Adamo - Ibn'Arabi
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Allah - gloria a Lui! - volle vedere l’essenza1 (al-a'yan ) dei Suoi più Bei Nomi (al-asma al-Husna ))- che sono 2 infiniti - Si potrebbe dire che Lui stesso volle essere visto come essenza ('ayn) in un unico ente (kawn ), ), un 3 4 microcosmo che contenesse tutta la Sua Sostanza , che fosse benedetto dall'esistenza (al-Wujùd ) e che riassumesse l'ordine divino (al-amr ), ),5 affinché attraverso questo ente, ogni Suo segreto (Sirr ) fosse a Lui Stesso manifestato6. La visione (ru'ya' )7 che un essere8 ha di se stesso di per se stesso non è uguale al considerarsi attraverso qualcosa di estraneo, come quando ci si guarda in uno specchio. Quindi Lui si manifesta a Sé stesso nella forma che risulta dal luogo dove Lui Si manifesta(tajalli ). ). Questo non può accadere senza un 'piano di riflessione' ed un raggio che si rifletta su questo piano. Allah manifestò l'universo intero come una presenza informe 9 e senza grazia,10 plasmata senza spirito (rûh), come uno specchio non lucidato11, ma è regola dell'attività divina che Lui non foggi un luogo senza che questo ricevi lo spirito divino, descritto come se fosse vi fosse insufflato12 dentro13. Questo è il risultato della predisposizione di ogni forma plasmata a ricevere l'effusione inesauribile (al-Fayd)14 della rivelazione essenziale (a-tajalli).15 Noi dobbiamo parlare di quel luogo (qâbil )16, che proviene dalla Santa effusione (al-Fayd-Aqdas).17
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a'yan è qui tradotto come 'essenze', in quanto riguarda le essenze dei nomi rispetto alle loro forme verbali o di pensiero.
L'oggetto della 'visione' divina consiste nella possibilità essenziali, che corrispondono ai 'Più perfetti nomi’, vale a dire agli 'aspetti' universali e permanenti dell'Essere. Quando si parla dell’uno e dell’essenza unica di tutti i Nomi Divini e qualità, si impiega il termine adh-Dhât . al-Insân al-Kâmil, l'Uomo Perfetto. 2 La parola al-'ayn (singolare di a'yan) contiene il significato di 'determinazione essenziale', 'essenza personale', 'archetipo', 'occhio', 'fonte'. Questa frase significa allora, che Allah ha voluto vedere se stesso, con la limitazione che la sua visione non si riferisce alla sua essenza assoluta (adh-Dhât), che trascende ogni determinazione, anche principiale, ma per la sua determinazione immediata ('aynah), il suo 'aspetto personale', che è appunto caratterizzato dalle qualità perfetta di cui i nomi sono l'espressione. 3 al-Insân al-Kâmil, l'Uomo Perfetto. 4 Oppure dell'Essere, alla fine il termine al-Wujud avrebbe due significati. Alcuni manoscritti danno la variante:...' essere dotato di facce (AI-wujûh) vale a dire con più piani 'di riflessione' che differenziano l'irradiazione Divina (at-tajalli). 5 l'ordine divino è simbolizzato dalla parola 'essere!' (kun), si identifica quindi, al principio di esistenza. 6 L'allusione al Verbo Divino (hadith qudsi) rivelato dalla bocca del Profeta: 'Ero un tesoro nascosto, mi piaceva essere conosciuto (o: conoscere) e ho creato il mondo. 7 L'atto visivo è qui considerato come il simbolo della conoscenza nella sua natura universale. 8 Letteralmente: “la cosa”(ash-shay). cosa”( ash-shay). Ibn Arabi impiega a volte cosa questo termine per designare una realtà che non vuole definire in alcun modo, non dice “essenza” ( adh-dhat), per non affermarne la trascendenza e la non-manifestazione di ciò che è in questione, e non dice “Essere” ne’ “esistenza” (al-Wujùd), ( al-Wujùd), in modo da non sottolineare in tal modo l'immanenza e la manifestazione. 9 Oppure 'omogenee' (musawwî), vale a dire non include ancora l'impronta qualitativa e differenziata dello spirito. 10 Rawh = grazia, libertà: alcuni leggono ruh, 'spirito'. 11 E 'il caos primordiale, dove le possibilità di manifestazione, ancora virtuali, si perdono nella indifferenziazione della loro materia. 12 Nafkh, Qur'an 32:9, ecc 13 'Quando lo avrò formato, e avrò insufflato il mio spirito in lui (Corano XV, 29). 14 L'immagine di un 'versamento', o di un 'traboccamento' o di un 'emanazione' dell'Essere ( al-Wujùd) o della luce divina ( An-Nur), nelle forme ricettive del mondo non deve essere intesa come emanazione sostanziale, l'essere - o Luce divina increata - non avanza al di fuori di se stessa. Questa immagine esprime al contrario la sovrana sovrabbondanza della realtà divina, che distribuisce e illumina le relative possibilità del mondo, anche se è «ricco di se stesso» ( Ghani binafsih) e l'esistenza del mondo non aggiunge nulla alla sua infinità. - Il simbolismo del divino 'versamento' ( al-Fayd) si riferisce a questa parola del Profeta: 'Allah ha creato il mondo nelle tenebre, e poi ha versato ( afâda) su di esso della sua luce. 15 At-tajalli significa ''rivelazione” ''rivelazione” in senso generale, 'svelamento' e 'irradiazione': quando il sole, coperto dalle nuvole è 'svelato', irradia la sua luce '' sopra la terra.
