April 10, 2017 | Author: michele_mongiello | Category: N/A
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RICHARD BANDLER OWEN FITZPATRICK
PNL È LIBERTÀ Questo libro contiene idee che possono trasformare la tua vita
CONVERSATIONS: Freedom is Everything and Love is All the Rest ORIGINAL ENGLISH LANGUAGE EDITION COPYRIGHT 2005, BY MYSTERIOUS PUBLICATIONS P.O. BOX 10308, DUBLIN 12, IRELAND. Titolo dell'opera in lingua originale Conversations Sottotitolo dell'opera in lingua originale Freedom is Everything & Love is All the Rest Titolo della versione italiana dell'opera PNL è Libertà Sottotitolo Questo libro contiene idee che possono trasformare la tua vita Alessio Roberti Editore Srl Via Lombardia, 298 - Urgnano (BG) - Italy Copyright © 2006 Alessio Roberti Editore Srl Prima edizione: ottobre 2006 Prima ristampa: gennaio 2007 Seconda ristampa: aprile 2007 Terza ristampa: agosto 2007 Quarta ristampa: dicembre 2007 Quinta ristampa: agosto 2008 Sesta ristampa: luglio 2009 Settima ristampa: settembre 2010 ISBN 978-88-88612-40-9 Traduzione dall'inglese Mattia Bernardini Impaginazione Alberto Grazi Progetto grafico della copertina Zeronove di Andrea Mattei Fabio Rizzoli Proprietà letteraria riservata.
INDICE Introduzione all'edizione italiana Avviso ai lettori Ringraziamenti Nota per i lettori Prefazione di Richard Bandler Introduzione - Avventure nella libertà individuale PARTE I FUGGIRE DA UNA SQUALLIDA PRIGIONE 1. Un attimo di chiarezza 2. L'opportunità di una vita 3. La fonte delle umane sofferenze 4. PNL: una storia della tecnologia del successo 5. Divagazioni casuali 1: il codice segreto della libertà PARTE II L'ARTE DELLA LIBERTÀ INDIVIDUALE L'AVVENTURA HA INIZIO 6. L'avventura ha inizio 7. Definire la libertà individuale 8. Sviluppare la vera libertà 9. Spezzare le catene dei liberi 10. Il mio personale inferno 11. Liberare la mente 12. Divagazioni casuali 2: giocare con la mente PARTE III LE CHIAVI PER CAMBIARE VITA 13. Treno per il cambiamento 14. Capire il cambiamento 15. Muoversi verso direzioni migliori: obiettivi ben formati 16. Momenti di rivelazione 17. Giungere alla soglia: il segreto che ispira a cambiar vita 18. L'ultima delle umane libertà: Un atteggiamento straordinario 19. Le convinzioni e gli stati che portano al successo
20. L'illusione della realtà: La libertà di una diversa prospettiva 21. La forza della risata 22. Divagazioni casuali 3: La trance che vi cambierà la vita PARTE IV SPEZZARE LE CATENE DEL "SÉ" 23. Il cocktail che è in voi 24. Le bugie della psicologia 25. Il grande mondo cattivo: la sindrome del "povero me" 26. Specchio, specchio delle mie brame: I problemi di un'immagine distorta di sé 27. Distruggere la macchina dei problemi 28. Essere perfetti non va bene 29. Dichiarare guerra al terrorismo psicologico 30. Liberare il tempo 31. L'arte della libertà economica 32. Badare a se stessi 33. Divagazioni casuali 4: Prendere sul serio il divertimento PARTE V L'ARTE DI AMARE LA LIBERTÀ 34. L'amore davvero 35. L'amore fa girare il mondo 36. Evitare la cella d'isolamento: Evadere dalla prigione della solitudine 37. L'arte della comunicazione efficace 38. Respingere emarginazione e fallimento 39. Pietre e bastoni e parole che feriscono 40. L'arte di una buona amicizia 41. "Com'è che non parliamo neanche più?" 42. L'arte dell'amore vero 43. A volte le cose proprio non funzionano 44. All you need is love 45. Divagazioni casuali 5: finire in trance PARTE VI L'ARTE DELLA LIBERTÀ SPIRITUALE 46. Liberare il mondo 47. Finestre sulla spiritualità 48. La libertà di crescere 49. Come ritrovare se stessi 50. L'attrazione dei guru
51. Sentirsi impotenti nel mondo moderno 52. Sul dolore della morte: la parte dura della vita 53. Come gestire il cambiamento nel mondo 54. Come cambiare il mondo 55. Divagazioni casuali 6: un'esperienza spirituale Conclusione - La fonte dell'umana gioia Glossario Strumenti Recommended Training Risorse
INTRODUZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA "Capita ogni tanto che un istante vi catturi." Con queste parole hanno inizio le avventure nella libertà individuale di Richard Bandler e Owen Fitzpatrick. Le stesse parole con cui i due artefici dei tesori racchiusi in questo libro ci introducono nella nostra avventura nella libertà individuale. Ciascuno di noi è stato, almeno una volta nella vita, "catturato" da un attimo di assoluta consapevolezza. Oltre il perimetro del luogo in cui ci trovavamo abbiamo intravisto aperture, destinazioni possibili e spazi distesi. Abbiamo avuto la tentazione di allungare la mano, di incamminarci in direzione di quei posti lontani, attratti da un richiamo invitante. Qualcuno direbbe: un richiamo di libertà. Molto spesso questi istanti sono brevi interruzioni lungo una traccia continua - la vita - che poi riprende il suo corso senza deviazioni significative. Altre volte sono occasioni inaspettate di scoperta del valore di sé, dei propri talenti, delle innumerevoli possibilità di cambiamento della propria vita e di quella di coloro che ci circondano. Le prigioni mentali in cui si può essere rimasti rinchiusi, avendo per compagne solitudine, frustrazione e sensazione di impotenza si dissolvono lasciando spazio a energia, vitalità, senso della libertà, coraggio, capacità di trovare il lato divertente delle cose. Sono questi i tesori contenuti in PNL è Libertà: chiavi magiche per accedere a momenti di rivelazione sul proprio destino. Chiavi magiche per aprire i cancelli di quelle prigioni e decidere la direzione in cui muoversi. La nostra più grande forza, affermano Richard e Owen, è anche la nostra più grande debolezza: la capacità di scegliere. Scegliere di assumersi o meno la responsabilità della propria vita e di farne - o non farne - ciò che si è deciso. "La vostra vita è la tela e il vostro cervello i colori", aggiungono gli autori in uno dei passaggi più ispirati e ispiranti del libro. "Ora si tratta di dare a voi stessi il permesso di decidere dove volete andare, cosa volete dipingere. Questa è l'arte della libertà individuale." Leggete questo libro e svolgete tutti gli esercizi proposti: vi sembrerà che gli autori si stiano rivolgendo direttamente a voi, soppesando e considerando le vostre personali esperienze, come se le avessero vissute essi stessi. Vi troverete storie di
felicità e sofferenza, emozioni piacevoli e racconti di delusione e smarrimento. E riconoscerete voi stessi quali protagonisti di quelle storie. Cosa più importante, imparerete, con l'aiuto della Programmazione Neuro-Linguistica, che permea ogni respiro di questo libro: • a modificare a piacimento i vostri stati mentali;
• a neutralizzare anche i dolori più "antichi" e radicati dentro di voi; • a fare chiarezza sul vostro scopo nella vita; • a organizzarvi per raggiungere quello scopo; • a compiere i passi necessari per realizzare ciò che desiderate; • a godervi ogni momento, provando curiosità e piacere per tutto ciò che sta attorno a voi; • a liberarvi dai limiti che vi siete auto-imposti o che altre persone vi hanno imposto, e a sciogliere ogni laccio che vi tiene ancorati a un passato fatto a volte di sofferenza e mortificazione; •a influenzare consapevolmente il vostro futuro, al di là di ogni possibile condizionamento esterno. Iniziate ORA il vostro viaggio di scoperta. Riemergerete da questa lettura trasformati e rinnovati. Alessio Roberti
ALESSIO ROBERTI È l'italiano con maggiore esperienza nella ricerca e formazione in PNL a livello mondiale: ha formato oltre 15.000 professionisti in Programmazione Neuro-Linguistica in Italia, USA e Inghilterra. La Society of NLP gli ha conferito il titolo di 'Licensed Master Trainer of NLP', il massimo livello di specializzazione in PNL riservato a una decina di persone nel mondo che hanno dimostrato una competenza straordinaria nell'insegnare e usare la PNL. È coautore del libro Il Coach, del libro Le basi della comunicazione medico-paziente e del testo universitario Comunicazione Medico-Paziente. È l'editore di oltre 30 libri fondamentali di PNL, Apprendimento Veloce, Negoziazione e Coaching.
AVVISO AI LETTORI Avviso per gli esperti Questo libro è scritto unicamente per coloro che sono interessati a diventare più felici, a migliorare la qualità della propria vita e a godersela ogni giorno di più. Non leggete questo libro e non assorbite le idee in esso contenute, a meno che non siate disposti ad aprirvi e ad assaporare come delle idee semplici possano davvero essere presentate, semplicemente. Coloro che fossero interessati a rimanere legati alle "catene dei liberi"... questo libro potrebbe indurvi a ricordare di dimenticare quel che non è importante, vale a dire rendervi conto che leggere questo libro potrebbe aprire i vostri veri occhi, quelli che vi potranno aiutare a vedere le vere menzogne costituite da limitazioni, tristezza e paura, quelli che vi mostreranno come il mondo sia colmo di opportunità uniche e senza precedenti di trovare un inspiegabile senso di benessere. Avviso per chiunque altro Questo libro trabocca di idee, suggerimenti, induzioni e tecniche che possono migliorare la vostra vita. Sebbene la PNL sia una tecnologia che sta riscuotendo sempre più successo in ogni angolo del mondo, il fatto che una persona abbia frequentato un corso Practitioner in PNL non significa necessariamente che questa persona sia adeguatamente preparata e competente. Se siete interessati ad apprendere come si usa la PNL, vi invitiamo caldamente a frequentare corsi tenuti da istruttori certificati direttamente da Richard Bandler.
RINGRAZIAMENTI Da entrambi gli autori A coloro che hanno reso migliori le nostre vite. Contiamo su di loro, sia come colleghi, sia come amici. Grazie a: John e Kathleen LaValle, Paul McKenna, Kate Benson e Gabe e Barbara Guerrero. Da Richard A Jay, Elizabeth, Jayson e, ovviamente, a Polly A mia madre, Ruby, e a mia sorella Pam Al dottor John O'Dea e a Debra A Sean e Maura Flannagan A M Gerald Schwartzbach E a tutti i miei deliziosi clienti: senza le loro difficoltà non avrei avuto nulla da imparare. Da Owen Vorrei ringraziare le seguenti persone, che hanno avuto un impatto profondo sulla mia vita e sul modo in cui mi sono conquistato la libertà e l'amore. La mia famiglia I miei genitori, Marjorie e Brian, per tutto. Siete i genitori migliori che si possano avere e vi voglio bene, più di quanto possiate immaginare... Emer, per essere una sorella magnifica... Mia nonna, per voler bene a me e all'eroico zio Shea... Nonna Packie, zia Joe, il nonno, zia Peggy e zio Tony per l'affetto che mi hanno dimostrato in vita... Il resto della famiglia, inclusi Brendan, Michael K, Aisling, Sinead, Orla, Donai, Oisin, Lucy, Michael G, Pat, Bob, Mat, Kelly, Maureen e Bill, e tutti gli altri: sono molto fiero di essere imparentato con ciascuno di voi... Il mio collega Brian, per essere un partner fantastico sul lavoro, nonché un carissimo amico, e la sua famiglia, che sento come mia: Theresa, Cian e Dillon. Coloro che hanno contribuito direttamente al libro I miei incredibili amici, come la stupenda Gillian McNamara- Fowley, Michael Connolly, Aoife Ni Bhreachain Curran e Barry Holden, per averci aiutato così tanto con questo libro. Richie Collins, il mio amico, per il lavoro di trascrizione e perché mi fa ridere. Claire Rourke che è stata d'immenso aiuto durante le fasi di revisione. Mentori e insegnanti Eric Robbie per tutta la sua saggezza, per la creatività e per le sue intuizioni...
Frank Farrelly perché mi fa ridere a crepapelle... David Northrop per la magnifica amicizia che ci lega e per i preziosi consigli... Joe Keaney, il Dalai Lama, Michael Breen, Liz Dunne e gli altri istruttori che ho avuto e che tanto mi hanno dato. Amici I miei "compari": Eddie, Davee e Shane perché mi fanno sorridere, ridere e sentire amato. Gli altri miei amici: Joe Higgins, Lauren, Kevin, Niall, Mark D, Brian F, Gemma, Ruth, Lizzie, Audrey, Joe, Annette, Ciaran, Eileen, Baggo, Nevvy, Stevee, Susan, Mark, Martin, Car, Rob, Cliona, Colm e Suzanne McKay. Gli amici del college: Ruarai, Maire, Caoilte, Karl, Paul, Aleisha, Darragh, Tommy, Mick K, Gary, Martin, John, Sean, Alan C, Niamh, Fiona, Siobhan D, Helen, Rob, J.P., Martina, Olga, Anne Marie, Murissa, Mick H, Carolyn, Catherine, Martin e Genie... I miei amici dello Sportslink FC e in particolar modo Dave, Jay e Roseanne per le loro intuizioni sulla vita e sullo stile... Roisin l'angelo, Ben per avermi reso fiero e Numero 6 per avermi strappato un sorrisone... Rab e Michelle per la generosità, l'amicizia e l'ispirazione meravigliose... Siobhan Mac per avermi fatto vivere un'esperienza degna di lode. A tutti voi vanno il mio affetto e i miei più sinceri ringraziamenti. Colleghi e amici Alessio, Hugh, Thomas, Anton, Zana, Morag, Niamh, Allison, Anna, John, Rachel, Steve, Gabrielle, Ed Percival, Deirdra, Rachel, Cora, Judymay, Cathy, DP, Maurice, Fergal, Lynda, Kay, Bryan, Phillipe, Gerry, Rob, Laura, Harry, John B e famiglia, Colin, Mahboob, Mark, Ron, Edie, Phil, Jackie, Lenny, Peta Heskall, Pete Cohen, Clay, Jag, Kier, Maria O'M, Michelle, John S LV, Yvonne, Jamie, Derek, James, Mark, Dave, Holly, Reeney, Omar, Liopi, Javier, Eduardo, Gaby, Sergio, Olga, Edgard & Reed e tutti gli altri per i loro consigli e il loro aiuto... Jan, Van, Dan, Sajani, Ashlesh, Hemant e tutti gli altri amici molto speciali che ho in India. Grazie a tutti voi per la stupenda ospitalità e l'amicizia dimostratami. Altri ringraziamenti Coloro che hanno frequentato i miei corsi, i miei clienti e i miei studenti, che mi hanno insegnato almeno quanto io ho insegnato loro. Il mio vero amore, il Glasgow Celtic FC, perché fa la mia felicità... Martin O'Neill, Henrik Larson, gli U2, Morrissey, Eminem, Ricky Gervais, Billy Connolly, Eddie Izzard, Bill Hicks, Cecilia Ahern, Tommy Tiernan e Karl Spain per avermi ispirato con il loro splendore... Dio (ciascuna Sua versione) per essere stato buono con me.
NOTA PER I LETTORI PNL è Libertà narra la storia delle ampie e approfondite conversazioni avvenute tra me - Owen Fitzpatrick - e Richard Bandler, cofondatore di una disciplina di sviluppo personale nota come Programmazione Neuro-Linguistica (PNL). Richard è il mio insegnante e mentore, nonché un mio amico, e molte persone in tutti gli angoli della terra lo considerano un genio vivente. Questo libro è il risultato di numerose conversazioni che hanno avuto luogo in diverse parti del mondo tra il 2002 e il 2005. Durante il 2003 ho girato il mondo per alcuni mesi: anche le esperienze di quei viaggi, così come quelle fatte con i miei clienti, hanno contribuito a dar forma a quest'opera. Richard è l'artista creativo che sta dietro alle idee che hanno rivoluzionato la psicologia moderna, il modo di intendere il business, di fare Coaching e di intendere l'auto-aiuto e l'auto-miglioramento. Le sue intuizioni riguardo alla mente umana hanno prodotto un impatto enorme in ogni angolo della terra: oggigiorno in qualsiasi libreria, anche la più piccola, ci sono libri di PNL. Mi auguro sinceramente che un giorno non lontano Richard veda debitamente riconosciuti i propri meriti per tutto ciò che ha realizzato. Fino a quel giorno, questo libro è il mio omaggio al lavoro di una vita, la sua. Mi auguro che possa portare nella vita di ciascun lettore la stessa fulgida gioia che, negli anni, Richard ha saputo infondere in così tanti animi, sin dal giorno in cui, ormai più di 30 anni or sono, iniziò a insegnare alle persone ad essere libere e felici. Le nostre conversazioni erano spesso a senso unico e questo perché mi sforzavo di utilizzare il tempo trascorso con Richard nel miglior modo possibile. Richard suggerì che, alla luce della mia grande esperienza nel trattare con i clienti e delle altre idee ed esperienze interessanti che facevano parte del mio bagaglio, sarebbe stata una buona idea se avessi completato le nostre conversazioni con alcune mie storie, prospettive ed esempi. Fu così che nacque questo libro. Nelle storie relative ai miei clienti e negli aneddoti personali che ho raccontato per meglio illustrare le idee di cui abbiamo discusso, molti dei nomi sono stati omessi o cambiati, così da proteggere l'identità degli interessati. Alcune persone mi hanno concesso di utilizzare il loro vero nome. Abbiamo omesso le parti di conversazione che sarebbero potute risultare offensive. In taluni casi, tuttavia, dove le espressioni utilizzate sono funzionali a trasmettere un importante messaggio, abbiamo preferito riportare le conversazioni nella loro integrità. Di tanto in tanto potrebbe sembrare che alcune frasi non sembrino grammaticalmente corrette, eppure queste frasi servono a uno scopo: ricordate che la PNL e la grammatica convenzionale non si basano necessariamente sulla medesima struttura. Molti di coloro che hanno avuto il piacere di frequentare un corso di Richard Bandler sapranno già che, in un certo qual modo, al termine del
corso ci si ritrova a comportarsi in modi inconsueti, a sfruttare abilità nuove e un diverso atteggiamento. Quando terminerete questo libro, proverete un'esperienza simile. Non si tratta di un caso. All'interno di questo libro, i termini "conscio" e "inconscio" verranno usati in riferimento a due aspetti della mente. Con la parola "conscio" intendiamo quella parte della vostra mente che pensa in modo critico, razionale e logico. Con la parola "inconscio" intendiamo quella parte della vostra mente che è responsabile delle vostre sensazioni ed emozioni, della vostra creatività e che contiene ogni vostra memoria, la vostra saggezza e tutto ciò che avete provato. L'inconscio è quella parte della mente che controlla le abitudini e i consueti modi di pensare. La chiave per cambiare la vostra vita consiste nell'imparare a far funzionare il vostro inconscio in modi più efficaci. Moltissimi dei libri che cercano invano di spiegare la PNL sono scritti in modo complicato. Questo libro è diverso. Qui abbiamo fatto uso di un sofisticato sistema in cui le informazioni, le idee e i suggerimenti si trovano all'interno di storie ed esempi che fungono da "strati" e che aiutano il lettore a sviluppare inconsciamente nuovi modi di sentirsi e di pensare. Ci auguriamo inoltre che coloro tra voi che già conoscono la PNL possano divertirsi a studiare il testo ancor più in profondità, accorgendosi dei diversi tipi di schemi che abbiamo adottato per confezionare un libro capace di rivolgersi sia alla mente conscia che alla mente inconscia. Ci sono molti, moltissimi esempi di modelli linguistici, di storie-dentro-storie, di metafore a livelli multipli che rendono questo libro di grande impatto per il lettore. Per coloro tra voi che avessero poca o nessuna esperienza di PNL, indipendentemente dalla sofisticata attenzione che qui abbiamo posto nello strutturare la comunicazione a più livelli, ci auguriamo che possiate trovare le idee qui contenute tanto semplici quanto lo sono in realtà. La libertà personale è una cosa facile da comprendere, da apprendere e da utilizzare, una volta capito come fare. Quindi, vi prego, non siate troppo sorpresi della velocità con cui vi riscoprirete più felici e svilupperete nuovi atteggiamenti e prospettive capaci di farvi sentire più liberi, mentre procedete con la lettura. Ricordate: perlopiù si tratta di semplice psicologia... l'arte di comunicare con l'inconscio. Questo libro si divide in diverse parti:
• La prima di queste approfondisce il tema di come questo libro abbia avuto origine e di cosa sia il concetto noto come PNL. • Le conversazioni con Richard iniziano nella seconda parte, quando iniziamo a discutere di libertà personale. • Nella terza parte indaghiamo il processo di come accadano i cambiamenti permanenti e duraturi e ci interroghiamo su quali siano le chiavi grazie alle quali riuscire a cambiare qualsiasi aspetto della propria vita. • Nella quarta parte analizziamo il modo per gestire efficacemente i problemi che le persone hanno riguardo a loro stesse e alla loro vita. • La quinta parte è dedicata a come migliorare i propri rapporti con gli altri.
• E, infine, nella sesta parte discutiamo di come sia possibile sviluppare al
meglio il proprio lato spirituale e di come ci si possa connettere in modo più proficuo al proprio universo. Le diverse parti saranno intervallate da capitoli dedicati a delle divagazioni casuali. Questi capitoli non sono che semplici e casuali estratti che desideravamo inserire nel libro, ma per i quali non abbiamo saputo trovare una collocazione più specifica. Anch'essi svolgono una loro funzione. In fondo a certi capitoli o a certe parti troverete alcuni esercizi e "compiti" che vi aiuteranno ad impadronirvi dei nuovi atteggiamenti, della nuova sensibilità e delle nuove abilità che avrete appreso. FATELI. È di cruciale importanza che facciate le esperienze che questi esercizi possono darvi: solo così comprenderete appieno come le varie parti si combinino. Vi abbiamo, inoltre, assegnato dei "compiti", affinché possiate prendere l'abitudine di impegnarvi in attività specifiche. Seguendo le istruzioni, l'impatto che questo libro avrà sulla vostra vita sarà davvero notevole. Come ogni opera, anche questa avrà i suoi detrattori e siamo disposti ad accettarlo: non si possono accontentare tutti. E non si potrà mai "rendere" libero qualcuno. Si può solo insegnare alle persone ad aprire la porta... ma sono loro a doverla attraversare. Tutto ciò che ci auguriamo e che vi invitiamo a scoprire è che la vostra prigione non ha la stessa forza del vostro desiderio di scoprire il mondo sconosciuto, eppur meraviglioso della liberazione, della pace interiore e della gioia. A volte, coloro che desiderano cambiare oppongono resistenza sotto forma di scuse, scetticismo, esitazione o pigrizia. Vi esortiamo a rivolgere i vostri sforzi al fine di leggere questo libro e di usarlo per migliorare la vostra vita. È il motivo per cui è stato scritto.
PREFAZIONE Negli ultimi 30 anni ho scritto prefazioni non solo per i miei libri, ma per quelli che hanno scritto molti dei miei studenti. Tuttavia, in questo caso, mi accingo a presentare un libro che ho contribuito a realizzare. Si basa su delle conversazioni che ho avuto con Owen riguardo al genere di cose che fanno oggigiorno parte del campo della PNL (che considero, di fatto, molto più vasto delle tecniche di PNL in quanto tali) e riguardo alle mie prospettive in proposito. Questo libro contiene, inoltre, idee provenienti dal Neuro Hypnotic Repatterning e dal Design Human Engineering, ma differisce molto da altri libri su questi argomenti, in quanto la maggior parte dei libri che ho pubblicato nel corso degli anni includeva delle analisi di casi specifici e dei modi per affrontare specifiche questioni, come quella di superare una fobia. Questi libri offrivano un insieme di regole metodiche che spiegavano cosa fare per aumentare, ad esempio, le probabilità di vincere la fobia. Leggendoli si potevano studiare i modelli linguistici e accrescere le proprie abilità relative a come porre domande o a come creare frasi. Questo libro è stato concepito per fare qualcosa di completamente diverso. È stato pensato appositamente per darvi la possibilità di cambiare prospettiva in merito a cos'è la libertà. Per me, la libertà è in assoluto la più importante esperienza che un essere umano possa fare. È l'atto stesso della creazione. Non si tratta solo di creare cose grandiose, come l'arte o la musica, ma di creare i momenti che compongono la vostra vita. Le persone, per la maggior parte, finiscono col rendersi la vita difficile e col porre un limite a quanta gioia possa farne parte, perché non colgono le opportunità che sono a loro disposizione o non massimizzano le loro risorse. È il modo stesso in cui pensano alle cose, sono le loro stesse convinzioni a impedire loro di riuscire ad ottenere ciò che di meglio la vita ha da offrire. Questi limiti generano, inoltre, un prodotto secondario, nel senso che creano grandi difficoltà che si manifestano nei modi più disparati: dalla schizofrenia alla depressione, a mille altri comportamenti tanto grotteschi quanto controproducenti. Per me, chiunque entri dentro di sé per rendere la propria vita più penosa e spiacevole di quanto sia necessario è un esempio di persona che ha scelto di rimanere vincolata alla convinzione che la vita sia fatta di sofferenze. Si tratta di una persona che ha dimenticato che vivere non significa rivangare e rivivere continuamente i ricordi dolorosi del passato; significa portarsi avanti per vedere la vita come la meravigliosa avventura in cui può trasformarsi. E per farlo c'è bisogno che inizi a porsi domande più stimolanti, come ad esempio: "Come posso godermi la vita?", "Come posso renderla più semplice?", "Qual è un modo divertente per farlo?". E comunque, oggi siamo in grado di fare un passo in più, perché a nostra disposizione ci sono tecniche che possono farvi star bene per nessun motivo, cosicché quando un motivo c'è davvero, starete ancora meglio. Questo ha costituito le basi del mio lavoro
negli ultimi cinque anni: l'arte di mettere le persone in condizione di alterare il proprio stato di coscienza, di influire positivamente sulla chimica corporea che crea le condizioni in cui viviamo. Per me usare le parole, che si tratti di quattro, di cinque o di sei... non importa quante parole servano, quel che importa è aiutare le persone a raggiungere il loro futuro più rapidamente, più facilmente e più efficacemente. Meglio. Pertanto, se state imparando a fare qualcosa, potete imparare a farlo più velocemente, più facilmente e meglio di prima. E se state semplicemente cercando di spogliarvi delle vostre vecchie difficoltà, vi avverto che avrete tempo libero in abbondanza e potreste ritrovarvi a cercare nuove difficoltà con le quali riempire lo spazio che si è venuto a creare. La vera domanda è "Quanto piacere riuscite a sopportare? Quanto siete in grado di divertirvi?". Apprezzando moltissimo la compagnia di Owen Fitzpatrick, il processo che ha portato alla stesura di questo libro è stato estremamente piacevole. Eravamo d'accordo: le registrazioni delle nostre conversazioni avrebbero dato forma al libro. Gli dissi che avrebbe avuto l'opportunità di chiedermi qualsiasi cosa volesse, in merito a qualsiasi argomento volesse: tutto quello che gli rimaneva da fare era organizzare le mie risposte e integrarle con le sue esperienze in un qualcosa di omogeneo. Nel corso degli anni ho raccomandato Owen a molti dei miei clienti e non è mai capitato che lui venisse da me per dirmi che erano ancora vittime delle loro vecchie abitudini. Ha sempre trovato un modo per aiutare quelle persone a superare le loro difficoltà, perché, in un certo senso, la sua è la prima, vera generazione di Programmatori Neuro-Linguistici. Una generazione fatta di persone che non stavano cercando di "uscire" dal mondo della terapia, né di liberarsi delle idee intrinseche alla psicologia in merito a quanto "malfunzionanti" fossero le cose. Owen ha cominciato con me e ha continuato a imparare le tecniche di cui facevo uso al tempo. E mentre io cambiavo, lui cambiava con me... fino ad arrivare a sviluppare delle tecniche sue. Le storie dei suoi clienti, le tecniche che ha usato, la prospettiva che lo ha portato a pormi le domande cui ho risposto (e a porsene altre, a cui ha saputo rispondere già da sé): tutto questo è diventato una parte molto importante del processo che ha portato a questo libro. Nel corso degli anni sono stato coautore di numerosi libri. Ne ho scritti con John Grinder, ne ho scritti con John LaValle. Attualmente sto scrivendo libri con tre diverse persone e ogni volta che lavori con qualcuno, il processo cambia. Questo processo, in particolare, ha una maggiore vitalità, perché non stavamo cercando di riempire una traccia precedentemente definita. Qui abbiamo cercato di tracciare le regole che consentissero a ciascun lettore di espandere le proprie convinzioni e di appropriarsi della sensazione di avere più varietà di scelta, così da poter ammirare la vastità dell'universo con entusiasmo, anziché percepirlo come un fardello. Questa è la vostra opportunità di divertirvi un po' e di assimilare qualche nuova idea. E, cosa ancor più importante, questa è la vostra opportunità di fare vostre delle direzioni e delle prospettive nuove. Coglietela. Richard Bandler
Agosto 2005
A Paula Bandler L'animo più bello che sia mai vissuto. L'essere più adorabile che esista. Lo spirito più dolce che ci sarà in eterno. Con Amore
& A Robert Anton Wilson... l'uomo più brillante che conosca.
INTRODUZIONE
Molti anni fa, una sola parola, "Freogan", indicava i verbi "liberare " e "amare ". Ci fu un tempo in cui Libertà e Amore erano la stessa cosa. A un certo punto, lungo il cammino, vennero separati. Questa è la storia di come si ricongiunsero.
Avventure nella libertà individuale Capita ogni tanto che un istante vi catturi. Se ne può uscire all'improvviso. Magari state pensando ai fatti vostri, la mente intenta a preoccuparsi incessantemente di qualcosa e poi, improvvisamente, vi colpisce. Potreste esser lì, intenti a deprimervi contemplando il passato, nauseati dalla vita e poi, senza preavviso, questo momento arriva e capovolge completamente la vostra realtà. Potreste essere assorti nei vostri problemi quotidiani e poi, come un fulmine a ciel sereno, quel momento vi prende per la collottola e vi mostra qualcosa che non avevate mai visto prima. Viviamo in un mondo davvero strano. Pensateci: vi svegliate, lavorate un po', mangiate, se tutto va bene trascorrete del tempo con le persone a voi care e poi tornate a letto. Ve ne state lì, in attesa della prossima sensazione piacevole. Magari arriverà con una barretta di cioccolato o con un programma televisivo. Magari sarà una festa nel week-end, una cena prevista tra un paio di settimane o quell'unica vacanza dell'anno. Magari è una casa nuova o una nuova auto, un nuovo computer, uno stereo, un televisore al plasma, un lettore DVD, un iPod o un cane appena arrivato. Qualunque cosa sia, rimanete lì, nella speranza che accada. E poi, quando arriva, ricominciate ad aspettare la prossima cosa capace di farvi sentire bene. Magari non siete stati così fortunati. Forse la vostra vita somiglia più a una lotta. Magari vi siete sentiti soli o frustrati, stressati o depressi. Forse il vostro più grande desiderio è scoprire chi siete veramente e diventare soddisfatti di voi stessi. Indipendentemente da chi siete, non sarebbe bello se non doveste aspettare per sentirvi bene? Non sarebbe bello se vi sentiste davvero bene adesso, per nessun motivo? Non sarebbe splendido se vi sentiste soddisfatti di voi stessi, del vostro avvenire, dei vostri rapporti con gli altri e dei motivi che avete per "essere" su questa terra? Sì, certo che sarebbe bello. Sfortunatamente ci sono moltissime persone imprigionate da quelle che Richard Bandler chiama le "catene dei liberi". Molti riempiono la propria vita con momenti di paura, tristezza, apatia, fastidio, disperazione, ansia, inquietudine, stress, rabbia e stupidità. Io stesso mi sono imprigionato con molte di queste catene per molti anni... ma ora non più. Ora mi sento veramente libero. Quando uso la parola "libero", non intendo dire che non ho più problemi o che non ci siano volte in cui faccio degli errori. Dicendo, "libero", intendo la sensazione di avere il controllo della mia vita, del mio destino. Non ho bisogno di sapere esattamente cosa ha in serbo per me il futuro, perché mi sento in grado di far fronte a qualsiasi eventualità e di rendere meraviglioso ogni istante della mia vita. Quand'ero piccolo sognavo di diventare un calciatore famoso. Sognavo di darle di santa ragione ai cattivi e di diventare un eroe. Ho trascorso buona parte della
mia infanzia a bighellonare nelle sale da biliardo e a fantasticare di come avrei fatto a vincere il campionato mondiale di snooker. Questi erano i sogni che tenevano occupata la mia immaginazione da bambino. E adesso? Non sono mai diventato esattamente come progettavo allora, ma un sogno l'ho realizzato. Quand'ero ancora soltanto un ragazzino, sognavo anche di diventare così forte che nessun mostro e nessun male avrebbe mai potuto ferirmi. Ora, in questo preciso istante, mi sono reso conto di essere abbastanza forte da affrontare qualsiasi mostro e da superare qualunque male. I mostri malvagi che esistono in questo nostro mondo assumono la forma di tristezza, paura, rabbia, odio e disperazione. Quando siete in grado di affrontarli tutti, sapendo di potercela fare, allora siete liberi. E mentre, pagina dopo pagina, leggete questo libro, voglio farvi conoscere il mio mondo e le avventure nella libertà individuale che ho vissuto con Richard Bandler. Voglio raccontarvi la storia delle conversazioni che ho avuto con un autentico genio e dalle quali ho appreso che cosa sia veramente la libertà individuale e come sia possibile, per chiunque, ottenerla. Voglio portarvi con me e rivivere con voi alcune delle storie che mi appartengono e delle esperienze che ho vissuto, voglio aiutarvi ad acquisire prospettive più utili e modi di vedere il mondo più funzionali. Parlare con Richard di persona è completamente diverso dal vederlo tenere un corso, lavorare con un cliente o dal leggere uno dei suoi libri; diverso e, allo stesso tempo, ugualmente divertente e illuminante. Di tanto in tanto, Richard rispondeva a quesiti che facevano parte della mia vita, quando invece gli avevo posto tutt'altra domanda. A volte sembrava che, come per magia, sapesse leggermi nel pensiero e durante ciascuna conversazione, indipendentemente da quanti mesi fossero trascorsi dalla volta precedente, Richard riusciva a riprendere esattamente da dove aveva interrotto. Ho scritto questo libro da un punto di vista personale. Fatene ciò che volete. Mi auguro che, mentre vi prendete il tempo necessario a capire la prospettiva che ho adottato, acquisiate una nuova sensibilità nei confronti di alcune delle cose che vi hanno afflitto. Io, personalmente, ho sempre trovato molto illuminanti le esperienze delle altre persone e spero che anche voi possiate trovarvi in sintonia con ciò che andrò narrando. In questo libro vi racconterò di ciò che ho imparato e di come sono cambiato mentre lo scrivevo. Vedrete come uso la PNL per affrontare la vita nel modo più efficace. Uno dei momenti che mi ha davvero catturato è giunto mentre riflettevo sul libro che state leggendo ora. Ero nel mio appartamento e rileggevo le bozze di alcuni capitoli, mentre riascoltavo le registrazioni delle mie conversazioni con Richard. Stavo ripensando al fantastico viaggio cui avevo partecipato nei due anni precedenti. Ricordavo le diverse conversazioni che avevamo avuto, seduti intorno al tavolo della cucina di casa sua, così come nei luoghi in cui ci portavano i nostri viaggi: Edinburgo, Londra, Messico. Erano successe così tante cose. Mi alzai e colsi l'occasione per fare una pausa. Fu in quell'occasione che provai un incredibile senso di liberazione. Seppi che, da quel momento, non avrei mai più guardato indietro.
PARTE I FUGGIRE DA UNA SQUALLIDA PRIGIONE
1 Un attimo di chiarezza Pioveva a dirotto, mentre guardavo fuori dalla finestra del mio appartamento. Erano circa le due di un lunedì pomeriggio alla periferia di Dublino. Stavo prendendomi una pausa dopo aver letto le bozze per alcuni capitoli di questo libro e, mentre un tuono rimbombava nel cielo, cantavo ad alta voce una canzone che stavo ascoltando. La musica usciva dall'appartamento a tutto volume, ma dall'esterno sarebbe stato impossibile sentirla, a causa della tempesta che infuriava sopra la città. Ero completamente rapito dal momento, mentre osservavo i colori del mondo. Notavo le tinte e le tonalità rosse, blu e verdi degli edifici e dei parchi in lontananza. Ascoltavo i suoni del mondo e sentivo, al di là della musica, l'incessante scrosciare della pioggia battente. Le nuvole erano grigie e cupe. Vidi balenare un lampo e il cielo s'illuminò. Posai dolcemente il viso contro la finestra. Stavo godendomi il momento, semplicemente. Mentre stavo là, il tempo sembrava scorrere lentissimamente. Pensavo alla mia vita. Ripensavo agli errori fatti, ai momenti difficili che avevo vissuto e a quanto avessi patito per amore. Ripensavo a quelle volte in cui sarei stato pronto a mollare tutto a causa delle strazianti sofferenze che stavo attraversando. Mi ricordai anche dei miei più grandi risultati, dei successi migliori, dei momenti d'ispirazione che per me hanno significato qualcosa. Ricordai quei momenti in cui mi ero sentito assolutamente euforico. Fu proprio lì, in quel momento, che mi resi conto di avere tanti problemi quanti ne avevo sempre avuti, né più né meno, e che nessuno di questi mi preoccupava per davvero. Li avrei affrontati e questo era tutto quel che c'era da dire. Semplicemente, non avrei più tollerato le sensazioni negative come avevo fatto in passato. Fu così liberatorio: mi sentii finalmente libero. Ciò che ci imprigiona è il modo in cui percepiamo il mondo. E il vostro mondo, voi lo percepite attraverso i limiti dei vostri pensieri. Molte persone imparano a pensare alle cose in termini di bianco e nero, senza rendersi mai conto del fatto che ci sono moltissimi modi di vivere lo stesso evento. Un meraviglioso momento per scoprire tutto ciò è quando dormite. Quello è il momento in cui potete sfiorare le vette dell'estasi e della libertà. Nei vostri sogni potete provare uno stupefacente senso di felicità. Lì potete vedere il mondo con occhi diversi e da diverse angolature. Il tempo e lo spazio non vi limitano più. La logica non è più così restrittiva: una figura può rappresentare più di una persona alla volta, vi è concesso di fare più cose contemporaneamente, potete vivere la vita senza
stare alle regole che avete imparato. Finalmente, in quel momento lo capii. Se volete essere liberi o se volete portare più gioia nella vostra vita, dovete scegliere di cambiare certe vostre abitudini. Dovete scegliere di imparare che cosa sia la libertà. Dovete imparare che cosa significhi cambiare. Dovete scegliere di cambiare la percezione che avete dei vostri problemi. Dovete scegliere il modo in cui vivere i rapporti con gli altri. Dovete scegliere il vostro modo di capire l'universo. Dovete scegliere il vostro modo di comportarvi, di pensare e di vivere. Dovete farlo tenendo bene a mente che c'è sempre più di un modo di guardare alle cose e che c'è sempre un altro modo di considerarle. Quando pensate diversamente, vi sentite diversamente. E una volta che proverete sensazioni diverse, la chimica del vostro cervello sarà letteralmente trasformata. Il vostro cervello è costituito da numerosi cocktail chimici e collegamenti elettrici. Quando pensate in modi che sono per voi utili, positivi e produttivi, quando state bene, il vostro cervello comincia a lavorare per voi, producendo l'ambiente più funzionale ad avere i pensieri e le sensazioni migliori. Una volta scelto ciò che è utile, conquistate la libertà. Io avevo fatto la mia scelta. Mi sentivo libero. Provai un pizzicore in tutto il corpo e un brivido mi salì lungo la schiena per poi ridiscendere. Aprii la finestra e lasciai che gli spruzzi della tempesta entrassero dentro. Misi la testa fuori dalla finestra, dove soffiava un vento carico d'umidità, feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, il mondo era così bello. Mi chiesi perché ci avessi messo tanto a notarlo per davvero. E quindi, come fate a scegliere questa libertà? All'età di 24 anni decisi che volevo scrivere un libro. Avrei scritto un libro che aiutasse le persone a cambiar vita e ad essere più felici. Volevo scrivere un libro che ispirasse coloro che già se la cavavano bene a fare ancora meglio. Volevo scrivere un libro che rendesse letteralmente il mondo un posto migliore in cui vivere. Fu allora che, all'improvviso, mi si presentò una di quelle occasioni.
2 L'opportunità di una vita A volte capita di essere fortunati. Eccomi lì, un ragazzotto di Dublino che d'un tratto si ritrova tra le mani l'opportunità di una vita: poter fare qualsiasi domanda a una delle persone più brillanti del pianeta per poi mettere tutto in un libro da condividere con il resto del mondo. Durante i miei studi di Programmazione NeuroLinguistica, iniziai a far conoscenza con Richard Bandler, colui che a metà degli anni Settanta, assieme a John Grinder, aveva dato vita alla PNL. Una sera di dicembre del 2002 Richard mi propose di scrivere un libro assieme. Le pagine che state leggendo sono il prodotto di quella proposta.
Richard con "quello sguardo".
Richard ha insegnato a milioni di persone di tutto il mondo ad essere felici, a liberarsi delle proprie paure, dei dubbi, dello stress e della depressione. Ha fatto ciò che, nel corso dei secoli, così tanti filosofi e psicologi hanno cercato di fare: ha scoperto i segreti che portano alla felicità, alla libertà e all'amore. Io posso confermarlo, perché quelle risposte e quei segreti li ho trovati sia nelle mie
conversazioni con Richard, sia nella mia esperienza quotidiana. I libri vengono scritti per essere d'ispirazione, per educare e per divertire. Vengono scritti con la speranza che il lettore ne tragga ispirazione, conoscenze e godimento. Vengono scritti perché diventino fonte di una saggezza senza tempo, così che le parole in essi contenute possano essere condivise per l'eternità. Le parole ci danno la possibilità di trasmettere idee ad altre persone. Le idee sanno ispirare modi diversi di pensare, atteggiamenti differenti e comportamenti differenti; le idee racchiudono un potere che si libera nel momento in cui diventano azione. Il potere delle idee contenute in questo libro vi aiuterà a trasformare il mondo attorno a voi. Leggete. Reagite. Il semplice atto di leggere questo libro vi porterà, automaticamente, a pensare alle cose in modo diverso. Una volta che vi sarete esposti all'idea di libertà e all'idea di amore, la vostra vita acquisterà un significato nuovo. Ricordo ancora la prima volta che lavorai con un cliente. Ricordo di aver avuto un piano e di essermi ben presto reso conto che i piani non funzionano mai alla perfezione. Negli anni ho aiutato persone che volevano farla finita e persone che pensavano di essere dei supereroi, ho aiutato sociopatici e anche persone che credevano di essere impazzite. Ho avuto a che fare con situazioni d'ogni genere: depressioni gravi, stress, attacchi di panico, dipendenze e problemi relazionali. Mi sono imbattuto in persone d'ogni tipo: dirigenti di altissimo livello, celebrità, atleti e bambini. Il mio ruolo è stato quello di aiutarle ad avere maggior successo nella vita e durante tutto questo tempo ho trovato la PNL incredibilmente utile. L'approccio che adotto non è sempre convenzionale. Dal portare i miei clienti al centro commerciale o al bar fino a far loro da sparring partner su un ring per testare il lavoro... ne ho viste di cose. Tuttavia, la maggior parte delle volte non faccio che aiutare le persone a cambiare come pensano e come si sentono. Insegno loro a star meglio con i loro problemi e a riderci su. Richard Bandler è un personaggio davvero unico. È provocativo, spassoso e dotato di un'immensa inventiva. Tutti quelli che assistono ad uno dei suoi corsi trovano in lui non soltanto una mente colma di saggezza, ma una fonte inesauribile di storie capaci di catturare l'attenzione di coloro che le sentono. Talvolta, tutto quel che una persona ha bisogno di fare per dare una svolta alla propria vita è trasformare una serie di idee in azioni. Anche voi potete provare che cosa sia la vera libertà individuale. Se non scegliete di agire, potreste ritrovarvi a vivere imprigionati dalle "catene dei liberi", all'interno della più terribile tragedia che questo pianeta abbia mai conosciuto. Questa tragedia io la chiamo la fonte delle umane sofferenze.
3 La fonte delle umane sofferenze Era una delle più grandi tragedie di tutti i tempi. Erano stati imprigionati per un crimine che non avevano commesso. I loro carcerieri si rifiutavano di far sapere loro di quale crimine fossero accusati e, ciononostante, li tenevano comunque prigionieri. Certo, i loro bisogni più elementari venivano soddisfatti, ma la loro vita era un vero inferno. Per la maggior parte del tempo venivano torturati e trattati orribilmente. Venivano insultati continuamente e accusati di essere dei buoni a nulla. Ogni cosa li riempiva di paure e di angosce. Erano vittime di incessanti angherie e venivano dati loro così tanti messaggi contraddittori e conflittuali che divennero insicuri, non sapendo più chi fossero e di che cosa fossero capaci. Alcuni di loro venivano separati, mentre altri erano costretti a vivere in compagnia di persone che li facevano costantemente uscire dai gangheri. Alcuni volevano morire. Alcuni continuavano a lottare contro le difficoltà della vita. Anche se in misure diverse, ciascuno di loro era tenuto prigioniero e a taluni andava peggio che ad altri. Venivano continuamente criticati per ciò che facevano. I loro carcerieri facevano in modo che stessero molto male ogni volta che commettevano uno sbaglio. Qualsiasi cosa desiderassero o avessero mai desiderato veniva loro negata. Giorno dopo giorno diventavano sempre più scontenti e privi di speranza. Passavano il tempo ad autocommiserarsi e a sfogare le loro frustrazioni gli uni sugli altri. Nel frattempo, il trattamento che subivano si faceva via via peggiore e i prigionieri cominciarono a chiedersi se sarebbe mai finita. Erano oppressi da tutte le cose che erano costretti a fare. Soffrivano, inermi. Anche quando venivano loro concessi dei momenti di libertà, non si trattava mai di libertà vera. In fondo in fondo sapevano che presto avrebbero dovuto tornare a soffrire per mano dei loro carnefici e che quella breve parentesi non significava nulla. Soffrivano per la maggior parte del tempo. La loro salute peggiorava progressivamente a causa del pessimo trattamento. Molti non riuscivano più a dormire. Le loro vite si svuotarono del senso che un tempo avevano avuto. Si aggiravano depressi, ansiosi, spaventati, stressati e frustrati da ogni cosa. Agognavano la libertà. E dunque, chi erano costoro? E chi erano i loro carcerieri? "Loro" erano il genere umano e i carcerieri le loro menti. Da quando siete nati, tutti voi avete fatto vostri dei modi di pensare, di sentirvi e di comportarvi. Molte di queste abitudini vi costringono all'infelicità e alla solitudine, vi costringono a dubitare di voi stessi, ad
autocommiserarvi, ad aver paura e a provare odio. Queste emozioni, a loro volta, influiscono sulla vostra salute, sui rapporti che avete con gli altri e sulla vostra vita. Tutti desideriamo essere felici, non è vero? Tutti noi desideriamo vivere una vita che abbia un senso. Tutti noi desideriamo sentire che c'è un legame che ci unisce a qualcuno o a qualcosa. Tutti noi desideriamo condividere la vita con i nostri cari. Vogliamo vivere in libertà per fare ciò che desideriamo. Un giorno, nel passato, siete stati messi su questa terra: il giorno della vostra nascita. Un giorno, nel futuro, tutto questo vi verrà tolto: sarà il giorno della vostra morte. Forse andrete in paradiso, forse vi reincarnerete in una nuova vita o forse, dopo questa vita, non c'è nulla. A dispetto di ciò, il tempo scorre e ogni momento che passa è passato, non lo si può più riavere indietro. Il tempo che vi è stato concesso per vivere questa vostra vita è limitato. E all'interno di questa vita proverete molti momenti di trionfo e di gioia ed altri di tristezza e sconforto. Attraverserete momenti bui e ritornerete a vedere la luce. Incontrerete opportunità e problemi. Questa è la vostra vita. Lungo il cammino incontrerete delle persone e queste persone vi saranno vicine in momenti differenti. Ci saranno persone che vi vorranno bene, persone a cui andrete a genio, persone a cui starete antipatici e persone a cui non importerà di voi. A volte vi tratteranno bene e altre volte vi tratteranno male. Ci saranno momenti in cui entreranno a far parte della vostra vita ed altri in cui se ne andranno. A volte saranno l'oggetto del vostro incontrollabile e imperituro amore e a volte saranno fonte di implacabile e penoso struggimento. Questa è la vostra vita. Durante il vostro soggiorno su questa terra vi capiteranno un sacco di cose. Alcune saranno belle, altre no. Tutte vi saranno d'insegnamento e imparerete molte cose. Alcune si riveleranno utili, altre no. Molte di queste cose le dimenticherete. Alcune cose saranno importanti, altre no. A volte fallirete e altre volte avrete successo. Qualcuno nascerà ricco, qualcun altro no. Ci saranno momenti di speranza e di estasi e momenti di delusione, in cui vi sentirete devastati. Questa è la vostra vita. Queste sono le verità incontrovertibili della vita di ciascuno. Mentre vivete su questo nostro mondo, c'è una scelta in particolare che dovete fare, una scelta molto importante e non si tratta che di questo: Come volete vivere la vostra vita? Alcuni vivono liberi, altri non lo fanno. Per me, vivere liberi significa vivere una vita felice, avere successo, costruire delle relazioni splendide con le altre persone e fare davvero la differenza per questo mondo. Per me, essere felici significa creare regolarmente dentro di noi delle sensazioni positive, che ci permettano di apprezzare ciò che facciamo sempre più e di pensare in modi più utili e positivi. Per me, avere successo significa raggiungere qualsiasi risultato ci siamo prefissati, che si tratti di obiettivi materiali, spirituali o semplicemente di vivere una vita migliore. Per me, costruire delle splendide relazioni con le altre persone significa instaurare intimi rapporti d'amicizia con coloro che ci circondano; significa aiutarli ad essere felici quanto noi e ad avere altrettanto successo. Per me, fare davvero la differenza per questo mondo significa creare, sviluppare, migliorare o rifinire qualcosa che dia al mondo un contributo positivo.
Le verità della vita si concretizzano per tutti, in continuazione e senza eccezioni. Ancora una volta, la domanda vera è: Come vivrete? Fino al preciso istante in cui avete letto questa frase, come avete vissuto? Vi siete sentiti felici e contenti per la maggior parte del tempo? Avete fatto quel che volevate fare nella maniera che preferite? Avete stabilito dei legami significativi con le altre persone? Avete fatto davvero la differenza per il mondo attorno a voi? Gli esseri umani hanno fatto miracoli. Pensate a tutte le invenzioni fatte nel corso dei secoli. All'inizio c'erano soltanto le risorse naturali e ora abbiamo costruito un mondo virtuale. Abbiamo creato qualcosa di immenso partendo da niente più che gli elementi di base. Davvero, fermatevi un momento e prendete coscienza di tutte le cose che possiamo fare oggi e che non era possibile fare 150 anni fa. Tutte queste straordinarie invenzioni hanno avuto origine nella mente di un essere umano. Ciononostante, una macchina che ancora non riusciamo a capire e a controllare è proprio la nostra mente. Tutti i progressi dell'umanità si basano sulla soddisfazione dei nostri bisogni e sono volti a renderci più felici e ad avere più successo. Il genere di progresso che offriamo in questo libro è il progresso insito nell'aver imparato a controllare la propria mente. Tutti noi desideriamo essere liberi dai problemi che ci affliggono. Tutti noi vogliamo provare un amore incondizionato ed eterno. Tutti noi desideriamo essere felici e vivere la migliore delle vite possibili. Il numero di problemi che vi trovate ad affrontare non cambia, indipendentemente dal fatto che vi sentiate felici e contenti o tristi e avviliti. La differenza sta tutta in quanto siete liberi di evitare che quei problemi vi influenzino negativamente. Il genere di persone che incontrate è lo stesso, sia che siate impegnati a costruire con successo delle solide relazioni, sia che le vogliate distruggere. Che vi sentiate spiritualmente liberi e colmi di gioia o no, nel mondo accadono pur sempre le stesse cose: belle e brutte. La scelta che avete è tra l'andare liberi per il mondo, indipendentemente dalle circostanze, e l'essere sopraffatti dai problemi e ritornare alle terribili torture che vi aspettano nei bui recessi della vostra stessa mente. La fonte delle umane sofferenze è il modo in cui abbiamo imparato a usare la nostra mente per limitarci. Si tratta del modo in cui abbiamo imparato a considerare e a trattare noi stessi e gli altri. Liberarsi da questi tormenti significa assumere di nuovo il controllo della propria mente e scegliere di provare gioia invece di sofferenza, libertà in luogo delle catene che ci limitano e amore al posto dell'odio e della paura che ci soffocano. Sarà allora che scopriremo l'autentica fonte dell'umana gioia. La libertà non è un mero ideale verso cui tendiamo... la libertà è tutto ciò che possiamo essere. Non si tratta di paura, tristezza, solitudine, disperazione, rimpianto, delusione, rabbia o dolore. La libertà è speranza, è saggezza, è felicità, è illuminazione, è amicizia, è senso dell'umorismo. E più di ogni altra cosa, la libertà è amore. Ci sono moltissime persone che lottano tutto il tempo per avere una vita migliore. Che siate stressati o depressi, che vi sentiate impauriti o fossilizzati nella solita routine, che siate incerti del percorso da seguire per la vostra vita o che stiate semplicemente cercando di eccellere in un ambito specifico, essenzialmente siamo tutti sulla stessa barca. Tutti noi desideriamo che ci vada ancora meglio, sogniamo di diventare delle persone migliori e di sentirci sempre più felici.
Fate conto che questo libro sia una guida. Lo potete usare per esplorare l'avventura che è la vita e per capire come affrontare quell'avventura con maggiore efficacia. Imparerete il significato di parole quali trasformazione e cambiamento. Capirete come far funzionare il cervello nel modo più efficace possibile. In questo libro tratteremo del senso della vita e di come raggiungere la felicità e il successo. Vi guideremo passo dopo passo, affinché possiate costruire relazioni migliori con gli altri, allargare la vostra cerchia di amici e comunicare con maggiore efficacia in tutti gli ambiti della vita. Sarete in grado di impadronirvi del vostro tempo, di motivarvi e di rilassarvi in quelle situazioni che erano solite causarvi stress. Vi daremo le chiavi per superare la maggior parte dei problemi che vi ritroverete ad affrontare e vi offriremo, in riferimento alla vostra sfera spirituale e al modo in cui siete collegati con l'intero universo, una prospettiva e una sensibilità capaci di produrre in voi delle profonde trasformazioni. Non sarebbe bello imparare a far sorridere sempre più persone, a portare più gioia all'interno di più cuori e a dare un contributo che faccia migliorare la qualità della vita di qualcun altro a questo mondo? Consentiteci di aiutarvi a capire alcune cose di cui non vi eravate mai resi conto fino ad oggi. Allora potremo prendere la prospettiva da cui osservavate la vita e modificarla affinché possiate prendere finalmente il controllo del vostro cervello, usare il vostro corpo e vivere la vita così da essere in grado di provare più amore, libertà e gioia. Molte delle idee contenute in queste pagine provengono dalla tecnologia del cambiamento umano nota come Programmazione Neuro-Linguistica (PNL). Nel prossimo capitolo vi daremo alcune informazioni in più in merito a questo strumento di trasformazione e crescita personale.
4 PNL: una storia della tecnologia del successo Poiché una consistente parte di questo libro ha attinenza con gli sviluppi nati in seno alla PNL, ritengo necessario dare alcune delucidazioni in merito a questa disciplina. Sono molte le storie che narrano degli esatti eventi che portarono alla nascita della PNL. Quel che sappiamo per certo è che, all'inizio degli anni Settanta, Richard Bandler si mise a studiare i migliori terapeuti che riusciva a trovare. Presto si ritrovò a collaborare con John Grinder, col quale fondò la disciplina oggi nota come Programmazione Neuro-Linguistica (PNL). Insieme iniziarono con lo studiare Virginia Satir (che aprì la strada alla terapia della famiglia), Fritz Perls (un terapeuta della Gestalt) e Milton Erickson (medico ipnoterapeuta). Questo studio si svolgeva sotto la guida di un celebre antropologo: Gregory Bateson. Presto la PNL diventò una delle tecnologie più celebri, rispettate e potenti a disposizione del movimento per lo sviluppo personale. Oggigiorno sono milioni le persone di ogni parte del mondo che ne fanno uso e, sebbene sia conosciuta sotto diversi nomi, è ancora in grado di offrire alcune delle idee e delle tecniche per il cambiamento più efficaci ed efficienti. La PNL si occupa di studiare come modificare (programmazione) il modo in cui rappresentiamo le nostre esperienze attraverso la neurologia (neuro), così da poter comunicare più efficacemente con noi stessi e con gli altri (linguistica). La PNL è il processo attraverso cui scoprire come pensiamo, come comunichiamo e come agiamo, così da poter cominciare a farlo in modo più fluido e fruttuoso. La PNL viene descritta come un "atteggiamento", una "metodologia" e una "tecnologia". È un atteggiamento che vi consente di vivere una vita più felice, utile e produttiva. È una metodologia che vi consente di "modellare" (nel senso di "osservare e riprodurre i comportamenti efficaci") efficacemente le persone che si sono distinte in ambiti come, ad esempio, l'insegnamento, la medicina e gli affari. Il principio su cui si fonda l'idea di "modellamento" è che, indipendentemente da quello che un'altra persona sa fare, è possibile imparare a fare la stessa cosa in modo simile, una volta compreso che cosa faccia quella persona all'interno della propria mente e in termini di azioni e comportamenti. È una tecnologia che racchiude in sé sistemi e abilità che vi consentiranno di migliorare la qualità della vostra vita.
Essendomi formato con entrambi i fondatori della PNL, oltre che con molti altri trainer di riconosciuta fama, scoprii presto che i diversi formatori si differenziavano molto in quanto a capacità. Come per ogni altra disciplina, c'è chi la spiega bene e chi la spiega male. Ci sono state persone che ne hanno abusato ed altre che ne hanno fatto un uso eccellente. Inizialmente, la PNL nacque come reazione all'ambiente della psicologia, che non era stato in grado di introdurre delle idee efficaci per favorire il cambiamento. La PNL rappresenta un approccio diverso rispetto a quello medico basato sull'idea di etichettare le persone e creare delle categorie. Alla base della PNL c'è la convinzione che le persone non siano i loro comportamenti o i loro pensieri e che perciò, quando queste imparano a cambiare il modo in cui pensano e si comportano, cambia anche la loro vita. Sfortunatamente, alcune persone sembrano non utilizzare la PNL nei modi che i suoi fondatori avevano inizialmente immaginato. Invece di condividere le proprie idee e contribuire così all'aumento della qualità della vita su questo pianeta, alcuni la usano nel tentativo di essere riveriti o di passare per dei santoni. Prendono delle idee semplici e le complicano. Alcuni hanno addirittura cercato di far passare le tecniche che utilizzano per modelli creativi o per nuove discipline, quando non lo sono... non sono che tecniche costruite a partire dalle abilità che erano già state scoperte da Richard e dal suo collega di allora, John Grinder. Ci sono molte persone che, essendosi avvicinate alla PNL, hanno iniziato a prendere le abilità che questa disciplina mette a loro disposizione nel tentativo di migliorare la qualità della vita su questo pianeta. Oggi, nel 2005, è tempo di portare l'attenzione sul modo migliore di utilizzare con integrità tutti gli sviluppi degli ultimi trent'anni, così da donare a questo mondo degli straordinari cambiamenti. Per quanto mi riguarda, ritengo che il modo di far manifestare questi straordinari cambiamenti non sia quello di insegnare la PNL attraverso un linguaggio volutamente contorto, ricercato e accademico. E non sarà quello di prendere una parte della PNL e cercare di trasformarla in un'altra disciplina, nella speranza di acquisire status o farsi adorare come nuovi messia. Il cambiamento non avrà luogo, se si cercherà di spiegare la PNL in modo sequenziale, come se fosse una qualsiasi materia scolastica. Il modo migliore a nostra disposizione per rendere possibili questi cambiamenti è focalizzarsi sull'idea di rendere la PNL quanto più accessibile possibile, così da farla conoscere a quante più persone possibile, riconoscendo i meriti a chi ce li ha e usando la PNL per insegnare la PNL. Solo così aiuteremo le persone ad immergersi in un mondo di PNL in cui potersi impadronire delle abilità che esistono già dentro di loro. Da allora, Richard ha sviluppato altre due tecnologie che hanno introdotto delle novità che vanno oltre la PNL. Entrambe queste tecnologie, che prendono il nome di Design Human Engineering (DHE) e di Neuro Hypnotic Repatterning (NHR), pongono l'attenzione sul rendere i cambiamenti, l'evoluzione e il miglioramento individuali sempre più rapidi, facili ed efficaci. Il DHE è stato ideato allo scopo di imparare a creare, all'interno della propria mente, delle "apparecchiature" che aiutino a progredire e ad evolvere. L'NHR nasce dall'idea di rimodellare (repatterning)
quelli che sono i modi abituali di pensare, percepire le cose e comportarsi attraverso l'alterazione ipnotica della neurochimica di una persona. (Ovviamente queste non sono che due brevi definizioni di mia ideazione e sono, perciò, insufficienti a descrivere estesamente e adeguatamente queste tecnologie nella loro interezza.) Volendo ben vedere, il comune denominatore di queste tre tecnologie è il desiderio di aiutare le persone a cambiare il modo in cui pensano al mondo e le sensazioni che provano con il proprio corpo, così da metterle in condizione di cambiare i loro comportamenti e di aumentare la qualità della loro vita. Quando fui folgorato da quell'attimo di chiarezza, mentre stavo alla finestra del mio appartamento, ciò che voglio davvero dire è che in quel momento cominciai a far confluire tutte le idee che avevo in un'unica filosofia che portasse a vivere in modo più utile. Ora è giunto il momento di accompagnarvi lungo il cammino che ebbe inizio durante un incontro che Richard Bandler - l'"Einstein della mente" - ed io tenemmo un pomeriggio di alcuni anni or sono.
5 Divagazioni casuali 1: il codice segreto della libertà Ogni capitolo di questo libro è strutturato in modo tale da insegnarvi alcune cose che vi saranno d'aiuto e, allo stesso tempo, comunicare con voi a livello inconscio per assistervi mentre sviluppate un nuovo modo di pensare ai vostri problemi. Sebbene questi capitoli dedicati a divagazioni casuali sembrino non collegarsi direttamente col resto del testo, essi svolgono una propria, specifica funzione al termine di ciascuna parte. Oltre a contenere numerose informazioni codificate in modo da raggiungere la vostra mente inconscia, abbiamo anche provveduto a dare un incarico a coloro tra voi che hanno la passione di decifrare i codici. Durante i nove anni che ho trascorso a imparare da Richard, l'ho spesso sentito parlare dei sei principali problemi che affliggono la maggior parte delle persone. Il fatto è che, nonostante ciò, non mi è mai successo di partecipare a un seminario in cui gli capitasse di nominarne più di uno o due alla volta. Qui, in questo libro, abbiamo scelto di rivelare questi problemi a coloro tra voi che sono pronti a leggere tra le righe e ad esplorare il testo un po' più in profondità. All'interno di questi capitoli abbiamo nascosto questi sei problemi. La prima volta che li sentii nominare fu ascoltando una raccolta di CD contenente i lavori che Richard svolgeva durante gli anni Novanta. In ciascuno dei capitoli dedicati alle divagazioni riveleremo un altro di questi problemi. Una volta che avrete trovato tutti e sei i problemi, il segreto starà nello scoprire come potreste applicare le idee che avrete appreso dal libro per risolvere questi problemi. Da qualche parte, all'interno del libro, c'è una data riportata per esteso. Questa data contiene quattro cifre diverse da zero e ciascuna di queste rappresenta il numero di paragrafo di una diversa divagazione. Facciamo un esempio: supponiamo che la data sia il primo gennaio 2001. I paragrafi corrispondenti sarebbero il primo, il primo, il secondo e il primo (01/01/2001). Menzioneremo il primo di questi problemi in questo capitolo, mentre nei successivi capitoli la distribuzione sarà indicata dalla data contenuta all'interno del libro. Il sesto problema non è contenuto in nessuno dei capitoli dedicati alle divagazioni, perché si è scelto di rivelarlo altrove nel libro. Quindi il primo dei sei principali problemi che secondo Richard affliggono gli esseri umani è il problema dell'esitazione. Sfortunatamente le persone esitano e non fanno le cose che le
metterebbero in grado di raggiungere i propri obiettivi. Molti si trattengono nell'eventualità che l'azione che hanno in mente di intraprendere non sia quella "giusta". Sfortunatamente, mentre se ne stanno seduti senza far nulla, il mondo continua a girare senza di loro. Nonostante questo, c'è una cosa che pochi esitano a fare, ed è aver paura. La paura è qualcosa che fate: è l'atto di temere. "La paura non può non provenire da nessun luogo. C'è bisogno di fare qualcosa, per poter avere paura." Richard Bandler È come il concetto di libertà. Con i governi di tutto il mondo che sbandierano la parola "libertà" con così tanta disinvoltura, è difficile restituire al termine le meravigliose sensazioni che, in un tempo lontano, il semplice menzionare quella parola avrebbe suscitato e trasmesso. Tuttavia, il genere di libertà di cui andiamo parlando in questo frangente è diverso. Ancora una volta si tratta di qualcosa che potete fare: potete rendervi liberi. Negli anni Settanta, Richard credeva che tutto fosse possibile. Credeva di poter aiutare chiunque a cambiare. E la dimostrazione più evidente di questa sua fiducia negli esseri umani la si poteva avere osservando il lavoro che svolgeva di continuo negli ospedali psichiatrici, dove si occupava di pazienti che erano stati messi da parte da psicologi e psichiatri più tradizionalisti, con la scusa di essere "malati cronici" o affetti da "disturbi mentali irreversibili". Richard entrò in quegli ambienti e, per mezzo di metodi stravaganti, bizzarri eppure incredibilmente efficaci, diede a quelle persone l'opportunità di liberarsi sia dell'ospedale psichiatrico, sia della sofferenza che li aveva costretti a quella vita. Divenne famoso come quello che si calava completamente nella realtà della persona schizofrenica, per poi cambiarla dall'interno. Le esperienze che Richard ha avuto con quei pazienti rappresentano degli esempi stupendi dell'atteggiamento con cui va vissuta la PNL. Ancor oggi Richard si dedica alla "lotta per la libertà" in nome di tutti coloro che ancora giacciono sotto il giogo delle loro menti ed è per questo che ha insegnato a milioni di persone a liberarsi da quella prigione. Personalmente, tuttavia, non credo si tratti di "lottare per la libertà". Credo, piuttosto, che si tratti di "progettare la libertà". Per chiunque al mondo si senta intrappolato, schiavo dell'ambiente in cui vive, legato alle catene di un mondo negativo... una speranza c'è sempre, così come c'è sempre libertà e, una volta che ve ne sarete impadroniti, potrete cambiare il mondo. È proprio come dice Richard: "Comportati sapendo che sei l'elemento che controlla la tua vita".
PARTE II L'ARTE DELLA LIBERTÀ INDIVIDUALE
6 L'avventura ha inizio L'avventura di scrivere questo libro ebbe inizio in una piovigginosa serata d'inverno in cui ero andato a trovare Richard Bandler e la sua adorabile moglie, Paula. Non erano che le quattro del pomeriggio, ma l'oscurità si stava già avvicinando; faceva freddo e il cielo era tinto di un profondo blu tendente al grigio e, col calar del sole, di un formidabile rosso acceso. Mentre mi avvicinavo alla casa, le nubi sopra di me si squarciarono. Parcheggiai di fronte alla porta d'ingresso e mi guardai attorno, contemplando la magnifica collina che si ergeva a lato, l'incantevole distesa d'erba che circondava la casa e lo stupendo oceano che riluceva non lontano. E mentre il sole stava per essere inghiottito dalle acque, gli uccelli solcavano maestosamente il cielo, diretti verso la loro dimora. Malgrado la pioggia e l'incombente oscurità, l'atmosfera era magica. Era come fuggire dalla costante frenesia della società moderna. Spensi il cellulare, prima di uscire dalla macchina. In lontananza riuscivo a sentire lo sciabordio delle onde spumeggianti che s'infrangevano sulla riva, ma furono il leggero picchiettio delle sporadiche goccioline sulla mia macchina e il suono di ogni passo sul selciato che portava alla casa, a catturare la mia attenzione. Quelli e gli altri suoni che la natura produceva e che smorzavano ogni altra cosa. Non c'era traffico, né folle di persone, soltanto il solitario muggito di una vacca che pascolava in un campo a qualche centinaio di metri da lì. Fatta eccezione per i suoni della natura, che invitavano alla meditazione, il resto era quiete, null'altro che quiete. Portai lo sguardo sulla casa: stavo per incontrare un mago. Fu quella sera che Richard e io discutemmo per la prima volta l'idea di scrivere un libro a quattro mani. Sedevamo al tavolo della cucina, immersi in una delle nostre solite conversazioni: essendo gli argomenti di discussione inesauribili, finiamo sovente con lo spaziare per ogni dove. Far visita a Richard e Paula lascia sempre quella fantastica sensazione di essersi presi una pausa ristoratrice. Il posto in cui vivono è così tranquillo. Quella sera iniziai la mia conversazione con Richard ponendogli delle domande. Che genere di libro vogliono leggere le persone? Che genere di libro potrebbe davvero comunicare le idee che vogliamo condividere riguardo al vivere una vita più felice e appagante? Che genere di libro può davvero cambiarti la vita? C'erano così tante idee che volevo inserire nel libro e poi... Richard aveva scritto il suo ultimo libro negli anni Novanta: aveva tantissime altre cose da condividere. Decidemmo che avrebbe dovuto essere un libro di ampio respiro che potesse
insegnare, con semplicità e chiarezza, i principi e le idee che Richard aveva insegnato a me e che io, a mia volta, insegnavo per il mondo. Avrebbe dovuto contenere esempi tratti dal nostro lavoro con i clienti, dai nostri seminari, dai viaggi e doveva contenere le cose che faceva Richard, dalle più classiche alle più innovative, e le mie idee e applicazioni della PNL. Fu così che, armato del piccolo registratore portatile prestatomi da Richard stesso, di un paio di batterie e di una cassetta vergine appena acquistate in un negozio poco lontano, mi accingevo ad esplorare la saggezza di un genio. Avremmo parlato delle chiavi che aprono le porte all'amore e di quelle che aprono le porte alla libertà, e avremmo donato queste chiavi al mondo attraverso le nostre parole. Strappai l'involucro della cassetta e la inserii con cura nel registratore. Schiacciai il tasto REC.
7 Definire la libertà individuale "Ahia." Non appena iniziammo a salire, cominciai a pensare di aver fatto un errore a indossare gli scarponcini nuovi soltanto allora. Calzavano abbastanza bene e per i primi due giorni era andato tutto bene, ma ora cominciavano a farmi male. Mi guardai attorno e nel contemplare il panorama più stupefacente su cui abbia mai posato lo sguardo, dimenticai il dolore. Ci trovavamo a 4000 metri e da lì abbracciavamo con lo sguardo le valli e le cime dell'Everest. La mia guida si chiamava Chabbi ed era nepalese. Come molti di coloro che incontrai in quel viaggio, Chabbi mangiava la stessa cosa tutti i santi giorni: dal bhat. Contiene tutte le sostanze nutritive di cui un uomo ha bisogno e il gusto non è male, ma non sono mai riuscito a capire come potesse mangiarlo tutti i giorni. Durante l'ascesa mi nutrivo delle crèpes e del muesli che trovavo nei rifugi in cui trascorrevamo le notti.
Con uno scarpone e una scarpa da ginnastica... La mia scalata all'Everest. Che cosa interessante: indipendentemente da quanto in alto salissimo, la mia mente continuava a tornare a quello che mi aspettava a casa. Non vedevo l'ora di condividere le mie esperienze con i miei amici e, inoltre, continuavo a riflettere su mille altre cose. Avevo sempre creduto che un viaggio per il mondo mi avrebbe reso
libero. Eppure ciò che scoprii fu che l'esperienza del viaggiare da un posto all'altro, lontani dai problemi rimasti a casa, non significava essere liberi. Mi resi conto che le cose che ci riguardano ci seguono in capo al mondo, nella nostra mente, e che non si potrà mai sfuggire ad esse. In quei mesi, mentre con il corpo me ne andavo in giro per il mondo, con la mente tornavo spesso a casa. Qualunque cosa facessi, continuavo a pensare alla mia famiglia, alla mia ragazza e ai miei amici: tutte persone di cui sentivo intensamente la mancanza; pensavo agli affari di cui si stava prendendo cura Brian, il mio socio e amico. Certo, ci si può distrarre, ma mi chiedevo se si sarebbe mai potuti essere davvero "liberi". Più viaggiavo, più mi rendevo conto che la libertà individuale era molto diversa da quel che mi ero sempre immaginato. Certe persone sembravano essere più libere di altre. Questa sensazione l'avevo già avuta nel corso degli anni, pensando ai miei clienti: che differenza c'era tra chi trascorre la vita prigioniero della propria mente e chi è capace di vivere libero e sereno? Durante i miei viaggi c'erano momenti in cui mi sentivo libero, ma, proprio come diceva Richard, quel che andavo cercando l'avrei potuto trovare soltanto io e unicamente in me stesso. Fu ancor prima di questa straordinaria esperienza himalayana, proprio quella prima sera in cui, seduti al tavolo della sua cucina, Richard ed io cominciammo parlare di questo libro, che avemmo l'occasione di affrontare il tema della libertà individuale. Glielo avevo sentito nominare spesso e mi chiedevo che cosa intendesse esattamente. Fu così che cominciammo.
OWEN:
Richard, potresti iniziare spiegando qual è la tua definizione di libertà individuale? RICHARD: Certo. La libertà individuale è la capacità di provare le sensazioni che vuoi, così da spezzare le "catene dei liberi": la paura, la tristezza e l'odio. La vera libertà individuale si ottiene quando si riesce ad affrontare e a spezzare quante più catene possibile. E queste catene sono fatte di emozioni negative, di convinzioni limitanti e di comportamenti distruttivi. Si tratta di imparare a costruire il genere di stati interni capaci di portare le persone a star bene per mezzo della curiosità. Anziché essere vittima di queste catene, puoi lasciare che le novità ti incuriosiscano o, al limite, ti lascino indifferente; è una tua scelta. Se le persone fossero più curiose di conoscere le altre culture, non ci sarebbe tutto quest'odio sulla terra. Per certe persone, l'unica risposta possibile quando si trovano di fronte ad un'altra cultura è la paura o la rabbia. Per quel che mi riguarda, queste emozioni non sono che stupidità all'ennesima potenza. Voglio dire: aver paura di un serpente velenoso o di una tigre che potrebbe farti fuori è un'ottima scelta, ma aver paura delle persone perché sono di colore diverso o di un altro credo, o perché non si capisce la loro cultura, è ridicolo. Dopotutto, chi vive in paesi dove le tigri circolano libere impara a conviverci senza farsi male. Una volta allevavo pappagalli che avrebbero potuto uccidere un uomo: delle
grosse are, davvero gigantesche. Le persone mi chiedevano sempre: "Mordono?" e io rispondevo: "Certo, ma mordono le persone solo in determinate circostanze": se stai troppo vicino, se allunghi un dito, se non ti conoscono o se si stanno accoppiando (e allora non gli si può avvicinare nessuno). Occorre farsi furbi e, tuttavia, la libertà individuale va un passo oltre il semplice prendere buone decisioni. Si tratta di imparare a far funzionare il cervello in modo tale da saper prendere quelle decisioni. Ad esempio, gli anoressici e i bulimici non sono liberi per quanto concerne il cibo: o ci pensano e lo evitano, o ci pensano e lo vomitano. O si ingozzano, o si affamano, ma non hanno la libertà di comportarsi o meno a quel modo. Libertà individuale è quando si è in grado di scegliere tra l'uno e l'altro e di farlo per mantenersi in salute. OWEN: Dunque c'è un tempo per aver paura e un tempo per star bene. Si tratta di poter scegliere di rispondere prontamente e intelligentemente nella giusta situazione. È questa la libertà individuale? RICHARD: Beh, sì. E si tratta inoltre di saper prendere gli stati interni positivi e le cose che ti incuriosiscono e riuscire a far sì che si realizzino nella tua vita. Per qualcuno nato in un paese povero sarà più difficile, ma non impossibile. Ci sono persone che hanno trovato il modo di uscire da situazioni terribili e che hanno creato per se stesse delle circostanze in cui hanno fatto fortuna. Senza tener conto del fatto che non credo ci vogliano delle enormi quantità di denaro per essere sufficientemente ricchi da potersi permettere di fare la maggior parte delle cose che si desidera fare. La libertà ti permette di trovare cose come l'amore, il successo, la musica e l'arte e non c'è bisogno di avere un milione di dollari, per trovarle. OWEN: Mi stai dicendo che la libertà individuale non nasce dalle circostanze in cui ti trovi? Che nasce dentro di te? RICHARD:Sì. Alcune persone credono che se avessero un macchinone, una villa o una barca, allora tutti i loro problemi svanirebbero. Non è necessariamente vero. Le persone dovrebbero pensare bene a cos'è che le renderà felici. Il più delle volte tutti questi orpelli non servono, e una volta che lo capisci... è buffo, perché allora quegli orpelli sembrano materializzartisi tra le mani comunque. Negli anni ho combattuto molto contro la povertà, ho lottato con le unghie e con i denti e non sono mai arrivato da nessuna parte, mentre quando ho iniziato a fare qualcosa che mi affascinava, quando ho smesso di preoccuparmi per il denaro, allora ha iniziato a piovere dal cielo. Libertà personale significa che, quando decidi di fare qualcosa, quando la tua neurologia è allineata e pronta a farlo, allora lo puoi fare mettendoci anima e cuore. Che tu stia bevendo un sorso di tè o che ti stia esercitando, che tu stia disegnando, scrivendo o baciandoti con qualcuno, essere liberi significa che
qualsiasi cosa fai, la fai al cento per cento. OWEN: Va bene. Allora... dimmi qualcos'altro sulle "catene dei liberi". RICHARD: Le catene dei liberi sono tutte le reticenze, tutte le paure e tutti i dubbi che hanno le persone. Molte di queste catene dipendono dalla cattiva educazione ricevuta durante l'infanzia, dalla scuola, dagli adulti, dalle guide spirituali... dipendono anche dal fatto che le persone non hanno ben chiari i propri valori. Per essere liberi è necessario avere una morale, perché solo così non si avranno dubbi riguardo a cosa è bene o a cosa è male. Se fai la cosa giusta con la giusta motivazione, allora ogni fibra del tuo essere sì allineerà per farlo alla perfezione. Se tradisci tua moglie, allora non potrai mai baciarla, o baciare la persona con cui la tradisci, al cento per cento. La libertà da queste catene la si ottiene per mezzo dell'intelligenza. La vera libertà non la si ottiene facendo una lista. La si ottiene alimentando la propria neurologia con nuove sostanze chimiche. Libertà non significa seguire delle idee rigide, significa entrare in uno stato dove trovare il proprio personale destino. Significa essere flessibili nel proprio comportamento, non rigidi. È la capacità di cambiare il proprio stato interno. L'essere liberi dai vincoli della propria mente, liberi da ciò che è nocivo e che avvelena così tante vite, liberi dalle limitazioni imposte dalle diverse culture, tutte queste idee mi affascinavano. Se la libertà la si poteva ottenere controllando con intelligenza i propri stati interni così da guadagnarne in flessibilità di comportamento e da riuscire a scoprire quale fosse il proprio destino e a portarlo a termine, vivendo ogni attimo con intensità, moralità e fino in fondo, allora l'arte della libertà individuale avrebbe dovuto sviluppare questo tipo di intelligenza. Il concetto di intelligenza emotiva è ben noto a chi si occupa di psicologia. Si tratta di un tipo di intelligenza collegata al controllare e usare le emozioni: essere emotivamente consapevoli e capaci, e affrontare le cose della vita con efficacia. Tuttavia, il concetto di cui stiamo parlando qui non è semplicemente quello dell'intelligenza emotiva: è anche intelligenza spirituale, intelligenza sociale e intelligenza personale. Possiamo riferirci a questo concetto usando l'espressione "intelligenza della libertà individuale". L'intelligenza della libertà individuale riguarda il diventare consapevoli di come si pensa al mondo e di come lo si interiorizza. Si tratta di diventare "pragmaticamente reattivi" nei confronti di ciò che ci circonda e di consentire così alle cose del mondo di ispirarci, si tratta di motivare noi stessi con grande forza. Si tratta di liberarsi dai problemi e di concentrarsi maggiormente sulle soluzioni. Si tratta di star bene per la maggior parte del tempo. Si tratta di affrontare i momenti bui e le persone difficili che si incontrano con grazia e destrezza. Si tratta di scoprire qual è il nostro posto nell'universo in termini spirituali. I grandi artisti acquisiscono le abilità necessarie a dipingere bene. Il resto dipende dalla creatività che riescono ad estrinsecare... cos'è che vogliono disegnare e
dipingere? Cos'è che li ispirerà? Tutto quel che rimane loro da decidere per poter creare qualcosa di sublime è il contenuto della loro opera, dopodiché è necessario che si lascino andare, che entrino nello stato mentale appropriato e facciano ciò che hanno imparato a fare con tanta maestria. Immaginate di essere degli artisti incaricati di dar forma alla vostra stessa vita. In questo momento state leggendo dei processi e delle abilità che vi consentiranno di ritrarre superbamente la vostra vita e di riempirla di fantastiche sensazioni. La vostra vita è la tela e il vostro cervello i colori. Ora si tratta di darvi il permesso di decidere dove volete andare, cosa volete dipingere. Questa è l'arte della libertà individuale. Come esseri umani, la nostra più grande forza sta nella nostra più grande debolezza: la capacità di scegliere. È il grande paradosso dell'esistenza. Tutta quella libertà, e la usiamo per imprigionarci da soli. Possiamo scegliere di essere grandi. Possiamo scegliere di non esserlo. Ci è concesso di scegliere. Gli alberi non hanno scelta. Crescono quanto più possibile. Come esseri umani, tuttavia, possiamo scegliere di fare del nostro meglio o di non fare nulla. Quella scelta è nostra. Come forza, ci dà il potere di essere felici. Come debolezza, ci dà l'opportunità di essere infelici. Come forza, ci dà il potere di vivere una vita meravigliosa. Come debolezza, ci dà l'opportunità di essere pigri. Per me, l'arte di vivere meravigliosamente si riduce a questo: impadronirsi della facoltà di scegliere e scegliere per il meglio. Riflettete sulla parola "libertà". Di solito è associata all'idea di venire o andare da qualche parte. Abbiamo bisogno di essere liberi da qualcosa e liberi per poter fare qualcos'altro. Non è che la libertà esista e basta. È un processo. Per essere liberi, dobbiamo liberarci. Non si può avere la libertà, la si può soltanto praticare. Potrete esercitarvi con le tecniche e gli esercizi contenuti nel libro: essi rappresentano ciò che vi è dato di fare per "liberarvi". Ciò che è importante che ricordiate è per quale motivo vi state liberando. Rendervi liberi è importante ed è ancor più importante che lo facciate allo scopo di avere una vita più felice e di successo, di migliorare il mondo in qualsiasi modo possibile. Mentre scalavo l'Everest, ho imparato molte cose su Chabbi e sulla sua famiglia. A 4000 metri mi accorsi che iniziavo a sentire la mancanza di ossigeno, mentre ci avvicinavamo alla nostra destinazione, Namche Bazaar. Mentre salivamo, incontrammo una ragazza americana, un ragazzo italiano e i due portatori che li accompagnavano. Condividemmo le nostre esperienze e i nostri progetti per il futuro gli uni con gli altri. Giocammo a carte ed io imparai moltissime cose in merito alla cultura nepalese. Assieme a Chabbi salii sulla cima della collina per vedere se mi riusciva di intravedere la cima dell'Everest per l'ultima volta. Me ne stavo lì, lo sguardo perso nella nebbia della tarda mattinata, ad un'altezza a cui non ero mai giunto prima (per scorgere le nuvole dovevamo guardare in basso) e sentii dentro di me la serenità che rende speciale quel posto: sembrava essere così distante dal mondo che conoscevo. Purtuttavia, dentro di me pensavo ancora al mondo che mi attendeva una volta tornato a casa. Proprio non trovai la libertà, lassù. Chabbi viveva con la moglie, un figlioletto e la figlia in una casa fatta di una sola stanza alla periferia di Kathmandu. Non riuscivo a immaginare cosa potesse significare vivere così. Mentre salivamo e scendevamo dalla montagna più alta del mondo, parlai con
lui della vita, dell'amore, della felicità e della libertà. Iniziai a comprendere che la libertà non ha nulla a che vedere con la ricchezza o con la conoscenza. E non ha nulla a che vedere con dove sei stato o cosa hai fatto. È questione di avere il giusto atteggiamento e la giusta prospettiva. Durante quella prima conversazione, Richard mi aveva dato una definizione estensiva della libertà individuale. Decisi che ci avrei lavorato su per un po'. Quello sarebbe stato l'argomento centrale del libro. Avevo diverse cose su cui riflettere e la mia mente cominciò ad andare alla prima volta che incontrai Richard.
