12 porte libro

February 27, 2017 | Author: Psichotria Viridis | Category: N/A
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IL LIBRO DELLE DODICI PORTE di George Ripley Prima porta: Calcinazione Seconda porta: Dissoluzione Terza porta: Separazione Quarta porta: Congiunzione Quinta porta: Putrefazione Sesta porta: Coagulazione Settima porta: Cibazione Ottava porta: Sublimazione Nona porta: Fermentazione Decima porta: Esaltazione Undicesima porta: Moltiplicazione Dodicesima porta: Proiezione PRIMA PORTA Della Calcinazione La Calcinazione è la purgazione della nostra Pietra, che così si purifica con il suo stesso caldo naturale, in modo da non perdere niente del suo umore radicale. In primo luogo porterai la nostra Pietra alla solidità naturale. Vi avverto di seguire i Filosofi, e di non lavorare affatto come fanno abitualmente i Sofisti... L’operazione chiamata calcinazione, ha per oggetto la separazione di una sostanza minerale da una sostanza alata qualsiasi, con il solo effetto del caldo e senza il concorso dell’aria. La Calcinazione è la purgazione della nostra Pietra, che così si purifica con il suo stesso caldo naturale, in modo da non perdere niente del suo umore radicale. In primo luogo porterai la nostra Pietra alla solidità naturale. Vi avverto di seguire i Filosofi, e di non lavorare affatto come fanno abitualmente i Sofisti, con zolfo e sale preparati in diversi modi. Carbonizzare significa tramutare in calce, vale a dire una sostanza metallica che si ossida al contatto con l’aria. L’operazione chiamata ora, siamo nel 1820, calcinazione, ha per oggetto la separazione di una sostanza minerale da una sostanza alata qualsiasi, con il solo effetto del caldo e senza il concorso dell’aria. La calcinazione che considerò Ripley è certamente ambigua. Figlia, dice Batsdorff, di quello che: “Da questa unione del maschio e della femmina, della stessa natura e della stessa specie (perché per la generazione di ogni cosa è necessario accertarsi del suo simile), segue l’ingrossation, o sublimazione degli elementi leggeri; in modo che questa terra nera, per le continue circolazioni che avvengono nell’uovo, ricada sempre sul corpo morto, chiamato dai Saggi: il corpo, la terra, il fisso ed il fermento;mentre la parte che si eleva, che è la parte spirituale e più sottile, l’hanno chiamata la parta alata che ricadendo fa da sola l’imbibitions (umidificazioni) e le calcinazioni necessarie e più continua ad alzarsi e più si sottilizza e carbonizza questo corpo. Questa calcinazione è la purgazione della Pietra, il vero segno della calcinazione perfetta, è il congelamento del mercurio. Il congelamento è un fissaggio degli spiriti. La Terra da nera ed immonda che era, diventa pulita, purgata, purificata ed insaponata, diventando bianca; ecco perchè i maestri dell’arte gli hanno dato i nomi di clistere, purgazioni, purificazioni, insaponamento ed abluzioni. In principio

sembrava acqua, perché il mercurio è acqua; ma quando questa acqua è spessa e si vede il nero, vuol dire che appare la terra nera.” Come avrete visto questa calcinazione è molto singolare. Non si tratta di carbonizzare delle materie all’inizio dell’opera, ma di realizzare la calcinazione per la quale lo Zolfo così réincrude, fa rinascere la fenice dalle sue ceneri. Il biancore simboleggia questa fase della 3° opera che è intermedia tra il regime di Saturno ed il regime della Luna. Perché nasce per corrodere, per fare fuoco, per fare aceto o acque ardenti, se nasce con il vapore del piombo tu non farai mai niente. Così chiunque studia come carbonizzarla, deve ritirarsi coraggiosamente da questa Scienza, finché non comprenderà meglio la nostra Calcinazione. Pernety nell’articolo sulla calcinazione del Dizionario mytho-ermetico ha scritto: «Purificazione e nebulizzazione dei corpi per mezzo del fuoco esterno che non separa le parti dividendole o facendo evaporare l’umido che le unisce facendone un corpo solido. I Filosofi Spagirici a volte si servono indifferentemente del termine di calcinazione, corruzione, e putrefazione, per significare la stessa cosa. Tuttavia essi intendono più spesso la calcinazione, l’operazione che segue è quella della rubificazione della pietra. Questo è ancora un’altra calcinazione propriamente detta, come viene comunemente intesa nella preparazione della materia. È una purificazione o mondificazione di questa stessa materia che alcuni chiamano rettifica, altri abluzione, altri separazione. La calcinazione filosofica si fa col fuoco umido, o acqua pontica dei Saggi che riduce i corpi ai loro primi principi, senza distruggere le loro virtù seminali e germinative; invece la calcinazione fatta col fuoco volgare, distrugge i semi dei corpi, questo gli ha fatto dare il nome di Tiranno della Natura. È una delle due calcinazioni volgari; una avviene a fuoco aperto, come quella della cenere; e l’altra si fa nei vasi chiusi. Nella Prima, le parti solforose alate volano via in parte, privando il sale di una forza e di una virtù, che conserva nella seconda specie di calcinazione. Tutti i Sali quando si cristallizzano ed attirano le ceneri, conservano la loro proprietà. Così questa seconda calcinazione, che non è come l’altra, si può accertare solamente con l’evaporazione dell’umidità spinta dal secco. Questi sono diversi tipi di calcinazioni, una chiamata secca, l’altra umida, una è corrosiva, l’altra non lo è. Le calcinazioni umide sono vaporose o ad immersione. Le vaporose si fanno esponendo dei corpi metallici o altri corpi al fumo o alle esalazioni di qualche materia. Ad immersione si fanno immergendo il corpo che si vuole carbonizzare nei liquori corrosivi, come acquaforte o spiritus ardens. Le calcinazioni secche sono quelle che in realtà si chiamano Cémentations. Si chiama spesso calcinazione secca, quella che si fa col fuoco come quella che si fa con la calce per costruire, dalla soda, dai sali che impallidiscono nei crogioli, dalle ceneri che vengono dal bosco bruciato o da altre materie. In queste calcinazioni secche, si distinguono ancora quelle che si fanno a fuoco aperto, a fuoco chiuso e a fuoco di lampione. Vedere Fuoco Riverbero. Talvolta carbonizzare la materia, vuol dire imbiancarla e purgarla dalle sue impurità con l’Arte, il fuoco filosofico è con l’azoth. Il segno della calcinazione rifinita è il biancore.» Questa ultima definizione a noi sembra più appropriata: la materia deve essere carbonizzata, vale a dire imbiancata, con il fuoco e l’Azoth. Notate bene che Ripley è alquanto misterioso, perché, in un modo o nell’altro, i corrosivi sono richiesti nell’opera; il vino e l’aceto sono in particolare indispensabili nella via umida; non parliamo dell’acqua molto secca che sostiene il ruolo di oggetto nella via secca e di soggetto nella via umida. Perché con tali frivole falsificazioni, i corpi vengono distrutti, diminuendo così l’umidità della nostra Pietra. Bisogna sapere, che quando i corpi vengono bruciati, riducendosi in polvere come la cenere, o come delle ossa bruciate, la calce non ci serve più, ma

moltiplichiamo l’umido radicale nella nostra Calcinazione, senza diminuire niente. Con questo mezzo la nostra Pietra si carbonizza. Subito dopo Ripley ci parla, delle “ossa bruciate”, ricordandoci la favola di Deucalion e Pirrha. Per la nostra calcinazione è fondamentale ricordarci che dobbiamo lavorare solamente di specie con specie, perché solo così facciamo un lavoro omogeneo. Chi non conosce questa massima non conosce questa Scienza, non potrà dunque comprendere le nostre parole. Facciamo una calce untuosa, bianca e rossa, prima di congiungere specie con specie, perché ogni specie risponde al suo seme. L’uomo genera l’uomo e la bestia un’altra bestia. Stai attento ad una cosa, se vuoi ottenere il nostro Segreto che è quello della coagulazione di ogni tipo di Spirito con la calce del suo genere. Se farai tua questa lezione, avrai grande profitto nella nostra Scienza. È molto raro che un’alchimista si esprima con altrettanta chiarezza. Ripley riassume qui con grande maestria l’oggetto della 3° opera, che è certamente quello di unire due orme, una bianca e l’altra rossa. Il seguito del testo ricorda ciò che dice il Cosmopolita a proposito della necessità di unire delle nature simili. Adesso occorre che la nostra Massa sia perfettamente fusibile, dopo essere stata estratta dalla nostra Calce untuosa, non servirebbe a niente differenziarla. Ma questo arriva solamente dopo lungo tempo, come i Profeti stessi ci hanno tramandato. Infatti impieghiamo un anno, poiché in minor tempo la nostra Calce non può essere pronta per la fusione con un colore che non svanisca. In quanto alla perfezione, occorre essere molto attenti, poiché parecchi si sono sbagliati. Sii dunque accorto affinché la tua opera non vada in rovina, fai quindi in modo che i Corpi vengano finemente lavati prima di unirli, usando le stesse proporzioni, col Mercurio. Devi prendere una parte di Sole e due di Luna, finché tutto sia ridotto come se bollisse. Perché nello stesso tempo è questo carattere filante, fluido e fluente del Mercurio, di cui la cozione avvenuta per molto tempo và a determinare la Pietra. Occorre tutto un anno, ci dicono molti testi, questo è raccontato dalla parola greca che significa oggetto circolare dalla forma di anello tipo coppa. Di questa coppa ce ne parla Pernety: “Che Giunone presentò a Thétis, il vascello di Giasone, la palude di Lerne, il cesto di Erichthonius; il cofanetto nel quale fu chiuso Tennis Triodite con sua sorella Hémithée; la camera di Léda; le uova da dove Castore, Polluce, Clytemnestre ed Elena nacquero; la città di Troia; la caverna dei mostri; i vasi da cui Vulcano fece nascere Giove. Il cofanetto che diede ad Achille, nel quale mise le ossa di Patroclo e quelle del suo amico. La coppa con cui Ercole passò il mare per andare a togliere i buoi di Gérion. La caverna del monte Hélicon che serviva da casa alle Muse ed al Febo Il letto dove Venere fu trovata con Marte; la pelle nel quale fu generato; il clepsydre o corno di Amanthée. Finalmente l’egiziano non sentiva altro per i loro pozzi, i loro sepolcri, le loro urne, i loro mausolei a forma di piramide”. Senza dubbio si intende che questo anno compiuto non designa altro che il vaso di natura. Questo anno indica la sostanza stessa del Mercurio filosofico. Allora del tuo Mercurio ne unirai quattro parti col Sole e due con la Luna. Comincerai così la tua opera, similmente alla trinità, vale a dire con tre parti di altrettanto spirito, e con l’unità della sostanza spirituale, metterai una parte in più di spirito della sostanza corporale. Secondo il parere di Raymond Lulle, è la vera proporzione, la quale mi è stata mostrata una volta dal mio maestro. Ma Roger Bacon prese tre parti di spirito ed una di Corpo, per poterlo vedere sono stato sveglio parecchie notti. Sia l’uno che l’altro sistema vanno bene usa quello che più desideri. Ripley parla qui del peso dell’arte.

Fulcanelli oppone il peso dell’arte al peso di natura, essendo quest’ultimo, per definizione, sconosciuto all’artista. Philalèthe si è espresso così sull’argomento: “Per dissipare la difficoltà, segui attentamente quanto ti dico: prendi quattro parti del nostro Drago igneo che nasconde nel suo ventre l’acciaio magico e nove parti della nostra Calamita”. Come possiamo ben vedere le proporzioni sono molto diverse da un autore all’altro. Tuttavia, per quanto riporta la letteratura, è possibile dire che la quantità di Zolfo rosso deve essere più debole di quella di Zolfo bianco: il “coito ermetico” ha questo in comune con l’accoppiamento di certi animali perché la femmina è molto più voluminosa del maschio, per esempio lui non sfuggirà ai ragni. Nei suoi Misteri, Fulcanelli insiste molto con lo studente sul fatto che deve essere costruito come una tela di ragno. La quantità di Mercurio non deve superare, in generale, quella delle altre due materie. Se la tua Acqua è proporzionalmente simile a quella della terra, con un caldo moderato, ne estrarrà un nuovo germe, più bianco che rosso, di pura Tintura che resisterà al fuoco, finché il vivo ravvivi il morto. Fai dalla Trinità l’Unità, senza discussione né divisione. Questo germe tinto è la Pietra in gestazione. Ripley insiste sulla durata del Coction che deve essere lungo. Questa è certamente una buona proporzione, perché ci sarà una parte spirituale, così sarà più facile fare la dissoluzione; piuttosto che una così grande abbondanza di acqua annegherai la Terra che è ciò che rovina tutta l’opera. Di conseguenza stai attento al Luto dei vasai, per non farne mai il ventre troppo liquido. Fulcanelli ha insistito sul lavoro dei vasai e sul fatto che bisogna ricalcare il lavoro di questi artigiani. E. Canseliet ha rievocato l’illustrazione di Piccolpassi. La proporzione di Mercurio deve essere calcolata in modo che la congiunzione, inizialmente metallica, possa operarsi, altrimenti si avrebbe solamente una pietra dove i resti mercuriali sarebbero abbondanti. Generalmente, le Pietre sono povere di silicio, ricche di Zolfo bianco e ricche anche di Zolfi metallici. Guarda come si luta: questa è la pasta dalla quale fanno i loro vasi, che sono temperati, ed il modo di come si servono per carbonizzarlo. Ricorda sempre che la Terra non deve soffocare mai dall’acqua. Asciuga la tua umidità con un caldo molto temperato aiuta la tua fusione con l’umidità della Luna ed il tuo Congelamento col Sole, ed avrai fatto. Dom Pernety, nel suo Dizionario mytho-ermetico scrive: “I Filosofi Ermetici hanno sempre parlato di questa materia e delle operazioni dell’arte in termini allegorici ed enigmatici. Lo Zolfo ed il Sale come i due principi che costituiscono questa materia, sono stati chiamati, il primo, Re, Maschio, Leone, Rospo, Fuoco di natura, Grasso del Sole, Il corpo del Sole, Luto dei filosofi o Sapere, Il Sigillo di Ermes, Il Letame e la Terra dei Filosofi, Olio incombustibile, Mercurio rosso ed un’infinità di altri nomi stessi delle differenti lingue che tutto significano tuttavia o qualche materia fissa, coagulando glutinosa; perché attribuiscono allo Zolfo, la forma, il caldo innato, lo Sperma, l’anima, l’odore, il colore, il gusto, la fissità, e tutto ciò che è capace di causare la coesione delle parti dei corpi”. Gli alchimisti hanno velato tante volte questa operazione complessa della “siccità e dell’umidità” sotto il nome di salamandra. Fulcanelli ha dedicato uno dei capitoli delle sue Case Filosofali a questo favoloso animale: la Salamandra di Lisieux. Cyliani così ce ne parla: “Nelle imbibizioni, che seguono con olio aureo, la materia diventa sempre più rossa, poi purpurea, ed infine rosso bruno, questo forma la salamandra dei saggi che non può più essere attaccata”. Abbiamo notato che è sempre dello Zolfo rosso o piuttosto della materia che costituisce la Pietra che si tratta. In questa fase della terza opera di cui ha parlato Cyrano di Bergerac, nel combattimento che oppone la salamandra alla remora, la quale rappresenta con

questa allegoria la coagulazione progressiva dell’acqua mercuriale. Esprit Gobineau de Montluisan, rievoca esattamente la stessa scena: “Nel pilastro che c’è nel mezzo, il quale divide le due porte di questo Portale, vediamo ancora la figura di un Vescovo che mette il suo Calcagno nella bocca di un drago che si trova sotto i suoi piedi, e che sembra uscire da un mare mosso, dove le onde ornano la testa di un Re, che porta una triplice Corona e sembra annegare nelle onde, per poi uscirne. Questo vescovo poi rappresenta il saggio Artista Chimico che ha fatto congelare con la sua arte la sostanza alata del drago mercuriale che vuole lanciarsi ed uscire dal vaso che lo contiene sotto forma di acqua ondeggiante, vale a dire, che è eccitato a questo movimento interno da un dolce caldo esterno. Questo Re incoronato è lo Zolfo di natura che avviene con l’unione fisica ed eccentrica delle tre sostanze omogenee ma separate dall’artista dalla prima materia Cattolica, le quali tre sostanze sono lo spirito etereo mercuriale, il sale solforoso, o nitroso, ed il sale alkali o fisso, che conserva il suo nome di sale tra i tre principi principianti ed i tre principi principiati. Questi tre principi erano contenuti nel caos umido nel quale Re è annegato, e sembra chiedere soccorso che non ottiene dall’artista alchimico, il quale dopo essersi sciolto nel solvente della sua stessa sostanza che gli è simile, dopodichè meriterà di essere soddisfatto del suo desiderio, questo vuol dire che dopo essere stato inghiottito, e fa acqua con la sua acqua egli si congela per il suo caldo interno, eccitato dal suo sale, o dalla sua stessa terra; con questa semplice operazione, naturale, e senza mescolanza, si fa il Magistèro dei Saggi che non è altro che la dissoluzione del corpo e la coagulazione dello spirito, dopo aver messo nell’uovo cristallino il peso adatto di una e dell’altra sostanza che sono Tre ed Una; perché tutto il lavoro dell’Opera consiste nel salire e successivamente scendere, che si chiama ascensione e discesa, finché di quattro qualità elementali e contrarie, omogeneizzate, si facciano tre principi costitutivi ed ordinatori; che dai tre si faccia apparire il fuoco e l’acqua, il secco e l’umido che questi due diventino benissimo un solo sale pietrificato che contiene tutto; il Cielo e la terra, depurazione e cottura degli eterogenei. “Spiegazione molto curiosa degli enigmi è illustrazione geroglifica” Questo passaggio meritava di essere citato interamente perché riassume mirabilmente la quasi totalità della terza opera. La pedata dell’évèque rappresenta il moderatore del fuoco, vale a dire il legame del mercurio che realizza il carattere permanente dell’acqua mercuriale, qualità chiesta per assicurare la coagulazione molto lenta del solvente. In quanto al drago, è simile alla figura a guardia dei pomi d’oro del Giardino delle Esperidi. Queste ascensioni e le seguenti discese rappresentano lo spirito universale che si muove nel cielo firmamentale, immagine dell’acqua mercuriale nell’epoca della putrefazione, sulla quale si è soffermato Filalete. Sabine Stuart ha descritto il procedimento che permette di ricevere questo Spirito universale: “Dopo avere riconosciuto la materia della pietra, pestatela bene in un mortaio per facilitarne la calcinazione. Potete, senza timore, calcinarla al fornello di riverbero o in un forno di vetraio, perché la materia della pietra è come la salamandra che non teme il fuoco. Poi lavandolo, traete il sale fisso dalla calce, poi lasciate bollire il bucato finché non si dimezza, riempite il vaso facendo lo stesso lavoro, poi fate bollire ancora fino alla riduzione per metà. Bisogna ripetere questa operazione di calcinazione e di lavaggio, suppongo, fino ad otto volte. Mettete ogni volta da parte i cristalli formati dal raffreddamento, che sono il sale sciolto solamente nell’acqua o vetriolo. Infine ri-calcinate le parti fisse che si depositano nel vaso. Discussione filosofica, cit. da Fulcanelli nei Misteri. Sabine Stuart, descrive qui due diverse operazioni: la preparazione dello Zolfo bianco, e quella di uno dei componenti del fuoco segreto: l’olio di tartaro. Lasciamo al lettore la cura di completare lo studio di questo punto speciale rinviandolo al Vetriolo di Tripied, un testo

assolutamente ammirevole. Egli si è riferito in definitiva ai due inizi, che danno l’accesso al combattimento dell’aquila e del leone (versione Philalèthe), o del gallo e della volpe (versione B. Valentin), o della remora e della salamandra (versione di Cyrano de Bergerac); queste allegorie esprimono tutto, ed è ciò che fa parte di una della difficoltà di decriptaggio. Uno stato di equilibrio instabile tra una sostanza che si libera ed allo stesso tempo si volatilizza. Ma questa volatilizzazione ha qualcosa di considerevole che non ci convince. Non si può pensare ad un’evaporazione, ma ad una ri-dissoluzione. Questa osservazione si combina bene con le due fasi che rievoca Fulcanelli nella 3° opera, una di fusione che è la parte “alata”, nel senso appena definito, e la parte “fissa” o periodo di assation. In questo modo tu convertirai le quattro nature nella quinta, la quale è perfetta ed è la più temperata di tutte. Ma è cosa difficile, resistere a piedi nudi contro lo sperone di ferro o di acciaio, come molti fanno quando intraprendono delle così grandi cose che non possono comprendere. Questa quinta natura rappresenta la quintessenza, espressione antica per designare le calci dei metalli. Questo è quello che credo troverete nel sangue, con l’uovo ed il vetriolo. Se avete ben inteso quello che c’è in questa Filosofia non sareste così ciechi da cercare l’oro o l’argento fuori dalla loro specie: perché come il fuoco è l’inizio del Fuoco, così l’oro si inizia a fare dall’oro. Se dunque vuoi fare oro o argento dalla Filosofia, non prendere in considerazione né uova, né sangue, ma Oro ed Argento che tu calcinerai naturalmente e prudentemente, ed allora produrranno nuova generazione dal loro genere; che aumenteranno, come fanno naturalmente. Si vede che è in modo semplicemente allusivo che Ripley parla del vetriolo. Sebbene fosse vero che ci possa essere qualche profitto a lavorare sulle materie che non sono metalliche a che si trovano nei colori più piacevoli, come nel sangue, nell’uovo, nell’urina, nel vino ed in mezzo ai minerali estratti dalle minerarie; occorre prima che gli elementi marciscano, separati, ed uniti in matrimonio, con gli elementi dei corpi perfetti, cosa che non è possibile. Ripley maneggia alla perfezione il modo machiavellico con cui gli alchimisti hanno il segreto per dire veramente il vero per il falso. Perché questi mezzi minerali sono evidentemente essenziali all’opera poiché costituiscono la materia stessa del solvente. L’ultima frase riassume ciò che si produce durante la putrefazione e durante la fase di assation; i corpi finiti sono la natura metallica nello stato di quintessenza. Prima farai ruotare gli elementi, convertirai prima di tutto la Terra in Acqua, dopo farai dalla tua Acqua l’Aria, per levigazione, e la tua Aria la ridurrai in Fuoco, allora sarai maestro di tutto il nostro Magistero, sia grande che piccolo, perché avrai già girato la ruota degli elementi, se avrai compreso bene il senso dei nostri scritti. La rotazione degli Elementi è rappresentata da una delle due ruote che si vede su uno dei quadri lapidari di Notre-Dame di Parigi. La rotazione degli elementi è rappresentata da una delle due ruote raffigurate sulla cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Questa rotazione degli elementi consiste nel partire dagli elementi minerali che rappresentano la Terra dannata per preparare l’acqua permanente. Poi le due nature metalliche vengono sublimate nel Mercurio che costituisce il cielo firmamental; finalmente questa acqua ignea, questo fuoco acquoso produrrà infine, di nuovo una Terra: la Pietra. Questo fatto riporta indietro la ruota e converte il tuo fuoco in Aria, l’aria nell’acqua e l’acqua nella Terra lavorerà diversamente invano. Ma così condurrai la nostra Pietra alla temperatura desiderata, quando da quattro nature contrarie ne otterrai una composta. Dopo che queste nature saranno passate per tre volte nella tua base o Massa verranno perfettamente consumate. È naturale osservare che le nature metalliche devono subire prima una sublimazione, volatilizzandosi nel solvente o Mercurio: si tratta quindi della prima ruota. La seconda ruota è il simbolo con la quale l’artista opera una rinascita

nell’epoca della fase di sublimazione: la coagulazione molto progressiva dell’acqua mercuriale. Riteniamo che la pietra sia triangolare nella sua forma, quadrangolare nel suo stato e circolare nella sua origine. Questo è perché sotto l’umidità della Luna, e sotto il caldo temperato del Sole, i tuoi Elementi vengono ridotti presto in cenere, allora avrai ottenuto tutto il Magistero. Rendi grazie a Dio di questo, poiché la tua opera è iniziata, perché in questo avrai il vero segno che ti appare nell’infamia che è chiamata la testa o il becco del Corvo. Altri la chiamano cenere dell’albero di Ermes, altri lo chiamano il rospo che si ubriaca della Terra; finché sia incarcerato, mortificato ed imputridito dal veleno. Ci sono sicuramente un’infinità di nomi, perché a secondo di chi la denomina prende un nome, finché comincia a diventare bianca e lucida, ed allora assume nomi meglio definiti. Gli si dedicano vari nomi a secondo che sia bianca o rossa. È considerevole vedere fino a che punto Ripley arriva a riassumere le operazioni. È il percorso della terza opera, soprattutto della fase di putrefazione. La Luna ed il Sole non hanno il significato dato abitualmente ai due Zolfi. La Luna è considerata qui come geroglifico di una parte del solvente, Diana ed il Sole in quanto Apollo, allo stesso tempo fratello e marito. Pernety ci dice nelle sue Favole: “La putrefazione, in un modo o nell’altro, è la chiave di tutte le operazioni, sebbene in realtà non sia anteriore. Scopriamo l’interno della mescolanza: è l’attrezzo che rompe i legami delle parti; è, come i Filosofi dicono, il manifesto occulto. È l’inizio del cambiamento delle forme, la morte degli accidentali, il primo io passa alla generazione, l’inizio ed il termine della vita, il mezzo tra il non essere e l’essere. Il Filosofo vuole che si faccia, quando il corpo si scompone per una risoluzione naturale è sottomesso all’azione della putrefazione per via del caldo. La prima dei colori è la nera, chiamata testa di corvo e con molti altri nomi che abbiamo riportato nell’articolo intitolato Chiave dell’opera”. Favole greche ed egiziane Una quantità di nomi è stata utilizzata dai Filosofi per qualificare questa fase critica dell’opera: “L’infamia è il vero segno di una soluzione perfetta. Allora la materia si libera in polvere più minuta, per così dire, degli atomi che volteggiano nei raggi del sole. Questi atomi si tramutano in acqua permanente. I Filosofi hanno dato a questa fusione i nomi di morte, distruzione e perdizione, inferno, tartaro, tenebre, notte, giacca tenebrosa, sepolcro, acqua velenosa, carbone, letame, terra nera, velo nero, terra solforosa, malinconia, magnesia nera, fango, mestrui che odorano, fumo, nero di fumo, fuoco velenoso, moltitudine, piombo, piombo nero, Piombo dei Filosofi, Saturno, polvere nera, cosa disprezzabile, cosa meschina, sigillo di Ermes, spirito puzzolente, spirito sublimato, sole eclissato o eclissi di sole e della luna, fieno di cavallo, corruzione, scorza nera, schiuma del mare, coperta del vaso, capitelli dell’alambicco, nafta, immondizia del morto, cadavere, olio di Saturno, nero più nero del nero stesso. Finalmente l’hanno designato per tutti i nomi che possono esprimere o hanno designato la corruzione, la fusione e l’infamia. Questo è lei che ha fornito ai Filosofi la materia a molte allegorie sulle morti ed i sepolcri. Alcuni l’hanno chiamato anche calcinazione, denudazione, separazione, triturazione, sublimare a causa della riduzione delle materie in polvere molto minuta. Altri ancora: riduzione in materia prima, ammorbidimento, estrazione, commistione, liquefazione, conversione degli elementi, divisione, umidificazione, miscelazione e distillazione. Quando il caldo agisce su queste materie, esse si trasmutano subito in polvere ed acqua grassa e vischiosa che si trasforma in vapore, sale poi verso la parte alta del vaso e ridiscende sotto forma di rugiada o pioggia, infine si deposita nella parte bassa del vaso Artephius, dove diventa pressappoco come un brodo nero ed un poco grasso. Ecco perché è chiamato sublimazione, volatilizzazione, ascensione e discesa. L’acqua poi si coagula, diventa

come la pece nera, questo le fa prendere il nome di: terra fetida e puzzolente. Essa manda un odore puzzolente come quello dei sepolcri e dei cadaveri. Ermes l’ha chiamata la terra fogliata.” Ma è Flamel che ha denominato esattamente questa materia: “Ma il suo vero nome dice Flamel, è rame o laton, che bisogna imbiancare”. Vecchie testimonianze, l’hanno descritta come una storia, quella del: “Serpente di Marte che aveva divorato i compagni di Cadmus, il quale lo uccise trapassandolo con la sua lancia contro una quercia cava”. Adesso sei entrato nella prima Porta dell’opera dei Filosofi, nella quale abiti; avanza prudentemente per poter entrare nelle altre, ora viene la Seconda. La Prudenza vela un’arcano essenziale misterioso dell’opera. L’abbiamo rievocato nella sezione delle Guardie del corpo di Francesco II, duca della Bretagna.