Tutta la realtà (al-amr)18, ha il suo inizio in Allah 19, e la sua fine è in Lui, e "tutto quanto ritornerà a Lui" (11:123) così come cominciò da Lui. Il suo comando decretò la lucidatura dello specchio dell'universo. Adamo era la migliore lucidatura di quello specchio e lo spirito di quella forma. 20 Gli angeli21 sono alcune delle facoltà di questa struttura che è la forma22 dell'universo, quella che i Sufi definiscono, nel loro vocabolario tecnico, come il Grande Uomo ( al-Insân al-Kabîr ), ), Gli angeli sono per Lui (il Grande Uomo /l’ente che riflette la luce divina, vaso, contenitore, luogo) ) come le facoltà spirituali (rûhânî ) e sensorie sono per l’ organismo umano23: ognuna di queste facoltà (cosmiche) è velata dalla sua stessa natura, e non concepisce nulla di quanto è superiore alla sua stessa essenza, per questo si considerano degni di grande riguardo e di un grado prossimo ad Allah. Questo succede perché, in una certa maniera e relativamente alla loro natura, partecipano alla Sintesi Divina24 ( jam'îya per il lato divino (al-janâb-ilahi ), ),26 che dal jam'îya ) (al-jam'iyat-ilâhiyah )25. che regola chi vi appartiene, sia per lato della Realtà della Realtà (al Haqiqat-haqâiq ), ),27 sono inoltre - per questo organismo, il supporto di tutte 16
Dal punto di vista cosmologico, questo ricettacolo corrisponde alla sostanza passiva, la 'materia prima' o il principio plastico di un mondo o di un essere. Da un punto di vista puramente metafisico, il recipiente opposto - in modo del tutto principiale e logico all'incessante all'in cessante effusione dell'Essere, dell'Essere , è ridotto alla possibilità principiale, all'archetip o o all' «essenza «essenza immutabile' (al-ath Ayn thàbitah) di un mondo o un essere. 17 Cioè dalla manifestazione principiale, meta-cosmica, dove le 'essenze immutabili' sono divinamente 'concepite' prima della loro proiezione evidente nell'esistenza relativa. Questo passaggio viene spiegato come segue dal Sufi persiano Nur ad-din 'Abd Rahmân Jâmî : La Maestà di Allah (al-Haqq) si manifesta in due modi: uno di questi, corrisponde alla rivelazione interiore, puramente intelligibile [comprensibile solo intellettualmente], che i sufi chiamano l'effusione più santa ( al-Fayd-Aqdas), consiste nella autorivelazione di Allah che si manifesta a se-stesso da tutta l'eternità a se stesso sotto forma di archetipi, ciò di cui essi implicano come caratteri e capacità è la seconda rivelazione, la manifestazione esterna, oggettiva, che si chiama effusione santa ( al-FaydMuqaddas), che consiste nella manifestazione di Allah, mediante l'impronta degli archetipi stessi. Questa seconda rivelazione è consecutiva alla prima, è il teatro dove appaiono le perfezioni, che, secondo la prima rivelazione, sono virtualmente contenute nei personaggi e le capacità degli archetipi '. ( Lawaih, cap. XXX; edizione di testo persiano e traduzione in inglese di EH Whinfield and Mirza Muhammed Kazvini: Oriental translation Fund, New series, Vol XVI Royal Asiatic Society). In questo testo l'espressioni ''forme” o 'personaggi', che si riferiscono agli archetipi, dovrebbero essere intese come una semplice 'allusione', perchè gl i archetipi o 'essenze immutabili' sono evidentemente al di là di ogni distinzione formale o individualizzazione. 18 La parola amr significa in primo luogo 'ordine', 'comandamento', ma contiene anche il senso di 'realtà' e di 'atto'. L'Ordine Divino 'essere!'corrisponde all’Atto puro. 19 Il suo è il regno dei cieli e della terra, e Allah sarà tutte le realtà di ritorno ( al Umur, vale a dire le realtà increate delle creature) (Corano LVII, 5). 20 Nel testo originale, tutta la prima parte del capitolo, fino a quando le parole di cui sopra, formano una frase, con diverse proposizioni incidentali, è un insieme logico che descrive tutti gli aspetti essenziali della manifestazione divina. 21 quando il tuo Signore disse agli angeli: In verità, metterò un rappresentante sulla terra, questi dissero: Vuoi tu porvi uno che vi seminerà la corruzione, e vi verserà il sangue?, Mentre noi celebriamo le tue lodi, e ti santifichiamo. Egli rispose: In verità so quello che voi non sapete, ed insegnò ad Adamo i nomi di tutte le cose, poi le mostrò agli angeli, e disse: Ditemi i nomi di queste cose se dite la verità. Essi risposero, lode a Te, non ne abbiamo alcuna conoscenza, sappiamo solo ciò che tu ci insegni, Tu sei Onnisciente e Saggio! Così Egli disse: "O Adamo, lascia che essi conoscano i loro nomi! E quando egli fece loro conoscere i loro nomi, Egli disse: Non vi ho detto che conosco i segreti del cielo e della terra, e so quello che si scopre e ciò che è nascosto? E quando disse agli Angeli di prosternarsi davanti ad Adamo, tutti si prostrarono salvo Iblis (il diavolo) che rifiutò, ed era gonfio d'orgoglio, ed entrò nel numero degli infedeli '. (Quran II, 28). (Corano II, 28). 22 L'espressione ' forma’ (sûrah) è una di quelle che gli autori sufi utilizzano in modo molto libero, perché è suscettibile di varie trasposizioni al di là del significato più vicino, quello q uello di ‘delimitazione’, la forma di una cosa contiene un carattere o aspetto purame nte qualitativo, la qualità è di natura essenziale, d'altra parte, nella misura in cui la forma di un essere si oppone al suo spirito, restituisce simbolicamente alla funzione ricettiva della Materia. 23 Secondo il detto sufi: 'L'uomo è un piccolo cosmo, e il cosmo è come un grande uomo'. 24 riunitività divina: Ogni ENTE è una manifestazione divina, e, quindi, fa capo: alla natura divina (riflettendo qualcuno degli attributi), alla Realtà delle Realtà, che è la manifestazione universale di Dio, nella quale Egli vede se,stesso nella sua natura e in tutte le proprie potenzialità, e, per gli enti fisici, alla Natura Universale, principio delle manifestazioni naturali di Dio.
