9 Ruggiu

August 3, 2022 | Author: Anonymous | Category: N/A
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Il concetto di tempo. Linee di una evoluzione storica e concettuale La questione del tempo tra filosofia e scienze Luigi Ruggiu

La lezione assume come prospettiva di lettura la concezione del tempo che la filosofia e le scienze hanno effettuato nel corso della storia occidentale del concetto. L’evidenza che il tempo riveste nell’esperienza comune costituisce il punto di partenza dell’analisi filosofica. Tuttavia Tuttavia non appena si passa alla traduzione concettuale di quella realtà che pure appare essere punto di riferimento centrale nella costruzione della nostra esperienza esperienza e insieme del senso senso della nostra esistenza, esistenza, immediatamente emerge la difficoltà difficoltà di tradurre in concetti il nostro vissuto temporale. È l’imbarazzo che mostra mostra Agostino: Agostino: “Eppure vi è una nozione più familiare familiare e nota, nei nostri nostri discorsi discorsi,, del tempo? tempo? [...] Che Che cos’è dunque dunque il tempo? tempo? Se nessuno nessuno me lo chiede lo so; se voglio voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so”1. Ma questo imbarazzo imbarazzo traduce in realtà realtà una condizione condizione aporetica del tempo, tempo, come 2 bene aveva chiarito Aristotele : il tempo si pone come qualcosa qualcosa che è distinguibile distinguibile in parti e quindi divisibile: divisibile: presente, presente, passato e futuro. futuro. Ma queste parti del del tempo, tempo, che costituiscono stituisc ono l’orizzonte l’orizzonte della della nostra nostra vita, quando vengono vengono analizzate, analizzate, div diventano entano prima prima inafferrabili per poi quasi dissolversi dissolversi:: passato e futuro infatti infatti sembrano appartenere piuttosto al nulla che all’essere, all’essere, sono varianti varianti per così dire del nulla: giacché l’uno non è più l’altro non è ancora. E tuttavia l’uno costituisce il distendersi e l’accumularsi nella nostra memoria dell’esperienza dell’esperienza del nostro trascorrere trascorrere cioè vivere, l’altro l’altro si pone come l’apertura l’apertura dell’orizzonte dell’orizzonte del nostro agire, cioè del nostra rapportarci rapportarci al mondo secondo i nostri nostri bisogni, bisogni, paure e speranze. speranze. Lo stesso stesso presente, presente, nella sua riduzione riduzione al pupuro punto senza estensione, estensione, mostra di non poter avere avere nessun carattere carattere di permanenza e di stabilità come pure sembra richiedere la nostra ingenua concezione del presente. L’aporeticità del tempo, a partire dal pensiero del “venerando e insieme terribi terribile” le” Parmenide, coinvolge coinvolge innanzitutto il carattere di “essere” del tempo e insieme la possibilità che si possa legittimamente parlare della natura temporale o meno degli enti che sono nell’essere. L’essere non è tempo. Con questo asserto Parmenide rompe con l’esperienza greca quale si esprime esprime nell’orizzonte nell’orizzonte del linguaggio.Con linguaggio.Con Parmenide, Parmenide, in invece, vece, la realtà, realtà, ormai espressa nella riduzione a sostantivo sostantivo neutro del participio presente del verbo essere sere,, ci cioè oè to eon, ammette o è compatibile solo solo con il presente. L’essere L’essere è l’«è l’« è »: esti

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gar einai (D.K (D.K.. 2). “L’ess “L’essere ere non era era né sarà, sarà, giacché giacché esso è ora, ora, tutto insiem insieme, e, uno e