8 Sviluppare la vera libertà Incontrai Richard per la prima volta quando ero ancora uno studente. Quando partecipai al primo corso con lui, provavo una sorta di timore reverenziale. Al termine della giornata mi avvicinai nervosamente a Richard. Appena il corso fu concluso, bastarono pochi istanti, che stava già firmando autografi. Mi rendeva nervoso, perché sembrava possedere un enorme potere personale. Da dove stavo seduto io, giù in mezzo alla folla, sembrava alquanto minaccioso. Mentre Richard firmava autografi, la musica continuava ad andare in sottofondo. C'era ancora un gruppetto di persone che facevano a gara per attirare la sua attenzione. Non sembrava darsi pena di essere "estremamente gentile" con tutti, era se stesso e basta. Ad alcuni dei commenti che riceveva sorrideva e dava una risposta, ad altri non mostrava di avere alcuna reazione. Col tempo arrivai in testa alla fila e gli porsi la mai vecchia e logora copia di Usare il cervello per cambiare. Cercai di dire qualcosa di simpatico: "Eh, è stato davvero grandioso". La voce mi tremava mentre parlavo. Non alzò neppure lo sguardo, scarabocchiò il suo nome sul libro e guardò la persona successiva. Mentre scendevo dal palco, provavo un vago senso di delusione. Mi sarei aspettato di più o, per essere più precisi, avevo sperato che andasse diversamente. Magari un sorriso, una parola d'incoraggiamento e, invece, non avevo che il suo autografo. Ero deluso. È buffo, ma quando ripenso a quell'esperienza, mi è davvero d'aiuto per capire la differenza tra l'essere colpito e l'essere trasformato. Vedete, io ero colpito dal suo genio e dalle storie incredibili che raccontava delle esperienze fatte nello scoprire la PNL. Avvicinarmi a lui, essere nervoso a causa sua, aver bisogno di ricevere da lui delle parole d'apprezzamento, aver bisogno di approvazione e rimanere deluso: tutto ciò rifletteva le mie insicurezze, le mie paure e le mie carenze. Per essere più precisi, rifletteva il modo in cui creavo quelle sensazioni di insicurezza, di paura e di bisogno come conseguenza del modo in cui pensavo. Vedete, nel concentrarmi su modo in cui ero arrivato a conoscerlo, avevo perso di vista ciò che è veramente importante: sentirsi bene. Mi stavo costruendo delle immagini di come desideravo che reagisse incontrandomi e quando avevo visto che neppure sollevava lo sguardo, era stato davvero un colpo per me. Avevo pianificato la mia delusione. Lui era stato su quel palco, a spiegarci come pensare in modi diversi, a insegnarci a percepire le cose che ci riguardano in maniera differente. Ci aveva parlato di come
la delusione abbia bisogno di un'adeguata preparazione e di come fare a generare in noi degli stati talmente potenti da impedire che chiunque potesse farci star male. Ed eccomi lì, a provare tutte quelle spiacevoli sensazioni sulla base delle mie aspettative e di come lui non avesse reagito conformemente alle immagini che mi ero fatto, e in cui ricevevo da lui un apprezzamento di qualche tipo. Soltanto in seguito mi accorsi che, ogni volta che venivo a contatto con Richard, accadeva qualcosa: quando mi sentivo nervoso a stare vicino a lui, non era mai particolarmente piacevole; quando ero rilassato, sembrava davvero gioviale. O perlomeno, questa era la mia impressione. Il succo del discorso è che ero stato lì, al corso, un giorno intero, a stretto contatto con Richard Bandler, ma non ero riuscito ad ascoltarlo sul serio. Molte sue idee venivano filtrate, arrivando a influenzare il modo in cui vedevo il mondo, ma avevo ancora dei limiti, perché non avevo ancora colto il nocciolo dell'intera faccenda. Il punto è che le cose vanno assimilate fino in fondo. Mentre in questo libro vi presenteremo delle idee che possono cambiarvi la vita, il segreto sta nell'evitare di lasciarsi catturare dal desiderio di emulazione o da quello di andare in cerca del Maestro che cambierà la vostra vita. Si tratta, appunto, della vostra vita. Il fatto che mi sentissi deluso e amareggiato per non aver ricevuto la risposta che volevo significava che ero riuscito a imprigionarmi da solo nella maniera più ridicola. Sfortunatamente, lo facciamo in continuazione. Per contro, è nostro dovere intraprendere i passi necessari a imparare a portare più libertà individuale nelle nostre vite. Quando cominciai ad interessarmi di PNL, sentii ogni genere di commenti su Richard. Molti di coloro che non lo avevano mai neppure visto mi mettevano in guardia, dicendomi che era un tipo "strano", "pericoloso", privo di "etica". Quello di cui mi resi conto è che coloro che non lo conoscevano se non per sentito dire basavano la loro opinione su quanto riportato da coloro che erano intimiditi da lui. Alcuni dei più noti professionisti nel campo della PNL facevano commenti simili su di lui perché Richard li spaventava o li provocava. Cominciai a farmi una domanda. Com'era possibile che certe persone imparassero la PNL così bene e, nonostante ciò, non si rendessero conto di ciò che avevo capito io, cioè che la PNL la dovremmo usare in primo luogo per assicurarci che nessuno abbia il potere di influenzarci in senso negativo? Dopotutto, la PNL ci insegnava ad interpretare le nostre esperienze in modo più proficuo e a rispondere al mondo con maggiore efficacia. In breve mi resi conto anch'io che Richard era "strano"... e che quella era una delle ragioni che lo avevano portato ad avere gli incredibili risultati che aveva ottenuto là dove altri non erano riusciti. Mi resi anche conto che era "pericoloso"... per coloro che cercavano di aggrapparsi ai loro problemi, dal momento che Richard aveva la tendenza a "toglierglieli". Ritengo, inoltre, che lui sia l'operatore di cambiamento più etico che io abbia mai incontrato, dal momento che non gli interessa "piacere" ai clienti o far bella figura con loro: Richard è interessato a produrre il cambiamento e non a fissare quante più sessioni possibile con i propri clienti. Quando diventerete liberi nella mente e svilupperete la vera libertà individuale, nessun altro potrà più controllare, volontariamente o involontariamente, lo stato in cui vi trovate. Niente e nessuno potrà rovinarvi la giornata o intimidirvi. Nessun problema sarà talmente
grande da poter dominare la vostra vita. Quando svilupperete la libertà individuale, otterrete il controllo delle sensazioni che provate e degli stati in cui entrate. Avrete la possibilità di prendere buone decisioni e di affrontare con maggiore intelligenza le sfide. Allora riuscirete a sorridere, accada quel che accada, e a raggiungere la pace mentale che deriva dal non dipendere dagli altri per stare bene. La sfida che poi riuscii a superare consisteva nell'essere in grado di mantenere lo stato in cui ero, indipendentemente da chi si trovasse nel mio spazio. Se vi lasciate intimidire da una qualsiasi persona, incluso l'istruttore che vi sta addestrando, e lasciate che questa persona controlli il vostro stato, non state mettendo in pratica ciò che avete imparato. La vita non è uguale al contenuto di un seminario o di un libro. Quello che imparate lo dovete applicare e, per prima cosa, dovete utilizzarlo su voi stessi. Deve diventare lo strumento per guardare alla vostra realtà in modo diverso. Spesso quello che percepiamo come reale è ben lungi dall'esserlo, e quando ciò ci limita abbiamo bisogno di guadagnare una prospettiva differente, così da poter accedere a un maggior numero di opzioni. Queste opzioni sono quelle che ci aiuteranno a spezzare le catene dei liberi.
9 Spezzare le catene dei liberi Bernard aveva circa ventidue anni, era un ragazzo alto e magro e indossava una felpa rossa e un paio di blue jeans. Si sedette di fronte a me e cominciai con la solita domanda.
OWEN:
Come posso esserti d'aiuto?
Rispose con tono esausto.
BERNARD:Beh, non dovrei essere qui. Continuano a mandarmi da gente come te, perché tutti pensano che io sia pazzo. Proprio non capiscono. Vedi, il fatto è che ho dei super- poteri e sono nato per usarli. Ma le persone pensano che sia semplicemente pazzo. A volte è davvero difficile non ridere durante una sessione. Contrassi con forza le labbra, nel tentativo di non farlo, lo guardai, sorrisi e feci un secondo di pausa.
OWEN:
Bernard. Tu sei pazzo.
Mentre gli rispondevo così, lui mi guardava furente e con un'espressione di sdegno dipinta sul volto.
BERNARD: Sei proprio come tutti... Lo interruppi.
OWEN:
Sei uno sciocco. Che razza di cose hai cercato di fare?
Rispose come per difendersi.
BERNARD: Mi sono esercitato a sollevarmi da terra e a guardare attraverso le pareti. OWEN: Allora nessuno ti ha ancora detto del libro, vero? BERNARD: Di che libro stai parlando?
Avevo stuzzicato la sua curiosità.
OWEN:
Il libro, il libro. La guida per quelli che hanno poteri sovrumani. Non te l'ha detto nessuno, vero? BERNARD: Eh, no. Cos'è? Dove lo trovo? Di che cosa tratta? OWEN: Beh, non so dove si possa trovare, ma conosco qualcuno, qualcuno che è venuto da me prima di te che lo ha letto e che mi ha spiegato alcune cose a riguardo. Hai fatto davvero un casino, amico mio. Gli sorrisi e lui contraccambiò.
BERNARD: Cosa significa? Di cosa stai parlando? OWEN: Beh, quelli che sono nati con dei superpoteri hanno bisogno di cominciare esercitandosi con le cose più facili e di sviluppare i loro poteri a poco a poco, così da poter passare, dopo qualche anno, alle cose più complicate. Non ci posso credere: ma davvero non te l'aveva ancora detto nessuno? BERNARD: Cosa? Ma allora mi credi! OWEN: Certo che ti credo. Perché non dovrei? Non starai mica mentendo? BERNARD: NO, no. Solo che tu sei la prima persona che mi crede. Allora, torniamo a noi: quali sono le cose facili? Iniziai con l'insegnargli alcuni giochetti mnemonici che poteva fare per ricordare le cose più facilmente e gli insegnai come fare per accedere a stati più potenzianti, come avere fiducia in se stesso o essere felice o rilassato: bastava che immaginasse un'occasione in cui si era sentito così e che creasse un collegamento, un innesco che attivasse quello stato. Tutto ciò gli piacque un sacco e non vedeva l'ora di metterlo in pratica.
OWEN:
Ora, nel futuro, tra qualche anno, quando ti sarai impadronito di questi ed altri poteri, allora potrai esercitarti con le altre cose. Sempre in ambienti protetti. Non si salta dai grattacieli, intesi?
Lui sorrise.
BERNARD: Ma cosa credi? Che sia pazzo? OWEN: A proposito, ancora una cosa. Per quale motivo Superman ha Clark Kent? Per quale motivo Batman ha Bruce Wayne? Per quale motivo l'Uomo Ragno ha Peter Parker? BERNARD: Beh, sono le loro identità segrete, nel caso in cui le persone pensassero che sono dei mostri, che stanno impazzendo o che so io. Non feci altro che guardarlo fisso e alzare le sopracciglia. Alla fine avevo fatto
centro. Si rilassò, fece un sospiro profondo e sorrise compiaciuto.
OWEN:
Quindi. Usa il tuo nome anagrafico, non dire mai a nessuno che hai dei superpoteri, esercitati a sviluppare i poteri che hai imparato ad usare con me e gli altri non ti staranno più così addosso, ti pare?
Fece cenno di sì con la testa e sorrise. Mi sono tenuto in contatto con lui ed è ancora in forma, a più di due anni di distanza. Richard aveva una teoria sulla schizofrenia. La sua idea era che, se le persone avevano perso contatto con la realtà, allora era compito tuo seguirle nella loro realtà. Quindi, comportatevi come se ci credeste veramente e sarete nella posizione migliore per aiutarle. Io ci feci presto l'abitudine. Quello che scoprii è che tutti i miei clienti, dai più stravaganti a quelli più normali, vivevano in realtà diverse, così come facevo io. Infatti, l'unica vera differenza era che le persone più "sane" avevano convinzioni più accettabili e "normali" di quelle che venivano considerate pazze. Per quanto mi riguarda, comprendere le catene dei liberi significa comprendere le similitudini che accomunano tutti i problemi che hanno origine nella mente. Ciascun problema nasce dalle convinzioni che avete, dagli atteggiamenti che adottate, dai pensieri che fate, dalle sensazioni che provate e dai comportamenti che adottate. Quando riuscite a capire questo, potete iniziare a porvi la domanda: come posso assumere il controllo di ciò di cui sono convinto, dei miei atteggiamenti, di ciò che penso, di ciò che provo e di ciò che faccio? Le catene dei liberi vanno spezzate, occorre rinunciarvi. Queste catene sono la tristezza, la paura, l'odio, il dubbio, lo stress, la povertà, la solitudine, il dolore, le cattive relazioni, le persone difficili e i momenti bui. Ci sono modi per spezzare ciascuna catena e, una volta che saranno state spezzate tutte, proverete un profondo senso di libertà individuale. Vi ritroverete a sentirvi automaticamente bene per nessun motivo. Scoprirete quant'è meraviglioso essere in grado di prendere le cose e cambiarle con facilità. Vi sentirete rilassati, sicuri di voi stessi e di ciò che fate. Guadagnerete di più, organizzerete meglio il vostro tempo e vi relazionerete agli altri in modi più positivi. Affronterete le persone difficili nel modo più intelligente e supererete i momenti duri, rafforzando il vostro carattere lungo il percorso. Le catene possono, tuttavia, ricomparire, quindi è di vitale importanza che continuiate a sostentare la libertà che è vostra di diritto. Quello di cui dovete assolutamente rendervi conto è che, se applicherete le idee contenute in questo libro e le userete nella vostra vita, i lucchetti rimarranno aperti e le catene svaniranno. Perché le persone diventano infelici? Perché hanno paura? Perché dubitano di loro stesse? Perché si odiano le une con le altre? Perché si stressano? Perché le persone si sentono soverchiate? Sole? Ferite? Perché certe persone vivono di privazioni? Perché altre sono prive della capacità di relazionarsi con gli altri? Perché è così difficile stare con certe persone? Perché si devono attraversare momenti difficili? La risposta a queste domande è: perché siamo nati, siamo diventati grandi e abbiamo imparato a pensare e ad agire in certi modi particolari. Ci
attacchiamo alle persone, alle idee e agli oggetti e, talvolta, ne diventiamo schiavi. Impariamo a mettere assieme eventi altrimenti scollegati. Prendiamo decisioni guidate dallo stato d'animo in cui ci troviamo e, talvolta, queste decisioni non ci sono utili. Il modo in cui ci comportiamo, sia dentro la nostra mente, sia nel mondo reale, determina il modo in cui viviamo in questo mondo. Quando lasciamo che sia il mondo a controllare il modo in cui ci comportiamo, siamo alla mercé della fortuna, della sventura e delle circostanze. Quando assumiamo il controllo dei nostri comportamenti, allora siamo noi ad azionare il nostro cervello, a fare uso della nostra intelligenza e a trarre il meglio dalle circostanze. Prima di poterci affrancare dalle catene dei liberi, dobbiamo imparare come le abbiamo create. Dobbiamo capire come abbiamo fatto a permettere a queste catene di limitarci e imprigionarci. Spesso, diamo la responsabilità agli altri e al mondo. Crediamo di essere le vittime del caso o del destino. Crediamo che questo sia il nostro fardello e che portarlo sia l'unica cosa che ci è data di fare per tirare avanti nella vita che ci è stata assegnata. Le persone si deprimono, perché per loro il mondo è un posto terribile. Le persone provano paura, perché c'è una sensazione che si insinua in loro in certe situazioni. Le persone provano dolore, per via di chi, trattandole in malo modo, le fa stare così. C'è un modo diverso di vedere tutto questo. Le persone si deprimono perché inducono se stesse a sentirsi in quel modo. Le persone hanno paura perché si spaventano da sé. Le persone provano dolore perché si danno il permesso di sentirsi a quel modo. Riesco quasi a sentire i pianti e i lamenti di tutte le vittime che gridano: "Sciocchezze! Noi non abbiamo scelto di sentirci così". Eppure io non ho mai affermato che le persone "scelgono" di sentirsi a quel modo. Ho semplicemente detto che sono loro la vera fonte di quelle sensazioni. Essere l'origine di una sensazione e averne la colpa sono due cose ben distinte. La colpa si può far gravare sulle spalle di molte persone diverse. Per essere davvero precisi, dovreste incolpare ciascun singolo evento e ciascuna cosa abbia influenzato la vostra vita fino a questo istante, citandoli tutti come cause. Eppure, la mia domanda è: a che scopo? La colpa non aiuta nessuno, nemmeno voi. Invece, muoviamoci assieme verso l'idea di responsabilità. Se scegliete di assumervi la responsabilità delle cose, allora ottenete il potere di controllarle. Quando siete respons-abili, siete capaci di rispondere e reagire. Potere rispondere alle cose come più vi aggrada. Vedete, siamo noi stessi a causarci dei problemi e spesso siamo ignari di come lo facciamo. Questo accade perché non siamo consapevoli degli schemi naturali che, d'abitudine, regolano i nostri pensieri e le nostre azioni. Ci ritroviamo ad attuare certi processi mentali e certi comportamenti in automatico e questi, a loro volta, inducono in noi degli stati negativi e ci causano guai. Una volta che saremo in grado di identificare come attiviamo questi processi mentali e questi comportamenti, potremo far nostra l'abilità di cambiarli. Le catene con cui ci imprigioniamo nascono dalle abitudini: dai modi in cui pensiamo, ci sentiamo e ci comportiamo. Il segreto sta nell'evitare di cercare di uscire da queste abitudini col ragionamento cosciente. È, invece, di cruciale importanza che sviluppiamo nuove abitudini inconsce. Un modo di farlo è assumere il controllo della capacità di influenzare la nostra mente inconscia. Un altro modo
consiste nel diventare consapevoli di come facciamo quel che facciamo e di impegnarci in discipline che ci impongano di fare le cose in modi diversi. Uno dei motivi per cui la psicologia non è riuscita ad aiutarci a spezzare quelle catene è che si è concentrata prevalentemente sul tentativo di capire perché le persone facciano quello che fanno. Sfortunatamente, la vasta complessità che scaturisce dal tentativo di spiegare le interconnessioni presenti all'interno del cervello umano tra i milioni di cellule cerebrali che lo compongono, l'impatto della genetica e dell'ambiente e la quantità pressoché infinita di possibili concause, fanno sì che il compito diventi praticamente impossibile. La PNL, invece, pone il proprio focus sull'aiutare le persone a capire che non importa quale sia il motivo per cui fanno qualcosa e che l'unica cosa che conta è come. Sigmund Freud si era sbagliato di grosso su certe cose. Non è quello che ti capita, ma il modo in cui lo affronti. La causa non sta in ciò che è accaduto; la causa sta nel modo in cui ci pensi. Due persone subiscono degli abusi. Una è psicologicamente in buona salute, l'altra no. Qual è la spiegazione di questa differenza? Essa sta nel modo diverso in cui hanno affrontato quell'esperienza. Una volta, la mia amica Helen mi fece un esempio della differenza che intercorre tra perché e come. Se cadessi in un fiume e non sapessi nuotare, il modo migliore di aiutarmi sarebbe cercare di scoprire perché ci sono finito dentro? O sareste di maggiore aiuto se vi tuffaste in acqua, mi salvaste e mi insegnaste a nuotare? Secondo me, questo è un modo squisito di spiegare come le persone possano imparare a cambiare. Sono così tante le cose che la PNL ci insegna in merito a come pensano le persone e a come creano le emozioni che provano. È utilizzando questo modello che potremo scoprire come funzionano gli schemi inconsci. Quando ne scopriamo il funzionamento, possiamo portarli alla coscienza. Nel renderli coscienti, possiamo cambiarli. Dopo averli cambiati, possiamo lasciare che i nuovi schemi diventino per noi inconsci. In breve, possiamo cambiare il modo in cui è programmato il nostro cervello, cambiarne i collegamenti e sviluppare abitudini di pensiero e di comportamento più utili. Soltanto allora le catene dei liberi saranno spezzate! Questo l'ho imparato dalla mia personale esperienza. Ci fu un tempo in cui anch'io ero confinato nella mia stessa prigione: un inferno fatto di depressione, paura e stress.
10 Il mio personale inferno MARTIN: HO bisogno di parlare con Owen Fitzpatrick. OWEN: Sì, sono io. Non riconobbi la voce, ma dal suono capii che la persona con cui stavo parlando era agitata, molto agitata.
MARTIN: HO bisogno del tuo aiuto. Mi hanno detto che saresti stato l'unico in grado di aiutarmi. Io non posso, proprio non posso più andare avanti così. Mi fa schifo. Sto per farla finita proprio adesso. Non ce la faccio più. Adesso prendo le pillole, ce le ho proprio qui. Loro non sanno che le ho. Loro non possono aiutarmi. Tutto quello che sanno fare è darmi pillole. Si dice in giro che tu possa aiutarmi. Ho bisogno di aiuto. All'altro capo del telefono, la voce continuò il suo sproloquio. Era chiaramente un altro suicida, a chiamarmi. Erano circa le tre e mezza di un martedì pomeriggio. Martin aveva parlato con qualcuno che gli aveva consigliato di chiamarmi e così gli parlai. Sapevo cosa dire, era diventata una cosa istintiva. La prima volta che lessi un libro sull'ipnosi che mi aprì le porte sul mondo della PNL, ero ancora un adolescente. La PNL divenne presto il mio hobby, la mia passione e la mia professione. Una volta un mio amico mi chiese: "Se non fossi mai entrato nel giro della PNL, come pensi sarebbe la tua vita, adesso?". Io ho sempre sognato di diventare qualcuno che salvasse le persone e che avesse un impatto positivo sulle vite degli altri: un poliziotto, un pompiere, un medico. Ho sempre sognato di essere l'eroe e di poter mettere le parole "lieto fine" alle situazioni difficili. Ero un idealista. La PNL e le altre idee e tecnologie di cui faccio uso con me stesso, con i miei clienti e con chi si forma con me riguardano tutte la libertà di pensare e provare ciò che desideri, servono tutte a mettere le persone nelle condizioni di provare un amore ancor più meraviglioso e di essere sempre più soddisfatte della loro vita. Io lo so, quanto preziosa e straordinaria sia questa libertà, perché so cos'è significato per me essere imprigionato nel mio personale inferno. Alcuni anni or sono, prima di conoscere la PNL, ero ad un passo dal suicidio. Mi sentivo estremamente depresso e non lo dicevo a nessuno. I miei familiari erano stupendi, ma i miei "amici" mi trattavano in modo orribile. Ero nauseato dalla vita, disperato. Ogni giorno, quando rientravo a
casa, mi cercavo un angolino per starmene per conto mio e piangevo a dirotto, fino a non poterne più, stufo marcio del dolore che mi provocava il sentirmi rifiutato, perduto, disprezzato: uno scherzo della natura. Nessuno lo sapeva, nessuno lo intuiva e, pertanto, nessuno mi aiutava. Adesso, adoro ogni singolo istante della mia vita. Faccio quel che più mi piace fare: insegnare alle persone ad essere più felici, a comunicare meglio, a riuscire in ciò che fanno e ad essere libere. Ho girato il mondo in lungo e in largo, dal Messico all'India, condividendo abilità e competenze con persone di culture e background molto diversi. Ho i migliori amici che io possa immaginare, una relazione stupenda con la mia fantastica famiglia e vivo a Dublino, sentendomi molto felice, soddisfatto ed entusiasta della vita. Quando andavo ancora a scuola, c'erano dei ragazzi che mi mettevano sotto. Non fisicamente, perlopiù, ma mentalmente. La maggior parte delle persone che conoscevo, sia tra i ragazzi che tra le ragazze, mi insultava. Le ragazze erano le peggiori, perché riuscivano a farmi sentire umiliato, oltre che ferito. Quelli della scuola furono degli anni piuttosto duri. Ricordo di un ragazzo in particolare che una volta mi mise un laccio da scarpe attorno al collo e iniziò a stringere, un'altra volta mi puntò alla gola un coltello e giurò che mi avrebbe strappato i polmoni. Ora ogni cosa è diversa. Un paio d'anni fa ho rivisto quel teppista. In effetti, nel corso degli anni ho rivisto la maggior parte di quelle persone e sto davvero molto meglio. È buffo, ora sembrano essere intimidite da me, dalla sicurezza che dimostro e dalla fiducia che ripongo in me stesso. Non mi sono mai preso la briga di vendicarmi. Ho semplicemente accettato il fatto che allora erano state crudeli con me e che forse ora non sono delle cattive persone: forse sono diventati degli esseri umani perbene. Ai tempi della scuola, qualsiasi cosa mi terrorizzava. Quando dovevo parlare di fronte alla classe farfugliavo e balbettavo. Cercavo di evitare qualsiasi attività che potesse essere anche lontanamente rischiosa, il che non mi aiutava certo a farmi benvolere. Trascorrevo la vita in balìa della paura. Ansia e panico mi seguivano dovunque andassi. Odiavo ciò che non conoscevo e temevo la vita stessa. Guardatemi ora. Sono salito sull'Everest, ho fatto snorkeling nella Grande Barriera Corallina, ho sciato in Nuova Zelanda, mi sono lanciato col paracadute in California, ho attraversato l'India zaino in spalla e ho tenuto corsi per migliaia di persone in numerose parti della terra. Ho viaggiato il mondo in lungo e in largo e adoro l'avventura. Le sincronicità e il caos sono sempre presenti ed è proprio così che mi piace. Cos'ha provocato questo cambiamento? Qual è la differenza tra com'ero allora e come sono oggi? Come ho fatto a passare dal sentirmi così depresso allo stare così bene? Come sono riuscito a passare dall'odiare la mia vita ad amarla? Come ho fatto a cambiare quello che le altre persone mi facevano provare? Come ho fatto a trasformare un fifone in una persona avventurosa? Come sono riuscito a spezzare le catene dei liberi? Nel tempo che impiegherò a rispondere a queste domande, voi imparerete come fare a portare grandi miglioramenti nella vostra vita. Spesso le persone rimangono sorprese, quando parlo loro dei miei problemi. Le sorprende il fatto che non provi vergogna nel farlo. La verità è che non provo
vergogna perché si vive una stupenda esperienza di pace, quando si accettano le proprie umane debolezze. Sono imperfetto e vado bene così come sono. Mi stanno bene le stupidaggini che ho fatto nel passato e le umiliazioni subite. Sono soltanto un essere umano che ha commesso degli errori. Quando ti assumi la responsabilità delle scelte e delle esperienze che hai fatto, il mondo non può usare il tuo passato contro di te. Ciò che ci guadagni, invece, è la libertà dai vincoli che limitano la maggior parte delle persone: i vincoli del passato. Se ho superato quel periodo tremendo è stato grazie alla pura e semplice determinazione. A un certo, fondamentale punto della mia vita mi trovai di fronte a un bivio: vita o morte. Scelsi la vita. Promisi a me stesso che non avrei mollato mai... e mai l'ho fatto. Grazie a Dio, oggi raccolgo i frutti di quella scelta. La determinazione e l'apertura mentale mi hanno dato il la. Fu allora che scoprii le idee che mi avrebbero consentito di trasformare la mia vita. Fu allora che iniziai a rivendicare la mia libertà. La rotta verso la libertà non attraversava soltanto mari pacifici. Ho provato spesso momenti di delusione, momenti di tristezza, momenti di solitudine, momenti di inquietudine e momenti di paura. Ma questo è tutto ciò che erano... momenti. Ci sono anche stati terribili attimi di sconforto e struggimento. Eppure, durante tutte quelle esperienze, mantenevo il controllo del modo in cui mi influenzavano. Scoprii la bellezza che è in me. Scoprii la forza del mio carattere. Scoprii quanto può essere splendido percorrere la vita alla giusta andatura. Quello di cui mi sono reso conto è che la mia vita è spesso stata caotica sotto molti punti di vista. Io sono quello a cui sono stati rubati tutti i bagagli, che ha perso la sua parte di voli, smarrito il passaporto, il portafogli, numerosi telefoni e più di 2000 dollari in contanti. Sono stato arrestato per essere salito in piedi su un sedile, sono svenuto a causa del mal di montagna, mi sono rotto una caviglia e ho riportato ustioni di terzo grado... il tutto in occasioni distinte. Mark, un mio ottimo amico, una volta trovò una frase che mi descriveva alla perfezione: "A te non ne va mai una dritta, Fitzpatrick". E, nonostante tutto ciò, la mia vita è esattamente come la vorrei e quando impari ad affrontare la tua vita, caotica o no, alla giusta andatura, allora scopri di aver capito come fare a trasformare qualsiasi personale inferno, brillantemente.
11 Liberare la mente Una volta lavorai con un signore che aveva una paura forsennata di rimanere bloccato nel traffico. Gli venivano degli attacchi di panico ogni volta che, guidando, si trovava incolonnato, pertanto evitava sempre le strade principali e percorreva unicamente stradine di campagna. Quella paura lo limitava enormemente. Gli chiesi cosa facesse, nella sua mente, per stare così. Mi spiegò che immaginava di rimanere bloccato nel traffico, incapace di uscirne. Si immaginava bloccato all'interno dell'auto, totalmente in preda al panico e poi immaginava l'interno dell'auto che si faceva via via più piccolo. Si diceva nervosamente che cosa terribile sarebbe stata, se avesse trovato traffico, ed era preoccupato di poter avere un attacco di panico. La sensazione di panico partiva dallo stomaco, saliva verso il torace e ritornava, poi, allo stomaco. Gli chiesi di ripensare all'immagine di se stesso bloccato nell'auto e di mandare avanti il filmato. Che cosa succedeva poi? Continuava a vedere la stessa scena, per cui gli ripetei la stessa domanda più volte, finché arrivò al punto in cui, finalmente, le macchine si rimettevano in marcia e tutto tornava ad essere normale. Gli spiegai che il suo non era un problema di panico, ma di impazienza. Spesso le persone soggette ad attacchi di panico non devono far altro che diventare coscienti delle immagini che proiettano nella propria mente e cambiarle, per ottenere dei risultati davvero notevoli. Se noi rimaniamo intrappolati in questi schemi, dipende principalmente dal modo in cui facciamo funzionare il cervello. Mentre acquisiamo informazioni dal mondo esterno, vediamo delle immagini, parliamo a noi stessi, proviamo delle sensazioni, accediamo a degli stati interni e sentiamo degli odori e tutto ciò serve a dare un senso a ciò che ci circonda. E così, proprio come abbiamo cinque sensi attraverso cui immettere informazioni, ci sono cinque modalità che adoperiamo per rappresentare le informazioni all'interno della nostra mente. È il modo in cui rappresentiamo il mondo internamente a determinare quel che sentiamo e quel che facciamo. Si tratta di un riflesso dei vostri processi mentali automatici, abituali, inconsci. Il modo in cui pensiamo il mondo, il modo in cui lo interpretiamo si ripercuote in ogni istante sui nostri stati d'animo. Per poter pensare e agire con maggiore efficacia e per poter accedere a un maggior numero di risorse, è necessario che impariamo ad alterare i nostri consueti programmi mentali. Così facendo interpreteremo il mondo con intelligenza, aggiungeremo brio ai nostri pensieri e accederemo agli stati mentali più adeguati. La naturale conseguenza è che saremo in grado di comportarci nel migliore
dei modi. Col passare degli anni, ciascuno di noi vive in case diverse e fa lavori diversi. Per contro, l'interno della nostra mente è un luogo in cui trascorreremo la vita intera. Non ci sono momenti di riposo, non si può fare un attimo di pausa... è la vostra casa, permanentemente. È così: potete farne un paradiso in cui vivere o un inferno da sopportare. La scelta è vostra. Essere veramente liberi significa imparare a trasformare l'interno della vostra mente in un meraviglioso posto in cui stare. Quindi abbiamo bisogno di renderci conto che il nostro "pensiero" si compone di cinque modi di rappresentarci il mondo. Ogni volta che pensiamo, lo facciamo creando nella nostra mente immagini, suoni, sensazioni, odori e sapori particolari. Anche in questo momento, se pensate a quel che avete fatto ieri, è molto probabile che vediate un'immagine di voi stessi e del luogo in cui vi trovavate e che vi raccontiate qualcosa a riguardo. L'arte sta nell'imparare come fate a pensare e cosa potete modificare in modo da rendere la vostra mente un posto migliore in cui vivere. Tutti i nostri pensieri sono la somma di immagini, suoni e sensazioni. Una volta che diventeremo coscienti di come formuliamo quei pensieri, avremo la possibilità di cambiarli. Dato che ciò che proviamo e facciamo dipende in larga misura da come pensiamo, una volta capito come fare a pensare in modo diverso, potremo raggiungere risultati più efficaci. Ad esempio, le persone hanno spesso problemi perché, quando pensano a ciò che li fa sentire tristi, arrabbiati, impauriti, oppressi o soli, proiettano dentro di sé dei film su schermo gigante, creano delle immagini enormi di quei pensieri negativi. Di solito si parlano senza sosta, usando un tono di voce avvilente. Spesso sentiranno che le sensazioni si fissano in diverse parti del loro corpo. Altre persone non vengono influenzate un gran che dai propri problemi e questo perché non creano immagini altrettanto enormi, né parlano con se stesse in modi particolarmente negativi. Ne consegue che queste persone non creano per loro stesse lo stesso genere di sensazioni negative. Il trucco consiste nel rendersi conto del tipo di immagini che si fanno quando ci si sente male e nel cambiare il modo in cui le si rappresenta. Cominciate a rendervi conto del genere di dialogo interno che mettete in atto e cambiatelo. Cominciate a rendervi conto del modo in cui si manifestano certe sensazioni e cambiatelo. Noi creiamo immagini e le piazziamo davanti a noi in posizioni particolari: è come se si trovassero effettivamente davanti ai nostri occhi. Spesso, quando siete profondamente assorti nei vostri pensieri, non vedete neppure quel che vi sta davanti, tanto siete intenti a osservare quel che c'è nei vostri pensieri. Le immagini che create sono localizzate da qualche parte davanti a voi. Possono essere a colori o in bianco e nero, luminose o scure, nitide o sfuocate, a grandezza naturale oppure no (e in tal caso possono essere più grandi o più piccole), vicine o lontane, fisse o in movimento. I suoni che udite internamente e la voce con cui vi parlate hanno delle qualità, come ad esempio il volume, che può essere alto o basso, il tono, la risonanza, il ritmo. Le sensazioni che provate sono localizzate in certe parti del vostro corpo e si muovono in modi particolari. Sarà attraverso queste qualità, sia che si tratti delle immagini che vedete, sia dei suoni che udite, sia delle sensazioni che provate, che riuscirete a trasformare il funzionamento della vostra mente e ad eliminare le cattive sensazioni
che avete provato nel passato. Le specifiche qualità - o modalità - di ogni sistema sensoriale prendono il nome di submodalità. Così come un televisore ha dei comandi che regolano luminosità, colore e volume, così ce li ha il nostro cervello e quei comandi determinano quello che proviamo e con quanta intensità. Le submodalità sono i mattoni di cui è fatto il nostro mondo interiore, la moneta della mente. Tutti noi vediamo immagini, parliamo a noi stessi, proviamo sensazioni e sentiamo suoni, odori e sapori all'interno della nostra mente. La PNL si occupa di scoprire come queste modalità sensoriali si sommino per produrre i pensieri. Immaginate che cosa sarebbe poter controllare il funzionamento del proprio cervello. Cosa sarebbe possibile fare, una volta scoperto come controllare il modo in cui fate esperienza del mondo? In che modo questo ci consente di costruire in noi e negli altri degli stati più potenzianti? Semplicemente cambiando le submodalità di un pensiero o di una sequenza di pensieri, potrete aumentare o ridurre in modo drammatico l'intensità e l'efficacia di quello specifico pensiero. Ad esempio, immaginate di vedere un episodio della vostra vita in cui siete stati particolarmente bene. Visualizzate un'immagine fissa, piccola e in bianco e nero, come se fosse una vecchia foto. Notate le sensazioni che vi si associano. Ora immaginate di ingrandire quella foto, finché raggiunge le dimensioni di uno schermo cinematografico. Rendetela luminosa e colorata, e mettetela in movimento, proprio come fosse un film. Entrateci dentro e immaginate di vedere quell'episodio come se foste veramente lì; ascoltate i suoni, provate le sensazioni associate, mentre l'esperienza si fa più vivida. Notate l'intensità di queste sensazioni. Quello che scoprirete è che la seconda esperienza vi avrà dato sensazioni molto più intense della prima. Questo dipende dal fatto di aver comunicato al vostro cervello di pensare a quell'esperienza in due modi diversi. Gli avete appena insegnato a darvi una scarica di sensazioni simili a quelle che provavate in quel ricordo. Molti animali "funzionano" per associazioni. Il loro apprendere dipende dalle sensazioni che associano a determinate cose. Ad esempio, i cani imparano ad attirare l'attenzione dei loro padroni perché, così facendo, è probabile che ricevano del cibo, un po' d'acqua o una dimostrazione d'affetto. Associano le sensazioni positive all'azione che stavano compiendo e, di conseguenza, è più probabile che agiscano a quel modo anche nel futuro. D'altro canto, noi umani siamo in grado di avere pensieri più complessi e di rinunciare a dei vantaggi nell'immediato futuro per perseguire un obiettivo a lungo termine. Possiamo pensare in astratto, abbiamo una "teoria della mente" e siamo capaci di immedesimarci in un'altra persona. Ne consegue che possiamo prevedere quali saranno i pensieri e i comportamenti delle altre persone e programmare le nostre azioni tenendone conto. La liberazione della vostra mente è un passo davvero semplice da compiere. Il motivo per cui così tante persone non fanno questo passo è che occorre farlo ben più di una volta, se si vuole che diventi un'abitudine. È tanto facile da spiegare, quanto lo è da mettere in atto, ma è necessario ripeterlo più e più volte. La chimica del nostro cervello è influenzata dal modo in cui interpretiamo gli eventi e dal modo in cui pensiamo. Il nostro stato mentale non fa che riflettere il modo in cui la chimica del nostro cervello agisce in un qualsiasi determinato istante.
La liberazione del vostro cervello è una conseguenza di questo principio: la realtà dipende sempre da come la percepite. Imparate a percepirla in maniera più utile e il mondo ne sarà trasformato. Questo è un principio che, a volte, anch'io ho bisogno di ricordare a me stesso, ma che mi fa capire qualcosa di nuovo sulla natura della realtà ogni volta che lo faccio. Questo principio rispecchia quello che i luminari della scienza sostengono da decenni, che i mistici affermano da secoli e di cui i filosofi hanno discusso per millenni. Per tutto questo tempo, ben poche persone lo hanno effettivamente usato per fare esperienza del mondo. Usatelo e il vostro mondo si trasformerà. Questo principio è ciò che farà la differenza nella vostra vita. È il fondamento su cui si basa tutto quanto è contenuto in questo libro. Se non portaste a casa nient'altro che questo principio, la vostra vita migliorerebbe in modo straordinario. Ciò di cui facciamo esperienza nella nostra vita viene filtrato da ciò che crediamo essere vero. Le nostre convinzioni determinano il modo in cui facciamo esperienza dell'universo. Perciò, noi non facciamo mai esperienza del mondo per "quello che è". Ci è solo dato di farne esperienza per "quello che siamo". Questo principio si riduce all'esigenza di comprendere che il mondo cambia di giorno in giorno e così pure il nostro modo di pensare al mondo. La chimica del nostro cervello va ad influenzare il modo in cui assimiliamo le informazioni, il modo in cui giungiamo a delle conclusioni in merito a ciò che effettivamente accade e il modo in cui decidiamo di muoverci in risposta a quegli eventi. Spesso i problemi che abbiamo quando ci troviamo in uno stato altamente produttivo e ricco di risorse sono tanti quanti ne abbiamo quando ci troviamo in uno stato di scarsa qualità, improduttivo e povero di risorse. La differenza sta nel fatto che nel primo caso agiamo e affrontiamo le situazioni con maggiore efficacia. Il segreto è fare in modo di cominciare a fare tre cose davvero fondamentali. 1. Dobbiamo capire che le nostre esperienze rappresentano unicamente il modo in cui le cose ci "appaiono" e non corrispondono a quello che le cose "sono" in realtà. 2. Dobbiamo compiere i passi necessari a generare abitualmente dentro di noi dei modi di pensare più proficui e produttivi e degli stati mentali più positivi (il che equivale a generare una "buona" chimica del cervello). 3. Dobbiamo esaminare il mondo nella maniera più utile, attraverso un efficace sistema di convinzioni e un atteggiamento straordinario. Il cliente che aiutai a superare il panico che provava nel traffico viveva le cose in maniera alquanto diversa da quanto farebbe la maggior parte di noi nella stessa situazione. Alcuni di noi si irriterebbero, per altri sarebbe parte integrante del vivere quotidiano. Il modo in cui pensiamo alla cosa fa la differenza, a livello di chimica del cervello, tra la sensazione di panico e quella che dice: "Va tutto bene". Le convinzioni e l'atteggiamento che ci caratterizzano ci permettono di pensare e di sentirci in modo diverso da quel mio cliente. Dopo aver portato alla coscienza i
propri pensieri e dopo aver imparato a fare qualcosa di diverso, anche lui fu in grado di cambiare completamente quella sensazione di panico. Zana, una mia cara amica di Londra e una fantastica trainer di PNL, mi ha insegnato come ci sia sempre più di un modo di "leggere" una storia. Durante alcuni dei corsi a cui ho partecipato, ho sentito che i corsisti e gli assistenti parlavano dei docenti presenti in aula come se si trattasse di esseri divini che loro adoravano. Oltre ad esprimere il suo apprezzamento per quelli che erano i punti di forza di quei docenti, Zana si prendeva sempre la briga di farci notare le loro imperfezioni, così che noi potessimo "espandere" la cornice attraverso cui li vedevamo. Quando lo faceva, le altre persone si sentivano spesso a disagio. A nessuno era concesso il lusso di rimanere senza macchia. Io la chiamo affettuosamente "mattatrice di vacche sacre". È davvero di fondamentale importanza capire che le cose non sono sempre come appaiono, suonano o sembrano. Se vi assumete la responsabilità di ciò che siete, le cose possono mettersi enormemente meglio che se passate il tempo a dar la colpa a questa o quella causa apparente. Durante quella serata trascorsa nella cucina di Richard non registrammo molto altro. Discutemmo di questi diversi argomenti e decisi che avrei stilato le domande che avevo in mente e che gliele avrei fatte la volta successiva. Avevamo posto delle ottime basi su cui poggiarci durante il viaggio che avrebbe aiutato coloro che erano alla ricerca della libertà. Stavo per scoprire da Richard molti dei segreti della vita. Nelle conversazioni a venire gli avrei chiesto di come fare ad acquisire il controllo sulla propria vita e ad iniziare a far manifestare cambiamenti meravigliosi.
Esercizi per la libertà mentale Quando hai un problema, rispondi alle seguenti domande. • Quali immagini ti vengono in mente?
• Qual è la loro posizione? • Quanto sono grandi? • Sono a colori o in bianco e nero? • Sono chiare o scure? • Sono immagini ferme o sono, invece, dei filmati? • Sono nitide o sfuocate? • Ti trovi nell'immagine o ti stai guardando dall'esterno? • Che suoni ci sono? • Che cosa ti dici, dentro di te? • Che tono di voce utilizzi? • Che genere di sensazione provi? • In quale punto del corpo si trova quella sensazione? • In quale direzione si muove quella sensazione? Divertiti a modificare le qualità delle immagini, dei suoni e delle sensazioni. Ad esempio: • Rimpicciolisci le immagini, scuriscile, privale dei colori, mettile fuori fuoco e allontanale. • Cambia il tono della tua voce interiore.
• Inverti la direzione in cui si muove la sensazione negativa. Per farlo è sufficiente che presti attenzione a dove, nel tuo corpo, ha origine quella sensazione. Dove si sposta successivamente? Fai attenzione alla direzione in cui sembra muoversi e immagina poi di far muovere quella sensazione a ritroso, in direzione contraria. Stila una lista di quelle che, a tuo parere, sono le "catene" che ti hanno tenuto prigioniero fino ad ora. Descrivi cos'è che ti ha impedito di raggiungere i tuoi risultati e che cosa accadrebbe se rendessi la tua vita quanto più meravigliosa possibile. Scrivi un paragrafo sulle convinzioni che hai in merito a qualsiasi cosa. Successivamente riscrivi quelle convinzioni, iniziando ciascuna frase con "A me sembra che". Ad esempio: se avessi scritto "L'America è la terra degli uomini liberi",
dovresti sostituirla con "A me sembra che l'America sia la terra degli uomini liberi". Esercitati a fare pensieri positivi e utili, che rispecchino ciò che vuoi vedersi realizzare nella tua vita e fallo con l'ausilio di immagini vivide e vibranti, ricche di colori, luminose, poste vicino a te e quanto più reali possibile. Rivolgiti a te stesso in modi più incoraggianti e motivanti. Immagina di far percorrere il tuo corpo dalle più strepitose sensazioni che possa immaginare. Fallo più e più volte.
12 Divagazioni casuali 2: giocare con la mente Era l'inizio di giugno e io avevo vent'anni. Il mio amico ed io entrammo in un bar irlandese da qualche parte sulla 14 a strada a New York, dove stavamo trascorrendo una vacanza. C'era una sala da biliardo al piano superiore con sedie e divani alle pareti, tutti disposti in modo da essere rivolti verso l'unico tavolo da biliardo, al centro della stanza. Prendemmo qualcosa da bere e misi dei soldi sul tavolo, per prenotarmi. In quel momento sembrava avere la meglio uno strafottente ragazzo americano di nome Rex. A quanto pareva, aveva appena battuto quattro o cinque ragazzi irlandesi uno dopo l'altro e faceva di tutto perché tutti ne fossero al corrente. Le ragazze e i ragazzi presenti facevano il tifo per chiunque lo sfidasse, ma lui continuava a pavoneggiarsi e a dare spettacolo, battendo regolarmente uno sfidante dopo l'altro.
Spillare quattrini: l'arte del biliardo.
Presto arrivò il mio turno. Mi avvicinai con calma al tavolo e infilai i soldi nella
feritoia. Mentre le palle da gioco rotolavano giù, Rex mi chiese: "Conosci le regole, irlandese?". Risposi che non ne ero sicuro e lui me le illustrò, descrivendomi nel contempo con quanta facilità mi avrebbe battuto. Gli chiesi per favore di non battermi troppo velocemente e sorrisi. Il tiro d'apertura toccò a Rex, che non imbucò nemmeno una palla. Mi avvicinai al tavolo. Imbucai tutte le mie palle e lasciai quella nera vicina ad una buca. Tutti cominciarono a fare il tifo. Rex ne mandò in buca una e mancò la successiva. Io imbucai la nera e ricevetti uno scroscio di applausi. Mi avvicinai a Rex e con nonchalance dissi: "Mi spiace, amico. Sono certo che mi metterai in imbarazzo non appena ne avrai l'opportunità". Il povero vecchio Rex continuò a ritornare al tavolo e a metterci su altri soldi per poter giocare con me. Si mise pure a scommettere e ad aumentare progressivamente la posta... e continuò a perdere. Fu una notte stupenda. Quella fu una delle poche volte che andai a spillar quattrini dai giocatori di biliardo a New York. Giocare a biliardo per soldi mi ha insegnato davvero tante cose su come pensano le persone. Quando si affrontava un avversario come Rex, intervenivano un sacco di giochetti mentali. La chiave sta sempre nell'assicurarsi di mantenere il controllo. Solitamente è la persona che ha saputo mantenere il controllo, a vincere. In tre mesi, è probabile che io abbia fatto più soldi giocando a biliardo di quanti non ne abbia guadagnati con i lavoretti part-time che trovai mentre ero lì. È altrettanto probabile che io abbia imparato più cose sulle persone giocando a biliardo che facendo qualsiasi altra cosa. Mi ha sempre affascinato l'abilità che noi esseri umani dimostriamo nell'influenzare i nostri simili. E sono sempre stato un grande appassionato di magia. A volte uso le mie conoscenze di PNL per leggere i pensieri di un'altra persona. Sebbene questo confonda le persone, non si tratta né di una cosa psichica, né di una "magia". Si tratta, invece, di applicare alcune abilità acquisite con la PNL, come la calibrazione sensoriale, le submodalità, i segnali d'accesso oculari (che ho imparato da Eric Robbie) e certi schemi linguistici. E non lo faccio perché voglio mettermi in mostra o nel mero tentativo di intrattenere le persone. La maggior parte delle volte lo faccio per dimostrare che cosa è possibile fare se si rimane "fuori" dalla propria testa e si smette di pensare troppo. Il motivo per cui parliamo così spesso del mantra per zittire i pensieri che vi affollano la mente è semplice: vogliamo darvi la possibilità di vedere e sentire veramente quello che c'è nel mondo reale. Il problema più grave che hanno la maggior parte delle persone è quello di avere troppo tempo per pensare. Il segreto è assicurarsi di imparare come si fa ad uscir fuori dalla propria testa, ad entrare nel mondo e a sentire e vedere cose di cui non ci si era mai accorti prima. "La gente mi chiede: 'Lavora mai con i ciechi e con i sordi?'e io rispondo: 'Ogni giorno... Ogni giorno'." Richard Bandler Per la maggior parte, le persone vi racconteranno tutto quello che avete bisogno di sapere sul loro conto, senza che dobbiate nemmeno chiedere... se solo presterete
sufficiente attenzione al modo in cui usano il corpo, la voce e al tipo di linguaggio che utilizzano, prendendolo alla lettera. Un magnifico esempio di persone abilissime nel leggere gli altri sono i giocatori di poker professionisti. Usano le stesse abilità di chi pratica la PNL. Prestano attenzione a quei gesti impercettibili che fanno i loro avversari e che indicano se hanno una buona mano oppure no. Chiamiamoli "segnali". Anche nella vita quotidiana ci sono dei "segnali" in grado di fornirvi alcuni indizi in merito a quello che sta accadendo nella testa di una persona. Spesso quello che accade là dentro è estremamente stupido. Quando si pensa al genere umano e ai progressi raggiunti nel corso dei millenni in cui abbiamo popolato questo pianeta, è davvero spassoso pensare al fatto che, talvolta, riusciamo a formulare dei pensieri tanto ridicoli. A quanto sembra, a un certo punto c'è stato un botto e poi acqua e alberi. Poi dei grandi orsi e mostri enormi, e infine noi. Il genere umano. Si suppone che l'uomo sia il più intelligente di tutti gli animali. Siamo arrivati noi e alla fine abbiamo portato la "civiltà". Noi sì che capiamo il mondo, non come gli altri animali. Noi lavoriamo, mentre i nostri cani stanno a casa, in panciolle, a poltrire tutto il giorno. Gli uccelli esistono senza doversi deprimere e persino i pipistrelli riescono a dormire per la maggior parte dell'anno. E così, eccoci qua: la specie intelligente. Fantastico, assolutamente fantastico! Noi siamo diversi dagli altri animali, anche i più intelligenti, grazie al vantaggio datoci dal nostro "cervello". Abbiamo un cervello che ci consente di pensare in astratto e di fare progetti. Siamo capaci di formulare pensieri in merito al pensare. Avete mai visto una formica che va in terapia? Mai conosciuto un cane con problemi di stress? Mai sentito parlare di un gatto con problemi di bassa autostima? Dico sul serio, vi è mai capitato? Va bene, a meno che non siate il dottor Doolittle, ritengo che la risposta sia no. Ora, partendo dal presupposto che la mia risposta sia valida, chiediamoci il perché. Io credo di saperlo. Ci sono tre principali motivi per cui gli animali non soffrono, come noi, di problemi di natura psicologica. Per la maggior parte, gli animali non fanno mai test psicologici e non sanno dell'esistenza dei suddetti problemi. Per la maggior parte, gli animali non pensano a sé o ai propri problemi in continuazione, si limitano a vivere la vita. Per la maggior parte, gli animali imparano dai propri errori, prima o poi... e fanno qualcosa d'altro. Ehi, è solo una teoria, ma ho la sensazione che contenga un fondo di verità. Ora, so di essermi volontariamente consegnato per essere linciato dalla folla dei convinti assertori dell'esistenza della psicologia canina. Ricordate, tuttavia, che finché non etichettiamo i problemi come tali, non sono dei problemi. Non appena interferiscono con la nostra vita, li chiamiamo problemi. Quando parliamo di "seguire l'istinto" o di fare quello che ci dice la "pancia", stiamo riferendoci a un'intelligenza che è dentro di noi e che condividiamo con gli altri animali. La differenza la fa la nostra capacità di fare del "revisionismo" che spesso ci spinge ad ignorare quella sensazione nella
pancia, che altrimenti ci porterebbe ad avere più successo. Ripensando ai momenti che ho trascorso con Richard e Paula, tra i miei preferiti ci sono quelli in cui sedevamo davanti alla TV a guardare i vari reality show e uno di noi ripeteva le cose che uscivano dalla bocca dei partecipanti. Spesso, come accade coi miei clienti, ciò che le persone effettivamente dicono è tanto divertente quanto quello che fanno. Ogni tanto penso che se gli alieni atterrassero sulla terra, morirebbero dalle risate per la stupidità del genere umano... oppure rimarrebbero sconvolti e disgustati dalla nostra incapacità di andare d'accordo anche sulle cose più ridicole. Come esseri umani siamo anche molto pronti a limitarci o a limitare le nostre possibilità. Quando ci si rende conto di tutti i risultati che il genere umano ha saputo raggiungere, allora si inizia a comprendere che possiamo fare ancora molto. Siamo prontissimi a limitare le nostre esperienze o a usare lo scetticismo per ridurre la percezione di ciò che abbiamo a nostra disposizione nella vita. Alcune persone continueranno a nascondersi dietro al loro cinismo, perché questo le fa sentire più furbe. Altre si prenderanno troppo sul serio e lasceranno che qualcun altro se ne approfitti, proprio come ha fatto Rex. Si tratta comunque di comportamenti messi in atto nel tentativo di sentirsi meglio degli altri. La mia convinzione è che ci sia qualcosa di infinitamente più gratificante del sentirsi meglio degli altri: farli stare bene. "Le persone vengono a dirmi di avere una bassa autostima e io chiedo loro: 'Te la meriti? Quante persone hai fatto sentire bene, oggi?'. Non c'è bisogno che cambiate il mondo. Basta che diciate qualcosa di carino." Richard Bandler Prima di andarmene dal bar con i proventi delle vincite, offrii da bere a Rex e feci quattro chiacchiere con lui. Nonostante non fosse il tipo di persona con cui potrei immaginare di stringere una profonda amicizia, non era poi così sgradevole come mi era sembrato inizialmente. E questo vale per la maggior parte delle persone! Dovunque vada, tengo sempre a mente due mie convinzioni. Ci sono molte persone davvero squisite. Ci sono molte persone che possono comportarsi come se fossero degli idioti. La mia politica è questa: faccio del mio meglio per far sì che quelli che si comportano come degli idioti inizino a sentirsi bene, nella speranza che scelgano di comportarsi più gradevolmente. Faccio sempre lo sforzo di strappare un sorriso a chiunque mi capiti di incontrare. Questo è uno dei più importanti obiettivi che mi fisso ogni giorno. È buffo, ma quanta più gente faccio sorridere, tanto più sorrido io.
PARTE III LE CHIAVI PER CAMBIARE VITA
13 Treno per il cambiamento Era piena zeppa, una scatola di sardine. Di solito, la metropolitana è piena al mattino e verso quest'ora, le cinque del pomeriggio. Mi trovavo a Londra. Me ne stavo in piedi, praticamente appiccicato alla parete, dal momento che avevo ceduto il posto ad una di quelle anziane e adorabili signore che erano salite un paio di fermate prima. Da lì in poi, avendo raggiunto la zona più centrale della città, ad ogni fermata lo scompartimento si era riempito sempre più. Non stavo certo comodo, ma me ne importava ben poco, perché la mia mente era altrove. Non stavo più nella pelle al pensiero della mia prossima conversazione con Richard. Avevo in mente di parlargli della natura e dei segreti del cambiamento. Quando si è trattato di aiutare le persone ad apportare alla loro vita dei cambiamenti duraturi, ammetto di avere avuto dei risultati straordinari. Sono molto poche le persone che capiscono fino in fondo l'importanza che l'atteggiamento e le convinzioni rivestono ai fini di effettuare qualsiasi tipo di cambiamento. Pensano che ciò che conta sia la tecnica. Tutti potrebbero imparare cosa ci vuole per dare una svolta alla propria vita, ma sono in pochi a mettere veramente in atto quei cambiamenti e a renderli permanenti. In alcune occasioni, avevo sentito Richard parlare di soglie, di momenti di rivelazione e di "direzioni ben formate" e volevo chiedergli di queste idee. Stavo cercando la soluzione a tutti i problemi. Stavo cercando il "come" cambiare la propria vita. Guardai le persone attorno a me: indossavano completi eleganti e volti freddi e duri che, per la maggior parte, celavano le emozioni. Alcuni, tuttavia, le riflettevano. Potevo vedere come alcuni di loro fossero stati istituzionalizzati dalla cultura moderna. Avevano accettato di trovarsi il loro cantuccio nella sfrenata corsa al successo che aveva sostituito i loro migliori istinti di un tempo: quell'infantile desiderio di essere liberi. Lavoravano dalle nove alle cinque, poi andavano a casa. Esistevano. Iniziai ad interrogarmi. Quante delle persone che stavano su quel treno soffrivano di depressione? Quante di loro erano stressate? Quante erano preda di paure, timori e ansie? Quante erano sole? Quante di loro si odiavano? Quante soffrivano per amore? Quante persone avevano abitudini che desideravano ardentemente cambiare? Quante si sentivano oppresse e schiacciate dalla vita? La mia ipotesi era che moltissime di quelle persone fossero intrappolate in almeno una di queste esperienze limitanti: soggiogate dalle catene dei liberi. Per poter sfuggire alle catene e alla prigione, ci vogliono le chiavi giuste. Le chiavi per il cambiamento vanno capite, prima di poter
essere utilizzate. Avevo intenzione di analizzare gli elementi essenziali che costituivano la base del cambiamento assieme a colui che ne sapeva più di chiunque altro avessi mai incontrato o di cui avessi mai sentito parlare. Il treno giunse alla mia fermata. Scesi e, attraverso la folla di prigionieri, m'incamminai verso il luogo del nostro incontro. Mentre le scale mobili mi portavano verso la superficie, mi ritornò alla mente uno dei miei clienti, Eamon, e quella che fu una delle più indimenticabili telefonate che io abbia mai ricevuto.
14 Capire il cambiamento Camminavo lungo Washington Street a Cork, quando ricevetti quella telefonata. Me l'aspettavo che avrebbe chiamato verso quell'ora: erano le sette e mezza di sera, il che significa che a New York erano le due e mezzo del pomeriggio. Ero d'accordo con Eamon, un mio cliente, perché mi chiamasse. Era un mercoledì e ripensai alle conversazioni che avevamo già avuto. Eamon soffriva di depressione e di acuti attacchi di panico quando viaggiava all'estero. Era stato ricoverato in ospedale ed era arrivato a un passo dal suicidio. In molti lo avevano visitato, ma nessuno sembrava in grado di aiutarlo. Eamon aveva incontrato la sua ragazza in America, ma ora non poteva più rivederla, perché i suoi disturbi gli impedivano di ritornarci. Veniva colto da attacchi di panico ogniqualvolta tentasse di salire su un aereo, e questo lo distruggeva. Ricordavo benissimo che cosa significasse essere lontani, anche se per poco, dall'amore della propria vita e sentii, nel mio cuore, di essergli molto vicino. Quando, dopo un paio di settimane, lo dimisero dall'ospedale, aveva proprio un pessimo aspetto. Aveva sentito parlare di me e, per qualche ragione, era convinto che potessi aiutarlo. Ne ero convinto anch'io e da allora ci siamo incontrati alcune volte. Durante le diverse sessioni, mi spiegò quanto il pensare a sé e alla sua vita lo facesse star male e quanto gli spezzasse il cuore l'idea di non poter rivedere la ragazza che amava così tanto. Credeva non ci fosse maniera di uscire da quella situazione e, allo stesso tempo, se ne stava seduto lì davanti a me e questo dimostrava quanto fosse comunque fiducioso. Gli spiegai come il cambiamento non fosse la cosa difficile e interminabile che si aspettava. Non era necessario che ci impiegasse un'eternità, né aveva bisogno di sopportare indicibili sofferenze. La cosa di cui aveva veramente bisogno era la perseveranza. Sessione dopo sessione, iniziai a produrre in lui dei cambiamenti a livello inconscio. Accade spesso che la parte conscia delle persone si frapponga a mo' di ostacolo. Da Richard avevo appreso che c'è sempre bisogno di fare un qualche tipo di lavoro inconscio: di solito si rivelava necessario ricorrervi per aiutare una persona a produrre dei cambiamenti senza che ne fosse consciamente consapevole. Talvolta, quando le persone pensano troppo a lungo a qualcosa, finiscono col sabotarsi da sé. Accade spesso che le persone percepiscano gli attacchi di panico come un qualcosa che accade loro all'improvviso. Essi funzionano sfruttando dei meccanismi inconsci, ed è per questo motivo che io ci lavoro a livello inconscio. Eamon aveva
prenotato un volo e, a pochissimi giorni dalla sua partenza, era ancora preoccupato all'idea di prenderlo. Gli diedi delle precise istruzioni: se voleva farsi prendere dal panico poteva farlo, ma volevo che lo facesse solo dopo essere giunto a destinazione, al che avrebbe dovuto chiamarmi. Gli spiegai che lo aspettava una sorpresa, una volta imbarcatosi su quel volo. Sorrisi con l'aria di chi la sapeva lunga e lo guardai con la consapevolezza che sarebbe andato tutto bene. Mi sono spesso accorto che il lavoro che si fa con i clienti è simile a una lotta di certezze. Se la mia certezza è superiore alla loro, allora vinco io e loro possono cambiare. Se sono loro ad essere più certi di me, diventa tutto più difficile. Tuttavia, nella mia esperienza, sono sempre io quello più convinto. Credo che dovunque e in ogni momento ci sia speranza per qualsiasi persona incontri. Com'è possibile cambiar vita? Com'è possibile cambiare quegli schemi automatici che si sono sviluppati sin dal giorno della nostra nascita e che guidano i nostri pensieri, le nostre sensazioni e i nostri comportamenti con la forza delle abitudini? Com'è possibile riuscire ad accogliere permanentemente nella nostra vita delle abitudini più utili? Le risposte stanno nelle chiavi del cambiamento. Qualsiasi cosa vogliate cambiare nella vostra vita, le chiavi per farlo sono queste: imparate a cambiare le vostre convinzioni in merito al cambiamento, a cambiare le convinzioni e le prospettive che adottate nel pensare a un problema, imparate a cambiare le sensazioni che associate a certi comportamenti e a impegnarvi a mettere in pratica comportamenti nuovi. Affinché la vostra vita possa davvero cambiare, dovete cominciare col cambiare voi stessi, assumendo il controllo delle vostre abitudini e dei vostri consueti modi di pensare e impegnandovi a mettere deliberatamente in atto dei comportamenti che modificheranno il modo in cui fate le cose. Dal pensare ad Eamon, la mia mente ritornò all'incontro con Richard e fissai la grande porta verde che ora mi si parava davanti. Ero arrivato a casa sua. Una volta che fui entrato, ci sedemmo a parlare in salotto: ci trovavamo nel cuore della città. Quello stesso giorno avevo assistito a un suo corso e Richard era proprio in forma. Dopo l'esperienza sul treno, non vedevo l'ora di analizzare il prossimo argomento relativo al "processo di cambiamento". Che cosa ne pensava lui delle chiavi del cambiamento? Tirai fuori il registratore e diedi inizio all'intervista.
OWEN:
Allora Richard, quali sono le cose principali che si possono fare per aiutare le persone a cambiare? RICHARD: Penso che la cosa principale sia che devi fare qualcosa che cambia le loro convinzioni relative al fatto che il cambiamento possa o meno avvenire. A volte, è di una specie di shock che hanno bisogno. Altre volte è sufficiente lo sguardo che ho negli occhi a farli cambiare. Se ne stanno lì, a raccontarmi la stessa storia che hanno già raccontato ad altri cinque terapeuti e io non faccio che fissarli e talvolta si fermano a metà, perché hanno capito che non mi sto bevendo quelle cazzate. Quando cominciano a proferire scemenze, devono imparare a dirsi di stare zitti e di smetterla di parlare a quel modo. Questa è la ragione per cui le persone negli ospedali psichiatrici non dovrebbero essere lasciate
tutte sole in una stanza, a guardare la TV e a ciucciare pasticche per anni. Non credo dovremmo arrenderci e rinunciare a fare qualcosa per loro. Se coloro che seguono queste persone non hanno idea di cosa farsene di loro, dovrebbero mandarle da uno dei miei studenti, in modo da permettergli di provare a escogitare qualcosa. Sapevo che Richard stava parlando dell'utilizzare lo shock come meccanismo per interrompere una persona prima che abbia modo di portare a compimento gli stessi comportamenti che ha ripetuto per anni. Capita frequentemente che le persone si trattino in modi orribili e, talvolta, è necessario provocar loro uno shock tale da farle uscire da questa fase per interrompere lo schema. Spesso questa è una chiave del cambiamento.
RICHARD: Non dovremmo mai rinunciare a fare qualcosa per qualcuno. Essere pazzi non dovrebbe essere contro la legge. Prendono delle persone che si comportano da pazze e le mettono in gabbia per questo motivo. Una cosa è se uno è pazzo e fa del male a qualcuno. C'era un tale in Irlanda che aveva ammazzato i suoi parenti a colpi d'ascia. Mica lo mandarono in tribunale. Lo spedirono difilato in un ospedale psichiatrico. Quel tale era ovviamente matto da legare. Aveva preso i suoi parenti e li aveva letteralmente fatti a pezzettini. Non credo ci fosse bisogno di spedirlo da uno psichiatra. Negli Stati Uniti lo avrebbero mandato da uno psichiatra per vedere se era sano di mente. Avrebbero voluto sapere se fosse in grado di distinguere tra giusto e sbagliato. Quello lì non era in grado di distinguere tra il bene e il male. E mai lo sarà. Credo che nessuno sarà in grado di insegnargli quella differenza in futuro. OWEN: C'è qualcosa che possiamo fare per evitare che le persone finiscano così? RICHARD:Beh, dobbiamo fare attenzione a ciò che insegniamo ai nostri bambini. Penso che ci sia bisogno di nuovi programmi televisivi. C'è fin troppa violenza alla TV. Non dico che dovremmo ricorrere alla censura. Penso che dovremmo superarla con qualcosa di migliore. Qualcuno degli autori che scrivono i programmi deve cominciare a venirsene fuori con qualcosa di più divertente che guardare due che si sparano. I produttori televisivi hanno trovato delle formule che funzionano e così continuano a proporre le stesse cose, finché qualcuno non se ne esce con qualcosa di meglio, qualcosa che insegni alla gente a diventare più in gamba. Quando è stata ora di porre fine al razzismo, con tutte le manifestazioni, le lotte e gli sforzi che si fecero, ritengo comunque che il telefilm All in the family [serie TV degli anni Settanta, trasmessa in Italia col titolo Arcibaldo, NdR] abbia contribuito a porre fine al razzismo più di qualsiasi altra cosa. Ha reso fuori moda l'essere razzisti e penso sia stata una trovata molto intelligente. Ha cambiato gli Stati
Uniti più di qualsiasi altra cosa. Non che non ci sia più il razzismo, non che il razzismo potrà mai aver fine, ma perlomeno c'è più libertà in ciò che le persone possono fare. Non si possono costringere le persone a sedere in fondo all'autobus. Si sono dati la pena di far sì che le persone di colore sedessero in fondo all'autobus, anziché davanti. L'unica cosa che potrebbe stare alla base di un comportamento del genere è la paura. Hanno fatto in modo che sembrasse odio, ma era paura. È una sciocchezza, l'idea di dividere le persone in base al colore della pelle. Ricordo che tempo fa, appeso alla vetrina di un negozio di cianfrusaglie che si trovava appena fuori dal paese in cui vivevo negli Stati Uniti, c'era un cartello che diceva: "Qui non possono entrare cani, negri e irlandesi"... e il tipo diceva sul serio. Ci fu una grossa battaglia legale e lui lottò per avere il diritto di far entrare chi voleva lui, nel suo negozio. Non ci voleva cani, persone di colore o irlandesi. Aveva tipo novant'anni e penso che sia morto prima di arrivare a discutere il suo caso in tribunale. Era una dichiarazione della sua ignoranza. Penso che ogni persona di colore, ogni irlandese e chiunque avesse avuto un cane sarebbe dovuto andare da lui e passarci un paio di settimane insieme, per fargli vedere che non c'era niente di cui aver paura. I tribunali non sono il luogo in cui andrebbero risolte questioni del genere. I tribunali non risolvono niente. È la comunicazione tra gli esseri umani, a farlo. Cominciai a pensare. Capire il cambiamento significa accorgersi che sono le convinzioni delle persone a permettere loro di cambiare, in un caso, e a impedire loro di farlo, nell'altro. Le nostre convinzioni e la nostra ignoranza sono due delle trappole in cui cadiamo e delle catene che ci tengono imprigionati. Per poter essere liberi di cambiare, occorre sviluppare delle convinzioni nuove, più utili, grazie alle quali poter attingere a un maggior numero di risorse. C'è pure bisogno che impariate qualcosa in più sul mondo, così potrete acquisire nuove prospettive da cui osservare le cose. Talvolta, per riuscire a produrre il cambiamento, le persone hanno bisogno di trovare una motivazione esterna a loro. Ricordo come aiutai una cliente che si tagliuzzava volontariamente le braccia. Quando mi fece vedere le ferite, le promisi solennemente che se lo avesse fatto di nuovo prima della sessione successiva, me lo sarei fatto anch'io. Alla sessione successiva entrò nel mio ufficio e ammise di averlo fatto di nuovo. Al che afferrai un compasso dal tavolo e mi scorticai un braccio. Faceva un male cane e non feci nulla per nasconderlo. Lei mi guardava disgustata, mentre il sangue mi colava dal braccio. Eppure, dopo quella sessione smise di tormentarsi così. Grazie a Dio. Vedete, quando pensano a se stesse, le persone non credono di valere tanto quanto le altre. Filtrano il mondo attraverso dei sistemi di convinzioni che le rendono cieche. Non riescono a capire che meritano di ricevere da se stesse tanto rispetto quanto ne riceve chiunque altro. Spesso le persone sono più motivate a fare qualcosa per gli altri, piuttosto che per sé. Durante la seconda guerra mondiale, quando un prigioniero di guerra sembrava
sul punto di morire, gli altri prigionieri lo tenevano in vita raccontandogli di tutte le persone che, a casa, facevano affidamento su di lui e sul fatto che rimanesse in vita. La forza dell'amore traspare chiaramente, quando si vede quanto potente sia la motivazione che le persone provano all'idea di aiutare gli altri. Quando si rendono conto del terribile trattamento che riservano a se stesse, molte persone ne rimangono scioccate. Una verità fondamentale è questa: c'è una persona con cui condividerete tutta la vostra vita. Che vi piaccia oppure no, quella persona rimarrà con voi giorno e notte, sette giorni su sette, 365 giorni all'anno per ogni istante che vivrete. Da lei dipenderà la misura del vostro successo e della vostra efficacia. Il tipo di rapporto che costruirete con quella persona è di estrema importanza. Quella persona siete voi stessi. Pensate a come sarebbe trascorrere la vita in continua compagnia di qualcuno che non fa altro che insultarvi, farvi star male per aver commesso degli sbagli e subissarvi di preoccupazioni riguardo al futuro e di rimpianti per ciò che è passato. Il problema è che sono in molti, ad avere un compagno del genere. Il fatto è che il vostro compagno può farvi star male, ma può anche motivarvi a rendere migliore la vostra vita. Non importa se sia il piacere o il dolore a motivarvi, ciò che conta è che vi assumiate la responsabilità di motivarvi e di farvi entrare in azione. Quando lo farete, scoprirete che potete cambiare le cose con molta più facilità di quanto avreste potuto immaginare. La più importante conoscenza che possiate acquisire in merito al cambiamento proviene dal concetto di "àncora". In PNL l'ancoraggio è un processo in cui si associa ad uno stato una particolare sensazione che funge da "innesco"; questo innesco, stimolato successivamente, ricrea lo stato di partenza. In questo modo è possibile insegnare alle persone ad ancorare le proprie sensazioni migliori, così da potervi riaccedere istantaneamente. L'ancoraggio vi consente di collegare un "rubinetto" alle sensazioni positive e di aprire quel rubinetto ogni volta che volete. Vi riscoprirete in grado di prendere quelle cose che vi hanno fatto star male e di cancellare la sensazione spiacevole attivando istantaneamente in suo luogo le sensazioni positive che avrete ancorato. Facciamo un esempio. Immaginate di vedere un quadrato tracciato a terra di fronte a voi e di vedere voi stessi all'interno di quel quadrato. Fate in modo che il "te stesso" che vedete sia estremamente sicuro di sé. Osservate l'aspetto che ha, il modo in cui respira. A questo punto, chiudete gli occhi e, mentre immaginate di entrare nel quadrato, fate effettivamente un passo per entrarci dentro. Una volta nel quadrato, tornate con la mente ad un momento in cui vi siete sentiti estremamente forti e sicuri di voi stessi: rivedete ciò che vedevate allora, riascoltate i suoni che sentivate, sentite come stavate bene. Nel farlo, creerete una potente sensazione positiva dentro di voi. Quando quella sensazione si fa sufficientemente forte, sentitela provenire dal quadrato ai vostri piedi. Successivamente uscite dal quadrato e muovete vi energicamente, come per scrollarvi di dosso quella sensazione. Ripetete l'intero procedimento ancora una volta: esercitatevi. Da ora in poi, quando entrerete in quel quadrato immaginario, troverete che vi sarà sempre più facile rivivere le sensazioni positive che avete appena creato. In qualunque momento vi capiti di pensare al futuro e di provare la sensazione che potreste aver bisogno di essere più sicuri di voi
stessi, immaginate di vedere ancora una volta il quadrato di fronte a voi. Entrateci dentro e da quella posizione immaginate di vivere quella situazione. Vi riscoprirete forti e sicuri di voi stessi anche in quella situazione futura. Questa è una tecnica che noi usiamo spesso e che abbiamo chiamato "il quadrato dello splendore". Potete anche usare le ancore con le altre persone. Quando le persone stanno provando delle sensazioni particolarmente piacevoli, potete toccarle sulla spalla in modo "particolare": così facendo assocerete quello stato positivo a quel tocco particolare. Le persone associano le sensazioni che provano a ciò che vedono, odono, sentono sulla loro pelle, odorano e gustano. Nel momento in cui riuscite ad associare a certe sensazioni interne degli specifici stimoli rappresentati da uno qualsiasi dei cinque sensi, potrete usare quegli stimoli per far ritornare la persona in quello stato in qualsiasi momento. Se capite le ancore, capirete come fare ad assumere il controllo dei vostri "pulsanti" e dei pulsanti che premete quando interagite con le altre persone; imparerete come fare a rendere più felice più spesso un sempre maggior numero di persone. Potete creare delle ancore per voi stessi e usarle per stare a meraviglia. Potrete "sovrapporle" alle ancore negative e alle associazioni che esistevano da prima, in modo da sostituire la sicurezza alla paura, la gioia alla tristezza, il rilassamento allo stress. Se, ad esempio, siete arrabbiati con una persona, potete costruirvi una sensazione che vi faccia ridere e attivarla quando pensate a quella persona: scoprirete che la rabbia svanirà. Mentre Richard parlava del cambiamento e di cosa avesse fatto la differenza nel caso del razzismo, cominciai ad acquisire una diversa sensibilità in merito al cambiamento. Non si può andare a dire alle persone di cambiare, è necessario che siano loro a imparare a cambiare atteggiamento nei confronti delle cose. Sono in molti a credere che per indurre un cambiamento si possa soltanto ricorrere alla censura, dire alle persone di cambiare o imbottirle di farmaci. Richard parlava di un approccio diverso. Un approccio che io avevo imparato ad applicare con eccellenti risultati, ma di cui ancora non riuscivo esattamente a comprendere il meccanismo. Per un attimo, il mio pensiero andò ancora una volta al mio cliente, Eamon. Il volo su cui era salito sarebbe stato il primo di una lunga serie. Quando mi chiamò era in lacrime. Erano lacrime si gioia. Non riusciva a crederci. "È stato come prendere l'autobus numero 15B a Dublino", disse. È stato talmente semplice... Fece grandi progressi e cominciò a scoprire che le cose sono molto meno brutte di quel che gli era parso e che possono diventare ancora migliori di quanto avesse potuto immaginare. Eamon mi ha chiamato qualche settimana fa: è felicemente sposato, ha un nuovo lavoro e vive negli Stati Uniti, più felice di quanto non sia mai stato in vita sua. È di questo che si tratta: cambiare significa credere che sia possibile sviluppare nuove prospettive e sensazioni in merito a qualcosa e capire come fare a motivarsi più efficacemente.
Esercizi per il potere di cambiare Puoi ripetere questi esercizi tutte le volte che lo riterrai necessario. Ti aiuteranno a sviluppare convinzioni potenzianti in merito al cambiamento e a sviluppare le abilità necessarie ad accedere a qualsiasi stato in un solo istante, attivandolo. 1. Quali sono le tue convinzioni in merito a come avviene il cambiamento e a come può avvenire nel tuo caso? 2.
Quali convinzioni sarebbe più utile avere in merito a come avviene il cambiamento e a come può avvenire nel tuo caso?
3. L'esercizio del quadrato dello splendore. a. Pensa a una situazione in cui vorresti sentirti splendidamente e comportarti in modo eccellente. b. Scegli tre diversi stati (ad esempio sicurezza in te stesso, rilassatezza e giocosa allegria) che vorresti provare in quella situazione. c. Immagina di vedere te stesso in piedi all'interno di un quadrato posato a terra di fronte a te. Il quadrato risplende del colore che per te rappresenta la sicurezza. d. Chiudi gli occhi e, avanzando di un passo, entra nel quadrato, immaginando di unirti alla rappresentazione di te stesso che vedevi di fronte a te. e. Vedi attraverso i tuoi occhi, senti attraverso le tue orecchie, prova le sensazioni che proveresti in quello stato e intensificalo. f. Senti come aumenta quella sensazione di sicurezza, moltiplicala per se stessa, mentre il colore del quadrato si fa sempre più intenso. g. Esci dal quadrato e pensa a qualcos'altro. h. Ripeti i passaggi dal punto c al punto g con gli stati di rilassatezza e di giocosa allegria. i. Immagina adesso di trovarti nella situazione di cui al punto a. Immagina di affrontare quella situazione un tempo difficoltosa ed entra ancora una volta nel quadrato. j. Nota come ti senti meglio, mentre vivi quell'esperienza fino in fondo, accompagnato dalle tue nuove, splendide sensazioni.
15 Muoversi verso direzioni migliori: obiettivi ben formati "La Cosa Migliore del Passato è che è passato. La Cosa Migliore del Presente è che è un dono. La Cosa Migliore del Futuro è che deve ancora venire." Richard Bandler
Sorrise compiaciuto. Volevo batterlo a tutti i costi. Si fece gioco di me e mi spiegò come avrebbe fatto a vincere in due set. Fu un'aspra lotta. Avevamo vinto un set a testa e ora lui era in vantaggio di 14 giochi a 13 nel set decisivo. Il servizio era suo e stava ber battere un match point. Lui continuava a colpire la palla con forza, mandandola da una parte all'altra del campo. Io le correvo dietro e ogni passo che facevo era decisivo. Ogni volta la raggiungevo appena in tempo e riuscivo a tenere la palla in gioco... a malapena. Quello scambio dev'essere durato almeno un centinaio di palleggi. Da qualche parte riuscivo ancora a trovare le energie. Provavo un'enorme stanchezza alle gambe. Di fatto, tutto il mio corpo era esausto. Pioveva a dirotto ed ero bagnato fradicio dalla testa ai piedi. Nonostante tutto era la palla decisiva, nonostante tutto, e non mi sarei arreso. Sentii che cominciavano a venirmi i crampi in tutto il corpo, ma non potevo assolutamente cedere. Mi ero ripreso, dopo aver perso il primo set ed essermi fatto distanziare 5 a 1 nel secondo. Mi precipitavo a destra e a sinistra ribattendo ogni palla quando tutto sembrava perduto. Normalmente il tennis non è il genere di gioco in cui bisogna essere particolarmente in forma per essere dei giocatori discreti. L'allenamento di calcio che faccio con la mia squadra è molto più duro. Eppure, durante quel match in particolare, mi ero sfiancato come mai prima. Lottai ancora e ancora per ciascun punto. Lottai fino all'ultimo. Volevo farcela ad ogni costo. Per avere successo ed essere felici, nella vita è importante porsi degli obiettivi per cui lottare. Per poter essere liberi, dobbiamo prima sapere cosa sia la libertà. Per poter portare più amore nella nostra vita, dobbiamo prima sapere come ci si sente ad amare. Una volta che sappiamo dove ci troviamo e dove vogliamo andare, si tratta semplicemente di scoprire come fare ad andare da dove siamo a dove vorremmo essere e di compiere i
passi necessari. Per noi non è importante unicamente il fatto di stabilire degli obiettivi. È altrettanto essenziale che li formuliamo in certi modi particolari, per via del modo in cui funziona il nostro cervello. Allora si parla di "obiettivi ben formati". Desideriamo, inoltre, che voi li consideriate in termini di "direzioni ben formate". Il motivo è questo: quando raggiungete un obiettivo è finita lì, mentre quando vi muovete in una direzione, è un continuo progredire: fate meglio, state meglio, diventate migliori. Proseguendo la mia conversazione con Richard, parlai con lui del porsi degli obiettivi e dell'idea di formulare "obiettivi ben formati".
OWEN:
Richard, una delle cose che fai praticamente sempre, ancor prima di cominciare a lavorare al cambiamento, è aiutare la persona a scoprire dove intende andare. E, nello stabilire un risultato, il concetto di "obiettivo ben formato" è estremamente importante. Potresti dirmi qualcosa sugli "obiettivi ben formati" o sulle "direzioni ben formate"? RICHARD: Quando si dice "obiettivo ben formato" non si intende un cliente che entra e dice: "Beh, voglio superare la mia paura per gli uccelli". Voglio che i miei clienti decidano che la ragione per cui sono lì è poter realizzare qualcosa e non soltanto disfarsi dì un problema. Quando le persone dicono: "Non voglio aver paura degli uccelli", io rispondo: "Va bene, tengo una grossa ascia qui dietro: posso tagliarti la testa e non avrai mai più paura degli uccelli. Questo ti renderebbe felice?". Di solito rispondono: "Certo che no", e io: "Beh, allora non chiedermelo". A quel punto chiedo loro cos'è che vorrebbero riuscire a fare quando c'è un uccello in giro, perché devono avere un qualche stato che vogliono raggiungere. Il "niente" non si può avere. Voglio che la loro richiesta riguardi ciò che effettivamente vogliono. Voglio che siano in grado di dire: "Quando vedrò un uccello, dirò: 'Che bell'uccellino', oppure: 'Sciò!'". Non m'importa cosa, fintanto che decidono cosa faranno, anziché cosa non faranno, perché il non fare porta dritto alla paura. Hanno bisogno di provare curiosità. Non possono tenersi la paura. E poi c'è il fatto che, quando una persona vuole acquisire un'abilità, non si tratta soltanto di imparare una singola strategia per diventare bravi. Ad esempio, se qualcuno intendesse imparare a suonare la chitarra, avrebbe bisogno di una strategia per imparare come si fa a suonare. Avrebbe bisogno di una strategia che lo facesse esercitare e che rendesse il processo divertente. C'è anche una differenza tra il saper leggere e il saper scrivere la musica. Quindi si deve decidere quali siano le strategie necessarie a raggiungere l'obiettivo di produrre un musicista. Se si sta progettando un programma d'apprendimento, l'obiettivo è quello di progettare una persona che sappia scrivere la musica e che la sappia leggere. Per me, il programma deve stabilire una direzione, non soltanto un risultato. Gli obiettivi ben formati dei miei clienti sono diversi dagli obiettivi che io ho in mente per loro. Io devo usare l'obiettivo, quello che loro hanno
scelto di volere, come direzione, così che non si limiti a liberarli della loro paura specifica, ma li liberi anche del resto delle loro paure. Deve metterli sulla strada che porta ad una vita più ricca e felice così che, ad esempio, si comportino meglio con i loro figli e si interessino di più al proprio lavoro. Deve garantire che trovino delle cose più interessanti da fare e dei passatempi più interessanti e deve far dischiudere il resto del fiore della vita, così che possano godersi la vita quanto più possibile. In tal caso riempiranno la loro vita di cose positive, anziché inventarsi altre cazzate. E così, l'arte di stabilire delle direzioni ben formate consiste nel tener conto di quelli che sono i vostri diversi obiettivi e nell'architettare un piano che vi permetta di muovervi lungo una fantastica e utile direzione, mentre raggiungete ciascun vostro obiettivo. Qui si tratta di progettare la vita vera. Sfortunatamente, accade spesso che le persone manchino di fare quanto è in loro potere, perché sedotte dalle piacevoli dipendenze del presente, piuttosto che dalla felicità della loro vita. Che cosa desiderate a lungo termine? Ciò che fate oggi vi sta conducendo verso la vita che desiderate? Le direzioni ben formate devono contenere quello che volete, non quello che non volete. Devono essere specifiche e basate sui sensi. Dovete essere in grado di determinare quand'è che state andando nella giusta direzione. Dovete sapere cos'è che riuscirete a vedere, udire e provare quando raggiungerete i vostri obiettivi e vi starete muovendo nella giusta direzione. La direzione dev'essere qualcosa di cui avete voi il controllo e che è in vostro potere fare. Per finire, la direzione ben formata è qualcosa di ecologico. In altre parole, è qualcosa su cui avete riflettuto a dovere, qualcosa che valga la pena di perseguire. Dev'essere buona per voi e avere un impatto positivo nelle diverse aree della vostra vita, sia nell'immediato che a lungo termine. Ci sono certe domande che vi spingeranno a chiarire a voi stessi quali siano i vostri obiettivi o le vostre direzioni ben formate. Qui sotto ne trovate alcuni esempi. Positivo • Che cosa desideri?
• In che direzione desideri andare? Specifico • Che cosa vuoi, di preciso?
• In quale specifica direzione desideri muoverti? Basato sui sensi • Come farai a sapere che stai andando in quella direzione?
• Che cosa vedrai, cosa udrai e quali sensazioni proverai?
Sotto il proprio controllo • Quanta parte dell'andare in questa direzione è sotto il tuo diretto controllo? Ecologico • In che modo andare in questa direzione influirà sulla tua vita nel breve e lungo termine? • Vale la pena andare in questa direzione? Usando questa cornice e queste domande per vagliare i vostri obiettivi, riuscirete a vedere con grande chiarezza dov'è che volete andare di preciso. Per poter arrivare fin lì, dovete iniziare a prendere delle buone decisioni. Chiesi a Richard quali consigli avrebbe dato a chi volesse prendere delle buone decisioni.
OWEN:
Parlando di aiutare le persone a cambiare le cose e a percorrere direzioni ben formate, che suggerimenti hai in serbo per aiutare le persone a prendere delle buone decisioni? RICHARD: Prendere delle buone decisioni dipenderà sempre dalla decisione, perché ci sono decisioni che si possono prendere su due piedi e altre che vanno analizzate approfonditamente. Tutti sanno che un eroinomane che decida di farsi un'altra dose dopo aver trascorso sei mesi in riabilitazione sta prendendo una pessima decisione. L'eroinomane pensa ad un'immagine statica in cui vede se stesso provare le sensazioni che proverà dopo essersi iniettato una dose, sa che starà bene e sceglie, semplicemente, di farlo. Ciò che deve fare è prendere quell'immagine e trasformarla in un film, aggiungerci dettagli e vedere come vanno le cose dopo quello specifico istante. Ha bisogno di mandare avanti il film, così da vedere tutte le cose orribili che verranno successivamente, quando l'euforia svanirà. Ci sono persone che nella loro testa proiettano film con troppi dettagli. Sono quelle che quando chiedi loro: "Ti va di andare a fare shopping domani?" stanno tre ore a pensarci su, perché esaminano ogni variazione di ogni possibilità e si immaginano quello che chiunque altro al mondo penserà in proposito e cosa potrebbe accadere e cosa potrebbe non accadere. Di fatto, fanno l'esatto contrario di quello che fa l'eroinomane. Il trucco sta nel riuscire a regolare la quantità di informazioni che si prendono in considerazione tenendo conto del genere di decisione che si deve prendere, così da non raccogliere troppe informazioni o troppo poche: vanno raccolte giusto quelle sufficienti a prendere una buona decisione. E poi bisogna imparare a fidarsi dei propri processi inconsci. Tutti noi distinguiamo le decisioni buone da quelle cattive soggettivamente e lo facciamo mettendole in posti diversi della nostra mente, così da riceverne sensazioni molto differenti di cui la maggior parte delle
persone non ha mai imparato a fidarsi. La maggior parte delle persone sa qual è la cosa giusta da fare, solo che non la fa. In sostanza, per prendere una buona decisione occorre imparare a pensare alle cose immaginandone l'effetto o le conseguenze con un certo grado di dettaglio, ma senza strafare. Si tratta di prestare attenzione a "dove si pensano" le buone e le cattive decisioni in termini di dove sono posizionate le immagini e di quali siano le sensazioni associate. Si tratta di fare, poi, attenzione a come si sta pensando alla decisione che si deve prendere, controllando dove sta ciascuna immagine e qual è la sensazione che più si avvicina a quella che si associa alle buone decisioni. Con Richard parlammo anche di valori. Dalla mia personale esperienza con i clienti avevo avuto l'impressione che i problemi sembrassero spesso essere il risultato della mancanza di chiarezza nei valori e nelle convinzioni in merito a ciò che è importante. Per poter prendere una buona decisione, ritengo necessario che le persone sappiano quali sono i loro valori. Richard mi spiegò brevemente quali fossero le sue idee in proposito.
OWEN: Quindi che mi dici dell'importanza dei valori? RICHARD: Il problema è che i valori di certe persone non hanno una gerarchia e continuano a cambiare. Penso che le persone così siano pericolose e infelici, e cerco di fare in modo che le persone basino le loro decisioni su ciò che ritengono essere davvero importante. Per queste ragioni, stabilire una gerarchia di valori è importante per garantire che le persone prendano delle buone decisioni per la propria vita. Ci sono due tipi di valori: i valori "mezzo" e i valori "fine". I valori mezzo rispecchiano le cose della nostra vita che per noi sono più importanti. Di questi fanno parte la famiglia, gli amici, la carriera, la casa, la macchina etc. I valori fine rispecchiano le sensazioni e gli stati che, a nostro avviso, è più importante provare nel corso di una vita. In altre parole, sono gli stati a cui accediamo quando abbiamo i valori mezzo. Ad esempio, una casa potrebbe trasmetterci sicurezza e la nostra famiglia potrebbe darci amore. Se pensate alle cose che per voi sono più importanti e quindi agli stati a cui queste vi permettono di accedere e alle sensazioni che vi fanno provare, avrete una lista dei vostri valori fine. Riuscire a capire quali siano i più importanti per voi può semplificare molto il prendere una decisione. Questa gerarchia vi renderà, inoltre, più facile capire che cosa volete dalla vita. Per me, durante quella partita a tennis, la cosa più importante era vincere. La vittoria non è sempre la cosa più importante; ciò che è corretto è che, come si suol dire, se il tuo perché è grande abbastanza, puoi trovare qualsiasi come. E con questo intendo dire che se la vostra motivazione è sufficientemente forte, potete trovare il modo di fare praticamente qualsiasi cosa. Lottai per ogni punto e alla fine vinsi la partita 16 a 14. Dopo l'ultimo, estenuante scambio, caddi al suolo completamente rigido e indolenzito. Mi stesi sul campo inzuppato dalla pioggia torrenziale che continuava a cadere su di noi. Provavo
l'euforia, l'orgoglio, l'immenso piacere di aver lottato per qualcosa e di avercela fatta. È quello che ho sempre saputo fare meglio: reagire con forza quando mi trovavo sull'orlo della disperazione, senza mollare mai. È così da quando ero un ragazzino e giocavo a tennis. Nel corso della vita ci sono diverse cose che acquistano via via importanza. Qualsiasi cosa si voglia ottenere, che si tratti di una vittoria sportiva, di una macchina nuova, di superare lo stress o di vincere la depressione... si riduce sempre a questo: essere determinati a farlo. La determinazione è favorita dal concentrarsi su ciò che si vuole raggiungere e dall'immaginario quanto più vividamente possibile, così da sentirsi attratti da quell'obiettivo. Le decisioni che prendete, le dovete prendere con intelligenza e con la mente rivolta al futuro. Una volta che sappiamo dove andare e quali decisioni prendere, abbiamo spesso bisogno di un'esperienza che cambi il modo in cui percepiamo le cose nella nostra testa. Abbiamo bisogno di cambiare convinzioni, il che spesso significa che dobbiamo superare una soglia al di là della quale sviluppiamo istantaneamente un modo completamente nuovo di pensare in un dato contesto. A volte il processo avviene sotto forma di un momento di rivelazione in cui qualcosa ci scaraventa in uno stato tale per cui riusciamo a vedere il mondo in modo completamente diverso.
