Alda Nel Cuore

February 12, 2018 | Author: matteocotugno | Category: Hell, Insanity, Evil, Soul, Love
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Short Description

ebook antologico di poesie dedicate alla poetessa Alda Merini e agli ultimi, ai malati di mente......

Description

© “Alda nel cuore” è tutelato da diritti di autore a norma di legge ogni Autore si riserva i diritti delle proprie opere presenti l’opera in copertina è di Antonella Di Lucia ne è vietata la vendita realizzato nel marzo 2013 da Matteo Cotugno [email protected]

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Prefazione Omaggio alla grande poetessa Alda Merini, questo ebook raccoglie i testi poetici di numerosi Autori come preziosa testimonianza dell’affetto e della stima per Alda Merini e per la sua poesia. Mi fa molto piacere poterlo pubblicare on line in occasione dell’anniversario della sua nascita e della Giornata Mondiale della Poesia. Un grazie di cuore a tutti gli Autori e lascio la prefazione ad Emanuela Carniti, figlia maggiore di Alda Merini. Matteo Cotugno Mi è stata chiesta una prefazione, almeno qualche riga , tanto perché il libro si apra con quella che è una consuetudine ... Non ho mai fatto niente del genere e, se devo dire la verità, alle volte aprendo il libro do un'occhiata rapida alla premessa e me ne vado "dritta come un fuso" al primo capitolo o alla prima frase di contenuto. Quindi cercherò di dire il più in fretta possibile quel che c'è da dire di modo che: "Via il dente, via il dolore!" Questa è la seconda Antologia Poetica che Matteo Cotugno mette in piedi in quattro e quattro otto. La prima ha avuto un successo ancora maggiore di quanto potessi immaginare!!! Credo che ciò sia dovuto alla bravura degli scrittori, alla "spinta" entusiastica di Matteo, e alla voglia di "POESIA"!!! Sembra strano come in questo nostro martoriato Paese ci sia ancora così tanta gente che accorre dove si dice: "Ci sono poesie da leggere GRATIS sul portale ......" . "Si possono scaricare gratis poesie dell'ebook ....".ecc... Probabilmente "leggere" è oggi come sempre una medicina potente contro il disfattismo, la depressione, la rabbia e tutto quello che di negativo assorbiamo nel nostro sopra(V)vivere quotidiano. Per questo motivo credo che quest'altra Antologia sarà un vero boom mediatico! Tre anni fa moriva Alda Merini, mia madre. Per tutta la mia vita di figlia l'ho "vista" e "sentita" SCRIVERE: con penne e matite, con macchine da scrivere, dettando in modo diretto o telefonicamente al prescelto di turno..... Forse per questo motivo non l'ho mai pensata come scrittrice, ma semplicemente come un'appassionata di scrittura. 2

Così come c'è la persona con la passione per la cucina, mi dicevo, c'è quella con la "mania di scrivere" comunque e dovunque, sia che si tratti di sé o di qualcun altro ; dell'oggi o di ieri di pace o di guerra … di gioie e dolore. Ebbene mi sbagliavo!!! Già da quel funesto giorno mi sono resa conto di quanta potenza avevano avuto ed avevano le parole e le frasi scritte o enunciate da mia madre. Giovani e vecchi, letterati o no, correvano dove si tenevano serate sulla sua poesia. La gente cercava di scoprire qual era il "miracolo che prorompeva di getto dalla sua bocca!" E domande, domande, domande. A noi figlie, ma anche a chi aveva avuto modo di parlarle solo per pochi attimi! A quanto pare la Sua poesia era arrivata all'anima, al cuore di così tanta gente!!! Da qui a dedicarle dei versi il passo è stato breve... Molti mandano pensieri, poesie o racconti al nostro sito o direttamente a noi: un modo per ringraziarla, per colloquiare, o semplicemente per sentirla vicina... D'altronde era lei per prima che faceva dono dei suoi versi a chi la avvicinava, o a chi glielo chiedeva apertamente per un favore nei momenti intensi della vita! Così questa Antologia voluta da Matteo Cotugno e dedicata a Alda Merini è forse la prima fotografia realistica di quante persone vogliano stabilire un contatto concreto e duraturo con la Poetessa che ha fatto dei "Segni" uno scambio emotivo "tra" e "con le coscienze universali". Credo anche che quest'Opera rimarrà per sempre nel ricordo di noi figlie e di quanti l'hanno veramente amata! UN GRAZIE COMMOSSO A TUTTI QUELLI CHE "DIRANNO" E A TUTTI QUELLI CHE "VORRANNO ASCOLTARE"!!! UN ENCOMIO SPECIALE A MATTEO COTUGNO CHE RENDE POSSIBILE LA GIOIA DEI SOGNI REALIZZATI! BUONA LETTURA Emanuela Carniti

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"i poeti sono nipoti di Dio" Alda Merini

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di Maria Rosaria Acireale Spiriti d’ombra Passi leggeri... spiriti d'ombra, spazi di luce... grida lancinanti, grida di paura. Si afferma "non dovevano chiudere i manicomi ". Tutti parlano ma quanti... vivono nella normalità? Viaggiare con la mente lasciare i luoghi di cadaveri viventi, spazi assurdi che comprimono la mente. Il corpo sussulta, freme... Emozioni inespresse che... simili a onde s'infrangono a ridosso della coscienza. Fra gemiti e pianti si ritorna nella scatola per trovare l'infermiere che ti fa dormire. 5

di Daniela Agrosì Oblio Oltre il silenzio del tuo sguardo, nascosto dall'involucro da bambola di pezza, nella fissità dei tuoi occhi di vetro, oltre quell'oblio di un mare di nebbia, che ha celato i ricordi sul fondo e non trova risveglio neanche a furtiva carezza, oltre e ancora oltre ciò che è rimasto di te, come vivida foto a cui è stato tolto il colore, oltre la rabbia, la pietà, l'impotenza dei miei occhi sfuggenti, c'è il tuo cuore che accelera i battiti, nella nebbia, ramingo, riconosce l'amore.

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di Marinella Albora Dentro Freddo freddo sulle gambe freddo sul petto. Mani legate cuore impazzito. Occhi sbarrati le lacrime scivolano. Guardo un uccello sul davanzale lui, libero di stare fuori. Freddo freddo che blocca il respiro. Ma chiudo gli occhi e volo via.

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di Lilly Arcudi Nei giardini dei fiori tristi Mi fermo nei giardini dei fiori tristi di quel mondo condannato matto che a dir di alcuni stolti essere un covo inadatto di malati vuoti emarginati. Profumo d'infanzia m'ammanta semplici, giusti, sinceri i loro gesti, timidi intelligenti scrutano i loro occhi. Una musica si eleva dolce ma sofferente di voci amiche lese fragili e indifese a cantarsi impaurite nelle chiuse segrete. Sono fiori dai petali sciupati belli dentro e profumati, dal mondo incapace ad osservare e abietto recisi spegnendo loro felicità e sorrisi. Tristezza m'offusca e di bontà vestita annaffio loro l'anima con sorgente di vita asciugo stille sui petali con amore e calore dono il mio affetto stringendo al mio il loro cuore.

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di Antonino Barrasso I matti Sensibilità esasperate, lo sguardo allucinato lo sguardo intontito, legati al letto. Diversità umane, paure e diffidenze, scherno e disprezzo, forzato curato. Curiosi guardano, demoni neri, nessuno vede, urlo impenetrabile. Comprensione umanità e dolcezza sciolgono i nodi delle camicie forzate, delle anime loro delle anime nostre.

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di Anna Barratta Tra le mura di Gerico Mura maledette, eterna Gerico costruita intorno al dolore. Corpi ammassati tra escrementi, sangue e sudore. Ma l'anima può volare sulle nere ali della follia, abbattere quelle mura come Dio abbatté tra trombe e urla quelle di Gerico. La voce di Alda si udì forte e scoprì il sudario di quell'orrendo inferno. Può dunque la follia essere madre-matrigna della Poesia.

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di Maria Pina Belfiore Tanka Quanto ti è mancato quel caldo seno bianco sogno di vita nel cielo dei Navigli alba chiara a Milano.

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di Giuseppe Bellanca Guardando sul naviglio Dietro il vetro della mia follia lo sguardo s’affacciò sulle ali del naviglio dove umido si nascose quel verbo che gemendo prolificò in queste mura tempestose gli amori che mi sventrarono il cuore… - e mai nessuno li potrà rubare –.

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di Tonino Bergera Sonetto velato Ciao, Alda. Eccomi qui: con le mie rime, la metrica scandita senza posa e il cuore in mano assieme ad una rosa zeppa di spine intrise di concime. Dagl’inferi terreni, su alte cime hai sospinto parola sempre sposa di verità sofferta: dolorosa messe di urla protese nel sublime. Ad ogni verso nel tuo cuore intinto germoglia un fiore, tenero, che prende a conciliare l’anima e l’istinto. Guardarti, udirti, leggerti mi rende semplicemente affascinato, vinto: e un velo agli occhi, dolce, mi si stende.

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di Patrizia Bianchin La farfalla Non saranno queste quattro vecchie mura a fermare il mio volo. Perché la farfalla dalle meravigliose ali, colorate di poesia e di sogni, riuscirà a passare tra le sbarre e a volare lontano. Questi uomini dagli aridi occhi temono la mia follia ma non vedono la loro. Essi sono i veri prigionieri che non conoscono emozioni che giudicano le passioni che soffocano l’amore. E non sanno che la farfalla ha breve vita ma nei suoi giorni dipinti di cielo vi è profumo di libertà. Quella che abita da sempre dentro di me.

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di Celeste Borrelli Il tarlo Nel silenzio assoluto il tarlo s’insinua nella mente. Le tarme nel legno con rumore di fondo.

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di Paola Bosca Ad Alda Sei nata quel giorno che un Dio distratto giocava con una pazza luna. Sulla pelle tatuato il tuo destino. Il cuore masticato da mille avvoltoi il triste sorriso ammuffito nel dolore. Con la sofferenza stampata addosso ardevi e fremevi nel gemito di una follia scavavi con le unghie il fiore voluto. Invocavi l'amore pregavi passione imploravi poesia dannazione persecuzione e tua fedele amante. Sapevi di vita amara bestemmiata ma pur sempre vita bevuta in un calice bramato e goduto.

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di Nunzio Buono Da quei silenzi In quella voce mai resa affidavi la tua pena nella cenere di un tempo bruciato. Partiranno dagli occhi le navi che dalle segrete tue senza ritorni abiteranno il vento e in ogni silenzio che parla da chi poeta d'anima infranta solleverà il tuo nome in quei silenzi dove aleggiano le stagioni immortali torneranno nel vento dal vento le tue parole.

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di Antonella Cacace (Sirena Megaride) Diversa C’è spesso qualcuno che bussa alla mia vita, mi dona carezze che non so trattenere, mi offre sorrisi che non so conservare, mentre le lacrime non scuotono il mio sonno, e non sfiorano la mia anima differente… Vivo in questa solitudine che scelta non ha e che m’ha perduta tra nuvole vuote… Se solo sapeste! Quanto ogni tanto, vorrei divenire, parte di quel mare dalle onde costanti, che abitano un mondo così diverso dal mio!!

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di Vincenzo Capitanucci Nel cuore di Alda Merini È stata follia crudeltà d’Amore la mia sciogliere il tempo delle rughe nel tumultuoso scorrere del mio sangue mordendo quella mela vermiglia in notti d’inverno dal sapore acerbo parole d’anima infuse d‘astri hanno invaso i sensi della mia mente portando all’indomita forsennata stanchezza dei miei occhi un cuore lirico che non seppe mai tacere nel vedere il disperato dispiegarsi dei volti nel martirio mattutino dei fiori sono caduta inerme sul Tuo corpo Madre Terra pregando i sassi con le mie braccia in croce la quiete è il mio terrore quantificando in un mare di nuda poesia i miei giorni più crudi e le mie notti insonni 19

in un azzurro senza più confini con labbra di sole insaziabili di un nuovo seme infinito.

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di Eloise Capizzi Non c'è posto, non c'è posto dove possano arenare quei ricordi e trovare riposo se non nel giaciglio della mia memoria, imbiancata, da nuvole grigie, assordata, da fuliggine di terra, bagnata di sangue innocente. Adolescenza mia, strappata come l'erba appena nata e poi falciata senza motivo, apparente, nessuno lo ha visto solo la mente, che non mente. Tra luci e penombre avanza la mia storia, nella storia, vivida e pallida riaffiora, talora. Come vetro usurato mi miro senza favella ammutolita per tanta guerra, fuori e dentro il mio cuore, cercando disperatamente nella poesia… Amore. 21

di Gastone Cappelloni Dal passaporto delle tue umiltà la testimonianza ha ritagliato l’essenza dell’impronta, facendosene invisibile emulsione per l’approdo al timbro della bontà. E, dalla fede, che alimenta il tempo che mai si prostituirà; la costruzione reggerà il monsone del male; moltiplicandoti, per irriderlo in un’epoca senza corone; ove l’inganno ignora e violenta, con unghie di pernicioso cuoio il nome del buonsenso.