continuo” continu o” (P (Parm armeni enide, de, D.K D.K.. 8, v. 5). 5). Il tempo, tempo, messo in in questione questione da Parmenide Parmenide in nome nome dell’essere, dell’essere, semplicemente semplicemente non è, oppure esiste un senso dell’essere che le legittima gittima il tempo nel suo essere? Ma anche Aristotele, Aristotele, per il quale il divenire divenire e quindi anche il tempo che ne costituisce la struttura essenziale, sono posti come indubitabilmente indubitabilmente essenti, essenti, come tali per cui la loro negazione non è neppure in grado di costituirsi, deve ammettere ammettere che il tempo nella sua immediatezza si pone come c ome aporetico. L’aporetica assume, assume, nella maggior parte delle considerazioni del tempo, il carattere di una trattazione preliminare ineliminabile. La sanzione di ciò si ha con il cap. 10 del IV libro della Fisica di Aristotele, che costituisce l’incunabolo l’incunabolo più o m meno eno nascosto di ogni ulteriore trattazione del tempo. Questa impostazione si prolunga fino ai giorni nostri. È importante sottolineare il fatto che la semantizzazione dell’essere del tempo si costituisce solo in quanto in esso diviene costitutiv costitutivaa una “tensione” verso il non-essere. Questa “tensione” in termini di fisica fisica si traduce come irrev irreversibilit ersibilitàà - la freccia del tempo - e nel ne l secondo principio della termodinamica sulla dissipazione dell’energia. Ma in termini filosofici filosofici questa considerazione del tempo introduce introduce il non essere, cioè quanto non può né essere né essere essere detto e pensato, secondo l’ingiunzione parmenidea. L’aporetica L’aporetica coinvolge quindi insieme l’esistenza e l’essenza.

IL DOMA DOMAND NDAR ARE E FI FILO LOSO SOFI FICO CO SU SUL L TE TEMP MPO O La filosofia filosofia si apre dunque con la domanda sul tempo: a) se esiste; b) come esi esi-ste; c) qual è la sua natura. Un tale domandare ha una caratteristica peculiare: esso coinvolge coinvolge insieme colui che domanda, in quanto essenzialmente contrassegnato nel proprio essere dal tempo. Si interroga sul tempo colui che è per essenza un “essere nel tempo”. Come osserva Seneca: Reliqua nobis aliena sunt, tempus tamen nostrum est . L’essere dunque viene concepito conce pito a partire dal tempo. In questo modo la questione “del” tempo ha valore insieme soggetti soggettivo vo e oggettivo. oggettivo. Attraverso Attrav erso il tempo, è problematizzato l’essere dell’uomo dell’uomo e infine l’essere l’essere tout-court .

LE SCIENZE E IL TEMPO E tuttavia non si può assolutamente dimenticare che nella tradizione filosofica occidentale la questione del tempo ha insieme valenza filosofica e scientifica. Questo legame permane anche nel filone di riflessione platonica e neo-platonica

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COM OME E SI INT INTERROG RROGAN ANO O LE SCIE CIENZ NZE E SUL TEMP EMPO? Il tempo è in generale presupposto come orizzonte primario delle scienze. Oggetto d’indagine d’indagine è quindi solamente ilil “come” del suo essere, essere, cioè quale è il ruolo che che il tempo giuoca in ciascuna scienza. Sotto quest’asp quest’aspetto, etto, i due approcci, approcci, quello della della filosof filosofia ia e quello delle delle scienze, scienze, dovrebbero procedere paralleli, senza alcuna reciproca interferenza. interferenza. Ma tutto tutto questo è vero vero solo in parte: parte: per certi certi versi, versi, infatti, infatti, gli esiti esiti della della fisi fisica ca di stampo einsteniano sembrano intrecciare e sovrapporre discorso filos filosofico ofico e discorso scientifico, mettendo in crisi sia la tradizionale delimitazione del campo della fisica fisica come scienza particolare, particolare, sia le peculiari peculiari valenze di tipo metodologico. metodologico. 6 Così P. Coveney e R. Higfield si domandano, domandano, sia pure pure a partire partire dalla fisica, fisica, in che modo sia possibile possibile riportare ad unità unità “il tempo come movimento, movimento, oggetto di studio della dinamica; il tempo associato associato all’irreversibilità, all’irreversibilità, che è alla base della termodinamica; il tempo come storia, storia, che troviamo in biologia biologia e in sociologia”. Un tentativo tentativo di risposta a questa domanda è data da Prigogine Prigogine:: “Chiaramente non è cosa facile. Eppure viviamo in un unico universo. universo. Se vogliamo ottenere una visione coerente del mondo in cui siamo inseriti, inseriti, dobbiamo trov trovare are qualche strada per passare da una descrizione all’altra”7 e, aggiun aggiungiamo, giamo, da un livell livelloo all’altro all’altro del del discorso. discorso. Rimane comunque la constatazione che è paradossale che proprio nel momento in cui i punti di contatto e di sovrapposizione tra le diverse scienze e tra queste e la filosofia divengono divengono costanti, il reciproco scambio tra esse risulti in invece vece ancora insuff insufficiente. iciente. Tutte queste descrizioni fenomenologiche del presente spesso mancano di ogni approfondimento filosoficamente filosoficamente significativo. significativo. Ma anche le riprese filosofiche del problema della temporalità sembrano del tutto prive di spessore fenomenologico. La ricerca scientifica spesso ignora - o sembra ignorare - la ricerca filosofica. E anche quando i suoi risultati vengono ripresi, nell’uno come nell’altro ambito disciplinare, essi sono piuttosto piuttosto accostati e sovrapposti che rielaborati.