SECONDA PORTA Della Dissoluzione Tu non intendi ancora perfettamente, come io intendo il vero Segreto della Dissoluzione dei Filosofi. Ecco perché ti prego di concepire saggiamente le mie parole, perché ti dirò quello che essa è. La nostra Soluzione è causa del nostro Congelamento: perché la Dissoluzione di una parte corporale è causa del congelamento dell’altra parte, che è spirituale. La dissoluzione fa apparire ciò che era nascosto prima alla vista, quindi con le virtù del nostro primo Mestruo, chiaro e brillante, il quale ha attenuato e sublimato le cose che erano specificate, prima che i Mestrui e i nostri Corpi siano sublimati dalla loro secchezza e dalla loro durezza compatta per essere naturalmente rimessi nella loro materia prima. Essi sono in genere uno, ma il numero non è più lo stesso. Così dunque il Sole ne è il padre e la Luna la madre ed il Mercurio è il mezzo. Questi tre e non parecchie sono le nostre Magnesie, il nostro Adrop e non altri, qui non c’è che fratello e sorella, come dire agente e paziente. Zolfo e Mercurio, co-essenziali nelle nostre intenzioni. Entriamo qui nel regno di Hadès, la Magnesia, l’Adrop, sono nomi che utilizzano gli alchimisti per qualificare il loro Mercurio. G. Aurach, alchimista al quale dobbiamo le illustrazioni del Pretiosissimum Donum Dei . Così ha detto: la prima “che rappresenta un leone verde”, contiene la vera materia, così lo chiamano Adrop o Azoth, Atropum oh Duenech”. Dom Pernety dice che i Filosofi distinguono parecchi tipi di Leoni verdi. Quello di cui parliamo non corrisponde più alla prima definizione che dà Pernety il sole o astro che illumina, nato secondo il mercurio comune. In compenso concorda con la terza definizione che segue:

“Con il terzo, si intende la dissoluzione stessa della loro materia, che chiamano anche Adrop. Con il quarto, questo Adrop o vetriolo di Azoth, chiamato Piombo dei Saggi. Con il quinto, il loro mestruo che puzza che Ripley, Raymond Lulle, Géber e tanti altri chiamano Spirito puzzolente, Spiritus foetens o Sangue del Leone verde...”. Notate dunque che, Adrop, vetriolo di Azoth e mestruo puzzolente sono termini simili. Il Sole e la Luna vengono usati anche come simboli degli Zolfi, non solo come, Diana ed Apollo. Il nome di Adrop è una delle denominazioni del Mercurio filosofico. Possiamo dunque essere più precisi di Pernety, quando ci dice che: “Adrop – Nome che i Filosofi Ermetici diedero alla materia che adoperano nella crescita dell’opera. Guido di Salgo, ha fatto un trattato che ha per titolo di Philosophico Adrop, inserito nel V tomo del Teatro Chymique”. L’epiteto lucido, applicato all’Adrop significa brillante, rievoca bene gli astri, sole o luna, quando esplodono in un corpo metallico. Tra queste due qualità contrarie si è generato un mezzo ammirevole che è il nostro Mercurio e Mestruo untuoso, il nostro Zolfo segreto, che opera invisibilmente e brucia i Corpi con più violenza del fuoco, finché saranno sciolti in Acqua minerale: quella che chiamiamo Notte, a causa delle tenebre del Settentrione. La Notte è rievocata da Fulcanelli quando parla dello zolfo corporificato (i Misteri, p.138): “Su questo i saggi si basano, sapendo che il sangue minerale di cui avevano bisogno per animare il corpo fisso ed inerte dell’oro, era solamente una condensazione dello spirito universale, anima di ogni cosa. Questa condensazione in forma umida, capace di penetrare e rendere vegetativi i misti sub-lunari, si formava solo di notte, grazie alle tenebre del cielo limpido e dell’aria calma... Per tutti questi motivi messi insieme, i Saggi gli diedero il nome di rugiada di Maggio”. Abbiamo parlato della Notte nel commento dell’Introïtus (VI di Philalèthe). Per lo spirito universale, consultate: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 – su quanto ha detto sulla natura nel suo dizionario Dom Pernety: “I Filosofi Ermetici non intendono con questi termini una sostanza immateriale, ma una sostanza estremamente tenue, sottile, penetrante, diffusa in tutti i misti, specificando ciascuno di essi secondo la sua natura, la sua qualità, ed il regno della Natura al quale appartiene. Riconoscono anche uno spirito universale fisico, igneo, diffuso in tutto l’universo, che vivifica con la sua azione continua senza mai interrompersi: gli danno il nome di Archée della Natura, e lo vedono come principio indeterminato di tutti gli individui. Talvolta i Chimisti Ermetici chiamano anche Spirito il loro mercurio, a causa della sua volatilità. Danno ancora questo nome alla loro materia giunta al bianco. Essi uniscono comunemente a questo Spirito un appellativo: Spirito fuggitivo – Nome che i Filosofi Ermetici hanno dato al loro mercurio, sebbene sia un corpo metallico. Essi chiamano ancora spirito tutto ciò che non è duro, compatto e solido; corpo: tutto ciò che forma un ammasso coagulato e fisso, di cui le parti sono difficili da dividere. Tutto ciò che è liquido ed alato è spirito, quando partecipa al mercurio comune. Tutto ciò che è compatto e fisso è corpo. Tali sono i metalli perfetti, i fissi degli imperfetti, il sale fisso dei tre regni. L’anima è il mezzo o il legame che lega il fisso ed il volatile”. Dom Pernety, crea ancora altre leghe, che in verità ci lasciano perplessi. Lo spirito universale può essere senza problema assimilato a un vetriolo, vale a dire essenzialmente a un acido. Lo identifica con l’acido carbonico dell’aria? Con l’acido nitroso che è fabbricato in un lampo ed entra nella composizione del nitro? È qui che siamo in disaccordo con Pernety, nella sua definizione dell’anima come mezzo, mentre si tratta dello Zolfo rosso. Il settentrione è la regione del grande Nord, quella dove si trova il cielo chimico, la costellazione dei sette buoi di labour che è la stella rivolta verso il polo Nord;

così abitualmente definita in quanto fa parte dell’Orsa Maggiore. L’Aquilone, vento settentrionale, è la parte pendente di Zéphyre che appare nel testo di Philalèthe (Introïtus, VI). È Borée di cui parla tanto M. Maier che intitola così il suo I emblema a questo epigramma latino: “L’embrione che è chiuso nel ventre di Borée gonfio d’aria – dopo che sarà nato vivo in questa luce – Da solo può superare tutti i lavori degli eroi - Con l’arte, l’industria, la forza corporale e lo spirito. - Che non è Céson nato morto – Nacque Agrippa, venuto al mondo sotto una buona stella.” Il settentrione, o piuttosto l’Aquilone, è dunque il vento della distruzione, della dissoluzione. Ma il settentrione, questo Aquilone è buono quanto Borée. I mitografi qui dicono che Borée, vento freddo e rigoroso, è un vecchio barbuto, alato che dimora in una caverna. Borée possiede dei tratti che l’avvicinano al Mercurio personificato da Cronos. L’allegoria del fiore che nasce sulla cima di una montagna alata è stata suggerita ha Nerval, con una delle raffigurazioni emblematiche di Nicolas Flamel come ce lo descrive Pernety nelle sue Favole, egli ha anche dei rapporti col vento del settentrione: “Verso l’Orsa Maggiore si innalzava dallo stagno una montagna chiamata Carambin, al di sotto della quale Aquilon eccitava i temporali. Abramo Juif ha adoperato questo simbolo per significare la stessa cosa; lo così trova nelle figure geroglifiche, riportate da Flamel. Sull’altro lato del quarto foglietto, c’era un bel fiore sulla cima di una montagna molto alta, che l’Aquilon scuoteva rudemente forte” Oltre le qualità del vento del nord, viene rievocata anche la stella polare, per il suo valore di asse. Abbiamo visto – Introïtus VI, blasoni alchemici – che potevamo associargli una struttura radiante che ci ricorda la rete ed anche l’omphalos o il rais di escarboucle ; questa struttura ha il valore di una calamita, di rete che impaccia, di morso che rallenta. Così possiamo trovare queste strutture radianti in un scudo, emblema importante in alchimia. La regione del grande Nord appare come il sistema di Cronos e quindi delle tenebre. Ma, possibilmente tu non intendi ancora perfettamente, come io intendo il vero Segreto della Dissoluzione dei Filosofi. Ecco perché ti prego di concepire saggiamente le mie parole, perché ti dirò quello che essa è. La nostra Soluzione è causa del nostro Congelamento: perché la Dissoluzione di una parte corporale è causa del congelamento dell’altra parte, che è spirituale Ripley vuole dire qui che la soluzione, simbolo del Mercurio animato, grazie alla quale si sono sciolte le calci metalliche, è l’operazione necessaria alla loro prossima réincrudation, in forma di congiunzione radicale e cristallina. Sciogliamo nell’Acqua che non bagna le mani, perché quando la terra è ridotta interamente in cenere, allora l’acqua è congelata; perché qui gli Elementi sono talmente incatenati come quando il Corpo è alterato dalla sua prima forma, immediatamente se ne introduce una nuova, perché in Natura non c’è nessuna forma vuota questa acqua che non bagna le mani è uno sporco molto fusibile che non deve volatilizzarsi precocemente, perché permette di riportare degli elementi terrosi – allumina, silice, ecc. – allo stato solubile. Ti voglio mostrare un Segreto che è il fondamento di tutti i Segreti, se lo ignori perderai solo il tuo tempo, con poca spesa avrai una grande quantità di terra e poca acqua, meglio mischierai e prima vedrai la Soluzione. Stai attento a come il ghiaccio si scioglie in quell’acqua, che prima era acqua; anche per mezzo suo che la nostra terra si riduce in Acqua, e l’acqua per mezzo della terra si è congelata, per sempre, perché secondo i Filosofi ogni Corpo metallico è stato una volta Acqua minerale.

L’acqua minerale degli alchimisti è di una natura come quella che contiene il mezzo tra l’aria che simboleggia, e le nature metalliche sublimate e volatilizzate nel Mercurio e nella Terra, prossima materia di queste nature metalliche quando saranno réincrudées. La nostra Acqua è metallica o minérale, perché è di forma minerale, di virtù metallica e di essenza ignea. Questo è il mestruo delle nature metalliche disposte nella regione del firmamento assiale, nella costellazione dei sette buoi di labour, conosciute volgarmente sotto i nomi di Orsa Maggiore e Minore. È una materia che può essere alata e l’artificio dell’opera consiste nel trovare come trattenerla al fine di dare alle nature metalliche il tempo di unirsi. Questa Acqua è suscettibile di apparire in modi differenti, per questo ha meritato, da parte di certi Filosofi, l’appellativo di Protée. Secondo il momento dell’epoca che consideriamo, questa Acqua può prendere i tratti di un corpo acqua-terroso o quello di un corpo acqua-aereo. La funzione di questa Acqua, in ogni caso, è di attirare le virtù delle cose ariose, volatilizzate dalle calci metalliche ed unite alle cose inferiori, che vengono abitualmente indicate con l’espressione di Toyson d’oro o di seme metallico. Questa Acqua minerale appare come il messaggero degli dei dell’Olimpo ermetico, raffigurati dai geroglifici celesti che circolano nel firmamento del nostro cielo chimico. È il nostro Mercurio che è questo mediatore tra il cielo e la Terra. Questa Acqua è costituita da un phlegme molto particolare di cui la sostanza è questo sale che non bagna le mani. Questo sale è di una natura che ricorda, per certi lati, quella di cui i contadini si servono per emendare la loro terra ed è, parimenti, utilizzata dagli alchimisti nella loro agricoltura celeste. L’artista deve disporre di una terra arabile di cui la natura oscilla fra quella predisposta per il grano e quella predisposta per la segale. Ma questa terra dovrà essere prima ben lavata dal fuoco ed imbiancata secondo le regole dell’arte, prima di poter essere utilizzata. Dovrebbe poi essere esposta nel vaso di natura che non è altro che questa Acqua minerale di cui parlano Ripley e Philalèthe. All’inizio del lavoro, questa Acqua mischiata con questa terra somiglia ad un caos. Nel principio della Pratica, come lo raccomanda l’anonimo di “Huginus a Barma”, bisognerà aver cura che questa vera terra sia stata ben impregnata dai raggi del sole, della luna e degli astri. Questo caos è inizialmente simile al vapore o ad un fumo sottile che ha le proprietà dell’Egide. Perché l’Egide, lo scudo di Zeus progettato da Héphaistos, è una tempesta, un nugolo tempestoso. È fatto con la pelle di capra di Amanthée, il cui latte nutrì il piccolo Re – il delfino, la fava del dolce dei Re, il chabot, il Basileus dell’opera. Egli è ornato da una frangia, fascia con raffigurate delle teste di serpente ed al centro una testa di Gorgone, la stessa che ha Perseo, altra versione del nostro Artista, che ha rubato il cavallo Pégaso. La frangia dell’Egida contiene un segreto che finora non è stato rivelato. Questo segreto, è quello del ruolo che gioca la coperta che ricopre il Basileus nel momento del concepimento. Scommetteremmo che la soluzione si trova nel nome di un dio, Hypérion, considerato secondo le regole della cabala fonetica. Comunque sia, questo vapore, questo nugolo, a poco a poco si dirada grazie alla tenue luce degli astri che impregnano la Terra, luce generata dal fuoco elementare di Prometeo. Gli astri, con la loro parte più sublimata, formeranno poco ha poco i cieli. L’aria si formerà dalla dissoluzione del bronzo, questo laton sporco che deve essere imbiancato subito con l’aiuto del fuoco e dell’Azoth. La Terra più densa, formerà la base del nostro firmamento. Il bronzo è simile ad un limo di cui il nostro Mercurio avrà l’incombenza di sciogliere, sublimare ed infine, formerà degli Zolfi réincrudés. Questo limo rappresenta la materia prossima della generazione futura, della nostra . Nella genesi della Pietra, le nature metalliche, vale a dire gli Zolfi, vanno a putrefarsi e si tramutano in limo, prima che sopraggiunga la germinazione. Questi Zolfi sono quindi l’immagine dei serpenti che cingono il caduceo di Ermes e ci permettono di identificare la vera natura del segno zodiacale dei Gemelli che, cabalisticamente, ci rivelano di essere oltre che il simbolo del doppio Zolfo, anche quello del doppio Mercurio. Questi semi, quando germoglieranno, prenderanno allora progressivamente la forma del

caduceo e formeranno un tipo di corpo che contiene al tempo stesso del metallo nella parte superiore, e del vegetale nella parte inferiore. Da questo processo risulterà un tutto che si chiama la Pietra Filosofale. L’ideogramma della Pietra è un cerchio nel quale si iscrivono due triangoli intrecciati, che formano essi stessi un quadrato. Abbiamo così l’immagine dell’unità nella quale è iscritto il doppio ternario ed il quaternario. Il quadrato rappresenta la Terra. Il triangolo con la base in basso è il fuoco, quello con la base in alto è l’acqua, questi due triangoli hanno, certamente, in comune la loro base.

L’anello o il sigillo di Salomone La figura sopra è un’immagine radicalmente diversa da quella che abbiamo appena descritto, ma tuttavia simile. Il sigillo di Salomone rappresenta l’inizio della Terza opera, in ogni virtualità e prima dell’animazione del Mercurio. I triangoli rappresentano l’immagine di una stella, che ha nel mezzo una linea che ci permette di vedere i due elementi che nell’immagine compiuta della Pietra non esistono più: l’aria – il triangolo con la base in basso è tagliato a metà da una linea e la Terra con la base in alto è similmente tagliata a metà dalla stessa linea. La Pietra non è dunque che l’unione del Fuoco e dell’acqua, uniti dalle loro basi. Bisogna quindi immaginare che, durante la Grande cozione, i triangoli che appaiono nella figura I andranno pian piano a dividersi: uno, l’aria, va ha guadagnare la regione inferiore fino ad entrare in contatto col Mercurio, figurato da un serpente in movimento, è l’Ouroboros. Questa immagine rappresenta, fra le altre cose, anche il simbolo dell’incarnazione progressiva dell’anima nella carne, vale a dire: dello Zolfo rosso che si unisce al Toyson d’oro. L’altro triangolo, la Terra, va a guadagnare la regione superiore fino ad entrare in contatto, ancora, con il Mercurio. Questo movimento significa la scomparsa progressiva del principio umido che, per tradizione, è uno dei suoi simboli. La Terra, infatti, non potrebbe produrre niente se non fosse aiutata dal caldo celeste che conduce alla generazione. L’alchimia insegna che la Terra può essere divisa in una parte pura e in una parte impura. La prima è la base dei Misti filosofici o, se si preferisce, del nostro Bronzo. La seconda, quella impura, è l’immagine di un vestito, di uno straccio. È con l’eliminazione progressiva di questa seconda parte dunque, che la nostra Terra va acquisire le proprietà di un Fuoco aereo puro, quella parte dove brilla l’Escarboucle dei saggi, per cui essa può trattenere – chiunque l’ha già fatto senza misurarne la portata esoterica – un raggio di sole. In quanto all’aria, finisce col trasformarsi in Acqua pietrificata, in oceano pietrificato (petrè), dopo che l’elemento aereo conosciuto con il nome di quintessenza – il quinto elemento – sarà stato consumato interamente nel parto ermetico tra i nostri due principi. Questo oceano petré è l’immagine del deserto e da questa immagine che diventa il Mercurio, lo stagno ermetico,

dopo la sua volatilizzazione con la quale si conclude la Grande Cozione e la Grande Opera. Questo è perché con l’acqua questi corpi si sono tutti modificati in acqua, nella quale qui sono naturalmente delle diverse qualità ripugnanti. Bisogna sapere dunque che questa sostanza si converte in sostanza, mischiando le sue qualità nell’altro, finché i contrari si riducano in una sola e perfetta unità. Perché qui la scrittura dice che la Terra sarà turbata, le montagne saranno gettate nello stagno più profondo. Così anche i nostri due Corpi saranno infine convertiti in acqua Ripley considera questo il periodo della dissoluzione, della putrefazione. Questa conversione dei corpi in acqua non vale dunque che per la “fase umida” della Terza opera. Perché i nostri Corpi, qui hanno assunto i loro nomi dai Pianeti e non possono essere paragonati alle montagne, ed affinché non ci siano danni, getta i nostri Corpi nelle parti più profonde del Mercurio, allora vedrai uno spettacolo bellissimo, perché tutto si convertirà in una polvere impalpabile. Questi Corpi sono certamente le nature metalliche, espresse secondo un ideogramma che rileva la trascendenza: la quintessenza, quinto stato della materia per gli Antichi. Abbiamo avuto già avuto l’opportunità di dire che la quintessenza rappresentava probabilmente le calci metalliche, questo, in accordo con gli scritti di M. Berthelot nella sua Introduzione alla chimica degli Antichi. Il veleno, è semplicemente questa Acqua mercuriale che scioglie le calci metalliche. Berthelot qui dice che: “La punta della freccia, simbolo della quintessenza, (è) l’estratto dotato di proprietà specifiche, le stesse proprietà specifiche; infine il principio delle colorazioni metalliche, la colorazione gialla in particolare”. Così possiamo vedere che la quintessenza poteva essere associata alla nozione di calce metallica, di un metallo bruciato, e non solo bruciato ma ancora dissolto. Un brano dalle Origini dell’alchimia, è molto rivelatore al riguardo: “Origine e portata dell’idea alchemica. Prendi un minerale di ferro, oppure uno dei suoi ossidi molto diffusi in natura, scaldalo col carbone e del calcare ed ottieni il ferro metallico. Ma questo, a sua volta, con l’azione brusca del fuoco al contatto dell’aria, o per l’azione lenta degli agenti atmosferici, ritorna allo stato di ossido, identico o analogo al generatore primitivo. Ora, a giudicare dalle apparenze: è questo l’elemento primordiale? È questo il ferro, che sparisce così comodamente? È questo l’ossido, che esisteva in principio e si ritrova alla fine? L’idea del corpo elementare, a priori sembrerebbe convenire, piuttosto che all’ultimo prodotto, in quanto correlativo della stabilità, della resistenza agli agenti di ogni natura. Ecco come l’oro che pare essere inizialmente finito, compie delle metamorfosi, il corpo rifinito per eccellenza: non solo a causa del suo bagliore, ma soprattutto perché resiste molto meglio di un altro metallo agli agenti chimici. I corpi semplici, riconosciuti oggi, l’origine certa e la base delle operazioni chimiche, non si distinguono tuttavia a prima vista dai corpi composti. Tra un metallo ed una lega, se si introduce un elemento combustibile, come lo zolfo o l’arsenico, oppure la resina o altri corpi infiammabili combustibili composti, apparentemente non sapremmo stabilire una distinzione fondamentale. I corpi semplici nella natura non portano un’etichetta, se ci è permesso di esprimerci così, e le mutazioni chimiche si susseguono, a partire dal momento in cui hanno messo questi corpi in evidenza. Sottomessi all’azione del fuoco o dei reagenti che li ha fatti apparire, spariscono a loro volta; dando la nascita a nuove sostanze, uguali a quelle che le ha precedute. Ritroviamo così nei fenomeni chimici questa rotazione infinita di trasformazioni, legge fondamentale della maggiore parte delle evoluzioni naturali”.

Egli è chiaramente stato fatto da questo oro, praticamente inalterabile, agli occhi degli Antichi era considerato come un corpo elementare, mentre gli altri metalli potevano ossidarsi, per questo motivo si trattava di corpi composti. Ma gli Antichi non avevano conoscenza dell’ossigeno e del suo potere ossidante. Così abbiamo già avuto l’opportunità di dire che il racconto delle trasmutazioni poteva mascherare un’abilità manuale nella Grande opera, che ad ogni modo, l’aumento in massa constatata non all’epoca dei racconti delle trasmutazioni, poteva essere compatibile con questo fenomeno di ossido-riduzione, nell’occorrenza di un’ossidazione che corrisponde a questo incremento di massa. Allora i Corpi hanno perso la loro prima forma, ma un’altra si è immediatamente introdotta: a questo punto penserai di aver perso il tuo tempo, come parecchi altri Dotti, hanno fatto, tanto che essi non sanno il Segreto della nostra Filosofia. Dirò ancora solo una parola, ed è questa: ogni Corpo ha tre dimensioni, altezza, larghezza e profondità con le quale gira continuamente la nostra ruota. Sappiate che l’entrata è ad Occidente, prosegue poi oltre Settentrione. Se sei Saggio, i nostri chiarimenti perderanno interamente la loro chiarezza, perché essi devono rimanere 90 notti nelle tenebre del purgatorio. Abbiamo visto più in alto del settentrione era il simbolo geografico della putrefazione. L’occidente, è, secondo Pernety: “...il nome che alcuni chymisti hanno dato alla materia dell’opera in putrefazione. È la dissoluzione del Sole Ermetico; così lo si chiama in Occidente, perché questo Sole perda allora il suo bagliore, come il Sole celeste privo qui della sua luce quando tramonta. Quando il colore bianco si manifesta dopo la nefandezza della materia putrefatta la chiamiamo Oriente, perché sembra che il Sole Ermetico esca allora dalle tenebre della notte”. Aggiungeremo al commento di Dom Pernety che lo studio de “l’Olimpo ermetico”, nel capitolo di Venere e della Luna, ci permette di comprendere che: la sera, Venere prende le sembianze di Afrodite. La Luna ascendente, quando Venere è all’occidente, la coppia Venere-Luna, prende il nome ermetico di Diana dalle corna lunari, simboleggiando il solvente. Notate che all’occidente, Venere viene chiamata sia Vesper o Hesperos, che ha stretti rapporti con il Giardino delle Esperidi. L’allegoria è facile da decriptare: l’occidente è l’immagine di questo giardino incantato. In quanto ai pomi d’oro che crescono nel giardino sono custoditi da un crudele drago, che da solo il nostro Artista (Ercole, Cadmus, Perso) deve sperare di vincere. In quanto al numero 90, non vediamo a cosa può ricollegarsi cabalisticamente. Possiamo citare due piste, ma tuttavia niente di sicuro. Il numero 90 si dice in latino XC e comprende due lettere della parola CALX – la calce. Vedere anche ciò che si può dire sulle lettere C e X. Ma si tratta di una cabala poco attendibile... Più allettante sarebbe l’accostamento a nonagenarius – 90 – con nonae, designa i nones (quinto giorno del mese salvo i mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre dove cadevano il 7). Ecco qui un’ipotesi migliore sul piano cabalistico. Il mese di marzo – Ariete – è quello dove deve – simbolicamente – iniziare l’opera secondo la tavola 14 del Mutus Liber. Il mese di maggio è quello dei Gemelli, vale a dire quello della dissoluzione dei due Zolfi. Il terzo mese, quello di luglio, corrisponde al Leone e non ritorneremo su quello che abbiamo già detto del Leone verde. Infine, il mese di ottobre corrisponde allo Scorpione, del quale abbiamo visto che simboleggiava la rinascita degli Zolfi. È interessante osservare che abbiamo due segni di Fuoco, l’Ariete ed il Leone, un segno d’acqua, i Gemelli ed un segno d’aria, lo Scorpione. La fase della dissoluzione o putrefazione corrisponde evidentemente con l’impiego del Mercurio, al tempo stesso qualificato da acqua ignea e da fuoco acquoso. L’inizio della fase corrisponderebbe al segno dell’Ariete, prosegue con il segno dei Gemelli per trovare il suo pieno potere nel segno del Leone. L’uscita dalla putrefazione

potrebbe, allora, essere annunciata dal segno dello Scorpione il cui segno sappiamo che per gli astrologi è posto sotto la supposta padronanza di Plutone e di Marte. Comunque sia, ecco quali sono i pianeti che reggono per tradizione i mesi alchemici che abbiamo appena enumerato: Marzo – Mercurio – Sole – Plutone (Marte). Avviati subito verso l’oriente passando prima da diversi colori; e in questo modo l’inverno e la Primavera passeranno. Devi dunque risalire verso l’Oriente dove il Sole si alza con una chiara Luce. Questo sarà fatto con grande gioia, perché qui la tua opera si imbianca di uno splendore molto brillante. È il biancore che viene rievocato. Dom Pernety l’assimila al regime della Luna. Ecco ciò che non dice nell’articolo corrispondente del suo Dizionario: “I Filosofi dicono che quando alla materia della Grande Opera sopraggiunge il biancore, la vita ha vinto la morte, ed il loro Re è risuscitato, che la terra e l’acqua sono diventate aria: è egli regime della Luna. Dicono anche che è nato il loro bambino, e che il Cielo e la Terra si sono sposati. I Filosofi dicono che il biancore indica il matrimonio o l’unione del fisso e del volatile, del maschio e della femmina. Il biancore dopo la putrefazione è il segno che l’Artista ha operato bene. La materia ha allora acquisito un grado di fissità che il fuoco non potrebbe più distruggere; questo perché bisogna solo continuare con il fuoco per perfezionare il magistero al rosso. Quindi quando l’Artista vede il bianco perfetto, i Filosofi dicono che bisogna buttare i libri, perché sono ormai inutili. Biancore Capillare . Precede un perfetto biancore nell’opera della pietra filosofale. È una specie di piccoli filamenti bianchi, i quali indicano che la nefandezza o il Regno di Saturno è passato e gli succede il Regno di Giove”. Questi regimi planetari sono uno degli enigmi più curiosi della Grande Opera. Possiamo vedere, o il regime della temperatura, o le indicazioni sul colore che la materia possiede in un certo periodo della terza opera. Nel suo Tesoro degli alchimisti che ho Letto nel, 1970, J. Sadoul, ci propone la seguente versione dei regimi dei pianeti: considero che i Filosofi si sono mostrati gelosi sull’inizio del regime di Saturno Cyliani, Ermes Dévoilé poiché il loro I regime sarebbe quello di Mercurio Philalèthe, Introïtus. Questa ipotesi è sostenuta dall’autorità di un autore temibile. Perché per Philalèthe, il regime di Mercurio sarebbe il periodo di tempo compreso fra il momento dove il Rebis ha iniziato a sentire il fuoco fino al momento dove la nefandezza appare. Prendiamo il parere degli alchimisti e dei Filosofi ermetici iniziando da quello che dice Jean d’Espagnet: “Con la liquefazione, i corpi tornano alla loro prima materia, che è fluida. Tutte le cose ridivengono piene, ed allora, avviene, l’accoppiamento del maschio e della femmina, da dove si genera il corvo, ed infine la Pietra, con questa stessa liquefazione, ritorna nei suoi quattro elementi: questo è quanto segue con il movimento retrogrado dei lumi. L’abluzione insegna ad imbiancare il corvo, e mutare Saturno in Giove, che è quanto accade con la conversione del corpo in spirito” Opera segreta, chap. 63. In un primo tempo, le nature metalliche sono introdotte sotto forma di polvere molto fine. La liquefazione dell’insieme delle sostanze corrisponde al Compost, vale a dire una miscela delle due nature metalliche, dei due Zolfi, con gli elementi del Mercurio filosofico. Questa fase precede necessariamente quella della nefandezza. Per Espagnet, si vede che il Rebis si forma molto rapidamente, poiché la fase di nefandezza corrisponde per lui al matrimonio delle due nature. Ma il biancore consiste nel cambiare Saturno in Giove. In un altro passaggio, d’Espagnet rievoca tuttavia per lo stesso periodo un altro regime: “Perché la prima operazione, ed il regime per ottenere il bianco, deve cominciare nella casa ella Luna, ed il secondo si deve concludere nella casa di Mercurio”. Si tratta del regime della Luna. In un certo senso appare logico, poiché abbiamo visto che il Mercurio filosofico, con i suoi attributi e geroglifici celesti, corrispondeva alla congiunzione di Venus Vesper e della Luna ascendente: Diana dalle corna lunari. In