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Unicità divina in virtù del quale ogni essere è unico. Il 'Lato Divino’ è la somma delle qualità divine, la Divinità Divinità nella misura in cui produce e domina il mondo, (lato delle creature). 26
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La 'Realtà della Realtà' o 'Verità della verità' corrisponde alla Parola (Logos), come 'luogo' di tutte le possibilità di manifestazione. È l'eterno mediatore, la 'Realtà di Maometto' ( al-Haqiqat-Muhammadiyah ), l’ 'Istmo' (barzakh) tra il puro essere e l'esistenza relativa, lo stesso che tra la non-manifestazione e la manifestazione. È il prototipo di tutto, non vi è nulla che non rechi la sua impronta.
le facoltà, - per il carattere universale (al tabî'at-kull)28; Ciò riguarda tutti gli i recipienti (qawabil ) del mondo, dal più piccolo alle sue stesse fondamenta.29 In ogni caso, l'intelletto non può percepire questo fatto comprendendolo solamente con l’investigazione logica questo genere di percezione è possibile solo attraverso la rivelazione divina (al-Kashf-ilahi ), ), è solo così che si possono conoscere le radici delle forme del mondo, nella misura in cui esse sono ricettive verso lo spirito che le governa. 30 Questo essere (Adamo) è stato definito sia essere umano (insân ) che Vicario di Allah (Khalifah ). ). La sua qualità di uomo indica la sua natura di sintesi (che contiene praticamente tutte le altre nature create), questa viene dalla sua universalità e dalla sua attitudine ad abbracciare le verità essenziali. Per Allah è come una pupilla, es(l’uomo universasendo l'occhio lo strumento della visione31. Per questo è stato chiamato "insân ". Grazie a lui (l’uomo le), Allah contempla la sua creazione e dispensa la sua misericordia. Così l'uomo è al tempo stesso, nel tempo [nel suo corpo transitorio e mortale] che al di là del tempo [nel suo spirito], effimero ed eterno, un essere vivente perpetuo ed immortale. È la parola che distingue ed unifica, un verbo discriminante (con la sua conoscenza distintiva) e unificante (con la sua essenza divina).32L'universo fu completato dalla sua esistenza. Egli è, dunque, per il mondo mondo quello che per l'anello l'anello è il castone, il sigillo con cui un un Re verifica i suoi tesori. Allah lo chiamò «vicario»(khalif) per questa ragione, perché l’uomo custodisce la Manifestazione come un tesoro è protetto dal sigillo. Finché il sigillo del Re è sul tesoro, nessuno osa aprirlo senza il suo permesso, così all'uomo viene affidata la Divina salvaguardia del mondo, e il mondo non cessa di essere custodito, fino a quando l’Uomo Universale (al-insan-Kamil) (al-insan-Kamil) vive in esso. Non vedi, quindi, che quando scomparirà e verrà portato via dallo scrigno del tesoro di questo mondo inferiore, nulla di quello che Allah vi mantiene rimarrà? Tutto ciò che esso contiene, dovrà andar via, ogni parte ricongiungendosi alla propria parte (corrispondente); tutte le parti saranno confuse, e tutto sarà trasferito al Prossimo Mondo. Allora l’Uomo sarà il sigillo sulla tesoreria del Prossimo Mondo (Aldilà)33 per tempo senza fine e al di là dal tempo. Tutti i Nomi che la forma divina34 implica, vale a dire il totale dei Nomi ( ) si manifestano in questa costituzione umana, che, con questo mezzo, si distingue (da tutte le altre creature) integrando (simbolicamente) bolicamente) tutta l’esistenza. Così questo essere poté acquistare il grado dell'onnicomprensione (ihàta) e della riunitività (giàm'). È con lui che Allah mise alla prova gli gli angeli (che non capirono la ragion d'essere, né la superiorità intrinseca di Adamo), ricordatelo bene! Allah ti ammonisce attraverso gli altri, considera sempre in qual maniera Egli si sia fatto valere contro chi si è fatto valere. Gli Angeli non si rendevano conto di cosa implicava la costituzione di questo rappresentante (di Allah sulla terra khalif ), ), né si resero conto di cosa implica l'adorazione essenziale (dhâtiyah ) di Allah ('ibâda 35 adorazione). Ognuno conosce di Allah, solamente quello che la sua essenza gli concede. Gli angeli non possiedono l'universalità di Adamo, e non capirono i Nomi Divini con cui fu favorito, ne’ come loda Allah e proclama la 28