Esercizio per progettare il futuro Stabilisci cinque obiettivi ben formati. Fatti le seguenti domande, mentre scegli un obiettivo che ti sei posto nella vita. • Che cosa vuoi?
• In che direzione ti porterà ottenerlo? • Che cosa vuoi, esattamente? • In che direzione specifica ti porterà ottenerlo? • Come saprai di aver raggiunto quell'obiettivo? • Come saprai che stai andando in quella direzione? • Che cosa vedrai, udirai e sentirai? • Quanta parte del raggiungere questo obiettivo è sotto il tuo diretto controllo? • In che modo raggiungere questo obiettivo influenzerà il resto della tua vita nel breve e nel lungo termine? • In che modo andare in questa direzione influenzerà il resto della tua vita nel breve e nel lungo termine? 2. Stabilisci questi obiettivi proiettandoti nel futuro a un anno da qui, a tre anni da qui, a cinque e a dieci. 3. Rivedili una volta al mese.
Esercizio sul valore della vita Quali sono le dieci cose per te più importanti nella vita? • Mettile in ordine di importanza.
• Ogni volta che ti capita di dover prendere un'importante decisione, controlla in che modo si concilia con i tuoi valori.
16 Momenti di rivelazione Le onde si infrangevano con fragore tutto attorno a me. Fummo sollevati in aria di almeno una decina di metri, per poi ripiombare giù. Gli spruzzi avevano inzuppato la mia borsa. Ero completamente fradicio e mi tenevo aggrappato alla barca con tutte le mie forze. Non ero capace di nuotare, neanche un po', e sapevo di essermi cacciato in una situazione molto pericolosa. In teoria avrebbe dovuto essere una traghettata qualsiasi. I due figiani che governavano la piccola barca, cinque metri in tutto, su cui ci trovavamo, mi stavano portando verso l'imbarcazione più grande, quella su cui avrei continuato il viaggio. Ero partito da Bounty Island, un'isola meravigliosa e piena di gente stupenda, alla volta di Nadi, l'isola principale delle Figi. Quello che era cominciato come un qualsiasi viaggio aveva preso una piega inaspettata. La piccola imbarcazione su cui ci trovavamo non era affatto equipaggiata per far fronte alla tempesta che infuriava sull'altro versante dell'isola. Era per quello che stavamo dirigendoci verso l'imbarcazione più grande. A causa di un malinteso, mentre aspettavamo la barca più grande, questa era passata dall'altro lato e prima che riuscissimo a raggiungerla aveva già percorso metà del tragitto. Era l'ultimo traghetto del giorno e non potevo permettermi di perderlo. Era sabato e avevo assolutamente bisogno di arrivare a Los Angeles, Londra e infine a Dublino per lavoro. Era la fine del mio viaggio attorno al mondo. I miei compagni lo sapevano ed erano assolutamente intenzionati a raggiungere quel battello. Quando partimmo c'erano già forti segnali che lasciavano presagire le pessime condizioni atmosferiche, ma loro erano disposti a correre il rischio. Senza averci pensato, lo fui anch'io. Partimmo con quella barchetta, viaggiando quanto più velocemente possibile. Inizialmente sembrava che sarebbe andato tutto bene. Mi avevano detto che per raggiungere l'altra imbarcazione ci sarebbero voluti venti minuti. All'inizio del viaggio, il mare era appena appena mosso. Poi, all'improvviso, le onde si fecero sempre più grandi e noi ci ritrovammo ad essere sballottati da tutte le parti. Ci muovevamo a scatti, come se qualcuno ci avesse arpionato e ora ci trascinasse per il mare. Rallentammo, poi ci fermammo, resistendo ad una lunga serie di momenti, ciascuno dei quali sembrò durare delle ore, in cui la nostra barca veniva sollevata in alto e poi lasciata ricadere, ancora e ancora. Stavo aggrappato al bordo della barca con così tanta forza che mi facevano male le mani. Guardai i miei due
amici, mentre loro tenevano sotto controllo l'imbarcazione. Esternamente sorridevano, come per rassicurarmi. All'interno potevo scorgere la loro preoccupazione. Era come ritrovarsi dentro a un acquazzone torrenziale. L'acqua cominciò a riempire la barca e mentre aiutavo i ragazzi a buttarla fuori con dei secchi, un'altra ondata ci colpì con forza. La barca ondeggiò, inclinandosi da una parte all'altra. Mentre ci rimettevamo lentamente in movimento, trascinati da onde grosse quanto una montagna, mancò un pelo che ci rovesciassimo. Il mare sembrava in grado di inghiottirci in un sol colpo, tanto era poderoso e magnifico. Non avevo mai visto nulla di simile. I ragazzi, prevedendo ogni ondata, mi gridavano quando spostarmi a destra o a sinistra, così da bilanciare la barca. Sinistra... Destra... Sinistra... Rimani a sinistra... Destra. Io facevo esattamente come mi dicevano, mentre, onda dopo onda, l'acqua riempiva la nostra barchetta. Il cuore mi batteva ancor più forte di quella volta che, quattro anni prima, mi ero buttato col paracadute da un aeroplano perfettamente funzionante. Ero assolutamente terrorizzato e obbedivo ai loro ordini come se ne andasse della mia stessa vita, cosa di cui, in quel momento, ero assolutamente certo. È in momenti come questi, mi dicevano, che la vita ti scorre davanti agli occhi in un lampo. L'unica cosa che vedevo scorrere davanti ai miei occhi era quel che mi sarebbe successo se fossi caduto in mare. Avevo visto nuotare altra gente e, almeno in teoria, sapevo cosa fare. Sarei riuscito a stare a galla abbastanza a lungo da dar loro il tempo di salvarmi? Si sarebbero buttati o questo sarebbe significato perdere due vite anziché una sola? La mente mi si affollava di domande inutili e di stupidi pensieri, mentre cominciavo a rendermi conto della situazione in cui mi trovavo. Cominciai a pensare alla mia ragazza, che mi aspettava a casa, alla mia famiglia, ai miei amici e a quanto sarei mancato loro. Vidi la notizia della mia morte passare di bocca in bocca; vidi la tristezza, i pianti e il dolore. Normalmente, questo genere di pensieri mi avrebbe riempito di un dolce senso di apprezzamento per me stesso, nato dal sapere quanto fossi benvoluto dalle persone, ma l'esperienza che stavo vivendo era fin troppo reale. Invece, negli istanti che trascorsi saltando da una parte all'altra della barca reggendomi saldamente ad essa, ricordai la mia vita... non tutta quanta... soltanto chi ero e cos'ero e che cosa mi aspettassi dal futuro. Provai un tragico senso di perdita. Feci una promessa a me stesso, una di quelle che si potrebbero fare soltanto in momenti come quello: promisi che, se fossi sopravvissuto, avrei ricordato quell'esperienza per il resto dei miei giorni e che l'avrei usata come sprone per far davvero valere la mia vita molto più di prima. Quello sarebbe stato, per me, un altro momento di rivelazione, uno di quei momenti in cui avrei compreso qualcosa di fondamentale e che avrebbe trasformato il mio modo di guardare alla vita. Perché abbiamo bisogno di ritrovarci faccia a faccia con la morte per essere influenzati in modo così profondo? Perché abbiamo bisogno di fronteggiare la morte, per poter apprezzare la vita? Perché la realtà della morte ci risveglia alla realtà della vita? Forse è a causa del paradosso della vita... La vita e la morte hanno bisogno l'una dell'altra per esistere. Di solito, diamo per scontate le cose che fanno parte della nostra vita. Diamo per scontato il fatto stesso di vivere. Quando arriviamo al punto in
cui, seppur per un secondo appena, smettiamo di darlo per scontato, possiamo riscoprirci a provare un senso d'illuminazione nel comprendere quanto siamo fortunati ad essere vivi. Rinvenni dalla trance in cui quei pensieri mi avevano sprofondato e tornai a guardare Richard. Era abituato al fatto che finissi in trance, mentre lui rispondeva alle mie domande. Allo stesso modo, avendo trascorso moltissime ore ad apprendere da lui negli ultimi dieci anni, mi ero abituato al fatto di vivere momenti d'illuminazione come questo, mentre parlavo con lui. Tutta la faccenda delle "esperienze di rivelazione" che provocano effetti così travolgenti nelle persone mi interessava enormemente. Chiesi a Richard di questi momenti di rivelazione.
OWEN:
Puoi dirmi qualcosa riguardo ai momenti di rivelazione e all'importanza che hanno nel cambiare le persone? RICHARD: Le esperienze rivelatrici possono manifestarsi sotto mille forme diverse. Talvolta dobbiamo essere noi a crearle. Quel che voglio dire è che io ne ho create per degli schizofrenici, proiettando col laser dei giganteschi ologrammi del demonio che entrava dalla finestra. Il fatto è questo: qualsiasi sia la realtà in cui vivi, devi prenderla e amplificarla al punto in cui la goccia fa traboccare il vaso e non sei più disposto ad accettare le cose così come sono. Non tollererai più di sentirti male. Devi spingerti fino al punto in cui gli unici passi che sei ancora disposto a fare sono quelli che ti condurranno a riprendere controllo della tua vita, quelli che portano alla libertà. Voglio dire, ci sono persone che prendono delle barche minuscole e con esse attraversano l'oceano, rischiando la vita e talvolta morendo, e tutto questo per avere l'opportunità di guadagnarsi un po' di libertà. Per la maggior parte, gli esseri umani non sono così coraggiosi, ma se messi nella giusta situazione, con la giusta disposizione mentale, lo diventano. Io credo davvero nella capacità che ha l'uomo di farcela, quando mette insieme le proprie risorse. OWEN: Credo che coi recenti avvenimenti a livello mondiale - l'undici settembre, il terrorismo e la conseguente "guerra al terrore" dovremmo aver vissuto almeno un momento di rivelazione come genere umano. Cosa possiamo fare per fare in modo che sia valso a qualcosa? RICHARD: Credo che il nostro lavoro consista nel prendere i nostri clienti e studenti e dar loro una preparazione mentale tale per cui ogni fibra del loro essere è volta nella giusta direzione. Le catene dei liberi sono tutte le paure, i dubbi e le preoccupazioni della gente. Quando guardo a quello che succede negli Stati Uniti oggi, vedo che il governo sta cercando di mettere paura a tutti. Le misure di sicurezza stanno rimettendo le catene a tutti, invece di rassicurarli. Credo che stiano
spaventando tutti a morte. L'ultima volta che ho preso un aereo non mi sono sentito più sicuro... mi pareva di stare nella Russia del 1952: ciascuno veniva considerato un sospetto e non si tratta soltanto delle misure adottate, come quella di ispezionarmi la valigia; era più il modo in cui lo facevano. Lo facevano come se fossi un potenziale nemico, anziché dire: "Ehi, se ispezioniamo i bagagli di ciascun passeggero, di certo troveremo quello che cerchiamo". Avrebbero dovuto guardarmi in valigia dicendo: "Questo è interessante... e anche questo. Questo è carino. Le auguro una buona vacanza, vada pure". Invece, quello che dicono è: "Rimanga dietro a quella riga sul pavimento, o le spareremo". Scusa tanto, ma non è così che dovrebbe funzionare in una società libera. Cerco delle nazioni che... voglio dire, mi piace il Messico. Il Messico inizia a fiorire come nazione. Penso che l'Irlanda dia più valore alla libertà perché qui c'è stata da poco la rivoluzione. Il 1916 non è così distante, quindi le persone non hanno dimenticato per che cosa si è combattuto e il governo non ha così tante armi da far loro credere di poter spadroneggiare su tutti. Ma comincia ad andare in certi posti ed è incredibile la mancanza di libertà che hanno le persone e questo le porta poi a costruire la stessa cosa dentro alle loro teste. Cominciano ad aver paura. "Ogni aereo su cui metterò piede verrà fatto esplodere." Il periodo successivo all'undici settembre è stato probabilmente il periodo più sicuro che si potesse immaginare per prendere un volo. Per una volta, avevano fatto davvero attenzione a ciò che le persone portavano in aereo. Eppure, anche dopo l'undici settembre, quando salivo in aereo non ho mai sentito nessuno dire: "Ascoltate, abbiamo controllato tutti i bagagli, abbiamo fatto ogni cosa... questo volo è sicuro". E tu sai che, nonostante possa non sembrare un gran che, è davvero importante farlo. È il genere di cosa che faccio molto spesso con i miei clienti. "Ci sono andato di persona. Ho controllato a fondo la tua mente. Ci siamo disfatti dei cattivi pensieri. Andrà tutto bene." Non è sufficiente disfarsi di tutte le porcherie che stanno dentro alla testa delle persone, devi anche riempirla di cose buone, altrimenti la riempiranno con altre cose nocive. Quindi, in un certo senso, si tratta di avere un sistema di sicurezza interno incaricato di fare entrare unicamente i pensieri buoni e utili. Le esperienze rivelatrici devono essere usate positivamente dalle persone e non come pretesti per aver paura. I momenti di rivelazione sono dei momenti che dovremmo fare in modo di vivere più spesso e dai quali dovremmo lasciarci maggiormente influenzare. Ci sono volte in cui un problema che avevate avuto è stato improvvisamente risolto da uno di quei momenti. Ci sono volte in cui, all'improvviso, avete visto le cose da una prospettiva completamente nuova e avete scoperto un modo nuovo di pensare alla vostra situazione e all'esperienza di essere vivi. Queste sono le volte in cui vi risvegliate
dalla trance impostavi dai limitati modi di pensare che vi tengono imprigionati. La vita va avanti. Noi vogliamo che vi fermiate e iniziate ad apprezzarla adesso. Apprezzate i momenti che trascorrete con coloro che amate. Un giorno non ci saranno più. Un giorno voi non ci sarete più. C'è un motivo per cui avete comprato questo libro. C'è qualcosa che volete migliorare nella vostra vita. Darete a questo libro l'opportunità di essere per voi un'esperienza rivelatrice? Se lo farete, vi condurrà al di là di una soglia e la vostra vita sarà diversa.
Esercizi per apprezzare la vita 1.
Poniti i seguenti interrogativi. • Quali sono le tue capacità fisiche? • Dimentica i limiti o tutti gli impedimenti che hai percepito... Quali sono le tue doti? Cosa puoi fare ora che sei VIVO e che non puoi fare da MORTO? (Va bene, lo so che la risposta a questa domanda è "tutto"; in effetti, che altro può fare una persona da morta, eccetto decomporsi? Ma sai che cosa intendo dire!) Stila una lista. Fallo davvero. Comincia a renderti conto, nel profondo di te stesso, di tutto ciò che sei e che puoi fare e che hai accettato ciecamente come atto di fede. Se dovessi essere privato di questa tua vita domani, quali sono le cose che più ti mancherebbero al mondo?
4.
Se dovessi morire oggi, quali sono le cose che più rimpiangeresti di non aver fatto o di non aver portato a termine?
17 Giungere alla soglia: il segreto che ispira a cambiar vita Avendo lavorato con migliaia di clienti in tutto il mondo su problemi di ogni tipo, ho sempre constatato questo: sapevo che sarebbero cambiati una volta che avessero raggiunto una particolare soglia. Era una sorta di rivelazione grazie alla quale vedevano immediatamente e istantaneamente le cose da un'altra prospettiva e il loro atteggiamento mutava radicalmente. Ne parlai con Richard.
OWEN:
Quindi, le persone hanno bisogno di essere guidate a vivere l'esperienza dei momenti di rivelazione così da poter raggiungere una soglia. Ma che cosa costituisce una soglia, per qualcuno? In altre parole, che cosa deve accadere, affinché qualcuno sia sufficientemente ispirato da cambiar vita?
Sorridendo, rispose. RICHARD: Beh, questa è una domanda senza fine. Per certe persone è la morte. Per certe altre è il divorzio. Taluni arrivano semplicemente al punto di non riuscire più a tollerare il dolore, anche se quel dolore erano loro stessi ad infliggerselo. Certe persone vanno spinte oltre il punto di svolta e da lì si deve far capir loro che le cose devono cambiare. Alla base c'è un meccanismo che sta dentro ad ogni essere umano. È un meccanismo davvero importante che fa sì che le persone si associno con certe cose e si dissocino da certe altre. È il meccanismo che fa dir loro: "Quello non sono io", o: "Quello sì, che sono io" e che è lì per garantire che le persone riescano a superare eventi dolorosi come la morte di una persona cara. È lì e ci aiuta ad innamorarci e a disinnamorarci. Ci fa vivere le esperienze fino al momento in cui si giunge alla soglia. Il problema è che quel meccanismo ha bisogno di farvi rivivere un certo numero di esperienze in un breve intervallo di tempo... altrimenti le persone possono continuare a soffrire per anni. Non sono soltanto i terapeuti a portare le persone di fronte a queste
soglie. Qualsiasi agente del cambiamento può farlo... anche se siete un direttore di filiale alle prese con un dipendente negligente. Quello che dovete fare è tirargli fuori un numero sufficiente di ricordi di come abbia già perso numerosi posti di lavoro e di farlo abbastanza in fretta da fargliene avere abbastanza e mettere improvvisamente in atto un cambiamento. Si parla sempre della goccia che fa traboccare il vaso. A volte occorre che mettiate il vaso nello stesso posto in cui sta la goccia, altrimenti le persone si porteranno dietro queste porcate per il resto della loro vita. Una delle più importanti esperienze umane è quando si arriva al punto in cui se ne ha abbastanza. "Mai più." Quello che accade è che cambia il modo in cui si immaginano mentalmente le cose. Una volta appresa la natura meccanica di questo strumento, esso diventa un aiuto per riuscire a meglio indirizzare le proprie attività, ma moltissime persone per metà fanno una cosa e per metà ne fanno un'altra e sono insicure. Continuano a fare avanti e indietro, ma non mettono mai tutto sullo stesso piatto, al punto di dire: "Ne ho abbastanza di questa merda. Adesso mi ci dedicherò al cento per cento e scoprirò cosa capita". I grandi musicisti e i grandi artisti, tutte quelle persone sanno come dedicarsi al momento. Magari non passano ogni singola ora di ogni singolo giorno a dipingere. Allo stesso modo, neanche i grandi scrittori come Robert Anton Wilson passano tutto il giorno a scrivere. Robert mi ha detto che passa due o tre ore al giorno a scrivere, anche quando scrive da cani: si è imposto di essere disciplinato. Che fosse o meno una persona disciplinata quando ha cominciato, non importa. C'è un momento in cui tutti noi possiamo decidere che saremo diversi da quel che eravamo. Se prendiamo tutte le volte che ci è mancata la disciplina e le riviviamo nella nostra mente, se lo facciamo abbastanza spesso e abbastanza in fretta e facciamo girare dentro di noi come queste esperienze non ci hanno permesso di rendere manifesta la vita che desideriamo, allora quelle sensazioni aumentano improvvisamente fino al punto in cui oltrepassano una soglia. Penso che, come le esperienze rivelatrici, a volte le si crei e a volte succedano da sé. A volte succedono cose terribili alle persone e allora capita che queste persone debbano andare a fondo e ritrovarsi sulla strada, prima di toccare quella soglia. Anche allora, ci sono persone che se ne vanno in giro biascicando, spingendo un carrello della spesa e che ancora non vedono la luce. La maggior parte delle persone sa esattamente quale sia la direzione migliore per la propria vita, ma non riesce a indursi a farlo al cento per cento e se si concentrasse intensamente sulle cose cattive e costruisse cattive sensazioni e poi si concentrasse intensamente sulle cose buone e costruisse sensazioni davvero buone, allora la mente gli andrebbe di scatto nella posizione in cui saprebbe che cosa fare. Penso che le persone abbiano bisogno di essere responsabili della gestione dei propri impegni e che abbiano bisogno di potersi comportare in modo
positivo. Fare in modo di raggiungere una soglia significa associare una quantità enorme di dolore al fatto di indulgere nel comportamento limitante di cui ci si vuole disfare o di non aver fatto qualsiasi cosa si desideri cominciare a fare. Significa creare delle immagini delle cose peggiori che avete perso a causa dell'esitazione o del fatto di non aver detto a qualcuno che volevate fare qualcosa. Significa fare in modo che i vostri rimpianti si accumulino gli uni sugli altri, fino a diventare la goccia che vi spinge a cambiare le cose. Significa fare un uso potente del dolore come motivazione e, nel contempo, muoversi tenacemente verso l'estremo piacere di mettere in atto il cambiamento, di fare progressi, di lasciarsi coinvolgere dalla disciplina. Dopo esservi motivati ed esservi spinti al di là della soglia, potete esservi ancor più d'ispirazione creando delle meravigliose sensazioni associate al raggiungere dei risultati positivi. Dal momento che stavo considerando le due facce della motivazione, il dolore e il piacere, ero anche curioso di sapere cosa avesse da dire Richard sulla motivazione e sul modo in cui lui motiva le persone.
OWEN:
E della motivazione che mi dici? Come fai a motivare le persone efficacemente? RICHARD: Beh, dipende. Alcune persone puoi spaventarle finché non oltrepassano la soglia. La paura in quanto tale non è una cosa cattiva. Molte persone, le spavento cambiando il loro punto di vista temporale. Le porto nel futuro ad analizzare la loro vita qualche anno più in là e le faccio voltare e guardare a tutte le cose che non hanno fatto, a tutte le persone che non hanno incontrato, a tutte le cose che non hanno mai provato a fare e poi chiedo loro quanto sia stupido, se non è uno spreco. A quel punto chiedo se sono pronte a morire. A volte questo è sufficiente. Lo faccio avendo cura di aggiungere un sacco di dettagli. Lo faccio con un'intensità tale che, quando tornano indietro e osservano i loro problemi che sembravano essere delle montagne enormi diventare dei mucchietti di terra. Il trucco sta nel far capire alle persone che c'è ben di peggio e che sono loro a crearlo. Non significa che di lì a qualche anno non farà più nessuna differenza, è soltanto che più diventi vecchio, più ti renderai conto di che razza di stupido idiota sei stato e di quanto tempo hai sprecato. Ci sono persone che non prendono mai la macchina, che non escono mai e non incontrano mai nessuno, e persone che fanno la stessa cosa ogni giorno. Per loro, potrebbe andar bene così, ma per me non è abbastanza: c'è sempre qualcosa in più. L'altro giorno sono uscito con qualcuno. Abbiamo girato un sacco di librerie, probabilmente sei o sette, e io ho comprato una valanga di libri su diversi argomenti. Loro ne hanno comprato uno. In effetti, l'ho comprato io per loro e questo solo perché è stato il libro a saltargli addosso da uno scaffale. Il libro li stava chiamando. E non è neanche che non potessero permettersi di comprarlo, il fatto è che non
apprezzavano la differenza che potrebbe fare. Secondo me ci sono persone disposte a vivere una vita al di sotto delle proprie potenzialità e ad accettare la cosa, piuttosto che dover premere i pulsanti che stanno dentro di loro e che metterebbero in moto il succo della vita. La maggior parte delle persone non scatena delle sensazioni sufficientemente forti da stimolare se stesse a fare una qualsiasi cosa, e questo richiede esercizio. Devi creare delle belle sensazioni e renderle intense e creare delle sensazioni motivanti e renderle intense. Devi farti immagini grandi, grandissime, non delle stupide immaginette minuscole e indistinte. Quelle non sono buone basi di una vita motivata, e con delle buone basi puoi vivere una vita davvero forte. Vivere una vita in cui si fanno un sacco di cose non significa che non ci si farà mai del male o che non accadrà mai nulla di brutto. La vita può essere molto più sicura se la si passa a casa da soli senza mai fare nulla. Alcune persone sono alla ricerca della sicurezza. Alcuni di noi vogliono essere certi che faranno delle belle esperienze, durante il periodo che trascorreranno su questa terra. Alcune persone fantasticano di fare delle cose e guardano qualche programma alla TV. Alcuni di noi vogliono vivere una vita al massimo, perché sappiamo che non ci verranno concessi molti minuti che siano così importanti e così lottiamo per conquistarceli e per renderli quanto più importanti possibile. Allora, quando la tua vita si avvicinerà al termine, ti guarderai indietro e ti renderai conto che non sono molte le cose che ti sei perso. Credo che la cosa peggiore di tutte sarebbe avvicinarsi al termine della propria vita e rimpiangere le cose belle che si sarebbero potute fare. Non significa che tutti debbano scalare l'Everest. Quella potrebbe benissimo essere la cosa più stupida da fare... o magari saltare da un aereo soltanto per fare qualcosa di eccitante. Forse si tratta semplicemente di guardare tua moglie e sorriderle e dirle qualcosa di carino. Per certe persone è la cosa più difficile da fare. È estremamente difficile. Richard aveva colpito nel segno, ed era una cosa molto importante. Avevo fatto parecchie cose di cui andavo fiero. Erano risultati che significavano molto per me, eppure capii che c'era qualcosa di molto più importante. Si tratta di fare in modo che siano i momenti della nostra vita quotidiana a contare. Spesso ci sono così tante cose che potremmo fare, ma che non facciamo; le trascuriamo perché sentiamo che non farebbe alcuna differenza. Sfortunatamente, ciascun episodio di negligenza si somma agli altri e dà come risultato il futuro che creiamo per noi stessi. Il successo si raggiunge impegnandosi in alcune piccole e semplici attività con assiduità e dedizione. Per motivarci dobbiamo guardare alla nostra vita in modo diverso ancor prima di analizzare quel che dobbiamo fare e come possiamo creare un intenso desiderio di farlo. Se riuscite a capire com'è che pensate a qualcosa che siete motivati
a fare, allora potete imparare a motivarvi a fare altre cose. Come ci rivolgiamo a noi stessi, quando siamo motivati? Possiamo esercitarci a parlarci a quel modo quando vogliamo essere più motivati? Una volta uscii da un enorme libreria di Portland, in Oregon, dov'ero entrato a fare acquisti con mio cugino, portando via con me 26 libri che avevo appena comprato. La mia motivazione proveniva dal fatto di provare una forte curiosità per le cose che mi interessano. Quando potete cominciare a formulare obiettivi e direzioni ben formate, potete arrivare al punto in cui vi è possibile raggiungerli facendo uno sforzo disciplinato o, in alternativa, lasciarveli sfuggire a causa della vostra pigrizia. Questa scelta si baserà su quanto presto raggiungerete la soglia. A volte dovrete arrivare al punto di provare disgusto per la vostra situazione attuale, prima di muovervi. Altre volte vi capiterà semplicemente di avere una gran voglia di fare determinate cose. In entrambi i casi si tratta di far funzionare il vostro cervello in modo tale da provare un'intensa motivazione.
Esercizio per dar forza alla tua motivazione 1. Prendi in considerazione alcuni degli obiettivi o dei cambiamenti che vuoi produrre nella tua vita e, tenendoli in considerazione, poniti le seguenti domande. • In che modo realizzare questi obiettivi o questi cambiamenti influirà sulla tua vita?
• In che modo realizzare questi obiettivi o questi cambiamenti influirà sulla vita delle altre persone? • Qual è la cosa peggiore che potrà capitarti se non realizzerai questo cambiamento o non raggiungerai il risultato desiderato? Come ti sentirai? • Qual è la cosa migliore che ti accadrà quando avrai prodotto questo cambiamento e raggiunto questo risultato? Come ti sentirai? • Immaginati come ti sentirai fra trent'anni, sapendo che non sei stato capace di raggiungere quegli obiettivi, che non sei stato in grado di produrre quel cambiamento. Immaginati sul serio quanto starai male. Immaginatelo il più nitidamente possibile. • Immaginati nel tuo futuro, sapendo di essere riuscito a cambiare con successo e a raggiungere i tuoi obiettivi. Immaginati sul serio quanto incredibilmente bene ci si sente ad essere una persona così straordinaria. Immaginatelo il più vividamente possibile.
18 L'ultima delle umane libertà: un atteggiamento straordinario "In nessun altro luogo un uomo si può ritirare trovando più quiete o libertà che nella propria anima." Marco Aurelio (dalle Meditazioni, libro IV, 167 a.C.)
Il bambino teneva per mano suo padre, mentre camminavano verso il dormitorio del campo di concentramento. Il bambino guardava ogni cosa che vedeva con aria preoccupata. Il padre gli sorrideva e lo tranquillizzava con dolcezza: non si trattava che di un gioco, una gara in cui c'era solo che da divertirsi. Il padre trasformò l'esperienza di terrore del bambino in un gioco con certe regole. Se avessero vinto, spiegava il padre, gli avrebbero dato un carro armato. Vero. Il film La vita è bella è un fantastico esempio della forza che deriva dall'avere un atteggiamento straordinario. La storia è quella di un padre che aiuta il proprio figlioletto ad acquisire una prospettiva diversa sul significato dell'essere prigionieri in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Molto simile a questa è la storia, questa volta veramente accaduta, di Victor Frankl che, fatto prigioniero durante la seconda guerra mondiale, dovette affrontare le esperienze più orribili che si possa immaginare e che, tuttavia, continuò a conservare un atteggiamento di speranza, forte e determinato. Fu torturato e lungamente sottoposto ad ogni genere di abuso e, nonostante ciò, si rifiutò di sviluppare un senso di disperazione. Una volta, il mio amico Barry mi descrisse un fantastico atteggiamento che ha fatto suo. Qualsiasi cosa accada nella sua vita, lui pensa: "Potrebbe essere la cosa migliore che mi sia mai capitata". Barry si impegna a sostenere questo atteggiamento, perché lo aiuta a focalizzarsi su ciò che c'è di positivo in ogni situazione. Il vostro atteggiamento è in assoluto l'aspetto più importante del vostro modo di pensare. Con l'atteggiamento sbagliato, sareste in grado di trasformare qualsiasi cosa in un problema. Con l'atteggiamento sbagliato, sareste in grado di creare degli ostacoli insormontabili là dove non ce n'erano. Con l'atteggiamento sbagliato, sareste in grado di trasformare ciascuna situazione nella più problematica delle esperienze. Con l'atteggiamento giusto, sarete in grado di trasformare i problemi in soluzioni. Con l'atteggiamento giusto, sarete in grado di spianare le montagne che si pongono sul
vostro cammino. Con l'atteggiamento giusto, sarete in grado di trasformare ogni situazione, anche la più problematica, nella più gratificante delle esperienze. Il vostro atteggiamento è il modo in cui scegliete di pensare alle cose. Consiste nel modo in cui scegliete di pensare a voi stessi, agli altri e al mondo. Il vostro atteggiamento è fatto di una serie di convinzioni e sensazioni che dipendono dal modo in cui avete processato la vostra interpretazione delle esperienze che avete vissuto. La PNL, per come viene sempre descritta, è prevalentemente un atteggiamento. Chiesi a Richard di parlarmene.
OWEN: Quali credi siano le chiavi per accedere ad un atteggiamento efficace? RICHARD: Beh, l'atteggiamento è un riflesso del sistema di convinzioni di una persona. Se sei convinto che tutto sia possibile, non è detto che tu abbia intenzione di farci qualcosa, ma se hai il giusto atteggiamento, spesso lo farai. A noi piace chiamarlo "atteggiamento del Jersey", dato che sia io che John LaValle siamo del New Jersey e che un sacco di PNLlisti hanno cominciato dal New Jersey. Questo atteggiamento prende il nome di stato del New Jersey perché quando c'è qualcosa da fare, le persone la fanno e basta. È nella natura stessa delle cose. Le persone che sono cresciute laggiù hanno questo atteggiamento per cui, se c'è qualcosa che hai intenzione di fare, allora fallo. Se non ne hai l'intenzione, fai come se non ci fosse e non pensarci nemmeno. La maggior parte delle persone sceglie di rimanere semplicemente ad aspettare e a procrastinare. Se avete intenzione di ripulire qualcosa, ci vuole tanto tempo a pensare di farlo quanto ce ne vuole a ripulirlo. Lo stesso vale per quasi ogni cosa. Quando cominciai a prendere in considerazione dei modi per curare le fobie, tutti quelli con cui parlavo non facevano che tirar fuori elaboratissime teorie che spiegavano perché fosse impossibile. In effetti, mi dissero che lo scopo della psichiatria non era quello di fare in modo che le persone risolvessero i loro problemi, ma di fare, invece, in modo che si accettassero per quello che erano. Quell'auto-accettazione era tutto ciò in cui consisteva una terapia. Fu in quel momento che decisi senza indugio che non avrei fatto il terapeuta, perché non era un mestiere adatto al mio atteggiamento. Io penso che quando le persone vogliono superare un problema, oltrepassare la paura, uscire dalla depressione o da qualsiasi psicosi in cui si trovino, se qualcosa è necessario, lo si deve fare. Non sempre le teorie lo dicono, ma se ti dai una mossa e spingi sull'acceleratore del divertimento finché vai su di giri e poi dai ancora gas, un modo di fare le cose lo trovi di certo. La maggior parte delle persone di successo che ho incontrato nel corso della mia vita hanno fatto così, vuoi che si trattasse di scienziati affermati, vuoi che fossero uomini d'affari o persone come Virginia Satir, che aveva deciso che avrebbe ottenuto dei risultati ad ogni costo e grazie alla sua perseveranza e al fatto che a lei piaceva lottare per
superare le avversità ha fatto in modo di arrivare fino in fondo. Credo che questo sia un atteggiamento importante e che il mondo abbia bisogno di molte più persone disposte a farlo per molte più cose. È ridicolo che la terapia si faccia ad ore. Non si tratta di quanti minuti un cliente passa seduto di fronte a te, si tratta della quantità di cose che riesci a fare. Per certe cose è meglio metterci cinque minuti, per altre ci vogliono cinque ore. La maggior parte di queste strutture restrittive sono create. È un po' come... il modo in cui sono strutturate le scuole è basato unicamente sull'occupazione e nient'altro. È basato sul fatto che l'insegnante arriva a una certa ora e se ne va a una certa ora e lo stesso vale per il concetto di classe. Tutte queste assurdità non hanno nulla a che vedere col mettere le persone in una situazione in cui possano apprendere quanto più velocemente possibile e divertirsi quanto più possibile, mentre massimizzano la velocità di apprendimento. Si tratta di dare a tutti quanti la stessa cosa nello stesso momento così da poterla impacchettare e vendere e fare in modo che tutti possano tranquillamente fare la stessa cosa senza dover correre il rischio di innovare ed essere creativi.
Pensai a quello che Richard stava dicendo. Aveva un senso. Pensai al concetto di atteggiamento. Ritengo che le chiavi per un atteggiamento costruttivo siano date dalla vostra abilità di cambiare atteggiamento in modo tale che vi sia quanto più utile possibile a migliorare enormemente il modo in cui affrontate i fatti della vita. In primo luogo, è essenziale che facciate vostre certe fondamentali convinzioni in grado di darvi accesso alle vostre risorse; queste convinzioni saranno le basi su cui costruire un atteggiamento che vi possa risultare più utile. In secondo luogo, potrete scoprire come costruire sulle basi di questo nuovo atteggiamento, sviluppando degli energici stati interni e delle vigorose sensazioni. Infine, cogliendo l'importanza di un atteggiamento flessibile, potrete comprendere come sviluppare molteplici punti di vista.
19 Le convinzioni e gli stati che portano al successo I nostri atteggiamenti sono un riflesso delle nostre convinzioni. Le convinzioni che abbiamo in merito al mondo determinano il modo in cui pensiamo ad esso e ne facciamo esperienza. Per poter migliorare tutto ciò, è di vitale importanza che impariamo a sviluppare delle convinzioni che ci siano utili. Le convinzioni primarie che costituiscono le fondamenta della PNL prendono il nome di presupposizioni. Sono delle convinzioni estremamente utili da avere e si dividono in convinzioni di successo e stati di successo.
Convinzioni di successo La mappa non è il territorio. Il mondo nella sua realtà è diverso da come lo vedete. Ciò che vedete non è il mondo, ma semplicemente una sua rappresentazione. Come qualsiasi altra mappa, anche la nostra mappa del mondo è unicamente una descrizione e quindi non è né del tutto precisa, né vera. Si tratta semplicemente di un modo utile, o meno utile, di pensare al mondo. Per rendere una qualsiasi cosa più utile, cambiate il modo in cui pensate ad essa. In altre parole, cambiate la vostra mappa del mondo. Il modo in cui facciamo esperienza del mondo può essere vantaggiosamente rappresentato e compreso attraverso i cinque sensi. Dal momento che usiamo cinque sensi per assimilare e capire il mondo, possiamo anche usare gli stessi cinque sensi per capire convenientemente il modo in cui pensiamo. Perciò noi costruiamo delle immagini interne, sentiamo dei suoni, parliamo a noi stessi, proviamo sensazioni, sentiamo odori e sapori interni. Questo è il modo in cui rappresentiamo il mondo. Il significato della vostra comunicazione è la risposta che ottenete. Quando vi assumete la responsabilità di come comunicate e la vostra comunicazione produce negli altri i risultati sperati, la vostra possibilità di riuscita sarà molto migliore che se deste la colpa di ogni incomprensione a coloro con i quali state comunicando. È più utile assumersi la responsabilità del fatto di riuscire a raggiungere i propri ascoltatori, in quanto questo è ciò che vi assicura di poter interagire al meglio. Se vi piace l'idea di dare a chi vi sta a sentire la colpa per non avervi ascoltato o per non aver capito, non state comunicando al meglio delle vostre
possibilità. Le persone hanno tutte le risorse di cui hanno bisogno per fare in modo che il cambiamento avvenga. È proprio perché siete dotati di un cervello e di senso dell'umorismo, che avete tutto ciò di cui c'è bisogno per cambiare. Adesso si tratta di imparare ad usarli per rendere i cambiamenti permanenti. Voi avete la capacità di cambiare il modo in cui pensate, vi sentite e vi comportate. Le persone non sono "rotte", è il loro comportamento ad essere funzionale o non funzionale. C'è differenza tra ciò che siamo e ciò che facciamo. Il fatto di sentirsi depressi, di indulgere in cattive abitudini o di comunicare in modo inefficace non dice nulla in merito a noi o a quanto valiamo. Dobbiamo soltanto imparare a pensare diversamente, a sentirci diversamente, a comportarci diversamente e a comunicare diversamente. C'è un'intenzione positiva che sostiene ciascun comportamento e c'è un contesto in cui quel comportamento ha valore. Inostri comportamenti, così come quel che proviamo, stanno cercando di aiutarci in qualche modo. Ad esempio, la paura ha lo scopo di cercare di proteggerci. La paura dei ragni è utile nella giungla africana; non è altrettanto utile in un soggiorno irlandese. Se scopriamo come fare a soddisfare quell'intenzione con un comportamento più utile, potremo constatare che il cambiamento avviene con maggiore facilità. Il fallimento non esiste, esiste soltanto il feedback. Il fallimento esiste unicamente quando si pone un limite temporale a qualcosa. Non è che falliamo, è che, semplicemente, fraintendiamo le cose di tanto in tanto. Quando si è in grado di imparare da ogni errore, si può interpretare ciascun errore come un feedback che può essere usato per migliorare ciò che facciamo.
Esercizio sulle convinzioni di successo Prendi le sette convinzioni elencate qui sopra e pensa ad alcuni modi in cui potresti utilizzarle per superare dei problemi nella tua vita. Stati di successo Alla base di questi presupposti ho trovato degli stati preziosi ed essenziali che sono la chiave per possedere il migliore atteggiamento possibile. Questi stati si suddividono in due categorie principali. La prima comprende gli stati utili ad assimilare il più vantaggiosamente possibile le informazioni che provengono dal mondo. Questi prendono il nome di "stati d'ingresso". La seconda categoria comprende gli stati utili ad agire con successo nel mondo. Essi prendono il nome di "stati di uscita". Stati d'ingresso: Consapevolezza, Apertura, Curiosità Stati di uscita: Flessibilità, Determinazione, Pragmatismo, Responsabilità, Creatività Quando potrete accedere con padronanza a questi stati e vivere in essi, vi ritroverete a vivere con un atteggiamento eccezionale. Questa è una scorciatoia al tentativo di "vivere" le presupposizioni. Vi consentirà di conoscere il mondo attraverso un filtro più funzionale, rendendovi così in grado di agire, pensare, sentirvi e comunicare nel modo più utile e fruttuoso. Stati d'ingresso Consapevolezza Essere consapevoli significa prestare attenzione a ciò che succede nel mondo e nella nostra testa; significa sviluppare l'acutezza sensoriale e la capacità di vedere dentro di sé. Il termine "acutezza sensoriale" fa riferimento alla vostra capacità di prestare attenzione a ciò che vedete, udite, provate nel mondo e di notarne le caratteristiche distintive. La capacità di vedere dentro di sé la si può migliorare prestando attenzione al modo in cui si pensa e ci si sente in riferimento alla propria vita. Apertura Provate apertura quando siete aperti all'idea di avere torto. Si tratta di aprirsi alle nuove idee, alle nuove esperienze e ai nuovi insegnamenti. Sviluppatela, esercitandovi a guardare alle cose da molteplici prospettive e a comprendere che ci sono più di due modi di leggere ciascuna storia. Curiosità La curiosità è la vostra capacità di fare domande e di interrogarvi sul perché delle cose. Più siete curiosi, più cercate informazioni e più acuti diventate. Si sviluppa apprezzando i miracoli che fanno parte del mondo e lo splendore della conoscenza e di ciò che può fare per voi.
Stati di uscita Flessibilità La flessibilità è quello stato in cui vi trovate quando siete in grado di fare cose diverse e di rispondere con varietà al mondo. Più siete flessibili, più avete scelte e, pertanto, più avrete il controllo in qualsiasi situazione. La flessibilità si migliora facendo cose nuove e mettendo in atto dei nuovi comportamenti, diversi da ciò che fate abitualmente. Determinazione La determinazione è lo stato di chi non si arrende mai. Significa prendersi un impegno con se stessi per continuare ad adoperarsi per ottenere qualcosa in faccia ai fallimenti, ai rifiuti e alle delusioni. Vi permette di avere più successo, perché il successo diventa una mera questione di tempo. La determinazione si migliora prendendo qualsiasi sconfitta come un "insegnamento" e scegliendo di non mollare mai. Pragmatismo Il pragmatismo è l'atteggiamento che si ha quando si fanno le cose in modo che siano utili e pratiche. Si concentra sul fare qualsiasi cosa risulti più utile e intelligente in un dato contesto. Il pragmatismo si migliora chiedendosi in continuazione: "Qual è la cosa più utile da fare adesso?". Responsabilità La responsabilità deriva dalla decisione di essere imputabili per le esperienze che avete fatto nella vostra vita. È il vostro impegno ad assumere il controllo del modo in cui interagite col mondo e del modo in cui ne fate esperienza e vi aiuterà a rendere la vostra vita ancor più meravigliosa. La responsabilità migliora quando vi concentrate su ciò che potete fare per affrontare e risolvere una situazione, anziché sul perché le cose accadano a quel modo. Creatività La creatività è lo stato in cui potete usare la vostra immaginazione per inventare idee che ancora non esistono. Esiste allo scopo di metterci in grado di dare il nostro contributo al mondo e di influenzarlo positivamente. Potete usarla per rendere le cose che fanno parte della vostra vita più facili e, più in generale, migliori. La creatività si migliora esercitandosi a combinare tra loro le diverse idee e a vedere che cosa risulta da tale combinazione. Se riuscirete a pensare intenzionalmente al mondo attraverso questi stati e queste convinzioni, allora acquisirete l'abilità di cambiare il modo in cui assimilate le cose e quello in cui reagite al mondo.
Esercizi sugli stati di successo Questi compiti devono essere effettuati con regolarità e costanza. 1. Consapevolezza Dedica cinque minuti di ogni giorno a prestare attenzione a ciò che vedi, senti e percepisci nel mondo attorno a te e a notare le differenze che ci sono. Presta inoltre attenzione alle differenze che ci sono tra ciò che riesci a vedere, udire e percepire all'esterno e sii consapevole di come pensi e di ciò che senti dentro di te. 2. Apertura Dedica cinque minuti di ogni giorno a prendere una convinzione che hai riguardo a qualcosa e ad esercitarti a vederla dal punto di vista contrario al tuo. Pensa a quanti più argomenti possibile per sostenere la tesi di chi la vede da una prospettiva diversa dalla tua. 3. Curiosità Comincia a fare più domande su qualsiasi cosa. Compra più libri. Cerca le persone che fanno cose che ammiri sul serio e chiedi loro di dirti come fanno a realizzarle. Renditi conto che c'è qualcosa da imparare da ogni cosa, e che lo puoi fare. Quando incontri persone con un background diverso dal tuo, chiedi loro della loro cultura o delle loro abitudini. Preparati un numero di domande sufficiente a farti una chiara idea e PONILE. 4. Flessibilità Esercitati ogni giorno a fare qualcosa di nuovo. Prova nuove pietanze al ristorante, prova a fare strade diverse per andare e per tornare dal lavoro. Prendi qualcosa che non hai mai provato a fare prima e buttati a farla. Almeno una volta alla settimana, fa' qualcosa che non avevi mai fatto prima o va' in un posto in cui non eri mai stato. 5. Determinazione Ogni volta che non ottieni ciò che vuoi, concentrati semplicemente su quello che vuoi, cambia approccio e ricomincia daccapo. Continua ad impegnarti e concentrati unicamente su come ti sentirai bene quando ce l'avrai fatta. Evita di pensare all'eventualità che sia possibile non ottenere quel risultato. 6. Pragmatismo Esercitati a ripetere la domanda: "Qual è la cosa più utile da farsi adesso?". Ogni volta che ti trovi a fronteggiare un potenziale problema, ripeti a te stesso questa domanda.
7. Responsabilità Tutte le volte che salta fuori un problema, chiediti sempre: "Che cosa posso fare ora?". Fa' in modo che anche questa diventi un'abitudine. 8. Creatività Una volta a settimana dedica venti minuti a prendere tre idee che non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra e a inventare qualche nuovo prodotto o una filosofia che sia la combinazione delle tre idee d'origine. Non importa quanto ridicolo possa sembrarti inizialmente, esercitati a dedicarti a questa attività.
20 L'illusione della realtà: la libertà di una diversa prospettiva Un giorno, una ragazza sedeva all'aeroporto dopo essersi comprata dei biscotti e una coca-cola. Mentre sedeva e pensava a tutte le cose che aveva da fare, cominciò a mangiare i biscotti. Presto si accorse che dall'altra parte del tavolo sedeva un signore che indossava un completo elegante e che questo signore si stava "servendo" dalla scatola di biscotti. Sebbene la cosa la infastidisse e la facesse effettivamente arrabbiare, la ragazza non disse nulla e continuò a mangiare. Lo stesso faceva quel signore. La cosa continuò così finché non rimase che l'ultimo biscotto. Al che il signore lo prese, lo spezzò in due e ne porse una metà alla ragazza. Qualche minuto più tardi, mentre era in coda per imbarcarsi, era ancora parecchio infastidita dalla cosa. Come si era permesso? Fu in quel momento, mentre cercava il passaporto in borsa, che si accorse di avere ancora un pacchetto di biscotti intatto. Quelli che aveva spartito con quel signore li aveva comprati lui. Una delle più importanti libertà che abbiamo è la libertà di vedere le situazioni da molteplici punti di vista. Quando nel nostro mondo accade qualcosa, il modo in cui pensiamo a quell'evento e il modo in cui ne facciamo esperienza determinerà il modo in cui ci comporteremo e le decisioni che prenderemo in conseguenza ad esso. Il modo in cui facciamo esperienza del mondo è diverso da com'è. Si tratta semplicemente della nostra rappresentazione del mondo e questa rappresentazione dipenderà dai nostri valori, dalle convinzioni, dalle esperienze passate e dall'umore che abbiamo in quel preciso istante. È indispensabile rendersi conto che la realtà è un'illusione e che qualsiasi sia la realtà in cui crediamo, questa è vera unicamente per noi. Essere in grado di guardare alla stessa esperienza da diversi punti di vista ci consente di capire meglio il modo in cui pensano gli altri, oltre a dotarci di un modo più utile di considerare quella situazione. Ancora una volta, ne parlai con Richard.
OWEN:
Richard, ho constatato che, nella mia esperienza, quello che dici riguardo al fatto che la capacità di guardare a una situazione da molteplici prospettive è di estrema importanza, si è dimostrato assolutamente esatto. Che cosa pensi del ruolo che svolgono delle
molteplici prospettive nel vivere una vita più libera? RICHARD: Beh, certo, quando pensi a qualcosa... quando sei lì e la tua ragazza ti ha lasciato, sembra che la vita si interrompa lì e ogni cosa sembra essere la fine di tutto, ma se potessi andare venticinque anni nel futuro, molte persone non sarebbero nemmeno in grado di ricordare il nome di quella ragazza. Quindi c'è tempo. Talvolta dico a qualcuno di sollevarsi semplicemente da terra e di allontanarsi dal pianeta e di guardare giù e vedere se questo è uno di quegli eventi davvero significativi oppure no. Da quella prospettiva non sembra poi così significativo. Le persone devono prendere le distanze dalle esperienze spiacevoli. Anche nella loro mente: se le immagini che vedono sono grandi e luminose e sembra che stiano accadendo ora anziché essere già accadute, le persone possono cambiare modo di vederle e sentirsi diverse istantaneamente. Voglio dire, esperienze come quella di uno stupro sono terribili, ma quel che è peggio è che le persone le rivivono tutti i giorni, come se stessero davvero accadendo ancora. Le persone hanno bisogno di allontanare queste cose, di spingerle nel passato e fare in modo che sembrino qualcosa che sta accadendo a qualcun altro, in modo che possano andare avanti con la propria vita. È già abbastanza brutto che a qualcuno capiti qualcosa di così orribile, senza che debba riviverlo continuamente, giorno dopo giorno. Voglio dire, lo stupratore le ha stuprate una volta soltanto, ma loro si saranno stuprate mentalmente almeno un migliaio di volte. Possono prendersela col fatto di essere state stuprate quella volta, ma questo non cambia le cose. La cosa più importante è rendersi conto del fatto che il mestiere di un tipo come me è quello di liberare persone come quelle da quelle catene, perché io posso spezzarle. Vuoi che si tratti di cambiare la prospettiva da cui vedono le cose, vuoi che si tratti di ipnotizzarle e di procurare loro un'amnesia, vuoi che si tratti di far montare così tanta rabbia in quelle persone da arrivare al punto di farla, letteralmente, esplodere e a quel punto quelle persone dicono: "Non penserò mai più a questo. Non ho più intenzione di dare potere a questo essere umano fintanto che vivo". Ho lavorato con una donna che veniva pedinata da 15 anni e, voglio dire, questo tizio era furbo. Era sveglio. Aveva messo nel sacco la polizia e rendeva la vita di questa donna un vero inferno. Ogni volta che apriva un cassetto, lei ci trovava un suo biglietto. Anche in vacanza, pur non avendo detto a nessuno dove andasse, arrivava all'hotel, faceva la registrazione e quando entrava in camera ci trovava una vestaglia e delle foto di sé nuda. Non aveva idea di come facesse quel tale. Viveva nel dolore più profondo. Quello che feci io, fu insistere sul terrore. Il fatto è che i fatti avvengono sempre ad una certa distanza l'uno dall'altro e io cambiai gli eventi in modo che sembrassero essere accaduti tutti nel giro di un'ora e, anziché sentirsi
terrorizzata, esplose in una rabbia furente. Finalmente aveva preso la decisione che, indipendentemente da quello che avrebbe fatto quel tale e da quanto la pedinasse e la importunasse, lei avrebbe trovato dei modi per farlo impazzire, e fu così che iniziò ad inscenare degli eventi che sapeva l'avrebbero fatto uscire completamente pazzo. Fece cose tipo ingaggiare un attore di 97 anni. Lei ne aveva meno di 30 e ingaggiò questo vecchietto perché uscisse con lei. Assunse anche un altro tale incaricato di fare la guardia e vedere se gli riusciva di beccare il maniaco. Sebbene la polizia non fosse riuscita a sorprenderlo, questo tizio ci riuscì. Se l'abbia consegnato alla polizia oppure no, non ne ho idea, ma dopo quella volta il maniaco scomparve. Lei non avrebbe potuto far nulla per reagire, quando aveva paura. Non potè far nulla, finché non arrivò al punto di averne avuto abbastanza e, invece di cercare di nascondersi chiudendo tutte le finestre, cominciò a pomiciare con un vecchietto di 97 anni davanti alla finestra aperta. Fece uso di tutto quel che le veniva in mente per provocare il maniaco. Gli lasciava dei bigliettini. Presumendo che i propri apparecchi telefonici fossero sotto controllo, cominciò a parlare di questo "povero, piccolo, patetico questo e quello" e a dire che le dispiaceva per lui, perché "probabilmente non poteva masturbarsi con entrambe le mani", invece di rispondere al telefono chiedendosi se era lui e se l'avrebbe terrorizzata o meno. Quello che stava dicendo Richard aveva assolutamente senso. Quando si ottiene la libertà data da una diversa prospettiva, si è in grado di avere una più vasta gamma di scelte in merito a ciò che si può fare per rispondere al mondo. Si ottengono maggiori informazioni riguardo a quel che sta accadendo e, in tal modo, si possono prendere decisioni migliori.
OWEN:
Quindi come aiuti le persone a vedere le cose da un diverso punto di vista? RICHARD: Beh, comincio sempre col farle ridere, perché fintanto che una persona non è riuscita a ridere, non riuscirà nemmeno ad essere flessibile nel modo di guardare alle cose. Per certe persone è molto più difficile che per altre. Se hai incontrato delle persone davvero incasinate, incastrate nel loro modo di vedere il mondo e, per quanto piccola possa essere la loro vita e la situazione che stanno vivendo, non sono disposte a cambiarla. Dio ci ha dato le endomorfine per un motivo: perché smettessimo di fare le cose che non funzionano. Ho lavorato con delle coppie in cui ciascun partner trattava l'altro così male, che per loro non c'era alcun modo di scoprire come ci si sente ad essere davvero innamorati, prima di riuscire a ridere di quegli stupidi comportamenti. Molto spesso questo ha significato che io ho dovuto fare dell'umorismo su cose di cui era difficile ridere per certe persone, come ad esempio le
convinzioni religiose. C'erano persone che cominciavano a citare le Bibbia a memoria, quindi ho dovuto imparare a farlo meglio di loro e, mentre snocciolavo citazioni, tiravo in ballo anche altre cose che stavano lì dentro. Quel che intendo dire è che nel primo capitolo della Genesi c'è scritto: "In principio Dio creò gli animali e poi l'uomo". Nel secondo capitolo della Genesi, invece, c'è "l'uomo e poi gli animali". Quindi, c'è un sacco di confusione nel libro. La si può utilizzare per giustificare la stupidità. Quando racconto storie estratte dalla Bibbia, non è per minarne il credito, ma per far sì che le persone si rendano conto che quello che dovrebbero prendere sul serio di ciò che i testi sacri vanno dicendo sono le cose che ti rendono la vita migliore, e il resto non è che una scusa per star male. Che si tratti di testi sacri o di politica, di schizofrenia o di qualsiasi altra malattia identificabile, qualsiasi cosa venga usata per star male e per giustificare il fatto di far star male gli altri, è tutta la stessa cosa. Non è altro che pura e semplice crudeltà. La cosa più importante è far sì che le persone cambino la loro visione del mondo, sia che si comportino crudelmente verso se stessi, sia che lo facciano ad altri, e personalmente ritengo che la cosa cominci con un po' di senso dell'umorismo. Una diversa prospettiva era ovviamente una delle principali chiavi del cambiamento. È proprio come dico sempre ai miei clienti: se li guardi storto i tuoi problemi sembreranno più grandi, sorridigli e si faranno più piccoli. Mi incuriosiva conoscere il punto di vista di Richard in merito alla vera forza della risata.
21 La forza della risata I miei amici Eddie e David mi hanno sempre aiutato a guardare a me stesso e alla mia vita in modo molto meno serio. È grazie a loro che rido così spesso della vita. Grazie alla loro ilarità e al loro senso del divertimento, ho imparato a trovare il lato comico di ogni cosa. Durante i dieci anni trascorsi da quando ci conosciamo, abbiamo sviluppato un senso dell'umorismo comune. È stato con loro che ho iniziato a capire la vera forza della risata. Sono stati loro a costringermi a vivere in modo più sciolto e rilassato. È stato prendendomi in giro nei modi più spassosi che mi hanno fatto capire quanto sia stupido sentirsi male nel pensare alla vita. Vedete, c'è stato un tempo, per me, in cui le parole degli altri erano una cosa talmente importante. Ora, trovo da ridere su quasi ogni cosa. Ci sono altri miei amici con cui trascorro del tempo e che faccio ridere. Passo anche parecchio tempo a fare in modo che i clienti vedano il lato buffo dei loro problemi. Ho imparato dal migliore. Forse una delle migliori dimostrazioni che io abbia mai dato è stata con una signora che partecipava a uno dei nostri practitioner. Stavo per dare una dimostrazione di come funzioni la cura rapida delle fobie, una tecnica di PNL che serve a curare una fobia in pochi minuti. Comunque, quando lavorai con lei, finii col seguire un'altra strada e usare un altro meccanismo. Georgina aveva paura dei topi e di solito aveva degli attacchi di panico acuti se anche solo sentiva dire che c'era un topo in casa. Cominciai col farle alcune domande. Il dialogo seguì la falsariga di quello ricostruito qui sotto.
OWEN: Allora, Georgina, odi tutti i topi? GEORGINA: Certo. Il solo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco. OWEN: Che mi dici di Stuart Little o di Jerry, quello del cartone Tom e Jerry? Odi anche loro? GEORGINA: Beh, no. Rise.
GEORGINA: Certo che no. Sono davvero carini. OWEN: Va bene, quindi mi stai dicendo che se si tratta di Jerry e Stuart va tutto bene, ma che non ti piacciono Frank, Mark, Barry e il resto della banda. Questo si chiama razzismo nei confronti dei topi.
Non riusciva a trattenere le risate al pensiero di questi topi che portavano nomi di persone e che si sentivano feriti dal fatto di non piacerle. Mentre rideva, le posai con disinvoltura una mano sulla spalla e ancorai la risata. Continuai mettendomi a quattro zampe e girando per il pavimento della sala impersonando i topi.
OWEN:
"Ehi, Frank, hai trovato del formaggio da qualche parte?" "No, amico, mi spiace." "Ehi, hai sentito che quella signora ci odia? Che cosa abbiamo mai fatto per meritarcelo?" "Steewe e Jerry non sono mai stati trattati così. È una tale ingiustizia e soltanto perché noi non siamo topi famosi." "Lo so, Frank. Noi siamo le vittime del pregiudizio."
Georgina continuava a ridere, così come la maggior parte della sala. Mi alzai e, ancora una volta, le posai con noncuranza la mano sulla spalla. Continuai.
OWEN:
Allora, Georgina, dimmi. Quando pensi che ci sia un topo in casa, quale immagine o quali immagini ti vengono in mente? GEORGINA: Beh, immagino la credenza chiusa con un topo all'interno, poi apro lo sportello e il topo mi salta addosso, dritto sulla testa. OWEN: Ok, vediamo se ho capito bene... Feci un attimo di pausa. Prima, durante il corso, avevo parlato di Rambo, il film. Descrivevo una scena in cui Rambo viene abbandonato a se stesso dai suoi amici che, invece, si allontanano in elicottero. Si vede un'inquadratura di Rambo che si guarda alle spalle e, a neanche 200 metri da lui, si intravedono quelli che, ad occhio e croce, sono tre carri armati, quattro elicotteri dotati di lanciamissili e circa 400 uomini armati di tutto punto che sono, ovviamente, alla sua ricerca. L'inquadratura ritorna su Rambo, che è coperto di sangue e armato fino ai denti. Il suo amico gli chiede: "Rambo, Rambo, cos'hai intenzione di fare? Cos'hai intenzione di fare?". Rambo guarda al nemico in avvicinamento, carica il fucile e pronuncia l'immortale frase: "Fotterli", poi comincia a correre verso di loro, sparando all'impazzata. Avevo usato questo esempio per descrivere il tipo di atteggiamento di cui avete bisogno quando vi trovate faccia a faccia con dei problemi... l'atteggiamento di chi non molla mai e combatte anima e corpo.
OWEN:
Vediamo se ho capito bene. Io sono un topo e mi sto facendo i fatti miei. Sto nella credenza e cerco un pezzettino di formaggio.
Mi rimisi a terra con un balzo e, procedendo carponi, me ne andai ad annusare i piedi di tutti. Il pubblico in sala e Georgina stavano morendo dalle risate.
OWEN:
E all'improvviso, lo sportello della credenza si apre e vedo un essere umano venti volte più grande di me, centinaia di volte il mio peso, una
gigantessa che potrebbe stritolarmi con una mano. E cos'è che faccio? Le salto addosso? Io? Salto? Addosso a lei? E chi sono io? Rambo il topo? Facevo ancora la parte del topo e, dalla platea, mi lanciai verso di lei gridando con voce stridula: "Fotterli". Georgina era piegata in due dal ridere al pensiero di un topo con una bandana legata in fronte, bardato di fucili mitragliatori. Mi rialzai, la feci pensare ai topi e, semplicemente, le posai la mano sulla spalla (attivando l'ancora della risata). La sua paura era scomparsa. Quasi un anno più tardi, Georgina ritornò a fare un altro corso con noi. Raccontò di un incidente che aveva avuto con un topo dopo essere stata al primo corso. Era a casa e la figlia venne a dirle che c'era un topo che scorrazzava libero al piano di sotto. Laddove prima sarebbe corsa fuori di casa a gambe levate, quella volta passò delle ore a cercare il topo e non vedeva l'ora di scoprire che aspetto avesse, quasi come si aspettasse davvero di vederlo con indosso la bandana. In quel caso, avevo creato con Georgina un potente stato di ilarità e lo avevo ancorato (o associato) ai topi. In quel modo, ogni volta che avrebbe pensato ai topi, avrebbe provato l'irrefrenabile impulso di ridere. Richard mi aveva già parlato dell'importanza di riuscire a ridere delle situazioni. Volli saperne di più sul potere della risata.
OWEN: Come usi le risate per aiutare le persone a cambiare prospettiva? RICHARD: Io so essere ancora più pazzo di loro. Quando uno dei miei clienti si mette a citare la Bibbia e a spiegarmi come questo lo autorizzi a picchiare la moglie e i figli, io gli dico: "Hai ragione, dovremmo picchiarli tutti". Poi lo porto fuori e comincio: "Picchiamo tutti quelli che ci capitano a tiro. Anzi, perché picchiarli? Dovremmo legarli tutti a una croce e farli morire come Gesù e allora capirebbero di avere peccato. Forza, al deposito di legname!". Al che il cliente dice: "Aspetta un attimo. Mi sembra che tu stia oltrepassando il limite", mentre la verità è che era lui ad aver oltrepassato il limite fin dal principio. Trovo che se prendo le cose più sul serio di quanto non siano disposti a fare i miei clienti, allora c'è una tendenza che fa sì che debbano cambiare la loro visione del mondo. A volte se metti le persone in uno stato di trance, puoi anche fare in modo che si mettano nei panni di qualcun altro. Talora è molto più semplice così. Dipende da quanto uno si trova negli impicci, perché ci sono un sacco di modi di essere nei guai e, ovviamente, ci sono persone che hanno assunto farmaci per parecchio tempo. Molti di questi farmaci, come la torazina, hanno un periodo di dimezzamento di sei mesi, il che significa che ci vogliono sei mesi perché vengano eliminati dall'organismo. Voglio dire, se prendono una persona e le danno dei farmaci, ma questa persona continua ad avere le stesse allucinazioni, allora il farmaco non serve ad eliminare le allucinazioni, serve soltanto ad eliminare il comportamento
fastidioso. Ecco perché si chiamano maintenance drugs [la traduzione letterale è farmaci di mantenimento; s'intende farmaci che vanno assunti per lunghi periodi di tempo, tipicamente in presenza di patologie croniche, NdR]. I miei clienti li voglio puliti, niente farmaci. Voglio che rimbalzino sulle pareti e per questo mi dicono che finirò con lo spingerli oltre l'orlo di un precipizio. Beh, la verità è che non ho intenzione di spingerli, ho intenzione di afferrarli e di saltare giù con loro. Sono riuscito spesso a intervenire efficacemente in casi come questi, dove altri non c'erano riusciti. Molte delle cose che ho fatto quand'ero più giovane, non credo che le farei più, adesso. Non ho più quel genere di energia. È compito dei miei studenti, ora, ma credo che per noi due sia tempo di darci una regolata. Non c'è bisogno di far finta di inchiodare alla croce qualcuno che dice di essere Gesù. OWEN: Non ce n'è bisogno, ma è divertente. RICHARD: Sì, suppongo di sì, a modo suo lo è. Tutti dovrebbero farlo, almeno una volta. Mi misi a ridere. Richard mi rispose con un sorriso.
RICHARD: È molto meglio che uscirsene con: "Ho saputo che una volta facevi il falegname". Ha un impatto molto maggiore sulla persona. Le cose devono avere un impatto sulle persone. Adesso ne so molto di più su come fare a mettere le persone in uno stato alterato di grande efficacia e ad avere un impatto su di loro. Quand'ero giovane ero più propenso a legare qualcuno alla croce o ad accendergli un fuoco sotto ai piedi, ma l'atteggiamento è rimasto lo stesso. Qualsiasi cosa ci voglia per creare uno stato emotivo abbastanza potente da permettermi di riportare le persone a prendere in considerazione le cose importanti della vita, come farsi una vita vera: questo è quello che farò. In gran parte, le persone tendono a guardare alle vite delle altre persone "normali" e a non ritenerle importanti, ma io sì. Penso che farsi una famiglia, penso che quello sia importante.
Richard con suo nipote, Jayson.
L'umorismo è la migliore sostanza chimica in assoluto e tutti lo sanno senza eccezioni. Non c'è nessuno che non sappia che l'umorismo è la sostanza chimica migliore che un essere umano possa produrre. Una bella e grassa risata è la migliore terapia. Tutti lo dicono, tutti lo sanno, ma non tutti lo mettono in pratica. Tutti sanno che si impara al meglio quando si ride di gusto e ci si diverte sul serio, è lì che le persone si mettono a fare qualcosa. E invece entri in certe classi e ai bambini non è neanche permesso ridere. Ci sono regole che lo vietano, nonostante tutti sappiano che quando si ride, si impara molto più efficacemente. Ecco perché nei miei corsi, quando insegno io, le persone sono sempre lì a ridere e a divertirsi. È così che ricordano tutto quanto e imparano più efficacemente e imparano a fare di più. Te lo immagini, un gruppetto di ragazzini che giocano e neppure una risata ogni tanto? Soltanto dei ragazzini di quattro anni tutti seri che spingono metodicamente avanti e indietro i loro camion giocattolo senza mai ridere. Non imparerebbero nulla, così. OWEN: E tenendolo a mente, come possiamo migliorare la nostra capacità dì vedere e di far vedere agli altri le cose da una prospettiva divertente? RICHARD: Leggete il libro di Frank Farrelly: Terapia provocativa. Aiuta sempre. Per quel che riguarda i comici, il problema è che la maggior parte di loro non è poi così divertente e quel che intendo dire è che il trucco è che devi baciare montagne di rane, prima di trovare un principe, e questo è vero in qualsiasi contesto. Ti toccherà sentire un centinaio di comici, prima di trovarne uno che sia davvero divertente e non è detto che sarà divertente ogni volta... Aspettarsi che siano divertenti ogni volta è chiedere troppo, quindi devi essere in grado di distinguere ciò che fa ridere da ciò che non fa ridere, invece di distinguere ciò che dovrebbe essere divertente da ciò che non lo è. Moltissime persone proprio non riescono a trovare il loro senso dell'umorismo, perché non sanno prendersi alla leggera. Non guardano alle cose dal punto di vista di quanto sciocche sono. Stanno lì a chiedersi: "Ma io piaccio alle persone?", anziché chiedersi: "Cosa c'è di divertente in questo?". Un signore indiano venne da me durante un seminario e mi disse: "Dottor Bandler, ho studiato le teorie di Gregory Bateson e mi chiedo in continuazione se io mi trovo in una posizione complementare o in una posizione meta-complementare e sembra che a lei tutto questo non importi". Io replicai: "No, non particolarmente. In questo momento lei si trova in una posizione meta-complementare?". Al che rispose: "Beh, no" e io dissi: "Esattamente, e io neanche mi chiedo se lo sia e lo so, ma se fa una domanda, allora ottiene la risposta a quella domanda". "Io mi chiedo soltanto se ci stiamo divertendo?" E aggiunsi: "Quindi, domani, non chiederti se ti trovi o meno in una posizione meta-complementare, chiediti: 'Mi sto divertendo...?'". Il
giorno successivo rise e si divertì un sacco per tutto il giorno, mentre il giorno precedente se n'era rimasto seduto serio e si era sentito inferiore intanto che tutti gli altri se la ridevano. La tua scelta è se prendere o meno le cose con spensieratezza. Sulla base di tutto il tempo trascorso con lui, mi rendevo conto che Richard possedeva una straordinaria abilità di usare il suo senso dell'umorismo per condurre i suoi seminari con efficacia. Cominciai a rendermi conto che questa era una dote fantastica. Se qualcuno riuscisse a studiare come faceva Richard a rendere divertente e leggera praticamente qualsiasi situazione, allora potrebbe imparare a fare esattamente la stessa cosa da sé. Mi misi a studiare i migliori comici che riuscissi a trovare. Studiai i modi di attori come Ricky Gervais, Billy Connelly, Eddie Izzard e Bill Hicks. Quello che scoprii fu che tutti loro avevano l'incredibile capacità di prendere ciò che accadeva in quel momento e di trovarne il lato divertente. Cominciai a studiarli e a pormi la domanda: "Come hanno fatto a fare questo?". Le mie scoperte sono state rese note come "filtro per ridere". "Talvolta si sente dire: 'Un giorno ti guarderai indietro e riderai di tutta questa storia'. Quello che mi chiedo io è: 'Perché aspettare? ' " Richard Bandler Il filtro per ridere consiste nel guardare a tutte le situazioni che vi disturbano attraverso gli occhi di un comico. Dovete immaginare di dover presentare una scenetta comica o un monologo che tratti di un particolare problema che avete. Potreste provare ad esagerare platealmente l'esperienza, ad immaginarla dal punto di vista di un animale, a fare il verso a voi stessi o, semplicemente, potreste provare a ripetere ad alta voce quello che dite mentalmente a voi stessi per sentire quanto buffo suona in realtà e provare a prendervi alla lettera. La forza della risata può aiutarvi a gestire efficacemente ogni tipo di problema e, in generale, rende la vita più facile e divertente. L'umorismo ha una funzione automatica preposta a promuovere la flessibilità nella vostra prospettiva. Le battute sono divertenti perché una parola può avere più significati. L'umorismo è fatto di ambiguità. Prendete, ad esempio, questa freddura: un uomo entra in un caffè... SPLASH! Questa battuta fa ridere perché, inizialmente, si tende ad associare alla parola "caffè" il significato di bar. La seconda parte ci svela un secondo significato per la stessa parola ed è proprio qui che sta l'effetto comico. Per la stessa ragione, l'umorismo può mettervi in condizione di trarre più di un significato dalle situazioni difficili. Fin troppe persone tra quelle che conosco prendono la vita seriamente ed è così importante imparare a ridere, mentre si affrontano le prove della vita. E poi, stringi, stringi, non ci sono che pochi motivi per essere seri, senza contare il fatto che noi impariamo più facilmente e ci comportiamo meglio quando ridiamo e ci divertiamo. La forza della risata è senza dubbio uno strumento essenziale per acquisire la libertà individuale.
Richard mi aveva aiutato ad avere delle preziose intuizioni in merito alle chiavi del cambiamento. Dopo quella conversazione, uscii da casa sua e presi nuovamente la metropolitana. Questa volta c'erano molte meno persone. Mi sedetti e cominciai a pensare alle risposte che avevo ricevuto. Il cambiamento era veramente alla portata di tutti e per potervi accedere le vere chiavi erano le convinzioni e gli atteggiamenti che uno aveva e la sensibilità nel capire come funzionassero gli obiettivi, la motivazione, le soglie e i momenti di rivelazione. Queste chiavi avevano a che fare con l'imparare a percepire il mondo in modi diversi e con lo scoprire come la meravigliosa forza della risata portasse a vivere una vita degna di nota. La prossima volta che avrei fatto visita a Richard, indipendentemente da quando e dove sarebbe avvenuto, mi sarei concentrato sui problemi quotidiani e su come applicare ciò che conoscevo alla vita reale. I problemi delle persone si possono cambiare, ma il modo migliore di aiutare qualcuno a cambiare e a diventare libero non è sempre ovvio. Avremmo esplorato questi segreti la volta successiva. Mi guardai attorno e sorrisi a quelli che ancora sedevano indossando quei volti freddi e duri. Presto, mi augurai, ci sarebbe stato un libro che li avrebbe aiutati a sorridere di più e a godere della vita per come può davvero diventare. Presto, avrebbero potuto assaporare la libertà.
Esercizio del filtro per ridere Prendi un tuo problema, uno di quelli che si presentano ogni giorno e scrivilo. Applica quindi il filtro prendendo in esame i seguenti aspetti. • Analizza alla lettera il modo in cui l'hai scritto e vedi se ti riesce di trovarci qualcosa di buffo. • Com'è che un attore comico descriverebbe quel problema in uno sketch? • Come potrebbe dargli più enfasi? Quali elementi esagererebbe?
• Che effetto farebbe guardare a quel problema da un punto di vista completamente diverso (ad esempio attraverso gli occhi di un animale o di un alieno)? • Quel comico, come imiterebbe se stesso o qualcuno alle prese con quel problema? Dopo aver risposto alle domande, prepara un breve sketch sull'argomento e ripassa più e più volte per riuscire a farlo sempre meglio.
22 Divagazioni casuali 3: la trance che vi cambierà la vita Ero in Messico, ricordo, e me ne stavo seduto a leggere Deep Transformation [Trasformazione profonda, NdT] del mio caro amico Gabe Guerrero. Era scritto in spagnolo, perciò ci capivo veramente poco, ma fui assorbito dal testo, mentre cercavo di dare effettivamente un senso a ciò che leggevo. Quei pochi elementi dello spagnolo che assomigliavano all'inglese mi consentivano di farmi soltanto una vaga idea priva di organicità del contenuto delle prime pagine. Entrai in una specie di trance profonda. È fantastico rendersi conto che le parole che leggi significano qualcosa che non capisci finché non impari come capirle e allora tutto diventa chiaro. Quando ritornai in me, Gabe mi stava sorridendo, divertito dallo sguardo nei miei occhi. Io e Gabe ci esercitiamo sempre a usare l'uno sull'altro le nostre abilità, come ad esempio l'ipnosi, e ad aiutarci a vicenda ad entrare in stati profondamente alterati. Ci diamo continuamente induzioni e ci divertiamo un sacco a mandarci vicendevolmente in trance mentre parliamo del più e del meno. A volte, Gabe infila nel discorso alcune parole in spagnolo per mandarmi in trance e io contraccambio, mettendo qua e là delle parole in irlandese. Entrambi siamo stati esposti al benefico influsso di Richard per così tanto tempo che ci viene più che naturale fare uso di molti degli schemi linguistici avanzati che insegna. Entrambi ci siamo formati in ipnosi con colui che spesso viene descritto come "il migliore ipnotista del mondo". Mi accorsi che anche Barbara, l'incantevole moglie di Gabe, era una vera esperta. Nel tentativo di migliorare il mio spagnolo, mi accorsi che, quando parlavo con lei, mi accadeva con una certa regolarità di entrare e uscire dolcemente dalla trance. Il Messico è davvero la terra della trance. Gli stupendi colori di questi posti e i quadri che fanno qui sono assolutamente ipnotici. Ricordo di essermi trovato nella cucina di Richard e di aver notato alcuni oggetti e quadri che aveva portato dal Messico. Quando finalmente riuscii ad andarci di persona, capii perché amassero così tanto quel posto. Gli sciamani messicani avevano una vastissima esperienza nel campo degli stati alterati. Mi chiedevo se ci fosse una qualche sorta di legame tra il mio paese, l'Irlanda, e il Messico, mentre facevo conoscenza diretta della loro cultura. I messicani erano molto pacifici e rilassati, proprio come gli irlandesi. La
loro cultura era molto spirituale e dotta, proprio come quella irlandese. Una cosa che non era affatto simile, tuttavia, era il tempo. Pensai al mio collega istruttore Brian che era rimasto in Irlanda, dove con molta probabilità stava piovendo. Mi infilai le cuffie, accesi il walkman e uscii per fare una corsetta lungo la magnifica spiaggia di Puerto Vallarta. La mia mente vagava da un argomento all'altro. Cominciai a pensare al fatto che non importa in quale parte del mondo mi trovassi, fosse l'Europa o l'India, gli Stati Uniti o il Messico, i problemi delle persone tendevano a sembrare sempre gli stessi. Le persone con cui lavoravo avevano, in genere, gli stessi problemi, indipendentemente da dove ci trovassimo o da quale fosse la loro cultura. In Irlanda, io e il mio socio Brian teniamo un corso di un weekend che abbiamo chiamato Life Enhancement [migliorare la vita, NdT] in cui ciascun partecipante scrive su un foglio le questioni che vuole risolvere e noi le affrontiamo durante i due giorni del corso. Per essere sicuri di riuscire a produrre gli opportuni cambiamenti a livello inconscio, spesso facciamo una doppia induzione. Questo significa che spesso facciamo una sessione di rilassamento in cui parliamo entrambi contemporaneamente in perfetta sincronia. Le persone rimangono spesso colpite da come riusciamo a parlare all'unisono, senza interruzioni e senza che l'uno disturbi l'altro. Uno dei motivi che ci permettono di farlo è lo stesso che ci permette di lavorare così bene in coppia quando saliamo contemporaneamente sul palco: siamo grandi amici. Tra di noi c'è un legame molto stretto e ci conosciamo talmente bene che ciascuno riesce a completare le frasi dell'altro. Questo ci mette in condizione di lavorare molto bene in due: sappiamo essere molto divertenti e, allo stesso tempo, efficaci nello svolgere la nostra funzione ipnotica. Un altro motivo per cui siamo in grado di farlo è perché lo percepiamo come qualcosa di simile ad un'esecuzione musicale. Le canzoni mettono le persone in uno stato alterato. Mi ricordo una volta in cui vidi il mio amico Karl fare una jam session con un altro amico, Ben. Ben suonava la batteria e Karl il sassofono. Li guardavo mentre improvvisavano, riprendendo l'uno le armonie dell'altro, migliorandole. Quando si suona in maniera così creativa, in perfetta sincronia, c'è qualcosa di speciale, qualcosa che crea uno stato alterato. Mi ricordai anche di quella volta, in Messico, in cui incontrai Lionel, un musicista amico di Gabe. Ricordai di aver ascoltato il suo CD, Eyes closed, e di aver notato come ogni canzone, senza bisogno di parole, sembrava indurre un stato di trance con gran facilità. Sin dai tempi in cui iniziai a studiare l'ipnosi ascoltando delle cassette incise dallo straordinario Paul McKenna, un ipnotista estremamente preparato e dotato con cui ebbi successivamente la fortuna di poter parlare e lavorare, mi resi subito conto che un tono di voce rilassante e un ritmo adeguato erano essenziali per aiutare le persone a rilassarsi profondamente. Ricordo quando mi esercitavo, induzione ipnotica dopo induzione, col mio amico Thomas: continuammo finché non ci sentimmo davvero sicuri e competenti in ogni aspetto del processo ipnotico. Facevamo esperimenti giusto per vedere quanto in là potevamo spingere le nostre abilità, quando in profondità riuscivamo ad andare. Anche in queste pagine volevo inserire una trance che fosse un buon esempio di qualcosa che aiuti a spiegare il processo di cambiamento più approfonditamente. Inoltre, anche se queste sono soltanto parole su una pagina, il vostro inconscio le
assorbe così come ne avete bisogno perché ricorda che si tratta di semplici trancescrizioni. Vedete, uno dei più grandi problemi che hanno le persone è che non dedicano abbastanza tempo a farsi stare davvero bene e a far girare delle belle sensazioni nel proprio corpo. Il genere di cose che le persone provano quando si rilassano ed entrano in trance è che notate come vi sentite rilassati e il vostro respiro si fa profondo e spontaneo. E ancora, il vostro corpo si sente a suo agio e per voi diventa sempre più facile immaginare cose diverse. Moltissime persone rimangono completamente coscienti di quel che accade attorno a loro, ma è proprio facile rilassarsi e ascoltare ogni parola. Sembra quasi lo stato mentale in cui scivolate prima di addormentarvi, quando vi lasciate trasportare e nel dormiveglia sognate di fantasie e idee differenti. Ed è una buona idea leggere l'induzione lentamente, a un quarto della vostra normale velocità di lettura... perché la trance giunge quando si rallenta e ci si gode il momento. E siete stati seduti qui... a fare attenzione a quel che andavo dicendo... e mentre ogni parola vi toccava... potete cominciare a rendervi conto... che avete iniziato ad apprendere molte cose... che hanno già cominciato... ad assistervi a trance-formarvi. Il vostro inconscio sa... che ci sono molti cambiamenti... che avete cercato. Qui e adesso... potete notare come... mentre iniziate a pensare a... ciò che volete... vi ritroverete a vederla dal lato positivo... specificamente. E immaginerete quel che sarete in grado di vedere... udire e provare... quando ce l'avrete fatta. Immaginerete quel che accadrà... di conseguenza... e quale sua parte... avete sotto il vostro controllo. E mentre vi rilassate ancor più profondamente... godrete delle meravigliose sensazioni... che arrivano quando ci si abbandona... vi ammalieranno le diverse percezioni... che provate, percezioni che si muovono... cambiano ed evolvono... potete accorgervi che state consentendo ad ogni parte del vostro corpo e della vostra mente... di rilassarsi... mentre vi date il permesso di mettere in atto certi cambiamenti... e i cambiamenti diventano certezze... potete liberarvi delle convinzioni sul cambiamento... che avevate e comprendere il cambiamento... che significa imparare che... potete provare questo meraviglioso... e rilassante stato di pace interiore... da dove potete darvi il permesso... di provare sensazioni superbe che penetrano nella vostra pelle... aiutandovi a sentirvi davvero bene... e a trovare voi stessi... facilmente e completamente... e a cambiare il modo in cui vi sentivate... per tutte quelle cose che hanno prodotto delle cattive sensazioni. Ora, al posto di quelle... vi ritroverete a provare soltanto sensazioni belle e piacevoli... sentimenti che vi colmano d'ispirazione... che vi motivano... a rendervi conto come potete vedere le cose in un modo completamente nuovo... potete ritrovarvi a imparare a vedere la stessa esperienza da molteplici punti di vista e a sviluppare... dentro la vostra mente... un modo divertente di pensare
a qualsiasi cosa... così che in futuro... quando affrontate i problemi che già non vi infastidiscono più... vi riscoprirete a vederli in molti modi diversi... sotto molti punti di vista diversi... con un meraviglioso senso dell'umorismo... che vi aiuta a ridere di ogni cosa, spontaneamente. Godrete appieno del superbo istante... che vi consente di comprendere le cose diversamente... e vi ispira a fare ogni cosa... necessaria a rivoluzionare la vostra vita. Avete imparato molte cose... che scoprirete di poter... usare per migliorare la vostra vita... enormemente e rapidamente... e mentre usate tutte queste abilità... rimarrete piacevolmente sorpresi... di quanto veloce e facile sia per voi... mettere in atto cambiamenti permanenti e positivi. Potete quindi fare ritorno... lentamente... allo stato di veglia, ristorati e rinvigoriti, sentendovi davvero bene. Più ci penso, più mi rendo conto che il cambiamento deve avvenire a livello inconscio e lo si deve tenere sott'occhio consciamente. Questa è la ragione per cui io e Brian ci accorgiamo spesso che i nostri seminari sembrano produrre risultati così efficaci in così poco tempo. Riusciamo ad inserirci l'uno nei discorsi dell'altro, aggiungendovi valore e questo produce un potente effetto ipnotico che manda in trance le persone. Il titolo del libro di Gabe, Deep Transformation, funzionava bene. Pur non riuscendo a capire la maggior parte di quel che c'era scritto, sapevo che le storie e i racconti che conteneva erano tutti pensati per fare proprio quello... cambiare le persone profondamente. Gli sorrisi e lui sorrise a sua volta come se, pur non conoscendo i miei pensieri, volesse dirmi: "Precisamente e senza che neppure se ne accorgano". E poi mi sovvenne che i migliori professionisti del cambiamento ipnotico che avessi mai incontrato e con cui avessi collaborato, e mi riferisco a Richard, Paul McKenna, John LaValle, Gabe e Brian, erano tutti maledettamente bravi a fartela sotto il naso e altrettanto straordinari nel produrre cambiamenti assolutamente positivi.
PARTE
IV SPEZZARE LE CATENE DEL "SÉ"
23 Il cocktail che è in voi Alcuni mesi dopo la nostra chiacchierata a Londra, raggiunsi Richard per una nuova conversazione, questa volta a Edinburgo. Ci incontrammo in fondo a una sala conferenze, al termine di un seminario di un giorno intitolato Adventures in Neuro Hypnotic Repatterning. Richard fece in modo di trovare del tempo per me dopo che tutti gli altri se n'erano andati. Ci sedemmo a un tavolo vicino al fondo della sala. Da quando avevamo concluso la nostra ultima conversazione, avevo fatto un sacco di cose differenti. Mi ero accorto di ottenere risultati ancora migliori di prima con i miei clienti e avevo apportato degli splendidi cambiamenti nella mia vita privata. Avevo deciso che questa volta, a Richard, avrei chiesto come fosse possibile aiutare le persone ad affrancarsi dalle catene del sé. Per me, questo significava affrontare qualsiasi problema le persone avessero nei confronti di loro stesse o delle condizioni in cui versavano. Avremmo parlato di bassa autostima, depressione, stress, paura, perfezionismo, disturbi alimentari, problemi di denaro e di salute. Nonostante avessi già ricevuto delle ottime risposte a queste domande, sapevo che avrei comunque imparato qualcosa di nuovo e capito qualcosa più, confrontandomi con la prospettiva unica offerta da Richard. Quella stessa mattina, Richard aveva spiegato come fare a cambiare qualsiasi sensazione relativa a una qualsiasi situazione prestando attenzione a ciò che si sente nel corpo, a come si manifesta quell'emozione, e muovendola nella direzione contraria. Era così semplice e, ciononostante, così efficace. Ero entusiasta delle risposte di Richard e volevo permettere alla conversazione di seguire il suo corso naturale. Mi sovvenne che il concetto di "sé" era un concetto psicologico e che molti dei problemi esistenti derivavano da una visione psicologica del sé. Quando si affrontano i problemi con semplicità, tutto si riduce a sentirsi bene o a sentirsi male. Volevo analizzare questa teoria con Richard, perché mi rendevo sempre più conto che era tutta questione di "chimica". I pensieri che fate influiscono sulle sensazioni che provate, che a loro volta agiscono sulla chimica del vostro cervello e del vostro corpo. Quindi, ne consegue che i vostri pensieri condizionano la chimica del vostro cervello e del vostro corpo. Il ciclo poi si chiude, dal momento che la chimica del vostro cervello influenza il modo in cui pensate e in cui vi sentite. Dal momento che le vostre azioni dipendono dalle decisioni che prendete sulla base di ciò che pensate e provate, è fondamentale che assumiate il controllo dei vostri pensieri e delle vostre sensazioni. La bella notizia è
che, una volta che ci sarete riusciti, sarete in grado di agire sulla chimica del vostro cervello. Il cervello è composto da milioni di neuroni (cellule cerebrali). Ogni volta che pensate o fate qualcosa, create delle connessioni tra questi. Questo agisce sul rilascio di sostanze chimiche nel vostro cervello che, a loro volta, danno origine alle sensazioni che provate. Queste sostanze prendono il nome di neuropeptidi o neurotrasmettitori e agiscono sul funzionamento delle connessioni neuronali. Quindi, i vostri pensieri, le vostre sensazioni e la chimica del vostro cervello sono, letteralmente, tutti interconnessi gli uni con le altre. E così, una volta che la chimica del vostro cervello starà lavorando bene, vi accorgerete che vi è più facile avere sensazioni e pensieri più produttivi. Questo vi consente di superare molti dei problemi che vi trovate ad affrontare nel corso della vita. Poggiai il registratore sul tavolo e tirai fuori il taccuino. Ero pronto a dare inizio alla conversazione successiva.