quanto alla seconda casa di Mercurio, si tratta della Vergine. Per Philalèthe, la Luna si trova così nel IV regime e segue quello di Giove; Philalèthe rievoca il passaggio dalla nefandezza (Nigredo) al bianco (Albedo). Purtroppo non sappiamo perché allora egli qui intercala la Luna. Riassumendo, ecco quello che dice Pernety dei regimi: “Questi stati sono nel numero di sette, come sette sono i Pianeti e sette sono i metalli comuni. Questo perché egli identifica il regime della loro opera con i sette Pianeti, che dicono dominare su ogni stato, ed ogni dominio si manifesta con dei colori diversi. Il primo regime è quello di mercurio che precede il colore nero. Il secondo è quello di Saturno, il quale dura per tutto il tempo della putrefazione, finché la materia comincia a diventare grigia; questa è quella che i Saggi chiamano la loro materia, piombo dei filosofi. Il terzo periodo è quello di Giove, figlio di Saturno che fu salvato, secondo la mitologia, da suo padre vorace, che Giove mutilò per togliergli la possibilità di generare: le parti mutilate furono gettate nel mare, nacque così Venere. Quello che qui ci lascia intendere sul colore nero, non rientra più nel magistero. Da quel momento Giove divenne il padre degli Dei, con Giunone che rappresentata l’aria rinchiusa nel vaso e l’umidità ad essa miscelata. Tutto il regime di Giove serve per lavare il laton , questo si fa con l’ascensione e la discesa successiva del mercurio sulla Terra. Questa acqua rappresenta il mare il cui flusso ed il riflusso sono segnati da queste continue ascese e discese. Ma i Filosofi hanno un altro mare, del quale parleremo nell’articolo: “I Poeti”. I Poeti hanno dato a questo laton il nome di Latone, mare delle Luna e del Sole; perché il regime della luna è il seguito dell’abluzione del laton che a questo punto diventa bianco, di un bianco splendente come quello della Luna. Venere domina poi, questo avviene nel periodo in cui la materia prende un colore citrino che è simile ad un colore rosso plumbeo, o di ruggine di ferro, viene quindi il regime di Marte amico di Venere che dura fino al colore arancione, questo colore rappresenta l’aurora, che annuncia il sole. Febo fratello di Diana, si ornava infine con il colore della porpora. I Poeti hanno finto che Diana sua sorella fece da allevatrice a sua madre Latone, quando mise al mondo il sole, perché il rosso, vero oro e vero sole dei Filosofi, non potrebbe mai apparire, senza che prima si manifesti il bianco o Diana. ...”.

Figura II La forma della Pietra Un altro autore si è espresso così sui regimi: è Bernardo Travisano. Leggiamo il suo Verbum dimissum: “Questo Mercurio è il principio ed il fondamento di tutto questo glorioso Magistèro; perché contiene in sé un Fuoco che deve essere nutrito e nutrito con un più grande e più forte Fuoco, nel secondo Regime della Pietra 35. ... Questa Massa così nera o annerita è la Chiave, il principio, ed il segno di un perfetto modo di operare nel secondo Regime della nostra Pietra preziosa. Ermes, dice, vedendo questa nefandezza: Credete di aver operato

nella buona via. ... Cuocetela piano dunque, affinché sia diventata prima Nera, dopo Bianca, poi Gialla ed infine Rossa e finalmente Veleno che tinge”. Il I° regime, in questo caso, è quello di Mercurio. È il solo pianeta che nomina il Travisano, ma l’ordine dei colori che seguono è conforme in ogni sua parte a ciò che scrivono Philalèthe e Dom Pernety – ma quest’ultimo ce ne fa solo una recensione in quanto non è stato alchimista. Questi regimi planetari traducono diverse operazioni. A questo riguardo, gli storici alchimisti sono divisi. Mentre Dom Pernety descrive 12 operazioni – calcinazione, congelamento, fissaggio, dissoluzione, digestione, distillazione, sublimazione, separazione, cerazione, fermentazione, moltiplicazione, proiezione – Bernardo Travisano non ne ammette che uno solo: “Comunque si divida il magistero in parecchie operazioni secondo il grado della forma e in base alla loro diversità, ogni volta non è che una delle formazioni dell’uovo” Della natura dell’uovo . A. Poisson considera che questo è un paradosso e dà altri pareri: Hélias, per esempio, conta 7 operazioni: sublimazione, calcinazione, soluzione, abluzione, cerazione, coagulazione, fissaggio. Alberto il Grande ne descrive 4: purificazione, lavaggio, riduzione, fissaggio. Molti autori considerano che c’è una sola operazione, ma allora la considerano partendo dal momento in cui le nature metalliche sono state chiuse nell’uovo filosofico. A. Poisson considera che così può contare 4 operazioni: “1 - preparazione della Materia; 2 - Cottura nell’uovo filosofico ed apparizione dei colori nell’ordine voluto; 3 - Operazioni che hanno lo scopo di dare alla Pietra Filosofale una più grande forza, sono il fissaggio e la fermentazione; 4 - Infine la trasmutazione, con l’aiuto della Pietra, dei metalli vili in oro ed in argento, è la proiezione” Teorie e simboli degli alchimisti, Chacornac, 1891. La maggior parte degli autori, rievocando i regimi, sembrano parlare della Terza opera e descrivono solamente due operazioni che riassumono il lavoro: Solve et Coagula. Quantità di nomi è stata data, in effetti, ad una stessa operazione di cui Pernety, nelle sue Favole egiziane e greche tomo I ha fatto un elenco quasi esauriente. Pensiamo dunque che è Bernardo Travisano che così si avvicina di più alla soluzione. Poi da Oriente va a Mezzogiorno, là dove riposa nella sua sedia ignea, perché là avviene la mietitura; questo è come dire che è la fine dell’opera, compiuta secondo il tuo desiderio; subito dopo l’eclissi il Sole brilla con tutto il suo rossore nel suo emisfero, trionfante nella sua gloria come Re ed Imperatore, da intendere come Mercurio e sui Metalli. Tutto ciò si deve fare in un solo vascello di vetro, di forma simile ad un uovo, sigillato con il sigillo di Ermes. Per comprendere cabalisticamente; il vascello è fatto in parte di Terra verificabile; abbiamo dato nella sezione dell’”Olimpo ermetico” dei dettagli in merito alla sua forma, che deve essere prima rotonda poi deve assumere quella di un uovo. In quanto al sigillo di Ermes, alcuni, fra cui Batsdorff, nella sua Rete di Arianna, hanno creduto di vedere una vera chiusura ermetica; altri vedono un tratto di cabala: il sigillo di Ermes sarebbe l’insieme del vascello, vaso di natura, in seno del quale sviene, prima che rinascano le nature metalliche. Dopo devi conoscere l’intensità del fuoco che se ignorata, ogni parte dell’opera si perderà; questo è perché devi fare in modo che il tuo Bicchiere non sia mai più caldo, di quanto ti consenta di appoggiarci la mano senza scottarti, questo per il tempo desiderato, e comunque per tutto il tempo della Dissoluzione. Fai comunque attenzione di non aprirlo mai, non muoverlo dal principio fino alla fine. Se farai diversamente, la tua opera non si compirà mai.

TERZA PORTA Della Separazione La Separazione divide una cosa dall’altra, il sottile dallo spesso, lo spesso dal sottile; ma attento ad eliminare il superfluo non con la Separazione manuale, perchè chi opera in questo modo per ottenere la nostra Separazione è un pazzo e non ne trae nessun profitto. Perciò la natura non smette mai di dividere le Qualità elementari, fino al quinto grado, finché non sono tutte trasmutate. Terza Porta La Separazione divide una cosa dall’altra, il sottile dallo spesso, lo spesso dal sottile; ma attento ad eliminare il superfluo non con la Separazione manuale, perchè chi opera in questo modo per ottenere la nostra Separazione è un pazzo e non ne trae nessun profitto. Perciò la natura non smette mai di dividere le Qualità elementari, fino al quinto grado, finché non sono tutte trasmutate. Per quinto grado, Ripley intende la quintessenza. La Terra diventa un’acqua di colore nero e livido, l’acqua un’Aria molto bianca e l’aria diventa Fuoco, non ci sono qui altri elementi. Da questi elementi e con un’arte deliziosa si fabbrica la nostra Pietra. Di questa Separazione, bisogna meglio parlarne: la Separazione è una quadruplice dispersione dei quattro Elementi . La trasformazione degli elementi è una delle allegorie concernenti la sequenza del lavoro nella Terza opera. Non abbiamo ancora detto una parola sulle triplici qualità della Pietra: sono le nature metalliche che, mischiate col Mercurio, favoriscono il sopraggiungere del colore nero; successivamente, l’acqua il cui simbolo in questa fase è raffigurato da Saturno, sotto il dominio di Giove si trasforma in Aria. Qui si intendono le nature metalliche in uno stato parziale di rinascita. Quando l’aria si trasforma in Fuoco, vuol dire che lo Zolfo rosso si è unito totalmente con lo Zolfo bianco. Più in alto, nello schema della Pietra abbiamo detto, che bisognava parlare di un Fuoco puro e di una Acqua pietrificata. Di questa Separazione non trovo nessuna similitudine nel Libro dei Salmi di Davide: Dio ha tratto dalla Pietra un fiume di acqua sorgiva, e da una Pietra molto dura olio in abbondanza. Così farai tu della nostra preziosa Pietra se sei Saggio. Perché non troverai dell’olio incombustibile e dell’acqua, perciò non bisogna soffiare sul carbone. Il carbone, nell’opera, ricopre lo stesso ruolo della calce, con un’azione riduttrice, assolutamente indispensabile alla trasformazione dei solfati in solfuri o di ossidi in metalli in uno stato di divisione estrema. Ma se il calore non è sufficiente, bisogna nutrirla prima col Fuoco umido e dopo con quello secco, estraendo con pazienza la flemma e dopo con saggezza le altre nature. Dissecca la Terra carbonizzandola finché abbia sete, diversamente lavorerai invano. Fai in modo allora, che beva la sua umidità.

Dovrai fare molto spesso delle separazioni, dividendo la materia in due parti, precisamente il sottile dallo spesso, finché la Terra, di un colore livido, rimane sul fondo del vaso. Questa Terra è talmente fissa, che può sopportare qualunque violenza del fuoco; l’altra parte, è quella alata e spirituale, ma tutte queste cose devono convertirsi in una sola. Allora distillerai l’olio e l’acqua con l’acqua, poi con il suo aiuto riceverai risposta o movimento; ma stai molto attento di non rovinare la tua opera, accertati che il tuo Vaso sia ben chiuso, chiudilo bene col sigillo di Ermes, facendolo sciogliere sulla parte alta e tappandolo ermeticamente. Questa separazione pone dei problemi perché non sai esattamente in quale momento dell’opera interviene. La q uantità dell’alchimista sopraggiunge all’inizio del lavoro quando egli lavora sullo stibine: la separazione consiste allora, in un piccolo colpo di martello, per separare il régule dall’antimonio dell’ossido di solfuro che aderisce al vaso nel quale è stato cotto lo stibine. Si tratta qui di un esempio di separazione per la via secca. Altri vedono la separazione partendo da sostanze lavorate inizialmente per la via umida nella cornuta. Così è per la preparazione del tartaro vitriolico. La Terra nera che si ottiene come residuo nella cornuta è chiamata “testa di morto dell’acqua forte”. Serve come uno dei principali ingredienti del Mercurio per la via secca. Infine, non viene considerato che la separazione si effettua nel momento in cui le nature metalliche e il Mercurio vengono cotti insieme: la parte alata è costituita allora da una delle nature metalliche che corrisponde all’anima o tintura, che si è sublimata nel Mercurio. Lo Zolfo bianco o toson d’oro sarebbe la parta fissa, non fusibile, ma che arriva tuttavia a sciogliersi nel Mercurio utilizzando una certa proporzione di bi-silicati o di tri-silicati. Allora, si comprende che bisogna fare sciogliere la parte alta del vascello che corrisponde al firmamento del cielo chimico, dove l’anima fluisce, da uno stato disincarnato. L’acqua con la quale devi ravvivare la Pietra, deve essere distillata spesse volte, prima della tua opera. Potrai conoscere comodamente anche quando sarà purgata delle sue feci immonde e dalle altre sostanze che rigettiamo e che nessuno pensa di moltiplicare con Saturno. Distillala dunque finché sia pulita e sottile come l’Acqua di sorgente in modo che diventi di un colore celeste, chiaro e lucido, in modo da conservare la sua configurazione e la sua pondérosità. Con l’acqua di Ermes umettate il suo albero insieme al suo vaso e fate crescere in alto dei fiori dai diversi colori deliziosi da vedere. Alexandre Sethon, il primo cosmopolita, così si è espresso chiaramente sulla distillazione filosofica: “Se il grasso dello Zolfo è congelato da questo movimento continuo, lo spirito dell’acqua dopo averlo digerito, passando lo purifica con la virtù dello Sporco, finché non si tinge di un colore digeribile, rosso o bianco; questo colore, che conserva anche la sua perfezione, si alza con questo spirito perché si è stabilizzato con le reiterate distillazioni: lo spirito ha poi il potere di penetrare nelle cose imperfette e così introduce e colora ciò che si unisce dopo a quest’Acqua in parte refrigerata, riempiendo i suoi pori che poi salda con un fissaggio inseparabile. Ogni Acqua se non ha spirito si congela con il calore; se invece si unisce subito allo spirito, si congela col freddo. Ma chiunque sa congelare l’acqua con il caldo ed unire lo spirito ad essa, ha trovato certamente una cosa mille volte più preziosa dell’oro e di ogni altra cosa al mondo.” (Nuova Luce Chimica) Queste distillazioni rievocano una circolazione costante delle materie, forse mediata da un’alternanza di fasi dove la temperatura cresce e a volte decresce – (cf. Mercurio – Sethon), comunque sia, l’autore spiega che questa distillazione procura questo fissaggio inseparabile per arrivare, paradossalmente, a congelare dell’acqua con il caldo. Questo è come ammettere che lo spirito, simbolo del Mercurio, si sublima da solo, questo vuol dire che evapora.

Questa Acqua può essere paragonata alla vipera velenosa, da dove si estrae l’antidoto Medicinale, dato che è un veleno molto potente, non se ne può immaginare uno più nocivo. Ecco perché è ricercato dai farmacisti, ma nessuno sarà infettato da questo veleno, dopo che sarà stato trattato con la nostra Medicina. Allora come un potente e vero antidoto, può respingere i veleni e con l’opera mostra cose meravigliose, preservando molti dalla Morte, stai quindi attento a non mischiarla con nessun corrosivo. La vipera velenosa è utilizzata come simbolo del Mercurio nello stadio della putrefazione. Pernety ha scritto che: “la vipera è la materia dei Filosofi in putrefazione, così chiamata perché è uno dei più violenti e dei più attivi veleni che ci siano; è per questo che i Filosofi dicono che la loro materia prima della sua preparazione è un forte veleno e un grande rimedio dopo che è stata preparata, come la vipera. Philalèthe raccomanda espressamente di stare molto attenti quando si lavora questa materia, e di preservare non gli occhi, ma il naso e le orecchie.” Ci si può chiedere se delle sostanze che contengono del cianuro non si siano formate in questa fase dell’opera, altrimenti la vipera va intesa in modo occulto. Si potrebbe forse accostare un passaggio di Gassendi: “... così questa sostanza della vipera è miscelata nell’antidoto con tutti questi medicamenti, affinché essa sia, in questo modo, miscelata col veleno del quale è già infettato il corpo, allora sarà estratta dal corpo con il sudore, o diversamente, estratta con quello che è stato associato inseparabilmente nel corpo. Probabilmente nello stesso modo si preparano tutti i medicamenti che purgano gli umori del corpo, per questa ragione si può dire che i simili si possono guarire con i simili, o i dissimili con i dissimili, come dire che l’olio può essere estratto dal lenzuolo o da qualche cosa che gli è simile, per esempio dell’olio che si trova nel sapone, o in qualcosa a lui dissimile, con il sale, o con l’acqua che porta luce (luy) ed olio che è inseparabilmente miscelato.” Riassunto di Filosofia. Diamo al lettore l’occasione per riflettere. L’olio estratto dal lenzuolo con il suo simile, l’olio del sapone, ci ricorda ciò che abbiamo detto in generale delle tinture. È lo stesso comportamento del Mercurio filosofico, quando Basile Valentin raccomanda di lavare l’ottone, dove sono sufficienti il fuoco e l’Azoth. Si potrebbero paragonare ancora alcuni commenti Biblici che farebbero luce sul legame che esiste, fra la cabala ermetica, la vipera e gli angeli: “Sappiamo che il serpente di Eva era una biscia, o una vipera, o un Aspide, o un’altra specie; ma su questa domanda non abbiamo altre delucidazioni. È difficile sapere che specie di serpente intendevano gli Dei; alcuni commentatori hanno detto che erano degli angeli. Gli è stato risposto che un serpente non poteva conoscere gli angeli; ma per la stessa ragione non poteva conoscere gli Dei. Alcuni hanno creduto che il maligno del serpente voleva introdurre la pluralità degli Dei nel mondo.” La Bibbia spiegata da alcuni cappellani di S.M.L.R.D.P, Voltaire. Questo passaggio è sicuramente importante e ha una certa portata ermetica. Questo serpente non raffigura altro che il nostro Mercurio. Le calci metalliche, raffigurate dai geroglifici celesti dei corpi planetari – (cf. Olimpo ermetico) – vanno, grazie a questo solvente, ad essere proiettate nel firmamento del nostro cielo chimico, assumono allora dei rapporti formali con gli angeli, prima della loro incarnazione nel corpo, vale a dire nello Zolfo bianco. Si potrebbe andare anche più lontano e chiedersi se i Farisei avessero avuto un ruolo nello sviluppo dell’arte sacra. Questo passaggio della “Bibbia spiegata...” lo farebbe credere:

“Tutte le malattie sconosciute, (quale malattia infondo non lo è!) sembravano delle possessioni demoniache. Essi i Farisei si vantarono di scacciare questi diavoli con gli esorcismi e con una radice chiamata barath. Uno di essi scrisse un libro intitolato La clavicola di Re Salomone che conteneva questi segreti. Possiamo così valutare il loro potere di scacciare i diavoli, potere di cui parla lo stesso Gesù Cristo nel vangelo di Matteo. I Filistei venivano riveriti perché interpreti della legge; così il popolo veniva spinto ad accostarsi ai loro misteri. Essi insegnavano la resurrezione ed il regno dei cieli. I nostri vangeli ci insegnano con quale veemenza Gesù Cristo si schierò contro i Filistei. Egli li chiama ipocriti, sepolcri imbiancati, razza di vipere.” In verità, a cosa si riferisce il regime di Giove nell’opera, se non ad un sepolcro imbiancato? Che cos’è la Resurrezione, non è questa – compresa nel piccolo mondo degli alchimisti – la rinascita del ?. È una cosa meravigliosa della Natura, senza la quale niente si può fare. Ecco perché Ermes lo chiama: il suo vento a motivo della volatilità che prende dal Sole e dalla Luna, i quali formano insieme la nostra Pietra alata che resuscita i morti e dona la vita al Sole ed alla Luna, al maschio e alla femmina. Questi corpi, maschio e femmina, se non venissero ravvivati dall’arte e il loro grasso non venisse estratto con l’acqua, così come se il sottile non venisse diviso dallo spesso, mai condurresti a termine quest’opera. Se dunque vuoi avere un profitto certo, fai uscire gli uccelli dal loro nido e dopo rimettili a riposo nel loro nido. Questo passaggio può riassumere un adagio degli alchimisti: fai il fisso dal volatile e il volatile dal fisso, questo vuol dire: cuocere per molto tempo, lasciar raffreddare e ricuocere. L’acqua si unisce bene con l’acqua, e gli spiriti con gli spiriti e poi salgono insieme, perchè sono dello stesso genere. Poi quando saliranno, fa che scendano nuovamente. Così dividerai ciò che la Natura aveva prima apparentemente legato e unito, convertendo il Mercurio essenziale in vento. Senza la naturale e sottile separazione, non si avvererà mai una perfetta generazione. Vedere su questo argomento la sezione del Mercurio di natura. Adesso, affinché tu possa entrare con il mio aiuto in questa Porta, ti voglio dichiarare l’ultimo Segreto. Occorre che l’Acqua sia sette volte sublimata, diversamente non si potrebbe fare una dissoluzione naturale e non vedrai nessuna putrefazione simile alla pece liquida; così non appariranno i colori del Fuoco che agisce nel tuo Vaso. Revoila ne codifica 7 che simboleggiano la Terza opera, perché ci parla di sette regimi planetari: quello di Mercurio, di Saturno, di Giove, della Luna, di Venere, di Marte ed infine del Sole. Qui ci sono quattro tipi di Fuochi e non di più, che devi conoscere, scibile naturale, innaturale, contro-natura ed elementale che brucia nel bosco che consumiamo. Il Fuoco contro-natura deve estrarre i Corpi, è il nostro Drago che brucia violentemente, più del Fuoco dell’inferno. Il Fuoco di natura è il terzo Mestruo, questo Fuoco è naturalmente in ogni cosa. Il Fuoco naturale si chiama occasionale, come lo è il caldo della cenere che serve per putrefare. Senza questi tipi di Fuochi non potrai condurre niente a putrefazione, in modo che la materia si possa separare, affinché l’unione sia proporzionato e pronta ad una nuova congiunzione. I differenti fuochi dell’opera sono esaminati nel commento dell’opera segreta di Ermes di Jean d’Espagnet - chap. 94.

Avendo guadagnato la Porta della separazione, potrai procedere più oltre, verso la Porta della segreta Congiunzione che custodirai forte dentro. Questa Porta è chiusa con doppia serratura, così capirai ciò che segue.

QUARTA PORTA Della Congiunzione Dopo la Separazione, con la quale sono stati divisi gli Elementi della nostra Pietra, segue il trattato della segreta Congiunzione che unisce le nature ripugnanti trasformandole in una Unità perfetta, che le armonizza totalmente e le lega l’un l’altra, in modo che una non possa sfuggire all’altra quando saranno pressate dal Fuoco: tanto sono ferme e stabili nella loro Congiunzione. Ecco come i Filosofi definiscono questa unione: la Congiunzione non è altro che un accoppiamento di qualità separate, o un assorbimento dei principi. Ma nessuno mischia i Corpi con il Mercurio volgare che si vende nelle Farmacie con il quale è impossibile dividere gli Elementi, così si traviano e così sbagliano. Dopo la Separazione, con la quale sono stati divisi gli Elementi della nostra Pietra, segue il trattato della segreta Congiunzione che unisce le nature ripugnanti trasformandole in una Unità perfetta, che le armonizza totalmente e le lega l’un l’altra, in modo che una non possa sfuggire all’altra quando saranno pressate dal Fuoco: tanto sono ferme e stabili nella loro Congiunzione. Ecco come i Filosofi definiscono questa unione: la Congiunzione non è altro che un accoppiamento di qualità separate, o un assorbimento dei principi. Ma nessuno mischia i Corpi con il Mercurio volgare che si vende nelle Farmacie con il quale è impossibile dividere gli Elementi, così si traviano e così sbagliano. Finché l’anima non sarà purgata e separata dal suo peccato originale con l’acqua e spiritualizzata in modo puro, non potrai iniziare la vera Congiunzione. Dividi dunque l’anima dal Corpo, e allora avverrà una congiunzione continua della parte spirituale con quella corporale. Questa congiunzione si produce verosimilmente nel regime di Giove o in quello, intermedio, della Luna. Ecco quello che dice Pernety: “L’unione delle nature ripugnanti e contrarie in unità perfetta. Questa congiunzione le converte così bene una nell’altra, come se avvenisse un matrimonio perfetto e indissolubile, con una tale violenza da essere più grande di un fuoco violento. I Filosofi definiscono ancora questa congiunzione, un accostamento ed una riunione delle qualità separate, o un adeguamento dei principi. Riplée . Qui abbiamo tre tipi di congiunzione. La Prima è chiamata doppia. Si fa tra l’agente ed il paziente, il maschio e la femmina, la forma e la materia, il mercurio e lo zolfo, il sottile e lo spesso. La Seconda, chiamata tripla,

perché unisce tre cose, il corpo, l’anima e lo spirito. Fate in modo di ridurre la trinità all’unità. La Terza è detta quadruplice, perché i quattro elémenti si riuniscono in uno solo corpo visibile, ma contengono gli altri tre. Ricordatevi, dice Ripléy, che il maschio ha cinque vasi che servono per la fecondità, e la femmina quindici. Sappiate dunque che il nostro Sole deve avere tre parti della sua acqua e la Luna nove. Congiunzione significa anche l’unione del fisso col volatile, del fratello con la sorella, del Sole con la Luna. Questo avviene nella fase di annerimento utile alla materia per putrefarsi. I Filosofi la chiamano Concezione, Unione degli elementi, Commistione. Commixtion Dizionario mytho-ermetico. La Prima congiunzione, si deve intendere del principio Zolfo e del principio Mercurio. È doppia nel senso che si tratta dei due Zolfi che si devono congiungere nel segno dei Gemelli. Questa congiunzione deve iniziare prima del regime di Mercurio. Essa trova la sua espressione grafica sotto forma di un cerchio dove il punto fisso rappresenta il principio Zolfo e la circonferenza l’elemento mercuriale. La Seconda congiunzione è triplice, in quanto lo Zolfo rosso è stato totalmente sublimato nel Mercurio, questa è allora la congiunzione tra lo spirito e l’anima. Questa triplice congiunzione ci ricorda anche la punta di un triangolo; ciascuno dei principi comunica con l’altro e la sua espressione grafica non è altro che un triangolo equilatero con la base rivolta o verso l’alto o verso il basso, questo dipende da quello che vogliamo raffigurare; se è un’acqua ignea avrà la base rivolta verso l’alto, se invece si tratta di un fuoco acquoso, la base sarà rivolta verso il basso. In quanto alla Terza congiunzione, che è quadruplice, è la Terra – Délos – che simboleggia la parte terrestre della Pietra al rosso. La sua espressione grafica passa da una piramide triangolare. Possiamo riassumere nel seguente schema queste congiunzioni:

Figura III, forma della Pietra, A sinistra vediamo il cerchio che raffigura la Prima congiunzione, tutta virtuale. Le Seconda congiunzione è raffigurata dal triangolo blu. La Terza congiunzione è raffigurata dall’associazione del triangolo blu con la proiezione rossa dei tre lati che formano una piramide triangolare che, vista nella forma bi-dimensionale, dà l’impressione di un quadrato o di due triangoli che formano un quadrato, riprendendo ciò che abbiamo detto più in alto riguardo alla forma della Pietra: triangolare nella sua forma, quadrangolare nel suo stato e circolare nella sua origine. Vedere la figura II per farsi un’idea della struttura della pietra, in rapporto ai pianeti e ai quattro Elementi: per il Fuoco, Marte; per l’acqua, la Luna, per l’aria, Mercurio e per la Terra , Venere. I Filosofi fanno menzione di due Congiunzioni di cui una grossa che include i Corpi col Mercurio. Ma andiamo oltre e passiamo alla seconda, nella quale le parti che restano sono talmente legate e ridotte in perfetta temperatura, che non sono mai ripugnanti, ecco perché la Separazione così fatta è causa delle varie congiunzioni dell’acqua e dell’aria, con la terra ed il fuoco, al punto tale che ogni Elemento può essere condotto nell’altro e rimanere così per sempre nella condizione che desiderava. Dice il Filosofo: fa come i

vasai con l’argilla, essi lo lutano, lo temperano spesso ma in modo che non sia troppo liquido,così giungerai piuttosto all’essicazione. Ma qui ci sono quattro tipi di Congiunzioni, la prima è doppia e consiste contemporaneamente nell’unione: dell’agente e del Paziente, del Maschio e della Femmina, del Mercurio e dello Zolfo vivo, della materia e della forma, del sottile e dello spesso. Queste istruzioni ti possono aiutare molto nel fare bene la nostra Congiunzione. Il secondo modo è chiamato triplo, perché una congiunzione è fatta di tre cose, del Corpo, dell’anima e dello spirito, che si devono unire; devi fare dalla trinità l’unità, perché come l’anima è il legame dello spirito, così occorre che il Corpo congiunga l’anima a sé. Non dimenticare dunque quello che ti ho appena detto. La terza Congiunzione, che è l’ultima, è quella di congiungere gli Elementi che rimangono insieme. I Filosofi li hanno chiamati quadruplici, specialmente Guido di Montanos. Così, per la via più comoda, adesso in questa nostra Congiunzione, bisogna raccogliere i quattro Elementi in due porzioni che prima non erano divise l’una dall’altra. Siccome la Femmina ha solamente quindici vene ed il Maschio cinque, necessarie per la generazione, così devi intendere che nella nostra Congiunzione, il Maschio che è il nostro Sole, ha tre parti della sua Acqua, e la Femmina nove che sono tre al suo riguardo. Allora il simile si rallegrerà con il suo simile, ed essi rimarranno sempre uniti. Forse Ripley vuole dire che lo Zolfo rosso, tintura, debba essere meno della metà dello Zolfo bianco o Corpo. Ti dico dunque di fare solamente una grande Congiunzione. Perché raramente le prostitute hanno dei Bambini. Perciò non arriverai a fare la nostra Pietra se non fai coricare la femmina da sola nel suo letto, in modo che quando avrà concepito dal Maschio, la sua matrice deve essere chiusa a chiunque. È ciò che dice il Rosario dei Filosofi: “ARISLEE nella Visione. Unisci dunque Gabricus che è il più caro di tutti i tuoi figli unitamente a sua sorella Beya, che è una bambina radiosa, dolce e tenera. Gabricus è maschio e Beya è femmina. Lei dona tutto ciò che gli appartiene. Oh natura sii benedetta, e benedetta sia la tua operazione, perché dall’imperfetto realizzi il perfetto. Per questa ragione, non prendere la natura stessa se non è pura, piena, piacevole, terrestre e giusta. Vigila affinché niente di contrario si introduca con la nostra pietra, che sia sola. Unisci il nostro schiavo a sua sorella profumata, ed essi genereranno per coppia un figlio che non sarà comparabile ai suoi genitori. È meglio che Gabricus sia più caro di Beya, la generazione non si può fare senza Gabricus. Perché l’unione di Gabricus con Beya ha provocato immediatamente la morte. Beya salì con Gabricus lo chiuse infatti nel suo ventre, così che non potesse più vederlo. Lei strinse Gabricus con un amore così grande che lo concepì interamente nella sua natura e lo divise in parti indivisibili. Ecco perché Merculinus dice: La concezione trasforma in sangue ciò che era simile al latte. Così la sposa bianca fu data subito in matrimonio allo sposo rosso, così si baciano e si accoppiano. Si dissolvono da soli e si accorgono che dopo essere stati due, diventano in qualche modo un solo corpo. Ecco perché Maria, sorella di Mosè,dice: Unisci la gomma con la gomma in un vero matrimonio, e trasformali in un tipo di acqua bollente” Vediamo bene che può trattarsi solamente della congiunzione delle due nature metalliche di cui una, Gabricius, è indicato come lo sposo rosso, e Beya la femmina bianca. Notate che Pernety fa un discorso diverso da quello di Arislée, poiché scrive nel suo Dizionario: “Aristée così spiega in stile tipico, quando dice: portandoci a spasso sulla riva del mare, vedemmo che gli abitanti di queste coste si coricavano insieme, ma non generavano;

piantavano degli alberi e seminavano delle piante che non fruttificavano. Allora gli abbiamo detto: se ci fosse un Filosofo tra di voi, i vostri bambini genererebbero e si moltiplicherebbero, i vostri alberi fruttificherebbero e non morirebbero, i vostri frutti si conserverebbero e sareste dei Re valorosi che vincerebbero tutti i vostri nemici. Chiedemmo al Re suo figlio Gabertin e sua sorella Beya, che era una ragazza bella e molto bianca, delicata e gentile; unimmo il fratello e la sorella, dopodichè Gabertin morì quasi subito. Il Re visto questo, ci incarcerò. Pregammo e supplicammo, finché ottenemmo sua figlia Beya, siamo stati 80 giorni nelle tenebre della prigione, dopo aver asciugato tutte le tempeste del mare, facemmo chiamare il Re, e gli rendemmo i suoi figli vivi, della qual cosa rendemmo grazie a Dio”. Perché chiunque aggiunge il crudo al cotto, apre il suo vaso facendo raffreddare la sua materia, così non fa che nutrire lo sperma concepito: diversamente rovina la sua opera e sbaglia. Ecco perché se desideri che riesca bene, chiudi bene la tua matrice, e nutri bene il tuo seme con caldo temperato e continuo. Quando il tuo vaso sarà rimasto cinque mesi, in modo che dopo l’eclissi appaia la luce, allora aumenterai subito il caldo e lo manterrai finché la Pietra risplenda di un colore brillante: allora potrai aprire il tuo vaso e nutrire il bambino (che ti è nato adesso) sempre di più con latte e carne. Siamo nel regime di Venere. Ma non può trattarsi della via secca; se si tratta della via umida, non vediamo in quale modo si possa “nutrirla” . Perché adesso l’umidità e la siccità sono talmente temperate che la Terra riceve l’impronta dell’acqua, in modo che non si possa mai dividere. L’acqua è quindi entrata nella Terra, così tanto da rimanere volentieri unita a lei, l’acqua così ha acquistato la forza di conservazione della Terra, così i due diventano uno, senza più opposizioni. Perciò le nostre intenzioni dipendono da due cose, conoscere l’umidità e la siccità che sono due contrari. La siccità che dà umidità al Fissaggio e l’umidità che rende liquida la Terra , affinché dei due, così temperati, non rimane che una sola temperatura non tanto spessa che è il Corpo nato sottile come l’acqua. È chiaro che due principi su quattro spariscono in questa operazione della congiunzione. Perché l’umidità non è altro che la rugiada di maggio o l’aria, il cui il simbolo è Giove, la siccità non è altro che la Terra o Gaia. Rivedere quanto abbiamo detto sopra nel capitolo sulla Dissoluzione. La Soluzione e la Congiunzione sono i due principi di questa Scienza difficile, e ne sono i principali fondamenti. Ci sono tuttavia altri principi tutti eccellenti che ti mostrerò qui di seguito, ma veniamo alla quinta Porta.

QUINTA PORTA Della Putrefazione La Putrefazione si può così definire, devi sapere che si tratta dell’uccisione dei Corpi e della divisione di tre cose nel nostro composto che porta alla corruzione dei Corpi uccisi, rendendoli poi atti alla generazione, perché tutte le cose che sono in terra, sono generate dalla continua rotazione o movimento dei Cieli. Senza la Putrefazione ed il Fermento il Seme non si può moltiplicare; questo avviene solo con un’azione continua del Caldo sul Corpo, non in modo manuale. Tuttavia, come il grano di frumento, che secondo la testimonianza di Gesù Cristo stesso, non può moltiplicarsi, se non dopo essere stato seminato, altrimenti muore e marcisce. Parimenti la nostra Materia non marcisce e non può alterarsi nei suoi Elementi che non si possono dividere, di conseguenza non può avvenire la loro Congiunzione. Ti dico questo affinché tu non perda il tuo tempo, ascolta bene i principi della nostra Putrefazione, prima di intraprendere quest’Opera. Questa putrefazione è simile alla Dissoluzione. La Putrefazione si può così definire, devi sapere che si tratta dell’uccisione dei Corpi e della divisione di tre cose nel nostro composto che porta alla corruzione dei Corpi uccisi, rendendoli poi atti alla generazione, perché tutte le cose che sono in terra, sono generate dalla continua rotazione o movimento dei Cieli. Mischia bene gli Elementi e misurarli con prudenza tenendoli al caldo temperato, stando sempre attento che il caldo non li incenerisca in polvere secca, rossa ed inutile, ma in polvere nera simile al becco del Corvo, al bagno caldo, tenendoli prima di ogni cosa in un caldo umido per 90 notti. Dopo la nefandezza, sappi che devi preparare subito i semi per la Putrefazione, dopo questa fase e dopo diversi colori, arriverà un bianco perfetto, così il tuo seme si moltiplicherà nella sua natura. Fate che si bacino l’un l’altro; quando i loro teli saranno sporchi, la donna deve premurarsi di lavarli fino allo spasimo e alla fine morrà con tutti i suoi bambini, ed andrà in purgatorio per purificarsi dal peccato originale. Allegoria biblica frequentemente impiegata dagli alchimisti. C.G. Jung ha dedicato una parte della sua summa sull’alchimia nel confronto

del Lapis, Christus, Alchimia e psicologia, Buchet-Chastel, 1970. Per il peccato originale, vedere 1, 2 . Quindi le loro sofferenze aumenteranno pian piano col caldo, per via del Fuoco continuo che non deve mai cessare. Il fornello, che i Saggi chiamano Athanor custodisce un caldo temperato, come si conviene, con il quale la Materia si putrefà naturalmente. Per l’athanor, vedere il commento del Mercurio di Alexandre Sethon. Di questo principio, Guido, uomo sapiente, dice: con la Putrefazione il Composto corporale muore, secondo Morien ed altri Filosofi, resuscitando grazie ad una nuova rigenerazione in un Corpo semplice e Spirituale e se il caldo e l’umidità non fossero in movimento continuo, lo sperma non rimarrebbe nella matrice, così non avremmo nessuna generazione . Ecco perché nel principio prenderai le nostre Pietre e le seppellirai ciascuna nel sepolcro dell’altro; facendo fra loro un matrimonio, affinché si corichino insieme per sei settimane. In questo periodo darai nutrimento ai loro semi concepiti, senza farli alzare dai loro sepolcri. Molti avendo ignorato questo Segreto si sono ingannati. Questa allegoria rievoca di nuovo il Rosario dei filosofi, l’allusione al sepolcro è una parte dell’iconografia di questo trattato, che è costruita su questo modello: “Aristotele, Re e Filosofo non ha mai visto una cosa qualsiasi, che abbia vita, crescere senza putrefazione. Così dunque non si realizza la putrefazione, l’opera alchemica sarà vana. Morien - Questa terra si putrefà e si purifica per mezzo della sua acqua. Quando sarà stata purificata. tutta l’opera sarà guidata dall’aiuto di Dio. Il filosofo Parmenide - Se il corpo non è distrutto, spezzato, se non marcisce e non è convertito in una sostanza sostanziale, questa virtù nascosta non può essere estratta e non si può mescolare al corpo. Il filosofo Bacchus - Quando le nature si corrompono e marciscono, quindi generano. Il filosofo Platone - Usiamo l’uovo come esempio. Prima marcisce, generando un pulcino che, dopo la corruzione totale, è un animale che vive.” Manifestamente, una sola operazione, la dissoluzione, sembra velata sotto la maschera della soluzione del corpo e della coagulazione. Quindi è ancora della dissoluzione che si parla. Dosando il caldo, aspettate il tempo di questa concezione, la nefandezza ti dirà quando essi morranno, perché in questo tempo ingrosseranno insieme, come pece liquida, e gorgoglieranno, fermenteranno e marciranno. Ti appariranno i colori splendenti simili all’arcobaleno che saranno meravigliosi da vedere. Ed allora l’acqua comincia a seccarsi. Si tratta dei colori della coda di pavone, che dà delle iridescenze. Riportatevi alla nota 63 del commento sul Mercurio di Alexandre Sethon. Non bisogna fidarsi di quanto ha detto Roger Bacon in merito al colore della coda di pavone, vedere lo Specchio di alchimia. Sappiamo che il pavone era l’animale dedicato a Giunone: vedere l’Olimpo ermetico. Perché nei Corpi umidi il caldo opera in modo temperato, genera la nefandezza prima di ogni cosa che è il segno della vera Congiunzione e della sicura Putrefazione. Ricordati di ciò, perché allora non puoi rischiare che avvenga una alterazione. Così ti conviene entrare dalla Porta della nefandezza, se vuoi guadagnare la luce permanente, vale a dire il bianco. Dom Pernety, nelle sue Favole egiziane e greche, ci dice che la nefandezza è la Chiave dell’opera. Vedere il capitolo Saturno dell’Olimpo ermetico. Perché il Sole quando si alza è oscuro, egli passa sulle Acque del diluvio di Noè sulla terra, e dura 150 giorni prima che tutte le Acque si ritirino. Così le nostre Acque come dicono i Saggi, passeranno, affinché si possa dire con Davide, i fiumi sono diventati

secchi. Fai tesoro di questo. Lo pseudo-Flamel, o chi per lui ha scritto le Figure Geroglifiche, ha parlato molto bene del Diluvio: “Da questo corpo coagulato devi fare due parti, una delle quali servirà all’Azoth per lavare e mondare l’altro che si chiama Laton, il quale va imbiancato. Quello che deve essere lavato, è il Serpente Pitone che, avendo preso il suo essere dalla corruzione del limo della Terra, e dopo la raccolta dalle Acque del Diluvio, deve essere messo a morte, e vinto dalle frecce del Dio Apollo, dal biondo Sole, vale a dire con il nostro Fuoco, uguale a quello del Sole.” Il Diluvio, come abbiamo detto nella sezione sui Principi, è stato oggetto di allegorie da parte di Fulcanelli a proposito dei suoi avvertimenti, i quali velano il calcareo coquillier ; il Diluvio per tradizione corrisponde al capovolgimento dei poli e gli alchimisti ne parlano quando vogliono significare che la loro Afrodite è diventata la loro Terra mondata dal Mercurio. In seguito Noè piantò la vite, che fiorì e portò dei grappoli. Ora quando avrai ottenuto ciò che desideri, non devi temere, perché in questo modo la nostra Pietra germoglierà e fiorirà. Dopo che saranno passati 30 giorni, avrai dei grappoli molto rossi, come il Rubino che è il nostro Adrop, il nostro Cinabro ed il nostro Piombo rosso. Il termine di Adrop, da Pernety, è adoperato per designare una delle materie. Ci dice che si tratta del nome che i Filosofi Ermetici hanno dato alla materia che adoperano nella grande opera. Guy del Monte, Guido di Salgo, ha fatto un trattato che ha per titolo “De Philosophico Adrop”, inserito nel VI tomo del Teatro Chimico. Tuttavia, Giorgio Aurach è di parere contrario poiché considera che Adrop ed Azoth sono termini similari. Ma capita che Dom Pernety si contraddice da solo poiché scrive: “Con il terzo Leone verde, si intende la dissoluzione lo scioglimento stesso della loro materia, che chiamano anche Adrop. Per il quarto, si intende questo Adrop o vetriolo Azoquée, chiamato Piombo dei Saggi. Per il quinto, si intende il loro mestruo che puzza che Ripley, Raymond Lulle, Géber e tanti altri chiamano Spirito puzzolente, Spiritus foetens o Sangue del Leone verde...” Sembra che qui Ripley abbia optato per la V definizione che dà Pernety del Leone verde, poiché parla del Piombo rosso, che bisogna intendere come Piombo dei Saggi risplendente, diversamente detto Leone rosso, che corrisponde al regime di Marte. Ma qui, le cose non sono tanto semplici, poiché Pernety ci dice nell’articolo sul Leone rosso del suo dizionario: “I Filosofi Spagirici chiamano così la materia terrestre e minerale che rimane in fondo al vaso dopo la sublimazione degli spiriti che ne sono usciti, che loro chiamano Aquile. Questo Leone rosso è anche ciò che chiamano Laiton.” Saremmo piuttosto d’accordo con la II ° definizione dell’espressione ma, allora si tratta di un ottone imbiancato che ha superato il regime di Venere. Come le Anime, dopo le pene passeggere di questa vita, sono condotte in paradiso, dove c’è sempre una vita gioiosa; così sarà la nostra Pietra dopo che sarà stata mondata in purgatorio dalla sua oscurità, vale a dire da un Elisir bianchissimo e molto potente. È dunque cabalisticamente, che probabilmente bisogna intendere il termine oscurità, tenebre, queste espressioni velano semplicemente la scomparsa degli Zolfi, sciolti nel Mercurio. Affinché tu possa giungere meglio a Putrefazione, prendi questo esempio come conclusione, perché tutti i Segreti della Putrefazione sono nascosti in questa operazione. La Quercia che è continuamente sotto l’acqua non marcirà facilmente, così come io ho provato, perché alla fine di cento anni la troverai ancora intera. Ma se la tieni sempre

umida e mai secca, come lo si vede per esperienza negli edifici, vedrai che successivamente la quercia marcirà. Così seguendo i nostri consigli, devi fare in modo che il nostro albero non sia mai bruciato dal Sole, e nello stesso tempo che sia refrigerato dall’acqua. In questo modo lo porterai a deteriorarsi; così da essere ora secco, ora umido, ora con grande caldo, ora con grande freddo, così facendo presto marcirà e porterà il tuo oro a putrefazione. Tratterai quindi il Corpo come ti ho detto, ma putrefacendolo col caldo non avere troppa fretta, affinché tu non debba cercare fra le ceneri i tuoi frutti. Questo passaggio raggiunge in modo stupefacente le esperienze di sintesi mineralogica per sottofusione, come abbiamo detto più in alto, parlando delle variazioni di temperatura che danno come una “ricottura” al Rebis. Trai dunque dalla Terra la tua Acqua, facendo in modo che la tua Anima salga con lei. Metti allora le tue basi nella Terra, affinché possa spesso salire e scendere. Ma difendi il tuo Bicchiere dal caldo violento e dal freddo improvviso, facendo in modo che il Fuoco sia temperato, stai anche attento che la tua materia non si vetrifichi lateralmente. Vedere la sezione sulla réincrudation per le esperienze di dévitrificazione; vedere la sezione del Mercurio per la temperatura. Sii Saggio nello scegliere la tua materia: non ti preoccupare e non prendere Sali, Zolfo volgare e nessun minerale. Perché sebbene gli Artisti dicono che il nostro Zolfo ed il nostro Mercurio sono solamente dei Metalli che nessuno chiama olii, acque, Uccelli e Bestie e con molti altri nomi. Questo affinché chi prende alla lettera i nostri testi non comprenda mai la nostra Pietra. Passaggio occulto perché è sicuro che per la preparazione del Mercurio, sono necessari dei sali di potassio; si può ricavarli dalle ceneri di quercia, da arboscelli, dal nitro con l’alkali fisso a base di potassa o dalle ceneri di salicornia con l’alkali fisso a base di soda; in quanto ai metalli, non è sbagliato dire che sono chiamati a diventare degli olii, ma questo va compreso cabalisticamente. Infine, gli uccelli e gli altri animali hanno permesso agli alchimisti di fissare sulla carta o su delle incisioni quantità di allegorie che raffigurano la lotta del fisso col volatile. La nostra Pietra è chiamata l’alimento di questo Mondo che condotta con Arte come Natura lo richiede, sarà molto ricca, ed il suo incremento si moltiplicherà nella sua specie, secondo i tuoi desideri. Molti lavorano secondo la loro fantasia su parecchi soggetti, nei quali vedono apparentemente delle belle tinture, sia bianche che rosse. Queste tinture quando le mettono sul Fuoco spariscono; tali rotture del vetro e del vaso, muoiono quotidianamente a causa dei veleni, si rovinano la vista per il fumo e per le lunghe notti che passano ai fornelli, i loro abiti sono sporchi e consumati e puzzano di zolfo. Questi pseudo alchimisti si sporcano le mani con gli acidi corrosivi che maneggiano, hanno gli occhi irritati ed il viso macchiato. In una parola soffrono di molti mali e spendono inutilmente il loro denaro, o più volentieri quello altrui. Ecco un consiglio sul quale i dilettanti del “drago rosso” farebbero bene a meditare quando lavorano sul cinabro o ancora, sull’orpimento, o ancora sul sublimato corrosivo. Faremo un’eccezione per quelli che preparano lo scettro di Giove. Alcuni lavorano con l’urina, altri con la fuliggine, altri ancora con le uova, col sangue, così sciupano il loro tempo. Essi rompono molti vascelli di diverse forme, tanti fornelli; tanti sali e polveri, olii, ed altri tipi di materie che chiamano materia prima. Questi poveri illusi, dividono e separano gli Elementi, senza comprendere che tutte le cose sono solamente una, la loro separazione non vale niente, come le altre cose sopra dette. Tuttavia hanno la temerarietà di vantarsi che hanno trovato il nostro Mercurio ed il nostro Zolfo vivo, della qual cosa si sbagliano di grosso. Parlano dell’uomo rosso e della donna bianca, cosa abbastanza singolare per l’elisir della Quintessenza; come anche per l’elisir della Vita

estratto dal miele, dai mestrui del chélidoine di cui ne dividono anche gli Elementi, perché non capiscono cos’è questa Filosofia naturale. Il chélidoine ha delle proprietà che l’avvicinano a certi stati del solvente: “Il chélidoine è esternamente attivo, della grossezza di un pollice, di colore brunorossastro, quando è fresco; esso è bianco all’interno, quasi nero quando si secca. Ha un sapore cocente ed amaro, ed un odore sgradevole, proprietà che si perdono in gran parte con l’essiccamento. Le foglie hanno dei lunghi steli, sono grandi e composti in modo particolare: ogni piccola foglia è divisa in parecchi lobi di cui gli inferiori sono più piccoli ed il superiore è più grande. Queste foglie sono, altrove, forate sui bordi, lisce, magre, di un colore verde-biancastro. Quando sono fresche e le si rompono, danno, come tutta la pianta, un succo acre, giallo di zafferano; hanno un odore sgradevole che si perde per dessiccazione. Il brano di chélidoine / succo ispessito / ha un colore giallo-brunastro scuro, un sapore amaro ed un poco repellente. Dà una soluzione torbida. Fa ammuffire facilmente.” (Manuale dei farmacisti e dei droghieri. Trattato dei caratteri distintivi, delle alterazioni e sofisticazioni dei medicinali semplici e composti, J. - B. Kapeler e J. B.Caventou). Il chélidoine presenta due colori simili a quelli della Grande opera, ma è soprattutto a causa della nefandezza che appare all’essiccamento – comparabile all’ assation descritta da Fulcanelli – che ci convince dell’analogia ermetica. Il suo sapore cocente, il suo odore sgradevole l’avvicina all’aspetto miserabile del composto minerale che l’artista deve scegliere all’inizio del suo lavoro. Sono qui rievocati certi regimi planetari, quelli di Venere e di Marte in particolare – ma il chélidoine è stato rievocato a lungo da Philippe Ulstade nel suo trattato il Cielo dei Filosofi (pp. 30-35) disponibile sul server Gallica del bnf. Ma voi, state attenti di non fare grandi spese e ricordatevi che ogni simile produce il suo simile, come Dio ha ordinato. In poche parole riconoscerai se qualcuno ha la conoscenza della nostra Pietra, se dice che occorre solamente una cosa, come un bicchiere e neanche. Sii uomo giusto timoroso di Dio e su ogni cosa non rivelare il tuo segreto a nessuno quando lo conoscerai, ma sii segreto e fa come se non sapessi nulla. SESTA PORTA Della Coagulazione La Coagulazione è un indurimento delle cose molli di colore bianco e fissaggio degli Spiriti volatili. La Coagulazione è un indurimento delle cose molli di colore bianco e fissaggio degli Spiriti volatili. Non preoccuparti molto di come farai la coagulazione, perché gli Elementi sono legati insieme e a patto che la Putrefazione sia stata fatta naturalmente. Artéphius dice: “Tutto il segreto di questo segreto Antimoniale, per via di quanto detto sopra, siamo in grado di estrarlo dal corpo della Magnesia (calamita minerale; gli Antichi confondevano spesso fra loro: la magnesia, il gesso ed il calcare) e dall’argento vivo non cocente, (praticamente è ciò che sono l’antimonio ed il Sublimato Mercuriale). Bisogna estrarre un’acqua sorgiva, incombustibile, congelarla col semifreddo corpo del Sole che lo scioglie in quella naturale sostanza bianca refrigerata come la crema, facendo poi diventare tutto bianco. Tuttavia, prima il Sole farà in questa acqua la putréfazione e la risoluzione e poi perderà inizialmente la sua luce, quindi si oscurerà ed annerirà, poi sfiorerà l’acqua, quindi su di essa galleggerà poco a poco un colore di una sostanza bianca, questo vuol dire: imbiancare l’ottone rosso” Libro Segreto. Conviene in questa operazione creare il collegamento tra i due Zolfi, senza il Mercurio. Jean D’Espagnet ci parla di questo congelamento:

“Lo si chiama spesso inumazione, perché lo spirito viene inumato e seppellito con lei, come un morto nella terra. Poiché agisce lentamente ma forte ed ha perciò bisogno di molto più tempo. I primi due cerchi lavorano soprattutto per sciogliere, questo per congelare, sebbene in tutti operano l’uno e l’altro.” Opera segreta di Ermes. Questa operazione deve durare molto tempo, in modo che gli Zolfi possano congiungersi ed effettuarsi la cristallizzazione, che non differisce dunque molto dalla congiunzione, la quale fa intervenire il Mercurio. Cyrano di Bergerac ha probabilmente velato nella sua Storia comica gli stati e l’impero del sole in essa contenuti (Parigi, Charles di Sercy, 1662, la migliore allegoria sul quesito del congelamento. Il Congelamento si fa in diversi modi, con gli Spiriti ed i Corpi sciolti in Acqua brillante, o con dei Sali sciolti per due o tre volte e poi Refrigerati in una, materia fluida, di questi Congelamenti i pazzi si scherniscono, perché diversi dai loro. Perché nessuno scioglie, dividendo manualmente gli Elementi, congelandoli poi in polvere secca. Tale congelamento non è nelle nostre intenzioni, perché è del tutto contrario alla nostra Opera; perché essa non teme il Fuoco e rimane untuosa ed è abbondante in tintura, la quale essendo congelata non si liquefa all’aria né in Acqua. Perché se questo raggiungesse la nostra Opera, essa si distruggerebbe. Del resto la nostra Pietra non si congela in una pietra dura come il cristallo o il vetro, che invece reagiscono solo alla grande violenza del Fuoco, ma come la cera che si fonde subito senza soffiare. Ecco perché devi stare attento a non farti ingannare, perché tale congelamento non è quello che usiamo, perché essa non cola come fanno di solito i Sali refrigerati. Ora tali Congelamenti convengono solamente ai Sofisti. Sappi dunque che la tua Medicina non può mai fluire naturalmente, né essere congelata se prima non viene putrefatta e purificata e non può fissare gli Elementi della nostra Pietra finché saranno congelati insieme e fluire facilmente. Perciò quando la Natura sarà diventata bianca, allora gli Spiriti saranno congelati con i Corpi. Ma bisogna aspettare molto tempo, prima che un Congelamento ti appaia simile alle perle. Rallegrati quando vedrai tale Congelamento, perché in seguito, appariranno come dei fili rossi simili al sangue. Questa cosa è la più rara e la più ricca del mondo. Questo congelamento esige la cooperazione dei tre principi: Mercurio, Zolfo rosso e Sale o zolfo bianco. Batsdorff ci dice in proposito che: “... ecco perché ci sono solo lo zolfo dell’oro e l’argento dei Filosofi che sono capaci di congelarli, tingerli e fissarli perfettamente nello stesso tempo, a causa della loro cozione e digestione perfetta. Quando dico che non c’è che lo zolfo del Sole e della Luna, dico la verità, perché l’argento-vivo non è una vera tintura metallica, né bianca né rossa, ma bene è certamente adatto lo zolfo che ha anche virtù di digerire, congelare e coagulare il mercurio.” Rete di Arianna Questo è un punto importante della scienza, perché numerosi testi sembrano dire che i due Zolfi sono in qualche modo passivi, e che solo il Mercurio è il “conduttore” dell’opera. Ecco perché dopo aver mortificato la rozzezza della Terra, conoscerai la nefandezza che si genera dall’umidità, come nessuno può negare questo principio conosciuto, così non devi dubitare del biancore. Se una volta che la Pietra è stata imbiancata la congelerai, otterrai la Pietra più preziosa di tutte le Pietre del mondo. Questa parte dell’opera, si fa come una circolazione. Questa circolazione è stata velata sotto diverse allegorie come la Metamorfosi dei pianeti di Monte Snyders o come le tre ruote, di cui parla Jean D’Espagnet nell’opera consacrata di Ermes. Il primo movimento – la Prima ruota – sublima la materia rarefacendola; il secondo movimento – la Seconda ruota – l’abbassa nel congelamento; ed il tutto – 3 ruota – si conclude in un tipo di riposo o piuttosto, come dice Pernety, come un movimento interno, una cozione molto lenta ed insensibile della materia. La prima di queste ruote consiste nella riduzione della materia in Acqua. Questa fase corrisponde al regime di Mercurio e per certi alchimisti, è da questo momento che le

nature metalliche iniziano a congiungersi, iniziando a generare. Abbiamo poi l’eclissi del sole e della luna: è la fase di putrefazione, simboleggiata dal regime di Saturno. La seconda ruota consiste nell’evacuazione dell’umidità superflua e nella coagulazione della materia sotto forma di una terra vischiosa e metallica. Bisogna riprendere qui ciò che dice D’Espagnet nell’opera segreta, ai capitoli 68, 69 e 70. Ma è il capitolo 71 che permette di spiegare ciò che esprime questa coagulazione: “La quarta digestione è la consumazione di tutti i misteri del mondo: con questa digestione la terra è stata tramutata in un eccellente fermento che fa emergere da lei tutti gli altri corpi trasmutati in un corpo perfetto, perché essa è passata nella natura celeste della quintessenza, così facendo la sua virtù è stata ispirata dallo spirito dell’universo: è la panacea, la medicina universale di tutte le malattie, alle quali tutte le creature possono accedere. Il fornello segreto dei filosofi ti farà scoprire questo miracolo della natura e dell’arte, grazie alle continue digestioni del primo regime del lavoro. Sii giusto nelle tue opere affinché Dio ti sia propizio, altrimenti l’aratura della tua terra sarà vana, perché questa mietitura non risponderà alla voce del contadino avaro.” capitolo 71 La coagulazione dell’acqua mercuriale impone questo passaggio con i “corpi perfetti” o quintessenza. Da questo momento la mescolanza Rebis-Mercurio, o Composto filosofale, assume il ruolo di un lievito che rinnova (nel senso di rinascita) gli Zolfi sciolti, vale a dire le Anime: l’alchimista diventa allora un démiurgo. Appena l’umidità causa la nefandezza, il secco si putrefà, anche l’umidità congelata dal secco genera nella notte un biancore luccicante e molto chiaro. Dopo il bianco la materia tende a seccarsi, così nell’umidità la nefandezza si mostra sempre con diversi nuovi colori. Pernety dice che: “Tutto il procedimento Filosofico consiste nello scioglimento del corpo e nel congelamento dello spirito, tutto si fa con la stessa operazione. Il fisso ed il volatile si mischiano interiormente, ma ciò non può farsi se il fisso non si è prima volatilizzato. L’uno e l’altro infine si baciano e riducendosi diventano assolutamente fissi.” Favole, Principi operativi Qui la difficoltà è quella di definire bene questa volatilizzazione del fisso, perché con la via secca che si pratica col crogiolo brasqué , non otteremmo una volatilizzazione ordinaria delle materie e si perderebbero per sempre. Ma se ipotizziamo che la volatilizzazione è una sublimazione che si dissolve, vale a dire, di un tipo di proiezione che opera per mezzo dello scioglimento degli Zolfi nella massa liquida del Mercurio, potremmo far emergere quella cornice formale che Philalèthe chiama sublimazione filosofica. La causa di tutto questo è il caldo mobile continuo e temperato della materia, la quale viene alterata sostanzialmente sia fuori che dentro: non come fanno i pazzi sofisticamente, ma in modo che ogni parte possa sopportare il Fuoco, fluente, fisso, stabile ed acquisisca una perfetta tintura. Mentre la prima digestione della carne causa il biancore (il chyle per la siccità nello stomaco), la seconda, che si abitua al fegato, causa un rossore fisso per via del caldo temperato: parimenti la nostra Pietra a causa della siccità e del caldo temperato, si digerisce e si completa al bianco ed al rosso. Si vede che Ripley mescola un poco i generi e parla di operazioni che non hanno niente a che vedere espressamente con la coagulazione. Ripetiamo con Dom Pernety dunque che la coagulazione o congelamento sono: “un Termine di Fisica e di Chimica. È il legame della composizione dei misti che creano il reciproco attaccamento delle parti. La coagulazione è solo un rudimentale fissaggio. Ci sono due tipi di coagulazioni, come due tipi di soluzioni. Una si fa con il freddo, l’altra con il caldo, ed ognuna si suddivide ancora in due; una è permanente, l’altra non lo è. La Prima si chiama fissaggio e l’altra semplicemente coagulazione. I metalli sono un esempio della prima, i sali lo sono della seconda.

La coagulazione filosofica è l’unione inseparabile del fisso e del volatile in una massa così fissa che non teme gli assalti del fuoco più violento e comunica la sua fissità ai metalli trasmutandoli.” La coagulazione è solamente un rudimentale fissaggio, questo significa che si tratta di un’operazione reversibile. Tutto accade in questo stadio dell’opera, che corrisponde al regime di Venere o di Marte in modo dinamico ed instabile. Del resto, non è impossibile che questa coagulazione che precede il fissaggio, sia simboleggiata dal passaggio da Venere a Marte, in pratica tra Afrodite ed Arès. Ma abbiamo visto che Arès ed Afrodite erano anche i geroglifici mitologici delle due principali materie prime che entrano nella composizione del solvente. Ma ti occorre conoscere un altro Segreto, è quello di come il bambino dei Filosofi nasce dall’aria, non è molto di più di come soffiare sui carboni. Non prendere ciò che ti dico per gioco né come presa in giro, perciò credimi, altrimenti perdi la tua Opera, se la tua Terra venisse sommersa dall’Acqua, non vedresti mai il nostro vero Congelamento. Questa riflessione sui carboni deve farci riflettere: il carbone come la calce, è un corpo riduttore. Ora, Pernety insiste molto su questo termine, poiché scrive: l’uno e l’altro infine si baciano, e a causa della riduzione diventano assolutamente fissi. “Ora, Ripley scriveva nel XVII sec., quando non conosceva niente dei fenomeni di ossido-riduzione. È tuttavia il termine adeguato che è stato adoperato qui. Ma ecco cosa ha detto ancora Pernety del congelamento: “Congelamento. In termini di Scienza Ermetica, significa la stessa cosa che coagulazione. È propriamente un indurimento di una cosa molle, per il disseccamento dell’umidità ed il Fissaggio del volatile. È in questo senso che Ermes ha detto che la forza della materia sarà perfetta se l’acqua si ridurrà in terra; perché tutto il magistero consiste nel ridurre la materia in acqua con la soluzione e farla ritornare terra con la coagulazione. Congelare, tingere e fissare è solamente la stessa operazione continuata nello stesso vaso.” Il lettore accosti a quanto appena detto a ciò che dicevamo più in alto della Pietra: “è con l’eliminazione progressiva di questo seconda parte dunque, che la nostra Terra acquisisce le proprietà di un Fuoco aereo e puro, è quello di cui brilla l’Escarboucle dei Saggi, il quale sa trattenere – chiunque di voi l’abbia già fatto senza misurarne la portata esoterica – è un raggio di sole. In quanto all’aria, finisce per trasformarsi in Acqua pietrificata, in oceano pietrificato, dopo che l’elemento aereo conosciuto con il nome di quintessenza – il quinto elemento – sarà stato completamente consumato nel parto ermetico tra i nostri due principi. “ Questa acqua pietrificata non si identifica con il disseccamento dell’umidità; è veramente, l’acqua ridotta in terra, l’acqua pietrificata. Un’Anima, che unisce il Cielo alla Terra, sale dalla terra, come l’acqua sale dall’acqua pura. Essa dona la vita ad ogni cosa che vive e covando incessantemente sulla nostra natura quadrupla, si sforza di migliorarla con tutto il suo potere. Questa Aria è il Fuoco della nostra Filosofia, chiamata il nostro olio, e misticamente la nostra Acqua. Parimenti, in questa Aria, che rappresenta il fuoco della filosofia chimica, ci trovi l’esatta corrispondenza di questo Fuoco aereo puro. Ma questo Fuoco, è anche un olio fluente, vischioso, che contiene i nostri zolfi che sono infine la nostra Acqua, si tratta del mare ermetico nel quale nuotano i pesci grassi ed argentati di Jean D’Espagnet – Opera segreta. In questa Aria di mezzo che chiamiamo olio, o Acqua, il nostro Fuoco, il nostro unguento, il nostro Spirito, e la nostra Pietra, sulla quale tutta la nostra Scienza è fondata, non esce mai sola fuori e non entra mai sola, non per il Fuoco stesso; ma l’acqua la conduce prima fuori e dopo la riporta dentro, perchè l’acqua non si divide mai dall’acqua. L’aria degli alchimisti è dunque molto particolare. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, si

tratta di un elemento liquido in un stato di grande viscosità portato ad un’alta temperatura. È “l’uccello volante senza ali”. Si può pensare a dei fenomeni convenzionali che portano ad una circolazione del Compost; questi fenomeni convenzionali potrebbero qualificare meglio queste “ascese e discese” di cui parlano certi testi. Così l’acqua può muovere solamente la nostra Acqua, questo movimento causa sia la morte che la vita: perché l’acqua si unisce naturalmente all’acqua, senza nessun ostacolo né ripugnanza, questa Acqua è ignorata completamente dai pazzi, visto che essa è probabilmente della natura dello spirito calcinato, quello stesso che porta fuori. L’acqua è il Sole della vita di tutte le cose che esistono in questo mondo, tutte le cose hanno avuto origine dall’acqua, come accade inizialmente in tutte le donne che partoriscono, le quali si liberano delle Acque, se tutto va bene si chiamano Albron, che esce prima di esse e prima del parto, con grandi dolori. Certamente questo è il motivo principale per il quale i Filosofi ci hanno raccomandato di essere pazienti ed aspettare finché l’acqua si asciughi completamente nella polvere, nutrendola con un caldo continuo e non violento, perché le qualità di ogni Elemento sono contrarie, finché dopo la nefandezza l’unione ne fa un biancore refrigerato, ma mai, senza divisione. Quest’acqua congelata sembra di natura differente da quella di cui parla Pernety nell’articolo “Lo sputo della Luna” dal suo Dizionario: “Lo Sputo della Luna - è la materia della Pietra filosofale prima della sua preparazione. I Saggi danno questo nome anche al loro mercurio preparato. Parecchi alchimisti hanno dato il nome di Sputo della Luna, o Sputum Lunae, o flos coeli, ed hanno lavorato con esso, come sulla vera materia della grande opera; è vero che questo flos coeli ci può indurre in errore. Stabilirne la sua natura è abbastanza difficile, perché è una specie di acqua refrigerata, senza odore e senza sapore, somigliante ad una fragola ancora acerba e di colore verde che esce dalla terra durante la notte, o subito dopo la fine di un grande temporale. Nei grandi caldi, questa materia tenendola all’ombra conserva un grande freddo. La sua materia acquosa è molto alata ed evapora con un caldo non molto forte attraverso una pelle estremamente magra che la contiene. Non si scioglie né nell’aceto, né nell’acqua, né nello spirito di vino; ma se si rinchiude il flos coeli in un vaso ben sigillato e lutato, si scioglie da solo lasciando un’acqua estremamente puzzolente, senziente come gli escrementi umani, molto-corrotti, i quali si manifestano con un’abbondanza di zolfo volatile. Dal colore sembra inizialmente uno scioglimento, l’acqua nella quale questa materia si fissa, è prima blu celeste, poi viola, poi rosso porpora, in seguito schiarisce, assumendo i colori dell’aurora, ed infine ambrata color oro. La pellicola galleggia moltomolto tempo in questa acqua; lasciando sul fondo del matras, fin dal principio dello scioglimento, una specie di polvere bianca come l’amido. Per questo bisogna aver raccolto il flos coeli prima dell’alba, pulendolo bene, pezzo per pezzo, da tutta la terra e da altre materie estranee che potrebbero essersi attaccate. Parecchie persone mi hanno assicurato che si faceva col flos coeli un eccellente rimedio per guarire parecchie malattie. Bisogna avere cura di non far toccare affatto, né raccogliere il flos coeli con nessun metallo, ma solamente col legno o con un bicchiere di vetro.” Questo flos coeli sembra riferirsi al nostoc usato da molti alchimisti. La vera natura del flos coeli è la rugiada di maggio, altro nome del Mercurio. Questa rugiada appare nel Compost dopo la fase di putrefazione, è simboleggiata da Saturno. Questo argomento, sembra interessante studiarlo non solo nei regimi planetari, ma soprattutto come mediatore tra tutti i regimi. Così, fra Saturno e Giove, la transizione ci viene data da Metis, personificazione della Prudenza – vedere sezione delle Guardie del corpo – figlia di oceano e di Téthys, Metis fu la prima donna di Zeus: era maga ed offrì una pozione magica a Cronos, obbligandolo a rigettare i suoi bambini, i Titani, che aveva inghiottito. Si può vedere la transizione tra le fasi di putrefazione ed il biancore dell’ottone.

Tutta questa conversione di una cosa nell’altra e di uno stato nell’altro, si fa con una discreta e semplice operazione Naturale, come fa lo sperma dell’uomo nella matrice della donna. Perché lo sperma ed il caldo sono il fratello e la sorella che si convertono da soli e generano un uomo perfetto, seguendo le operazioni della Natura nell’agire o nel patire. Così si comporta la nostra Pietra nel suo Bicchiere, nutrendola con un caldo temperato si converte nella nostra Pietra. L’esempio dell’uovo che si trasmuta in pollo grazie al caldo temperato, è una similitudine che ben si adatta alla nostra opera. Come ad esempio le piante vegetali che crescono solo con l’umidità ed il caldo. Ripley ci vuole parlare qui delle due nature metalliche che possiamo paragonare ai due Draghi di cui parla N. Flamel nelle sue Figure geroglifiche, riferendosi ai serpenti mandati da Giunone – il simbolo della natura metallica – che Ercole dovette strangolare nella sua culla. Giunone presiede al matrimonio e la donna addormentandosi implora il suo aiuto chiamandola Juno Lucina. Essa abbraccia il parturition ermetico che rappresenta il simbolo degli Zolfi. Il fratello e la sorella sono l’immagine dei serpenti che si avvolgono intorno al caduceo di Ermes. I Minerali sono nutriti dall’umidità radicale che è il loro principio, non oltrepassando la loro specie. Così muteremo nuovamente una cosa nell’altra in un solo Bicchiere, vale a dire nella loro madre che è l’acqua (quando sono trasformati se il principio è stato ignorato, lavori invano). Ma allora tutto è sperma, e non c’è altro che specie con specie, due in numero, maschio e femmina, agente e paziente, nella matrice della Terra molto preziosa, ed acquosa ci sono a volte una cosa nella cosa, in un solo Bicchiere, così di stato in stato; finché la Natura li porta ad una sostanza rigenerata. Così lo sperma nel suo genere si altera, adatto e capace in simile genere di moltiplicare il suo genere. Bisogna nuovamente ricordare il percorso alchemico del castello del conte di Fontenay – vedere sezioni dei Principi ed Introïtus, V – Mercurio – che interpreta in modo magistrale questa generazione:

Figura IV (dettaglio del camino alchemico) Forniti di tutte le nostre notizie, è possibile completare l’interpretazione del medaglione centrale del camino. Lo scudo centrale non raffigura altro che la Pietra triangolare nella

sua forma, quadrangolare nel suo stato e circolare nella sua origine. È ciò che indicano inizialmente le tre stelle che simboleggiano le tre ruote che sono necessarie, secondo D’Espagnet, per assicurare la buona circolazione degli elementi. Queste stelle raffigurano le materie dell’opera prese in uno stato diverso del lavoro: la prima stella segnala la putrefazione o regime di Saturno; la seconda stella segnala il biancore con la quale l’ottone è stato lavato dalle sue scorie e dove si può valutare che le due nature metalliche, senza essere legate radicalmente, acquistano un collegamento labile; la terza stella segnala la coagulazione del Compost. La cifra 4 ha un aspetto irregolare dove si intravedono delle proprietà ermetiche: la croce, in alto e a destra segnala il crogiolo e, situata sulla barra orizzontale, vuol dire che la cozione debba essere lineare ad un stadio tardivo dell’opera. In quanto alle lettere I ed M, il loro senso resta sconosciuto. Nel periodo di questo progresso naturale, dove lo sperma concepito cresce, la sostanza viene nutrita dal suo proprio mestruo che è stata spinta fuori dalla Terra tingendola di un colore verde. A prima vista, e durante questo tempo il Sole inizia il suo percorso di luce a settentrione. Sul verde, vedere le note del commento della Nuova Luce chimica. Ti dico in segreto che il sangue di questo mestruo è il sangue del nostro Leone verde, e non del vetriolo. Signora Venere avrà cura di insegnarvi la verità di questo Segreto, se avrete cura di chiedergli il suo consiglio fin dal principio. Questo Segreto è stato nascosto da tutti i Filosofi. Questo sangue estratto dal Leone dà calore, non più una perfetta digestione. Ecco una parte di ciò che dice Pernety sul Leone verde: I Filosofi distinguono i vari tipi di Leoni verdi. Con il primo intendono il sole o l’astro che ci illumina, che nel mondo fa vegetare tutto. Con il secondo, il mercurio, non quello volgare, ma quello che è comune a tutti gli individui, di conseguenza più comune dell’argento vivo o mercurio comune. Questo è quello che ha fatto dire ai Filosofi, che il loro mercurio si trova dovunque ed in tutto. Con il terzo Leone, intendono lo scioglimento stesso della loro materia, che chiamano spesso Adrop. Con il quarto, è questo Adrop o vetriolo Azotato, chiamato Piombo dei Saggi. Con il quinto, intendono il loro mestruo che puzza; che Riplée, Raymond Lulle, Géber e tanti altri chiamano: Spirito puzzolente, Spiritus foetens, o Sangue del Leone verde. Con il sesto intendono il vetriolo comune, che chiamano: Leone verde dei pazzi, talvolta anche verderame. Il settimo Leone è il mercurio volgare sublimato col sale e col primo vetriolo, che non è la vera materia dei Saggi. Riplée chiama talvolta questo Leone verde, Sericon. Si estraggono da lui due spiriti viscosi, il primo bianco, opaco, somigliante al latte, che gli ha fatto dare il nome di Latte della vergine 1, 2, per Paracelso: Collo dell’aquila, Glutine dell’aquila. Il secondo spirito è di colore rosso, molto puzzolente, chiamato comunemente Sangue del Leone verde. Sono questi spiriti che i Filosofi, nell’imitazione di Raymond Lulle, hanno chiamato Vino bianco e Vino rosso, (questo non va inteso come vino bianco o vino rosso comune)”. Dizionario mytho-ermetico Come abbiamo visto, la materia del Leone verde sembra poco conosciuta. Vedere su questo argomento i rinvii recenti: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 – La settima definizione del Leone verde riprende probabilmente la preparazione del biossido di mercurio? Huginus a Barma – La sesta definizione riprende uno dei vetrioli, all’occorrenza del solfato di ferro non carbonizzato in biancore? Drago scaglioso – La quinta definizione ci dà uno dei nomi del Mercurio filosofico all’epoca della fase di putrefazione che in realtà corrisponde alla “opera al nero” – Sulla terza definizione, abbiamo visto che George Aurach non era dello stesso parere di Pernety. L’Adrop – 1, 2 – indica probabilmente uno degli altri nomi del Mercurio. La seconda definizione proviene da un contro-senso di Pernety, perché quando gli alchimisti dicono che il loro Mercurio si trova dovunque, vogliono qualificare o lo spirito universale che corrisponde probabilmente ad un acido, carbonico, o il nitro che è la parte “venusiana” del Mercurio. La prima definizione è una essenza astrologica: il Sole è per tradizione il signore del segno zodiacale del Leone.

Questo sangue è chiamato il nostro Mestruo Segreto dal quale il nostro Sperma è nutrito con temperamento, quando si trasforma in feci corporali, debitamente imbiancate e perfettamente secche, refrigerato e fissato nel suo stesso corpo, può sembrare bello a vedersi del colore del latte. Questo sangue è stato cotto due volte, questa opera si chiama il Diadema bianchissimo. Senti adesso quanto la nostra Acqua ignea, che è così acquosa, ed è chiamata la nostra Acqua mestruale che si scioglie dentro la nostra Terra e si carbonizza naturalmente per Congelamento, così tanto che non può più dividersi. Tuttavia non devi smettere di congelare l’acqua, fino a tre parti di quella chiamata Acqua acquosa, neanche con la quarta parte della Terra refrigerata. A questa sostanza così refrigerata destina la quarta parte dall’acqua cristallina, facendo in modo che siano sposati insieme per congelamento, per mezzo del Metallo che come una spada di recente lucidata, risplenderà dopo la nefandezza apparsa prima. Ora, dagli la quarta parte della nuova Acqua. Deve ricevere ancora molte imbibitions (umidificazioni); dagli la seconda e dopo la terza, mantenendo sempre la proporzione, dagli poi la quarta imbibizione, la quinta, e la sesta, e conserva ogni volta due parti, dopo tre parti e la settima deve avere cinque parti. Quando avrai fatto sette umidificazioni, devi far girare la ruota e corrompere tutta questa materia senza addizione, aspettando prima la nefandezza se vuoi far bene. Allora congela tutto nel bianco ed avrai portato la tua base alla sua fine. Passando al rosso per il Sud dell’Italia. Sulle imbibizioni, vedere le Guardie del corpo – ecco ciò che dice l’anonimo nel Huginus a Barma: “perché questa materia deve avere abbastanza spazio per circolare liberamente? perché questa rugiada mercuriale, animata e messa in movimento dal caldo esterno, sale e scende continuamente, ed è tramite questa rivoluzione trasversale che si operano le sublimazioni, le umidificazioni, gli arrossamenti, le precipitazioni, i cohobations, le separazioni degli elementi, le digestioni, è per questo motivo che i Filosofi hanno scritto su di lei capitoli particolari, per indurre in errore i sofisti, perché tutte queste operazioni non si fanno in vasi diversi, ma in un solo vaso e con un fuoco semplice.” Aggiungiamo che gli Artisti dicono anche che non c’è che una sola operazione, la quale consiste nello sciogliere e nel coagulare (Solve et Coagula). Non ci si rende conto dell’importanza fondamentale della formula “solve e coagula”; essa non assume tutto il suo senso finché non si possiede una certa conoscenza dei testi e dello spirito alchemico. Così la tua Acqua è divisa in due parti: con la prima i Corpi vengono putrefatti, con la seconda farai delle umidificazioni dopo che la materia sarà diventata nera, quindi subito dopo essa esposta ad un fuoco dolce diventa bianca; questo per i Filosofi si chiama: Sole di uno splendore celeste. Riducilo poi al rosso ed avrai vinto le difficoltà che si incontravano per entrare nella sesta Porta. Alla soglia della settima porta, andiamo a dire ancora alcune parole sulle imbibizioni, citando Batsdorff: “I Chimici stessi sono persuasi che questa Scienza è di loro competenza e non di altre. Vedendo spesso nei loro Libri i termini di Sublimazioni, Soluzioni, Digestioni, Calcinations, Imbibitions, Coagulazioni, ed un’infinità di altri termini di cui si serve la Chimica”. Rete di Arianne, avvertimento È certo che l’alchimia si serve di particolari operazioni della chimica, soprattutto delle reazioni di oxydo-riduzione condotte ad alta temperatura – per la via secca – ed utilizzando poi un artificio, come gli alchimisti moderni (Fulcanelli) hanno sottolineato, che va più a vantaggio della fisica che delle semplici esperienze di chimica. La parola chiave è quella di cristallo – in quanto l’alchimia, ci dice lo stesso autore: “Essi non insegnano l’alchimia come fanno tutti gli altri Autori, con molta confusione e senza ordine, mischiando tutte le parti e differenti cose con termini diversi, dando nomi diversi alla stessa cosa, chiamandole con lo stesso nome diverse materie e diversi oggetti.

Essi danno diversi nomi con diversi colori o cambiamenti che appaiono nel processo del loro lavoro: quando è al nero, lo chiamano il loro bronzo; quando passa dalla nefandezza al citrinite, il loro oro; quando arrivano al terzo colore, il fiore d’oro; quando vanno ancora oltre, lo chiamano fermento e quando sono al rosso perfetto, il veleno dei Tintori”. Sembra che il colore citrine abbia un rapporto con la Luna ermetica, si tratta forse del solvente dei Saggi. Ecco una citazione di Limojon estratta dalla sua Lettera ai Veri discepoli di Ermes, terza Chiave a proposito del citrine: “...voglio rivelarvi un segreto... Alcuni si sono accontentati di dire, che il loro liquore si fa con due Mercuri, uno bianco e l’altro rosso. Flamel ha detto più precisamente che egli ha usato del Mercurio citrino, per fare le umidificazioni al rosso; avverte i bambini dell’arte di non sbagliarsi su questo punto; assicura anche che avrebbe sbagliato, se Abramo Juif non lo avesse avvertito... Vi ho rivelato un grande mistero... il Cosmopolita ha toccato spiritualmente questo argomento con una famosa allegoria, parlando della purificazione e dell’animazione del Mercurio: ciò arriverà, se dai da mangiare al nostro vegliardo l’oro e l’argento, affinché li possa consumare, ed infine quando l’avrà divorato morirà bruciato...” Si legge nell’Accozzaglia: “Sappiate che la nostra opera ha parecchi nomi come vi dico di seguito: Magnesia, Kukul, Zolfo, Aceto, Pietra Citrine...”. Vedere per questi termini: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11. Questa coincidenza tra il citrine e la Luna è molto più preziosa dell’apparizione di questo colore e si distingue nel momento in cui, dal regime della Luna, passiamo a quello di Venere. È meglio, in ogni caso, quello che scrive Philalèthe: “Ecco perché, se hai lavorato sul Sole volgare, preoccupati di realizzare il matrimonio di Diana e di Venere all’inizio delle nozze del tuo Mercurio; ponili poi nel nido, e, col fuoco richiesto, vedrai il quadro colorato della Grande opera: il nero, la coda di Pavone, il bianco, il citrine ed il rosso.” Introïtus, 19 Segnaliamo che i colori iridati che ricordano quelli della coda di pavone, sembrano intermedi tra il nero ed il bianco. Il pavone è l’animale consacrato a Giunone; Giunone, tutti lo sanno, è la donna di Giove; ora, Pernety ci dice che il regime di Giove, intermedio tra quello di Saturno e quello della Luna, è di colore grigio.