La natura universale è la potenza universale ricettiva, la 'matrice' del cosmo. Secondo i cosmologi ellenisti, la natura è ridotta al principio plastico del mondo formale, alla radice dei quattro elementi e delle quattro qualità sensibili, che regolano tutti i cambiamenti di ordine fisico. Ibn Arabi, che recepisce gli elementi in ordine cosmico totale, attribuisce alla natura una funzione più vasta, co-estensiva, con tutta la manifestazione, compresi gli Stati angelici. È quindi analoga a quella che gli Indù designano come Maya o come la Shakti universale, aspetto materno e dinamico di Prakriti, sostanza o 'Materia Prima'. Aggiungiamo tuttavia che questo principio non ha, nell'insegnamento di Ibn 'Arabi, lo stesso ruolo fondamentale che essa assume nella dottrina dell’Advaita, dal momento che l'Islam considera le funzioni produttive dell'universo in modo eminentemente' teocentriche '. 29 La creatura ' chiede ', allora, per la totalità in forza al tempo della sua origine divina, del suo prototipo prototipo universale, universale, e d ella sua radice naturale. 30 'Abd ar-Razzaq al Qashani precisa che la ragione, è che a sua volta è provocato dalla polarità di attivo e passivo, del decreto divino (al-amr) e della Natura (at-tabî'ah) e non può superare questa polarità per comprendere dall'alto. 31 il termine arabo per pupilla “ Insan” letteralmente significa 'l’uomo all'interno dell'occhio' ed è usato per indicare sia l’essere umano che la pupilla 32 Questi due aspetti appartengono a tutte le parole rivelate, a questo si riferiscono le due denominazioni del Corano come 'Recitazione' (al-qur'ân) e come 'Discriminazione' (al-furqân). 33 L'uomo è il custode del mondo perché in lui sono tutti i nomi divini. Attraverso lui, dunque, si esercitano gli effetti di questi nomi, in un'unità che dà equilibrio al mondo. Quando, poi, nel novissimo giorno, verrà meno la vita umana, cesserà anche il mondo, ma anche allora l'uomo sarà il vicario di Dio nell'Aldilà. Questa luogotenenza vale per ogni uomo, ma la natura umana si esprime nella sua integrità nell'« uomo perfetto », al quale Iddio delega, secondo i sufi, il governo del mondo. Ogni epoca ha il suo Santo dei Santi (Qutb - Polo), con il suo corteggio di santi minori. E il Santo dei Santi è la manifestazioni terrena dell'Uomo Perfetto che sta con Dio e in Dio, cioè di Maometto, che è il Logos, con il quale e per il quale Iddio ha creato l'Universo. 34 La forma scelta da Allah per l'essere umano. 35 'Ibada: Tutti gli atti dell'adorazione: elemosina, preghiera, digiuno ecc..
Sua purezza. Sapevano solamente che Allah aveva nomi la cui conoscenza non li aveva toccati, così loro non possono lodarlo né potrebbero proclamare la Sua purezza attraverso questi nomi. Quello che noi nominammo li superò e questo stato li sopraffece. Dissero di questo essere (Adamo), "Perché poni ciò in uno che sarà la causa della sua stessa corruzione? " (2:30) questo il solo argomento che manifestarono. Ora, questa corruzione, che cosa è, se non proprio la rivolta che loro stessi stavano manifestando? Si comportavano con Dio proprio nel modo che rimproveravano rimproveravano ad Adamo. Quello che dissero, non l’avrebbero detto se non l'avesse loro imposto la loro stessa natura: "Ed ancora loro non erano consapevoli." Se avessero veramente conosciuto se stessi, avrebbero saputo, avrebbero avuto conoscenza, sarebbe stati immuni da fallo e non avrebbero resistito (alla volontà di Allah) disprezzando Adamo, inoltre, non si limitarono alle accuse, ma avanzarono pretese per la propria funzione di lode e di santificazione. Adamo era in possesso di Nomi Divini che gli angeli non avevano, così che la lode e glorificazione che loro Gli rendevano non erano le stesse delle lodi e glorificazione che rendeva Adamo. Allah espone questo a noi affinché possiamo comprenderlo e possiamo imparare il giusto atteggiamento verso (adab 36 ) Allah, e così non poseremo richiesta su quello che non abbiamo compreso o non abbiamo posseduto con chiarezza. Come possiamo dichiarare qualche cosa che è oltre noi e di cui non abbiamo conoscenza? Noi saremo abbandonati solamente. Questa divina narrazione è uno degli ammaestramenti che Iddio ha dato ai suoi servi rispettosi, fedeli, coscienti del loro compito di vicari, avvezzi a reprimere i propri risentimenti e a usare indulgenza al prossimo.
TORNIAMO ALLA DIVINA SAPIENZA (HIKMA) DI ADAMO. 37, ( al-Umur-kulliyah Sappi che ), in quanto tali, non hanno un’esistenza individuale evidente ma sono comunque presenti, comprensibili e distinguibili e sono conosciute nella mente (intelligibili). Questi Universali sono nascosti, esistono anche se invisibili, rimangono sempre interiori, in un perpetuo stato di esistenza nell'Occulto (wugitid ghàybi ), ), ma sono esterni in quanto hanno giurisdizione ed effetto su tutto quel che ha esistenza individuale. Sono proprio quella cosa lì, la sono effettivamente e null’altro, ad esempio: sono la fonte delle cose che hanno esistenza individuale, esercitano determinazioni (hukm ) ed influssi ( athar ) su tutto ciò che ha un'esistenza oggettiva e continuano ad essere intelligibili dentro di questi.