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di Antonietta Caputo Mentre tu volevi Vivere Nata il 21 in Primavera dicevi come foglie e fiori appena sbocciati aggrappati al loro albero. Tu mordevi la vita anche quando... rinchiusa, legata, maltrattata Folle. Folle... quanto ti è costato vivere con il tuo cuore grande, traboccante d'amore pieno di poesia mentre tu volevi vivere Folle.. Folle la tua follia è tutta racchiusa in una sola parola AMORE.. l'amore come in ogni verso che ci hai lasciato nelle tue poesie. Folle denudata, umiliata, insultata, mentre tu volevi solo vivere. FOLLI... non sapevano i tuoi carcerieri non potevano sapere che erano loro i Folli. 23

ALDA vivrai per sempre nei cuori di chi ti ama perché tu volevi vivere.

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di Alessio Carlini Una madre della poesia Ho sentito il profumo della poesia, nel giorno più distante da me stesso; brancolavo tra i frantumi di un'adolescenza impastata con i diavoli e condannavo i pensieri sui fili tesi della follia; ma avevo una mano a sorreggermi gli occhi, un tempo fatta di carta e di parole. Come fu devastante l'inizio che salvò di certo la mia anima e fu per mano, per cuore e per grido poetico, di una madre eterna al ventre dei poeti tutti, l'esempio che scaturì gli esempi. E' da allora che impugno quest'arma ormai incarnata, questo brando che trasforma il sangue in ogni oceano.

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di Emanuela Carniti Poetessa madre mia Ti ho inventata madre, quando ho cominciato non so... forse nel momento in cui il tuo viso tradiva la noia o la fatica e i quesiti lamentavano risposte. Il timore con te ha preso celere la strada del nero della notte e nel silenzio quando decifrare diventa inesplicato errore e la tua ombra ghermiva le mie mani. Ti ho inventata madre come luna senza fasi piatta, immobile e lontana come sole di infuocate parole come fulmine accecante di tempesta. Ti ho desiderata a lungo madre come si brama il fiato per campare come uno storpio anela ogni suo passo. A lungo avrei voluto lambire il tuo sorriso lasciare le mie impronte sul tuo cuore addormentarmi dentro il tuo pensare. Ma ti ho inventata madre come fa un pazzo creatore tagliando in pezzi il nome sperando l' ovvietà di un risoluto rebus 26

perché la donna che era in te io mai conobbi tutta intera. E se la morte un dono ha fatto è stato quello di ridarti dimensione bandendo saldi sogni/fervide emozioni. Allora Non ti posso più inventare madre sei a fondo nel mio mare sei roccia sulle cime sei astro che rischiara sei verbo sul mio viso. Non ti posso più inventare madre... Ma le mani ancora tese tramano un ordito mai immemore di te!!!! a sua mamma... Alda Merini

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di Adriana Caviglia Disegno arabeschi di sogno Se apri il libro e sfogli leggi dentro me solitudine un’insana abitudine alla sofferenza un’insaziabile voglia di riscatto redenzione resurrezione mi accade talvolta di disegnare con il corpo arabeschi di sogno galaverne incantevoli ai ritmi di una musica che sgorga dall’anima. Talvolta leggera volo pur rimanendo ferma, talvolta sfrenata baccante inseguo ogni nota e la faccio palpitare nel cuore nei muscoli nel respiro d’affanno nel sangue che scorre vorticosamente e vomita fuori di me una cascata di brividi intensi, di raggelanti e bollenti emozioni danzo persa nei vortici del mio spirito e del mio corpo sino ad ubriacarmi, accendo dentro me percussioni 28

che si confondono con un accelerato palpito del cuore. Sale alla gola il respiro poi lento ridiscendo sino ad appiattire le membra sul terreno come uno straccio abbandonato leggo nel buio degli occhi chiusi un paradiso tu sfoglia ancora il mio libro.

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di Lorena Centofanti E’ malata E’ malata. Quella donna è malata crea nuvole d'amore sui muri come ricami d'oro nei cuori. E’ pazza. D’un amore reso a morsi tra fessure di cieli diversi dove evadere fa rima con vivere. E’ andata a male. Ha parole nei respiri di luce che l'inchiostro torna a rapire e nel nudo foglio trova il suo eterno, fluire. E’ delirante poesia. S'insinua come un veleno, silente che stordisce col suo soave profumo e mentre l'assaporo, tremo.

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di Eleuterio Cimini Poeti... Tremolanti teneri fiori Oscilliamo leggeri In balìa dell'onde Di fragili cuori Siamo Poeti! Anime sognanti Governate da passi indecisi Rivolti verso mete sfumate Meteore luccicanti Viaggiatori di fantasia In eterna ricerca del nulla Dove inventar l'impossibile Siamo i tristi guardiani di cieli! Occhi rivolti al futuro Melodie abbracciate al passato Parliamo le onde dei mari Riusciamo a toccare Con mani Sussurri e respiri del sole Vestiamo colori di luce Sappiamo cantare l'amore Con miti parole Fiorite dal cuore Noi... Che scriviamo emozioni profonde 31

Noi... Che sappiamo tracciare Il silenzio D'azzurri confini Dove nascono sogni Dove vibra il vermiglio Color di passione Siamo come le rosse Foglie d'autunno Cullate dal vento Del tempo Che mai toccheranno La misera terra E mai moriranno...

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di Loretta Citarei Rosa Blu Tu Alda Di primavera colgo quel tuono come fiori nei campi, dolore e pazzia prediletta figlia crisalide chiusa nel bozzolo di un inferno sceso e toccato ritornando poi libera come una farfalla innamorata dell’amore…

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di Rita Clemente Ad Alda Merini Alda, sorella, nelle onde oblunghe di memorie cadenti come fiori umiliati vittime sacrificali di un dolore oscuro tu mi dipani l’inquieto groviglio che viscere di donna mai sorressero solo con l’incanto trasparente d’immagini e parole fatte luce. Fatte di luce e di solare sfida. Quali fiotti iridati misti ad Erinni hanno forza che infrange muri ottusi, prigioni eterne, manicomi spenti? Alda, sorella, la tua follia fu un divino canto in cui l’amore mal sopportò le sbarre di torbidi divieti e di abitudini e ruppe il vuoto assillo della tenebra per regalarci, intatta, oracolare, musica eterna di parole elette come perle sul palmo della mano.

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di Annarosa Colasanto Tristezza Schizofrenico il vento batte sul viso l'eco della solitudine sfogliando la maschera velata d' un malinconico orizzonte. Batuffoli di pioggia baciano esausti la fronte imbronciata. Cunicoli di pensieri sospesi schiaffeggiano la triste anima, togliendole il sorriso... Inquieto e buio lo sguardo segue l'ego smarrito smaniosi respiri affrontano sconosciuti silenzi riportando l'equilibrio del sistema alla normalità della conoscenza acquisita.

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di Anna Collini Ad Alda Resto immobile, rapita sulla pelle e sul cuore un manto di parole. Le tue mani hanno accarezzato i sussulti dell'anima mia, hanno oltrepassato l'amore il nettare della vita conservato in gabbie dorate, hanno scritto su fogli, neri come il buio dell'anima. Che magia il tuo canto vola nel cielo stellato del tempio di Delfi, Apollo è lì, ad ascoltarlo.

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di Bibiana Costarella Perso nel buio della mia mente Se io ti dico dell'uomo fermo sotto la pioggia e, di quell'altro che mi guarda con occhi cattivi, tu mi crederesti? No... Tu non puoi vedere queste figure. Esse sono chiuse nell'oscurità della mia mente. Io le vedo muovere e, la paura mi possiede. Rimango paralizzato e non so cosa fare. Nessuno mi può aiutare. Nessuno sa quanto mi sento solo e perso nel buio della mia mente. A momenti sembro felice e a momenti sono triste. Vorrei fuggire, nascondermi, lontano dalle voci della notte. Ma cosa dicono? Non riesco a capire. Li senti anche tu? No… Esse sono perse nel buio della mia mente. Non ho controllo 37

di quello che veramente sento. A momenti rido e, a momenti piango. Lotto nello spazio vuoto della mia mente. Tu mi capisci? Dimmi… Le senti anche tu le voci che si arrampicano nella notte buia? Lo vedi anche tu l'uomo che fermo sta vicino a me?

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di Matteo Cotugno Quando la poesia Quando la poesia si fa vita nasce un poeta e quando nacque lei il dolore s’elevò dai versi per farsi spirito d’amore, era di primavera e la sua terra lacrima di zolla resa fertile dalle grate di cancelli arrugginiti, simulacro di passioni e debolezze temprate nel buio di parola non detta per timore, libera ora s’apre a noi come s’apre il cuore del suo ricordo.

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di Aurora Cubicciotti Ho coltivato nuvole piene di sogni le corde dell’anima si sono spezzate e gli orfani del cielo non hanno retto la mia caduta sulla terra di soldati ho battuto le mie ali quaggiù la luce è un burrone di menzogne Assordante la mia mano con lamenti carnosi nel buio rimpiange gli sguardi del cielo e mi invita al suo banchetto. Dietro altre sbarre ho visto angeli piangere per l’ultimo valzer strisciante una voce affermava: “i matti non sono umani” Afferrò anche me il peccato, la vergogna oscurò le mie spalle con artigli lividi distrusse i miei sogni abbracciai il mio scempio come l’esordio di un canto spaventato. …

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di Antonella Dadone La pazzia Nella mia pazzia la smania di esistere come un fiore colorato che si innamora del terreno fertile che lo accoglie e lo protegge. Nella mia pazzia il ricordo di un amore che stritola l'anima che combatte con le armi della ragione per non soccombere. In balia delle parole che si perdono e accavallano, intrise di malinconia e di rimpianto, come coriandoli divenuti neri pece al contatto con il vento che urla e dispera nel ventre sterile del mondo. Paure e solitudine nel tempo infinito che si dilata e si mortifica di gesti spezzati e di grida represse. Anima inquieta si accartoccia nel corpo non suo, senza forma né desiderio di carezze. Solo un guizzo improvviso, l'amore fugace illumina il viso, lo riscalda e ne distende i tratti induriti dal tempo: 41

e poi svanisce. Pazzia di un tempo infinito che si spegne nel giorno che muore di sole oscurato e di silenzio tombale.

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di Francesca D’Andrea Il matto Avete mai provato un sentire folle? Senza volto… scava orbite e confini cerca cristalli bianchi di sale apre voragini d’abissi, che squilibriati gustano ferite seppellite nel sangue e nella pelle per un uomo voltato di spalle. “Girati” Vorrei gridare “ Guardami o vai via se ne hai il coraggio …” Via, per un amore senza nome fiorito nel grigio di un cielo selvaggio. Un incubo, un tormento mai finito. Un sogno caldo da sempre accarezzato. Per l’Eterno… Mai, Mi capitò così! Fissa la ragione che non è finita qui. “...Aaaah!!” Affonda le unghie… “Smettila ti prego! E’ mia… la mia mente. Rendimela… Io rinnego.” Illusa, stregata, ossessionata Ella pur sempre mia, “Sente” E disperata nella speranza di una seppellenza il nome tuo senza il mio, danza. E non dovrei fare ascoltare il mio abisso, 43

forte è la paura che il cuore rimanga di sasso spaurito da tale violenza al punto da non viverne senza. Mai più.

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di Sandra De Felice Per Alda Nell'ombra di bianche pareti accarezzavi parole che scivolavano dalle labbra al cuore... Ferita nei polsi graffiavi fogli di carta celebrando ricordi e spezzando ogni logica... Così Alda ti vedo… Innalzare l'anima innamorata nella profondità delle nuvole distaccata dal corpo legato... In alto… sempre più in alto... Nella bellezza del tuo sorriso nello splendore dei tuoi occhi ci regali il senso del tuo dolore il candore delle tue emozioni la purezza della tua poesia... Grazie Alda...

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di Rosalba De Judicibus Il dolore dell’anima Chino il capo e lo sguardo assente, io cammino perso nel vuoto: forse un timido ricordo si affaccia nella mia mente o solo un triste presente. Non so dove guardare se mi deridi, senza capire. Non so con chi parlare se mentre urlo un dolore che non so spiegare, o un raptus di rabbia che non riesco a controllare, mi imbavagliano l'anima con questa camicia di forza. Mi hanno portato qui e abbandonato, l'amore preso, ricevuto e dato! L'amore perso e dimenticato! Un giorno, senza storia d'improvviso, tutto mi è crollato!

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La memoria ha cancellato la mia storia, ha lasciato per scherzo solo poche tracce del passato! Il tuo ghigno cancella anche l'ultima briciola di dignità! Solo, in questa stanza senza colore rincorro voci e sogni lontani, filtro la luce da queste sbarre e talvolta posso anche volare… e rido con volti a me cari e piango, se mi pare! E l'oggi non ha più senso e nemmeno il domani: è solo uno squallido presente di chi ha dimenticato come prendere le mie mani.

