Altro Consumo

May 11, 2018 | Author: Books | Category: Sharing Economy, Whats App, Foods, Business
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Magzine Marzo 2015 Sostegno e informazioni ai consumatori...

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IL GIOCO IMPAZZA

DIETE INEFFICAC IN EFFICACII

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www.altroconsumo.it

290 • Marzo 2015 Altroconsumo - mensile - 11 € Altroconsumo Altroconsumo Altrocons umo + supplemento Soldi&Diritti - 22 € Altroconsumo + supplemento Test Salute - 24€ Altroconsumo Altrocons umo + supplemento Soldi&Diritti e Test Test Salute - 35 €

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DIRITTI ONLINE

SPARIRE SP ARIRE DALLA RETE Non sempre è possibile

ELETTRODOMESTICI

AFFIDABILI? Cosa pensa dei piccoli apparecchi chi li usa

IL TEST

CACCIA ALL’ UOVO 26 prodotti alla prova per scovare il migliore

A

Marzo 2015

Sommario 6

16

54

Uova al sicuro dal rischio diossina, qualche delusione sulla freschezza

Piccoli elettrodomestici: la classifica dei migliori per chi li usa

24

Ti aspettiamo al nostro Festival, 22-24 maggio

DALLA TUA PARTE

Possedere o usare?

62 Snack, integratori, libri: il business-diete

Lavori in casa: il nostro socio rischiava di pagare doppio

TEST INCHIESTE

ADESSO LO SAI 60 Rispondiamo direttamente alle

6 Notizie, analisi, commenti, consigli dal mondo del consumo e aggiornamenti sulle nostre attività.

Complice la crisi economica, alleata di ferro una tecnologia sempre più sofisticata, si è fatto strada un modo di consumare nuovo, che basa su condivisione e alleanza tra persone la possibilità di risparmiare tempo e denaro, di evitare sprechi e rifiuti, di godere di beni e servizi solo quando servono, di mettere in comune spazi e conoscenze. Forse è più consolante pensare che come cittadini stiamo maturando nei nostri stili di vita, meno consumistici. E, di fatto, sta venendo meno l’ansia di comprare o accumulare cose, secondo il  vecchio modello culturale che valorizzava il possesso – auto, casa, oggetti di famiglia – come espressione di  benessere e sicurezza economica. Molti oggetti poi sono diventati immateriali, come libri o dischi: quel c he conta oggi è la fr uizione, leggere o ascoltare musica, non esibire una libreria. Chi vive in grandi città può fare a meno dell’auto, visto che a ogni angolo di via ci sono mezzi per ogni esigenza a disposizione di chi ne ha  bisogno, quando vuole: bollo, assicurazione, revisione, revisione,  benzina, zone a traffico limitato, box... box... non sono più più un nostro problema. Persino le formule di vendita delle auto seguono il trend: paghi le rate per guidare una  bella auto nuova, nuova, che di fatto non è tua, e la restituisci due anni dopo (Soldi & Diritti di questo mese). Per alloggiare in vacanza non è necessario prenotare un albergo, ma si può trovare accoglienza in una casa, mettendo a disposizione la propria per altri viagg iatori. La stessa logica partecipativa anima i gruppi di acquisto di beni o servizi, come quelli che anche Altroconsumo propone, facendo tesoro della condivisione di interessi e di valori che u nisce tutti i soci, e rendendoli più forti di fronte al mercato. Be nissimo, comodo: siamo di fronte a una vera innovazione sociale. Ma attenzione, sempre di economia – per quanto sharing - e di mercato globale stiamo parlando. Molte imprese hanno reso la condivisione un af fare redditizio, che vale già miliardi di dollari (per esempio, Uber per le auto e Airbnb per le c ase) e molte sono pronte a farlo, aiutate guarda caso dai soldi dei g randi investitori, trasformando genuini ideali in lauti utili. E ignorando magari regole di sicurezza o garanzie offerte dal mercato tradizionale, aggirando leggi nazionali e creando nuove forme di sfruttamento del lavoro. Anche di questo parleremo al Festival di Ferrara. Vi aspe ttiamo.

16   UOVA ALLA PROVA 16 Sonofresche,buoneesicure? Testate 26 confezioni.

33 CAR 33  CAR SHARING E EXPO

47   TELEFONO E ADSL 47

Parcheggi e tragitti limitati: il servizio non è pronto.

vostre domande: merendine.

Scegliere la tariffa giusta, senza trappole.

VIVA VOCE 21 TEST SUI MIXER

A PRIMA VISTA 12 Le nostre impressioni e i nostri giudizi sui prodotti appena usciti sul mercato.

Bastano 30 euro per un buon frullatore a immersione.

24 DIETE, CHE AFFARE Promettonomiracolieintanto ci vendono di tutto.

TOP 5

38 CHIEDI 38  CHIEDI AL DENTISTA Al via un nuovo servizio di consulenzagratuitaperisoci.

40 DIRITTO ALL’OBLIO

R i is     p  s   a  a r  rm     i  m 1  0 5  0   €  5     €

Rimuovere i propri dati dal web si può, ma rispettando l’interesse pubblico.

interessanti tra l’ampia selezione di test che trovate sul nostro sito.

La nostra inchiesta svela quanto ci costa davvero.

www.altroconsumo.it/contattaci

Altroconsumo 290

54 ELETTRODOMESTICI

I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. Non abbiamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i prodotti e ci affidiamo solo a laboratori competenti e indipendenti da qualsiasi interesse.

64 IL DUBBIO

Tutti i consigli per comprare un pc economico, ma buono.

Il nostro test su 9 ereader.

AL TELEFONO ATTRAVERSO IL SITO

Un altro bonifico - Una linea fantasma - Olio: in quale bottiglia? - Un pacchetto o un pacco? - Si lava meglio all’estero Aspirapolvere a prova di gatto Sulla fattura della bici

58COMPUTER 58 COMPUTER LOW COST 44 LEGGERE DIGITALE

Contatti Tutti i numeri sono a pag. 62

62 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA

Per evitarle meglio i prodotti naturali o chimici?

I più soddisfacenti e i più inutili: i giudizi di chi li usa.

28 GIOCO D’AZZARDO

14 Cinque prodotti particolarmente

2

50 MAI 50  MAI PIÙ TARME

INDIPENDENTI Ci finanziamo con le quote associative e l’abbonamento alle nostre riviste, che non contengono pubblicità, né informazioni pagate da produttori o da gruppi di interesse politico e finanziario. L’indipendenza è totale, a garanzia della obiettività dei giudizi e deiconsigli.

• Mar zo 201 5

w ww.a lt roconsu mo.i t

   E   C   H   E    I    T    T    R  A   E   R    P    E   S   P    I    I   D    T    U   G    R  A   G

Identikit di un sacchetto

EFFICACI Il nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, efficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici qualificati e specialisti di settore che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, della consulenza, della risoluzione concreta dei problemi.

DALLA TUA PARTE La nostra missione è esclusivamente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale ai nostri soci e portiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlocutori istituzionali e sociali.

Rosanna Massarenti Direttore

Mar zo 201 5•

www. a ltroconsum o. it

290 Altroconsumo

3

SEI INTERESSATO A UN ALTRO ARGOMENTO? VUOI VEDERCI CHIARO SU UN ALTRO TEMA? Scegli la Guida che ti interessa tra tutti i nostri titoli.

ANCHE A MARZO SCEGLI IL TUO REGALO LE NOSTRE PROPOSTE DEL MESE: Imparare a far valere i propri diritti  contro ogni sopruso.

Come prevenirle e curarle con metodi di difesa quotidiani.

COLLANA SOLDI E DIRITTI

COLLANA SALUTE E BENESSERE

 Di fendi i tuoi tuoi diritti G402  Di fendi i tuoi tuoi diritti vol.2 G409 Guida all’eredità G404   Assicurazioni G748 Guida alle attività in proprio G388 Guida alla banca G749 Mutui e Finanziamenti G397  I l condominio in 150 domande G422  Dirit ti quotidiani in 100 100 domande G413  Trovare lavoro oggi G415   Affi ttas i G759

COLLANA CONSUMI E VITA PRATICA

 Esami medici G401 Esami medici vol. 2 G405 Conoscere i farmaci farmaci G756 Malattie e dolori reumatici reumatici G403  L’abc del paziente G410 Guida alle allergie G386  Dimagrire G750 Cosa c’è nel piatto G425 Guida alla gravidanza gravidanza G392 Sapore ed equilibrio equilibrio G398  Cuore in forma G420 100 esercizi per restare restare in forma G421 Casa sana e sicura G412  Frut ta e verdura G414 Alimenti con trucco trucco G753

Manuale del turista G751  Android G760  Fai da te G411  Fai da te - livello avanzato G416 Sai cosa compri? G754   Come risparmiare energia in casa G407  iPhone G752 Il manuale delle pulizie G387 Vivere meglio spendendo meno G747 Come gestire il proprio tempo G395   Conser vare sotto vetro vetro e sotto zero G396  Comp rare e vendere casa G394 Conosci il tuo computer computer G399 Internet per principianti principianti G423 Il tuo mondo in un click G757 La tua vita nella rete G761



















































 TÀ  N O V I T



































Non perdere questa occasione.  A cosa serve l’Autor l’Autorità ità Garante Garante della Privacy? Privacy? Chi può ricorrere alla Corte Europea?  Quando ci si rivolge al Difensore Civico?

Gli occhi rossi sono sempre sintomo di allergia?  Allergici si nasce nasce o si diventa?  diventa?  Intolleranze o allergie alimentari? 

Usa il codice di marzo VA15030 per ordinare gratis una delle proposte del mese o la Guida che preferisci tra le nostre collane.

ORDINARE È FACILISSIMO. Vai su altroconsumo.it/guidepratiche

CODICE

VA15030

Scegli la Guida che preferisci. È un regalo di Altroconsumo. Cognome

Chiama lo 02 6961506 e 6961506 e comunica il tuo codice Socio, la tua scelta e i codici di riferimento che trovi sul tagliando qui di fianco

È un regalo di Altroconsumo e con un piccolo contributo di 1,95 euro per le spese postali, riceverai tutta la nostra esperienza per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani e vivere meglio.

Compila e rispedisci il tagliando qui di fianco ad Altroconsumo - Guide Pratiche - Uffi cio Milano Isola, Casella Postale 10376 - 20110 Milano

Nome CodiceSocio

G765- Sapersidifendere 14,45Euro inregalope inregaloperte rte

inregaloperte rte G386- Guida alle allergie 14,45Euro inregalope

G...........

..............................................................................................

Usa il tuo smartphone OFFERTA VALIDA SINO AL 31MARZO2015.

    E     T     R     E     P     O     L     A     G     E     R     N     I

Marzo 2015

Sommario 6

16

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Uova al sicuro dal rischio diossina, qualche delusione sulla freschezza

Piccoli elettrodomestici: la classifica dei migliori per chi li usa

24

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16   UOVA ALLA PROVA 16 Sonofresche,buoneesicure? Testate 26 confezioni.

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inregaloperte rte G386- Guida alle allergie 14,45Euro inregalope

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R NOTIZIE R INFORMAZIONI  R CONSIGLI R PREZZI  R SICUREZZA  R AMBIENTE R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R

Facciamo Festival Appuntamento il 22, 23 e 24 maggio a Ferrara per la terza edizione di Altroconsumo Festival. Ospiti illustri, consulenze, laboratori, prove pratiche, degustazioni e spettacoli. Ti aspettiamo! UNWEEKEND INSIEME

'invito è rivolto a tutti. A chi  già ci conosce e vuole scoprire le novità che abbiamo in cantiere. A chi ha solamente sentito parlare di noi ed è curioso di  vederci all’opera. E naturalmente a tutti i soci che vorranno porci domande di persona, accedere al dietro le quinte del nostro lavoro e stimolarci con i loro suggerimenti. L’appuntamento L’app untamento cade in un  weekend di primavera, perfetto per regalarsi un viaggio a Ferrara, una delle città d’arte più affascinanti d’Italia, che regala bellezza a ogni angolo e che ha fatto della mobilità sostenibile una bandiera: è la città con il maggior numero di biciclette per abitante. Ferrara Altroconsumo Festival 2015 metterà al centro temi che attraversano la vita di ciascuno di noi e che ci chiamano a fare scelte quotidianamente: i diritti, l’alimentazione, la salute, la sicurezza, l’energia, la scelta dei prodotti migliori risparmiando. Ci saranno ospiti illustri, eventi informativi e laboratori formativi, degustazioni, installazioni e mostre: tutto all’insegna dell’utilità pratica e del divertimento. Grazie anche ai molti spettacoli dal vivo. Online gli aggiornamenti sul programma. ¬

L

www.altroconsumo.it/ferrara

OSSERVATORIO PREZZI

Quando la convenienza è su altri siti Che i siti di couponing, tipo Groupon, non sempre si comportino correttamente, lo abbiamo già denunciato. Che invece, in molti casi, tradizionali siti di e-commerce (Ebay, Amazon...) abbiano offerte migliori, è u na novità che è emersa con questa nostra indagine. Il settore in cui i coupon sono più cari è quello degli articoli sportivi, per i quali si registrano prezzi superiori del 23%, mentre la categoria di prodotti in cui sono più economici è quella che include l'arredamento e i prodotti per la casa. Il consiglio è di non dare mai per scontato che i coupon siano i più economici in assoluto. Spesso online si trova di meglio, più spesso di quanto si creda. Basta cercare.

6 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

CATERGORIE

     O      O      M      A      L      G

     A      I      L      A      P      U      O      R      G

-27,4

CASA E ARREDAMENTO

C

osa succede quando l’ingegneria alimentare amoreggia con il marketing? Partorisce i cosiddetti superfood : alimenti di cui non si sente assolutamente il bisogno e che sono fabbricati in laboratorio solo per poter utilizzare slogan che titillano il nostro desiderio di mantenerci in salute. Che ci fanno quello zinco, quel selenio, quelle vitamine (B3, B5, B6, B12 e D) nel nuovo latte Parmalat? Semplice: sono stati artificialmente aggiunti per poter usare alcuni dei claim sulla salute autorizzati dalla Commissione europea, tra cui “la vitamina D aiuta il mantenimen to di ossa normali”. Il paradosso è che da quando esiste il regolamento europeo (1924/2006) che prescrive che gli slogan presenti su alimenti e integratori debbano essere veritieri, sloga si so sono moltiplicati, accanto ai prodotti fuori legge, anche quelli fabbricati a ad hoc per usare proprio i messaggi salutistici autorizzati. Non contenta Parmalat si è spinta oltre, usando il auto fantasioso termine “pro-age”, di cui non c'è traccia nel fanta regolamento. Lo fa per rafforzare il messaggio contenuto nel rego nome commerciale del prodotto, “Elysir”, scelto ad arte perché nom elisir e i è il liquido cui la leggenda attribuisce la magica virtù di prolungare la vita. Tutto studiato per attirarci, come si fa con i gatti davanti a una ciotola di latte. Elysir lo abbiamo pagato 1,59 euro: troppo per un latte a lunga conservazione (Uht). Non ci piacciono gli alimenti addizionati, meglio puntare su una dieta varia ed equilibrata. A qualsiasi età.

Così loro sono dimagriti      X      N      I      O      P

-9,4

+9

ELETTRODOMESTICI ELETTRONICA E TECNOLOGIA

-9, 3

-13, 8 +29

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SALUTE E BELLEZZA

13 ,6

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-19,6

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-12 ,1

+28 ,2

ARTICOLI SPORTIVI Si ririsparmia

     S      U      N      O      B      S      T      E      L

l 22 marzo si festeggerà la Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall’Onu oltre un  ventennio fa. Quest'anno sarà all'insegna del motto "Acqua e sviluppo sostenibile", per evidenziare il fondamentale ruolo delle risorse idriche per la crescita economica, la riduzione della povertà, la sostenibilità ambientale. Noi aggiungiamo per la vita e per la salute. Per questo vogliamo che l'oro blu sia esente da inquinamento e spreco. Non poteva cadere in un momento migliore l'inizio dei prelievi dei campioni d'acqua dalle fontanelle pubbliche in giro per l'Italia, per farli analizzare da un laboratorio specializzato. L'obiettivo è valutare la qualità dell'acqua del sindaco. Nel nostro Paese l’acqua è una risorsa abbondante e mediamente di buona qualità. Chi sceglie di bere acqua minerale spesso lo fa perché nutre dubbi sulla qualità di quella potabile. Se sei tra questi, scrivici per segnalare il problema della tua zona. ¬

I

ETICHETTA  Aggiunta di vitamine e minerali solo per usare slogan, come quello sulle ossa.

Non esistono alimenti né integratori in grado di bruciare grassi o calorie. Le false promesse di Perfoline.

Prezzi ne nella me media

+3,7

+8 , 5

Si sp spende mo molto di di pi più

w ww.altroconsu mo.i t

IN FORMA

ANTITRUST

+2,7

PRODOTTI PER BAMBINI

MODA

     N      O      P      U      O      R      G

 Al via i prelievi dalle fontanelle pubbliche: è il momento della verità. INDAGINE

Il latte alle ginocchia

[email protected]

QUANTO SONO CARI I COUPON? �%�      N      O      P      Q      0      6      3

Dubbi sull'acqua? Scrivici

erdere peso velocemente: con  gli incredibili poteri dimagranti del carciofo in una capsula iper-concentrata» così si pubblicizzava il prodotto Carcioforte.. Oppure «potere Carcioforte dimagrante della zuppa di cavolo finalmente in una capsula» (Cavolo (Cavolo  Forte).  Forte ). Facevano leva su presunti “snellenti naturali" come il carciofo,

P

www. altroconsumo. it

il lampone o il caffè verde gli undici prodotti della società Perfoline che promettevano dimagrimenti immediati e duraturi. Promesse che ovviamente non erano in grado di mantenere. Ecco perché l’Antitrust ha punito Perfoline con una multa di 650 mila euro per pubblicità ingannevole. La cura dimagrante è servita, ma per le loro tasche. ¬

30 kcal Pochissime Poc issime iss ime le e calorie ca contenute in 200 g di daikon, noto anche ccome “ravanello cinese”. È una radice adice con un sapore dolce e polpa crocc croccante.

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 7

    E     T     R     E     P     O     L     A     G     E     R     N     I

Dalla tua parte

R NOTIZIE R INFORMAZIONI  R CONSIGLI R PREZZI  R SICUREZZA  R AMBIENTE R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R

Facciamo Festival Appuntamento il 22, 23 e 24 maggio a Ferrara per la terza edizione di Altroconsumo Festival. Ospiti illustri, consulenze, laboratori, prove pratiche, degustazioni e spettacoli. Ti aspettiamo! UNWEEKEND INSIEME

OSSERVATORIO PREZZI

www.altroconsumo.it/ferrara

[email protected]

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CATERGORIE

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CASA E ARREDAMENTO

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ELETTRONICA E TECNOLOGIA

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MODA

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SALUTE E BELLEZZA

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-19,6

1 6,6

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ARTICOLI SPORTIVI Prezzi ne nella me media

+3,7

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Si sp spende mo molto di di pi più

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Dalla tua parte

osa succede quando l’ingegneria alimentare amoreggia con il marketing? Partorisce i cosiddetti superfood : alimenti di cui non si sente assolutamente il bisogno e che sono fabbricati in laboratorio solo per poter utilizzare slogan che titillano il nostro desiderio di mantenerci in salute. Che ci fanno quello zinco, quel selenio, quelle vitamine (B3, B5, B6, B12 e D) nel nuovo latte Parmalat? Semplice: sono stati artificialmente aggiunti per poter usare alcuni dei claim sulla salute autorizzati dalla Commissione europea, tra cui “la vitamina D aiuta il mantenimen to di ossa normali”. Il paradosso è che da quando esiste il regolamento europeo (1924/2006) che prescrive che gli slogan presenti su alimenti e integratori debbano essere veritieri, sloga si so sono moltiplicati, accanto ai prodotti fuori legge, anche quelli fabbricati a ad hoc per usare proprio i messaggi salutistici autorizzati. Non contenta Parmalat si è spinta oltre, usando il auto fantasioso termine “pro-age”, di cui non c'è traccia nel fanta regolamento. Lo fa per rafforzare il messaggio contenuto nel rego nome commerciale del prodotto, “Elysir”, scelto ad arte perché nom elisir e i è il liquido cui la leggenda attribuisce la magica virtù di prolungare la vita. Tutto studiato per attirarci, come si fa con i gatti davanti a una ciotola di latte. Elysir lo abbiamo pagato 1,59 euro: troppo per un latte a lunga conservazione (Uht). Non ci piacciono gli alimenti addizionati, meglio puntare su una dieta varia ed equilibrata. A qualsiasi età.

I

Così loro sono dimagriti

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ELETTRODOMESTICI

Si ririsparmia

     N      O      P      U      O      R      G

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IN FORMA

Non esistono alimenti né integratori in grado di bruciare grassi o calorie. Le false promesse di Perfoline. ANTITRUST

30 kcal

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PRODOTTI PER BAMBINI

6 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

GLI ESEMPI

     O      O      M      A      L      G

ETICHETTA  Aggiunta di vitamine e minerali solo per usare slogan, come quello sulle ossa.

 Al via i prelievi dalle fontanelle pubbliche: è il momento della verità. l 22 marzo si festeggerà la Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall’Onu oltre un  ventennio fa. Quest'anno sarà all'insegna del motto "Acqua e sviluppo sostenibile", per evidenziare il fondamentale ruolo delle risorse idriche per la crescita economica, la riduzione della povertà, la sostenibilità ambientale. Noi aggiungiamo per la vita e per la salute. Per questo vogliamo che l'oro blu sia esente da inquinamento e spreco. Non poteva cadere in un momento migliore l'inizio dei prelievi dei campioni d'acqua dalle fontanelle pubbliche in giro per l'Italia, per farli analizzare da un laboratorio specializzato. L'obiettivo è valutare la qualità dell'acqua del sindaco. Nel nostro Paese l’acqua è una risorsa abbondante e mediamente di buona qualità. Chi sceglie di bere acqua minerale spesso lo fa perché nutre dubbi sulla qualità di quella potabile. Se sei tra questi, scrivici per segnalare il problema della tua zona. ¬

QUANTO SONO CARI I COUPON? �%�

Quando la convenienza è su altri siti

Il latte alle ginocchia

INDAGINE

è rivolto a tutti. A chi  già ci conosce e vuole scoprire le novità che abbiamo in cantiere. A chi ha solamente sentito parlare di noi ed è curioso di  vederci all’opera. E naturalmente a tutti i soci che vorranno porci domande di persona, accedere al dietro le quinte del nostro lavoro e stimolarci con i loro suggerimenti. L’appuntamento L’app untamento cade in un  weekend di primavera, perfetto per regalarsi un viaggio a Ferrara, una delle città d’arte più affascinanti d’Italia, che regala bellezza a ogni angolo e che ha fatto della mobilità sostenibile una bandiera: è la città con il maggior numero di biciclette per abitante. Ferrara Altroconsumo Festival 2015 metterà al centro temi che attraversano la vita di ciascuno di noi e che ci chiamano a fare scelte quotidianamente: i diritti, l’alimentazione, la salute, la sicurezza, l’energia, la scelta dei prodotti migliori risparmiando. Ci saranno ospiti illustri, eventi informativi e laboratori formativi, degustazioni, installazioni e mostre: tutto all’insegna dell’utilità pratica e del divertimento. Grazie anche ai molti spettacoli dal vivo. Online gli aggiornamenti sul programma. ¬

L

'invito

Dubbi sull'acqua? Scrivici

erdere peso velocemente: con  gli incredibili poteri dimagranti del carciofo in una capsula iper-concentrata» così si pubblicizzava il prodotto Carcioforte.. Oppure «potere Carcioforte dimagrante della zuppa di cavolo finalmente in una capsula» (Cavolo (Cavolo  Forte).  Forte ). Facevano leva su presunti “snellenti naturali" come il carciofo,

P

il lampone o il caffè verde gli undici prodotti della società Perfoline che promettevano dimagrimenti immediati e duraturi. Promesse che ovviamente non erano in grado di mantenere. Ecco perché l’Antitrust ha punito Perfoline con una multa di 650 mila euro per pubblicità ingannevole. La cura dimagrante è servita, ma per le loro tasche. ¬

Pochissime Poc issime iss ime le e calorie ca contenute in 200 g di daikon, noto anche ccome “ravanello cinese”. È una radice adice con un sapore dolce e polpa crocc croccante.

www. altroconsumo. it

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Piccoli meno obesi

Noi ci EXPOniamo

LA DENUNCIA

Alimentazione e cibo, i temi dell'Esposizione Universale 2015, sono da sempre nostri cavalli di battaglia. Siamo pronti per questa sfida. Cibo buono e sicuro. Alimentazione corretta e sana. Sostenibilità delle filiere alimentari e responsabilità sociale. Sono temi che sono anche il cuore dell'attività di Altroconsumo, che fin dalla sua fondazione ha fatto delle inchieste e dei test alimentari, condotti con l'indipendenza che la contraddistingue, due dei suoi principali punti di forza. In una Expo che ha come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" faremo la nostra parte con progetti che mettono al centro l'educazione e la sicurezza alimentare.

I NUMERI BOCCIANO IL SUD L’eccesso di peso riguarda il 30,7% dei bambini di otto-nove anni (-4,5% rispetto alla prima rilevazione del 2008/2009). Va peggio al CentroSud, dove l’eccesso di peso riguarda più del 40% del campione.

Siamo partiti con l'app merendine, che permette ai genitori che la scaricano di scegliere, attraverso i codici-colore del semaforo, la merenda più sana per i propri figli e scartare quelle troppo grasse, dolci o salate.

 Cala l’obesità infantile, secondo i dati del monitoraggio del ministero della Salute. Ma restiamo i peggiori d’Europa. MONITORAGGIO

LO SPORT È TRASCURATO Il 18% dei bambini pratica sport solo per un’ora a settimana o anche meno, rispetto al 25% del 2008-2009. Il 35% guarda la Tv e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno.

LABORATORI PER EDUCARE Durante il prossimo festival a Ferrara (22-24 maggio)e durantei mesi di Expo, Altroconsumo organizza alcuni laboratori di educazione alimentare per gli studenti di primarie e medie.

CODICE VERDE

opo anni di crescita  vertiginosa, gli ult imi dati del sistema di sorveglianza nazionale sull’obesità infantile, promosso dal ministero della Salute, segnalano finalmente una  battuta d’arresto del fenomeno, che è in leggero calo. Ma la bella notizia non deve farci gioire troppo, visto che l’Italia resta, insieme a Cipro, maglia nera dell’intera Europa per quanto riguarda la ciccia sul  girovita dei suoi bambini. Attualmente, infatti, ancora un  bambino italiano su cinque è oversize e quasi quattro mamme su dieci non lo notano nemmeno. L’indagine, che ha coinvolto oltre 48 mila bambini e poco più di 2.600

D

classi scolastiche, rivela la presenza ancora molto radicata di stili di vita scorretti. A cominciare dalla tavola: I genitori l’8% salta la prima colazione e il 31% la fa non adeguata; un bambino su non quattro non consuma frutta e/o dovrebbero  verdura tutti i giorni e più di sottovalutare quattro su dieci bevono abitualmente bevande zuccherate il problema e/o gassate. Sport e attività fisica sono l’altra nota dolente: l’indagine rivela una realtà fatta di pigroni abituati a vedere troppa Tv. Insomma, i miglioramenti rispetto al passato, frutto anche di efficaci campagne di educazione alimentare, non devono farci abbassare la guardia su questo pericoloso fenomeno. ¬

Sono quelli che si possono fare intorno alla Terra mettendo in fila i 6 miliardi di bottiglie di plastica di acqua imbottigliata in un anno in Italia.

8 Al Altroconsumo troc su o 290 2 0 • Marzo arzo 2015

dal 15marzo:

Il tema dell'obesità, non solo infantile, sarà affrontato con uno spettacolo teatrale, "Io sono la luna"(Compagnia Genovese Bel tramo).  Al troconsumo organizza, in collaborazione con il Beuc (organo che riunisce le associazioni di consumatori europee), il convegno internazionale sulla promozione di stili di vita sani, in cui saranno premiati i migliori progetti di comunicazione dedicati al tema dell'alimentazione sana e sostenibile. Al centro del programma Expo di Altroconsumo ci sono i diritti del viaggiatoreturista. I moltissimi che arriveranno a Milano da tutto il mondo potranno contare sulla nostra guida digitale SOS Expo, per far valere i propri diritti durante il soggiorno in città e risolvere i principali problemi riguardanti trasporti, pernottamento e acquisti.

www.altroconsumo.it/expo

Il male di scendere a patti

Risparmio da scossa

Sfruttare per anni la disperazione dei malati e sfuggire al carcere. Un oltraggio da evitare a ogni costo.

Il dispositivo condannato dall'Antitrust è ancora in vendita. Sotto mentite spoglie.

iciamo no al patteggiamento per Davide Vannoni e le altre dodici persone imputate nel processo per Stamina. Processo in cui Altroconsumo si è costituita parte civile. Vannoni ha sfruttato per anni la disperazione di famiglie con malati senza speranza di sopravvivenza, vendendo l'illusione di una guarigione impossibile. Le

I

CASOSTAMINA

40 giri

I bambini saranno coinvolti direttamente grazie a laboratori, in cui imparerenno divertendosi a distinguere le buone dalle cattive abitudini alimentari. Ancora laboratori, questa volta per adulti,

dedicati al riso e al caffè: si articoleranno in degustazioni e riflessioni sulla sostenibilità delle diverse filiere.

D

richieste di patteggiamento non solo non prevedono alcun risarcimento per chicchessia, ma consentirebbero a Vannoni e a suoi accoliti di sfuggire al carcere. Inoltre permetterebbero loro di continuare l'impresa all'estero. Tutto questo è esecrabile e moralmente inaccettabile. Serve una punizione esemplare. Anche per evitare altre future Stamina. ¬ www.altroconsumo.it

Ebook: scende l'Iva ma non i prezzi L'Iva sugli ebook è finalmente uguale a quella dei libri di carta: dal 1° gennaio è passata dal 22% al 4%. Era da anni che gli editori chiedevano omogeneità di trattamento fiscale tra i libri di carta e quelli elettronici, perché non importa su quale supporto sia, “un libro è un libro”. Questo lo slogan della (giustissima) campagna promossa dall'Associazione italiana editori (Aie) e da noi supportata. Ora però che la tassazione è scesa, gli ed itori non abbassano i prezzi e si intascano tutti i benefici della riduzione. Una condotta davvero scorretta: l'Iva è un’imposta sui consumi e il suo abbassamento sarebbe dovuto andare a esclusivo beneficio dei consumatori. Altroconsumo lo ha segnalato all’Antitrust, chiedendo di verificare se la decisione comune a tutti gli editori italiani di mantenere inalterati i prezzi possa costituire una violazione delle regole in materia di concorrenza.

Bollette: dacci un taglio Se vuoi veramente risparmiare energia, richiedi la nostra guida. Scoprirai tutte le possibili soluzioni tecniche, gli accorgimenti e i comportamenti virtuosi che puoi adottare per avere una casa senza sprechi. Per te in regalo, con un contributo di 1,95 euro.

ENERGYSAVERPRO

l nome è diverso, ma la solfa è l a stessa. Ora ha deciso di chiamarsi Topweb Offers, ma è la stessa azienda che l’Antitrust ha già sanzionato per aver ingannato i consumatori, promettendo riduzioni del 75% sul consumo di energia elettrica, semplicemente inserendo il suo dispositivo in una presa della corrente. L'apparecchio in questione www.altroconsumo.it

è il famigerato Energy Saver Pro, che non è in grado di garantire a lcun risparmio. Promesse che Altroconsumo aveva smentito con diverse prove tecniche e che l’Antitrust aveva punito con 30mila euro di multa. Abbiamo segnalato anche la nuova azienda al Garante perché il prodotto è identico al precedente. Restatene alla larga. ¬

guidepratiche ui

www.altroconsumo.it/ ww.altroconsumo.it/

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Dalla tua parte

R NOTIZIE  R INFORMAZIONI  R CONSIGLI  R PREZZI  R SICUREZZA  R AMBIENTE  R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE  R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R

Piccoli meno obesi

GLI ESEMPI

Noi ci EXPOniamo

LA DENUNCIA

Alimentazione e cibo, i temi dell'Esposizione Universale 2015, sono da sempre nostri cavalli di battaglia. Siamo pronti per questa sfida. Cibo buono e sicuro. Alimentazione corretta e sana. Sostenibilità delle filiere alimentari e responsabilità sociale. Sono temi che sono anche il cuore dell'attività di Altroconsumo, che fin dalla sua fondazione ha fatto delle inchieste e dei test alimentari, condotti con l'indipendenza che la contraddistingue, due dei suoi principali punti di forza. In una Expo che ha come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita" faremo la nostra parte con progetti che mettono al centro l'educazione e la sicurezza alimentare.

I NUMERI BOCCIANO IL SUD L’eccesso di peso riguarda il 30,7% dei bambini di otto-nove anni (-4,5% rispetto alla prima rilevazione del 2008/2009). Va peggio al CentroSud, dove l’eccesso di peso riguarda più del 40% del campione.

Siamo partiti con l'app merendine, che permette ai genitori che la scaricano di scegliere, attraverso i codici-colore del semaforo, la merenda più sana per i propri figli e scartare quelle troppo grasse, dolci o salate.

 Cala l’obesità infantile, secondo i dati del monitoraggio del ministero della Salute. Ma restiamo i peggiori d’Europa. MONITORAGGIO

LO SPORT È TRASCURATO Il 18% dei bambini pratica sport solo per un’ora a settimana o anche meno, rispetto al 25% del 2008-2009. Il 35% guarda la Tv e/o gioca con i videogiochi per più di 2 ore al giorno.

LABORATORI PER EDUCARE Durante il prossimo festival a Ferrara (22-24 maggio)e durantei mesi di Expo, Altroconsumo organizza alcuni laboratori di educazione alimentare per gli studenti di primarie e medie.

CODICE VERDE

opo anni di crescita  vertiginosa, gli ult imi dati del sistema di sorveglianza nazionale sull’obesità infantile, promosso dal ministero della Salute, segnalano finalmente una  battuta d’arresto del fenomeno, che è in leggero calo. Ma la bella notizia non deve farci gioire troppo, visto che l’Italia resta, insieme a Cipro, maglia nera dell’intera Europa per quanto riguarda la ciccia sul  girovita dei suoi bambini. Attualmente, infatti, ancora un  bambino italiano su cinque è oversize e quasi quattro mamme su dieci non lo notano nemmeno. L’indagine, che ha coinvolto oltre 48 mila bambini e poco più di 2.600

D

classi scolastiche, rivela la presenza ancora molto radicata di stili di vita scorretti. A cominciare dalla tavola: I genitori l’8% salta la prima colazione e il 31% la fa non adeguata; un bambino su non quattro non consuma frutta e/o dovrebbero  verdura tutti i giorni e più di sottovalutare quattro su dieci bevono abitualmente bevande zuccherate il problema e/o gassate. Sport e attività fisica sono l’altra nota dolente: l’indagine rivela una realtà fatta di pigroni abituati a vedere troppa Tv. Insomma, i miglioramenti rispetto al passato, frutto anche di efficaci campagne di educazione alimentare, non devono farci abbassare la guardia su questo pericoloso fenomeno. ¬

I bambini saranno coinvolti direttamente grazie a laboratori, in cui imparerenno divertendosi a distinguere le buone dalle cattive abitudini alimentari. Ancora laboratori, questa volta per adulti,

dal 15marzo:

Sono quelli che si possono fare intorno alla Terra mettendo in fila i 6 miliardi di bottiglie di plastica di acqua imbottigliata in un anno in Italia.

 Al troconsumo organizza, in collaborazione con il Beuc (organo che riunisce le associazioni di consumatori europee), il convegno internazionale sulla promozione di stili di vita sani, in cui saranno premiati i migliori progetti di comunicazione dedicati al tema dell'alimentazione sana e sostenibile. Al centro del programma Expo di Altroconsumo ci sono i diritti del viaggiatoreturista. I moltissimi che arriveranno a Milano da tutto il mondo potranno contare sulla nostra guida digitale SOS Expo, per far valere i propri diritti durante il soggiorno in città e risolvere i principali problemi riguardanti trasporti, pernottamento e acquisti.

www.altroconsumo.it/expo

Risparmio da scossa

Sfruttare per anni la disperazione dei malati e sfuggire al carcere. Un oltraggio da evitare a ogni costo.

Il dispositivo condannato dall'Antitrust è ancora in vendita. Sotto mentite spoglie.

iciamo no al patteggiamento per Davide Vannoni e le altre dodici persone imputate nel processo per Stamina. Processo in cui Altroconsumo si è costituita parte civile. Vannoni ha sfruttato per anni la disperazione di famiglie con malati senza speranza di sopravvivenza, vendendo l'illusione di una guarigione impossibile. Le

I

D

l nome è diverso, ma la solfa è l a stessa. Ora ha deciso di chiamarsi Topweb Offers, ma è la stessa azienda che l’Antitrust ha già sanzionato per aver ingannato i consumatori, promettendo riduzioni del 75% sul consumo di energia elettrica, semplicemente inserendo il suo dispositivo in una presa della corrente. L'apparecchio in questione

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R NOTIZIE R

L'Iva sugli ebook è finalmente uguale a quella dei libri di carta: dal 1° gennaio è passata dal 22% al 4%. Era da anni che gli editori chiedevano omogeneità di trattamento fiscale tra i libri di carta e quelli elettronici, perché non importa su quale supporto sia, “un libro è un libro”. Questo lo slogan della (giustissima) campagna promossa dall'Associazione italiana editori (Aie) e da noi supportata. Ora però che la tassazione è scesa, gli ed itori non abbassano i prezzi e si intascano tutti i benefici della riduzione. Una condotta davvero scorretta: l'Iva è un’imposta sui consumi e il suo abbassamento sarebbe dovuto andare a esclusivo beneficio dei consumatori. Altroconsumo lo ha segnalato all’Antitrust, chiedendo di verificare se la decisione comune a tutti gli editori italiani di mantenere inalterati i prezzi possa costituire una violazione delle regole in materia di concorrenza.

Bollette: dacci un taglio Se vuoi veramente risparmiare energia, richiedi la nostra guida. Scoprirai tutte le possibili soluzioni tecniche, gli accorgimenti e i comportamenti virtuosi che puoi adottare per avere una casa senza sprechi. Per te in regalo, con un contributo di 1,95 euro.

è il famigerato Energy Saver Pro, che non è in grado di garantire a lcun risparmio. Promesse che Altroconsumo aveva smentito con diverse prove tecniche e che l’Antitrust aveva punito con 30mila euro di multa. Abbiamo segnalato anche la nuova azienda al Garante perché il prodotto è identico al precedente. Restatene alla larga. ¬

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Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 9

INFORMAZIONI  R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R

È l’ora di condividere È questo il motto della Sharing economy: risparmiare tutti, collaborando e scambiando. SOSTENIBILITÀ

ta emergendo anche in Italia un nuovo modello di servizio, quello della piattaforma collaborativa, che mette in contatto diretto le persone per condividere o scambiare beni, competenze, spazi. Si tratta di un modo più sostenibile di vivere e di pensare, che sposta l’attenzione dal concetto di possesso

Ebook: scende l'Iva ma non i prezzi

ENERGYSAVERPRO

richieste di patteggiamento non solo non prevedono alcun risarcimento per chicchessia, ma consentirebbero a Vannoni e a suoi accoliti di sfuggire al carcere. Inoltre permetterebbero loro di continuare l'impresa all'estero. Tutto questo è esecrabile e moralmente inaccettabile. Serve una punizione esemplare. Anche per evitare altre future Stamina. ¬

8 Al Altroconsumo troc su o 290 2 0 • Marzo arzo 2015

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Il tema dell'obesità, non solo infantile, sarà affrontato con uno spettacolo teatrale, "Io sono la luna"(Compagnia Genovese Bel tramo).

