Alfabeto Runico

February 1, 2023 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Alfabeto runico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'alfa detto  "fuþark" (dove il segno  þ  corrisponde al suono th  dell'inglese think ), ), dalla alfabeto beto runico, detto  sequenza sequen za dei primi primi 6 segni che lo compongono (*Fehu, *Uruz, *Þurisaz, *Ansuz, *Raido, *Kaunan), era l'alfabeto l'alfab eto segnic segnicoo usato dalle antiche popolazioni germaniche (come ad esempio Norreni, Angli, Juti e Goti).

Indice Ind ice Origini Etimologia  Etim ologia  Caratteristiche Caratte ristiche dei seg segni ni Prima serie runica 

Alfabeto Valori alori fonetici e traslitteraz traslitterazioni ioni Serie Seri e successive

Serie runica breve - vichinga - vichinga Serie runica runica anglosassone Serie runica medievale Odino, signore delle rune Usi religiosi

Pr Preveggenza eveggenza e valore augurale Uso moderno

Esoterismo Misticismo Letteratura germanico e simbolismo nazista Declino Note Bibliografia  Altri progetti Collegamenti esterni

Origini Le origini delle rune non sono certe. È probabile che derivino da una scrittura appartenente al gruppo delle cinque principali varietà di alfabeto italico, derivato dall'alfabeto etrusco. Questa tesi fa risalire la vera origine delle rune alla colonizzazione greca dell'Italia meridionale in particolare alla città di Cuma,

 

luogo di incontro tra greci ed etruschi dove questi ultimi appresero l'alfabeto. Importanti iscrizioni furono scoperte nell'area alpina e prealpina. Scritture simili furono usate per il Retico e il Venetico. In Italia le uniche iscrizioni runiche risalgono al tempo dei normanni e si trovano nel sud della penisola in particolare nel Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo, in provincia di Foggia, in Puglia.

Etimologia Il sostantivo norreno rúnantiche , attestato iscrizioni,diindica i singoli segni del fuþarknella ed èlingua conservato nelleil altre lingue germaniche connelle il significato "segreto", "mistero"; ancora, tedesca, verbo raunen significa "bisbigliare, sussurrare". Le rune sono una delle più importanti istituzioni culturali e linguistiche comuni alle popolazioni germaniche. Va inoltre detto che le prime iscrizioni runiche (II e III secolo d.C.) sembrano mostrare una lingua essenzialmente unitaria, quasi senza particolarità dialettali che poi saranno i tratti distintivi delle lingue germaniche, dimostrando in questo modo che in questo periodo non era ancora avvenuta la seconda rotazione consonantica ( zweite Lautverschiebung Lautverschiebung).

Caratteristiche dei segni Il testo recita:

Testo dell'iscrizione della grande  pietra di Jelling, Danimarca, 965.

auk haraltr

(IT) «Harald Re fece fare stele codesta per Gorm padre suo e per Thyra madre sua, questo Harald che conquistò la

ias:sʀ·uan·tanmaurk ala·auk·nuruiak ·auk·tani·kristną»

Danimarca intera e la Norvegia ed i danesi fece cristiani»

(NO) «haraltr:kunukʀ:baþ:kaurua kubl:þausi:aft:kurm faþur aft:þąurui:muþur:sina:sa

sin

(Grande pietra di Jelling)

Il fuþark (pron. [fuθark]) prende il suo nome dalle prime sei rune di questo cosiddetto alfabeto; era inizialmente formato da 24 segni chiamati rune. Si conoscono evoluzioni successive del fuþark, diverse per numero e forma delle rune. La grafia delle singole rune, composte da linee rette, dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuate su pietra, su legno od altre superfici dure a seconda del loro uso. L'inesistenza di tratti orizzontali è motivata dal fatto che nel primo periodo scrittorio i segni runici venivano incisi su legno: escludendo l'esecuzione di tratti orizzontali si evitava che i tratti coincidessero con le venature del tronco, evidentemente disposto orizzontalmente; in questo modo si evitavano possibili equivoci ed errori di lettura.

