini della classe senatoria italica o romana, o facevano parte dei  possessi dellimperatore. Ciò ha comunque moltiplicato le possi!ilit& dellevergetismo locale conferendogli dimensioni inusitate. uesta si # andata a sommare alle risorse della citt& e alla pratica dellonorario decurionale che se !astavano alla manutenzione ur!anistica, mal rispondevano alla sforntata ostentazione e pianificazione di alcuni progetti monumentali cittadini. Per capire questo concetto # indispensa!ile valutare tre fattori* 'a predilezione per molte citt& storiche orientali, di svariati imperatori, che comunque operavano interventi mirati destinati solo a quelle citt& che effettivamente sare!!ero riuscite a risollevarsi> laemulatio municipalis che lriente, terra classica della vanit& municipale, non lesinò di intraprendere> la diffusa influenza del modello romano, senza che però cadiamo nella trappola di vedervi delle riproduzioni sistematiche dei complessi monumentali dell4r!e. A!!iamo cos? lintroduzione di elementi tipici della romanit& senza che essi sconvolgano la sistemazione dimpronta ellenistica. 'a creativit& e le varianti regionali dellarchitettura monumentale di prestigio non vanno sottovalutate in quanto la ricchezza della tradizione ancestrale trova in queste varianti una grande possi!ilit& di sviluppo con soluzioni che appaiono uniche nel mondo romano tempio di Geus/Asclepio nel santuario :sculapio a Pergamo0. : tuttavia non !isogna trascurare gli squili!ri che le costruzioni di tali complessi monumentali determinarono e che non incontrarono sempre il favore della popolazione locale.  "on sempre quindi larricchimento architettonico di una citt& corrisponde ad una sua crescita economica.

/'e citt& dellAcaia Atene •











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Al situazione di Atene alla fondazione del principato # tuttaltro che !rillante* privata del suo ruolo di capitale non sfugge alle ritorsioni di ttaviano per i partigiani di Antonio. 'a sua autonomia interna # fortemente limitata come dimostra il trasferimento del grande altare di Geus dalla PnE@ allagor&, sempre pi% sommersa dai sim!oli del potere romano. =opo il saccheggio dell65 Atene # economicamente impoverita e molto meno vivace eppure rimane, agli occhi della classe dirigente romana, lur!s attica per eccellenza e il suo prestigio alla fine della repu!!lica, continua ad attirare giovani rampolli dellaristocrazia romana. In et& imperiale il suo prestigio viene rivalorizzato grazie alle scelte formali compiute dalla prima architettura imperiale che rilancia la moda del neoclassicismo ricercando i propri modelli nei monumenti attici di B e IB. +i capisce come levergetismo privato non si mostri prima del periodo di :rode Attico ricchissimo precettore e amico di 7arco Aurelio. )ra Augusto e Adriano le trasformazioni si inseriscono in una straordinaria continuit& che, attraverso numerosi rimaneggiamenti, porta in luce un programma imperiale. 'attenzione del potere si rivolse al centro antico della citt&, lagor&. 'e attivit& commerciali vennero spostate verso est. 'agor& nota come di Cesare e Augusto fu proggettata nel 2 a.C ma ufficialmente inaugurata tra l11 e il . Consiste in un ampio quadriportico in marmo dellImetto e del Pentelicodietro le cui colonne si aprono le !otteghe. 'a connsessione con le aree circostanti # data da un  propileo a , a + da una scalinata daccesso e ad : da un ingresso tetrastilo. Possiamo immaginare che lagor& fosse legata al culto dinastico per lalto livello dei materiali impiegati e delle strutture realizzate e soprattutto per la statua di 'ucio Cesare usata come acroterio nel drontone del propileo. 'a duplice funzione, commerciale e dinastica sipega la disposizione della piazza tradizionale intimamente legata alla prima. 'a nuova sistemazione fu intrapresa da Agrippa che voler lasciare sul terreno una chiara testimonianza del fatto che larchitettura pu!!lica era ormai diretta emanazione del potere di $oma. :gli infatti fece costruire nello spazio centrale dellagor& il suo deion, imponente e in posizione dominante, nel punto dincontro tra deion e 3ephaisteion vi era il santuario di Ares, cerniera tra i due edifici. (aio Cesare non modifica il complesso ma ne rafforza la funzione dinastica ponendovi una statua della propria immagine eroizzata cos? come il fratello dominava lagor& romana.





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7a il legame vero e proprio tra le due piazze si realizzer& solo in et& traianea, infatti una sorta di immo!ilismo # presente per tutta let& giulio claudia. =al II secolo si susseguono trasformazioni a ritmi incalzanti> 'a grande via delle Panatenaiche che dal =ipElon raggiungeva i propilei tagliando a met& la piazza viene fatta assurgere ad una dignitas spropositata cui si distacca, vicino alla +to& di Attalo una strada dello stesso tipo ancora pi% lussuosa . Atene rientra cos? nel novero di citt& dotate di plateiai. uesto tentativo apre le porte all restaurazioni adrianee. Adriano molto affezionato alla citt& volle dotare Atene di un apparato di rappresentanza degno dei pi% importanti centri dellimpero senza trascurare i precedenti rifacimenti e lo spirito da cui erano animati. 4ltimò il tempio di (iove limpio nel 18- ma ne fece un santuario del culto imperiale assimilando se stesso al padre delle divinit&. uesto imponente edificio dotato di tutte le componenti prestigiose della cultura ellenistica divenne il centro di una vera e propria neapolis il cui solenne ingresso # sottolineato dallarco di Adriano. =opo di lui :rode Attico vi fece costruire limmenso stadio panatenaico e gettando un ponte sullIllissos  perfettamente in asse con la pista dello stadio realizzer& lunit& di questo grande quartiere periferico. Adriano concluder& il complesso augusteo con la realizzazione della cele!re ;i!lioteca, un alto qudriportico simile al forum Pacis.> di recente # stato scoperto un altro edificio adrianeo la !asilica situata in prossimit& dellangolo "/ del portico di Attalo.

;0 Corinto • •









=opo aver condiviso con Cartagine la distruzione nel 15 la citt& scompare per via di saccheggi e confische.  "el  a.C rinasce sottoforma di colonia romana per volont& di Cesare. : difficile per noi dire se si trattasse o meno di un insediamento con una pianificazione rigorosamente geometrica. 7a siamo comunque in grado di apprezzarne il centro amministrativo e religioso che si impiantò su un sito non vergine ma con ampie  possi!ilit& di scelta. Capitale amministrativa dellAcaia tornò presto ad essere un grande centro economico e finanziario grazie ai  porti di 'echaion sul golfo di corinto e Cenchreae sul golfo di +aronico. Cesare aveva accordato alla citt& la  presidenza dei giochi Istmici facendone un centro religioso di primo piano. 'a nuova agor& nella citt& !assa occupava un avvallamento ai piedi della collina si cui si ergeva il tempio arcaico di Apollo. +i volle creare una cesura con i programmi precedenti e venne modificata del tutto lorganizzazione del centro monumentale con una maggiore attenzione alla specializzazione degli spazi. 7a il sito scelto non era li!ero da strutture precedenti tra cui un ippodromo e un portico. 'a prima  preoccupazione dei nuovi a!itanti fu la regolarizzazione del terreno e furono costruitre una serie di !otteghe aperte verso " che fungevano da sostegno verso +, recanti al centro una grande tri!una per arringare il popolo.  "elle vecchie ta!erne della sto& ellenistica si installarono gli uffici e i servizi della colonia tra cui il !ouleterion e degli agonoteti. +i procedette allinizio dellet& augustea alla costruzione di un )a!ularium.

/'ur!anistica monumentale di prestigio in Asia 7inore A0 :feso • • • • •







Citt& della ionia in cui lavvento del priincipato determinò le pi% dense conseguenze.  "el - vien designata quale centro amministrativo dellAsia a spese di Pergamo. Circondata da 6 m di mura la citt& occupava la costiera ai piedi del monte Pion e del oressos. 'isimaco vi aveva imposto uno schema ippodameo che però non fu applciato in modo rigoroso. 'attestazione del potere centrale si concentrò sulla via!ilit& sullapprovigionamento idrico. Allo stesso Augusto si deve il finazioamento di due acquedotti. 7a i suoi interventi sullagor& acquistano un significato  particolare. "ei primi decenni dellet& imperiale la piazza, posta nel punto pi% stretto della valel, viene completamente riorganizzata* il lato " venne occupato da uno stretto edificio !asilicale dedicato ad Artemide, Augusto e )i!ero. :ssa era dotata di un chalcidium in cui si ergevano le colossali statue di Agusto e 'ivia. Addossato al muro settentrionale vi era un piccolo temenos rodio circondante un doppio podio, altare ufficiale ri $oma e di Cesare. 'a posizione di questi tra il Pritaneo e il !ouleterion dimostrano lintenzione di integrare il nuovo potere con le tradizioni antiche. Il gruppo !asilica Aedes Augusti, acquista in questa citt& unespressione originale che pur restando nella tradizione locale si pone come elemento unificante di tutta la piazza al cui centro viene edificato un tempio  periptero forse dedicato ad Augusto. Il complesso dellagor& viene trasformato in un +e!asteion e pi% tardi in et& antoniniana il tempio di artemide accoglier& il culto imperiale. +econdo lo schema gi& visto per Corinto un grande peri!olo viene costruito in prossimit& dellAgor& dove a fine I si erger& un tempio di =omiziano dedicato dopo la damnatio memoriae a Bespasiano divinizzato..



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uesto cuore della citt& ricevette la sua chiusura definitva e monumentale con Augusto. Anche le porte, vie daccesso alla citt&, sem!rano degli archi di trionfo. 'a chiusura di questo spazio ha determinato un fenomeno di agglomerazione della sua periferia. In et& traianea la famiglia dei Polemaeni costru? in prossimit& della porta sud/orientale la !i!lioteca di Celso la cui scena frons rappresenta le possi!ilit& dellarchitettura monumentale dellAsia tra 119 e 18D d.C. Altra struttura sosprendente # il portico Berulanus immensa palestra inquadrata da colonne che delimitano gli @Esoti costruita in et& adrianea, sim!olo della polifunzionalit& di questi monumenti.