GLI UNIVERSALI sono evidenti rispetto all’essenza delle cose esistenti ma nascosti rispetto alla loro intelligibilità. Tutto ciò che esiste proviene da queste idee, che pèrò rimangono inseparabilmente chiuse nell'intelletto e non possono essere manifestate individualmente individualmente in modo tale da poter essere tolte dall’esistenza puramente intelligibile, sia che si tratti di una questione di manifestazione individuale transitoria (nel tempo) che fuori dal tempo.38 La relazione tra ciò che è effimero (nel tempo) o che è fuori dal tempo per gli Intelligibili ed universali è indifferente. GLI UNIVERSALI subiscono una determinazione (hukm ) da parte degli cose esistenti ed individuali a seconda della capacità insite nella realtà(haqâiq ) di queste cose esistenti Come esempio si consideri il rapporto che unisce la conoscenza e colui che sa, o la vita e chi vive,
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Adab: le Maniere ma qui la qualità ha un significato molto più profondo di costume spirituale, che è una cortesia generata negli atti di culto rituali, le prostrazioni della preghiera, il digiuno, e la consegna di doni ai bisognosi. Tale qualità è impregnata con la consapevolezza che l’uomo ha delle necessità mentre il Reale è indipendente: siete poveri, Egli è ricco. 37 universale, universale, latino universalem (in greco kathólou), composto da universum: l'universo, il tutto, l'interezza, e dal suffisso –alem, –alem, usato per indicare 'che appartiene', è una parola che sta a significare nel senso più generale: ciò che appartiene in comune agli esseri di un insieme omogeneo, o più specificatamente: il genere - ghenos - (ad esempio mammifero) rispetto alla specie (per esempio: uomo, cavallo, cane, ecc.) oppure in senso metafisico: l'essenza - eidos, ousia, idea - come caratteristica di una molteplicità di esseri (per esempio: razionale rispetto agli uomini). Il termine 'universali' era in uso alla terminologia scolastica. 38 secondo il linguaggio che usa qui Ibn 'Arabi , l'idea di 'esistenza individuale' ( wujûd 'aynî ) può essere trasposta simbolicamente oltre la condizione formale che è il dominio di individuazione di cui parla. Per esempio, un Angelo non è così, un 'individualità' perché non rappresenta una variante all'interno di una specie; l'argomento affermato sopra si applica ugualmente comunque, agli Angeli.
la conoscenza e la vita sono realtà intelligibili, distinte l'una dall'altra, così, si afferma che Allah conosce e vive, come si afferma che anche gli angeli conoscono e vivono e la stessa cosa si dice degli esseri umani: in tutti questi casi, il concetto intelligibile di conoscenza o quello di vita rimangono gli stessi, e il loro rapporto con colui che sa o con chi vive è identico ogni volta. Tuttavia si dice che la Conoscenza Divina è eterna, mentre la conoscenza dell'uomo è transitoria. Poiché la conoscenza di Allah è nel non-tempo e la conoscenza dell’uomo è nel tempo.
Ora, se consideriamo la dipendenza reciproca tra la realtà ideale e le realtà individuali:39 nello stesso modo in cui la conoscenza determina chi vi partecipa - ed uno lo chiama esperto e l’altro meno - così anche colui che è qualificato dalla conoscenza determina a sua volta la conoscenza, in modo che la conoscenza è transitoria relativamente a ciò che è transitorio ed eterna se rapportata all'eterno, e ciascuno di questi due aspetti è, in relazione agli altri, allo stesso tempo determinazione e determinato. Gli universali, anche se sono intelligibili, non hanno esistenza propria, ma soltanto una realtà principiale. Allo stesso modo, quando sono applicati agli individui sono determinati (hukm ), ), senza tuttavia assumere distinzione o divisibilità: sono integralmente presenti in ogni cosa da loro qualificata, come, per esempio, l'umanità (la qualità di essere esseri umani), che è presente integralmente in ogni particolare essere di questa specie senza subire distinzione né numero, contraddistingue gli individui ma continua ad essere di per sé una realtà puramente intellettuale. Ora, come c’ è una dipendenza reciproca tra ciò che ha un’esistenza individuale (o sostanziale), e quello che non ce l’ha, cosa questa che, in quanto tale, costituisce un rapporto non-esistenziale 40, è facile immaginare che
gli esseri siano legati tra di loro, perché in questo caso c'è sempre un denominatore comune, vale a dire l'esistenza individuale, mentre nel primo caso, esiste un rapporto reciproco, nonostante l'assenza di un denominatore comune. Se c'è interdipendenza senza elemento comune: a maggior ragione ci dovrà essere con l'elemento comune. Ora è chiaro che ciò che è stato prodotto ( muhdath ). ). è indubbiamente transitorio ed ha bisogno di un PRINCIperché di per se stesso è solo una possibilità e la sua esistenza deriva da un “produttore” che è distinto da lui. Questo PRINCIPIO che è di per sé necessario, SUSSISTE DI PER SÉ ed è indipendente, nel suo essere, da qualsiasi altra cosa; per sua propria essenza (qualità) CONFERISCE L'ESISTENZA a ciò che è transitorio e che dipende da Lui. Ciò che è stato prodotto ha un legame di necessità con Chi lo ha prodotto, Chi Produce invece deve esse re indipendente per sua essenza e non ha bisognoso, nel suo esistere di altro che c he se stesso. Ma dal momenPIO CHE LO PRODUCA ,
to che (il ( il principio) ricerca per proprio conto l'esistenza dell’essere transitorio, si dimostra che quest’ultimo
è non solo 'possibile', ma anche 'necessario'. L'effimero (ciò che è prodotto ed è transitorio) dipende essenzialmente dal principio e quindi deve apparire come 'forma' (qualitativa) di questi ultimo con tutto ciò che da Lui deriva, come i 'nomi' e le qualità, con l'eccezione però dell’autonomia principiale (necessità essenziale) che non è applicabile all'essere effimero, perché è 'necessario' in virtù di un altro e non di per sé.
Si sappia, poi, che, stando le cose come abbiamo detto - ciò che è contingente e accidentale appare a Sua somiglianza, la materia è fondata dalla Sua manifestazione nella “forma”, Allah ci comunica il modo per conoscerlo tramite la contemplazione di ciò che è nel tempo (prodotto e transitorio). Lui ci mostra i Suoi simboli in ciò che è temporale,41 così noi traiamo conclusioni su di Lui attraverso noi stessi. Pertanto noi ragioniamo e parliamo di Lui partendo da noi stessi, non gli attribuiamo attribuiamo qualifica alcuna , FATTA ECCEZIONE PER LA , CHE È SUA ESCLUSIVITÀ. Dopo averlo conosciuto per mezzo di noi stessi e da noi stessi, dobbiamo attribuire a lui tutto quello che attribuiamo a noi stessi. Egli ci dice (nel Corano), Corano), che Lui ci mostra i suoi 'segni' nell’effimero: nell’effimero: ( 'Mostreremo 'Mostreremo l oro i Nostri segni per gli gli orizzonti e in se stessi ...' ...' Sura 41, 53). La rivelazione è stata data dalla bocca bocca degli interpreti, (vale a dire i profeti): Allah ha definito se stesso a noi attraverso noi stessi. Dal momento che lo conosciamo noi, per mezzo di noi stessi, tutto quello che noi attribuiamo a lui viene da noi stessi, ed è per questo, 39 40 41
Al-mawjûdâh l'al - 'l'ayniyah; le esistenze - o le realtà - individuale o sostanziale. relazione non-manifestata.