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di Assunta De Maglie Albero maestro A volte guardo le mie membra esangui e senza sole, sento l’acqua alla gola di un mare di non amore e allora penso a te albero maestro, alle tue fragili fronde in balia di un vento, agitato da fantasmi. L’urlo di gelo dei rami non poteva intaccare la sostanza delle tue radici. Affamata e folle correva la saggezza nelle vene, divampava poesia, e scioglieva l’inverno alla tua linfa. Avrei voluto sfiorare l’ incanto ai tuoi occhi nelle notti di plenilunio, accarezzare piano le tue mani sporche d’ inchiostro di pensieri vivi che prendevano il volo da quei fogli sgualciti della tua vita ma mi accoccolo solo, tra le virgole e i punti ad ascoltare l’eco dei tuoi battiti d’amore. 48

di Michele De Stefano Diversa_Mente liberi Occhi puntati contro li sento addosso sulla pelle e osservano e scrutano si soffermano e poi mi attraversano passano oltre ... Occhi che guardano senza vedere non possono non sanno occhi senza luce. Impauriti da chi come me è di_verso e allora tentano imprigionano la carne in stracci bianchi con aghi iniettano 49

veleni a tacere pensieri. Ingenui ciechi folli! Io esisto io resisto io vivo io sogno io sono. E quelli che come me che fan paura quelli che pensano e sentono diversa_mente vivono dentro perché chiusi fuori.

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di Elio Del Monaco Reclusione L’aria attraversa le sbarre la pioggia attraversa le sbarre la notte attraversa le sbarre il sole attraversa le sbarre il canto degli uccelli attraversa le sbarre le ore i mesi gli anni attraversano le sbarre il mio corpo, no.

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di Momo Della Porta Alcune donne sbocciano come gigli Alcune donne sbocciano come gigli sotto un gelido vento, e l'inverno, come Giuda, le costringe ad amare sotto la neve altri gigli che sanno sbocciare soltanto a primavera.

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di Daniela Dellocchio Di Lei, che possedeva il volo dell'albatro imbrattandosi mani d'immensità scarlatte ancora odo gridare i vuoti come aliti d'oceano che s'inabissano dei suoi occhi pieni. Sui cobalti m'infrange, in quel margine di pagina agli angoli d'una lacrima appena lambita che dei suoi navigli si terse. E t'ascolto respirare distesa di terre divelte tra tenere radici di mirto che gemmano i passi sei la profondità dell'onda il gemito, dei tormenti innamorati su sassi stanchi che delle ginocchia piegate visse Poesia, fino a morirne.

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di Grazia Denaro Era nata in primavera e di questa stagione portò nella sua vita temporali e schiarite. Fu il vento di marzo che irruentemente la trascinò come foglia dispersa. Ebbe persa la mente in agoni tortuosi e gironi infernali patì grandi pene… Tante volte risorse e ricadde ma del cristallo suo lucente non s'offuscò il brillio nella sua mente. Poetessa di grande talento donna sensibile d'alto spessore anche se la labilità dell'anima le causò immane dolore. Nei suoi ultimi anni per le sue opere osannata, post mortem da una moltitudine di gente adorata.

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di Valentina Di Caro Adesso lo so Non ho carte da giocare prevede improvvisazione la follia salta i preliminari del pudore schiava non è della cortesia. Mi giunse voce della mia pazzia da un'anonima corrispondenza col numero privato mi chiamò mentre annaffiavo i tulipani. E dir che il dubbio l'avevo sempre avuto la presunzione di essere geniale ma mi commossi quando mi guardò mi accarezzò i capelli con le mani. "Sei nata il giorno che il sole si tuffò nel mare cupo della nostalgia non temere è un dono franco il tuo lasciati andare e non fuggire via". A lei mi abbandonai da precipizio ignara del destino ammaliatore convivo adesso col mio specchio e pazza resto fino all'imbrunire.

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di Marilù Di Liberto Folle poetessa Triste figura velata d’ombra. Mi affascina la tua vivace mente visitata quotidianamente da una folle ondata di sentimenti che tempestano la mente debole. Forte nel carattere esterni con feconda e fervida pazzia ogni momento della vita tua intrisa d’intensi dolori.

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di Fausto Di Pasquale Diversamente abili non diversi Da poco tempo mi sono accorto di voi, del vostro mondo, di una natura a voi avversa. Da subito ho capito tutto di voi della vostra bontà, della vostra semplicità, della vostra voglia di vivere la vita. E' difficile entrare nel vostro mondo, è difficile capire il vostro mondo, è molto facile amarvi e starvi accanto. Avete lottato contro tutto e tutti, solo adesso avete iniziato a gustare il vero sapore della vittoria. Non siete mai da soli accanto a voi avete sempre i vostri angeli, senza ali è vero ma pur sempre angeli. Da tutti siete amati e rispettati, a tutti avete insegnato il vero amore, il vero valore dell'amore, gioire della vita a noi donata.

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di Rosalba Di Vona Pazza? Si sono pazza la solitudine avanza mi violenta crea immagini che nessuno vede fuggo dall’esclusione prima che mi escludano quelli che non vogliono capirmi non desidero affogare in essa sì sono pazza il rumore cresce pulsione esagerata che sfugge ai comandi mi confonde però il silenzio mi allontano fuggo mi isolo no non voglio torno sì sono pazza mi siedo mi ascolto la malinconia mi colma desideravo solo essere messaggera dell’anima.

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di Salvina Distefano Fragilità Fragile è la mia mente... Fragile.. ma non assente Attenta alla vita, discreta mal riuscita. Sottile filo che si spezza facilmente si unisce a stento con il resto della gente incatenati nello stesso mondo in un "mal di vivere" misero.. ma profondo. Fragile è la mia mente... Combatte con mostri che sono nascosti sorretta da un filo sottile cerca invano un equilibrio… Ma basta un alito di vento un movimento errato… E precipita nel vuoto.

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di Franca Donà Anelli di fumo Anelli di fumo nicotina e ruggine appesi alle dita gli ultimi residui di sole. E le parole strascichi di vento foglie senza illusioni nel vuoto dei giorni. Questa carne bianca ha respirato amore e regalato oblìo brevi momenti in cui scaldare anime livide di freddo. Di poesia e canto nutro le mie ore mentre col sangue scrivo su mura gelide d'indifferenza. Non cercate di capire la mente e il cuore sono organi umani . Voi siete Umani ?

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di Martino Duilio L’attesa sotto un cielo rosso sangue L'anziana donna ha certo perso il senno all'imbrunire sosta sempre al passo volge alla valle rimirando accesa da un'ombra nel tramonto flessa al sasso. E' scossa sotto un cielo rosso sangue va farfugliando frasi addosso al muro disposto ha il desco con del pane duro rituale che non cede alla realtà. Ricordi che confusi col presente proiettano la mente nel futuro l'attesa anche d'un rozzo uomo duro le dona nell'inconscio sazietà. Cattura dagli squarci del vissuto - più che dipinto il quadro appare sporco son le finestre per sfuggire all'orco che porgono anestetico elisir.

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di Patrizia Ensoli Quel rumore di follia Ombrosi viali perse esistenze sostanza intima i pensieri la forma, è la pazzia periferica zona di colori accesi lo spirito è ribelle isolato, confuso nella letale pigrizia dei giorni disadattato cuce le rime al senso allevando il cuore, nell'atto d'amore crinale la mente in un profumo si stordisce passo leggero di betulla al vento liberando nella tempesta pura pena, sempre sola ...

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di Siria Evangelista Ad una precaria vita… Una mente tormentata da ingannevoli sogni, offuscata da incontrollati pensieri, idee precarie e confuse. Un malato vivere non conforta, confonde. Mostri spaventosi, violenti, vagano nel nulla, seguono il mio fuggire nell’irrealtà. Introvabile riscontro nella quotidianità. Non vivo come si conviene ai tanti, ai più. Assurde immagini mi sconvolgono. Nel non presente affondo le radici E, che fine il mio vagare? Cerco pace, conforto. Una mente malata mi appartiene. E’ primavera, verdeggianti spazi sono in fiore. Alcune viole profumano l’aria, margherite selvagge ingentiliscono l’ambiente. Io, non godo del bello circostante, non sono lì. Non ascolto, non vedo, non sento, non raccolgo fiori per farne anelli. Mi nutro del nulla, nel ricordo spero. In te confido vita.

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di Pietro Erasmo Fasani EVANESCENTE OMBRA STRINGETEMI... STRINGETEMI... STRINGETEMI... LE BRACCIA NELLE URLA DELLA FORZA DI UNA CAMICIA. RABBIA... COLLERA... DELIRIO... FOLLIA... FOLLIA DI UN GIORNO NON LONTANO... QUANDO MI DICEVI TI AMO. ECHI DI PAROLE... NELLE LACRIME PERDUTE IMMAGINI CONFUSE CAREZZE NON VISSUTE... STRALCI DI VITA SILENZIOSA... DIETRO UN VETRO OPACO DELIRIO... VEDO SFIORIRE GLI ANNI NEL VAGO RICORDO DI TE. EVANESCENTE OMBRA... DELLA MIA FOLLIA

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di Giancarlo Fiaschi Nel ricordo Dieci anni di atroce sofferenza per mancanza di sensibilità e vero amore, l'egoismo umano solchi scava e ignora e da quella solitudine scaturisce il dirompente botto, che mina il fisico in contro-circuito e l'anima in quella disperata ricerca di vera identità. Si è soli nella vita e spesso incompresi quella solitudine come lama tagliente si insinua nelle viscere e fa danni dirompenti, mentre annaspi alla deriva nessuno ti segue in questo calvario in attesa di un appiglio per mantenerti in equilibrio e aspettar soccorso. Ma quando vieni sommersa dall'enfasi dell'onda fra i flutti ti perdi e cessi la lotta e presa nel vortice, quella nuova compagna ti prende per mano in quelle folli scorribande gridi tutta la tua rabbia, per questa mancanza di comunicazione assurda e ti dibatti nei tuoi squilibri e nei tuoi drammi. Quanti domani... sempre maledettamente uguali in quell'unico appiglio i fratelli di sventura, gli altri ergono alto quel muro... tu sei malata! In quella bombardata guerra di psiche piange l'anima il suo dramma e scarica su sgualcite pagine il suo urlo disperato. Versi chiari e liberi hanno preso il volo imponendo a tutti di chiederle perdono.

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di Luisa Foddai ad Alda Merini E furibonda veleggia la Poesia negli occhi ancor vivi di sana follia. Festeggia l'audacia del verso agli altari portato, contrappasso di grigia sostanza martirizzata e scarlatto talento a posteri innalzato. Ritorna il monco dolore all'immoto suo posto sterile mostro! Piangono gli inferi orfani di pura creatura che luce ha donato. Sorride l'azzurro pel riscatto trovato... e muto il dolore delle rosse parole per il Genio perduto!

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di Maura M. Fusco Pensieri Ci sono pensieri che non ti abbandonano mai. E più vorresti estirparli dalla tua mente come fossero piante di gramigna, più li senti muoversi, agitarsi nella mente, mossi da un sottile ma profondo vento che non smette mai di alitare. Ci sono mattine in cui ti svegli felice, guardi fuori dalla finestra scorgi un sole nascente in un cielo rosa tutto ti sembra presagio di una giornata fortunata, foriera di mille sorprese. Poi l'attimo passa, compi i gesti di tutti i giorni, ricalchi gli stessi passi su quella nera strada che hai sempre percorso, che conosci ormai a memoria. Quella lieve e languida sensazione di leggerezza che ti aveva riscaldato il cuore, impallidisce nel grigiore scontato dei gesti Lentamente e inesorabilmente i pensieri, quei pensieri, riaffiorano e tornano implacabili ad opprimerti il cuore. Allora leggo una tua poesia, meravigliosa donna, m'immergo nella tua pazzia che è anche la mia e quei pensieri prendono la forma della verità squarciano la corazza del cuore e volano liberi nel cielo come le spirali di fumo della mia sigaretta accesa.

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di Concetta Galibardi Ferma... sto ferma... non si vede, ma resto ferma. Nella mente ancora rimbalzano parole le ho udite... mi hanno fatto male. "Pazza... sta impazzendo..." mi vedono così... ho paura! Allora ferma... resto ferma... muta. Non si vede ma resto immobile. Non è visibile la mia immobilità, l'immobilità dell'anima mia... e resto ferma, ferma dietro quella porta chiusa, ma perché mi chiudono dentro? Pazza... mi chiamano pazza... nessuno mi guarda, nessuno mi ascolta, urlo... è un grido d'amore! Non sono pazza... ho sete d'amore! Il mio delirare è il troppo entusiasmo di un'anima un po’ oltre. Sola... Ferma... No, non voglio star ferma, se resto ferma vado giù, ma io non voglio perdermi. Allora... mi muovo... per un istante mi fermo, mi riposo... prendo fiato... ci vuole coraggio... voglio averlo. La porta è lì... manca poco... apro... vita... C'è vita! 68

Allora tenete aperta questa porta, lasciate che altra vita entri, già appena socchiusa quel fascio di luce è come stella cadente che squarcia il buio del mio cielo.