Prima serie runica

 

Alfabeto Il Fuþark antico (ca. 150–800) era così composto: ᚠ ᛫ ᚢ ᛫ ᚦ ᛫ ᚫ ᛫ ᚱ ᛫ ᚲ ᛫ ᚷ ᛫ ᚹ ᛫ ᚺ ᛫ ᚾ ᛫ ᛁ  ᛫ ᛃ ᛫ ᛇ ᛈ ᛫ ᛉ ᛫ ᛋ ᛫ ᛏ ᛫ ᛒ ᛫ ᛖ ᛫ ᛗ ᛫ ᛚ ᛫ ᛜ  ᛫ ᛞ  ᛫ ᛟ ᛭

Valori fonetici e traslitterazioni I relativi valori fonetici e le traslitterazioni sono: ᚠ =

f;

ᚢ =

u; ᚦ = þ (th), ð; ᚫ =

a;

ᚱ =

r;

ᚲ =

k;

ᚷ =

g;

ᚹ =

w, v;

ᚺ = h; ᚾ = n; ᛁ  =

i; ᛃ = j, y(?); ᛇ =

æ, œ

ᛈ =

p;

ᛉ =

z;

ᛋ =

s;

ᛏ =

t;

ᛒ =

b;

ᛖ =

e;

ᛗ =

m; ᛚ = l; ᛜ  =

ng;

ᛞ =

d;

ᛟ =

o.

Serie successive La scrittura runica ha presentato, sin dalle sue prime manifestazioni, forme nettamente diversificate, a seconda che stata la utilizzata continentale, settentrionale la tendenza ad sia adattare scritturainaiarea suoni della lingua ha portato oadinsulare. ampliareIn ilambito fuþarkinsulare, originario

 

(composto da 24 segni) con altre rune (24 più 5); in Scandinavia si è verificata la tendenza opposta, con la semplificazione del fuþark a 16 segni.

Serie runica breve - vichinga  Oltre alla prima serie runica, che possiamo definire comune a tutte le popolazioni germaniche almeno nella fase pre-migratoria, esistono altre serie runiche, di cui una breve - di soli 16 segni - detta anche serie vichinga  o nordica, che presenta la semplificazione di alcuni segni ma priva di molti dei segni corrispondenti alle vocali.

Serie runica anglosassone Un'altra serie è quella anglosassone, che presenta la variazione grafica del segno *Ansuz, che diventa Os (foneticamente nell'anglosassone si ha uno spostamento della "a" germanica in "o"), e l'introduzione di altri tre segni,  Ac  ("quercia"), Yr  ("arco") e  Ear  ("terra"). Queste poi si ampliarono ulteriormente raggiungendo trentatré segni.

Serie runica medievale Infine, esiste una serie runica usata in area scandinava tra il XII e il XV secolo, per iscrizioni in lingue che già si scrivevano con l'alfabeto latino.

Rune medievali

Odino, signore delle rune La tradizione scandinava attribuisce a Odino il dominio delle rune, quali sorgenti magiche di ogni potere e sapienza. Il mito della "scoperta" delle rune da parte del dio viene riferito in una strofa del poema eddico Hávamál, dove si legge: (NON) «Veit «V eit ek, at ek hekk vindgameiði á nætr allar níu, geiri undaðr ok gefinn Óðni, sjalfur sjalfum mér mér,, á þeim meiði er manngi veit hvers af rótum renn.

(IT) «Lo so io, fui appeso al tronco sferzato dal vento per nove intere notti, ferito di lancia e consegnato a Odino, io stesso a me stesso, su quell'albero che nessuno sa dove dalle radici s'innalzi.

Við hleifi mik sældu né við hornigi, nýsta ek niðr,

Con pane non mi saziarono né con corni [mi dissetarono]. Guardai in basso,

 

nam ek upp rúnar, æpandi nam, fell ek aftr þaðan.»

feci salire le rune, chiamandole lo feci, e caddi di là.»