;0 7ileto •









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+ito estremamente difficile da valutare per quanto riguarda le trasformazioni. : pro!a!ile che lorganizzazione generale risalente al piano regolatore del B a.C. +ia stata immutata fino ai primi secolo della nostra era. 'o schema ad ' che dal porto dei leoni si estende sino al porto del teatro resta invariato e ltre agorai continuano ad essere i centri di attivit& civica e commerciale. I grandi santuari della citt& il delphinion e il temenos di Atena, non vengono soppiantati da alcuna nuova fondazione. C# da notare che la citt& non era gravata da responsa!ilit& amministrative nella provincia dAsia, pertanto i sim!oli del potere non sono frequenti come ad :feso. In et& augustea si registra la costruzione di un grande monumento allingresso del porto dei leoni> di forma triangolare viene considerato una commemorazione di Azio.  "onostante ciò un cittadino det& ellenistica proiettato nel II d.C, non avre!!e risconosciuto la propria citt&. Assistiamo ad unaccentuazione della dimensione verticale, al susseguirsi di sequenze monumentali e teatralit& delle facciate degli edifici. I pi% consistenti interventi riguardano la parte settentrionale della via processionale collegante il delphinion al santuario di =idEme. 'a superficie occupata da questi edific rimane sensi!ilmente inferiore a quella occupata dagli stessi ad :feso.

C0 +ide •

 "on mostra tracce di un piano regolatore ma ciò non impedice lorganizazzione formale planimetrica e la specializzazione dei quartieri.

/uadriportici, !asiliche e aule imperiali in Asia 7inore •

















'a corte peristilio # senza du!!io lelemento pi% ricorrente nel paesaggio ur!ano dellAsia 7inore ma anche quello che può assumere le pi% svariate forme e funzioni* agor&, mercato, palestra, temenos. 'a tendenza a nomralizzare gli spazi pu!!lici non si afferma solo in et& imperiale, ma gi& in et& ellenistica le monarchie avevano sviluppato un tipo di piazza pi% regolare rispetto a quello delle poleis greche. 'a chiusura monumentale di tali spazi, ameno di un motivo religioso non seguiva la loro definizione  planimetrica. 'a chiusura della piazza # conseguenza della crescente specializzazione degli spazi pu!!lici e della maggiore distanza tra le agorai commerciali, civili e amministrative. 7a gli schemi adottati senza du!!io rispecchiavano quelli che in quel momento si andavano affermando a $oma e a quei modelli delle pi% grandi citt& orientali. 'a soluzione pi% frequente in Asia per definire ed orientare meglio lo spazio pu!!lico erq auella di chiudere il lato pi% importante con una sto& !asiliL#, versioni ampliate di un portico laterale e questo va inserito nellam!ito del fenomeno di annessione degli orgnai propri del foro tradizionale. 'a sto& !asiliL# fa il suo ingresso alle prime forme del culto imperiale. 'a natura centralizzatrice di questi spazi non poteva a lungo tollerare un tipo di sistemazione che tagliava fuori dai grandi assi che componevano lo schema quadrangolare. Ciò che succede alla sto& !asiliL# sono le sale imperiali o marmoree, palestre connesse ad impianti termanli del II/III secolo d.C. I ginnasi erano considerati nelle citt& ellenistiche come delle vere eproprie agorai e ciò non  può che potenziarsi in et& imperiale con la polivalenza degli spazi. 'a struttura !asilicale non scompare del tutto ma viene riservata ad edifici di secondaria importanza.

/Apamea di +iria •

$occaforte dei +eleucidi, con acropoli naturalmente fortificata, faceva parte insieme a 'aodicea, Antiochia e







+eleucia di una potente tetrapoli. Con la riduzione della +iria a provincia nel 5/58 da parte di Pompeo, lacropoli venne distrutta ma la citt& continuò a prosperare per la fertilit& delle piane interne della valle dellrnote. 'a sua immediata ricostruzione fu voluta dal potere romano, dopo la rovinosa distruzione di un terremoto nel 11D d. C. 4n grande platea avr& una funzione generatrice dellur!anistica nel II secolo e sui suoi dintorni sorger& la citt&.

2. 'a citt& imperiale /'a formazione del modello •























 "el mondo antico era valida lequazione per cui civilt& equivaleva ad u!ranizzazione e questultima ad un ordinamento giuridico. 'a definizione di citt& politico/sociologica quale nucleo sociale e culturale estrapolato dalla dimensione tempo/ spazio, risale ad una tradizione ellenica gi& antica che aveva le sue formulzaioni pi% esplicite in :rodoto e )ucidide* sono gli uomini che fanno una citt&. 7a in un passo del =e $epu!lica di Cicerone troviamo consolidato il concetto romano/imperiale che il vincolo della citt& fosse di natura eminentemente giuridica e nel =e fficiis la societ& viene scomposta in una serie di cerchi concentrici in cui la citt& si inserisce tra la famiglia e lo stato. 'analisi ciceroniana # ancot pi% rilevante se consiederiamo che essa # lunica che presenta come articolazioni interconnesse le forme con cui di volta in volta si volle riconoscere il fenomeno di citt&* la citt& di pietra e la citt& di uomini, piani che nella tradizione risultano distaccati o su!ordinati paratatticamente. $oma, nella sua espansione, possedeva gi& un modello citt& gi& fortemente consolidato ma che le necessitava  per la riorganizzazione dei territori conquistati> la citt& inoltre diventava sempre meno mezzo di partecipazione alla vita collettiva e sempre pi% strumento dintegrazione secondo una gamma di doveri, diritti e privilegi. Il modello della citt& romana si esportò e si riprodusse secondo molteplici varianti associate a esigenze funzionali e a contesti socio/economici via via diversi, in cui tuttavia # possi!ile riconoscere un comun denominatore almeno per la prima et& imperiale I/II secolo0 'e citt& vennero disciplinate, ridefinite e gerarchizzate secondo specifici criteri di status giuridico, socia!ilit& e cultura, incanalando le molteplici tradizioni con le quali il modello ur!ano veniva in contatto e attuando difatto un vero e proprio piano regolatore. 'amministrazione imperiale romana finiva di fatto con lidentificarsi nei governatori provinciali e con il loro colla!oratori circa duecento ufficiali civili in un impero, al tempo di augusto, che contava intorno ai D9 59 milioni di a!itanti. :ssi non erano uomini preparati ma mem!ri delle famiglie romano/italiche che nel loro cusus honorum  passavano attraverso molte esperienze militari e civili e che quinidi si trovavano a svolgere incarichi politici generali> il resto veniva lasciato nelle mani dei locali. 7a proprio per linteresse eminentemente politico di roma verso questi territori, si esigeva, ove necessario, che si creassero o rinsaldassero strutture atte a sorreggere la pa@ romana. 'e civitas, furono proprio atte a gestire questa rete capillare di rapporti amministrativi e finanziari dellecumene.  "elle aree dove ci si trovò con realt& ur!ane gi& avviate, sifece perno su di esse, dando nellinsieme unimpressione di grande autonomia. : ciò, per loriente, non si allontanava troppo dal vero visto che limpero adottò una politica molto prudente incoraggiando lo sviluppo della vita cittadina di tipo ellenistico e rarissimi furono le deduzioni di veterani. 'e amministrazioni cittadine si conservarono pressocch# intatte nelle loro forme esistenti, fungendo da tramite politico e fiscale fra popolazioni e governatore. $oma pretese solo una cosa in cam!io della propria non ingerenza* la concordia, la pace in ogni citt& da cui le aristocrazie ur!ane risultarono !landite, garantite e rafforzate nei propri monopoli di potere.  "elle aree di nessuna tradizione ur!ana, limpero svolse sulla lunga durata unopera di ur!anizzazione intensa creando o rifondando insediamenti secondo schemi giuridici e ur!anistici gi& sperimentati che si integrarono di volta in volta in !ase alle necessit& razionali dei territori in cui si inserivano.

/(erarchie politico/giuridiche •



A partire da Cesare ed Augusto la creazione di citt& cono!!e una forte accelerazione destinata ad incrementare sotto Flavi e Antonini e, nelle province africane sotto i severi. )ra i primi effetti della conquista vi fu la scomparsa di numerose !orgate indigene, non senza contraccolpi























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determinati da una ristrutturazione per la maggior parte agraria e commerciale, oltre che tri!utaria del territorio. 'e citt& venenreo suddivise gerarchicamente secondo elargizioni di status giuridico corrispondente ai rapporti di privilegio e dipendenza rispetto al potere romano che mise in atto un patriottismo locale incoraggiando volutamente la competizione tra citt& e rafforzando un lealismo che, a livello di il diritto romano veniva imposto solamente per le questioni fondamentali, mentre per le questioni meno importanti si esercitava la giustizia locale. Alla metropoli provinciale faceva capo anche lamministrazione dei !eni imperiali, delle miniere, dei pedaggi doganali e delle imposte indirette gestite da personaggi di rango equestre. Al ruolo amministrativo centrale si aggiungeva, per via di una forza centripeta esercitata dai funzionari imperiali, anche il rilievo del ruolo economico. "on a caso questi centri di potere furono pi% tardi le prime sedi vescovili. )alvolta, per molteplici ragioni, si suddivisero le sedi dei funzionari in varie citt& allintenro di una stessa  provincia. In questi casi si determinò un equili!rio di poteri che portò ad una maggior articolazione e complessit& delle realt& ur!ane di quel territorio. +in dalla tarda repu!!lica la maggior parte delle province risultò divisa in certo numero di distretti territoriali che a partire dai Flavi vennero chiamati conventus facenti capo a citt&. 'a presenza del potere nelle citt& a capo dei conventus portò a diverse conseguenze a seconda del grado di ur!anizzazione e popolazione della provincia.  "ella reciproca intefereza di fattori politici e amministrativi le cittò non poterono trasformarsi sensi!ilmente durante limpero. $elativamente !landi i rapporti delle varie citt& con il capoluogo provinciale, intermittenti e facoltativi con quelle citt& sedi di contus. 'imitate e de!oli le occasioni di amalgama a raggio pi% ampio offerte dai coniclia, communia o Loin#. uesti, seppur connotati da caratteri politico/religiosi legati al culto imperiale presentavano varianti da provincia a provinicia ma non esercitarono mai una vera e propria attivit& legislativa o fiscale. Pur  fungendo in alcuni casi da mediatori tra citt& provinciali e goverantori.