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di Gerardo Garofalo Bentornata Alda Alda, ti ho riconosciuta dal capello, dallo smalto sulle unghie e dalla rosa rossa. Sono contento che rivederti é bello, speriamo di parlarci senza scosse, di sentimenti alti e in discesa, che scendono fin dove niente tiene e quando infine il vuoto li ha fatti prigionieri, rivolano leggeri su nel cuore, ma il tuo amore é sabbia di clessidra e corre via, su quella strada fatta di rabbia e poesia, e ancor rincorri sogni e gente abbandonata, li curi con la penna e scrivi ancora e il sogno che rincorri il tempo ti divora. Alda ti ho riconosciuta dalla luce che mi arriva dalla tua anima che adesso cambia riva, da questa parte sai non ce n’é più... ma questo forse già lo sapevi tu, non c’é più niente di quel che ti ha ferito, gli abbandonati in luoghi desolati, la gente emarginata dall’amore, in questo posto ritrova il suo valore, ma non perché c’é Dio e i suoi padroni, in questo posto sai non c’é denaro, nessuno é schiavo e non ci son ladroni del tempo della vita degli ignari, sapessero soltanto un solo istante tutti quei cuori grossi e persi della gente, che ogni affanno é vano, che non gli porta niente, che il vero bene non é quel che conviene, si perde tutto nella trasformazione, solo una cosa vera ci rimane: quello che più ci ha dato un'emozione. 70

Ed é così, proprio come dicevi tu, l’amore, l’amore, l’amore e nulla più. Alda ti ho riconosciuta dal capello sono contento che rivederti é bello, in questo mondo nuovo che hai creato, e io ci son venuto perché tu m’hai invitato, portandoti con te, quella mia foto. (Spero che i venti euro non ti siano serviti)

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di Rosanna Gazzaniga L’amico perduto Forse era lo sguardo a farti diverso perso su tormenti lontani; l’amore ti ha ridato speranza per poco, per finta, per noia per il tempo giusto di scivolare ancora più in fondo. Noi, con indosso il vestito buono della misericordia non bastiamo più, alla tua blindata follia. Ti lasciamo andare così in un giorno d’estate senza più scuotere le ombre che schiumano nella tua testa coprendoci il viso e il cuore. Ti arrendi, ci arrendiamo ti abbiamo perso. A te resterà l’occhio spento, il capo ancora più curvo a noi impotenza e tristezza domande senza risposte che svaniranno, graffiti sulla polvere di un cuore gettato tra sogni artificiali.

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di Melina Gennuso Hai conosciuto l'inferno. L'inferno non è solo lingue di fuoco visibili l'inferno può nascondersi laddove i respiri sono getti d'acqua gelata che goccia dopo goccia incessante come stalattite appesa nell'anima si nutre di dolore modificando la sua forma aggrappandosi alla roccia che c'è in te crescendo senza sosta. Fino a gelarti il cuore.

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di Francesca Ghiribelli La danza dell’addio Come un fossile abbandonato ai secoli della sua spiaggia la mia mente viaggia; sfiora il peltro stordito della pioggia che i miei capelli son diventati, fibra dormiente fra gli istanti che il cielo concede. Possiedo soltanto me stessa su questa grande terra, forse madre di nessuno e invecchio delle lacrime che le stelle inventano per me. Io che non sveglio il sole e lui che non desta me dalle infinite nuvole su cui volo d’eternità… …non fuggo dagli sprazzi di notte che la luna mi regala. Lei è come l’aurora dei miei giorni, perché alle narici ha donato il soffio di un respiro privato al vento per farmi rivivere sospesa tra l’essere e il durante di una vita trasformata nella danza dell’addio.

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di Anna Gianuzzi Silenzi Silenzi apparenti d’una voce che urla con l'inchiostro rosso del sangue … un vero che fa male. Lacrime latenti rinchiuse in occhi che vedono il certo danzare dinanzi come irriconoscibili ombre. Ove il reale è irreale all'apparenza altrui e di sensibilità tale sembra mancare. Silenzi apparenti d’una voce che urla in un manto di stelle di cielo sereno fin troppo oscurato dall’altrui pensiero. Ma nel tormentato cammino d’un flebile passo ha percorso il suo tempo alzando il sipario, danzando con i versi l’insegnamento che il diverso non è tale ma folle genialità da amare.

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di Luca Gilioli Via sgombro il mio volto via gli occhi via il naso via la bocca che nessuno veda in me futuro, e mi oltrepassi.

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di Maria Pia Giovinazzo (Lostris Hawass) Ho chiuso gli occhi per non vedere mi sono voltata strazio e dolore dalle crepe dei muri urlo e pianto nascosto stridore di denti mani protese fame e miseria nascosta lungo andare di porta in porta solo sofferenza flagello che solo il silenzio sopporta torture legate a tempesta di chi non ha voce per parlare nel silenzio si contorce in una vita che non ha saputo dare.

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di Ruggiero Gorgoglione Follia ... Il ragno dei miei pensieri tesse lento la sua tela ingarbuglia sottili paure ... e fili d'illusione attanagliano il mio cervello. Aspetta il ragno impaziente la sua vittima per suggere da quel corpo ancora caldo linfa per assopire quel turbine che come una folle corsa mi porta verso la fine. Il ragno come il pittore dipinge la sua tela per imprigionare la sua mente e la sua follia che esplode come vulcano richiedendo l'oblio e poi il nulla...

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di Giusy Grasso Se TU potessi, cucire un paio d'ali all'anima mia, cogliendo le parole che galeotte sostano in queste labbra. Se solo IO potessi, lasciar fluire queste lacrime dal silenzio congelate... Un mare color infinito troveresti.

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di Marcello Guaiana Lacrime di pioggia... Cadeva la pioggia, su MILANO. Cadeva la pioggia, su MILANO, nell'asfalto buio.... deserto, Cadeva la pioggia, su MILANO, erano gocce che formavano geometriche forme, senza orme, senza materia, senza cuore, catrame liquefatto... Cadeva la pioggia su MILANO, nera, come il nero, dei tuoi capelli e il giallo, dell'ultimo,raggio di sole... Cadeva la pioggia, su MILANO, mentre il tuo sorriso, era come una rosa profumata a primavera, ove un ape si posa... e si riposa… Cadeva la pioggia, su MILANO, nella metropoli , nauseabonda, senza respiro e troppo veloce per pensare... al tuo dolore... alla tua malattia... alla tua dolce pazzia.... Cadeva la pioggia, su MILANO, ed erano pozzanghere le tue lacrime, nel tormento della vita, mentre eri in cammino, alla ricerca di un nuovo destino… Aspettando la bella luce di febbraio, in attesa della fugace primavera... Cadeva la pioggia su MILANO....

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di Agnese Iannone In fondo al tunnel… una luce Tra fetide mura d’una folle prigione, di forza è rinchiusa una fragile creatura, un mondo ottuso l’ha esclusa. Come uccello in gabbia, langue… si dimena… si dispera e l’infelice fragilità passa per instabilità. Una fervida mente… fucina incandescente esplode in scintille di genialità… lucidi pensieri, di recondite paure prigionieri, in alto spiccano il volo, verso orizzonti di libertà. Sogni e desideri repressi, in fiumi di versi fluidi scorrono e le emozioni… incontenibili sfociano in mari d’infinito azzurro. In fondo al tunnel… una luce bianca la cheta e la consola e, con ali di fantasia, il libero pensiero vola verso cieli di poesia. Nel firmamento dell’arte, oggi brilla una fulgida stella: ALDA MERINI.

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di Angela Maria (Lina) Intruglio In quel luogo E ti vedo dipinta nel cuore in quel luogo dove il tempo smarrito sembra toglierti vita. E ti abbraccio con gli occhi ancor prima di stringerti mi sorprendo a piangere lacrime visibili al cuore. Non ti lascio da sola, sei fibra di me solo noi conosciamo la lotta stretti nell’arduo volo. Il mio abbraccio possente ti strappa al torpore della mano che fredda distrugge i tuoi sensi farfalla dai mille colori. Non sarai mai più sola volerai in alto lo so… ruberai stelle in cielo e riprenderai la tua stella più bella...

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Ti amo Angelo Ti amo guerriera Ti amo Araba-fenice Ti amo cellula del mio essere Ti amiamo!

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di Ada Jacono Alda Dedicata a te la cui vita un girovagare fra i meandri del tuo intelletto in cerca di spazi dove planare dove spegnere la tua arsura di dire, di comunicare. Tue le odi che solcano i cieli scontrano, giuocando nelle notti, le ansie dei poeti. Fiera del tuo intelletto senza timore alcuno sciorinavi rime e ne facevi canti. Navigano i tuoi versi fra mari calmi e onde di tempesta li trasporta il vento fra verdeggianti boschi e pianure estese ed il tuo nome echeggia. Bistrattata la tua vita non capita, il malanimo perforava la tua mente tu vincitrice tu combattente tu donna tu madre tu amante tu poeta tu tutto. 84

Sola nell’inquietudine dell’incomprensione. La morte ha messo la parola fine al tuo soffrire. Noi eredi del tuo sapere … Noi eredi del tuo dire …

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di Giuseppina Latini Quella malattia Odio la malattia ma non smetterò di amare la persona. In quella scatolina piccina vi è racchiuso tutto, capacità e dubbi nel prendere decisioni, tu sei sede di emozioni e affetti, tu decidi se devo muovermi o se ho bisogno di dormire. Combattuta tra mente e cuore, mente e anima. Combatto con le mie paure, con le mie ansie, con i miei umori, sento crescere in me la follia , quella sana e umana follia che disturba la mia personalità. Chi è che può capire se non tu? Tu che penetri dentro di me, tu che studi i comportamenti, tu che cerchi di guarirmi da un male che a volte è inguaribile o alternato per situazioni varie, da questa vita che di vivo ha solo sguardi agghiaccianti, freddo artico e fuoco infernale. Quella malattia la odierò per sempre ma amerò intensamente quei momenti che se non ci fossero mai stati non mi avrebbero fatto essere la donna che sono oggi. Una pazza direte voi… ma no, solo viva più che mai… dico io. Istrionica, narcisista, schizofrenica, con disturbi psichici, disagi psichici, disordine mentale, disturbo comportamentale. Quella malattia mentale che mi fa pensare, abbracciare e amare.

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di Donatella Lenoci E' dura condanna nascere con l'anima in sintonia con il cuore del mondo. E' dura condanna crescere sentendo tutte le emozioni, i sentimenti, i pensieri, le parole trattenute, i dolori di altri esseri urlanti in un muto limbo come te... E' condanna di follia di emarginazione di solitudine. E tu anima sensibile ti sei levata al di sopra di subìte cattiverie e ingiustizie e hai cantato l'Amore e la Vita. I tuoi versi, segni indelebili e profondi, tratti eterni dell'umana fragilità, toccano l'anima e la sollevano. 87

di Adele Libero Ad Alda Merini E’ pazzia, vedere il mondo con diversi occhi, fare il filo solo ai pensieri sciocchi, è pazzia, ascoltare un albero che parla, riempire coi rami suoi la vita tua, mangiare con la vista tutti i fiori, è pazzia. Aver periodi di pura follia, detestare i dottori e ogni mania, le medicine e le siringhe gettar via, è pazzia, amare più di tutto la poesia, abbandonare altri piaceri per la via, fare il conto sempre con il cuore, parlare del dolore. Ed è poesia.

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di Melina Licata Soffio vitale Vaghi per lunghi corridoi azzurri quasi a rimpiazzare il chiarore di un cielo che gli occhi spenti e lontani dalla logora tua vita non vedranno più. Cupa e confusa la tua mente rincorre tra le vie di un mondo immaginario il suo soffio vitale pensieri taglienti come lame che s'insinuano lentamente nella tua anima lottano coi fantasmi della follia. In quegl'occhi il dolore muto per la repressione lontana da ogni possibile sogno d'amore, di vita in un fluire lento di giorni tutti uguali in questo posto dimenticato. E' sotto chiave l'anima disconosciuta la mente da chi della tua condizione non sa e non vuol saperne niente. 89

di Lia Lo Bue Sogno di Alda Merini Ti ho sognata, Alda, stanotte. Eri mia compaesana in un luogo di morti e cultura negata. Mi gridavano le vecchie a lutto che non eri più tra noi ed io addolorata correvo da te. Per un attimo temevo il fetore della tua esistenza finita, ma poi il pensiero del regalo prezioso della tua visione, mi spingeva ad entrare nella stanza della veglia. Eri già sul letto tenero cadavere stranamente seduto. Ti prendevo la mano, stupita dello squallore in cui avevi vissuto e ritornavi in te e tra i vivi e, come amiche di sempre, appoggiata al mio braccio, più giovane e solido, passeggiavi con me, sussurrandomi confidenze e tesori. In quella vecchia stanza cadente si sbriciolavano i tuoi ultimi istanti di vita ed io, passerotto di primo volo, li raccoglievo affamata. Lo sforzo ti imperlava il volto pallido, non riuscivi a continuare dovevo sorreggerti per impedirti di rovinare al suolo. In un istante eri nuovamente morta, accasciata, vecchia bambina fra le mie braccia. Mi avvicinavo al tuo viso stanco per baciarti 90

con l’affetto di una piccola figlia verso una grande madre e di nuovo vivevi e ritornavi a profetizzare. Il sogno è sfumato lasciandomi solo domande e tanta compassione per entrambe. Ho visto in te ciò che rifiuto di vedere in me.