24 Le bugie della psicologia
"Ciò in cui non credi è importante tanto quanto ciò che fai." Richard Bandler
La psicologia è utile in certi casi. Come psicologo, posso dire di avere imparato, in quell'ambito, molte cose che si sono dimostrate preziose. Ho pure visto e sperimentato sulla mia pelle diverse cose che, di quell'ambito, mi hanno deluso. Il concetto del sé è stato uno dei maggiori argomenti di cui ci si è occupati sin da quando la psicologia fece la sua comparsa nel XIX secolo. Sfortunatamente, i metodi adottati per esplorare questo affascinante argomento hanno sovente creato più problemi di quanti non ne abbiano risolti. Vedete, in larga misura la psicologia si occupa di studiare la mente e il comportamento umani. L'obiettivo che si intende raggiungere è capire i "perché" che stanno alla base di ciò che pensiamo, di come pensiamo e del perché facciamo quel che facciamo. Alcuni psicologi di talento hanno arricchito la qualità della nostra vita grazie alle loro ricerche di inestimabile valore. Sfortunatamente, secondo me, questo accade molto più di rado di quanto dovrebbe. La mia esperienza con i clienti è di averli visti cambiare enormemente e rapidamente quando applicavano le abilità che avevo insegnato loro. Ho visto con i miei occhi persone cambiare completamente atteggiamento dopo un'unica sessione. Le ho viste superare fobie e ne ho testato i risultati pochi minuti dopo aver lavorato con loro. Mi sono tenuto in contatto e li ho seguiti, scoprendo che i cambiamenti si dimostravano essere duraturi. Le bugie della psicologia sono le bugie che cercano di far rientrare le persone in diverse categorie di "nevrotici". Sono le bugie che cercano di insinuare che qualsiasi esempio di un rapido cambiamento trasformazionale durerà soltanto per un breve periodo di tempo ed è privo di un qualsiasi valore sul lungo termine. Sono le bugie che sostengono che si dovrebbero impiegare unicamente quelle tecniche e quei processi che sono supportati da una ricerca clinica. Sono bugie perché ciò che si scopre occupandosi di psicologia è che si può dimostrare valida o inefficace qualsiasi tecnica, idea o teoria a seconda del punto di vista da cui la si studia. C'è addirittura una ricerca che dimostra come lo stare su una lista d'attesa possa farvi stare meglio molto più rapidamente di quanto non accadrebbe se andaste effettivamente in terapia!
Mi sono reso conto che gli psicologi migliori sono quelli che imparano tutto quanto riescono a imparare per aiutare le persone a cambiare e a migliorare, quelli che sono aperti a qualsiasi idea e che sono disposti a testarla nella loro pratica. È così che possono aiutare le persone a cambiare nei modi più pratici e funzionali. Ciò che interessa a me è che le persone imparino a comprendere se stesse in modo più efficace. Siamo prigionieri dei nostri "sé". Ci rinchiudiamo all'interno dei limiti della nostra stessa mente, limiti che sono costituiti dalle nostre convinzioni, dai nostri pensieri e dalle nostre sensazioni. Per essere più chiari, la prima cosa che vogliamo farvi capire è la seguente: ciò che pensate essere vero, non lo è... ma scommettiamo che è un sacco più divertente e infinitamente più utile! Spezzare le catene del vostro "sé" significa imparare come avete fatto a imprigionarvi per mezzo dei vostri pensieri, delle vostre convinzioni e di ciò che provate, significa scoprire come fare a cambiarli e a rendervi, così, liberi. Si tratta di imparare come avete fatto a deprimervi e a vivere nell'autocommiserazione e nella paura. Si tratta di scoprire come avete fatto a preparare il terreno alla delusione, desiderando che tutto fosse perfetto, e a creare quel senso d'insicurezza, di bassa autostima e di inadeguatezza. Le persone si vedono spesso in modi davvero dannosi e distorcono la propria immagine di sé al punto da produrre tutta una serie di effetti, tra cui la bulimia, l'anoressia e la scarsa fiducia in se stessi. Possiamo soffrire di attacchi di panico e d'ansia. Possiamo stressarci, sentirci sopraffatti e frustrati dalla vita. Spezzare le catene del sé significa anche venire a conoscenza dei segreti grazie ai quali far manifestare la ricchezza, acquistare più salute e creare più tempo per sé, per fare ciò che è necessario. Siamo liberi da quelle catene quando abbiamo una florida immagine di noi stessi e quando stiamo bene con noi stessi. Siamo liberi da quelle catene quando siamo in salute e facciamo più soldi, quando troviamo più tempo per fare quel che vogliamo, godendocelo. Siamo liberi da quelle catene quando siamo soddisfatti di noi stessi, quando siamo felici di sapere che miglioriamo giorno dopo giorno. Siamo liberi da quelle catene quando ci sentiamo tranquilli pensando a chi siamo, quando facciamo solamente pensieri positivi, utili e produttivi e quando le nostre convinzioni ci servono nel migliore dei modi. Ora, come abbiamo già spiegato, pensieri e convinzioni sono tutti costituiti dai seguenti elementi. Noi rappresentiamo pensieri e convinzioni sotto forma di immagini, suoni e sensazioni. Ad esempio, quando crediamo che qualcosa sia vero, costruiamo un'immagine di quella cosa e, tipicamente, ci diciamo qualcosa a riguardo usando un certo tono di voce e proviamo una forte sensazione di certezza da qualche parte nel nostro corpo. Quando ebbi il mio momento di rivelazione su quella barchetta, mentre le onde s'infrangevano tutto attorno a me, ripensai agli ultimi giorni trascorsi lì, alle Figi. È probabile che gli abitanti di Bounty Island fossero tra le persone più felici che avessi conosciuto. Avevo fatto subito amicizia con gli abitanti dell'isola che lavoravano dove alloggiavo. C'era come una sorta di feeling. Si prendevano in giro e si stuzzicavano l'uno con l'altro, proprio come noi irlandesi. Sin dall'inizio mi punzecchiarono e canzonarono ed io feci altrettanto con loro. Non facevamo che
ridere e loro erano sempre di buon umore. Parlando con loro scoprii che la loro visione del mondo era radicalmente diversa da quella a cui ero stato abituato. Non si soffermavano sulle esperienze e sugli eventi tristi. Non si focalizzavano su quanto terribili fossero le cose. Non passavano il tempo a cercare di capire perché stessero male o che cosa significasse. Se stavano male, lo accettavano, semplicemente. Continuavano a vivere la loro vita e a fare quel che c'era da fare istante dopo istante. Mettevano la gran parte della loro attenzione nel momento presente. Questo atteggiamento mi faceva pensare ad alcuni dei miei compagni di squadra di Dublino. Anche loro hanno una visione molto sana della vita e ne parlai con due di loro, Dave e Jason. Il modo in cui affrontano la vita è molto semplice: sebbene siano indubbiamente delle persone sveglie, non pensano alle cose con profondità eccessiva. Quando trascorro del tempo con loro, mi rendo conto che hanno un atteggiamento molto simile a quello di Mosquito, Mr Porter e Captain, i figiani con cui feci amicizia su Bounty Island. Il segreto stava nel concentrarsi sul presente e sul futuro, senza indugiare sugli eventi negativi o sulle brutte sensazioni, tanto era inutile. Bastava richiamare alla mente i propri ricordi migliori, godendoseli ogni volta che venivano rievocati. Era semplice come sembrava. Capita spesso che la vita sia molto più semplice di quanto non la si dipinga ed è proprio quando complichiamo le cose, che diamo origine ai nostri problemi. Mentre ripercorrevo le esperienze fatte lavorando con le migliaia di persone che, nel corso degli anni, si erano sentite tristi e avvilite, impaurite e ansiose, sole e disperate, cominciai a rendermi conto che molto di tutto ciò si poteva imputare alla psicologia. Da quando vengono create sempre nuove etichette, ci sono sempre più persone che, anno dopo anno, sembrano avere problemi di carattere emotivo o psicologico. È quasi come se la psicologia stessa contribuisse parzialmente a crearli. Più "etichette" inventiamo, più sono grandi i libri che categorizzano i diversi disturbi, come il DSM IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che elenca esaurientemente una vasta gamma di categorie diagnostiche), più aumentano i modi che abbiamo a nostra disposizione per essere "incasinati". Quelle erano le bugie della psicologia, perché è credendoci e utilizzandole come punto di riferimento per analizzare noi stessi, che riusciamo a creare sempre più problemi per noi stessi. Alcuni "esperti" negli ambienti della psicologia, della terapia, del counselling e della psichiatria si faranno beffe dell'idea che sia possibile indurre un cambiamento rapidamente. Sono convinti che debba essere doloroso e difficile, che ci voglia un sacco di tempo e che sia necessario capire tutto alla perfezione. È ora di respingere queste bugie che ci dicono quanto difficile debba essere il cambiamento ed è ora di accettare la possibilità che il cambiamento sia più facile, più semplice e più rapido di quanto avessimo creduto prima di questo momento. Sono convinto che il primo passo per capire come essere più soddisfatti di sé e come migliorare la propria vita preveda che analizziate queste "bugie della psicologia" e che le riportiate alle giuste proporzioni, così da poter iniziare liberi dalle etichette. Decisi di concentrarmi su di un'etichetta che fosse utile. Cominciai col chiedere a Richard quale fosse la sua definizione di felicità.
OWEN: Quindi, Richard, qual è la tua definizione di felicità? RICHARD: La felicità è una sensazione cinestesica. È uno stato spirituale, uno stato spontaneo. Non richiede alcun genere di sforzo. È semplicemente qualcosa in cui potersi rilassare, all'interno di cui potersi immergere. Sai che non ti ci vuole alcuno sforzo a immergerti in una vasca piena d'acqua calda. Se l'acqua è troppo calda salti fuori, se è troppo fredda ci stai male, ma se la temperatura è quella giusta ti ci immergi immediatamente e rimani lì a cullarti e, per me, il sentirsi felici è proprio così. Si tratta di cullarsi nelle sostanze chimiche che provocano quella sensazione cinestesica, così da vibrare in uno stato di nonnecessaria euforia, ma, che si tratti di euforia, di calma o di qualsiasi altra variazione, l'importante è che risalti una vibrazione di benessere. Tenendo questo bene a mente, la mia prossima domanda era tesa a scoprire quali fossero i segreti per vivere più felici.
OWEN: Quindi, come si può diventare più contenti di sé e degli altri? RICHARD: Esercizio, esercizio, esercizio. In genere le persone passano troppo tempo nell'arco di troppe giornate a farsi star male e devono smetterla e cominciare a star bene. Devi cominciare col rendere più forti le sensazioni positive che già provi e devi imparare a prendere quelle sensazioni positive e a farle girare all'interno del tuo corpo, così che non si disperdano nell'aria. Devi scoprire come trovare il tempo per associare queste sensazioni a delle cose che ti consentono di migliorare la tua vita. Devi guardare i tuoi figli e i tuoi nipoti e sentirti meravigliosamente bene. Hai presente quella vecchia idea di fermarsi e annusare le rose? Le rose potrebbero anche non interessarti, ma devi trovare le cose che effettivamente ti interessano. Le persone tendono a diventare monotematiche. Un mio vicino aveva l'abitudine di trascorrere le giornate seduto in garage, a fare piccole costruzioni in legno e quello era il suo passatempo. Lo fece per trent'anni ma, in breve tempo, i suoi amici morirono e quando giunse la sua ora era un uomo estremamente solo, che passava il tempo seduto in garage circondato da oggettini in legno... e il fatto strano è che, quando morì, per due settimane nessuno se ne accorse, finché l'odore non si fece abbastanza forte. Non credo che fosse felice quanto basta. Non sapeva come farsi degli amici o come uscire e incontrare altra gente. Non uscendo mai da quel garage, non c'era verso che accadesse. A volte devi proprio cogliere l'occasione, correre il rischio. Sono sempre quello che ficca i claustrofobici nell'armadio e dice: "Hai paura se tengo la porta dell'armadio aperta?" e loro rispondono: "Beh, non sono ancora dentro all'armadio". Allora io dico: "Quanto grande dev'essere quell'armadio e se l'armadio fosse grande, avresti paura
dell'armadio o delle cose che contiene?". Ho incontrato un claustrofobico per cui una sala di queste dimensioni sarebbe stata troppo piccola. Era cresciuto in una casa davvero grande, i suoi genitori erano benestanti e per lui una stanza come questa sarebbe equivalsa a un armadio. Anche chiudendo gli occhi, provava ancora paura, dal momento che sapeva di trovarsi in uno spazio angusto. Dovetti portarlo al punto in cui non gli importava più delle dimensioni della stanza in cui si trovava. Gli chiesi: "È davvero così importante? Dopotutto, lo spazio che occupi tu è sempre lo stesso". Quello di cui stava parlando Richard era imparare a cambiar modo di vedere le cose, così da riuscire a pensare in modi che ti facciano star bene. Gli elementi base della PNL e delle altre tecnologie inventate da Richard fanno davvero vedere come fare tutto ciò. Se state male, rendetevi consapevoli delle immagini che state creando in quel momento e del modo in cui vi parlate e delle sensazioni che provate. Rimpicciolite le immagini e portatele molto lontane da voi. Togliete i colori, fatele diventare sempre meno nitide, togliete luminosità e poi sostituitele con uno sfondo completamente bianco. Cambiate il tono della vostra voce interna o della voce che sentite nella vostra testa e che vi fa star male. Fatela squittire come quella di Topolino o rendetela sexy e seducente. Prendete la sensazione e notate in che direzione si muove all'interno del vostro corpo: fatela muovere nella direzione opposta. Quando attivate questi processi, vi accorgerete spesso di non stare più male. Sono processi rapidi e potenti. A volte vi capiterà che la vostra voce interna continui a starvi addosso e a tentare di farvi star male. Quando accade, si tratta semplicemente di ripetere uno speciale mantra più e più volte. Durante i miei viaggi in India e in Nepal, i monaci e i guru che ho incontrato mi hanno insegnato diversi mantra. Tuttavia, ho scoperto che quello di gran lunga più efficace, quello che ho usato con migliaia di clienti ottenendo sempre uno straordinario successo, è un mantra che mi ha insegnato anni fa Richard. Mi disse che ogni volta che ci si trova a parlare a se stessi in malo modo o a tentare di star male per una qualsiasi cosa, bisogna ripetere il mantra "CAZZO, ZITTO". Molte delle persone con cui ho lavorato mi hanno confermato che questo mantra si è rivelato essere l'esercizio mentale più sorprendente che avessero mai fatto e che si sono ritrovate a pensare più positivamente nell'arco di pochi giorni. Ora, vi capiterà a volte, mentre lo ripetete, di cominciare a dirvi cose tipo: "Non funzionerà mai. È ridicolo". È proprio in momenti come quello che è di cruciale importanza continuare a ripetersi il mantra "CAZZO, ZITTO. CAZZO, ZITTO. CAZZO, ZITTO". Giocherellando, poi, con questa idea, ho ideato altri mantra che ho scoperto funzionare a meraviglia in situazioni problematiche diverse. Per coloro che si preoccupavano parecchio, mi venne in mente di far loro ripetere il mantra "CAZZO, E ALLORA?" con il tono di chi si chiede: "E chi se ne frega?". 'Questi meta-mantra, come li chiamo io, sono uno splendido modo per ripulire l'interno della vostra mente. Una volta che l'interno della vostra mente comincia a liberarsi di questo
inquinamento mentale nocivo, è importante sostituire questi vecchi pensieri abituali con dei pensieri nuovi, più gioiosi e produttivi. Richard chiede spesso: "Quando non hai più quel problema, cos'hai intenzione di fare con tutto quel tempo libero?". Abituarsi a fare pensieri nuovi potrebbe significare vedere delle immagini positive di voi stessi e della vostra vita, parlarvi con un tono di voce più gentile e dirvi cose che vi permettano di accedere alle vostre risorse, creare delle sensazioni positive, potenti e proficue che vi facciano vibrare di gioia e agire con maggiore efficacia. Potrebbe semplicemente trattarsi di apprezzare il posto in cui vi trovate. Ricordo di essermi trovato sotto a una pensilina malandata alla fermata dell'autobus alla periferia di Pune, in India. Era quasi sera e l'odore di spazzatura e di cibo andato a male che permeava quel posto era particolarmente penetrante. Stavo per cominciare un viaggio di sedici ore che mi avrebbe portato a Bangalore e, mentre me ne stavo in piedi in mezzo ai miei bagagli, cominciai a far caso alle persone attorno a me. La pensilina si trovava a non più di tre metri da un insediamento di persone che vivevano in tende non più grandi di una normale cucina. Rimasi sbalordito nel rendermi conto che ciascuna tenda faceva da casa per una coppia di adulti e almeno due bambini. Mentre osservavo le tende e i loro occupanti che badavano alle proprie faccende quotidiane, notai un ragazzino che non poteva avere più di quattro o cinque anni. Stava giocando sul terreno polveroso appena fuori dalla sua tenda. Raccoglieva dei ciottoli e poi li disponeva in un ordine diverso. Sembrava trovare la cosa avvincente. Era piuttosto magro e indossava un paio di pantaloncini corti bianchi e sporchi: nient'altro. Nel guardarlo giocare così, mi resi conto che in onestà potevo dire di non aver mai visto nessuno divertirsi a fare qualcosa più di quanto non sembrasse fare lui. Lo osservai per circa mezz'ora, finché non salii sull'autobus che lui ancora giocava, con quel fantastico sorriso stampato in viso. Non aveva né Playstation, né televisore, né computer... soltanto ciottoli e sporcizia. Fui davvero colpito da quello di cui sono capaci gli esseri umani. Non avendo altro che la sua immaginazione e il più semplice degli ambienti, questo ragazzino aveva costruito il suo stupefacente parco di divertimenti. In genere, le persone con cui ho parlato e da cui ho appreso ad essere soddisfatto della vita tendono a pensare molto semplicemente ed efficacemente. Ricordo di una volta in cui Dave, il mio compagno di squadra, mi parlò del suo atteggiamento nei riguardi del lavoro e del commettere errori. Mi spiegò: "Quando faccio un errore, faccio un errore. Mi dico, semplicemente, di fare del mio meglio la volta dopo. Puoi soltanto fare del tuo meglio. Non vale la pena di starci male. Se c'è qualcuno che mi importuna o che fa qualcosa per farmi incazzare, non faccio che dirmi: 'Che imbecille' e non ci penso più. Non vale la pena rimuginare su delle cose che ti fanno incazzare. La vita è troppo breve". Non avrei saputo dirlo meglio. Perciò non lo feci.
25 Il grande mondo cattivo: la sindrome del "povero me" Entrò nel mio ufficio tenendo la testa china. Aveva poco meno di 40 anni ed era molto ben vestita. Mi strinse fiaccamente la mano e si accasciò distrattamente sulla sedia. Cominciai.
OWEN:
Allora, come posso aiutarla?
Sospirò. Ricordai la nostra ultima conversazione al telefono. Era stata lei a chiamare e a chiedermi un parere professionale. Le cose che sapevo di lei erano tre. Come prima cosa, era stata da una dozzina di terapeuti: psichiatri, psicologi, ipnoterapeuti, counsellor e anche alcuni practitioner di PNL. Nessuno l'aveva saputa aiutare, o almeno così diceva. In secondo luogo, sapevo che era "polare". Con ciò intendo dire che era il tipo di persona che, qualsiasi cosa dicessi, non sarebbe stata d'accordo. Indipendentemente da quello che avevi da dire, lei non sarebbe stata d'accordo. Terzo: era uno dei migliori esempi che avessi mai incontrato di persona affetta da quella che chiamo la sindrome del "povero me", in cui tutto quello che la persona sa fare è lamentarsi in continuazione di quanto orribile sia la sua vita. Essendo questa la partenza, mi ero fatto un'idea di come me la sarei giocata. Non mi sarei mai aspettato di dovermi spingere così in là, ma il mio istinto mi sostenne per tutto il tempo. Rispose con un pietoso lamento.
MARTINA: Non so se ci sia qualcosa che mi potrebbe aiutare. La mia è una vita terribile. Ne convenni.
OWEN:
Non mi sorprende.
Leggermente scioccata, continuò.
MARTINA: Il fatto è che tutti mi odiano. Fui nuovamente d'accordo.
OWEN:
Non posso certo biasimarli.
Continuò con ancora maggiore impegno.
MARTINA: NO, vede, io non valgo nulla. Non sono affatto attraente. Nessuno mi vorrà mai. Ancora una volta mi ritrovai d'accordo e, premuroso, aggiunsi:
OWEN:
Ottima osservazione.
Mi guardò con aria indignata, ma continuò. La conversazione continuò così per altri dieci minuti in cui la sua voce si faceva sempre più irata e sconvolta. Le avevo dato ragione su tutto quel che di negativo avesse detto su di sé. Alla fine mi guardò con la rabbia negli occhi.
MARTINA: Vede, non riesco neppure a farmi valere con nessuno. Lei mi sta maltrattando come tutti gli altri. Non fanno che trattarmi come uno zerbino. Ancor oggi mi chiedo come abbia avuto il coraggio di farlo, ma appena ebbe pronunciato l'ultima parola mi alzai, mi portai dall'altra parte del tavolo, dove stava lei, e mi pulii la scarpa sui suoi pantaloni color crema. Questa volta, lo sguardo che mi rivolse fu un misto di orrore e disgusto. Ancora pochi minuti e quella donna cominciò a ingiuriarmi, gridando. Mi affibbiò qualsiasi epiteto conosciuto, mentre mi spiegava come mi avrebbe dimostrato che avevo torto.
OWEN:
Mi dispiace, tesoro.
Lo dissi con tutta la condiscendenza di cui ero capace.
OWEN:
Temo di non poterti aiutare. Temo che nessuno possa farlo, perché sei senza speranza. Non c'è nulla che potrebbe fare una qualsiasi differenza per te, a questo punto. Sei brutta, stupida, grassa, fastidiosa, noiosa, pigra e antipatica.
Avevo riassunto tutto quello che aveva detto di sé negli ultimi 25 minuti, più o meno.
OWEN:
Per di più, hai provato di tutto e niente ha funzionato, perciò ti terrai quel tuo problema finché campi.
Mi maledisse, dicendomi come avrebbe cambiato la sua vita da cima a fondo.
MARTINA: Lei è una persona assolutamente ignobile. Le farò vedere io. Come osa? Non ha alcun diritto. Le dimostrerò che ha torto. Lei è assolutamente ignobile. Aveva intenzione di chiudermi la bocca una volta per tutte e io mi sarei pentito di quel che avevo detto. Detto ciò, dopo neanche 30 minuti di sessione, si precipitò fuori dal mio ufficio come una furia. Dapprima sentii il cuore battere all'impazzata, poi mi sedetti e mi resi conto di quel che era accaduto. Tre mesi più tardi ricevetti una lettera. Era lunga quattro pagine e mezza, scritta a mano e cominciava con "Caro Signor Fitzpatrick". Cominciai a leggerla e mi misi subito a ridere: questa signora si era presa la briga di insultarmi selvaggiamente a più riprese e, nel frattempo, di spiegarmi come avesse rivoluzionato la propria vita. Diceva di avere incontrato un nuovo compagno, di essersi fatta nuovi amici sul nuovo posto di lavoro, di essere in procinto di traslocare in una zona più bella della città e che, fondamentalmente, tutto andava a meraviglia. La sua lunga e offensiva lettera terminava così: "È come le avevo detto. Ora la mia vita è cambiata e tutte quelle cose orribili che mi aveva detto, beh, si era sbagliato. Tutto va alla grande, adesso. La sua previsione non era affatto rispondente alla realtà. Come ci si sente ad avere torto? Le cose mi stanno andando bene e sono io a fare in modo che le cose vadano così". Nel finire la lettera, mi resi conto che c'era soltanto una cosa che dovevo ancora fare. Le risposi con una lettera di una sola riga "Certo, ma quanto durerà?". Questo significava che, per poter continuare a dimostrare che avevo torto, avrebbe dovuto continuare a rendere la sua vita assolutamente fantastica. Circa un mese più tardi, ricevetti un'altra lettera, alla quale era allegato un assegno per la sessione che avevamo fatto. Questa volta non era più lunga di una pagina e cominciava con "Caro Owen". Nel resto della lettera mi spiegava come, alla fine, avesse capito che cosa avessi fatto per lei. Si scusò per tutte le cattiverie che aveva scritto e detto precedentemente e mi spiegò che la cosa che l'aveva veramente fatta cambiare era stata la rabbia, assieme alla possibilità di dimostrare che avevo avuto torto. L'unica cosa a cui riusciva a pensare, diceva nella lettera, era: "Gliela farò vedere a quel bastardo". La determinazione era stata la molla che l'aveva finalmente spinta a entrare in azione. Il ragazzino che vidi in India, quello che giocava così allegramente con i ciottoli e la sporcizia, non si autocommiserava. La maggior parte delle persone che incontrai in India, persone che vivevano in condizioni di povertà estrema, non si autocommiserava. Per contro, mi sono spesso accorto che sono le persone che vivono nel mondo "occidentale" che vengono a farmi visita perché hanno queste orribili storie di autocommiserazione, tipo "povero me". Ci mettono ore a spiegarmi quanto sia terribile la loro vita. Ho sempre incontrato grosse difficoltà
nel farle concentrare sul futuro, perché tendono a riportare continuamente l'attenzione sul proprio passato. E ancora, non è sempre colpa loro. Imparano a farlo perché, a recitare la parte della povera vittima, si prova anche una bella sensazione. L'autocommiserazione può essere piuttosto consolante, dal momento che ci si dà amore e ci si connette maggiormente con se stessi. L'atteggiamento del "povero me" è una delle trappole che limitano le persone quando si tratta di superare i propri problemi. Chiesi a Richard di parlarmi di questo fenomeno e di quale fosse il modo migliore di lavorare con delle persone che passano il tempo a compatirsi.
OWEN: Come fai ad aiutare le persone che si autocommiserano? RICHARD: Beh, per poterti autocommiserare, prima di tutto devi "commiserare", il che significa provare un insieme di sensazioni piuttosto complesso. Poi devi sapere quando provarle e, successivamente, devi costruirti un insieme di immagini che addossino la colpa dei tuoi problemi a qualcun altro. È come quel blues che fa: "dudawndandan... mia moglie mi ha lasciato, dudawndandan... si è presa anche il cane, dudawndandan... poi mi si è rotta la macchina, dudawndandan... così ho disceso il fiume su di un tronco". È come se la cosa continuasse all'infinito e, tuttavia, ci sono persone che non hanno assolutamente nulla e che siedono nel bel mezzo dell'India con un sorriso sulla faccia, perché non hai bisogno di certe cose per essere felice. Le persone pensano che se succedesse questo o se succedesse quello, allora tutto sarebbe perfetto. Pensano che se accadessero tutte queste cose, allora sarebbero felici. Conosco dei multimiliardari che sono assolutamente infelici e loro hanno davvero qualsiasi cosa, ma sono comunque infelici, perché la felicità non c'entra con quello che accade nel mondo esterno. È qualcosa che devi saper fare e devi esercitarti, e se non ti eserciti ad essere felice, non importa cosa accadrà. Il problema è che queste persone si sono esercitate ad auto-commiserarsi e sono diventate davvero brave a farlo. Quindi quello che è necessario fare è portarli a smettere di far pratica di autocommiserazione e a cominciare ad esercitarsi a essere felici, e finché non lo fanno, quel che accade là fuori nell'universo non importa. Potrebbero fare un miliardo di dollari, avere la donna più bella del mondo e finire sulla copertina di ogni rivista e sarebbero ancora infelici, perché non sanno come fare per essere felici. Le persone pensano sempre: "Se avessi un miliardo di dollari sarei felice". Se non riesci a essere felice con un dollaro, come potresti esserlo con un miliardo di dollari? Quello non serve a renderti felice, quello serve a ossessionarti. Conosco persone che per vivere tengono conferenze e che devono tenerne in continuazione: ancora e ancora e ancora, in tutto il mondo, perché si nutrono dell'ammirazione delle altre persone, il che significa che ne sono dipendenti. Non riuscirebbero a starsene senza far niente come riesco a fare io. Io vivo nel bel mezzo di nulla: non ci sono che vacche, campi e mia moglie.
Questo era davvero un segreto inestimabile. Superare l'autocommiserazione significa imparare a essere felici con poco ed esercitarsi a star bene. Significa concentrarsi su due aspetti: il primo riguarda ciò che potete fare per migliorare le cose; invece di chiedervi: "Perché a me?", chiedetevi: "Che cosa posso fare?"; il secondo riguarda apprezzare e godersi ciò che effettivamente avete. Se fissate molto in alto gli standard e le regole che vi dicono quando sarete felici, quella sensazione sarà molto più difficile da raggiungere. Le persone si ritrovano spesso bloccate nel proprio passato e prendono l'abitudine di soffermarsi su ciò che è stato. Una volta ho lavorato con un tale che lo faceva. Gli dissi: "Cambia il passato". Rispose che non aveva capito. Ripetei di nuovo: "Cambia il passato". Nuovamente mi guardò confuso. Alla fine gli gridai: "Cambia il passato" e lui in risposta gridò: "Non posso". Al che dissi: "Beh, che accidenti ci vivi a fare, allora?". Recepì il messaggio. Essere felici e generare dei potenti stati positivi dipendono essenzialmente da quattro cose.
• Si tratta di creare immagini più positive, provare sensazioni migliori e parlarsi in modo più funzionale. • Si tratta di apprezzare la meraviglia che è la vita e il momento attuale: godetevi ogni cosa che fate il più pienamente possibile. • Si tratta di apprezzare quanto siamo fortunati a vivere la vita che viviamo, con tutto ciò che in essa esiste. • Si tratta di stare davvero bene con se stessi e di apprezzare appieno chi siamo veramente. Se riuscirete a farlo, smetterete di biasimare tutto e tutti e diventerete molto più soddisfatti di voi stessi.
Esercizio: da proteste a proposte Scrivi su un foglio quello che a tuo avviso è un problema nella tua vita e, di seguito, stila subito un piano d'azione di come farai ad affrontarlo.
• Di quali risorse hai bisogno? • Di quali informazioni avrai bisogno? • Di quali contatti avrai bisogno? • Che cosa devi fare per risolverlo? Poniti la domanda: "Posso cambiare il passato?". Se la risposta è no, che ci vivi a fare?
26 Specchio, specchio delle mie brame: i problemi di un'immagine distorta di sé Ricordo che quand'ero depresso, molti anni fa, passavo il tempo con un mio amico. Quando lo andavo a prendere a casa, prima di uscire si fermava davanti allo specchio con aria scherzosa, si guardava ed esclamava: "Come sei sexy". Questo mi colpì molto. Cominciai a rendermi conto che quella era una sua convinzione e che quella convinzione lo rendeva felice. Io non ero certo soddisfatto di me, ma quando cominciai a lottare contro la depressione, cominciai anche a ripetermi cose del genere, mentre mi guardavo allo specchio. Cominciai a concentrarmi maggiormente sul trattarmi meglio. Ho fatto caso che le persone si sentono spesso insoddisfatte di se stesse e di chi credono di essere. Tutti i giorni mi capitava di sentir nominare parole come autoconcezione, auto-immagine e autostima, quando i miei clienti cercavano di diagnosticare da sé i loro problemi. Chiesi a Richard che cosa pensasse di etichette come "autostima".
OWEN: Che cosa pensi di concetti come quello di autostima? RICHARD: Beh, penso che sia proprio un concetto stupido, perché è autoreferenziale. Fondamentalmente alle persone non piace star male e creano dei modi per riuscirci, quando i modi di star male ci sono e sono già abbastanza. Le persone dicono: "Beh, non sono soddisfatto di me". E ogni volta io faccio loro la domanda: "Ne hai qualche motivo?". E ogni volta rispondono: "Cosa?". Allora dico: "C'è una qualsiasi ragione per cui dovresti essere soddisfatto di te? Te ne stai seduto nel mio ufficio, a tenere il muso e a piagnucolare. Non è una cosa di cui essere soddisfatti. È questo che fai tutto il giorno?". Invariabilmente rispondono di no e allora dico: "Bene, allora, quando fai qualcosa di buono, ti senti soddisfatto di te?". A mio parere, quando fai cose che vale le pena di fare, dovresti sentirti bene, ma quelle persone costruiscono una sensazione negativa e cominciano a farla girare
dentro di sé finché diventa un'abitudine. È proprio come quelle persone che hanno l'abitudine di grattarsi l'orecchio sinistro e una volta cominciato non riescono a smettere, eppure quelle connessioni neurologiche si possono interrompere, perché sono percorsi neurocorticali che tracciano circuiti chiusi e puoi fare in modo che le persone smettano di percorrerli e trovino una via d'uscita, se disponi della giusta tecnologia. Questo è esattamente ciò che la Programmazione Neuro-Linguistica mette a disposizione e anche l'obiettivo specifico per cui è stata progettata la tecnologia di Neuro Hypnotic Repatterning: per immergere le persone in un bagno di sostanze chimiche diverse a livello neurologico, così che non riescano più ad accedere ai soliti schemi comportamentali negativi, e a quel punto devi metterci dentro qualcosa di nuovo, così che facciano qualcosa che valga la pena di fare. Il trucco sta nel creare uno spazio vuoto e riempirlo con qualcosa di valido. La maggior parte delle persone non ha nessuna idea di come fare a essere felice. Nessuna. Intendo proprio dire che non si sono esercitate abbastanza. Non hanno trascorso un numero sufficiente di ore ogni giorno a essere felici, ad allenarsi. Hanno trascorso la maggior parte del tempo a sentirsi spaventati, sgomenti, meno degli altri, bla, bla, bla e ciò di cui hanno davvero bisogno è alzarsi la mattina e, per nessun motivo, sentirsi bene e imparare a farlo sempre meglio, così che quando accade qualcosa di buono, possono sentirsi in estasi. Ci sono un sacco di cose che potremmo imparare da culture diverse dalla nostra: dalle "culture primitive". Ci sono innumerevoli culture primitive che non dispongono dei comfort che abbiamo noi, che non hanno tutte queste cose stupende. La cosa a cui danno più valore, tuttavia, è quanto riescono a sentirsi bene, perché considerano questo un'offerta alle loro divinità. Che si tratti o meno di un'offerta a una divinità, penso che star bene sia un nostro diritto di nascita e che non ci sia bisogno di nessuna dannata ragione per farlo, ciò che è necessario è avere la capacità di sapere come far muovere, nella propria mente, i pensieri in una certa maniera, così da creare delle sensazioni positive. Mentre ascoltavo le sue parole, mi resi conto che spesso le persone pensano a loro stesse in modo negativo e si sentono insoddisfatte di sé. Presumono che significhi avere una bassa autostima, mentre in verità la causa è un'altra: la visione che hanno di sé è distorta dalle sostanze chimiche nocive rilasciate mentre si trovano in quello stato negativo. Quando riuscite a rendervi conto che la vostra autostima non dice nulla in merito a chi siete e a quanto siete "buoni", potete scoprire come fare a concentrarvi sul modo di farvi star bene, anziché cercare di trovare il vostro "vero" io. Dal momento che il modo in cui interpretate il mondo non è una realtà oggettiva, ma semplicemente la rappresentazione che ne date in quel preciso istante basandovi
sul modo in cui vi sentite, lo stesso vale per il modo in cui pensate a voi stessi. Quando riuscite a concentrarvi sullo stare davvero bene, allora potete analizzarvi da una condizione migliore, e così facendo vi accorgerete di essere molto più soddisfatti di voi stessi. Potete star bene creando delle immagini nella vostra mente, immagini che vi facciano sorridere, e ingrandendole, rendendole più luminose e vivide. Potete rivolgervi a voi stessi usando un tono di voce migliore. Potete fare delle cose che vi divertono e fare in modo che le altre persone sorridano di più. Ci sono così tanti modi di creare delle belle sensazioni dentro di voi, che più vi esercitate, più favolosa sarà la differenza che faranno per la vostra autostima. Quando le persone dicono di avere una bassa autostima, significa semplicemente che non si sentono particolarmente soddisfatte di sé in quello specifico istante. Analogamente, quando si sentono insicure, non significa che siano insicure, significa semplicemente che è così che si sentono. Richard mi ha insegnato un modo fantastico di aiutare le persone che si sentono insicure.
OWEN: Come fai ad aiutare le persone che si sentono insicure? RICHARD: USO un paradosso. Quando la persona insicura entra e mi dice: "Non sono sicuro del mio futuro", io dico: "Ne sei certo?". Di solito rispondono di sì. Una persona così afflitta dai dubbi è assolutamente certa di esserlo, e quando glielo fai osservare, non può far altro che ridere. È l'importanza del senso dell'umorismo. Poi devono darsi una mossa e porsi delle domande diverse, perché quando ti chiedi: "Che cosa potrebbe andar storto?", lo scoprirai. La stessa cosa succede quando ci si chiede: "E se non avessi ragione?". Ti accorgerai sempre che il tono di voce che usano per interrogarsi influenza le sensazioni che genera. È il tono che usano le tue voci interne, sono le immagini che crei con un bel tono di voce positivo e delle belle sensazioni allineate dentro di te a essere importanti. Chiunque può muoversi verso una buona direzione e, per me, questo è un buon inizio. Mi piaceva la sua idea di evidenziare il paradosso insito nei problemi delle persone, di mostrare loro che quello che credono di non avere in uno specifico ambito della loro vita è, di fatto, qualcosa che dimostrano di possedere in altri contesti. Ad esempio, le persone che credono di aver bisogno di motivazione sono già motivate... a starsene sedute a casa a non fare niente. Le persone esitanti non ci pensano su due volte quando è ora di esitare... lo fanno immediatamente. Ricordate che non siete la persona che pensate o sentite di essere... siete tutto ciò che potete diventare. Siete voi quando date il meglio. Talvolta attingete al vostro vero potenziale e mostrate quel che sapete fare, e altre volte no. Ma siete comunque quella persona e quella persona siete voi. Dovete capirlo, perché significa che, anziché cercare di confrontarvi con gli altri, potete rendervi conto che si tratta unicamente di confrontarvi con voi stessi e di chiedervi: "Quanto sono migliorato oggi, rispetto a
ieri?". La verità è che quando cominciamo a porci questa domanda, la nostra vita migliora di molto. Possiamo sentirci soddisfatti o insoddisfatti di noi stessi quando ci confrontiamo con qualcosa... che siano gli altri, o un'immagine perfetta di noi stessi. Se, invece, riusciamo ad accettare le nostre imperfezioni assieme a ciò che ci rende speciali, possiamo confrontarci con quanto stiamo migliorando e questo ci consentirà di progredire continuamente verso il raggiungimento del nostro potenziale. Forse i problemi più seri associati al modo in cui percepiamo noi stessi sono i disturbi alimentari: l'anoressia e la bulimia. Dal momento che ho ottenuto dei buoni risultati con le persone colpite da questi disturbi utilizzando le abilità che ho imparato da Richard, sapevo che Richard avrebbe potuto dare degli ottimi consigli.
OWEN:
Che consigli hai da offrire alle persone che vogliono affrontare la questione dei disturbi alimentari? RICHARD: Svolgo un lavoro molto efficace con le persone affette da disturbi dell'alimentazione. Mai avuto problemi. A Londra ho lavorato con una persona che oscillava tra l'anoressia e la bulimia. Aveva circa 35 anni. Era una delle partecipanti a un corso per il cambiamento personale e direi che mi ci sono voluti 20 minuti. Ma mi sono concentrato sulle cose semplici. Di che cosa è fatto un disturbo alimentare? Non deve necessariamente essere un disturbo alimentare, può essere un disturbo qualsiasi. È un comportamento ultra-compulsivo e quello che lo rende compulsivo è il fatto che manca una "porta OR" [in informatica, questa espressione indica un circuito elettronico molto semplice che ha il compito di eseguire l'operazione logica elementare OR dell'algebra di Boole, operazione che, nella teoria degli insiemi, corrisponde all'unione, NdR]. È perfettamente logico: se ci fosse un momento in cui si arriva a una porta OR - prendere o lasciare - non sarebbe una compulsione. Quindi quello che faccio è prendere quella compulsione dominante e fare in modo che quella sensazione giri nel corpo in direzione inversa, e quando gira a quel modo, dal momento che si sta muovendo in modo diverso e sta facendo l'esatto contrario di quel che farebbe di solito, induce un profondo stato alterato. Utilizzo anche un po' di ipnosi, per aiutare il processo, e quando il cliente si trova in quello stato alterato, installo simultaneamente le stesse sensazioni che prova per qualsiasi cosa che gli dia la sensazione di poter "prendere o lasciare", così nel preciso istante in cui parte la compulsione, in qualsiasi momento veda del cibo, la sua risposta è: "Non importa, posso prendere o lasciare". Lo faccio perché, se dovessero guardare una dose di stupefacente e pensare: "Non prenderò quella droga. Non prenderò quella droga. Non prenderò quella droga", anziché: "Potrei prenderla o lasciarla dov'è", sarebbe molto più difficile. Hanno bisogno di prendere buone decisioni, perché il trucco è quello. Devi fare in modo che le persone prendano solo e soltanto buone
decisioni, perché allora passano dalla porta OR - posso prenderla o lasciarla - dove la scelta migliore è di lasciarla dov'è... e lo fanno. Quella è vera libertà. È passato già un po' di tempo, sei mesi ormai, e quella cliente non ha più avuto problemi e lo stesso vale per la maggior parte delle persone. Significa che non si sta prendendo una buona decisione, se si vomita tutto quello che si è mangiato. Non è così che dovrebbe funzionare il tuo metabolismo. Non è salutare e la maggior parte di queste persone si ammalerà, ma la maggior parte di loro sta male tutto il tempo perché sono chimicamente sbilanciate. Sono certo che i medici potranno darti un sacco di ottimi motivi per pensare che la bulimia ti faccia male. Lavorando con le persone affette da disturbi alimentari, avevo anche notato che c'erano due problemi principali. Il primo luogo il comportamento compulsivo e, in secondo luogo, la percezione distorta che avevano quando si guardavano allo specchio. Dato che Richard aveva già discusso l'aspetto compulsivo del disturbo, gli chiesi dell'aspetto legato alla distorsione.
OWEN: Per quale ragione queste persone si vedono spesso in modi distorti? RICHARD: Principalmente perché si trovano in dei profondi stati alterati indotti dalla fame. Voglio dire, mentre si trovano in stati così profondamente alterati potrebbero anche assumere sostanze strane. Per la maggior parte fanno uso di farmaci allo scopo di evitare che venga loro fame. Si guardano allo specchio e si vedono ancora grasse, ma questo dipende dal fatto di essersi esercitate a farlo. Anche se grasse non lo sono mai state, non importa. Si sono esercitate al punto tale da avere questa sensazione per cui, non importa quale sia il loro aspetto, proveranno la stessa sensazione; si possono prendere quelle sensazioni e alterare la percezione visiva. Non è difficile da fare, specialmente quando si ha davvero fame. Ci sono cose che non ci sentiamo costretti a fare e cose che ci sentiamo costretti a fare. Quando vi fermate a notare che genere di immagini, dialogo interno, suoni e sensazioni vi fanno sentire costretti a fare qualcosa e che genere di immagini, dialogo interno, suoni e sensazioni ci sono quando potete "prendere o lasciare", allora potete cominciare a giocare con quei processi, imparare come cominciare a provare l'impulso di fare cose più utili e capire come fare a "prendere o lasciare" dei comportamenti non funzionali. Inoltre, è importante che vi rendiate nuovamente conto dell'importanza degli stati alterati e della "chimica" del corpo e che vi esercitiate ad accedere a stati profondamente alterati positivi, capaci di farvi sentire in modo significativamente diverso quando pensate a voi stessi. Quando riuscirete a concentrarvi e a provare degli stati positivi, scoprirete che è molto più facile ottenere risultati efficaci. Guardarsi allo specchio non
è soltanto questione di affermazioni. Se non avete un bell'aspetto, il vostro cervello saprà che state mentendo a voi stessi. Si tratta di fare in modo di sentirsi quanto più soddisfatti possibile. Essere gentili col proprio sé significa dire cose belle con gentilezza e assicurandosi di intraprendere qualsiasi azione adatta a farvi sentire più soddisfatti di voi stessi.
Esercizio per addolcire la propria immagine di sé Che genere di persona vuoi essere? Che genere di persona pensi di essere? Che cosa hai bisogno di fare per sviluppare le qualità della persona che desideri essere? Qual è il modo più utile di pensare a te stesso adesso, in modo da avvicinarti sempre più ad essere la persona che desideri essere? Come parli di te a te stesso? Come ti parlerebbe il tuo migliore amico o la tua migliore amica? Comincia a trattarti sempre più nel modo in cui ti tratterebbe il tuo migliore amico o la tua migliore amica.
27 Distruggere la macchina dei problemi Stavamo guidando lungo una strada che il mio cliente non percorreva da anni. Lui non riusciva a crederci. Stava cercando gli attacchi di panico, ma non gli riusciva di trovarli da nessuna parte. Io sapevo qual era il segreto degli attacchi di panico. Prova a superarli e possono diventare ancora peggiori. Cerca di farli aumentare e starai molto meglio. E così lo incoraggiai a prendere il panico e a farlo diventare molto peggio. Più ci provava e più non ci riusciva. Il panico non funzionava più. Da quando ho cominciato a lavorare nel campo della PNL ho incontrato delle persone che stavano davvero male perché continuavano a star male, nonostante non avrebbero dovuto, perché conoscevano la PNL. Tutto questo concetto dello "star male a causa del fatto di star male" provoca dei problemi enormi a un sacco di persone. Le persone che soffrono di problemi come il panico, di fatto, vanno in panico all'idea di andare in panico. È il fatto stesso di pensare al problema, ad alimentarlo. In altre parole, il problema più grosso non è il problema originario, ma il problema che si ha con quel problema. La chiave sta nello spingere le persone al punto in cui non gli importa più di avere quel problema. Spesso lo faccio con il senso dell'umorismo. Prendo un cliente che balbetta e lo faccio ridere del fatto di balbettare. Qualsiasi cosa possa fare per aiutare le persone a prendere i propri problemi meno sul serio, la faccio. Decisi di parlare con Richard di questo fenomeno.
OWEN:
Quello che ho imparato, Richard, è che spesso non sono i problemi delle persone a essere il problema, sono i problemi che quelle persone si fanno all'idea di avere un problema, ad esserlo. Avevo un cliente con cui ho lavorato recentemente che aveva partecipato a un paio di corsi di PNL ed era depresso perché era ancora depresso nonostante avesse le competenze di PNL necessarie a tirarsene fuori. Come fai ad aiutare persone come queste? RICHARD: Quella non è altro che meta-stupidità. Voglio dire, tanto per cominciare stava mentendo. Quelle competenze non le aveva, perché non le stava usando. Questa sarebbe la mia definizione. Devono prendere le cose e scomporle finché non rimane la verità. Si dicono: "Ho tutte queste competenze, ma non riesco a usarle su di me". Beh, allora quelle competenze non ce le hanno sul serio. Sai, quel che voglio dire è che io ho sviluppato la maggior parte delle cose nel campo della PNL per
aiutare anzitutto me stesso a fare certe cose. Di tanto in tanto, arriva da me un cliente e io non so che fare per aiutarlo. Allora magari vado in cerca di qualcosa che lo aiuti, ma sai bene che, tra le tecniche che uso con le altre persone, non ce n'è una che non usi anche su di me. Quindi quella è un'affermazione sciocca. È come dire: "Ho una pala, ma non riesco a scavare una buca". Io risponderei: "Certo, hai una pala e non stai scavando una buca, e cos'è che ti impedisce di farlo? Qualcosa che sta nella tua testa. Non ti stai motivando a volerlo fare e a volerlo portare a termine". Questa è la differenza tra un atto di volontà e la condiscendenza nei propri confronti, e io non accetto questo atteggiamento di auto-condiscendenza. Non lo accetto da me stesso e non lo accetto dai miei clienti. Sento un sacco di cazzate simili, quando le persone arrivano alla mia porta. Sono state in terapia per dodici anni, piagnucolano e si lamentano ma non si ascoltano, io dico loro di star zitte e ritorno alla cosa più importante che è sempre: "Cos'è che vuoi? Cos'è che stai facendo?". Se smetti di fare quello che stai facendo e cominci a fare qualcosa che funzioni, ci arriverai. Punto. E tutto il resto della storia, tutte le ragioni e tutte le scuse del mondo non faranno ottenere niente a nessuno. Una volta, credevano che se avessi compreso quale fosse il tuo problema, saresti cambiato. Le nostre scoperte ci hanno portato a essere ormai praticamente certi del fatto che sono tutte sciocchezze. Un sacco di persone si "capiscono" fino alla nausea, ma questo non le rende migliori. Quello che devi veramente capire è quello che non stai facendo e se ti senti apatico e senza un briciolo di motivazione, allora qualsiasi cosa tu stia facendo nella tua testa sta producendo quella reazione chimica nel tuo corpo. Quindi, la prima cosa che hai bisogno di fare è il contrario di quella. Hai bisogno di far girare le sensazioni nella direzione contraria. Hai bisogno di crearti delle immagini che siano l'esatto contrario e in quel caso ti sentirai diverso. Se pensi in modo diverso e se ti rivolgi a te stesso in modo diverso, allora ti sentirai in modo diverso. La cosa meravigliosa degli esseri umani è che sono così malleabili. In trentacinque anni di attività, ogni persona che mi hanno mandato perché si supponeva fosse "impossibile" è stata facile, perché mi sono attenuto a quel principio fondamentale. Non faccio che cercare cos'è che non fanno e, qualsiasi cosa siano facendo, faccio in modo che smettano di farla e che comincino a fare qualcosa che funziona. Non è che abbiamo a che fare con un enorme numero di variabili. Abbiamo a che fare col fatto che le persone vedono delle immagini e parlano tra sé e sé. Le immagini che vedono occupano una certa posizione e stanno a una certa distanza e la voce va in una certa direzionerà un certo tono e una certa velocità. Chi soffre d'insonnia non riesce a dormire perché continua a parlarsi. Si dice: "Non riuscirò mai a dormire, bla, bla, bla, bla, bla".
Richard in un altro mondo. Lo fai parlare più lentamente e con un tono di voce più basso, ci metti dentro qualche sbadiglio e non hai neanche finito di dirlo che dorme già come un ghiro. A questo è bene aggiungere delle abilità "ipnotiche", perché l'altra cosa che fa in modo che le persone continuino a ripetere determinati comportamenti è il fatto di trovarsi nello stesso stato di coscienza. Lo stesso genere di piagnucolii produce lo stesso genere di stati alterati: gli stati "non ce la posso fare" e "sto malissimo". Mentre quando inducete degli stati alterati profondamente diversi, che si tratti di stati di grande entusiasmo o di stati di profondo rilassamento, il fatto stesso che si tratti di uno stato diverso vi consente di installare dei diversi comportamenti. È molto più funzionale rendersi conto che, se non si fa uso di un'abilità, allora non la si ha. Le abilità le avete soltanto quando le usate perché, se non le usate, non ci sono. Anni fa, quando iniziai a darmi il permesso di accettare il fatto di star male e mi concentrai sull'applicare le competenze che avevo per stare meglio, mi ritrovai a uscire dagli stati problematici in cui mi trovavo. Talvolta avevo la sensazione che queste abilità non facessero che sistemare le cose in superficie, ma di aver comunque bisogno di affrontare il problema più in profondità. Quindi cominciai a mettere per iscritto tutto quel che mi riusciva di scrivere in merito a uno specifico problema e a ciò che avevo bisogno di fare. Una volta cominciato a fare questo esercizio, scoprii di sentirmi a mio agio all'idea di poter usare tutte le abilità, le competenze e i mantra, perché avevo affrontato la cosa nel modo migliore che conoscevo. A volte capita che un cliente o chi partecipa a un corso provi a fare un particolare esercizio e inizi ad andare in panico quando non gli riesce. Nella sua testa inizia a farsi la solita vecchia domanda: "E se lo faccio male? E se non riuscissi a farlo una volta fuori, nel mondo reale?". Queste domande hanno un'intenzione positiva, in quanto stanno cercando di impedire alla persona di rimanere delusa casomai le
tecniche non dovessero funzionare. Quello che la maggior parte delle persone non capisce è che queste tecniche funzionano con chiunque e che, con la pratica, chiunque può applicarle efficacemente. È di cruciale importanza che capiscano di doversi liberare del bisogno che funzionino e che, invece, si godano il fatto di star bene per nessun motivo. In questo modo, usare quelle abilità diventerà più semplice.
28 Essere perfetti non va bene Ho scoperto che, a livello di società, siamo abituati ad avere fin troppe alternative e che ci concentriamo troppo sull'essere perfetti e questo ci ostacola nel nostro essere felici. Dato che il mondo moderno porta con sé la capacità di controllare un numero sempre maggiore di cose, molte persone si ritrovano intrappolate, perché tentano di avere tutto sotto controllo, perché confrontano se stesse con l'immagine perfetta che costruiscono di sé. Fu questo l'argomento successivo che proposi a Richard affinché lo arricchisse con i suoi stimoli.
OWEN:
Come ti comporti con le persone che si confrontano con delle immagini perfette di come dovrebbero essere? RICHARD: Beh, per cominciare non sarei d'accordo nel ritenere che quelle siano delle immagini perfette. Quelle loro immagini perfette non lasciano spazio per respirare. Un'immagine perfetta ti lascerebbe spazio sufficiente per respirare e l'immagine perfetta sarebbe quella di qualcuno che non si crea delle immagini per imporsi, poi, di dover essere alla loro altezza. Non devi essere all'altezza di nessuna immagine, per essere felice. Puoi esserlo comunque. Se ci fosse qualcuno che ha creato un'immagine perfetta di sé, cambierei l'immagine. È tanto facile quanto sembra. Se si rifiuta di cambiare l'immagine, gli do uno schiaffo o due e gli dico di cambiare l'immagine. Di solito lo fanno... oppure faccio qualcosa di peggio. Ci sono state persone che sono venute da me dicendomi che si sarebbero ammazzate, perché non avevano ottenuto quel posto di lavoro o perché non erano riuscite a conquistare quella ragazza o perché la loro vita non andava secondo i loro piani. Di solito dicevo loro: "Non c'è bisogno che lo faccia tu. Lo farò io per te e lo farò proprio ora". Tiro fuori un coltellaccio enorme e comincio ad avvicinarmi e inevitabilmente gridano: "Aspetta!" e io chiedo: "Che cosa devo aspettare?" e loro rispondono: "Beh, dev'esserci un'altra soluzione". La mia risposta è: "Beh, comincia a visualizzarla adesso. Non farmi perdere tempo". Ma la maggior parte di loro non si rende conto che ci sono molte persone che fanno le cose ricercando le analogie. Le persone di quel tipo le puoi riconoscere facilmente ai seminari, perché alzano sempre la mano per
chiedere se il concetto in questione è stato già "formulato" da qualcun altro. E ogni volta che chiedono: "Questa è la stessa cosa?", la risposta è no. Pensano che la somiglianza sia un bene e io ritengo che la somiglianza sia noiosa, e devi insegnar loro che se ottenessero davvero quel che dicono di volere, non andrebbe bene. Quando qualcuno non sta facendo progressi e non riesce ad avvicinarsi all'immagine di sé alla quale sta cercando di somigliare, dovrebbe sbarazzarsi di quell'immagine, anziché buttarsi a capofitto nell'autocritica, in sentimenti di scarsa autostima e in anni di terapia. Mi accorsi che, con i clienti che anelavano a essere perfetti, era spesso la delusione che provavano ad avere un'influenza così negativa su di loro. Avevo anche sentito un esperto esporre la teoria secondo la quale non bisognava dar vita a vane speranze nelle persone. Il rischio era che rimanessero deluse nel caso di un risultato non soddisfacente. Nel considerare ciò, tuttavia, sapevo che era di estrema importanza che le persone mantenessero viva la speranza e che comunque non preparassero contemporaneamente il terreno alla delusione. Chiesi a Richard che cosa pensasse in proposito.
OWEN:
Che cosa pensi dei concetti di speranza, di vana speranza e di delusione? RICHARD: Io ho un altro nome per la vana speranza... stupidità. La vana speranza è soltanto stupidità. È quando dici: "So che un giorno lei ritornerà da me". Anche se ritornasse da te, se ne andrebbe, lasciandoti di nuovo, quindi non fa nessuna differenza. Quella è pura e semplice stupidità, non è una vana speranza. Qui si tratta di non accettare le cose per quello che sono e poi girarsi e rendersi conto che, anche se cominciassi a uscire con un'altra ragazza, probabilmente manderesti tutto all'aria un'altra volta. Devi prima fare tu qualche cambiamento, così da poter avere una relazione seria. Ci sono alcune persone che hanno aspettative che non sono affatto realistiche e che, perciò, rimangono deluse. Secondo me, quando si parla di vane speranze, un sacco di persone pianificano la propria delusione. Non vanno davvero a considerare, in primo luogo, i criteri che li renderebbero felici. Anche se ottenessero quel che desiderano, sarebbero ancora essenzialmente infelici. Puntano a quella ragazza inaccessibile, desiderando di poterci uscire anche se non sanno neppure che tipo di persona sia. Potrebbe essere una grandissima stronza, ma vista da dieci metri di distanza è di una bellezza strabiliante, quindi immaginano che sia la donna dei loro sogni. Poi, quando finalmente si decidono a provare ad avvicinarla e a parlarle, vengono a sapere che è felicemente sposata con qualcun altro e allora rimangono delusi. Fanno così, invece di andarla a conoscere e scoprire chi è per poi dire: "Peccato, non è libera", prima di incontrare una persona davvero felice e in grado di fare anche la loro felicità. La
speranza vera è rendersi conto che tutto è possibile, ma non appena riduci il numero di variabili - dev'essere quella ragazza, dev'essere quel lavoro, devo guadagnare un tot di soldi entro Natale - stai preparando il terreno per il fallimento. Il fallimento nasce dal fatto di mettere delle regole che stabiliscono in anticipo quale sarà la conclusione o dove sarà ambientata. Ogniqualvolta ti ritrovi bloccato, dovresti ampliare i tuoi orizzonti. Se non ottieni quel lavoro, di fatto potrebbe significare che là fuori c'è un lavoro molto migliore che ti aspetta e, se aumenti la gamma di cose che potresti fare, potresti trovare qualcosa che ti piace fare ancora di più e che ti permette di fare più soldi lavorando molte meno ore. Eppure, la maggior parte delle persone pensa: "Oooh, non sono riuscito ad avere questa cosa, quindi ci starò male e questo significa che andrà sempre così e che qualsiasi cosa desideri finirà col farmi star male". È un circolo vizioso. Ma, in effetti, riguarda più il loro dialogo interno e le immagini che creano e che li fanno star male, di quanto non riguardi il loro potenziale su questa terra. Se vai davvero a vedere là fuori, ci sono degli esseri umani straordinariamente stupidi e inetti che sono tuttavia molto ricchi e molto felici e che vivono relazioni fantastiche, quindi non c'è nessuna scusante per chiunque abbia anche soltanto mezzo cervello. Il problema vero è che questi non usano la metà di cervello che hanno. Se soltanto imparassero a indirizzare il loro dialogo interno allo stesso modo e col tono di voce appropriato, a collocare quelle immagini in alto e iniziassero a prendere delle buone decisioni e si guardassero davvero attorno, creandosi un maggior numero di opzioni, credi a me: l'unico limite è il cielo. Il perfezionismo è sempre associato a un modo ossessivo e compulsivo di visualizzare. Creano un'immagine e se la loro esperienza non si avvicina a quell'immagine, stanno male, mentre la cosa in assoluto più facile da fare è cambiare l'immagine. Una volta, in India, lavorai con una donna che voleva sempre che tutto fosse perfetto. Quello di cui si rese conto, man mano che le parlavo, è che il suo ideale di "giorno perfetto" si sarebbe rivelato una delusione, perché non conteneva nessun elemento di sorpresa. Il paradosso della perfezione è che qualcosa, per essere perfetto, deve essere flessibile e capace di migliorare; eppure, se si può migliorare, non è perfetto. Quando cercate di fare in modo che tutto vada come vi aspettereste, preparate il terreno alla delusione, se non ci aggiungete altro. Quello che è necessario aggiungere all'idea di ciò che desiderate è la flessibilità: quello che farete se le cose non vanno esattamente come volevate. Avete bisogno di un risultato che vi mostri quel che desiderate e avete anche bisogno della libertà di poter stare bene indipendentemente da come le cose si sviluppano in realtà. È necessario che accettiate le cose che non potete cambiare e che riusciate a cambiare quelle che si possono effettivamente cambiare e, come dice il proverbio, avete
bisogno della saggezza per distinguere un caso dall'altro. Quando sapete in anticipo che le cose non andranno esattamente come vi sareste aspettati, potete sempre godervi quelle parti di esperienza che vanno per il verso giusto e rallegrarvene. Potete anche apprezzare le cose che non hanno funzionato e godere della consapevolezza che è proprio questo a rendere la vita così interessante. Lavorando con questa donna, fui in grado di farla rendere conto delle immagini che creava dentro di sé. Lei vedeva delle immagini di come sarebbero "dovute" andare le cose e io le feci capire che poteva essere cosciente di quelle immagini e accettare che la realtà sarebbe stata diversa per certi aspetti. Le feci visualizzare delle situazioni diverse in cui le cose andavano a buon fine e la portai a confrontare quelle immagini con altre in cui aveva visualizzato le situazioni peggiori. Quando riuscì a vedere queste nuove immagini in un contesto nuovo, cominciò ad apprezzare le cose belle di ciascuna esperienza, anziché concentrarsi sempre su ciò che non andava. In sostanza, cominciò ad apprezzare le incertezze della vita. Probabilmente la cosa che più mi aveva colpito del discorso di Richard era, ancora una volta, un'osservazione molto semplice: "Se vai davvero a vedere là fuori, ci sono degli esseri umani straordinariamente stupidi e inetti che sono tuttavia molto ricchi e molto felici e che vivono relazioni fantastiche, quindi non c'è nessuna scusante per chiunque abbia anche soltanto mezzo cervello. Il problema vero è che questi non usano la metà di cervello che hanno."
Mi colpì davvero molto. Era un'osservazione fantastica. Cominciai a rendermi conto che il segreto per avere tutta quella libertà di cui andavamo parlando non c'entrava con quanto si è intelligenti o dotati; si trattava, di fatto, del nostro atteggiamento, dei nostri modi di pensare e fare certe cose che avrebbero prodotto certi effetti e certe conseguenze. Il successo non è di proprietà dei più arguti o dei più capaci, è il prodotto di un certo modo di pensare e di agire.
29 Dichiarare guerra al terrorismo psicologico "La maggior parte delle persone pianifica il peggio. Pensa a quel che potrebbe andar storto e poi lo applica alla perfezione." Richard Bandler
C'è stato l'undici settembre. Un giorno che ha sconvolto il mondo intero. Migliaia di persone sono morte in uno dei più significativi attacchi terroristici di tutti i tempi. In tutto il mondo, ogni giorno, accadono tragedie di piccola e grande portata. Il terrorismo porta il terrore e le persone muoiono. Dentro la nostra mente, mettiamo in atto un altro tipo di terrorismo che comunque miete le sue vittime: quelle vittime siamo noi. Ogni giorno facciamo esplodere delle sensazioni negative che agiscono come bombe, ferendoci nell'immagine che abbiamo di noi stessi e nell'umore. Ogni giorno creiamo convinzioni che ci intrappolano sotto le macerie dello stress e dell'ansia. Ogni giorno ci terrorizziamo con lo scopo di farci provare sempre più paura. La guerra al terrorismo è il nome che si dà allo sforzo che fanno certi Paesi di porre fine al terrorismo. Alcuni obietterebbero che la guerra stessa è terrorismo. A prescindere da ciò, voglio parlarvi del dichiarare un altro genere di guerra: la guerra al terrorismo mentale. È una guerra che mira a mettere fine a ciò che c'è di negativo nella vostra mente e alle sgradevoli sensazioni che provate. È una guerra che mira a mettere fine alla tirannia della mente "non-utile" e a consegnarvi la libertà della mente, come promesso. Di terrorismo mentale si muore. La paura, lo stress e l'ansia distruggono la vostra salute e la vostra serenità. La depressione può uccidere. Le battaglie che vanno vinte in questa guerra sono le battaglie contro la paura, contro la tristezza e contro lo stress. Questo comporta che voi teniate certi atteggiamenti nei confronti del nemico. Il primo atteggiamento è rendersi conto che non sono sempre stati dei nemici. Ci sono delle ragioni evolutive che spiegano ciascuno di questi tre fattori. La paura ci impediva di farci male. La depressione ci faceva rimanere vicino a casa quando questo era una necessità. Lo stress ci ricordava continuamente che avevamo bisogno di fare qualcosa, se volevamo rimanere illesi. Il secondo atteggiamento è quello di ricordare, ancora una volta, la forza della risata nell'affrontare questi problemi. Quando possiamo ridere di qualcosa, non ci fa più paura, non ci deprime più e non ci stressa più. L'ultimo atteggiamento da tenere è
ricordare che ci sono molti modi differenti di pensare alla paura, alla tristezza e allo stress e che possiamo imparare a cambiare il modo in cui pensiamo ad essi. Queste tre battaglie non sono estranee a questa parte del libro. Molte persone ritengono che lo stress, la depressione e la paura siano problemi di gran lunga troppo grossi per essere "risistemati" con alcuni esercizi. Eppure, quello che scoprirete è che gli esercizi riportati alla fine delle parti successive del libro, se svolti fino in fondo, si avvicineranno pericolosamente all'obiettivo di liberarvi completamente di questi problemi. Vi prego di svolgerli armati di apertura mentale: vi accorgerete che il modo in cui vi sentite in merito a voi stessi, alla vostra vita, ai vostri problemi e alle vostre paure ne sarà enormemente cambiato. Quando le persone vengono da me dicendo di "avere" la depressione, di "avere" paura o stress, io gli chiedo di "mostrarmele". Questo li induce a rendersi conto che si tratta di un processo e non di una cosa. Scoperto questo, possono cambiare il processo. Gli esercizi che troverete in seguito vi permetteranno di apportare degli efficacissimi cambiamenti a questo processo e trasformeranno il modo in cui percepite tutto quel che vi succede. Combattere la paura Misi fuori la testa e guardai la sala gremita. All'esterno ci saranno stati circa 30 °C. Era uno dei momenti topici della mia vita. Era il 5 luglio del 2003 e il corso a Bangalore, in India, stava per iniziare. Salii sul palco. Qualche minuto più tardi chiesi se c'era qualcuno che volesse raggiungermi sul palco per una dimostrazione. Richard mi aveva insegnato che il modo migliore per conquistare il pubblico era con una dimostrazione sul palco. Volevo qualcuno che avesse paura di parlare in pubblico. A malincuore, alcune mani si sollevarono. Scelsi un soggetto e lui salì sul palco. Tremava come una foglia. Lo girai, in modo che desse le spalle al pubblico, e gli insegnai come cambiare il modo in cui si sentiva. Uno dei più grandi problemi al mondo è la paura. Per combatterla è necessario che impariate a cambiare il modo in cui provate le sensazioni nel vostro corpo. Parlando con Richard della paura, in quella sala conferenze a Edinburgo, ricevetti altri utili insegnamenti per aiutare le persone a superarla.
OWEN: Come aiuti le persone a superare la paura? RICHARD: Per prima cosa, intervengo semplicemente sulla neurologia. Prendo le sensazioni, scopro da dove partono, come si muovono nel corpo, le tiro fuori, le giro sottosopra, le rimetto al loro posto e le faccio girare al contrario. Ci metto dentro un po' di musica da circo, tanto per fargli capire che è sciocco. Per quanto possa sembrar strano, ho curato migliaia di persone facendo nient'altro che questo. Anch'io avevo verificato come il semplice approccio adottato da Richard fosse estremamente efficace per eliminare le paure. Questa fu la tecnica che adoperai con la persona che era salita sul palco. Lo aiutai a immaginare di rovesciare quella sensazione nel corpo e di farla girare al contrario. Nel fare questo si sentì rilassato a
tal punto da essere in grado di parlare. Lo rimandai al suo posto, credendo che quella fosse l'ultima volta che lo vedevo. Per me, aiutare le persone con paure e fobie non è mai stato un grosso problema. Si è sempre rivelato facile fare in modo che le persone immaginassero di far girare le sensazioni che provavano al contrario. Gli attacchi di panico, d'altro canto, sono diversi. Nonostante conoscessi già un modo efficace di lavorare col panico, ero curioso di sapere quale fosse l'approccio di Richard per affrontare questo tipo diverso di paura che nasce dall'ansia.
OWEN: E come la metti con gli attacchi di panico? RICHARD: Gli attacchi di panico sono un po' diversi. Si può fare qualcosa con la cura rapida delle fobie, ma gli attacchi di panico hanno la tendenza a ripresentarsi, quindi c'è bisogno di uno stato leggermente più alterato. Devi prendere le persone che soffrono di attacchi di panico e portarle in uno stato di coscienza diverso, in cui siano veramente rilassate. Io uso l'ipnosi per farlo e poi creo un profondo e potente stato di rilassamento e quindi, quando cominciano ad andare in panico, innesco il rilassamento in modo che sia il panico stesso a provocare il rilassamento. È paradossale, ma funziona davvero e ho avuto dei successi strepitosi più e più volte. Richard suggerì, inoltre, che era importante rendersi conto che le paure hanno spesso uno scopo e assicurarsi che quello scopo venisse comunque soddisfatto.
RICHARD: Non mi piace l'idea di essere privi di paura. Penso che ci siano cose delle quali valga la pena aver paura. Penso che un uomo dovrebbe rendersi conto di quello che fa, quando dorme con la moglie del suo vicino di casa. Penso che dovrebbe esserne terrorizzato. Penso che un uomo dovrebbe essere terrorizzato all'idea di perdere il senso di intimità che prova per la moglie e per i figli. Queste sono tutte cose di cui vale la pena aver paura. Penso che dovresti aver paura di un grosso serpente, se non sai nulla di serpenti. Ci sono persone, in India, che crescono dormendo in mezzo ai cobra. Sanno tutto sui cobra. Loro non hanno bisogno di averne paura, ma se piazzassi me in una stanza piena di serpenti, ne sarei terrorizzato e uscirei a gambe levate, perché di serpenti non so nulla. Sono cresciuto in città e gli unici serpenti che c'erano si chiamano avvocati. Sono dei veri mangia-tempo. Provocano la morte per tedio. Quindi, quando ci si libera della paura e del panico, è importante rispettare l'intenzione che sta dietro ad essi e assicurarsi di trovare un modo diverso di soddisfare quell'intenzione. La paura è stata un importante meccanismo di sopravvivenza, soltanto che a volte è utile e altre volte no. Le persone temono
l'imbarazzo, l'emarginazione e il fallimento. Hanno paura di parlare con le altre persone. Tutte queste paure sono il frutto di una logica confusa e fuorviante. Non c'è ragione di aver paura di parlare di fronte a un gruppo di persone o di avvicinare qualcuno per invitarlo a cena. L'unica cosa è che impariamo ad associare la paura a queste esperienze e ci esercitiamo a provarla nello stesso tipo di situazioni più e più volte. Quando riuscirete a far girare le vostre sensazioni al contrario e a produrre in voi degli stati alterati, scoprirete come cominciare a provare sicurezza e curiosità in luogo di quella che, una volta, era la paura. Non si tratta di essere impavidi o coraggiosi. Si tratta di imparare a cambiare le associazioni tra certe cose. Più tardi, quello stesso giorno, mentre stavo per concludere il corso, vidi una figura avanzare lungo il corridoio e avvicinarsi al palco. Mentre continuavo a parlare, il cuore cominciò a battere forte, dato che non sapevo cosa stesse accadendo. Un uomo salì sul palco e si avvicinò a me. Era la persona con cui avevo fatto la dimostrazione quella mattina. Mi chiese il microfono e io, preso alla sprovvista e non sapendo cos'altro fare, glielo porsi. Mi ringraziò a più riprese e spiegò alle persone in sala che aveva avuto la fobia di parlare in pubblico per parecchi anni, che ora era sparita e che lui poteva fare qualsiasi cosa. Sorrisi. Che testimonianza. "Soltanto in India", pensai dentro di me.
Sorrisi indiani... Io e il mio pubblico a Bangalore, in India.
Esercizi per battere la paura 1. Far girare la paura al contrario • Pensa a una sensazione indesiderabile che hai provato.
• Nota in che direzione si muoveva o ruotava nel tuo corpo. • Lascia che quella sensazione si faccia più concreta e, mentre si muove, immagina di portarla fuori dal corpo, di capovolgerla e di rimetterla dove stava, in modo da farla girare nel tuo corpo al contrario. • Continua a far girare la sensazione velocemente nella direzione contraria e nota come quella sensazione cambi completamente e smetta di essere negativa. 2. Distruggi-panico • Quando ti prende il panico, sforzati di andare in panico ancora di più. Cerca di andare in panico con tutte le tue forze. Il segreto è proprio questo: quando cercherai di farlo volontariamente, ti sarà estremamente difficile riuscirci. 3. Ristrutturare la paura • Scopri qual è l'intenzione che motiva la paura. Solitamente si tratta di uno sforzo per proteggerti, ma da cosa? Quando l'avrai capito, scopri come potresti fare a soddisfare quell'intenzione senza ricorrere alla paura. 4. Cura rapida delle fobie • Immagina di trovarti nella cabina di proiezione di un cinema e di guardare il "te" seduto in sala che guarda il "te" proiettato sullo schermo. Immagina di osservarti mentre guardi il film di una volta in cui hai avuto paura. • Immagina di far partire il film da un momento precedente all'esperienza e di proiettarlo tutto di seguito, fino al lieto fine, in cui sei sopravvissuto all'esperienza. • Immagina di entrare nello schermo alla fine del film e di proiettare tutto il film al contrario. Vedi tutto al contrario, senti i suoni al contrario e prova le sensazioni al contrario. • Mentre ti ci trovi dentro, fallo andare all'indietro molto rapidamente. Fallo alcune volte. • Troverai difficile provare lo stesso spavento.
Combattere la tristezza Quella telefonata suicida arrivò alle 15.30 di martedì. Molti mi chiedono se in quel caso provai a trattarlo con lo stesso garbo che avevo sfoderato con la signora che si autocommiserava. La risposta è no, certo che no. Ciascun cliente è diverso. Mentre piangeva all'altro capo dell'apparecchio, non c'era molto che potessi fare. Avrebbe potuto riagganciare in qualsiasi istante. A quel punto non conoscevo nemmeno il suo nome. Alla fine mi disse che era Martin. Il numero non compariva sul display. Dovevo tenere Martin al telefono e farlo concentrare. Non potevo permettermi di cercare di provocarlo e di farlo arrabbiare. Dovevo fare in modo che accedesse a uno stato di speranza e fiducia in me. Una volta riuscito in questo, avrei potuto farlo venire in ufficio per una sessione. Mentre parlavamo, Martin singhiozzava mesto e trovai difficile capire che cosa dicesse.
MARTIN: Fa così male, così, così male. Le pillole non servono. I dottori non servono. Nessuno mi capisce. Devo trovare una via d'uscita. Devo trovarla adesso. Ora le prendo. Dicono che puoi aiutarmi, vero? Allora? È vero? Non c'era tempo di scoprire chi fosse a "dirlo". Gli diedi la speranza di cui aveva bisogno.
OWEN:
Sì, posso farlo e lo farò. Ascoltami: puoi cambiare le cose, puoi cambiare la tua vita. Te lo giuro, lo puoi fare. È possibile. Te lo prometto. Lo prometto. Ti aiuterò. Posso aiutarti a farlo.
Ogni fibra del mio essere si stava sforzando di trasmettere un senso di assoluta certezza, perché ero certo, assolutamente certo di poterlo aiutare a cambiar vita.
MARTIN: Non riesco a vedere come potresti fare. È tutto così confuso. OWEN: Lo so che tutto sembra davvero confuso adesso, Martin, ma ti prometto che possiamo cambiare le cose. So come ti stai sentendo. Provi un profondo, straziante dolore, come se non ci fosse una via d'uscita. Nessuno ha la benché minima idea di quello che stai provando, Martin, e nessuno ti può capire. Non posso fingere di capire quello che stai passando, ma so come mi sentivo io. Anch'io volevo farla finita. L'ho quasi fatto, come te, ma sono riuscito a trovare un altro modo di uscirne. Permettimi di mostrarti come, Martin. Gli chiesi come si sarebbe sentito se ce l'avesse fatta a superare tutto e a cambiare completamente vita. Gli chiesi come sarebbe stata la sua vita, se avesse rimesso a posto i pezzi e, a un anno da allora, fosse stato felice e sulla via di un continuo miglioramento. Gli descrissi la cosa quanto più vividamente possibile. Dopo alcuni sforzi, mi chiese.
MARTIN: Pensi davvero che sia possibile, Owen? OWEN: So che è possibile. Davvero possibile. Devi soltanto essere determinato. Lo faremo insieme, Martin, e ho bisogno che tu faccia quello che ti chiedo di fare. Lavorammo assieme e presto stava vivendo felicemente la sua vita. Lo sento ancora, ogni tanto. Nel combattere la tristezza, cominciai a ripensare a quello che mi aveva detto Richard a proposito delle persone che si autocommiseravano e di quelle che inseguivano la perfezione. Applicare quei concetti con coloro che soffrivano di depressione si era rivelato essere una profonda e attenta intuizione. Avevo avuto, inoltre, degli eccellenti risultati nel trattare le persone che erano venute da me nella speranza di poter essere più felici e vivere una vita migliore. Penso che la cosa migliore in cui trasformare la depressione sia uno stato di determinazione. Se provate a far sentire felice una persona depressa, si rivelerà spesso un compito enormemente impegnativo e non le impedirà di ritornare a essere depressa. D'altro canto, quando aiutate una persona depressa a essere determinata, questa si ritroverà in una posizione dalla quale poter far fronte a qualsiasi sfida le si pari dinanzi. Come nel caso di quella donna che voleva assolutamente dimostrare che avevo torto, la determinazione fornisce alle persone un'energia di cui hanno estremo bisogno. Molte persone depresse sono prive di energia e provano un senso di apatia, di impotenza e di disperazione. Se riescono ad attingere energia da qualche parte, possono usarla per cominciare a produrre dei cambiamenti nella loro vita. Un altro fattore di estrema importanza è tenersi occupati e avere un sacco di cose da fare. Ci sono talmente tanti ottimi libri di autoaiuto, là fuori. Leggerli e farne uso farà la differenza. Fare un sacco di esercizio consente di tenere occupata la mente, di distrarla dai pensieri negativi mentre vengono prodotte delle sostanze chimiche positive che aiutano le persone a sentirsi meglio. La fisiologia è importante, perché il modo in cui una persona siede, sta in piedi e si muove va a influire, positivamente o negativamente, sullo stato in cui si trova. (È facile sentirsi tristi quando si lasciano cadere le spalle, si sta curvi e si aggrottano le sopracciglia.) Potrete, inoltre, iniziare a notare ciò che i vostri pensieri distorcono. Le persone depresse non sono più realistiche di un ottimista. Come abbiamo spiegato, tutti noi abbiamo modi diversi di "pensare" il mondo. Quando ci sentiamo abbattuti, vediamo il mondo negativamente e crediamo che la percezione che abbiamo in quel momento sia vera e precisa. Lavorando con Martin, gli insegnai a prendere il controllo del proprio cervello, a smetterla di creare immagini negative e di parlarsi così negativamente. Si trattava di far sì che diventasse consapevole delle proprie convinzioni limitanti e di quanto fossero distorte. Gli chiedevo come facesse a sapere di non valere nulla. Gli chiedevo come facesse a sapere di essere stupido e poco attraente. Gli chiedevo di darmi delle prove, per poi chiedergli in che modo quelle provassero alcunché. Gli imponevo di essere assolutamente rigoroso in tutto quel che diceva e di motivare ogni suo pensiero
negativo. Presto si rese conto che ciò che aveva creduto essere vero era quanto di più lontano ci fosse dalla verità. Ho sconfitto la mia depressione con la forza della determinazione, mettendo in discussione ogni mio pensiero negativo, tenendomi occupato e facendo funzionare meglio il cervello. Chiunque può riuscirci.
Esercizi per battere la tristezza 1. Usa i meta-mantra Fa' regolarmente uso del mantra "CAZZO, ZITTO", quando ti stai facendo passare un brutto quarto d'ora. 2. Cambia il tono della tua voce interiore Cambia il tono della tua voce interiore in modo da renderla ridicola, così che invece di suonare deprimente, suoni come quella di Topolino o abbia un tono profondo e seducente. 3. Filtro per ridere Usa il filtro per ridere per vedere ogni pensiero negativo sotto una nuova luce, che lo renda estremamente divertente. 4. Cambia le tue immagini interne Presta attenzione alle immagini che crei quando ti senti triste: rimpiccioliscile, allontanale e rendile indistinte e scure. Sostituisci a queste delle immagini più allegre: ingrandiscile, avvicinale, aggiungi più colore e rendile quanto più possibile vivide. 5. Fisiologia Presta attenzione alla tua fisiologia. Cambiala finché non sei nella stessa posizione che assumi quando sei felice e stai bene. Porta le spalle all'indietro, la testa in alto, respira a fondo e fa' un sorriso smagliante. Fallo tutte le volte che vuoi cambiare stato. 6. Metti in discussione i tuoi pensieri Trascrivi il dialogo interno che usi per deprimerti. Basterà qualche riga. Usa le domande seguenti per mettere in discussione ciascuna affermazione.
• Come fai a sapere che è vero? • Chi l'ha detto? Non è forse vero che si tratta di un'opinione e non di un fatto? • Come fai a concludere che "A" è la causa di "B"?
• Come fai a dire che "A" e "B" sono la stessa cosa? • È vero in qualunque caso? • Che cosa intendi dire, di preciso? • Sii più specifico. Rispondi a tutte le domande e riscrivi ciascuna affermazione, modificandola di conseguenza. Scoprirai che ci sono diverse argomentazioni imprecise e
approssimative, nel tuo dialogo interno. 7. Fa' molto esercizio L'esercizio stimola il rilascio di endorfine che ci danno una sensazione di benessere. Anche l'aria fresca fa bene, in quanto porta il corpo a un livello energetico superiore da dove è più difficile lasciarsi cadere in depressione.
Combattere lo stress Lo stress è diventato un problema di somma importanza nel mondo moderno. Quando sono stato in India, sono rimasto sorpreso nello scoprire come fosse ugualmente problematico in una nazione famosa per conoscere i segreti della meditazione. Ricordai la domanda che mi aveva fatto uno dei partecipanti al corso in merito a quella che potremmo definire "furia del guidatore" [adattamento di road rage, espressione che in inglese indica quel comportamento violento e rabbioso indotto nel conducente di un veicolo dallo stress della guida, NdT] e la risposta che diedi loro e che li aiutò a vedere le cose da un altro punto di vista.
PARTECIPANTE
AL CORSO:
Cosa puoi fare per aiutare qualcuno che è preda della "furia del conducente"?
Guardai in sala. Capivo la domanda, ma non capivo chi l'avesse posta. I nomi indiani sono molto diversi dai nostri. Nei primi giorni che trascorsi lì, chiamai tre degli amici che si prendevano cura di me Jan, Van e Dan. Ricordavo anche il nome di Sajani, la signora che mi seguiva, principalmente grazie al fatto che era composto di sole tre sillabe. Alla fine riuscii a vedere chi aveva posto la domanda. Sorrisi. Neanche il suo nome riuscivo a pronunciare.
OWEN:
Per cominciare, ragazzi, qui non è possibile farsi prendere dalla furia del guidatore. Sapete come faccio a saperlo? Perché sono stato a Pune. Potete provare la furia del guidatore soltanto se rimanete incastrati nel traffico. A Pune non si fermano... mai. È pazzesco. Tutto considerato, non ricordo di aver visto anche un solo semaforo laggiù! Dovunque c'erano macchine strombazzanti, senza che si potesse intravedere una logica, un sistema. Incredibile. Ah sì, sono salito su uno di quei risciò a motore e voglio farvi una domanda: il film Guerre Stellari vi dice niente? Stavamo letteralmente volando in mezzo al traffico e ancora mi chiedo come caspita abbiamo fatto a non schiantarci. Abbiamo schivato per un pelo quasi settanta incidenti e questo soltanto mentre salivo! No, davvero. È stata pura follia. Tipo, quando alla fine ho intravisto un semaforo, era come se non esistesse o meglio: come se il verde significasse "vai", l'arancione significasse "vai più forte" e il rosso significasse "vai a tutta birra, suona il clacson e prega che vada tutto bene". Stavo cercando di visitare la comune di Osho. Mi avevano detto di prepararmi spiritualmente alla visita. Beh, fatemelo dire, ero davvero pronto. Devo aver detto più preghiere del Papa alla domenica, quando sono arrivato alla comune. In effetti le ho dette durante il viaggio in risciò. "Oh, Signore, fammi arrivare sano e salvo." Poi, una volta finita la visita, sono ritornato indietro a bordo di un risciò guidato da un tizio orbo da un occhio. Davvero divertente... se considerate divertente
giocare con la vostra vita. L'unica volta in cui ho visto fermarsi macchine e risciò è stato quando una vacca si è messa proprio in mezzo alla strada. Beh, quella è stata una figata. Mi è piaciuto da matti. Vacche che vanno a zonzo per la strada. E sembra quasi che lo sappiano. Non hanno alcuna paura delle macchine. È come se stessero pensando: "Dai. Problemi? Te la fai sotto, vero? Codardo. Dai. Non mi puoi toccare, non mi puoi toccare. Naa na-na-naa nah...". Poi si mettono giusto in mezzo e ogni veicolo nel raggio di 200 metri si ferma di botto, nello stridore generale di freni e pneumatici, al che le vacche, con quel loro fare serafico, attraversano pacatamente la strada, come se stessero andando a un concerto di Bob Marley. Ma ho avuto un'idea. Quello che devono fare i vostri amici a Pune è questo: devono usare le vacche come semafori. Vedete, ho già previsto tutto. Quello che potreste fare è assumere qualcuno perché se ne stia lì, con la sua vacca, a lavorare per il comune. Quando è il momento, lui porta la vacca in mezzo alla strada, proprio quando il semaforo diventa rosso. Che ne pensate? Sorrisi alla platea. Se la stavano facendo sotto dalle risate.
OWEN:
Allora, parliamo pure della furia del guidatore. Prima di andare oltre, c'è qualcun altro che vorrebbe che affrontassimo un problema simile a questo?
Dal pubblico un'altra persona dal nome impronunciabile gridò, entusiasta. ALTRO PARTECIPANTE: Che ne dici della "furia del marito"? Il pubblico rideva e io, immediatamente, risposi quanto segue.
OWEN:
Chi credi che io sia? Neanche Dio ha la soluzione a quel problema. È come cercare di capire perché gli uomini siano così stupidi da voler aiutare le proprie mogli a risolvere i problemi. Non sanno che il segreto è ascoltare, non aiutarle.
Dalla furia del guidatore alla furia del marito, possiamo davvero indurci degli stati di stress. Spesso queste sensazioni possono sopraffarci e, talvolta, condurci a provare rabbia e ansietà. Ciò che conta è che impariamo a trovare un motivo per ridere in ogni situazione e che sviluppiamo degli atteggiamenti che ci aiutino a rilassarci con facilità. Quel che stavo facendo, durante quel corso in India, era indurli a pensare a delle situazioni stressanti, come trovarsi imbottigliati nel traffico, in modo spiritoso, così che la prossima volta che ci si fossero trovati in mezzo sarebbero stati in grado di sorridere. Nella lotta contro lo stress, cominciai col chiedere a Richard quali fossero i segreti per aiutare le persone a smettere di preoccuparsi.