Il male di scendere a patti CASOSTAMINA

40 giri

dedicati al riso e al caffè: si articoleranno in degustazioni e riflessioni sulla sostenibilità delle diverse filiere.

a quello di utilizzo. Non è solo una risposta momentanea alla crisi economica, la Sharing economy  è un modello forte, motore di un nuovo modo di relazionarsi, molto legato allo sviluppo della tecnologia digitale. Molte realtà di economia collaborativa nascono come start up, nel campo del turismo e dei

trasporti, ma anche del lavoro e del crowdfunding. I va ntaggi sono numerosi: si risparmia, si socializza e si sfruttano meglio le risorse, visto che in sostanza si pratica il riuso e la condivisione di beni sottoutilizzati. Un esempio tipico è l’automobile, spesso poco sfruttata, ma in qualche circostanza indispensabile. Perché comprarne una e mantenerla tutti i  giorni dell’anno quando po sso sfruttare un comodo servizio di car sharing? Lo stesso può succedere per una casa, da scambiare con quella di altri in occasione di un  viaggio o da affitt are per brevi periodi quando non è abitata. L’elenco di valide alternative alla proprietà è lungo, come rivela la recente ricerca di Collaboriamo.org, uno studio dello stato delle piattaforme collaborative italiane. Un vero e proprio boom: se ne stimano più di 100, suddivise tra società di piccoli dimensioni in mano a giovani imprenditori, numerose realtà italiane pioniere (come Subito.it, Kijiji, Bakeka...) e alcune multinazionali, come Uber o Airbnb. ¬

Dalla tua parte

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INFORMAZIONI  R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R

È l’ora di condividere È questo il motto della Sharing economy: risparmiare tutti, collaborando e scambiando. SOSTENIBILITÀ

S

ta emergendo anche in Italia un nuovo modello di servizio, quello della piattaforma collaborativa, che mette in contatto diretto le persone per condividere o scambiare beni, competenze, spazi. Si tratta di un modo più sostenibile di vivere e di pensare, che sposta l’attenzione dal concetto di possesso

a quello di utilizzo. Non è solo una risposta momentanea alla crisi economica, la Sharing economy  è un modello forte, motore di un nuovo modo di relazionarsi, molto legato allo sviluppo della tecnologia digitale. Molte realtà di economia collaborativa nascono come start up, nel campo del turismo e dei

trasporti, ma anche del lavoro e del crowdfunding. I va ntaggi sono numerosi: si risparmia, si socializza e si sfruttano meglio le risorse, visto che in sostanza si pratica il riuso e la condivisione di beni sottoutilizzati. Un esempio tipico è l’automobile, spesso poco sfruttata, ma in qualche circostanza indispensabile. Perché comprarne una e mantenerla tutti i  giorni dell’anno quando po sso sfruttare un comodo servizio di car sharing? Lo stesso può succedere per una casa, da scambiare con quella di altri in occasione di un  viaggio o da affitt are per brevi periodi quando non è abitata. L’elenco di valide alternative alla proprietà è lungo, come rivela la recente ricerca di Collaboriamo.org, uno studio dello stato delle piattaforme collaborative italiane. Un vero e proprio boom: se ne stimano più di 100, suddivise tra società di piccoli dimensioni in mano a giovani imprenditori, numerose realtà italiane pioniere (come Subito.it, Kijiji, Bakeka...) e alcune multinazionali, come Uber o Airbnb. ¬ Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

NUOVA ETICHETTA PER IL PESCE Da 13 dicembre 2014 è obbligatorio indicare in etichetta o nel punto vendita sia il nome scientifico del pesce sia quello commerciale, il luogo di pesca, il tipo di attrezzi utilizzati per la cattura del pesce selvaggio, se il prodotto è stato scongelato e il termine minimo di conservazione. Rimane in vigore l’attuale indicazione del metodo di produzione: pescato o allevato.

Nome commerciale e nome scientifico della specie

SGOMBRO �SCOMBER SCOMBRUS� Categoria di attrezzi usati per la pesca

RETI A STRASCICO

Quantità

PESO NETTO:250G

Produttore

NOME E INDIRIZZO XXX

Bollo sanitario

10 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

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PESCATO �MAR IONIO�

Zona di cattura

DA CONSUMARE ENTRO 18/03/15

Data di scadenza

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Blackphone, difende la privacy?

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IL NOSTRO PARERE Non serve agli utenti comuni

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perando di capitalizzare l’attenzione che il grande pubblico dedica al tema delle intercettazioni telefoniche, un’azienda svizzera ha lanciato il Blackphone, uno smartphone che incita a “riprendere il controllo della propria privacy”. Tutto punta a dare l’impressione della segretezza, a partire dal nome del sistema operativo, Private OS (una derivazione di Android priva di accesso al Play Store) e dalle app per la comunicazione crittografata: Silent Phone, Silent Text, Silent Contacts. Il reale funzionamento del telefono però ci fa sorgere più di una perplessità. Per esempio, le telefonate tra un Blackphone e un telefono normale restano intercettabili e nella mail non  vengono impostati per default i classici protocolli di protezione come SSL. Va detto, inoltre, che le “Silent app” possono anche essere

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Conviene solo a chi stampa tanto

Vileda Magical 4,99 € Prevenire lo sporco? È quanto promette questo kit composto da panno e spray idropellente: spruzzandolo ogni settimana su vetri, specchi, piastrelle e rubinetteria si crea una sottile patina che fa scivolare via l’acqu a. Perché sia effi cace, però, bisogna prima pulire bene per eliminare lo sporco. Insomma, niente di molto diverso da quello che si farebbe normalmente per le pulizie.

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Il nostro esperto Analista di mercato

«Per curare la propriasicurezza informaticabisogna partire dai pericoli più realistici tra quelli in circolazione: salvoesigenze particolari, quindi, meglioimparare a contrastare phishing e malware di vario genere, primadi preoccuparsidelle intercettazioni telefoniche»

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A confronto

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GPS 296 € - 377 € Qualità globale: buona (72 su 100) Prestazioni buone come quelle dell'app, ma p rezzo sensibilmente più elevato. Il GPS ha in più un ampio schermo per le indicazioni video, una qualità audio eccellente, le informazio ni sul traffico integrate e non a pagamento e un miglior riconoscimento vocale. Il calcolo dei percorsi è soddisfacente, ma non è rapido come quello dell'applicazione.

vs

Comodo, ma troppi limiti 12 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

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290 Altroconsumo 15

Test IL NOSTRO TEST

Sono fresche, buone e sicure le uova in commercio? Per rispondere a questa domanda abbiamo acquistato a Roma e a Milano 26 confezioni di uova fresche, tra cui due di “extra fresche”. La selezione include uova provenienti da diversi tipi di allevamento: in gabbia, a terra, all’aperto e da agricoltura biologica.

Che sorpresa! Strapazzate dal laboratorio, le uova sono uscite indenni da problemi di diossina e farmaci veterinari. Non mancano i nei, soprattutto scarsa freschezza. I consigli per sceglierle.

16 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

U

la prima volta che in un nostro test sulle uova i risultati sono infatti così posi-

tivi. Certo, siamo ancora lontani dalla perfezione, in particolare su f reschezza,

pulizia del guscio, assenza di macchie nel tuorlo e nell’albume e chiarezza delle informazioni ai consu-

matori. Ma quanto al rischio di contaminazione da farmaci veterinari, le analisi − eseguite con l’accuratezza di chi è abituato a cercare il pelo nell’uovo (è il caso di dirlo) − dicono che si può stare tranquilli. Quasi tutti i campioni sono risultati puliti: solo tre quelli in cui ne è stata riscontrata la presenza in tracce e si tratta in tutti i casi di farmaci il cui uso è permesso.

Nulla di preoccupante, visto che le concentrazioni 70 CALORIE

RICCO DI PROTEINE

DUE A SETTIMANA

A dispetto del luogo comune, l’uovo non è un alimento nutrizionalmente completo. Per esserlo dovrebbe avere più carboidrati, calcio e vitamina C. Un uovo contiene circa 70 calorie.

L’uovo è una fonte concentrata di proteine nobili, il cui valore biologico è il più elevato tra tutti gli alimenti. 100 g di tuorlo e albume contengono il 12% circa di proteine e quasi il 9% di grassi.

A causa del loro alto contenuto di colesterolo, i nutrizionisti consigliano di non consumare più di due uova a settimana. Anche perché quasi altrettante sono quelle contenute in altri alimenti da noi consumati (dolci, pasta...).

AI BLOCCHI DI PARTENZA

Abbiamo scelto campioni di uova conservate a temperatura ambiente, come nella maggior parte dei punti vendita. Per poter testare tutti i prodotti nelle stesse condizioni, abbiamo dovuto escludere di conseguenza le uova vendute nei banchi refrigerati, tra cui quelle a marchio Esselunga. Tutti i produttori suggeriscono di riporre le uova in frigorifero una volta a casa. Per questo motivo abbiano refrigerato tutti i campioni una settimana prima della scadenza indicata in etichetta (ultimo giorno utile, secondo la legge, per tenere in vendita le uova). Le prove le abbiamo invece effettuate tutte il giorno esatto della scadenza, che per legge deve essere il 28° dalla deposizione.

ova con sorpresa. Finalmente bella. È

riscontrate sono molto al di sotto dei limiti massimi consentiti dalla legge, che sono già molto restrittivi e cautelativi per la salute dei consumatori. Non è stato così nella primavera del 2000, quando il test evidenziò la presenza di antibiotici in una decina prodotti, fatto che portò al loro ritiro dal mercato e a un processo protrattosi per anni (e da noi vinto). Anche nel 2003, l’esito non fu tranquillizzante: residui di f armaci veterinari furono riscontrati i n due campioni, mentre nel 2008 ad essere interessato dalla presenza di un farmaco non autorizzato fu un solo campione.

Diossina, niente paura

Stesso discorso sulle diossine. Dopo l’allarme dello scorso anno sulla contaminazione da pcb e diossine in alcune uova, rilevata dalle autorità sanitarie della Lom-

 bardia, era naturale che includessimo nel test anche questo tipo di analisi, benché costoso. La fobia collet-

tiva era scattata perché il modo in cui la notizia era stata divulgata induceva a pensare che tutte le uova, anche quelle allineate sugli scaffali dei supermercati,

fossero a rischio. In realtà, i dati raccolti dalle Asl ri guardavano solo alcuni allevamenti domestici, in cui le galline ovaiole erano libere di razzolare all’aperto e soggette a pratiche non proprio ortodosse, cosicché le uova contaminate erano di fatto uova destinate all’autoconsumo. Dal momento che i rischi maggiori erano

stati evidenziati in uova ottenute da galline che vive-

LA CARTA D’IDENTITÀ Che significato ha il codice di lettere e numeri impresso sulle uova? In verità ne ha più di uno, a patto che lo si sappia decifrare. E a condizione che sia effettivamente leggibile: su quattro prodotti del test non era così. Questo codice è una sorta di carta d’identità dell’uovo: fornisce molte informazioni su provenienza e qualità. Ecco come leggerlo. BIOLOGICHE �CODICE 0�

ALL’APERTO �CODICE 1�

Quando il primo numero del codice corrisponde a 0 significa che le uova sono prodotte da galline cresciute in allevamenti biologici. In questi allevamenti non possono esserci gabbie e le galline ovaiole devono avere accesso ad aree all’aperto (di almeno quattro metri quadri per ciascuna) tutte le volte che il clima lo consente. Le galline si cibano di erba e mangimi, ottenuti con metodi biologici.

Nell’allevamentoall’aperto, contrassegnato dal numero 1, le galline hanno la possibilità di accedere attraverso appositi passaggi a una superficie aperta, che corrisponde alla metà di quella degli allevamenti biologici. Per ogni mille galline ovaiole, deve essere disponibile un’apertura totale di due metri. Negli spazi chiusi la densità massima è di nove galline al metro quadro.

A TERRA �CODICE 2�

IN GABBIA �CODICE 3�

Come in quello all’aperto, l’allevamento a terra non prevede la presenza di gabbie, ma capannoni divisi in livelli. Le galline non possono accedere a spazi esterni. La densità prevista è di nove galline per metro quadro. Poiché non ci sono divisori, le galline possono in teoria muoversi e passare da un livello a l’altro. I livelli (con un’altezza minima di 45 cm), possono essere massimo quattro.

Una norma europea ha migliorato le condizioni degli allevamenti in gabbia, le cosiddette “batterie”. Fino all’inizio del 2012, le galline erano costrette a un regime inaccettabile di restrizione. Le nuove regole prescrivono che le galline ovaiole siano tenute in gabbie più spaziose, in modo che ciascuna abbia almeno 750 centimetri quadrati, per poter razzolare e appollaiarsi.

Tipo di allevamento

Codice allevamento ALBUME

TUORLO

COLORE DEL GUSCIO

È praticamente privo di grassi. L’albume è costituitoper il 90%da acquae peril10%da proteine, soprattutto ovalbumina (di alto valore biologico, ricca di aminoacidi essenziali).

Particolarmente ricco di grassi (30%), è nel tuorlo che si concentra il colesterolo. Il “rosso dell’uovo” contiene tra l’altro proteine nobili, ferro, calcio e vitamine (soprattuttoA, Ee D).

Più chiaro o più scuro non ha importanza. Il colore del guscio, che dipende solo dalla razza della gallina, non influisce sugli aspetti nutrizionali né sul sapore.

www.altroconsumo.it

Paese di produzione Tutto quello che c’è da sapere quando acquisti le uova è nel video della serie “Adesso lo sai”

www.altroconsumo.it/ alimentazione

www.altroconsumo.it

 Provincia di produzione Comune di produzione (codiceIstat)

Marzo 2015• 290 Altroconsumo 17

Test

Che sorpresa!

IL NOSTRO TEST

Sono fresche, buone e sicure le uova in commercio? Per rispondere a questa domanda abbiamo acquistato a Roma e a Milano 26 confezioni di uova fresche, tra cui due di “extra fresche”. La selezione include uova provenienti da diversi tipi di allevamento: in gabbia, a terra, all’aperto e da agricoltura biologica.

ova con sorpresa. Finalmente bella. È

U

la prima volta che in un nostro test sulle uova i risultati sono infatti così posi-

tivi. Certo, siamo ancora lontani dalla perfezione, in particolare su f reschezza,

pulizia del guscio, assenza di macchie nel tuorlo e nell’albume e chiarezza delle informazioni ai consu-

Strapazzate dal laboratorio, le uova sono uscite indenni da problemi di diossina e farmaci veterinari. Non mancano i nei, soprattutto scarsa freschezza. I consigli per sceglierle.

matori. Ma quanto al rischio di contaminazione da farmaci veterinari, le analisi − eseguite con l’accuratezza di chi è abituato a cercare il pelo nell’uovo (è il caso di dirlo) − dicono che si può stare tranquilli. Quasi tutti i campioni sono risultati puliti: solo tre quelli in cui ne è stata riscontrata la presenza in tracce e si tratta in tutti i casi di farmaci il cui uso è permesso.

Nulla di preoccupante, visto che le concentrazioni 70 CALORIE

RICCO DI PROTEINE

DUE A SETTIMANA

A dispetto del luogo comune, l’uovo non è un alimento nutrizionalmente completo. Per esserlo dovrebbe avere più carboidrati, calcio e vitamina C. Un uovo contiene circa 70 calorie.

L’uovo è una fonte concentrata di proteine nobili, il cui valore biologico è il più elevato tra tutti gli alimenti. 100 g di tuorlo e albume contengono il 12% circa di proteine e quasi il 9% di grassi.

A causa del loro alto contenuto di colesterolo, i nutrizionisti consigliano di non consumare più di due uova a settimana. Anche perché quasi altrettante sono quelle contenute in altri alimenti da noi consumati (dolci, pasta...).

AI BLOCCHI DI PARTENZA

Abbiamo scelto campioni di uova conservate a temperatura ambiente, come nella maggior parte dei punti vendita. Per poter testare tutti i prodotti nelle stesse condizioni, abbiamo dovuto escludere di conseguenza le uova vendute nei banchi refrigerati, tra cui quelle a marchio Esselunga. Tutti i produttori suggeriscono di riporre le uova in frigorifero una volta a casa. Per questo motivo abbiano refrigerato tutti i campioni una settimana prima della scadenza indicata in etichetta (ultimo giorno utile, secondo la legge, per tenere in vendita le uova). Le prove le abbiamo invece effettuate tutte il giorno esatto della scadenza, che per legge deve essere il 28° dalla deposizione.

riscontrate sono molto al di sotto dei limiti massimi consentiti dalla legge, che sono già molto restrittivi e cautelativi per la salute dei consumatori. Non è stato così nella primavera del 2000, quando il test evidenziò la presenza di antibiotici in una decina prodotti, fatto che portò al loro ritiro dal mercato e a un processo protrattosi per anni (e da noi vinto). Anche nel 2003, l’esito non fu tranquillizzante: residui di f armaci veterinari furono riscontrati i n due campioni, mentre nel 2008 ad essere interessato dalla presenza di un farmaco non autorizzato fu un solo campione.

Diossina, niente paura

Stesso discorso sulle diossine. Dopo l’allarme dello scorso anno sulla contaminazione da pcb e diossine in alcune uova, rilevata dalle autorità sanitarie della Lom-

 bardia, era naturale che includessimo nel test anche questo tipo di analisi, benché costoso. La fobia collet-

tiva era scattata perché il modo in cui la notizia era stata divulgata induceva a pensare che tutte le uova, anche quelle allineate sugli scaffali dei supermercati,

fossero a rischio. In realtà, i dati raccolti dalle Asl ri guardavano solo alcuni allevamenti domestici, in cui le galline ovaiole erano libere di razzolare all’aperto e soggette a pratiche non proprio ortodosse, cosicché le uova contaminate erano di fatto uova destinate all’autoconsumo. Dal momento che i rischi maggiori erano

stati evidenziati in uova ottenute da galline che vive-

LA CARTA D’IDENTITÀ Che significato ha il codice di lettere e numeri impresso sulle uova? In verità ne ha più di uno, a patto che lo si sappia decifrare. E a condizione che sia effettivamente leggibile: su quattro prodotti del test non era così. Questo codice è una sorta di carta d’identità dell’uovo: fornisce molte informazioni su provenienza e qualità. Ecco come leggerlo. BIOLOGICHE �CODICE 0�

ALL’APERTO �CODICE 1�

Quando il primo numero del codice corrisponde a 0 significa che le uova sono prodotte da galline cresciute in allevamenti biologici. In questi allevamenti non possono esserci gabbie e le galline ovaiole devono avere accesso ad aree all’aperto (di almeno quattro metri quadri per ciascuna) tutte le volte che il clima lo consente. Le galline si cibano di erba e mangimi, ottenuti con metodi biologici.

Nell’allevamentoall’aperto, contrassegnato dal numero 1, le galline hanno la possibilità di accedere attraverso appositi passaggi a una superficie aperta, che corrisponde alla metà di quella degli allevamenti biologici. Per ogni mille galline ovaiole, deve essere disponibile un’apertura totale di due metri. Negli spazi chiusi la densità massima è di nove galline al metro quadro.

A TERRA �CODICE 2�

IN GABBIA �CODICE 3�

Come in quello all’aperto, l’allevamento a terra non prevede la presenza di gabbie, ma capannoni divisi in livelli. Le galline non possono accedere a spazi esterni. La densità prevista è di nove galline per metro quadro. Poiché non ci sono divisori, le galline possono in teoria muoversi e passare da un livello a l’altro. I livelli (con un’altezza minima di 45 cm), possono essere massimo quattro.

Una norma europea ha migliorato le condizioni degli allevamenti in gabbia, le cosiddette “batterie”. Fino all’inizio del 2012, le galline erano costrette a un regime inaccettabile di restrizione. Le nuove regole prescrivono che le galline ovaiole siano tenute in gabbie più spaziose, in modo che ciascuna abbia almeno 750 centimetri quadrati, per poter razzolare e appollaiarsi.

Tipo di allevamento

Codice allevamento ALBUME

TUORLO

COLORE DEL GUSCIO

È praticamente privo di grassi. L’albume è costituitoper il 90%da acquae peril10%da proteine, soprattutto ovalbumina (di alto valore biologico, ricca di aminoacidi essenziali).

Particolarmente ricco di grassi (30%), è nel tuorlo che si concentra il colesterolo. Il “rosso dell’uovo” contiene tra l’altro proteine nobili, ferro, calcio e vitamine (soprattuttoA, Ee D).

Più chiaro o più scuro non ha importanza. Il colore del guscio, che dipende solo dalla razza della gallina, non influisce sugli aspetti nutrizionali né sul sapore.

16 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

Paese di produzione Tutto quello che c’è da sapere quando acquisti le uova è nel video della serie “Adesso lo sai”

www.altroconsumo.it/ alimentazione

www.altroconsumo.it

 Provincia di produzione Comune di produzione (codiceIstat)

Marzo 2015• 290 Altroconsumo 17

www.altroconsumo.it

Test  vano all’aria aperta, abbiamo c oncentrato le analisi sulle uova da allevamento all’aperto e da agricoltura  biologica. I tenori di diossina e pcb riscontrati sono da

 vero che le nostre prove sono state effettuate tutte il

dieci a cinquanta volte inferiori rispetto al limite massimo ammesso dalla legge. Quindi su questo versante nessun timore. E per fortuna neppure su quello della salmonella: gli esami microbiologici hanno escluso la

oltre il buono e addirittura sei prodotti non raggiun gono lo suff icienza. Tra quest i ultimi, guarda cas o, anche i due campioni di uova “extra fresche” (vedi riquadro a pagina 20): segno che superato il nono giorno dalla deposizione — a partire dal quale per legge

 giorno di scadenza (il 28° da quello in cui l’uovo è stato deposto), ma nessun uovo merita un voto che vada

presenza di questo batterio, che causa un’infezione dagli effetti gravi per l’uomo e che trova nelle uova uno

dei principali veicoli di trasmissione.

La freschezza il vero punto debole Le delusioni però non sono mancate, in primo luogo

sulla freschezza. Si sa che quando questa lascia a desiderare è una disdetta per ogni tipo di alimento, ma lo è in particolare per l’uovo, che dà il meglio di sé — in termini di sapore, di potere nutritivo e di consistenza nelle preparazioni alimentari — quanto più è fresco. È

tutto a causa della presenza di macchie di sangue e carne nel tuorlo e in misura maggiore nell’albume: nulla comunque che dia problemi di sic urezza. Un’altra nota dolente è stata evidenziata dalla bilancia:

nonostante i vincoli di legge, non sempre il peso delle uova di una stessa confezione rientra nella categoria di peso riportata sulla confezione.

non possono più fregiarsi della qualità “extra” (anche se nessuno provvede a cancellare la scritta sull a con-

Tutti giù per terra

fezione) —, non è più il caso di preferirle alle altre uova.

chetta da quale tipo di allevamento provengono le

Un altro parametro importante che ha fatto registra-

uova che sono nella confezione, tutte le aziende usa-

re molte valutazioni negative (ben nove) nell’esame ispettivo esterno è lo stato di pulizia del guscio. Infatti, un uovo non particolarmente pulito può facil mente diventare ricettacolo di microrganismi dannosi per la salute del consumatore. Le uova del test non hanno  brillato neppure nell’esame ispettivo interno, soprat-

no vari espedienti grafici per nascondere l’informa-

Altre pecche: gusci sporchi e presenza di macchie

La nostra scelta Uova fresche

Una curiosità: poiché è obbligatorio indicare sull’eti-

zione quando si tratta di allevamento in gabbia; usano al contrario caratteri cubitali se il riferimento è a metodi più rispettosi del benessere delle galline ovaiole, come quelli a terra, all’aperto o che seguono i metodi dell’agricoltura biologica. Nella nostra tabella

82 AMADORI

UOVA FRESCHE

MARCA e tipo di allevamento

AMADORI in gabbia

   e    n    o      )     i    z     4    e     1     f    n     0    o     2    c    x    e    r    a    a    b    o   m   m    r    u   -    e    n    i    c    e    i     d    n    m     i      (

1,79

CARATTERISTICHE

   a    e    v   n    o    o    o    i    v    u    z    e    o     i     f    u     d    n    o   o    a    r    o    e    c     i    a     d    m     l    e    u    l    e    m     N   n

   o    s    e    p     i     d    a     i    r    o    g    e     t    a     C

RISULTATI

   o     i    g    g    a     l     l    a     b    m     I

   a     t     t    e     h    c     i     t     E

   e    c     i     d    o    c     l    e     d     à     t     i     l     i     b     i    g    g    e     L

   o    v     i     t     t    e    a    p    r    s     i    o    u    e    n     t    a    o    m   r    e    r    e    s    a    t    e    s    s    p     P     E    e     S

   o    v     i     t     t    e    p    s     i    e    o    n    m   r    e    a    t    s    n     E    i

    i    c    a

   a    z    z    e     h    c    s    e    r     F

   m    a     i    r    a    g     )    a     f     l    o    l     l    e     i     d    o     i    n     i     b    o    u    o     d    r    l    m     i    c    a    s     i    e    s     R     M      (

    E     L     A     B     O     L     G      À      �     T     I     0     L    0     A    1     U   u    s     Q      �

0,30

6

medie

P+C

 

B

A

B

A

A

B

B

A

A

1,59 - 1,76 0 ,27

6

medie

P+C

 

B

A

B

A

A

C

C

A

A

AMADORI a terra

1,59 - 1,99 0,31

6

vario calibro

P+C

 

B

A

D

B

A

A

B

A

A

LE NATURELLE in gabbia

1,19 - 1,80 0,24

6

medie

P+C

 

B

A

A

B

A

D

D

A

A

AIA a terra

1,5 - 2,10

0,31

6

medie

C+C

 

C

C

B

A

A

C

C

A

A

CA’ BIANCA (MD e LD discount) in gabbi a

1 ,09 - 1,19 0,19

6

grandi

C+C

 

C

A

B

B

A

B

C

A

A

72 71

CONAD in gabbia

1,10 - 1,55 0 ,23

6

medie

P+C

 

C

A

A

C

A

B

B

A

A

71

OVITO a terra

2,15 - 2,69 0,41

6

medie

C+C

 

B

A

C

A

A

D

C

A

A

68

AUCHAN BIO biologiche

1,29 - 1,99 0,39

4

vario calibro

P+C

 

C

C

B

B

A

C

B

A

A

66

LE NATURELLE all’aperto

1,99 - 2,25 0,35

6

vario calibro

P+C

 

B

A

B

B

A

E

C

A

A

66

ALMAVERDE BIO biologiche

1,55 - 2,49 0,48

4

vario calibro

P+C

 

B

A

A

D

B

B

C

A

A

66

0,28

6

medie

P+C

 

C

C

A

C

A

D

B

A

C

65

OVONATURE in gabbia

1,89 - 2,45 0,34

6

grandi

P+C

 

B

A

E

A

B

B

C

A

C

COOP VIVIVERDE biologiche

2,10 - 2,72 0,41

6

vario calibro

C+C

 

A

A

B

B

B

E

C

A

A

1,69

82 79 76 73

MAIA a terra

1,80 - 1,93 0,31

6

grandi

P+C

 

B

A

E

B

B

C

B

A

A

65 64 63

GRANAROLO in gabbia

1,69 - 2,55 0,35

6

grandi

P+C

 

C

A

E

B

B

B

C

A

A

63

COCCODÌ >BÌ< biologiche

1,95

0,49

4

vario calibro

P+C

 

C

A

A

C

A

D

D

A

A

62

OVO MAREMMA al l’aper to

1 ,89

0, 32

6

vario cal ibro

P+C

 

C

C

B

D

B

C

B

A

A

6

grandi

C+C

 

A

A

E

A

B

D

D

A

A

0,30

6

grandi

P+C

 

C

E

B

B

C

C

C

A

A

62 60 58

COCCODÌ FREE all’aperto

1,89 - 2,19 0,35

6

vario calibro

P+C

 

B

A

E

B

A

D

C

A

A

58

DELIZIE DAL SOLE  (Eurospin) in gabbia

0,99 - 1,09 0,18

6

grandi

P+C

 

B

A

E

B

B

C

D

A

C

55

1 ,8 9- 2 ,5 4 0 ,5 4

4

v ar io c al ib ro

P+ C

 

C

D

C

C

A

D

C

A

A

52

1,93 - 2,09 0,34

6

grandi

P+C

 

B

B

E

C

A

D

D

A

A

50

C

E

E

D

B

C

B

A

A

B

D

A

E

C

D

D

A

A

46 46

COOP a terra - extra fresche AIA ORO NATURA  i n gabbia

GRANAROLO PRIMANATURA BIO biologiche COCCODÌ a terra - extra fresche OVOSOLE in gabbia CARREFOUR BIO   biologiche Altroconsumo 290

• Marzo 2015

1,68 - 2,13 0,32 1,79

0,23

6

medie

P

1,57 - 1,59 0,39

1,35

4

vario calibro

P+C

   

1,79 euro Qualità molto alta per il nostro Migliore del Test: un uovo da allevamento in gabbia, che supera a testa alta tutte le prove di laboratorio.

COME LEGGERE LA TABELLA

CARREFOUR a terra

PAM a terra

18

PREZZI

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Categoria di peso Testare tanteuovadellastessacategoriadipesoècomplicato. Infatti, in una stessa confezionepossiamotrovareuovadi diversopeso. Questo è consentito dalla legge,purchésiriportisulla confezione la dicitura “vario calibro”: succede soprattuttoperleuovache provengonodaallevamentiall’apertoo biologici.Nel test,quandopossibile,abbiamo preferito scegliere uovamedieegrandi. Imballaggio Indichiamocon P+Ci prodottila cuiconfezione è composta da un portauova di plastica avvoltodaunafascettaesternadi cartone. C+C, quando ad essere di cartonesonosiailportauovasiala fascettaesterna. P quando la confezione è compostaesclusivamente dalportauovainplastica. Etichetta Abbiamo verificato che fossero presenti tutteleinformazioniobbligatorie. Siamo poi passati allaverificadelleinformazionifacolt ative,comel’originegeograficadelleuova, la data di deposizione e le informazioni nutrizionali. LeggibilitàdelcodiceIlgiudizioè statodatotenendo contochelanormaeuropea prevedeunatolleranzasullaleggibilità:possonorisul-

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tarenonleggibilialmassimo il20%delleuovaoggettodi controllo. Peso Illaboratoriohaverificatocheilpesodelleuova fosse conforme alla categoriadichiarata.Perleuova mediedeveesseredi53-62 g,perlegrandidi 63-72g. Diecicampioni, soprattutto quelli ottenuti da agricolturabiologicae daallevamento all’aperto, dichiarano in etichetta di contenerenell’imballaggio uovadivariocalibro. EsameispettivoesternoGli espertidellaboratoriohanno valutato l’integrità del guscio,lapresenzadirugosità e concrezioni e il suo statodipulizia. Speratura È un metodo di controllo non distruttivo: l’uovovieneespostoauna sorgenteluminosacheconsentedivalutareincontroluce l’aspetto di tuorlo e albume,dimisurarel’altezza della camera d’aria e di verific arel’eventualepresenza di microfratture sul guscio. Esame ispettivo interno È il giudizio sulla qualità del contenuto delle uova: aspettodituorloealbume, presenzadi odoriatipici, di macchie di carneo disangue,dimacchienereogrigie,muffeecorpiestranei.

Freschezza Abbiamo misuratol’altezzadellacamerad’ariaall’internodell’uovo. Si tratta di un indice affidabile, perché l’altezza dellacamerad’ariaaumentaconl’etàdell’uovo,acausa della perdita di umidità. Unaltroindicedifreschezzadelleuovaèlaconsistenza dell’albume: più giorni passanopiùl’albumeperde consistenzaetendealiquefarsi. Microbiologia(salmonella) Siasulguscio,siaall’interno dell’uovo il laboratorio ha ricercatolasalmonella,batterio responsabile della salmonellesi(infezioneche dàdisturb igastroenterici).

71 CA’ BIANCA (MD e LD discount) 1,09-1,19 euro Il titolo di Miglior Acquisto va a una marca di discount. Si distingue per il prezzo contenuto, anche se non brilla altrettanto per la freschezza.

Residuidi farmaci Leanalisi si sono concentrate nella ricerca di cinque importanti classi di farmaci veterinari:sulfamidici,chinoloni, tetracicline, coccidiostaticied antielmin tici. MiglioredelTest: ottienei miglioririsultati nellenostreprove MigliorAcquisto: buonaqualitàe ilmiglior rapportoconil prezzo SceltaConveniente: qualitàaccettabile,prezzo molto vantaggioso Ottimo Qualitàbuona Buono Accettabile Mediocre Pessimo

71 CONAD 1,10-1,55 euro L’uovo Conad - altro Miglior Acquisto - merita valutazioni lusinghiere. Ed è tra i pochi campioni del test ad avere un peso conforme al dichiarato.

Marzo 2015•

290 Altroconsumo

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Test  vano all’aria aperta, abbiamo c oncentrato le analisi sulle uova da allevamento all’aperto e da agricoltura  biologica. I tenori di diossina e pcb riscontrati sono da

 vero che le nostre prove sono state effettuate tutte il

dieci a cinquanta volte inferiori rispetto al limite massimo ammesso dalla legge. Quindi su questo versante nessun timore. E per fortuna neppure su quello della salmonella: gli esami microbiologici hanno escluso la

oltre il buono e addirittura sei prodotti non raggiun gono lo suff icienza. Tra quest i ultimi, guarda cas o, anche i due campioni di uova “extra fresche” (vedi riquadro a pagina 20): segno che superato il nono giorno dalla deposizione — a partire dal quale per legge

 giorno di scadenza (il 28° da quello in cui l’uovo è stato deposto), ma nessun uovo merita un voto che vada

presenza di questo batterio, che causa un’infezione dagli effetti gravi per l’uomo e che trova nelle uova uno

dei principali veicoli di trasmissione.

La freschezza il vero punto debole Le delusioni però non sono mancate, in primo luogo

sulla freschezza. Si sa che quando questa lascia a desiderare è una disdetta per ogni tipo di alimento, ma lo è in particolare per l’uovo, che dà il meglio di sé — in termini di sapore, di potere nutritivo e di consistenza nelle preparazioni alimentari — quanto più è fresco. È

tutto a causa della presenza di macchie di sangue e carne nel tuorlo e in misura maggiore nell’albume: nulla comunque che dia problemi di sic urezza. Un’altra nota dolente è stata evidenziata dalla bilancia:

Altre pecche: gusci sporchi e presenza di macchie

nonostante i vincoli di legge, non sempre il peso delle uova di una stessa confezione rientra nella categoria di peso riportata sulla confezione.

non possono più fregiarsi della qualità “extra” (anche se nessuno provvede a cancellare la scritta sull a con-

Tutti giù per terra

fezione) —, non è più il caso di preferirle alle altre uova.

chetta da quale tipo di allevamento provengono le

Un altro parametro importante che ha fatto registra-

uova che sono nella confezione, tutte le aziende usa-

re molte valutazioni negative (ben nove) nell’esame ispettivo esterno è lo stato di pulizia del guscio. Infatti, un uovo non particolarmente pulito può facil mente diventare ricettacolo di microrganismi dannosi per la salute del consumatore. Le uova del test non hanno  brillato neppure nell’esame ispettivo interno, soprat-

no vari espedienti grafici per nascondere l’informa-

La nostra scelta Uova fresche

Una curiosità: poiché è obbligatorio indicare sull’eti-

zione quando si tratta di allevamento in gabbia; usano al contrario caratteri cubitali se il riferimento è a metodi più rispettosi del benessere delle galline ovaiole, come quelli a terra, all’aperto o che seguono i metodi dell’agricoltura biologica. Nella nostra tabella

82 AMADORI

UOVA FRESCHE

MARCA e tipo di allevamento

PREZZI

   e    n    o      )     i    z     4    e     1     f     0    n     2    o    c    x    e    r    a    a    b    o   m   m    r    u   -    e    n    i    c    e    i     d    n    m     i      (

AMADORI in gabbia

1,79

   a    e    n    v   o    o    o    i    v     i    u    z    e    o     f     d    u    n    a    o    r    o    o    e    c     i    a     d    m     l    e    u    l    e    m     N   n

   o    s    e    p     i     d    a     i    r    o    g    e     t    a     C

RISULTATI

   e    c     i     d    o    c     l    e     d

   o     i    g    g    a     l     l    a     b    m     I

   a     t     t    e     h    c     i     t     E

    à     t     i     l     i

    b     i    g    g    e     L

   o    v     i     t     t    e    a    p    r    s     i    o    u    e    n     t    a    r    r    o    m   e    s    a    t    e    e    s    s    p     P     E    e     S

   o    v     i     t     t    e    p    s     i    o    e    n    m   r    a    e    s    t    n     E    i

   a    z    z    e     h    c    s    e    r     F

   a     i    g     )    a     l    o    l     l    e    o   n     i     b    o    o   m    r    c    l     i    a    s     M      (

    i    c    a    m    r    a     f     i     d     i    u     d     i    s    e     R

    E     L     A     B     O     L     G      À      �     T     I     0     L    0     A    1     U   u    s     Q      �

0,30

6

medie

P+C

 

B

A

B

A

A

B

B

A

A

1,59 - 1,76 0 ,27

6

medie

P+C

 

B

A

B

A

A

C

C

A

A

AMADORI a terra

1,59 - 1,99 0,31

6

vario calibro

P+C

 

B

A

D

B

A

A

B

A

A

LE NATURELLE in gabbia

1,19 - 1,80 0,24

6

medie

P+C

 

B

A

A

B

A

D

D

A

A

AIA a terra

1,5 - 2,10

0,31

6

medie

C+C

 

C

C

B

A

A

C

C

A

A

CA’ BIANCA (MD e LD discount) in gabbi a

1 ,09 - 1,19 0,19

6

grandi

C+C

 

C

A

B

B

A

B

C

A

A

72 71

CONAD in gabbia

1,10 - 1,55 0 ,23

6

medie

P+C

 

C

A

A

C

A

B

B

A

A

71

OVITO a terra

2,15 - 2,69 0,41

6

medie

C+C

 

B

A

C

A

A

D

C

A

A

68

AUCHAN BIO biologiche

1,29 - 1,99 0,39

4

vario calibro

P+C

 

C

C

B

B

A

C

B

A

A

66

LE NATURELLE all’aperto

1,99 - 2,25 0,35

6

vario calibro

P+C

 

B

A

B

B

A

E

C

A

A

66

ALMAVERDE BIO biologiche

1,55 - 2,49 0,48

4

vario calibro

P+C

 

B

A

A

D

B

B

C

A

A

66

0,28

6

medie

P+C

 

C

C

A

C

A

D

B

A

C

65

OVONATURE in gabbia

1,89 - 2,45 0,34

6

grandi

P+C

 

B

A

E

A

B

B

C

A

C

COOP VIVIVERDE biologiche

2,10 - 2,72 0,41

6

vario calibro

C+C

 

A

A

B

B

B

E

C

A

A

1,69

82 79 76 73

MAIA a terra

1,80 - 1,93 0,31

6

grandi

P+C

 

B

A

E

B

B

C

B

A

A

65 64 63

GRANAROLO in gabbia

1,69 - 2,55 0,35

6

grandi

P+C

 

C

A

E

B

B

B

C

A

A

63

COCCODÌ >BÌ< biologiche

1,95

0,49

4

vario calibro

P+C

 

C

A

A

C

A

D

D

A

A

62

OVO MAREMMA al l’aper to

1 ,89

0, 32

6

vario cal ibro

P+C

 

C

C

B

D

B

C

B

A

A

62 60 58

COOP a terra - extra fresche

1,68 - 2,13 0,32

6

grandi

C+C

 

A

A

E

A

B

D

D

A

A

0,30

6

grandi

P+C

 

C

E

B

B

C

C

C

A

A

COCCODÌ FREE all’aperto

1,89 - 2,19 0,35

6

vario calibro

P+C

 

B

A

E

B

A

D

C

A

A

DELIZIE DAL SOLE  (Eurospin) in gabbia

0,99 - 1,09 0,18

6

grandi

P+C

 

B

A

E

B

B

C

D

A

C

1 ,8 9- 2 ,5 4 0 ,5 4

4

v ar io c al ib ro

P+ C

 

C

D

C

C

A

D

C

A

A

52

1,93 - 2,09 0,34

6

grandi

P+C

 

B

B

E

C

A

D

D

A

A

C

E

E

D

B

C

B

A

A

B

D

A

E

C

D

D

A

A

50 46 46

AIA ORO NATURA  i n gabbia

GRANAROLO PRIMANATURA BIO biologiche COCCODÌ a terra - extra fresche

1,79

OVOSOLE in gabbia CARREFOUR BIO   biologiche Altroconsumo 290

0,23

6

medie

P

1,57 - 1,59 0,39

1,35

4

vario calibro

P+C

   

• Marzo 2015

1,79 euro Qualità molto alta per il nostro Migliore del Test: un uovo da allevamento in gabbia, che supera a testa alta tutte le prove di laboratorio.