IL TEMPO DELLA RELATIVITÀ E LA ROTTURA CON L’ES ESPER PERIEN IENZA ZA COMUNE COMUNE. IL TE TEMP MPO O COME COME OS OSTI TIN NATA IL ILLU LUSI SION ONE E Questa unità di esperienza comune e di mondo della scienza è invece venuta venuta meno con la rivoluzione einsteniana. In essa, essa, infatti, infatti, il “come” del tempo tempo che costitui costituiva va il punto di partenza della della scienscienza tradizionale retroagisce non solo sulla determinazione concreta della forma di esistenza, ma anche sulla sua natura e quindi sullo stesso significato dell’esistenza. dell’esistenza. L’eL’esito della della fisica fisica einsteinia einsteiniana na pone in questione, questione, infatti, infatti, a partire partire dal “come” del tempo - simmetria contro asimmetria - anche il suo essere.

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LA FRECCIA DEL TEMPO E L’IRREVERSIBILITÀ Come si colloca il problema della irreversibilità irreversibilità nella nuova scienza? “Tuttee le equazioni della fisica, confermate da successi spesso secolari ssono “Tutt ono simmetriche rispetto rispetto al tempo. tempo. Esse, cioè, possono essere essere usate altrettanto altrettanto bene bene in una direzione nel tempo quanto nell’altra. Il futuro e il passato sembrano essere fisicamente su un piede di completa completa parità. Le leggi di Newton, Newton, le equazioni di Hamilton, quelle di Maxwell, Maxwell, la relativi relatività tà gener generale ale di Einstei Einstein, n, l’equazione l’equazione di di Dirac, Dirac, l’equazione l’equazione di di Schrödinger: tutto questo rimane inalterato se invertiamo invertiamo la direzione del tempo” L’intera meccanica classica è reversibile reversibile nel tempo11. Quali sono gli aspetti principali di questa rottura?

LA RICE RICERC RCA A DI UNA UNA ARMO ARMONI NIZZ ZZAZ AZIO IONE NE DI SCIE SCIENZ NZA A E ESPE SPERIEN RIENZA ZA: PRIGOGINE Questi esiti della fisica contemporanea sono stati messi in discussione da Ilya Prigogine e da Isabelle Stengers12. Partendo dalle strutture interne della stessa scienza, questi ricercatori intendono capovolgerne capovolgerne le prospettive, prospettive, introducendo in essa l’irrel’irreversibilitàà e quindi ridando significazione essenziale versibilit essenziale a quella freccia del tempo che la fisica classica negava. Si tratta quindi quindi di sanare la frattura frattura posta tra scienza ed esperienza, esperienza, tra mondo oggettivoo della fisica e mondo dell’uomo. Questo richiede che venga tracciata una linea gettiv di continuità continuità tra essere essere e divenir divenire, e, tra eternità eternità e tempo, tempo, tra teorie teorie fondamentali fondamentali e descrizioni fenomenologiche. E ancora: occorre riunif riunificare, icare, a partire partire dalla centralità centralità della della freccia freccia del tempo, mondo oggettivo oggettivo e esperienza, fisica e filosofia. filosofia. Prigogine può così concludere: “L “L’og’oggettività scientifica non ha senso se essa finisce con il rendere illusori i rapporti che intratteni intra tteniamo amo con il mondo, mondo, per condannare condannare come soltanto “soggetti “soggettivi”, vi”, soltanto soltanto empirici,i, o “soltanto piric “soltanto strumentali strumentali”” i saperi che ci permettono permettono di rendere intelligib intelligibili ili i fenomeni che indaghiamo”13. Una critica radicale alle pretese di predominio del tempo de della lla fisica viene avanzata sul terreno terreno sociologico, in particolare da N. Elias. Contro una concezione naturalistica e oggettivistica oggettivistica del tempo, del tutto separato e sganciato sganciato dalla società, E Helga Nowotny osserva che “la quotidianità sociale si presenta in modo differente da quella della fisica”, fisica”, dove “vengono utilizzate utilizzate scale temporali adeguate al comportamento ed alla percezione degli uomini”14. La stessa abitudine alle macchine si mescola così ai ritmi biologici e sociali15. A questo punto occorre formulare alcune domande di ordine generale sia alla fisica sia alla filosofia, filosofia, mirando a tentare di porre in evidenza su quali basi può avvenire. avvenire. Come e quale portata hanno le leggi e le ipotesi sviluppate nell’ambito della fisifisi-