OWEN: Come sistemi le persone apprensive? RICHARD: Inizio col dar loro ancora più cose di cui preoccuparsi. Dico loro che l'apprensione provoca la morte, dando loro così qualcosa di serio di cui preoccuparsi. Fondamentalmente, la macchina dell'apprensione è un meccanismo che le porta semplicemente a generare infiniti modi in cui le cose potrebbero andar male e, sfruttando lo stesso marchingegno, potrebbero generare un numero infinito di cose da fare adesso, non tra un anno, e se ci metti dentro un po' d'irrefrenabile desiderio di vedere come va a finire, puoi farli muovere nella giusta direzione. Lavorando con i clienti che si preoccupavano un sacco, mi accorsi che spesso tutto si riduceva al fatto di ripetersi in continuazione la domanda: "E se?". Una volta capito questo, iniziai a suggerire loro di portare con sé, durante il giorno, un taccuino delle preoccupazioni. Quello era il posto dove scrivere le cose che li preoccupavano. Ogni volta che ci scrivevano qualcosa, dovevano porsi la domanda: "C'è qualcosa che posso fare per risolvere questo problema adesso?". Se la risposta era sì, dovevano fare ciò che ritenevano appropriato; se la risposta era no, dovevano lasciarla lì, nel taccuino. Infine, a un'ora prestabilita della giornata, solitamente alla sera, si sarebbero concessi dieci minuti d'ansia, in cui passare in rassegna tutte le cose che avevano scritto in quel giorno e preoccuparsi intensamente per dieci minuti. Al termine dei dieci minuti ci si pone la domanda: "Che cosa posso farci adesso?". I clienti che lo hanno fatto hanno riportato risultati eccellenti. Continuai a percorrere quella strada con la successiva domanda a Richard.
OWEN:
Quindi, cosa mi dici delle persone che lavorano con lo stress?
Rispose con un sorriso furbesco.
RICHARD: Consiglio sempre di non lavorare con lo stress. Si ottengono risultati molto migliori senza. Riformulai la domanda, perché sapevo fin troppo bene che quell'espressione maldestra non avrebbe ottenuto altra risposta. Richard prende sempre alla lettera quello che le persone gli dicono. Una volta gli chiesi con quali persone famose, vive o morte, gli sarebbe piaciuto di più andare a cena. Rispose: "Scusami, ma trovo l'idea di andare a cena con dei cadaveri assolutamente ripugnante!". Quel suo "interpretare alla lettera" era il motivo per cui capiva così bene quello che accadeva nella testa delle persone. Di solito le persone vi diranno esattamente ciò che avete bisogno di sapere attraverso il loro linguaggio del corpo e attraverso le parole che usano, letteralmente. Tenendo la cosa a mente, resi la mia domanda più chiara.
OWEN: Come fai ad aiutare le persone a superare lo stress? RICHARD: Il problema è che di solito sono davvero brave a farlo, e quindi dico cose del tipo: "Posso dirle che sta già cominciando a stressarsi per questo, signora. Ed è davvero brava a farlo, signora. Caspita, io mica riesco a farmi venire un mal di testa così in fretta e guardi lei, invece, signora. Guardi che linee di tensione ha sul viso. Cristo, lo sa? Potrebbe vincere un premio!". È perché finché le persone non imparano a riderci su, non faranno altro che stressarsi, quindi ti consiglio di portarli in uno stato di assoluto paradosso, così che possano imparare a ridere di sé e delle cose che causano loro tutto quello stress. Le metto sempre in uno stato in cui non riescono a smettere di ridere e lo ancoro ed ogni volta che cominciano a parlare di "cose serie" faccio partire l'ancora così da farle ridere. Poi dico: "Adesso fai pure, prova ad essere serio" e loro si mettono a ridere. Le faccio entrare in un circolo virtuoso che ha l'effetto di consumare lo stress. Credo che il trucco non stia nell'insegnare alle persone a cavarsi fuori dallo stress, ma nell'insegnar loro a evitarlo tout court, così da non entrarci neanche: allora fanno quello che c'è da fare e lo fanno senza pensarci troppo. Si pensa troppo e si pensa troppo spesso. Le persone pensano a tutte le cose che potrebbero farle star male. Se non ti sei fatto la lista di tutte le cose che ti fanno star male, allora non ti capiterà quello che non vuoi. Sai, se la lista delle cose che ti fanno star bene contiene queste voci: puoi rilassarti, puoi essere felice, puoi essere indaffarato anziché sentirti stressato o terrorizzato o qualsiasi altra cosa... allora la biglia ce la farà a raggiungere il traguardo e sarà tua. Se sul percorso ci sono troppi buchi, finirai col perdere la biglia. OWEN: Quindi che cosa suggerisci di fare per rilassarsi di più? RICHARD: Penso che la meditazione sia efficace. Ritengo che l'induzione di trance vada bene, così come creare degli stati positivi. Più tempo trascorri a star bene, meno vorrai rinunciarvi e più ti renderai conto che, per gli esseri umani, una tendenza molto più naturale è quella di rilassarsi. Il problema è che viviamo in un mondo che va sempre di fretta, dove non si riesce a trovare un taxi e ci sono orari da rispettare e poi trovi degli idioti all'aeroporto. È dura rimanere rilassati quando si è circondati da una marea di cose fittizie che provocano unicamente disagio ambientale. Se solo ti dessi un po' più di tempo, non dovresti preoccuparti così tanto. Vedete, molti dei corsi per la gestione dello stress propongono di fare delle semplici visualizzazioni o degli elementari rituali per rilassarsi. Sfortunatamente, la maggior parte delle persone non riesce mai a trovare il tempo di fare né queste, né quelli. Lasciano il corso portando con sé gli strumenti necessari a gestire lo stress, ma sono troppo stressate per usarli... e a volte si stressano nel timore di non usarli in
modo "corretto". Il segreto è imparare a sviluppare degli atteggiamenti che vi consentano di rilassarvi nelle situazioni difficili. Si tratta di imparare a pensare a se stessi come a persone rilassate, che affrontano le situazioni senza battere ciglio. Si tratta di imparare a ridere delle situazioni usando il filtro per ridere in modo da rendere tutto ciò che ci stressa il più divertente possibile. Si tratta di vedere le cose da diversi punti di vista, così da capire che non sono tanto importanti quanto possa sembrare. Quando comincerete a fare tutte queste cose, vi verrà più facile pensare di meno e fare di più, vi sorprenderete a organizzare le vostre giornate più efficacemente e a vivere di più nel presente. Per di più, scoprirete che il trucco è far sì che gli stati di rilassamento, comicità e concentrazione diventino quelli in cui vi trovate più di frequente, adottandoli come sfondo per le vostre attività: vi ritroverete ad affrontare ciascuna situazione con più rilassatezza e benessere, provando un meraviglioso senso di soddisfazione e pace per essere riusciti a vivere a pieno quel momento.
Esercizi per battere lo stress 1. Usa i meta-mantra Usa con regolarità il mantra "CAZZO, ZITTO" quando ti stai trattando duramente e il mantra "CAZZO, E ALLORA?" quando diventi ansioso. Ripeti questi mantra più e più volte, specialmente quando ti sorprendi a chiederti: "E se?". 2. Rimani nel presente Prenditi un po' di tempo tutti i giorni per notare, semplicemente, dove sei e per rilassarti, lasciando che ciò che vedi, senti e provi penetri dentro di te. Fallo per circa cinque o dieci minuti. 3. Ristruttura lo stress Scopri qual è l'intenzione che sta dietro allo stress. Solitamente si tratta di uno sforzo per proteggerti, ma da cosa? Una volta che l'avrai capito, scopri come potresti fare a soddisfare quell'intenzione senza bisogno di stressarti. 4. Rilassamento/Meditazione Stabilisci 5-15 minuti ogni giorno per stare in un posto tranquillo in cui rilassarti. Sfrutta questi momenti per chiudere gli occhi e lasciarti trasportare dalle tue fantasie preferite, mentre immagini il tuo corpo che si rilassa completamente e immagina come ti sentiresti se sapessi di non poter fallire. Visualizza le immagini il più nitidamente possibile e goditi lo stato di rilassamento, abbandonandoti ad esso per alcuni minuti. Puoi anche farti dono di alcune suggestioni o affermazioni positive, mentre ti rilassi. Il segreto sta nel non sforzarti di fare le cose "nel modo giusto". Concentrati unicamente su quanto ti stai rilassando, invece di chiederti se sta accadendo o meno. 5. Completa le cose Ricordati di scrivere tutte le cose che dovrai fare il giorno successivo prima di lasciare il lavoro. Scrivi le cose e usa un diario o un'agenda, così da poterti permettere il lusso di "mettere quei pensieri da parte". 6. Chiudi le cose a chiave A fine giornata, quando è ora di smettere di lavorare, accendi e spegni il computer una volta, apri e chiudi ogni porta, cassetto e armadio. Facendo queste azioni una volta, darai al tuo cervello una chiara indicazione che tutto è stato completato e messo da parte per quel giorno. Stila una lista di tutto quello che c'è da fare il giorno seguente e in che ordine va fatto, e prendi nota di qualsiasi cosa sia rimasta ancora da completare. 7. Il taccuino delle preoccupazioni
Procurati un "taccuino delle preoccupazioni" e portalo sempre con te. Ogni volta che ti sorprendi a preoccuparti, pensa a ciò che puoi fare a proposito in quel momento. Se c'è qualcosa che puoi fare, falla. Se non c'è, riporta semplicemente quel pensiero nel tuo taccuino. Prenditi dieci minuti ogni sera per passare in rassegna le tue preoccupazioni e preoccuparti intensamente per dieci minuti. 8. Cambia le tue immagini interiori Presta attenzione alle immagini che crei quando ti senti stressato e rimpiccioliscile, allontanale e rendile indistinte e scure. Sostituisci a queste delle immagini più rilassanti: fa' in modo che le nuove immagini siano grandi, vicine, a colori e nitide. 9. Cambia il tono della tua voce interiore Cambia il tono della tua voce interiore in modo da renderla ridicola, così che invece di suonare stressata, suoni come quella di Topolino o abbia un tono profondo e seducente. 10. Filtro per ridere Usa il filtro per ridere per vedere qualsiasi situazione stressante in una cornice divertente.
30 Liberare il tempo Adoro i bambini. Sono molto più divertenti degli adulti. Ho spesso la sensazione di avere molto più in comune con loro. Qualche anno fa mi trovavo a un seminario di PNL a Orlando. Una mattina feci da baby-sitter a Irene, la figlia di due anni dei miei amici Dave e Holly. Io e Reenee, così la chiamavo, giocammo a un sacco di giochi diversi. In quel periodo stava imparando a parlare. Mentre giocavamo, il tempo si era come fermato e mi resi conto di una cosa meravigliosa riguardo ai bambini. I bambini così piccoli non hanno un vero e proprio concetto di tempo. I bambini vivono nel momento presente. C'è una tale libertà in questo, pensai. E non è solo il fatto di essere privi di ogni responsabilità: si tratta di vivere veramente nel momento presente, liberi dal passato e dal futuro. I bambini possono darci delle stupende lezioni. Einstein, uno dei più grandi geni di tutti i tempi, affermava che "il tempo è relativo". Eppure, nonostante ciò, usiamo raramente questo concetto in modo che ci sia d'aiuto. Con l'aumentare dei ritrovati tecnologici che ci consentono di fare le cose più velocemente e di risparmiare tempo, ci accolliamo più cose da fare e finiamo col perdere... tempo. Computer, laptop, cellulari, aeroplani e fax: siamo continuamente alla ricerca di modi per fare le cose più in fretta. Ciononostante, mentre lo facciamo, il nostro mondo sembra muoversi sempre più velocemente e sembra che ci rimanga sempre meno tempo per fare tutte quelle cose. Nel fantastico libro di Richard Il tempo per cambiare ho letto di come lui insegnasse alle persone a cambiare la propria percezione del tempo accedendo a stati di distorsione temporale. Si possono prendere degli eventi piacevoli e far sì che sembrino durare molto più a lungo e si può fare in modo che degli eventi non altrettanto piacevoli passino in un baleno. La distorsione temporale si ottiene entrando in uno stato in cui si percepisce un rallentamento o un'accelerazione del tempo nel passato e riaccedendovi quando ce n'è bisogno. Da quando ne faccio uso nella mia vita, ha reso le cose molto più facili, ma mi ritrovo ancora indaffarato a fare molte cose contemporaneamente e a non avere tempo. Ne parlai con Richard.
OWEN: Hai qualche consiglio da dare sulla gestione del tempo? RICHARD: Penso che la maggior parte delle persone sprechi la maggior parte del tempo. A proposito di gestione del tempo, penso che la cosa più importante sia trascorrere sempre meno tempo a preoccuparsi e a star male e capire, invece, come funziona la propria mente così da prendere decisioni più in fretta e fare le cose più velocemente. Si impara a motivarsi, a portare a termine le cose e a togliersi il pensiero
efficacemente. La quantità di tempo che le persone passano ad essere indecise mentre fanno le cose è assolutamente pazzesca. I miei clienti trascorrono fino al 70 per cento del tempo che stanno svegli a tormentarsi e a creare delle immagini orribili, il 15 per cento a pianificare cose che non faranno mai, un altro 14 per cento a lamentarsi di quello che non hanno fatto e, forse, un 1 per cento del loro tempo, se sono fortunati, a fare qualcosa per davvero. Secondo il mio parere, la cosa più importante è invertire questa proporzione. Gli esseri umani si sentono più felici quando possono manifestare il loro essere vivi. Un giorno il mio vicino mi disse che stava guardando i cavalli che da un paio d'anni se ne stavano seduti in un campo dietro casa mia e gli venne da dire: "Quelli sono dei cavalli molto infelici". Gli chiesi che cosa intendesse e lui rispose: "I cavalli non sono felici, a meno che non facciano qualcosa. Se appartenessero a un branco, starebbero galoppando in cerca di cibo. Quando mi capita di farli lavorare nella mia fattoria, non vedono l'ora di mettere i finimenti e di uscire a fare quello che fanno i cavalli". Continuò: "Ma da quando abbiamo preso dei trattori, e i cavalli non fanno che starsene seduti qua fuori... Si sentono soli". I cavalli si annoiano e quindi si mettono a fare cose tipo rosicchiare gli alberi e mordersi da soli. Gli esseri umani sono simili per molti aspetti: se non stanno facendo qualcosa che amano fare, cominciano a darsi il tormento. Lo fanno con il dialogo interno e creando pessime immagini e poi si mettono a tormentare le persone che sono loro vicine, se la prendono con i propri figli. Quando osservo le persone della generazione successiva alla mia, una delle cose che mi stupiscono di più è che abbiamo spaventato questi bambini più di quanto i nostri genitori non abbiano fatto con noi. Quand'ero giovane si pensava che una bomba atomica ci avrebbe fatti saltare tutti e molti di noi pensavano: "Chi se ne importa? Proviamole tutte, tanto non fa differenza". Ma la situazione adesso è ancor più insidiosa. C'è l'idea che il mondo sia un posto pieno di pericoli nascosti. La polizia ti spia. I terroristi ti spiano. Per televisione non trasmettono altro che un mucchio di programmi sulle forze dell'ordine dove tutti finiscono col beccarsi un proiettile. E così gli adolescenti crescono. In molti quartieri le persone che riescono ad avere successo se ne vanno dal ghetto, così le uniche persone rimaste a far da modello di vita sono prostitute e spacciatori. C'è bisogno che impariamo a mescolare le cose, non solo tra le persone, ma dobbiamo mettere insieme le persone di successo e quelle povere, farle vivere nello stesso ambiente. C'è bisogno di prendere persone di diverse religioni e di farle pranzare assieme, per amor di Dio. Voglio dire: per quanto mi riguarda più mussulmani incontro, più mi accorgo che mi piacciono un sacco, e se avessi lasciato decidere ai politici, avrei avuto paura di loro. Li avrei evitati tutti. Avrei creduto che fossero tutti dei pazzi lunatici, mentre la verità è che
quando fai conoscenza con le persone, allora ti accorgi di come sono in realtà. Più viaggiamo e incontriamo altre persone, più cose facciamo per abbattere non solo le paure che ci separano dagli altri, ma anche le paure che albergano dentro di noi, e migliori diventiamo come persone. La paura è indice del fatto che stai facendo lo stupido ed è così che andrebbe interpretata ed è così che andrebbe affrontata e superata. Nella gestione del tempo, il segreto è proprio imparare a fare in modo da agire nel modo migliore la maggior parte delle volte. Il segreto è assicurarsi che i momenti che si trascorrono con la propria famiglia siano completamente dedicati alla propria famiglia. Si tratta di non permettere mai al nostro lavoro di invadere il nostro spazio privato e di assicurarsi che i momenti trascorsi con i nostri cari non vengano inutilmente influenzati dai problemi che si hanno al lavoro. Si tratta di organizzare il tempo e le priorità nella maniera migliore. Si tratta di trovare ogni giorno il tempo per scrivere le cose che si stanno facendo e quelle da fare, e di controllare quella lista ogni mattina. Un'altra ottima idea per gestire efficacemente il tempo è quella di cominciare ad analizzare quanto tempo si passa a fare le diverse cose. Portatevi dietro un orologio per un paio di giorni e prendete nota di quanto ci mettete a fare le cose. Questo vi porterà ad avere profonde intuizioni in merito a dov'è "andato" tutto quel tempo. Liberare il tempo significa rendersi conto che non possiamo creare tempo in più, possiamo soltanto impiegare meglio il tempo che ci è dato. Dare una priorità alle diverse incombenze e suddividerle in categorie vi consentirà di lavorare alle cose urgenti e a quelle importanti e di essere sempre un passo avanti. Si tratterà di delegare alcune cose e di rifiutarne altre, così da poter portare a termine il resto nel modo migliore, ma se vi concentrerete per potervi trovare nello stato migliore possibile e farete tutto il possibile, vi ritroverete a fare molte più cose di quante non ne abbiate mai fatte. Si tratta inoltre di avere la disciplina necessaria a tenere un'agenda e, allo stesso tempo, di rimanere flessibili. In questo modo possiamo imparare a godere al meglio della soddisfazione che deriva dalla libertà di vivere nel presente, proprio come fanno i bambini.
Esercizi per cambiare il tempo 1. Organizzati Prenditi un giorno intero per organizzare tutto. Nello studiare la tua agenda/diario e i tuoi appuntamenti, tieni a mente le informazioni che hai appena ricevuto. La quantità di tempo che risparmierai da qui a un anno sarà tale che ne sarà valsa la pena. Fa' in modo che diventi un'abitudine: una volta alla settimana, al mese, ogni tre mesi, ogni sei, una volta all'anno. 2. Mettiti in pari Ogni settimana, metti da parte un paio d'ore extra per metterti in pari e portare a termine le cose rimaste in sospeso. 3. Stabilisci le priorità Ci sono cose che sono più importanti o urgenti di altre. Assicurati di conoscere le tue priorità. Non riuscirai mai a fare tutto allo stesso tempo. 4. Procurati un'agenda Procurati un'agenda e portala sempre con te. Scrivi tutto ciò che ti viene in mente di dover fare. 5. Cronometrati Porta con te un orologio e annota in agenda quanto tempo impieghi a fare ciascuna delle attività che compongono la tua giornata. Fallo per qualche giorno e capirai esattamente dove "va" tutto il tuo tempo!
31 L'arte della libertà economica In tutto il mondo, il denaro è considerato una delle cose più importanti che ci siano. Anche in posti come l'India e il Tibet, dove la spiritualità è così importante, ci sono molte persone che chiedono denaro ai bordi delle strade. In tutto il mondo il denaro ci permette di fare più cose, vedere più posti e incontrare più persone. Il denaro dà a taluni la libertà di godersi i piaceri della vita e ad altri la possibilità di sopravvivere. Avere la libertà economica significa, in verità, avere abbastanza denaro da poter fare quello che si desidera e vivere secondo le proprie aspettative. Dal momento che siamo tutti differenti, la quantità di denaro varierà da persona a persona. Studiando le persone più ricche che conosco e la letteratura disponibile sulla ricchezza, ho appreso le regole fondamentali per accrescerla. Volevo anche che Richard condividesse con me il suo punto di vista sull'argomento, essendo lui una persona che nel corso degli anni è riuscita a godere di una certa prosperità economica.
OWEN:
Come si può accrescere la propria ricchezza e conquistarsi una maggiore libertà economica? RICHARD: Per diventare più ricco, devi indirizzare la tua mente a rispondere alla domanda: "Come posso vendere il mio tempo?". C'è un momento in cui puoi aumentare il costo del tuo tempo, ma ci deve essere un punto in cui o aumenti la produttività o decadi. O formi delle altre persone perché facciano la stessa cosa che fai tu, così da poter usare il loro, di tempo, o devi riuscire a fare le cose diversamente. Il motivo per cui ho scritto dei libri è che così potevo esserci anche quando non potevo esserci fisicamente. Incido cassette, CD e DVD e quel genere di prodotti perché è un modo di confezionare le mie abilità e di renderle accessibili a un numero maggiore di persone senza che debba volerci troppo tempo. Dev'esserci qualcosa nella tua testa che dice: "Come posso metterci la metà del tempo a fare il quadruplo dei soldi che faccio adesso?". All'inizio sembra sempre una domanda impossibile, eppure le persone lo fanno da secoli. Non devi per forza farlo usando le mie stesse abilità. Capita che io abbia le abilità che ho, perciò vendo quelle. Ci sono persone che, in questo momento, stanno lavorando per costruire una casa. C'è qualcuno che le paga cinque
dollari all'ora per tirare su un muro. Anche loro devono rispondere alla stessa domanda: "Come posso metterci la metà del tempo a fare il quadruplo dei soldi che faccio adesso?". Un sacco di persone pensano che si possa fare facilmente soltanto col mercato azionario. Trovo che giocare in borsa sia molto pericoloso. Può andarti bene per un po', ma può anche andarti davvero male in pochissimo tempo. A meno che tu non impari a conoscere il mercato azionario e non continui a reimpararlo, prima o poi ti andrà male. Ad ogni modo, per la stessa ragione, qualcuno che si occupa di quelle cose potrebbe voltarsi e dirsi: "Beh, se facessi abbastanza soldi da costruire una casa e venderla, forse col ricavato potrei costruirne due o potrei comprare una roulotte, venderla e comprarne altre due". Ci sono persone che lo hanno fatto sin dall'inizio dei tempi: trovare delle cose e individuare delle nicchie di mercato. Quando mio nonno arrivò negli Stati Uniti, non aveva un soldo perché i tedeschi gli avevano preso tutto e se ne andava in giro per New York alla guida di un vecchio catorcio che alla fine si ruppe. Lo portò dal meccanico e questi gli disse che ci sarebbe voluta una settimana per avere i pezzi di ricambio, perché non potevano permettersi di chiudere l'officina per andare a New York a prenderli. Al che mio nonno gli disse: "Ah sì, allora ci vado io a New York a prendere i ricambi" e poi aggiunse: "A proposito: ti servono altri pezzi di ricambio?". Fu così che andò fino a New York e aggiunse un 10 per cento al prezzo dei ricambi e guadagnò dei soldi facendosi riparare la macchina e, di lì a cinque anni, era multimilionario. Aveva una squadra di persone che andavano in giro per tutta la città a far visita a tutte le officine guidando un furgone pieno di pezzi di ricambio. Cominciò dal nulla e fece milioni di dollari. Cose di questo tipo capitano in tutto il mondo ogni giorno. C'era un tale che viveva nella parte nordorientale degli Stati Uniti e che costruiva delle gabbie per metterci dentro i passeggini. Un giorno guarda un camion e pensa: "Sai cosa, se qui dentro ci mettessi dei binarietti, non avrei bisogno di costruire queste costose gabbie. Potrei farmi perdere il lavoro". Così, per 50 dollari, comprò un vecchio camion, ci mise dentro dei binari e disse al tipo che lo guidava che poteva consegnarle ad ogni negozio a New York e non avrebbe avuto bisogno di nessuna gabbia: avrebbe risparmiato tutti quei soldi. Finì col diventare proprietario di una compagnia di trasporti nel New England. Quindici anni dopo, era miliardario. Di storie come questa ce ne sono a non finire, storie di persone che hanno preso un'idea sensata e ci hanno fatto qualcosa. La cosa più importante che è necessario capire è che, indipendentemente dal fatto che si diventi o meno ricchi sfondati, ci sono un sacco di persone veramente ricche che sono veramente infelici. La vera ricchezza consiste nell'essere soddisfatti di ciò che si ha e nell'essere abbastanza intelligenti da procurarsene ancora.
Essere economicamente liberi significa, dunque, fare in modo che il vostro tempo acquisti più valore per voi. Si tratta inoltre di trovare modi per far lavorare per voi i vostri soldi, mentre voi fate qualcos'altro. La consapevolezza della prosperità deriva dallo sviluppare le convinzioni e gli atteggiamenti che sostengono l'idea di essere ricchi. Accade spesso di apprendere delle convinzioni negative sul denaro e di portarsele dietro fino all'età adulta. Impariamo a pensare che i soldi sono "cattivi" e che "dei poveri sarà il regno dei cieli". Mentre, da un lato, queste convinzioni e queste storie sono pensate per fare in modo che le persone non finiscano col pensare che i soldi sono la cosa più preziosa al mondo, dall'altro, prenderle come verità assolute non è affatto utile. Invece, potete rendervi conto che "adorare il denaro" può essere negativo, ma che procurarsene non lo è. Più soldi avete, più potete fare la differenza per il mondo. Le persone di maggior successo, quelle che più hanno fatto la differenza per il mondo, lo hanno fatto o sfruttando la propria ricchezza, o sfruttando la loro abilità di avere accesso alla ricchezza altrui. Un'altra idea relativa alla libertà economica è imparare l'arte di essere quello che lascia "la mancia più consistente". Ogni volta che potete scegliere se dare molto o poco, è di cruciale importanza che diate molto, dal momento che il modo in cui vi comportate influirà sul modo in cui vedete voi stessi. Come dice Jim Rohn, si tratta di essere quello che lascia "la mancia più generosa". Se diamo poco, ci percepiamo come degli spilorci. Se diamo molto, ci sentiamo più ricchi. Infine è importante che vi poniate degli obiettivi economici in modo tale da far concentrare e sintonizzare il vostro cervello sull'idea di pensare con abbondanza. Quando vi rendete conto di tutte queste cose, potete fare tutto quello che è in vostro potere per acquisire quanta più ricchezza possibile.
Esercizi per acquisire una mentalità "prospera" 1. Investi un 10 per cento delle tue entrate, mettine da parte un altro 10 per cento e donane il 10 per cento. Questo ti consentirà di iniziare ad esercitarti a gestire efficacemente il tuo denaro. 2. Metti per iscritto le tue convinzioni in merito al denaro e le convinzioni che ti sarebbe più utile avere al loro posto. 3. Quando puoi scegliere tra pagare un po' di meno e pagare un po' di più, scegli la seconda. Ti porterà a formarti una mentalità orientata alla prosperità, piuttosto che alla povertà. 4. Definisci i tuoi obiettivi ben formati per quel che riguarda il denaro. • Che cosa vuoi poterti permettere?
• Quanto vuoi guadagnare all'anno? • Traccia un prospetto dei prossimi quindici anni, riportando quanto vuoi guadagnare anno per anno e che cosa vuoi poterti permettere. • Di quanti soldi avresti bisogno per essere economicamente libero?
32 Badare a se stessi Per poter creare un ambiente salutare nella vostra mente è di cruciale importanza che creiate un ambiente salutare anche nel vostro corpo. Questo non significa seguire alla lettera quella che qualcuno vi descrive come la "dieta perfetta" o fare esercizi tutti i santi giorni. Significa semplicemente trattare bene il vostro corpo ricorrendo al buon vecchio buonsenso. Sappiamo tutti che se beviamo troppo o assumiamo droghe, questo avrà delle conseguenze negative sulla nostra salute. La maggior parte delle persone sa come ci si sente a svegliarsi con i postumi di una sbornia e qual è lo stato mentale negativo associato a quel risveglio. Sappiamo che se mangiamo troppo, o troppo poco, o se mangiamo le cose sbagliate, allora ne risentiranno negativamente le nostre emozioni. Sappiamo che, se non ci alleniamo con regolarità, non saremo in uno stato mentale positivo. Lo sappiamo per esperienza, non solo perché lo dicono le numerose statistiche e ricerche che lo dimostrano scientificamente. Il segreto consiste nel cominciare a seguire alcune semplici indicazioni su come trattare il proprio corpo. Mangiate cibi genuini (e possibilmente freschi). Bevete bevande che facciano bene. Evitate di assumere droghe e alcolici per quanto possibile. Dormite bene e fate regolarmente esercizio fisico. Chiesi a Richard che cosa ne pensasse.
OWEN:
Quali sono i tuoi suggerimenti per aiutare le persone con la loro salute? RICHARD: Dipende dalla persona. Curiosamente, la maggior parte delle persone in buona salute che conosco è anche piuttosto felice. Sfortunatamente, però, non c'è modo di prevedere cosa accadrà. Io mi sono ammalato nonostante fossi estremamente felice, e sono sopravvissuto nonostante le previsioni dei medici. Nessuno ha ancora capito come funzioni la salute. Alla fine scopriremo che è determinata in larga misura dal codice genetico e dalle sostanze chimiche che produciamo. Penso che sia molto importante, quando si sta male, cambiare quanto più si può e penso che sia una buona idea cambiare regolarmente il proprio regime alimentare e le proprie abitudini. Io prendo vitamine per un po', poi smetto, poi ricomincio. Penso che se uno prende le stesse vitamine tutto il tempo, il corpo si abitua e impara a disfarsene. È una buona idea
introdurre cose nuove. Più cose nuove fai entrare, più il tuo corpo, a mio parere, si manterrà vitale. Se prendi vitamine, dovresti cambiare vitamine ogni tanto. Se fai esercizio fisico, dovresti cambiare attività. Più continui a fare la stessa cosa, più il tuo corpo si abitua e meno effetto fa. In effetti, penso che si arrivi a un punto in cui qualsiasi cosa diventa controproducente e che sia meglio continuare a provare cose nuove, e quando provi qualcosa e questa non ti fa sentir bene, smetti di farla. Quello che Richard stava mettendo in evidenza era che variare le proprie attività e abitudini è una buona idea, perché quando il corpo si abitua a certe cose, non è detto che continuino ad avere lo stesso effetto positivo che avevano all'inizio. Combinando diversi approcci tra loro, è possibile avere un continuo impatto positivo sul proprio corpo. Col cibo, ad esempio, l'idea sarebbe quella di mangiare cibi nutrienti... senza scordare di mangiare molti cibi differenti. L'idea è quella di allenarsi in modi diversi. Avere delle sane abitudini alimentari e fare regolarmente esercizio va bene, ma all'interno di queste abitudini, la varietà è il segreto. In ultima analisi il discorso è questo: sapete che ci sono degli alimenti che favoriscono l'aumento di peso, quindi, se volete perder peso, il trucco sta nell'evitare di mangiare quelle cose. Un altro consiglio per quanto riguarda l'alimentazione è quello di mangiare lentamente. Le ricerche dimostrano che masticare a lungo favorisce la digestione, il che migliora la salute complessiva. Mia nonna me lo diceva sempre, eppure solo quando ho davvero incominciato a farlo più spesso, ho notato la differenza. Bere molta acqua per mantenere il corpo idratato è fondamentale per restare in buona salute. Cominciai a parlare del sonno con Richard. Avevo sentito riportare dati molto diversi su quante ore di sonno fossero effettivamente necessarie a un essere umano per "funzionare" efficacemente. Chiesi a Richard che cosa ne pensasse. OWEN: Parlando di sonno: di quante ore di sonno ha bisogno una persona per funzionare efficacemente? RICHARD: Dipende da chi sei. Certe persone hanno bisogno di dormire di più, certe altre meno. Penso che la maggior parte delle persone dorma troppo. Penso che il sonno agisca come una droga e che le persone dovrebbero perdere il vizio, così da scoprire che cosa significhi agire al massimo delle proprie potenzialità. La maggior parte delle persone ha un livello energetico molto basso perché dorme troppo e, di conseguenza, alcune sostanze presenti nel loro corpo sono in eccesso. Certi medici dicono che ci vogliono otto ore: stronzate... voglio dire, scusa tanto, sembra che qualcuno abbia preso una giornata e abbia diviso il numero di ore per tre e quello è il numero. Non ti dicono: "Per certe persone ci vogliono otto ore e dieci minuti, per altre ne bastano sette e mezza", dicono che sono otto ore per tutti. È un'assurdità. Per la maggior parte della mia vita ho dormito tra le tre e le cinque ore per notte e sono sempre stato benissimo. Se dormo più di così, mi sento intontito. Le persone hanno bisogno di scoprire qual è il loro otpimum.
Ti capiteranno, tuttavia, volte in cui dormirai per quindici ore di fila ed altre in cui non dormirai affatto. Sai, le persone dovrebbero imparare a mangiare solo quando hanno fame, non quando sentono di aver fame. Dovrebbero imparare qual è la differenza tra la fame vera e il desiderio di mettere qualcosa sotto ai denti. Quando impari ad ascoltare il tuo corpo, ti dirà lui di quanto cibo o di quanto sonno hai bisogno. Le convinzioni di Richard sembravano sfidare apertamente le teorie mediche più convenzionali, secondo le quali le persone hanno bisogno di dormire un certo numero di ore. Il nocciolo di ciò che andava spiegando era questo: Richard sosteneva che ciascuna persona è responsabile di scoprire di quanto sonno abbia bisogno, di provare e vedere, tra le varie alternative, quale funzioni meglio per lei. Il suo avvertimento in merito al dormire troppo mi aveva illuminato. Effettivamente non ci avevo mai pensato, ma ripensando a delle volte in cui ero rimasto a letto a lungo, notai che erano proprio quelli i giorni in cui, poi, mi ero sentito stanco tutto il giorno. Le persone che hanno difficoltà a dormire, spesso si sforzano troppo di riuscirci. Quando riuscite a raggiungere il punto in cui non avete più "bisogno" di dormire molto, vi sarà molto più semplice addormentarvi dolcemente. Mi viene in mente un trucchetto che imparai mentre viaggiavo per l'Europa con la mia amica Gillian. Arrivammo a Cracovia dopo le nostre avventure a Francoforte e a Praga. Il giorno in cui arrivammo, in città stavano celebrando una festività particolare. Stavo male e avevo dormito pochissimo, su quello scomodo treno. Trovammo un posto dove alloggiare, ma nei giorni successivi non riuscii a dormire un gran che. Ero esausto. L'ultimo giorno che passammo a Cracovia facemmo conoscenza con Veronica, una deliziosa ragazza norvegese, e con suo figlio Patrick, di nove anni, mentre prenotavano un posto sull'autobus su cui viaggiavamo anche noi. Durante il viaggio, Gillian scoprì di andare molto d'accordo con Veronica, e io con Patrick. Nonostante parlasse solo qualche parola di inglese, riuscii a farlo sorridere facendo il pagliaccio. Facemmo amicizia e viaggiammo insieme fino a Budapest, la nostra fermata successiva. Mi accorsi che Patrick non aveva alcun problema a dormire, non importava quanto scomodo fosse il posto a sedere. Io, invece, per quanto mi sforzassi e pur essendo stanco come non mai, non riuscivo proprio ad addormentarmi. Allora chiesi a Patrick come facesse e lui indicò il walkman che gli avevo visto usare di tanto in tanto. Mi infilò le cuffie e sentii della lenta musica spagnola. Sentii che per la prima volta da giorni stavo scivolando in un sonno profondo. "Sì, ma ti ho visto dormire anche senza cuffie, Patrick", dissi con curiosità. "Sento la musica dentro la testa", disse lui. Sorrisi. Un ragazzino di nove anni era stato il mio terapeuta. Ora potevo dormire. Un'altra cosa che mi ha sempre affascinato sono le incredibili sensazioni che talvolta provo quando dormo. Mi sono spesso svegliato nel bel mezzo di un sogno che sapeva di beatitudine. Nei sogni possiamo trovare sensazioni di assoluta sicurezza, di amore incondizionato e di perfetta pace interiore. Mi interessava sapere che cosa pensasse Richard dell'interpretazione dei sogni.
OWEN: Qual è il tuo punto di vista in merito all'idea di interpretare i sogni? RICHARD: Penso che sia il modo in cui la nostra neurologia crea nuovi collegamenti neurocorticali e che non abbia nulla a che vedere col contenuto. Il sogno più significativo che abbia mai fatto è quello in cui lavoravo alla spinatrice. Lo avevo fatto per otto ore e quella notte, dopo essere tornato a casa ed essermi addormentato, lavorai alla spolatrice per altre otto ore. Continuai così per cinque giorni di fila e poi non ho mai più sognato spinatrici, ma non ho nemmeno avuto più problemi a usarne una. Ho fatto sogni tra i più strani che si possano immaginare, ma non credo che il loro contenuto sia importante. Credo che tutte le storie sull'interpretazione dei sogni non siano che questo: storie. Penso che né Fritz Perls, né Sigmund Freud avessero ragione su questo punto. È un'idea carina, ma è una fesseria. Penso che le persone facciano sogni "premonitori" quando si trovano in stati di coscienza particolari, e se potessero prestare attenzione a quei sogni e imparare da essi, quello sarebbe un discorso diverso. Si tratterebbe di un altro genere di sogno. La maggior parte dei sogni che le persone fanno sono soltanto riassestamenti della neurologia che avvengono appena prima di svegliarsi o quando ci si addormenta. E questo mi diede lo spunto per introdurre un nuovo argomento.
OWEN: Che cosa pensi dei fenomeni psichici? RICHARD: Penso che siano divertenti. Sorrise.
RICHARD: Penso che tutti ne facciano esperienza e che tutti lo ignorino e che sia
OWEN:
più la regola che l'eccezione e che faccia parte del nostro percorso evolutivo: diciamo che è il prossimo passo. La cosa più bella che abbia sentito dire da un fisico in conferenza è stata: "Tutti i fenomeni psichici non sono che sciocchezze". E io ho detto: "Mi era stato predetto che avrebbero dimostrato che le precognizioni non esistono". Lui non rise, ma le altre 1500 persone in sala sì. A mio parere, si riduce tutto a questo: avere il senso dell'umorismo e rendersi conto che tutto è possibile e che, perciò, tutto accadrà, prima o poi. Alcune cose accadranno più lentamente. Penso che la maggior parte delle persone non prenda in considerazione il fatto che, come organismi, noi non siamo poi così evoluti e che è un processo in corso e che più evolviamo da un punto di vista cognitivo, più rapidamente evolveremo da un punto di vista fisico. E quindi, come potremmo fare a migliorare le nostre capacità "psichiche" o, perlomeno, ad avere delle intuizioni migliori?
RICHARD: Separando quelle buone da quelle cattive. Quando hai delle intuizioni, prendine nota. Se si rivelano sbagliate, nota la differenza tra quella sensazione e quella associata alle intuizioni che si sono rivelate corrette. Se le persone si prendessero la briga di farlo, comincerebbero a fare molto più affidamento sulle intuizioni giuste, e meno su quelle sbagliate. Un giorno stavo parlando con due miei amici, Joe e Gemma, del fatto che c'erano alcune persone che non vedevo da anni, ma con le quali mi sarebbe piaciuto tenermi in contatto. Purtroppo non avevo modo di farlo. Ne nominai tre in particolare. Dopo quella conversazione ricevetti una e-mail da uno di loro: la prima in tre anni. Una settimana più tardi ne incontrai un altro in un bar in cui ero entrato per puro caso. Altre due settimane dopo incontrai la terza persona, ancora una volta per caso, dopo essermi rimesso in contatto con altri amici. Le coincidenze, credo, sono sincronicità. C'è una sorta di intelligenza universale, là fuori. Le cose accadono sempre per una ragione. Questa ragione può esservi d'aiuto o esservi d'ostacolo. Quello di cui la maggior parte delle persone non si rende tuttavia conto è che la ragione per cui accadono dipende da come le affrontate. Qualsiasi cosa accade per esserci d'aiuto, se scegliamo di viverla a quel modo. Ricordate che tutte le percezioni non sono che percezioni. Il modo in cui vediamo il mondo è soltanto il modo in cui lo vediamo. Il segreto consiste nel lasciarvi guidare dal vostro intuito nel prendere delle decisioni: allora l'universo potrà contribuire ad aiutarvi. Che lo faccia sotto forma di "Dio", di "angeli", di "fortuna" o del "potere della mente", è possibile ottenere gli stessi risultati. Questa è la mia opinione. Ringraziai Richard per le sagge parole. Era ora che facessi ritorno nella mia stanza d'albergo. M'incamminai a piedi, col registratore ancora in mano, lungo le strade di Edinburgo. Le sue parole mi riecheggiavano ancora nella mente. C'erano così tante cose che si stavano facendo più chiare. Molte delle risposte che mi aveva dato facevano già parte della mia esperienza, ma Richard aveva la straordinaria abilità di esprimerle con lucida precisione.
Esercizi per una vita migliore 1. Scegli qualche tipo di attività fisica che potresti fare e dedicale almeno trenta minuti, meglio un'ora, per tre volte a settimana. 2. Assumi l'impegno di cominciare a mangiare in modo più sano. Quando vai a fare la spesa, compra verdura e frutta fresca. 3. Analizza con attenzione i ritmi e gli schemi del tuo sonno e scopri quali funzionano meglio per te. 4. Fai caso alle coincidenze e segnatele. 5. Presta attenzione alle tue intuizioni e nota la differenza tra le sensazioni che si rivelano essere corrette e quelle che si rivelano essere sbagliate.
33 Divagazioni casuali 4: prendere sul serio il divertimento Che ci crediate o meno, non sono perfetto. E in questo momento so a cosa state pensando. "Sciocchezze. Non esiste. Tu sei perfetto, Owen." Ma, ahimè, non lo sono. Invero, ho anch'io dei difetti (anche se non così tanti J). Talvolta parlo decisamente troppo, capita che pensi troppo ai fatti miei, posso essere fastidioso, avere la luna di traverso, prendermela troppo, fare domande stupide, mangiare troppo in fretta, bere troppo lentamente, fare delle gaffe e rendermi ridicolo. Nemmeno Richard è perfetto. È anche lui un normale essere umano con i suoi difetti. Come dice lui stesso, ha fatto più errori della maggior parte delle persone: ecco perché ha imparato così tante cose. Il trucco sta nel non continuare a fare gli stessi errori all'infinito. Ci sono molte persone che si trattengono, perché si preoccupano di ciò che potrebbero pensare gli altri. Esitano. Aspettano, e aspettano, e aspettano. Il loro più grande problema è che prendono se stessi e il loro mondo troppo sul serio. Quello che le persone dovrebbero fare è imparare a prendersi più alla leggera e decidere di sentirsi bene, anziché cercare di essere importanti. "Evita di diventare troppo serio. Troppe persone diventano serie e cercano di aver 'ragione' tutto il tempo. Se nella vita non riesci ad arrivare dove vuoi e continui a credere che aver 'ragione ' sia la cosa più importante, più importante dell'essere felici... È qui che sprechi l'energia di una vita e te ne accorgi poi, dopo dieci anni, di non aver avuto ragione e che non aveva alcuna importanza." Richard Bandler Per me, il volersi sentire importante è ciò che porta le persone alla stupidità. L'abilità di ridere di me stesso è qualcosa che ho dovuto apprendere. Ricordo che una volta uscii con un'amica che aveva imparato qualcosa riguardo all'entrare in rapporto con gli altri. Durante la serata, mi accusò di "rispecchiarla" usando delle tecniche di PNL. Quello che aveva scordato è che il rispecchiamento è una parte naturale del processo dello stare bene insieme e che accade naturalmente nella quotidiana comunicazione tra amici. Capita, a volte, che quelli che imparano un po' di PNL si lascino
trasportare e immaginino che stia succedendo chissà che. Quello che è importante tenere a mente è che una considerevole parte della PNL deriva dall'osservazione di quello che accadeva già là fuori, nel mondo reale, quando le persone comunicavano efficacemente. Una volta, una signora che partecipava a un seminario venne da me per dirmi che c'era una "tristezza cupa, profonda, nascosta" dentro di me. Un'altra volta, un signore che avevo appena incontrato a una conferenza mi chiese di che cosa avrei parlato e, quando gli dissi che l'argomento era la PNL, si sentì in obbligo di dirmi che erano un sacco di scemenze. Questi non sono che alcuni esempi di ciò che accade nel mondo reale. Alcuni saranno scettici perché quello è il modo in cui hanno imparato a pensare. Alcuni penseranno che siate dei manipolatori, forse perché quello è il loro modo di pensare. Alcuni cercheranno di trovare dei problemi in voi, perché è ciò che trovano dentro di sé. Ci sono così tante persone che non riescono a cogliere il nocciolo della questione. Cercare di convincerle del contrario prendendole sul serio è forse l'errore peggiore che potreste commettere. Spesso, più vi mettete sulla difensiva, più sembrate essere "colpevoli" di qualcosa. Quindi, il segreto è rilassarsi e lasciare che le altre persone abbiano la propria opinione. La mia amica credeva che stessi "usando la PNL" su di lei, quella signora credeva che stessi "nascondendo la mia tristezza esistenziale nel profondo", il signore alla conferenza credeva che la PNL fosse una porcheria. Erano convinti di avere ragione e non c'era alcun bisogno di convincerli del contrario. Invece di starci male, mi resi semplicemente conto del fatto che quello era il punto in cui si trovavano e ci risi su. Ci sono anche coloro che, dopo aver fatto un corso di PNL, tornano a casa convinti di sapere già tutto e di essere degli espertoni. La verità è che tutta questione di percezione. Tutti noi elaboriamo delle idee e facciamo, poi, in modo di provare che quelle idee sono vere. Le persone elaborano idee su di me, su Richard, su di voi lettori, e cercano di dimostrarsi di aver ragione. Ci piace un sacco l'idea di aver "capito tutto" di una persona. La verità è che dipende tutto dalle percezioni e che non c'è motivo di prendersi a cuore le cose che le altre persone dicono. Quando riuscite a ridere di voi stessi, non avete alcun bisogno di identificarvi con le "distorsioni" o le errate convinzioni delle altre persone e potete concentrarvi semplicemente sullo stare davvero bene. Prendere sul serio il divertimento significa riconoscere il lato comico della vita e affrontare il futuro con un atteggiamento differente. Quando qualcosa mi infastidisce, di solito ne parlo con un amico, facendo del mio meglio per descrivere la situazione in maniera esagerata e divertente. Questo mi aiuta a vedere quella cosa da un punto di vista più utile, perché sin da subito ci rido sopra. Altrimenti è facile lasciarsi coinvolgere e provare rabbia o fastidio nei confronti delle persone e delle circostanze. Se ci "consideriamo troppo importanti, non riusciamo a vedere quanto tutto questo sia sciocco. Ci sono molte persone che cercano di diventare più importanti procurandosi un nuovo titolo. Molte cercano di sembrare più intelligenti, e perciò criticano. Potete starne certi: ci saranno persone che prenderanno questo libro e lo criticheranno per dimostrare quanto sono intelligenti. Possiamo fare tesoro del loro feedback, ma l'idea di starci male va contro l'intero concetto di libertà
individuale. E ancora: di solito sono queste persone a non cogliere il nocciolo. Questo libro non è stato scritto per andare "bene" a loro; è stato scritto per mettere le persone in condizione di imparare delle cose che le aiuteranno ad aumentare la propria libertà individuale. Che cosa penseranno le "persone"? Beh, dovete porvi le domande "Quali persone?" e "Chi se ne importa?". Le persone che contano sono quelle che amate davvero e che vi amano per quello che siete. Se cominciate dal riuscire a ridere di voi stessi, allora siete liberi di dare il massimo. Quando le persone danno il massimo, è perché si immergono completamente nell'attività, invece di pensare a come le vedono gli altri. È questo il trucco. Una cosa che faccio abbastanza di frequente è lasciare che le persone credano di aver capito tutto di me o di essere riuscite a ferirmi. Ci sono molte persone che adorano credere di avere il controllo sugli altri o di riuscire a vedere immediatamente che tipo di persona hanno davanti. Vivono tra le nuvole delle proprie erronee percezioni. Il problema è che lo facciamo tutti. Quando riuscite a guardare alle altre persone senza metterle sopra o sotto di voi, avete già fatto un buon passo verso la capacità di godere di quello che siete. Una volta diventati molto bravi con la PNL, una volta incontrati i migliori in circolazione, iniziate a rendervi conto di quanto si possa diventare esperti nell'usare elegantemente il linguaggio. Imparate a conoscere i modelli linguistici più frequenti come i nested loops (storie-dentro-storie). Imparate a comprendere i "meta-programmi" e gli "operatori modali", che non sono altro che schemi generalizzati attraverso i quali suddividiamo e organizziamo le informazioni nella nostra testa, e imparate a estrarli sia verbalmente che non verbalmente. Imparate a girare le parole in modo da avere un grande impatto sulla neurologia delle altre persone, mettendo le parole giuste nella giusta sequenza e al momento giusto. Imparate a porre domande che possono cambiare completamente la vita di una persona e a usare i tempi verbali in modi che alterino completamente la percezione che una persona ha del proprio passato, presente e futuro. Tutte queste abilità, così fantastiche e affascinanti, sono le cose che mi piace insegnare, imparare e usare nel mio lavoro. Ma niente di tutto ciò ha importanza e niente funzionerà sul serio, se prima non capirete l'importanza di saper ridere della comicità che ci circonda. Possiamo trasformare i mondi in cui viviamo, se solo impariamo a ridere un po' di più. Possiamo ridere di coloro che cercano di farci star male rendendosi importanti e possiamo sorridere di quanto ridicoli siano, a volte, gli esseri umani. Oppure possiamo aggirarci per questo serio mondo, con le nostre facce serie e le nostre serie espressioni. Da qualche parte nel mondo, ci sono fin troppe persone che prendono fin troppe cose sul serio, a cominciare da loro stesse. Ci sono momenti in cui affrontare le situazioni con serietà, ma ci sono ben pochi momenti in cui dovremmo trattare noi stessi con serietà. Io non sono perfetto e ho due possibilità: sentirmi male pensando al perché o ridere pensando al come. Preferisco ridere.
PARTE V L'ARTE DI AMARE LA LIBERTÀ
34 L'amore davvero Erano circa le due del pomeriggio e stavo percorrendo in macchina quel tragitto dall'aspetto ormai familiare. Per una volta, splendeva il sole. Faceva caldo e tenevo i finestrini abbassati mentre ascoltavo canzoni alla radio. La giornata era particolarmente limpida, per essere dicembre. Fuori faceva freddo, ma c'era poco vento. La mia mente vagava in continuazione di argomento in argomento e veniva richiamata alla realtà soltanto di rado, per ricordare quali svolte prendere. Più mi addentravo nella campagna, più l'aria fresca e pulita mi riempiva i polmoni. Per ogni miglio che facevo diventavo via via più rilassato. Sentivo, inoltre, che anche la mia salute migliorava sempre più. Stavo per fare visita a Richard e Paula ancora una volta. Gli ultimi mesi erano stati particolarmente caotici e non li vedevo da prima della mia partenza per il giro del mondo. Avevo così tante cose da raccontar loro, così tante domande da porre. Dall'ultima volta che ci eravamo visti, avevo insegnato PNL in India, scalato l'Everest, sciato in Nuova Zelanda e vissuto, lungo la via, una serie di avventure davvero straordinarie. Stavo pensando a tutto quello che mi era successo negli ultimi sei mesi. Le domande che avevo erano per me, per la mia vita, eppure, nel profondo, avevo sempre saputo che quelle domande si sarebbero rivelate estremamente preziose per molte, moltissime persone in tutto il mondo. La ragione è che le domande si sarebbero incentrate sul concetto più importante del mondo: l'amore. Avrei analizzato questo argomento con Richard, per vedere come si adattava alla mia personale esperienza. Avevo già applicato tutto ciò che avevo appreso dalle precedenti conversazioni con Richard, ottenendo risultati davvero notevoli. La mia attenzione era ora rivolta alle nostre relazioni con gli altri, ai problemi ad esse relativi e alle soluzioni che in esse si potevano trovare. Mentre guidavo, degli esperti alla radio discutevano dell'amore e della natura dell'amore romantico e dell'infatuazione. Era un'altra di quelle sincronicità che facevano abitualmente parte della mia vita. Cominciai a pensare e a ponderare sull'amore come concetto e in questo fui aiutato dalle canzoni dedicate a qualche forma d'amore o di crepacuore che intervallavano gli interventi alla radio.
35 L'amore fa girare il mondo Il piccolo Johnny, di cinque anni, era andato all'ospedale con i suoi genitori per far visita alla sorellina Jessica, di otto anni, che era molto malata. I medici spiegarono ai suoi genitori che, per rimanere in vita, Jessica aveva bisogno di una trasfusione. Dopo aver fatto tutte le analisi, risultò che soltanto Johnny aveva lo stesso gruppo sanguigno di Jessica e che, quindi, era lui, l'unico possibile donatore. I medici chiesero a Johnny se avrebbe donato il sangue a sua sorella. Lui esitò per un attimo, poi accettò. Durante l'operazione, mentre trasfondevano il sangue, la faccia di Jessica riprese man mano colore. Johnny guardò il medico e con voce tremante chiese: "Fra quanto comincerò a morire?". Aveva male interpretato le parole del medico. Pensava che sua sorella avesse bisogno di tutto il suo sangue. L'amore è forse la qualità più importante della vita. Le persone farebbero qualsiasi cosa per coloro che amano. Quando penso ai miei amici e alla mia famiglia, vengo spesso sopraffatto dall'emozione. L'emozione di cui parlo è l'amore. Le persone che fanno parte della mia vita, quello che hanno fatto per me e quanto sono grato di conoscerli: tutto ciò mi fa capire perché siamo tutti qui insieme. Dipendiamo gli uni dagli altri. Ci prendiamo cura l'uno dell'altro, ci aiutiamo. È l'atto di amarci l'un l'altro. A volte, tuttavia, non esprimiamo quest'atto. Entriamo in competizione. Proviamo risentimento e paura. Ci attacchiamo l'un l'altro. Ci feriamo l'un l'altro. Ci ammazziamo l'un l'altro. È l'atto di odiarci l'un l'altro. Ci sono persone particolari che sembrano più propense a farlo, ma ne siamo tutti capaci. Le guerre che dilaniano il mondo riflettono su scala maggiore le cose che spesso viviamo nelle nostre relazioni interpersonali. Sembriamo sempre chiedere che ci sia un'idealistica pace nel mondo e, nonostante ciò, manchiamo di intraprendere una qualsiasi azione che porti la pace dentro di noi e nelle nostre relazioni. Critichiamo i leader mondiali per la loro ignoranza, quando nelle nostre vite ci macchiamo spesso della stessa ignoranza. Il cambiamento avviene una persona alla volta. Ciò che conta davvero è migliorare noi stessi e le nostre vite quanto più possibile, diventando un esempio talmente potente da consentire ad altri di imparare e migliorare a loro volta. In quanto esseri umani, sono molte le difficoltà che incontriamo quando si tratta di rapportarsi agli altri. In primo luogo, c'è l'arte di iniziare una relazione col piede giusto. In secondo luogo, l'arte di far migliorare i rapporti con gli altri. Infine, c'è l'arte di gestire le relazioni quando si entra in conflitto o quando queste finiscono. Ci
sono molti tipi diversi di relazioni: quella che avete con il vostro partner o coniuge, con i vostri genitori, con i vostri figli, con i familiari, con gli amici intimi, con i colleghi di lavoro, con gli sconosciuti. Molti dei problemi che incontriamo nel corso della vita derivano dalle difficoltà che incontriamo nel rapporto con noi stessi o con gli altri. Dato che abbiamo già esaminato a fondo la vostra relazione con voi stessi nella quarta parte del libro, è tempo di analizzare le tre parti di ciò che chiamo "amare la libertà": stabilire delle relazioni con gli altri, renderle più gioiose e soddisfacenti e saperle gestire quando finiscono. Nasciamo su un pianeta abitato da oltre cinque miliardi di altre persone. Nel corso della vita, ne incontriamo migliaia. Con alcune di queste persone stabiliamo dei profondi legami, altre le incontriamo soltanto per un breve attimo, per poi non rivederle mai più. Così è la vita. I legami che instauriamo con le persone ci permettono di provare la sensazione più straordinaria che il genere umano conosca. .. l'arte di amare. La definisco arte, perché ci sono tipi differenti d'amore e modi differenti d'amare. Ora, alcuni di quei legami possono durare per un'intera vita o quasi. Questi legami possono essere messi alla prova e spezzati, si possono rafforzare e rendere più stretti e possono formarsi quando meno ve lo aspettate. Imparerete anche l'inesorabile lezione che riguarda ogni cosa: ciò che ha un principio avrà sempre una fine. Incontrerete delle persone e, non importa quanto vi siano vicine o quanto stretto sia il vostro legame, non importa quanto le amiate o quanto loro vi amino: a un certo punto, quella relazione avrà fine. Alcuni sperano, idealmente, che venga loro concesso di morire nello stesso momento in cui muore la persona amata, così da evitare a entrambi il dolore del cordoglio, ma questo non accade che di rado. Spesso le relazioni terminano prima che la morte sopraggiunga, mentre, se siete sufficientemente fortunati, dureranno fino alla dipartita di uno dei due. E perciò, sapendo che questa inevitabile, tragica verità incombe sulle nostre vite, che cosa ci rimane da fare? Come possiamo fare in modo che i momenti che ci sono dati valgano di più? Come possiamo amare adeguatamente e vivere al meglio, quando conosciamo questa inevitabile verità? Amare la libertà, per me, significa avere la libertà di amare se stessi e gli altri profondamente e accettare l'infinita verità del cambiamento. Significa avere la libertà di essere felici quando si è soli e quando si sta con gli altri, mentre gli altri entrano ed escono dalla nostra vita. Significa avere la libertà di connettersi meravigliosamente con le persone che si incontrano e di gestire efficacemente i rapporti con quelle persone con cui ci è difficile andare d'accordo. E così, per cominciare, mentre mi avvicinavo sempre più al momento in cui sarei stato nuovamente con Richard e Paula, decisi da dove iniziare. Avrei parlato a Richard della solitudine e saremmo partiti da lì.
36 Evitare la cella d'isolamento: evadere dalla prigione della solitudine Il mio cliente, Bryan, mi guardava incuriosito. Sedevamo nel bar di un hotel nel centro di Dublino. Ci trovavamo lì per scopi terapeutici e proprio in quel contesto Bryan stava per fare un enorme passo in avanti.
OWEN:
Adesso. Vedi quella ragazza laggiù, vicino al bancone, top nero, capelli biondi? BRYAN: Certo. Cosa vuoi che faccia? OWEN: Bene. Vai al bar e ordina due pinte di birra. Dopo che il barista ti avrà servito, mentre ritorni qui, vai verso di lei, toccale gentilmente la spalla per richiamare la sua attenzione e di': "Scusami", falle un complimento onesto, qualcosa di carino, poi scusati ancora una volta e torna qui da me. Non voglio che te ne rimanga lì ad aspettare una sua risposta. Il tuo compito è fare un complimento e venire via. Hai capito? BRYAN: Sì, ma cosa faccio se rispon... OWEN: Qualunque cosa faccia lei, tu inventa una scusa per tornare da me il prima possibile. Voglio che impari che cosa si prova a fare un complimento a una ragazza per farla star bene, senza necessariamente sperare di rimediare un appuntamento o di portartela a letto. BRYAN: Va bene. Vado! Facemmo l'esercizio del "quadrato dello splendore" che gli avevo insegnato. Si era ricordato di costruire un'immagine in cui vedeva se stesso avvicinarsi a lei con fare scaltro e sicuro. In silenzio, si ripetè: "È così fortunata. Ti adorerà di certo". Immaginò che lei rispondesse con un sorriso ammirato. Bryan si alzò velocemente e andò al bancone. Si fece dare due birre e, ritornando, si avvicinò alla ragazza bionda e alla sua amica. Le toccò la spalla. Le persone mi hanno sempre affascinato. Sono un attento osservatore e trovo affascinante starmene lì a guardare con attenzione le persone che passano per strada. Quando sono in giro per il mondo, ciò che più mi piace e che meglio ricordo sono le persone che incontro. Sono quelli i momenti che risaltano. Adoro i miei amici e la mia famiglia; adoro trascorrere il tempo divertendomi con loro. Adoro il processo
dell'essere innamorato, quando accade, e del semplice condividere lo stesso spazio con la persona che amo. Stavo ripensando al lavoro che feci con Bryan per un programma televisivo chiamato Ask Anna, trasmesso dalla RTÉ, in cui c'erano diverse persone che avevano bisogno d'aiuto in certi ambiti della vita e l'affascinante conduttrice Anna metteva a loro disposizione degli esperti in quel settore. Io ero stato scelto per aiutare Bryan ad avere più successo con le donne. L'esercizio che stavamo facendo al bar era uno dei molti che facemmo per metterlo in condizione di rapportarsi con l'altro sesso con maggiore efficacia. Tutta questa storia mi era venuta in mente mentre pensavo al concetto di solitudine. Vedete, negli anni ho lavorato con un sacco di persone, ho insegnato loro a interagire meglio con gli altri, a flirtare meglio, ad amarsi di più e a sviluppare amicizie e relazioni. Quello di cui mi ero accorto è che imparavo sempre qualcosa di nuovo in merito a come funzionassero tutte queste cose. Il contesto della vita sociale continuava ad affascinarmi e pregustavo l'idea di poter imparare qualcos'altro da Richard. Inoltre, ricordavo che cosa significasse sentirsi soli ed ero curioso di scoprire come avrei potuto migliorare il modo in cui aiutavo le persone a superare questa sensazione. Attualmente accade di rado, sempre che accada, che io mi senta solo. Una volta imparato che cosa significasse davvero "amare la libertà", cominciai a capire come avrei potuto vivere senza solitudine. Ho talmente tanti amici per i quali provo un grande affetto e che ho incontrato praticamente in ogni continente. Il mio rapporto con ciascuno di loro è diverso e tutti sono speciali a modo loro. Io sono fortunato, in un certo senso, e d'altro canto non è soltanto fortuna. Gli amici che popolano la mia vita li ho attratti io. Mi è già capitato di litigare con degli amici. Non è che vada sempre d'accordo con tutti quelli che incontro e non mi riesce sempre di rimanere in contatto con le persone. In linea di massima, tuttavia, non mi sento mai solo, neanche quando non sono in compagnia, perché faccio uno sforzo, quando si tratta delle relazioni e delle amicizie che arricchiscono la mia vita. Amare la libertà significa fare quello sforzo ed entrare in contatto con sempre più persone e instaurare con loro nuove relazioni. Non tutti si riveleranno essere i vostri migliori amici, né voi lo sarete per loro. La cosa davvero importante è che cominciate a incontrare più persone e che impariate a padroneggiare le vostre abilità di comunicare e relazionarvi. Quando raggiungerete quest'obiettivo, ogni persona che entrerà nella vostra vita lo farà per un motivo che vi aiuterà a imparare qualcosa di nuovo. Alcune di queste persone rimarranno con voi per il resto della vostra vita o, addirittura, per il resto della loro. La solitudine è dilagante nella società moderna. Certe persone si sentono sole perché non hanno una relazione con qualcuno, certe persone si sentono sole perché sono insoddisfatte della relazione che hanno e certe persone si sentono sole perché hanno pochi amici o parenti, ammesso che ne abbiano, con cui scambiare una parola. Ho lavorato con molte persone che avevano problemi simili e, a dir la verità, uscire e farsi nuovi amici è molto più semplice di quanto non creda la maggior parte delle persone. I più provano a fare qualcosa e poi si arrendono, dichiarando di averle provate tutte. Ciò che è fondamentale ricordare quando si esce e ci si crea nuove amicizie è che si tratta di un processo e non solo di uscire di casa e di andare nei
posti giusti. Il modo in cui fate funzionare il cervello, le vostre convinzioni e quello che provate nei confronti degli altri, sono tutti elementi che influenzano la prima impressione che farete su qualcuno. Ricordo di aver riflettuto sull'amore, sulle relazioni e sull'amicizia, mentre percorrevo la strada verso casa di Richard. Oltre ad aver lavorato con Bryan, quella settimana avevo incontrato altre persone che erano venute da me spinte dal desiderio di incontrare altra gente. Si sentivano disperatamente sole e, più di ogni altra cosa, volevano avere una relazione con qualcuno. Avevo tantissimi consigli da dare e idee da condividere ma, più parlavo con queste persone, più mi rendevo conto che dovevano prima liberarsi del bisogno di stare con qualcuno, se volevano riuscire ad avere una relazione sana e felice con un'altra persona. Addirittura il semplice farsi degli amici può rivelarsi problematico, quando gli si attribuisce troppa importanza. Giunsi in breve a destinazione e incontrai Richard. Come l'altra volta, ci mettemmo a sedere in cucina. Feci partire il registratore e cominciai a discutere con lui dei miei pensieri. La mia prima domanda riguardava il concetto di amicizia.
OWEN:
Richard, com'è che, per alcune persone, farsi degli amici è uno sforzo così notevole, e quali sono i segreti per farsi più amici o per migliorare la propria vita sociale? RICHARD: Spesso le persone non sanno che fare. Se lo sapessero, lo farebbero, perché quello che c'è da fare è spesso molto più semplice di quello che raccontano in merito. Dicono: "Beh, mi sento solo, perciò dovrei uscire e incontrare un po' di gente", ma se si sentono soli è perché si trattano male. Hanno creato una sensazione che hanno chiamato solitudine e la provano con tanta intensità che questa impedisce loro di uscire e di incontrare qualcuno. Non sanno come fare a sentirsi bene prima di incontrare qualcuno. Se lo sapessero, allora, una volta incontrata una persona, questa avrebbe voglia di frequentarle. Escono che si sentono male e quando si trovano in mezzo alla gente e stanno ancora male, anche le altre persone stanno male a star loro vicino e quindi non vogliono continuare a frequentarle. Queste persone non sanno come cominciare da ciò che è importante: fare in modo di provare speranza. Se prendi tutte le sensazioni negative che provi dentro di te e le fai semplicemente girare al contrario una dopo l'altra, ancora, e ancora, e ancora, alla fine quelle sensazioni fisiche parziali si trasformeranno in sensazioni fisiche globali di benessere. Penso che quando ti senti bene e inizi a risplendere di più, allora sei attraente e le persone vengono attratte da te.
Era una strategia semplice e mi piaceva: fai attenzione a come ti senti, fai girare quelle negative sensazioni di solitudine al contrario e genera al loro posto delle sensazioni positive, belle e felici. Se vi sentite bene, le persone saranno più invogliate ad esservi amiche. Era perfettamente sensato, ma volevo di più.
OWEN:
Quindi vincere la solitudine non è affatto complicato, allora? E, di preciso, come si può cominciare a farlo? RICHARD: Beh, direi: comincia da te stesso. Se le persone non sono in grado di rendere il loro mondo interiore piacevole, se non riescono a parlarsi con gentilezza e a creare delle belle immagini nella loro testa, allora sarà estremamente difficile andare d'accordo con gli altri. Se non riescono a mostrare di capire se stesse, anche riuscire a capire qualcun altro e prestare sufficiente attenzione alle persone si rivelerà problematico. Se qualcuno ti dice: "Mi piace il blu" e tu non gli dai cose blu, se non gli compri dei fiori blu o delle maglie blu, allora penserà che non lo stai ascoltando. La verità è che, se tra te e te dici: "Dovresti darti da fare, fare qualcosa per te" e non lo fai, non ti stai ascoltando. E se non ascolti te stesso, è molto probabile che non ascolterai gli altri. Perciò, oltre a far girare le sensazioni al contrario, dovete trasformare il vostro mondo interiore in un luogo piacevole, creando delle belle immagini e parlandovi gentilmente. Ancora una volta aveva un senso. Ascoltare di più gli altri era una cosa semplice da fare e mi trovai d'accordo. Fin troppo spesso capita che le persone passino così tanto tempo a pensare a sé che a malapena sentono l'altra persona. Passano il tempo a dire all'altra persona quanto sono meravigliose. Mentre ci pensavo su, Richard mi guardò e proseguì.
RICHARD: Ci sono quante? Circa 550 milioni di persone che si sentono sole. Il problema è questo: che incontrino o meno un'altra persona, si sentiranno comunque sole, perché non hanno imparato a divertirsi. Puoi farti star bene senza alcun motivo, proprio senza uno straccio di motivo. Potresti essere la persona più patetica o la persona più ricca e di successo. Le ho viste entrambe, nel mio ufficio, ed entrambe mi dicevano le stesse cose. C'è stato un senzatetto col corpo coperto di piaghe e senza alcun futuro, né istruzione, né prospettive, che mi ha detto le stesse cose di un multimiliardario. Stavano entrambi lì, a dirmi quanto fossero infelici e quanto fossero soli e quanto si sentissero depressi e nessuno di loro due ne uscirà mai, se prima non la smettono e non cominciano a fare in modo di sentirsi bene senza uno straccio di motivo. Finché non impari a saturare la tua neurologia con le sostanze chimiche che ti fanno star bene per nessun motivo, è molto difficile che tu ce la faccia, perché altrimenti qualsiasi cosa accada al mondo sarà troppo seria e importante. Qualcuno dirà qualcosa al proprio partner e improvvisamente si sentirà ferito nei sentimenti e questo potrebbe addirittura portare al divorzio. Il numero dei divorzi dipende dal tipo di sostanze chimiche in circolo, per quel che ci capisco, e non sono sostanze benefiche. A nessuno
dovrebbe essere dato il permesso di litigare, a meno di non essere attaccato all'apparecchiatura per l'emodialisi, perché allora si renderebbe conto che nella maggior parte dei litigi le persone dicono stupidaggini. Le persone devono imparare a smettere di litigare e dire: "Ferma. Basta così. Non intendo continuare a farlo". Richard continuava a battere su questo punto, voleva ficcarmelo bene in testa. La stragrande maggioranza di informazioni disponibili in giro a proposito del superare la solitudine riguardava il trovare la sicurezza necessaria ad avvicinare le persone, a uscire e a sapere che cosa dire. Quello che mancava era che il primo vero passo che le persone devono compiere è sentire il bisogno di rendersi quanto più felici possibile, perché questo è ciò che influirà sulle persone che stanno loro vicine. Richard aveva usato un bell'esempio, mentre parlava dei suoi due clienti, quello ricco e quello povero. Mi ricordò che ogni problema si può far risalire alle cattive sensazioni che si provano. C'è un'importante differenza tra il farsi stare abbastanza bene da avvicinare una persona e parlarci e il farsi star bene perché quello andrà a influire sulle persone che ci circondano. Tutti noi abbiamo conosciuto qualcuno che sembrava prosciugare il buonumore da una stanza. Una volta ho sentito qualcuno che li chiamava "aspira-umore". Poi ci sono quelle altre persone, quelle che entrano in una stanza e sembrano distribuire sensazioni piacevoli a tutti i presenti, grazie alla loro brillante energia. Sono come delle stelle risplendenti. Lo stato in cui ci troviamo influirà sulle altre persone senza bisogno che diciamo o facciamo alcunché. Richard mi parlò del seguente esperimento: un gruppo dì scienziati aveva preso due confezioni di yogurt, le aveva messe su un tavolo a qualche metro di distanza e le aveva collegate entrambe ad una macchina che ne misurasse l'attività elettrica. A quel punto aggiunsero del latte allo yogurt A. L'indicatore collegato allo yogurt A si mise a segnalare un'intensa attività, mentre i batteri presenti nel latte si mescolavano a quelli presenti nello yogurt. Nello stesso istante in cui lo yogurt A cominciava a mandare quei forti segnali, lo yogurt B faceva altrettanto, anche se non vi avevano aggiunto latte. Ora, quell'anomalia venne riprodotta diverse volte e, provando ad alterare questo influsso apparentemente invisibile, alla fine scoprirono che l'unico modo di impedire allo yogurt A di influire sullo yogurt B era quello di frapporre tra i due un muro di yogurt. Richard spiega la cosa dicendo che "lo yogurt riconosce lo yogurt": è la stessa cosa che accade quando si pizzica la corda di uno strumento musicale che emette una certa frequenza e le altre corde in grado di emettere la stessa frequenza reagiscono, vibrando a loro volta. Lo stesso vale per gli esseri umani. Le persone riconoscono le persone e quando entrate in uno stato particolare, fate vibrare dell'energia positiva nel vostro corpo e questo influenzerà le persone attorno a voi. Avete già incontrato sia gli "aspira-umore" che le "stelle risplendenti". Ora, quando siete voi a cominciare a produrre delle potenti sensazioni positive, risplendete, illuminando chi vi sta intorno con quelle sensazioni. Richard aveva fatto un commento particolare, che aveva provocato in me un meraviglioso momento di rivelazione. È stato quando ha detto: "Il numero dei
divorzi dipende dal tipo di sostanze chimiche in circolo, per quel che ci capisco, e non sono sostanze benefiche". Continuai a rimuginare su quell'idea. Quasi qualsiasi problema, mi resi conto, dipendeva dalla chimica del proprio corpo. Dipendeva sia dalle sostanze chimiche presenti nella propria testa, sia dalla chimica che genera affinità tra sé e le altre persone. Così, quando imparerete a creare una chimica migliore dentro di voi e con gli altri, farete un passo da gigante verso l'eliminazione dei problemi che vi affliggono. Se riuscite a ricordarlo ogni volta che state male o ogni volta che state male con una persona, saprete che dipende dal fatto che la "chimica" non è quella giusta e potete trovare un modo o per cambiarla, o per accettare, almeno per il momento, la situazione così com'è. In entrambi i casi, non si trattava di una questione personale. Si trattava semplicemente delle sostanze chimiche che stavate generando nella vostra testa e dell'energia che inviavate agli altri. Con questo pensiero che mi girava in testa, mi chiesi come mai ci fossero persone a cui piacevamo e altre a cui non andavamo a genio. Se è tutta questione di chimica, come mai si creava un'atmosfera piacevole con certe persone e sgradevole con altre?
OWEN:
Va bene, quindi, com'è che si va d'accordo con certe persone e non con altre? Da cosa dipende? RICHARD: Beh, non importa qual è il motivo. Se non piaci a qualcuno, allora non gli piaci perché non fai in modo di piacergli e, la maggior parte delle volte, questo capita perché non sei piacevole. Se dentro di te stai davvero bene, così da essere davvero felice dentro, così da essere davvero raggiante dentro, così che il tuo dialogo interno è davvero piacevole e le immagini che vedi davvero stupende, allora le persone vorranno starti vicino. Se trasudi gioia, se vibri di gioia, le persone vorranno starti vicino. È la cosa più importante di tutte. Voglio dire, le persone si vestono eleganti, si fanno acconciare i capelli, fanno qualsiasi cosa pur di avere un bell'aspetto, ma dimenticano di fare i passi necessari a star bene. Se stai davvero bene quando incontri altre persone, gli piacerai. Semplice. Richard si alzò, prese il bollitore e mi chiese se volevo una tazza di tè o un caffè. Dissi che ero a posto così e presi una bottiglia d'acqua dal frigo. Iniziai a lasciare che le sue parole penetrassero in me. Richard aveva ripetuto ancora una volta il concetto del bisogno di star bene dentro, prima di ogni altra cosa. Sentitevi meravigliosamente bene dentro di voi e, all'esterno, gli altri staranno benone quando sono con voi. Quindi è questo il punto cruciale dell'amare la libertà. Avendo letto il libro fin qui, sono certo che avrete già messo in pratica molti dei suggerimenti per fare in modo di stare molto, molto meglio per gran parte del tempo. Quello che è davvero essenziale è star bene in primo luogo, piuttosto di fare affidamento sugli altri per farvi sollevare il morale. Siamo più belli, quando ci divertiamo. Una volta sono andato a vedere uno spettacolo comico e stavo vicino alla porta con Kevin, un mio amico che aveva
organizzato l'evento. Osservai le persone mentre entravano e le osservai quando uscirono. L'avrei potuto ripetere sotto giuramento: la maggior parte delle persone era diventata molto più attraente, nel tempo trascorso tra l'inizio e la fine dello spettacolo. Stare alla grande e divertirsi come pazzi sono, in effetti, modi molto intelligenti di migliorare il proprio aspetto. È probabile che uno degli stati più importanti a cui accedere per farsi nuovi amici e potenziali partner sia quello della giocosità. Prendete il flirtare, ad esempio. Flirtare non è lo stesso che sedurre. Non si basa sul tentativo di far sentire l'altra persona sessualmente attraente e attratta da voi. Si basa sulla risata, sullo scherzo, sulle battute, sul provocare l'altra persona. Si basa sulla capacità di godersi la compagnia dell'altra persona e di indicare che forse ci potrebbe essere un interesse, ma forse anche no. Quando flirtiamo, lo dobbiamo fare a partire da uno stato di giocosa allegria in cui non ci aggrappiamo disperatamente all'altra persona per avere qualcuno con cui parlare. Al contrario: dobbiamo sentire che là fuori ci sono opportunità in abbondanza. Quella sensazione ci dà un senso d'indipendenza che gli altri trovano affascinante. A volte, le persone mi chiedono: "Com'è che i 'bravi ragazzi' sono sempre gli ultimi?". Beh, non è perché sono dei bravi ragazzi... è perché certi "bravi ragazzi" non rappresentano una sfida. La maggior parte delle donne sembra essere attratta da qualcuno per cui doversi dare da fare. Gli uomini, in genere, si comportano allo stesso modo. La verità è che, se l'altra persona percepisce il vostro interesse ma ha anche la sensazione di dovervi "meritare", allora smetterà di chiedersi se siete "sufficientemente interessanti" per lei. Sarà troppo indaffarata nel tentativo di dimostrare che vi merita! La regola del "farsi desiderare" ha i suoi meriti. Ovviamente, le cose non vanno sempre così, ma rappresenta una valida spiegazione del perché le persone sembrano spesso frequentare individui che non le trattano poi così bene. La prima strofa del famoso Teorema "prendi una donna, trattala male...", contiene più di un fondo di verità. Pensai a tutti i single che avevo incontrato e che mi avevano descritto ciò che provavano. Mi ritornarono in mente molte chiacchierate notturne fatte con i miei amici single, mentre un'ebbra solitudine riempiva l'aria, man mano che la serata procedeva. Quando si è single, se in occasioni come il giorno di San Valentino si rimane senza neanche un biglietto d'auguri, spesso non si può fare a meno di chiedersi il perché. Ci si guarda nuovamente attorno, osservando le coppie felici che fanno tutto assieme, inclusi i propri amici. Ci sono un sacco di persone che adorano vivere di avventure e che si godono il loro paradiso da single. C'è un mio amico, Richie, più giovane di me, che è davvero fantastico, quando si tratta di flirtare e sedurre. Ogni volta che usciamo assieme, le ragazze rimangono affascinate. Non è che ci riesca sempre, ma non smette mai di provarci e l'intero processo gli viene facile. Altre persone non trovano che quel genere di vita sia altrettanto facile. Per altre ancora, non è il genere di vita che desiderano. Per molte persone, uscire e farsi un sacco di avventure è fantastico, almeno per un po'. Ma il divertimento non dura in eterno. Allo stesso tempo, uscendo con molte persone diverse, c'è sempre il rischio d'innamorarsi di una di loro... Dico "rischio" perché è un'"intricata tela che tessiamo", come direbbe Walter Scott, quando quello che era iniziato come un passatempo diventa molto più importante per noi, o per
loro. Se riuscite a evitare i legami e a "divertirvi" e basta, arriverà comunque il giorno in cui vi ritroverete faccia a faccia col fatto che prima o poi non lo potrete più fare. Spesso, le persone che sono single si chiedono: "Perché io? Cosa c'è che non va?". Eppure, alla fin fine, la risposta è semplice: "Perché è così che stanno le cose". Chiunque potrebbe trovare qualcuno con cui uscire, se solo mettesse il naso fuori di casa e conoscesse delle persone a cui chiederlo. Di sicuro trovereste qualcuno con cui uscire, ma non è detto che vi piacerebbe o che andreste d'accordo. Il motivo per cui vale la pena tener duro è la speranza di provare, infine, la meravigliosa sensazione di essere vivi, che arriva quando s'incontra la "persona giusta". La buona notizia è che non c'è un'unica "persona giusta": ce ne sono diverse, che sarebbero perfette per voi. Mi piace l'idea di Cupido, perché ritengo che, in un certo qual modo, abbia più senso dell'idea dell'"anima gemella". Jack e Rose di Titanic, Giulietta e Romeo, coppie come queste sembrano suggerire l'idea che l'anima gemella esista. Ma, volendo essere realistici, l'idea che nella vita si incontrino una serie di persone e che ci si potrebbe innamorare di una qualsiasi di loro, se solo Cupido scagliasse uno dei suoi dardi, è effettivamente più ragionevole. Sono tutte possibili anime gemelle, perché potenzialmente potrebbero essere adatte a voi, al vostro spirito e alla vostra anima. (Vi prego di notare che non sto chiedendomi se Cupido esista o meno. Sto semplicemente usando un'utile metafora per spiegare come funzionano le storie d'amore.) La spiegazione scientifica dell'innamoramento è meno romantica, ma di natura simile. Da un punto di vista evolutivo, siamo attratti da quelle persone che hanno un sistema immunitario che completa il nostro. Lo percepiamo attraverso l'olfatto, captando delle sostanze chimiche, chiamate feromoni, secrete dall'altra persona. Questo processo viene integrato dalle nostre esperienze passate, in cui abbiamo sviluppato delle preferenze, tanto da sentirci attratti da certi tipi di persone. In un contesto prestabilito, facciamo aumentare questa attrazione attivando i processi mentali che ci aiutano a innamorarci. Questi processi mentali alterano la chimica del cervello e, mentre vengono prodotte sostanze come la feniletilammina (FEA) e l'ossitocina, noi proviamo uno stato di euforia estremamente potente. Ancora una volta, tuttavia, sono solo alcune, le persone per le quali possiamo sentirci così. Ora, tenendo queste riflessioni a mente, anche se siete single, non temete. Il giorno di San Valentino non dovrà più essere una tortura. Ogni anno, spedisco sempre un biglietto, talvolta anche dei fiori, a una persona che so essere single, e lo faccio anonimamente. Lo faccio quando ho la sensazione che, altrimenti, non ci sarebbe nessuno ad augurarle buon San Valentino. Quando mi concentro sul fare star bene qualcun altro, invece che sullo star male di mio, mi sento molto più felice. È anche un ottimo giorno per re-innamorarsi di sé (in modo non narcisistico, potrei aggiungere!). Quando pensate a una giornata dedicata all'amore, dovreste usarla per esprimere la vostra gratitudine e il vostro amore per la persona più importante della vostra vita... voi stessi! Ciò non significa doversi spedire un milione di bigliettini o doversi comprare dei fiori. Significa qualcosa di molto più importante: fermarsi a riconoscere chi siete
veramente, come state migliorando e quanto amore avete da dare. Significa essere consapevoli degli errori che si sono fatti nelle relazioni precedenti e ripromettersi di non farli mai più, significa concentrarsi su tutte le meravigliose qualità che si potrebbero portare in una relazione e su tutti gli stupendi motivi per cui qualcuno sarebbe estremamente fortunato a stare con voi. Vi garantisco che ci sono moltissime ragioni. Sono sempre stato un inguaribile romantico. Ora sento di essere diventato un romantico che è stato guarito dalla speranza. Non si tratta di essere perfetti nelle relazioni o nel flirtare e così via... Si tratta di fermarsi e diventare consapevoli della propria luce e del proprio potenziale. Si tratta di lavorare su di sé per diventare più simili a quelli che siamo quando diamo il meglio. Si tratta di usare il cervello per provare le sensazioni migliori possibili quanto più spesso possibile. Il simile attrae il simile.., è una legge universale. Quindi, come suggerisce Richard, sentitevi meravigliosamente e vi circonderete di persone meravigliose. Il modo migliore di farlo è godersi davvero la vita. Godersi la vita significa essere davvero reattivi nei suoi confronti. Significa permettere alla vita di toccarvi. Permettere a noi stessi di innamorarci, di lasciarci assorbire dalla musica, di abbandonarci alle emozioni trasmesse da un film. Il momento migliore per ritrovare noi stessi è quando siamo veramente assorti... assorti nella musica, assorti nell'arte, assorti nello sport, assorti nella recitazione, assorti nel conversare, assorti nell'amore, assorti nell'essere, assorti nell'attimo. E quando si è così assorti, è talmente facile ritrovarsi. In quei momenti d'abbandono, viviamo davvero. Siamo anche molto più attraenti, quando perdiamo completamente quell'imbarazzante, scomoda auto-consapevolezza e ci lasciamo assorbire dal momento. Allora, si spera, la persona giusta passerà di lì. Certo, la fortuna ha un suo ruolo in tutto ciò, ma ci sono molti modi di incontrare la persona giusta e c'è più di una persona giusta da incontrare, là fuori. Nel mondo moderno, molti di noi sono alla ricerca del partner perfetto, del lavoro perfetto, dell'auto perfetta, della vita perfetta. Cose così non esistono. Tutti hanno dei difetti. Ogni cosa ha dei difetti. Si tratta di trovare un partner da amare, un lavoro che vi piace, un'auto che vi piace, una vita che adorate. Potete vedere una lista di cose che vi piacciono su un menu e sceglierne una. Fantasticare idealizzando il pasto perfetto vi porterà sempre ad essere delusi. La nostra immaginazione può concepire cose buone e cattive al di là di ciò che realmente esiste: questo è il nostro vero potere. La cosa davvero essenziale è cercare un partner con cui essere in sintonia e con cui andare d'amore e d'accordo, una carriera che vi faccia sentire un re, un'auto che risponda piacevolmente alla guida, una vita che meriti di essere vissuta. Quando vi concentrate sullo star bene e sul fare star bene gli altri, andrete molto più d'accordo con le persone. Quando vi motiva il desiderio di fare star bene gli altri, anziché il bisogno di piacere, vi sarà più facile farvi degli amici e le persone si sentiranno maggiormente attratte da voi. Alle persone piace stare con qualcuno che le faccia star bene e sentire a proprio agio. Bryan si avvicina alla ragazza bionda e carina seduta al bar e le fa un complimento. Lei, stupita, sorride, e lui, come da copione, riprende a camminare. Lei mormora un grazie. Lui non la può vedere, mentre si allontana, ma io sì, e noto come
lo sguardo di lei cambi. Ora è felice, la sua serata sarà diversa e ai suoi occhi lui si è fatto d'improvviso molto più attraente. Per di più Bryan, allontanandosi senza aspettare una risposta, ha imparato il concetto di cui volevo che si impadronisse: Se desideri ottenere ciò che desideri, hai bisogno di liberarti dal bisogno. È venuto via quando, d'istinto, avrebbe cercato di "attardarsi" nel caso lei mostrasse un cenno d'interesse. L'attenzione di Bryan si era spostata dal farle un complimento per quello a cui avrebbe potuto portare, al farlo per come avrebbe fatto sentire l'altra persona, e questo gli consentì di rientrare in contatto con il suo vero sé, quello che non aveva bisogno di nulla dall'esterno, per dare valore alla sua vita. Bryan era un ragazzo adorabile e fu una gioia poterlo aiutare. Un paio di giorni dopo la fine delle riprese per il programma televisivo, ricevette il primo bacio dopo quattro anni di "astinenza" e un paio di mesi dopo cominciò a frequentare una ragazza deliziosa che aveva conosciuto tutto da sé. Ci teniamo ancora in contatto. Quello che Bryan dice di ciò che abbiamo fatto insieme è che ha riavuto la sua vita indietro. In realtà, non aveva fatto che portare un certo numero di cambiamenti al suo modo di vedere le cose e, fatto questo, le risposte non si sono fatte attendere. Vedete, l'amore non è una misura del valore di una persona. È un'esperienza che fa parte del mondo... probabilmente l'esperienza più potente. Per far sì che accada anche a voi, per trovare la persona giusta quando siete "spaiati", il segreto sta nel cominciare ad amare voi stessi. Diventate il genere di persona che sareste lieti di poter presentare a un qualsiasi potenziale partner. Come fate ad amarvi? Semplice. Cominciate col trattarvi bene dentro la vostra testa e col trattare bene gli altri nel mondo. Poi uscite di casa e fate nuove conoscenze. Quando meno ve lo aspettate potrebbe essere una vecchia fiamma, un nuovo collega di lavoro, l'amica di un'amica, un perfetto sconosciuto o qualcuno che vi sta davanti - incontrerete qualcuno con cui vi sentirete connessi. Vi accorgerete di sentirvi davvero benissimo quando state con questa persona, parlerete per ore senza annoiarvi mai, vi sembrerà che vi capisca come nessun altro, non vedrete l'ora di stare ancora insieme, vi sembrerà di conoscerla e di poterne toccare l'anima. Quella sarà una delle vostre anime gemelle e, se tutto va bene, la vostra favola finirà con le parole "e vissero tutti felici e contenti"... e, se non fosse così, ricominciate finché non riuscirete a scrivere quel finale. Ritornai in me e mi resi conto che, mentre stavo facendo tutte queste considerazioni dentro di me, Richard mi guardava sorridendo, un tazza di caffè in mano, le sopracciglia inarcate, in attesa della domanda successiva.