SETTIMA PORTA Della Cibazione o Nutrizione Cibazione è la nutrizione o cibo della nostra Materia secca, avviene prima col latte e poi con la carne. Questa nutrizione va fatta moderatamente con ambedue gli elementi, finché si riduce al terzo ordine. Non dare mai a questa materia una quantità che la possa soffocare. Proteggila dall’idropisia e dal diluvio di Noè; ecco perché gli darai della carne poco a poco e la disseterai quel tanto che le serve per paura che gli umori acquosi non oltrepassino il sangue. Il bere deve essere così dosato, in modo da non spegnere mai il suo appetito naturale. Settima Porta Cibation è la nutrizione o cibo della nostra Materia secca, avviene prima col latte e poi con la carne. Questa nutrizione va fatta moderatamente con ambedue gli elementi, finché si riduce al terzo ordine. Non dare mai a questa materia una quantità che la possa soffocare. Proteggila dall’idropisia e dal diluvio di Noè; ecco perché gli darai della carne poco a poco e la disseterai quel tanto che le serve per paura che gli umori acquosi non oltrepassino il sangue. Il bere deve essere così dosato, in modo da non spegnere mai il suo appetito naturale. Dom Pernety ha scritto nell’articolo sulla Nutrizione (Cibation):

“Nutrizione col suo stesso latte, dato con moderazione, della materia secca dei Filosofi. (Riplée) Se viene somministrato questo latte in abbondanza, il bambino diventerà idrofugo e la terra sarà sommersa dal diluvio. Va dunque somministrato poco a poco con giusta proporzione.” Non vediamo come, nella via secca e nella via umida, si possa dare questo “cibo” della Pietra manualmente poiché il matras è sigillato. La nutrizione la si deve intendere in modo occulto. Vediamo cosa ci dicono in proposito i grandi autori: “Le leggi del movimento di questo cerchio sono date dal fatto che gira lentamente e gradatamente, spargendo l’umido con parsimonia. Per paura che se ne dia troppo, non allontanarti dalla sua giusta misura e come il fuoco, sia naturale che innestato, che è l’architetto di tutto il lavoro, una volta ricoperto dalle acque non perda il suo vigore, o si spenga. Occorre anche che il cibo solido ed il liquido siano assunti uno dopo l’altro, affinché la digestione sia facilitata e che la proporzione del secco e dell’umido sia perfetta, perché il loro collegamento indissolubile è la fine e il corpo dell’opera. Sta’ attento di mettere altrettanto umido quando annaffi, in modo che non si consumi evaporando, affinché la ristorazione, che è rivitalizzante, restituisca le altrettante forze perse nell’evaporazione debilitante in aura tolta.” l’opera segreta di Ermes, D’Espagnet, 89 Dovete comprendere che gli alimenti in questione sono quelli depositati insieme nel Mercurio, prima dell’inizio della cozione: si tratta dei due Zolfi. Ecco perché costituiscono il cibo solido, l’assorbimento alternato del secco e dell’umido significano le cohobations filosofiche motivo per cui l’ottone si carica sempre più e si imbianca poco a poco, prima di passare al colore citrine. Artéphius sembra del parere che il nutrimento è un’operazione che esordisce fin dal terzo atto: “Cuoci, dice Adfar, con un fuoco dolce, come per il cibo e la nascita dei pulcini nell’uovo, affinché i corpi si sciolgano e la loro tintura, nota bene sarà amorosamente unita con l’altro coniuge completamente. Perché non esce e non si estrae in una sola volta, ma esce solamente poco a poco, ogni giorno, ogni ora, finché dopo un lungo tempo questo scioglimento avvenga completamente e ciò che è stato sciolto, fuoriesca subito con l’acqua. Occorre che in questa soluzione il fuoco sia lento, dolce e continuo, finché i corpi diventino un’acqua vischiosa, impalpabile, in modo che tutta la tintura esca fin dal principio di colore nero, questo è il segno del vero scioglimento, che poi, con una lunga decozione, diventerà acqua bianca e permanente.” Libro segreto L’anonimo di Huginus a Barma è del parere che non bisogna aggiungere nessuna cosa estranea nell’Athanor: La “nostra pietra non deve assumere nessun alimento che gli sia estraneo, così bisogna nutrirla col suo stesso latte, che conserva accuratamente il suo temperamento, tanto nella quantità che nella qualità del cibo che è giusto dargli, stando attenti che non abbia a subire nessun danno. Vediamo difatti che il legno, i metalli ed altre cose simili, quando restano sepolti per molto tempo nel seno della terra, si pietrificano; conservando esternamente la loro prima forma, perché nutrendoli con un alimento estraneo, non congeniale, contrario alla loro Natura”, acquistano in qualche modo un altro temperamento o costituzione. chap. XLVIII C’è un esempio di metamorfosi tra quelli che abbiamo studiato nella sezione del Mercurio di natura, dove abbiamo visto che il legno si può pietrificare lentamente. Finalmente, possiamo dare un nome a questo cibo della Pietra: è il latte di Vergine. Perché se beve troppo dovrà vomitare, diversamente si ammalerà parecchio. Così deve proteggere il suo ventre dall’idropisia e dal flusso, altrimenti la cosa non andrà a buon fine. Piuttosto lascia che abbia molta sete e stai attento a non dargli al tempo stesso troppo da bere; perché nella sua gioventù deve essere messa a dieta di proposito. Rinviamo qui il lettore alle prime esperienze di sintesi mineralogica di J.J. Ebelmen; comprenderà

comodamente da che cosa la nostra Pietra può essere attaccata: da idropisia, o da essiccamento prematuramente. Quindi predisponi una dieta come Natura richiede, vale a dire molto moderata, finché sia in età, guardandosi dall’acqua e nutrendola col Fuoco umido, allora crescerà ed aumenterà in coraggio e ti darà molto più profitto, perché cambierà i Corpi malati in corpi sani e lucidi, pulendo la loro corruzione con le sue virtù. Occorre che la ruota giri tre volte intorno, custodendo la regola del tiepido e del nutrimento, così quando sentirà il Fuoco si scioglierà come la cera. Ti ho detto la dieta più adatta, dopo che gli Elementi saranno diventati equivalenti. Ho detto anche come ridurrai il tuo Oro in bianco, simile al fiore dalla spina bianca, chiamata Magnesia, il nostro Zolfo bianco incombustibile che non volerà via mai dal Fuoco. Così giungerai all’alba. Bisogna citare ancora un passaggio di Basilio Valentino che descrive a meraviglia il vero potere della nutrizione: “Accordatemi la grazia che io possa sempre ammirarvi nella vostra opera e tenervi eternamente nel mio cuore; che possa, oltre alla salute e al cibo corporale che la vostra bontà infinita mi ha dato, ottenere quella dell’anima nella vostra casa celeste, della quale non ho nessun dubbio, poiché nell’albero della Croce avete sparso il vero Balsamo e lo Zolfo celeste, per me, povero peccatore, e per tutti gli altri...” Carro Trionfale, preghiera dell’autore Bel momento di scrittura occulta: Basilio vuole dire che la concezione della Pietra dipende dal potere che avrà il Mercurio – casa celeste, vale a dire il firmamento dei Filosofi – di mantenere per molto tempo in soluzione lo Zolfo rosso prima che possa associarsi al Balsamo – che costituisce lo Zolfo bianco: il balsamo è in partenza della resina. La resina ha sempre indicato lo Zolfo bianco – l’albero della croce è il simbolo dei Quattro Elementi. Pernety ci dice a proposito della Croce: “Jean de Roquetaillade, conosciuto con il nome di Jean di Rupescissa, ed Arnaud di Villeneuve, dice che nel lavoro della composizione della pietra dei Filosofi: occorre che il Figlio dell’Uomo venga innalzato sulla croce prima di essere glorificato; questo per designare la volatilizzazione della parte fissa ed ignea della materia. J. Dée, inglese, ha fatto nel suo trattato dell’opera dei Saggi, un paragone molto ampio della Pietra col mistero del nostro Riscatto”. Dizionario In effetti, ed è Batsdorff che ce lo dice, il migliore alimento della nostra Pietra, è ancora il Fuoco: “ma al contrario, la Pietra dei Saggi non fonde sul fuoco, al punto che egli è il suo cibo ed è la causa della sua perfezione, per questo motivo i Filosofi hanno chiamato pietra tutto ciò che resiste al fuoco”. Rete di Arianna, discorso preliminare Ma, nello stesso tempo, il cibo della Pietra è anche la Terra, che prende tutto sommato, la sua sostanza dai Quattro Elementi: infatti ha gli attributi di Zeus per la sua origine spirituale; di Poseidone per la sua culla, Acqua permanente; di Gaïa per la sua sostanza chthonienne ed infine di un Fuoco di origine plutoniana, del quale si può immaginare l’influenza di Plutone.

OTTAVA PORTA Della Sublimazione Per sublimare bene, non rischierai se farai prima i Corpi spirituali, e, come ti ho mostrato, gli Spiriti corporali. Facciamo la Sublimazione per tre cause; la prima per fare il Corpo spirituale, la seconda affinché lo spirito possa essere corporale e rimanga fisso con lui, e della stessa sostanza, la terza è che la Salsedine solforosa diminuisca, perchè è infruttuosa. Ottava Porta Per sublimare bene, non rischierai se farai prima i Corpi spirituali, e, come ti ho mostrato, gli Spiriti corporali. È esattamente ciò che vuol dire il motto: “solve e coagula.” Gli Zolfi devono essere sublimati nella sostanza stessa del Mercurio: rendere i corpi spirituali. Poi, dopo un periodo sufficientemente lungo, gli Zolfi si rinnovano in una sostanza unica che è la materia stessa della Pietra: questo vuol dire rendere gli spiriti corporali. Nessuno sublima il Mercurio col Vetriolo, il Sale comune o altri Spiriti, oppure con le scorie di ferro e di acciaio. Le scorie delle uova carbonizzate e della calce viva, secondo loro sublimano bene qualunque cosa, tuttavia la loro Sublimazione non è per niente simile alla nostra. Ma adesso ti mostreremo la vera Sublimazione. Ripley si mostra qui molto riservato: i vetrioli sono molto utili nell’opera, vedere il Drago Scagliato. Le squame di ferro sono dei batteri che fanno parte dello Zolfo rosso e della calce viva. Quando questa calce è spenta, sostiene un ruolo capitale nei fenomeni di ossido-riduzione permettendo di riportare dei sali metallici al loro grado minimo di ossidazione, addirittura di trasformarli in metallo allo stato separato: vedere sezioni via umida. Nella nostra Sublimazione prima di ogni cosa, bisogna stare attenti di non sublimare forte, fino all’orlo del vaso, perché con la violenza non la farai scendere, ma aderirà all’orlo e rimarrà lassù finché non si congiungerà per refrigerazione. Quindi sostituisci sotto, il caldo violento con un caldo temperato, per 40 giorni, finché sia nera e bruna. questi quaranta giorni hanno un valore del tutto simbolico. Ne discutiamo nella sezione dell’Olimpo ermetico. Allora l’acqua comincia ad uscire fuori dalle sue stesse vene, in quanto ciò che è sottile vuol salire sempre con lo spirito. Questo serve affinché tu ricordi: considera come i Corpi sono stati qui eclissati e marciscono direttamente, sublimali sempre di più, finché si alzino tutti con l’acqua. Così quando espellono il loro veleno, la nefandezza si mostra nell’acqua e in ciascuna delle loro parti diventando spirituali, perché col nostro sistema si sublimano comodamente con l’acqua che lo porta via con essa. Perché occorre che il nostro Bambino sia essiccato nell’aria con l’Acqua, come ti ho già detto . È una delle parti della Grande Opera che è difficile da comprendere perché molti alchimisti hanno detto che la sublimazione si facesse come in un matras o in un vaso; si tratta certo di un vaso... ma del vaso di natura. Allora, si

comprende meglio ciò che vuole dire Ripley quando scrive che “il bambino è nato nell’aria con l’Acqua”. Bisogna capire che gli Zolfi devono essere sublimati nella materia stessa del vaso, vale a dire nel Mercurio. Ma quando questi due, per Sublimazione continua, sono stati preparati così: col caldo umido e temperato insieme, in modo che tutto sia diventato bianco e spirituale, allora il Cielo deve essere rinnovato sopra la Terra, finché l’anima sia incorporata col Corpo. Così tutto quello che prima era Cielo diventerà Terra, questa operazione si farà con sette Sublimazioni. Ripley resta nella grande tradizione ermetica e queste sette sublimazioni hanno fatto correre molto inchiostro e stancare molti spiriti – sul simbolismo della cifra 7, consultate: Guardie del corpo, Olimpo ermetico, Materia – Il Cosmopolita sembra stimare che queste sublimazioni si facciano in sette mesi e non che ce ne siano sette – Nuova Luce chimica, nota 60 – parimenti la cifra 7 è la stessa del numero dei pianeti e degli ossidi, Sethon ne parla all’epoca dell’allegoria del Giardino Incantato: “Tra parecchi di questi alberi, me ne mostrò sette che avevano ciascuno il loro nome; tra questi sette ne notai principalmente due più alti degli altri, uno dei quali portava un frutto molto chiaro e risplendente come il Sole, le sue foglie erano come d’oro; l’altro aveva i suoi frutti più bianchi dei gigli e le sue foglie erano come Argento fine. Nettuno li chiamò: uno Albero solare e l’altro Albero lunare”, Nuova Luce Chimica Ricorderete anche il motivo del perché la parola V.I.T.R.I.O.L che ha sette lettere. È ciò che lascia intendere l’autore anonimo dei Precetti del Padre Abramo, cit. da Pontanus: “Bisogna estrarre questa acqua primitiva e celeste dal corpo dove si trova, secondo noi si pronuncia con sette lettere e vuole significare il seme primo di tutti gli esseri, non è specificato né determinato nella casa di Ariès (Ariete) per generare suo figlio. È a questa acqua che i Filosofi hanno dato tanti nomi; essa è il solvente universale, la vita e la salute di ogni cosa...” Epistola Quando l’anonimo scrive che questo seme è: “non specificato né determinato nella casa di Ariès”, ci possiamo forse vedere un’allusione al fatto che esistono parecchi tipi di vetriolo e che il principale è quello che raffigura lo spirito universale nella materia. Nel campo della tintura, il garançage su lana, esige una tecnica che dura sette giorni: “Il garançage su lana, per ottenere un bel rosso sincero, richiede tutte le precauzioni che abbiamo appena indicato. Si procede per mezzo di due operazioni, una, chiamata brodo, ha lo scopo di pulirla, dopo si fanno bollire 100 Kg . di lana a bagno in un catino, 25 chilogrammi di allume e 6 chilogrammi di tartaro, si lascia riposare, dopo averla ritirata dall’acqua, per sette od otto giorni in un luogo umido e chiuso.” la Tintura, Jules Pelouze Ciò che è qui interessante, è che ci sono due materie, l’allume ed il tartaro che si utilizzano molto spesso per la via secca; il fatto che si ottenga un colore rosso sincero non è meno importante. Sarà interessante meditare anche su queste parole di Roger Bacon: “Che il vostro fuoco sia calmo e dolce; che si mantenga così ogni giorno, sempre uniforme, senza indebolirsi, altrimenti seguirà un grande danno. - Sii paziente e perseverante. - Strizzalo sette volte. - Sappi che tutto il nostro magistèro si fa da una sola cosa, dalla Pietra, in un solo modo, cocendola in un solo vaso. “ Specchio di alchimia Qui si tratta ancora delle sette sublimazioni - Notate che l’epoca dell’opera dove queste sublimazioni devono essere effettuate non è univoco: “Prendete una parte di buon nitro puro e due parti di calce viva, miscelateli molto insieme frantumandoli molto sottilmente e fateli carbonizzare per tre ore al fornello a vento. Fate l’estrazione del sale dalle feci con l’acqua comune molto pura, poi coagulate ed essiccate con l’evaporazione dell’acqua, cementate questo sale essiccandolo con nuova calce viva, poi carbonizzatelo come la prima volta, fate di nuovo l’estrazione con nuova acqua calda, e coagulate il sale evaporando; ripetete sette volte questo lavoro; con questo metodo il

nitro sarà convertito infine in olio e non si coagulerà più né a caldo né a freddo, ma rimarrà fisso e liquido informe come olio, che custodirete.” Ma, a dirla con Salomon Trismosin, queste sublimazioni prendono il senso di colori e definiscono 7 colori che devono succedersi: “Quando il caldo penetra, rende le cose grossolane e terrestri, sottili e spirituali e si adattano alla materia, non più alla forma finale, non cessano di operare con lei mediante il calore suddetto. Ciò che i Filosofi dicono: distillare per sette volte, intendendo parlare dei sette colori che si fanno per decozione continuata dentro un solo vaso e senza toccarlo, lasciando fare alla Natura che li scioglie e li mischia con i suoi pesi naturali.” Toyson d’oro, riflessione dello pseudo-Socrate Citazione completata da Trismosin: “Ecco perché nessuno dei nostri dottori ci ha lasciato per iscritto che il rame filosofale sarà perfetto in sette giorni per i quali intendiamo i sette colori metallici di cui il rossore perfetto è l’ultimo; altri filosofi non vanno oltre i quattro giorni per giungere alla perfezione, anche in questo caso i quattro giorni sono riferiti ai quattro colori principali che molti gli attribuiscono, dai quali dipende principalmente tutta l’opera, altri ancora parlano di soli tre giorni che sono termini attribuiti alla materia ai tre più forti e più necessari colori permanenti” Toyson d’oro Il rame filosofale qui designa l’ottone che bisogna imbiancare, che non è il bronzo. Si osserva che Trismosin semplifica via via il ragionamento – Finalmente, ricadiamo su ciò che dicevamo della Pietra: triangolare nella sua forma, quadrangolare nel suo stato e circolare nella sua origine – Vedere anche su questa allegoria della cifra 7: Filalete, Introïtus, VI e III; Esperienze sul Regolo stellato di antimonio - il Sogno verde - la Clavicola - la Strada del cielo chimico - in quanto al testo di Cyliani, è compatibile solamente con la via umida ma confessiamo ben volentieri di non comprendere ciò che vuole dire. Ecco questo brano: “Si prende questa cenere e si fa sciogliere poco a poco con l’aiuto del nuovo spirito astrale, che lascia dopo lo scioglimento e la decantazione, una terra nera che contiene lo zolfo fisso. Ma ripetendo l’operazione su quest’ultimo scioglimento, da fare assolutamente come lo abbiamo appena descritto, si ottiene una terra più bianca della prima volta. È la prima aquila, così lo devi ripetere da sette a nove volte. Si ottiene con questo mezzo il mestruo universale, o il mercurio dei filosofi, o l’azoth, con l’aiuto del quale si estrae la forza attiva e particolare di ogni corpo”. Ermes Dévoilé Si tratta della preparazione dell’alkali fisso o carbonato di potassio? Fulcanelli c’assicura che queste sublimazioni sono quelle che: “...descrive Callimaque nell’inno a Délos, quando dice parlando dei cigni: …I Cigni, girarono sette volte intorno a Délos... e non avevano cantato ancora l’ottava volta, quando Apollo nacque.” Mistero delle Cattedrali, p. 116 Questo passaggio crea il dubbio; sembra designare la seconda opera, vale a dire la preparazione del Mercurio filosofale. Apollo, fratello di Diana dalle corna lunari può essere solamente uno dei componenti del Mercurio. Ma, designerebbe la terza opera? Bisognerebbe vedere allora la nascita di Apollo. Allora il Sole ermetico e Délos designerebbero la Pietra ma, lo ripetiamo, il simbolismo di Diana e di Apollo ne fa degli attributi del Mercurio – vedere qui ancora Philalèthe, Introïtus, VII Facciamo la Sublimazione per tre cause; la prima per fare il Corpo spirituale, la seconda affinché lo spirito possa essere corporale e rimanga fisso con lui, e della stessa sostanza, la terza è che la Salsedine solforosa diminuisca, perchè è infruttuosa. Un’allegoria deve essere soprattutto segnalata. D’Espagnet dice che, in questa epoca dell’opera, il Drago sceso dal cielo, diventa furioso contro sé stesso e che divora la sua coda, e si inabissa

poco a poco, finché infine si trasforma in pietra. Si può trovare un esempio che cita Dom pernety: “Mentre eravamo raccolti sotto un bel platano, diceva Ulisse ai greci, vicino ad una fontana che sorgeva da questo albero, apparve un prodigio meraviglioso. Un orribile drago, la cui schiena era macchiata da chiazze, inviato da Giove stesso, uscì dal fondo dell’altare e corse dal platano. All’altezza di quest’albero c’erano otto piccoli passeri con la loro madre che volteggiavano intorno ad essi. Il Drago li afferra con furore, ed afferra anche la madre che piangeva la perdita dei suoi piccoli. Dopo questa azione lo stesso Dio che l’aveva mandato, lo rese bello, brillante e lo cambiò in pietra sotto i nostri occhi stupiti.” Iliade, I, 2 Come, non fare qui l’accostamento con la quercia ai piedi della quale sorge un ruscello in un giardino con siepi tagliate di cui ci parla Flamel nelle Figure geroglifiche? Allora quando saranno state depurate insieme, si sublimeranno in alto più bianchi della neve la cui vista ti sarà molto piacevole, perché conoscerai allora perfettamente che lo spirito con questo mezzo rimarrà in basso.

NONA PORTA Della Fermentazione Ti voglio insegnare questo Segreto. Ecco come da Corpi imperfetti, puoi fare dei Corpi perfetti in ogni grado. In pratica li devi prima corrompere, distruggendo tutte le loro qualità. Questo modo è quello che noi adottiamo, vale a dire che li altera prima di Fermentarli. Nona Porta La fermentazione si fa in due modi con i quali la nostra Medicina deve essere aumentata. Il primo modo si fa con l’Acqua chiara, sciogliendo il Sole e la Luna, quindi con la loro Medicina si congelano, ma solo quando questo congelamento non sopporta il Fuoco e le due nature non si alterano completamente. Per questo motivo questa Fermentazione non è da noi condivisa. Dom Pernety scrive queste parole sulla fermentazione: “Il fermento sta nell’opera come il lievito sta nella panificazione. Non si può fare del pane senza lievito, come non si può fare dell’oro senza oro. L’oro è dunque l’anima di ciò che determina la forma intrinseca della pietra. Non temiamo di imparare di fare l’oro e l’argento, come il panettiere che fa il pane, il quale è solamente un insieme di acqua e di farina plasmata e fermentata e non differisce l’uno dall’altro che per la cottura. Parimenti la medicina dorata è solamente una composizione di terra e di acqua, vale a dire, di zolfo e di mercurio fermentato con l’oro; ma con un oro rinnovato. Perché come non si può fare del lievito col pane cotto, così non si può fare l’oro con l’oro volgare, finché rimane oro volgare. Il mercurio, o acqua mercuriale è questa acqua, lo zolfo questa farina che si inacidisce con una lunga fermentazione diventando lievito, con il quale si fanno l’oro e l’argento. Così come il lievito si moltiplica eternamente e serve sempre come materia per fare del pane, anche la medicina Filosofica si moltiplica e serve eternamente da lievito per fare dell’oro.” La fermentazione sembra essere l’oggetto dell’operazione dei regimi tardivi, quelli di Venere e di Marte. L’acqua mercuriale gioca lo stesso ruolo degli enzimi che inducono per catalisi le fermentazioni più classiche – E.Chevreul, nel suo Riassunto della storia della Materia, ha scritto delle cose decisive sull’utilità dei fermenti in Alchimia, sollevando il velo

del ruolo reale dell’oro e dell’argento; precisiamo subito che Chevreul non crede alle trasmutazioni, qui si stava facendo un’idea del lavoro mentale dell’alchimista che operava al suo fornello. Ci sono altri alchimisti che fanno la Fermentazione in modo più naturale: sciolgono il Sole e la Luna nel Mercurio, finché si alzano in alto con gli Spiriti, sublimandoli insieme due o tre volte. Quindi ne fanno la loro Fermentazione. È una buona via, ma la rifiutiamo. C’è ne sono altri che fanno scelte più felici, poiché scelgono in parte la vera Fermentazione, essi amalgamano i loro Corpi col Mercurio come per farlo bollire. Costoro hanno una certa conoscenza dei nostri Segreti, ma non quella vera, né in modo perfetto supplemento. Ma ti voglio insegnare questo Segreto. Ecco come da Corpi imperfetti, puoi fare dei Corpi perfetti in ogni grado. In pratica li devi prima corrompere, distruggendo tutte le loro qualità. Questo modo è quello che noi adottiamo, vale a dire che li altera prima di Fermentarli. Si ricade qui nell’abbondanza dei testi; è forse Artéphius che vince la palma d’oro in questo campo – bisogna fare attenzione a quanto ha detto Ripley. Nel I caso, siano i Corpi del Sole e della Luna ad essere considerati come Mercurio; non c’è lievito. Nel II caso, le nature metalliche sembrano unite al Mercurio ma apparentemente, hanno dimenticato lo scioglimento radicale che è necessario nel principio della III opera: la nefandezza che è rievocata nell’ultimo paragrafo. Del tuo compost fanne Fermentare la quarta parte, vale a dire con una quantità di fermento fatto da tre parti di compost, che sia solo Fermento di Sole e di Luna. Ora se fai il buon maestro, fai in modo che la Fermentazione si faccia così. Fissa l’acqua e la Terra insieme e quando la Medicina colerà e fluirà come cera, gettala sul tuo amalgama. E quando il tutto è mischiato mettilo col tuo Fuoco nel tuo Bicchiere, che sia ben chiuso e sigillato: continua così finché tutto sia fisso e ben fermentato secondo i tuoi desideri. Allora farai la proiezione a tuo piacere, perché questa Medicina sarà perfetta. Puoi fermentare così, sia al bianco che al rosso. Il vetro (bicchiere) in questione è il vaso di natura. Secondo l’anonimo che ha scritto Huginus a Barma, Bernard le Trevisan avrebbe descritto meglio la fermentazione. Si può citare questo passaggio che c’illumina sulla natura dei fermenti: “Il primo è in Ermes (lib 7 del suo Trattato sui fermenti e la fermentazione) dove si legge che il fermento è della stessa sostanza della sua pasta, più chiaramente, che il fermento dell’oro è Oro, ed il fermento della Luna è Luna. Il secondo è fondato su questo assioma naturale: la sostanza che cerchiamo, è la stessa di quella dalla quale la estraiamo. Arnaud di Villeneuve dice la stessa cosa nel libro primo del suo Rosario sebbene si esprima diversamente” Huginus a Barma. In altri testi ci sono delle riflessioni simili - è chiaro che non occorre aggiungere niente di estraneo nel Vaso dell’opera. Sull’opera di Ermes, il Rosario dice questo: “Ermes dice nel settimo trattato del sole: Figli miei . Ci sono sette corpi dei filosofi: Il primo è il loro oro eccellente, che è il Re ed il principio. La terra non lo corrompe, i corpi comburenti non lo bruciano, l’acqua non lo altera, perché nella sua totalità è equilibrato e la sua natura è calda, fredda, umida e secca. Non c’è niente in lui di superfluo o di mancante. Ecco perché i filosofi l’hanno mostrato e l’hanno celebrato dicendo che l’oro è tra i corpi come il sole è tra i pianeti per la sua luce ed il suo splendore. È per lui infatti che i vegetali germogliano nella terra e che tutti i frutti col permesso di Dio sono portati a maturazione. Nel mondo corporale l’oro parimenti contiene e vivifica i corpi. È il fermento dell’elisir dell’opera. Così come la pasta non fermenta e non cresce senza fermento, così,