COME LEGGERE LA TABELLA

CARREFOUR a terra

PAM a terra

18

CARATTERISTICHE

58 55

www.altroconsumo.it

Categoria di peso Testare tanteuovadellastessacategoriadipesoècomplicato. Infatti, in una stessa confezionepossiamotrovareuovadi diversopeso. Questo è consentito dalla legge,purchésiriportisulla confezione la dicitura “vario calibro”: succede soprattuttoperleuovache provengonodaallevamentiall’apertoo biologici.Nel test,quandopossibile,abbiamo preferito scegliere uovamedieegrandi. Imballaggio Indichiamocon P+Ci prodottila cuiconfezione è composta da un portauova di plastica avvoltodaunafascettaesternadi cartone. C+C, quando ad essere di cartonesonosiailportauovasiala fascettaesterna. P quando la confezione è compostaesclusivamente dalportauovainplastica. Etichetta Abbiamo verificato che fossero presenti tutteleinformazioniobbligatorie. Siamo poi passati allaverificadelleinformazionifacolt ative,comel’originegeograficadelleuova, la data di deposizione e le informazioni nutrizionali. LeggibilitàdelcodiceIlgiudizioè statodatotenendo contochelanormaeuropea prevedeunatolleranzasullaleggibilità:possonorisul-

tarenonleggibilialmassimo il20%delleuovaoggettodi controllo. Peso Illaboratoriohaverificatocheilpesodelleuova fosse conforme alla categoriadichiarata.Perleuova mediedeveesseredi53-62 g,perlegrandidi 63-72g. Diecicampioni, soprattutto quelli ottenuti da agricolturabiologicae daallevamento all’aperto, dichiarano in etichetta di contenerenell’imballaggio uovadivariocalibro. EsameispettivoesternoGli espertidellaboratoriohanno valutato l’integrità del guscio,lapresenzadirugosità e concrezioni e il suo statodipulizia. Speratura È un metodo di controllo non distruttivo: l’uovovieneespostoauna sorgenteluminosacheconsentedivalutareincontroluce l’aspetto di tuorlo e albume,dimisurarel’altezza della camera d’aria e di verific arel’eventualepresenza di microfratture sul guscio. Esame ispettivo interno È il giudizio sulla qualità del contenuto delle uova: aspettodituorloealbume, presenzadi odoriatipici, di macchie di carneo disangue,dimacchienereogrigie,muffeecorpiestranei.

Freschezza Abbiamo misuratol’altezzadellacamerad’ariaall’internodell’uovo. Si tratta di un indice affidabile, perché l’altezza dellacamerad’ariaaumentaconl’etàdell’uovo,acausa della perdita di umidità. Unaltroindicedifreschezzadelleuovaèlaconsistenza dell’albume: più giorni passanopiùl’albumeperde consistenzaetendealiquefarsi. Microbiologia(salmonella) Siasulguscio,siaall’interno dell’uovo il laboratorio ha ricercatolasalmonella,batterio responsabile della salmonellesi(infezioneche dàdisturb igastroenterici).

71 CA’ BIANCA (MD e LD discount) 1,09-1,19 euro Il titolo di Miglior Acquisto va a una marca di discount. Si distingue per il prezzo contenuto, anche se non brilla altrettanto per la freschezza.

Residuidi farmaci Leanalisi si sono concentrate nella ricerca di cinque importanti classi di farmaci veterinari:sulfamidici,chinoloni, tetracicline, coccidiostaticied antielmin tici. MiglioredelTest: ottienei miglioririsultati nellenostreprove MigliorAcquisto: buonaqualitàe ilmiglior rapportoconil prezzo SceltaConveniente: qualitàaccettabile,prezzo molto vantaggioso Ottimo Qualitàbuona Buono Accettabile Mediocre Pessimo

71 CONAD 1,10-1,55 euro L’uovo Conad - altro Miglior Acquisto - merita valutazioni lusinghiere. Ed è tra i pochi campioni del test ad avere un peso conforme al dichiarato.

Marzo 2015•

www.altroconsumo.it

290 Altroconsumo

Test abbiamo indicato, accanto al nome del prodotto, anche il tipo di allevamento, per chi volesse fare una scelta che privilegia il benessere animale.

Come non rompere le uova Mediamente il prezzo di un uovo è di 33 centesimi, una spesa modica se si considerano le qualità nutritive di questo alimento. Ecco alcuni consigli che è  bene tenere a mente al momento dell’acquisto e dopo. • Scegli uova più “giovani”. Se la data di deposizione non c’è, scegli quelle con una vita residua più lunga. • Una volta a casa, conserva sempre le uova in frigorifero. Non toglierle dalla confezione: potrai tenere sottocchio la data di scadenza ed eviterai i l rischio di contaminazione con altri alimenti che sono nel frigo. • Per le preparazioni a crudo (maionese, creme…), puoi usare ovoprodotti pastorizzati, che danno mag giori ga ranzie igieniche: sono nel b anco frigo del supermercato. Se usi uova fresche, lava sempre il guscio prima di rompere l’uovo. • Attento alla manipola zione: lava sempre mani, utensili e superfici venuti a contatto con il guscio delle uova; per dividere il tuorlo dall’albume, non usare il  guscio ed evita di romperlo sul bordo della ciotola che userai per la preparazione (soprattutto se a crudo). • Conserva rigorosamente in frigo le preparazioni a  base di uova crude e consumale entro 24 ore. ¬

EXTRA FRESCHE? ATTENTI ALLA DATA

Le dimensioni non c’entrano. Le uova sono “extra” perché sono state imballate entro quattro giorni dal momento in cui la gallina le ha deposte. Extra si riferisce infatti alla freschezza. Per legge possono conservare questo appellativo per i primi nove giorni dalla data di deposizione. Peccato

che la scritta rimanga sulla confezione anche dopo. Tocca al consumatore fare il calcolo: nel caso mostrato qui sopra, le uova restano “extra fresche” fino al 29 ottobre (nove giorni dal 20, data della deposizione). Dopo questa data non vale la pena preferirle alle altre, se costano di più.

19

Test abbiamo indicato, accanto al nome del prodotto, anche il tipo di allevamento, per chi volesse fare una scelta che privilegia il benessere animale.

Come non rompere le uova Mediamente il prezzo di un uovo è di 33 centesimi, una spesa modica se si considerano le qualità nutritive di questo alimento. Ecco alcuni consigli che è  bene tenere a mente al momento dell’acquisto e dopo. • Scegli uova più “giovani”. Se la data di deposizione non c’è, scegli quelle con una vita residua più lunga. • Una volta a casa, conserva sempre le uova in frigorifero. Non toglierle dalla confezione: potrai tenere sottocchio la data di scadenza ed eviterai i l rischio di contaminazione con altri alimenti che sono nel frigo. • Per le preparazioni a crudo (maionese, creme…), puoi usare ovoprodotti pastorizzati, che danno mag giori ga ranzie igieniche: sono nel b anco frigo del supermercato. Se usi uova fresche, lava sempre il guscio prima di rompere l’uovo. • Attento alla manipola zione: lava sempre mani, utensili e superfici venuti a contatto con il guscio delle uova; per dividere il tuorlo dall’albume, non usare il  guscio ed evita di romperlo sul bordo della ciotola che userai per la preparazione (soprattutto se a crudo). • Conserva rigorosamente in frigo le preparazioni a  base di uova crude e consumale entro 24 ore. ¬

EXTRA FRESCHE? ATTENTI ALLA DATA

Le dimensioni non c’entrano. Le uova sono “extra” perché sono state imballate entro quattro giorni dal momento in cui la gallina le ha deposte. Extra si riferisce infatti alla freschezza. Per legge possono conservare questo appellativo per i primi nove giorni dalla data di deposizione. Peccato

che la scritta rimanga sulla confezione anche dopo. Tocca al consumatore fare il calcolo: nel caso mostrato qui sopra, le uova restano “extra fresche” fino al 29 ottobre (nove giorni dal 20, data della deposizione). Dopo questa data non vale la pena preferirle alle altre, se costano di più.

IMPATTO AMBIENTALE: DOVE LO BUTTO?

Portauova in plastica o cartone, fascetta di cartone e guscio possono mettere in crisi le certezze del provetto raccoglitore-differenziatore. Per esempio, il materiale utilizzato per il portauova, che sembra cartone, è vero cartone o polpa di legno? Anche sulla natura della plastica possono sorgere dubbi. Stesso discorso per la destinazione del guscio. Ecco dove vanno, senza eccezioni.

L’imballaggio delle uova non ha un profilo ambientale problematico: sia la plastica sia il cartone possono essere riciclati con facilità. Il portauova in plastica, nonostante provenga da fonti non rinnovabili, è un po’ più leggero e quindi produce una quantità di rifiuti inferiore rispetto a quella prodotta dal cartone, che però se è riciclato è più sostenibile. I produttori potrebbero evitare il sovraimballaggio, eliminando la fascetta e riportando tutte le informazioni direttamente sul portauova certo, la leggibilità ne risente. I consumatori, se non sono single, potrebbero evitare le confezioni da due o quattro uova (lo spreco di imballaggio è maggiore), scegliendo quelle da sei o da dodici, tenendo conto sia della scadenza sia del fatto che è meglio non consumare più di due uova a testa in una settimana.

20 Altroconsumo 290

• Marzo 2015

Raccolta differenziata carta e cartone

Raccolta differenziata carta e cartone

Raccolta differenziata carta e cartone

Raccolta differenziata della plastica

Raccolta differenziata dell’umido

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 105€

Test

Mixer tuttofare Un piccolo elettrodomestico versatile con cui preparare passati, omogeneizzati e maionese. Ecco i migliori.

IL NOSTRO TEST Abbiamo testato 32 frullatori a immersione: 18 modelli base e 14 modelli con una frusta, utile per montare la panna e gli albumi, o una lama extra.

asce con un obiettivo di base semplice: stici premiati con il titolo di Miglior Acquisto ci sono miscelare e frullare gli alimenti. modelli piuttosto economici, con un costo che si agOggi però i frull atori a immersione sono  gira t ra i 30 e i 35 euro. dotati di una lunga serie d i accessori in  grado di fare un po’ di tutto in cucina: Come scegliere un buon frullatore tritare, affettare, sminuzzare... Ne abbiamo “torchia- I frullatori più economici sono in plastica, mentre ti” 32: da quelli più basilari ed economici, ai modelli quelli più ricercati hanno l’asta e gli accessori in mepiù raffinati, venduti con una lunga serie di strumen- tallo. La differenza non influenza il risultato delle ti e boccali aggiuntivi, che fanno quasi le veci di un preparazioni, ma ha un suo peso sulla praticità e la  vero robot da cucina. Si può qui ndi sceg liere quello pulizia dell’apparecchio: la plastic a, con il tempo, tenpiù adatto alle proprie esigenze fidandosi della nostra de a colorarsi con il cibo. Prima di acquistare un frulclassifica. Sia che serva un modello base, sia che si latore a immersione cerca di capire se ti serve un moabbia bisogno di un mixer dotato di diversi accessori, dello base, dotato di un semplice frullino a paletta o per esempio con una frusta per montare la panna o di un modello con accessori come la frusta o diversi la chiara d’uovo, basterà investire una piccola somma: tipi di lame. Per esempio, se non hai altri robot da in entrambe le categorie, infatti, tra gli elettrodome- cucina o ti serve un apparecchio versatile e poco in-

N

FARE LA MAIONESE

Abbiamo sottoposto tutti i modelli anche alla prova della maionese. Il frullatore a immersione riesce a fare la famosa salsa a base d’uovo? Dipende: come potete verificare anche dalla foto in alto, non sempre questo elettrodomestico è riuscito a realizzare una maionese come si deve, ottenendo nei casi peggiori poco più di una crema liquida senza consistenza. Da notare che molti apparecchi senza fronzoli hanno portato a casa la prova con successo, mentre così non si può dire per alcuni dei modelli più blasonati.

www.altroconsumo.it

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 21

Test  gombrante per una seconda casa, questo elet trodomestico fa al caso tuo. Controlla il peso dell’apparecchio e la sua ergonomia: sia la pesantezza sia la forma dell’impugnatura influiscono sulla sua praticità d’uso. Valuta anche la lunghezza del cavo elettrico (i n tabella la indichiamo): a seconda della posizione delle prese potresti aver bisogno di un cavo più o meno lungo. Verifica in negozio la facilità di pulizia e di smontag gio dell’apparecchio, tenendo conto che gli apparecchi migliori in questo senso hanno sempre delle guarnizioni di gomma o silicone lungo le giunture.

FRULLATORI S EMPLICI

La nostra scelta Frullatori a immersione

Mixer semplici

PREZZI

CARATTERISTICHE      )    m    c     l     (    e    o    c     d    i    r    a    t    z    t    z    e    e    l     h    e    g    o    n    v    u    a     L    c

     )    x    a    4     1    m   -    0    n    2     i    e    r    m      (     b    o   m    r    u    e    e    v    n    o     I    n

MARCA e modello

   e    r    o     t    a    o     l     l    s    u    u    r     ’     l     f     l     l    e    a    o     d    t    o    s    n    o    e    r     P   p

   o     l     l    a     t    e    m    n     i    o     i    c    c    a    r     B

V

   e    r    a     t    n    o    m    r    e    p    a     t    s    u    r     F

RISULTATI

   e    r    a     t     t    e     f     f    a    r    e    p

   e    v    e    n    a     i    m    u     b     l     A

   e    m    a     L

   a     t    a     t    n    o    m    a    n    n    a     P

   e    s    e    n    o     i    a     M

    i     t    a     l     l    u    r     F

    i     t    a    z    z     i    e    n    e    g    o    m     O

   o    s    u    à     ’     d    t     i    c     à     i     t     t     i     l    a     i    r    c    p    a     F    e

   a     i    z     i     l    u     P

    E     L     A     B     O     L     G      À      �     T     I     0     L    0     A    1     U   u    s     Q      �

MIXER SEMPLICI BRAUN Minipimer 5 MQ 500 Soup BRAUN Minipimer 1 MQ 100

59 - 69

122

690

n.d.

n.d.

A

A

B

A

A

30

118

550

n.d.

n.d.

A

B

B

A

A

83

124

690

n.d.

n.d.

C

A

B

A

A

80

84

Comprarli online? Non conviene

PHILIPS HR 1600

26 - 35

I frullatori che abbiamo valutato hanno prezzi molto diversi a seconda della marca e della quantità di accessori forniti con l’apparecchio. Quelli più spartani si trovano anche a poche decine di euro, mentre per i mixer più sofisticati si può spendere molto di più, anche 140 euro (il prezzo più elevato che abbiamo riscontrato nei negozi per i modelli del test). E comprarli online non conviene: facendo una breve ricerca sui maggiori siti di elettrodomestici, abbiamo rile vato che la maggi or p arte delle volte l’eventua le risparmio viene vanificato dai costi di spedizione. Andare in negozio, inoltre, permette di controllare di persona le caratteristiche del prodotto, valutare i particolari di costruzione e verificarne la comodità. ¬

BOSCH MSM 64110

34 - 40

140

670

n.d.

n.d.

E

A

B

A

A

78

BOSCH MSM 64010

27 - 30

140

600

n.d.

n.d.

E

A

B

A

A

74

BRAUN Minipimer 3 MR 300

45 - 50

125

590

n.d.

n.d.

A

B

C

A

A

72

BRAUN Minipimer 3 MR 320 PASTA

28 - 36

120

590

n.d.

n.d.

A

B

C

A

A

71

KENWOOD HB710 Triblade

45 - 49

127

860

n.d.

n.d.

 

B

A

B

B

B

69

KENWOOD HB713 Triblade

50 - 75

127

870

n.d.

n.d.

 

B

A

B

B

B

69

33

131

720

n.d.

n.d.

B

B

C

B

B

67

IMETEC HB 1000 Professional

37 - 40

97

800

n.d.

n.d.

B

B

B

B

B

66

BOSCH MSM 6B150

20 - 26

142

550

n.d.

n.d.

B

B

C

B

C

66

ARIETE 882 Pimmy 400

29 - 35

149

770

V

n.d.

n.d.

B

B

C

B

B

62

ARIETE 881 Pimmy 200

15 - 20

149

720

V

n.d.

n.d.

B

B

E

B

B

58

GLI ACCESSORI

PHILIPS HR 1361 Daily

84

83

80

TERMOZETA 76009

BRAUN Minipimer 5 MQ 500 Soup

BRAUN Minipimer 1 MQ 100

PHILIPS HR 1600

59 - 69 euro

30 euro

Migliore del Test. Senza fronzoli, ma impeccabile.

Miglior Acquisto. Simile al primo, ma di plastica.

Miglior Acquisto. Un prodotto economico e comunque valido.

26 - 35 euro

Modelli con accessori

15 - 17

161

450

n.d.

n.d.

B

B

C

B

C

58

147

670

n.d.

n.d.

E

A

C

B

C

53

MOULINEX DD 8508 Slimforce

40 - 45

161

690

V

n.d.

n.d.

D

B

C

C

C

53

IMETEC HB2 500 Dolcevita

13 - 27

97

710

V

n.d.

n.d.

D

B

C

C

C

47

FRULLATORI CON ACCESSORI BRAUN Minipimer 7 MQ 735 Sauce

90 - 105

122

880

PHILIPS HR 1602

35 - 45

124

690

MOULINEX DD8611 Infiny force

55 - 71

160

790

KOENIC KHB800

39 - 49

123

990

BOSCH MSM 66120

50 - 60

147

750

BRAUN Minipimer 3 MR 320 Omelette

37 - 50

125

590

KENWOOD HB724 Triblade

70 - 98

132

910

 

KENWOOD HB723 Triblade

70 - 90

124

870

 

KENWOOD HB714 Triblade

59 - 78

126

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BRAUN Minipimer 5 MR 530

79 - 80

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800

 

TERMOZETA 76011 Faccio io

39 - 40

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IMETEC HB 2000 Professional

50 - 53

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70 - 89

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MOULINEX DD 8558 Slimforce

Altroconsumo 290

 

25 - 33

BRAUN Minipimer 5 MR 570

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MOULINEX DDH141 Faciclick

Gli accessori in dotazione con alcuni modelli possono sostituire altri elettrodomestici.

Frusta. Grazie alla frusta, il mixer a immersione è anche in grado di montare gli albumi, la panna e aiuta a preparare dolci spumosi. I risultati migliori si ottengono con una bassa velocità. Ne abbiamo provato l’efficacia sui modelli che l’hanno in dotazione. Lama per affettare e grattuggiare. Alcuni modelli hanno in dotazione diverse lame, tra cui le più comuni sono la lama per grattuggiare il formaggio e quella per affettare frutta e verdura.

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Miglioredel Test: ottienei miglioririsultati nellenostreprove

COME LEGGERE LA TABELLA

Braccio in metallo Il segno di

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dotazione.N.d. nonvalutabispunta indica che l’apparec- spuntaindicaquandoèinclu- le (la prova non è stata esechio è dotato di braccio in saalmenounalamapergrat- guita con i modelli che non metallo. tuggiare e/o una lama per hannol’accessorioapposito). affettare. Frusta per montare Il segno Maionese Farelamaioneseè di spunta indica che nell’ap- Montareglialbumielapanna unodeicompitidi questopicparecchioèinclusoalmenoun Abbiamo provato a montare coloelettrodomestico.Manon tipo di frusta per montare, glialbumidelleuovaeamon- sempreirisultatiottenutisono oltrealbracciofrullatoreuni- tare la panna con l’apposita soddisfacenti.Cadonoinqueversale. frusta quando questa era in sta prova sia alcuni frullatori

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Marzo 2015 •

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23

Inchiesta

Un business chiamato

dieta Alimenti improbabili, strani integratori e li bri che assicurano miracoli. Ecco come l’industria delle diete ha creato un giro di affari milionario. A spese di chi non si sente a suo agio con il proprio corpo.

Chips Enerzona

“Una pausa di buonumore”, come dice il produttore? Per 4,50 euro a settimana

Bacche  di goji Dukan

Conprorietà anti ossidanti.Come tanti altrifrutti 15-20euroa settimana

Crema al cioccolato Pesoforma

Lasostituiresti allatua cena? Pesoformalofa

romettono mari e monti: perdere molti chili in pochi  giorni senza fatica e mantenendo in modo permanente la forma fisica ottenuta; gustare ottimi pasti pur seguendo un regime alimentare per perdere peso. Fateci caso: le diete più in voga del momento, come la Dukan, la Enerzona, la Pesoforma e la più recente dieta del Supermetabolismo, hanno caratteristiche molto simili tra loro. Non è soltanto una questione di regimi alimentari spesso iperproteici (e dunque squilibrati): quello che hanno in comune tra loro queste diete è soprattutto la tendenza a indurre l’ignaro aspirante magro ad acquistare i prodotti del loro marchio. Siamo davanti a un cocktail commerciale dai molteplici ingredienti: libri, alimenti speciali, snack, integratori, servizi di tutoraggio online e persino utensili da cucina, tutti rigorosamente firmati dai marchi dietetici. L’immagine magra e perfetta di alcuni vip, a volte strapagati, è la ciliegina finale: Kate Middleton è stata identificata come l’esempio vivente di quanto si può dimagrire con la dieta Dukan, mentre la cantante Jennifer Lopez mostra i risultati raggiunti col metodo del “supermetabolismo” di Haylie Pomroy. Quello che queste diete non dicono, però, è che i chili persi sono spesso destinati a tornare. Si crea un circolo vizioso: perdere chili, ingrassare di nuovo, rimettersi a dieta. Alimentando, così, una vera e propria industria che, soltanto per i prodotti alimentari, in Italia vale circa 150 milioni di euro (fonte Nielsen).

P

Affari d’oro e tecniche persuasive

Tagliatelle di konjac  Dukan

Hanno il 96% di calorie in meno, ma costano il 730% in più della pasta tradizionale

Crema intensiva alle verdure Pesoforma Snack di verdure Dukan

Inbustine,dascioglierenell’acqua.Al “modico”prezzo(dilistino)di 19,50 europer8 buste

5,50 euro per una bustina da soli 20 grammi

24 Altroconsumo 290

• marzo 2015

www.altroconsumo.it

Abbiamo già calcolato (sul numero di Test Salute di ottobre 2014) quanto costa mangiare sano: circa 51 euro a settimana, con un apporto calorico di 2.000 calorie al  giorno e una distribuzione di nutrient i equilibrata, basata sulla “piramide alimentare” (lo schema per aiutare a impostare un’alimentazione corretta). Oltre a scombinare tutti i princìpi di una dieta sana ed equilibrata, queste diete fanno spendere somme molto di più alte. I potenziali clienti vengono attirati in questa rete con apposite tecniche di persuasione. Alcuni trucchi sono facilmente riconoscibili: viene garantita una perdita di peso facile, senza sforzi e con risultati permanenti; sono spesso utilizzate le testimonianze di clienti soddisfatti; si fa riferimento alla cellulite; si utilizzano termini come “miracoloso”, “esclusivo”, “recente scoperta” “dimagrire senza rinunce” e si citano studi e ritrovati www.altroconsumo.it

QUANTO MI COSTI Quanto costa stare a dieta? Nonostante la vasta gamma di prodotti dell’industria delle diete, alcuni metodi lasciano libertà di scelta su come organizzare i pasti della giornata. Così, ad esempio, per pranzo si potrà scegliere di mangiare pesce, mentre a cena una zuppa di marca. Per questo motivo, in certi casi è difficile valutare i costi con precisione, proprio a causa della variabile dei gusti personali. D’altra parte, però, alcune diete prevedono l’assunzione quotidiana di uno o più prodotti. Ci si ritrova così ad acquistare gli alimenti più strani, che normalmente non avremmo mai mangiato. Ecco quanto fanno spendere alcuni “must” di tre diete: Pesoforma, Zona e Dukan.

Pesoforma

2,70 ₤

1,50 ₤

2,50 ₤

COPPA AL CIOCCOLATO

2 BARRETTE

SANDWICH

Prezzo medio del “pasto goloso”che dovrebbe sostituire un intero pranzo o una cena.

Sostituiscono un pasto e “vantano” la presenza di 12 vitamine e 11 minerali. Ma di certo non incoraggia a mangiare sano.

Contiene formaggio Emmental e prosciutto crudo, entrambi in polvere. Sarebbe molto più sano consumarli freschi.

3₤

7,50 ₤

9,30-13,40 ₤

CRACKERS

NUTRITION BAR

OMEGA 3RX

È il costo medio settimanale di 4 pacchetti da 25gr. Dieci voltepiù cari deicrackerdel supermercato di pari quantità.

Prezzo complessivo delle 3 barrette previsteper sette giorni. Sul sito costano anche di più: 3,40 euro l’una.

La spesa per assumere 28 compresse settimanali. Che sono inutili per chi segue un’alimentazione equilibrata.

2₤

15-20₤

3,90- 4,50₤

CRUSCA D’AVENA

BACCHE DI GOJI

DEVORCAL

Per Dukan è insostituibile, e va assunta ogni giorno. Questo è il costo a settimana. Ma è davvero necessaria?

Presentate come “una panacea” (che non sono), ecco quanto fanno spendere settimanalmente.

Sul sito si rimanda l’uso “nel quadro di un’alimentazione varia ed equilibrata”. Ma la dieta Dukan è davvero così?

Enerzona

Dukan

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Inchiesta

Un business chiamato

dieta Alimenti improbabili, strani integratori e li bri che assicurano miracoli. Ecco come l’industria delle diete ha creato un giro di affari milionario. A spese di chi non si sente a suo agio con il proprio corpo.

Chips Enerzona

“Una pausa di buonumore”, come dice il produttore? Per 4,50 euro a settimana

Bacche  di goji Dukan

Conprorietà anti ossidanti.Come tanti altrifrutti 15-20euroa settimana

Crema al cioccolato Pesoforma

Lasostituiresti allatua cena? Pesoformalofa

romettono mari e monti: perdere molti chili in pochi  giorni senza fatica e mantenendo in modo permanente la forma fisica ottenuta; gustare ottimi pasti pur seguendo un regime alimentare per perdere peso. Fateci caso: le diete più in voga del momento, come la Dukan, la Enerzona, la Pesoforma e la più recente dieta del Supermetabolismo, hanno caratteristiche molto simili tra loro. Non è soltanto una questione di regimi alimentari spesso iperproteici (e dunque squilibrati): quello che hanno in comune tra loro queste diete è soprattutto la tendenza a indurre l’ignaro aspirante magro ad acquistare i prodotti del loro marchio. Siamo davanti a un cocktail commerciale dai molteplici ingredienti: libri, alimenti speciali, snack, integratori, servizi di tutoraggio online e persino utensili da cucina, tutti rigorosamente firmati dai marchi dietetici. L’immagine magra e perfetta di alcuni vip, a volte strapagati, è la ciliegina finale: Kate Middleton è stata identificata come l’esempio vivente di quanto si può dimagrire con la dieta Dukan, mentre la cantante Jennifer Lopez mostra i risultati raggiunti col metodo del “supermetabolismo” di Haylie Pomroy. Quello che queste diete non dicono, però, è che i chili persi sono spesso destinati a tornare. Si crea un circolo vizioso: perdere chili, ingrassare di nuovo, rimettersi a dieta. Alimentando, così, una vera e propria industria che, soltanto per i prodotti alimentari, in Italia vale circa 150 milioni di euro (fonte Nielsen).

P

Affari d’oro e tecniche persuasive

Tagliatelle di konjac  Dukan

Hanno il 96% di calorie in meno, ma costano il 730% in più della pasta tradizionale

Crema intensiva alle verdure Pesoforma Snack di verdure Dukan

Inbustine,dascioglierenell’acqua.Al “modico”prezzo(dilistino)di 19,50 europer8 buste

5,50 euro per una bustina da soli 20 grammi

24 Altroconsumo 290

• marzo 2015

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Abbiamo già calcolato (sul numero di Test Salute di ottobre 2014) quanto costa mangiare sano: circa 51 euro a settimana, con un apporto calorico di 2.000 calorie al  giorno e una distribuzione di nutrient i equilibrata, basata sulla “piramide alimentare” (lo schema per aiutare a impostare un’alimentazione corretta). Oltre a scombinare tutti i princìpi di una dieta sana ed equilibrata, queste diete fanno spendere somme molto di più alte. I potenziali clienti vengono attirati in questa rete con apposite tecniche di persuasione. Alcuni trucchi sono facilmente riconoscibili: viene garantita una perdita di peso facile, senza sforzi e con risultati permanenti; sono spesso utilizzate le testimonianze di clienti soddisfatti; si fa riferimento alla cellulite; si utilizzano termini come “miracoloso”, “esclusivo”, “recente scoperta” “dimagrire senza rinunce” e si citano studi e ritrovati

QUANTO MI COSTI Quanto costa stare a dieta? Nonostante la vasta gamma di prodotti dell’industria delle diete, alcuni metodi lasciano libertà di scelta su come organizzare i pasti della giornata. Così, ad esempio, per pranzo si potrà scegliere di mangiare pesce, mentre a cena una zuppa di marca. Per questo motivo, in certi casi è difficile valutare i costi con precisione, proprio a causa della variabile dei gusti personali. D’altra parte, però, alcune diete prevedono l’assunzione quotidiana di uno o più prodotti. Ci si ritrova così ad acquistare gli alimenti più strani, che normalmente non avremmo mai mangiato. Ecco quanto fanno spendere alcuni “must” di tre diete: Pesoforma, Zona e Dukan.

Pesoforma

2,70 ₤

1,50 ₤

2,50 ₤

COPPA AL CIOCCOLATO

2 BARRETTE

SANDWICH

Prezzo medio del “pasto goloso”che dovrebbe sostituire un intero pranzo o una cena.

Sostituiscono un pasto e “vantano” la presenza di 12 vitamine e 11 minerali. Ma di certo non incoraggia a mangiare sano.

Contiene formaggio Emmental e prosciutto crudo, entrambi in polvere. Sarebbe molto più sano consumarli freschi.

3₤

7,50 ₤

9,30-13,40 ₤

CRACKERS

NUTRITION BAR

OMEGA 3RX

È il costo medio settimanale di 4 pacchetti da 25gr. Dieci voltepiù cari deicrackerdel supermercato di pari quantità.

Prezzo complessivo delle 3 barrette previsteper sette giorni. Sul sito costano anche di più: 3,40 euro l’una.

La spesa per assumere 28 compresse settimanali. Che sono inutili per chi segue un’alimentazione equilibrata.

2₤

15-20₤

3,90- 4,50₤

CRUSCA D’AVENA

BACCHE DI GOJI

DEVORCAL

Per Dukan è insostituibile, e va assunta ogni giorno. Questo è il costo a settimana. Ma è davvero necessaria?

Presentate come “una panacea” (che non sono), ecco quanto fanno spendere settimanalmente.

Sul sito si rimanda l’uso “nel quadro di un’alimentazione varia ed equilibrata”. Ma la dieta Dukan è davvero così?

Enerzona

Dukan

www.altroconsumo.it

Marzo 2015 •

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Inchiesta scientifici dalla dubbia provenienza. L’eventuale fallimento della dieta, infine, è  visto come un segno di sc arsa volontà e di mancanza di valore morale: ci si sente sconfitti a livello personale, ma con la  voglia di fare un al tro tentativo in futu ro.

IL PARERE DELL’ESPERTA

“Usate sempre il buonsenso”

Un caso da manuale: la dieta Dukan

“Senza grassi aggiunti e liofilizzate con cura”: chi non gusterebbe un pacchetto di zucchine liofilizzate, alla modica cifra di 5,50 euro per un pacchetto di 20 grammi? E perché non spruzzarci sopra qualche  goccia di aroma burro fu so (7,19 euro la  boccetta da 100 ml), ovvero “un g usto di rivolta che ridona la spontaneità a chi considera il burro come il simbolo del fallimento”? Sembrano alimenti da romanzi di fantascienza, ma è quello che riesce a venderci Pierre Dukan. L’ex medico francese (radiato dall’albo qualche anno fa) è autore del famoso metodo dimagrante iperproteico e ipocalorico costruito su quattro fasi. Dopo aver scritto  ben 19 libri tradotti i n 14 lingue, Duk an ha messo in vendita i suoi prodotti in supermercati, farmacie e soprattutto in negozi online, attivi in dieci Stati. Chi si addentra in questo metodo dovrà mettere in conto che a dimagrire sarà innanzitutto il suo portafoglio. Basti pensare alla crusca d’avena marca Dukan, che secondo le indicazioni deve essere consumata ogni giorno: comporta una spesa media settimanale di 2 euro, quando potrebbe essere sostituita, in modo più sano ed economico, da altri alimenti contenenti fibra. Per non parlare delle proposte più bizzarre, come le finte tagliatelle ricavate dalla radice del Konjiac o i costosissimi semi di chia (che sul sito sono proposti a “soli” 19,50 euro a confezione). Dopotutto, per realizzare le ricette dei libri, molto spesso sono necessari i prodotti del marchio. E il  business è servito.

Come ti sostituisco il pasto

E se un prodotto di marca sostituisse il pranzo o la cena? È quello che propone il metodo Pesoforma. Sul sito ufficiale, che  vanta “numerosi stud i scientifici” a sostegno del programma, viene proposto un menu settimanale. Accanto ad alimenti come carne, pesce e verdure, sono previsti pasti sostitutivi: due barrette, due biscotti o una coppa di budino (tutti di marca Pesoforma, ovviamente) dovrebbero sostituire un intero pranzo o una cena. Tutto questo a un prezzo esorbitante: ben 46 euro in media a settimana (inclusi snack e integratori), che tuttavia non coprono tutto il fabbisogno nutrizionale dei sette giorni. Seguendo il menu 26

Altroconsumo 290

• marzo 2015

Alessandra Saggin, psicoterapeuta

proposto, questa cifra copre soltanto otto pasti principali (una colazione, cinque pranzi e due cene): ne restano da preparare (e pagare) ben tredici. Rimangono fuori dal calcolo anche alcune integrazioni prescritte dalla dieta, come spremute, frutta fresca e biscotti secchi, che saranno ovviamente a carico dell’aspirante magro.

“Una giornata a tavola”

2,5 mln

Come mai siamo così sensibili al tema delle diete? Negli ultimi trent’anni l’approccio alle diete si è modificato radicalmente; prima il desiderio di essere magri apparteneva alla fase adolescenziale. Adesso ci sono anche moltissimi adulti che vorebbero essere persino leggermente sottopeso.

40 euro

Cosa è cambiato rispetto al passato? Dal punto di vista psicologico, sempre più persone hanno identificato il loro valore personale con la forma fisica. La causa è da ritrovare in fattori educativi e culturali: dagli anni ‘70 circola il messaggio per cui si ha più valore se si possiede un fisico perfetto. Le nuove generazioni sono spesso sottoposte a pressioni da parte dei genitori, che vogliono figli magri e in perfetta forma fisica.

15

A chi si rivolge l’industria delle diete? Le pubblicità di questi metodi dimagranti hanno maggiore presa su chi ha un livello di autostima molto basso, e su chi riesce ad apprezzare il proprio corpo soltanto se piace anche agli altri.

Le copie vendute in Francia del libro “La dieta Dukan” secondo Le Monde

La spesa media settimanale solo per gli snack Enerzona

I pasti e snack sostitutivi (tra barrette, cereali e creme) di marca Pesoforma, per ogni settimana

Quindi è vero che esistono persone che si lasciano convincere più facilmente rispetto ad altre? In generale possiamo dire che l’industria delle diete cerca di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio. Comunque, già la quarta revisione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi alimentari (il cosiddetto DSM-IV, datato 2002 ndr) indicava una tipologia di persone dette “dieters”, ovvero coloro che pur essendo normopeso stavano regolarmente a dieta. In che modo veniamo persuasi a seguire una dieta? Una tecnica usata di frequente è quella del far riferimento all’alimentazione sana: molti slogan pubblicitari recitano “impara a mangiare sano, e pe rdi chili”. Bisognerebbe innanzitutto capire cosa intendono per “sano”: da un certo punto di vista, infatti, è già insano essere costantemente preoccupati per quello che si mangia. Cosa possiamo fare per non cadere in trappola? Ragionare con la propria testa, usando il buon senso. Il pericolo, infatti, è sempre in agguato: tra perdere qualche chilo a ossessionarsi per il dimagrimento il passo è breve.

www.altroconsumo.it

È marketing spinto anche quello di Enerzona. Il marchio, che in Europa “identifica l’esclusiva linea di prodotti in sintonia con i principi della strategia alimentare Zona”, presenta in un video un esempio di “giornata a tavola”. Le immagini propongono un piano alimentare basato esclusivamente sui prodotti del marchio: dai muesli per la colazione, allo spuntino con le barrette, fino ai crackers per una merenda... tutti prodotti “firmati”, che nel video vengono mostrati accanto a costanti rimandi al loro sito. Ma a che prezzo? Prendiamo per esempio i crackers: il metodo ne concede 4 pacchetti da 25 g l’uno a settimana, per accompagnare pranzi o spuntini. Se consumati in questa quantità, il prezzo medio settimanale sarà di circa 3 euro. E pensare che, a parità di peso, i crackers “normali” del supermercato costano 0,3 euro: un decimo di quelli Enerzona! La vasta gamma di alimenti proposti dal marchio (tra snack, barrette, latte di soia e persino pasta), unita alla complessa e personale costruzione del menu quotidiano, non permette di calcolare il costo medio di un programma alimentare settimanale completo. Comunque,  volendo fare due conti, solo per frollin i e snack di vario tipo si spendono quasi 40 euro ogni sette giorni. E non finisce qui: aggiungendo anche i due integratori (Enerzona Maqui RX Polifenoli e Enerzona Omega 3rx, entrambi inutili a chi segue già una dieta sana) la spesa settimanale lievita a 65 euro. Oggettivamente troppi.