RICHARD: Sei rimasto un po' incastrato nei tuoi pensieri, vero Owen? Sorrisi.
OWEN:
Sì, ma adesso sono tornato. Dove ho messo la prossima domanda?
Mormorai tra me e me mentre mi scervellavo per trovare la domanda successiva. "Eh... Ah... Ehm... So che è lì da qualche parte", pensai dentro di me. "Ah, sì", sorrisi. "Riguarda la comunicazione efficace."
37 L'arte della comunicazione efficace Brian Colbert, che è un ottimo amico, oltre che il mio collega istruttore, è straordinariamente abile nel comunicare, specialmente in ambito aziendale. È uno dei migliori negoziatori che abbia mai visto in azione. Sa come far fare cose alle persone... rapidamente. Parlando di me, invece, quello che fa sempre ridere Brian è la mia capacità di far fare cose alle persone nella vita di ogni giorno. Vedete, sono il tipo di persona che, d'abitudine, si mette in gioco in ogni genere di situazione. Dal dissuadere un vigile dal mettere una multa al convincere lo staff aeroportuale a riaprire il cancello d'imbarco per noi anche se era già stato chiuso, sembro sempre riuscire a convincere le persone a fare cose che, di solito, non farebbero. Beh, non proprio sempre, ma la maggior parte delle volte sì! Molti credono che abbia imparato a farlo grazie alla mia formazione come ipnotista, ma, in realtà, il vero segreto che mi consente di fare tutto ciò è un altro: ho sempre prestato attenzione ad ogni interazione come se ci fossi stato io dall'altra parte.
Io e il mio amico e co-trainer Brian Colbert.
Cerco sempre di guardare ogni situazione in cui voglio comunicare efficacemente dal punto di vista dell'altra persona. In questo modo mi è molto più semplice adattare la mia comunicazione in modo che sia la migliore possibile. Prima di fare ciò, come abbiamo già abbondantemente spiegato, assicuratevi di trovarvi in uno stato positivo. Che altro c'è di importante, poi? Il modo in cui camminate, parlate, usate la gestualità
e il linguaggio sono tutte cose che influiscono sul modo in cui gli altri vi percepiscono. Avevo buttato giù un appunto per ricordarmi di chiedere a Richard qualcosa riguardo alle abilità di base di un buon comunicatore, ma intendevo essere più specifico con lui. Conoscevo già diversi esercizi che, mi ero accorto, potevano aiutare le persone a migliorare in quest'area. Un buon modo per esercitare la vostra abilità nel comunicare consiste nel mettervi di fronte a una telecamera, o anche allo specchio, e parlare come se vi trovaste in contesti diversi. Nel farlo, scoprirete che immagine proiettate di voi. Vi accorgerete di certe cose che fate bene e di altre che non fate bene. Questo vi permette di diventare consapevoli delle vostre naturali abitudini nel comunicare e vi aiuterà a migliorare deliberatamente l'immagine che le altre persone hanno di voi. Esercitatevi a camminare in modi diversi, a salutare in modi diversi, a sorridere in modi diversi. Osservate le persone che risaltano per le loro abilità sociali e modellatele. Fate come loro. Sorridete come loro. Stringete la mano come loro. Questo vi aiuterà a diventare più efficaci nelle vostre interazioni sociali. Tengo un corso intitolato The Art of Charisma [L'arte del carisma, NdT], in cui insegno a comunicare con maggiore carisma, per l'appunto. Il punto chiave è fare in modo che chi partecipa si eserciti davvero a provare cose nuove e a scoprire come queste influiscano sull'immagine che gli altri hanno di voi. È anche importante che vi rendiate conto di come la vostra comunicazione influenzi le altre persone. L'abilità di calibrare l'altra persona e di prestare attenzione a come la state facendo sentire è una dote essenziale che vi consente di fare molte cose in modo eccellente: dallo stare su un palco e far ridere la gente al fare l'amore. Si tratta sempre della stessa cosa: imparare il modo di fare star bene le altre persone ed essere consapevoli di come il vostro comportamento influisce su di loro. Stavo considerando i vari elementi della comunicazione interpersonale e, in particolare, quello che mi sembrava essere tra i più importanti: il tono di voce. Mi ero accorto che, tra quelli che catturavano l'attenzione degli interlocutori, il tono di voce di una persona era uno dei fattori più importanti, oltre a essere uno degli strumenti più importanti a disposizione di chi volesse cambiare lo stato interno di un'altra persona.
OWEN:
Mi sono accorto che, nel comunicare, il tono di voce che usi è estremamente importante. Hai qualche suggerimento da dare a chi volesse migliorare il modo in cui ne fa uso? RICHARD: Sì, un suggerimento ce l'ho. È davvero "primitivo". Suggerirei di "ascoltare"... e cambiare la posizione del corpo e fare un corso per imparare a usare la voce. Sono anni che si insegna: trovatevi un istruttore che vi segua. Imparate a proiettare la vostra voce. Imparate a fare note più alte, più basse, toni più profondi e toni più ricchi. La varietà è l'essenza del vero apprendimento. Più riesci a variare il tono di voce, più accenti riesci a riprodurre e maggiore sarà la flessibilità che avrai nell'usare la voce. Quando formo i miei istruttori, insegno sempre a fare cinque o dieci accenti diversi. Impara a parlare come un texano, come uno di New York, fai l'accento spagnolo o tedesco o
francese e fai in modo che suoni buffo o esagerato, in modo da riuscire a migliorare il tono di voce, perché più puoi variare, più hai controllo. Questo non vale soltanto per il tono di voce: migliora anche le prestazioni sessuali. Stavo ascoltando la voce di Richard. Era ipnotica. Richiamai alla memoria tutti i corsi che avevo fatto con lui come istruttore. Sapeva catturare l'attenzione di un pubblico di 500 persone, al punto tale da poter parlare per ore senza che nessuno si muovesse. Il tono di voce è estremamente importante, perché vi permette di raccontare storie e di catturare l'attenzione delle persone con più dinamismo. Quando lo usate con maggiore estensione, arricchite enormemente la qualità della vostra comunicazione. Anche le espressioni del vostro viso vi aiuteranno a usare diverse tonalità che, a loro volta, vi aiuteranno a produrre dei profondi cambiamenti nel modo in cui influenzate le altre persone. Rendete il vostro tono di voce interessante da ascoltare. Fate in modo che le espressioni del vostro viso e i vostri gesti siano espressivi. Ricordate che l'arte di una comunicazione efficace consiste nell'abilità di esprimersi efficacemente. Esercitatevi più e più volte a raccontare le storie in modo tale da renderle più accattivanti per chi vi ascolta. Fate attenzione alla velocità con cui parlate e parlate più lentamente con chi vi parla lentamente e più velocemente con chi vi parla in fretta. Cominciate a rendervi conto di come comunicate col resto del mondo e di come potete migliorare. Oltre ad esprimervi più efficacemente, tenete a mente com'è che le persone pensano, mentre comunicate con loro. Dal momento che pensiamo attraverso i cinque sensi, più cominciate a utilizzarli tutti e cinque nel costruire le esperienze che volete comunicare, più vivide e reali saranno quelle esperienze. Ho coniato un mio modo di dire: le persone non s'innamorano dei fatti che vi riguardano, s'innamorano del modo in cui raccontate le vostre storie. Ricordate che, ogni volta che comunicate, non è tanto questione di come esprimete i vostri pensieri, quanto di come influenzate coloro che avete intorno. Se volete avere successo, dovete imparare ad influenzare le persone che vi circondano in modo tanto potente quanto positivo. Comunicare efficacemente significa presentare le informazioni in modo chiaro, raccoglierle con facilità e influenzare le altre persone con le vostre parole, i vostri gesti e la vostra voce. Presi la decisione di migliorare ancor più le mie qualità di comunicatore, nel momento in cui la mente cominciò a scivolare verso qualcos'altro che avevo scordato per un attimo. Rimanevano da discutere due concetti, il fallimento e l'essere respinti, che inducevano moltissimi dei clienti con cui ho lavorato a provare ancor più esitazione e paura. Bisognava trattare esaurientemente entrambi questi concetti, prima di poter anche solo immaginare di analizzare più in profondità gli argomenti che stavamo trattando: l'amore, l'amicizia e le relazioni.
38 Respingere emarginazione e fallimento Una volta che avrete sviluppato un tono di voce irresistibile e avrete migliorato il modo in cui comunicate con gli altri, il passo successivo è quello di mettere il naso fuori di casa e far conoscenza con altre persone. Sfortunatamente, accade spesso che la paura trattenga la maggior parte delle persone. Queste persone esitano a causa di quelle che considero essere le due più grandi paure nell'ambito delle relazioni interpersonali: la paura del fallimento e la paura di essere respinti. Queste sono le due cose che, per quella che è la mia esperienza, impediscono maggiormente alle persone di avere successo nella vita. Ne parlai con Richard.
OWEN:
La paura del fallimento e la paura di essere respinti sembrano essere, per quanto ho potuto vedere, due delle maggiori questioni, tra quelle che impediscono alle persone di avere successo nella vita. Sembra che impariamo a temere il fallimento a scuola e ho scoperto che molti degli insegnanti con cui ho lavorato hanno una gran paura di fallire a loro volta.
Richard mi interruppe.
RICHARD: Le persone che temono il fallimento sono proprio il genere di persona che non dovrebbe mai insegnare. Voglio dire che per me, se dovessi decidere chi è qualificato a fare l'insegnante e chi no, cercherei delle persone che non hanno paura del fallimento. Questa era un'osservazione interessante. Sapevo che molti insegnanti, dal momento che avevano sempre lavorato all'interno del sistema scolastico, avevano sempre fatto riferimento al concetto di successo e fallimento. Ciò che mi sorprese fu il fatto che riuscissero a cambiare il loro punto di vista radicalmente in pochissimo tempo. Molti degli insegnanti con cui lavorai, dopo aver rivoluzionato il loro modo di considerare il "fallimento", dichiararono di aver notevolmente migliorato il loro metodo di insegnamento.
OWEN:
Allora, tenendo la cosa bene a mente, come aiuti qualcuno che ha
paura del fallimento? RICHARD: Non faccio che prendere la sensazione e farla girare al contrario, perché, se hai paura del fallimento, prima di tutto devi sapere quando fallire, quindi devi preparare qualcosa che dica: "Questo è il momento in cui mi sentirò male". OWEN: E infatti, sono le regole che stabiliamo per sapere come sentirci in risposta agli eventi, a determinare molte delle nostre paure e sensazioni negative. Quello che si dice a proposito della delusione, e cioè che essa "richiede un'adeguata preparazione", vale anche per il fallimento. Quando riusciamo a cambiare il modo in cui definiamo il fallimento e le regole che abbiamo stabilito a riguardo, allora ci liberiamo dalla paura. Vale la stessa cosa per chi si sente respinto? RICHARD: Sì, ma in gran parte le persone riescono a farsi respingere ancor prima di aver anche solo parlato con qualcuno. Guardano una persona, distolgono lo sguardo e pensano: "Sono stata respinta", mentre vedono un'immagine in cui parlano con quella persona. Voglio dire che prendono un qualsiasi comportamento e fanno in modo da poter essere respinte nel maggior numero di modi possibile. Invece di interpretare qualsiasi comportamento come un successo, interpretano ciascun comportamento come un fallimento e così preparano il terreno alla paura del fallimento e dispongono tutto in modo che dica: "Ho fallito". Questo significa che, di fatto, non testano le loro teorie e che, se evitassero dal principio di fare tutti questi preparativi, sarebbero libere. Io lavoro per rendere libere le persone. Non lo faccio per creare persone capaci di essere all'altezza di un mucchio di immagini di cui non avevano bisogno sin dal principio. Voglio dire, desidero che le persone siano libere davvero. Voglio che quando guardano qualcuno pensino: "Ho voglia di parlare con quella persona", e quindi vadano fin lì e salutino. A quel punto, se quella persona si rivela essere un idiota, possono andarsene e se, invece, è una bella persona, possono continuare a parlare con lei. È talmente più semplice di quanto sostengano certe persone. E quando qualcuno entra nel mio studio e dice: "Ho paura del fallimento", gli rispondo dicendo: "La metta nel cassetto in alto, prego, e tiri fuori una delle altre cose". Al che quella persona dice: "Di che sta parlando?" e io continuo: "Scusi sa, ma è stato lei a dire di avercela. Sa, è lei che ne parla come se fosse un oggetto, non io. Va bene. Come fa a sapere quando avere paura del fallimento? Perché non fallisce tutto il tempo. Lo deve programmare in anticipo. Se ne sta seduto a letto la sera a fare delle liste, così potrà sapere quand'è che è ora di star male?". Che spreco di tempo. Sai quante ore al giorno passano alcune di queste persone a programmare quando sentirsi male? È anche peggio di così, stanno male mentre lo fanno e non sono neppure bravi a farlo, perché
se lo fossero, allora lo saprebbero quand'è che hanno fallito e quand'è che non hanno fallito. Quando una donna distoglie lo sguardo e si mette ad attorcigliarsi i capelli, saprebbero che li sta incoraggiando, non respingendo. Le cose che non mi tocca dire agli uomini, perché non sanno niente di come funzionano le donne. Una donna se ne esce con un abito indosso e uno in mano e chiede: "Quale ti piace di più?" e questi cominciano a pensarci su, come se fossero degli stilisti. Scusa, ma se una donna vuole soltanto farsi fare un complimento, falle un complimento e lascia perdere il resto. È semplice. Devi imparare le parole magiche che fanno funzionare ogni relazione: "Sì, tesoro". OWEN: Anche questo mi pare essere qualcosa che potremmo imparare. Hai da dare dei consigli alle persone che desiderano imparare a capire meglio l'altro sesso? RICHARD: Beh, non penso che debbano capirlo. Penso che debbano apprezzarlo. Le donne sono diverse dagli uomini e gli uomini si infuriano con loro, perché non somigliano di più a un uomo. Perché credete che i gay vadano così bene d'accordo? Potete scegliere se diventare gay o apprezzare le donne per come sono, anziché per come non sono. Alle donne piace fare cose diverse. Lo devi accettare o non trascorrerai molto tempo con loro. Io sono sposato da molti anni e funziona perché me la sono sempre goduta. Lasciai penetrare la cosa dentro di me. Quello che abbiamo bisogno di fare è respingere il concetto di essere respinti e fallire quando tentiamo di accettare il fallimento. Questo accade quando si capisce cos'altro significhino davvero questi concetti. Essere respinti significa che qualcuno vi ha detto di no in qualche modo quando avete fatto una richiesta. Fallire significa che non avete fatto qualcosa che volevate fare o raggiunto un obiettivo che volevate raggiungere. Innanzitutto, se vi rendete conto che il fallimento esiste soltanto quando ci si pone un limite di tempo per ottenere qualcosa, potete prendere qualsiasi risultato otteniate, buono o cattivo, come una semplice informazione in merito a cosa fare la prossima volta. Perciò, questo significa che non fallirete mai più, perché la vostra regola per definire il fallimento dice che esiste soltanto nel momento in cui lo accettate.
OWEN:
Quindi, se prendi il concetto di essere respinti e ti rendi conto che, ogni volta che qualcuno dice di no al tuo libro, alla tua richiesta di uscire, alla tua domanda di lavoro... tutto quel che significa è che, secondo quelle persone, non andava bene per loro in quello specifico momento. Non sono i portatori della verità. Tutto quello che hanno è la loro opinione, che si basa sul modo in cui si sentono nei tuoi confronti e su quello che pensano di te con tutta la loro limitata conoscenza, capacità di comprendere e con la loro limitata esperienza con te.
Quando riesci ad accettare che è proprio questo che sta accadendo, puoi renderti conto che è possibile respingere Videa di essere respinti e capire che non si tratta di te, ma di quel che sta accadendo nella testa dell'altra persona e che puoi imparare da quell'esperienza, così che la volta successiva avrai maggiori possibilità di farcela. È importante apprezzare il fatto che le persone abbiano, di fatto, opinioni e gusti diversi dai tuoi e godersi questa loro qualità. È così? Richard sorrise e fece un cenno d'assenso come per dire, come spesso faceva: "Hai capito, ragazzo mio". Sorrisi anch'io. Ero pronto ad andare oltre. Non erano solo il fallimento e il sentirsi respinti che percepivo come ostacoli nel mondo della comunicazione. Volevo anche che Richard condividesse le sue intuizioni in merito a come trattare le persone difficili. Come al solito, la sua saggezza fu illuminante.
39 Pietre e bastoni e parole che feriscono Ricordo di aver provato un terrore cieco. Il laccio da scarpe era stretto attorno al mio collo. "Ti strangolo se non lo dici." Non riuscivo a respirare. Lo sentivo tendersi sempre più contro la gola. "Ti strangolo, Fitzpatrick, dillo. Dillo ADESSO." Cercai di afferrargli le mani, ma era troppo forte per me. Era di qualche anno più vecchio e io non avevo che 11 anni. I suoi amici erano seduti sulle loro biciclette: li vedevo ridere, sebbene avessero l'aria leggermente preoccupata. "Dai, Fitzer, di' la parola 'cazzo'. Dilla adesso." Non la dissi mai e alla fine mi lasciò andare. Quella non fu la prima volta, né sarebbe stata l'ultima. L'ultima volta finii con un coltello puntato alla gola. L'idea di incontrarlo mi terrorizzava. Vedete, quando ero più giovane non dicevo parolacce. In effetti, non avevo alcuna intenzione di dirle. Per questo motivo venivo spesso deriso, a scuola, e molti ragazzi mi davano il tormento. Era piuttosto sciocco, ripensandoci, dare così tanta importanza a delle stupide parole. Facevo proprio come Socrate, che si rifiutò di abiurare i suoi insegnamenti e preferì bere la cicuta (fatta eccezione, ovviamente, per tutta quella questione della morte!!). Ero un ragazzino cocciuto e mi cacciavo in un sacco di guai per quel motivo. Erano soltanto parole e non me ne rendevo conto, allora. Che posso dire? Ero uno sciocco. Ero un ragazzino. Mia madre mi diceva sempre: "Pietre e bastoni ti possono rompere le ossa, ma le offese non feriscono mai" [proverbio inglese: sticks and stones may break your bones but names will never hurt you, NdT]. Riuscii a capire veramente soltanto anni dopo. Aveva ragione: le offese e le parole in genere ci colpiscono unicamente nella misura in cui diamo loro quel potere. In alcuni nostri seminari facciamo ricorso a parole volgari perché ci stiamo esprimendo in una certa maniera particolare. Se vi sentite feriti o offesi o a disagio quando udite una parolaccia, allora è la vostra risposta a quella parola, il vero problema. Le parole non sono "volgari". Non lo sono mai state. È solo che abbiamo attribuito e associato delle sensazioni negative a certe parole. Spiego sempre la cosa con un semplice esempio. Se dico a qualcuno: "Ti odio", penso che siano delle "male" parole. Se dico a qualcuno: "Cazzo, quanto ti amo", penso che sia una cosa "bella". Ciascuna parola acquista significato dal contesto in cui è inserita, e una volta che ce ne accorgeremo tutti quanti, allora, forse, potremo smetterla di temere certe parole e potremo concentrarci sull'usare parole più gentili con noi stessi e con gli altri un po' più spesso, anziché cercare di censurare il mondo. Quello che è triste è che alcune persone perderanno entusiasmo mentre leggeranno
questo libro, perché contiene delle "male" parole. È un peccato vedere come la paura che certe persone hanno delle parole le possa intrappolare completamente. Di recente, in un bar, ho incontrato quel tale che da ragazzino mi dava il tormento, quello che mi puntò il coltello alla gola. Erano 15 anni che non lo vedevo e, inizialmente, ho provato una sensazione negativa nei suoi confronti e poi l'ho lasciata andare, mentre mi rendevo conto che lui poteva benissimo essere cambiato. Ora ero più alto e più grosso di lui. Ci siamo salutati, abbiamo parlato del più e del meno ed è finita lì. Non sentivo il bisogno di vendicarmi, perché sapevo che probabilmente lui non era più quella stessa persona, e neanche io. È fondamentale che teniate a mente che ci sono modi più efficaci di affrontare le persone che vi maltrattano o che cercano di intimidirvi. Lo chiesi a Richard.
OWEN:
Come puoi imparare ad affrontare gli altri, quelli che ti dicono cattiverie, in modo più utile? RICHARD: Beh, hai due possibilità. Una è una mazza da baseball e l'altra e rendersi conto che sono soltanto parole. Se non credi di poter evitare una rissa, allora comincia tu, prima che l'altra persona sia pronta. Ricordo di essermi trovato nel profondo sud e delle persone mi stavano creando problemi perché sono ebreo, dicendomi che laggiù gli ebrei li impiccano. Quello di cui non si erano resi conto è che tenevo in mano qualcosa, sotto al tavolo, e ce l'avevo pronto nella giacca, mentre loro se ne stavano seduti al tavolo. E in quel preciso istante mi resi conto che mi sarei potuto arrabbiare e avrei potuto fargli male, avrei potuto far male a tutti quanti. Ne avevo la possibilità. Erano soltanto in quattro. Avrebbero potuto spingermi a farlo solo e unicamente se fossero riusciti a farmi star male. Allora mi fermai un istante e pensai: "Questi tizi sono talmente ignoranti. Come potrei mai prendere quello che dicono e trasformarlo in una sensazione sgradevole? Allora cominciai a suonarmi una musichetta allegra nella testa e loro continuavano a dire le stesse cose, solo che adesso sembrava una canzone buffa. Mi limitai a sorridere e uno di loro disse: "Sei un codardo. Proprio così. Un codardo nato e cresciuto". Continuai a sentire la musica. Uno di loro disse: "Beh, non so se dovrei picchiarti oppure no". E io: "Non credo proprio che dovresti: non sono molto bravo in queste cose. Se tu mi picchiassi, finirei col farmi male". Si fece avanti e, sporgendosi sul tavolo, mi afferrò per il bavero. Mentre mi afferrava, io aprii la giacca e tutto quello che lui riuscì a vedere era la cosa che gli puntai alla gola. Sorrisi e dissi: "Ho proprio paura che uno di noi due finirà col farsi male". Me lo ricorderò sempre: lui si tirò su e disse: "Penso che ora dovremmo andare". I suoi amici gli chiesero: "E quell'ebreo?" e lui disse: "Beh, forse dovremmo andare a farci una birra". Io dissi: "La birra ve la pago io", mi alzai e offrii una birra a ciascuno. Fu più semplice offrirgli una birra, che fargli male. La maggior parte delle volte le persone usano un tono di voce pessimo,
quando si arrabbiano con i figli. È ridicolo arrabbiarsi con i propri figli. Non ha senso. Se stai sgridando i tuoi figli, non dovresti affatto provare rabbia. Dovresti sgridarli perché sai che li aiuterà a concludere qualcosa. Dovresti sempre pensare al momento in cui sono nati e a come ti sentivi e a cosa vuoi insegnar loro, dovresti trovare dei buoni metodi per insegnar loro le cose che ritieni importanti. Fare in modo che provino delle sensazioni negative non sarà di grande aiuto, il più delle volte. Cominciai a pensare alle persone che avevo conosciuto nel corso degli anni e dalle quali mi sentivo intimidito. Notai che non mi intimidiva più nessuno, da quando avevo cominciato ad imparare cose da Richard.
OWEN: Quindi, come ti puoi proteggere dalle persone veramente aggressive? RICHARD: Dalle persone veramente aggressive? Non c'è una maniera facile di affrontarle, specialmente quando sono in gruppo. Sono come i cani quando sono in branco. La cosa migliore da fare è levarsi subito di torno e, se non puoi levarti di torno, allora devi affrontarli meglio che puoi. A volte la violenza su questo pianeta è inevitabile. Se la vedi arrivare, dovresti toglierti di mezzo prima che la cosa esploda. La maggior parte delle persone non si muove finché non è troppo tardi e le cose finiscono con lo sfuggir loro di mano. È molto, molto meglio evitare la situazione del tutto. Quando facevo il musicista, mi ritrovai per anni a dover passare il tempo in bar dove non volevo proprio stare e questi idioti le provavano davvero tutte per creare problemi. Somigliavamo più a un esercito, che a una band. Suonavamo in un sacco di postacci. Frequentavamo tutti una palestra di arti marziali eppure, anche quando le suonavamo a qualcuno, non diventavamo certo delle persone migliori e questa è la cosa davvero importante da capire. Quello che impari crescendo è che non importa in quante risse rimani coinvolto, se poi finiscono tutti col farsi del male. Sentire dire a Richard che il miglior modo di affrontare le persone che cercano di attaccar briga è andarsene fu una cosa che non mi sarei aspettato, ma che era del tutto sensata. Stava dicendo di evitare la rissa, andandosene non per paura, ma per intelligenza. Stava suggerendo di avere la libertà di sentirsi sufficientemente a proprio agio in presenza degli altri da potersi guardare dai loro tentativi di manipolazione. Piuttosto, sei tu che detieni il controllo.
OWEN: Beh, ti stai riferendo anche a chi esercita pressioni psicologiche? RICHARD: Ci puoi scommettere. Il fatto che qualcuno senta il bisogno di fare pressione su qualcun altro non è che un riflesso della sua stessa debolezza. Le persone cercano di fare pressione psicologica su di me e
io non faccio che sorridere e la cosa li fa uscire dai gangheri e più escono dai gangheri, più li guardo e dico: "Senti, hai due possibilità: o ci ripensi e fai marcia indietro, oppure possiamo continuare così. Per me non fa differenza. Se hai intenzione di fare giochetti mentali con me, scoprirai che stai cercando di fregare la persona sbagliata". Posso guarire le persone e so come farle diventare completamente pazze, ma non è questo lo scopo della vita. Lo scopo della vita è scoprire come fare a evitare quelle persone e a trovare quelle piacevoli... per poi trascorrere quanto più tempo possibile con le persone piacevoli. Mi devi pagare, se vuoi che lavori con gli altri. Stava diventando tutto così semplice. Il segreto sta tutto nel rendersi conto che nessuno può esercitare alcun potere su di voi a meno che non siate voi a permetterglielo e che, non importa come tenti di fregarvi, se vi rifiutate di lasciarglielo fare, siete liberi. Se Victor Frankl ha saputo affrontare ciò che ha dovuto patire in quel campo di concentramento pur continuando a sentire di avere la libertà mentale di scegliere il proprio atteggiamento in qualsiasi circostanza, allora anche voi avete quella libertà. È questione di avere la libertà di mantenere il controllo ed è, contemporaneamente, questione di andarsene, se quella è la cosa più saggia da fare. In questo modo, quelli che proveranno a fregarvi non ci riusciranno e voi starete vivendo la vita a modo vostro. Ricordo un episodio che mi capitò in Nuova Zelanda, mentre tornavo a casa dal cinema in centro a Christchurch. Stavo facendo ritorno all'ostello e stavo camminando lungo un cavalcavia buio e deserto. Saranno state circa le undici di sera. Qualcuno da sotto gridò: "Ehi, tu! Hai un po' di spiccioli?" e, dal momento che ero intento a scrivere un messaggio a casa, risposi senza badarci: "No, mi spiace, amico". Dal basso la stessa voce, stavolta, disse: "Ehi, dammi qualche monetina, bastardo". Senza neanche pensarci gridai: "E non mi rompere". Continuai a camminare e mi accorsi che non c'era l'ombra di una macchina e neanche di una persona. Tutto era estremamente tranquillo e, mentre rimettevo il cellulare in tasca, udii un suono di passi provenienti da dietro di me avvicinarsi sempre più. Mi girai e vidi questo ragazzo sulla ventina, un po' più alto di me, che correva dritto verso di me. Indossava un maglietta grigia attillata e un paio di blue-jeans. Nell'avvicinarsi, cominciò a gridarmi insulti e minacce. Considerai quali fossero le mie opzioni. Pensai che avrei potuto battermi o sarei potuto fuggire, ma ero troppo stanco per entrambe le soluzioni. Avevo fatto un viaggio molto lungo quel giorno. Poi mi venne in mente una terza soluzione. Quando arrivò a sei metri da me mi misi a camminare verso di lui sorridendo e tendendogli la mano. Si fermò, scioccato e, dopo un attimo di perplessità, allungò la mano anche lui. Gliela strinsi e, nel contempo, gli appoggiai l'altra mano sulla spalla e dissi: "Che accidenti ti è preso a rincorrermi e a cercare di fare a botte, amico?". Completamente scioccato rispose: "Ehi, non è vero". Qualche minuto più tardi teneva il capo chino per la vergogna, mentre ascoltava le mie parole. Per i successivi dieci minuti gli parlai della sua vita e dei suoi problemi e gli diedi diversi consigli. Fu una conversazione affascinante e spero di essere in qualche
modo riuscito a fargli recepire il messaggio. Quando me ne andai, sembrava molto più centrato e sapeva che cosa doveva fare. Non l'ho mai più rivisto. Ho sempre trovato interessante il modo in cui le parole sapevano esercitare una forte influenza sulle persone. M'incuriosiva in particolare ciò che era legato al concetto di volgarità. È capitato qualche rara volta che alcuni partecipanti ai nostri corsi si lamentassero di come usavamo il linguaggio. Chiesi a Richard che cosa ne pensasse.
OWEN:
Ho scoperto che al mondo ci sono alcune persone che si sentono offese dalle imprecazioni e da certe parole che vengono considerate offensive. Hai qualcosa da dire a riguardo? RICHARD: Cazzo, è proprio un peccato, non trovi? Il fatto che certe persone possano sconvolgersi così tanto per una parola quando non è che una sequenza di suoni è ridicolo. Queste parole non sono neppure le stesse nelle diverse lingue. Quello che facciamo è prendere una parola e decidere che staremo male quando la sentiamo. Prendi "Mick", per esempio: talvolta è il nome di qualcuno e talvolta è un modo per riferirsi agli irlandesi. In inglese si usa la parola "kite" [che significa aquilone, ma anche persona avida, NdT] per riferirsi agli ebrei. E allora le persone decidono che quando la sentono è ora di star male. E così un gruppo di persone si ritrova e pronuncia una parola con un pessimo tono di voce, ma è il tono delle parole che fa star male le persone, e se lasci che ci siano un sacco di parole che ti fanno star male, allora stai facendo una stupidaggine. Puoi andare oltre e cambiare la cosa in un batter d'occhio. Come spiegava Richard, è il tono di voce a fare la differenza quando si usano le parole. Le parole sono solo parole e dipendono dal significato che attribuiamo loro. Ciò che è importante è riconoscere che non hanno alcun potere su di noi. Pensai a qualcosa che avevo sentito e che stava provocando un sacco di controversie e confusione... la musica rap, le cui canzoni parlavano di sesso, droga, morte e omicidi. Mi chiedevo che cosa ne pensasse Richard.
OWEN:
Che ne pensi dei rapper che usano queste parole? Alcune persone dicono che esercitano una cattiva influenza su chi li ascolta. RICHARD: Non m'intendo di rap. Se le loro canzoni sono piene di cose negative, allora non m'importa un gran che. Credo nella libertà di parola. Penso che se non la buttiamo sul ridere, allora anche i nostri ragazzi la prenderanno sul serio. Ripetendo di continuo che quella musica istiga alla violenza, si rischia probabilmente di avere un effetto più distruttivo di quello che potrebbero avere quelle canzoni, perché quando si cominciano a ipnotizzare le persone dicendo: "Questo fa accadere quest'altro", allora è probabile che vada così. L'ultima cosa di cui ha bisogno questo paese è un governo che fa una campagna contro queste
canzoni rap, dicendo che se le ascolti diventerai un criminale. In un certo senso c'è dell'ironia in questo. Dicono che: "Dire certe cose fa accadere cose brutte" e così facendo dicono una cosa brutta, perciò la fanno accadere, in un certo senso. Per me è paradossale. È proprio come una persona insicura che si sente estremamente sicura di esserlo. C'è sempre un livello a cui la cosa si fa paradossale. Le persone che soffrono di insicurezza, sono estremamente sicure di soffrirne, e le persone là fuori che stanno ascoltando delle volgarità o delle cose negative o che stanno guardando un programma alla TV con l'idea che "la violenza fa accadere cose brutte" finiranno col dire qualcosa di orribile, molto peggiore di quello che si sente in giro adesso. Stanno dicendo che tutte queste cose artificiali diventeranno reali e questo è il peggiore incubo che potresti dire, e se credessero davvero che dicendo le cose queste diventano reali, allora non andrebbero a dirlo in giro ad alta voce. E così abbiamo il paradosso: quello che dovrebbero davvero fare se credessero in ciò che vanno dicendo è chiudere il becco, perché sono loro a determinare il danno peggiore. Perciò, secondo me, questo è sempre il paradosso. Per me, la vera essenza di come ci evolviamo come esseri umani si trova dove troviamo il punto paradossale e cambiamo argomento. Quella prospettiva mi piaceva. Secondo me, l'idea della censura non ha mai funzionato e, infatti, spesso serviva soltanto a invogliare ancor più le persone a mettere le mani su quella musica. Il trucco, invece, consisteva nel fare in modo che le persone ne ridessero. Quello che mi ha colpito ogni volta che ho visto uno di questi rapper intervistato alla TV era il fatto che fosse molto simile ai comici che avevo visto e ascoltato. Questi rapper si limitavano a prendere delle cose brutalmente vere del mondo e ad esprimerle ricorrendo all'esagerazione, al loro senso dell'umorismo. Non avevano paura delle parole e trovavano stimolante l'idea di provocare i conservatori tradizionalisti. Se solo riuscissimo a imparare a ridere di queste canzoni come fanno i rapper e a insegnare ai nostri ragazzi a fare lo stesso, allora forse il mondo non sarebbe così pieno di violenza, perché staremmo cambiando la mentalità della nostra cultura, invece di rifiutarci di accettare ciò che esiste là fuori. Ridendo, diventiamo capaci di fuggire dal dolore e dalla dannosità che si originano dal prendere le cose sul serio.
40 L'arte di una buona amicizia Per me, era davvero un piacere trascorrere il tempo con Richard e Paula e trovavo che le nostre conversazioni fossero fantastiche: era ovviamente una grande fortuna che potessi ricevere le risposte alle domande più affascinanti della vita. A parte ciò, eravamo diventati ottimi amici. Pensando a questo, chiesi a Richard dell'amicizia.
OWEN:
Voglio parlare un po' di amicizia. Quali sono, a tuo giudizio, le caratteristiche di un buon amico? RICHARD: Comincia dall'onestà e dalla lealtà. Un buon amico è così. Un buon amico è leale al di sopra e a di là di ogni cosa. Per me, è quello che caratterizza un buon amico. Ci sono amici e buoni amici. John LaValle è un mio buon amico e lo sarà sempre, perché so che posso contare su John in qualsiasi momento, dovunque sia e per qualsiasi cosa al mondo e lui sa che io farei lo stesso per lui. Se mi è possibile, lo farò senza chiedere il perché. Non ha bisogno di darmi spiegazioni. Non ha bisogno di giustificarsi con me. È quello che abbiamo sempre fatto l'uno per l'altro, perché è quello che fanno i buoni amici. Non si aspettano una spiegazione, non ne hanno bisogno. Devi soltanto dirgli di che cosa hai bisogno e loro lo fanno, se gli è possibile, e se non gli è possibile, te lo dicono in tutta sincerità. Ecco perché la mafia funziona molto meglio dello stato. Queste persone erano legate tra loro da vincoli familiari e di amicizia ed erano leali sopra ogni cosa. Ecco perché avrebbero fatto sparire il governo, se quest'ultimo non avesse barato. Intendo dire mettendoli sotto sorveglianza, intercettando le loro conversazioni e, fondamentalmente, inventando delle leggi tali da poterli mettere in galera. Non sarebbero mai riusciti a sconfiggere la mafia. Si sono dovuti inventare l'evasione fiscale, perché non erano stati in grado di condannarli per nessun altro reato. Sorrisi. Pensavo a John La Valle. Sapevo com'era John e Richard lo aveva descritto alla perfezione. John e la moglie, Kathleen, sono sempre stati degli straordinari esempi di lealtà e amicizia. Sono delle splendide persone da prendere come modello e sono lieto di poterli considerare miei amici. Pensai a qualcuno dei miei amici più intimi e mi resi conto che, nonostante fossero radicalmente diversi e
unici nel loro genere, avevano dato tutti dimostrazione di possedere le qualità che per me erano preziose: lealtà, onestà, integrità, amore, generosità, bontà e gentilezza. Cominciai a provare una gratitudine immensa per il fatto di conoscere queste persone e di esser loro così vicino. Sapevo che se avessi mai avuto bisogno di qualcosa, i miei amici più cari sarebbero stati lì per me. E, infatti, quando affrontai i periodi più duri della mia vita, loro c'erano, proprio quando ne avevo più bisogno. Tutti loro avevano dato un enorme contributo alla mia vita. A quel punto, era giunta l'ora di fare una pausa, così uscimmo a passeggiare lì intorno per un po'. Cominciai a pensare alla mia vita. Pensavo alle persone che mi erano vicine. Ho degli amici davvero fantastici: ho ottimi amici là dove vivo, sia maschi che femmine, ho amici con cui ho fatto conoscenza durante i corsi a cui ho partecipato e che ho tenuto, ho gli amici della squadra di calcio e amici che ho incontrato durante i miei viaggi. Ho amici in cui mi sono imbattuto per caso e con i quali sono subito entrato in sintonia. Ho amici in ogni angolo della Terra. Ci sono amici a cui potete confidare qualsiasi cosa e amici con i quali non riuscite a smettere di ridere. Ci sono gli amici con cui uscite di solito e quelli che vedete soltanto qualche volta l'anno. Ci sono amici che fanno le stesse cose che fate voi ed altri che con voi hanno poco in comune, ma con i quali vi piace uscire. Ci sono amici con cui potreste continuare a parlare per ore e altri con cui potete stare seduti per ore e sentirvi a vostro agio senza bisogno di dire una sola parola. Ci sono amici che fate ridere e con i quali date il meglio e altri dai quali adorate farvi prendere in giro. I miei amici più cari considerano tutti la lealtà come un valore estremamente importante nella vita. Persone come Eddie, Dave e Brian attribuiscono tutte un enorme valore a questa qualità. Accada quel che accada, facciamo sempre del nostro meglio per essere lì l'uno per l'altro. E allora, come ho fatto a trovare degli amici così straordinari? Come ho fatto a essere così fortunato? Poi mi sono reso conto che non si trattava di fortuna. Si trattava di creare dei legami e di tenerli in vita. Si trattava di essere disponibili con le persone e di costruire con loro un'amicizia. Dovete fare qualcosa per voi stessi, per avere degli amici straordinari. Dovete dimostrare di possedere queste qualità e sforzarvi di fare cose carine. Ho incontrato persone al bar, per caso; ne ho incontrate altre ai corsi e talvolta abbiamo stabilito una connessione e di lì siamo diventati buoni amici. Alcune persone pensano che sia strano farsi degli amici così, ma io ho un'altra filosofia. Ci sono persone con cui mi piace davvero stare e altre con cui non è così. Facendo lo sforzo di investire del tempo per rimanere in contatto con le persone che avevo incontrato e che mi erano piaciute, riesco a godere dell'esperienza di avere molti amici. Se ogni persona che entra a far parte della nostra vita è lì per un motivo, tanto vale rimanere in contatto con loro fintanto che la cosa funziona e scoprire qual è quel motivo. Per me, il segreto per essere dei buoni amici è essere dei buoni amici in modi diversi per persone diverse. Significa far ridere e sorridere i vostri amici, farli sentire bene con se stessi quando sono con voi. Significa essere interessati a loro e ascoltarli quando vi parlano di sé e di come vanno le cose. Significa rispettarli e trattarli al vostro stesso livello. Significa condividere con loro le vostre esperienze, le vostre storie e i vostri sentimenti. Significa far loro sapere, ogni volta che potete, quanto significhino per voi e quanto
vogliate loro bene. Significa tenervi in contatto quanto più possibile. Significa chiamarli, a volte senz'altra ragione se non il desiderio di sapere come stanno e di far loro sapere che pensate a loro. Significa fare qualcosa di bello per loro quando ne avete l'occasione ed essere lì per loro quando vi è possibile e sapete che avrebbero bisogno di voi. La mia amica Gillian mi scrisse un biglietto dall'Australia una volta che stavo attraversando un momento particolarmente difficile della mia vita. Era un biglietto da una cara amica che mi inviava i suoi più sinceri auguri e tutto il suo affetto così che mi aiutasse a superare quel momento. Ne fui toccato. Per me era il più bel gesto d'amicizia che avessi mai ricevuto. È così straordinario sapere che qualcuno ti ha a cuore e che non importa dove si trovi in quel momento, fosse anche all'altro capo del mondo, in quel momento è lì per te. Pensai a tutti gli splendidi amici che avevo e che si interessavano a me. Ancora una volta mi sentii davvero fortunato. Mi resi conto che l'amicizia viene dal cuore e si manifesta nel modo in cui trattiamo le persone che amiamo. I miei familiari sono davvero meravigliosi e ho avuto l'opportunità di far loro sapere cosa provo per loro: per mia madre, mio padre, mia sorella e per il resto della famiglia, cugini compresi. Lo sanno tutti che cosa provo per loro. E quando dico famiglia, intendo anche gli amici più cari, non solo i legami di sangue. Non si tratta soltanto di essere sempre perfetti e gentili con loro, ma è di cruciale importanza che quelli che vi sono più vicini capiscano quanto li amate e quanto vi sono d'ispirazione. È importante che li trattiate bene e che siate grati del fatto che facciano parte della vostra vita. In questo modo potete godere meritatamente delle straordinarie gioie della buona amicizia. Arrivati a quel punto, mentre chiacchieravamo del tempo e delle vacche nel campo vicino, cominciai a ricordare qual era la cosa che più ero interessato a scoprire da Richard. Mi era rimasta ancora da fare la domanda più importante. Le mie esperienze recenti erano state molto caotiche e avevo bisogno che Richard mi consigliasse.
41 "Com'è che non parliamo neanche più?" Le persone entrano nelle nostre vite e poi se ne escono. Sono convinto che a volte le amicizie abbiano bisogno di finire. A volte le amicizie vanno bene in un certo momento della vostra vita. Se siete lì per le persone che vi sono vicine, c'è un motivo e anche loro sono lì per voi. Qualsiasi sia il motivo, scoprite che in qualche modo vi è di aiuto. Io sono il genere di persona che trova molto difficile interrompere i rapporti con un amico, indipendentemente dalle circostanze. Essendo una persona nostalgica, ho sempre provato a salvare l'amicizia in tutti i modi. Allo stesso tempo conosco molte persone che taglierebbero con risolutezza tutti i contatti con una persona, se questa le ferisse o le facesse sentire tradite. Nessuna di queste due modalità è la migliore per risolvere le questioni quando è in ballo un'amicizia. Sapevo che Richard aveva avuto molti amici nel corso degli anni e che molti di loro se l'erano presa con lui e lo avevano trattato orribilmente. Avevo litigato con un amico alcuni mesi prima. Mi ero sentito ferito e tradito. Sapevo che, se c'era qualcuno che poteva aiutarmi, quella persona era Richard.
OWEN:
Nel corso degli anni, Richard, hai avuto molti amici. Molti di loro ti hanno derubato, tradito, ingannato e criticato. Come affronti le persone con le quali le cose vengono a cambiare al punto che accade qualcosa di spiacevole? RICHARD: Beh, il trucco sta nel rendersi conto che ogni volta che incontri qualcuno è come se lo stessi incontrando per la prima volta. Perciò, anche se sono tre mesi che conosci qualcuno e questo qualcuno si è rivelato essere una brava persona, non significa che non sarà un imbecille la prossima volta che lo incontri. Le modalità operative, le convinzioni e le idee di una persona cambiano e quello che sappiamo sulle soglie ci dice che, una volta che qualcosa supera la soglia, non sarà mai più lo stesso. Molte persone varcano delle soglie e, una volta che lo hanno fatto, i loro principi morali cambiano, i loro valori cambiano. Potrebbero avere dei buoni valori, ma non appena accade qualcosa che non ha nulla a che vedere con te - il modo in cui interagiscono con te, la loro disponibilità a sottrarti qualcosa, la loro propensione a criticarti (che ti siano grati o meno per ciò che da te hanno avuto), il modo in cui trattano i loro familiari, il modo in cui
trattano i loro bambini, il modo in cui trattano la moglie - ogni altra cosa cambia, quindi devi tenere occhi e orecchie bene aperti per accorgerti di quando qualcuno diventa un imbecille, così puoi smettere di frequentarlo. La verità è che tutti si accorgono quando qualcuno è cambiato e non è più una brava persona, ma continuano ad aspettarsi che quella persona ritorni a comportarsi come prima; ma la verità è che, se qualcuno ti tratta male, quello è il momento di smetterla. Se non ritorna a comportarsi come prima immediatamente, probabilmente non lo farà più. Le persone cambiano in meglio o in peggio e, una volta che cambiano in peggio, non invertiranno la tendenza, non cambieranno in meglio soltanto perché vuoi che vada così. OWEN: E allora che cosa facciamo con le persone che hanno varcato una soglia simile? RICHARD: È meglio tenersi alla larga da loro e, se tornano da te e incominciano a scusarsi e a dirti: "Beh, ho avuto un problema di droga" o "Avevo dato di matto" o qualsiasi altra cosa, ignorale e renditi conto che il periodo che avete trascorso insieme non era una bugia, è solo che sono cambiate. Le persone cambiano: a volte in meglio, a volte in peggio... e aspettarsi che le cose vadano diversamente significa non fare altro che sentirsi un idiota per ciò che si è fatto quando non lo si era affatto. Io non ci sto male, anche se ci sono persone che hanno costruito la propria vita e la propria fortuna su ciò che ho insegnato loro che non fanno che criticarmi e appropriarsi indebitamente di ciò che è mio. Il fatto è che al tempo in cui lavoravo con loro, stavano lavorando a diventare persone migliori e poi la loro vita è cambiata, trasformandole in degli idioti. Non è colpa mia, sono diventate degli idioti da sé e, se continuano ad essere degli idioti, saranno loro a pagarne il prezzo. Mi rilassai, appoggiandomi allo schienale, e lasciai penetrare le sue parole. Non avevo mai considerato le cose così. Era assolutamente sensato. Ero curioso di sapere che cosa intendesse Richard quando parlava di ignorare le persone. Intendeva dire perdonarle? Glielo chiesi.
OWEN: Beh, che ne pensi del perdono, allora? RICHARD: Non mi occupo del concetto di perdono. Non devo perdonare le persone per ciò che fanno: o me ne dimentico perché hanno smesso e ora si comportano diversamente, o me ne ricordo, così da non rimanere fregato un'altra volta. Dire che devo perdonare qualcuno è come dire che devo fare qualcosa. Se sei tu a combinare il casino, perché dovrei essere io a dover fare qualcosa? Se combini un casino, dovresti essere tu a dover fare qualcosa. Non sono io che devo perdonare te. Se ti metti a fare delle cose migliori di quelle che stavi facendo, allora mi
dimenticherò di ciò che hai fatto. Non intendo prendere parte a un atto di perdono e penso che tutta questa faccenda del perdono spunti fuori da qualche assurdità cristiana. Che le persone si dovrebbero perdonare senza che loro cambino davvero. Che si vada da un prete e lui possa dire: "Va bene, i tuoi peccati sono stati perdonati". Beh, Dio potrà anche perdonarti, ma mica dimentica, devi comunque fare qualcosa di meglio in seguito, e io funziono allo stesso modo. Per me, se cambi comportamento e inizi a fare qualcosa di buono, dimenticherò qualsiasi cattivo comportamento precedente. OWEN: Come fai a farlo? RICHARD: Non ci pensi più. Pensi alle cose buone che fanno le persone. Ma se qualcuno continua a comportarsi male, mi ricordo di tutto quel che ha fatto. Ma non ho comunque intenzione di starci male, perché non intendo star male a causa dei tuoi errori. Questo è uno dei problemi che affliggono le persone. Dicono: "Oh, ha ferito i miei sentimenti, perciò devo perdonarlo". Penso che questa sia un'assurdità. È un'assurdità anche solo pensarlo. Io non penso a quello che le persone mi hanno fatto in passato. Qualcuno tira fuori l'argomento e io ci penso, ma non ci penso di frequente. Non c'è alcun motivo di preoccuparsene. Sono loro che hanno combinato il casino, non io, perciò sono loro che dovrebbero fare qualcosa. Penso sia sbagliato che debba essere io a dire: "Ti perdono", così che possano sentirsi bene dopo che mi hanno fottuto. Non ci prendo parte e non tiro fuori cose per le quali star male inutilmente. Se cercano di farmi star male, allora sono loro a starci male ogni giorno di più. È così che la vedo. Non riesco a pensare a una punizione peggiore di essere, di fatto, una persona così. Penso sia una cosa che si sistema da sé. Io so essere molto più felice con molte meno cose di loro. Invento qualcosa di nuovo e so cosa passa loro per la testa. Loro debbono mentire a se stessi, io no. Mi colpì il fatto che ciò che Richard descriveva come "dimenticare" fosse simile alla mia idea di "perdonare". Vedete, mentre lo ascoltavo, mi trovai d'accordo con quello che stava dicendo, ma non riuscivo a fare a meno di ricordare che, tutte le volte che avevo perdonato qualcuno che mi aveva fatto del male, mi ero sentito molto meglio. Poi mi venne in mente all'improvviso. Il mio concetto di "perdono" equivale al far pace con la persona nella mia mente e al lasciarla andare, liberandomene. È questione di essere consapevoli di quel che avevano fatto e di quel che fanno adesso. Non ho intenzione di portare con me rancore o sensazioni negative nei loro confronti, ma di certo non andrò a dire loro che va tutto bene, quando non è così. La mia idea di "perdono" non equivale a dire: "I tuoi peccati ti sono stati perdonati. Ora sei pulito". Mi resi conto, invece, che ciascuno ha una percezione diversa della realtà e che talvolta le persone fanno la cosa sbagliata perché, molto semplicemente, agiscono in modo stupido e altre volte fanno la cosa sbagliata perché
sono cambiati i loro valori dopo aver varcato quella soglia di cui diceva Richard. Quando lo fanno, si rende spesso necessario tagliare ogni legame e affrancarsi da loro. E come spiegava Richard, non significa che le cose che avete fatto con loro fossero negative o che fossero tutte menzogne... significa semplicemente che adesso è finita e che è ora di andare avanti. Allora, una volta liberi di non pensare a loro, potete passare oltre; se nel futuro dovessero ricominciare a fare cose buone, allora forse ristabilirete un legame con loro e forse no. Non credo nel rancore. Uno dei guru che incontrai in India mi disse un giorno: "Tutti stanno compiendo un viaggio. La maggior parte delle persone non intende fare alcun male. Sono soltanto delle anime perse". Tutti noi non facciamo che andarcene in giro a fare il meglio che possiamo e un giorno moriremo. Perciò, che senso ha serbare rancore? Che senso ha frapporre il disagio e il dolore tra di voi? Non ne ha. Potete imparare qualcosa dal comportamento delle persone che amate e potete proseguire il vostro viaggio, quando un'amicizia muore. Credo nel lasciare che il passato sia passato perché, come dice Richard, "la cosa migliore del passato è che è finito". Siamo tutti umani e commetteremo degli errori. Allo stesso modo, talvolta siamo noi a commettere un errore e siamo noi a fare un torto. A tutti capiterà di ferire qualcuno senza averne l'intenzione e tutti finiremo con lo sfogare i nostri dolori su qualcun altro, di tanto in tanto. È sbagliato, ma noi non siamo perfetti ed è molto più importante concentrarsi sul fare qualcosa di buono, invece che star male per ciò che si è fatto. Il senso di colpa svolge una funzione. È lì per farvi sapere che avete fatto qualcosa che sentite essere sbagliato, in modo che possiate decidere di fare cose migliori in futuro. Ciò che vi serve è il segnale, non che l'emozione prenda il controllo della vostra vita. Una volta che accetterete questo, potrete andare avanti e continuare a fare cose buone e ad essere soddisfatti della vostra vita. Pensai al mio amico. Se c'era un modo di salvare l'amicizia, l'avrei fatto. Se le cose stavano già peggiorando, avrei interrotto i contatti. Ci sono talmente tante persone meravigliose al mondo e talmente tanti potenziali nuovi amici, che non è necessario aggrapparsi a chiunque sia mai stato un amico. Per ogni relazione che finisce, potete creare al suo posto una nuova relazione differente. Passai in rassegna le amicizie e le relazioni che facevano parte della mia vita e mi impegnai in quel momento ad osservare come si sviluppavano e a fare del mio meglio per assicurarmi che migliorassero tutte o, se si fosse reso necessario, a prendere le distanze. A volte è importante far caso al modo in cui lasciate che gli altri vi trattino. In passato, mi sono accorto di essermi profuso in troppe scuse con certe persone e di aver permesso ad altre di approfittarsi di me quando avevo cercato di essere gentile e disponibile. Da quando ho fatto lo sforzo di cambiare la cosa, mi sono accorto che non mi trattano più allo stesso modo. È buffo, ma è così: tendiamo a insegnare agli altri come trattarci. Mi resi conto di aver fatto degli errori e di essere umano come chiunque altro, ma non mi sarei più accollato la colpa di tutto. Non più. Decisi di non aver più bisogno di scusarmi per il solo fatto di esistere. Essere buoni va bene, ma è anche importante saper far valere i propri diritti. Avevo dato questo consiglio in così tante
occasioni che, alla fine, dovetti metterlo in pratica a mia volta. Dovete trattare voi stessi partendo dal presupposto che siete tanto importanti e preziosi quanto chiunque altro. Così facendo, sarà più probabile che riusciate ad attrarre delle persone nella vostra vita e ad aumentare le vostre chance di trovare in loro il vero amore.
42 L'arte dell'amore vero Era un'esperienza davvero incredibile. Era tutta la vita che aspettavo accadesse. Immaginate... svegliarvi di fianco alla persona che avete sempre sognato: l'amore della vostra vita, e mentre la guardate dormire, l'ammirate in silenzio. Le carezzate dolcemente il viso mentre dorme, incantevole, e potete sentire il suo cuore che batte: un miracolo. Immaginate... godervi semplicemente l'attimo e osservarla a pochi centimetri di distanza. Ascoltare il suo respiro lieve, mentre lei vaga nel suo mondo di sogni. È come provare una travolgente sensazione d'amore che riempie il corpo, come se dal cuore provenissero delle continue esplosioni d'estasi assoluta, di pura gioia e di totale beatitudine. Immaginate di respirare l'aria che esala da lei e di stringere questa persona così forte da avere la sensazione che sia un'altra parte di voi. Studiate intensamente il suo viso, apprezzando semplicemente quella straordinaria bellezza. Vi godete l'attimo, desiderando disperatamente che non debba finire mai, di poter rimanere lì per l'eternità. Immaginate di annusarle i capelli e di inalare una fragranza talmente potente da sciogliervi il cuore all'istante. Mentre lentamente si sveglia, scorgete per un attimo quegli occhi, i più belli che abbiate mai visto, e vi smarrite in quella profondità, irrimediabilmente. Con dolcezza portate le vostre labbra sulle sue, ne sentite il sapore e lei sorride in quel modo delizioso, mentre vaga a metà tra il sonno e la veglia. Udite le parole e i suoni dell'amore e congelate l'attimo in cui vi sentite completi, serbandolo nel vostro cuore per sempre. È così difficile cogliere il vero senso d'estasi che momenti come questi portano con sé. Mi rimanevano da porre a Richard solo alcune domande, ma erano quelle più importanti. Vedete, mi ero innamorato di una ragazza. Non riuscivo a smettere di pensare a lei e quando riuscivo a farla sorridere, provavo una gioia che mi accompagnava per tutto il giorno. Una sera uscimmo a bere qualcosa. Le chiesi un appuntamento e lei accettò. Ero in paradiso. Cominciammo a frequentarci. Pensate all'amore. È la cosa più desiderata al mondo. Nessuno lo riesce a quantificare o a definire, eppure sappiamo tutti cosa significa. Tutti vogliamo l'amore, tutti vogliamo essere amati. La maggior parte dei film e delle canzoni si ispirano all'amore e due giorni all'anno, in febbraio e dicembre, si celebrano forme d'amore diverse tra loro. Ci sono molti tipi d'amore. Si può amare da amanti. Si può amare da amici. Si può amare da genitori. Si può amare da figli. Si può amare da marito o da moglie, da fratello o da sorella. Si può amare da anima gemella o da compagno spirituale. Si può
amare da migliore amico, da amico intimo o da ammiratore segreto. Si può amare da fan o da artista. Si può amare da nonni, da zii e da cugini. Si può amare da singoli individui o essendo parte di un gruppo. Esistono più modi di amare. Si può amare con una canzone, con una poesia, con un abbraccio, con un bacio, con un braccio attorno alle spalle o con un mazzo di fiori. Si può amare con una e-mail, con un SMS o con un messaggio in segreteria. Si può amare con una parola, uno sguardo o un sorriso. Si può amare con un anello d'argento, con degli orecchini d'oro, con un diamante o con un viaggio a Parigi. Si può amare con un tono di voce, con un biglietto o con una lettera. Si può amare con un complimento o con una battuta, con uno scherzo o con una preghiera. Si può amare con un applauso, con delle grida o con una birra. L'amore può farvi sentire al settimo cielo e può anche farvi sprofondare nel più cupo degli abissi. Può esaltarvi o deprimervi. Può indurre stati maniacali d'estasi e sconforto. Può riempire la vostra anima di gioia e spezzarvi il cuore in milioni di pezzettini. Le relazioni possono apparire complesse, a volte. Le probabilità di incontrare qualcuno che s'innamori di voi, e voi di lui o lei, quando entrambi siete single, non sembrano molto alte. Le probabilità che entrambi proviate le stesse cose, specialmente dopo esservi conosciuti, non possono essere così elevate. La probabilità che riusciate a resistere alla tentazione di tutti i nuovi potenziali partner là fuori, ancora una volta, non sembra molto alta. Eppure, tutto il mondo è pieno di persone che hanno una relazione affettiva. Non c'è dubbio che certi si accontentano, mentre altri hanno la fortuna di aver trovato una delle loro anime gemelle: qualcuno da amare e ammirare. I giochetti mentali che spesso avvelenano le relazioni si basano sulle diverse aspettative e regole che portiamo nella relazione. Abbiamo le nostre preferenze, convinzioni e sensibilità riguardo alle cose e quando il nostro partner ha idee diverse dalle nostre, questo può causare degli scontri. Quel che è peggio è che spesso queste regole non vengono esplicitamente dette e non ci resta che indovinarle. Per rendere la situazione ancora peggiore, il nostro stato neuro-chimico viene influenzato dal modo in cui pensiamo alla persona che amiamo, e questo cambia piuttosto spesso e in modo imprevedibile. Possiamo anche portare in ogni nuova relazione i problemi e le questioni negative legati alle relazioni passate. Il modo migliore per ridurre al minimo gli effetti negativi della vostra relazione è quello di accettare le differenze che esistono tra voi e il vostro partner. Potete impegnarvi di più per spiegare o trasmettere le vostre aspettative e per rispettare quelle dell'altra persona. Potete diventare maggiormente consapevoli della vostra neuro-chimica e tenere i vostri comportamenti sotto controllo quanto più possibile. Potete fare attenzione ai vostri comportamenti, specialmente quando questi riflettono questioni che state mutuando dalle vostre relazioni precedenti. Il giorno di San Valentino può essere visto come un fenomeno commerciale massificato progettato per mungere altri soldi ai consumatori o come un giorno in cui avete l'opportunità di esprimere il vostro amore e di essere contraccambiati. Diventa un modo per essere meno rigidi, una scusa per essere romantici ancora una volta... senza bisogno di bere. Per quelli che hanno iniziato una relazione da poco tempo, quel giorno rappresenta spesso un'eccellente occasione per trascorrere una giornata
col partner ideale. Per quelli che già da tempo condividono la propria vita con un'altra persona, è una scusa gradita per stare un po' insieme cercando di ricreare l'atmosfera romantica dei tempi andati. Anche il Natale è un periodo in cui l'amore gioca un ruolo fondamentale. Si producono e trasmettono quei classici film pieni di buoni sentimenti in cui ci si concentra con entusiasmo su quanto siano importanti le nostre famiglie e sull'idea di essere buoni. È costruito come un periodo in cui condividere con gli altri il proprio amore e in cui godere nel donare agli altri il buonumore. Quando si tratta delle nostre relazioni più speciali... siamo venuti al mondo, e molti di noi trovano una persona speciale con cui trascorrere il tempo. Quella persona diventa il nostro ideale. A volte la perdiamo e a volte rimaniamo con lei per sempre. Alla fine, quel che accade, accade e allora andiamo avanti o rimaniamo con quella persona. Nella nostra cultura, eventi come San Valentino o i film e le canzoni d'amore possono spesso creare nelle persone il "bisogno" di avere una relazione. È come innamorarsi dell'idea di essere innamorati. E così, incontriamo una persona e questa diventa per noi il nostro ideale o la nostra anima gemella. Il principio di dualità di Platone viene ripreso da Hollywood in continuazione. L'idea è che, inizialmente, le due anime erano unite e sono state separate all'atto della nascita e quindi passiamo la vita a cercare l'altra nostra "metà". Alcuni si accontentano di una semplice relazione, altri continuano a cercare la persona per cui s'innamoreranno pazzamente... alcuni la trovano, altri no. Tutto sommato, le relazioni portano anche una dose di sofferenze. L'attaccamento provoca sofferenza. Quando provate attaccamento per qualcosa, ne soffrirete, quando giungerà alla fine o ci saranno dei problemi e, immancabilmente, ci arriverà e ce ne saranno. Dunque, qual è il segreto? Qual è il modo migliore di considerare le relazioni con gli altri? Qual è il modo migliore di pensare all'amore? Beh, per me, l'idea di essere privi di un qualsivoglia attaccamento per qualsiasi cosa è irrealistico... principalmente perché allora proviamo attaccamento verso l'idea di essere distaccati. Ci sono addirittura dei buddhisti che, pur allontanandosi dall'idea di attaccamento, si aggrappano all'idea di distacco! La cosa migliore da fare è rendersi conto che ci saranno momenti meravigliosi e momenti bui in ogni relazione e in ogni manifestazione d'amore, ma che le cose meravigliose sono indubbiamente più forti. Ci sono molti pericoli da cui bisogna guardarsi, in una relazione. Volevo trovare delle soluzioni a questi pericoli. Avevo fatto degli errori con delle ragazze che avevo avuto e volevo essere certo di aver imparato la lezione. Ero sempre riuscito a dare ai miei clienti dei consigli straordinari che funzionavano davvero bene per loro, nelle loro relazioni, e ora mi trovavo lì a mia volta, a confrontarmi con una situazione che trovavo difficile da gestire obiettivamente. Amavo moltissimo questa ragazza e faticavo a pensare chiaramente. Vedete, quando v'innamorate di qualcuno, capita spesso che perdiate la vostra razionalità. Basta una combinazione di certi fattori e vi ritrovate impantanati in un groviglio di disperazione, bisogno e struggimento. Questo non fa che farvi precipitare in una situazione ancora peggiore, in cui mostrate all'altra persona il vostro lato peggiore. Questo paradosso ben si associa all'espressione che ho coniato... Se desideri conquistare la persona che desideri, hai bisogno di liberarti
dal bisogno. Tutti noi facciamo cose ridicole, quando ci innamoriamo. Si chiamano momenti di "zerbinismo". Ma sappiate perdonarvi. Date la colpa a un attimo di follia e, dal momento che non siete più pazzi, non pensateci più. Siete umani e, se imparerete dai vostri errori e saprete controllare meglio i vostri sentimenti, saprete cosa fare in futuro. Ho avuto anch'io i miei momenti di zerbinismo. Non c'era altro che potessi fare, se non prendermi l'impegno di essere diverso in futuro. Quindi, trovare il vero amore e riuscire a tenerselo stretto sembra, a volte, davvero impossibile, considerate tutte le cose che potrebbero andar male, ma l'eccezionale verità è che, come recita il detto, l'amore non conosce ostacoli. Si può trovare un'anima gemella anche in un amico verso cui non si prova alcun sentimento romantico. A mio parere, l'anima gemella è una persona con cui si stabilisce un legame così profondo e intenso, che sembra di poter toccare la sua anima e di poter conoscere il suo vero sé. Dunque, se avete una relazione, mi auguro che sia con una delle vostre anime gemelle. È davvero importante fare in modo di ricordare ogni giorno quanto siete fortunati a poter stare così vicino a qualcuno che avete incontrato per puro caso e con cui avete stabilito quello stupendo legame. Ogni giorno, ricordatevi di mostrare riconoscenza per la vitalità e la gioia che fanno parte dell'innamorarsi e dell'essere innamorati. Le relazioni richiedono impegno. Qualunque sia lo stato in cui si trova la vostra relazione, fate in modo che l'oggi sia lo stimolo a rendere la vostra relazione più intensa che mai. Concentratevi sul lavorare assieme al vostro partner per rendere sempre migliore la qualità del tempo che trascorrete insieme. Tollerate i difetti dell'altra persona. Perdonate i piccoli errori. Condividete ciò che provate in molti modo diversi. Mostratele, ditele e fatele sentire che l'amate. Si attraversa la vita e si affrontano molte difficoltà da soli. Ma avere accanto a sé un partner, un'anima gemella, ha un valore inestimabile, e se siete stati così fortunati da trovare una persona, allora datevi il permesso di apprezzarla e di sentirvi grati per ciò che avete, non solo il 14 febbraio o il 25 dicembre... ma ogni giorno. Ora, anche se usiamo un sostantivo per indicarle, non è che le "relazioni" siano cose. Sono processi che compiamo. Mettiamo in atto il processo di relazionarci gli uni con gli altri. È un'abilità. Fintanto che ricordate che è qualcosa che fate, potete incominciare a compiere uno sforzo più disciplinato, perché il risultato sia migliore. E dunque, quali sono i passi che possiamo fare per avvicinarci all'obiettivo di "relazionarci" più efficacemente? Il primo passo consiste nel riconoscere la differenza che c'è tra l'amore vero e gli altri tipi di amore. L'amore può diventare dipendenza e farci impazzire. Il vero amore è diverso. Il vero amore significa impegnarsi nell'atto di amare un'altra persona e di essere amati a nostra volta. Significa concedersi all'altro non da una posizione di bisogno, ma da una posizione in cui si desidera semplicemente farlo più di ogni altra cosa al mondo. Significa impegnarsi incondizionatamente per far sì che la sua vita sia più felice quando voi ci siete. Quand'ero in macchina e andavo verso casa di Richard, stavo ascoltando un programma alla radio locale in cui parlavano dell'amore e della neurochimica dell'amore. È un argomento che mi ha sempre affascinato e
quando cominciarono a fare collegamenti tra l'amore e i disturbi ossessivocompulsivi, la cosa mi interessò molto. Nell'introdurre a Richard l'importante argomento dell'amore, feci riferimento proprio al programma che avevo ascoltato.
OWEN:
Richard, mentre venivo qui, ho sentito uno scienziato parlare alla radio delle somiglianze tra l'amore e i disturbi ossessivo-compulsivi. Che ne pensi di questa associazione? RICHARD: Beh, la mia definizione di amore è molto diversa. Sono innamorato della stessa persona da più di trent'anni, ma questo non mi rende né ossessivo, né compulsivo. Mi rende premuroso. Mi rende più rigoroso quando si tratta di certe cose. Mi rende più leale; penso comunque che quello di cui parlavano sia più simile all'infatuazione o al desiderio incontenibile, o a qualcosa di simile. OWEN: Quindi, pensi che l'idea che esista un legame tra l'amore e i disturbi ossessivo-compulsivi sia più riferita al sentimento iniziale? RICHARD: Sì, è più legata a quando fai assaggiare alle persone un po' di endorfine. È un concetto del tipo "la prima la offro io". Sai di che parlo? "Tieni, fuma questa. Beh, adesso, la prossima la devi pagare." Questa concezione dell'amore ti dice che più l'amore dura, meno forti sono le sensazioni che provi, ti dice che non diventa più forte, ma più debole, e questo è sbagliato. Questo non è amore, questa è bramosia, ed è la differenza che c'è tra la dipendenza e l'amicizia.
La sua risposta mi piaceva. Aveva finalmente rimesso assieme i pezzi del puzzle. Vedete, ho fatto piuttosto spesso l'esperienza di innamorarmi di qualcuno, ma iniziai a rendermi conto di non essermi innamorato veramente di quelle persone, mi ero innamorato dell'idea di innamorarmi. La nostra società, attraverso la televisione, il cinema, i libri e così via, ha costruito la convinzione che una delle forme di felicità definitive sia l'idea di trovare l'anima gemella, innamorarsene e vivere per sempre felici e contenti. Sin da molto prima di Shakespeare, gli esseri umani sono sempre stati alla ricerca di questo "qualcosa". Quando ce lo ritroviamo dappertutto, quando domina i nostri pensieri e ci impedisce di vedere le cose sotto una luce utile e intelligente, allora è molto probabile che si tratti di una dipendenza. Il segreto consiste nel riconoscere la sua natura di "dipendenza" e nel cominciare a capire che è una sensazione che ci induciamo usando la nostra immaginazione per creare idee e immagini di noi che ci innamoriamo. Per innamorarci, usiamo il cervello attivamente. Creiamo immagini di come sarebbe, se potessimo vivere in un mondo perfetto con questa persona, immaginiamo quanto sia meraviglioso stare con lei. Avevo creduto di essermi innamorato molte volte, ma dopo aver ascoltato la descrizione di Richard capii in che modo avessi creato, nella mia mente, una dipendenza dall'idea di amore. Feci un'altra domanda a Richard. Avevo bisogno di vederci chiaro.
OWEN: Quindi, come fai a decidere se sei innamorato o meno? RICHARD: Quando sei innamorato lo sai. Fidati di me, il mondo si ferma. Se senti di essere una persona migliore, più completa quando stai con qualcuno, piuttosto che quando sei lontano da lei o lui, allora si tratta di dipendenza. Se, quando stai con lei, ti senti più felice perché lo stare con lei ti dà più piacere di quello che ti dà lo stare lontano da lei, allora sei innamorato. Avevo decisamente sviluppato una dipendenza parecchie volte prima di allora. Si trattava proprio di stare con, qualcuno che mi faceva sentire migliore. Dell'amore, per contro, avevo fatto pochissima esperienza, finché non incontrai questa ragazza. Avevo osservato Richard con Paula e Paula con Richard: la loro relazione è certamente una di quelle da modellare. Quello che mi colpiva tanto quanto qualsiasi altra manifestazione del genio di Richard o della sua capacità di influenzare la mente in modo superbo attraverso il linguaggio e il suo stato erano l'amore e l'impegno assoluti che dedicava a Paula... e lei a lui. Pensai a Paula: è una persona talmente fantastica. È il tipo di persona che sembra proprio tirare fuori dalle persone il meglio di loro. L'avventura di Richard l'aveva portato a fare un'infinità di esperienze e, tuttavia, in tutto ciò che potevo vedere in questa casa, l'amore che lui e Paula provavano l'uno per l'altra era sorprendente.
Puro incanto: Richard e la sua favolosa moglie, Paula.
Era quasi come se lo si potesse sentire semplicemente stando loro vicini. Richard non andava da nessuna parte senza di lei e si prendevano cura l'uno dell'altra. Se esisteva qualcosa di simile alle anime gemelle, loro ne erano un esempio perfetto. Partendo da questa prospettiva, chiesi a Richard dei consigli sulle relazioni.
OWEN:
Sei stato insieme a Paula per così tanto tempo...
Richard mi interruppe immediatamente.
RICHARD: A me il tempo trascorso non sembra essere poi tanto. È solo a te che sembra essere così. È la parte più importante della tua vita, perché ogni cosa prima di allora sembrava durare un'eternità. Sorrisi. Le parole gli uscivano dal cuore.
OWEN:
Va bene, nel tempo che hai trascorso con Paula, ho notato che siete fatti l'uno per l'altra e che sembrate avere una relazione stupenda. Che cosa consigli alle persone che stanno vivendo una relazione? RICHARD: Il consiglio lo darei a chi ancora non fa parte di una coppia. Il primo consiglio che ho da dare è: assicurati di metterti con la persona giusta e la prima cosa da fare è essere la persona giusta con cui stare insieme, così da sentirti bene dentro di te per nessun motivo. Allora, improvvisamente, aprirai gli occhi e ti guarderai intorno e, nel caos dell'universo, guarderai qualcuno e ti renderai conto del fatto che voi due vi vedete e che tutto il resto è caos. Quando stai con quella persona, ricorda in ogni istante che hai tutto il tempo del mondo e che non c'è nulla di più importante di come ti senti in quel momento. OWEN: Come possono fare le persone ad assicurarsi che le loro relazioni funzionino? RICHARD: Le relazioni, o migliorano da sé o non lo fanno. O migliora, o peggiora, e finché sai che le cose andranno così, allora, anche se hai un momento no e ti dura un giorno o due, tieni a mente il fatto che tutti hanno dei momenti no. È capitato che fossi scontroso per un mese di fila, ma Polly non ha mai pensato che significasse che ci saremmo lasciati o che fosse la fine del mondo. Ha semplicemente detto: "Beh, sta attraversando un momento no" e ha aspettato. "Gli animi si scaldano e si raffreddano. Le cose migliorano e peggiorano", diceva, ma, se presa nel lungo periodo, anche una tacca come quella è soltanto un piccolo ostacolo in un'ascesa continua. La maggior parte delle persone non saprà mai che cosa significhi condividere il genere di intimità che condividiamo noi, perché quasi nessuno se ne dà l'opportunità. Fanno questioni su tutto, sono troppo prese a parlare delle cose. Io e Polly non parliamo mai
delle cose brutte che sono successe un sacco di tempo fa, perché non sono importanti. Ricordiamo le cose belle e ci associamo ad esse; il trucco è costruire immagini associate di tutte le cose belle che sono successe e, se ti viene in mente qualcosa di negativo, fa' un'immagine dissociata e bruciala. Richard continuava a rendere le cose talmente semplici. Mentre lottavo con quella semplicità, mi resi conto che si trattava proprio di quello. C'è questo mito, tipico di certe ideologie di auto-aiuto, che si debba sempre esprimere ciò che si pensa dell'altra persona. Il consiglio di Richard, invece, aveva molto più senso. Per concentrarsi sul migliorare le proprie relazioni, è essenziale fare cose che le migliorino. Dovete riuscire ad accettare le imperfezioni degli altri. Dovete riuscire ad accettare il fatto che la vostra relazione cambierà. Dovete riuscire a ricordare che avete il potere di far sì che migliori positivamente e dovete smetterla di lasciarvi infastidire da alcune cose che fa l'altra persona. Se non facesse quelle piccole cose, non sarebbe la stessa persona. Quando ci si sposa lo si fa "nella buona e nella cattiva sorte" e mai nella perfezione. Se riuscite ad accettare che ci saranno momenti difficili e a decidere che, qualsiasi cosa accada, avrete sempre a mente quanto vi amate l'un l'altra... Scoprirete che la felicità diventerà una parte duratura della vostra relazione. Il tempo che ci è dato di trascorrere su questa terra assieme alle persone che amiamo è limitato. Quando viviamo questi momenti, è essenziale renderli indimenticabili e goderseli quanto più possibile. Tirando in ballo i momenti brutti non renderete le cose migliori. È concentrandovi sullo stare bene quando state insieme e sul condividere una maggiore intimità, che farete migliorare la vostra relazione. Preoccupandovi costantemente dello stato della vostra relazione non renderete certo le cose più facili. È accettando il fatto che le cose non andranno sempre perfettamente che le renderete più facili. Il mostrarvi bisognosi e dipendenti dagli altri non vi aiuterà a migliorare la vostra relazione. È essendo soddisfatti di voi ed essendo il genere di persona che desiderate essere, che aiuterete la vostra relazione a migliorare. È tanto semplice quanto sembra. La mia amica Gillian sintetizzò il concetto in modo molto semplice, una volta, quando le chiesi quale fosse il segreto della stupenda relazione che aveva con il suo ragazzo, Brian. Con semplicità, disse: "Facciamo uno sforzo concreto per trattarci il meglio possibile a vicenda". Allora, considerai, si tratta di essere gentili l'uno con l'altra. Non è quella la ragione per cui vi siete messi assieme all'inizio? È quello, il vero amore. Era sensato. Avevo ottenuto la risposta che cercavo. La nostra conversazione registrata finì prima che potessi fare la domanda più importante. Quella notte, prima di mettermi a dormire, sedetti sul letto e riascoltai alcuni dei nastri contenenti le conversazioni con Richard. Le cose cominciavano ad apparirmi sempre più chiare. Ripensai a ciò che era stato in primo piano nella mia mente e mi resi presto conto di non aver più bisogno di ottenere una risposta a quell'ultima, fondamentale domanda. Ricevetti una rivelazione che mi lasciò con uno stupefacente senso di libertà e chiarezza. Vedete, cominciai a pensare a questa
ragazza per la quale mi ero follemente innamorato. Pensai a ciò che provavo per lei. Avevamo davvero creato un legame meraviglioso. C'era un'atmosfera inebriante. Così tante sincronicità che sembravano indicare l'esistenza di quel legame. Era tutta la vita che l'aspettavo... era tutto ciò che avessi mai desiderato. Le sincronicità erano talmente tante che ero certo di avere, alla fine, trovato la "persona giusta". C'erano talmente tante cose giuste in quello che stava accadendo che non poteva essere "sbagliato". La conoscevo così bene e lei conosceva me ed era accaduto quasi in un istante. Anche quando viaggiavo rimanevamo in contatto, parlando al telefono per ore di fila. Dovunque andassi, i miei viaggi erano pieni di sogni e pensieri del mio futuro con lei. Era letteralmente doloroso non poter stare con lei. L'amavo così tanto, sapevo che nulla si sarebbe potuto mettere fra noi. Avevo trovato la compagna dei miei sogni. Ero raggiante. Promisi a me stesso che sarebbe durato in eterno.
43 A volte le cose proprio non funzionano Mi sbagliavo. Quando tornai dal mio viaggio, questa ragazza che adoravo mi lasciò. Mi si spezzò il cuore. Ero distrutto. Non mi accorsi neppure che il colpo stava per arrivare. Per un po' cercai di annegare il dispiacere nell'alcol. Lavoravo con la stessa intensità di sempre e uscivo ogni sera. Ogni cosa mi ricordava lei. Il mio ego si sentiva come se l'avessero colpito ripetutamente. Niente importava più. Le mie sensazioni spaziavano dalla devastazione all'odio, dalla rabbia all'insicurezza. All'esterno, riuscivo a mantenere il controllo la maggior parte del tempo, ma, quand'ero solo, lo perdevo spesso, nauseato. Era durato solo qualche mese, continuavo a ripetermi. Come poteva un periodo così breve significare così tanto per me? Prima che mi lasciasse, mentre ero via, facevo del mio meglio per essere quanto più positivo possibile e le dicevo quanto mi mancasse. Le mandavo delle canzoni che avevo composto per lei. Ogni piccolo, stupido gesto che potevo fare, lo facevo. Troppo poco sonno, la lontananza e qualche drink di troppo e la mente può dare di matto. Quando mi lasciò, mi lasciai andare e mi resi ridicolo, rivelandole tutto ciò che pensavo e provavo. Fu patetico. Con lei, avevo preso l'abitudine di parlare dei miei pensieri a ruota libera costantemente, analizzando ogni cosa all'eccesso. Non era la prima volta che una relazione finiva, ma quella volta il dolore si fece sentire come se fosse la prima volta. Lei era stata particolarmente fredda nell'affrontare la cosa, quando mi aveva detto che era finita. Io feci il possibile per reagire con maturità ma, dentro di me, il mio cuore andò in frantumi. Le augurai tutto il meglio e le dissi addio. Nel profondo, avevo sempre avuto la sensazione che qualcosa non andasse, ma mi ero rifiutato di ammetterlo. L'amavo talmente tanto. Ora avevo la dimostrazione che il mio istinto non si era sbagliato. Quando hai il cuore infranto, devi semplicemente darti il tempo per superare la cosa. Superarla significa riuscire a guardarla da un punto di osservazione posto in alto, da un più alto modo di pensare. Devi accettare gli errori e le figuracce e accettare di essere stato pazzo, almeno per un po'. L'amore può farti impazzire per un po'. Il trucco consiste nell'assicurarsi di aver imparato da ciascun errore. Lo starci male in continuazione non serve a niente. Una settimana dopo che la nostra relazione si era conclusa ero fuori, per l'ennesima notte in giro per la città. Alla fine, quando mi ritrovai da solo, finii il mio drink, uscii dal bar e mi infilai dritto nel primo taxi che trovai. Cominciai facendo un po' di conversazione spicciola con il tassista. In
qualche modo, e non so dirvi come, si finì a parlare di ragazze e compagne e, di punto in bianco, il tassista si mise a raccontarmi delle sue miserie. Appena tre mesi prima era stato lasciato dalla moglie dopo ventotto anni di matrimonio. Lui era follemente innamorato di lei e lei lo aveva lasciato per un altro uomo. Mi raccontò con dolore di quanto l'adorasse e di come avesse cercato di darle tutto quello di cui aveva bisogno e poi, di punto in bianco, lei lo aveva lasciato per un "ex" con cui era stata trent'anni prima. Non so quale sia la ragione, andava così anche prima che diventassi psicologo, quando la gente mi incontra ha la sensazione di poter condividere tutto con me. Parcheggiammo fuori da casa mia, erano circa le due e mezza del mattino. Lui spense il motore e cominciò a riversare su di me quanto aveva nel cuore. Mi mostrò le parole che le aveva scritto e mi chiese di dargli un consiglio. Nelle due ore successive, parlammo della vera natura dell'amore, dell'essere respinti, del dolore, della perdita, della separazione e delle relazioni. Le parole sembravano aiutare quest'uomo a guarire e, nel parlare con lui, il mio cuore ne trasse a sua volta beneficio. La moglie lo aveva tradito e lo aveva lasciato per un altro. Questo era stato il colpo di grazia per il suo ego. Ci sono molti motivi per cui le persone tradiscono. Di solito lo fanno perché si sentono attratte da un'altra persona e perché le loro difese si sono indebolite. Magari è così perché hanno bevuto. Magari perché vivono una relazione che le rende infelici. Magari perché sono semplicemente eccitate e pensano che la cosa non sia importante, fintanto che il loro partner non lo verrà a sapere. Magari si sono innamorate. Magari sono tutte queste ragioni messe insieme. È anche molto facile capire perché faccia così male. Il rifiuto definitivo lo si riceve scoprendo che si è stati lasciati per qualcun altro o si è stati traditi. Voi non eravate "abbastanza" e vi ha lasciato per qualcuno di "migliore". Quello che è fondamentale capiate - ciò che spiegai approfonditamente al tassista - è che, ancora una volta, tutto si può spiegare meglio con la chimica. Il cervello di lei, in quel caso, era stato chimicamente attratto da un'altra persona, e la percezione che aveva del marito era cambiata di conseguenza. Questo aveva reso possibile che la sua mente accettasse l'idea di fare quello che aveva fatto. Quando amiamo una persona così profondamente e la nostra storia finisce, quel senso di struggimento è una delle sensazioni più dolorose che noi, in quanto esseri umani, possiamo provare. L'altra persona ha imparato a vederci veramente, nel profondo. Ha avuto modo di vederci al meglio e al peggio. La valutazione definitiva sembra essere quella di convalida del nostro valore, dal momento che sembra essere l'unica persona che ci conosce veramente. La verità, invece, è che nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Vedete, quando vi innamorate di qualcuno, entrate in uno stato alterato che vi porta a pensare che quella persona sia il vostro compagno o la vostra compagna ideale. Quando lo fate, i loro difetti diventano accettabili e spesso "carini"; non è il vostro valore come persone a essere messo in dubbio, quando una storia d'amore finisce. Quando vi innamorate di qualcuno, questo può influenzare il modo in cui giudicate i suoi lati positivi e negativi. Anche il "disinnamoramento" può influenzare il modo in cui giudicate i suoi lati positivi e negativi. Durante il processo dell'innamoramento, si amplificano i lati positivi nella
propria mente e ci si dissocia dai lati negativi. Quando vi "disinnamorate", funziona esattamente al contrario: amplificate i lati negativi e vi dissociate da quelli positivi. Una volta che capite che se una persona vi respinge o decide di interrompere una relazione, la cosa è, di fatto, una conseguenza del modo in cui viene attivata la loro chimica interna, allora potete liberarvi di gran parte del dolore provocato da tale evento. Non vi sta respingendo perché voi siete voi o perché lei è lei; lo sta facendo sulla base della sua distorta percezione di voi. Qualunque sia la ragione, non è più innamorata di voi e non vi vede più allo stesso modo in cui vi vedeva prima. Sebbene le persone possano re-innamorarsi, non ha senso starsene lì ad aspettare che questo accada: c'è una vita da vivere e molte altre persone da incontrare, là fuori. E così, quando due persone si lasciano e la ragione è che una delle due si è disinnamorata, non si tratta di un giudizio su quanto valga o sia attraente o buona l'altra persona. Si tratta, piuttosto, di un riflesso dello stato mentale alterato della persona che si disinnamora, ed è di cruciale importanza accettare la cosa. Le persone arrivano talvolta a dire di non essere mai state attratte dal proprio ex. La verità è che la maggior parte delle volte lo erano, ma quando hanno oltrepassato la soglia e si sono disinnamorate, hanno smesso di trovare attraente quella persona. Da quella posizione, per poter essere congruenti, hanno cambiato più che volentieri le proprie convinzioni in merito a quanto era successo. I vostri ricordi di una relazione saranno sempre completamente diversi da quelli dell'altra persona per il semplice fatto che esiste una legge psicologica nota col nome di "effetto di distorsione retrospettiva". Significa che modifichiamo le nostre convinzioni in merito al modo in cui abbiamo vissuto un evento basandoci sulle cose che impariamo dopo che l'esperienza stessa è accaduta. Molte persone cercano di convincersi del fatto che non era amore, nonostante l'abbiano dichiarato più volte mentre quella relazione durava. Ma come potrebbe essere successo? Il modo in cui si sentono è talmente diverso dal modo in cui si sentivano, che è difficile credere ci sia stato un tempo in cui si sono sentiti davvero così. Avevo un cliente che venne da me dicendo di non aver mai vissuto un'esperienza piacevole in tutta la vita. Sosteneva che non c'era mai stato un attimo in cui fosse stato felice. Dopo aver messo in dubbio queste affermazioni, gli chiesi di alcuni episodi della sua vita e lui disse: "Sì, a quel tempo 'sembravano' piacevoli, ma riguardando a quegli eventi adesso, mi rendo conto di non essere stato davvero felice". Questo non è che un esempio di come le persone possono distorcere le proprie esperienze quando ripensano ad esse. Il segreto sta nel riflettere su quello che quell'esperienza ci ha fatto provare e accettare il fatto che fosse vero. Ora, se potete rendervi conto che quello che pensate voi non è il modo in cui è andata e che quello che pensano gli altri non è il modo in cui è andata... allora potete ottenere la libertà. Potete ottenere la libertà, perché vi rendete conto che ci sono stati momenti in cui avete amato quella persona e lei ha amato voi e ora siete entrambi diversi e provate qualcosa di diverso da ciò che provavate allora... se questo vi aiuta di più. Recentemente, ho parlato con un'amica di vecchi ricordi legati alle relazioni del passato. Ciò che mi ha colpito è stato il fatto che lei non si sia mai sentita così male,
ripensando al tempo che aveva trascorso con quelle persone. La cosa mi ha incuriosito, dal momento che la maggior parte delle persone tende a riprovare quel senso di profonda afflizione quando ripensa alle relazioni passate. Ciò che scoprii fu che aveva un fantastico segreto che l'aiutava a rimanere positiva e serena quando ripensava a quelle relazioni. Quando ripensava ai momenti belli e a quelli brutti, metteva sempre i momenti belli alla fine e, pertanto, era sempre contenta quando smetteva di ripensare a una relazione. Perciò, quando vi sentite nostalgici e decidete di fare un tuffo nel passato, non dovete fare altro che mettere i momenti belli alla fine e la cosa sarà molto più facile e piacevole. Così facendo, non proverete mai il desiderio di cancellare qualcosa in maniera definitiva dalla vostra memoria. Io attraversai la fase in cui mi sentivo arrabbiato, furioso nei confronti della mia ex, ma non mi fu d'aiuto. Lei non mi aveva lasciato per ferirmi, stava semplicemente soffrendo e aveva fatto ciò che quelle sensazioni le suggerivano; sfortunatamente, la cosa aveva influenzato anche me. Le separazioni non sono mai facili e spesso capita di dire parole che feriscono, perché si sta esprimendo una sensazione negativa e dolorosa. Spesso le persone dicono cose che non pensano. Siamo tutti, semplicemente, esseri umani. È importante che cominciate ad accettare i momenti brutti tanto quanto quelli belli e a ricordare le vostre storie partendo dai momenti brutti e finendo con quelli belli. È importante che sappiate che la meraviglia dei momenti speciali fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta, e nessun dolore potrà mai offuscare quei momenti. Passare oltre significa accettare che quella era la persona giusta per voi, allora, e voi per lei, ma allora non è adesso. Adesso è il momento di rimettervi ad aspettare il prossimo potenziale amore della vostra vita. Le faccende del cuore sono inspiegabili. Molti di noi trascorrono la vita ad amoreggiare con l'idea dell'"amore vero", e quando sentiamo di averlo finalmente trovato, ci prende per mano e ci guida per valli e per monti di intense emozioni. Spesso siamo noi a trasformare le persone che incontriamo in "quella giusta", solamente perché abbiamo una voglia immensa di trovare l'amore vero. Le sensazioni che dà l'amore possono anche diventare troppo intense e, talvolta, somigliare di più al bisogno. Spesso, la cosa peggiore che potete fare nelle fasi iniziali della vostra storia è esprimere questo bisogno, questo attaccamento. Avendola scritta mentre si trovava in uno stato di dolore, la lettera del tassista era un tentativo di comunicare quanto si sentisse male e quanto lei gli avesse distrutto la vita. Parlai con lui della possibilità di fare quel che sarebbe stato più utile, anziché quel che più si sentiva di fare. Il senso di sofferenza, di tradimento e di devastazione che provava influenzava il suo giudizio, al punto che non riusciva a vedere che farle sapere quanto fosse ferito lo metteva in una posizione di debolezza e lo faceva sembrare patetico. Spesso, quando proviamo rabbia, lasciamo che questa invada la nostra relazione. Quando ci sentiamo frustrati, è possibile che riversiamo questa frustrazione sugli altri. Quando ci sentiamo bisognosi, riveliamo questo bisogno agli altri. Perché? Ci sono molte ragioni, ma non sono neppure rilevanti. Quello che è rilevante è che questo è quel che accade e che questo può distruggere la nostra relazione, ma che, fortunatamente, possiamo ribaltare la situazione. È questione di
separare le vostre sensazioni dalle vostre azioni e di basare queste ultime sulla domanda: "Qual è la cosa più utile da fare adesso?". Questo lo dovete fare indipendentemente da come vi sentite in quel momento. Dovete capire che le vostre sensazioni distorcono i vostri pensieri e che la tempesta chimica che infuria dentro di voi durerà quanto dura una tempesta, ma anche che finirà come finisce una tempesta. Finché dura, dovete semplicemente farvi quanto più furbi possibile. Se lo farete, quando la tempesta finirà, sarete liberi e pronti ad andare meravigliosamente avanti. Il tassista sorrise e io seppi che il messaggio era giunto a destinazione. Spesso, quando una storia finisce o quando si perde qualcuno, ci si pone una miriade di domande e si prova un intenso bisogno di avere delle risposte. Io avevo delle domande. Perché aveva cambiato idea così improvvisamente? Quand'è che aveva oltrepassato la soglia? Che cosa l'aveva portata al di là della soglia? Avevo fatto qualcosa di cui non mi ero reso conto? C'era forse qualcun altro? Le ero mai piaciuto? Stavo pagando io per le volte in cui era stata ferita? Perché mi aveva detto tutte quelle cose ingiuriose? Perché? Perché? Perché? Le risposte non giunsero mai. Un giorno stavo chiacchierando con un amico e lui suggerì che a volte non ci sono risposte perfette o che, perlomeno, non le avrei avute mai. Talvolta le persone cambiano senza motivo e si comportano diversamente. Non vi sarà sempre dato di scoprire perché. Perciò misi per iscritto ogni mia domanda e le lasciai perdere. Decisi che avrei ricevuto le risposte dopo la mia morte. Ne avevo avuto abbastanza. Quello di cui non mi rendevo conto in quel momento era che sarebbe arrivato un momento in cui non me ne sarebbe più importato. Sarebbe giunto il momento in cui avrei ricordato i lati positivi di questa persona e il vincolo d'amore che avevamo condiviso un tempo, e sarei stato capace di apprezzare tutto ciò. Secondo me, è importante rendersi conto che queste separazioni possono essere fonte di crescita e di forza. Il cuore si guarisce da sé ogni giorno. Il cuore non si spezza mai sul serio, dà solo l'impressione di averlo fatto. Quello che accade è che l'amore che provate viene sostituito da una miscela di senso di perdita, rabbia, rimorso e di altre brutte sensazioni. Anche se vi perdete d'animo, l'anima non è persa, sebbene possa sembrarvi che lo sia. È solo che queste sensazioni abbattono la vostra energia per un po'. Quando imparerete ad amarvi di più e a stare veramente bene, questo non vi impedirà di provare il dolore della separazione, ma farà certamente in modo che possiate riprendervi più facilmente. Ci sono persone che si lasciano abbattere dal crepacuore. Diventano ciniche e trovano impossibile l'idea di lasciarsi ancora andare, di innamorarsi così perdutamente di qualcuno. È di cruciale importanza che risolviate di non lasciare mai che questo avvenga a voi. Dovete conservare la convinzione e la fiducia nel fatto che un partner ideale è ancora lì che aspetta voi, chiunque lui o lei sia. Di recente ho visto il film Se mi lasci ti cancello. Un film geniale che sottolinea un'affascinante questione morale: se poteste cancellare completamente una persona dalla vostra memoria, lo fareste? Considerai che cosa avrebbe significato cancellare la mia ex dalla mia mente. Non averla mai incontrata, non averla mai conosciuta, non ricordarla mai più. Non conoscerei il crepacuore, il dolore e i tristi ricordi legati al
fatto di non stare più con lei. Allo stesso tempo, iniziai a rendermi conto che, nonostante il dolore, i ricordi dei momenti felici superavano di gran lunga quelli brutti. Fui d'accordo con quello che aveva scritto Tennyson: "È meglio aver amato e aver perduto, che non aver amato affatto". Non si trattava di dimenticare, si trattava di liberarsi dal dolore e guarire le ferite. Il dolore è inevitabile, quando una relazione finisce. A volte può essere piuttosto dura e questo vale per tutte le relazioni di una certa intimità. Eppure sono convinto che là fuori ci sia qualcuno per ciascuno di noi. Non capita sempre di trovare quella persona, ma, quando qualcosa va storto, è importante che superiamo quel momento quanto più velocemente e completamente possibile, ributtandoci nella mischia e rendendoci conto che il vecchio detto "il mare è pieno di pesci" contiene una grande verità. Come aveva detto Richard: "Quando la tua ragazza ti lascia, sembra che la vita si interrompa lì e che sia la fine del mondo, ma se potessi andare venticinque anni nel futuro, molte persone non sarebbero nemmeno in grado di ricordare il nome di quella ragazza". Quando riusciamo a rendercene conto tra le lacrime, la rabbia e il dolore, questo ci permette di aprirci alla possibilità di tornare ancora a sperare. Le pene d'amore portano un inverno lungo e terribile nella nostra vita, e dopo l'inverno, prima o poi la primavera arriva sempre. Quando lo capiamo, possiamo stringere i denti e fare del nostro meglio per imparare da questo momento difficile e diventare migliori grazie ad esso. Quando una relazione finisce, si finisce spesso con l'associare delle sensazioni davvero brutte al proprio ex. Le persone che amiamo possono ferirci quando glielo consentiamo, e quando le persone sono molto vicine, le parole possono ferire enormemente. Anche i migliori tra noi possono sentirsi squarciati nel profondo, quando vengono attaccati da qualcuno che amano. Spesso è meglio interrompere tutti i rapporti e andare avanti con la propria vita. A volte, nondimeno, ristabilire un contatto con qualcuno che avete amato può funzionare. I cambiamenti sono inevitabili. Tutto quel che possiamo fare è cercare di controllare il cambiamento al meglio delle nostre capacità. Un legame può cambiare ed essere comunque forte... I cuori guariscono davvero. Questa ragazza era entrata a far parte della mia vita per un motivo, ma non importa quanto avessi creduto che fosse "quella giusta": non lo era e dovevo farmene una ragione. Ora, quando riuscite a rendervi conto che quella persona era quella giusta per il tempo che avete passato assieme e che voi eravate giusti per lei limitatamente a quello stesso periodo, ottenete la libertà di rendervi conto che è ora di andare avanti. Magari la prossima persona con cui stabilirete una connessione sarà "quella giusta", quella che avete cercato per trascorrere con lei il resto della vostra vita, o magari sarà semplicemente una persona che sarà giusta per voi per un po'. In entrambi i casi, talvolta le cose proprio non funzionano e l'unica cosa di cui potete star certi è che ci saranno altre persone da amare e da cui essere amati. Potete imparare qualcosa da ogni relazione. Sebbene non sia sempre possibile far funzionare le cose, non importa con quanto impegno ci proviate, potete imparare qualcosa da ogni relazione, potete imparare a relazionarvi meglio la prossima volta.