Egli ci dice (nel Corano), che Egli ci mostra i sua 'segni' nell’effimero: ' Mostreremo loro i Nostri segni nell'universo e nelle loro stesse persone, finché non sia loro chiaro che questa è la Verità». Non ti basta che il tuo Signore sia testimone di ogni cosa?...' Sura 41, 53.
ancora una volta, che nel contemplare Lui contempliamo noi stessi, e nel contemplare noi stessi Egli contempla se stesso. Noi siamo certamente numerosi come individui e specie, ma siamo accomunati in una sola natura, una realtà unica ed essenziale (haqiqa ), ), anche se sappiamo con certezza che ci sono distinzioni tra gli individui e le specie. Se non ci fosse stata questa distinzione, non ci sarebbe molteplicità nell’Uno. Quando noi testimoniamo, Lui testimonia a Sé Stesso. Allo stesso modo, anche se siamo qualificati in ogni aspetto dalle qualità che provengono da Allah, tra lui e noi vi è certamente una differenza, il bisogno che noi abbiamo di Lui per esistere e la dipendenza della nostra esistenza da Lui, in quanto Egli è l'Essere, mentre noi siamo dei possibili, ed Egli è indipendente da tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E 'in questo senso che si dovrebbe capire l'eternità senza inizio (al-Azal) e l'antichità (l'onniprecedenza - al-qidam) di Allah, la quale non è quella priorità in cui dal nulla s'inizia l'essere, che una siffatta priorità non è davvero suo attributo, per quanto Egli sia «il Primo» (al-l awwa) è anche detto «l'Ultimo»(al-Akhir): se la sua anteriorità fosse quella dell'essere limitato, egli non potrebbe essere l'ultimo limitato, perché i possibili, essendo infiniti, non hanno ultimo. Egli è l'Ultimo perché ogni cosa, dopo essere stata riferita a noi, ritorna a Lui. (11:123) Sappiamo anche che Allah si è descritto come 'esteriore' (al-Zahir) e come interiore (al-Batin) e che ha manifestato il mondo al tempo stesso come interiore (invisibile) ed esteriore (visibile), in modo che si dovrebbe conoscere l'aspetto interno (di Allah) dal nostro interno, e l'aspetto esterno da ciò che vediamo. Allo stesso modo Egli stesso ha descritto le qualità della misericordia e della rabbia, e ha manifestato il mondo sia come un luogo di paura che di speranza, in modo che dovremmo sia temere la sua rabbia che sperare nella sua clemenza. Egli stesso si è descritto con bellezza e maestosità e ha dotato di noi di timore reverenziale (al-haybah) pur ispirandoci la confidenza dell'intimità (al-uns). È ugualmente così per tutti gli attributi e i nomi che sono Gli sono attribuiti e che Lo esaltano. Queste due categorie [opposte di nomi ed attributi] EGLI LE HA SIMBOLEGGIATE NELLE DUE MANI43 che si protesero alla creazione dell'Uomo Perfetto, come quello che riunisce in sé tutte le nature e i costituenti (le realtà essenziali - haqâiq) del mondo44 nella sua totalità, come in ciascuno dei suoi singoli. Il mondo è visibile e il Vicario (Khalif) non è visibile: per questo è il custode della cortina del Sultano. Questo significa che il Sultano si vela, Allah è indicato e descritto come coperto da veli di oscurità che sono i corpi fisici e dietro a veli di luce, che sono le anime sottili (arwâh) 45. L'universo è composto da ciò che è grossolano (kathîf) e da ciò che è sottile (latif), ed è come un velo a sé stesso46 cosi ché non conosce Iddio chi non conosce se stesso, ma ha invece permanentemente davanti a sé una cortina che non verrà mai sollevata. Dio è necessario per sua essenza e non ha bisogno del mondo, mentre questo, per sua essenza, ha bisogno di Lui e non partecipa partecipa alla necessità essenziale, che che appartiene all'essere di di Dio. Sotto questo aspetto aspetto Iddio non sarà mai conosciuto «gustativamente» e percettivamente (sensorialmente) ('ilma dhawq wa-shuhiid), perché ciò che è effimero (transitorio/mortale) non ha questa capacità. Il mondo non partecipa all'auto nomia dell’essere essenziale, tanto che non può comprendere a fondo questa essenzialità. Per questo Allah rimane sempre sconosciuto, l'intuizione e la contemplazione di ciò che è transitorio non hanno nessuna presa sull'eterno. Fu appunto per onorare Adamo che Iddio lo tenne fra le sue mani, e perciò Egli disse a Satana: «Perché non hai adorato ciò che io ho creato con le mie due mani? ». (Corano 38:75) Adamo riuniva in sè le due immagini: la forma del mondo (analoga (analoga a quella delle Qualità divine passive) e la forma di Dio47 (analoga alle Qualità divine attive), ; mentre Iblis48 era soltanto un frammento del mondo, e in lui non v'era questa riunione , egli non ha ricevuto la natura di sintesi, in virtù del quale Adamo è Vicario di Allah. Perciò Adamo fu Vicario (Khalif): non non sarebbe stato tale se non fosse stato ad 42
Dio è anteriore a tutte le cose senza far parte della serie delle cose, e, non panteisticamente ma ontologicamente e non in senso cronologico. Tutto parte da lui e ritorna a lui come rispetto al centro d'un cerchio, che è insieme principio e fine. 43 Qur'an 38:75, quello che io creai con le Mie due mani."