quando imbianchi, sublimi e purifichi i corpi, dai quali ne estrai la sconcezza per poi unirli e mescolarli insieme, pasta e fermento, osservi come il fermento della pasta non è altro che la pasta stessa. Spalmate di conseguenza ed osservate se il fermento della cosa non provenga dalla natura di questa. È la chiave di tutti i filosofi. Prima bisogna aspettare che il fermento imbianchi il prodotto, impedendone la combustione, conserva la tintura affinché non fugga, addolcisci i corpi. Fai in modo che penetrino gli uni negli altri e si uniscano, questo è lo scopo dell’artigiano. Con la sua scienza i corpi si purificano e l’opera viene condotta alla perfezione, col permesso di Dio. Raymond Lulle dichiara: Adesso nella seconda parte la pietra si colora, si fissa e fermenta. Il fermento della pietra al bianco è l’argento, quello della pietra al rosso è l’oro, come ci viene mostrato dai filosofi, perché senza fermento non compaiono né il sole né la luna, ma un solo corpo della loro natura. Unisci quindi il fermento con lo zolfo affinché possa generare il suo colore fino al suo peso, il suo sapore e la sua sonorità, perché tutti i simili generano il proprio simile. Difatti il fermento, in quanto sole colorato, tramuta il suo zolfo in medicina permanente e penetrante. Ecco perché un filosofo dice: colui che avrà saputo tingere lo zolfo e l’argento vivo, è giunto al grande arcano. Ecco perché è importante che il sole e la luna siano nella tintura e che siano il fermento dello spirito stesso, dell’acqua permanente e dell’argento vivo. Per mezzo di questa acqua le nature devono essere fissate e nutrite con l’aiuto del caldo naturale, finché giungano al loro fissaggio e alla loro fusione perfetta. In seguito verrà il regime della congiunzione della pietra col suo fermento, affinché l’opera sia stata condotta a completamento e non una sola volta, perché questo non è il disegno della natura ma è con una copula ben fatta, che si coagula poco a poco e per mezzo della quale si realizza una medicina uniforme. Ecco perché questa copula avviene prendendo delle parti sottili trasmutate e cambiate nella forma e nell’essenza spirituale. Perché è scritto che un corpo grossolano non può unirsi ad un corpo semplice, né un corpo semplice ad un corpo grossolano, a causa delle loro nature contrarie, a meno che il corpo grossolano non si tramuti in finezza per mezzo del suo spirito semplice. Allora saranno idonei ad essere mescolati” Il Rosario dei Filosofi, la Fermentazione dei filosofi. Se abbiamo citato questo lungo passaggio, è perché contiene notizie capitali sul modo in cui gli alchimisti potevano smarrire lo studente. È stato detto chiaramente, per esempio, che il fermento della pietra non è altro che la “pasta”, questo equivale al Mercurio. Vediamo questo estratto di Huginus a Barma: “Quando il biancore è giunto al suo grado di fissità e alla sublimazione o perfezione, acquista con una determinata fermentazione conosciuta dai Filosofi, una tintura ottenuta con i quattro corpi inferiori ed una medicina che estirperà radicalmente le malattie del suo genere, qualche fissità che i corpi umani hanno acquisito; perché il bianco e il rosso provengono dal Mercurio stesso” chap. XLV Cos’è questo bianco e questo rosso, se non lo stesso Zolfo? La fermentazione appare come la nutrizione della pietra, essa li moltiplica o li aumenta a suo piacimento. Perché come la crescita del frumento messo nella pasta richiede il fermento, che chiamiamo lievito, affinché possa avere il suo gusto naturale di pane per servire da cibo all’uomo; così fermenterai la tua Medicina affinché possa avere il gusto del puro Fermento, per sopportare continuamente ogni esame, come il Fermento che è d’oro. Questo brano di Huginus a Barma è essenziale in per individualizzare due tipi differenti di fermentazioni, le quali ci permettono di comprendere il seguente paragrafo di Ripley: “Non dimentichiamo tuttavia di osservare che ci sono due specie di fermentazione. Una riguarda la qualità e l’altra la quantità. Per la prima, bisogna osservare la proporzione geometrica; nella seconda, la proporzione aritmetica. Una è differentemente uniforme, l’altra uniformemente deforme. Una proviene dalla cosa sciolta, l’altra dalla cosa congelata della Natura, infine nella prima, se non osservate esattamente la proporzione dei pesi,

tenterete inutilmente di eseguire l’opera; il vostro compost proverebbe la sorte di quelli che subiscono il caldo naturale, soffocata da un eccesso di cibo, o da coloro che per mancanza di alimenti muoiono d’inedia.” (chap XLIX) Sappi anche che ci sono tre tipi di Fermentazioni, due sono dei Corpi naturali, alterati come ho detto. Il terzo, molto Segreto è la prima Terra con la sua Acqua verde. Ecco perché, quando il Leone avrà sete, dagli da bere, finché il suo corpo scoppi. Ecco un’altro estratto del Rosario che viene al momento giusto: “Ecco quello che dichiarano i filosofi, quando dicono ad un certo figlio che la verità è la mescolanza perfetta dell’unione dei corpi, mescolati e tramutati, uniti tra loro per mezzo di parti indivisibili. Questa esigenza nasce per l’evidente ragione che la mescolanza o l’unione non può avvenire senza alterazione, questo consiste nel rendere il corpo sottile e ridurlo in una forza spirituale. I filosofi dichiarano in proposito che la medicina è perfetta se passa da una forma ad un’altra forma cristallina. Ma apparirà che queste lame sono composte uniformemente di parti naturali e sottili unite per mezzo dell’intelligenza naturale. Senza divisione di queste parti, una tale cosa non si può fare senza che la natura sia stata resa sottile ed omogenea. Ecco perché conviene che questa materia diventi molto sottile e che tutte le parti uguali in natura siano mescolate con l’acqua. Così tu potrai vedere questo con la tua intelligenza, quando avrai prodotto un unico corpo trasparente, che presenta un aspetto di continuità per la congiunzione o la mescolanza di numerose parti senza divisione, discontinuità o termine, offrendo uno spessore unico ed una figura trasparente in tutte le sue parti. Così, figlio mio, possiederai un segreto che non è piccolo. Illumina il corpo prima di introdurre l’anima, perché diversamente non potrai mai ricevere o trattenere lo spirito. Così parla Raymond Lulle. Il filosofo Calid: nessuno ha mai potuto tingere la terra scanalata se non con l’oro. Ecco perché Ermes dà questa prescrizione: seminate il vostro oro nella terra scanalata che con la calcinazione è diventata ignea, sottile ed aerea. Seminiamo l’oro in questa terra dunque quando gli applichiamo la sua tintura. Ma l’oro non può mai tingere perfettamente un altro corpo se non sé stesso. In verità, questo non può accadere se non è stato completato dall’arte. L’oro è il fermento dell’opera senza che si operi invano. È come il lievito nella pasta, il caglio nel formaggio, il muschio negli aromi. È con lui che si compone il grande elisir, perché illumina e preserva dalla combustione, questo è il segno della perfezione. Sappi che senza oro l’opera non è né completata né migliorata, perché l’oro è la museruola dell’argento vivo, nessuno congela l’argento vivo se non è nel corpo della magnesia, dove uno è fisso, l’altro volatile e l’oro stesso è il terzo. L’oro riceve le tinture dagli altri due. La tintura al rosso e l’argento vivo trasformano ogni corpo in lui. Ecco perché qualcuno ha detto: se non metti l’oro nell’oro, non farai niente. Arislee: sappi che devi mettere un poco di oro nella composizione, ne estrarrà una tintura bianca trasparente. Per fermento del sole si intende lo sperma dell’uomo e per fermento della luna, lo sperma della donna. Partendo da essi abbiamo subito il coito, poi sopraggiunge una generazione vera e casta. Il fermento dell’oro è l’oro, come il fermento del pane è il pane. Come nella fabbricazione del pane un poco di fermento fa sollevare e fermentare una grande quantità di pasta, così una piccola quantità di terra contenuta in questa pietra basta a nutrire la pietra tutta intera.” Il Rosario, la Fermentazione dei Filosofi, seguito È rievocato da un lato un corpo cristallino, di tipo trasparente; dall’altro, il richiamo incessante che solo l’oro può assicurare la tintura. Bisogna meditare sulla frase “nessuno congela l’argento vivo se non è nel corpo della magnesia, dove uno è fisso, l’altro volatile e l’oro è il terzo”; vengono rievocati i tre principi: il corpo fisso della magnesia non è altro che lo Zolfo bianco o tintura di oro che “brucia” o consuma in un certo modo lo Zolfo rosso,

velato sotto la parola “oro” – su questo argomento, abbiamo visto che l’oro poteva intervenire solamente negli scioglimenti aurici, in un primo per la via umida, che era una delle tappe nella cornice della preparazione degli strass colorati, la via della porpora di Cassius – l’insieme volatile non è altro che il Mercurio, ed infine l’oro è il principio Zolfo rosso. Del resto, Arislee sembra confermare che l’oro è rievocato solamente a titolo di simbolo poiché dice “per fermento del sole si intende lo sperma dell’uomo e per fermento della luna, lo sperma della donna” questo richiama i due Zolfi. La vera Fermentazione è dunque come ti ho detto un’incorporazione dell’acqua col Corpo, egli ristorante il naturale caldo ed odore, con gusto e colore, per reintegrazione di cui i Corpi prendono impressione per gli Spiriti, e che un aiuto all’altro di avere ingressione. Perché come i Corpi nella loro composizione naturale, non possono fare vedere al di fuori gli effetti delle loro qualità, finché siano diventati Spiriti, o siano spirituali. Così gli Spiriti non possono rimanere fermamente coi Corpi, che non siano primariamente proporzionalmente confixes. Perché i Corpi insegnano agli Spiriti di sopportare il Fuoco e di rimanere, e gli Spiriti di entrare nei Corpi, secondo il tuo desiderio. Cyliani, all’inizio del XIXe secolo, évoqueen questi termini le fermentazioni nel suo Ermes Dévoilé: “...misi tutto lo scioglimento a fermentare in un pellicano per quaranta giorni, all’estremità del quale, si precipitò per l’effetto del caldo interno della fermentazione una materia nera. Ecco perché mentre distillai senza fuoco, migliorando quanto mi fu possibile, il liquido prezioso sul quale galleggiava la materia che contiene il suo fuoco interiore, la misi in un vaso di vetro bianco, molto chiuso e ben sigillato, in un luogo umido e freddo”. Ma vediamo che in questa operazione, la fermentazione si trova ad un’epoca nettamente anteriore a quella che viene rievocata in altri testi. Ecco perché tu farai, con l’Oro fermentare il tuo oro con la sua stessa Acqua, intendo la Terra purgata, che non è altra cosa che elemento con Elemento, lo spirito di vita che va solamente tra due; perché come si vede la magnetite attirare il ferro, parimenti la nostra Terra per natura attira in basso la sua Anima portata in alto dal vento. Così il vento conduce fuori la tua Anima, riportandola poi dentro, mischia Oro con Oro, vale a dire miscela elemento con Elemento, affinché tutti possano sopportare il Fuoco; perché la Terra è il Fermento dell’acqua e l’acqua lo è similmente della Terra. La Fermentazione deve essere fatta in questo modo. L’anima portata dal vento non è altro che lo Zolfo rosso sublimato nel Mercurio, che è l’aria dei Saggi – l’anima della Pietra- (Fulcanelli, DM, II). La Pietra al rosso appare allora, solamente come una composizione fatta di terra e di acqua, vale a dire di zolfo e di mercurio fermentato con l’oro (Pernety). La Terra è anche Oro ed Acqua, non quello comune, ma il nostro elementare, tuttavia occorre che il Sole vada lì affinché possa essere alterato e preparato dalla nostra Acqua, per essere unito profondamente con le altre nature come ti ho già detto. Un manoscritto anonimo dice che: “Alcuni Filosofi si sono così espressi. Morien dice: occorre che si noti qualche acidità e che abbia un odore di sepolcro. Philalèthe dice che occorre che sembrino come occhi di pesce... e come schiuma; perché è il segno che la materia fermenta e bolle. Questa fermentazione... si fa dal nostro fuoco segreto che è il solo agente che possa aprire, sublimare e putrefare”. Il Gabinetto Ermetico Qui vediamo ancora spuntare un’allusione alla nefandezza in corrispondenza della fermentazione, ma questo accade perché probabilmente questa fermentazione interviene solamente se la materia ha subito già uno scioglimento radicale.

Tutto ciò che ho detto dell’oro, si intende anche per l’argento, perciò occorre che lo putrefaccia lo alteri prima che fermenti la tua Medicina al bianco. Ricordati bene tutto ciò che ti ho detto: rinnova il Sole e la Luna, affinché possano avere le qualità della quintessenza e della natura, così la loro tintura rinnoverà per sempre tutti i corpi. C’è ancora una via eccellente che ha un’altra operazione. Facciamo un’Acqua molto profumata con la quale tramutiamo ogni Corpo in olio che fa anche la Medicina fluente. Questa Acqua la chiamiamo “Quintessenza”, essa guarisce nell’uomo ogni malattia. Ma deve essere preparata secondo le basi che vi ho dato e secondo la mia dottrina che è la nostra calce. Perché quando i nostri Corpi sono calcinati, questa Acqua li scioglierà subito in olio. Ecco perché produce un olio di Sole e di Luna che è un Fermento profumato all’olfatto. Ti assicuro, che non ho mai trovato in Inghilterra un uomo che mi abbia insegnato, anche un poco, questo modo di fermentare che ti insegno in questo capitolo. Sulla fermentazione, consultate anche: Vetriolo - Composto degli insiemi - Tesoro dei tesori - Notate che anche questi tre testi, parlano del vetriolo verde, composto dal salnitro e dall’aceto; si rievoca anche l’acetato di potassa.

DECIMA PORTA Dell’Esaltazione Se vuoi esaltare il Corpo aumentalo prima con lo spirito di vita, affinché la Terra sia ben sublimata con la naturale rettifica di ogni Elemento, fino all’alto del firmamento, vale a dire fino alla parte alta del Vaso nel quale si trova. Sarà allora molto più prezioso dell’oro, a causa della Quintessenza della quale ha le qualità. L’Esaltazione differisce poco dalla Sublimazione, questo argomento ci riporta a ciò che nostro Signore Gesù Cristo dice nel suo Vangelo “Se io sarò sublimato porterò con me ogni cosa”. Se sublimiamo la nostra Medicina in questo modo, sarà nobilitata. Questo si deve fare in due modi, iniziando dal momento in cui le parti sono sposate, esaminate, crocefisse e seppellite, dopo sia l’uomo che la donna saranno ravvivati dallo spirito di vita. Allora occorre che il Corpo sia sublimato nel Cielo per essere glorificato con la sua Anima; perché occorre portare il Corpo a tale finezza, in modo che salga con lo spirito per essere immortalato ed associato agli Angeli. Allora porterà con sé ogni altro corpo, come lo vedrai nella sua propria dignità. Ecco perché se vuoi esaltare il Corpo aumentalo prima con lo spirito di vita, affinché la Terra sia ben sublimata con la naturale rettifica di ogni Elemento, fino all’alto del firmamento, vale a dire fino alla parte alta del Vaso nel quale si trova. Sarà allora molto più prezioso dell’oro, a causa della Quintessenza della quale ha le qualità. L’esaltazione è stata considerata da diversi autori in vari modi. Qualcuno, come Ripley, parla di portare la Pietra in “gloria”, altri dicono che l’esaltazione corrisponde all’animazione del Mercurio. Un passaggio di un testo di Limojon di St-Didier rievoca anche molto bene questo momento dell’esaltazione del Mercurio. Ecco questo passaggio, brano della sua Lettera ai Veri discepoli di Ermes terza Chiave à proposito del citrine: “...voglio rivelarvi un segreto... Molti si sono accontentati di dire, che il loro liquore è formato in effetti da due Mercuri, uno bianco e l’altro rosso. Flamel ha detto più particolarmente che bisogna servirsi del Mercurio citrine per fare le umidificazioni al rosso; egli avverte i bambini dell’arte di non sbagliarsi su questo punto; assicura anche che egli si sarebbe ingannato se Abramo Juif non lo avesse avvertito... Vi ho svelato un grande mistero... il Cosmopolita l’ha toccato spiritualmente in una famosa allegoria parlando della purificazione e dell’animazione del Mercurio. Questo arriverà, se darai da mangiare al nostro vecchio l’oro e l’argento, affinché li possa consumare, fino a quando esso stesso muoia bruciato...” si legge nell’ Accozzaglia : “Sappiate che la nostra opera ha parecchi nomi: Magnesia, Kukul, Zolfo, Aceto, Pietra citrine...” Si può trovare anche un’allegoria dell’animazione del Mercurio: è la dodicesima fatica di Ercole o la rimozione di Cerbero dagli Inferi: Cerbero è un cane mostruoso dalle molteplici teste III, L, X secondo le sorgenti, con la coda di drago e la schiena piena di teste di serpente. Notate che il numero di teste che varia secondo le leggende ci confermano l’origine chthonienne di Cerbero se si paragonano questi numeri, con quelli che abbiamo visto più in alto concernenti la calce CALX = C 3, L 50, X 10 ... È fratello della Chimera dunque, fratello del serpente Pitone, e come loro nato da Tifone e da Echidna. In questo senso, i miti del Giardino delle Esperidi, di Cadmus che semina i denti del drago, così come Ercole toglie Cerbero dagli Inferi sono paritetici. La rimozione di Cerbero

rappresenta in questo momento dell’opera, dove i Corpi appaiono rinnovati, e riappaiono quando i fiotti si calmano sotto una forma più nobile. Cerbero appare per qualcuno come lo spirito del male: è esatto dal punto di vista della corrispondenza ermetica se si stabiliscono due paralleli, da una parte tra il male e la Terra la Terra è corrotta, questo è risaputo e dall’altra parte lo spirito e Mercurio sono l’animazione o la spiritualizzazione del Mercurio che inizia la terza opera Perché quando il freddo ha superato il caldo, l’aria si tramuterà allora in Acqua, così i due contrari si uniscono, finché uno verrà assorbito dall’altro. Così l’acqua sarà convertita dall’arte della nostra Circolazione in Aria, quanto al caldo avrà dominio sul freddo. Questi due contrari sono simili al fisso ed al volatile. Si trova una figura molto simile a quella della III Chiave di B. Valentin nel Teatro dell’astronomia Terrestre di Edward Kelly al capitolo sesto dedicato all’esaltazione dell’acqua Mercuriale: “Dell’esaltazione dell’acqua Mercuriale. I vecchi Saggi hanno parlato della composizione del Leone Verde o Drago, mentre esce dai sette Pianeti, in uno stile saturo delle stesse tenebre notturne; ma invece di sforzarci invano a disfare i loro nodi Gordiani, provo a tracciare la sua composizione con poche righe della mia penna. Esso si genera dalle influenze sottili che scendono negli elementi; poi la sua sostanza si disperde nei cieli, il suo laboratorio è nelle nuvole, poi ridiscende nuovamente nella sua terra con l’acqua piovana ed un bianco vapore, ricevendo così il potere delle cose dell’Alto come le cose del basso; si nutre col suo stesso corpo, mangiando le sue ali e la sua coda con l’aiuto dei suoi denti, il corpo tutto intero essendo inghiottito dalla testa, ci rimane per sempre. È l’incomparabile e nascosto tesoro di tutti i Saggi che nessuno può ottenere senza l’insegnamento di un Maestro, o per la rivelazione di Dio che, nella Sua bontà, lo rivela a chi vuole.

Figura V (Esaltazione del Mercurio) C’è un vecchio uomo vicino ad un vaso, simile ad un vaso da notte, nel quale un Drago Verde divora dei serpenti blu. Al di sotto del Drago si trova il segno del Mercurio, giallo, verde, blu, nero e rosso. Al di sotto del vaso c’è un Drago Verde che si morde la coda. Vicino al vaso, un Leone Verde strappa con un morso un pezzo della schiena di un Leone Rosso, così il sangue cola a terra. Sul fondo si trovano foreste e colline.” Per Batsdorff, l’esaltazione corrisponderebbe alla prima sublimazione del Mercurio: “Abbiamo detto una volta, che questa sublimazione Filosofale è un’esaltazione ad un grado più alto di perfezione; così che tutto il primo lavoro della pietra fino al rosso perfetto, deve praticamente essere chiamata prima sublimazione. Gli altri lavori della pietra, o le

moltiplicazioni, sono quindi delle sublimazioni di secondo, terzo, quarto, quinto, sesto e settima sublimazione, è così via… portano la pietra ad un grado di perfezionamento più alto per ogni moltiplicazione.” Rete di Arianna Salomon Trismosin dice ancora: “Ora questo liquore si fa abitualmente con l’acqua dei Filosofi che è propriamente la sublimazione o risoluzione dei Saggi, o l’esaltazione ed il bianco, la loro acqua permanente” (Toyson d’oro) Dal Fuoco avrai allora l’aria per Soluzione, Putrefazione e Sublimazione, e se hai Fuoco della Terra materiale, dividendo così gli Elementi, percorso che farai carbonizzando principalmente la Terra molto bene, e quando ciascuno di loro sarà diventato puro, allora saranno la Quinta Natura. Fa’ dunque che in questo modo circolino esaltandosi seduta stante uno e l’altro; ed in un solo Vaso sigillato, fai solamente tutto questo, ma non con le mani, ma naturalmente. Converti allora coraggiosamente, prima il tuo Fuoco in Acqua, perché il Fuoco si trova nell’aria che esiste nell’acqua, poiché tale conversione è concorde con le nostre intenzioni. Allora gira ancora la ruota, finché l’aria sia convertita nella Terra, questo avverrà facilmente; perché l’aria è nell’acqua che si trova nella Terra. Allora, dico, convertirai nelle loro qualità, l’acqua in Fuoco, perché l’acqua è nella Terra che è nel fuoco. Questa è la vera Conversione. È un riassunto delle operazioni. Sulla conversione degli elementi, vedere l’Atlante delle Conoscenze umane di Chevreul, fig. I, II ed III; vedere anche la Cristallogénia ed i capitoli sugli Elementi dell’Atalanta fugiens. Edward Kelly dice delle cose simili con altre parole: “4°, la preparazione dell’acqua Mercuriale; 5°, la conversione del Mercurio preparato nella terra Mercuriale; 6°, l’esaltazione dell’acqua Mercuriale; 7°, la soluzione dell’oro con l’acqua Mercuriale; 8°, la preparazione dell’acqua o Luna dei Saggi; 9°, la congiunzione del sole e della luna; 10°, la nefandezza, o Testa del Corvo grazie alla quale avviene la soluzione e la copula del Sole e della Luna; 11°, la coda di pavone; 12°, la Tintura bianca; 13°, il perfetto Elisir rosso.” Teatro dell’astronomia terrestre Ma le operazioni descritte sono criptate. Infatti, la preparazione dell’acqua mercuriale è sovrapponibile a quella della Luna dei Saggi – da non confondere col geroglifico dello Zolfo bianco – la nefandezza è quella fase dove gli Zolfi si sciolgono nell’acqua mercuriale prima di unirsi. La coda del pavone, che traduce un fenomeno di iridescenza, si produce tra i regimi di Giove e quello della Luna, ecc. La ruota adesso ti gira intorno, quindi converti l’acqua nella Terra, che è il primo rifugio degli altri Elementi; perché la terra è il Fuoco che riposa nell’aria. Ti occorre cominciare questa circolazione dall’Occidente, poi più oltre al Sud della Francia, finché siano esaltati, procedendo debitamente così come la figura, ti insegna. Puoi vedere dunque chiaramente che non si può passare da un estremo all’altro che per un solo mezzo, visto che sono contrari in qualità, e la ragione vuole che siano così; come il caldo nel freddo con parecchi contrari, senza i mezzi, (come l’umidità tra caldo e freddo, non può essere portata a temperatura. Ti ho insegnato dunque a fare una perfetta rotazione e circolazione con tutti gli Elementi. Prendi esempio dalla figura, come devi fare questa Esaltazione, il grado della tua Medicina e degli Elementi, finché sia portata alla temperatura di un paese temperato. Ed allora avrai conosciuto la decima Porta.

UNDICESIMA PORTA Della Moltiplicazione La Moltiplicazione è un aumento del perfetto Elisir, in virtù e quantità, sia al bianco che al rosso ed è la cosa che fa aumentare la Medicina in ogni grado, colore, odore, quantità e virtù. La causa del per la quale la tua Medicina può aumentare indefinitamente, è perché quando un Fuoco è acceso non si spegne più, rimanendo con te come il Fuoco nelle case. Così è lui nella nostra Medicina, moltiplicata nelle sue virtù. La Moltiplicazione è un aumento del perfetto Elisir, in virtù e quantità, sia al bianco che al rosso ed è la cosa che fa aumentare la Medicina in ogni grado, colore, odore, quantità e virtù. La causa del per la quale la tua Medicina può aumentare indefinitamente, è perché quando un Fuoco è acceso non si spegne più, rimanendo con te come il Fuoco nelle case. Così è lui nella nostra Medicina, moltiplicata nelle sue virtù. Chi è ricco di Fuoco, che ne abbia tanto o poco, può moltiplicarlo a suo piacere. Così chi è ricco ed ha una parte della nostra Medicina e del nostro Elisir, può moltiplicarli all’infinito. La prima via di Moltiplicare è quella di sciogliere spesso la nostra polvere secca, facendo spesse volte anche dei Congelamenti. Così aumenterai virtù e bontà. Più che una moltiplicazione, si tratta di un incremento che segue l’inizio della coagulazione dell’acqua mercuriale, come dire della cristallizzazione . Ecco ciò che dice l’anonimo nello Huginus a Barma: “ Moltiplicazione . La Moltiplicazione si fa così: prendete una parte della vostra polvere rossa fissa, e dieci parti del mestruo, metteteli in un vaso o matras; si baceranno sul campo. Sigillate ermeticamente il vaso, mettetelo nell’Athanor. Fate tutto come è stato detto sopra, finché avrete la nefandezza nel globo di legno, i colori variano dalla coda di pavone nel secondo globo, al colore rosso nel primo. Potrete se lo desiderate, moltiplicare una seconda ed una terza volta procedendo nello stesso modo. Nella prima operazione, una parte della polvere ne tingerà dieci di metallo, nella seconda, una parte ne tingerà cento e nella terza, mille. Ma per paura di annoiarvi in questo lavoro, sappiate che occorrerà sempre meno tempo per le ultime operazioni rispetto alle prime, perché mettendo solamente il vaso col globo di quercia nell’Athanor per tre giorni, vedrete apparire il colore nero. Parimenti col globo traforato dove si mette il vaso sulle ceneri, tutti i colori, fino al verde, appariranno nello spazio di tre giorni; infine nel primo globo dove si copre il vaso di sabbia, tre altri giorni vi basteranno per portarlo al colore rosso.” Questo capitolo della Moltiplicazione rappresenta una complessa allegoria e vi confessiamo di non averne ancora carpito il mistero, sempre che ce ne sia uno; perché

questo passaggio potrebbe essere anche solo un’allegoria spirituale. I nostri Moderni Filosofi, Fulcanelli ed E. Canseliet, non ci sono qui di nessun aiuto; essi si sono accontentati di ricordarci quanto di essenziale dicono i testi classici ma si sono ben guardati dall’improvvisare su questa variante pericolosa. La seconda via moltiplica sia in virtù che in qualità, con continue Fermentazioni, come ti ho mostrato anche nel capitolo della Cibation, oppure tu potresti conoscere il modo di moltiplicare la tua Medicina infinitamente con il Mercurio. Ma se vuoi sciogliere e fermentare insieme, la tua Medicina sarà la migliore, in bontà ed in quantità, e tu puoi moltiplicarla ed aumentarla in modo tale che essa crescerà nel tuo Vaso come un albero, che è propriamente quello di Ermes dal quale con un grano se ne può moltiplicare mille se saprai fare saggiamente la Proiezione. Uno che ha parlato apertamente e più volte della moltiplicazione, è Jean D’Espagnet . Vediamo questi passaggi, estratti dall’opera segreta di Ermes: “In quanto ai mezzi materiali, o quelli che riguardano la materia della pietra, ce ne sono di diversi gradi; perché alcuni successivamente si estraggono dagli altri. I primi sono il mercurio, sublimato filosoficamente, ed i metalli perfetti. Sebbene questi siano gli ultimi nell’operazione della natura, prendono il posto dei mezzi nell’operazione filosofica. Da questi primi sono estratti i secondi, per comprenderci, i quattro elementi, che sono circolari e fissi; da questi secondi si generano i terzi, più chiaramente: i due tipi di zolfi, la cui moltiplicazione è il termine della prima fase del lavoro”. cap. 62 Sembra che qui, la moltiplicazione coincide con la congiunzione dei due Zolfi. “Il fuoco non naturale si converte per i gradi successivi di digestione nel fuoco naturale, che aumenta e moltiplica. Tutto il segreto consiste nella moltiplicazione del fuoco naturale che non può da solo, con le sue sole forze, né agire né comunicare una tintura perfetta ai corpi imperfetti; perché basta solamente per sé, e non ha niente da dare di suo. Ma, moltiplicato dal fuoco non naturale che abbonda meravigliosamente in virtù di moltiplicazione, se agitato con più forza si distende molto al di là dei limiti della natura, tingendo e perfezionando i corpi estranei ed imperfetti, per mezzo della tintura che ha succhiato da questo fuoco prezioso che gli è stato aggiunto.” cap. 96 Qui è stato richiamato il fuoco di natura come principio di moltiplicazione, come dire di incremento. Questo incremento non può essere fatto che con una lunga cozione, quella con cui i testi sono concordi. L’impressione è rinforzata dal seguente ammonimento: “Ora questo fuoco di tintura è nascosto nella radice e nel centro dell’acqua, dove si manifesta con due tipi di effetti, con lo scioglimento del corpo e con la moltiplicazione.” cap. 97 Il dubbio non appare allora possibile. Allo scioglimento (dissoluzione) succede la coagulazione dell’acqua mercuriale, velata da questo aggettivo di moltiplicazione. Un ultimo passaggio ci permette di avere un’idea del mediatore di questa moltiplicazione: “... Ora la sorgente della moltiplicazione è nel Principe dei lumi che per la molteplicità infinita dei suoi raggi, genera ogni cosa in questo mondo, ed avendoli generati li moltiplica, versando nei loro semi una virtù moltiplicata”. cap. 133 Cosa indica lo Zolfo rosso, sciolto e sublimato nel Mercurio. Questo ci permette di concepire la moltiplicazione come un incremento progressivo delle parti separate dai due Zolfi, simboleggiate inizialmente dal colore bianco – lo pseudo Elisir al bianco – poi dal colore rosso. Salomon Trismosin è sulla stessa riga delle nostre osservazioni: “Il vero caldo richiesto per questi effetti deve essere né più né meno ardente come quello del sole, vale a dire mediocre e temperato, perciò il fuoco lento è speranza di riuscita, egli rende perfette tutte le cose; dice l’Accozzaglia: ma questo caldo necessario per la nostra operazione è quello del segno dei Gemelli, quando i colori sono venuti al bianco, la