/+trutture politiche e autonomia municipale •

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'a legge garantiva il funzionamento delle magistrature locali, annue, gerarchizzate, collegiali, duoviri, quattuorviri, edili che i occupavano della manutenzione delle strade e degli edifici pu!!lici, organizzacano giochi e feste, controllavano il corretto approvigionamento dei mercati, questori con funzioni finanziarie. 7agistrati e giudici locali si identificavano nell esercizio della giustizia e nei compiti di polizia giudiziaria. +fere e modalit& di azione dei magistrati municipali erano definite da una normativa amministrativa di portata locale !asata su una lege comiziale comune. 4scendo di carica questi magistrati entravano a far parte a vita del senato municipale o curia o ordo modulato sullesempio di $oma. Cento centodieci mem!ri, pi% raramente trenta cinquanta. Chi accedeva alla magistratura, al decurionato o a qualche sacerdozio era tenuto al pagamento di una summa honoraria varia!ile che veniva speso in donativi alla cittadinanza detti sportulae, scaglionati secondo quote direttamente proporzionali al rango dei magistrati. Per entrare nella curia era richiesta anche lorigo, apaprtenenza alla cittadinanza locale ma si conoscono numerose deroghe. I decreti dei senati municipali riguardavano atti giuridici e religiosi del culto sia cittadino che imperiale, conferimenti i donori, scelta di delegati per am!ascerie alla corte ecc. 7an mano sempre pi% il ruolo del popolo nell scelta dei magistrati sem!rò farsi marginale e i senati

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su!entrarono nella designazione rispondendo in alcuni casi a postulationaes e auspici del popolo. Bi era quindi una forte vitalit& anche nei piccoli centri. Bi sono indizi interessanti che lasciano intravedere realt& complesse , imprevedi!ili risorse di adeguamento assai lontane dalla visione di una realt& imperiale che riesce ad appianare e a centralizzare. +oprattutto in a!ito fiscale fu necessario il ricorso ai curatores rei pu!licae il cui ruolo si sviluppò di pari passo con la sua integrazione alla carriera municipale come incarico gestito localmente. Purtuttavia lautonomia di questi funzionari locali era !en lungi dallessere distrutta e nel IB secolo altri funzionari di nomina imperiale con compiti locali vennero assor!iti nellordinamento cittadino.

/Funzioni economiche, religiose, culturali* i riscontri morfologici •









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(li squili!ri finanziari endemici sempre presenti potenzialmente nelle amministrazioni cittadine, discendevano dalle caratteristiche strutturali di queste. 'e citt& infatti non disponevano dei mezzi istituzionali  per affrontare le spese in qunato res pu!licae autonome. 'e entrate normali venivano dalle rendite delle propriet& cittadine, da imposte indirette per luso di acquedotti o !agni pu!!lici, da eventuali dazi portuali, da summe honorariae, da fondazioni, lasciti e legati. 7ancava qualsiasi tassazione municipale diretta considerata segno di servit% incompati!ile con i caratteri tradizionali della citt&. Per ogni spesa straordinaria si faceva affidamento sulle risorse dei privati o dellimperatore e dei suoi rappresentanti. Il carattere aleatorio di questo meccanismo non permetteva alle citt& di svolgere una politica finanziaria vera e  propria. 'aumento esponenziale delle citt& nei primi due secolo dellimpero causò anche una contrazione dei profitti. Il patriottismo locale fece delle munificenza civica o evergesia, uno stile di vita, espressione di quellamor  civium esaltato in tante iscrizioni. 7a lorganizzazione dei giochi, lacostruzione di grandi monumenti, le distri!uzioni di ci!o o altro, da parte dei privati, si !asavano su unideologia prettamente politica ed era  proprio a livello politico che raccoglievano i propri frutti. I !enefici dei maggiorenti, per quanto sempre molto utili ad allentare la tensione sociale, erano destinati al  popolo non tanto perch# fosse !isognoso, ma in quanto corpo politico votante che acclamava e sosteneva i  propri patroni, 'a politica evergetica trovava inoltre alimento in misto di etica civile, motivazioni religiose, ma soprattutto  philotim?a, amore per il proprio prestigio, anche postumo. :ssa si nutriva di competitivit& che spingeva a dilapidare fortune per assicurarsi leuphem?a, la popolarit&. 7a la competitivit&, com scrive ;roNn, si nutre di concorrenti numerosi e aperti e man mano che le :lioga!alo prese e portò i nomi, i titoli e i poteri imperiali  prima di averli ricevuti dal senato, pur facendo attenzione a farseli attri!uire successivamente> 7assimino il )race fece a meno dellapprovazione del senato. Ciò testimonia il cedimento rapido del sistema organizzato sotto i colpi delle agitazioni di fine II inizio III. 7a a queste procedure pu!!liche e civili, faceva anticipo una procedura messa punto da Augusto che vedeva come elemento fondamentale e necessario per linvestitura, una procedura privata* ladozione che preludeva o corrispondeva eventualmente al conferimento di magistrature e poteri. :ssa durò quasi fino al III secolo e si evolv# sempre pi% da una parte verso una sistematizzazione verso i futuri principi, dallaltra verso una  politiczzazzione della parentela. 'ultima tappa delladozione si raggiunse quando +ettimio +evero si legò alla famiglia imperiale con una filiazione fittizia che ne faceva il fratello di Commodo e il figlio di 7arco Aurelio. 'adozione si trasformò  presto in un atto politico.

/I poteri del princeps •

































'a potenza del princeps si !asava tanto su elementi sociali quanto su poteri e privilegi. 'a !ase sociologica si  !asava su una rete di clientele che tendeva progresivamente a comprendere tutti i cittadini e i pregrini. Augusto, divenuto ar!itro unico della competizione politica, si assicurò di ottenere le clientele di tutte le altre famiglie e accrescere tale rete di relazione in pochi anni a tutto limpero.  "on !isogna tuttavia sopravvalutare limportanza di queste relazioni sia perch# non ve n# traccia nelle fonti , ma anche perch# questo patronato universale privava di ogni significato il sneso stretto della clientela. Benne cos? organizzata una nuova pratica. +i formò una nuova rete intermedia di legami clientelari che sinscrivevano in qualche modo allinterno del  patronato imperiale dal momento che i nuovi patroni sotenevano la parte mediatrice tra il princeps e i protetti. Particolarmente reale invece era il giuramento di fedelt& pro salute honore victoria, derivato dal giuramento  pro salute Caesaris e dal giuramenti del 8- che legava strettamente soldati, magistrati, senatori, cittadini e citt& allimperatore e ai suoi discendenti.  "elle province occidentali riprendeva una tradizione antica essendo indirizzato alla famiglia imperiale mentre in quelle orientali i giuramenti di fedelt& furono riadatti al contesto e al culto imperiale. Con il proprio patrimonio personale limperatore era un patrono che poteva mantenere personalmente i propri o!!lighi > ai !eni gi& considerevolmente ampi si aggiungevano, con le confische e le guerre di conquista, immensi domini coronati dagli enormi proventi della provincia d:gitto. )ale patrimonio, per quanto considerato pu!!lico, permetteva di avere ingenti messi per donazioni di vario genere, oltre che assicurare approvigionamenti ove la ple!e ur!ana si mostrava pericolosa. A tutto questo si aggiungeva lauctoritas del princeps, fondata sul valore dei suoi avi e sulle sue personali virt%  pu!!liche e i successi ottenuti. Il princeps prevaleva su tutti. uesto però gli derivava tutto dal popolo e non si dovre!!e pensare che il voto dei comizi fosse puramente una clausula o unapparenza, n# !isogna pensare che il princeps fosse un magistrato come tutti gli altri> la sua  potenza di fatto rendeva vano ogni confronto con lui. 'imperium proconsolare* implicava il comando dellesercito> si differenziava da quello repu!!licano in quanto vitalizio> era illimitato, ossia svincolato dal superamento del pomerium e si estendeva a tutte le province dellimpero anche a quelle senatorie in virt% del principio che nessun potere era superiore ad esso. 'italia e $oma erano escluse da questo imperium. )uttavia potendo disporre di truppe per la propria difesa, il princeps  poteva introdurre in Italia e a $oma corpi per la sua personale difesa e per quella dellur!e. Il potere  proconsolare si manifestava come un potere civile e militare andando dallarruolamento delle truppe al conio delle monete. )utte le operazioni militari si svolgevano sotto gli auspici del princeps e solo lui o i coreggenti  potevano cele!rare il trionfo. Il potere coercitivo che egli esercitava gli permetteva di possedere una giurisdizione civile e penale in prima istanza e, per il suo potere maius, in primo appello> egli tuttavia giudicava raramente e solo i casi gravi. 'a potest& tri!unizia* "on faceva dellimperatore un tri!uno della ple!e , erano suoi colleghi solo coloro che esercitavano come lui l potest&, i coreggenti. )ale potere era vitalizio rinnovato ogni anno il 19 dicem!re. ltre alla sacrosantit&, questa attri!uiva al princeps un potere temi!ile* in virt% del diritto di au@ilium essi potevano reprimere gli a!usi e proteggere la ple!e. Poteva inoltre convocare il senato e il popolo per proporgli leggi. 7entre in italia e nelle province aveva un potere ineguagliato, nella stessa $oma, quando non era console, egli  !eneficiava solo dei poteri della potest& tri!unizia e di certi aspetti dellimperium proconsolare, ma era privo di tutta una serie di poteri civili dei magistrati e di altri che spettavano al popolo e al senato. (li furono dati per ragioni onorifiche o per colmare i suoi vuoti di potere, tutta una serie di privilegi come quelli che completavano il suo potere a $oma* diritto di convocare il senato senza restrizioni di presiederlo e trattare con esso e quello di estendere il lomote pomeriale> poteva raccomandare magistrati che avevano la  precedenza su altri durante le elezioni e !eneficiava di una clausola detta discrezionale che gli accordava di far  tutto ciò che era nellinteresse della repu!!lica e dei privati, diritto di emettere costituzioni. :gli godeva inoltre di tutte le esenzioni legali di cui avessero potuto !eneficiare i sui predecessori, soprattutto riguardo le leggi del diritto privato che sta!ilivano dei divieti, come quelo sul matrimonio, l adozione, le eredit& e i lasciti, ma anche il diritto sulle sepolture o le leggi sui !rogli elettorali. :gli poteva inoltre concludere i trattati, diritto inizialmente del senato. Ancora poteva convocare i comizi centuriati, possedeva la nominatio dei candidati ai sacerdozi, il diritto dimmagine nei luoghi pu!!lici, deffige sulle monete. Possedeva inoltre poteri religiosi* avendo limperium proconsolare poteva trarre gli auspici, diritto che essendo assoluto annulava le contese degli auspici discordi. :gli poteva anche agire religiosamente in nome del popolo e quindi officiare sacrifici pu!!lici, pronunciare voti, dedicare offerte e investire il senato di questioni religiose. )ale potere religioso superava quello dei magistrati in qunato vitalizio e il suo primato era completo.