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L'uomo ha in comune col mondo fisico la materialità, con Dio la spiritualità. Appartiene al mondo visibile col suo corpo, all'invisibile con la sua anima. Come vicario fa da ostiario (hàgib) fra Dio e il Mondo. 45
Hadith: "Allah ha 70,000 veli di luce e l'oscurità. Se Lui li alzasse o se fossero rimossi, lo splendore della Sua faccia consumerebbe chiunque Lo guardasse." 46 Iddio si è velato a noi per mezzo di noi: ciò che fa da velo fra Dio e noi è la nostra esistenza stessa. 47 Hadith: "Allah creò Adamo sulla Sua forma." 48 Il Diavolo.
immagine del suo delegante, come, d'altra parte, l'Uomo Perfetto non sarebbe stato adatto alla sua funzione di Vicario se in Adamo non ci fosse stato tutto quello che era necessario ai sudditi ai quali era stato preposto, perché essi facevano capo a lui ed egli doveva, pertanto essere in grado di provvedere a tutte le loro esigenze, altrimenti non sarebbe stato vicario (khalîf) su di loro. Il Califfato è specifico solamente all'Uomo Perfetto, la cui forma esteriore viene dalla realtà (haqâiq) dell'universo e dalle sue forme manifestate, e la cui forma interna è basata sulla forma di Allah (vale a dire al 'totale 'dei Nomi Divini e qualità), Lui sia esaltato! Per quella ragione, Allah ha detto di lui, "io sono il suo udito e la sua vista.49 " lui non disse, il "suo occhio ed il suo orecchio." 50 Quindi Lui rese differenti queste due forme51. In egual maniera Dio è in ogni ESSERE esistente nell'universo in proporzione alla realtà trascendente richiesta dalla natura di quell'essere. ma nessuno nessuno possiede quanto il khalif che, da solo, supera tutti gli altri esseri. Se Allah non penetrasse l'esistenza con la sua 'forma' 52 l'universo non avrebbe esistenza. Similmente, se non fosse per le entità (realtà - haqà'ìq) intelligibili e per gli universali, nessun principio apparirebbe nelle cose esistenti ed individuali. Per questo la realtà dell'universo dipende da Allah per la sua esistenza. Di qui il bisogno che il mondo ha di Dio per esistere. versi
Questa è la verità e non sto parlando con c on metafore o circonlocuzioni. circonlocuzioni. Se menziono qualche cosa di indipendente e che c he non abbia necessità alcuna, Capirai subito Chi intendo. Il Tutto è legato al Tutto, e ne è inseparabile: crediate a quel che dico53. Adamo è lo 'spirito unico' (an-nafs al-wâhidah ) da cui è stata creata la specie umana secondo la Parola divina:'O voi, uomini, temete il vostro Signore, che vi ha creati da una sola anima e da lui ha tratto fuori sua moglie, e da loro ha schierato molti uomini e donne '(Corano Sura 4, 1). 54 Ora, tu conosci il significato spirituale della creazione del corpo di Adamo, vale a dire della sua forma apparente, e della creazione del suo spirito, che è la sua forma interiore. Adamo è, quindi, al tempo stesso, Allah e la creatura. Ed hai capito qual è il suo rango che è la sintesi (di tutte le qualità), sintesi in virtù del quale egli è il rappresentante di Allah (è degno del califfato). Le parole « abbiate timore del de l vostro Signore » significano: «Usate come riguardo verso il vostro Signore ciò che in voi è esterno, e usate come protezione a vostro favore ciò che in voi è interno, cioè il vostro Signore. Perché v'è il biasimo e v'è la lode. Orbene, quando si tratta di biasimare, fategli da copertura, e quando si tratta di lodare, fatevene copertura, 55 che così sarete rispettosi e saggi (avrete (avrete conoscenza ed adab) ». Poi
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Udito e vista sono immateriali, orecchio e occhio materiali. Si riferisce a una tradizione nella quale Iddio dichiara di essere l'udito e la vista del suo servo fedele ed amante. 50 secondo la Parola divina, rivelata attraverso la bocca del Profeta (hadîth qudsî) qudsî) 'È più facile che il Mio s ervitore si avvicini a me con qualche cosa che mi piace più che con una cosa che gli impongo. Il mio servitore si avvicina senza soste e liberamente finché io l'amo; e quando io l'amo, io sono l'udito con il quale sente, la vista con cui vede, la mano con cui afferra le cose ed il piede con il quale cammina: Se mi prega, io certamente concedo, e se lui cerca il Mio aiuto, io certamente l'aiuto'. (Sahih al-Bukhari, 81:38:2 secondo Abu Hurayrah) 51 un conto è l’udire o il vedere, altra cosa l’occhio e l’orecchio, sono i due aspetti di questa unione 52 l'espressione 'forma' è analoga qui alla nozione peripatetica di 'forma' ( eidos), è come un marchio qualitativo; la qualità può essere trasposta nel puro universale. Nei detti del Profeta: 'Allah creò Adamo con la Sua "forma" (II sûrah). Nel Sufismo si chiama 'Forma divina' il totale delle Qualità perfette con cui Allah si rivela nell'Universo. 53 Arditamente Ibn ‘Àrabi, dopo aver sottolineato la dipendenza del mondo da Dio, passa a dire che anche Iddio è dipendente dal mondo, perché ha bisogno di esso per manifestarsi. Lo fa con prudenza di termini equivoci. Che significa questo «il Tutto»? «L'uno e l'altro»? O «il mondo»? O «Dio», che è spesso qualificato come il «Tutto»? Comunque egli ha una risposta anche per chi legga i suoi versi senza vedervi le ambagi che egli vi pone nel momento stesso in cui dichiara che non ve ne sono: Iddio è indipendente dal mondo in quanto all'essenza, perché questa è perfetta senza il creato, ne è dipendente in quanto ai suoi nomi e attributi, che lo reclamano, perché se non vi fosse il mondo a mostrar la sua potenza e sapienza egli non potrebbe esser chiamato potente e sapiente, e non sarebbe nemmeno Dio, dato che è inconcepibile un re senza un regno. È un pensiero che è in Origene. 54 Corano XXXIX, 8; VII, 189.- Ibn ‘Arabi, nella sua interpretazione allegorica, storce il significato della parola itiaq (temete). Traduco in modo da poter rendere il suo pensiero. Nel testo coranico « da un ‘anima sola, (mie nafs wdhida) significa « da una sola persona, cioè da Adamo, senza alcuna gemmazione e moltiplicazione di anime. -Ma il neoplatonismo musulmano vede qui lo Spirito Universale, che emana l’Anima Universale, e l’uno e l’altra si frazionano (apparentemen te) negli spiriti e anime individuali. 55 secondo Al-Qashani: si usa riguardo nella lode attribuendo ogni limitazione a noi stessi e tutte le qualità positive ad Allah, adattando la parola del Corano: 'Quello che viene di buono da te è di Allah, e quel che vi è di cattivo proviene da te.' Quran IV, 81.