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di Rosario Lubrano Malata per chi bimbo si ostina a voler essere grande. Malata, sì il mio sentire è di_verso. Guardo con gli occhi vedo con il cuore. La nuvola nel cielo è un pensiero trasportato dal vento la crepa nel muro è universo da esplorare l’uccellino sul davanzale mi racconta di luoghi lontani di quanto è bello abbandonarsi al vento farsi cullare di come ci si sente a volare sul mare. Malata, sì perché questa vita 92

mi "accade" dentro. Perché non so di esserlo perché non vedo non sento i lacci le catene le grate i lucchetti le serrature con cui mi avete chiusa fuori. Malata perché sono libera. Dentro.

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di Manuela Magi Mi ha detto, accarezzami i capelli con le dita, piano piano. I suoi occhi erano azzurri come un cielo di settembre. Nelle mani chiuse a pugno un libretto scolorito una penna, due santini stropicciati. Ero bella io una volta disse, mentre balbettava frasi assurde di chi soffre, di chi sente dentro il mare. Poi sorrise, là, nel vuoto osservando una parete mentre gocce sulle gote le scendevano copiose. Forse ci vedeva il sole l'orizzonte di chi vuole sorvolare le montagne, con le ali, senza artigli. Due finestre disegnate da quei sogni fatti apposta, forse ripensava a ieri quando sopra ai fogli bianchi, pitturava arcobaleni.

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di Claudia Magnasco Per nonna Alda Quando incontro i tuoi versi, io ti annodo al mio cuore come un raggio di miele, dal sospiro assai greve. Ed ecco che mi appari. Eterna e nuda, nel castigo tuo sciagurato, mentre scrivi tutto quel che passeggia, che corre e che arranca, tra il cuore tuo infinito e la tua testa matta. E ti vedo colorar di stelle il tuo eterno vuoto, che trabocca ancora, di urgenza d'amore. Alda, tu non lo sai, ma sai che io ti chiamo Nonna? Mi piace pensare, sai, di poter far riposare, dentro il mio cuore, le tue ali sfinite, prima del tuo prossimo volo tra le braccia di Dio.

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di Nicola Manicone Libertà M’hai dato poco più, del nulla che avevo. Compagno dei miei sogni. Desiderando il volo, vera libertà! Desiderando il sole, solo rimedio al ghiaccio in me.

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di Anna Marchese Ruggisco e belo (il mio equilibrio sta nell'alternanza) Tutti i colori, sapori, odori. Il calore, la luce, l'eccitazione. Goduria, divertimento, piacere. Scomparti sciolti, senza primavera. Morire vorrei, non vivere. La morte. Ingrata all'amore, all'amicizia. Muta, cieca, sorda, insensibile, disgustata. Un urlo inumano: la radio suonò. Il faro s'accese, il vulcano si svegliò. Fiori, profumi, delizia. La musica mi entrò. Fiumi di parole, cascate di sentimenti. La bellezza dei corpi, i pensieri, l'inverno. Vita, morte. Tutte le stagioni. Sono e sarò.

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di Alfonso Margani Incubo. Sento distintamente la porta massiccia gemere sui suoi cardini, come se qualcuno la spingesse da fuori. Bussano, uno sconosciuto scuote la serratura, con violenti scossoni. I miei mostri, spettri ora vogliono irrompere qui! E lentamente, centimetro dopo centimetro, come spalancandosi dall’abisso dell’inferno si avvicina strisciando l’ora fatale. Anche troppo a lungo l’ho aspettata invano, purtroppo, ora viene, e la mia speranza avvizzisce impallidita nella sabbia. Non di quest’ombra tenebrosa ho paura, detto sinceramente; le ombre in fondo allargano le loro ampie ali protettrici; bensì di questo brivido ho paura, 98

di questo restare solo. Solitudine, per quanto alcuni ti venerino, io ti aborro! L’ora sta arrivano, paurosa, con ampi e silenziosi passi, e scuote con violenza, la porta ondeggia e geme.

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di Anna Mazzoni L'altra notte ti ho sentito fiatare promesse ubriache... girata su di un fianco la malattia se ne sta come una bugia... Credo alle pillole alle calze rotte alle barche a remi credo agli idoli pagani credo alla punta della tua spada distratta. Cattivo no... non sei... sei solo te stesso... è questo il pianto!

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di Valentina Meloni NOF 4 in collegamento diretto telepatico con il futuro Nanof finché la pioggia non ti laverà via rimarrai graffito della storia, c’è una forza nella tua calligrafia che travalica i confini del presente: sei mescola di segno, di forma e di poesia. Non vivi qui e ora, sei oltre il tempo luogo abitato di fantasmi vivi intrappolati dentro le vocali, incisi sui muri dal grido della fibbia, e qui ti fermi nei tuoi viaggi spazio-temporali vagabondo di un vivere che non ti appartiene. Abiti su navicelle di graffiti, conteso, nelle altezze siderali astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale in collegamento diretto telepatico con il mio dolore. E t’immagino moro, secco e spinaceo mentre, nel piano astrale, incidi di un graffito immateriale il rumore soffuso di una stella, prigioniera della via lattea circondariale che si ramifica impietosa, qui, fino al pianeta Terra. “Nanof scassinatore nucleare” - leggeremo in calce finché l’usura non ti graffierà via ogni atomo civile di disobbedienza che la follia incivile ti volle lavar via.

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di Antonio Meola Follia Lascio che la follia mi prenda con forza portandomi lontano dove la logica padrona più non è. Non voglio più vivere di speranze e delusioni, di lacrime rimandate giù, di forzati sorrisi, di inutili aspettative. Voglio diventare folle perché tutto il dolore non sia più amico, dove un pensiero sappia portarmi via per viverlo e goderlo in un mondo che non sia più questo. Voglio che la follia mi prenda e mi porti via lontano da questa vita che senso più non ha togliendomi tutto senza più nulla darmi. Follia prendimi, entra in me, Lascia che io viva che finalmente viva.

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di Biagio Merlino Alda Merini Una Rosa è stata rinchiusa. Nessun sole per lei o giorni tristi dove il suo miele si contorce nelle vene. Le spine: loro si concentrano tutte sul cuore ed i suoi petali tutti color del sangue a piangere sulla loro arsura. Ora che impera la notte tra dolore e zigomi alienati lieta corre per grate e per androni pieni di malinconia la rugiada del primo mattino.

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di Lucia Merola Tra gli inferi e la vita Cantavi l'amore tu che d'amore sognavi e amore bramavi. Hai conosciuto l'inferno tu che anelavi al paradiso. Tra gli inferi e la vita ad un passo dall'abisso combattevi i tuoi demoni con forza feroce gravida di dignità. Piccola fragile donna imbrigliata nel corpo dalla candida camicia ma roccia la tua mente non imbrogliava il cuore. Il tuo silenzioso grido d'amore ha sciolto sassi di chi anima non ha. Anche il demonio ha avuto pietà di te. E quel dio crudele da te invocato un dono te l'ha fatto ti ha concesso la poesia consacrando la tua vita a quelli che come te inseguono liberi il sogno di una farfalla.

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di Maria Micelli Vita questa sconosciuta Son artigli questi miei pensieri, lame affilate ad entrar nella pelle, carne scoperta, l'animo un urlo… par follia liberar l'inverno mio, dare un senso ad ogni appiglio, mentre spoglio ventre, un sussurro, un altro… oh grida il cuore… grida... sentisti tu voce supina anelar versi, sentisti sbrinar fino all'ultimo respiro, il lembo della mano teso ad oriente, sentisti l'ardore strofinar arterie, la vita, questa inimmaginabile, immensa, grande sconosciuta, mi prese per mano, ed ora, perché, perché sfuggir voglia, perché... se ardimentosa la cerco ancora?

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di Tiziana Mignosa Diverso I matti hanno una marcia in più rispetto agli ubbidienti treni che mentre sui binari scorrono sognano voli screziati d’infinito senza per questo mai sgarrare al di fuori del loro lento fantasticare. In effetti sono diversi ma non di certo per ciò che si è portati a credere e a pensare. Di sicuro non seguono a capo basso il grigio flusso di chi è convinto d’essere normale solo perché i giochi rappresenta nella stanza dove alloggia la moltitudine della gente. Diverso non vuol dire essere sbagliato pensiero limitante di chi si definisce giusto e sano. E mentre tutti gli altri impauriti li allontanano loro azzardano ridendo irriverenti i più arditi attraversamenti di bizzarre e colorate soglie 106

invisibili a chi non sa come si osa. I matti parlano vedono e toccano mondi sconosciuti a chi s’accontenta di sostare dentro le alte mura del vedo e tocco e nulla più esiste.

107

di Nicola Milani Supplica ad una voce Lasciami libero. Che non c’è giorno senza il tuo sussurro, pesante, perenne, tempo silenzioso che m’avvolge. Già ricordo i numeri d’una vita che era. Ti prego, non abbandonarmi. Non rimarrebbe che solitudine in questo mondo opaco ed ovattato. Non resterebbe che latta, non batterebbe il cuore. Prendi il mio braccio, parlami ancora, bisbiglia al mio orecchio paziente. Il resto, infondo, sa di niente.

108

di Palma Mingozzi Il buio della sera Cosa ne sai tu Di un buio più nero dell'oscuro Pensieri volati in un istante Ricordi bruciati all'inferno Cosa vuoi sapere Quando la mente si scioglie In mille voci E grida di spettrali tormenti Demoni che sputano fuoco Rubano l'anima ai muti Escono fuori da muri e lenzuola nere Tentazioni e tormenti sicuri L'inferno non è lontano È un ospedale abbandonato Dove la morte è preferibile Ad un milione di oblii Volevo finire tutto Magari per me non c'era un paradiso Sentivo la voce di Dio I santi e gli angeli che mi tenevano compagnia Quando non ricordavo né figli e famiglia L'amore mi aveva delusa E rotta Stanca morta La forza di vivere Un Naufrago in un mare di medicine Cosa ne sai tu dei miei confini Geni e matti sono infiniti E non c'è casa che raccoglie rose morte Mia madre che mi diceva ritorna E Gente che ti guarda storto 109

Come una pazza da manicomio Cosa ne sai tu della mia vita Della mia storia Quando sono impazzita Quando ho perso la mia vita e la mente mi scappò via da bambina.

110

di Matilde Mistral Gonfia di luce (in memoria di Alda Merini) Gonfia di luce posavi l'Amore lungo le linee impervie dei tuoi pensieri acuti e l'Amore ti sgusciava dagli occhi faceva nastri di seta rossa dietro i delfini d'acqua che fluivano dalla tua bocca muta. Li posavi nell'Oltre e dall'Oltre tornavano con occhi divini e pregni dei doni della Vita. Di te parlano ancora i sassi dove non hai mai messo il piede le radici di Dio i fiumi della speranza di te parla pure la mia pazzia che ti fa mia compagna su questa nuvola da cui scriviamo assieme ora.

111

di Cesare Moceo A-vrò L-uci D-a A-ccendere Di Te, angelo tra gli angeli, che hai sopportato le scuri severe tenute salde da "solerti boscaioli" pronti a modellare quella "croce senza giustizia" che è stato il Tuo frenocomio, immagino di scorgere il volo sublime, delicato e soave agli occhi del cielo, affinché io possa seguirlo e sottrarmi all'oblio. Mi hai dato i sogni per volare, la Tua anima per dissetarmi e la Tua mano per accompagnarmi tra i meandri dei pensieri facendo di me la più bella poesia. Ora che il mio corpo logoro dalla senilità ha più rughe nello spirito che nella faccia, catturo ogni angolo del Tuo pensiero, cibandomi dei Tuoi versi ancora una volta per non morire. Ti sognerò e all'alba di ogni giorno Ti rivivrò sol così Avrò Luci Da Accendere per l'eternità. 112

di Ilaria Montali Vorrei che fosse aria - Chi sei tu è domanda che non porgo vorrei dir che ti conosco dove il coraggio mi sbatte al muro e tu mi blocchi e insieme ad altri - quando credi ch' io dorma te ne vai. - Chi sei tu è la richiesta di tornare ma sei qui solo per poco solo per chiudere la porta e lasciarmi dello zucchero zucchero che odio e non lo dico perché mi fai tacere e insieme ad altri - quando credi ch'io non veda mi lasci al buio.