/'a rappresentazione del potere imperiale

























uesto potere superiore e permanente di controllo, diniziativa e di governo male si conciliava con le tradizione romane> cos? Augusto defin? empiricamente con laiuto dei privilegi, degli onori e con concetti religiosi la nozione del potere imperiale collocandola a poco a poco tra la monarchia e e il regime repu!!licano, tra il  potere di un magistrato e quello di un semidio. Cesare da principio si presentava come difensore della tradizione romana e italica e la $oma governata da Augusto si voleva devota, virtuosa e pacifica. uesti propositi furono presi come programma e manifesto dai Cesariani e sviluppati per fondare la superiorit& e leccellenza del potere imperiale. =a qui tutta una serie di sim!ologie e rappresentazioni del potere* Augusto ottenne di portare il sotume trionfale nella vita pu!!lica, e lo si era autorizzato ad indossare ovunque e sempre la corona di alloro della vittoria, la toga trionfale !ianca ricamata doro. Inoltre nella vita pu!!lica portava la toga pretesta dei magistrati e sacerdoti e in alcune occasioni il paludamentum che con la spada lo indicava quale detentore dellimperium. A ciò si aggiungeva il fatto di essere preceduto sempre da 1- littori, scorta completeata, dagli Antonini in poi, da portatori di fiaccole e un !raciere. In senato poteva sedersi sia sulla tri!una dei consoli, su sedia curule, sia fra i tri!uni della ple!e. Ai giochi era seduto tra i magistrati su di un seggio doro rialzato. 'a sua dimora era contraddistinta da segni che rimandavano alle sue gesta e alle sue qualit&* due allori in ricordo dei trionfi, inquadravano la porta, sormontata da una corona civica di quercia per cele!rare al sua clemenza verso i vinti. )utti questi sim!oli appartenevano alla tradizione in quanto posseduti ad altri grandi trionfatori prima di Augusto. +ul piano storico Augusto richiamava lera arcaica e la figura del re fondatore $omolo e fu mo!ilitato, insieme a questo, un altro piano ideologico, quello della famiglia e dellautorit& del padre romano. Ad ogni !anchetto si versava una li!agione al suo genio, come si faceva per ogni padre di famiglia, A questa definizione istituzionale del potere si aggiunse un insieme convergente di rituali e rappresentazioni che definivano i princeps e le sue azioni in termini religiosi. +in dal periodo triumvirale il giovane ttaviano riconduceva la propria parentela con la figura del divus Iulio e dopo Azio, alle spontanee forme di giuramento seguirono anche manifestazioni di culto legate alla sua ascendenza. "el 89 furono crati dei giochi quadriennali che cele!ravano la vittoria di Azio e nel - i l suo nome fu inserito in quelli degli inni dei sacerdoti +alii e giorni di ganrde festa furono quelli degli aniversari delle sue grandi gesta, commemorati con servizi religiosi. )ali feste erano indirizzate agli dei ma associavano alla gratitudine per lassistenza divina, lintervento del princeps. ueste caratteristiche sovrumane venivavano sottolineate dalla presenza nella sua casa di piante sacre come lalloro apollineo o la quercia gioviana. Al temrine di unevoluzione tricentenaria il potere imperiale poteva a tutti gli effetti essere definito come una monarchia sotto la penna di Cassio =ione anche se non significa esattamente potere assoluto .

/Il princeps e la res pu!lica / Isitituzioni tradizionali del popolo romano 'invenzione del principato non edevessere intesa come linvenzione di nuove istituzioni np come la restaurazione di istanze intattive. I comizi* 'a vita comiziale continuò anche durante il triumvirato. +e!!ene minati dalla possi!ilit& dei triumviri di designare una parte e persino tutti i candidati i comizi proseguirno. "on sappiamo in che modo funzionassero durnate limpero, ma conosciamo relativamente !ene il funzionamento dei comizi centuriati che eleggevano i magistrati dotati di imperium, i consoli e i pretori. 'a procedura elettorale consisteva nellestrarre a sorte nella prima classe la centuria prerogativa, quella che votava per prima, e il cui voto era ritenuto  presagire il risultato finale, poi veniva il turno di tutta la prima classe chiuso dal voto delle 1 centurie equestri. =opo questi votavano le altre classi, tenendo presente che le operazioni venivano sospese dipo che si era raggiunta una maggiornaza di 2 centurie su 18. Continuarono ad esistere acnhe allal!a del III secolo. I magistrati* )utte le magistrature tradizionali furono mantenute come elementi del modello di riferimento che legavano $oma alla modernit&. 'e magistrature permettevano anchealle altrimenti erano direttamente eletti dal princeps. 1. Il vigintivirato* 'accesso alla carriera senatoria fu regolato da Augusto nei primi anni di principato. Per  accedere alla questura !isognava aver ricoperto una carica nel cosiddetto vigintise@virato. 'e magistrature minori erano elettive, ma nellimpero divennero su nomina imperiale, tuttavia non ne sappiamo nulla, 'e -9 cairche comprendevano i triumviri capitali, monetari, i quattuorviri per la manutenzione delle strade e i decemviri per la risoluzione delle contese. I primi, dopo aver perso la propria importanza a vantaggio dei •





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 prefetti dei vigili, assistevano consoli e pretori nelleserizio delle funzioni giudiziarie. 'a questura* comprendeva gi& responsa!ilit& importanti.Il numero dei questori fu ridotto da augusto a venti. 'e loro competenze riguardavano tanto $oma quanto lItalia e le province. :ssi entravano in funzione il D dicem!re. Prima tra le loro respona!ilit& era la pavimentazione delle strade di $oma> Claudio sostitu? questo con lorganizzazione dei giochi gladiatori. :ssi erano due questori di Augusto, due ur!ani, quattro dei consoli, e undici provinciali. 'edilit& e il tri!unato della ple!e* dopo due anni gli e@ questori, se non erano patrizi, si presentavano alledilit& o al tri!unato della ple!e. I patrizi erano esonerati perch# non potevano in nessun caso essere tri!uni. I sei edili, tre curuli e tre ple!ei, erano incaricati fino all11 a.C della gestione degli archivi del popolo depositati nellaerarium. =alla fine della repu!!lica avevano perduto il potere dinchiesta penale e sotto il principato erano incaricati di sorvegliare la vita pu!!lica della citt& di $oma, sorvegliare il commercio pu!!lico, curare il controllo dei pesi e delle misure, quello delle vendite, lorganizzazione dei processi civili relativi al commerciomnei mercati, la sorveglianza dei prezzi e delle quantit& delle derrate, soprattuto il grano e attendere allesecuzione delle decisioni pu!!liche riguardanti le consegne delle derrate per conto della repu!!lica. I compiti frumentari furono loro tolti da Augusto per essere affidati a prefetti frumenti dandi, prima di essere assunti dallimperatore in persona rappresenatato dal prefetto dellannona. 'e loro competenze di polizia furono assunte dal prefetto della citt&. +econdo compito era quello di sorvegliare le strade, le piazze e gli edifici  pu!l!ici, far in modo che gli a!itanti degli alloggi che davano sui luoghi pu!!lici rispettassero certi o!!lighi con lassistenza di magistrati minori incaricati della manutenzione. I dieci tri!uni della ple!e sono i magistrati che perdettero gran parte del loro potere con lavvento del principato. Con i loro poteri dintercessione eveto, oltre che con il diritto di agire dalla parte del popolo e dello stesso senato, erano stati un temi!ile contropotere nella repu!!lica, capaci di !loccare e intralciare seriamente lazione degli altri magistrati. 'a pretura* Alcuni giovani senatori lanciati nel cursus honorum era qui che venivano eliminati perch# solo diciotto dei venti vegintiviri o questori potevano essere eletti a questa carica sempre che avessero raggiunto i trentanni. tto, poi sedici sotto Augusto e infine 16 tr )ito e "erva. uelli che possedevano un imperium avevano competenze giudiziarie per i processi tra i privati ad eccezione dei due paertores che custodivano il tesoro pu!!lico fino allecopca di Claudio. 'e diverse competenze che sopravvissero fino al Iii secolo erano estratte a sorte ma, in virt% di un privilegio particolare, certi pretori potevano scegliere prima dellestrazione a sorte. :ssi pu!!licavano ogni anno prima del loro ingresso in carica un editto che precisava le regole generali con le quali avre!!ero deli!eratoe questi editti divennero le regole fondamentali del diritto privato romano. Il  pretore ur!ano applicava il diritto nei casi che riguardavano i cittadini> il pretore peregrinus in quelli che riguardavano affari com!inati tra roma e peregrinio tra questi e i cittadini. )utti continuarono a presiedere le corti di giustizia specializzate quaestiones0 e ricevettero nuove comeptenze. Praetor hastarius che dirigeva la corte dei centi uomini che deli!erava sulle successioni. , ancora un altro presiedeva la corte che doveva deli!erare le questioni tra il fisco imperiale e i privati.. Accanto a queste, soprattuto il pretore ur!ano, aveva lo stesso potere esecutivo dei consioli eseguendone gli ordini o in loro assenza. :@ pretori* indonei ad esercitare limperium essi rivestivano altre cariche prima di raggiungere lantica amgistratura suprema. 4n periofo pi% o meno lungo separava lanno della pretura dallelezione al consolato. +i approfittava dello statu relativamente li!ero e della competizione per assegnare incarichi amministrativi e di comando. 'e cariche pretorie si dividevano in due categorie* un certo numero erano attri!uite poco dopo la gestione della pretura, altre solo alla fine della carriera pretoria e portavano generalmente al consolato. uelle meno prestigiose concernevano compiti civili e si espletavano nella funzione di legati di qualche proconsole, altri erano responsa!ili delle strade in Italia o della distri!uzione del grano pu!!lico. Ancora altri servivano come curatori di citt&. Pi% importante la funzione di assistente di un legato di Augusto propretore che dirigeva una delle province imperiali. uella pi% importante era il comando di una legione.. +e le@ pretore riceveva uno degli otto proconsolati di provincia senatoria egli riuniva poteri civili e militari. Il consolato* i pi% !rillanti e@ pretori raggiungevano il consolato che fu da Augusto in poi suffeto essendo quello rodinario riservato ai principi, ai consoli per la seconda terza volta o ai figli di consloari. Il consolato aveva perso il suo antico primato anche per la moltiplicazione dei consoli suffeti. =ei loro poteri essi mantennero solo il diritto dintercessione contro i pretori nei processi civili o contro le pene decise dai tri!uni della ple!e e il diritto di ricorrere in appello. 'a giurisdizione penale fu estesa da augusto, giursidizione che riservava i casi di senatori e cavlieri. $itrovarono la capacitò di pronunziare sentenze capitali a$oma e farle eseguire dai littori sotto la direzione dei loro questori. Conservavano il diritto di agire per conto del popolo e del senato nei limiti imposti all vita comiziale, e disponevano del tesoro e dei !eni pu!!lici. Fra le cariche religiose quelle di cele!rare i voti pu!!lici compiuti in nome del popolo. I consolari* il consolato era diventato una magistratura pi% o meno specializzata che a!ilitava i senatori a esrcitare successivamente un imperium pi% completo cos? le carriere di alcuni consolari, i pi% dotati, favoriti amici del principe continuarono oltre questo gradino. ': funzioni consolari si organizzarono rapidamente secondo un ordine costante e regolare* curatela degli edifici sacri e dei luoghi pu!!lici, curatela del letto e delle rive del )evere, curatela degli acquedotti> dopo aver ricorperto queste cariche il consolare poteva essere assegnato ad una provincia imperiale con il titolo di legato di Augusto propretore. :sisteva una gerarchia tra le  province a seconda della tradizione e dellentit& di truppe che si trovavano l? come guarnigione.'a prefettura ur!ana fu annoverata tra le magistrature fino al III secolo.