moltiplicazione deve apparire fin quando la Pietra arriva ad una perfetta siccità.” Toyson d’oro E conferma che la “moltiplicazione” è concepibile solamente con la scomparsa progressiva del Mercurio, confermata dalla siccità della Pietra. Abbiamo avuto l’opportunità di dire nella sezione Olimpo ermetico, che il segreto di questa moltiplicazione avveniva nel cielo chimico, nel segno dei Gemelli. Come lo Zafferano quando si polverizza viene a poco a poco temperato col liquore, che si aggiunge dopo con più grandi quantità perché è grosso per sua natura. Così più il nostro Elisir sarà Moltiplicato, più la sua Medicina si estenderà. Moltiplicalo sempre nel tuo Vaso, sempre più, nutrendolo di Mercurio fino alla fine dei tuoi giorni e tu sarai sempre ricco . Dom Pernety ha dedicato un capitolo delle sue Favole al mistero di questa moltiplicazione: “La moltiplicazione – Si intende per moltiplicazione Filosofica, un aumento in quantità ed in qualità, di uno e dell’altro al di là di tutto ciò che ci si può immaginare. Quella della qualità è una moltiplicazione della tintura per una corruzione, una volatilizzazione ed un fissaggio reiterato per quante volte piace all’artista. Il secondo aumenta solamente la quantità della tintura, senza aumentare le sue virtù. Il secondo zolfo si moltiplica con la stessa materia di cui è stato fatto, aggiungendoci una piccola quantità del primo, secondo il peso e la quantità richiesta. Ci sono tuttavia tre modi per fare la moltiplicazione, se crediamo a D’Espagnet che li descrive nel seguente modo: La prima è di prendere una parte dell’elisir al rosso perfetto, che si mischia con nove parti della sua acqua rossa; si mette a bagno nel vaso, per farlo sciogliere nell’acqua. Dopo la soluzione, si cuoce questa acqua finché si coagula in una materia simile ad un rubino; si inserisce poi questa materia come un elisir. Fin da questa prima operazione la medicina acquista dieci volte le virtù che aveva prima. Se si ripete questo stesso procedimento una seconda volta, aumenterà di cento; una terza volta di mille, e così via sempre per dieci. Il secondo modo è di mischiare la quantità che si vuole di elisir con la sua acqua, custodendo tuttavia le proporzioni tra l’uno e l’altro, e dopo aver messo il tutto in un vaso ben sigillato, scioglierlo a bagno, servite tutto il regime del secondo, distillando successivamente gli elementi con i loro stessi fuochi, finché il tutto diventi pietra. Si incèra l’uno nell’altro, e la virtù dell’elisir si centuplica fin dalla prima volta; ma questa via è più lunga. La si ripete più volte, come la prima, per aumentarne sempre più la forza. La terza è infine propriamente la moltiplicazione in quantità. Si proietta un’oncia dell’elisir moltiplicato in qualità su cento once di mercurio comune purificato; questo mercurio messo su un piccolo fuoco si tramuterà presto in elisir. Se si getta un’oncia di questo nuovo elisir su cento once di altro mercurio comune purificato, diventerà oro molto fine. La moltiplicazione dell’elisir al bianco si fa nello stesso modo, prendendo l’elisir bianco e la sua acqua, al posto dell’elisir rosso. Più volte si ripeterà la moltiplicazione in qualità, più avrà effetto nella proiezione; ma non del terzo modo di moltiplicare di cui abbiamo parlato; perché la sua forza diminuisce ad ogni proiezione. Si può spingere tuttavia questa reiterazione fino alla quarta o quinta volta, perché la medicina sarebbe allora così attiva e così ignea, che le operazioni diventerebbero istantanee, poiché la loro durata si accorcia ad ogni reiterazione; la sua virtù è abbastanza grande alla quarta o quinta volta per colmare i desideri dell’artista, poiché, fin dalla prima, un grano può convertire cento grani di mercurio d’oro, al secondo mille, alla quarta centomila, ecc. Si deve vedere questa medicina come il grano che si moltiplica ogni volta che lo si semina” Favole egiziane e greche, Della Moltiplicazione Ahimè, quanti modi di operare, confessiamo che è molto difficile accettare i punti di vista di Pernety. Per adesso, solo il modo di Trismosin sembra concordare con la ragione. È curiosamente, forse Cyliani, che ci permetterà di avere un’idea più precisa di questa moltiplicazione:

“ Moltiplicazione - ... Non descriverò qui delle operazioni molto curiose che ho fatto, con mio grande stupore, nei regni vegetale ed animale, così come il mezzo di fare il vetro malleabile, delle perle e delle pietre preziose più belle di quelle naturali, seguendo il procedimento indicato da Zaccaria, servendosi dell’aceto e della materia fissa al bianco, e di grani di perle o di rubini pestate molto fini, modellandoli fissandoli con il fuoco della materia, non volendo essere spergiuro mi è sembrato qui di passare i limiti dello spirito umano”. Ermes Dévoilé Ermes Svelato è un testo abbastanza astruso, c’è abbastanza di che stupirsi su queste riflessioni che raffigurano il capitolo della moltiplicazione. Flamel si è espresso anche sulla moltiplicazione per trovare una spiegazione in relazione della favola: “Si sono serviti ancora di questa perifrasi quando, per significare la Moltiplicazione della Pietra, l’hanno simulato con un Serpente Hydra al quale, se si taglia una testa, gliene rinascono dieci. Perché la Pietra aumenta sempre di dieci volte quando gli si taglia questa testa di Corvo, che si annerisce, ed imbianca, in pratica: la si scioglie di nuovo e dopo la si ricoagula.” Fig Hiér. Queste azioni successive non sono, dopotutto, che l’espressione “solve e coagula” che riassumono la totalità del processo alchemico. Si tratta della favola dell’Idra di Lernia, il dodicesimo dei Dodici Lavori di Ercole. Il soggetto della Favola è un serpente Pitone, o questa Idra, nata da Tifone e da Echidna, che viveva in una caverna vicino al lago di Lernia. Abbiamo ricordato questa leggenda in due sezioni: Guardie del corpo ed Introïtus, VI. Flamel ci dice qualcosa in più in questo altro passaggio: Nessuno ha mai parlato della Moltiplicazione tanto quanto i Filosofi che hanno velato il loro dire con i comuni termini dell’Arte. Opera, Fermento, Solve, Coagula. Hanno parlato di aprire e sciogliere un corpo (il quale è sempre duro e fisso) molle e fluido come l’acqua, rinchiuderlo e legarlo, poi farlo coagulare con una cottura più forte, facendolo poi tornare nella forma di corpo”. Fig Hiér Quello che ci fa pensare di essere sulla via giusta, è che l’operazione della Moltiplicazione non è altro che un lento murissement della Pietra che esordisce, come abbiamo detto più in alto, con una fase instabile dove essa ruba la stella e viceversa. Vedete anche la nota 71 del commento delle Fig. Hiér. dove parliamo dei Ripley’s Scrowles. Notiamo anche che è la Pietra stessa che sembra agire come fermento del suo incremento – vedere Cambriel – Rete di Arianna, cap. VIII – Verbum. Notate che sebbene gli alchimisti non intendono solo la moltiplicazione della Pietra, ma anche quella del Mercurio, come Alberto il Grande “Composto”. In quanto a Giacomo Tol – Via del cielo chimico – ci dice che la moltiplicazione si trova scritta nel Chiave XII di Filosofia di Basilio Valentino, là dove viene richiamato il Leone verde. Ma sii uomo di bene che teme e serve Dio, non offenderlo e pecca meno che puoi. Ricordati soprattutto dei poveri e sii con loro caritatevole, affinché Dio ti sia misericordioso.

DODICESIMA PORTA Della Proiezione La Proiezione è la prova che la nostra pratica è vera, facendoci riconoscere se la tintura della nostra Arte o Segreto è permanente: lo saprai se getti un poco della tua Medicina su del Mercurio volgare; perché lei si legherà come la pece, e lo tingerà, ed entrerà lì da sola e sopporterà ogni tipo di Fuoco. Con la proiezione, entriamo nel mistero estremo dell’alchimia, nella parte che gli Artisti hanno raramente descritto: è l’ultimo arcano. Dom Pernety non ne parla nelle sue Favole. Nei lavori di Fulcanelli e di E. Canseliet, non si trova alcun riferimento al termine Proiezione. Questo non deve sorprendere nessuno, è solo in Jung che troviamo il termine: Proiezione. Non abbiamo dubbi che egli conferisce alla Proiezione un carattere che non troviamo negli Alchimisti: “Questa sostanza - spirito è simile all’argento vivo che si nasconde, invisibile, nel minerale, e che ha il dovere di essere espulso prima, se si vuole recuperarlo nella sostanza. Quando si possiede questo Mercurius penetrante, si può proiettarlo su altri corpi e farli passare dall’imperfezione alla perfezione.” Ma è facile rilevare che Jung si sbaglia associando l’immagine della proiezione della Figura VI; perché questa immagine si riferisce all’apertura delle nature metalliche nell’acqua permanens, in pratica nel Mercurio. Uno dei personaggi porta infatti l’emblema dello zolfo e trafigge il serpente contro la quercia, simbolo della calce trasformata in veleno; mentre l’altro personaggio trafigge un personaggio doppio - l’uomo doppio igneo che porta la prima corona – ed ha in mano il simbolo del Mercurio, la quale azione sarà di imbiancare il bronzo, simboleggiato da questo uomo doppio, primo stato dell’Ottone. Quest’uomo sta giocando su due piani, quello simbolico e quello psicanalitico, che riesce ad isolare la vera natura della proiezione. Ecco ancora due parole di Jung che ci permetteranno di chiarirci le idee: “L’autonomia psichica del pneuma è attestata dai neo-pitagorici; secondo loro, l’anima è stata inghiottita dalla materia eccetto lo spirito. Rompe il cerchio delle sfere e si china verso la terra e l’acqua (questo vuol dire che è in procinto di proiettarsi negli elementi). La sua ombra cade sulla terra ma la sua immagine si riflette nell’acqua Ma appena è sceso, Physis lo stringe in un abbraccio appassionato. Da questa stretta nascono i primi sette esseri ermafroditi. Questi sette sono un’allusione evidente ai pianeti, ed anche ai metalli, che secondo la concezione alchemica, provengono dal Mercurius ermafrodita.”

Quante volte abbiamo rievocato questa allegoria dell’incarnazione dell’anima nel Corpo [carne] che introduce la vera proiezione dello Zolfo rosso nel toyson d’oro [Zolfo bianco]? Queste sono esattamente le parole che ha scritto Jung in una prospettiva, è vero, radicalmente differente. Ma, cosa straordinaria, il risultato si rivela essere identico in un caso come nell’altro. Jung rievoca la Natura che in latino è anche il nome di una pietra preziosa... Ma, è anche l’azione di produrre, la formazione, in senso dinamico. È l’esatto equivalente di una proiezione. Non bisognerebbe perdere di vista, difatti, che il Mercurio è considerato come il “matto” dell’opera ed a questo titolo, contrae degli inattesi rapporti con la proiezione, considerata nella sua accezione psicanalitica: perché il Mercurio è inseguito dall’artista che non sa inizialmente come sublimarlo, fissarlo e scioglierlo. In una parola, vela un Mercurio inseguito. Ma parecchi per ignoranza rovinano ciò che hanno fatto, quando fanno la Proiezione su un metallo impuro; perché a causa della corruzione la loro tintura sviene, perché con la corruzione non hanno tolto affatto, dopo la Proiezione, alcuni Corpi che sono fragili, blu e neri. Il punto di laison Lapis-christus trova la sua consacrazione nella proiezione. Bisogna citare a questo riguardo un’altro passaggio di Jung: “Secondo le testimonianze contemporanee, ciò che è stato proiettato è il demonio divino, Noûs (spirito), l’uomo-dio, il pneuma, ecc. Nella misura in cui il punto di vista della psicologia complessa è realistico, vale a dire basato sull’ipotesi che i contenuti della psiche sono delle realtà, si potrebbe dire che le figure che ho appena richiamato caratterizzano una parte incosciente della personalità alla quale è attribuita una coscienza superiore, come una superiorità, sull’essere umano ordinario. L’esperienza mostra che tali figure esprimono sempre delle qualità o delle intuizioni superiori che non sono ancora coscienti e di cui è generalmente problematico poter dire se devono essere attribuite all’io, in senso proprio del termine, o no. Il problema dell’attribuzione che appare come una finezza gratuita al profano, riveste in pratica una grande importanza. Un’attribuzione inesatta può provocare delle pericolose inflazioni che il profano giudica unicamente senza importanza perché non sa che disastri interiori ed esteriori sono causati dall’inflazione. In effetti, si tratta qui di un contenuto che, finora, fu solamente molto raramente attribuito alla personalità umana. L’unica grande eccezione è il Cristo. Egli incarna l’uomo-dio, in quanto incarnazione del Logos, proveniente dalla prima procreazione pneumatica, è un avatar del noûs divino. Così, la proiezione cristiana si fa sull’ignoto nell’uomo, o sull’uomo sconosciuto che diventa, portatore di un mistero spaventoso ed inaudito. Invece, la proiezione pagana va oltre l’uomo, colpisce l’ignoto nel mondo materiale, la sostanza sconosciuta ignota che, come l’uomo-eletto, è riempita in qualche modo da Dio. Parimenti nel cristianesimo, la divinità si nasconde sotto forma del servitore, parimenti nella filosofia si nasconde nella pietra gracile. Nella proiezione cristiana il descensus spiritus sancti (discesa dello Spirito Santo) si ferma nel corpo vivente dell’Eletto, il quale è tutto proiettato verso la fede, egli è un vero uomo ed un vero Dio; in alchimia, invece, la discesa va fino nelle tenebre della materia inanimata, i quali strati inferiori sono, secondo la concezione neo-pitagorica, governati dal Male. Il Male e la materia insieme formano la diade, la dualità. Questa è di natura femminile, un’anima mundi (anima del mondo), il femminile Physis che desidera ardentemente la stretta de l’uno, della monade, del buono e del perfetto. La prosa Giustiniana la descrive come l’Eden: con la parte alta del corpo di una vergine e la parte bassa di un serpente [è qui l’origine del Misto di Paracelso]. Per vendetta, lei combatte il neuma, perché quest’ultimo, sotto la forma del démiurgo, seconda forma di Dio, l’ha abbandonato perfidamente. È l’anima divina, incatenata negli elementi che bisogna liberare”. Questa figura, l’abbiamo già presentata nella “Filosofia naturale restituita”, di Espagnet, e succede, per un effetto del caso, che ci viene sottomano alla p. 391 della Psicologia ed Alchimia... Abbiamo voluto citare interamente questo passaggio perché si rivela molto

penetrante in quanto all’interpretazione ermetica che si può dare, comparata certamente, alla sua interpretazione nel mondo del cristianesimo. Perché è una buona lettura su due piani che bisogna interpretare come un dramma in due atti. Nel primo atto, è l’artista che agisce in modo attivo dividendo gli elementi: è chiaro che il Noûs, questo Spirito, rappresenta il nostro Mercurio, nel quale l’anima o zolfo rosso, simboleggiato dal pneuma, il vento, si è sublimata e come volatilizzata nel Noûs. Il secondo atto è molto diverso e come principio e come durata. Perché nel primo atto, gli elementi della Pietra sono passati al crogiolo, soffrendo per così dire il martirio e “salgono” letteralmente al cielo chimico questo atto dura meno di un terzo dell’opera. Il 2° atto è molto più lungo e richiede solamente la presenza passiva dell’alchimista, il cui ruolo si limita a regolare il fuoco. È Physis, la Natura che opera e sancisce l’apocalisse del nostro piccolo mondo, dove i corpi rinnovati saranno uniti in modo radicale per non formare più che un: Escarboucle dei Saggi. Ma, verso l’inizio del secondo atto, dei segni, forieri della parodia ermetica, si manifestano ancora con colori iridati ed altri, dicono i testi, anche se vediamo non ci sono che dei passaggi allegorici. In quanto all’anima divina incatenata negli elementi, rievoca due passaggi dell’opera: quello dove il pneuma si trova legato al Noûs e forma con lui il cielo firmamentale, e l’altro, quando il dramma cessa, e l’anima rinata si trova appesantita ancora degli elementi spirituali decaduti, in qualche modo scorie di spirito, ed un terzoagente è richiesto per rompere ciò che si chiama il sigillo vetroso di Hermès. Ma oltre l’ideologia ispirata al mondo cristiano, Jung ci dice che: “L’ideologia di questo mysterium è anticipata nei cicli di miti di Osiris, di Orphée, di Dionysos, di Ercole e nella concezione del messia dei profeti ebrei.” Con una nota esplicativa molto interessante: “I principali punti sono: Osiris, la sua natura di uomo-dio che garantisce l’immortalità umana, la sua natura di grano, il suo smembramento e la sua risurrezione; da Orphée, il dominio delle passioni, il pescatore, il buon pastore, il maestro di saggezza, la lacerazione; da Dyonisos, il suo carattere di vino, le rivelazioni estatiche, la simbologia del pesce, lo smembramento a la resurrezione; da Ercole, la sottomissione ad Eurysthée ed Omphale, l’opera difficile, principalmente liberare dai suoi mali l’umanità tormentata, la croce formatasi nello spazio con i suoi viaggi: i lavori da 7 a 10 conducono al sud, al nord, all’est ed all’ovest, ed i lavori 11 e 12 formano una verticale, l’auto-incenerimento e la sua sublimazione allo stato divino” che vela gli enigmi che un cabalista innamorato della scienza può comprendere! Ora affinché la tua tintura possa essere stabile su essi, lancia prima la tua Medicina sul Fermento, ed allora sarà fragile come il vetro, dopo getto questa materia fragile sui Corpi mondificati e puri, così tu vedrai che saranno colorati abbondantemente e sopporteranno per sempre ogni esame. Questa figura, l’abbiamo già presentata nella “Filosofia naturale restituita”, di Fai la Proiezione, tre, quattro o cinque volte, finché la tua Medicina comincia a diminuire, ed allora bisogna cessare. Ma ricordati di gettare l’inferiore più su, aumentando sempre il numero come fanno e dicono i Saggi. Perché se si unisce l’elisir coi Corpi impuri, egli non sa che si tratta di Proiezione. Se moltiplichi prima per dieci farai cento, e cento per dieci diventerà ancora mille, e mille per dieci faranno diecimila, poi per dieci faranno ancora centomila, così per dieci andrai sempre all’infinito. Continua a tenere il tuo vaso sul Fuoco moltiplicando sempre di più, perché i Saggi dicono che non porta danno. Qui finiscono le nostre dodici Porte, segue dopo un breve riassunto di tutti i nostri Segreti, se comprenderai la Teoria e la pratica, le figure ed i colori. Allora potrai dirti Scienziato.

Riassunto Considera prima la latitudine della Pietra, cominciando dal lato che si trova verso l’occidente, dove il Maschio rosso e la Femmina bianca sono congiunti con lo spirito di vita per vivere un amore; la Terra e l’acqua perfettamente proporzionata, è la cosa migliore, anche una parte di Terra per tre dello spirito è una buona proporzione, che sono dodici di spirito per quattro di Terra. Occorre che tu prenda tre parti della donna ed una parte dell’uomo, tanto meno spirito ci sarà in questi elementi e meglio farai la Calcinazione. Procedi allora prima dal Nord oscurando l’uomo rosso e la sua donna, chiamata eclissi; alterandoli e sciogliendoli tra l’inverno e la primavera, intorno alla Terra oscura e senza luce. Di là sali in Oriente con diversi colori, là ci sarà la Luna piena che appare di giorno; allora è passato il purgatorio ed il suo corpo è alla sua fine, perché il Sole si alza ed appare bianco e lucido. Là c’è l’estate dopo l’inverno, ed il giorno dopo la notte. Allora la Terra e l’acqua dopo la nefandezza sono mescolate nell’aria, quindi le nuvole e le tenebre saranno passate, ed ogni cosa sarà di un candore molto brillante. E dato che l’ovest era il principio di questa pratica, ed il Nord il mezzo perfetto di questa alterazione, così l’est è dopo il principio della speculazione, ma subito termina il suo corso verso il mezzogiorno. Allora gli Elementi si trovano là per circolazione trovata nel Fuoco. Ecco perché non c’è nessun dubbio che i tuoi desideri non si avverino, perché gira intorno alla ruota della nostra Filosofia. Ma ti occorre ancora rileggere due volte, per vedere cosa hai compreso dei Segreti della nostra Filosofia, esposti nei dodici capitoli precedenti. Se comprendi bene come devi carbonizzare e sciogliere perfettamente, dividere e putrefare, saprai infallibilmente tutti i Segreti della nostra Astronomia inferiore, con una perfetta conoscenza dei poli che sono nel nostro Cielo luccicante, con colori mai visti. Pallido e nero, falso e citrine, bianco e rosso imperfetti, coda di pavone di colore allegro, l’arcobaleno, la pantera maculata, il leone verde, ed il becco del corvo. Tutti i colori appaiono prima del perfetto biancore ed ancora parecchi altri. Dopo la quale appare il grigio e falso citrine, ed apparirà infine il sangue rosso invariabile. Ed allora avrai la tua Medicina al terzo grado, moltiplicata nel suo stesso genere. Sappi anche questo Segreto infallibile che il nostro uomo rosso non tinge, neanche la sua donna, finché non saranno tinti. Ecco perché se li vuoi dominare nascondi l’altezza dei tuoi Corpi e mostra la loro profondità in ciascuno dei tuoi Corpi o Metalli: distruggi la prima qualità e ripara subito in essi i secondi più eccellenti, e che il tutto sia fatto in un solo Bicchiere e con un solo regime, convertendo le quattro nature in una. Avvertimento di George Ripley Dopo tutto ciò che abbiamo detto sulla Pietra, ti voglio avvertire, per carità cristiana, delle vane esperienze che ho fatto, e delle false materie sulle quali ho lavorato. Ti dirò dunque che né il cinabro, né il Mercurio sublimato, valgono qualcosa nella nostra Opera. Perché ho fatto parecchie Sublimazioni di spiriti, di Fermenti, Sali, ferro, acciaio; ma ho perso il mio tempo. Ho fatto delle Acque corrosive e delle Acque ardenti che aprivo in diversi modi. Ho carbonizzato Uova due o tre volte, ho fatto montare l’olio di calce per separare gli Elementi uno dall’altro; ma tutti non hanno valore. Ho lavorato con lo Zolfo ed il Vetriolo, che i pazzi chiamano il Leone verde, in orpimenti, in debili principio , era il mio principio, nel Sale di vetro [il sale di vetro è chiamato ancora fiele di vetro o maiale. È una specie di fuliggine del vetro temuto dagli artigiani. Possiede tuttavia nel nostro campo, delle curiose virtù che lo fanno riconoscere come utile per i

maestri dell’arte. Contiene del sale marino, del sale ammirevole di Glauber e dell’Arcanum duplicatum. Vedere Loysel sull’argomento così come Maier]. Sale alcali. Sale albrot, salgemma molto chiaro, Sale di tartaro, Sale comune, Sale attincar, Salnitro, Sale di soda. Ma ho rovinato il mio stomaco ed il mio denaro; ti avverto di tutte queste cose, e ti tengo soprattutto lontano dall’odore dell’argento vivo, non mischiarti neanche col Mercurio precipitoso, né coi Metalli imperfetti rubificati. [Qui, Ripley è quasi totalmente enigmatico: i solfuri, i solfati, i vetrioli, l’olio di vetriolo sono indispensabili in un dato momento dell’opera. il sale alcali vela la via dell’alkali fisso, vale a dire: la via dei carbonati di potassa e di soda; il sale albrot è un altro nome del sale alembroth. Dom Pernety ci dice: “Alembroth è ancora il nome che alcuni Chimisti hanno dato al sale di tartaro, che hanno anche chiamato il Magistero dei Magisteri. Johnson. Rull.”. Il sale di tartaro che è o del tartaro vitriolico, o dell’olio di tartaro per deliquum, vale a dire del carbonato di potassa idratata e concentrato, è molto importante nella via secca. Il sale attincar è l’altro nome della borace, fondendolo è anche utile in collaborazione con altre sostanze fusibili. Ma Pernety lo segnala come essere: “Attingat o Atingar. Verderame”, vale a dire, dell’acetato di rame. Ho provato con le uova ed il sangue, con l’anima di Saturno, con le squame di ferro che i marescialli fanno cadere nel battente [Maier stima che i battenti di ferro hanno un’importanza di primo piano. Al punto che raccomanda di sapere in quale posto le ossa di Oreste saranno trovate], l’antimonio. Ma tutte non valevano niente; tuttavia ne estraevo delle belle tinture rosse e bianche che purtroppo erano falsate. Ho fatto dell’olio di Luna con un grande lavoro, carbonizzandolo col Sale comune preparato da sé stesso, con caldo violento, sgretolandolo con l’Aceto finché non ero stanco, ed anche con Acqua di Vita acquosa spianata sul marmo. Ma tutto fu perso. Ho fatto parecchi amalgami che intendo fissare con profitto, perciò presi del Tartaro, dello Zolfo, l’albume delle uova, dell’olio di chiocciole. Ma inutilmente. Ho fatto dell’olio e del latte, del limo, delle stelle che cadono in terra. Ho perso parecchie libbre di Mercurio, ed ha fatto delle Pietre di Cristallo. Ma tutto è stato inutile. Fuggo dunque tali compiti ed altri simili, perché possono provenire solamente dal male. Prova finché vorrai e troverai la tua borsa vuota e la tua salute diminuita dai cattivi profumi ed i perniciosi fumi. Non ho mai visto un’Opera vera se non quella di cui ti ho mostrato la verità in questo trattato. Studiala bene e falla, così tu guadagnerai oro, argento e salute. Ricordati che l’uomo chiamato altrove il Maschio, è la più perfetta creatura terrestre che Dio abbia creato; nel quale c’è una neutralità dei quattro Elementi proporzionati dalla Natura che non costano niente ed è condotta fuori dalla sua mineraria con l’Arte. Certo i nostri Metalli non sono altro che le nostre due minerarie del nostro Sole e della nostra Luna. Raymond Lulle dice così: “La chiarezza della Luna e del Sole così lucido, è scesa in queste due Minerarie; sebbene il chiarore sia nascosto alla vista, ma con l’Arte puoi farla apparire chiaramente. Ecco perché putrefai questa Pietra nascosta—una sola cosa—, rimettila nel suo liquore, finché diventa bianca, per farla fermentare saggiamente. Ecco tutto”. FINE

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