Iddio Altissimo rivelò ad Adamo il deposito in lui costituito, e strinse questo deposito nei suoi due pugni : da una parte il mondo e dall'altra Adamo e i suoi figli. E precisò le loro funzioni in esso [mondo]. 56 Poiché Iddio mi ha rivelato, nel segreto seg reto del mio cuore (sirr), ciò che Egli Eg li depositò in questo Antistite57 (Iman) e sommo Progenitore, e ho trascritto in questo libro quello che Egli mi ha precisamente assegnato: non tutto ciò che ho appreso, che nessun libro li bro nel mondo attuale potrebbe contenere. Ma, tra le cose che ho contemplato e che potevano essere trascritte in questo libro, per quello che è stato conferito a me dal Messaggero di Allah, possa la Benedizione e la Pace essere su di lui! - C’era 1. la Divina Sapienza nella Parola di Adamo, che è ciò che questo capitolo discute. Ci sono inoltre: 2. la saggezza del soffio dell’ inspirazione angelica nella parola di Shith (Seth), 3. la saggezza dell’inspirazione divina nella parola di Nuh (Noah), 4. la saggezza della purezza nella parola di Idris, 5. la saggezza dell’essere perso in amore nella parola di Ibrahim (Abraham), 6. la saggezza della verità (sapienza del reale) nella parola di Ishaq (Isacco), 7. la saggezza dell'elevazione della parola nel nome di Isma'il (Ismaele), 8. la saggezza dello Spirito (Ruh ) nella Parola di Ya'qub (Giacobbe ) 9. la saggezza dello spirito (della luce) nella parola di Yusuf (Giuseppe), 10. la saggezza dell’unità divina (Ahadiyya) nella parola di Hud, 11. la saggezza della rivelazione (Futuh) nella parola di Salih, 12. la saggezza del cuore nella parola di Shu'ayb, 13. la saggezza della potenza della parola di Lut (Lot), 14. la saggezza del decreto (Qadar) nella parola di 'Uzayr (Ezra), 15. la saggezza della sapienza della profezia nella parola di 'Isa (Gesù), 16. la saggezza della misericordia mi sericordia nella parola di Sulayman (Salomone), 17. la saggezza dell’esistenza (Wujud) nella parola di Da'ud (Davide), 18. la saggezza dell'anima (del respiro – Nafas) nella parola di Yunus (Giona), 19. la saggezza dell'invisibile nella parola di Ayyub (Giobbe), 20. la saggezza della maestà nella parola di Yahya (Giovanni Battista), 21. la saggezza di possesso nella parola di Zakariya (Zachariah), 22. la saggezza dell'intimità nella parola di Ilyas (Elias), 23. la saggezza della benevolenza (Ihsan )nella parola di Luqman (Lokman), 24. la saggezza dell'Iman nella parola di Harun (Aaron), 25. la saggezza della sublimità nella ne lla parola di Musa (Moses), 26. la saggezza di ciò che si gira a nella parola(as- Samad) di Khalid, 27. la saggezza dell'unicità nel sigillo di Muhammad. C'è un sigillo per ogni saggezza. Quindi io ho condensato queste saggezze secondo quello che è stabilito nella Matrice del Libro, ed acconsentii a quello che fu scritto per me, e fermandomi a quello che mi fu messo come limite. Anche se avevo desiderato fare di più, non sarei stato capace di farlo. Effettivamente, la Presenza impedisce che, ed Allah è Quello che accorda il successo. Non c'è Dio ma Lui.
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E quando il Signore trasse, dai lombi dei figli di Adamo, tutti i loro discendenti e li fece testimoniare contro loro stessi [disse]: «Non sono il vostro Signore?» Risposero: «Sì, lo attestiamo», [Ed Alla h disse: “Abbiamo fatto questo] questo] perché nel Giorno della Resurrezione non diciate: «Veramente non eravamo consapevoli di ciò». Quran VII, 172. 57 essere superiore, lett. soprastante, in antico il termine era usato per indicare il primo sacerdote di un tempio pagano ma anche il vescovo od il prelato che regge una chiesa.
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