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NOTE

1

XIV, 17 (la (la traduzi traduzione one utili utilizzat zzataa è: S. AGOSTINO, Confessioni, vo vol.l. IV, IV, libri libri XConf. XI, XIV,

XI, a cura di M. Cristia Cristiani, ni, M. Simo Simonett netti,i, A. Soli Soligna gnac, c, tra traduz duzione ione di G. Chiari Chiarini). ni). 2

ARISTOTELE, Phys. IV IV,, 10, 218 a 3 ss. Usiamo Usiamo la tr traduzione aduzione della Fisica, a cura cura di L. Ruggiu, Milano Milano 1995. 3 W. 4

BEIERWALTES, Plotin. Über Ewigkeit und Zeit , ci cit. t.,, p. 247 247 sss. s.

Timeo 40 c.

5

M. HEIDEGGER, I problemi problemi fo fondamentali ndamentali della feno fenomenologia menologia, tr. tr. it. a c. di A. FFabris abris,, Genovaa 1988, nov 1988, pp. 249 249 ss. 6 La 7

freccia del tem freccia tempo po, Mila Milano no 199 1991, 1, p. 313 313..

I. PRIGOGINE, Dall’esser  Dall’esseree al divenir diveniree, tr tr.. it. it.,, p. 4.

tempo. L L’universo ’universo dopo Ei Einstein nstein, Milano Cfr. P. DAVIES, I misteri del tempo. Milano 1997 19972, pp. pp. 20 ss. ss. 9 Cfr. KrV , tr tr.. it. it. Critica della ragion pura, a c. di G. G Gentil entilee e G. Lombardo Lombardo-Radi -Radice, ce, rev rev. di V. Mathieu, Mathieu, Bari 1966, 1966, p. 78. 8

10

Cfr. H. BERGSON, Quid Aristoteles de loco senserit , (tr. (tr. it. it. L’id  L’idea ea di luogo in Aristotele Aristotele, in Opere 18891889-1896, 1896, Milano Milano 1986. 1986. 11

R. PENROSE, La mente nuova nuova dell’impe dell’imperatore ratore, Mila Milano no 199 1992, 2, p. 387. 387.

12

I. PRIGOGINE, I. STENGERS, Dall’esser  Dall’esseree al ddivenir ivenire. e. Tempo e complessità nelle sci scienze enze fi fi-1986; 86; Id., La nuova alleanza, 1981; 81; Id., Tra il siche, Torino 19 alleanza, metamorfosi della sc scienza ienza, Torino 19 tempo e l’eternità, Torino 1989. 13

I. PRIGOGINE, I. STENGERS, Tra il tempo e l’eternità, p. 41. 41. H. N OWOTNY, Eigenzeit. Entstehung und Strukturier Strukturierung ung eines Zeitgefühl, Frank Frankfur furtt a. M. 1989 (tr. it. di G. panzieri, Tempo privato. Origine e struttura del concetto di tempo , Bol Bologna 1993 1993,, p. 18 18.. 14

15 Cfr. M. C. BELLONI

(a cura), L’  L’aporia aporia del temp tempo. o. So Soggett ggettività ività e ogg oggetti ettività vità del tempo tempo nella ricerca sociologica, pref. di F F.. Barbano, Milano 1986; S. S. Tabboni Tabboni (a cura cura), ), Tempo e società, Milano 1985.

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