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Vorrei non fosse muro ma aria per farmi volar via via da te e dagli altri che ti portan lontano lontano da me dentro il rifugio che il mio gioiello taglia in pezzi che perdo perdo senza rimedio.

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di Genoveffa Genni Morganella Ho percorso il Naviglio con il tuo stesso cuore matto che voleva per forza vivere Ho percorso il ponte della nebbia per incontrare il sole. Nel sereno delle sue acque ho perduto l'amore, ingannevole, di un cuore imbrattato di poesia. Ci fermammo dinanzi al civico 47 in Ripa di Porta Ticinese alla ricerca di una risposta a respirare aria trepida di passione. In due, guardammo in alto con la speranza di vederti affacciare da quel balcone ornato di fiori rossi. Un solo cuore, a ripercorrere i tuoi passi di gazzella sulle sponde del Naviglio Grande. Quanto amaro ancora quel caffè delle dolci follie che sapiente dipingevi a dare un colore a pareti tristi di bianco. Ai cancelli del manicomio mi conducevi, come quando ero bambina senza osare varcare i confini della dimora della tua poesia. Come nata dal tuo grembo. Il tuo sguardo di madre ho spinto nella mia bocca per assaporare versi incontaminati di una promessa vergine: - Al mio amore - Diceva... Era Dicembre. 115

Quello che resta, solo frammenti di un muro unto da mani sporche d'amore. Questa è la colpa dei matti, amare per forza, perché amare è stata la tua forza.

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di Fatima Mutarelli Bambina dove corri? la tua gonna larga i piedi scalzi sorridi nello spazio dei tuoi denti tra lo spazio dei tuoi anni ma è mio il vuoto che porto dentro. Vieni abbracciami. Bambina cosa dici? Ridi forte ma non è dolore e le parole invisibili come lame nel vento le ferite tra le rughe. Non vedo. Vieni toccami. Ho bisogno di sentire. Bambina hai tra le mani solo steli di spine le doni. E' Amore. Sono miei i rovi. Dentro. Vieni liberami

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Rosa - dici a chi ti passa accanto la libertà è per chi coglie il bocciolo. Bimba insegnami cos'è la primavera.

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di Domenico Nenna L'ora del mio vuoto La notte è silenzio infinito di un eco oltre i confini della realtà lei parla nel vuoto della mia camera fredda fugace l’ora trama e si aggira lenta. Parlerò alle mie folli insicurezze disegnerò un arco tra le nubi voltando pagina di un libro incollato e colmandomi di eterne carezze. Avrò cura come medico di me stessa trascinandomi tra i rami del mio bosco rinvigorita saprò soccorrere anch’essa. Lei, amica anima della notte è via pneuma forte con una lenza alzo le mura dell’aspro colmò il vuoto e casa mia.

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di Francesco Occhetto Ad Alda Merini Ed arando le terre d’Eufrosine, colei battezzata Carite le cui amnistie diguazzarono nelle orine di Galilea, denudai le zolle sulle quali v’era l’esodo del secco patire di uomini crocifissi alle danze di Giuda, che mai ardirono tinnire le nostre cetre. Aberranti d’amore, s’abbinano i poemetti persiani all’alfabeto che disgiunto si supina e crogiola sui fregi dell’altisonante frenocomio ove lasciasti le tue vesti di sposa ad umettarsi di prosa. Addentro i meriggi , laddove m’additavi le strade, quando profluvi ed acclimazioni s’abbacchiavano sui giunchi per soli scopi linguistici , io ho snidato le serpi ch’ora ci bacano le carni. Ti prego, tirannide petrosa, concepiscimi poeta, così ch’io possa digiunare lungo le tue ingordigie e non assetarmi alle tue baie fanciulle, poiché solo se pasciuti potremmo avviarci ed in somma, percorrere boschivi, le vie dell’annottata Damasco.

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di Ivana Orlando “Mi sento nuda ancora adesso" (la verità dall'estro senno)

Crogiola mia sciancata verità irrora la mia polla agonizza il mio senno spoglia le mie ossa. Alla luce della tua morte nacque la mia Poesia la tua bellezza è - casta -. In quarantasei battiti metallici indosso l'aporia ... “Mi sento nuda ancora adesso".

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di Antonella Palermo Gli Assenti Figure solitarie ed "assenti" sedute o distese su un lettino cigolante quasi sempre all'ombra del sole e di se stesse. Vite non vite con la mente, il corpo ed il cuore dalla sorte crudelmente ingabbiati. Figure assenti che a volte sentono senza volerlo voci sconosciute dentro la mente dolente, che a volte piangono in silenzio ma senza lacrime apparenti ed altre volte piangono fiumi di lacrime salate, e che alternano risa infantili ad urla improvvise e strazianti. Vivono... senza vivere... una vita senza presente, né futuro dove volteggia distante persino l'oscura ombra del passato. Uno strano mondo il loro privo di schemi privo di carezze e baci privo di luci, colori profumi ed incanti. Un mondo freddo e lontano dove tutto sembra un eterno vegetare dove si sognano sorrisi caldi e sinceri e dove riesce talvolta a balenare improvvisamente il sogno di un batticuore. E' il mondo degli assenti.

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di Samuel Paterini Occhi stanchi Sentimenti, quanti sentimenti nella tua vita, quanta verità taciuta, momenti che si rincorrono con le nuvole attorno. Semplice, quanto è semplice il tuo sorriso, non saprei spiegarti… da uno scorcio ammiro il battito del cuore di un nuovo giorno, il desiderio tuo di soddisfare ogni respiro di vita ed ora, la salita... un temporale si abbatte con forza, ma poi d’incanto il sereno torna. Il cielo, seppur immenso, purtroppo non ha forma. Ora ti parlo ma tu hai gli occhi stanchi, guarda! Guarda quanta vita hai davanti… distese di sentimenti, passioni, rimpianti. Ritorna ad accarezzare quei brividi, i capelli suoi, gli attimi… se solo lo vorrai gli occhi tuoi, da quello scorcio, troveranno i miei.

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di Antonella Patti Vagando nella tua mente i pensieri prendono forma sulle pagine bianche della tua vita. Quella stessa vita che ti ha fatto conoscere un altro mondo. Ma se la follia è la causa del tuo essere diventata la Grande Alda Merini allora diamole il giusto merito, e non la chiamerei follia bensì un'insana e affamata mente traboccante di emozioni e sentimenti.

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di Massimo Paudice e Miranda Galati Voce di carta Non esiste fosca solitudine in quell’angolo di tenebra illuminato dalla tua follia che altri chiamano pazzia per quel tuo essere diversa per quel tuo cercare amore per quel tuo sentire il battito tra passione e sangue che cola. Dio t'ha donato l'arte della voce per asservire il tuo destino infame e salvare tormenti su una lacrima. Non importa quanto cuore hai e se per donarlo ti sei trafitta ancora per poi morire sull’altare di un bacio dimenticando la faticosa ascesa dell’anima. Lo hai fatto e rifatto instancabilmente in nome di un riscatto che ti spettava in nome di un urlo che ti apparteneva in nome di un ardore che ti bruciava in nome di una giustizia che ti ignorava. La gente comune ha paura e non vuole comprendere ma tu della vanità di esistere conosci tutte le sfumature tutti i ponti sulle ferrovie tutte le fogne maleodoranti tutti gli sguardi di pietosa condanna. 125

Ti lasci cadere furiosamente ignorando lividi indelebili sulle improvvise impennate e gli anonimi momenti di pace. Trovi rifugio su quell’unico astro la cui luce non si può oscurare ricoprendoti di quella terra che ti fu madre nel conservare ancora l’essenza del soffio.

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di Calogero Pettineo Alzheimer Dimenticare l'aroma dei fiori non ricordare né figure né colori disperdere memoria di chi sta vicino non sentire lo spegnersi come un lumino vivendo le reminiscenze del male presente e guardando a tergo osservare il vuoto... il niente.

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di Cristina Pinochi Sono Alda Sono farfalla e ragno Viva più della vita Acqua di fiume e asfalto pianto Amante della mia penna Volo, dove voglio e muoio e poi rinasco Sono figlia dei Navigli Libera e in prigione Ogni vento m'è nascondiglio o rotta Io scrivo e Amo Sono il mio veleno e la mia passione Nel Mio inchiostro c'è follia sensualità pudore vita e morte. . . Rumorosi silenzi Assordanti abbracci Catene e prati non fanno differenza La verità è dentro tutto Sono Alda quella de Navigli la "pazza" Quella che ha sempre visto un po' più in là… Di tutto ho fatto un sacco Le urla in manicomio o il treno per il mare Nulla cambia per me Tutto è Amore…

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di Luisa Pira Nelle stanze dell’anima Come il mare d’inverno, vuoto d’amore e assente, guardi il mondo da immensi abissi di malinconia. Nelle prigioni del cuore, sogni e ricordi vividi e porte chiuse e brividi, ombre fioccano via. Nelle stanze dell’anima trame di oscura follia, foglie di luce ondeggiano, firmamento di poesia. Seduci col tuo canto l’eterea fantasia e intrecci sogni e nuvole con ali di magia.

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di Daniela Pireddu Alda Sbocciare il primo giorno di primavera. Essere fiore con i petali di poesia, essere corolla dai mille colori, dagli eleganti profumi, eterea, leggera essenza . Avere ali e sognare di volare cullata dal vento delle parole che nascono dalla voce del cuore. Sentirsi anima figlia della notte, tra soffi di luce e quelle ombre lunghe, che appaiono tra gli squarci di un sole che gioca a nascondersi. Eppure amare, amare la vita, amare ogni piccola cosa che vive in silenzio.

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di Rosy Pozzi L’eterno calamaio Scivola via il nostro tempo. Scorre veloce lasciando tracce d’un ricordo impresso nella pellicola della nostra mente visitata e rivisitata incessantemente come la trama di un accattivante film. Scene da ricordare e riportare alla mente. Sensazioni d’istanti vissuti, di momenti, di azioni, eventi, persone, amori… fra gioie, tensioni amarezze. Sfuggono in fretta i mesi fra le vibrazioni del cuore e in lor scavando col pensiero a lungo mi soffermo a marzo quel mese a me più caro della mia venuta al mondo dell’attesa primavera della rinascita della natura …il mese della poesia. Anche Tu mia amata poetessa, anche tu natura di marzo “Sono nata il 21 a primavera ma non sapevo che nascere folle aprire le zolle potesse scatenar tempesta...” Quanto amore nel Tuo cuore quanta sofferenza nella vita quanta semplicità e profondità nell’anima quanto talento nei tuoi versi e quanta gioia e delicatezza in ogni Tua parola nella Tua voce, in ogni Tuo gesto, 131

in ogni Tuo sguardo! “Ci sono amori che sono mormorii di primavera”. A noi sempre più grave giunge l’assenza in questo tempo del Tuo prezioso calamaio “Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo” Quel calamaio ch’è per Te or Eternamente più vicino in cielo... ma immensamente tristemente a noi distante ... Ohimè … or per noi tremendamente irraggiungibile, assente… ma con Te e coi Tuoi versi scolpiti nel cuore e nella mente “sempre”!

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di Michele Prenna Follia? E' follia sperare un domani migliore con pane per tutti e con pace? E' follia credere nella punizione qui ed ora di chi reati commette? E' follia sull'Amore contare cantandone le mille bellezze? C'è di che disperare col male fin troppo evidente di fame, guerre, violenze e odio tanto e dolore. Così preferibile è il folle.

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di Gianluca Regondi Quei giorni Ascolto i propositi derisi di ogni frase d’amore ed ogni sua parola si attenua nel baccano tramontato di un rossore mentito ormai. I suoi disegni e le sue scie ascoltano il placebo stanco di un cielo d’uomini consumati senza più tempo per i figli scelti. E quei giorni di pane quotidiano scandiscono l’attesa scomparsa delle proprie ombre calpestate giorni persi in quei gesti ammutoliti dall’istante inarrivabile di un tepore mai raggiunto. Vedo solo la fuga della pace. I capelli del nulla accarezzare i loro desideri rauchi per ogni significato dimenticato sulle scale di quei giorni seduti nell’assurdo sguardo pregato alle proprie mani confuse.

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di Giovanna Rispoli Alda semplicemente Rapida violenta marcia militare rintoccante suono preciso ticchettio d’orologio! Pulsante adrenalinica come scossa elettrica. Inutile inesauribile follia. Follia d’amore. Lacrime d’angeli scrosciano come pioggia su versi le hai riversate. Scorre nelle vene ogni singola emozione tu hai vissuto. Tu donna, semplice incredibilmente sensibile inesauribile amante d’amore e di vita.

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di Pierfrancesco Roberti Farfalle Afasia di parole stropicciata di suoni carezza di versi d'occhi innamorati silenzio d'un disegno dipinto d'una farfalla librata sui mondi vestiti di muri librata sui mondi vestiti di no viva.