6.



















Personale amministrativo dei magistrati* gni magistrato poteva contare su legati quandera proconsole o su scri!i e apparitori pagati dal tesoro. :gli si faceva aiutare da li!erti personali e amici che lo consigliavano nel corso delle sue udienze allinterno di un consilium. I consoli spesso interrogavano il senato o uno dei quattro collegi sacerdotaliper esaminare grandi pro!lemi che gli si ponevano. I principali apparitori sta!ili erano gli scri!i, i littori e i viatores. I primi assistevano la maggior parte dei magistrati e assegnati al tesoro pu!!lico erano incaricati di conta!ilit& pu!!lica dei pu!!lici archivi. I littori invece erano assegnati ai magistrati dotati dimperium, avevano il compito di camminare avanti al magistrato allontanando la folla, facendo rispettare al  precedenza e far rendere gli onori al magistrato, procedevano agli arresti o alle esecuzioni decise dal magistrato> i viatores erano per quei magistrati privi di imperium. gni magistrato aveva poi un !anditore e un vittimario, un aruspice, un pullario e un suonatore di flauto. A tutti questi si aggiungevano degli attendenti minori per i lavori di cancelleria. =a questo elenco si nota che tutti i magistrati avevano perso la loro autonomia, dipendendo pi% o meno direttamente dal principe. In un primo tempo esse mantennero la propria li!ert& dazione solo nellesercizio quotidiano delle loro funzioni ma anche su questo piano vennero progressivamente a trovarsi sotto lala del  princeps che li controllava attraverso curatori o prefetti. uelli che persero maggior potere furono consoli e tri!uni i quali diventarono gli uni magistrati locali dell4r!e, gli altri dignitari destinati alleserciziodi responsa!ilit& elevate. I poteri amministrativi avevano su!ito una specializzazione ed un accorpamaento. )uttavia le mgistrature inferiori, nella misura in cui cessavano di essere strumenti politici, erano utilizzate pi% efficacemente di prima. Il senato* come le altre grandi istituzioni repu!!licane, continuò ad esercitare il proprio ruolo tradizionale. 'a sua funzione fu rafforzata in certi campi ma la sua preminenza assoluta era terminata. Ciò non significa che il  princeps governasse da solo ma che egli utilizzava le competenze del senato tanto per calcolo politico quanto  per pragmatismo. Composta da tutti gli e@magistrati e dagli adlecti il senato contava intorno ai 599 mem!ri. All assenteismo del senato vi pose rimedio augusto a!rogò una norma la quale richiedeva che nessun decreto del senato potesse essere votato se erano presenti meno di 99 mem!ri> nel  fece votare una legge che regolava le sessioni del senato sta!ilendo sessioni a date prefissate, quorum e multe per assenteismo. 'e riunioni si facevano alle Calende e alle I=I e in tali giorni non avre!!e potuto tenersi alcuna corta che richiedesse la presenza dei senatori. :ssi si riunivano per lo pi% nel foro, nella curia Iulia ma poteva riunirsi anche in qualsiasi spazio inaugurato, templum entro il limite di un miglio. Il senato poteva tener seduta e prender decisioni solo se convocato da un magistrato superiore, convocazione che veniva fatta per iscritto o attraverso un !anditore. 'a seduta cominciava allal!a e dal momento in cui era arrivato il magistrato convocante e terminava al pi% tardi al calar della notte ma in certi casi potevano durare  parecchi giorni. 'e sedute erano pu!!liche e o!!edivano ad un certo numero di regole e procedure complicate codificate in parte dalla 'e@ Iulia del . 'a seduta cominciava con un sacrificio di incenso e vino offerto alle divinit& tutelari del santuario in cui si riunivano e alla vittoria quando si tenevano nella curia. Il magistrato convocante aveva preso gli auspici e sacrificato. +e nessuno indirizzava ringraziamenti al principe o al senato e nessun senatore richiedeva la parola per invitare il magistrato che presiedeva a investire i senatori di un affare non previsto il magistrato presiedente illustrava al senato le proposte che giudicava necessarie, partendo dagli affari religiosi. Il principe aveva il privilegio della prima proposta, quindi il presidente interrogava i senatori a partire dal pi% anziano, su!ito dopo aver consultato limperatore. 4na volta adottato il senatoconsulto doveva essere redatto da una commissione di sei senatori e depositato nel tesoro di +aturno, tuttavia persino a questo punto lopposizione dellimperatore o di un tri!uno della ple!e era ancora possi!ile. Il ruolo del senato, se!!ene la procedura non sia praticamente mai cam!iata, sem!ra si sia limitato rapidamente allelezione dei magistrati proposti dal princeps, mantenne la responsa!ilit& delle finanze della repu!!lica. 7antenne inoltre gran parte della propria competenza diretta riguardo il mantenimento dellordine a $oma e in Italia, almeno fino al I secolo. Il tri!unale del senato aveva una cattiva reputazione perch# anche se il senato non era necessariamente sensi!ile allindulgenza riguardo gli altri senatori, i querelanti di statuto inferiore non trovavano sempre i mezzi giusti per perorare le proprie cause. rganizzazione della giustizia* I magistrati romani, soprattutto i pretori avevano rapporti stretti con la giustizia, autorizzavano e supervisionavano i processi, fissavano ed applicavano le pene, ma raramente giudicavano. +ul  piano civile e penale liniziativa della querela e il processo erano lasciati alle parti private. Il giudice delle cause civili era un privato, senatore o cavaliere a meno che il caso non fosse di competenza dei centumviri.  "elle cause pensali gravi il processo era rinviato dal magistrato ad una delle corti competenti presiedute in genere da un pretore ma in cui accusa e difesa erano privati. uesto sistema rimarr& tale fino a circa il II secolo. Accanto a queste pratiche giuridiche cera a livello locale in ogni citt& dellimpero un sistema particolare ora riproduceva il sistema romano, ora rispondeva a regole  proprie.

/ 'e religioni

/Principi (enerali •















 "on si può parlare di religione romana, ma di religioni. Ad eccezione degli e!rei e in seguito dei cristiani, tutti i cittadini dellimpero erano mem!ri di parecchie religioni e, essendo la vita religiosa comunitaria, queste si  praticavano a tutti i livelli della societ&. I cittadini partecipavano ai culti locali della loro patria, ai culti domestici, ai culti dei collegia della propria professione e ad altre forme religiose. )utte queste manifestazioni rispondevano però a principi glo!almente identici. 'e religioni erano un fatto sociale e un romano ne osservava i precetti innanzitutto perch# apparteneva ad un am!iente sociale e non per scelta intellettuale. Agli occhi degli antichi non vi era distinzione tra vita sociale e religiosa, atto religioso e atto pu!!lico> ogni comportamento o atto sociale, comprendeva anche un comportamento o un atto religioso/ 'a citt& era il luogo del sincretismo tra dei e uomini. 'a religione pu!!lica non era una religione di +tato ma concernente le strutture istituzionali della res pu!lica. uesta religione non veniva imposta a nessuno ma simponeva da se a tutti coloro che avevano diritto di cittadinanza e per questi non implicava generalmente una  partecipazione attiva. Il culto pu!!lico veniva tuttavia unicamente cele!rato a $oma ed anche qualora si trovassero a $oma i cittadini non erano forzati a partecipare al culto e questo non soltanto in ragione del loro numero o perch# !isognasse solo cele!rare o!!ligatoriamente certi rituali prescritti, ma perch# i ruoli attivi spettavano ai magistrati e ai sacerdoti. :ssi regolavano il diritto sacro e partecipavano regolarmente ai !anchetti sacrificali. )utti gli altri  partecipavano ai giochi sacri, compravano la carne per il sacrificio o contemplavano le immagini. 'e religioni romane erano anche molto ritualistiche, non richiedevano atti di fede esplicita e non comprendevano iniziazioni o dottrine> lunica dottrina rimandava ad un calendario liturgico, con rituali  prescritti. Contenuto essenziale della maggior parte dei culti tradizionali , il rituale non esauriva lesperienza religiosa. Alcuni culti integrati nel pu!!lico, ufficialmente inseriti a $oma o !en tollerati, comportavano spesso iniziazioni e una teologia pi% o meno strutturate, ma anche in questo caso non !isogna opporre radicalmente queste pratiche al ritualismo tradizionale, essendo le prime spesso circoscritte e limitate ad am!ienti sociali  precisi* 7itra allesercito e ai li!erti, ecc. )utte queste religioni si trovavano un po ovunque nellimpero e i romani potevano praticarle, offrendo al cittadino un contrappunto al ritualismo tradizionale ortopratico e un accostamento pi% coinvolgente al divino. 'e religioni romane erano anche politeistiche e ogni comunit& aveva il proprio pantheon> alcune divinit& esercitavano la sovranit& sulle altre e nessuna divinit& aveva il compito di provvedere a tutto ma ognuna aveva un am!ito !en definito che non poteva essere confuso con altre.