Buone nuove? Proprio no

Il business delle diete sforna sempre nuove idee, specie in previsione della stagione dei costumi da bagno. Noi monitoriamo la situazione: sul nostro sito (www. altroconsumo.it/dimagrire) mettiamo a confronto le diete dimagranti, valutandole sia in termini di convenienza economica sia sotto l’aspetto di rischi per la salute. Con l’apposito calcolatore online, inoltre, è possibile valutare il proprio indice di massa corporea (IMC). Questo dato è molto importante per capire se effettivamente ci si trova in una situazione www.altroconsumo.it

di sovrappeso, ed è quindi utile intraprendere un percorso dimagrante, oppure se dal punto di vista della salute il peso è soddisfacente. Una volta appurato che perdere qualche chilo può essere utile per sentirsi meglio, è importante scegliere la dieta giusta e il regime alimentare corretto, valutando attentamente se una dieta può rivelarsi un inutile spreco di tempo e di soldi. Di recente abbiamo aggiornato la nostra guida online, dando

un giudizio su tre nuove diete presenti sul mercato. La prima è quella contenuta nell’ebook “Dimagrire senza fatica”. Acquistabile a 3,99 euro, quest’ultimo ritrovato in materia di consigli dietetici in realtà non contiene informazioni per intraprendere un percorso dimagrante, ma offre consigli per riequilibrare la propria alimentazione. C’è poi la “nuova” filosofia alimentare del dottor Alberico Lemme: il suo slogan è tutto un programma: “Dio ti ha creato, Lemme ti modella”. Il nutrizionista di Desio critica molto l’industria dei prodotti per dimagrire, eppure lui stesso ha creato un laboratorio per la produzione di alimenti “che non fanno ingrassare” e un ristorante dove propone piatti studiati da lui. Attenzione, infine, anche alla famosa “dieta del Supermetabolismo”, che rappresenta la nuova moda in fatto di regimi alimentari ipocalorici. Le tre fasi di questa “dieta delle star”, che si alternano settimanalmente, la rendono un metodo senza carenze alimentari, ma il rischio dell’”effetto yo-yo”è sempre in agguato. Meglio aprire gli occhi: sulle nostre pagine e nel sito (che ha una sezione dedicata all’argomento) consigliamo come seguire un’alimentazione equilibrata, senza che il portafoglio ne risenta inutilmente. Un corretto regime alimentare, unito a una Tisanoreica, app per dimagrire e diete regolare attività fisica, aiuta non solo a lampo: su Test Salute parliamo anche di loro, star bene, ma anche a difendersi da un analizzandole dal punto di vista nutrizionale. marketing dannoso per la salute. ¬

ANCHE I LIBRI IN TEMA SONO UN BUSINESS Nella generale smania di dimagrimento, lanciare l’ennesimo libro che promette risultati miracolosi è spesso un buon affare. I libri sulle diete sono in vetta alla classifiche di vendita. Ma, prima di lanciarti nell’acquisto, sappi che diffuso non vuole dire affidabile. Non fatevi ingannare dalle copie vendute: non sono la garanzia di un libro che dà indicazioni né utili, né ragionevoli né realistiche, né sane. I libri sulle diete vanno forte in libreria, anche se ancora non riescono a insidiare il successo dei libri dedicati più in generale alla cucina. Secondo un recente dossier pubblicato dall’Associazione italiana editori il rapporto tra libri di ricette e libri più specificamente dedicati alle diete (non necessariamente dimagranti) è 935 a 129. I picchi di uscite di titoli sono tra giugno e agosto (il 29% dei titoli), quando l’avvicinarsi della “prova costume” manda alle stelle l’ansia nei confronti della propria forma fisica. Si arriva al 40% con settembre:

ovvero il prima e il dopo delle vacanze. Un altro 26% dei titoli esce tra dicembre e febbraio, probabilmente per chi deve rimediare agli stravizi natalizi. Tra i libri che hanno avuto maggiore successo è citato naturalmente nel dossier “La dieta Dukan”, che i n Italia ha ormai compiuto tre anni, con vendite che hanno superato il milione e duecentomila copie. Eppure, come abbiamo visto, si tratta di una dieta sconsigliabile. Dietro la spinta del successo, i prodotti editoriali si moltiplicano: nuove versioni di vecchie diete e decine e decine di diete nuove spuntano ogni anno negli scaffali. Sul nostro sito valutiamo regolarmente le principali diete via via che escono.

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Inchiesta scientifici dalla dubbia provenienza. L’eventuale fallimento della dieta, infine, è  visto come un segno di sc arsa volontà e di mancanza di valore morale: ci si sente sconfitti a livello personale, ma con la  voglia di fare un al tro tentativo in futu ro.

IL PARERE DELL’ESPERTA

“Usate sempre il buonsenso”

Un caso da manuale: la dieta Dukan

“Senza grassi aggiunti e liofilizzate con cura”: chi non gusterebbe un pacchetto di zucchine liofilizzate, alla modica cifra di 5,50 euro per un pacchetto di 20 grammi? E perché non spruzzarci sopra qualche  goccia di aroma burro fu so (7,19 euro la  boccetta da 100 ml), ovvero “un g usto di rivolta che ridona la spontaneità a chi considera il burro come il simbolo del fallimento”? Sembrano alimenti da romanzi di fantascienza, ma è quello che riesce a venderci Pierre Dukan. L’ex medico francese (radiato dall’albo qualche anno fa) è autore del famoso metodo dimagrante iperproteico e ipocalorico costruito su quattro fasi. Dopo aver scritto  ben 19 libri tradotti i n 14 lingue, Duk an ha messo in vendita i suoi prodotti in supermercati, farmacie e soprattutto in negozi online, attivi in dieci Stati. Chi si addentra in questo metodo dovrà mettere in conto che a dimagrire sarà innanzitutto il suo portafoglio. Basti pensare alla crusca d’avena marca Dukan, che secondo le indicazioni deve essere consumata ogni giorno: comporta una spesa media settimanale di 2 euro, quando potrebbe essere sostituita, in modo più sano ed economico, da altri alimenti contenenti fibra. Per non parlare delle proposte più bizzarre, come le finte tagliatelle ricavate dalla radice del Konjiac o i costosissimi semi di chia (che sul sito sono proposti a “soli” 19,50 euro a confezione). Dopotutto, per realizzare le ricette dei libri, molto spesso sono necessari i prodotti del marchio. E il  business è servito.

Come ti sostituisco il pasto

E se un prodotto di marca sostituisse il pranzo o la cena? È quello che propone il metodo Pesoforma. Sul sito ufficiale, che  vanta “numerosi stud i scientifici” a sostegno del programma, viene proposto un menu settimanale. Accanto ad alimenti come carne, pesce e verdure, sono previsti pasti sostitutivi: due barrette, due biscotti o una coppa di budino (tutti di marca Pesoforma, ovviamente) dovrebbero sostituire un intero pranzo o una cena. Tutto questo a un prezzo esorbitante: ben 46 euro in media a settimana (inclusi snack e integratori), che tuttavia non coprono tutto il fabbisogno nutrizionale dei sette giorni. Seguendo il menu 26

Altroconsumo 290

Alessandra Saggin, psicoterapeuta

proposto, questa cifra copre soltanto otto pasti principali (una colazione, cinque pranzi e due cene): ne restano da preparare (e pagare) ben tredici. Rimangono fuori dal calcolo anche alcune integrazioni prescritte dalla dieta, come spremute, frutta fresca e biscotti secchi, che saranno ovviamente a carico dell’aspirante magro.

“Una giornata a tavola”

2,5 mln

Come mai siamo così sensibili al tema delle diete? Negli ultimi trent’anni l’approccio alle diete si è modificato radicalmente; prima il desiderio di essere magri apparteneva alla fase adolescenziale. Adesso ci sono anche moltissimi adulti che vorebbero essere persino leggermente sottopeso.

40 euro

Cosa è cambiato rispetto al passato? Dal punto di vista psicologico, sempre più persone hanno identificato il loro valore personale con la forma fisica. La causa è da ritrovare in fattori educativi e culturali: dagli anni ‘70 circola il messaggio per cui si ha più valore se si possiede un fisico perfetto. Le nuove generazioni sono spesso sottoposte a pressioni da parte dei genitori, che vogliono figli magri e in perfetta forma fisica.

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A chi si rivolge l’industria delle diete? Le pubblicità di questi metodi dimagranti hanno maggiore presa su chi ha un livello di autostima molto basso, e su chi riesce ad apprezzare il proprio corpo soltanto se piace anche agli altri.

Le copie vendute in Francia del libro “La dieta Dukan” secondo Le Monde

La spesa media settimanale solo per gli snack Enerzona

I pasti e snack sostitutivi (tra barrette, cereali e creme) di marca Pesoforma, per ogni settimana

Quindi è vero che esistono persone che si lasciano convincere più facilmente rispetto ad altre? In generale possiamo dire che l’industria delle diete cerca di rivolgersi a un pubblico sempre più ampio. Comunque, già la quarta revisione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi alimentari (il cosiddetto DSM-IV, datato 2002 ndr) indicava una tipologia di persone dette “dieters”, ovvero coloro che pur essendo normopeso stavano regolarmente a dieta. In che modo veniamo persuasi a seguire una dieta? Una tecnica usata di frequente è quella del far riferimento all’alimentazione sana: molti slogan pubblicitari recitano “impara a mangiare sano, e pe rdi chili”. Bisognerebbe innanzitutto capire cosa intendono per “sano”: da un certo punto di vista, infatti, è già insano essere costantemente preoccupati per quello che si mangia. Cosa possiamo fare per non cadere in trappola? Ragionare con la propria testa, usando il buon senso. Il pericolo, infatti, è sempre in agguato: tra perdere qualche chilo a ossessionarsi per il dimagrimento il passo è breve.

• marzo 2015

www.altroconsumo.it

È marketing spinto anche quello di Enerzona. Il marchio, che in Europa “identifica l’esclusiva linea di prodotti in sintonia con i principi della strategia alimentare Zona”, presenta in un video un esempio di “giornata a tavola”. Le immagini propongono un piano alimentare basato esclusivamente sui prodotti del marchio: dai muesli per la colazione, allo spuntino con le barrette, fino ai crackers per una merenda... tutti prodotti “firmati”, che nel video vengono mostrati accanto a costanti rimandi al loro sito. Ma a che prezzo? Prendiamo per esempio i crackers: il metodo ne concede 4 pacchetti da 25 g l’uno a settimana, per accompagnare pranzi o spuntini. Se consumati in questa quantità, il prezzo medio settimanale sarà di circa 3 euro. E pensare che, a parità di peso, i crackers “normali” del supermercato costano 0,3 euro: un decimo di quelli Enerzona! La vasta gamma di alimenti proposti dal marchio (tra snack, barrette, latte di soia e persino pasta), unita alla complessa e personale costruzione del menu quotidiano, non permette di calcolare il costo medio di un programma alimentare settimanale completo. Comunque,  volendo fare due conti, solo per frollin i e snack di vario tipo si spendono quasi 40 euro ogni sette giorni. E non finisce qui: aggiungendo anche i due integratori (Enerzona Maqui RX Polifenoli e Enerzona Omega 3rx, entrambi inutili a chi segue già una dieta sana) la spesa settimanale lievita a 65 euro. Oggettivamente troppi.

Buone nuove? Proprio no

Il business delle diete sforna sempre nuove idee, specie in previsione della stagione dei costumi da bagno. Noi monitoriamo la situazione: sul nostro sito (www. altroconsumo.it/dimagrire) mettiamo a confronto le diete dimagranti, valutandole sia in termini di convenienza economica sia sotto l’aspetto di rischi per la salute. Con l’apposito calcolatore online, inoltre, è possibile valutare il proprio indice di massa corporea (IMC). Questo dato è molto importante per capire se effettivamente ci si trova in una situazione

di sovrappeso, ed è quindi utile intraprendere un percorso dimagrante, oppure se dal punto di vista della salute il peso è soddisfacente. Una volta appurato che perdere qualche chilo può essere utile per sentirsi meglio, è importante scegliere la dieta giusta e il regime alimentare corretto, valutando attentamente se una dieta può rivelarsi un inutile spreco di tempo e di soldi. Di recente abbiamo aggiornato la nostra guida online, dando

un giudizio su tre nuove diete presenti sul mercato. La prima è quella contenuta nell’ebook “Dimagrire senza fatica”. Acquistabile a 3,99 euro, quest’ultimo ritrovato in materia di consigli dietetici in realtà non contiene informazioni per intraprendere un percorso dimagrante, ma offre consigli per riequilibrare la propria alimentazione. C’è poi la “nuova” filosofia alimentare del dottor Alberico Lemme: il suo slogan è tutto un programma: “Dio ti ha creato, Lemme ti modella”. Il nutrizionista di Desio critica molto l’industria dei prodotti per dimagrire, eppure lui stesso ha creato un laboratorio per la produzione di alimenti “che non fanno ingrassare” e un ristorante dove propone piatti studiati da lui. Attenzione, infine, anche alla famosa “dieta del Supermetabolismo”, che rappresenta la nuova moda in fatto di regimi alimentari ipocalorici. Le tre fasi di questa “dieta delle star”, che si alternano settimanalmente, la rendono un metodo senza carenze alimentari, ma il rischio dell’”effetto yo-yo”è sempre in agguato. Meglio aprire gli occhi: sulle nostre pagine e nel sito (che ha una sezione dedicata all’argomento) consigliamo come seguire un’alimentazione equilibrata, senza che il portafoglio ne risenta inutilmente. Un corretto regime alimentare, unito a una Tisanoreica, app per dimagrire e diete regolare attività fisica, aiuta non solo a lampo: su Test Salute parliamo anche di loro, star bene, ma anche a difendersi da un analizzandole dal punto di vista nutrizionale. marketing dannoso per la salute. ¬

ANCHE I LIBRI IN TEMA SONO UN BUSINESS Nella generale smania di dimagrimento, lanciare l’ennesimo libro che promette risultati miracolosi è spesso un buon affare. I libri sulle diete sono in vetta alla classifiche di vendita. Ma, prima di lanciarti nell’acquisto, sappi che diffuso non vuole dire affidabile. Non fatevi ingannare dalle copie vendute: non sono la garanzia di un libro che dà indicazioni né utili, né ragionevoli né realistiche, né sane. I libri sulle diete vanno forte in libreria, anche se ancora non riescono a insidiare il successo dei libri dedicati più in generale alla cucina. Secondo un recente dossier pubblicato dall’Associazione italiana editori il rapporto tra libri di ricette e libri più specificamente dedicati alle diete (non necessariamente dimagranti) è 935 a 129. I picchi di uscite di titoli sono tra giugno e agosto (il 29% dei titoli), quando l’avvicinarsi della “prova costume” manda alle stelle l’ansia nei confronti della propria forma fisica. Si arriva al 40% con settembre:

Marzo 2015 •

www.altroconsumo.it

Inchiesta

A che gioco giochi? Il gioco d’azzardo si è pericolosamente infiltrato nella nostra società, a tutti i livelli. I dati lo dimostrano: un intervistato su due ammette di aver partecipato negli ultimi 12 mesi a un gioco d’azzardo: il 49% ha preferito una delle tante lotterie disponibili in Italia, quelle - per intenderci - nelle mani dello Stato. Tra le motivazioni

Gratta e vinci

34%

Superenalotto

21%

Lotto

18% 12%

Scommesse sportive in sala Bet Giochi televisivi e radiofonici con sms

Non più solo nei casinò, ora il pericolo si annida sul web, al bar, persino in posta. La nostra inchiesta svela come ci caschiamo e quanto ci costa.

7% 5%

Win for life Scommesse sportive online

5% 4%

Slot in bar

3%

Totocalcio e Totogol Eurojackpot

2%

Sala Bingo

2%

Casinò

2%

2%

Giochi d’azzardo online

1%

Slot in Sala VLT Corsa Tris

1%

Quel tempo perduto

1%

1 PERSONA SU

2 GIOCA È LA SPESA MEDIA ANNUA DI UNA FAMIGLIA �INCLUSEQUELLE CHENONGIOCANO�

100 €

28 Altroconsumo 290

• Marzo 2015

www.altroconsumo.it

www.altroconsumo.it

e anche un giocatore  giocasse senza mai smettere, ipotizziamo pure per un anno intero, e vincesse sempre, perderebbe comunque qualcosa: il suo tempo. Il gioco d’azzardo non ti porta via solo i soldi: succhia via ore al tuo lavoro, alla tua famiglia, alla tua vita. Lo sa bene Fabio ex giocatore patologico salvato dall’associazione Giocatori anonimi - che a 42 anni sta per compiere il pri mo anno di astinenza dal gioco, il primo da quando, «all’età di tredici anni, sognai mio nonno, e la domestica di casa mi “sfornò” tre numeri, due dei quali furono estratti. Era il 1980». E Fabio non è certamente solo. Secondo la nostra inchiesta, un intervistato su due ha avuto esperienze di  gioco d’azzardo negli ultimi dodici mesi. Un dato preoccupante, confermato anche dalle stime nazionali: la popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% sarebbero  giocatori d’azzardo. La stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale, mentre la stima dei giocatori d’azzardo patologici  varia dallo 0,5% al 2,2% (fonte Mini stero della Salute, 2012). Dati purtroppo in allarmante crescita. Nonostante la crisi.

S

fornite dalle persone che non hanno mai giocato nell’ultimo anno, il 69% risponde che preferisce spendere i propri soldi in altre cose. Mentre il 5% dichiara di non averlo fatto per paura di diventare dipendente; il 3% perché non può permetterselo a causa della cattiva situazione finanziaria in cui si trova.

Lotteria Italia

ESPERIENZE DI GIOCO L’inchiesta offre una fotografia di quanto il gioco d’azzardo impatti sulla nostra vita. L’indagine è stata realizzata inviando un questionario tra marzo e maggio 2014 a un campione della popolazione (tra i 18 e 74 anni). Le risposte ricevute sono state analizzate e valutate statisticamente in modo da massimizzare la rappresentatività dei risultati in base al genere, all’età e al livello scolastico.

27

il 22, 23 e 24 Maggio

non è un gioco Gli italiani giocano d’azzardo? Quali giochi preferiscono? Quanto spendono in media? Vincono o perdono?

290 Altroconsumo

Ne parleremo

L’azzardo LA NOSTRA INCHIESTA

ovvero il prima e il dopo delle vacanze. Un altro 26% dei titoli esce tra dicembre e febbraio, probabilmente per chi deve rimediare agli stravizi natalizi. Tra i libri che hanno avuto maggiore successo è citato naturalmente nel dossier “La dieta Dukan”, che i n Italia ha ormai compiuto tre anni, con vendite che hanno superato il milione e duecentomila copie. Eppure, come abbiamo visto, si tratta di una dieta sconsigliabile. Dietro la spinta del successo, i prodotti editoriali si moltiplicano: nuove versioni di vecchie diete e decine e decine di diete nuove spuntano ogni anno negli scaffali. Sul nostro sito valutiamo regolarmente le principali diete via via che escono.

Malgrado il generale calo dei consumi, gli italiani continuano a spendere soldi nel  gioco d’azzardo. Tantissimi soldi. Nel 2014 sono stati 84 i miliardi di euro buttati letteralmente - in slot, scommesse e gratta e vinci. Anche nella nostra inchiesta emerge un dato significativo: in media ogni famiglia - anche quelle che non hanno mai giocato - ha speso circa 100 euro nell’ultimo anno per i giochi d’azzardo. Oltre ai soldi, è il tempo c he si passa a giocare, in aumento. Una volta il  gioco d’azzardo era relegato ai casinò e a luoghi ben definiti e stigmatizzati. Oggi è ovunque, si è subdolamente infiltrato nelle pieghe della nostra quotidianità:  grazie a giochi nuovi, ad alta frequenza e  bassa remunerazione. Così gli italian i continuano a buttare via gli stessi soldi, ma sacrificando molte più ore della loro  vita. E questo spinge verso la dipendenza.

L’arruolamento di massa «Ad un certo punto nel culmine della mia carriera sportiva - racconta Giovanna a Dipendenza Gioco Azzardo - prima di arrivare alle finali regionali, mi sono infortunata e la mia carriera si è interrotta. Da quel giorno ho cominciato a  giocare con i gratta e vi nci. Prima uno, poi un altro e poi un’intera mazzetta. Dopo Marzo 2015 •

290 Altroconsumo 29

Inchiesta

Ne parleremo il 22, 23 e 24 Maggio

L’azzardo

A che gioco giochi? Il gioco d’azzardo si è pericolosamente infiltrato nella nostra società, a tutti i livelli. I dati lo dimostrano: un intervistato su due ammette di aver partecipato negli ultimi 12 mesi a un gioco d’azzardo: il 49% ha preferito una delle tante lotterie disponibili in Italia, quelle - per intenderci - nelle mani dello Stato. Tra le motivazioni

non è un gioco

S

fornite dalle persone che non hanno mai giocato nell’ultimo anno, il 69% risponde che preferisce spendere i propri soldi in altre cose. Mentre il 5% dichiara di non averlo fatto per paura di diventare dipendente; il 3% perché non può permetterselo a causa della cattiva situazione finanziaria in cui si trova.

Gratta e vinci

34%

Superenalotto

21%

Lotto

18%

Lotteria Italia LA NOSTRA INCHIESTA

Gli italiani giocano d’azzardo? Quali giochi preferiscono? Quanto spendono in media? Vincono o perdono? ESPERIENZE DI GIOCO L’inchiesta offre una fotografia di quanto il gioco d’azzardo impatti sulla nostra vita. L’indagine è stata realizzata inviando un questionario tra marzo e maggio 2014 a un campione della popolazione (tra i 18 e 74 anni). Le risposte ricevute sono state analizzate e valutate statisticamente in modo da massimizzare la rappresentatività dei risultati in base al genere, all’età e al livello scolastico.

12%

Scommesse sportive in sala Bet Giochi televisivi e radiofonici con sms

Non più solo nei casinò, ora il pericolo si annida sul web, al bar, persino in posta. La nostra inchiesta svela come ci caschiamo e quanto ci costa.

7% 5%

Win for life Scommesse sportive online

5% 4%

Slot in bar

3%

Totocalcio e Totogol Eurojackpot

2%

Sala Bingo

2%

Casinò

2%

2%

Giochi d’azzardo online

1%

Slot in Sala VLT Corsa Tris

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Quel tempo perduto

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1 PERSONA SU

2 GIOCA È LA SPESA MEDIA ANNUA DI UNA FAMIGLIA �INCLUSEQUELLE CHENONGIOCANO�

100 €

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e anche un giocatore  giocasse senza mai smettere, ipotizziamo pure per un anno intero, e vincesse sempre, perderebbe comunque qualcosa: il suo tempo. Il gioco d’azzardo non ti porta via solo i soldi: succhia via ore al tuo lavoro, alla tua famiglia, alla tua vita. Lo sa bene Fabio ex giocatore patologico salvato dall’associazione Giocatori anonimi - che a 42 anni sta per compiere il pri mo anno di astinenza dal gioco, il primo da quando, «all’età di tredici anni, sognai mio nonno, e la domestica di casa mi “sfornò” tre numeri, due dei quali furono estratti. Era il 1980». E Fabio non è certamente solo. Secondo la nostra inchiesta, un intervistato su due ha avuto esperienze di  gioco d’azzardo negli ultimi dodici mesi. Un dato preoccupante, confermato anche dalle stime nazionali: la popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% sarebbero  giocatori d’azzardo. La stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale, mentre la stima dei giocatori d’azzardo patologici  varia dallo 0,5% al 2,2% (fonte Mini stero della Salute, 2012). Dati purtroppo in allarmante crescita. Nonostante la crisi.

Malgrado il generale calo dei consumi, gli italiani continuano a spendere soldi nel  gioco d’azzardo. Tantissimi soldi. Nel 2014 sono stati 84 i miliardi di euro buttati letteralmente - in slot, scommesse e gratta e vinci. Anche nella nostra inchiesta emerge un dato significativo: in media ogni famiglia - anche quelle che non hanno mai giocato - ha speso circa 100 euro nell’ultimo anno per i giochi d’azzardo. Oltre ai soldi, è il tempo c he si passa a giocare, in aumento. Una volta il  gioco d’azzardo era relegato ai casinò e a luoghi ben definiti e stigmatizzati. Oggi è ovunque, si è subdolamente infiltrato nelle pieghe della nostra quotidianità:  grazie a giochi nuovi, ad alta frequenza e  bassa remunerazione. Così gli italian i continuano a buttare via gli stessi soldi, ma sacrificando molte più ore della loro  vita. E questo spinge verso la dipendenza.

L’arruolamento di massa «Ad un certo punto nel culmine della mia carriera sportiva - racconta Giovanna a Dipendenza Gioco Azzardo - prima di arrivare alle finali regionali, mi sono infortunata e la mia carriera si è interrotta. Da quel giorno ho cominciato a  giocare con i gratta e vi nci. Prima uno, poi un altro e poi un’intera mazzetta. Dopo Marzo 2015 •

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Inchiesta

FACILE PERDERE, DIFFICILISSIMO VINCERE Nell’arco di un anno abbiamo una probabilità sola su quasi due milioni di vincere al Win For Life. Una su 6 mil ioni di vincere 500 mila euro puntando 5 euro al Gratta e vinci. In realtà è molto più probabile morire al volante di un’auto (una probabilità su 20mila) o precipitare a bordo di un aereo (una probabilità su 500 mila). Eppure si gioca, si perde e si ritenta. Dalla nostra inchiesta emerge che la maggior parte degli intervistati (82%) ha perso i soldi che ha investito nel gioco d’azzardo. Eppure i giocatori sono in aumento. La possibilità di vincere non va confusa con la probabilità che si ha di vincere. La mente può essere facilmente ingannata: il fatto che qualcuno vinca al Superenalotto, per esempio, ci porta a pensare che non sia così difficile vincere. In realtà qualcuno vince perché le persone che giocano sono milioni. QUANTI SOLDI SPESI Un altro dato messo in evidenza dalla nostra inchiesta è la quantità di soldi spesi negli ultimi 12 mesi nei principali giochi d’azzardo. In media in Italia nell’ultimo anno - secondo nel nostre stime - sono stati spesi 190 euro: nel grafico invece si trova il dettaglio per ogni tipo di gioco. I giochi d’azzardo online - legali e no - sono in rapida diffusione e sono particolarmente pericolosi per i più giovani. La Direzione nazionale antimafia più di una volta ha diffuso dati preoccupanti sulle videolottery e newslot illegali presenti online: perché scollegate dalla rete telematica, perché contengono schede manomesse, o perché importate dall’estero senza essere registrate.

Altroconsumo 290

Marzo 2015

“È una forma di dipendenza perfetta, e subdola perché è senza sostanza d’abuso”

142€

10%

Parliamo con due psicologhe psicoterapeute dell’associazione AND Azzardo e Nuove Dipendenze (www.andinrete.it)

128€

 Ho perso Non ho né vinto né perso  Ho vinto tra l’1 e il 100% della somma giocata  Ho vinto più del 100% della somma giocata

Secondo la nostra inchiesta solo l’1% degli intervistati potrebbe avere un problema grave con il gioco. Il dato non va sottovalutato. Anche perché può essere lo specchio di un fenomeno ben più ampio. Il giocatore patologico, infatti, solitamente non percepisce il suo comportamento come una malattia, anzi. Accade spesso che giustifichi con ostentata autobenevolenza il suo come un semplice “vizio” , ritenendo, erroneamente, di poter smettere in qualsiasi momento. Non per niente il giocatore che ha superato la soglia del gioco “normale” non accede quasi mai spontaneamente allo studio dello specialista, ma quasi sempre grazie ai familiari.



Quanto si spende in media all’anno

6%

Difficile ammettere il problema

Una persona su dieci ha problemi, come sentirsi in colpa dopo aver giocato

30

82% 2%

INTERVISTA AGLI ESPERTI

   s    e    m    a    g    o    n     i    s    a    c  ,    o    g    n     i     b  ,    s    e    n     i     h    c    a    m     t    o     l     S

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   e    v     i     t    r    o    p    s    e    s    s    e    m    m    o    c     S

   e     i    r    e     t     t    o     l  ,     i    c    n     i    v    e    a     t     t    a    r     G

1% 2% 6% 90%

 Nessun problema con il gioco Basso livello di problemi con poche o non identificate conseguenze negative  Moderato livello di problemi che possono portare a qualche conseguenza negativa  Problemi con il gioco con conseguenze negative e possibile perdita di controllo

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Quando il gioco d’azzardo diventa malattia? C. Quando si inizia a perdere il controllo sul gioco d’azzardo, cioè quando si gioca più denaro di quanto abbiamo a disposizione e più di quanto avevamo preventivato e si gioca più frequentemente e più a lungo di quello che si è predeterminato e di quanto possiamo permetterci di fare, allora il gioco d’azzardo diventa patologia. Non è sempre una questione di cifre alte: se un papà gioca i soldi destinati alla retta dell’asilo del figlio, o se si inizia a fare tardi sistematicamente al lavoro perché ci si trattiene troppo davanti alle slot, o se si toglie tempo prezioso alla famiglia, allora c’è un problema. È una patologia subdola, perché lo scivolamento è lento e progressivo: avviene per piccoli passi. Esistono differenti stadi della malattia? S. Oggi l’escalation è più rapida rispetto al passato. Quando si giocava d’azzardo solo al casinò, potevano servire anche una decina d’anni perché la patologia si sviluppasse, oggi i giochi sono veloci e ovunque: la dipendenza si può sviluppare anche in sei mesi. All’inizio c’è una sorta di fase chiamata “vincente”: il giocatore vince ed è in attivo. Più gioca e più inizia inesorabilmente a perdere, entrando in una seconda fase (“perdita”) in cui compaiono i primi litigi con i familiari, le assenze da casa e le mancanze ingiustificate di soldi: i familiari però faticano a capire e a collegare tutto al gioco. Si scivola poi verso la fase della disperazione: il giocatore capisce che ha perso il controllo, mente per nascondere l’entità dei danni, può diventare irascibile, contrae debiti . Quando la bolla scoppia, la fase di crollo investe tutti, anche i familiari e parte la richiesta di aiuto. L’obiettivo della nostra associazione è che la richiesta d’aiuto arrivi il prima possibile. Esistono persone più a rischio di altre? C. Se da un lato è vero che una persona che ha già una fragilità (psichiatrica, di indigenza

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Daniela Capitanucci, socio fondatore Associazione AND

economica o altra dipendenza) è più predisposta al rischio, questo non significa nella maniera più assoluta che le persone che non hanno vulnerabilità ne siano immuni, anzi. Questo perchè in Italia il gioco d’azzardo è diventato un prodotto di largo consumo: l’industria ha operato per espandere il target di clienti, cercando di coinvolgere tutta la popolazione. Per farlo sono stati creati prodotti diversi: tutti sfruttano i meccanismi psicologici dell’apprendimento, ma ognuno è rivolto a uno specifico target (per le donne, i giochi non stigmatizzati come i Gratta e vinci o il bingo; per i giovani, i giochi online). I giocatori che ci chiedono aiuto sono casalinghe, dirigenti, medici, impiegati, pensionati, studenti e atleti, donne e uomini. Il business del gioco d’azzardo arruola tutti, ma quello che per la normale industria si chiama fidelizzazione del prodotto, per l’industria del gioco d’azzardo si chiama dipendenza: studi accreditati all’estero dicono che il fatturato delle slot machine deriva per un buon 60% dalle tasche di giocatoripatologici. Comeintervenite? S. Il percorso di cura è molto faticoso. Le occasioni di gioco purtroppo sono molto frequenti e ovunque: in autogrill, al bar, al supermercato, in posta. È molto difficile resistere fuori dallo studio del terapeuta. È importante poi lavorare in équipe: all’inizio va fatta un’attenta valutazione diagnostica multidisciplinare con un medico, uno psicologo, una figura sociale-educativa e anche un legale: spesso la prima cosa da risolvere è la situazione debitatoria della famiglia. Tutte queste figure sono coinvolte nella cura. E proprio per questo, AND

Roberta Smaniotto, presidente Associazione AND

prende in cura sia chi è vittima del gioco d’azzardo sia i familiari, che soffrono quanto la vittima, a volte arrivando al suicidio. Si può fare prevenzione? C. All’estero si è fatta molta ricerca sugli aspetti di prevenzione e si è capito che si deve viaggiare sempre su due binari. Bisogna fare prevenzione educativa (per esempio quella fatta con interventi nelle scuole, sui ragazzi, potenziando le loro “life skills”,le competenze di base per affrontare la vita). Ma è altrettanto importante fare prevenzione strutturale, ovvero creare un ambiente che sostenga il messaggio in modo coerente. Questo argomento in Italia è piuttosto indigesto a livello politico. Se non si agisce però su entrambi i fronti è difficile essere efficaci. Non posso parlare ai ragazzi a scuola, ma poi permettere a una società concessionaria di spendere 60 milioni di euro all’anno per fare pubblicità al gioco d’azzardo con i migliori testimonial sportivi del momento. O lasciare i ragazzi in balia del gioco d’azzardo online o in ogni angolo della città. È un controsenso e uno spreco, perché l’ambiente depotenzierà, sino ad annullarlo, l’effetto degli interventi di prevenzione educativa. Si può calcolare il danno a livello sanitario? S. L’ampliamento della platea dei giocatori consentita dallo Stato provoca non solo un rischio per la salute, ma un danno economico alla società. Giocare d’azzardo implica sottrarre ore al lavoro, alla famiglia, con un danno incalcolabile. Anche se mai un giorno le cure dovessero essere coperte dai Lea, nonsarebbero maisufficienti percompensare i costi complessivi di questa malattia e per aiutare chi vive accanto al giocatore.

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Inchiesta

FACILE PERDERE, DIFFICILISSIMO VINCERE Nell’arco di un anno abbiamo una probabilità sola su quasi due milioni di vincere al Win For Life. Una su 6 mil ioni di vincere 500 mila euro puntando 5 euro al Gratta e vinci. In realtà è molto più probabile morire al volante di un’auto (una probabilità su 20mila) o precipitare a bordo di un aereo (una probabilità su 500 mila). Eppure si gioca, si perde e si ritenta. Dalla nostra inchiesta emerge che la maggior parte degli intervistati (82%) ha perso i soldi che ha investito nel gioco d’azzardo. Eppure i giocatori sono in aumento. La possibilità di vincere non va confusa con la probabilità che si ha di vincere. La mente può essere facilmente ingannata: il fatto che qualcuno vinca al Superenalotto, per esempio, ci porta a pensare che non sia così difficile vincere. In realtà qualcuno vince perché le persone che giocano sono milioni. QUANTI SOLDI SPESI Un altro dato messo in evidenza dalla nostra inchiesta è la quantità di soldi spesi negli ultimi 12 mesi nei principali giochi d’azzardo. In media in Italia nell’ultimo anno - secondo nel nostre stime - sono stati spesi 190 euro: nel grafico invece si trova il dettaglio per ogni tipo di gioco. I giochi d’azzardo online - legali e no - sono in rapida diffusione e sono particolarmente pericolosi per i più giovani. La Direzione nazionale antimafia più di una volta ha diffuso dati preoccupanti sulle videolottery e newslot illegali presenti online: perché scollegate dalla rete telematica, perché contengono schede manomesse, o perché importate dall’estero senza essere registrate.

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“È una forma di dipendenza perfetta, e subdola perché è senza sostanza d’abuso”

142€

10%

Parliamo con due psicologhe psicoterapeute dell’associazione AND Azzardo e Nuove Dipendenze (www.andinrete.it)

128€

 Ho perso Non ho né vinto né perso  Ho vinto tra l’1 e il 100% della somma giocata  Ho vinto più del 100% della somma giocata

Secondo la nostra inchiesta solo l’1% degli intervistati potrebbe avere un problema grave con il gioco. Il dato non va sottovalutato. Anche perché può essere lo specchio di un fenomeno ben più ampio. Il giocatore patologico, infatti, solitamente non percepisce il suo comportamento come una malattia, anzi. Accade spesso che giustifichi con ostentata autobenevolenza il suo come un semplice “vizio” , ritenendo, erroneamente, di poter smettere in qualsiasi momento. Non per niente il giocatore che ha superato la soglia del gioco “normale” non accede quasi mai spontaneamente allo studio dello specialista, ma quasi sempre grazie ai familiari.