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di Maria Romanetti Ti ricordo così Il rossetto sbavato e l’eterna sigaretta tra le labbra. L’abito sciatto e la collana di perle sempre al collo. I capelli scomposti e quella smorfia vestita da sorriso. Gli occhi velati di candida follia e di un immenso bisogno d’amore. L’anima assetata di emozioni e il cuore livido per i calci che, innumerevoli, la vita ti ha dato. L’alone di mistero, il fascino del tuo sguardo l’estasi della tua poesia, la grandezza della tua arte, la morte non cancellerà.

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di Carlo Romano Lacrime di sale Con dita leggere, sfioro i tasti di questo pianoforte vivo di musica e poesia di sconfinate onorate note e rime. Cerco la mia anima venerata nelle pieghe del rimorso, nella carne disfatta nel dolore, nei ricordi dei miei passi, nella notte solitaria tra lamenti e pianti m’incammino distratta tra le grigie corsie e i viali alberati, mi lascio andare, trovo rifugio nella poesia, entro in punta di piedi nella mia anima dilaniata, mi distacco dalle temute ombre snervate. Questa immensa melodia espletata, venerata con grazia volteggia per incanto, lievemente nell’aria come un canto onirico, centrale, in un cielo immortale. Ah! Ripete tra sé Alda…. Se potessi volare volerei in alto fino a toccare il cielo con le mani e liberarmi… finalmente dalle malvagie radici del male, da questi atroci nodi che legano le mie mani da stringhe di stracci… Insudiciato di sudore e lacrime… Intorno e dentro di me prospera un caos globale una incoscienza senile… Senza fine… E, non capivo! Mio Dio non capivo… Se avevo ancora vita o morivo, se era inferno o paradiso. Sono disperata, navigo senza vela e remi nel tumultuoso mare dei veleni. La vita non mi ha sorriso ha elargito solo fiele ha scagliato con furia 138

su di me la sua falce nera nel buio della notte nell’ombra della morte vera, l’angelo del male… Ha bussato alla mia porta e mi fa segno di andare… A te che ami la poesia, il sentimento, il verso sappi che ho consumato mio tempo, ho donato ai miei quaderni il mio sangue bevuto a malincuore l’amaro calice dell’infamia, versato in solitudine lacrime di sale, sorbito ingiustamente il male dell’ignoranza il peso esorbitante della stupida incoscienza. Ora dopo tanto camminare, gridato inutilmente il mio rammarico, potrò finalmente addormentarmi acquetare la mia anima stanca e ritrovare a conti fatti la calma… L’eterna pace…. Sulla riva del cielo stellato dopo aver dato tanto lavorato, sopportato, amato e tollerato…. Come Dante sono discesa nel limbo dell’inferno come donna sono stata ingannata profanata nell’anima. Nel dolore ho capito il senso dell’essenza, il valore, la potenza del verbo. Ora sono… Inginocchiata davanti a Dio e bevo dalla sua coppa inviolabile il sangue della vita, sulla terra ho lasciato il mio segno, una parte del mio regno. Abbracciate con passione i miei lavori, non cancellate con la spugna del disonore… Le mie riflessioni… I pensieri… I numeri che ho riportato sui muri.

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di Francesco Rossi L’orma del poeta Alda, Giuseppina, Angela i tuoi nomi come parafrasi di tua vita uno nessuno e centomila per tutti una e unica per me. -Nata il ventuno a primaveraoggi sei tempesta dentro me che sconvolge, che spazza via incerto che avvolge. -Applausi alla pazzia- riconosciuta alla furia che costruisce alla demenza che stupisce orma incancellabile. Io non cerco di prenderti -mi scapperesti tra le ditalascio solo che tu lasci orma nel mio essere, nel mio esistere. Tu che non rigettasti le tue ombre mi hai lasciato nell’ombra di tua umiltà mi hai spellato di mia presunzione e nella tua ombra riposo. E nelle tue, le mie notti che non accadono mai, io intingo il mio calamaio, che non è il tuo, e il mio, ma pieno di te. 140

di Maria Rotolo Homeless Rumore di passi modulati da vecchie scarpe. Piedi che vagano come ali spezzate. Camminare, andare avanti per non morire. Sopravvivere soltanto, inseguendo quell’attimo in cui occhi prosciugati riavranno speranza di un tempo per vivere.

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di Rosetta Sacchi Ho bisogno di silenzio Ho bisogno di silenzio come te che mi cammini accanto distraendomi dal fischio sui binari come quando sull'onda dei pensieri una smorfia disegna la mia bocca e tu ti sveli nell'ultima carezza . Ho bisogno di silenzio e del ricordo timido d'un bacio per farti ritornare mentre taci perché ti so capire ed io non ho parole ora che a te basta l'accento muto delle labbra.

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di Maria Scivoletto Luce… Non sarai mai nel buio, del tuo riflesso qui sulla terra …vivono persone. Luce, gioia , sorriso, sarai… d’ora innanzi per l’eterna tua dote … Signora Poesia. Il ricordo del tuo incedere, nel mondo delle stelle, non ha tempo e spazio, sarai gioia, sarai riso, sarai allegria… genio… pazzia, eterna Poesia!

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di Valentina Selene Medici Anima nuda Ho messo a nudo la mia anima all'alba di un nuovo giorno. L'ho spogliata dei pensieri. Da ansie paure preoccupazioni. Sofferenze antiche e presenti che le tarpavano le ali. Non più rinchiusa da camici controllata. Ora dilavata e leggera verso una nuova vita vola. Ora la parola follia più non mi appartiene. Posso scrivere di figli di amori vivi, ardenti. Attraversare l’arcobaleno e uscirne colorata. Ora posso rivestirla di luce e serenità.

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di Anna Serio Immensa Poesia La notte demoni, angeli all'alba e finalmente sognavi... Luci che trafiggono, tenebra che tormenta, urla e frastuono, il vuoto il nulla: inferno per le carni trasportava al divino la tua anima pura, abbandonando mai il corpo oltraggiato. Tra acri odori e disumane visioni, eri rosa purpurea nel fango gettata, con spine infilzate a straziarti la vita. Una perla, un sacro silenzio, una paura nel cuore... e, albatros, volavi nei cieli dei tuoi assolati pensieri tra i tuoi amori e passioni. Abbandonata, sposa divenivi del dolore e coi suoi fili 145

il corpo ricucivi. Fuoco divampante, eri donna terra fertile, eri madre radici che mutano e rami fioriti, eri albero in gelido inverno... negli occhi malinconia bambina bramosa sol d'amore. Non meretrice, ma seminatrice eri di lei, la tua linfa vitale, la Poesia: petali di rosa sparsi dopo il tuo sacrificio sull'altare. Non era follia era nobile genio, non era malattia era immensa Poesia.

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di Angelina Sessa Me stessa Mi piace perdermi nel labirinto dei sogni, accettare i miei “oltre” con la sinergica forza dei tuoi reiterati no, deformarmi attraverso gli altri e riscoprire più vigorosa la mia inconfondibile esistenza. Al buio respiro affannosa, solo intingendo la penna nel calamaio mi rigenero con versi di polvere che un vento caldo disperde tra i mille colori del cielo. Geme la mia anima, persa tra le immagini di un tormento d'amore. Voci roboanti di dentro sussurrano come le Sirene, lusinghe di un vorticoso viaggio verso il baratro. In Dio la mia anima amante ritrova il suo seme, nel delirio della fantasia il suo languido umore. In una simultanea presenza di gelidi sguardi ho pianto, ho riso, ho sperato invano lottando contro un implacabile silenzio.

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di Cristina Pia Sessa Sgueglia E’ follia… Nella follia ti sprigioni smarrita poetando tu corri lontano la penna ti prende la mano è follia… ma dà senso alla vita scalza… sulla sabbia bagnata non celare la tua nudità nel ricordo che mai finirà poi… ritorni nel corpo annientata. è la vita del mondo terreno che ti maschera… in quello che vuole ti confonde… di tante parole… poi… ti stringe nel grande suo seno!

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di Nadja-Florence Siene Berce-moi de silence C'est d'immersion dont je te parle, celle dans le silence, pour me recouvrer et te retrouver... et je peins mes émotions sur la toile de mon coeur où elles s'imprègnent. elles caressent les touches de mon âme... et se diffusent alors une douce mélodie aussi suave que le miel, et des paroles où je me blottis pour me bercer, des paroles silencieuses indicibles candides, aussi pures que ton coeur. Cullami di silenzio E' dal profondo che mi rivolgo a te,/che nel silenzio,/per recuperarmi/e ritrovarti/dipingo le mie emozioni/sulla tela del mio cuore/ove si impregnano/si accarezzano i tasti della mia anima.../per poi diffondere una dolce melodia/dolce come il miele,/e le parole/ove mi accovaccio per cullarmi,/le parole silenziose/indicibili,/candide,/pure come il tuo cuore. Traduzione di Emanuela De Marchi.

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di Emilia Simonetti Nei meandri della mia lucida follia! C'è un momento in cui finisce il cammino... binario morto, ti fermi e stai! Ridi, poi accenni il pianto... fare cosa? Rimanere assente nel rimpianto! Le mani ti tremano e ti parte un canto, anzi un lamento sottile, lieve... mentre dentro hai freddo, la pelle freme, come se il tuo cuore fosse soffocato da una coltre inesorabile di neve. Allora pensi alla tua lucida follia... alla voglia desiderata, gridata e decisa di appartenere a te e diventare solo tua. Dare il corpo e conservare l'anima per mancato amore... come l'ultima delle donne e la prima delle volpi, che non avendo trafugato la vite... dice che non la raggiunge la fame e quasi mai la sete. Ringrazi la tua lucida follia per non esserti mai legata, l'amore di un giorno... senza rabbia, legato ad un invisibile granello di sabbia. Forte della tua finta durezza e della tua inventata libertà, fuggi gli sguardi... per evitare la doccia gelata 150

dell'assoluta verità, perché la follia ti ha protetta… è stata il tuo scudo inerme… Solo grazie a lei, riesci a dire ancora... e maledettamente sempre!

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di Marina Sirolla Salvezza Quanto è dura farsi capire difficile farsi sentire, qualcuno o nessuno sa quello che sei! La salita si fa sempre più dura, parlo con i muri… tanto non mi ascoltano! Nella vita non conta urlare, dovrei urlare al mondo tutto quello che ho dentro. La profonda delusione non è scritta negli occhi, la nascondi giù in fondo al cuore, nel cercare un appiglio sono tutti lontani “ non è niente passerà!” Un grido di esasperazione mi strazia, non riesco più a trattenerlo, apro i libri e li richiudo, non riesco più a leggere ciò che prima era la mia salvezza.

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di Vera Somerova Preghiera folle Ridonami, fata dei folli - per un giorno solo le opalescenti ali di una libellula che danza e non quell'inferno di amara cenere che - d'improvviso sulla mente mi piove... Non dirmi che i manicomi sono per i matti, imbelli predatori dell'aria, vanitosi cantori dagli occhi spenti... Fiere da addomesticare, falchi in volo agitato a ritroso del tempo... Fantasmi umani, ricoperti di gocce di sudore e bramosia... Guarda: loro pattinano sulla Via Lattea, pranzano con il re Salomone, cenano in compagnia di Platone, cantano in segreto i loro intimi amori. Di cristalli di lacrime piante il loro mondo è pieno. Speranze ed ira veleggiano nei loro mari: schiavi nelle gementi galee, remano contro i venti... 153

Ascolta: gli sventurati cantano. Ugole generose attendono i plausi. La notturna melodia dona l'oblio agli animosi sensi. Ondeggiano i cuori, estirpati dai grembi materni, banditi dai felici focolari non chiedono altro che un obolo d'amore. E quando di sangue rosseggia l'orizzonte, a porte chiuse, mendicano le stelle, e non sanno di averle già negli occhi... Fata dei folli?

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di Rita Stanzione Sei sempre e manchi Ora che non sei più sei traguardo libero, il paradiso d’essere folle e anima nessuna mano a curare i segreti dei tuoi mali terreni. Ora che non sei più sei sempre e manchi ma non s’asciuga la zolla che abitavi nei nostri orti tu, appartieni alle ombre insonni che tornano dove hanno amato.

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di Antonella Stelitano Ad Alda Ibernata e sospesa voce d’anima tra le mura della follia. Respiravi tormento, per quei obliosi giardini, regno del silenzio. Leccandoti le ferite vivendo di fantasiosa passione per non farti cullare da bramose braccia di eterna estinzione. Così come l’araba fenice, sei risorta dal tuo inferno, sei rinata come un fiore a primavera dopo un buio inverno. A raccontare la melodia della vita, della tua sfida per la vita tra una sigaretta e uno scritto ed io mi inchino al tuo cospetto scrigno di saperi oggi come ieri. Quella tua voce pura 156

chiusa tra intime mura, echeggia sempre più possente, nei cuori e nella mente. Riesce a ricamare molteplici sensazioni sulla tela delle emozioni. Ora che sei stella fra le stelle ci pensano le tue parole a dar brividi sulla pelle.