/I culti pu!!lici •















+ul finire delle guerre civili lorganizzazione del culto di $oma era in pessime condizioni. Alcuni sacerdozi non venivano occupati da decenni e molti templi erano in cattivo stato. Augusto, divenuto princeps, rimise in ordine le istituzioni religiose restaurando o ricostruendo con proventi dei !ottini i templi danneggiati, facendo rioccupare i sacerdozi vacanti e definendo il loro status sociale per la maggior parte dei quali era senatorio. ueste riforme, fatte gradualmente, culminarono nel 1- con la sua elezione a pontefice massimo e rimasero in vigore fino al III secolo. 'e responsa!ilit& sacerdotali vennero affidate a magistrati e a senatori i quali avevano facolt& di esprimersi in materia religiosa. Almeno fino al I le elezioni dei sacerdoti erano fatte su !ase comiziale anche se i senatori operavano una preselezione decisiva. I padri di famiglia officiavano ogni anno i parentali assumendo in quel momento la funzione di sacerdoti  pu!!lici. I sacerdotes propriamente detti assicuravano la cele!razione di una parte dei grandi riti pu!!lici e assistevano i magistrati nello svolgimento dei loro doveri sacerdotali. 'a sola funzione strettamente riservata a loro era la gestione e la produzione del diritto sacro. I quattro sacerdozi pi% importanti avevano questa capacit& per tutti i riti comunitari mentre gli altri per il rispettivo campo rituale. $accolti in collegi i sacerdoti si dividevano in due gruppi chiamati maggiori e minori in ragione di competenze e dellelezione comiziale di cui !eneficiavano solo i quattro collegi pi% importanti, quelli minori venivano reclutati allantica per semplice cooptazione. I collegi pi% importanti erano nellordine gerarchico* pontefici, auguri, quindecemviri e septemviri. Il primo comprendeva 15 pontefici, un re dei riti sacri, tre flamini maggiori di (iove, 7arte e uirino, tre pontefici minori e una decina di falmini minori. I 15 auguri, tutti senatori avevano il compito di definire ritualmente gli spazi qualificati per lesercizio delle funzioni pu!!liche, profane e religiose templa0 e di esercitare il diritto degli auspici. I 1 quindecemviri dei riti sacri di rango senatorio esercitavano il diritto sacro di tutti i culti





















cele!rati secondo il rito greco e officiavano alcuni culti cele!rati secondo il rito greco, conservavano inoltre i li!ri si!illini e li consultavano per ordine del senato alla ricerca di una profezia per risolvere i conflitti con il cielo. I 19 septemviri di rango senatorio avevano la pi% alta autorit& sui !anchetti rituali e sulle processioni in occasione dei grandi giochi. Accanto a questo esistevano sodalizi arcaici come quello dei -9 feciali, incaricati delle relazioni del popolo romano e dei suoi dei con i popoli stranieri> i -9 sodales )itii di cui non conosciamo la funzione> 1- fratelli arvali che cele!ravano il culto di una divinit&, =ia, legata al ciclo agrario e alla rappresentazione della devozione dei signori di $oma> i -9 sodales Augustale e i mem!ri creati in concomitanza con le apoteosi successive cele!ravano i culti dei loro imperatori divinizzati> i 1- salii effettuavano processioni legate allarcaica stagione della guerra> i 1- luperchi cele!ravano i 'percalia di corsa intorno al palatino. 'e liturgie comprendevano feste regolari iscritte sul calendario ufficiale in cui vi erano cele!razioni legate al ciclo agrario, al ciclo della guerra, al movimento del mese o dellanno. ueste liturgie erano accresciute da riti occasionali, atti di ringraziamento, trionfi, formulazioni e scioglimenti di voti. Il centro di questi rituali era il sacrificio che comprendeva numerose varianti a seconda del dio interessato, del rito greco, romano o etrusco0, secondo la circostanza e il tipo di offerta. 4na delle grandi trasformazioni del dispositivo rituale nel principato consisteva nella neutralizzazione del sistema auspicale grazie allimperium proconsolare di cui godeva il princeps che non era secondo agli auspici di alcun altro magistrato, almeno allesterno di roma. :gli fu posto su un piano di parit& con tutti gli altri sacerdoti e al di sopra di essi. :gli poteva nominare i candidati alle elezioni sacerdotali e oltre il loro numero legittimo e divenne pontefice massimo. 7a elemento pi% caratteristico della religione pu!!lica del principato fu la divinizzazione di alcuni imperatori e il culto reso loro. 'imperatore vivente non riceveva mai un culto, si sacrificava al suo geniomo al suo numen, in quanto potenza creatrice. Il princeps non era n< uomo n< dio, il suo status si avvicinava a quello di un santo cristiano.  "ei paesi latini un culto reale si rivolgeva ai divi e alle loro mogli defunte mentre in terra greca questa forma era rara. :ssi venivano invocati nelle cele!razioni sacre anche se dopo gli dei. Il culto imperiale non era esclusivamente un ritualismo sociale e politico in quanto ad esso non so possono applicare gli stessi concetti che applicheremmo ai moderi culti.  "elle citt& colonie o municipi a!!iamo una forma in miniatura del culto di $oma cui si aggiungono culti locali. 'e citt& peregrine incece godevano di una maggior autonomia religiosa e avevano propri dei, propri sacerdoti e  proprie tradizioni. 'a presenza dei romani in queste citt& aveva due risvolti religiosi* il politeismo che circondava necessariamente lamministrazione romana portava a scontri in contesti monoteisti> nelle altre citt& oltre allo sviluppo di un culti imperiale la presenza romana causava pro!lemi relativi allo statuto dei santuari e dei cimiteri. Inoltre vi era la creazione in gran parte spontanea di culti che riunivano ogni anno tutte le citt& in una data provincia ai divi o ai principi regnanti, amministrato dai flamini e dai sacerdoti di $oma e Augusto inviati da ogni citt&. Politeistico e non dottrinale il sistema religioso romano era tollerante verso le forme di pratiche religiose  provate.

/':sercito •



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A!!ondanza e variet& di fonti di storici, tecnici, giuristi. Inoltre nellam!iente militare era diffusa la pratica di far incidere iscrizioni tanto ufficiali quanto private. 'esercito aveva un ruolo fondamentale ed era composto da corpi diversificati per organizzazione, reclutamento e paga. Augusto costitu? un esercito permanente costituito da cittadini e peregrini. 'egioni* composte esclusivamente da cittadini romani. $iportato progressivamente da 59 a 16 legioni fu incrementato a -D alla morte di Augusto. tto scomparvero dal 5, sciolte dopo sedizioni o grandi disfatte e 15 vennero create per soppiantare tali perdite. 'a legione era composta da 19 coorti di fanti la prima delle quali era due olte pi% importante delle altre e da una di 1-9 cavalieri. 'effettivo glo!ale sare!!e di circa 182/1D9999 uomini. In tempo di pace incomplete +otto la repu!!lica lesercito romano contava una minoranza di cittadini e la riorganizzazione augustea mantenne il doppio reclutamento con unit& sussidiarie che venivano pagate di meno. :sse fornivano la fanteria leggera e la cavallerie oltre ad alcune truppe specializzate come gli arceri. 'e unit& contavano circa D99 uomini ma alcune pi% importanti, le coorti miliari associavano fanti, cavalieri e ali. Ciascuna unit& ausiliaria aveva un nome specifico che faceva riferimento al popolo da cui proveniva e allimperatore che laveva costituita. 'a marina* dopo Azio Augusto collocò le sue due flotte pi% importanti a 7iseno e a $avenna , furono poi create flotte secondarie nel mediterraneo orientale, sul mar nero, sulla manica, sul reno e sul danu!io. :ra un corpo a!!astanza screditato a causa dello status inferiore delle sue truppe. 'e truppe di stanza a $oma erano molto disparate riguardo a reclutamento, ruolo e prestigio, la loro