Quanto si spende in media all’anno

6%

Difficile ammettere il problema

Una persona su dieci ha problemi, come sentirsi in colpa dopo aver giocato

30

82% 2%

INTERVISTA AGLI ESPERTI

   s    e    m    a    g    o    n     i    s    a    c  ,    o    g    n     i     b  ,    s    e    n     i     h    c    a    m     t    o     l     S

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   e    v     i     t    r    o    p    s    e    s    s    e    m    m    o    c     S

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 Nessun problema con il gioco Basso livello di problemi con poche o non identificate conseguenze negative  Moderato livello di problemi che possono portare a qualche conseguenza negativa  Problemi con il gioco con conseguenze negative e possibile perdita di controllo

Marzo 2015

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Quando il gioco d’azzardo diventa malattia? C. Quando si inizia a perdere il controllo sul gioco d’azzardo, cioè quando si gioca più denaro di quanto abbiamo a disposizione e più di quanto avevamo preventivato e si gioca più frequentemente e più a lungo di quello che si è predeterminato e di quanto possiamo permetterci di fare, allora il gioco d’azzardo diventa patologia. Non è sempre una questione di cifre alte: se un papà gioca i soldi destinati alla retta dell’asilo del figlio, o se si inizia a fare tardi sistematicamente al lavoro perché ci si trattiene troppo davanti alle slot, o se si toglie tempo prezioso alla famiglia, allora c’è un problema. È una patologia subdola, perché lo scivolamento è lento e progressivo: avviene per piccoli passi. Esistono differenti stadi della malattia? S. Oggi l’escalation è più rapida rispetto al passato. Quando si giocava d’azzardo solo al casinò, potevano servire anche una decina d’anni perché la patologia si sviluppasse, oggi i giochi sono veloci e ovunque: la dipendenza si può sviluppare anche in sei mesi. All’inizio c’è una sorta di fase chiamata “vincente”: il giocatore vince ed è in attivo. Più gioca e più inizia inesorabilmente a perdere, entrando in una seconda fase (“perdita”) in cui compaiono i primi litigi con i familiari, le assenze da casa e le mancanze ingiustificate di soldi: i familiari però faticano a capire e a collegare tutto al gioco. Si scivola poi verso la fase della disperazione: il giocatore capisce che ha perso il controllo, mente per nascondere l’entità dei danni, può diventare irascibile, contrae debiti . Quando la bolla scoppia, la fase di crollo investe tutti, anche i familiari e parte la richiesta di aiuto. L’obiettivo della nostra associazione è che la richiesta d’aiuto arrivi il prima possibile. Esistono persone più a rischio di altre? C. Se da un lato è vero che una persona che ha già una fragilità (psichiatrica, di indigenza

Daniela Capitanucci, socio fondatore Associazione AND

economica o altra dipendenza) è più predisposta al rischio, questo non significa nella maniera più assoluta che le persone che non hanno vulnerabilità ne siano immuni, anzi. Questo perchè in Italia il gioco d’azzardo è diventato un prodotto di largo consumo: l’industria ha operato per espandere il target di clienti, cercando di coinvolgere tutta la popolazione. Per farlo sono stati creati prodotti diversi: tutti sfruttano i meccanismi psicologici dell’apprendimento, ma ognuno è rivolto a uno specifico target (per le donne, i giochi non stigmatizzati come i Gratta e vinci o il bingo; per i giovani, i giochi online). I giocatori che ci chiedono aiuto sono casalinghe, dirigenti, medici, impiegati, pensionati, studenti e atleti, donne e uomini. Il business del gioco d’azzardo arruola tutti, ma quello che per la normale industria si chiama fidelizzazione del prodotto, per l’industria del gioco d’azzardo si chiama dipendenza: studi accreditati all’estero dicono che il fatturato delle slot machine deriva per un buon 60% dalle tasche di giocatoripatologici. Comeintervenite? S. Il percorso di cura è molto faticoso. Le occasioni di gioco purtroppo sono molto frequenti e ovunque: in autogrill, al bar, al supermercato, in posta. È molto difficile resistere fuori dallo studio del terapeuta. È importante poi lavorare in équipe: all’inizio va fatta un’attenta valutazione diagnostica multidisciplinare con un medico, uno psicologo, una figura sociale-educativa e anche un legale: spesso la prima cosa da risolvere è la situazione debitatoria della famiglia. Tutte queste figure sono coinvolte nella cura. E proprio per questo, AND

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Roberta Smaniotto, presidente Associazione AND

prende in cura sia chi è vittima del gioco d’azzardo sia i familiari, che soffrono quanto la vittima, a volte arrivando al suicidio. Si può fare prevenzione? C. All’estero si è fatta molta ricerca sugli aspetti di prevenzione e si è capito che si deve viaggiare sempre su due binari. Bisogna fare prevenzione educativa (per esempio quella fatta con interventi nelle scuole, sui ragazzi, potenziando le loro “life skills”,le competenze di base per affrontare la vita). Ma è altrettanto importante fare prevenzione strutturale, ovvero creare un ambiente che sostenga il messaggio in modo coerente. Questo argomento in Italia è piuttosto indigesto a livello politico. Se non si agisce però su entrambi i fronti è difficile essere efficaci. Non posso parlare ai ragazzi a scuola, ma poi permettere a una società concessionaria di spendere 60 milioni di euro all’anno per fare pubblicità al gioco d’azzardo con i migliori testimonial sportivi del momento. O lasciare i ragazzi in balia del gioco d’azzardo online o in ogni angolo della città. È un controsenso e uno spreco, perché l’ambiente depotenzierà, sino ad annullarlo, l’effetto degli interventi di prevenzione educativa. Si può calcolare il danno a livello sanitario? S. L’ampliamento della platea dei giocatori consentita dallo Stato provoca non solo un rischio per la salute, ma un danno economico alla società. Giocare d’azzardo implica sottrarre ore al lavoro, alla famiglia, con un danno incalcolabile. Anche se mai un giorno le cure dovessero essere coperte dai Lea, nonsarebbero maisufficienti percompensare i costi complessivi di questa malattia e per aiutare chi vive accanto al giocatore.

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Inchiesta poco mi sono ritrovata schiava di questo “grattare”, fino al punto che delle sere con la scusa di andare a comprare le sigarette, mi ritrovavo a “grattare” le schedine e a spendere soldi. Dopo diversi mesi conclude - ho cominciato a prelevare i soldi che avevo messo da parte con i miei sacrifici, fino a quando ho contratto anche un debito bancario». Pensato e concepito per piacere a tutta la famiglia, il g ioco del Gratta e Vinci sembra quasi un innocente passatempo, se paragonato al vecchio stereotipo del gioco d’azzardo da casinò, radicato nella mente delle persone. Eppure miete tantissime  vittime. La nost ra inchiest a, per esempio, rivela che il 34% di chi gioca ha preferito proprio questa lotteria e il 5% ci gioca regolarmente due, tre volte al mese. Nonostante le probabilità di vincere siano  bassissime. Basta cont rollare sul sito ufficiale d i Lottomatica, nell’area “Premi e probabilità di vincita” per capirlo. Nel caso del “Miliardario”, per esempio, si specifica che un biglietto su quatt ro è vincente. A colpo d’occhio le probabilità di vincita, dunque, sembrerebbero buone, ma se si legge con attenzione si può facilmente scoprire che i biglietti stampati (dati primo

lotto) sono 100.800.000. E - naturalmente - solo quattro tra questi fanno intascare la  vincita massima (500mila eu ro); quasi 29 milioni regalano solo 5 euro (la cif ra che si spende per acquistare un biglietto). Per riportare sul pianeta terra chi crede sia facile vincere, forse basterebbe seguire l’esempio del Portogallo: qui su ogni Gratta e Vinci viene messo in evidenza quanti biglietti di quel tipo sono stati stampati.

La mobilitazione del basso Se i giocatori perdono sempre (l’82% degli intervistati dichiara di aver perso negli ultimi 12 mesi), chi è che vince? Il detto “il  banco vince sempre” non mente. Ma, si  badi, diet ro al banco si na scondono più entità: a sparti rsi macchinette, slot, lotterie e scommesse sportive nel nostro Paese sono una manciata di grandi società accanto a un g ruppo di piccoli concessionari. Tutti, in pratica, fanno da esattori fiscali per lo Stato. Dunque è “bisca Italia” che continua a drenare soldi dalle famiglie. Per fortuna, in attesa di una norma nazionale, le Regioni si stanno sempre più spendendo per regolamentare il settore. Mentre la politica nazionale è di

fatto ingabbiata dal le lobby, quella locale è sensibile e si sta muovendo di più. Basta  vedere che cosa ha fatto fino ad oggi Slotmob, una campagna nata nel 2013 - le iniziative del comitato promotore sono su Facebook - che premia i bar che scelgono di non avere slot machines. Una mobilitazione dal basso che ha stimolato risposte concrete (sono partite leggi in varie Regioni e provincie, come quella di Bolzano, per limitare per esempio la presenza di slot machine nei locali v icini a scuole), anche se l’impegno degli enti locali è stato spesso ostacolato dai ricorsi al Tar delle concessionarie dei giochi d’azzardo.

Come intervenire? A partire da l 2015, fra le risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale vengono destinati 50 milioni di euro alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie connesse alla dipendenza da  gioco d’azzardo. Basta? Certamente no: oltre a curare, bisogna prevenire. Per farlo è necessario aumentare la consapevolezza collettiva, spingendo per esempio per una legge che vieti dalla pubblicità sul gioco d’azzardo in tv fino alle slot machine  vicino alle scuole. ¬

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Inchiesta poco mi sono ritrovata schiava di questo “grattare”, fino al punto che delle sere con la scusa di andare a comprare le sigarette, mi ritrovavo a “grattare” le schedine e a spendere soldi. Dopo diversi mesi conclude - ho cominciato a prelevare i soldi che avevo messo da parte con i miei sacrifici, fino a quando ho contratto anche un debito bancario». Pensato e concepito per piacere a tutta la famiglia, il g ioco del Gratta e Vinci sembra quasi un innocente passatempo, se paragonato al vecchio stereotipo del gioco d’azzardo da casinò, radicato nella mente delle persone. Eppure miete tantissime  vittime. La nost ra inchiest a, per esempio, rivela che il 34% di chi gioca ha preferito proprio questa lotteria e il 5% ci gioca regolarmente due, tre volte al mese. Nonostante le probabilità di vincere siano  bassissime. Basta cont rollare sul sito ufficiale d i Lottomatica, nell’area “Premi e probabilità di vincita” per capirlo. Nel caso del “Miliardario”, per esempio, si specifica che un biglietto su quatt ro è vincente. A colpo d’occhio le probabilità di vincita, dunque, sembrerebbero buone, ma se si legge con attenzione si può facilmente scoprire che i biglietti stampati (dati primo

lotto) sono 100.800.000. E - naturalmente - solo quattro tra questi fanno intascare la  vincita massima (500mila eu ro); quasi 29 milioni regalano solo 5 euro (la cif ra che si spende per acquistare un biglietto). Per riportare sul pianeta terra chi crede sia facile vincere, forse basterebbe seguire l’esempio del Portogallo: qui su ogni Gratta e Vinci viene messo in evidenza quanti biglietti di quel tipo sono stati stampati.

La mobilitazione del basso Se i giocatori perdono sempre (l’82% degli intervistati dichiara di aver perso negli ultimi 12 mesi), chi è che vince? Il detto “il  banco vince sempre” non mente. Ma, si  badi, diet ro al banco si na scondono più entità: a sparti rsi macchinette, slot, lotterie e scommesse sportive nel nostro Paese sono una manciata di grandi società accanto a un g ruppo di piccoli concessionari. Tutti, in pratica, fanno da esattori fiscali per lo Stato. Dunque è “bisca Italia” che continua a drenare soldi dalle famiglie. Per fortuna, in attesa di una norma nazionale, le Regioni si stanno sempre più spendendo per regolamentare il settore. Mentre la politica nazionale è di

fatto ingabbiata dal le lobby, quella locale è sensibile e si sta muovendo di più. Basta  vedere che cosa ha fatto fino ad oggi Slotmob, una campagna nata nel 2013 - le iniziative del comitato promotore sono su Facebook - che premia i bar che scelgono di non avere slot machines. Una mobilitazione dal basso che ha stimolato risposte concrete (sono partite leggi in varie Regioni e provincie, come quella di Bolzano, per limitare per esempio la presenza di slot machine nei locali v icini a scuole), anche se l’impegno degli enti locali è stato spesso ostacolato dai ricorsi al Tar delle concessionarie dei giochi d’azzardo.

Come intervenire? A partire da l 2015, fra le risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale vengono destinati 50 milioni di euro alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie connesse alla dipendenza da  gioco d’azzardo. Basta? Certamente no: oltre a curare, bisogna prevenire. Per farlo è necessario aumentare la consapevolezza collettiva, spingendo per esempio per una legge che vieti dalla pubblicità sul gioco d’azzardo in tv fino alle slot machine  vicino alle scuole. ¬

I TRUCCHI CI SONO E SONO TANTI Altro che fortuna: nei giochi tutto è calcolato e indotto. Come il fatto di non far effettuare ai giocatori alcun pagamento reale, ma sempre e solo virtuali, con l’utilizzo di carte di credito o altri sistemi del genere. Così anche il giocatore più incallito non avrà l’impressione di dilapidare un patrimonio.

INGANNANO IL TUO CERVELLO

TI INCOLLANO ALLA SEDIA

VINCONO SEMPRE LORO

I giochi sfruttano il meccanismo della vincita sfiorata. Quando si gioca al classico “gratta e vinci”, per esempio, nel 90% dei casi i numeri o le cifre che si scoprono sono vicini a quelle che indicano la vincita. Idem per le slot: la terza ciliegina che serve per vincere è spesso appena sotto alle due allineate. Questa situazione di “mancato per poco”, spinge inconsciamente a ritentare la fortuna. Il cervello reagisce a una situazione di quasi vincita, come reagisce alla vincita.

I game designer (i disegnatori di giochi) sono sempre alla ricerca di nuovi metodi affinché il giocatore giochi più partite nel minor tempo possibile: rendono lo schermo piacevole alla vista con immagini e disegni attraenti, con colori ipnotici, correlando suoni ripetitivi che stimolino la routine. Le sedute delle sedie vengono scelte comode, ampie ed ergonomiche. Negli USA si ordina cibo direttamente dalle macchinette, in modo che il giocatore si senta sempre a proprio agio e non debba mai alzarsi.

Si perde sempre, è matematica. Quanto? Circa il 25% della cifra puntata al gioco: questa percentuale va a caratterizzare la costante matematica del rappresentativo guadagno intascato dal “banco” ovvero da chi sta dietro l’organizzazione del gioco stesso. La prova. Poniamo di puntare alla roulette una fiches su tutti i 37 numeri presenti: con un numero si vincerebbe di certo, ma la vincita verrebbe pagata dal banco 36 volte. E tu hai speso comunque 37 euro. Vale per tutti i giochi.

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App a confronto

Expo non è mobile L’alternativa all’auto privata non è pronta per l’Esposizione. Mancano i parcheggi e gli operatori di car sharing non permettono di raggiungere la fiera.

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LA NOSTRA INCHIESTA

Nel capoluogo lombardo, dove a breve si terrà l’Esposizione universale, l’offerta di auto a noleggio è sempre più ampia. Tra i sei operatori di car sharing, l’app Uber e i taxi cosa conviene di più? TELEFONO, APP, WEB, PARCHEGGIO

Abbiamo coperto tre percorsi cittadini utilizzando questi mezzi con tutte le possibilità di prenotazione: app, telefonata, sito quando disponibile (nel caso dei taxi siamo andati anche al parcheggio). I percorsi sono stati fatti nelle prime due settimane di novembre sempre negli stessi orari (8-10 e 17-19). Abbiamo verificato se il servizio è diffuso, se la prenotazione è comoda, se tutti gli strumenti a disposizione funzionano, infine quanto costa e cosa conviene di più. EXPO E MOBILITÀ

Infine abbiamo valutato quanto la mobilità on demand è pronta per Expo, quindi se esistono convenzioni o abbonamenti per turisti e visitatori o parcheggi dedicati.

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App a confronto e stai programmando di andare a Milano in occasione di Expo, l’esposizione universale che prenderà il via il 1° maggio 2015, per raggiungere la fiera non fare troppo affidamento sul tanto pubblicizzato servizio di car sharing (ora operativo in città con sei  brand). A poche settimane dall’inizio dell’evento, gli apprezzatissimi servizi di auto on demand non offrono la possibilità di terminare il noleggio nella zona fieristica, ovvero fuori dall’area urbana; in altre parole puoi prendere l’auto in città, ma poi non puoi lasciarla parcheggiata in Expo. Un problema che non hanno altri concorrenti della mobilità via app, come Uber e UberPop e neppure i taxi, che da qualche tempo propongono anche un nuovo servizio tramite smartphone. La

S

ricca offerta di mobilità alternativa all’auto della app più contestata di sempre (alias privata, esplosa a Milano, più in generale Uber). I milanesi hanno accolto con pone diverse domande: qual è il sistema più entusiasmo l’arrivo di nuovi modi di economico? E il più pratico? Il più comodo? spostarsi. Dalle app che localizzano Per chi rinuncia ai mezzi pubblici o alla l’autista più vicino, alle 1.900 auto in  bicicletta (anche questa disponibile a condivisione che hanno raccolto già oltre noleggio), per chi non vuole o non può 120mila iscritti. Ci sono anche le bici del abbandonare l’abitudine di muoversi in  bike sharing comunale e per la fiera auto è bene informarsi, prima di sostenere arriveranno anche i ciclomotori da un inutile salasso. Ecco allora la nostra condividere. Non c’è però stato solo  guida alla mobilità per Expo: cosa scegliere, entusiasmo per il nuovo modello di sharing quanto costa e cosa offre il capoluogo economy, l’economia della condivisione meneghino, che si prepara ad accogliere 20 che privilegia l’idea di servizio al concetto milioni di visitatori in sei mesi. di proprietà, nei confronti di Uber ci sono stati anche contestazioni, scioperi e Molte opportunità per tutti minacce di blocchi da parte dei tassisti. In città le strade sono sempre più affollate Non solo taxi di macchine nuove, molto colorate: è il  boom del car sharing, dei quadricicli A qualcuno forse sono stati pestati i piedi, elettrici targati Expo e delle berline nere ma non si può pensare che se in città nei

sei mesi di Expo arriveranno milioni di turisti, li si possa accogliere con la sola flotta di taxi, pochi dei quali dotati del Pos per il pagamento con carta di credito. A Milano ormai il boom delle auto in condivisione è realtà. Con la liberalizzazione attuata tramite un bando, indetto dal Comune a metà 2013, è partita la concorrenza dei privati. Prima c’erano solo le auto di GuidaMi, il primo servizio messo a disposizione da Atm, l’azienda dei trasporti milanese. Poi sono arrivate le smart bianche e blu di Car2Go a 29 centesimi al minuto, e le Fiat 500 rosse di Enjoy (Eni). Poche, ma presenti, anche l e auto ecologiche, quelle elettriche di E-Vai, che hanno il vantaggio di essere presenti nelle principali stazioni lombarde, e i quadricicli elettrici di EQ Sharing, che hanno gli stessi limiti di circolazione del

car sharing di Ca r2Go ed Enjoy. La concorrenza ha dato spazio anche a un altro operatore, Twist, che ha portato sulle strade della città le Volkswagen Up!.

il noleggio deve terminare in città). Le auto GuidaMi, e EQ Sharing devono essere riconsegnate nei parcheggi gestiti dalle società (GuidaMi, inoltre, prevede che il parcheggio di consegna deve essere lo stesso di quello di ritiro). Se condo queste regole insomma, ad oggi nessuno degli operatori consente di terminare il servizio nella zona dove sorge Expo. Fa eccezione E-vai, che in zona fiera ha a disposizione due parcheggi (inoltre offre un servizio integrato al sistema ferroviario e collega diverse stazioni della Lombardia, compresi gli aeroporti). Enjoy dà la possibilità di parcheggiare all’aeroporto di Linate in uno dei 14 posti auto riservati. Rispetto alla possibilità di parcheggiare in fiera non abbiamo ricevuto risposte da Enjoy e Car2Go. Twist ci ha comunicato che non sono state ancora prese decisioni

Un servizio insufficiente per Expo La rivoluzione è iniziata sulla scia di rinnovamento della mobilità in vista di Expo. Ma ora che il conto alla rovescia per l’esposizione del 2015 è iniziato, la realtà sembra al di sotto delle aspettative. Lo rivela questa inchiesta. Abbiamo contattato gli operatori di car sharing per scoprire che tipo di servizio intendono offrire in vista di Expo. Le auto Enjoy, Car2Go e Twist di fatto non prevedono alcuna novità: al termine del noleggio devono essere parcheggiate all’interno dell’area urbana (l’auto può essere guidata al di fuori di quest’area, ma

UBER E I TAXI I PIÙ CARI Ecco una sintesi dei viaggi che abbiamo fatto lungo tre percorsi cittadini milanesi, utilizzando tutta l’offerta di mobilità disponibile in automobile. I tempi per trovare l’auto sono molto variabili, così come il costo e la durata del viaggio lungo uno stesso tragitto. Nel caso del servizio di car sharing il calcolo della tariffa è stimato

DURATA MEDIA E COSTO DEL VIAGGIO

sulla base della durata del percorso. Nel caso di Uber, UberPop e dei taxi abbiamo utilizzato il costo medio pagato per la corsa. Per GuidaMi, E-Vai e Eq Sharing è stato fatto solo il percorso 1, visto che queste auto devono essere prelevate e riconsegnate solo nei parcheggi adibiti (nell’inchiesta nelle stazioni Cadorna e Centrale). Percorso 1

IN MINUTI

Car2go

CON AUTISTA Taxi

00:09:30

Enjoy

00:11:40

Twist

UBERPOP

IN MINUTI

    i    a    v       E

    i    o    p     t    s     M    y    g    o     i    o    a     j     2    w     d    n    r     P    r     T     i     E    a    e    u     C     b     G     U

00:21:40

DURATA MEDIA DEL PERCORSO Uber

14 min

Uberpop

17 min

Taxi

17 min 23 min

Carsharing

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   g    n     i    r    a     h     S    q     E

In alt o le tariffe spese per percorrere il tragitto che collega le due stazioni ferroviarie milanesi. Il meno caro è Eq Sharing (costa solo 3 euro), mentre Uber è nettamente il servizio più caro, seguito dal taxi. Si tratta, però, di offerte molto diverse: un quadriciclo elettrico, un’auto berlina con autista e un taxi.

Un’importante differenza tra i servizi sta nel tempo di attesa della vettura: tempi biblici per UberPop (più di 21 minuti), in media molto rapido ad arrivare il taxi (circa 3 minuti). Ma il servizio taxi tramite app può essere ben diverso: It Taxi si fa attendere 30 minuti.

Le auto non sono sempre reperibili, si devono prenotare con anticipo anche d i 24 ore.

Eqsharing

   r     i    e    x    a     b     T     U

00:11:00

GuidaMi E-vai

3.7 Km

00:03:20

UBER

00:14:00

      €       2   ,       9       €       €       €       €       7       €   ,       5   ,       2       6       8   ,       6       6   ,       6       5       €       3

Da: Stazione Centrale A: Stazione Cadorna

TEMPO MEDIO DI ATTESA PER REPERIRE L’AUTO

SENZA AUTISTA

      €       5   ,       5       1       €       1   ,       2       1

Percorso 2

Percorso 3

Da: Piazza 24 Maggio A: Via Procaccini, 20

Da: Via Teodosio, 24 A: Viale dell’Innovazione, 20

5.4 Km

6 Km

Uber

22€

Uber

22,5€

Taxi

15€

Taxi

19,5€

UberPop

8,5€

UberPop

10,5€

Car2go

7€

Car2go

7,3€

Twist

6,5€

Twist

6,8€

Enjoy

6€

Enjoy

6,3€

Abbiamo provato altri due percorsi, ma questa volta senza GuidaMi, E-Vai e EQ Sharing, visto che queste auto devono essere prelevate e riconsegnate solo nei parcheggi adibiti, non presenti in tutti i percorsi della nostra inchiesta. Questa rigidità distingue proprio i diversi servizi di car sharing. Ancora una volta i servizi con conducente sono, come prevedibile, più cari del car sharing, in particolare lo è Uber, il servizio con auto berlina e autista, più caro anche del taxi. Car2go, Twist ed Enjoy risultano più economici anche del tanto discusso UberPop, il servizio low cost offerto dall’aziendaUber.

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Marzo 2015 • 290 Altroconsumo

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App a confronto I COSTI DEL SERVIZIO CAR SHARING �₤� OPERATORI DI CAR SHARING

Abbonamento o iscrizione

Tariffa al minuto

Tariffa al minuto in sosta

Tariffa oraria Tariffa al km

ENJOY

0

0,25

0,10

CAR2GO

19

0,29

0,29

14,9

50 km inclusi

TWIST

15

0,27

0,17

14,9

50 km inclusi

20

5/7

50 km inclusi

5 euro costo fisso per ogni noleggio

2,4

0,48 al km

GUIDAMI E�VAI EQ SHARING

10

15

50 km inclusi

0,13

COME LEGGERE LA TABELLA Operatoridicarsharing Icostisi

iscrizione, tranne Enjoy. E-Vai untempoinferiore.Enjoy,Car2Go prevedeun costofissodi 5euro eTwistrichiedonouncostoanche perogninoleggiodell’auto. perogniminutodisostadell’auto,mapiùbasso. Costo La maggior parte delle società ha un costo al minuto, Costo al km Tutti gli operatori, mentreGuidaMiedE-Vaipreve- tranneE-vai,nonprevedonoun Costo di abbonamento Tutti gli donounatariffadi almenoun’o- costochilometricosesi percoroperatoririchiedonoun costodi raanchesesinoleggial’autoper ronofinoa50 km. riferiscono a un abbonamento specificonelcasodiGuidaMi(tariffaEasy);diE-Vai(abbonamentosilver);e diEQSharing(abbonamentoannuale).

Le auto in circolazione GLOSSARIO Sharingeconomy

Secondolarivista Time , il2015saràl’annodella definitivaesplosionedella Sharingeconomy . Basarsisuscambioe condivisione,infatti,è statoinseritonell’elenco delledieciideeche cambierannoilmondo. Secondoalcunericerche, ilmovimentochefadella collaborazioneilsuo emblemasembragià esploso.Daunaricercadi Collaboriamo.orgemerge chei canaliprincipali dell’economia collaborativaitaliana sono:ilcrowdfunding (30%dellepiattaforme),i trasporti(il12%),il turismo(10%)eillavoro (9%).Latecnologia digitaleèunsupporto necessariointuttiiservizi collaborativi,sottoforma disitiinternetoapp.

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644

250

100

700

100

118

in merito, mentre Eq Sharing ha risposto che il loro servizio di auto elettriche è destinato all’area urbana.

più di 9, mentre un tempo ragionevole dovrebbe essere circa 5 minuti.

SCOPRI SE PUOI SCARICARE L’APP

Non esistono abbonamenti

Attenzione a contratti e penali Prima di servirti del car sharing, leggi  bene il contratto. Ci sono differenze anche importanti tra un operatore e l’altro e non sempre a tuo vantaggio. I massimali dell’Rcauto sono molto vari, da 5 milioni (GuidaMi) a 50 mi lioni (Car2Go); Eq Sharing non offre la copertura incendio e furto né la kasko, quest’ultima è assente anche nel contratto di Enjoy. Bisogna stare attenti alle penali in caso di incidente (elevata quella di Enjoy: 250 euro), EQ Sharing non lo specifica e questa è tutt’altro che una garanzia. Una penale è prevista in caso di furto dell’auto per colpa o dolo del cliente, fino a 500 euro per Car2Go e Twist. Salasso anche se si perdono le chiavi, Car2go chiede un risarcimento di 350 euro, ma ci sono costi aggiuntivi anche per la pulizia del veicolo o per le spese di notifica in caso di multa. Il Codice del consumo (d.lgs nr. 206 del 6-9-2005) considera vessatoria la clausola che stabilisce come “sede del foro competente, in caso di controversie, una località diversa dalla residenza o dal domicilio del consumatore”, come fanno Car2Go e Twist nel contratto. Il primo ha promesso di modificare la clausola, mentre abbiamo segnalato il secondo all’Antitrust: vi terremo informati.

Utilizzare un’app per prenotare un’auto è sicuramente comodo e veloce, ma qualche intoppo informatico può capitare. Controlla se il tuo smartphone è compatibile.

Abbiamo chiesto anche se sono previsti  vantaggi part icolari per chi utili zzerà il servizio di car sharing durante Expo (come sconti, promozioni, abbonamenti per chi ha acquistato un biglietto per accedere ai padiglioni). Rispetto a questo, il sistema di car sharing sembra piuttosto impreparato: solo EQ Sharing effettua al momento promozioni per i dipendenti Expo e per quelli degli sponsor coinvolti. Dato il respiro internazionale dell’evento, abbiamo chiesto anche se sarà possibile per un t urista utilizzare le auto con una patente di guida straniera. Car2go, Twist, E-vai ed Eq Sharing lo permettono già, Enjoy sta cercando un modo per effettuare il controllo delle patenti straniere.

Un’app non basta Nell’inchiesta è emerso che l’app in  generale è lo strumento migliore per prenotare un’auto, e si presta bene all’utilizzo via smartphone per la strada. Ma la tecnologia non basta: GuidaMi ed E-Vai si rivelano poco al passo coi tempi e assomigliano più a un noleggio auto tradizionale che a un car sharing. I limiti imposti sono troppi: l’auto va prenotata in anticipo, va prelevata e restituita solo in alcuni punti prestabiliti della città e con GuidaMi è necessario fissare il tempo di noleggio (pena un addebito in fattura). Insomma, manca la flessibilità che è diventato il punto di forza dei nuovi servizi di car sharing: l’auto si preleva e si lascia ovunque, come se fosse un mezzo privato. UberPop, invece, è poco diffuso ed è un servizio non garantito (ci è capitato di non trovare l’auto nemmeno nei dintorni delle stazioni), inoltre va regolamentato, visto che per adesso è un servizio illegale (vedi  AC 288, gennaio 2015 ). Abbiamo provato anche le app dei tassisti (disponibili per Iphone e Android) a disposizione per prenotare un taxi: Qui Taxi, It Taxi e Taxiblu Milano. Prenotare un taxi è molto semplice: si scarica l’app, ci si registra e da quel momento si può prenotare un taxi con pochi clic. Sia nel caso della prenotazione con Qui Taxi che con Taxiblu Milano il tempo di attesa è stato minimo (in media poco più di 3 minuti). It Taxi, però, non consente di prenotare prima di mezz’ora. Neppure il tempo per trovare un’auto con il car sharing ci soddisfa del tutto, Enjoy e Twist possono richiedere anche più di 11 minuti, per un’auto Car2go ce ne vogliono www.altroconsumo.it

Ogni operatore si avvale di una specifica versione di un sistema operativo per scaricare la app da utilizzare per il noleggio dell’auto. Alcune app possono essere scaricate solo con sistemi operativi aggiornati, in altri casi è lo stesso sistema a proporre all’utente di scaricare una versione meno recente dell’app, ma compatibile, a volte, invece, è necessario eseguire l’aggiornamento del sistema operativo, pena l’impossibilità di scaricare l’app. Uno dei problemi può essere che non tutti gli smartphone supportano gli aggiornamenti dei sistemi operativi, cosa particolarmente vero con Android: l’ultima

versione è stata lanciata a ottobre 2014 e a oggi il numero di telefoni sui cui è installata o installabile è ancora molto basso. Nei prossimi mesi sarà resa disponibile per un numero limitato di altri telefoni, ma per la maggior parte dei telefoni già venduti Android 5 non sarà mai installabile e l’anno prossimo ci saranno ancora numerosi nuovi telefoni messi in vendita con una versione di Android più vecchia. Prima di scegliere l’operatore di car sharing, quindi, è utile valutare due aspetti: la versione del sistema operativo richiesta dall’app e la versione del sistema operativo del tuo smartphone. Ecco come trovare sul proprio telefono qual è la versione del sistema operativo. Se hai uno smartphone iOS vai su: Impostazioni > Generale > Info > Versione Se hai uno smartphone Android  vai su: Impostazioni > Info telefono > Versione Se hai uno smartphone Windows Phone vai su: Impostazioni > Informazioni su > Altre informazioni > Versione

Condividere per risparmiare La mobilità tramite app è una rivoluzione, insomma, che permette a chi non ha un’auto di proprietà di usarne una occcasionalmente, senza dover pagare un più costoso taxi. Il boom dei veicoli in sharing potrebbe anche consentire alle famiglie di rinunciare alla seconda auto di proprietà, quella che si usa solo occasionalmente e che secondo una ricerca di Altroconsumo a volte pesa inutilmente sul bilancio familiare. Eliminando le spese fisse legate al possesso della macchina (acquisto, assicurazione, bollo, revisioni, carburante...) per un uso limitato, inferiore ai 3.000 km l’anno, i conti nel portafogli pendono a favore del car sharing. La macchina usata in media una  volta a settimana, ovvero circa 5 0 volte l’anno, percorre circa 2.000 km l’anno, l’equivalente di una mezza giornata di commissioni ogni settimana, coprendo più o meno 40 km a volta. Possedere e usare l’auto in questo modo costa più di 3.400 euro l’anno, una spesa un po’ più alta dell’affit to di un’auto in sharing, per un utilizzo equivalente. A ognuno la scelta. ¬ www.altroconsumo.it

SE GUIDI TU IL COSTO PRECIPITA n o l  e  c  o n   g  g i  o c   du     c   o n  e nt  e   

+ 85      % 

Pagare un’auto con un conducente professionista, tramite Uber o un taxi, a Milano costa l’85% in più rispetto al noleggio tramite car sharing.

C  a r   s  h  a  r  i  n   g  

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 37

App a confronto I COSTI DEL SERVIZIO CAR SHARING �₤� OPERATORI DI CAR SHARING

Abbonamento o iscrizione

Tariffa al minuto

Tariffa al minuto in sosta

Tariffa oraria Tariffa al km

ENJOY

0

0,25

0,10

CAR2GO

19

0,29

0,29

14,9

50 km inclusi

TWIST

15

0,27

0,17

14,9

50 km inclusi

20

5/7

50 km inclusi

5 euro costo fisso per ogni noleggio

2,4

0,48 al km

GUIDAMI E�VAI

10

EQ SHARING

15

50 km inclusi

0,13

COME LEGGERE LA TABELLA Operatoridicarsharing Icostisi

iscrizione, tranne Enjoy. E-Vai untempoinferiore.Enjoy,Car2Go prevedeun costofissodi 5euro eTwistrichiedonouncostoanche perogninoleggiodell’auto. perogniminutodisostadell’auto,mapiùbasso. Costo La maggior parte delle società ha un costo al minuto, Costo al km Tutti gli operatori, mentreGuidaMiedE-Vaipreve- tranneE-vai,nonprevedonoun Costo di abbonamento Tutti gli donounatariffadi almenoun’o- costochilometricosesi percoroperatoririchiedonoun costodi raanchesesinoleggial’autoper ronofinoa50 km. riferiscono a un abbonamento specificonelcasodiGuidaMi(tariffaEasy);diE-Vai(abbonamentosilver);e diEQSharing(abbonamentoannuale).

Le auto in circolazione GLOSSARIO Sharingeconomy

Secondolarivista Time , il2015saràl’annodella definitivaesplosionedella Sharingeconomy . Basarsisuscambioe condivisione,infatti,è statoinseritonell’elenco delledieciideeche cambierannoilmondo. Secondoalcunericerche, ilmovimentochefadella collaborazioneilsuo emblemasembragià esploso.Daunaricercadi Collaboriamo.orgemerge chei canaliprincipali dell’economia collaborativaitaliana sono:ilcrowdfunding (30%dellepiattaforme),i trasporti(il12%),il turismo(10%)eillavoro (9%).Latecnologia digitaleèunsupporto necessariointuttiiservizi collaborativi,sottoforma disitiinternetoapp.

644

250

100

700

100

118

in merito, mentre Eq Sharing ha risposto che il loro servizio di auto elettriche è destinato all’area urbana.

più di 9, mentre un tempo ragionevole dovrebbe essere circa 5 minuti.

SCOPRI SE PUOI SCARICARE L’APP

Non esistono abbonamenti

Attenzione a contratti e penali Prima di servirti del car sharing, leggi  bene il contratto. Ci sono differenze anche importanti tra un operatore e l’altro e non sempre a tuo vantaggio. I massimali dell’Rcauto sono molto vari, da 5 milioni (GuidaMi) a 50 mi lioni (Car2Go); Eq Sharing non offre la copertura incendio e furto né la kasko, quest’ultima è assente anche nel contratto di Enjoy. Bisogna stare attenti alle penali in caso di incidente (elevata quella di Enjoy: 250 euro), EQ Sharing non lo specifica e questa è tutt’altro che una garanzia. Una penale è prevista in caso di furto dell’auto per colpa o dolo del cliente, fino a 500 euro per Car2Go e Twist. Salasso anche se si perdono le chiavi, Car2go chiede un risarcimento di 350 euro, ma ci sono costi aggiuntivi anche per la pulizia del veicolo o per le spese di notifica in caso di multa. Il Codice del consumo (d.lgs nr. 206 del 6-9-2005) considera vessatoria la clausola che stabilisce come “sede del foro competente, in caso di controversie, una località diversa dalla residenza o dal domicilio del consumatore”, come fanno Car2Go e Twist nel contratto. Il primo ha promesso di modificare la clausola, mentre abbiamo segnalato il secondo all’Antitrust: vi terremo informati.

Utilizzare un’app per prenotare un’auto è sicuramente comodo e veloce, ma qualche intoppo informatico può capitare. Controlla se il tuo smartphone è compatibile.

Abbiamo chiesto anche se sono previsti  vantaggi part icolari per chi utili zzerà il servizio di car sharing durante Expo (come sconti, promozioni, abbonamenti per chi ha acquistato un biglietto per accedere ai padiglioni). Rispetto a questo, il sistema di car sharing sembra piuttosto impreparato: solo EQ Sharing effettua al momento promozioni per i dipendenti Expo e per quelli degli sponsor coinvolti. Dato il respiro internazionale dell’evento, abbiamo chiesto anche se sarà possibile per un t urista utilizzare le auto con una patente di guida straniera. Car2go, Twist, E-vai ed Eq Sharing lo permettono già, Enjoy sta cercando un modo per effettuare il controllo delle patenti straniere.

Un’app non basta Nell’inchiesta è emerso che l’app in  generale è lo strumento migliore per prenotare un’auto, e si presta bene all’utilizzo via smartphone per la strada. Ma la tecnologia non basta: GuidaMi ed E-Vai si rivelano poco al passo coi tempi e assomigliano più a un noleggio auto tradizionale che a un car sharing. I limiti imposti sono troppi: l’auto va prenotata in anticipo, va prelevata e restituita solo in alcuni punti prestabiliti della città e con GuidaMi è necessario fissare il tempo di noleggio (pena un addebito in fattura). Insomma, manca la flessibilità che è diventato il punto di forza dei nuovi servizi di car sharing: l’auto si preleva e si lascia ovunque, come se fosse un mezzo privato. UberPop, invece, è poco diffuso ed è un servizio non garantito (ci è capitato di non trovare l’auto nemmeno nei dintorni delle stazioni), inoltre va regolamentato, visto che per adesso è un servizio illegale (vedi  AC 288, gennaio 2015 ). Abbiamo provato anche le app dei tassisti (disponibili per Iphone e Android) a disposizione per prenotare un taxi: Qui Taxi, It Taxi e Taxiblu Milano. Prenotare un taxi è molto semplice: si scarica l’app, ci si registra e da quel momento si può prenotare un taxi con pochi clic. Sia nel caso della prenotazione con Qui Taxi che con Taxiblu Milano il tempo di attesa è stato minimo (in media poco più di 3 minuti). It Taxi, però, non consente di prenotare prima di mezz’ora. Neppure il tempo per trovare un’auto con il car sharing ci soddisfa del tutto, Enjoy e Twist possono richiedere anche più di 11 minuti, per un’auto Car2go ce ne vogliono

36 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

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Ogni operatore si avvale di una specifica versione di un sistema operativo per scaricare la app da utilizzare per il noleggio dell’auto. Alcune app possono essere scaricate solo con sistemi operativi aggiornati, in altri casi è lo stesso sistema a proporre all’utente di scaricare una versione meno recente dell’app, ma compatibile, a volte, invece, è necessario eseguire l’aggiornamento del sistema operativo, pena l’impossibilità di scaricare l’app. Uno dei problemi può essere che non tutti gli smartphone supportano gli aggiornamenti dei sistemi operativi, cosa particolarmente vero con Android: l’ultima

versione è stata lanciata a ottobre 2014 e a oggi il numero di telefoni sui cui è installata o installabile è ancora molto basso. Nei prossimi mesi sarà resa disponibile per un numero limitato di altri telefoni, ma per la maggior parte dei telefoni già venduti Android 5 non sarà mai installabile e l’anno prossimo ci saranno ancora numerosi nuovi telefoni messi in vendita con una versione di Android più vecchia. Prima di scegliere l’operatore di car sharing, quindi, è utile valutare due aspetti: la versione del sistema operativo richiesta dall’app e la versione del sistema operativo del tuo smartphone. Ecco come trovare sul proprio telefono qual è la versione del sistema operativo. Se hai uno smartphone iOS vai su: Impostazioni > Generale > Info > Versione Se hai uno smartphone Android  vai su: Impostazioni > Info telefono > Versione Se hai uno smartphone Windows Phone vai su: Impostazioni > Informazioni su > Altre informazioni > Versione

Condividere per risparmiare La mobilità tramite app è una rivoluzione, insomma, che permette a chi non ha un’auto di proprietà di usarne una occcasionalmente, senza dover pagare un più costoso taxi. Il boom dei veicoli in sharing potrebbe anche consentire alle famiglie di rinunciare alla seconda auto di proprietà, quella che si usa solo occasionalmente e che secondo una ricerca di Altroconsumo a volte pesa inutilmente sul bilancio familiare. Eliminando le spese fisse legate al possesso della macchina (acquisto, assicurazione, bollo, revisioni, carburante...) per un uso limitato, inferiore ai 3.000 km l’anno, i conti nel portafogli pendono a favore del car sharing. La macchina usata in media una  volta a settimana, ovvero circa 5 0 volte l’anno, percorre circa 2.000 km l’anno, l’equivalente di una mezza giornata di commissioni ogni settimana, coprendo più o meno 40 km a volta. Possedere e usare l’auto in questo modo costa più di 3.400 euro l’anno, una spesa un po’ più alta dell’affit to di un’auto in sharing, per un utilizzo equivalente. A ognuno la scelta. ¬

SE GUIDI TU IL COSTO PRECIPITA n o l  e  c  o n   g  g i  o c   du     c   o n  e nt    e 

+ 85      % 

Pagare un’auto con un conducente professionista, tramite Uber o un taxi, a Milano costa l’85% in più rispetto al noleggio tramite car sharing.