La cosa essenziale è che capiate che non avete mai "bisogno" di nessuno. Potete sopravvivere benissimo da soli. L'avevo saputo anche prima di questa dolorosa separazione, ma fu soltanto dopo quell'esperienza che iniziai davvero a sentirlo nel profondo. Le pene d'amore sono lunghe a guarire ed è importante che vi diate il permesso di sfruttarle per crescere quanto più possibile. Perché, per quanto possa essere doloroso, prima o poi la forza dell'amore potrà esservi d'aiuto a superare i momenti difficili della vita.
44 All you need is love Bill Hicks, il famoso comico e filosofo americano, una volta disse che abbiamo due possibilità. Possiamo scegliere di vedere il mondo attraverso gli occhi della paura o scegliere di vederlo attraverso gli occhi dell'amore. Mentre iniziavo a riflettere su tutto quello che aveva detto Richard e su tutto ciò che riguardava la mia vita, cominciai a comprendere le cose come non avevo mai fatto prima. Vedete, ognuno di noi deve affrontare dei momenti difficili. È nell'attraversare questi momenti che riveliamo il nostro vero carattere. La maggior parte di noi sa che cosa significhi patire per amore e sentirsi soli e feriti a causa di una relazione. Il segreto consiste nell'impedirsi di lasciare che questi momenti difficili abbiano un impatto sul proprio futuro. Il mondo è pieno di bontà e di malvagità, di gioia e tristezza, a seconda di come decidiamo di vederlo. Quando riuscite a ricordare ciò che è davvero importante... entrare in contatto con le persone e amarle per quello che sono, potete trovare rifugio dall'amarezza che divora così tante persone. E non si tratta soltanto di relazioni amorose. Si può guarire dal dolore anche nei rapporti in famiglia o con gli amici, ma prima di tutto dobbiamo rinunciare alla nostra testardaggine. La testardaggine finisce spesso con l'essere d'intralcio, se si vuole raggiungere la felicità vera. Quando creiamo un legame con le altre persone e incontriamo una persona con cui ci piace stare, è fondamentale che riusciamo a cogliere l'occasione di perdonare noi stessi e gli altri. E quando dico "perdonare", intendo dire dimenticare la cosa e non serbare sensazioni negative nei confronti di alcune persone. Possiamo ricordare ciò che è successo e imparare la lezione senza lasciare che gli eventi passati dominino i nostri pensieri. Il tempo che ci è dato di trascorrere su questa terra non è molto, e parecchi di noi ne sprecano talmente tanto ad essere testardi e a offrire asilo alla rabbia e al risentimento. Nel frattempo, coloro che amiamo soffrono con noi, mentre noi dimentichiamo la nostra fallibile natura umana. Una volta, un mio amico ha usato una citazione molto toccante. "Ti prego: condividi con me, ma cerca di non attaccarmi o giudicarmi per le ferite che porto e io farò del mio meglio per comportarmi allo stesso modo con te. Perdonami se puoi, e giuro che cercherò di perdonarti a mia volta." Cominciavo a capire quanto questo fosse prezioso. Qualsiasi cosa abbiano detto o fatto gli altri o qualsiasi cosa abbiate detto o fatto Voi, il passato è passato. Imparate da esso, ma non lasciate mai che prenda il controllo della vostra vita. Tutti soffrono, prima o poi! È rialzandoci e guardando al futuro, che diventiamo più grandi e più forti di quanto avremmo mai
potuto immaginare. Accada quel che accada! Tutti noi abbiamo ferite emozionali e spesso le portiamo in ogni relazione che abbiamo. A volte trattiamo male le persone perché stiamo facendo pagare a loro il prezzo delle nostre ferite. È importante rendersene conto e smettere di farlo... e anche accettare il fatto che certe persone lo faranno con noi. Come aveva spiegato Richard, a volte si rende necessario allontanarsi da certe persone. Se il loro comportamento vi fa star male facilmente o se vi hanno delusi più di una volta, queste sono delle ottime ragioni per farlo. Ci sono persone a sufficienza, là fuori, che vale la pena di conoscere e frequentare. Ci sono momenti di tensione nelle relazioni, e quando le cose non funzionano, non funzionano. È necessario che capiate che non dipende mai soltanto dagli altri, dipende anche da voi stessi. Non in modo cattivo. Potreste non aver agito in modo particolarmente nocivo, ma significa che non fate per loro perché hanno raggiunto una soglia, in un determinato istante o un po' alla volta, che ha fatto cambiare ciò che sentivano. Da quel momento, le vostre debolezze e i vostri difetti non saranno più tollerabili per loro. Come diceva Richard, è importante che vi rendiate conto che "il periodo che avete trascorso insieme non era una bugia, è solo che [quelle persone] sono cambiate". Indipendentemente da ciò che è stato detto nella foga della separazione, il periodo che avete passato assieme è reale, prezioso e sincero. È esistito, come siete esistiti voi e sono esistiti loro, e per il tempo che è durato è probabile che loro vi abbiano adorato e voi abbiate adorato loro e, finché è durata, condividevate un amore di quel tipo. Quando quella persona vi diceva di amarvi, è molto probabile che fosse vero, in quel momento. Diceva sul serio... allora. E nessuno potrà mai privarvi di questo. Il segreto è trarre il massimo da ciascuna relazione positiva finché vi ci trovate. La chiave sta nel concedersi il permesso di provare appieno l'esperienza di "relazionarsi" con l'altra persona. Non dovete ripeterle continuamente quanto tutto sia perfetto. Piuttosto, fate in modo che il tempo che trascorrete insieme sia di qualità. Fin troppo spesso le persone lasciano campo libero alla paura di essere respinte, di essere messe in imbarazzo o di sentirsi a disagio. In Irlanda aspettiamo che l'alcol faccia il suo dovere e che rimuova le inibizioni, così da poter dire alle persone come ci sentiamo veramente, ma non è mai esattamente la stessa cosa. Io mi sento molto fortunato, per essere riuscito a dire quel che volevo dire senza bisogno di aiutarmi con l'alcol. L'ho fatto perché sono stato disposto a correre il rischio. Ho detto a mia madre e a mio padre quello che provo. Ho detto a mia madre quanto io l'ami e la veneri più della vita stessa; le ho detto che continuava a darmi la vita anche adesso che erano trascorsi anni, da quando mi aveva partorito. Ho detto a mio padre che è il mio idolo e il mio eroe e che gli voglio bene e lo ammiro più di quanto sarà mai consapevole. Ho detto ai miei familiari e amici quanto li amo. Ora ribadisco il concetto mettendolo nero su bianco, usando parole che dureranno in eterno. Una volta qualcuno mi disse che le relazioni possono portare guarigione o essere delle sale di tortura emozionale. Io sono convinto che possano portare non solo guarigione, ma anche miglioramento. Coloro che amiamo e che ci amano, non importa se per molto o per poco tempo, sono le nostre anime gemelle. Se è vero che quando si muore ci si reincarna vita dopo vita, allora credo che queste persone ci abbiano accompagnati in ogni vita precedente, in una forma o
nell'altra. Esiste solo un esiguo numero di anime gemelle per ciascuno di noi ed è importante che dimostriate di apprezzare e di essere grati per averne incontrate alcune e che esultiate perché, per una volta, vi siete amati a vicenda. Almeno per un attimo, vi siete amati. Se siete così fortunati da aver trovato qualcuno con cui riuscite a immaginare di trascorrere la vita, dimostrategli quanto ne siete felici e quanto lo apprezziate. Evitate di fare l'errore comune che così tante persone fanno: evitate di dare la loro presenza per scontata. Sono davvero in molte, le persone che non hanno trovato qualcuno da amare o da cui farsi amare o che, avendolo trovato, l'hanno perso. Fate in modo che ciascun momento che trascorrete con la persona che amate sia speciale e meraviglioso. Datevi il permesso di esprimere ciò che provate, di tanto in tanto. Fate in modo di ricordare sempre che ciò che conta veramente non sono le piccole cose per le quali ci accapigliamo, ma il fatto che, un giorno, avete posato gli occhi su di loro e loro su di voi, e c'è stato un istante di sfavillante magia. Lasciate che il pensiero di questa magia vi avvicini sempre più, così da poter comprendere cosa significhi godere nel piacere della vera intimità. È anche importante che ricordiate che, come diceva Richard, ci saranno momenti belli e momenti brutti è che è fondamentale riuscire a superare i momenti difficili rendendovi conto del motivo per cui vi siete messi con questa persona innanzitutto. L'esperienza di riuscire a stabilire un legame d'intimità con un'anima gemella è davvero meravigliosa ed è fondamentale che la apprezziate quanto più spesso possibile, traendone il meglio. Se siete single, è importante che siate altrettanto contenti di ciò. Non possiamo predire il futuro. Ho già incontrato così tante persone davvero speciali da essere sicuro di incontrarne altre in futuro. Quella "persona speciale" entrerà a far parte della mia vita o, per quel che ne so, potrebbe già farne parte, solo che non abbiamo ancora costruito quel legame. Comunque sia, tutto quel che potete fare è essere il più contenti possibile: siate chi volete essere e provate tutte le sensazioni positive che volete provare. Assicuratevi di rendere quanto più felice possibile qualsiasi persona speciale entri a far parte della vostra vita. La vita è imprevedibile. È così che mi piacciono le cose. Chiunque lei sia, la troverò e se non la dovessi trovare, significa che il mio destino è un altro. A volte le persone si chiedono se io non stia distruggendo l'intero concetto di amore, nel tentativo di spiegarlo. Io ritengo che, al contrario, capire l'amore in questo modo ci aiuti ad amare di più e a provare meno dolore. Alcune persone si accontentano di stare con qualcuno che non le tratta come meritano e finiscono col sopravvivere, anziché vivere. Alcune persone accettano di stare con qualcuno solo perché è ricco o attraente, pur sentendosi poco connesse con questa persona o non provando per lui o per lei dei sentimenti profondi. Alcune persone si rifiutano di accontentarsi, fiduciose che il destino farà loro incontrare l'amore. Conosco moltissime persone, là fuori, che non sono soddisfatte della loro relazione amorosa, ma che ci hanno fatto l'abitudine e che sono terrorizzate all'idea di ritrovarsi nuovamente da sole. La triste verità è che non sono libere. Sono rimaste intrappolate dalle loro stesse paure. Le relazioni straordinarie ci sono, là fuori, ma dobbiamo alzare i nostri standard e cercarle. Ciascuno deve prendere le proprie decisioni e conviverci.
Quando riuscite ad arrivare al punto in cui non vi dispiace più l'idea di essere single, allora vi trovate nello stato ideale per dare inizio a una relazione. È uno dei pazzeschi paradossi della vita. Amare la libertà significa dare il benvenuto alle persone nella vostra vita e amare quelle persone. Significa rendersi conto che è tutta questione di "chimica" e che la magia dell'amore può superare ogni ostacolo e può permetterci di essere liberi di vivere nella gioia e nella beatitudine più totali. Svegliarvi a fianco all'amore della vostra vita e sentirvi meravigliosamente bene nel farlo o svegliarvi da soli, ma stare a meraviglia, perché la vostra vita è piena di persone che vi hanno a cuore e vi amano teneramente. Rendersi conto di quante persone ci siano al mondo e di quanti potenziali amici ci siano. Trascorrere dei momenti di qualità con la propria famiglia e i propri amici e godersi ogni momento che si riesca a passare con loro. Questo è conoscere l'arte di amare la libertà. La vita è fatta di momenti che passano, e quali che siano le difficoltà e le separazioni che avete affrontato, io continuo a credere che le cose vadano sempre a finire nella maniera migliore. La favola è questa: un giorno incontrerete qualcuno e sentirete un click. Come dice Richard: "Aprirai gli occhi all'improvviso e ti guarderai intorno e, nel caos dell'universo, guarderai qualcuno e ti renderai conto del fatto che voi due vi vedete e che tutto il resto è caos ". È soltanto in quel momento che vi volgerete davvero indietro a scrutare il passato e vi renderete conto che tutte le difficoltà e le sofferenze che avete provato sono state lì solamente per un attimo, così che questo momento potesse realizzarsi nel modo migliore possibile, e che erano delle semplici lezioni. Ogni persona è qui per insegnarci una lezione e per farci fare esperienza. Le persone entreranno e usciranno dalla vostra vita e, quando qualcuno vi lascia, dovete accettare la lezione e la possibilità di crescere che vi ha dato. Se saprete imparare a trattarvi bene e a trattare bene gli altri e a farvi star bene, così come fate star bene gli altri, allora troverete che la vita vi porgerà delle opportunità e che la favola potrà trasformarsi in realtà. È una favola in cui vale la pena credere e, se siete abbastanza fortunati da farne esperienza, è estremamente importante che prendiate ogni momento che vi è dato di trascorrere con quella persona, e che lo rendiate speciale. Così come ci sono persone, nella vostra vita, che vi procureranno dolore, ci sono persone là fuori che sono simili agli angeli. Una volta, dopo una delusione d'amore, incontrai un'altra ragazza. Era come un angelo bellissimo e, nel periodo che passai con lei, mi resi conto che non era necessario che avessi tutte le risposte. Avevo soltanto bisogno di vivere al meglio delle mie possibilità, al pieno delle mie facoltà. Mi fece scoprire che cosa fosse l'amore puro: l'amare una persona per quello che era e non perché si è dipendenti dall'amore. Quando vi aprirete completamente, troverete qualcuno da amare e che vi amerà veramente per la persona che siete. Quella storia è finita, ma entrambi siamo usciti da quell'esperienza come persone molto migliori, per il semplice fatto di essere state assieme. Non tutto andrà come volevate, perché la vita è spesso ingiusta, ma noi dobbiamo prendere quanto più possibile da ogni
momento. Dobbiamo essere grati del fatto che nella nostra vita ci sono degli angeli che si prendono cura di noi, che ci fanno sorridere e ci portano gioia e una calda sensazione d'amore. I media sostengono che ci sono molte persone di cui non ci possiamo fidare e che molti pensano soltanto a sé. L'immagine che danno degli esseri umani non è particolarmente lusinghiera. È probabile che abbiano spesso ragione. Ci sono molte persone che sono egoiste e negative in ciò che fanno e dicono. Conosciamo molte persone che ci hanno ferito orribilmente in passato e ce ne sono molte che lo faranno in futuro. Tuttavia, ci sono anche molte persone giuste, che hanno il senso dell'onore, che sono capaci di amare e di essere in sintonia con gli altri. Anche se non lo esprimono sempre al meglio, se fate lo sforzo di guardare dentro alle persone, troverete un potente senso d'amore. Questo spunta fuori quando si ritrovano faccia a faccia con un bambino o un neonato. Si manifesta nello spirito natalizio o in qualche altra occasione speciale. Si realizza quando ci colpiscono delle tragedie o delle crisi. Il paradosso è che le dimostrazioni di malvagità sono sempre seguite da dimostrazioni di bontà. Dobbiamo trovare un modo di liberarci dal dolore, dai patimenti e dal rimpianto tale da permetterci, invece, di trovare la magia dell'amore. Nascoste in profondità dietro alle maschere che la società ci impone, ci sono molte brave persone, e quando riusciamo a liberarci dalle catene sociali della paura, possiamo vedere attraverso gli occhi dell'amore e comprendere che l'amore è davvero tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Mentre sedevo sul letto e ascoltavo le registrazioni di Richard, tutto quello che aveva detto per tutto il tempo riguardo alle relazioni e alle pene d'amore cominciò ad avere un senso. Ripensai a tutte le persone che amavo così profondamente e una lacrima mi scese lungo il viso. Ripensai alla mia ex, alla mia famiglia, ai miei amici e a tutti gli angeli che erano entrati nella mia vita. Cominciai a sentire un grande senso di contentezza e meraviglia: ero veramente molto fortunato. Provai uno straordinario senso di unione con chiunque. Mi sentii libero dall'amarezza, dalla rabbia, dal dolore e dalla gelosia che avevo provato così a lungo. Vidi tutto sotto una luce diversa. Ero pronto a rendere la mia vita davvero meravigliosa. Sorrisi, chiusi gli occhi e mi immersi in un sonno profondo, pieno di sogni incantevoli e meravigliosi. L'indomani avrei fatto ritorno a casa.
Esercizi e compiti 1. Scrivi il nome di tutte le persone che conosci e valuta la relazione che c'è tra voi. • Prendi nota di chi devi o hai bisogno di contattare e quando. • Poi annota quand'è che contatterai le altre persone presenti nella lista e con che frequenza. • Stabilisci ogni quanto tempo vuoi sentire ciascuna persona. Certe persone ti sarà sufficiente sentirle una volta all'anno, certe altre una volta alla settimana. • Prendi l'abitudine di scrivere loro due righe di tanto in tanto. 2. Scopri quand'è che compiono gli anni le persone che hai elencato e butta giù un piano d'azione per contattarle. 3. Nel cercare di costruire una relazione, che genere di persona stai cercando e che genere di persona dovresti essere per poter stare con una persona così? 4. Fai conoscenza con almeno una nuova persona ogni volta che esci. Basterà che ci chiacchieri. 5. Fai complimenti alle persone senza aspettarti nulla in cambio. 6. Esercitati ad usare diversi toni di voce, diversi accenti, ritmi, gesti ed espressioni. 7.
Esercitati a utilizzare tutti i sensi, quando racconti una storia o un'esperienza che hai fatto.
8. Fai atti casuali di gentilezza nei confronti dei tuoi amici e delle persone che ami. 9. Ricordati le esperienze più belle che hai condiviso con coloro che ami. 10. Ricordati le lezioni che hai appreso da ogni persona che hai incontrato. 11. Metti per iscritto le domande, le sensazioni e i pensieri che hai in relazione alle cose e descrivi il modo più utile di pensare ad esse. 12.Liberati di ogni amarezza e sensazione negativa che provi nei confronti degli altri.
45 Divagazioni casuali 5: finire in trance Mi è stato spesso chiesto di insegnare alle persone a entrare in uno stato alterato. Io stesso ho provato numerosi stati alterati sin da quando ho iniziato a studiare PNL. Molte delle mie trance e degli stati alterati che induco nelle persone sono stati fortemente influenzati da Richard. Perciò, quando aiuto le persone a entrare in uno stato alterato, faccio spesso uso degli insegnamenti e delle conoscenze che ho integrato a livello profondo. Uno dei modi più semplici per farlo è trovare del tempo per stare un po' da soli, un momento in cui potersi rilassare in tranquillità, mettendosi seduti o sdraiati. Una volta che vi trovate in un posto dove potervi rilassare e mettervi comodi, di solito è d'aiuto se chiudete semplicemente gli occhi. Allora potete cominciare a fare certe cose che vi aiuteranno a rilassarvi davvero. Ovviamente, mentre leggete questo libro, sarebbe ridicolo chiudere gli occhi. Potreste, invece, tenere gli occhi aperti e, leggendo, indurvi uno stato di profondo rilassamento. Vedete, non siete soli quando leggete, perché la vostra mente mantiene vive le parole dell'autore. Un grosso problema che hanno le persone è che si sentono sole. È incredibile, se pensate ai milioni di persone là fuori che aspettano di incontrare qualcuno e che consentono all'esitazione di fermarle. La cosa magnifica è che, quando smettete di esitare, di provare paura, di pensarci troppo e di prendere tutto così sul serio, potete creare delle belle sensazioni dentro di voi e continuare così, con impegno. Esattamente come quando potete scivolare in un piacevole stato mentale mentre vi rilassate. Per prima cosa, potete cominciare a notare i suoni intorno a voi. Ad esempio, qui ed ora, potete sentire suoni che vi avvolgono dei quali non siete stati consapevoli, finché non avete letto queste parole e vi siete resi conto che... lo stesso suono della vostra voce interiore che legge queste parole è un suono... che non è uguale ai suoni esterni... ma potete comunque sentirlo, come potete sentire i suoni a cui potete dare un nome... e quelli a cui non avete dato un nome... e potete ricordare che non è sempre possibile dare un nome o un'etichetta alle vostre esperienze... specialmente perché sono le vostre esperienze... e quell'etichetta vi farà provare un'esperienza diversa da qualcun altro... non importa quanto possano sembrare simili quelle esperienze... Perciò, tenendolo a mente... potete permettere al vostro corpo... di notare... con ogni
profondo respiro... vi potete trovare a fare... quanto sia facile rilassarsi... le vostre menti sono... diventate consapevoli delle diverse parti del vostro corpo... ad esempio... quanto è rilassata la vostra testa... che si rilassa comoda... mentre leggete questo libro... e i vostri occhi... mentre scorrono su ciascuna lettera velocemente e senza sforzo... e con quanta facilità ciascuna parola porta con sé un significato nuovo... così che mentre il vostro corpo riposa qui... la vostra immaginazione è portata dalle pagine... vuoi che vi portino in India... vuoi in Irlanda... in America... o dovunque... dappertutto... la vostra mente viaggia mentre il vostro corpo riposa profondamente comodo... Nel frattempo... mentre vi date il permesso di scivolare semplicemente e godere delle stupende esperienze del sognare ad occhi aperti in uno stato alterato... potreste rendervi conto che state rilassandovi sempre più profondamente a vostro agio. È come quando eravate giovani... e il mondo vi affascinava... e avevate tutte quelle domande... e ogni cosa era possibile... e tutto era così divertente... e inventavate avventure coi sassi per la strada... imparavate moltissime cose diverse... e lo facevate con tale semplicità... rapidamente... completamente... e divertendovi un mondo... imparavate dall'esperienza... assorbendo... integrando... dalle storie... storie di avventure... storie che narravano favole... favole sulla struttura della magia... storie di metamorfosi terapeutiche... di principesse che subivano delle trance-formazioni... di porcellini che iniziavano a usare il cervello per cambiare... e per far sì che le case non venissero abbattute con un soffio... storie che mostravano la magia in azione... quando avevate il tempo per cambiare... avventure di ciascuno e di chiunque poteste immaginare... con terre molto lontane... più vicine di quanto pensaste... e mondi di sogno che vi catturavano... nei modi più deliziosi... Ora, potete rendervi conto... attraverso i vostri veri occhi che vedono tutto chiaro... che le vere menzogne che vi hanno trattenuti... sono state le catene delle convinzioni limitanti... dei modi negativi di pensare e sentire... e il vostro inconscio... che è abbastanza vicino da sentire e rispondere... sa che gli insegnamenti e le conoscenze... che avete ricevuto qui... inizieranno a integrarsi... nella vostra vita... così vi ritroverete... ad assorbire tutti i messaggi positivi... consci e inconsci... che avete ricevuto dalle nostre idee qui... e scoprir rete quanto è meraviglioso... il mondo, davvero... mentre cambiate i vostri soliti modi di pensare... e di sentire e capite... quanto c'è da divertirsi... al mondo e a chiedervi... quanto piacere riuscite a sopportare... Dentro la vostra mente... mentre vi rilassate in questo stato... profondamente... potete semplicemente godervi... cosa significhi esser vivi e sapere che... mentre l'universo ruota e gira... e il mondo ruota e gira al suo interno... con tutte queste cose che girano... sembra che siamo proprio fermi ancora... qui ed ora... perché noi siamo... mentre il mondo ruota... e il tempo passa... ogni stella sembra così lontana... eppure ogni stella brilla... quando cala la notte... e noi facciamo per afferrare le stelle... nonostante ci siano milioni di chilometri... di spazio e tempo... il mondo milioni di anni fa... quando tutto ebbe origine... proveniamo tutti da un momento... e molti momenti sono trascorsi... molti
momenti sono passati... e possiamo vedere le stelle che esistono... molti milioni di anni nel futuro... e contemplare come... Richard me lo spiegò una volta... siamo tutti fatti di polvere di stelle... polvere di stelle che ci dà sostanza... e quando ce ne rendiamo conto possiamo rendere manifesto il nostro potenziale... nel profondo... la magia che esiste in ognuno di noi... Potete notare... che ciò che credevate essere giusto... potrebbe non esserlo... e ciò che credevate non esserlo... potrebbe essere rimasto... come un'idea migliore a cui pensare... perché più cercate di impedirvi... di prevenire il fatto che... quello a cui pensavate... quando stavate male... state ricordando di dimenticarlo... più vi delizierà capire... che state dimenticando di ricordare... le brutte sensazioni... e ricordando di ricordare... le sensazioni piacevoli... così da poter ricordare di non dimenticare... di ricordare quanto può diventare... meravigliosa la vita quando non state... facendo ciò che non va bene per voi... e quando invece... ricordate il semplice messaggio... che il mio amico... il guru indiano mi disse... tutto si riduce a... decidere di... "Essere sempre felice". Perché, prima che continuate a godervi... il fatto di sapere che questo è un qualcosa... che potete già divertirvi a fare... potete cominciare a iniziare a darvi il permesso... di capire che non importa se diventa tutto chiaro immediatamente... o se capite tutto dopo qualche istante... perché in ogni caso potete rilassarvi... sapendo che la prima cosa che proverete con meraviglia... mentre sviluppate delle sensazioni più positive... sarà la sensazione di capire e diventare più consapevoli... della velocità e della facilità con cui trovate voi stessi... intenti ad apprezzare la comoda fluidità... delle sensazioni del miglior genere... che penetrano profondamente in ogni vostra parte poiché... fortunatamente... questa è una semplice e naturale... e ovvia parte dell'esistenza... e intenti ad assimilare inconsciamente le idee... che spontaneamente cambiano i vostri pensieri. Una volta che lo avrete fatto, potrete poi provare, dopo che vi sarete concessi di tornare completamente coscienti, quello che Richard chiama "un inspiegabile senso di benessere". Finire in trance significa entrare in contatto con uno stato alterato in cui potete sentirvi veramente parte dell'universo e potete cominciare a esercitarvi a rilassarvi, a meditare e a concedervi di scivolare semplicemente in uno stato di pace interiore in cui fantasticare liberamente.
PARTE
VI L'ARTE DELLA LIBERTÀ SPIRITUALE
46 Liberare il mondo Tre mesi più tardi, mi incontrai nuovamente con Richard. Questa volta ci trovavamo in uno splendido posto chiamato Puerto Vallarta, una località turistica sulla costa del Messico. Richard mi aveva parlato spesso di quanto fosse incantevole. Dovevo vederlo con i miei occhi. Lo descriveva come fosse il paradiso e, lo devo riconoscere, ci si era avvicinato parecchio. Il bar dell'hotel era deserto e ci sedemmo a un tavolo. Erano circa le tre e mezza di un giovedì pomeriggio. Richard aveva tenuto un corso nei giorni precedenti, ma quest'oggi era libero. Gli allettanti profumi del cibo che era stato servito per pranzo si diffondevano ancora dalla cucina. In sottofondo suonava una musica lieve e potevamo sentire il rumore delle persone che giocavano e facevano il bagno sulla spiaggia lì vicino. Il cielo era di un blu intenso e il sole splendeva caldo. Ci trovavamo all'ombra, appena all'interno dell'hotel, e attraverso la veranda ci godevamo la meravigliosa vista sull'oceano. Dalla nostra ultima conversazione, erano avvenute in me delle trasformazioni veramente importanti. Non mi era mai più capitato di sentirmi solo, davvero, e finalmente sentivo di aver completamente superato la separazione dalla mia ex ragazza. Mi ero reso conto di quanto anche le relazioni fallite fossero delle potenziali esperienze di crescita. Mi vedevo con persone diverse, ma vivevo tutto con spensieratezza. Avevo incontrato moltissimi amici che non vedevo da un bel po' di tempo. Uscivo spesso e mi divertivo davvero tanto. Mi trovavo costantemente in uno stato positivo senza alcun motivo e notai che di conseguenza, proprio come aveva detto Richard, le persone si sentivano sempre più attratte da me. Stavo sorprendentemente bene la maggior parte del tempo e ciò che provavo si avvicinava molto a quella che ritenevo essere una sensazione di libertà. Le esperienze che avevo fatto durante il mio viaggio intorno al mondo avevano finalmente acquistato un senso. Tuttavia, rimanevano ancora alcune domande che volevo sottoporre a Richard. Alla base di ciascuna vita ci sono le nostre ragioni per vivere. Le persone hanno bisogno di uno scopo per esistere, di uno scopo per vivere. Volevo scoprire da Richard quanto fosse effettivamente importante la spiritualità e quale fosse il suo punto di vista riguardo al vivere una vita spiritualmente appagante. Come potevamo estendere la libertà individuale fino a renderla libertà planetaria e come potevamo porre fine alla schiavitù, all'ignoranza, alla paura e all'odio su questo pianeta? Un grosso interrogativo, ne ero cosciente, ma ero certo che avrei potuto riceverne delle
magnifiche intuizioni che, perlomeno, avrebbero aiutato me a dare il mio personale contributo al mondo. Al peggio, avrei scoperto dei modi per diventare più "spirituale".
47 Finestre sulla spiritualità Ricordavo le esperienze che avevo fatto nei mesi precedenti. Durante i miei viaggi in giro per il mondo, dall'India e dal Nepal al Tibet e alla Thailandia, dall'Italia e dall'Irlanda agli Stati Uniti e al Messico, ero stato esposto a molte prospettive diverse in merito alla religione e alla spiritualità. Avevo incontrato numerosi guru di grande fama e mi ero fatte amiche persone di ogni religione. Mi tornava alla mente il seminario col Dalai Lama, a cui avevo partecipato. Tutte queste avventure mi avevano permesso di avere una prospettiva diversa in materia di spiritualità e religioni. Da ragazzo sono cresciuto alla periferia di Dublino e ho ricevuto un'educazione cattolica, ma ora avevo imparato davvero molte cose riguardo alle fedi e alle credenze che esistono al mondo. Forse una delle dimensioni più importanti nella vita di molte persone è la loro spiritualità. Con spiritualità intendo le convinzioni della persona nei riguardi dell'universo, che esista o meno un'entità chiamata Dio e, qualora esistesse, indipendentemente dal Suo aspetto. Sto parlando del modo in cui le persone sentono di prendere parte alla vita dell'universo e, in sostanza, del perché sono qui. Si tratta del modo in cui ciascun essere umano si sente connesso agli altri suoi simili e del modo in cui questa connessione influenza il mondo in cui ciascuno vive. Avevo parlato a lungo con Richard e Paula delle mie esperienze. Dopotutto, erano loro il motivo principale che mi aveva portato in posti come l'India. Le storie che mi avevano raccontato dei loro viaggi laggiù mi avevano affascinato. Ora volevo saperne di più sulla prospettiva di Richard in merito alla spiritualità.
OWEN:
Richard, voglio parlare con te della spiritualità. Come possono fare le persone a diventare più spirituali? RICHARD: Beh, penso che quando le persone che fanno un po' di yoga pensano di essere più spirituali delle altre ci sia un errore di fondo. Tutti vivono nel mondo, e il mondo è spirituale. Infatti noi non viviamo nel mondo o sul mondo: noi siamo il mondo. Siamo la stessa roba di cui è fatto tutto il resto dell'universo, quindi è inevitabile. E più ti isoli mentalmente e giri intorno agli stessi piccoli pensieri che ti portano a credere che sia solo questo e sia solo quello, c'è solo questo Dio e c'è solo quel Dio, e c'è solo il patriottismo, e tutte queste cose che ti impediscono di stabilire una connessione, meno cogli il nocciolo della questione.
Le persone trascorrono talmente tanto tempo in ambienti chiusi rispetto a quanto abbiano mai fatto prima, che non si rendono conto che noi non siamo "nella" natura, noi "siamo" natura, e che le persone hanno bisogno di uscire fuori e guardare il cielo. Invece di pensare al cielo come a un posto in cui svolazzano gli aerei, comincia a renderti conto che, sin dalla notte dei tempi, le persone hanno guardato in alto per ammirare le stelle. E più cose impariamo in merito a quanto è immenso l'universo, più tempo passiamo a guardare nel telescopio Hubble per vedere come nascono le galassie, più ci accorgiamo che nascono esattamente come nasce un bambino. Dico, è uno spettacolo sbalorditivo, irresistibile. Da questo, le persone possono cominciare a tirare le proprie somme. Penso che la religione possa essere sia una cosa buona, sia una cosa cattiva e che sia una cosa buona quando permette alle persone di aprirsi, in modo che si sentano parte di uno schema più ampio, cioè della natura. Quando dico natura, sto facendo un discorso su larga scala. Mi riferisco all'Universo con la U maiuscola [nel testo originale, "I am talking about the big 'U', the universe". In inglese, la vocale "U" si pronuncia "iù", come il pronome di seconda persona "you" (tu/te/voi). Con "the big 'U'" si potrebbe intendere anche, in questo contesto, "il grande te", "il te più grande", NdT]. A mio parere, più le persone entrano in contatto con la propria forza della natura, più usciranno da schemi di pensiero ristretti e cominceranno a provare sensazioni più intense nei confronti di ogni cosa. Proveranno un amore più profondo. Proveranno curiosità al punto tale da fare più cose. In parte, il motivo per cui ho portato a casa delle cose dall'India, dal Nepal e dal Tibet e ho girovagato per il Sud America e ho trascorso del tempo con degli Indiani d'America e sono rimasto seduto a gambe incrociate finché non ho avuto la sensazione che le ginocchia mi stessero per cadere, è uno soltanto: poter ottenere i loro stessi risultati. L'ho fatto per garantire che, invece di andare in terapia, le persone possano produrre dei cambiamenti nella loro vita oggi. Una volta bisognava restare seduti ad aspettare che il proprio orto desse dei frutti, prima di poter mangiare, ma oggi le persone vivono una vita più frenetica che mai e sono indaffarate tutto il giorno, da mattina a sera. Sono fortunate se trovano un'ora per stare un po' con i figli. Hanno bisogno di poter cambiare il proprio stato rapidamente e non attraverso anni e anni di meditazione. Hanno bisogno di riuscire ad arrivarci adesso. Hanno bisogno di ottenere le stesse cose che otterrebbero se andassero in Tibet e facessero dei rituali, e hanno bisogno di essere in grado di ottenerle oggi. Penso che sia un'ottima cosa liberarsi di tutte le chiacchiere inutili e rendersi conto che tutti i grandi sciamani e tutti i grandi leader religiosi non hanno fatto altro che mettere le persone in contatto con le forze della natura e con il potere della fede.
Evidentemente Richard aveva imparato molto dalle diverse religioni e dalle guide spirituali che aveva incontrato. Concordavo con lui quando diceva che abbiamo bisogno di entrare maggiormente in contatto con la natura e di capire, innanzitutto, che ne siamo già parte. Fin troppo spesso il frenetico mondo del lavoro ci porta a rimanere, nostro malgrado, coinvolti in una meccanica spirale dove la tecnologia ci rende sempre più irritabili e ansiosi. Via via che aumentavano le cose che potevamo fare, abbiamo gradualmente creato più cose da fare. Con ogni nuova invenzione ci viene concesso sempre meno tempo, mentre veniamo trascinati sempre più lontani dal mondo della natura. Diamo per scontate le nostre vite e non riusciamo a trovare abbastanza tempo per esistere ed essere, semplicemente, parte del mondo. È fondamentale che iniziamo a tornare alle origini e ad apprezzare ancora una volta lo sconfinato fascino dell'universo. È essenziale che ci rendiamo conto che il mondo è un vero miracolo e che è teatro, a sua volta, di moltissimi miracoli ogni giorno. È necessario che capiamo come le nostre convinzioni possono ridurre la gioia spirituale che siamo in grado di provare, se dovessimo prenderle troppo sul serio. Possiamo concluderne che la spiritualità deve essere osservata da un punto di vista che ci consenta di capire che non è importante quale fede professiamo e quali riti celebriamo. Piuttosto, è attraverso la nostra intenzione e i nostri sforzi di trovare il tempo di apprezzare il mondo e provarne gratitudine, che possiamo entrare in più stretto contatto con chi siamo veramente.
OWEN:
Con tutti i vari leader religiosi che ci sono in giro, che cosa suggerisci di fare a chi vuole migliorare il proprio senso di spiritualità? RICHARD: Di usare grande cautela. Queste persone hanno una tradizione di ipnotisti che dura da molti secoli. Molti di questi culti fanno proseliti con facilità, e la maniera migliore di tenertene fuori è creare le tue relazioni con le tue divinità prima di iniziare e assicurarti di creare tu stesso le tue suggestioni post-ipnotiche. In questa vita sei destinato a diventare un leader, non un seguace, e così, quando vai da loro, ci vai per scoprire che cosa fanno, non per seguirli. Non bere tè. Non ingerire alcunché. Non bere nulla, perché in alcuni di questi culti le persone vengono drogate. Le religioni maggiori non hanno bisogno di farlo, ma dedicano comunque molto impegno ad indottrinare le persone. Fa parte dell'idea stessa di religione. I guru hanno i loro seguaci. Ci sono persone che mi hanno chiesto: "Tu sei un guru?". No, non lo sono: non sono abbastanza socievole. Non voglio che le persone mi seguano. Non voglio vivere in una comune e non voglio essere circondato da enormi gruppi di accoliti. Voglio persone istruite che si mettano alla guida della loro vita e che facciano le loro cose, e quindi non mi posso lamentare che ci siano persone che hanno preso il lavoro che ho svolto e ne abbiano fatto cose diverse, e penso che vada bene così. Ci sono persone che lavorano nel contesto dell'istruzione, altre che si
occupano di architettura. Ci sono numerosi scienziati che usano il lavoro che ho svolto come base per superare le difficoltà che incontrano in ambito scientifico. Perché lo stesso Meta Modello, che si rivela efficace per aumentare il livello di comprensione che le persone hanno della propria vita, funziona anche in ambito scientifico e aziendale. I problemi sono gli stessi, perché queste difficoltà non esistono, se togliamo gli esseri umani. Non esistono nell'universo in genere. Esistono all'interno del nostro percepire e comprendere come fare a manipolare l'universo. È il nostro credere nelle cose, a renderle reali e, una volta che avremo scoperto come modificare le nostre credenze, troveremo nuove cose nell'universo e scopriremo che esso ha un potere illimitato. Anziché preoccuparci di esaurire le riserve energetiche, ci sarà energia in un piccolo pezzo di luce nera. Attualmente, gli studiosi di fisica sono convinti che tutte le leggi della termodinamica siano completamente sbagliate: io ho combattuto per anni nel tentativo di dimostrarlo. Ho cominciato dalla legge sull'entropia che dice che tutto tende verso il disordine e il caos, e io ho pensato: "Allora com'è che tutti i tostapane stanno comparendo sul pianeta Terra?". Ci deve essere una forza di cui non stanno tenendo conto e quella forza, ovviamente, è la consapevolezza. Più si sviluppa la nostra consapevolezza in quanto specie vivente, più siamo in grado di controllare il nostro destino e il destino di ogni cosa nell'universo assieme a qualsiasi altra cosa sia consapevole, perché ho come l'impressione che la consapevolezza sia molto più diffusa di quel che la maggior parte delle persone oserebbe mai immaginare. C'è chi mi chiede: "Credi agli UFO?" e io rispondo: "No, perché credo che li abbiamo identificati piuttosto bene" [UFO è l'acronimo di unidentified flying object, ossia oggetto volante non identificato, NdT]. Adesso sono soltanto FO [oggetti volanti, NdT]. Per quel che mi riguarda, io non mi curo degli astronauti. Mi occupo del pianeta Terra. La ricerca di vita intelligente su questo pianeta è ancora in corso e la cosa bella è che l'evoluzione non è mica finita. Non credo che l'evoluzione funzioni come le persone tendono a credere. Penso che proceda molto più velocemente e che la nostra consapevolezza influenzi la genetica proprio come noi riusciamo a influire sul modo in cui l'universo fisico cambia grazie alla nostra capacità di agire su di esso. Man mano che andremo nello spazio e faremo cose diverse, scopriremo che viaggiare per lo spazio è il modo più lento e che c'è un modo di passarci attraverso. Questo non è un problema che riguarda l'universo. È un problema che riguarda il modo in cui lo percepiamo, e quando percepiremo l'universo in maniera differente, il teletrasporto diventerà un gioco da ragazzi. Inizialmente, l'idea che la nostra percezione dell'universo fosse la maggiore
responsabile delle nostre limitazioni fu per me difficile da accettare. Poi, avendo cominciato a fare ricerche su alcune delle più grandi scoperte scientifiche, mi resi conto che era stato un cambiamento di prospettiva, un "mutamento di paradigma" a mettere il ricercatore in condizione di ottenere quel risultato. Più cose impariamo sull'universo, più ci rendiamo conto di quanto avessimo torto e possiamo realizzare in continuazione nuove conoscenze e intuizioni su come funzionano le cose. Esattamente quando pensiamo di sapere tutto, scopriamo di saperne davvero poco. Questo mi riportò alla mente il fatto che più cose impariamo e più sviluppiamo nuovi modi di guardare alle stesse cose, più diventiamo intelligenti. Vedere il mondo sotto nuovi punti di vista non è utile soltanto perché ci dà un maggior numero di scelte, è utile perché ci rende più astuti. Quando riuscite a vedere le cose in modo diverso, potete capirle meglio, e questo vi aiuta a superare problemi che un tempo erano parsi irrisolvibili. Come un ritornello, continuavo a risentire le parole di Richard nella testa. "I problemi... non esistono, se togliamo gli esseri umani. Non esistono nell'universo in genere. Esistono all'interno del nostro percepire e comprendere come fare a manipolare l'universo... È il nostro credere nelle cose, a renderle reali. " Cominciai a capire ciò che avevo sempre saputo a livello inconscio. Era stato così per tutti i clienti con cui avevo lavorato con successo: li avevo aiutati ad occuparsi dei problemi che esistevano nel loro modo di pensare. I problemi non esistevano nella loro vita, perché è soltanto rappresentando qualcosa come un problema, che essa diventa un problema. Altrimenti è soltanto un evento o un'esperienza. Quando riuscite ad aiutare le persone a cambiare le loro convinzioni e a percepire il mondo in modo più utile, i problemi si risolvono e si conquista la libertà della serenità interiore. Cominciarono a tornarmi in mente le diverse prospettive spirituali di cui ero venuto a conoscenza e mi resi conto di una cosa: tutte quante esaltavano il ruolo di un essere superiore... che fosse Dio o Buddha, Allah o Krishna, Geova o Gesù, Shiva o l'universo o la natura in quanto tale. L'essere superiore dev'essere rispettato e ringraziato per le cose buone. Quando riusciremo a farlo e ad apprezzare l'universo per tutto ciò che di meraviglioso contiene, potremo vivere un'esistenza spirituale serena, priva di sofferenze infinite e di rituali ripetitivi. Più cose impariamo sull'universo, più ci rendiamo conto di quanto poco ne sappiamo in realtà. Ciò che è davvero cruciale è dare a noi stessi il permesso di tollerare questo stato di "non conoscenza". Altrimenti potremmo ritrovarci bloccati all'interno di un sistema di credenze restrittivo e limitante. Essere in possesso della migliore prospettiva spirituale significa essere in possesso della prospettiva spirituale migliore per noi. Siamo tutti unici e perciò è fondamentale che impariamo a godere del nostro modo specifico di conoscere l'universo e ad apprezzare il fatto che le altre persone sono diverse da noi. Questa consapevolezza porta con sé un enorme senso di liberazione. Quando riuscite ad apprezzare le vostre prospettive così come quelle degli altri, scoprite come fare a
sentirvi estremamente centrati e spiritualmente paghi. Potete sentirvi a quel modo perché vi siete resi conto che la "verità" è che non c'è alcuna verità, ci sono soltanto percezioni. Molti autori ci descrivono come degli esseri di spirito che stanno vivendo un'esperienza da essere umano. Se questo approccio fa più al caso vostro di un'altra alternativa, allora credeteci. Personalmente, mi piace pensare che siamo allo stesso tempo spirituali e umani, emotivi e razionali, intelligenti e premurosi. Dipende dalla realtà o dalla prospettiva da cui decidete di guardare il mondo. La prospettiva che ho scelto io mi permette di abbracciare il pieno potenziale della saggezza infinita che esiste in me e di godermi l'idea che continuerò ad apprendere qualcosa di nuovo su me stesso ogni giorno. Il Dalai Lama dice che la parte più importante della religione è essere gentili e caritatevoli verso i nostri fratelli. Per lui, la carità è il vero centro della nostra umanità. Quali che siano la nostra fede o le nostre convinzioni, dovremo arrivare al punto in cui garantiremo a ciascuno lo speciale diritto di credere nelle proprie idee. Cominciai a pensare ai pregiudizi che popolavano il mondo.
OWEN: Che ne pensi di tutti i pregiudizi esistenti al mondo? RICHARD: Penso che sia importante superare il pregiudizio su questo pianeta. Io ho amici di ogni razza, colore e religione. Sono quell'ebreo che ha accompagnato la sposa all'altare in un matrimonio islamico. Non ci sono limiti al tipo di persone che frequenterei e, ciononostante, sono stato in posti dove la gente mi odia semplicemente per la mia religione, e non faccio neanche pratica per essere ebreo. Ci sono nato. Non posso farci nulla. Non che ce l'abbia tatuato sulla fronte o roba del genere, ma, sai com'è, per certe persone il semplice fatto di saperlo costituisce un grosso problema. Ci sono persone che odiano gli indiani e i pakistani e altre che odiano i messicani e che affibbiano loro nomignoli, eppure, lo sai, il sangue è rosso per tutti. C'è solo il tre per cento di differenza tra noi e uno scimpanzè. Al 95 per cento siamo uguali a uno scoiattolo, per amor del cielo. Perciò la differenza tra noi esseri umani consiste principalmente nel modo in cui viviamo e ci comportiamo. È pazzesco, se pensi a tutte le persone che ho incontrato su questo pianeta. La maggior parte degli esseri umani, nel corso di una vita, incontra circa 40.000 persone. Io, d'altro canto, ho parlato con milioni e milioni di persone... e ogni volta ho detto qualcosa di diverso. Ho anche ascoltato le persone e ho incontrato i grandi pensatori dello scorso secolo. Ho incontrato Fritz Perls, Virginia Satir, Maslow e Moshe Feldenkrais e i migliori studiosi di fisica del pianeta. Tutte queste persone, che sono state degli autentici creatori, vivevano tutti la propria vita spirituale a modo loro. Virginia parlava della spiritualità in modo diverso da Maslow e lui lo faceva in modo diverso da Moshe Feldenkrais, ma erano tutti dei grandi guaritori. Ciascuno di loro lo sapeva e credeva negli esseri umani e ha saputo trovare la guarigione dove nessun altro era riuscito.
Quando la verità si rende a noi manifesta, sempre che ciò accada, potremmo sentirci come la ragazza che credeva suoi i biscotti del signore che le sedeva accanto in aeroporto. Allora tutte le guerre, le liti, le discussioni e gli screzi riguarderebbero un singolo grosso errore. Invece, dobbiamo accettare il fatto che non possiamo essere troppo certi di nulla. Possiamo soltanto crederci o no. Se le persone si ritengono esseri spirituali ed esseri umani, io lo accetto e loro non si sbagliano. E come quando mangi un gelato, talvolta preferisci mangiare un tipo di gelato, talvolta ne preferisci un altro. Persone diverse mangiano gelati diversi. C'è davvero un unico, autentico gelato? No, per quel che ne sappiamo non c'è. Perciò, perché non scegliere il più delizioso? Perché non scegliere la delizia spirituale?
OWEN:
Quindi, la religione è come il gelato.
Dissi all'improvviso. Avevo dimenticato tutti i pensieri che stavo facendo dentro di me. Richard sorrise e mi guardò come se avessi avuto venti teste.
RICHARD: Cosa? Owen, torna sulla terra. Torna sul pianeta Terra. Adesso è OWEN:
sicuro. Voglio dire, nella misura in cui ti è dato di scegliere qualsiasi gelato ti piaccia e allo stesso tempo rispetti i gusti scelti dalle altre persone.
Richard rise.
RICHARD: Sì, Owen, è proprio come il gelato.
48 La libertà di crescere Era stata un'altra giornata faticosa. Il caldo e l'umidità erano davvero notevoli. Avevo trascorso tutta la mattina a consegnare curricula e a compilare moduli di richiesta di assunzione. Quella sera ero andato al lavoro alle cinque ed ero stato rispedito a casa alle sette, perché non avevo raggiunto la mia quota. Si trattava di telemarketing, lavoro difficile a New York. Non ero mai riuscito a raggiungere la quota, finché non smisi di seguire il "copione". Un giorno mi misi a lavorare a modo mio, improvvisando, e in due giorni avevo battuto il record aziendale. La cosa non durò a lungo: mi fu detto di seguire la procedura standard. Non c'era posto per la flessibilità, non importa quanto fossi efficace. Quel giorno, dopo il lavoro, salii in cima al World Trade Center e mi feci un drink. Era luglio. Vivevo a New York City. Mi ritrovai a vivere per conto mio per la maggior parte del tempo che trascorsi lì. Trovai un posto dove stare a Brooklyn. Mi incontrai con un amico e passammo una splendida serata in città. Cantammo il karaoke in quello che al tempo era il bar più alto del mondo, in cima al World Trade Center. Mi chiedo spesso quante delle persone con cui trascorsi quella serata fossero lì in quel fatale giorno del 2001. È così triste. Quella sera, quand'era già piuttosto tardi, presi la metropolitana per tornare a casa. Poi, mentre camminavo per le strade desolate del centro di Brooklyn, il cuore cominciò a battermi forte. Dal piccolo parco giochi che presto avrei dovuto attraversare arrivava il suono delle canzoni dei più recenti cantanti rap. C'era una macchina con lo stereo a tutto volume e lì intorno dodici o tredici ragazzi che avranno avuto circa la mia età. Non potevo tornarmene indietro, dal momento che non avevo nessun altro posto in cui andare. Continuai a camminare. Vedete, per quel che ne sapevo io ero l'unico ragazzo bianco del circondario. In tutti i negozi e ogni volta che salivo sull'autobus mi capitava di rado, sempre che mi capitasse del tutto, di incontrare un'altra persona non di colore. Non che la cosa mi desse fastidio. Per la maggior parte, le persone che abitavano il quartiere mi trattavano molto meglio di alcuni bianchi che avevo incontrato a Manhattan. Mentre proseguivo per la mia strada, tuttavia, la paura continuò ad aumentare. Avevo visto tutti i film. Essendo un ragazzo semplice, in arrivo dall'Irlanda, New York era stata per me uno shock culturale. A Dublino mi ero sempre sentito al sicuro, sentivo di sapere come prendermi cura di me stesso, ma questa non era Dublino. Cominciai a rivedere le immagini del film Boyz'n the hood - Strade violente. Entrai nel parco
giochi e cercai di non incrociare lo sguardo di nessuno. Tutti si voltarono e potevo sentire i loro sguardi puntati su di me mentre passavo. Poi, uno di loro mi chiamò. Richard stava canticchiando e questo mi riportò alla nostra conversazione. Gli feci la mia domanda successiva.
OWEN:
Una delle cose più straordinarie di cui mi accorsi era la velocità con cui crescevo: emozionalmente, mentalmente e spiritualmente. Ogni anno portava con sé tutta una serie di sfide, di eventi e di esperienze. Mi ritrovai a fare i conti con le cose più toste e quando le superavo ero una persona diversa. Quando ero un adolescente mi sentivo così abbattuto eppure sono cresciuto così in fretta. Come possiamo fare ad aiutare gli adolescenti a crescere da un punto di vista emotivo e a vivere meglio la loro vita? RICHARD: Gli adolescenti non sono pronti a essere felici finché non crescono e la loro biochimica non si assesta. Gli adolescenti devono provare che cosa significa il caos. Questo, secondo me, è prestabilito geneticamente in modo da spingere le persone a lasciare la casa paterna e ad entrare nella loro vita. Penso che il problema, con gli adolescenti, sia che non hanno delle time-line abbastanza lunghe. Non hanno vissuto tanto a lungo da riuscire a immaginare il futuro abbastanza a lungo termine e quindi non credono che le cose potranno causare loro dei danni. "Anche se divento un eroinomane, che differenza vuoi che faccia? A nessuno importa nulla comunque." Non pensano al fatto che potrebbero vivere per cinquantanni! Nessuno di noi, quando aveva quindici anni, pensava che sarebbe arrivato a cinquanta. Non funziona così e c'è bisogno che estendi la tua vita e che guardi le persone intorno a te e che faccia caso a chi è davvero felice e a chi non lo è. Il tipo seduto al bordo della strada, strafatto di eroina, ti sembra felice? Potranno anche dirti: "Ehi, questo è il viaggio più bello che tu abbia mai fatto", ma pensa che sono i più bei dieci secondi che rovineranno il resto della tua vita. Quindi, bell'affare: vuoi una vita intera o dieci secondi da sballo? Devi essere in grado di giudicare. Devi avere una strategia decisionale abbastanza buona da farti dire: "Senti, farò le cose che vanno fatte". Gli altri ti diranno che devi andare all'università. No, non devi... ma è una buona idea. Anche se sono andato all'università e ho studiato tutte quelle cose che non mi sono mai servite, andare all'università è stata una buona idea, perché ho visto un posto diverso. Ho incontrato gente diversa. Ho imparato cose che non avrei mai imparato altrimenti. Molte delle cose che ho imparato all'università non mi interessano e non le userò mai, ma mi sono abituato a imparare cose per nessun'altra ragione se non quella di saperne di più, e penso che questa sia una bella cosa. Ecco perché penso che sia importante che i giovani vedano posti diversi. Io ho sempre portato i miei figli all'estero ed è una delle cose migliori che
siano capitate loro, perché hanno potuto incontrare persone di altre culture. Hanno visto cose che non avrebbero mai visto altrimenti e, anche se non sei ricco, è importante che salti in macchina e te ne vada in qualsiasi paese, o regione, o città e vada in un ristorante dove si serve cibo di un altro paese, ecco quanto ci vuole. Se non puoi andare in India, vai in un ristorante indiano, ma non limitarti a cenare. Parla con le persone che vengono dall'India. Se vai in un ristorante messicano, parla con chi viene dal Messico. Chiedigli com'è. Fai conoscenza con i bambini. Ascolta la loro lingua. Lo sai, le persone sono terrorizzate dai mussulmani e non sanno niente sul loro conto. Frequentali per un po'. Seguono regole precise che definiscono cosa comporti l'essere un mussulmano... e non si parla di ammazzare la gente. I mussulmani non sono violenti, eppure sono descritti come persone violente. Hanno dei rituali ai quali non parteciperei mai e convinzioni che non abbraccerei mai, ma hanno un'etica molto rigorosa e regole molto precise. Nel Corano è scritto molto, molto chiaramente che non si deve arrecare danno alle persone o alle cose nemmeno in tempo di guerra. La vera libertà, mi era diventato chiaro, non riguardava soltanto avere la libertà di star bene e fare pensieri intelligenti. Riguardava anche la libertà di godersi il fatto di crescere grazie alle diverse esperienze. Dobbiamo iniziare ad apprezzare le differenze e ad imparare quanto più possiamo, facendo quante più esperienze possibile. L'esperienza, buona o cattiva che sia, è davvero la migliore maestra. Durante la nostra permanenza su questa terra, c'è bisogno che ci espandiamo, entrando in contatto con altra vita, altri luoghi, altre genti. Quando lo facciamo, come spiega Richard, scopriamo che non avevamo motivo di temere coloro che temevamo. Comprendiamo l'universale somiglianza che accomuna tutti gli esseri umani. Percepiamo il mondo in modo più accurato e cresciamo spiritualmente, emozionalmente e mentalmente. Crebbi così tanto, durante i quattro mesi in cui feci esperienze a New York. Mentre passavo a fianco ai ragazzi nel parco giochi, sentii uno di loro gridarmi qualcosa. "Ehi, che succede ragazzo bianco? Vuoi essere il prossimo Neo? Credi che questa sia Matrix?" Mi voltai nervosamente verso colui dal quale pensavo provenisse la voce. "Già, certo che lo sono. Penso che lo sia", risposi con un sorriso. Lui mi sorrise a sua volta, mentre gli altri si mettevano a ridere. "Dannazione, ragazzo, devi fare attenzione a quest'ora di notte. Non ci sono che delinquenti malintenzionati da queste parti, amico." Annuii, sorrisi e continuai a camminare. Arrivai a casa. Che quel "delinquente" vivesse nel mio stesso condominio lo scoprii la settimana successiva, quando andai a sbattergli contro in ascensore. Si chiamava Troy. Diventammo amici. Le esperienze che ho fatto, come quei mesi a New York, mi aiutarono a crescere enormemente. Nello stesso tempo, cominciai a venire a conoscenza sempre più di chi fossi veramente. Mi resi conto che "chi ero" cambiava di giorno in giorno. Ne avrei parlato con Richard.
49 Come ritrovare se stessi Durante i miei viaggi in India, cominciai a rendermi conto che la maggior parte degli occidentali che andavano laggiù lo facevano principalmente allo scopo di viaggiare di tempio in tempio e di guru in guru nel tentativo di "ritrovare se stessi". Questo mi era sempre sembrato strano, ma avevo visto che anche molti miei clienti non riuscivano a scoprire "chi erano" e desideravano aumentare la propria autocoscienza. Immagino che questa fosse un'esperienza simile. Discussi con Richard di coloro che avevo incontrato e che stavano cercando di trovare se stessi.
OWEN:
Quand'ero in India ho incontrato svariate persone che viaggiavano qui e lì alla ricerca di sé. Hai qualche consiglio da dare a chi sente di essersi smarrito e vuole ritrovare se stesso? RICHARD: Avevo un amico che fece lo stesso. Mi disse che stava cercando se stesso e che sarebbe andato in India e io cercai di spiegargli che lui era proprio lì, ma non mi diede ascolto e sparì per tre anni. Quello di cui le persone si devono rendere conto è che non è che capiterà loro di ritrovare chi sono. È che diventerai chi sei. Se ci sono cose negative che ti riguardano, devi imparare a smettere di farle e cominciare a fare qualcos'altro. Si tratta di sviluppare nuove e più rigorose abitudini di pensiero e questo è ciò che la maggior parte delle religioni ti insegna a fare. Ciò vale in particolare per coloro che hanno una natura più spirituale. Alcune di queste, è certo, non sono che dei programmi di marketing davvero buoni. Io vengo dagli Stati Uniti, dove la religione non ha quasi nulla a che fare con la spiritualità se non per qualche guarigione miracolosa qui e lì. Si prende una persona e la si porta in uno stadio davanti a centomila persone, ed è molto più semplice fare accadere il "miracolo" perché si trovano in un tale stato alterato e questo è dovuto al fatto di trovarsi in una situazione in cui non si sono mai trovate prima. Ora, quando vai in India, sei in una situazione in cui non eri mai stato prima e le persone sono fortemente influenzate dal fatto di visitare certi luoghi. A mio avviso, puoi influenzare le persone enormemente, se entri nel loro mondo e crei degli stati interni particolarmente intensi, e se ti rendi conto che ci sono certe semplici
regole. In ogni religione, ad esempio, tutti i canti sembrano porre l'accento sulle vocali. Ecco perché c'è differenza tra le vocali e le consonanti. In ebraico, la parola per "lettera" è "vibrazione". Dire che qualcosa vibra e dire che "è una lettera" è esattamente la stessa cosa. Essere in grado di cambiare il tono interno e la vibrazione delle voci che senti dentro di te, poter cambiare l'andamento delle tue onde cerebrali così da farle vibrare in modo diverso significa che poi vedrai, udrai e proverai cose diverse e ti comporterai diversamente. Il motivo per cui negli ultimi trent'anni mi sono concentrato così tanto sull'ipnosi non è unicamente il fatto che le persone hanno bisogno di rilassarsi. Hanno bisogno di fare ben più di quello. Hanno bisogno di poter accedere a degli stati in cui hanno una straordinaria energia e, tuttavia, provano uno straordinario senso di rilassamento e vibrano all'unisono col loro ambiente in un modo che consente loro di portare le cose a compimento. Il far manifestare le cose è, per me, la cosa più importante che gli esseri umani facciano. La psicologia se la stava cavando male quando sono arrivato io, perché non stava facendo manifestare dei risultati. Stava rinchiudendo le persone, dando nomi ai loro problemi e criticandole, ma non stava facendo in modo di far sparire le loro paure. Non dava loro la sensazione di avercela fatta. Non dava loro la sensazione di poter combinare qualcosa nella loro vita, la sensazione di avere il controllo. Ora, puoi mettere il tuo controllo nelle mani di un guru, lasciando che sia lui a mettere ordine nella tua vita e ti sentirai in pace, finché nell'ashram ci saranno abbastanza soldi per sfamarti, ma, secondo me, questo è molto diverso dai veri leader spirituali che sono tutti coloro che non hanno intenzione di unirsi all'ashram di qualcun altro. Sono quelle persone che costruiscono il loro e fai in modo che il tuo ashram sia soltanto la tua casa con i tuoi figli, i tuoi parenti e i tuoi vicini. Per me, è questo che le persone hanno bisogno di fare. Hanno bisogno di fare della propria vita un tempio. Hanno bisogno di fare della propria vita una chiesa, così da cominciare a vivere in conformità con un insieme di principi che le fanno vibrare tanto da avere la sensazione che stanno facendo la cosa giusta. Hanno bisogno di avere il loro codice morale personale, perché questa storia delle persone che diventano terroristi suicidi per avere una vita migliore nell'aldilà è un azzardo troppo grande per quelli tra noi che hanno fatto esperienze prossime ai confini della morte. Non tutti raccontano la stessa cosa e il modo migliore per poterti sentire davvero bene e in contatto con la tua spiritualità è fare le cose che ti permetteranno di vivere in armonia. Una di queste cose è avere il senso dell'avventura. Prova a fare un po' di yoga. Prova a intonare qualche canto. Prova un po' ad andare in trance. Trova delle persone che fanno cose diverse e passa del tempo con loro.
Io, personalmente, non ho lo spirito del gregario, non mi piace appartenere a culti e roba simile, perché penso che prendendo le cose in piccole dosi si possa ricavarne abbastanza da riuscire a fare qualcosa da sé. OWEN: E quindi, evitare i guru? RICHARD:Sì. Come ti ho detto, una volta, sul giornale, mi hanno definito "guru" e sono andato su tutte le furie, e ho detto loro che non sono abbastanza socievole per essere un guru. Non voglio che le persone mi seguano. Non mi dispiace, se mi vengono a trovare di tanto in tanto, ma non sono proprio il genere di persona che desidera essere circondato giorno e notte da migliaia di persone. Non voglio dei seguaci. Voglio creare dei leader. Ho sentito certe cose da persone che affermano di voler creare dei leader, e poi molte delle persone che escono dai loro seminari aspettano disperatamente che si faccia la prossima camminata sui carboni ardenti, anziché pensare a come possono trasformare le paure che popolano la loro vita. Vorrei vedere le persone che generalizzano ed è per questo che vorrei che superassero le loro vere paure, perché non sono molte le persone che trovano nel proprio giardino un letto di carboni ardenti che devono attraversare. Voglio che trovino la cosa più dura della loro vita e che la superino, così da rendersi conto che, una volta fatto quello, ci sono molte altre cose che possono fare. Prima di cominciare, dico sempre: "Guarda, se è la paura delle altezze, se è questa paura, allora pensa a cos'altro potrai fare una volta che l'avrai superata". Ho appena tenuto un corso sul cambiamento personale e c'era anche questo tale, davvero fantastico: un omaccione con dei muscoli enormi... Evidentemente va in palestra tutti i giorni. Aveva l'aria di uno che avrebbe potuto sbriciolare delle palle d'acciaio con una sola mano. I suoi muscoli luccicavano e quando ho chiesto a tutti che cosa volessero, facendoglielo scrivere su dei bigliettini che ho poi raccolto, sul suo c'era scritto soltanto: paura delle altezze. Così l'ho guardato e gli ho detto: "E così vuoi aver paura delle altezze. È piuttosto facile: basta che ti porti all'ultimo piano e ti faccia cagare addosso dalla paura". E lui ha risposto: "Non sarà necessario: ho già paura delle altezze". E così ho continuato: "Beh, cos'è che vuoi? Vuoi startene in piedi sul bordo del tetto, sentirti a tuo agio e cadere di sotto? Cos'è che vuoi veramente?". La maggior parte delle persone è così occupata a evitare qualcosa, che non pensa a cosa potrebbe aiutarle. Lui mi ha detto: "Beh, voglio superare questa paura, perché allora crederò di poter realizzare qualsiasi cosa nella vita". E io: "Bene, questa è la ragione migliore per cui fare qualsiasi cosa" e allora ho applicato le solite tecniche. Gli ho fatto prendere la paura e gli ho detto di farla girare al contrario. Ne so abbastanza sulla paura, da sapere che la maggior parte delle persone con la paura delle altezze ha anche una strategia motivazionale piena di
lacune. Si vedono uscire dal letto, e quando si alzano si avvicinano al bordo di un edificio e si vedono cadere di sotto, e si sentono come se dovesse accadere veramente. Per molte delle persone che hanno paura delle altezze, questo è estremamente frequente. Perciò ho fatto in modo che, qualora si fosse avvicinato al bordo, si sarebbe sentito diversamente. Gli ho detto: "Appena ti avvicini al bordo, vediti che fai due passi indietro e ti senti a tuo agio", e d'un tratto si sentiva così. Non è che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui. È solo che le persone non si fermano spesso a pensare a come stanno usando il loro cervello. Certo, se ti vedi cadere da un edificio e ti senti come se stessi cadendo avrai paura, ma nessuno ci insegna a usare il nostro cervello come se fosse in grado di far accadere l'evento spirituale del "manifestare", perché nell'attimo in cui si è reso conto di ciò e ha costruito qualcosa di nuovo nella sua mente, si è impegnato nell'atto della creazione, ed è questo l'atto più spirituale che ci sia. Ciascuna religione sulla terra ha una storia che narra dell'inizio dell'universo. Tutto ciò che esiste è arrivato dal nulla, e questo è il più grande dei miracoli. Quindi, se riesci a prendere il marasma che sta dentro alla testa di qualcuno e a fargli prendere parte all'atto della creazione per creare un pensiero nuovo, per creare una nuova sensazione che nessuno ha mai provato... Questa è, per me, la cosa più spirituale che ci sia, perché una volta che l'avrà fatto una volta e una volta che avrà capito come si fa, potrà prendere qualsiasi sensazione negativa e farla girare nella direzione contraria. Potrà far sparire qualsiasi insieme di immagini che ti fanno star male e creare immagini che ti fanno star bene. Potrà cominciare a vedere il mondo in modo diverso. Quando cominciai a pensare a che cosa significasse davvero l'espressione "ritrovare se stessi", iniziai a capire che lo stesso concetto presuppone che ci si sia persi. Cominciai a meditare se le persone fossero o meno "perse" per davvero, o se non si trattasse, invece, di una sensazione. Quello che diventò ben presto evidente è che non erano veramente perse. Come aveva fatto notare Richard, era più una questione di persone che diventano chi sono veramente. Quando una persona si sente persa, ciò è semplicemente dovuto al fatto che si comporta e pensa in modi molto diversi e prova sensazioni molto diverse tra loro. In quanto esseri umani, abbiamo bisogno di congruenza. Perciò, essendo le nostre sensazioni, i nostri pensieri e le nostre azioni diversi in diverse situazioni, troviamo difficile definire noi stessi. Nel mondo moderno, dal momento che la flessibilità è diventata un'abilità indispensabile e veniamo bombardati da quantità massicce di informazioni, diventa più impegnativo sapere chi siamo veramente. Per di più, proprio come stiamo scoprendo nel campo della fisica quantistica, non appena pensiamo di sapere "com'è che funziona davvero", scopriamo che potremmo esserci sbagliati. Il modo in cui percepiamo noi stessi non fa eccezione, perciò il
modo in cui pensiamo a noi stessi o il modo in cui ci percepiamo o ci vediamo cambia in continuazione. Perciò non c'è alcun modo per sapere veramente chi siamo in realtà, perché è la stessa natura soggettiva del pensiero a impedircelo. Quel che possiamo fare, invece, è cercare di capire noi stessi non come entità immutabili, ma come creature dotate di potenziale. Se riusciamo a concentrarci su tutto ciò che possiamo diventare quando ci esprimiamo al meglio, possiamo iniziare a trovare un sé, un'identità stabile e congruente. Vedete, se riusciamo a percepirci come degli esseri brillanti, che non pensano sempre a quel modo, che non provano sempre quelle sensazioni e che non agiscono e non si comportano sempre così, possiamo fare nostro un modo nuovo di trovare noi stessi. Possiamo renderci conto che tutte le volte che pensiamo, ci sentiamo, agiamo o ci comportiamo al meglio delle nostre possibilità facciamo un passo in più verso il nostro vero sé. E tutte le volte che non lo facciamo, stiamo semplicemente commettendo degli errori dai quali possiamo apprendere qualcosa. Talvolta è importante che ci perdiamo, assorti nelle nostre esperienze, così da essere concentrati su ciò che facciamo, anziché concentrarci su di noi nell'atto di farlo. È così che possiamo godere più pienamente di ciascun istante e renderlo significativo.
OWEN:
Che mi dici delle preghiere, Richard? Che ne pensi, del potere della preghiera? RICHARD: Beh, "preghiera" è il nome di uno stato meditativo. Certe persone pensano che la preghiera serva soltanto a chiedere a Dio delle cose. Conosco persone, negli Stati Uniti, che pregano per trovare parcheggio. A me sembra che l'Essere Onnipotente, sempre che tu creda che ce ne sia soltanto uno nell'universo, in tutto l'universo in genere, probabilmente non avrà tempo di fermarsi per pensare ai parcheggi. Non riesco a figurarmi le divinità come dei centri servizi. Penso che le persone davvero spirituali accedano a degli stati molto potenti. Quando il Mullah ha dato inizio alla cerimonia durante quel matrimonio islamico, è entrato in un profondo stato alterato. Quell'uomo aveva un potere che si poteva percepire e che influenzava chiunque altro in quella sala molto più fortemente e, comunque, chiunque in quella sala influenzava chiunque altro entro certi limiti. Una volta Gregory Bateson disse che stava guardando la mensola sopra il caminetto e aggiunse: "In un certo senso quella mensola conosce me e un miliardesimo della mia consapevolezza che la conosce, e ogni cosa influenza ogni altra". Io credo che ogni cosa sia viva a suo modo, comprese le idee, e che ci sia bisogno di essere in condizione di darle alla luce, quelle idee, e che lo si chiami o meno spirituale, ciò influenzerà ogni cosa che ci circonda in modo tale che le persone assumano maggiormente il controllo. La parola chiave, per me, è libertà. La libertà è ogni cosa e l'amore è tutto il resto. Ci sono ricerche che hanno dimostrato che, indipendentemente dal tipo di
preghiere e dal tipo di religione professata, pregare esercita comunque un'influenza su eventi come la guarigione. E questo sembrava funzionare indipendentemente dal fatto che le persone sapessero o meno che qualcuno stava pregando per loro. In quelle ricerche, coloro che non sapevano che qualcuno stava pregando per loro ebbero comunque un giovamento maggiore di coloro che facevano parte del gruppo di controllo, il che esclude la possibilità che si trattasse di effetto placebo. Quello che aveva spiegato Richard è che la preghiera consente di entrare in uno stato alterato da cui accedere a una fonte di energia universale. I cristiani la chiamano Dio, gli sciamani natura, gli induisti Shiva e i mussulmani Allah. Sia come sia, il principio è lo stesso. Si tratta, come dice Richard, di fare cose che ci aiutino a entrare in stati alterati e ad eseguire delle pratiche spirituali che ci mettano in condizione di sviluppare la sicurezza necessaria a trasformare le nostre paure; e si tratta di apprezzare le differenze che esistono al mondo e di imparare da esse. Si tratta di scoprire il vostro personale approccio spirituale alle cose del mondo e di imparare dalle diverse religioni qualsiasi cosa vi possa aiutare a star meglio e a sentirvi più connessi con ciò che è veramente importante. Questo significa avvicinarsi di un altro passo all'illuminazione. Altrimenti, facciamo affidamento sui guru. Ho fatto alcune esperienze con dei guru mentre ero in India, e non ho avuto l'impressione che fosse l'opzione più utile.
50 L'attrazione dei guru Era domenica mattina, verso le quattro. Ero ancora mezzo addormentato, ma mi dovevo alzare. Il giorno precedente avevo tenuto un seminario di una giornata sul tema "La PNL e la felicità" e poi, alla sera, un workshop sulla PNL applicata al contesto aziendale. Ero piuttosto stanco e avevo dormito soltanto poche ore. Sei ore più tardi avrei dovuto tenere un corso avanzato di PNL di fronte a più di duecento persone. L'autista arrivò in orario e cominciammo ad andare verso l'ashram, che si trovava a circa un'ora di macchina da lì. Come sempre, le strade si fecero più trafficate via via che il mattino diventava più luminoso. Il "guru" che stavo per incontrare era molto famoso. Avevo un atteggiamento di apertura mentale nei suoi confronti, ma sapevo che avrei dovuto tenermi per me le mie opinioni. Quando le persone seguono dei guru, la cosa spesso determina rigidità, fanatismo e stupidità. Entrai nell'ashram e vi trovai migliaia di persone e tutte indossavano vestiti dello stesso colore. Provai un vago senso di timore, mentre prendevo posto. Avevo ricevuto uno speciale pass per VIP da una signora che aveva partecipato a uno dei miei corsi. Sedetti nella posizione del loto, a terra, con le gambe piegate sotto di me. Ero davvero scomodo ed estremamente stanco. Aspettai per ore in quella stessa posizione e, nel frattempo, notai che attorno a me c'erano migliaia di persone che ripetevano una preghiera dopo l'altra. Ero l'unica persona vestita in modo diverso. Indossavo una camicia marrone, dei sandali e un paio di pantaloni verdi. Ero anche l'unico non indiano nelle vicinanze. Mi distinguevo da tutti gli altri, ovviamente. C'erano persone d'ogni età che rivolgevano preghiere alle statue che si trovavano sul palco. Infine, dopo molto nulla, giunse lui. Arrivò su una portantina trasportata da due discepoli per lato. Scese e cominciò a camminare lungo i corridoi tra la gente, lentamente, sorridendo, facendo dei gesti con le mani e benedicendo le persone. Raccolse molte buste che le persone gli offrivano su ambo i lati. Mi chiesi se contenessero delle lettere o delle donazioni. Continuò a procedere finché, alla fine, si fermò presso l'uomo che mi sedeva davanti. Dopo aver scambiato con lui alcune brevi parole, passò oltre e incrociai il suo sguardo. Il guru era a circa mezzo metro e cominciammo a fissarci intensamente, per vedere chi avrebbe distolto lo sguardo per primo. Non che lo stessi facendo di proposito: ero soltanto stanco e mi ritrovai a fissarlo dritto negli occhi, con un'espressione vacua dipinta sul volto. Mentre continuavamo a fissarci, sulla sala calò il silenzio. La sua espressione di pace e
amore si trasformò in un atteggiamento che sembrava essere di rabbia e fastidio. Non ci scambiammo una parola. Il tempo scorreva lento, ogni secondo si faceva più lungo, ma non avrei abbassato lo sguardo per primo. Non so perché, ma continuammo a fissarci. Ancora adesso, non sono sicuro di cosa sia stato a indurlo a fermarsi a guardarmi. Forse da molto tempo non incontrava una persona che, come me, non lo percepiva come un essere superiore a sé. Non intendevo affatto guardarlo "male", è solo che non lo vedevo come un Dio. Mentre ero in India, mi furono presentati numerosi altri guru di una certa fama. Incontrai il maestro spirituale Sri Sri Ravishankar, l'uomo che sta dietro a una delle forme di yoga di maggior successo al mondo. Ci siamo subito piaciuti e abbiamo chiacchierato per un po' di yoga e PNL. Mi ha trasmesso una bella energia. In modo simile, incontrai un guru che anche Richard aveva incontrato quando venne in India, e anche parlare con lui fu fantastico. Ci raccontammo delle storie e discutemmo di diverse prospettive sulla vita. Da loro ho imparato moltissimo. L'incontro migliore fu quello che ebbi con un giovane guru di nome Sri Nithyananda Swamigal. Lo avevano scoperto dopo che aveva aiutato un importante uomo d'affari a guarire dal cancro. Queste doti di guaritore divennero subito di dominio pubblico. Era il guru in più rapida ascesa di tutta l'India a aveva il supporto di un noto uomo d'affari. Aveva circa la mia età e, quando ci incontrammo, scoprimmo di avere molto in comune. Aveva sentito parlare della PNL e discorremmo di quanto fossero simili i nostri approcci. Entrambi partivano dall'intenzione di aiutare le persone a portare quiete nella mente liberandola dai pensieri negativi e a concentrarsi per accedere a stati positivi. A un certo punto, un enorme ritratto del giovane guru cadde improvvisamente verso di lui. Con uno scatto felino afferrai il quadro, sorprendendomi per la mia rapidità. Senza neanche aver battuto ciglio, il guru si voltò, sorrise e disse: "Grazie. Vedo che la PNL ti dà anche riflessi fulminei". Chiacchierammo per più di un'ora e lui cominciò a lavorare sulla mia energia. Avevo fatto esperienza di lavori energetici in precedenza, ma non avevano mai avuto la forza di questo, neanche lontanamente. Mentre chiacchieravamo, gli chiesi di riassumere la sua filosofia di vita in una frase e lui rispose: "Sii sempre felice". Mi guardò, mentre lo diceva, e potevo sentire una sorprendente energia scorrere dai suoi occhi verso i miei. Cominciai a provare quello che Richard descrive sempre come un "inspiegabile senso di benessere". Cominciai a vedere le cose in modo molto più semplice e tutto ciò che Richard mi aveva insegnato a proposito dell'accedere a stati potenti, positivi e gioiosi ritornò ad avere un senso. Alcuni dei segreti che ho imparato da questi guru hanno fatto una grandissima differenza per me, nella mia vita. Ne ho incontrati altri, nel corso dei miei viaggi, tra cui numerosi santoni mentre attraversavo a piedi l'Himalaya. Ciò che ho trovato più interessante è stato che ogni guru che incontravo tesseva le lodi degli altri. Tutti loro sembravano essersi resi conto di quanto fosse importante apprezzare il senso della spiritualità altrui. Mi resi conto che per la maggior parte, questi guru indiani e questi lama tibetani non erano che dei buoni maestri e che era la "dipendenza" da loro, ad essere un male.
Sfortunatamente, le persone fanno spesso affidamento sui guru per ricevere aiuto e raggiungere quindi l'illuminazione spirituale. I guru divengono così non solo i "maestri", ma anche gli "dei". Questo era particolarmente vero in India. E non vivevo nell'illusione che le religioni che avevamo "a casa nostra" fossero molto diverse. Anche noi abbiamo concezioni simili, come l'infallibilità del Papa. In ciascuna religione, mi resi conto, ci sembra sempre essere qualcuno che fa da leader e, sfortunatamente, c'era chi faceva totale affidamento su quel leader, sul fatto che fosse una brava persona, in modo molto simile a quanto accade nei regimi totalitaristici. Dal momento che la mia tesi di dottorato riguardava 1'"effetto guru", ero curioso di sapere che cosa ne pensasse Richard.