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consistenza numerica variò molto e sis ta!ilizzò a 19999 intorno al II secolo d.C. +ettimio +evero raddoppiò il numero con una legione di stanza ad Al!ano. 'e coorti pretorie, inizialmente nove, erano innanzitutto la guardia del principe ma fornivano anche un ser!atoio per i quadri. A questi si aggiungevano varie guardie imperiali* cavalieri !atavi o germani, esploratori, equites singulares, corpi incaricati della polizia segreta e della gendarmeria militare. 'e coorti ur!ane erano responsa!ili della polizia e se ne contavano 8 da D99 uomini> i vigili con sette coorti, di origine sociale modesta fungevano da guardie notturne e vigili del fuoco. I diversi corpi di truppe erano destinati ad un settore determinato e la parte principale dellorganico stazionava in un accampamento. =a qui se ne distaccavano gruppi portanti il ve@illum del corpo che venivano usati alla!!isogna per missioni particolari o per lavori come costruzioni di strade e monumenti, senza inde!olire larea a cui erano assegnati. 'organico era costituito da due categorie molto diverse la prima degli ufficiali superiori i cu posti erano riservati ai senatori e ai cavalieri, la seconda su!alterni erano riservati ai militari di carriera. (li ufficiali superiori erano senatori, magistrati o e@ magistrati. In epoca imperiale il legato che governava la  provincia era anche a capo dellesercito. A trentanni compiuti i legati avevano percorso il cursus fino alla  pretura e ricopriva tale incarico per due o tre anni. 4n senatore di norma non esercitava pi% di un comando di legione ma poteva assumerlo nuovamente come governatore. I legati erano assistiti da sei tri!uni di cui uno, il laticlavio era un futuro senatore di circa ventanni . (li altri erano cavalieri pi% anziani ma di esperienza militare diversa. 'ordine equestre forniva anche capi delle truppe ausiliarie. 'e coorti erano comandate da un prefetto cos? come le ali, ma le coorti miliari e quelle dei cittadini romani erano comandate da un tri!uno. =a Bespasiano in poi la gerarchia divenne sta!ile* prefetture di coorte, tri!unato di legione o coorte, prefettura dala. 'esercito d:gitto e!!e sempre uno statuto particolare e le legioni erano dirette da mem!ri equestri. (li ufficiali su!alterni formavano il vero organico i centurioni comandavano centurie da 69/9 fanti ei cavalieri legionari. I decurioni le torme da 89/9 cavalieri. gni legione aveva circa 59 centurioni tra questi l essi permettevano di organizzare le citt& non soltanto attraverso linventariazione delle ricchezze, ma anche grazie alla classificazione dei cittadini ripartendone diritti e doveri. =a ciò derivava che la censura era la magistratura pi% prestigiosa a $oma e nei municipia romani. 'a registrazione dei vinti dava anche unidea del trionfo di $oma sugli avversari e regolava i loro tri!uti. )ali operazioni però presuppongono tutto un sistema amministrativo, operazioni lunghe, tenuta di archivi tanto localmente quanto nei capoluoghi, oltre che a $oma. I censimenti generali dei cittadini, realizzati ogni D anni, si erano interrotti con le lotte della guerra civile. 'a loro macchinosit& spiega come mai non siano stati ripresi sino a Claudio, censore tra il 2/6 e poi con Bespasiano e )ito, censori tra il28/2. =a =omiziano in poi tutti gli imperatori furono censori a vita e non fecero pi% censimenti generali. +olo certe riorganizzazioni giustificarono censimenti particolari. =alla fine della repu!!lica spettò ai magistrati locali trsmettere i risultati dei censimenti a $oma.















Censimenti provinciali* Il tri!utum capitis e il tri!utum soli presupponevano una conoscenza statistica dei territori occupati. A seguito delloccupazione si eseguiva un censimento il pi% famoso rimane quello della Palestina nel 5/2. +otto Augusto in :gitto si fecereo 1 censimenti fino al -D2/-D6. =altronde non erano cos? necessari se le citt&& svolgevano regolarmente quelli quinquennali. 'e operazioni erano dirette dal governatore  provinciale aiutato dai cavalieri mentre per le tre (allie, ogni provincia veniva affidata ad un censore consolare superiore al governatore del pretorio. =elimitazioni e suddivisione a scacchiera del mondo* Il censimento delle ricchezze esigeva che i diritti delle  persone o delle comunit& sui terreni fosse indiscuti!ile. Anche se i terreni provinciali erano propriet& del  popolo romano o dellimperatore, $oma non spossessava giuridicamente i proprietari amnoch# non fossero minacciati i propri interessi. uindi era opportuno delimitare con precisione territori della collettivit& e !eni delle persone anzittutto nelle regioni in cui le popolazioni erano mal sistemate o i cui diritti non erano precisati. In tutte le province tali divisioni venivano fatte in nome dellimperatore il quale affidava lincatico ad un goverantore o ad un giudice responsa!ile. Furono assegnate frontiere precise a determinate comunit& magari poco evolute e le delimitazioni potevano anche andare di pari passo con assegnazione di nuovi territori a comunit& assoggettate, alcune venivano assegnate su richiesta , altre deportate magari in zone impopolate con la!!ligo di dare tri!uti e ausilii militari. (li accatastamenti* 'a fondazione di una colonia non si limitava solo allimpianto di una nuova comunit& ma implicava la restrutturazione completa del territorio conquistato. A partire da due assi fodamentali il territorio veniva parcellizzato ortogonalmente che sotto limpero era fondata sulla centuria 295@ 219 m di lato0, operazioni affidate a geometri agrimensori che nelle province erano ceneralmente militari. I paesaggi costruiti in questo modo si adattavano tuttavia alle condizioni locali e, soprattutto la ricerca recente ha messo in luce tutta una serie di soluzioni originali e specifiche adottate dai romani a seconda dei pro!lemi che si trovavano ad affrontare. Inoltre, contrariamente a quanto si pensa, solo le zone destinate alla colonzzazione erano soffette alle pratiche di accatastamento. )ra le vaire acquisizioni cui erano destinati i territori di $oma, una parte spettava allimperatore, personalmente a capo di propriet& immense* campi, miniere, saline, cave, fornaci per mattoni ma, ad eccezione dell:gitto, # difficile tracciarne un quadro per la mancanza di documentazione. =opo la morte di "erone queste propriet&, facenti capo al patrimonio imperiale, divennero in parte pu!!liche. Antonino Pio fece una distinzione tra !eni imperiali e !eni ch conservavano il carattere di res privata.

/'amministrazione delle province •









'e province senatorie* $accoglievano essenzialemente le zone ricche e civilizzate dellimpero> la divisione tra  province imperiali e senatoriali e!!e fluttuazioni fino al I secolo d.C. A partire dai Flavi si sta!ilizzò. 'e  province erano governate da senatori promagistrari proconsoli che restavano in carica per un anno. uelli di Asia e Africa avevano rivestito il consolato per un minimo di 1- fino a 1D anni mentre gli altri erano solo di rango pretorio e normalmente avevano gestito la pretura per D anni. 'e province imperiali* regioni in origine non del tutto pacificate, povere o afflitte dalle guerre a parte frange come la +pagna )arrconense mediterrnaea o la +iria. In seguito allo sviluppo economico gran parte di esse colmò il proprio deficit senza però cam!iare statuto. I governatori erano senatori di rango pretorio detti legati di Augusto propretori. 'e province equestri* Augusto lasciò fuori dallimpero come propriet& personale amministrata da cavalieri il regno d:gitto. Anche lo statuto dellantico regno norico doveva essere molto simile. Prefetti equestri erano incaricti delle zone militari come i distretti alpini. Il regno di palestina inizalmente era affidato ad un cavaliere ma dipendeva dal legato di +iria. +tessa cosa si ritrova pi% tardi in =acia quando viene divisa in tre province da Adriano al principio del regno di 7arco Aurelio. I governatori equstri portavano il titolo di prefetto o  procuratore, il primo con connotazione militare e il secondo indicante il legame personale tra il funzionario e il  princeps. I due titoli potevano essere associati come nel caso della +ardegna. Fin dal secondo secolo certi goverantori di qualsiasi ordine erano detti presides. 'imiti e creazione delle province* 'e province corrispondevano raramente ad unit& etnico/culturali o storiche ma in oriente regioni storiche pi% piccole potevano conservare la propria coesione allinterno di una provincia che era eventualmente formata da due distretti* ;itinia e Ponto, Creta e Cirenaica, 'icia e Panfilia. In occidente le frontiere risultavano molto pi% artificiali soprattutto perch# mancavano stati omogenei e perch# il  potere romano aveva cercato di spezzare le antiche solidariet&. 'e frontiere interne disegnata da Augusto si rivelarono spesso sta!ili in particolare quelle delle province senatorie e i confini romasero sta!ili con pochissime modificazioni fino alla fine del II secolo circa. 'e modifiche pi% importanti si riscontrano nelle province meno civilizzate e in Anatolia.

/(li stati vasalli •

'impero non si limitava alle province ma le guarnigioni potevano anche essere di stanza allestero e nellet&



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repu!!licana la provincializzazione era solo una delle forme dellegemonia. +i ritrovano perciò nellimpero, stati clienti che nellottica romana erano satelliti dotati di unautonomia interna e su cui linfluenza romana si esercitava secondo regioni ed epoche in molti modi a seconda dei rapporti di forza, delle intenzioni degli imperatori ma anche in virt% della natura degli stati in questione. Ai lati della molteplicit& di tipi troviamo il regno di Armenia, ove la presenza romana era solo nominale e i  principati parti integranti delle province, come la +iria la cui autonomia era confondi!ile con quella delle citt& favorite. Il solo punto in comune era lindu!!ia supremazia di $oma che escludeva parit& e reciprocit&. Il controllo indiretto fu soprattutto usato in oriente soprattutto alla fine della repu!!lica sugli stati ellenizzati. +uccessivamente con limpero i clienti erano per lo pi% territoriMfederazioni arretrati socialmente e  politicamente. I sovrani di questi stati erano pedine su una scacchiera in cui roma fissava le regole. I loro domini erano considerati mandatari del popolo romano e il loro potere molto precario e la trasmissione del potere agli eredi non era mai garantita. gni politica estera era loro negata e tutte le reti di solidariet& erano avallate o suggerite da $oma. Anche il loro campo dazione allinterno era limitato e il re poteva essere convocato a $oma per render conto ed essere giudicato. :ssi inoltre pagavano tri!uti e fornivano sostegno militare a $oma controllando ampie zone di frontiera e allegerendo il peso militare $omano. I dinasti autoctoni avevano maggior capacit& di gestire le proprie popolazioni che magari erano estranei al mondo graco/romano ma essi, per una pacificazione duratura, dovevano procedere alla civilizzazione dei  propri territori e al tampo essa coincideva con lur!anizzazione. :ssi fondarono citt& e le a!!ellirono costruendo monumenti dal gusto ellenistico. Alcuni inoltre erano spiccati intellettuali e la loro affermazione e successo politico potre!!e spiegare lassor!imento dei loro stati ormai sufficientemente civilizzati. 'a politica poi dei diversi imperatori, che può essere in parte spiegata dalle loro simpatie ed inimicizie, influenzarono grandemente questi stati. Per gli stati e le federazioni di popoli al di l& del reno i romani praticarono una politica che, anche a causa della lacunosa documentazione, risulta molto am!igua. :ssi si sforzarono di metterli uno contro laltro e tenerli divisi attraverso sussidi e foederazioni di popoli.