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Nuovo servizio

Dentisti

L’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (Aiop) è una delle più importanti società scientifiche in ambito odontoiatrico.

Togliamoci i dubbi Ecco alcuni esempi delle domande che potrai porre ai dentisti nostri consulenti. E le risposte che ci hanno anticipato. Ogni quanto tempo devo andare dal dentista a fare la puliz ia? Sottoporsi regolarmente alle visite di controllo dal dentista e a sedute periodiche di igiene orale è fondamentale per intercettare precocemente possibili alterazioni non solo dei denti e delle gengive, ma anche delle protesi, se presenti, e dei tessuti che circondano l’impianto, se è il proprio caso. A seconda della situazione di ciascuno si possono attuare programmi di mantenimento a intervalli regolari ogni tre, sei, dodici mesi: questo permette di valutare la stabilità della situazione e di controllare o eliminare i microrganismi dannosi che causano carie e malattia parodontale/perimplantare.

chiedilo ai nostri

È meglio un impianto o un ponte tradizionale?

Professionisti esperti offrono consulenza per aiutare tutti a ritrovare un bel sorriso. isparmiare sulle spese del dentista oggi quasi inevitabilmente porterà a spendere di più dal dentista domani. Purtroppo, aspettare che i problemi insorgano o si aggravino non è una buona scelta: un dente compromesso porterà alla necessità di interventi più complessi, non solo sgradevoli, ma spesso assai costosi.

R

Risposte ai tuoi dubbi

In collaborazione con la Aiop, una delle più importanti società scientifiche in campo odontoiatrico, abbiamo lanciato un nuovo servizio per i soci: una consulenza personalizzata con un dentista esperto sui problemi che riguardano i denti (tutte le informazioni pratiche per accedere al servizio sono nel riquadro in basso nella pagina a lato). La consulenza non può né  vuole sostituire le regolari visite da un dentista: piuttosto il contrario. Vuole dare un aiuto a scegliere correttamente il professionista cui rivolgersi, a capire bene che cosa si deve chiedergli, a capire che cosa ci si deve aspettare e se si può essere soddisfatti delle prestazioni ottenute. E dare migliori strumenti anche per dialogare più efficacemente con lui.

Una guida sicura

È grave constatare che la crisi economica, che affligge ormai da diversi anni in nostro Paese, ha provocato un calo 38

Altroconsumo 290

• Marzo 2015

www.altroconsumo.it

marcato delle visite dal dentista. Secondo dati Censis, nel 2013 ben 6 milioni e 800.000 pazienti in Italia hanno rinunciato alle cure odontoiatriche perché non in grado di sostenerne i costi, mentre altri 900.000 hanno rinunciato per altri motivi. Una scelta obbligata, purtroppo, facilmente controproducente. Una buona prevenzione è in realtà anche il sistema migliore per risparmiare. La salute dei denti, inoltre, è indispensabile alla salute globale del nostro organismo: per una masticazione e quindi una digestione corretta, per prevenire malattie anche gravi (denti in cattivo stato aumentano il rischio di disturbi cardiaci), anche per la propria autostima e i rapporti sociali. E non c’è forse campo in cui sia più importante, per  garantire la salute, la prevenzione: sia con la pulizia quotidiana, sia facendosi controllare regolarmente dal dentista, non aspettando il dolore, ma prima che si manifestino problemi. Naturalmente, un buon sistema per risparmiare è anche rivolgersi al professionista giusto, che non soltanto sia in grado di garantire un intervento di qualità, ma eviti spese eccessive e interventi inutili.

Una guida sicura

Come scegliere bene il dentista? Cosa fare se qualcosa del suo lavoro non è soddisfacente? Quanto posso aspettarmi che duri una protesi? Come mai ci sono differenze così grandi tra le parcelle di diversi dentisti? Come posso capire se lo studio cui mi rivolgo effettua disinfezioni sicure? L’alito cattivo può essere collegato alla mia protesi? È opportuno usare dentifrici e prodotti sbiancanti? Queste e altre domande riceveranno la risposta da parte di un professionista competente. ¬ www.altroconsumo.it

Attivo da marzo a giugno

Secondo la letteratura internazionale, la durata dopo 10 anni delle protesi su impianti e di quelle su denti è uguale. L’impianto consente però al paziente un risparmio biologico inestimabile, perché non vengono limati i due denti sani sui quali ancorare il ponte. Inoltre, per il mantenimento igienico, l’impianto singolo è totalmente assimilabile al dente naturale. Però in condizioni di osso e gengiva insufficienti per un impianto, o di denti vicini destinati comunque a protesi, alcune considerazioni cliniche possono portare invece a consigliare un ponte.

Posso usare dentifrici e sbiancanti senza chiedere al dentista? I dentifrici e i prodotti sbiancanti sono generalmente formati da una componente abrasiva che rimuove le colorazioni superficiali e da una chimica che dissolve i depositi colorati. Possono essere utili nella rimozione di pigmentazioni leggere, legate all’alimentazione o al fumo, e nel mantenere i risultati di un trattamento sbiancante. Un uso non proprio di questi prodotti però, soprattutto se lo smalto è debole o danneggiato, può provocare a quest’ultimo danni irreversibili, come anche irritazione delle gengive. Andrebbero utilizzati con cautela e solo dopo una visita odontoiatrica.

Sul sito o al telefono Per ottenere una risposta ai tuoi dubbi sulla salute dei denti, puoi utilizzare il nostro sito o il telefono. Vai su altroconsumo.it/chiedialdentista. Troverai un modulo da utilizzare per scrivere il tuo dubbio. Inserisci il tuo numero di telefono: verrai richiamato da noi e messo in contatto con un o dei dentisti dell’Aiop nostri consulenti, che ti risponderà.  Telefona allo 02 6961555 dal lunedì al venerdì h.9/13-14/18. Potrai porre la domanda e sarai successivamente richiamato per la risposta.  Il servizio sarà attivo dal 1° marzo al 30 giugno 2015: non aspettare troppo a chiamare. www.altroconsumo.it/chiedialdentista

Marzo 2015 •

290 Altroconsumo

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Dentisti

L’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (Aiop) è una delle più importanti società scientifiche in ambito odontoiatrico.

Togliamoci i dubbi Ecco alcuni esempi delle domande che potrai porre ai dentisti nostri consulenti. E le risposte che ci hanno anticipato. Ogni quanto tempo devo andare dal dentista a fare la puliz ia? Sottoporsi regolarmente alle visite di controllo dal dentista e a sedute periodiche di igiene orale è fondamentale per intercettare precocemente possibili alterazioni non solo dei denti e delle gengive, ma anche delle protesi, se presenti, e dei tessuti che circondano l’impianto, se è il proprio caso. A seconda della situazione di ciascuno si possono attuare programmi di mantenimento a intervalli regolari ogni tre, sei, dodici mesi: questo permette di valutare la stabilità della situazione e di controllare o eliminare i microrganismi dannosi che causano carie e malattia parodontale/perimplantare.

chiedilo ai nostri

È meglio un impianto o un ponte tradizionale?

Professionisti esperti offrono consulenza per aiutare tutti a ritrovare un bel sorriso. isparmiare sulle spese del dentista oggi quasi inevitabilmente porterà a spendere di più dal dentista domani. Purtroppo, aspettare che i problemi insorgano o si aggravino non è una buona scelta: un dente compromesso porterà alla necessità di interventi più complessi, non solo sgradevoli, ma spesso assai costosi.

R

Risposte ai tuoi dubbi

In collaborazione con la Aiop, una delle più importanti società scientifiche in campo odontoiatrico, abbiamo lanciato un nuovo servizio per i soci: una consulenza personalizzata con un dentista esperto sui problemi che riguardano i denti (tutte le informazioni pratiche per accedere al servizio sono nel riquadro in basso nella pagina a lato). La consulenza non può né  vuole sostituire le regolari visite da un dentista: piuttosto il contrario. Vuole dare un aiuto a scegliere correttamente il professionista cui rivolgersi, a capire bene che cosa si deve chiedergli, a capire che cosa ci si deve aspettare e se si può essere soddisfatti delle prestazioni ottenute. E dare migliori strumenti anche per dialogare più efficacemente con lui.

Una guida sicura

È grave constatare che la crisi economica, che affligge ormai da diversi anni in nostro Paese, ha provocato un calo 38

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marcato delle visite dal dentista. Secondo dati Censis, nel 2013 ben 6 milioni e 800.000 pazienti in Italia hanno rinunciato alle cure odontoiatriche perché non in grado di sostenerne i costi, mentre altri 900.000 hanno rinunciato per altri motivi. Una scelta obbligata, purtroppo, facilmente controproducente. Una buona prevenzione è in realtà anche il sistema migliore per risparmiare. La salute dei denti, inoltre, è indispensabile alla salute globale del nostro organismo: per una masticazione e quindi una digestione corretta, per prevenire malattie anche gravi (denti in cattivo stato aumentano il rischio di disturbi cardiaci), anche per la propria autostima e i rapporti sociali. E non c’è forse campo in cui sia più importante, per  garantire la salute, la prevenzione: sia con la pulizia quotidiana, sia facendosi controllare regolarmente dal dentista, non aspettando il dolore, ma prima che si manifestino problemi. Naturalmente, un buon sistema per risparmiare è anche rivolgersi al professionista giusto, che non soltanto sia in grado di garantire un intervento di qualità, ma eviti spese eccessive e interventi inutili.

Attivo da marzo a giugno

Secondo la letteratura internazionale, la durata dopo 10 anni delle protesi su impianti e di quelle su denti è uguale. L’impianto consente però al paziente un risparmio biologico inestimabile, perché non vengono limati i due denti sani sui quali ancorare il ponte. Inoltre, per il mantenimento igienico, l’impianto singolo è totalmente assimilabile al dente naturale. Però in condizioni di osso e gengiva insufficienti per un impianto, o di denti vicini destinati comunque a protesi, alcune considerazioni cliniche possono portare invece a consigliare un ponte.

Posso usare dentifrici e sbiancanti senza chiedere al dentista? I dentifrici e i prodotti sbiancanti sono generalmente formati da una componente abrasiva che rimuove le colorazioni superficiali e da una chimica che dissolve i depositi colorati. Possono essere utili nella rimozione di pigmentazioni leggere, legate all’alimentazione o al fumo, e nel mantenere i risultati di un trattamento sbiancante. Un uso non proprio di questi prodotti però, soprattutto se lo smalto è debole o danneggiato, può provocare a quest’ultimo danni irreversibili, come anche irritazione delle gengive. Andrebbero utilizzati con cautela e solo dopo una visita odontoiatrica.

Sul sito o al telefono Per ottenere una risposta ai tuoi dubbi sulla salute dei denti, puoi utilizzare il nostro sito o il telefono. Vai su altroconsumo.it/chiedialdentista. Troverai un modulo da utilizzare per scrivere il tuo dubbio. Inserisci il tuo numero di telefono: verrai richiamato da noi e messo in contatto con un o dei dentisti dell’Aiop nostri consulenti, che ti risponderà.

Una guida sicura

Come scegliere bene il dentista? Cosa fare se qualcosa del suo lavoro non è soddisfacente? Quanto posso aspettarmi che duri una protesi? Come mai ci sono differenze così grandi tra le parcelle di diversi dentisti? Come posso capire se lo studio cui mi rivolgo effettua disinfezioni sicure? L’alito cattivo può essere collegato alla mia protesi? È opportuno usare dentifrici e prodotti sbiancanti? Queste e altre domande riceveranno la risposta da parte di un professionista competente. ¬

 Telefona allo 02 6961555 dal lunedì al venerdì h.9/13-14/18. Potrai porre la domanda e sarai successivamente richiamato per la risposta.  Il servizio sarà attivo dal 1° marzo al 30 giugno 2015: non aspettare troppo a chiamare. www.altroconsumo.it/chiedialdentista

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Inchiesta

INTERVISTA

Prima solo Google, ora anche gli altri

in modo più rispettoso nei confronti dei protagonisti della notizia. Anche la giurisprudenza italiana ha più volte ribadito questo concetto. Ci faccia qualche esempio concreto.

un passato che continua a ipotecare pesantemente il presente” per “governare la propria memoria e restituire a ciascuno la possibilità di reinventarsi”. Ma quanti e quali sono i limiti nel voler cancellare ogni traccia di sé? Due libertà fondamentali si incontrano e si scontrano: quella di voler rimuovere notizie scomode e il diritto all’informazione da parte di tutti. Entrambe vanno tutelate, all’interno di una pacifica convivenza.

Il caso spagnolo

Il diritto a dimenticare Rimuovere dati personali e notizie scomode dai motori  di ricerca è possibile. Nel rispetto dell’interesse pubblico. ssere dimenticati, sul web, è un diritto. Capita sempre più spesso di accorgersi che nel mare magnum di internet sono sparse notizie, foto e dati personali che - magari anche senza  volerlo - abbiamo diffuso. E che non riusciamo a rimuovere, benché lo desideriamo. Ma da qualche tempo alcuni paletti normativi, sia a livello italiano che in Unione europea, stanno timidamente facendo il loro ingresso per tutelare i

E

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Altroconsumo 290

• Marzo 2015

diritti dell’individuo sul World Wide Web. Il diritto all’oblio nasce proprio da questa esigenza: la scelta di non essere più tracciati su internet, chiedendo ai motori di ricerca di non far apparire tra i risultati notizie sul proprio conto che appartengono ormai a un lontano passato o che nel tempo hanno avuto delle evoluzioni su cui il web tace. Per dirla con le parole di Stefano Rodotà, il diritto all’oblio rappresenta la scelta di “liberarsi dall’oppressione dei ricordi, da www.altroconsumo.it

Come fare a liberarsi dal riproporsi di notizie sul proprio passato, che continuano a saltare fuori dai motori di ricerca? È stata proprio una domanda simile a porre le basi per il riconoscimento del diritto all’oblio. Il 13 maggio del 2014, una sentenza della Corte di Giustizia europea ha fatto luce sugli strumenti che i cittadini possono utilizzare nel caso in cui  vogliano chiedere ai motori di rice rca la cosiddetta “deindicizzazione” di informazioni e dati personali. Il caso specifico faceva riferimento a Google. Il colosso di Mountain View riproponeva tra le sue pagine la notizia di un cittadino spagnolo che in passato aveva subìto un pignoramento. Il fatto sbucava fuori ogni qualvolta il nome del malcapitato veniva digitato su Google. Con una sentenza destinata a rimanere nella storia, la Corte ha stabilito una volta per tutte che, nell’ambito delle loro attività, i motori di ricerca sono responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti. Questi ultimi, quindi, possono chiedere che alcuni contenuti vengano eliminati. Ma questa rimozione non avviene in automatico: le richieste degli individui, infatti, devono rispettare un adeguato bilanciamento tra contrapposti diritti e interessi, non ultimo quello della libertà di espressione e il diritto all’informazione degli utenti di internet. Ma secondo quali criteri Google e gli altri motori di ricerca possono accogliere o respingere richieste di rimozione dei dati? Ad oggi, la presenza di autentici vuoti normativi (sia in Italia che in Unione europea) non ci consente di dare una risposta certa. Ma andiamo con ordine. www.altroconsumo.it

Ruben Razzante, professore di Diritto dell’informazione

”Una cornice per il diritto  di cronaca” Professore, cosa ne pensa degli ultimi sviluppi normativi, sia in Unione europea che in Italia, sul diritto all’oblio?

Quello del diritto all’oblio è un terreno molto scivoloso, che spesso ha creato fraintendimenti. Dal punto di vista normativo, i passi avanti più importanti sono stati fatti grazie alla sentenza della Corte di giustizia europea del 13 maggio 2014. Con essa è stato stabilito un principio positivo: le persone vengono risparmiate da una gogna mediatica, data da notizie non più attuali, che la collettività non deve più necessariamente conoscere. Allo stesso tempo offre diversi strumenti agli individui che vogliono far valere il proprio diritto all’oblio. In che modo?

La sentenza stabilisce, da un lato, che la persona può rivolgersi al motore di ricerca (nel caso specifico della sentenza, a Google) compilando un apposito modulo per chiedere la deindicizzazione dei propri dati. A quel punto sta al motore di ricerca valutare se accogliere o meno la richiesta. Trattandosi di u n soggetto commerciale, il motore di ricerca non è in grado di valutare con oggettività giuridica se la rimozione di un link lede o no la libertà di informazione. Per questo motivo la sentenza p recisa che il cittadino può anche rivolgersi al Garante per la protezione dei dati del proprio Stato oppure intraprendere vie legali per chiedere il diritto all’oblio. Il diritto all’oblio si può sposare con la libertà di informazione?

Assolutamente sì. Il diritto all’oblio non è altro che una cornice, all’interno della quale il diritto di cronaca può essere esercitato

Nel 2012 un imputato di Tangentopoli si era rivolto ai giudici per chiedere l’eliminazione di una notizia dal sito web di una testata giornalistica nazionale. La notizia in questione, infatti, parlava solo della condanna dell’uomo e non anche della successiva assoluzione. I giudici non hanno autorizzato l’eliminazione della notizia, ma hanno obbligato la testata giornalistica a contestualizzarla e ad aggiornarla fino agli ultimi sviluppi. In seguito, la Corte di Cassazione ha confermato questa sentenza, riconoscendo il diritto all’oblio. In qu esto modo l’informazione è completa, e continua a essere accessibile a tutti, considerata anche la rilevanza pubblica della stessa. Secondo lei quali sono i limiti dell’interesse pubblico di una notizia?

Sicuramente deve essere rispettato il criterio dell’essenzialità della notizia. In generale, l’equilibrio tra diritto all’informazione e diritto all’oblio deve essere valutato singolarmente, caso per caso. A mio parere non possono esistere regole generiche per valutare i casi di diritto all’oblio. Cosa ci possiamo aspettare dalle future leggi italiane?

La strada giusta è quella tracciata dalla Cassazione: non eliminare dal web le notizie, ma indicizzarle correttamente e soprattutto aggiornarle. Dal punto di vista giornalistico, le redazioni dovrebbero rispettare queste regole. Anche i motori di ricerca però dovrebbero riconoscere e rispettare il diritto all’oblio. Il quadro normativo dell’Unione europea sta già andando in questa direzione. Ma è possibile far sparire tutti i nostri dati dal web?

Con gli attuali strumenti informatici è difficilissimo e molto improbabile. Nei meandri della rete si cela qualsiasi cosa. Il diritto all’oblio si applica ai motori di ricerca, ma spesso i link vengono rimbalzati sui social network: una cancellazione totale di tutto diventa quindi un’impresa praticamente impossibile.

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Inchiesta

INTERVISTA

Prima solo Google, ora anche gli altri

in modo più rispettoso nei confronti dei protagonisti della notizia. Anche la giurisprudenza italiana ha più volte ribadito questo concetto. Ci faccia qualche esempio concreto.

un passato che continua a ipotecare pesantemente il presente” per “governare la propria memoria e restituire a ciascuno la possibilità di reinventarsi”. Ma quanti e quali sono i limiti nel voler cancellare ogni traccia di sé? Due libertà fondamentali si incontrano e si scontrano: quella di voler rimuovere notizie scomode e il diritto all’informazione da parte di tutti. Entrambe vanno tutelate, all’interno di una pacifica convivenza.

Il caso spagnolo

Il diritto a dimenticare Rimuovere dati personali e notizie scomode dai motori  di ricerca è possibile. Nel rispetto dell’interesse pubblico. ssere dimenticati, sul web, è un diritto. Capita sempre più spesso di accorgersi che nel mare magnum di internet sono sparse notizie, foto e dati personali che - magari anche senza  volerlo - abbiamo diffuso. E che non riusciamo a rimuovere, benché lo desideriamo. Ma da qualche tempo alcuni paletti normativi, sia a livello italiano che in Unione europea, stanno timidamente facendo il loro ingresso per tutelare i

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diritti dell’individuo sul World Wide Web. Il diritto all’oblio nasce proprio da questa esigenza: la scelta di non essere più tracciati su internet, chiedendo ai motori di ricerca di non far apparire tra i risultati notizie sul proprio conto che appartengono ormai a un lontano passato o che nel tempo hanno avuto delle evoluzioni su cui il web tace. Per dirla con le parole di Stefano Rodotà, il diritto all’oblio rappresenta la scelta di “liberarsi dall’oppressione dei ricordi, da

• Marzo 2015

www.altroconsumo.it

Come fare a liberarsi dal riproporsi di notizie sul proprio passato, che continuano a saltare fuori dai motori di ricerca? È stata proprio una domanda simile a porre le basi per il riconoscimento del diritto all’oblio. Il 13 maggio del 2014, una sentenza della Corte di Giustizia europea ha fatto luce sugli strumenti che i cittadini possono utilizzare nel caso in cui  vogliano chiedere ai motori di rice rca la cosiddetta “deindicizzazione” di informazioni e dati personali. Il caso specifico faceva riferimento a Google. Il colosso di Mountain View riproponeva tra le sue pagine la notizia di un cittadino spagnolo che in passato aveva subìto un pignoramento. Il fatto sbucava fuori ogni qualvolta il nome del malcapitato veniva digitato su Google. Con una sentenza destinata a rimanere nella storia, la Corte ha stabilito una volta per tutte che, nell’ambito delle loro attività, i motori di ricerca sono responsabili del trattamento dei dati personali degli utenti. Questi ultimi, quindi, possono chiedere che alcuni contenuti vengano eliminati. Ma questa rimozione non avviene in automatico: le richieste degli individui, infatti, devono rispettare un adeguato bilanciamento tra contrapposti diritti e interessi, non ultimo quello della libertà di espressione e il diritto all’informazione degli utenti di internet. Ma secondo quali criteri Google e gli altri motori di ricerca possono accogliere o respingere richieste di rimozione dei dati? Ad oggi, la presenza di autentici vuoti normativi (sia in Italia che in Unione europea) non ci consente di dare una risposta certa. Ma andiamo con ordine.

Ruben Razzante, professore di Diritto dell’informazione

”Una cornice per il diritto  di cronaca” Professore, cosa ne pensa degli ultimi sviluppi normativi, sia in Unione europea che in Italia, sul diritto all’oblio?

Quello del diritto all’oblio è un terreno molto scivoloso, che spesso ha creato fraintendimenti. Dal punto di vista normativo, i passi avanti più importanti sono stati fatti grazie alla sentenza della Corte di giustizia europea del 13 maggio 2014. Con essa è stato stabilito un principio positivo: le persone vengono risparmiate da una gogna mediatica, data da notizie non più attuali, che la collettività non deve più necessariamente conoscere. Allo stesso tempo offre diversi strumenti agli individui che vogliono far valere il proprio diritto all’oblio. In che modo?

La sentenza stabilisce, da un lato, che la persona può rivolgersi al motore di ricerca (nel caso specifico della sentenza, a Google) compilando un apposito modulo per chiedere la deindicizzazione dei propri dati. A quel punto sta al motore di ricerca valutare se accogliere o meno la richiesta. Trattandosi di u n soggetto commerciale, il motore di ricerca non è in grado di valutare con oggettività giuridica se la rimozione di un link lede o no la libertà di informazione. Per questo motivo la sentenza p recisa che il cittadino può anche rivolgersi al Garante per la protezione dei dati del proprio Stato oppure intraprendere vie legali per chiedere il diritto all’oblio. Il diritto all’oblio si può sposare con la libertà di informazione?

Assolutamente sì. Il diritto all’oblio non è altro che una cornice, all’interno della quale il diritto di cronaca può essere esercitato

Nel 2012 un imputato di Tangentopoli si era rivolto ai giudici per chiedere l’eliminazione di una notizia dal sito web di una testata giornalistica nazionale. La notizia in questione, infatti, parlava solo della condanna dell’uomo e non anche della successiva assoluzione. I giudici non hanno autorizzato l’eliminazione della notizia, ma hanno obbligato la testata giornalistica a contestualizzarla e ad aggiornarla fino agli ultimi sviluppi. In seguito, la Corte di Cassazione ha confermato questa sentenza, riconoscendo il diritto all’oblio. In qu esto modo l’informazione è completa, e continua a essere accessibile a tutti, considerata anche la rilevanza pubblica della stessa. Secondo lei quali sono i limiti dell’interesse pubblico di una notizia?

Sicuramente deve essere rispettato il criterio dell’essenzialità della notizia. In generale, l’equilibrio tra diritto all’informazione e diritto all’oblio deve essere valutato singolarmente, caso per caso. A mio parere non possono esistere regole generiche per valutare i casi di diritto all’oblio. Cosa ci possiamo aspettare dalle future leggi italiane?

La strada giusta è quella tracciata dalla Cassazione: non eliminare dal web le notizie, ma indicizzarle correttamente e soprattutto aggiornarle. Dal punto di vista giornalistico, le redazioni dovrebbero rispettare queste regole. Anche i motori di ricerca però dovrebbero riconoscere e rispettare il diritto all’oblio. Il quadro normativo dell’Unione europea sta già andando in questa direzione. Ma è possibile far sparire tutti i nostri dati dal web?

Con gli attuali strumenti informatici è difficilissimo e molto improbabile. Nei meandri della rete si cela qualsiasi cosa. Il diritto all’oblio si applica ai motori di ricerca, ma spesso i link vengono rimbalzati sui social network: una cancellazione totale di tutto diventa quindi un’impresa praticamente impossibile.

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Inchiesta Come funziona, a cosa si applica Innanzitutto, è bene precisare che il diritto all’oblio non riguarda la notizia o il contenuto in sé: questi continuano a essere accessibili nel sito che li ospita. A essere rimosso è il collegamento generato quando viene digitata una parola chiave (ad esempio il nome e il cognome del la persona a cui si riferisce la notizia) sui motori di ricerca. In questo modo, infatti, da una parte viene preservata la possibilità per il pubblico di ottenere informazioni ma, allo stesso tempo, non si espone il protagonista della notizia al continuo riproporsi di contenuti sul suo conto ogni volta che semplicemente si digita il suo nome e cognome. Da notare che soltanto il diretto interessato (ovvero la persona cui i dati si riferiscono) può chiedere la rimozione dei risultati di ricerca, e quindi esercitare i diritti che la normativa prevede a livello

europeo. Il vero problema è che la Cor te di Giustizia ha omesso di indicare in maniera organica e completa su quali basi una richiesta di deindicizzazione possa essere accolta. I motori di ricerca, quindi, devono  valutare caso per caso vari el ementi, quali ad esempio l’interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall’avvenimento, l’accuratezza della notizia e la sua rilevanza. Se a seguito della richiesta ci si trova davanti a un diniego del motore di ricerca,  gli utenti italian i potranno rivolgersi al Garante della privacy o all’autorità  giudiziaria (vedi riquadro qui sotto). Secondo i dati forniti dal Garante per la protezione dei dati per la privacy, sono già pervenute alcune richieste di deindicizzazione di articoli relativi a  vicende processuali ancora recenti e in alcuni casi non concluse. Per sette dei nove casi presentati, il

Garante non ha accolto la richiesta degli interessati, ritenendo che fosse prevalente l’interesse pubblico della notizia.

Linee guida per tutti A seguito della sentenza della Corte di Giustizia europea, soltanto Google aveva creato un apposito modulo per le richieste di rimozione dei link dalle pagine di ricerca. Ma la musica era destinata a cambiare presto: nei mesi scorsi, infatti, anche Bing e Yahoo! si sono adeguati alla nuova situazione, creando appositi strumenti per il rispetto del diritto all’oblio. Un cambio di rotta che sembra essere arrivato al momento giusto. Lo scorso 26 novembre il gruppo di lavoro Articolo 29, che opera all’interno dell’Autorità per la protezione dei dati personali dell’Unione europea, ha stilato un documento contenente istruzioni per i motori di ricerca su come agevolare chi

COME FARE PER FARSI DIMENTICARE

richiede di ottenere il diritto all’oblio. Tra le altre cose, viene precisato che ogni richiesta deve essere valutata con attenzione, e che “se l’interesse pubblico è superiore ai diritti del singolo utente, la rimozione del link non è appropriata”. Le linee guida, inoltre, chiariscono finalmente alcuni punti oscuri. Viene messo nero su bianco, ad esempio, che non ci sono basi legali per la pratica di avvisare il proprietario del sito quando un link viene rimosso da un motore di ricerca (cosa che Google faceva spesso), con il rischio che il contenuto del link venga inevitabilmente riportato all’attenzione della rete. Viene anche chiarito che il diritto all’oblio deve essere applicato in tutte le principali versioni del motore di ricerca, comprese quelle “.com”, che sono spesso le più diffuse, e non soltanto quelle locali. Piccoli punti fermi, che tuttavia sono utili

a delimitare comportamenti spesso scorretti perché non ancora presi in considerazione dalla legge.

Per la tutela dell’informazione A prescindere dalle continue evoluzioni del web, sia dal punto di vista tecnico che da quello giuridico, bisogna prendere atto che il ruolo svolto da internet e dai motori di ricerca nella società attuale non è più quello di vent’anni fa. La loro iniziale caratteristica di essere piattaforme neutrali ha avuto nuovi risvolti, dati dalle multiformi attività che hanno via via intrapreso e di cui il nostro ordinamento legislativo deve tenere conto. Anche per questo Altroconsumo ha preso parte alla stesura della prima bozza della Dichiarazione dei diritti in internet. Si tratta di un documento di 14 articoli, con il quale i dieci parlamentari e i tredici esperti della Commissione di Studio per

una Carta dei Diritti di Internet (costituita su iniziativa della presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà) intendono porre le basi per la tutela dei diritti fondamentali di cittadini e utenti su internet. Il nostro contributo si è focalizzato anche sull’art. 10 della bozza di Dichiarazione, dedicato al diritto all’oblio. A nostro avviso, infatti, la tutela della riservatezza in rete non deve essere però considerata al di sopra di altri principi fondamentali. Anzi: in alcuni casi deve essere compressa, soprattutto se si scontra con la libertà di manifestazione del pensiero. Ben venga, quindi, esercitare il proprio diritto all’oblio, purché con esso non vengano cancellate informazioni importanti oppure utili agli utenti di Internet. Anche di questo parleremo al Ferrara Altroconsumo Festival, che si svolgerà dal 22 al 24 maggio. ¬

A FERRARA PARLIAMO DI DIRITTI IN RETE

Non solo Google: di recente anche altri motori di ricerca , come Bing e Yahoo, si st anno adeguando alle linee guida europee sul diritto all’oblio. Ecco cosa fare per richiedere l’eliminazione di un link dai risultati delle pagine di un motore di ricerca.

MODULO PER LA RIMOZIONE

VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA

RICORSO AL GARANTE

Dal 2014 Google ha messo online un modulo attraverso il quale è possibile richiedere la rimozione di link dalle sue pagine. Il modulo può essere scaricato dal sito support.google.com. Dopo aver selezionato il proprio Paese di origine da un elenco, si deve inserire il proprio nome e cognome, il rapporto con la persona rappresentata (nel caso in cui sia un avvocato a gestire la pratica) e un indirizzo email a cui essere ricontattati. Vanno poi indicati gli indirizzi (URL) per i quali viene richiesta la rimozione e spiegare brevemente il motivo della richiesta. Infine è necessario allegare un documento di identità, per dimostrare di essere la persona interessata. Un modulo simile è stato adottato anche da Bing, il motore di ricerca di Microsoft.

Sulla stessa pagina del modulo, Google spiega fin da subito che ogni richiesta sarà valutata con attenzione e cercando di “bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni”. La Corte di Giustizia, comunque, ha indicato alcuni elementi che un motore di ricerca deve tenere in considerazione in ogni richiesta di diritto all’oblio. Essi sono l’interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall’avvenimento, l’accuratezza della notizia e la rilevanza di quest’ultima nell’ambito professionale di appartenenza. Se esclusi dai motori di ricerca, i contenuti pubblicati su internet saranno più difficili da recuperare.

Nel caso in cui il motore di ricerca non accolga la richiesta di rimozione del link, gli utenti italiani possono rivolgersi al Garante per la privacy (www.garanteprivacy.it) o all’autoritàgiudiziaria. Se il Garante ritiene fondato il ricorso, può ordinare la cessazione del comportamento illegittimo indicando le misure necessarie a tutela dei diritti dell’interessato e assegnando un termine per la loro adozione. Se trascorrono 60 giorni dal ricorso e il Garante non si pronuncia, il ricorso si intende rifiutato. Al momento sono alcune decine le segnalazioni giunte al Garante a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea sul diritto all’oblio.

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www.altroconsumo.it

Ai tempi di Google, Facebook, Twitter & co. una parte importante della nostra vita si è spostata nello spazio digitale e dipende anche dalle informazioni che altri mettono in rete. Perché la rete non diventi il luogo dell’oblio dei diritti e per trovare il difficile equilibrio, per esempio, tra diritto alla privacy e diritto all’informazione, portiamo in piazza a Ferrara il dibattito sugli aspetti

www.altroconsumo.it

più interessanti legati ai diritti in Internet. Venite a discuterne con noi, portate le vostre domande, curiosità, dubbi e perpless ità il 22-23-24 maggio a Ferrara alla terza edizione del Festival di Altroconsumo. Questo sarà solo uno dei dibattiti che animeranno le giornate del Festival. Trovate tutti gli eventi nel programma in costante aggiornamento sul

sito dedicato. Ad accogliervi ci saranno i giornalisti, gli esperti e tutto il mondo di Altroconsumo. Come sempre la città tutta sarà animata dagli eventi in cui abbiamo coinvolto esperti e personaggi della cultura e dello spettacolo: avremo anche diverse degustazioni e mostre aperte fino a sera. www.altroconsumo.it/ferrara

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Inchiesta Come funziona, a cosa si applica Innanzitutto, è bene precisare che il diritto all’oblio non riguarda la notizia o il contenuto in sé: questi continuano a essere accessibili nel sito che li ospita. A essere rimosso è il collegamento generato quando viene digitata una parola chiave (ad esempio il nome e il cognome del la persona a cui si riferisce la notizia) sui motori di ricerca. In questo modo, infatti, da una parte viene preservata la possibilità per il pubblico di ottenere informazioni ma, allo stesso tempo, non si espone il protagonista della notizia al continuo riproporsi di contenuti sul suo conto ogni volta che semplicemente si digita il suo nome e cognome. Da notare che soltanto il diretto interessato (ovvero la persona cui i dati si riferiscono) può chiedere la rimozione dei risultati di ricerca, e quindi esercitare i diritti che la normativa prevede a livello

europeo. Il vero problema è che la Cor te di Giustizia ha omesso di indicare in maniera organica e completa su quali basi una richiesta di deindicizzazione possa essere accolta. I motori di ricerca, quindi, devono  valutare caso per caso vari el ementi, quali ad esempio l’interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall’avvenimento, l’accuratezza della notizia e la sua rilevanza. Se a seguito della richiesta ci si trova davanti a un diniego del motore di ricerca,  gli utenti italian i potranno rivolgersi al Garante della privacy o all’autorità  giudiziaria (vedi riquadro qui sotto). Secondo i dati forniti dal Garante per la protezione dei dati per la privacy, sono già pervenute alcune richieste di deindicizzazione di articoli relativi a  vicende processuali ancora recenti e in alcuni casi non concluse. Per sette dei nove casi presentati, il

Garante non ha accolto la richiesta degli interessati, ritenendo che fosse prevalente l’interesse pubblico della notizia.

Linee guida per tutti A seguito della sentenza della Corte di Giustizia europea, soltanto Google aveva creato un apposito modulo per le richieste di rimozione dei link dalle pagine di ricerca. Ma la musica era destinata a cambiare presto: nei mesi scorsi, infatti, anche Bing e Yahoo! si sono adeguati alla nuova situazione, creando appositi strumenti per il rispetto del diritto all’oblio. Un cambio di rotta che sembra essere arrivato al momento giusto. Lo scorso 26 novembre il gruppo di lavoro Articolo 29, che opera all’interno dell’Autorità per la protezione dei dati personali dell’Unione europea, ha stilato un documento contenente istruzioni per i motori di ricerca su come agevolare chi

COME FARE PER FARSI DIMENTICARE

richiede di ottenere il diritto all’oblio. Tra le altre cose, viene precisato che ogni richiesta deve essere valutata con attenzione, e che “se l’interesse pubblico è superiore ai diritti del singolo utente, la rimozione del link non è appropriata”. Le linee guida, inoltre, chiariscono finalmente alcuni punti oscuri. Viene messo nero su bianco, ad esempio, che non ci sono basi legali per la pratica di avvisare il proprietario del sito quando un link viene rimosso da un motore di ricerca (cosa che Google faceva spesso), con il rischio che il contenuto del link venga inevitabilmente riportato all’attenzione della rete. Viene anche chiarito che il diritto all’oblio deve essere applicato in tutte le principali versioni del motore di ricerca, comprese quelle “.com”, che sono spesso le più diffuse, e non soltanto quelle locali. Piccoli punti fermi, che tuttavia sono utili

a delimitare comportamenti spesso scorretti perché non ancora presi in considerazione dalla legge.

Per la tutela dell’informazione A prescindere dalle continue evoluzioni del web, sia dal punto di vista tecnico che da quello giuridico, bisogna prendere atto che il ruolo svolto da internet e dai motori di ricerca nella società attuale non è più quello di vent’anni fa. La loro iniziale caratteristica di essere piattaforme neutrali ha avuto nuovi risvolti, dati dalle multiformi attività che hanno via via intrapreso e di cui il nostro ordinamento legislativo deve tenere conto. Anche per questo Altroconsumo ha preso parte alla stesura della prima bozza della Dichiarazione dei diritti in internet. Si tratta di un documento di 14 articoli, con il quale i dieci parlamentari e i tredici esperti della Commissione di Studio per

una Carta dei Diritti di Internet (costituita su iniziativa della presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà) intendono porre le basi per la tutela dei diritti fondamentali di cittadini e utenti su internet. Il nostro contributo si è focalizzato anche sull’art. 10 della bozza di Dichiarazione, dedicato al diritto all’oblio. A nostro avviso, infatti, la tutela della riservatezza in rete non deve essere però considerata al di sopra di altri principi fondamentali. Anzi: in alcuni casi deve essere compressa, soprattutto se si scontra con la libertà di manifestazione del pensiero. Ben venga, quindi, esercitare il proprio diritto all’oblio, purché con esso non vengano cancellate informazioni importanti oppure utili agli utenti di Internet. Anche di questo parleremo al Ferrara Altroconsumo Festival, che si svolgerà dal 22 al 24 maggio. ¬

A FERRARA PARLIAMO DI DIRITTI IN RETE

Non solo Google: di recente anche altri motori di ricerca , come Bing e Yahoo, si st anno adeguando alle linee guida europee sul diritto all’oblio. Ecco cosa fare per richiedere l’eliminazione di un link dai risultati delle pagine di un motore di ricerca.