 (htt (Edda poetica - Hávamál - Il Discorso di Hár  (htt p://www.bifrost.it/GERMANI/Fonti/Eddapoetica2.Havamal.html#138-139) 138-139)

Il passo è in larga parte oscuro, soprattutto perché manca in questo caso il riferimento esplicativo nell' Edda  Edda in prosa prosa  di Snorri. L'autosacrificio di Odino, qui descritto, nel quale il dio si sarebbe volontariamente impiccato ad un alberoale dio trafitto una lancia, precristiana. rispecchia perfettamente le modalità dei sacrifici umani che venivano tributati nellacon Scandinavia Le vittime venivano infatti impiccate e quindi trafitte a colpi di lancia, come attestato ad esempio nella Saga di Gautrekr. L' Hávamál  Hávamál non specifica la natura dell'albero a cui il dio si sarebbe appeso, ma si ritiene comunemente di poterlo identificare con Yggdrasill, il frassino cosmico della mitologia norrena. Il nome significa "destriero di Yggr", dove Yggr, "terribile", è un epiteto dello stesso Odino. Il termine drasill, "destriero", è a sua volta leggibile nella letteratura scaldica come una kenning  (metafora poetica) a indicare la forca alla quale venivano appesi gli impiccati. Nel rito descritto si riconoscono anche motivi inerenti all'iniziazione sciamanica, derivati probabilmente dal mondo finnico. Si riteneva infatti che gli sciamani acquistassero i loro poteri di mediatori col mondo soprannaturale attraverso vari rituali di morte e rinascita, spesso descritti con tinte non diverse dal racconto dell' Hávamál  Hávamál.

Usi religiosi Preveggenza e valore augurale Secondo Tacito, nella Germania, sacerdoti, capi tribù o  paterfamilias  praticavano sortilegi leggendo la disposizione di pezzetti di legno, su cui erano incise le rune, sparpagliati a caso su un telo bianco. Molto spesso le rune venivano incise su strumenti o nel legno delle navi per assicurare virtù sovrannaturali a tali oggetti (un po' come nelle tabellae defixionum greco-latine, ma con una funzione distinta) o, anche solo per indicarne il proprietario o il costruttore. Secondo alcuni linguisti si spiega così l'origine dei sostantivi della lingua inglese (book ) e tedesca (Buch) che indicano il libro come materiale scrittorio: entrambi i termini, infatti, derivano dal germanico bôk-, che indica il legno di faggio (Buche, corrispondente al latino fagus) su cui le rune erano incise. Analogamente, il sostantivo tedesco Buchstabe  ("lettera") significa in origine "bastoncino di legno di faggio"[1]. Secondo altri linguisti le parole Buch ("libro") e Buche ("faggio") non sono correlate[2].

Uso moderno

Stele con iscrizioni runiche all'aeroporto di Arlanda, Stoccolma (Svezia)

 

L'alfabeto runico in chiave moderna ha sviluppato numerosi utilizzi, come nel romanticismo scandinavo dell'XVIII secolo d.C., nell'occultismo germanico del XIX secolo d.C., nel contesto del genere letterario fantasy e nell'etenismo del XX secolo d.C.

Esoterismo Misticismo germanico e simbolismo nazista 

Una fra le più importanti figure dell'esoterismo runico in Germania ed Austria, fra il XIX e il XX secolo, è stato l'occultista, mistico e scrittore Guido von List. Nel 1908 ha pubblicato nel suo Das Geheimnis der Runen ("Il segreto delle rune") un set di diciotto rune armane, basate sulle rune dello Younger Futhark e su rune create dallo stesso von List, il quale affermava di aver ricevuto una rivelazione mistica durante il 1902, anno in cui si operò di cataratta soffrendo per circa un anno di cecità temporanea. L'utilizzo delle rune armane nel misticismo germanico e le successive rune Wiligut di Karl Maria Wiligut, hanno giocato un forte ruolo nel simbolismo nazista, sfruttato poi da Heinrich Himmler, soprattutto nella creazione del SS-Ehrenring, (anello con la testa di morto) ed il simbolo dell'organizzazione paramilitare SS. Letteratura 

Lettere dell'alfabeto runico formano il codice cifrato nel manoscritto ritrovato del romanzo Viaggio al centro della Terra scritto da Jules Verne.