/+tatuti di persone e comunit& /Cittadinanze •





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Cittadinanza locale* 'o statuto degli a!itanti dellimpero era diverso a seconda della citt& di cui facevano parte. 'a cittadinanza locale era ottenuta secondo le regole del diritto della citt&* in quella di diritto romano i li!erti acquisivano lorigine del proprio patrono. 'a cittadinanza era trasmessa dal padre e non era legata alla residenza e ciò causava situazioni complesse. 4n cittadino straniero poteva essere semplicemente proprietario, residente di fatto, o avere la condizione privilegiata di residente incola, ognuna delle quali comportava diritti e o!!lighi differenti. (li incolae potevano avere alcune responsa!ilit& nella loro sede di residenza e votare nelle assem!lee popolari ma come regola generale al vita civica era riservata ai cittadini. +olo limperatore poteva modificare lo statuto originale e trasferire qualcuno da una citt& allaltra ma le citt&  potevano accordare la cittadinanza che si aggiungeva a quella di origine. +olo il romano godeva del pieno diritto giuridico. nomastica del cittadino* il nome dei peregrini rifletteva i costumi locali. "ormalmente era unico ed eventualmente seguito dal nome del padre e talvolta da quello del nonno, come in Africa. I tria nomina dei romani erano riservati e indicavano su!ito lo status di cittadino romano. Al prenome e al nome gentilizio si aggiungeva un soprannome detto cognomen. uando la cittadinanza era assunta a titolo personale si assumeva il nome gentilizio del protettore che aveva ottenuta la naturalizzazione o il nome dellimperatore che li aveva favoriti. Alla fine della $epu!!lica tutti gli italici li!eri erano diventati cittadini romani. Il pro!lema si pose quando la cittadinanza fu concessa a tutti i provinciali mem!ri di citt& peregrine. 'a tavola di ;anasa ci ha dimostrato come si concedesse la cittadinanza salvo il diritto di tri!% senza diminuzione delle imposte e dei canoni dovuti al popolo romano e al fisco imperiale. Il cittadino romano godeva dello ius honorum almeno fino a Claudio e la possi!ilit& di essere, in campo penale, giudicati davanti al tri!unale imperiale. Pi% che per privilegi aleatori, il godimento del diritto privato romano giustificava la volont& di ottenere la cittadinanza. Il conu!ium richiedeva che am!o le parti fossero romane  perhc# i figli acquisissero la cittadinanza. 'a cittadinanza era poi uno status che faceva assurgere chi la otteneva al rango del popolo dominatore dellecumene e conferiva un !revetto di civilt&. 'integrazione degli stranieri avvenne anche sotto limpero con diverse modalit&* i figli di un matrimonio



legittimo romano i cui genitori fossero cittadini o il padre godesse del conu!ium, nascevano cittadini> una cittadina trasmetteva il proprio status a figli di padre ignoto mentre il figlio nato da un matrimoni legittimo con un latino o un peregrinus seguiva lo statuto del padre. Adriano aggiunse che i figli di una cittadina e un latino erano cittadini. 4n romano che affrancava uno schiavo ne faceva un meme!ro della famiglia e quindi cittadino. Il servizio militare e lamministrazione di una citt& di diritto latino assicuravano la cittadinanza. =a Claudio gli ausiliari peregrini e latini dopo un lungo servizio ottenevano la cittadinanza. I civli meme!ri di una comunit& peregrina potevano ottenere la cittadinanza solo a titolo personale. Bi ernao  poi i casi di cittadinanza usurpata.

/'a politica imperiale •

























'a fine della repu!!lica e Augusto* gli storici sono divisi sullo spirito della politica condotta da Cesare e dal suo successore perch# spesso # difficile distinguere ciò che si deve a ciascuno dei due* una Iulia potre!!e essere stata creata a da luno o dallaltro. Il primo avre!!e voluto una integrazione rapida con gli Italici, il secondo avre!!e !loccato questo processo e sostenuto la dominazione romano/italica. )i!erio condusse una politica senza slanci e continuò la politica delle concessioni perpetue di Augusto in maniera selettiva. Claudio crea una rottura con la politica imperiale che ormai apriva la strada alle integrazioni delle Bespasiano concesse il diritto latino a tutta la +pagna. In Africa il pi% li!erale fu )raiano. I provvedimenti di Adriano rivelano la volont& di rilanciare e accrescere il numero delle promozioni collettive senza che però vi sia una rottura con la politica di Claudio. 4ltime fond azioni di colonie di popolamento* Aelia Capitolina, 7ursa in Pannonia. =a questo momentoin poi l e colonie saranno antiche comunit& promosse. +otto Adriano 1 municipia Aelia in Africa e otto in Pannonia, altri in $ezia, nel "orico, nella 7esia +uperiore, in =acia. Il regno di Antonino segna ua pausa. 7arco Aureli aa!!andonò questo conservatorismo pusillanime e, con Commodo tornò alla politica Adrianea. 'a Costituzione Antoniniana del -1- attri!u? la cittadinanza a tutti i cittadini e, gli imperatori africani e siriani ridussero numerose ineguaglianze istituzionali politica che man mano fu seguita dino a (allieno, una politica di promizione delle collettivit&. In occidente queste promozioni riguardavano soprattutto lAfrica e la =acia come gli statuti coloniali si Aquincum e Carnutum, lo ius Italicum a 'eptis 7agna. 'a rottura pi% netta fu in oriente in :gitto le metropoli dei nomi ricevettero istituzioni quasi poliadi e Alessandria rie!!e la sua ;oul#. In(iudea +evero e d :lioga!alo crearono comunit& cittadine in zone rimaste fino ad allora sotto amministrazione diretta e promossero generosamente le grandi citt& della +iria e della 7esopotamia recentemente annesse. 'a storiografia si esprime per lo pi% negativamente su questopera denunciandone il carattere artificioso senza effetti reali ed enfatizzandone gli aspetti livellatori. +e!!ene la promozione non privasse dalla pressione fiscale , i diversi privilegi che ne derivavano influivano nel !ilancio dellimpero e tuttavia lidea di un livellamento va respinta perch# le promozioni erano sempre rivolte in senso onorifico ad una minoranza.. )uttavia il cam!iamento di statuto fu sicuramente innanzitutto voluto dalle citt& come confermato dalla stagnazione giuridica di citt& anatoliche dimpronta ellenistica ove la salvaguardia del passato ellenico era inconcilia!ile con lo statuto e le istituzioni della comunit& romana. 'a costituzione riguardava le persone non le citt& ed concedeva una cittadinanza ormai svalutata e gi&  posseduta da parecchi individui e comunque gli esclusi rianevano in gran numero infatti perch# gli humiliorres accedessero alla cittadinanza, occorreva che la citt& fosse colonia e lunico modo allinfuori di questo era il servizio militare. 'a costituzione si rivolgeva a tutti i cittadini stranieri esclusi i deditizi* i peregrini deditizi erano i popoli sconfitti che si erano arresi a discrezione e ai quali era stata rifiutata la sopravvivenza di ogni loro istituzione, il loro statuto era il pi% !asso possi!ile. 'intento di Caracalla era quelllo di estendere a tutti il pagamento della tassa sulleredit& dovuta dai soli cittadini e il cui valore era stato raddoppiato

/'a +ociet&

/'a popolazione dellimpero •

















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'insufficente documentazione impedisce ogni certezza sulle popolazioni dellimpero> le fonti pi% precise si  prestano a coclusioni contraddittorie. 'autorit& romana disponeva di informazioni in cifre ma queste conducono sempre a discussioni. $iguardo la sperzanza di vita lutilizzo !ruto delle iscrizioni funerarie fornisce dati irrealisticie il rinnovo generazionale non avre!!e potuto essere assicurato se le famiglie fossero state cos? poco feconde come lasciano intendere gli epitaffi. 'a durata media di vita di 89 anni, data dal giurista 4lpiano, trascurava la mortalit& infantile , e questo comportava un alto tasso di fecondit& con matrimoni precoci e celi!ato poco diffuso. 'a struttura della faiglia variava molto in !ase alla clase sociale dappartenenza. Ci sfugge il comportamento della parte essenale della popolazione ma si può ammettere che per glia !itanti li!eri, in particolare nelle zone rurali, la norma fosse una copoa che produceva tuanti figli quanto la fecondit& della donna permetteva. Per gli am!ienti romano/italici si conosce il comportamento delle Il rango dipende dalla propria nascita e dal patrimonio* il padre trasmette la propria dignitas ai figli. 'esercizio di certe  profesioni, reati o delittio cattivi costumi fanno perdere fama. (li humiliores lo sono per nascita, attivit&, carattere e sono inadatti alle responsa!ilit& e la lorocondizione leggittima # la dipendenza. I ceti dirigenti si dividevano in ordini* 'ordine senatorio era composto da 599 senatori propriamente detti, dalle mogli e dai loro discendenti per tre generazioni, al massimo alcune migliaia di persone e lintegrazione di una nuova famiglia dipendeva solo dallimperatore. 'ordine equestre era su!ordinato a quello senatorio d la sua struttura era diversa . Il cittadino romano che fosse di nascita li!era e possedesse almeno 99999 sesterziaveva diritto di portare lanello doro dei cavalieri e sedersi in teatro nelle 1 file previste dalla legge giulia theatralis, ma lingresso nellordine dipendeva solo dalla volont& imperiale. 'ordine riuniva solo gli uomini I decurioni non formavano un ordine omogeneo propriamente detto. 'a struttura del ceto dirigente dellImpero non può essere analizzata con un unico criterio di differenziazione sia esso giuridico, di prestigio, delle funzioni, della ricchezza. Allinterno di uno stesso ordine infatti un individuo poteva avere uneterogeneit& di queste caratteristiche. 'i si può ripartire in due livelli* in cima unarisotcrazia numericamente inferiore che, alla fine della repu!!lica, meritavano il nome di domi no!iles e che in seguito furono definiti primi. :ssi, se non monopolizzavano tutte le funzioni, erano i veri dirigenti delle cittadinanze e si accaparravano i posti di alto prestigio sul piano locale o  provinciale. Al di sotto si trovavano gli altri !uoni cittadini decurioni, vetereani, mem!ri delle professioni li!erali, a questo gruppo possono essere uniti dei ple!ei grossi commercianti e trasportatori ed alcuni ricchi li!erti facenti parte degli augustales, personaggi che svolgevano mansioni importanti se!!ene privi di dignitas. Alla testa di tutti vi era laristocrazia senatoria di cui tuttavia non possiamo tracciare delle differenze nette. =opo la fine della repu!!lica, incapaci di assicurare direttamente il controllo politico e militare sui propri domini, i romani portarono avanti una politica dincentivazione delle
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