MODULO PER LA RIMOZIONE

VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA

RICORSO AL GARANTE

Dal 2014 Google ha messo online un modulo attraverso il quale è possibile richiedere la rimozione di link dalle sue pagine. Il modulo può essere scaricato dal sito support.google.com. Dopo aver selezionato il proprio Paese di origine da un elenco, si deve inserire il proprio nome e cognome, il rapporto con la persona rappresentata (nel caso in cui sia un avvocato a gestire la pratica) e un indirizzo email a cui essere ricontattati. Vanno poi indicati gli indirizzi (URL) per i quali viene richiesta la rimozione e spiegare brevemente il motivo della richiesta. Infine è necessario allegare un documento di identità, per dimostrare di essere la persona interessata. Un modulo simile è stato adottato anche da Bing, il motore di ricerca di Microsoft.

Sulla stessa pagina del modulo, Google spiega fin da subito che ogni richiesta sarà valutata con attenzione e cercando di “bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni”. La Corte di Giustizia, comunque, ha indicato alcuni elementi che un motore di ricerca deve tenere in considerazione in ogni richiesta di diritto all’oblio. Essi sono l’interesse pubblico a conoscere la notizia, il tempo trascorso dall’avvenimento, l’accuratezza della notizia e la rilevanza di quest’ultima nell’ambito professionale di appartenenza. Se esclusi dai motori di ricerca, i contenuti pubblicati su internet saranno più difficili da recuperare.

Nel caso in cui il motore di ricerca non accolga la richiesta di rimozione del link, gli utenti italiani possono rivolgersi al Garante per la privacy (www.garanteprivacy.it) o all’autoritàgiudiziaria. Se il Garante ritiene fondato il ricorso, può ordinare la cessazione del comportamento illegittimo indicando le misure necessarie a tutela dei diritti dell’interessato e assegnando un termine per la loro adozione. Se trascorrono 60 giorni dal ricorso e il Garante non si pronuncia, il ricorso si intende rifiutato. Al momento sono alcune decine le segnalazioni giunte al Garante a seguito della sentenza della Corte di giustizia europea sul diritto all’oblio.

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Ai tempi di Google, Facebook, Twitter & co. una parte importante della nostra vita si è spostata nello spazio digitale e dipende anche dalle informazioni che altri mettono in rete. Perché la rete non diventi il luogo dell’oblio dei diritti e per trovare il difficile equilibrio, per esempio, tra diritto alla privacy e diritto all’informazione, portiamo in piazza a Ferrara il dibattito sugli aspetti

più interessanti legati ai diritti in Internet. Venite a discuterne con noi, portate le vostre domande, curiosità, dubbi e perpless ità il 22-23-24 maggio a Ferrara alla terza edizione del Festival di Altroconsumo. Questo sarà solo uno dei dibattiti che animeranno le giornate del Festival. Trovate tutti gli eventi nel programma in costante aggiornamento sul

sito dedicato. Ad accogliervi ci saranno i giornalisti, gli esperti e tutto il mondo di Altroconsumo. Come sempre la città tutta sarà animata dagli eventi in cui abbiamo coinvolto esperti e personaggi della cultura e dello spettacolo: avremo anche diverse degustazioni e mostre aperte fino a sera. www.altroconsumo.it/ferrara

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Test

Leggere digitale Buona la qualità degli ereader portati in laboratorio. E anche quelli impermeabili in effetti sono risultati a prova d’acqua.

n euro a testa. Stando all’associazione editori italiani ammonta a questa piccola somma, all’incirca, la spesa media che  gli italiani hanno invest ito in ebook nel corso del 2014. Non sono certo numeri da far girare la testa, ma quello degli ebook costituisce comunque il 4,4% del mercato complessivo dei libri e resta la principale nota positiva nel panorama editoriale contemporaneo. A questo si aggiunge una buona notizia recente e cioè che fi nalmente l’Iva sugli ebook è stata abbassata, arrivando così allo stesso livello di quella imposta sui libri cartacei, anche se per il momento questo si sta traducendo solo in un maggior guadagno per gli editori, che in media hanno mantenuto invariati i prezzi, piuttosto che in un risparmio per i lettori. Allo stato, non si può escludere che questa decisione, comune a tutti gli editori italiani, possa costituire una  violazione delle regole in materia di concorrenza, nella forma di un’intesa restrittiva della concorrenza. Per questo motivo abbiamo segnalato la cosa all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (terremo tutti informati sugli sviluppi della vicenda).

U

Il calo dell’Iva Se gli italiani continuano a sembrare non molto ben disposti ad aprire il portafoglio per acquistare libri (elettronici o no), sembrano invece più tranquilli nell’allentare i cordoni della borsa per acquistare i

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Altroconsumo 290 • Marzo 2015

Leggere fa bene Nei mesi scorsi parecchi giornali hanno riportato i risultati di uno studio scientifico pubblicato dalla ri vista Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio ha fatto un po’ di scalpore perché, già a partire dal suo titolo, puntava il dito contro gli ereader, attribuendo loro un’influenza negativa sulla qualità del sonno. In realtà si trattava di un titolo fuor viante, per uno studio c he non ha rivelato nulla di nuovo. Lo studio, infatti, ha preso in considerazione la lettura su smartphone e tablet, cioè su apparecchi che - contrariamente agli ereader - emettono luce ed è già risaputo che l’uso di questo tipo di prodotti (così come della tv) in ore serali può influenzare negativamente il sonno. Purtroppo, dato che sono stati utilizzati per leggere dei libri, nello studio smartphone e tablet sono stati chiamati anch’essi ereader, confondendosi così con gli ereader veri e propri, che invece dal punto di vista della luce sono come libri cartacei.

Scegliere un Kindle A primeggiare tra gli ereader sono sempre i Kindle, i lettori prodotti da Amazon. La scelta dipende, oltre che dal budget, dalle proprie esigenze. L’ultimo nato, il Kindle Voyage, rispetto ai modelli precedenti ha uno schermo tattile ancora migliore: risoluzione e contrasto sono aumentati, anche se si tratta di vantaggi che, alla prova dei fatti, sono assai meno visibili che leg gendo le specific he tecniche. R ispetto ai vecc hi modelli lo schermo del Voyage è anche migliorato dal punto di vista della scrittura (per prendere appunti o cercare parole), ma resta comunque poco adatto a chi  vuole scrivere molto. Una piacevole novit à è la reintroduzione del pulsante hardware per girare pagina (bisogna premere la cornice esterna dello schermo). C’è anche una funzione di adattamento automatico della luminosità, che però non funziona benissimo: è me glio disabilitarla e regolare la luminosità a mano. Detto questo, è un apparecchio caro, i cui plus per molti non  valgono la spesa. Meglio allora i Kindle più economici e qui la scelta dipende essenzialmente da due fattori: se vi interessa la possibilità dell’illuminazione, puntate sul Paperwhite, se no, il Kindle base è di gran lunga l’ereader con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

Per chi non vuole un Kindle

IL NOSTRO TEST Gli ereader sono apparecchi dal progresso tecnologico relativamente lento, tant’è che alcuni dei prodotti già in vendita l’anno scorso reggono tranquillamente il passo con quelli appena immessi nel mercato. La principale innovazione di quest’anno riguarda

supporti necessari: tra lettori e accessori vari la spesa complessiva è stata tre volte tanto. Il nostro test mostra che la fiducia degli acquirenti è nel complesso  ben riposta: apparecchi di buona qualità, che fanno il loro mestiere con precisione e affidabilità.

l’impermeabilità di alcuni modelli. Sono tre i lettori testati che si vantano di essere resistenti all’acqua e quindi adatti alla spiaggia; in particolare dichiarano di essere aderenti alla specifica IP57, ovvero di poter resistere all’immersione fino a un metro d’acqua per

trenta minuti. Dato che, già a partire dal nome e dalla confezione, puntano molto su questo aspetto per differenziarsi dal resto del mercato in laboratorio siamo andati a verificare la validità di quanto sostenuto. Tutti e tre risultano impermeabili: il Tolino e il Kobo

hanno passato il test senza problemi, appena usciti dall’immersione li abbiamo asciugati con un panno ed erano già funzionanti. Il Pocketbook è invece rimasto inattivo per tre giorni, passati i quali si è risvegliato e ha ripreso a funzionare correttamente.

www.altroconsumo.it

La controindicazione dei Kindle è che legano il loro proprietario a fare acquisti sulla libreria online di Amazon (che comunque è ben fornita e ha prezzi allineati a quelli delle l ibrerie concorrenti). Quest’anno il concorrente principale è Tolino, che produce lettori di  buona fattura, in grado di leggere libri acquistabili su tutte le altre librerie online: sono distribuiti dalla libreria online IBS e dalla catena Il Libraccio. Chi vuole un ereader impermeabile, per leggerlo con più t ranquillità al mare o nella vasca, ha tre modelli t ra cui scegliere (vedi la tabella), nessuno di Amazon: un altro motivo, questo, per non scegliere un Kindle. www.altroconsumo.it

CONSIGLI D’USO PER CHI HA UN KINDLE Ecco qualche informazione utile per gestire al meglio la propria libreria digitale.

Da anni, ogni volta che facciamo un test sugli ereader, il Kindle di turno ottiene il titolo di Miglior Acquisto o Migliore del Test. Se in una di queste occasioni avete seguito il nostro consiglio di acquisto, o se state per seguirlo quest’anno, ecco ora qualche consiglio di utilizzo per sfruttare al meglio l’ereader prodotto da Amazon. Tutti gli ebook che avete 1 acquistato negli anni su Amazon utilizzando il vostro account sono disponibili anche su qualunque Kindle, purché sia registrato con lo stesso account. Nella pagina principale di un Kindle in alto compaiono alcune scritte: cliccando su Dispositivo visualizzate tutti gli ebook fisicamente contenuti nel Kindle, che potete leggere anche in assenza di collegamento a internet. Cliccando su Cloud  potete vedere tutti quelli che avete acquistato e scaricare quello che volete leggere in quel momento. Per una gestione più dettagliata 2 della vostra biblioteca dovete collegarvi ad Amazon con un pc. Inserite le vostre credenziali e dal menu in alto a sinistra selezionate Il mio account – I miei contenuti e dispositivi. La pagina che aprirete è divisa in tre sezioni. Nella sezione I miei contenuti  vedete tutti i libri acquistati e i documenti

inviati al kindle. Su ciascuno potete effettuare azioni come Eliminarlo  (cosa che non è possibile fare dal Kindle), scaricarlo sul pc, rimuovere il segnalibro dell’ultima pagina letta. Se per quel libro è disponibile una versione aggiornata ciò sarà indicato in questa pagina. Nella sezione I miei dispositivi  vedrete elencati tutti i vostri Kindle: Amazon considera come un Kindle a tutti gli effetti non solo il lettore, ma anche l’omonima app installabile su uno smartphone o tablet. Se per qualche motivo (ad esempio se l’avete venduto) dovete annullare la registrazione di un Kindle è questa la pagina per farlo. La sezione Impostazioni  3 consente di scegliere le modalità di pagamento per gli ebook scaricati, attivare la funzione di sincronizzazione (che consente di aprire un ebook su un Kindle, leggere fino a una certa pagina, aprire l’app e poter partire direttamente da quella pagina). Inoltre potete impostare un indirizzo di posta elettronica per ciascuno dei vostri Kindle, così da poter caricare libri o documenti sul vostro ereader anche via mail (dovrete anche impostare gli indirizzi email autorizzati a tale invio: questo serve per evitare di ricevere posta indesiderata).

Ereader: più dettagli L’ereader non disturba il sonno

Nella tabella a pag. 46 ti diamo i dati sintetici che riassumono i risultati delle nostre prove. Vieni sul nostro sito per trovare maggiori informazioni. Più dettagli sui risultati ottenuti da ciascun apparecchio nelle singole prove del test. I prezzi di vendita più convenienti nei negozi online. La possibilità di accostare e confrontare fino a cinque apparecchi alla volta, per avere una visione di insieme delle caratteristiche e scegliere il più adatto. www.altroconsumo.it/ereader

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Test

Leggere digitale Buona la qualità degli ereader portati in laboratorio. E anche quelli impermeabili in effetti sono risultati a prova d’acqua.

n euro a testa. Stando all’associazione editori italiani ammonta a questa piccola somma, all’incirca, la spesa media che  gli italiani hanno invest ito in ebook nel corso del 2014. Non sono certo numeri da far girare la testa, ma quello degli ebook costituisce comunque il 4,4% del mercato complessivo dei libri e resta la principale nota positiva nel panorama editoriale contemporaneo. A questo si aggiunge una buona notizia recente e cioè che fi nalmente l’Iva sugli ebook è stata abbassata, arrivando così allo stesso livello di quella imposta sui libri cartacei, anche se per il momento questo si sta traducendo solo in un maggior guadagno per gli editori, che in media hanno mantenuto invariati i prezzi, piuttosto che in un risparmio per i lettori. Allo stato, non si può escludere che questa decisione, comune a tutti gli editori italiani, possa costituire una  violazione delle regole in materia di concorrenza, nella forma di un’intesa restrittiva della concorrenza. Per questo motivo abbiamo segnalato la cosa all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (terremo tutti informati sugli sviluppi della vicenda).

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Il calo dell’Iva Se gli italiani continuano a sembrare non molto ben disposti ad aprire il portafoglio per acquistare libri (elettronici o no), sembrano invece più tranquilli nell’allentare i cordoni della borsa per acquistare i

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Leggere fa bene Nei mesi scorsi parecchi giornali hanno riportato i risultati di uno studio scientifico pubblicato dalla ri vista Proceedings of the National Academy of Sciences. Lo studio ha fatto un po’ di scalpore perché, già a partire dal suo titolo, puntava il dito contro gli ereader, attribuendo loro un’influenza negativa sulla qualità del sonno. In realtà si trattava di un titolo fuor viante, per uno studio c he non ha rivelato nulla di nuovo. Lo studio, infatti, ha preso in considerazione la lettura su smartphone e tablet, cioè su apparecchi che - contrariamente agli ereader - emettono luce ed è già risaputo che l’uso di questo tipo di prodotti (così come della tv) in ore serali può influenzare negativamente il sonno. Purtroppo, dato che sono stati utilizzati per leggere dei libri, nello studio smartphone e tablet sono stati chiamati anch’essi ereader, confondendosi così con gli ereader veri e propri, che invece dal punto di vista della luce sono come libri cartacei.

Scegliere un Kindle A primeggiare tra gli ereader sono sempre i Kindle, i lettori prodotti da Amazon. La scelta dipende, oltre che dal budget, dalle proprie esigenze. L’ultimo nato, il Kindle Voyage, rispetto ai modelli precedenti ha uno schermo tattile ancora migliore: risoluzione e contrasto sono aumentati, anche se si tratta di vantaggi che, alla prova dei fatti, sono assai meno visibili che leg gendo le specific he tecniche. R ispetto ai vecc hi modelli lo schermo del Voyage è anche migliorato dal punto di vista della scrittura (per prendere appunti o cercare parole), ma resta comunque poco adatto a chi  vuole scrivere molto. Una piacevole novit à è la reintroduzione del pulsante hardware per girare pagina (bisogna premere la cornice esterna dello schermo). C’è anche una funzione di adattamento automatico della luminosità, che però non funziona benissimo: è me glio disabilitarla e regolare la luminosità a mano. Detto questo, è un apparecchio caro, i cui plus per molti non  valgono la spesa. Meglio allora i Kindle più economici e qui la scelta dipende essenzialmente da due fattori: se vi interessa la possibilità dell’illuminazione, puntate sul Paperwhite, se no, il Kindle base è di gran lunga l’ereader con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

Per chi non vuole un Kindle

IL NOSTRO TEST Gli ereader sono apparecchi dal progresso tecnologico relativamente lento, tant’è che alcuni dei prodotti già in vendita l’anno scorso reggono tranquillamente il passo con quelli appena immessi nel mercato. La principale innovazione di quest’anno riguarda

supporti necessari: tra lettori e accessori vari la spesa complessiva è stata tre volte tanto. Il nostro test mostra che la fiducia degli acquirenti è nel complesso  ben riposta: apparecchi di buona qualità, che fanno il loro mestiere con precisione e affidabilità.

l’impermeabilità di alcuni modelli. Sono tre i lettori testati che si vantano di essere resistenti all’acqua e quindi adatti alla spiaggia; in particolare dichiarano di essere aderenti alla specifica IP57, ovvero di poter resistere all’immersione fino a un metro d’acqua per

trenta minuti. Dato che, già a partire dal nome e dalla confezione, puntano molto su questo aspetto per differenziarsi dal resto del mercato in laboratorio siamo andati a verificare la validità di quanto sostenuto. Tutti e tre risultano impermeabili: il Tolino e il Kobo

hanno passato il test senza problemi, appena usciti dall’immersione li abbiamo asciugati con un panno ed erano già funzionanti. Il Pocketbook è invece rimasto inattivo per tre giorni, passati i quali si è risvegliato e ha ripreso a funzionare correttamente.

Altroconsumo 290 • Marzo 2015

www.altroconsumo.it

La controindicazione dei Kindle è che legano il loro proprietario a fare acquisti sulla libreria online di Amazon (che comunque è ben fornita e ha prezzi allineati a quelli delle l ibrerie concorrenti). Quest’anno il concorrente principale è Tolino, che produce lettori di  buona fattura, in grado di leggere libri acquistabili su tutte le altre librerie online: sono distribuiti dalla libreria online IBS e dalla catena Il Libraccio. Chi vuole un ereader impermeabile, per leggerlo con più t ranquillità al mare o nella vasca, ha tre modelli t ra cui scegliere (vedi la tabella), nessuno di Amazon: un altro motivo, questo, per non scegliere un Kindle.

CONSIGLI D’USO PER CHI HA UN KINDLE Ecco qualche informazione utile per gestire al meglio la propria libreria digitale.

Da anni, ogni volta che facciamo un test sugli ereader, il Kindle di turno ottiene il titolo di Miglior Acquisto o Migliore del Test. Se in una di queste occasioni avete seguito il nostro consiglio di acquisto, o se state per seguirlo quest’anno, ecco ora qualche consiglio di utilizzo per sfruttare al meglio l’ereader prodotto da Amazon. Tutti gli ebook che avete 1 acquistato negli anni su Amazon utilizzando il vostro account sono disponibili anche su qualunque Kindle, purché sia registrato con lo stesso account. Nella pagina principale di un Kindle in alto compaiono alcune scritte: cliccando su Dispositivo visualizzate tutti gli ebook fisicamente contenuti nel Kindle, che potete leggere anche in assenza di collegamento a internet. Cliccando su Cloud  potete vedere tutti quelli che avete acquistato e scaricare quello che volete leggere in quel momento. Per una gestione più dettagliata della vostra biblioteca dovete collegarvi ad Amazon con un pc. Inserite le vostre credenziali e dal menu in alto a sinistra selezionate Il mio account – I miei contenuti e dispositivi. La pagina che aprirete è divisa in tre sezioni. Nella sezione I miei contenuti  vedete tutti i libri acquistati e i documenti 2

inviati al kindle. Su ciascuno potete effettuare azioni come Eliminarlo  (cosa che non è possibile fare dal Kindle), scaricarlo sul pc, rimuovere il segnalibro dell’ultima pagina letta. Se per quel libro è disponibile una versione aggiornata ciò sarà indicato in questa pagina. Nella sezione I miei dispositivi  vedrete elencati tutti i vostri Kindle: Amazon considera come un Kindle a tutti gli effetti non solo il lettore, ma anche l’omonima app installabile su uno smartphone o tablet. Se per qualche motivo (ad esempio se l’avete venduto) dovete annullare la registrazione di un Kindle è questa la pagina per farlo. La sezione Impostazioni  3 consente di scegliere le modalità di pagamento per gli ebook scaricati, attivare la funzione di sincronizzazione (che consente di aprire un ebook su un Kindle, leggere fino a una certa pagina, aprire l’app e poter partire direttamente da quella pagina). Inoltre potete impostare un indirizzo di posta elettronica per ciascuno dei vostri Kindle, così da poter caricare libri o documenti sul vostro ereader anche via mail (dovrete anche impostare gli indirizzi email autorizzati a tale invio: questo serve per evitare di ricevere posta indesiderata).

Ereader: più dettagli L’ereader non disturba il sonno

Nella tabella a pag. 46 ti diamo i dati sintetici che riassumono i risultati delle nostre prove. Vieni sul nostro sito per trovare maggiori informazioni. Più dettagli sui risultati ottenuti da ciascun apparecchio nelle singole prove del test. I prezzi di vendita più convenienti nei negozi online. La possibilità di accostare e confrontare fino a cinque apparecchi alla volta, per avere una visione di insieme delle caratteristiche e scegliere il più adatto. www.altroconsumo.it/ereader

www.altroconsumo.it

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Test

La nostra scelta Ereader

78

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73

70

AMAZON Kindle Voyage WiFi

AMAZON Kindle Paperwhite 3G

TOLINO Shine

AMAZON Kindle

189 euro L’ultimo nato di casa Amazon è anche il migliore.

189 euro Il kindle dell’anno scorso, ancora validissimo.

99 euro La scelta migliore per chi non vuole un Kindle.

59 euro Il lettore con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

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Test

La nostra scelta Ereader

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AMAZON Kindle Voyage WiFi

AMAZON Kindle Paperwhite 3G

TOLINO Shine

AMAZON Kindle

189 euro L’ultimo nato di casa Amazon è anche il migliore.

189 euro Il kindle dell’anno scorso, ancora validissimo.

99 euro La scelta migliore per chi non vuole un Kindle.

59 euro Il lettore con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

EREADER

PREZZO

   x    a     )     5    m   -    1     0    n     i     2    o    m     i    a    o    r    n    u    n    e    e    g    n     (     I

MARCA e modello

CARATTERISTICHE

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AMAZON Kindle Voyage WIFI

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AMAZON Kindle Paperwhite 3G

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AMAZON Kindle Paperwhite WiFi

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TOLINO Shine

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KOBO Aura H2O

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AMAZON Kindle

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POCKETBOOK Aqua KOBO Aura

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RISULTATI

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1430 x 1080 227

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COME LEGGERE LA TABELLA

Prezzi Al momento in cui scriviamo, il Kindle Voyage non è ancora venduto in Italia, il prezzo indicato è quello di Amazon.de. Quando uscirà il Voyage è presumibile che il prezzo del Paperwhite cali.

sciando un dito sullo schermo. Molti trovano più comodo usare appositi pulsanti posti nella cornice esterna. Nel Tolino Vision 2 si può girare pagina con un tocco sul retro dell’apparecchio.

Pulsante per girare pagina  In tutti gli ereader si può girare pagina stri-

Lettura al buio Quasi tutti gli ereader hanno un sistema di illumina-

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Altroconsumo 290



Marzo 2015

zione che ne consente la lettura al buio. Per gli altri servirà un abat jour. Prestazioni Abbiamo misurato il tempo che serve per connettersi a una rete wifi, ad aprire un ebook, a girare pagina, a far apparire il menu delle impostazioni o a tornare alla home page.

Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove

Ottimo

Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo

Mediocre

Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso

Buono Accettabile Pessimo Qualità buona

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Inchiesta

Telefono Tariffe senza trappole Le promozioni per la linea di casa, internet incluso, sono tante: ma attenzione ai costi “imprevisti” dietro l’angolo. Ecco come scovarli e scegliere bene. elefonate illimitate verso tutti, navigazione internet 24 ore su 24, tutto incluso e a un prezzo stracciato. A giudicare dalle promozioni sembra un paradiso, ma gli slogan con cui  gli operatori pubbl icizza no le loro offerte per il telefono di casa e internet non dicono tutto. Anzi, dicono solo il meglio:  bisogna leggere tra le r ighe per non avere

T

 brutte sorprese dopo. Qua lche esempio? Con FastWeb Super Jet non si paga nulla per l’attivazione in promozione, ma se si decide di cambiare fornitore prima di due anni, bisogna sborsare ben 119 euro. Con Tiscali Tutto Incluso Light se si vuole optare per un altro gestore prima di due anni bisogna restituire la di fferenza tra il prezzo pieno e quello pagato in promozione: fino a 345 euro

nell’eventualità peggiore, quella in cui si recede dopo un mese dall’attivazione. Non mancano poi i casi in cui si vuole far credere che il prezzo in offerta è “per sempre”: non lasciamoci prendere in giro, con i provider niente è “per sempre”, eccetto il fatto che possono comunicare, in ogni momento, il cambio delle condizioni contrattuali e quindi anche dei prezzi, costringendoci ad accettare la varia zione

VALUTIAMO ANCHE LA QUALITÁ Confrontiamo le tariffe per telefono di casa e internet in base alla qualità del servizio e non solo in base al prezzo. Per ogni operatore abbiamo inserito in classifica la tariffa più conveniente. I prezzi si riferiscono a fine gennaio 2015. L’OPINIONE DEGLI UTENTI E I TRANELLI

Per giudicare la qualità, ci basiamo sulle nostre indagini statistiche sulla soddisfazione degli utenti e sulla presenza o meno di “rischi” come gli alti costi per il recesso anticipato.

www.altroconsumo.it

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290 Altroconsumo 47

Inchiesta - di solito verso l’alto - o a cambiare provider, pagando un costo di disattivazione. Un balzello, purtroppo ancora permesso dalla legge, che a tutti gli effetti ostacola il passaggio ad altri operatori, esattamente come le penali per il recesso anticipato abolite nel 2007.

Scegliere bene si può Insomma, nella giungla delle promozioni da un lato si possono avere delle vere opportunità di risparmio, con proposte sempre nuove e vantaggiose; dall’altro,

questa velocità si traduce spesso in offerte complesse, non facili da capire, che nascondono delle belle trappole: costi imprevisti, mancati risparmi, qualità del servizio non soddisfacente. Prima di scegliere bisognerebbe tenere conto di tutto questo, ma non è semplice da s oli capire qual è la soluzione con il miglior rapporto qualità-prezzo. Senza contare che ogni offerta può essere più o meno conveniente in base alle proprie abitudini di consumo: fondamentale valutare anche queste prima di scegliere. Per rendere

Le migliori offerte per due utenti

A cosa fare attenzione

Ecco le tariffe più convenienti per due utenti-tipo: a fare la differenza è il numero di telefonate. Il “Miglior Acquisto” è il prodotto con miglior rapporto-qualità prezzo. 2�

1-2 telefonate al giorno

3-5 telefonate al giorno

Da 4-6 minuti, 85% verso fissi e 15% verso mobili. Internet adsl illimitato.

Da 4-6 minuti, 85% verso fissi e 15% verso mobili. Internet adsl illimitato.

WIND INFOSTRADA Absolute Adsl

1

Spesa stimata al mese (attivaz. web)

25,40 ₣

SIADSL + LINKEM Unica + Linkem No Limits Abbonam.

2

VODAFONE Super Fibra Family

1

Spesa stimata al mese per 6 mesi, poi a 44 euro

29 ₣

TELECOM Tutto Spesa stimata al mese per 12 mesi, poi a 44, 90 euro

2 29 ₣

Spesa stimata al mese

28, 16 ₣

VODAFONE Super Fibra Family Spesa stimata al mese per 6 mesi, poi a 44 euro

3 29 ₣

FASTWEB Super Jet Spesa stimata al mese per 12 mesi, poia45 euro

3 29 ₣

WIND INFOSTRADA All Inclusive Unlimited

TELECOM ITALIA Tutto Spesa stimata al mese per 12 mesi, poi a 44,90 euro

Spesa stimata al mese

4 29 ₣

4 29,95 ₣

FASTWEB Super Jet

TISCALI Tiscali Tutto Incluso Full

Spesa stimata al mese per 12 mesi, poia45 euro

5 29 ₣

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Spesa stimata al mese

34,95 ₣

MigliorAcquisto:buonaqualitàeil migliorrapportoconil prezzo

48 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

tutto più semplice, abbiamo messo a punto un servizio online sul nostro sito, che confronta le tante tariffe presenti sul mercato, segnalando i possibili rischi dal punto di vista dei costi con un “Attento al prezzo”, come si può vedere nella pagina a fianco. La classifica che si può ottenere è personalizzata in base alle specifiche esigenze dell’utente e non tiene conto solo del prezzo, ma anche della qualità del servizio. Nel box in basso forniamo un esempio in cui mostriamo le tariffe più convenienti per due profili di consumo piuttosto comuni: la soluzione con il miglior rapporto qualità-prezzo (indicata come “Miglior Acquisto”) - senza rischi di salassi imprevisti - non è necessariamente quella con il costo più basso in assoluto.

Meglio non farsi illudere dai soli costi pubblicizzati dagli operatori o da quelli in promozione (che spesso durano solo alcuni mesi): la spesa mensile stimata che indichiamo - e che qui si riferisce a fine  gennaio 2015 (ma sul sito trovi i costi aggiornati) - include sia il canone mensile  vantato dai provider, sia il costo al consumo, cioè quello che si potrebbe spendere in più in base al proprio utilizzo, come lo scatto alla risposta o le telefonate  verso cellulari, se non incluse nel c anone. Attenzione anche alla durata delle promozioni, quando previste: alla fine dell’offerta, ci si potrebbe trovare a pagare un bel po’ in più. Visto che la connessione internet è ormai sempre flat (cioè con navigazione illimitata), a fare la differenza in bolletta, come si può vedere nel confronto tra i due utenti, è il numero di chiamate al giorno: per chi ne fa di più, convengono le tariffe in cui c’è solo il canone mensile e il traffico è completamente gratuito (minuti inclusi e senza scatti alla risposta). La durata media delle telefonate e il loro orario durante la  giornata non varia invece nei due profili (d’altra parte, in questo momento, è il mercato stesso a orientarci verso soluzioni a “minuti illimitati”, in cui queste variabili non implicano una differenza di prezzo). Occhio anche al modo in cui si attiva la tariffa: ad esempio Wind Infostrada Absolute Adsl ha un canone di 19,95 euro per la versione attivata via web, mentre per telefono costa molto di più, 34,72 euro. Altra cosa degna di nota sono le tariffe combinate (come nel caso di SIADSL + Linkem): si tratta di combinazioni di offerte che arrivano da due providers diversi e che, soprattutto per profili di consumo basso, possono risultare convenienti; attenzione, però, ai costi di attivazione e recesso. ¬ www.altroconsumo.it

LA TUA TARIFFA SUL SITO Quanto ti costa navigare e telefonare? Qual è la tariffa più adatta a te? Tutte le risposte sul nostro sito. Impostando le tue abitudini di consumo otterrai una classifica di tutte le offerte presenti sul mercato per telefono e internet, oppure solo per telefono o solo per internet.

La classifica

www.altroconsumo.it/casa-energia/ telefono-internet-e-tv-digitale

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Quanto chiami 2 3

Per ogni tariffa ti diciamo con un punteggio qual è la qualità del servizio, indicandoti anche quali sono i nostri “Miglior Acquisto”, cioè con il miglior rapporto qualità-prezzo e senza rischi di elevati costi imprevisti. Per la “spesa stimata al mese” teniamo conto del canone mensile (quello pubblicizzato dall’operatore) e del costo al consumo (cioè quello che spenderai in più in base al tuo profilo, come lo scatto alla risposta o le telefonate verso cellulari, se non incluse nel canone).

1 Puoi personalizzare il tuo profilo indicando quante chiamate fai al giorno, di quale durata e in quale momento della giornata, se preferibilmente verso telefoni fissi, cellulari o entrambe.

Tutti i dettagli 3 Cliccando su “Dettagli” avrai tutte le informazioni più importanti su ogni tariffa, come la durata della promozione, la velocità di connessione e tutti i costi relativi al canone, al nuovo allacciamento, al cambio operatore o alla disattivazione. Ti spieghiamo anche come fare per attivare la tariffa.

Cosa cerchi

Attento al prezzo 2 Preferisci una connessione adsl o la fibraottica?Quantoveloce?Conquale gestore? Quantosei dispostoapagare per la disattivazione? Puoi raffinare la ricerca filtrando i risultati in base a tante variabili.

Presta attenzione, in classifica, all’allerta “Attento al prezzo”: è lì che ti indichiamo i rischi di un’offerta. Come in questo caso: il costo di attivazione della tariffa è pari a zero in promozione, ma viene addebitato successivamente se si recede prima dei due anni.

Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 49

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Guida

Addio alle tarme Non di sola lana. Questi insetti si cibano di tutte le fibre naturali, cotone compreso. Come mettere al sicuro armadi e cassetti.

on ci sono più le t arme di una volta, quelle che facevano capolino soltanto con l’arrivo della stagione calda. Oggi, nel tepore dei nostri appartamenti, questi fastidiosi insetti possono essere attivi tutto l’anno e fare danni anche nella stagione invernale. «La vita di questi insetti è legata alla temperatura e all’umidità», spiega Piero Cravedi, docente di parassitologia animale all’Università cattolica del sacro cuore di Piacenza, «In natura le tarme sono più frequenti nel periodo estivo, ma nelle abitazioni, grazie alla presenza del riscaldamento,  vivono e si r iproducono tutto l’anno».

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Vivono al buio Questi animali amano stare in ambienti bui e temono la luce, per cui difficilmente si fanno vedere e quando questo succede, se notate qualche farfallina, il danno è già stato fatto. «A creare i classici buchi nei maglioni non sono le tarme adulte, che vivono giusto il tempo per riprodursi e depositare le uova, ma le loro larve, che per crescere mangiano le fibre dei nostri vestiti», continua Cravedi. «Uno dei segni della colonizzazione delle tarme, infatti, oltre ai classici buchi, è la presenza di piccoli batuffoli bianchi simili a lanugine, 50

Altroconsumo 290

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quello che resta del bozzolo di una larva diventata adulta». Le larve delle tarme si nutrono solo di fibre naturali, principalmente di origine animale, come lana, seta e pelliccia, ma in mancanza di queste ultime non disdegnano il cotone o altre fibre di origine vegetale. «Nel loro ambiente naturale vivono nei nidi degli uccelli e in posti dove sono a contatto con  gli a nimal i, ecc o perc hé qual unque f ibra a nimale  viene ricono sciuta come u n ambiente favorevol e al loro sviluppo», conclude Cravedi. Ma come arrivano nei nostri armadi e come prevenire la loro comparsa? Di solito le tarme entrano nei nostri armadi attraverso un singolo indumento infettato, magari un acquisto “vintage” o di seconda mano, ma può anche succedere che entrino dalla finestra  volando, soprattutto se in casa sono present i cabine armadio, con ambienti ampi e spesso aperti. «Per prevenire danni al nostro guardaroba l’arma più efficace è la pulizia degli indumenti a ogni cam bio di stag ione», spiega il profes sore, «basta u n piccolo residuo di sudore in un capo indossato anche soltanto una volta per attrarre questo insetto: proprio perché abituato a vivere a contatto con gli animali, ne riconosce l’odore. Ricordiamoci, inoltre, che le tarme possono attaccare anche i tappeti, per cui è bene proteggere anche www.altroconsumo.it

COME SCEGLIERE IL PRODOTTO GIUSTO Ci sono numerosi prodotti in grado di contrastare le tarme, alcuni naturali, altri insetticidi chimici, con gradi diversi di efficacia. Entrambi hanno pro e contro ed entrambi possono essere utili nelle giuste circostanze: per questo è importante conoscerli a fondo e riconoscerli. Tenendo sempre presente, però, che per scoraggiare le tarme non c’è niente di meglio della pulizia.

Essenze repellenti

I prodotti naturali contengono oli essenziali ed estratti di piante e fiori sgraditi alle tarme. In etichetta non hanno una classificazione precisa: non possono chiamarsi “antitarme”, ma vengono spesso indicati come prodotti salvalana, per salvare, proteggere la lana... e indicazioni generiche di questo tipo. Le profumazioni più utilizzate a questo scopo sono la lavanda e l’olio di cedro. I prodotti di questo tipo non sono obbligati a riportare né la concentrazione dell’essenza né il nome del principio attivo utilizzato. Addirittura possono omettere l’intero elenco degli ingredienti. L’effetto è sostanzialmente repellente: l’odore poco gradito dovrebbe tenerle lontane, ma l’efficacia di questi prodotti non è sufficientementedocumentata. POSSONO CONTENERE ALLERGENI

Questi prodotti, anche se hanno un impatto minore sull’ambiente rispetto agli insetticidi, non è detto che siano completamente innocui, perché possono contenere profumazioni allergizzanti (limonene, linalool, coumarin...) scosigliabili alle pelli predisposte a reazioni allergiche. Molto spesso poi, a discapito delle belle immagini in etichetta, le profumazioni sono sintetiche: ad esempio, è molto raro che il profumo di lavanda sia naturale. Prima di acquistarli, puoi provare a farli in casa, con la vera lavanda, o usare le palline di legno di cedro.

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Insetticidi

Se hai il sospetto che le tarme abbiano già colonizzato il tuo armadio, devi scegliere i prodotti che contengono insetticidi, ma non usarli a scopo preventivo. Li riconosci dalla dicitura “antitarme”, “antitarmico”, “tarmicida”..., e soprattutto dal fatto che riportano tutti la scritta “presidio medico chirurgico”, con il numero di registrazione del ministero della Salute, nonché nome e concentrazione del principio attivo utilizzato. Queste informazioni sono una garanzia del fatto che è stato presentato un dossier scientifico a supporto dell’efficacia e della sicurezza del prodotto. COME USARLI IN SICUREZZA

 I principi attivi più comuni nei prodotti insetticidi sono i piretroidi, che garantiscono il miglior compromesso tra sicurezza ed efficacia. Il biocida più diffuso è la trasflutrina, piuttosto sicura anche per gli animali domestici. Permetrina e piretro, invece, sono sostanze più tossiche, soprattutto per i gatti. La tossicità per le persone è molto bassa, ma possono essere irritanti per la pelle e le vie respiratorie e pericolosi per gli ambienti acquatici. Per questo meglio evitarli negli armadi e nei cassetti che si trovano in stanza da letto ed è sempre bene arieggiare i capi che sono entrati a contatto con queste sostanze prima di indossarli di nuovo. Attenzione ai rimedi di una volta come le palline di naftalina e i cubetti di canfora: molto tossici, sono vietati.

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290 Altroconsumo

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Guida

Addio alle tarme Non di sola lana. Questi insetti si cibano di tutte le fibre naturali, cotone compreso. Come mettere al sicuro armadi e cassetti.

on ci sono più le t arme di una volta, quelle che facevano capolino soltanto con l’arrivo della stagione calda. Oggi, nel tepore dei nostri appartamenti, questi fastidiosi insetti possono essere attivi tutto l’anno e fare danni anche nella stagione invernale. «La vita di questi insetti è legata alla temperatura e all’umidità», spiega Piero Cravedi, docente di parassitologia animale all’Università cattolica del sacro cuore di Piacenza, «In natura le tarme sono più frequenti nel periodo estivo, ma nelle abitazioni, grazie alla presenza del riscaldamento,  vivono e si r iproducono tutto l’anno».