Declino L'avvento del cristianesimo nelle popolazioni germaniche portò all'introduzione dell'alfabeto latino e del codice manoscritto, cambiando il modo di conservazione e tradizione della cultura, prima essenzialmente orale. Le rune erano infatti utilizzate soltanto per iscrizioni, mentre l'introduzione del libro e della cultura scritta avvenne per mezzo dell'alfabeto latino. Le rune continuarono inizialmente a essere usate nelle incisioni e la Scandinavia fu il luogo dove sopravvissero più a lungo, anche nel basso medioevo, soprattutto per iscrizioni funerarie. Per interesse antiquario furono anche registrati elenchi di rune sui manoscritti (runica manuscripta) e furono messi per iscritto i poemi runici, in cui ogni strofa (in alfabeto latino a parte l'iniziale) inizia con la runa e il nome della runa, cui segue una spiegazione.[3] Il Codex Runicus è un'eccezione perché scritto interamente in rune attorno al 1300, sempre per interesse antiquario in un periodo in cui le rune erano già in declino. Un altro esempio di rune scritte su un manoscritto è la firma del poeta anglosassone Cynewulf.

Note

Codex Runicus, una pergamena datata 1300 contenente brani della legge scanica, interamente scritta con rune.

1. ^ Maria Sandra Coletsos Bosco, Storia della lingua tedesca, 2ª ed., Rosenberg & Sellier, 2003, ISBN 9788870118964, OCLC 54387325. 2. ^ (DE) Friedrich Kluge, Gregor Bernd e Seebold Elmar, Etymologisches Wörterbuch der  deutschen Sprache, 22ª ed., De Gruyter, 1989, ISBN 3110068001, OCLC 20959587.

 

3. ^ Su runica manuscripta e poemi runici: Battaglia, pp. 236-247

Bibliografia Mario Polia, Le rune e gli dei del nord , 4ª ed., Rimini, Il Cerchio, 2005, ISBN 88-8474-089-4. Aldo L. Prosdocimi, Sulla formazione dell'alfabeto runico. Promessa di novità documentali  forse decisive, in Corona Alpium II. Miscellanea di studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli , Firenze, Istituto di Studi per l'Alto Adige, 2003, pp. 427–440, SBN IT\ICCU\URB\0460769. Aldo L. Prosdocimi, Luogo, ambiente e nascita delle rune: una proposta, in Vittoria Dolcetti seminario avanzato di Filologia Germanica, letture Corazza RenatoeGendre (a cura di), VIEdizioni dell'Edda.e Poesia prosa, Alessandria, dell'Orso, 2006, ISBN 88-7694-925-9.

Giovanna Bellini e Umberto Carmignani, Runemal. Il grande libro delle rune. Origine, storia, interpretazione, Torino, Torino, L'Età dell'Acquario, 2009, ISBN 978-88-7136-301-1. Anna Marinetti e Aldo L. Prosdocimi, Varietà alfabetiche e scuole scrittorie nel Veneto antico. Nuovi dati da Auronzo di Cadore, in Tra protostoria e storia. Studi in onore di  Loredana Capuis, Roma, Edizioni Quasar Quasar,, 2011, pp. 305–324, ISBN 978-88-7140-458-5. Marco Battaglia, I Germani. Genesi di una cultura europea, Roma, Carocci, 2013, ISBN 978-88-430-6761-9.

Altri progetti  Wikimedia Commons (https://commons.wikimedia.org/wiki/?uselang=it) contiene immagini o altri file su alfabeto runico (https://commons.wikimedia.org (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:R /wiki/Category:R unic_writing?uselang=it)

Collegamenti esterni  Alfabeto runico, su thes.bncf.firenze.sbn.it , Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. (EN) Alfabeto runico, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Controllo di autorità

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