OWEN:
Secondo te, perché in India ci sono così tante persone che si sentono attratte dai guru? RICHARD: Beh, in India la cosa più importante che una persona possa fare è farsi un'istruzione. In India è molto diverso: non è come con gli Hare Krishna negli Stati Uniti, che cercano di venderti incenso all'aeroporto. In India cercano di insegnare dei principi che le persone possano seguire nella vita, così da essere libere. La povertà è la cosa più limitante che ci sia sulla terra. Quando le persone vivono in povertà, è molto difficile che riescano ad essere libere, e se possono andare a sentire qualcuno che insegna loro come superare il fatto di desiderare cose che non potranno avere mai e stare comunque bene, questo è fantastico. La cosa più strabiliante dell'India è che lì le persone vivono in condizioni di miseria degradante, eppure non hanno una bassa autostima. Questo mi colpì molto. Andai a far visita ad alcune persone che non avevano l'elettricità in casa. I pavimenti erano sporchi. Non c'erano mobili. Presero un paio di sedie accostate alla parete. Srotolarono delle stuoie. Queste persone lavoravano venti ore al giorno e non avevano scarsa stima di sé. Erano fiere di vivere dove vivevano. Sapevano da dove venivo, sapevano che a casa avevo molti soldi e che ero una persona famosa e, proprio per quel motivo, volevano che i loro bambini mi sentissero parlare, anche se non parlavano la stessa lingua: erano convinti che le vibrazioni sarebbero arrivate comunque. Quando stavi lì, le persone venivano da te chiedendoti di benedire i loro figli, di essere benedetti loro stessi, e ciò che vogliono veramente è un po' di quella fiamma che brucia in ciascuno di noi. Proprio come ci sono persone che ti danno i brividi quando gli stai vicino, le persone vogliono poter sentire chiunque abbia un grande potere come insegnante. In India, le persone imparano a prendere una piccola parte di quella fiamma per sé. Ho visto dei leader spirituali stare in piedi di fronte a migliaia di persone in fila che aspettavano di potersi avvicinare per prendere un po' di quella fiamma. Allora il sant'uomo le benedice e loro si allontanano. Passano le giornate così. Alcuni di questi maestri non
proferiscono nemmeno una parola, ma si trovano in uno stato così piacevole che sanno come fare a condividerlo. Uno dei guru che incontrai, quando mi avvicinai a lui, mi guardò ed entrò in uno stato talmente piacevole da trascinarci dentro anche me, e la sensazione fu meravigliosa. È in India che ho imparato a farlo con le persone: le puoi portare con te. È lo stato da cui posso guardare le persone, e loro entrano in trance. Posso prendere una persona arrabbiata e renderla felice. È la cosa più importante che io abbia imparato. La vera spiritualità è rendersi conto che, quando vibri di vera gioia, le persone attorno a te cominciano a fare lo stesso. Ancora una volta le parole di Richard risuonavano dentro di me. La vera spiritualità è rendersi conto che, quando vibri di vera gioia, le persone attorno a te cominciano a fare lo stesso. Cominciai a capire che, ancora una volta, tutto questo riconduceva allo star bene e al condividere questo stato con le persone che mi erano vicine. Era difficile credere che questo semplice principio fosse quello verso cui ogni cosa continuava a ricondurre, ma avevo appena ricevuto un altro esempio e cominciai a chiedermi che effetto avrebbe avuto se tutta la mia attenzione si fosse concentrata su quest'unico, semplice principio.
Vera gioia: Richard che ride. Ero anche interessato a ciò che Richard aveva detto a proposito di quel "fuoco" o di quella "energia". Alcuni indiani mi avevano effettivamente avvicinato
chiedendomi di benedire i loro figli. La cosa mi colse alla sprovvista, ma entrai in un potente stato meditativo positivo e li benedissi con i miei pensieri migliori, appoggiando una mano sulla loro testa, col pollice che toccava la fronte. Volevo saperne di più su questo fuoco.
OWEN: Con fuoco intendi dire energia o carisma? RICHARD: Beh, il carisma si può manifestare anche quando le persone stanno
OWEN:
insieme ad altre, perché la maggior parte degli individui cerca di emulare qualcun altro. Le agenzie pubblicitarie l'hanno capito. Hanno capito che l'80 per cento della popolazione sta cercando di somigliare a qualcun altro, perché noi impariamo imitando gli adulti. Per tutta la vita noi imitiamo le cose, per poterle imparare. Talvolta si oltrepassa il limite. Le persone guardano alcuni di questi guru e dicono: "Se solo fossi come lui, allora sarei felice. Se solo fossi come questo e quello, allora sarei felice". Non mi sorprende affatto che i giovani si facciano prendere dalla cosa. Seguono queste persone, pendono dalle loro labbra, ma non fanno in modo di essere come loro. Ascoltano i loro insegnamenti e rispondono con ubbidienza. Non stanno veramente emulandoli. Il guaio è che, quando smettono di diventare come la persona che pensano che il loro modello sia, e cominciano a fare quello che dice, non stanno facendo ciò che gli esseri umani sanno far meglio, cioè imparare. A proposito di emulazione, ritengo che sia importante che le persone ricordino che, per poter insegnare agli altri qualcosa che si ritiene possa renderli migliori e più felici, non si tratta di essere perfetti a propria volta. È come dice il Dalai Lama: essere spirituali non significa essere buddhisti o cristiani o che so io, significa essere buoni e trattare bene le altre persone e vivere bene. È davvero una persona saggia.
Richard fu sinceramente d'accordo.
RICHARD: Già, è davvero un uomo meraviglioso. OWEN: Molti di questi altri guru e oratori sembrano presentare un'immagine che viene usata per ispirare le persone. Quindi il problema continua a esistere: le persone vogliono ancora emularli. Il modo in cui ispirano le persone è sicuramente utile, ma spesso questi guru predicano bene e razzolano male, e ritengo che questo sia un problema. Richard fu nuovamente d'accordo.
RICHARD: Alcune persone sono troppo indaffarate per essere felici a loro volta. È una cosa che accade a molti: dicono un sacco di cose giuste ma, di
fatto, non le applicano. Io sono sposato da molti anni e ci sono parecchie persone che parlano di come avere una relazione, ma che non riescono a farlo. Se hai una relazione con la persona sbagliata, allora hai davvero bisogno di trovare la persona giusta... ma ci sono alcune persone che preferiscono tormentarsi con una vita di sofferenze. Alcune persone svolgono dei lavori che odiano con tutte le loro forze, ma non credono di poter cambiare vita e di cominciare a fare qualcosa che, invece, preferiscono. Ho visto centinaia e centinaia di migliaia di persone cambiare vita in così tanti modi nel corso degli anni, che ogni fibra del mio essere crede nei miracoli. Ho visto persone vincere mali incurabili. Ho visto persone passare da posizioni prestigiose a capo di qualche azienda, al lavorare come bidelli in una scuola ed essere felici per la prima volta nella loro vita. Era verissimo. Quello di cui stava parlando Richard era davvero importante. Nella società moderna, ci sono molte persone che hanno lavori che danno loro molto prestigio, ma poca felicità. Stava mettendo in evidenza l'importanza di fare ciò che si va predicando e di godersi la vita. Ci sono moltissime persone che ne parlano, ma è fondamentale farlo. Ciò che è di cruciale importanza è che le persone comincino a credere in se stesse e nella propria capacità di rivoluzionarsi la vita. Per tornare a quel guru, c'è una cosa di cui mi resi conto, mentre mi fissava e la sua espressione continuava a peggiorare: nonostante le vibrazioni negative che stavo ricevendo da lui, c'erano comunque migliaia di persone attorno a me che lo adoravano. Alla fine si voltò e andò dalle persone sull'altro lato e notai che molti dei suoi discepoli biancovestiti stavano inviandomi delle occhiatacce. Lo avevano visto accigliarsi di fronte a me, e così anche loro mi guardavano con gran cipiglio per avergli "mancato di rispetto". Lo adoravano e ciò le rendeva felici. Mi interrogai sulla cosa. Questa è una persona che dona felicità a molte persone e queste lo venerano come un dio. Se solo riuscissero a rendersi conto che il vero spirito divino esiste dentro di loro, nella loro connessione con l'universo. Poi, d'improvviso, mi venne in mente che quella non era altro che la mia percezione. Il modo più utile di pensare a tutta questa faccenda mi sembrava stesse nel rendersi conto che siamo responsabili per le esperienze che facciamo durante la nostra vita. E ancora, non dico questo per biasimarvi per quelle negative che vi sono capitate, ma siamo noi la fonte. Questo ci permette di controllare il modo in cui affrontiamo ogni cosa. Assumendo il controllo, possiamo trasformare la nostra vita in un paradiso. Dobbiamo tenere il potere dello spirito dentro di noi. Dobbiamo assumerci in prima persona la responsabilità della nostra vita e della nostra connessione con l'universo. Dobbiamo entrare in possesso della nostra illuminazione. Robert Anton Wilson sostiene che siamo tutti "papi di noi stessi". Di fatto si tratta di avere un senso della spiritualità adatto a noi, non per ciò che ci dice qualcuno, ma per ciò che noi proviamo a riguardo. Una volta che ci accorgeremo di aver stabilito questa connessione spirituale con il mondo, potremo cercare di influenzarlo positivamente. Un tempo credevo che fosse impossibile: c'erano così tanti problemi al mondo. Ben presto
Richard mi spiegò che, sebbene non ci fosse motivo per prendersi carico del mondo intero, potevo comunque affrontarlo brillantemente, prendendo attivamente il controllo delle mie reazioni.
51 Sentirsi impotenti nel mondo moderno Ormai era abbastanza ovvio: Richard era convinto che una persona potesse fare la differenza per il mondo. La mia mente ritornò a quei posti colpiti dalla miseria in India. La cosa mi aveva profondamente toccato. Mi guardavo attorno e mi si spezzava il cuore per le migliaia di persone che vedevo vivere in quelle minuscole tende ai bordi della strada. Provai un tale senso di impotenza, con tutti quei bambini che si avvicinavano a me per chiedere la carità. Mi chiedevo che cosa avesse da dire Richard a tale proposito.
OWEN:
Richard, mentre attraversavo l'India, mi sono ritrovato a camminare per le baraccopoli e mi sono sentito così impotente, perché non potevo far nulla per aiutare le persone che vivevano là. Così tanta povertà, così tante malattie. Come possiamo fare i conti con questo senso di impotenza? RICHARD: Beh, tieni a mente quanto sto per dirti: se un ragazzino è abbastanza forte da venirti a tirare la camicia, non sta morendo di fame. Per cominciare, molto di quello che vedi è scena, serve a raggirarti. Quando vai in India, impari presto che i veri bisognosi li trovi fuori dai templi. Quando vai lì e dai loro dei soldi, vanno a comprarsi da mangiare e poi lo condividono con gli altri. Le persone che chiedono l'elemosina per le strade sono dei professionisti. È il loro mestiere e non puoi lasciarti ingannare dalle apparenze. Devi vedere le cose per quello che sono veramente. Se vuoi vedere la povertà vera, vai in Africa. Voglio dire, l'India è un paese povero se lo confronti con quelli da cui veniamo noi, ma questi ragazzini sono abbastanza forti da correre per la strada. Ci sono posti in cui le cose non stanno così. Devi tenere a mente che puoi cambiare le cose solamente una persona per volta. Puoi cambiare le opinioni attraverso i media, ma quando si tratta di cambiare le persone, devono comunque cambiare una alla volta. C'è bisogno che si mettano in discussione e che si facciano amici di razza, colore e religione differenti. Un cristiano che volesse vivere da buon cristiano dovrebbe farsi amico un mussulmano, senza cercare di convertirlo, ma imparando qualcosa
sulla sua religione e su come rispettarla. Penso che questa sia una delle cose peggiori che capitano. Tutti che cercano di convertire gli altri a pensarla come loro. È come se... se non riesco a convincerti, allora ho torto. Questo universo è abbastanza vasto da contenere molte più idee di quante potremmo mai generarne su questo pianeta e, per me, è la sfida dell'umanità, rendersi conto che quello che abbiamo davvero bisogno di fare è confrontarci con la differenza e dire: "Questo è diverso". Non dobbiamo cambiarla, non dobbiamo abbracciarla, dobbiamo solo sapere che cos'è. Chiedi alla maggior parte delle persone e sarà d'accordo. Quando stavo in Irlanda, non c'erano molti ebrei lì ed era davvero buffo, perché le persone mi facevano domande. Erano molto confuse. Un tale di trent'anni mi chiese: "È vero che gli ebrei non credono in Gesù?". Io risposi: "Beh, stiamo ancora aspettando che venga il Messia, sai, ne abbiamo sentito parlare, ma non ci abbiamo creduto". Ci sono certe cose che sarebbero dovute accadere in concomitanza con la venuta del Messia e che non sono successe quando è arrivato Gesù, così ne abbiamo dedotto che non fosse lui, il Messia. Ma questo non significa che non dovrebbe crederci neanche lui. Voglio dire, alle persone non insegnano neppure abbastanza cose sulle altre religioni da fargliele rispettare. Mi hanno chiesto come faccio a festeggiare il Natale e io ho detto: "Beh, noi non lo festeggiamo, il Natale". Facciamo un giorno di ferie perché tutti gli altri lo fanno e, personalmente, sono sempre bendisposto a farmi un giorno di ferie. Mi piace. In Irlanda e nel Regno Unito hanno delle festività che chiamano bank holidays [letteralmente: festività in cui le banche sono chiuse, NdT]. Quando le sentii nominare per la prima volta chiesi: "Beh, che cosa si festeggia, esattamente?", perché negli Stati Uniti troviamo sempre una scusa. "È il compleanno di Abraham Lincoln." E anche quando poi modifichiamo la data della festività: "È il giorno in cui è finita la guerra". Troviamo sempre una scusa: "È il giorno in cui abbiamo legalizzato i sindacati". OWEN: Beh, dal modo in cui le persone a capo delle nazioni si stanno comportando ultimamente, sembra che col numero di guerre a cui stanno dando inizio, molto presto ogni giorno sarà un giorno da festeggiare! RICHARD: Beh, sì, non mi sembra che questi capi di stato siano in procinto di porre fine a una qualsiasi guerra. Sono molto bravi a cominciarle, le guerre, devo ammettere. Stanno davvero risistemando i pasticci che erano stati lasciati dalle persone dietro di loro. Gli abitanti del pianeta ci hanno provato. Intendo dire che l'idea dell'"autonomia delle nazioni" è carina, ma non dovremmo consentire ad alcuni stati di perpetrare azioni assolutamente inumane, e la ragione per cui sappiamo che alcune di queste nazioni hanno tutte queste armi orribili è che abbiamo
conservato la ricevuta dopo avergliele vendute. Non è uno scherzo. Sapevamo che gli iracheni avevano delle bombe perché gliele abbiamo vendute tutte noi, e i tedeschi gli hanno venduto apparecchiature per costruire impianti industriali per la produzione di armi chimiche, e c'è bisogno che a livello internazionale smettiamo di produrre mine antiuomo e di inventare nuovi modi di ucciderci a vicenda. Certo, sai, è come quei gruppi di adolescenti che, nelle nazioni africane, se ne vanno in giro a squartarsi l'un l'altro dicendo di essere dei ribelli. Voglio dire, scusa tanto, ma finché non diamo alle persone un modo migliore di vivere la vita, questo è quello che faranno. Personalmente, sono convinto che alla fine l'Iraq sarà un posto migliore. Ci vorranno vent'anni, ma fra vent'anni ciascun bambino iracheno avrà possibilità migliori. Ciascun ragazzino in Afghanistan potrà andare a scuola, e questo prima non accadeva. Allo stesso tempo, sono contrario all'idea di bombardare le persone dal cielo e cose di questo genere, perché, se fossi io il presidente, legalizzerei l'omicidio e metterei una grossa taglia sulla testa di queste persone e le farei ammazzare tutte, correndo il rischio che una di loro possa assoldare qualcuno per farmi fuori. È per questo motivo che negli Stati Uniti abbiamo una legge che dice che non è consentito l'assassinio dei capi di stato. È stata promulgata allo scopo di evitare che i nostri presidenti venissero ammazzati. Santo Cielo, qualcuno ha sparato a Ronald Reagan e lui non se n'è neanche accorto. Ora, quello significa non essere particolarmente in contatto con le tue sensazioni corporee... Penso sia molto importante che le persone si rendano conto che accadono cose orribili in tutta la nazione. Voglio dire, quando entrai negli ospedali psichiatrici degli Stati Uniti rimasi letteralmente inorridito. Le persone venivano trattate peggio che in carcere. Venivano loro somministrati elettroshock e altre pratiche orrende. È talmente facile diventare insensibili alla cosa, e penso che la gente di Hollywood dovrebbe darsi una mossa e cominciare a fare qualcosa. Ritengo che i media farebbero meglio a smetterla di concentrarsi su tutto ciò che accade a Los Angeles. Il primo posto in cui vanno a cercare notizie è ovunque si siano sentiti degli spari. Non importa cosa accade. Potrebbero stare accadendo delle cose meravigliose, ma i telegiornali si basano su quello che fa salire gli ascolti, e si è creata una situazione per cui le persone quasi si aspettano che ci siano omicidi dappertutto. Sai, quando c'è un servizio al telegiornale, la prima cosa che ti dicono è il numero di persone che sono morte in Iraq oggi. Non ti dicono quante scuole sono state aperte. Non ti dicono quante persone che erano state rinchiuse in prigione per nessun'altra ragione se non l'aver espresso i propri ideali politici, sono state liberate. Non ti dicono quante persone non sono state sepolte in una fossa comune in Bosnia questo mese.
Moltissime persone muoiono in guerra su tutto il pianeta. Consentitemi di essere molto semplicistico. Muoiono perché molte persone hanno paura di altre che sono diverse da loro. Abbiamo costruito un mondo in cui le differenze sembrano pericolose e le somiglianze sembrano essenziali. Pertanto, sviluppiamo armi per distruggere quelli che non sono come noi o per "difenderci" da quelli che non sono come noi. Nel nostro mondo civilizzato, siamo soltanto diventati più bravi a uccidere. Le forze alla base dell'evoluzione ci hanno suggerito l'idea che solo i forti sopravviveranno. Quello che mi chiedo è: perché non possiamo essere tutti forti e aiutarci a sopravvivere a vicenda? Dalla competizione alla cooperazione. Ancora una volta, sento levarsi voci che gridano: "Idealismo senza senso", ma credo nella possibilità di rendere il mondo un posto migliore. Ho sentito molte persone intelligenti analizzare la nostra società, ho sentito giornalisti e comici, professori universitari e autori di libri discutere sulle cause di molti dei mali del mondo. Li ho sentiti dare la colpa al sistema politico, ai media e ai politici. Li ho sentiti dare la colpa alle condizioni ambientali, al pianeta o agli esseri umani nel loro complesso. Ho sempre trovato particolarmente inutile passare il tempo a lamentarsi delle cose e ad attribuire colpe. Di certo lo scopo è fare in modo che le persone diventino consapevoli del problema, per poterlo poi risolvere. Cercare il colpevole e lamentarci ci permette talvolta di raggiungere questo scopo, ma spesso non è così. È invece mia convinzione che abbiamo il dovere di sfruttare la nostra intelligenza per comprendere come stanno le cose e come vogliamo che diventino. Questo è il modo migliore di trovare nuove soluzioni ai problemi esistenti. Anziché concentrarci su di chi sia la colpa o su perché le cose non funzionino, dobbiamo invece focalizzarci su quello che possiamo fare e su come le cose possono funzionare. Il nostro focus determina i risultati che otteniamo. Questo è ciò che possiamo modificare. Ciò nondimeno, come dice Richard, si tratta di cambiare le persone lentamente, a partire da se stessi. Si tratta di far sì che le persone apprezzino e rispettino le differenze tra loro e di cominciare a far concentrare i media sulle cose belle e positive che accadono, e non soltanto su quelle cattive. È la solita vecchia idea per cui, nella vita, quello su cui porti l'attenzione è ciò che ottieni più spesso. Perciò, mentre il mondo si concentra su tutte le tragedie, ci chiediamo come mai ne sembrino accadere sempre di più. Dobbiamo cominciare ad aprire gli occhi davanti a tutto quel che c'è di buono al mondo. Allora, forse, un giorno ci sveglieremo tutti e cominceremo a capire queste semplici cose. È certo, tutti noi dovremo sopportare delle tragedie, nella nostra vita, e non c'è nessuna soluzione rapida per risolverle. Speravo, tuttavia, di ricevere dei consigli da Richard a tale proposito.
52 Sul dolore della morte: la parte dura della vita Senz'ombra di dubbio, l'esperienza più dura e difficile che si possa fare nella vita è perdere una persona amata. Piangere la morte di qualcuno che amavamo con tutto il cuore è veramente l'evento più tormentoso che dovremo mai affrontare. Sfortunatamente, lo dobbiamo affrontare tutti. Feci menzione dell'argomento con Richard.
OWEN:
Richard, puoi dire due parole per aiutare le persone che stanno attraversando un periodo di lutto? Che cosa possono fare? RICHARD: Vai avanti e ritorna a vivere... il più velocemente possibile. Più velocemente passi dallo star male al tornare a vivere, prima smetti di guardare al passato e inizi a guardare al futuro, prima riuscirai a far accadere qualcosa di buono. Voglio dire, certo che è difficile superare la morte di una persona che hai amato per trent'anni, ma la verità è che non la supererai mai, quindi ti conviene andare avanti e ritornare a vivere comunque e accettare il fatto. Certe cose sono semplicemente dei fatti. Sai, a me sono successe delle cose terribili e sono soltanto fatti. Vorrei che non fossero successe a me, ma posso volere in una mano e cagare nell'altra e, se poi mi colpisco la faccia, indovina un po' quale delle due resta attaccata. L'ho detto ai miei clienti per anni e loro la prendevano come una metafora e allora io dicevo: "Guarda, lo possiamo fare sul serio, perché io te lo sto facendo verbalmente. Tu te lo stai facendo fisicamente". Sai com'è, prendi della cacca e te la schiaffi in faccia giorno dopo giorno, e poi ti chiedi perché la tua vita è un merda. Voglio dire, se tuo figlio muore, soffrirai di certo. Di recente ho avuto una cliente che aveva perso il figlio sedicenne. Va bene, in quella situazione va bene starci male, ma erano già passati tre anni e lei stava male in ogni istante di ogni giorno. Questo è troppo. C'è un punto in cui le immagini che vede avrebbero dovuto cambiare e lei avrebbe dovuto capirlo, perché le ho chiesto: "Preferiresti che non fosse mai vissuto? Preferisci serbare il ricordo di quei sedici anni o preferiresti che non fosse mai neppure esistito?". Lei
ha risposto: "Beh, era la cosa più importante della mia vita". E io le ho detto: "Bene, questo non hai bisogno di cambiarlo, ciò che hai bisogno di cambiare è che devi vedere quel che vedevi in ogni bel ricordo, mentre per quanto riguarda il ricordo brutto del momento della sua morte, ti ci devi vedere dentro e spingerlo lontano da te, così da poter apprezzare il tempo trascorso con lui". Chiunque su questo pianeta dovrà, prima o poi, accettare che le persone che conosce muoiono, e allora dovrai decidere se essere una persona migliore grazie ai bei momenti trascorsi con loro, o se invece hai intenzione di rinchiuderti nell'armadio e non vedere né conoscere più nessuno. Lo so che suona ridicolo, ma è perché lo è. Ho sempre sostenuto che non esistono tecniche di PNL in grado di risolvere immediatamente e con successo certe situazioni che si vengono a creare. Queste situazioni sono tre: affrontare una grave malattia, la fine di una relazione e la morte di una persona amata. Avevo visto persone superare delle malattie gravi attraverso il potere della propria mente, facendo uso dell'ipnosi e della PNL; tuttavia, mi riferisco al fatto di affrontare queste malattie quando sono le persone che amate, a soffrirne. Come diceva Richard, non si tratta di superare la morte di qualcuno. Si tratta di provare gratitudine per i momenti trascorsi con quella persona, ricordando le esperienze migliori che avete condiviso con loro e chiedendovi come vorrebbero che vi sentiste in questo momento. Io sono convinto che i miei cari, quelli che se ne sono andati, siano là fuori, da qualche parte, e che mi stiano aspettando. Sono lì per consigliarmi quando ne ho bisogno e per ascoltarmi quando ho bisogno di parlare con qualcuno. Personalmente, mi piace l'idea di un posto come il paradiso. È solo una mia personalissima credenza, e credo che la chiave sia questa; credo che le persone dovrebbero darsi il permesso di credere nell'aldilà che più trovano confortante per loro. Molte persone non si fermano mai a dedicare del tempo a far sapere alle persone che amano o che hanno amato come si sentono o come si sentivano. Molto presto, tutti noi riposeremo dentro a una tomba o fuori, nella stratosfera, e allora tutte le nostre occasioni saranno ormai lontane. L'occasione ci viene data, specie con coloro che amiamo, mentre siamo vivi, eppure sprechiamo moltissimo tempo a reagire al mondo con freddezza, come se fossimo al centro dell'universo, discutendo su questioni ridicole e infastidendoci per dei nonnulla. Nel frattempo, il tempo scorre. Dobbiamo ricordarcelo sempre. Dobbiamo ricordarci che il tempo a nostra disposizione è limitato e che nel tempo che ci è dato dobbiamo cogliere ogni opportunità di dimostrare il nostro amore in qualsiasi sua forma. Dobbiamo lasciare che l'amarezza svanisca e mostrare, al suo posto, compassione e tutto l'amore di cui siamo capaci. Quando perdiamo un amore, la vita può essere davvero crudele. Quando perdiamo un amico, la vita può essere davvero terribile. La morte porta con sé i nostri amici e le persone che amiamo ma, come disse una volta Morrie Swartz, essa "mette fine a una vita, non ad un rapporto". Negli ultimi anni alcuni tra i miei parenti e amici se ne
sono andati. Penso ancora a loro ogni giorno. Pongo loro delle domande. Sono ancora tanto meravigliosi e tanto vicini a me quanto lo erano in vita. Una mia carissima amica è morta poco tempo fa, di punto in bianco. Suo marito, la sua anima gemella, anche lui un mio caro amico, ha parlato di lei e di quanto gli mancasse. Ha descritto quanto sia importante godere di ogni singolo istante che ci è dato perché, in qualsiasi momento, ci potremmo sentire derubati, proprio come lui in quel momento. Ogni pezzetto di me scoppiò in lacrime, quelle parole mi raggiunsero il cuore e mi ispirarono più profondamente di quanto avesse mai fatto qualsiasi altra esperienza. Non riesco a spiegarlo a parole, ma da quel giorno la mia vita è cambiata profondamente. Ogni mattina mi sveglio e sono subito attento a valorizzare ogni attimo. Avevo finalmente ricevuto la rivelazione di cui avevo bisogno... la rivelazione grazie alla quale mi ero reso conto che la vita è molto più breve di quanto ce la immaginiamo e che, in questo battito d'ali, dobbiamo fare in modo che ne sia valsa la pena. Ci sono così tante cose da fare. Così tante persone da amare. Così tanti momenti in cui divertirsi. Così tanti momenti da serbare teneramente. E lo possiamo fare... o possiamo sprecare la nostra vita. È la nostra scelta, e dobbiamo farla. Non possiamo privarci del lutto. Il tempo, alla fine, ci guarirà, ma finché fa il suo lavoro dobbiamo concentrarci sull'andare avanti e sul fare le cose che rendono migliori le nostre vite e quelle delle persone che amiamo e che sono ancora con noi. Dalle mie esperienze e da Richard ho imparato una lezione estremamente importante sul dolore della perdita: fai in modo che ciascun istante sia prezioso, il tempo a tua disposizione è molto più breve di quanto tu possa pensare. In qualsiasi istante le persone che amate vi possono venire portate via. Fin troppo spesso il tempo che trascorriamo con loro lo passiamo a discutere di cose stupide e insignificanti, anziché goderci ogni singolo istante. Siate grati per ogni secondo che trascorrete con loro. Il tempo passerà, le cose cambieranno. Nel momento in cui nella vostra vita ci sono cose meravigliose, è fondamentale che vi prendiate il tempo per apprezzarle fino in fondo e vivere ogni istante al massimo. Nella vita, non si sa mai cosa ci aspetti dietro l'angolo. È importante essere pronti per qualunque cosa possa capitarci. Stavo per imparare qualcosa che mi avrebbe aiutato a riuscirci meglio.
53 Come gestire il cambiamento nel mondo Mentre ridiscendevamo dall'Everest, la mia caviglia cedette. Provai un dolore lancinante quando lo scarponcino sfregò contro la tibia. Cercai di continuare la discesa, ma non riuscii a fare neanche pochi passi. C'era ancora un lungo tratto di strada da percorrere, prima che potessi essere di ritorno all'aeroporto da dove prendere un volo per Kathmandu, e seppi di essermi cacciato nei guai. Ero preoccupato, eppure continuai a rimanere concentrato su quel che c'era da fare. Chabbi sembrava anche lui incerto sul da farsi e, per quanto mi aiutasse, non potevamo continuare la discesa in quelle condizioni. La vita è così. Non sai mai quali sfide ti troverai a dover affrontare. Con i grandi cambiamenti che ci toccano in continuazione, mi venne in mente che una parte fondamentale del rimanere centrati in questo mondo moderno è acquisire l'abilità di gestire efficacemente il cambiamento. Volevo chiedere a Richard qualche consiglio per far fronte ai cambiamenti.
OWEN:
Di recente ho letto qualcosa di Robert Anton Wilson, in cui discuteva dell'idea di ricordare che le nostre convinzioni e le nostre realtà spesso cambiano di tanto in tanto. Che ne pensi di questa idea che non si può mai essere certi di nulla, perché tutto cambia col passare del tempo? RICHARD: Beh, Robert è un uomo dalle convinzioni e dalla morale molto forti. E probabilmente è la persona più brillante e intelligente che abbia mai incontrato in vita mia. Ciò di cui parlava era il principio di indeterminazione di Heisenberg. Anche le leggi della fisica stanno cambiando. Una volta, quando si faceva passare della corrente lungo un filo, questa doveva cedere parte della sua energia sotto forma di calore, e tutti erano assolutamente certi che quella fosse la formula, ma si è visto che, al di sotto di una certa temperatura, le formule cambiano e compaiono altre variabili. Le persone pensano sempre: "Ci sono tre variabili", "Ce ne sono cinque", eppure, il numero di variabili è infinito.
Perciò, il nostro universo è in costante e continuo mutamento, e noi non possiamo capire tutto di esso contemporaneamente. Invece, a seconda di ciò con cui scegliamo
di "sintonizzarci", facciamo esperienza unicamente di una parte di esso attraverso il nostro sistema nervoso. Dal momento che la quantità di informazioni circolanti su questo mondo si espande e raddoppia ogni anno, molte persone trovano impegnativo far fronte a un cambiamento talmente rapido. Quando il mondo cambia così tanto e così rapidamente, spesso diventa difficile predire il futuro e sapere in anticipo come gestirlo nel modo più efficace. Mentre un tempo un impiego durava una vita intera, oggi la maggior parte delle persone fa più di un lavoro nel corso della propria vita.
OWEN:
Quindi, tenendo a mente questa considerazione, qual è il modo più efficace di far fronte al cambiamento? RICHARD: La maggior parte dei maestri spirituali insegna una cosa: che le sensazioni negative non vanno tenute per sé, ma cambiate. Sia che ti ci vogliano ore per farle sparire con la meditazione, sia che tu debba metterti in qualche posizione yoga o che so io. Si riduce tutto alla stessa cosa: imparare a prendere delle sensazioni che sono una reazione e usarle per farci qualcosa. Anche su Dianetics, anche quelli di Scientology vanno dicendo che bisogna riuscire a fare in modo che la tua reazione immediata alle cose sia qualcosa che puoi modificare. Ora, il mio approccio alla faccenda è quello di far girare le sensazioni al contrario. Quando provi delle sensazioni che non ti piacciono, falle girare in senso contrario nel tuo corpo e rimettiti nella stessa situazione, così da non porre limiti al genere di situazioni in cui puoi trovarti o di persone che puoi frequentare. Invece di limitare il tuo universo basandoti sulle sensazioni negative che provi, impari così a fare semplicemente in modo che quelle sensazioni "si rilassino", perché devi capire che non sono altro che reazioni chimiche che avvengono al nostro interno. Non si tratta di cose reali e, se impari a cambiare le reazioni chimiche nel tuo corpo al punto da poter stare con le persone, le cose ti daranno sensazioni diverse da prima. La ragione per cui i sostenitori della supremazia della razza bianca sono cosi incasinati è che non hanno frequentato una quantità sufficiente di persone di colore. Non si sono seduti con loro allo stesso tavolo per cenare assieme. Non possono. Ecco perché il loro stato interno sembra impazzire, eppure, se solo imparassero a prendere quelle sensazioni e a farle girare al contrario e a rilassarsi e a sedersi e a fare nuove amicizie, allora non odierebbero più. L'odio si basa sull'ignoranza, l'ignoranza si basa sulla paura e la paura si basa sulle reazioni chimiche negative che avvengono nel tuo corpo. Quindi, a mio parere, è un fenomeno molto più semplice di quanto non pensi la maggior parte delle persone. Ecco perché i miei seminari sono frequentati da una tale varietà di partecipanti, se li confronti con quelli della maggior parte dei trainer. Se frequenti uno dei miei seminari, ci troverai persone di ogni razza, colore e religione che ridono alle battute
che faccio su qualsiasi cosa. La maggior parte delle battute che faccio e delle storielle che racconto non riguarda soltanto la religione; riguarda me, perché penso che, se non sei capace di prendere le tue parti peggiori e di fare in modo da poterne ridere, allora finirai per essere alla loro mercè. Se hai paura delle altezze e se non sai come risolvere la cosa, allora dovresti trovare un professionista che ne sia capace. Io ho formato un centinaio di migliaia di persone. Infatti, è probabile che a questo punto ne abbia formate molte di più, ma in ogni nazione sulla faccia della terra ci sono persone che dovrebbero essere in grado di insegnarti come fare a liberarti di una paura. Se no, comprati una copia del libro La metamorfosi terapeutica. Dovrai procurarti una copia usata, perché attualmente è fuori commercio, ma un giorno o l'altro lo farò ristampare. Altrimenti, compra un libro come Usare il cervello per cambiare. E ancora, non hai neanche bisogno dei miei libri. La mia roba è stata rubata e riscritta da diverse persone, e il motivo per cui ho inventato queste tecniche è che agiscono nello stesso modo in cui agiscono i leader spirituali. Ti insegnano a fare la cosa più spirituale di tutte, che è quella di trasformare qualcosa in qualcos'altro. L'universo si trova in un costante stato di flusso. L'energia si converte da una forma a un'altra. Bruci della legna e si trasforma in gas. È lo stesso con la consapevolezza: gli elementi che la compongono sono tutti lì, in una forma o in un'altra, ma si trasformano. Noi non siamo che una parte della consapevolezza. Non abbiamo una consapevolezza separata, e la nostra consapevolezza influisce sulle persone attorno a noi e, che diciamo o meno qualcosa, le vibrazioni ci sono comunque. Imparare ad essere in uno stato positivo è una responsabilità. Perfino in una nazione caotica e povera come l'India, le persone sono molto più rilassate. Penso che abbiamo bisogno di riuscire in questo e di essere più civili. Quando chiesero a Gandhi che cosa pensasse della civiltà occidentale, rispose: "Penso che sia una splendida idea. Penso che dovreste provarla". È nostra respons-abilità, quella di usare la nostra abilità a rispondere. Quello di cui abbiamo trattato per gran parte di questo libro è stata l'importanza di entrare in uno stato positivo e di controllare il proprio stato, indipendentemente da ciò che accade. Posti di fronte al cambiamento, se saprete adottare uno stato positivo, adattarvi ad esso e reagire utilmente a quanto succede, vi ritroverete ad affrontare ogni cosa in modo meraviglioso. Se riuscite a concentrarvi unicamente sul vostro stato, allora, quando sopraggiungerà un imprevisto, sarete in condizione di poterlo gestire brillantemente. Mi tolsi lo scarponcino che doleva e indossai una delle scarpe da ginnastica bianche che avevo riposto con cura nel mio zaino. Zoppicante, continuai la discesa del monte più alto e rinomato del mondo. Nel farlo caddi un paio di volte,
ma riuscii nell'intento. La discesa non era tutta "in" discesa. Era piena di saliscendi e sapevo che per ogni discesa, ci sarebbe stata molto probabilmente una salita. Alla fine arrivammo in fondo. Ricordo che sulla via del ritorno, quando incrociavamo alcuni degli sherpa che vivono vicino alla pista, questi ridevano e si facevano beffe delle mie strane calzature. È buffo. Non importa che sia nel cuore di Dublino, incrociando un gruppo di adolescenti, o sulle colline del Nepal orientale: le persone troveranno comunque da ridere degli incidenti altrui. Come vi ho già detto, la vita mi sembra spesso caotica. Mi capita spesso di vivere un'avventura dopo l'altra. Alcune delle esperienze che feci su quella montagna, durante quell'escursione, non le ho mai raccontate a nessuno, ma molte di queste sono servite a cambiare per sempre la mia vita. La vita è piena di sincronicità e coincidenze. Tutto sommato, però, riesco sempre ad affrontare efficacemente le situazioni, perché ho imparato a fare le cose seguendo il mio passo. Il trucco consiste nel gestire il proprio stato e nel far funzionare il cervello efficacemente. Qualunque cosa accada, si può sempre risolvere la faccenda. Vivere la vita serenamente, seguendo il proprio ritmo, significa essere preparati ad affrontare le incertezze, significa pregustarsele. Questo è ciò che rende la vita così interessante, così meravigliosa. Sapevo che da questo stato era anche possibile cambiare il mondo.
54 Come cambiare il mondo Avevo un'ultima domanda.
OWEN:
Allora, come possiamo rendere i momenti di questo mondo più speciali e meravigliosi? Come possiamo cambiare il mondo in modo positivo? RICHARD: Diventa un produttore televisivo. Se hai il controllo dei media, puoi influenzare un maggior numero di persone. Probabilmente il telefilm All in the family ha contribuito a porre fine al razzismo più di qualsiasi altra cosa. Tutte le manifestazioni, tutte quelle altre cose hanno aiutato ma, sai, vedere Archie Bonker [che nella versione italiana diventa Arcibaldo, NdT] rendersi ridicolo facendo il razzista ha fatto sì, più di ogni altra cosa, che le persone che maltrattavano i neri fossero sempre meno, e intendo dire incondizionatamente, su tutta la linea, perché io negli Stati Uniti ci sono cresciuto. Quand'ero giovane ho alloggiato in hotel dove non accettavano prenotazioni telefoniche perché avrei potuto essere una persona di colore che camuffava la voce. Ricordo di averli sentiti parlare di cose del genere. Mi ricordo di mia madre che se ne andò via da un hotel in cui avremmo dovuto pernottare, quando scoprì che lì le persone di colore non erano ammesse; cose così la offendevano enormemente. È buffo, gli ebrei ne sanno parecchio di più sul razzismo, rispetto alle altre persone. Ce ne siamo occupati più a lungo, ma non avrei mai creduto che, nel corso della mia vita, le cose sarebbero cambiate tanto quanto hanno fatto. Non avrei mai creduto che nelle scuole ci sarebbe stata tutta l'integrazione che c'è oggi. In certe scuole l'integrazione è più spinta che in altre ma, sai, i confini del mondo stanno crollando tutti. Questa cosa dell'Europa, la trovo davvero interessante. Questo cambierà tutto, perché è proprio come New Orleans, che è diversa dalla California, fa comunque parte della stessa nazione. Stanno dalla stessa parte, e ora l'Europa vuole stare dalla stessa parte. Quello che, a mio parere, sarà davvero interessante, è che se questa Unione Europea continua a crescere, molto presto sarà tutto un solo pianeta. Ritengo che in definitiva tutti sappiano che dovrà accadere. Penso che sia in ogni film di fantascienza e che, quando accadrà, ci
sbarazzeremo dei confini tra stati, perché non avranno più motivo di esistere. È una cosa basata su un modello di scarsità. Le persone mi fanno domande sui diversi corsi di PNL che si trovano in giro. Dovrebbero allontanarsi dalla scarsità. Invece di dire che abbiamo una torta e che ce la possiamo dividere, quello che abbiamo veramente bisogno di fare è creare altre torte. Tutti dovrebbero frequentare venticinque practitioner, davvero. Voglio dire, io mi sono fatto migliaia e migliaia di ore a guardare o ascoltare cassette di chiunque riuscissi a trovare, e certe persone erano meglio di altre, perciò ho scelto di concentrarmi sulle prime. Alcune persone sono insegnanti migliori di altre. Ritengo che maggiore è la varietà di informazioni a cui ti esponi e più continui a ricercare, e meglio è. Invece di cercare di categorizzare ogni cosa, in modo che diventi tutto uguale, cerca di trovare quello che c'è di unico, e rendi tuo quel pezzo extra. Sarebbe un'idea davvero pericolosa, quella di darmi il controllo di un'azienda che fa comunicazione, perché la userei di sicuro per influenzare le persone in modo positivo. Le influenzerei in modo tale che non riuscirebbero più a star male per certe cose. Comincerei dai bambini, così da insegnar loro a non avere così tanta paura, ma ad essere curiosi e ad apprezzare le differenze tra le cose, così che guardando una religione diversa dalla propria, non avrebbero la sensazione di doverla abbracciare o di doverla odiare. Questo è uno dei problemi degli esseri umani. Non si rendono conto che non c'è niente che "debbano" fare. Se qualcosa è completamente diverso, puoi dire: "Oh, bene, davvero interessante", e dare un'occhiata, ma non sei tenuto ad accettarlo in tutto e per tutto. Non sei tenuto a diventare induista per ammirare un tempio indù. Quando stavo in India, ho visitato molti di questi templi indù e, quando ne uscivo, trovavo migliaia di persone che venivano dentro. La cosa che mi sbalordisce più di tutte è che questi indiani si avvicinavano a me e a mia moglie e ci ringraziavano per aver fatto visita al loro tempio, perché la loro reazione non era quella che avrebbero riservato a dei turisti. Erano semplicemente scioccati dal fatto che eravamo disposti a scalare un monte per cinque ore fino a giungere laddove la maggior parte dei bianchi non si avventurava mai, se non per diventare seguaci di quel guru. Noi ci andavamo giusto per dare un salutino, perché apprezzavamo la cosa. Erano templi bellissimi. Erano persone stupende. Non potrei mai vivere così, ma apprezzo comunque il fatto che altri siano in grado di farlo. Tutto qui. Oggi, moltissime persone sono infuriate con i mussulmani. Io credo che dovremmo infuriarci con i loro maestri. Nel Corano non c'è nulla che si avvicini anche lontanamente alle nefandezze che insegnano. Il Corano parla piuttosto chiaro: "Non si fa del male alle persone innocenti e non
si danneggia la proprietà altrui". Non dovresti fare queste cose, sai, ma è possibile giustificare qualsiasi azione, specialmente se a compierla sono dei fanatici religiosi. Che siano fondamentalisti cristiani, fondamentalisti della PNL, fondamentalisti dell'EST [Erhard Seminars Training, una serie di corsi tenuti sin dall'inizio degli anni Settanta volti a sviluppare la consapevolezza individuale, NdR]... sono tutti uguali. Dicono: "Se non sei d'accordo con me, sei cattivo". Non apprezzano le differenze. È lo stesso genere di fenomeno che si verifica in ogni scuola, solo su scala più ampia. Le persone cercano di stare in vantaggio e di dominare perché hanno pensato che, schiacciando gli altri, si sentiranno meglio, ma non funziona così. Continuano a dover fare di più. Penso che la pace arrivi quando si apre un McDonald's a Mosca. È allora che diventa molto meno probabile che gli Stati Uniti sferrino un attacco nucleare su Mosca, perché lì si sono fatti degli investimenti. Se molti dei nostri politici, politici americani, vivessero a Mosca, mettiamoci un sacco di ambasciate, un sacco di missioni, e sarà improbabile che si decida di sganciare una bomba. Il problema più grave che osservo è quando le persone si isolano e si rendono ignoranti, perché l'ignoranza conduce alla paura, la paura alla rabbia e la rabbia alla violenza, che conduce ad altra ignoranza. Questo ciclo fa parte di ciò che si sta perpetuando. Il fatto che il mondo islamico e l'occidente si siano così isolati, interrompendo i rapporti tra loro, è ridicolo. Non credo che ci dovrebbero essere paesi governati dalle religioni. Penso che sia una brutta cosa, penso che ci dovrebbe sempre essere libertà di tutto. Per cambiare il mondo, Richard stava proponendo di farlo attraverso l'istruzione e l'integrazione. Proponeva di informare le persone, per far loro conoscere le diverse religioni, ideologie, fedi e prospettive; di integrare persone con ogni genere di background. La libertà riposa nel vuoto che c'è tra il fanatismo e l'apatia. Riposa sui concetti di tolleranza e accettazione. Per istruire e integrare il mondo, abbiamo bisogno di diffondere queste idee in lungo e in largo. I media ci forniscono un mezzo per farlo. La chiave per fare tutto ciò è cominciare da noi stessi. Quando cominciamo a cambiare noi stessi e a renderci più felici, più produttivi, migliori e più efficaci, allora possiamo anche migliorare il mondo. Quando cominciano ad aumentare al nostra prosperità e la nostra ricchezza, quando diventiamo più sani e più in forma, più rilassati e più sicuri di noi stessi, possiamo anche arricchire il mondo e riempirlo di pace. Quando rivoluzioni la tua vita, puoi rivoluzionare il mondo. Comincia con una persona alla volta. Comincia da te. Mentre migliori, le persone che ti circondano verranno influenzate da quell'energia e da quel "fuoco" che esiste e scoprirai quanto può essere meraviglioso dare inizio a un processo di cambiamento che attraversa l'intero pianeta. Dobbiamo accettare il fatto che il cambiamento è sempre possibile perché accade in continuazione, e che noi possiamo influenzarlo. Dobbiamo renderci conto che cambiare il mondo significa non mollare mai, accada quel che accada.
Dobbiamo imparare a cambiare le nostre sensazioni e le sensazioni delle persone che conosciamo così che possano cominciare a sentirsi meglio, a sentirsi più felici e intelligenti, e dobbiamo imparare che la vita può diventare meravigliosa per ciascuno di noi. Si tratta di fare pulizia all'interno della vostra mente, così che i vostri pensieri possano essere più utili e così da far manifestare cose belle e buone idee. Il mondo lo potete cambiare soltanto quando sapete di poterlo fare. Dedicarsi ad attività come la meditazione, l'autoipnosi, lo yoga o la preghiera vi aiuta a liberare la vostra mente e a farvi concentrare sulle cose belle. Ricordo di aver imparato a fare yoga da un amico, Michael Connolly, a un corso che teneva a Waterford. Oltre a renderlo divertente, Michael ci spiegava anche come lo yoga fosse semplicemente un altro modo di accedere agli stati alterati più utili. Da questi stati vi sarà più facile far manifestare un mondo più felice. Attualmente, la cosa fantastica è vedere delle celebrità come Bono e Bob Geldof usare la loro influenza e notorietà per promuovere attività in favore del Terzo mondo. Ricordo che ero ad un concerto degli U2, quando Bono descrisse il loro progetto di fare in modo che la povertà diventasse una cosa del passato [lo slogan della campagna è, appunto, make poverty history, rendi la povertà "storia", NdT]. È meraviglioso vedere qualcuno che prende posizione per una causa così nobile. Ora, sebbene noi non abbiamo le stesse opportunità per avere lo stesso impatto, possiamo aderire a queste campagne e fare tutto quel che possiamo per migliorare la qualità del mondo per ogni essere umano che lo abita. Il modo migliore per influenzare gli altri è attraverso le vostre azioni, e quando fate qualcosa di buono, ispirate gli altri a fare altrettanto.
OWEN:
Richard. Grazie mille. Mi sento come se avessi una soluzione per i problemi del mondo.
Prendendomi alla lettera, come suo solito, Richard mise in chiaro la faccenda per me.
RICHARD: Non sapevo che il mondo avesse dei problemi... il disgraziato non fa che girare su se stesso a 40.000 km all'ora e gira, gira, gira e nessuno vola via, se non di tanto in tanto. Sorrisi. Guardai fuori dalla finestra e vidi l'oceano colorato di un blu intenso e i vivaci scintillii che punteggiavano l'acqua di una rilassante bellezza. Anche Richard guardò fuori. Poi ci fu un attimo di silenzio, e in quel silenzio mi resi conto di qualcosa: eravamo lì, seduti in un hotel in paradiso, e il paradiso vero non era l'adorabile mondo là fuori, era contenuto nella saggezza di scegliere la propria libertà individuale.
Esercizi e compiti 1. Scrivi tutti i pregi della reincarnazione intesa come spiegazione di dove andiamo dopo la morte, e tutti i pregi del paradiso, inteso come spiegazione di dove andiamo dopo la morte. Confronta le due liste. Puoi anche stilare una lista per qualsiasi sia la tua personale prospettiva sull'aldilà e trovare degli argomenti a favore di tutte e tre. 2. Descrivi un'esperienza spirituale che hai fatto e come ti ha influenzato. 3. Impara quanto più possibile su tutte le diverse religioni. 4. Visita tutti i paesi stranieri che riesci a visitare e parla con quante più persone straniere possibile. 5. Se fossi Dio e dovessi dare al tuo "io umano" una ragione per esistere, quale sarebbe questa ragione? 6. Ogni giorno, da' un tuo contributo al benessere della terra, qualunque esso sia. 7. Sii consapevole delle tue azioni e cerca sempre di fare la cosa giusta per i giusti motivi.
55 Divagazioni casuali 6: un'esperienza spirituale Le persone mi chiedono spesso quale sia stata l'esperienza più spirituale che io abbia mai fatto. Allora ripenso a tutti gli incredibili templi che ho visitato in Tibet. Ripenso al seminario che ho frequentato con l'incredibile Dalai Lama. Ripenso ai venerabili guru e lama che ho incontrato in quei templi e alle benedizioni che mi hanno dato. Ripenso ad alcuni dei matrimoni a cui ho partecipato, dove due anime si sono unite per sempre. Ci sono state così tante esperienze spirituali in cui ho sentito una vera connessione con Dio... Tuttavia, ce n'è una che spicca su tutte le altre. Il caldo era stato straordinariamente intenso per tutto il giorno. Stavo lì con 80.000 persone che non conoscevo e che erano venute per la stessa ragione. Una brezza gentile si levò, mentre le otto della sera si avvicinavano. Venivamo da molto lontano e presto tutto avrebbe avuto inizio. L'emozione pervadeva tutti, fin dove l'occhio poteva arrivare. Indossavamo tutti i nostri colori, pronti a fare le nostre offerte e a dimostrare così il nostro appoggio. Eravamo pronti a intonare assieme gli inni che avremmo cantato in molte migliaia. Ero lì con un amico. Ci guardammo a vicenda. Eravamo in paradiso. La città era Siviglia. Lo stadio era El Estadio Olympico. Era una calda sera di maggio del 2003. Avevamo trascorso una meravigliosa giornata di sole in Spagna. La squadra scozzese Glasgow Celtic avrebbe giocato contro il Porto FC per la finale di coppa UEFA. So che alcuni di voi potrebbero rimanere disgustati dall'idea che una partita di calcio possa essere considerata un'esperienza spirituale, ma vi prego, continuate a leggere. Lasciate che vi spieghi. Le ore precedenti la partita erano state un vero e proprio carnevale. I 75.000 tifosi del Celtic che erano venuti per la partita si erano riversati per le strade di Siviglia, prendendone il controllo. Dovunque guardassi, ogni bus era pieno zeppo di persone vestite di verde e bianco (i colori del Celtic). Quel giorno, io e il mio amico Ruairi ci eravamo fatti diverse cervezas e avevamo incontrato molti tifosi che erano venuti dalla Scozia e dall'Irlanda per la partita. Molti di loro non avevano il biglietto, ma la cosa non importava. Erano lì per manifestare il loro supporto. Ci mescolammo ai tifosi del Porto, augurando loro buona fortuna e, in barba alle barriere linguistiche, facemmo amicizia con loro. Tutti erano estatici e colmi di gioia.
I poliziotti spagnoli sembravano tutti godersi la festa e non ci furono inconvenienti, solamente un sacco di persone che cantavano e ballavano per le strade. I poliziotti lo accettarono di buon grado. Quel giorno eravamo tutti seduti nella fontana che si trova nella piazza centrale e cantavamo, ci bagnavamo e l'ornavamo con sciarpe e cappellini. Fu fantastico. Quella sera arrivammo allo stadio e, mentre la partita stava per incominciare, cominciarono anche i canti. A un certo punto, io, il mio amico e tutti gli altri 50.000 tifosi del Celtic che gremivano lo stadio sollevammo le nostre sciarpe al cielo e cantammo all'unisono. Un'esperienza da togliere il fiato. Mentre ammiravo lo stadio, dovunque posassi l'occhio era un fiorire di verde, bianco e arancione. Una vista degna di essere contemplata, una vista che non scorderò mai.
Siviglia: la vista che mi scaldava il cuore. Fu l'evento più emozionante che io riesca a ricordare. I nostri avversari, il Porto FC, segnarono per primi. Ci sentimmo torcere le budella, ma ci confortò il fatto che la partita fosse appena cominciata. Poi, appena dopo la metà del primo tempo il nostro eroe, Henrik Larson, giocando come solo lui sapeva fare, riconquistò il pareggio. Pochi minuti e ci sentimmo nuovamente mancare: avevano segnato di nuovo. Poi, preciso come un orologio svizzero, Henrik segnò un fantastico gol, annullando il loro vantaggio. Provavamo tutti emozioni di un'intensità pazzesca. I loro gol sembravano spine che ci trafiggevano il cuore, i nostri ci davano un piacere, una beatitudine e un sollievo immensi. Ogni volta che segnavamo, perdevamo ogni ritegno e non riuscivamo a smettere di baciarci e abbracciarci tra tifosi. Si andò ai tempi supplementari e negli ultimi, tormentosi minuti, la tragedia si abbatté su di noi. Dopo che entrambe le squadre avevano sprecato delle buone occasioni, fu il Porto a segnare. Un minuto dopo, la partita era finita. Eravamo distrutti. I mesi passati a sperare, mentre la nostra squadra, superando ogni previsione, si conquistava il diritto a giocare una finale europea per la prima volta in più di trent'anni... e avevamo perso. Ciononostante, mentre guardavo quelle undici maglie bianche e verdi in campo, mi resi conto che avevano lottato con tutto il cuore per farcela e cominciai a sentirmi pervadere da un profondo senso di orgoglio. I
giocatori, avviliti, si erano seduti o sdraiati sul campo, sconsolati, col cuore a pezzi. In quel momento accadde qualcosa di sensazionale. Mi alzai in piedi assieme a tutti gli altri 50.000 tifosi del Celtic presenti allo stadio. È quasi come se ci fosse stato un contatto psichico. Cominciammo a cantare: "Siamo i tifosi del Celtic, fedeli fino all'estremo, dovunque voi andrete, noi vi seguiremo". Nel momento più straziante, tutte quelle persone avevano trovato ispirazione nei cuori dei nostri eroi. Non mi sono mai sentito più fiero di essere un essere umano. Si vedeva soltanto uno stadio di sciarpe bianche e verdi, tutte tenute in alto con orgoglio. Si sentivano soltanto le migliaia di tifosi che cantavano le lodi della squadra, mentre le grida vittoriose della squadra avversaria si disperdevano nell'aria. Non riesco a descrivere appieno le soverchianti sensazioni che provai quella sera, ma, anche adesso, mi basta pensarci e un brivido mi percorre la schiena. Nel mondo si combattono talmente tante guerre e lotte, ci sono talmente tanta ignoranza e odio. Anche nel calcio, gli esseri umani possono tirar fuori il peggio di sé. Tuttavia, in quell'istante provai un meraviglioso senso di amore per ogni essere umano su questa terra. In quel momento non si trattava più di calcio. Non si trattava della finale. Non si trattava di vincere o perdere, e neppure di schierarsi da una parte. Provavo un senso di amore e orgoglio incondizionati per l'intero genere umano. Mentre cantavo a squarciagola, i brividi mi salivano e scendevano lungo la schiena. Non mi sono mai sentito così vicino a Dio. Vedete, le persone non si rendono conto che non si tratta di quante preghiere si recitano. (E, a proposito, vi garantisco che durante quella partita si sono recitate più preghiere che in una qualsiasi messa, in una qualsiasi parte del pianeta!) Non si tratta di ostentare santimonia di fronte agli altri. Non si tratta di seguire regole rigide e procedure inflessibili, cercando di convincere o di costringere chiunque altro a fare lo stesso. Si tratta di qualcosa di molto più liberatorio. Recentemente ho sentito un programma alla radio in cui le persone chiamavano in trasmissione e raccontavano dei momenti della loro vita in cui avevano pianto lacrime di gioia. La maggior parte degli uomini che chiamava ammetteva di aver pianto di gioia per una partita di calcio. Com'è possibile che un gioco in cui ventidue persone corrono in un prato e prendono a calci un piccolo oggetto sferico di pelle possa evocare emozioni così intense in persone che, di norma, non le esternano? Magari è perché, in un certo senso, molti vivono il calcio come un'esperienza spirituale. Mi ricordo le chiamate che arrivavano in trasmissione: un tale chiamò e cominciò a raccontare di una partita dei mondiali 2002, quella dove l'Irlanda giocava contro la Spagna, in cui Robbie Keane segnò un meritato rigore all'ultimo minuto, dopo che avevamo lottato così duramente. Raccontò di come si fosse messo a piangere in quel momento e, mentre lo raccontava, anch'io lo potevo rivedere chiaramente: un brivido freddo mi salì lungo la schiena e mi spuntarono le lacrime agli occhi. Così intenso, eppure privo delle dottrine moralistiche e restrittive che caratterizzano la maggior parte delle religioni. Per molti, il calcio è una religione, e di certo offre molti momenti di gioia e di sofferenza. Dio, nel gioco del calcio, sta in momenti come quello che vissi quel giorno a Siviglia. Amore per le persone. A mio parere, la spiritualità è fatta di cinque elementi.
• Si tratta di essere soddisfatti di sé e del proprio posto in questo mondo. • Si tratta di amare gli altri, di trattarli bene e di fare le cose giuste per i giusti motivi. • Si tratta di rendere grazie per tutto ciò che si ha, per tutto ciò che si è fatto e per tutte le persone che arricchiscono la nostra vita. • Si tratta di esercitarsi ad accedere a stati alterati per mezzo di rituali, preghiere o pratiche in grado di farci entrare in connessione con una forza a noi superiore, tale da rendere il mondo un posto migliore. • Si tratta di rispettare le credenze e gli usi delle altre persone, accettando e facendo proprio il modo in cui queste persone sono diverse da noi. Quando riuscirete ad accorgervi di essere diventati più felici e a scoprire che non avete bisogno di nessun guru per raggiungere l'illuminazione, potrete concentrarvi sul trovare diletto in ciò che avete e in ciò che potete imparare da ogni cosa. Potrete cominciare a provare molte cose diverse e scoprire modi efficaci di entrare più profondamente in contatto con voi stessi. Quando ci troviamo in questi momenti spirituali, a volte può sembrare impossibile descrivere la gioia e la beatitudine che proviamo. Tutto ciò che possiamo fare è vivere questi momenti e ricordare l'esperienza così da accrescere la nostra capacità di sentirci ancor meglio di prima. In quello stadio, quel giorno, ebbi un momento di rivelazione e capii che cosa fosse in realtà la vera gioia. Provai un amore assoluto per l'umanità intera, senza timori. In quel momento lo sentii assieme a tutti gli altri. Non importa se credete che Dio sia Buddha, Gesù, Allah, Shiva o chiunque altro, potete comunque vivere una vita spiritualmente illuminata, una volta che avrete accettato che va bene essere diversi dagli altri. La sensazione di amore assoluto per i vostri fratelli umani è uno degli atti spiritualmente più elevati che possiate fare. E una sera d'estate, a Siviglia, mi sentii più vicino a Dio e al paradiso di quanto non lo fossi mai stato. Avevo capito che cosa volesse dire fare un'esperienza spirituale.
CONCLUSIONE
Capita ogni tanto che un istante vi catturi e vi mostri una verità inevitabile. Tutto ciò che abbiamo, nella vita, sono degli istanti. E in questi istanti, tutti possiamo essere liberi. E in questi istanti, tutti possiamo amare. Basta fare una scelta. Tra la paura e la forza. Tra la resa e la determinazione. Tra le catene dei liberi e la libertà dell'amore. Si tratta di rendere speciale ogni singolo istante. Soltanto allora la libertà e l'amore potranno tornare ad essere una cosa sola.
La fonte dell'umana gioia Era una delle più grandi storie mai raccontate. Erano liberi e felici. Non avevano bisogno di motivi. La vita era semplicemente meravigliosa. Avevano tutto ciò di cui avevano bisogno e facevano in modo che la loro vita fosse meravigliosa. Per la maggior parte del tempo venivano incoraggiati e trattati favolosamente dai loro maestri, che li lodavano continuamente e dicevano loro quanto fossero bravi. Erano liberi da ogni paura e non si preoccupavano di nulla. Erano eroi per nascita e venivano dati loro così tanti messaggi di supporto che divennero estremamente sicuri, sapendo esattamente chi erano e di che cosa erano capaci. Erano in contatto con chi li circondava e capaci di farsi dei fantastici nuovi amici. Nessuno poteva farli uscire dai gangheri. Erano semplicemente felici. Alcuni di loro volevano vivere la vita totalmente. Altri continuarono a godersi ciascun istante di normalità. Anche se in misure diverse, ciascuno di loro era libero e a taluni andava meglio che ad altri. Ciò che facevano li tranquillizzava e insegnava loro qualcosa, continuamente. Avevano fatto in modo che si sentissero bene ogni volta che commettevano un errore, perché sapevano che stavano imparando qualcosa. Erano stati stimolati a darci dentro per ottenere qualsiasi cosa desiderassero. Giorno dopo giorno diventavano sempre più fiduciosi. Erano orgogliosi di se stessi e di tutti gli altri, e lo davano a vedere. Nel frattempo i loro maestri rendevano le cose ancora migliori e loro si chiedevano: quanto potrebbe migliorare ancora la vita? Avevano il controllo di ogni cosa che facevano e che dovevano fare. Amavano la vita e adoravano stare in compagnia gli uni degli altri. C'erano spesso momenti difficili, ma sapevano che li avrebbero superati e che sarebbero diventati persone migliori nel farlo. In fondo in fondo sapevano che quei momenti sarebbero loro serviti per imparare delle preziose lezioni. Erano comunque felici. La loro salute migliorava, grazie ad abitudini salutari e alle discipline a cui si dedicavano. Dormivano profondamente ogni notte. Le loro vite avevano un senso e questo era meraviglioso. Se ne andavano in giro sentendosi realmente felici, rilassati, fiduciosi, centrati e lucidi riguardo ad ogni cosa. Godevano della loro libertà. E dunque, chi erano costoro? E chi erano i loro maestri? Loro erano il genere umano e i loro maestri le loro menti. In questo libro, avete appreso come abituarvi a pensare, a sentirvi e a comportarvi in modi nuovi. Molte di queste nuove abitudini possono rendervi liberi di provare gioia, amore, autostima, motivazione, coraggio, forza e delizia. Queste sensazioni, a loro volta, influiscono sulla vostra salute, sui rapporti che avete con gli altri e sulla vostra vita. La fonte dell'umana gioia è dentro di voi. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Fa parte del modo in cui fate funzionare il vostro cervello e del modo in cui controllate i
vostri pensieri. Fa parte del modo in cui create in voi e negli altri dei cambiamenti potenti e positivi. Fa parte della vostra abilità di controllare come vi sentite riguardo a voi stessi, la vostra vita e i vostri problemi. Fa parte della vostra abilità di entrare in connessione e di essere amorevoli con le altre persone. Fa parte della vostra abilità di diventare spiritualmente illuminati e di provare amore per l'universo e per tutta la diversità che esso contiene. Queste cinque abilità rappresentano i cinque livelli di libertà che, una volta raggiunti, vi metteranno in condizione di vivere una vita traboccante di gioia. Fate attenzione, perché le catene dei liberi non sono mai molto lontane. Si attardano nei posti più impensati, dietro a molte delle svolte del vostro cammino futuro. Ciò che è fondamentale è che ne siate consapevoli e che siate certi che, quando quelle catene ricompariranno, voi resterete liberi in ogni senso del termine. Richiede disciplina, richiede sforzo, richiede determinazione. Eppure, se vi affiderete a queste tre qualità, le ricompense saranno meravigliose. Ma ricordate che potrete essere privati di questi istanti in qualsiasi momento. Più tempo trascorrerete indossando le catene dei liberi, più tempo trascorrerete immobilizzati dal rimorso, dalla paura, dalla tristezza, dalla rabbia, dall'apatia, più vi priverete di ciò che è vostro. Prendete questo istante, adesso. Fate in modo che conti. Fate in modo che conti davvero. Prendete in pugno la vita e fate in modo che conti. Rendetela speciale. Prendete i vostri sogni e dateci dentro. Prendetevi la vostra libertà. È proprio lì. Diventate liberi. Liberi da ogni male. Liberi da tutte le sensazioni dannose e dalle cattive abitudini. Diventate liberi di usare le idee che avete appreso e di farle manifestare nella vostra vita. Vivete liberi. Imparate le lezioni della vita. Entrate in contatto con quante più persone possibile. Fate esperienza dei momenti più alti ed esaltanti dell'amore, affrontate le discese e le cadute. Lasciatevi liberi di vagare in un mondo colmo d'amore. Un giorno, nel passato, siete stati messi su questa terra. Un giorno, nel futuro, morirete. Mentre siete qui, fate in modo che conti. Vivete. Vivete davvero. Fuggite dalle catene del dolore e della paura. Dite addio ai vostri carcerieri e regalatevi una vita meravigliosa, piena di felicità vera, di autentica libertà e di vero amore. Sono là fuori, vi aspettano, e non importa come sembrino andare le cose di tanto in tanto. Sono là fuori e sono destinate a voi. In quanto esseri umani, siete capaci di gesta straordinarie. Il vostro cervello è il più grande dei miracoli e può fare meraviglie, quando lo usate bene. Ricordatevelo sempre. "Le cose che avete imparato qui non sono che l'inizio. Il vero laboratorio comincia quando ve ne andate." Richard Bandler Al tempo in cui mi trovai su quel palco in India, era il 5 luglio del 2003, avevo già registrato alcune delle mie conversazioni con Richard. Avevo assorbito un enorme numero di idee, ma, nel fare quel giro del mondo, cominciai a capire di che cosa stesse veramente parlando Richard. Tutta questa cosa del cambiamento, della felicità, dell'avere buone relazioni e del diventare spiritualmente più illuminati... era tutto
molto più semplice di quanto avessi effettivamente creduto. Cercai di trasferire quante più conoscenze possibile alla folla che era convenuta per il mio corso, per garantire a ciascuno di loro, a quel signore che aveva fatto più di 1500 chilometri per vedere me come agli altri, che avrebbero portato a casa delle idee capaci di trasformare la loro vita. Parlai loro dal profondo del cuore. Dopo il corso erano centinaia, le persone che vennero da me per ringraziarmi. Mi ringraziarono profusamente per tutti i seminari che stavo tenendo gratuitamente in India e per tutto il bene che avrei fatto. Sorrisi e facemmo delle foto assieme. Elargii a loro e ai loro figli le benedizioni che mi chiedevano. Mi voltai a guardare il gruppo di amici che si prendeva cura di me: Jan, Van, Dan, Sajani e tutte le altre persone che mi avevano accolto a braccia aperte. Sorrisi. Ripensai a casa e mi resi conto di quanto fosse speciale la vita e di quanto potesse essere meraviglioso l'universo. Mi chiesi come mai ci avessi messo così tanto a rendermene conto. Vedete, quello fu uno dei punti più alti della mia vita, ma mi resi conto che i momenti salienti sono davvero tanti. Sono passato dall'ammirare Richard sul palco, un'esperienza che mi fu di grande ispirazione, a tenere seminari assieme a lui e Brian soltanto pochi anni dopo. Sono passato dal vedere che le cose non saranno mai com'erano, ma cambieranno sempre e, finché sono pronto, posso influenzarle positivamente. Ho rivoluzionato la mia vita, ho risolto alcune questioni difficili e altre ce ne saranno, in futuro, ma superandole imparerò delle lezioni, superandole crescerò. Amerò e perderò. Deciderò e farò le mie scelte. Forse la vita mi porterà la ricchezza materiale e forse no. Forse la vita porterà il mio amore da me, dovunque lei sia. Forse la vita mi metterà in condizione di creare un legame con milioni di persone. E forse no. Non so quanto tempo mi rimanga da vivere su questo pianeta, ma, indipendentemente da quanto a lungo ci resterò, quello che so è che farò in modo che quel tempo abbia valore. So con certezza che vivrò bene. Richard mi ha aiutato a comprendere che la vita, in realtà, è fatta di istanti e di istanti tra gli istanti. Questo è ciò che scandisce il ritmo a cui la vita respira. Si tratta di essere certi che si accoglierà ciascun istante come se fosse sacro e speciale. Si tratta di sprecarne soltanto alcuni, di quei preziosi istanti, a star male e a litigare, e di investirne moltissimi altri per provare gioia e amore, libertà e beatitudine. Sono passato dall'essere depresso all'amare la vita, dall'aver paura ad amare l'avventura e a vivere la vita al cento per cento, dall'essere insicuro di me stesso al ritrovare e al diventare la persona che desidero essere ogni giorno un po' di più. Tutto ciò lo potete fare anche voi. È possibile. Io ne sono la dimostrazione. E come disse una volta un mio amico: "Non puoi discutere con l'esperienza". Per tutto ciò che ho fatto, per tutti i posti dove sono stato, per tutti i risultati che ho raggiunto, devo moltissimo al mio amico e mentore dottor Richard Bandler. Il suo genio mi ha permesso di avere la saggezza necessaria a fare la differenza. Ne ho sempre avuto il cuore. Lui mi ha dato una missione perché potessi farne uso. Non c'è persona migliore per condurci verso un paradiso sulla terra. Questo mondo migliore sarà possibile quando avremo imparato le lezioni che le sue parole insegnano, quando avremo dato il permesso alle sue idee di far manifestare libertà e amore nelle nostre vite. Sono molto fiero di aver avuto l'occasione di aiutarlo a condividere il suo dono con il mondo.
Ricordo l'ultima conversazione che ebbi con Richard per scrivere questo libro: parlavamo di cambiare il mondo. Aveva insegnato tutto il giorno ed era visibilmente stanco. Ciononostante, quando si trattò di condividere con me ciò che aveva in testa, parlò ad un ritmo rapido e incessante. Saltava di storia in storia, col suo modo unico di esprimere come avremmo potuto cambiare il mondo, e lì apprezzai davvero, e non era la prima volta, il fatto di essere a soli due passi di distanza da un essere umano straordinario. E mi tornò in mente che quel momento di rivelazione che ebbi in barca, alle Figi, aveva cambiato il modo in cui vedevo la vita. Ricordo che alla fine raggiungemmo l'imbarcazione più grande e io riuscii a salire a bordo, solo per passare l'ora successiva ad avere attacchi di nausea. Il cuore continuò a battermi all'impazzata ancora per alcune ore, mentre proseguivo il viaggio che mi avrebbe riportato in Irlanda. Ancora non lo sapevo, allora, ma a casa mi aspettavano delle brutte notizie e lo strazio conseguente al fallimento della mia relazione. Nondimeno, la mia vita continuò a cambiare, come fa sempre, e io continuai a imparare, come faccio sempre. La vita è imprevedibile e, ancora una volta, riuscii a dare una svolta alla mia, di vita. Accada quel che accada, lo potete sempre fare. Quando sapete questa cosa, non c'è dolore, non c'è strazio, non c'è sofferenza che vi possa spezzare. Potete affrontare e superare ogni cosa. Una volta, tanto tempo fa, tutto mi risultava penoso, ma trovai la forza di fare una promessa a me stesso. Quella promessa era vivere, vivere davvero, e scoprire quanto potesse essere meravigliosa la vita. Lo sto ancora scoprendo, ma non avevo idea che potesse essere così bella. Grazie alle filosofie, al tipo di approccio, alle idee e ai suggerimenti raccolti in questo libro, ho scoperto che la vita può essere stupenda. Non mi sono mai sentito così libero. Il vero segreto, quello che traspare attraverso tutte le esperienze e le conversazioni che ho fatto con Richard, è che tutte le sensazioni negative derivano da una chimica negativa, e quando riuscite a rendervene conto, allora, anziché incolpare il mondo e sentirvi male per le circostanze in cui vi trovate, potete ricordare che tutto è dovuto soltanto alla chimica del vostro cervello, e quella la potete cambiare cambiando il modo in cui pensate. Quando guardai fuori dalla finestra del mio appartamento, mentre la tempesta rendeva il mondo ancor più bello, mi resi conto di quanta bellezza ci fosse anche nelle condizioni atmosferiche più avverse. Capii che non potevo farci nulla, se non viverla e lasciare che fosse, semplicemente. Nel sentire il vento carico d'umidità sul mio volto, scelsi semplicemente di godermelo: il miracolo di essere vivo, e sorrisi allegramente a me stesso. Questo potrebbe essere il libro che darà una svolta alla vostra vita. Glielo lascerete fare? Vi mostra come essere più felici. Vi spiega come essere più astuti. Vi insegna un modo per essere più liberi. Vi insegna come fare a dare e ricevere più amore. È un libro che dice la verità sulle vere menzogne che, ora possiamo rendercene conto, non hanno più importanza. Contiene soltanto parole, ma le parole possono contenere magia. Le parole sono idee. Le idee creano le realtà. Scegliete di creare la vostra realtà. Quella scelta è vostra. Che cosa avete intenzione di farvene di quella scelta? Molte delle persone che conosco si adattano. Si adattano a continuare delle relazioni, si adattano a fare lavori che le rendono infelici. Si adattano a stili di vita poco sani.
Si adattano alla tristezza, alla sofferenza, al dolore e alla paura. E voi vi adatterete? O agirete, invece? Agirete scegliendo di vivere questo giorno come se fosse il giorno più importante della vostra vita? Questa settimana come se fosse la settimana più importante? Quest'anno come se fosse l'anno più importante? AGITE. Il tempo che ci è dato da trascorrere qui è breve. Fate in modo che conti davvero. Scegliete di sorridere. Scegliete di ridere. Scegliete di relazionarvi. Scegliete di accettare. Scegliete di essere felici. Scegliete di non arrendervi mai. Scegliete di porvi degli obiettivi. Scegliete di credere in voi stessi. Scegliete di credere in ciò che è utile. Scegliete di concentrarvi sulle cose belle e sui buoni pensieri. Scegliete di affrontare i tempi duri e le persone difficili con grazia. Scegliete di entrare in connessione con l'universo. Scegliete di fare gli esercizi contenuti in questo libro. Scegliete di vivere liberi. Scegliete di amare. Vi auguro di fare quelle scelte ora e di scoprire una vita meravigliosa e un futuro stupefacente, colmo di amore e felicità. Mentre ringraziavo Richard, gli chiesi quali fossero le sue speranze per il futuro.
RICHARD: Come vorrei che fosse il futuro? Vorrei la pace in terra, vorrei che tutti gli uomini fossero di buona volontà, vorrei che il karma si compisse un po' più rapidamente e vorrei che la televisione tornasse ad essere gratis! Sorrisi, premetti il tasto stop sul registratore ed estrassi la cassetta per l'ultima volta. Avevo ricevuto insegnamenti sulla libertà individuale da uno dei più grandi geni della nostra epoca. Erano stati degli anni davvero emozionanti. Allo stesso tempo, non potevo fare a meno di sentire che le mie avventure nella libertà individuale erano soltanto all'inizio. La fine di questo libro... ...L'inizio della vostra libertà?
GLOSSARIO Ancoraggio Il processo di associare una risposta interna con un innesco esterno, così da rendere riaccessibile la risposta. Auditivo Relativo al senso dell'udito. Calibrazione Il processo attraverso il quale si imparano a leggere le risposte inconsce e non verbali di un'altra persona mediante l'osservazione del suo comportamento e della relazione esistente tra quest'ultimo e le risposte interne della persona. Cinestesico Relativo alle sensazioni del corpo. Comportamento Le azioni specifiche che compiamo. Congruenza Quando le convinzioni, lo stato e il comportamento sono completamente volti a garantire il raggiungimento dell'obiettivo desiderato. Criteri I valori a cui una persona fa riferimento per prendere le decisioni. Design Human Engineering Una tecnologia e uno strumento evolutivo creato da Richard Bandler tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta allo scopo di utilizzare una parte più consistente del nostro cervello per fare più di quanto fosse precedentemente possibile. Gustativo Relativo al senso del gusto. Installazione inconscia Il processo d'installazione di abilità, idee e suggerimenti in una persona basato sulla comunicazione con la sua mente inconscia.
Ipnosi Un'applicazione della PNL, oltre che una disciplina indipendente. L'ipnosi è il processo attraverso il quale, deliberatamente e per mezzo di induzioni, si guida un'altra persona in uno stato da cui possa avere accesso più diretto alla propria mente inconscia, che è il luogo in cui si possono fare dei cambiamenti profondi. Mente conscia La parte della mente che è al lavoro quando si è completamente all'erta e consapevoli. È la facoltà critica e la fonte di ragionamento e di logica. Sembra essere incessantemente in funzione durante il giorno, quando si è svegli, e la sua attenzione va sempre a dei pensieri particolari. È controllata principalmente dai processi automatici della mente inconscia. Mente inconscia La parte della mente che è continuamente in funzione. È ciò che fa sognare e che regola le funzioni corporee, come ad esempio il battito cardiaco, la respirazione e gli schemi comportamentali che costituiscono un'abitudine. Contiene tutti i ricordi, la saggezza e le percezioni di una persona. Ha il controllo dei programmi automatici di pensiero e comportamento ed è, per questa ragione, il posto migliore per rendere permanenti i cambiamenti. Meta Modello Un modello sviluppato da Richard Bandler e John Grinder che suggerisce le domande utili, a chi le utilizza, a rendere le informazioni più specifiche e più chiare, e ad ampliare e arricchire il modello del mondo di una persona. Metafora Storie e analogie. Meta-programma Un processo appreso, utilizzato per selezionare e organizzare le informazioni e le strategie interne. Milton Model Un modello sviluppato da Richard Bandler e John Grinder sulla base degli schemi delle tecniche ipnotiche di Milton H. Erickson, l'ipnoterapeuta clinico, e altri maestri della persuasione. Neuro Hypnotic Repatterning Una tecnologia che sfrutta i processi ipnotici per ristrutturare le persone a livello dei loro percorsi neuro-corticali.
Obiettivi ben formati Obiettivi definiti secondo dei criteri tali da renderli "ben formulati". Questi criteri prevedono che l'obiettivo sia formulato in positivo, specifico, basato sui sensi, ecologico e tale che la persona lo possa portare avanti da sé. Programmazione Neuro-Linguistica Un atteggiamento, una metodologia e una tecnologia che insegna alle persone come migliorare la qualità della loro vita. È uno strumento educativo che insegna loro come comunicare più efficacemente con se stesse e con gli altri, progettato per aiutarle a conquistare la propria libertà individuale nel modo in cui pensano, si sentono e si comportano. Rapport L'esistenza della fiducia e dell'armonia in un rapporto. Sistemi rappresentazionali I cinque sistemi che utilizziamo per raccogliere informazioni dall'ambiente esterno. Attraverso questi sistemi (i nostri cinque sensi) creiamo una rappresentazione delle informazioni così raccolte. Stato Le condizioni mentali, emozionali e fisiche complessive che caratterizzano una persona nello specifico istante in questione. Strategia Una sequenza di passaggi eseguiti mentalmente e a livello di comportamenti allo scopo di raggiungere un obiettivo. Submodalità Le qualità sensoriali delle rappresentazioni che creiamo attraverso i nostri sistemi rappresentazionali. Trance Uno stato comunemente associato all'ipnosi. È inoltre uno stato mentale caratterizzato dalla focalizzazione dei pensieri. Noi facciamo esperienza di molti tipi diversi di trance, a seconda di dove vada l'attenzione della nostra mente in uno specifico istante (guardare la televisione, guidare, mangiare etc.). Visivo Relativo al senso della vista.
STRUMENTI Libri Bandler, R. e Grinder, J., The Structure of Magic, Volumes I & II, Science and Behavior Books, Palo Alto, CA, 1975. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e Grinder, J., La struttura della magia, Astrolabio, 1981. Bandler, R. e Grinder, J., Patterns of the Hypnotic Techniques of Milton H. Erickson, M.D., Vol. I, Meta Publications, Cupertino, CA, 1975. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e Grinder, J., I modelli della tecnica ipnotica di Milton H. Erickson, Astrolabio, 1984. Bandler, R., Delozier, J. e Grinder, J., Patterns of the Hypnotic Techniques of Milton H. Erickson, M.D., Vol. II, Meta Publications, Cupertino, CA, 1977. Bandler, R. e Grinder, J., Trance-formations, Real People Press, Moab, UT, 1981. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e Grinder, J., Ipnosi e trasformazione, Astrolabio, 1983. Bandler, R. e Grinder, J., Frogs Into Princes, Real People Press, Moab, UT, 1979. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e Grinder, J., La metamorfosi terapeutica, Astrolabio, 1980. Bandler, R. e La Valle, J., Persuasion Engineering, Meta Publications, Cupertino, CA, 1996. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e LaValle, J., Persuasion Engineering, Nlp Italy (Alessio Roberti Editore), 2004. Bandler, R. e McDonald, W., An Insiders' Guide to Submodalities, Meta Publications, Cupertino, CA, 1988. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R. e McDonald, W., Guida per l'esperto alle submodalità, Astrolabio, 1991. Bandler, R., Magic in Action, Meta Publications, Cupertino, CA, 1985. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R., Magia in azione, Astrolabio, 1993.
Bandler, R., The Adventures of Anybody, Meta Publications, Cupertino, CA, 1993. Bandler, R., Time for a Change, Meta Publications, Cupertino, CA, 1993. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R., Il tempo per cambiare, Nlp Italy (Alessio Roberti Editore), 2003. Bandler, R., Using Your Brain for a Change, Real People Press, Moab, UT, 1985. EDIZIONE ITALIANA: Bandler, R., Usare il cervello per cambiare, Astrolabio, 1986. Farrelly, F. e Brandsma, J., Provocative Therapy, Meta Publications, Cupertino, CA, 1974. EDIZIONE ITALIANA: Farrelly, F. e Brandsma, J., La terapia provocativa, Astrolabio, 1986. Guerrero, G., Deep Transformation (Transformation Profunda), Khaos, 2002. Guerrero, G., Design Your Destiny (Disenando tu Destino), Khaos, 2004. McKenna, P., Change your Life in Seven Days, Bantam, 2005 EDIZIONE ITALIANA: McKenna, P., Cambia vita in sette giorni, TEA, 2006. Wilson, R. A., Prometheus Rising, New Falcon Press, 1983. Wilson, R. A., Quantum Psychology, New Falcon Press, 1990. Di prossima pubblicazione Fitzpatrick, O., The Charisma Code (previsto nel 2006). EDIZIONE ITALIANA: Fitzpatrick, O., PNL per il Carisma, Nlp Italy (Alessio Roberti Editore), 2006. Fitzpatrick, O., The Kingdom of Happiness (previsto nel 2006).
CD e DVD Bandler, R., Persuasion Engineering, (DVD). Bandler, R., The Art and Science of Nested Loops, (DVD). Bandler, R., DHE 2000, (CD). Bandler, R., Personal Enhancement Series, (CD).
LaValle, J., NLP Practitioner Set, (CD). Questi, come molti altri CD e DVD contenenti sia induzioni ipnotiche che seminari di Richard, sono disponibili presso l'NLP store. Richard viene considerato da molti il miglior ipnotista del mondo, quindi i suoi DVD e CD hanno un valore inestimabile. È possibile ordinarli su www.nlpstore.com. Adventures in Neuro Hypnotic Repatterning (serie in DVD e in videocassetta). Thirty Years of NLP: How to Live a Happy Life (serie in DVD). E altri prodotti di Richard Bandler. Disponibili presso Matrix Essential Training Alliance www.meta-nlp.co.uk; email:
[email protected] tel.+44(0) 1749 871126; fax +44(0)1749 870714 Fitzpatrick, O., Love in Your Life (CD contenente induzioni). Colbert, B., The Rest of Your Life (CD contenente induzioni). Colbert, B., Trancetripping (e altri CD contenenti www.shootfromthehyp .com).
Siti Web http://www.richardbandler.com http://www.nlp.ie http://www.owenfitzpatrick.com http://www.freedomiseverything.com http://www.mysteriouspublications.com http://www.NLPInstitutes .com http://www.NLPTrainers.com http://www.NLPLinks.com http://www.purenlp.com http://www.paulmckenna.com http://www.neuroing.com http://www.meta-nlp.co.uk http://www.rawilson.com http://www.lifevision.se
induzioni,
RECOMMENDED TRAINING Dr Richard Bandler Whether you learn NLP, DHE, NHR, hypnosis, shamanic states or another exciting seminar with Richard, you will experience a true genius at work. Hilarious, fascinating and one of the most creative people around, Richard performs his teaching like an art form at its best. You might have heard about him and read about him, but it is only in training with him that you get a really good example of a master at work. If you are like most people who have seen him, it will transform your life. Anyone interested in learning how to have more personal freedom and interested in learning NLP from the creative genius Dr Richard Bandler, check out www.richardbandler.com for information on training in England, Scotland, America, Mexico and Europe. Irish institute of NLP Owen Fitzpatrick and Brian Colbert co-founded the Irish Institute of NLP in 2001. Brian Colbert is one of the top Licensed Master Trainers of NLP there is. His Shoot from the Hyp hypnosis CDs are some of the biggest sellers in the hypnotherapy and self-improvement market and for good reason. Owen and Brian are known for their remarkable ability to work seamlessly and hilariously together. Their unique training style reveals their great friendship and complementary skills and they are know for their infamous and masterful, DOUBLE INDUCTION. Since they founded the institute they have taught NLP training in Ireland and Scotland. They provide regular NLP Evenings, Life- Enhancement Weekends, Art of Charisma Workshops, NLP Practitioners, NLP Business Practitioners, NLP Master Practitioners and NLP Coaching Programmes. They also host events and co-train with guests, such as Richard Bandler and John La Valle. They also do corporate consulting and present in-house training to the corporate sector in the areas of communication, sales, motivation, stress management, creativity and business applications of NLP. To learn NLP in Ireland or Scotland or to make your life and business better visit the website today. Irish Institute of NLP 84 Sundrive Road Kimmage Dublin 12 Ireland tel: +353 (1) 490 2923 website: www.nlp.ie email:
[email protected]
The Society of Neuro-Linguistic Programming™ Richard Bandler Licensing Agreement The Society of Neuro-Linguistic Programming™ is set up for the purpose of exerting quality control over those training programs, services and materials claiming to represent the model of Neuro- Linguistic Programming™ (NLP™). The seal below indicates Society Certification and is usually advertised by Society approved trainers. When you purchase NLP™ products and seminars, ask to see this seal. This is your guarantee of quality. It is common experience for many people when they are introduced to NLP™ and first begin to learn the technology, to be cautious and concerned with the possible uses and misuses. As a protection for you and for those around you, the Society of NLP™ now requires participants to sign a licensing agreement which guarantees that those certified in this technology will use it with the highest integrity. It is also a way to insure that all the trainings you attend are of the highest quality and that your trainers are updated and current with the constant evolution of the field of Neuro- Linguistic Programming™ and Design Human Engineering, etc. For a list of recommendations, go to: http://www.NLPInstitutes .com http://www.NLPTrainers.com http://www.NLPLinks.com The Society of NLP NLP Seminars Group International PO Box 424 Hopatcong, NJ 07843 USA Tel: +1 (973) 770 3600 Website: www.purenlp.com Copyright 1994 The Society of NLP™ and Richard Bandler.
RISORSE PROGRAMMAZIONE NEURO-LINGUISTICA
(PNL)
La vita ha questo di strano: che se non vuoi accettare altro che il meglio, molto spesso riesci a procurartelo. W. Somerset Maugham
Che cos'è che differenzia le persone che ottengono risultati, vivendo con immensa gioia e raggiungendo incredibili livelli di successo, da quelle che sono intrappolate nell'insoddisfazione, con l'impressione che i loro sforzi diano pochi frutti? Come fanno alcune persone a capire gli altri e a farsi capire con sorprendente efficacia? Qual è la differenza che fa la differenza? Dalla fine degli anni Settanta, la Programmazione Neuro-Linguistica cerca le risposte a queste domande. La metodologia utilizzata viene chiamata "modeling" ("modellamento") e consiste nell'analizzare come pensano e agiscono le persone che ottengono risultati eccellenti (le loro strategie, convinzioni etc.). Questo processo ha permesso di individuare molti dei loro "fattori di successo" e di condividere con altri le loro modalità di pensiero e di azione, facendo così diventare le strategie più efficaci patrimonio di un numero di persone sempre maggiore. NLP ITALY • Istituto di formazione, consulenza, coaching e ricerca in PNL È la prima équipe internazionale di specialisti nella formazione e consulenza in Programmazione Neuro-Linguistica, fondata su impulso di Richard Bandler, cocreatore della PNL, per portare qualità, efficienza e passione nella formazione in PNL in Italia. Tutti i Trainer che operano con Nlp Italy™ si sono formati direttamente con Richard Bandler, John Grinder, Robert Dilts e Anthony Robbins, e sono stati nominati Trainer da Richard Bandler in persona. RISORSE • Newsletter gratuita di PNL Puoi ricevere gratuitamente la prima newsletter mensile gratuita di PNL in Italia. Visita il sito www.pnl.info e segui le istruzioni per iscriverti. In questo sito internet puoi inoltre trovare numerose informazioni e articoli sulla PNL in Italia e nel mondo.
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Finito di stampare nel mese di settembre 2010 da Lineagrafica, Città di Castello (PG)