N

Vivono al buio Questi animali amano stare in ambienti bui e temono la luce, per cui difficilmente si fanno vedere e quando questo succede, se notate qualche farfallina, il danno è già stato fatto. «A creare i classici buchi nei maglioni non sono le tarme adulte, che vivono giusto il tempo per riprodursi e depositare le uova, ma le loro larve, che per crescere mangiano le fibre dei nostri vestiti», continua Cravedi. «Uno dei segni della colonizzazione delle tarme, infatti, oltre ai classici buchi, è la presenza di piccoli batuffoli bianchi simili a lanugine, 50

Altroconsumo 290

quello che resta del bozzolo di una larva diventata adulta». Le larve delle tarme si nutrono solo di fibre naturali, principalmente di origine animale, come lana, seta e pelliccia, ma in mancanza di queste ultime non disdegnano il cotone o altre fibre di origine vegetale. «Nel loro ambiente naturale vivono nei nidi degli uccelli e in posti dove sono a contatto con  gli a nimal i, ecc o perc hé qual unque f ibra a nimale  viene ricono sciuta come u n ambiente favorevol e al loro sviluppo», conclude Cravedi. Ma come arrivano nei nostri armadi e come prevenire la loro comparsa? Di solito le tarme entrano nei nostri armadi attraverso un singolo indumento infettato, magari un acquisto “vintage” o di seconda mano, ma può anche succedere che entrino dalla finestra  volando, soprattutto se in casa sono present i cabine armadio, con ambienti ampi e spesso aperti. «Per prevenire danni al nostro guardaroba l’arma più efficace è la pulizia degli indumenti a ogni cam bio di stag ione», spiega il profes sore, «basta u n piccolo residuo di sudore in un capo indossato anche soltanto una volta per attrarre questo insetto: proprio perché abituato a vivere a contatto con gli animali, ne riconosce l’odore. Ricordiamoci, inoltre, che le tarme possono attaccare anche i tappeti, per cui è bene proteggere anche

• Marzo 2015

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COME SCEGLIERE IL PRODOTTO GIUSTO Ci sono numerosi prodotti in grado di contrastare le tarme, alcuni naturali, altri insetticidi chimici, con gradi diversi di efficacia. Entrambi hanno pro e contro ed entrambi possono essere utili nelle giuste circostanze: per questo è importante conoscerli a fondo e riconoscerli. Tenendo sempre presente, però, che per scoraggiare le tarme non c’è niente di meglio della pulizia.

Essenze repellenti

I prodotti naturali contengono oli essenziali ed estratti di piante e fiori sgraditi alle tarme. In etichetta non hanno una classificazione precisa: non possono chiamarsi “antitarme”, ma vengono spesso indicati come prodotti salvalana, per salvare, proteggere la lana... e indicazioni generiche di questo tipo. Le profumazioni più utilizzate a questo scopo sono la lavanda e l’olio di cedro. I prodotti di questo tipo non sono obbligati a riportare né la concentrazione dell’essenza né il nome del principio attivo utilizzato. Addirittura possono omettere l’intero elenco degli ingredienti. L’effetto è sostanzialmente repellente: l’odore poco gradito dovrebbe tenerle lontane, ma l’efficacia di questi prodotti non è sufficientementedocumentata. POSSONO CONTENERE ALLERGENI

Questi prodotti, anche se hanno un impatto minore sull’ambiente rispetto agli insetticidi, non è detto che siano completamente innocui, perché possono contenere profumazioni allergizzanti (limonene, linalool, coumarin...) scosigliabili alle pelli predisposte a reazioni allergiche. Molto spesso poi, a discapito delle belle immagini in etichetta, le profumazioni sono sintetiche: ad esempio, è molto raro che il profumo di lavanda sia naturale. Prima di acquistarli, puoi provare a farli in casa, con la vera lavanda, o usare le palline di legno di cedro.

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Insetticidi

Se hai il sospetto che le tarme abbiano già colonizzato il tuo armadio, devi scegliere i prodotti che contengono insetticidi, ma non usarli a scopo preventivo. Li riconosci dalla dicitura “antitarme”, “antitarmico”, “tarmicida”..., e soprattutto dal fatto che riportano tutti la scritta “presidio medico chirurgico”, con il numero di registrazione del ministero della Salute, nonché nome e concentrazione del principio attivo utilizzato. Queste informazioni sono una garanzia del fatto che è stato presentato un dossier scientifico a supporto dell’efficacia e della sicurezza del prodotto. COME USARLI IN SICUREZZA

 I principi attivi più comuni nei prodotti insetticidi sono i piretroidi, che garantiscono il miglior compromesso tra sicurezza ed efficacia. Il biocida più diffuso è la trasflutrina, piuttosto sicura anche per gli animali domestici. Permetrina e piretro, invece, sono sostanze più tossiche, soprattutto per i gatti. La tossicità per le persone è molto bassa, ma possono essere irritanti per la pelle e le vie respiratorie e pericolosi per gli ambienti acquatici. Per questo meglio evitarli negli armadi e nei cassetti che si trovano in stanza da letto ed è sempre bene arieggiare i capi che sono entrati a contatto con queste sostanze prima di indossarli di nuovo. Attenzione ai rimedi di una volta come le palline di naftalina e i cubetti di canfora: molto tossici, sono vietati.

Marzo 2015 •

290 Altroconsumo

Guida

ORMONI CHE ATTRAGGONO Tra i vari rimedi antitarme ci sono anche le trappole a base di feromoni. Si tratta di foglietti appiccicosi, imbevuti di sostanze che riproducono l’odore delle femmine, che sono in grado di attrarre i maschi delle tarme e incollarli sulla loro superficie, evitando che questi si possano riprodurre. Un test condotto alcuni anni fa su un prodotto per le tarme alimentari, però, ha dimostrato che le trappole con feromoni sono in grado di attrarre questi insetti anche dove non ci sono mai stati. In pratica rischiano di creare il problema invece di risolverlo. I foglietti quindi non devono mai essere usati a scopo preventivo, soprattutto se si tengono spesso le finestre aperte o se ci sono cabine armadio facilmente accessibili, ma sono un sistema di monitoraggio di un’infestazione in atto, utile per verificarne l’andamento. Bisogna ricordare, inoltre, che queste trappole non eliminano le larve responsabili dei buchi sui capi, ma agiscono solo sulle farfalline adulte.

questi ultimi, se si ripongono nella stagione estiva».

Pulire armadi e vestiti prima del cambio di stagione è fondamentale

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Guida

ORMONI CHE ATTRAGGONO

Pulire armadi e vestiti prima del cambio di stagione è fondamentale

Tra i vari rimedi antitarme ci sono anche le trappole a base di feromoni. Si tratta di foglietti appiccicosi, imbevuti di sostanze che riproducono l’odore delle femmine, che sono in grado di attrarre i maschi delle tarme e incollarli sulla loro superficie, evitando che questi si possano riprodurre. Un test condotto alcuni anni fa su un prodotto per le tarme alimentari, però, ha dimostrato che le trappole con feromoni sono in grado di attrarre questi insetti anche dove non ci sono mai stati. In pratica rischiano di creare il problema invece di risolverlo. I foglietti quindi non devono mai essere usati a scopo preventivo, soprattutto se si tengono spesso le finestre aperte o se ci sono cabine armadio facilmente accessibili, ma sono un sistema di monitoraggio di un’infestazione in atto, utile per verificarne l’andamento. Bisogna ricordare, inoltre, che queste trappole non eliminano le larve responsabili dei buchi sui capi, ma agiscono solo sulle farfalline adulte.

questi ultimi, se si ripongono nella stagione estiva». A darci una mano nella dura lotta contro le tarme troviamo tantissimi prodotti, da semplici repellenti a base di essenze naturali a veri e propri insetticidi, che eliminano sia le tarme adulte sia le larve (ne parliamo nei riquadri in queste pagine), ma gli insetticidi sono da riserva re soltanto ai casi in cui l’infestazione è già avvenuta e non da usare come misura di prevenzione. «Ritengo più interessante usare strategie eff icaci per la prevenzione, come appunto il lavaggio degli indumenti e degli armadi e l’uso di essenze repellenti, piuttosto che consigliare un insetticida», sottolinea Cravedi, «ricordiamoci che di solito gli armadi st anno nelle stanze da let to e negli a mbienti dove stiamo più a lungo e, anche se i prodotti in vendita sono tutti sicuri per l’uomo, hanno comunque un minimo di tossicità e sono da evit are se non necessari. Inoltre inquinano e alcuni possono essere pericolosi per  gli ani mali domest ici».

La strategia per tenerle alla larga Prima di passare alle maniere forti, quindi, ecco cosa fare per prevenire nel modo più efficace le tar me. Al momento del cambio di stagione lava bene, con acqua calda o a secco, i capi che hai indossato prima di riporli. I capi che non hai indossato, invece, andrebbero comunque spazzolati vigorosamente e lasciati ad ariagg iare al sole prima di riporli nuovamente. Adopera sacchetti di plastica e sacche con cerniera per conservare maglioni, giacche invernali e c appotti. Aspira bene i t appeti con l’aspirapolvere e arrotolali in u n contenitore chiuso insieme a un prodotto antitarme (per sceglierlo con cognizione di causa 52

Altroconsumo 290

• Marzo 2015

La confusione sulle caratteristiche dei prodotti antitarme regna sovrana e i produttori non sempre chiariscono bene in etichetta il tipo di prodotto. In questo caso, per esempio, il marchio Raid farebbe pensare a due insetticidi, ma anche il richiamo ai fiori e il colore potrebbero far pensare a repellenti naturali. Sveliamo il mistero: quello a sinistra è un insetticida (la scritta “presidio medico chirurgico” è sul retro) quello a destra un profumatore.

consulta le schede in queste pagi ne). Se hai il sospetto che i l tuo armadio sia st ato comunque attaccato dalle tarme o vuoi assicurart i di avere fatto tutto il possibile per scongiurarne la presenza, svuotalo e pulisc ilo con un panno umido impregnato di acqua, aceto o bicarbonato o con uno sgra ssatore a spruzzo, prestando attenzione anche agli an goli e ai pu nti più nascosti. ¬ www.altroconsumo.it

SCELTE SICURE

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I suggerimenti e i giudizi di Altroconsumo sono come sempre indipendenti. Tutti i prodotti e i servizi che proponiamo sono stati sottoposti alle nostre analisi e ai nostri test comparativi.

Inchiesta

Affidabili cose di casa All’atto pratico non danno tutti la stessa soddisfazione, ma i guasti sono rari: ecco la classifica dei piccoli elettrodomestici più comuni, stilata da chi li usa.

lcuni elettrodomestici sono i re della casa, di cui non potremmo fare a meno, come un aspirapolvere o un ferro da stiro. Altri li abbiamo comprati sull’onda dell’emotività o spinti da amici, per trovarci poi a usarli molto poco: è il caso delle macchine per il pane, che gli intervistati di questa inchiesta confessano di tirare fuori dall’armadio neanche una volta al mese. Quasi 10mila intervistati italiani ci hanno confidato quali sono gli elettrodomestici che danno maggiore soddisfazione e quali quelli che si rivelano anche più affidabili. Apprezzamento e soddisfazione non  vanno sempre di pari passo: come potete  vedere nelle schede in queste pagine, può succedere di giudicare un robot da cucina molto affidabile (in pratica non perde colpi), ma poi di non esserne troppo soddisfatti al momento dell’uso.

A

ASPIRAPOLVERE Il 93% degli intervistati ha in casa un aspirapolvere. Nel 44% dei casi si tratta di una scopa elettrica, mentre i robot sono poco diffusi (3%). La maggior parte dei soci usa l’aspirapolvere una o due volte la settimana. La marca più diffusa è Vorwerk (Folletto). Più della metà ha sostituito il precedente aspirapolvere entro cinque anni, principalmente perché non aspirava più bene.

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

91

88

90 88

RAINBOW

89

87

VORWERK

88

87

KIRBY

81

86

BOSCH

80

86

PHILIPS

82

85

C A RR E FO U R H O ME

71

84

IROBOT

85

83

NILFISK

84

83

SIEMENS

82

83

MOULINEX

76

83

SAMSUNG

79

82

ROWENTA

78

82

DAEWOO

73

82

E LEC TRO LUX

80

81

AEG

78

81

IMETEC

72

80

LG

75

79

Malfunzionamento del NECCHI sistema di avvolgimento BLACK & D EC KE R del cavo elettrico

PANASONIC

Malfunzionamento delle spazzole

87 83

12% 9%

      à       t       i       l       i       b      a       d       i       f       f       A

KÄRCHER

14%

72

79

63

79

75

78

81

77

73

76

72

74

BLUESKY

67

74

ARIETE

68

72

POLTI

71

69

TAURUS

64

66

• Marzo 2015

I piccoli elettrodomestici sono affidabili? Quanto ne sei soddisfatto?

tutti i Paesi in cui è presente un’associazione di consumatori del nostro gruppo (Belgio, Spagna e IL QUESTIONARIO Portogallo). Agli intervistati Le classifiche di affidabilità abbiamo chiesto di (quanti guasti, in quanti anni) descrivere anche la durata e e soddisfazione che trovate la frequenza di utilizzo. in queste pagine sono frutto In tutto, abbiamo raccolto delle vostre risposte a un 24.400 testimonianze, di cui questionario spedito ai soci in 9.720 in Italia.

MIXER A IMMERSIONE

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

MIELE

DELONGHI

Al di là di g usti e preferenze, gli elettrodomestici vanno scelti con attenzione, possibilmente dopo aver consultato un test di laboratorio come quelli che  Altroconsumo fa regolarmente. Le sorprese non mancano, uno dei più recenti sulle macchine del pane boccia sei modelli nelle prove di sicurezza, perché a rischio Altroconsumo 290

DYSON

Rottura dei tubi flessibili FAGOR o rigidi HOOVER

Non tutti sono sicuri

54

MARCA

COME LEGGERE LA TABELLA

LA NOSTRA INCHIESTA

www.altroconsumo.it

Affidabilità Include il

Soddisfazione Com-

numerodi guasti,l’età elagravitàdeiproblemiriscontratinegliapparecchi. Più alto è l’indice, maggiore è l’affidabilitàdelmarchio (ilpun teggiomassimo è 100). Il verde indica cheilgiudiziodisoddisfazione è sopra la media, il grigio nella mediaeilnerosottola media.

prende le valutazioni soggettivedichiutilizzaun elettrodomesticoeprendeinconsiderazioneaspetticomeil prezzo, l’estetica e l’uso.

Sopralamedia Nellamedia Sottolamedia

MACCHINA PER IL PANE

Il mixer a immersione è molto diffuso (lo possiede il 70% dei soci). Solo nel 5% dei casi si tratta di un MARCA apparecchiocordless. Un socio su due usa il mixer meno di una volta alla settimana. La T EFA L�SE B� marca più diffusa è Braun ed è BRAUN anche tra le più apprezzate.

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

      à       t       i       l       i

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84

97

84

91

Solo un intervistato su cinque possiede una macchina del pane, e di questi circa un terzo ne fa un uso limitato: meno di una volta al mese. Insomma, non si può dire che sia tra gli elettrodomestici indispensabili. La marca più diffusa è Moulinex, ma all’atto pratico è Panasonic quella giudicata meglio.

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

MARCA

      à       t       i       l       i

      b      a       d       i       f       f       A

PANASONI C

87

93

ARIETE

69

92

DELONGHI

75

89

MOULINEX

78

88

KENWOOD

84

90

KRUPS

83

90

PHILIPS

82

91

IMETEC

73

87

MOULINEX

81

91

BIFINETT

74

84

BOSCH

81

90

S ILV ER CR ES T

73

84

AEG

79

91

TEFAL

72

83

E LEC TRO LUX

77

92

KENWOOD

74

82

ARIETE

77

91

CLATRONIC

69

82

CARREFOUR HOME

76

91

CARREFOUR HOME 66

82

SEVERIN

73

88

DPE

68

80

CLATRONIC

71

87

SEVERIN

70

79

PRINCESS

69

70

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

3%

Perdita di efficacia delle lame rotanti

10%

Danneggiamento della vaschetta interna

3%

Rottura dell’asta a immersione

8%

Rottura del motore dell’impastatrice

3%

Guasti al motore

7%

Il motore gira a vuoto e non impasta

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Marzo 2015 •

290 Altroconsumo

55

Inchiesta scottature. Eppure risultano formalmente in regola, grazie a una scappatoia legale (vedi AC 289, febbraio 2015 ).

Spesso sono un doppione Un’altra domanda da farsi prima di precipitarsi in negozio è se abbiamo  veramente bisogno di comprare l’ennesimo elettrodomestico. Le nostre cucine ne sono sempre più piene, ci sono quelli indispensabili come frigo e forno, altri che sono ormai entrati nell’uso comune come i forni a microonde e le macchine per il caffè. Infine ci sono tanti altri piccoli apparecchi, come robot da cucina, impastatrici, macchine del pane, frullatori e mixer, che spesso si trovano sugli scaffali dei grandi magazzini, ma ciò non significa che siano necessari. Le esperienze dei soci raccontate in queste pagine sono un aiuto prezioso per facilitare le scelte di acquisto, anche perché evidenziano l’affidabilità di una marca rispetto a un’altra. In più, su www.altroconsumo.it , nella sezione “elettrodomestici”, trovi una guida per scoprire quali e quanto servono davvero. Leggendo la guida online potrai capire se hai effettivamente bisogno di tanti piccoli elettromestici o se puoi sostituirli con qualcos’altro. Ad esempio se possiedi già un robot da cucina potrebbe non servirti comprare anche un mixer o uno spremiagrumi elettrico. Inoltre ti aiutiamo a capire cosa offre il mercato e a scegliere il modello più adatto alle tue esigenze. Ad esempio: quando si acquista un mixer, meglio scegliere il modello base o uno accessoriato? E ancora: che differenze ci sono tra un normale robot da cucina e il  ben più costoso Bimby? E infine: meglio comprare una bistecchiera elettrica o direttamente un barbeque elettrico? Una scelta consapevole aiuta a non acquistare oggetti che alla fine occupano spazio e rischiano di essere usati ben poche volte.

Studiati per invecchiare presto? Secondo diversi studi, ad alimentare i nostri acquisti ci si mette anche l’obsolescenza programmata. Uno studio realizzato in Germania conferma che spesso gli elettrodomestici non hanno una lunga vita. Molti apparecchi e numerosi oggetti di uso quotidiano sarebbero programmati dai produttori stessi per rompersi  velocemente, ma solo dopo la scadenza del periodo di garanzia (ovvero dopo circa due anni dalla data di acquisto). In pratica le aziende sarebbero colpevoli di creare un circolo vizioso per cui ci troviamo costretti a buttare prima del tempo gli oggetti e a comprarne periodicamente di nuovi, in modo da alimentare quasi in continuo le vendite. Un’accusa molto pesante, difficile da dimostrare. Gli esperti hanno esaminato comuni prodotti di massa, e hanno analizzato le strategie attraverso le quali i produttori pianificherebbero a tavolino l’invecchiamento precoce. In pratica, le aziende utilizzerebbero, intenzionalmente e su vasta scala, materiali scadenti e inserirebbero in prodotti o elettrodomestici una serie di punti deboli, in modo che siano destinati a rompersi o a usurarsi più rapidamente. Il sospetto è che si cerchi di deteriorare la qualità per massimizzare i profitti. Ai soci coinvolti in questa inchiesta abbiamo chiesto quanti anni sono durati i due elettrodomestici più diffusi nelle case, aspirapolvere e ferro da stiro (abbiamo scelto questi perché li possiedono praticamente tutti). In entrambi i casi, più della metà dei soci ha sostituito il precedente apparecchio entro cinque anni dall’acquisto, principalmente per un calo importante di prestazioni. Dunque le nuove generazioni di elettrodomestici hanno davvero vita  breve? Continueremo a verificarlo attraverso i nostri test. ¬

Confronta e scegli Sul sito aggiorniamo con frequenza maggiore che sulla rivista i risultati dei nostri test, trovi i prezzi sempre aggiornati, sia nei negozi sia online. Trovi anche i dettagli sulle caratteristiche dei modelli testati e il parere dei nostri esperti sugli apparecchi più recenti. Puoi approfondire anche i risultati dei test, scoprendo le prestazioni di ogni modello nelle singole prove. Insomma, tutto quello che serve per acquistare un elettrodomestico. www.altroconsumo.it/ elettrodomestici

56 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

Aspirapolvere e ferri da stiro in media non durano più di 5 anni

FORNI A MICROONDE

FERRI DA STIRO

ROBOT DA CUCINA

Tre soci su quattro hanno acquistato un forno a microonde. Nel 55% dei casi si tratta di un forno con grill. La maggior parte dei soci usa questo tipo di forno più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Whirlpool.

Un ferro da stiro è nel 96% delle case dei soci. Nel 52% dei casi si tratta di un elettrodomestico con caldaia separata. La maggior parte dei soci usa il ferro una o due volte la settimana. La marca più diffusa è Rowenta. Più della metà dei soci ha sostituito il precedente ferro entro cinque anni, principalmente perché non stirava più bene.

Comune anche il robot da cucina, posseduto dal 58% dei soci. Uno su cinque è una planetaria, ovvero un’impastatrice utilizzata per preparare impasti sia dolci sia salati. La metà dei soci usa il robot da cucina meno di una volta alla settimana. La marca più diffusa è Vorwerk (Bimby), la più apprezzata, ma non risulta tra le più affidabili.

CAFFÈ IN CAPSULE Il 47% dei soci possiede una macchina per il caffè. Una volta su quattro si tratta di un apparecchio che utilizza capsule Nespresso. Tre soci su quattro usano la macchina più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Delonghi.

MARCA

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d      o       S

      à       t       i       l       i

      b      a       d       i       f       f

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

MARCA

      A

79

MARCA

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

92

TEFAL

82

      à       t       i       l       i

      b      a       d       i       f       f

      A

      à       t       i       l       i

      b      a       d       i       f       f

      A

SEVERIN

76

95

SIEMENS

94

LG

82

92

S ILVE RC RE ST

75

89

K IT CH EN AI D

89

93

SAMSUNG

84

90

PHILIPS

79

88

E LE CT RO LU X

80

92

DAEWOO

80

90

BRAUN

77

88

ROWENTA

85

90

PANASONIC

84

89

TEFAL

79

87

PHILIPS

80

90

PHILIPS

83

89

AEG

74

87

ARIETE

77

90

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

      à       t       i       l       i       b      a       d       i       f       f       A

WHIRLPOOL

84

88

ROWENTA

77

85

KENWOOD

84

89

D ELO NG HI

84

90

BLUESKY

82

88

BLACK & DECKER

71

85

BRAUN

83

88

KRUPS

84

89

MIELE

88

87

BOSCH

76

84

BOSCH

82

88

COOP

80

89

BIFINETT

83

87

MOULINEX

75

84

SILVERCREST

80

88

ILLY

84

79

S ILV ERC RE ST

81

87

LELIT

87

83

AEG

79

88

LAVAZ ZA

78

76

CANDY

79

86

HOOVER

74

82

KRUPS

82

87

BIALETTI

69

72

CARREFOUR HOME

76

85

IMETEC

74

80

IMETEC

75

87

SAECO

73

65

SHARP

83

84

JURA

78

79

PRINCESS

71

86

E LEC TRO LU X

79

84

NOVA

76

79

MOULINE X

79

85

DELONGHI

78

84

DELONGHI

74

79

VORWERK

90

84

MOULINEX

82

80

TERMOZETA

69

78

SIEMENS

78

84

BEKO

74

80

ARIETE

70

77

SMEG

75

73

SIMAC

MARCA

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

11%

perdite d’acqua

5% 4%

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

76 75

SINGER

70

73

POLTI

74

72

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

13%

Perdita di acqua dai fori del vapore della piastra

4%

Perdita di efficacia delle lame rotanti

Guasto al meccanismo di rotazione del piatto interno

12%

Rilascio di particelle bianche di calcare sui vestiti

3%

Cattivo funzionamento di tasti e pulsanti

Malfunzionamento della porta del forno

11%

Piastra danneggiata o macchiata

7%

Malfunzionamento di tasti e pulsanti

malfunzionamento della pompa

5%

non raggiunge la temperatura necessaria

4%

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77

CARREFOUR HOME   70

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Marzo 2015 • 290 Altroconsumo 57

Inchiesta scottature. Eppure risultano formalmente in regola, grazie a una scappatoia legale (vedi AC 289, febbraio 2015 ).

Spesso sono un doppione Un’altra domanda da farsi prima di precipitarsi in negozio è se abbiamo  veramente bisogno di comprare l’ennesimo elettrodomestico. Le nostre cucine ne sono sempre più piene, ci sono quelli indispensabili come frigo e forno, altri che sono ormai entrati nell’uso comune come i forni a microonde e le macchine per il caffè. Infine ci sono tanti altri piccoli apparecchi, come robot da cucina, impastatrici, macchine del pane, frullatori e mixer, che spesso si trovano sugli scaffali dei grandi magazzini, ma ciò non significa che siano necessari. Le esperienze dei soci raccontate in queste pagine sono un aiuto prezioso per facilitare le scelte di acquisto, anche perché evidenziano l’affidabilità di una marca rispetto a un’altra. In più, su www.altroconsumo.it , nella sezione “elettrodomestici”, trovi una guida per scoprire quali e quanto servono davvero. Leggendo la guida online potrai capire se hai effettivamente bisogno di tanti piccoli elettromestici o se puoi sostituirli con qualcos’altro. Ad esempio se possiedi già un robot da cucina potrebbe non servirti comprare anche un mixer o uno spremiagrumi elettrico. Inoltre ti aiutiamo a capire cosa offre il mercato e a scegliere il modello più adatto alle tue esigenze. Ad esempio: quando si acquista un mixer, meglio scegliere il modello base o uno accessoriato? E ancora: che differenze ci sono tra un normale robot da cucina e il  ben più costoso Bimby? E infine: meglio comprare una bistecchiera elettrica o direttamente un barbeque elettrico? Una scelta consapevole aiuta a non acquistare oggetti che alla fine occupano spazio e rischiano di essere usati ben poche volte.

Studiati per invecchiare presto? Secondo diversi studi, ad alimentare i nostri acquisti ci si mette anche l’obsolescenza programmata. Uno studio realizzato in Germania conferma che spesso gli elettrodomestici non hanno una lunga vita. Molti apparecchi e numerosi oggetti di uso quotidiano sarebbero programmati dai produttori stessi per rompersi  velocemente, ma solo dopo la scadenza del periodo di garanzia (ovvero dopo circa due anni dalla data di acquisto). In pratica le aziende sarebbero colpevoli di creare un circolo vizioso per cui ci troviamo costretti a buttare prima del tempo gli oggetti e a comprarne periodicamente di nuovi, in modo da alimentare quasi in continuo le vendite. Un’accusa molto pesante, difficile da dimostrare. Gli esperti hanno esaminato comuni prodotti di massa, e hanno analizzato le strategie attraverso le quali i produttori pianificherebbero a tavolino l’invecchiamento precoce. In pratica, le aziende utilizzerebbero, intenzionalmente e su vasta scala, materiali scadenti e inserirebbero in prodotti o elettrodomestici una serie di punti deboli, in modo che siano destinati a rompersi o a usurarsi più rapidamente. Il sospetto è che si cerchi di deteriorare la qualità per massimizzare i profitti. Ai soci coinvolti in questa inchiesta abbiamo chiesto quanti anni sono durati i due elettrodomestici più diffusi nelle case, aspirapolvere e ferro da stiro (abbiamo scelto questi perché li possiedono praticamente tutti). In entrambi i casi, più della metà dei soci ha sostituito il precedente apparecchio entro cinque anni dall’acquisto, principalmente per un calo importante di prestazioni. Dunque le nuove generazioni di elettrodomestici hanno davvero vita  breve? Continueremo a verificarlo attraverso i nostri test. ¬

Sul sito aggiorniamo con frequenza maggiore che sulla rivista i risultati dei nostri test, trovi i prezzi sempre aggiornati, sia nei negozi sia online. Trovi anche i dettagli sulle caratteristiche dei modelli testati e il parere dei nostri esperti sugli apparecchi più recenti. Puoi approfondire anche i risultati dei test, scoprendo le prestazioni di ogni modello nelle singole prove. Insomma, tutto quello che serve per acquistare un elettrodomestico.

FERRI DA STIRO

ROBOT DA CUCINA

Un ferro da stiro è nel 96% delle case dei soci. Nel 52% dei casi si tratta di un elettrodomestico con caldaia separata. La maggior parte dei soci usa il ferro una o due volte la settimana. La marca più diffusa è Rowenta. Più della metà dei soci ha sostituito il precedente ferro entro cinque anni, principalmente perché non stirava più bene.

Comune anche il robot da cucina, posseduto dal 58% dei soci. Uno su cinque è una planetaria, ovvero un’impastatrice utilizzata per preparare impasti sia dolci sia salati. La metà dei soci usa il robot da cucina meno di una volta alla settimana. La marca più diffusa è Vorwerk (Bimby), la più apprezzata, ma non risulta tra le più affidabili.

CAFFÈ IN CAPSULE Il 47% dei soci possiede una macchina per il caffè. Una volta su quattro si tratta di un apparecchio che utilizza capsule Nespresso. Tre soci su quattro usano la macchina più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Delonghi.

MARCA

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d      o       S

      à       t       i       l       i       b      a       d       i       f       f       A

MARCA

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MARCA

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94

SEVERIN

76

95

SIEMENS

79

92

TEFAL

82

LG

82

92

S ILVE RC RE ST

75

89

K IT CH EN AI D

89

93

SAMSUNG

84

90

PHILIPS

79

88

E LE CT RO LU X

80

92

DAEWOO

80

90

BRAUN

77

88

ROWENTA

85

90

PANASONIC

84

89

TEFAL

79

87

PHILIPS

80

90

PHILIPS

83

89

AEG

74

87

ARIETE

77

90

     e      n      o       i      z      a       f      s       i       d       d      o       S

      à       t       i       l       i       b      a       d       i       f       f       A

WHIRLPOOL

84

88

ROWENTA

77

85

KENWOOD

84

89

D ELO NG HI

84

90

BLUESKY

82

88

BLACK & DECKER

71

85

BRAUN

83

88

KRUPS

84

89

MIELE

88

87

BOSCH

76

84

BOSCH

82

88

COOP

80

89

BIFINETT

83

87

MOULINEX

75

84

SILVERCREST

80

88

ILLY

84

79

S ILV ERC RE ST

81

87

LELIT

87

83

AEG

79

88

LAVAZ ZA

78

76

CANDY

79

86

HOOVER

74

82

KRUPS

82

87

BIALETTI

69

72

CARREFOUR HOME

76

85

IMETEC

74

80

IMETEC

75

87

SAECO

73

65

SHARP

83

84

JURA

78

79

PRINCESS

71

86

E LEC TRO LU X

79

84

NOVA

76

79

MOULINE X

79

85

DELONGHI

78

84

DELONGHI

74

79

VORWERK

90

84

MOULINEX

82

80

TERMOZETA

69

78

SIEMENS

78

84

BEKO

74

80

ARIETE

70

77

SMEG

75

73

SIMAC

MARCA

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

Confronta e scegli

www.altroconsumo.it/ elettrodomestici

Aspirapolvere e ferri da stiro in media non durano più di 5 anni

FORNI A MICROONDE Tre soci su quattro hanno acquistato un forno a microonde. Nel 55% dei casi si tratta di un forno con grill. La maggior parte dei soci usa questo tipo di forno più di una volta al giorno. La marca più diffusa è Whirlpool.

11%

perdite d’acqua

5% 4%

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

SINGER

70

73

POLTI

74

72

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

I PROBLEMI PIÙ FREQUENTI

13%

4%

Perdita di efficacia delle lame rotanti

Guasto al meccanismo di rotazione del piatto interno

12%

Rilascio di particelle bianche di calcare sui vestiti

3%

Cattivo funzionamento di tasti e pulsanti

Malfunzionamento della porta del forno

11%

Piastra danneggiata o macchiata

7%

malfunzionamento della pompa

5%

non raggiunge la temperatura necessaria

4%

www.altroconsumo.it

76 75

Perdita di acqua dai fori del vapore della piastra

Malfunzionamento di tasti e pulsanti

56 Altroconsumo 290 • Marzo 2015

77

CARREFOUR HOME   70

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www.altroconsumo.it

Guida

PC per ogni tasca Per i semplici usi da ufficio e casalinghi un portatile di l ivello base è più che sufficiente e ti fa spendere poco. Sceglilo bene, con un occhio alle alternative.

I

computer portatili sono ormai i più diffusi: non solo è possibile portarseli dietro in viaggio o in vacanza, ma sono

comodi anche in casa visto ch e occupano poco spazio, consentendo inoltre di

spendere poco. Poche centinaia di euro possono bastare infatti per chi non ha bisogno di macchine superevolute e desidera un pc cosiddetto “entry level”:

dere più del necessario e orientarsi su uno di questi

compiti da ufficio e casalinghi, come l’uso della mail, la navigazione online o l’utilizzo di programmi di la voro semplici come Office di Windows (il pacchetto che comprende anche i diffusissimi Word, Excel e PowerPoint). Queste macchine hanno, in generale,

un costo inferiore ai 500 euro e se ne trovano model-

A partire da 200€

Per essere sempre informato in fatto di tecnologia, visita il nostro sito. Troverai anche tutti i risul tati dei nostri test su centinaia di prodotti.

È pensato per appoggiarsi ai servizi cloud di Google, che consentono di salvare e modificare i contenuti in uno "spazio" virtuale online. Il computer è quindi una sorta di portale per accedere a internet, con poca memoria interna su cui salvare i documenti, di 16 o 32 GB come quella di molti tablet. Rispetto a questi ultimi, però, i Chromebook hanno uno schermo più grande (fino a 13-14 pollici), una tastiera, un mouse, porte USB e uscite video. Nella scelta del prodotto da comprare, tieni pure presente i consigli qui a fianco, validi anche per i classici pc. Il più economico nel momento in cui scriviamo è HP Chromebook 11-1126GR (198₣ su Amazon). Sceglilo se:

- se le aspettive sono diverse e, ad esempio, si voglio-

no usare programmi particolarmente pesanti, giocare a videogiochi impegnativi, se si ha bisogno di scher-

• Dimensione dello schermo: da v alutare bene se non si vuole affaticare eccessivamente la vista o st are trop-

mi un po' più grandi, di una batteria molto duratura o di apparecchi particolarmente leggeri.

Prestazioni essenziali, valuta altro

I portatili low cost, spesso, non sono proprio dei pesi piuma e hanno, in genere, schermi da 13-15 pollici, a

 volte di qualità non così elevata. Anche l’estetica pro babilmente non sar à ricercata, ma ciò che conta quando si sceglie un prodotto del genere - è più che

mercato, nel momento in cui scriviamo, è un compu-

altro che soddisfi i propri bisogni di utilizzo, cosa che normalmente avviene, senza grosse differenze tra un modello e l'altro nel livello delle prestazioni. Per orien-

ter HP 250 G3, venduto a 229 euro su Amazon). Se non si hanno grosse pretese, meglio evitare di spen-

tarsi nella giungla dei tanti prodotti sul mercato, bisogna stare attenti piuttosto a queste caratteristiche.

li anche a meno di 300 euro (il più economico sul

CHROMEBOOK, IL COMPUTER DI GOOGLE

www.altroconsumo.it/ hi-tech

pc. È preferibile cambiare st rada, invece, e comprare qualcosa di più sofist icato - e sicuramente più costoso

piuttosto essenziale nelle sue funzioni, con prestazioni non elevate, ma più che sufficienti per i classici

LE ALTERNATIVE AL PORTATILE WINDOWS

Senza troppe pretese, costano anche meno di 300₣

po vicini allo schermo per poter leggere. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che lo schermo è quello che influenza le dimensioni di tutto il pc, per cui i computer da soli 11,6 pollici avranno anche tastiere

Sei sempre connesso e se vuoi un laptop semplice da gestire e configurare, visto che tutto gira online. Ti trovi bene con le applicazioni Google (Docs, Gmail, Drive...).

più piccole e magari prive del tastierino numerico c he di solito si trova sulla destra.

• Quante e dove sono le porte usb: non devono essere mai meno di due (una per il mouse e l'altra per con-

nettere chiavette o hard disk ester ni); meglio sarebbe averne almeno una per lato, per evitare problemi nel caso in cui si inseriscano due dispositivi contemporaneamente. • Uscite video: non dovrebbe mai mancarne una, in modo da poter connettere il computer a una televisione o a un monitor ester no, ad esempio per vedere foto o film. Sa rebbe ancora meglio se ce ne fossero due, una analogica (vga) per gli apparecchi più datati e una del tipo hdmi o dvi, che è invece compatibile con gli ingressi digitali dei televisori più moderni. • Connessione internet: tutti i portatili, anche i più economici, ormai possono connettersi a internet via  wifi, cioè senza f ili; da tenere presente che però la

presenza di una porta ethernet potrebbe essere utile per connettersi tramite cavo a un modem adsl che non faccia anche da router. Alcuni prodotti hanno

anche un modem interno 3G o 4G, ma si tratta di funzionalità ancora poco diffuse e sicuramente più costose, comunque non fondamentali; c'è sempre, in-

fatti, la classica ed economica chiavetta u mts, che può essere una buona soluzione per connettersi ogni volta che si ha bisogno, anche in assenza di wifi. • Durata della batteria: se si usa il pc per molte ore

lontani da una presa, può essere fondamentale come parametro da valutare, senza aspettarsi troppo. Da considerare che ci sono anche delle buone alternative al classico pc, valide soprattutto se si hanno

Cerchi la facilità d’uso di un tablet senza voler rinunciare a mouse e tastiera.

TABLET�PC, LA VIA DI MEZZO PIÙ LEGGERA A partire da 290€

Conosciuti anche come tablet ibridi, sono molto simili per forma, dimensione e funzionalità a quelli classici, ma spesso sono progettati come un pc, quindi possono far girare un sistema operativo come Windows 8 (da non confondere con Windows RT, che è la versione per i tablet semplici). Se hanno un processore Intel o compatibile e Windows 8, uniscono il meglio dei due mondi: portabilità, touchscreen, possibilità di far girare programmi da pc e, spesso, una tastiera separabile con touchpad). Il modello più economico, nel momento in cui scriviamo, è Asus Transformer Book TA100TA 32GB (da 285 ₣). Sceglilo se:

Hai bisogno di un pc il più piccolo e leggero possibile. La mancanza di un mouse e di una tastiera di buone dimensioni non è un problema.

esigenze particolari: ne parliamo qui a fianco. Il classico portatile con Windows resta comunque la scelta migliore, se si considera indispensabile usare pro-

Ti trovi bene anche a utilizzare il touchscreen.

 grammi sotto questo sistema operativo, se si ha spesso necessità di usare i l computer disconnessi da in-

ternet e, infine, se si ha bisogno di un dispositivo con un hard disk capiente o di un lettore dvd. ¬ 58

Altroconsumo 290

• Marzo 2015

www.altroconsumo.it

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Guida

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Consigli concreti basati sulle vostre richieste

Compagni di merenda IL NOSTRO ESPERTO Esperta di alimentazione ANTONELLA BORROMETI

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