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di Grazia Tagliente Le mie sfide Di fragile vetro sono le mie dita eppure sempre squarcio gli azzurri in cerca di tempeste per sentir scorrere su queste membra inaridite dai tormenti del mio vivere presente gravi cascate d’acqua e veder poi sbocciare fiori a profusione tra cupi e rari spazi di dolori da scacciare. Quest'anima bramo vestire di luci e colori mentre pozzanghere come ingordi laghi vanno racchiudendo ombre e geremiadi. E i miei passi pesanti dai terreni respinti osano diventar voli che alti s’elevano zigzagando tra astri dalle braccia tese complici ed amiche. Ed è solo lì in quei confortanti asili senza tempo né età tra soli splendenti 158

o tra labirinti di stelle d’oro e d’argento vestite e lune ammiccanti che le mie sfide ornate da seducenti sorrisi possono sperare quieta dimora trovare.

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di Grazia Maria Tarascio Innamorata del silenzio E l'io liberò il seme della follia all'alienata spezzando le catene e considerandola malata nella sua Gerusalemme... dove il pianto nella Gerico del muro ha bagnato le fessure delle sue paure... e il Cristo, inventato e tormentato con il nome di pazzia... le ha carezzato infine il volto. Maddalena più nascosta nell'acqua d'amnesia, anch'essa figlia ingrata, emarginata nel suo mondo... metafora che sfiora il fondo di un lago dove spesso si specchio malinconia. Ha pianto un po' per gioco credendo fosse il suo destino... abbandonandosi a quei sogni che avevano il sapore del buon vino... ed ebbra di quel fumo ha visto mani rovistare la sua carne per cercare di rubarle l'anima nel pieno del suo inverno. Ma partorì la vita, e dal bianco del suo mondo scrisse balsamo per i figli che scomparvero dilaniati da quel male imbarazzato. E la chiamò poesia, e forse era figlia sua 160

anche quella donna sul confine del martirio... un'altra Ofelia innamorata del silenzio in un corpo tradito proprio il giorno del suo sposalizio. Un fiore mai avuto... un sogno mai finito... il passaggio di una donna nell'io fuggito senza un gemito.

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di Viola Tatham Il poeta Ali divelte non fermeranno il volo solo gocce di sangue vicino a una finestra. Cavi assassini bruciano i pensieri come streghe ma l'anima rinasce sempre aerea e più dolore prova e più s'innalza invisibile per chi non sa volare. Il poeta è eterno come un dio è puro spirito nel limbo della vita resta sospeso tra la terra e il cielo e se non vive, non potrà morire.

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di Maria Teresa Tedde Alda ti sento mia Ho conosciuto la tua voce nel silenzio di parole avvolte in ricami pensieri del cuore. Roca la tua voce ingrigita dal fumo, languido e tenero il seno tuo. Emozioni dense urlate fra lenzuola grondanti sudore. Non sento l’odore di lacci legati per annientare l’anima. La mia bocca mastica sapore di emozioni ed ho sete di te dei tuoi amori pianti fra lerci cuscini di mare salato. Amo la tua poesia… Alda…ti sento mia!

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di Karen Tognini Fogli di Poesia Bella con i sogni dipinti negli occhi. Lacrime d'essenza di stelle scivolavano sopra muri di pietra dove urla del cuore tuonavano del tanto dolore. Avevi l'anima troppo candida.... Bianca come la neve. Tenera come il sorriso di un bambino. Passionale come il rosso di un fuoco vivace. Ma troppo sensibile per morire di monotonia. Nella follia dell'uomo hai nuotato senza affogare arrivando in tutti noi come carezza d'amore scritta su fogli di dolce poesia.

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di Marisa Tumicelli Per Alda Donna di sguardi ti posavi con occhi gravidi di luce su letture del volto. Mi amavi... ti amavo in un germogliare di idee e fiati accoglienti. I nostri legami stampe di parole in sacralità di essenze dentro ardori di silenzi. Abbagliante incontro quel tuo sostare fra cielo e terra... fragilità di lampi sospesi istanti.

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di Massimo Turbi Urla nel cielo Urla nel cielo terso d'immagini affrescate nella volta celeste. Pindarici voli nella mente stanca di abbozzare falsi sorrisi iniqui sognando di librarmi nella lunazione discendente verso il mio spirito apomorfo per evolvermi dalle catene imbastite da logori remoti nelle grotte dei ricordi ricolmi di apprensioni. Gioghi ferrosi serravano i soffi vitali liberandomi dalla rabbia refusa di secoli alieni. Principessa mia sposa custodisci nel fervore con spada tratta il tuo schiavo passionevole che amandoti alla follia annienterebbe lo spirito pur di ottenere le rivelazioni del sentimento da poter essere sazio per la vita 166

senza principio né fine Pazzia di strofe mai finite, mi ritrovo inerme davanti al tuo corpo illuminato dal dolore che solo illude i miei pensieri nei giorni vuoti della tua assenza.

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di Lorena Turri Nel reparto di psichiatria Nel reparto di psichiatria c’è un corridoio lungo, lungo, con una sfilza di gabbiotti allineati. È lì dentro che comincia la trafila con un laureato fresco di giornata che ha imparato a memoria la lezione - di un medico importante servitore compiacente e guai a sgarrare - la pena è un cazziatone -. Perché sono qui? Non so. Se lo sapessi sarei andata altrove. Dove? Sarà banale ma forse al mare a godermi un bel tramonto oppure in cima a un monte a respirare quel gran silenzio e a fare l’amore, sì - l’ a m o r e perché lei non lo sa ma a me manca tanto - dottore -.

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di Ute Margaret Saine Al verde ‘Alla pazza della porta accanto’

è follia la follia è follia guardare il sole [se non sei cieca] è follia guardare la luna [se non sei strega] a volte è follia guardare e punto è follia essere docile è follia essere indocile [scegli la tua fra tutte e due] è follia dividere un amore indivisibile è follia voler reggere la follia 169

[elettroshock] tanti pazzi saggi e tanti saggi folli che ci sono stati: Till Uylenspiegel Gimpel the Fool Raskolnikov Alda Merini e la suprema follia è scrivere poesia.

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di Chiara Vacchieri Latitudini di follia La normalità viaggia insieme alla follia percorrendo la rotta che plagiando la fantasia degli antipodi scotta i piedi sulla spiaggia. Si incontrano giganti, vessilli di signorilità, nascosti nella statura di nani stravaganti il cui senno snatura in una mente senza età. Che la causa della pazzia sia un eccesso di carenza dall’assurdo effetto che deturpa l’intelletto privandolo dell’essenza che dell’ordine fa razzia?

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di Maria Grazia Vai Sulla ginestra, il canto dei poeti Fiorisce il canto di chi rubò la voce al vecchio della porta accanto. Rubò l'onda al pescatore. Diventò sentiero per il cammino di noi, instancabili viandanti. Piove sulla ginestra sfiorita a novembre. Lacrima una gemma: È dei poeti - il canto ...arrivederci Alda...

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di Marco Vicini Cara anima Nell’angolo solo dipingi il muro di lagrime e copri il viso spaesato con callose mani per aver tentato di fuggire dal buio. Ma intorno tutto è sole. Ogni parola ti è nemica e ti rifugi nelle fantasie che ti allontanano dal mondo dimenticando che anche in te c’è luce. Spogliato della ragione tumefatto dai ricordi trafitto dagli sguardi parli con il silenzio. Lo specchio riflette l’ombra di ciò che è rimasto di te. Gli occhi… quegli occhi sussurrano che credi ancora in un ritorno. Cara anima cancella quelle immagini soffoca quelle voci e i pianti diverranno scioccanti quadri e i lamenti un melodioso canto della vita. 173

di Roberta Viotti Eowyn La corsa Ci sono sguardi in tutte le finestre e fronti con pesi diversi e io che avevo paura amai Poesia come una casa dove andare di corsa.

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di Veronica Zaninotto Impronte La matta forse sono io. Un varco aperto fra testa e cuore, non mi da più pace nemmeno la notte. Mi battono e mi stancano le vibrazioni di te mio altissimo desiderio che in fondo, non arriverai mai. Nuvole di fumo denso avvolgono il male che mi rantola dentro e non trova altra via, che la poesia.

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di Mara Zilio Nel vuoto della notte osservo il buio e dondolo il cuore su tessuti impregnati di fumo e bevo lacrime di disperazione inzuppando il midollo, lasciandomi cadere su letti deliranti avvolti nella solitudine, senza distinguere il bianco dal nero e il nero dal bianco. In queste stanze di ombre dove il sole è scolorito sfoglio pagine ingiallite di sofferenza e con lamenti e pugni al petto mi vesto di dolore, come un inverno rigido ho congelato il corpo lasciando incolume l'anima e la poesia che ho inciso sulle crepe dei muri con grida e amore. Ora tutto tace, i miei versi muti parleranno di me.

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di Italo Zingoni Barboni (ad un'amica) Viviamo in tempi di soap opera quale sarà - mi chiedi - il destino del mondo... Conosco un uomo che insegue la sua ombra - le clochard inconscient - si dice in giro, solo con un cane a fianco che fruga nei cassonetti per oblio della vita che visse forse e non sa se un Dio (ma quale?) un giorno gli tolse la memoria e quindi non lo può ringraziare... non cura la sua sorte - è un' Arte ? e lava bottiglie di plastica vuote all' acqua delle fontane, ricicla gli avanzi e li mette da parte perché domani… non si sa... raccoglie forse il Niente che gli potrà servire per una inconsueta diversità... potrebbe dire - cerco l'Uomo ! (scarto lui stesso) tra gli scarti della nostra indifferente società. Intorno a questa verità - ti dico è stretto il falso nodo della vita cui nessuno - logica non serve approda per un richiesto invito... 177

e questo è il gioco - o la diaspora del non senso o meglio del Vuoto cui andiamo incontro e non mi pare poco.

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Ringrazio di cuore tutti gli Autori: Acireale Sara Maria Rosaria Agrosì Daniela Albora Marinella Arcudi Lilly Barrasso Antonino Barratta Anna Belfiore Mariapina Bellanca Giuseppe Bergera Tonino Bianchin Patrizia Borrelli Celeste Bosca Paola Buono Nunzio Cacace Antonella (Sirena Megaride) Capitanucci Vincenzo Capizzi Eloise Cappelloni Gastone Caputo Antonietta Carlini Alessio Carniti Emanuela Caviglia Adriana Centofanti Lorena Cimini Eleuterio Citarei Loretta Rosa Blu Clemente Rita Colasanto Annarosa Collini Anna Costarella Bibiana Cotugno Matteo Cubicciotti Aurora Dadone Antonella D'Andrea Francesca De Felice Sandra De Iudicibus Rosalba De Maglie Assunta De Stefano Michele

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Del Monaco Elio Della Porta Momo Dellocchio Daniela Denaro Grazia Di Caro Valentina Di Liberto Marilù Di Pasquale Fausto Di Vona Rosalba Distefano Salvina Donà Franca Duilio Martino Ensoli Patrizia (Hypatia Gentileschi) Evangelista Siria Fasani Pietro Erasmo Fiaschi Giancarlo Foddai Luisa Fusco M. Maura Galibardi Concetta Garolfalo Gerardo Gazzaniga Rosanna Gennuso Melina Ghiribelli Francesca Gianuzzi Anna Gilioli Luca Giovinazzo Maria Pia (Lostris Hawass) Gorgoglione Ruggiero Grasso Giusy Guaiana Marcello Iannone Agnese Intruglio Angela Maria Jacono Ada Latini Giuseppina Lenoci Donatella Libero Adele Licata Melina Lo Bue Lia Lubrano Rosario

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Magi Manuela Magnasco Claudia Manicone Nicola Marchese Anna Margani Alfonso Mazzoni Anna Meloni Valentina Meola Antonio Merlino Biagio Merola Lucia Micelli Maria Mignosa Tiziana Milani Nicola Mingozzi Palma Mistral Matilde Moceo Cesare Montali Ilaria Morganella Genoveffa Genni Mutarelli Fatima Nenna Domenico Occhetto Francesco Orlando Ivana Palermo Antonella Paterini Samuel Patti Antonella Paudice Massimo - Galati Miranda Pettineo Calogero Pinochi Cristina Pira Luisa Pireddu Daniela Pozzi Rosy Prenna Michele Regondi Gianluca Rispoli Giovanna Roberti Pierfrancesco Romanetti Maria Romano Carlo

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Rossi Francesco Rotolo Maria Sacchi Rosetta Scivoletto Maria Selene Medici Valentina Serio Anna Sessa Angelina Sessa Sgueglia Cristina Pia Siene Nadja-Florence Simonetti Emilia Sirolla Marina Somerova Vera Stanzione Rita Stelitano Antonella Tagliente Grazia Tarascio Grazia Maria Tatham Viola Tedde Maria Teresa Tognini Karen Tumicelli Marisa Turbi Massimo Turri Lorena Ute Margaret Saine Vacchieri Chiara Vai Maria Grazia Vicini Marco Viotti Roberta Eowyn Zaninotto Veronica Zilio Mara Zingoni Italo

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